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La geologia applicata rappresenta lapplicazione delle Scienze della Terra alle problematiche relative

allinterazione delluomo con lambiente ed finalizzata allinvestigazione, studio e risoluzione dei


problemi ingegneristici ed ambientali che possono insorgere come risultato dellinterazione tra
geologia ed opere antropiche.
Prevede inoltre lo sviluppo di misure idonee per la prevenzione e la mitigazione dei rischi geologici.

Classificazione tecnica dei geomateriali


I materiali studiati, che sono diversi e diverso sar il loro comportamento in base alla natura, possono
essere soggetti a modificazioni da parte di eventi naturali ed antropici.

Ammassi rocciosi: roccia in posto con relative discontinuit di vario tipo (faglie, fratture, giunti di
strato) che possono essere:

primarie o singenetiche, sviluppatesi allatto della formazione della roccia (giunti di strato,
piani di scistosit, fratture di consolidamento)
secondarie o epigenetiche, sviluppatesi in seguito alla formazione della roccia (fratture e
faglie)
1. Frattura: discontinuit lungo la quale non c stato alcuno spostamento visibile
2. Faglia: discontinuit lungo la quale c stato uno spostamento visibile (anche
chilometrico)

Roccia: materiale naturale che, in campioni al di fuori della sua sede, dotato di elevata coesione,
anche dopo un prolungato contatto con lacqua. Pu essere:

- lapidea se la resistenza a compressione uniassiale > 25 MPa (graniti, calcari, marmi)


- debole se la resistenza a compressione uniassiale < 25 MPa (travertini, tufi, rocce alterate)

Terreno sciolto (soil): materiale naturale formato da aggregati di granuli non legati tra loro o che
possono essere separati mediante modeste sollecitazioni o mediante un pi o meno prolungato
contatto lacqua. Pu essere distinto in:

- detrito, se >25% dei granuli costituenti la massa ha > 2mm


- terra, se >80% dei granuli costituenti la massa ha < 2mm. granulare quando prevale la
frazione sabbiosa.

La roccia intatta rappresenta un volume elementare dellammasso roccioso.


Per caratterizzare una roccia si sottopone a prova la roccia intatta, non lammasso roccioso. Sussiste
quindi il problema delleffetto scala (allaumentare del volume considerato aumentano le
discontinuit), nelle terre invece non sussiste leffetto scala.
Un problema delleffetto scala per le rocce lapidee sta nella resistenza al taglio, definita come la
capacit di un corpo di resistere a sforzi tangenziali.
La resistenza al taglio dipende dalla coesione, dal materiale cementante e dallattrito col provino.
La resistenza al taglio di una roccia intatta dipende soltanto dalla sua natura, mentre per un ammasso
roccioso funzione anche delle discontinuit.

1
Flysch e formazioni strutturalmente complesse
Il flysch unalternanza di strati lapidei dal comportamento fragile e di terreni dal comportamento
duttile, fittamente ripetuti. Sono materiali eterogenei, anisotropi e discontinui.
definito una formazione strutturalmente complessa in quanto le sue propriet geotecniche variano
entro intervalli piuttosto ampi, hanno una elevata tendenza allalterazione ed hanno numerose
discontinuit.

Con la classificazione di Esu (1977) si dividono le formazioni strutturalmente complesse in tre


categorie o classi:

A. terreni a grana fine litologicamente omogenei con discontinuit di vario tipo;


B. flysch costituito da una componente lapidea (in strati o in elementi separati) ed una
componente argillosa o argillitica;
C. terreno costituito da una componente lapidea in blocchi immersa in una matrica limo-argillosa
(sistema caotico tipico dei terreni residuali).

Forze agenti su un blocco posto su un pendio

Allaumentare della pendenza aumenta la


sollecitazione al taglio.

La resistenza al taglio, capacit di resistere a sforzi tangenziali, dipende dalla natura del corpo, dalle
sollecitazioni, dalla tessitura e dalla struttura dei materiali e varia in virt della coesione e dellattrito
interno.

La coesione lattrazione reciproca tra i granuli a contatto in un terreno. Non dipende dallo sforzo
normale, ma solo dalla presenza di acqua e dalla granulometria del terreno.
In una sabbia, la coesione dovuta alla cementazione tra i granuli, mentre nelle argille si tratta di
unattrazione elettrostatica.

Vi sono due aliquote di coesione:

- coesione reale
- coesione apparente

La coesione reale la coesione vera, cio tutto ci che non compreso nella coesione apparente. Ad
esempio la cementazione nelle sabbie o la fusione tra granuli nelle piroclastiti.

2
Si parla di coesione apparente quando lacqua pellicolare si interfaccia tra due granuli e fornisce un
contributo non stabile alla resistenza, ma varia in funzione del contenuto dacqua e scompare quando
il terreno in condizioni di saturazione.

La coesione scompare allaumentare della granulometria.


La coesione apparente per i limi e le sabbie, oltre che dal contenuto dacqua, dipende anche dalla
presenza di vuoti.

Lattrito interno la capacit di un materiale di resistere allo scorrimento lungo una superficie, ed
funzione delle dimensioni, del grado di selezione ed arrotondamento dei granuli.
maggiore nei terreni ad alta granulometria.

Propriet delle terre

Propriet qualitative dellaggregato


Sorting: grado di selezione o similarit delle particelle.

3
Gradazione: distribuzione verticale delle dimensioni delle particelle.

Forma delle particelle: grado di sfericit e di arrotondamento delle particelle.

Orientazione (fabric): allineamento delle particelle considerando lasse maggiore delle stesse.

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Rapporto particelle/matrice: relazione tra le particelle e la matrice con riferimento allesistenza di
contatto tra le stesse.

Colore: determinabile mediante la comparazione visiva con le tavole cromatiche di Munsell.

Odore: utilizzato soprattutto per riconoscere la presenza di materia organica previo riscaldamento
della terra.

Classificazione granulometrica
Esistono diverse modalit di classificazione, in Italia quella pi utilizzata la classificazione AGI
(Associazione Geologica Italiana):

Argilla: <0,002 mm 2 m
Limi: tra 0,002 mm e 0,06 mm
Sabbia: tra 0,06 mm e 2 mm
Ghiaia: tra 2 mm e 64 mm
Ciottoli: tra 64 mm e 256 mm
Massi: >256 mm

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In base alla granulometria le terre si dividono in:

incoerenti (ghiaie e sabbie), dotate di forze di attrazione reciproca debole che scompaiono
con la saturazione;
coesive (limi ed argille), dotate di forze di attrazione reciproca forti che scompaiono con
limmersione.

La superficie specifica la superficie contenuta nellunit di massa, cio preso un grammo di


materiale la superficie che si otterrebbe se si potesse svolgere tutta la superficie di tutte le singole
particelle che contiene.

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7
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Propriet fisico volumetriche
Prima di eseguire delle prove di laboratorio indispensabile prelevare dei campioni indisturbati
mediante luso di una fustella o tubo campionatore (tubo cilindrico in acciaio con pareti spesse 2-3
mm, bordo tagliente, diametro 80-100 mm, lunghezza di circa 700 mm).
Per non perdere le condizioni naturali del campione (contenuto dacqua) le estremit della fustella
devono essere paraffinate.
La qualit di un campiona va da Q1 a Q5:

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Strumenti per la determinazione delle propriet

Picnometro
E uno strumento che misura la densit dei liquidi e dei solidi. E costituito da unampolla di vetro a
collo largo terminante con un tubo capillare su cui incisa una tacca di riferimento.

Determinazione della densit di un liquido: si pesa il picnometro riempito fino al segno di riferimento
prima con acqua e poi col liquido in esame. Essendo le due quantit di egual volume, si rapportano i
pesi e si ricava il rapporto tra la densit dellacqua (che nota) e quella del liquido in esame.

Determinazione della densit di un solido: si


pesa prima una quantit del solido in esame,
si pesa poi il picnometro riempito dacqua
fino al segno di riferimento. Si mette il solido
nel picnometro, lo si riempie dacqua fino al
segno di riferimento e si fa una terza pesata.
Dalle tre pesate si ricava il peso specifico del
solido come rapporto tra il peso del
picnometro con acqua ed il peso del volume
dacqua spostato dal solido, si converte poi il
peso specifico in densit:

+
=

Bilancia idrostatica
Strumento che misura il peso del corpo secondo il principio di Archimede
(un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verso lalto uguale al peso
del volume di fluido spostato).
Essa costituita da due piattelli, uno dei quali pi corto dellaltro ed
munito di un gancio a cui appendere gli accessori necessari allesecuzione
della misura.

Con essa si determina il peso del materiale in esame in aria e poi in acqua
e, facendo il rapporto tra le due pesate, si ricava la densit relativa
allacqua del materiale in esame.

Contenuto dacqua


(%) = = 100

dove:

il peso dellacqua
il peso della terra in condizioni naturali
il peso della terra secca

10
Procedimento:

1. si determina il peso del contenitore vuoto e del coperchio ( )


2. si pesano contenitore + coperchio + campione (1 )
3. si essiccano il contenitore ed il campione e si fa raffreddare a temperatura ambiente
a. terra inorganica: T = 105-110C
b. terra organica: T = 60C
4. si pesa nuovamente il tutto (2 )

5. si calcola (%) =
= 12 100
2

Peso di volume

condizioni naturali: (/3 ) = /


condizioni a secco: (/3 ) = /

dove:

il peso della terra in condizioni naturali


il peso della terra secca
il volume del campione

2
=
4

Procedimento:

1. si determinano peso ( ), lunghezza (H) e diametro (D) della fustella vuota


2. si determina il peso della fustella + campione (1 )
1
3. si calcola =

4. si estrude il campione e lo si essicca in stufa da laboratorio
5. si determina il peso secco (2 )
6. si calcola = 2 /

Quando non possibile ottenere campioni di forma regolare, si determina il peso di volume attraverso
il metodo della pesata idrostatica:

CONDIZIONE NATURALE
1. dal materiale estruso si ricava un campione dalla forma pi regolare possibile
2. si determina il peso del campione (1 )
3. si impermeabilizza il campione immergendolo nella paraffina liquida
4. si determina il peso del campione paraffinato (2 )
5. si determina il peso del campione paraffinato immerso in acqua (3 )
1 2 3 2 1
6. si calcola =
=

dove:

= 1 3 = 9,8 /3
= 0,89 0,9 3

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CONDIZIONE SECCO
1. dal materiale estruso si ricava un campione dalla forma pi regolare possibile
2. si essicca il campione in stufa da laboratorio
3. si determina il peso del campione secco (1 )
4. si calcola = 1 /

Determinazione del peso di volume in sito col volumenometro a sabbia

Il metodo di basa sul prelievo in sito di un campione di terra e sulla stima indiretta del suo volume
originario tramite il riempimento della cavit con sabbia calibrata, monogranulare di densit .

dove:

il peso della sabbia nel cilindro


il volume del cilindro

Conoscendo il peso iniziale (0 ) e finale (1 ) del


boccione, si pu stimare il volume (V) della cavit
(campione), essendo nota la densit della sabbia:

= 0 1

= (0 1 )/

dove:

il volume originario del campione


0 il peso del boccione pieno di sabbia e del cono
1 il peso del boccione con la sabbia rimasta e del cono
il peso della sabbia contenuta nel cono
la densit della sabbia calibrata

Relazioni tra , e w

=
( + 1)


= =
( + 1) + 1

= (1 + )

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Peso specifico delle particelle

(/3 ) =

dove:

il peso della fase solida


il volume della fase solida

Procedimento:

GRANA FINE
1. si pesa picnometro + tappo (1 )
2. si pesa picnometro + tappo + campione di terra (2 )
3. si pesa picnometro + tappo + campione di terra + acqua distillata disaerata (per
eliminare il volume delle bolle) fino al bordo superiore del tappo (3 )
4. si pesa picnometro + tappo + acqua distillata disaerata fino al bordo superiore del
tappo (4 )

= 2 1

= (4 1 ) (3 2 )

dove:

1. (4 1 ) il peso dellacqua
2. (3 2 ) il peso dellacqua relativo al volume non occupato dalle particelle
GRANA GROSSA
1. si lava il trattenuto al setaccio da 4,75 mm
2. si essicca il campione in forno per 12 ore a 110C
3. si fa raffreddare il campione a temperatura ambiente per un massimo di 3 ore
4. si determina il peso secco del campione (2 )
5. si immerge il campione in acqua per 24 ore
6. si determina il peso del campione immerso in acqua (3 )
7. si asciuga il campione in superficie e si determina il peso del campione asciutto in
superficie e saturo allinterno (1 )

2
=
1 3

1 2
(%) =
3

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Trattamento del campione:

CONDIZIONE NATURALE
1. dal passante al setaccio scelto di preleva tramite quartatura un campione di 15-30
grammi per un picnometro da 50-100 3
2. se il campione contiene limo o argilla bisogna utilizzare un agitatore meccanico per
disperdere le particelle. In questo caso si usa la fiaschetta per gravit specifica da 500
3 al posto del picnometro
3. il peso secco del campione ( ) si determina essiccando il campione in una stufa da
laboratorio a 110C
CONDIZIONE SECCA
1. si essicca il campione a 110C in forno per 16-24 ore
2. si raffredda il campione nellessiccatore e lo si passa al setaccio
3. si preleva tramite quartatura un campione di 10-25 grammi per un picnometro da 50-
100 cm3

Propriet fisico volumetriche non misurabili sperimentalmente

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Relazioni tra le propriet fisico volumetriche

Indice dei vuoti


= 1


= (se Sr = 100%)

Porosit

= =1
1+

Grado di saturazione

Peso di volume saturo

( ) +
=
1+

Analisi granulometrica
Lanalisi granulometrica lanalisi della frequenza con cui sono presenti nella terra le particelle di
assegnate dimensioni.
Per frequenza si intende il rapporto tra il peso della classe granulometrica ed il peso iniziale del
campione secco.
I metodi utilizzati per lanalisi granulometrica sono la setacciatura1 per la frazione grossolana e la
sedimentazione2 per la frazione fine.

1Procedimento:

1. si essicca parzialmente il campione a 50-60 C


2. si disgregano i granuli tramite un pastello gommato
3. si essicca completamente il campione in stufa da laboratorio a 105-110C
4. si determina il peso secco del campione ( )
5. si colloca il campione su di una sequenza di setacci via via pi stretti (seguono la serie di Tyler,
4
2) che viene agitata meccanicamente

15
Al termine del processo il campione risulter diviso in due frazioni:

trattenuto, la frazione che non attraversa il setaccio in quanto ha diametro superiore


allapertura delle maglie
passante, la frazione che attraversa il setaccio in quanto ha diametro inferiore allapertura
della maglia


(%) = 100


(%) = 100

2Il metodo della sedimentazione si basa sulla misura della densit di una sospensione, ottenuta
mescolando il terreno con acqua con laggiunta di sostanza disperdenti (metafosfato di sodio, NaPO3)
per favorire la separazione delle particelle.
Tale metodo utilizza la legge di Stokes (valida per particelle sferiche) per risalire al diametro di una
particella data la sua velocit di caduta:

1800
=

dove:

il diametro medio equivalente (mm)


la viscosit del liquido (gr/s cm2)
il peso specifico delle particelle (gr/cm3)
il peso specifico del liquido (gr/cm3)
la velocit di caduta delle particelle (cm/s)

La velocit di caduta () di una sfera di diametro D in un fluido proporzionale al quadrato del


diametro:

= 2
1800

dove:

il peso specifico del materiale della sfera (gr/cm3)


il peso specifico dellacqua (gr/cm3)
la viscosit cinematica dellacqua (gr/s cm2)
il diametro della sfera (mm)

La miscela acqua terra viene inserita in un Baker, si aziona lagitatore, si capovolge il Baker e si usa il
densimetro per le prove di densit. Il densimetro va inserito 15 prima della prova, perch insieme
alle bolle daria, pu falsare le misure. Per eliminare le bolle daria si riempie il Baker
progressivamente.

