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FONTI DI ENERGIA

L’IDROLISI di ATP fornisce l’energia necessaria per la CONTRAZIONE MUSCOLARE

ATP ADP + Pi + ENERGIA

FOSFOCREATINA
GLICOLISI
FOSFORILAZIONE OSSIDATIVA
I SISTEMI METABOLICI DEL MUSCOLO
L'energia per la contrazione muscolare viene fornita dall'ATP (Adenosin-trifosfato)
che si scinde in ADP (Adenosin-difosfato) e P (fosfato inorganico)
L'ATP presente nei muscoli è molto limitato per cui è necessario ricostituirlo in
continuazione.
La risintesi dell'ATP avviene attraverso tre diversi meccanismi, ognuno legato alla
durata e all'intensità dell'impegno muscolare.

1) SISTEMA AEROBICO: le tensioni muscolari sviluppate sono molto basse


(sotto il 30% circa del massimale). Durante il lavoro muscolare il consumo e il
reintegro energetico rimane in equilibrio, permettendo una durata che oltrepassa i
3 minuti per arrivare anche ad alcune ore.

I substrati energetici sono forniti inizialmente dall'ossidazione dei glicidi poi, dopo
30-40 minuti circa, essenzialmente dai grassi. Il prodotto finale di questa reazione
energetica è l'acqua, l'anidride carbonica e l'energia che risintetizza l'ATP.
L'acqua e l'anidride carbonica vengono eliminate con la respirazione, i reni (urina)
e la sudorazione.
2) SISTEMA ANAEROBICO ALATTACIDO: le tensioni muscolari sono molto
elevate (submassimali e massimali) e il lavoro muscolare intenso può essere protratto
solo per circa 8-10 secondi.
L'energia spesa viene ripristinata dopo circa 3 minuti.
Questo sistema dipende dagli accumulatori di energia CP (creatinfosfato) e non
necessita di ossigeno.

L'ATP, grazie all'enzima ATPasi si scinde in ADP e perde P (radicale fosforico ad alta
energia) che determina la contrazione. Subito dopo L'ATP viene risintetizzato grazie alla
cessione di P da parte della CP (fosfocreatina).

Oltre gli 8-10 secondi di massima tensione muscolare, la fosfocreatina tende ad


esaurirsi e non riesce più a fornire il fosfato utile alla resintesi dell'ATP.
Se si vuole proseguire nel lavoro, ovviamente con tensioni muscolari meno intense, si
è costretti ad utilizzare un altro meccanismo energetico, quello anaerobico-lattacido.
3) Sistema ANAEROBICO-LATTACIDO: le tensioni muscolari sono
mediamente elevate e possono essere protratte fino a circa 45 secondi.

Dopo lo sforzo la capacità contrattile iniziale viene ripristinata dopo circa tre ore,
tempo di smaltimento dell'acido lattico (la metà ogni 15 minuti circa. Negli atleti
specialisti può scendere anche sotto gli 8 minuti).

La reazione biochimica parte dalla fosforilazione del glicogeno (formazione di


ATP) ad opera dell'energia fornita dall'ATP durante la contrazione

Questa reazione biochimica porta alla formazione di glucosio-1-fosfato che,


determina la formazione di glucosio-6-fosfato. Seguono poi altre reazioni
complesse che terminano il ciclo con la formazione di acido piruvico e acido
lattico.
La presenza di acido lattico limita fortemente la capacità di proseguire nel lavoro

Anche questo meccanismo avviene in assenza di ossigeno.


sport di resistenza, sport di potenza, sport misti tra i quali: il
quali: la corsa, il quali: il sollevamento pugilato, la pallavolo, il
canottaggio, il nuoto, il pesi, la gara dei 100 calcio, la pallacanestro,
ciclismo, etc. metri, il salto in lungo, il tennis, etc.
l’organismo è etc. che richiedono un notevole resistenza, ma
impegnato per periodi notevole impegno anche di una notevole
di tempo molto lunghi. della forza in tempi velocità, esplosività e
molto brevi. potenza!
CAPACITÀ FUNZIONALE DEI MUSCOLI

LA FORZA DI UN MUSCOLO dipende principalmente dalle sue dimensioni, per es nel


caso dell'uomo, avrà una maggiore forza muscolare l’atleta che attraverso un adeguato
programma di allenamento abbia fatto aumentare le dimensioni dei propri muscoli. In un
sollevatore di pesi di classe mondiale, ad esempio, il muscolo quadricipite può avere una
sezione trasversa con una superficie che può raggiungere i 150 cm 2, sicchè può sviluppare
una forza contrattile massimale di 525 kg.

