Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Non sempre però le fasi si succedono nell’ordine sopra elencato, ossia non sempre è necessario completare
una fase prima di passare a quella successiva.
FASI SOVRAPPOSTE.
Nella pratica, le varie fasi procedono per molti aspetti parallele, ad esempio durante il bagno ad un assistito
(ATTUAZIONE) si può esaminare lo stato della cute in corrispondenza delle prominenze ossee
(ACCERTAMENTO) notando una zona di arrossamento (ACCEERTAMENTO) è possibile concludere che essa
ha un problema di “compromissione dell’integrità cutanea” (DIAGNOSI); In particolare la fase della
valutazione si sovrappone a tutte le altre fasi del processo, perché è necessario valutare continuamente ciò
che si è fatto nelle fasi precedenti, dopo l’attuazione degli interventi e la valutazione della loro efficacia
sulle condizioni di salute dell’assistito, si prenderanno in esame
FASE DI ACCERTAMENTO; FASE DIAGNOSI; FASE PIANIFICAZIONE OBBIETTIVI; FASE PIANIFICAZIONE
INTERVENTI; FASE DI ATTUAZIONE.
RELAZIONE CON LE FORME DI PROBLEM SOLVING:
il problem solving è il processo di identificazione di un problema, e quindi di pianificazione e attuazione
delle fasi per risolverlo, ovvero il processo utilizzato quando si percepisce una discrepanza tra ciò che sta
accadendo e ciò che dovrebbe accadere, non si limita ad affrontare i problemi ma considera anche la
condizione di benessere e i punti di forza dell’assistito. Il metodo scientifico è un approccio sistematico e
logico alla soluzione dei problemi, basato sui dati e sulla verifica di ipotesi, le varie fasi sono:
IDENTIFICAZIONE DEL PROBLEMA, DEFINIZIONE CORRETTA DI ESSO (guida per la definizione dei criteri in
base ai quali valutare le soluzioni possibili); RACCOGLIERE I DATI E FORMULANO IPOTESI; CONSIDERARE LE
CONSEGUENZE; METTERE IN ATTO LA SOLUZIONE RITENUTA MIGLIORE; VALUTARE I RISULTATI (VERIFICA
IPOTESI); L’intuizione è una forma di problem-solving che si basa sull’utilizzo del “senso innato”, è la
comprensione diretta di una situazione basata su un bagaglio di conoscenze riguardanti situazioni simili e
dissimili, nonché sull’intelligenza e sulle competenze in esso implicate, ovvero la conoscenza immediata di
qualcosa senza l’uso cosciente della ragione. Nel problem-solving per tentativi ed errori, si sperimentano
varie soluzioni fino a individuare quella che ha funzionato, tuttavia senza aver considerato in modo
sistematico le varie alternative, non è possibile sapere perché una soluzione ha funzionato e un’altra no.
Quest’ultima tecnica non è utilizzata dall’infermiere.
QUALITA RICHIESTE ALL’INFERMIERE.
Qualità da potenziare sviluppando consapevolezza, impegno ed esperienza:
COMPETENZE COGNITIVE= Sono rappresentate dalla capacità di prendere decisioni (consente di stabilire
l’azione migliore, include riflessione, valutazione e scelta) di utilizzare il problem solving; e dal pensiero
critico (riflessione attenta, orientata al raggiungimento di un obbiettivo, costruttiva, che implica capacità
mentali, come quella di identificare i dati rilevanti, valutare l’attendibilità delle fonti, fare inferenze. È
essenziale sia per risolvere problemi sia per assumere decisioni.
• Creatività e curiosità: essenziali per utilizzare il processo infermieristico e per il pensiero critico,
necessario è sviluppare capacità di osservazione e di analisi per individuare modi nuovi e migliori di
fare le cose, chiedendosi sempre “perché si fa questo?” “perché si fa in questo modo?”
COMPETENZA RELAZIONALE= La gestione efficace della relazione con l’assistito e con i suoi familiari
richiede il possesso di diverse capacità, quali: GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE VERBALE E SCRITTA;
CONOSCENZA COMPORTAMENTO UMANO E DEI SISTEMI SOCIALI (comportamento non verbale,
rappresentato da: repertorio gestuale, postura, movimento del corpo, espressione del viso, uso dello
sguardo, gestione dello spazio interpersonale, contatto fisico); l’efficacia nello sviluppare rapporti di fiducia
con gli assistiti deriva dalla capacità di comunicare, ascoltare, esprimere compassione e interesse, e
trasmettere informazioni. Il raggiungimento di risultati soddisfacenti dipende dal buon rapporto che si crea
tra infermiere e assistito. La capacità di comunicare è dunque fondamentale, ma il contenuto della
comunicazione lo è altrettanto. Per promuovere relazioni soddisfacenti è necessario mantenere un
atteggiamento positivo, essere aperti, onesti, pazienti e sinceri, dimostrare umiltà, disponibilità e
affidabilità, se necessario, riconoscere di avere torto e dare la giusta considerazione a chi la merita.
COMPETENZA CULTURALE= Essere culturalmente competente, vuol dire saper lavorare all’interno del
contesto culturale dell’assistito, per risolvere i suoi problemi di salute. È importante conoscere le analogie e
le differenze tra le varie culture e che sia sensibile agli aspetti culturali implicati nell’assistenza, sebbene
possa essere considerata una competenza relazionale, viene separata poiché implica conoscenze ed
opinioni.
CAPACITÀ PSICOMOTORIE= utilizzate nella fase di attuazione del processo infermieristico, quando devono
intervenire concretamente, e il che gli permette di guadagnare la fiducia dell’assistito, e di conseguire i
risultati auspicati.
CAPACITÀ TECNICHE= durante l’utilizzo di strumenti e apparecchiature ad alta tecnologia, per pianificare e
documentare l’assistenza erogata.
PROCESSO INFERMIERISTICO E BENESSERE.
L’Assistenza infermieristica non è limitata alla solo assistenza dei malati, spesso si lavora con individui sani,
concentrando le attività sulla PROMOZIONE DELLA SALUTE ( che ha la funzione di aumentare il livello di
benessere della persona, non di evitare l’insorgenza della malattia) TUTELA DELLA SALUTE ( si concentra
sulle attività che riducono i fattori ambientali di rischio per la salute) PREVENZIONE DELLA MALATTIA (
implica azioni finalizzate a prevenire specifici problemi di salute o malattie). In linea generale si riconoscono
due obbiettivi: migliorare la qualità della vita e aumentare gli anni di vita sana; eliminare le disparità in
ambito sanitario.
La cognizione è l’atto del conoscere, pensare è lo svolgimento di un processo mentale attivo, organizzato,
intenzionale, che associa le idee collegando in modo logico percezioni, convinzioni, conoscenze, giudizi e
sentimenti. Le abilità funzionali sono attività intellettuali usate in complessi processi di pensiero, quali
l’analisi critica, le metodologie di problem-solving e di decision-making.
• Uso del linguaggio: Usare un linguaggio preciso, che rappresenti i fatti in modo oggettivo (ogni
affermazione dovrebbe contenere le risposte alle seguenti domande: Chi? Che cosa? Quando?
Come? Dove? Perché?); Usare un lessico coerente con il pensiero critico, sapendo utilizzare termini
appropriati, ma anche sapendo esprimersi in modo chiaro e comprensibile, in relazione al livello
culturale dell’interlocutor.
• PERCEZIONE Utilizzo dei cinque sensi (vista, udito, gusto, olfatto, tatto) per esperire la realtà
circostante, e prenderne coscienza. Implica le seguenti attività:
1. Selezione delle percezioni a cui prestare attenzione
2. Organizzazione delle sensazioni in uno schema/modello
3. Interpretazione del significato dello schema/modello
4. Evitare percezioni selettive
5. Riconoscere le discrepanze di percezione, e rivalutare le sensazioni percepite e le modalità
di interpretazione.
• CONVINZIONI E CONOSCENZE: Distinguere i fatti dalle interpretazioni.
Fatto: affermazione verificabile attraverso l’osservazione e l’indagine
Inferenza: conclusione basata su informazioni relative a fatti, ma non sufficientemente alimentata
da dati oggettivi.
Giudizio: valutazione su fatti che riflette valori
Opinione: convinzione che può derivare dalla valutazione oggettiva dei fatti, oppure essere
infondata.
Convalidare fatti, opinioni, convinzioni e preferenze
• CHIAREZZA Porre domande per chiarire parole e frasi, affermazioni, questioni, convinzioni e punti
di vista
• COMPARAZIONE Esaminare le analogie e le differenze tra cose che appartengono alla stessa
categoria generale; classificare le cose, confrontare tra l’ideale e il reale, rilevare analogie e
differenze. Fare comparazioni in modo scrupoloso e sistematico migliora la qualità delle proprie
decisioni.
• RILEVARE ANALOGIE E DIFFERENZE: chi utilizza il pensiero critico fa osservazioni accurate ed
esaustive, rilevando analogie e differenze significative, realizzando che possono esservi delle cose
che a un esame superficiale, appaiono simili, mentre in realtà sono profondamente diverse.
• CLASSIFICARE Processo con il quale si raggruppano le cose in base ad analogie e proprietà comuni,
e vengono rilevate le differenze. Comprende:
1. Confrontare e differenziare ideali e pratica attuale, individuando il divario esistente.
Quanto più realistici sono gli ideali, tanto più sono realizzabili.
2. Applicare le conoscenze ai nuovi contesti, al fine di progredire nella conoscenza di altri
contesti
• GIUDIZIO/VALUTAZIONE Fornire evidenze a sostegno dei giudizi, rendendo espliciti i criteri, gli
standard o i valori su cui si basano i giudizi espressi, e cercando di stabilire le motivazioni che
giustificano questi criteri. Elaborare criteri di valutazione, che siano espliciti, affermati chiaramente
e applicati costantemente. Gli infermieri elaborano criteri di valutazione sotto forma di risultati
attesi per gli assistiti.
• RAGIONAMENTO Processo cognitivo logico che collega i pensieri in modo significativo. Può essere
induttivo (trae origine da fatti o dettagli specifici per giungere a conclusioni e generalizzazioni). Le
conclusioni di un ragionamento induttivo sono sempre di natura probabilistica oppure deduttivo
(inizia da una teoria che conduce a una previsione specifica). Nel ragionamento deduttivo se un
principio è vero per una classe di fatti/cose, esso risulta vero per ogni membro di quella classe.
