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BIOIMMAGINI

LEZIONE 2
SISTEMA VISIVO UMANO (SVU)

La percezione visiva avviene quando la radiazione elettromagnetica che colpisce l’occhio


ha lunghezza d’onda che appartiene alla banda del visibile (~350-780 nm).

FORMAZIONE DELL’IMMAGINE RETINICA

• I raggi luminosi passano attraverso il cristallino e vengono messi a fuoco sulla retina;
• La pupilla controlla la quantità di luce che entra nell’occhio, variando il proprio diametro
(7-8 mm → 2-3 mm);
• L’immagine si forma sulla retina. La retina è una membrana che ricorre la super cie
posteriore dell’occhio. Il sistema di lenti dell’occhio forma un’immagine invertita e
rimpicciolita, il funzionamento è simile alle lenti di una macchina fotogra ca
(diaframma e lenti, iride e cristallino). La regione della fovea è la parte centrale della
retina ed è la regione di massima acuità. Nella retina avviene il passaggio da segnale
luminoso a segnale nervoso.
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• Il nervo ottico, parte in cui non vediamo e pertanto chiamata punto cieco, porta lo
stimolo al cervello. Nel cervello si percepisce l’immagine, come si percepisce dipende
dal contesto in cui siamo, vale a dire che la percezione dell’immagine è anche
psicologica.
• I muscoli ciliari fanno aumentare o diminuire lo spessore del cristallino per la messa a
fuoco.

ANATOMIA DELLA RETINA

La retina contiene 3 strati di cellule:


• Fotorecettori
• Cellule bipolari
• Cellule gangliari

Sulla retina ci sono 2 tipi di sensori (recettori). I recettori sono elementi fotosensibili che
trasformano lo stimolo luminoso in stimolo nervoso, attraverso un meccanismo di
reazione fotochimica:
• Coni (visione diurna)
Sono circa 6/7 milioni intorno alla fovea e sono meno dei bastoncelli, ma sono più
e cienti, infatti ci fanno vedere i colori.
• Bastoncelli (visione notturna)
Sono circa 75 milioni. Hanno una bassa risoluzione e non riescono a farci vedere i colori.

MODELLI DEL SISTEMA VISIVO UMANO (SVU)

A livello centrale (meccanismo non ancora del tutto chiaro):

A livello periferico:

È il modello periferico per un’immagine monocromtica, noto come modello di Stockhalm.


L’intensità percepita dal sistema visivo umano è una funzione logaritmica dell’intensità
della luce incidente sull’occhio.
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PRINCIPALI PARAMETRI CHE DESCRIVONO L’IMMAGINE

1. Risoluzione
2. Contrasto
3. Rumore
4. Rapporto segnale / rumore

Rumore, contrasto e risoluzione spaziale sono correlate fra loro

1. Risoluzione
È la minima variazione distinguibile della grandezza misurata in tutta l’immagine.

Nel caso delle immagini esistono 3 tipi di risoluzione:

• Risoluzione spaziale
• Risoluzione temporale
• Risoluzione in ampiezza

• Risoluzione spaziale: intuitivamente, è il più piccolo oggetto (dettaglio) distinguibile in


un’immagine. Quantitativamente, si può misurare con un numero di cicli (coppie di linee)
di un reticolo che l’osservatore è in grado di vedere separatamente. Questa misura
dipende dalla distanza dell’osservatore.

Il ciclo per angolo visivo è un m metodo che permette di eliminare la dipendenza della
frequenza spaziale dalla distanza dell’osservatore.
Per la risoluzione spaziale è necessario introdurre la trasformata di Fourier 2D:
f (x,y) = Asin( 2π (ux+vy) − )

Il campionamento è il principale fattore che determina la risoluzione spaziale di


un’immagine. Tipicamente un’immagine biomedica ha 256 livelli di grigio, vale a dire 8 bit
(2^8), ed è grande 1024 righe x 1024 colonne. Se l’immagine viene ridotta, essa perde
risoluzione e si perdono alcuni dettagli, questo perché si è sottocampionato in modo
eccessivo (ad esempio 32x32).

