Sei sulla pagina 1di 26

Diventare Pirandello

1. Quando ancora non si è qualcuno


- “Pyr”: fuoco in greco
- nasce nel 1867 dalla contrada Caos a Grigenti (Agrigento) in Sicilia, durante un’epidemia del colera
- Impresa garibaldina (mitologia di famiglia e racconti leggendari)
- parentado: numerosissimo e importante
- Nobel 1934: gloria di capolavori nati da un disagio epocale che prima di tutto è personale <tutti i momenti, tutti,
uno dopo l’altro, tanti – tanti – quelli di tutta una vita, gli erano serviti per diventare qualcuno>
- rapporti con gli altri: importanti → non sentirà mai la sua opera conclusa per un’inadempienza colpevole (anche se
molto acclamato)
L’apprendista promettente
- separazione dalla famiglia: si erano trasferiti tutti insieme a Palermo e dopo 4 anni (1885) ritornano tutti a Porto
Empedocle tranne Luigi (finire gli studi)
- dialogo a distanza: vocazione poetica
- letteratura come forma di trasgressione:
• come intrattenimento, passione, senza peso
• come lavoro, capace di procurare profitto
- genitori accondiscendenti e acculturati, punto di riferimento e di sostegno:
• padre Stefano Pirandello: generazioni di commercianti borghesi importanti, orgoglioso del figlio;
sostenitore di Crispi, unità d’Italia, bisogno di artisti più che di combattenti; Luigi lo venera e cerca sempre
di richiamarne l’attenzione
• madre Caterina Ricci Gramitto: narratrice di imprese garibaldine, presta continuo ascolto al suo essere
prodigiosamente diverso, debole e sensibile
- 19 anni: lettera in cui si finge 29enne per il gusto di manomettere la realtà e nascondersi dietro una maschera
- grande ascolto dalla famiglia (sorelle Rosolina e Anna molto incisive, fratelli Innocenzo e Giovanni meno), spediva
brani che scriveva e loro lo acclamavano (cerchia famigliare tutta attorno a lui)
- sostegno artistico nella famiglia (sorelle pittrice e pianista): molti insegnanti privati, incoraggiamenti
- sostegno economico: 150 lire al mese, affitto stabile
- compagnie: Carmelo Faraci (compagno di stanza), Giuseppe Schirò e Enrico Sicardi (amici letterati contemporanei)
- sognatore testa per aria, fama da bohémien, poeta perditempo
- anni del Naturalismo e del Verismo: lui non segue questa corrente, vuole “seguire il movimento della vita”; attratto
dal processo della creazione artistica, lo scavo interiore, la mente (studioso ma non cede alle tendenze, si mostra
subito alla ricerca di forme creative originali)
- Hugo lo aiuta alla scoperta del “comico”: <gli uomini di genio, per grandi che siano, hanno sempre la loro bestia
dentro di loro, bestia che ne mette in ridicolo l’intelligenza>
- Palermo: città viva di arte, cultura, letteratura; circoli, giornali, riviste che dibattono positivismo, sociologia e
psicologia
- apertura internazionale, studio scolastico di storia, lingue, letterature etc… tutti gli artisti partivano dalle stesse basi
(D’Annunzio e Pirandello); prime armi con l’industria culturale (non esisteva prima), alfabetizzazione e quindi
maggior numero di lettori e spettatori, abbattimento delle frontiere (traduzioni)
- debutto da saggista: critica letteraria a contemporanei (buoni rapporti)
La cugina fatale
- 1885 traduzione di Le menzogne convenzionali della nostra civiltà di Nordau segna Pirandello: ipocrisie della
classe borghese dietro un apparente perbenismo, ragione e sentimento in conflitto in questo periodo
- non fa fatica a mostrare i suoi tormenti quando punta in alto ma nasconde quando prova dei sentimenti di
innamoramento
- Lina di Palermo: Pirandello si innamora della cugina (più grande di 5 anni) che diventa sua musa per un gran
periodo
• Lina: molto bella, di famiglia prestigiosa, rimasta orfana nel 1886 (zio Carlo), momento in cui Luigi inizia ad
avvicinarla (lettere ai genitori in cui prova ad andare a vivere dalla zia Eugenia, rimasta vedova e quindi
anche con la cugina); punta a trovare marito tramite il suo fascino a costo di una crisi di nervi
• storia d’amore che sarebbe rimasta fra le “storie adolescenziali” ma porta a risvolti drammatici (tentativo
suicidio di lei, sfida a duello per lui), capitolazione di lei e fuga di lui da Palermo e dall’Italia
• modalità di racconto: “io che si racconta”, “vita che si scrive”; anticipatore di un canone novecentesco
(autobiografie creative), dove non si narra la vita degli altri bensì la propria
• lettere ai genitori: prefigurano a pieno titolo le maschere del futuro scrittore; abile a ritrarre un sé in una
fusione di “menzogne convenzionali” (convincere i genitori); vige l’onnipresenza della zia Eugenia e delle
“due povere donne”; raggiro, scherzo per vedere di più la cugina
• ciò che conta in questa avventura sono i rapporti famigliari e l’osservanza delle convenzioni, il codice
d’onore
Esternazioni nevrotiche
- contraddistinto da una grande estroversione (tranne per l’amore)
- visione cupa del mondo: la condivide con i genitori, molto apprensivi; la madre si era già accorta dall’infanzia della
preoccupante eccezionalità di Luigi (debole, intelligente, “incapace di vivere”)
- “smania di essere compreso” e vocazione artistica camminano a braccetto
- alter ego : dimensione interna (fantastica, immensa), rispetto alla infima realtà esterna; Caro Gioja : tratto dalla
Gioia di vivere di Zola che consegna alla nuova generazione l’espediente narrativo dell’autobiografia mascherata
(Zola si cala nel suo doppio femminile)
- si cala nel suo alter ego spesso, mostrandolo anche alla famiglia, per denunciare disagi fuori controllo (in una
lettera si mostra ribelle verso i genitori, vuole “essere libero” e fare solo arte, mentre il padre voleva facesse
giurisprudenza)
- distanze dalla generazione letteraria precedente: non si occupa dei “vinti” ma di “colossali” costruzioni fantastiche
- malessere: la chiama “nevrosi” (dialoghi con Schirò), teme di impazzire
Primo tentativo di fuga
- ottobre: rientra a Palermo e decide di lasciare la città per trasferirsi a Roma per gli studi universitari
- ottenere il consenso dei genitori: si mostra ubbidiente e alza la posta (due lauree, in Lettere e Legge), Roma è
inoltre una città vista molto bene dal padre (conquista garibaldina) e ci vive lo zio Rocco, attraverso dei raggiri e
bugie coinvolge anche la madre
- studio serio e prospettive (inizia a imparare il tedesco)
- lui tiene in pugno i genitori ma Lina tiene in pugno lui: ottenuto il consenso del padre lo dice a Lina che gli
“chiede” di non andare e lui non lo fa e questa decisione innesca un circolo perverso di eventi dagli esiti disastrosi
(“Se”)
- cinque anni dopo , nel 1891, le ragioni si fanno vive: laureato, a Roma, poesie in due volumi, collabora con
quotidiani, scrive al padre, scrive novelle, attutisce il dolore; quando scrive sorvola sull’innamoramento (delirante) e
minimizza gli anni di “tira e molla”
- attacchi nevrotici, malessere fisico e psicologico (pre – Kafka): la famiglia non lo contraddice mai e questo aggrava
la sua situazione
Esperimenti teatrali
- periodo di stress:
• 1886 fratello Innocenzo lo raggiunge per studiare alla scuola tecnica e vive con lui: regredisce nel doversi
prendere cura di lui
• deve sposarsi per avere Lina
- drammaturgia come scelta migliore: successo e denaro (poesia è senza lettori, narrativa è colma di concorrenti,
romanzo ha lunghi tempi di fattura e ha bisogno di esperienza)
- studio (con grandi professori) e lavoro
- il periodo di stress si riversa sugli scritti di drammaturgia (che non conosciamo) attraverso lettere scritte ai Suoi:
• a suo parere la novità della formula drammatica è colossale (scrive alle sorelle), stava lavorando su una
commedia tratta dagli Uccelli di Aristofane
• non le conosciamo, ma avremmo potuto riscontrare i nervi a fior di pelle di Luigi (o voglia di colpire,
agitarsi all’infinito o voglia di scivolare nel letto, con la febbre)
• quando parla dei parenti è aggressivo, dispregiativo, esibisce un soprassalto d’ira quando lo racconta ai
Suoi: il teatro rivoluzionario di Pirandello ha una stanza della tortura al posto del palcoscenico
- parla di un “Gran Me” che è metà di sé stesso, dove l’altra metà è “piccolo me”: fra queste due quote si svolge il
dramma della reciproca sopraffazione
La notte degli imbrogli
- 1887 poemetto satirico sul matrimonio, Belfagor
- fare soldi era diventato un chiodo fisso
- la notte degli imbrogli (marzo) di cui ne scrive 5 anni dopo in un testo teatrale: doveva vedersi con il capocomico
(incontro andato male, anzi probabilmente mai accaduto), si incontra invece con la Zia Eugenia (Luigi per stare con
Lina doveva sposarla, ma lui non voleva, era troppo giovane, ma viene appunto incastrato perché amava Lina) che
detta le condizioni del matrimonio (né poesia né arte, rinuncia agli studi e lavoro dal padre)
- nella messa in scena il cast (Zia Eugenia, Schirò, il cugino Ettore e Lina) c’è anche Luigi, mite e inconsapevole,
muto, che lo riconosciamo solo per la febbre
- Luigi torna a Porto Empedocle dai genitori per annunciare il fidanzamento e lavorare
Prove di resistenza
In realtà gli avvenimenti si sono svolti in maniera diversa: infatti Luigi era innamorato e voleva sposarsi (non vedeva
altra via possibile)
- scelta sottintesa: o marito o artista, prova a far leva sul padre per farsi mantenere e poter scrivere (dice di aver
composto una commedia per la Duse, alla quale sa che non interesserebbe minimamente ma vuole continuare a
coltivare l’immagine di sé con i Suoi)
- gli altri parenti lo vedono come un nullafacente, misterioso e diffidente
- con gli anni attribuirà la colpa al padre di non essersi opposto al suo fidanzamento
- si ammala molto spesso: sarebbe disposto a tutto per Lina ma allo stesso tempo non la sopporta (nevrotico)
- in tutte le sue lettere possiamo cogliere come comunque lui sia alla ricerca di forme nuove capaci di rappresentare
il suo pensiero (lettera a Schirò “Prendi l’Hugo da Pedone”)
- il lavoro in realtà dura pochi giorni (ingigantito interiormente), ammalato di febbre da due settimane, torna a
Palermo a fine giugno, dove si sente rinato, felice, nel rivedere Lina
- in questo periodo la poesia sgorga in modo ammaliante (niente mai arriverà per Pirandello nella sua vita a
competere con il mistero del suo “ingegno creativo”): Canzoni allegre le definisce “venti poesie velenose,
dall’apparenza lieta” (sa che il matrimonio lo renderà nemico dell’artista)
- continuano le crisi nervose, cervello in tensione, arriva a un’altra dottrina dell’amore: “non amiamo una donna per
quel che è ma per come crediamo che essa sia”, inizia a indietreggiare dal matrimonio
- passa il resto dell’estate a Porto Empedocle a comporre e poi a lavorare (sempre per poco): dice di essere “malato
di spirito” e che “non si guarisce”, non è più innamorato
- parte per Roma in fuga da tutto, si sente odiato e deriso, sull’orlo del suicidio, non raccontando e mentendo
- paragona l’Arte alla sua unica amante ma in modo esasperato, la paragona a volte a Lina, per indicare che
promette e poi spesso nega
2. Nell’urbe eterna (1887 – 1889)
- 14 novembre 1887 lascia Palermo e si trasferisce a Roma (molti giovani letterari si trasferivano dal Sud per
modernizzarla)
- Roma aveva sfornato (“anni bizantini”) una marea di letterati debuttanti (d’Annunzio, Pascoli, Salvadori, Fleres,
Scarfoglio) alla quale Luigi era sfuggito, non ha potuto avvantaggiarsi
- essere celebrità: liberarsi dal matrimonio e diventare artista al posto di studente
- in questi anni si sente in trappola, come in esilio (ha dovuto lasciare Palermo, la famiglia), ha i nervi a fior di pelle,
non è persuaso a trovarsi nella Capitale ma è carico di aspettative
- tradimento degli ideali risorgimentali (Sud Italia povero e trascurato), Palermo come paradiso perduto
- Gabriele d’Annunzio:
• antitesi di Luigi, condividono l’Arte come loro assoluto ma lui è dandy per posa, mito si sé e in attesa di un