Argomentazione: addurre motivazioni a difesa di una conclusione o di una posizione (mostrare che
qualcosa è vero e giusto) Spiegazione: mostrare perché qualcosa è vero e giusto.
• RAGIONAMENTO
.
1. Identificare gli assunti di partenza Un assunto è un concetto che viene accettato a priori.
Può essere vero o falso. Alcuni assunti sono necessari per svolgere efficientemente le
attività quotidiane.
2. Distinguere i dati rilevanti e irrilevanti. I dati rilevanti sono quelli pertinenti al problema in
atto; irrilevanti quelli che non hanno nulla a che fare con la questione.
3. Valutare le fonti e l’attendibilità delle informazioni: analizza molto attentamente le
affermazioni altrui prima di accettarle e fornisce informazioni attendibili a sostegno delle
proprie posizioni.
4. Produrre e valutare soluzioni dopo aver definito i termini del problema e averne
identificato le cause: di fronte a un problema non abbozza soluzioni affrettate, né accetta
la prima soluzione che viene in mente, ma prende tempo per definire con attenzione i
termini del problema, verificando se è stato posto chiaramente, con precisione e
obbiettività.
5. Esaminare implicazioni, conseguenze, vantaggi e svantaggi: Quando si deve decidere in
merito alla soluzione di problemi, a procedure o ad azioni, è necessario considerare anche
altri fattori, importanti sono IMPLICAZIONI E CONSEGUENZE; Implicare qualcosa è
esprimerla indirettamente, suggerirla senza affermarla esplicitamente, accettare
un’affermazione significa accettare le due implicazioni, o il legame logico tra
un’affermazione e un’altra. Le conseguenze invece sono diverse poiché sono più orientate
verso l’azione. Una conseguenza è l’effetto o il risultato prodotto da qualcosa.
ATTIVITA’ INTELLETTUALI COMPLESSE
Pensiero critico: è orientato all’obbiettivo, intenzionale, implica diversi atteggiamenti e abilità mentali,
come identificare i dati rilevanti e fare inferenze; il pensiero critico è indispensabile quando un problema è
mal definito e non ha una soluzione “migliore”.
Problem solving: attività mentale di identificazione di un problema (condizione non soddisfacente) e di una
soluzione adeguata. Richiede attivazione del processo decisionale e può richiedere o meno l’uso del
pensiero critico.
Processo infermieristico: Approccio sistematico e creativo al pensare e all’agire, utilizzato dagli infermieri
per raccogliere, classificare e analizzare i dati degli assistiti e per pianificare interventi che possano
soddisfare le loro necessità assistenziali. Questo tipo di problem solving richiede l’impegno del processo
decisionale, del giudizio clinico e di diverse abilità proprie al pensiero critico.
Decision making: Processo volto a stabilire l’azione più adatta da compiere, ossia quella con maggiore
probabilità produrrà il risultato atteso. Indica riflessione, valutazione e scelta. È necessario elaborare
decisioni ogni volta che ci si trova di fronte a scelte che si escludono reciprocamente, ma non
necessariamente quando si deve affrontare un problema.
Ragionamento clinico: un ragionamento è un pensiero logico che collega i pensieri tra loro in maniera
sensata. Il ragionamento clinico è un pensiero riflessivo, simultaneo e creativo, riguardante i pazienti e la
loro assistenza. È la forma di ragionamento usata nel processo infermieristico.
Riflessione/ giudizio riflessivo: forma di pensiero critico che considera un’ampia gamma di possibilità e
riflette sui vantaggi di ognuna in una determinata situazione. La riflessione è indispensabile quando un
problema è complesso e non esiste una soluzione semplice o “giusta”.
Giudizio clinico: il giudizio è l’uso di valori o di altri criteri per valutare informazioni o trarre conclusioni da
esse. I giudizi clinici sono conclusioni e opinioni riguardanti la salute degli assisiti, derivati dai dati a essi
relativi. Possono essere formulati ricorrendo o meno al pensiero critico.
Analisi / analisi critica: abilità propria del pensiero critico, è il processo di scomposizione del materiale
informativo nei suoi elementi costituitivi e di identificazione delle relazioni esistenti tra essi. L’analisi critica
è l’interrogativo applicato alla situazione o all’idea per determinare quali informazioni e idee sono
essenziali e scartare quelle superflue. Il pensiero critico è assai più complesso della sola analisi.
STANDARD DI RAGIONAMENTO:
Per valutare la qualità del proprio pensiero è necessario far riferimento a una seria di standard mentali
essenziali, quali:
Chiarezza: un’affermazione deve essere chiara perché si possa valutare se è attendibile, rilevante e così via.
Attendibilità: un’affermazione può essere chiara ma non attendibile.
Precisione: un’affermazione può essere chiara e attendibile, ma non precisa.
Rilevanza: un’affermazione può essere chiara, attendibile e precisa, ma non essere rilevante rispetto al
problema in atto.
Profondità/ esaustività: un’affermazione può essere chiara, attendibile, precisa e rilevante e tuttavia essere
superficiale.
Apertura mentale: una linea di ragionamento può soddisfare tutti gli altri standard ma essere parziale.
Logica: il ragionamento collega vari pensieri in un certo modo o con un certo ordine. Il pensiero è logico
quando la combinazione dei pensieri ha un senso.
Significatività: è connessa con la rilevanza, che cosa è più importante?
PENSIERO CRITICO E PROCESSO INFERMIERISTICO.
Pensiero critico e processo infermieristico sono interdipendenti ma non identici. L’infermiere opera in
modo efficace per buona parte del turno di lavoro senza ricorrere al pensiero critico. Molte decisioni sono
fondate sull’abitudine e implicano poca riflessione. Alcune capacità psicomotorie come far funzionare un
elettrocardiografo richiedono un’attività cognitiva minimale. Invece il pensiero critico è essenziale per il
processo infermieristico. Secondo l’american nurses Association, il processo infermieristico fornisce il
quadro concettuale entro cui calare il pensiero critico nell’infermieristica. Gli infermieri usano il pensiero
critico in ogni fase del processo.
PENSIERO CRITICO ED ETICA INFERMIERISTICA:
Poiché gli studenti possono sentirsi confusi o a disagio nel nuovo ruolo, essi hanno talvolta difficoltà a
identificare e definire gli aspetti etici della professione:
Interazione con il personale: considerando gli infermieri professionisti, si trovano in difficoltà di fronte ad
una assistenza inadeguata.
Interazioni con gli assistiti: la pressione psicologica che deriva dal desiderio di essere ineccepibili può indure
la tentazione di nascondere errori o di falsificare informazioni.
Interazioni con i docenti del corso: insorgono delle problematiche quando i docenti del corso, visti dagli
studenti come modelli, assegnano loro dei compiti per la quale non si sentono preparati.
Interazione con i colleghi: gli interrogativi usuali riguardano che cosa fare quando essi osservano che altri
studenti compiono delle azioni sbagliate e non da procedura, si trovano in difficoltà poiché non sanno
quando e con chi parlare di questi problemi.
SVILUPPO DEL PENSIERO CRITICO:
Il pensiero critico non è “innato”. Per natura ognuno tende a credere alle cose cui è facile credere, a ciò che
le persone vicine credono e a ciò che procura qualche forma di gratificazione. Una persona sviluppa e
utilizza il pensiero critico, come su un continuum.
LINEE GUIDA PER CONSOLIDARE IL PENSIERO CRITICO:
• Effettuare un ‘autovalutazione: Determinare quali atteggiamenti funzionali al pensiero critico si
possiedono già e quali devono essere sviluppati, analizzare i processi di pensiero o gli atteggiamenti
utilizzati.
• Tollerare divergenze e ambiguità: Un problema complesso non potrà essere risolto tanto
rapidamente quanto efficacemente, pertanto, si dovrebbe rinviare la decisione dicendo “NON SO”
accontentandosi di questa risposta fino a che non saranno disponibili altre informazioni e il quadro
non sarà più complesso.
• Cercare situazioni in cui viene espresso un pensiero competente: partecipare a conferenze di
carattere clinico o didattico che promuovono un esame aperto di tutti gli aspetti di un problema e
rispettare punti di vista diversi dal proprio.
• Creare un ambiente che promuova il ricorso al pensiero critico: i leadership consapevoli del fatto
che il clima da essi creato influisce sul pensiero dei propri collaboratori, deve creare un ambiente
stimolante che incoraggi l’espressione di opinioni diverse e un esame onesto delle idee e delle
opzioni. In qualità di leader gli infermieri dovrebbero incoraggiare i colleghi a esaminare
rigorosamente le evidenze prima di trarre conclusioni e a evitare il “pensiero di gruppo” ossia la
tendenza a rimettere incautamente ogni decisione al volere del gruppo, senza pensare con la
propria testa.
• Esercitare il pensiero critico: con l’esercizio è possibile sviluppare un atteggiamento critico e valide
competenze cognitive. Si può fare il primo passo verso l’acquisizione del pensiero critico
rendendosi conto che comprendere è più importante che memorizzare e confidando nella propria
capacità di dare un significato a informazioni e principi.
CAPITOLO 3= ACCERTAMENTO:
L’accertamento è la prima fase del processo infermieristico, e consiste nella raccolta sistematica di
informazioni rilevanti che riguardano l’assistito, che saranno usate per determinare il suo stato di salute, e
per pianificare e valutare l’assistenza infermieristica.
L’accertamento infermieristico evidenzia le risposte dell’assistito alla malattia e ai problemi da essa
determinati, mentre l’accertamento medico si focalizza sul processo morboso/patologia:
1. Raccogliere i dati mediante: - Intervista - Osservazione - Esame fisico
2. Validare i dati con l’assistito e le persone significative:
- Confrontare dati soggettivi e oggettivi
- Validare i dati discordanti
3. Organizzare e registrare i dati:
-accertamento inziale: usare la modulistica (database di ricovero)
-accertamento continuo: utilizzare un modello di infermieristica per organizzare l’accertamento;
registrare sul piano di assistenza le note assistenziali (consegne di reparto)
-accertamenti mirati: effettuarli in base alle necessità.
L’obbiettivo sarà dunque quello di acquisire un quadro complessivo delle condizioni dell’assistito e di come
è possibile aiutarlo; questo richiede la disponibilità di dati sulla persona assistita, sulla sua famiglia e sui
comportamenti della comunità verso la salute e a malattia, sulle derivazioni dalla norma, le risorse, le
capacità di coping e infine sui fattori di rischio per la salute.
