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SCHEDA PERU’
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL
PROGETTO:
La storia politica peruviana è stata attraversata da alterne vicende di domini dittatoriali che hanno provocato
ingenti danni economici e sociali, inibendo lo sviluppo del Paese. Dopo una lunga dittatura militare, negli
anni ’80 il Perù ristabilì un regime democratico che fu costantemente minacciato dalla campagna terroristica
del gruppo maoista Sendero Luminoso. A fronte di questa situazione, venne eletto nei primi anni ’90 Alberto
Fujimori, che con un auto-golpe nel 1992 sospese la Costituzione e sciolse Congresso e Corte Suprema,
determinando così l’inizio di una nuova era dittatoriale. Fujimori fu alla guida del Paese fino al 2001, violando
la Costituzione da egli stesso promulgata nel 1993 e commettendo numerose violazioni dei diritti umani e
civili. Fu costretto alle dimissioni e alla fuga a seguito di un grave scandalo di traffici illeciti e di connivenza
con i paramilitari che aveva coinvolto il suo braccio destro e che comportò l’emissione di un mandato di
cattura nei confronti dello stesso Fujimori. Alla guida del Paese fu eletto nel 2002 Alejandro Toledo,
esponente politico che si era opposto al regime di Fujimoiri nonché primo indio a governare il Perù.
Nonostante gli sforzi del nuovo Presidente, la sua determinazione a combattere la corruzione politica e la
buona performance economica registratasi in questi ultimi anni (nel 2005 la crescita del PIL è stata del
6,7%), il suo Governo non ha portato i benefici sperati e la sua amministrazione ha quindi suscitato
scontento tra la popolazione. Nelle recenti elezioni presidenziali di giugno 2006 il Perù ha eletto il
socialdemocratico Alan Garcia (al suo secondo mandato), determinando così al ballottaggio la sconfitta del
nazionalista Ollanta Humala. Queste elezioni sono state il riflesso delle tensioni sociali presenti nel Paese,
facendo registrare favore verso l’ex comandante Humala (personaggio alquanto discusso) da parte degli
strati più poveri del Perù delusi dal precedente governo Toledo, mentre Garcia (nonostante la sua disastrosa
presidenza a fine anni ’80) ha raccolto il consenso soprattutto della popolazione urbana ed è stato sostenuto
nel ballottaggio dai suoi stessi avversari politici preoccupati di una eventuale salita al potere di Humala.
Secondo l’ultimo rapporto UNDP, il Perù ha un indice di sviluppo umano pari a 0,762 che lo colloca al 79°
posto su scala mondiale. Si stima che la popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà è il 54% e ad
esserne maggiormente colpite sono le comunità indigene. È da segnalare che il Paese ha una forte
connotazione plurietnica: il 45% della popolazione è costituita da indigeni in prevalenza quechua e aymara, il
37% meticci, il 15% è di razza bianca ed il restante 3% sono neri, asiatici o altri gruppi etnici. A livello
demografico si registra nel Paese una bassa densità di popolazione dovuta ad un netto flusso migratorio
verso le città (in particolare Lima) dove si ha quindi un altissimo tasso di concentrazione con tutte le
conseguenze negative che ne derivano. La politica di privatizzazione condotta negli anni ’90, la
liberalizzazione del commercio ed il basso livello di spesa pubblica in ambito sociale ha fatto sì che il Paese
acuisse ancor più i problemi sociali ed il tasso di disoccupazione (secondo gli ultimi dati nella sola capitale
risulta essere dell’8,7%). L’economia peruviana riflette quella che è la varietà climatico-ambientale del suo
territorio: l’arida regione costiera, il territorio andino e la regione tropicale ai confini occidentali. Sulla costa
prevalgono le colture agricole destinate in parte all’esportazione. Il Perù è ricco di risorse minerali ed in
particolare nel Nord vi sono notevoli giacimenti petroliferi. L’industria peruviana è prevalentemente orientata
alla raffinazione e alla lavorazione dei minerali. La dipendenza, però, dalla fluttuazione dei prezzi di mercato
di questi beni comporta per il Perù una costante minaccia di instabilità economica, tanto più se si considera
che la mancanza di adeguate infrastrutture nel Paese ostacola il commercio e gli investimenti.