cimento eroico, elogia la modernità e si candida come nuovo poeta d’Italia
• Luigi gli vomita addosso critiche su critiche che si mostrano controproducenti, anzi, mascherano una sorta
di ammirazione
• differenza di visione della Città: freddo/caldo, nuvole/cielo sgombro (Luigi compone versi sulle piogge di
Roma, vista nel Fu Mattia Pascal come un colossale “portacenere”)
• diverse opinioni su Carducci e Verga

- Luigi si annoia all’università, si accoda alle compagnie dello zio e al mondo dello spettacolo (al padre come unico
svago): in questo si sporca le mani, si mette in gioco
- difficile ricostruire questo biennio perché tende a cancellare tutte le tracce
- politica: momento particolare di tensione in cui la Francia ritira i capitali impegnati delle imprese edilizie di Roma e
questo genera delle proteste e manifestazioni (università) di cui ne scrive nella cronaca
La città degli abbacchi
- fuga dalla Sicilia agevolata dalla partenza della sorella Lina per la Sardegna, e il suo matrimonio con Calogero De
Castro
- in questo periodo Luigi è davvero intrattabile (sia in famiglia sia all’università, che disprezza), ma rimane
comunque a Roma per fuggire dal matrimonio (non potendo tornare indietro) e dal lavoro del padre
- filologia si occupa di Dante (orgoglio nazionale): frequenta Tito Mammoli (autore di Dante Alighieri all’ultimo asilo ,
tragicommedia in 5 atti)
- scrive dei suoi sogni di gloria nelle lettere ai Suoi: quello che avviene sulla scena è un pretesto per un ingegno
creativo, quando va a teatro a volte non segue i fatti sulla scena ma viene evocata nella sua mente una “strana
allucinazione” (personaggi, “fantasmi” che hanno vita propria sul palco)
- aggancio con Dominici: interessato a una sua commedia ( Fatti che or son parole) alla quale lui non si vuole legare
perché la considera “lavoruccio da poco”
- propone invece alla compagnia del Manzoni una commedia in cinque atti La gente allegra, parlandone molto
bene, che non andrà mai in scena: nelle lettere lascia intendere “attori incapaci e Sicilia al vertice”
- dopo la disillusione e la delusione non chiama più nelle lettere la città “Roma” bensì “città degli Abbacchi”, dal cui
teatro si salva solo Goldoni, sulle cui scene il teatro italiano è caduto in basso, omettendo di aver apprezzato
l’Otello di Salvini e il buon livello della Compagnia Nazionale
Crisi d’ansia e sogni di gloria
- lo zio Rocco rassicura i Suoi e rivela anche i vizi segreti (di notte ammira il Colosseo con Mammoli)
- lontananza romana genera in lui una perdita di identità: torna un paio di mesi a casa
- delirio del ritorno (smorzato anche dall’intervento della sposa), continuano le crisi nervose
- legato al voler “farsi un nome”: vuole legarlo al Valle e non al Manzoni prima, poi attraverso un’altra commedia Le
popolane che riaccende le speranze
- torna a Roma e continuano le delusioni (voleva far rappresentare a Cesare Rossi le sue Popolane, lo dice come se
lui non fosse uno dei più grandi capocomici italiani, che si trasferisce però a Napoli)
- il progetto matrimoniale fallisce
- esige cure mediche: basterebbe nel mese di Maggio muoversi in zone fuoriporta ma esce solo per la conferenza
di Carducci su Jaufré Rudel, dalla quale scrive una poesia nostalgica sulla Sicilia (allusione alla morte)
- passa alla poesia lirica: Elegie della città (Roma)
• fatta di menzogne, stesso periodo in cui esce Piacere di d’Annunzio, il quale realizza la stessa cosa con
grande facilità mentre lui produce da un desiderio delirante
• contiene potenziali “personaggi” e un ego smisurato disposto a sprofondare sotto terra e a “rinascere
fungo velenoso” (allusione al detto popolare “far terra per i ceci” che equivale a morire, congiungendo la
morte al cibo allude al ciclo vitale della concimazione)
- vuole lasciare l’università, impara ma non dà esami ma continua a sognare in grande a occhi aperti e il padre
favorirà la stampa di Elegie della città
- 1 luglio 1888 è a Palermo
Tabacco e Venere
- quando torna a Palermo: Annetta si sposa con il cugino Ettore (fratello di Lina) e questo non lo sopporta, non
sopporta neanche Lina stessa
- totale in – appartenenza di Luigi agli studi ma molto angosciato si sottomette e torna a Roma per dare gli esami
(onore di laurea e matrimonio di fronte alla famiglia)
- si ammala di nuovo ma in modo più grave: stessa cura (no vino e no tabacco)
- lo zio Rocco dice ai genitori di quando esce la notte (Venere) ma lui nelle lettere al padre nega, anzi si dichiara al
“rigido monachismo”, dice di avere “endocardite, cioè un’infiammazione al cuore”, continuando a mentire (incontri
piccanti nei camerini del Manzoni)

Secondo tentativo di fuga


- febbraio 1889: scena di isteria di Lina e Pirandello convocato dalla zia (ritratti di “personaggi” femminili in
condizioni uguali, in preda a crisi isteriche, che si rotolano, si strappano i vestiti e mostrano le gambe sollevando le
sottane), scena che Luigi non voleva vedere (Lina come “soave”, “delicate fattezze di vergine buona”)
- intervengono i genitori: Luigi in Germania e Lina a casa con loro a Porto Empedocle (Luigi non riesce a staccarsi
dai genitori, a fare il passo indietro indicato dalla sua età, Lina fa un salto in avanti, diventando sposa, nuora e
cognata)
- in queste condizioni sottrarsi al matrimonio diventa impossibile (matrimonio unico modo per guarire la malata)
- la malattia di Luigi viene trascurata; ma lui la conosce bene, la chiama “anelanza”, che è peggio della laurea e del
matrimonio: “ha tutte le sofferenze della passione, d’esser migliore, sempre, in una ascensione continua dello spirito
verso l’ideale d’una perfettiblità continua, ideale purissimo, indeterminato”
- giudica poi la sua “anelanza” in rotta di collisione con la società

Tre semestri a Bonn: andata e ritorno (1889 – 1892)


- parte per Bonn angosciato: matrimonio, immagine di Lina ma soprattutto la consapevolezza di doversi laureare e
trovare una posizione borghese
- arte come lungo cammino verso l’ignoto, laurea e carriera accademica sono ai suoi piedi
- contro la filologia (banale e perdita di tempo)
- anni in cui la lingua siciliana viene anatomizzata negli atenei tedeschi (lui in quanto nativo era privilegiato in
quanto era in grado di configurarne meglio la morfologia)
- periodo in cui l’Italia era un paese povero, l’Unità era precaria, la monarchia era miope e la classe dirigente
corrotta
- Luigi sceglie di uscire dalla comunità universitaria: laurea da contraggenio a Bonn (per la famiglia) che sarà poi in
realtà fonte importante per i suoi scritti (Enrico IV) e di orgoglioso
- periodo proficuo, poeta – filosofo ma in realtà è parte dei poeti – filologi dominanti nel primo Novecento:
• Elegie renane, Pasqua di Gea
• Mal giocondo 1889: raccolta di poesie con recensioni lusinghiere
• pubblicazioni su riviste e periodici
• Arte e coscienza d’oggi: saggio di contestazione del metodo filologico
- mente ai Suoi: dice di essersi laureato e di avere una cattedra assegnatali “maxima com laude”, quando in realtà
non segue le lezioni e seminari e passa il tempo in biblioteca ma sa che si deve laureare e non può continuare a
mentire così
- anni in cui si afferma il Simbolismo: Luigi mescola e confonde vita e letteratura (presenza di un mondo “altro” e di
una sua personale doppiezza che lo dirigono verso un teatro di strane aspetti, incubi e spaventi)
Partenza
- storia della possibile mancata espulsione
- la meta inizialmente sembrava essere Berlino
- nella sessione estiva da un buon numero di esami a Roma in modo brillante tanto da favorire la trasferta
- durante le vacanze estive inoltre compie un censimento dei manoscritti antichi della biblioteca vescovile di
Grigenti commissionata da Monaci (insegnante) da cui uscirà una bel racconto ironico:
• linguisticamente sorvegliatissimo: sapientemente dialogato, lessico scelto e rinvio snobistico a Mario De
Maria (cultura contemporanea di nicchia)
• giudicato racconto verista dall’accademia
• piace al pubblico
- nei giorni trascorsi a Roma ospite di Lucia Corti e in lui si risvegliano i “desideri d’amore” per una “adescatrice” che
secondo lui è una “bruna che ha adocchiato il suo portafoglio gonfio”
- versi patriottici al padre: ripercorre a ritroso le tappe italiane da Nord a Sud, per comunicargli che il figlio è poeta,
ama l’Italia e la Sicilia, il pensiero della madre e di Lina lo accompagnano
Arrivo
- problema della lingua per seguire le lezioni e parlare coi professori
- Jenny Schulz – Lander: nuovo interesse amoroso, scrive dei poemetti, finisce male
- creare un “déjà – vù”: Monaci (pseudo – padre), Foerser (pseudo – zio) e Jenny (pseudo – cugina)
- a Bonn non mancano amiche e amici (aiutano con la lingua)
- continua a dire menzogne: non è vero che grazie alla “raccomandazione” di Monaci, Foester lo abbia accolto a
braccia aperte come scrive al padre dopo venti giorni dall’arrivo (descrive la realtà come la vorrebbe, non com’è)
Il perenne carnevale renano
- poiché si è sentito molto male Pirandello è comparso dal professore solo il 12 novembre, invitato a frequentare
oltre che le lezioni anche un élite di allievi filologi dell’ateneo ma da quel giorno il Foerster non l’ha più visto
- nella notte del carnevale inaugura una frequentazione con Jenny molto seria (pensa di trasferirsi da lei), cadendo
nella rete non fa che elogiare, entusiasta, i liberi consumi del luogo
- le nozze con Lina vanno scongiurate: prolunga la mascherata di carnevale ponendo davanti ai Suoi la situazione in
cui si troverebbe (per sposare Lina dovrebbe rinunciare alla laurea e i genitori non vogliono)
- parla di due tesi di laurea ultimate (non è possibile visto che Foerster parla di una mezza oretta di lavoro) di cui la
prima su Lessing, la Favola e le Favole, volume mai pubblicato perché non esiste
- problema di soldi: se li fa spedire dalla Sicilia
- angoscia costante: sa che deve recuperare con i professori, prendere la laurea, mettersi a lavorare ma, scrivendo
spesso alla sorella, “o si vive o si scrive”, parla di una “vita non vissuta, ma trasfusa in un fantasma che mi sostituisce
in un mondo ideale”
- mette i genitori di fronte a due scelte difficili: o resta in Germania, con una laurea e un lavoro ma senza farsi
vedere dai Suoi per molto tempo oppure torna in Sicilia, da Lina, senza un lavoro; lui qui sbaglia i calcoli, pensa che
la scelta che faranno i Suoi fosse la seconda, quindi la pone molto a favore della prima, ma il parere dei genitori lo
raggiunge presto, cioè di accettare senza ombra di dubbio l’incarico a Bonn
- problema dello stipendio: si fa inviare soldi per la veste e per il diploma (che poi non esistono) e invia ai Suoi un
autoritratto
- Pasqua di Gea :
• poema del risveglio della madre terra, delirio lirico
• si lamenta della vita comune, del mondo di apparenze
• cascano le braccia e il buonsenso viene messo a dura prova di fronte a questo sfogo
• Luigi non ha la pretesa di “vivere come una poetica pianta parassita” e si ritenga “fortunato” di avere una
laurea e cattedra (che non ha) e inoltre gli viene a mancare anche l’indulgenza del padre sconcertato e
indignato
• Luigi non si rende conti di aver ferito i famigliari e tende la corda finché non si spezza
- La maschera : poesia che raggiunge la massima tensione, scritta al posto dell’ “esame fantastico” che doveva dare
(pagliaccio triste di cui parla Nordau)
Verso la laurea
- deve evitare il matrimonio: scrive a Lina che ha fatto una visita da un medico di Wiesbaden e che la sua
endocardite si è aggravata e non può sposarsi o morirebbe (dice di decidere lei): supera sé stesso mettendo su una
farsa simile alla Mandragola di Machiavelli; ovviamente scrivendo della sua situazione peggiorata Luigi,
consapevolmente, ottiene che Lina comunichi subito ai genitori il tutto (rafforzato con domande retoriche sulle
reazioni di Lina “che sarà della Lina? Che dirà ella?”)