Rapporto con le altre fasi del processo infermieristico:
Ricordiamo che le fasi sono interdipendenti e sovrapposte, questo vale soprattutto per la fase di
accertamento, in cui dati raccolti devono essere attendibili ed esaustivi, poiché su di essi si basano le
decisioni assunte nelle fasi successive del processo infermieristico. L’utilità e la validità delle diagnosi
infermieristiche dipendono in larga misura da una raccolta di dati esauriente e obbiettiva, in effetti
l’accertamento è un processo continuo che si svolge durante tutte le fasi del processo.
Il pensiero critico nella fase di accertamento:
come il pensiero critico + significatività ovvero categorizzare i fatti più importanti.
LA RACCOLTA DATI
È il processo attraverso il quale si acquisiscono informazioni sullo stato di salute di un assistito, una
famiglia, una comunità.
DATI SOGGETTIVI: sono definiti anche dati latenti, o sintomi; non sono misurabili né osservabili, e possono
essere ricavati da ciò che il paziente esprime
DATI OGGETTIVI: sono detti dati rilevanti, o segni; possono essere raccolti attraverso l’osservazione e
l’esame obiettivo e sono misurabili
FONTE PRIMARIA DEI DATI: L’ASSISTITO;
FONTI SECONDARIE TUTTE LE ALTRE FONTI, ad esempio le persone significative per l’assistito, gli altri
operatori sanitari, la documentazione relativa al ricovero attuale, ed eventualmente a quelli pregressi e le
informazioni derivate dalla letteratura infermieristica o da altre discipline.
Accertamento inziale e continuo.
Inizia con il primo contatto tra infermiere e assistito e continua durante tutte le interazioni successive, si
divide infatti in:
1. Accertamento inziale, ovvero che viene effettuato durante il primo incontro infermiere-assistito ed
è in genere complessivo, essendo costituito da tutti i dati soggettivi e oggettivi connessi allo stato di
salute dell’assistito. Quando l’accertamento inziale viene eseguito all’arrivo presso la struttura di
assistenza, si parla di accertamento al ricovero. Per ogni assistito si dovrebbe effettuare un
accertamento inziale con il quale determinare i bisogni di assistenza e di accertamenti ulteriori.
2. Accertamento continuo: consiste nella raccolta di dati che si effettua dopo che il database è
completo, e ciò avviene a ogni interazione paziente-assistito, i dati raccolti serviranno per
identificare nuovi problemi e per valutare la gravità dei problemi già identificati.
Accertamento complessivo versus accertamento mirato.
Completo: offre un quadro generale delle condizioni di salute dell’assistito, si acquisiscono i dati riguardanti
tutti i sistemi dell’organismo e le capacità funzionali, senza necessariamente pensare a un particolare
problema di salute. Le informazioni acquisite costituiscono il database infermieristico, che comprende
anche i dati dell’anamnesi infermieristica e dell’esame fisico, nonché quelli ricavati dalla documentazione
clinica, da consulenze e talvolta da una rassegna della letteratura.
Mirato: consiste nell’raccogliere dati su un problema reale, potenziale o possibile, che è stato identificato.
L’accertamento si focalizza anziché sulle condizioni di salute complessive dell’assistito, su un particolare
aspetto o su uno specifico segmento corporeo, questi dati vengono utilizzati per valutare lo stato dei
problemi in atto e per identificare eventuali nuovi problemi, ancora latenti. Non viene effettuato solo per la
raccolta continua di dati; può essere usato anche nell’accertamento inziale, quando l’assistito riferisce un
sintomo o altri riscontri insoliti. Qualsiasi sintomo, o difficoltà dev’essere indagato con altre domande,
come ad esempio: quando è iniziato? Che cosa lo fa peggiorare? Che cosa lo allevia?
Uso del computer nell’accertamento.
Per facilitare la raccolta dati molte unità operative utilizzano sistemi informatici, in alcuni sistemi automatici
è l’assistito a rispondere in maniera diretta alle domande che legge sullo schermo, in altri casi è l’infermiere
a condurre l’intervista. È inoltre possibile programmare vari tipi di apparecchiature di monitoraggio per
accertamenti continui o periodici (es: pulsiossimetri, termometri digitali, monitor per elettrocardiografia
ecc.) che memorizzano i valori delle ultime misure effettuate, alcuni di essi possono trasmettere i dati a
computer più sofisticati oppure stampare su carta i dati registrati.
METODI DI RACCOLTA DEI DATI
Sia per il complessivo, che per il mirato, è possibile seguire 3 metodi di raccolta dati:
1. OSSERVAZIONE: è l’uso consapevole e intenzionale delle funzioni sensoriali (tatto (frequenza e
ritmo del polso; lesioni.) Vista (aspetto generale, colorito cutaneo, effetti personali,
apparecchiature) Olfatto (odore del corpo, alito, urine, liquido drenato dalle ferite) Udito
(pressione arteriosa, rumori respiratori, rumori intestinali, toni cardiaci, comunicazione verbale) per
raccogliere i dati della persona assistita e dell’ambiente. Si devono fare osservazione sistematiche
in modo da non perdere informazioni essenziali, bisogna effettuare quindi una serie di osservazioni:
• Entrando in stanza, osservare l’assistito per rilevare segni di sofferenza (pallore,
sudorazione, difficoltà respiratoria ecc.)
• Verificare l’eventuale presenza di rischi per la sicurezza dell’assistito.
• Verificare la strumentazione e i presidi.
• Osservare la stanza.
• Osservare l’assistito da vicino per raccogliere dati quali temperatura, rumori respiratori,
odori, stato delle medicazioni, delle lenzuola e se necessità di modificare la postura.
2. ESAME FISICO: è un accertamento sistematico dei sistemi e degli apparati dell’organismo. Più che
riconoscere una patologia, il suo obbiettivo è identificare delle risorse e dei deficit nelle capacità
funzionali dell’assistito. Fornisce dati oggettivi che possono essere usati per validare i dati soggettivi
ottenuti con l’intervista, o per chiarire l’effetto della malattia sulle capacità funzionali dell’assistito.
I dati ottenuti nella fase inziale costituiscono un punto di riferimento che consente di confrontare le
successive risposte dell’assistito agli interventi medici e infermieristici. Vi sono due tipi di modalità
d’approccio: 1) il primo consiste nell’osservare l’assistito con il metodo “testa/piedi”, in questo caso
si procederà partendo da testa, collo a scendere. 2) il secondo approccio consiste nell’osservare gli
apparati e sistemi seguendo un ordine predefinito. In ogni caso si dovrebbe effettuare l’esame
fisico sempre nello stesso ordine in modo da evitare omissioni di dati.
Per l’esame fisico si useranno tecniche di:
• ISPEZIONE: Effettuata mediante la vista, a occhio nudo o tramite strumenti. Alcuni esempi
di dati raccolti con l’ispezione sono la distensione addominale, pallore cutaneo ecc.
• ASCULTAZIONE: si effettua per mezzo dell’udito e si divide in 1) diretta, ovvero senza
strumenti di amplificazione, e si possono udire suoni come la tosse. 2) indiretta, che viene
effettuata tramite lo stetoscopio che amplifica i rumori prodotti all’interno del corpo, come
ad esempio rantoli o sibili polmonari.
• PERCUSSIONE: consiste nel battere la superficie corporea, di solito con la punta delle dita,
per provocare suoni o vibrazioni. I suoni prodotti variano a seconda della zona corporea,
ovvero se interessa una zona compatta o una cavità piena di liquido o area. (distensione
addominale causata da liquido o da aria?).
• PALPAZIONE: utilizza il tatto, solitamente con i polpastrelli che sono le aree più sensibili alla
stimolazione tattile. Si utilizza ad esempio per verificare se vi è distensione vescicale e per
misurar frequenza e forza del polso radiale.
3. INTERVISTA: è un colloquio mirato e strutturato durante il quale l’infermiere interpella l’assistito
per ottenere dati soggettivi. Al ricovero si effettua in modo programmato un intervista frontale,
nell’accertamento continuo le interviste possono essere rappresentate da interazioni informali,
brevi e strettamente centrate su un argomento, che avvengono tra infermiere e assistito ma
restano comunque mirate e strutturate. L’obbiettivo durante la fase inziale è ottenere dati
soggettivi per l’anamnesi infermieristica che comprende dati relativi agli effetti della malattia sulle
attività quotidiane dell’assistito e sulla sua capacità di gestirle. Considera la persona nel suo
insieme, poiché include dati sui bisogni di base, non solo di natura biologica.
• Al momento dell’intervista si solito l’infermiere informa la persona anche sulla stanza
assegnatale e sulla degenza in ospedale, pur focalizzando l’intervista sulla raccolta dati,
l’infermiere dovrebbe fornire all’assistito anche informazioni e consigli utili ad attenuare la
sua ansia.
• Prepararsi all’intervista: Di norma si valuta la cartella clinica, in modo da capire chi è
l’assistito e cosa si vuole realizzare, evitando così di toccare argomento già presi in esame,
e quindi non provocando stanchezza o noia nella persona. Dopo aver definito gli scopi
dell’intervista si pensi ad alcune domande preliminari, per avviare il colloquio,
programmando l’intervista in momenti liberi da pasti, dalla somministrazione dei farmaci e
lontani dall’orario di visita, si eviteranno fattori di distrazione. Inoltre, bisogna sempre
garantire la necessaria riservatezza, infine bisogna sempre far in modo che la persona si
senta a suo agio, per esempio chiedendole se ha sete o se ha bisogno di utilizzare il bagno,
considerando sempre lo stato emotivo, se è molto ansioso o spaventato si dovranno prima
attenuare questi fattori e dopo si potrà procedere con l’intervista.
• Tipi di intervista: vi sono due forme principali: DIRETTIVA= è fortemente strutturata,
l’infermiere mantiene il controllo su argomenti e fa domande finalizzate a ottenere
informazioni specifiche. Cosi facendo si raccolgono informazioni reali, e facilmente
classificabili, come età, sesso e sintomi. La seconda è quella NON DIRETTIVA: si lascia che
sia la persona assistita a controllare lo scopo, l’argomento e il ritmo del colloquio.
