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Marco Alessandrini

Letteratura
Italiana
dal 1200 a oggi
1

Il Pensiero

2005 Marco Alessandrini


e-mail: ilpensiero.mensile@infinito.it
sito web: web.infinito.it/utenti/i/ilpensiero.mensile

Indice
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Premessa
Capitolo I
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo IV
Capitolo V
Capitolo VI
Capitolo VII
Capitolo VIII
Capitolo IX

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Capitolo X
Capitolo XI
Capitolo XII
Capitolo XIII
Capitolo XIV

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Capitolo XV
Capitolo XVI
Capitolo XVII
Capitolo XVIII
Capitolo XIX
Capitolo XX
Capitolo XXI
Capitolo XXII
Capitolo XXIII
Capitolo XXIV
Capitolo XXV
Capitolo XXVI
Capitolo XXVII

Nascita del volgare in Europa


Scuole e stili del Basso Medioevo
Guido Cavalcanti (1250 1300)
Letteratura comico-realistica
Dante Alighieri (1265 1321)
Francesco Petrarca (1304 1374)
Giovanni Boccaccio (1313 1375)
Umanesimo
Pico della Mirandola Lorenzo de
Medici
Ludovico Ariosto (1474 1533)
Niccol Machiavelli (1469 1527)
Il Seicento e il Barocco
Galileo Galilei (1564 1642)
Il teatro del 1600: Molire e la
commedia dellarte
Caratteri generali del Settecento
Giambattista Vico (1668 1744)
Caratteri generali dellIlluminismo
Cesare Beccaria (1738 1794)
Carlo Goldoni (1707 1793)
Giuseppe Parini (1729 1799)
Vittorio Alfieri (1749 1803)
Neoclassicismo e Preromanticismo
Vincenzo Cuoco (1770 1823)
Ugo Foscolo (1778 1827)
Romanticismo
Alessandro Manzoni (1785 1873)
Giacomo Leopardi (1798 1837)

Premessa
Uno dei problemi pi grandi, per chi studia, riuscire a fare una
sintesi degli argomenti svolti per fissare meglio i concetti principali.
In prima persona ho avuto bisogno di prendere appunti, in questo
caso di letteratura italiana. Perch, allora, non mettere a disposizione
di tutti questo capitale di sapere, facente tra laltro parte della storia
italiana?
Attenzione: non si tratta di un manuale, o di un libro di testo; e
questa non stata la mia intenzione. Sono nozioni varie, che hanno
bisogno di essere integrate con un buon testo specifico
sullargomento, ma che possono essere utilizzate per conoscere in
misura importante i personaggi e i movimenti pi rilevanti.
Il livello della trattazione si riferisce al triennio della scuola
secondaria superiore, ma (chiss?) potrebbe essere apprezzato anche
da ragazzi pi giovani.
Buona lettura.
lautore

Capitolo III
Guido Cavalcanti (1250 1300)
Tra gli autori pi caratteristici del Dolce Stil Novo c Guido
Cavalcanti. Proviene da una delle pi potenti casate della Toscana, e
per questo impegnato politicamente come guelfo bianco. amico di
Dante Alighieri, ma sar da lui mandato in esilio per motivi politici
(nel 1300) quando Dante priore delle arti e, in citt, scoppiano degli
scontri tra guelfi bianchi e neri, causati anche dal suo tentativo di
uccidere Corso Donati. Gli esiliati sono i pi violenti delle due
fazioni; per Cavalcanti previsto un breve esilio, poi rientra a
Firenze, ma vi muore poco tempo dopo di malaria.
La fazione bianca fa capo alla famiglia Cerchi: sono legati agli
antichi valori di societ, meno mercantile. Non accettano il legame
troppo stretto con il denaro, fonte di barbarie e decadimento sociale,
la mancanza di solidariet, lingiustizia. I guelfi neri, legati alla
famiglia Donati, si oppongono ai bianchi.

La peculiarit di Cavalcanti, come uno dei massimi stilnovisti,


ha origine nel suo carattere, ombroso, iroso, difficile. La sua poesia
eccessivamente filosofica e razionale, di difficile comprensione; il
suo carattere si ripercuote sulla poesia (circa 52 componimenti
poetici). Anche trattando di amore si discosta dai canoni dello Stil
Novo:
talvolta segue i canoni formali;
spesso emergono dramma, tormento, dolore, paura di
abbandono.
La poesia di Cavalcanti si pone su un piano molto pi complesso
e spirituale; con frequenza si trova nellimpossibilit di descrivere
per il dolore che provoca anche il solo pensare alloggetto del
componimento.

Capitolo IV
Letteratura comico-realistica
Si intende per letteratura comico-realistica tutta la produzione
letteraria, contemporanea allo Stil Novo, basata su unottica della
realt completamente diversa. Mentre gli stilnovisti, sullesempio
francese, esaltavano le virt astratte delle dame di corte (donna
angelicata), questi letterati si divertivano a rappresentare la realt
comera, concentrando la loro attenzione sulla vita reale, riportata
come effettivamente vissuta (dunque senza filtri di sorta) e talvolta
accompagnata da una spiccata ironia. Anche la situazione politica
diventa oggetto dellironia dei comico-realisti.
La donna, in questa concezione reale, non era certo un angelo
titolare dellamore pi puro, ma anzi un essere vivente con tutti i
difetti possibili e immaginabili.
Lo sviluppo di questo stile legato soprattutto agli ambienti
goliardici. La goliardia si sviluppa in questo periodo nelle comunit
universitarie, nelle quali gli studenti trascorrevano il tempo
divertendosi, bevendo e giocando.
Il pi famoso rappresentante del movimento, Cecco Angiolieri ,
trasse ispirazione proprio dal gioco per scrivere il sonetto Tre cose
solamente mnno in grado, nel quale esprime la sua preferenza per
tre soli elementi della vita: la donna, la taverna (il bere) e il gioco dei
dadi. Non potendo permettersele, inveisce contro il padre tirchio
tanto da volerlo morto ( tanto difficile toglierli un soldo di mano
che sarebbe pi facile per un piccolo uccello catturarne uno pi
grande). Laltro famoso sonetto Si fosse fuoco, ardere l mondo
mostra bene, invece, la diversa visione della donna: per s vorrebbe

solo le belle, lasciando le zoppe agli altri. Anche qui esiste il


contrasto interfamiliare per il denaro (con ulteriore desiderio di
morte dei genitori), mentre accanto alla beffardaggine nello scrivere
traspare una vena pessimistica nella visione della realt.

Capitolo V
Dante Alighieri (1265 1321)
Universalmente riconosciuto come uno dei massimi poeti di
sempre, Dante Alighieri il massimo rappresentante del Dolce Stil
Novo: lui a definirlo con tale nome per la prima volta, nel canto
XXIV del suo Purgatorio.
Proveniente da una famiglia della piccola nobilt fiorentina,
Dante cresce studiando la cultura classica, in modo particolare il
latino e Virgilio (non pot studiare mai il greco, suo grande
rimpianto). Nel 1277 le famiglie Alighieri e Donati (potente casato di
guelfi neri) stipulano un contratto di matrimonio per Dante e Gemma,
che si sposano.
Purtroppo, nel 1275, avviene il primo incontro di Dante con
Beatrice, la donna che lo ispira e che ama segretamente. Il secondo
incontro nel 1283 (dopo che il poeta ha combattuto a Campaldino,
nel 1281, con i feditori a cavallo contro i ghibellini): ne nasce una
storia sentimentale e spirituale che segna Dante, poich Beatrice
diventa la musa ispiratrice dellamor cortese e spirituale per Dante.
Morendo presto Beatrice, Dante sconvolto si ritira nel convento di
Santa Croce a Firenze fino al 1290: studia San Tommaso, Cicerone e
Orazio, legge e traduce Virgilio. Qui scrive la Vita nuova, opera
dedicata a Beatrice, una specie di diario della storia amorosa tra
Dante e la donna fino alla sua morte e alla successiva rigenerazione
del poeta.
Lo studio di San Tommaso fondamentale nellopera di Dante.
La massima si crede per capire, si capisce per credere seguita alla
lettera dal poeta, anche in base alla scala medioevale che poneva la
teologia in posizione superiore rispetto alla filosofia (ancella della
teologia): quindi dalla teologia (dalla fede) discende tutto. Non c
ragione senza fede e non c fede senza ragione. Lintelligenza il
mezzo per disporre del libero arbitrio, ed quindi il dono di Dio per
il quale luomo lessere pi perfetto delluniverso: il libero arbitrio,
infatti, alla base della religione cristiana. Dante, credente, il
primo a battersi per un mondo meno legato al denaro, al commercio
(modello no-global).

