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E possibile ammirare il colore delle nebulose?

di Daniele Gasparri
In ogni fotografia astronomica gli oggetti del cielo profondo, in particolare le nebulose, si mostrano
ricchi di colori e sfumature, dal rosso cupo allazzurro, mentre al telescopio appaiono
completamente diversi, privi dei colori che sono invece alla portata di una comune fotocamera
compatta. Perch tale differenza di visione? E veramente impossibile poter osservare anche tenui
sfumature di colore sugli oggetti pi brillanti? Quanto conta il diametro del telescopio che si
utilizza? Per una risposta completa occorre partire dallinizio, dal comportamento dellocchio
umano
Il funzionamento dellocchio umano
occhio umano ! il migliore rivelatore di luce che abbiamo a disposizione" basti pensare alla sua
dinamica, che copre un arco di magnitudini che vanno da #uella solare $%&'.()* a #uella della pi
debole stella visibile $'.)%+*, la differenza di luminosit- ! di ben .. magnitudini, pari a
/.
/0 volte1
2ome funziona #uesto strumento meraviglioso? Perch di giorno vediamo i colori e di notte $#uasi*
tutte le stelle e le nebulose ci sembrano grigie? Possiamo semplificare il discorso considerando
locchio umano composto da un sistema di elementi rifrangenti che ha il compito di raccogliere la
luce e convergerla verso il piano focale che si trova sulla retina, sulla cui superficie sono presenti gli
elementi sensibili alla luce $che possiamo considerare alla stregua dei pi3el di un sensore 224*"
coni e bastoncelli. I coni si trovano nella parte centrale della retina, chiamata fovea, con una
concentrazione fino a /'0 000 per millimetro #uadrato. Essi sono di tre tipi, ognuno dei #uali
sensibile a radiazione di diversa lunghezza donda $5osso, 6erde e 7lu*" il cervello ha il compito di
miscelare linformazione proveniente dai singoli coni e formare cos8 limmagine finale a colori.
9on hanno sensibilit- elevata, con un picco a )))nm, e sono tipici della visione diurna detta anche
fotopica. I bastoncelli, concentrati nella parte periferica della retina, sono ben /0000 volte pi
sensibili e consentono la visione a livelli bassissimi di illuminazione, detta anche scotopica.
2ontrariamente ai coni tuttavia, essi possono rilevare solo variazioni di luminosit- e non di colore,
fornendo una visione totalmente monocromatica, con un picco di sensibilit- attorno ai )00 nm $e
risoluzione minore*.
4istribuzione sulla retina dei sensori fotorecettori. I coni, responsabili della visione a colori, sono concentrati nella zona
centrale, chiamata fovea, mentre i bastoncelli, pi sensibili dei coni ma incapaci di dare immagini a colori, sono
concentrati nelle zone periferiche. Questo ! il motivo per il #uale gli oggetti deep%s:; si vedono meglio $ma non a
colori* in visione distolta, perch si utilizzano i pi sensibili bastoncelli.
I diversi tipi di visione
I limiti di attivit- dei coni e dei bastoncelli sono funzione della #uantit- di luce che giunge
allocchio, o meglio, della luminanza o brillanza, cio! di #uanta luce, proveniente da una superficie
unitaria, colpisce una seconda superficie unitaria posta ad una certa distanza dalla sorgente $locchio
in #uesti casi, ma il significato di brillanza ! del tutto generale e prescinde dal rivelatore*. a
visione puramente fotopica, #uindi mediata dai coni, si ha fino a livelli di illuminazione di ..<
&
= m cd $candele=metro al #uadrato* cio! //.&
&
sec = arc mag . > #uesti livelli, $tipicamente diurni*, i
bastoncelli non sono attivi. ?ano a mano che la radiazione luminosa diminuisce, la visione dei
colori cambia radicalmente perch cambia la risposta dei coni alla poca illuminazione. @otto le //.&
&
sec = arc mag si attivano anche i bastoncelli, mentre i coni sono ancora piuttosto efficienti" siamo
entrati nella cosiddetta visione mesopica, tipica di ambienti con illuminazione artificiale, $case,
uffici, luoghi di ritrovo* i cui limiti sono compresi tra //.&e /'.)%/+
&
sec = arc mag . In prossimit-
del limite inferiore, a causa della minore e diversa sensibilit- dei tre tipi di coni $in ordine
decrescente" rosso, verde e blu* , i colori appaiono via via pi tenui, impastati, e si ha uno
spostamento del picco di sensibilit- verso la zona azzurro%verde. Poco sopra la visione puramente
scotopica $cio! notturna, monocromatica* la percezione dei colori ! molto diversa rispetto alle
condizioni diurne" i rossi appaiono molto opachi e difficili da notare, mentre sono facili da
distinguere il verde e il blu, dove cade il picco di sensibilit-, nonostante il numero di tonalit-
percepibili sia molto minore. >l di sotto del limite mesopico la visione ! totalmente monocromatica,
anche se ciA puA non sembrare evidente perch il nostro cervello prova ad ingannarci, suggerendo
delle sfumature di colore che in realt- non possono essere percepite. @econdo #uanto appena detto
#uindi, si puA avere visione a colori per livelli di illuminazione fino a /'.)%/+
&
sec = arc mag , a
prescindere dal tipo di oggetto che abbiamo davanti, sia esso un foglio di carta illuminato da una
torcia o una lontana nebulosa.