La comunità di Huaycàn si trova nel distretto di Ate Vitarte, a pochi chilometri di distanza da Lima, la capitale
del Perù, e fa parte della sua enorme periferia. Huaycàn ha una popolazione di circa 126.480 abitanti ed
occupa un’area di circa 5.690 Km quadrati divisa in 26 zone ordinate alfabeticamente (A-Z). Il territorio è
caratterizzato dalla presenza di montagne rocciose a sud e da terreni coltivabili al nord, dove si concentra la
popolazione. Il fiume Rimac permette l’irrigazione delle zone agricole che hanno, in ogni modo, una
bassissima fertilità a causa del clima secco che caratterizza Huaycàn. Le principali risorse naturali della zona
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sono costituite dalla presenza di animali domestici, dai terreni coltivabili e da alcuni minerali come l’argilla. Il
territorio di Huaycàn è stato sede di insediamenti sin dall’epoca preincaica. Con la dominazione spagnola, il
territorio divenne proprietà di un possidente di nome Barreto per essere successivamente occupato dagli
eserciti realisti. In seguito Huaycàn, a causa della sua posizione strategica per l’accesso alla capitale, ha
continuato ad essere zona di guerre e scontri fra le varie forze politiche e militari che si sono contese il
potere in Perù. Nel 1984 Huaycàn ha accolto un programma governativo speciale per la creazione di
abitazioni. Nel 1986 venne costituita la Comunità Urbana Autogestita di Huaycàn (CUAH). Attualmente, la
popolazione di Huaycàn è formata prevalentemente da contadini che emigrano dalle zone rurali dell’interno
per sfuggire alla fame e alla disoccupazione. Arrivati nella capitale senza lavoro e senza un’abitazione,
spesso non trovano posto nemmeno nei quartieri più poveri. Il fenomeno della migrazione verso la metropoli,
infatti, crea forti scompensi ed enormi carenze in questa zona già di per sé estremamente povera e
degradata. Il territorio manca completamente d’infrastrutture (strade, elettricità, etc.); l’acqua è fornita da
autocisterne in maniera insufficiente e sporadica. A Huaycàn si occupa un suolo (lote) con una spesa
minima e poi si costruisce una baracca con qualsiasi materiale a disposizione: legno, canne, cartone,
lamiere e solo se si è ricchi ci si può permettere di usare dei mattoni
OBIETTIVI GENERALI:
La Legge 64/01 afferma che il Servizio Civile è finalizzato a “ Contribuire alla formazione civica sociale,
culturale e professionale dei giovani”. Trattandosi di giovani adulti, la dimensione formativa si sviluppa più
nel “fare”, che nell’apprendere teorie. In tal senso la legge afferma che il contributo alla formazione si attua
“mediante attività svolte”. I giovani crescono facendo, impegnandosi personalmente. Nella logica di questo
ragionamento, i primi beneficiari del presente progetto sono i giovani stessi. L’esperienza del Servizio Civile
è anzitutto promozione umana, civica, professionale, etica dei giovani. Il contatto con una umanità
“marginale” al nord o al sud del mondo, con la povertà, la fame, i grandi problemi dello sviluppo, potrà
essere di stimolo per i giovani a rivedere il loro stile di vita consumistico e a capire che l’interessarsi del
prossimo è un problema di civiltà e di cittadinanza, di solidarietà nazionale ed internazionale, anziché un
problema di “eroismo”. Con la realizzazione di progetti di SCV all’estero all’interno della solidarietà
internazionale e della cooperazione internazionale si vuole estendere sia il concetto di “Patria” che quello di
“difesa” all’intera umanità. Il progetto “Caschi Bianchi: Interventi Umanitari in Aree di Crisi – Perù” è un
programma realizzato in rete in diversi paesi ed ha come, obiettivo generale, filo conduttore, tra le diverse
attività proposte nei singoli paesi, la realizzazione di interventi di prevenzione sociale dei conflitti per la
costruzione di processi di negoziazione e di pace attraverso progetti di cooperazione internazionale, i quali
hanno la finalità di promuovere iniziative tese al superamento di situazioni generatrici di ingiustizia.
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¾ Migliorare l’accesso all’istruzione di base e una dieta nutrizionale alimentare idonea ad almeno 60
bambini ospiti della Casetta Niños Esperanza di Huaycan;
¾ Assicurare servizi territoriali di assistenza socio-sanitaria e aggregazione sociale per la popolazione
giovanile della comunità di Huaycan;
¾ Migliorare le condizioni di vita e le prospettive culturali di reinserimento sociale e lavorativo degli
ospiti del Centro Salute Mentale di Huaycan
Il presente progetto vuole contribuire a creare, nei giovani in servizio civile una cultura della solidarietà
nazionale ed internazionale, la coscienza di un’appartenenza alla comunità civile, il senso dei propri diritti ed
insieme dei propri doveri e della propria responsabilità, l’impegno di tutti a costruire il bene comune per tutti
gli uomini di questo nostro mondo, nel rispetto della terra, dell’ambiente e della legalità. L’esperienza nei sud
permetterà ai giovani in servizio civile di incontrare molti volti dei “mali” che oggi affliggono gran parte delle
popolazioni del sud del mondo e nello stesso tempo di prendere coscienza dell’importanza di identificare le
cause del malsviluppo siano esse di ordine politico, che economico o sociale. I giovani in servizio civile
impiegati nel progetto, oltre a realizzare le attività successivamente descritte per ogni paese di intervento,
saranno impegnati nel ruolo di “Antenne” di pace. Concretamente tale attività prevede che i giovani imparino
a leggere la realtà locale dove il progetto si realizza, cogliendone sia gli aspetti conflittuali sia le positive
azioni di cambiamento in atto, sviluppando la capacità di comunicare al Nord del mondo quanto da loro
sperimentato sul campo. In questo modo i giovani in servizio civile potranno essere protagonisti diretti di un
nuovo processo di informazione che possa far leggere con occhi diversi quanto accade nei sud del mondo.