Dante anche uomo impegnato politicamente e socialmente;


un attivista nella lega guelfa. Quando nel 1294 riprende la vita
politica attiva, uno dei massimi rappresentanti dei guelfi bianchi,
difensori della libert di Firenze dagli interessi, della giustizia e dei
sani principi morali, che combattevano per una Firenze in condizione
corretta. Dante, al proposito, sognava una citt piccola, col solo
primo giro di mura: linglobamento del contado circostante portava,
secondo lui, imbarbarimento e cambiamento dei buoni costumi.
Dopo liscrizione allarte dei Medici e Speziali (droghieri), ne
diventa consigliere. Quando diventa priore delle arti, si trova nel
periodo dei contrasti tra i guelfi bianchi (capeggiati dalla famiglia
Cerchi, e ai quali appartiene) e i guelfi neri (capeggiati dalla famiglia
Donati, cui appartiene la moglie Gemma). Per questo, deve esiliare i
personaggi pi pericolosi delle due parti (tra cui lamico Cavalcanti).
Accade che:
papa Celestino V, alla fine del secolo 1200, abdica per
mancanza di carattere nellaffrontare i problemi papali non pi
spirituali, ma politici;
viene eletto papa Bonifacio VIII, che manda truppe in aiuto dei
guelfi neri; Dante, che si trova in viaggio, colpito da condanna a
morte in contumacia, cos come i suoi famigliari, e gli sono
sequestrati i beni di famiglia (1302 1303);
Dante si rifugia in citt diverse, dalla Romagna al Veneto, tra
le quali Forl; mentre si trova in esilio comincia la stesura della
Divina Commedia.
Pi volte Dante tenta di affrontare il problema politico italiano,
sia nelle sue opere sia avendo contatti con i potenti dellepoca.
Giudica lamico Cangrande Della Scala, signore di Verona,
possibile monarca unico dItalia (se lItalia fosse ununica
monarchia). Affronta la situazione delle zone in cui esiliato in
alcuni canti dellInferno (p.es. la situazione della Romagna, quella
di Firenze).
Nei primi anni dellesilio tenta anche di tornare a Firenze,
perfino unendosi ad alcuni ghibellini gi esiliati. Non riuscendoci,
decide di fare parte per se stesso e di non tornare pi a Firenze. In
questo periodo scrive i suoi trattati: il De vulgari eloquentia sulla
lingua volgare e sul suo uso, il De monarchia sui problemi tra
papato e impero, il Convivio per la formazione culturale delluomo.
Le Rime sciolte sono poesie dedicate ad amici, anche stilnovisti.
Per proseguire la sua opera politica, Dante tenta di farsi ricevere
dallimperatore Enrico VII, sceso in Italia e visto come salvatore
della pace. Non riesce a vederlo: limperatore muore durante il suo
viaggio.

Nel 1315 Firenze proclama unamnistia, che prevede la


cancellazione della pena per svariati reati, tra i quali quelli di Dante,
che pu dunque tornare a casa. Rifiutandosi di tornare, fu decretata,
per la seconda volta, la sua condanna a morte. Nel 1315 muore a
Ravenna, presso la famiglia dei Da Polenta, allet di 56 anni.
Vita nuova
Si tratta di una serie di liriche in volgare, con dei capitoli in
prosa in latino posti come spiegazione alle poesie. Lo sfondo
fondamentalmente quello dellincontro tra Dante e Beatrice, quando
il poeta aveva 9 e 18 anni. Centrale il tema del saluto, nel doppio
concetto stilnovistico di saluto e di salvezza dellanimo.
Temendo che la gente possa sparlare di Beatrice, Dante finge di
amare due donne dello schermo, intendendo per schermo quello
presente tra realt e fantasia. Beatrice, per, toglie il saluto a Dante.
Nelle rime in lode (di Beatrice) spiega cosa successo e cosa ha
provato questo processo, ragiona sullAmore usando modelli di
Guinizzelli con schemi cavalcantiani.
Quando Beatrice muore, Dante decide di non scrivere pi finch
non fosse stato in grado di comporre cose nuove su Beatrice (cio
il Paradiso, terza cantica della Commedia, quella pi spirituale,
simbolo di salvezza).
La Vita nuova, di base, un diario senza riferimenti: tutto
riportato mediante trasfigurazioni simboliche e spirituali, i
riferimenti sono sfuggenti e ci si concentra sui fatti. Dante gioca coi
numeri, e in particolare col 3 e i suoi multipli (numero perfetto, che
si ritrova frequente anche nella Commedia). La numerologia era
vista come scienza perfetta gi a partire da Pitagora (filosofomatematico); si attribuiva un valore simbolico e quasi divino ai
numeri, anche a causa di legami con la Bibbia.
Convivio
un trattato in volgare sulla filosofia; la scelta del volgare deve
far riflettere perch fatta al fine che tutti possano leggere il
Convivio per imparare la filosofia e, per la legge di San Tommaso,
elevare lanima a Dio.
La filosofia, per Dante, un elemento importantissimo nella
formazione culturale delluomo, e sente lesigenza di divulgare tutto
ci. Convivio infatti un incontro, un banchetto per cibarsi di
cultura. Nel proposito iniziale di Dante i libri dovevano essere 15 ma,
avendo iniziato la Commedia (che gli serve per spiegare le sue
intenzioni), ne scrive solo 4, in esilio.
Il primo trattato proemiale: un incontro di sapienti che
banchettano con la cultura.

Il secondo trattato il commento di 3 canzoni (sullordine


delluniverso, e introduttive ai trattati seguenti). Da questo libro si
ricava linterpretazione di un testo letterario che nello studio di
Dante e della Commedia fondamentale. I significati di un testo
possono essere:
letterale;
allegorico (nascosto dietro la lettera);
morale (insegnamento in funzione o religiosa o politica);
anagogico (insegnamento spirituale, metafisico, p.es. dalla
lettura di un testo sacro).
Il terzo trattato incentrato sulla perfezione delluomo e
delluniverso. La concezione geografica del Basso Medioevo
prevedeva che la Terra fosse un cerchio piatto, diviso in un emisfero
superiore (boreale o delle terre) abitato e in uno inferiore (australe o
delle acque) in cui sono presenti solo oceani. Nel vertice superiore
c Gerusalemme, in quello inferiore la montagna del Purgatorio (con
in cima il Paradiso Terrestre), in quello sinistro le Colonne dErcole
e in quello destro la foce del fiume Gange (i due limiti del mondo
conosciuto). Al centro del disco presente Lucifero, che si trova sul
fondo di unenorme voragine (lInferno) creata dalla sua caduta sulla
Terra sotto Gerusalemme (aveva osato credersi pi grande di Dio).
Gerusalemme
Inferno
Colonne dErcole

foce del Gange


Lucifero

Purgatorio

Attorno alla Terra si trovano 9 cieli concentrici e il cerchio delle


stelle fisse; tutto contenuto dentro lEmpireo, che corrisponde al
Paradiso e a Dio. LUniverso perfetto perch incorruttibile e
racchiuso in Dio.
Il quarto trattato si riferisce alla vera nobilt, che non quella di
sangue, ma quella spirituale (concetto base dellamor cortese).

