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. SAGGI 3
ANTOLOGIA
DI SCRITTI ARCHIVISTICI
a cura di
RoMuALDO GruFFRIDA
!
1
l
j
ROMA 1985
. UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI
DIVISIONE STUDI E PUJ)BL!CAZIONI
Scuola Tipografica Italo-Orientàle «S .. Nilo » � 00046 Grottaferrata I In «Notizie degli Archivi di Stato», XII (1952), pp. 15·18.
so i vari Istituti dell'Amministrazione archivistica statale, dotati
di biblioteche interne specializzate, lo stesso non si può dire che
accada agli estranei a tale Ammtnistrazione che frequentano le Scuo
le d'archivio e quelle universitarie, allo scopo di inserirsi in gene
rale come operatori nelle strutture scientifiche della pubblica Am
ministrazione preposte alla tutela e alla valorizzazione dei beni cul
turali archivistici.
Tale constatazione, suffragata per noi dall'esperienza acquisita
dut·ante quindici anni d'insegnamento universitario, ci ha indotto
a predisporre una sistematica raccolta antologica di saggi atti a
consentire agli studenti delle Scuole d'archivio e di quelle univer
sitarie di conoscere alcuni degli aspetti più significativi del processo
che ha caratterizzato lo sviluppo della dottrina archivistica nel
L'ARCHIVISTICA
l'ultimo trentennio in merito all'organizzazione archivistica, alla pre,
parazione professionale dell'archivista, ai problemi del riordinamen
to e dell'inventariazione, allo scarto degli atti d'archivio, agli archivi
privati e a quelli ecclesiastici, alle moderne tecnologie applicate agli
archivi, ai problemi di metodo per le edizioni documentarie, alla
metrologia e,alla sfragistica, alla moderna edilizia degli archivi. ·
Con· tqle raccolta antologica in sostanza ·intendiamo perseguire
soprattutto finalità di carattere didattico: così, ad esempio, per
quanto'attiene allo scarto·- regolato dal d.p.r. 30 sett. 1963, n.
1409 e dal successivq d.p.r. 30 dic. 1975, n. 854 -· ci è sem
brato opportuno proporre saggi che illustrano la situazione . ante
riore alta normativa vigente, mentre per la consultabilità dei docu,
menti si. è preferito mettere a confronto due interpretazioni diver'
genti di und norma non priva di ambiguità.
Siamo consapevoli, ·naturalmente, che questa antologia - come
del restÒ: ogni opera del genere -.-· presenta delle lacune, ma que
sto non ci sembra che. riduca l'utilità della nostra iniziativa che
vedè la luce ùi un momento ili cui si nota uiz rinnovato interesse
per la sisÙmazione teorica delle problematiche. fondamentali della
disciplina archivistica. .
Un particolare ringraziamento rivolgiamo a tutti coloro, autori
o eredi degli autori dei saggi qui pubblicati, che ci hanno autoriz ·
L'archivistica *
proprio contenuto: una congerie di notizie, di precetti, di norme giu dottrina avesse fatto giustizia di essa.
ridiche trovarono una sistemazione nella archivistica teorica, che af Anzi la dottrina fece di più formulando il principio: le fonti
frontava il campo dei principi e che in definitiva si incentrava nel documentarie per la storia nascono e si difendono nell'archivio in
problema degli ordinamenti da dare alle carte, nella archiveconomia formazione.
che trattava i mezzi e le modalità per la conservazione delle carte e la Sul problema degli archivi in formazione e cioè sugli archivi mo
difesa di queste dalle molteplici forme attraverso le quali esse possono derni ebbi a richiamare io stesso l'attenzione degli studiosi di archivi
deperire e perdersi; nella legislazione archivistica e cioè nella cono stica in occasione del nostro primo congresso or sono quasi vent'anni:
scenza di quelle norme che regolano raccolta, conservazione ed uso E voi tutti sapete come ormai l'archivistica, proprio come disciplina
della documentazione nel quadro degli ordinamenti statuali, nella storicistica, si interessi di questi archivi e conie la nostra recente legge
storia infine degli. archivi, come· quella che, fornendo dati e notizie abbia ampliato il campo di lavoro dell'archivista sino a comprendere
sulla esistenza, .vicende. e .reg0lamentazione del fatto archivio nel esplicitamente questi archivi. Non importa qui che la norma sia iìn�
corso dei secoli, costituiva la premessa, molte volte la giustificazio precisa ed inadeguata, l'importante è che il p'rincipio sia stato accolto.
ne anche, delle conclusioni cui potevano giungere, nell'ambito di cia- Ma il superamento di qùe!la distinzione ha. riproposi:o m terniini
· · ··
di particolare drammaticità il problema della distruzione delle carte
scuna, le altre partizioni ·della materia:
12 Leopo/do Sandri Varchivistica 13
ritenute di inutile conservazione, o come con espressione corrente, il vitabile deterioramento del supporto filmistico, si presenterà la ne
problema dello scarto; in quanto tutti i motivi che la dottrina aveva cessità di rinnovare, con ingente spesa, una enorme quantità di mieto
invocato perché attorno ai documenti antichi ci si muovesse con e film.
strema cautela, divenivano validi ed applicabili anche a quei documen Meglio, com. e avverte da tempo la dottrina archivistica, conserva
ti moderni ed amministrativi entrati ora a far parte, con pari dignità, re nella loro materialità originale i documenti da tramandare ai po
del patrimonio culturale della nazione. Non si dimentichi che fino a steri, dando il supporto cartaceo garanzie di conservazione già speri
qualche decennio fa bastava giustificare qualsiasi proposta di scarto, mentate e che può essere prolungata con quegli accorgimenti tecni
perché venisse accolta, con la dizione che si trattava di << carte ammi ci che la moderna archiveconomia suggerisce e consente, e lasciare
nistrative » o « di interesse economico�amministrativo ». al microfilm di risolvere alcuni problemi archivistici come quelli della
Inutile soffermarsi qui sul travaglio della dottrina di fronte alla costituzione degli archivi di sicurezza, di completamento, di comple
accresciuta sensibilità nella cernita dei documenti da conservare ed mento e di sostituzione, difficili a realizzare con i tradizionali mezzi
alla parimenti accresciuta pressione degli organismi produttivi di di copiatura e riproduzione.
archivi sempre più tecnicizzati e quindi incapaci di comprendere per Più fondata e coerente per altro la via per la quale si sono incam
ché si debbano sacrificare uomini e spazio per la custodia di atti, di minati taluni paesi archivisticamente ordinati. Tra l'archivio corrente,
venuti per essi giuridicamente inoperanti, data anche l'esistenza di che ha fretta di liberarsi della documentazione che lo aggrava, tra l'ar
molteplici fonti di informazioni sussidiarie. çhivio, dove le carte dovrebbero per compito di istituto venir conser
In un lucido articolo, Rigorismo e coerenza nel problema degli vate in perpetuo, che non può gravarsi di documentazione di evidente
scarti, Letterio Briguglio ha esposto e vagliato le varie tesi, tutte in inutile conservazione, si tende a costituire un nuovo tipo di archivio
sufficienti a garantire che queste operazioni avvengano senza che ne deposito dove l'amministrazione versa nella sua intierezza i propri
conseguano danni irreparabili e tutte concordi nel lamentare l'impos archivi e dove senza pressioni contingenti e sotto la guida dell'Archi
sibilità di conservare tutto. Ad una conclusione però gli studi fatti in vio di Stato si potranno compiere le due operazioni di riordinamento
Italia e quelli di fuori Italia sono giunti; è una conclusione pratica che dei fondi e di scarto del superfluo che potrebbero essere vedute anche
però ha le sue incidenze nella dottrina. Impossibile accettare innanzi come una operazione sola, secondo la tesi del Lombardo che ritiene
tutto la tesi dei tecnici della organizzazione aziendale e degli speciali essere lo scarto un momento del riordinamento.
sti dei metodi di lavoro, che vorrebbero che sin dal suo prodursi la Questi nuovi archivi hanno preso il nome di archivi intermedi e
documentazione debba venir ripartita in permanente, quella cioè che sono già in atto presso varie nazioni. Ma questi << archivi intermedi >>,
per la propria natura dovrebbe essere conservata sempre; in provviso o, come piace chiamarli ai francesi, << pre-archivi >>, ripropongono un
ria, quella che, scaduto un certo termine, va eliminata e in corrente, tema: quello del concetto di archivio.
quella sulla conservazione futura della quale potrà aprirsi una discus La disputa sulla determinazione di tale concetto ha infuriato, è
sione; e già si propone di fornire gli uffici di carta di diverso colore, proprio il caso di usare questo termine, in particolar modo nel decen
per rendere più evidenti e sollecite le operazioni. Ma da chi e con nio tra il 1950-1960, ma ben poco ha aggiunto all'apporto dato fin
quali criteri verrà operata questa !ripartizione? e in quale momento d'avanti la guerra dal Cencetti che individuava la natura dell'archi
interverrà in queste operazioni la preoccupazione di una futura ri vio come universitas rerum.
cerca storica? Nemmeno maggiore consistenza ha la tendenza di co Ma questa individuazione come universitas rerum, essendo gene
loro che vedono nella riproduzione microfilmica degli atti un tocca ralissima e in quanto tale elemento di riconoscimento dell'esistenza di
sana alla situazione. un archivio quando vi concorrano le altre circostanze che vanno sotto
Il problema che ci si presenta non è puramente teorico dal mo la dizione di vincolo archivistico e perciò applicabile ad ogni forma
mento che è in corso di approvazione una legge che autorizza le pub zione documentaria di un medesimo organismo produttore, non è suf
bliché amministrazioni a sostituire l'intera loro documentazione con ficiente alla individuazione dell'archivio oggetto dell'interesse della
supporto cartaceo, con riproduzione in microfilm. Ché se si realizza legge vigente e della preoccupazione dello storico.
éosl quellà tale tanto ricercata economia di spazio, non si evade il pro Nel mentre, infatti, la disputa divagava in varie direzioni, alcune
blema dello scarto: èsso è solo rinviato al momento ih cui, per l'ine- brillanti, molte inconsistenti, il nostro codice civile precisava in de-
14 Leopoldo Sandri Vàrcb1vistica 15
maniale la qualificazione c�me bene dell'archivio. E allora in che mo senso Che l'archivistica, e quindi I'archivistà, nel suo procedere dove
mento, si è chiesto la scienza giuridica, si ha un archivio qualificabile va tenere sempre presente che l'archivio· può « servire tanto alla storia.
come bene demaniale? avanti o dopo lo scarto? oppure è da conside-· descrittiva quanto a quella problematica e tanto ad una ideologica
rarsi demaniale l'archivio corrente o di deposito che giace presso l'am conservatrice quanto ad una ideologica rivoluzionaria >>, e quindi non
ministrazione attiva, o soltanto quello già acquisito agli Archivi di Sta può ideologicamente impostare i suoi problemi, primo fra tutti quello
to o ad essi destinato? La questione non è di secondaria importanza degli ordinamenti.
per le molte implicazioni pratiche che essa comporta. · Per quanto nella pratica ci si attenesse di già e da tempo a questa
Intanto la stessa dottrina giuridica ha insegnato che lo Stato non linea quasi per forza spontanea, fu tuttavia importante averla enu
conserva la sua documentazione per il futuro in forza di un diritto di cleata ed elevata a principio, in quanto si annunzia la tendenza a co
proprietà su la cosa, ma in dipendenza di un dovere nascente dalla de stituire archivi ideologicamente qualificati; il che in fondo non è al
stinazione di tale cosa all'uso pubblico perpetuo, che limita lo stesso tro che un ritorno ai fittizi ordinamenti per materia che tanto danno
potere dello Stato, detentore della cosa, su la cosa stessa. Ne consegue arrecarono alla logica e retta conservazione delle carte, anche se l'im
pertanto che le operazioni di scarto condizionano la formazione del piego su larga scala del microfilm può, solo in parte, ridurne gli
l'archivio bene demaniale, ma che non sono più ammissibili una volta effetti. E anche questo della avalutatività in archivistica è un princi
che la documentazione abbia così raggiunta la sua pienezza di << archi-·· pio valido sempre e dovunque.
vio » come tale.
* * *
Acquistano pertanto ormai una significazione propria nella dotti·i
na archivistica quelle operazioni che i francesi, come si è detto, chia,
Importante è poi ricordare qui la non dimenticabile prolusione di
mano pre-archiviazione e che si compiono prima del vero versamento
Ruggero Moscati ai suoi corsi di archivistica tenuta quasi venti anni
negli Archivi di Stato, e che altrove poi si realizzano nei ricordati ar
fa e che non ha perso di validità nei suoi aspetti sostanziali, nella
chivi intermedi.
quale, posto in evidenza con estrema chiarezza il problema della inci
Da noi, si può notare incidentalmente, in attesa che trovi acco
glimento l'idea di un archivio intermedio e se ne veda l'utilità pratica; denza delle dottrine storiografiche sulla concezione, tenuta e valoriz
possono considerarsi come operazioni di pre-archiviazione gli inter zazione del lavoro proprio dell'archivista, rivendicava l'autonomia di
questo lavoro nei confronti di quello storico, sollecitava la ripresa delle
venti che la legge ha disposto presso i pubblici uffici con le commis
sioni di sorveglianza, intese appunto a compiere in loco talune di pubblicazioni di indici, inventari, regesti; intorno alle quali pubbli
quelle operazioni che poi saranno da compiere in circostanze ben più cazioni è ormai un ricordo sbiadito la polemica sulla validità scien
favorevoli e razionali negli archivi intèrmedi.
·
·
tifica delle stesse.
La distinzione che così fatalmente è venuta a porsi tra l'archivio Aperta invece è la discussione se tra i lavori propri dell'archivista
in formazione e l'archivio condizionato per l'uso pubblico in perpe sia comprensibile l'edizione e la pubblicazione in genere delle fonti
tuo è uno degli aspetti più nuovi di quel travaglio che l'archivistica in quanto questo sarebbe lavoro da storico.
ha affrontato e continuamente affronta nel settore sostanziale del suo Accenno a questa polemica marginale peraltro, e sostanzialmente
lavoro che è appunto quello della chiarificazione e definizione . dei inconsistente, al solo scopo di mettere in evidenza come il problema
concetti e delle idee-guida. r stato risolto altrove nel senso che anche questo è ritenuto lavoro
proprio dell'archivista, tanto che nel recente congresso internazionale
,�: * * archivistico straordinario, tenutosi a Washington, il tema della edizio
ne delle fonti storiche ha formato oggetto di due relazioni, una per
_Dieci anni fa il compianto amico e collega Leopoldo Cassese pub l'emisfero orientale ed una per l'emisfero occidentale, tendenti a rife
bhcava la sua Introduzione allo studio della archivistica nella quale rire sui programmi nazionali di pubblicazioni di documenti, e il Con
dopo aver messo in evidenza i rapporti tra l'archivistica e le altre siglio internazionale degli archivi veniva invitato ad aprire una inda
scienze storiche di cui coglieva la complementarità tra di loro indicava gine sulle condizioni nelle quali si svolge la pubblicazione delle fonti
nella avalutatività il principio informatore di tutto il suo lavoro, nel' nei paesi dell'America Latina.
16 Leopoldo Sandri Varchivistica 17
. Il tema dei lavori archivistiçi, dal riordinamento delle catte alle ganizzative, ma anche e forse di più, quanto poco pesassero le ragioni
guide, agl'indici, agli inventari, alla edizione ddle fonti e le possibili invocate; e spesso gli archivisti si trovarono soli a difendere l'impor
applicazioni dei mezzi che le nuove tecniche possono offrire, perché tanza di quella documentazione cui, come avvenne in un primo tempo
venga facilitato al massimo questo lavoro e la sua conseguente messa in Italia, per il solo fatto di essere testimonianza di regimi e dinastie
a disposizione del ricercatore, va posto, questo tema, in relazione con cadute, si negava dal potere politico che potesse << far storia >> .
l'altr� della liberalizzazione degli archivi in modo che questi vengan0, E ancora. Un tema, un tempo appena sfiorato perché considerato
aperti con la maggiore larghezza sia qualitativamente che dal punto ovvio, era quello della utilità degli archivi, cui si dava corpo con la
di vista cronologico. . : nobiltà del servizio in funzione della scienza storica e, magari, anche
Grossi temi questi, e quelli che ad essi si ricollegano, che amplie della pubblica amministrazione, come ricerca a favore di diritti da tu
rebbero, se trattati, la nostra esposizione. Ma non si può non sottoli-· telare. Ma risposte del genere divennero insufficienti quando fu chie
neare come i problemi della tenuta degli archivi, delle pubblicazioni sto agli Archivi in che modo avrebbero concorso al raggiungimento dei
archivistiche e della liberalizzazione degli archivi, abbiano superato fini che lo Stato moderno si propone, quale contributo avevano dato
i limiti di fatti interni alle singole nazioni, per divenire problemi o potevano dare alla ricostruzione del paese, quale posto avrebbero
uguali e comuni a tutti, per il superamento del particolarismo archivi potuto assumere nelle pianificazioni economiche. Domande impropo-
nibili secondo gli schemi della vecchia dottrina. ·
stico, sostituito dalla riconosciuta interdipendenza di tutte le fonti
storiche e dell'interesse di tutti alla loro conoscenza, utilizzazione e Contemporaneamente l'UNESCO, che aveva accolto nel suo cam
conservazione. L'archivio come bene culturale è entrato nella stessa po di attività l'organizzazione che gli archivisti di quasi tutti i paesi
legislazione internazionale ed è esplicitamente nominato nella con si erano data (il compianto Emilio Re fu uno dei fondatori di questa
venzione internazionale per la protezione dei beni culturali in caso organizzazione), chiese di predisporre ed approntare piani di aiuti te
di conflitti armati firmata nel 1954, cui anche l'Italia ha aderito.· cnici in materia di archivi ai paesi di nuova formazione dell'Africa
e dell'Asia e nello stesso tempo di intervenire nei molteplici· proble
* * * mi posti dalla ripartizione della documentazione esistente in loco o
fuori all'atto del passaggio di tali paesi dal regime colonialistico a
quello della indipendenza. Non solo, ma di studiare anche le forme
Ma questa ricerca di soluzioni in sede teorica e pratica di proble
attraverso le quali far conoscere a questi paesi ed a quelli dell' Ame
mi vecchi che si pongono or>� in termini nuovi, di cui si sono dati al
rica Latina le fonti della loro storia conservate negli archivi d'Europa,
cuni esempi, ha investito di fatto in questi anni quasi tutto il campo
e quale parte di questa documentazione dovesse materialmente afflui
della archivistica e quindi del lavoro dell'archivista. Varie circostanze
re negli archivi storici in formazione dei paesi << nuovi >>.
vi hanno contribuito..
Domande anche queste e situazioni in gran parte nuove. Come
Durante gli anni 1938-1945 le varie amministrazioni archivistiche
nuova, se non altro nella vastità e diversità degli interessi, si presen
dei paesi interessati· al conflitto dovettero provvedere al salvataggio
tava la ricerca in funzione delle scienze storiche cui del resto ho già
del materiale documentario da esse posseduto: e questo, pur in circo
accennato.
stanze diversissime,· non rappresentò un fatto nuovo per gli archivi- ··
Nel frattempo prendeva consistenza e diveniva per così dire alla
sti, nei riguardi del passato. •
In tutti i paesi poi, con la conseguente costituzione degli «uffici rienze pratiche cui abbiamo accennato, a cominciare naturalmente
di organizzazione e metodo >> nel quadro della riorganizzazione dei dallo sganciamento da quella ipoteca medievalistica o, se volete, dal
metodi di lavoro da parte delle pubbliche amministrazioni, fu chiesto l'ancoraggio mentale al documento << antico >>. Il che, ed era inevi
all'archivista di Stato di concorrere, in qualità di tecnico, alla soluzio tabile, ha posto fatalmente sul tappeto il problema suggerito dal
ne di innumerevoli problemi pratici connessi con la costituzione, te tecnicismo imperante se non convenga operare in sede formativa la
nuta e funzionamento degli archivi correnti. distinzione. tra archivisti per la documentazione «antica», e archivi
Ed anche questa attività, cosi come ora si presentava, non era sti per l'archivio e la documentrudone moderna; oppure accedere alla
paragonabile con il passato. tesi di coloro che ritengono indispensabile una preparazione iniziale
comune e far luogo poi alla ripartizione dei corsi formativi come
* * *
completamento specialistico.
Nomi nuovi, almeno fra noi, si affacciano per tali specializzazioni:
Di fronte a tante situazioni nuove e problemi che conseguente quello di archivista-paleografo per i primi e documentalista per i se,
mente venivano posti e che non era pensabile che fossero da conside condi, che però non rendono a pieno i rispettivi campi di lavoro.
rare nella loro totalità come puramente transeunti, ci si rese anche Ed è su questo problema che la discussione è aperta, con tenden
conto che non era più possibile rientrare nello splendido passato iso za peraltro verso quest'ultima soluzione nel senso che si ritiene indi
lamento in cui gli Archivi erano vissuti, tutt'al più corretto dal collo spensabile una preparazione comune tanto più che sarà necessario in
quio con il tradizionale interlocutore unico, lo storico; che conveni un prossimo futuro dare in questa fase tutte quelle conoscenze che
va abbandonare le concezioni aristocratiche del servizio di archivio, non saranno più· impartite nelle pubbliche scuole e che costituiscono
sganciarsi infine dalle premesse medievalistiche ed in genere dall'an la preparazione lontana di quanto in ogni momento del suo lavoro un
coraggio mentale al documento << antico » e persuadersi di un fatto, archivista dovrà conoscere. ,
del resto ovvio, che negli istituti archivistici tale materiale era desti Molto più avanzato è invece un altro aspetto di quello sganciarsi
nato a divenire la parte minore e che lo stesso supporto delle scrit
dal passato, la necessità in cui gli Archivi si trovano di svolgere una
ture di cui gli Archivi, e quindi l'archivistica, si interessavano, fermo azione intesa a far conoscere, comprendere e valorizzare questi istituti
un tempo alla trilogia papiro-pergamena-carta, era fatalmente destina e le attività connesse. Per troppe ragioni, che qui sarebbe lungo ed
to a comprendere ogni altra moderna forma di registrazione,
anche superfluo enumerare, non è un concetto semplice quello della
Se scorriamo i programmi di esame per i vari momenti della vita funzione dell'archivio per il gran pubblico e per le autorità stesse, gra
burocratica, diremmo noi, di un archivista, ancora in vigore al princi vata come. è l'idea corrente di archivio da ataviche incrostazioni ·e de,
pio del secolo, restiamo sorpresi dal gran numero di materie, o me formazioni.
glio di conoscenze, che doveva mostrare di possedere.
Ora questa azione propagandistica, o se volete di natura pubbli
Il concetto ispiratore delle scelte di tali conoscenze da inserire citaria, è accolta in vari paesi: far conoscere e farsi conoscere. E com
nei programmi era determinato dalla varietà di documenti che il fun prende anche un altro aspetto, quello di mettere in evidenza la fun
zionario poteva incontrare nei diversi Archivi cui avrebbe potuto esse zione pedagogica che l'avvicinamento soprattutto dei giovani agli ar-.
re destinato. Le riduzioni successive partirono tutte dal concetto del chivi può svolgere nella formazione civile di essi. Una volta posto un
l'alleggerimento d'una pratica ritenuta eccessiva e assai spesso inutile. tale problema, cui prima non si pensava come ad una attività, le sue
La disputa sul tema della formazione dell'archivista, che normal ragioni, i suoi motivi ed i suoi scopi divengono subito per cosi dire
mente si incentra appunto sulle conoscenze più idonee da richiedere, evidenti.
e che si protrae come tutti sappiamo da tempo, si è diretta ora verso In alcune amministrazioni archivistiche, accanto agli altri servizi,
la determinazione di quelli che nel momento attuale sono i compiti sono stati ora istituiti i servizi educativi, con il compito appunto di
propri dell'archivista, senza dimenticare naturalmente il tipo o i tipi rendere operante d'intesa con le autorità scolastiche e le associazioni
di documentazione, anche formali, di cui dovrà interessarsi. È in que in genere per la diffusione della cultura quella azione pedagogica che
sta sede che fanno sentire il loro peso le tendenze dottrinali e le espe- dalla documentazione premana.
20 Leopoldo Sandri L'archivistica 21
* * *
Mentre noi con l'occhio fisso alle scienze storiche nelle quali ve
devamo inquadrata l'archivistica, si discuteva di questo o quel pro
Da quanto siamo andati esponendo questa archivistica appare blema in funzione sempre della ricerca storica, verso la quale si è
sempre potersi articolare in archivistica teorica, in archiveconomia di cercato di coinvogliare ogni situazione nuova, in quegli stessi anni
cui non ci è stato possibile parlare, ma il cui contenuto è evidente e Massimo Severo Giannini nelle sue Lezioni di diritto amministrativo
meriterebbe una trattazione a parte, in legislazione degli archivi che andava insegnando che nel quadro delle discipline non giuridiche che
si allarga ormai nell'insegnamento sino a divenire legislazione compa studiano i fatti amministrativi ve ne sono alcune che analizzano que
r�ta deg,_li archivi per l'importanza del raffronto delle comuni espe sti fatti in modo specifico, in quanto essi presentano delle proprietà
nenze; m alcune scuole si insegnava anche l'archivistica speciale che non riducibili in altre scienze o discipline. << Le più antiche di queste
in p �rticolare tratta di storia dei singoli Archivi e del contenuto degli discipline sono la Ragioneria, l'Archivistica (che oggi è una tecnica),
stess1. la Diplomatica (che era invero una precettistica applicata, e che oggi
È proprio questa archivistica speciale che va assumendo oggi una è una disciplina storiografica) >>.
fisionomia ben differenziata. . L'altra faccia della luna, ovverosia l'archivistica come disciplina
L'archivistica di cui abbiamo parlato è ovvio che si insegni nelle che studia fatti specifici interessanti l'attività amministrativa, si pone
scuole di archivistica, formative degli archivisti di professione e dei così da sé alla nostra attenzione e l'abbinamento, sotto questo punto
bibliotecari anche per il fatto che molto materiale documentario è di vista, di archivistica e diplomatica, non è meno importante per
confluito nelle biblioteche con l'aggiunta per questi ultimi di quella noi.
archivistica dei manoscritti proposta recentemente da Armando Pe Se le nostre conoscenze in materia di storia dell'archivistica fos
trucci. sero restate a quelle raccolte e codificate dal Casanova, l'affermazione
.N!• .in u?� scuola formati':a di ricercatori per la storia, quale ar che l'archivistica è una delle più antiche discipline che studiano da
�
c vl�tlca s� msegnera, , o egho cosa devono questi sapere degli archi
�
un punto di vista non giuridico i fatti amministrativi, ci risulterebbe
V! de1 quali non sono destmati ad essere i conservatori, ma gli utenti? pressoché incomprensibile: mentre invece, per il progresso verifica
È qui che l'archivistica speciale assume il suo nuovo contenuto. tosi in quelle conoscenze, non solo è possibile concordare con il Gian
Il Grisar, nelle lezioni di archivistica tenute nella facoltà di Scienze nini, ma anche precisare meglio quella affermazione.
storiche della Gregoriana, precisa che fine del suo corso non è Sappiamo ormai tutti che la letteratura archivistica non si apre
formare gli archivisti, ma mostrare agli studiosi di storia come possa con i vari trattatelli De archivis che videro la luce nei secoli XVII e
no utilizzare gli archivi per le proprie ricerche ut documenta in iis XVIII, con i quali si è voluto in passato fare iniziare la letteratura
asservata citius invenient, rectius determinent et securius critice dell'archivistica come scienza ausiliaria della storia. Se mai quei trat
adhibeant. tatelli concludevano un'epoca, un periodo della letteratura dell'altra
Come loro hanno già notato, è questo un campo completamente archivistica, quella connessa con l'amministrazione in quanto tale.
nuovo, almeno fra noi, che si apre e si inserisce, anche qui senza deli Basta per sincerarsene scorrere il contenuto di quei trattatelli, che
mitazione di area geografica e cronologica, nel vecchio tronco della assieme ad una congerie di notizie storiche su l'esistenza di antichi
archivistica tradizionale. archivi, le affermazioni varie su l'importanza degli archivi e degli
archivisti nel quadro delle istituzioni e dei funzionari del principe ed
* * *
il continuo riferimento a quello che allora chiamavasi fus archivale o
fus archivii, dicono per se stessi che anche le tecniche di cui già sì
Arrivato a questo punto sembrerebbe che io potessi concludere parlava circa la costituzione, costruzione e ordinamento degli archivi,
ponendo fine a questo passare da un problema all'altro, perché, pu; sono riferite unicamente ad una disciplina che era sorta e si era svi
nelle molte lacune, da questo girovagare, una idea dell'attuale momen luppata nel campo giuridico, connessa come era al valore del docu
to della archivistica, del suo contenuto e del suo campo di lavoro ne mento· d'archivio nel quadro delle prove ed i cui testi andavano ri
è venuta pur fuori; almeno lo spero. cercati e fatti risalire appunto ai trattati de probationibus. Questa ar
Ma non è così. chivistièa poteva così allineare· una serie & ttattaziohi ·da collocarsi
22 Leopoldo Sandri L1archivistica 23
assai lontane nel tempo. E siccome il punto focale dello ius archivii
XVII è finita col divenire una scienza strettamente medievalistica
era il concetto di archivio, definito come il luogo di conservazione
che c�rca oggi di sottrarsi al suo destino che è quello di ridursi ad una
delle carte, con la sua qualificazione di pubblico o di privato secondo
precettistica applicabile a quella sola documentazione se non trova
l'autorità di appartenenza o del riconoscimento ricevuto e, in un altre vie che ne arrestino il progressivo esaurimento. E' appunto nella
caso come nell'altro, strettamente legato alle garanzie di sicurezza ricerca di questa nuova via che la diplomatica o meglio, con espres"
che il luogo offriva o doveva offrire, ne discendeva che l'archivio" sione più moderna, che le frontiere della diplomatica si sono ifl:con"
luogo era· per se stesso elemento fondamentale della veridicità attri" trate con le frontiere dell'archivistica. Il campo di lavoro della d1plo"
buibile alla documentazione sia in sede strettamente processuale che
matica ha sostenuto nella sua prolusione all'Eco/e· des Chartes Ro"
nella più generale comprensione dei fatti giuridicamente rilevantL Di
bert"H�nri Bautier, sono i documenti conservati negli archivi di tutte
qui l'importanza dell'archivio anche nel quadro della politica del prin" le epoche, dalle più antiche alle più recenti in qualsiasi part� del mon"
cipe o delle autorità di appartenenza. Il fatto poi che questi scritti
di archivistica vennero compresi nei volumi nei quali veniva raccolto
do di qualsiasi società o tipo di civiltà essi sia�o emanazw�e. �!l
domanda se la diplomatica si sarebbe dovu�a nsolvere nell. ar�h�vl
sotto forma di tratiaù:lli quanto dovevasi sapere da chi aspirava ad stica, il Bautier risponde che la linea di confme tra le due discrplm<;
entrare nelle cancellerie o in similari uffici pubblici, è la riprova co" va cercata nella serie nel fondo, nell'archivio come complesso di atti
me quella archivistica fosse ·intesa strettamente legata con·la pub" e di scritture forma�osi nel quadro della attività di un ente o magi
blica amministrazione. Quando lo ius archivii in quanto tale decad" stratura che'costituisce con tutti i suoi problemi di conservazione,
de, di quella archivistica rimasero le sole regole tecniche per la te" ordinam'ento, valorizzazione il campo proprio dell'archivistica, men"
nuta e conservazione degli archivi presso le amministrazioni attive; tre lo studio del documento singolo d'archivio al fine della ricerca
ebbe i suoi autori, i suoi trattati, le sue norme sancite da leggi e re" del vero e del falso costituisce il campo proprio della diplomatica.
golamenti, il suo sviluppo anche in relazione alle nuove tecniche e ai I cultori della diplomatica tradizionale, si veda lo scritto del Pe"
nuovi metodi di lavoro, caratterizzandosi sempre più come una trucci, Diplomatica vecchia e nuova, non si sono tanto sorpresi per
tecnica. la distinzione tra campi di lavoro dell'archivistica e della diplomatica,
Quella tale distinzione poi che abbiamo più sopra messa in evi' in realtà affatto nuova, quanto per quell'ampliamento delle frontiere
denza, tra documenti d'interesse Storico e documenti d'interesSe am" cronologiche e geografiche entro le quali essi ritengono che debba
ministrativo, fece sì, e va compresa fra le sue conseguenze, che del" restare la loro disciplina, indicando nuovi temi di ricerca attorno alla
l'archivistica che attraverso una profonda elaborazione è andata qua" documentazione medievalistica sufficienti a dare ad essa nuovo calore
lificandosi come scienza ausiliaria della storia, poco o nulla si trasfori� e perché solo per questa documentazione sarebbero validi i mezzi di
·
desse nell'altra. indagine elaboratL Quale che sia l'accoglienza riservata nel campo
Oggi però la ricomposizione in unità di queste archivistiche si della diplomatica << antica >> a questa tesi del resto già a suo tempo
affaccia come un fatto in via di realizzazione per avere ]'archivistica prospettata dal Tessier, essa è la conseguenza dell'ampliarsi del. c�n "
come scienza ausiliaria della storia compreso nel suo campo di lavoro ;
po di lavoro dell'archivistica e del fatto che es�� parlo dell'archivisti
anche gli archivi in formazione o più genericamente, moderni . Per ' :
ca detta tradizionale, ha potuto, come detto pm sopra, estendere agli
cui l'affermazione del Giannini può anche riscriversi così: << Le più archivi moderni, prescindendo dalle caratterizzazioni tempo"lu?go,
.
antiche di queste discipline sono. . l'archivistica che era invero una i suoi principi ed i suoi metodi, e che, mutuando proprio dalla d1plo,
disciplina giuridica, ma che poi si risolse in una tecnica che però per matica la sostanzialità del suo insegnamento, ha essa dovuto preoccu"
il fatto di impostare e risolvere i suoi problemi nel quadro del ràp" parsi del documento moderno, iniziando così quella nuova branca
porto documentazione"storia è anche una discipliria storicistica >>. della diplomatica che va sotto il nome di diplomatica del documento
· E la diplomatica? se è vero che essa era una << precettistica appli" moderno.
cativa >>, come scrìve il Giannini, avanti il suo costituirsi in disciplina È poi importante rilevare la riaffermazione del rapporto tra ar"
e che questa divenne poi una scienza storiografica, è anche vero che chivio di provenienza e documento che, rimettendo in piena luce l:i�"
questa disciplina, abbandonato non senza orgoglio il campo vastissimo
di indagine e di validità che si era dato nel suo sorgere nel secòlo
";<i
portanza ai fini dello �studio critico del documento, della sua tr lZIO'
rie archivistica, giustifica t; sollecita la ricerca attorno alla stor1a de,.
·
24 Leopoldo Sandri 25
L'archivistica
gli archivi anche ai fini di quella archivistica speciale di cui si è par
· ·. .
percussioni che ha per l'attività archivistica l'abbandono dell'o.rcaico
lato più addietro. ·
�
A propos!to ella quale archivistica speciale non è possibile, do
ormai e fatalistico << ai posteri l'ardua sentenza >>, sostituito dal. bi
sogno di conoscere il più possibile, a pieno, i fatti prossimi se non
po quanto rifento, non osservare che, se fine e contenuto di essa è addirittura quelli di cui si è stati protagonisti, e la insofferenza verso
mos�r�e ai ricercatori pèr la storia come essi possano utilizzare gli un controllo manovrato delle fonti che non sia il rispetto per l'in
archivt ut documenta in iis asservata... rectius determinent et secu timità della vita del singolo.
rius critice adhibeant, è proprio questa archivistica che si è assunto Perché vedete questi principi, e lo sapete benissimo, sono in fon
anche il compito di coprire, con il suo lavoro critico attorno al docu do antichissimi perché poggiano da un lato su una realtà che non
mento, periodi
. .
'!itempo e aree geografiche lasciate scoperte dalla di cambia, la funzionalità dell'archivio nei riguardi dell'organo produt
plomattca tradizwnale e che il Bautier vorrebbe ricondurre, e a ra tore dei documenti, indifferenti essendo il tipo di supporto di essi
'
gione, invece nell ambito di questa. - gli studi recenti su gli archivi del vicino Oriente antico ne danno
* * *
una sorprendente dimostrazione - e dall'altro sulla necessità che essi
servano alla storia in quanto tale ed all'arricchimento della espe
rienza comune: aspettative anche queste vecchissime. La storia del
Questo colpo d'occhio sull'archivistica del ventennio decorso si
avviaa_ll a fine, P?r av�ndo coscienza e rammarico di non aver registra-.
.
le quali aspettative, che pur entra nella storia degli archivi, ci permet
terebbe di tracciare un capitolo e non dei meno stimolanti della len
to altn problemi e sttuazwni che pur avrebbero meritato di essere
ta e faticosa conquista della tutela dei diritti e della libertà del sapere.
presi in considerazione. Esso però non può chiudersi senza dare una
Non vecchia quindi e nuova archivistica. Non un prius ed un po
risposta all'interrogativo che pur non espresso lungo l'esposizione fat
ta � però latente in ogni momento di essa. Si è veramente in questi
sterius, ma una stessa disciplina che si sviluppa, e si evolve, si adegua
� venuta formando una nuova archivistica da contrapporre all'an, alle necessità nuove, sia pure faticosamente, ma certo con maggiore
sensibilità e rapidità che in altri momenti della sua lunga storia.
ttc� come l� prime battute di questa relazione potevano far pensare?
Gh elementi p�ra�tro della risposta sono impliciti, del resto, in quan
�
t? s�_ a�o andati cendo con il continuo riferimento a principi e posi
zlom g:tà elaboratl nel quadro della archivistica tradizionale o che po
�evano essere a questa riferiti. Tuttavia, per concludere, come sempre
m questa esposizione partirò anche qui da un cenno a situazioni di
fatto. In quasi tutti i paesi o si ristampano i vecchi trattati noi si
è rip�bblicato il Casanova, o si rivedono e si aggiornano, rda negli
aspetti marginali non nei principi.
Poiché dopo il primo sbandamento di fronte all'irruenza di coloro
che pensano che tutto dovesse essere innovato ci si è accorti che nel
can;po dei principi quella archivistica aveva raggiunto conclusioni
valide semp�e ed all� quali pur con mezzi, metodi, mentalità diverse,
era necessano far ncorso per la impostazione stessa e la soluzione
di quei problemi che talvolta nella sostanza, il più spesso nella for
ma e nelle accidentalità dei particolari, si presentavano con la veste
e il fascino del nuovo. .
Chiarificazione, enucleazione, sviluppo questo sl.
Attentissima osservazione ed adeguamento con il mondo ·circo
stante che muta non solo nelle sue manifestazioni esteriori' ma nel
suo intimo credere politico e giuridico; si pensi l'importanza delle ri-
Vittorio Stella La-- storiagrafia e l'archivistica 27
ventennio, ibid., XXVII (1967), pp. 430-442, perché anche in questa il lavo
archivi italiani agli studi di paleografia e di diplomatica nell'ultimo
* In « Rassegna degli Archivi di Stato », XXXII (1972), pp. 269-284. ro archivistico è posto in rilievo, in quanto, principalmente compito d'istituto. Inol
1 Apparsi dapprima nella rivista « Archivi », rispettivamente s. II, IV (1937), tre il Testo del referendum sugli Archivi di Stato, ibid., XXVII (1967), pp. 511-30 -e i
pp. 7-13, e s. II, VI (1939), pp. 7-13, essi sono ora ristampati in G. CENéETTI, relativi commenti di S, CAl\.ffiRANI, ibid., pp. 497-502; di A. D'AnnARIO, ibid., pp.
Scritti archivistici, Roma 1970, pp. 47-55 e 38-46. Il volume, apparso purtroppo 503-508 e di C. CASUCCI, ibid., pp. 509-510; R. MosCATI, L'archivistica, relazione al
postumo, oltre ad alcuni studi di storia degli archivi, comprende i seguenti altri convegno di Perugia del 1966, in « Clio >>, IV (1967), pp. 544-65; R. DE FELICE,
scritti teorici: Archivi e archivisti di ieri e di oggi, discorso inaugurale del XII L'archivio moderno nella pubblica amministt·azione, Roma 1969; F. VALENTI, A pro
congresso dell'Associazione nazionale archivistica italiana (Verona, 31 marzo 1963), posito della traduzione - italia.na dell'« Archivistica » di Adolf Bt'enneke, in « Rasse�
pp. 9-18 (già in « Rassegna degli Archivi di Stato » XXIII, 1963, pp. 312-320); La gna degli Archivi di Stato >>, XXIX (1969), pp. 441-445; S. CARBONE-R.GuÈzE, Saggia
per una legge _sugli archivi, Roma 1970, pp. 6-63, 69-73 e soprattutto 78-92; C. PA
VONEJ Ma è poi tanto pacifico che l'archivio rispecchi l'istituto?, in « Rassegna degli
tecnica, la storia e gli archivi, discorso tenuto il 29 maggio 1957 in occasione della
inaugurazione di nuovi locali e attrezzature nella sede dell'Archivio di Stato di Bo
logna, pp. 29-37 (già in « Archivi», s. II, V, 1938, pp. 39-48); Inventario biblio Archivi di Stato », XXX {1970), pp. 145-149; M. BuoNAJUTO, Alcune osservazioni
quj. citati ·per il loro « taglio )> eminentemente giuridico, non inerente ai problemi
grafico e inventario archivistico, pp. 56-69 (già in « L'Archiginnasio », XXXIV, 1939, sulla crisi degli archivi di stato, XXXI (1971), pp. 474-485. -Numerosi scritti non sono
di cui ci occupiamo.
pp. 106-117); Il problema delle scuole d'archivio, pp. 103-134 (già in « Notizie degli
Archivi di Stato )>, VIII, 1948, pp. 19-35); La preparazione dell'archivista, relazione
28 Vittorio Stella La storiografia e l'archivistica 29
presentava qualche attenuazione, non sappiamo quanto intenzionale, tosto macchinosa Archivkunde 5 del Brenneke ove alla storia degli
di tali principi. La posizione di Cencetti significava l'estensione a que archivi si dedicava gran parte della trattazione.
sto ambito delle teorie neoidealistiche della storia; un'estensione acu La relazione di Sandri, indicando nel rapporto Archivi-Stato 6 il
tamente pensata e per nulla pedissequa rispetto, per esempio, ad nodo della questione, metteva in luce la trasformazione radicale ope
alcuni noti luoghi crociani nei quali il carattere pratico ed ausiliario ratasi tra la fine del secolo XVIII e l'inizio del XIX nell'istituto Ar-,
della filologia e dell'euristica in genere veniva ribadito non senza il chivio sotto la pressione delle idee giuridico-politiche tradotte in or
gusto di una divertita fantasia 2, in nessun caso intenta, tuttavia, a dinamenti statuali dalla rivoluzione francese che portò all'apertura
schiudere di nuovo la porta a perplessità sulla gemellanza vichiana di degli Archivi al pubblico. « E impossibile rendersi conto di come e
filosofia e filologia. perché le porte serrate degli archivi vennero aperte o del perché l'ar
Gli scritti di Leopoldo Sandri culminanti nella relazione al con chivio era stato ferocemente serrato per l'innanzi, senza rifarsi alle
gresso nazionale archivistico di Perugia del 1957 su La storia degli dottrine giuridiche e politiche dominanti in determinate epoche; come
archivi 3, pur senza avere la dimensione teorica di quelli di Cencetti, spiegare [ . . . ] il grande interessamento per i loro archivi dei papi della
li completavano svolgendo per la storia dell'istituto-Archivio una fun seconda metà del '500 e del secolo seguente senza rifarsi al gran ru
zione di svecchiamento per certi lati affiancabile a quella già prima more della polemica protestante; e lo stesso nascere e fiorire di tanti
esercitata, da Cencetti appunto e da altri, rispetto alla « dottrina >> riordinatori di archivi in quei secoli senza vedere nel rinato interesse
archivistica e al concetto di archivio. Anteriormente all'esordio meto per gli archivi un riflesso di quelle stesse dottrine politiche e giuri
dologico cencettiano, parecchie notizie ma ben scarsa elaborazione in diche? La tec!iica stessa della conservazione delle carte è dominata
terpretativa aveva apportato a tali temi l'Archivistica 4 (1928) di Euge da queste dottrine e dalla funzione che queste danno all'archivio >>
!iio Casanova e, quanto ai chiarimenti teorici, non molto più profi (p. 1 13 ) . Con la mutata funzione delle carte, non più puro mezzo di
cua era risultata, per la verità, salvo qualche rara intuizione, la piut- prova a servizio del sovrano, ma ormai aventi come loro destinazione
primaria l'essere oggetto di studio al servizio dello storico, nasce l'ar
chivio moderno, cioè << un nuovo archivio sconosciuto anch'esso alle
2 Ecco uno tra i tanti luoghi che si potrebbero citare « [ ...] è certo deplorevole
che la polemica contro i filologisti trapassi in quella contro i filologi puri e semplici; epoche precedenti, l'archivio storico, distinto e propriamente sepa'
contro i poveri eruditi, archivisti e archeologi, veri animaletti innocui e benefici, i quali rata dagli archivi vivi e correnti. E l'archivista dell'archivio divenuto
se venissero distrutti, la fertilità dei campi dello spirito non solo ne sarebbe sminuita storico si troverà a dover rispondere alle richieste di atti che gli
ma addirittura rovinata, e bisognerebbe promuovere di urgenza la reintegrazione e
vengono poste da un nuovo tipo di frequentatore, lo studioso, che
l'accrescimento di quei coefficienti di cultura: presso a poco come dicono sia acca
duto di recente nell'agricoltura francese, dopo l'improvvisa caccia data per più anni [ . .. ] , in quanto spiritualmente libero, non può in alcun modo essere
agli innocui e benefici rospi » (B. CROCE, Teoria e storia della storiografia, Bari paragonato nella ampiezza dei suoi interessi e della sua curiosità con
[19161 ],- 19414, p. 24). Ma l'iniziale caposaldo teorico è dato da Logica, teoria del
concetto p-uro (1905): « Intuizione e concetto, poesia e filosofia, fantasia e ragiona
mento, sono i due presupposti della funzione storica; non vi ha momento, nel pro 5 A. BRENNEKE, Archivkunde: ein Beitrag zur Geschichte und Theorie des euro
cesso di essa, in cui i due elementi, il documento e l'interpretazione, U fatto e l'idea, piiischen Archivwesens, Leipzig 1953; trad. italiana di R. Petrella, Archivistica: con-
l'intuizione e il concetto, appaiano separati; la distinzione dei tre stadii, della raccolta tributo alla teoria ed alla storia archivistica europea, Milano, Giuffrè, 1968. Il trattato,
del materiale storico (e u r i s t i c a), dello sceveramento di esso {c r i t i c a), e della come avverte R. Petrella e ricorda F. Valenti nel suo saggio-<tecensione citato sopra, « è
interpretazione (c o m p r e n s i o n e), che è consueta nei manuali di metodo storico, il risultato di una rielabOrazione, operata dopo la niorte dell'autore da Wolfgang
ha valore affatto empirico, I tre momenti non sono tre, ma uno: alla sua prima mossa, Leesch, di una serie di appunti presi da tre diverse persone durante un corso tenuto
la storia trova, critica e interpreta; e trova, solo in quanto critica ed interpreta » (p. daJ Brenneke nel biennio 19.37-.39, conlpletata da pochi altri appunti scritti dall'autore
61). Alle precisazioni di G. Gentile (La riforma della dialettica hegeliana, [ 1907], Firen stesso tra il 1943 e il 1945 e da numerose aggiunte del redattore » (p. 451). Il carat·
Ze 1954, pp. 148-149), riguardanti la dinamica concreto-astratto, B. Croce espresse piena tere alquanto raccogliticcio della composizione si avverte, e se non ne soffre né il
adesione nella seconda edizione (1909) della sua Logica (p. 227). È evidente comun disegno estrinseco delle parti né ]a copiosissima informazione, l'organicità del profilo
sostanziale e la chiarezza delle posizioni assunte ne risentono non poco.
