Operatore
Socio - Sanitario
Ore 1000
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ASS. IN.FO.GIO ENTE DI FORMAZIONE VIA MERCALLI , - CAIVANO (NA) 0818317510
INDICE
INTRODUZIONE
CAPITOLO 1
1.1 ACCOGLIENZA DEL MALATO
1.2 UNIT DEL PAZIENTE
1.3 RIFACIMENTO LETTO VUOTO E OCCUPATO
1.4 POSTURE FONDAMENTALI
CAPITOLO 2
2.1 LE CURE IGIENICHE
2.2 AUSILI PER LIGIENE
2.3 IL CAMBIO DEGLI INDUMENTI
2.4 IGIENE DELLA SALMA
2.5PREPARAZIONE DELLA CUTE
CAPITOLO 3
3.1 LA MOBILIZZAZIONE DELLA PERSONA
CAPITOLO 4
4.1 PARAMETRI VITALI
CAPITOLO 5
5.1 ALIMENTAZIONE
CAPITOLO 6
6.1 LAVAGGIO DELLE MANI
6.2 MEDICAZIONE SEMPLICE
6.3 BENDAGGI
CAPITOLO 7
7.1 ELIMINAZIONE URINARIA
7.2 ELIMINAZIONE INTESTINALE
CAPITOLO 8
8.1 EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE INFETTIVE E DELLE INFEZIONI
OSPEDALIERE
8.2 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
8.3 SANIFICAZIONE OSPEDALIERA
8.4 MODALIT DI RACCOLTA RIFIUTI
CAPITOLO 9
9.1 LA STERILIZZAZIONE
9.2 FERRI CHIRURGICI
CAPITOLO 10
10.1 COLLABORARE NELLA CORRETTA APPLICAZIONE DELLE
PRESCRIZIONI TERAPEUTICHE:LASSUNZIONE DEI FARMACI
10.2 AEREOSOLTERAPIA
10.3 OSSIGENOTERAPIA
10.4 APPLICAZIONE BORSA DI GHIACCIO
10.5 APPLICAZIONE IMPACCO CALDO UMIDO
10.6 PREPARAZIONE DEL MATERIALE PER ASPIRAZIONE E SUPPORTO
ALLINFERMIERE
DURANTE LA MANOVRA
10.7 COLLABORAZIONE NELLISOLAMENTO DEL PAZIENTE
CAPITOLO 11
11.1 PRINCIPI DI IGIENE
11.2 IL CONCETTO DI BISOGNO
11.3 ELEMENTI DI GERIATRA
11.4 IL DIABETE
11.5 ICTUS E TIA
11.6 LA DEPRESSIONE NELLANZIANO
11.7 IL MORBO DI ALZHEIMER
11.8 IL MORBO DI PARKINSON
11.9 LA TERAPIA OCCUPAZIONALE
11.10 TRASPORTO MATERIALE BIOLOGICO
CAPITOLO 12
12.1 PRIMO SOCCORSO
INTRODUZIONE
L'operatore socio-sanitario, (in acronimo OSS), una figura professionale italiana istituita dalla Conferenza
Stato-Regioni con l'accordo del 22 febbraio 2001
COMPITI E FUNZIONI
Il suo compito quello di svolgere attivit che aiutino le persone a soddisfare i propri bisogni fondamentali,
finalizzate al recupero, al mantenimento e allo sviluppo del livello di benessere, promuovendone l'autonomia e
l'autodeterminazione. La sua attivit orientata dalle indicazioni proprie del suo profilo professionale, ed in
ambito assistenziale e sociale, opera, coopera e collabora con le altre figure ausiliarie e sanitarie.
L'ambito lavorativo riguarda sia strutture sanitarie (come ospedali, cliniche, ASL anche queste sono accessibili
indirettamente tramite aziende parastatali, pubbliche o private che esse siano) che strutture sociali (centri diurni
integrati, case di riposo, assistenza domiciliare, comunit di recupero, case famiglia, comunit alloggio) si trova
quindi a lavorare in collaborazione con professionisti dell'area sociale (assistenti sociali, educatori) e dell'area
sanitaria (medici, infermieri, fisioterapisti ecc.) a seconda dell'area di intervento.
Sempre a seconda l' area in cui si trover ad operare, il suo sar un intervento prettamente tecnico (in area
sanitaria, ove potr occuparsi con qualche limitato margine di autonomia, solo dell'assistenza di base al paziente,
mentre pu occuparsi di ulteriori attivit solo dietro precisa attribuzione e indicazioni dell'infermiere, come
stabilito dai rispettivi profili professionali nazionali), oppure un intervento relazionale con l'utente (area sociale).
Elenco delle principali attivit previste per loperatore socio-sanitario.
1) Assistenza diretta e aiuto domestico alberghiero:
- assiste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attivit quotidiane e digiene
Personale;
- realizza attivit semplici di supporto diagnostico e terapeutico;
- collabora ad attivit finalizzate al mantenimento delle capacit psicofisiche residue, alla rieducazione, alla
riattivazione e al recupero funzionale;
- realizza attivit di animazione e socializzazione di singoli e gruppi;
- coadiuva il personale sanitario e sociale nellassistenza al malato anche terminale e morente;
- aiuta la gestione dellutente nel suo ambito di vita;
- cura la pulizia e ligiene ambientale.
2) Intervento igienico-sanitario e di carattere sociale:
- osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio-danno dellutente;
- collabora allattuazione degli interventi assistenziali;
- valuta, per quanto di competenza, gli interventi pi appropriati da proporre;
- collabora allattuazione di sistemi di verifica degli interventi;
- riconosce e utilizza linguaggi e sistemi di comunicazione-relazione appropriati in relazione alle condizioni
operative;
- mette in atto relazioni-comunicazioni di aiuto con lutente e la famiglia, per lintegrazione sociale e il
mantenimento e recupero dellidentit personale.
3) Supporto gestionale, organizzativo e formativo:
- utilizza strumenti informativi di uso comune per la registrazione di quanto rilevato durante il servizio;
- collabora alla verifica della qualit del servizio;
- concorre, rispetto agli operatori dello stesso profilo, alla realizzazione dei tirocini e alla loro valutazione;
- collabora alla definizione dei propri bisogni di formazione e frequenta corsi di aggiornamento;
- collabora, anche nei servizi assistenziali non di ricovero, alla realizzazione di attivit semplici.
Allegato B
Competenze delloperatore socio-sanitario
Competenze tecniche
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In base alle proprie competenze e in collaborazione con altre figure professionali, sa attuare i piani di lavoro.
in grado di utilizzare metodologie di lavoro comuni (schede, protocolli, ecc...).
in grado di collaborare con lutente e la sua famiglia:
- nel governo della casa e dellambiente di vita, nelligiene e cambio biancheria;
- nella preparazione e/o aiuto allassunzione dei pasti;
- quando necessario, e a domicilio, per leffettuazione degli acquisti;
- nella sanificazione e sanitizzazione ambientale.
in grado di curare la pulizia e la manutenzione di arredi e attrezzature, nonch la conservazione degli stessi e il
riordino del materiale dopo lassunzione dei pasti.
Sa curare il lavaggio, lasciugatura e la preparazione del materiale da sterilizzare.
Sa garantire la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti, il trasporto del materiale biologico sanitario, e dei
campioni per gli esami diagnostici, secondo protocolli stabiliti.
Sa svolgere attivit finalizzate alligiene personale, al cambio della biancheria, allespletamento delle funzioni
fisiologiche, allaiuto nella deambulazione, alluso corretto di presidi, ausili e attrezzature, allapprendimento e
mantenimento di posture corrette.
In sostituzione e appoggio dei familiari e su indicazione del personale preposto in grado di:
- aiutare per la corretta assunzione dei farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di apparecchi medicali di
semplice uso;
- aiutare nella preparazione alle prestazioni sanitarie;
- osservare, riconoscere e riferire alcuni dei pi comuni sintomi di allarme che lutente pu presentare (pallore,
sudorazione, ecc...);
- attuare interventi di primo soccorso;
- effettuare piccole medicazioni o cambio delle stesse;
- controllare e assistere la somministrazione delle diete;
- aiutare nelle attivit di animazione e che favoriscono la socializzazione, il recupero e il mantenimento di
capacit cognitive e manuali;
- collaborare a educare al movimento e favorire movimenti di mobilizzazione semplici su singoli e gruppi;
- provvedere al trasporto di utenti, anche allettati, in barella-carrozzella;
- collaborare alla composizione della salma e provvedere al suo trasferimento;
- utilizzare specifici protocolli per mantenere la sicurezza dellutente, riducendo al massimo il rischio;
- svolgere attivit dinformazione sui servizi del territorio e curare il disbrigo di pratiche burocratiche;
- accompagnare lutente per laccesso ai servizi.
Competenze relative alle conoscenze richieste
Conosce le principali tipologie di utenti e le problematiche connesse.
Conosce le diverse fasi di elaborazione dei progetti dintervento personalizzati.
Riconosce per i vari ambiti, le dinamiche relazionali appropriate per rapportarsi allutente sofferente, disorientato,
agitato.
in grado di riconoscere le situazioni ambientali e le condizioni dellutente per le quali necessario mettere in
atto le differenti competenze tecniche.
Conosce le modalit di rilevazione, segnalazione e comunicazione dei problemi generali e specifici relativi
allutente.
Conosce le condizioni di rischio e le pi comuni sindromi da prolungato allettamento e immobilizzazione.
Conosce i principali interventi semplici di educazione alla salute, rivolti agli utenti e ai loro famigliari.
Conosce lorganizzazione dei servizi sociali e sanitari e quella delle reti informali.
Competenze relazionali
Sa lavorare in quipe.
Si avvicina e si rapporta con lutente e con la famiglia, comunicando in modo partecipativo in tutte la attivit
quotidiane di assistenza; sa rispondere esaurientemente, coinvolgendo e stimolando al dialogo.
in grado di interagire, in collaborazione con il personale sanitario, con il malato morente.
Sa coinvolgere le reti informali, sa rapportarsi con le strutture sociali, ricreative, culturali dei territori.
Sa sollecitare e organizzare momenti di socializzazione, fornendo sostegno alla partecipazione a iniziative
culturali e ricreative sia sul territorio che in ambito residenziale.
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in grado di partecipare allaccoglimento dellutente per assicurare una puntuale informazione sul Servizio e
sulle risorse.
in grado di gestire la propria attivit con la dovuta riservatezza ed eticit.
Affiancandosi ai tirocinanti, sa trasmettere i propri contenuti operativi.
CAPITOLO 1
1.1 Accoglienza del malato
Laccoglienza del paziente presso la struttura un momento importante; va fatto di norma con linfermieri.
Obiettivi
Accogliere e ricevere il paziente il pi serenamente possibile. Laccoglienza da parte dellOSS di tipo
alberghiero,assieme al personale infermieristico egli collaborer alla valutazione del livello di autosufficienza che
lindividuo possiede.
Indicazioni
Imodi per laccoglimento del paziente secondo il sistema di struttura, la prassi prevede che la persona giunga in
ospedale autonomamente o accompagnata da un familiare o da un conoscente; in altri casi con un mezzo sanitario
di trasporto. Le diverse cause che determinano il ricovero prevedono comportamenti e mododintervento diverso,
(comunicare informazioni per ridurre ansie e paure e favorire un accompagnamento al percorso che la persona
intraprender).
Ricovero programmato
La persona pu programmare il ricovero.
Pu presentarsi in ospedale solo o accompagnato da un familiare o da un conoscente. il ricovero viene richiesto
dal suo medico curante che coinvolge diverse figure:
Intervento programmato.
Quando siano gi stati eseguiti accertamenti a domicilio.
Erogazione di assistenza da parte del personale infermieristico .
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Osservazioni,
Dopo la visita medica di controllo( se non si presentano complicazioni).
Ingresso in RSA
Le residenze assistenziali accolgono persone anziane oltre i 65 anni, che non siano autosufficienti o a grave
rischio e che non possono essere seguite a domicilio.
In RSA il paziente viene seguito da pi operatori ( geriatria, fisiatra,OSS,infermiere,assistente sociale).
Si effettua una valutazione iniziale del paziente per misurare il livello di autonomia.
Modalit di intervento in un ricovero programmato
Il paziente gi stato visitato dal personale sanitario,che a conoscenza del caso clinico.
Lintervento che esegue lOSS di tipo alberghiero.
Verificare che il paziente non abbia gravi problemi fisici, in tal caso avvisare immediatamente
linfermiere.
Attendere il paziente allingresso evitando di farlo attendere troppo. Se affaticato accompagnarlo
con una sedia a rotelle.
Presentarsi con nome e qualifica.
Presentare il servizio ( es. sala terapia,lambulatorio,il telefono pubblico,il salone con la televisione
se presente,la sala pranzo).
Indicare il suo numero di camera,dando dei punti di riferimento se necessario.
Presentare la camera e il bagno.
Presentare i compagni di stanza.
Spiegare il funzionamento del sistema di chiamata,della luce del telefono,della televisione,sempre se
presenti.
Dare gli orari di visita per i parenti e amici.
Spiegare lorganizzazione del reparto.( orario dei pasti delle visite mediche,delle attivit
infermieristiche.
Aiutare il paziente a sistemarsi: riordinare i suoi effetti personali,svestirlo o aiutare a farlo,
metterlo a letto o sulla poltrona.
Domandare al paziente se ha una dieta particolare o un trattamento particolare da seguire.
Verificare assieme allinfermiere se ha delle consegne speciali.
Mettere un bicchiere sul comodino.
Ordinare il men seguendo la dieta consigliata del reparto e i desideri del paziente a riguardo.
Stimolare le domande,rispondere e rassicurarlo.
Raccogliere il massimo di informazioni con losservazione e lascolto al fine di completare la
documentazione prevista dal servizio.
Trasmettere le informazioni raccolte allinfermiere.
letto ospedaliero,
comodino,
tavolino servitore,
armadietto,
lampada sulla testiera,
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eventuale sedia/poltrona,
il sistema di chiamata.
Tavolo o piano per i pasti.
LETTO OSPEDALIERO
Definizione: componente primario dellunit del malato.
Scopo: favorire il riposo e la corretta posizione del malato stesso.
Il letto ospedaliero differisce da quello normale per le seguenti caratteristiche:
Le sbarre laterali o sponde di sicurezza sono usate sui letti ospedalieri e sulle barelle. Sono di varie
forme e dimensioni. si differenziano per i sistemi di innalzamento e di abbassamento.
Asta per fleboclisi ( per sorreggere i flaconi per linfusione) Sono di solito in metallo, sostengono i
contenitori per infusione endovenosa mentre si infondono liquidi ad un paziente. Possono stare in piedi
accanto al letto o essere attaccate ad esso. Alcune unit ospedaliere hanno sostegni per fleboclisi su rotaie
alla sommit della testata del letto.
Staffa o trapezio: dispositivo che permette al paziente di potersi sollevare nel letto
Archetto metallico:Detto anche struttura di Anderson, unapparecchiatura utile a mantenere la
biancheria del letto lontana dai piedi, dalle gambe e talvolta dalladdome. Un lato va sotto il materasso e
mantiene la struttura in sede laltra tiene in alto le coperte.
Apparecchi solleva cuscini,quando la rete fissa.
Il materasso: igienico(pulibile e disinfettabile),silenzioso,maneggevole, composto da fodera e
ripieno:gommapiuma (Minimo peso, elasticit, adatto per la disinfezione), a molle (Lunga durata,
resistenza nella forma, maggiore peso, alto costo di manutenzione), materassi speciali( materassi antidecubito).
Materiale lettereccio
Cuscini con fodera
Federe di cotone
Lenzuola di cotone
Coperte di lana e di cotone.
Tela cerata.
Larmadietto in genere in struttura metallica da utilizzare come appendi abiti o per introdurre borse,contiene un
cassetto per riporre la biancheria,e alla dimissione del paziente si pulisce con molta facilit.
La lampada testa/letto necessaria al personale oltre che alla persona (visita medica ,lettura ecc),in oltre la
parete deve avere predisposte diverse prese per inserire :Spine del letto elettrico,eventuale materasso
antidecubito,pompe per l alimentazione,linfusione,ed eventuali altri presidi medico/sanitari.
I comodini delle stanze di degenza sono funzionali con tavolino estraibile incorporato per mangiare a
letto,regolabile in altezza ,ruote ,ecc.
MICROCLIMA
Uno dei compiti fondamentali dell'OSS curare l'ambiente di degenza dell'ammalato sia all'interno di strutture
che in ambito domiciliare.
Diventa quindi di fondamentale importanza ricreare all'interno della stanza di degenza un contesto confortevole
ed accogliente in modo tale da garantire al paziente uno stato di benessere psico-fisico.
Tra le cose che l'operatore socio sanitario deve monitorare ed eventualmente correggere vi sono le caratteristiche
fisiche, chimiche e microbiologiche della stanza di degenza, ossia tutti quei parametri che possono influenzare il
cosiddetto "microclima" dell'ambiente in cui si trova a vivere il degente o l'ospite.
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Mettere la coperta piegata sulla persona allaltezza del torace ,stenderla procedendo verso i piedi.
Posizionare il copriletto allo stesso modocon tecnica ad angolo facendo attenzione a non comprimere i
piedi.
Cambiare le federe con le modalit gi viste in precedenza.
Posizionare i cuscini e sistemare la persona in posizione comoda.
Rimuovere il paravento e riordinare il materiale.
Riferire e annotare le osservazioni eseguite durante la tecnica.
MOMENTO VALUTATIVO
ho agito secondo procedura?
il letto deve essere rifatto bene:
- la biancheria non deve toccare terra o essere asimmetrica
1.4 POSIZIONE (DECUBITO) DEL MALATO
Posizione naturale:ovvero quella propria di ognuno di noi quando siamo a riposo;pu variare da
individuo a individuo ed influenzato dalle abitudini personali.
Postura obbligata: in particolari condizione patologiche del malato, es. traumi,interventi chirurgici,
accertamenti diagnostici; in tal caso il personale infermieristico indicher allOSS le posizione consentite
allassistito.
Postura antalgica: ovvero quella che si ritrova in molti soggetti che presentano un dolore localizzato o
diffuso, allo scopo di alleviarlo per quanto possibile: es la persona con dolori addominali tende a flettere
le gambe.
Scopi:
Le posizioni
1. Eretta o allinpiedi: la posizione che permette di camminare e rimanere in piedi in equilibrio.
2. Orizzontale,supina o dorsale: distesa sulla schiena con le gambe allungate;occorre sostenere le
curvature lombari,evitare lestroflessione e la flessione plantare dei piedi.
3. Prona o ventrale: la persona distesa sulladdome con il viso girato di lato o no a seconda delle
necessit;occorre compensare la curvatura lombare ed evitare lestensione dei piedi.
4. Sul fianco o laterale destra o sinistra: la persona appoggiata sul fianco con entrambe le braccia rivolte
in avanti; le ginocchia leggermente flesse,maggiormente flessa quella che sta sopra.
5. Semiprona o di Sims: la persona in posizione intermedia fra quella laterale e quella prona,con corpo e
faccia ruotati lateralmente, il braccio in posizione posteriore parallelo al corpo.( es.esecuzione di un
clistere)
6. Ortopnoica o seduta: la persona seduta,con la parte superiore del torace sollevata ad angolo retto;pu o
no mantenere le gambe sul piano del letto,eventualmente far appoggiare le braccia su un tavolino portatile
o i piedi su un panchetto.
7. Semiortopnoica o semiseduta o di fowler: la persona seduta con la parte superiore del corpo sollevata
ad angolo di circa 25 rispetto al piano del letto,occorre sostenere il capo e la curvatura lombare.(
migliora lesposizione polmonare del paziente)
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CAPITOLO 2
2.1 Le cure del corpo
La pulizia e la cura del corpo hanno unimportanza fondamentale per il benessere psicofisico della persona.
esperienza comune la sensazione di freschezza e di star bene subito dopo la pulizia del corpo; ad essa si
accompagnano sensazioni di ritrovata energia o, al contrario, di rilassamento, a seconda della durata del contatto
con lacqua, della temperatura di questa, del fatto che si sia scelto il bagno in vasca o la doccia.
necessario ricordare che la pulizia del corpo parte di quelle prime cure che vengono prestate al bambino dalla
madre e dalle persone che lo accudiscono da piccolo. La vita e la salute del neonato dipendono infatti
dallalimentazione e da altre cure che sono essenzialmente cure igieniche, ovvero la pulizia della pelle,
leliminazione delle feci e delle urine, il cambio della biancheria e la protezione dal freddo e via dicendo. Di
queste cure luomo ha bisogno, quotidianamente, per tutta la vita; durante linfanzia apprende progressivamente a
compierle in maniera autonoma e a prendersi cura di se stesso; queste attivit rimangono pertanto un aspetto
intimo della vita individuale.
In relazione a tutto ci, possiamo dire che lesigenza di igiene personale oggi molto sentita dagli individui; nella
generalit dei casi il bagno o la doccia sono abitudini quotidiane, tanto che, se occasionalmente non ne ve ne la
possibilit, la persona avverte una sensazione di disagio e di imbarazzo. Sentirsi bene con se stessi deriva anche
dal corpo, dal gradimento che ogni persona ha della propria immagine. Tutto questo profondamente influenzato
dalla psiche: momenti di depressione possono accompagnarsi a una maggiore trascuratezza di s, viceversa
lavarsi, vestirsi, pettinarsi, contribuisce talvolta a ridare fiducia e sicurezza in momenti di difficolt.
CURE IGIENICHE
Definizione: manovre inerenti alligiene personale che vengono normalmente praticate dal paziente stesso o, nel
caso in cui egli risulti impossibilitato momentaneamente o definitivamente a causa di handicap o malattie, gli
vengono praticate dall operatore socio sanitario in quanto le cure igieniche occupano un posto centrale
nellattivit di assistenza alla persona.
necessario soffermarsi sul particolare significato che assume la pulizia del corpo quando viene effettuata da
unaltra persona, specie se estranea allassistito, come loperatore.
Lessere accudito in un bisogno di base come ligiene della persona o leliminazione intestinale e urinaria, pu
essere interpretato come propria deficienza, incapacit, come totale dipendenza e perdita della propria dignit. Per
questi motivi prestare aiuto in tali situazioni richiede alloperatore sensibilit nel proporlo, nel spiegarne le
ragioni, e nel presentare il proprio ruolo; in questo modo pu comunicare allassistito che egli ancora padrone
del proprio corpo, che pu decidere e guidare il supporto che gli viene offerto. Linstaurarsi di un rapporto
positivo reso pi facile se loperatore presta particolare attenzione ne l rispetto della privacy della persona.
Loperatore inoltre comunica il proprio atteggiamento attraverso il contatto fisico tra le sue mani e il corpo della
persona assistita: gesti accurati o frettolosi hanno un significato di maggiore o minore attenzione.
un momento quindi molto delicato e importante, che richiede professionalit da parte delloperatore; egli mette
in campo conoscenze( i principi), abilit pratiche ( saper far bene) e di relazione con la persona ( offrire supporto,
rispettarne la volont e la dignit.
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Tamponare con un asciugamano e poi strofinare per assorbire la maggior quantit di acqua possibile.
Controllare che il pavimento sia asciutto.
Innestare la spina dellasciugacapelli e procedere alla asciugatura del capelli aiutandosi,
eventualmente,con spazzola o il pettine.
Riaccompagnare il paziente a letto.
Procedere alla pulizia e al riordino di tutto il materiale usato.
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Tecnica di esecuzione
Lavaggio sociale delle mani
Spiegare la procedura al paziente.
Indossare i guanti monouso.
Effettuare la pulizia con acqua e sapone; afferrando, con il pollice e lindice, il bordo superiore esterno
del padiglione auricolare effettuando una leggera trazione verso lalto e verso lesterno.
Un asciugamano di tessuto permette inoltre unaccurata asciugatura del padiglione auricolare.
sconsigliato luso di bastoncini cotonati che, in ogni caso, non devono essere mai introdotti allinterno
del canale uditivo : possono infatti provocare traumi e infezioni.
cotone idrofilo.
Tecnica di esecuzione
Lavaggio sociale delle mani
Spiegare la procedura al paziente.
Aiutare la persona a svestirsi parzialmente, a raccogliere i capelli se lunghi, ad assumere, se possibile,
la posizione seduta.
Se si tratta di un uomo, valutare se desidera radersi; se disponibile, preferibile un rasoio elettrico,
altrimenti procedere con la rasatura con schiuma da barba e rasoio monouso.
Proteggere la persona con un asciugamano e predisporre sul tavolino la catinella contenete acqua
tiepida.
E tutto loccorrente per la toilette.
Aiutare la persona a lavarsi il viso, orecchie, collo e mani: porgere i materiali, fornire acqua pulita
versandola dalla brocca, aiutarla ad asciugarsi.
Se vi fosse bisogno dellaiuto delloperatore, indossare i guanti monouso e, sopra alla mano che lava,
un guanto spugna che verr insaponato e quindi sciacquato, sopra la catinella, versandoci acqua pulita
dal recipiente.
Nella pulizia del viso, lavare gli occhi per primi, evitando luso del sapone: pulire ciascun occhio
separatamente con una compresse di garze o tessuto non tessuto, procedendo dallangolo mediale (
interno) a quello laterale dellocchio, utilizzando ciascun tampone per un solo passaggio.
Completare la pulizia del viso con l igiene del cavo orale.
Fornire acqua pulita per lavare il torace, le ascelle e le braccia.
Aiutare la persona ad asciugarsi completamente, specie sotto le ascelle e dove la cute forma delle
pliche ( es. la zona sottomammaria nelle donne); in questi punti la cute, rimanendo, pu facilmente
lesionarsi .
Aiutare la persona a vestirsi e a pettinarsi secondo le proprie esigenze; i capelli lunghi possono essere
raccolti, evitando di fermagli o pettinature che possono creare fastidio nello stare a letto.
La rasatura ad un paziente allettato
Innanzitutto regolare lilluminazione, mettere sul torace un asciugamano, riempire una bacinella con acqua calda,
ritornare al letto del paziente e collocare la bacinella sullapposito tavolino da letto; immergere una salvietta nella
bacinella , strizzare e collocare sul viso del paziente per ammorbidire la pelle e lasciarla per 3-5 minuti, poi
applicare la crema da barba con le mani inguantate o con il pennello e con laltra mano tenere la cute della zona
da radere tesa tendendola verso lalto.
Si passa il rasoio sulla cute a piccoli tratti, il rasoio deve essere monouso o personale; tenere il rasoio inclinato a
45 e procurare piccoli movimenti sulle guance e sul mento come intorno alle labbra. Importante sciacquare
frequentemente il rasoio durante la rasatura perch durante la rasatura si possono produrre accidentalmente delle
piccole lesioni, dei tagli: in questo caso si preme il punto con garza asciutta sterile o cotone idrofilo e con una
mano si sciacquano i residui di schiuma rimasti sul viso e se il paziente gradisce usare il dopobarba
IGIENE DELLE MANI
Indicazioni
Si effettua e viene fatta effettuare prima e dopo ogni pasto .
Dopo che la persona ha fatto uso di padella o della storta.
MATERIALE OCCORRENTE PER CIASCUN PAZIENTE
Un carrello a due piani , uno munito di secchio per lacqua usata .
Un catino.
Una cerata e una traversa.
Un asciugamano.
Una manopola di spugna .
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Tecnica di esecuzione
Lavaggio sociale delle mani.
Spiegare la procedura al paziente.
Immergere le mani del paziente per alcuni minuti in una bacinella contenete acqua tiepida, allo scopo di
ammorbidire le unghie e la pelle intorno a esse.
Indossare guanti monouso.
Asciugare accuratamente le mani della persona specie negli spazi tra dito e dito.
Utilizzare per la pulizia delle unghie uno spazzolino morbido a uso personale, che dovr essere
sciacquato e lasciato asciugare prima di essere riposto.
Tagliare le unghie del paziente con forma arrotondata,( l utilizzo di apposite tronchesi e della lime per
unghie al posto delle forbici evita il rischio di ferire il paziente specie se le unghie sono dure e irregolari.
Applicare una crema idratante e protettiva secondo le abitudini della persona o la necessit ( es. cute
secca e fragile).
Tavolino portatile.
Un vassoio con:
- Un bicchiere.
- Uno spazzolino.
- Una confezione di denitrifico .
- Una bacinella reniforme.
- Un asciugamano .
- Una cerata.
- Collutorio, se necessario.
- Una brocca con acqua.
- Fazzolettini di carta.
- Guanti monouso .
- Filo interdentale.
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Tecnica di esecuzione
MATERIALE OCCORRENTE
Spazzolino personale e dentifricio.
Collutorio.
compresse effervescenti per ligiene della protesi.
Contenitore chiuso per la conservazione della protesi.
Bacinella.
Garze.
Guanti monouso.
Tecnica di esecuzione
Lavaggio sociale delle mani.
Indossare i guanti.
