1. Forma e dimensioni del volume del sottosuolo dal punto di vista fisico-meccanico
Chiamato il volume significativo dell’opera in occasione di un’opera progettuale, sono funzione del tipo di opera da
relazionare in relazione alle tensioni indotte nel sottosuolo, da parte dell’opera in progetto.
Con uno schema indicativo, si consente di definire il volume significativo di
un’opera che interessa un sottosuolo
La profondità significativa D corrisponde alla profondità dal piano campagna
alla quale le sovrappressioni dall’opera si riducono a (0,1 ∙ σ l) della tensione
in sito prima della costruzione dell’opera stessa
Se l’opera insiste su un ammasso roccioso con una discontinuità, bisogna
tener conto dell’orientazione delle sollecitazioni nel sottosuolo.
Quindi in presenza di una o più discontinuità, le sovrappressioni indotte in
profondità tendono a canalizzarsi lungo le superfici di discontinuità
sollecitando e deformando profondità ben maggiori. Ciò comporta la
necessità di investigare volumi significativi fino a profondità maggiori.
2. Parametri fisici del materiale roccia intatta o dei volumi di roccia intatta
delimitati da discontinuità
La determinazione dei parametri fisici e meccanici è necessaria se abbiamo un substrato di roccia massiva, sia se si
tratta di un ammasso roccioso con discontinuità. E in questo caso i deve studiare la roccia e la discontinuità. I
principali parametri fisici sono:
Peso specifico dei granuli solidi: rapporto tra il peso e il volume della parte solida del materiale (t /m 3)
Peso specifico apparante o peso di un volume: Si calcola un peso specifico apparente, dato dal volume rapporto
fra il peso di un campione e il suo volume, compresi i vuoti (t /m 3)
Grado di compattezza: rapporto fra il peso specifico apparente e quello della parte solida. ( % )
Porosità totale: Rapporto percentuale fra il volume dei vuoti e il volume totale, si contano i pori isolati e i pori
comunicanti con l’esterno (% )
Porosità efficace: si determina saturando il campione con acqua distillata. È il rapporto tra il volume di acqua
assorbita e il volume del campione. Il parametro si riferisce al volume dei pori interni ed esterni.
Permeabilità: attitudine di una roccia a lasciarsi attraversare dai fluidi. La permeabilità di una roccia massiva è
dovuta alla presenza dei pori all’interno della roccia ed è proporzionale alla porosità efficace.
Coefficiente di imbibizione riferito al peso: aumento percentuale di peso che la roccia presenta a seguito di
prolungata immersione in acqua fino a peso costante.
Coefficiente di imbibizione riferito al volume: Percentuale di volume della roccia che viene riempita d’acqua a
seguito di prolungata immersione; il coefficiente è dato dal rapporto percentuale tra volume di acqua assorbito e
volume totale di roccia
Grado di saturazione: Rapporto tra il coefficiente di imbibizione riferito al volume e la porosità totale ed esprime
la percentuale di vuoti presenti nella roccia che vengono riempiti dall’acqua di imbibizione
Durezza: proprietà delle rocce a presentare resistenza per lo sfregamento o attrito. Essa non dipende dalle durezze
ei singoli minerali, ma al loro stato di aggregazione. Per stabilire una scala di durezza devo considerare:
1. Segabilità: Rocce tenere con sega a denti; rocce semidure con sega liscia e rocce dure con sega liscia e polvere
di diamanti
2. Logorabilità: Proprietà delle rocce di consumarsi più o meno rapidamente a causa di uno sfregamento, che può
definirsi con le prove:
a. Prova di usura per attrito radente: spessore di uno strato abraso da un provino parallelepipedo
premuto con una definita pressione
b. Prova di usura per rotolamento: il pietrisco con granulometria specifica viene posto in un cilindro
rotante. Si determina la perdita in peso dopo un certo numero di giri
c. Prova di usura al getto di sabbia: si esegue sulla faccia spianata di un provino che viene esposta per un
certo tempo al getto in aria compressa
3. Resistenza alla perforazione Si registra la velocità di penetrazione nella roccia di una punta rotante, caricata da
un peso prefissato.
Durevolezza: resistenza opposta dalle rocce alle azioni atmosferiche che tendono ad alterarle o a disgregarle: un
clima più umido è più sfavorevole di un clima secco e costante
Gelività: capacità di una roccia di resistere all'azione del gelo e disgelo. L’acqua nelle fratture, quando si trasforma
in ghiaccio, aumenta di volume, ampliando le fratture
Potere Legante: attitudine dei frammenti di alcune rocce a legarsi con altre particelle per formare un corpo unico e
compatto. Rocce con alto potere legante sono quelle che contengono carbonato di calcio come i calcari.