6 <( I dati raccolti [se. dalla letteratura sull'argomento], quale che sia il secolo nel
que. che la storia del rapporto documento-stotiografia (interpretaziorie) nel pensiero
contemporaneo è questione troppo complessa per poter essere qui anche solo accehnatà.
3 Citata sopra, p. 27, nota 1. quale - Sono stati inseriti, finiscono sempre per mettere in evidenza prdvVedimeilti dì
4 Siena 1928. Disponiamo ora della ristampa anastatica cùrata dalla Bottega d'Era- autorità laiche. o ecclesiastiche e quindi si risolvono in momenti del rapporto archivi�
Stato [ ... ] » (L. SANDRI, La storia degli archivi... cit., p. 119).
·
l'erudito .che aveva in passato lavorato in quegli stessi archivi, ma per tardi, al tempo della ripresa idealistica, della quale gli .scritti teorici
la finalità del << principe ». o di chi solo per questo gli aveva permesso del Cencetti sono, come si è detto, una manifestazione non trascura-·
di accedere all'archivio >> (pp. 1 12-13 ). hile, lo storicismo farà, di quei procedimenti, un problema, senza per
Sandri non si ferma alla identificazione di questo ritmovamento
·
questo rinunciare del tutto a servirsene, anzi - nei suoi rappresen
dell'istituto col prospettarsi come archivio << storico >>, nel senso di tanti più seri - saprà affinarli e metterli a punto con maggiore ac� .
archivio finalizzato all'uso dello studio disinteressato, di quello che· cortezza ed equilibrio. Ma, tra gli archivisti, i rappresentanti più seri
era un archivio politico-giuridico-amministrativo, ma ne trae le con erano quelli che dei procedimenti arbitrari di smembramento e di
seguenze sul lavoro archivistico, ossia sulla nascita di una diversa riclassificazione per materia o ideologica non si erano mai serviti nel
figura di archivista: << Di qui lo sbandamento di quell'antico archi loro concreto lavoro.
vista, di qui la preoccupazione affannosa per lui di trovare il modo Come oggi non avrehhe senso, tuttavia, porre nuovamente in di
migliore di riordinare l'archivio nuovo in vista di necessità nuove >> scussione né che gli archivi siano formazioni storiche, né che taie
(p. 1 13). Alla nuova funzione dell'archivio, dovuta alla coincidenza storicità ahbia un suo particolare aspetto anche nella diversa confi
del venire in essere della figura del citoyen con l'obsolescenza della gurazione nei diversi tempi e situazioni, del rapporto archivio-ente,
storiografia cesarea, corrispondono dunque nuovi compiti per l' ar cosi al contrario ha tuttora senso domandarsi se l'archivistica o,
chivista, un diverso atteggiamento e una diversa funzionalità del suo più esattamente, la ricerca d'archivio, il lavoro d'archivio (anche se
lavoro 7 • Si fa strada la convinzione che questo debba consistere anzi mettiamo da parte la minuta e pur necessaria << ricerca >> eseguita per
tutto nel problema dell'ordinamento, ma si è ben lontani, ancora per venire incontro alle specifiche richieste degli studiosi ' le quali in
un lungo periodo dopo il cambiamento di prospettive e di finalità nessun caso possono avere carattere organico per l'archivista), cioè
predettosi con le idee che portarono alla rivoluzione francese ed ai l'ordinamento, sia storiografia in piena accezione; o se invece la qua•
nuovi ordinamenti statuali, dalla fusione concettuale dell'ordinamen lifica che Cencetti assegnò all'archivista, di << tecnico della ricerca sto'
to dei fondi con alcuni aspetti della ricercà storica, anzi proprio tra rica >> 9, !ungi dall'essere una espressione metodologicamente indiffe
Sette e Ottocento (ossia durante la stessa grandiosa espansione dei rente, abbia riaperto di fatto, e certamente -· parrebbe - centrò
l'erudizione) si generalizzano e si moltiplicano i metodi astratti di l'intenzione dell'àutore, la dualità di piani tra storia e discipline ausi
raccolta e di classificazione degli atti, metodiesenti dal rispetto o dai liarie, perlomeno riguardo all'archivistica, mentre egli, nel rammenta
tintenzione di ripristino della formazione originaria, non preoccupa to esordio delle sue riflessioni; era giunto a identificarle. Né sembrà
ti, cioè, di rivivere il processo di costituzione delle serie. Quasi un irriverente, vuoi per la storia, vuoi per gli archivi, la domanda se da
secolo dopo, nel. ·suo bisogno di trascendere la parentesi risorgimen una cosi reintrodottà dualità di aspetti l'archivistica, anziché essere
tale, sarà la storiografia positivistica, .che pure ritiene o echeggia tal mortificata, non abbia, per qu11lche riguardo, a trarre il vantaggio di
volta toni romantici, a conferire al lavoro degli archivisti il carattere più inerenti possibilità di articolazione. ·
scientistico o almeno la tendenza a modellarsi secondo uno schema
che faccia coincidete l'esattezzà cori l'uniformità e la ripetizion�. · Più 8 Sulla caratterizzazione di questo genere di adempimenti ha be_ne insistito I.
ZANNI RosiELLO, L'Archivista ricercatore, i:j_ui citata -(cfr. p. 27, nota l) « Nella prassi
7 La storicità, come rileva- opportunamente L. Sandri, ·investe a diverso titolo ma del lavoro ·Q_uotidiano, soprattutto se stimolato dagli studiosi the Jrequentano Ì'Archi
in uguale misura tanto gli archivi quanto il singolo archivio e l'istituto archivio. Ciò. vio, l'archivista esegue anche un tipo di « ricerca » diversa da quella connessa alla corò.
induce alla perplessità sulla fondazione di un « concetto universale, unico, valevole pilazione dei vari strumenti che -descrivono il materiale documentario. In effetti fa la
per tutti i tempi», o meglio all'affermazione che esso « non può essere determinato ricerca. nel senso che partendo da certe ipotesi storiografiche cerca di verificare nel
materi:ile documentario a sua disposizione usando tutte le norme connesse a tale opè
tazione (scelta delle fonti, accertamento dell'autenticità d meno di esse, -individua
che tenendo conto dell'estrema mobilità dell'istituto archivio conseguente al suo
evolversi; per cui si sarebbe dovuto cercare, e definire più volte secondo le fasi· della
sua evoiuz:one » (L. SANDRI, La storia degli archivi. .. cit., p. 121). Tuttavia tale !restri zione di chi le ha prodotte-, ecC.) per giungere, infine, a certe conclusioni» (p. 478).
zione non deve far dimenticare che, quali che siano i bisogni specifici cui l'archivio Vedremo tuttavia fra poco cosa propriamente impedisca la possibilità di qualificare
provvede « secondo le fasi della sua evoluzione », il fine della memoria è comunque totalmente storiografiche queste operazioni di ricerca e cosa le trattenga in una fun
çostante e, nonostante la variabilità dei « supporti » che tramandano la memoria e la zione « strumentale » o in una manifestazione « orale » e ne determini la natura « aP
diversa finalizzazione di questa, basta - ci sembra - a concettualizzare l'archivio prossimativa, occasionale ed episodica )),
in modo sostanzialmente unitario. 9 G. CENCETTI, Scritti archivistici... cit., p. 17.
Vittorio Stella La sloriOgrafia e lJarchivistica 33
32
Per porre in termini corretti. il problema della natura del lavoro tempo-luogo, i suoi principi ed i suoi metodi, e che "mutuando pro�
d'archivio occorre guardarsi dall'equivoco che" potrebbe sorgere dalla ptio dalla diplomatica 11 la sostanzialità del " suo insegnamento, ha
mancata distinzione tra esso e l'archivistica. Evidente l'ampiezza del- essa dovuto " preoccuparsi del documento moderno, " iniziando così
l'area comune, ma non meno evidente che mentre alcuni compiti del quella nuova branca della diplomatica che va sotto il nome di diplo
l'archivista non sono archivistica, certi problemi dell'archivistica non matica del documento moderno >> 12• " " "
"
sono di esclusiva competenza degli archivisti. La via sulla quale ha proceduto l'archivistica moderna -"-" si riba.•
L'archivistica non da molto tempo è riemersa sul piano scienti disce - è quella che, decadendo lo ius archivii, l'ha portata sì ad
co dalla laboriosa crisi cui l'avevano costretta lo smarrimento della affievolire il suo aspetto giuridico, ma nello stesso " tempo << ad impo-•
propria identità e la varia molteplicità dei propri oggetti. Ìl stata, stare e risolvere i suoi problemi nel quadro del rapporto documenta
però, una crisi di adolescenza cui ha corrisposto la presa di possesso zione-storia >> e a diventare così << anche [ il corsivo " è nostro] una
di più complessi principi e di un più vasto raggio d'azione scientifi disciplina >> storiografica 13, nel precipuo quadro della storia istituzio
ca. La crisi - si è accennato - ha stimolato, come per altre disci nale del diritto pubblico, appunto perché, come ha chiadto Massimo
pline, una riflessione sui propri fondamenti che ne superasse la di Severo Giannini, << il diritto non è norma ma l'organizzarsi stesso.
spersività e l'indeterminatezza ed è stata corrispettiva all'esigenza di dell'ente >> 14• Ìl evidente che in questa prospettiva la concezione del
trovare la propria giustificazione, oltre che come branca della filo l' archivistica come storiografia pìocede nello stesso verso di una con
logia e dell'erudizione, anche nell'ambito della ricerca giuspubblici cezione non formalistica del diritto . ·
stica in quanto storia delle magistrature e delle istituzioni . Si potrebbe pertanto concludere che l'archivistica, al pari delle al
In proposito ci sono ancora una volta d i guida alcune considera tre discipline cui un "tempo si dava d'abitudine il nome di sussidiarie
zioni di Leopoldo Sandri, il quale, traendo spunto dalle Lezioni di della storia - le" quali sono peraltro sussidiarie tra di loro , è -"
diritto amministrativo di Massimo Severo Giannini 10, ha sciolto l'ar teoria"" della storia quando- cetca di comprendere se stessa, di studiare
chivistica dalla soggezione che ne inceppava la metodologia rivolta al i propri metodi, il proprio essere e il proprio farsi, mentre è storia
fine di determinare (e, si capisce, non più in astratto, ma storica grafia in atto, almeno in fase incoativa e conativa, in quanto l'ardi�
mente) la sua sfera di competenza. Si è in tal modo rovesciato uno namento-inventario coincida; al limite, con la storia dell'ente pro
dei suoi rapporti di sudditanza e di strumentalità, quello nei con duttore e ricettore della documentazione. Se si è sottolineato, in in
fronti della diplomatica, in precedenza comunemente accolto (se non ciso, il carattere embrionale e tendenziale di questa qualità storia-"
in modo esplicito, certamente di fatto) per lo meno da quando que
st'ultima, nel tardo secolo XVII, si era costituita in autonomia. « I 11 Per L Prosdocimi anche la diplomatica è scienza stqrica. Egli però ricava _questa
cultori della diplomatica tradizionale - scrive Sandri - [ . ] non
.. ascriz:ione alla storiografi!l _dall'appartenenza dc$it ,dipl9matka alla storia :del dir�tto.
si sono tanto sorpresi per la distinzione tra campi di lavoro dell'ar L.a diplorriatka s'interessa · esSel;lZialnleritè della << rappre"seniazio�e gr3fica di un 'atto
chivistica e della diplomatica, in realtà affatto nuova, quanto per 8lutidiçàmente rilevante [ ... ]. E se. ne .intereSsa studiando le varie faime di civiltà'
e· �i o.t;ganiZzazione sociale [ .. ] . Si tratta drinqqe di uno studio s.torico, e cioè ·concreto
quell'ampliamento delle frontiere cronologiche e geografiche entro
.
e· delipeato, del fenomeno della d.,ocuruentazione. ·giuridica, studio che non può" fare a
le quali essi ritengono che debba restare la loro disciplina, indicando J?eno - _se non ,vuole cadere in. �strattismi pericolosi "'--- di .seguire dappresso la
nuovi temi di ricerca attorno alla documentazione medievalistica suf st_orja delle istituzioni che sono come la fonte di produzione della doqunentazione
ficienti a dare ad essa nuovo calore e perché solo per questa docu stessa ». (L. J;>RosnoçiMI, Diplomatica e storia del diritto, in « Rassegna degli Archivi .di
�tato », XXI, 1961, pp. 155-57; la citazione è da p. 155). L. Sandri aveva già chiarito l11'
mentazione sarebbero validi i mezzi di indagine elaborati. Quale che pdtinenza archivistica della diplomatica moderna e, per questo tramite, l'ascrizione di
sia l'accoglienza nel campo della diplomatica << antica >> a questa tesi entrambe, rappresentate cosl come difficilmente c:Ustinguibili, ,alla storia degli istituti.
del resto già a suo tempo prospettata dal Tessier, essa è la conse :È il risultato che qui si accogli�, ·.nel tentativo, tuttavia, .di specificare ciò che non·
guenza dell'ampliarsi del campo di lavoro dell'archivistica e del fatto consente di far ricoprire all'archivista tutta l'area seman#ca della storia istituzionale.·
che essa, parlo dell'archivistica detta tradizionale, ha potuto [ . .. ] 12 L. SANDRI, L'(lrcbivistica... cit., p. 424.
l3 Ibid", p" 423.
estendere agli archivi moderni, prescindendo dalle caratterizzazioni 14 Cfr. N. MA.TTEUCCI, Positivismo giuridt"co e costituzionalismo, in « Rivista trlm�
strale di diritto ·e procedura civile », 1963, p. 1028, nota 81 e S. CAssEsE, Cultura e
IO Milano, Giuffrè, 1953" politica nel diritto amministrativo, Bologna 1971, p. 115.
34 · Vittorio Stella La stori'ografia e l'archivistica 35
grafica è perché, neL senso che si è cercato di definire, l'archivistica compito d'istituto dell'archivista manca dunque quella personale scel-,
non s'identifica per sé con la totalità dell'atteggiamento stÒriografico ta del problema che è costitutiva dell'interesse storiografico (certa-•
in quanto il fatto (e cioè il problema) verso cui si protende l'ordina mente, anch'esso stimolato da una ' pratica ' esigenza) degli storici'
mento non è l'evento, ossia l'istituto nella sua pienezza di vita nella non archivisti, siano essi liberi studiosi o insegnanti. Infatti, nell'in
,specifica relazione con ciò che lo circonda, ma, appunto, l'istituto segnamento, perlomeno dove vige il rìspetto della libertà didatticà;
quale ci si rivela nella sua traduzione o manifestazione documentaria e fino a quando tale libertà potrà sussistere, l'interesse. lllla .libera·
di carattere archivistico, cioè, nella maggior parte dei casi, di tipo· scelta degli argomenti di studio (ed è quanto dire dei problemi) è.
ufficiale, forma cui è connaturale l'irrigidimento. Da questo lato non interesse dello storico non meno di quanto sia volontà dell'istitu
potrei che confermare quanto scrissi nel '66 in questa rivista nella zione. L'istituzione didattica, cioè, si attende, da chi professa disci
nota su L'archivistica e la ricerca 15 • Né c'è alcuna ragione per rite pline storiche, che egli porti nell'insegnamento l'ansia di dare rispo
nere in ogni caso una fonte privilegiata il documento d'archivio, an sta ai problemi che lo stimolano e che sono da lui personalmente sen
che perché fonti privilegiate non esistono, essendo tutte non fatti, titi, nascendo col suo bisogno di conoscenza. È del tutto superfluo
come potrebbe ancora credere la mentalità non del tutto scomparsa aggiungere che come questa norma è esposta alla trasgressione da
dell'ingenuo realismo, ma interpretazioni. Meno ancora il lavoro d'ar parte dell'insegnante che non abbia problemi (e che per ciò stesso
chivio sembra potersi risolvere in storiografia se consideriamo l'at non è certamente un buon insegnante) cosl la coincidenza tra com-.
teggiamento di chi vi attende nei limiti del suo quadro istituzionale, piti d'istituto ed autentica scelta può verificarsi, e spesso si verifica,
ossia come dovere d'ufficio, tanto se si tratti di ordinamento quanto nella figura personale dell'archivista o di qualsiasi altro tecnico della
se si tratti di ricerca o di altre modalità di assistenza agli studiosi. ricerca culturale 17, o in un'analoga situazione interpersonale (gruppi
Nell'un caso e nell'altro la differenza tra archivisti o « tecnici- della di studiosi di uno stesso tema), Ma si tratta di singole trasgressioni
ricerca storica >> e storici consiste nel fatto che per l'archivista (come o di singole fortunate coincidenze, non di un dover essere implicito·
per il bibliotecario o per l'ispettore delle belle arti ecc.) in quanto nei diversi profili istituzionali ipotizzati. Niente vieta, insomma, che
funzionario la ricerca non è mossa da una personale istanza, ma è un l'archivista faccia proprio il problema dello storico e, con questo, di-,
adempimento impostogli, in ordine alla sua qualifièa pubblica, dalla venti ègli stesso storico di quel determinato problema. In tale muta-·
natura del materiale conservato nell'istituto in cui egli presta servi mento di interessi ed ampliamento di prospettive egli viene, però,
zio, dall'ordine di precedenza in un piano d'inventariazione, o dalle a svolgere un'attività che varca i confini della fullZiòne archivistica.
richieste degli studiosi, naturalmente originate dai loro problemi 16 • Al Che la distinzione della storia dalla semplice indagine sulle fonti
stia nel costituirsi del problema vide il Cassese 18 quando, per portare
', 15 Citata sopra, alla p. 27, nota l. argomenti alla nègazionè della distinzione medesima, riprese da Guidd
16 A. D'AnDARlO (Commento al referendum sugli arc.bivi... Calogero la qualifica di << paradosso >> attribuita all'affermazione ero�
: cit., p. 405) parla di
una -« posizione spirituale », di una « sensibilità » evidentemente diversa « verso il ciana secondo la quale il problema (la ricerca di verità) è nello sto
problema storico >>: « Ma il fatto centrale che distingue il momento dell'archivisti
rico che ne vuol trovare conferma '(ossia certezza) nei documenti . La
ca», da quello del « fare storia » non è « l'essere dotati di capacità tecniche, del pa
l�grafo, del diplomatista, del perito in cronistica, in araldica, in storia delle istitu questione·, assolutamente centrale per la teoria dell'interpretazione
zioni, bensl una posizione spirituale, una sensibilità verso il problema storico che storica; ci porterebbe, com'è evidente, troppo lontano e rion è questa
ogni fonte ricorda e documenta e che si fa attuale attraverso la lettura delle carte .d'ar la sede per riaffrontarla. Dobbiamo qui, comunque, ricordare che
chivio come- nella lettura di tante fonti », di altro genere. « Quanti che si dicotio sto
Calogero', a proposito dell'asserita non essenzialità << alla vera histo:
#ci non sono, infatti, che degli intelligenti eruditi, ricercatori e critici dei documenti,
e quanti archivisti, invece, nello sforzo di individuare il giusto posto in cui va collo-. ria >> di quelli che egli' chiama « lavori preparatori >> · o << relazioni ,;;·
'
Cata una carta, una serie, un archivio, sono tutt'altro che sordi al problema storico,
�ello sforz-O -di attuare la sintesi dei diversi aspetti che del passato politico, istituzio�
�--�. "
'
naie, amministrativo, economico, quelle carte documentano, e che debbono ben cono -�--H éfr. L. èAs.SESE, �
« :t": ovvio poi che un archi�ista " puro ", come uno stori
"-puro", sono nient'altro che astrazione » (L CASSESEJ Del metodo storico in archivi
stica... citato sopra a p. 27, nota l, p. 8-85) e l'ultimo pedo·do del brano di A� D-'An�
scersi se si vuole inventariare non superfiCialmente». Considerazioni giustissime, queste
ultime, per ciò_ che riguarda quel che il singolo ar�hivista può essere, ll?a non ine
renti a ciò che l'ordinamento giuridico si accontenta (anzi richiede} utilmente .-che DARIO),·; .Cotnmet!to _lÙ referendum sugli archivi... citato nella: _.nota precedente.
8
1 L CASSESE, Del metodo storico in archivistica. .. cit., p . . 883-84.
.
egli sia.
Vittorio Stella La storiografia e l'archivistica 37
pensa che non si tratti di << un'estrinsedtà sostanziale, come se dav tati a parlare dell'esperienza del presente . adoperando i termini che
vero si potesse (giusta un paradosso crociano, che non va preso alla si riferiscono invece alla consueta esperienza spaziale del tempo e
lettera perché mira solo a combattere la pedanteria di chi non vede dell'accadere, come esperienza, per esempio del « cominciate >>, del
altro che la critica delle fonti) scrivere la storia indipendentemente « finire >>, del « durare >> un certo tempo >> 20• Ce n'è quanto basta,
dai documenti e ricercare poi i documenti solo per offrire la ripro ci sembra, per convincerci che il nesso delle pagine dell'lstoricà con
va >> 19• Intanto, dunque, nell'inciso è la precisazione che Croce in quelle della Logica escluda la validità, nell'ambito di un presenziali
tendesse combattere non la ricerca delle fonti, ma la loro utilizzazio smo che vuoi essere la « fine della filosofia gnoseologizzante >>,
ne pedantesca e paralizzante, vale a dire, pur sempre, la loro dogma� dell'istanza oggettivistica del fatto come dato, ed esclude quindi, per
tizzazione positivistica. E del resto, come sopra si è visto, Croce aveva· questo verso, un antagonismo tra la teoria calogeriana e la teoria
saldamente affermato che nel processo della funzione storica non c'è crociana della storiografia sollecitata dall'esigenza dello storico di
momento in cui i due elementi di essa - il documento e l'interpre chiarire sé a se stesso.
tazione -· siano separati e che perciò la loro distinzione è soltanto L'aproblematicità, nel senso dianzi specificato, della ricerca ar
empirica. Ma, quel che più conta, il pensiero calogeriano sulla << isto chivistica, non è altro se non la sua avalutatività, indicata da Casse
rica >>, del quale Cassese si serve a convalida del proprio, non può se nella Introduzione allo studio dell'archivistica e sulla quale è tor
comprendersi se non insieme alla considerazione della temporalità nato anche Sandri 21 • Ma come, quando parliamo di una storiografia
quale risulta, perlomeno, dall'intero contesto delle Lezioni di filoso aproblematica, non intendiamo dire che quella storiografia non abbia
fia, ov'essa, nella dimensione del << presente >>, funge veramente da questioni da risolvere o non ne abbia risolte, bensì (sempre nel sen
concetto-cardine. « Se dunque la realtà più incontrovertibile della so indefinitivo, . perché sempre· aperto alla nuova interpretazione, in
nostra esperienza è quella della sua eterna presenzialità, e la conce cui si può parlare di una risoluzione storiografica) che il suo metodo
zione oggettivo-estensiva del tempo rende inconcepibilè la présehZa, vuoi essere oggettivistico e non sa trascendere in sintesi le esigenze
la conclusione di tutto questo sarà che, per intendere il tempo, noi spesso opposte del documento e della passione (o ideologia), cosl
dobbiamo considerare direttamente questa nostra esperienza . del pre quando conveniamo nell'avalutatività dell'archivistica non vogliamo
sente, in cui vive ogni altra ·raffigurazione del tempo oggettivo ed affermare che la ricerca in cui essa consiste non proceda all'accerta
esteso. Ora qual è la caratteristica fondamentale del nostro presen mento o, con maggiore esattezza, che pensi questo accertamento come
te? Esso è la crisi continua, il passaggio continuo del furnro nel pas incontaminato dall'inquietudine della verità, ma soltanto che tale ri
sato. Il nostro presente è la situazione, per la quale noi abbiamo sem cerca ha, per le sue condizioni e il suo presupposto, il carattere di
pre un passato e sempre un futuro. C'è sempre in noi qualcosa che non impostare né ideologicamente né teoreticamente (nel senso stori
ha terminato di essere, e qualcosa che incomincia ad essere. Ma an cistico che qui attribuiamo al conoscere) i suoi essenziali problemi.
che questo « che ha terminato di essere >> e questo « che comincia Nel fondare l'argomentazione sulla coppia di opposti valutazione-non
ad essere >> non sono realtà che possiamo collocare in un tempo esteso, valutazione occorre cioè guardarsi dall'aderire ad una concezione pu
nel senso di fissare il punto in cui alcunché ha finitò di essere e al ramente ideologistica della storiografia, da! lasciarsi chiudere in un'ac,
cunché comincia ad essere; perché appunto, nell'atto stesso in cui noi cezione relativistica dèllo storicismo, quale sarebbe quella che facesse
volessimo fissarli, il vero presente, è per ciò stesso anche il vero del giudizio storiografico una valutazione pratica contrapponendolo
passato e il vero futuro, non sarebbero· più quelli che rìoi in tal modò all'avalutatività delle raccolte documentarie, scrigni preziosi, queste,
fisseremmo, ma bensì quèlli che noi vivremmo nell'atto di fissare: che racchiudano in sé il puro riconoscimento di esistenza, preservan
Donde, fra l'altro, il fatto che ògni nostra configurazione verbale, ogni dolo quasi in un'asettica fase antepredicativa. L'avalutatività, dun
nostro tentativo di espressione di questa esperienza si risolva sem que, è da interpretare, in ultima analisi, come nulla di più che un si
pre in un'indicazione approssimativa, proprio perché noi siamo por- nonimo della funzione sussidiaria dell'archivistica. È questo ciò che
Cassese viene in effetti a significare quando sostiene che << l'archivio La dichiarazione d'impianto storlclstlco sugli arclJivi e sulla · << di
" serve " tanto alla storia descrittiva quanto a quella problematica e sciplina » secondo la quale si articola il lavoro istituzionale �h� �
tanto ad una ideologica conservatrice quanto ad una ideologica rivo essi si svolge, non riesce dunque ad annullare lo sfalsamento d1 p1aru
luzionaria >> 22, con ciò stesso riconoscendo quindi la strumentalità del tra storia ed archivistica, neppure nelle prime e più baldanzose for
l'archivio e ammettendo il darsi di una storiografia problematica (cioè mulazioni d'impronta crociana come quella di Cencetti (di li a poco
- supponiamo che egli abbia inteso - teoreticamente orientata) corrette dalla cautela dell'autore stesso 23), e crociano-gramsciana, co
altra da quella descrittiva e da quella ideologica alle quali, glosserei, me quella di Leopoldo Cassese.
allontanandomi presumibihnente dal pensiero dell'autore, solo impro
Alla teoria cencettiana del rispecchiamento dell'istituto nell'ar
priamente si appone il predicato del giudizio storico. Sappiamo bene
chivio faceva contrasto, più o meno negli anni in cui essa si espri
che le dichiarazioni di questo studioso, quando riguardano esplici
meva, l'avvertimento, presente nell'Archivkunde del Brenneke, dello
tamente il rapporto tra archivistica e storia, propendono all'equazio scarto tra la realtà dell'arclJivio e la configurazione che esso avrebbe
ne identitaria della presunta dualità, però la coerenza interna del suo se davvero rispecchiasse l'ente con assoluta fedeltà. Pavone, commen
discorso porta alla diversa conclusione che qui si è prospettata in me
tando le osservazioni in proposito di Filippo Va1enti 24, rileva che
rito all'archivio come istituto, e quindi alla figura funzionale dell'ar
Brenneke << da una parte fa sua la parola " registratura " per indicare
chivista. sia l'attività con la quale i documenti vengono collocati in un certo
ordine man mano che nascono, sia il risultato di questa attività; dal
l'altra attribuisce al " principio di provenienza ", da lui ritenuto ca
22 L. CASSESE, Introduzione allo studio deWarchivistica. . . citato. Giova tuttavia �
ricordare che lo stesso L. Cassese, Del metodo storico in archivistica... cit. (dr. .p. 27,
pace di assorbire e sottomettersi anche quello " del contenuto " ,
compito non già di ricomporre i risultati della registratura, se mal
nota l) aveva ·asserito che « Il principio fondamentale che ne [ se. dell'archivistica]
giustifica l'esistenza, non consiste però in una sterile e passiva funzione sussidiaria, nel fossero stati alterati, bensl quello di ricostruire un'ideale " corpo ar
qual caso gli archivi verrebbero confinati nel regno delle cose morte, ma si rinviene nel chivistico " in cui dovrebbe essere resa evidente una più vera e pro
la ben definita nozione di interdipendenza tra docnmento 'e storiografia, che le dà l'im fonda storia dell'istituto. Il Brenneke cioè di fronte alla evidenza
pronta di disciplina autonoma, distinta ma non superata, e formante tuttavia con la
dello scarto fra registratura e istituto [ . .. ] crede di poter risolvere
storia - unitamente alle altre discipline affini - un sistema culturale unitario »
(p. 885). Ci pare però di aver mostrato come il carattere « sussidiario » non com il problema attribuendo alla "funzione creativa" dell'archivista il
porti necessariamente gli attributi di « sterilità » e di «passività », ma sia semplice compito di rimodellare secondo gli schemi ideali clJe nascono dalla
mente, oggi, un'ipotesi di approssimazione alla possibilità di distinguere l'iniziativa sintesi provenienza-contenuto quella realtà clJe gli umili registratori
della ricerca problematica, propria della storiografia (nel senso forte di pensiero, di hanno disposto solo empiricamente. Ma con questa tesi non si fa che
giudizio - ed altro significato e valore non sembra le si possa -dare), da un lato
dall'adempimento istituzionale consistente nel rispondere alle altrui richieste con la spostare il problema in una sfera che, se volessimo seguire il Bren
preparazione e il reperimento dei documenti, dall'altro dalla sfera autonoma dell'ar neke sul suo terreno, potremmo ben definire metafisica, e che giu
chivistica non totalmente risolvibile, direi quasi ante rem, nell'attività storiografica. stamente il Valenti respinge >> 25•
Ciò proprio in quanto, per l'archivio, è essenziale il rapporto all'ente nel suo orga
nizzarsi, sebbene anche questo rapporto non sia poi possibile risolvere in termini di
una pura identificazione che viene impedita, come si dirà in fondo, concordando con 23 Ci riferiamo, anche qui, al saggio Il fondamento teorico della dottrina archi
C. Pavone, dall'esigenza della « memoria » di trovare da sé le migliori forme a garan vistica, in G. -CENCETTI, Scritti archivistici... c1tati.
zia della propria conservazione. Queste nostre considerazioni in proposito, come si 24 F. VALENTI1 A proposito della traduzione italiana deW« Archivistica » di Adolf
desume dal testo, sono rese possibili dagli studi di L. Sandri sulla sto:�;ia degli arohivi Brenneke. .. citato.
25 C. PAVONE, Ma è poi tanto pacifico che l'archivio rispecchi l'istituto?... cit.,
che, dando rilievo all'origine lato sensu cancelleresca della figUra dell'archivista, hanno
permesso di cogliere alla radice la trasformazione profonda di quella figura col tra p. 146. F. Valenti, nel suo citato saggio-recensione del trattato di A. Brenneke, si era
sformarsi degli ordinamenti giuridici. Tale mutamento, ripetiamo, se da un canto cosi espresso al riguardo: « [ ... ] non c'è dubbio che questo ar·chivista che si sovr�p�
ha estinto Io ius archivale e la probatio che da esso derivava, dall'altro ha assegnato
ideali e Un base ad un « concetto .filosofico dl organicità » il lavoro che quegli ha fatto
pone al « registratore » {cioè all'archivista dell'arohivio vivo), rifacendo in termmt
all'archivistica quel servizio pubblico a fini di studio che, condizionando il suo rap
porto - ·con la. documentazione. (cioè come -ordinamento dei docnmenti e come comu sotto la pressione delle pratiche esigenze dell'ente, ha in sé qualcosa di peregrino, se
nicazione di essi al pubblico), determina in conseguenza la posizione dell'archivistica non addirittura di paradossale (F. VALENTI, A proposito della traduzione italiana
rispetto alla storia. dell''.<< Archivistica )> di Adolf Brenneke... cit., p. 451).
40 Vittorio Stella La storiografiiJ e l'archivistica 41
L'inevitabile prodursi di questo divario viene ora utilizzato da significa collocarne i singoli pezzi in posizioni reciproche e collegate
:Valenti e da Pavone in base ad alcune ipotesi dirette al fine di av che abbiano un significato. La signifiçatività scaturisce, in questo
viare lo studio dell'archivio ad un processo di formalizzazione. L'ar ambito, dall'ordine stesso; è cioè connessa alla _ struttura formale del
chivistica può essere cosl portata a conseguire un certo grado di auto l'archivio, resa esplicita dall'inventario, e non al contenuto documen
nomia operativa e concettuale mediante il rilievo della fenomenologia tario dei singoli pezzi » 29•
e delle strutture del_ reciproco porsi delle serie documentarie, le qua Sembra dunque di poter interpretare le proposte di Valenti, inte
li dall'archivistica vengono appunto ad essere considerate principal grate dalle più esplicite e radicali formulazioni di Pavone, nel senso
mente non per il significato dei loro contenuti, ma per quella signi che di fronte al frequente insuccesso dei tentativi di ricostruzione sto
ficatività che scaturisce dal loro stesso ordine. L'ordinamento si con rica diretti al fine, che spesso si svela del tutto inconseguibile, di co-.
figura, in questa prospettiva, secondo una concezione certo notevol gliere l'archivio nella sua effettiva formazione o di restituirlo conget
mente diversa da quella di Cencetti, della quale, pure, runane. am turalmente ad essa, o di desumere la storia dell'ente dai contenuti as
messa come un progresso irreversibile la posizione del rapporto d'in solutizzati della documentazione archivistica, l'ordinamento " struttu
dissolubilità anche se non necessariamente la perfetta rispondenza di rale ", rinunciando al criterio della necessità di un rigoroso rispec
'
svolgimenti e di manifestazioni, tra storia dell'archivio e storia del chiamento, abbia il pregio di rilevare rapporti di slgnificatività inter
l'ente 26 ; come - ripetiamo - è per sempre acquisita la definizione na, e di poggiare su di essi. L'ordine cosl formalizzato, per costituirsi
dell'archivio quale organizzazione della memoria dell'istituto (ossia, in una totalità organica traente da sé il proprio significato, non pre
precisa Pavone, autodocumentazione dell'istituto << in rapporto alle tende né la certezza di essere proprio l'ordine originario e neppure
proprie finalità pratiche » "l sulla quale si è potuta produrre la teo di doversi necessariamente stabilire sulla intatta consistenza delle se
ria del rispecchiamento. Il rapporto, cioè, permane al riparo da obie rie. Non può, dunque, e non deve, aspirare a porsi come tale da
zioni di fondo, ma i suoi modi, le sue possibilità di casi marginali e di escludere la validità di qualsiasi possibile ordinamento alternativo.
eccezioni vengono rivedute e riarticolate dopo avere eliminato l'im
pulso eccessivamente semplificatorio della piena identificazione 28 • C:i
Che questo ordine nel suo valore diretto (che diremmo, per bre
vità, puramente archivisticol e nel suo valore indiretto (rispetto, cioè,
si è quindi accorti che il rispecchiamento come perfetta sovrappom
agli << altri livelli di vita dell'istituto ma anch� a fatti d�! tu�to extra
bilità e fusione del profilo storico dell'archivio col profilo storico
istituzionali »l sia tutt'altro che il prodotto d1 un gratUito gwco com
dell'istituto risulta un'ipotesi nella quale un esuberante ma non per
binato, è non soltanto una corretta posizione ipotetica, ma anche un
questo meno astratto razionalismo s'insinua, lucus a non lucendo, in
risultato conseguibile a condizione che << il rigore formale di ordina
menti e inventari » sia sempre << preteso non solo in se stesso ma an
un discorso di tipo storicistico. Al posto di una cosiffatta ipotesi si
fa ora avanti l'altra di un'assai meno predeterminabile commisura
che e soprattutto come strumento che faciliti la ricerca di coloro [ . . . ]
zione che i metodi della ricerca archivistica (in quanto " ordinatori " l che ai documenti chiedono informazioni soltanto sui contenuti e che
hanno di volta in volta il compito di _conoscere e di specificare. Ciò
della corretta collocazione del documento nel contesto archivistico si
è possibile operando nella disposizione documentaria la distinzione
giovano solo come di uno degli elementi della critica delle fonti >> 30•
tra accostamento arbitrario e casuale e qualsiasi composizione eli stis
Pavone inoltre, svolgendo il concetto di << memoria >> dell'ente o del
seguenze documentali che abbia; invece, una propria ragion d'essere
l'ufficio, che abbiamo visto essere quello sul cui fondamento possa
giustificabile rispetto a se stessa anche se non possa più esserne dimo affermarsi permanente l'unità del concetto di archivio, osserva come
strata la rispondenza alla originaria formazione dell'archivio, o se tale memoria si organizza secondo proprie esigenze. Queste esigenze
risulti chiaro che tale rispondenza non c'è. << Ordinare un archivio
mutano nel tempo - hanno cioè anch'esse una loro storicità - e,
perlomeno dal nascere degli archivi moderni, tendono ad essere sod
disfatte da una tecnicità sempre maggiore, che naturalmente non è
26 F. VALENTI, A proposito della traduzione italiana dell'« Archivi-stica » di Adolf
Brenneke . . cit., p. 442; C. PAVONE, Ma è poi tanto pacifico che l'archivio ris-pecchi
l'istituto?.. . cit., pp. 146-47.
.
l l
42 Vittorio Stella
I motivi ottocenteschi
di un ricorrente dibattito (1860-1874)
Questa i?terdipendenza di considerazioni in apparenza diverse può dali·' e · studi di diritto archivistico 4 hanno prerento, per lo pm,
far megho comprendere - ma non giustificare -.-," i motivi . .delle accennare solo di sfuggita ai motivi del dibattito ottocentesco, prefe-·
scelte compiute nel 1874, precedute da un qùindiceimlo circa Jì rendo soffermarsi sulla soluzione adottata nel 1874 ed approfonden-·
attività legislativa la cui contraddittorietà fu (sembra di poter dire) clone gli sviluppi, senza prestare molta attenzione alle motivazioni
precipuamente conseguenza di una mancanza di chiarezza circa la pm in contrario, che le decisioni prese in sede politica fra 1870 e 1874
blematica archivistica, diffusa nel mondo della cultura italiana di avevano ridotto al silenzio. Sobrietà di riferimenti, questa, che, in
allora. cetta misura, può spiegarsi anche con il diffuso - fra gli archivisti,
ma anche fra gli studiosi utenti degli archivi - adattamento alla
La storiografia sugli archivi italiani ha toccato raramente il tema
rotttine inaugurata in quegli anui, per la singolare abitudine - de
delle origini della nostra organizzazione archivistica 2• Relazioni uffi-
gli archivisti, questa, in special modo - a conciliare, nella giornata
del lavoro professionale, gli impegni a carattere meramente burocrati-·
co del servizio con le sollecitazioni ad essi pur derivanti dalla voca
. 2 Sommari cenni aveva dedìcato a que�ti - aspetti della nostra storia _ archivistica E.
CAsANOVA, nella parte storica- del suo manuale' di Archivistica> Siena 19282: Fili 'am zione alla ricerca storica che ne aveva indirizzato tanti verso gli archi
� !
pie � cis!ve e due �lcerche di A._ PANELLA, Fmncesco �onaini e l'ordinamento degli vi; nonché per la tacita soddisfazione dei loro interessi procurata agli
arch�vt ,ne_z prrmz anm del regno, m <(Archivio storico italiano », s. -VII, XXI; dìsp;
.
studiosi dal fatto di poter, comunque, trovare con relativa facilità i
I (1934), pp. 281-307; ID., In margine alla relazione del 1870 per il riordinamentQ documenti utili alle loro ricerche, senza dover troppo approfondire
degli adivi di stato, ibid., XCV (1938), PP• 212-217; XCVJ (1938), ·pp.· 92�97,
. le difficoltà di ordine scientifico-professionale che la collocazione i
216-221 (ambedue npùbblicate nel volume degli Scritti archivistici di A. ·P., a 'clwa
-
di A. D'Acidario, Roma 1955 Ministero dell'Interno. Pubblicazioni degli Archivi di stituzionale adottata nell'Ottocento infliggeva alla funzionalità del
�tato, XIX -, pp. 193--213, 219-236). In questi studi, dall'ampia e coinplessa tematica' servizio ed allo stesso sviluppo dell'euristica storiografica. La consi
�ibattuta nel secolo scorso l'A. amò enucleare i motivi centrali del pensiero archivi derazione dei limiti inerenti alle ricerche compiute fin ora sn questo
stico di Francesco Bonaini, come vennero esposti nei momenti cruciali del _dibattito·
tema incoraggia a rileggere la documentazione relativa al dibattito
proponendosi di studiare, più che il problema storico�dottrinale in sé, la - soluzion�
che di alcune questioni di archivistica pura aveva proposto in occasione di - quella ottocentesco ', con la fiducia di poter approfondire in qualche misura
polemica. il fondatore. degli archivi toscani. Neppure il Panella - protagonista come_
fu del lavoro archivistico italiano nel primo cinquantennio di questo secolo svolto 3 Soprattutto 1-a Relazione sugli Archivi di Stato italiani (1874-1882), Roma 1883,
�
alle d�pendenz� del ministero dell'Interno - poteva avvertire i motivi di dis io co:{l�
. .
coordinata da N. VAZIO, il quale premette al volume brevi cenni storiCi sull'organiz..
nessi con la situaziOne determinatasi nel 1874. Questo disagio sarebbe stato - sentito zazione degli archivi prima e dopo l'unità; questi dati sono ripresi nella relazione
�empre più vivamente dalle nuove generazioni di archivisti; quelle alle quali proprio seguente, a cura di C. SALVAREzzA, Gli Arohivi di Stato italiani, Roma 1903. l testi
il Panella, dalla cattedra universitaria e con l'esempio dell'attività professionale aveva ufficiali successivi dedicano sempre meno spazio a questo tema, destinati come sono
Contribuito, coptinuato dai suoi allievi migliori, ad impartire una lezione sos;anziaie ad esporre i dati relativi alla situazione in atto al momento della pubblicazione. Di
di contenuti _culturali, aliena da argomentazioni formalistiche e tecnicistiche. - Più re� questo problema non si parla neppure negli atti della Commissione parlamentare
cente ed òrganico è l'esame complessivo della problematica dibattuta agli incunabuli presieduta dall'an. Franceschini, incaricata di gettare le basi della nuova amministra
del nos�ro servizio archiVistico compiuto da L. SAND:«!, Gli archivi dello Stato (Genesi zione dei beni culturali (Per la salvezza dei beni cultumli in Italia. Atti e documenti
e for�a:do�ej, in « _Amministrazione civile », V (1961), pp. 409-431, seguitO-, nello della Commissione d'indagine per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico,
stesso fascicolo spectale della rivista dedicato alla celebraZione dell'unità d'Italia nel archeologico, artistico e del paesaggio, voli. 3, Roma 1967).
suo aspetto storico-amministrativo, dairarticolo di E. CALIFANO, Gli archivi correnti 4 Nonostante il titolo, il trattato di E. SEBASTIANI, Genesi, concetto e natura giu
dei ministeri.. ., .p. 433A59, nei cui primi paragrafi si trovano cenni brevi ma ridica degli Archivi di St-ato in Italia, Torino 1904, nel tracciare una succinta storia
precisi, alla mc:desima problematica. Rapido esame delle leggi di· argom;nto archivi degli archivi accenna solo di sfuggita - ai problemi dibattuti fra 1860 e 1874, per pas
stico vigenti negli Stati preunitari · e- di quelle emanate dallo Stato iraliano -fino 'al sare alla ben più ampia trattazione delle questioni tecniche e giuridiche relative agli
nostri, giorni è -la "lezion!! _ su L'ordinamento archivistico italiano nella genesi_ e , nello ordinamenti in vigore ai primi del secolo XX. Anche M. CANTUCCI, La tutela giuri
sviluppo della legislazione, tenuta da G. GIULIANI presso la Scuola di archivistica · dica delle cose d'interesse storico e artistico, Padova 1953, non si propone il proble
paleografia e diplomatica dell'Archivio di Stato di Roma nell'anno accademico 1961� ma delle origini storiche, prendendo in considerazione prevalentemente i problemi
1962 (testo nel volume ciclostilato delle dispense di quell'anno accademico pp. 49�70). scaturenti dalla · situazione in atto e trattandone l'aspetto giuridico.
