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Geotecnica: riassunti

1.1) Terreni = sistema multifase di particelle minerali con vuoti riempiti di fluido (acqua,
aria, gas...). 1.2) I terreni sono il risultato di processi di alterazione fisica, chimica, organica e di disintegrazione meccanica delle rocce. Le rocce vengono classificate in: rocce lapidee, rocce sciolte o terreni; le componenti principali che compongono le rocce sono quarzo, feldspati, mica,apatite, granati, zirconio, tomalina, magnetite e silicati. Il terreno solitamente ha un comportamento disomogeneo ed anisotropo. La struttura di un terreno fa riferimento alla disposizione delle particelle ed ai legami tra loro; ogni particella soggetta a forze di massa (responsabili delle interazioni meccaniche) ed alle forze di superficie (dipendenti dal tipo di minerale e dall'area superficiale che danno origine ad interazioni di tipo chimico). Ipotizzando il grano d'argilla come una sfera posso fare il rapporto tra superficie e volume:

Perci per piccoli raggi le forze superficiali contano di pi rispetto a quelle di massa. Forma, dimensione, distribuzione granulometrica e stato di addensamento non sono sufficienti da soli a caratterizzare il comportamento di un terreno, ma vanno sempre associati al tipo di struttura che si ha nella realt.

1.3)

Dalla figura ricavo le seguenti relazioni: Volume totale (V):

Volume specifico (v):

Peso specifico dei grani ( ):

Peso dell'unit di volume totale () RICORDA

Indice dei vuoti (e) influenza caratteristiche meccaniche e permeabilit di un terreno

Peso dell'unit di volume del terreno secco (

) (W il peso):

Porosit (n):

e quindi posso ricavarmi che:

Grado di saturazione (S) influenza permeabilit, resistenza a taglio e deformabilit:

se S = 1 il terreno si dice saturo, se S = 0 il terreno asciutto. Il grado di saturazione si misura pesando del terreno, poi avvolgendolo in paraffina della quale conosco la densit; poi immergo il tutto in acqua e conoscendo il volume d'acqua, quello della paraffina, si determina il volume del terreno e quindi il suo S. Contenuto d'acqua (w) w (rapporto tra pesi)

Peso dell'unit di volume della parte solida ( )

Peso dell'unit di volume dell'acqua (

Peso dell'unit di volume del terreno alleggerito (')

Peso specifico totale (G)

Determinazione del contenuto d'acqua: il campione posto in un contenitore di vetro (peso totale ); il tutto viene fatto essiccare a 105C per alcune ore; faccio raffreddare il tutto e peso il nuovo peso . Il contenuto d'acqua sara:

1.4) L'analisi granulometrica serve a determinare le dimensioni delle particelle che


formano un campione di terreno e le loro percentuali in peso; essa importante perch molte caratteristiche di un terreno sono influenzate dalla granulometria. L'analisi granulometrica della parte grossolana si fa con setacci, mentre per la parte fine si ricorre a sedimentazione (aerometria). I setacci vengono messi uno sopra l'altro con il superiore a maglie pi grosse e via via si va verso maglie sempre pi fine.

Definisco coefficiente di uniformit (C):

Se C < 2 il terreno si considera uniforme. I terreni sono classificati in base al diametro delle loro particelle: una scala logaritmica dove ho argilla se d < 0,002 mm; limo se 0,002 < d < 0,06 mm; sabbia se 0,06 < d < 2 mm; ghiaia se 2 < d < 60 mm e blocchi se d > 60 mm.

L'aerometria permette di determinare la distribuzione granulometrica di particelle con dimensione inferiore a 0,074 mm (si fa se ho una % di materiale rimanente superiore al 10%); essa si basa sullalegge di Stokes che descrive la velocit di sedimentazione di una particella:

La velocit espressa in mm/s, sono le densit di acqua e solido in Kg/ , la viscosit dell'acqua alla temperatura di prova in Pa s e D il diametro delle particelle in mm. Le particelle sedimentano prima se sono grandi, poi via via si sedimentano quelle pi piccole.

1.5) Un terreno a grana fine (con un certo


contenuto di argila) pu presentarsi in 4 diversi stati fisici a seconda del suo contenuto d'acqua (w): Per limite liquido si intende quando un terreno ha un contenuto d'acqua tale che un solco praticato in un provino a forma di cucchiaio (detto di Casagrande) si richiude quando il cucchiaio sollecitato con dei colpi a procedura standardizzata. Si contano i colpi occorrenti a far richiudere un solco lungo 10 mm e delle seguenti dimensioni: Il numero di colpi necessari per affermare che un terreno al limite liquido di 25. Il limite plastico determinato formando dei bastoncini di terreno dello spessore di 3,2 mm (manualmente su una lastra di vetro). Quando essi iniziano a fessurarsi ho raggiunto il limite plastico. Il limite di ritiro rappresenta il contenuto d'acqua al di sotto del quale una perdita d'acqua non comporta una riduzione di volume; esso viene determinato essiccando progressivamente un provino, di cui si misurano ogni volta volume e contenuto d'acqua. I precedenti sono detti limiti di Attemberg. Definisco indice di plasticit la differenza tra limite plastico e limite liquido: esso cresce all'aumentare della % di argilla secondo una legge lineare il cui coefficiente angolare dato dall'indice di attivit di Skempton:

In base a questo indice i terreni possono dividersi in: inattivi se A < 0,75, normalmente attivi se 0,75 < A < 1,25 e attivi se A > 1,25

Definisco indice di liquidit:

Infine ho l'indice di consistenza definito come:

ad un suo aumento corrisponde un incremento di resistenza al taglio ed una diminuzione della compressibilit. La consistenza del materiale pu essere cos classificata in base ad :

Il comportamento dei terreni si pu dividere in:

Forma del grano:

1.6)

Ghiaie e sabbie sono solitamente classificate secondo la granulometria, mentre per terreni pi fini si prendono i limiti di Attemberg. Masse rocciose e terreni in natura sono interessati da discontinuit che ne modificano le caratteristiche meccanico-fisiche; si fa di seguito una breve descrizione dei parametri di discontinuit i quali si dividono in geometrici (orientazione, spaziatura, frequenza, numero volumetrico, indice RQD) e morfologici (persistenza, scabrezza, resistenza delle pareti, aperta e materiale di riempimento): l'orientazione identifica la posizione d una discontinuit nello spazio ed definita da un piano orizzontale di riferimento, dall'angolo d'immersione () e dalla direzione dell'immersione () la misura dell'orientazione eseguita con una bussola livellata con una livella a bolla d'aria ed il coperchio parallelo all'immersione i dati vengono poi trasferiti su una semisfera poiettata poi su un piano (difficolt nella rappresentazione che si risolve con la proiezione equiarea); si producono proiezioni stereografiche e diagrammi a rosa. Viene detto polo della rappresentazione il punto d'intersezione tra la normale passante per il centro della discontinuit del piano e la superficie.

la spaziatura la distanza tra discontinuit adiacenti, misurata in direzione perpendicolare alle discontinuit stesse; la frequenza l'inverso della spaziatura; il numero volumetrico dei giunti identifica le dimensioni dei blocchi formati dai diversi sistemi di discontinuit:

l'indice RQD identifica la qualit dei carotaggi estratti:

la persistenza indica la dimensione areale della

discontinuit rispetto all'area totale, si pu parlare anche di lunghezza della discontinuit rispetto alla lunghezza totale; la scabrezza la misura della rugosit delle superfici affacciate su un giunto; essa influenza la esistenza lungo la discontinuit; la resistenza della pareti la resistenza a compressione dei lembi della discontinuit, essa pu essere minore di quella della roccia a causa degli agenti atmosferici o delle alterazioni; l'apertura la distanza media che separa le pareti di una discontinuit il cui spazio riempito da aria o acqua (maggior apertura, minor resistenza):

il riempimento il materiale contenuto nelle aperture di una certa grandezza; essa modifica le caratteristiche di resistenza e di permeabilit del materiale. Indagini in sito Le indagini in sito permettono di fare accertamenti sulla natura di un terreno mirati ad alcuni punti scelti di esso; i dati vengono poi estesi all'intero terreno considerato. Si possono fare dei sopralluoghi per individuare morfologia del territorio e topografia del terreno; oppure si pu procedere con dei fori (verticali, orizzontali o inclinati): sondaggi sono quei fori (verticali, orizzontali o inclinati) di diametro compreso tra 100 e 300 mm; cunicoli i fori di tipo orizzontale molto costosi; trincee i fori orizzontali o inclinati di grandi dimensioni e i pozzi i fori verticali profondi e quindi costosi. I sondaggi possono essere fatti con un carotiere semplice che per presenta problemi di conservazione del provino o se raffreddato ad acqua pu modificare la natura del terreno stesso. Le carote di terreno vengono poi conservate e catalogate in modo appropriato per poter risalire al periodo ed al sito del sondaggio. Pi professionale il carotiere a doppio cilindro caratterizzato da parte fissa all'interno della quale passa l'acqua che raffredda il secondo cilindro pi interno che raccoglie il provino. Aumentando il diametro del carotiere migliora anche la qualit del sondaggio. Procedo con campionamenti a zona: dal primo centrale parto con altri carotaggi laterali per avere maggiori info possibili sul terreno. I campioni di terreno si distinguono 5 classi di qualit, crescente da Q1 a Q5, ottenibili con campionatori e terreni di tipo diverso.

I campionatori pi utilizzati per il prelievo di campioni di buona qualit sono i campionatori a parete sottile e a pistone infissi a pressione con valvola che trattiene il campione nel campionatore (tipo Shelby), il campionatore a pressiona stazionario ed il campionatore a rotazione a doppia parete con scarpa avanzata. Con le prove penetrometriche viene misurata la resistenza alla penetrazione di un utensile standardizzato nel terreno; esse si dividono in statiche (dette anche CPT Cone Penetration Test) e dinamiche (dette SPT Standard Penetration Test). Nella prima categoria lutensile avanza a velocit costante e il dato che si misura la pressione necessaria per permettere tale avanzamento nel secondo caso lutensile infisso a percussione e il dato misurato il numero di colpi necessario per ottenere un determinato avanzamento. In base ai dati misurati durante la prova, attraverso delle relazioni empiriche possibile risalire al profilo stratigrafico, alle caratteristiche di resistenza al taglio e alla deformabilit. Prova CPT, per terreni a medio-bassa consistenza a grana fine o grossa (escluse le ghiaie). La prova autoperforante, ovvero non richiede lesecuzione di un foro di sondaggio, e consiste nellinfissione a pressione nel terreno, a partire dal p.c. ed alla velocit costante di 20 mm/sec di una punta conica avente diametro 35,7 mm ed angolo di apertura 60, collegata al dispositivo di spinta mediante una batteria di tubi. Il funzionamento il seguente: esercitando una forza faccio avanzare la punta (per 40 mm) la quale ha una certa area . La pressione media alla punta durante lavanzamento (resistenza di punta) vale:

Al termine della corsa di 40mm, viene agganciato il manicotto dattrito, che ha una superficie laterale ; se indico con la forza necessaria a fare avanzare il penetrometro in questa seconda fase, e se faccio lipotesi che la resistenza di punta non sia variata rispetto al tratto precedente, posso calcolare la tensione tangenziale media lungo la superficie del manicotto (resistenza laterale locale) con la relazione:

In particolare la carta di classificazione pi accreditata per il penetrometro statico meccanico quella di Schmertmann. posso anche classificare i terreni facendo il rapporto tra ed . La prova CPT U consiste in un penetrometro statico a punta elettrica dotato di un elemento poroso di ceramica fine o di acciaio, detto filtro, di norma posizionato alla base della punta conica,che permette di misurare e registrare oltre ai parametri di resistenza alla penetrazione, anche la pressione interstiziale. La prova penetrometrica dinamica S.P.T. (Standard Penetration Test), ideata negli Stati Uniti nel 1927, la prova in sito pi diffusa ed utilizzata in tutto il mondo, sia per la semplicit operativa e il basso costo, sia per la vasta letteratura tecnica esistente sullinterpretazione dei risultati. La prova consente di determinare la resistenza che un terreno offre alla penetrazione dinamica di un campionatore infisso a partire dal fondo di un foro di sondaggio o di un foro appositamente eseguito con diametro compreso tra 60 e 200 , e subordinatamente di prelevare piccoli campioni disturbati del terreno stesso (utilizzati ad esempio per prove di classificazione). La prova S.P.T. consiste nel far cadere ripetutamente un maglio, del peso di 63,5 kgf, da unaltezza di 760 mm,

su una testa di battuta fissata alla sommit di una batteria di aste alla cui estremit inferiore avvitato un campionatore di dimensioni standardizzate, registrando durante la penetrazione: il numero di colpi di maglio necessario a produrre linfissione per i primi 15cm (tratto di avviamento) inclusa leventuale penetrazione quasi statica per gravit, il numero di colpi di maglio necessario a produrre linfissione per altri 15cm ed il numero di colpi di maglio necessario a produrre linfissione per ulteriori 15cm. Complessivamente, durante la prova, il campionatore sar infisso di 15+15+15=45cm. ; tengo buone le prove per . Posso definite il grado di addensamento nelle prove SPT come:

Posso esprimere il legame tra angolo di resistenza al taglio e stato tensionele efficiace come: Infine ho le prove che misurano la velocit di propagazione delle onde nel terreno da un punto S detto sorgente ad un punto R detto ricevitore: possiamo ricordare tra queste il metodo CrossHole (vedi figura): Le prove sono finalizzate a determinare la velocit di propagazione delle onde di volume allinterno del terreno, note le quali possibile risalire ai parametri di deformabilit. Infatti, poich le prove dinamiche in sito prevedono bassi livelli di energia e, conseguentemente, implicano bassi livelli di deformazione ( < 10-3%), il terreno sollecitato in campo elastico. Come noto, in un mezzo elastico la velocit delle onde sismiche (Vs e VP rispettivamente velocit di propagazione delle onde S e delle onde P) sono legate al modulo di taglio Gmax,al coefficiente di Poisson e al modulo di Young dalle relazioni:

dove rappresenta la densit del mezzo attraversato. Posso riscontrare, per, alcuni problemi dati dalla non uniformit di propagazione delle onde in terreni diversi e da eventuali sovrapposizioni di segnale.

2.1) Bisogna conoscere come interagiscono tra loro le varie fasi per poter esprimere la
ripartizione interna degli sforzi applicati ad un generico elemento di terreno (principio degli sforzi efficaci). Il comportamento dei terreni inoltre risultato sperimentalmente elastico non lineare, plastico, anisotropo e viscoso; quindi per prevedere la risposta ad uno stato di sollecitazione devo conoscere lo stato tensionale iniziale e la storia tensionale che porta allo stato finale.

2.2) Le difficolt che si incontrano nello studio dei terreni dipendono dalla loro natura multifase.
Terzaghi ha formulato il principio degli sforzi efficaci nel 1923 per spiegare il loro comportamento. Intanto bisogna chiarire il comportamento generale di un terreno che non essendo perfettamente elastico lineare si rappresenta cos: La spiegazione del principio delle tensioni efficaci pu essere fatta nel seguente modo: prendendo una porzione di terreno saturo come evidenziato in figura con:

i-esima di contatto; u = pressione totale dell'acqua; tensione totale.