Invitare il paziente a togliere la protesi:aiutandosi con una garza, afferrare la protesi tra pollice e indice
degli incisivi centrali; compiere dei piccoli movimenti in senso verticale per facilitare il distacco; in caso
di difficolt afferrare lateralmente la protesi tra pollice e indice di ambedue le mani.
Prendere saldamente in mano la protesi e lavarla, con spazzolino e dentifricio sotto acqua corrente tiepida
nel lavabo della stanza, lavorando sopra una bacinella colma di acqua per evitare che la protesi si rompa
in caso scivoli dalle mani delloperatore.
Osservare se al protesi pulita e se vi deposito di calcare, se viene riposta per la notte, porla
nellapposito contenitore.
Porgere alla persona il materiale per completare ligiene della bocca ( lavaggio degli eventuali denti
naturali, massaggio delle gengive con uno spazzolino morbido, sciacqui con collutorio).
Osservare il cavo orale e riferire leventuale presenza di arrossamento, lesioni,sostanza
bianca,sanguinamento, dolore.
Pulizia della bocca nella persona debilitata o non collaborante
Scopo
MATERIALE OCCORRENTE
Soluzione fisiologica o altra soluzione prescritta.
Compresse di garza o tessuto non tessuto.
Abbassalingua.
Apribocca.
Aspiratore.
Lampadina portatile.
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Guanti monouso.
Pinza auto statica.
Bacinella reniforme.
Telo di protezione.
Tecnica di esecuzione
Lavaggio sociale delle mani.
Aiutare la persona ad assumere la posizione seduta; se la persona confusa o incosciente,farle assumere,
se possibile, la posizione laterale con il tronco leggermente rialzato per evitare laspirazione nelle vie
aeree di soluzione di lavaggio,residui alimentari ecc.; in alternativa girare lateralmente la testa; se
necessario, operare insieme a un infermiere utilizzando un aspiratore.
Proteggere, il paziente e il letto con un telo di protezione.
Preparare la soluzione prescritta.
Indossare guanti.
Se presente la protesi dentaria, rimuoverla e provvedere separatamente alla sua pulizia.
montare un tampone su una pinza auto statica, avendo cura di fasciare completamente le branche dello
strumento per prevenire lesioni della mucosa o arrotolare la garza sullabbassalingua.
Mantenendosi sopra alla bacinella reniforme, inumidire la garza versandovi sopra la soluzione.
Eliminare la soluzione in eccesso per evitare che venga aspirata.
Invitare il paziente ad aprire la bocca.
Se il paziente non in grado di collaborare, provvedere ad aprire la bocca utilizzando una delle seguenti
tecniche:
- Inserendo un abbassalingua tra le arcate dentali e ruotandolo.
- Utilizzando un apribocca.
Pulire delicatamente i denti e le gengive, il palato, la lingua, la parte interna delle guance e delle labbra,
cambiando garza a ogni passaggio; se necessario, utilizzare labbassalingua e la lampadina portatile per
visualizzare meglio la mucosa.
Ripetere loperazione fin quando la bocca non appare priva di residui di cibo o sostanza bianca.
Se prescritto applicare eventuali sostanze emollienti per le mucose.
Osservare il cavo orale e riferire leventuale presenza di arrossamento, sostanza bianca, lesioni,
sanguinamento,dolore.
ANATOMIA DEI GENITALI ESTERNI FEMMINILI E MASCHILI
I genitali esterni femminili sono costituiti dalla vulva; essa formata da pieghe cutanee, le grandi labbra, da
pieghe della mucosa, le piccole labbra, e dal clitoride.
Allinterno della vulva hanno sbocco, molto ravvicinati fra loro, due orifizi naturali:
Anteriormente il meato urinario ( foro dove fuoriesce lurina), attraverso il quale viene emessa lurina
proveniente dalla vescica.
Posteriormente il canale vaginale; in esso sono contenuti, anche in condizione naturali, alcuni tipi di
microrganismi che contribuiscono a mantenere le caratteristiche proprie della mucosa vaginale; dalla
vagina vengono emesse secrezioni, in genere pi abbondanti in alcuni giorni del mese, e il sangue
mestruale.
Procedendo verso la parte posteriore del corpo, separato da un breve tratto di cute ( perineo), si trova lo sfintere
anale, dal quale vengono emesse le feci, nelle quali sono fisiologicamente presente dei batteri che costituiscono la
flora batterica intestinale.
I genitali esterni maschili sono costituiti dal pene e dallo scroto: la parte finale del pene chiamata glande, alla
sua estremit situato il meato urinario; il glande ricoperto da una mucosa mobile detta prepuzio; fra glande e
prepuzio si formano delle secrezioni biancastre che devono essere rimosse quotidianamente.
Posteriormente allo scroto, separato da alcuni centimetri di cute, situato lano.
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la pulizia completa del corpo, quando le condizioni della persona lo consentano sempre preferibile che
avvengono nella stanza da bagno che, pu essere attrezzata in maniera tale da permettere di effettuare il bagno in
vasca o doccia anche a persone che non hanno gravi limitazioni nel movimento; quando ci non possibile gli
operatori procedono a effettuare il bagno a letto, nella maggior parte dei casi , questa procedura verr effettuata
in collaborazione con linfermiere; le modalit con cui il bagno a letto viene realizzato possono variare in
relazione al grado di indipendenza della persona.
Bagno a letto
Scopo
Garantire benessere e comfort.
Mantenere lintegrit della cute.
MATERIALE OCCORRENTE
Brocca per lacqua e bacinelle.
Padella.
Guanti monouso.
Manopole di spugna o telini.
Compresse di garza o cotone idrofilo.
Sapone liquido neutro.
Cerate( teli impermeabili), biancheria per il letto.
Asciugamani.
Indumenti personali puliti.
Tecnica di esecuzione
Lavaggio sociale delle mani.
Spiegare la procedura al paziente.
Garantire la privacy con un paravento.
Mantenere una temperatura ambientale almeno 22-24 C; evitare correnti daria..
Se le condizioni cliniche lo permettono, mettere la persona in posizione supina o semiseduta.
Rimuovere le coperte, lasciando solo il lenzuolo superiore.
Proteggere il letto con traversa e cerata.
Aiutare la persona a togliere il pigiama o la camicia e la biancheria intima.
Scoprire il torace, mantenendo coperta la parte inferiore del corpo con il lenzuolo.
1 operatore: indossa guanti monouso e una manopola con la quale lava e risciacqua la persona; in
alternativa, e in relazione alla parte del corpo lavata, utilizza gli altri materiali indicati.
2 operatore: indossa i guanti monouso, bagna, insapona e sciacqua la manopola tenuta dal collega,
versando acqua tiepida dalla brocca e raccogliendola in una bacinella; asciuga la persona.
Lavare e asciugare nellordine:viso e collo, orecchie, ascella, braccio, mano prima da un lao e quindi
dallaltro, torace anteriormente e addome; successivamente procedere secondo una delle modalit di
seguito indicate.
Se la persona in grado di collaborare:
- Aiutarla a girarsi su di un lato e procedere alla pulizia del dorso; farle quindi indossare la biancheria
intima per evitare il raffreddamento.
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Scoprire la parte inferiore del corpo e procedere alla pulizia degli arti e dei piedi; quindi alligiene dei
genitali e della zona perineale dopo aver posizionato la persona sulla padella.
Infine cambiare completamente la biancheria del letto e completare la vestizione della persona.
Osservare e riferire leventuale presenza di lesione cutanee.
DOCCIA ATTREZZATA:
piatto doccia a filo pavimento per un facile accesso di persone con ridotte capacit motorie
(e con sedia a rotelle), dotata di comoda o seggiolino, maniglioni per agevolare i
trasferimenti del paziente. La doccia attrezzata particolarmente indicata per pazienti
parzialmente collaboranti e con buon controllo del tronco.
Da valutare:
1) trattamento antisdruciolo del piatto doccia
2) sistemi di disinfezione
3) miscelatore termoscopico con sistema antiscottatura
4) sedile ribaltabile e maniglioni a parete per
trasferimento carrozzinadoccia di pazienti con buon controllo del tronco
5) stabilit e sicurezza del sistema di seduta e dei maniglioni
6) sistema di seduta richiuso e maniglioni devono avere ingombro tale da non impedire laccesso della carrozzina:
in particolare verificare la facilit di accesso di una carrozzina per doccia o del sollevapazienti in uso presso il
reparto.
2.3 IL CAMBIO DEGLI INDUMENTI
Indicazioni
Sono consigliati semplicemente indumenti comodi non rigidi, di tessuti morbidi che possono essere
facilmente infilati e sfilati, calze prive di elastici costrittivi ( stretti), scarpe o pantofole comode, chiuse
per prevenire le cadute.
Utilizzare indumenti aperti sul davanti per facilitare lesecuzione di alcune manovre diagnostiche o
terapeutiche.
Sono preferibili per le donne portatrice di catetere vescicale camice da notte, per gli uomini pantaloni
aperti sul davanti.
Nel caso sia presente un deficit di movimento di un arto ( paralisi, apparecchio gessato, ferite
chirurgiche) necessario, per evitare trazioni, che questo, nella svestizione, sia sfilato per ultimo e,
nella vestizione, sia infilato per primo.
Scopo
Cambiare gli indumenti, garantendo la sicurezza della persona, senza procurarle affaticamento e disagio.
MATERIALE OCCORRENTE
Preparare sulla sedia, posta vicina al letto del malato, la biancheria necessaria secondo il seguente ordine a
partire dal basso:
a) per luomo
pantaloni del pigiama (gi sbottonati)
mutande
giacca del pigiama (gi sbottonata)
maglia a pelle
b)per la donna
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Lenzuola.
Un asciugamano.
Brocca con acqua.
Occorrente per la rasatura se si tratta di un uomo
Camici .
Reniforme.
Forbice.
Pinza .
Garze.
Cotone .
Siringa da 10 ml.
Cerotti.
Guanti monouso.
TECNICA:
Garantire la privacy
La salma deve essere spostato in una stanza abilitata alla composizione delle salme .
Per le operazioni di pulizia della salma gli operatori indosseranno i presidi di protezione individuale.
Eventuali flebo,catetere, ecc.. vanno rimossi dallinfermiere, che provveder anche a posizionare al polso
il cartellino di riconoscimento.
N.B: lOSS pu procedere alla rimozione del catetere vescicale solo su paziente defunto si procede
aspirando dalla valvola del catetere , con una siringa da 10 cc applicata mediante il cono con
movimenti di avvitamento, alla valvola, la soluzione fisiologica , circa 10 cc, presente nel palloncino
che tiene in sede il catetere nella vescica) .
Effettuare una toilette di pulizia.
Tamponare tutti gli orifizi naturali per contenere le perdite eventualmente posizionare i pannoloni per
ovviare lincontinenza.
Rimuovere tutta la biancheria del letto, riposizionando un lenzuolo pulito sopra il materasso
Chiudere gli occhi della salma ed inumidire delle garze e porle sulle palpebre .
Porre la salma in posizione supina. .
Avvicinare le mani al petto
Avvolgere la testa con una benda per mantenere la bocca chiusa ed evitare la caduta della mandibola
La bocca chiusa e per le prime ore applicare un mentoniera( fino a che non avvenuto il processo di
irrigidimento dato dalla morte)..
Coprire il corpo con un lenzuolo .
Raccogliere gli oggetti personali, elencarli e consegnarli a un responsabile (coordinatore dellunit
operativa, e/o un familiare).
Controllare ed elencare gli indumenti e gli oggetti personali, riporli in un sacchetto e consegnarli ai
parenti.
Trasferire la salma in un luogo riservato, deve restare per almeno 2 ore nel reparto in cui avviene il
decesso , prima di poter essere trasferita in obitorio, quindi far si che i parenti possano piangere il loro
caro senza turbare gli altri degenti.
Il trasporto sar fatto nella maniera pi discreta possibile, con semplicit e dignit.
Provvedere alla pulizia e alla disinfezione dellunit del letto.
Provvedere al cambio della biancheria del letto
Offrire sostegno ai parenti nel lutto.
N.B. In caso di oggetti di valore e/o protesi di qualsiasi tipo riporli in un cassetto chiuso a chiave segnalando in
consegna la locazione degli effetti personali del defunto o leventuale consegna degli stessi. La salma sar
accompagnata allobitorio circa dopo 2 ore dopo il decesso
2.5 Preparazione della cute allintervento chirurgico
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Le differenti tappe della preparazione cutanea dell operando devono seguire il seguente
schema:
Preparazione cutanea delloperando
Doccia o bagno completi di shampoo
(la sera prima o il giorno dellintervento)
Tricotomia
- Forbice
- Schiuma da barba o sapone liquido
- Reniforme
- Telino o asciugamano pulito
- Garze sterili ed antisettico (clorexidina)
Tecnica di esecuzione
- Spiegare alla persona la procedura e le motivazioni, fargli assumere una posizione comoda
- Effettuare il lavaggio delle mani ed indossare i guanti
- Esporre la zona da radere ed ispezionare lo stato cutaneo, accertandosi che la cute sia
integra, proteggendo lintimit della persona con teli e coperture
- La zona da radere varia in base al tipo dintervento, deve essere indicata dallinfermiere
- Inumidire ed insaponare larea da radere
- Eseguire la tricotomia con movimenti rapidi e decisi con passaggi sovrapposti
- Detergere e sciacquare bene la zona
- Asciugare la zona tamponando
- Disinfettare la zona con garze ed antisettico
- Pulire il materiale usato, eliminando il rasoio monouso o lama del rasoio elettrico
nellapposito contenitore per aghi e taglienti
COMUNICAZIONI OSS- INFERMIERE
- Presenza dalterazioni cutanee tipo lesioni, eritemi, o arrossamenti
- Difficolt o impossibilit allesecuzione della procedura (es. persona non collaborante o con
gravi lesioni cutanee)
- Stato di cura ed igiene della persona
IGIENE DEL LETTO DI DEGENZA
Cambiare la biancheria del letto:
- Dopo la doccia o bagno o spugnatura.
- Prima del rientro del paziente dalla sala operatoria.
Cambiare la biancheria della barella ogni qualvolta si utilizza per il trasporto dei pazienti.
VESTIZIONE DEL PAZIENTE
Prima di accompagnare il paziente in Sala operatoria per lintervento rimuovere:
- Lenti a contatto e occhiali
- Protesi dentarie o di altro tipo
- Apparecchi acustici (toglierli il pi tardi possibile)
Segnalare se il paziente portatore di ponti o denti instabili
Far togliere gioielli, catenine, anelli, orologi
Depositare gli effetti personali di valore in luogo sicuro o consegnare ad un parente chiaramente
identificato
Far indossare camice e cuffia monouso forniti dallospedale.
CAPITOLO 3
3.1 Cenni di anatomia e fisiologia Dellapparato locomotore
Il sistema muscolo-scheletrico costituisce limpalcatura del nostro corpo: grazie a questo possiamo mantenerci
stabili e in equilibrio, nonch muoverci. Ogni movimento che effettuiamo in pratica reso possibile da: ossa,
muscoli ( sono in grado di allungarsi o contrarsi grazie ai legamenti e tendini), articolazioni ( permettono il
movimento), sistema nervoso ( d limpulso e coordina il movimento).
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Il bacino costituito da tre ossa fuse assieme (ileo, ischio e pube), a destra e a sinistra, con lultima parte della
colonna vertebrale. A destra e a sinistra il bacino si articola con il femore (osso della coscia, nonch osso pi
lungo del corpo).
Articolazioni
Le articolazioni possono essere fisse o mobili. Le articolazioni fisse, come quelle delle ossa del cranio, non
consentono alcun movimento delle ossa tra di loro. Le articolazioni mobili, invece, consentono i movimenti delle
ossa tra di loro. Le pi importanti articolazioni sono:
articolazione scapolo-omerale (spalla)
gomito
articolazione coxo-femorale (anca)
ginocchio
caviglia
articolazioni intervertebrali
MUSCOLI
Ogni muscolo costituito da cellule muscolari che hanno la capacit di contrarsi e rilasciarsi provocando
rispettivamente accorciamento ed allungamento del muscolo stesso.
Ogni attivit motoria, che richiede il controllo volontario dellindividuo, risulta possibile grazie alla contrazione
muscolare degli oltre 400 muscoli del nostro corpo, che ne rappresentano circa il 40% del peso totale.
Possiamo distinguere tre tipi di muscolatura:scheletrica,liscia e cardiaca.
I muscoli scheletrici,cio quelli che consentono i movimenti delle ossa,sono sotto il controllo della volont
dellindividuo:per questo vengono anche chiamati muscoli volontari. tali muscoli sono costituiti da tessuto
striato,elemento che li distingue dalla muscolatura dei visceri,che di tipo liscio. I muscoli lisci sfuggono al
controllo volontario dellindividuo,pertanto sono detti involontari; tali muscoli sono presenti negli organi cavi,
nei vasi sanguigni e nei dotti ghiandolari, a eccezione del cuore: esso infatti ha una motilit involontaria, ma
costituito da un tessuto muscolare particolare ( tessuto muscolare striato).
Evitare di stirare eccessivamente le strutture muscolo tendinee, la cute laddove vi siano parti lese, le articolazioni
immobili. Cercare di coinvolgere il paziente e farlo collaborare sempre se vi sono capacit residue.
Nei cambi di postura:
Evitare prese scorrette e poco sicure al fine di evitare infortuni per lOSS e di far del male al paziente.
Valutare sempre la collaborazione del paziente, e se lo stesso completamente immobile oppure non
collaborante, chiedere lintervento di un terzo operatore.
Informare sempre il paziente sulle manovre che si andranno ad eseguire; si otterr in questo modo maggiore
collaborazione.
Utilizzare eventuali ausili antidecubito.
Nei trasferimenti
Valgono le norme dette in precedenza.
In determinati pazienti si possono utilizzare particolari ausili quali sollevatori, cinghie con maniglie, dischi
girevoli, teli senza attrito.
Disporre la carrozzina vicino al letto, la poltrona, la barella, ecc.
REGOLE BASE PER LA CORRETTA MOVIMENTAZIONE
Prima di illustrare tutte le procedure di mobilizzazione del paziente e di movimentazione di carichi, bene sapere
quali sono le posture meno sovraccaricanti , da tenere a mente ogni qualvolta si approcci ad una azione di
movimentazione manuale.
Conservare lequilibrio. Lequilibrio tanto pi stabile quanto pi ampia la base di appoggio.
Flettere gli arti inferiori. Nellatto del sollevamento bene usare la muscolatura degli arti inferiori e non quella
della colonna. Pertanto non si deve mai piegare il busto in avanti ma si devono flettere le gambe .
Evitare la flessione del rachide. Come gi anticipato al punto 2, lo sforzo muscolare deve essere riservato agli
arti inferiori, mentre il tronco deve restare dritto.
Evitare latorsione del rachide, ma piuttosto, girarsi con tutto il corpo.
Avvicinareilpeso da sollevare. La forza necessaria per equilibrare un peso aumenta con laumentare della
distanza del peso dal corpo. Pertanto necessario ridurre il pi possibile tale distanza e quindi:
ridurre la distanza tra paziente ed operatore , nel sollevamento ed eventuale trasporto di un oggetto, tenere lo
stesso il pi vicino possibile al tronco.
Appoggiare un ginocchio sul letto. Ci utile sia per ridurre la distanza del peso (paziente) , sia per ridurre il
carico sulle colonna in tutte le operazioni che richiedono di stare chinati .
Prima di iniziare unattivit, preparare e posizionare correttamente il materiale da utilizzare per quel
determinato lavoro.
Ripartire il carico da movimentare. Quando si solleva un peso ad un lato del corpo si inclina il tronco dalla
parte opposta per bilanciare lo sforzo (es. sollevamento e trasporto di una valigia ). In questo caso il rachide deve
sopportare sia il carico complessivo, sia lo sforzo dei muscoli del tronco. E quindi necessario ripartire il peso sui
due lati.
Quando il carico eccessivo , lo sforzo dovr essere o suddiviso fra pi operatori, o compiuto utilizzando ausili
o attrezzature meccaniche (es. sollevapazienti).
Prima di parlare delle singole procedure necessario identificare la disabilit del paziente, perch questo
porta a muoversi con metodiche diverse.
Paziente non collaborante
Per paziente non collaborante si intende il paziente che non pu aiutare il movimento n con gli arti superiori n
con gli arti inferiori (es: tetraplegico, anziano allettato, paziente in anestesia generale, in coma,)
Paziente parzialmente collaborante
Per pazienti parzialmente collaboranti si intendono i pazienti che possono sfruttare una residua capacit di
movimento come ad esempio: emiplegico, paraplegico,paziente in fase di recupero funzionale ecc..)
La tetraplegia o quadriplegia una paralisi del busto e di tutti e quattro gli arti conseguente a un trauma o a
una malattia. Si distingue dalla paraplegiache coinvolge solamente gli arti inferiori.
Emiplegia: paralisi della parte sinistra o destra del corpo
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Per paralisi si intende la perdita totale o parziale (nel primo caso si parla di paralisi propriamente detta o plegia
- sebbene quest'ultima dizione, bench ampiamente utilizzata in clinica, non costituisca un vocabolo della lingua
italiana, ma solo una desinenza in termini come tetraplegia, paraplegia, etc. -, mentre nel secondo caso si parla
di paresi) non irreversibile della funzione motoria di un organo, causata da lesione del nervo motore o
da patologia di natura tossica, infiammatoria, o meccanico-traumatica del sistema nervoso o delle fibre muscolari.
POSTURE FONDAMENTALI
Posizione supina
Il piano de letto allineato.
La persona distesa sul piano del materasso: testa, tronco e arti sono allineati. Un cuscino posto sotto il
capo, e le braccia possono essere leggermente flesse( 30) e adagiate sul torace, oppure allineate lungo il
corpo;
Le ginocchia sono tenute in lieve flessione da un sostegno morbido, i talloni sono isolati dal materasso
mediante un sostegno morbido collocato sotto le caviglie. Sacchetti di sabbia possono essere utilizzati per
lallineamento degli arti inferiori.
Posizione prona
Il piano del letto allineato.
La persona distesa sul piano del materasso e poggia con la parte anteriore del corpo su questo.
Il capo della persona rivolto di lato, poggiando sul cuscino. Per gli arti superiori: quello corrispondente
alla direzione del volto flesso, con il palmo della mano adagiato sul materasso; laltro allineato lungo
il tronco, con il palmo della mano rivolto verso lalto.
Nelle donne un sostegno morbido collocato al di sopra e al di sotto del seno.
Nelluomo un sostegno morbido collegato al di sopra o al di sotto dei genitali.
Le gambe sono leggermente divaricate e separate luna dallaltra; sotto le caviglie posto un sostegno
morbido per consentire il posizionamento dei piedi.
Posizione laterale
Il paino del letto allineato oppure leggermente rialzato nella parte superiore.
La persona poggia sul piano del materasso con il fianco destro o sinistro.
La testa sostenuta da un cuscino. La spalla poggia sul materasso, ruotata lievemente verso lesterno. Il
braccio dello stesso lato adagiato in flessione sul materasso, con il palmo della mano rivolto verso
lalto; Laltro adagiato sul tronco in leggera flessione, nel caso sostenuto da un cuscino. Il tronco pu
essere sostenuto posteriormente da un cuscino, collocato tra il materasso e la schiena della persona.
La gamba del fianco in appoggio allineata o leggermente estesa rispetto al tronco, con il ginocchio in
lieve flessione. Il piede poggia lateralmente su un sostegno morbido che isola le prominenze ossee.
Laltra gamba piegata e poggia in avanti rispetto alla prima, su un cuscino.
Le coperte sono sollevate mediante un arcuccio.
Posizione semiseduta
Il piano del letto rialzato nella parte superiore (circa 45), oppure: i cuscini sono posti a lisca di pesce,
oppure: un cuneo di gommapiuma inserito a contrasto con la testiera.
La persona adagiata con il busto appoggiato sul piano rialzato; la testa allineata con il tronco mediante
un sostegno morbido posto sotto il collo o la nuca. E importante assicurarsi che il bacino poggi con la
giusta angolatura sul piano del letto. Le braccia son in posizione libera.
Le gambe sono leggermente flesse con un sostegno morbido posto sotto le ginocchia, oppure: la parte
centrale del letto lievemente angolata in modo da sostenere larticolazione del ginocchio. I talloni sono
isolati dal materasso mediante un sostegno morbido sotto le caviglie e un cubo di gommapiuma di
appoggio per la pianta del piede, posto a contrasto con la pediera.
Le coperte sono sollevate mediante un arcuccio.
Posizione seduta in letto
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Il piano del letto rialzato (circa 70), oppure: il solleva cuscino posto dietro la schiena, oppure: i
cuscini vengono disposti a scalare dietro la schiena della persona.
Il busto poggia sul sostegno; e la testa poggia su un cuscino sottile, in allineamento con il tronco. Le
braccia sono in posizione libera
Le gambe sono leggermente flesse con un sostegno morbido sotto il cuscino o in posizione libera.
LA MOBILIZZAZIONE
Il corretto posizionamento della persona fondamentale per garantire: il benessere, un adeguato allineamento del
corpo, e a prevenire eventi patologici posturali come:
lesioni da decubito,
complicanze respiratorie e vascolari.
Loperatore dovr avere una serie di attenzioni particolari e di conoscenze rispetto alla deambulazione, al
mantenimento delle posture corrette e al corretto utilizzo di presidi e attrezzature specifiche, riducendo le
sollecitazioni meccaniche per la schiena delloperatore.
Al fine della mobilizzazione,lOSS deve:
conoscere le posizioni che la persona non in grado di assumere,oltre a quelle che eventualmente
preferisce,se concesse,
predisporre il materiale e gli ausili necessari a portata di mano,
lavarsi le mani,
informare la persona e invitarlo per quanto possibile a collaborare,
posizionare il paravento, se necessario, per garantire la riservatezza,
allontanare eventuali ausili utilizzati per il posizionamento precedente,
assicurare la postura assunta non sia scomoda per il paziente,
riordinare ( il letto, i materiali, gli ausili).
Gli ausili
Gli ausili sono attrezzature e supporti utilizzabili per sostituire a funzione o posture alterate della persona. per
ognuno di essi pu essere richiesta una manutenzione ordinaria al fine di garantire la sicurezza,consiste in:
pulizia ed eventuali disinfezione di parti dellausilio ( es. tela della sedia a rotelle,impugnature della
stampella) o dellausilio stesso( es. solleva cuscini,corrimano).
Controllo periodico delle parti soggette a usura ( es. gommini delle estremit delle stampelle,cromatura
del deambulatore).
Lubrificazione di parti articolate ( es. ruote e poggiapiedi della sedia a rotelle).
Barra a trapezio: il trapezio un presidio attaccato alla testiera del letto che consente al paziente di usare gli arti
superiori per sollevare il tronco,per aiutare a spostarsi dal letto alla sedia a rotelle-poltrona.
Teli ad alto scorrimento: sono teli, di diverse misure, realizzati in materiale a basso attrito, che possono aiutare il
passaggio del paziente da piano a piano in assenza di dislivello (es. trasferimento letto-barella) oppure lo
spostamento del paziente a letto.
Tavoletta. E un asse in materiale rigido che in assenza di dislivelli consente di non sollevare il paziente durante
il trasferimento letto/barella ,si utilizzano in genere in associazione con un telo ad scorrimento.
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Tavole a rullo : si tratta di un tavola ricoperta da un telo rotante a basso attrito e alto scorrimento lunga almeno
175 cm. Come i teli ad alto scorrimento consentono la traslazione del paziente fra superfici situate alla stessa
altezza es ( trasferimento letto-barella).
Disco girevole: una pedana costituita da un disco girevole con superficie antiscivolo per la sicurezza del
paziente. Deve essere utilizzato per quei pazienti che riescono a reggersi in piedi da soli ma non riescono a
muovere i piedi. Infatti consente la rotazione in posizione eretta del paziente, serve ad esempio per lo
spostamento del paziente dal letto alla carrozzina .
Barelle regolabili in altezza. Molti ospedali sono ancora dotati di antiquate barelle ad altezza fissa e ci rende i
frequenti trasferimenti laterali letto/barella in reparto e i trasferimenti barella/tavolo operatorio estremamente
impegnativi sia dal punto di vista fisico che da quello logistico. La barella ad altezza variabile va da 50 ai 90 cm
, laltezza si pu regolare tramite pedale posto a lato piedi. un presidio indispensabile per rendere tali
operazioni meno traumatiche per operatore e paziente. La barella deve essere dotata di freni per bloccare le ruote
durante il trasferimento del paziente; deve inoltre essere dotata di sponde laterali completamente abbattibili e che
non sporgano rispetto al piano della barella durante le procedure di movimentazione dei pazienti.