De monarchia
Gi dalla lingua in cui scritto (il latino) si capisce che questo
un trattato politico riservato agli esperti, e non di divulgazione. Si
intende monarchia come gestione politica dellimpero: analizzando
il rapporto tra papa e imperatore, Dante ritiene di dover delimitare i
campi di azione dei poteri delle due massime autorit (cio i loro
ruoli e competenze, senza prevaricazioni).
Lopera si compone di 3 libri.
Il primo libro una storia dellimpero e del perch debba essere
presente in Italia. Limportanza del potere imperiale (inteso come
personalit attente ai bisogni della gente) tale da essere necessaria
per portare giustizia e ordine.
Il terzo libro riservato ai rapporti tra papa e imperatore: due
potenze indipendenti, ma limperatore deve rispetto al pontefice.
De vulgari eloquentia
Questo trattato (in latino perch non divulgativo) scritto da
Dante per dimostrare che il volgare italiano lingua paritaria al
latino, e deve essere utilizzata in quanto tale. La volont del poeta
era di scrivere 4 libri, ma ne completa solo 1, lasciandone il secondo
a met (con tanto di frase in sospeso).
Il primo libro dedicato alla distinzione tra lingua madre
(imparata da bambino) e grammatica. La distinzione sta tra la lingua
parlata e quella studiata: la lingua madre parlata, ma non
conosciuta se non si studia a scuola. Unulteriore diversit risiede tra
la lingua parlata spontaneamente e la lingua scritta. Lo scopo di
fondo dellanalisi dantesca che, essendo il volgare appena nato,
necessita di essere conosciuto nella sua struttura.
Per far ci, riportata la storia dellorigine della lingua e
lanalisi dai testi sacri: allinizio (dice la Bibbia) tutti parlavano
lebraico, poi fu costruita la torre di Babele e si ebbero tante lingue
diverse. Dopo aver giustificato la differenziazione in lingue e aver
analizzato quelle extraeuropee, si sofferma sui tre ceppi linguistici
europei:
lingua doc (provenzale)
lingua doil (francese del nord)
lingua del s (italiano)
Dante si sofferma su di loro perch titolari di produzioni
letterarie.
Riguardo il volgare, ne d tre definizioni:
aulico: elegante, raffinato, degno di essere parlato e ascoltato a
corte;

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cardinale: cardine della produzione dei letterati (alludendo a


quelli come lui, in grado di produrre) presso una corte cui danno
lustro;
curiale: dovrebbe essere la lingua parlata presso la corte
dItalia, se ci fosse.
Anche attraverso queste caratteristiche, la lingua italiana
identifica lItalia in Europa, cos come la sua cultura e letteratura.
Lanalisi di Dante prosegue con lo studio dei tipi di stile
letterari:
la tragedia la forma pi importante, che necessita di un
linguaggio superiore e impegnato, caratterizzata da un inizio positivo
e una fine drammaticissima;
la commedia necessita di uno stile mediocre, inferiore rispetto
alla tragedia, poich da un inizio negativo si giunge a un finale
positivo; il linguaggio pi comune, meno difficile;
lelegia la forma poetica sulla situazione psicologica di
infelicit, e il suo linguaggio deve essere adeguato alla materia che
deve cantare (cio tristezza e malinconia).
Divina Commedia
lopera di Dante, quella che lo rende immortale. Vanno fatte
alcune premesse importanti per non cadere in inganno:
allepoca non cera differenza tra morale e politica: cos il reo
considerato anche peccatore, e viceversa;
Dante era convinto che il mondo fosse corrotto perch ci si era
gettati alla ricerca del potere economico, quindi serviva un impero
universale portatore di giustizia: lumanit afflitta da cupidigia,
ovvero da sete di denaro e potere, chi pi ha pi vuole.
Linizio della prima cantica probabilmente scritta in Firenze,
ma non certa la data dinizio. Sicuramente impiega numerosi anni
per scrivere lintera opera, praticamente tutta in esilio.
Con la comoedia (alla latina) Dante vuole unopera in grado di
far uscire gli uomini dal buio del peccato e della cupidigia, attraverso
la consapevolezza del male. Per questo, sfrutta lidea del viaggio
nelloltretomba, attinta dalla tradizione classica, secondo la quale il
passaggio dal buio alla luce rappresenta allegoricamente il transito
dal peccato alla salvezza dellanima. Esempi classici sono:
nellEneide, Enea scende agli inferi per interrogare lombra
del padre (tradizione pagana);
San Paolo scendeva agli inferi per tornare sulla Terra
(credenza cristiana).
Nel Medioevo il male era personificato nel Diavolo (dal greco
colui che inganna), angelo ribelle (Lucifero) cacciato da Dio per
superbia, in quanto voleva essere come il Supremo, e posto

nellInferno, del quale signore. La purificazione dantesca deve


arrivare attraverso un viaggio attraverso la consapevolezza del male,
e dunque anche attraverso lInferno; si deve rifiutare il male per
arrivare al bene, attuando dunque una libera scelta dettata
dallintelligenza umana (libero arbitrio). Per salvarsi occorre
conoscere lerrore ed evitarlo.
Gli insegnamenti ricavabili dal percorso sono di variegate
tipologie:
morali-religiosi;
filosofici-teorici;
storico-politici.
Autore, protagonista e giudice del viaggio Dante, che
liberamente colloca e giudica i personaggi secondo diversi criteri.
Nella struttura dellopera ricorrente il numero 3 e un frequente
ricorso alla numerologia.
La Commedia si snoda attraverso 3 cantiche: Inferno, Purgatorio
e Paradiso (che sono poi i tre libri di cui si compone lopera).
Ciascuna cantica consta di 33 canti, pi un ulteriore canto posto,
come proemio allinizio dellInferno, in cui spiegata la ragione del
viaggio. Tutti i canti sono in terzine. Il canto VI di ogni cantica
specificamente politico, cio tratta argomenti di carattere politico:
nellInferno si parla di Firenze;
nel Purgatorio si affronta la situazione italiana;
nel Paradiso si tratta dellImpero.
Sono comunque frequenti i riferimenti politici e storici, nel corso
della narrazione.
I luoghi sono descritti secondo la cosmologia tolemaica, gi
illustrata da Dante nel Convivio:
tutto deriva e ritorna a Dio, nella cui mente contenuto
lUniverso;
i cieli sono incorruttibili e governati ciascuno da una presenza
angelica;
lInferno stato creato dalla caduta di Lucifero che,
sprofondando dallEmpireo, ha creato una voragine col vertice al
centro della Terra;
il Purgatorio un cono montagnoso su unisola nellemisfero
delle acque;
in cima al Purgatorio c il Paradiso, con 9 cieli rappresentanti
i pianeti (tra cui c il Sole) e il cielo delle stelle fisse.
Le guide di Dante sono:
Virgilio (simbolo dellintelligenza umana) nellInferno e nel
Purgatorio; Dante lo incontra nel I canto dellInferno;
Beatrice (simbolo di grazia, purificazione, beatificazione) nel
Paradiso.
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Spesso Dante ricorre a personaggi mitologici nella narrazione,


per rappresentare caratteristiche delluomo, soprattutto nellInferno.
Questo rientra nel plurilinguismo di Dante, che fa uso di molti stili
diversi a seconda del contesto in cui si trova.
NellInferno si trovano i peccatori, dannati in eterno.
AllInferno non esiste tempo, spazio, luce, suono (si sentono solo
lamenti e grida): mancano gli elementi fisici. I peccati sono divisi in
3 categorie:
incontinenza: uso smodato di un bene lecito;
violenza;
frode.
Tra gli incontinenti troviamo i golosi e i lussuriosi (coloro che si
fanno trascinare dai sensi). I violenti sono ulteriormente suddivisi:
violenti contro gli altri (ladri, omicidi);
violenti contro se stessi (suicidi);
violenti contro Dio e contro natura (bestemmiatori, sodomiti,
omosessuali, usurai).
Anche i fraudolenti sono ripartiti in base alloggetto di frode:
contro chi non si fida (traditori del nemico, come Ulisse);
contro chi si fida (traditori della patria, dei benefattori, dei
parenti).
Tutti i peccati sono uguali e i peccatori sono ugualmente dannati;
i peccati sono considerati secondo la concezione religiosa dei 10
comandamenti.
La punizione inflitta da Dante secondo la legge del
contrappasso: la pena o abissalmente contraria o totalmente uguale
al comportamento tenuto in vita. Per esempio, i suicidi (torturatori
del proprio corpo) sono tramutati in arbusti nodosi sensibili al dolore,
provocato dalle arpie che ne strappano i rami. I golosi, al contrario,
sono immersi nel fango, tormentati da pioggia e controllati dal cane
Cerbero, che li tormenta coi suoi latrati (questa locazione puzzolente
, figurativamente, un porcile).
Prima della voragine infernale posto un antiinferno, nel quale
sono collocati gli ignavi (chi non esercita il libero arbitrio), che
devono correre dietro ad una bandiera (che simboleggia lobiettivo,
la scelta).
Il I cerchio il limbo, nel quale si trovano i bambini morti prima
del battesimo e gli adulti vissuti, in modo virtuoso, prima di Cristo.
La pena cui sono sottoposti il desiderio di vedere la luce di Dio.
Il Purgatorio radicalmente opposto allInferno. Lidea del
Purgatorio nasce nellAlto Medioevo, legata alla concezione (di
alcuni cardinali) del perdono derivante dal pentimento. Il Purgatorio