L'equilibrio alla traslazione verticale sara: Poich trascurabile, chiamando

allora posso scrivere che:

Questa espressione esprime il principio degli sforzi efficaci scomponibile nelle tre direzioni (basta mettere i pedici 1,2,3 ai termini e '). La pressione u detta neutra poich l'acqua interstiziale non sopporta sollecitazioni statiche di taglio le quali sono la causa principale di rotture e/o deformazioni nell'elemento di terreno. Un primo esempio esplicativo il seguente (ricordando che =*g):

Nel caso 1 (terreno saturo) avr che:


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Nel caso 2 (terreno saturo con carico di pallini di piombo applicato) avr che: Nel caso 3 (terreno saturo con carico d' acqua applicato) avr che Dal caso 1 al caso 2 ho cedimento, mentre non ho cedimento dal caso 2 al caso 3. Il significato fisico del principio degli sforzi efficaci pi comprensibile dal seguente esempio: in un elemento di terreno faccio l'equilibrio tra e forze applicate al contorno, la pressione dell'acqua, e le forze che le particelle scambiano tra loro. Posso dunque scrivere: dove sono rispettivamente la pressione dell'aria e l'area relativa ai contatti ariaminerale; sono rispettivamente la pressione dell'acqua e l'area relativa ai contatti acqua-minerale; R sono le forze repulsive elettrostatiche di Born ed A sono le forze di natura elettrostatica ed elettromagnetica. Divido entrambi i membri per ed ottengo: e nel caso di materiale saturo elimino il secondo membro a destra dell'uguale ottenendo cos: Tenendo conto che confronto l'ultima espressione con il principio degli sforzi efficaci ed ho: Ossia: la pressione efficace nel principio degli sforzi efficaci esprime realmente le pressioni intergranulari se e solo se sono trascurabili(come nelle sabbie, nei limi e nelle argille di basse plasticit); poich la pressione efficace non la tensione agente nei punti di contatto ( ), ma definita come la somma delle forze intergranulari riferita ad ; per struttura fortemente disperse come argille ad alta plasticit pu verificarsi che in assenza di contatti intergranulari io abbia che la pressione efficace la risultante delle azioni di attrazione e repulsione tra le particelle:

Per i terreni non saturi ho che i vuoti ora riempiti sia di acqua che di aria possono essere in equilibrio tra loro per pressioni molto differenti. Riprendendo l'equazione posso trascurare R ed A. Bishop ha proposto la nuova formulazione (difficilmente applicabile): dove = funzione del grado di saturazione (S) e della struttura del materiale. La differenza tra e dipende dalla dimensione D delle particelle in gioco e dalla tensione superficiale T:

Skempton analizzando l'equazione di Terzaghi ha differenziato l'analisi in due casi: problema di resistenza: tan tan
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problema di compressibilit:

dove e sono l'angolo di attrito ed il coefficiente di compressibilit volumica delle particelle solide; mentre e sono l'angolo di attrito ed il coefficiente di compressibilit volumica dello scheletro solido. Poich allora mi riconduco all'equazione di Terzaghi figura) dello spessore di circa mm e tensione di 70 mN/m: compreso tra 0,3 0,8 ed . o e

2.3) Sulla superficie libera le molecole d'acqua si comportano come una membrana (vedi

Tale tensione combinata con le forze di adesione del liquido alle superfici con cui in contatto genera il fenomeno della capillarit (risalita dell'acqua al di sopra della superficie libera all'interno di un tubo capillare). La risalita pu essere determinata con un semplice bilancio tra la forza peso e la tensione totale: os L'angolo di contatto dipende dalla composizione chimica della parete e dalle impurit presenti su essa.

All'interno della colonna la pressione negativa, mentre ho pressione nulla alla falda (punti B o C). Posso dunque fare l'equilibrio di una colonna di generica altezza z: Quindi funzione del solo diametro se d < 3m, mentre funzione della pressione ambientale se d > 3m. La determinazione della risalita in un terreno assai complicata a causa della presenza di porosit. Se il terreno sopra la falda inizialmente secco, posso individuare un altezza massima di risalita ed una corrispondente al massimo grado di saturazione . Se invece ho un terreno inizialmente saturo e voglio conoscere le altezze che avr a seguito di un abbassamento di falda per drenaggio, posso individuare l'altezza massima cui corrispondono ancora filetti continui d'acqua ed un'altezza di saturazione .

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Non esiste inoltre una relazione tra grado di saturazione e capillarit. L'esistenza di pressioni negative di capillarit induce nel terreno una sorta di coesione apparente che ha molte implicazioni sulla resistenza del materiale: nell'argilla molto ben visibile, infatti, quando si preleva un campione esso rimane della forma iniziale nonostante sia soggetto ora a tensioni totali nulle; un campione di sabbia, invece, dato che questa coesione modesta impossibile prelevare campioni indisturbati che mantengano la loro struttura ed il loro contenuto d'acqua. Questa tensione viene detta apparente poich scompare, per esempio, appena un terreno si trova sotto falda. Questa tensione inoltre ben visibile quando faccio un castello di sabbia. 2.4) Lo stato tensionale in un punto del terreno dipende dal suo peso proprio, dalla sua storia tensionale, dalle condizioni di falda e dai carichi esterni. Le tensioni dovute al peso proprio vengono dette geostatiche. Considero un deposito con piano di campagna orizzontale e trascurabili le variazioni del terreno in direzione orizzontale e quindi ho che: ogni sezione verticale di simmetria, per cui non esistono nei piani orizzontale e verticale tensioni tangenziali; la tensione verticale e quella orizzontale sono tensioni principali; la tensione verticale data dal peso del terreno per la profondit (z): e se il terreno stratificato: la tensione verticale efficace sar:

di difficile determinazione e dipende dalla storia tensionale del deposito (entit e durata delle sollecitazioni che lo hanno interessato fino alla situazione attuale). Durante la fase di deposizione un elemento di terreno ad una certa profondit caratterizzato da una tensione orizzontale efficace proporzionale a quella verticale secondo un fattore detto coefficiente di spinta : Tale stato , per, spesso alterato da fenomeni come la capillarit, i movimenti tettonici, la variazione del livello di falda ed altri mutamenti di tipo chimico. Come faccio a valutare gli sforzi orizzontali totali? - Calcolo gli sforzi verticali totali ( ); - Calcolo la pressione dell'acqua ( ); - Calcolo gli sforzi verticali efficaci ( ); - Calcolo gli sforzi orizzontali efficaci ( ); - Calcolo gli sforzi orizzontali totali ( ).

2.5) MOTI DI FILTRAZIONE


Il comportamento meccanico di un terreno dipende dal valore della tensione efficace ':

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Il problema che si presenta di determinare lo stato tensionale del fluido allinterno del terreno; bisogner valutare le pressioni neutre in sito, le quali dipendono dalla posizione della falda. In condizioni idrostatiche abbiamo la presenza di una falda e per la misura delle pressioni possiamo adottare i piezometri che se inseriti nella falda, in un certo punto, essi forniscono il valore della quota piezometrica in quel punto. Se viene scelto un piano orizzontale di riferimento allora possibile definire la quota piezometrica in un punto nel modo seguente: In condizioni idrodinamiche il moto garantito da un differenza di quota piezometrica e quindi il valore di h non risulta costante ma diminuisce nella direzione del moto; la perdita di quota piezometrica, che pu essere vista come perdita di energia quella che deve essere spesa per poter vincere le resistenze che si oppongono al moto. Il moto di filtrazione allinterno del terreno avviene attraverso le fessure che ci sono tra i grani. Per capire il fenomeno del moto di filtrazione, per comodit consideriamo una unica fessura di diametro d che collega due serbatoi tra i quali esiste una differenza di quota piezometrica pari a h: La variazione di carico h induce un moto di filtrazione di velocit: ( ) (date le picccole dimensioni di d che coincide con gli spazi intergranulari e la bassa velocit, il moto di tipo laminare). Il termine tra parentesi viene detto gradiente idraulico ( ), la velocit data dalla portata divido l'area nei moti laminari viene espressa dalla relazione di Darcy ) dove k un parametro che viene denominato conducibilit idraulica o coefficiente di permeabilit e pu dipendere da: dimensione dei pori direttamente collegata alla frazione granulometrica d10; indice dei vuoti e: a parit di granulometria un materiale pi denso ha permeabilit minore; viscosit cinematica la quale a sua volta dipende dalla temperatura e dalle caratteristiche del fluido; grado di saturazione S, allaumentare del grado di saturazione nei terreni non saturi diminuisce la permeabilit inquanto questa ostacolata dai gas presenti. direzione, il mezzo non isotropo rispetto alla permeabilit, ad esempio un terreno argilloso a causa dellapplicazione dei carichi induce le particelle di argilla, che hanno una forma allungata, a disporsi in direzioneperpendicolare a quella del carico; in questo modo nasce una direzione preferenziale per un eventuale moto difiltrazione. Come esempio si va ad analizzare il caso di un terreno con diverse permeabilit, cio un terreno stratificato che presenti quote piezometriche diverse decrescenti dal basso verso lalto; si instaura un moto di filtrazione versolalto. Utilizzando il piezometro possiamo conoscere il valore di h2, mentre quello di h1 direttamente misurabile. Il valore della quota piezometrica h12 pu essere calcolato imponendo la continuit, cio la velocit del moto di filtrazione nei due istanti deve essere uguale. In termini di equazioni si scrive:
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moltiplico l'ultima espressione per l1l2 ed ottengo:

Suppongo che lo strato 1 e 2 presentino delle permeabilit molto diverse tra loro, ossia ipotizziamo che k1>>>k2. Divido per k1 sia il numeratore che il denominatore dellespressione di h12:

Si pu osservare che con questa ipotesi non esiste praticamente differenza di quota piezometrica allinterno dello strato di materiale pi permeabile. Supponiamo ora di avere uno strato di terreno dello spessore di 1 m ad alta permeabilit: l1=1m k1=10-1 cm/sec Come secondo strato scegliamo uno strato di argilla dello spessore di 1 mm: l2=1mm k2=10-8 cm/sec Ora vedo di studiare leffetto di questo sottile strato di argilla sulla velocit o portata di filtrazione: ( )

Il termine (a) pu essere visto come il valore del gradiente idraulico medio in corrispondenza dei due strati, mentre il termine (b) pu essere visto come la permeabilit equivalente dei due strati. Supponiamo momentaneamente che anche lo strato 2 sia formato dallo stesso materiale dello strato 1, cio k2=k1. Applicando la formula precedente posso ricavare la velocit del moto di filtrazione in assenza dello strato di argilla e la indichiamo con v0:

Noto questo valore di velocit si pu pensare di calcolare il rapporto tra la velocit v e v0 rispettivamente con o senza lo strato di argilla allo scopo di poter mettere in evidenza il suo effetto:
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Che, sostituendo i valori dati in precedenza, d come risultato:

Questo risultato ci fa di dire che la valutazione delle velocit di filtrazione per terreni stratificati molto difficile, infatti la presenza di un sottile strato di argilla pu ridurre di circa 10.000 volte la velocit del moto di filtrazione. A questo si vogliono tracciare il diagramma delle tensioni totali, delle pressioni neutre e delle tensioni efficaci allo scopo di analizzare leffetto che provoca la presenza del moto di filtrazione sulle tensioni efficaci. Per quanto riguarda le pressioni totali:

Per quanto riguarda le pressioni neutre partendo dal disegno gi presentato in precedenza definisco un piano di riferimento (livello inferiore del secondo strato, quote z verso l'alto) per calcolare le quote piezometriche. Con questa scelta si pu dire che:

La quota piezometrica allinterfaccia dei due strati stata ricavata precedentemente:

Se abbiamo un unico strato cio k1=k2 allora la distribuzione delle pressioni neutre lineare e pu essere ottenuta unendo con una retta i due punti significativi alle estremit dei quali conosciamo gi i valori di pressione. Comunque possiamo ugualmente calcolare il valore di pressione media in corrispondenza della posizione di cambiamento dello strato in modo tale da avere un confronto nelle situazioni in cui k1 k2. se k1=k2 (
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se k1 k2 ( cio )

Dobbiamo osservare che la retta che esce dal punto 1 e si unisce con il punto 2 rappresenta la distribuzione delle pressioni neutre in assenza del moto di filtrazione (condizioni idrostatiche).Le pressioni neutre u12 al variare dei coefficienti k1 e k2 non possono assumere qualsiasi valore, ma risultano limitate.

Le tensioni efficaci saranno infine: si pu immediatamente osservare che il moto di filtrazione dal basso verso lalto induce una riduzione delle tensioni efficaci nel terreno (linea tratteggiata rappresenta le condizioni in assenza di filtrazione). Riprendendo lo stesso disegno prececente:

posso affermare che: quindi Dato che e li s o i e i a i sa anno

allo a av o

Avr un punto in cui gli sforzi efficaci si annullano:

perci

2.6) CONSOLIDAZIONE MONODIMENSIONALE


Quando unargilla satura (S=1) soggetta ad un carico esterno, l'acqua viene espulsa dallo strato argilloso. La durata del fenomeno dipende dalla permeabilit del terreno e dallo spessore dello strato. Il fenomeno pu durare da pochi giorni a molti anni. Per i terreni granulari (ghiaie e sabbie), a causa della elevata permeabilit, la dissipazione delleccesso di pressione neutrale causata dal carico esterno avviene pressoch istantaneamente; ed anche il cedimento dello strato granulare avviene immediatamente dopo lapplicazione del carico.
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A causa del carico q (uniforme e infinitamente esteso), applicato sul piano campagna, le tensioni totali (), neutrali (u) ed efficaci (') su un generico punto A variano nel tempo.

Nel corso del processo di consolidazione si assiste ad un graduale trasferimento del carico esterno q dalla fase liquida (u) alla fase solida (). Al termine della consolidazione leccesso di pressione neutrale u sar completamente annullato. Il drenaggio dellacqua e le deformazioni si sviluppano esclusivamente lungo la direzione verticale. Non sono considerati fenomeni di filtrazione e di deformazione in orizzontale.

Prendo un elemento 3D di terreno e scrivo le equazioni generali di un problema di flusso confinato e monodirezionale. Portata entrante dalla faccia inferiore dellelemento di dimensioni dx dy dz:

Portata uscente dalla faccia inferiore dellelemento di dimensioni dx dy dz: ( )

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Differenza di flusso nell'elemento:

Il volume di acqua nellelemento pari a (n = porosit): La variazione del volume nell'intervallo di tempo dt sar: ( )

Se il volume occupato dai grani di terreno (costante nel tempo) pari a: Scrivendo una relazione di continuit tra la differenza di flusso e la variazione del volume dell'acqua nell'intervallo di tempo dt ottengo: ( ( ) ); se l'indice dei vuoti e ed il grado di saturazione S sono

quindi:

costanti nel tempo l'equazione finale di un flusso stazionario sar: Definisco ora i seguenti parametri: coefficiente di compressibilit di volume

modulo edometrico

Faccio alcune ipotesi: - Terreno omogeneo e completamente saturo; - Flusso di acqua e deformazione solo in direzione verticale (z); - Particelle di acqua e di terreno incompressibili; - Validit della Legge di Darcy; - Assenza di deformazioni di tipo viscoso; - Coefficiente di permeabilit costante nellambito dellintervallo di tensioni considerato; - Compressibilit del terreno costante nellambito dellintervallo di tensioni considerato e definita tramite la relazione seguente:

Dalle formule generali che riportiamo: ( )

chiamato coefficiente di consolidazione verticale [L2/T].

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Se costante nel tempo avr:

Vengono ora definite le due variabili adimensionali: (fattore di tempo) con H detta altezza di drenaggio, pari cio al percorso che una particella dacqua deve compiere per uscire dallo strato (nel caso di strato drenato pari alla met dellaltezza dello strato, nel caso di strato drenato pari allo spessore dellintero strato). L'equazione massimo doppiamente da un lato solo

diventa

la soluzione stata proposta con serie di Taylor.

Tale soluzione, che permette (per ogni z e t) di calcolare u (z, t) noto cv, si trova usualmente diagrammata in termini di grado di consolidazione U, definito come rapporto tra la sovrappressione dissipata al tempo t e la sovrappressione iniziale uo, cio

Un diagramma tipico U= fct(Z,Tv) riportato nella seguente figura: La soluzione dellequazione della consolidazione monodimensionale fornisce il decorso nel tempo delle sovrappressioni interstiziali, ma pu essere utilizzata anche per la previsione del decorso dei cedimenti nel tempo dellintero strato. Infatti nella maggior parte dei casi pratici non interessa conoscere il valore del grado di consolidazione U in un dato punto dello strato di terreno, ma piuttosto il valore del grado di consolidazione medio dellintero strato raggiunto dopo un certo periodo di tempo dallapplicazione del carico. Il grado di consolidazione medio dellintero strato in termini di sovrappressione interstiziali, corrispondente ad un certo fattore di tempo, Tv, ossia ad un certo istante, t, dato da: ] [ [ ]

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Osservando che durante il processo di consolidazione le pressioni efficaci variano della stessa quantit delle pressioni interstiziali, con segno opposto, e che, per lipotesi di elasticit lineare, la deformazione verticale direttamente proporzionale alla pressioni verticale efficace:

si ha che

[ [

] ]

(grado di

consolidazione medio in termini di cedimento pari al cedimento al tempo t /il cedimento finale).