La rappresentazione conclusiva dellanalisi la curva granulometrica, un grafico semilogaritmico.

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Le terre possono essere classificate in base alle norme proposte dallAGI, che consentono la
composizione dei nomi delle classi granulometriche relativamente prevalenti:

I nome: frazione granulometrica prevalente


II nome: frazione granulometrica secondaria (tra il 25% ed il 50%) preceduta dal prefisso con
III nome: frazione granulometrica secondaria (tra il 15% ed il 25%) seguito dal suffisso oso
IV nome: frazione granulometrica secondaria (tra il 5% ed il 15%) preceduta da debolmente e
seguita da oso

La frazione presente per meno del 5% non viene presa in considerazione.

Dalla curva granulometrica possono essere individuati i diametri equivalenti, ossia quelli
corrispondenti a ciascuna frazione di passante (%). I pi importanti sono:

10 (diametro efficace)
30
60

In base ai rapporti dei diametri equivalenti si possono definire due coefficienti:

( ) = 60 10
2
( ) = 30 10 60

Il coefficiente di uniformit indice del grado di selezionamento, per < 3 il campione ben
selezionato.
Il coefficiente di curvatura indice della bont della curva, per < 3 il campione ben gradato.

Limiti di consistenza (o di Atterberg)


I limiti di Atterberg definiscono i passaggi di stato del materiale in base al suo contenuto dacqua (w).
I diversi stati che un materiale pu assumere allaumentare del suo contenuto dacqua sono quattro:

Per w > wL la terra si comporta come un liquido.

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Parametri indice

Indice di plasticit (IP), indica lampiezza dellintervallo di w in cui la terra ha


comportamento plastico:

=
Se 4% terra coesiva

Indice di consistenza (IC), consente di caratterizzare il comportamento di una terra come


segue:
1. fluido ( < 0)
2. fluido-plastico (0 < < 0,25)
3. molle-plastico (0,25 < < 0,5)
4. plastico (0,5 < < 0,75)
5. solido-plastico (0,75 < < 1)
6. semisolido ( > 1)

=

Indice di liquidit (IL):

=

Limite di liquidit

Il limite di liquidit ( ) pu essere definito come il contenuto dacqua minimo al quale la terra si
comporta come un fluido viscoso.
Il limite di liquidit pu essere determinato sia con lapparecchio di Casagrande che col penetrometro
a cono.

Apparecchio di Casagrande
corrisponde al contenuto dacqua per il quale,
nella terra posta nella coppa, un solco mediano lungo
13 mm tracciato con un apposito utensile si chiude
dopo 25 cadute della coppa da una altezza di 10 mm
su una base di ebanite.

Penetrometro a cono
definito come il contenuto dacqua di una terra
che comporta laffondamento del penetrometro a
cono di 20 mm quando rilasciato per 5.

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Limite di plasticit

Il limite di plasticit ( ) definito come il contenuto dacqua in corrispondenza del quale il terreno
inizia a perdere il suo comportamento plastico.
Il limite di plasticit pu essere determinato col metodo dei bastoncini, ossia formando per
rotolamento dei bastoncini di terra dal diametro di 3 mm. corrisponde al contenuto dacqua per il
quale di manifestano le prima screpolature.
Tale metodo, per, dipende fortemente dalla sensibilit delloperatore, sono stati quindi proposti
metodi pi oggettivi e matematici: Sridharan et al. (1999).
Tale metodo dimostra che vi una relazione empirica tra lindice di plasticit (IP) e lindice di fluidit
(IF) che corrisponde a:

Apparecchio di Casagrande

= 4,12 = 4,12

dove:

%
=
log10

Penetrometro a cono

= 0,74 = 0,74

dove:

%
=
log10

e sono indicativi di due valori costanti di resistenza della terra alla deformazione, rappresentati da N
(n di cadute) per lapparecchio di Casagrande, o da (affondamento) per il penetrometro a cono:

Apparecchio di Casagrande Penetrometro a cono


()
25 20
? 1,36 5

Quindi IP direttamente proporzionale a IF:

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Limite di ritiro

Il limite di ritiro ( ) definito come il valore del contenuto dacqua al di sotto del quale unulteriore
perdita dacqua non comporta alcuna variazione di volume .
corrisponde anche al minimo contenuto dacqua che una terra coesiva pu avere per essere satura.
La sua determinazione fatta considerando un provino che viene essiccato a step successivi e del
quale vengono misurati contenuto dacqua e volume ad ogni passaggio:

0
= 0

dove:

il limite di ritiro
0 il contenuto dacqua iniziale
il peso specifico dellacqua
0 il volume iniziale della terra
il limite di ritiro
il peso della terra secca

Attivit delle terre argillose

Lindice di plasticit (IP) dipende dalla % di argilla, dal tipo e dalla natura dei cationi assorbiti.
Il rapporto tra lindice di plasticit (IP) e la frazione argillosa (CF) con diametro 2 detto:


() = =

Il valore dellattivit consente di classificare le terre argillose in:

inattive < 0,75


normali 0,75 < < 1,25
attive 1,25 < < 2
molto attive > 2

Esempi di terre argillose sono:

caolinite (INATTIVA)
illite (NORMALE)
montmorillonite (ATTIVA/MOLTO ATTIVA)

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Classifiche delle terre
La carta di plasticit di Casagrande consente la classifica delle terre a grana fine che hanno
comportamento coesivo, si basa sul rapporto .

Linea A: = 0,73( 20) divide il campo delle


argille inorganiche ed organiche

Linea U: = 0,9( 8) rappresenta una sorta di


barriera, il suo superamento indica errori di
determinazione

1. argille e limi inorganici di bassa plasticit


2. argille organiche e limi inorganici di media
plasticit
3. argille inorganiche di media plasticit
4. argille organiche e limi inorganici di alta
plasticit
5. argille organiche di alta plasticit

Classifica U.S.C.S.

La classifica U.S.C.S. un sistema sviluppato da Casagrande e suddivide i terreni in cinque gruppi


principali, due a grana grossolana con % di passante al setaccio N200 minore del 50%:

ghiaie (gravel, G)
sabbie (sand, S)

e tre a grana fine con % di passante al setaccio N200 maggiore del 50%:

limi (mursh, M)
argille (clay, C)
terreni organici (organic soil, O)

I terreni a grana grossolana vengono suddivisi in ghiaie e sabbie a seconda se la % di passante al


setaccio N4 sia rispettivamente minore o maggiore del 50%. Si analizza poi la componente fine del
materiale (passante al setaccio N200):

1) se essa < 5% si considera solo lassortimento del materiale sulla base dei valori del
coefficiente di uniformit ( ) e di curvatura ( ), se > 4 e < 3 per le ghiaie o > 6 e
< 3 per le sabbie, allora il materiale si considera ben gradato (well graded, W) altrimenti si
considera poco gradato (poor graded, P);
2) se essa risulta > 12% viene classificata, dopo averne misurato i limiti di consistenza, come
limo (M) o argilla (C), che verr utilizzato come secondo simbolo;
3) se essa compresa tra il 5% ed il 12%, verr classificata sia la granulometria della fase
grossolana (ben gradata W o poco gradata P), secondo il criterio mostrato al punto 1)
sia la componente fine (M o C) secondo il criterio indicato al punto 2), ottenendo cos un
doppio simbolo (ad esempio, SW-SM Sabbia ben gradata-Sabbia con limo).

21
Classifica A.A.S.H.T.O.

Classificazione utilizzata in ingegneria stradale.


In base alla granulometria ed alle caratteristiche di plasticit, i terreni vengono suddivisi in 8 gruppi
indicati con le sigle da A-1 ad A-8, alcuni dei quali (A-1, A-2 e A-7) presentano sottogruppi.

I materiali granulari sono inclusi nelle classi da A-1 ad A-3 (con % di passante al setaccio N200
35%), i limi e le argille nelle classi da A-4 ad A-7 (con % di passante al setaccio N200 > 35%), mentre
la classe A-8 comprende terrenti altamente organici.

22
Determinazione del contenuto in materia organica

Il contenuto in materia organica si determina bruciando un campione naturale in un forno a muffola a


440C per 16 ore e si calcola il peso del campione incenerito ( ).
Si determina poi il peso secco del campione naturale mediante lessiccazione in stufa da laboratorio a
60C ( ):

dove:

il peso della materia organica


(%) = 100

dove:

(%) il contenuto in materia organica

Le terre organiche possono essere riconosciute in due modi:

1) posizione del punto al di sotto della linea A (carta di plasticit di Casagrande)


2) alterazione dei limiti di consistenza dopo lessiccamento

(110)
0,75

23
Tensioni geostatiche
Le tensioni geostatiche sono le pressioni esercitate nel terreno, ad una certa profondit, dalla fase
solida, dalla fase liquida o da entrambe.
Esse prendono il nome, rispettivamente, di:

tensione efficace (o effettiva)


pressione neutra u
tensione totale

Per il principio delle tensioni efficaci (Terzaghi, 1936) si ha:

=
=
=

dove h la profondit espressa in centimetri.

Le tensioni geostatiche sono modificate dallesistenza di moti di filtrazione. In particolare la tensione


effettiva risente dellattrito idrodinamico esercitato dallacqua sullo scheletro solido della terra,
ovvero dellazione della pressione di filtrazione ( ) variando a seconda che il flusso sia diretto verso il
basso o verso lalto.

24
Un aumento della pressione dellacqua verso lalto provoca una riduzione della tensione effettiva. Se il
fenomeno continua, la tensione effettiva pu annullarsi, ci avviene quando:


= 0 =

Il gradiente idraulico al quale la tensione effettiva si annulla chiamato gradiente idraulico critico.
In queste condizioni il terreno granulare non pu sopportare alcun carico e si verifica il fenomeno
della liquefazione, per il quale le particelle galleggiano sullacqua.

Comportamento reologico dei materiali e modelli costitutivi fondamentali


Il comportamento reologico dei materiali geologici diverso da quello dei materiali ideali.
La reologia la scienza che studia landamento delle deformazioni in risposta allapplicazione di
sollecitazioni. Si serve di modelli costitutivi che riassumono il comportamento dei materiali geologici,
il cui comportamento assai lontano da quello di un corpo ideale, inteso come isotropo ed omogeneo.

Modello elastico

Un corpo definito elastico quando le deformazioni prodotte da un sistema di sforzi scompaiono


quando scompare la forza agente.
Tali corpi seguono la legge di Hooke:

= ()

In un mezzo perfettamente elastico, la relazione tra F e


S data da una retta.
In un mezzo non perfettamente elastico, la relazione
sar rappresentata da una curva.

Le principali applicazioni geotecniche del modello elastico del terreno sono:

calcolo delle deformazioni nei terreni sovraconsolidati


analisi della diffusione delle tensioni nel terreno
calcolo delle strutture di fondazione

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Modello plastico

Tale modello prevede che un corpo sottoposto a sforzi, superata una certa soglia, registri deformazioni
permanenti indipendenti dalla durata delle sollecitazioni.
Segue il modello di Coulomb.

Dove:

H = coefficiente di incrudimento
a = mezzo plastico perfetto
b = mezzo incrudente positivamente (rocce)
c = mezzo incrudente negativamente

Raggiunto il valore limite di F, il mezzo si deformer


per valori da A a B, poi dai B a C. Se si interrompe la
forza agente, la deformazione non torna a 0, quindi
riattivando la forza agente la deformazione riprender
dal punto C per proseguire alla destra di B.

Modello viscoso

Il comportamento viscoso tipico dei fluidi, ma esistono solidi che hanno un comportamento viscoso
(vetro).
Un mezzo viscoso vede la deformazione direttamente proporzionale allo sforzo, se si interrompe lo
sforzo si interrompe anche la deformazione.
Segue lo schema di Newton.

Dove:

a = mezzo viscoso
b = mezzo viscoso perfetto

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I modelli costitutivi complessi sono generati dalla combinazione dei modelli costitutivi fondamentali,
combinati in serie (elasto plastico) o in parallelo (visco elastico):

Le forze applicabili su un terreno o campione possono essere scomposte in:

1 = stress principale massimo


2 = stress principale intermedio
3 = stress principale minimo

con: 1 > 2 > 3

Le prove meccaniche di laboratorio tendono a simulare le differenti condizioni di deformazione alle


quali sottoposto un terreno, e si dividono in due categorie principali:

espansione laterale
impedita
espansione laterale
consentita

27
Nel caso in cui il terreno sia saturo, le precedenti condizioni di deformazione si combinano con quelle
di drenaggio:

condizione drenata
condizione non drenata

Lespansione laterale impedita in condizioni non drenate non pu esistere, a causa


dellincompressibilit della fase fluida.

Il punto di snervamento il valore della


tensione in corrispondenza del quale un
materiale inizia a deformarsi
plasticamente, passando da un
comportamento elastico reversibile ad
uno plastico irreversibile.

La rigidezza il gradiente della curva


tensioni-deformazioni.

La resistenza una misura della


massima tensione che un materiale pu
sopportare (fattore che determina la
stabilit o il collasso delle strutture).

La rigidezza e la resistenza sono due propriet distinte ed indipendenti di un materiale: la prima


governa gli spostamenti e le deformazioni sotto i carichi di esercizio, mentre la seconda determina i
valori massimi del carico che una struttura pu sopportare.

Possiamo quindi esporre i concetti di compressibilit e consolidazione:

compressibilit di quanto si riduce un mezzo geologico se compresso (istantanea)


consolidazione variazione nel tempo del volume del mezzo sollecitato

28
Quando un corpo viene compresso si deforma, la risultante delle deformazioni verticali detta
cedimento. Cosa determina la comparsa di cedimenti nel terreno?

compressione ed inflessione delle particelle di terreno per incremento delle tensioni di


contatto
frantumazione dei grani in presenza di elevati stress
scorrimento dei grani indotto da sforzi di taglio
variazione della distanza tra le particelle dei minerali argillosi
compressione dello strato dacqua adsorbita

Compressibilit edometrica
una prova di compressibilit verticale ad espansione laterale impedita.
Rappresenta un po ci che accade nelle piane alluvionali dove si alternano cicli di sedimentazione ed
erosione seguite da fasi di quiete. Tale sequenza porta a fenomeni di isteresi (ossia la capacit di un
sistema di reagire con un certo ritardo alle forze applicate, anche quando tali forze vengono a
mancare).