- in realtà in quel tempo faceva gite con amici, con Jenny, spensierato e libero da lavoro e studio (condizione che
non sarebbe potuta durare per sempre)
- decide ripartire per la Sicilia (Lina sta male) e vuole riagganciare con il professor Monaci scrivendogli una lettera
molto difficile, giustificandosi con la sua malattia e senza, ovviamente, alcuna traccia della tesi di laurea, della
cattedra, del corso su Dante (perché non sono mai esistiti)
- solo i genitori, accecati dall’amore, gli credono: per potersi traferire in Sicilia il neoprofessore, assunto in maggio,
avrebbe dovuto chiedere subito un congedo bimestrale
- quando torna scopre, arrabbiato, che Lina sta bene, comunica in modo intimo con Jenny (crede che sia andato a
trovare la sorella malata) e dalle sue lettere sappiamo molte cose: confidenze affettuose ma entra in gioco in modo
prepotente ancora la maschera beffarda (parla della realtà non come è ma come vorrebbe che fosse)
- Lina vuole sposarsi: vuole che Luigi si faccia visitare da un altro medico ma lui si inventa una scusa
- quando è a Palermo, però, decide di volersi laureare: quanto torna tutti lo accolgono con felicità, amore, orgoglio,
tutta la città, non solo i genitori, è fiera del “raro” dottore in Filologia
- riaggancia anche con Foerster, riscrive a Monaci: conclude la dissertazione sulla parlata di Grigenti
- recupera gli esami e scrive la tesi in tedesco (aiutato da collaboratori)
- propone a Monaci uno studio sui poeti umoristici del Trecento (ai Suoi dice il contrario, cioè che era stato il
professore a proporlo a lui) che poi sarà portato a termine solo nel 1896
- nessuno vuole pubblicare in Italia la sua Pasqua di Gea così il padre paga trecento lire alla stampa Galli di Milano
- ora però la laurea e la tesi ( Suoni e sviluppi di suoni della parlata di Grigenti) costano, oltre che il vivere, e le scuse
diventano sempre meno per farsi spedire soldi (fare un giro a Berlino, note dei libri), la scusa della laurea non può
più usarla
- dottore in Filologia, lascia Bonn il 16 aprile, si ferma a Milano per lasciare sulla Pasqua di Gea una dedica a Jenny
che suona come un addio
- con Jenny si spediranno varie lettere; lei voleva sposarlo ma lui no, poi lei si fidanzerà con un ricco americano che,
invece, vuole sposarla
- Luigi sostiene che i momenti con lei sono stati di “felicità perduta”, inoltre dedica dei versi tipici con un’egocentrica
presunzione maschile (lui continua a pensare a lei solo inizialmente, ma le vorrà sempre bene, e all’inizio appunto
continua a pensare al fatto di averla lasciata “sola sola sola”)
Rientro dalla Germania
- la menzogna lo segue: mente a Jenny come ai genitori e alle sorelle (segno di affetto)
- parabola del “vecchio signore”:
• non ha ancora le caratteristiche vere del “personaggio” anche se è inventato da lui ma si trova ancora nella
zona di confine prediletta, quella fra vita e letteratura, che lui già occupa grazie alla menzogna
• ne scrive e lo fa leggere ai famigliari, che rimangono a bocca aperta: palese che Luigi tende al teatro
perché la trovata paradossale raggiunge il compimento dell’efficacia provocatoria davanti a un pubblico
sbalordito
• con questa “tirata diabolica” ha trattato male il “vecchio signore” solo per poter ammettere di aver mentito
(esami di psicologia)
• chiave umoristica del suoi primo romanzo L’esclusa nel 1893, dove trionfa il contrario della verità
- a Palermo dice addio a Lina: molto travagliato, Ettore lo vuole sfidare a duello, la zia lo giudica un assassino (coro
dei parenti palermitani); butta giù la maschera: vile e crudele
- chiede al padre di risolvere la situazione (dopo lo adorerà) invitandolo a ricordare il suo ruolo nel fidanzamento
ufficiale: lo colpevolizza, dicendo che era giovane e che è stato indotto a farlo
- scrive lettere e in queste si capisce che lui si dichiara non solo innocente ma anche vittima e giura che non amerà
mai più una seconda volta
Dimenticare Palermo
- chiuso il matrimonio nel 1891 torna a Roma dallo zio
- vuole la libera docenza non la cattedra che richiederebbe altri studi di filologia, sta componendo il dramma
Sempre e invano, riprende Belfagor e programma altre cose
- comincia a frequentare gli scrittori siciliani che vivono a Roma fra cui Luigi Capuana (co – fondatore del Verismo)
- verso l’università rimane “aperto” oppure Foerster non avrebbe chiesto sue notizie, nel 1895 chiude
definitivamente la partita universitaria con il rifiuto della carriera accademica
- Luigi finge di destreggiarsi alla ricerca di lavoro, fra varie possibilità: in realtà mira ad altro, alle prese giorno e
notte con la narrativa (a discapito del teatro), fa quello che vuole libero
- libertà e depressione, è scontento a causa del suo amore contrastato e impossibile per l’Arte: sostiene che è colpa
dell’assetto sociale odierno, lo ritiene ostile alle proprie aspirazioni (società borghese capitalista)
- Luigi pensa, agisce e giudica come un mercante: è pieno di merce originale di buona qualità ma che nessuna
barca vuole perché non trova compratori
- il padre come al solito risolve ogni suo problema: in famiglia ogni figlio/a chiamati a condividere e cooperare, in
famiglia amori e interessi si legano in modo indissolubile
- Luigi, viziato, scambia l’utile con il dilettevole e sull’aristocrazia del denaro fonda l’aristocrazia del lavoro
intellettuale, non è lui a muovere i primi passi e avviarsi per gradi verso il capolavoro
- ha molte idee ma è privo di slancio dopo il “disastro palermitano”: rende continuamente conto del suo stato
d’animo e di cosa “non” fa ai famigliari e a Jenny, nessuna fiducia nell’avvenire, né fama né gloria

IV Scene da un matrimonio (1892 – 1898)


- 27 gennaio 1894 Luigi sposerà Maria Antonietta Portolano, cugina di secondo grado, figlia di don Calogero, socio
in affari di Stefano Pirandello dato il ribasso dello zolfo
- vicenda controversa che vede una grande ostilità fra suocero e genero
- primo passo falso nel 1892: il padre manda una lettera a Luigi proponendogli il matrimonio vantaggioso e Luigi
accetta subito perché gli consentirebbe di dedicarsi anima e corpo alla scrittura e insieme sdebitarsi con il padre
(aiuta anche il fatto che la sorella Lina ha fatto lo stesso per dedicarsi alla pittura)
- dopo la batosta palermitana doveva allinearsi a un comportamento che riscuote la benevolenza e approvazione di
tutto il parentado
- suocero geloso della figlia, vuole trasferirsi più vicino a Roma, dove sarebbero andati a vivere (Luigi ha già
comprato un appartamento), rapporti di diffidenza e sospetto
• io suocero riceve una lettera anonima che denuncia Luigi di aver avuto un amante a Roma quando era
promessa a Lina e Luigi nega
• questo lo induce a voler posticipare il matrimonio di qualche mese: questioni di soldi
- regime dotale: la moglie dipende dal marito (Antonietta dipende da un dipendente)
- Luigi in questa vicenda cova rancore, incattivito e aggressivo: gli hanno rovinato anche Roma
- in questo periodo di sofferenza però, è molto prolifero e scrive:
• Amori senza amore che sono tre novelle (romanzo tripartito) sulla psicologia della ragazza da marito;
dedica al padre il volume composto giusto per chiare a lui (e a sé stesso) i trascorsi con Lina nei dettagli
• anno rivoluzionario dei Fasci italiani, nel 1893 tiene la sua prima conferenza al Circolo Empedocleo Arte e
conoscenza d’oggi : in questa tormentata fine di secolo i giovani, privi di certezze, rischiano di soccombere
sotto i residui del vecchio mondo in dissoluzione e, sul finale, azzarda dicendo che è in arrivo una novità,
un “genio che, ingoiando le rovine, creerà il libro unico, secolare” (parla di sé stesso)
- esaspera il celibato e si ritira in un convento – locanda sui colli romani ma inizia a costare troppo e i Suoi lo
richiamano: lo zio Vincenzo lo informa che il futuro suocero vuole che sposi la figlia e che Antonietta è irremovibile,
o lui o la clausura
- Luigi accorre subito in Sicilia e i due fanno tre mesi di fidanzamento: lei entusiasta, lui vede una vita vittoriosa,
luminosa e pacifica
- sostiene di aver un carattere molto più complesso di lei e che quindi lei non avrebbe potuto capirlo, come invece
lui aveva capito lei subito: Dialoghi fra me e me lo riprende, parla dei due Luigi che vivono in lui, la prima parte si
chiama Nostra moglie ; Antonietta ne sarà perplessa
- inoltre, sempre nell’opera, parla della cugina e alla futura moglie sembrerà che non l’ha dimenticata
- Le due case (Il nido ): novella per Antonietta in cui dice tutto quello che un artista si aspetta da chi diventa sua
moglie; lei, durante il matrimonio, cercherà di tenergli testa, l’avventura non è un problema, ha coraggio di spostarsi
- dopo il primo incontro Luigi formula (alla sorella) un giudizio su Antonietta inquietante, ottimista e sbrigativo
afferma di aver capito tutto quello che c’è da capire, che lei sia “riducibile a una più cosciente maniera di vivere”, e
Antonietta è tutt’altro che riducibile, casomai è “irriducibile”
- denaro: appena sposati iniziano i problemi, soprattutto a causa del denaro; nonostante la lontananza a causa della
dote il legame degli sposi con le rispettive famiglie si stringe e divide la coppia
- Luigi costretto a “ridursi” e accettare un lavoro statale (insegnante all’Istituto superiore di Magistero) malpagato
Una dote in fumo
- ingresso di Calogero Portolano come socio in azienda
- trattativa del matrimonio in due fasi:
• febbraio 1892 con la proposta del padre e le trecento lire per il viaggio: subito uno stallo dove pesano la
residenza romana e il fatto che lo sposo vuole dedicarsi alla scrittura e quindi si tira fuori da ogni lavoro
produttivo e con un mensile di 300 lire
• padre e suocero cercano di suggerire un “impegnuccio qualunque”; Luigi però insiste con non meno di 500
lire mensili e Don Stefano acconsente
- Luigi spende e spande: si allontana da sé stesso (salutare), insieme agli zio e al fratello (casa, arredamento, villa
etc…)
- matrimonio fissato a giugno: viene rimandato a ottobre per la lettera anonima inviata al Portolano, quando Luigi
viene a sapere il motivo del rimando rimane sconcertato e anzi è sicuro che sia una trovata del suocero per
costringerlo a vivere a Grigenti
- tutta la vicenda assume per Luigi una dimensione ridicola, da “operetta comica”
- a causa del rinvio si capisce che i conti non quadreranno mai e che sulla rendita dotale graveranno grandi
ipoteche
Fantasmi nel labirinto
- la rottura dei rapporti (anche se poi ricomposti) graverà sulla coppia, numerevoli litigi
- sofferenza alimenta la scrittura
- Labirinto : raccolta poetica di “imminente pubblicazione” (scrive lui)
- Luigi, nonostante la crisi economica della famiglia, esibisce la sua: accumula l’elenco delle opere ma aspetta che
qualcuno le pubblichi (continua Belfagor, scrive sei capitoli di un romanzo L’esclusa, I Dialoghi fra me e me pronto)
- La signorina : commedia che pone la questione femminile in primo piano ( Signorina Giulia di Strindberg)
- Luigi si sta allargando verso orizzonti che non può più condividere con la generazione precedente, per questo si
distacca dai siciliani – romani, tiene per sé l’insoddisfazione procurata dai sostenitori dell’impersonalità narrativa
(realtà autosufficiente e conoscibile dove l’oggetto è separato dal soggetto)
- L’esclusa : accontentare Capuana, romanzo lungo con molti personaggi che “pretendono” di entrare nel racconto
a dispetto dell’autore; trama avviata da alcune lettere; Palermo come città autobiografica e su cui “sputare”, perché
lo ha umiliato
- incontri al Caffè Aragno, di cui conosciamo poco, incontrava artisti, filosofi e scienziati dell’avanguardia
- famigliari restano gli unici confidenti intimi; Lina diventa madre di una bambina (Lina)
- L’innocente di d’Annunzio: recensione negativa di Capuana che giudica i personaggi ridicoli, evidentemente non
ha colto l’intento del narratore cioè di ritrarre le patologie dell’anima contemporanea; sul piano della finzione Luigi
è molto simile; d’Annunzio rappresenta non solo un rivale fortunato per lui ma anche l’acerrimo nemico contro cui
scagliarsi, i due sono accomunati da un’estetismo di equazione fra Vita e Arte ma d’Annunzio vuole fare la propria
vita come si fa un’opera d’arte e Luigi si sente costretto a sostituire la scrittura alla vita (Maschera)
- teatro e scena come altare dei nuovi riti di massa (d’Annunzio): in Europa e Italia irruzione del teatro di Ibsen e
Strindberg, era diventata d’obbligo la via del teatro
- scrive ai famigliari di avere un momento prolifero: ultima la commedia L’Epilogo e non solo, ha il telegramma che
annuncia l’esito della rappresentazione e il suo desiderio altera i parametri di giudizio (scarse probabilità che diventi
famoso)
- la commedia è un dramma in un atto (l’epilogo appunto): comincia dalla fine quando una moglie adultera viene
stretta in una morsa dal marito e in lei cresce il timore di essere stata scoperta e la perdita del controllo diventa
fatale perché la paura equivale a una confessione
- ingegnoso, non nuovo, congegno scenico, ma mira troppo in alto: ha i nervi tesi e perde delle cause (ebanista)
alza la cresta con Cesare Rossi, con un rifiuto certo; addio al teatro
- La ricca, novella pubblicata sulla “Tavola rotonda”: amore che non sopravvive alla povertà, molti elementi
autobiografici:
• Palermo in rovina del 1876
• trama del matrimonio contrastato dalla perdita della fortuna (denaro) è in secondo piano
• tratta dello zolfo che non si vende, dei conti che non tornano
• Luigi ritrae sé stesso di fronte ai complicati resoconti finanziari inviati dal padre: nei giorni in cui esce la
novella Luigi invia l’elenco dettagliato di cosa ha nel laboratorio e magazzini, cioè ventuno opere
• leggendolo don Stefano riconosce sé stesso, la saga famigliare, e il fratello Felice (morto)
Traumi e terapie
- Amori senza amore : rifiutato all’inizio, pubblicato nel 1894 con una solenne dedica al padre
• tripartito: L’onda, L’amica delle mogli, La signorina
• presenza della vicenda della cugina: avrebbe potuto dimenticarla ma riviverla e farla rivivere è la medicina
migliore prodotta da una spietata spudoratezza
• personaggi chiaramente identificabili: se li riconosciamo noi di sicuro loro si saranno specchiati nelle pagine
del racconto, con Palermo sullo sfondo