2.7) Una prova edometrica viene fatta in laboratorio allo scopo di riprodurre le condizioni di
consolidazione monodimensionale. Tali prove vengono eseguite mediante un particolare strumento definito edometro il quale impedisce la dilatazione trasversale. La prova viene di norma eseguita su provini di terreno a grana fine (argille e limi) indisturbati(ovvero ricavati in modo da alterare il meno possibile la struttura naturale del terreno in sito). Solitamente i provini hanno diametro nell'ordine di 60-80 mm ed altezza sui 20 mm; gli incrementi di carico verticale sono in scala logaritmica (uno il doppio del precedente) di solito di valori 25, 50, 100, 200, 400, 800, 1600 kN/m. Le fasce di scarico di solito hanno intervalli maggiori (1600, 400, 100, 25 kN/m). Per argille NC arrivo a carichi nell'ordine dei 3200, 6400 kN/m. Ogni incremento di carico deve essere tenuto per un lungo periodo di tempo (solitamente 24 ore). I provini, di forma cilindrica, durante la prova sono lateralmente confinati da un anello metallico, di rigidezza tale da potersi considerare indeformabile. Lassenza di deformazioni radiali (che nello schema di formazione di un deposito descritto precedentemente consegue alle condizioni di estensione infinita e stratificazione orizzontale) garantita dal vincolo meccanico costituito dallanello. La forma schiacciata del provino motivata dalle necessit di ridurre al minimo le tensioni tangenziali indesiderate di attrito e di aderenza con la parete dellanello e di contenere i tempi di consolidazione. Sulle basi inferiore e superiore del provino vengono disposti un disco di carta da filtro e uno di pietra porosa, per favorire il drenaggio. L'insieme provino-anello rigido pietre porose posto in un contenitore (cella edometrica) pieno d'acqua, in modo da garantire la totale saturazione del provino durante la prova. Le modalit standard di esecuzione della prova prevedono lapplicazione del carico verticale N per successivi incrementi, ciascuno dei quali mantenuto il tempo necessario per consentire lesaurirsi del cedimento di consolidazione primaria (in genere 24h). Quindi, diversamente dallo schema di formazione del deposito per sedimentazione, caratterizzato da un incremento graduale e continuo della pressione verticale (totale ed efficace), nella prova edometrica standard la tensione verticale totale applicata per gradini, con
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discontinuit. Durante la permanenza di ciascun gradino di carico, viene misurata la variazione di altezza del provino, H, nel tempo (tale informazione consente di studiare levoluzione nel tempo dei cedimenti, ovvero il processo di consolidazione). Noto il valore di H possibile calcolare le deformazioni assiali (e volumetriche), e le variazioni dell'indice dei vuoti

I valori della deformazione assiale e/o dellindice dei vuoti corrispondenti al termine del processo di consolidazione primaria per ciascun gradino di carico, vengono diagrammati in funzione della corrispondente pressione verticale media efficace Collegando fra loro i punti sperimentali si disegnano le curve di compressibilit edometrica. La curva sperimentale di compressione edometrica e-v, in scala semilogaritmica, viene approssimata, per le applicazioni pratiche, con tratti rettilinei a differente pendenza: il tratto di ginocchio a pendenza crescente sostituito con un punto angolare (punto A), corrispondente alla pressione di preconsolidazione, p. La pendenza del tratto iniziale detta indice di ricompressione, Cr. La pendenza del tratto successivo al ginocchio, ovvero alla pressione di consolidazione, detta indice di compressione, Cc. La pendenza nel tratto di scarico tensionale detta indice di rigonfiamento, Cs. Andando pi a fondo nella spiegazione prendiamo un'altra immagine tratta dal Lancellotta: il tratto AB della curva detto tratto di ricompressione (a modesta compressibilit) dove ho un comportamento elastico; arrivati al punto B dove ho la tensione la compressione aumenta sensibilmente (tratto BC) detto tratto di compressione a comportamento misto elasto-plastico. Il tratto CD costituisce rappresenta la fase di scarico del provino (o rigonfiamento); successivamente ho un tratto nuovamente elastico di ricarico DE fino al punto C (come se il terreno fosse dotato di memoria) ed infine passo al tratto CF dove ho nuove deformazioni sia elastiche che palstiche. La tensione (dove ho un brusco cambiamento meccanico del terreno per il passaggio da fase elastica a fase elastoplastica) viene definita tensione di preconsolidazione ed individua la massima tensione di consolidazione cui stato sottoposto il terreno; esso un parametro importantissimo per caratterizzare geotecnicamente un deposito. La tensione di preconsolidazione pu essere determinata sperimentalmente tramite il metodo di Casagrande: determino il punto di massima curvatura della curva lo - ; traccio la tangente alla curva in tale punto, la retta orizzontale e la bisettrice tra le 2 precedenti; prolungo il tratto di compressione fino a trovare la bisettrice ed il punto di intersezione sar la mia . Se il deposito omogeneo ( costante) e v = 0 per z = 0 (assenza di carichi verticali sul piano di campagna) e la superficie piezometrica coincide col piano di campagna (zw = 0) si ha, dallequazione : dove rappresenta il peso di volume saturo del terreno sovrastante. Confrontando il valore di con la tensione verticale efficace possibile determinare il grado di sovraconsolidazione:

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In particolare se OCR = 1 avr un deposito normalconsolidato NC, mentre se OCR > 1 il deposito definito sovraconsolidato (OC). Importante richiamare a questo punto la formula: dove detto coefficiente di spinta a riposo. I parametri ed OCR sono rilevanti per descrivere la storia tensionale di un dato deposito. La qualit del campione costituisce, poi, un requisito essenziale per la determinazione di . Per effetto dellincremento di tensioni efficaci, il terreno subisce deformazioni volumetriche, v, le quali, non essendo possibili deformazioni orizzontali, sono eguali alle deformazioni verticali (assiali), a, ovvero:

Le caratteristiche di compressibilit nei vari tratti della curva di compressione sono individuate dai seguenti parametri: nel piano - log( avr - il rapporto di ricompressione RR = - il rapporto di compressione CR =

- il rapporto di rigonfiamento SR =
nel piano log( ) - e avr - l'indice di ricompressione - l'indice di compressione - l'indice di rigonfiamento nel piano oeavr = = = =

- il coefficiente di compressibilit - l'indice di compressibilit =

- il modulo di deformazione edometrica Tra gli indici ed i rapporti visti in precedenza esistono delle relazioni:

ed anche: Inoltre ho che Il cedimento H di uno strato di spessore * * Se l'incremento di carico tratto di ricompressione: non supera [
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dato in generale da: + + (ossia ] ) ho deformazioni limitate al

Se il terreno invece NC (normalconsolidato) con tratto di compressione: [

tutte le deformazioni avvengono nel ]

In alternativa ai parametri Cc e Cs, si pu fare riferimento al coefficiente di compressibilit di volume mv, o al modulo edometrico M, o al coefficiente di compressibilit av:

Sappiamo che in prove edometriche esiste una sola componente di deformazione: Per quanto riguarda le tensioni efficaci: Inoltre posso scrivere:

Se il legame che definisce il comportamento del terreno fosse di tipo elastico lineare ed isotopo caratterizzato dai coefficienti E e allora il valore di k0 sarebbe facilmente determinabile. Sfruttando il legame elastico lineare possiamo scrivere che: ( ( Quindi ) e perci ) dato che .

Operando una prova edometrica su un terreno normal consolidato (NC) il valore del coefficiente k0 costante; arrivati poi ad un certo livello di carico una successiva fase di scarico provoca una diminuzione dei valori tensionali, ma la tensione e quindi il coefficiente k0 subisce un incremento. La legge che regola il processo : [ ] [ isotropa definisco ora: ] [ deviatorica ]

Visto il comportamento del terreno parler di sforzi totali se tratto condizioni di equilibrio, mentre utilizzer gli sforzi efficaci per parlare di deformabilit del terreno. ( )

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2.8) FILTRAZIONE 2D
Con il termine filtrazione si intende il moto di un fluido in un mezzo permeabile, ovvero poroso. Il fluido si muove in una rete di canalicoli irregolari incontrando una resistenza elevata sicch il moto in genere molto lento ed il contributo dell energia cinetica all energia posseduta dal fluido trascurabile. Per ogni punto dello spazio attraversato dal fluido si esprime quindi l energia o quota piezometrica H:

Il termine U/2g si considera nullo a causa della velocit di filtrazione quasi nulla; l energia piezometrica costante lungo la verticale al moto poich si ha distribuzione idrostatica della pressione. Il moto di filtrazione avviene poich vi un gradiente di quota piezometrica H nella direzione del moto. Lo studio del moto di filtrazione globale e riguarda il moto che si ha contemporeanamente in un insieme di canalicoli perch risulta impossibile determinare il moto in ogni singolo canalicolo. Si definisce velocit apparente la velocit media in una sezione generica comprensiva di vuoti e mezzo poroso. Data una piccola sezione A del mezzo poroso comprensiva di vuoto e fase solida la velocit apparente (essendo Q la portata transitante in quella sezione); essa inferiore a quella effettiva che si ha in un singolo canalicolo. La velocit apparente viene denominata velocit di filtrazione v. Il gradiente di energia, denominato anche idraulico, supposto uniformemente distribuito nella direzione del moto. Esistono secondo il punto di vista delle applicazioni tecniche tre regimi di moto: laminare, di transizione e turbolento; classificati in base al numero di Reynolds:

v la velocit [m/s]; la densit [kg/m]; d il diametro caratteristico degli elementi costituenti il mezzo poroso [m]; la viscosit dinamica [kg/s*m]. Se Re < 10 il moto laminare, 10 < Re < 200 di transizione, Re > 200 il moto turbolento. Per il regime di moto laminare esiste la legge di resistenza empirica di Darcy: k il coefficiente di conducibilit idraulica ed i il gradiente idraulico. La legge di Darcy una legge lineare che relaziona la velocit alla dissipazione di energia tramite una costante k [m/s]. La stima del coefficiente di filtrazione pu essere eseguita in laboratorio (attraverso il permeametro) o in sito. Un fluido in moto attraverso un mezzo permeabile rallentato per attrito dalle pareti dei canicoli e per il terzo principio della dinamica esercita sul mezzo permeabile una forza uguale e contraria. Questa forza di attrito esercitata dal fluido sul mezzo permeabile denominata forza di filtrazione. Assumendo per semplicit un valore del coefficiente di filtrazione k costante in ogni direzione ed in ogni punto del mezzo poroso sede di un moto di filtrazione possibile per una qualsiasi direzione s generica scrivere la legge di Darcy nel seguente modo:
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La genericit della direzione s permette l introduzione della funzione potenziale di velocit: perci posso esprimere la velocit come Una linea per cui = costante denominata linea equipotenziale; indicata con n una linea ad egual equipotenziale si ha:

Con riferimento alla figura successiva per i due percorsi s1 ed s2 si hanno due valori di velocit diversi. Infatti il salto di potenziale =1-2 per i due percorsi s1 ed s2 uguale ma s1 < s2 per cui v1 > v2 dato che quindi i1 > i2. Poich l acqua, a parit di dissipazione di energia ( = k*h) segue la strada a maggior pendenza, ovvero a maggior gradiente idraulico, la velocit di filtrazione diretta perpendicolarmente alla linea equipotenziale: le linee di corrente (dette anche linee di flusso) sono normali alle linee equipotenziali. L introduzione delle linee equipotenziali e delle linee di corrente permette di tracciare il reticolato di flusso. Il reticolato di flusso costituito dall inviluppo di tutte le linee equipotenziali e di corrente relativo ad un determinato moto di filtrazione. La maglia del reticolato di flusso ha la propriet di avere le diagonali congiungenti i vertici opposti tra loro perpendicolari in modo che la larghezza e la lunghezza media della maglia coincidano: L = n. La maglia poich delimitata da due linee di corrente un tubo di flusso. Per la propriet della maglia d/ds = 12/n = (1 - 2)/n e la velocit di filtrazione si pu esprimere come: la portata q che attraversa la superficie di profondit unitaria L : Se il campo di moto in esame caratterizzato da n tubi di flusso di sezioni L, la portata totale per unit di profondit : Se il reticolato di flusso ha N salti equipotenziali con maglie per cui L = n, posta la differenza dei potenziali ad inizio ed alla fine del reticolato di flusso = h, si ha:

L equazione di continuit dq/ds = 0 relativa alla conservazione della massa in un tubo di flusso pu essere scritta con valore puntuale in forma differenziale:

In ipotesi di moto bidimensionale (costante in una direzione), con x direzione orizzontale ed z direzione verticale e sostituendo la legge di Darcy nell equazione, con k coefficiente di filtrazione omogeneo in tutte le direzioni si ha:

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che sostituendo il potenziale diventa:

2.9) SIFONAMENTO
Il sifonamento in un mezzo poroso sede di un moto di filtrazione consiste nella rimozione di una parte delle particelle solide che lo compongono quando la forza di filtrazione agente sulle particelle costituenti il mezzo supera le forze di resistenza intrinseca dello stesso. Nel caso di opera idraulica con corpo non filtrante per sifonamento si intende il sollevamento del terreno al piede di valle (nel verso del moto di filtrazione) della stessa. Nel caso di opera idraulica con corpo filtrante o di terreno di appoggio di opera idraulica a corpo non filtrante per sifonamento si intende la rimozione da parte del moto di filtrazione delle particelle pi piccole costituenti il corpo filtrante (od il terreno di appoggio di un opera idraulica a corpo non filtrante) con la conseguente formazione di una zona a permeabilit maggiore che agisce da richiamo di acqua con conseguente aumento della velocit di filtrazione che diventa capace di erodere e trasportare via le particelle pi grandi del mezzo creando veri e propri canali (piping). Il processo di erosione e trasporto del materiale si amplifica determinando il collasso della parte sovrastante. in opere idrauliche con corpo non filtrante il sifonamento si realizza al piede di valle della struttura dove il moto di filtrazione diretto verticalmente verso lalto. In questo caso il terreno soggetto ad una forza di filtrazione diretta verticalmente verso l alto ed alla forza peso in condizioni sommerse (alla forza peso viene sottratta la spinta di galleggiamento di Archimede) diretta verticalmente verso il basso. Il sifonamento avviene quando la forza di filtrazione uguaglia e/o supera il peso sommerso del terreno. Questo significa che la pressione effettiva a causa dell attrito dovuto alla filtrazione si annulla ed il terreno perde consistenza ed ogni capacit di portanza e di resistenza. Indicata con h la pressione dell' acqua allestremo inferiore del diaframma di valle della struttura di profondit d, la pressione effettiva in condizioni sommerse per un volume cilindrico di terreno di base unitaria ed altezza d : essendo sat e rispettivamente il peso specifico del terreno in condizioni di saturazione e quello dellacqua. La pressione dovuta alla forza di filtrazione : con i=h/d L annullamento della pressione effettiva si ottiene dalla seguente relazione:

che pu essere scritta come:

Il fenomeno di sollevamento del fondo scavo si estende secondo Terzaghi (1943) al volume di terreno profondo d e largo d/2. Per tener conto di eventuali zone di terreno diverse da quelle di progetto a causa di fenomeni di eterogeneit ed anisotropia e di eventuali difetti costruttivi si introduce un fattore di sicurezza pari a 4 - 5, perci le precedenti equazioni diventano:

Se nelle condizioni di progetto (o di verifica di un opera gi esistente) il gradiente idraulico prossimo a quello critico si possono utilizzare tre possibili accorgimenti: - aumentare la profondit di infissione del diaframma in modo da aumentare il percorso dell
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acqua e quindi diminuendo il valore del carico idraulico h; - caricando la superficie del terreno con materiale di grossa pezzatura. In questo modo non si modifica la filtrazione e si aumenta il valore della pressione effettiva dovuta al peso; - diminuendo il carico idraulico mediante operazioni di drenaggio eseguite con dreni o pozzi di sfogo. - in opere idrauliche con corpo filtrante non possibile esprimere la forza di resistenza dovuta al mutuo incastro delle particelle in modo da confrontarla con quella di filtrazione per ottenere una relazione riguardo le condizioni critiche per l instaurarsi del fenomeno. Si fa quindi riferimento al gradiente idraulico critico, relativo al percorso di una particella a contatto con la fondazione, determinato empiricamente da Lane.