Proprietà termiche: caratterizzano il comportamento della roccia sotto l'azione del calore
Conducibilità termica: capacità di una roccia di propagare il calore
Capacità termica: capacità di immagazzinare il calore
Analisi granulometriche mediante setacciatura: il volume significativo dell’opera interessa la presenza di rocce
incoerenti (sabbie, brecce) è utile caratterizzare sedimento sciolto. Ciò è possibile mediante l’esecuzione in
laboratorio di una prova di setacciatura o granulometrica che consente di ricavare la curva granulometrica.
La setacciatura:
o Si usa per costruire la curva granulometrica: la distribuzione in peso delle diverse classi di diametro.
o Si utilizzano 6-8 setacci impilati che sono sottoposti ad agitazione.
o I granuli passano attraverso le maglie dei setacci a seconda della loro dimensione. Le aperture delle
maglie sono via via inferiori nei setacci inferiori.
Alla fine della setacciatura, il materiale raccolto in ogni setaccio viene pesato, calcolando le percentuali in peso e
disegnando la curva granulometrica.
3. Le sollecitazioni semplici che possono agire su una roccia e le prove in sito e di laboratorio per determinare le
relative proprietà meccaniche
Le prove di schiacciamento si eseguono usualmente su provini di forma cilindrica che devono rispettare le sguenti
normative:
Uso di provini cilindrici le cui facce contrapposte debbono essere piane, e ortogonali all’asse del provino e di
carico
Il diametro dei provini non deve essere inferiore a 5.4 cm e, comunque, pari a 10 volte il diametro del granulo
di maggiori dimensioni presenti nel provino testato.
Il rapporto fra altezza e diametro del provino deve essere pari a 2.0 ÷ 2.5 in modo tale da ottenere una
distribuzione delle tensioni nella porzione centrale dello stesso, dove avviene la rottura.
La velocità di crescita del carico deve corrispondere ad un tempo di prova di circa 5 ÷ 10 minuti per il
raggiungimento della resistenza di picco dei più comuni litotipi.
Il numero minimo di provini da testare per ricavare il valore caratteristico della resistenza a compressione deve
essere di almeno 5.
La prova viene eseguita disponendo il provino fra due piastre di carico piane e parallele in cui quella inferiore è
fissa e fa da contrasto a quella superiore che è libera di muoversi lungo un asse verticale.
Avviata la prova si registrano in continuo la forza impressa alle piastre e le deformazioni verticali e orizzontali subite
dal campione; ciò serve per ricavare, oltre al valore di resistenza a compressione σ ci anche altri parametri
meccanici quali il modulo di elasticità o di Young E e il modulo di Poisson v .
CURVA SFORZO-DEFORMAZIONE
TRATTO OA: accompagnato da una leggera diminuzione di
volume, dovuto alla chiusura delle microfratture preesistenti nel
provino e ad un adattamento delle piastre di carico alle facce
dello stesso
TRATTO AB: Le deformazioni di questo tratto sono reversibili
TRATTO BC Raggiunta una tensione di soglia, nel provino iniziano a
formarsi delle microfratture, che possono essere definite stabili in
quanto se lo stato tensionale indotto nel provino non cresce,
esse tendono a non svilupparsi
TRATTO CD: Si verifica un sensibile aumento delle microfratture. Si
osserva un aumento della deformazione volumetrica del provino
fino ad arrivare alla rottura dello stesso. La rottura si manifesta o
con la formazione di un piatto di frattura nella porzione mediana
del provino, oppure mediante più piani di frattura a decorso sub verticale.
Il valore massimo della tensione verticale che la roccia è in grado di sopportare, corrispondente al punto D, ed è
calcolata:
F
σ ci=
AP
Dove: F=¿Forza applicata al momento della rottura e A p =¿Area del provino ottenuta dal diametro iniziale d
TRATTO DE: superata la massima resistenza della roccia, si ha un incipiente sviluppo di fratture macroscopiche.
L’andamento di questo tratto sta ad indicare l’incapacità della roccia di esprimere una capacità portante.
TRATTO EF: Lo stadio finale della prova durante il quale lo stato di fratturazione aumenta, fino alla completa
frantumazione dello stesso.
La caduta di resistenza che si misura dopo il punto D, può decrescere bruscamente nel caso di rocce a
comportamento fragile, si ha una diminuzione più graduale in rocce a comportamento di tipo duttile.
Modulo di Young
Il modulo di elasticità che si può ottenere da una prova di compressione semplice non è univoco. È possibile
ricavarne diversi tipi: modulo tangenziale iniziale Et , il modulo tangente in un qualsivoglia punto della curva Et , il
i
modulo medio del tratto lineare della curva É , il modulo secante in un punto della curva E S.