Cintura ergonomica
Cintura munita di maniglie laterali e posteriori applicata alla vita del paziente che permette alloperatore di
guidarne il movimento nei passaggi da seduto a stazione eretta e viceversa; la cintura pu essere applicata oltre
che al paziente anche alloperatore offrendo un sostegno al paziente, in tutti i casi comunque preferibile fornire
al paziente un supporto di superfici di appoggio fisse ad esempio il bracciolo della carrozzina, il piano del letto o
idonee maniglie e corrimano.
Carrozzine/comode. Per quanto riguarda carrozzine e comode, bene che:
I braccioli possano essere tolti per facilitare il trasferimento letto/carrozzina e carrozzina/wc,
I poggiapiedi siano estraibili o ripiegabili allesterno,
Le ruote siano dotate di freni facilmente azionabili,
Lo schienale non sia troppo ingombrante.
Sollevatori:.I solleva pazienti sono ausili meccanici utilizzati per la movimentazione di pazienti totalmente non
collaboranti, pazienti particolarmente pesanti o in situazioni particolarmente difficili. Esistono diverse tipologie di
sollevapazienti: mobili o fissi, ripiegabili, a colonna, elettrici o a funzionamento manuali. Essi eliminano la
necessit di eseguire movimentazioni manuali nelle situazionieffettivamente pi pericolose quali:
Il sollevamento sul letto.
Il sollevamento dal letto alla carrozzina.
Il sollevamento dentro e fuori la vasca.
Il sollevamento da terra.
Il sollevamento di pazienti politraumatizzati e/o obesi
ORTESI
Per ortsi si intende un dispositivo medico, un tutore, un'apparecchiatura ortopedica o simili, utilizzati
in ortopedia o traumatologia nel trattamento di alcune patologie. uno strumento esterno utilizzato per aiutare il
paziente in una sua funzione.
La definizione di ortesi introdotta dall'Organizzazione Internazionale degli Standard dispositivo esterno
utilizzato al fine di modificare le caratteristiche strutturali o funzionali dell' apparato neuro-muscoloscheletrico.
Esempi di ortesi sono i collari cervicali, le cinture lombari steccate (o busti ortopedici), le ginocchiere, le
cavigliere, eccetera.
Funzione: La loro funzione , in genere, quella di garantire una immobilizzazione relativa di
un'articolazione colpita, per esempio, da traumi, artrosi, distorsioni dei legamenti o che abbia subito un intervento
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chirurgico. Un altro impiego delle ortesi quello concomitante alla riabilitazione o rieducazione funzionale.
L'ortesi pu essere utilizzata per ridurre il carico su un'articolazione e diminuirne il dolore e pu essere adoperata
a scopo preventivo in casi di osteoporosi o cedimenti ossei.
Oltre che in dinamiche e funzionali, a seconda dell'impiego per cui sono indicate, le ortesi possono essere divise
anche in ortesi fabbricate su misura (presso officine ortopediche) e ortesi standardizzate (prodotti industriali).
COLLABORARE NELL APPLICAZIONE ORTESI-TUTORE
SPOSTAMENTI
Si definisce spostamento il movimento allinterno o al di sopra di una stessa superficie es.( spostamento verso la
testiera del letto). Principi generali:
Soddisfare il bisogno di informazione del paziente spiegandogli cosa si vuole fare e come pu aiutarsi,
favorire la privacy.
evitare infortuni ed insegnare ad evitarli,
ogni operatore deve effettuare il lavaggio sociale delle mani,
le mani e gli avambracci degli operatori devono essere privi di anelli,braccialetti,orologio,
prima dello spostamento, si devono rimuovere eventuali raccoglitori/supporti ancorati al letto/poltrona; se
la persona portatore di drenaggi o ha in corso terapia infusiva , un operatore si occuper della loro
gestione durante lo spostamento,
al termine dello spostamento, porre gli oggetti utili e/o richiesti a portata di mano per lutente ( sistema
chiamata , bicchiere e bottiglia, occhiali , telecomando per la televisione, altro).
Evitare correnti daria.
Spostamento verso la testiera del letto per soggetto collaborante.
Scopo: spostare la persona verso la testiera del letto.
Materiale occorrenti:cuscini
Variante 2 operatore
Gli operatori si pongono entrambi allo stesso lato del letto, dopodich dovranno:.
Introdurre delicatamente le braccia sotto il corpo della persona,luno allaltezza del tronco,laltro delle
gambe,fino a far fuoriuscire le mani sullaltro fianco( gli operatori poggiano sulle gambe flesse e poste
luna davanti allaltra; durante la manovra il carico si sposta dallarto anteriore a quello posteriore).
Ruotare, in sincronia, la persona sul fianco, effettuando una trazione verso il proprio corpo.
Assicurare che la posizione assunta sia confortevole.
Lavarsi le mani
Annotare e riferire le eventuali osservazioni emerse durante lesecuzione della manovra.
Spostamento:dalla posizione laterale alla posizione seduta sul bordo del letto ( 1 operatore assistito
collaborante;2 operatori:assistito dipendente).
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Scopo: far assumere alla persona la posizione seduta sul bordo del letto.
Materiale occorrenti:cuscini
Tecnica di esecuzione:
Identificare la persona,informarla di quanto si sta per compiere e invitarla a collaborare per quanto sia
possibile.
Lavaggio sociale delle mani.
Preparare i cuscini e sistemarli a portata di mano anche su una sedia in prossimit del letto
Variante con 1 operatore
Porsi a lato del letto prescelto.
Far passare un braccio al di sotto della spalla del paziente,facendo leva per sollevare il busto verso lalto.
Contemporaneamente, con laltro braccio porre i piedi della persona oltre il bordo del letto, facendo leva
sul ginocchio esterno e spingendo verso il basso.
Aiutare la persona a portarsi seduta.
Sistemare dei cuscini dietro la schiena della persona, assicurarsi che la posizione assunta sia confortevole.
Sistemare il campanello di chiamata a portata di mano della persona.
Lavarsi le mani.
Registrare la prestazione sulla documentazione assistenziale, annotare e riferire eventuali osservazioni
emesse durante lesecuzione della tecnica.
Identificare la persona, informarla di quanto si sta per compiere e invitarla a collaborare per quanto si
possibile.
Lavarsi le mani.
Variante 1 operatore
Afferrare la persona per gli avambracci incrociati,passando sotto le sue ascelle.
Invitare il paziente a poggiare i piedi in terra e spingere,facendo leva su questi verso lo schienale
Oppure:
Invitare il paziente a far forza sugli arti superiori appoggiati ai braccioli e a sollevarsi verso lalto.
Sistemare eventualmente un cuscino dietro la schiena della persona,assicurandosi che la posizione assunta
sia confortevole
Annotare e riferire eventuali osservazioni emerse durante lesecuzione.
Variante 2 operatori
Gli operatori si pongono uno allo schienale della poltrona-sedia a rotelle,laltro dinanzi alla persona, in posizione
accovacciata con appoggio sfalsato dei piedi:
Il primo operatore afferrer la persona per gli avambracci incrociati,passando sotto le sue ascelle.
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Il secondo operatore afferrer le ginocchia della persona invitando la persona a far forza con le spalle
verso il basso durante la manovra.
Spostare la persona.
Sistemare eventualmente un cuscino dietro la schiena della persona,assicurandosi che la posizione assunta
sia confortevole.
Annotare e riferire eventuali osservazioni emerse durante lesecuzione della tecnica.
La poltrona deve essere posizionata al lato del letto,con lo schienale orientato al muro.
La sedia a rotelle deve essere parallela al letto;con lo schienale orientato al muro; in vista del
trasferimento del soggetto dipendente si deve azionare il freno,sfilare il bracciolo di ostacolo,sollevare i
poggiapiedi.
Informare il paziente del trasporto.
Posizionare il paziente correttamente sulla carrozzella.
Garantire sicurezza durante il trasporto.
Controllare che i piedi appoggino sulla pedana e che le braccia non oltrepassino i braccioli.
Verificare che non vi siano indumenti che strisciano sulle ruote o per terra.
Il paziente deve guardare in avanti per potersi orientare.
Durante il trasporto mantenere il dialogo con il paziente e controllare lo stato di benessere.
TRASFERIMENTI
Alzarsi dalla sedia
Scopo: aiutare il paziente ad alzarsi da una sedia.
Tecnica di esecuzione
Identificare la persona, informarla di quanto si sta per compiere e invitarla a collaborare per quanto si
possibile.
Lavarsi le mani.
Porsi davanti alla persona.
Invitare la persona a divaricare le gambe e flettere leggermente il tronco in avanti,afferrando gli
avambracci delloperatore con presa crociata.
Stabilizzare con il proprio piede quello del paziente, ponendo trasversalmente al proprio ( loperatore
dovr tenere le gambe flesse poste una avanti allaltra).
Invitare il paziente ad alzarsi facendo forza su gambe e braccia( durante la manovra loperatore dovr
spostare il carico dallarto anteriore a quello posteriore).
Annotare e riferire eventuali osservazioni durante lesecuzione della tecnica.
Far ruotare la persona verso la poltrona-sedia a rotelle sistemare eventualmente un cuscino dietro la
schiena della persona,assicurandosi che la posizione assunta sia confortevole
Annotare e riferire eventuali osservazioni emerse durante lesecuzione della tecnica.
Variante 2 operatori
Collocarsi rispettivamente ai due lati del letto.
Spostare la persona in prossimit del bordo del letto,facendogli assumere la posizione seduta, dopodich:
Un operatore si porr alle spalle della persona,afferrandola per gli avambracci incrociati,passando
sotto le ascelle.
Laltro operatore sosterr le gambe della persona allaltezza di cosce e caviglie, mantenendole
lievemente flesse.
Trasportare in sincronia la persona sulla sedia,invitandola a far forza con le spalle verso il basso nel
momento in cui avverr il trasferimento.
Sistemare eventualmente un cuscino dietro lo schiena della persona,assicurandosi che la posizione
assunta sia confortevole.
Annotare e riferire eventuali osservazioni emerse durante lesecuzione della tecnica.
LA DEAMBULAZIONE
Quando il paziente non pi autonomo o sicuro di camminare perch ha una alterazione di forza e
equilibrio,diventa essenziale educare ed assistere il paziente a deambulare( camminare) con ausili specifici
rispetto alle sue capacit.
Lobiettivo fondamentale nel fornire un ausilio per la deambulazione dare una mobilit sicura e indipendente.
I principali ausili di supporto della deambulazione sono : il deambulatore,il bastone e la stampelle.
Aiuto nella deambulazione senza ausili
La deambulazione permette al paziente di spostarsi nellambiente, consente di soddisfare i propri bisogni e
stimola la funzionalit di tutti i sistemi dellorganismo.
Ottenere lautonomia nella deambulazione, uno degli obiettivi pi importanti per il paziente. Modalit e
particolari vanno concordate con i fisioterapisti
1 operatore: paziente collaborante.
Loperatore aiuta il paziente ad alzarsi in piedi; si aiuta lassistito nella deambulazione, in particolare:
Camminandogli dietro, si sostiene la persona con le mani poste lateralmente al torace.
Camminandogli davanti, si sostiene la persona con le mani poste lateralmente al torace oppure offrendole gli
avambracci come punto di appoggio;
Camminandogli al fianco; loperatore sostiene il paziente prendendolo o facendosi prendere sottobraccio;
Si effettua il percorso prestabilito;riaccompagna lassistito al letto/ poltrona, aiutandolo a posizionarsi.
In alcuni casi pu essere utilizzata, su indicazione del fisioterapista, una cintura provvista di maniglia, per
garantire una maggiore sicurezza al paziente.
Importante
Loperatore socio sanitario deve immediatamente far sedere il paziente al comparire di vertigini o di sensazioni di
svenimento, proteggendolo da eventuali traumi.
Comunicare immediatamente allinfermiere la presenza nella deambulazione di sintomi come sudorazione
profusa , pallore, nausea, vertigini.
Istruire il paziente riguardo limportanza dellutilizzo di calzature sicure dotate di suola antisdrucciolo e
assicurarsi che lambiente sia in ordine e che i pavimenti non siano scivolosi( umidi, o bagnati) prima di fare
deambulare il paziente.
I principali ausili di supporto della deambulazione sono : il deambulatore,il bastone e la stampelle.
Il deambulatore un ausilio leggero e maneggevole, il pi stabile e si usa di solito come primo passo verso
lindipendenza del cammino.
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Il tipo pi sicuro per lanziano il modello a 2 ruote e a 2 puntali. Inoltre costringe la persona che lo utilizza ad
un allineamento posturale corretto. utile ( es. dopo frattura del bacino, anca e gambe, malattia di Parkinson,
ecc.)
Caratteristiche del deambulatore: deve avere la giusta altezza,ossia arrivare fino alle anche ( le gambe sono
solitamente allungabili) e i gomiti del paziente devono essere flessi a 30.
USO DEL DEAMBULATORE
Posizionare il deambulatore di fronte alla persona.
Far appoggiare le mani sulla barra del deambulatore sostenendo il paziente da un lato.
Far muovere il deambulatore in avanti,assicurandosi che i quattro sostegni poggino bene sul pavimento e,
successivamente, sollecitare il paziente a fare un passo alla volta;
Durante la deambulazione far tenere la schiena eretta e la testa in avanti.
Al termine della deambulazione far appoggiare le mani sui braccioli della poltrona e sostenerlo di lato per
aiutarlo a sedersi. Avvicinare gli effetti personali e il campanello.
Il bastone un dispositivo piccolo e leggero, in legno o metallo con la parte distale ricoperta da gomma
antiscivolo. Fornisce un supporto minore rispetto al deambulatore e alle stampelle,ed in effetti utile per quei
pazienti che sostengono il proprio peso ma che necessitano di un supporto per lequilibrio o che presentano un
deficit di forza limitato ad un solo arto inferiore. Il bastone garantisce una ulteriore base dappoggio durante la
deambulazione e va tenuto dal lato del corpo pi forte. Quando il paziente deve salire o scendere le scale,
importante educare la persona, oltre luso del bastone anche a salire con l arto inferiore pi forte e scendere
ponendo avanti l arto pi debole.
Vi sono tre tipi di bastone: il bastone con manico amezza luna ( adatto a persone che necessitano di un supporto
minimo), il bastone con manico dritto ( adatto a persone con deficit di forza nelle mani ma senza disturbi
dellequilibrio) e il bastone a tre piedi , detto tripode, o quattro piedi, detto tetrapode ( adatto a persone con
deficit dellequilibrio in quanto la base dappoggio pi ampia rispetto agli altri tipi di bastone).
Caratteristiche del bastone: deve avere la giusta altezza,ossia arrivare fino alle anche e i gomiti del paziente
devono essere flessi a 30 durante la presa.
Uso e assistenza durante la deambulazione:
Avanzare il bastone di circa 15-30 cm e poi far avanzare la gamba con limitazione fino a livello del
bastone .
Mentre il bastone e la gamba con limitazione sostengono il peso del paziente far avanzare la gamba pi
forte avanti al bastone, il tallone dovrebbe arrivare leggermente oltre il bastone.
Durante la deambulazione sollecitare la persona a mantenere la schiena eretta e la testa in avanti.
Le stampelle vengono utilizzate prevalentemente quando il paziente deve deambulare senza caricare il proprio
peso su un arto inferiore. Vengono utilizzate, ad esempio, nelle persone con distorsioni, fratture, apparecchi
gessati o dopo interventi chirurgici. Le stampelle possono essere di metallo o di legno e si distinguono in lunghe,
che si estendono dal pavimento alle ascelle, ed in corte,che si estendono dal pavimento allavambraccio. Le
stampelle da avambraccio hanno una maniglia per le mani ed una banda di metallo per sostenere lavambraccio
del paziente. Le stampelle lunghe sono imbottite nella parte prossimale cosi da non comprimere eccessivamente
lincavo ascellare e presentano una barra trasversale a livello dei palmi delle mani per sostenere il peso.
importante che le stampelle siano della lunghezza appropriata e per questo vanno misurate.
La sindrome da immobilizzazione
Il movimento, oltre che permettere alluomo di interagire con lambiente, contribuisce a migliorare
la funzionalit dei principali apparati dellorganismo:
lapparato respiratorio.
Lapparato cardiocircolatorio.
Le persone affette da malattie che comportano una ridotta mobilit e in generale gli anziani costretti a letto sono
spesso soggetti a una serie di alterazioni in tutto lorganismo che vengono definite nel loro insieme sindrome da
immobilizzazione, inizialmente reversibile, pu progredire fino a disfunzioni e danni irreversibili, nellanziano
costituisce unimportante causa di morte.
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La SDI o sindrome da allettamento dunque un insieme di segni e sintomi a carico dei vari organi ed apparati che
si manifesta quando una persona costretta a letto per un lungo periodo di tempo;si manifesta facilmente negli
anziani dove anche pochi giorni di letto sono a volte sufficienti per provocarla.
Persone a rischio.
Ricoveri ospedalieri per patologie acute( polmonite, infarto, ictus, scompenso cardiaco, ecc..)
Ricoveri ospedalieri per fratture.
Politraumatizzati.
Patologie neurologiche.
Persone anziane al domicilio in situazione di abbandono e trascuratezza.
Portatori di apparecchi gessati.
A tutto questo si deve aggiungere uno stato di salute precario ed un decadimento cognitivo e
comunque generale.
Ora vediamo come un prolungato allettamento pu portare a danni secondari, che colpiscono
diversi organi e apparati:
Apparato respiratorio: lespansibilit della gabbia toracica ridotta dalla posizione in letto o poltrona,per
lappoggio sul piano del letto o sulla spalliera. Il mantenimento di una ventilazione efficace richiede quindi
maggiore sforzo,ma facile che lanziano sviluppi una ipoventilazione, con il ridotto afflusso di ossigeno e
laccumulo di anidride carbonica come esito della respirazione alterata : questa situazione favorisce lo sviluppo,
nel tempo, di una insufficienza respiratoria cronica.
Inoltre la posizione supina protratta rende meno efficiente il meccanismo della tosse e lazione di ciglia e muco,
due importanti meccanismi di difesa rispetto alle particelle inalate: i microrganismi riescono quindi a penetrare
pi facilmente nelle vie aeree,favorendo infezioni respiratorie es bronchiti e polmoniti .
Apparato cardiocircolatorio: il sistema circolatorio si adatta alla riduzione di movimento con una riduzione
della frequenza cardiaca. Tipica lipotensione da allettamento, che pu portare da sola a impedire la stazione
eretta. Anche il sistema venoso compromesso,con n rallentamento del circolo soprattutto negli arti inferiori,
predisponendo cos la persona a complicanze es trombosi.
Apparato locomotoreper quanto riguarda lo scheletro losso un tessuto e per svolgere in modo
ottimale le sue funzioni ha bisogno di essere ben irrorato e mantenuto in movimento.
Lallettamento, soprattutto nelle persone anziane, favorisce, i processi di decalcificazione, con
conseguente dolore e un non trascurabile rischio di fratture patologiche. Per quanto riguarda i
muscoli diventano ipotrofici e vi una riduzione del tono muscolare. con conseguente difficolt
durante i banali movimenti.
Apparato gastrointestinale: rispetto alleliminazione fecale, caratteristica al stipsi: dimostrato che lattivit
fisica stimola la peristalsi, cio i movimenti intestinali che favoriscono la progressione delle feci nellintestino
fino alla defecazione . a letto la posizione non fisiologica e limbarazzo della situazione funzionano da inibitori
della defecazione, con risalita delle feci nel colon e stasi di materiale fecalomi la stipsi perdura si possono
formare i fecalomi( masse fecali secche e dure). In diversi casi lalterazione intestinale esita in incontinenza, con
la necessit adozione di pannoloni.
Apparato tegumentario: una riduzione della circolazione cutanea per eccessiva pressione
esercitata dal peso corporeo e conseguente facilitalo sviluppo di lesioni da decubito.
Inoltre si pu avere confusione mentale , infatti la permanenza a letto e in uno stesso ambiente rende tutti i giorni
uguali, rendendo confuse le parti della giornata o perfino lalternarsi del giorno e della notte, sino allinversione
del ritmo sogno- veglia.
Dal punto di vista emotivo la persona si presenta passiva,con tendenza a dipendere dagli altri, caduta del tono
dellumore, fino a un vero e proprio stato depressivo. Per quanto riguarda il sistema neuromotorio, vi un
alterazione stabile dellequilibrio, che rende impossibile la stazione eretta senza sostegno.
Un evento frequente la ritenzione urinaria, aumentata da una stasi fecaleconcomitante che comprime sul collo
della vescica. La ritenzione condizione predisponente alle infezioni urinarie: infatti il ristagno di urine che si
crea in vescica e quindi il formarsi di sedimento su suo fondo favoriscono linsediamento di agenti microbici.
Alterazioni dellorganismo derivanti da ridotta mobilit:
Alterazione dellequilibrio.
Confusione e disorientamento.
Depressione, demotivazione.
Indebolimento muscolare.
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Per una tale portata di effetti nessuna cura potr mai essere efficace abbastanza. Ecco perch importante
PREVENIRE questa sindrome anzich curarla. Indicheremo in sintesi il contributo che lOSS pu fornire in
queste situazioni, fermo restando che in questi casi la pianificazione infermieristica dovr dare indicazioni mirate
rispetto al singolo anziano.
Si deve sottolineare che, contrariamente a quanto si crede, sono veramente poche le situazioni di malattia che
richiedono un riposo assoluto, e comunque, in alternativa sempre possibile posizionare la persona almeno seduta
semiseduta: ci intanto facilita le funzioni respiratorie e circolatorie. Altrettanto spesso possibile far fare alla
persona qualche passo nel corso della giornata, ad esempio per le attivit quotidiane come andare in bagno,
recarsi a pranzo, eventualmente con laiuto degli ausili. Questo utile anche per prevenire i disturbi intestinali,
urinari e i disturbi di equilibrio.
Se proprio la persona non pu alzarsi , sar comunque possibile un minimo di mobilizzazione degli arti inferiori
in letto, evento che incide positivamente sul ritorno venoso e sullattivit cardiaca, nonch prevenire le alterazioni
muscolo-scheletriche: queste manovre necessitano di una valutazione medica o infermieristica preliminare,
perch eventuali alterazioni circolatorie potrebbero controindicare la mobilizzazione degli arti inferiori.
Allanziano o ai suoi familiari potrebbero essere insegnati piccoli esercizi da svolgere nella giornata: ( es. cambi
posizione, fare piccoli esercizi di ginnastica per stimolare il movimento del collo, braccia e gambe). importante
in ogni caso non utilizzare coperte pesanti che ostacolano i movimenti o, se necessario, sostenerle con gli appositi
archetti.
Un programma regolare di attivit, esercitata autonomamente dallanziano p con laiuto di altri, permette
direttamente o indirettamente di stimolarlo, mantenendo in contatto con lambiente, non in ultimo dargli fiducia
verso ci che pu ancora fare.
Una particolare conseguenza della sindrome da immobilizzazione: le lesioni da compressione.
Una delle conseguenze di tale sindrome rappresentata dallo sviluppo di lesioni da compressione, alloperatore
socio sanitario sono pertanto richieste conoscenze specifiche rispetto alla corretta gestione di perone portatrici di
lesioni: tali conoscenze non sono solo orientate alla cura, bens a una serie di manovre e attenzioni quotidiane che
rivestano un ruolo importante nella prevenzione delle lesione stesse.
Si definisce lesione da compressione o da decubito una lesione tissutale, con evoluzione necrotica, che interessa
la cute, il derma e gli strati sottocutanei, arrivando a raggiungere, nei casi pi gravi, i muscoli e le ossa.
Stadi delle lesioni:
Stadio I: eritema fisso ( che non scompare alla digitopressione) della cute integra.
Stadio II: ferita a spessore parziale coinvolge lepidermide e/o il derma: la lesione superficiale e si presenta una
vescicola o abrasione.
Stadio III: ferita a tutto spessore che implica danno e necrosi del tessuto sottocutaneo e che si pu estendere fino
alla fascia muscolare.
Stadio IV: ferita a tutto spessore con estesa distruzione dei tessuti, necrosi e danno ai muscoli, ossa o strutture di
supporto es ( tendini ecc.) .
Nella posizione supina, le sedi interessate saranno le seguenti: sacro, processi spinosi, scapola,
nuca e talloni.
Nella posizione laterale: trocanteri, cresta iliaca, malleoli, bordo esterno del piede, ginocchio,
spalla, gomito, padiglioni auricolari
Nella posizione prona: zigomi, regione temporale, padiglione auricolare, arcate costali, cresta iliaca.
Nella posizione seduta: gomito, coccige, ischio, regioni compresse dai bordi della sedia.
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Sono principalmente quattro i fattori di rischio che concorrono allo sviluppo delle lesioni, la cui conoscenza
risulta fondamentale per sviluppare il programma di prevenzione: la pressione, le forze di stiramento o di
taglio , lattrito o frizione, la macerazione.
La pressione: definita pressione una forza applicata perpendicolarmente a un unit di superficie. La
lesione si sviluppa quando la forza tra superficie corporea e piano dappoggio superiore alla pressione
di circolazione a livello capillare, che di circa 32 mm Hg : qualsiasi livello di compressione superiore a
questo valore impedisce lapporto di sangue ( e di ossigeno) allarea interessata.
Le forze di stiramento o di taglio: si verificano quando una persona posizionata nel letto o sulla
poltrona tende a scivolare verso il basso, oppure quando viene spostata dal letto alla barella: in tali casi la
cute e i tessuti sottostanti vengono sottoposti a trazioni in direzione opposta, con conseguente scollamento
dei tessuti molli e ostruzione vascolare, che provocher ischemia e necrosi.
Lattrito o frizione: deriva dallo sfregamento della cute con un altra superficie e determina una perdita
di cellule epidermiche e, in molti casi, flittene ( piccole bolle cutanee contenenti liquido serioso). Forza di
attrito vengono generalmente durante gli spostamenti del paziente nel letto: a tal proposito importante
evitare il trascinamento, procedendo a sollevare la persona, magari ricorrendo allutilizzo di un telo di
trasporto.
La macerazione: indica il rammollimento della cute per la prolungata esposizione a umidit eccessiva,
determinata da incontinenza urinaria e fecale, sudorazione profusa. Le cellule epiteliali vengono quindi
danneggiate da agenti tossici o chimici, e le modificazioni del ph comporta una maggiore suscettibilit
della cute allo sviluppo di lesioni.
Le lesioni da compressione si sviluppano maggiormente nella parte bassa del corpo, in modo particolare:
Sacro ( 36-43%).
Grande trocantere (12-17 %).
Tallone (11-12%).
Tuberosit ischiatiche ( 5-15%).
Malleoli laterali ( 6-7%).
In teoria,per, una lesione pu insorgere in qualsiasi punto di contatto tra il corpo e un piano dappoggio.
Prevenzione delle lesioni da compressione
Una delle mansioni in cui viene coinvolto l'OSS nell' assistenza al paziente la prevenzione e trattamento delle
piaghe da decubito.
E' pertanto molto utile l'utilizzo da parte di tutti gli operatori di particolari protocolli e procedure da rispettare per
la giusta prevenzione e trattamento.
La causa primaria delle lesioni la pressione (forza peso) che agisce sulla cute quando un paziente si trova in
stato di immobilit prolungata. Se tale pressione supera quella sanguigna dei vasi (arterie, vene e capillari) il
risultato la morte dei tessuti per anossia.
Oltre al peso corporeo, tra le causa di formazione di piaghe ci sono la forza di frizione e di taglio che vengono
esercitate sul paziente quando si trova a letto per lungo tempo.
In particolare, la forza di frizione agendo dall'esterno provoca nella cute una riduzione di spessore e conseguente
lesione.
Se il paziente alettato soffre anche di malattie croniche, come il diabete o malattie vascolari, la percentuale di
sviluppare lesioni da decubito aumenta drasticamente.
Ovviamente anche l'et avanzata influisce negativamente aumentando il rischio .
Per quanto riguarda la prevenzione e il trattamento le regole da rispettare sono queste:
- Educare il paziente e la famiglia, cio nel corso delle operazioni l'operatore socio sanitario , cos come
l'infermiere, devono spiegare sempre lo scopo di esse. Perch vengono attuate tali procedure di prevenzione. E'
molto importante spiegare al paziente anche come prevenire le lesioni cutanee, come riconoscerne i segnali e, in
caso di trattamento, spiegare quali sono i materiali che si stanno utilizzando e lo scopo.
-La Valutazione del rischio, su indicazione dellinfermiere, va fatta preventivamente nella struttura per ogni
paziente e viene valutato se egli in grado di deambulare autonomamente o in maniera assistita, ecc.
In caso di rischio reale bisogna:
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- ridurre il pi possibile le forze di tagli e frizione evitando scivolamenti sul letto e strofinio contro le lenzuola.
-evitare la durata delle pressione sulla pelle facendo spesso cambi di posizione, almeno ogni 2 ore ma sono
preferibili tempi pi brevi.