�
Il capitolo su li archivi, scritto da P. D'.ANGIOLINI e C. PAVONE nella St�ria d'Italia, 5 Fra questi documenti hanno grande importanza le carte conservate nelle filze
� '_f
V, I oc�:�mentt, 2,, orino 1973, pp. 1659-1691, ·si sofferma sugli aspetti· del processo �6 e 97 dell Archivio della soprintendenza generale agli archivi toscani (in Archivio
'
formativo del serviZio archivistico, in funzione di un più ampio discorso ' sulla ·pro di -Stato di_ Firenze - ASF -), già in parte utilizzate dal Panella, e la corrispon
blematica attuale. dente documentazione conservata nell'Archivio del ministero della pubblica istruzione,
48 Arnaldo D'Addario Gli archivi nello Stato unitario 49
l!l conoscenza delle motivazioni di quello scontro ideale. Di queL<;li·, La legislazione di questi Stati aveva mirato soprattutto ad· assicu-'
battito furono, con il Bonaini e con il Guasti, protagonisti anche il rare la conservazione dei documenti riguardanti gli interessi delle, di'
Gar, il Trinchera, ed altri archivisti, toscani e non toscani'; gran par nastie o delle oligarchie dirigenti e la suprema azione di governo, del"
te vi ebbero, inoltre, gli uomini della Destra storica che fra 1860 e le carte prodotte nel lontano e recente · passato dagli organi centrali
1874, detentori com'erano del potere politico, dovettero · assumersi e periferici, e degli atti notarili. Come nota il Sandri 7, direttiva pre'·
la suprema responsabilità della scelta definitiva. Nel pensiero di tanti. valente fra Sette e Ottocento era stata quella di concentrare in dèc
fra quei politici - va notato - ebbe un notevole peso la consapevo positi istituiti nelle città capitali - ma, in alcuni casi, anche in altre
lezza di una finalità scientifica, culturale, come peculiare al servizio località di grande importanza storica - la documentazione prodotta
archivistico; prospettiva che non poteva non essere presente alla dagli uffici e dalle magistrature centrali, che si riteneva ormai inte·
mente di uomini impegnati in gran numero anche sul piano della ressante solo - o, almeno, prevalentemente - dal punto di .vista
cultura e, insieme, legati da rapporti di amicizia e di collaborazione,. << storico », in conseguenza dei mutamenti dinastici, delle riforme
anche scientifica, con storici ed archivisti, toscani e non toscani; del amministrative, dei rivolgimenti politici, delle trasformazioni sociali.
secolo XIX. A questi istituti - nel più dei casi denominati << Archivi di Stato »,
È, quindi, ancora più interessante individuare le ragioni che li in oppure « Archivi generali >> - era stata attribuita una particolare
dussero ad adottare per gli archivi una soluzione organizzativa 1a qua-· importanza nell'ambito delle istituzioni di ciascuno Stato, mentre il
le, nei suoi motivi centrali, culturale non era; quantunque la diretti compito di sovrintendere a questo settore del servizio archivistico ve"
va inizialmente impressa alle strutture formate fra 1874 e •1875, fon-' niva demandato agli organi centrali competenti nella trattazione de
data sul principio di un governo degli archivi da parte di eruditi e di gli affari di alta politica (segreterie di Stato, etc.). Alle carte cosi con
storici - tali erano i membri dei primi consigli superiori - · -, sembri, centrate venne riservato il privilegio di una conservazione particolar-e
manifestazione di una volontà di compromesso tra le due esigenze. mente - almeno nelle intenzioni del legislatore - curata, in locali
fra cui quegli uomini non avevano saputo o voluto compiere la scel dall'aspetto solenne, mentre si affidavano alla maggiore o minore
ta definitiva più consona alla mentalità di tanti di loro. sollecitudine dei vari uffici e magistrature le carte dell'amministra,
zione corrente, e si abbandonava, quasi, a se stessa ogni altra fonte
Fin dai primordi dell'unità, l'esigenza di un'uniforme strutturazio archivistica che non avesse avuto importanza ai fini pratici, contin'
ne del servizio archivistico fu imposta all'attenzione dei politici e de genti, come documentazione degli interessi dei sudditi (gli atti nota'
gli uomini di cultura dalle difficoltà stesse inerenti alla ·situazione rili, i catasti, ·etc.), o di quelli dello Stato medesimo (atti degli' organi
organizzativa degli archivi, quale si presentava nelle diverse parti del giudiziari, documenti utili ai fini fiscali, etc.). Né il fatto che delle
la penisola che venivano aggregandosi al regno subalpino, per la mol carte concentrate negli Archivi generali fosse concessa talvolta la con
teplicità degli ordinamenti in vigore al momento dell'annessione e per sultazione a eruditi di particolare fiducia dei regnanti volle significare
la varietà delle premesse teoriche ispiratrici delle norme· emanate volontà di deroga dal principio che funzione primaria di quegli isti,
in questa materia da ciascuno degli Stati preunitari. tuti dovesse essere la conservazione degli atti « di Stato >> nell'iute·
resse delle dinastie, del gruppo sociale, degli Stati medesimi. Anche
segretariato e affari generali (nell'Archivio centrale dello Stato - ACS -), datate fra dopo la solenne proclamazione da parte della ConvefiZione francese;
il 1860 e il 1894. il principio della libera consultabilità degli archivi a fini puramente
Debbo un cordiale ringraziamento al prof. M. Del Piazzo, direttore generale degli culturali, storiografici, si sarebbe fatto solo faticosamente strada nel
Archivi di Stato, ed al_- prof. G. Pansini, direttore dell'Archivio di Stato di Firenze, per la concezione politica del servizio archivistico.
la liberalità con cui mi hanno procurato la fotocopia di buona parte dei documenti
conservati nell'ASF; copie che sono state f:seguite con la consueta perizia dalJlope Da queste premesse derivò il limitato numero di Archivi centrali,
iatore C. Siliani. generali, di Stato, esistenti nel territorio del Regno d'Italia al momento
6 La sensibilità nei confronti degli aspetti culturali del problema fu motivo comu delle annessioni, nonché il rapido imporsi di un altro grosso proble,
ne a diversi ambienti archivistici, come si deduce dalle fonti documentarie prese ma, insieme dottrinale ed organizzativo. Del se e del come, cioè, si
in esame ai fini di questo studio; anche se gli archivisti toscani ne affernlarono con
particolare vigore la validità, per i motivi elencati da L. SANDRI, Gli archivi dello
Stato.. cit., P·- 423,
. 7 L. SANDRI, Gli archivi dello Stato... cit., pp. 425-426.
50 Arnaldo D'Addario
Gli archivi nello ,Stato unitario 51
dell'unità fu l'École des chartes, mediante la cui apertura la Francia lanea Ad Alessandro Luzio gli Archivi di Stato italiani, Il, Firenze, 1933, pp. 64-74.
aveva realizzato nel 1 8 1 9 uno strumento efficiente per la preparazio 10 Il programma di questa scuola è espost� �eg�i C:puscoli �i . G. F. Bi:.ihmer eire�
all'ordinare gli archivi e specialmente glt_ archzvz d! Ftre?ze, e�tt da F. BoNAINI, Fi
ne degli archivisti, atto a renderne l'attività professionale ancor me: .
renze 1863; per la sua funzione nel quadro degli studi storici Ill Toscana, cfr. A.
glio funzionale al progresso degli studi storici. Nel 1820 l'esempio PANELLA Gli studi storici in Toscana nel secolo XIX, Bologna 1916; _la cronaca della
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scuola v nne riportata nel Giornale storico degli archivi toscani a par�1re da� 1857
11 Le tesi in discussione a questo proposito, cosl come le prese di posiZiOne
·
.
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degli studi �torici loc ; c?si che, nel biennio 1859-1860, se ne po
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t�vano c?nsl erare att1ve, m territorio divenuto italiano, solo quelle
promotori delle belle arti e le Società di storia patria avevano seguito
di Napo , d1. alermo e di. Fuenze, oltre agli insegnamenti impartiti
� � . (articolo 4 del decreto) la sorte riservata agli archivi, ribadendosi con
ciò il concetto di una stretta subordinazione della scienza - anche
nelle umvers1ta.
della storiografia - e dell'arte ai fini politici dello Stato. Né si era
. Problema c�ntral�, dopo l'avviamento dell'unità politica e territo voluto unificare il servizio archivistico alle dipendenze di un solo
F�ale, era, fra 1 tant1, quello organizzativo. Nel suo momento finale organo centrale, perché al ministero delle Finanze rimaneva attribuita
di una decisione, cioè, in merito alla collocazione del servizio alle di: la competenza su due archivi divenuti anch'essi importanti soprattutto
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p_en e�e dell'uno o dell'altro ministero - fra i quattro che nel 1860 ai fini storiografici; ossia quello della Camera dei conti di Torino, e
Sl div1devano _ l� comp�te�e sugli archivi -, esso implicava anche l'altro del Banco di San Giorgio.
una _ scelta poli�1ca, � � politica culturale. Ma da questo punto di vi Dopo le annessioni, il sistema piemontese fu applicato automatica
s�a l precedenti stor1c1, contraddittori fra loro, non aiutavano certo a mente agli Archivi della Lombardia e dell'Emilia 12, inglobando nei
nsolverlo. settori amministrativi del Regno gli istituti che già dipendevano da
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_N_el egna di Sardegna, i tre Archivi di Stato di Torino (detto Ar organi analoghi delle entità politiche il cui territorio veniva riunito
cJ:1V1o �� �orte e dal 1850, _Archivio generale del Regno) , di Genova e allo Stato sabaudo. Nel caso di queste due regioni, veniva, infatti,
di Caghar� - p1u
!,
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quello � Chan:bé1y, fino al passaggio della Savoia confermata la situazione antecedente alla unificazione, perché quegli
alla Franc1a - erano posti alle dipendenze di una direzione generale. archivi già dipendevano dagli organi amministrativi che nel Lombar
Nata con;e c:rgano preposto alla conservazione degli Archivi di corte, do-Veneto e nei ducati padani erano stati preposti alla tutela degli
q�e�t� di�ez10�e ��eva esteso la sua giurisdizione sugli istituti archi interessi dello Stato 13• Tuttavia, il preambolo di quei due atti legi
0 dopo !'e:
vlstlcl nel quali, g1a nel Settecento - come a Cagliari _
slativi destò non poca preoccupazione fra gli archivisti toscani e na
spansione territoriale dello Stato - come a Genova - era' stata rac poletani - ma specialmente fra i primi -, avvezzi ad una concezio
colta. la documentazione della storia degli antichi ordinamenti esi ne diversa della funzione istituzionalmente assegnata ai loro istituti.
s�ent! m _ Sar?egna � nel G:enovesa
to, conclusasi con l'incorporazione Là dove, infatti, si diceva - nel decreto relativo agli archivi Iom'
d1 quelle regwm �e; domu . 11 sabaudi. In
quei tre Archivi, i documenti bardi - « che, pel fatto dell'annessione, gli archivi [ . .. ] devono es
_ m funz1one;
V:e!D;van? c_us�o �ht! prevalente degli interessi dinastici, po sere posti sotto l'immediata dipendenza della direzione generale degli
litlcl, gn�nsdiz!OJ?-ali, � strativi, anche se ne era permessa la archivi del regno >> si affermava implicitamente come necessaria con
consult�z1c:n� agli stud1os1, _nel clima di favore per la ricerca erudita seguenza dell'unione politica e territoriale l'acquisizione delle direttive
e per l edizwne delle font! della storia patria introdotto da Carlo politiche piemontesi; tanto più che, nel decreto riguardante l'Emilia,
Alberto. Questo orientamento politico aveva ricevuto una conferma
nel 1850, quando, scorporandone le competenze dal << dicastero del
12 Con i due decreti del 31 dicembre 1860.
l'Interno >> , si era istituito un << ministero >> della Pubblica istruzione· 13 L'Archivio generale di Milano (diplomatico, camerale, atti delle cancellerie) era
ma sen�a a�g�egargli la Direzione degli archivi, e compiendo, in taÌ sottoposto, nel 1859, alla Congregazione per gli affari interni, mentre gli archivi di
modo, unp�Cltamente, una scelta significativa di politica culturale. interesse finanziario dipendevano da quella delle finanze. Nella Romagna pontificia
Perche, se fino a quel momento la dipendenza dall'Interno - che era non esistevaho- archivi che conservassero catte di Stato, perché le norme emanate hel
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;
sta�o mo allora !l _ solo « minister
o » del Regno, competente sugli af
corso dei secoli dai papi e dai legati, cosi come dalle autorità diocesane, avevano avutO
per oggetto prevalente la conservazione delle carte attinenti al governo spirituale; gli
f�n d1 S�degna _e su quelli di Grazia e giustizia, della Pubblica istru atti delle autorità politiche ed amministrative erano conservati dagli uffici e dalle
�
ziOne, del avc:r� pubblici, dell'Agricoltura e del commercio - pote magistrature operanti nelle Legazioni. Il ducato di Parma aveva concentrato in un
va essere gtust!flcata dalla mancanza di un organo preposto alla pro unico depòsito gli atti dei governi farnesiano e borbonico demandandone la conser�
. vazione alla sezione Giustizia dell'unico organo politico centrale esistente in quello
Stato; la- duchessa Maria Luigia aveva preposto {1817) a questo Archivio genf)rale la
�ozwne della cultura, que�to motivo non poteva più addursi dopo
t .
e�anaz1c:ne delle nor�e !il decreto del 21 dicembre 1850) con cui Presidenza dell'Interno che, con le diverse denominazioni assunte posteriormente, ne
s� tl<?r�amzzav<Ulo,, . spec1ahzzandole, le strutture politiche ed àmmi aveva conservato la cura fino al 1859. Gli Austria-Este avevano legiferato soprattutto
mstratlve centrali del Regno subalpino. Tanto più che anche gli istituti in materia ·di · atti notarili, affidandone la conservazione agli- organi preposti all'am
ministrazione della .giustizia·.·
55
54 Arnaldo . D'Addari/J Gli'- tzrt:hivi nello Stato unitario
si faceva risalire quel provvedimento ai << concerti presi tra il mini di questo fine era stato assicurato, nonostante la collocazione (dal
stro dell'istruzione pubblica e quello dell'interno >>, significando chia, 1856) del servizio archivistico fra quelli gestiti dal ministero delle Fi
ramente che la questione della natura e dei fini del servizio archivisti� nanze, mediante la considerazione delle carte di data anteriore al
co era stata considerata, ponendo, con la scelta compiuta in quell� 1 8 15, concentrate negli Uffici, come passate << nel dominio della sto
occasione, un precedente pericoloso e sostenendo un principio che, ria >> 16, La validità dei principi adottati dai ministri di Leopoldo II
se fosse stato applicato anche in Toscana o nel Mezzogiorno quando era stata confermata dal governo provvisorio toscano, il quale non
fossero cessate le autonomie amministrative ancora perduranti in �olo aveva integrato il sistema archivistico dell'ex-granducato fondan
quelle parti della penisola, avrebbe rivoluzionato, e senza un appro do (1860) l'Archivio di Pisa, ma, col decreto dell'll luglio 1859, ave
fondimento preliminare dei principi dottrinali in contrario, la condi va posto la Soprintendenza generale istituita nel 1856, con giurisdi
zione strutturale e le finalità ideali del lavoro prefessi0nale svolto zione sugli Archivi di Lucca, Siena e Firenze, agli ordini del dicastero
da quegli archivisti 14• promotore della Pubblica istruzione, sotto il quale gli archivi erano
Il governo granducale, infatti, aveva organizzato, fra il 1852 e il già stati negli anni del governo co� tituzionale, �ino al 185 � . Va�to
1855, un efficiente servizio archivistico, il cui impegno preminente, del Bonaini sarebbe stato sempre il fatto che il governo 1mpenale
secondo il programma tracciato da Francesco Bonaini, era stato quel francese si era ispirato all'esperienza archivistica toscana nella fase
lo della concentrazione, nella Fabbrica degli Uffizi, della documenta preparatoria del decreto con cui Napoleone III aveva organizzato gli
zione già conservata sparsamente presso uffici e magistrature, affi Archivi della Francia (12 novembre 1856), a1nn1ettendovi liberamen
dando alla Direzione centrale degli archivi toscani una funzione pro, te gli studiosi, << come >> - dirà il Bonaini - << a vere e proprie bi
pulsiva in senso scientifico nel campo del lavoro professionale, ani blioteche >>.
mata dal concetto che gli archivisti dovessero partecipare secondo Nel Mezzogiorno il governo borbonico, riprendendo concetti già
una propria, autonoma, metodologia, alla ricerca storica, conservan in parte realizzati dal regime murattiano, aveva organizzato fin dagli
do materialmente, inventariando, studiando, pubblicando, le carte di inizi della sua restaurazione un servizio archivistico sistematicamente
venute, ormai, in conseguenza dei mutamenti dinastici, delle riforme capillare nelle due città capitali e nei capoluoghi delle intendenze di
politiche ed amministrative, delle recenti rivoluzioni, fonti interes qua e di là dal Faro, secondo vedute piuttosto sinlili a quelle che sa
santi soprattutto la libera attività storiografica 15• Il conseguimento rebbero state adottate a Firenze; ponendo, anzi, l'accento - nella
legge organica del 12 novembre 1818 e nel decreto del l • agosto
14 Se il Bonaini reagirà - come vedremo - alle conseguenze implicite nella con
1843 - sugli aspetti culturali dell'impegno professionale richiesto
cezione ispiratrice di quei due decreti con la teorizzazione dei motivi che le potevano
essere opposti sul piano dottrinale archivistico, non mancarono neppure vivaci contra
agli archivisti 11• E ciò quantunque la suprema direzione di quel ser
sti originati dallo scontento per la sistemazione che quei provvedimenti davano al vizio fosse confidata al ministero dell'Interno, con una scelta indica
tiva delle direttive prevalenti in questo campo anche nel Regno delle
monianza una lettera confidenziale da Parma, della quale il Bonaini conservò l'estratto
personale degli archivi lombardi ed emiliani. Di questa reazione dà significativa testi
Due Sicilie. Nel clima politico della breve parentesi costituzionale
fra le sue carte (ASF, Archivio della soprintendenza archivistica, 86, ins. 1), senza ci
quarantottesca, si era sentito, infatti - come era avvenuto in Tosca
tarne l'autore: « Uno degli sconci più mostruosi [... ] operati dal decreto » __ scrive
na - il bisogno di decretare ( 7 settembre) il passaggio degli archivi
conda classe 111 titolare preposto all'Archivio di Stato di Modena, mentre a Cagliari si
l'anonimo interlocutore - « è quello per cui è stato dato grado di segretario di se,.
alle dipendenze del ministro della Pubblica istruzione, con un atto che
è collocato alla testa di quell'archivio un titolare con nome e grado di segretario di intendeva rompere con quella concezione illiberale, e che perciò fu
prima- classe. Al Muratori, giovanissimo ancora, pareva poco nobile il mero titolo di
lo, e chiese ed ottenne dal suo sovrano d'essere anche detto bibliotecario ducale. Il
archivista quando il duca Rinaldo I lo chiamò all'archivio modenese per presieder
16 Su quelle carte aveva perduto ogni competenza l'Avvocato regio; l'alto funzio
nario, cioè, che vigilava sugli atti conservati dagli uffici e dalle magistrature nei pro
vio cavò gran parte di quei documenti ed erudizioni che lo hanno costituito il padre
Muratori stette a1la custodia dell'archivio di Modena cinquant'anni, e da quest'archi
pri archivi, affinché nessuno se ne potesse valere « a nocumento dello Stato ». Un
de1la storia italiana. Il decreto [ ... ] degrada la sedia occupata dal Muratori e la con breve saggio sulla legislazione archivistica granducale toscana è quello di G. GrAN
verte in un umile, se non vuoi dirsi lurido, sgabello che si destinerà in futuro ad un NELLI, -La legislazione archivistica del granducato di Toscana, in « Archivio storico
povero sottoposto ». italiano », CXIV (1956), pp. 258-289.
15 A. D'_AlmARro, Archivi ed archivistica in Toscana negli ultimi cento anni, in 17. V. GIORDANO, Il diritto archivistico preunitario in Sicilia e nel Meridione d1Ita
« Rassegna storica toscana», I (1955), pp. 35-71, con la relativa .bibliografia. lia1 Roma 1962 (Quaderni della « Rassegna degli Archivi di Stato », 13).
56 Arnaldo D'Addario Gli ·archivi nello 'Stato unitario 57
revocato il 18 agosto 1849, nel quadro di reazione dell'ultima re, ni, che ;intravide la soluzione del problema· nella decisione di ridurre
staurazione dell'assolutismo borbonico. il servizio archivistico a unità coerente, . trasferendone la cura al mi
nistero da lui presieduto, che ne avrebbe valorizzato la connotazione
Nei confronti degli archivi toscani e napoletani il governo di To culturale. Per elaborare delle motivazioni convincenti, il Mamiani si
rino non aveva ritenuto, tuttavia, di poter applicare altrettanto dra rivolse al Bonaini ", al quale un mese prima aveva dato l'incarico di
sticamente le direttive adottate nel caso della Lombardia e dell'Emic visitare e di organizzare gli Archivi dell'Emilia 21 • .
lia. La causa della conservazione dell'ordinamento archivistico toscano Per preparare la risposta, il Bonaini sollecitò a sua volta la colla-.
a."eva trov�t? autorevoli patrocinatori nel Ricasoli e nel gruppo di borazione di Cesare Guasti (allora suo segretario e più tardi - · 1874
rJgente polittco e culrorale stretto attorno al suo governo. Al Rica' - successore negli uffici di soprintendente generale agli Archivi to
soli, infatti, fu attribuito in più occasioni dal Bonaini 18 il merito di scani e di direttore dell'Archivio fiorentino 22 ) , cosi che le tesi esposte
aver ottenuto la conferma di quanto aveva fatto il governo provvi in quel documento si possono considerare non soltanto espressione
sorio, quando fu emanato il decreto reale dell'8 settembre 186 1 · dei convincimenti personali del soprintendente, ma anche risultato di
c':'l quale gli Archivi di Firenze, Lucca, Pisa e Siena erano posti ali� più ampia ed articolata elaborazione di principi e di esperienze. Al
drpendenze del ministero della Pubblica istruzione. Questo provve Guasti, infatti, era ben noto il modo di pensare dei colleghi operanti
?Im ento seguiva di qualche mese l'altro del 25 luglio, che sistemava negli altri archivi, come mostra il carteggio scambiato con essi 23 •
m modo analogo l'Archivio di Napoli, ma lasciava invariata la po
20 Con una lettera del 18 ottobre 1860, firmata da Giuseppe Alasia:, segretario ge
sizione dell'Archivio di Palermo e degli Archivi provinciali, rimasti
nerale del ministero (ASF, Archivio della soprintendenza, 86, ins. 1).
21 Con hi- fiducia di trovare nella collaborazione del soprintendente fiorentino ii
.
alle dipendenze del ministero dell'Interno 19•
Anche in questi due decreti era evidente l'incoerenza della volontà modo di « recargli allo stato esemplare che sono già gli archivi toscani » (lettera perso
politica nel governo di Torino, insieme all'incertezza delle direttive � nale del Mamiani al Bonaini, che accompagna il decreto del 19 Sèttembte 1860 c'on
il quale gli vien conferito l'incarico; in ASF, Archivio della ·soprintendenza, 86, ins.
dei principi di dottrina archivistica. Per di più, essi rendevano an�
2) .. Nel 1�65, il Bonaini, nell'ambito .di una lunga relazione sull'opera compiuta dagll
cora più gravi le differenze di trattamento economico e giuridico del archivist;i toscani (ASF, Archivio della soprintendenza, 86, ins.. 8) ricorderà con com-·
personale, che veniva a trovarsi inquadrato in ruoli diversi con dif piacimento le premesse di quell'incarico, annotando che, « visitati l'archivio di Firen
ferenti qualifiche professionali e disparate prospettive di car;iera. ze· e quello di Siena, il riordinamento toscano incontrò sl fattat'nente l'approvazione
del conte Mamiani, che mi volle commettere di portarmi neli'Emilia ·perché io stu-..
diassi la possibilità e il modo di ridurre gli archivi di quella regione, e principalmente;
La prima iniziativa intesa a porre un riparo ai danni provocati da
questa direttiva di puro e semplice annessionismo fu presa nell'autun quegli,di Bologna e di Modena, ad. un assçtto confprme ». . .
no del 1860 dal ministro della Pubbica istruzione, Terenzio Mamia- 22 La richiesta del Mamiani trovò il Bonaini assentè da Firenze, impegnato, in
Bologna, nell'iSpezione da poco iniziata. Al ·GuaSti che gli aveva inoltrato il dispaccio
ministeriale. il soprintendente rispose il 23, inviandogli lo schema della. sua rela"ziohe,
18 Al ministro della Pubblica istruzione Michele Amari egli scriveva il 25 marzo con la preghiera di- un « consiglio » e con l'incarico. di « minutare il- dispa€cio di re
1863: « Al fermo volere del barone Ricasoli, governatore della Toscana finché durò plica »,. non volendo egli « addossarsene da solo la responsabilità ». Per di più,. pur çli
l'autonomia amministrativa, vuolsi tributare gran parte di merito nell'aver fatto rite·
nere gli archivi di Toscana [ ... ] come cosa appartenente all'istruzione pubblica. Ed io
chiarandosi 'favorevole alla tesi dl una dipendenza degli Archivi dal ministero della
PubbÙca isiiùzione, il Bonaini · gli chiedeva di « usar parole prudenti e :rispettose al
sono lieto di potergli tributare questa lode, piacendomi di confessare che ad esso
principahnente attribuirò sempre l'averci procurato il decreto reale del 28 settembre
ministero dell'Interno, non mostrandosi avversi, quando mai avvenisse che si dovesse
dipendere dal medesimo, perché i casi sono troppi e non sarebbe strano· ·che la no
1861 per cui gli archivi toscani furono ritenuto esser cosa del ministero della Pub· stra replica pqtesse esser nota senza riservo ». Rielaborata dal Guasti, la relazione
blica istruzione » (ASF, Archivio della soprintendenza, 86, ins. 5) . fu inviata al Mamiani verso la fine di ottobre - la minuta del documento non reca
19 Il Sandri {Gli archivi dello Stato... cit., p. 419), nell'esporre le motivazi0. la data del giorno -; il ministro fece distribuire (ai primi di dicembre) ai colleghi
ni �el decreto del luglio le considera un caso limite di incertezza politica, in quanto del ministero una memoria a stampa sul problema degli archivi il cui testo è in mas
vemva spezzato un sistema archivistico coerente quale quello delle Due Sicilie. Per sima parte· desunto ad litteram dalla relazione del Bonaini (tutti questi documenti sono
Napoli, infatti, si era guardato al fatti che l'Archivio era già amministrato dalla divi· conservati in ASF, Archivio della soprintendenza, 86, ins. 1).
sione che in seno al ministero dell'Interno trattava gli affari culturali· mentre Paler·
i provinciali del Mezzogiorno sotto i Borboni erano tati alle dipen
23 Debbo un cordiale ringraziamento all'amico e già collega archivista dott. Fran·
mo e gli Ard�.iv .
; cesco De Feo, editore accurato del carteggio di Cesare Guasti, per avermi fatto leg·
denze della direZione generale dell'Interno competente per gli affari delle province gere la" traSci:izione dello « sbozzalettere �> dell'archivista pratese, e di molte lettere da
e dei comuni. ·
quest'ultimo ricevute negli anni compresi in questa ricerca.
58 Arnaldo D'Addm·io Gli arChivi nello Stato unitario 59
boniche per gli archivi del Mezzogiorno - << sarà sempre quello di Si nota facilmente come, in tutte queste affermazioni, al centro•
aumentare il patrimonio della scienza storica, o di agevolare· agli ·stu delle preoccupazioni del Bonaini sta il perseguimento del vantaggio'
diosi la ricerca delle fonti storiche >>. La conclusione di questo lim' degli studi storici, gli unici che la mentalità archivistica deL!ontano e:
pido ragionamento non avrebbe potuto che essere quella patrocinata recente passato ha abbondantemente sacrificato, pregiando gli inte
dal Bonaini e accolta dal Mamiani; che << a siffatti impieghi, a siffat' ressi immediati delle ricerche a fini privatistici, politici ed ammini
te pubblicazioni, a tale scuola 27, non può presiedere che il ministerò strativi. Lo sforzo compiuto dagli archivi toscani, nel quinquennio
della Pubblica istruzione. E il solo dipendere da quel ministero mo della loro ancor breve vita, per servire alla scienza storica imponen
strerebbe che tale istituzione è riguardata dal governo dal lato più do la tutela dell'organizzazione archivistica ufficiale sugli atti non
nobile, che è lo scientifico >> ". pertinenti allo Stato era andato - il Bonaini lo ammette esplicita
Altro aspetto peculiare del discorso bonainiano è, in questa rela mente - fallito; ma egli ne sente sempre viva la necessità e ne pro
zione al ministro, l'idea che, una volta considerati gli archivi come pone la ripresa nell'ambito più vasto della nuova struttura vagheggia-.
strumenti per la conservazione di beni culturali, lo Stato non potesse ta per gli archivi dello Stato italiano.
disinteressarsi della documentazione che non proveniva dall'attività In ultima analisi, dalla lettura del suo rapporto appare evidente
dei suoi organi e che non si trovava depositata negli archivi allora la necessità che la soluzione del problema archivistico sia consideratà'
esistenti. Al Mamiani che gli aveva posto il quesito se << tutti >> gli seriamente come aspetto e momento qualificante di una più ampia'
archivi dovessero dipendere dal suo ministero, il Bonaini risponde volontà politica. Ora che in sede dottrinale il mutamen.to di i.dee. è,
affermativamente, guardando in special modo agli archivi dei co avvenuto, sta all'autorità politica << decidere se gli archivi vogliano
muni, ma - in coerenza con le premesse progrannuatiche a suo tem considerarsi come deposito di recapiti amministrativi o di c\ocumep.d
po formulate per gli archivi del granducato - ammettendo la possi storici >>. Pur aderendo nella sostanza a questi punti di vista circa
bilità, in sede di attuazione del nuovo ordinamento, di una comparte gli archivi non statali, ma con maggiore prudenza nei confronti delle
cipazione di altri organi centrali e periferici dello Stato nella vigilanza possibili pretese di altri ministeri alla tutela della documentazione'
su quegli atti, gran parte dei quali, << per alcuni municipi, risalgono non concentrata negli Archivi di Stato allora esistenti, il Mamiani,,
ai tempi della loro libera autonomia >>. Se della parte moderna degli nel suo rapporto a stampa, si mostra propenso ad accettare il coin
archivi comunali, che costituiva la memoria dell'amministrazione at volgimento di altri organi del potere pubblico nella vigilanza su di
tiva, si erano curati - e, secondo il Bonaini, sarebbe stato opportu « una parte non piccola >> degli archivi esistenti nel territorio del
no che tale prassi fosse conservata anche dalla nuova amministrazione nuovo Regno, secondo la corrispondenza del contenuto dei documenti
italiana - gli organi preposti allo svolgimento delle diverse funzioni con le attribuzioni di ciascun settore della pubblica amministrazione :
dello Stato. compito istituzionale del ministero della Pubblica istru Ma non rinuncia ad affermare l'idea centrale che animava la tesi
zione avrebbe dovuto essere la promozione dell'ordinata conservazio del Bonaini, da lui cordialmente c�ndivisa, e dichiara di ritenere << pili
ne delle carte antiche, onde impedirne << l'abbandono e, non infre che utile che di tutte le carte governative, qualunque siep.o, si co
quentemente, il danno che soffrono >>, soprattutto per la mancanza, stituisca una sola, grande custodia, abilmente e comodamente ardi,
nei centri minori, di uomini capaci « a dicifrare quei �aratteri >> 29 • nata [ ... ] , sotto certe norme e cautele >>, a soddisfare le richieste dei
<< dotti >> al pari di quelle del << pubblico >>. Se sul piano meramente
'Z1 Il « tirocinio di studi » previsto dal Bonaini per l'archivista ideale, delineato
organizzativo poteva sembrare << pressoché indifferente il porre co
nella relazione, avrèbbe dovuto essere simile a quello programm�to dalla « Scuola
delle carte » francese; come a Firenze, quel tirocinio avrbbe dovutO forin3re, per
testa generale custodia e amministrazione dei regii archivi sotto l'una
tutti gli Archivi concepiti come centri di ricerca scientifica, un personale capace di
.
produrre pubblicazioni degne, « a volere che la istituzione si mantenga -viva e cresca
� -� di storia del diritto - il senso dell'importanza degli atti notarlli come fonti stori7
28 A questo punto cessa l'identità fra la relazione del Bonaini al ·Mamiani e il che. <{ I più antichi protocolli » - scrive - « sono documenti di storia, [ ... ] atti aq
rapporto dei ministro ai suoi colleghi; per la parte seguente i due testi, pur differen illustrare le leggi, i costumi, le famiglie e i personaggi storici »; ad essi hanno fatto
ziandosi notevolmente sul piano formale dell'esposizione, continuano, tuttavia, nel ricorso « gli erUditi [ ... ] che, trovando chiuso ogni altro archivio, in quelli, dichia�
parallelismo delle idee di fondo. rati di pubblica ragione, fecero pazienti e fruttuose indagini per arricchire i loro
29 Altrettanto vivo è nel Bonaini - e non poteva non esserlo in uno studioso libri ».
62 Arnaldo D'Addario
Gli archivi nello Stato unitario
o l'altra autorità >>, << il progresso della civiltà >>, pregiando << il .ri
Tra i due progetti, del Mamiani e del Minghetti, si potèvano rico-:
spetto scientifico >>, imponeva una scelta politica tale da fare degli
noscere aspetti comuni in tema di archivi. L'uno, infatti, era fondato'
archivi degli istituti << amministrati da uomini. di scienza >>; ponendo su di una concezione centralistica del servizio archivistico, ma tendeva·
li, quindi, alle dipendenze del ministero promotore della Pubblica a correggere il difetto fondamentale inerente alla situazione di fatto
istruzione 30• - la quale comportava, significativamente, una prevalente ingerenza
del ministero dell'Interno - affermando, con la destinazione degli
Il fine perseguito dal Bonaini con la sua relazione poteva sembra archivi alle dipendenze della Pubblica istruzione, la volontà politica
re vicino a realizzarsi, dopo che un ministro - e un ministro della. di farne dei centri di attività scientifica; destinati, per di più, non solo
Pubblica istruzione - non solo gli aveva chiesto di esprimere il suo a custodire i documenti << storici >> concentrati nei pochi archivi del-·
parere sulla situazione degli archivi, ma ne aveva condiviso , a .tal· lo Stato allora esistenti, ma ancora a promuovere un'ordinata conser
punto le tesi da trasfonderle letteralmente nel proprio .programma di, vazione, da parte di enti pubblici e privati, di famiglie e di persone'
intervento politico in materia di archivi. In certo modo, quanto sta del patrimonio archivistico nazionale non detenuto dallo Stato, esso
va accadendo poteva sembrare una felice ripetizione, sul piano na pure considerato bene culturale. Se l'altro programma inseriva, in
zionale, di ciò che era avvenuto nella Toscana granducale, negli anni vece, gli archivi fra gli organi decentrati, per altri aspetti conc?rdava
di maturazione del disegno archivistico bonainiano; anche allora, col primo, perché li pregiava dal punto di vista culturale, consideran
tramite il suo ex allievo Boccella, divenuto ministro della Pubblica, doli come strumenti di conservazione e luoghi di studio delle fonti
istruzione di Leopoldo II, il Bonaini aveva potuto accreditare le della storia regionale, e partiva dal presupposto che, in sede locale,
proprie tesi innovatrici presso le alte sfere governative. ·
l'erudizione storica li avrebbe valorizzati ancor meglio che se fossero
Tuttavia, se certezze di successo sorrisero al soprintendente tosca stati affidati alle cure di lontane autorità centrali.
no, esse furono ben presto vanificate dal rapido complicarsi della
Tuttavia mentre si accendeva la discussione sui principi informa-'
questione archivistica, in conseguenza del maturare dei nuovi indi-.
tori di que�ti due programmi, andava attuandosi, ma senza risonan- ·
rizzi regionalistici nella politica di strutturazione del nuovo Stato uni
za, una terza direttiva, mirante a continuare la prassi annessionistica
tario, e della tenace resistenza opposta dalla burocrazia ministeriale.
all'attuazione del programma caro al Bonaini. È, infatti, del 23 no
�
già più volte applicata. Tappa su a strada d�la realizzazione di .�m;
sta direttiva furono i due decreti del 3 1 dicembre 1860 - gia ri
vembre 1860 la presentazione al consiglio dei ministri del progetto
.cordati ed esaminati - emanati poco dopo la presentazione ai mini
Minghetti pet il riordinamento amministrativo del regno, che il Ga
stri del progetto Mamiani sugli archivi, e a distanza di appena un me-
binetto approvava il 25 31 •
Secondo quel progetto, il servizio archivistico sarebbe stato sot•
tratto alla competenza degli organi statali per passarne la direzione tiva temporanea del Consiglio di Stato (cfr. l ZANNI RosiELLO, I moderati emiliani e
.
i problemi legislativi e amministrativi delle « provincie dell'Emilia » dopo l'annes
sione, in « Rassegna degli Archivi di Stato >>, XI, 1964, pp. 86 ss.) trovò una più ampia
agli organi decentrati delle regioni, enti autarchici concepiti - di,
formulazione nel discorso con cui il ministro presentò alla Camera (13 marzo 1861)
ceva il Minghetti - come << consorzi permanenti di provincie. aventi
interessi comuni >>, le quali avrebbero dovuto provvedere, fra l'altro, i quattro progetti di legge sul « discentramento » dell'amministrazione. Riferendosi ai
passi già compiuti per realizzarlo in altri settori, il 1'v1inghetti aff;r�ava: « Resta da·
.
agli << archivi storici >>, all'istruzione superiore, alle accademie di bel
. .
le arti 32 , farne un ultimo, che si presenta spontaneo ove si proceda col cnteno di discentrare.
l'amministrazione in tutto che non è essenziale all'unità politica, militare, legislativa
e finanziaria del Regno.
30 « Dalla perizia di chi modera la istruzione pubblica » avrebbe dovuto, ad ancor
maggior ragione, dipendere la scuola centrale che il Mamiani, aderendo in - questa
Tali sono gli istituti d'istruzione superiore, le accademie di belle arti, gli archivi.
storici, tale è la cuni delle strade e la difesa dei fiumi che traversano più provincie.
materia alle tesi del Bonaini, proponeva di istituire mutuandone i programmi dai Ma codeste attribuzioni non si possono dare alle singole provincie, sl ·perché non
I'École des chartes, ma .« dilatandone, forse, anche l'oggetto », per renderla a,datta a avrebbero tanta forza di sopperirvi, né il potrebbero senza conflitti, atteso le rela
form\'lre « due specie d'ingegni »: gli archivisti, cioè, e i bibliotecari.
zioni che intercedono fra loro nelle materie suddette. Spontaneo concetto si offriva'.
adunque di assegnare· questi uffici a un consorzio di provincie che fosse ob ligatorio,
.
31 Diario di Mingbetti, a cura di A� BERSELLI, in « Archivio storico italiano », CXIII
(1955), p, 287.
�
' . e permanente �> (dal testo della relazione, ripubblicato in Il Parlamento dell'unttà d'Ita
lia (1859-1861), Atti e documenti della Camera dei deputati, III, Roma 1961, P· 141) ..
· 32 Il concetto già svolto il 28 novembre nella relazione alla Commissione legisla-
64 Arnaldo D'Adddrid' Gli - archivi nello - Stato unitario 65
se dall'inizio del dibattito sul progetto Minghetti·. In sostanza, posto che di fiducia >>, circa l'avvenire riservato agli archivi della Toscana 37
fra le due sollecitazioni contrastanti, ad accentrare o a decentrare il dopo che fosse finita l'autonomia amministrativa ancora lasciata al-•
servizio archivistico concepito come funzione culturale, il governo l'ex-granducato 38• Tutto gli faceva pensare che, senza quella autono
mostrava di preferire, alla fine del 1860, l'accentramento degli archi-· mia, « la direzione degli archivi dell'antico Regno avrebbe già aggiun
vi, ma più nell'interesse politico-ariuninistrativo dello . Stato che non ti i nostri archivi agli altri sui quali stende fin d'ora la sua autorità ».·
nell'interesse della ricerca storica. Vittoria, questa, in sostanza, della Per stornare questa che egli considera una grave iattura, il soprinten
burocrazia dell'Interno, i cui · fini in materia di archivi erano stati· dente toscano si mostra incline a non insistere sulle tesi già esposte
fino a quel momento perseguiti cori silenziosa tenacia, nel solco dèllà al Mamiani, pur di poter sostenere con maggior speranza di successo
direttiva centralistica piemontese 33, Chiaro sintomo del prevalere di la causa degli archivi toscani 39, e accetta - ma, vedremo, solo per
questa tendenza era anche, in quel momento, il fatto che tutte le un momento - le tesi decentratrici, la cui attuazione avrebbe, im
spese previste per il servizio archivistico fossero incluse nel bilancio plicitamente, tutelato l'individualità degli istituti che gli erano cari
dell'Interno, a partire dall'anno finanziario 1861, pur suddividendo più degli altri "'. Il Corsi non tardò a rispondere, « con affetto di di
le lUnministrativamente fra i quatfro ministeri dai quali le varie spe- scepolo >>, riconoscendo la gravità della situazione e la ragionevolezza
cie di archivi dipendevano 34•
·
delle tesi del Bonaini; ma assumendo, da uomo politico, una posizione
di prudente apertura a soluzioni anche diverse 41 • « Se, per certi ri
Informato tempestivlllllente di quanto stava accadendo, il Bonaini
rion tardò a muoversi, per salvare almeno gli archivi toscani dalla guardi personali >> - scriveva -, « non si potesse raggiungere l'at
sorte che sembrava incombere sulla loro posizione amministrativa 35• tuazione del progetto Mamiani, la cosa sarebbe sempre ordinata per
È, infatti, dell'8 dicembre 1860 una sua vibrata lettera al ministro modo che non presentasse sconci né offendesse i dovuti riguardi ad
del Commercio e agricoltura, il livornese Tommaso Corsi 36 - che alcuno >>. Il « caso singolo » degli archivi lombardi era, a suo dire,
egli poteva a ragione chiamare « mio discepolo·,, essendo stato sùo motivato da speciali, immediate, esigenze e non doveva allarmare il
professore nell'università di Pisa - per dirgli apertamente << quello Bonaini.
�he da qualche tempo forma [va per lui] cagion di timore piuttosto La fiducia che quest'ultimo si affrettò ad esprimere nelle assicura
zioni del ministro 42, fu, tuttavia, duramente contraddetta dalla pub-
trova nella relazione dell'an. Martinelli alla Camera sul bilancio dell'Interno del italiani risentano nella loro direzione il beneficio di quella larga partizione di terri
1865; ripubblicato - dagli atti - parlamentari - da E. LonoLINI, I bilanci degli archi torio che nell'ordine amministrativo il governo promette all'Italia, per cui gli archivi
vi... cit., estr., pp. 22-23. vengono subordinati a tanti centri quante sono le grandi e manifeste individualità
isteriche che si riscontrano nella storia italiana».
Questo momento del dibattito è considerato solo fuggevolmente da A. PANELLA>
35
Francesco Bonaini e t'ordinamento... cit., pp. 196 e seguenti {la citazione, da · 41 Lettera del 15 dicembre 1860, in ASF, Archivio della soprintendenza, 86, ins. l.
questa nota ·in avanti, è fatta dalle pagine della ripubblicazione in volume). 42 Lettera del 24 dicembre 1860, ibidem. Il Bonaini si mostrò soprattutto lieto di
Nel 1859 aveva fatto da tramite fra Cavour e i liberali toscani; dopo il 27
aver saputo che il Corsi era « perfettamente concorde » con le proposte contenute nel
36
aprile era stato prefetto di Firenze. rapporto a stampa presentato ai colleghi del ministero dal Marniani.
. Arnaldo D'AddariO '
Gli aYchivi - nello- Stato unitario
66 67
blicazione dei due decreti del 3 1 dicembre sulla << Gazzetta ufficiale >> . La risposta del soprintendente toscano ?-on si fece- attender e".
del 23 gennaio 186 1 . Ma già alcuni giorni prima, il 7 gennaio, il. Ma' Essa ci mostra un Bonaini piuttosto remissiv�. e - a�eno per un
miani lo aveva indirettamente confermato nei suoi. timori 43, assicu momento - quasi rassegnato ad accet.tare l il;'elut�a ile, a�c e se J;> J;
randolo in via riservata che, secondo « una promessa formale [ otte deciso a rifiutare la soluzione estrema: dt conferire, ooe, al ml�iste.ro
nuta] dal ministro degl'interni >>, la nuova siStemazione prevista per. ?
dell'Interno « ogni potestà sugli archivi in istirttan;'ente >>, e ?i
�hla·
gli archivi toscani dopo la fine dell'autonomia amministrativa del mare l'altro, della Pubblica istruzio ne, a �
mterv e
e_rm . nella dJ rez
. _r
one
l'ex-granducato non avrebbe alterato << né la condizione, né l'emolu'· del servizio archivistico con compet enza m matena di « lavon ,. �r
di
mento, né nulla di ciò che spetta alla persona di Lei >>. iLa grossa dinamento, nelle pubblicazioni, e sopratt utto nell� s: el �a degl �pie·
questione del futuro di un'intera organizzazione archivistica sembra ti in cui si ricercassero qualità letterarie >>. Egh d1ch1ar ava di non
va ridotta, anche nel pensiero del Mamiani, alla misura di un limitato ;�
i orre alcuna fiducia nell'efficienza di un s�ste a che avesse ama�
problema di meta convenienza personale del suo fondatore. Gli è
n:
to due ministeri dai fini istituzionali tanto diversi a c� aborare . m � po
che, nella dura realtà delle cose, il progetto del ministro della Pub . una simile soluzio ne avreb? s�cnf lc�to < � van
blica istruzione non era stato accolto favorevohnente dai colleghi, e
sizione disuguale; �
taggio pubblico alle convenienze � .alle tradiz10n1. �ste�!a >>. A
. �
�
si era preferito, piuttosto, adottare la soluzione opposta: proprio tutto .ciò il Bonaini riteneva ,prefenbile un �ondom1mo - SI d1tebbe
quella di collocare tutti gli archivi << sotto la [ .. .] potestà >> del mini· -.-- di quei due ministeri sugli s�essi archivi.
stra dell'Interno. In conseguenza di ciò, il Mamiani cercava ora di Spartiacque fra le due sfere d1 competenze avre be dovuto e�sere, �
correre ai ripari e, sentendo << di dover salvare al possibile lo stretto nel suo pensiero, in primo luogo, il prevalere ell'mteresse stanco � �
legame che [gli archivi] ànno con la storia e l'erudizione >>, si propo �
'di quello politico-amministrat vo nella valutaziOne della natura el �
documenti. « Io direi >> - egh afferma a questo punto '. t�tando l
neva, con l'assenso del collega Minghetti, di studiare << un modo di e-.
non iscioglierli affatto dalla istruzione pnbblica >>. Questa era, in so oss1bile - « be
nunciazione di un criterio distintivo il più �eneral� R . �
e
stanza, la premessa politica di una nuova richiesta che il niinistro all'epoca storica appartengono i documenti anteriori a quel �mn;1p
della Pubblica istruzione rivolgeva al Bonaini 44; di preparargli le linee 0 a quel governo che ha immediatamen te p ec
� � ? d to la :ostltl ZIO
.' ? e
ZIO·
di un progetto in tal senso, inteso a regolare la cogestione che si pre del nuovo Regno italiano >> , formulando un prmop10 la CUI apphc �
vedeva sugli archivi da parte dei due ministeri, dell'Interno e della ne ai singoli �asi avrebbe dovuto dipend . ere da !� « �
buona mte ge �
l:'·
Pubblica istruzione. Quasi a rendere meno amaro il compito del suo za dei due ministeri >>. Accante> a questo , scientif ico, un altro cnteno
interlocutore, e a dar prova del permanere, ahneno nei postulati fon discriminante nell'attribuzione delle competel:'ze avreb � dovuto . e�. ?
damentali, della sua conceziòne originaria, il Mamiani Io incaricava· sere l'oggetto dell'attività svolta dai vari ramJ del s�rv!ZI� archivisti·
al
•
anche di prevedere, nel progetto, la fondazione ·in Firenze di una co: al ministero dell'Interno, « tutto ciò che spetta al loc i, alle spese
scuola analoga all'Ècole des chartes, « a cui si atterrebbero tutte le di prima montatura d'archivi e al loro annuale n;antemm;n�o >>,; al
scuole di paleografia o somigliante disciplina >>, e mostrava di condi �
ministero della Pubblica istruzione, < ciò che attiene all'!stlt�z!On;
videre un'altra idea cara al Bonaini, che l'<< Archivio storico italiano >> di nuovi archivi che siano per raccogliere ca:te che �ervan? �Il �rudi:
divenisse la rivista di quella scuola, sollevando dal peso finanziario to,· all'ordinamento delle carte alla loro riumone, agli acqmstl d1 nuo"
.
della pubblicazione l'editore Vieusseux che l'aveva fondata 45• vi documenti e alle pubblicazioni , che fosse per f·are neIl''mteresse
.
