Sei sulla pagina 1di 88

Fabio Fichera

Area Office Technology


ECOGRAFIA
LE MILZE ACCESSORIE
LE MILZE ACCESSORIE
•Masserelle tondeggianti di parenchima
splenico di diametro generalmente inferiore ai
3 cm adiacenti al versamente mediale splenico.
•Ecostruttura ed ecogenicità uguali a quelle
della milza.
•Più frequente la sede peri ilare o contigua al
polo splenico inferiore.
LE MILZE ACCESSORIE
•Condizione comune: prevalenza del 10% circa
•Non ha significato patologico
•Può creare problemi di diagnosi differenziale
con masse di altra natura o linfonodi.
MILZA ACCESSORIA
MILZA ACCESSORIA
MILZA ACCESSORIA
La visita del dottore
Jan Steen . 1663
METODOLOGIA DELL’ ESAME
ECOGRAFICO DELLA MILZA
Quando osservi la milza ricorda di analizzare tutte le
caratteristiche ecografiche !!
All’inizio scrivile su un foglio per aiutarti a ricordarle.
In seguito dovrai tenerle a mente in modo da seguire
sempre uno schema predefinito che ti permetterà di ridurre
le dimenticanze e gli errori!
1. FORMA e MARGINI
2. DIMENSIONI
3. ECOSTRUTTURA ed ECOGENICITA’
4. LESIONI FOCALI
5. VASI SPLENICI E VASCOLARIZZAZIONE
6. RACCOLTE FLUIDE PERISPLENICHE
La milza ha una forma semilunare
Le alterazioni dei margini
comprendono:

INCISURE
BOZZE
LOBATURE

Sono prive di significato patologico.


Sono dovute a persistenza di aspetti
della milza fetale.
INCISURE
Sono piccole introflessioni ecogene del profilo della
milza
BOZZE

SONO ESTROFLESSIONI
TONDEGGIANTI DEL PROFILO
DELLA MILZA
LOBATURE

PROFONDE INTROFLESSIONI
DEL PROFILO DELL’ORGANO
La visita del dottore
Jan Steen. 1662 1663
1. FORMA e MARGINI
2. DIMENSIONI
3. ECOSTRUTTURA ed ECOGENICITA’
4. LESIONI FOCALI
5. VASI SPLENICI E VASCOLARIZZAZIONE
6. RACCOLTE FLUIDE PERISPLENICHE
I due parametri principali per valutare le dimensioni
della milza sono:
IL DIAMETRO INTERPOLARE LONGITUDINALE
L’AREA DI SEZIONE MASSIMA
I due parametri principali per valutare le dimensioni
della milza sono:
IL DIAMETRO INTERPOLARE LONGITUDINALE
L’AREA DI SEZIONE MASSIMA

Diam. interpolare
< 12 cm

Area di Sezione
< 45 cm2
IL DIAMETRO INTERPOLARE LONGITUDINALE
L’AREA DI SEZIONE MASSIMA

Vengono misurati nella sezione


ecografica longitudinale passante
per l’ilo
CAUSE DI SPLENOMEGALIA

FLOGISTICHE
•Infezioni (brucellosi, mononucleosi, CMV, setticemie, epatite virale, tifo, tbc,
ecc.
•Parassitosi (malaria, leishmaniosi, schistosomiasi, ecc.)
•Connettiviti
CONGESTIZIE
Cirrosi epatica, scompenso cardiaco, s. di Budd-Chiari, Trombosi venosa portale
EMATOLOGICHE
Anemia emolitiche (autoimmuni, emoglobinopatie, sferocitosi, daficit di G6PDH)
ONCO EMATOLOGICHE
Linfomi, Leucemie, M. di Vaquez.
INFILTRATIVE
Tesaurismosi, Amiloidosi.
LESIONI FOCALI SPLENICHE
Patologie cistiche, Ascessi, Tumori.
Dimensioni in eta’ pediatrica

ETA’ Diam. Long.

3 MESI 6 CM

6 MESI 6,5 CM

12 MESI 7 CM

2 ANNI 8 CM

4 ANNI 9 CM

6 ANNI 9,5 CM

8 ANNI 10 CM

10 ANNI 11 CM

12 ANNI 11,5 CM
Ricorda che nei pazienti ANZIANI il
DIAMETRO BIPOLARE può ridursi
del 20%!!

- 20%
Tienine conto quando valuti la
presenza di splenomegalia
nell’anziano.

- 20%
La visita del dottore
Jan Steen. 1660
DIAM. BIPOLARE: 13,4 cm
AREA DI SEZIONE: 66 cm2

v
DIAM. BIPOLARE: 13,7 cm
AREA DI SEZIONE: 62 cm2

v
Autoritratto con il dottor Arrieta
Goya 1820
1. FORMA e MARGINI
2. DIMENSIONI
3. ECOSTRUTTURA ed ECOGENICITA’
4. LESIONI FOCALI
5. VASI SPLENICI E VASCOLARIZZAZIONE
6. RACCOLTE FLUIDE PERISPLENICHE
3. ECOSTRUTTURA

L’ecostruttura normale è costituita da un omogeneo


tappeto di echi fini, di intensità simile a quella del fegato
normale.
3. ECOSTRUTTURA