Nel’ambito del settore tutela infanzia e adolescenza il progetto prevede la gestione della Casetta Niños
Esperanza de Huaycan, una struttura preposta all’accoglienza e all’assistenza dei minori di età compresa tra
i tre e i dodici anni, e intende garantire che i bambini vengano accompagnati nel loro cammino di crescita, a
livello educativo e formativo. L’impostazione è spiccatamente comunitaria in quanto ci si propone di
coinvolgere le famiglie dei bambini sia nella gestione della struttura che nelle attività organizzate. Il progetto
si inserisce nelle attività a favore dei minori che la CPS attua in Perù, nella consapevolezza che gli interventi
di sviluppo debbano far leva sulla formazione e sul senso di responsabilità personale del minore e della sua
famiglia. La scuola è un volano di crescita sociale ed economica per qualsiasi comunità: a partire dalla
formazione, dunque, la CPS mira al raggiungimento di un obiettivo più ampio e a lungo termine quale il
miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti. Nell’ambito del settore Sanità e Grandi malattie il
progetto vuole dare sostegno al Centro di Salute Mentale di Huaycan che nasce dalla verifica dei tanti
disagi, non solo materiali ma anche e soprattutto psichici, di chi vive nella baraccopoli di Huaycan. Nel
Centro sono attualmente presenti 30 pazienti affetti da schizofrenia, psicosi maniaco-depressiva, paranoia,
disturbi della personalità, epilessia e ritardi mentali. Ciascun paziente può contare su un controllo medico
psichiatrico mensile, con l’appoggio dell’Ospedale Psichiatrico del Ministero della Salute attraverso
l’Ambulatorio Señora de los Milagros di Huaycan. Il metodo di recupero è inoltre fondato su attività
laboratoriali di auto-sostentamento, di lavoro, di arte ed espressione che hanno lo scopo di facilitare il futuro
reinserimento sociale di ognuno di loro.
Fase 1: Rafforzamento organizzazione e gestione
¾ Coinvolgimento e creazione di consenso da parte delle istituzioni locali in merito al progetto;
¾ Negoziazione e formalizzazione di accordi con le istituzioni diocesane e le istituzioni locali in merito
agli obiettivi del progetto, alle attività previste, alle modalità di coinvolgimento e alle rispettive
responsabilità;
¾ Condivisione programmatica d’intervento con le autorità locali impegnati in loco;
Fase 2: Miglioramento dei servizi di promozione umana e sociale dei minori della Casetta Niños Esperanza
di Huaycan
¾ Sostegno alle famiglie per favorire la frequenza scolastica;
¾ Appoggio scolastico ai minori ospiti della Casetta e monitoraggio dell’andamento scolastico tramite
rilevazione dei risultati;
¾ Supporto alimentare mediante fornitura di un pasto quotidiano per tutti i bambini della Casetta
¾ Coinvolgimento dei nuclei familiari e genitoriali nella promozione del dialogo familiare e
intergenerazionale genitori/figli in ambito educativo
¾ Inserimento nella dieta di alimenti ad alto contenuto proteico
¾ Monitoraggio sanitario
¾ Messa in atto degli interventi necessari a far fronte alle patologie riscontrate
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¾ Promozione di attività di socializzazione e di svago all’interno della comunità
¾ Monitoraggio e valutazione complessiva dell’intervento;
Fase 3: Rafforzamento dei servizi di assistenza socio-sanitaria del Centro Salute Mentale di Huaycan
¾ Ideazione e programmazione di attività formative ludico-ricreative attraverso la promozione
dell’approccio metodologico ludico-formativo di comunicazione espressiva non verbale;
¾ Programmazione di eventi e manifestazioni pubbliche a tema sociale aperti alla socializzazione
comunitaria e alla fruizione della popolazione di Huaycan;
¾ Servizio di reinserimento sociale e orientamento lavorativo;
¾ Formazione per il perseguimento di condizioni igienico-sanitarie adeguate
¾ Informazione nutrizionale
¾ Monitoraggio e valutazione complessiva dell’intervento;
Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, specificando se
volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente.