A B sedimentazione

B C erosione

C D sedimentazione oltre lo strato eroso

D E erosione

I tratti A B e B D indicano fasi di compressione vergine, comportamento elasto plastico del


terreno.

I tratti B C, C B e D E indicano fasi di scarico e ricarica, comportamento elastico non lineare del
terreno.

Sia in fase di carico vergine che in fase di scarico, la relazione ( ) rappresentata da una retta,
quindi per ottenere una riduzione dellindice dei vuoti occorre applicare un incremento di
tanto maggiore quanto pi alto il valore di tensione iniziale (la rigidezza del terreno cresce
progressivamente con la tensione applicata).

Definiamo ora il parametro OCR (over consolidation ratio):

dove:

la pressione di consolidazione

la pressione verticale efficace agente
29
Il parametro OCR descrive la storia tensionale che un deposito ha subito in seguito alle fasi di
sedimentazione, erosione e consolidazione.

Se:

OCR = 1 terreni normalconsolidati (terreno che in questo momento sta subendo i massimi
sforzi)
OCR > 1 terreni sovraconsolidati (terreno che in passato ha subito sforzi maggiori).

La prova edometrica

La prova edometrica una prova ad espansione laterale impedita, effettuata in condizioni drenate.
Essa simula il fenomeno della consolidazione nelle terre a comportamento coesivo.
La prova eseguita su campioni indisturbati di terreno a grana fine. I campioni sono posti in una cella
cilindrica (cella edometrica) piena dacqua e aperta ai lati, i campioni sono lateralmente confinati da
un anello metallico indeformabile. Sulle basi inferiore e superiore del campioni sono posti un disco di
carta da filtro ed una pietra porosa per favorire il drenaggio.
Il carico aumenta step by step (a differenza di quanto avviene in natura), cio vi un incremento
graduale e continuo della pressione
verticale. I carichi vengono applicati ogni
24h per 7 giorni. Durante la permanenza di
ciascun carico si misura la variazione di
altezza () del provino nel tempo. Noto
si possono calcolare le deformazioni assiali e
volumetriche ( ) e le variazioni dellindice
dei vuoti ():


=
0


= (1 + 0 )
0

Lesecuzione della prova edometrica consiste nel misurare i cedimenti mediante letture effettuate con
successione geometrica dei tempi (fino a 24h).
I dati registrati consentono di costruire curve cedimenti-tempo per ciascun carico.

Cedimento istantaneo: cedimento che si manifesta


al primo gradiente di carico.

Consolidazione primaria: assestamento del


materiale.

Consolidazione secondaria: i valori tendono


asintoticamente a zero.

30
Ai fini della prova considerata come deformazione quella relativa alla fine della consolidazione
primaria (oppure al termine delle 24h).
Lindice dei vuoti corrispondente si ricava da:


= 1

( )

dove:

il peso specifico delle particelle


il peso secco del campione nellanello
la superficie dellanello
laltezza dellanello
il cedimento alla fine del processo di consolidazione

Alla fine del processo di consolidazione primaria, i valori di carico verticale effettivo () e di indice dei
vuoti sono riportati in un grafico , per ciascun gradino di carico applicato.
Collegando tra loro i punti si disegnano le curve di compressibilit edometrica.

Nel grafico si individuano tre tratti per


la fase di carico:

un tratto iniziale a debole


pendenza (punti 1-2)
un tratto intermedio a pendenza
crescente (punti 2-5)
un tratto finale a pendenza
maggiore e quasi costante (punti
5-8).

La curva di scarico (punti 9-11) ha


pendenza minore e quasi costante.

Per le applicazioni pratiche questa curva approssimata con tratti rettilinei a differente pendenza:

il tratto 3-5 sostituito da un punto angolare A


che corrisponde alla pressione di
consolidazione ( )
la pendenza del tratto iniziale detta indice di
ricompressione ( )
la pendenza del tratto successivo al punto A
detta indice di compressione ( )
la pendenza del tratto di scarico detta indice
di rigonfiamento ( )

Lindice di compressione ( ) assume valori da 0,1 a


0,8; lindice di rigonfiamento assume valori 5 o 10 volte
minori di .

31
Per determinare la pressione di preconsolidazione, cio per costruire la curva edometrica, si utilizza la
procedura di Casagrande:

1. sistemati i punti dalla tabella al grafico, si


individua il punto di massica curvatura M
2. si traccia lorizzontale (o) passante per M,
la tangente (t) alla curva passante per M e
la bisettrice (b) dellangolo formato tra t
ed o
3. il punto di intersezione tra il
prolungamento della curva di
compressione e la bisettrice, rappresenta
la pressione di preconsolidazione ( ).

Confrontando il valore di cos determinato, con la tensione verticale efficace (0



) esistente alla
quota di prelievo del campione, si determina il grado di sovraconsolidazione OCR del deposito in
esame:

Prove meccaniche su rocce


Le prove meccaniche su rocce riguardano essenzialmente la resistenza alla rottura.
Vi sono vari tipi di prove di resistenza:

resistenza a compressione uniassiale (o semplice)


resistenza al punzonamento (o point load)
resistenza al taglio

32
Resistenza a compressione uniassiale (o semplice)

una prova ad espansione laterale consentita. La determinazione avviene su almeno 6 provini di


forma cubica o cilindrica sui quali si applica un carico con incremento costante della velocit pari ad
1 0,5 /.
Il carico di rottura a compressione semplice (C) si esprime in MPa ed dato dalla formula:

dove:

- P il carico di rottura del provino


- A la superficie portante del provino

Se il provino dovesse presentare piani di discontinuit preferenziale (strati, scistosit, ecc) bisogna
specificare la direzione di applicazione del carico (ortogonale o parallela ai piani).

Resistenza al punzonamento (point load)

Questa prova utilizzata per ottenere una stima della variabilit di resistenza a
compressione di una roccia, consiste nellapplicazione di un carico al campione
tramite punzoni conici che portano il campione alla rottura.
La prova pu essere eseguita su campioni cilindrici (prove diametrali ed assiali), su
blocchi tagliati (prova su blocco) e/o su campioni di forma irregolare.
Per ottenere una stima della resistenza a compressione uniassiale si pu applicare
unequazione di correlazione generale:

= 2250

dove:

- 50 = 2

dove il diametro equivalente (distanza tra le due punte dei punzoni non
appena toccano il campione), ed dato da:

- 2 = 2 per prove diametrali


- 2 = 4 per prove assiali, su blocchi e su campioni informi, con = (area
trasversale minima)

Quando si dispone di campioni informi o di piccole dimensioni bisogna applicare una correzione
relativa alla forma tramite la formula:

50 =

dove:

- il fattore correttivo relativo alla forma = ( 50)0,45

33
Resistenza al taglio

Per i materiali rocciosi senza discontinuit, la resistenza al


taglio pu essere determinata tramite prove a
compressione triassiale. Le prove vengono eseguite
mediante la cella di Hoek e trovano impiego per lo studio
della resistenza al taglio lungo piani di discontinuit
soprattutto per analisi della stabilit dei pendii o di
fondazioni di dighe.

Tutte queste prove servono, oltre che per determinare il valore di resistenza a rottura, per la
determinazione dei moduli elastici (medio, secante o tangente) ed il comportamento del materiale in
termini di elasticit.

Moduli elastici

Lelasticit la propriet di un materiale di recuperare istantaneamente e totalmente una


deformazione causata dallapplicazione di sforzi, al cessare della forza agente.
In un mezzo elastico la deformazione direttamente proporzionale alla sollecitazione, secondo la
legge di Hooke:

=

dove:

- il modulo di elasticit
- lo sforzo normale unitario
- la deformazione trasversale unitaria

Lelasticit di un corpo dipende da tre fattori:

1. isotropia uguaglianza in tutte le direzioni delle propriet del corpo


2. omogeneit distribuzione uniforme dei costituenti del corpo
3. continuit assenza di discontinuit

I moduli elastici sono una grandezza caratteristica di un materiale che esprime il rapporto
tra tensione e deformazione nel caso di condizioni di carico monoassiale ed in caso di comportamento
del materiale di tipo "elastico".
definito come il rapporto tra lo sforzo applicato e la deformazione che ne deriva.

34
Vi sono tre tipologie di moduli elastici:

- modulo elastico tangente,


- modulo elastico medio,
- modulo elastico secante,

Classificazione delle rocce in base allelasticit

35
Il modello geologico e geotecnico del sottosuolo

Norme tecniche per le costruzioni

Le norme tecniche per le costruzioni (N.T.C.) raccolgono in un unico organico testo le norme prima
distribuite in diversi decreti ministeriali e definiscono i principi per il progetto, l'esecuzione e il
collaudo delle costruzioni, nei riguardi delle prestazioni loro richieste in termini di requisiti essenziali
di resistenza meccanica e stabilit, anche in caso di incendio, e di durabilit. Esse forniscono quindi i
criteri generali di sicurezza, precisano le azioni che devono essere utilizzate nel progetto, definiscono
le caratteristiche dei materiali e dei prodotti e, pi in generale, trattano gli aspetti attinenti alla
sicurezza strutturale delle opere.

Importanti per il nostro studio sono due articoli (6.2.1 e 6.2.2) riguardanti la progettazione geotecnica
che possono essere cos sintetizzati:

Articolo 6.2.1: la modellazione geologica di un sito riguarda la sua ricostruzione su base litologica,
stratigrafica, strutturale, idrogeologica, geomorfologica e/o di pericolosit geologica del territorio.
Quindi in base al contesto geologico ed il tipo di opera vanno eseguite una serie di indagini atte a
costruire un modello geologico locale.

Articolo 6.2.2: le indagini devono riguardare il volume significativo (porzione di sottosuolo


influenzata direttamente o indirettamente dalla costruzione del manufatto e che influenza il manufatto
stesso).
Attraverso prove di laboratorio si produce un modello geotecnico che uno schema che riguarda le
condizioni stratigrafiche, le pressioni interstiziali, le caratteristiche fisico meccaniche dei terreni e
delle rocce incluse nel volume significativo.

Le finalit ed il grado di definizione del modello geologico sono diversi a seconda della fase
progettuale:

1. progetto preliminare rapporto di prefattibilit ambientale dellopera, con indagini


geologiche ed idrogeologiche preliminari
2. progetto definitivo definizione del livello di pericolosit e del comportamento del sito con
indagini finalizzate al problema specifico, prima e dopo lopera
3. progetto esecutivo verifiche analitiche in sede di progettazione esecutiva

Il modello geologico rappresentato da:

- relazione geologica, documento riportante i parametri nominali dei terreni, dati utili alla
geotecnica, valori medi e aspetti sismici di dettaglio (ad esempio, 30)
- cartografia
carta geologica con sezioni
carta litotecnica
carta geomorfologica
carta idrogeologica
carta di sintesi

36
Il modello geotecnico fornisce tutti i dati geotecnici necessari per il progetto.
I principali contenuti del modello geotecnico sono:

- criteri per limpostazione delle indagini


- interpretazione critica dei risultati
- modellazione del terreno interagente con lopera
- definizione dei parametri numerici
- vita nominale dellopera (VN), ossia la durata in anni dellutilizzabilit dellopera (purch
soggetta ad ordinaria manutenzione:
OPERE PROVVISORIE 10
OPERE ORDINARIE (ponti, dighe ordinarie) 50
OPERE GRANDI (ponti e dighe di importanza strategica) 100
- classi duso delle costruzioni:
classe I, costruzioni con presenza occasionale di persone (edifici agricoli)
classe II, costruzioni con normali affollamenti (industrie non inquinanti, abitazioni,
alberghi, negozi, ecc)
classe III, costruzioni con significativi affollamenti (industrie inquinanti, dighe
importanti, ecc)
classe IV, costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti.

Lo studio geologico per un progetto preliminare deve essere caratterizzato da:

- premessa
- inquadramento geologico regionale
- aspetti
geologici
geomorfologici
idrogeologici
sismici
- pericolosit geoambientale
- tipi di indagini eseguite
- interazione tra opera e ambiente
- considerazioni conclusive
- riferimenti bibliografici

Una campagna di indagini pu essere divisa in varie fasi:

- indagine preliminare, accerta lidoneit del sito


- indagine di progetto, aiuta a scegliere la soluzione progettuale e costitutiva dellopera
- indagine di controllo, prevede un controllo nel tempo delle variazioni di alcune grandezze
(pressioni neutre, spostamenti, ecc)

37
Le indagini per la caratterizzazione geologico-geotecnica del sottosuolo si dividono in due categorie:

- indagini in sito
indagini dirette (scavi e sondaggi)
indagini dirette (indagini geofisiche e penetrometriche)
- indagini in laboratorio

Le indagini vanno estese al volume significativo.

38
Ricostruzione del profilo stratigrafico

Per la ricostruzione del profilo stratigrafico possono essere utilizzate differenti modalit di indagine:

- indagini dirette (pozzi, cunicoli, trincee e sondaggi)


- indagini indirette (indagini geofisiche e penetrometriche)

Ciascuna attivit presenta vantaggi e svantaggi, ma ai fini della caratterizzazione sono da considerarsi
complementari.

Scavi (pozzi, cunicoli e trincee)

Gli scavi si effettuano sia per opere di grande importanza (dighe di sbarramento) che per opere pi
modeste

Vantaggi Svantaggi
osservazione diretta della struttura del profondit di investigazioni modeste
sottosuolo
identificazione dei singoli strati, anche di necessit di strutture di sostegno
modesto spessore
possibilit di determinare le propriet tempi e costi di esecuzione elevati
geotecniche tramite prove in sito anche a grande
scala e su terreni a grana grossolana
possibilit di prelevare campioni indisturbati di necessit di personale esperto
grandi dimensioni
indicazioni sulle acque sotterranee pericolo di cedimenti
possibilit sopralluoghi e controlli in tempi necessit di adeguati interventi contro infortuni
diversi e da parte di pi persone
difficolt e costi elevati per locclusione degli
scavi

39
Perforazioni di sondaggio

Le perforazioni di sondaggio permettono:

la ricostruzione del profilo stratigrafico mediante lesame dei campioni estratti


il prelievo di campioni indisturbati per la determinazione in laboratorio delle propriet
fisico-meccaniche
rilievi e misure sulle acque sotterranee
lesecuzione di prove in sito per la valutazione delle propriet geotecniche del terreno in sede

Vantaggi Svantaggi
possibilit di attraversare qualsiasi terreno, pericolo di non riconoscere eventuali strati di
anche a grande profondit e sotto falda terreno di modesto spessore
tempi e costi ridotti rispetto agli scavi difficolt di campionamento in terreni incoerenti
a grana grossolana
possibilit di eseguire indagini anche sottacqua impossibilit di eseguire prove in sito a grande
scala
semplicit delle operazioni di occlusione del foro possibile disturbo o mascheramento dei terreni
per penetrazione del fluido di perforazione
necessit di attrezzature specifiche e di personale
esperto

Vi sono tre metodi di sondaggio:

- sondaggio a elica
- sondaggio a percussione
- sondaggio a rotazione

Sondaggio a elica
I sondaggi a elica sono eseguiti utilizzando una trivella che viene
alternativamente spinta ed estratta dal terreno. Il diametro della trivella va dai
75 ai 300 mm.
Le trivelle sono utilizzate prevalentemente in argille, in modo da non dover
ricorrere a nessun mezzo di sostegno del foro, ma non impiegabile in depositi
alluvionali o morenici in cui si ha la presenza di ciottoli e trovanti.
Il terreno estratto si presenta fortemente rimescolato, da non poter consentire
una ricostruzione stratigrafica di dettaglio (Q1)
Comunque sia, le trivelle sono di solito poco adoperate a causa della loro
grossolanit.