cos luogo di espiazione e purificazione, dove scontare la penitenza


prima di poter accedere al Paradiso. Si tratta, in fondo, di un luogo di
transizione, in cui i penitenti (secondo i vizi capitali) devono
percorrere tutta laltitudine della montagna per entrare nellEmpireo.
Il fatto che si tratti di un luogo transitorio concorre alla
reintroduzione degli elementi fisici terreni:
spazio: i penitenti devono percorrere tutto il Purgatorio, dalla
spiaggia allEmpireo, sempre in movimento;
luce: simbolo di purificazione, pi intensa alle altitudini
maggiori;
tempo: la penitenza non eterna;
suono: non pi grida, ma canto e preghiere.
Sono assenti i mostri infernali; domina lamicizia tra i penitenti.
Dante cerca di dimostrare come tutto dipenda da Dio e il suo
giudizio sia diverso da quello delluomo: si trovano personaggi che,
secondo lidea comune, dovrebbero essere allInferno, mentre Dio a
decidere la loro collocazione. Tutti i penitenti, indistintamente,
chiederanno a Dante di chiedere ai propri parenti di pregare per loro,
poich le preghiere accelerano il processo di purificazione delle
anime.
A guardia del Purgatorio posto Catone uticense, personaggio
della Roma antica che si uccise per non diventare succube del
dominio di Giulio Cesare. Egli rappresenta chi cerca di realizzare il
proprio ideale e, in nome della libert, preferisce la morte (libert
assoluta).

Capitolo VI
Francesco Petrarca (1304 1374)
Francesco Petrarca nasce ad Arezzo il 20 luglio del 1304. Il
padre, notaio guelfo bianco, amico di Dante Alighieri; sar poi
trasferito alla corte di Avignone. Petrarca trascorre cos gli anni
dellinfanzia e della prima adolescenza in Francia, dove compie i
primi studi. In seguito a Bologna per studiare giurisprudenza,
nonostante lamore per i classici: per questo, entra in un Ordine
Minore, cos da avere uno stipendio senza dover occuparsi
obbligatoriamente delle anime altrui.
Petrarca, al contrario di Dante uomo del comune, si proietta
verso il futuro, con caratteristiche dellUmanesimo e del
Rinascimento. intellettuale di corte, ama la vita lussuosa; protetto
dai Colonna di Roma, e pu approfondire gli studi nella loro
biblioteca; ambizioso e amante dei riconoscimenti (ottiene la

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nomina a poeta laureato, cio a sommo poeta, con cerimonia ufficiale


a Roma).
La storia di Petrarca legata a Laura, la donna amata. Si dice
che conosca Laura per la prima volta il Venerd Santo del 1327, nella
chiesa di Santa Chiara ad Avignone, senza poter pi smettere di
amarla. Unipotesi suggerisce che Laura non sia mai esistita, e sia
una personificazione di laurum (che in latino significa alloro, cio
onori, gloria...).
La caratteristica principale del personaggio Petrarca , senza
dubbio, laccidia, ovvero la consapevolezza di peccare senza avere la
volont di porre rimedio. I peccati di cui si autoaccusa sono:
troppo desiderio di riconoscimenti e onore;
amore morboso per Laura.
Petrarca anche uomo del dubbio e delle ambiguit di scelta
(mentre Dante ha certezze): a momenti di desiderio di mondanit e
lusso alterna momenti di isolamento totale per rifugiarsi in Francia,
dedito allotium (in senso latino) di studio dei classici greci e latini.
Vive durante lepoca della repubblica romana di Cola di Rienzo e ne
appassionato (fino al cambiamento in dittatura); ci nonostante, il
suo impegno in politica solo intellettuale, ne scriveva e poco pi. Si
pone contro la lotta tra le signorie e luso di truppe straniere, ma non
parteggia, critico secondo la situazione in cui si trova.
Allattivismo preferiva lo studio della storia che, secondo Petrarca,
fondamentale perch essa maestra di vita e perch luomo fa
sempre gli stessi errori.
Il fatto che Petrarca fosse accidioso porta a considerare che fosse
uomo del dissidio (contrasto) interiore: capisce di amare certe cose le
quali, per, sono sbagliate. Dopo i 50 anni riconosce che ci che
piace al mondo ha vita breve, sintesi del concetto di caducit delle
cose: tutto finisce, quindi non esistono valori assoluti.
possibile analizzare comparativamente i personaggi Dante e
Petrarca, per vedere come possono cambiare le caratteristiche di un
letterato in pochi decenni.
Dante
mentalit
carattere

Petrarca

medioevale-comunale
Umanesimo (1300)
(1200)
verso il futuro
Impero
portatore
di vita cosmopolita
giustizia
confronto con altre culture e
correttezza del Papato
situazioni sociali
certezze
cultura provenzale
libero arbitrio
ama viaggiare e essere ospite
esilio come umiliazione
delle
grandi
corti

(cortigiano)
ma
con
propria libert
non vuole onori
ama gli onori (Roma, Parigi):
grandissima autostima
vede Cola di Rienzo come
capace di riportare la
repubblica: lo sostiene
solo scrivendo
Cicerone, Virgilio
ritiro da vita attiva in
otium
(Valchiusa,
Provenza, Padova): dedica
totale allo studio
padre della FILOLOGIA:
studio
studio preciso del costrutto
della parola e del suo
significato e derivazione
(contesto letterario), nel
latino
papato impero
non pi ottica politica papato
politica
impero
latino medioevale, volgare latino classico, volgare
1. Vita nuova (canone POETA LIRICO (poesia
produzione
stilnovista superato)
soggettiva)
2. Divina Commedia
non poesia lirica
La produzione di Petrarca in volgare e in latino classico.
LAfrica la storia di Scipione lAfricano. Il Secretum (Il Segreto)
ispirato allo studio di SantAgostino, mentre lopera pi famosa
resta il Canzoniere.
Secretum
Il segreto sarebbe quello del cuore di Petrarca. Lautore
immagina di avere un incontro con SantAgostino, che ha affascinato
Petrarca per Le confessioni, lopera in cui il santo rivela il suo
dramma e i suoi dubbi di cristiano, di uomo peccaminoso poi
convertito (e santificato) che si confessa. Il dubbio di SantAgostino
assimilabile a quello petrarchesco.
Il faccia a faccia con SantAgostino svolto alla presenza di una
donna, personificazione della Verit; Petrarca deve rispondere alle
accuse del santo. Nel III libro gli sono comunicati i suoi difetti pi
grandi:
laccidia;
lamore per Laura e per la gloria.
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Quando SantAgostino gli chiede di pentirsi, Petrarca sa che non


lo far mai, poich pu rinunciare alla gloria ma non a Laura, e per di
pi non sa combattere laccidia.
Canzoniere
Il Canzoniere raccoglie 366 componimenti in tutte le forme
metriche (tra cui 317 sonetti). Si tratta di versi della giovinezza, che
raccoglie in maniera organica come un libro compiuto, non come
rime sparse. La costruzione ideale (secondo gli schemi) per sfumare
la realt: i particolari compongono unimmagine indefinita di Laura
(che comunque una donna molto pi concreta delle donne letterarie
precedenti); il luogo ameno classico indefinito; non esiste realt
storica, ma solo situazioni di lirica amorosa, quindi non esiste realt
esterna al poeta (si tratta di esperienza soggettiva e privata).
La raccolta stata composta in 9 redazioni successive, lultima
in parte autografa e ci sono meno dubbi sulla trasmissione del testo.
La forma di Petrarca unilinguista, con pochi vocaboli piani e
generici, con fluidit musicale e spiccata armonia dinsieme, per
lasciare al lettore linterpretazione. Esiste anche un codice degli
abbozzi, cio componimenti con note a margine. Il titolo scelto da
Petrarca cambi nel tempo:
Rerum vulgarium fragmenta (Frammenti di cose in volgare);
Rime sparse (dal primo verso del proemio);
Petrarca non crede nelle proprie opere in volgare, che considera
bazzecole, al contrario del suo latino che avrebbe dovuto dargli
gloria postera.
Nel 1348 muore Laura; Petrarca compone cos delle rime in
morte che, assieme alle precedenti rime in vita, formano il
Canzoniere. Si ha anzi una netta divisione tra i due gruppi di versi.
Nelle rime in morte il poeta rimarca come il mondo sia diventato
scolorito e squallido, pur rimanendo la passione; sente ora
maggiormente il peso del peccato e una conseguente ricerca di
purificazione (aspirando alla pace prega la Vergine). Nonostante
questo, al centro dellopera c Petrarca: Laura solo la causa
scatenante dei sentimenti del poeta, e a causa dei quali egli portato
a scrivere.