• Mario Corvaja: sarebbe Luigi, nome esistente che rimanda a un aspetto sinistro del Il corvo di Poe; è un
giovane che perfeziona in Germania studi di filologia e trascina da anni un fidanzamento inconcludente:
trama scontata, non sorprende che scriva poesie
• nella finzione narrativa il personaggio dell’ex – fidanzata legge la poesia turbandosi, come fece la cugina e
come avrà fatto sempre lei leggendo il racconto
• narratore non tenero: nessuno ama nessuno in queste sue novelle
• racconto eccellente, registro ben riuscito: linguaggio “medio” (dagli zii), cioè non aulico ma neanche
dialettale, che era una novità in Italia
• fallimenti di due matrimoni vissuti in prima persona gli danno tanto materiale per la manipolazione estetica
• periodo della “belle époque”: urbanizzazione, aumento della stampa, dei teatri e degli spettatori, perché
aumento dell’alfabetizzazione e del tenore di vita
• Amica delle mogli : un giovane, Paolo Baldìa, che vive a Roma torna nel suo “paese natale” per sposarsi
con una donna scelta dal padre; ha il cuore “così e così”, quindi vuol dire che una mezza relazione già
c’era: infatti una donna c’era ma non aveva la dote ed è lei a preparare la casa alla rivale (non è ancora
sposato e già la futura moglie è “l’altra”)
Addio al celibato
- capiamo che Luigi vuole sposarsi (tutte opere che hanno come oggetto le donne)
- periodo storico particolare:
• per il mercato dello zolfo: le nuove tecnologie statunitensi sono decisive
• l’Italia è sull’orlo della guerra contro la Francia dopo la strage di Aigues – Mortes
• anno dei Fasci siciliani e della nascita del partito socialista: Crispi e repressione, stato d’assedio (cosa molto
sentita in Sicilia)
• assassinio di Emanuele Notarbartolo che aveva denunciato le collusioni della mafia
- Luigi sta in famiglia per alcuni mesi: i genitori vogliono che si sposi e il padre vuole che lavori esaltando le sue doti
- conferenza Arte e conoscenza d’oggi
- in questi mesi legge e scrive molto e subisce un intervento all’inguine (adenite)
- giugno: rientro a Roma e il padre lo accompagna e per la prima volta vede la città, entusiasta come un bambino
- L’esclusa : non sarà stampato fino al 1901
- si delinea un “romanzo famigliare”: attraverso il racconto di eventi fittizi (ginnasio in Germania) si manifesta il
dramma reale della mancata autonomia dalla famiglia, autentica ribellione sorda nei confronti del padre da cui
dipende affettivamente ed economicamente senza poterne e volerne fare a meno
- non sopporta più di vivere con lo zio per colpa di Adelaide così si sposta a Monte Cavo, in un albergo (deve
pagarne il soggiorno)
- mentre chiede ancora denaro cerca anche di ricorrere alla messa in scena delle sue opere teatrali, difficile da fare
a Monte Cavo però; progetti vaghi, irrealizzabili, complicati dall’avversione per il rientro a Roma
I promessi sposi
- il denaro della dote urge: a Grigenti preparano già la cerimonia mentre lui minimizza divertito
- via vai di messaggi con le sorelle: possiamo verificare che gli arredi del villino di via delle Finanze corrispondono
con quelli descritti nell’Amica delle mogli
- può nascere il sospetto che anche l”amica” sia reale, di sicuro frequenta qualche giovane donna, attento com’è
all’abbigliamento femminile, si può dire anche però un frequentatore di case di moda, luoghi predestinati a sviluppi
che lo porteranno molto lontano (retrobottega di Madama Pace)
- Antonietta invece, priva di madre e sorelle e cresciuta in collegio fra suore, non può competere in fatto di moda
con Luigi o le altre donne della sua vita
- dalle lettere ad Anna sembra che Luigi sia contento di Antonietta, ma dalle lettere a Lina capiamo i giudizi
affrettati che dà di lei (“poca esperienza ma assai contegno e compostezza”, “stimo ch’ella sia riconducibile a una
più cosciente maniera di vivere”)
- in questi giorni sarà Antonietta piuttosto a pesare l’acquisto: accettato di vivere a Roma, lontana e a servizio del
marito da cui si aspetta solo che gratitudine per i soldi della dote, non è cosciente del fatto che lui la riduce “a una
più cosciente maniera di vivere”
- lei è ospite al Caos, Luigi va a Roma e prepara la casa di corsa (molte più spese)
- sera: scrittura
- Antonietta rappresenta la luce per lui perché gli ha permesso di realizzare i suoi ideali: Amore e Arte
- lei viene assimilata alla sua famiglia: le parla come fa con i Suoi, anche se lei non è ancora consapevole dei suoi
fallimenti editoriali (sogna ad occhi aperti in modo libero con lei), episodi di isteria e di autolesionismo (anche le
sorelle, quindi la tratta in modo benevolo e scherzoso)
- sdoppiamento sempre presente: continua il suo scritto, che ora si chiama Dialoghi tra il Gran Me e il piccolo me ,
sempre in guerra fra loro, battibeccando, spesso il piccolo gli ricorda al Grande della vicenda della cugina (perché
ritirarla sempre fuori?); inoltre il piccolo si sposa mentre il Grande no, non vuole che una donna lo “disturbi nel mio
scrittojo e mi costringerà a dirle quel che penso e sento)
Nel nido romano
- il 26 gennaio firmano il Contratto matrimoniale (11 articoli, dote di 100 mila lire, novemila all’anno)
- con le ventimila che spettano a Luigi risarcisce il padre
- il capitale viene gestito subito da don Stefano e la rendita dipende dall’andamento degli affari: suddivisa in
quadrimestri si rivelerà insufficiente (liti coniugali)
- all’inizio a loro non importa, non vedono l’ora: lui è certo di potersi dedicare esclusivamente all’arte e lei comincia
a respirare l’aria di libertà della metropoli che la attende
- i primi due mesi la coppia è in pace: riempire la casa, gli armadi, uscire con gli amici (lei viene presentata anche se
molto intimorita), a teatro, lui è in estasi, ma non badano alle spese e i conti non tornano
- i conti da saldare iniziano ad essere parecchi (in casa, i medici), Antonietta è incinta ma abortirà a giugno,
chiedono già dei prestiti al padre
- diventa necessario rifugiarsi in Sicilia per l’estate e parte dell’autunno, dove Luigi dice di scoprire l’imbroglio del
patto Pirandello – Portolano e questo causa discussioni poco pacifiche, in più Antonietta è di nuovo incinta
- rientrano a Roma, Luigi è depresso, non aveva calcolato che la fama per i giovani letterati è molto improbabile,
anzi in questo periodo di crisi generale nell’isola e in Italia, anche molti scrittori famosi (Capuana, d’annunzio) erano
in una relativa miseria
- Luigi in più non vuole e riesce a prendere atto della povertà imminente del padre
- discussioni quotidiane fra coniugi: costretto ad ammettere gli insuccessi prima nascosti dalle menzogne
- descrive la moglie come una “bambina”, sa distinguere fra letteratura e vita (o poco elastica o non “educata” al
suo modo di pensare)
- novella per Antonietta: Le due case
• tema del doppio: doppia vita nelle due case, l’una con la moglie simbolicamente sterile, l’altra con l’amante
simbolicamente prolifica (cugina) che dà alla luce una bambina
• secondo titolo Il nido, pubblicata nel 1895
• è in origine una parabola per educare Antonietta: soprannome di “orsa” non è dispregiativo, infatti quando
l’amante dona la figlia alla coppia, la moglie sterile si prenderà amorevolmente e gelosamente cura della
piccola, tanto da recuperare l’innamoramento del marito – artista, condividendo qualcosa insieme
- Luigi dice sempre che comporre opere è il suo modo per comunicare con chi ha intorno: i Suoi sono abituati ma
Antonietta no
- poemetto Pier Gudro (che poi sarà il preludio del romando I vecchi e i giovani ): versi che commentano l’anno
cruento dei Fasci, rende omaggio con la morale al padre)
L’artista frustrato
- 1894 a Roma arriva Zola per scrivere Roma e ci da un’immagine importante: il Nord minaccia la secessione, sulla
Sicilia grava lo stato d’assedio
- il matrimonio procede: tanto lei rifugge dalla caotica promiscuità cittadina, lui appare cupo, irascibile e depresso
- mette di malumore anche chi gli sta accanto, ira incontenibile quando scopre che al padre è stato negato il porto
d’armi al seguito di uno scontro a fuoco
- zio Rocco unico capro espiatorio del suo malumore, nonostante Luigi sia pieno di risentimenti, non riesce a
prendere le distanze, anzi si confida con lui e lo zio, passando sopra indulgente, lo conforta in continuazione
- Belfagor è finito ma ovviamente non si trova chi lo stampa, allontanato dagli editori a causa della tagliente
aggressività (censura senza riguardi Verga, Capuana, Pascoli, d’Annunzio)
- continuano le avversità (soprattutto verso d’Annunzio): di lui, arrancante verso la scalata, nessuno si accorge e ciò
che scrive non gli rende nulla (prova ad arrancare anche il minimo)
- infatti ha bisogno di denaro, e lo scrive in rima dopo aver composto un ennesimo raccontino, dal tono scherzoso
solo in apparenza
- la gravidanza volge al termine e l’appannaggio del primo quadrimestre (2333 lire) è prosciugato, a maggio urge
una seconda elargizione, uguale a quella di gennaio (250 lire)
- scrive alle sorelle:
• tre lavori di grande importanza (mai fatti): “1°, Dalla Morte alla Vita ; 2° E poi? ; 3° Giustizia” e non ha finito,
perché dice di aspirare a un “libro unico”, all’Ur – poema da anni annunciato “in cui verserà tutta l’anima
mia, tutto me stesso. Avrà per titolo: L’Universale” (solito gigantesco miraggio)+
• procura ad Annetta Anna Karenina di Tolstoj giudicandolo un bel romanzo ma scomposto e senza armonia
d’insieme, dice anche che è questo il difetto dei romanzi russi
- Luigi bada al funzionamento del consegno narrativo, all’equilibro fra i personaggi e fra i scorci descrittivi e il
dialogo: motivo per il quale la novella è la sua palestra
• genere prolifico
• short – story : adeguata allo smercio letterario ma converge anche con il teatro (molti dialoghi), infatti
spesso le novelle di Pirandello saliranno sulla scena
Paternità
- nascita del figlio Stefano il 15 giugno 1895 sconvolge Luigi, convinto che le prime doglie e il travaglio siano stati
indotti da un temporale spaventoso
- chiama “Re” il neonato, trattandolo come il messia, a cui da anche il nome del padre ma questa “purissima bontà”
è destinata a sparire
- la mancanza di indulgenza procede di pari passo con la mancanza di denaro: don Stefano continua ad elargire
prestiti ma vuole che Luigi lavori presso il “giornale di Sicilia”
- in questo periodo Luigi è depresso, squattrinato ma operoso
- due saggi:
• Goethe ed Eckermann nella “Rassegna settimanale universale”
• uno so Cecco Angiolieri d’intonazione accademica
- trasloco nel quartiere trasteverino dei Prati di Castello, più economico
- con tempismo sospetto, in base all’articolo 4 del Contratto, il suocero intende togliere le settantamila lire dalla
cassa dell’azienda zolfiera: si insinua nelle difficoltà economiche che investono sia la coppia ma soprattutto il
consuocero
- Pirandello si infuria e vorrebbe scrivergli le peggio cose ma il padre lo blocca, così stendere il copione e recitare la
lite immaginaria gli restituisce la calma
- le sue opere continuano ad aumentare ma senza rendere nulla; si tratta di fondi di magazzino ma nel caso delle
commedie sembra che metterle in scena dipenda dall’autore, cosa assolutamente non vera
- nuovo insediamento è appena assaggiato che già sono costretti a passare sette mesi a Grigenti, nonostante Lina
la sorella, con le due bambine e il marito, si sia trasferita a Roma: in un appartamento modesto, in via Vittoria
Colonna, a 45 lire al mese come perfetto esempio di parsimonia (Antonietta non la sopporta)
Fallimenti
- ritrovare la pace nella campagna del Caos: occupata dai parenti, mentre continuano a pagare la villa
- Luigi vuole scrivere un romanzo all’altezza delle sue capacità: “romanzo” perché ormai è il genere che è sempre
più venduto (anche Antonietta “l’illetterata” ne legge molti)
- quasi trent’anni: voglia di rinnovarsi (teorie darwiniane divengono senso comune: gli individui evolvono
adattandosi all’ambiente) come l’invidiabile ma inimitabile d’Annunzio, che rinnega ed è disgustato del suo vecchio
lavoro
- in Sicilia è sofferente: non riesce a far nulla, preda di una tremenda nevralgia, si annoia, il figlio è malato, il suocero
continua a infierire, Antonietta è turbata
- riprende il lavoro con i Vecchi e giovani
- novella resta lo sbocco provvisorio della creatività contrastata da malesseri e malumori, accanto alla saggistica
militante: elimina il materiale inutile e compone novelle anche riadattando testi teatrali, commedie, spezzoni
- periodo in Italia di un’accesa polemica fra i difensori dell’italianità (es Carducci) e i cosiddetti europeisti (es
d’Annunzio): Luigi prende le distanze dai modelli d’oltralpe (moda francese o russa) ma continua ad avere i suoi
punti di riferimento anche in scrittori come Tolstoj, Dostoevskij, Poe, Hoffmann etc…
- novella scritta per il “maestro”, Capuana (lettera a Enzo): racconto allucinato, paranormale che può considerarsi
l’incunabolo del Fu Mattia Pascal, quasi un omaggio a chi lo ha avviato sulla strada della narrativa e che da tempo
figura fra i cultori dello spiritismo
- presupposti di Chi fu? : periodo in cui la psichiatria inizia ad avvalersi della ipnosi, suggestione ed autosuggestione
che si riversa anche nella letteratura, dove troviamo defunti che stanno fra i vivi, medium, dialogo con l’aldilà
- compone a grappoli non appena trova modo di pubblicare le sue short – story (“novellaro” si chiama in
romanesco), resta l’unica possibilità di farsi conoscere
- ingaggio presso un paio di riviste e secondo figlio in arrivo
- don Calogero mette in atto ogni iniziativa allo scopo di sottrarre il capitale della dote alla ditta di Pirandello
- dissapori e contrasti covano, poi, sotto l’apparente maschera di fronte comune nel matrimonio: Luigi è
spalleggiato a Roma dagli zii e dalla sorella, Antonietta, invece è in minoranza, cerca di evitare gli urti
- Luigi vuole dedicarsi al giornalismo: propone prima al suocero (rifiuta ovviamente) e poi al padre di investire la
dote in giornalismo; era in vendita la “Nuova Antologia”, rivista molto prestigiosa, cosa che ovviamente non accadrà
- ancora delusioni su delusioni: Epilogo bocciato da Andò con una scusa (infortunio prima attrice) che Luigi si beve
quando sappiamo che in realtà era impegnato con altri progetti di qualità decisamente alta (con la Duse, Zacconi),
getta la spugna e trasforma l’Epilogo in una novella