40
Sondaggio a percussione
Lavanzamento avviene per battitura con maglio o per caduta. La
batteria di aste munita alla base di robusti utensili atti alla
frantumazione del terreno. Tale metodo utilizzato per terreni a
grana grossa.
Lutensile pi utilizzato la sonda a valvola (o curetta), un tubo
cilindrico munito di una valvola al fondo per trattenere il materiale
entrato durante lavanzamento. I diametri usati variano da 100 a 600
mm e si possono raggiungere profondit di 60 metri.
Coi sondaggi a percussione possibile attraversare speditamente
qualsiasi tipo di terreno anche fino a grandi profondit, ma non si
ottengono campioni indisturbati, non consente di ricostruire la
stratigrafia di dettaglio in terreni con forti alternanze e presenta il
rischio di dilavamento delle frazioni fini per il moto dellacqua di
perforazione.

Sondaggi a rotazione
La maggior parte dei sondaggi viene eseguita per
rotazione.
Lutensile di perforazione costituito da un tubo
carotiere (semplice o doppio) che presenta
unestremit munita di una corona dentata.
Lavanzamento avviene applicando allutensile una
contemporanea azione di spinta e rotazione.
I diametri impiegati normalmente variano tra 75-150
mm.
La perforazione pu avvenire o a secco o con
circolazione di fluido di raffreddamento (acqua, aria
compressa, fango bentonitico). Limpiego di un fluido
aumenta sensibilmente la velocit di avanzamento, ma
rende pi complicato il carotaggio di materiali teneri o
a grana grossa.
Vi sono due tipologie di sondaggio a rotazione:

- distruzione di nucleo
- carotaggio continuo

La perforazione a distruzione di nucleo viene eseguita per lattraversamento di formazioni di cui non
interessa una esatta conoscenza o per il raggiungimento di una quota prevista (per lesecuzione di
prove in situ o per linstallazione di strumentazione). Durante lesecuzione possono essere prelevati
campioni del detrito uscente dal foro, mediante i quali potr essere ricostruita una approssimativa
identificazione dei terreni attraversati.
La perforazione condotta utilizzando scalpelli o triconi di vario tipo.

41
Il carotaggio continuo consente il riconoscimento diretto della stratigrafia del sottosuolo ed il
prelievo di campioni indisturbati.
La perforazione eseguita a rotazione tramite carotieri semplici o doppi, i primi sono indicati in
formazioni dure o coesive, mentre i secondi per formazioni sciolte o nel caso in cui si richiedono
campioni con un basso grado di disturbo per analisi particolari, tali strumenti rendono minimo il
disturbo dei materiali attraversati e consentono il prelievo di campioni rappresentativi (carote).
I campioni estratti dai carotieri vengono sistemati in apposite cassette catalogatrici, atte alla loro
conservazione, sulle quali viene riportato in modo indelebile il numero del sondaggio e la profondit di
riferimento.
Dal materiale posto nelle cassette catalogatrici possibile ottenere la percentuale di carotaggio:

1
= 100
2

dove:

- 1 la lunghezza-somma delle carote estratte


- 2 la lunghezza del tratto perforato

Nel caso di sondaggi che attraversino ammassi rocciosi, possibile determinare lindice RQD (Rock
Quality Designation) che rappresenta il rapporto tra la somma delle lunghezze degli spezzoni di carota
maggiori di 10 centimetri e la lunghezza totale del tratto di perforazione considerato:

> 10
=

Per la determinazione dellRQD si considerano solo gli spezzoni di carota senza vistose alterazioni.
Essendo lRQD funzione delle fratture presenti allinterno della roccia, rappresenta un primo indice di
qualit dellammasso roccioso:

RQD (%) Qualit


< 25 Pessima
25-50 Cattiva
50-75 Media
75-90 Buona
90-100 Ottima
Indagini indirette
Le indagini indirette sono indagini atte a conoscere e caratterizzare il sottosuolo con metodi geofisici.
La geofisica la branca delle Scienze della Terra che studia il nostro pianeta mediante misure fisiche
effettuate sulla sua superficie. In sostanza, uno studio geofisico misura le variazioni spaziali di alcune
propriet dei terreni e delle rocce (densit, elasticit, conducibilit elettrica, suscettibilit magnetica,
ecc). Tali variazioni possono essere collegate ad un cambiamento della litologia o dellassetto
strutturale.

Tra i vari metodi geofisici quelli pi utilizzati sono i metodi sismici, elettrici ed elettromagnetici.

42
Metodi sismici

I metodi sismici sono basati sullenergizzazione del terreno tramite esplosivi o caduta di gravi. Si
generano cos delle onde elastiche che vengono captate in superficie dai geofoni.
Dallo studio ed elaborazione di tali dati possibile risalire alla velocit sismica delle formazioni ed alla
profondit ed inclinazione dei vari strati investigati.

Tra le prospezioni sismiche, il metodo a rifrazione il pi utilizzato nelle applicazioni ai problemi di


ingegneria civile e di idrogeologia.
Il metodo sismico a rifrazione consiste nel ricevere, a distanze orizzontali variabili dallorigine, le onde
sismiche rifratte dalle discontinuit geologiche quando queste corrispondono a variazioni nella
velocit di propagazione: la misura dei tempi di arrivo alle varie distanze consente di determinare per
ogni strato la velocit di propagazione.
La velocit di propagazione dipende dalle propriet elastiche del mezzo e quindi si pu risalire alla
natura geologica delle formazioni.
La sorgente delle onde sismiche in genere costituita da una carica esplosiva o da una massa battente.
La strumentazione di ricezione in genere costituita da stendimenti di geofoni (6, 12 o 24) allineati.
Analizzando il segnale di ricezione e ricostruendo landamento delle dromocrone possibile risalire
alla profondit e alla pendenza delle discontinuit.

Tale metodo limitato ad un ristretto numero di discontinuit sovrapposte (3 o 4 al massimo), quindi


per indagini pi profonde consigliato il metodo sismico a riflessione.
Richiede che la velocit delle onde sismiche aumenti con la profondit, in caso contrario non si ha
rifrazione critica (riflessione totale) quindi i raggi sismici penetrano negli strati profondi senza
ritornare mai in superficie.

43
Uno degli scopi dei metodi sismici a rifrazione quello di determinare il 30.
Si definisce 30 la velocit media equivalente delle onde S nei primi 30 metri di profondit:

30
30 =


dove:

- il numero degli strati nei primi 30 metri di profondit


- lo spessore dello strato i-esimo
- la velocit delle onde S nello strato i-esimo

In base al valore del 30 possono essere definite varie categorie di suolo di fondazione:

A. 30 > 800 / ammassi rocciosi superficiali o terreni molto rigidi aventi spessore
massimo di 3 metri
B. 30 > 800 / ammassi rocciosi superficiali o terreni molto rigidi aventi spessore
massimo di 3 metri
C. 360 / < 30 < 800 / rocce tenere e depositi a grana grossa molto addensati o a
grana fine molto consistenti aventi spessore 30 metri
D. 180 / < 30 < 360 / depositi a grana grossa mediamente addensati o a grana fine
mediamente consistenti aventi spessore 30 metri
E. 30 < 180 / depositi a grana grossa scarsamente addensati o a grana fine scarsamente
consistenti aventi spessore 30 metri.

Metodi geoelettrici

Tra le prospezioni geoelettriche, il metodo pi utilizzato quello della resistivit.


In un mezzo omogeneo ed isotropo, una corrente elettrica emessa da una sorgente puntiforme A
fluirebbe radialmente in tutte le direzioni.
Il dispositivo per la misura della resistivit generalmente a 4 elettrodi, due di corrente e due di
potenziale.
Per la legge di Ohm, la resistivit del mezzo omogeneo isotropo () data da:

dove:

- il fattore geometrico e dipende dalla distanza tra gli elettrodi


- la differenza di potenziale tra gli elettrodi di misura
- lintensit di corrente

Nel caso di terreni omogenei ed isotropi, la resistivit costante anche se variano le distanze tra gli
elettrodi (resistivit reale della formazione).
Nel caso, invece, di terreni non omogenei, la resistivit misurata una resistivit apparente, cio un
valore medio della resistivit del volume di terreno.

44
Le misure di resistivit servono a due scopi:

1. per individuare variazioni di resistivit con la profondit (SEV, Sondaggi Elettrici Verticali)
2. per individuare variazioni laterali di resistivit alla medesima profondit (profili di resistivit;
SEO, Sondaggi Elettrici Orizzontali)

SEV, Sondaggi Elettrici Verticali

Questa tecnica si basa sul dispositivo Schlumberger e consiste nellaumentare progressivamente la


distanza tra gli elettrodi di corrente, misurando ogni volta la differenza di potenziale tra gli elettrodi di
misura posti al centro dello stendimento.
Cos facendo, il flusso di corrente penetra sempre di pi in profondit. Dalle misure ottenute si
costruisce un diagramma di resistivit dal quale si potr poi risalire al profilo elettrico del sottosuolo.
Il SEV trova largo impiego per la ricostruzione stratigrafica dei terreni sciolti, nellindividuazione di
falde acquifere, per opere di ingegneria civile e nella ricerca di idrocarburi.

SEO, Sondaggi Elettrici Orizzontali

Lo scopo di questo metodo quello di mettere in


evidenza variazioni laterali di resistivit dei terreni
per la ricerca di materiali solidi, di cavit
sotterranee, per valutare contatti tettonici, ecc
Questa tecnica si basa sul dispositivo Wenner e
consiste nello spostare in blocco i quattro elettrodi
(equidistanti tra loro) lungo un profilo,
mantenendo inalterate le distanze reciproche.
Essendo la profondit dindagine funzione della distanza tra gli elettrodi di corrente, con questa
tecnica si ricava la variazione della resistivit apparente lungo uno spessore costante.

45
Metodi elettromagnetici

I metodi elettromagnetici usano la risposta del terreno alla propagazione di onde elettromagnetiche
alternate incidenti costituite da due vettori ortogonali: unintensit elettrica ed una forza magnetica in
un piano perpendicolare alla direzione del moto.

Il georadar (o GPR, Ground Penetrating Radar) uno dei metodi di indagine elettromagnetica,
mediante il quale si ottiene la risposta del terreno quando questo attraversato da campi
elettromagnetici.
Si tratta di un metodo che funziona a riflessione (come in sismica), consentendo di elaborare profili
continui ad alta risoluzione.
I suoi vantaggi principali sono la rapidit
di acquisizione dei dati e la sua versatilit
data la possibilit di utilizzare antenne a
diverse frequenze. Lo svantaggio
principale deriva dalla sua stretta
dipendeza dalle caratteristiche
superficiali del terreno in analisi.
Il GPR irradia attraverso unantenna di
emissione il terreno con brevi impulsi di
energia elettromagnetica.
Quando le onde intercettano delle
eterogeneit nelle propriet
elettromagnetiche dei materiali del
sottosuolo (contatti litologici, fratture,
cavit, ecc) parte dellenergia viene
riflessa verso la superficie, mentre
unaltra parte viene trasmessa in profondit.
Il segnale riflesso consente lelaborazione di un profilo continuo, nel quale si indica il tempo totale del
percorso di un impulso per attraversare il sottosuolo, essere riflesso da una discontinuit e ritornare
in superficie (Tempo Doppio).
I segnali registrati dal GPR vengono riprodotte su un monitor come radargramma, ossia un grafico
bidimensionale della superficie indagata, dove lasse orizzontale rappresenta il tragitto coperto
dallantenna lungo la superficie del mezzo investigato, mentre quello verticale rappresenta i tempi
necessari allonda per coprire lo spazio che separa la superficie dai punti (o piani) che hanno
provocato le riflessioni.
Per pianificare una campagna di indagine col GPR bisogna considerare alcuni fattori:

- contrasto tra le propriet elettriche dei materiali


- penetrazione e risoluzione che dipendono dalle propriet del terreno
- noise di fondo, causati da corpi metallici, linee elettriche, ecc
46
Le frane
Una frana pu essere definita come un movimento controllato dalla gravit, superficiale o profondo,
rapido o lento, di materiali costituenti un versante o un intero rilievo.
Il termine frana NON comprende ogni altro tipo di dissesto come subsidenze, sprofondamenti di
cavit, valanghe di neve o di ghiaccio, calanchi, erosione spondale, ecc
I processi franosi sono definiti puntiformi perch non sono arealmente diffusi.
Le velocit delle frane sono molto variabili (da 16 mm/a a 5 m/s), come anche il volume ed il tipo di
movimento.

Le cause dei movimenti franosi sono costituite da tutte le azioni che tubano gli equilibri naturali di un
pendio e possono essere distinte in:

- cause predisponenti (o strutturali)


- cause deteminanti (o occasionali)

Una frana ha molte cause predisponenti ma una sola causa determinante.


Le cause predisponenti rendono il territorio pi o meno sensibile allinnesco delle frane, e sono:

- intrinseche: materiale debole, alterato, fratturato, ecc


- geomorfolofiche: erosione, sollevamento tettonico o vulcanico, ecc

Le cause determinanti provocano la rottura dello stato di equilibrio di un versante, e sono:

- antropiche (o artificiali): scavo al piede di un pendio, disboscamento, ecc


- fisiche (o naturali): precipitazioni, terremoti, eruzioni vulcaniche, ecc

Il materiale condiziona il tipo di frana:

- un materiale omogeneo favorir linsorgere di uno scorrimento rotazionale

- un materiale eterogeneo con piani di discontinuit favorir linsorgere di uno scorrimento


traslativo

47
Un movimento franoso si innesca quando allinterno del pendio le tensioni tangenziali (domanda di
resistenza, D) eguagliano la capacit di resistenza, C, al taglio del terreno:


= 1

dove:

- la domanda e dipende dalla forma e dalla geometria del pendio e dalle condizioni di carico
- la capacit e dipende dalla resistenza al taglio mobilitata lungo la superficie di
scorrimento, dalle tensioni-deformazioni, dalle pressioni interstiziali, dalla posizione della
falda.

Per Fs > 1 il pendio stabile.