Capitolo VIII
Umanesimo
Si intende con Umanesimo la rivalutazione dello studio della
produzione classica greca e latina (studia humanitatis) e la ricerca dei
testi antichi (humanae litterae) in giro per lEuropa. LUmanesimo

non ateo e materialista, ma ridimensiona la concezione


dellintervento di Dio nella vita delluomo (che diventa artefice del
suo destino).
Il nesso con i letterati precedenti costituito da Petrarca e
Boccaccio . Sono loro a iniziare lanalisi dei testi classici latini e ad
essere cultori del latino classico. Petrarca il padre della filologia,
che ora diventa una vera e propria scienza.
Si sviluppa una nuova figura di intellettuale legato alla corte,
alla quale d lustro in cambio di riconoscimenti ed onori. Essendo
economicamente supportato dal signore, pu alternare momenti di
vita mondana ad altri di otium (lozio in senso latino, cio riposarsi
per studiare; la concezione positiva, perch legata a un concetto di
produttivit); non appartenendo ad alcuna fazione politica, non
impegnato civilmente o politicamente.
Per dare lavoro a questi artisti nascono nuovi luoghi di cultura.
Nelle accademie si incontrano gli intellettuali per liberi convivi per
confrontare le proprie opinioni (verranno poi riconosciute
ufficialmente come istituzioni culturali). I teatri sono invece luoghi
di rappresentazione di commedie, tragedie e simili; talvolta, anche la
corte dotata del proprio teatro.

Capitolo X
Ludovico Ariosto (1474 1533)
Ludovico Ariosto collocabile tra Umanesimo e Rinascimento: i
suoi tratti caratteristici, dunque, sono ibridi. Si tratta di un esempio
dintellettuale cortigiano (fu tale a Ferrara), anche se non per libera
scelta ma per necessit.
Reggio Emilia, sua patria, si trovava sotto la signoria degli Este
di Ferrara; suo padre funzionario del duca dEste. Nonostante fosse
destinato agli studi di diritto (per fare carriera giuridica a corte),
amava lo studio del mondo classico, del latino, della poesia, della
scrittura.
Nel 1500 il padre muore e, essendo il maggiore di 10 fratelli, ne
deve fare le veci, garantendo la dote alle sorelle. Per finanziarsi, va a
servizio come segretario presso il cardinale Ippolito dEste,
controvoglia. Diventa cos uomo di corte, ma scopre tutte le difficolt
di quel mondo. Parla malissimo del trattamento che gli riserva il
cardinale: gli deve far da cameriere, lo deve vestire, deve accudire i
cavalli.
In seguito viene usato come ambasciatore presso Giulio II (il
papa battagliero) da Alfonso dEste; peccato che il papa trattasse
malissimo gli ambasciatori, cosicch in Ludovico costante la paura
18

per le rappresaglie del pontefice. Ariosto , infatti, un uomo mite e


amante della vita semplice, tollerante e moderato, amante della vita
sedentaria, libera, contemplativa, di studio, e che tra laltro odiava le
imposizioni e le prepotenze. Nelle Satire (7 lettere ad amici e parenti
in forma di poesia) descrive la vita che desidererebbe, e che invece il
destino non gli permette di fare.
Ariosto, in effetti, detesta il cardinale, il duca Alfonso, la vita di
corte, ma vi costretto. Per sostenere la famiglia prende gli ordini
minori: in questo modo non pu costruire la famiglia con la quale
avrebbe voluto vivere tranquillo. Infatti non ama viaggiare (si
definisce pigro), ma costretto dalla sua attivit di ambasciatore.
Quando si stabilisce, per, scrive il suo poema, lOrlando furioso,
che lo rende immortale e noto a tutti.
Satire
Ispirate a quelle composte da Orazio nellantichit, come critica
di stampo politico, le Satire di Ariosto sono lettere di
autoconfessione ad amici e parenti, riguardanti se stesso e il mondo
che frequenta. Come interpretazione della vita e nelluso dellironia,
Ariosto e Orazio sono molto simili. La poesia assume un tono
prosaico, semplice, con accenni ironici.
Centralmente lidea ariostiana della vera vita. Nella Satira III,
rivolta al cugino Annibale Malaguzzi e composta nel 1518, il poeta
tratta della sua condizione presso il duca Alfonso e ribadisce la sua
necessit di autonomia attraverso alcuni concetti:
gli uomini sono tutti diversi; questa idea pi volte riproposta
in diverse forme;
la corte come una gabbia in cui c chi sta bene e chi vi pu
morire;
preferisce mangiare poco ma a casa sua libero, piuttosto che
tanto a corte ma oppresso;
dorme bene sotto una coperta grezza come sotto una di seta;
preferisce visitare il proprio quartiere che lEuropa;
ha visto poche regioni, Alpi e Appennini;
ama viaggiare sulla carta geografica, con la fantasia, senza
dover pagare nessuno.
indubbio che lideale di vita di Ariosto basato sulla
semplicit. Al riguardo dei rapporti interpersonali la sua idea :
ogni uomo dovrebbe essere tollerante con gli altri e rispettare
le idee di tutti;
ogni uomo dovrebbe essere ci che vuole.

Orlando furioso
Definito poema di una vita perch scritto in oltre 20 anni con
continue rivisitazioni del poeta, lOrlando furioso un poema epicocavalleresco, perch basato su guerre e su imprese cavalleresche e
amor cortese. Si tratta del capolavoro di Ariosto, che si basa sui cicli
bretone e carolingio e sullunione delle loro caratteristiche:
ciclo bretone: Carlo Magno e i suoi paladini (Orlando,
Rinaldo); scontro con gli arabi (mori dAfrica);
ciclo carolingio: amore, magia, maghi ed elementi
soprannaturali.
Nel 1400 cera gi stato un recupero di questi cicli con la stesura
di poemi, che venivano poi letti durante feste e serate a corte. Il Tulci
compose il poema Morgante, mentre lOrlando innamorato di
Boiardo la base di partenza di Ariosto.
La vicenda di Orlando, infatti, riprende dal punto dinterruzione
del racconto di Boiardo. Orlando da innamorato diventa furioso
per amore e gelosia nei confronti di Angelica (innamorata di
Medoro), attraverso una trama difficile, composta dallintreccio di
pi storie che si intersecano di modo che, quando una sta per finire,
ne comincia unaltra e si rimanda la fine a dopo (come in una
giostra); manca la linearit del racconto. I 3 nuclei sui quali si basa
la vicenda sono:
Carlo Magno contro i mori dAfrica, con sconfitta dei mori;
Orlando e Rinaldo si contendono Angelica (amore platonico);
ricerca di Angelica scappata con Medoro in Catai.
Allinizio dellopera Ariosto deve inserire un encomio del casato
estense. Per questo, attribuisce allunione tra Ruggiero e Bradamante
la formazione della dinastia dEste: tale situazione ritrovabile, oltre
che nel Proemio, anche in diverse altre situazioni nel corso della
storia.
Un importante tema sviluppato da Ariosto quello della ricerca.
Secondo Ariosto, tutti cercano qualcosa, quasi sempre con esito
negativo (soprattutto quando si tratta di ricerche disperate): luomo
si d da fare per false ricerche, falsi ideali. LOrlando furioso nasce
anche dallesigenza di spiegare tutti i pregi e difetti delluomo, anche
attraverso elementi fantastici e immaginari.
Il senno perso da Orlando, furioso, si trova sulla Luna. Astolfo,
per recuperarlo, compie il primo viaggio di un uomo sulla Luna. Essa
la metafora dellaltra faccia della Terra, in cui si raccoglie tutto
quello che luomo perde (tranne la follia, che non pu mai essere
persa):
senno di individui;
ami doro e dargento, rappresentanti lodi e adulazioni;
tempo inutile speso al gioco;
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bellezza delle donne;


minestra versata, cio lelemosina che gli eredi dovrebbero
fare rispettando le volont del defunto;
falsa donazione di Costantino, indicante linizio della
corruzione della Chiesa perch titolare anche di potere temporale.
La Luna rappresenta i fallimenti delluomo (che crede di essere
immortale e punta sulle cose effimere) e non, dunque, lastro in s:
quindi descritta in maniera fantastica, cos come la Terra.
La vicenda termina con un duello tra mori e cristiani, con i tre
migliori cavalieri di ogni schieramento e la vittoria finale dei
cristiani, dopo che Orlando ha potuto recuperare il suo senno.

