Sei sulla pagina 1di 4

SAFFO

saffo nacque a Mitilene, nell’isola di Lesbo, alla fine del VII secolo a.C. di origine aristocratica, da bambina fu
indirettamente coinvolta nelle lotte politiche che dilaniavano la sua città e che costrinsero la sua famiglia a
emigrare per alcuni anni in Sicilia. Ritorno quindi a Mitilene, dove nel 595 a.C. si sposò a un certo Cercila, un
ricco possidente originario di Andro, e in seguito ebbe una figlia, Cleide. la sua vita e produzione poetica
sono legate al tiaso, la comunità da lei diretta, in cui venivano educate le fanciulle aristocratiche prima del
matrimonio. Esse apprendevano l’arte di drappeggiarsi la veste, di incedere con eleganze e di intrecciare
ghirlande, di cospargersi il corpo con ungenti profumati; ma soprattutto erano formate al culto di Afrodite
(dea dell’amore, e delle Muse, divinità protettrici delle arti) Sia mediante la celebrazione di riti religiosi
collettivi sia attraverso l’abbandono all’eros: le ragazze intrecciavano rapporti tra loro e con le loro istitutrici
più anziane, in un clima di assoluta libertà sessuale.

Saffo e le sue compagne vivevano in una dimensione psicologica del tutto particolare: la chiusura verso il
mondo esterno, la suggestione emotiva indotta dalla celebrazione dei riti afrodisiaci. le rallentate cadenze
di una vita molle raffinata le immergono in un’atmosfera irreale e senza tempo, in cui sono frequenti
esperienze di tipo estatico.

ignoto è l’anno della sua morte, sulla quale fiorirà la leggenda ripresa anche da Leopardi nel suo ultimo
canto di Saffo, respinta da Faone, l’uomo da lei amato, Saffo si sarebbe uccisa precipitandosi in mare da una
rupe.

Saffo compose molti testi poetici: inni in onore agli dei, poemetti, canti per le nozze.di tutti questi
componimenti (che continueranno essere letti e imitati fino in età romana) rimangono meno di 170
frammenti noti per citazioni di altri autori o contenuti in papiri e perfino su un coccio di vaso.

OPERE: la poesia per Saffo spesso è poesia della memoria che nasce da un distacco lontananza dalla
persona amata.i grammatici alessandrini divisero le liriche di Saffo in nove libri, distinti in base a criteri
puramente metrici. il primo di essi conteneva i carmi in strofe saffiche ed era composto da circa 1320 versi;
i successivi invece, carmi in pentametri dattilici, asclepiadei, tetrametri, ecc.; il nono conteneva epitalami
(componimenti per nozze, che accompagnavano il corteo della sposa diretto alla casa dello sposo). Gli
epitalami erano probabilmente composti per essere cantati da un coro, mentre tutti gli altri carmi
appartengono alla lirica monodica, intonata cioè da una sola voce con l’accompagnamento della cetra.
questa tipologia di scrittura era cara alla poetessa, che chiamava sempre in causa Era, dea dei matrimoni. In
alcuni frammenti delle poesie di Saffo si possono identificare delle velate polemiche rispetto ad una cultura
che imponeva le regole del vincolo matrimoniale e a una società patriarcale in cui il ruolo delle donne era
irrilevante. una parte delle poesie di Saffo dedicata agli affetti familiari. Fra queste vi è il propempticon, un
canto di buon auspicio dedicato al fratello Carasso, in partenza per un viaggio. Saffo ha composto anche
poesie dedicate alla figlia Kleis. Il nome deriva da kleos, fama, con la radice di kaleo (chiamare). Kleis E
quindi la famosa, la rinomata. Tra le sue liriche solo una è giunta intera, il cosiddetto inno ad Afrodite,
riportato da Dionigi di Alicarnasso: delle altre esistono complessivamente circa 200 frammenti, pervenuti
tramite citazioni indirette o ritrovamenti papiracei. È celebre l’affermazione del critico Thobez Che dichiarò
che per un solo verso di Saffo avrebbe dato tutta la letteratura latina: si tratta naturalmente di un’iperbole,
ma da un’idea del fatto che ciò che si è perduto di Saffo è una grande perdita

STILE: nella metrica classica, in particolare della metrica eolica greca e latina, per strofa saffica si intende
una strofa composta da tre endecasillabi saffici e da un adonio. L’adonio È un verso composto di un Dattilo
e di un tracheo. secondo un’altra definizione è una dipodia dattilica catalettica in quanto la sillaba finale è
anceps e l’ultimo piede può essere inverso come un dattilo catalettico. era una cadenza veloce composta da
solo cinque sillabe.secondo la tradizione era usato come una sorta di ritornello con l’invocazione ad Adone
In alcuni componimenti dal ritmo vivace.molto usato nella strofa saffica in cui costituiva il quinario di
chiusura dopo tre endecasillabi saffici minori.la saffica maggiore è una strofa particolare.riscontrabile sia in
Saffo che nei poeti latini quali: Orazio, Catullo, Stazio, probabilmente deriverebbe dall’associazione di un
ditrocheo (doppio trocheo) e un “aristofanio”. la saffica maggiore è spesso usata nei Carmina di Orazio, ma
anche nelle Odi.