•'
dendo ai vari tipi di impiegati una preparazione finalizzata al lavoro anno di << pratica negli archivi e nelle biblioteche, ma più specialmen
da svolgere e prevedendo per ciascun settore sviluppi di carriera di te negli archivi >>.
versi. Quanto agli stanziamenti di somme nel bilancio, se ne sarebbe Programma, questo, nella cui enunciazione appare evidente la
dovuto assegnare parte all'uno, parte all'altro, dei due ministeri, se preoccupazione di formare gli archivisti non come burocrati ma come
condo il fine culturale o amministrativo dei capitoli di spesa. studiosi; e studiosi di quelle antichità medievali che le tendenze sto
Non si può, certo, dire che questa fosse la soluzione migliore, riografiche del tempo pregiavano a preferenza di altri argomenti. E,
anche se il Bonaini si mostrava ottimista circa la possibilità di un'ar insieme, la volontà di stimolare negli allievi quella << speciale dispo
monica applicazione del suo progetto. Ma per lui essa era, in certo sizione >> che il Bonaini riteneva indispensabile formare nei conserva
modo, il male minore, scelto nell'intento di salvare il salvabile · ten tori delle fonti documentarie, per farne studiosi consapevoli della
ta�do, maga�i, di fare di quella cultura una funzione privil�giata, propria responsabilità professionale nei confronti della ricerca sto
nel confronti della quale l'altro ramo del servizio avrebbe assunto rica 47 •
una posizione di supporto organizzativo, utile, ma, in definitiva,
subordinato e finalizzato al primo. Tuttavia, anche questo intento del Mamiani sarebbe rimasto senza
attuazione. Di li a tre mesi, nel marzo 1 8 6 1 , egli si sarebbe dimesso,
Sotto questo profilo, la prima parte della relazione ha meno im
dopo aver visto più volte fallire le proprie iniziative politiche. Quasi
portanza e significato della seconda, che è dedicata alla formulazione
di un progetto di « scuola magistrale >>, prevista per Firenze, da por
a guisa di rassegnata ammissione della propria impotenza a modifi
care il corso delle cose, al Bonaini che, appena avvenuta la pubbli
re alle dipendenze del ministero della Pubblica istruzione come l'École
francese, paradigma per altre << scuole secondarie >> da istituire presso
cazione dei decreti del 3 1 dicembre, gli aveva scritto ancora una
volta 48, in termini tanto più vibrati quanto più amara era stata la de·
gli altri << archivi centrali >> al fine di insegnarvi << almeno gli elementi
lusione suscitata in lni da quell'avvenimento, il ministro fu in certo
della paleografia, della diplomatica e della storia >>. In questa << scuo
modo obbligato ad ammettere che l'avvenire del servizio archivistico
la magistrale >> - il termine era assunto dal Bonaini come espressio
si prospettava ben diverso da quello che essi avevano vagheggiato, e
ne del concetto di una funzione di guida - il docente di paleografia
che ogni speranza in contrario doveva essere abbandonata 49•
avrebbe dovuto occuparsi anche di sigillografia e di arte medievale,
47 Concludendo il suo scritto, il Bonaini proponeva anche che l'« Archivio sto
<< per le attinenze che può aver co' diplomi >>; l'insegnante di diplo
matica avrebbe dovuto occuparsi anche di numismatica e, soprattutto, rico italiano )> venisse fuso con il « Giornale storico degli archivi», dal quale avrebbe
anche di << letteratura diplomatica, essendovi tante e si preziose rac ereditato il compito di pubblicare criticamente i documenti - come era avvenuto
colte di documenti da formarne un ramo della storia letteraria euro nella prima serie della rivista -, e un « bollettino degli archivi ». Il governo avrebbe
Va detto, tuttavia, ad onore del soprintendente toscano e di quan ghetti che per l'insieme del servizio archivistico prevedeva uria si
ti ne condividevano le idee, che il profilarsi di questa dura sconfitta stemazione del tutto diversa.
ne moltiplicò gli sforzi per evitarla e per capovolgere, nei limiti del Per conseguire il proprio fine, l'azione del Bonaini si articolò su
possibile, la situazione 50• L'efficacia di questi sforzi si sarebbe vista due piani. Da un lato, prestando argomenti ad una accesa polemica
alcuni mesi più tardi, allorché - come si è già ricordato - il go giornalistica contro i decreti del dicembre; dall'altro, sollecitando l'in
verno accolse, in sostanza, le sue tesi ponendo, con i due decreti del tervento di uomini politici, specialmente di esponenti della Destra
25 luglio e dell'8 settembre 1861, l'Archivio di Napoli e i quattro Ar toscana, al fine di ottenere in sede di discussione del bilancio una
chivi dell'ex granducato alle dipendenze del ministero della Pubblic decisione del Parlamento sulla questione più importante, quella di
ca istruzione. Sarebbe stata, tuttavia, quella, solo una mezza vittoria, una funzionale collocazione degli archivi nel quadro istituzionale del
perché i due provvedimenti legislativi non facevano che continuare nuovo Stato.
la politica annessionistica seguita fino allora, in quanto includevano Lo spunto alla polemica giornalistica fu offerto da un articolo ap
fra gli istituti dipendenti dal ministero della Pubblica istruzione Archi parso nel giornale governativo << L'opinione >>, che assumeva la di
vi che, negli ordinamenti degli Stati preunitari, già dipendevano da di fesa dei decreti emanati il 3 1 dicembre, sostenendo la tesi che essi
casteri similari 51• La questione di principio rimaneva ancora impre non avevano fatto altro che recepire nell'ordinamento amministrativo
giudicata nell'uno come nell'altro senso, mentre in Parlamento e nel italiano situazioni già in atto nel Lombardo-Veneto e negli Stati del
l'opinione pubblica si sviluppava il serrato dibattito sul progetto Min- l'Emilia-Romagna. Per di più, secondo quel quotidiano essi avevano
avuto il merito di sanare la sperequazione retributiva esistente fra
gli addetti ai vari tipi di archivi, disponendo che fossero trattati tutti
ormai deve ritenersi come cosa risoluta che essi [gli archivi toscani] passeranno sotto
in modo uguale. Quanto agli archivi toscani, << L'opinione >> riteneva
J-a ·giurisdizione del ministero dell'Interno ». II fallimento degli sforzi del Mamiani era
dimostrato dal fatto che « nel bilancio presentato dal governo alla Camera gli archivi
di poter assicurare che sarebbe stata rispettata · anche in futuro la
sono stati posti sotto la dipendenza del ministero dell'Interno ». Quasi a consolazione situazione in atto al momento dell'annessione.
personale �ell'interlocutore, il Mamiani assicurava di aver ottenuto che la soprinteri� Al foglio governativo rispose polemicamente la << Monarchia na
denza generale sarebbe stata posta, nell'ordinamento di cui prevedeva l'attuazione, zionale >>, rimproverando al governo di aver ceduto alle pressioni
alla diretta dipendenza del ministro.
dei burocrati, che perseguivano i propri intenti centralistici a dispet'
50 Nell'ambito di questi sforzi va coilocata anche l'insistenza del « Giornale sto
rico degli archivi toscani » - rivista diretta, com'è noto, dal Bonaipj - nel riferire
to del programma decentratore patrocinato in quei giorni dal Min
puntualmente e nel valutare, magari polemicamente, tutto quanto avveniva negli Ar� ghetti.
chivi del Regno e in quelli del Veneto ancora ir.redento (cfr. A. PANELLA, Francesco Nella polemica intervennero la << Gazzetta del popolo >> 52 e -
Bonaini e l'ordinamento... cit., pp. 89�98). I decreti del dicembre furono dura. non a caso - << La Nazione >> 53, quest'ultima con un articolo nel qua'
jnente biasimati anche dal deputato emiliano Luigi Carbonieri, che nel volume Della
regione in Italia (Modena 1861, pp. 254-255) li definiva « dimostrazione di un amore
le si sente chiaramente l'ispirazione del Bonaini, di cui riprende le· te
�ccessivo all'incentramento, che tutti condannano, compresi i ministri attuali ; dei si principali. Per la torinese << Gazzetta del popolo >> i decreti del di
quali, però, in pratica, niuno fu mai più accentratore in Italia. I loro progetti, infatti cembre erano in piena contraddizione con la direttiva politica perse
tendono a complicare i legami governativi, o"-subgov·ernativi, o subsubgovernativi an� guita dal ministero in materia di archivi, specialmente là dove, mentre
cara »; _e riteneva inconcepibile la formazione di una « nuova catena sotto una dire.
aveva dato incarico al Bonaini di articolare per gli archivi emiliani
zione generale dipendente dal ministero » (Sul Carbonieri, e sulla sua polemica con
tro la direttiva politica centralistica, si vedano I. ZANNI RosiBLLO I moderati emilia strutture simili a quelli della Toscana, li sottometteva, poi, al mini
pi... cit., pp. 87 ss.; F. MANzOTTI, Il progetto Farini-Minghe;ti sulle regioni e stero dell'Interno, il quale ne avrebbe diretto l'attività secondo fini
le _osservazioni di Luigi Carbonieri, in Il risorgimento e L. C. Farini, II, -1960, pp. diversi da quelli culturali, riconosciuti implicitamente validi con la
929-941; In., L'ultimo Farini, in « Rassegna storica toscana», XI, -1964, pp. 23-47). precedente iniziativa. Al giornale i decreti sembravano, inoltre, an-
51 Per Napoli era stato deciso in- tal senso perché quell'Archivio sotto il Regno
borboniCo dipendeva dalla divisione che in seno al ministero dell'Interno trattava
_gli affari culturali. L'Archivio di Palermo e gli Arohivi provinciali di tUtto l'ex-Regno 52 Con l'articolo anonimo intitolato Troppa fretta, apparso nel numero del 2
febbraio 1861.
53 Con l'articolo, anch'esso anonimo, intitolato Gli archivi del Regno, pubblicato
delle due Sicilie erano stati sottoposti invece al ministero deli 'Interno perché, spe
_
ctalrilente i secondi, considerati organi dell'anuninistrazione locale (L. SANDRI, Gli ar·
chivi dello Stato.. . dt., p. 419). nel numero dello stesso giorno.
J
72 Arnaldo D'Addario Gli archivi -nello Stato unitario 73
che inopportuni, come quelli che sacrificavano la natura più vera del za >>. Al pari delle biblioteche, dei musei, delle accademie, gli archivi,
lavoro archivistico, e con una deliberazione presa, per di più, senza quali << monumenti letterari e mezzi di studio >>, non avrebbero potu
l'intervento del Parlamento. L'articolista auspicava che la saggezza to dipendere << razionalmente >> se non dal ministro della Pubblica
dei rappresentanti del popolo rivedesse le norme emanate con quei istruzione 55•
provvedimenti, così come tutti gli altri atti legislativi di simile tenore, A queste considerazioni altre ne seguivano sulle particolari caratte
le cui disposizioni dovevano, invece, essere valutate attentamente, ristiche scientifiche del lavoro archivistico, le cui premesse e la cui
nelle loro premesse storiche e nella validità dei loro aspetti partico trama operativa erano << materia troppo aliena dalle abitudini buro·
lari, attraverso un dibattito parlamentare. cratiche, [ . .. ] troppo eterogenea alle faccende ordinarie di un mini
Più vivace negli spunti polemici e più documentato nell'argomen· stro dell'interno, [ .. . l attinente di per se stessa alle più omogenee abi
tazione, l'articolo su << La Nazione >> accusava esplicitamente la bu tudini di un ministero [ ... l che abbia lo scopo di promuovere, non di
rocrazia, << nelle cui mani è riposta esclusivamente l'amministrazio· amministrare, gli studi e l'insegnamento >>. Ciò premesso, l'articoli·
ne >>, di aver forzato la mano al Minghetti 54 al tal punto da indurlo sta passava a delineare la struttura ottimale interna di ogni istituto
a controfirmare i due decreti, considerati dall'articolista << la negazio archivistico, che avrebbe dovuto avere autonomia di programmazione
ne assoluta del principio decentralizzatore professato [dal ministro] della propria attività scientifica, sotto la direzione di uomini dalla
come la base angolare dell'ordinamento del Regno >>. Tanto più che, << reputazione letteraria >> e forniti di titoli tali da essere additati << al
<< sotto le apparenze di una mera esigenza amministrativa >>, essi, << al· rispetto di quanti sono i cultori delle isteriche discipline >>. Compito
l'infuori della intenzione del ministro sacrifica[ vano ] una parte pre· del governo, << se vuole davvero giovare alla cnltura dell'Italia >>, do·
ziosa di locale amministrazione alle tendenze invaditrici della buro· veva essere quello di stimolare una tale attività, mediante l'azione
crazia ». di un ministero tecnicamente capace, che suscitasse << una nobile e
Se, però, nel rilevare queste contraddizioni, << La Nazione >> ripren mulazione >> fra gli archivisti e spendesse il denaro pubblico non per
deva gli argomenti comuni agli altri quotidiani, il giornale fiorentino creare impieghi nuovi, ma per << promuovere le pubblicazioni d'in·
poneva anche, risolutamente, il problema della natura e della finalità ventari, di regesti, di documenti >>, nel rispetto del << modo di esse
culturale del servizio archivistico, adottando una tematica chiaramen re >>, delle << tradizioni >>, dello << speciale ordinamento >> di ciascun
te riconducibile alle idee del Bonaini; questi è citato espressamente archivio.
come riorganizzatore degli archivi emiliani , e ne vengono ripresi i All'efficacia di questa polemica giornalistica e - come si è già
motivi polemici più caratteristici. detto - all'intervento del Ricasoli il soprintendente toscano attri
Secondo l'articolista, se gli archivi fossero considerati quali << cor buì 56 il prevalere in seno al governo della direttiva seguita nel luglio
redo [ . .. ] ai [ . . . ] rami del pubblico servizio, cui l'occhio profano non e nel settembre ponendo gli Archivi di Napoli, Firenze, Lucca, Pisa
deve giungere >>, essi non sarebbero che << monumenti della paperas e Siena alle dipendenze del ministero della Pubblica istruzione e, in
se >> di cui qualunque ministero potrebbe curare la conservazione. particolare, lasciando invariata la situazione archivistica toscana an'
Se, al contrario - come è opinione del giornale -, venissero consi che dopo che venne a cessare ( 1 4 febbraio 1861) l'autonomia ammi
derati << depositi di tradizioni e di storia [ . . . ] inseparabili dal paese nistrativa del territorio ex-granducale.
cui appartengono >>, essi costituirebbero uno fra i più preziosi beni Altro motivo valido a quel fine parve anche, al Bonaini, l'insorge·
culturali della nazione; << appartengono al pubblico >>, e al governo re della polemica sul decentramento, che sembrò consigliare un con-
può, al massimo, competere su di essi << una mera tutela e sorveglian-
55 « Far dipendere questi rami del pubblico servizio dal ministero dell'Interno è lo
54« Noi avremmo durato fatica » - diceva - « a credere che quei decreti fossero stesso che ridurli alla gretta e meschina proporzione delle faccende ordinarie di po
lizia e di governçl, [ ... ] è lo stesso che prendere per fiaccola lo spegnitoio ».
56 « Il giornalismo fu ottimo strumento per combattere quel decreto e per arre
davvero sottoscritti dal ministro Minghetti, se non sapessimo per prova che governo
e amministrazione sono due cose separate e distinte, e che, comunque eccellenti e
arChivi accaduti dopo il 1860 (nella lettera del 20 marzo 1863, in ASF, Archivio della
buone siano le idee del governo, ci voglia assai tempo e accorrano lunghe fatiche starne gli effetti », scriverà al Galeotti facendogli la cronaca degli eventl ll"elativi agli
prima che si possano vincere certe antiche abitudini e prima che il governo giunga
a dominare la burocrazia, nelle cui mani è riposta esclusivamente l'amministrazione ». soprintendenza, 86, ins. 5).
"
,,
74 Arnaldo D'Addario Gli- archivi nello Stato unitario 75
gelamento delle 'situazioni in atto, favorevoli, nel caso di Napoli e pendenze dello Stato, sl, ma alle dipendenze del ministero della Pub ·
St�ria _4�lt4 l�gislaziotJe piemontes� st:tgli enti _locali dalla #ne de.ll'antico regimp al origini dell'ordinamento comunale . cit., I, pp. 332-337; E. PASSERIN D'ENTREVES,
..
chzu4e.rsz. dell età c4vouriana- (1770-1861), voli. 2, Venezia 19.62. Probletni . delt'unificazio_ne _italiana _ _(1860-1865), in « Quaderni- di cultura e storia so
�er n ·. � di at?to avvenuto _ alla, Camera sul testo di quel progetto si vedano gli ciMe )), 1953, pp. 232-235; E. RAGIONIERI, Accentramento e autonomia nella storia
dell'Italia unita, in « La Regione », n.s., X (1963), pp. 12-13_; In., Politica e ammini
_59
strazione .n,ello Stato -unitario, in Problemi dell'unità- d'Italia._ Atti del II convegno di
attt xwubblicatt._m !l Parlamento .dell'unità d'Italia (1859-1861). Atti.- e documenti
4ella Camera dei deputati .. cit., vol. citato.
.
k:: .fl! G:._, �. GIO_RGIN!, La centrali��azio�e. I d.�creti d'ottobre e le leggi amministra� studi gramsciani, Rom� 1962, pp. 338-346.
Il progetto Minghetti venne ritirato formalmente il 22 diceml?re 1861.
.
·
�anducato, -� un saggio sulla storia di quella istituzione; scritto am Da Torino, il Galeotti si offd subito pronto a far sue le tesi del
piamente cntlco dei metodi con cui le carte erano state ordinate nel Bonaini non appena le circostanze lo avessero permesso Ciò sa 65 •
passato, e favorevole ai principì che avevano animato il Bonaini nel rebbe accaduto nei primi mesi del 1862, in sede di discussione del bi
l'=odernarli 62• Al parlamentare toscano il Bonaini inviò, il 3 mag lancio 66• In quelle sedute, il governo giustificò quanto aveva fatto
�io 1�6_1 ''. un v<;>lum}t;oso pacco di documenti e di estratti da giorna l'anno prima, con i decreti del 25 luglio ed 8 settembre, adducendo
li e nviste ,,, affmche il Galeotti - come dice l'annotazione fatta al a motivo del diverso trattamento fatto agli archivi di Napoli e della
l'inzio dell'elen�o -, << �ella sua qualità di deputato al parlamento, Toscana, da una parte, e a quelli restati alle dipendenze della direzio
potesse avere_ p1ena cogmzwn . e ne generale di Torino dall'altra, la distinzione tra archivi <<storici>>
67,
dei fatti concernenti gli archivi, men
tre pendeva Irresoluta la questione sulla loro dipendenza dal mini e archivi << amministrativi >>; distinzione che venne sottolineata anche
stero dell'Interno o dall'altro dell'istruzione pubblica >>- dal Galeotti nella relazione sul bilancio preventivo e venne accolta
La _scelta di quelle pezze d'appoggio era stata fatta in coerenza con dalla Camera, nella seduta dell'l l giugno, con una deliberazione che
le t�s1 care al Bonaini, delle quali si chiedeva al Galeotti di farsi so metteva al sicuro l'avvenire degli archivi toscani e di quello napole
sterutore alla Camera, al momento della discussione sul bilancio. Si tano, anche se lasciava in sospeso il problema più complesso e più
allegava - � dimostrazione dell'efficienza e dell'esemplarità di una grave, della definitiva riorganizzazione su base unitaria del servizio
struttura e di un metodo di lavoro che si auspicava fossero estesi a archivistico nazionale 68 •
gli archivi amministrativi, onde avvenne che in forza dei regi decreti del 25 luglio
L._ ..
e dell'S settembre 1861 gli archivi di Toscana e di Napoli vennero posti sotto la
•
62 GA
�? � T r, L'Arc�i io centrale di Stato in
� Firenze nelle sue relazioni con dipendenza del ministero della Pubblica istruzione [ . ] e crede che tale distinzione
glt gudt stortct, � « Archivio storico italiano », n.s., II (1855), parte II, pp. 61-115. sia un primo passo per meglio ordinare la faccenda degli archivi e per semplicizzar
ASF, AYchwto - della soprintendenza,
86, ins. 2. ne l'amministrazione. Approva, del pari, che, invece di centralizzare l'amministra
64
In t_utto, q�aran�adue pezzi; essi sono descritti analiticamente nell'elenco zione dei diversi enti o istituti cui si riferiscono i paragrafi sopra indicati [il V e il
, _ che
c?rreda l mserto, il cut amp10 testo evidenzia di ciascuno il significato VI, che si riferivano alle accademie, corpi scientifici, biblioteche, belle arti, archivi],
. ·
e l'utilità ai
fm1 che il Bonaini si prefiggeva. sia stabilita una diretta dipendenza di essi dal ministero, senza altre direzioni inter-
78
Arnaldo D'Addario
Gtt ·àfchìvi n-ello Stato unitario
La discussione sul bilancio aveva, in certo
modo, ufficializzato l'a
dozione del criterio di distinzione tra le
fonti archivistiche sulla ba· blica istruzione nell'ottobre del 18?1, .co� il corredo di U:� l';illgo �
se della prevalenza di un interesse cultu rapporto inteso a render· ragione del cntetl che ne avevano 1sp1rato
rale nella loro utilizzazione .. w
Le premesse di quella scelta politica posso la formulaz10ne
.
.
no riconoscersi nelle ·con, ·
. .
elusioni raggiunte in sede dottrinale dallo . Questo documento è una delle più significativ:' espress10ru de1 pen
stesso Bonaini in un rap
porto inviato al ministro della Pubblica
istruzione il 7 novembre. siero archivistico di Francesco Bonaini, .tutto �ce?-trato co�"e suÌ
1861 , a commento della bozza di un decre · ·
gli aveva chiesto di preparare al fine di bene culturale della nazione, dalla << grandezza >> de a st�tla · che es
precisare i compiti istituzio
nali e la posizione amministrativa dell'A
rchivio generale del Regno, se contribuiscono a documentare n. Da questa cons!d<;razwne �on - ll
dipendente dal ministero dell'Interno 69
• Nel suo argomentar
e, e nel iva per lui il << dovere >> . incombente ";ilo .sta�o, . a1. c?mum, a e
testo legislativo proposto, il Bonaini riten
ne possibile una distinzio-, � rporazioni, ai privati, di conservare ordin.ati fli archivi e, soprat
!
ne di fondo fra il materiale conservato
nell'Archivio generale di To tutto l'obbligo di << permettere che la stona s avvantaggi �e doc
,
ll
rino - l'antico archivio di corte - e
le carte custodite negli altri mentÌ che vi sono serbati >>, rendendone libera la onsultaz.wne a�
�
archivi esistenti in Italia. Il primo istitu
to veniva esaltato nella sua studiosi 72, In più, allo Stato incombeva l'onere e l ono�e ?i d e d :r
funzione di conservatore dei document tal campo un esempio efficace, procur�ndo �< �he non. sl disper .a a
i prodotti dagli organi centra
li dello Stato unitario, definendolo << il solo depo incauti possessori una proprietà che gli ';'Offil?I volg.atl non pregiano,
sito dei documenti
del Regno italiMo >> e facendo al suo perché la vedono figurare soltanto nel bilanc.lO passi�O >>
. direttore << una larghissima •
atti di alto interesse dinastico e Connesso al concetto dell'importanza stotlca degli ar�hlvi :ra! n�
politico . . Gli altri, considerati << meri depo ·
siti di memorie storiche >>,, pensiero del Bonarm ' · , l'idea del diritto competente agh studwsi, di
venivano, in apparenza, quasi declassati ·
nei confronti di quello, ma, essere ammessi senza alcuna limitazione a comp�· ere 1e 1oro. ricer� h.e
in •definitiva, privilegiati sul piano cultu fra Ie carte 73, e del conseguente obbligo
. . .
rale ·- che più di ogni �ltro professiOnale degh ar:hivi-
importava al Bonaini -- .
. , preannunciando per essi una legge gene sti << di aiutare con acconci lavori .il rmve;umento. delle mem?ne, la
rale'
che . li , avrebbe collocati alle .dipendenze
diverso trattamento previsto per i due
della Pubblica istruzione . Il
.
ca�sazione delle diverse serie e l'!llustrazwne de! docum tl >>.
.
Al
d}
ripi di archivi era, appunto, fine di promuovere un organico, efficace, ademp1ment ?. qu<;st�
motivato dal mutato angolo di visuale
da cui" le carte potevano esser' funzioni, il Bonaini proponeva un'articolazione del servizio archivi-
valùtate: archivio vivo, quello di Torin
o; archivi morti, ai fini ·po-1
litici ed amministrativi contingenti, gli
altri, la cui documentazione
si era esaurita nel 1 859-60, con il conc 70 ii testo è Pubblicato -d; À. PANELLA, Francesco Bonaini e l'ordinamento ... cit.,
luder si della autonoma storia
regionale . Enunciando questo criterio disti PP. 200-205 .
ntivo, il Bonaini aveva com . : Era stato
. . .
richiesto- al Bonai_ru dal n;urustro De Sanctis..
piuto anche un passo avanti rispetto ai -
1i <�:Considerando » .
concetti espressi nella relazio-: dice il primo articolo della proposta d1 legge - « eh� gli.
archivi italiani contengono il prezioso _ depostto e
delie memori .d'una .
_
ne inviata al Mamiani nel 1860 , quan - •
stico atta a comporre armonicamente le due istanze diverse - l'ac Anche questo progetto, però, non ebbe, almeno per il momen �o,
cent.ratr�ce e !a dece�tratrice .- �he costituivano in quel momento seguito alcuno, quantunque abbia un no:ev?le valore come � � �
s r �ssJ
storJco l term1ru. dell acceso dibattito sulla formazione delle strutture ne di una viva coscienza delle esigenze v1tali del lavoro arch1v1 st1co .
amministrative del nuovo Stato. Unica, nei suoi principi informatori, Tuttavia, anche se per un pezzo non si parlò di r: golame ntazion e ge
avr�bbe do;ruto essere la norma generale, valida per tutti gli archivi; nerale, il Bonaini poteva ritenere di aver conseg uito un certo succes
. .e nel set
articolata, mvece, nel suo autonomo elaborarsi, la metodologia del so, dopo quanto era stato deciso dal governo nel lugho . ne am
lavoro scientifico professionale 74• Questo sarebbe stato svolto con tembre 1861 e dalla Camera nel 1862, tutelando la posJZw
maggiore aderenza alla realtà storica documentata dalle carte se ef ministrativa conseguita dagli archivi di �apoli .e d�ll� :r" osca.na, e
fettuato n_ell'a�b.ito �errit�ri:ùe della giurisdizione di più Soprinten lasciando ancora impregiudicat a la questio ne d1 prmc1p 10, d1 una
d��e regwn�� ' 1 c:u. �onf�m av�ss�ro coinciso con gli ambienti sto strutturazione del servizi o archivi stico che ne ricono scesse o ne ne
rJcl, econom1c1, �olit1c1 nel quali sJ erano svolte le vicende del pas gasse l'una o ]'altra delle funzio ni essenz iali circa le quali vertev a la
sato che le font! permettevano di studiare 75• La sua esperienza di polemica. . . .
studi?s.o faceva in�atti avvertito il Bonaini della esigenza di libera Ma a dare il senso di quanto fosse tuttora precana la sJtuazwcitne
creat1v1ta, che ogru buon archivista sentiva - e sente sempre - di fat�o conseguente a quei provvedimenti legislativi e a�e �mpli_ t;
quando �perava - ed opera - sulle carte per ordinarie e descriver prese di posizio ne politica, int :rvenne ro. ben presto le dich1ar �z!on�
le, comp1endo un lavoro che non può essere fecondo di risultati se fatte alla Camera il 14 febbraiO dal Mmghettl nella sua quahta di
non è animato dalla conoscenza del passato in tutti i suoi multiformi ministro delle Finanze 78• Presentando la relazione ammin rat ici, istrativ a al
aspetti. D� 9ui !:accettazione del centralismo sul piano delle strut Parlamento, egli riprese ancora una volta le . su.e tesi comu �l l �ecent
ture a�m1strat1ve ma anche la proposta del criterio di ampia au sostenendo l'opportunità di << dare alle provmc1e �d a1 . _ e d�altn�
tonomia m tema di! lavoro professionale. A questo lavoro avrebbe cura delle opere pie; fors'anche [ ... ] una parte degli arch1v1 _ re »,
dovuto essere garantita la conservazione di una coerente unità del istituti i quali sogliano comprendersi nel!'ins.egnam�nto superw
l 'ambiente storico dal cui farsi politico, amministrativo' economico, e di questo progetto adduceva una motlvazwne di fondo i,checonce non
avevano avuto vita i documenti conservati 76• poteva non ridestare preoccupazioni in : � 0i ome il Bonain . ne dr:
piva ]'attività scientifica svolta dagli archrv1st1 �01:'e una funzw _
74 !ito!o I,_ comma 1: « Tutti gli archivi [ ... ] dipendono dal nurustero della
interesse generale piuttosto che particolare_. Pnncrl;'ale . preo�c�,pazw
Pubblica tstruzmne, per quel che concerne alla loro oons:etvazione e ordina-mento »" ne del Minghetti era quella di evitare che, m matena dr arch1v1 nuoe
comma II_: « Ne dipendono direttamente gli archivi del governo ». Norme speciaÌi vi << esorbitanti >> carichi ricadessero sulle finanze dello co�fi Stato;
sono prevtste �e: regola�: l'e��cizi? . d lle attribuzio�i �pettanti secondo il pro p�r conseguire q�ello scopo egli ritenev a che si P ?,tesse .dare
getto de! Bonamt - a pm mtrusten msteme tn matena di archivi notarili giudiziali
� . _
rma (per gli archiVI del Ptemonte e della Lombardia), a Firenze (Toscana Emilia
Romagna, Umbria, Liguria, Sardegna), a Napoli (provincie meridionali continentali 77 Delle proposte enunciate nel secondo titolo fu tenuto c?nto, in certo �?d? e
M:rrche, « territorio del ?ià principato di Benevento» ) e a Palermo {Sicilia). Le so.' in qualche misura, nel 1875, quando furono istituite le Sopr�tendenze a�v�sttche
prmtendenze sono « �rd�na�e per il g verno degli archivi » compresi nelle regioni regionali, incaricate di funzioni direttive simili a quelle pre�tste dal �onatru, con
la competenza in materia scientifico-profession�le, � scelta e dt . P.reparazt?n: del per:
?
. e; corrispondo
sottoposte alla loro gmrtsdtzmn no direttamente col ministero. Fra le
loro competenze. �r�cipali il Bonaini elenca la direzione delle scuole, la promozione sonale, di promozione e di guida del lavoro dt ordinamento e dt mven.tartazlOne _negh
del lav�ro ar��vtstlco, la conc ntrazione degli atti ancora dispersi nei depositi di archivi dipendenti. Questi organi intermedi tuttavia, .sarebbero sta!1 soppressi . col
� �
pendenti, la VIgilanza sugh. archtvi non statali. decreto del 31 dicembre 1891, nel quadro dt una ulteriore accentuaziOne della dtret·
_76 Se l'idea delle Soprintendenze era -buona, discutibili sono invece i criteri adot tiva centralistica anche in fatto di archivi.
tati d� Bonaini nella specificazione dell'ambito territoriale delle lo;o competenze. 78 A. PANELLA, Francesco Bonaini e l'ordinamento.. cit., pp. 199·200; le di:
.
Anche il �aneli�, guardando specialmente a quanto nel progetto si dice della Soprin chiarazioni del Minuhetti furono commentate dal Bonaini nel « Giornale storico degli
tend�nza fto.�entu;a,_ parla {�rancesco B naini e l'ordinamento... cit., p. 205) di « pre archivi toscani», v'h {1863), pp . 73·74, in una nota sulla Dipenden�a d�gl� archivi,
�_
enzt�ne regtona.listtca » e dt ·« troppo rtgtda nella quale riassumeva le considerazioni già fatte nei documenti. conftdenztali che sa·
l ambito geografico.
� squadratura storica » usata nel delinearne
ranno qui di seguito esaminati.
83
Gli _at·chivi nello Stato unitario
82 Arnaldo D'Àddario
mancar di solleci
Il soprintendente toscano non volle, tuttavia,
l'onere della conservazione e dell'ordinamento delle carte che -già parlam entare e govern ativa ispirandoli
tare altri interventi in sede
studiavano per amore della << loro terra natia » vecch i e nuovi , esposti nei due ampi do
con l'apporto di argomenti
. Quest� �innovata proposizione di tesi decen;ratrici non costituiva; e di ragioni >>) che inviò, l'uno, al Ga.
cumenti (<< esposizioni di fatti
di pe� se, !l solo probl;m.a nodale riguardante il futuro degli archivi. leotti, il 20 marzo 83, e l'altro, all'Amari, il 25
84• E ancora, il 4
Nel bilancro del 1863 , infatti, le spese per l'Archivio di Napoli fi. stare contro quel
aprile, si rivolse nuovamente al ministro per prote
che era avvenuto in Parlamento quando - il 27
�ravano ancora fra q_uelle del ministero dell'Interno 80, quantunque marzo - cioè in
il decreto del �5 _ lugho 1861 avesse collocato quell'istituto alle di della Camera della
data successiva all'avvenuta conferma da parte
pendenze del trumstero della Pubblica istruzione 81 della Pubblica istruzio
dipendenza dell'Archivio di Napoli dal ministro
Il ripetersi di questa duplice mioaccia rinnovò �el Bonaini lo zelo Cantelli sul bilancio
ne - era stata pubblicata la relazione dell'an.
della contestazione, inducendolo a mettere ancora una volta in al Archivio vi era ancora
dell'Interno senza rilevare che quel Grande
larme le personalit� della politica e della cultura che appoggiavano dal ministero; avveni
una volta elencato fra gli istituti dipendenti
l<; sue test, mentre m Parlamento era relativamente facile al Galeotti come significativo di
mento che il Bonaini insisteva nel considerare
ncorda_re ai c_olleghi .- _il 19 febbraio 1863 - che quando alla Ca
una tenace direttiva politica 85 , nonostante le
assicurazioni in con
mera �1. er� dtscusso il bilancio del 1862 erano state anche approvate
trario dell'Amari ".
le dec1s10m pres: dal governo in materia di archivi; e, a conclusione
del nuov� dtbattlto, aveva ottenuto agevolmente che fosse conferma
Fran�
ta la deliberazione già adottata l'anno prima " 83 ASF, Atchivio della
sopl'intendenza, 86, ins. 5; riassunto da A. PANELLA,
ne assegna la stesura al 1865 .
cesco Bonaini e l'ordinamento ... cit., pp. 206-8, che rio
79 E. Lonoum, I bilanci... cit., estr.,-pp. 27-29. 84 Ibidem. L'invio di questa
memoria fu preannunziato dal Bonaini al segreta
80 � �< Giorn le storico degli archivi toscani >>, VII (1863), p. 71, una nota su ministero, Giulio Rezasco, con una lettera del 24, nella quale affermava:
?lz archzvz. �osc.an_�t e il bilancio del ministero della Pubblica istruzione- sottolineava
• Ne generale del
za teputo debba farsi ».
di avervi detto « quello che nella mia coscien
episodi o il Bonaini scrisse anche al R.ezasco e al
Galeotti (ibidem, lettere del 4 aprile). Al primo
e contraddmom �erenti a questa situazione, anche se accettava la distinzione, pro 85 Ibidem. A proposito di questo
.
posta dalla _ c,?mmtsstone relatrice sul bilancio del 1862, « fondamentale e razionalis diceva di temere « che ministero e
.
suna- che P"?� e d�ve es�e� trat�a ad ulteriori conseguenze, fra gli archivi puramente erno voglian o strappa re gli archivi dal ministero del
relatori del bilanCio dell'Int
�ttvz e gli a:_chzv: _st�rz�t, d1v�uti in Italia subietto di peculiare amore per
, _ . . Camer a »; al secondo chiedeva dl vigi
l'Istruzione, burlandosi del voto stesso della
la proPosta Cantelli [ ...] quasi
an:mmt�tr
gh studiosi delle storiche discrpline e di ammirazione per gli stranieri >>. malizio sament e non si faccia approv are
lare « perché
81 A Mtehele A�arr, mtrustro della Pubblica istruzione, il Bonaini osserverà -
. · · ·
ò col bilancio dell'Istruzione », e aggiun
in deroga di quello che la Camera sanzion
.
�!prendendo �
un t?otlvo po emico già espresso altre volte - che non si trattava di geva: « carissim i deputati, pensat e sul serio a far cessare queste gherminelle che sono
� .
e�rore ma . mdirett� �a�estazione della « speranza non mai abbandonata diù mi cagione di tanto scontento! ». Il Galeotti (lettera
del 7 aprile, ibidem) gli fece notare
rustero dell !nter�o di rt amare, alla prima occasione favorevole, sotto la sua di
� nella sua risposta che egli aveva equivocato,
perché il Cantelli si era riferito ai de
. gennaio 1862; ma il Bonaini restò del
pendenza gli archivi toscaru e quelli di Napoli » (Relazione del 25 marzo 1863 '· m · creti emanati il 31 dicemb re 1860 e il 10
�
AS Archivio della soprintendenza, 86, ins. 5). _ _ suo parere e, pur non replicando, annotò - il 9 aprile - sulla lettera ricevuta: « I
Lettera del c;;-rueotti al Bonaini, del 15 marzo 1863 (ASF, Archivio della so decreti che cita il Galeott i non fanno al caso. Non gli replicai perché volli evitare
. d'altronde non mi parve dicevole il
przn_tendenza 86, ms. 5): « Co� poca fatica, com'hai veduto, abbiamo vinta la bat una disputa per se stessa irrilevante e perché
contendere troppo col Galeotti, che ha contrib
! uito tanto a difendere questa istitu�
t�glia che st prep�ra;ra �anto mtorno all'archivio quanto intorno all'Istituto supe
.
riore. S?ueste.--due Istltuzroru sono state salvate. Ma mi ci è voluta una diplomazia
_ chè con ciarle spesse volte inutills im_
: . zione ».
· 1863 (scritte dal Rezasco a no
���� Lettere del 28 marzo (autografa), 2 e 7 aprile
sopraffma, colla quale sono rrusctto nteglio
I� d 86
me del ministro), ibidem. II ministro si impegn
testo della deliberazione diceva: « La commissione �el decorso anno lo ò ava a trattare il problema ·degli archivi
i governativi o legislativi che ac
•
tendimento del gove:no . quando coi reali decreti del 25 luglio e 8 settembre del
con il collega dell'Interno, « per quei provvediment
1861 pose sotto la dipendenza del ministero dell'istruzione pubblica 1 grandi" areh"lVI·
·
corressero per conservare degnam ente le sorgenti della nostra istoria e facilitarne lo
di Napoli .e di F"rrenze, che contengono- preziosi documenti della storia del nostro
_ studio ».
pa:se, e lodò pure che st fosse p�st� la distinzione fondamentale e -razionalissima, che Bonaini l'emanazione (29 luglio
Nuovi timori in tal senso avrebbe destato nel
p_uo e deve esser trat�a -a�.
ult�rmrr-.conseguenze� fra gli archivi puramente ammini
1863) dei quattro _decreti con cui l'Amari fissava l'organi
co dei soli Archivi di Firenze,
. . . .
stra'!vr e gli -archi.�t · tsto:rc�, ?J
venuti in Italia subietto di ·peculiare' ari:lote per_ gli
Lucca, Siena e Pisa (che erano applicativi della nuova pianta preparata- per gli Archivi
��diosr .cJt:lle
. .
lstorrche discrp � _'
e d ammirazione per gli stranieri. Quindi non si
toscani, dal suo predecessore Matteucci, jn sede di ela.borazione del bilancio 1863),
gJung� ad mte�d�e come tal� utolo -eU :;;pesa anche in questo anno sia riprodotto nel la soppressione della Soprintendenza.
del miDlstero dell'Interno, in cui nulla ha da. vedere �>.
inducen dolo a ritenere che fosse in program ma
_
bilancto
84 Arnaldo D'Addario 85
Gli archivi nello Stato unitario
Il contenuto e. il tono dei tre interventi vanno messi in relazione
tenuto. Nel secondo discorso, infatti, il m1rustro prevedeva che la
con quanto avveniva alla Camera tra il febbraio e il marzo, ma an
<< cura >> - termine con il quale, secondo il Bonaini, si adombrava
che con le incertezze affioranti nella dichiarazione degli stessi suoi il concetto di << superiorità >> e di direzione del servizio - degli
amici. Il Galeotti, infatti, pur dopo aver scritto la lettera del 15 archivi fosse attribuita proprio a quelle provincie ed a quei comuni
marzo con l'annuncio del successo conseguito alla Camera, già nel che nel 1861, lo stesso Minghetti aveva giudicato incapaci di assu
l'altra del 22 successivo - con la quale comunicava di aver ricevuto me;si sia pure il solo << carico delle spese >> p�r i medes�i istit�ti,
la memoria speditagli il 20 - usava espressioni piuttosto dubitative, considerandoli a tal punto impreparati a quel fme da fargh prefenre
ammettendo - negli accenni che faceva al nuovo progetto Minghet la collocazione degli archivi alle dipendenze dei più complessi orga
ti - che quella << disposizione [ . .. ] non potrebbe applicarsi se non nismi regionali previsti dal suo programma decentratore. Se questa
[agli archivi] di Pisa, di Lucca e di Siena >>, pur mostrando di rite seconda proposta fosse stata accettata dai politici - obietta il Bo
nere per certo che almeno l'Archivio di Firenze ne sarebbe restato in naini -' ne sarebbe derivata agli archivi una conseguenza ben più
denne. Conclusione, questa, che non poteva costituire, certo, un mo negativa delle altre fin allora combattute, con lo scompaginamento
tivo di tranquillità per chi, come il Bonaini, non si proponeva l'o
del loro servizio, potendosi facilmente prevedere che allo Stato sa
biettivo egoistico di salvaguardare la situazione acquisita dall'archi rebbe rimasta la << superiorità >> sul solo Archiv!o del �egno. .
vio da lui creato, ma considerava soprattutto il problema più gene La polemica del Bonaini è incentrata sulla d1mostraz1one del dan
rale - e più nobile - del futuro scientifico da garantire all'intero ni irreparabili che l'approvazione di quella proposta avrebbe compor
servizio archivistico nazionale 87• tato. << Chi ha veduto >> - egli afferma - << qual trattamento ab
L'importanza del contenuto, insieme alla stima che largamente si biano avuto gli archivi alle mani dei comur�i può f�r�i nt;'ide� de�o
tributava al loro autore, meritò soprattutto ai due documenti del 20 .
stato miserabile a cui venner condottl, degli spurgh1 uraz10nal1 e m
e 25 marzo l'attenzione dei destinatari; in qualche misura, essi riu discreti dei furti dei migliori documenti e di quanto di peggio possa
scirono almeno a sventare le manovre intese a modificare in senso idearsi ;, · e conclude questa parte del discorso con una previsione
negativo la situazione in atto. Tuttavia, al di là della loro contingen
te efficacia, essi hanno un valore ancora maggiore come espressione
p
affatto essimistica: << Dati gli archivi alle provincie e ai comuni, fi
.
nirà quel poco di vita che si è procurato d'infonder loro >>. Negatlva
delle idee che, in polemica con gli avvenimenti, il Bonaini ebbe mo è stata, nel suo giudizio, anche l'esperienza fatta ne�li �rchivi comu
do di enunciarvi in materia di organizzazione del servizio archivistico, nali e dipartimentali della Francia, quantunque la d1rez1one ne fosse
nonché di conservazione e di studio delle fonti documentarie . Pen affidata di preferenza ad allievi dell'École des chartes. E non c'è nep
sati e scritti, come furono, quasi contemporaneamente, essi possono pure da sperare che in Italia << l'emulazione o il punto d'onore tm
essere assunti come un unico testo, i cui contenuti si articolano in provincia e provincia, tra comune e comune, ne po�rà molto sull' a
modo simile, anche se il tono è diverso, caratterizzando maggior fa .
nimo di quegli amministratori >>. L'esperienza fatta m Toscana e m
miliarità la memoria rivolta al Galeotti, espressioni più contenute Emilia gli ricordava tanti episodi di noncuranza verso le carte, di
ed ufficiose quella indirizzata all'Amari, il cui testo è, per di più, disservizio di danni gravissimi arrecati al servizio archivistico dalle
maggiormente ampio e circostanziato ". Ricordati gli aspetti più si autorità !�cali: qui, un impiegato inetto assegnato all'archivio per
gnificativi della polemica sviluppatasi a proposito degli archivi dopo liberare altri uffici dalla sua incomoda presenza; là, il carico di man
l
l'unità, il Bonaini si impegna in una vivace critica delle proposte fat l sioni estranee alla sua professione fatto all'archivista, col risultato di
t,e dal Minghetti in tema di organizzazione del servizio archivistico
nei due discorsi programmatici pronunziati alla Camera il 13 marzo ! distoglierlo, a lungo andare, dalle sue mansioni specifiche; altrove
. :
l.l
il conferimento dell'ufficio di archivista strumentalizzato al fme d1
1861 e il 14 febbraio 1863, e ne rileva la contraddittorietà del con- sistemare in ruolo amici o parenti. Né era lecito credere - come
pareva facesse il Mughetti - che la cittadinanza locale si assumereb
87 Ibidem. Gli replicherà il Bonaini (lettera del 27 marzo, ibidem), affermando be gratuitamente e volenterosamente il carico del servizio archivistico;
che sarebbe stato uno « sconcio » se tutto ciò fosse avvenuto. << ho troppa pratica di questa materia per poter avere convinzioni di
88 i'! da questo testo che verranno fatte le cita7loni relative ai documenti in que· '!
