Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Ciò che vediamo non corrisponde perfettamente al mondo fisico, anche perché il nostro
sistema visivo percepisce solo una ristretta gamma di energia elettromagnetica (400-700
nanometri: non vediamo infatti i raggi ultravioletti ad es.). La percezione umana non ricrea
esattamente la realtà esterna ma crea un tipo di rappresentazione secondo alcuni principi,
che ci permettono di interagire in maniera efficace con l’ambiente esterno (anche se in
alcuni casi funzionano male, es. illusioni). I principi possono essere legati ad aspetti
strutturali e fisiologici (ossia le caratteristiche del sistema visivo), o ad aspetti funzionali
(ossia caratteristiche non legate alla visiologia, es. esperienze passate).
Principi strutturali-fisiologici :
La via più utilizzata dal nostro sistema visivo per la visione è la via genicolo-striata: è
formata dall’occhio, dalle vie di connessione (una delle quali passa dal genicolo laterale) e
varie parti del cervello (la prima che si incontra è la corteccia occipitale, definita visivo-
primaria, ed è striata).
<
Coni Bastoncelli
All’interno dell’occhio si distinguono tre tipi di coni (corti, medi e lunghi) che quando
vengono stimolati rispondono con valori bassi, medi o alti nello spettro.
Attraverso le loro varie combinazioni percepiamo i colori.
Acuità visiva
Grado di risoluzione e dettaglio nella rappresentazione dell’informazione visiva.
È il più piccolo angolo visivo sotteso da un ciclo del reticolo (ripetizione di strisce
bianco e nere) che è possibile percepire. Questo angolo visivo si forma sulla retina in
funzione dell’oggetto che stiamo osservando, passando per il centro del cristallino. La
visione foveale è quella che possiede la massima acuità, poiché nella fovea sono
concentrati i coni, che permettono un’ottima risoluzione dei dettagli.
In funzione delle caratteristiche dei fotorecettori e del modo in cui si connettono con
altri neuroni, fanno sì che il sistema visivo abbia più o meno livelli di acuità visiva.
Una volta che il segnale visivo arriva ai coni e ai bastoncelli, viene poi portato ad altri
neuroni e infine raggiunge il cervello. Ciò che determina il tipo di dettaglio (e anche le
variazioni di luminosità) è l’interazione tra coni, bastoncelli e gli altri neuroni. Il modo in
cui i fotorecettori si connettono alle cellule gangliari, determina il fatto che i coni abbiano
un’alta acuità e una bassa sensibilità, e i bastoncelli una bassa acuità ma un’alta
sensibilità.
L’informazione esce dall’occhio per raggiungere il cervello attraverso gli assoni delle
cellule gangliari che formano il nervo ottico. Il punto esatto in cui l’informazione lascia la
retina è il disco ottico. È un punto vuoto, privo di fotorecettori e neuroni: infatti, se
l’informazione cade in questo punto non viene codificata, e si verifica il fenomeno della
MACCHIA CIECA
I due nervi ottici (sinistro e destro) lasciano l’occhio e si incrociano nel chiasma ottico.
L’informazione passa poi nel tratto ottico, attraversa il nucleo ottico, arriva al nucleo
genicolato laterale e infine alla corteccia visiva primaria (nel lobo occipitale, corteccia
striata), l’ultima tappa della via genicolo-striata, che restituisce una forma di
rappresentazione, una percezione.
verso le aree parietali → dove vengono codificate informazioni relative allo spazio, al
tipo di approccio nei confronti di un oggetto, ecc.