Una frana si innesca per:

- un aumento di D per aggravio delle condizioni di carico o per un aumento dellacclivit,


dovuto ad esempio ad erosione
- una diminuzione di C per aumento delle pressioni interstiziali, ad esempio per innalzamento
della falda

Per C = D condizione di equilibrio limite

La stabilit di un pendio una situazione di equilibrio relativo tra forze che tendono ad indurre il
movimento (forze agenti) e forze che tendono ad impedirlo (forze resistenti):

- forze agenti (o instabilizzanti)


- forze resistenti

Forze agenti

La principale forza agente la gravit, cui si oppone la resistenza al taglio.


Ma la gravit non agisce da sola, lacclivit, le condizioni climatiche e la circolazione idrica
contribuiscono ad aumentare gli effetti della gravit.

Linnesco di una frana (e quindi linstabilit di un versante) presuppone il verificarsi di due tipi di
fattori instabilizzanti:

- fattori che favoriscono laumento di sforzi di taglio (azioni tettoniche, variazioni di carico)
- fattori che favoriscono la riduzione della resistenza al taglio (incremento del contenuto
dacqua, liquefazione, disboscamento, ecc)

Forze resistenti

Le forze resistenti sono legate alla coesione del materiale che costituisce il versante, generalmente
espressa in termini di resistenza al taglio e di angolo di attrito interno.
La resistenza al movimento lungo un versante funzione della resistenza al taglio del materiale
coinvolto.
La resistenza al taglio di un materiale la resistenza alla rottura che il materiale in grado di opporre
se sottoposto a sforzi di taglio. Essa dipende sia dallo stato di stress cui il materiale sottoposto, sia

48
dalle caratteristiche dei materiali stessi (tessitura e struttura). Perci necessario trattare
separatamente la resistenza al taglio nei terreni e nelle rocce.

Le rocce sciolte offrono una resistenza al taglio in virt di due contributi:

- coesione
- attrito interno

La coesione determinata dallattrazione reciproca, dovuta essenzialmente a:

- cementazione tra i granuli, nelle sabbie


- forze elettrostatiche nelle argille

Lattrito funzione delle dimensioni, del sorting, della maturit dei granuli e dipende strettamente
dalla tessitura del materiale.
Lattrito maggiore nei terreni ad elevata granulometria ed in quelli costituiti da granuli con basso
grado di arrotondamento.

Il valore della resistenza al taglio calcolata col metodo dei cerchi di Mohr:

= + tan

dove:

- la resistenza al taglio del materiale (kN/m2)


- la coesione efficace del terreno (kN/m2)
- lo sforzo normale agente sulla superficie di movimento (kN/m2)
- langolo di attrito interno efficace del terreno

La presenza di acqua nei pori di una roccia sciolta riduce la resistenza al taglio. In questo caso si deve
considerare anche questo contributo negativo, che si esprime come segue:

= + ( ) tan

dove:

- la resistenza al taglio del materiale (kN/m2)


- la coesione efficace del terreno (kN/m2)
- lo sforzo normale agente sulla superficie di movimento (kN/m2)
- la pressione neutra dellacqua sulla superficie di movimento (kN/m2)
- ( ) lo sforzo normale efficace agente sulla superficie di movimento
- langolo di attrito interno efficace del terreno

49
Una frana pu essere attiva, quiescente o stabilizzata.

ATTIVA frana attualmente in movimento o che si mossa lultima volta entro lultimo ciclo
stagionale:

- Attiva senso stretto: fenomeno attualmente in movimento


- Sospesa: fenomeno che si mosso entro lultimo ciclo stagionale ma che non si muove
attualmente
- Riattivata: fenomeno di nuovo attivo dopo essere stato inattivo

QUIESCENTE fenomeno che pu essere riattivato dalle sue cause originali (per il quale permangono
le cause del movimento):

- T (tempo di ritorno) = 1-10 anni


- T (tempo di ritorno) = 1-100 anni
- T (tempo di ritorno) = >100 anni

STABILIZZATA fenomeno che non pu essere riattivato dalle sue cause originali:

- Naturalmente stabilizzato = fenomeno che non pi influenzato dalle sue cause originali (per il
quale le cause del movimento sono state naturalmente rimosse)
- Artificialmente stabilizzato = fenomeno che stato protetto dalle sue cause originali da misure
di stabilizzazione
- Relitto = fenomeno che si sviluppato in condizioni geomorfologiche o climatiche
considerevolmente diverse dalle attuali.

Classificazione delle frane

Le frane possono essere classificate in base a:

1. Cause del movimento


2. Velocit del flusso
3. Durata e ripetitivit dei movimenti
4. Tipo e propriet meccaniche del materiale
5. Caratteristiche ed eventuale preesistenza della superficie di distacco e di scorrimento
6. Tipo di movimento (classificazione di Varnes)
7. Insieme di caratteri guida

In base alla velocit, secondo la classificazione di Cruden & Varnes, le frane possono essere classificate
in:

- Estremamente lente 16 mm/anno (classe 7)


- Molto lente 1.6 m/anno (classe 6)
- Lente 13 m/mese (classe 5)

- Moderate 1.8 m/ora (classe 4)

- Rapide 3 m/min (classe 3)


- Molto rapide 5 m/sec (classe 2)
- Estremamente rapide > 5 m/sec (classe 1)

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Per la classificazione delle frane in base alla tipologia di movimento, Varnes considera due elementi:

- materiale coinvolto (vedi pag. 1)


- tipo di movimento della frana

Tipo di movimento della frana

Frane da crollo Tipo di movimento


prevalente: caduta libera.

Nel caso di ammassi rocciosi i crolli


avvengono lungo piani preesistenti ad
alto angolo (piani di fratturazione,
discontinuit strutturali)

Nel caso dei terreni, che non sono


litificati, i piani sono pi blandi.

Le frane da crollo sono molto veloci e


partono da pareti ad alto angolo.

Il pericolo di crollo frequente in carbonati (in quanto molto fratturati) e lungo le falesie costiere.

Ribaltamento Tipo di movimento prevalente:


rotazione.

Movimento di rotazione rispetto a un punto


ubicato al di sotto del baricentro della massa
franata.
Si verificano in ammassi rocciosi lungo
discontinuit preesistenti (fratturazione,
stratificazione, scistosit) e in rocce sciolte.

Le condizioni in cui avviene il ribaltamento sono


simili a quelle del crollo, pareti molto ripide,
ammasso roccioso instabile.

51
Scorrimento (traslativo) Tipo di movimento prevalente:
scivolamento.

Lo scivolamento della massa avviene lungo un piano ben


definito (preesistente) quale contatto stratigrafico, frattura,
faglia, scistosit.

Si registrano in successioni a franapoggio inclinate come il


pendio o con inclinazione minore del pendio.

Terreni sciolti

Scorrimenti (rotazionali) Tipo di


movimento prevalente:
rototraslazione rispetto a un punto
ubicato al di sopra del baricentro della
massa franata che scorre lungo una
superficie di forma concava.
Queste frane interessano rocce sciolte
e/o scarsamente coerenti (argille,
argilliti) il cui piano di scorrimento
di neoformazione (non preesistente).
Il movimento rotatorio molto
vistoso, lo si nota dalla fiancata
principale che, in pianta, ha una forma
ad anfiteatro (concava ed ampia).
Il movimento rotazionale, in frane di
grandi dimensioni, pu formare laghi.
Gli espandimenti laterali provocano un allargamento della massa.
un movimento laterale, la componente orizzontale del moto superiore a quella verticale.
Si determinano in condizioni predisponenti, ad esempio la presenza di un ammasso roccioso
preesistente, rocce dal comportamento plastico e terre sciolte.
52
Colamenti Nelle frane da colamento la massa si muove come un fluido viscoso non in maniera
omogenea, si registrano, infatti, dei movimenti differenziali nellambito del corpo di frana.
Si verificano in presenza di acqua:
- se lacqua abbondante il fenomeno prende il nome di colata
- se lacqua scarsa prende il nome di valanga (avalanche).
Interessano sia gli ammassi rocciosi sia le terre (di qualunque granulometria).
Nel caso di colate detritiche (granulometria grossolana) prende il nome di debris flow (movimenti di
materiale in massa che si verifica anche in ambiente alluvionale/torrentizio).
Quando i colamenti interessano terre a granulometria molto fine prende il nome di Earth Flow/Mud
Flow (a seconda della quantit dacqua).

Debris Flow
Earth Flow/Mud Flow
Le
colate detritiche si originano a partire sia da rocce sciolte che da ammassi rocciosi e possono essere
incanalate e non incanalate.

Colata incanalata Colata non incanalata

In quelle incanalate i flussi seguono linee di drenaggio preesistenti, nel caso contrario la frana tende ad
allargarsi.

53
Nelle frane complesse si registra la
collaborazione dei vari tipi di frana, i pi
classici sono:
- Scorrimento traslativo e colamento;
- Scorrimento rotazionale e colamento;
- Scivolamento e debris flow;
- Scorrimento traslativo e debris flow.
Per levoluzione di una frana in colata c
bisogno di presenza dacqua.

Caratteristiche geomorfologiche delle frane

Riferendoci allimmagine a lato possiamo


distinguere vari elementi morfologici di
una frana:
Zona di distacco: zona dalla quale il
materiale si stacca
Zona di accumulo: parte bassa della frana
in cui il materiale mobilizzato si deposita
Unghia della frana: fronte del corpo
franoso
Coronamento: perimetro della zona in cui
avvenuto il distacco.
Subito sotto il coronamento troviamo la
scarpata principale (possono essere
presenti anche scarpate secondarie).
Fianco destro e fianco sinistro: zona lungo
cui avviene il distacco laterale
Terrazzi di frana: posti tra una scarpata di
frana e quella contigua.

54
Condizioni drenate e non drenate

Le condizioni drenate si verificano quando la velocit di applicazione del carico sufficientemente


bassa rispetto alla velocit con cui il terreno cede acqua (drena).
Le sabbie drenano velocemente. Quindi, escluse alcune eccezioni (ad esempio sollecitazioni sismiche),
le condizioni drenate si verificano generalmente nel caso delle sabbie in varie situazioni di carico.
Nelle argille, invece, il drenaggio non avviene velocemente. Quindi le pressioni interstiziali in eccesso
sono dissipate molto lentamente.
Quindi nelle argille la resistenza al taglio, nel caso di sollecitazioni rapide o istantanee, corrisponde a
condizioni non drenate. Invece, la resistenza a lungo termine (anche per le argille) considerata in
condizioni drenate.

Tipo di argilla Tempo necessario per lequilibrio


Argille tenere (terreni NC o debolmente OC) da istantaneo a meno di 18 mesi
Argille dure (terreni fortemente OC) fino a 40-50 anni

Pericolosit e rischio di frana

Per rischi geologici si intendeno fenomeni quali: eruzioni vulcaniche, terremoti, frane, subsidenza,
ecc
Si tratta di solito di eventi a rapida evoluzione.

Nei rischi geologici non sono compresi eventi ad evoluzione lenta che portano ad un degrado
ambientale (siccit, desertificazione, ecc), n rischi antropici o industriali, n quelli biologici.

Terminologia

- Suscettibilit: probabilit che in una determinata area si verifichi un evento di frana


- Pericolosit (H): probabilit che in un determinato intervallo di tempo ed in una determinata
area si verifichi un evento di frana dannoso
- Vulnerabilit (V): grado di perdita di un elemento o un insieme di elementi in seguito al
verificarsi di un evento naturale (0 < < 1)
- Rischio specifico (RS): grado di perdita atteso dovuto ad un particolare evento naturale.
=
- Elementi a rischio (E): popolazione, abitazioni, propriet, opere a rischio nellarea
- Rischio totale (RT): numero atteso di vittime, danni, ecc
= =

Vi sono vari approcci per valutare il rischio:

- Approccio euristico si basa sullutilizzo di carte tematiche e sullesperienza del geologo


- Approccio statistico (o probabilistico) con metodi statistici si determina la combinazione di
fattori che in passato hanno condotto allinnesco di frane
- Approccio deterministico prevede il calcolo di valori quantitativi della stabilit.

55
LIdrogeologia la branca dellidrologia che si occupa dello studio delle acque nel sottosuolo, del loro
moto e del loro utilizzo antropico.

La molecola dacqua

Una molecola dacqua costituita da due atomi di idrogeno ( + )


e da un atomo di ossigeno ( ). una molecola asimmetrica
poich i due legami covalenti formano un angolo di circa 105.

Essendo elettricamente non neutra fa si che le molecole dacqua possano attrarsi tra loro ed attrarre
corpi solidi grazie alle forze di adesione e coesione (forze elettrostatiche):

- coesione: attrazione tra due molecole uguali (due molecole dacqua, ad esempio)
- adesione: attrazione tra due molecole diverse (una molecola dacqua ed unaltra molecola, ad
esempio)

Il ciclo dellacqua

Le acque naturali hanno caratteristiche chimico-fisiche diverse a seconda della loro origine, si
distinguono in:

- acque atmosferiche: acque contenute nellatmosfera sottoforma di vapore e precipitazioni


(pioggia, rugiada, neve, grandine, brina)
- acque litosferiche: acque contenute nella litosfera e possono essere ulteriormente divise in:
acque superficiali
acque sotterranee

Tutte le acque sono soggette ad un unico ciclo idrologico, il cui motore dato dallenergia solare e
dalla forza di gravit.
Queste forze, variabili nel tempo e nello spazio, provocano fenomeni che si ripetono sistematicamente.
Lacqua presente sulla superficie terrestre soggetta allevaporazione (per lenergia solare).
Nellatmosfera lacqua si condensa e ricade come precipitazioni (per la forza di gravit).
Il recapito finale delle precipitazioni sempre lidrosfera.
Prima di arrivare al mare, lacqua pu emergere in superficie (sorgenti) o avere recapito intermedio in
fiumi o laghi. Le precipitazioni possono cadere direttamente sullidrosfera, concludendo cos il loro
ciclo (ciclo oceanico o ciclo breve). Se le precipitazioni cadono sul continente il loro percorso per
lidrosfera diventa pi lungo e lento (ciclo continentale).
Le acque che cadono sulla litosfera in parte restano in superficie ed in parte si infiltrano. Delle acque
che restano in superficie, una parte ritorna subito in atmosfera per evaporazione ed unaltra parte
scorre sulla superficie topografica (acqua di ruscellamento superficiale), trovando recapito finale in
mare. Delle acque che si infiltrano una parte trattenuta dal suolo superficiale ed utilizzata dalle
piante per la fotosintesi clorofilliana (evapotraspirazione), unaltra parte penetra in profondit
(acqua di infiltrazione efficace), alimentando fiumi, laghi e mari per via sotterranea.
Le acque di infiltrazione efficace possono arrivare allidrosfera o tramite percorsi veloci e poco
56
profondi (acqua a circolazione attiva) o tramite percorsi lenti e profondi (acque di fondo).
Queste acque (acque di fondo) non devono essere confuse con le acque fossili (o connate) che sono
acque intrappolate nellacquifero sin dalla formazione della roccia. Sono isolate dal ciclo idrologico e
possono emergere da faglie o fratture.

