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Semantica,

semeiotica
ed artefatti
in ecografia

Dott. Pasquale Guerriero – Dott. Rocco Minelli


Università degli studi del Molise
14 Gennaio 2022
Ecografia B – MODE
• Gli echi vengono rappresentati in sequenza lungo una linea a
seconda della loro distanza dalla sorgente (determinata sulla
base del ritardo con cui ritornano alla sonda) e la loro intensità
viene presentata in scala di grigi: il bianco corrisponde al
massimo dell’intensità mentre il nero all’assenza di echi; le
sfumature intermedie rappresentano i vari livelli di intensità.
Saper fare  saper interpretare
Semantica Ecogenicità Ecotessitura Ecostruttura

Semeiotica
ECOGENICITA’
“La capacità di un organo, tessuto o struttura
anatomica di rimandare segnali eco”

• L’ecogenicità di un
parenchima o di una struttura
anatomica è in relazione a
quella degli altri parenchimi.
ECOGENICITA’
L’ecogenicità di un tessuto o di un organo è un concetto relativo.
Volendo stabilire una graduatoria dell’ecogenicità, procedendo da più
ecogeno a meno ecogeno, in condizioni normali, nell’addome, avremo:

1.Osso
2.Pelvi renale, pareti vasali;
3.Grasso strutturale
4.Prostata;
5.Milza;
6.Grasso di deposito;
7.Fegato;
8.Corticale renale;
9.Midollare renale;
10.Sangue;
11.Bile, urina.
ECOGENICITA’
ECOTESSITURA / TRAMA
Echi riflessi dalle microstrutture del parenchima
- A seconda delle dimensioni degli echi dell’immagine dell’organo, del tessuto o
della lesione oggetto di interesse potremmo avere:

- echi fini;
- echi medi; Fine
- echi grossolani.

Grossolana
ECOSTRUTTURA
“Corrispettivo ecografico della struttura anatomica in esame”
A seconda della distribuzione degli echi potremo avere due tipi di ecostruttura:
Omogenea Disomogenea
ECOSTRUTTURA
Omogenea Disomogenea
Quali sono i passi fondamentali per
eseguire un esame ecografico?
• Inserire dati del paziente

• Scelta della sonda appropriata

• Ottimizzare i parametri
ecografici

• Identificazione e
caratterizzazione della lesione

• Refertazione
SONDA ECOGRAFICA
SONDA ECOGRAFICA
LINEARE
Gruppi di elementi (da 5 o 6) facenti
parte di una cortina di cristalli (128-
512) posti in maniera contigua,
vengono eccitati in successione in
maniera da formare una scansione
lineare su un campo rettangolare.
La frequenza di emissione varia, in
genere, da 7 a 12 MHz. Scarsa
penetrazione e studio di strutture
superficiali

CONVEX
Nel caso di un trasduttore convex i
cristalli vengono eccitati esattamente
come nel trasduttore lineare, ma il
campo di vista sarà a tronco di cono,
dato che i cristalli (128-512) sono
posizionati su una superficie curva.
La frequenza di emissione varia, in
genere, da 2 a 7 MHz per la
valutazione di strutture in profondità
GUADAGNO

La regolazione dei guadagni consente di


modificare l’intensità degli ultrasuoni impiegati:
aumentando l’intensità aumenterà l’intensità
degli echi prodotti e, quindi, l’ecogenicità delle
strutture esaminate.

Aumentando l’intensità aumenta l’energia degli


ultrasuoni e, quindi, le modificazioni nei tessuti
indotte dagli ultrasuoni.

Perciò, sia al fine di ridurre gli artefatti sia al fine


di limitare gli eventuali danni cellulari, conviene
regolare al minimo indispensabile i guadagni
GUADAGNO
E’ possibile regolare il guadagno di tutta la
superfice scansionata solo su alcuni settori

Purtroppo, gli ultrasuoni si attenuano


durante la loro progressione attraverso i
tessuti, per cui gli echi provenienti dalle
zone più profonde sono sempre meno
intensi a prescindere dalla differenza di
impedenza che li ha determinati:
per cui due interfacce di uguale differenza di
impedenza poste a differenti profondità
apparirebbero sempre diverse sul monitor.

Per correggere questo problema, negli apparecchi ecografici esiste un


amplificatore che è regolato sul tempo che gli echi prodotti impiegano per
ritornare alla sonda: maggiore è il ritardo, maggiore sarà l’amplificazione
(Time Gain Compensation).
PROFONDITA’
La profondità del campo di vista dipende dalla frequenza
impiegata. Sonde a bassa frequenza permettono di esaminare
regioni od organi profondi, sonde ad alta frequenza, invece,
organi e tessuti superficiali.