2urve di sensibilit- dellocchio per la visione fotopica $diurna*,
mesopica $crepuscolare* e scotopica $notturna*, oltre allo
spostamento del picco di sensibilit-, ! evidente anche la
maggiore risposta alla luce della visione scotopica rispetto alla
fotopica.
4ifferenti percezioni dei colori in funzione della
minore luce che raggiunge locchio, nella parte
bassa del regime mesopico le tonalit- percepibili
sono poche, sbiadite e concentrate nella zona verde%
azzurra dello spettro" notate come il rosso diventi
via via pi opaco.
Grandezze fotometriche
Il comportamento dellocchio umano ! funzione dellintensit- della luce che lo colpisce e per capire
come esso funzioni e #uali siano le condizioni per una visione a colori, occorre #uantificare e
caratterizzare il flusso luminoso che lo raggiunge, attraverso una serie di grandezze fotometriche. Il
significato pi letterale di fotometria ! lo studio della radiazione elettromagnetica, riferendoci
strettamente a #uella che raggiunge il nostro occhio, un significato ben diverso rispetto alla classica
fotometria astronomica.
Flusso luminoso" ! in generale la #uantit- di energia che una #ualsiasi sorgente emette in un
secondo. 9elle applicazioni astronomiche lunit- di misura ! il Batt cio! Coule=secondo, se
invece consideriamo locchio umano, dovremmo adattare #uesta definizione alla sua curva
di sensibilit-" appare chiaro che una sorgente che emette molta energia in infrarosso apparir-
completamente nera allocchio, e #uindi il flusso rilevato sar- nullo. 4efiniamo #uindi il
lumen come lenergia emessa da una sorgente monocromatica a )))nm $picco di sensibilit-
dellocchio umano in visione diurna*, a #uesta lunghezza donda / Datt corrisponde a '(.
lumen. >d altre lunghezze donda subentra un parametro chiamato efficienza visiva, un
coefficiente che tiene conto della diversa risposta spettrale dellocchio umano.
Intensit luminosa" ! flusso luminoso per ogni angolo solido. energia luminosa di una
sorgente si propaga in generale in tutte le direzioni o meglio, in ogni angolo solido. @pesso
la propagazione della luce avviene secondo una sfera via via crescente" dividendo il flusso
luminoso per langolo solito della sfera $<pigrego*, abbiamo lintensit- luminosa.
Illuminanza" rappresenta lintensit- luminosa divisa la distanza al #uadrato ed ! #uindi la
#uantit- di energia luminosa che realmente raggiunge una superficie unitaria posta ad una
certa distanza dalla sorgente, a prescindere dalla sua forma.
Luminanza, luminosit- superficiale o brillanza" #uesta ! la vera grandezza fotometrica che
ci interessa" essa ci dice #uanta energia ! emessa da un pezzetto unitario di superficie di una
sorgente estesa, e raggiunge una superficie unitaria posta alla distanza 4 dalla sorgente. In
altre parole ! lilluminanza diviso langolo solido occupato dalla sorgente. Questa #uantit- si
misura in
&
= m cd $candele=metro al #uadrato*, ma nel nostro caso ! utile utilizzare le
magnitudini visuali=secondo darco #uadrato. Questi sono i valori che definiscono gli
intervalli di visione dellocchio.
La luminosit superficiale non pu aumentare
Quando parliamo di nebulose, consideriamo oggetti con una certa estensione angolare" in ogni carta
celeste o softDare planetario, otre alla dimensione angolare, troviamo due dati legati alla loro
luminosit-" la magnitudine $integrata* e la magnitudine superficiale" #uest ultimo ! il dato
fondamentale, che esprime la luminosit- di ununit- di area angolare e ci da direttamente
informazioni preziose sul tipo di visione che potrebbe avere locchio umano. 4obbiamo ora capire
se #uesto valore puA essere cambiato osservando con telescopi di diametro diverso" se ciA fosse
vero, allora con grandi telescopi sarebbe in linea di principio possibile osservare il colore di ogni
oggetto celeste. Purtroppo le cose non stanno cos8, perch la brillanza non dipende dallo strumento
che si utilizza per osservare" #ualsiasi telescopio mostrer- una nebulosa o una galassia sempre con
la stessa luminosit- superficiale $nella migliore delle ipotesi*. Questo concetto ! poco intuitivo e va
contro lesperienza di molti astrofili che notano un incremento di luminosit- e dettaglio
allaumentare del diametro strumentale" lincremento di dettagli e, in apparenza, di luminosit-, !
causato dal cosiddetto contrasto di soglia che diminuisce con laumentare del diametro dello
strumento e che da limpressione, al nostro occhio, di vedere loggetto pi brillante #uando invece
la sua magnitudine superficiale resta costante.