L’infermiere chiarisce, sintetizza, fa domande aperte e commenta in modo da incoraggiare
la comunicazione. Un’intervista non direttiva richiede tempo e può produrre molti dati
irrilevanti; tuttavia è utile perché aiutando l’assistito a esprimere i propri sentimenti
favorisce la comunicazione e la creazione di un rapporto.
• Tipologia delle domande dell’intervista: Le domande si classificano in= APERTE ovvero
associate all’intervista non direttiva, e invitano le persone a scoprire ed esplorare pensieri e
sentimenti. CHIUSE ovvero associate all’intervista direttiva, richiedono risposte come “si” o
“no” o risposte brevi, basate su fatti che siano informazioni specifiche.
• ASCOLTO ATTIVO: è il mezzo di comunicazione più importante. Un ascolto attivo, empatico,
si fa con occhi, orecchie e cuore. Ascoltare in modo attivo significa prestare attenzione ai
messaggi verbali e non verbali dell’assistito, ascoltare i suoi sentimenti, esprimere
accettazione, rispetto e fiducia.
S (SIT OR STAND) sedere o stare in piedi di fronte alla persona per esprimere interesse per
ciò che sta dicendo.
O (OPEN POSTURE) mantenere una postura aperta ossia non incrociare le braccia né
accavallare le gambe.
L (LEAN FORWARD) protendersi in avanti, verso la persona.
E (EYE CONTACT) stabilire e mantenere il contatto visivo.
R (RELAX) rilassarsi per esprimere alla persona un senso di vicinanza di prossimità.
• Intervista a persone anziane: bisogna considerare sempre di =
o Procedere lentamente= parlare lentamente e chiaramente, dando tempo per
formulare una risposta.
o All’inizio dell’intervista, controllare se vi sono deficit sensoriali.
o Non presupporre che tutti gli anziani siano sordi o incapaci di comprendere il
significato di ciò che si afferma
o Essere consapevoli del fatto che reazioni emotive appropriate ed eloquio
articolato non sempre coesistono.
o Prestare attenzione al linguaggio del corpo.
o Prestare attenzione agli episodi di confusione mentale
o Se possibile, cercare di ottenere i dati direttamente dall’assistito.
TASSONOMIA II DELLA
NORTH AMERICAN
NURSING DIAGNOSIS
ASSOCIATION
(NANDA)
Non costituisce una
teoria infermieristica,
ma fornisce un quadro
concettuale utile per
l’accertamento e la
diagnosi, classificando
i dati e le diagnosi in
13 domini.
Modelli non infermieristici: modelli e teorie propri di altre discipline possono essere utili per la raccolta e
l’aggregazione dei dati. Es: Maslow, che considerava i bisogni in ordine gerarchico, ovvero che bisognava
soddisfarne uno prima di passare al successivo. O il modello medico dei sistemi corporei, che serve a
identificare dati che potrebbero evidenziare un problema clinico.
REGISTRAZIONE DEI DATI: I dati dell’accertamento devono essere registrati in un formato che li renda
recuperabili. Le informazioni devono essere chiare, oggettive, leggibili, tempizzate. Una valutazione
completa deve comprendere la dimensione culturale e spirituale. La competenza culturale richiede
conoscenza dei valori, convinzioni e costumi delle diverse culture, nonché un atteggiamento di
autoconsapevolezza, apertura, sensibilità
Accertamenti relativi ad aree specifiche.
Assistenza domiciliare e accertamento funzionale: i dati relativi alle conoscenze della persona e alle sue
capacità di autocura consentono all’infermiere di sviluppare un piano educativo personalizzato, un modo
per superare alcuni limiti, tra cui il tempo che gli infermieri possono attualmente dedicare, è un
questionario di auto accertamento, che valuta le capacità di autocura della persona. Le voci riportare nel
questionario sono le seguenti:
• Cercare e assicurarsi un’assistenza medica.
• Comprendere gli effetti della malattia e agire di conseguenza
• Applicare efficacemente quanto previsto dal regime terapeutico.
• Regolare disagio/effetti collaterali pericolosi derivanti dal regime terapeutico.
• Convivere con la malattia mantenendo uno stile di vita che promuova la salute
• Modificare il concetto di sé.
Le variabili di accertamento nell’assistenza sanitaria domiciliare sono:
AMBIENTALI: aspetto casa, posizione bagno e cucina, tipo di letto ecc. FAMILIARI: numero figli, assistenza
diurna, disponibilità dei vicini ecc. PSICOSOCIALI: gruppi sociali, appartenenza a gruppi religiosi ecc.
EDUCATIVE (FABBISOGNO): utilizzo presidi e apparecchi medici, trattamenti, cambio medicazioni ecc.
FISIOLOGICHE: dipendono dallo scopo della visita domiciliare, potrebbe trattarsi di un accertamento
prenatale, accertamento sulla guarigione di una ferita, accertamento nutrizionale ecc. FUNZIONALI: (cura di
sé) attività di vita quotidiana, comprese quelle strumentali.
ACCERTAMENTO DELLA
DIMENSIONE CULTURALE
• Etnia, razza, appartenenza culturale
• Luogo di nascita e residenza
• Comunicazione
• Divieti o restrizioni alimentari
• Convinzioni e pratiche religiose
• Convinzioni relative alla salute
• Tradizioni culturali
• Organizzazione familiare e sociale
• Orientamento nel tempo e nello spazio
• Risposta al dolore
• Controllo ambientale
DIMENSIONE SPIRITUALE
• Cercare i segni visibili della religione osservata
• Cogliere segnali verbali
• Valutare la sofferenza spirituale
Per diagnosi infermieristica, si intende un giudizio clinico sulle risposte date dall'individuo, dalla famiglia o
dalla società ai problemi di salute e ai processi vitali, reali o potenziali. La diagnosi infermieristica fornisce le
basi per effettuare una scelta degli interventi assistenziali infermieristici che porteranno al conseguimento
degli obiettivi dei quali è responsabile l'infermiere.
• La Diagnosi Infermieristica è una fase del processo infermieristico
• La diagnosi (o ragionamento diagnostico) è un processo cognitivo che gli infermieri usano per
interpretare i dati degli assistiti
• Il prodotto di tale ragionamento è un’affermazione sullo stato di salute, detta Diagnosi
Infermieristica
• Per effettuare un’enunciazione diagnostica, gli infermieri fanno riferimento a termini standard,
detti diagnosi infermieristiche.
La diagnosi rappresenta una fase determinante del processo infermieristico: tutte le attività che la
precedono sono dirette alla formulazione delle diagnosi infermieristiche, mentre tutte le attività successive
di pianificazione dell’assistenza si basano sulle diagnosi infermieristiche formulate. Influisce dunque sulle
fasi di pianificazione, attuazione e valutazione. Quando enunciati in modo specifico e preciso, i problemi e
le risorse identificate durante la fase della diagnosi, orientano l’infermiere nell’individuazione di obbiettivi e
di prescrizioni infermieristiche appropriati da inserire nel piano di assistenza (pianificazione).
PIANIFICAZIONE, ATTUAZIONE,
VALUTAZIONE, ELABORAZIONE
ACCERTAMENTO: raccolta e
di piani d’intervento
interpretazione dei dati al
personalizzati per modificare o
fine di diagnosticare lo stato
mantenere le condizioni di
di salute dell’assistito.
salute diagnosticate
Diagnosi
dello stato di
salute
attuale
dell’assistito
VANTAGGI
1. Le Diagnosi Infermieristiche facilitano l’assistenza personalizzata: ovvero anche se persone nelle
stesse condizioni cliniche possono avere bisogno di interventi analoghi, le priorità possono variare
da persona a persona. Le diagnosi infermieristiche puntano l’attenzione sui bisogni specifici della
singola persona che potrebbero non essere soddisfatti mediante un piano di assistenza
standardizzato.
2. Promuovono la responsabilità e l’autonomia professionale, definendo e descrivendo le aree
autonome dell’attività professionale infermieristica: il linguaggio evidenzia che gli infermieri vanno
ben oltre la semplice esecuzione delle prescrizioni mediche, ciò consente di illuminare la peculiarità
dell’assistenza erogata, nonché la natura specifica delle condizioni di salute trattate.
3. Costituiscono un mezzo di comunicazione efficace tra infermieri e altri professionisti sanitari:
rappresenta una sorta di abbreviazione utile a comunicare le condizioni di salute di un assistito.
4. Aiutano a definire i parametri dell’accertamento: la formulazione precedente stimolerà l’attenzione
verso gli altri segni correlati.
RISPOSTE UMANE: Gli infermieri diagnosticano le risposte umane, ovvero reazioni a eventi o fattori di
stress, quali malattie o lesioni. Le risposte umane si:
1. Esplicano in varie dimensioni: natura biologica (fisica) psicologica, interpersonale/ sociale oppure
spirituale.
2. Si verificano a vari livelli: cellulare, sistemico, organico, della persona in toto (organismico).
3. Le risposte a fattori di stress possono essere utili o dannose: possono essere adattive, funzionali a
ripristinare lo stato di salute, oppure disadattive, ossia dannose per la salute. La stessa risposta di
fatto può essere utile in un caso, e dannosa in un altro.
Gli infermieri analizzano dati riguardanti problemi di tutte le tipologie, sebbene la responsabilità sia diversa
in ognuna di esse. Dal punto di vista giuridico, essi non possono formulare diagnosi mediche definitive, ci si
aspetta tuttavia che riconoscano e riferiscano situazioni che vanno al di là delle loro competenze
diagnostiche e di trattamento.
LE RISORSE DELL’ASSISTITO
Sono aree di funzionalità normale, propria di un organismo sano, che aiuteranno l’assistito a raggiungere un
livello di benessere, o a prevenire, controllare, risolvere i suoi problemi. Possono essere fisiche,
psicologiche, psicosociali, spirituali. Le risorse possono essere individuate al momento della presa in carico,
con la raccolta dati, o verificate nel corso degli interventi assistenziali.
I PROBLEMI COLLABORATIVI: Carpenito definisce problemi collaborativi come “complicanze fisiologiche che
per l'infermiere costituiscono oggetto di monitoraggio per individuarne la comparsa o una modificazione.