- cambia registro a Una signora, ma ancora nessuno dei romanzi riesce ad essere pubblicato
- ripone qualche speranza nel Galli di Milano per pubblicare delle “novelle umoristiche” raccolte in un volume,
Notizie del mondo di singolare sperimentalismo (non vengono pubblicate)
Il settimanale “Ariel”
- estate 1897 a Roma perché nasce Rosalia (Lietta) e la rivista settimanale “Ariel” (spirito dell’aria nella Tempesta di
Shakespeare), fondata da Luigi e il gruppo romano
- d’Annunzio/Pirandello: entrambi rapporto stretto con Shakespeare ma in modo diverso (si capisce la divergenza
dei loro intenti)
- primo numero il 18 dicembre, durerà sei mesi: eccessivo provincialismo (organo di gruppo romano di immigrati
meridionali), unico programma che hanno è quello del “sincerismo” (domandiamo agli artisti la sincerità, primissimo
pregio dell’arte, così nei nostri giudizi saremo innanzi tutto sinceri)
- pubblica su “Ariel” L’epilogo, pubblica spesso Luigi tramite numerosi pseudonimi
- segnalazioni (anonime ma probabilmente di Luigi) riguardanti il ritorno della Duse sulla scena italiana al Valle
interpretante Il sogno di d’Annunzio: nessun accenno all’evento che onora la cultura italiana, si limita a colpire il
concorrente; accuse morali e rimproveri d’avere
- incarico di insegnamento alla Scuola superiore al Magistero segna una brusca sterzata nella quotidianità di Luigi,
significa rinunciare alla libertà di non guadagnare del proprio lavoro, fallisce così la soluzione coniugale
Tra moglie e marito
- scontro violento raggiunge la Sicilia
- racconti attorno a mariti martirizzati da mogli argigne: personaggi fittizi della “vita che si scrive”
• 1897 pubblica Il marito di mia moglie : novella dove un giovane moribondo impiega le energie allo stremo
per sistemare la moglie con un altro uomo, liberandosi tramite la morte
• 1897 esce la seconda parte di Dialoghi tra il Gran Me e il piccolo me : uno è morto (quello sposato, ha
capitolato davanti al matrimonio) e l’altro è vivo
• Disdetta : novella, “io” diviso a causa della somiglianza fra due artisti, di cui uno ridotto in misera e
impazzito per essersi sposato, così si identifica con “l’altro”, fidanzato e non ancora sposato al quale anzi
chiede disperatamente di non farlo “per entrambi”
- le descrizioni, i racconti, (La balia)hanno un protagonista che non combacia con Luigi: sono personaggi che
soffrono e sopportano in silenzio
- i litigi si fanno violenti e accesi che Antonietta arriva a chiedere al padre di essere venuta a prendere e don
Calogero rinfaccia subito al consuocero imprecando, Caterina si dispera, Annetta ha attacchi nevrotici
- Luigi viene portato ad ammettere la situazione: la colpa è sua, di Antonietta, che gli ha “strappato di bocca termini
vivaci”
- Luigi inoltre colpevolizza il padre e usa le sue abilità di scrittore: dopo le cause remote, le cause prossime dei
“vivaci” diverbi sarebbero consistite nella gelosia di Antonietta nei confronti di Lina
- rendere pubblici i contrasti intimi pertiene alla sua vocazione teatrale: non può sottrarsi alla stesura di un copione
e le circostanze in cui ha perduto il controllo diventano le scene di un dramma
- il ricatto gli ha “imposto” quattro anni prima il matrimonio; la moglie gli “impone” ora la separazione: “siete venuti
voi a infelicitar me, a pregarmi”, allude alle suppliche del suocero perché sposasse la figlia
- avrà alzato le mani e urlato, minacciato di “buttarla fuori dalla finestra” ma è lei che lo offende e che lo provoca,
così dice
- la nomina di professore di Estetica e Stilistica, oltre che un compenso bassissimo, lo sottrae alla libera creatività e
viene meno il cardine del matrimonio, così Luigi si trova truffato sia dalle illusioni artistiche sia della favorevole
sistemazione con il terzo figlio in arrivo e con gli affari dello zolfo a rotoli
- scarse notizie riguardo il rapporto fra i coniugi dopo la separazione
- dopo poco, però, fanno la pace con il terzo figlio in arrivo (vanno insieme a teatro): in questo tempo Antonietta è
più calma
- dopo il fallimento di “Ariel” Luigi non riesce a lavorare
- La scelta, novella uscita su “Ariel”, aveva già aperto la strada al registro metanarrativo; si intravede Mattia Pascal
nel narratore di professione che parla di sé stesso, delle procedure del suo laboratorio invaso dai “personaggi”
Cap V La menzogna vitale (1899 – 1909)
- con tutti gli impegni Luigi si allontana dalla possibilità di comporre un’opera impegnativa
- più novelle e saggi
- rapporti coniugali via senza ritorno dell’incompatibilità (ne sappiamo poco)
- contrasti con il padre: risentimento del primogenito che si premura non solo di retrodatare lo scontro ma lo
accusa anche di adulterio (lo avrebbe sorpreso a “pavoneggiare” con l’amante, cugina, a quattordici anni,
spiegando il via vai fra Grigenti e Palermo); ovviamente i veri motivi non sono questi, molto più tardi e per altre
ragioni il padre – idolo cade in frantumi precipitando dal piedistallo su cui lo aveva messo Luigi
- il crollo dell’azienda è stato un lento declino, non improvviso: era stata acquistata dalla Sulphur che pensa al
commercio, ma nel Novecento il mercato, anche dello zolfo, sarà americano; altre cose hanno contribuito come il
matrimonio di Enzo e Annetta, i debiti con banche e parenti, le lauree
- Luigi non sembra percepire bene l’importanza delle criticità aziendali, la stima per il padre gli fa velo
- i conti a Roma non tornano e vengono addossate le colpe ad Antonietta: marito depresso, figli da allevare,
condizione urbana gravosa, senza supporto familiare o di conoscenti, personale di servizio da gestire
- Luigi in tutto ciò è depresso e oppresso dal basso stipendio e dalla non possibilità di finire la sua opera
- novelle escono su periodici, raccolte in volumi tardi e lontani geograficamente: immagine di artista non si crea nel
pubblico
- solo nel 1902 si realizza la collaborazione con la “Nuova Antologia”
- continua a criticare d’Annunzio: ostacolo da abbattere
- tanto è più creativo quanto più soffre
- Il fu Mattia Pascal :
• romanzo umoristico svincolato dal genere veritsta
• alle spalle lungo lavoro di scavo e studio di psichiatria e teosofia
• “personaggio” di un’immaginaria “death in life”: senza identità, senza patria, senza destino; amara
negazione dei fondamenti del vivere sociale, un doppio regno dei morti (biblioteca e cimitero) che vanifica
l’ammutinamento del protagonista, morto due volte per finta
• racconto in prima persona prorompe l’architetto della trama, costruttore non così scaltro se non contasse
sul drammaturgo represso
• novità non accolte in patria, con censure aspre, mentre riceve riconoscimenti stranieri
- Giovanni Cena, caporedattore della “Nuova Antologia”, Pietro Mastri sulla questione della lingua, Alberto Cantoni,
con altri eccentrici umoristi
- articolo Vignette e scene e lungo saggio dedicato al Teatro Stabile di Roma : grande dedizione al teatro
- dimestichezza col palcoscenico offre materia a un romanzo Suo marito
- salire di grado nell’insegnamento universitario: due volumi saggistici Arte e scienza e L’umorismo , 1908,
interruzione della creatività del narratore e del drammaturgo
- enni del femminismo letterario: Pirandello è circondato da scrittrici di successo
- 1908: morte dello zio Rocco, dolore immenso, cala un nuova ombra oscure nelle sue operetta
- 1909: morte del suocero, conseguenza dell’eredità di Antonietta che diventa ricca e quindi libera; cambiano casa
un’altra volta
- Vecchi e giovani ne giova, venendo pubblicato su “Rassegna contemporanea” a puntate, con i primi 12 capitoli (ne
mancavano ancora 4)
Le battaglie del “novellaro”
- ormai non può più fingere con i genitori: viene meno la maschera consolatoria del passato: gravidanza della
moglie sembra motivare la ripresa del teatro, si affianca a lei per ultimare e trasformare in sceneggiatura il Nido,
crea lei e crea lui, all’unisono
- materia per Suo marito, romanzo futuro in cui veste panni femminili della protagonista, scrittrice e madre, che
porta in grembo tanto l’opera quanto il figlio
- Antonietta manifesta, nelle poche testimonianze su di lei, sentimenti delicati e capacità di introspezione
- sempre più novelle, di ambientazione preferibilmente siciliana
- situazione economica: rilancio attività con acquisto di imbarcazione che esporta agrumi, vino e legnami (bilanciare
le perdite nelle miniere) che si dimostra non risolutivo; viene meno la regolarità della dote e rappresenta un
aggravante, Luigi aveva riservato per sé e i suoi amici letterati un appartamento al Macao dove parlavano e
leggevano opere composte
- dalle lettere a Pietro Mastri, poeta e critico fiorentino, sappiamo che Luigi è sconfortato dal fatto che di novelle ne
ha tantissime e potrebbero essere pubblicate in volumi ma non trova un editore disposto, inoltre, caduta la
maschera con i Suoi, non annuncia a loro più le opere teatrali ma a Mastri, inconsapevole dei fallimenti passati, sì: Il
nibbio che andrà in scena con altro titolo solo 15 anni dopo, Scamandro , una pantomima mitologica sui riti nuziali
dell’antica Grecia che andrà in stampa solo nel 1906, il Padrone e Il ritmo della poesia , saggio di metrica e contro il
verso libero, di cui si perdono le tracce
- non riesce a farsi sentire, a partecipare al dibattito culturale se non attraverso attacchi e recensioni maldestre,
critiche, non perdendo mai occasione di denigrare Pascoli e d’Annunzio ( Canti di Castelvecchio e Laudi ), Pascoli
con pregi d’ispirazione sincera e anche di fattura ma che non coprono i difetti, come quelli di mancanza di
originalità, continuamente cercata con fatica con mezzi inopportuni, strambi, con giochetti
- aggressività che non compensa i fallimenti né placa i rancori: la moglie è affettuosa, sollecita Luigi anche sé i
rapporti non sono dei migliori (ne scrive Luigi alla sorella Lina)
- profilo tracciato da Capuana riguardo l’allievo nell’ “Ora” di Palermo che avrebbe dovuto rincuorarlo invece lo
sconforta ancora di più esortandolo alla pazienza
- Francesca da Rimini di d’Annunzio, tanto criticato da Luigi e dal gruppo siciliano quanto invece non solo
acclamato, ma d’ispirazione all’estero, oltre che tradotto, nel mondo aglosassone da scrittori come Pound, Eliot, o
Joyce
- i Siciliani non se ne curano, anzi Cesareo scrive subito una sua Francesca da Rimini, pensando di fare meglio e di
insegnare come si fa, sollecitato e incoraggiato da Luigi, opera fiacca che ovviamente sarà un fallimento
- Domenico Oliva, direttore di giornali come “il Corriere della Sera”, inserisce Luigi quando stampa Zampogna fra
“gli infelici poetucoli del bello italo regno”
L’autobiografia di Mattia Pascal
- non mette in conto di produrre un nuovo romanzo dopo che l’ Esclusa e Il turno anno atteso per anni un editore:
racconto acquista straordinaria intensità in sperimentazioni sospinti alle soglie del teatro
- racconto in prima persona acquista spazio: prima del Fu Mattia Pascal, i “quasi romanzi” già stanno componendo
il “personaggio” di Pascal ed erano già concepiti come autobiografie, inoltre altri racconti come Notizie del mondo
del 1901, hanno già come tema l”altra vita” dopo la morte, dove viene anche annunciata la destinazione per la scena
- Sperduto : lungo racconto che la “Nuova Antologia” pubblica con il titolo Lontano, dove si batte e ribatte il punto
“è possibile un’altra vita?”; dialoghi condensati nella mimica e gestualità (serbatoio del teatro pirandelliano)
- stesura del Fu Mattia Pascal :
• annunciato con uno slancio
• scelta di ambientarlo a Miragno, in Liguria, per la vicinanza al casinò di Montecarlo dove la vincita porta
una svolta fondamentale per l’intreccio
• nome che alluda alla pazzia (Mattia) e cognome che allude alla filosofia (Pascal)
• impazzimento transitorio di chi si crede morto per sei ore, risate che echeggiano in un delirante oltretomba
fittizio (Capuana)
• con il fallimento dell’azienda paterna da una parte calcoli di percentuali complicati e il domani incerto,
dall’altra l’elettrizzante possibilità di azzerare il passato con il futuro garantito dal portafogli rigonfio
- la “vita che si scrive” ha la meglio su l”apprensione” e il racconto di Pascal in prima persona riguarda ovviamente:
• rovina dei beni di famiglia
• suocera terribile
• fallimento di un matrimonio
• morte e rinascita sotto mentite spoglie
- incentivo verso la metaletteratura (il romanzo tratta anche della scrittura stessa) proviene dagli “umoristi”, cioè
letterati che coltivano una narrativa critico – filosofica e anche dalla lettura dei Pensieri (Zibaldone) di Leopardi,
usciti nel 1899
“Il fu Luigi Pirandello”
- dialogo con Mastri importante: Pirandello si proclama fautore di un italiano dalle pronunce locali ma con
discernimento
- due cultori con cui ha un dialogo, entrambi persuasi dal romanzo:
• Villari, campo dell’umorismo, con il quale il romanzo in preparazione viene definito una “diavoleria”,
omaggio a Villari:
- Spirito e magnetismo come interesse comune fra gli umoristi: amano redivivi, fantasmi, morti parlanti e
fenomeni paranormali (anche Cantoni) ma soprattutto considerano “veri” i “personaggi” fantastici che lo
humor ha preservato dalla morte
• Cantoni, interlocutore di maggior peso, ben recensito nel 1897, definisce Pirandello geniale e mostra di
comprenderne gli intenti artistici come non aveva fatto nessuno prima; è inoltre incuriosito riguardo il
difetto visivo del protagonista, che lo accomuna a Pirandello, coincidenza che lo investe fino a diventarne
un simbolo fisionomico; omaggio a Cantoni:
- Montecarlo ed il Casino, memorie di Cantoni e “starter” del Fu Mattia Pascal , omaggio con riprese in
grande stile
- niente dialetto, molta filosofia, un obiettivo: suscitare negli intelligenti un “riso amarissimo”
- scelte di temi che dipendono dal fallimento dell’azienda di famiglia: anche se i debiti si appianano, la Sulphur non
rinnova le commesse e il denaro manca, la dote è in bilico e si vive in ristrettezze, molto dure per Antonietta
- molto lavoro e grandi difficoltà economiche non risolte presso Grigenti, i rapporti con i Suoi si fanno difficili e più
fragili mentre Antonietta li chiude, una rottura definitiva (fra i Suoi e Antonietta)
- “Bloomsday”, misteriosa coincidenza fra le due grandi opere d’avanguardia: 16 giugno 1904, ultima puntata del
romanzo esce, stesso giorno in cui si svolge l’ Ulyssis di Joyce, inoltre Cantoni muore all’improvviso (11 aprile),