Nei moderni apparecchi ecografici è possibile ridurre il campo


di vista e, contemporaneamente, ingrandire l’immagine nel
campo vicino o di aree profonde selezionate.
FOCUS
• Le linee di scansione del fascio di
ultrasuoni tendono ad allargarsi poco
dopo essere fuoriusciti dalla sonda.

• Essi restano paralleli fra loro solo per un


breve tratto: il fascio resta coerente (cioè,
con diametro pari a quello del cristallo)
fino ad una distanza che è proporzionale
al diametro del cristallo.

• Il tratto nel quale il fascio è coerente viene


detto “zona di Fresnel”; quello
successivo, “zona di Fraunhofher”.

• Il punto di passaggio tra le due zone


rappresenta la zona focale del fascio
ultrasonoro.

• Le sonde elettroniche attuali consentono


di ottenere più di un punto di
focalizzazione a profondità variabili
FREEZE e MISURAZIONI
• Comando da sempre presente negli
apparecchi ecografici è il fermo-immagine.
Mediante questo comando è possibile
bloccare la successione di frame
dell’esame in tempo reale nel momento in
cui, a giudizio dell’operatore, si sta
visualizzando meglio un certa struttura od
organo.

• A causa delle escursioni respiratorie può


risultare difficile ottenere un fermo-
immagine buono, non degradato da
sfocatura da movimento. Per questo
esiste la possibilità di scegliere tra gli
ultimi frames memorizzati, quello migliore
(cine-scroll).

Sull’immagine “congelata” è possibile


eseguire una serie di misurazioni,
inserire delle note scritte, delle frecce
o dei simboli, ecc.
Longitudinali
Trasversali
Oblique
Coronali
ORIENTAMENTO
STANDARD TRASVERSALE

PIANO CUTANEO

DESTRA SINISTRA

PIANO PROFONDO
STANDARD LONGITUDINALE

PIANO CUTANEO

TESTA PIEDI

PIANO PROFONDO
STANDARD CORONALE

PIANO CUTANEO

TESTA PIEDI

PIANO MEDIALE
Scansioni assiali

Lobo tiroideo destro

Rene destro
Scansioni
longitudinali

Lobo tiroideo destro

Rene destro
Scansioni
oblique

Lobo epatico destro

Scansioni
coronali
Rene destro
CRITERI ECOGRAFICI
LESIONI FOCALI

SEMEIOTICA

Lesioni focali differenziate in base all’eco


riflesso in:

• ANECOGENE

• ECOGENE
LESIONI FOCALI ANECOGENE

STRUTTURE LIQUIDE

Strutture che non riflettono echi, perciò


definite anecogene od ecoprive

Sono rappresentate sullo schermo con


il colore nero
LESIONI ANECOGENE
LESIONI FOCALI ECOGENE
STRUTTURE
SOLIDE
Strutture che, bersagliate dagli US, ne
riflettono una quantità tale che
corrisponde alla parte centrale della
“scala dei grigi”
• Ipoecogene

• Iperecogene

• Isoecogene
LESIONI FOCALI IPOECOGENE
Presenza di echi di bassa intensità.
La registrazione sulla “scala dei grigi” è verso il nero
LESIONI FOCALI IPERECOGENE
Presenza di echi ad elevata intensità

La registrazione sulla “scala dei grigi” è verso il bianco


LESIONI FOCALI ISOECOGENE
Presenza di echi ad intensità intermedia

La registrazione sulla “scala dei grigi” è dello


stesso livello del parenchima contiguo
CARATTERISTICHE
ECOSTRUTTURALI
DELLE LESIONI FOCALI

• omogenee

disomogenee/miste/complesse
LESIONI FOCALI ECOGENE
OMOGENEE
LESIONI FOCALI ECOGENE
DISOMOGENEE
Color Doppler Power Doppler

Color Doppler ed analisi spettrale Elastosonografia


Artefatti
• Un artefatto ecografico può essere definito come
una informazione falsa, multipla o distorta generata
dalla macchina o dalla interazione degli ultrasuoni
con i tessuti.

Uno dei motivi che


rendono particolarmente
difficile l’esecuzione
dell’esame e la sua
interpretazione è la
frequente presenza di
immagini artefattuali.
Artefatti
Perché si generano gli artefatti?
Gli artefatti ecografici si formano perché
non sempre sono vere le seguenti
assunzioni di principio:

• La propagazione degli ultrasuoni è


rettilinea.