Infermiere gestiscono i problemi collaborativi con interventi di prescrizione medica o infermieristica
finalizzati a ridurre al minimo le complicanze degli eventi gli interventi infermieristici autonomi per la
gestione dei problemi collaborativi si focalizzano sul monitoraggio delle complicanze e sulla loro riduzione
video; bisogna tenere sempre a mente che per ogni patologia o trattamento sono sempre associate
specifiche complicanze. I problemi collaborativi sono problemi potenziali, la diagnosi medica dell’assistito, i
trattamenti e farmaci sono i fattori di rischio o di stress. Le linea guida da seguire per identificare le
complicanze potenziali sono:
• informarsi sulla diagnosi medica dell’assistito
• informarsi sui farmaci assunti dall'assistito
• informarsi sulle complicanze più frequentemente associate alla terapia chirurgica ai trattamenti e
alle indagini cui l'assistito sottoposto.
• Assicurarsi di conoscere i segni e i sintomi delle complicanze potenziali per stabilire di conseguenza
gli accertamenti necessari.
IDENTIFICARE LE DIAGNOSI MEDICHE: Pur essendo entrambi il risultato di un processo di ragionamento
diagnostico le diagnosi mediche ed infermieristiche sono diverse; una diagnosi medica identifica un
processo morboso o una patologia e viene formata allo scopo di trattarla, non considera necessariamente
la risposta umana alla patologia. Finché il processo patologico è presente la diagnosi medica non cambia; le
diagnosi infermieristiche d'altra parte cambiano con il variare delle risposte dell’assistito. gli infermieri
effetto no osservazioni pertinenti alla diagnosi mediche e somministrano le terapie prescritte dai medici
sebbene gli infermieri non diagnosticano né prescrivono trattamenti per problemi medici, a loro è richiesta
comunque una valutazione devono infatti conoscere la fisiopatologia della malattia e comprendere il
motivo per cui vengono somministrati farmaci o praticati trattamenti.
DIAGNOSI ASSITITA DAL COMPUTER: I programmi applicativi detti sistemi esperti o basati sulla conoscenza
rappresentano una sorta di intelligenza artificiale che usa Il ragionamento per inferire conclusioni da fatti
archiviati memoria. dopo che l'infermiere ha inserito i dati il software li confronta con quelli associati ad
ogni singola diagnosi infermieristica memorizzata nel database. Quindi elabora un elenco di dati anomali ho
un elenco di diagnosi possibili e l'infermiere sceglie quale diagnosi accettare o rifiutare o aggiungere
all'elenco. Diagnosi assistita dal computer stanno nel fatto che i computer sono coerenti, sistematici e
organizzati. Non conoscono la fatica la distrazione o altre debolezze umane sono pertanto in grado di
identificare comportamenti che l'infermiere potrebbe non riconoscere.
UTILIZZO DELLE DIAGNOSI INFERMIERISTICHE NEI PERCORSI CRITICI: Il percorso critico e un piano
multidisciplinare che evidenzia le prestazioni assistenziali che devono essere erogate a tutti gli assistiti di un
certo tipo. I percorsi critici non sono progettati per soddisfare i bisogni specifici dei singoli assistiti
ciononostante le diagnosi infermieristiche possono essere utilizzate efficacemente all’interno dei percorsi
critici.
Integrazione della diagnosi infermieristica nel percorso critico
il percorso critico sostituisce il tradizionale piano di assistenza per molti utenti e un piano standard che
elenca i risultati e interventi utilizzabili per tutti gli assistiti; le diagnosi infermieristiche riguardano il singolo
individuo e non è realisticamente possibile prevedere la comparsa in associazione a particolari malattie o
trattamenti, tuttavia in alcune strutture le diagnosi infermieristiche vengono incluse nei percorsi critici
associando quest'ultima alle diagnosi medica.
utilizzo delle diagnosi infermieristiche per evidenziare discrepanze.
Vengono utilizzate le diagnosi infermieristiche per rilevare discrepanze rispetto ai risultati e tempi previsti e
per sviluppare un piano personalizzato per il raggiungimento di obiettivi rettificati; si verifica una
discrepanza quando un assistito non raggiunge il risultato nei termini previsti dal percorso critico.
Utilizzo della diagnosi infermieristica per gestire problemi esclusi dal percorso critico.
La diagnosi infermieristiche dovrebbero essere usate per personalizzare l'assistenza in modo da soddisfare i
bisogni specifici del singolo assistito non considerati dal percorso critico standard; qualora venga erogata
solo assistenza standard gli interventi assistenziali previsti possono probabilmente essere erogati anche da
figure professionali diverse dall’ infermiere. I percorsi critici possono sia migliorare l'assistenza indicando il
tipo di assistenza più importante per specifiche condizioni sia ostacolare l'assistenza quando alcuni
infermieri centrati sul compito gli utilizzano in modo acritico, senza riflettere. È indispensabile evitare che
un percorso critico o un qualsiasi altro approccio standard riduca l'operatore ad automa, è sempre
necessario prestare attenzione ai bisogni di assistenza della singola persona non considerati dal percorso
critico.
Ragionamento diagnostico
È un'attività intellettuale in cui gli infermieri utilizzano capacità di pensiero critico per identificare
comportamenti e trarre conclusioni su dati raccolti. il ragionamento diagnostico può essere diviso in 3 fasi
principali: 1) interpretazione dei dati 2) verifica della diagnosi 3) enunciazione e registrazione della diagnosi.
Utilizzo dei modelli non infermieristici: Il modo in cui si definiscono i riconoscono il problema dell’assistito
dipende in parte dal modello infermieristico utilizzato, seguendo il modello della Roy, si riconosce un
problema come una difficoltà di adattamento; seguendo il modello della Gordon si riconosce lo stesso
problema come comportamento disfunzionale alla salute ossia come un insieme di segni e sintomi correlati
che non rientrino fra quelli attesi normalmente. la teoria usata consente anche di determinare l'eziologia
ossia le cause del problema. i concetti di un modello teorico aiutano a identificare relazioni tra i singoli dati.
tali concetti richiameranno l'attenzione su gruppi di dati interconnessi.
Interpretazione dei dati: Una volta organizzati e registrati i dati dell’accertamento e necessario analizzarli e
interpretarli per determinare il significato. si tratta di un processo complesso non di una sequenza fissa di
passaggi da effettuare uno per volta è necessario affrontare certi passaggi prima di altri muovendosi anche
avanti e indietro tra essi.
Interpretare i dati:
LIVELLO 1: Identificare i segni rilevanti
• organizzare i dati in forma sintetica, utilizzando un modello concettuale dell’infermieristica.
• confrontare i dati individuali con standard e valori normali per identificare i segni rilevanti.
LIVELLO 2: aggregare i segni e identificare i dati mancanti.
• aggregare i segni rilevanti; cercare modelli e relazioni utili a interpretarli.
• classificare i gruppi di dati secondo il modello concettuale utilizzato.
• identificare i dati mancanti e le incongruenze tra essi.
LIVELLO 3: trarre conclusioni sullo stato di salute attuale.
• per ogni gruppo di dati, pensare a quante più spiegazioni possibili. Quindi stabilire quale ipotesi li
interpreta meglio (nota: in questo passaggio è possibile identificare sia il problema che la causa)
• Identificare il problema (diagnosi di benessere; diagnosi infermieristiche reali, potenziali, possibili;
problemi collaborativi e problemi medici).
• identificare le risorse dell’assistito e dei familiari.
LIVELLO 4: Determinare le cause e classificare i problemi.
• determinare i fattori eziologici dei problemi
• classificare i problemi in base al modello concettuale utilizzato.
Verificare le diagnosi:
Verificare diagnosi e risorse con l'assistito, i famigliari, gli altri professionisti e referenti; Una diagnosi
rappresenta la propria interpretazione dei dati, e un'interpretazione non equivale a un fatto;
Criterio di validazione delle diagnosi:
• il database è completo e accurato
• l'analisi dei dati è basata sul modello concettuale infermieristico
• i gruppi di segni dimostrano l'esistenza di un modello
• i segni sono veramente indicativi dei problemi ipotizzati
• vi sono dati sufficienti a dimostrare l'esistenza del problema
• l'ipotesi del rapporto causa-effetto è fondata sulle conoscenze scientifiche dell’infermieristica e
sull'esperienza clinica.
Enunciare le diagnosi:
• scegliere le definizioni standard dei problemi; scrivere enunciazione formale dello Stato di salute:
diagnosi infermieristiche e di benessere, problemi collaborativi e risorse.
• stabilire un ordine di priorità dei problemi.
Per scegliere la formulazione delle diagnosi infermieristica si confronteranno semplicemente i gruppi
disegni con le definizioni e le caratteristiche definenti dei titoli diagnostici della NANDA.
Registrare i dati:
registrare definizione dei problemi nell’apposita documentazione: piano di assistenza alla persona, cartella
clinica eccetera.
promozione della salute: diagnosi di benessere
gli infermieri impegnati nella promozione della salute posso utilizzare processi diagnostici leggermente
diversi. poiché gli assistiti stanno essenzialmente bene, un processo di promozione la salute li considera
esperti di sé stessi. tempo gli assistiti hanno pertanto gran parte del potere e della responsabilità di definire
le proprie esigenze in termini di salute, l'infermiere si limita a facilitarne il processo, a questo scopo
conduce un colloquio con l'assistito riflettendo sulle sue esperienze e ponendoli domande approfondite.
l'assistito e l'infermiere iniziano insieme a individuare modelli comportamentali che aumentano o riducono
il potenziale di guarigione dell’assistito. La promozione della salute non si concentra sui problemi
dell’assistito, bensì Sulle sue potenzialità, ponendolo in una condizione migliore per gestire la propria salute
e la propria guarigione.
pensiero critico e diagnosi Quando si forma la diagnosi si utilizza il pensiero critico per analizzare e
sintetizzare i dati, applicare le conoscenze, esplorare i comportamenti e inferire conclusioni; per far questo
è necessario porsi delle domande:
1. qual è il modo più utile e attendibile per descrivere lo stato di salute attuale dell’assistito?
2. Qual è il problema (tema) fondamentale per questa persona?
Individuare il problema centrale aiuta a definire le priorità assistenziali e a stabilire su quali problemi
dovrebbe essere focalizzato il piano di assistenza; è indispensabile dapprima riflettere sui gruppi disegni
trovando un equilibrio tra l'omissione di alcuni di essi e l'acquisizione di numerose categorie di dati
sovrapposti. Quindi riflettere sua diagnosi formulate.
evitare errori diagnostici:
Sebbene non si possa mai essere assolutamente certi della correttezza di una diagnosi, è importante che la
diagnosi Siano attendibili, un elenco per evitare gli errori:
• non saltare alle conclusioni basandosi solo su pochi segni.