- il cambio posizione va effettuato secondo le indicazione dellinfermiere, consigliato usare uno strumento
operativo che comprenda: ora,posizione, tipo di assistenza,osservazione.
nel caso di persone a rischio lesioni importante
- l'utilizzo di dispositivi per il sollevamento
-evitare movimenti bruschi nello spostamento
-evitare contatti con le zone sottoposte a rischio lesione
-per proteggere i talloni e le dita del piede dal peso delle coperte, posizionare archetti solleva coperte.
-L'alimentazione, una dieta equilibrata importante per ridurre i rischio lesioni da decubito. Se il paziente si
alimenta in modo corretto le piaghe e le ferite guariscono pi facilmente. E' utile l'assunzione di liquidi e sali
minerali e in particolare monitorare le calorie e lapporto di proteine.
E' indispensabile che l'OSS verifichi quotidianamente che il paziente segua una dieta variata ed assuma una
quantit di cibo adeguata.
- l'Igiene personale, pi pulita la cute e meno frequenti sono le lesioni cui essa soggetta. Pertanto l'operatore
socio sanitario deve attuare tutti gli interventi per rendere la pelle integra ed elastica . Molto utili sono l'acqua
tiepida, prodotti per la pulizia del corpo con Ph neutro, asciugamani e tovaglie di cotone morbido e soprattutto
puliti e l'uso di prodotti che idratano la pelle. La pelle va asciugata evitando frizionamento.
-Igiene della postazione del paziente (letto, ecc.), l'igiene della postazione dell'utente va curata nel dettaglio. Per
il letto indicato
- l'uso di lenzuola e traverse morbide e soprattutto monouso.
-limitare l'uso di cerate per far traspirare la pelle.
-Luso di cuscini antidecubito, materassi antidecubito, archetti alzacoperte ecc.
-usare biancheria intima pulita e di tessuti leggeri e freschi (cotone, ecc.)
-L'incontinenza del paziente un aspetto che l'operatore socio sanitario deve curare per prevenire le lesioni da
decubito. Essa causa di elevata macerazione e lesione della pelle. Pertanto bisogna:
-controllare spesso il paziente
- eseguire l'igiene personale frequentemente
-controllare la cute spesso
-utilizzare presidi specifici (pannoloni,) evitando sfregamenti tra la pelle e la superficie del presidio.
TRASMETTERE ALLINFERMIERE
Effettuazione della prestazione ed orario.
Stato della cute:
eritema ( macchie rosse)
flittene ( bolle sierose o ematiche, nere);
macerazione ( danno dei tessuti superficiali e profondi)
Lesioni da decubito multiple
Necrosi ( morte cellulare definitiva)
Prodotti utilizzati.
Ora in cui deve essere fatto il cambio di posture successivo.
Grado di autonomia del paziente.
Stato di idratazione del paziente, quantit e tipo di dieta che assume .
IMPORTANTE
Non dimenticare materiali sul letto.
Verificare che nel letto non ci siano pieghe. Tirare bene le lenzuola.
Mantenere una corretta igiene della persona.
Rispettare gli orari, la consegna e trasmettere correttamente le informazioni.
TRATTAMENTO DELLE LESIONI DA DECUBITO
STADIO I: Eritema della cute sana che non scompare alla digitopressione. Larea pu essere dolente, indurita,
molle pi calda o pi fredda rispetto ai tessuti circostanti.
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QUANDO
Tutti i giorni;
Ogni 3-5 giorni per medicazioni con idrogel e schiume in poliuretano.
CHI
Infermiere
OSS
Lo stato mentale
Lattivit \ deambulazione
La mobilit
Lincontinenza
Valutazione del rischio secondo la scala di Norton
Condizioni fisiche
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SCALA DI BRADEN
Percezione sensoriale
Umidit cutanea
Attivit ( grado di attivit fisica)
Mobilit ( capacit di controllare e modificare la posizione del corpo)
Alimentazione
Frizione e scivolamento
Il punteggio da dare a ciascun parametro va da 1 a 4, eccezione fatta per il parametro frizione-trazione cha va da
1 a 3.
Un punteggio minore o uguale a 16 indicativo di rischio.
CAPITOLO 4
4.1 I parametri vitali
La rilevazione dei parametri vitali unabilit indispensabile, che lOSS deve possedere al fine di individuare ed
evitare situazioni a rischio.
I parametri vitali sono:
-
Pressione arteriosa
Frequenza cardiaca
Frequenza respiratoria
Temperatura corporea
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Saturazione
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Allet in quanto la pressione aumenta rapidamente nei primi giorni di vita dopo la nascita e cresce poi
lentamente durante tutta la vita.
Al sesso in quanto rispetto a quelli delluomo, la donna ha livelli pressori pi bassi.
Alla gravidanza in quanto nei primi tre mesi di gravidanza la pressione tende ad abbassarsi; solo dopo il
secondo trimestre la pressione rientra nei valori normali.
Alle stagioni in quanto nel periodo estivo la pressione si tiene pi bassi rispetto a quelli abituali
Allo stato psicologico in quanto la pressione varia al variare dello stato psicologico del paziente
Fonendoscopio
Sfigmomanometro
Guanti monouso
Scheda per annotare i valori
MATERIALE OCCORRENTE
7.
8.
9.
10.
Identificare il paziente
Far riposare il paziente 10 min prima della rilevazione
Effettuare il lavaggio sociale delle mani
Indossare i guanti
Mettere il pz nella giusta posizione
Sistemare i polpastrelli di indice medio e anulare allaltezza della faccia interna del polso senza utilizzare
il pollice perch potremmo sentire le nostre stesse pulsazioni. Il pollice viene messo sulla parte dorsale
del polso.
Esercitare una lieve pressione sullarteria tale da consentire di percepire le pulsazioni
Contare con lorologio i battiti in un minuto
Annotare il valore e confrontarlo con i precedenti
Riferire il valore allinfermiere
Se i battiti sono Ritmici contare i battiti per 30 sec e poi moltiplicare il valore per due; in caso di aritmia i battiti
dovranno essere contati per tutto il minuto.
La FC varia a seconda dellet e di alcuni fattori fisiologici aumentando o diminuendo di numero.
ALTERAZIONI DEL POLSO
Bradicardia una diminuzione del numero di battiti in un minuto minore di 50.
Tachicardia un aumento del numero di battiti cardiaci in un minuto maggiore di 100.
BREVI CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA DELLAPPARATO RESPIRATORIO
L'apparato respiratorio costituito funzionalmente da due differenti parti anatomiche:
la gabbia toracica, costituita da 12 paia di coste, 12 vertebre toraciche e sterno, che fornisce il supporto
strutturale
i muscoli, in particolare diaframma e muscoli intercostali, che permettono l'allargamento della gabbia
toracica e quindi l'espansione polmonare
le vie aeree superiori sono costituite da:
naso esterno e cavit orale
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FREQUENZA RESPIRATORIA
Per frequenza respiratoria intendiamo il numero di atti respiratori in un minuto.
I valori normali in un adulto sano sono 12-20 atti respiratori al minuto.
Eupnea: indica la respirazione regolare e tranquilla dell'individuo.
MATERIALE OCCORRENTE
Identificare il paziente
Far riposare il paziente 10 min prima della rilevazione
Effettuare il lavaggio sociale delle mani
Indossare i guanti
N.B Cercare di effettuare la rilevazione senza che il paziente se ne accorga, altrimenti si potrebbe falsare la
rilevazione aumentando o riducendo gli atti respiratori.
Porre il paziente in una posizione comoda e confortevole , la posizione preferenziale quella seduta.
Porre una mano sul torace del paziente e contare in un minuto gli atti respiratori
In caso di alterazione dei valori normali, deve essere comunicata allinfermiere il quale provveder a costatare
nuovamente il parametro e comunicarlo al medico di turno.
LA FEBBRE
Monitorare la temperatura corporea del paziente importante perch , quando ci sar un aumento di questultima
parleremo di febbre. La febbre un innalzamento della temperatura corporea dovuto ad unalterazione dei
meccanismi di regolazione termica dellorganismo e, in particolare alla dissociazione tra produzione di calore e
dispersione di questultimo. La TC si misura in gradi centigradi( C)
Ambito di competenza
La rilevazione eseguibile dallOSS.
LOSS informa linfermiere o il medico su valori di temperatura corporea superiori a 38C .
Gli obiettivi della procedura
Ottenere dati di base relativi alla temperatura corporea
SEDI DI RILEVAZIONE
La TC si pu misurare in 4 punti dellorganismo umano, che sono:
- la bocca
- orecchio (con termometro ad ultrasuoni)
-retto
- ascella (sede di elezione per la rilevazione della TC)
La misurazione della temperatura corporea si effettua tramite un termometro per uso medico. Il valore riportato
dallo strumento e a seconda della modalit di misurazione si distinguono tre diverse temperature:
Temperatura rettale, ottenuta inserendo l'ampolla del termometro nel retto per via anale. In questo caso si
considera febbre una rilevazione superiore ai 38C. Range( 34.4-37.8) C
Temperatura orale, ottenuta tenendo l'ampolla in bocca. Si considera febbre una temperatura superiore ai 37,5C.
Range ( 36-37.6) C
Temperatura ascellare, ottenuta tenendo l'ampolla nell'incavo dell'ascella. Si considera febbre una temperatura
pari o superiore a 37,2C. Range ( 35.5-37.0) C
Timpanica range ( 35.6-37.4) C
Fattori che influenzano la temperatura :
Fattori fisiologici: Esercizio fisico, ormoni sessuali e tiroidei, alimentazione.
Fattori emotivi: Ansia, ira, e le emozioni in genere.
Et
Fattori che influenzano la temperatura :
Fattori fisiologici: Esercizio fisico, ormoni sessuali e tiroidei, alimentazione e ritmo circadiano.
Fattori emotivi: Ansia, ira, e le emozioni in genere.
Et
N.B. Sebbene il termometro a mercurio sia lo strumento pi utilizzato, offrendo un riferimento sicuro, il
termometro tradizionale ha anche
alcuni svantaggi legati alla lentezza della misurazione, alla fragilit, ma principalmente alla tossicit del mercurio
e alle difficolt legate al suo smaltimento. Tuttavia la Comunit Europea sta gi prendendo dei provvedimenti
per ridurre le emissioni e l'utilizzazione: vietata la produzione dei termometri al mercurio .
Misurazione della temperatura rettale
E un metodo di rilevazione della temperatura interna.
Il termometro va inserito nellorifizio anale, va appoggiato sulla parete del retto al fine di misurare la temperatura
del sangue sullarteriaemorroidaria.
Controindicazioni.
Persone agitate o in grado di collaborare.
Alterazioni a carico del retto ( per esempio, emorroidi)
Interventi chirurgici rettali o perianali.
Traumi a carico del retto ano.
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Avvertenza; il termometro pu rompersi provocando lesioni a carico del retto e/o ano.
Precauzioni.
Inserire il termometro con cautela con un leggero movimento rotatorio per evitare lesioni.
Rispettare la privacy della persona.
Rispettare scrupolosamente le norme di igiene.
Procedura nelladulto:
1. lavare le mani
2. Informare la persona su ci che viene fatto e chiederle di assumere ( o aiutarla a farlo) una posizione
confortevole
3. Togliere il termometro dal contenitore. Se stato immerso nel disinfettante risciacquarlo in acqua fredda
e asciugarne la punta con una garza
4. Scuotere il termometro per far abbassare la colonnina di mercurio al di sotto di 35 C, controllare che il
mercurio si trovi dentro il bulbo; Controllare che non vi siano processi infiammatori nellano. Procedere
con lintroduzione del termometro nellano dopo averlo lubrificato.
5. Posizionare bene il bulbo del termometro 6 8 mm allinterno. Attendere il tempo necessario (2 4
minuti) e togliere il termometro.
6. Sfilare il termometro, asciugarlo e leggere la temperatura. Annotare la temperatura rilevata e
riposizionare la persona se necessario
7. Procedere alla pulizia e disinfezione del termometro, riporre il materiale utilizzato ed eliminare i rifiuti
8. Lavare le mani; Avvisare il medico valori T.C. superiori a 38
Misurazione della temperatura corporea auricolare
Lorecchio rappresenta il punto ideale per la misurazione della temperatura corporea in quanto il timpano rileva in
tempo reale i cambiamenti della temperatura trasmessi dallipotalamo, la ghiandola del cervello responsabile del
controllo della temperatura corporea. In tutti gli altri punti di misurazione la temperatura corporea varia con un
ritardo temporale. Non quindi corretta la comparazione tra la misurazione allorecchio e quella orale o ascellare
o rettale. Questo metodo particolarmente indicato nei bambini e in qualsiasi situazione dove sia necessario
ridurre i tempi di rilevazione.
Procedura
Lavarsi le mani.
Far assumere al soggetto una posizione comoda.
Coprire la punta della sonda con un cappuccio monouso.
Inserire la sonda nel canale auricolare in modo da otturare perfettamente lapertura ( non necessario fare
pressione)
Rilevazione della temperatura corporea
Chiedere al paziente di limitare i movimenti della testa mentre si rileva la temperatura.
Rimuovere la sonda dallorecchio non appena si sente il segnale sonoro.
Rilevare la temperatura.
Eliminare il cappuccio monouso.
Avvisare il medico valori T.C. superiori a 38
TRASMISSIONI:
- Allinfermiere: temperature superiori e inferiori a quelle di normalit (36-37 C)
- In caso di ipertermia precisare i sintomi del paziente (dolore, brivido, iperidrosi)
- Se la TC superiore ai 38 gradi linformazione allinfermiere deve essere tempestiva
IMPORTANTE:
- Non dimenticare il termometro a mercurio nel letto del paziente
- In caso di grave ipertermia (legata anche ad altri sintomi, per esempio a brivido) avvisare direttamente e
tempestivamente linfermiere
La febbre pu insorgere lentamente o bruscamente.
La febbre accompagnata da intenso calore o rossore al volto, occhi lucidi, senso di inappetenza, stipsi, nausea,
dolori muscolari diffusi, tachicardia, ipertensione, tachipnea, dispnea, cefalea, in casi pi gravi delirio e
convulsioni.
TERMOMETRI
Termometro digitale
Dotato di maxi display per agevolare la lettura. Particolarmente indicato in pediatria, poich non
presenta rischi di rottura e di tossicit. impermeabile all'acqua; possiede la memoria dell'ultima
misurazione; si spegne da solo e ha un indicatore automatico di fine misurazione.
Termometro elettronico digitale parlante
Si tratta di un termometro speciale concepito per i non vedenti. Attraverso un segnale acustico di fine
misurazione e una voce elettronica possibile sapere il valore in gradi della temperatura corporea
rilevata. Lo strumento possiede un tasto (speaker) che pu essere pressato per riascoltare la
misurazione effettuata e un display di facile lettura. Caratteristiche generali: campo di misurazione
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Sonda flessibile Memoria dell'ultima misurazione Si spegne automaticamente dopo circa otto minuti
Termometro auricolare a infrarossi
Si tratta di un termometro digitale auricolare che misura, in un secondo, i raggi infrarossi generati
dalla membrana timpanica e dal timpano. Un microprocessore interno calcola l'esatta temperatura
corporea e la evidenzia direttamente in cifre sul grande display digitale. Emette un segnale luminoso
ed un beep per confermare l'accuratezza della misurazione effettuata. Inoltre avvisa se il termometro
non in posizione corretta. Possiede, infine, una funzione di memoria che in grado di registrare fino
ad otto misurazioni.
Termometro clinico ecologico (Termometro che elimina la problematica sullo smaltimento dei termometri al
mercurio, in quanto risulta essere atossico. Al suo interno contiene una miscela di Indio e Gallio. Campo di
misurazione:35/42 C)
SATURIMETRIA
Per saturimetria intendiamo la misurazione non invasiva della saturazione dellossigeno a livello periferico.
La saturazione di ossigeno dellemoglobina indice della disponibilit di 02 a livello tessutale, e varia in funzione
della saturazione di ossigeno del sangue arterioso (Sa02). E un utilissimo parametro vitale che aiuta a riconoscere
prontamente gli stati di ipossiemia ( riduzione dellossigeno). La valutazione di tale valore utile per misurare
lefficienza della funzione polmonare di ossigenazione del sangue in numerose situazioni patologiche quali l'asma
bronchiale, l'edema polmonare acuto, neoplasia polmonare ecc
MATERIALE
Il materiale necessario per lapplicazione della procedura il pulsossimetro o saturimetro.Il saturimetro quindi
un dispositivo diagnostico fotoelettrico che consente un monitoraggio attendibile, continuo e non invasivo della
funzione ventilatoria del paziente, mediante la rilevazione della saturazione dossigeno dellemoglobina nel
sangue periferico (ricordiamo che lemoglobina trasporta lossigeno a livello periferico, quindi rilevando
lemoglobina rileveremo lossigeno).
TECNICA DI RILEVAZIONE(PROCEDURA)
La misurazione della saturimetria pu essere affidata allOSS. Prima di affidare tale procedura linfermiere deve:
-
Il sensore verr posizionato dove migliore il letto vascolare: il letto ungueale o lobo dellorecchio; tra i due
preferibile il letto ungueale delle dita della mano.
I valori di riferimento sono:
valore ottimale >95%
valore < 90% indica desaturazione
La saturazione comunque non un parametro che pu monitorare da solo la ventilazione perch non ci da
informazioni riguardo la qualit di emoglobina presente , riguardo la gittata cardiaca e la cessione di ossigeno
ai tessuti.
Lipotensione e vasocostrizione possono alterare i valori della saturazione.
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CAPITOLO 5
5.1 Alimentazione
La nutrizione un processo attraverso il quale gli organismi viventi assumono dallambiente esterno sostanze utili
per la costruzione della loro struttura corporea e per il loro funzionamento. Lorganismo per sopravvivere ha
bisogno di assumere sostanze che, una volto digerite e assimilate, possono essere utilizzate per le sue funzioni
vitali. Tali sostanze sono chiamate principi nutritivi e sono contenute negli alimenti.
I principi nutritivi sono : i carboidrati, le proteine. I grassi, le vitamine, i sali minerali, lacqua; essi svolgono
nellorganismo alcune funzioni specifiche.
I carboidrati: sono chiamati anche glicidi e, nel linguaggio comune zuccheri. Si trovano soprattutto negli
alimenti di origine vegetale, mentre sono contenuti solo in modeste quantit negli organismi animali; esistono
carboidrati con una struttura chimica pi semplice. Quali gli zuccheri contenuti nella frutta,nel latte. Lo zucchero
di canna o di barbabietola usato per dolcificare, e i carboidrati complessi, a questo ultimo tipo appartengono gli
amidi contenuti nei cereali ( frumento, mais,riso, avena ecc.) nei legumi ( fagioli, ceci, lenticchie ecc.) e nelle
patate.
La funzione dei carboidrati nell organismo quella di fornire energia per permettere lo svolgimento delle
funzioni vitali( la respirazione, la circolazione del sangue,la digestione, il mantenimento della temperatura
corporea ecc.) e per compiere lavoro meccanico e intellettuale;basti pensare che a digiuno, quando il livello di
glucosio nel sangue si abbassa, pi difficile concentrarsi e mantenere lattenzione.
Le proteine: si trovano principalmente negli alimenti di origine animale( carne, pesce,uova, latte ecc.); sono
infatti, insieme allacqua, il principale costituente degli organismi animali, sebbene una certa quantit, si ritrovi
anche nei vegetali; particolarmente ricchi di proteine vegetali di buona qualit sono i legumi. Da quanto detto
possiamo dedurre che la funzione principale delle proteine quella costruttrice. Le proteine forniscono infatti i
materiali per la costruzione, la crescita e la riparazione dei tessuti. Hanno necessit di un apporto proteico pi
elevato il bambino, la donna in gravidanza o durante lallattamento, le persona che abbiano subito gravi traumi,
ustiono o interventi chirurgici.
I grassi: sono chiamati anche lipidi. Esistono di origine animale e di origine vegetale, sebbene prevalgono quelli
appartenenti alla prima categoria. La maggior quantit di grassi contenuta nei condimenti: ad esempio il burro e
lo strutto ( grassi animali), gli oli e le margarine ( grassi vegetali); una notevole quantit di grassi si trova nelle
uova, nel latte, nella panna e nei formaggi, nella frutta secca. La funzione principale dei grassi quella
energetica, ma al contrario dei carboidrati essi rappresentano anche un costituente importante
nellorganismo. Il tessuto adiposo permette infatti di accumulare lenergia introdotta in eccesso sotto forma
di grassi di riserva.
Le vitamine: sono sostanze contenute in minima quantit nellorganismo ma che svolgono una importantissima
funzione regolatrice delle attivit cellulari, permettono reazioni chimiche pi rapide ed efficaci. Le vitamine,
identificate con lettere dellalfabeto ( A,B,C,D,E,K ecc.), si ritrovano in diverse misura e qualit sia negli alimenti
di origine vegetale che in quelli di origine animale.
I Sali minerali: ( sodio, cloro,potassio,fosforo, calcio, ecc.): come le vitamine, la loro funzione principale
quella regolatrice dellattivit dellorganismo ( es. della contrazione muscolare, dei liquidi corporei ecc.), ma
rappresentano anche un elemento strutturale del corpo ( es. il calcio nelle ossa). Il calcio particolarmente
abbondante nel latte e nei formaggi, il ferro nelle carni, il potassio nella verdura ecc.
Lacqua: il componente fondamentale del corpo umano. Essa contenuta allinterno delle cellule, negli spazi
intracellulari, nel sangue. Il contenuto in acqua rappresenta infatti circa il 65% dellorganismo di un adulto.
Lacqua indispensabile per la vita: per un buon funzionamento dellorganismo necessario introdurne con le
bevande e gli alimenti circa 2 litri al giorno.
La composizione degli alimenti
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Listituto Nazionale della Nutrizione ha suddiviso gli alimenti in 7 gruppi , ciascuno dei quali comprende alimenti
fra loro equivalenti sul piano nutrizionale.
E' sufficiente scegliere almeno un alimento da ciascuno dei sette gruppi, in modo che essi siano tutti rappresentati
nella dieta giornaliera, per essere sicuri che nessun nutriente manchi al nostro organismo, disponendo cos anche
di una completa variet alimentare; ovviamente, le quantit di ciascun alimento debbono essere moderate, e cio
proporzionate al nostro fabbisogno energetico giornaliero.
Il fabbisogno energetico calcolato in chilocalorie
I carboidrati ( producono circa 4 Kcal per grammo).
I grassi ( circa 9 kcal per grammo.
Le proteine ( generalmente non utilizzate a fini energetici, sono comunque in grado di fornire 4 kcal per
grammo.
I sette gruppi di alimenti
Gruppo I: CARNE, PESCI E UOVA: include carni fresche , frattaglie, pesci di acqua dolce e salata, altri
prodotti della pesca e tutte le uova. Apportano proteine ad alto valore biologico, ferro biodisponibile, vitamine del
gruppo B
Gruppo II:LATTE E DERIVATI: include tutti i tipi di latte intero,scremato,yogurt,latticini,formaggi freschi e
stagionaci ecc. Proteine di elevato valore biologico,calcio,alcune vitamine B.
Gruppo III:CEREALI,PATATE : include il pane, i prodotti da forno, i biscotti, la pasta alimentare,riso, fecole,
le farine, i fiocchi per la prima colazione e le patate (compresa quella americana). Apportano elevate quantit di
amido ("benzina" per l'organismo!).
NB. Alcuni cereali contengono glutine, un peptide che pu determinare ipersensibilit da intolleranza alimentare
(anche immuno-mediata!) sulla base di predisposizioni patologiche.
Gruppo IV:LEGUMI SECCHI: sono legumi i fagioli, le lenticchie, le fave, i piselli, i ceci, la soia, i lupini,
Gruppo V: GRASSI E OLI DA CONDIMENTO: comprende burro, olio d'oliva e di semi, margarina, lardo,
strutto ecc.
Gruppo VI:ORTAGGI E FRUTTA FONTI DI VITAMINA "A": appartengono a questo gruppo le carote, le
albicocche, i kaki, il melone, la zucca, i peperoni gialli e verdi, gli spinaci, radicchio verde,broccoli siciliani, le
foglie di rapa, la cicoria, i broccoli, l'indivia, la lattuga ecc.; quindi ortaggi e frutta di colore giallo, verde e
arancione.
Gruppo VII:ORTAGGI E FRUTTA FONTI DI VITAMINA C: fanno parte di questo insieme le arance, i
limoni, i pompelmi, i kiwi, l'ananas, le fragole, i pomodori, i broccoli, il cavolfiore, il cavolo, il cavolo cappuccio,
la lattuga da taglio ecc; in definitiva ,cavoli di bruxelles, mandarini, Se mangiati crudi, assicurano elevate quantit
di vitamina C (ma non solo), sali minerali, fibra e acqua. Come sopra, interessante la quantit di zuccheri semplici
della frutta.
Il fabbisogno energetico
Il fabbisogno energetico giornaliero varia da persona a persona. Esso dipende principalmente da:
Et, sesso, costituzione fisica: questi fattori influenzano il dispendio di energia per le funzioni vitali in
condizione di riposo.
Lattivit fisica: questo, in realt, il fattore che determina maggiormente il dispendio energetico di un
individuo. Esistono differenze notevolissime fra chi svolge un lavoro sedentario e chi svolge un attivit
moderata o pesante; fra chi non svolge attivit oltre il lavoro e chi pratica attivit sportiva o dedica il
tempo libero ad attivit che richiedono un notevole impiego di energia.
Caratteristiche generali di una dieta equilibrata
Una dieta equilibrata quando adeguata in quantit e in qualit alle necessit nutritive dellorganismo.
La dieta deve fornire energia in quantit pari al reale fabbisogno energetico giornaliero dellindividuo.
Lintroduzione di calorie in eccesso fa si che lorganismo accumuli lenergia eccedente sotto forma di grassi
contenuti nel tessuto adiposo. evidente quindi che la tendenza al sovrappeso o addirittura allobesit deriva,
nella maggioranza dei casi da un introduzione di alimenti eccessiva rispetto alle esigenze energetiche della
persona. Al contrario un apporto energetico inferiore alle necessit induce lorganismo non solo a utilizzare i
lipidi di riserva ma anche le proteine, deputate in condizione di normalit a una funzione di costituzione
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dellorganismo; nella malnutrizione grave si raggiungono cos stati di debilitazione che rendono la persona pi a
rischio di malattia e di morte. Dal punto di vista della qualit degli alimenti lorganismo umano ha necessit
principalmente di carboidrati che devono apportare circa il 55-60% delle calorie soprattutto sotto forma di amidi
contenuti nei cerali: pasta, pane, riso rappresentano dunque la base di unalimentazione razionale; minore il
fabbisogno di lipidi ( non pi del 30% delle calorie) , e ancora inferiore quello di proteine animali e vegetali (
circa il 10-15%). Molto importante inoltre lintroduzione di vitamine, Sali minerali e acqua. La conoscenza dei
gruppi alimentari ci pu essere di notevole aiuto nel comporre una dieta equilibrata.
Le esigenze nutritive variano con let: un bambino ha un fabbisogno energetico e soprattutto proteico in
proporzione maggiore rispetto a un adulto. Lapporto di proteine, vitamine e Sali minerali deve aumentare in
gravidanza e allattamento. Nellanziano il fabbisogno energetico diminuisce in seguito a una diminuzione
dellattivit fisica e a un rallentamento delle stesse funzioni vitali.
Variare gli alimenti ogni giorno un principio semplice, ma fondamentale, per assicurare lapporto di
tutti i principi nutritivi, dando spazio a piatti a base di pasta, pane, legumi, verdure, frutta ,olio doliva,
tipici della cosiddetta dieta mediterranea .
Bisogna introdurre unadeguata quantit di acqua attraverso bevande e alimenti(1.5-2l al giorno),
soprattutto destate, quando lelevata temperatura favorisce la perdita di acqua con la sudorazione. Ci ha
un effetto positivi su tutti gli organi e apparati: rende pi elastica e resistente la cute, fluidifica le
secrezioni eventualmente presenti nelle vie respiratorie, permette una buona funzionalit dei reni,
previene le infezioni delle vie urinarie.
Mangiare tutti i giorni frutta e verdura, preferendo quelle di stagione.
Il loro apporto in vitamine e Sali minerali ha, come si visto, una funzione regolatrice sullintero
organismo. Unadeguata quantit di fibre aumenta il volume delle feci e tende a trattenere acqua: ci
stimola e rende pi facile la defecazione. In questo modo si contribuisce a prevenire la stipsi, ( mancata
evacuazioni per pi giorni, senso di gonfiore addominale, emissioni di feci dure, dolore durante la
defecazione) , e altre patologie a esse correlate quali ragadi anali, emorroidi, ma anche patologie pi gravi
come i tumori del colon-retto.
Una dieta equilibrata suggerisce inoltre di non eccedere nellassunzione di alimenti contenenti proteine e
comunque di alternare il consumo di alimenti proteici: carni rosse come il vitello e il maiale e carni
bianche come il pollo e coniglio, incrementare il consumo di pesce, sostituire la carne con uova o
formaggi, o con i legumi capaci di fornire proteine di buona qualit e fibre senza apporto di grassi.