E utile dimostrare, con laiuto di #ualche semplice relazione, che la brillanza di un oggetto non puA
aumentare con laumentare del diametro. 4efiniamo la luminosit- superficiale reale come la
luminosit- di un #ualsiasi oggetto cos8 come appare allocchio umano, senza alcun ausilio ottico, e
confrontiamola con la luminosit- superficiale telescopica. Questultima sar- uguale, in generale, al
prodotto di #uella reale per un coefficiente E, che chiamiamo guadagno luminoso e che ci dice
#uanto conta la maggiore apertura. 2onsideriamo un oggetto di area / secondo darco #uadrato e
#uindi di lati /F3/F. Gsservando ad occhio nudo, con d H dimensioni pupilla occhio, e con un
telescopio dal diametro 4, si avr- una differenza di energia luminosa $totale* raccolta pari a
&
* = $ d D " si sarebbe portati a dire che la luminosit- superficiale aumenti, ma, utilizzando un
telescopio, ingrandirA limmagine e #uindi la luce totale delloggetto, che aumenta effettivamente
del valore appena trovato, occuper- unarea maggiore" operando ad esempio a /0 ingrandimenti,
esso ci apparir- come se fosse di lato /0F3/0F e #uindi con unarea
&
/0 H/00 volte maggiore.
Ienendo presenti #uesti due contributi, possiamo dire che il guadagno dovr- tenere conto sia
dellingrandimento che delle diverse superfici di raccolta della luce"
&
sup

=
dI
D
G ,
4alla formula si vede che per avere un guadagno arbitrariamente grande basta tenere fisso
lingrandimento e aumentare il diametro del telescopio" in #ueste situazioni si ha effettivamente un
guadagno di luminosit- superficiale telescopica, ma c! un limite oltre il #uale non si puA tenere
fisso lingrandimento ed avere al tempo stesso un diametro dello strumento grande a piacere.
4obbiamo infatti tenere conto di unaltra grandezza, fondamentale in #uesti casi" la pupilla duscita,
cio! il diametro del fascio luminoso in uscita dalloculare del telescopio, definito come il rapporto
tra il diametro e lingrandimento" P H
I
D
, le dimensioni del fascio devono essere minori o uguali a
#uelle della pupilla dellocchio $che in condizioni di adattamento al buio ha un diametro compreso
tra ) e + mm*, altrimenti non si riesce a catturare tutta la luce proveniente dal telescopio. Ienendo
conto della definizione di pupilla duscita, e introducendo un coefficiente

che #uantifica la
percentuale di energia luminosa che effettivamente giunge allocchio $

tiene conto
dellassorbimento degli elementi ottici, anche superiore al .0J*, possiamo riscrivere la nostra
formula sul guadagno in luminosit- superficiale come"
&
sup

=
d
P
G cio! come il #uadrato del
rapporto tra pupilla duscita e pupilla umana. Poich la pupilla duscita non puA essere maggiore di
#uella dellocchio umano, lespressione tra parentesi puA al massimo essere uguale ad /, tenendo
presenti anche le perdite, il guadagno in luminosit- superficiale non ! mai superiore ad uno, anzi, !
sempre minore" la luminosit superficiale telescopica dipende dalle perdite di luce e varia in
funzione della pupilla duscita (e quindi dellingrandimento) e pu al massimo avvicinarsi alla
luminosit superficiale reale ma mai superarla! questultima " sempre costante perch#
dipende dalle caratteristiche del corpo emettente$ Questo ! un risultato fondamentale" se
potessimo vedere la nebulosa di Grione da molto vicino, ad occhio nudo, la visione non
migliorerebbe perch la sua brillanza resterebbe la stessa, mentre con un telescopio ed una pupilla
duscita ridotta, essa ci apparirebbe addirittura meno luminosa" in #ueste condizioni non potremmo
vedere i colori di una nebulosa neanche se ci fossimo dentro.