sembra il sinistro risultato della lugubre algebra di Pascal: due finte morti ne producono una vera
- Pascal muore a 33 anni, come Cristo, per poi “risorgere” con una falsa identità: da escludere però la versione
uomo – dio, più che altro di uomo – burattino:
• ladroni (gatto e volpe)
• un sentenzioso teosofo (grillo parlante)
• giovane mamma vestita d’azzurro (fata turchina)
• le bugie attanagliano il personaggio finché non può più sostenerle e deve fingere di morire (un’altra volta)
per tornare alla verità
- riscontri:
• positivi (Cantoni è morto quindi manca il suo): Ojetti e Silvio Benco, amico di Svevo, umorista, “Piccolo della
Sera” che richiama l’ultimo dramma di Ibsen Quando noi morti ci destiamo
• amici siciliani: De Roberto che afferma di non aver compreso bene la stravaganza delle sue avventure e gli
sfugge il significato; Capuana e Roma, coi suoi giornali, tacciono per il momento
• negativi: “giornale d’Italia” con Oliva fa una ramanzina affermando la monotonia del libro e la maggior (o
forse unica) efficacia se fosse stato un terzo
• nessuno, scrive a Cesareo, è riuscito a comprendere il suo libro: d’ora in avanti la “germinazione
spontanea” dell’opera d’arte sarò condotta alle estreme conseguenze, con non solo “l’opera che si fa da
sé” ma che lo fa malgrado o anche contro l’autore che la contrastata
- risposte alle critiche: umorismo; Umoristica come dottrina: moltiplicarsi in diversi “personaggi”
• “Grillo” (motti ingegnosi): predicozzo contro i narratori che vanno per la maggiore i quali credono che non
può esser vero nell’arte ciò che è vero in natura e nella vita (“vigliacca teoria del verosimile”); illustra della
maschera (molteplicità dell’Io)
• ulteriore sdoppiamento umoristico, veste i panni del “personaggio” – autore del proprio romanzo: allegoria
dell’anziano signore come i critici da criticare, vecchio e cieco
- in futuro diventerà un abitudine di Pirandello quello di includere umoristicamente nelle opere che via via compone
il giudizio dei critici su quanto ha composto in precedenza
La lettera perduta
- all’estero fortuna poco consolante: lusinghiero articolo di Maurice Muret ma traduzione francese prima accolta e
poi respinta
- Verga: apprezzamento; si conoscono a Roma al giornale e Luigi dice di avergli donato una copia del Pascal e che
Verga ne sarebbe rimasto colpito (rientro a Catania) al punto da inviargli una lettera che annunciava “l’alba di
un’arte nuova”; ovviamente unico testimone della lettera è Luigi, la lettera è persa e bisognerebbe credergli sulla
parola (sappiamo che spesso tante lettere lusinghiere di importanti sono “andate perdute” cosa improbabile visto
che le avrebbe sbandierate ovunque)
- parole incoraggianti da Catania sono però arrivate:
• Verga si considera diverso e non sorpassato da d’Annunzio quanto da Pirandello e sostiene che c’è posto
per tutti e da tutti può nascere l’opera d’arte (naturalismo e verismo come mezzo per esprimere)
- Cantoni però non ha rivali: germi che Luigi, allievo devoto, svilupperà a comciare dallo stato fluido del
“personaggio” cantoniano, sia narrativo che teatrale
- Un re umorista romanzo di Cantoni nato da un paradosso: “non poter esser lui ma dover essere “uno”, facendolo
apparire “centomila” volte diverso da quello che è, e al tempo stesso “nessuno”; insieme al tema coniugale
(“Altalena delle antipatie”) si va verso Uno, nessuno e centomila
Femminismo d’assalto
- Filauri romanzo enigmatico e presto scavalcato: romanzi umoristici ( suo marito) nel quadro dell’antifemminismo
annunciato da Laòmache, numerose novelle che denunciano lo strapotere delle donne, anzi delle mogli
- Acqua amara (“ventesimo”) il “personaggo” premette al racconto della sua rovinosa disavventura coniugale delle
considerazioni “filosofetiche”
- Deledda e il marito erano presi di mira in quel periodo (anche da Pirandello come da Ojetti, che ignorano di avere
a che fare con una determinazione rara nella storia dell’umanità)
• particolarmente insidiosa perché propaga un femminismo d’assalto celato, molto abile nel tenersi in
equilibro fra retaggio ancestrale e attualità di punta
• dedica al marito Madesani con una lettera aperta Nostalgia : narra di due giovani sposi e la questione
femminile qui si avvale di astuti lasciapassare; donne che lavorano e guadagnano, l’uomo ha margine
libero per coltivare la propria genialità
- questo è sofferente per Luigi, sia le cifre di guadagno sia l’immagine che Deledda offre di sé al pubblico: per lei
scrivere è facile come respirare; in realtà duro lavoro, rete di relazioni sia in Italia sia all’estero, bravissima nella
diffusione dell’opera, collocata saldamente presso il pubblico francese, inglese e tedesco
Inferno famigliare
- Vignette e scene : ruolo dell’attore, per lui tema importante, in quanto anche l’attore deve presentare una, trenta e
nessuna personalità, formula che si presenterà ben altrimenti potenziata e generalizzata
- Teatro stabile di Roma : saggio, apprendiamo della diretta partecipazione ai lavori della “società degli autori e
attori drammatici e lirici” con il compito di custodirne le opere dei soci
- attratto quindi dal mondo del teatro: rete di relazioni che lo aiuterà in futuro
- scrivere per far soldi: non può cambiare rotta e non può fermarsi a riflettere, deve gettare su fogli tutto quello che
gli passa per la mente
- interesse su operazione dell’artista nel momento della massima fantasia, in cui coscienza normale si smarrisce e si
disgrega: Dioniso (arte e caos), “personaggio” come elemento in sé, autonomo, ribelle imprevedibile figlio del caos
che si oppone all’ordine del “creatore”
- Personaggi : scritto singolare sul “ventesimo”, scrittore che anni prima ( Scelta) aveva parlato di “fantocci”
illustrando caratteristiche peculiari della volontà di cercare gli eroi e le eroine dei romanzi e novelle
- studi di psicologia, psichiatria e teosofia: Luigi sembra guarito dalle nevrosi giovanili, non se ne lamenta da tempo,
non è estraneo pero all’esperienza dell’isteria femminile
• Charcot e Binet: sdoppiamento della personalità nelle isteriche, il soggetto in stato sonnambolico o
ipnotico “recita una sorta di commedia” ed è “comparabile a un attore che esprima sentimenti senza
provarli”; si capisce perché è un argomento che a Luigi interessa particolarmente: i “personaggi” sarebbero
pazienti/clienti che si presentano nel suo studio in orari stabiliti
- a creare i “personaggi” è il pensiero desiderante dell’artista: magia cerebrale ai confini della metempsicosi
(reincarnazione), già presente nel Pascal
- Francois de Curel: “personnages vivants” (personaggi vivi): vasta schiera (anche Luigi) di umoristi che guarda a
questa teoria
- situazione economica continua a peggiorare: 10 mila lire annue si sono dimezzate, ne risente pace domestica,
armonia solo di facciata, figli devastati
- L’uscita del vedovo : ennesima novella coniugale e sull’insufficienza della morte (non sempre chi muore esce dalla
vita), Piovanelli sebbene “fedelissimo” alla moglie, si crede colpevole e neanche quando resta vedovo la perfida
moglie defunta, dall’aldilà, lo lascia in pace: tutt’uno con la coscienza del “personaggio” (anche se diverso da Luigi)
- giugno 1906 Antonietta lascia Roma con i figli per Grigenti
- Luigi è bersagliato, oltre che dalla moglie, dai fratelli Enzo e Giovanni e Annetta, che lo colpevolizzano perché tutti
in famiglia si danno da fare per provvedere alla miseria dei genitori tranne lui
- astio nei confronti del padre, complicato dal senso di colpa del non fare niente per aiutarlo
- cerca il modo per guadagnare, si rifugia dallo zio Rocco
- Lina si è trasferita da Torino a Carrara e lui le scrive una lettera ritraendosi in croce, abbandonato dal padre,
tradito, flagellato, appesantito dalla gelosia della moglie (Cristo)
- in questi mesi grande numero di novelle dallo Zio, in Sicilia Luigi non ci vuole tornare, gran parte delle mete della
giovinezza sono state raggiunte lontano dalla Sicilia
- I vecchi e i giovani , romanzo grigentino, di nuovo sul tavolo da lavoro: Don Stefano viene disconosciuto dal figlio,
anche nelle lettere a Lina dove diventa “quell’altro”
- si rappacifica con Annetta e la prega di rassicurare la madre del suo affetto immutato, la quale a Porto Empedocle,
ridimensiona il danno economico di Luigi
- in Ottobre Luigi riprende la moglie e i figli tornando a Roma e trasferendosi ancora
- Fra due ombre
• il suocero lo accusa di voler far morire la figlia: reviviscenza della zia Eugenia con la cugina
• splendido racconto del tempo perduto e tuttavia perfettamente sovrapposto al presente
• “fantasia” dispettosa, va a cercare i “personaggi” nella sua memoria e ripesca la cugina palermitana amata
in gioventù, la vicenda è la stessa, cambiano solo i nomi (Lillì, Faustino)
• la moglie è grassa, con una voce stridula, lamentosa
• novità: perdurare del desiderio della fidanzata della gioventù, accresciuto dallo stimolo fisico che la bravura
dell’artista appaga scrivendone
• lo invade anche il ricordo dei sogni di gloria dei 18 anni
• Faustino lascia moglie e figli e fugge, trascorrendo una notte in coperta, riflette sulle ragioni della sua fuga
dalla Sicilia per troncare il fidanzamento con “Lillì”
• finale doloroso verificato dalla continua immaginazione del dolore, prodotto dalla “fantasia creatrice”:
quando ritorna la realtà si sovrappone pienamente al ricordo, Lillì è sul pontile che l’attende
• una novella simile, ammessa la gelosia reale di Antonietta, sembra fatto apposta per provocarla, sembra
del “fungo velenoso” e “l’immensa volontà di dir male di tutto e di tutti” di tanto tempo fa
Da “novellaro” a novelliere
- scompare lo sprezzante “novellaro” e il racconto breve si stabilizza con tutti gli onori nella produzione dell’artista
che ha trovato una forma espressiva consona
- le tante novelle soddisfano la rappresentazione delle centomila anime racchiuse in ogni individuo, premeva a
Pirandello allestire una galleria di reietti contro i quali la natura e la sorte di accaniscono
- non promosso ancora il professore: doveva scrivere dei saggi ( L’umorismo)
- finalmente L’Esclusa viene accettata da Treves per essere messa in volume, rappresentando una rivincita sulla
delusione delle speranze di pubblicarlo dal 1893
- in realtà la stampa del romanzo si doveva al nuovo governo Zanardelli; apertura alla tutela del lavoro femminile,
legge sul divorzio (attiviste come Anna Kuliscioff): tema della donna “perseguitata” si era imposto ( La figlia di Jorio);
Una donna della Aleramo che Luigi è stato costretto per l’amicizia con Cena a recensirla con imbarazzo
- in questo clima mutato era necessario apportare all’ Esclusa delle modifiche, sopratutto nel finale: teatro di fine
secolo è luogo di un dibattito sociale avanzato rispetto alle istituzioni politiche
- compresenza di più opere corrisponde alla dimensione attinente al “tumulto creativo” ( L’umorismo, saggio
accademico che procede di pari passo con i tre romanzi condividendone non pochi assunti)
- L’Esclusa rimane dedicata a Capuana ma con una lettera aperta che equivale a un congedo, così la avrà
interpretata lui, pronto a rimproverare al Pirandello di oggi un cinico opportunismo
- Pirandello intanto annuncia a L’Esclusa a Nino Berrini, redattore della “Gazzetta del Popolo” che lo invita a scrivere
per il giornale: necessario spiegare che non aveva inteso riprodurre la “verità” del “personaggio”; la narrazione
aveva pertanto accolto le caotiche incongruenze della vita (Caos), lancia la sua sfida al Caos vitale, getta le
fondamenta del teatro a venire
- ciò che attrae d’Annunzio del 1908 è anche il tema della “fanciulla perseguitata”: nell’ Esclusa anticipa la Figliastra
dei Sei personaggi in cerca d’autore
- fra i due Luigi un battibecco sulle colonne della “Gazzetta del Popolo”: in quel giornale Pirandello ha pubblicato
un articolo pungente sullo spiritismo ( Un fantasma) meritando da Capuana una ramanzina: Lettera aperta a Luigi
Pirandello. A proposito di un fantasma. Credenti e miscredenti dello spiritismo ; aveva taciuto quand’era uscito Il Fu
Mattia Pascal, davanti alla glorificazione del Cantoni
- non tace di fronte all’Esclusa : punzecchiature tanto più irritanti quanto più Capuana riconosce l’enorme talento di
Pirandello
- lite con la Bernardini (poco importante), ci interessa però capire che i conti con Capuana qui si chiudono una volta
per tutte
- Vestire gli ignudi dialogo fra il maturo scrittore Ludovico Nota (maschera di Capuana) ed Ersilia Drei, giovane
tornata in vita (maschera di Adelaide): si capisce quanto Pirandello doveva aver sofferto l’incomprensione di
Capuana e quanto la Bernardini continui ad esasperarlo
Il professore umorista
- 1907, splendide novelle, punta al romanzo “umoristico” (motiva a Berrini la sua scarsa collaborazione alla “Gazzetta
del Popolo”)
- due importanti novità:
• accordo con Nino Martoglio, direttore della Compagnia Dialettale Siciliana, per la rappresentazione di due
commedie (‘U flautu e Giustizia) e la promessa (infranta) che ogni futuro lavoro in dialetto siciliano lo
avrebbe prima consegnato a lui (aveva già fatto diventare famosi Verga, Capuana e De Roberto); Luigi
apprende lì i segreti della scena, i ritmi della rappresentazione e il suo potenziale creativo viene elevato
dall’apparente “terzo incomodo” Musco, attore
• questione familiare: tassa sulla ricchezza mobile (paradossale perché doveva pagare una tassa su ciò che
non esisteva, in assenza della dote); a Luigi spettano qui soldi, torna a Grigenti, dal suocero; la dote viene
ripagata dal suocero e Luigi raggiunge trecento lire al mese (poche)
- L’Umorismo : confluiscono interventi editi, in parte attuali, ma che recuperano tesi passate, adolescenziali
(mescolare riso e pianto, vero e falso, vita e morte; sdoppiarsi assumendo identità opposte, inconciliabili e
compresenti)
• stava diventando materia di studio, di argomento: Pipitone – Federico;la letteratura moderna o è
umoristica o non è (tante definizioni quanti sono gli autori)
• Pirandello: non il comico, non la satira, non l’ironia: sdoppiamento
- Umorismo nella storia:
• Scuola storica: Medioevo, san Francesco o Iacopone “giullari di Dio); Divina Commedia, “diavolo” e
“carnevale”
• “humor” tipico delle popolazioni nordiche (mediterranei tragici)