Per quanto riguarda i lipidi, importante ricordare che essi vengono assunti innanzitutto con i condimenti
( olio, burro, strutto), ma sono presenti in grande quantit nei latticini ( panna, latte interno, formaggio);
da preferire olio extra-vergine doliva.
Limitare lassunzione di sale un principio generale, che per alcune persone, assume il valore di una
prescrizione medica es. chi soffre di pressione arteriosa alta, deve evitare di aggiungere sale da cucina ai
cibi, utilizzando, per dare sapore prodotti alternativi oggi in commercio, o imparando a utilizzare d pi le
spezie e aromi naturali.
raccomandabile la moderazione delle bevande alcoliche.
Infine, il modo in cui vengono consumati i cibi ha unimportanza notevole per la salute; ci riferiamo alla
regolarit dei pasti, alla possibilit di consumarli con calma, facendo dellalimentazione un momento di
rilassamento e di socializzazione con gli altri.
Igiene degli alimenti
Con il termine igiene si intende quellinsieme di regole attuate per conservare e/o migliorare lo stato di
salute delluomo.
Di conseguenza con igiene degli alimenti si intendono quellinsieme di precauzioni che dovrebbero
essere adottate durante la produzione, manipolazione e distribuzione degli alimenti affinch il prodotto
destinato alluomo sia soddisfacente, innocuo e salutare.
Il D.Lgs.155/97 definisce come igiene dei prodotti alimentari tutte le misure necessarie per garantire la
sicurezza e la salubrit dei prodotti alimentari.
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Gli alimenti, come tutte le sostanze di origine animale e vegetale, vanno incontro a un naturale processo
di degradazione che ne altera laspetto, il sapore e lodore, la commestibilit. Talvolta questo processo
viene utilizzato per migliorare la qualit dei cibi o per trasformarle gli alimenti ( pensiamo alla
produzione dello yogurt ecc.)
La deperibilit degli alimenti determinata da fattori esterni e interni: i fattori esterni sono rappresentati
dalla contaminazione da parte di microrganismi ( batteri, lieviti e muffe) e dal contatto con lossigeno
dellaria, lesposizione alla luce e ai raggi ultravioletti; i fattori interni allalimento sono rappresentati
dagli enzimi , presenti in tutti gli organismi animali e vegetali, che producono una progressiva alterazione
della struttura degli alimenti.
Non tutti gli alimenti vanno incontro a modificazione altrettanto rapidamente; ci dipende in primo luogo
dal loro contenuto di acqua.
Possono essere distinti:
Relativamente stabili: si tratta di alimenti a basso contenuto di acqua, che possono essere conservati fino
a un anno ( es. cereali, farine, legumi secchi ecc.)
Poco deperibili: hanno una conservabilit di circa 7-15 giorni; si tratta principalmente degli ortaggi e
della frutta.
Molto deperibili: hanno una conservabilit naturale di 1-2 giorni; sono alimenti molto ricchi di acqua e
principi nutritivi, come il pesce, la carne, il latte.
necessario ricordare che, se buona regola evitare il consumo di alimenti che appaiono in qualsiasi modo
alterati, la contaminazione con microrganismi pericolosi per la salute, quali quelli responsabili delle malattie
infettive trasmesse attraverso gli alimenti o delle cosiddette tossine alimentari, non determina spesso una
modificazione dellaspetto, del sapore o dellodore degli alimenti stessi.
Per prevenire queste patologie necessario dunque affidarsi essenzialmente al rispetto di corrette norme
igieniche. Se la produzione industriale e la distribuzione allingresso e al dettaglio sono sottoposte oggi a
severe normative che impongono lutilizzo delle tecnologie pi indicate a prevenire le infezioni trasmesse con
gli alimenti, e a continui controlli da parte dei servizi sanitari competenti, purtroppo la preparazione e la
conservazione domestica degli alimenti pu rappresentare un momento rischioso se non si conoscono le
norme igieniche da rispettare.
Fra i microrganismi maggiormente implicati nelle tossiinfezioni alimentari ricordiamo:
Le salmonelle , che contaminano spesso le carni crude( pollame, carni suine, ovine e bovine) e il
guscio delle uova.
Il botulino, che pu contaminare principalmente cibi conservati di produzione domestica, soprattutto
le verdure conservate sottolio.
Il processo digestivo
Il processo digestivo ha inizio gi nella bocca, dove il cibo viene masticato e amalgamato con la saliva; questa,
oltre ad avere una funzione lubrificante che rende pi agevole la deglutizione del bolo alimentare, produce una
prima scissione degli amidi ( contenuti ad esempio nella paste e nel pane). Ecco perch mangiare lentamente,
masticando bene, premessa di una buona digestione.
Una volta deglutito, il materiale alimentare attraversa lesofago, che ha essenzialmente una funzione di trasporto,
il bolo alimentare giunge nello stomaco.
Lo stomaco un organo a forma di sacca che raggiunge la capacit di 1000-1500 ml, nel quale gli alimenti
subiscono un processo di profonda trasformazione, a causa dei movimenti delle sue pareti che rimescolano gli
alimenti , e per lazione del succo gastrico ( i costituenti principali del succo gastrico sono lacido cloridrico, che
svolge anche una funzione di barriera nei confronti dei microrganismi, e la pepsina, un enzima che scinde le
molecole proteiche). Lo svuotamento completo dello stomaco dopo un pasto avviene mediamente dopo 3-4 ore,
ma necessario considerare che i tempi di digestione variano molto a seconda della quantit e della qualit dei
cibi.
Lintestino tenue ( duodeno, digiuno,ileo) ha una lunghezza di circa 6- 8 metri e un decorso tortuoso; in esso si
riversano tre succhi digestivi: il succo pancreatico, la bile, prodotta dal fegato, e il succo enterico, prodotto dalla
mucosa stessa dellintestino. in questo tratto del canale digerente che si completa, a opera di numerosi enzimi,
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la scissione delle proteine, dei carboidrati e dei grassi, e che avviene lassorbimento dei principi alimentari nel
circolo ematico e linfatico,attraverso la parete intestinale.
Lintestino crasso: ( colon,sigma,retto) un canale di circa 1,5-2 metri le cui principali funzioni sono
lassorbimento dellacqua e leliminazione delle scorie attraverso le feci8 queste sono costituite per il 75 % da
acqua, da residui alimentari non digeriti, da secreti digestivi, muco,cellule desquamate dalla parete intestinale e
microrganismi).
Il servizio alimentazione in ospedale e nelle strutture residenziali
Il servizio di alimentazione in tale contesto presenta varie fasi e coinvolge pi operatori con competenze diverse.
Devono pertanto essere presi in considerazione:
La preparazione delle diete.
Il sistema di prenotazione dei pasti.
La preparazione dei cibi nella cucina centralizzata.
Il sistema di trasporto e distribuzione.
Lassistenza ai degenti nel prepararsi per il pasto e nellassumere i cibi.
Il riordino degli ambienti e la pulizia delle stoviglie.
LOSS implicato soprattutto nelle ultime tre fasi.
La preparazione delle diete
La dieta un momento fondamentale del piano di cura della persona ricoverata in ospedale. Essa deve pertanto
essere stabilita non solo in base ai criteri generali di una dieta equilibrata in quantit e qualit, ma deve rispondere
alle esigenze di salute di ogni singolo individuo; essa deve pertanto essere una dieta personalizzata. Per
raggiungere questo obiettivo necessario il coinvolgimento e la collaborazione di pi figure professionali. La
dietista ha la responsabilit della composizione delle diete. In ospedale deve essere stabilito innanzitutto un men
( generalmente settimanale o quinquennale) per i degenti che non abbiano particolari restrizioni
nellalimentazione.
Inoltre la dietista predispone numerosi tipi di diete che si rendono necessari in relazione ai quadri patologici dai
quali i degenti sono affetti e agli interventi diagnostici e terapeutici a cui sono sottoposti. Esistono cos diete ipo o
iper caloriche ( minor o maggiore apporto energetico rispetto alla norma) per diabetici, per malati affetti da
malattie renali, del fegato, del pancreas ecc. Ognuna di esse deve essere inoltre adattata alle specifiche
caratteristiche della persona interessata.
La dieta deve essere rispettata fedelmente e non pu essere variata in maniera causale; se questa non risultasse
gradita alla persona il personale infermieristico avr il compito di segnalare questa difficolt al medico o al
dietista per valutare la possibilit di modificarla. La dieta stabilita per ogni persona deve essere scritta in un
apposito registro, e annotata nella documentazione personale dellassistito; talvolta per facilitare la prenotazione e
la distribuzione dei pasti essa segnalata anche su appositi cartellini alla testata del letto.
Il compito dell'OSS nella gestione dei regimi dietetici speciali :
1) Esecuzione delle prescrizioni,
2) Seguire le norme igieniche durante la distribuzione degli alimenti.
3) Collaborare con l'infermiere nella prenotazione dei pasti, e nel controllo del contenuto della dieta.
4) Collaborare con l'infermiere o il capo sala nella distribuzione dei pasti.
5) L'aiuto nell'assunzione del cibo nella persona non autosufficiente.
6) Osserva il paziente che si alimenta e del gradimento del vitto.
7) Il riordino dell'ambiente.
Diete ospedaliere
Dieta assoluta o digiuno: esclude ogni alimento, in alcuni casi anche lacqua.
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Dieta idrica: permette lassunzione di acqua e alimenti liquidi di basso apporto nutritivo, come t,
camomilla, con leventuale aggiunta di zucchero; da un punto di vista nutrizionale equivale spesso al
digiuno assoluto.
Dieta liquida: comporta lassunzione di alimenti che forniscono un certo apporto in calorie e in principi
nutritivi, ma di consistenza liquida o semiliquida, ( es. latte, succhi di frutta, brodo di carne, brodo
vegetali), povera in nutrienti e calorie, spesso viene addizionata con integratori alimentari ( es.
liofilizzati).
Dieta frullata: comprende cibi frullati, passati o semisolidi che non hanno bisogno della masticazione e
facilmente digeribili; fornisce un normale apporto nutritivo.
Dieta tritata: una dieta normale ma composta di cibi morbidi da masticare e deglutire ( es. carne tritata,
frutta e verdura passate).
Dieta leggera : un dieta che comporta una riduzione in calorie e nutrienti composta da alimenti
facilmente digeribili.
Dieta intera: una dieta equilibrata in quantit e qualit ma senza particolari restrizioni riguardo agli
alimenti o ai metodi di preparazione.
Dieta a basso residuo (povera di scorie): comprende cibi poveri di fibra alimentare; devono essere
evitati frutta, verdure, legumi, cerali integrali.
Dieta iposodica :Insufficienza cardiaca e renale, ipertensione. Edema. Altre indicazioni mediche o
infermieristiche.
Ipertensione una malattia caratterizzata dall'aumento della pressione sanguigna arteriosa, fattore di
rischio per malattie cardiovascolari, non sempre ha cause identificabili, ma stato accertato che
l'alimentazione e l'esercizio fisico rivestono un ruolo primario nel miglioramento del quadro clinico.
La dieta deve mirare a controllare il peso corporeo, alcune volte sufficiente perdere un po' di peso per
correggere l'ipertensione.
Modalit di attuazione:Mangiare ad orari fissi e lentamente. Bere tra un pasto e l'altro.
Cibi consentiti: latte, yogurt, ricotta, mozzarella. Pane e biscotti iposodici. Uova, carne e pesce fresco.
Acqua priva di sodio.
Cibi controindicati: Sale da tavola. Cibi trattati con sale e conservati in scatola o in salamoia, o essiccati
e affumicati. Carni, pesce, ortaggi e frutta conservati in scatola (marmellate, salse, tonno, mandorle,
nocciole, ecc..) . Pane biscotti, crackers salati. Crostini, insaccati. Pasticceria industriale. Glutammato di
sodio per brodo. Acqua gasata. Limitare il fumo e il caff in
quanto vasocostrittori .Evitare gli alcolici che possono interferire con i farmaci antipertensivi.
Dieta a consistenza modificata (Disfagia): Questo tipo di dieta consigliata per i pazienti che soffrono
di disfagia. Con il termine di disfagia si descrive qualsiasi difficolt o fastidio legati al processo della
deglutizione.
Gli alimenti devono essere modificati nella loro consistenza. I liquidi devono essere addensati,
utilizzando gli addensanti esistenti sul mercato. Si potrebbe pensare che i liquidi sono pi facili da
deglutire, ma un cattivo controllo sul loro passaggio potrebbe creare grossi problemi.
I cibi solidi devono essere ridotti a purea, evitando di mescolare gli alimenti. Il cibo deve essere di
bell'aspetto, ben condito per stimolare l'appetito. I cibi leggermente acidi ( conditi per esempio col
limone) attivano il riflesso della deglutizione.
Diete ipolipidiche (Dislipidemie)
Con il termine dislipidemia si intende solitamente un'alterazione in eccesso delle componenti lipidiche
plasmatiche e conseguentemente un aumento del livello di colesteroloe/o trigliceridi al di sopra dei valori
normali.
Il colesterolo non libero nel sangue, ma legato a particolari proteine formando strutture complesse
dette lipoproteine; il colesterolo totale si divide perci in colesterolo VLDL (a bassissima densit), LDL
(a bassa densit) e HDL (ad alta densit). Le lipoproteine a bassa densit (LDL) veicolano tra il 60% e
l'80% del colesterolo sierico. Presentando molta affinit con le cellule
dell'endotelio delle arterie, liberano il colesterolo sulla parete dei vasi (costituisce la placca ateromatosa
nell'aterosclerosi, anche se non ancora chiaro se rappresenti il fattore eziologico della malattia);
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preparati in grandi quantit in determinati momenti, vengono refrigerati; giornalmente, al momento della
distribuzione vengono inseriti in carrelli termici che riportano rapidamente i cibi alla temperatura adeguata e alle
condizioni naturali.
Una distinzione molto importante ai fini pratici quella fra la distribuzione in carrelli multi porzione, o in carrelli
con vassoi individuali.
Il carrello multi porzione il metodo di distribuzionetradizionale che, ormai sempre pi spesso, tende a essere
sostituito; un carrello in acciaio inossidabile,dotato di resistenze elettriche per il mantenimento della
temperatura, composto generalmente di due scomparti, uno riscaldato e uno a temperatura ambiente o refrigerato
per i cibi freddi. Negli scomparti sono disposti i contenitori dei diversi alimenti. Nella sezione di degenza il
carrello viene aperto, i contenitori vengono disposti sul piano superiore, e gli alimenti vengono porzionati dal
personale che distribuisce i cibi ai degenti.
Esso presenta alcuni svantaggi:
Rende pi difficile, sebbene non impossibile con una attenta porzionatura, assegnare a ogni degente i cibi
prescelti.
Comporta tempi di distribuzione piuttosto lunghi; alcuni ricoverati devono aspettare un certo tempo e i
cibi possono raffreddarsi.
Aumenta la possibilit di contaminazione degli alimenti durante la porzionatura e la distribuzione, specie
se questa viene effettuata lungo il corridoio della sezione di degenza.
Vassoio individuali vengono invece preparati ogni ricoverato direttamente nella cucina centralizzata; in questo
caso la cucina attrezzata con nastri trasportatori su cui scorrono i vassoi; apposite schede indicano gli alimenti
che gli operatori della cucina, posti ai lati del nastro trasportatore, devono mettere in ogni piatto; la
corrispondenza dei cibi serviti con quelli indicati dalla scheda viene controllata, prima della distribuzione, da un
addetto del servizio di alimentazione.
I vassoi sono generalmente corredati con piatti termici che una volta chiusi mantengono la temperatura; se
corredati con materiale monouso i vassoi stessi sono dotati di coperchio; quindi vengono inseriti in carrelli termici
predisposti con scaffali per accogliere lintero numero necessario per una sezione di degenza.
I principali vantaggi di questo metodo sono:
La possibilit di consegnare agevolmente a ogni ricoverato il proprio pasto.
La riduzione delle possibilit di contaminazione degli alimenti: i vassoi vengono solo consegnati, i piatti
sono coperti.
La velocit nella distribuzione e nel ritiro delle stoviglie; generalmente quando viene utilizzato questo
metodo anche il lavaggio delle stoviglie centralizzato.
Il trasporto degli alimenti
Il trasporto degli alimenti della cucina alla sezione di degenza avviene, come si detto, in appositi carrelli termici
chiusi. Il calore viene prodotto attraverso resistenze elettriche: i carrelli vengono attaccati alla rete elettrica prima
di lasciare la cucina, quindi mantengono il calore durante il trasporto. Oggi generalmente sono previste due
sezione, una riscaldata e laltra refrigerata, per il latte e i cibi freddi. I carrelli possono essere ritirati, allorario
stabilito, presso la cucina, oppure possono essere trasportati a loro volta ai vari blocchi/ padiglioni dellospedale
con appositi automezzi.
Durante il trasporto necessario ricordare alcune regole:
Ritirare e riconsegnare i carrelli allora prestabilita.
Seguire i percorsi puliti.
Trasportare i carrelli evitando stazionamenti in luoghi impropri.
Trasportare il carrello evitando gli urti che potrebbero causare lo spargimenti dei cibi liquidi.
La distribuzione dei pasti nella sezione di degenza
Il momento del pasto nella sezione di degenza richiede unadeguata preparazione dellambiente e della persona.
Per i pazienti che possono camminare o essere trasportati con la sedia a rotelle, necessario che sia attrezzata
unapposita sala mensa che permette di creare le condizioni ottimali per il pasto. Essa pu essere attrezzata con
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tavoli non troppo grandi in modo da facilitare la comunicazione tra i degenti e, nello stesso tempo, permettere di
mantenere una certa riservatezza se desiderata.
La soluzione ottimale, che speriamo di veder realizzate nel futuro, che la sala da pranzo dellospedale assomigli
a quella di un ristorante o di una mensa; curata negli arredi, e nelle attrezzature, ben illuminata e ventilata.
Comunque pi disagiata invece la condizione delle persone costrette a letto;
LOSS ha il compito di creare le condizioni pi idonee per consumare il pasto nella stanza.
necessario prima della distribuzione del cibo chiedere alle persone allettate se abbiano bisogno della
storta o della padella: ci eviter che questo possa avvenire durante il pasto.
La stanza deve essere areata e devono essere sospese tutte le attivit assistenziali.
LOSS aiuta le persone allettate a lavarsi le mani e, con leventuale aiuto di un altro operatore, le aiuta ad
assumere una posizione comoda nel letto.
Le norme igieniche durante la distribuzione degli alimenti
Indossare una divisa pulita, o altrimenti, un camice monouso da mettere sopra di essa; bisogna inoltre
indossare la cuffia correttamente, cio in modo tale che i capelli rimangano al suo interno.
Lavarsi le mani effettuando un lavaggio sociale.
Parlare il meno possibile, far attenzione a non tossire o starnutire in vicinanza dei cibi, eventualmente
allontanarsi dal carrello e, subito dopo, lavarsi nuovamente le mani,
Non portare le mani alla faccia, ai capelli, alla bocca.
Toccare i piatti solo allesterno, usare contenitori e stoviglie e altri ausili perfettamente puliti.
Non appoggiare i cibi o le stoviglie al di fuori dei contenitori o dei piani di appoggio appositi.
Se la distribuzione avviene con carrello multi porzione, non portare il carrello nella stanze di degenza e
chiedere gentilmente ai degenti di non avvicinarsi.
Confezionare pane e frutta in appositi sacchetti in modo da evitare il contatto con le mani e varie
superfici dappoggio.
In presenza di soggetti affetti da malattie infettive, utilizzare piatti e stoviglie monouso.
Laiuto nellassunzione del cibo alla persona non autosufficiente
L intervento dellOSS avviene su indicazione dellinfermiere; in alcune situazioni infatti, quando vi , ad
esempio, unalterazione della deglutizione ( disfagia), anche unattivit come lassunzione dei cibi pu richiedere
delle attenzioni particolari. Laiuto richiesto allOSS deve essere modulato sulle capacit residue della persona:
pu essere un semplice supporto come predisporre il tavolino da letto, sistemare gli oggetti e il tovagliolo, tagliare
la carne o sbucciare la frutta. La persona che pu collaborare deve essere stimolata a farlo; loperatore laiuter ad
assumere la posizione pi idonea a garantirgli una maggiore autonomia. A seconda delle condizioni della persona
pu essere consigliata la posizione seduta o, in alcuni casi, quella laterale.
In altre situazioni invece necessario che sia loperatore a imboccare la persona. Loperatore si siede e parla con
il paziente, per raggiungere una buona intesa, l operatore ha il bisogno infatti di capire le preferenze della
persona; a questo scopo egli potr chiedere da quale cibo desidera cominciare, se la grandezza dei bocconi
giusta, se desidera bere, se preferisce consumare la pietanza e il contorno separatamente o insieme e cos via,
invitandolo a esprimere le proprie necessit . una particolare attenzione deve essere posta alla temperatura delle
minestre e delle bevande, al ritmo di assunzione del cibo: ci sono persone abituate a mangiare velocemente, e
altre, invece, che hanno bisogno di pi tempo e di masticare bene; necessario quindi aspettare che la persona
abbia deglutiti prima di porgerle un altro boccone.
Il comportamento dell operatore dovr adattarsi alle diverse difficolt che limitano lautonomia della persona: in
alcuni casi il deficit pu riguardare la forza muscolare delle mani e delle braccia, ma in altri casi si pu trattare
invece di deficit della vista che impediscono alla persona di mangiare da sola, loperatore dovr allora descrivere i
cibi e la loro disposizione nel piatto( es. le pietanze possono essere disposte come sul quadrante di un orologio) e
offrire precisamente il tipo di aiuto che la persona richieder.
La persona viene aiutata a riordinare i propri oggetti ( loperatore lava le stoviglie se sono personali dellutente), a
lavare le mani, la bocca e i denti, ad assumere una posizione per il riposo.
Al termine del pasto lOSS riferisce allinfermiere le proprie osservazioni:
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molto importante che tutti gli operatori che si occupano dellassistenza di persone non autosufficienti, specie se
anziane, collaborino nel controllare che la persona si nutra in maniera adeguata e sufficiente. Molti sono i fattori
che possono portare a una condizione di iponutrizione condizioni socio-economiche precarie, incapacit di
provvedere allapprovvigionamento degli alimenti o alla preparazione dei pasti, condizioni di isolamento sociale
o di depressione, difficolt nella masticazione nella deglutizione, fino a condizioni di malattia che incidono sulla
capacit di assunzione e digestione dei cibi o aumentano il fabbisogno energetico allindividuo. In ospedale, in
modo particolare, possibile che soggetti gi iponutriti, soprattutto anziani, possono andare incontro a
malnutrizione a causa di una serie di condizioni concomitanti: lalterazione delle normali abitudini alimentari,
digiuni ripetuti a causa dellesecuzione di indagini diagnostiche, somministrazione di farmaci che alterano
lappetito e cos via.
Diviene fondamentale quindi che chi si occupa dellassistenza della persona faccia particolare attenzione al
momento del pasto e segnali prontamente le eventuali difficolt.
LOSS pu inoltre collaborare al controllo dello stato nutrizionale della persona attraverso la rilevazione del peso
corporeo, sia quando la persona entra nella struttura, o viene presa in carico da un servizio domiciliare, che
successivamente, a intervalli regolari o secondo prescrizione medica : ricordiamo infatti che, in alcune condizione
patologiche, ad esempio nelle persone con problemi cardiovascolari, il controllo del peso un elemento molto
importante per valutare lefficacia del trattamento.
Una rilevazione precisa del peso un elemento molto importante per valutare lefficacia del trattamento.
Una rilevazione precisa del peso corporeo richiede il rispetto di alcune semplici regole:
Utilizzare sempre la stessa bilancia dopo averla tarata.
Rilevare il peso preferibilmente al mattino a digiuno, dopo aver urinato.
Indossare sempre lo stesso tipo di indumenti ( es. biancheria intima,pigiama.)
Riordino dellambiente
Dopo che gli utenti hanno pranzato, necessario:
ritirare i rifiuti negli appositi sacchi ( ricordiamo che i rifiuti alimentari, salvo nel caso in cui provengono
da malati portatori di malattia infettiva, sono considerati assimilabili agli urbani).
Provvedere alla sanificazione e al riordino della sala mensa e della cucina della sezione di degenza.
La nutrizione artificiale
La Nutrizione Artificiale (NA) una procedura terapeutica mediante la quale possibile soddisfare i fabbisogni
nutrizionali di pazienti non in grado di alimentarsi sufficientemente per la via naturale.
La NA si differenzia in parenterale (NP) ed enterale (NE). Con la NP, i nutrienti vengono somministrati
direttamente nella circolazione sanguigna, attraverso una vena periferica (es. cefalica, ecc.) o una vena centrale di
grosso calibro (es. giugulare, succlavia, ecc.), mediante l'impiego di aghi
o cateteri venosi. Con la NE i nutrienti,vengono somministrati direttamente nello stomaco o nell'intestino
mediante l'impiego di apposite sonde (sondino naso-gastrico, naso-duodenale, naso-digiunale,). Sia la NP che la
NE necessitano di precisi protocolli terapeutici e di monitoraggio, personalizzati a seconda dello stato metabolico
e delle esigenze nutrizionali del singolo paziente.
PEG, sonda introdotta tramite stomia digestiva direttamente nello stomaco gastrostomia. Viene posizionata,
tramite intervento chirurgico direttamente nello stomaco praticando un foro nello stomaco.
PEJ sonda introdotta tramite stomia digestiva permette di somministrare i nutrienti direttamente nellintestino.
Classificazione delle diete
Diete polimeriche per sonda ( presenti nutrienti complessi)
ipocaloriche (starter)
ipercaloriche
iperproteiche
Diete elementari presenti nella forma pi semplice
Diete speciali per sonde o modulari (specifici per patologia)
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-per diabetici
-per neuropatici
-per epatopatici
-per insufficienza respiratoria
-per immunodepressi
-altro
Collaborare nellintroduzione e gestione del sondino naso gastrico/ nutrizione enteraleLintroduzione e la
gestione sono compiti specifici dellinfermiere in collaborazione/ su prescrizione medica sia a scopo diagnostico
che terapeutico; pu essere il medico a posizionare il sondino.
Le cure nasali e orali e lo svuotamento della sacca possono essere eseguite dallOSS.
Linfermiere deve:
Insegnare e informare sulle modalit di esecuzione.
Istruire e di riferire qualunque alterazione presente sulla cute o nellosservazione del paziente.
Scopo della procedura
Soddisfare il bisogno di alimentazione e di idratazione attraverso la somministrazione di sostanze
nutritive e liquidi ( nutrizione enterale) nella persona che non in grado di deglutire o di alimentarsi in
modo spontaneo o volontario.
Decomprimere lo stomaco rimuoverlo eventuali liquidi o aria presente in modo da prevenire il vomito.
Eseguire esami a scopo diagnostico sul contenuto gastrico
Rimuovere sostanze tossiche e/o dannose dallo stomaco.
Accertamento ( a cura dellinfermiere/OSS collabora):
Valutare il livello di coscienza
Valutare le funzioni cognitive: accertare le capacit di ricordare, di seguire le direttive, di identificare/
esprimere/ prevedere i propri bisogni.
Valutare le capacit della persona di comprensione e di collaborazione nellesecuzione della procedura.
Verificare perviet e dimensioni delle narici
Verificare prescrizione per esecuzione, modalit e scopi procedura.
Collaborare allinserimento del sondino naso gastrico
Preparare lambiente e garantire la privacy.
Preparare il materiale sul carrello servitore: sondino tipologia e calibro idoneo,guanti monouso,
lubrificante, sacca, bicchiere acqua, cerotto, stetoscopio, cartina tornasole, siringa da gavage da 60 ml con
punta raccordabile al sondino, per insufflare aria, telini, arcella, pompa per infusione se N.E.
Lavaggio sociale delle mani. Indossare i guanti puliti.
Far posizionare il paziente in fowler alta
Se necessario eseguire igiene dellarea nasale
Controllare se nutrizione enterale, se il paziente vomita.
Lavaggio delle mani
Collaborare nella gestione in caso di mantenimento in sede della sonda
Ispezionare la sede di inserzione e verificare eventuale presenza alterazione/lesioni.
Cambiare spesso lappoggio del sondino al naso per evitare lesioni da pressione.
Se il paziente vomita allertare linfermiere.
La persona con sondino pu mangiare ma iniziare coi cibi frullati mai cereali o frutta secca
Controllare leventuale insorgenza di complicanze: emorragia, vomito e allertare linfermiere.
Collaborare nella rimozione del sondino
Far assumere alla persona la posizione semiseduta, posizionare traversa sul torace
Lavare le mani e indossare i guanti
A sondino rimosso pulire il viso della persona con particolare attenzione ai residui di colla.