a luminosit- superficiale telescopica aumenta con laumentare della pupilla duscita fino a
raggiungere il valore massimo $#uasi uguale a #uello reale* #uando si osserva allingrandimento
tale che la pupilla duscita ! uguale al diametro della pupilla dellocchio" per comodit-, chiamiamo
tale ingrandimento ottimale e lo possiamo calcolare facilmente dalla relazione"
P
D
I
ott
= dove P ! il
diametro massimo della pupilla duscita, il cui valore ! uguale al diametro massimo della pupilla
dellocchio umano $(mm per i giovanissimi, '%+mm per gli adulti e ) mm oltre i <) anni det-* e 4
! il diametro del telescopio utilizzato% &er avere la massima luminosit superficiale telescopica e
quindi per avere la massima pro'a'ilit di poter osservare tenui sfumature di colore occorre
lavorare ad ingrandimenti prossimi a quello ottimale! ingrandimenti nettamente superiori
renderanno pi( scura limmagine e ostacoleranno la possi'ile percezione del colore$
E ora relativamente facile capire di #uali nebulose possiamo, almeno teoricamente, ammirare tenui
sfumature" a prescindere dallo strumento $almeno per il momento*, il limite per il #uale locchio
percepisce i colori ! attorno alla magnitudine superficiale /'.)%/+, se non consideriamo le perdite e
se lavoriamo allingrandimento ottimale. Questo ! chiaramente un limite che puA variare da un
individuo ad un altro, #uindi non deve essere inteso come rigoroso.
Il ruolo del diametro del telescopio
@e la luminosit- superficiale fosse lunico discriminante tra una visione a colori e una senza, ci si
potrebbe chiedere a cosa serva un telescopio di grande diametro poich non mi da immagini pi
brillanti di un oggetto esteso. In realt- la luminosit- superficiale ! condizione necessaria ma non
sufficiente per una visione a colori" altri importanti fattori, che non possono essere trascurati, sono
sicuramente le dimensioni delloggetto allingrandimento ottimale, il cosiddetto contrasto di soglia,
le caratteristiche geometriche e chimiche $forma e distribuzione dei colori al suo interno*, le
condizioni del cielo dal #uale si osserva, che devono essere perfette, e la saturazione dei colori.
>lcune grandezze, che non approfondiamo in #ueste pagine, variano con il diametro strumentale"
tra #ueste, la pi importante ! il contrasto di soglia, che spiega perch in un telescopio di diametro
maggiore un oggetto esteso appaia pi brillante e ricco di dettagli, pur non essendolo in realt-.
Qual ! #uindi il ruolo del diametro del telescopio? In realt- marginale" ai fini della percezione del
colore lutilit- di grandi telescopi ! #uella di far apparire loggetto da osservare abbastanza grande
allingrandimento ottimale, in modo da poter attivare un numero sufficiente di fotorecettori e allo
stesso tempo avere una risoluzione tale da poter separare il contributo dei diversi colori. Per gli
oggetti pi luminosi, si puA affermare empiricamente che il diametro per il #uale si verifica #uesta
situazione ! intorno ai /)%&0 cm. E bene perA chiarire che qualsiasi diametro si utilizzi esso non
potr mai mostrare colori di ne'ulose con luminosit superficiale (reale) oltre il limite
dellocchio$ >umentando il diametro puA migliorare la visione dei colori perch limmagine appare
$ma non lo !* pi brillante e contrastata, il cervello fa meno fatica ad interpretare il segnale e si
riescono a risolvere zone di differenti tonalit- $che tendono ad apparire bianche #uando non sono
risolte*, ma non posso in alcun modo spostare il limite di percezione imposto dalla brillanza.
Gli oggetti da osservare%
Ienendo conto dei limiti necessari $ma a volte non sufficienti* per una visione a colori, possiamo
passare in rassegna tutte le nebulose pi brillanti della magnitudine superficiale /+. Kortunatamente
il valore che si puA leggere nelle mappe e nei planetari ! una media su tutta lestensione
delloggetto, e #uindi, poich le nebulose non sono uniformemente brillanti, ci saranno delle zone
pi luminose delle altre, specialmente per #uanto riguarda le nebulose ad emissione.
@fortunatamente, ottenere dei valori puntuali, o dei profili di luminosit-, non ! cos8 facile ed
immediato, per #uesto dovremmo accontentarci di leggere il valore medio e fare #ualche
considerazione sulla forma delloggetto osservato.
Planetario alla mano, andiamo a vedere #uali sono gli oggetti potenzialmente raggiungibili.
@icuramente ci sono almeno alcune nebulose planetarie $9E2+''&, detta anche blue snoDball, la
9E2')<. occhio di gatto*, piccole ma con elevata brillanza $cio! basso valore di magnitudine
superficiale* e colori piuttosto saturi, #uindi molto adatte. Inoltre, esse sono abbastanza uniformi e il
valore della magnitudine superficiale media puA essere un ottimo indicatore.
Per #uanto riguarda le nebulose ad emissione, le notizie non sono molto confortanti" lunico oggetto
entro i limiti dellocchio ! la regione centrale di ?<& $il trapezio*, nessuna speranza per le altre,
almeno in teoria. 9ella pratica ci sono molti astrofili che affermano senza dubbio di poter percepire
tonalit- anche in oggetti teoricamente fuori dal limite, come ?<&, ?( $aguna* e ?/+$ nebulosa
2igno*.