! verse >>, afferma a questo punto il Bonaini, ricordando al ministro
stione. :
l con ampiezza· di particolari (a volte gustosi) alcuni episodi avvenutl
l
r
86 Arnaldo D'Addario 87
Gli :-archivi: nello ·Stato unitario
in Emilia, a Pisa, a Lucca e a Siena, i quali gli hanno fatto . capire piano della ricerca s_tor!ca e del lavoro �rchi�istico che da ess� � ?ran
quanto fosse profonda l'insensibilità delle autorità provinciali e co parte trae il propno mcentlvo. Quest1 flru po�tulan o con�mmta d1
munali verso i problemi organizzativi e culturali degli archivi. consapevolezza del nesso esistente tra le fontJ. della stona locale,
. Per. dare un minimo _di efficienza al fmizionamento di qnesta orga << municipale >> , e la documentazione
�iù vas_t� e comp lessa �ella sto
mzzaz!One decentrata, s1 potrebbe - ammette, tuttavia, il Bonaini - ria nazionale e sopranazionale. Quegh erudifrugando gli�earch1
t1 malam en sl �o�eve
ricorre:e a degli « ispettori governativi >>, che vigilino sull'attività rebbero dalla mediocrità del loro « andar v1 per
svolta m questo campo dagli enti locali. Ma - obietta subito - l'i propria curiosità >>, onde attingere la sfera _degli intere ss� stor� ografi
cm occor re darsl se sl vuole
stituzione di questo nuovo servizio apporterebbe « una spesa sul bi ci .più ampi, connaturali all'« opera dura
lancio dello Stato forse maggiore di quella che presentemente si sop riuscire utili al pubblico negli archivi >>. .
enti cen
porta, perché tra i comuni e governo pagheranno molto più di quello Ancora una volta emergono in questi memoriali glideiargom quali le con
che pagano adesso » ; né, per giunta, si può ragionevolmente sperare trali del discorso archivistico di Francesco Bonaini, soltan to una ne
che il servizio ispettivo sia per assicurare pienamente il supèramento clusioni in tema di organizzazione del serviz io sono
delle tante e gravi difficoltà insite nell'impegno di conservazione del, .
cessaria conseguenza Se, infatt i, egli è contra rio « all'u � ca . direzi one
degli archivi >>, perché mai . « un solo uom ? , anche dottls snno ed e
le carte 89•
essere _autorevole
A questo punto del discorso il Bonaini entra nel vivo della sua sperto >>, potrà « abbracciare tanta mole di cose e dissol _ vnnento del
critica, facendo osservare agli interlocutori che la soluzione del pro presso i suoi collaborato ri >>, si oppon e anche al
blema archivistico non può essere cercata con provvedimenti meta « consorzio [ ... ] dei vari archivi >> attuato conill'oper azione politica
mente struttur_ali; m� è, soprattutto, da trovarsi in una metodologia prevista dal Minghetti, la quale distruggetebbe « fatto nesso più o meno
della preparaz10ne d1 coloro che debbono occuparsi delle carte sul stretto che [essi] hanno tra loro >>, consistente nel i, poten « che le me
piano professionale Sbaglia, a suo parere, chi ritiene che « l'uomo
90• morie degli uni suppliscono alle memorie deg!i altr_ iano . >>.dosi dire
culto, l'erudito, del paese >>, il quale, per lo più, « ha nella mente i che gli archivi reciprocamente s'illustrano e s1 suss1d l'adozio
�?-�ti fatt! d�a storia municipale >>, possa conseguire pienamente . Fatale al progredire della ricerca storica sarebberealtresl
l flm che e ch1amato ad attuare un conservatore di documenti sul ne di una direttiva politica che intendesse conse � amb.eD tl�ond�
rv - se .o�:
pinioni che gli sembrano �iff�se acri�can::ente _ � magg:10n: (Napoli,
n e li polit1
89 « Se si sapesse da tutti quante cute, quante sollecitudini quanta assiduità torinesi - allo Stato la drrez10ne de1 soh Arch1v1ebbe gli altri, co
quanta abnegazione occorre in chi è preposto alla direzione degli � chivi per oi:tene; Palermo, Torino, Milano, Firenze), mentre lascer ndo in tal senso
buoni frutti, e quali i tempi nuovi ed il progresso delle scienze storiche- e lo stesso siddetti « minori >>, alla cura degli enti locali. Operadel s condo ro
bisogno dell'amministrazione richiedono, non cadrebbe certo in mente ad alcuno che si ridurrebbe in qualche maniera la portata negativa danm� f rse �prre
�l'ispettori potessero giovare a tener gli archivi in buon ordine e a rendergli pro getto Minghetti, ma si arrecherebbero u�alme.nte . l font!? stonc?e�
fiCUI ».
. J-�
90 Panella {Francesco Bonain_i e l'ordinamento... cit., pp. 210-213) sotto
parabili alla coerente politica di conse;vazlone d1 eu� �li_ dagli. studio
�ea l'Importa�� di �uesta p�esa dì posizione, che costituisce una costante nel pen italiane hanno bisogno per essere ordinatamente frmbitesi centrale di
siero dd Bonami sugli archivi, c la contrappone alla più diffusa attenzione rivolta �i. Ancora a questo proposito, il Bonaini riprende la
n�gli anni �eguenti agli aspetti organlzzativi dd problema archivistico. « .Dopo di ogni suo intervènto, sottolineando - e con �articolare fmtrm ?rz� nella
lUI » - egli afferma - « per tre quarti di secolo, il problema si è cristallizzato nella ari non solo l'm'Ipo rtanza seca,
vana e sempre risorgente illusione che a risollevare le sorti degli archivi bitsti uri
memoria indi:rizzata all'Am -·
istici cosidd etti
ai fitti storiografici, di ciascu no dei depos iti archiv
passa�gio di mano dall'uno all'altro ministero, qualche riforma di regolamento e di
minori (quali, fra gli altri, quelli di Pisa, Siena, Lucca, Genouto va, Man
orgaruco, scambiando il; fine quelli che per il Bonaini eràno soltanto mezzi per
denza fra il conten delle
attuare un programma Integrale ��; con_ una felice intuizione degli aspetti .essenziali tova, Modena, Bolog na) ma l'inter dipen
_
della questione, la quale, tuttavia, lascia in ombra il problema delle remare che fonti documentarie che essi conservano e il contenuto delle carte ap
partenenti agli altri Archivi. · . ,
aU:attuazione ·del J?r'?gramma scientifico vagheggiato dai migliori archivisti pur pote ·
.
z1ale, orgam
.
ca, umta
�ano esser - poste da concezioni e da prassi burocratiche sorde nei confronti di quelle ·
del Bonaini conferendogli un valore più alto della contingente impor cavano le sollecitazioni affinché si emanassero norme unificatrici del
tanza derivante ad esso dalle circostanze che ne avevano costituito servizio archivistico ' con enunciazioni di principio che riproponeva
l'immediata premessa. .fi
no la ben più grave questione della ;>atura e _delle :'alit_à _ultime de
gli archivi . Nella seduta del 20 magg1o 1864, mfattl, il m1mstro ��a
ri, rispondendo ad un'interrogazione dell'onorevole La Por�a, �chl�
Dopo tre anni di acceso dibattito, e, per buona parte, anche in
rava alla Camera di non ritenere << perfettamente esatto » il cnter1o
conseguenza della puntualizzazione che di tanti problemi era stata
fatta dal Bonaini, la situazione organizzativa degli archivi italiani
adottato fin a quel momento per suddividere gli archivi _fra i mini
steri dell'Interno e della Pubblica istruzione, « secondo il quale al
sembrò stabilizzarsi, con la suddivisione di essi nei gruppi dipenden·
cuni sono considerati come [ . . . l storici, altri come [ . . . ] ammini
ti dai quattro ministeri della Pubblica istruzione, dell'Interno, di Gra
z�a � giustizia e delle Finanze oltre che dalle amministrazioni provin o. alle idee del. Bo-
strativi >>' ed affermava' con evidente riferiment
tlvl »,
. . . .
naini che essi erano « o [ . . . J tutti storici o
clah, come nel caso dei minori archivi meridionali. La continuità di tutti amrmrustra
questa situazione, per quanto abnorme essa fosse, sembrava assicu
prop�ndendo dichiaratamente per l' acc?glimento . d�lla prima qu�li i �
rata soprattutto dalle decisioni prese in sede governativa e parlamen
cazione. Convinto di ciò l'Amari aggmngeva d1 rltenere necessaria
tare a proposto degli Archivi di Napoli e della Toscana, ai quali era
una legge generale che ;iorganizzasse l'intero. s_ervi�i? , a a cui pre �
stato nconosciuto il carattere di istituti destinati a conservare la do �
parazione avrebbero dovuto. �olla ora;e tu�tl. l mtmst�r� . all�ra r�
cume;>tazio;>e divenuta << fonte storica >>, a differenza degli altri,
sponsabili dei diversi grupp1 m cu1 gh �ch1v1 er�no. v1s1. L auspi �
che s1 contmuava a considerare luoghi di deposito delle « memorie >>
cio del ministro fu condiviso dal Rattazzl - che mvtto << a voler to
dell'amministrazione attiva, anche se, nella maggior parte dei casi, �
gliere [!']inconveniente >> de la molt;pli�e dil?endenz� - e ai de �
facendo torto alla vera natura delle carte che essi custodivano e del
putati Melchiorre e Galeotti. Qu�st ultl�o, m . \?articolare, nfacen
lavoro archivistico che vi si svolgeva.
dosi alle conclusioni che a proposito degli archivi erano state avan
Tutta�ia, ':� pericolo per quella continuità era insito proprio nel
zate nel 1862 dalla commissione sul bilancio di cui era stato tela-
la qu�dr:part!Zlone, la quale, se, da una parte, agli occhi del Bonaini,
= ·· .
cont;tbmva, n??ost�nte �utti gli sforzi in contrario, a mantenere gli
. Tutto questo, però, senza che si conseguissero risultati con�retl.
arch1v1 a lm p1u car1 - 1 toscaru. - nelle condizioni vagheggiate co
Tanto che l'anno seguente nello stesso ramo del Parlamento, il re
me ?ttimali fin d�i tempi della loro istituzione, e se, per di più,
latore sul bilancio era co�tretto a rilevare che il problema di un
« ordinamento generale per l'eguaglianza delle norm� e del!� guaren
contmuava ad offnre un precedente valido per una soluzione positiva
dell'intero problema archivistico nazionale, dall'altro costituiva una
tigie, dei servizi e delle spese, rimane[ val ancora mt�tto m questa
grave materia >> degli archivi i . quali, << dopo l' asp':t�a�!O�e ed •nche
anomalia la cui eliminazione comportava, con il riesame di tutta la
situazione, la possibilità di cancellarne o' almeno di ridurne i bene-
le pratiche di quattro anni, rrmangono tuttora d1v1s1 >> •
E concludeva auspicando anch'egli ( « ma >> - confessa:ra . - << ne
fici che pur ne derivavano. '
Alcuni provvedimenti particolari, adottati al fine di stabilire l'or
dubitiamo >> ) che quella grave anomalia potesse essere ehmmata nel
ganico del personale operante a Firenze, Lucca, Siena e Pisa 't, fecero
1866 95•
temere, alla metà del 1863, che si mirasse a sopprimere la Soprin- ·
94 L. SANDRI, Gli archivi dello Stato. .. cit., pp. 419-420. Per ] bilancio del 1865
92 Il Bonaini ne criticò il contenuto in una nota apparsa nel «
Giornale storico
degli archivi toscani », VII (1863), pp. 253·255, nella quale
riferiva le voci secondo si veda E. LonoLINI, I bilanci ... cit., estr., pp. 33·34.
��i « il . tninistero della Pubblica ist_mzione, trovandosi alle strette, [avrebbe accolto] 95 Ma l'attesa sarebbe stata ancora una volta delusa anche nel 1866, quantunque
l tdea di un cosi detto mezzo termmc, quale sarebbe stato
che gli archivi tutti pas� alla Carnera, discutendosi il bilancio di quell'anno, si ripetessero quasi letteralmente
90 Arnaldo D'Addario Gt(·archiVi nello Stato unitario 91
! l
l, l
94 Gli orchivi n�llo Stato unitario 95
Ama/do D'Addario
trastare il proposito di affidare gli << archivi qualificati istorid >> alle Circa un anno più tardi, nell'ottobre 1865, _il Bona_in_i s! pr?�ose
cure degli enti locali, riprendendo, in sostanza, il discorso che già di. delineare ancor meglio le caratteristiche d�1 due t1p1 di <:tf!iz�a-
gli aveva fatto nella lunga lettera del 25 marzo . E l'anno do zwne degli atti, per fissare i . principi guida di una legge archiv1st1ca
po, nel luglio, sollecitato dallo }acini, compilò ad1863uso generale. In nna prima relaziOne - nol:' data�a, ma �he il muustro " " .
della Pubblica istruzione un nuovo memorandum, << perdd· replic ministero della Pubblica istruzione gli fece comurucare, il 16, d1 aver letto ed
quello dell'Interno circa la dipendenza degli archivi >> 102• l are temi
a approvato, chiedendogli l'invio di uno schema di progetto, di �e;>-
centrali di questo secondo documento non appaiono nuovi a chi ge 104 -, egli aveva sottolineato l'importanza ddle carte. � archivw
abbia seguito fin qui lo svolgimento dd dibattito. me fonti di una storia che gli eruditi non accettavano pm soltanto
Da un lato, il Bonaini insiste sull'irreversibilità delle scelte poli ��me esercitazione retorica ornata dai pregi �ell'elo<Juenza ma vole
tiche adottate riguardo agli Archivi di Napoli e della Toscana, in sede vano insignita dello << splendore del vero >>, nco�oscmto. ndla _doc':
governativa e parlamentare, fin dal 1 86 1 ; dall'altro, mentazione, mediante la libera consultazw_ne de$!� statntl, degli esu
esempio da imitare nella strutturazione ddl'intero servizassumio
e come
archiv mi, dei libri di entrata e uscita, degli atti postl � essere �alle c�n:
co nazionale l'efficacia dd lavoro scientifico svolto negli archiviisti cellerie dagli uffici dalle magistrature. La collocaziOne degli Archivi
e specialmente negli archivi toscani -, del quale esalta il metod- di Napoli e ·della Toscana fra gli istituti ammini�tr�ti dal mi�istero
e i risultati 103• Ma tende anche - e con ciò sembra accettare un puno della Pubblica istruzione aveva soddisfatto quell �s1g:nza, e. il Par
to di vista degli avversari - a cercare un punto d'incontro fra le lamento aveva riconosciuto la validità di t�e direttiva. D1 contro
esigenze della cultura storica e qudle dell'ammin all'alta considerazione che degli atti d'archiviO �vev_a la cultu�a sto
bedue interessate - egli riconosce -, sia pureistraz in
ione attiva, am
vista fini di rica stava il disinteresse diffuso fra i burocrati nel confronti delle
versi e talvolta divergenti, a conservare ordinatamente · le di carte carte prodotte e conservate negli uffici, << fino a con�ederne� se non
servate negli Archivi dello Stato. A ben guardare - egli scrivecon - a promuoverne >>, la distruzione «. n�n apl?ena essl reputmo no�
le finalità perseguite e i risultati raggiunti sul piano scientifico dal più utile >> la ricerca fra documenti al quali la. legge . ha �alto ogru
lavoro archivistico sono utili alla stessa amministrazione, la quale validità prescrivendo le ragioni _che la .c�nservazlO!"� di e�sl tut<;lav":.
. verità
<< ne coglierà proprio migliori frutti, avendo ordinati e interpretati << E m >>- riconosceva il Bonarm - << ch1 e negli affan puo
anche i più antichi documenti, che talora giova r possono allà stessa badar poco al passato, tante sono le cose presentt" che lo mca " Izano >> .
trattazione degli affari presenti, da uomini che non hanno la sola pra << Ma >> - affermava subito dopo - << questo passat? e, appunto quel
tica, ma la scienza della storia e dei diplomi >>. È propr io questo in lo che ogni giorno più entra nel domini� �ella s:ona >>.
tervento degli << uomini di scienza >> - come egli defin isce più a I recenti rivolgimenti politici accaduti m Itaha �vevano a.c�el':'ra
vanti gli archivisti - che, ordinando, inventariando, studi to il mutamento di caratteristica della documentazwn':' archlvlstlca,
documentazione ad essi affidata, le conferisce e ne evidenziaando , la
quell cosi da obbligare ad un · ripetuto spostamento del_ termme a quo da-·
struttura organica che facilita, oltre alla ricerca storica, l'altra, nea tare con relativa certezza il passaggio << fra l'anttca e _la nuova sto
cessaria ai fini della pubblica amministrazione, rendendone possibile ria >> . Tuttavia, il Bonaini riconosceva che, �e . << non . v� potranno es:
la razionalizzazione del metodo . sere più segreti [ . . . ] , un tempo di segret� e 1mposs1�ile che non Vl
102
sia >>, pur non potendo esso essere fissato m modo umforme per tut-
Datato del luglio 1865. La minuta (conServata
tendenza, 86, ins. 7, sulla cui copertina si
in ASF, Archivio d(Jla ·soprin� te le carte.
motivazione e la finalità) è di mano del Guast
legge un'annotazione che ne chiarisce la
i, il che è significativo della parte avuta
A queste massime il Bonaini informav� 1·e norme d. a. stabT 1 1re me-·
·
in questo dibattito dall'archivista pratese. diahte la legge generale di cui propon�va Il testo al mllllstro, secondo
103 Nell'inserto 8° della filza n. 86 dell'Archivio della l'invito ricevuto 105• Di questo testo sl hanuo fra le carte del suo uf-
soprintendenza (in ASF) si
trova allegata· alle- cark fin qui esaminate la
· « minuta seconda » - ma anch'essa ri
petutamente Corretta ed aumentata - di una
lunga relazione sul lavoro scientifico
svolto negli Archivi toscani nel primo decenn
io di vita, dal 1852 al 1864·, quasi a 104 ASF' Archivio della sop1·intendenza, 86, ins. 8. La - lettera confidenziale del
dimostrazione della sua esemplarità, in funzio .
ne del riordinamento generale del -ser ministro è sottoscritta da un funzionario del s"?� gab�etto.
vizio archivistico nazionale. Questo documento 105 Ibidem. Questo progetto fu inviato al mlDlstro il- 12 ottob e, restitu
.
;ndo nel
contempo la documentazione che il Bonaini aveva ricevuto da Torma perche potesse
fu, probabilmente, preparatorio del ;
Rapporto sugli archivi toscani pubblicato dal
Bonaini nel 1866.
r
un es�rdto colla milizia regolare ». E, concludendo, invita il ministro cllivistica, dei due aspetti, l'<< erud\to >> e l'<< amministrativo >>, passa.
ad �vlta�e questl. e� altri possibili errori sollecitando dal Parlamento. a teorizzare i criteti di scelta del personale da assegnare al lavoro pre-,
. _
un,mdagme conosclt!va s';li problemi degli archivi, del tipo di quelle visto sull;uno e sull'altro tipo di atti, secondo che in questi prevalga
adottate dalla Camera de1 Comuni. l'uno piuttosto che l'altro aspetto, _e nel far dò. riprende alcune idee
più volte espresse a tale proposito anche dal Bonaini. I due gruppi
L'esame delle tesi fin qui dibattute mette in evidenza una perico di impiegati .così selezionati dovrebbero operare, magari, nel medesi
·
losa �ons�guenza dell'evoluzione subita dalle opinioni circa la natura mo deposito archivistico, ma sotto la direzione dell'uno o dell'altro
}
e e fma�tà de! l31voro archivistico. Lo stesso Bonaini era passato dal ministero, i quali eserciterebbero le proprie a�tribuzi oni solla parte
l m�ral_'Slgente �hfesa degli scopi culturali del servizio all'ammissione delle carte posta sotto la loro giurisdizione. La nuova norma, infatti,
dell es1stenz31 di Ul_l duplice interesse nella conservazione e nell'uso dovrebbe far sì << che al ministero della Pubblica istruzione fosse
�
delle ca�te, m u;:tz1one della ricerca storica ma anche in funzione del
.
affidata la parte che concerne la storia e le scienze e deve aprirsi agli
la pras�1 amm1rustrat1va e dell'attività politica. Tuttavia, se questo studiosi, ed a quello dell'Interno si eommettesse la parte che spetta
passagg10 dall'u?a all'a!tra posizione aveva costituito in un primo all'affilninistrazione ed agli interessi presenti, e che perciò deve esser
tempo un es�edtent� utile a salvare gli Archivi di Napoli e della To chiusa al pubblico >>; · solo così conclude il Rezasco --'-" << si sarebbe
·
-
s�ana dal per1colo d1 perdere i vantaggi ottenuti prima delle annessio trovato da soddisfare a tutti i diritti e da contentare le diverse esi-.
ru, esso, una volt accettato anche in sede politica, aveva finito per erebber o grandemente >>.. .
genze. E gli archivi ne guadagn
, � . nell'ind ivi
c?mportare l amm1sswne dell'opportunità - anzi della necessità Due, eli conseguenza, sarebbero i criteri da seguire
il
�
_
duazione della sfera di compete nza dei due minister i. Gli archivi
d� coordinare l'e�ercizio delle competenze che su li archivi venivano
cui contenuto docume ntario fosse riconosc iuto_ come caratteri zzato
�1 co�seguenza nc�nosciute ai ministeri dell'Interno e della Pubblica
�
1struz10ne, s e cu1 attribuzioni in questa materia si era venuto con da valore << erudito >> dovrebbero essere assegnati alla Pubblica istru
centrando l'mteresse della discussione. zione; gli altti all'Interno. Fra quelli del primo gruppo la relazione
Si era arri':ati, per tal via, alla preparazione in questo senso di ritiene di poter collocare l'Archivio del Banco di San Giorgio, « che.
un �rogetto di legge di iniziativa ministeriale, la cui relazione intro racchiude tutti i documenti della vita economica della repubblica,
d)lttlva � �?nsiglio de! ministri è firmata, in qualità di direttore genovese, e niente altro. che quelli >>; e gli Archivi della Toscana, << non
.
�
capo d1 v;swne, pyopr1o da Giulio Rezasco, colui che nel 1861 ave
.
solamente storici ma letterari, ove la parte amministrativa e modern
a
>>.
va anch egli condiv1so · senza riserve la tesi allora intransigentemerite è affatto secondaria, e che sono ordinati sopra tutto agli studi
s?st:'nuta dal B?naini 108• Questo documento ammette la necessità Fra quelli del secondo gruppo, l'Archivio generale del Regno, l'Ar
.
chivio di Brescia e gli Archivi provinciali napoletani e siciliani, << com
·
d; norgamzzare t! servizio archivistico eliminando una << diversità di
di�endenze >> la qùale, « senza una ragione che la giustifichi, non posti in gran parte di scritture affilnÌnistrative moderne e giudic
puo se non nuocere ·grandemente alla prosperità delle istituzioni » ziarie » . · · .
tanto che << anche l'azione governativa vi rimette d'estimazione e di - Maggiori difficoltà s'incontrerebbero -•- seèondo il Rezasco -·
f?rza >>. Pu;: non potendo ancora contare fra gli archivi italiani quel nell'assegnazione all'uno o all'altro gruppo degli Archivi di Milano,
.
�
h d1 Venez1� e 1 Roma - s! affer a concludendo su questo punto
. �
Parma; Modena, Napoli e Palermo, << di qualità mista, che hanno,
-, << non sl puo [ . . . ] mdugtare pm lungamente a provvedere alle il moderno e l'antico, lo storico e l'amministrativo insiememente e
� . .
a tre provm�1e pensando a qualche savio partito, senza pretendere di molta importanza >>. Per dare a quegli istituti << un assetto confa
di � e ogg1 un assetto generale e stabile, e risolvere ogni contro dente alle qualità onde si distinguono· e secondare la loro natura >>,
ve;s1� '> I� questo s�irito, la relazione del Rezasco, accettando il il· relatore propone che vi si costituiscano due sezioni autonome,
pnnc1p1o d1 una coes1stenza, nell'insieme della documentazione ar- l'una aperta alla consultazione da parte degli studiosi, l'altra com
posta delle carte « di maggior momento per l'interesse pubblico;
in copia. Il documento non è datato, ma è del 1865, perché allegato
affinché fossero tenute segrete >> .
108!hi�m, Il testo della relazione, unitamente alla bòzza di ·decreto in cui
ad al��� di quello stesso anno, in un fascicolo contrassegnato -da- quella data' e per·
.
ché ncorda Venezia e Roma come città ancora irredente. le sue conclusioni sono convertite in articoli di legge, non è ·privo
- 101
100 Ama/do D'Addario Gli archivi nello Stato unitario
di grossi difetti. Sorprende, in primo luogo, l'incertezza dei principi nuata la linea intransigente seguita nel recente passa to col "?iederne
ai quali quelle norme si ispirano, specialmente se si pensa che i due una soluzione unitaria e chiara ment e inform ata alla conceziOne del
documenti sono stati preceduti da un lungo e complesso dibattito, lavoro archivistico come aspet to della vita cultu rale, e si era accettar�
inteso a chiarire proprio la natura e il concetto di archivio; nessun l'idea che nella conservazione e nell'uso delle car:ez atlv p�tessero <:oesl
conto vi si tien più della necessità di assicurare la continuità delle stere, sia in linea di principio che s':'l piano orgam � �, le es�gen
serie, né si recepisce la proposta avanzata dal Bonaini, di regolare in ze dell'amministrazione - le quali postulavan o l ado�wne di �a
futuro la sorte degli atti che per il momento sono dichiarati soggetti ranzie a tutela della riservatezza - con quelle àdella ricerca stanca
al vincolo della riservatezza fissando un termine al quale riferirsi per che, al contrario, richiedevano la massima libert nella lettura delle
rico�oscerne il passaggio alla condizione di fonti storiche; dal si am. . i! Bo-
lenziO conservato a proposito degli archivi piemontesi, liguri e sardi, Delle conseguenze negative implicite in queIla concesswn �
sembra di poter dedurre che per quegli istituti fosse prevista la con naini ebbe nuova ment e coscie nza più tardi, legge ndo !a relazw �e al:
tinuazione della normativa in atto, di uffici dipendenti - tramite la la Camera sul bilancio del ministero dell'Intern o e
J? _r il 1866, m c';ll
di unific are un _
serv1z 1o
Direzione generale degli archivi del Regno - dal ministero dell'Inter ancora una volta si sottolineava l'urgenza peggio funzw _ nante alle
no, facendo di essi quasi un quarto gruppo, del quale non vengono quale quello archivistico, male organizzato e
definite le caratteristiche neppure in funzione del ragionamento svol dipendenze di ben cinque all:torità; ché . t�nte . sedella ne trova':an� alla
to nella relazione. Va anche notato l'empirismo del criterio usato testa degli archivi, se, oltre al quattro mm1s tet1 �ubbhca Istru
per caratterizzare il contenuto documentario dei diversi archivi, che zione dell'Interno della Giustizia e delle Finan ze, s1 contavano le
sembra pensato senza un'approfondita conoscenza dell'oggetto della amministrazioni !�cali, alle quali nel Mezz ogiorn o facev ano capo
normativa proposta; e, ancora, va sottolineata l'incompletezza dell'<> gli Archivi provinciali "'' . . .
. .
!eneo degli archivi esistenti, oltre al silenzio circa i problemi della vi · Fra le righe della relazione . si legge:'a ?r�
ru ch1aro . il proposito
gilanza sui documenti non conservati dallo Stato e circa la sorte delle di eliminare l'evidente anomaha, ma di ehmm arla mediante la co�
carte esistenti negli archivi correnti degli uffici e delle magistrature centrazione delle attribuzioni nel minis tero dell'I nterno, attuando il
centrali e periferiche. La mancanza di una data più precisa nel testo piano da lungo tempo predisposto e, per di. più, �n. buona parte rea
di questo disegno di legge potrebbe, forse, autorizzare a considerarlo lizzato attraverso la Direzione generale degli arch1v1 de! Regno. .
come uno dei documenti inviati il l O ottobre al Bonaini perché se ne Per contrastare questo diseg no, il Bona ini rite�e ':'tile s�tt?hnea
servisse per la compilazione del nuovo progetto che il ministero gli re ancora una volta al ministro suo superiore 1 ver\1 te�mllll dell�
chiedeva, e che il soprintendente toscano aveva già pronto due giorni questione segnalandogli in un nuovo memrato orandum 0 l _rrovvedi
dopo. Un confronto tra i due testi permette di constatare come quel menti che, dal 1860 in poi, avevano most la volonta del go,
verna e del Parlamento di risolverla con una scelta cultu_r�le at�uata
:ti ammmlstratl ?�l
Io dovuto al Bonaini completi, in certo modo, almeno le lacune più
gravi dell'altro, sottoscritto dal Rezasco. Vi vien stabilita al 1859 la mediante l'aggregazione degli _archivi ag_li istitll a dipendenza d�l ffil�:
data del passaggio dei documenti dall'una all'altra categoria e, di ministero dell'istruzione pubbhca, alla �ret�wne generale. L att1v1ta
conseguenza, dall'unà all'altra dipendenza; piuttosto che definire con stro e senza l'intermediario di alcuna d1rez app
criterio necessariamente empirico le caratteristiche di ciascun istituto di quest'ultimo organo amministrativo av�eb be ?rtato solo aggra
archivistico in funzione della natura << storica >> o << amministrativa >> vi di bilancio -· lo aveva detto anche il Galeotti nel 1862 , nella
della documentazione conservata, il Bonaini preferisce raggrupparli relazione sul bilancio della Pubblica istruzoione -, ma senza co�
in due classi, quasi prevedendone possibile il passaggio dall'una al rispondente utilità; << direi, anzi, con dann fare [>>. . . l-consi
certo co�clude il
l'altra, in rapporto col maturare nelle carte conservate della natura Bonaini - << perché tutto il più che potesse sterebbe
<< storica >> rispetto all'altra. Comunque, va osservato che, anche se
l'intervento del Bonaini riuscl a modificare in meglio una serie di
109 E. LonOLINI, I bilan i... cit., estr., pp. 34-35.
c . .
norme preparate da burocrati i quali, in linea di principio, pur con 110 Del 21 luglio 1866 (minuta di mano . del Guas�i), in ASF,
(irchtvzo della so:
ivo, mostrando dt
sentivano con lui, la definizione del problema degli archivi era arri printendenz.a, 86, ins. 9. Il minist ro fece nspondere Il 27 success
vata Io stesso ad un punto critico fin dal momento in cui si era atte- condividere le « savissime considerazioni » del Bonaini.
r
103
102 Arnaldo D'Addario Gli archivi �ellò :stato unitario
nel dare ordini generali, non applicabili_ a tutte le contingenze, alle del servizio archivistico. Del 1866 è, infatti; la omun prefazio�e del Bona�
quali meglio provvedono i soprintendenti, che possono portare tutta ni al primo volume di regesti de I c�pi_�oli del
� e dz f!tr�n�e edi-
la loro attenzione soprf! agli archivi di cui cçmoscono la natura, e per ti dal Guasti, dove ritornano i tem1 gta tocca �e f:illellet relaz10111 mv1ate
i. quali han11o quella preparazione di studi speciali che non potrebbe riservatamente al ministero: dello stesso anno ben noto Rapporto
esser mai in uomo qualsiasi, quando si pensi che qqesto dovesse sugli archivi toscani al ministro della J?_ub?lic_ . a istruz i_one, che _nel ,
quell� discussione era stata l'inc!ividuazione, tra le altre fonti uti, come impegno qualificante del servizio archivistico, e dell'inventa
lizzabili P<'!r la ricerca dd clati statistici relativi al passato storico e rio come « lavoro [ . .. ] ad uso ed illustrazione » delle carte; e quan,
conomico, di quelle caratterizzabili più propii=ente come archivisti do il congresso riconosce che ciascun . inventario deve es·sere fatto
che. Tuttavia, la relazione finale, dettata dal tedesco Giuseppe Mul con criteri propri, adatti al fondo archivistico da descrivere, essendo
l�r 113, documenta che i congressisti non mancarono di proporsi in << evidente che un'unica modula per porre in rassegna ciascun genere
yla preliminare la problematica dei principi dell'archivistica, adot di documenti non poteva addottarsi [sic l >>. Gli inventari, insieme
tando un frasario che per parecchi aspetti si può ricondurre agli. ai regesti scientificamente compilati, sono, secondo gli studiosi di
scritti del Bonaini, del quale riprende non pochi concetti. statistica i lavori d'obbligo per gli archivisti; e con questa afferma
Dopo aver riconoscil1tO agli archivi la caratteristica di << mezzo zione si �iprende un concetto tante volte espresso dal Bonaini e già
potentissimo per cui gli studi storici si promuovono >>, il rapporto in certa parte attuato nell'Archivio fiorentino dai suoi collabòratori.
letto all'ottava sezione concludendo due giorni di acceso dibattito at Non a caso la relazione fa a questo punto un esplicito riferimento
tribl1iva loro. il carattere di « veri e propri istituti letterari e scienti all'esperienda degli archivisti toscani, documentata dalle pubblicazio-
fici »,. pari, per . importanza, ai musei, alle . biblioteche . ed aUe .rac ni che erano state offerte agli intervenuti. .
colte d'arte, e ne rivendicava l'<< uso come comune diritto di chÌ Di ispirazione bonainiana sembra anche l'altra i�ziati':'a d co�:� _
vuole istrl1irsi nelle nobili discipline >>. Primi fra i vari tipi di archi gresso, di ritenere l'intervento dello Stato necessano al fme d1 assi
vio a dover essere sistematiçai]:lente studiati erano. ritenuti, poi, quel, curare l'ordinata conservazione degli archivi non statali. A questo
li ecçlesiastici, « ricordando la grande influenza esercitata dalla Chie punto, vien considerata positivamente la direttiva già più volte pro,
sa sulla civiltà del medio evo », e sottolineaodo l'importanza che le spettata come opportuna dal Bonaini, il quale guardava allo Stato co
fonti da essi conservate avevano. avuto per gli stud.i di storia medie me al supremo garante della conservazione di quegli ar�hivi, m� non
vale. Nella sedl1ta del ,30 settembre era stato discusso a . lungo il con mezzi coercitivi, bensì mediante l'opera di persuaswne e � for
problema della distinzione fra materiale archivistico e materiale bi mazione di una coscienza archivisti ca, così da evitare « i · danm che
bliografico, arrivando a stabi!Ìre . che negli archivi dovevano conser verrebbero da una soverchia ingerenza dei governi >> in una materia
varsi « Wtti. i clocumenti che hanno natura di atto pubblico o pri tanto delicata.
vato nel senso diplomatico e giuridico della parola », men.tre nelle A conclusione del dibattito, l'ottava sezione del congresso au
biblioteche avrebbero dovuto riporsi « tutte le altre scritture >> . Che spicò, insieme all'« ammissione la più liberale degli studiosi negli ar
fare, allora, dei sigilli, che in parecchi casi si trovano nei musei, pur chivi », l'organizzazione di un efficiente servizio archivistico, che va,
mentre in origine erano parte dell'escatocollo degli atti solenni, di lesse a risolvere i complessi problemi del finanziamento, dell'appre
chiara destinazione archivistica? A questo proposito, nonostante l'e stamento di locali, e - più importante di tutti gli altri - della pre
sempio in contrario offerto dagli archivi francesi, il congresso adottò parazione del personale. Significativamente, la relazione finale del
la decisione che i sigilli dovessero essere riuniti agli atti dai quali Muller citava come idee guida dei lavori congressuali i << fondamen
erano stati staccati, dato il loro carattere di strumenti per l'autenti tali principi >> che in matéria di archivi erano stati enl1nciati, << so_no
cazione. oramai diciassette anni, da un dotto e grande alemanno, dal cl�ss1co
Se l'influenza del pensiero di Francesco Bonaini è già sensibile autore dei Regesta Imperii, Giovanni Federico Bohmer >>, e amvava
nelle decisioni prese al riguardo dei temi fin ora trattati lo diventa ad affermare che « alcune parole di lui compend[iavano] mirabil
ancor più là dove la relazione prende a parlare dell'inv�ntariazione mente >> le idee che i congressisti avevano avuto presenti nella di
scussione.
Ancor più, lo svolgimento del congresso costituì la circostanza f�,
partecipanti in palazzo Pitti, da parte del re Vittorio Emanuele (3 ottobre), e il
vorevole ad un allargamento del dialogo fra il Bonaini e alcuni col
banchetto del 5 ottobre, al quale furono invitati anche i rappresentanti diplomatici
esteri. Per la cronaca, si veda F. CoMANDINr, L'Italia nei cento am1i del secolo XIX'
leghi archivisti, non secondari esponenti delle tendenze di cui egli
si era fatto da tempo sostenitore. Nei giorni del dibattito congres
113 L'autografo di questa relazione è conservato in ASF, Archivio della soprinten
IV, Milano 1929, alle date.
suale vennero, infatti a Firenze Tommaso Gar, direttore dell'Archi
dem:a, 86, ins_. 13, unitamente al rapporto sul dibattito. vio di Venezia, e Fra�cesco Trinchera, capo del Grande Archivio na-
106
Arnaldo D'Addario Gli arChiVi nello Stato unitario 107
poletano. Era naturale" che i tre si ritrovassero insieme e che confron emanare a vantaggio degli archivi dipendenti dal suo dicastero, per
tassero le proprie vedute circa il futuro degli Archivi da loro diretti. tutelarne << gl'interessi scientifici e amministrativi >> insieme. Napoli
Da quegli incontri ebbe origine l'idea di esporre al ministro della era stata scelta come luogo dell'incontro allo scopo di poter ·studia:
Pubblica istruzione « alcuni voti concernenti la miglior amministra re da vicino i pregi e. i difetti della legislazione emanata dal Regno
zione �egli archivi �'Italia >>, e, in particolare, di dare compiuta meridionale; con una significativa presa di posizione,' la quale, per la
espresswne al loro drssenso nei confronti della direttiva che sembra prima volta nel corso di questo dibattito, .intendeva porre in evi"
va in quel momento prevalere, intesa a far dipendere tutti gli archivi denza, oltre all'esempio di quanto si era fatto negli archivi toscani,
dal ministero dell'Interno 114•
anche quanto fosse valida l'esperienza che si andava facendo, sia
. Anche in questo documento è riconoscibile l'impronta bonainiana pure con una certa fatica, nel maggiore Archivio del Mezzogiorno.
ri�ll'impostazione data alla tesi dell'aggregazione alla Pubblica istru� La regolamentazione del lavoro archivistico non avrebbe dovuto mo
zwne c?me della sistemazione più degna, confacente e desiderata; dellarsi soltanto sul paradigma fiorentino e toscano, e le idee del
nello stile dell'esposizione; nella motivazione della richiesta finale Bonaini si sarebbero organicamente composte con le altre maturate
che si evitasse di sottoporre il servizio archivistico ad un solo organ� in archivi diversi, per vicende interne e per contenuto documentario,
centrale, pur dandogli direttive generali valide a guidare Io svolgi ma vicini ai tosc�ni per affinità di interessi culturali e · per consape
mento di un lavoro organicamente programmato. volezza di valori scientifici.
<< La storia d'Italia >> dice, infatti, il documento, quasi riassu
._
naini - << è cosl .varia; i monumenti che la comprovano e che si cu attenta considerazione, con gli usi e le consuetudini inv:ilse negli
sto�ono neg� archivi son cosl numerosi, le forme degli antichi go istituti da loro diretti, le leggi e i regolamenti ·archivistici emanati
verru cosl svariate e mutabili da non riuscir possibile di trovare uo fino a quel momento nel Granducato di Toscana, nel Regno meridio
mi':li de$ni i quali possano sottostare docilmente e utilmente ai pre nale, nel Regno di Sardegna, nel Lombardo,Veneto1 in Francia (regcic
scritti_ dr un solo uomo posto a Capo di una amministrazione scienti lamento del 12. novembre 1856), in Belgio (regolamento del2.1 marzò
fica, o/ soprav�egliare, cio�, e dettar norme conducibili a prepare i 1859), e, dal 1861, nel Regno d'Italia, per saggiare la' validità dei
grandi e!ementl �e�a. stona generale d'Italia >>. Né quell'uomo - principi da porre a fondamento di una legge archivistica generale in
secondo l tre archtvtstl - avrebbe potuto essere trovato fra gli espo sieme all'efficacia dei metodi a cui informare le norme regòlamenta
nenti p!ù qualific;ati del mo�do archivis�ico italiano contemporaneo , trici dell'attività quotidiana e del lavoro · scientifico di dascuri isti
perche 1 frrmata
_ n della relaztone per prrmi avrebbero rifiutato quel-
·
tuto. Frutto di quesro operare furono uno schema di legge ed uri
l'ufficio se fosse stato loro offerto. _
. La pr oposta avanzata dai tre, di potersi riunire per discutere in
steme gh_ aspetti_ della questione archivistica, venne accolta senza esi 116 La documentazione del viaggio e della permanenza dì . �rancesèo :Bonairii a
tazione dal ministro - che era in quel momento il linguista e storico Napoli è conservata ordinatamente in ASF, Archivio della soprintendenza, 86, ins. 14:
Emilio Broglio -, il quale autorizzò i richiedenti a ritrova a Accompagnato çlal senese -Luciano Banchi (che · avrebbe sVolto -le fùnziorii -di Segre
tario, su richiesta del Gar), il Bonaini arrivò a Napoli il 24 ottobre,- dopo un viaggiò
115
Napoli per mettere a punto uno schema di regolamento generalrsi e da difficile, .compiuto parte in treno e parte in carrozza, per Orbetello, CiVitavecchia,
Roma e Frosinone· fu_ ricevuto dal::Triri.chèra, -il quale- lo· accompagnò il 'giorno stesso
11
� �l testo del rapporto (del 6 ottobre 1867) è conservato (in minuta)
�
nd .Grande Archi io; dqve i tre si intrattennero - subito in· un lungo colloquio pre�
_ in ASF, inlnare. Gli incontri dei tre soprintendenti durarono alcuni giorni, dal 25 ot!ohre· al
Archtvzo della soprmten denza,_ -86, ins. 14. Insieme alla minuta, -di mano del Bonaini
4 novemb,re, qqando essi apprOvarono gli atti da sottciporré' al. ministro·. - --
È significativa testimonianza del cbstume .burocraticO di ogni tempo la vicenda
se ne ha un « primo abbozzo » riveduto dal Gar, ed _
una « minuta concordata ed
approvata », · sottoscritta dai_ tre · soprintendenti. Infine, nello
stesso . inserto si trovano del ·rendiconto finale delle spese sostenute dai due archivisti toscani. Esso fu riveduto
?ue �semplari del testo �ef��tivo� firmati dai tre estensori� Il Ge,r, il Bonaini ed
con pignol�ria d� funzion;ari ministeriali, _che tidussero la soiniDa da liquid�re a lire
! :r'r111chera furono sub1to convocati dal ministro, il qUale volle discutere
.
124 40 e ne ordinarono il p_agaroento - nil -sub sole novih,.._ solo nell'aprile 1869;
1 con loro _
'
115 Con lettera dd 16
le tesi esposte nella relazione:
-
Ptt0bre · (A�F, _ Arcbivk f del14 soprintendenza, 86, ins.
{
do_t o ben . diciotto mesi di atte.;;a, invero paziente e decorosamente silenziosa, dè�
14); interessati.
t'
109
108 Arnaldo D'Addario Gli archivi nello Stato unitario
progetto di regolamento che vennero poi presentati dal Bonaini tor tardi si sarebbe ispirata la proposta di regol
amento fatta da a com � _
nato a Firenze, al ministro, unitamente ad un resoconto verbale 'della a parte della legtslazwne
missione Cibrario nel 1870 , e, ancora, buon
disCussione 117• servizio finalmente a
unitaria e della regolamentazione interna del
Sarebbe interessante - anche se non sembra questa la sede op dottate dallo Stato italiano fra 1874 e 1875 '19•
come most�a il mano
portuna per farlo - individuare nelle annotazioni dei diversi inter Non a caso, furono suggerite dal Bonaini -
- le << Massune appro
venti l'apporto di ciascuno dei tre alla discussione ed ali'elaborazione scritto di sua mano che ne contiene il testo �
ne accor o. vennero
di quei testi legislativi. Emerse, tuttavia, fra loro una sostanziale vate per la legge centrale >> , le quali di comu
e pr?posto al mtrustro . Fra
concordanza a proposito dei principì essenziali da porre a fonda poi trasfuse negli articoli . del dec_reto real_
pnm� post? quello . della
mento dell'organizzazione e del lavoro archivistici anche se nel i principì che con esse s1 enunciano ha il _
le degli archlv!, con.stdera
dettaglio della regolamentazione relativa a quest'ulti�o all'uso del pubblicità come caratteristica fondament�
le carte a fini di studio, privati ed amministrativi, agli ' orari di let delle font! stonche, e
ti come istituti destinati alla conservazwne
esamina:e le carte [ ...]_ e
tura, e altro, l'accordo non fu completo, risentendo ciascuno della nelle cui sale di studio « chiunque può
gu rdia della �< pubblica
propri� diversa esperienza. Considerati in prospettiva storica, la leg chiederne copia >> . Pur guardando alla salva � _
o >> , 1 documenti sono di
ge ed il regolamento elaborati in questa circostanza hanno, tuttavia, morale >> e dell'« alto interesse dello Stat
�
pur ne limite cht; sarà notato più avanti, un valore particolare, come chiarati « accessibili ad ogni studioso, che
potrà farvi ricerche gra
ito di do?'m�nti può es
tuitamente >> ; di conseguenza, nessun prest
e�pr�s�10ne co�pmta del modo di concepire organizzazione, attività,
sere concesso, « importando gr�demente
�
c e [essi] s�ano c�nser
fmahta, metodi, del lavoro archivistico non da parte del solo Bonai
ni e dei suoi amici e colleghi toscani, ma degli esponenti di tre im vati nell'interesse generale >> . Anz1, « a magg wr vantagg:o eg �tu; ? �
a fatta nelle prmctpali cltta
portanti ambienti di lavoro, di bibliografi e di eruditi autorevoli non di e tenendo conto della felice esperienz « che siano ri
i di proc urare
soltanto per la loro qualificazione scientifica ma ancor più a motivo d' Ìtalia >> si fa carico ai soprintendent
di quanto avevano già fatto per assicurare vitalità ed efficacia all'o �
posti ne li archivi i documenti diplo
pubb
ma!i
hc1
� i che
Inol
si trova
tre, s1
�sero p�ess?
enunc1a il
uffici amministrazioni e istituti >> .
pera ordinatrice che si andava svolgendo negli istituti che essi diri
di co?se:vazione dell�
gevano us. 11. alle conclusioni raggiunte in questo incontro che più princlpio di una continuità della funzione
del versa men to pertodico - « ogru
fonti affermando la necessità
quinquennio » - negli archivi già esistenti
delle car;e prodotte
ali_ e penfenche. In
117 ASF, Archivia della soprintendenza, 86, ins. 14. Dei testi legislativi proposti dai ministeri e dagli uffici e magistrature centr
i stat�li possano esser�
&ot�o conservate le su�ssiye . redazioni, con le osservazioni fatte a proposito dei vari fine, si prevede che negli istituti archivistic _
articoli_ durante la discussione e con la sottoscrizione dei tre soprintendenti. Il 23 te di documenti e d1
depositate anche « collezioni o raccolte priva
novembte il Bonaini informava il Gar (ibidem) di aver conferito col ministro,- il quale
?1_ e;a mostrato favorevole alle loro idee ( « mi sembra uomo retto e sopra tutto carte ».