Eseguire igiene orale
Far assumere alla persona la posizione che ritiene pi confortevole
Lavarsi le mani
Collaborare alla gestione della nutrizione enterale
Definizione: la N. E. prevede, mediante il posizionamento di una via artificiale, luso dellapparato digerente per
la somministrazione di alimenti con caratteristiche fisico-chimiche modificate rispetto alla alimentazione naturale,
alimenti naturali trasformati in miscele omogenee di consistenza liquida oppure miscele liquide di nutrienti
chimicamente definiti di origine industriale.
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CAPITOLO 6
6.1 LAVAGGIO SOCIALE DELLE MANI
Lavaggio delle mani con sapone detergente
Perch
Prevenire la trasmissione delle infezioni attraverso le mani ai pazienti ed agli operatori sanitari. Eliminare la flora
microbica transitoria ed allontanare fisicamente lo sporco.
ChiTutti gli operatori sanitari addetti allassistenza sanitaria (Medici,
Infermieri,OSS).
Quando
1. Prima e dopo ogni contatto, procedura pulita e non invasiva sul paziente (distribuzione del cibo, farmaci,
pressione arteriosa).
2. Prima e dopo la manipolazione di dispositivi utilizzati su paziente, per esempio cateteri venosi, cateteri urinari,
sacche per la raccolta delle urine, materiale per lassistenza respiratori.
3. Allinizio ed alla fine del turno di servizio.
4. Dopo luso dei servizi igienici.
5. Prima e dopo aver mangiato o fumato.
6. Dopo essersi soffiati o puliti il naso.
7. Dopo il rifacimento dei letti.
8. Prima di qualsiasi contatto con pazienti particolarmente a rischio (neonati, immunodepressi).
9. Quando le mani sono chiaramente sporche.
10. Prima e dopo la raccolta di campioni biologici.
Prodotto/materiale da utilizzare
Lavabo, sapone, acqua, salvietta in carta monouso non sterile, contenitore per rifiuti
Avvertenze e raccomandazioni
1. Rimuovere anelli, braccialetti, orologio da polso
2. Arrotolare le maniche al di sopra del gomito o usare maniche corte
3. Tenere le unghie corte e pulite
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6.3 I BENDAGGI
Sono applicazioni effettuate solitamente con finalit di sostegno. Si possono distinguere bendaggi semplici e
bendaggi complessi.
Secondo il tipo di bendaggio distinguiamo in: bendaggi semplici, effettuati con lo scopo di contenere o applicare
sostanze medicamentose su una parte del corpo. Servono a fissare anche una medicazione,Bendaggi compressivi,
bendaggi elastici con lo scopo di comprimere una zona, per esempio su una ferita, in caso di prevenzione delle
flebiti. Bendaggicomplessi, giri complessi con fasce elastiche o anelastiche a scopo antalgico, riabilitativo,
preventivo e terapeutico. La classificazione determinata da:
- Distretto da bendare
- Modalit di esecuzione del bendaggio
- Tipo di bendaggio e finalit
Procedura
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Le attivit che devono essere garantite tenendo conto delle norme generali per effettuare un
bendaggio sono:
1) Applicare i bendaggi solo dopo la diagnosi medica.
2) Scegliere il tipo di materiale( su indicazione dellinfermiere) le cui propriet siano pi idonee per la finalit
prevista:
3) Srotolare la benda di man in mano e girarla attorno alla zona da trattare, tenendola aderente alla
superficie cutanea con il pollice.
4) Evitare compressioni eccessive.
5) Eseguire il bendaggio ricordando che non deve essere mai troppo stretto per evitare problemi
vascolari, nervosi e cutanei, ma neanche troppo largo perch non svolgerebbe la stessa funzione.
6) Lasciare libere le dita nei bendaggi agli arti per controllare l'insorgenza di segni come edema,cianosi.
7) Mantenere la parte da trattare completamente immobile durante l'esecuzione della fasciatura.
8) Iniziare la fasciatura con un giro circolare di fissaggio e poi continuare in modo che ogni giro
copra quello precedente di almeno un terzo.
9) A fine prescrizione rimuovere la fasciatura con forbici scegliendo come percorso di taglio una zona priva di
protuberanze ossee.
10) Controllare l'integrit cutanea ed eventualmente trattare con creme idratanti ed emollienti dopo
aver lavato accuratamente la parte.
CAPITOLO 7
7.1 Leliminazione urinaria
I due reni si trovano nelle fosse lombari, ai due lati della colonna vertebrale, sono lunghi circa 12-15 cm e hanno
la forma di un fagiolo. Essi, attraverso la produzione dellurina, svolgono alcune importanti funzioni, fra le quali:
L urina viene convogliata verso lesterno dalle vie urinarie. Allinterno di ogni rene presente un sistema di
tubicini, detti calici, che confluiscono in una cavit pi ampia, a forma di ampolla, il bacinetto renale, il quale si
restringe verso il basso per formare luretere. Luretere un canale lungo circa 30 cm, che termina nella vescica
con il meato uretrale, un orifizio puntiforme dotato di valvola che impedisce il reflusso dellurina dalla vescica
alluretere. La vescica urinaria un serbatoio, posto nella parte anteriore del bacino, dietro la sinfisi pubica, che
raccoglie lurina proveniente dagli ureteri e la emette periodicamente allesterno, sotto lo stimolo della minzione
. il deflusso dellurina avviene attraverso luretra, un tubicino di 7-8 mm di diametro, che termina con il meato
urinario esterno. ( essa assume dimensioni e forma diversa nei due sessi: nella donna ha una lunghezza di circa
3-4 cm e decorso rettilineo; nelluomo invece un condotto di 16-20 cm con un decorso curvilineo).
La minzione determinata dalla contrazione dello strato esterno della muscolatura vescicale e dal rilasciamento
volontario dello sfintere esterno delluretra; il bisogno di urinare inizia a essere avvertito quando il volume
vescicale raggiunge circa i 150 ml, e diviene sensazione di tensione e di dolore sovrapubica quando il volume
dellurina supera i 400ml.
Lurina un liquido trasparente, leggermente acido, costituito per il 95% da acqua. Numerose sono le sostanze
eliminate con lurina, fra queste: i Sali minerali, quali cloruro di sodio, potassio, sodio, magnesio, calcio e
sostanze che derivano essenzialmente dai processi di trasformazione delle proteine, quali lurea, lammoniaca,
creatina e creatinina.
Per diuresi si intende la quantit di urine emesse nelle 24 ore; si tratta di un indice molto importante per valutare
lo stato di idratazione della persona e per questo motivo spesso richiesto, in ospedale e , talvolta, anche in
ambito domiciliare, di raccogliere correttamente le urine emesse dalla persona nella giornata.
Fisiologicamente la diuresi giornaliera di un adulto di circa 1200-1550 ml, con variazione legate soprattutto
alla quantit di liquidi introdotti con le bevande, i cibi, o le infusioni endovenose, e alla quantit di liquidi
eliminati in altro modo, ad esempio con le feci, con il sudore, con la respirazione.
Le caratteristiche delle urine sono:
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Il colore: che va dal giallo paglierino al giallo scuro fino al giallo marrone fisiologicamente. Possono
apparire rosse in presenza di ematuria.
Limpidezza: normalmente sono trasparenti in caso di patologia possono essere torbide.
Odore : tipicamente descritto come aromatico, per esposte allaria hanno un odore di ammoniaca
Quantit: normalmente si producono 1500ml di urine in un giorno
POLLACHIURIA(Aumento frequenza della minzione a brevi intervalli di tempo cistiti, infezioni vie
urinarie)
DISURIA(Minzione difficoltosa)
STRANGURIA (Minzione dolorosa)
NICTURIA(Minzione durante le ore notturne)
ENURESI( il volontario o involontario rilascio ripetuto di urina nei vestiti o a letto in una fase di
sviluppo in cui il controllo degli sfinteri dovrebbe essere acquisito. )
INCONTINENZA: perdita involontaria di urine.
Il cateterismo vescicale e le competenze dellOSS.
COLLABORAZIONE NELLA CATETERIZZAZIONE
VESCICALE NELLUOMO E NELLA DONNA
OBIETTIVO:
- Facilitare tale manovra sullutente supportando linfermiere.
INDICAZIONI:
Il ruolo dellOSS in questa prestazione di preparare e riordinare il materiale e di
collaborare con linfermiere
MATERIALE:
Carrello delle medicazioni provvisto di:
- Guanti sterili e non
- Occorrente per ligiene
- Disinfettante (iodoforo, clorexidina)
- Garze sterili
- Siringa da 10 e 20 ml senza ago
- Fisiologica acqua bi distillata.
- Lubrificante anestetico locale sterile, in confezione integra (Luan [2004])
- Cateteri vescicali di varie misure in silicone e/o lattice
- Sacchetti diuresi
- Supporto reggi sacchetto diuresi
TECNICA:
- Informare la persona della manovra che stiamo per fare
-Lavarsi le mani e indossare i guanti
- Posizionare la persona supina con gambe divaricate e flesse
- Eseguire ligiene intima
- LOSS esegue disinfezione su indicazioni dellinfermiere del meato urinario esterno
dallalto verso il basso per la donna pi di una volta, avendo cura di cambiare le garze con
il disinfettante; per luomo si abbassa il prepuzio scoprendo il glande disinfettando
dallinterno verso lesterno pi volte
- LOSS passa il lubrificante allinfermiere
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- Linfermiere si predispone con i guanti sterili mentre lOSS passa il catetere con il calibro
precedentemente indicato dallinfermiere e gi collegato al sacchetto per raccolta diuresi che procede
allinserimento dello stesso
- Riposizionare lutente e porre il sacchetto di raccolta diuresi nellapposito supporto al
bordo letto
- Riordinare i presidi usati
Misure di prevenzione delle infezione urinarie
non de connettere mai il sistema di drenaggio dal catetere
lavarsi le mani prima e dopo qualsiasi manipolazione del sistema di drenaggio ( es. svuotamento sacca di
raccolta), anche se si usano i guanti.
Assicurare libero deflusso delle urine:
1. Controllare che il catetere o il tubo di drenaggio non siano piegati o compressi sotto il peso del
corpo.
2. Mantenere la sacca di raccolta delle urine sotto il livello della vescica, in modo da evitare che
lurina refluisca, anche durante gli spostamenti, la deambulazione e quando la persona seduta in
poltrona.
SVUOTAMENTO/SOSTITUZIONE DI UNA SACCA
PER LA RACCOLTA URINE
OBIETTIVI
- Svuotare una sacca delle urine, collegata ad un catetere vescicale a circuito chiuso o
aperto limitando al minimo le manipolazioni per evitare linsorgenza di infezioni.
MATERIALE
Sul carrello disinfettato:
- Guanti non sterili monouso
- Un recipiente per raccogliere le urine oppure una sacca urine
- Sacca urine per circuito aperto e/o circuito chiuso
- Su indicazione dellinfermiere, valutare luso di dispositivi di protezione individuale
(mascherina con visiera o occhiali, copricamice).
TECNICA
Lavare le mani
Indossare i guanti
Identificare la persona, mi presento e illustro la procedura.
Spostare la biancheria superiore verso i piedi del letto.
Invitare il paziente a porsi al centro del letto,in posizione supina; se necessario aiutarlo.
Se il sacchetto di raccolta delle urine a sistema chiuso ( cio che consente di svuotare la sacca, senza
interrompere la continuit del sistema di deflusso delle urine, tramite un rubinetto, generalmente situato
in fondo alla sacca stessa):Tenere la sacca sempre al di sotto del livello della vescica e quindi, mai alzarla
sopra la persona evitare accuratamente, in ogni azione della procedura, che il rubinetto entri in contatto
con il contenitore delle urine. Posizionare il contenitore per la raccolta delle urine sotto la sacca e aprire il
rubinetto di deflusso: svuotare la sacca. Richiudere accuratamente il rubinetto della sacca.
Massima attenzione a non sollevare la sacca , perch si potrebbe avere reflusso di urina in vescica.. Se il
sacchetto di raccolta delle urine non a sistema chiuso ( e quindi prevede la rimozione della sacca di
raccolta tramite scollegamento del tubo di raccordo del catetere): Chiudere con un morsetto (o pinza) il
catetere; scollegare il tubo di raccordo dal catetere.
Staccare la sacca di raccolta da rimuovere; agganciare al supporto un nuovo sacchetto di raccolta urine;
disinfettare lestremit del tubo di raccordo e della parte distale del catetere, prima di connetterli, per
prevenire lingresso di microrganismi nelle vie urinarie
Smaltire la sacca della diuresi in un raccoglitore di liquidi biologici,
Risistemare lunit del paziente. Avvicinare al paziente il sistema di chiamata. Togliere i guanti, lavarsi le
mani
Registrare il quantitativo di urina e caratteristiche nellapposita scheda Diuresi
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Comunicazioni:
Informare linfermiere se le urine sono dense, se il paziente ha dolori addominali.
Quantit ed aspetto delle urine.
Fuoriuscita di urina a livello del rubinetto di scarico.
APPLICAZIONE CONDOM ( urocontrol)
Obiettivi:
L'utilizzo del condom al fine di raccogliere le urine nell'uomo per il controllo dell'incontinenza,
senza rischi di infezioni imposti da un catetere urinario a permanenza.
Indicazioni:
Su indicazione dell'infermiere.
Pazienti incontinenti di sesso maschile.
Il condom pu essere utilizzato alternato al pannolone per ridurre il rischio di lesioni cutanee.
Materiale:
Nel carrello disinfettato :
Detergente, acqua tiepida, asciugamani, condom della misura adatta, guanti monouso non sterili,
sacca di raccolta delle urine.
Procedura:
Al termine della toilette genitale:
Spiegare quanto si sta per fare al paziente
Lavarsi le mani e indossare i guanti monouso.
Togliere la carta da entrambi i lati della linea adesiva e attaccare a spirale attorno al pene.
Infilare il condom sul pene senza srotolarlo , poi farlo scorrere e aderire al pene sopra la linea
adesiva.
Collegare il condom al sistema di drenaggio e quindi alla sacca di raccolta delle urine.
Scartare tutto il materiale utilizzato e lavarsi le mani.
Osservare il pene dopo 15-30 minuti dopo l'applicazione del condom, per individuare eventuali
gonfiori e cambiamenti.
Comunicazioni.
Comunicare all'infermiere l'avvenuta prestazione.
Stato della cute, rossori, irritazioni, lesioni.
Importante
Agire con tatto spiegando le azioni .
In genere prima di posizionare il condom non radere il paziente perch questa manovra fonte di
infezioni, eventualmente tagliare i peli.
Cambiare il condom tutti i giorni dopo la toilette.
Mai strappare il condom per toglierlo. Sfilarlo dolcemente.
Non mettere mai il cerotto per tenere il condom in sede poich potrebbe irritare il pene e creare
lesioni.
Non posizionare mai la sacca urine in terra , ma sistemarla nell'apposito supporto sempre al di
sotto della vescica.
Controllare che il tubo di connessione non sia piegato o schiacciato, visionare la busta per
constatarne l'integrit.
Controllare a distanza di tempo la tenuta del condom verificando che non ci siano perdite di urina sulla biancheria
del letto.
Altri presidi per lincontinenza:
SISTEMI DI ASSORBENZA
COMODE
PAPPAGALLO
PADELLA
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TRAVERSINI MONOUSO
- Nel primo mattino far urinare il paziente utilizzando la padella, il pappagallo o la comoda se necessario (ad es.
nel paziente non deambulante) ed eliminare le urine della prima minzione
- Annotare lora
- Conservare tutte le urine seguenti nel recipiente chiuso, graduato e contrassegnato dai dati anagrafici del
paziente, compresa la prima minzione del mattino successivo;
- Dopo le 24/h misurare la quantit totale ed annotarla
- Prima di svuotare il vaso annotare la quantit della diuresi per poi lavarlo e disinfettarlo prima di riconsegnarlo
- Riportare il dato della diuresi in grafica o dove indicato dallinfermiere
Nel paziente con catetere vescicale:
- Iniziare la nuova raccolta delle urine del primo mattino segnando lorario
- Svuotare la sacca il mattino successivo alla stessa ora e, se necessario, nellarco della giornata nellapposito
recipiente
- Dopo le 24/h misurare la quantit totale ed annotarla;
- Svuotare il recipiente o raccogliere un campione (riportando la quantit della diuresi) a seconda delle indicazioni
dellinfermiere.
TRASMISSIONI
Trasmissioni allinfermiere:
- Perdita di urine (il paziente pu inavvertitamente avere urinato nel WC o insieme alla
scarica)
- Se presente dolore alla minzione
- Annotare la diuresi sulla grafica o dove preposto
- Aspetto delle urine: colore, quantit
IMPORTANTE
- Assicurarsi che la persona abbia compreso cosa deve fare
- Spiegargli che se deve scaricare, prima deve urinare e raccogliere la diuresi
- Assicurarsi che non ci sia stata una perdita di urine
RACCOLTA DI UN CAMPIONE DI URINA
SCOPO
Ottenere un campione di urine per esame chimico-fisico e del sedimento
MATERIALE OCCORRENTE
Provetta per urine non sterile .
Contenitore a bocca larga, storta, padella
Guanti monouso
TECNICA DI ESECUZIONE
Informare la persona sulla modalit di raccolta
Preparare la provetta, apponendo sulletichetta data di nascita e nome cognome della persona.
Invitare la persona a provvedere alligiene dei genitali.
Effettuare la raccolta preferibilmente sulle urine del mattino.
Raccogliere lurina della minzione in un contenitore a bocca larga, nella storta o nella padella.
Se la persona in grado di collaborare spiegare di eliminarle nel water il primo e lultimo getto.
Versare lurina nella provetta riempiendola per circa i 2/3 e richiuderla accuratamente.
Il campione deve essere inviato subito al laboratorio, unitamente alla richiesta medica o allapposita modulistica.
In caso contrario deve essere refrigerato (+4C), dopo la raccolta. Se lasciato a temperatura ambiente, lurina
diventa alcalina a causa della contaminazione dei batteri che degradano lurea
7.2 LELIMINAZIONE INTESTINALE
Leliminazione intestinale dipende da molti fattori, in primo luogo lalimentazione ( lintroduzione di fibre
vegetali la favorisce), lattivit fisica (il movimento stimola, limmobilit riduce lattivit intestinale) e le
abitudini individuali: il momento della giornata, il tempo necessario, lambiente in cui la persona si trova.
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Lalterazioni di queste abitudini, una variazione nellambiente, la mancanza di privacy, possono inibire la
defecazione anche per molti giorni. Prestare assistenza a persone non autosufficienti nel soddisfare il bisogno di
eliminazione deve quindi tener presente gli aspetti fisici e psicologici sopra ricordati.
Le feci consistono per il 75% di acqua e il 25 % di materiali solido . il materiale solido include batteri, fibre non
digerite,muco , cellule desquamate, residui alimentari non digeriti ecc. Il colore normale delle feci marrone ed
dovuto alla conversione chimica della bilirubina e da batteri intestinali e degli enzimi. Lodore caratteristico delle
feci viene dai prodotti solidi della decomposizione batterica delle proteine nellintestino. Le feci vengono spinte
dallultimo tratto dellintestino crasso ( colon discendente e sigma) verso il retto dal movimento di massa, una
forte contrazione della parete intestinale che compare 2- 3 volte al giorni; la distensione del retto da parte delle
feci provoca lo stimolo alla defecazione. La massa fecale viene cos espulsa anche sotto la spinta della
contrazione del diaframma e della muscolatura addominale. Giornalmente vengono prodotti da 150 a 300g di feci.
Caratteristiche normali e anomale
Caratteristiche Normali
frequenza: variabile range normali 1 2 al giorno o 1 ogni 2 giorni.
colore: marrone.
consistenza: soffice
forma: cilindrica
Quantit: 100 300 grammi al giorno
Odore: aromatico pungente
Caratteristiche anomale
Dipendente dal modello abituale linea giuda maggiore di tre per giorno oppure di una ogni tre giorni
Colore: nero,catrame rosso-marrone, marrone colore argilloso, giallo verde
Consistenza: dura soffici liquide alto contenuto mucoso
Forma: stretta sottile come una matita
Quantit: inferiore di 100 grammi al giorno e superiore 300 grammi al giorno
Odore: sgradevole e disgustoso
La stipsi un disturbo che consiste nella mancata evacuazione per pi giorni consecutivi o nellevacuazione
difficoltosa di feci dure. Nella maggior parte dei casi correlata alla scarsa introduzione di fibre vegetali e di
acqua nellalimentazione, che riduce il volume delle feci e le rende pi dure, nonch alla mancanza di attivit
fisica che inibisce quei movimenti intestinali( peristalsi) che sospingono le feci verso lampolla rettale e riduce il
tono della muscolatura addominale impegnata al momento dellevacuazione. Lo sforzo durante levacuazione e
lemissione di feci dure inoltre contribuiscono a creare alterazioni a livello rettale, quali emorroidi e le ragadi
anali.
Questi fattori, soprattutto nelle persone anziane o non autosufficienti, si potenziano a vicenda rendendo
levacuazione anche molto faticosa, specie per coloro che soffrono di malattie a carico dellapparato
cardiocircolatorio e respiratorio. Per questo essenziale prevenire la stipsi in questi soggetti, facilitando
lassunzione di verdure, frutta e liquidi, ad esempio sotto forma di passati di verdura, puree, frullati di frutta,
frutta cotta, minestre e incoraggiando e aiutando spesso queste persone a camminare.
La diarrea consiste nelleliminazione di feci non formate ( liquide o poltacee), generalmente con pi scariche
giornaliere. importante ricordare che, se si protrae, la diarrea determina una forte perdita di liquidi e una
riduzione della normale flora batteria intestinale, che dovranno essere opportunamente reintegrate secondo le
indicazioni mediche.
La conservazione indicata quando sia richiesta una valutazione dei caratteri delle feci da parte del medico o il
prelievo di campioni per esami di laboratorio; in questi casi si informa la persona della necessit di conservare le
feci. La si invita a evacuare nella sedia comoda o nella padella, e a riferire lavvenuta evacuazione. opportuno
che le feci vengono raccolte, per quanto possibile, separando le urine ( facendole eliminare prima in una storta o
una padella) e evitando la commistione con la carta igienica. Linfermiere dovr provvedere al prelievo del
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campione, secondo le modalit richieste dallo specifico esame, non appena avvenuta levacuazione ; il campione
dovr quindi essere tempestivamente inviato in laboratorio con la richiesta del medico o lapposita modulistica.
Laiuto alla persona non autosufficiente nella eliminazione
Cure igieniche e soddisfacimento del bisogno di eliminazione sono due aspetti che, nellassistenza di persone non
autosufficienti, sono strettamente integrati; feci, urine, sudore, vengono a contatto con la cute e le mucose e
rendono maggiore il bisogno di pulizia: le feci contaminano con i microrganismi in esse presenti la zona
perianale, le urine tendono a irritare la cute, il sudore bagna la cute e la rende pi facilmente lesionabile; inoltre
tutti questi prodotti emanano odori che tendono a diventare forti e sgradevoli.
Ma laspetto fondamentale che qui vogliamo considerare che leliminazione intestinale e urinaria un bisogno
fisiologico che non pu essere represso, e che rappresenta unesigenza quotidiana. Ognuno si abitua a vivere
questi momenti come intimi e riservati, tanto che pu essere incapace di soddisfarli quando si trovi in imbarazzo (
presenza di estranei) o a disagio ( es, in una posizione scomoda).
Quando le condizioni della persona lo consentono, sempre preferibile accompagnarla nella stanza da bagno; qui
possibile infatti che la persona trovi maggiore riservatezza , inoltre la posizione seduta quella pi idonea a
favorire la defecazione . In questo caso loperatore ha il compito di fornire supporto alla persona: accompagnarla
in bagno, aiutarla a svestirsi e ad assumere una posizione comoda, metterle a portata di mano gli oggetti necessari,
sorvegliarne la sicurezza, aiutarla dopo la defecazione nella pulizia perianale.
Unaltra soluzione pu essere individuata nelluso della sedia comoda, sulla quale la persona pu assumere una
posizione idonea alla defecazione senza affaticarsi, con un normale trasferimento dal letto alla sedia; la sedia
comoda dotata di ruote, pertanto la persona pu essere facilmente trasportata nella stanza da bagno.
Uso della sedia comoda
La sedia comoda una sedia a rotelle con schienale e sedile generalmente dotati di un imbottitura morbida; il
sedile provvisto al centro di una parte che pu essere estratta sotto alla quale posto un contenitore per la
raccolta delle feci e urine; essa permette alla persona una posizione idonea alla defecazione senza affaticarsi.
Uno o due operatori, a seconda del grado di dipendenza, preparano la sedia comoda al alto del letto, posizionano i
paraventi se necessario, e aiutano lassistito a indossare una giacca da camera/vestaglia; quindi effettuano il
trasferimento della persona dal letto alla sedia, facendo attenzione ad abbassare i pantaloni o sollevare la camicia
da notte e la vestaglia; un operatore copre le ginocchia della persona, prende dal comodino gli oggetti necessari
per ligiene e laccompagna nella stanza da bagno, rimanendo a disposizione.
Quando non possibile ricorrere a queste soluzioni perch la persona costretta a letto, leliminazione deve
avvenire nella camera di degenza con luso della padella.
A questo proposito possono essere prese alcune precauzioni:
Favorire leliminazione prima di momenti in cui potrebbe essere particolarmente sgradevole, come
durante la distribuzione dei pasti, invitando la persona, per quanto possibile, a farlo in precedenza.
Invitare i degenti che possono farlo a uscire dalla camera.
Aprire leggermente le finestre in modo da permettere una ventilazione continua e limmediata
eliminazioni di odori sgradevoli.
Sistemare i paraventi o le tende intorno a letto in maniera accurata.
Gli ausili per leliminazione devono essere personali del ricoverati durante tutta la degenza in ospedale; ci
permette di evitare con sicurezza la trasmissione di infezioni crociate da un assistito allaltro.
Assistenza al paziente nel cambio del pannolone.
Materiale occorrente:
Carrello.
Pannoloni.
Carta igienica.
Materiale per l'igiene intima. ( asciugamano, telo da bagno, telo impermeabile (cerata) , traversa,
detergente neutro liquido, salviette o manopole monouso, brocca con manico, acqua corrente tiepida,
padella, garze, arcella.
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Tecnica di esecuzione
Lavarsi le mani.
Indossare i guanti.
Riunire il materiale occorrente e sistemarlo in modo facilmente raggiungibile nel corso della procedura.
Salutare e informare nel modo pi opportuno il paziente.
Garantire la privacy ( ad esempio chiudere la porta della stanza o posizionare un paravento) .
Chiudere porte e finestre per evitare correnti d'aria e ridurre il rischio di raffreddamento per il malato.
Se il tipo di letto lo consente, e la manovra non disturba il paziente, sistemare l'altezza del letto in modo
adeguato, che permetta all'operatore movimenti ergonomici corretti, in modo da evitare un sovraccarico
della colonna vertebrale.
Se la testata del letto alzata, abbassarla il pi possibile, compatibilmente con le condizioni di salute e il
comfort del paziente.
Fare in modo che la testa del paziente sia leggermente sollevata.
Posizionarsi da un lato del letto e abbassare/ togliere eventuale spondina.
Spostare le lenzuola verso i piedi del letto.
Sfilare la biancheria personale per fare in modo che non si sporchi.
Sollevare le linguette adesive sui due lati del pannolone.
Osservare la quantit e le caratteristiche ( colore, odore, ecc) di feci e urine. Se richiesta la registrazione
della quantit di urine e/o feci emesse, effettuare una stima e informare l'infermiere di eventuali anomalie.
Spostare la parte anteriore del pannolone ripiegandola sotto i glutei del paziente , avendo l'accortezza di
non sporcare ulteriormente la cute.
Se il paziente andato di corpo, pulirlo dalla regione pubica a quella anale , cambiando la carta igienica a
ogni passaggio.
Se il paziente in grado di collaborare per lo spostamento nel letto:
Invitarlo a piegare le ginocchia, tenendo i piedi paralleli e avvicinandoli ai glutei;
Chiederli di sollevare il bacino, facendo forza con i talloni nel materasso;
ripiegare il pannolone su se stesso, in modo da chiuderlo, e sfilarlo da sotto i glutei;
Sistemare il pannolone sporco nel contenitore dei rifiuti speciali.
Se il paziente non in grado di collaborare per lo spostamento nel letto: ( es. paziente fratturato, malato di
demenza,)
Aiutarlo ad assumere la posizione laterale, facendolo ruotare dal lato opposto al proprio.
Ripiegare il pannolone su se stesso, in modo da chiuderlo e toglierlo;
Far ruotare il paziente dietro di s, fino a riportarlo in posizione supina;
Sistemare il pannolone sporco nel contenitore dei rifiuti speciali.
Se vi la necessit di effettuare una pulizia perineale completa, al termine bisogna sostituire il telo
impermeabile e porli nel raccoglitore per biancheria sporca. Porre una traversa pulita.