Capitolo XV
Caratteri generali del Settecento
Si sviluppa nel Settecento il concetto di civilt governata dalla
luce dellintelligenza. Questa luce deve illuminare le menti dei
regnanti per portare progresso e prosperit; perci questa et detta
dellIlluminismo.
Lo sviluppo illuministico si ha soprattutto nella prima met del
secolo. Attenuandosi la paura dellInquisizione, nasce un nuovo
modo di intendere la figura dellintellettuale: ora la sua opera ha
funzione divulgativa e di miglioramento della societ. Si sviluppa la
filosofia e tutta una serie di nuovi prodotti letterari: romanzi
(soprattutto di viaggi), giornali, opuscoli. Lopera illuminista
contribuisce a creare una mentalit aperta nei confronti delluomo e
della societ.
Leconomia diventa importantissima, grazie anche alla
colonizzazione e alloperato delle compagnie orientali. Si comincia a
studiare leconomia politica, nascono le prime teorie economiche
grazie a nuove figure intellettuali, gli economisti. La letteratura
diventa veicolo di diffusione scientifica e filosofica.
Parallelamente alleconomia, c lo studio del diritto civile,
specifico del contesto nazionale. Si sviluppa anche il diritto penale
(tra i cui massimi esponenti Cesare Beccaria ) per regolamentare le
pene dei condannati, in relazione al diritto naturale, sul quale ormai
si fonda la giurisprudenza.

Capitolo XVI
Giambattista Vico (1668 1744)

Considerato pi storico e filosofo che letterato, Giambattista


Vico sicuramente un personaggio in controtendenza della propria
epoca. In prima analisi, si tratta di una importante testimonianza
della fusione possibile tra la letteratura e le altre discipline: si
comincia cos a pensare a unespansione del campo di influsso della
letteratura, presagio anticipatore del Romanticismo.
Entrando pi in dettaglio, si scopre linfluenza di Cartesio e del
Razionalismo (Cogito ergo sum) nelleducazione di Vico, che lo porta
a contrastare linterpretazione razionale dominante delluomo:
occorre recuperare la fantasia, il sentimento, limmaginazione e la
creativit (secondo i concetti umanistici) e contemporaneamente
esprimerli attraverso il linguaggio. Questo il veicolo con il quale
luomo esprime se stesso: diventa dunque un mezzo di studio per
capire la societ, assieme alla produzione letteraria e al folklore. in
questo periodo che nasce lo studio della storia dei popoli, con un
rigoroso metodo scientifico per capirne le regole (descritte nella sua
opera Scienza nuova).
1. La storia segnata da continui corsi e ricorsi storici:
ciclicamente ritornano momenti di gloria e momenti di crisi,
diversi tra loro come caratteristiche ma uguali nella sostanza,
anche a distanza di centinaia di anni.
2. Il progresso delluomo stato segnato da 3 et, considerate
in base allevoluzione della conoscenza e della capacit
intellettiva delluomo:
conoscenza oscura e bruta: tirannide;
prima consapevolezza con elementi bruti: monarchia;
consapevolezza della ragione: et dei lumi.
Nellottica storica di Vico rientra anche il recupero di Omero in
quanto celebratore della grandezza della civilt greca antica, esempio
di periodo di gloria delluomo. Le opere di Omero, inoltre, proprio
per quello che raccontano hanno segnato la storia.
Per completare la sua opera di avversione, Vico contest
ladagio della sua epoca la conoscenza vera solo se scientifica:
era sua convinzione che luomo potesse conoscere solo ci di cui
creatore, quindi non pu certo conoscere la natura. Lunico campo in
cui pu esserci totale conoscenza, da parte delluomo, la storia,
perch essa fatta dalluomo e dai popoli. Si ritorna cos ai concetti
prima esposti.

Capitolo XX
Giuseppe Parini (1729 1799)

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Giuseppe Parini definibile come primo poeta italiano con


intendimento civile e politico in Italia, dopo Dante Alighieri.
Tra questi due personaggi ricordiamo per Machiavelli, autore
del saggio sul buon governo Il Principe, e Ariosto che, poeta, canta
luomo nelle sue forme diverse, ma sempre alla ricerca di qualcosa.
Dopo la remissivit della Controriforma, Beccaria pu combattere la
sua battaglia per i diritti del colpevole, ma non certo definibile
poeta.
Parini, al contrario, intende svergognare la classe dominante,
laristocrazia, attraverso la satira e lironia. Tutto ci partendo dalla
povert: stato uno dei pochissimi autori italiani a condurre una vita
misera.
Nato a Milano quasi povero, Parini rischia di non poter finire gli
studi, per i quali veramente portato. Ottiene uneredit da una zia,
ma solo a costo che Giuseppe si ordini prete: e cos . Parini diventa,
oltre che prete, gran studioso e uomo di cultura, ma leredit non gli
consentiva di compiere la vita agiata cui ambiva.
Deve lavorare, per cui diventa precettore della nobile famiglia
Serbelloni. Vivendo con loro ogni giorno per anni, impara a
conoscere tutte le caratteristiche, positive e negative, della classe
aristocratica. Quando, un giorno, il padrone di casa schiaffeggia il
maestro di musica dei figli, si apre un aperto contrasto tra Parini e la
famiglia, che porta il poeta a partire.
Limpegno civile di Parini lo porta ad assumere incarichi sociali
e politici a Milano (che gode della situazione di benessere provocata
dalla riforme austriache). Prima dirige un giornale, poi entra nella
municipalit dopo la Rivoluzione Francese, di cui (solo inizialmente)
fervente ammiratore: qui scopre che luomo, una volta raggiunto il
potere, perde facilmente di vista i suoi obiettivi. Lascia, con
sgomento, lincarico; lamico Ugo Foscolo, fuggito da Venezia, nel
suo Ultime lettere di Jacopo Ortis attribuir a Parini frasi
sconfortanti sulla situazione vissuta, in cui ormai tutto perduto e
veramente poco possibile fare. Un quadro altamente pessimistico
per un Parini ormai alla fine dei suoi giorni.
Il Giorno
Lesperienza di Parini d lidea per la sua opera pi famosa. In
essa il poeta descrive la giornata di un giovane nobile, dal risveglio
alla notte, con lobiettivo finale di evidenziare linutilit di una vita
cos condotta.

