Sei sulla pagina 1di 1

ANACREONTE DI TEO

→ vita
Nasce a Teo, in Ionia, nel 570 a.C., ma nel 545, quando la città viene invasa dai Persiani, la
cittadinanza si trasferisce nella colonia di Abdera, sulle coste della Tracia. La fama della sua
attività poetica gli procura l'invito a trasferirsi a Samo, presso Policrate, poi nell'Atene
governata da Ipparco, figlio di Pisistrato, e infine presso il tiranno della Tessaglia. Muore
molto anziano, nel 485 a.C., dopo essere tornato ad Atene o forse nella città natale.

Anacreonte vive circa cinquant'anni dopo Alceo e Saffo. Anacreonte da un lato riassume in
sé e nella sua produzione caratteri appartenuti ai poeti di Lesbo, dall'altro rinnova la
tradizione e servirà da modello alla poesia successiva, in particolare quella di età ellenistica,
che lo apprezzerà moltissimo.

→ corpus letterario e produzione poetica


Del suo corpus, che comprendeva anche giambi ed elegie, scandito dai filologi in numerosi
libri secondo criteri metrici, sono rimasti circa 300 versi di lirica monodica, tra cui forse
qualche testo completo. Anacreonte è un poeta di corte, al servizio presso i tiranni, spesso
autentici mecenati. I suoi componimenti vengono eseguiti durante i banchetti, ma il contesto
è completamente diverso da quello del simposio per cui scrivono Archiloco o Alceo: ad
ascoltarlo sono il signore e i suoi cortigiani, dei quali egli stesso fa parte. I cambiamenti
sociali e politici portano ad una nuova visione del mondo, improntata all'edonè. Con
l'instaurarsi della tirannide, viene meno la necessità del dibattito, dell'azione politica, e la
poesia diventa un momento riservato al piacere, al divertimento, all'esaltazione di quanto la
vita offra di bello e piacevole.

L’atteggiamento di Anacreonte risulta sempre leggero e disimpegnato, sia quando parla
d'amore sia quando l'argomento è il simposio stesso. L’amore ha perso ogni aspetto
fortemente passionale e febbrile ed è diventato un gioco, vissuto con leggerezza ed
elegante distacco, descritto in una forma molto raffinata e aggraziata (charis è forse la
parola-chiave della sua poesia e della società che descrive).

Potrebbero piacerti anche