Vi sono altri tipi di acque:

- acque iuvenili: acque di origine profonda che entrano in ciclo per la prima volta. Hanno
origine da processi idrotermali di corpi magmatici in raffreddamento
- acque originate da processi chimico-fisici associati alla formazione o al metamorfismo di
minerali

Dellacqua che precipita sul suolo:

- 64% evapotraspira
- 25% ruscella verso il mare
- 11% si infiltra nel sottosuolo e d la possibilit di essere utilizzata dalluomo

Gli acquiferi, acque di ritenzione ed acque gravifiche

Gli acquiferi sono rocce (o gruppi di rocce) che hanno propriet idrogeologiche tali da consentire
lassorbimento, limmagazzinamento, il deflusso e la restituzione di acque sotterranee in quantit
apprezzabili.
Si divide in due parti:

- una zona insatura, detta zona di aerazione, con movimenti sub-verticali per gravit
- una zona satura, detta zona di saturazione, in cui lacqua fluisce o defluisce con movimenti
sub-orizzontali (falda idrica vera e propria)

Le acque meteoriche, come noto, giunte a contatto con la


superficie terrestre possono ruscellare, evapotraspirare o
infiltrarsi. Non tutta laliquota di acqua che si infiltra giunge alla
falda, ma parte di essa rimane nella zona insatura come acqua
di ritenzione.
Le acque di ritenzione sono linsieme delle acque igroscopiche
(b), pellicolari (c) e capillari (d).

Lacqua igroscopica si fissa intorno alle particelle solide per adsorbimento e resta per sempre fissata
intorno al granulo formando una patina micrometrica.
Lo strato di acqua capillare si aggiunge successivamente, quando il granulo gi inumidito dallacqua
igroscopica, formando un secondo strato (sempre micrometrico).
Lacqua capillare si forma dopo quella igroscopica e pellicolare per mezzo di forze di adesione e
coesione.

La risalita di acque capillari nei meati forma la cosiddetta frangia capillare, pi in alto rispetto alla
linea piezometrica, caratterizzata da movimenti verticali dal basso verso lalto (in opposizione alla
forza di gravit).

57
Lulteriore acqua che si infiltra gravifica, ovvero soggetta alla forza di gravit, dunque pi sospesa e
ritenuta allinterno dellinsaturo.
Lacqua di ritenzione inamovibile ed usata dalle piante; lacqua gravifica quella libera di muoversi
soggetta alla forza di gravit.

Perch lacqua gravifica giunga in falda, i vuoti (pori, fratture, ecc) devono essere comunicanti. Questi
vuoti sono detti efficaci.
Il volume totale dei vuoti la somma dei volumi dei vuoti efficaci e dei vuoti non comunicanti (dove si
concentra lacqua di ritenzione).

La porosit efficace ( ) esprime la capacit di percolazione o di filtrazione ed indica la capacit delle


rocce di cedere acqua per azione della forza di gravit:


= = 100 (%)

dove:

- =
= (3 )
- =

La porosit efficace direttamente proporzionale alla granulometria, al diminuire della granulometria


diminuisce la porosit efficace (e viceversa), mentre aumenta la ritenzione specifica (la capacit delle
rocce di trattenere acqua allo stato liquido per fenomeni di adesione e capillarit).

possibile calcolare la porosit efficace sia sul campo che in laboratorio:

- LABORATORIO, si immerge il campione fino a farlo saturare, si toglie dallacqua e lo si lascia


percolare. Dopo la percolazione si pu calcolare :

=

- SUL CAMPO, si crea un pozzo di iniezione, dove viene inserito un tracciante salino che
aumenta la conducibilit dellacqua, ed un pozzo di osservazione dove si osserva la portata e
lo spessore dellacquifero:

=
2
dove:
la portata del pozzo di osservazione
il raggio del pozzo
lo spessore dellacquifero

58
Contenuto dacqua

Il contenuto dacqua (W) definito come la quantit dacqua (in %) presente nel terreno rispetto alla
fase solida:


= 100

dove:

- la massa dacqua presente nel terreno


- la massa dei granuli solidi della roccia

Il valore di varia da 0 a 1:

- 0 indica terreno secco o asciutto


- 1 = 100% indica terreno saturo

Capacit di ritenzione

La capacit di ritenzione ( ), o capacit idrica di campo, la capacit delle rocce di trattenere acqua
allo stato liquido sottraendola allazione della forza di gravit.
La capacit di ritenzione di esprime tramite il coefficiente di ritenzione (R), detto anche ritenzione
specifica:


= 100

dove:

- Vr la percentuale di acqua di ritenzione


- Va il volume totale dellacquifero

Coefficiente di saturazione

La capacit di assorbimento la capacit delle rocce di assorbire acqua fino alla saturazione.
Il coefficiente di saturazione dato da:


= 100

dove:

- il volume totale dellacqua (ritenzione + gravifica)


- il volume totale dei vuoti

59
Permeabilit & Conducibilit

La permeabilit la propriet della roccia di lasciarsi attraversare dallacqua quando sottoposta ad un


carico idraulico, lattitudine di una roccia a far defluire le acque sotterranee.

Vi sono varie tipologie di permeabilit:

- relativa
- intrinseca
- assoluta

La permeabilit relativa ( ) la permeabilit di un singolo litotipo o di un insieme di termini


litologici simili, valutata per comparazione con quella delle rocce o di gruppi di rocce adiacenti o
circostanti.

espressa in gradi relativi:

- grado elevato
- grado medio
- grado basso
- grado bassissimo
- impermeabile

Esempi:

- i calcari hanno elevata permeabilit


- i depositi alluvionali hanno media permeabilit
- i depositi flyschoidi hanno bassa permeabilit
- i depositi bacinali sono impermeabili

La permeabilit intrinseca ( ) dipende solo dalla struttura del mezzo, dalla sua granulometria, non
dipende quindi dalle caratteristiche del fluido.

= (2 ) 2

dove:

- il fattore di forma che tiene conto della granulometria, tipo di aggregazione, forma e
disposizione dei granuli, porosit totale ed efficace
- il diametro utile al flusso (efficace) ai fini del passaggio dacqua nei pori (corrisponde al
10 della curva granulometrica del campione.

La permeabilit assoluta, o conducibilit idraulica, () dipende dalle propriet del fluido


interstiziale, oltre che dalla struttura del mezzo, dalla disposizione dei granuli e dalla porosit efficace:

= ( ) /; /

dove:

- la permeabilit intrinseca
- la densit del fluido
60
- laccelerazione gravitazionale
- la viscosit dinamica del fluido

La permeabilit consente di classificare le rocce come impermeabili, permeabili o semipermeabili.

In laboratorio, per determinare il coefficiente di permeabilit si utilizza il permeametro, uno


strumento costituito da una colonna di vetro piena di terreno saturo in cui lacqua pu percolare in
basso permettendoci di calcolare la permeabilit (calcolando il volume dacqua ed il tempo che
impiega).
Il permeametro pu essere:

- a carico costante se il terreno rimpinguato dacqua continuamente ed il livello mantenuto


costante
- a carico variabile in cui lacqua, defluendo, tende ad esaurirsi.

Permeametro a carico costante (valido per terreni a grana media e grossolana)

Un campione di terreno posto in un contenitore a


sezione costante e ricoperto da uno strato d'acqua di
spessore invariabile, mentre inferiormente messo a
contatto con un recipiente contenente acqua fino ad un
certo livello. L'acqua che filtra nel terreno cade nel
recipiente.
Il volume () raccolto in un intervallo di tempo ()
pari a:

da cui:

dove:

- la velocit
- larea della sezione trasversale

Dalla legge di Darcy:


= =

dove:

- il coefficiente di permeabilit del terreno


- il gradiente idraulico
- la variazione di carico totale

61
Per il principio di continuit:

= 1 1 = 2 2 =

combinando le due equazioni si ottiene il coefficiente di permeabilit del terreno:


= =

Permeametro a carico variabile (valido per sabbie limose, limi, limi-sabbiosi e limi argillosi)

Il campione nel contenitore collegato inferiormente ad un


piccolo tubo ad U (di sezione a) contenente acqua fino ad un
certo livello h0, mentre superiormente ricoperto da uno
strato d'acqua fino ad un certo livello h1<h0.
Durante la prova si valuta il tempo impiegato dall'acqua nel
tubo a raggiungere il livello h1. La velocit di abbassamento del
livello nel tubo :

La portata in ingresso nel campione :

La differenza tra h0 e h1 rappresenta anche la differenza di carico totale tra la base e la sommit del
campione, perci dalla legge di Darcy:


= =

Il principio di continuit impone:

cio:

L'equazione differenziale ottenuta pu essere risolta per separazione delle variabili tra i limiti (h0, h1)
e (0, t1):
1
1
=
0 0

da cui:

0
= ln
1 1

62
Sul campo, invece, la permeabilit assoluta si calcola col metodo dei traccianti. Consiste nelliniettare
del sale in un pozzo a monte e si calcola il tempo di primo arrivo in un secondo pozzo mediante un
freatimetro:

2
= (/, /); = (/, /)

dove:

- = / (/) la velocit reale (o effettiva della falda)


- la porosit efficace dellacquifero saturo
- il gradiente idraulico (%)
- la distanza pozzo-piezometro
- il tempo di arrivo del tracciante (sec.)
- la perdita di carico potenziale

Trasmissivit

La trasmissivit la capacit di un acquifero di trasmettere acqua, oppure il volume dacqua che


passa nella sezione verticale in un tempo t, ed funzione sia di che dello spessore dellacquifero:

= (per falde libere)

= (per falde in pressione)

possibile calcolare la portata in funzione della trasmissivit (sia per falde libere che confinate):

anche possibile esprimere anche la portata unitaria in funzione della trasmissivit (la portata
unitaria il volume dacqua che passa in un arco di tempo t in una sezione di larghezza unitaria):

= (per falde libere)

= (per falde confinate)

63
Gli acquiferi

In generale, un acquifero una porzione di sottosuolo capace di ospitare falde idriche che, in
condizioni di saturazione, pu trasmettere significativi quantitativi dacqua sotto lazione di un carico.

Per individuare un acquifero bisogna tenere conto del fattore-scala:

- GRANDE SCALA: Catena Alpina, Catena Appenninica, Acquiferi di Piana Campana


- SCALA INTERREGIONALE: Massicci Carbonatici (per esempio, Sistema Acquedottistico
Pugliese)
- SCALA REGIONALE: aree vulcaniche (Ischia, Rocca Monfina)
- SCALA PROVINCIALE: Acquifero del Monte Terminio

Altri corpi di interesse idrogeologico

In ogni acquifero sono presenti strati permeabili (acquifer), strati semipermeabili (acquitard) e strati
impermeabili (acquiclude, acquifuge).

Acquifer: la falda vera e propria.

Acquitard: corpi geologici che in condizione di saturazione possono trasmettere quantitativi dacqua
poco significativi sotto lazione di un carico idraulico (tufo, limi, sabbie limose).

Acquiclude: corpi geologici che in condizione di saturazione trasmettono quantitativi dacqua


trascurabili sotto lazione di un carico idraulico (argille, depositi flyschoidi).

Acquifuge: corpi geologici che non possono contenere acque sotterranee (graniti, rocce non porose e
non fratturate).

N.B.: Lacquifero il contenitore mentre la falda il contenuto!

Caratteristiche dei corpi geologici

Porosit: capacit di una roccia di contenere spazi vuoti tra gli elementi solidi che la compongono ed
esprime lattitudine della roccia di immagazzinare acqua sotto lazione della gravit.

Porosit totale: fa riferimento a tutti i vuoti presenti nella roccia senza distinguere tra quelli
comunicanti e non.


= 100

< 5% bassa
5% < < 15% media
> 15% alta

64
La porosit totale dipende anche dallo scheletro solido della roccia e dalla presenza di matrice:

Tipo di deposito
Ghiaie 25-40%
Sabbie 26-47%
Argille 45-50%
Depositi Alluvionali 5-15%
Calcari 3-20%

Porosit primaria: singenetica, formata durante la formazione della roccia.

Porosit secondaria: epigenetica, formata in un secondo momento per alterazione chimico-fisica.

La porosit inversamente proporzionale al grado di eterogeneit della roccia: maggiore


leterogeneit, minore la porosit; pi la roccia omogenea pi sar porosa.

Velocit reale e velocit apparente

La velocit reale la velocit effettiva dellacqua nellacquifero che considera solo i vuoti efficaci:



= = =

dove:

- = / la portata specifica della falda (m/s)


- la porosit efficace

La velocit apparente, o velocit Darcyana, la velocit che Darcy speriment lungo la sezione
dellacquifero senza tener conto della coesistenza di spazi vuoti o pieni, cio non tiene conto che
lacqua non passa attraverso i granuli:


= = =

65
Le falde

Nella zona di aerazione il movimento dellacqua verticale.


Tale zona divisa in tre parti:

- zona di evapotraspirazione, zona superficiale dove


lacqua che penetra pu essere riportata in
atmosfera tramite fenomeni di evapotraspirazione
- zona di transizione, dove sono presenti acqua
igroscopica, pellicolare e capillare sospesa (lacqua
non occupa tutti i vuoti)
- frangia capillare, posta subito al di sopra della
superficie piezometrica ed idraulicamente
connessa ad essa in quanto subisce le stesse
oscillazioni.

La zona satura quella dove lacqua ha movimento


prevalentemente orizzontale. Vi si trovano acque di
ritenzione e gravifiche.

Una falda si forma quando vi il passaggio dal fenomeno


dellinfiltrazione a quello della saturazione.

Avendo un substrato impermeabile, dopo un tempo t, le acque di precipitazione che si infiltrano vengono a
poco a poco catturate dai granuli formando lacqua di ritenzione che pu divenire acqua gravifica. Arrivata
al substrato impermeabile, le acqua iniziano a saturare la zona impermeabile.

Una falda definita come un volume di acqua gravifica che pu essere perenne, stagionale o occasionale,
che libero di muoversi sotto lazione di un carico idraulico nelle zone sature dellacquifero.

66
Tipi di falde

Falda libera (o freatica): si ha quando vi un impermeabile basale con una zona satura al di sopra di
esso. Lungo il livello piezometrico il pelo dellacqua in equilibrio con la pressione atmosferica. Il
livello piezometrico non subisce variazioni quando intercettato (con pozzi, ad esempio).
Lalimentazione di questa falda verticale ed dovuta principalmente allinfiltrazione in seguito alle
precipitazioni.

67
Falda confinata (acquifero confinato): falda limitata
superiormente ed inferiormente da uno strato impermeabile.
Se si esegue una perforazione fino ad intercettare la zona
satura, lacqua risalir in pressione fino ad eguagliare la
pressione atmosferica. La ricarica avviene lateralmente in
quanto le precipitazioni non possono attraversare
limpermeabile superiore.

