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professore di italiano, greco e latino

nasce nel 1855 a san mauro di romagna, oggi chiamato san mauro pascoli in suo onore, l’ultimo
dell’anno da una famiglia felice, unita, numerosa e facoltosa. Il padre era amministratore delegato della
tenuta dei Principi di Torlonia.
La madre era attenta ai valori familiari
Il 10 agosto 1867 il padre torna nel calesse morto da spari di fucile. La madre e la sorella muoiono un
anno dopo di crepacuore. pascoli si ritrova orfano a 13 anni.
Il padre viene ucciso per aver trovato degli illeciti nei conti, che aveva denunciato ai principi gli
illeciti vengono compiuti dal mandante che manda le persone ad ucciderlo, e sarà poi il mandante
stesso a prendere il posto del padre, Pietro Caccia Guerra
Pascoli studiava nel collegio di Urbino, menzionato in “l’aquilone”, non avendo più soldi si trasferisce
a Rimini, compie gli studi liceali e poi si laurea a Bologna. Il suo prof era Giosuè Carducci, di cui
pascoli prenderà il posto.
Pascoli era anarchico e socialista; partecipando a manifestazioni è obbligato a stare in prigione per
un pò.
Il suo lavoro lo porterà a viaggiare in Italia. fa il professore a Messina, massa Carrara, e Lucca. nel
1895 subisce un altro trauma: dopo la morte del padre cerca di far rimanere unita, quel che rimaneva
della famiglia. Durante gli studi vive con le sorelle, ida e Maria. nel 1895 ida si sposa e lui si sente
tradito. va a vivere con Maria detta Mariu, rifiutandosi di sposarsi con la cugina per rimanere con
Maria, che lo accudirà fino alla morte. Morirà il 6 aprile 1912 a Bologna dopo aver compiuto un
discorso favorevole all’impresa della Libia (Giolitti) Riferimento al saggio poetico “poetica del
fanciullino”; saggio trascritto nel 1897 pubblicato sulla rivista Il Marzocco, suddiviso in 20 capitoli,
delinea i tratti salienti della poetica pascoliana e soprattutto il ruolo del poeta.
La natura partecipa alla sofferenza del poeta consolandolo
il registro linguistico è di un letterario, sono presenti varie figure retoriche.
in ognuno di noi c’è una parte fanciullesca, che viene a perdersi con l’adultità, perchè non ci si
meraviglia più. Solo il poeta riesce quindi a mantenere questa parte fanciullesca trascrivendola in
modo simbolico.
pascoli è un poeta fonosimbolista: abbina suoni a simboli.
le sue poesie sono scritte con apparente semplicità, come se fosse scritta da un bambino: vengono
abbinati semplicità linguistica di un bambino con eleganza letteraria di un prof
il critico letterario Gianfranco parla di uno stile pre-grammaticale, tipico del bambino che deve ancora
andare a scuola e imparare a parlare.

Scrive due raccolte di poesie:


i canti di castelvecchio, dedicati alla madre (1903-1912) myricae,
dedicata al padre (1891-1900)
le tamerici: specie di piante che vivono vicino all’acqua, arbusti comuni sulle spiaggie; preso da
virgilio nell’eneide
sono divise in 5 sezioni, banate madrigali e con versi sciolti, simili a bozzetti impressionisti. il tema
principale è la natura, consolatrice del dolore dell’uomo
la sua parte più intima è il ricordo, grazie al quale non perdi i tuoi cari
la struttura metrica è più complessa, parla anche di amore. i canti riprendono leopardi, ma ne era
completamente in contrasto.
NIDO DISTRUTTO = perdita degli affetti familiari Natura madre dolce

INNOVAZIONI DI PASCOLI:
- Libero accostamento di immagini e simboli / suggestioni
- Frasi Brevi
- Uso di metafore, analogie per rimandare alle simbologie che animano la realtà

OPERE:
-Myricae (1891): Novembre (1890), Lavandare (1891), X agosto (1896), Temporale (1894), Lampo
(1894), Tuono (1900),
-Canti di Castelvecchio (1903): Gelsomino Notturno (1903), La mia sera (1900)
NOVEMBRE
NOVEMBRE

LE LAVANDARE

X AGOSTO

X agosto 1896
-
Notte 10 agosto strana pioggia cade dal cielo = pioggia di stelle
-
Il poeta sa il motivo, ma prima di svelarlo racconta una storia di rondine che tornava nel suo nido

TEMPORALE

TUONO

LAMPO

IL GELSOMINO NOTTURNO

LA MIA SERA

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