Iipiche luminosit- superficiali e limiti delle visioni dellocchio umano. >ffinch si possa, almeno in linea teorica,
riuscire a percepire deboli sfumature di colore, occorre arrivare al regime mesopico, che corrisponde
approssimativamente a circa /'.)%/+ magnitudini=secondo darco #uadrato.
)ome si manifestano i colori
a maggiore sensibilit- dellocchio in visione mesopica si ha nella regione azzurro%verde ed
effettivamente #ueste sono le sfumature che si manifestano. Il colore in assoluto pi difficile da
vedere ! il rosso, zona nella #uale la sensibilit- ! #uasi nulla. >lcune nebulose planetarie mostrano i
loro piccoli dischetti di un colore azzurro%verde, mentre la regione centrale della nebulosa di Grione
puA mostrarsi verde, e alcuni osservatori affermano di aver percepito anche un leggero rosa
perlaceo. In ogni caso si tratta si sfumature, mai di colori netti, a causa di due principali effetti"
reale saturazione dei colori" poich vi sono diversi contributi, tra cui, i pi importanti sono il
blu $emissione L%beta*, il verde $GIII* e rosso $L%alpha*, spesso sovrapposti allo spettro di
corpo nero delle stelle di campo, il colore risultante apparir- sempre piuttosto tenue e
difficile da identificare a prescindere dai livelli di luminosit-,
in visione mesopica la saturazione percepibile ! raramente superiore al /0%/)J a
prescindere dal valore reale" un verde puro al /00J viene percepito, a #uesti livelli di
illuminazione, come un verde tenue, con saturazione #uasi mai superiore al /)J .
In ogni caso si tratta sempre di tenui sfumature, limitate a tonalit- azzurro%verdi e mai di colorazioni
ricche e accese come possiamo ammirare nelle fotografie.

4ue immagini di una nebulosa planetaria ripresa dal telescopio spaziale Lubble mostrano come la visione dei colori non
rispecchi la realt- delloggetto. @e infatti si tiene conto del reale flusso luminoso delloggetto, nello spettro visibile, il
suo colore reale sarebbe #uello della prima immagine. @e invece allo spettro delloggetto si adatta la curva di sensibilit-
dellocchio umano in visione mesopica $ammettendo che la luce della nebulosa sia sufficiente per attivare i coni*, si
scopre #uali sono i colori con cui locchio vede gli oggetti nel regime mesopico" le tonalit- rosse sono scomparse del
tutto.
*eoria e pratica a confronto$
4opo tante nozioni teoriche ! il momento di andare sul campo e chiedere direttamente agli astrofili
cosa si riesce a vedere alloculare dei loro telescopi e se la visione dei colori si modifica con il
diametro del telescopio. Ecco come ottimi visualisti, ma anche gente comune, percepisce i colori
nelle nebulose, con telescopi di diverso diametro, da &0 a '+ cm.. Parallelamente ai loro racconti ed
esperienze, cercherA di dare una spiegazione pi teorica, parlando degli effetti di interpretazione del
cervello.
+alvatore ,l'ano%
Gsservando gli oggetti pi brillanti $specialmente sulle nebulose planetarie* comincio ad apprezzare
deboli sfumature cromatiche su nebulose come l?<& $la migliore sotto #uesto punto di vista* ?( e
?/+ $#uestultima in misura minore* con uno @=2 da .),' cm, M?<&" ++N % mostra una colorazione
leggermente rosata, in special modo per #uanto riguarda le regione esterneF. Questa osservazione !
stata effettuata a /'00 m sotto un cielo dalla mag. limite allo zenit pari a ',&. e suddette tonalit- di
colore sono state notate $in maniera indipendente* da tre osservatori, uno dei #uali di media
esperienza. e soddisfazioni maggiori giungono al crescere dellapertura, osservando la grande
nebulosa ?<& con il )0,( cm, da un cielo cristallino con mag. limite allo zenit pari a ', M+&=/..N O
le Pali esterne della nebula mostrano una chiara tinta rosa, con sfumature di arancione chiaro
$visibili anche nelle vicinanze del Irapezio*F. Gsservazione convalidata da tre osservatori di cui uno
poco esperto $#uestultimo percepiva tonalit- decisamente sbiadite* il che convalida il fattore
esperienza.
amico Kranco 7ertucci del circolo astrofili di ?ilano, che osserva con un riflettore 9eDton in
montatura 4obson da '+ cm, ha potuto riscontrare che, un nutrito gruppetto di osservatori
occasionali $che non avevano mai accostato locchio alloculare dun telescopio* Mpercepivano
chiaramente una colorazione rossastra nelle ali esterne di #uesta nebulosaF dalle parole dello stesso
7ertucci. Q da notare che, Kranco non ha messo preventivamente a conoscenza di tonalit-
cromatiche, coloro che sapprestavano alloculare dello strumento, #uesto mi sembra un fatto
estremamente significativo.