�clinato a mandare le cose per il meglio »), al pari del segretario generale del mi�
è rivolta, quindi, prin
L'attenzione del Bonaini e dei suoi colleghi di
nistero, Federico Napoli. cipalmente àlla documentazione a cui può rico ?oscer�i il val�r� _
11� �ul Gar si veda A. ZIEGER, Archivisti italiani: Tommaso Gar, in « Notizie degli i che orm 1 quas 1 per d fm!Zt o:
fonte storica ed al gruppo di archi': : � . t;
�rch1v1 ,dr. _Stat? �· 1!1 (1943), pp. 112-116. Bibliografo ed erudito, egli era biblioteca ne la conservano. Ogni altra cons1deraz10ne
e fatta m funztone d1
tro dell umvers1t� di Padova quando scoppiarono i -moti del 1848 nei quali ebbe
qu'esta premessa fondamentale, c e f �
� releg are ,.
in second� piano l �
notevole parte, fmo a rappresentare, con l'Aleardi, il governo provvisorio di Vene mtero serv1z1? archi
zia presso la Repubblica francese. Diresse successivamente la biblioteca comunale di più ampio problema di un'orgaruzzazwne dell
addizione con 1 postu
vistico nazionale. Sono, perciò, in piena contr
Trento, sua città natale - di Trento pubblicò nel 1858 gli statuti - poi la biblio
teca dell'università di Napoli, e, infine, l'Archivio di Stato di Venezia. Di lui si veda lati - già così cari al Bonaini - di un'un! � _
�
ta ia, def itiya soluzio
ne in senso culturale di questo problema 1
l'articolo Sugli Archivi di Stato. Studi� in « Atti dell'istituto venet-o », s. III XIV
'
diec1 atttcoli che com
(1899). enti riuniti a Napoli
Il Trinchera pubblicò. (Napoli 1862) un rendiconto dell'Ordinamento ed illustra pongono il testo del decreto che i soprintend
:done delle carte del Grande Archivio, e (Napoli 1872) una relazione al ministro -dclla
Pubblica .istruzi-one intitolata .Degli archivi. napoleta.fiii ambedue questi stud� risultato
__
119, A. PANELLA; Francesco -Bonaini e· l'ot·dinamento.. . cit., p: 209.
del lungo lavoro svolto in quell'istituto.
111
110 Arnaldo D'Adddrio Gli -dréhivi nèlla Stata unitario
propongono di emanare. In definitiva, le norme suggerite· sono di< porre agli istituti già esistenti o da fondare in veni�e, ili
n . t�rrito t �1
ogm ar
sottoposto alla sua giurisdizione;_ all'inte�no . �
rette esclusivamente a. dare una sicura sistemazione agli Archivi del
Veneto, della Toscana e del Mezzogiorno, « acciò se ne avvantaggino funzionari sarebb ero stati prepo sti alle sezwru fra le ali il p g_ tto ;;:, .lVI�� �
cument�Ione
.la pubblica amministrazione e gli studi >>, ma implicitamente disinte di decreto intendeva distribuire ordinatamente la. _
la comum cazwn e agh stu-
ressandosi degli Archivi.piemontesi, liguri, sardi e lombardi, . quan al fine di promuoverne l'ordinamento e
tunque più volte, specialmente dal Bonaini, molti di essi fossero stat( dio
considerati " uguali, per l 'importanza ai fini storiografici delle carte ��ntre la legge generale intende enunciare i prin<;Jpi guida del
to tra gli archivi e la cultura, i settantas<;tte artlcoli. del
re�o:
conservate, agli archivi che ora si intendeva, in certo senso, privile
giare anche a costo di accantonare l'istanza di un ordinamento valido.
rappor
lamento da essa previsto mirano a disciplinar_e !l funzw � �
_ _na ent ��
. tmptegatl s .
per tutti i depositi di materiale archivistico. Secondo questo progetto, smgoli istituti e il rapporto gerarchico e funziOnale tra
120
il servizio archivistico nazionale_ sembra doversi suddividete in due balterni e soprintendente ·
.
grandi sezioni, all'una delle quali, continuandosi le norme già in vi Massime fondamentali . di questo regolamento sono: tl . divleto d'l
.
c rte pro-
gore nel Regno sardo, .dovrebbe continuare a presiedere il ministero estrarrè documenti archivistici ( tr�nne �he n�! caso dell-; �
are a
dell'Interno, mentre l'altra - grosso modo formata dagli archivi esi-·. vemen . t'l da uffici giudiziari' che 1 magistrati possono richiam
entrare nei
sé con decreto motivato); l'interdiz'Ione agl'l estrane! d'l ,
stenti nelle regioni annesse nel 1861 ·
ministero · della Pubblica istruzione.
- sarebbe stata -sottoposta al.
locali adibiti alla conservazione delle carte (ma, second _o uso � .
yal
so a Firenze sono previste visite guidate, delle qua 1 l s sta bU
!se:
l�
- Infatti, rifacendosi alle norme a suo tempo emanate � . .
in materia di lavor egh llll legatl
l'orario) · la �etta distinzione fra le stanze di _ �
archivi dai regimi -preunitari nel Lombardo-Veneto,
in Toscana e'
e i locaÌi adibiti a deposito, nei quali si vi�tan? e ' . um d
azlone e
�e�e �ue Sicilie, il testo legislativo elaborato dai tre soprintendenti · ano, so �
rmten ente �e
st limtta ·ad elevate al rango di Soprintendenze gener il riscaldamento. Coadiuvato da un segret p
. ali le direzioni •· nel ter lt no ella sua giU
dt Venezia e di Napoli, estendendo, in definitiva, nerale << ha cura degli archivi compresi � ? �
a quelle ·parti d :I me _amt u!listra zwn � pr_ovye
;
risdizione; mantiene fra di essi unifor
talia gli ordinamenti toscani ed attuando l'icb più volte
B_onaini, che al servizio archivistico çlovesse conferirsi
espressa dal
de ai loro bisogni; ne promuove i vant �gg1;
�
du
, �
ge ad un �
a, d ft \ dt
le varie opere degli archivi; [ . ] dete:l]'m"; l ordme g�n.er �
unità _di prin-• e. a .
ctpi quanto al metodo ed alle finalità ultime del lavoro
Ì, h .
..
da svolgere
stribuzione delle carte e dei docum � ent m c1a �cun archivw comp ,
nei vari istituti, ma anche flessibilità di azione dirett .
iva quanto agli zione e dt coordu am � nto de 1 . " oro c e
obiettivi ìminediati da conseguite, rispettando negli o ' una funzione di promo � ."
terni e nell'attività scientifica di ciascun: archivio
ordinamenti in:
le caratteristiche:
�: �.
�olge autonomamente negli istituti da !':1 dipendenti, m a�mo:
ne.
della storia regionale· che' si rifletteva nella documentazi ma con l'individualità degli interessi scaturenti dalla documentazw
one. · Atnbitb' respon sabili
, d eIl a onserv
� . a
In ogni archivio, i capisezione sono
i
-
115
114 ·Arnaldo. D'Addario Gli · archivi nell.o _-Stato unitario
vennero fatti alla Camera dei deputati durante la discussione dei bi le inesauribili ricchezze che spesse volt
in quel nordma�ento, il
lanci degli anni 1867, 1868, 1869, 1870 122• Nel 1867, infatti, il ��nasciamo >> . Quanto ai criteri da seguire
_ri ono�ci.uta funzwnale la
relatore sul bilan<;io dell'Interno, onorevole Martinelli, si era augu Bargone riteneva che fosse orr:'ai d� tutti �
:>mls tratl':'l, e sec�mdo 5J.u<;
rato che presto s1 conseguisse l'unificazione del servizio alle dipen separazione degli archivi storie! dagli an;u
t1Z1o ne fra 1 ?ue d1c?ste�1 rl
denze del ministero di cui stava esaminando i problemi organizza ste connotazioni ne proponeva la spar
dvi; ma era stato contraddetto vivacemente dal ministro della Pubbli vili; per di più accogliendo una tesi già avan z �t� �al sostemton del"
cam p arcb 1:11.stlco, _Proponeva la
ca istruzione, Coppino, e dall'onorevole Berti, che aveva preceduto il l'utilità di un decentramento in ?.
?
Coppino alla testa di quel dicastero. Nel 1868, invece, lo stesso re consegna ai comuni di deter �
_ati ar�h1v1 st�ncl lo�ah. Q:l\ar ando !
latore sul bilancio dell'Interno, Martinelli, prendeva ad affermare poi, all'avvenire, introduceva l 1dea ?i
:'na slstematlca osmosl fra l
« �ito�nando sulle idee manifestate l'anno priola, che gli archivi de:
esa�e dell.e carte conse.r
due tipi di archivio, mediante il per10dico
r.az1 ne di �n passagg10
stmat1 alla raccolta e custodia dei documenti storici non sono da vate negli archivi amministrativi, i_n prep� 9 ndent1 dalla ub �
s1t1 d1pe
confondere cogli archivi destinati agli atti delle pubbliche ammini delle << parti divenute storiche >> nel depo << _ orm.1ta d1:
unif
una
strazioni » , e che « gli archivi generali >> dovessero essere distinti blica istruzione nei quali si dove va adot tare
tti nazionali e st�anie�i >>.
<< dagli archivi speciali >>; e si riferiva alle idee già espresse in quel norme per age�olare L ..] gli st.udi ai d?
� le• concordanza cltca l op-·
l'au a parlamentare nel 1862. L'anno seguente, discutendosi il bi Tuttavia pur in un'atmosfera di sostanzia �
de!l� �i�er:a �tor ca, no?'
lanCio dell'Interno 123, il relatore onorevole Bargoni volle rifarsi - p�rtunità di valorizzare le carte come f?nti. ?
p ht1c1, _ I o 1et�1vo ultl
nella seduta del 13 gennaio - all'atteggiamento costantemente as risultava ancora chiaro, negli interventi de1 �
a sp1caya d nordina�e;rto
sunto dal Parlamento nel deplorare la confusione esistente nell'or mo che si intendeva conseguire quando si ;r
s1 conf1gurav_a come �lta<
d!n.amento degli archivi, e chiese << un nuovo inlpianto >> di quel ser del servizio . Mentre, infatti, da un 'lato lo .
altro non s1 sapeva r�sol
VlZlo, pur senza nascondersi quanto fosse difficile venire a capo di riamente ed organicamente strutturato, dall'
nzione operata sul plano
una questione complicata da ragioni storiche, giuridiche ed ammi vere la difficoltà scaturente dalla stessa disti
amministrativi . .In conse
nistrative. Bisognava, tuttavia, decidersi ad affrontare e a risolvere concettuale tra; archivi storici ed archivi � !
il Bona_ini, s � v sto, er�
una buona volta il problema della separazione fra gli archivi di na �enza di qu�!� distinzione - che, per
re g;li _archt.vl di Na�oli
tura diversa, il problema della sistemazione degli archivi dipendenti un espediente di comodo, càdottato per salva
dalla mma�c1ata fagoCita-,
non dallo Stato ma dalle amministrazioni provinciali, e l'altro, ancor e ·della Toscana, e, da ultimo, di Venezia,
.- et_a qua�1_g<;Ueralmente
più difficile, dell'<< ingerenza di due ministeri diversi negli archivi zione da parte'.i:lel ministero dell'Interno, -
ziom archlVlStl�he; quelle
governativi >>, che il Bargoni sottolineava esser << distinti 'non per· ra: ac�olto il criterio di due separate organizza
a eva;ro conf;gu�ato n�!
gione di materia, ma per ragione delle località in cui si trovano >>. delle quili il Gar, il Trinchera e il Bonaini ;
l amb1t� terrtton�le, d1-..
Guardando al futuro dopo aver recrinlinato su di un passàtò fatto convegno napoletano perfino. le st�u�ture _e
nte nnportantl :ome;
sinteressandosi della sorte di archiv1 stancame
- I2i .L. SANDRI, quelli sabaudi, genovesi, sardi, milan�s , ! � � plic tame�te esclusl dal,
Gli archivi dello Stato... cit., pp. 422-423; E. LonOLINI' I
sJtl d. ! font ! stanche.
novero degli istituti considerati depo
- ·
117
o unitario
116 Arnaldo D'Addario Gli archivi nello Stat
. . . dei parlamentari e
m�mstr? Broglio "' e
politica e della giustizia. E ciò mentre si ponevano ancora nuovi pro archivi l'attenzwne del 28 ' "'
rtl o-ià ministro
· · dal Coppmo 1 e da1 Be o· _
blemi archivistici dopo la liberazione del Veneto; mentre si comin governanti· suo:· ami�!, min istro ai Lavori pub-
_
della Pubblica Js�ruzwr;e13--, al M rdini "' _
0 br0 della
ciava a sentire sempre più urgente il bisogno di liberare gli archivi , - mem com mis sio ne al bilancio
blici - , al Devmcen zl
correnti degli organi centrali da una massa di carte vertiginosamente
crescente - e si auspicava da tempo l'istituzione di un Archivio ge
la al ministro quanto
'dem) · Il Bonaini ricapito
.
nerale del nuovo Stato unitario -; mentre si chiedeva la fondazione 121 Lettera del 9 gennaio 1868 (tbt
eca « che tras cors o tanto tempo, du·
berato nel 1 863 ; .depr
di nuovi archivi che conservassero i documenti della storia di ter già la . Camera aveva deli all a P ub. bÌic a istru zione gli archivi che
per tentare di togliere
_
rino gli sfm·z1. d'1 certuru. l p l mento »" lo invita
ritori dal passato nobilissimo, come nel caso di Bologna; e, problema ad allontanare,
v�lontà stessa. de
non trascurabile, mentre urgevano le richieste di perequazione sala ne dipe ndo no in
col trionfo della test con
on �a alla
tratta, « un� sctagu ra ��= .
la scie� a euro pea not; potrebbe
' nel dibattito gli fa oma
g·
do mterverra
che' gli s.ia mnda quan .
•
riale da parte del personale dipendente, ancora soggetto a tratta
scolo m o"':
che dep lora re » ; e, per le lette re scam h'tate
blicato
cui l'anno pnma ha pub
mento diverso secondo il ministero nel cui ambito prestava la sua gio di una copia dell'opu .
blica
opera 124• col Panizzi. , già ministro della Pub
�
. . .
Rattazzi) , il Bonaini ricorda
Co pino
t:re Lettera del ? gennaio 1868 {t
btde
�el
m ) Al
mini tero
settembre 1867 ' . .
Tuttavia, ancora una volta la proposta del problema globale ti istruzione (dall'apnle al 1867' esprimendo alla
tto · �
m - u- ella veste msteme al Bert , nel '
i
avev a gt� nterno� e g.li
sollevava la 'questione di fondo, della collocazione da dare al servi-. nto � sottoporre gli archivi all'I
gua " f
cttca la prop�sta di
zio archivistico nel quadro istituzionale dello Stato come espressione Camera le propne rtserve à del suo inte rven to quanto gtà
ra una v ol ta con l'autorit
della volontà politica di riconoscerne o meno, e in qual modo o mi chiede di sostenere anco
dirà il Broglio, attuale .
titolare de� dicaste
.
�Ù pe� i « no.
ricorda quanto ha già fatto
sura, la connotazione e la finalità culturali. 129 Lettera del 9 gennaro 1868 (z _de�) : �; �
.
mt �t (da
i dicembre 1865 al febbraro 1867,
124 Per l'urgenza di questi problemi, cfr. L. SANDRI, Gli archivi dello Stato... cit, ; /: � l ' tico mae stro riass ume tutta la qu�
pp. 422-423.
Bonaini a Pisa e ne era
stione e gli chiede di ?
rtmasto mtco. A
s stenere . a �usa d �� : chivi presso l'an. Bargoni,
membro
dopo
125 aggi ung e - « che,
Lettera del Bonaini al Napoli, del 10 gennaio 1868. Gli comunica che si sta ncto. « Ti confesso )> -
missione relatrtce sul bila sero, mi addo·
adoperando « nel modo tra noi stabilito », e gli acclude una lettera rivolta al mini
della com t'l che cosl la illus tras
. . alia un gene.re d''tsn'tu .
tante fatiche per dare all'lt . malgrado ciò che decise [ l
... il
stro, per fargli vedere « quanto convenga che [il Broglio] prenda a cuore e sul che la batt agli a contro di. essi dura a urandolo
serio la questione della dipendenza degli archivi dal suo ministero » (ASF, Archivio
lata il ved ere
)> . Il Mordiru risp
. ose il 24 genn aio (ibid em) assic
Parlamento stesso nel 1863 e _ <( che a tanti altri
atti
della soprintendenza, 86, ins. 15). di aver parlato col Ba�gon ·.
i non temere » - aggl'ung ' 1e
l di s trug gere la bell a istituzione )> per la qua
126 Lettera del Bonaini al Galeotti, dell'H gennaio 1868 (ibidem), per ringraziarlo aggm ' « ngera, , d'
vandalici questo non st Pae se nos tro )>.
« con tanto lustro pel
di quanto ha fatto e sta facendo a vantaggio degli archivi, e per comunicargli di aver· il Bonaini aveva lavorato gna una copia -dell'opuscolo
con-
t 1 em) _ che accompa
in
scritto « alle persone di cui convenimmo ». La segnalazione dell'opportunità di questi '-" _ Lett _era senz a d ata ('b'd circo stanza, perehe'
t e s ct·r ' tta que sta
certamen .
futerventi gli era stata fatta dal Galeotti, il quale nella stessa giornata lo aveva info_r. tenente le lettere del Pan
izzi .ma . 1'11 gennaio. .« Stamo m · bat-
1 il Bon
.
_•
· cenz
l · atru scnve al Galeottl'
ta e st· fa
dtce il soprint
mato di quanto aveva saputo dal consigliere di Stato Massimiliano Martinelli; che del rtcor . so · al. Devfl _ .
end ente - <( i qua li ora st mes
taglia per gli �rchivl .» - che ho scelto un ottim
o compagno. Se
tno al1'Interno. \ edrai
cioè, la relazione sul bilancio era già in corso di stampa e che « basterebbe » - sono T
di tutto perche .pass .
che
.1 � � camp
parole del Martinelli al Galeotti - « che la quistione rimanesse subordinata ad un a burrasca, non so che dire · Bisogna .
il nome del Paruzzt no� �a
arci dall
voto del Parlamento e fosse con ciò sottratta ai ·capricci della burocrazia ». II Galeotti . .
ibile per salv are la cosa ». Il Devm·
facciate ogm p_oss
tu e gli altri buoni am1cl mtel SO COnfl'denz'Jalmente che
abbiamo fatto
ccnz1 rtspose il l5 gennato •
aveva rinnpvato i suoi �forzi per ottenere che <( per le proposte di un ordinamento i
1 em)·' (( _T aVVI
E
. , • (1'b'd _ esserne contento ».
generale si prenda ilorma dai buoni esempi, che non titancano fra noi » (la sottoli· • gli ar chi v i . tu devi
bilancto per
neatura è nel testo). sernio. nella commissione - del
118
Arnaldo - D'Addm io
· Gli ·archivi nello Stato unitario 119
-, al Bargoni 132, al
Torrigiani "' __ 1 ContJ.
134 al De Lùca 13s. -
.
presidente della com
bll -
-
missione al Ebbero, tuttavia, una certa efficacia, almeno nel bloccare ancora
Trinchera '" a muov anelo -, ' mentre - eso
rtava il
da parte di parlamen
ersi n ilo st sso s nso
�
. tar.i . <;ile Cltcoscnzw d: . per s_o ecitare adesioni
.-
� per qualche tempo la situazio)'le, come sembrano dimostrare gli at
teggiamenti presi sulla questione degli archivi dai relatori sul bi
F on? questl,. gli ultmu ru mendionalL
sa c
� ' mterventi del Bonaini a
difesa del
- -- lancio degli anni 1868 e 1869, Martinelli e Bargoni. Per un;ultima
gli
_ stava tanto a cuore --- !a cau- volta il Bonaini avrebbe partecipato di persona alla polemica, e dò
., . I ric' orr enti e - dal 1 68
pm grav1 attacchi della m
alatti a d cm
_ . - .
Ì
da tempo . soffnva, con
� - sempre avvenne in conseguenza della pubblicazione nella << Gazzetta d'Ita
seguenti ricoveri in ' i con lia >> del 25 maggio 1869, di un lungo articolo, fortemente critico
:, 0 aveva:'-o costrett_o_ più volte _
casa d - ra
s�. è visto a giovarsi d ll pm
_
che
:� ll
chevole, fll1al collabora
dell'inerzia ministeriale a proposito del problema archivistico. L'ao
.Zwrie del Guasti nella ' �
prepar_azi one e ne a stesura maten nonimo articolista illustrava succintamente i termini della questione,
cumenti che abbiamo ale dei do-
fin .
qm esammato . Al Trinch - · riéordava come tante volte la Camera aveva chiesto che si provve
va conf1. d-en21alm
.
del mio fidatissimo
ente nella - lett ra cl.
fiduciario e
: _
�
ta d'l ver sc itto « per
�
era, - m· fatt1, rl·re--
fman?
desse ad organizzare un servizio unitario, e poneva perentoriamente
di fronte all'opinione pubblica il problema della dipendenza, che ne
<< pe� Stanchezza >>; ma si .aver atto_ rlcorso, al -Guas
trattav' . a di un attac�o di que,lla lpo .
ti costituiva l'aspetto più arduo a definire. A questo proposito, il gior'
troruca che, in realtà
l'effettiva direzionè d
lo aveva
�lla S m . m
�
tto ad affidare al suo seg
condrJ_à
retario
1
nale riassumeva le tesi contrapposte 38 sostenute dai due ministeri e
::
goru non . fu conser
. - : istruzione. Da ultimo, ricordava l'articolista, il ministero dell'Interno,
, il ·Mordini nella Ietter
_a - � cita
gia _ pur di arrivare a una decisione, aveva proposto di lasciare tutti gli
quel pitrlamentare si ta, comunicava al Bon
era niostrito ' favo:revo . ain_i. ché
.
va - <� che la rtsposta a - le nel co ·
te data da I . stesso , .
lloqùio avu
_ _ - 1o con. . 1_Ul; -e :·i}ggtunge-
. . · archivi all'altro dicastero, prevedendo di istituire alle proprie dipen
· l hat trovata soddisfacen -
relatore sul bilancio del . te ,>>. Il Bargoni- denze un << grande Archivio del Regno >>, destinato a conservare gli
:
1869 - avre b espres
sulla questio:O.e degli �ome e. �? - �- 'l:uella:, occasione .le sue oPinionÌ
archivi tamo gta riferito.
a bb atti relativi agli affari trattati dagli organi della pubblica amministra
: 133 Lettera dell ,ll gen
.
-
•
qtla - to
.
sottrarre a cur10s1ta universale >> 139. quale era anche Presidente del
dell'Interno, Giovanni Lanza - il
A queste idee, che egli non esitò a definire << sofismi >>, il Bonaini pagine della << Gazzetta Ufficia
consiglio - fu accompagnato, sulle
oppose un� n�ova protesta, inviata al ministro della Pubblica istru lettera indirizzata al presidente.
le >> che lo pubblicava 142, da una
ZIOne �ramtte Il Rezasco, giudicandole « d'altro tempo » e usate er scopo dei lavori avrebbe dovuto es�
In essa' il Lanza dichiarava che
patrocmare « sott? alt�a forma le antiche pretese della burocra ia � sere l'eliminazione della discorda
nza circa la dipendenza politica ed
che voleva addetti tuttl gli archivi dello Stato al ministero dell'In-' ico, del quale tante volte era
anunin1strativa del servizio archivist
terno » 140• e burocratica una definitiva, uni·
stata chiesta in sede parlamentare
ricordava al Cibrario qual'era la
taria riorganizzazione. Il ministro
. S?no, q?�st�, le ultime battute di una lunga e complessa polemica si in ben cinque gruppi, dipen·
situazione attuale degli archivi, divi 143
l c�I termml Sl er�no chiariti da tempo. Opinione pubblica uomini e o amministrative diverse ; per
. _ e personal tà della cultura, insieme agli archivisti, s� dis.sen· denti ciascuno da autorità politich
p ohtici - e a questo punto citava . Bologna,
: � di più, in molte altre località
_ �
tlvan� '.'Ile questtom di fondo, concordavano almeno nell'avanzare
Massa Carrara, Castelnuovo di Gar
fagnana - esistevano atti antichi
u'.'a r1c lesta, eh�, cioè, la ricerca di una soluzione fosse tentata al ivi amministrativi correnti; cosl
, prest sul plano delle responsabilità ministeriali. La risposta a che conveniva separare dagli arch
pm are in depositi unici altre carte
? come conveniva rivendicare e concentr
?
queste eslg':flZ� fu ata - è b�n noto - dal governo con la scelta
. di Stato sparse un po' dovunque.
Inammissibile, inoltre, era la va
della com:ms�wne mcar1cata di presentare un progetto di riordina· delle norme e delle consuetudini
rietà. e, spesso, la contraddittorietà
mento umtarw del ·servizio 141 • ico, nell'applicazione del diritto
amministrative in campo archivist
di tasse, nell'ordinamento delle
di consultazione, nell'imposizione
impiegati. .
t) ar�;;I carriere, nella retribuzione degli
.
139 L' ' l0 c�nclude _af,fermando_ « che, nonostante tritta questa girandola di va - ed avrebbe
pr p0 �, _a cosa _no_n s.t e fatto mente. B non ce ne mefavigliamo; · anzi avrein�
5
Il Lanza guardava al danno che da tutto ciò trae
m�!o:Ou� ���1����:�� � �� ;os� foss_e _an_da�a altr�ti._ �'importante �uistione
5 tratto ancor più nel futuro - il pub
blico servizio, per la crescente
dor 5
, o, e r masta m uno statu- quo che minaccia di farsi mentre i giovani mostravano di
mancanza di « buoni archivisti >>,
eterno -come t o s loro non offre giusta ricompensa,
%'::140 o o
f 0 e
/e q'j:ti:�� :' ;e;;tl::h�=� 1��:�0�e�� a�t�nz���� e �����::;e �er ;:�
-o rifuggire· « da quella carriera che
o, se la percorrono, non hanno eccit
amento alcuno agli studi faticosi,
141
{ rae del avieb ero obbligo strettissimo di ocruparsene »
2� aggio 1�69 in ASF, Archivio della soprintendenza 86 ins. 18 e non sempre dal pubblico · rime
ritafi di giusta stima, che per essa
si
� �
S 0Pet:ato e� commtsstone !
Cibrarh- si è intrattenuto breve�en� A PA. ministro, in molti arch ivi non si
a
chiedono >> . Fra breve, scriveva il
N�LL� nel sa?gto f.n m_a�gine alla relazione del 1870 per il riordinamento -de li Arch nti della nostra stori a antic a >>.
Vt d� Stato, In « ArchivlO s�orico itali•no xcv (1937), pp. 212·217 ; xcVi {1938l
« avrà chi sappia leggere i monume
.
>>,
egli chiedeva alla commissione di « arrivare ad
(npub?lic�t�- �el volume degli Scritti archivistici di A. PaOella ..: Persuaso di tutto ciò,
��..' �-�.�i9���i)21
_ .'- he, pero, st limita a trarre spunto per proprie consider�o
c
. ·1 storJ' e arehlv1 amnnmstratt-�
·
fl! d a tr Archivio della so�
�mnentt della dtscussiOne avvenuta nel
- .
1870 -
(« Archiv ·
CI
vi » Gli. ar�htv" · det· comuru », -« I cambi tra archivi e 'biblioteche ») Più tardi il
• .
142 1870� n. 89, pp. 1-2. Di questo decreto si conserva in ASF,ini,
la copia conforme spedita al Bona autenticata dal
·
p�:te II · {l870), pp. 210· ·222 Torino e di Milano) dal minisatti civili e crimi nali in Bologna) dal mini stero di Grazia
) F rl ; en'
, Le Monnier 1871 . u p eso arzi ·m te N VA nella premessa ziali in -Lucca, archivio degli inciali del Meridione - che « pur contengono principal
{poi; a parte -
· zro,
e giustizia; gli Archivi prov nuavano a dipendere dalle amministrazioni provin
stanca (pp· 10 .30) a11a Relaz.wne - Archivi ·di Stato italiani
sugli -- - (1874-1882)' Rorna mente carte di Stato » - conti
.l883 e ancora nella sua m
· .
.
cit., �P- 449-455.
,--. . LIFANO, Gli archivi
· tegri-ca, da E. '-""- correnti dei ministeri. . .
ciali, secondo la legge comunale e provinciale, articolo 172.
123
Gu. -·ari:hiiJi - hèllo Stato unitario
122 Arnaldo 'D'Addario
ntino, ai direttori ed ai più
iniziativa :personale dell'archivista fiore
un ordinamento che [ . . . ] corrisponda allo scopo di avere nn'isHtu della Toscana, nonché a perso�·
_ � <:il
_ anziani colleghi degli Archivi di Stato
Zlon � e�a d a s�enza, per quanto lo consentono le strettezze fie vicine al Bonaini per le loro
nanz�a�1e �n cm vers1an:o >> ; � p�oponeva alla discussione ben dodici nalità della cultura e del mondo politico
ele Amari, ai senatori Pog-
ll idee circa gli archivi (fra gli altri, a 1Mich
9 s1t1, nsRon?endo a1 quah s1 . s�rebbero chiaramente configurati
•
1 neamentl di un serv1Z10 archivistico · nazionale unitario ed effi- e fond ata su di una scarsa conoscenza della storia
_ 144 •
Una tradizion
ciente . _
Quindici giorni �op� anche il ministro Correnti si rivolgeva uffi dell a tesi << culturale >> circa il
Cl' alme?te �l C1brano,
_ m prevlSlone della prossima convocazione dei
_ _ convinzione che quasi solo difensore aini , insieme ai suoi
o il Bon
co ?'f lssan,, p�r proporre altri due quesiti, circa le norme utili a di' loro ordinamento definitivo fosse stat so si consider�ssero
sì che spes
colleghi ed amici toscani, hanno fatto
sc1p 1nare l el�u;.azwrre degli atti inutili e l'esportazione dei docu' come, _ahnend nella maggiOran
ment1_ dal terrttorto del Regno 145 • . i membri della commissione Cibrario
egno a favore di una Rroble
za, incapaci di assumersi un vigoroso imp
I lavo�i d�lla _commissione ebbero inizio in Firenze, presso il se' in parte responsabili della
matica . più viva ed attuale, e quindi solo
natore C1brar1o, 11 3 1 marzo, e si svolsero regolarmente (in altre sei
<< sconfitta >> subita da quella
direttiva .
sed�t�, del 2, 5, �, 8, 1 1 e 1 3 aprile) con la partecipazione di quasi scelta del Lanza e del Cor
Va riconosciuto , al contrario, che la
�utti 1 co�ponenu; as�enti fur�mo seJ?pre il Bonaini, ormai degente ente capaci di valutare gli
�
U: casa 1 cu�a - ma il Guast1 ne chtedeva e ne interpretava il pen renti non cadde su personalità scarsam
tica . A stretto· rigore di termi
�\ r �u.l va�1 argomenti_ - e il _ Ronchini, segretario dirigente del- elementi complessi di quella problema
e Adeodato Pallieti avrebbe
ni solo i senatori Michelangelo Castelli
P re 1v1o d1 Par�a, anch'egli ammalato, quantunque non · grave
n; potuto dirsi più uomini politici che uomini di studio; tuttavia,
meni�. In luogo d_i
q_ue�t'ultimo, il Cibrario incaricò il Guasti di a
l'esame delle idee che essi espressero
nel corso dei lavori - ampia·
dempiere alle funz10m d1 segretario; egli curò la verbalizzazione delle ne fanno rilevare una. certa
mente riferite dal Guasti nei verbali -
sedute e scrisse la relazione finale che, approvata il 13 aprile, fu organizzativi degli archivi,
_ quale ne diede ricevuta il 12 maggio) e, per sensibilità nei confronti di molti problemi
consegnata al Lanza (il ica, delle esigenze della ri
dei principi fondamental i dell'archivist
era stato nominato presidente
cerca storica. Il senatore Luigi Cibrario
, per la stima goduta a Corte,
144 l) um'f'IcaziOne del serviZio
. .
' sotto un solo ministero ?· ·
2) separaz10ne della commissione non soltanto per l'età
- 3) da quale ministero far dipendere gli archi-
degl'1
Stato, quanto per l'autorità
- , •
'
i !
125
124 Arnaldo D'Addario Gli archivi nello Stato unitario
stato nominato segretario ma sarebbe stato, si è detto, forzatamente che quest'ultima fu considerata piutto�to con:'e un colpo di J?ano da
.
assente dal lavoro -. In qualità di esperto in materia di biblioteche parte della burocrazia che come meditata mol';lztone, speClalment<;
era stato chiamato a far parte della commissione Domenico Promis, dopo che più volte, fra 1870 e 1874, altre voc1, alla Cam:ra e sul
« bibliotecario di Sua Maestà » e conservatore del medagliere reale
giornali, si erano levate autorevolmente a sostenere la test che da
di Torino, studioso di numismatica ed autore di numerose pubblica ultimo venne messa da parte.
zioni erudite sulla monetazione piemontese, sabauda e pontificia
hi<1ro ed ac:
dell'alto e del basso medioevo. Tuttavia, se del Promis si era fatto I verbali elaborati con obiettività e scritti con stile �
il nome nel testo manoscritto del decreto di nomina, egli fu sosti ancor a inedit i e tanto meno noti a molt1_ d�
curato dal Guasti -
- permettono d!
tuito, al momento del passaggio alla stampa dell'atto nel giornale coloro che si sono occupati di qu_esti problem_i . che no ven
ufficiale, da Giuseppe Canestrini, direttore della Biblioteca nazio conoscere le opinioni espresse da ciascun comm1ssar_10, :' _
pur lucida e fedele rel zi ?: 'e fmale al m1ms tro
nale centrale di Firenze, membro autorevole della Deputazione di nero riportate nella �
storia patria per l'Umbria e la Toscana, collaboratore attivissimo - più volte, questa, pubblicata nel testo defmlt!vo.
l'ordin':.
dell'<< Archivio storico italiano », editore di fonti archivistiche e stu La discussione non si sviluppò sistematicame�te secondo
dioso della finanza fiorentina, oltre che degli aspetti della storia gran ; ma proce dette, lutt sto, pe � grupp�
dei quesiti proposti dal Lanza Jil ? .
ducale medicea. Un altro cultore di studi storici, quindi, legato dalla affinità che fra questi ul
_ t� ml veniva no di
di argomenti, secondo le .
comune esperienza di ricerche d'archivio, oltre che dalla diuturna Fu il Guast i che, propn o m apertu ra dell�
collaborazione nelle istituzioni culturali cittadine, al Bonaini - ma
volta in volta emergendo.
prima seduta (31 marzo _ ) , propo se i �
seguir e quel J?etod _o , :J _ di
fme
prese a
non avrebbe per questo esitato ad avversarne le tesi -, al Guasti, evitare il pericolo che s1 dovesse ritornare . su del1beraz10m
e potuta,
agli archivisti ed agli storici fiorentini e toscani . Fra i membri della proposito di qualche problema che succe�s1vamente avrebb
c n la pro�l e
commissione non si trovano burocrati, dunque, ma quasi tutti uo assumere connotazioni diverse se messo m rapporto _o
e un ordine
mini di studio, esperti, per sofferta, personale, partecipazione, della matica seguente, evitata in un primo te�po per segmr
resto, v':nne
problematica archivistica. Questa esperienza costituì, anzi, il motivo fisso. Non a caso la proposta del Guasti - che, del
di fondo dei loro interventi e la ragione più vera di una sostanziale accolta all'unanimità - fu avanzata preliminarme_u . te alla :r�ttazwn�
gh archtv l alle di
concordanza delle loro idee circa la degnità scientifica del servizio da del primo quesito (se fosse conveniente por�e tutti
organizzare. pendenze di un solo ministero) che, a suo di�e, avrebb e potut � essere
ne adotta ta a nguar do
Alcuni di essi, però, come uomini di ordine e come moderati sul risolto in più modi, in funzione della soluzw
o da separa re - e, se _sl,
piano politico, erano portati a non sottovalutare le ragioni che da del secondo (se gli archivi storici fosser
tempo si venivano adducendo a favore di una cautela da usare nel in qual maniera - da quelli ammin!strativ � ); e ciò con il pr_o p :to,
os
l'applicazione del principio della piena pubblicità degli atti e di una di arrivare preliminarmente ad un ncono scrmen to della qualif lcazl �
attuazione di quella salvaguardia mediante l'affidamento al ministero one archiv istica, così che la di
ne culturale dell'intera documentazi
tante : d�
dell'Interno della responsabilità politica della conservazione dei do scussione sul secondo e sul terzo quesito (il più impor
si doves se quas1
cumenti. Furono questa esigenza di cautela, questo bisogno di ga qual ministero far dipendere il serviz io archiv istico)
ranzie, questa preoccupazione per il rispetto dei diritti e degli inte svolgere su di un piano obblig ato.
era,
ressi dei terzi, che resero alcuni di loro incerti nel sostenere fino in Il Cibrario accolse il voto unanime dei colleghi e, col Trinch
fondo il discorso culturale che il Bonaini aveva portato linearmente i storici »
si mostrò subito contrario all'idea di separare gli archiv <<
I due archivisti lessero la relazione '" in apertura della promotore dello scarto, con la collaborazione di archivisti addetti all'archivio nel cui
seduta sue- ambito territoriale si trova l'ufficio che vuole effettuare l'operazione; 3) se lo
scarto è richiesto dalla direzione di un archivio e riguarda « documenti amministra
tivi moderni )> già versati in quel deposito, la procedura non cambia; 4) per la
cernita di carte antiche i relatori ritengono, però, necessaria la collaborazione di
148 II testo di questo rapporto è allegato al verbale della seconda adunanza, della
« dotta persona [ ... ] nominata espressamente dal ministro )>. Il Gar ed il Guasti pro
quale porta la data. Il Gar ed il Guasti ricordano brevemente che la necessità dello
sca�to è �c:nseguenza de: versamento e del concentramento negli Archivi di Stato degli pongono, infine, che le norme suddette siano applicate anche nel caso dello scarto
a �tt posti m essere dagli. organi centrali o periferici degli Stati preunitari. Le elimina mantovano che aveva dato luogo alla richiesta di parere da parte del ministro Cor
Zloru sono avvenute, però, con criteri differenti e tillvolta opposti, quantunque le renti.
130 Arnaldo D'Addario Gli archivi nello Stato unitario i31
chiedere l'autorizzazione al ministro gerarchicamente superiore, per
darne poi l'incombenza a impiegati dipendenti dall'ufficio . Il lavoro non dissentendo dalla proposta avanzata dal Canestrini circa l'auto
compiuto sarebbe stato sottoposto alle revisione da parte di un esper rità che avrebbe dovuto esercitare la vigilanza; era soprattutto neces
to nominato in un secondo tempo dal ministero, il cui giudizio sareb sario, per lui, levare gli archivi municipali dalle mani << dei donzelli
be stato determinante ai fini dell'emanazione del decreto di elimina· o degl'infimi impiegati >>, per affidarli, invece, << a persona fornita di
zione degli atti riconosciuti inutili. Qualche perplessità fu avanzata qualche cultura >>; e se era vano sperare che i comuni assumessero
a questo proposito dal Guasti e dal Gar, preoccupati per le possibili veri e propri archivisti (<< e dove son gl'archivisti? >>, si chiedeva
azioni negative da parte dei dirigenti locali nei confronti degli i a questo punto il Guasti), non sarebbe stato troppo chiedere che
spettori inviati a sindacarne l'operato; ma il Cibrario ribatté os alla conservazione di quegli archivi fossero addette persone colte che
servando che l'applicazione di una norma generale non avrebbe po potessero sopperire alla scarsità di preparazione specifica con la pas
tuto ferire alcuna suscettibilità, e anche il Castelli faceva notare che sione p"er gli studi di storia locale. A siffatti volenterosi i responsa
il capo dell'archivio, posto in contraddittorio con il funzionario ve bili del servizio archivistico statale fornirebbero le cognizioni speci
nuto di fuori, si sarebbe scaricato di una grave responsabilità << non fiche utili per affrontare le questioni tecniche.
solo presso l'autorità superiore, ma anche dinanzi al pubblico che, Osserva, tuttavia, il Cibrario che la cronica povertà dei bilanci
sentendo parlare di spurghi fatti in archivio, potrebbe occuparsene e avrebbe impedito quasi dovunque la deliberazione di nuove spese a
preoccuparsene » . vantaggio degli archivi e che per questo motivo sarebbe stato più
I l dibattito su questo argomento s i concluse con l'approvazione realistico chiedere che nei capoluoghi di provincia si istituissero dei
della proposta avanzata dal Cibrario - che fu poi riportata nella re consorzi .destinati a raccogliere la documentazione conservata dai vari
lazione finale -; tuttavia, in quest'ultimo documento venne aggiun comuni. Per venire incontro a situazione particolari - quale, ad e
ta dal Guasti anche una frase a proposito dei danni conseguenti al sempio, quella toscana -, il Cibrario precisò che considerava l'ade
l'esportazione dei documenti, a « quell'andare >> - dirà il segretario sione a quei consorzi come facoltativa, ma con il corrispettivo, per
nella relazione al ministro - << che fanno oltremonte i documenti il comune che avesse rifiutato di farne parte, dell'obbligo tassativo
storici anche preziosi, che talora tornano sotto gli occhi degl'italiani di conservare ordinatamente le carte che aveva voluto trattenere. Il
quasi per istrazio, nei cataloghi d'autografi vendibili su' mercati di Castelli chiese che ai comuni si facesse anche carico di consegnare una
Francia e d'Inghilterra » . << Unica via di ripararvi efficacemente >> sa copia dell'inventario dei propri archivi all'organo centrale che sa
rebbe stato, secondo la commissione, l'acquisto delle carte emigrate rebbe stato preposto al servizio archivistico, e il Guasti si associò ri
all'estero; ma con gravi sacrifici pecuniari, << massime se i venditori cordando la positiva esperienza fatta in questo campo dal Bonaini,
n'esagerano il prezzo, fors'anche simulando offerte favolose >>. Più il quale aveva raccolto nell'archivio della Soprintendenza toscana
realistica - conclude a questo punto il rapporto finale - potrebbe molti di quegli strumenti di ricerca, preparati a cura dei cancellieri
essere la decisione di penalizzare l'esportazione non autorizzata delle e ministri del censo.
carte, e il dare pubblicità del reato, ritenendo << sperabile che il A questo punto il Trinchera prese la parola per esporre ciò che
. pudore sia freno >> . era stato detto sugli archivi nelle sedute del congresso internazionale
Conclusasi anche questa parte della discussione il Canestrini av di statistica del 1867, che ne aveva esaltato il carattere culturale,
viò il discorso sull'importanza degli archivi muni�ipali come deten
considerandoli, insieme << con le biblioteche e i musei, fra gli istitu
tori di fonti di alto valore storico. Secondo il direttore della Nazio
ti che rappresentano la civiltà di una nazione e ne aiutano l'incremen
nale fiorentina, quegli archivi avrebbero dovuto essere vigilati per to >> . Il soprintendente napoletano informò i colleghi anche di quanto
assicurarne l'ordinamento, la conservazione e l'uso pubblico, e avreb aveva fatto a Napoli, insieme al Gar ed al Bonaini, per << meglio svol
bero pot�to esserlo con .efficacia soltanto ad opera dei prefetti; tesi,
, gere le idee che la discussione aveva messo in campo nel congresso di
quest tÙtnna, alla quale il Gar contrappose I altra, della maggior fun statistica >>, arrivando a preparare un regolamento organico per gli
zionalità di una vigilanza attuata dai direttori degli Archivi di Stato archivi dipendenti dal ministero della Pubblica istruzione. Forse -
competenti per territorio. Al Guasti, invece, interessava piuttosto
proponeva il Trinchera - sarebbe stato utile per i colleghi conosce
stabilire il tipo di disciplina a cui assoggettare quegli archivi, pur re il testo di quelle norme, << sperando che ne potesse venire qualche
132 Arnaldo D'Addario Gli archivi nello Stato unitario 133
.ficiale, che egli indiceva per il martedì 5 aprile. << Riconosco » - egli disse, infatti, come annotò il Guasti, non cor
Anche questa terza adunanza sembrò aprirsi in un'atmosfera di retto dal Cibrario in sede di approvazione del verbale all'inizio della
incertezza e di esitazione; il Cibrario diede la parola al Trinchera, il seduta successiva - << al par di ogni altro [ . . ] quanto dagli archivi
.