• Il fascio di ultrasuoni è infinitamente


sottile nella sua direzione laterale e
nello spessore.

• La velocità del suono è costante nei


tessuti.

• L’ampiezza degli echi è proporzionale


alla differenza tra l’impedenza acustica
dei diversi strati di tessuto.

• L’ampiezza degli ultrasuoni diminuisce


con l’aumentare della penetrazione in
profondità.
Artefatti
“Buoni” “Cattivi”

o Effetto specchio
o Rinforzo di parete posteriore
o Anisotropismo
o Cono d’ombra posteriore
o Artefatti da lobi laterali
o Ombra acustica laterale
o Distanza ambigua
o Ring down artifact
o Artefatto da sdoppiamento laterale
“Buoni” Artefatti
Ombre acustiche laterali:
formazioni di coni d’ombra in
corrispondenza dei margini
laterali delle raccolte liquide
provviste di parete a margini
regolari

Rinforzo di parete posteriore:

ultrasuoni che attraversano una


raccolta liquida omogenea non
producono echi.

Iperecogenicità a carico dei tessuti


situati posteriormente alla raccolta /
formazione liquida.
“Buoni” Artefatti
Cono d’ombra posteriore
artefatto distale posteriore ad un’area di
tessuto assorbente o riflettente con
annullamento dei segnali d’eco.
Il cono d’ombra posteriore (sin. “ombra
acustica posteriore”) può essere
prodotto da calcoli, gas, strutture ossee
e strutture fibrose dense (cicatrici).
Assorbimento posteriore del fascio ultrasonoro
“Buoni” Artefatti
Ring down artifact
Il ring down artifact è un particolare tipo di artefatto da riverberazione che si produce in
seguito a riflessioni multiple che avvengono tra parete posteriore ed anteriore di un
oggetto (“ringing” = vibrare come un campanello elettrico).
Queste riflessioni multiple producono una serie di echi paralleli e assai vicini tra loro,
realizzando un’immagine assai caratteristica detta “a coda di cometa”.
Linee B
“Cattivi” Artefatti
Effetto specchio

Strutture poste presso interfacce ricurve e a forte riflessione sono riprodotte sia nella loro
posizione reale che al di là dell’interfaccia che ha agito come specchio.
Questo artefatto si produce a causa di riflessioni multiple, che avvengono tra la superficie
che agisce da specchio e la struttura posta a ridosso di essa: il computer interpreta gli echi
riflessi una seconda volta come posti più profondamente e, quindi, riproduce un’immagine
anche al di là della superficie specchio, in sede speculare a quella reale.
Questo artefatto è particolarmente insidioso perché può indurre in gravi errori diagnostici
(false ernie diaframmatiche, false raccolte liquide, ecc.).
Un’immagine “reale” sarà visibile in tutte le scansioni, mentre, un artefatto da mirror no.
“Cattivi” Artefatti
Anisotropismo
Se la sonda non è perfettamente perpendicolare all’andamento delle fibre, un
tendine apparirà ipoecogeno e ciò può indurre ad una diagnosi errata di lesione.
“Cattivi” Artefatti
Distanza ambigua

Artefatto che si forma in presenza di raccolte liquide di notevoli dimensioni, come


nel caso di vescica sovradistesa.

L’artefatto si genera perché gli echi


provenienti dalla parete distale della
raccolta raggiungono la sonda dopo
che è partito un altro impulso di
ultrasuoni, per cui l’elaboratore
dell’ecografo interpreta questi echi
come provenienti da molto più vicino
del reale e li pone, quindi, all’interno
della raccolta simulando la presenza di
un deposito ecogeno
REFERTO
• Dati anagrafici del paziente

• Informazioni utili al suo


reperimento (indirizzo, numero
telefonico, medico curante)

• Motivo della richiesta di


esecuzione dell’indagine

• Descrizione dei reperti


ecografici e conclusioni
diagnostiche
• Sede (anatomica)
REFERTO
• Dimensioni ( preferibilmente con valori numerici )
• Forma - Margini della struttura in esame

- Ecostruttura ( regolare/ non regolare)


- Trama
- Ecogenicità

Patologie focali:
 Sede

• Dimensioni (valori numerici)

o Margini

 Ecostruttura

 Deduzioni diagnostiche
REFERTO
Conclusioni
• Ipotesi diagnostica
• Eventuale integrazione con altri esami
• Eventuale follow-up
Grazie per l’attenzione

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