• De Sanctis (hegeliano): vede lontano additando in Heine (poeta tedesco) il faro del pretto “umore artistico”,
avendone le caratteristiche necessarie (ironia, sarcasmo, caricatura, tutte le gradazioni del patetico,
immaginazione squilibrata, intelligenza profonda), tutte qualità che ha anche Pirandello
- i Commissari (Costanzo, Cesareo, Barbi, Flamini e Novati): professori che si macerano in segreto (non è vero che
non comprendono l’umorismo), soffrono perché vorrebbero crearla la poesia piuttosto che verificarla
• Novati: famiglia facoltosa, dirige riviste e governa istituzioni culturali, amico di d’Annunzio, il professore
soffre le pene dell’inferno perché non ha lo stesso talento suo (lettere con D’Ancona)
- Momigliano: giudizio generoso “opera pirandelliana così potente” che contiene al suo interno la riflessione intorno
al fare artistico
- Benedetto Croce: troppo vario il significato di “umorismo”, troppo vago l’uso di questa categoria psicologica che
non rientra per l’estetica, molto critico
• sotto accusa in quanto respinge il concetto crociano di arte come “forma di conoscenza”: l’arte è “fantasia
creatrice”
• curiosa sovrapposizione di “umorismo” e “non umorismo” a “poesia” e “non poesia”, nonostante i due non
hanno nulla in comune: Pirandello dimostrerebbe poca preparazione filosofica e linguaggio incongruo
- ma Villari, senza volerlo, ha aiutato Pirandello perché l’incomodo di Croce è lusinghiero: “Corriere della Sera” gli
offre un lavoro; vedranno loro se l’umorismo è arte, da cui poi escono capolavori
• Musica vecchia : allegoria della Scuola storica, vecchietto che ritorna in Italia dall’America dopo 60 anni,
“sperduto” nel tempo (non nello spazio), cerca di riportare gli eventi ai quali aveva partecipato, di cui non
c’è più traccia, in vita raccontandoli ma si impiccia, non ricorda, cose ormai estinte
Magistrale racconto di una sciocchezza narrativa così ridicola da far pietà
• Professor Terremoto : eteronomo che, sullo sfondo della terribile catastrofe del terremoto di Messina del
1908 (più grave disastro sismico dell’Europa storica), non dimentica i piccoli problemi personali che
racconta in treno verso luoghi distrutti (Umorismo)
- Pirandello è al culmine della creatività ed è finalmente celebre: qui stabilisce il dominio della sua nuova arte
Capitolo VI Pirandello si rappresenta (1910 – 1921)
- d’Annunzio non teme rivali e fa opinione, si pone “testimonial” e “influencer” della modernità (aereo); Luigi invece
si tiene alla larga
- il progresso tecnologico muta l’idea di spazio e tempo
- con desiderio di rivincita Luigi propone il meglio dei suoi capolavori dove esibisce evoluzioni spericolate: azzardi
che vuole traslocarli sulla scena ma non considera le esigenze del committente e neanche si interroga della
diffusione, molte censure perché i lettori protestano
- “non è un caso, perché tutto è caso”: sentenza shakespeariana cara a Luigi
- prima era frustrato perché nessuno si accorgeva di lui ora invece, i rapporti sono regolati da un attrito che va
degenerando in liti frequenti: Sciascia coglie in Luigi un “senso penoso, acre e inadatto” del vivere (“dis – vivere”)
- va ultimato I vecchi e i giovani, esce nel 1913, con forte messaggio ideologico: giudizio sull’Italia postunitaria
nell’ottica siciliana
- morte di Portolano: grande patrimonio per Antonietta; fra il 1909 e il 1914 i coniugi sono spesso a Grigenti mentre
Antonietta soggiorna in Sicilia; Luigi resta solo a Roma; conflitti si alternano a tregue
- figli crescendo partecipano al dramma famigliare: amati da entrambi i genitori, loro li amano a loro volta, belli,
sani e intelligenti, con ottima educazione, non parteggieranno mai
- prende avvio l’avventura teatrale, all’inizio da parte, perché la novella dà immediatezza comunicativa e al tempo
stesso permette la più fluida gamma di esperimenti tematici e stilistici
- figlio Stenù: ama il padre, ha un giovane concorrente, Pier Maria Rosso di San Secondo, letterato intraprendente e
ambizioso, pronto a difendere Luigi dai critici, che lo ama come un figlio (è in realtà una maschera di Luigi,
ammesso a una devozione che doveva esaltarlo)
- gravi disguidi con Treves e con il “Corriere della sera”, che dovevano ripararsi dagli incidenti essendo in posizioni
importanti nell’industria culturale: il primo respinge Suo marito per non urtare Deledda, il secondo non accoglie Si
gira, romanzo sul cinema, perché non fatto per il pubblico di massa
- Stenù, erede del patriottismo di famiglia, va al fronte volontario: Antonietta si inchioda a Roma; cresce
improvvisamente e Luigi invecchia invece di colpo (li chiama “piccoli miei”), il “povero papà”, fuori dalla mischia e
infelice, privo del conforto della devozione del figlio, che ricopre un ruolo nuovo e cambia l’equilibrio famigliare
- quando ritorna è completamente spaesato: è stato infatti tenuto all’oscuro di ciò che è successo negli anni, si
scambia lettere con il padre dove apprende che il teatro per Luigi, nonostante di portata rivoluzionaria, non lo tenta
molto da subito, l’ambiente dello spettacolo comporta infatti strette relazioni con le persone dell’ambiente,
prevedibilmente non pacifiche; inoltre Pirandello si affida pienamente a Martoglio
- nella corrispondenza con il figlio la narrativa si presenta tramite la presentazione di un romanzo, non da fare, ma
da sollecitato da “sei personaggi” petulanti, che pretendono di persuadere “l’autore” a raccontare la loro storia e il
romanzi “verrà fuori fatto” nel corso della diatriba fra i “personaggi”, insistenti, e “l’autore” che si nega (si capisce
che il terreno del contrasto sta portando alla scrittura di una sceneggiatura, Sei personaggi in cerca d’autore)
- gara in famiglia fra chi fosse il vero prigioniero da consolare: Lulù sempre con febbre, Lietta tenta il suicidio,
Antonietta sarebbe gelosa della figlia tanto da aver tentato di aggredirla (si sente costretta nel suo ruolo,
personaggio della “madre”), che viene messa in clinica
- Stenù al ritorno niente è come prima (madre in clinica, famiglia di Lina vive con loro, fratello dedito alla pittura e
Lietta si trasferisce oltreoceano per sposarsi) da “alter ego” del padre ne deve risarcire lo sconforto: Luigi ha
conquistato pienamente il teatro, opere stampate tante volte e compagnie rappresentano, Stefano per sostituirlo si
rimpicciolisce a fianco del padre ingigantito (ne capiamo l’impulso trasgressivo)
Desolazioni
- novelle per il “Corriere” innegabilmente bellissime ma scandalizzanti fino alla protesta: non compreranno più il
giornale che offende la morale, il buon gusto e senso comune, quindi Pirandello mette a rischio il suo ruolo
• L’illustre estinto : aggiorna La morte di Ivan Il’ic, dove il tempo di si misura secondo la fisica quantistica,
infatti il protagonista sa che morirà fra una settimana ma se si mette a suddividere (in giorni, in ore, minuti
etc…) il tempo che gli rimane diventerà infinito, ragionamento da filosofo greco, non per gente terra terra
• Pensaci, Giacomino! : lettori risentiti arrivano alle minacce perché Luigi aveva dato alla moglie un’amante
- chiede aiuto a Ojetti, censore, che lo guida per aggiustare il tiro ma Luigi non si smente mai, sembra quasi che
abbia una precisa strategia della provocazione
- momento del “lavoro colossale” prospettato in gioventù (novelle e romanzi): poetica dell’incontinenza che avanza
imperterrita, condivide con gli amici Ojetti, Campanozzi, Boner, Cesareo, D’Ambra, Martoglio e altri, i quali sono gli
amici al corrente delle compere in composizione
- solo al figlio però si confida intimamente dei problemi, degli ingorghi: con Stenù realizza la pseudo – coppia
“personaggio doppio” tanto presente nei suoi racconti; due che condividono tutto (due corpi, una mente);
duetudine che come tutte le altre è destinata a finire male
- Il ritorno : in ottobre torna in Sicilia, dalla moglie, e poi torna a Roma con il figlio; separazione dagli altri figli, torna
come un cane bastonato, nella desolazione di una casa vuota
• crisi perché viene meno anche il personale di servizio devoto, quasi parentale, a sostenere la famiglia
• Stenù, paterno, scrive alla zia e alle cugine: mima il padre vittimista, dalla tragedia alla farsa, stessa
impudicizia dei sentimenti e impulso al suicidio per far pena alla madre/moglie; sovrapposizione padre –
figlio estorta con il ricatto affettivo, un abuso, falso mittente (Stenù) si abitua presto a sostituire il padre
mentendo
- a questo periodo risale un abbozzo narrativo poi facente parte dei Sei personaggi: quello di un maturo gaudente
in cerca di amori mercenari (c’è madama Pace, la seta nera e la catena argento, l’idea di un negozio di cappelli
tranquillo dove in realtà dietro si svolgono altre attività); in questi giorni nella “vita che si vive” Luigi si aggira fra le
case di moda romane
- Luigi adora i suoi figli, gli scrive lettere
- il Padre condivide tutto con il Figlio, ha scritto una novella per il “Corriere” dove ha messo la sua angoscia, Lenora,
addio! (giudizio in mano al figlio, dipende da un adolescente)
- vacanze di Natale: di nuovo a Grigenti per due mesi, causa la preoccupazione dei Suoi, specialmente della madre
che ha paura che il figlio sia un giocattolo nelle mani della moglie, lei che legge tutte le novelle e ne decifra riga per
riga ciò che non può cavargli di bocca
In tribunale
- ritorno di Antonietta a Roma: situazione precipita in famiglia, continui litigi
- causa Carabba
• con le mille cose da fare i rapporti di lavoro sono compromessi dai nervi tesissimi
• estate 1907: impellente bisogno di soldi comporta una vendita di novelle da raccogliere in volume Erma
bifronte, edito dal Treves che restituisce l’anticipo, Carabba che propone cento lire l’una per i giovani nelle
scuole
• delle 10 novelle Carabba ne tiene quattro (dovevano essere per o giovani), chiedendo all’autore sbagliato:
Stenù fa proprio al caso suo (13enne), Luigi scrive fingendo di essere lui, il padre si proietta nel figlio
• a Carabba offre anche L’Umorismo che viene infatti stampato
• i tanti impegni, i nervi tesi, portano Luigi nel 1910 a rispondere con imbarazzo ai solleciti di Carabba, che
continua a chiedere l’anticipo di quattrocento lire
• Luigi propone i suoi romanzi ma Carabba non li vuole, vuole le “novelle per giovinetti”, passa un anno
senza che Luigi consegni
• Fuori di chiave : raccolta di poesie, proposta che cade, di vecchia data
• Luigi ha fatto male i conti sperando di risarcire Carabba con l’invio di dieci novelle per adulti ma lui chiede
novelle inedite, considerata da Luigi una pretesa assurda, gli scrive, anche che non gli avrebbe restituito i
soldi, risaltando una frecciata contro “l’editorucolo” di provincia troppo esigente, cadendo nella colpa con
una lettera ingiuriosa che gli varrà la condanna per diffamazione
• perdita di tempo nel viaggio, avvocato, umiliate deposizione, esborso punitivo e ira: condizioni per nuovi
capolavori
- La patente, “Corriere”, incorniciata da due“faville” di d’Annunzio, che veniva pagato dieci volte tanto
- L’opera nuova di un umorista siciliano : specie di intermezzo scenico sotto forma di intervista, firmato da Pier
Maria Rosso (quindi stesura di Pirandello), pseudo – intervista con tutto ciò che gli preme dalla sconfitta giudiziaria
e dalle contestazioni del “Corriere”; menziona subito la poesia dimenticata da rilanciare, espediente per introdurre
Fuori di chiave prossimo alla pubblicazione
- Terzetti : 18 novelle in 6 terzetti
- anticipazione di Sei personaggi e di Uno nessuno centomila, in corso d’opera
- umore tetro (La trappola, Il coppo), idea della morte sovrasta ogni cosa:
• disposizioni agghiaccianti Mie ultime volontà da rispettare
• confidenze a Sùrico (collezionista di autobiografie): insiste sul regime di scrittore sovrastato dalla
mondanità, “nella mia vita non c’è niente che meriti di essere rilevato: è tutta interiorità”
• due novelle tema funerale: La rallegrata, punto di vista del tiro di cavalli addetti al servizio funebre, Da sé,
punto di vista di un suicida che si spara in un cimitero, autotraslazione della salma, funerale da vivo
(umorismo)
Sua moglie
- Suo marito : ci lavorava almeno dal 1905, a buon punto nel 1908, confidenze a Ojetti dove parla di Deledda
giudicandola sottomessa al marito, frecciata velenosa commettendo un errore sottovalutandola, non seconda a
nessuno quanto a diplomazia, accortezza, discrezione, perseveranza, autentica macchina da guerra letteraria (1926
vince il Nobel battendo anche Pirandello)
- Treves rifiuta il romanzo per ragioni di equità, convenienza, dopo aver rifiutato Sua moglie, romanzo della
Deledda che allude evidentemente alla moglie di Pirandello
- arranca ricercando un ripiego in un momento poco opportuno: guerra di Libia, sarebbe stato preferibile tenere il
romanzo nel cassetto invece di insistere a dare la colpa a Deledda
- rimaneggia qualche pagina prima di dare il romanzo a Quattrini:
• protagonista donna, Silvia Roncella, nient’altro che Luigi in panni femminili, transgender
• base triangolare, prismatica: partorire le opere (scrittrice e madre) che scandiscono il tempo narrativo di
nove mesi in nove mesi (tre volte nove)
• allusione alla Deledda riguarda la natura folklorica di un’opera di Silvia dove il marito è dedito
completamente al successo della moglie, martire del marketing letterario
• Silvia (Luigi) non vuole scrivere opere per il pubblico ma anzi li vuole perpetrare contro il pubblico ed è ciò
che li rende capolavori, sono misfatti
• rinvio a Fuoco di d’Annunzio, unica luce nel quadro oscuro ed enigmatico del romanzo: palcoscenico come
altare moderno (Duse), egli aveva trovato il modo, attraverso la parola, di promuovere la creazione
dell’opera teatrale e allo stesso tempo la su messa in scena, compresi gli spettatori
- Pirandello finge il debutto di due opere teatrali di cui è autore:
• Il nido, dramma allegorico già composto quanto Antonietta era incinta di Lulù
• La nuova colonia, del 1926, dramma mitico – folklorico in cui i “personaggi” agiscono ognuno per conto
proprio
- teatro nel teatro già nato, caduta la quarta parete, elaborazione dei Sei personaggi in cerca d’autore
- letterari presi di mira in Suo marito riconoscibili, critici e poeti orbitanti nella vita di Luigi
- alcuni lettori non sopportano la maldicenza che esce in tempo di guerra: non riescono a comprendere davvero
che Giustino è ridicolo e insieme il contrario?