L’ecostruttura normale è costituita da un omogeneo


tappeto di echi fini, di intensità simile a quella del fegato
normale.
Scienza e carità
Picasso 1897
1. FORMA e MARGINI
2. DIMENSIONI
3. ECOSTRUTTURA ed ECOGENICITA’
4. LESIONI FOCALI
5. VASI SPLENICI E VASCOLARIZZAZIONE
6. RACCOLTE FLUIDE PERISPLENICHE
Le lesioni focali spleniche posso
essere divise in :

•ANECOGENE
•IPOECOGENE
•IPERECOGENE
•MASSE COMPLEX
Tranne cisti e calcificazioni , l’ecografia
spesso non consente di porre una sicura
diagnosi differenziale !
La diagnosi potrà essere posta in relazione al
contesto clinico e dall’ integrazione con altre
metodiche di imaging.
LESIONI ANECOGENE

cisti
LESIONI ANECOGENE

cisti
LESIONI ANECOGENE
LESIONI IPOECOGENE

metastasi
LESIONI IPOECOGENE

metastasi
LESIONI IPOECOGENE

Mts di mieloma
LESIONI IPERECOGENE

Angioma
LESIONI IPERECOGENE

metastasi
MASSE COMPLEX

ASCESSO SPLENICO
MASSE COMPLEX

Gli ascessi splenici presentano


aspetti ecografici variabili : area
ipoecogena, iperecogena o
complessa
CALCIFICAZIONI
CALCIFICAZIONI

 Le calcificazioni rapprentano spesso esiti di


processi flogistici (granulomatosi, brucellosi,
TBC, malaria, ecc.).
Le pene d’amore
Jan Steen 1660
Dedichiamo alcuni minuti
agli infarti splenici
INFARTO

•Ha un aspetto triangolare


•o cuneiforme
INFARTO

•Ha un aspetto triangolare


•o cuneiforme con base sub capsulare
e apice rivolto verso l’ilo
INFARTO
INFARTO
INFARTO
INFARTO

Privo di segnali vascolari


al color doppler
INFARTO

L’aspetto ecografico cambia in


relazione all’evoluzione della lesione
INFARTO

Da una lesione ipoecogena evolve in


alcune settimane in una lesione
iperecogena di dimensioni ridotte
INFARTO

Esito di pregresso infarto splenico


La visita al hospital
L.J. Aranda. 1897
1. FORMA e MARGINI
2. DIMENSIONI
3. ECOSTRUTTURA
4. LESIONI FOCALI
5. VASI SPLENICI E VASCOLARIZZAZIONE
6. RACCOLTE FLUIDE PERISPLENICHE
•LA VENA SPLENICA HA UN DIAMETRO NON
SUPERIORE A 10 MM CON FLUSSO A BASSA
VELOCITA’ SIMILE A QUELLO DELLA VENA PORTA.
La visita del dottore
F. Van Mieris 1657
1. FORMA e MARGINI
2. DIMENSIONI
3. ECOSTRUTTURA ed ECOGENICITA’
4. LESIONI FOCALI
5. VASI SPLENICI E VASCOLARIZZAZIONE
6. RACCOLTE FLUIDE PERISPLENICHE
ASCITE
ASCITE
ASCITE
ASCESSO PERISPLENICO
The doctor
L. Fildes 1887
Per terminare due condizioni particolari:
•La milza nell’ Ipertensione Portale
•I traumi splenici
1. Splenomegalia
2. Rallentamento- inversione di flusso della
vena splenica
3. Ridotta- assente collassabilità della vena
splenica
4. Circoli collaterali spleno renali (al polo inf.
della milza)
5. Ascite ( anche in sede perisplenica)
6. Indice di Resistenza delle arterie
intraspleniche aumentato (v.n.< 60)
splenomegalia
Inversione del flusso della vena splenica
Circoli collaterali spleno-renali
ascite
Il medico ciarlatano
Jan Steen
 EMATOMA INTRAPARENCHIMALE
 EMATOMA SUBCAPSULARE
 EMOPERITONEO
EMATOMA INTRAPARENCHIMALE

Appare come un’area di parenchima


disomogenea a contorni irregolari, mal
definiti. Dopo pochi giorni assume un aspetto
nettamente ipoecogeno per fenomeni di
colliquazione
EMATOMA INTRAPARENCHIMALE

immagine
EMATOMA SUBCAPSULARE

Appare come una raccolta anecogena


falciforme disposta perifericamente
alla milza e delimitata dalla capsula che
appare come una sottile linea ecogena.
EMATOMA SUBCAPSULARE

L’ematoma subcapsulare può rompersi


successivamente (rottura della milza in
due tempi) con conseguente
emoperitoneo.
EMATOMA SUBCAPSULARE
EMOPERITONEO

Appare come una raccolta liquida (anecogena


o finemente corpuscolata) in sede perisplenica
e/o nello spazio epato-renale e/o nella doccia
parieto colica e/o del cavo del Douglas.
EMOPERITONEO

La frattura della milza può presentare quadri


ecografici variabili da una semplice soluzione
di continuo del profilo dell’organo a un
complesso sovvertimento dell’ecostruttura
della milza.
EMOPERITONEO

immagine
Il medico e la sua paziente
Jan Steen
Thanks for your time!

Potrebbero piacerti anche