Falda semi-confinata (acquifero semi-confinato):


falda delimitata
superiormente
da un
semipermeabile
ed inferiormente
da un
impermeabile. Il
livello
piezometrico
non quello
reale, ma
potenziale ed ha
una pressione
maggiore di
quella
atmosferica. Se
si esegue una
perforazione
fino ad intercettare la zona satura, lacquifero si comporter come quello confinato, il livello
piezometrico si innalzer fino a quando la pressione non eguaglier quella atmosferica.
In questa situazione la superficie piezometrica si trova nello strato al tetto del semipermeabile in cui
possibile che si dia origine ad un altro flusso orizzontale (pi lento rispetto a quello della falda).
In questo tipo di falda lalimentazione sia laterale che verticale (infiltrazione dal piano campagna),
ma quando avviene la saturazione, linfiltrazione inibita, quindi in questo caso lalimentazione sar
solamente laterale.

68
Falda artesiana: caso particolare di falda confinata in cui il livello piezometrico si attesta al di sopra
del piano campagna, poich la pressione dellacqua di gran lunga superiore a quella atmosferica (per
il resto si comporta come una falda confinata).

Falda sospesa: si origina quando in


successioni litologiche vi sono delle
discontinuit. Se immaginiamo una
lente di materiale a pi bassa
permeabilit (acquitard), al di sopra di
esso si pu formare una zona satura
con un possibile deflusso verso la falda
di base.
Principalmente le condizioni pi
idonee per la formazione di una falda
sospesa si hanno negli acquiferi
carbonatici.
Lalimentazione avviene per fenomeni
di infiltrazione in seguito a
precipitazioni.

Fenomeno della drenanza

La drenanza un interscambio idrico verticale tra due acquiferi sovrapposti separati da un


semipermeabile (dei due acquiferi uno si trova in condizioni di semi-permeabilit).
Gli acquiferi inferiori drenano i superiori; il fenomeno si inverte se gli acquiferi superiori subiscono
emungimento. Infatti, se vi emungimento pu crearsi una depressione del livello piezometrico pi
alto cambiando cos il carico potenziale e quindi il verso di drenanza. Il fenomeno della drenanza, in
questo caso, sar invertito perch il livello piezometrico ha subito un tale abbassamento da essere
inferiore rispetto alla falda superficiale.

Fenomeno della percolazione

Lacqua di infiltrazione efficace, sotto lazione della


gravit permea attraverso i vuoti comunicanti
soddisfacendo il fabbisogno di acqua igroscopica,
pellicolare e capillare della zona di aerazione, continua
poi a percolare verso la zona di saturazione. La velocit
di percolazione legata allampiezza dei vuoti.

69
Propriet idrauliche degli acquiferi

Un acquifero pu essere:

- CONTINUO: presenta una fitta rete di vuoti interconnessi


- DISCONTINUO: acquiferi poco porosi
- OMOGENEO: caratteristiche fisiche costanti per tutto lacquifero
- ETEROGENEO: caratteristiche fisiche diverse per tutto lacquifero
- ISOTROPO: caratteristiche fisiche non variano nelle tre dimensioni
- ANISOTROPO: caratteristiche fisiche variano nelle tre dimensioni

Conducibilit idraulica equivalente orizzontale e verticale in mezzi eterogenei ed


anisotropi

Conducibilit idraulica orizzontale (in parallelo)

Conducibilit idraulica verticale (in serie)

Filtrazione nel mezzo saturo

Per azione della forza di gravit lacqua di falda si sposta, dalle aree di
alimentazione a quelle di recapito, secondo percorsi prevalentemente
orizzontali.
A piccola scala il movimento della falda pu essere descritto da una serie
di filetti idrici pi o meno tortuosi.
70
A grande scala questo movimento pu essere descritto da direttrici di flusso che rappresentano la
risultante dellinsieme dei filetti idrici.

Le direttrici di flusso sono disposte sempre perpendicolarmente alle isopiezometriche (luogo dei punti
della falda con lo stesso carico potenziale).

Le isopiezometriche con le direttrici di flusso determinano il reticolo di flusso, condizionato da


parametri come: porosit efficace, trasmissivit, sezione di flusso, ecc

Si definisce tubo di flusso una determinata area tra due direttrici di flusso riconducibile ad una figura
geometrica elementare. La distanza lineare tra due isopiezometriche detto spaziamento, il dislivello
tra due curve detto salto piezometrico:

71
Tipi di reticoli di flusso

Esistono tre tipologie di reticoli di flusso:

- a linee di flusso parallele (b)


- a linee di flusso convergenti (c)
- a linee di flusso divergenti (d)

Per i filetti idrici, si pu parlare di moto stazionario o permanente: il moto si dice permanente o
stazionario quando le condizioni della corrente in corrispondenza di ogni punto non variano nel
tempo, pur potendo essere differenti da punto a punto.
In ogni punto si deve avere:


= = = = ==0

Quindi un moto permanente o stazionario quando le derivate parziali rispetto al tempo della velocit
e degli altri parametri caratteristici del liquido, sono nulle.
In questo caso valgono la legge di conservazione della massa e la legge di continuit.

Legge di conservazione della massa & Legge di continuit

Si considerino due sezioni un tubo di flusso, 1 ed 2 , e si


consideri un fluido di densit 1 e 2 (rispettivamente alle
due sezioni) avente velocit 1 e 2 (sempre rispetto alle due
sezioni).
La massa del fluido NON varia nel tempo attraversando le due
sezioni:

1 = 1 1 1 = 2 = 2 2 2 =

In presenza di un fluido che, oltre che stazionario, anche


incomprimibile (densit costante), a partire dallequazione di
conservazione della massa si possono escludere le densit, ottenendo lequazione di continuit:

1 = 1 1 = 2 = 2 2 =

72
La portata di una falda in entrata ed in uscita direttamente proporzionale alla velocit ed alla sezione
di flusso che tra loro sono inversamente proporzionali. Maggiore la sezione, minore la velocit e
viceversa:

1 2
1 = 2 = =
2 1

Se un fluido stazionario ed incomprimibile e le due sezioni non cambiano si ottiene un moto


uniforme, per cui il flusso non subisce variazioni di velocit:

1 = 2 =

1 = 2 =

1 = 2 =

1 2
= =
2 1

1 1 = 2 2 =

Numeri di Reynolds

Le falde sono caratterizzate da moti vari ma, poich le acque si muovono a pochi mm/s, si possono
considerare come una serie di moti permanenti.
Alla macroscala, per, il movimento delle direttrici di flusso pu essere laminare o turbolento.

Il regime laminare caratterizzato da velocit maggiori al centro e minori ai lati. Il flusso


caratterizzato da una serie di lamine sovrapposte. Questo moto segue la legge di Poiseuille: La
quantit di fluido che attraversa una sezione proporzionale alla (variazione di carico idraulico)
esistente allinizio ed alla fine del tubo di flusso. Quindi maggiore la variazione di carico idraulico,
maggiore sar la portata.

Nel regime turbolento, i vari filetti idrici non sono schematizzabili da lamine sovrapposte ma
caratterizzato da un moto caotico. In questo caso, non pi valida la legge di Poiseuille, la portata
proporzionale a (ossia, serve pi materiale per aumentare la velocit).

73
Reynolds studi ed individu i valori al di sopra ed al di sotto dei quali si hanno regimi laminari o
turbolenti:


= =

dove:

- la velocit del fluido (m/s)


- il diametro del condotto/pori (m)
- la viscosit cinematica del fluido (m2/s)
- = 10 il diametro efficace
- la densit del fluido

Per le falde e gli acquiferi naturali il regime :

- laminare, per < 5 10


- turbolento, per > 100
- transitorio, per 5 10 < < 100

74
Teorema di Bernoulli

In un mezzo saturo ogni punto della superficie piezometrica possiede tre tipi di energie:

- energia di pressione:
- energia potenziale:
- energia cinetica: 2 2

La somma delle tre energie definisce il carico piezometrico, ossia lenergia totale dellacquifero.

In un liquido perfetto lenergia costante in ogni sezione.

In sostanza, in un liquido perfetto (senza attrito


interno o esterno), per il principio di conservazione
dellenergia, lenergia che attraversa la sezione 1
sar uguale a quella che attraversa la sezione 2 e
quindi i rispettivi carichi idraulici saranno uguali.

Tutto ci valido soltanto se lenergia di pressione


uguale in entrambi i pozzi.

Nel caso in cui le energie di pressione dei due pozzi


non siano uguali, bisogna considerare (differenza
di carico piezometrico):

1 12 2 22
= 1 + + = 2 + + +

dove:

1 2
= (1 + ) (2 + )

75
Si definisce gradiente idraulico (i) la perdita di energia dovuto allattrito tra il fluido e le litologie
circostanti:


= =

Esperienza di Darcy

Nella met del 1800, uno scienziato di nome Darcy, condusse un


esperimento volto a quantificare i diversi parametri che causavano
il rallentamento del passaggio dellacqua attraverso mezzi porosi.
Lesperimento consistette nel far passare lacqua attraverso un
tubo riempito di sabbia silicea (in figura).
Nel fondo del tubo fu installata una griglia con una maglia fitta che

permetteva il passaggio del liquido, ma non del solido.

Ripetendo lesperimento diverse volte utilizzando, via via, mezzi


porosi diversi, Darcy con una serie di leggi riusc ad individuare
una costante (misurata in m/s) detta coefficiente di permeabilit,
diversa per ogni litotipo.
Questa costante, che varia a seconda della porosit del mezzo,
pi bassa per le rocce meno porose (10-6 - 10-7 m/s), mentre pi
alta in quelle maggiormente porose (5- 6 m/s).

Tramite lesperienza descritta, Darcy ricav una relazione


sperimentale tra il flusso idrico in un mezzo poroso (o portata ), la sezione del campione () ed il
gradiente idraulico ():

dove:

- la portata del flusso (m3/s)


- la sezione totale del flusso (m2)
- il gradiente idraulico (adimensionale)

Da cui: / = e = (velocit darcyana o velocit di filtrazione).


76
Dallesperimento appena descritto si pu concludere che la portata () direttamente proporzionale
alla costante , alla sezione della griglia ed al gradiente idraulico (), quindi maggiore la lunghezza
del filetto idrico, minore la portata del flusso.
In un mezzo poroso lacqua si muove sempre da mezzi a carico idraulico maggiore a mezzi con carico
idraulico minore.

Portata specifica: portata per singola unit di superficie:



=
= anche la velocit apparente.

Carta a curve isopiezometriche o Modello di flusso

La carta a curve isopiezometriche (o modello di flusso) ci permette di conoscere il deflusso


sotterraneo della falda.
Rappresentare landamento della superficie isopiezometrica significa, praticamente, raffigurare come
si muove la superficie piezometrica, ossia significa eliminare la porzione insatura da una carta
topografica, immaginando il top della falda. Le curve isopiezometriche uniscono punti a uguale carico
idraulico, per questo sono definite anche curve equipotenziali.
Per territorializzare i dati puntuali ci sono diversi metodi. Il pi utilizzato il metodo della
triangolazione.

Triangolazione

Conoscere laltezza della falda dal livello del mare in tre diversi pozzi pu consentirci di disegnare la
direzione del deflusso idrico tra quei tre pozzi.
I tre pozzi vanno a rappresentare, sulla carta, i vertici di un triangolo pressappoco equilatero (bisogna
tendere a disegnare triangoli equilateri, distribuendo equamente in tutte le direzioni eventuali errori).

Il metodo della triangolazione consta di varie fasi:

1) bisogna innanzitutto ottenere la carta topografica di riferimento


2) poi viene la fase del censimento dei punti dacqua; censiti i punti dacqua questi vanno posti
sulla carta topografica
3) di ogni pozzo si deve calcolare laltezza della falda, ossia la differenza tra la somma dellaltezza
topografica pi laltezza del boccapozzo (se presente) e la soggiacenza. Laltezza della falda
detta quota assoluta
4) lultima fase quella della triangolazione vera e propria.

77
Procedimento:

una volta censiti i punti dacqua e conosciuto il livello della falda, si procede numerando i pozzi sulla
carta topografica in ordine crescente da sinistra verso destra.
Al fianco dei numeri di ogni pozzo bisogna scrivere la quota del livello di falda.
Sappiamo, ad esempio in questo caso, che lacqua
defluir da 9 verso 5 e 6 e da 6 verso 5. Per trovare la
direzione precisa del deflusso dobbiamo trovare, lungo
i lati, le distanze metriche intermedie. Per farlo
possiamo usare la proporzione:

: = : 1

dove:

- la differenza di altezza piezometrica


allinterno dei due pozzi presi come vertici del
lato [m];
- la distanza tra i due pozzi sulla carta topografica (la lunghezza del lato) [cm] o [mm].

In questo modo ricaviamo , ovvero la lunghezza in cm su cui si distribuisce una differenza di carico di
un metro. Dovendo plottare solo i numeri interi, se necessario, utilizziamo ulteriori proporzioni. Ad
esempio, per plottare le misure sul lato 9-6, utilizzeremo, come misure intermedie 66m, 65m, 64m,
63m, 62m, 61m, 60m, 59m e 58m. Per conoscere dove sar laltezza della falda di 66m, partendo da
66,6m, dobbiamo conoscere su quanti centimetri si distribuisce la perdita di carico di 0,6m. Per questo
utilizzeremo la stessa proporzione, non con 1m, bens con 0,6m:

: = : 0,6

Conclusa questa operazione facciamo lo stesso per gli altri due lati, dopodich uniamo i punti ad
uguale potenziale, ottenendo rette equipotenziali o isopiezometriche. La direzione di deflusso sar
quella perpendicolare a queste rette, e sar definita direttrice di flusso, con verso rivolto al basso
piezometrico.

Possiamo calcolare il gradiente idraulico:

()
=

Il modello di flusso pu subire variazioni spazio-temporali.

78
Attraverso la determinazione del modello di flusso possibile calcolare
la portata applicando la legge di Darcy quando si hanno linee di flusso
parallele:

ma se le linee di flusso sono divergenti o convergenti, si usa la legge di Kamenskij (1943), che
unestenzione della legge di Darcy che pu essere espressa in funzione di K o T:

1 2 12 22
= ( )( )
ln 1 ln 2 2

1 2
= ( )
ln 1 ln 2

dove H1 e H2 sono gli spessori dellacquifero a monte e a valle.

79
Metodo dei settori

Per calcolare la portata della falda


attraverso una sezione, si tracciano gli
assi di drenaggio e gli spartiacque,
dividendo lacquifero in settori pi o
meno omogenei, delimitati da linee di
flusso. A seconda delle linee di flusso si
applica una delle relazioni precedenti
(formula classica di Darcy, o
Kamenski). La portata complessiva si
ottiene dalla somma delle singole
portate:

= (1 + 2 + 3 + + )

Metodo delle maglie

Una maglia larea compresa tra due curve isopiezometriche contigue nel modello di flusso costruito.

La portata complessiva si ottiene dalla somma delle singole portate:

= (1 + 2 + 3 + + )

80
Interconnessione idraulica diretta tra acque superficiali e sotterranee

Una condizione necessaria affinch vi sia un rapporto di interconnessione idraulica diretta tra acque
superficiali e sotterranee che tra il pelo libero dellacqua superficiale e la superficie piezometrica vi
sia una distanza verticale di massimo 2 metri.