3.1) PROVE DI COMPRESSIONE CILINDRICA


Per le verifiche di resistenza delle opere geotecniche necessario valutare quali sono gli stati di tensione massimi sopportabili dal terreno in condizioni di incipiente rottura. La resistenza al taglio di un terreno in una direzione la massima tensione tangenziale, f, che pu essere applicata alla struttura del terreno, in quella direzione, prima che si verifichi la rottura, ovvero quella condizione in cui le deformazioni sono inaccettabilmente elevate. La rottura pu essere improvvisa e definitiva, con perdita totale di resistenza (come avviene generalmente per gli ammassi rocciosi), oppure pu avere luogo dopo grandi deformazioni plastiche, senza completa perdita di resistenza, come si verifica spesso nei terreni. Nella Meccanica dei Terreni si parla di resistenza al taglio, perch in tali materiali, a causa della loro natura particellare, le deformazioni (e la rottura) avvengono principalmente per scorrimento relativo fra i grani. Per la soluzione dei problemi di meccanica del terreno tuttavia possibile, in virt del principio delle tensioni efficaci, riferirsi al terreno saturo (mezzo particellare con gli spazi fra le particelle riempiti da acqua) come alla sovrapposizione nello stesso spazio di due mezzi continui: un continuo solido corrispondente alle particelle di terreno, ed un continuo fluido, corrispondente allacqua che occupa i vuoti interparticellari. In tal modo possibile applicare anche ai terreni i ben pi familiari concetti della meccanica dei mezzi continui solidi e della meccanica dei mezzi continui fluidi. 3.2) RICHIAMI SULLA RAPPRESENTAZIONE DI UN SISTEMA PIANO DI TENSIONI Se per un punto O allinterno di un corpo si considerano tutti i possibili elementi superficiali infinitesimi diversamente orientati, ossia appartenenti alla stella di piani che ha centro in O, le tensioni su di essi (cio la tensione risultante e le componenti normale e tangenziale all'elemento superficiale considerato) variano generalmente da elemento a elemento.

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In particolare possibile dimostrare che esistono tre piani, fra loro ortogonali, su cui agiscono esclusivamente tensioni normali; essi sono detti principali e le tensioni che agiscono su di essi sono dette tensioni principali. Generalmente, la tensione principale maggiore (che agisce sul piano principale maggiore 1) indicata con 1, poi ho la tensione principale intermedia 2 (che agisce sul piano principale intermedio 2) e la tensione principale minore 3 (che agisce sul piano principale minore 3). Il caso in cui le tre tensioni principali hanno uguale valore detto di tensione isotropa; quando due delle tre tensioni principali sono uguali lo stato tensionale si definisce assial-simmetrico. Nella seguente figura sono disegnate le tracce dei due piani principali maggiore 1 e minore 3, e di un generico piano del fascio avente inclinazione rispetto alla direzione del piano principale maggiore. Considero lequilibrio di un elemento prismatico di spessore unitario e forma triangolare, con i lati di dimensioni infinitesime (per rimanere nellintorno del punto considerato), paralleli ai due piani principali e al piano . Le condizioni di equilibrio alla traslazione in direzione orizzontale e verticale:
sin os sin os os os sin

e quindi: In un sistema di assi cartesiani ortogonali di centro O e assi x e y, sul quale vengono riportate lungo lasse x le tensioni normali, , e lungo lasse y le tensioni tangenziali, (piano di Mohr), le precedenti espressioni rappresentano un cerchio di raggio centro , detto cerchio di Mohr, che il luogo delle condizioni di tensione di tutti i piani del fascio. Per disegnare il cerchio occorre prima posizionare i punti A e B sullasse x, in modo tale che i segmenti OA ed OB siano proporzionali, nella scala prescelta, rispettivamente a 3 e a 1, e poi tracciare il cerchio di diametro AB. Tale cerchio il luogo degli stati di tensione di tutti i piani del fascio. Sul cerchio di Mohr utile definire il concetto di polo o origine dei piani, come il punto tale che qualunque retta uscente da esso interseca il cerchio in un punto le cui coordinate rappresentano lo stato tensionale agente sul piano che ha per traccia la retta considerata.
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3.3) CRITERIO DI ROTTURA DI MOHR-COULOMB


In base al principio delle tensioni efficaci ogni effetto misurabile di una variazione dello stato di tensione, come la compressione, la distorsione e la variazione di resistenza al taglio attribuibile esclusivamente a variazioni delle tensioni efficaci. Dunque la resistenza del terreno, che a causa della natura particellare del mezzo, una resistenza al taglio, deve essere espressa da una relazione (criterio di rottura) del tipo: Il criterio pi utilizzato quello di Mohr-Coulomb il quale afferma che: tan in base al quale la tensione tangenziale limite di rottura in un generico punto P di una superficie di scorrimento potenziale interna al terreno dato dalla somma di due termini: il primo, detto coesione c, indipendente dalla tensione efficace normale alla superficie agente in quel punto, ed il secondo ad essa proporzionale attraverso un coefficiente dattrito tan. Langolo detto angolo di resistenza al taglio. Nel piano di Mohr la precedente espressione rappresenta una retta detta inviluppo di rottura: essa separa gli stati di tensione possibili da quelli privi di significato. Nel piano -, lo stato di tensione nel punto P, corrispondente alla rottura, sar rappresentato da un cerchio di Mohr tangente allinviluppo di rottura. Un cerchio di Mohr tutto al di sotto della retta inviluppo di rottura indica invece che la condizione di rottura non raggiunta su nessuno dei piani passanti per il punto considerato. Inoltre langolo fra il piano di rottura ed il piano su cui agisce la tensione principale maggiore 1,f pari a (/4 + /2). Dalla figura ho infatti: Quindi: ( )

Si osserva poi che il criterio di rottura di Mohr-Coulomb non dipende dalla tensione principale intermedia; che i parametri di resistenza al taglio c e non sono caratteristiche fisiche del terreno, ma sono funzione di molti fattori, fra cui: storia tensionale, indice dei vuoti, livello di tensione e di deformazione, tipo di struttura, composizione granulometrica, temperaturaed infine che linviluppo di rottura reale non necessariamente una retta.

3.4) PARAMETRI DI SKEMPTON


Si consideri un elemento di terreno poco permeabile, saturo e sotto falda allinterno di un deposito omogeneo con superficie del piano campagna orizzontale. Per simmetria cilindrica le tensioni verticale e orizzontali sono tensioni principali e le tensioni principali orizzontali sono tra loro uguali (stato tensionale assial-simmetrico). Si supponga che la tensione verticale corrisponda alla tensione principale maggiore 1 e quelle orizzontali alla tensione principale minore 3. Suppongo che un carico, applicato in modo istantaneo in superficie, produca, nellelemento di terreno considerato, un incremento assial-simmetrico dello stato tensionale totale, (1 della tensione principale maggiore verticale e 3 della tensione principale minore orizzontale). Avr, di conseguenza, un incremento u della pressione interstiziale, testimoniato da un innalzamento del livello dellacqua nel piezometro della quantit u/w.

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Posso scomporre lincremento dello stato tensionale totale in due parti: una prima di incremento delle tensioni isotropo, agente in modo eguale in tutte le direzioni, di intensit 3 ed una seconda di incremento deviatorico, ovvero agente solo in direzione verticale, di intensit (1 3). Indico, inoltre, con ub lincremento di pressione interstiziale causato dallincremento di tensione totale isotropa 3, e con ua lincremento di pressione interstiziale causato dallincremento di tensione totale deviatorica (1 - 3). Naturalmente dovr essere: u = ub +ua

Individuo con Quindi:

e con

E ponendo

ottengo:

[ ] I Parametri A, , B sono detti parametri dellp pressioni interstiziali o di Skempton. Nel grafico successivo si mostra landamento del parametro in base al grado di saturazione S. Il valore assunto dal parametro A in condizioni di rottura indicato con Af; esso dipende da numerosi fattori, il principale dei quali la storia tensionale, ovvero il grado di sovraconsolidazione OCR. La variazione di Af rappresentata nel seguente grafico: La prova per determinare la resistenza diretta a taglio dei terreni viene detta di taglio diretto; essa si esegue su almeno tre provini, di sezione quadrata di lato 60-100 mm e altezza 20-40 mm. La dimensione massima dei grani di terreno deve essere almeno 6 volte inferiore allaltezza del provino (perci sono escluse ghiaie e ciottoli). Il provino inserito in un telaio metallico a sezione quadrata diviso in due parti da un piano orizzontale in corrispondenza della semi altezza, ed verticalmente compreso tra due piastre metalliche nervate e forate, oltre ciascuna delle quali vi una carta filtro ed una piastra di pietra porosa molto permeabile. Attraverso una piastra di carico possibile distribuire uniformemente sulla testa del provino una forza verticale di compressione. Il tutto posto in una scatola piena dacqua che pu essere fatta scorrere a velocit prefissata su unapposita rotaia. La met superiore del telaio metallico impedita di traslare da un contrasto collegato ad un anello dinamometrico (per la misura delle forze orizzontali T applicate), cosicch il movimento della scatola produce la rottura per taglio del provino nel piano orizzontale medio. La prova si esegue in due fasi: - durante la prima fase si misurano gli abbassamenti nel tempo del provino, controllando in tal modo il processo di consolidazione e quindi il raggiungimento della pressione verticale
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efficace media essendo A la sezione orizzontale del provino; - nella seconda fase si fa avvenire lo scorrimento orizzontale relativo, , a velocit costante fra le due parti del telaio producendo il taglio del provino nel piano orizzontale medio; durante la fase di taglio si controlla lo spostamento orizzontale relativo e si misurano la forza orizzontale T(), che si sviluppa per reazione allo scorrimento, e le variazioni di altezze del provino. La prova va continuata fino alla chiara individuazione della forza resistente di picco Tf o fino ad uno spostamento pari al 20% del lato del provino, quando non si possa individuare chiaramente un valore di picco della resistenza. La tensione efficace normale a rottura n,f = n e la tensione tangenziale media a rottura sul piano orizzontale sono le coordinate di un punto del piano di Mohr appartenente alla linea inviluppo degli stati di tensione a rottura. Ripetendo la prova con almeno 3 diversi valori di N si ottengono i punti sperimentali che permettono di tracciare la retta di equazione: tan e quindi di determinare i parametri di resistenza al taglio c e .

3.5) PROVE TRIASSIALI (COMPRESSIONE CILINDRICA)


Le prove triassiali standard sono eseguite, con modalit diverse, su campioni ricostituiti di materiali sabbiosi e su campioni indisturbati o ricostituiti di terreni a grana fine per determinarne le caratteristiche di resistenza al taglio e di rigidezza. Nel seguito si considereranno solamente le prove di compressione su terreni saturi (prova triassiale standard). I provini di terreno hanno forma cilindrica con rapporto altezza/diametro compreso tra 2 e 2.5. Il diametro di norma 35 o 50mm e deve essere almeno 10 volte maggiore della dimensione massima dei grani, prove triassiali su terreni contenenti ghiaie o ciottoli non sono possibili salvo disporre di apparecchiature speciali di grandi dimensioni. Lo stato tensionale a cui soggetto un provino durante una prova triassiale di tipo assialsimmetrico (2 delle 3 tensioni principali sono uguali) e rimane tale durante tutte le fasi della prova, quindi le tensioni principali agiscono sempre lungo le direzioni assiale e radiale del provino. Alle basi del provino vengono apposte pietre porose (preventivamente saturate) e dischetti di carta filtro, ed eventualmente anche una carta filtro laterale, prima di rivestirlo con una membrana impermeabile di lattice. La membrana non serve a tenere assieme il provino, anche se a volte costituito da sabbia incoerente, ma serve per applicare una pressione laterale isotropa al terreno. Se non ci fosse la membrana lacqua della cella sarebbe a diretto contatto con lacqua allinterno del provino e la pressione
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dellacqua della cella si trasmetterebbe allacqua del provino. La membrana serve per trasmettere la tensione efficace al provino. A seconda della modalit di esecuzione delle varie fasi, la prova viene contrassegnata con un acronimo di tre lettere, che rispettivamente rappresentano: - le condizioni di drenaggio nella fase di pre-sollecitazione, distinguendo le prove consolidate (C) da quelle non consolidate (U); - il tipo di stato tensionale applicato in fase di pre-sollecitazione, distinguendo la compressione isotropa (I), quella anisotropa (A), e quella edometrica (K0); - le condizioni di drenaggio nella fase di rottura, distinguendo la prova drenata (D) da quella non drenata (U). Riassumendo ho quindi 3 tipologie di prove: prova triassiale consolidata isotropicamente drenata (CID), prova triassiale consolidata isotropicamente non drenata (CIU), prova triassiale non consolidata non drenata (UU). Per tutte queste prove il provino viene inizialmente saturato mediante la contemporanea applicazione di una tensione isotropa di cella (c) e di una poco minore contropressione dellacqua interstiziale (u). La verifica dellavvenuta saturazione fatta mediante la misura del coefficiente B di Skempton: . Quando questultimo arriva ad un valore di 0,95 il provini si considera saturo.