Saffo scrisse in dialetto eolico di Lesbo.la sua poesia è elegante sublime, i versi della poesia elegiaca sono
presenti non solo nella poetessa greca, ma anche nel suo successore latino Catullo. questa lirica è stata
considerata, fin dall’antichità, come una riuscita descrizione Dei segni fisici che si manifestano per la
passione amorosa.Saffo descrive tutto ciò che prova alla vista della persona amata. con Saffo si ha il
fenomeno di “Autocommittenza“, poiché i suoi componimenti erano destinati principalmente al luogo in
cui nascevano e agli avvenimenti dello stesso; uno delle caratteristiche essenziali dei suoi canti è la varietà
di tematiche che vengono affrontate, insieme alla varietà di moduli espressivi, inoltre le informazioni che ci
sono pervenuti circa la sua fama ci fanno presagire che fosse molto conosciuta anche fuori da Tiaso e da
Mitilene, Città dove viveva anche il suo conterraneo Alceo.

I temi principali delle sue opere sono: gli aspetti positivi e negativi della vita all’interno del tiaso, l’amore e
la predilezione per una sua allieva, e la gelosia che soggiunge nel momento cui la stessa si relaziona con
altre persone, ragazzi in particolare; le ragazze di cui si innamora sono varie, in relazione a quanto
sappiamo sarebbero: Anattoria, Gongila, Atthis, Mica, Pleistodica, ed infine Irene. Per quanto riguarda le
sue principali rivali sarebbero principalmente “fondatrici” di altre comunità femminili tra cui Andromeda
(derisa da Saffo a causa della rusticità dei suoi versi), e Gorgo. le ragazze che lasciano il tiaso per motivi
quali: l’amore provato per una ragaza o per un ragazzo di un’altra comunità sono considerate traditrici, in
primis del tiaso, E poi anche della divinità protettrice.nella cultura greca la relazione tra un giovane
(erómenos), ed una persona di età avanzata (erastès) era un mezzo fortemente educativo, quindi la
diversità di Saffo non sta nei rapporti che intratteneva con le sue allieve, ma nel coinvolgimento emotivo
che vi metteva, tanto ad arrivare anche a situazione di grave sofferenza e di nevrosi

L’AMORE PER SAFFO: Per la poetessa Saffo i sentimenti, soprattutto l’amore e la gelosia, esercitavano un
dominio totale e sono vissuti in modo intenso e passionale, l’amore è condannato, esaltato o negato, ma
rimane il fulcro della vita. la stessa poetessa ne fa una ragione di vita, una sorta di “filosofia dell’esistenza“.
Strettamente legata all’amore è la bellezza.nessun autore greco usa tanto la parola “bello“ come Saffo ed
ella arriva a dire: “chi è bello è bello solo in quanto lo si vede; Che buono rimarrà sempre, perciò stesso,
anche bello“. Per la poetessa quindi, l’importante è lo spirito.molto ricorrente è il tema del ricordo,
dell’amore lontano nello spazio e nel tempo ma mai dimenticato, il cui ricordo e l’analisi delle emozioni
passate ne suscita nuove altrettanto forti. Molto forti e precisamente enumerate sono le ripercussioni
psicologiche del sentimento amoroso, con l’io soggettivo in primo piano. Saffo ha scoperto che l’amore non
è inteso solo come l’atto sessuale, istinto o sensazione diretta, ma ricordo, pensiero, sentimenti che
affondano le radici nella realtà e nel vissuto. tutto ciò non era affatto scontato nel suo mondo e che l’amore
assume un ruolo da protagonista. perché la concezione dell’amore stesso, che al giorno d’oggi
consideriamo così spontaneamente importante ma anche scontata, proviene essenzialmente da Saffo che
per la prima volta lo descrive come non era mai stato descritto.nessuno, fino ad allora, aveva mai avuto il
coraggio di ammettere la trasformazione che impone l’eros, trasformazione che ti fa sentire affogato “in
questo limbo d’astrazione, con un piede nel fango e le dita nel sole“. è una realtà viscida come il fango che
ci appesantisce le gambe, È una realtà che ci impone il suo concetto di giusto e sbagliato a seconda del
pensiero maggiormente condiviso. Saffo, narra una leggenda, sembra essersi gettata dalla rupe del
Leucade, in conseguenza a un amore non corrisposto. tale leggenda sta simboleggiare le concrete
conseguenze che può avere un sentimento così forte, travolgente e coinvolgente sulle nostre vite. Saffo
considera il cuore sede dell’amore e organo che il preside l’innamoramento e ritiene che non deve essere
domato ma soddisfatto.