Capitolo XXI

Vittorio Alfieri (1749 1803)


Pur essendo contemporaneo di Giuseppe Parini, Vittorio Alfieri
abissalmente diverso dal milanese. un nobile piemontese, essendo
un ricco proprietario terriero; per questo la lingua con la quale si
esprime abitualmente il francese, e questa anche la lingua con la
quale scrive le prime opere (non conoscendo litaliano, che imparer
solo in un secondo tempo).
Luomo Alfieri iroso, iracondo e umorale. Dopo il compimento
degli studi viaggia per lEuropa, cercando realt diverse ma
soprattutto alla ricerca della pace interiore. Il viaggio cio visto
come un desiderio personale da aristocratico, non con fini culturali
illuministici.
La caratteristica che distingue Alfieri la naturale avversione
per la tirannide, che porta a diverse conclusioni:
sente il bisogno di comunicare i caratteri positivi e negativi
della tirannide per combatterla;
occorre eliminare la tirannide tramite grandi personalit (eroi);
esiste la possibilit di autodistruzione della tirannide; il tiranno
sa di non essere amato e di temere leliminazione;
bisogna scuotere lopinione pubblica con azioni forti, magari
con il suicidio (visto come gesto estremo per la conservazione della
libert).
Il potere, secondo Alfieri, genera oppressione e violenza. La
conseguente lotta per la libert una idea assoluta, che contrasta con
la realt dei fatti (cio il mondo della delusione). Nel momento in cui
si tenta di realizzare lidea astratta, questa da infinita diventa finita e,
anche nella migliore delle ipotesi, porta ad un insuccesso. In altre
parole, la tesi (ideale) contro lantitesi (reale) porta a una sintesi con
compromessi; lo scontro tra ideale e reale genera una visione
assolutamente negativa e pessimista della realt in Alfieri. Con
queste idee uno degli anticipatori del Romanticismo.
Il contributo letterario di Alfieri di tutto spessore.
Le opere teatrali sono scritte seguendo il metodo classico (o
aristotelico), secondo il quale le tragedie devono avere delle precise
unit che le compongono:
unit di tempo: non oltre 24 ore;
unit di luogo: scena fissa;
unit di azione: pochi personaggi (tutti principali) in scena,
talvolta solitari; presenza di un coro rafforzativo e introduttivo.

24

Tutto volto a dare drammaticit alla storia, ad evitare la


cantilena e la musicalit della recita; la sintassi contorta, con
frequenti inversioni della logica del periodo.
Tra le tragedie pi conosciute ricordiamo Saul, che tratta della
vicenda del grande tiranno biblico che, ormai vecchio, contrastato
dal giovane astro nascente David. Il dramma costituito dalla
decadenza delluomo di potere.
Tra le opere politiche, Della tirannide certamente quella che
pi risente del pensiero alfieriano; esistono poi trattati minori, ma
sempre incentrati sul tema della libert e delle gerarchie sociali, e
comunque pervasi del costante pessimismo dellautore.

Capitolo XXII
Neoclassicismo e Preromanticismo
Tra la fine del 1700 e linizio del 1800 si sviluppano i due
movimenti stilistici che divideranno gli artisti in neoclassici e
romantici, in netta antitesi e con illustri rappresentanti da ambo le
parti.
Il neoclassicismo si propone un nuovo recupero della classicit,
della mitologia, delle divinit, per comunicare concetti
contemporanei. Il recupero dello stile classico solo una fase del
processo di recupero della civilt, di rinnovamento, di riforma.
Dominante il gusto del bello, della perfezione, della misura.
Dalla ricerca dei reperti classi antichi nasce larcheologia, che si
propone di ricercare, classificare e divulgare le testimonianze del
mondo antico. Impulsi fondamentali al movimento e alla nuova
scienza sono dati, negli anni dal 1780 al 1790, dalla scoperta di
Pompei ed Ercolano, che entusiasma gli amanti del mondo classico, e
dalla campagna dEgitto di Napoleone.
Tra chi lavora a Pompei presente Johann Joachim
Winckelmann (studioso tedesco di storia dellarte), che elabora la
teoria estetica del Neoclassicismo, ovvero la concezione del bello
artistico. Si intende per bello qualunque espressione artistica in
grado di suscitare un sentimento di serenit e armonia; questo
possibile attraverso una forma armoniosa e perfetta, come pu essere
un corpo umano non deforme (che d anche misura di perfezione).
Il neoclassicismo influenza tutti i campi, dalla scultura (Canova)
allarchitettura (Palladio). Sotto Napoleone si sviluppa lo stile
Impero, che copiava perfettamente lo stile greco antico.
La produzione letteraria neoclassica riguarda 2 sfere principali:
ambito civile e sociale: Parini , Foscolo ;

ambito encomiastico: Vincenzo Monti (traduce Iliade e


Odissea; compone odi per i maggiori avvenimenti, tra cui unode ai
fratelli Montgolfier).
Il preromanticismo contrasta col neoclassicismo, poich qui la
concezione di bello legata al sublime, allessere fuori misura.
Non c armonia nella produzione preromantica; le forme espressive
devono suscitare sgomento e paura in chi osserva o legge. Le
immagini sono acquisite dalle manifestazioni pi violente della
natura, come tempeste, burrasche e simili. Si ha il recupero di forti
emozioni, della fantasia e della creativit.
importante sottolineare come, in questo movimento, siano
presenti solo alcuni accenni alle caratteristiche dominanti del futuro
Romanticismo. Il prefisso pre- ha proprio il significato di
anteprima di quanto dovr ancora venire, ma si sta nel frattempo
sviluppando.
I maggiori rappresentanti del movimento preromantico sono
Alfieri (culto delleroe) e Foscolo (solo nei contenuti che trasmette,
mentre la forma classica). Si ritrovano, comunque, rappresentanti in
tutta Europa, su tutti i tedeschi Schiller e Wolfgang von Goethe ,
precursori dello Sturm und Drang (impeto e tempesta, il
Romanticismo tedesco.

Capitolo XXIII
Vincenzo Cuoco (1770 1823)
Vincenzo Cuoco si distingue come uno dei massimi intellettuali
presenti nella Repubblica Partenopea (1796-99) di stampo francese
rivoluzionario. Come insegna la Storia, tale repubblica ha breve vita,
fondamentalmente perch non appoggiata dai francesi o dalle altre
repubbliche giacobine e per lestraneit del popolo napoletano alla
rivolta.
I Borboni, quindi, dopo essere stati cacciati tornano al loro posto
di comando e, dichiarando terminata lepoca repubblicana,
organizzano la repressione. Moltissime sono le condanne disposte, e
tanti quelli che fuggono cercando la salvezza. Tra loro c Cuoco,
saggista di alta classe sociale.
Sulla base dellesperienza rivoluzionaria scrive un Saggio
storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, nel quale analizza le
cause dellinsuccesso del tentativo rivoluzionario. La conclusione cui
giunge Cuoco che, per avere una rivoluzione giusta, bisogna
coinvolgere il popolo e ispirarsi ad esso materialmente (condizione di
rivoluzione attiva); le classi intellettualmente pi elevate, invece,
26

pensando di poter parlare al popolo come dentro un circolo letterario,


sono incomprese e non riescono a trasmettere lidea rivoluzionaria.
La rivolta di Napoli, al contrario, passiva perch:
spera nellaiuto di un popolo straniero, che nessun interesse
pu avere nellaiuto se non quello di conquistare il territorio dei
ribelli;
si basa su idee astratte e straniere, quindi lontane dai bisogni
reali del popolo in lotta.

Capitolo XXIV
Ugo Foscolo (1778 1827)
Limportanza di Ugo Foscolo nella letteratura del 1800
eccezionale, e tutta connessa alla situazione storica da lui vissuta.
Nato a Zante (isola greca appartenente alla Repubblica di
Venezia), figlio di un medico veneziano, mentre la madre greca.
In adolescenza subisce il fascino della Grecia classica, che si
manifester poi nei suoi scritti. Alla morte del padre deve trasferirsi a
Venezia, in una situazione di povert; con la seduzione ( amante di
molte donne) riesce ad accedere ai salotti cittadini, dove incontra le
migliori intelligenze. Nonostante questo e laiuto costante di Isabella
Roncioni, la sua condizione non cambia: sempre povero, malvestito
e denutrito.
Quando Napoleone, nel 1797, firma il trattato di Campoformio,
la vita di Foscolo cambia radicalmente. La Repubblica di Venezia
viene smembrata e distribuita tra vari stati; Foscolo, di idee
giacobine, costretto a scappare da una Venezia divenuta austriaca.
quindi testimone dellet napoleonica: dallamore giovanile
(compone unOde a Napoleone Imperatore) allodio dopo
Campoformio (ode A Napoleone tiranno). La sua vita si trasforma in
un esilio perpetuo, tra Italia, Francia, Inghilterra, che durer fino alla
morte (a Londra). I problemi economici continuano a perseguitarlo;
arriva anche ad arruolarsi nellesercito francese.
La grande passione e lo spirito focoso distinguono Foscolo come
uomo e come autore. La formazione, materialistica e sensistica, lo
rende pieno di illusioni e ideali che servono per ammettere che non
esiste unanima immortale. Per continuare a vivere avendo qualche
ragione di farlo, Foscolo si inventa una propria religione delle
illusioni, sulla quale si basa per non scadere nella depressione
interiore. Gli elementi sono:
patria (in quanto giacobino);