• sospendere il giudizio se i dati sono incompleti
• costruire una solida conoscenza di base e acquisire esperienza clinica: una solida conoscenza di
base aiuta a riconoscere i segni e i comportamenti rilevanti ed inoltre aiuta ad avere fiducia nella
correttezza del proprio ragionamento e a evitare l'eccessivo ricorso a figure autorevoli.
• esaminare le proprie convinzioni e i propri valori: di solito le convince non sono acquisite in modo
razionale e possono generare errori, un preconcetto e la tendenza a deformare in modo particolare
il proprio giudizio; gli stereotipi sono aspettative verso una persona che si basano su convinzioni
riguardanti il suo gruppo di appartenenza, uno stereotipo negativo è un pregiudizio, gli stereotipi si
basano più sul “sentito dire “che sui fatti e sull'esperienza. se ci si basa sul serio tipo invece che su
dati dell'assistito si nega l'unicità della persona.
• mantenere la mente aperta a tutte le possibili spiegazioni delle categorie di dati: si ricordi crediamo
si sono solo tentativi di inferenza, che bisogna esser pronti a modificare riflettendo e acquisendo
dati ulteriori, ciò consente di evitare i seguenti errori di pensiero:
-giungere a conclusioni premature sul contesto.
-passarci eccessivamente sull’esperienza passata.
• Come validare tutte le diagnosi con i dati, non basarsi solo sull'intuizione.
• sviluppare Sensibilità culturale: documentarsi sui gruppi etnici culturali presenti nella propria area,
non presumere significato di un comportamento senza considerare la cultura e le radici etniche
dell'assistito, essere consapevoli delle proprie convinzioni dei propri atteggiamenti e riguardo alla
salute, esaminare la logica e le origini.
Considerazioni di carattere etico
il processo infermieristico ha a che fare con persone piuttosto che con cose/oggetti. Pertanto, ogni atto
assistenziale, diagnosi compresa ha una dimensione valoriale e morale. I valori di riferimento specie quelli
relativi al ruolo e alle responsabilità dell’infermieristica, Condizionano le scelte riguardo ai dati da
raccogliere soprattutto quando si dispone di poco tempo. durante l'analisi dei dati dell’accertamento alcuni
di essi possono essere interpretati come rappresentativi dei problemi morali/etici: per l'assistito e la
famiglia, per gli altri Professionisti sanitari o per gli stessi infermieri. identificazione di un problema etico,
reale o potenziale, segnala la necessità di raccogliere informazioni su tutte le parti coinvolte, su cosa esse
desiderano che accada e sui fondamenti morali delle loro richieste. quindi si formulerà una definizione del
problema, come per ogni altro aspetto connesso allo stato di salute.
La tassonomia NANDA.
La classificazione insieme di dati può passarsi su un qualsiasi numero dei principi ordinatori. la prima
tassonomia Nanda era alfabetica e non gerarchica. Nella conferenza dal 2000 fu accettato nuovo quadro
concettuale, Usato per organizzare i titoli diagnostici della Nanda.
processo di revisione NANDA: la revisione e il perfezionamento dei titoli diagnostici sono tuttora in corso.
mi chiedo nuovi o modificati vengono discussi a ogni conferenza biennale. ogni singolo infermiere, la NDEC
e le organizzazioni specialistiche di infermieri possono sottoporre diagnosi alla NANDA. le diagnosi riportato
nell'elenco ufficiale non sono definitive, ma sono approvate per l'uso clinico e per ulteriori studi.
scelta bella denominazione di un problema: i titoli diagnostici NANDA offre a tutti gli infermieri linguaggio
utilizzabile per descrivere i problemi di salute di ogni categoria di assistiti e in un contesto sanitario.
affinché enunciazioni scritta riflettono in modo attendibile i propri giudizi clinici è necessario comprendere
il significato dei titoli NANDA.
componenti di una diagnosi NANDA: ogni diagnosi ha 4 componenti:
1. Titolo= è un termine o una fase concisa che descrive lo stato di salute dell'assistito. in
un’enunciazione diagnostica è possibile utilizzare i titoli per indicare sia un problema sia
l'eziologia. la tassonomia include 7 assi da utilizzare per descrivere una diagnosi:
QUALIFICATORE DEFINIZIONE
ASSE1: Concetto diagnostico Questa è la parte essenziale, fondamentale della diagnosi, è
costituita da uno o più termini, ciascun titolo diagnostico ha una
fonte concettuale
ASSE2: tempo (formalmente detto qualificatore ACUTO: In atto da meno di sei mesi
della diagnosi) (NANDA) CRONICO: in atto da oltre sei mesi
INTERMITTENTE: compare e scompare a intervalli, periodico,
ciclico.
CONTINUO: ininterrotto, continuo e senza pause.
ASSE3: soggetto della diagnosi colui per cui la diagnosi è formulata.
PERSONA: un singolo essere umano distinto dagli altri, una
persona.
FAMIGLIA: 2 o più persone che mantengono relazioni continue o
di mutuo sostegno, percepiscono vincoli reciproci e significati
comuni, E condividono determinati impegni verso altri, sono legati
da rapporti di parentela o per scelta.
GRUPPO: Un insieme di persone che condividono determinate
caratteristiche
COMUNITA: un insieme di persone che vivono nella stessa località
e che sottostà alle stesse regole esempi sono quartiere e città.
ASSE4: età Feto, neonato, infante, bambino ai primi passi, bambino in età
prescolare, bambini in età scolare, adolescente, giovane adulto,
adulti di mezza età, adulto, anziano, grande anziano.
ASSE5: stato della diagnosi BENESSERE: La qualità o la condizione dell’essere sano, in
particolare come risultato di impegno intenzionale
RISCHIO: Vulnerabilità, specie come esposizione a fattori che
aumentano le possibilità di lesioni o perdite
REALE: esistente di fatto, esistente al momento attuale.
ASSE6: descrittori (prima chiamati i qualificatori +
della diagnosi) e definizioni (NANDA) SITUAZIONALE: correlato una o più particolari circostanze
TOTALE: completo, al massimo livello o limite.
ASSE7: localizzazione. Si riferisce a parti o regioni del corpo, e alle funzioni corporee
correlate.
Alcuni titoli NANDA contengono il termine specificare, per questi si dovranno aggiungere alcune parole che
indicano più specificamente di quale problema di tratti; Ad esempio “non adesione (specificare)” “non
adesione (dieta per diabetici) c/a rabbia non risolta per il fatto di essere diabetico.
Nella Maggior parte degli elenchi, i qualificatori sei con i titoli NANDA (infezione, rischio di), il moto che la
consultazione per ordine alfabetico risulti più agevole. Le diagnosi non vanno scritte in quel modo ma come
se si formulassero durante una normale conversazione.
ESEMPIO
NON CORRETTO: “liberazione delle vie aeree, inefficace” c/a debole riflesso della tosse.
CORRETTO: inefficace liberazione delle vie aeree c/a ridotto riflesso della tosse.
LA STRUTTURA PES:
Oltre al problema ed eziologia, può essere opportuno includere nell'enunciazione diagnostica alcune
caratteristiche definenti. questa forma è detta struttura PES (problema, eziologia, sintomi). se si usa questo
metodo, si aggiunge semplicemente che “si manifesta con S.M.C” seguito dei segni e dai sintomi
dell’assistito che hanno indotto a enunciare la diagnosi.
PROBLEMA C/A EZIOLOGIA S.M.C SINTOMI
(titolo NANDA) C/A FATTORI CORRELATI S.M.C CARATT. DEFINENTI
DISTURBO AUTOSTIMA C/A SENTIRSI RESPINTA DAL MARITO S.M.C IPERSEN. ALLE CRITICHE
Riprendendo l'esempio di prima, utilizzando questa volta una struttura PES avremo:
ESEMPIO: non adesione (alla dieta per diabetici) C/A rabbia non risolta per la diagnosi, S.M.C pressione
arteriosa elevata, aumento di peso di 5 chilogrammi, affermazioni quali “dimentico di prendere le pastiglie”
e “non posso vivere senza salare il cibo”
i segni e i sintomi dell assistito sono utili per la pianificazione degli interventi, pertanto è utile che siano
facilmente reperibili; un'altra possibilità è quella di registrare segni e sintomi sotto la diagnosi
infermieristica, raggruppando dati soggettivi (S) e dati oggettivi (O).
ESEMPIO: non adesione (alla dieta per diabetici) C/A rabbia non risolta per la malattia diabetica.
SECONDARIO A:
Talvolta l’enunciazione è più chiara se l’eziologia è divisa in due parti dall’espressione “secondario a”. la
parte che segue questo termine, è spesso un meccanismo fisiopatologico o un processo morboso, come
nella diagnosi di RISCHIO DI COMPROMISSIONE DELL’INTEGRITA CUTANEA C/A RIDOTTA CIRCOLAZIONE
PERIFERICA secondaria a DIABETE, usare secondaria a solo se è l’unico modo per rendere l’enunciazione più
precisa.
EZIOLOGIA SCONOSCIUTA:
È possibile formulare una diagnosi anche quando, pur in presenza di caratteristiche definenti, non si
conoscono la causa del problema o i fattori che vi contribuiscono. Per esempio si può formulare la diagnosi
di “non adesione (alla terapia farmacologica) c/a eziologia sconosciuta. Se si pensa di conoscere l'eziologia
ma servono più dati per confermarla scrivere “correlata a possibile”.
EZIOLOGIA COMPLESSA:
talvolta i fattori eziologici sono troppo numerosi o troppo complessi per essere enunciati in una breve fase.
In casi insoliti, si può omettere l'eziologia e sostituirla con l'espressione fattori complessi.
ENUNCIAZIONE IN TRE O QUATTRO PARTI:
Alcune enunciazioni diagnostiche consistono di 2 parti: La prima in vita una risposta generale, la seconda la
rende più specifica. Aggiungere un’eziologia produce un enunciazione diagnostica composta da 3 parti;
aggiungere secondario ne crea una di 4 parti.
Può esservi la necessità di aggiungere una terza parte anche ad altri titoli NANDA, l'enunciazione
diagnostica devono descrivere precisamente gli interessi dell’assistito per il proprio stato di salute, poiché i
concetti e le classificazioni generiche sono inutilizzabili nella pianificazione dell’assistenza infermieristica.