Cosa accade se un corso dacqua interagisce con lacquifero?


Attraverso la ricostruzione del modello di flusso possibile rispondere a questa domanda:

81
Quindi:

- se le curve isopiezometriche hanno la concavit verso il basso, la falda alimenta il fiume


- se le curve isopiezometriche hanno la concavit verso lalto, il fiume alimenta la falda
- in caso di equipotenzialit, anche se i due corpi idrici sono in contatto possono non avvenire
interscambi, queste cause possono essere indotte antropicamente.

Per esempio: se vi un periodo di magra, la falda alimenta il fiume


con una portata = . Man mano che la falda alimenta il
fiume, il carico idraulico di questultimo aumenta e quello della
falda diminuisce (a). I travasi si annullano quando i livelli dei due
corpi idrici si eguagliano (b) per poi invertirsi quando il livello del
fiume supera quello della falda (c).

82
Le interazioni falda-lago e falda-mare propongono analoghe situazioni.

Bacino idrico superficiale (o imbrifero, o idrologico)

Dominio allinterno del quale le acque superficiali defluiscono preferenzialmente verso ununica
sezione di interesse, ubicata lungo una linea di impluvio. Questo tipo di bacino delimitato da linee di
spartiacque superficiali coincidenti con quelle sotterranee.

Bacino sotterraneo di alimentazione

- Bacino idrico sotterraneo


Dominio allinterno del quale le acque sotterranee defluiscono preferenzialmente verso un
punto o zona di recapito che pu coincidere con una sorgente o fronte sorgivo o corpo idrico
superficiale/sotterraneo. Il bacino sotterraneo delimitato da linee di spartiacque
sotterraneo.

83
- Bacino idrogeologico
Dominio allinterno del quale le acque sotterranee defluiscono preferenzialmente verso
ununica sezione fluviale di interesse (o zona dimpluvio), mentre le acque superficiali
possono defluire anche verso altri bacini. Il bacino idrogeologico delimitato da linee di
spartiacque sotterraneo.

Rapporti tra falde/acquiferi adiacenti e/o sovrapposti & portata di travaso

Dal modello di flusso si pu definire il rapporto di interscambio tra corpi idrici adiacenti o sovrapposti.
utile definire la portata di travaso ( ) come lacqua scambiata tra due corpi idrici
adiacenti/sovrapposti:

dove:

- la conducibilit del mezzo ricevente


- = la superficie di contatto dei due mezzi
- il gradiente idraulico del mezzo ricevente

Perch si forma una sorgente?


Vediamo i possibili casi.

Caso 1.

= 0

Il mezzo ricevente non ha permeabilit e si forma la sorgente.

84
Caso 2.

e = 0

Essendo il donatore K assai pi permeabile di K, molta


acqua si perde per deflusso idrico sotterraneo.

Caso 3.

> e = 0

Diminuzione della portata della sorgente per aumento della


permeabilit del mezzo ricevente K.

Caso 4.

, > e = 0

Diminuzione della portata della sorgente a causa di una faglia.

85
Caso 5.

(f)
< e = 0

Se K cede tutto a K
non si forma la
sorgente, senn si
forma (e)

= e = 0

Caso 6.

e = 0

Lacqua va verso il
donatore per il
dislivello
piezometrico esistente
tra le due falde e non
si formano n sorgenti
n si hanno travasi.

Fattori di condizionamento del ruscellamento ed infiltrazione

86
Fattori di condizionamento dellevapotraspirazione

Tipi di acquiferi

Gli acquiferi si distinguono principalmente per la produttivit:

ALTA MEDIA BASSA


Alluvionali Carbonatici Flyschoidi
Duna costiera Vulcanici

Acquiferi porosi: acquiferi caratterizzati da una componente di permeabilit intergranulare legata


alla presenza di vuoti efficaci tra i granuli (duna costiera).

Acquiferi alluvionali: si formano per sedimentazione fluviale, per giustapposizione discordante di


termini litologici morfologicamente piatti e strutture idrogeologiche lenticolari. La disomogeneit
delle strutture portano alla formazione di falde sovrapposte che alla macroscala hanno un unico flusso
idrico sotterraneo poich le zone di terminazione sono quelle dove esistono discontinuit litologiche.
Le acque trovano recapito principalmente nei corsi dacqua, per questo, anche nei periodi di magra tali
corsi dacqua non restano secchi. Per le zone costiere, il recapito il mare.
Un esempio la fascia dei fontanili ossia la linea delle risorgive che segna il passaggio tra l'alta
pianura asciutta e la bassa pianura ricca di acque che necessitano per di essere regolamentate. L'alta
pianura caratterizzata da depositi alluvionali ad elementi grossolani, sciolti ad elevata permeabilit.
Essa diminuisce a mano a mano che si procede verso la media e bassa pianura, caratterizzate da
materiali a granulometria minuta quali ghiaie fini, sabbie, limi e argille a ridotta permeabilit. La
diminuzione di permeabilit nel sottosuolo determina il costituirsi di un progressivo ostacolo al
deflusso delle acque sotterranee, alimentate dalle acque meteoriche e fluviali penetrate nel sottosuolo
a livello della permeabilissima alta pianura e che, procedendo verso la bassa pianura, possono
sgorgare in superficie in modo pi o meno spontaneo dando origine alle risorgive.

87
Acquiferi di duna costiera: sono
acquiferi omogenei, isotropi e continui
per la spiccata selezione granulometrica,
morfologia poco accidentata, sub-
pianeggiante.
Possono ospitare ununica falda di base
che si adatta alla morfologia esterna, per
questo gli spartiacque superficiali e quelli
sotterranei coincidono. Il flusso diretto
in parte verso il mare ed in parte verso
lentroterra.

Acquiferi flyschoidi: sono sistemi


discontinui, disomogenei ed anisotropi.
Nelle zone superficiali si trova il regolite
(alterazione fisico-chimica) a
comportamento poroso.
La soggiacenza della falda bassa (10
metri circa dal piano campagna). Il
substrato funge da impermeabile relativo,
la falda quindi si trova tra il substrato e la
coltre superficiale.
Le acque per defluire hanno bisogno di
molta energia, quindi la produttivit di tale
acquifero molto bassa. A grande scala non sono considerati acquiferi.

Acquiferi vulcanici: sono acquiferi a permeabilit mista. Sistemi discontinui, disomogenei ed


anisotropi con un unico flusso di base salvo eccezioni. Acquifero a morfologia radiale, il flusso si
irradia a 360 nelle zone circostanti che possono quindi finire a mare, nei fiumi o nellentroterra.
Queste falde sono dette a diverso chimismo, possono contenere acque fredde o calde per la presenza
di un gradiente geotermico che riscalda lacqua.

88
Acquiferi carbonatici: le rocce carbonatiche hanno caratteristiche intrinseche molto favorevoli per la
produttivit di acqua al loro interno. Queste rocce sono altamente permeabili per fenomeni di messa in
posto, tettonica e carsismo che danno a queste rocce una elevata permeabilit.
La produttivit di circa 25 45 2 .

In alcune aree carsiche pianeggianti (polje) si possono trovare bacini endoreici, ossia zone dove vi
totale infiltrazione.
In queste zone possibile trovare anche livelli piroclastici che rappresentano serbatoi sospesi. La
presenza di vegetazione favorisce linfiltrazione perch rallenta la caduta al suolo delle piogge.
La zona epicarsica si presenta molto fratturata e carsificata spiegando la presenza di falde sospese.
Sotto lacquifero carbonatico si trova la falda in rete in cui le acque defluiscono allinterno di canali
carsici e nelle fratture con un regime laminare.
Il flusso controllato da faglie che rappresentano spartiacque sotterranei (o zone di displuvio).

89
La zona profonda dellacquifero, e quindi la falda di base, assume il ruolo di catino (serbatoio) che
rappresenta una riserva permanente. Il gradiente idraulico elevato laddove non influenzato dalla
tettonica.

Oltre alla falda di base possono esserci altre falde ad alta quota (sospese).
Questi acquiferi sono soggetti allinquinamento per la presenza di inghiottitoi o altre stutture carsiche
e per lalta velocit di ricarica.

Acquiferi fessurati: oltre che eterogenei ed anisotropi, sono anche discontinui dato che le acque
circolano in fessure. La porosit efficace molto bassa.

Acquiferi a permeabilit mista: acquiferi dove non prevale n la porosit n la fratturazione. Sono
legati ad una doppia permeabilit (per fratturazione e carsismo).

Acquiferi cristallini, metamorfici e lavici: sono caratterizzati da una componente scoriacea porosa
ed una litoide fratturata o meno.

Acquiferi strettamente dolomitici: le dolomie sono caratterizzate da fratture nella parte litoide e da
una permeabilit per porosit nella parte pi brecciata.

TIPO DI ACQUIFERO
PRODUTTIVITA ( / )

Alluvionale 10-25
Vulcanico 10-25
Carbonatico 25-45
Flyschoide 4-6
Cristallino 5-10
Misto 10-25

90
Sorgenti

La sorgente una area (pi o meno estesa) della superficie terrestre dove viene alla luce, in modo del
tutto naturale, una portata apprezzabile di acqua sotterranea.
Civita distingue le sorgenti in tre classi:

1) sorgenti per limite di permeabilit


2) sorgenti per soglia di permeabilit
3) sorgenti per affioramento della piezometrica

Sorgenti per limite di permeabilit (RISERVE REGOLATRICI E DINAMICHE)*

Sono sogenti regolate da fattori litostratigrafici.


Il limite di permeabilit pu essere definito o indefinito.
Si formano quando, per ragioni tettoniche e/o stratigrafiche, il contatto tra due complessi
idrogeologici a diversa permeabilit relativa crea una struttura a catino e provoca il trabocco di acque
di falda da un serbatoio sotterraneo.

Il limite di permeabilit definito corrisponde ad


un piano, di stratificazione o tettonico, disposto a
franapoggio tra due complessi idrogeologici a
permeabilit diversa (strutture tipiche di
complessi carbonatici).

Il limite di permeabilit indefinito corrisponde ad una


fascia pi o meno potente ed irregolare che marca il
passaggio da una zona superiore permeabile ad una
sottostante a permeabilit minore.

Sorgenti per soglia di permeabilit (RISORSE REGOLATRICI E PERMANENTI)*

Tali sorgenti si formano per ragioni strutturali per cui si ha una falda che si trova a contatto tettonico
con depositi meno permeabili.
La soglia di permeabilit pu essere sottoposta o sovraimposta.

91
La soglia di permeabilit sovraimposta si ha quando
limpermeabile relativo, che determina il
tamponamento parziale o totale della falda ed il
conseguente trabocco di acque, si trova sovrapposto
allacquifero. il caso di molte strutture carbonatiche
dellAppennino delimitate da faglie diretta che
pongono a contatto la falda di base con complessi
argilloso-marnoso-arenacei.

Quando il tamponamento della circolazione idrica avviene a letto dellacquifero, come nel caso di una
sinclinale, o di una faglia inversa o di un sovrascorrimento su depositi poco permeabili, si ha la soglia
di permeabilit sottoposta.

Soglia di permeabilit sottoposta.

Sorgenti per affioramento della piezometrica (RISORSE REGOLATRICI, PERMANENTI E


DINAMICHE) *

Mentre nelle sorgenti della prima e della seconda classe lemergenza delle acque condizionata
soprattutto da fattori tettonici e/o stratigrafici, il fattore di controllo delle sorgenti per affioramento
della piezometrica la morfologia. Infatti si generano una o pi scaturigini allineate o fronti acquiferi
diffusi quando la superficie topografica, frutto dellevoluzione morfologica del territorio, porta in
affioramento la
piezometrica.
Lemergenza delle falde in
pressione pu verificarsi sia
quando lerosione incide la
base dello strato
impermeabile che le
delimita superiormente, sia
quando le acque risalgono in
superficie attraverso
eventuali discontinuit del
tetto impermeabile.

92
* sono definite risorse idriche le quantit dacqua rinnovabili tramite acque meteoriche, e riserve
idriche quelle non rinnovabili.

La classificazione di Civita NON universale in quanto non considera le varie combinazioni delle tre
classi prima citate. Ci pu provocare dei casi di dubbia classificazione che sono facilmente risolvibili
evidenziando il fattore di controllo pi importante dal punto di vista idrogeologico ed ai fini
applicativi.
Un esempio la fascia dei fontanili dove si ha lemergenza di acque nelle depressioni topografiche
naturali ed artificiali. Si tratta di vere e proprie sorgenti per affioramento della piezometrica, anche se
lemergenza condizionata dal limite di permeabilit esistente tra i depositi dellalta e della bassa
pianura.

Valutazione delle risorse idriche sotterranee (bilancio idrologico medio annuo)

Le R.I.S. (Risorse Idriche Sotterranee) sono volumi idrici sotterranei di acqua gravifica rinnovabili
annualmente; si tratta di quantitativi di acque sotterranee utilizzabili senza che il loro sfruttamento
provochi disequilibri al ciclo idrogeologico naturale dellacquifero.
La valutazione delle R.I.S. pu essere effettuata anche indirettamente, tramite il calcolo del bilancio
idrologico medio annuo.

Il bilancio idrologico medio annuo il calcolo dei quantitativi di acqua di infiltrazione efficace in
unarea continentale (acquifero) per un periodo temporale compreso tra 30 e 50 anni:

= + +

dove:

- lacqua di precipitazione
- lacqua di evapotraspirazione reale
= +
levaporazione diretta
la traspirazione vegetale
- lacqua di ruscellamento
- lacqua di infiltrazione efficace

Le acque di infiltrazione efficace rappresentano le R.I.S. che defluiscono verso punti di recapito
naturali (sorgenti, fiumi, laghi e mare) o artificiali (opere di captazione).

Le acque di evapotraspirazione reale rappresentano una perdita dellacquifero, ossia unaliquota di


acqua di precipitazione/infiltrazione non captabile, che ritorna nellatmosfera per processi di
evapotraspirazione.

Le acque di ruscellamento superficiale costituiscono una perdita del bacino idrico sotterraneo, perch
defluisce in superficie verso i fiumi o il mare.

Dal bilancio idrologico si pu ottenere il Deflusso Idrico Globale ( ), ossia la potenzialit idrica
globale (acque superficiali + acque sotterranee) dellacquifero:

= = +

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La formula precedente valida solo se il sistema idrogeologicamente chiuso, se il sistema aperto
bisogna considerare gli apporti idrici diretti (meteorici) e quelli indiretti ( )

= + + + +

dove:

- travasi in entrata da acquiferi adiacenti


- travasi in entrata da corpi idrici superficiali (fiumi, laghi e/o mare)
- ricarica artificiale della falda (pratica di irrigazione)
- acque di scarico industriali
- perdite da reti idriche e fognarie

Il bilancio si considera in pareggio quando:


< 10%

dove:

- sono le entrate totali


- sono le uscite totali
- rappresenta i deflussi idrici sotterranei

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