• Risoluzione temporale: dipende dal tempo di acquisizione di una singola immagine,


dunque dipende più dai macchinari. È importante ridurre il tempo della risoluzione

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spaziale per ridurre gli artefatti da movimento. A noi invece interessa di più la risoluzione
spaziale in questo corso.

• Risoluzione in ampiezza: le immagini digitali sono un insieme discreto di intensità di


livelli di grigio. È necessario essere in grado di distinguere due livelli di grigio adiacenti. I
livelli di grigio sono una potenza di due perché si utilizza la codi ca binaria. Inoltre,
l’interpretazione delle immagini da parte di un operatore umano dipende dalle leggi
della psico sica.

2. Contrasto
È opportuno aumentare il più possibile il contrasto. Infatti, i tessuti patologici e sani
di erenziano spesso per grigi e bianchi in proporzioni diverse. In ambito medico sono
utilizzati i mezzi di contrasto per aumentare il più possibile il contrasto.
La sensibilità al contrasto è visibile dall’occhio umano o a certe frequenze spaziali, cioè
alle frequenze medie, e questo spiega il carattere di ltro spaziale passa-banda del nostro
sistema visivo (SVU).

Si valuta la sensibilità al contrasto in correlazione alla luminanza. Si ha una maggiore


sensibilità al contrasto a bassa frequenza spaziale quando la luminanza è ridotta. Infatti
ad un certo punto i nostri occhi saturano e quindi anche se c’è più luce ad un certo punto
iniziamo a vedere peggio.

3. Rumore

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Il rumore è tutto ciò che non ci interessa nell’immagine.

• Rumore uniforme (es. rumore di quantizzazione);


• Rumore gaussiano (es. rumore termico);
• Rumore sale e pepe: tipico nelle immagini, si tratta di pixel bianchi e neri che si
distribuiscono nell’immagine con una certa densità casuale.

4. Rapporto segnale / rumore (SNR)

a : dettaglio di are

Īa : intensità media di area

Īs : intensità media dello sfondo

σs : deviazione standard del rumor


SNR consente di valutare l’e etto del rumore in relazione al contrasto del dettaglio
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ESPERIMENTI DI PSICOVISIONE

1. Sensitività all’intensità
È la minima di erenza di intensità dei livelli di grigio che l’osservatore percepisce
correttamente il 75% delle volte. La legge di Weber a erma che per un certo range di
valori dell’intensità il rapporto delle intensità:
ΔI/I ≈ costant (ΔI aumenta all’aumentare dell’intensità)
La legge di Weber conferma che il sistema visivo umano (SVU) periferico svolge
un’operazione non-lineare, in questo caso logaritmica.

2. Adattamento
ΔI aumenta all’aumentare dell’intensità e quando ΔI aumenta, la sensitività all’intensità
diminuisce. Questo è il motivo per cui quando siamo al cinema e quando nisce il lm
usciamo dalla sala, ci mettiamo qualche secondo per vedere bene la luce nuovamente.
La sensitiva all’intensità è più alta vicino al livello a cui l’osservatore si è adattato.

3. E etto banda di Mach


I nostri occhi fanno una sovra-elongazione e sotto-elongazione quindi non rispondiamo in
maniera lineare.

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4. Contrasto simultaneo
La percezione visiva cambia.
In questo esempio il quadrato all’interno ha la stessa intensità in tutti e tre i casi, però se
lo sfondo che circonda il quadrato diventa progressivamente più chiaro, allora i nostri
occhi percepiranno il quadrato progressivamente più scuro rispetto allo sfondo che lo
circonda.

ESEMPI DI PERCEZIONE DELLA DIMENSIONE E DELLA DISTANZA


Due oggetti posti a distanze diverse producono sulla retina due immagini con dimensioni
diverse. Tuttavia, riconosciamo che la dimensione dei due oggetti è la stessa. Questa è la
legge della costanza della dimensione.

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