*iziano )asanova
4ecido di prendere un gruppetto di non%astrofili di varia et-, e di sottoporlo allRosservazione di
9E2+''&, senza svelare nulla, se non almeno la natura, dellRoggetto in #uestione.
Lo specificato che lRoggetto da guardare eR una Sbolla di un certo coloreS, senza aggiungere altro.
Piccola precisazione" le persone sono arrivate in modo molto diluito, pertanto eR da escludere che si
siano influenzate a vicenda.
@u /0%/) persone, un (0J circa mi ha detto di vedere un colore azzurro o un blu, mentre una sola
persona ha parlato di viola. Qualcuno, invece, non ha visto colore. Tna signora anziana, in
particolare, mi ha detto immediatamente SbluS...
Queste invece sono le mie esperienze"
-G)./0.%
Sblin:aggioS vistoso, il telescopio usato eR un 2P2//.
In visione distolta appare un bel dischetto di colore azzurro, tendente al verde ac#ua. ?entre, in
visione diretta, la stella centrale appare circondata da una lieve nebulosit- di colore azzurro. >nche
la stellina eR colorata di azzurro.
%% -G)1..0%
colore azzurro intenso in visione distolta, mentre un blu deciso $diciamo blu oltremare* in visione
diretta. In visione diretta si vede la stella circondata da una chiazza blu appena percettibile, ma che
si stacca un poR dal fondo nero.
Ielescopio" sia 2P2//, sia NU0. Gvviamente, lReffetto eR minore nellRNU0.
%% 2s3imo%
9essun colore particolare. KG5@E un verdino%giallo con visione distolta, in un 2P2//. 9essun
colore nel ?eade.
&eter 4ercauteren (Fiandre)
In #uasi tutte le nebulose grandi e luminose come Grione $?<&*, aguna $?(*, 4umbell $?&+* e il
2igno $?/+* il colore verde%blu ! molto evidente in tutta la struttura.
PerA, anche oggetti molto pi piccoli ma con una luminosit- superficiale alta mostrano le stesse
sfumature verdi%blu, come Il S2atRs e;eS $9E2')<.* e S7lue snoDballS $9E2+''&* sono esempi
evidenti.
Invece, ! facile essere illuso, ad esempio #uando si utilizza un filtro TL2=GIII che fa diventare tutte
le stelle nel campo verdine ed ! facile pensare che le nebulose nel campo abbiano la stessa tonalit-.
4evo ammettere che le nebulose pi deboli come il 6elo $9E2'U'0%'UU)*, Es:imo $9E2&.U&*,
>nello $?)+* etc non hanno mai mostrato colori nel mio telescopio.
>nche oggetti molto pi piccoli ma con una luminosit- superficiale elevata mostrano sfumature
verdi%azzurre, la nebulosa occhio di gatto $9E2')<.* e la blue snoDball $9E2+''&* sono esempi
evidenti.
4a un certo limite di luminosit- superficiale in poi, un oggetto ! abbastanza luminoso per mostrare
tonalit- verdi%azzurre. 9egli oggetti pi estesi ho chiaramente osservato una debole colorazione
rossastra, come ad esempio sulle ali della nebulosa di Grione. Questa ! stata in effetti una sorpresa,
confermata anche da un amico astrofilo" penso che le nostre esperienze siano reali perch ci
aspettavamo di non vedere #uesta tenue sfumatura rosata, e invece cera.
Linterpretazione dei dati%
2i sono molte testimonianze, anche di gente che non ha mai osservato, che parlano di percezione di
colori, non tutte perA sembrano concordare e non tutte sono teoricamente possibili. 2redo che ci sia
un punto dal #uale possiamo partire" ci sono degli oggetti che mostrano il loro colore a tutti gli
osservatori e in accordo con ciA che prevede la teoria" la visione di tonalit- verdi%azzurre nelle
nebulose.
Iuttavia, ci sono altri aspetti che non combaciano, in particolare alcune tonalit- osservate e i livelli
di illuminazione ai #uali si dovrebbe percepire il colore.
Intanto ! utile distinguere tra percezione come ci che il sistema occhio5cervello mostra, e
visione come ci che realmente si dovre''e vedere$ a percezione non sempre coincide con la
visione, perch un ruolo importantissimo ! svolto dal cervello che interpreta i dati inviati dai
fotorecettori dellocchio.