LA POTENZA MUSCOLARE misura la quantità totale di lavoro che il muscolo può


eseguire in un dato periodo di tempo. Essa è data non solo dalla forza di contrazione ma
anche dalla ampiezza di accorciamento e dal numero di contrazioni al minuto.
Si misura generalmente in kilogrammetri (kg/m) al minuto. Così, un muscolo che sollevi un
peso di 1 kg ad una altezza di 1 m in 1 minuto, sviluppa una potenza di 1 kgm/min.

LA RESISTENZA dipende dalla disponibilità di sostanze nutritive per il muscolo,


soprattutto dalla quantità di glicogeno accumulata nel muscolo prima del periodo di attività.
Una dieta ricca di carboidrati fa aumentare fortemente la resistenza, poichè permette di
costituire nei muscoli riserve di glicogeno molto più abbondanti che non una dieta mista, ad
alto contenuto di grassi
Le fibre muscolari vengono pertanto divise in tre tipi in base alla velocità di
contrazione, alla resistenza e alla fatica

FIBRE MUSCOLARI BIANCHE,

FIBRE MUSCOLARI ROSSE

FIBRE MUSCOLARI INTERMEDIE.

Le FIBRE MUSCOLARI BIANCHE, chiamate anche veloci, sono in grado di


sviluppare una notevole potenza, ma solo per tempi brevi.
Predispongono quindi l’atleta agli sport di potenza.

Le FIBRE MUSCOLARI ROSSE invece, dette anche lente, hanno la capacità


di contrarsi a lungo senza affaticarsi, perché non sono in grado di sviluppare
una grande potenza. Predispongono quindi l’atleta agli sport di resistenza.

Le FIBRE MUSCOLARI INTERMEDIE, presenti in una piccola


percentuale, hanno caratteristiche miste tra le bianche e le rosse e si possono
trasformare in fibre lente seguendo allenamenti specifici.
Le fibre a contrazione rapida (bianche, di tipo II o FT, dall'inglese "fast
twitch"), intervengono nelle azioni muscolari rapide ed intense.
Al loro interno troviamo un'elevata concentrazione degli enzimi tipici del
metabolismo anaerobico alattacido e glicolitico

Le fibre a contrazione rapida vengono innervate dai motoneuroni α, molto


grandi e con assoni di grosso calibro, specializzati nella trasmissione veloce
di impulsi nervosi.

La densità del letto capillare è piuttosto bassa, ridotto anche il contenuto in


mioglobina, mitocondri ed enzimi ossidativi.

La velocità di contrazione e la forza sviluppata sono però dalle due alle tre
volte superiori.

Le fibre veloci vengono reclutate durante esercizi di breve durata che


richiedono un grosso impegno neuromuscolare. Esse si attivano soltanto
quando il reclutamento delle fibre a contrazione lenta è massimo.
Le fibre muscolari a contrazione lenta (rosse, di tipo I o ST, dall'inglese
"slow twitch"), vengono reclutate in azioni muscolari di scarsa entità ma di
lunga durata.

Più sottili delle bianche, le fibre rosse trattengono più glicogeno e concentrano
gli enzimi associati al metabolismo aerobico.

I mitocondri sono più numerosi e di dimensioni maggiori, proprio come il


numero di capillari che irrora la singola fibra.

La ridotta dimensione di quest'ultima facilita la diffusione dell'ossigeno dal


sangue ai mitocondri, a causa della minor distanza che gli separa.

E' proprio l'abbondante contenuto di mioglobina e mitocondri a conferire a


queste fibre il colorito rosso, da cui deriva il loro nome.
Fibre lente Fibre veloci Fibre intermedie

Produzione ATP Fosforilazione Glicolisi (anaer. latt) Fosforilazione


ossidativa (aerobico) Fosfocreatina (anaer ossidativa (aerobico)
Alatt) Glicolisi (anaer. latt)

Enzimi ossidativi abbondanti scarsi

Enzimi glicolitici scarsi abbondanti

mioglobina abbondante scarsa

mitocondri numerosi scarsi

Substrati Principalmente lipidi Principalmente glucidi


energetici
Diametro fibra Piccolo con molti Grande con pochi
capillari capillari

Velocità di lenta rapida


affaticamento

caratteristiche Mantengono attività Mantengono attività


tonica per lunghi esplosiva e potente
periodi per pochi istanti

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