Non tutti i titoli NANDA assicurare lo stesso livello di precisione. in alcuni casi si può rendere un
enunciazione diagnostica più descrittiva usando la struttura PES, oppure enunciando l'eziologia in 2 parti
con secondario a; tuttavia può esservi la necessità di aggiungere una virgola seguita da una terza parte,
scritta con parole proprie.
per rendere la diagnosi infermieristica più specifica, si dovrebbe aggiungere una terza parte (descrittore):
PROBLEMA DESCRITTORE + + EZIOLOGIA
(TITOLO NANDA) DESCRIZIONE DEL PROBLEMA C/A FATTORI CORRELATI.
SPECIFICO.
COMPROMISSIONE DELLA RIDUZIONE DELL’ABILITA DI C/A DOLORE E RIGIDITA ALLE
MOBILITA COMPIERE MOVIMENTI FINI MANI SECONDARIA ALLE ALTRE
ALTERAZIONI ARTICOLARI DA
ARTRITE.
Nell’esempio riguardante la diagnosi di compromissione della mobilità l'uso della struttura pes non è
d'aiuto, perché Segni e sintomi corrispondono all’eziologia: Dolore e rigidità alle mani. l'enunciazione
diagnostica migliora aggiungendo secondaria a. tuttavia, rigidità e dolore alle mani sono sintomi reali di un
problema piuttosto che la causa della mobilità compromessa, pertanto non dovrebbe essere posta una
parte destra dell’enunciazione diagnostica, dove si specifica l’eziologia. Il modo più logico di scrivere la
diagnosi è quello di mettere due punti, e di aggiungere una descrizione più specifica del problema generale.
• PIANI DI ASSISTENZA PER DIAGNOSI INFERMIERISTICHE. Prescrive i risultati attesi e gli interventi
relativi alle diagnosi infermieristiche e ai problemi collaborativi dell’assistito.
OBIETTIVI A LUNGO TERMINE. I risultati dell’assistito si realizzano in un periodo più lungo (giorni,
settimane, mesi) e mirano al ripristino della normale funzionalità nell’area del problema. Sono utili per
pazienti con problemi di salute cronici
VERBO D’ AZIONE. Descrive l’evento atteso dall’assistito. Ogni obiettivo descrive una condizione desiderata,
e quindi deve essere espresso da un solo verbo d’azione
CRITERI DI RISULTATO. Descrivono la misura attesa del risultato, definendo cosa misurare e quale sistema
di misura utilizzare. Indicano come, cosa, quando e dove.
TEMPO. Ogni obiettivo deve specificare il tempo entro il quale ci si attende realisticamente un
cambiamento della risposta dell’assistito. I problemi potenziali non richiedono la definizione del tempo.
CLASSIFICAZIONE NOC DEI RISULTATI:
La Nursing Outcomes Classification è una terminologia standard per la descrizione dei risultati degli
assistiti.
Il risultato è una condizione, un comportamento o una percezione del soggetto, della famiglia o della
comunità misurabile lungo un continuum che rappresenta la risposta degli interventi infermieristici.
Elementi dei risultati NOC:
• TITOLO DEL RISULTATO. Enunciazione di massima, composta di due-tre parole, come affermazione
neutra che consente l’identificazione dei cambiamenti positivi o negativi nella condizione
dell’assistito.
• INDICATORI. Condizioni e comportamenti concreti, osservabili e misurabili, per valutare la
condizione dell’assistito. Ogni risultato include un elenco di indicatori, dai quali si possono
selezionare quelli più adatti al problema specifico.
• SCALA DI MISURA. A cinque punti permette di valutare lo stato dell’assistito relativamente ad ogni
indicatore.
Poiché gli infermieri si occupano anche di assistenza alla famiglia e alla collettività, la tassonomia NOC
include 7 risultati specifici per la famiglia e 9 per la collettività
Per le diagnosi di benessere, i risultati attesi saranno di mantenimento o di miglioramento dei livelli di
funzionalità in termini di salute.
Gli obiettivi educativi descrivono ciò che l’assistito deve apprendere, nella sfera cognitiva, psicomotoria o
affettiva
L’intervento infermieristico:
Qualsiasi trattamento basato su un giudizio clinico e sulle conoscenze cliniche che un infermiere mette in
atto per migliorare i risultati prodotti dall’assistito (Dochterman e Bulechk, 2004).
TIPI DI INTERVENTO:
• INTERVENTI AUTONOMI. Sono quelli che gli infermieri sono autorizzati a prescrivere, effettuare,
delegare in base alle loro conoscenze e capacità.
• INTERVENTI DIPENDENTI. Sono prescritti dal medico e messi in atto dagli infermieri. Gli infermieri
hanno la responsabilità di spiegare le prescrizioni mediche, valutarne la necessità e metterle in
atto.
• INTERVENTI INTERDIPENDENTI. Vengono attuati in collaborazione con altri professionisti sanitari, e
in condivisione delle responsabilità correlate
• OSSERVAZIONE. Rilevazione di tutti i parametri necessari ad evidenziare sia eventuali complicanze,
sia le risposte dell’assistito alle cure infermieristiche, mediche o di altro genere.
• PREVENZIONE. Tutte le attività che servono per ridurre o prevenire le complicanze
• CURA. Comprende educazione, consulenza, assistenza fisica necessarie per trattare un problema.
Questo tipo di interventi è indicato per le diagnosi reali
• PROMOZIONE DELLA SALUTE. Interventi mirati ad identificare possibili aree di miglioramento, per
raggiungere un livello più alto di benessere.
• Per ciascuna categoria le attività infermieristiche possono includere: la cura fisica, l’educazione, il
counselling, supporto emotivo, consulenze, gestione dell’ambiente di vita
REDIGERE LE PRESCRIZIONI INFERMIERISTICHE: Per selezionare interventi efficaci, è inoltre importante far
riferimento ad evidenze scientifiche derivate da ricerche fondate. Dopo aver selezionato gli interventi
infermieristici adeguati, questi vanno riportati sul piano di assistenza sotto forma di prescrizioni
infermieristiche. Le P.I. sono istruzioni scritte in modo dettagliato per l’attuazione degli interventi
infermieristici.
NIC – Nursing Interventions Classification: Classifica gli interventi infermieristici in sette domini:
• Fisiologico di base
• Fisiologico complesso
• Comportamento
• Sicurezza
• Famiglia
• Sistema sanitario
• Comunità
Ogni intervento NIC ha un titolo, una definizione, e un elenco di attività che sintetizzano le azioni che gli
infermieri compiono per portare a termine un intervento. Sono collegati ai titoli delle D.I. e dei NOC
Gli infermieri selezionano gli interventi appropriati basandosi sulla propria valutazione e sulla conoscenza
dell’assistito. La tassonomia NIC include interventi per la famiglia, la comunità, la promozione della salute e
del benessere, la dimensione spirituale
DIAGNOSI.
VANTAGGI:
Il processo di pianificazione deve essere condiviso con l’assistito, nel rispetto della dignità e dell’autonomia
della persona.
La definizione degli obiettivi e la pianificazione dell’assistenza in accordo con l’assistito indicano rispetto
per i suoi valori.
L’infermiere deve essere consapevole del proprio potere di influenzare le decisioni dell’assistito, e deve
assicurarsi che le sue decisioni siano autentiche.
Nel bilancio tra le considerazioni di carattere economico e quelle dell’assistenza, le persone malate
dipendono dagli infermieri, i quali devono agire sempre nel rispetto dei principi etici del rispetto della
persona, la difesa dei suoi diritti, equità, correttezza, assistenza olistica.
CAPITOLO 7: L’ ATTUAZIONE
L’attuazione è la fase in cui l’infermiere mette in pratica gli interventi prescritti per il raggiungimento degli
obiettivi
L’assistito deve essere coinvolto nell’attuazione degli interventi in relazione alle sue capacità/potenzialità
residue; durante l’attuazione, si continua a valutare il paziente, raccogliendo dati sulle risposte alle azioni
infermieristiche, che vengono utilizzati per formulare nuove diagnosi o modificare quelle già formulate.
Prima di agire:
• SICURA
• EFFICACE
• EFFICIENTE
Durante l’attuazione:
La delega:
È il trasferimento ad un’altra persona della responsabilità di svolgere un compito, ma non del risultato
prodotto.
L’infermiere può delegare al personale di supporto compiti o attività prestabiliti, ma non l’autorità di
assumere decisioni
COSA DELEGARE:
ATTIVITA’ CHE:
A CHI:
Dopo aver attuato gli interventi, l’infermiere completa la fase di attuazione redigendo gli interventi
infermieristici e le risposte dell’assistito nella documentazione infermieristica, nella quale si deve evincere
l’evoluzione delle sue condizioni cliniche nel tempo e riflettere l’iter complessivo del processo
infermieristico .
MODALITA DI REGISTRAZIONE:
SCHEDE DI DECORSO. Vengono utilizzate per registrare accertamenti e interventi che si svolgono
abitualmente. Sono un metodo rapido e veloce per registrare i dati, facilitano l’annotazione dei dati
correnti, e consentono di seguire nel tempo le evoluzioni cliniche.
NOTE DI ANDAMENTO. Includono: accertamento della condizione mentale e fisica dell’assistito, attività
dell’assistito, trattamenti ed interventi intrapresi dagli infermieri e dai medici con le relative risposte
dell’assistito. Forniscono informazioni sull’evoluzione clinica del paziente
SINTESI DI DIMISSIONE. È un resoconto infermieristico, redatto alla dimissione del paziente; include:
• le prestazioni fornite,
• le condizioni del paziente alla dimissione
• le indicazioni per la continuità assistenziale
• La terapia farmacologica e i trattamenti che devono essere continuati
• L’educazione e il counselling forniti
• Il livello di attività e capacità di autocura
• Il sistema di supporto
• Modalità di dimissione, destinazione dell’assistito
• Ogni altro problema degno di nota.