E molto facile essere ingannati nella visione e interpretazione dei colori dei soggetti astronomici $e
in generale di oggetti scarsamente illuminati*e non sempre ciA che viene percepito, anche da un
nutrito gruppo di persone, rispecchia la realt-. Qualche osservatore afferma di aver notato tonalit-
rosa nella 9ebulosa 6elo, #ualcuno di aver visto una colorazione gialla nella nebulosa planetaria
es:imo. a luminosit- superficiale di #uesti oggetti ! molto oltre la soglia di percezione del colore,
in particolare la nebulosa 6elo, la cui magnitudine superficiale non supera la &/.)%&&, siamo oltre
/00 volte oltre il limite della percezione mesopica. 2osa succede in #uesti casi?Eli osservatori,
molti dei #uali esperti visualisti, narrano di eccellenti condizioni atmosferiche e grossi strumenti
dosservazione, ma ciA non basta, poich il limite imposto dalla brillanza delloggetto non puA
essere superato a prescindere dal telescopio che si utilizzi. @i tratta #uasi sicuramente di un inganno
del nostro cervello.
Possiamo distinguere tali inganni in due grandi famiglie"
/* Illusioni dovute alla memoria e ad influenze esterne
&* Illusioni ottiche, dovute alle condizioni di osservazione, di forma, di contrasto e luminosit-
delloggetto.
La prima famiglia di illusioni ! relativamente facile da individuare e sconfiggere ed ! propria di
astrofili non ancora espertissimi" il cervello riconosce loggetto osservato $o lo assimila ad un
oggetto simile* e gli conferisce il colore in base al ricordo che ne ha o a ciA che altri osservatori
hanno dichiarato di vedere. Per sconfiggere #uesta illusione basta avvicinarsi con locchio critico
alloculare e convincere il cervello che in realt- non si vedono i colori" in #uesto caso la natura
illusoria della percezione si manifesta e si puA riuscire a vedere limmagine in bianco e nero.
La seconda categoria di illusioni non ! legata ne a ricordi o esperienze personali ed ! molto
difficile, se non impossibile, da riconoscere, anche perch si presenta tale e #uale per ogni persona"
il cervello interpreta variazioni di luminosit-=contrasto=intensit- come presenza o variazione di una
tonalit- che in realt- non esiste $o che comun#ue non si puA vedere*. Tna buona tecnica per cercare
di smascherare #uesta illusione puA essere losservare pensando di non vedere i colori o portare
parte delloggetto fuori dal campo delloculare e lasciare solo la porzione che sembra mostrare il
colore" spesso in #uestultimo caso, la natura illusoria del colore puA mostrarsi perch manca il
contesto che crea la percezione.
Ionalit- rosate sono molto difficili se non impossibili da notare e lunico oggetto che potrebbe dare
una minima speranza ! ?<&, anche se la figura mostra chiaramente lillusione di cui si ! appena
parlato" a seconda del contrasto e della diversa illuminazione, la percezione dei colori cambia
radicalmente e spesso si discosta dalla reale visione.
Euardate le due immagini ed osservate in particolare i #uadratini blu nellimmagine a sinistra e #uelli gialli
nellimmagine a destra" bene, in realt- #ueste tonalit- non esistono, ma vengono chiaramente percepite. Il nostro
cervello interpreta le immagini che riceve dallocchio e a volte si sbaglia" le tonalit- blu nellimmagine a sinistra e gialle
in #uella a destra sono in realt- dei grigi, ma ! impossibile notarli se non si isolano dal contesto
4ifferenti percezioni del colore in funzione
dellambiente circostante" nonostante levidenza, il
#uadrato al centro delle due facce ha esattamente la
stessa tonalit-.
Ecco come appare la porzione interna della nebulosa di
Grione" la regione centrale del trapezio cade in regime
mesopico e #uindi ! percepita con una tonalit- verdina,
anche se molto desaturata $non oltre il /0%/)J*. e zone
pi esterne, ma soprattutto le ali, appaiono invece color rosa
perlaceo, come si puA vedere dallimmagine Questa
percezione perA ! unillusione" nellimmagine le ali sono
grigio neutro ma il nostro cervello, per contrasto con la
regione azzurro%verde interna, ce le fa percepire rosa
5itengo #uindi che il limite di brillanza non possa essere superato e, bench la percezione sembri
reale e sia confermata anche da altri osservatori, spesso non lo !. @icuramente non si possono
vedere sfumature su soggetti oltre il limite di brillanza, mentre il discorso ! un po diverso sul tipo
di sfumature che si possono percepire per oggetti entro il limite mesopico. 4a una veloce analisi
della curva di sensibilit- dellocchio, si nota perA che la sensibilit- nel rosso ! molte volte inferiore
al verde, ne consegue che una sfumatura rossa, per essere realmente vista, ha bisogno di essere dalle
)0 alle /00 volte pi intensa di #uella verde. Poich lemissione delle nebulose ! a righe, e al rosso
corrisponde la riga L%alpha a ')' nm, ne consegue che tale emissione deve essere almeno )0 volte
superiore alla somma delle righe GIII ed L%beta $le altre due righe principali di emissione delle
nebulose*, le #uali devono rientrare a loro volta entro il limite mesopico, non esistono oggetti di
#uesto tipo alla portata dellocchio umano" le sole sfumature reali che si possono percepire sono
verdi5azzurre causate dalla presenza delle linee di emissione dellossigeno due volte ionizzato
(6III) e dalla linea 75'eta dellidrogeno$
8ealt o illusione% due piccoli esperimenti%
Il primo tipo di illusioni cambia da persona a persona e coinvolge esperienze e ricordi propri di ogni
individuo" ! facile dimostrare la loro natura con un piccolo esperimento statistico che invito tutti a
fare.