quale, anche a nome del Pallieri, svolse la relazione sulle origini e le abbiano ricevuto e siano per ricevere d'incremento gli studi della
attribuzioni degli archivi del Mezzogiorno che era stata loro richiesta storia; ma non posso mettere in secondo luogo l'interesse politico >>;
nel corso della prima seduta. Tuttavia, l'attenzione dei commissari e proseguiva facendo una singolare distinzione fra gli studiosi e i
fu attirata dal fatto che le difficoltà lamentate a proposito di quegli << curiosi >>, e sottolineando come la sua stessa esperienza di storico
archivi erano conseguenza di carenze e disfunzioni legislative, emerse gli aveva dimostrato quanto << fosse facile abusar[ e] >> della libera
specialmente in sede di applicazione della legge comunale e pro lità con cui si lasciavano leggere le carte d'archivio. Non a caso, a
vinciale del 1865; e fu, quindi, facilmente accolto il parere del Ci questo punto, gli venne fatto di esemplificare qualcuno di quegli
brario, che la soluzione dovesse trovarsi in sede legislativa, . mediante abusi con un esplicito riferimento agli interessi delle << famiglie so
l'emanazione di una norma aggiuntiva - della quale fu chiesta l'e vrane >>, di quella regnante così come delle altre in esilio, che negli
nunciazione ai due relatori - che chiarisse se gli Archivi provinciali archivi avevano « i loro documenti, dagli atti più solenni ai più fa
del Meridione fossero o meno organi periferici del servizio statale: migliari >> ; atti che << la ragione di Stato e la convenienza >> non consi
gliavano di permettere che fossero << divulgati a talento di chicches
Esaurito anche questo argomento, il Castelli chiese che si pren sia » . Affiorava, cioè, nelle espressioni dell'eminente studioso delle
desse in esame il tema più importante. Si era già convenuto di pro memorie storiche sabaude e piemontesi, la mentalità dell'erudito che,
porre l'unificazione degli archivi alle dipendenze di un solo ministero; per quanto consapevole del valore di fonti storiche ormai acquisito
si doveva ora necessariamente arrivare fino in fondo, con l'indica dalla documentazione archivistica, pure non mancava di considerarla
zione di qual dicastero dovesse essere quello preposto al servizio ancora come il tesoro del principe, dei titolari del potere politico, e
archivistico. quindi come legittimamente riservabile solo alla fruizione di chi de
A questo punto, forse anche in seguito a richiesta del Cibrario e siderasse consultarlo con intenzione reverente e non con animo di
degli altri membri della commissione, il Guasti fu ancora più esau libera critica storica, potenzialmente dissacratrice. Questa concezio
riente del consueto nella verbalizzazione degli interventi; per meglio ne il fedele celebratore della storia dinastica dei Savoia e dei loro
èsprimere i punti di vista, ma anche - sembra di poter dire - qua domini la riassumeva nella frase finale del discorso, là dove asseriva,
si a fissare le responsabilità di ciascuno in merito alla svolta defini operando un esplicito collegamento - come di premessa e di con
tiva che si stava per imprimere alla storia degli archivi italiani. Non clusione - con la precedente affermazione, << La quale considerazione
a caso, anche il presidente mostrò di voler mettere in evidenza l'im. mi conduce a ritenere che piuttosto al ministero dell'Interno com
portanza di ciò che si stava per fate, quando, prendendo a trattare peta la superiorità degli archivi >>. Queste parole vennero poi fatte
quell'argomento, chiese che i voti fossero espressi con ampia motiva- cancellare dal Cibrario al momento dell'approvazione del verbale. Ma
134 Arnaldo D'Addario Gli archivi nello Stato unitario 135
furono certamente pronunziate, se il Guasti le inserì nel suo testo, Al Guasti si associò il Gar, insistendo sugli aspetti scientifici del
e servirono senza dubbio ad orientare la discussione in senso molto lavoro archivistico, « che il passato governo non poteva promuovere,
diverso da quello desiderato da quanti avevano accolto le idee del ma che il governo italiano deve volere >>, e sulla qualificazione cultu
Bonaini. Infatti, solo apparentemente il Cibrario sembrava consenti rale che, in funzione di quell'impegno, avrebbero dovuto ricevere i
re con quelle idee; ma si distaccava profondamente dal soprintenden conservatori delle carte. E concluse asserendo « che gli archivi, per
te toscano là dove non ammetteva la pienezza di libertà della con il carattere che hanno e per i servigi che debbono rendere >>, anda
sultazione, bensì la condizionava con motivi di convenienza politica. vano posti alle dipendenze del ministero promotore dell'istruzione
Non fu facile, perciò, al Guasti - il quale, per più giovane età e pubblica.
per minor grado, si trovò ad essere il primo ad esprimere il suo Il Pallieri - che già abbiamo visto attento piuttosto ai problemi
voto, secondo la procedura adottata (ma anche disattesa) dal presi della funzionalità che non agli aspetti più qualificanti della vita archi
dente - farsi paladino delle certezze e delle speranze che avevano vistica - si portò su di un piano del tutto diverso da quello dei
alimentato la battaglia ideale del suo maestro, ridotto al silenzio commissari che Io avevano preceduto, operando una sottile quanto
proprio nel momento cruciale della lunga polemica. pericolosa distinzione fra il momento organizzativo e quello operativo
Con fermezza, anche se con equilibrio, egli contrappose alle prio nel servizio che si stava strutturando. Per lui - disse - le doti di
rità considerate dal Cibrario le altre, care al Bonaini, dell'interesse cultura non sempre si trovavano unite alle attitudini dell'amministra
storiografico sull'amministrativo, sul politico, sul dinastico. Se biso zione, e asserì di poter citare << esempi di biblioteche male ammi
gnava considerare opportuno un criterio di prudenza nel liberalizza nistrate da bibliotecari dottissimi, come d'archivi dove un uomo pra
re la consultazione, si doveva, d'altra parte, riconoscere come « oggi tico soddisfaceva stupendamente al bisogno dei ricorrenti >>. Di quale
anche la storia contemporanea voglia essere documentata >>, né si po tipo fosse la << stupenda >> rispondenza degli archivisti citati dal Pal
teva esser sicuri che più idoneo attuatore di una politica di riserva lieri ai bisogni degli studiosi si può ben immaginare riandando ancora
tezza fosse il ministero dell'Interno che non l'altro dell'istruzione pub una volta alla concezione che del lavoro e della ricerca possibili negli
blica; se mai si volesse far questione di garanzie ai fini supremi dello archivi si era avuta e si aveva tuttora fra certi eruditi, abilissimi nel
Stato, miglior conservatore ne sarebbe stato, posto al vertice del ritrovamento materiale di carte preziose ma non certo capaci di in
servizio archivistico, il ministro guardasigilli. A questo punto, il serire la problematica connessa all'uso della documentazione in un
Guasti allargò il suo intervento con l'esposizione delle più convincen più ampio ed articolato pensiero storiografico. E quale fosse il con
ti fra le ragioni da sempre addotte dal Bonaini per giustificare la sua cetto che degli archivi aveva il senatore morettese risulta ancora più
scelta: il principio fondamentale, cioè, dell'ormai avvenuto passag chiaro dall'affermazione che egli fece subito dopo, di non volere che
gio della documentazione conservata negli Archivi di Stato dalla qua gli archivisti preparassero pubblicazioni, << perché il tempo deve essere
lità di memorie dell'amministrazione attiva a quella di fonti utili speso dagli impiegati nel soddisfare all'esigenze del servizio >>, e per
alla ricerca storica; la necessità che il personale fosse preparato ed ché << alle pubblicazioni pensano egregiamente le deputazioni di sto
amministrato in funzione di un impegno professionale di contenuto ria patria che già sono in Italia >>. Parole, queste, che mostrano ad
scientifico; la vocazione culturale degli archivisti, chiamati a pre abundantiam come poco egli conoscesse le vere « esigenze del servi
parare inventari e regesti, se non edizioni, di documenti. Per di zio >> archivistico, e in qual misura fosse lontano dall'esperienza e
più - concluse il Guasti -, mentre il ministro della Pubblica istru dai convincimenti che animavano il Bonaini e quanti con lui con
zione, nell'espletamento dei suoi compiti istituzionali, non avrebbe sentivano.
potuto dimenticare « gli interessi dello Stato >>, e quindi esimersi dal Una precisazione circa la configurazione culturale del lavoro archivi
fissare e dal far rispettare i limiti imposti da una corretta attuazione stico fu fatta a questo punto dall'Osio, traendo motivo da quanto
dei principi di riservatezza, il ministro dell'Interno « non troverà era avvenuto nell'Archivio di Milano dove, soppresso l'insegnamen
nel suo ufficio la ragione e, forse, neppure il tempo di occuparsi degli to della paleografia, era divenuta più ardua una pronta risposta alle
archivi come di istituti a cui i dotti italiani e gli stranieri guardano >> , attese degli studiosi, in mancanza di << uomini colti e buoni paleo
sollecitandone l'attività a vantaggio degli studi, e degli studi storici grafi >>. Tuttavia, non avvertendo la contraddittorietà della sua posi
in particolare. zione - ma non bisogna dimenticare che l'Archivio di Milano era
136 Arnaldo D'Addario Gli archit'i nello Stato unitm·io 137
già inserito fra quelli dipendenti dall'Interno -, l'Osio, mentre da dito insieme alla consuetudine di studi che lo legava al Bonaini e
un lato raccomandava che si sottolineasse << l'importanza scientifica che certamente lo aveva reso edotto della reale problematica archi
degli archivi », dall'altro si dichiarava - e non senza una certa in vistica. Il direttore della Biblioteca nazionale esordi affermando che
genua piaggeria - << contento che la superiorità [su di essi] si ricon gli archivi dovevano essere << amministrati in servizio del governo e
centri nel ministero dell'Interno, perché spera che in quel ministero del pubblico >>, ma anche insistendo sul fatto che, tra i frequentatori,
vi sarà un uomo che s'intenda di archivi e ne tenga raccomandata al gli studiosi erano in minor numero rispetto agli altri utenti delle
ministro la istituzione >> .. Non avvertendo neppure quanto precario carte, e nella tesi singolare che la potenziale fruibilità dei documenti
sarebbe stato un futuro scientifico degli archivi confidato solo alla come fonti storiche non conferiva di per sé carattere di scientificità
buona volontà di uomini, operanti, per di più, nel quadro di un orga all'istituto che li conservava. A conclusione del suo discorso - che,
nismo burocratico quale il ministero dell'Interno, i cui fini istituzio forse, costituì il più insidioso attacco alle tesi per anni sostenute dal
nali, importanti in sé ma estranei alla promozione della cultura era Bonaini - dichiarò di pensare che la superiorità sugli archivi meglio
no stati ben caratterizzati nella parte finale dell'intervento dÌ Ce si addiceva al ministero dell'Interno, << soggiungendo >> - annotò il
sare Guasti. Guasti sul margine, a integrazione del verbale, in sede di approvazio
Il T�in;:hera, nel suo intervento, si richiamò a quanto aveva già ne, e, quindi, su richiesta del Canestrini medesimo - « che degli ar
detto, msteme al Gar ed al Bonaini, nella relazione inviata al mi chivi si giovavano gli studi anche quando dipendevano dai ministeri
nistro della �t�bblica istruzione nel 1867, e confermò il suo parere, delle Finanze e dell'Interno >> .
che gh_ arch1v1, qualunque ne fosse la dipendenza e in qualunque Per la seconda volta nel corso di questo dibattito - e in questo
modo fossero stati considerati, « come storici o come amministrativi » caso da uno studioso di storia - si riconosceva possibile la distinzio
non potevano « considerarsi altrimenti che istituti scientifici >>. Con ne tra le finalità proprie dell'ente detentore dell'archivio e la natura
divideva, però, le idee del Pallieri in fatto di pubblicazioni dei docu degli atti che nell'archivio erano conservati; questa avrebbe avuto
menti, ritenendole compito istituzionale delle sole Deputazioni; a un certo valore quando si fosse parlato degli archivi correnti, conser
suo parere, l'impiegato che vi si fosse dedicato avrebbe potuto << farsi vatori di atti fungibili in futuro come fonti storiche ma attualmente
speculatore >> o persino editore, con grave danno << del decoro della non caratterizzabili solo con quella qualificazione, ma diveniva peri
istituzione >> . A questo punto, l'insistenza del Trinchera sulla liceità colosa se fatta anche a proposito della documentazione del passato
o meno delle pubblicazioni da parte degli archivisti provocò un nuo storico conservata negli speciali istituti detti Archivi di Stato. Con
vo intervento del Gar, il quale volle distinguere fra le edizioni di seguenza di questa distinzione avrebbe ben potuto essere l' attribuzio
f?nti, �he riteneva opportuno riservare alle Società storiche già e ne della superiorità sugli archivi al ministero dell'Interno, quasi come
ststentt, e << 1. lavon da fare e da pubblicare in servizio degli studi e
. a custode materiale di carte che gli studiosi avrebbero comunque po
della stessa amministrazione >>, come gli inventari e i regesti che ri tuto rendere feconde di significati scientifici in funzione dei loro in
' teressi storiografici; ma Io sarebbe stato a prezzo di porre in pericolo
teneva necessaria incombenza degli impiegati archivistici, essendo
<< parte di servizio >>. Distinzione, questa, che fu condivisa anche dal la continuità del lavoro scientifico degli archivisti, che era esso -
l'Osio e dal Guasti, con riferimento a quanto già da tempo avveniva e non il mero dovere della custodia - il vero aspetto qualificante
negli Archivi di Milano e di Firenze, le cui pubblicazioni di inventari
l'inviargli una copia dei verbali della commissione, gli esprimeva alcuni giudizi sugli
erano approvate e finanziate, rispettivamente, dal comune e dal
terza adunanza e notate che tre furono i voti schietti; il presidente non volle dare il
interventi a favore o contro la dipendenza dal ministero dell'Interno : -« Leggete la
governo.
voto, sebbene propendesse per l'Interno, e l'Osio fu per l'Interno, ma sub conditione.
Fra gli interventi di questa giornata, il più sorprendente fu quel Nel rapporto, poi, è espresso il voto del Bonaini » .
lo del Canestrini 149, del quale già abbiamo notato l'esperienza di eru- I l 20 gennaio 1874, scrivendo ancora al Rezasco (ibidem, alla data}, il Guasti
ricordò che « Il povero Osio votò per rispetto al suo superiore Castelli;- il Canestrini
per antipatia; il Cibrario non fu schietto. Bisognerebbe che rileggeste i verbali; de'
quali mi ricordo d'avervi procurato copia; perché questi umori procurati d'inserir
veli, e soprattutto notate che veramente la commissione fu di pari suffragi. Scusate
149 Alcuni giorni dopo, scrivendo al Rezasco (lettera del 21 aprile 1870; nelle Carte
Guastt,. sbozzalettere, alla data, in biblioteca Roncioniana di Prato}, il Guasti, nel- se fo da rammentatore » .
138 Arnaldo D'Addario Gli archivi nello Stato unitario 139
di un serviZio inteso a valorizzare la documentazione a vantaggio degli di cultnra - e non di tutti, come si è visto -, e tanto meno nel
studi storici. ceto politico e nella burocrazia. Se è vero che nessuno dei commis
Orizzonti limitati mostrò di avere su questa materia anche il sari lesinò riconoscimenti alla funzione « culturale >>, « scientifica >>,
Castelli, pur con una qualche consapevolezza della particolare proble del lavoro archivistico, molti di essi mostrarono di pregiare solo al
matica scaturente da una valutazione dell'impegno richiesto ai con cuni aspetti, secondari, di quella scientificità, che concepivano piut
servatori degli archivi italiani. << La ricchezza dei documenti che [ne tosto come esperienza ed abilità euristica; come capacità di lettnra
gli archivi] è racchiusa, la grande importanza della storia di cui cu paleografica; come perizia sostanziata di routine percorsa fra le carte;
stodiscono le memorie, son cose >> - affermò - « che fanno pensare come coscienza, sì, ma culturalmente inerte, dell'importanza del « te,
e lasciano la mente dubbiosa >>; ogni incertezza, tuttavia, era supera soro >> custodito nei depositi. Dal Bonaini, al contrario, detta scienti
ta dal Castelli guardando più ai documenti moderni che agli antichi. ficità era stata pensata soprattutto come premessa e stimolo per un
Quanto a questa seconda specie di atti, « gli archivisti >> - egli con adeguamento da parte degli archivisti della propria preparazione cul
tinuò - « non hanno da far più che conservarla; a studiarvi, a ca turale all'inesauribile problematica proposta dal contenuto delle car
varne profitto per la storia, son destinate le deputazioni >>. Infine, te che essi erano chiamati a custodire, a studiare; ad offrire come
considerando che negli archivi era preponderaute « rispetto allo Sta fonti dopo averle ordinate, ai cultori di studi storici.
to, la importanza politico-amministrativa >>, espresse il voto che essi Sa�ebbe stato, in certo senso, naturale la conseguenza di questo
fossero posti alle dipendenze dell'Interno. depotenziamento della metodologia archivistica al livello di tecnica
Con l'intervento del Castelli ebbe termine la parte più importante - sia pure affinata e consapevole di fini più alti - della conserva,
e significativa del dibattito. Non vi fu nemmeno una dichiarazione zione. Considerato sotto questo profilo, il lavoro degli archivisti a
conclusiva del Cibrario che pure, quale presidente, secondo la pro vrebbe potuto essere inserito senza troppe difficoltà tra le attività di
cedura adottata, avrebbe dovuto parlare per ultimo - ma, si è visto, qualunque ministero che avesse avuto il compito di salvaguardare,
era stato anche troppo eloquente all'inizio. Nella relazione finale al conservandone le prove documentarie, i diritti spettanti allo Stato o
Lanza, il Guasti avrebbe esposto molto succintamente i termini del ai cittadini. Nella situazione ipotizzata dal Castelli - agli archivisti
dibattito, limitandosi ad accennare soltanto alla mancanza di con la conservazione, agli eruditi lo studio delle carte - la finalità cul
cordia circa la qualificazione della documentazione archivistica co turale finiva per esulare dall'impegno professionale dell'archivista;
me importante dal punto di vista storico, a preferenza dell'altra. Men il quale non avrebbe più potuto essere considerato altro che mero
tre alcuni commissari - egli scrisse in quel documento - avevano custode di documentazioni utili soprattutto ai fini politici, giuridici,
pensato « che gli archivi, per quanto possano servire agli studi non economici. Il che, in definitiva, significava far compiere al servizio
prendono mai tanto la qualità di istituti scientifici che non rima�gano archivistico molti passi a ritroso sul piano concettuale nonché sul
soprattutto depositi di documenti ne' quali il governo come il pub piano dell'esperienza maturata ormai in secoli di utilizzazione a fini
blico ha i più vitali e più comuni interessi >>, altri avevano detto « che eruditi, più che a scopi pratici, degli àrchivi.
la politica e l'amministrazione [potevano e dovevano] avere le loro Considerando il limite dei risultati conseguiti dalla commissione
riserve, ma il documento [passato] in archivio [entrava] già nel do sul punto più qualificante del suo lavoro, assumono una nuova pro
minio della scienza >> ; riassumendo con queste parole esattamente, spettiva i concetti che di lì a poco futono espressi a proposito delle
con le tesi in conflitto, gli aspetti contrastanti e pur coesistenti del scuole d'Archivio delle quali si prese a trattare nella seconda parte
servizio che si voleva organizzare. della terza adun;nza. Tutti convennero sulla pròposta del Cibrario
Quando, però, si confrontino le idee espresse da parecchi com di chiedere al governo l'istituzione di scuole di paleografia e diplo
missari con la tematica dibattuta nel corso della quasi decennale matica in rutti gli archivi e sulla opportunità che la nomina dei do
polemica, si deve riconoscere che ben poco vi si ritrova di quanto centi spettasse al ministero della Pubblica istruzione. Unico a pe?
era stato detto e scritto fra 1861 e 1870 a proposito di archivi e di sada diversamente fu il Guasti, che si attenne, come aveva fatto m
archivistica. La ricchezza delle esperienze e delle intuizioni di Fran parecchie altre circostanze, all'esperienza tratta dal lavoro compiuto
cesco Bonaini non era stata oggetto di lqrga meditazione, né aveva al fianco del Bonaini. Non un estraneo - egli obiettò -, per quan
trovato consensi · o corrispondenza fuori della cerchia · degli uomini to capace egli sia, potrebbe insegnare proficuamente la lettura paleo-
140
Arnaldo D'Addario Gli archivi nello Stato unitario 141
grafica, bensi un altro archivista, perché i più giovani acquisiscano nire in un unico deposito gli atti degli uffici e delle magistrature sta
non una cultura accademica ma i risultati di un'esperienza maturata tali operanti nelle provincie, istituendo << sezioni >> di archivio di
sulle stesse carte che costituiscono ['oggetto del comune lavoro pro pendenti - come gli Archivi provinciali dell'ex Regno borbonico -
.fessionale. All'archivista toscano si associò il Trinchera rifacendo la dagli organi preposti al servizio archivistico di Stato, ma finanziati
�
storia ell'it:segnamento paleografico impartito a Nap�li. Risultato con il concorso delle amministrazioni provinciali nonché di quei co
d�lla _discuss�one fu un compromesso, con l'adozione della proposta muni che avessero voluto depositarvi i propri atti.
di affidare l' o:s�gnamento anche ad un archivista, purché venisse no- Conclusioni, quelle suggerite dal Guasti, che si sarebbero tradotte
_
mmato dal ministro della Pubblica istruzione. . solo molto più tardi in norme di legge, e che per tanti aspetti avreb
Altrettanto breve fu il tempo dedicato al sesto quesito proposto bero contribuito ad orientare l'azione di vigilanza sugli archivi degli
dal Lanza, riguardante la strutturazione del ruolo del personale. Que enti locali e degli altri enti non statali, a suggerire l'adozione del ver
sto fu suddiviso in due categorie, di << concetto >> e di << ordine >> alle samento degli atti di Stato in archivi istituiti in ogni capoluogo di pro
quali si sarebbe acceduto esclusivamente per esame di concor� o- i vincia. Ma per risolvere questi problemi si sarebbe dovuto attendere
laur�ati e i possessori d!-
uno speciale diploma in paleografia e dipÌo ben settanta anni circa, fino alla legge organica del 1939!
matica sarebbero entrati nella prima categoria. Definito questo argo In apertura della quarta adunanza ( 6 aprile) il Trinchera ripropo
men�o, il Guasti ch!ese di riferire sugli archivi comunali leggendo la se la questione della possibilità o meno che gli impiegati si dedicasse
relazi?ne preparata m collaborazione col Gar. Anche questo tema fu ro a pubblicazioni, avvertendo il danno che sarebbe derivato alla ca
.
esaurito m breve tempo, accettando tutti le proposte avanzate dai tegoria dall'accoglimento delle tesi sostenute nella seduta precedente.
relat_o�i : l ) che i comuni dovessero conservare << decentemente >> gli Egli volle precisare di aver inteso inibire agli archivisti solo l'edizio
archivi, separando la parte antica dalla moderna ed affidando le carte ne dei documenti, << salvo il conceder loro di valersene a corredo di
a << persona colta, quando non si possa avere un archivista fornito di un'opera storica originale >>, e auspicò che le direzioni prendessero
cognizioni speciali >> ; 2 ) che le carte trattenute sparsamente dai vari l'iniziativa di pubblicazioni ufficiali - come era avvenuto a Napoli
uffici fossero riunite in un solo deposito, per costituire un tutto uni nel caso della corrispondenza dei re aragonesi e dell'inventario gene
c? de�a docun;en�azi?ne della_ storia !oca!� ; 3) che i comuni più rale di quell'archivio. Ma non fu seguito in questo auspicio dal Cibra
p1ccoh fossero mvitaU a depositare il proprio archivio « presso quel rio, il quale, mentre da un lato suggeriva - e la proposta, come si
comune maggiore a cui più [erano] legati per relazioni storiche e sa, entrò a far parte del regolamento archivistico fino a non molti
amministrative >>, secondo l'esperienza compiuta in Toscana concen anni or sono - che si attribuisse ai direttori il potere di dare di vol
� �
trando i ocumenti egl! archivi minori nella residenza municipale ta in volta l'autorizzazione a fare studi e pubblicazioni valendosi dei
�
del cance ere comumtativo della comunità più importante; 4) che documenti, dall'altro proponeva che si programmasse la preparazione
per l'ordmame:'to e �er l'inventariazione si dessero regole comuni; di inventari e di regesti da stampare a spese dello Stato, la cni pre
�
5 ) _ c e �na copia dell .mventario fosse consegnata al direttore dell'Ar parazione avrebbe assorbito il tempo degli archivisti.
chivio d1 Stato competente per territorio; 6) che si promuovesse ovun , Scarsa attenzione fu prestata dai commissari al quarto punto, che
que possibile l � regestazione delle serie << che costituiscono la parte venne quasi subito esaurito aderendo alla proposta del Pallieri, di
veramente �tonca >>, dando aiuti economici per portarla a compi agganciare la carriera degli archivisti a quella dei funzionari dipen
mento e « Incitando
_ a pubblicare quanto può servire a far meglio denti dai ministeri. Più a lungo si discusse, invece, sull'opportunità
con?scere le istit?ziot_ri civili e i legami che il municipio ebbe con la di riunire gli archivi sotto una sola direzione, come sosteneva il Ci
storia generale d Italia >>; 7) che le medesime norme fossero estese brario, fautore anche della riunione degli atti notarili alle altre carte
anche agli archivi provinciali, richiamando in vigore quelle già ema conservare dal servizio archivistico di Stato. Il Guasti fu, invece,
nate per gli Archivi provinciali del Mezzogiorno 150• del parere che quegli atti dovessero essere conservati da archivi ap
Una particolare attenzione il Guasti dedicava alla necessità di riu- positi, adducendo a motivo della proposta la preoccupazione di non
interferire nelle competenze che una legge recente aveva attribuito
150 Su questa relazione del Guasti
si sofferma a lungo A. PANELLA
relazione del 1870... cit., pp. 224-230. ' In margine in quella materia al ministero di Grazia e giustizia; ma con il più vero
a/la
scopo di salvaguardare l'ordinamento toscano, che, in fatto di atti
Arnaldo D'Addario
143
142 Gli archivi nello Stato unitatio
Sul pia�o dell'organizzazione gen per tutto il territorio del Regno e decentrando nelle Soprintend�ze
���;�de a. Xovh:n? 0e « nel Regnoeral d'It
e del servizio fu deciso di << regionali >> l'esercizio dell'azione direttiva in fatto eli assunzione e
egli re tvt dt Stato, con la sede in alia fossero n'ove Soprinten eli preparazione (nelle scuole di paleografia e diplomatica) del perso
M d n , ��m�, Firenze, Bologna, Nap Torino Milano Venezia nale, eli programmazione e di direzione del lavoro professionale .
�
a u�?ll is u�t una preu;u_ enza gera ?li e Paler:Uo >>, attribuend�
. ru. rchica
Pensò l'opera del soprintendente soprattutto come impegno nella
. d'Italia che
.
tra�tzto stortche � amm!ffi � traeva motivo << dalle promozione dello studio, dell'ordinamento, dell'inventariazione, del
strattve >>; agli altri archivi avreb- la pubblicazione delle fonti documentarie della storia del territorio
be ovuto pr�porst un direttore, con
ff.
�lque �sse grado gerarchico e il rela
_e qua . ro 1 questo ordinamento, la
tito lo
tivo
ugu
stip
ale
end
per tutti <<
�
io >> del �ito :
sottoposto alla sua giurisdizione; ambito territoriale a sua volta defi
nito quasi a continuazione, sul piano storiografico, dell'individualità
. commis e indicò l'am: delle entità politiche preunitarie ai cui organi eli governo la documen
bt%. t�rn�ona l-; delle �o�petenze esercitate dai sion 154
a cart_co d"J!nrmptegan. �vrebbe avuto, inoltre, la direzionclisc Non, dunque, un decentramento del tipo di quello prefigurato
dgna';le?t� a paleog!afta e della diplomatica, imp e de h'inse- nelle proposte del Minghetti, né una unità soffocatrice delle indi
arti ta nel le
. a tsti tmre nelle sedt eli Soprmte _ · ndenza, dest.mate P inci scuole vidualità storiche, al cui conseguimento aveva per lungo tempo mi
<< agli alunni e agli uffic'al 1 1' », e ape anche a << estranet;t
palm�te
ehe l' �v_erle frequentat p tesse darrte
ch >> ma senza rato la burocrazia ministeriale dell'Interno, nel solco della tradizio
� � e a questi alunni estercl un qual- ne piemontese; bensl un aggancio più consistente alla realtà storica
e dtrttto ad essere rmp tegati neg li areh'lVI· senza previo concorso della penisola, nel rispetto delle plurisecolari aggregazioni storiche
. L'esa .
me det verbali. e della relazione fina
le ci permette eli sottoli: regionali.
Se, però, veniva fatto tanto spazio alle istanze cosl tenacemente
153 Allegato C alla relazione final
e.
sostenute dal Bonaini, dall'altro lato si volle tener conto delle riserve
154 Allegato A alla stessa. che dal punto di vista politico ed amministrativo si avanzavano -
con tenacia giustificabile solo a causa del breve periodo eli tempo
149
148 Arnaldo D'Addario Gli archivi nello Stato unitario
strumentale, di supporto all'altra, di studio e di lavoro specialistico; Per il momento, anche questa t
ntramento regionale, pur , nell un: �
come per liberare chi si fosse dedicato a quest'ultima da incomben ]'adozione del principio del dece a ! , l estr an � lta
del serv izio ; tutt
ze troppo ingombranti e aliene dalla mentalità di uomini di cultura. della suprema conduzione politica :" �
uzio nali del mllllstero dell In
Amministrare gli archivi non avrebbe dovuto significare, secondo la
commissione, lo stesso che studiarli e parli in condizione di essere
d lle finalità cult
:
ural i dai com
t rno avrebbe fatto più o meno pres
piti istit
to sentire il suo pe�o, ra e.nt�ndo �
ivisti pur
0 condizionando, se non
mortificando, lo sfo�zo che gli arch
studiati. Ma l'accettazione di questo principio fiol, in definitiva, col
lo d1_ v1ta della l ro ?rg�mz _ ']r
favorire la collocazione degli archivi alle dipendenze del ministero avrebbero compiuto, nel primo seco ?
dell'Interno, con una decisione la quale poco andava d'accordo con la zione unitaria, per adeguare la met
odologia e lt;
realizza�!Onl
_
de a
e
zione del pens1ero stonograflco
volontà di aprire gli archivi ad una libera ricerca. Nella realtà con loro fatica professionale all'evolu
creta della prassi amministrativa, essa, infatti, poneva la conserva della dottrina archivistica. .
zione delle fonti sotto la responsabilità di un organo quale il ministe
Conclusi i lavo ri dell a com miss ione 155, non ne � ,
rono, per?, appli
ro dell'Interno, per sua natura maggiormente sensibile nei confronti ni, quantunque m Senato il Lanza
cate con immediatezza le conclusio
della qualificazione politica delle carte, e quindi tendenzialmente
portato più a !imitarne, con una serie di norme cautelative, che non imento d� lavori, c�e
al Bangi alcune notizie sullo svolg
1 erano stati· faucos
a favorirne, con l'eliminazione di remare ormai tramontate, la con Il Guasti scriveva
tss
tenuto m una speci e
l. « La magna commissione mi ha
-L 1
·
Jssun
· · ·
·
per lu re
·
non me o scnve
sultazione; vale a dire la funzione vitale del servizio che si stava
di alera » _ elice _ « dove
mi era vietato il pensare ad altro .
è toccata tutta quanta la fauca, .
fmo al rapporto,
strutturando.
[ 1
.
Il Ronchini non venne e a me
invasata da tutte le ciarle di �ante
adunarm:, dove
s ;itto in due giorni, con la testa
In ultima analisi, un secolo circa di vita archivistica italiana sa
rebbe stato impostato sull'equivoco facilmente affiorante in fatto di ,;
e toccato a sentrrne di belle. :.'·la
·
.v. il rappo rto in
'
quan to a masstme, non parra tanto
B onam· l l'ha
·
l
sce lerato, che per riffa 0 per raffa e l� b e le cose non
però, belle cose, anche perch
considerazione del valore della documentazione, nell'indifferenza qua
ratificato come vedrai. Non spiega, (una ;alta chia� at� senso co
si generale verso la più vera e profonda istanza del Bonaini e del che il buon senso
l'aspetto ,dalle commissioni. Bisogna
le cose anderanno �egli�. _Ora. chi pm
. na
� �ragiO
Guasti, che, da archivisti più che « storici >> quali erano, non pre mune) rip�enda il suo posto, e allora
i, direttore dell ArchiviO di �tato dt Lucc a,
giavano la documentazione di un periodo storico piuttosto che di ha più ragione » (lettera a Salvatore Bang sbozz alettere,
ioniana di Prato , tt,
del 16 aprile 1870, in Biblioteca Ronc
Carte Guas
un altro, bensl la documentazione nel suo tutto inscindibile, ed ave
vano potuto intuire· solo in funzione di quella sensibilità la vera dif- alla data).
T
Arnàldo D'Addario
150 151
Gl-i archivi · nello Stato unitario
zioni >>, anche se si diceva convinto .che gli archivi dovevano essere
d
enza, 97, ms. 1. '
Gli archivi nello Stato unitario
153
152 Arnaldo D'Addario
16 re tutti gli archivi sotto
ternità alla commissione Cibrario 3, di porta
ordinati in modo da servire agli studi storici >>. Ma non soddisfece Finanz� e di �r�zia e
<<
l'Amar!, il . ql! e,� c:hlesta ancora una volta la parola, difese breve la propria giurisdizione, e se i ministeri
vedu
delle
to a trasfenre al mimstero
m�nte il P!IDClp:o di un decentramento organizzativo degli archivi che giustizia avevano per parte loro prov
denti , il dicastero della Pub
.
evit�s�e l'nnpos1Z10ne di una direttiva unica a tutti gli istituti. << Gli dell'Interno gli archivi già da essi dipen
o per qualc he temp o ancora a trat
archivi d'Italia devono restare divisi >> - egli concluse -, perché blica istruzione avrebbe continuat
archi vi di Vene zia, di Mantova, di
<< qualu�que [ ... ] accentramento di direzione speciale, o di stanze o tenere nel proprio organico gli
164 •
che so 10, sarebbe cosa nocevole, sarebbe atto di barbarie sotto la Napoli e i quattro archivi toscani • •
•
158 Gli interventi dell'Amari, del Poggi e del Conforti furono citati in un trafiletto
su �� La �azione >� �el 15 luglio (Xl�, n. 196,p. l , col. 4),
con un commento critico 163 Come dichiarava il Lanza alla Camera il 21 maggio 1872 (L. SANDRI,
...
Gli ar·
cit., p.
.
sull merz1a del mimstero, che non SI dectdeva a render noti ufficialmente i risultati chivi dello Stato 423).
dei lavori della commissione Cibrario. 164 Ai deputati che nella seduta del 21 maggio 1872avevano deplorato la perma·
! �
159 In A�F, Arch vi della soprint n enz , 97, ins. l, se ne conserva una copia, nenza di questa molteplicità di dipendenze, il Lanza rispose chiedendo un intervento
nella quale il testo e p1eno di correz10ru del refusi, fatte dal Guasti. Questi ne la�
� . � �
del Parlamento che valesse ad obbligare il ministero della Pubblica istruzione ad at·
menta la scorrettezza � una lettera al Bangi del 14 successivo: « Non mi parlare tuare le indicazioni della commissione Cibrario, e auspicando in tal senso addirittura
.
?el rapporto; e, se Sei m tempo, non lo leggere. Verrà corretta nella « Nazione » ché l'approvazione di una legge. Tuttavia, la situazione rimase tale e quale anche nel 1873,
l� quell31 « Gazzetta ufficiale » _m'han fatto dir cose da barbari » (Biblioteca Ro'ncio sollevando nuove critiche alla Camera, in sede di discussione del bilancio di quell'an-
ruana di Prato, Carte Guasti, sbozzalettere, alla data). no (E. CALIFANO, Gli archivi correnti dei ministeri.. . cit., pp. 433, 435). . .
160 E. LonoLINI, I bilanci... cit., estr., pp. 51�53.
161 E .ciò lamenta un articolo apparso su « La Nazione » del
165 [N. VAzro] Relazione sugli Archivi di Stato italiani (1874.1883) ... C1t., passzm,
27 febbraio 1871, per le notizie snlÌ'applicazione delle nuove leggi relative al servizio archivistico ita·
evidentemente ispirato dal Guasti. liano.
162 L. SANDRI, eu archivi dello Stato.. , cit., p. 426.
T
I beni culturali da Bottai a Spadolini * nistero del dopoguerra, quello delle Partecipazioni statali, con il quale
si trasferivano i poteri precedentemente spettanti ad altri uffici ad un
unico organo, senza però regolare in modo diverso tali poteri, crean
do così - come si disse - una << scatola vuota »)? Perché, in una
parola, è stato costituito un organismo unitario, chiamato a gestire
poteri diversi con riguardo a beni definiti in maniera unitaria, ma
non unitariarnente disciplinati?
Per tentare di dare una risposta a queste domande, occorre riper
correre rapidamente le vicende legislative, quelle della dottrina e
quelle delle proposte in tema di beni culturali 1 • ·
Le tappe principali della legislazione sono quelle che appartengono
SO�IO: l. Introduzione.- -
2. La legislazione dell'età giolittiana-. 3. La all'età liberale democratica (1900-1909-1922) e al tardo fascismo
�
« �olittc� d:I a cultura » del tardo fascismo: norme organizzative; la legislazione
( 1939), nelle quali furono posti in essere i principali complessi nor
sUl bem-atuvttà culturali (teatri, spettacoli ecc.); la legislazione sul cinema; la
legge del 1939 (e quella del 1963) sugli archivi. - 4. Continua: le leggi del
mativi attinenti ai beni culturali. Nell'Italia del secondo dopoguerra,
1939 sulle cose d'�rte e sulle be1lezze paesistiche. - 5. Il secondo dopoguerra: invece, prevalgono le dichiarazioni di principio (nella Costituzione
e le co.tnmissioni eli studio; la « legge Spadolini ». _
,
l art. 9 della �sttt_uztone_ del 1948), gli studi (dalle commissioni ministeriali che lavorarono
6_. Contmu_
� : 1
_
beru culturali nella dottrina giuridica. - 7. I problemi di oggi: tra il 1950 e il 1973 alla commissione parlamentare del 1956-58, alla
riforma legtslattva e compiti delle regioni.
commissione Franceschini, alle due commissioni Papaldo) fino al rior
dino meramente organizzativo del 1974-'75 .
l . Col decreto l�gge del 14 dicembre 1974 n. 657, convertito
nella lefge 29 .gennaio 1975 n. ?• che istituisce un apposito mini 2. La legge Rosadi 2 del 20 giugno 1909, n. 364 che sostitui
stero, l espresstone bem. culturali entra nella nostra legislazione. va la prima legge generale in materia, quella del 1902, che si era
E pute, nonostante l'importante novità, non si può dire che la di dimostrata deficiente in varie parti riguardanti le cose di interesse
. J? det. beni cu�turali abbia fatto sostanziali progressi. In parti
sctplina artistico e storico, la cui impronta fu seguita dalla prima legge gene
colare, colp�.s�e la cttco.stanza che, nonostante l'ampio dibattito cul rale sulle bellezze paesistiche ( 11 giugno 1922 n. 778 ), rappresenta
turale e poht;co s�oltost tra il 1948 e il 197 5, la legislazione che re l'archetipo dello strumentario adottato nella prima fase legislativa:
gola .l ,uso de� b�m culturali privati e pubblici e le potestà ammini dichiarazione di interesse pubblico; obbligo di conservazione da parte
strative che h rtguardano è pur sempre quella precedente (del 1939 del proprietario; poteri strumentali dell'amministrazione (autorizz�
e del . 1963). Pe�ché, dunque, si è pensato di riorganizzare gli uffici zione dei mutamenti, ordine di sospensione di quelli non autorizzati,
pubb�ct. cht�matl a. controllare l'uso dei beni culturali senza cambiare ordine .di demolizione, ecc.).
il reg�me .di quest1 ultimi? Perché, in altre parole, si è creata una Successivamente si disse che queste leggi non determinavano a suf
orgamzzazwne nuova con funzioni vecchie? Questo mutamento del ficienza il loro stesso oggetto (la prima, ad esempio, non compren-
solo << involucro >> è il �e�no della vitalità della vecchia legislazione 0
della debolezza delle crttlche ad essa? Va fatto risalire alle deficienze
l Va citata qui una volta per tutte l'accurata analisi della attuale situazione di
A. ANzoN, Il regime dei beni culturali nell'ordinamento vigente e nelle prospettive
delle rroposte del secondo dopoguerra oppure alle difficoltà di tra
durle 1? �gge a petto della relativa facilità di creare una nuova strut di riforme, in CAMERA DEI DEPUTATI, Ricerca sui beni culturali, I, Roma 1975, pp. 91
. l'esperienza dell'istituzione di un altro mi-
tura (st rtpeterebbe, ctoè, sS.j una breve indicazione delle principali vicende storiche dell'organizzazione è in
M. CANTUCCI, L'amministrazione dei beni culturali, in Contributi italiani al XV con·
gresso iuternazionale di scienze amministrative, Milano 1974, pp. 175 e seguenti.
2 G. Rosadi-è definito da G. Bottai, :in PoUtica fasciSta delle arti, Roma 1940, p. 256
* In « Rassegn� degli Archivi di Stato », XXXV (1975), pp. 116-142.
L aut;ore rmgrazta la dott. Maura Piccialuti Caprioli, il prof. Claudio Pavone e il
, .
. _ « avvocato di grido » e « ardente cultore delle belle arti »; la relazione della com�
dott. Gtorgto Ptva per le osservazioni e i commenti a una prima· stesura di questo
missione parlamentare, scritta dal Rosadi, è in L. ·PARPAGLIOLO, Codice delle antichità
testo.
e degli oggetti di arte, voll. 2, Roma 19311, I, pp. 9 e seguenti.
156 Sabino Cassese I beni culturali da Bottai a Spadolini 157
deva le collezioni d'arte; la seconda non era sufficientemente com questi erano principalmente, quando non esclusivamente, volti a di
prensiva, per cui sorsero conflitti tra il ministero chiamato ad ammi sciplinare gli Archivi dello Stato.
nistrare la legge e il ministero dei Lavori pubblici) e che erano ecces
sivamente rigide, perché non proteggevano, nella procedura di di 3 . La normativa del tardo fascismo fu più completa ed, anzi,
chiarazione di interesse pubblico della cosa, gli interessi del pro rappresentò un autentico complessivo programma di politica della·
prietario 3• cultura 5•
Ma le critiche non debbono far dimenticare l'importanza di quelle Caratterizzarono questo << programma >>, innanzitutto, due impor
norme che limitavano i diritti dei proprietari, fissando criteri gene tanti modificazioni organizzative: una al centro e un'altra alla peri
rali ed abbandonando la strada dei provvedimenti singoli, per questo feria; l'istituzione di un unico Consiglio nazionale dell'educazione del
e per quel bene, in un'epoca in cui prevaleva la concezione favore la scienza e delle arti; il riordino delle Soprintendenze.
vole della proprietà libera da vincoli. Con il r.d.l. 2 1 settembre 1938 n. 1673 (convertito in l. 16 gen
Fu questa, probabilmente, la ragione per la quale la dottrina nort naio 1939 n . 289) veniva creato il Consiglio nazionale, che conduce
si avvide dell'importanza dei nuovi principi, cercando di incanalarli va alla soppressione di otto preesistenti consigli o consulte o com
negli istituti conosciuti delle servitù pubbliche, degli oneri reali e missioni, tra cui quello per l'antichità e belle arti, quello per le bi
delle limitazioni amministrative alla proprietà privata. blioteche e quello per le bellezze naturali 6•
Un'interessante eccezione fu quella del Cammeo che, nel 1937, Con la legge 22 maggio 1939 n. 823 veniva riordinata l'organizza
affermava, sia pure di passaggio e senza dimostrarlo, che << ;ure pu zione periferica delle cose d'arte fino allora organizzata su Soprinten
blico colla dichiarazione di importante interesse l'amministrazione denze all'arte medievale moderna e Soprintendenze miste alle opere
acquist� sulla cosa un diritto che ha carattere analogo ad un diritto di antichità e di arte. Si operava - salvo qualche eccezione - una
reale. Sta questo un diritto di servitù pubblica, o una limitazione le scissione in tre categorie (Soprintendenze alle gallerie, Soprintendenze
gale di proprietà, è pur sempre un diritto, che ha per contenuto il ai monumenti, Soprintendenze alle antichità) e una revisione delle
mantenimento dello stato giuridico e di fatto in cui si trova, oltreché circoscrizioni territoriali degli uffici periferici: questi aumentavano,
la f�coltà di prelazione nell'acquisto. E un diritto analogo a quelli cosl, di numero, passando da 28 a 58.
realt, perché cade sulla cosa e può essere fatto valere in confronto
di tutti i terzi, se conoscano la condizione della cosa >> 4•
cl:'
Anche gli ar ivi trovarono una disciplina nell'età giolittiana. Dopo
5 Non toccano i problemi che qui interessano i pochi studi sulla politica culturale
t;·�·
. del fascismo. Tra i più recenti, ove anche citazioni dei predecenti, P. V. CANNISTRA�
il �5 genn�10 1 9 ? 0 n : 35, che approvava un regolamento per gli RO, Burocrazia e pOlitica culturale nello Stato fascista; il Ministero della cultura po�
_
ufftct dt archiviO e di regtstratura delle amministrazioni centrali fu polare, in « Storia contemporanea», I (1970), p. 273; G. TURI, Il progetto dell'Enci
rono emanati il r.d. 9 settembre 1902 n. 445 (regolamento gen�rale clopedia italiana: l'organi:a.azt"one del consenso fra gli intellettuali, in « Studi sto
rici )>, XIII (1972), pp. 93 ss.; R. CARPANETTO FIRPO, Intellettuali e massmedia nell'I
per gli Archivi di Stato) e il r.d. 2 ottobre 1911 n. 1 163 (che lo talia fascista, in « Rivista di storia contemporanea )>, 1974, p. 356; D. MARCHESINI�
sostituì). Un episodio della politica culturale del regim•e: la scuola di mistica fascista, ibid.,
Ma l'ordinamento degli archivi contenuto in questi decreti rical 1974; pp. 92 ss.; nonché G. R. PAPA, Fascismo e cultura, Padova 1974, e N. BoBBIO,
cava il decreto 27 maggio 1875 n. 2552, il quale, a sua volta, modi La cultura e il fascismo, in AA. VV., Fascismo e società italiana, Torino 1973, pp.
211 ss.; in generale, sulle caratteristiche culturali dell'ideologia « proclamata » dai,
ficava solo in qualche punto l'ordinamento degli Stati preunitari. E
fascisti, E . GENTILE, Le origini dell'ideologia fascista (1918-1925), Bari 1925, spe
cialmente pp. 327, 419, 422, Di maggiOl'e interesse, C. SANGUINETI LAZAGNA, La con
. 3 G. BoTTAI, Politica fascista. . cit., p. 434; M. GrusOLIA, La tutela delle cose d'arte, cezione delle arti figurative nella politica culturale del fascismo, in « Il movimento
di liberazione in Italia », XIX (1967), pp. 3 ss., e P. V. CANNISTRARO, La fabbrica
.
Roma 1952, p. 42; M. CANTUCCI, La tutela giuridica delle cose d'interesse artistico e
storico, Padova 1953, p. 31; G. PALMA, Beni di interesse pubblico e contenuto della del consenso, Bari 1975 (ave indicazioni sulla politica xiguardo al cinema, al teatro
proprietà, Napoli 1971, pp. 86 ss. Sulla legge sulle bellezze paesistiche L. PARPA e alla stampa).
GLIOLO, La difesa delle bellezze naturali a�Italia, Roma 1923' con importante appen- 6 Nel 1940 veniva anche creato un apposito ufficio per l'arte contemporanea, con
dice sui parchi. compiti di studio e propaganda e per fare acquisti. Degli stessi anni è la creazione
4 F. CAMMEo, Gli immobili per destinazione nella legislazione sulle belle ·arti, in dell'Istituto centrale per il restauro: notizie in G. -BoTTAI, Politica fascista.. . cit.,
Scritti per Vacchelli, Milano 1937, p. 95. p. 369, p. 382 e passim. Di BoTTAI, cfr. anche Fronte d-ell'arte, Firenze 1943.
