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Consorzi (interuniversitari): Organizzazioni di tipo consortile alle quali si associano più sistemi bibliotecari di
ateneo, + uni, per trovare una linea comune soprattutto sul versante della acquisizione delle risorte
elettroniche, le quali sono molto costose, riviste, banche dati, licenze per accedere a queste riviste. Le
università, i sistemi bibliotecari delle uni, si sono riuniti e hanno deciso di formare questi consorzi i quali
negoziano per tutti i sistemi bibliotecari aderenti alle condizioni delle risorte elettroniche.
Sono nati i consorzi e c’è stato maggiore potere contrattuale.
Grazie ai consorzi, le condizioni di fornitura di periodici elettronici e banche dati alle biblioteche
accademiche sono migliorate. (Prima se non ti abbonavi più l’anno dopo perdevi anche quello dell’anno
precedenti)
E’ nato un gruppo di coordinamento per le ricerche elettroniche: CARE, oggi si occupa per cono delle
biblioteche accademiche italiane, di stipulare contratti vantaggiosi con gli editori o distributori e le
commissionarie, soggetti che procurano al cliente biblioteca alcune risorse.
Le biblioteche accademiche non operano solo all’interno dell’università ma anche con le altre università.
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Accesso aperto: La conoscenza come bene comune: si intende che la conoscenza è un bene per
tutti senza esclusioni. Quindi non esclusivo e non sottraibile. La conoscenza non deve essere
privatizzata. Sulla base di questo concetto si è sviluppato un movimento che mira a favorire la
condivisione e lo sviluppo della conoscenza scientifica garantendo il libero accesso alla ricerca senza
licenze. Movimento nato all’interno dell’università, accedere alla conoscenza senza troppi limiti e
senza dover sostenere dei costi troppo elevati. Rendere disponibile la conoscenza, un movimento
che si sviluppa e comincia a mettere dei punti fermi, che affianca le politiche consortile e trova la
partecipazione delle biblioteche accademiche. Oggi riconosciute.
In particolare facciamo riferimento a 2 tipologie di accesso aperto:
o Realizzazione di archivi istituzionali o di archivi disciplinari, gestiti da società scientifiche.
All’interno di questi archivi gli studiosi depositano i prodotti della loro attività, a volte ancora prima
di consegnarli ad un autore privato; Questo con grande vantaggio per la circolazione delle
conoscenze. La maggior parte delle università e alcune delle società scientifiche gestiscono propri
archivi istituzionali all’interno dei quali i professionisti che aderiscono a quell’associazione
scientifica depositano una parte molto significativa della loro produzione. Negli ultimi anno negli
archivi istituzionali si trovano anche i materiali di un corso, le tesi di laurea magistrale, ecc.
o Riviste ad accesso aperto: Riviste scientifiche per la quale non si versa una quota. Una parte della
ricerca scientifica viene pubblicata nelle riviste ad accesso aperto, non si paga una licenza.
Ovviamente bisogna saper distinguere quali sono quelle di qualità e quali meno.
Supporto alla comunicazione scientifica e alla valutazione della ricerca: scambio di idee tra chi fa
ricerca. La ricerca viene valutata in campo nazionale e in campo internazionale. VQR, ciclo di
valutazione basato su criteri per valutare i prodotti della ricerca.
Le biblioteche accademiche sono coinvolte.