IL TIASO: il termine “tìasos“ Era originariamente collegato al culto di Dioniso; infatti, indicava il corteo di
satiri e menadi che accompagnava il Dio o i riti in suo onore e, in un’accezione più ampia, un’associazione
dedicata Al culto di una divinità.oggi il sostantivo e soprattutto adoperato nell’accezione di “ associazione
femminile“ finalizzata all’educazione delle giovani donne e al cui interno si celebrava il culto di divinità
femminili (soprattutto Afrodite) purtroppo, le notizie su questo tipo di associazioni è assai limitata.tuttavia,
possiamo dire con certezza che, oltre al Tiaso saffico, a Lesbo c’erano altri tiasi, dal momento che la stessa
Saffo parla di due sue rivali: Andromeda e Gorgó. frequentavano il tiaso giovani donne provenienti da
famiglie aristocratiche di Lesbo, ma anche della vicina Ionia; il lessico della Suda menziona Anattoria di
Mileto, Gongila di Colofone, Eunika di Salamina. altrettanto certa è la funzione iniziatica del Tiaso nel quale
le ragazze erano preparati alla vita adulta e al matrimonio. L’educazione si basava sui valori della civiltà
aristocratica: l’amore, la grazia, l’eleganza, il canto, la danza. Particolare attenzione era rivolta al culto della
bellezza del resto “nella scelta delle proprie spese, gli uomini, come mostrava anche il mito di Paride, erano
attratti più dei dori mi ha dire che da quelli di Era o di Atena. A Lesbo se ne era convinti: non a caso nel
santuario della triade lesbica si organizzavano gare di bellezza femminile E non a caso le donne di Lesbo, da
tempi remoti, erano dappertutto apprezzate e ammirate: nell’Iliade, per indurre Achille a deporre l’ira e
tornare a combattere, Agamennone gli promette, fra gli altri doni, proprio delle donne di Lesbo.

SAFFO VS ALDA MERINI (quando le muse si incontrano): Saffo e Alda Merini, un piccolo cenacolo aperto
sull’infinito della parola, sull’eternità dei sentimenti, un ponte audace che, dal lontano VII secolo a.C.,
giunge fino i nostri giorni. le donne che compaiono in questa antologia senza pretese sono creature che
hanno avuto vite particolari, che hanno lottato contro il dolore del distacco, il delirio della mente, la
solitudine, le convenzioni del tempo, ma sono donne che hanno attraversato la vita, l’hanno srotolata E
dipanata nei suoi gomitoli più scuri, nelle pieghe più nascoste.sono donne che hanno vinto perché sono
rimaste vive, i mortali grazie ai fogli bianchi dell’antemporalità.

“ dolce ridente Saffo coronata di viole“ la chiama Alceo di Mitilene che ebbe la fortuna di conoscerla. Saffo,
la grande poetessa greca ancora oggi continua a emozionare.pochi frammenti sono pervenuti della sua
opera ma la loro forza immensa. è la poetessa che canta l’amore, la passione, la gelosia, l’assenza. è la
prima voce che parla di sè stessa nella letteratura greca. Il tiaso da lei fondato per educare le fanciulle nobili
al culto di Afrodite diventa il centro di una nuova poesia. Una poesia struggente intimista, dove l’aegritudo
amoris” si manifesta e piega l’esperienza eroica di Omero.

nel frammento n. 168 l’io lirico esprime tutta la propria solitudine e nel silenzio di una lunga notte, oscurata
dal tramonto della luna.

Alda Merini ha una passione per Saffo, lei che per il volere dei suoi genitori ha frequentato l’Istituto
magistrale e non ha studiato il greco. la conosce attraverso le traduzioni dell’amico Salvatore Quasimodo.
sente subito forte un legame con la poetessa greca, hanno la stessa visione del vivere che prima di tutto
amore, amore dove Eros travolge e stravolge lo spirito e che trova sfogo solo nei versi. nella sua raccolta di
poesia l’uovo di Saffo, Alda riprende il frammento “Notturno”. la solitudine e la tristezza di Saggo viene qui
amplificata nel terrore nella follia di una donna che diventa serpente di sè stessa, che si dimena, si sbrana,
si abbuia. E proprio nel disperato delirio della Merini troviamo la differenza tra l’intenso ma composto
lirismo della poetessa greca e lo strazio della poetessa milanese. perché il buio non è solo mancanza di luce,
è mancanza d’amore.

PRENDI IL MIO CUORE E PORTALO LONTANO: Prendi il mio cuore portano lontano, dove nessuno ci
conosce, dove il tempo non esiste, dove possiamo incontrarci, senza età e ricordi senza passato. con una
luce che nasce all’orizzonte e un domani sereno e silenzioso. prendi il mio sguardo e portalo lontano, dove
possa vederti ogni giorno E per darti 1000 baci e quindi 100 e dartene altri 1000 quindi 100 quindi 1000 e
continua e quindi 100. perché a me pare uguale agli dei, chi siede a te vicino e il dolce suono ascolta mentre
parli E ridi amorosamente.subito a me il cuore si agita il petto sol che appena ti veda, e la voce non esce E la
lingua si spezza.un fuoco sottile sale rapido alla pelle, e gli occhi più non vedono, e rombano le orecchie, e
tutto il sudore e tremante com’erba patita scoloro. E morte non pare lontana me, rapito di mente.

Potrebbero piacerti anche