Mettere un pannolone pulito della stessa grandezza del precedente.
Se necessario cambiare l'abbigliamento qualora esso sia sporco.
Provvedere al rifacimento del letto.
Aiutare il paziente ad assumere una posizione confortevole e adeguata alle condizioni di salute.
Sistemare le lenzuola e il copriletto.
Se all'inizio della procedura l'altezza del letto stata modificata per facilitarne i movimenti
all'operatore, ripristinare la condizione di partenza.
Riposizionare lo schienale del letto, le spondine e il campanello di chiamata, controllando l'accessibilit
al paziente e che lo stesso sia funzionante.
Se necessario, arieggiare la stanza di degenza nel modo pi opportuno; se non controindicato, spruzzare
del deodorante per ambienti, per controllare i cattivi odori.
Salutare il paziente.
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STOMIA
La stomia il risultato di un intervento mediante il quale viene creata unapertura (stoma) sulla parete
addominale, che raccorda un tratto di intestino o gli ureteri allesterno. Le condizioni cliniche che rendono
necessario il confezionamento chirurgico di una stomia, che pu essere temporanea o definitiva, sono molte ed
eterogenee, le principali cause sono le seguenti:
Colonstomie Rettocolite ulcerosa, Morbo di crohn, Tumori, Traumi addominali
Urostomie Traumi addominali, Tumori
A livello intestinale le stomie si differenziano a seconda della porzione di intestino che viene interrotto e
abboccato alla cute:Cieco, Colon, Ileo
Ciecostomia (pi rara): la stomia viene confezionata a livello dellintestino cieco, sulla regione destra
delladdome.
Colonstomia: la stomia viene confezionata a livello del colon e, a seconda della parte che viene abboccata
allintestino si avr: Colonstomia sul traverso Colonstomia discendente o sinistra
Ileostomia: lintestino ileo viene fissato alla parete addominale nella regione inferiore destra.
A livello urinario si possono collegare allesterno:
Il rene > Nefrostomia
Luretere >Ureterostomia
La vescica > Cistostomia
La stomia priva di sfintere e di un muscolo in grado di dilatarsi o stringersi a comando, pertanto, questo
intervento, provocando limpossibilit del controllo volontario delle eliminazioni, rende necessario limpiego di
dispositivi di raccolta delle feci e delle urine.
Sistemi stomali
I sistemi stomali sono quei sistemi che consentono la raccolta delle feci o delle urine e che sono applicati alla cute
del paziente. I sistemi stomali si dividono in sistemi ad un pezzo e sistemi a due pezzi.
Sistema a un pezzo Il sistema a un pezzo un dispositivo di raccolta per stomizzati particolarmente semplice,
completo e funzionale. Il sistema adesivo rappresentato da un anello in materiale sintetico incorporato nel
sacchetto attorno alla bocca stomale, che pu essere di differenti misure a seconda delle dimensioni dello stoma.
La superficie adesiva ridotta al minimo essenziale e le caratteristiche di flessibilit, adattabilit e traspirabilit
del materiale che compone lanello di supporto consentono il massimo rispetto della pelle anche in caso di
frequenti cambi.
Sistema a due pezzi Il sistema a due pezzi un dispositivo di raccolta per stomizzato, dotato di un meccanismo
di chiusura a flangia. Il sistema adesivo rappresentato da una placca di materiale sintetico sulla quale
incorporato un anello semirigido che si aggancia ad unanaloga struttura localizzata attorno alla bocca della sacca.
Questo sistema viene utilizzato con buoni risultati pratici sia nella fase post-operatoria immediata che in quella a
distanza in presenza di una cute peristomale particolarmente sensibile e qualora siano necessari frequenti ricambi
anche durante la stessa giornata. La placca, che resta in sede anche per alcuni giorni, evita il traumatismo diretto
della pelle che in questo modo correttamente protetta.
Tipi di sacche per stomia Sacche a fondo aperto e a fondo chiuso
Le sacche si distinguono ancora in sacche a fondo aperto e sacche a fondo chiuso. Le prime sono utilizzate
quando si devono raccogliere sostanze liquide che si accumulano frequentemente e che devono essere scaricate di
volta in volta. il caso delle iliostomie, delle ciecostomie o delle deviazioni urinarie. Le seconde sono utilizzate
dove le feci sono pi solide, le scariche meno frequenti e pertanto non si richiede un frequente ricambio.
Esistono diversi sistemi di raccolta; maggiormente in uso il sistema a 2 pezzi, composta da:
Placca protettiva adesiva da applicare sulla cute; pu rimanere in sede per 3-7 giorni, in modo da evitare
di sottoporre troppo spesso a trazione la cute peristomiale.
Sacchetto a raccolta da applicare sulla placca attraverso un sistema a ghiera; il sacchetto viene sostituito a
ogni evacuazione e almeno una volta al giorno; i sacchetti possono essere a fondo chiuso, utilizzati in
caso di evacuazioni piuttosto regolari e feci semisolide, e a fondo aperto, utili in caso di contenuto
intestinale liquido emesso continuativamente; questi sacchetti possono essere svuotati dal fondo, evitando
cos cambi troppo frequenti.
Pulizia dellenterostomia e sostituzione del sistema di raccolta ( a due pezzi)
Scopo:
Garantire il benessere e comfort alla persona.
Mantenere integra la mucosa della stoma e la cute peristomiale.
Permette una buona adesione del sistema di raccolta.
MATERIALE OCCORRENTE- sistema di raccolta a 2 pezzi( indicato dallinfermiere enterostomista)
Misuratore per stomia - forbici
Guanti in lattice
Carta igienica, cotone idrofilo.
Sapone liquido
Bacinella
Bacinella reniforme
Telo di protezione-telo impermeabile
Telo di cotone morbido.
Tecnica di esecuzione 1 operatore:
Proteggere la persona con un telo.
Misurare il diametro della stomia e tracciare sulla carte che ricopre il lato adesivo della placca un cerchio
di diametro corrispondente alla misura rilevata.
Ritagliare sulla placca un foro leggermente pi grande ( 1-2 mm) del cerchio tracciato.
Indossare i guanti
Rimuovere delicatamente il sacchetto di raccolta e, se necessario, la placca protettiva tenendo la cute.
Rimuovere i residui di feci con la carta igienica.
Pulire lo stoma con cotone idrofilo o garza inumidito con acqua a temperatura corporea ( circa 37 C),
utilizzando ogni pezzo per un solo passaggio.
Utilizzando la stessa tecnica, pulire la cute peristomale con acqua e sapone liquido e risciacquarla.
Asciugare accuratamente la cute tamponando con il telo di cotone di tessuto leggero e morbido da lavare
dopo luso.
Applicare la placca protettiva e pressarla intorno alla stomia, tenendo bene la cute sottostante per evitare
la formazione di pieghe.
Applicare il sacchetto di raccolta sulla placca con lapposito sistema a ghiera.
Osservare e riferire leventuale presenza di arrossamento, dolore, lesioni della stomia o della cute
perostimale.
Altre situazioni che richiedono cure igieniche
Rientrano fra questi casi il prestare supporto alla persona con abbondante espettorazione, e alla persona con
vomito. Riguardo alla persona con abbondante espettorazione dovranno essere prese delle precauzioni per evitare
che eventuali germi patogeni presenti nellespettorato contaminano lambiente. Alla persona verr consigliato di
usare tovaglioli di carta resistenti o contenitori chiusi monouso, e di lavare spesso le mani, specie prima di toccare
altre persone; accanto al letto verr posto un sacchetto per la raccolta dei rifiuti speciali in cui la persona potr
gettare i tovaglioli o i contenitori, che verr frequentemente chiuso e sostituito
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termometro da bagno
garze
padella
cerata - traversa
confezione di soluzione da 133 ml di clisma
Scopo
Liberare lultimo tratto intestinale dal materiale fecale.
Il microclisma va praticato su prescrizione medica, o su specifico protocollo assistenziale in caso di:
Stipsi.
Alcuni tipi di interventi chirurgici.
Prima di alcuni esami radiologici, con o senza mezzi di contrasto, a livello addominale.
Tecnica di esecuzione
Spiegare la procedura al paziente. Uninformazione adeguata facilita la collaborazione della persona e
conseguentemente la somministrazione corretta del microclisma.
Verificare se il paziente in grado di camminare e raggiungere il bagno. Nel caso contrario si prepara
tutto il materiale per il letto
Posizionare il paravento per assicurare la privacy . Il rispetto della privacy favorisce il rilassamento della
persona, contiene limbarazzo e migliora la collaborazione della stessa
Disporre la cerata e la traversa nel letto del paziente.
Invito il paziente ad assumere la posizione di sims sinistra. Questa posizione a fronte delle caratteristiche
anatomiche dellintestino, facilita lintroduzione e la ritenzione della soluzione favorendo il raggiungimento
del retto da parte della medesima
Lavarsi le mani e indossare i guanti monouso
Riscaldare la soluzione da infondere .
Separare i glutei per visualizzare lano ( in presenza di emorroidi e/o lesioni evidenti non somministrare
lenteroclisma e richiedere lintervento dellinfermiere)
Lubrificare cannula con lausilio di una garza .La lubrificazione della cannula ne facilita linserimento
nel retto e contiene il trauma alla mucosa intestinale.
Invitare il paziente ad inspirare profondamente e introduco la cannula.
Far defluire lentamente la soluzione evitando che entri aria nel retto. Svuotare il contenuto
dellenteroclisma nel retto schiacciando il contenitore
Al termine estrarre la cannula tenendo la padella accanto al letto. La rimozione della cannula stimola
lurgenza di defecare e riduce la contrazione degli sfinteri. stringere i glutei facilita la ritenzione della
soluzione introdotta
Invitare il paziente a trattenere la soluzione per almeno 15 minuti e togliere i guanti Pi a lungo viene
trattenuta la soluzione, maggiore lefficacia del microclisma e , quindi, migliore levacuazione
Indossare i guanti e procedere allo smaltimento del materiale e togliere i guanti( Il cambio dei guanti
riduce la possibilit di contaminazione ambientale.)
Lavare le mani e registrare lavvenuta escrezione e le caratteristiche delle feci
MATERIALI:
- Irrigatore per la somministrazione della soluzione
- Tubo di connessione
- Sonda rettale
- Soluzione evacuante (attenersi ad indicazioni dellinfermiere: es. glicerina )
- Pomata lubrificante
- Garze
- Guanti non sterili
- Padella o comoda se necessario
- Materiale per lesecuzione di igiene intima
- Nella pratica assistenziale si possono utilizzare delle perette monouso con soluzione gi pronta
TECNICA:
- lavarsi le mani.
- Preparare tutto loccorrente per effettuare la manovra
- La soluzione da usare deve avere una temperatura pari a 37-38C e la quantit del liquido da introdurre pu
variare da 500 a 1200 ml.
- Assicurare la privacy ed informare il paziente
- Riempire il tubo di irrigazione e la sonda di irrigazione facendo quindi uscire laria
- Proteggere il letto con una cerata
- Porre il soggetto in decubito laterale sinistro con gamba flessa se non controindicato
Lesecuzione del clistere di competenza infermieristica, con la consapevolezza che, nonostante la naturalit
della via di comunicazione, la manovra di inserimento della sonda rettale non severa da rischi e complicanze
derivanti da unesecuzione scorretta.
In caso di clistere a pressione con lirrigatore e la sonda l infermiere quindi dovr:
indossare i guanti e lubrificare la sonda per circa 10 cm
inserire delicatamente la sonda nel retto per 5 cm, quindi aprire il morsetto e lasciar scorrere un po di
liquido, procedendo allinserimento della sonda per altri 5 cm.
introdurre il liquido lentamente e se il soggetto accusa dolori sospendere lirrigazione per qualche
secondo.
arrestare il flusso con il morsetto prima del termine del liquido in modo da non favorire lentrata di aria
invitare il soggetto a trattenere la soluzione per circa 5-10 min.
RUOLO DELLOSS
- Posizionare la padella (o pannolone) e/o accompagnare il paziente in bagno (eventualmente in comoda se non
autosufficiente) assistendolo adeguatamente (possibili cali pressori)
- In caso di anomalie nelle feci avvisare tempestivamente linfermiere
- Riordinare il letto ed eseguire ligiene intima se il paziente non in grado di provvedere da solo
- Annotare in grafica se il clistere ha fatto effetto o meno e segnalarlo allinfermiere
TRASMISSIONI ALLINFERMIERE:
- Efficacia o meno della prestazione
- Quantit e caratteristiche delle feci
- Presenza di dolore addominale
- Presenza di reazioni del paziente a seguito della prestazione (sudorazione,tachicardia, alterazioni del respiro)
IMPORTANTE :
- Il clistere non deve mai essere effettuato in posizione di ortostatismo (in piedi)
- Rispettare sempre la privacy e la sensibilit dellindividuo.
- Nellesecuzione del clistere lOSS collabora solo nella preparazione del materiale e nelligiene del paziente, non
nellesecuzione della prestazione
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CAPITOLO 8
8.1 EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE INFETTIVE E DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE
In passato le infezioni sono state la principale causa di morte. Oggi grazie alle misure di prevenzione e protezione
le patologie da infezione si sono ridotte drasticamente e alcune malattie che hanno causato centinaia di migliaia
vittime sono scomparse del tutto o quasi.
Tuttavia questo non significa che non bisogna porre attenzione al problema. In molti stati del mondo spesso si
manifestano ancora delle epidemie devastanti come l'aviaria e quindi non bisogna abbassare la guardia nel
predisporre, soprattutto in ambito ospedaliero, tutte le misure idonee a un'adeguata prevenzione.
Le infezioni si trasmettono attraverso una serie di processi a catena della "catena epidemiologica". In essa si
collocano tutti gli eventi necessari affinch avvenga un'infezione.
Conoscere gli eventi che fanno parte della catena epidemiologica importante ai fini della prevenzione delle
malattie infettive o se gi in corso per bloccare il contagio.
Fanno parte della catena epidemiologica:
-agenti infettivi, cio microrganismi patogeni come i virus( sono organismi obbligati, ovvero per esplicare la
loro attivit metabolica e re plicativa hanno bisogno della cellula ospite), i batteri( organismi pi grandi dei virus
e hanno autonomia metabolica e replicativa) , i funghi e i protozoi.
-serbatoio, dove si va a impiantare, crescere e moltiplicare il microrganismo patogeno, spesso questi serbatoi
sono il suolo, le piante, gli animali e talvolta l'essere umano. In ospedale possono essere serbatoi gli attrezzi, lo
strumentario e i dispositivi medici.
-le porte di uscita, parti dei serbatoi attraverso i quali i microrganismi possono uscire ed attaccare altri naturali.
Nel caso dell'uomo queste porte di uscita pi comuni sono le vie respiratorie, il sangue, la pelle e l'apparato
gastro-intestinale. Ci possono essere i cosiddetti "portatori asintomatici" (persone infette che possono trasmettere
la malattia ma che non mostrano malattie in atto) e i "portatori ammalati" (soggetti che manifestano la malattia e
che possono trasmetterla).
Questo uno dei motivi per cui l'operatore socio sanitario in ambito ospedaliero deve evitare assolutamente il
contatto con secreti, mucose, cute lesa , piccole particelle in sospensione
-le vie di trasmissione, le modalit con cui avviene il contagio. La trasmissione pu avvenire per contatto diretto
(contatto con portatore) o contatto indiretto (contatto con ambiente e/o oggetti contaminati). Tra le vie di
trasmissione vi sono i veicoli (acqua, cibo, strumenti, ambiente di lavoro) e i vettori (mosca, zanzara, zecca e
parassiti in genere).
-le porte di ingresso (penetrazione), sono i percorsi attraverso i quali i microrganismi raggiungono il soggetto.
Nell'uomo quelle pi vulnerabili sono le vie aeree, le vie ematiche, vie oro fecali, apparato uro-genitale e la cute,
se presenta abrasioni, lesioni o ferite.
-ospite finale, il soggetto che riceve l'infezione e che, soprattutto in ambito ospedaliero, a causa delle sue difese
immunitarie indebolite contrae la malattia.
Malattie pi comuni trasmissibili per contatto: Salmonella, E. coli, rosolia congenita, scabbia, varicella,
pediculosi, febbri virali, virus epatite A, E, Herpes simplex e Herpes zoster.
Malattie comuni da piccole particelle: morbillo e tubercolosi.
Come deve fare prevenzione l'operatore socio sanitario.
La prevenzione pi immediata e importante il lavaggio delle mani. Va fatto sempre prima di intraprendere
un'attivit a rischio infezione e alla fine di questa. Altrettanto importante l'uso dei guanti. Ed ancora: cura del
microclima, pulizia degli ambienti, decontaminazione, disinfezione e sterilizzazione dei dispositivi medici.
In caso di interventi sul paziente bisogna operare con tecniche di asepsi specifiche soprattutto per salvaguardare il
tratto urinario, le vie respiratorie e la cute del paziente.
Infine non bisogna trascurare l'uso dei DPI come mascherine facciali o visiera, occhiali e camice.
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essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare un rischio maggiore per il lavoratore
devono tener conto delle esigenze ergonomiche e della salute del lavoratore
I categoria: dispositivi di facile progettazione e destinati a salvaguardare gli utilizzatori da danni lievi autocertificati dal produttore
II categoria: tutti quelli non rientranti nelle altre due categorie - rischio significativo come ad
esempio occhi, mani,braccia, viso - prototipo certificato da un organismo di controllo autorizzato e notificato
III categoria: dispositivi di progettazione complessa e destinati a proteggere gli utenti da rischi di morte o di
lesioni gravi - comprende tutti i DPI per le vie respiratorie e protezione dagli agenti chimici aggressivi prototipo certificato da unorganismo di controllo autorizzato e notificato, e controllo della produzione
I DPI devono, per legge, riportare il marchio CE il quale indica la conformit ai requisiti essenziali di salute e
sicurezza. Inoltre il dispositivo di sicurezza deve contenere un manuale di istruzioni per l'uso, conservazione,
pulizia, manutenzione, data di scadenza, categoria e limiti d'uso possibilmente scritto nelle lingue ufficiali.
Uno dei problemi maggiori stabilire quando un dispositivo di protezione individuale da sostituire. Alcuni
dispositivi riportano una data di scadenza, altri richiedono da parte del lavoratore un controllo dello stato di usura
al fine di sostituirlo nel caso non sia pi idoneo. Ad esempio: un dispositivo delle vie respiratorie dovr essere
sostituito quando l'operatore nota una particolare difficolt nella respirazione; un occhiale invece deve essere
sostituito quando l'operatore rileva una non pi perfetta nitidezza delle immagini. In alcuni casi, poi, il produttore
dota il dispositivo di un indicatore di usura. Al fine di evitare l'insorgere di problemi per il lavoratore, il datore di
lavoro dovr provvedere a sostituire con una certa frequenza i DPI.
GUANTI
Lutilizzo dei guanti rappresenta un momento fondamentale per la riduzione del rischio di contaminazione da
contatto con materiale biologico potenzialmente infetto.
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Gli stessi presidi non assicurano, comunque, una protezione dagli incidenti occupazionali causati da pungenti e /o
taglienti.
Lutilizzo dei guanti rappresenta un momento fondamentale per la riduzione del rischio di contaminazione da
contatto con materiale biologico potenzialmente infetto.
Gli stessi presidi non assicurano, comunque, una protezione dagli incidenti occupazionali causati da pungenti e /o
taglienti.
CARATTERISTICHE DEI GUANTI:
Buona vestibilit
Conservazione della sensibilit tattile
Resistenza alla trazione
Assenza di microporosit;
Scarse o assenti potenzialit allergiche
Minima lubrificazione
Assenza di odori sgradevoli
Mantenimento nel tempo di colore,forma, resistenza
Taglie S M L oppure dalla 6 alla 9 con misure intermedie.
PERCH USARLI
Per evitare la contaminazione delle mani delloperatore da parte di materiale o pazienti infetti.
Per evitare la contaminazione del paziente da parte delloperatore durante pratiche assistenziali a rischio
Per evitare che le mani contaminate delloperatore possano trasmettere microrganismi da un paziente ad un altro
.
Guanti non sterili
Manovre assistenziali da NON eseguirsi in asepsi ma che comportino o prevedano presenza di materiale organico
potenzialmente infetto (uso padelle/pappagalli) .
Guanti sterili
Manovre assistenziali da eseguirsi in asepsi
COME USARLI
Prima e dopo il loro utilizzo lavarsi le mani
Sostituire i guanti tra un paziente e laltro
Sostituire i guanti se si cambia procedura sullo stesso paziente(igiene viso vs igiene intima)
Rimuovere i guanti al termine della procedura per evitare spargimenti in altri locali
COME INDOSSARE I GUANTI STERILI
Obiettivi
Infilare i guanti sterili senza contaminarli.
Proteggere loperatore dal pericolo di contagio da materiale infetto.
Prevenire le infezioni causate dai microrganismi che possono trovarsi sulle mani delloperatore, anche se
lavate.
Considerazioni sullaffidamento al personale OSS
La procedura di indossare e rimuovere i guanti sterili pu essere affidata al personale OSS.
Tuttavia, molte procedure per cui necessario utilizzare guanti sterili non sono affidabili al personale di supporto.
Materiali
Confezione di guanti sterili di taglia appropriata: in lattice
Procedura (Azioni e motivazioni)
I guanti sterili monouso sono confezionati in apposito involucro e sono di misure diverse. (
Scegliere i guanti appropriati per taglia e tipo, la probabilit di contaminazione inferiore se si
utilizzano guanti di tipo e taglia appropriati)
Prima di indossare i guanti in lattice, valutare se il paziente presenta i seguenti fattori di rischio:
pregressa reazione ai seguenti materiali; ( Ci determina il livello di rischio di allergia al lattice
della persona e la necessit di utilizzare guanti sintetici privi di lattice).
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Apre le confezioni sterili dei guanti sterili.
Apre la confezione interna: mette il pacco al centro dellarea di lavoro in modo che il capo superiore
dellinvolucro si apra lontano da lui. Alcuni produttori forniscono una sequenza numerata per aprile le falde e le
pieghe da afferrare per aprile. Se non ci sono indicazioni, afferra la falda in modo che le dita non tocchino la
superficie interna. La superficie interna, accanto ai guanti sterili, rimarr sterile.
Mantiene il pollice della mano contro il palmo durante linserzione, Lascia il polsino girato verso il basso.
Prende laltro guanto con la mano guantata sterile, inserendo le dita inguantate sotto il polsino tenendo il
pollice inguantato contro il palmo inguantato.
Indossa il secondo guanto con attenzione, tenendo il pollice del primo guanto per quanto possibile vicino
al palmo.
Sistema ogni guanto e tira con attenzione i polsini verso lalto facendo scivolare le dita sotto il polsini.
Rimuove e getta i guanti usati: se sono sporchi di secrezioni, rimuoverli girandoli al rovescio.
Sala operatoria
Sala medicazione
Camere disolamento
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Classe FFP3D (testate con polvere di dolomite) adatto a manovre atte a far espettorare, tossire e nelle
manovre di broncoscopia su paziente con certa o sospetta TBC o patologie aerotrasmesse (filtrazione
98%)
Camici protettivi
Si tratta di camici protettivi che devono essere indossati durante lesecuzione di manovre assistenziali a rischio,
poich il loro scopo quello di proteggere loperatore da possibili spandimenti di materiale organico su divisa e/o
sulla cute scoperta.
Possono essere:
sterili o non sterili
(TNT o cotone)
Monouso (TNT) o autoclavabili (cotone).
Caratteristiche tecniche:
Idrorepellenza;
Impermeabilit;
Traspirabilit.
Tale tipo di DPI andr indossato nelle seguenti situazioni:
Esecuzione di procedure assistenziali che possano produrre lemissione di sangue o di altri liquidi
biologici;
Esecuzione di interventi chirurgici
Esecuzione di pratiche assistenziali in stanzedisolamento
Ci sono detergenti specifici per ogni caso e la temperatura dellacqua importante per fare agire bene il detergente
(ogni detergente lavora alla sua temperatura).
Detergenti disincrostanti (Varecchina = ipoclorito di sodio)
Detergenti sgrassanti: alcalini = ammoniaca, dove ci sono residui grassi.
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Per ci che riguarda invece le superfici ambientali necessario eseguire un'ulteriore distinzione fra le superfici
che maggiormente possono venire a contatto con il paziente come maniglie, pomelli, tavolo ecc. e le superfici che
comportano un basso rischio di trasmissione per il paziente come ad esempio i pavimenti.
Le superfici dell'unit del paziente (tavolo, maniglie, pomelli ecc.) possono, effettivamente, inquinarsi con
patogeni epidemiologicamente importanti in grado di sopravvivere nell'ambiente per molto tempo. Le mani dei
personale di assistenza possono pertanto contaminarsi attraverso il contatto con queste superfici, con i dispositivi
medici o con i pazienti infetti e divenire un potenziale veicolo di trasmissione.
Risulta molto importante quindi che il livello di rischio di contaminazione delle superfici sia valutato in funzione
della frequenza di contatto con le mani e della vicinanza con il paziente, e diventa fondamentale, per il controllo
delle infezioni, che queste superfici siano disinfettate regolarmente secondo un programma ben definito.
Il rischio di trasmissione di patogeni ai pazienti o allo staff attraverso le pavimentazioni, invece, risulta molto
basso e per questo l'uso routinario di prodotti per disinfettare le pavimentazioni o altre superfici controverso
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MODALITA OPERATIVE
Asportazione polvere da tutti i pavimenti con sistema ad umido *con particolareattenzione alle aree
sottostanti scrivanie, dietro le porte, negli angoli sui bordi dei battiscopae nei punti pi nascosti.
Svuotamento di cestini, secchi, e qualsiasi contenitore di rifiuti con pulizia delle lorosuperfici interne ed
esterne con soluzione detergente e sostituzione del sacco di plastica.
Asportazione di polvere e macchie con sistema ad umidocon appositi panni imbevutidi soluzione
detergente), arredi vari, sedie e qualsiasi altra superficie al di sopra delpavimento con particolare attenzione ai
punti nascosti.
Asportazione di polvere e macchie da tutte le porte con sistema ad umido, utilizzandoappositi panni
imbevuti di soluzione detergente,con particolare attenzione a quelle diaccesso agli edifici ed ai reparti di
assistenza, e senza lasciare antiestetiche strisciature.
Asportazione di polvere e macchie con sistema adumido utilizzando appositi panniimbevuti di soluzione
detergente , dai corrimano e da qualsiasi altra superficie delle scale.
(I panni utilizzati per lasportazione della polvere dalle superfici al di sopra del pavimento
devono essere sciacquati continuamente in acqua pulita)
Lavaggio, risciacquo e disinfezione pavimenti e utilizzando due secchi di diverso colore(colmi dacqua che va
sostituita di stanza in stanza) uno con acqua e detergente, laltro con acqua pulita per il risciacquo che va
effettuato assolutamente dopo il lavaggio utilizzando una frangia o un panno*** puliti. Infine,sulle superfici
asciutte procedere allintervento di disinfezione. Anche i pavimenti di ripostigli e depositi di materiale sporco
vanno disinfettati dopo loperazione di risciacquo.
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MODALITA OPERATIVE
Asportazione della polvere da tutti i pavimenti con sistema ad umido con particolare attenzione alle aree
sottostanti scrivanie , dietro le porte, negli angoli sui bordi dei battiscopa e nei punti pi nascosti.
Svuotamento di cestini, secchi,e qualsiasi contenitore di rifiuti e pulizia, con soluzione detergente, delle loro
superfici interne ed esterne e sostituzione del sacco di plastica.
Asportazione di polvere e macchie da tutte le porte, utilizzando panni imbevuti di soluzione detergente con
particolare attenzione a quelle di accesso agli edifici ed ai reparti di assistenza, con sistema ad umido e senza
lasciare antiestetiche strisciature.
(I panni utilizzati per lasportazione della polvere dalle superfici al di sopra del pavimento
devono essere sciacquati continuamente in acqua pulita)
Asportazione della polvere dalle barriere antisporco(tappeti)
Pulizia dei davanzali interni.
Lavaggio di eventuali posacenere.
Pulizia dei radiatori accessibili
Asportazione di sporco ed impronte dalle pulsantiere e dagli interruttori
Deragnatura, dove occorre.
Pulizia di tutte le superfici in vetro interne ed esterne
Lavaggio,risciacquo,disinfezione pavimenti utilizzando due secchi di diverso colore (colmi dacqua che va
sostituita frequentemente) uno con acqua e detergente, laltro con acqua pulita per il risciacquo che va effettuato
assolutamente dopo il lavaggio utilizzando una frangia o panno*** puliti facendo attenzione, nel corso delle
operazioni di lavaggio ad asportare tutti i residui di gomme da masticare ed incrostazioni di qualsiasi natura. I
pavimenti di ripostigli e montacarichi vanno disinfettati dopo loperazione di risciacquo.