T
158 Sabino Cassese I beni culturali da Bottai a Spadolini 159
Dietro a questa importante riforma organizzativa vi furono due Il migliore esempio è costituito dall'intervento su un'arte << nuo
mot�vi. 9uello ?�seguire le prevalenti specializzazioni di archeologi, va >>, nel campo cinematografico. Basti ricordare la L 9 gennaio 1939
n. 465 (conversione in legge del r.d.l. 4 settembre 1938 n. 1389, re
architetti e stonci dell'arte. Quello di eliminare livelli intermedi e di
assicurare un accentramento: l'autore della legge, Bottai, in una in lativo alla istituzione del monopolio per l'acquisto, l'importazione e
tervista, faceva osservare che « le competenze regionali, delimitate la distribuzione in Italia dei film provenienti dall'estero, che affi
.
con l'ultrmo � ecreto del 3 1 dicembre 1923, avevano finito per assu dava il monopolio all'ente nazionale per le industrie cinematografi
che); la L 1 8 gennaio 1939 n. 458 (conversione in legge del r.d.L
mere la configurazione di tante direzioni generali, che, rimanendo
peraltro periferiche, risultavano essere comprese nell'ambito di su 16 giugno 1938 n. 1061, recante provvedimenti a favore dell'indu
�
premazie loc i, dalle quali per necessità di cose non potevano pre
.
stria cinematografica nazionale che istituiva un regime di premi alla
produzione); infine, il decreto del capo del governo 27 novembre
scmdere >>. Si trattava, dunque, di << rinsaldare l'autorità dell'ammi
nistrazione centrale » 7 • 1939 n. 1812 che autorizzava la pubblicazione della norma corpora
Accanto ai problemi organizzativi, venivano affrontati però anche tiva di disciplina della attività di produzione dei film. Questo pre
quelli di sostanza. Per questi, ciò che innanzitutto colpisce è l'esten vedeva l'autorizzazione per l'esercizio di imprese di produzione, da
sione degli interventi in ordine ai beni culturali: l'intervento pub parte della federazione nazionale fascista delle industrie dello spetta
blico non è limitato ai beni - cose culturali (cose d'arte bellezze colo, con parere della federazione dei lavoratori e della federazione
paesistiche, archivi, libri, dischi, film) ma si estende in manlera orga dei professionisti e artisti. Ottenuta l'autorizzazione, si doveva comu
nica ai beni-attività culturali (teatro, lirica, spettacoli viaggianti). nicare alla federazione il titolo della pellicola, l'approvazione del mi
Per cominciare da questi ultimi, vanno ricordati il r.d.l. 16 giugno nistero della Cultura popolare e un << piano finanziario della produ
1938 n. 1547 (convertito in l. 18 gennaio 1939 n. 423) concernente zione dalla quale risultino tutte le spese preventive per la lavora
la concessione di sovvenzioni in favore di stagioni liriche e concer zione (costi dei materiali, paghe degli attori e del personale vario,
tistiche, compagnie drammatiche, di operetta e di riviste; il r.d.l. 16 importo dell'affitto degli stabilimenti ecc.) nonché le entrate sulle.
giugno 1938 n. 1 150 (convertito in l. 1 8 gennaio 1939 n. 466), con quali la ditta conta per condurre a termine la lavorazione stessa >>
cernente le norme per il credito (agevolato) edilizio teatrale· nonché insieme con un piano tecnico ed artistico e a referenze bancarie 8•
il decreto del capo del governo 27 novembre 1939 n. 181 } che di Minore importanza hanno altri provvedimenti come quelli riguar
spose la pubblicazione della norma corporativa per la disciplina del danti i libri (L 2 febbraio 1939 n. 374, norme sulla consegna obbli
l'esercizio delle imprese di spettacoli viaggianti (la quale prevede gatoria di esemplari degli stampati e delle. pubblicazioni alle Prefet
l'autorizzazione alla federazione nazionale fascista degli industriali ture e, poi, alla Presidenza del consiglio e alle due Biblioteche nazio
dello spettacolo; dispone che, con la domanda di autorizzazione oc� nali, di Roma e Firenze), i dischi (L 2 febbraio 1939 n. 467 che
corre presentare: l'elenco del personale dipendente· l'elenco e l� de riordina la Discoteca di Stato), nonché il r.d.l. 5 dicembre 1938 n.
scrizione dei trattenimenti; la certificazione dell'ufflcio nazionale col 2115 contenente provvedimenti riflettenti la radiodiffusione differi
locamento dei lavoratori; referenze bancarie e commerciali· ia fede ta di esecuzioni artistiche.
razione industriale chiede poi il parere alla federazione dei lavoratori Prima di passare ad esaminare la parte centrale degli interventi sui
d�Uo spettacol�; l� concessione dell'autorizzazione può essere subor beni culturali, non bisogna, però, dimenticare due importanti leggi,
dmata alla costituzione di determinate garanzie finanziarie; più com solo di alcuni anni posteriori, che influenzano, sia pure dall'esterno,
.
plessa la situazione per ottenere l'autorizzazione a un parco di diver la disciplina dei beni culturali: ci si riferisce alla legge per la prote
timento; era prevista altresì la facoltà di revoca della concessione). zione del diritto di autore (22 aprile 1941 n. 633 ) e alla legge urba-
P�r gli stessi beni-cose culturali, la normativa di questo periodo in
.
terviene m una o più maniere : ponendo limiti all'uso e alla circolà 8 Sulla storia degli interventi pubblici nel campo cinematografico in periodo fa
�ione dei beni; incentivando le attività che consentono di produrre scista, in generale, F. SACCHI, La stampa e il cinema nel ventennio, in Fascismo e
il bene-cosa; sottoponendo a controlli e programmi questa . attività. anti*fascismo, Milano 197!3, I, p. 327; ma specialmente i risultati della ricerca diretta
da P. BARILE pubblicati in ISLE, Inte e t pubblico e libertà di espressione nel
rv n o
cinema, nel teatro e nelle attività musicali, Milano 1974.
7 G. BoTTAI, Politica fascista. . . cit., p. 259.
!60 Sabino· Cassese I beni culturali da Bottai a Spadolini 161
. c:h
nistica del 1942 - e tante relazioni ha non solo con la disciplina Ad attenuare questa concezione << ammmtstrativa >> del nuovo ore
delle bellezze paeststtche ma anche con quella dei monumenti dei dinamento degli archivi, la relazione al disegno di legge affermava di
. . . '
centri storici, ecc. proporsi l'obiettivo del << disciplinato incremento degli studi storici »
L'ele_ncazione legislativa fatta finora dovrebbe aver mostrato quan e della « diffusione della cultura >>.
to ampto fu lo sforzo compiuto nel tardo fascismo per quella che fu Comunque, l'aspetto più importante della proposta era un altro:
detta « politica delle arti >>. Riforme organizzative e riforme della di. per la prima volta, archivi pubblici e archivi privati erano discipli
s�iplina andarono di par� passo. � ambedue riguardarono una gamma nati congiuntamente in modo organico, (una sommaria disciplina de
.
pmttosto va�ta di �< b�m culturali », certamente gran parte di quelli gli archivi privati era peraltro già contenuta negli articoli 67 e 7 1
che nell'Itaha provmctale dell'epoca - in cui campi di ricerca nuovi del regolamento del 191 1 ). Come osservava il De Ruggiero al Se
(come l'antropologia o la linguistica storica) erano sconosciuti o in nato, il progetto << messa da parte la proposta dell'istituzione di con
uno stato infantile o scarsamente diffusi - facevano parte del pa· sorzi obbligatori tra i proprietari di essi >> ne ordina << il censimento
trimonio culturale. e cautela la conservazione con adatte provvidenze, quali la dichiara
Ma, certamente, l'impegno principale fu quello posto nei campi in zione di interesse particolarmente importante del materiale archivi
cm_ - s�mpre se�ondo l'opinione diffusa all'epoca - erano i princi stico, il diritto di prelazione del ministero dell'Interno in caso di
.
pah be� �ulturah : cose d'arte (legge l giugno 1939 n. 1089), bellez vendita, la dichiarazione di indivisibilità di tali archivi, quella di
ze paeststtche (legge 29 giugno 1939 n. 1497), archivi (legge 22 di· nullità delle alienazioni illegali, il divieto di esportazione senza spe
cembre 1939 n. 2006) '. ciale autorizzazione ».
Va, però, subito ricordato che la legge archivistica, pur se con· Qualche giorno più tardi, il 23 novembre 1939, illustrando alla
temporanea, fu un prodotto diverso. Gli archivi secondo le conce Commissione legislativa degli affari interni della Camera dei fasci e
zioni dell'epoca, non facevano parte dei beni c�dturali. Essi erano delle corporazioni la proposta governativa già approvata dal Senato,
disciplinati principalmente come strumento di una razionale e moder il relatore Maresca di Serracapriola osservava: « particolare rilievo
na organizzazione amministrativa, secondo i canoni affermativi nel meritano le disposizioni riguardanti la vigilanza sugli archivi di enti
periodo napoleonico; il loro utilizzo era considerato in vista di assi pubblici non statali e quella sugli archivi privati. Per i primi è fatto
cu�ar': certezze l�gali �p�r emanare copie conformi , estratti o dupli obbligo agli enti parastatali, agli enti ausiliari dello Stato, agli isti
catt di documentt relattvt allo status delle persone e alla attività della tuti di credito di diritto pubblico, alle associazioni sindacali e alle
pubblica amministrazione) piuttosto che verità storiche. Era presente persone guiridiche pubbliche in genere: a) di provvedere alla con
moltre, la preoccupazione politica di assicurare il rispetto del segret� servazione e all'ordinamento degli atti dei rispettivi archivi; b ) di
cui erano sottoposti gli atti dello Stato. formare l'inventario degli stessi atti, depositandone copia nell'Archi
L'autorità pubblica incaricata di regolarli era il ministero dell'In vio di Stato o nella sezione di Archivio di Stato competente per ma
terno, consider�to l'unico ministero che potesse gestire segreti di teria. Una particolare norma riguarda i comuni capoluoghi di provin
�
Stato, essen ost e�cluso, nel corso della discussione parlamentare
.
cia o .con popolazione superiore ai 50 mila abitanti, ai quali è fatto
dello st�to dt prevtstone del 1937, di portare gli archivi alla dipen obbligo d'istituire separate sezioni di archivio per gli atti anteriori
d�nza dir�tta del capo del governo. Si comprende, quindi, come il al 1870, affidandone la custodia a impiegati che siano in possesso
dtsegno dt legge n. 441 (Senato del Regno) che diverrà la legge del del diploma di idoneità conseguito nelle scuole di paleografia, di
1939, fosse presentato da Mussolini, nella veste di ministro del plomatica e archivistica. Tale obbligo è esteso agli altri comuni, alle
l'Interno 10• provincie e alle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, quan
do siano in possesso di atti di particolare importanza. Per quanto
, Sulle le?gi �el 1939, h� generale la breve nota di D. FOLIGNO, Spunti sistema
• 9
riguarda i secondi, il progetto sancisce categoricamente che i pro
tt�t sulla legz7lazwne protettzva del patrimonio artistico e panoramico, in « Rivista di prietari, i possessori o detentori, a qualunque titolo, di archivi pri
.
dimto pubblico », II (1948), p. 43. vati o di materiale archivistico che abbia interesse storico, debbono
�o Per una breve storia degli archivi, con scarsi riferimenti, però, alla storia legi darne entro 3 O giorni dalla loro acquisizione notizia per iscritto al
slativa, cfr. A. D'AnDARIO, L'organizzazione archivistica italiana al 1960, Roma 1960.
prefetto della provincia competente per territorio. Ne conseguono:
162 Sabina Cassese I .beni· culturali da Bottai a Spadolini 163
il divieto di alienazione senza autorizzazione, il diritto di prelazione, Quest'ultima veniva ot·ealizzata con la istituzione di un archivio o se
il divieto di esportazione, il divieto di scissione, il dovere di deposi zione di archivio in ogni capoluogo di provincia,. la costituzione delle
to nell'Archivio di Stato o Sezione di Archivio di Stato competentè Soprintendenze e. la riforma degli organici (di poco inferiori a 400
per territorio >>. unità, portate dalla legge del 1963 a poco più di 1 100 unità) 14•
•
devan'? ... , insieme con i rappresentanti delle Soprintendenze e degli interesse storico e artistico, e non anche a quelli che avessero inte
esperti, anche quelli delle organizzazioni sindacali interessate. La resse paesistico ), nonché le bellezze paesistiche d'insieme, (definite
legge è congegnata in modo perfetto; apportarvi modificazioni o - scriveva Bottai nella relazione al progetto di legge - con << una
emendamenti sarebbe un alterarla dannosamente >>. E cosl, nel nome certa latitudine ed elasticità >>) e, per quanto riguarda le cose di inte
di Santi Romano e del corporativismo, la commissione legislativa ap resse artistico e storico, le collezioni artistiche e le serie di oggetti e
provò senza discussione il testo presentato. le cose mobili.
Con l'altra legge, quella sulle bellezze naturali, le cose non anda Le novità riguardano, in secondo luogo, la presenza di una conce-
rono diversamente. La commissione legislativa dell'educazione nazio � �
zione pianificatoria per cui gli obb ghi d proprietario el be?e cui: �
nale della Camera dei fasci e delle corporazioni l'approvò il 22 mag turale fanno per cosl dire parte d1 un d1segno complesswo. S1 pensi
gio 1939 in poco più di un'ora. La discussione, però, si svolse oltre d
all'art. 18 ella legge sulle cose d'arte, per il quale << i proprietari,
che su argomenti minori, sul problema della rappresentanza delle possessori e detentori, a qualsiasi titolo, delle �ose !llobi!i od immo
categ?rie nelle commissioni provinciali. Fu quindi, una chiara di bili ' contemplate dalla presente legge, hanno l obbligo di sottoporre
scussione corporativa, tra chi voleva taluni interessi rappresentanti alla competente Soprintendenza i progetti delle opere di qt; alunque
nell'organo e chi ne voleva altri. Terminò con un compromesso sulla genere che intendano eseguire, al fine di ottenere la preventiva auto
rappresentanza nell'organo e fu accettata la proposta Michetti (mo rizzazione >>.
dificata) di consentire reclami e proposte in merito all'elenco delle Oppure all'innovazione introdotta con i piani territoriali paesisti
bellezze naturali perché << se nella composizione della commissione ci, di competenza del ministero dell'Educazione � azionale e non del
si è voluto eliminare la pletoricità, è bene che, quando l'elenco è 1ninistero dei Lavori pubblici, per la conservaziOne del]e bellezze
stato compilato, sia data la possibilità a tutte le organizzazioni di ma d'insieme. La relazione al progetto di legge osserva in proposito:
nifestare il proprio parere e di presentare proposte in merito >>. Al « quello che è essenziale alla conservazione d'un� bellezza d'insie�e
Sena�o, nella riunione in commissione del 5 giugno 1939, vi fu una è che le variazioni, se si debbono consentire (e SI devono consentire
. in omaggio delle imperiose esigenze della vita), conc�rdemente a un
brev1ss1ma discussione generale, con rapidi interventi su questioni _
per lo più marginali, che si concluse con l'approvazione del testo pre unico concetto direttivo, siano in armonia con un plano preventivo
sentato dal governo. concepito con un'unità di criteri razionali ed estetici. E questo pre
Anche in questo campo, il modello seguito sul finire degli anni ventivo piano a larghe linee è appunto il piano territoriale paesisti
'30, nella sua architettura, non si allontana di molto da quello del co che non impedisce in modo assoluto ogni modificazione dell'aspet
l'età precedente: procedimento di valutazione e dichiarazione di in to esteriore dei singoli elementi che compongono la bellezza panora-
teresse pubblico; obbligo di conservazione del proprietario; poteri mica o paesistica. . . >> . . . . . . .
della pubblica amministrazione sull'uso del bene e la sua circolazione In questo disegno umtarlo trovano una collocaziOne 1 van mteres
giuridica. si che ruotano intorno ai beni culturali. Al Bottai, in particolare, fu
È quando si va a vedere all'interno di questo modello che si no- chiaro che essi sono in una « rete di rapporti >> 17 nei quali sono pre
tano i mutamenti. ' senti quelli privati, dalla fruizione artistica al commercio . �ntiquario;
quelli collettivi o generali, dalla fruizione popolare, alla ncerca, alla
Innanzitutto, per quanto riguarda l'oggetto . Ancora legato a un'in
valorizzazione· e quelli, di cui deve darsi carico il potere pubblico,
terpretazio�e estetizzante (bellezza, arte), ma ampliato, in modo da
del coordina O::ento tra questi interessi e tra loro e altri interessi (in
« creare ... d grande panorama artistico d'Italia >> (sono parole pro
particolare, quelli urbanistici) 18•
nunciate da Bottai illustrando la prima legge) 16, giunge fino a com
prendere le singolarità geologiche e le ville, i parchi e i giardini ( esclu
s� dalla protezione della l�gge del 1922 e da quella della legge 23 " Ibid., p. 123.
gmgno 1912 n. 688, che s1 riferiva solo a ville, parchi e giardini di 18 Lucidamente, in questo .senso, ibid., p. 106, p. 135, p. 144, p. 147; va notat�
che Bottai raccolse nel volume citato il suo discorso al
I congresso nazionale dt
legge che « il legame tra la t�tela e la ricerc�,
urbanistica, del 1937, p, 106 dove si
16
e necessario»; p. 109: « tl
.
G. BoTTAI� Politica. . cit., p. 139. fra la difesa e la valorizzazione si farà sempre più stretto
166
., §abin,o, (asses( I beni culturali da Bottai a Spadolini 167
. Bottai, . secondo il suo solito, amava mostrare di aver preso una sociale, più complesso e rilevante, in relazi?ne alla natura poliedrica
posizione mediana, che è illustrata nel miglior modo nella relazione
al progetto di legge sulle cose d'arte, dove dice: « è necessario che
che viene oggi riconosciuta al rapporto tra mteresse co ett�.vo e c�s� �
d'arte. La tutela giuridica delle cose d'arte ... e, co.nceptta m termmt
il sistema protettivo sinora in vigore venga integrato e rafforzato, di equilibrio e di contemperamento, pur nella logtca e naturale pre'
in quei punti su cui esso si è dimostrato insufficiente o inefficace. ... minenza che essa deve dare all'interesse artistico »23•
Ciò tuttavia non esclude che possano e debbano essere attenuati i ri
gori che, in pratica, si siano dimostrati eccessivi ·ed inutili, anzi dan
?
Dall'altro lato, quello dei poteri dello Stato . e egli interessi ella �
collettività, le novità più importanti erano costltutte dalla avoca�tone
nosi alle stesse finalità che la legge si propone >>.
alla proprietà dello Stato di tutte indistint�ente le cose �ventt . v�
Il Bottai, però, poi, a seconda delle diverse circostanze in cui scri
lore artistico storico archeologico ed etnograftco, oggetto dt nuovt n
veva, sottolineava talora la necessità di un << collegamento agevol
trovamenti dalla so�tituzione del potere pubblico al privato col << re
·
museo non è solo deposito di opere d'arte. Deve essere tin centro 23 M. GRISOLIA, La tutela. . . dt., pp. 44-45. ,
di ricerche».
vivo di studi e 24 Su tutti questi aspetti G. BoTTAI, Politica.. . cit., pp. 128-130, 261-263, 317-322
19 Ibid,, p. 128. nonché pp. 107 e 129.
· 25 La relazione al disegno di legge si ptiò leggere ibidem _ e in Camera dei fasci.
20 Ibidem.
c delle corporazioni, I1 n. 221. Sulla legge in generale è importante consultare L. SE�
VERI, La vigente legg'e sulla protezione delle bellezze naturali e il suo r�golamen;�
21 Ad esempio, ibid., pp. 265-267.
22 Su
questo aspetto insiste, in particolare, G. PALMA, Beni... cit., p. 89 e pp. 334
ss.; la relazione al disegno di legge si può leggere1 oltre che nel citato volume d'esecuzione in Il diritto dei beni pubblici, 1940, p. 371 dove ,e un, accurata analisi
Bottai,- i.n Camera dei fasci e delle corporazioni, I, n. 154.
di della legge �ispetto a quella del 1922 in cui viene sottolineata la minore discrezio·
nalità amministrativa concessa dal provvedimento del 1939.
168 Sabino Cassese I beni cultul'ali da Bottai a Spadolini 169
venire, e quindi di far valere le sue buone ragioni, nella fase preli quelle consistenti nelle due leggi sulle cose d'arte e sulle bellezze
minare e in via preventiva ») 26, anche dirette, attraverso le commis paesistiche. Nel 1948 cominciano ad apparire i primi tentativi d'in
sioni provinciali, con rappresentanza delle categorie interessate 27; terpretazione sistematica; nel 19 52 il segretario della commissione
nonché una riduzione dei tributi sugli immobili vincolati, e in casi che aveva preparato lo schema della legge del 1939, poi divenuto c�'
eccezionali, un contributo parziale a favore dei proprietari gravati dal .
po dell'ufficio legislativo della Direzione generale delle belle artl, il
vincolo; era inoltre previsto l'obbligo di conservazione e il divieto di Grisolia, pubblicava un volume sulla tutela della cose d'arte in cui
innovazione del solo aspetto esteriore (mentre la legge precedente vie veniva affacciata la tesi di un duplice dominio sulle cose d'arte : dello
tava opere di qualsiasi genere). A tutela dell'interesse collettivo, erano Stato, oltre che del proprietario ". L'anno dopo il Cantucci pubblicava
previsti provvedimenti di urgenza adottati prima della dichiarazione un altro libro sullo stesso tema 30 •
di interesse pubblico; e la demolizione delle costruzioni abusive a spe Sull'argomento ritornavano il Piva 31 e, più in generale il Sandulli 32
se del trasgressore o il pagamento di un'indennità in caso di impos e il Palma 33•
sibilità di restitutio in integrum. Gli archivi, invece, nella cultura giuridica, rimanevano fuori del
Sull'applicazione di queste leggi non esistono studi approfonditi, concetto di bene culturale. Basti pensare che lo Zanobini, nel suo noto
anche se sono ingenti il materiale e le denunce raccolte. E certo, co� << codice delle leggi amministrative >>, pur collocando la legge sugli
munque, che la guerra ne impedl l'entrata in vigore effettiva: basti archivi nel libro dedicato alle scienze, alle arti e alla cultura, avver
ricordare che già nel 1938 Bottai, in un articolo su << Nouvelles lit tiva in nota: << a rigore la legislazione sugli archivi non farebbe parte
téraires >> sulla << difesa del patrimonio artistico in tempo di guerra » del presente libro XII: la stessa dipendenza di tali istituti dal �
ricordava l'opportunità di buone leggi di protezione, anche per evi stero dell'Interno dimostra la loro funzione prevalentemente pohtl
tare danni bellici e che un << osservatore partecipante >> come il Gri ca e giuridica; però l'importanza che i medesimi hanno anche per �li
solia affermava nel 19.52, con riguardo alle norme sulle cose d'arte, studi storici e letterari giustifica l'inclusione della presente legge m
che << il sopraggiungere della guerra ha impedito di sperimentare in questa parte della raccolta >> (la affermazione si trova ripetuta ancora
pieno l'efficienza di questa legge >> 28• Ed è noto che il regolamento nella edizione del 196 3).
_
della legge delle cose d'arte, a causa delle vicende belliche, non fu _,. .,,,_.;.! ,
.
portato a termine dalla commissione che doveva formularlo, presie 5. Si passa cosl al secondo dopoguerra, le cui vicende legisla:
duta da Pietro Fedele e della quale faceva parte Santi Romano. tive cominciano con la Costituzione che, all'art. 9, << costituziona
Successivamente, mutato il regime, a quel tanto di generico po lizzò >> le teste di capitolo della legislazione ordinaria preesistente,
pulismo fascista che pure era presente nella formazione delle leggi dandone in sostanza un giudizio positivo ma astratto perché << fon
subentrò un'interpretazione estetizzante, anche per l'influenza della dato soltanto su dati normativi >> : << a causa delle note vitende bel
preparazione culturale dei soprintendenti; ma, principalmente, lo svi liche, i due sistemi non erano, in pratica, mai entrati in funzione >> 34•
luppo economico disordinato ma impetuoso travolse anche il patri << La ricerca di una << volontà >> dei costituenti, alla luce dei lavori
monio culturale, conducendo spesso a una degradazione irreversibile. preparatori, sembra . . . scarsamente concludente, per risolvere proble
Quanto alla << dottrina >> non c'è dubbio che bisognerà attendere mi attuali, all'epoca solo genericamente intuiti o intuibili. La nor-
almeno un decennio prima che registri le novità del << piano cultu
rale >> del 1939. O, meglio, delle parti più elaborate di questo piano,
29 Ibidem.
30 M. CANTUCCI, La tutela giuridica delle cose d'interesse artistico e storico, Pa
26 G. BoTTAI, Politica.. cit., p. 266; questa vale per le bellezze d'insieme; si veda
. dova 1953 e, poi, In., Le cose di interesse artistico e storico nella giurisprudenza e
nella dottrina, Napoli 1968.
31 Cose d'arte� in Enciclopedia del diritto, X, Milano 1962.
anche la relazione illustrativa che sottolinea l'utilità di un largo intervento nel pro
cedimento, definito « referendum scritto »; rinvio, per i problemi posti da questi isti
tuti, al mio lavoro su Il privato e il procedimento amministrativo, in « Archivio giu� 32 A. SANDULLI, Spunti per lo studio dei beni privati d'interesse pubblico, in « II
ridico >>, CLXXIX (1970), n. 1-2. diritto dell'economia », VIII (1956), p. 167.
27 Sul loro ruolo, come mezzo di « svuotamento del sistema di tutela», G. PALMA, 33 G. PALMA, Beni. . citata.
.
ma costituzionale non può dunque che essere considerata per quello va; la prima fu insediata il 9 aprile 1968, la seconda istituita con
c�e può valere oggi, in relazione ai problemi di oggi, come possi d.m. 3 1 marzo 1971 40 •
bile progetto per il futuro, anziché come legittimazione per il pre Tutte le commissioni indicate hanno lavorato sulla ipotesi che ac
sente » 35• corressero modificazioni della disciplina e, insieme, dell'organizzazio
Ne discende, tuttavia, sempre secondo il Merusi, che « i beni di ne, anche se le proposte organizzative (e, in particolare, quella della
.
Interesse paesistico, storico, archeologico e artistico hanno ... una va commissione Franceschini, di creare un'amministrazione autonoma per
lenza unitaria, la funzione unitaria, così come risulta alla lettura del i beni culturali} furono quelle che fecero più rumore.
l'intero articolo. Da questa premessa è possibile trarre la conseguen La tendenza si inverte con la << legge Spadolini >> (decreto legge 14
za che l'articolo in esame (9 della Cost.) legittima uno statuto unita dicembre 197 4 n. 657, istituzione del ministero per i Beni culturali e
rio di tutti i beni culturali, salva, naturalmente, l'eventuale articola per l'ambiente; legge 29 gennaio 197 5 n. 5, conversione in legge con
zione interna per tipologie >> 36• modificazioni, del decreto legge menzionato). Come è noto, lo Spa
Negli anni dopo la Costituzione - è stato osservato 37 - « poco dolini, entrato nel gabinetto come ministro senza portafoglio per i
o nulla operanti ... le leggi del '39; miserrimi i bilanci delle antichità beni culturali, promuoveva la costituzione dell'apposito dicastero, con
e belle arti, degli archivi e delle biblioteche, paurosamente inadegua il decreto legge del dicembre, di cui poi sosteneva con passione la
te ai crescenti bisogni l'organizzazione e la vigilanza dello Stato e conversione in legge del Parlamento. Ma proprio in sede di conver
degli enti pubblici, era fatale che si ingenerasse una sorta di rasse sione 41 le critiche principali furono rivolte alla soluzione meramente
gnazione e inefficiente stanchezza negli uffici: proprio mentre, per organizzativa adottata.
il disordinato svilupparsi delle nuove attività economiche ed edi Si disse specialmente da parte della sinistra e dei comunisti che
lizie, cominciavano a moltiplicarsi le .. .infrazioni... ». il ministero è una scatola vuota: il provvedimento non indica una
Molto presto si incominciò però a parlare della necessità di una politica nuova, non contiene una riforma della legislazione di tutela;
nuova legislazione, quando - come si è visto - la precedente non consiste in un mero trasferimento di uffici da una struttura a un'al
era neppure entrata appieno in vigore prima per le vicende belliche, tra e non si vede perché uffici che non funzionano dovrebbero fun
poi per la prevalenza di altri interessi; un osservatore attento e infor zionare riuniti in un unico ministero. In altre parole, il decreto fa
mato come il Grisolia scrive nel 1952: << è stata annunciata una nuo precedere la determinazione degli strumenti alla identificazione de
va legge per le bellezze naturali e panoramiche e ci risulta che in gli obiettivi. E la mancanza di questi spiega perché la discussione
questo settore i lavori sono abbastanza avanti >> 38 • parlamentare sul decreto legge si appuntò sulle interferenze tra mi
Una seconda commissione, questa mista di deputati e senatori fu nisteri (Beni culturali, Turismo, Ricerca scientifica), invece che su
istituita, dopo l'approvazione, nel 1955, dell'ordine del giorno Ma questioni di sostanza. Collegata a questa critica è quella - ampia
rangone. La commissione lavorò tra il 1956 e il 1958, ma non giunse mente sviluppata nel corso del dibattito parlamentare - di aver
al termine dei suoi lavori prima della scadenza elettorale. Solo la adottato un modello burocratico superato, perdendo un'occasione per
commissione Franceschini, successiva, istituita con la legge 26 aprile introdurre un modello nuovo, per cui sarebbe stato necessario rifor-
1964 n. 3 1 O , terminò i suoi lavori (nel 1966) 39 • Seguirono poi le due
40 La relazione sui lavori della prima commissione è in « Rivista trimestrale di di
commissioni Papaldo, incaricate di fornire uno schema di normati-
ritto pubblico », XX (1970), pp. 905 ss. e in « Rassegna degli Archivi di Stato », XXXI
(1971), pp. 149 ss.; in ambedue i luoghi si possono leggere le proposte di norme;
nella seconda rivista è pubblicata anche la relazione di minoranza. La seconda com
" Ibid., p. 444.
" Ibid., pp. 447-448.
missione non concluse i suoi lavori con una relazione.
37 F. FRANCESCHINI, L'impegno della Costituzione italiana per la salvaguardia dei
41 Senato, Commissione aErati costituzionali, seduta del gennaio 1975; Aula, sedute
beni culturali, in Studi per il ventesimo anniversario dell'Assemblea costituente' II' del 15 e 16 gennaio 1975; Camera, Commissione affa_ri costituzionali, seduta del 22
Firenze 1969, p. 229.
38 M. GRISOLIA, La tutela.
gennaio 1975; A1ùa, sedute del 22 e del 23 gennaio 1975; al Senato si discuteva il
.. cit., p. 494. disegno di legge n. 1848 di conversione in legge del decreto legge 14 dicembre 1974
39 Sui suoi lavori Per la salvezza dei beni culturali in Italia, atti e documenti, n. 657; alla Camera erano anche stati presentati, in data 12 aprile 1974 e 23 otto
voll. 3, Roma 1967 e F. FRANCESCHINI, L'impegno... cit., pp. 235 e seguenti. bre 1974, due proposte parlamentari di legge (n. 2909 e n. 3253).
172 Sabino Cassese I beni culturali da Bottai a Spadolini 173
mare i sistemi di tutela e gli obiettivi della politica dei beni cultu Un'altra, più interessata alla formazione di queste nuove norme,
rali. A queste critiche si aggiunge quella di aver creato un organo cen ha alternato un'opera di analisi della legislazione vigente con la parte
trale, quando �arebbe stato opportuno << regionalizzare » le compe cipazione ai lavori delle commissioni di riforma. Tra questi, con mag
tenze m matena.
.
gior impegno degli altri, il Giannini, membro sia della commissione
Non può, tuttavia, non riconoscersi che i provvedimenti del 1974/ Franceschini, sia delle due commissioni Papaldo e autore di nume
75 risolvevano almeno il problema dell'appartenenza « spuria >> degli rose ipotesi interpretative della normativa vigente 42 •
uffic� �rchivistici, di quelli sulle cose d'arte e il paesaggio, e di quelli Sempre il Giannini ha ora offerto una ipotesi ricostruttiva di estre
.
relat1v1 alla discoteca di Stato e i mezzo audiovisivi di spettanza della mo interesse dell'intera disciplina dei beni culturali 43 in un articolo
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Presi efo'za del Consiglio. In particolare i primi, ancora di pertinenza nel quale non si sa se ammirare la ricchezza degli esempi o la strut
del m1mstero dell'Interno, al quale spettavano a ragione finché le esi tura della partitura o la varietà delle classificazioni e delle specifica
genze della riservatezza degli archivi dello Stato erano prevalse su zioni o il gusto dell'arazzo circoscritto e variegato: « todo es pere
quelle della loro conoscenza e diffusione; e finché il ministero del grino y raro, . y !leno de accidentes que maravillan y suspenden a
l'Interno era l'amministrazione « generale » per eccellenza. Quando quien los oye >>.
, • • • • •
questa, con la caduta del fascismo, aveva perduto il carattere di am Egli sostiene che le cose d arte e storiche, 1 reperti arche�l�glCl,
ministrazione-guida o di indirizzo politico-amministrativo, che aveva l'ambiente gli archivi e le biblioteche sono cose, « supporto ms1eme
anche nell'età liberale democratica; quando il moltiplicarsi delle or p
di uno o iù beni patrimoniali, e di un altro bene, che è il bene cul
g�nizzazioni periferiche degli altri ministeri avevano posto in crisi il turale. Come bene patrimoniale, la cosa ... è oggetto di diritti di pro
s1stema prefettizio come organizzazione periferica << generale >> dello prietà, e può esserlo di altri diritti (p. es. usufrutto, pegno), come
Stato; quando ulteriori ritocchi dell'organizzazione centrale avevano bene culturale è oggetto di situazioni soggettive attive del potere
tolto altre competenze al ministero dell'Interno (basti pensare alla pubblico ».
creazione del ministero della Sanità), privato, alla fine, nel 1970, an Ora non v'è dubbio che la sistemazione della materia fornita dal
'
che del controllo sui comuni, la situazione era completamente mutata. Giannini rifletta l'esperienza degli studi per la riforma: ad esempio,
Con conseguenze anche sulle funzioni archivistiche perché, dal secon la classificazione in cinque categorie è proprio della proposta delle
do dopoguerra, di fatto, i ministeri sono stati sempre più restii a ver commissioni Franceschini e Papaldo. In questo senso, essa offre uno
sare le loro carte agli archivi dello Stato, divenuti cosi principalmente schema di idee per una « disciplina futura preconizzata >> 44: si trat
da un lato, archivi storici e, dall'altro, archivi del ministero del ta di un'analisi tipologica e ricostruttiva d'impressionante ricchezza,
l'Interno. opera di uno dei protagonisti maggioti della vicenda del dopoguerra,
Ma anche l'inquadramento degli uffici per le cose d'arte e il paesag tutta tesa all'adozione di nuove norme e di una riforma complessiva
g�o n�! ministero della Pubblica istruzione era divenuto, ormai, spu della legislazione; in questo senso, è importante rilevare lo spazio
rlo. S1a perché il ministero è sempre più premuto dalle esigenze di
riforma e di amministrazione scolastiche. Sia perché, con la caduta
42 Gli interessi di M. S. GIANNINI partono dalla recensione al volume di Grisolia,
del fascismo, si era rotto il legame tra istruzione e beni culturali che in « Rivista trimestrale di diritto pubblico », III (1953), p. 172; si possono poi se
faceva parte almeno delle dichiarazioni del populismo fascista. gnalare: In., Disciplina della ricerca .e della circola:do�e del(e cl?s� d'intr;resse arckeolo
gico, in Atti del convegno internazwnale sulla tecmca e tl dtrztto nez problemt del
l'odierna archeologia, Roma 1963;; In., I beni pubblici� Roma 1963 (dove, per le cose
6. Come ha reagito la dottrina giuridica alle vicende del se
d'arte' veniva affacciata la tesi de1la proprietà divisa); In., Uomini, leggi e beni cul
condo dopoguerra? Una parte di essa, intenta soltanto a lavorare sulle turali, in « Futuribili», 1971, n. 30-31, pp. 34 ss.; In., Difesa dell'ambiente e del
norme, è dominata dal frammentismo e rimane ferma ai problemi in patrimonio naturale e culturale, in « Rivista trimestrale d: diritto pubblico », XXI
terpretativi delle leggi del 1939; spiriti di corta vista, né, d'altra (1971), pp. 1122 ss.; In., « Ambiente »: saggio sui diversi suoi aspetti giuridici, ibid.,
XXIII (1973), n. l.
43 M. S. GIANNINI, I beni culturali, in corso di pubblicazione negli studi in onore
p�rte, mangiacarte o bevinchiostro, sono andati riempiendo riviste
di fo'ote e commenti e postille di vario genere, ma tutte scarsamente di S. Pugliatti.
. per comprendere
utili . lo sviluppo delle istituzioni dei beni culturali. 44 M. S. GIANNINI, I beni cultumli.. . citata.
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dato ai lavori delle coOlllsli sioni Franceschini e Papaldo (mentre le
norme del 1975 sono sullo sfondo, ed anzi sono appena citate qual: -
•
,
tuzionale: funzione per cosi dire " dinamica ' a fronte di quella
" statica della conservaziOne >> 45 •
È difficile - per il giurista, non per l'antropologo - compren-' Ora, beni culturali del tipo di quello citato non hanno re azione �
der� come del patrimoJ_:IÌo culturale facciano parte non solo gli arte con cose oggetto di diritti patrimoniali: consistono di elementl mate- ·
_
fatti e il corredo matertale dell'uomo ma anche i costumi il sistema riali o immateriali indifferenti per il diritto interprivato, di diritti
di val?r!, le credenze, le regole di c�mportamento, il lin uaggio, le
. _ � di libertà, di mere attività 50•
abttudim corporee o mtellettuali, gli « imperativi strumentali della Ci si potrebbe chiedere infine se - pur non avendo una disciplina
cultura >> (Malinovski), le forme dell'insediamento e dell'abitazione unitaria al loro interno - i beni culturali delle cinque categorie non
umana, o la_ disposizi�ne delle capan11e dei villaggi Bororo, accurata presentino caratteristiche differenziali complessive nei confronti di
�
me�te escntta e anahzzata da Levy-Strauss in Tristes tropiques. Poi beni di altro genere.
·
che « l mtero corpo della cultura materiale deve essere prodotto, con Ma neppure in questo senso essi paiono contraddistinguersi: di
servato, distribuito ed usato >> 47 v'è un sistema di regole e precetti chiarazioni ed altri atti che consentano l'identificazione del bene e la.
che sono anche essi parte della cultura. sua iscrizione in elenchi e registri; piani di utilizzo dei beni imposti
Quando si esce fuori dell'ambito della cultura materiale e si per dall'autorità pubblica o che ne richedono il consenso ; obblighi e po
vtene a quello che Malinovski denominava nel 1931 « ambiente se
.
teri strumentali a tali piani; vincoli e autorizzazioni per la circolazio
condario >>, sorgono le maggiori difficoltà per il giurista: in questo ca ne· limitazione alle esportazioni e poteri di autotutela sono istituti ri
s? , oggetto della tutela non è più un bene che ha un supporto mate sc�ntrabili in altre categorie di beni ed attività: dalle aziende di cre
nale. Tutto lo strumentario della proprietà e degli interventi pub dito, ai suoli urbani, ai parchi, agli edifici destinati ad alberghi.
blici diretti a linritarla, sono inservibili. Spesso, non c'è neppure un Si dovrebbe poter dire - per giustificare l'unitarietà della disci
?
p�o l�a di tutela << passiva >> o « negativa >> : costmni e usi lingui plina dei beni culturali - che la loro caratteristica sta proprio nella
stlcl eststono, da un certo punto in poi, solo in quanto la comunità spettanza a uffici pubblici della somma di . tutti_ q':esti p�te�i. Ciò n�n
appresti servizi in cui possano sopravvivere: una loro « conserva incontra difficoltà nell'assenza, ad esemp10 , di dispostz!Om sulla ctr
zione >> non è neppure pensabile 48• colazione e sulla espcrtazione per le bellezze pae�istiche, per�hé ciò
Ora, che manifestazioni teatrali, musicali filmiche ecc., fossero dipende dalla conformazione naturale della cosa. E, dunque, m que
parte del patrimonio culturale era già stato �ompreso negli anni del sto senso, che si potrebbe dire negativo, che la nozione di bene cnl
tardo fascismo, come �i è cercato di mostrare prima . Oggi, nei vari turale emerge nell'attuale ordinamento positivo.
setton_ della cultura, s1 va diffondendo il convincimento che il con Ma poi, alla fine, la identificazione _dottrinale di una cat�g�ria �o�l
fine del concetto di patrimonio culturale deve andare oltre. definita diviene inutile a fini operativt e serve solo a scopl d1 chtan
Un esempio è quello del patrimonio linguistico delle minoranze. mento classificatorio. Una volta affermata una potestà pubblica ge
Per questo l'azione di tutela dello Stato appare molto complessa: nerale dello Stato sul bene in senso immateriale (bene culturale), di
non si può
.
� tare a identificazione, rilevazione, catalogazione e con
.
stinta dalla situazione soggettiva del privato (diritto di proprietà od
servazwne det repert1; deve arrivare alla scuola con la formazione de altro), questa non si può esercitare - per il principio di legalità - . se
gli insegnanti e l'approntamento di materiali didattici che consentano non secondo le prescrizioni che, volta per volta, riguardano quel sm-,
la tu�el� dei diritti linguistici delle minoranze, e alla creazione dei gola bene. In altre parole, il significato unita�io, �olo dall'esterno <;
di
centn d1 lettura pubblica e di centri di cultura polivalenti ". in senso negativo, di bene culturale non autonzza il « trasporto >>
poteri dell'una categoria all'altra. Cosl, ad esempio , le Sovrintendenze
archivistiche non potranno valersi dei maggiori poteri di autotutela Ordunque, il problema è, quindi, di lUnpliare l'area del patrimo
che spettano rispetto alle cose d'arte e dovranno accontentarsi di ap nio culturale protetta dalla legge. E di cambiare, corrispondentemen
plicare, trattandosi di archivi privati, l'art. 43 del decreto delegato te le modalità della pmtezione: questa sarà diversa se si tratti di
del 30 settembre 1963 n. 1409 relativo alle << inadempienze dei pri u� bene colturale-cosa o di· un bene culturale-attività. Disciplina del
vati >>. l'uso e circolazione passano, per quest'ultimo, in secondo piano, quan
Non si può, quindi, neppure dire che la presentazione di una plau do non scompaiono; e diventano importanti altri aspetti: organizza
sibile spiegazione dell'unitarietà delle categorie di beni la coi ammini zione scolastica, servizi, biblioteche eccetera.
strazione è rimessa al nuovo ministem serva a farlo funzionare meglio L'altro problema importante che si affaccia oggi (e che era già sta
o ad assegnare un diverso più ampio ruolo allo S.tato rispetto ai beni. to intravisto negli anni del tardo fascismo) è quello degli interessi
Oppure serva a fornire ai giudici argomenti per il ricorso all' ana collettivi. Oggi il dialogo non è più tra Stato e privato detentore del
logia, aprendo, per così dire, l'una legge verso l'altra. bene colturale. Vi è già una schiera di associazioni e gruppi interessati
alla difesa e alla valorizzazione dei beni colturali. Quali mezzi pos
7. Quello che ora interessa di più è la adozione di una nuova di sono essere utilizzati per incentivarne la creazione e l'attività (diretta
sciplina dei beni culturali. La creazione di un nuovo ministero - e indiretta, rivolta alle amministrazioni che dovrebbem provvede
come si è detto - può essere utile a questo scopo. Altrettanto utile re)? Come può attenersi la diffusione e la accessibilità diretta dei
la elaborazione di un sistema di concetti. Ma non va dimenticato che beni colturali? Come si può superare la concezione corporativo-set
ambedue possono agire come limiti: questo, d'altra parte, accade toriale degli anni '30? 52 •
quando si dà una soluzione meramente organizzativa a problemi che Ma, in questi mesi, il tema dei beni culturali si riapre, ancora una
richiedono un previo intervento legislativo della disciplina sostan volta, in termini di mera organizzazione degli uffici di tutela. Forti
ziale. dei loro statuti, che includono tra gli « obiettivi delle regioni » la
Dall'esame compiuto finora si evince che vi sono alcuni punti sui tutela del patrimonio storico-artistico e del paesaggio, le regioni han
quali maggiormente occorre riflettere ai fini della riforma legislativa no prima proposto una disciplina nazionale dei beni culturali (propo
dei beni culturali. sta toscana del 9 ottobre 197 3, su cui hanno concordato le altre re
Il primo è quello dell'ampiezza della nozione. Proprio il riconosci gioni italiane); sono poi intervenute con proprie leggi nel campo �ei
mento che il bene culturale è oggetto di situazioni soggettive (potestà) beni culturali e ambientali (ci si riferisce alle leggi della Campama,
del potere pubblico che incidono non sulla cosa (che è solo il sup dell'Emilia Romagna, del Friuli Venezia Giulia, della Liguria e della
porto materiale del bene), ma sul valore culturale della cosa, per Puglia: basti pensare alla creazione di un Istituto r:e� i beni artisti
mette di comprendere che tale potestà o dominio pubblico può essere ci culturali e naturali in Emilia) 53; muovono ora cntrche alle norme
éorrelata a un bene che non ha un supporto materiale. d�legate sulla organizzazione del ministero per i Beni culturali e am
Proprio Pugliatti - al quale viene fatta risalire l'introduzione della bientali 54 •
spiegazione di << bene in senso giuridico » nella cultura giuridica ita
liana - spiega che l'espressione identifica ogni entità del mondo
giuridico oggetto di tutela giuridica. La separazione della teoria dei 52 Per un'analisi degli interessi diretti alla conservazione, nell'ordinamento nord
americano, C. J. MEYERS, An introduction to environmental thought: some sources
diritti patrimoniali non potrebbe essere più chiara 51• and some criticism, in « Indiana Law Journal », 1975, Spring, vol. 50, n. 3 e pp. 426
ss. e il commento di A. DAN TARLOCK, ivi, pp. 454 e seguenti.
rale. Ma non si può non rilevare che la teoria dei beni in senso giuridico fu formu
Jano 1962, specialmente pp. 16 ss. Qui non si vuoi discutere l'aspetto di teoria gene
citata· nonché M. BESSONE, Sul ruolo delle regioni nell'amministrazione dei beni cul
/
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lata in Germania ad altri scopi e che, in Italia, è stata all'origine di confusioni con
tura! - prospettive di riforma, in « Rivista trimestrale di diritto pubblico », XXIV
la teoria della proprietà. E si potrebbe forse pensare che vada limitata: è vero che
(1975), p. 200, con particolare riferimento alla proposta di legge �os�ana.
. .
possono darsi più beni su una cosa; che una entità immateriale sia qualificata come
54 Riunione delle regioni dell'll settembre, a Firenze; osservaz10ru delle reg1oru
al Governo: quella della Toscana è riportata in_ Toscana consiglio regionale, 15 otto
bene; ma non tutte le entità disciplinate dal diritto sarebbero beni, altrimenti la no
bre 1975, pp. 531 e seguenti.
zione è inservibil