¾ 1 Responsabile Locale, volontaria CPS
¾ 4 Assistenti sociali, volontarie CPS
¾ 2 Operatori sanitari locali, dipendenti CPS
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¾ Supporto nell’assistenza sanitaria ai bambini ospiti della Casetta e alle loro famiglie, con
un’attenzione particolare nei confronti di chi presenta malattie croniche o invalidità
¾ Supporto nella gestione del servizio mensa
¾ Supporto nell’organizzazione di attività ricreative all’interno della Casetta e incontri di riflessione
pomeridiani settimanali per le famiglie dei bambini
1 volontario/a in Servizio Civile con competenze nell’ambito socio-sanitario sarà coinvolto nelle seguenti
attività:
¾ Supporto in attività laboratoriali organizzate per i pazienti del Centro
¾ Supporto nell’organizzazione di corsi di educazione igienico-sanitaria
¾ Supporto nell’organizzazione di attività di svago e ricreazione
¾ Supporto nella promozione delle attività del Centro
Lima: nessuno
PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati all’estero sono soggetti alle
seguenti condizioni di rischio:
Lima: nessuno
ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI A
FRONTE:
Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza, nell’ambito di tutte le sedi di attuazione progettuale, si
adottano i seguenti protocolli:
¾ comunicazione alle Rappresentanze Diplomatiche d’Italia nel Paese d’invio dei volontari/e, la loro
residenza abituale e il tipo di progetto in cui saranno impegnati;
¾ l’inserimento dei giovani in servizio civile nel Paese d’invio è affidato agli operatori in loco e ai
responsabili paese delle ONG coinvolte nel progetto ed avviene in modo graduale.
¾ l’inserimento prevede l’accompagnamento dei giovani volontari alla scoperta e alla conoscenza del
contesto territoriale e ambientale, del partner locale, e del tipo di progetto nel quale saranno inseriti.
Questa metodologia di inserimento ha anche lo scopo di prevenire eventuali rischi/shock dovuti
all’impatto culturale con conseguenti disagi dal punto di vista relazionale, di ordine pubblico,
sanitario, interculturale, politico;
¾ In fase di formazione sia in Italia che all’arrivo nel paese d’invio ai giovani vengono fornite le
informazioni necessarie per capire gli usi e i costumi locali, i modi di relazionarsi e comportarsi nei
diversi contesti quotidiani in cui i giovani si ritroveranno a vivere dal contesto lavorativo a quello
amicale/relazionale, religioso, politico e sociale; i pericoli legati alla microcriminalità; gli orari e le
zone del paese dove i rischi sono più elevati.
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¾ condivisione con i giovani volontari/e in SCV un vademecum in cui, paese per paese, vengono
identificate le azioni da compiere, le persone da contattare in caso di necessità e/o pericoli.
In particolar modo, si richiede ai volontari il rispetto delle seguenti indicazioni:
¾ ordine pubblico – al fine di evitare fenomeni di microcriminalità diffusa sul territorio locale ogni
spostamento locale del volontario/a è pianificato con gli operatori responsabili. Saranno evitati
spostamenti durante ore serali e notturne;
¾ sanitario – prima della partenza vengono eseguite le necessarie vaccinazioni prescritte e/o
consigliate dall’OMS. All’arrivo nei paesi d’invio vengono fornite informazioni necessarie sulle norme
igienico/sanitarie da seguire. Nella maggior parte dei paesi sia attraverso le Ambasciate e/o i
Consolati Italiani che le conoscenze delle controparti locali, vengono individuati medici e presidi
sanitari a cui rivolgersi in caso di necessità.
¾ politico – ai volontari è richiesto di tenere un atteggiamento di equidistanza tra le varie posizione
politiche espresse nel paese d’invio.
Lima: nessuno
PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero sono soggetti alle seguenti condizioni di
disagio:
¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà totalmente altra e non avere le giuste coordinate per
comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali
che delle istituzioni locali;
¾ il disagio di ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con una forte presenza di
microcriminalità;
¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui sono presenti patologie endemiche quali malaria, aids e/o
tubercolosi;
¾ il disagio di ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o
religiose;
¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni ostacolare
o/e ridurre le attività previste dal progetto e/o le comunicazioni nazionali ed internazionali;
Lima: nessuno
I requisiti che preferibilmente devono possedere i candidati del presente progetto si dividono in: requisiti
generici, che tutti i candidati devono possedere e requisiti specifici inerenti aspetti tecnici connessi ai singoli
Paesi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare
Requisiti Generici:
¾ Esperienza nel mondo del volontariato;
¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi
promossi;
¾ Competenze informatiche di base e di Internet.
Requisiti Specifici:
Lima:
¾ Formazione in campo educativo
¾ Discreta conoscenza della lingua spagnola