3.6) PERCORSI TENSIONALI


Lo stato tensionale in un punto di un mezzo continuo solido in condizioni assialsimmetriche, rappresentato nel piano di Mohr (, ) da un cerchio avente il centro sullasse delle ascisse. Se considero un sistema piano di assi cartesiani in cui lasse delle ascisse il parametro di tensione: e lasse delle ordinate il parametro di tensione:

al cerchio nel piano di Mohr corrisponde biunivocamente un punto A nel nuovo sistema di riferimento. Sovrapponendo i due sistemi di riferimento il punto A coincide con il vertice del cerchio di Mohr. Il vantaggio di tale rappresentazione consiste nel fatto che possibile, mediante una linea continua nel piano s/t, rappresentare una successione continua di stati tensionali, ovvero un percorso tensionale. Nel caso dei terreni i percorsi tensionali possono essere definiti con riferimento sia alle tensioni totali (TSP = Total Stess Path) sia alle tensioni efficaci (ESP = Effective Stress Path). I percorsi tensionali che utilizzano i parametri di tensione s, s e t sopra introdotti hanno il vantaggio di essere immediatamente comprensibili, poich facile collegare ad un generico punto del percorso tensionale il corrispondente cerchio di Mohr e visualizzarlo. Tuttavia i parametri s, s e t non hanno un preciso significato fisico; perci esistono altri modi, meno intuitivi ma pi corretti, per rappresentare i percorsi tensionali assialsimmetrici. In particolare nel seguito saranno utilizzati i parametri invarianti di tensione: - tensione media totale: 33

tensione media efficace:

tensione deviatorica:

I parametri s, s e t ed i parametri p, p e q sono legati dalle seguenti relazioni biunivoche: per cui tutto quanto stato detto con riferimento ai piani s/t ed s/t pu essere trasferito e tradotto nei corrispondenti piani p/q e p/q. Il comportamento del terreno derivato da prove di laboratorio pu essere descritto come funzione degli invarianti di tensione e del suo volume specifico ( )

3.7) STATO CRITICO


Le prove geotecniche standard di laboratorio per la determinazione del comportamento meccanico dei terreni sono le prove triassiali e le prove di compressione edometrica, entrambe assialsimmetriche. Salvo indicazione contraria, nel seguito assumeremo che la tensione assiale a corrisponda alla tensione principale maggiore 1, e che la tensione radiale r corrisponda alle tensioni principali intermedia e minore, eguali fra loro, 2 = 3. Nel seguito, per descrivere lo stato di tensione ed i percorsi tensionali si utilizzeranno i parametri p, p e q. Per descrivere lo stato di deformazione, di un provino cilindrico di altezza iniziale H0, diametro iniziale D0 e volume iniziale V0, si utilizzeranno i parametri: - deformazione assiale: deformazione radiale: deformazione volumetrica:

- deformazione deviatorica o distorsione: Nella prima fase della prova triassiale standard (vedi paragrafo 3.8) il percorso efficace di carico si svolge interamente sul piano p/v (ovvero sul piano q = 0). La curva sperimentale, che potremmo ottenere per punti incrementando (o riducendo) gradualmente la pressione di cella e attendendo per ogni gradino di carico lesaurirsi del processo di consolidazione isotropa, qualitativamente indicata nella figura a lato. La stessa curva, rappresentata in un piano semilogaritmico, pu essere schematizzata con segmenti rettilinei (figura dopo) assumendo un comportamento deformativo volumetrico elastico (variazioni di volume interamente reversibili). La retta ABD detta linea di consolidazione normale (NCL), ed ha equazione: Il parametro il valore dellordinata (volume specifico) del punto sulla NCL che ha per ascissa p=1 (e quindi ln(p) = 0) e dipende dal sistema di unit di misura adottato. Il parametro la pendenza della NCL ed adimensionale. La retta BCB una delle infinite, possibili linee di scarico e ricarico (URL), ed ha equazione: Il parametro vk il valore dellordinata (volume specifico) del punto su quella specifica linea di scarico-ricarico che ha per ascissa p=1 (e quindi ln(p) = 0), dipende dal sistema di unit di misura adottato ed biunivocamente riferito allascissa del punto B, definita pressione di consolidazione, pc, dalle seguenti relazioni, ottenute imponendo lappartenenza del punto B sia alla NCL che alla linea di scarico-ricarico: (
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Il parametro k la pendenza della linea di scarico-ricarico isotropo ed adimensionale. Un provino, al cui stato tensionale, p0, corrisponda un punto su una linea di scarico-ricarico, isotropicamente sovraconsolidato (OC). Il rapporto di sovraconsolidazione isotropa :

R0 non eguale al rapporto di sovraconsolidazione edometrica, OCR, ma ad esso legato dalla relazione:

3.8) COMPRESSIONE EDOMETRICA


Dalle condizioni al contorno della prova edometrica (compressione assialsimmetrica con espansione laterale impedita descritta al paragrafo 3.7) si desume: Se il terreno NC, K0 costante e il percorso tensionale nel piano p/q rettilineo, passa per lorigine degli assi, ed ha equazione Nel piano p/v il percorso tensionale del tutto simile a quello della compressione isotropa e, analogamente ad esso, pu essere schematizzato nel piano semilogaritmico con tratti rettilinei definiti dalle seguenti equazioni: per la linea di compressione edometrica vergine ln e per le linee di scarico-ricarico edometriche ln Si osserva che la proiezione della linea K0 sul piano ln p/v parallela alla linea di consolidazione isotropa normale (NCL), e che le proiezioni sul piano ln(p)/v delle linee di scarico-ricarico in condizioni edometriche sono parallele alle linee di scarico-ricarico in condizioni di carico isotropo. Il parametro biunivocamente riferito alla pressione di consolidazione edometrica pc,edo (ascissa del punto B in figura), dalle seguenti relazioni ottenute imponendo lappartenenza del punto B sia alla linea K0 che alla linea di scarico-ricarico in condizioni edometriche: ln A differenza della linea di consolidazione normale (NCL) che si sviluppa sul piano q = 0, la linea K0 si sviluppa nello spazio a tre dimensioni p/q/v.
[ ]

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3.9) PROVA TRIASSIALE CONSLIDATA DRENATA (CID)


Dopo avere eseguito la saturazione (vedi paragrafo 3.5), la prova si svolge in due fasi. Nella prima il provino saturo sottoposto a compressione isotropa mediante un incremento della pressione di cella, a drenaggi aperti fino alla completa consolidazione. La pressione di consolidazione, c, pari alla differenza fra la pressione di cella (totale), c, e la contropressione interstiziale, u0 ( ). Il processo di consolidazione controllato attraverso la misura nel tempo del volume di acqua espulso e raccolto in una buretta graduata, che viene diagrammato in funzione del tempo. La prima fase della prova CID ha termine quando il volume dacqua nella buretta non varia pi. Nella seconda fase, ancora a drenaggi aperti, si fa avanzare il pistone a velocit costante e sufficientemente bassa da non produrre sovrappressioni interstiziali allinterno del provino. Durante la seconda fase controllata la variazione nel tempo dellaltezza del provino, e sono misurate la forza assiale esercitata dal pistone e la variazione di volume del provino. Tali misure permettono di calcolare, fino ed oltre la rottura del provino: - la deformazione assiale media a; - la deformazione volumetrica media v e quindi anche la deformazione radiale media - la tensione assiale media, a e quindi anche di tensione deviatorica media, a r = a r, essendo r la pressione radiale che rimane costante durante la prova. I risultati della prova sono di norma rappresentati in grafici a / ( a r), e a / v . Poich durante la fase di compressione assiale la pressione di cella c e la pressione interstiziale u0 rimangono costanti (e quindi anche la pressione radiale totale r = c) e poich non si sviluppano sovrappressioni interstiziali, essendo la prova drenata, allora rimane costante anche la pressione radiale efficace, r, che corrisponde alla tensione efficace principale minore (r = 3), mentre cresce la tensione efficace assiale media, a, che corrisponde alla tensione efficace principale maggiore (a = 1= c+F/A). F/A= q (grafico sotto) ed in rosso argille OC, in nero argille NC e sabbie sciolte.

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infine possibile seguire levoluzione nel tempo del cerchio di Mohr corrispondente allo stato tensionale del provino fino ed oltre la rottura. La prova deve essere eseguita su almeno tre provini a differenti pressioni di consolidazione; i cerchi di Mohr a rottura dei tre provini sono tangenti alla retta di equazione: tan che rappresenta, per il campo di tensioni indagato, la resistenza al taglio del terreno. I percorsi tensionali totale (TSP) ed efficace (ESP) di compressione e consolidazione isotropa sono rappresentati da segmenti rettilinei sullasse delle ascisse (t = 0). Per semplicit di esposizione si suppone che gli stati tensionali iniziali totale ed efficace, rispettivamente rappresentati dai punti A e A, siano isotropi e che la pressione interstiziale iniziale sia zero, cosicch i punti A ed A risultano coincidenti. Nel piano delle tensioni totali il segmento AB percorso in modo istantaneo allatto di applicazione dellincremento di pressione isotropa di cella. Nel piano delle tensioni efficaci il segmento AB percorso nel tempo Tc necessario affinch avvenga la consolidazione. Al tempo T = Tc la distanza BB indica il valore della contropressione interstiziale BP (Back Pressure). I percorsi tensionali efficace (ESP) e totale (TSP) di un provino di terreno nella seconda fase di compressione di una prova triassiale CID sono di seguito mostrati. Durante la prova in condizioni drenate non insorgono sovrappressioni interstiziali e i percorsi ESP e TSP risultano coincidenti (o traslati di una quantit pari alla contropressione interstiziale applicata), rettilinei ed inclinati di 45 rispetto allasse orizzontale s. Il percorso tensionale efficace di un provino di argilla NC in una prova CID consiste come gi detto di due fasi: la prima di compressione isotropa lungo la linea NCL, fino alla pressione di consolidazione isotropa pc, la seconda di compressione assiale in condizioni drenate a pressione di confinamento costante. In questultima fase, al crescere della deformazione assiale a (la prova condotta a deformazione assiale controllata) la tensione deviatorica q cresce progressivamente fino ad un valore massimo qf poi si mantiene circa costante. La curva sperimentale a / q ben rappresentata da una relazione iperbolica. Il volume decresce progressivamente fino ad un valore minimo, poi si mantiene circa costante. Il percorso tensionale corrispondente alla fase di compressione assiale, AB, ha come proiezione sul piano p/q un segmento rettilineo con pendenza 3:1, dal punto A di coordinate (pc / 0) al punto B, corrispondente alla condizione di rottura, di coordinate (pf / qf), e nel piano p-v ha origine nel punto A sulla linea NCL e termina nel punto B sottostante la linea NCL. Infatti durante la fase di compressione risulta che 3 = r =c = cost. e quindi q =(1 3) = 1 e p = (1 + 23)/3 = 1/3 e quindi: ( ) Prendendo 3 prove dello stesso terreno ottengo che i punti B rappresentativi dello stato finale dei tre provini giacciono su una linea, detta di Stato Critico (CSL), la cui equazione : ln

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Il parametro il volume specifico al quale corrisponde ln(p)=1. Langolo di resistenza al taglio da considerare quello che corrisponde alla condizione di stato critico, cs, ovvero alla condizione in cui, al crescere della deformazione assiale rimangono costanti tensione deviatorica, qf, e deformazione volumetrica, v. Il parametro M funzione dellangolo di resistenza al taglio allo stato critico, cs, e delle modalit di prova. Infatti se il provino portato a rottura per compressione assiale a tensione efficace di confinamento costante, la tensione principale maggiore la tensione assiale, mentre le tensioni principali intermedia e minore coincidono entrambe con la tensione radiale:

quindi: ( e ricordando che : ( ho infine che:


( ( ) ) [( [( sin sin sin sin ) ) ] ] sin sin sin sin sin sin

sin sin

sin Se invece il provino portato a rottura per estensione assiale, ovvero aumentando la tensione efficace di confinamento a tensione efficace assiale costante, la tensione principale minore la tensione assiale e le tensioni principali intermedia e maggiore, coincidenti, sono la tensione radiale:

quindi: (
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ho infine che: sin sin sin Una conseguenza importante che, mentre langolo di resistenza al taglio allo stato critico cs lo stesso per compressione e per estensione, la pendenza M della linea di stato critico nel piano p/q non la stessa. In particolare, poich Me < Mc, per lo stesso terreno e a parit di pressione efficace media, la tensione deviatorica a rottura in estensione minore che in compressione. I punti B corrispondenti alla condizione di stato critico giacciono su una linea la cui proiezione sul piano p/v una curva che, rappresentata nel piano semilogaritmico, diviene una retta parallela alla linea NCL. Il percorso tensionale nello spazio p/q/v durante la fase di compressione drenata si

svolge su un piano, detto piano drenato. Il percorso tensionale efficace di un provino di argilla OC in una prova CID mostra un comportamento tensionale e deformativo durante la fase di compressione del tipo di quello descritto nella figura. Si pu osservare che la condizione di rottura non coincide con la condizione di stato critico. Infatti la curva a/q presenta un massimo (qf) a rottura (punto B), poi decresce fino a stabilizzarsi su un valore minore (qcs) che corrisponde allo stato critico (punto C). Il volume del provino prima diminuisce, poi aumenta, supera il valore iniziale e infine tende a stabilizzarsi. La curva a/ v presenta tangente orizzontale nei punti C e D che corrispondono al valore q = qcs, e un flesso nel punto B che corrisponde a q = qf. La proiezione del percorso tensionale efficace (ABC) nel piano p/q ha pendenza 3:1 e nel tratto AB fino alla rottura il percorso ascendente, nel tratto BC discendente. Nel piano p/v il punto A rappresentativo dello stato iniziale si trova su una curva di scarico-ricarico. La proiezione del percorso tensionale efficace (ABC) nel piano p/v ha tangente orizzontale nei punti C e D.

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Se tre provini della stessa argilla satura con differenti rapporti di sovraconsolidazione isotropa sono portati a rottura in condizioni drenate si ottengono i risultati mostrati in figura. Si osserva in particolare che: - se il punto rappresentativo dello stato iniziale del provino nel piano p'/v sotto la CSL (punto A1), esso fortemente sovraconsolidato ed ha quindi un deviatore a rottura (qf) molto maggiore del deviatore allo stato critico (qcs), e manifesta un comportamento dilatante (aumento di volume); - se il punto rappresentativo dello stato iniziale del provino nel piano p'/v sotto la NCL ma sopra la CSL, esso debolmente sovraconsolidato ed ha quindi un deviatore a rottura (qf ) poco maggiore o eguale al deviatore allo stato critico (qcs), e manifesta un comportamento contraente (diminuzione di volume); - se il punto rappresentativo dello stato iniziale del provino nel piano p'/v sulla NCL, esso normalmente consolidato ed ha il comportamento gi descritto in precedenza. La linea inviluppo a rottura (B1B2), per i terreni OC, ha equazione: Tale retta, che rappresenta il luogo dei punti di rottura per le argille OC, corrisponde nello spazio p/q/v ad una superficie piana detta Superficie di Hvorslev. Dal criterio di rottura di Mohr-Coulomb ottengo che: sin sin os sin

Imponendo la condizione che i terreni non possano sostenere tensioni di trazione si ha che per 3 = 0, q = 1 3 = 1 e p = (1 + 23)/3 = 1/3, cio q = 3 p.

3.10) CAM-CLAY E CAM-CLAY MODIFICATO


Le superfici precedentemente definite (a trazione nulla, Hvorslev e Roscoe) sono superfici di snervamento (o di potenziale plastico) che delimitano gli stati possibili di un terreno detti superfici di stato. Le equazioni di queste superfici possono essere ottenute interpolando, con una funzione di forma nota, dati sperimentali ottenuti da prove di laboratorio oppure sulla base di considerazioni teoriche sul comportamento dei terreni. Unespressione della superficie di stato molto chiara e relativamente semplice stata ottenuta dai ricercatori dellUniversit di Cambridge durante gli anni 60 ed nota con il nome di Cam- Clay (curva a spirale logaritmica); negli anni si cercato di migliorare la corrispondenza fra la formulazione ed il reale comportamento costitutivo dei terreni perdendo per la semplicit eleganza della formulazione iniziale. Evidenze sperimentali indicano che per i terreni la forma della curva di plasticizzazione nello spazio delle tensioni p/q approssimativamente ellittica; perci si arrivati al modello Cam-Clay modificato dove tale curva rappresentata da unellisse F di equazione:

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Lasse maggiore dellellisse corrisponde alla pressione di preconsolidazione pc, lasse minore vale Se lo stato di tensione di un elemento di terreno rappresentato da un punto interno alla curva di plasticizzazione iniziale (punto A) la risposta del terreno elastica. Se lo stato di tensione rappresentato da un punto sulla curva di plasticizzazione iniziale (ad es. punto B) ogni incremento di tensione che comporti un movimento verso lesterno della curva accompagnato da deformazioni elasto-plastiche e da unespansione della superficie di plasticizzazione cosicch il punto rappresentativo dello stato di tensione permane sulla curva di plasticizzazione (punto C). Se il percorso dal punto C si muove verso linterno vi saranno deformazioni elastiche, poich la curva di plasticizzazione si espansa e la regione elastica divenuta pi grande.

3.11) ANCORA SULLA PROVA TRIASSIALE CONSLIDATA DRENATA (CID)


Alla luce dei concetti espressi sul percorso tensionale efficace di un provino di argilla isotropicamente OC (che inizialmente elastico e che quindi nel tratto iniziale si svolge sulla parete elastica associata alla pressione di preconsolidazione), nonch sulla forma ellittica della curva di plasticizzazione, il percorso della prova CID, secondo il modello Cam-Clay modificato rappresentato in figura (NC o debolmente OC a sx e fortemente OC a dx e sotto).