Grganizzate unosservazione di oggetti luminosi, ma che non rientrino tutti nel limite mesopico, che
coinvolga un gruppo di persone, possibilmente dei neofiti o comun#ue gente che non conosca a
priori il reale aspetto delloggetto, e senza che siano influenzati o si influenzino tra di loro, fatevi
dire, privatamente, ciA che hanno visto alloculare del telescopio. 5accogliendo almeno una dozzina
di testimonianze si cominciano ad avere abbastanza dati per una veloce analisi statistica. @e le
persone non conoscono a priori loggetto, il loro cervello fatica nellinterpretare univocamente
unimmagine mai vista, e dallanalisi dei dati si possono avere informazioni preziose. @e il colore
non ! in realt- visibile, si avranno pareri negativi o comun#ue una distribuzione casuale di opinioni"
il colore percepito varier- moltissimo da un osservatore ad un altro, senza una netta prevalenza
$almeno il +0J* per uno" #uesto ! il segno ine#uivocabile di elaborazione da parte del cervello" la
percezione che si ha non rispecchia la realt-.
>nalizzare il secondo tipo di illusioni ottiche ! invece molto pi difficile, perch esse sono
intrinseche al sistema cervello%occhio e non variano da persona a persona.
Tn esperimento interessante puA essere #uello dellinfluenza pilotata degli osservatori" cercare di
creare nel cervello unillusione contraria a ciA che si percepisce" un tipico esempio ! far osservare
?<& ed avvertire losservatore che si vede solo una tinta azzurro=grigia. >ltri esempi di #uesto tipo
possono essere condotti anche su #ualche planetaria oltre il limite mesopico come ?&+, ?)+ e la
nebulosa es:imo. @e la percezione ! frutto di #uesto tipo di illusioni, molte persone si lasceranno
influenzare dal vostro parere e la nebulosa tender- ad assumere i colori da voi suggeriti, se loggetto
mostra sfumature reali, ! difficile che la vostra influenza possa far cambiare idea allosservatore.
Iabella con le nebulose $e una galassia* pi luminose del cielo boreale. >nalizzando la magnitudine
visuale superficiale si capisce che solo pochi oggetti possono mostrare deboli sfumature e tutte di
natura verde%azzurro $#uelli con magnitudine superficiale minore di /'.)%/+*. Eli altri, bench facili
da osservare con #ualun#ue strumento ottico, sono fuori dal limite di percezione dei colori. Iale
limite non puA essere in alcun modo spostato, neanche utilizzando telescopi di cospicuo diametro.
-ome oggetto 9agnitudine integrata 9agnitudine superficiale
visuale media: (
&
sec = arc mag *
?<& $Grione* <.0 &&.0 % /<.) $trapezio*
?( $aguna* )./ &/.)
?/+ $2igno* '.0 /U.(
?)+ $9ebulosa ad >nello* U.< /(.<
?&+ $4umbbell 9ebula* +.. &0.0
?/ $9ebulosa del Eranchio* (.< &0.(
?./ $Ealassia di >ndromeda* ..< &&.&VV
?&0 $Irifida* '.. &&.&
?U+ $9ebulosa Eufo* //.0 &&..
?+' $ittle 4umbbell* //.0 &/..
9E2 +''& $7lue snoDball* (.' /<.&
9E2&.U& $Es:imo* (.' /'.'
9E2'(&' $7lin:ing 9ebula* (.( /).<
9E2'U'0%'UU) $6elo* &&
9E2')<." $Gcchio di Eatto * (.. /<.'
9E2.&<& $Kantasma di Eiove* (.' /'..
9E2+00U $9ebulosa @aturno* (.. /).&
V Kormula per il calcolo della magnitudine superficiale" ?ag sup H ?agW&.)Xlog
/0
$$>X7*X&(&+* , dove
> e 7 sono le dimensioni in minuti darco delloggetto, approssimato con unellisse uniformemente
illuminata. Per oggetti molto diffusi, come le nebulose ad emissione o galassie, tale valore non ! preciso
ed occorre fornire una stima zonale.
VVIl nucleo di >ndromeda ! entro il limite mesopic, ma mostra con molta difficolt- una colorazione a
causa della poca saturazione dei colori. >lcuni osservatori perA parlano di tonalit- giallastra.

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