Padri e figli
- Vecchi e giovani riposto in uno dei cassetti mentali di Pirandello per un ventennio, risposte in un altro cassetto:
pagine su l’impossibilità della memoria, sfiducia nella storia, inconstanza della coscienza, illusioni reciproche, verità
relativa, crudeltà dell’arte che sono state via via messe nelle stampe sotto forma di novelle
- autorevoli estimatori del suo lavoro, pochi ma buoni: Ettore Janni, merito di aver apprezzato la tragicità esemplare
del “personaggio” pirandelliano, “spesso quell’uno in cui si assomma l’umanità dei moltissimi”
- I nostri ricordi
• in miniatura inscrivono la Recherche di Proust, la filosofia di Bergson e un decennio di sedute psicanalitiche
• artista di mezza età che torna nel paese natale dopo lunghi anni e trova tutto diverso non da come era la
realtà ma dall’illusione che la mente aveva coltivato
• non riconoscimento del dottor Palumba (aveva cognome adottivo e gli amici non lo avevano avvertito) lo
fa riflettere: l’uomo in generale, soggetto del vivere e dell’agire, e, contemporaneamente, l’individuo
storico, titolare di un’esperienza determinata “hic et nunc”; neanche all’incontro faccia a faccia i due si
riconoscono: “bella favola”, nessun fondamento di realtà in quelli che noi chiamiamo “nostri ricordi”
- estrarre dal cassetto I vecchi e i giovani, trasferiti alcuni motivi filosofici in Quando si è capito il giuoco, aggiunge
quattro nuovi capitoli all’edizione del 1909 e stampa il romanzo di una vita (20 anni); dopo tanti studi e ricerche gli
studiosi concordano che poche opere la letteratura del Novecento conta di tale potenza, dove, accanto il letargo
filosofico, l’ineluttabilità del destino resta dominante
- aggravarsi dell’insofferenza di Antonietta: in fuga dal marito dipendente da lei e dal sogno della giovinezza di una
famiglia perfetta
- Pirandello cerca il fronte comune con i figli adolescenti, condividendo con loro anche argomenti in cui cade ogni
tabù, come il dolore della privazione erotica dato dalla lontananza dalla moglie (testimonianze di Stefano
condizionate probabilmente dalla delusione dal padre)
Cieli di carta e di tela
- due nuovi romanzi per la “Nuova Antologia”: Filauri, rifiutato, e Moscarda, ancora in alto mare
- soggiorna a lungo in Sicilia, non adatta agli affari e la vicinanza alla moglie, raccontata da Caterina, inizia bene e
finisce male
- urge denaro per il nuovo trasloco: qualche risorsa si può dal teatro e dal cinema; con Martoglio entrano in gioco i
soggetti cinematografici
- di nuovo in Sicilia Pirandello ricicla novelle ritoccate per scrivere Cecé, atto unico, pantomima fatua, leggera,
francamente comica e chiede che sia pubblicata nella “Lettura”
- intanto Antonietta viene spinta ad andare ad abitare a via Torlonia
- cinema
• aiuto economico nel biennio 1913 -1914: arte muta, sfida per gli artisti della parola, studios rudimentali,
improvvisati con riprese anche di notte per soddisfare la crescente domanda con la poca offerta (industria
acerba della pellicola)
• ombre scure in movimento, lampi di luce elettrica, nuove maestranze e competenze creavano un nuovo
mondo di fantasmi (sembrava una seduta spiritica)
• inquietante assenza del pubblico durante le riprese, degli attori durante le proiezioni, con il cinema trionfa
la civiltà dell’immagine e la finzione si eleva al quadrato
• cambia l’ordine di grandezza spaziale e temporale con cui si percepisce la realtà nella quotidianità, con
importanti conseguenze nell’immaginario collettivo
• “La Lettura” rifiuta Si gira… romanzo di Pirandello sul cinema
- D’Annunzio e il cinema: ha appena pubblicato sul “Corriere” una quantità strabiliante di pagine, progetti con il
regista Reinhardt e l’attore Moissi, ravel, strauss, committenti americani….
-La differenza con Pirandello sta qui:
• d’Annunzio guadagna 50 mila lire con sceneggiatura e didascalie di Cabiria , Del cinematografo
considerato come strumento di liberazione e come arte di trasfigurazione , del 1913, ha alle spalle una vera
e propria crociata contro l’angustia dei teatri urbani inquinati dal lucro di impresari e capocomici
• Pirandello mendica 500 lire, anti – industriale, propenso alla decrescita meno infelice della crescita, si
confronta con il cinema con un romanzo: Si gira…, restituisce il cinema attraverso le parole, sovrappone il
piano temporale al piano spaziale, udito alla vista; il moto avanti o all’indietro non riguarda la realtà
cinetica, dipende da chi osserva
- vi si legge della moglie alienata: in importa quale “personaggio” corrisponda a questa donna descritta, il
rapporto con lei è così teso e la poetica sua così autobiografica che lei non si può non trovare nell’opera
- novelle del 1914 risentono della parallela attività teatrale e cinematografica: continua ad essere il provocatore tanto
che riscrive le provocazioni del passato
• varia Chi fu? nel ricalcare Dostoevskij; l’ubriacone di Sopra e sotto non è altro che Marmeladov di Delitto e
castigo
• padri, madri, figli e figlie spiccano; prostituzione, matrimoni falliti, vedove e vedovi in seconde nozze e
prole mista preparano ai Sei personaggi ; figli cresciuti lontano dai genitori che vengono a sapere la verità
traumatizzati
Il Figlio nella guerra sulla carta
- filo delle novelle interrotto dalla guerra quando Pirandello sta per diventare Pirandello, performing self
- I pensionati della memoria : consueti monologhi dinanzi ad ascoltatori immaginari, registrano appena in tempo un
poeta in grado di attingere l’eternità, con un pizzico di autonomia
- esce nella “Nuova Antologia” Si gira
- Stenù accesso interventista, come il nonno, mentre Luigi rimane sempre lì, a guardare, a penare ma non inerte,
creativo come non mai con nervi tesi e pazzia in casa
- Stenù nuovo eroe; in realtà inorgoglisce, ingigantisce ma non a suo agio nei panni dell’eroe, che resta sempre il
padre
- Grande Guerra primo conflitto tra eserciti semi-alfabetizzati → opportunità di intervistare testimoni
- modernità prorompente, sia nella tecnologia e industria, sia nei sistemi: democrazia, Socialismo, suffragio,
propaganda, società e produzione di massa
- profitto e leva sul numero: potenza del numero deflagra nella logica bellica; milioni di combattenti non impegnati
e sfruttati nella produzione della ricchezza (classe lavoratrice): produzione dei morti; milioni che la violenza di
guerra integra di colpo nella vita politica della nazione
- “milite ignoto” simbolo di D’Annunzio, eroe e martire dei una moltitudine senza nome, “milite noto” invece lui, che
scrive delle sue esperienze al fronte al giornale, in primis lui come testimone e influencer; collauda la metafora
botanica che sarà nell’immaginario di tutti
- Stenù disposto a sacrificare la propria vita al padre, la prima patria che egli riconosca “io sono cosa tua”
- Pirandello offre alla guerra il vertice della sua arte: racconti tragici, lontani dall’epica al fronte o dalla propaganda
dell’impresa eroica, giusta e santa, racconti che ovviamente non vengono accolti, da pubblicare a patto che s’intoni
al carattere del giornale
- segue un lungo silenzio con Milano e dopo lunghi mesi dall’ultima novella comparsa nella “Lettura” riceve
un’amara esclusione
- fa pace con il direttore di “Lettura” e pubblicherà altre sei novelle, fra cui Jeri e oggi ma il risentimento puerile
suggerisce che Pirandello, sull’orlo di diventare Pirandello, arretra di un passo
- in tempo di guerra i soldi scarseggiano ancora di più
- differenti visioni della guerra :D’Annunzio esalta Milano, le macchine come creative mentre Pirandello le vede
come distruttive; per d’Annunzio la guerra è salvifica, il Destino che l’ha predisposta è un “sublime poeta tragico”
mentre Pirandello si mostra insofferenze fino a consumarsi verso l’oratoria
• Il Rinato : poesia natalizia di d’Annunzio
• Il presepe di quest’anno, che combacia con Il rinato, di Pirandello, novella natalizia di rifiuto della guerra,
dove i Magi e le figurine del presepe vengono beffardamente sostituiti da soldatini di piombo con le armi
puntate contro la grotta e uccidono Gesù
- Durante la guerra, con il sottotitolo di Colloqui coi personaggi, in cui spicca il “canto funebre” di donna Caterina,
appena morta, che immagina di incontrare, ombra fra ombre nel suo laboratorio che ormai è un regno dei morti
- il denaro del “Messaggero” non viene rifiutato (bugia), infatti pubblica varie novelle sul giornale romano e altrove:
“guerra di macchine, guerra di mercato” la definisce dietro lo pseudonimo di Grildrig ( Viaggi di Gulliver)
- pagine per il il Figlio al fronte, lettere dove, amoroso, si preoccupa, dice che sarebbe voluto partire con lui
- racconti di grande forza espressiva perché sono gli ultimi: d’ora in poi solo teatro
- sulla Guerra si esprimono, dopo la II Internazionale non ha osteggiato la rivoluzione proletaria, le migliori
intelligenze europee
- interventismo, dal 1915, con d’Annunzio in testa, a fianco dell’Intesa, il quale commemora il 5 maggio l’anniversario
della gloriosa Spedizione gettando un ponte fra l’impresa garibaldina e la Grande Guerra: Pirandello si sente privato
anche di Garibaldi
- non le migliori ma utili alla causa propagandistica sono le poesie di d’Annunzio per il “Corriere”; bellissime sono i
racconti di Luigi sull’insensatezza del massacro, rifiutati perché non avrebbero giovato ai soldati nelle trincee
- decide di dedicarsi al teatro: bisogno di azione, tutta attorno a sé; privo di pubblico del “Corriere”
Prigionieri e suicidi in casa
- in prigione Stenù scrive un dramma: Un padre ci vuole ; avrebbe voluto diventare un eroe patriota ma non ha
potuto (tre anni in prigione), quindi il vero eroe era il Padre, con i suoi successi teatrali
- inizialmente Pirandello prende distanze dal teatro, eppure il suo cantiere ferve, sforna splendide novelle e copioni
per le scene (sia con Martoglio che non); nonostante il successo rimane comunque aggressivo, provocando liti con
la Società degli Autori, critici o Musco (interprete)
- insegnamento non gli permette di seguire le prove quanto vorrebbe e nel 1915 di partecipare alle prime
- nervi tesi →
• salute cagionevole di Lulù e paura che venga chiamato al fronte
• matrimonio di Lietta lo avrebbe reso libero a lui e a lei, ma va a monte (non si sa per quale motivo) e Lietta
tenta il suicidio: in una lettera alla sorella Lina, un flash su Lietta fuggitiva “così vestita, senza cappello”;
tema del cappello presente in alte opere (Sei personaggi), Fu Mattia Pascal dove Mattia – Adriano esce con
due cappelli per la mortale messa in scena che allestirà, simbolo del suicidio (mette cappello e bastone sul
ponte per far intendere il suicidio)
• sventure ben sigillate fra le pareti di casa dove c’era il minimo timore per lo scandalo
- scrivendo al prigioniero, il padre incupito dalla sofferenza, nonostante ciò che divulga, ritorna sulla “parentesi
teatrale” da chiudere al più presto, anche se la creatività urge prepotente, fomentata, per contrappeso,
dall’esasperazione che rasenta un altro suicidio in famiglia, questa volta dello stesso Luigi
- Stenù è il confidente degli azzardi del laboratorio di Pirandello, ma in futuro, morto il padre, proverà molto
rancore:
• annuncio dell’imminente Uno, nessuno e centomila :“dramma della personalità umana che si scompone e
assume un aspetto diverso a seconda del punto di vista di coloro che la osservano”;
• Non conclude, nuovo romanzo, tristissima coppia parentale e declina al singolare I vecchi e i giovani
- vicinanza a Martoglio partecipativa e lucrosa: può finalmente permettersi tanto e vantarsene con la famiglia
Successo planetario
- annuncia al Figlio i capolavori:
• iscritto alla Società degli Autori, ha da poco finito Così è se vi pare, parabola di La signora Frola e il sig.
Ponza, suo genero, novella recente;
• annuncia inoltre i Sei personaggi, cristi terribile di una famiglia, subito qualificato in termini di “stranezza”,
come un romanzo tristissimo; ricerca di una nuova forma narrativa rispetto ai romanzi precedentemente
annunciati e mai fatti
- occupato nella sessione d’esame: scrive alla sorella Lina cercando di essere compatito, si mostra servizievole verso
i figli e come martire della moglie, infatti più il là lo sfogo coinvolge anche Antonietta
- percezione di Fausto (Lulù): il padre sembra tutto risucchiato dal primo assaggio della celebrità diventato
drammaturgo; mentre Stefano riceve annunci sulle opere, Fausto mostra di aver patito in diretta la concezione del
vissuto a casa e si immerge nel gioco delle parti (probabilmente leggeva il racconti del padre)
- Antonietta: rivoluta di una donna insofferente del legame coniugale, anche lei si confida col figlio lamentando il
“ruolo che deve rappresentare”; famiglia di teatranti

Potrebbero piacerti anche