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Se il punto di intersezione tra il percorso tensionale efficace e la curva di plasticizzazione iniziale ha ascissa maggiore di pc/2 (ovvero nella met destra dellellisse) si ha, durante la fase di compressione assiale, unespansione dellellisse, se invece il punto di intersezione ha ascissa minore di pc/2 (ovvero nella met sinistra dellellisse) si ha una contrazione dellellisse.

3.12) CALCOLO DELLE DEFORMAZIONI


Lincremento di deformazione volumetrica totale dv pu in generale essere scomposto in due parti: la prima elastica (reversibile) e la seconda plastica (irreversibile) : Consideriamo un provino di terreno isotropicamente consolidato in cella triassiale ad una pressione efficace media pc e quindi decompresso isotropicamente fino alla pressione media efficace p0, come rappresentato dal percorso tensionale ODA. Esso risulter sovraconsolidato con rapporto di sovraconsolidazione isotropa:

La curva di plasticizzazione iniziale lellisse che ha per asse maggiore il segmento OD. Il provino venga poi sottoposto a compressione assiale drenata CID; il suo ESP inizia nel punto A ed rettilineo con pendenza 3:1. Fino a quando il percorso tensionale non raggiunge il punto B, e quindi interno alla curva di plasticizzazione iniziale, il comportamento elastico. Dal punto B il terreno inizia ad avere deformazioni elastoplastiche. Lincremento di tensione corrispondente al tratto BC dellESP produce unespansione della superficie di plasticizzazione come mostrato in figura. La variazione (negativa) di volume specifico totale del provino per tale incremento di tensione vale: v = (vC vB) = (vC vE) + (vE vD) + (vD vB) In cui: ln ( ) ln ( ) ln ( )

La pressione pE la pressione efficace media di consolidazione della superficie di plasticizzazione


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espansa. Per passare dallincremento di volume specifico allincremento di deformazione volumetrica si utilizza la relazione: v = - v/v0. Lincremento di deformazione volumetrica elastica pu essere calcolato con la relazione: Poich le costanti elastiche (modulo di deformazione cubica K, modulo di Young, E, e modulo di taglio, G) non sono costanti ma proporzionali alla pressione media efficace p, il valore di K da utilizzare quello che corrisponde al valore medio di p nellintervallo p, ed dato dallequazione: Per determinare le deformazioni deviatoriche si fa lipotesi che, per un generico incremento di tensione (dp, dq), lincremento di deformazione plastica sia un vettore con direzione normale alla curva del potenziale plastico, e che questultima coincida con la curva di plasticizzazione F (ipotesi di normalit legge di flusso associata):

da cui ricavo direzione tangente e normale alla curva:

3.13) CONSIDERAZIONI SULLE EQUAZIONI DI CAMPO


Si richiamano prima di tutto la legge degli sforzi efficaci (Terzaghi) e quella di Darcy: il delta di Kronecker (uguale ad 1 quando i = j)

Con Ho ora un problema a 19 incognite che pu essere risolto ricavando 19 equazioni indipendenti. Incognite: - Spostamenti Ui (3); - Sforzi totali ij (6); - Pressione interna uw (1); - Deformazioni ij (6); - Velocit di flusso vi (3). Equazioni: Equazioni di equilibrio Equazioni di congruenza ( (3 equazioni); ) (6 equazioni, il segno meno sta a

significare allungamenti); - Legame costitutivo (6 equazioni che legano gli incrementi di sforzo agenti su un elemento di terreno, supposto di dimensioni infinitesime, agli incrementi di deformazione conseguenti, o viceversa; detto tensore di cedevolezza e se giro lequazione il suo inverso diventa tensore di rigidezza); Equazione di continuit (1 equazione, esprime il principio di esprime la variazione di gradiente idraulico i)

conservazione della massa; il termine


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Allequazione di continuit sono implicitamente connesse le 3 equazioni rimanenti dette di flusso

Il problema viene definito accoppiato: la soluzione ricercata sia per quanto riguarda la fase liquida che per quella solida. Facendo alcune sostituzioni dato che nella legge degli sforzi efficaci posso scrivere

che inserita nelle equazioni di equilibrio diventa A questo punto posso presentare vari casi di analisi:

3.14) PROVA TRIASSIALE CONSLIDATA NON DRENATA (CIU)


Anche questa prova, una volta eseguita la saturazione, si svolge in due fasi, la prima delle quali identica a quella della prova CID. Al termine della prima fase, e quindi a consolidazione avvenuta (ad una pressione di consolidazione ), vengono chiusi i drenaggi isolando idraulicamente il provino che, essendo saturo, non subir ulteriori variazioni di volume. Nella seconda fase, a drenaggi chiusi e collegati a trasduttori che misurano la pressione dellacqua nei condotti di drenaggio e quindi nei pori del provino, si fa avanzare il pistone a velocit costante, anche relativamente elevata. Durante la seconda fase controllata la variazione nel tempo dellaltezza del provino, e sono misurate: - la forza assiale esercitata dal pistone; - la variazione di pressione interstiziale allinterno del provino. Tali misure permettono di calcolare, al variare del tempo fino ed oltre la rottura del provino:
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- la deformazione assiale media, a; - la tensione assiale media, a e quindi anche di tensione deviatorica media, a r = a r, essendo r la pressione radiale; - il coefficiente A di Skempton. I risultati della prova sono di norma rappresentati in grafici a / ( a r), e a / v . In questo tipo di prova, durante la fase di compressione assiale la pressione di cella c rimane costante (e quindi anche la pressione radiale totale r = c), mentre la pressione interstiziale u, inizialmente pari a u0, varia. Di conseguenza variano sia la tensione efficace assiale media, a = a u, che corrisponde alla tensione efficace principale maggiore (a = 1), sia la pressione radiale efficace, r = c u, che corrisponde alla tensione efficace principale minore (r = 3), ed possibile seguire levoluzione nel tempo del cerchio di Mohr corrispondente allo stato tensionale del provino fino ed oltre la rottura, sia in termini di tensioni totali che in termini di tensioni efficaci. F/A= q (grafico sotto) ed in rosso argille OC, in nero argille NC e sabbie sciolte.

Infatti, se si rappresentano i cerchi a rottura sul piano di Mohr in termini di tensioni totali e si traslano di una quantit pari alla pressione interstiziale misurata a rottura, uf, si ottengono i cerchi corrispondenti in termini di tensioni efficaci. La prova viene eseguita su almeno tre provini a differenti pressioni di consolidazione. La retta inviluppo dei cerchi di Mohr a rottura dei tre provini, in termini di tensioni efficaci, che consente di ricavare i parametri c e tan e rappresenta, per il campo di tensioni indagato, la resistenza al taglio del terreno. Se la prova interpretata in termini di tensioni totali, il valore a rottura dello sforzo di taglio,( ) rappresenta la resistenza al taglio non drenata cu. Poich i tre provini vengono consolidati sotto tre diversi valori di pressione, c, risultano diversi tra loro anche i valori di cu. Se il terreno NC si ha c = 0 in termini di tensioni efficaci, mentre in termini di tensioni totali il rapporto costante. I percorsi tensionali efficace (ESP) e totale (TSP) di un provino di terreno nella fase di
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compressione di una prova triassiale CIU sono mostrati nellimmagine successiva. Durante la prova in condizioni non drenate insorgono sovrappressioni interstiziali positive o negative in dipendenza del rapporto di sovraconsolidazione e del livello di deformazione. Il percorso TSP rettilineo e inclinato di 45 rispetto allasse orizzontale s; il percorso ESP invece curvilineo. La distanza dei punti B e B corrispondenti agli stati di tensione isotropa iniziale rispettivamente totale ed efficace rappresenta la contropressione interstiziale BP. Per un provino normalmente consolidato la pressione interstiziale cresce durante la compressione ed il percorso ESP si allontana curvando progressivamente verso sinistra dal segmento rettilineo e inclinato a 45 parallelo al percorso TSP (sovrappressione interstiziale sempre positiva e crescente).

La prova di compressione triassiale consolidata non drenata standard consiste come gi detto di due fasi: la prima di compressione e di consolidazione isotropa (q=0), la seconda di compressione assiale in condizioni non drenate a pressione di confinamento costante. In questultima fase, al crescere della deformazione assiale a (la prova condotta a deformazione assiale controllata) il volume del provino (saturo) non varia, la tensione deviatorica q e la pressione interstiziale crescono progressivamente fino alla condizione di stato critico. Prendendo 3 prove dello stesso terreno ottengo che i punti B rappresentativi dello stato finale dei tre provini giacciono su una linea, detta di Stato Critico (CSL), la cui equazione : ln

Dalla precedente immagine deduco che: la tensione deviatorica q cresce progressivamente con la deformazione assiale a fino ad un valore massimo qf e poi si mantiene circa costante; la deformazione avviene a volume costante (v = 0) e con progressivo incremento della pressione interstiziale (u) fino ad un valore massimo, uf, crescente con la pressione di consolidazione; i percorsi tensionali totali (TSP) sono rettilinei ed hanno pendenza 3:1; i percorsi tensionali efficaci (ESP)
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sono curvilinei ed hanno la stessa forma; la distanza tra ESP e TSP rappresenta la pressione interstiziale u; i punti rappresentativi dello stato tensionale efficace iniziale (A) sono sulla linea di consolidazione normale (NCL); i punti rappresentativi della condizione di rottura (B) sono sulla linea di stato critico (CSL). Il percorso tensionale nello spazio p/q/v durante la fase di compressione non drenata si svolge su un piano parallelo al piano p/q, detto piano non drenato. In una prova triassiale non drenata su un provino saturo non si hanno variazioni di volume. Pertanto il volume specifico iniziale v0 anche il volume specifico a rottura: ln ( )
( ) ( )

La resistenza al taglio in condizioni non drenate dei terreni a grana fine, cu, che viene utilizzata per le verifiche di stabilit in termini di tensioni totali pari alla met della tensione deviatorica a
( ) rottura, dunque: Per un dato terreno i parametri , e sono costanti, quindi cu dipende soltanto dal volume specifico v0 che per un terreno saturo : v = 1+e = 1+Gs*w (w il contenuto dacqua). Tutti i percorsi tensionali efficaci, di prove drenate e non drenate, che dalla linea di consolidazione normale (NCL) pervengono alla linea di stato critico (CSL) giacciono su una superficie nello spazio p/q/v, detta superficie di Roscoe (gi accennata in precedenza), che limita il dominio degli stati tensionali possibili.

Se un provino di argilla satura isotropicamente consolidato, poi isotropicamente decompresso in condizioni drenate in modo da divenire fortemente OC, e infine sottoposto a compressione non drenata, mostra un comportamento tensionale e deformativo durante la fase di compressione del tipo di quello descritto in figura. Se tre provini della stessa argilla satura con differenti rapporti di sovraconsolidazione isotropa sono portati a rottura in condizioni non drenate si ottengono i risultati mostrati in figura. Parlando pi specificamente delle superfici di Hvorslev e Roscoe rappresentate nella successiva figura insieme al piano limite di trazione, esse formano insieme la superficie
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di Stato, la quale delimita il volume degli stati di tensione possibili. Anche per la superficie di Hvorslev e per il piano limite di trazione, come per la superficie di Roscoe, si pu dare una rappresentazione normalizzata nel piano p/pe-q/pe . In particolare la superficie di Hvorslev normalizzata una retta di equazione: ( per definizione
( )

ed imponendo lappartenenza della CSL alla superficie di Hvorslev

( ) avr che: e quindi lespressione della superficie di Hvorslev sar: ( )

Il primo termine dopo luguale della precedente espressione corrisponde alla resistenza per coesione, mentre il secondo la resistenza per attrito. Si presentano ora i risultati previsti dal modello CCM di una prova CIU su un provino di argilla NC o debolmente OC (sopra): Facendo invece riferimento al comportamento previsto dal modello per una compressione non drenata di un provino di argilla satura fortemente OC (sotto), si osserva che il percorso tensionale efficace fino al raggiungimento della curva di plasticizzazione, ovvero fino al valore di picco qf della tensione deviatorica verticale (elastico-lineare). Dunque sostituendo nellequazione dellellisse CCM a p il valore di pressione media efficace iniziale p0 si ha:

Che risolta per qf mi d:

Il tutto mostrato nella figura a fianco:

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Nel caso di condizioni CIU si pu assistere al fenomeno della liquefazione delle sabbie (processo di accumulazione della pressione del fluido interstiziale che causa in un terreno non coesivo (sabbia, ghiaia, limo non plastico) saturo la diminuzione della resistenza e/o rigidezza a taglio a seguito dello scuotimento sismico, potendo dar luogo a deformazioni permanenti significative; la liquefazione consiste quindi in una diminuzione della resistenza del terreno, a seguito del raggiungimento della condizione di fluidit): la perdita totale della resistenza viene raggiunta quando la pressione dell'acqua che riempie gli interstizi arriva a uguagliare la pressione di confinamento, rendendo nulle le tensioni efficaci trasmesse attraverso le particelle solide. Una volta che il terremoto ha innescato il processo di liquefazione, la massa del suolo resta in movimento fino a che non raggiunge una nuova condizione di stabilit. Dal criterio di resistenza di Mohr-Coulomb tutto ci si ha quando u tan tende a 0 e quindi circa nulla dato che ( u

3.15) PROVA TRIASSIALE NON CONSLIDATA NON DRENATA (UU)


consigliabile che anche questa prova sia eseguita previa saturazione dei provini, sebbene spesso ci non avvenga; anchessa si svolge in due fasi. Nella prima, dopo avere chiuso i drenaggi, il provino sottoposto a compressione isotropa portando in pressione il fluido di cella al valore assegnato di pressione totale c. Se il provino saturo (S=1), e quindi il coefficiente B di Skempton pari ad 1, il volume del provino non varia (il provino rimane indeformato) e lincremento della pressione di cella (totale) comporta un uguale aumento della pressione interstiziale, mentre le tensioni efficaci non subiscono variazioni e quindi non varia la pressione efficace, c. In termini di invarianti posso scrivere:

Nella prima fase posso eguagliare a 0 le deformazioni volumetriche e scrivere:

Sommando le tre ottengo la deformazione totale p volumetrica: Che in termini di tensioni totali: diventa e se le mie deformazioni sono nulle avr che ( ) Da ci posso andare a ricavarmi il modulo elastico in condizioni drenate Eu ed il coefficiente di Poisson . (
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( ( ) ( ) ( )

) ( )

poi dividendo entrambi i membri per ( )

il modulo elastico in condizioni non drenate, mentre il coefficiente diPoisson risulta pari a 0,5 per materiale elastico lineare. Nella seconda fase, a drenaggi ancora chiusi, si fa avanzare la pressa su cui si trova la cella triassiale a velocit costante, anche piuttosto elevata; si applica Durante la seconda fase controllata la variazione nel tempo dellaltezza del provino, ed misurata la forza assiale esercitata sul provino, mentre di norma non misurato lincremento di pressione interstiziale. Tali misure permettono di calcolare, al variare del tempo, fino ed oltre la rottura del provino: - la deformazione assiale media, a; - la tensione assiale media, a e quindi anche di tensione deviatorica media, a r = a r, essendo r la pressione radiale; La prova viene eseguita su almeno tre provini a differenti pressioni totali di cella. Poich la pressione efficace di consolidazione dei tre provini la stessa, i cerchi di Mohr a rottura dei tre provini nel piano delle tensioni totali avranno lo stesso diametro e quindi saranno inviluppati da una retta orizzontale di equazione: Se si misurasse la pressione interstiziale a rottura per i tre provini e si traslassero i cerchi di Mohr di una quantit pari alla pressione interstiziale misurata a rottura per ciascuno di essi, si otterrebbero cerchi coincidenti in termini di tensioni efficaci. Le prove UU sono di norma eseguite su provini ricavati da campioni indisturbati di terreno a grana fine, e la resistenza al taglio in condizione non drenate, cu, che si ricava dalle prove dipendente, a parit di terreno, dalla pressione efficace di consolidazione in sito. Occorre tuttavia tenere presente che durante le operazioni di prelievo, trasporto, estrazione dalla fustella, formazione dei provini, il terreno subisce comunque un disturbo ineliminabile. In particolare, anche se il campione fosse prelevato con la massima cura, non fisicamente possibile ripristinare in laboratorio contemporaneamente lo stato tensionale e deformativo del campione in sito. Si consideri infatti lo stato di tensione di un elemento di argilla satura in sito, le tensioni geostatiche, nelle solite ipotesi assialsimmetriche, sono:

Dopo l'estrazione, a pressione atmosferica, le tensioni totali si annullano; ci equivale ad applicare incrementi di tensione totale eguali e contrari alle tensioni totali preesistenti, ovvero:

La pressione interstiziale diviene negativa (ovvero inferiore alla pressione atmosferica), e assume il valore: La variazione di pressione interstiziale u pu essere stimata con la relazione di Skempton: [ ] Se poi largilla satura (B=1) avr:
50

[ [

] ]

[ ] Dunque u dopo lestrazione vale: Il valore del parametro A differente dal valore a rottura Af; dopo l'estrazione, lo stato tensionale del campione molto variato: le pressioni totali sono nulle e le pressioni efficaci sono isotrope e pari a: [ Poich la tensione geostatica efficace media vale: eguagliando le ultime 2 equazioni: [ ] si verifica che la pressione isotropa efficace in prova UU corrisponde alla tensione geostatica efficace media in sito, e quindi che la resistenza al taglio non drenata di prova corrisponde con buona approssimazione alla resistenza al taglio non drenata in sito, per A = 1/3. Nel campione di argilla estruso la tensione interstiziale negativa (suzione) produce un gradiente idraulico dall'esterno verso il centro ed una filtrazione che altera il contenuto in acqua locale. La parte interna del campione pu avere contenuto in acqua anche del 4% superiore alla parte pi superficiale. In un terreno saturo contenuto in acqua e indice dei vuoti sono proporzionali, dunque non fisicamente possibile ripristinare in laboratorio contemporaneamente stati tensionale e deformativo del campione in sito. Se i provini di terreno sono sottoposti a prova UU senza averli preventivamente saturati, lapplicazione della pressione di cella, anche se a drenaggi chiusi, determina un incremento delle pressioni efficaci (essendo B<1), una riduzione di volume, poich laria contenuta nei vuoti molto compressibile, e un aumento del grado di saturazione. Linviluppo a rottura, in termini di tensioni totali, risulter curvilineo per basse pressioni di confinamento e orizzontale per le pressioni pi elevate, per le quali il terreno risulter saturo. La prova di compressione con espansione laterale libera pu essere eseguita solo su terreni a grana fine; i provini hanno la forma e le dimensioni dei provini per le prove triassiali. La prova consiste nel produrre la rottura del provino per compressione assiale mediante un pistone fatto avanzare a velocit costante e piuttosto elevata. Il provino non avvolto da membrana e non compresso in direzione radiale. Durante lesecuzione della prova si controlla nel tempo la variazione di altezza del provino e si misura la forza assiale esercitata dal pistone. Il cerchio di Mohr a rottura nel piano delle tensioni totali tangente allorigine degli assi, in quanto la tensione totale principale minore nulla (ovvero la pressione
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atmosferica). Sebbene non vi sia alcuna barriera fisica (membrana) che impedisca il drenaggio, lelevata velocit di deformazione e la ridotta permeabilit del terreno fanno s che le condizioni di prova siano praticamente non drenate, (risultato come per prova UU), su un provino non saturato e a pressione di cella pari a zero. La pressione assiale totale media a rottura indicata con qu, e nellipotesi di terreno saturo e quindi di inviluppo a rottura in termini di tensioni totali rettilineo e orizzontale, risulta: I principali vantaggi della prova consistono nella sua rapidit e semplicit di esecuzione, e quindi nel suo basso costo.

3.16) CONSIDERAZIONI SUI LIMITI DI ATTEMBERG


Da indagini sperimentali si scoperto che: dove w il contenuto dacqua.

Posso partire dalla relazione del volume specifico e scrivere che: ln ln ( )

ln ( ln ( ( ln Un terreno con elevato facilmente comprimibile. Analogamente posso fare con

) ) ) ln

[ [ [ ] [ ]

] ]

4.1) SPINTA DEI TERRENI: TEORIA DI RANKINE


La determinazione della spinta esercitata dal terreno su unopera di sostegno un problema classico dingegneria geotecnica che, ancora oggi, viene affrontato utilizzando due teorie storiche, opportunamente modificate e integrate alla luce del principio delle tensioni efficaci: la teoria di Rankine (1857) e quella di Coulomb (1776). Si consideri un generico punto A alla profondit Z in un deposito di terreno incoerente (c = 0), omogeneo e asciutto (o comunque sopra falda), avente peso di volume costante con la profondit, e delimitato superiormente da una superficie piana e orizzontale. Per ragioni di simmetria lo stato tensionale (geostatico) assialsimmetrico; la pressione
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interstiziale zero (terreno asciutto), per cui le tensioni totali ed efficaci coincidono. Nel punto A: la tensione verticale 'v0 staticamente determinata dalla condizione di equilibrio alla traslazione in direzione verticale e vale 'v0 = *Z; la tensione orizzontale 'h0 eguale in tutte le direzioni, non staticamente determinata e vale 'h0 = K0 'v0 (entrambi i valori sono nulli in superficie). Poich di norma K0 < 1, la tensione verticale 'v0 corrisponde alla tensione principale maggiore '1, mentre la tensione orizzontale 'h0 corrisponde alla tensione principale minore '3; per simmetria assiale la tensione principale intermedia '2 eguale alla tensione principale minore '3. Assumo che il terreno abbia resistenza al taglio definita dal criterio di rottura di Mohr-Coulomb: tan Suppongo ora di inserire, a sinistra e a destra del punto A, due pareti verticali ideali, cio tali da non modificare lo stato tensionale nel terreno. Alla generica profondit z, sui due lati di ciascuna parete, si esercita la tensione orizzontale efficace 'h0 = K0**z. La spinta orizzontale S0 (risultante delle tensioni orizzontali efficaci) presente sui due lati di ciascuna parete, dal piano di campagna fino ad una generica profondit H, vale: La profondit Z0 della retta di applicazione di S0, vale 2/3*H. Suppongo ora di allontanare gradualmente le due pareti; nel punto A permangono condizioni di simmetria, per cui le tensioni verticale ed orizzontali sono ancora principali. La tensione verticale 'v0 = *Z non varia, mentre la tensione orizzontale efficace si riduce progressivamente. Il cerchio di Mohr, rappresentativo dello stato tensionale in A, si modifica di conseguenza: la tensione principale maggiore 1 = v0 rimane costante, mentre la tensione principale minore 3 si riduce progressivamente dal valore iniziale h0 al valore minimo compatibile con lequilibrio, ha, detta tensione limite attiva, che corrisponde alla tensione principale minore del cerchio di Mohr tangente alla retta di inviluppo a rottura. Considerando il triangolo rettangolo OFC posso dire: R=FC=OC * sen sin sin Quindi Ka viene detto coefficiente di spinta attiva. La tensione tangenziale critica, il cui valore f lordinata del punto F di tangenza del cerchio di Mohr con la retta di inviluppo a rottura, agisce su un piano che forma un angolo di ( ) con la direzione orizzontale; in condizioni di rottura per raggiungimento dello stato di equilibrio limite inferiore (spinta attiva), il terreno inizia a scorrere lungo questi piani. Suppongo ora di avvicinare gradualmente le due pareti, la tensione verticale efficace non subisce variazioni mentre quella orizzontale progressivamente cresce fino al valore massimo compatibile con il criterio di rottura di MohrCoulomb. In tali condizioni la tensione verticale efficace, corrisponde alla tensione principale
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sin

minore, v0 = 3, e quella orizzontale, detta tensione limite passiva, hp, alla tensione principale maggiore, hp = 1. Considerando il triangolo rettangolo OFC posso dire: R=FC=OC * sen ( ) sin Quindi Kp viene detto coefficiente di spinta passiva. La tensione tangenziale critica, il cui valore f lordinata del punto F di tangenza del cerchio di Mohr con la retta di inviluppo a rottura, agisce su un piano che forma un angolo di ( ) con la direzione orizzontale; in condizioni di rottura per raggiungimento dello stato di equilibrio limite inferiore (spinta passiva), il terreno inizia a scorrere lungo questi piani. I coefficienti di spinta attiva, Ka, e passiva, Kp, rappresentano i valori limite, rispettivamente inferiore e superiore, del rapporto tra le tensioni efficaci orizzontale e verticale ( ( ) sin sin

); in

particolare il valore del coefficiente di spinta a riposo, K0, compreso tra il valore di Ka e quello di Kp.

Da questo diagramma si pu osservare che il valore della spinta attiva si realizza per uno spostamento relativo del muro pari a 0,001 della sua altezza. Parlando di cedimento del terreno si presenta ora il breve esempio di un muro di spinta a valle di una porzione di terreno (forza peso W) inclinato di un angolo esercita su di esso una spinta S; sul terreno agiscono 2 spinte (normale N e tangenziale T). Posso scrivere lequilibrio: sin os os sin In condizioni di rottura avr: tan Il coefficiente di sicurezza : Ho un sistema di 3 equazioni in 3 incognite (T, S, N) che posso ora determinare.

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4.2) LA TEORIA DI COULOMB ED IL METODO DELLEQUILIBRIO GLOBALE


Il metodo dellequilibrio globale utile per risolvere dei problemi di stabilit relativi ai muri di sostegno; tale metodo si basa sui passi seguenti: - Individuazione per successivi tentativi di una superficie di scorrimento critico; - Assunzione di una distribuzione di tensioni lungo questa superficie; - Risoluzione del problema mediante unequazione di equilibrio globale del terreno. Vediamo ora di calcolare la spinta attiva Sa relativa ad un muro di sostegno applicando questo metodo; in questa trattazione trascuriamo lattrito tra il muro ed il terreno. Suppongo che il terreno sia non coesivo (c=0) e che non sia presente la falda (u=0). Il muro subisce uno spostamento in avanti che causa la rottura di un concio di terreno; le forze che agiscono su questo concio sono: la forza peso W, la componente di spinta S e la sollecitazione che si esplica lungo la superficie di rottura del concio (componenti N e T). Facendo lequilibrio globale ho: os sin { sin os In condizioni di rottura lungo la relativa superficie devono svilupparsi delle tensioni tangenziali proporzionali alle tensioni normali rispetto al parametro tg (): tan tan Sostituendo nella precedente espressione avr: sin [sin sin sin os tan tan tan os os [ os ] os [sin tan tan sin ] tan os tan tan ot tan ] tan Le condizioni di equilibrio globale forniscono il valore della spinta S:

Il peso del concio di terreno dato da:

Per cui ottengo: ot tan Quello che abbiamo calcolato il valore della spinta in funzione dellangolo formato dal piano di scorrimento con la direzione orizzontale. Il valore massimo di tale spinta rappresenta la spinta attiva delle terre contro il muro ed dato da: ( Che sostituito in S mi d la spinta attiva Allo stesso modo possibile determinare il coefficiente di spinta passiva Kp. Il ragionamento simile a quello precedente solamente che in questa situazione il muro viene spostato verso il
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) tan ( ) con ( )

terreno, il concio si sposta verso lalto, e viene invertito il verso dello sforzo tangenziale T sulla superficie di scorrimento. Facendo lequilibrio globale ho: { Dato che resta sempre valida lespressione: alla fine ottengo: tan Il peso del concio di terreno sempre: ot Quindi alla fine la mia spinta passiva : tan ( ) con ( ) I coefficienti di spinta attiva e passiva hanno gli stessi risultati del metodo di Rankine (pasta solo applicare alcune sostituzioni di trigonometria). Nel caso di una parete in condizioni non drenate, imponendo le condizioni di equilibrio globale, posso dire che: os { sin Siccome ci troviamo in condizioni non drenate allora lungo la superficie di scorrimento di sviluppa una tensione tangenziale pari a: ; quindi la sollecitazione tagliante sul concio sar data da: dove l la lunghezza della superficie di scorrimento. Imponendo luguaglianza tra questultima relazione e la seconda delle equazioni del sistema precedente: sin e facendo alcune semplici sostituzioni avr: ot sin sin sin sin Questo valore di altezza rappresenta laltezza del terrapieno che in condizioni non drenate riesce a sostenersi da solo in funzione dellangolo . Pu essere calcolato il valore di minimo di questa altezza imponendo: ottengo e quindi la mia altezza critica sar: . Con il metodo di Rankine si ottiene unaltezza critica di: Tutto questo discorso sta a significare che unopera di sostegno per un terrapieno in condizioni non drenate risulta inutile se la sua altezza inferiore ad Hcr in quanto la spinta risulta essere nulla. Si pu allora dire che unopera di sostegno pi alta di Hcr subisce una spinta esclusivamente per la porzione di terreno pi profonda di Hcr . os sin tan sin os ripeto il procedimento precedente ed

4.3) ANALISI LIMITE


Lanalisi limite studia le condizioni limite di una struttura; essa si basa su due teoremi: teorema statico (o del limite inferiore) che analizza una situazione equilibrata, ma non congruente e teorema cinematico (o del limite superiore) che analizza una situazione cinematicamente congruente, ma non equilibrata. Non detto che questi due teoremi forniscano la soluzione che ci serve, spesso otteniamo un intervallo allinterno del quale si colloca la soluzione al problema. Teorema statico: il teorema del limite inferiore afferma che se esiste un sistema di forze esterne Fi in equilibrio con uno stato tensionale interno i in ogni punto e che non viola in nessun punto il criterio di rottura del materiale, allora il collasso non pu avvenire e il livello dei carichi considerati rappresenta un limite inferiore per quello di rottura. Il teorema statico presuppone come ipotesi la presenza di un set di forze equilibrate Fi esterne e i interne. Tale set
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statico non viola in nessun punto la condizione di rottura del materiale. Pu anche essere considerata la condizione di collasso del sistema; essa sar caratterizzata da un set statico equilibrato Fc, c e da un set cinematico congruente dwc (spostamenti), dc (deformazioni). A questo punto posso applicare il PLV in due situazioni distinte, la prima tra il set statico Fi, i ed il set cinematico a collasso, mentre la seconda tra i set statico e cinematico di collasso; avremo quindi le seguenti equazioni: (condizione di non rottura)

(condizione di rottura) A questo punto necessario andare a fare dei confronti tra queste due relazioni, a tale scopo nello spazio delle tensioni disegno un ipotetico dominio di rottura e riportiamo le condizioni di carico che sono state considerate nelle precedenti espressioni. Considero le seguenti quantit: esse possono essere viste come la proiezione del vettore rappresentativo dello stato tensionale sulla direzione del vettore deformazione plastica moltiplicata per il modulo di questultimo. Possiamo quindi vedere che OA la proiezione di i e OB la proiezione di c, per cui si pu affermare che: e quindi e perci soddisfatta solo se ci dimostra che il sistema di forze esterne Fi rappresenta un limite inferiore al carico di collasso Fc. Teorema cinematico: il teorema del limite superiore afferma che assegnato un determinato meccanismo di collasso se il lavoro del sistema forze esterne eguaglia il lavoro dissipato dalle forze interne, allora il collasso avviene sicuramente e il sistema di forze considerato rappresenta un limite superiore al carico di collasso reale. Il teorema cinematico considera un cinematismo di collasso congruente dwu (spostamenti), du (deformazioni) in corrispondenza del quale pu essere calcolato attraverso il principio dei lavori virtuali un sistema di forze esterne il cui lavoro compiuto uguagli lenergia dissipata dalle tensioni interne; indichiamo tale set statico con Fu, u; si pu quindi scrivere che: Pu anche essere considerato il set statico equilibrato nelle effettive condizioni di collasso Fc, c il quale pu essere messo in relazione attraverso il PLV al set cinematico congruente relativo al meccanismo di collasso ipotizzato: Anche in questo caso per poter confrontare le due relazioni scritte facciamo riferimento nel piano delle tensioni ad una ipotetica superficie di rottura sulla quale riportiamo gli stati tensionali considerati; consideriamo le due quantit: che rappresentano la proiezione del vettore relativo allo stato tensionale considerato lungo la direzione individuata dal vettore di plasticizzazione moltiplicata per il modulo di questultimo. Si osserva che OA la proiezione del vettore c, mentre OB la proiezione del vettore u, per cui possibile scrivere che: e quindi e perci soddisfatta solo se e questa relazione dimostra che i carichi associati ad un meccanismo
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di collasso congruenti rappresentano un limite superiore al valore reale del carico di collasso. Unendo i due risultati ottenuti si pu dire che: Considero alcuni esempi: - Rottura in condizioni non drenate: in questo caso lanalisi viene fatta in termini di tensioni totali. Si pu osservare che il vettore di deformazione plastica ha componenti esclusivamente verticale, questo significa che la condizione di rottura del terreno avviene esclusivamente con scorrimenti tangenziali senza alcuna variazione di volume;