libert (in quanto giacobino);


amore (sentimento forte per vivere);
bellezza (per rasserenare, secondo la dottrina neoclassica);
poesia (per eternare ci che, invece, morirebbe);
sepolcro (luogo di incontro e ricordo, di affetto per
corrispondenza di amorosi sensi, purch chi morto abbia lasciato
in eredit sentimenti positivi).
Il tema del sepolcro torna spessissimo nella produzione di
Foscolo come conseguenza del suo esilio che, sa, lo condanna a non
avere sepoltura in patria (lacrimata sepoltura). Dopo il romanzo
giovanile, Ultime lettere di Jacopo Ortis, che contribuisce in
maniera decisiva alla nascita del romanzo in Italia, una fetta
amplissima della produzione in poesia rimanda al tema della morte.
Tra i sonetti che scrive, Alla sera, In morte del fratello Giovanni e
A Zacinto; compone unode (carme) specifico, I sepolcri.
La prospettiva di Foscolo si avvera: muore a Londra, lontano
dalla patria. Anni pi tardi, il suo feretro trasferito a Firenze, in
Santa Croce, accanto ai grandi della Storia.
Ultime lettere di Jacopo Ortis
Si tratta di un romanzo epistolare sulla falsa riga de I dolori del
giovane Werther di W. Goethe. La trama riprende in gran parte la
vita dello stesso Foscolo, escludendo il finale (Ortis si uccide, mentre
Foscolo non lo far mai); sembra quasi unautobiografia ideale.
Al contrario del romanzo di Goethe, nel quale si parla solo
damore, qui presente la considerazione politica di Ortis, specchio
del pensiero dellautore. Luomo rappresentato in maniera
romantica: la vita unalternanza di delusioni e illusioni, che
provocano uno scetticismo totale e costante nei confronti della realt.
Un esempio di delusione fornito dallepisodio dellincontro con
Teresa. Si svolge a casa del signor T. (liniziale perch si tratta di
un ricercato), padre di Teresa; Jacopo la incontra e scocca lamore a
prima vista. Teresa per promessa a Odoardo: dallillusione iniziale
(avere la donna amata) si giunge alla delusione (per non poterla
avere).
Alla sera
Questo sonetto un invito alla meditazione (come momento
introspettivo) e alla quiete. La sera unimmagine della morte (come
pace eterna); desiderata sia se serena, sia se portatrice di tempesta,
poich sempre raggiunge il cuore e pacifica lanimo. La purificazione
avviene mentre il reo tempo presente (reo per le delusioni e per
lepoca negativa) fugge e si consuma assieme allautore.

28

La divisione evidente tra le quartine e le terzine. Nelle quartine


Foscolo descrive il proprio stato danimo. Nelle terzine analizza i
processi dinamici di trasformazione dovuti alla sera: la morte
liberatoria perch annullamento totale (si cancellano conflitti e
sofferenze).
In tutto il sonetto esiste un rapporto tra gli elementi positivi
(nulla eterno, pace della sera) che annullano quelli negativi (reo
tempo, spirto guerrier). La tematica la stessa dellOrtis: la morte
vista come unica soluzione per una situazione insostenibile. In altre
parole, leroe (generoso e appassionato) si oppone alla realt storica
(negativa), ma sconfitto.
In morte del fratello Giovanni
Giovanni Dionigi, fratello di Ugo Foscolo, apparteneva
allesercito cisalpino. Il vizio del gioco lo porta ad accumulare un
debito tale da uccidersi. Il sonetto scritto in suo onore dal fratello
di consolazione per la madre, rimasta sola.
Il desiderio del poeta quello di rivedere la tomba del fratello, al
termine del proprio esilio; vorrebbe tornare, ma sente lavversit
degli di (secondo i canoni classici, e come Ulisse) e i tormenti
interiori del fratello. Lunica speranza rimastagli la morte. Nel
finale invoca di essere sepolto in patria (presso la madre mesta) per
poter riunire la famiglia.
I due temi di sviluppo sono lesilio e la tomba. Il primo legato
al senso di sradicamento e di precariet; il sepolcro invece visto
come centro di raccoglimento famigliare e come immagine della
madre. Gli avversi numi rappresentano un potere contro il quale
vano lottare.
La struttura circolare, con i concetti tomba e madre racchiusi
entro quello dellesilio e, da esso, annullati. La morte lunica
soluzione per il ricongiungimento della famiglia (lacrimata
sepoltura); il fatto che sia lacrimata indica che esiste un legame
con la vita, e che la morte non nulla eterno. Il ritorno presso la
madre , comunque sia, unillusione.
A Zacinto
Zacinto il nome greco antico (quindi classico) di Zante:
dove trascorre linfanzia Foscolo (simbolo della famiglia);
dove nacque Venere (da classica), simbolo di bellezza
rasserenatrice) e fertilit;
in Grecia, patria di Omero (che come Foscolo se ne and, e che
canta di Ulisse, punto di paragone per lautore).
Il poeta consapevole che non torner mai pi, e che alla fine
rester solo la sua poesia.

La sintassi anomale e tortuosa, per vari motivi:


indice dellinquietudine della passione soggettiva;
un flusso appassionato;
simile allerrare dei due protagonisti, durante il loro esilio.
Ritorna la circolarit del discorso, che punta al ritorno al punto
di partenza (del discorso e del viaggio, cio le due isole di Itaca e
Zante). Leroe classico (positivo) ottiene il suo risultato e fa ritorno.
Leroe romantico (negativo) non riuscir mai a tornare, generando un
sentimento di smarrimento e incertezza. Rifiutando questultimo la
societ in cui vive, si rappresenta miticamente come un esule.
Si nota una regressione materna legata a Venere, a Zacinto e alla
madre di Foscolo. Lacqua oggetto di una doppia visione:
d vita (immagine materna);

senza acqua (illacrimata sepoltura) c la morte lontano da


casa.

Capitolo XXVII
Giacomo Leopardi (1798 1837)
Giacomo Leopardi, da Recanati nelle Marche, sicuramente una
delle intelligenze pi acute e sviluppate del suo periodo storico. La
definizione, che gli stata data in seguito, di pensiero poetante
adatta a un personaggio che ha lungamente interpretato il pensiero
dell'uomo e della vita, trasponendo le proprie idee in poesia.
L'origine nobile di Leopardi, primogenito di una famiglia
comunque non ricca, in un piccolo borgo in collina e sul mare,
condiziona la vita del giovane autore. Il padre, il conte Monaldo, un
funzionario dello Stato Pontificio assente e autoritario. La madre,
Adelaide Antici, una donna tirchia (al punto da misurare le uova
portate dai contadini, mantenuti in condizioni feudali) e senza senso
materno, attenta solo all'amministrazione delle propriet di famiglia.
Leopardi avverte la mancanza di affetto familiare, che trova solo
nell'amicizia, soprattutto epistolare, con Pietro Giordani, che
considera suo "padre putativo".
L'educazione del piccolo Leopardi privata e affidata ad un
precettore fino ai 10 anni. Seguono sette anni di studio "matto e
disperatissimo" nella biblioteca di famiglia: in questo tempo, impara
latino, greco, ebraico, studia l'astronomia, la fisica, la matematica, la
filosofia. La sua conoscenza enciclopedica ne fa un erudito, tanto da
conoscere pi del proprio precettore.

30

A 17 anni abbandona gli studi eruditi e passa alla poesia, sia


classica che contemporanea. Questo passaggio definito
dall'erudizione al bello.
Nel frattempo, si manifesta in maniera evidente la solitudine che
caratterizza la vita di Leopardi: non ha confidenza con i genitori;
trascorre solo qualche ora con i fratelli, troppo piccoli per capire. Si
sente incompreso, diverso, in un borgo "selvaggio", cio ignorante,
anche se "nato": non pu comunicare, n avere scambi con alcuno.
L'amicizia epistolare con Pietro Giordani lo risolleva parzialmente e
gli consente di trascorrere diverse ore in tranquillit.

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