QUANDO REGISTRARE:
• Registrare data e ora di ogni annotazione e, se diversa, quella in cui si sono effettuati gli interventi/
l’osservazione
• La registrazione deve avvenire appena possibile, una volta effettuato un intervento/osservazione,
in ordine cronologico
• Non documentare un intervento fintanto che non si è concluso
• Non allontanarsi dalla UO per un intervallo di tempo prolungato senza aver prima registrato gli
interventi effettuati
COSA REGISTRARE:
• Un sintomo fisico grave, che non regredisce con i trattamenti già indicati, ricorre o è persistente,
peggiora, è anomalo, è significativo di una complicanza o di un pericolo
• Cambiamenti della funzionalità fisica
• Modificazioni nel comportamento
• Interventi infermieristici e le risposte dell’assistito
• Capacità del paziente all’autocura
• Tutte le visite e le consulenze mediche, le modifiche delle prescrizioni
COME REGISTRARE
Resoconti verbali:
Vengono utilizzati soprattutto quando le condizioni del paziente sono critiche e possono cambiare
rapidamente, affinché tutti i membri del team ne siano costantemente aggiornati, quando avviene un
trasferimento da una UO all’altra, al cambio turno.
Rispetto della dignità: rivolgersi al paziente con professionalità, evitando atteggiamenti troppo
confidenziali, ma facendo attenzione di non farlo sentire a disagio e tutelando la riservatezza.
Rispetto della privacy: registrare e condividere con gli altri operatori solo le informazioni che riguardano le
condizioni di salute del paziente. Tali informazioni non vanno divulgate a persone esterne al team sanitario
senza il consenso dell’assistito
CONSIDERAZIONI LEGALI:
Instaurare con l’assistito una relazione rispettosa e dimostrare sollecitudine per i suoi bisogni
Per garantire la sicurezza del paziente, la documentazione dovrebbe includere dati sul livello di coscienza,
sull’equilibrio e la mobilità, e le precauzioni adottate per prevenire le cadute
La contenzione dovrebbe essere applicata solo in conformità con le linee guida e le procedure. Registrare i
motivi per cui si ricorre alla contenzione, il metodo utilizzato, l’ora di inizio e la durata, la frequenza delle
osservazioni, le risposte dell’assistito, i risultati in termini di sicurezza e di prolungamento della
contenzione.
In caso di prescrizioni mediche non comprensibili o che si ritiene siano sbagliate, è indispensabile chiedere
chiarimenti e rettifiche al medico di reparto o di guardia, documentando il tutto
CAPITOLO 8: VALUTAZIONE
Ogni cosa o le sue proprietà o aspetti possono essere oggetto di valutazione; l’importante è che vengano
definiti anticipatamente aspetti da valutare e sistemi di misura da utilizzare.
La valutazione infermieristica:
Attività pianificata, continua, intenzionale, in cui l’infermiere, l’assistito, le persone significative e gli altri
membri dell’equipe sanitaria determinano:
Una valutazione è efficace se lo sono le altre fasi del processo infermieristico; La raccolta dati deve essere
attendibile ed esaustiva; Gli obiettivi devono essere appropriati per l’assistito, e devono essere enunciati in
termini di comportamento concreto; Gli interventi devono essere puntualmente effettuati.
Nella valutazione vengono effettuate osservazioni e raccolti dati come nell’accertamento, ma lo scopo è
quello di valutare l’effetto dell’assistenza infermieristica sulle diagnosi; La valutazione non conclude il
processo infermieristico, ma serve a riesaminare e ridefinire il piano di assistenza. L’infermiere responsabile
del piano di assistenza è responsabile anche della valutazione delle risposte dell’assistito alle cure ricevute.
Tipi di valutazione:
GUIDA ALLA VALUTAZIONE: Riesaminare i risultati attesi (indicatori). Questi hanno lo scopo di definire quali
tipi di dati raccogliere, e definire gli standard in base ai quali valutare i risultati
Raccogliere dati per la valutazione. La natura dei risultati determina il tipo di informazioni da raccogliere.
Distinguiamo risultati cognitivi, psicomotori, emotivi, di immagine corporea, di funzionalità dell’organismo.
Confrontare le condizioni dell’assistito con i risultati attesi e trarre una conclusione. Si possono trarre le
seguenti conclusioni:
Redigere l’enunciazione di valutazione. Si compone di due parti: giudizio che esprime se gli obiettivi sono
stati raggiunti; dati a sostegno del giudizio. Se si utilizza la classificazione NOC, i risultati possono essere
enunciati scrivendo il titolo, l’indicatore, e il valore raggiunto della scala di misura utilizzata
es.: NOC :pervietà delle vie aeree INDICATORE: tossisce efficacemente VALORE RAGGIUNTO: del tutto
adeguato (5)
Mettere in relazione gli interventi infermieristici con i risultati, identificando eventuali altri fattori che
possono aver favorito o compromesso la sua efficacia.
Trarre conclusioni:
• Quando gli obiettivi sono stati raggiunti possono formularsi le seguenti conclusioni relativamente
alle diagnosi infermieristiche formulate:
• Il problema reale è stato risolto. Documentare gli obiettivi raggiunti e sospendere la D.I. dal piano
di assistenza
• Il problema reale o il bisogno di benessere persistono. Rivedere quali obiettivi non sono stati
raggiunti e riformulare gli interventi
• Il problema potenziale è stato prevenuto. Se persistono i fattori di rischio, la D.I. e gli interventi
vanno confermati
• Il problema possibile è stato escluso. Tutto il piano di assistenza relativo al problema possibile va
sospeso
• Tutti i problemi sono stati risolti. L’assistenza si conclude. Accade in genere alla dimissione
Quando gli obiettivi sono stati parzialmente raggiunti possono formularsi le seguenti conclusioni:
Quando gli obiettivi non sono stati raggiunti, il piano di assistenza va riesaminato in ogni sua parte,
valutando anche i fattori esterni per possono aver influito sui risultati
Nei problemi collaborativi, l’infermiere raccoglie i dati e li confronta con quelli definiti fisiologici per
valutare se la criticità è stata superata. Se il problema collaborativo peggiora, dovrà essere informato il
medico.
CONSIDERAZIONI ETICHE:
PRINCIPIO DI BENEFICIENZA. È necessario agire per il bene delle persone, ovvero per giovare loro. La
valutazione permette di adempiere all’obbligo della beneficienza, consentendo il miglioramento continuo
dell’assistenza infermieristica
PRINCIPIO DI NON MALEFICIENZA. Non bisogna recare danno agli altri. La valutazione consente di rilevare
precocemente le risposte dell’assistito all’assistenza erogata, e ad indirizzare gli interventi futuri.
Oltre che valutare l’assistenza erogata ai singoli individui, gli infermieri sono coinvolti in programmi di
valutazione e miglioramento della qualità globale dell’assistenza erogata per gruppi di persone.
I programmi di certificazione della qualità fanno uso della supervisione tra pari, ovvero i rappresentanti
della professione infermieristica mettono in atto il processo di verifica dell’assistenza (audit infermieristico).
Un comitato stabilisce gli standard di assistenza (es.: per la sicurezza), quindi vengono esaminate random le
cartelle cliniche per confrontare le attività infermieristiche con gli standard.
• Stabilire l’oggetto di valutazione (es.: assistenza fornita ad un gruppo di pazienti con analoga
tipologia di diagnosi, gestione della cartella clinica)
• Identificare gli standard di assistenza
• Stabilire i criteri di valutazione degli standard di assistenza. I criteri di processo e di risultato sono
caratteristiche specifiche, osservabili, che descrivono comportamenti attesi (es.: incidenza di L.d.D.
in pazienti neurologici con ridotta mobilità)
• Stabilire l’adesione attesa o i livelli di performance, ovvero la percentuale di volte che ci si aspetta
che il criterio venga rispettato (es.:nel 98% dei casi non vengono registrare L.d.D. durante il periodo
di degenza.
• Raccogliere i dati correlati ai criteri
• Analizzare i dati
• Individuare interventi per la correzione delle discrepanze e la risoluzione dei problemi (es.: utilizzo
di materasso antidecubito nei pazienti con indice di rischio elevato, valutato con apposita scala )
• Attuare gli interventi individuati
• Rivalutare a distanza, per verificare che gli interventi correttivi siano stati efficaci
TEST 1:
1) L’Infermieristica è considerata non solo scienza ma anche arte perché l’ infermiere stabilisce
una relazione assistenziale che migliora lo stato di salute e favorisce il processo di guarigione
(Vero)
2) gli elementi del metaparadigma del nursing sono: l’uomo, la malattia, l’assistenza sanitaria,
l’infermiere (Falso)
3) l’assistenza infermieristica è olistica perché si esplica in contesti di diverso tipo(Falso)
4) il processo infermieristico è un metodo scientifico di lavoro che applica il problem solving per
la realizzazione del piano di assistenza(Vero)
5) nella raccolta dati è necessario registrare informazioni sulla storia clinica del paziente, i dati
soggettivi e quelli oggettivi (Vero)
6) le competenze richieste all’infermiere sono di natura cognitiva, tecnica e relazionale(Vero)
TEST 2:
TEST 3:
TEST 4:
1) La diagnosi è un processo cognitivo che gli infermieri usano per interpretare i dati degli
assistiti (Vero) 2) i problemi collaborativi sono problemi che riguardano la collaborazione
del paziente al piano di assistenza infermieristico (Falso)
2) una diagnosi di rischio descrive un problema che potrebbe presentarsi a causa di fattori di
rischio predisponenti per l’assistito (Vero)
3) la tassonomia NANDA è un sistema di linguaggio standardizzato per descrivere i problemi si
salute sui quali gli interventi infermieristici possono incidere (Vero)
4) la struttura di una diagnosi infermieristica comprende l’enunciazione del problema di
salute, i segni e sintomi del paziente, i tempi di esordio della sintomatologia (Falso)
5) la tassonomia NOC descrive gli obiettivi/risultati raggiungibili attraverso gli interventi
infermieristici (Vero)
TEST 5:
TEST 6:
TEST 7:
• la valutazione è un’attività volta a verificare se gli obiettivi sono stati raggiunti e se il piano di
assistenza è stato efficace (Vero)
• la valutazione conclude il processo infermieristico (Falso)
• la valutazione discontinua viene effettuata con tecnica casuale in momenti diversi( Falso)
• La valutazione comporta una raccolta dei dati e la comparazione con i dati iniziali (Vero)
• per una diagnosi potenziale la valutazione dovrebbe essere che il problema è stato risolto (Falso)
• quando gli obiettivi non sono stati raggiunti il piano di assistenza va riesaminato in ogni sua parte
(Vero)