- Rottura in condizioni drenate (senza coesione): lanalisi


viene fatta in termini di tensioni efficaci;

Superficie di rottura inclinata di un angolo : in condizioni di rottura sappiamo che sulla superficie di scorrimento si hanno due componenti di sollecitazione: una normale ed una tangenziale legate tra loro dalla relazione: tan In condizioni di rottura la superficie subisce una deformazione la quale pu essere quantificata con uno spostamento w normale alla superficie di plasticizzazione nel piano delle tensioni; si pu quindi dire che le due componenti di spostamento sono date da: sin os

Si pu osservare che la componente di spostamento della superficie di rottura risulta perpendicolare allo stato tensionale applicato. Si pu ora calcolare il lavoro interno compiuto a seguito di questo spostamento: tan tan os sin Posso ora analizzare il problema della stabilit di una parete verticale; lo scopo quello di calcolare laltezza critica del rilevato oltre il quale esso non in grado di sostenersi da solo. Si fa prima unanalisi con il teorema cinematico (calcolo di un limite superiore per Hcr) e poi una analisi con il teorema statico (calcolo di un limite inferiore per Hcr). Faccio i calcoli supponendo che la rottura avvenga per un angolo di /4 (analisi cinematica). (v lo spostamento verticale) Il lavoro esterno quello eseguito dal peso proprio del concio che subisce uno spostamento in direzione verticale pari a : Il lavoro interno dato dallenergia dissipata lungo la superficie di scorrimento in condizioni non drenate di rottura: Uguagliando le 2 precedenti espressioni otterr:
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Limite superiore per laltezza critica del rilevato. Considero le equazioni di equilibrio (analisi statica):

che integrate danno: Imponendo le condizioni al contorno sul lato destro e superiore si ottiene che il valore delle due costanti nullo. In funzione della profondit z aumenta la tensione e quindi aumentano le dimensioni del corrispondente cerchio di Mohr; la condizione limite di rottura viene raggiunta in corrispondenza dellaltezza critica ricercata:

Con questa altezza del rilevato ho determinato una soluzione equilibrata che in ogni punto non viola le condizioni di rottura; sono soddisfatte le ipotesi del teorema statico e quindi tale valore dellaltezza rappresenta lestremo inferiore del valore critico reale.

4.4) CASI DI STUDIO


Si va ora ad applicare queste discussioni allo scopo di determinare le spinte attive e passive di un terrapieno contro un muro di sostegno. Applicando il teorema cinematico il lavoro compiuto dalle forze interne nullo e quindi per la scrittura del PLV sufficiente calcolare il lavoro compiuto dalle forze esterne che sono la componente di spinta attiva e il peso del concio di terreno. La spinta attiva lavora per la componente orizzontale dello spostamento, mentre il peso del concio di terreno lavora per la componente verticale (chiamo w lo spostamento, u la sua componente orizzontale e v quella verticale). os { sin sin Il lavoro esterno per il PLV deve essere nullo, quindi: Il peso del concio di terreno sempre: tan ot os

Quindi: ot tan Questo valore della spinta per ogni considerato rappresenta un limite superiore al vero valore della spinta attiva. Tra questi infiniti valori il minimo dar quello pi attendibile come limite superiore da adottare (valore minimo ( ) quindi ). Limite superiore. Per applicare il teorema statico devo determinare una soluzione equilibrata e conforme (rispettosa in ogni punto delle condizioni di rottura del materiale). Considero le equazioni di equilibrio:

che integrate danno:

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Imponendo le condizioni al contorno sulla z in corrispondenza della superficie libera si ottiene che la corrispondente costante di integrazione nulla, quindi: Questo livello tensionale relativo ai punti che si trovano su un piano orizzontale pu essere riportato allinterno del piano di Mohr allo scopo di determinare la tensione orizzontale che porta alle condizioni di rottura su quel piano. Il valore della tensione orizzontale che porta a rottura il terreno ad un determinato valore di affondamento z dato da: che in ogni punto del campo non eccede le capacit di resistenza, per cui sono soddisfatte le ipotesi del teorema statico. Posso calcolare la risultante delle tensioni orizzontali contro il muro di sostegno: ( )

questo valore rappresenta il limite inferiore della spinta attiva. Si pu quindi osservare che nelle due trattazioni (teorema statico e teorema cinematico) ho determinato un limite inferiore ed un limite superiore della spinta attiva che coincidono, quindi il valore ottenuto quello effettivo che porta a collasso la struttura. Un procedimento analogo pu essere applicato per calcolare la spinta passiva contro il terreno da parte del muro di sostegno. Limite superiore.

Limite inferiore. I due valori coincidono quindi questo il valore reale di spinta passiva. Con il teorema cinematico si vuole calcolare laltezza critica del terrapieno naturale: Il lavoro interno sempre nullo, mentre per quanto riguarda il lavoro esterno abbiamo solamente il contributo della forza peso W e quindi necessario calcolare la componente verticale dello spostamento. sin quindi: sin imponendo il PLV Lest deve essere nullo e con la forza peso pari a avr: ot sin ot

Questa espressione, per ogni valore di , deve fornire laltezza del terrapieno che rappresenta un limite superiore alla reale altezza critica. Per quei valori di per i quali si annullano le funzioni trigonometriche H risulta indeterminata, mentre per gli altri valori di laltezza deve risultare nulla. Il minimo valore tra questo insieme di limiti superiore dato da H=0, per cui un terreno dotato di attrito in condizioni drenate non permette la realizzazione di una parete naturale.
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Si passa ora al caso di un terreno la cui superficie libera inclinata di un angolo rispetto allorizzontale. Applicando il teorema cinematico supponiamo un meccanismo di rottura determinato dallo scorrimento di una porzione del terreno lungo una superficie inclinata e parallela alla superficie libera. Per scrivere il PLV consideriamo una porzione limitata di quella lastra che scorre; lungo le due superfici ideali di definizione di questa porzione la distribuzione delle forze la stessa e quindi il contributo al lavoro esterno su queste due superfici nullo. Lunico contributo che abbiamo quello della forza peso che lavora per uno spostamento: sin quindi: sin imponendo il PLV Lest = 0 avr: sin

Per ogni valore dello spessore della lastra che definisce il meccanismo di collasso abbiamo che il peso W 0 e quindi la precedente equazione soddisfatta se risulta che: sin . Cio per ogni spessore della lastra come limite superiore per linclinazione del terrapieno abbiamo langolo di attrito . A questo punto si va a fare unanalisi statica allo scopo di determinare un limite inferiore per linclinazione . Metto in evidenza un elementino di volume appartenente al terrapieno nel modo indicato in figura. Su tale elementino applico le equazioni di equilibrio in modo tale da determinare una soluzione equilibrata; si osserva, inoltre, che sulle due facce verticali la distribuzione delle tensioni uguale ed opposta e quindi nelle equazioni di equilibrio non interviene. { con sistema mi danno: { os os percui tan sin os { sin os os sin os che sostituiti nel precedente

Al variare dellaffondamento h il punto A si sposta lungo la retta di equazione tan . A partire da questo punto si possono definire in modi diversi degli stati di sollecitazione che oltre ad essere equilibrati risultano anche conformi. Lo stato di sollecitazione pi comodo da adottare quello relativo al cerchio di Mohr tangente in A alla retta tan . Questa scelta garantisce che la conformit non violata in nessun punto del terrapieno fin tanto che langolo rimane inferiore allangolo dattrito . Questo significa che il valore = rappresenta il massimo dei limiti inferiori per linclinazione del terrapieno. Adottando = siccome rappresenta sia il limite inferiore che il limite superiore pu essere adottato come valore ultimo dellinclinazione del terrapieno oltre il quale abbiamo la rottura del sistema, allora si ha . Il massimo valore dellinclinazione di un terreno non coesivo in
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condizioni drenate pari al suo attrito e quindi lunica possibilit che un terreno di questo tipo possa essere impiegato per realizzare una parete verticale che il suo angolo di attrito sia pari a /2. Il metodo cinematico pu essere applicato anche quando le condizioni di rottura del terreno vengono ipotizzate con un meccanismo a pi blocchi (per scrivere le equazioni in questo caso necessario tener presente che il lavoro interno compiuto lungo le sezioni di scorrimento risulta nullo, e quindi lequazione data semplicemente da Lest=0). Si esamina, infine, un meccanismo di tipo rotatorio; suppongo che la superficie di rottura subisca uno spostamento perpendicolare al segmento che unisce il centro di rotazione con il punto considerato sulla superficie stessa. La superficie che subisce lo spostamento sar inclinata di un angolo rispetto al vettore spostamento. Secondo queste definizioni si pu dire che: tan tan Integrando tra r ed r0 e tra e 0 avr: lo ( ) tan

Che rappresenta un arco di spirale logaritmica. Se il problema dovesse essere trattato in condizioni non drenate allora langolo di attrito sarebbe nullo (=0) e quindi lespressione della superficie di rottura di semplifica e si ottiene un arco di circonferenza: r = r0. Nel caso di dreno verticale la pressione neutra allinterno del dreno pu essere considerata nulla e quindi la sua parete verso linterno presenta una quota piezometrica variabile con z , per cui in tale posizione non abbiamo una superficie equipotenziale. Le linee di corrente e quelle equipotenziali formano un angolo diverso da 90 con la parete interna del dreno. Sia le linee di corrente che le superfici equipotenziali che giungono al dreno sono inclinate perch la superficie interna del dreno non n una linea di corrente n una superficie equipotenziale. La superficie libera pu essere considerata come una superficie equipotenziale, mentre lo strato impermeabile rappresenta una linea di corrente. Lacqua che giunge nel dreno percola verso il basso, l viene posato un tubo per smaltire lacqua in eccesso per mantenere il dreno vuoto ed efficiente. Con queste condizioni possibile studiare il moto di filtrazione che caratterizza il sistema Nel dreno orizzontale la pressione neutra allinterno del dreno pu essere considerata nulla, quindi la superficie superiore una superficie equipotenziale. Anche la superficie libera del terrapieno una superficie equipotenziale per cui le linee di corrente che partono dallalto sono delle rette che cadono perpendicolarmente sulla fascia superiore del dreno. Sulla superficie laterale del dreno la quota piezometrica varia con z e quindi non abbiamo le linee di corrente che arrivano perpendicolarmente su questa faccia del dreno. Al solito la superficie di separazione tra il terreno e lo strato impermeabile pu essere considerata una linea di corrente. Nella porzione di terrapieno sopra il dreno il moto di filtrazione verticale verso il basso, e quindi lequazione di Laplace pu essere considerata la seguente: questo significa che h varia con legge lineare e quindi lo stesso tipo di variazione caratteristica della pressione neutra.

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4.5) RIASSUNTO DEI METODI


Considero il piano di campagna orizzontale e la falda che arriva fino in superficie, suppongo che il terreno sia caricato per una superficie limitata. Il sistema lo considero in condizioni non drenate e quindi la condizione di rottura definita da una retta: Si fa unanalisi secondo la teoria di Rankine applicando la condizione di rottura ai due elementi di terreno rappresentati in figura. Possiamo affermare che sullelemento 2 agisce una tensione verticale nulla ( ) ed una tensione orizzontale di cui a priori non conosciamo lentit, ma possiamo certamente dire che per reciprocit questa deve risultare uguale alla tensione orizzontale dellelemento 1 ( ). Lelemento 2 raggiunge le condizioni di rottura nel momento in cui la sua tensione orizzontale arriva ad assumere il valore: , quindi anche La rottura dellelemento 1 si avr quando lopera posta sopra il terreno sar tale da indurre una tensione verticale sullelemento 1 il cui cerchio di Mohr risulta essere tangente alla retta di rottura; tale condizione si ha quando: Questo livello di tensione quello che secondo la teoria di Rankine porta a collasso il terreno che sostiene lopera. Facendo unanalisi secondo il teorema cinematico ipotizzando un meccanismo di collasso per il terreno che sostiene la struttura, avr: Il calcolo del lavoro interno deve essere fatto moltiplicando la tensione tangenziale per lo spostamento relativo subito dalle superfici di rottura per la relativa area.

Per cui: Quindi

Imponendo ottengo Applicando questi due procedimenti ho ricavato due valori diversi per la tensione che conduce alla rottura del terreno; questi due metodi sono solamente unanticipazione dei metodi dellanalisi limite attraverso i teoremi del calcolo a rottura. Ipotizzando un nuovo meccanismo di collasso: Per il lavoro interno valuto gli spostamenti coinvolti: La tensione che viene esercitata sulle superfici di scorrimento quella relativa alle condizioni non drenate: Quindi

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Imponendo ottengo Si ottenuto lo stesso risultato del caso precedente; questa per non una cosa che deve avvenire sempre. Il carico trovato in corrispondenza di questo meccanismo provoca sicuramente il collasso strutturale, e rappresenta un limite superiore al valore del carico di collasso reale. Siamo quindi sicuri che il carico di collasso reale non possa superare questo valore. Considero un altro meccanismo di rottura relativo sempre allo stesso tipo di problema. Il meccanismo costituito da due triangoli laterali e la porzione centrale data da una serie di settori circolari di ampiezza infinitesima che insieme costituiscono un quarto di cerchio. Da cui ottengo Anche questo valore rappresenta un limite superiore al carico di collasso reale ed essendo numericamente pi piccolo del precedente diventa un valore pi attendibile. Vediamo ora come pu essere applicato il teorema statico a questo tipo di problema. Divido il terreno sotto il carico applicato in 3 porzioni diverse, supponiamo che la direzione orizzontale e quella verticale siano le direzioni principali di tensione, allora le condizioni di equilibrio possono essere espresse attraverso le seguenti equazioni indefinite:

che integrate danno: Vediamo ora di determinare una soluzione del problema che soddisfi queste condizioni di equilibrio. Ad una certa profondit z nella zone (1) e (3) la tensione verticale pu essere scritta come: Nelle zone (1) e (3) la tensione orizzontale massima che pu essere calcolata quella relativa alla condizione di rottura in una situazione non drenata; tale tensione quindi data da: Per lequazione indefinita di equilibrio la tensione orizzontale non deve cambiare nella direzione x e quindi deve mantenersi inalterata anche nella zona di interfaccia tra la porzione (1) e la (2); possiamo quindi dire che: A questo punto si pu determinare la tensione verticale nella zona (2) tale per cui siano raggiunte le condizioni di rottura; tale tensione secondo il criterio di Mohr Coulomb pu essere scritta come: Nella zona (2) la tensione verticale pu anche essere scritta come: dove q il carico applicato al terreno da parte della struttura. In condizioni di rottura tale tensione dovr uguagliare quella precedentemente determinata, quindi: che rappresenta il carico sotto il quale la soluzione determinata raggiunge le condizioni di rottura. Tale carico rappresenta un limite inferiore al carico di collasso reale in quanto stato determinato sfruttando una soluzione soddisfacente alle condizioni di equilibrio e che in ogni punto non viola il criterio di rottura del materiale.

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