Pulizia servizi igienici riservati ai visitatori.
Asportazione della polvere dai pavimenti, con sistema ad umido,*
Asportazione di macchie e polvere con sistema umido,utilizzando appositi panni imbevuti di soluzione
detergente,da tutte le suppellettili presenti nei bagni(specchi,cornici,mensole,saponiere,dispenser di sapone o carta
igienica,sciacquone ecc.)
Intervento di pulizia e sanificazione su apparecchi igienici mediante lutilizzo di polveri abrasive idonee a
rimuovere macchie, incrostazioni e calcare.
Intervento di pulizia e sanificazione su tutte le superfici dacciaio mediante lutilizzo di detergenti idonei a
rimuovere macchie, incrostazioni e calcare.
AL TERMINE DEGLI INTERVENTI DI PULIZIA EFFETTUARE INTERVENTO DI DISINFEZIONE
SU TUTTE LE SUPERFICI TRATTATE.
Lavaggio,risciacquo disinfezione pavimenti: stesso procedimento descritto sopra.
* PER SISTEMA AD UMIDO SINTENDE: SCOPE A TRAPEZIO AVVOLTE CON GARZE
UMIDIFICATE CON SOLUZIONE DETERGENTE,LE QUALI DEVONO ESSERE SOSTITUITE
FREQUENTEMENTE E QUANDO SI CAMBIA AMBIENTE.
** I PANNI UTILIZZATI PER LINTERVENTO DI ASPORTAZIONE DELLA POLVERE DA TUTTE
LE SUPERFICI AL DI SOPRA DEL PAVIMENTO DEVONO ESSERE DIFFERENZIATI PER
COLORE SECONDO LE SUPERFICI E GLI AMBIENTI DA TRATTARE. CONSERVATI PULITI,
DISINFETTATI E BEN SEPARATI. INOLTRE, QUELLI UTILIZZATI PER LE CAMERE ED I BAGNI
DELLE DEGENZE VANNO DIFFERENZIATI DA QUELLI UTILIZZATI PER GLI AMBIENTI
RISERVATI AL PERSONALE E VICEVERSA.
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Asportazione di polvere e macchie con sistema umido, utilizzando appositi panni inumiditi con soluzione
detergente,da tutte le suppellettili presenti nei bagni (specchi, cornici, mensole, saponiere, dispenser di sapone o
carta igienica,sciacquone ecc.) Intervento di e sanificazione pulizia su apparecchi igienici
mediante lutilizzo di polveri abrasive idonee a rimuovere macchie, incrostazioni e calcare.
Intervento di pulizia e sanificazione su tutte le superfici dacciaio mediante lutilizzo di detergenti idonei a
rimuovere macchie, incrostazioni e calcare. Tutte le apparecchiature igieniche vanno sottoposte, al termine degli
interventi di pulizia, ad accurato intervento di disinfezione.
Lavaggio,risciacquo e disinfezione pavimenti dei bagni:. stesso procedimento descritto sopra.
Disinfezione pavimenti dei bagni. Lintervento va effettuato dopo loperazione di risciacquo.
* PER SISTEMA AD UMIDO SINTENDE: SCOPE A TRAPEZIO AVVOLTE CON GARZE
UMIDIFICATE CON SOLUZIONE DETERGENTE,LE QUALI DEVONO ESSERE SOSTITUITE
FREQUENTEMENTE E QUANDO SI CAMBIA AMBIENTE.
***I PANNI UTILIZZATI PER LINTERVENTO DI ASPORTAZIONE DELLA POLVERE DA TUTTE LE
SUPERFICI AL DI SOPRA DEL PAVIMENTO DEVONO ESSERE DIFFERENZIATE PER COLORE
SECONDO LA SUPERFICE DA TRATTARE. CONSERVATE PULITE DISINFETTATE E BEN SEPARATE.
*** LE FRANGE O I PANNI UTILIZZATI PER IL LAVAGGIO PAVIMENTI VANNO INDIVIDUATI
SECONDO GLI AMBIENTI AI QUALI SONO DESTINATI ,TENUTI BEN SEPARATI E CONSERVATI
PULITI E DISINFETTATI.
SI RITIENE OPPORTUNO RICORDARE LE SEQUENZE DELLINTERVENTO DI LAVAGGIO E
RISCIACQUO PAVIMENTI :
UTILIZZARE UN SECCHIO COLMO DACQUA PULITA IN CUI SIA STATO AGGIUNTO DEL
DETERGENTE, INUMIDIRE LE SUPERFICI DA TRATTARE E RACCOGLIERE LACQUA SPORCA
SCIACQUANDO E STRIZZANDO FREQUENTEMENTE LA FRANGIA O IL PANNO
SCIACQUARE BENE, IN ACQUA PULITA, LA FRANGIA O IL PANNO;
UTILIZZANDO UN SECCHIO COLMO DI ACQUA PULITA E LA FRANGIA O PANNO
PRECEDENTEMENTE SCIACQUATO INUMIDIRE LE SUPERFICI E, QUINDI, ASCIUGARE
RISCIACQUANDO CONTINUAMENTE LA FRANGIA O IL PANNO.
LINTERVENTO DI DISINFEZIONE DEI PAVIMENTI DEI BAGNI E DI TUTTE LE SUPERFICI PER LE
QUALI E PREVISTO DETTO INTERVENTO DEVE ESSERE EFFETTUATA DOPO IL RISCIACQUO E
SULLE SUPERFICI ASCIUTTE E MEDIANTE LUTILIZZO DI DISINFETTANTI PREVENTIVAMENTE
APPROVATI DALLA.O.U.
INTERVENTI DI PULIZIA,SANIFICAZIONE E DISINFEZIONE
NELLE AREE A MEDIO RISCHIO.
REPARTI DEGENZA, SERVIZI SPECIALI, SETTORE ANALISI URGENTI,
CENTRO TRASFUSIONALE, RADIODIAGNOSTICA DURGENZA
FINALITA: stabilire mantenere idonei livelli igienici.
PERIODICITA:
due interventi quotidiani diversificati compresi i festivi.
un intervento mensile su tutte le superfici in vetro esterne ed interne.
un intervento radicale trimestrale di pulizia sanificazione, disinfezione in tutti gli ambienti, su tutti i
pavimenti, pareti, arredi, suppellettili e qualsiasi altra superficie al di sopra del pavimento.
MODALITA OPERATIVE
I INTERVENTO:
Asportazione della polvere da tutti i pavimenti con sistema ad umido, utilizzando appositi panni imbevuti di
soluzione detergente, da scrivanie, cattedre,lavagne,sedie delle con particolare attenzione alle aree sottostanti
letti,lettini visita ed arredi vari, dietro le porte, negli angoli sui battiscopa e nei punti nascosti.
Svuotamento di cestini, secchi e qualsiasi contenitore di rifiuti con pulizia delle loro superfici interne ed esterne
con soluzione detergente e sostituzione del sacco di plastica.
Asportazione di polvere e macchie, con sistema ad umido, con appositi panni imbevuti di soluzione
detergente, da letti,culle,lettini visita
(con particolare attenzione a telai, spalliere, cardini, ruote strutture nascoste) testaletto a parete, arredi vari e
qualsiasi altra superficie al di sopra del pavimento.
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Asportazione di polvere e macchie dalle superfici di tutti gli armadi, con sistema ad umido, utilizzando
appositi panni imbevuti di soluzione detergente successiva asciugatura per non lasciare antiestetiche strisciature.
Asportazione di polvere e macchie, con sistemaad umido, utilizzando appositi panni imbevuti di soluzione
detergente, dai carrelli ponendo particolare attenzione a cardini,ruote e punti nascosti.
Asportazione della polvere, con sistema ad umido, utilizzando appositi panni imbevuti di soluzione
detergente,dai comodini, facendo attenzione agli incavi laterali, ai cardini ruote, superfici nascoste, piani di
appoggio intermedi.
Asportazione di polvere e macchie,con sistema ad umido, utilizzando appositi panni imbevuti di soluzione,da
tutte le apparecchiature medicali o elettroniche presenti nei reparti di degenza (anche su quelle che stazionano
occasionalmente come le apparecchiature mobili per radiografia).
Asportazione di polvere e macchie da tutte le porte, con particolare attenzione a quelle di accesso al reparto, con
sistema ad umido utilizzando appositi panni imbevuti di soluzione detergente,senza lasciare antiestetiche
strisciature.
(I panni utilizzati per lasportazione della polvere dalle superfici al di sopra del pavimento
devono essere sciacquati continuamente in acqua pulita)
Lavaggio pavimenti utilizzando due secchi di diverso colore (colmi dacqua che va sostituita frequentemente
uno con acqua e detergente, laltro con acqua pulita per il risciacquo che va effettuato assolutamente dopo il
lavaggio utilizzando una frangia o panno*** puliti. I pavimenti di medicherie ripostigli e depositi di materiale
sporco vanno disinfettati dopo loperazione di risciacquo.
Pulizia servizi igienici
Asportazione della polvere dai pavimenti, con sistema ad umido*
Asportazione della polvere con sistema umido utilizzando appositi panni imbevuti di soluzione detergente,da
tutte le suppellettili presenti nei bagni (specchi,cornici,mensole,saponiere, dispenser di sapone o carta igienica,
sciacquone ecc.)
Intervento di pulizia e sanificazione su apparecchi igienici mediante lutilizzo di polveri abrasive idonee a
rimuovere macchie, incrostazioni e calcare.
Intervento di pulizia e sanificazione su tutte le superfici in acciaio mediante lutilizzo di detergenti idonei a
rimuovere macchie, incrostazioni e calcare.
Intervento di pulizia e sanificazione sulle pareti lavabili dei bagni mediante lutilizzo di detergenti idonei a
rimuovere macchie,incrostazioni di sapone e di calcare. Successiva asciugatura delle superfici lavate.
AL TERMINE DELLE OPERAZIONI DI DETERSIONE EFFETTUARE INTERVENTO DI
DISINFEZIONE SU TUTTE LE SUPERFICI TRATTATE MEDIANTE LUTILIZZO DI
DISINFETTANTI PREVENTIVAMENTE APPROVATI DALLA.O.U.
Lavaggio,risciacquo,disinfezione pavimenti: stesso procedimento descritto
sopra .
* PER SISTEMA AD UMIDO SINTENDE: SCOPE A TRAPEZIO AVVOLTE CON GARZE
UMIDIFICATE CON SOLUZIONE DETERGENTE,LE QUALI DEVONO ESSERE SOSTITUITE
FREQUENTEMENTE E QUANDO SI CAMBIA AMBIENTE.
La scopa si striscia raso terra mantenendo una posizione obliqua, affinch lo sporco non fuoriesca dagli angoli; si
procede senza mai sollevare la scopa dal pavimento; si percorre tutta la superficie, sotto, dietro il letto e i vari
arredi; spostando quelli mobili, lungo tutto il perimetro, con movimento ad S come descritto precedentemente.
Attenzione ai punti morti ed angoli.
scaffalature, arredi vari, attrezzature, apparecchiature elettroniche, con particolare attenzione a cardini, ruote e
strutture nascoste,suppellettili e qualsiasi altra superficie al di sopra del pavimento.
Asportazione polvere e macchie dalle superfici di tutti gli armadi, con sistema ad umido,utilizzando appositi
panni imbevuti di soluzione detergente,e successiva asciugatura per non lasciare antiestetiche strisciature.
Asportazione di polvere e macchie da tutte le porte, con particolare attenzione a quelle di accesso al laboratorio,
con sistema ad umido,utilizzando appositi panni imbevuti di soluzione detergente, senza lasciare antiestetiche
strisciature.
(I panni utilizzati per lasportazione della polvere dalle superfici al di sopra del pavimento devono essere
sciacquati continuamente in acqua pulita)
Lavaggio pavimenti utilizzando due secchi di diverso colore (colmi dacqua che va sostituita frequentemente
uno con acqua e detergente, laltro con acqua pulita per il risciacquo che va effettuato assolutamente dopo il
lavaggio utilizzando una frangia*** o panno puliti. I pavimenti di ripostigli e depositi di materiale sporco vanno
disinfettati dopo loperazione di risciacquo.
Pulizia servizi igienici
Asportazione della polvere dai pavimenti, con sistema ad umido*
Asportazione della polvere con sistema umido, utilizzando appositi panni imbevuti di soluzione detergente, da
tutte le suppellettili presenti nei bagni (specchi, cornici, mensole, saponiere, dispenser di sapone o carta
igienica,sciacquone ecc.)
Intervento di pulizia su apparecchi igienici mediante lutilizzo di polveri abrasive idonee a rimuovere
macchie,incrostazioni e calcare .
Intervento di pulizia su tutte le superfici in acciaio mediante lutilizzo di detergenti idonei a rimuovere macchie,
incrostazioni e calcare.
Lavaggio,risciacquo e disinfezione pavimenti, stesso procedimento descritto sopra
* PER SISTEMA AD UMIDO SINTENDE: SCOPE A TRAPEZIO AVVOLTE CON GARZE
UMIDIFICATE CON SOLUZIONE DETERGENTE,LE QUALI DEVONO ESSERE SOSTITUITE
FREQUENTEMENTE E SI CAMBIA AMBIENTE.
***I PANNI UTILIZZATI PER LINTERVENTO DI ASPORTAZIONE DELLA POLVERE DA TUTTE
LE SUPERFICI AL DI SOPRA DEL PAVIMENTO DEVONO ESSERE DIFFERENZIATE PER
COLORE SECONDO LA SUPERFICE DA TRATTARE. CONSERVATE PULITE DISINFETTATE E
BEN SEPARATE.
**** LE FRANGE O I PANNI UTILIZZATI PER IL LAVAGGIO PAVIMENTI VANNO INDIVIDUATI
SECONDO GLI AMBIENTI AI QUALI SONO DESTINATI ,TENUTI BEN SEPARATI E
CONSERVATI PULITI E DISINFETTATI.
SI RITIENE OPPORTUNO RICORDARE LE SEQUENZE DELLINTERVENTO DI LAVAGGIO E
RISCIACQUO DEI PAVIMENTI:
UTILIZZARE UN SECCHIO COLMO DACQUA PULITA IN CUI SIA STATO AGGIUNTO DEL
DETERGENTE ,INUMIDIRE LE SUPERFICI DA TRATTARE E
RACCOGLIERE LACQUA SPORCA SCIACQUANDO E STRIZZANDO FREQUENTEMENTE LA
FRANGIA O IL PANNO .
SCIACQUARE BENE, IN ACQUA PULITA, LA FRANGIA O IL PANNO;
UTILIZZANDO UN SECCHIO COLMO DI ACQUA PULITA E LA FRANGIA O PANNO
PRECEDENTEMENTE SCIACQUATO INUMIDIRE LE SUPERFICI E,
QUINDI, ASCIUGARE RISCIACQUANDO FREQUENTEMENTE LA FRANGIA O IL PANNO.
LINTERVENTO DI DISINFEZIONE DEI PAVIMENTI DEI BAGNI E DI TUTTE LE SUPERFICI PER LE
QUALI E PREVISTO DETTO INTERVENTO DEVE ESSERE
EFFETTUATA DOPO IL RISCIACQUO E SULLE SUPERFICI ASCIUTTE E MEDIANTE LUTILIZZO DI
DISINFETTANTI PREVENTIVAMENTE APPROVATI
DALLA.O.U..
INTERVENTI DI SANIFICAZIONE AMBIENTALE NELLE AREE AD ALTO RISCHIO.
REPARTI DEGENZA EMATOLOGIA CLINICA, CAMERE STERILI, MALATTIE INFETTIVE,
CHIRURGIA DEI TRAPIANTI,TERAPIE INTENSIVE, UNIT CORONARIA, CENTRO IMMATURI,
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Intervento di sanificazione su apparecchi igienici mediante lutilizzo di polveri abrasive idonee a rimuovere
macchie, incrostazioni e calcare.
Intervento di sanificazione su tutte le superfici in acciaio mediante lutilizzo di detergenti idonei a rimuovere
macchie, incrostazioni e
calcare con particolare attenzione alle vasche di lavaggio chirurghi e lavaggio ferri presenti nelle sale operatorie.
Intervento di sanificazione sulle pareti lavabili dei bagni mediante lutilizzo di detergenti idonei a rimuovere
macchie,incrostazioni di sapone e dicalcare. Successiva asciugatura delle superfici lavate.
Intervento ,quindicinale, di sanificazione dei sifoni lavabi:smontarli,detergerli per eliminare i residui di
grasso,calcaree sapone e,quindiimmergerli in una soluzione disinfettante,tenendoli almeno 10 minuti.
LASCIARE ASCIUGARE PERFETTAMENTE LE SUPERFICI TRATTATE ED EFFETTUARE
INTERVENTO DI DISINFEZIONE MEDIANTE LUTILIZZO DI
DISINFETTANTI QUALI LIPOCLORITO DI SODIO NELLE CONCENTRAZIONI INDICATE
NELLA SEGUENTE SCHEDADOSI DI IPOCLORITO DI SODIO
Lavaggio pavimenti, stesso procedimento descritto sopra.
* PER SISTEMA AD UMIDO SINTENDE: SCOPE A TRAPEZIO AVVOLTE CON MONOUSO GARZE
UMIDIFICATE CON SOLUZIONE DETERGENTE CHE DEVONO ESSERE SOSTITUITE
FREQUENTEMENTE E QUANDO SI CAMBIA AMBIENTE.
*** I PANNI O LE FRANGE UTILIZZATI PER IL LAVAGGIO PAVIMENTI DEVONO ESSERE
INDIVIDUATI SECONDO GLI AMBIENTI AI QUALI SONO DESTINATI, TENUTI BEN SEPARATI E
CONSERVATI PULITI E DISINFETTATI.
E OPPORTUNO STERILIZZARLI PRIMA DELLUTILIZZO .
II INTERVENTO (POMERIDIANO):
IDENTICO AL PRIMO.
SEQUENZE DELLINTERVENTO DI LAVAGGIO , RISCIACQUO E DISINFEZIONE DEI PAVIMENTI:
UTILIZZARE UN SECCHIO COLMO DACQUA PULITA IN CUI SIA STATO AGGIUNTO DEL
DETERGENTE , INUMIDIRE LE SUPERFICI DA TRATTARE E RACCOGLIERE LACQUA SPORCA
SCIACQUANDO E STRIZZANDO LA FRANGIA O IL PANNO .
SCIACQUARE BENE, IN ACQUA PULITA, LA FRANGIA O IL PANNO;
UTILIZZANDO UN SECCHIO COLMO DI ACQUA PULITA E LA FRANGIA O PANNO
PRECEDENTEMENTE SCIACQUATI INUMIDIRE LE SUPERFICI CON ACQUA PULITA E, QUINDI,
ASCIUGARE RISCIAQUANDO CONTINUAMENTE LA FRANGIA O IL PANNO.
SI RIBADISCE CHE LINTERVENTO DI DISINFEZIONE DI TUTTE LE SUPERFICI PER LE QUALI E
PREVISTO DEVE ESSERE EFFETTUATO DOPO
IL RISCIACQUO E SU SUPERFICI PERFETTAMENTE ASCIUTTE MEDIANTE LUTILIZZO DI
DISINFETTANTI PREVENTIVAMENTE APPROVATI DALLAZIENDA .
I rifiuti non taglienti/ non pungenti sono rifiuti contaminati da sangue visibile ( eccetto assorbenti igienici di
pazienti non riconosciute infette) e o dai seguenti liquidi biologici: liquido seminale, secrezioni vaginali, liquido
pleurico, liquido amniotico. La contaminazione da feci o urine da considerarsi a rischio solo nel caso in cui il
paziente sia affetto da patologie trasmissibile attraverso tali escreti. Sono da considerare pericolosi a rischio
infettivo anche i seguenti rifiuti: contaminati da liquido biologico proveniente da pazienti isolati, provenienti da
ambienti di isolamento in cui esiste rischio di trasmissione biologica aerea, rifiuti provenienti da ambienti dove
soggiornano pazienti affetti da specifiche patologie, es. febbre emorragica, virus ebola.
Questi rifiuti pericolosi e ad alto rischio infettivo devono essere raccolti in doppio imballaggio di plastica rigida,
in un sacco di politilene, correttamente fissato ai bordi dellimballaggio, recante la scritta rifiuti sanitari
pericolosi a rischio infettivo ed anche il simbolo di rischio biologico.
Sul coperchio va posta una etichetta indicante la data ed il luogo di produzione. Il contenitore chiuso verr
collocato dal personale di reparto nel punto di raccolta interna ( vuotatoio), dove verr prelevato dal personale
addetto al suo trasportato nel punto d raccolta centrale( luogo di stoccaggio) del presidio ospedaliero.
I rifiuti pericolosi a rischio infettivo taglienti e pungenti( aghi, siringhe, bisturi monouso, fialette di vetro,
lancette pungi dito, rasoi, ecc.), vengono raccolti in appositi contenitori di plastica rigida. Gli oggetti taglienti e
pungenti devono essere eliminati direttamente nel contenitore evitando passaggi intermedi e manipolazioni e
adottando tutte le idonee cautela onde evitare tagli o punture accidentali. In particolare gli aghi e i taglienti
monouso non devono essere rimossi dalle siringhe o da altri supporti( se non per mezzo degli appositi dispositivi
di sraccordo e con manovra sicura) n in alcun modo manipolati o re incappucciati. raccomandata la presenza
dei contenitori in plastica rigida. Il contenitore per la raccolta di aghi e taglienti deve essere costituito da un
imballaggio a , rigido e resistente alle punture , recante la scritta rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo
taglienti e pungenti, e il simbolo di rischio biologico. Devono essere chiusi in maniera irreversibile e
successivamente introdotto nellimballaggio rigido per rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo in uso nel
locale di lavoro. Ricordiamo che sono disponibili anche contenitori rigidi formato tascabili per gli operatori che
prestano assistenza a domicilio del paziente.
Tra i rifiuti considerati pericolosi a rischio infettivo ricordiamo : assorbenti igienici, pannolini pediatrici e
pannoloni, cannule e drenaggi, cateteri e sonde, deflussori, fleboclisi contaminate, guanti monouso, materiale per
medicazione, sacche di raccolta ( per trasfusioni, urina, stomia,nutrizione parenterale), sonde rettali e gastriche,
speculum vaginale, aghi, siringhe, pungi dito, rasoi, bisturi monouso, etc, si consideri che in questo elenco del
tutto esemplificativo, sono presenti rifiuti per i quali deve essere valutata, caso per caso,lattribuzione della
caratteristica di pericolosit dovuta a rischio infettivo, per esempio contenitori vuoti, assorbenti igienici,
pannoloni, pannolini pediatrici, materiale monouso possono in molti casi rientrare tra i rifiuti assimilati agli
urbani.
2. Rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo. In questacategoria sono compresi , gli agenti
chimici pericolosi ( es. liquidi radiologici) e tutti i materiali/ presidi contaminati con queste
sostanze es( flebo, deflussori ect.
3. Rifiuti sanitari non pericolosi: comprendono oggetti taglienti non utilizzati e ancora imballati,
sostanze chimiche di scarto non contenenti sostanze pericolose, etc.
4. Rifiuti sanitari assimilabili ai rifiuti urbani. Sono assoggettati al regime giuridico ed alle
modalit di gestione dei rifiuti urbani, sono costituiti da: rifiuti derivanti dalla preparazione dei
pasti provenienti dalle cucine delle strutture sanitarie, residui dei pasti provenienti dai reparti di
degenza delle strutture sanitarie, ( esclusi quelle che provengono da pazienti affetti da malattie
infettive per i quali sia ravvisata clinicamente, dal medico che li ha in cura, una patologia
trasmissibile attraverso tali residui), vetro, carta, cartone,plastica metalli, imballaggi in genere,
materiali ingombranti da conferire negli ordinari circuiti di raccolta differenziata, spazzatura,
indumenti e lenzuola monouso e non, bende, assorbenti igienici anche contaminati da sangue,
pannolini pediatrici e pannoloni, contenitori e sacche per urine in assenza di sangue infettivo se
provenienti da degenti infetti.
5. Rifiuti sanitari che richiedono particolari modalit di smaltimento. Comprendono farmaci
scaduti o inutilizzabili; medicinali citotossici e citostatici per uso umano o veterinario ed i
materiali visibilmente contaminati che si generano dalla manipolazione e dalluso degli stessi;
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organi e parti anatomiche non riconoscibili; piccoli animali da esperimento; sostanze stupefacenti
ed altre sostanze.
CAPITOLO 9
9.1 STERILIZZAZIONE
COMPITI DELLE FIGURE PROFESSIONALI
Dallanalisi della legislazione vigente si evincono vari livelli di responsabilit rispetto alle procedure di
sterilizzazione: dal direttore sanitario, in quanto responsabile della direzione dellospedale ai fini organizzativi ed
igienico-sanitari, alloperatore professionale coordinatore in quanto responsabile dei piani di lavoro del personale
a lui afferente, allinfermiere, che partecipa alla formulazione dei piani di lavoro stessi.
Inoltre collaborano, sotto la responsabilit del coordinatore e dellInfermiere, loperatore socio sanitario
(OSS), loperatore tecnico addetto allassistenza (OTA) ai quali possono essere delegate le operazioni relative a:
raccolta, lavaggio, asciugatura, preparazione, confezionamento, operazioni di carico e scarico dalle autoclavi e
stoccaggio del materiale sterilizzato. Poich la responsabilit viene definita come il dover rispondere delle proprie
azioni rispettando quanto stabiliscono leggi e regolamenti, ne deriva che lOperatore Professionale Coordinatore
sar responsabile dellorganizzazione del servizio e linfermiere. dellesecuzione, controllo e gestione delle
procedure di sterilizzazione e quindi del:
controllo di idoneit del materiale e dei contenitori
scelta del procedimento di sterilizzazione
scelta e controllo del metodo di confezionamento
esecuzione e controllo delle prove di verifica del corretto funzionamento delle
apparecchiature
segnalazione di anomalie e guasti
supervisione e controllo sulle attivit svolte da OSS, OTA
Centrale di sterilizzazione.
La centrale di sterilizzazione deve essere collocata a stretto contatto con il gruppo operatorio e con le divisioni di
degenza, cio con i servizi e reparti che utilizzano maggiormente questa struttura.
La centrale deve essere strutturata in funzione del percorso unidirezionale lungo il quale il materia le da trattare
dovr obbligatoriamente passare.
Si riconoscono tre settori principali:
il settore sporco: in cui avviene l'accettazione de materiale, la cernita, la selezione e la pulizia;
il settore pulito: in cui si compiono le operazioni di confezionamento e di caricamento delle autoclavi (autoclavi
passanti tra le due zone);
il settore sterile: in cui avviene lo scaricamento de materiale dalle autoclavi e la collocazione de; materiale sterile
in armadi passanti per la ridistribuzione.
L'ingresso del personale nella zona sterile avviene attraverso appositi locali filtro. L'uscita del personale dalla
zona sporca dovrebbe avvenire solo dopo aver indossato una divisa pulita.
DISTINZIONE DELLE FASI DI LAVORO
La preparazione corretta degli strumenti e dei presidi fondamentale per il
raggiungimento ed il mantenimento della sterilit. Le fasi di lavoro possono essere cos
schematizzate:
1_RACCOLTA
2_ DECONTAMINAZIONE
3_ LAVAGGIO
4_ ASCIUGATURA
5_CONTROLLO E MANUTENZIONE
6_ CONFEZIONAMENTO
7_STERILIZZAZIONE
8_CONSERVAZIONE E STOCCAGGIO
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ATTIVIT DI STERILIZZAZIONE
FASE 1 : RACCOLTA
Oggetto: raccolta materiale da sottoporre a sterilizzazione con vapore sotto pressione.
Perch :
necessit di allontanare i dispositivi contaminati da materiale biologico potenzialmente pericoloso per il
personale esposto.
Corretto allontanamento e smaltimento rifiuti sanitari pericolosi a rischi infettivo.
Corretto allontanamento e smaltimento rifiuti sanitari taglienti e pungenti.
Chi : personale sanitario che lavora presso i blocchi operatori: caposala, infermiere, OSS.
Quando: al termine di ciascuna seduta operatoria
Prodotto/ materiale da utilizzare: DPI.
Come fare:
Raccogliere ed allontanare i dispositivi medico-chirurgici contaminati ed utilizzati nel corso della seduta
operatoria
Allontanare i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo nei contenitori predisposti.
Allontanare i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo taglienti e pungenti nei contenitori predisposti.
FASE 2 : DECONTAMINAZIONE
Oggetto: operazione preliminare alla pulizia dei dispositivi contaminati da materiale organico, da effettuare prima
del lavaggio.
Perch: una misura di sicurezza di tipo collettivo e deve essere effettuata prima del lavaggio al fine di evitare il
contagio professionale con agenti patogeni.
Chi : personale sanitario che lavora presso i blocchi operatori: caposala, infermiere, OSS.
Quando: nellimmediato post-operatorio, dopo la raccolta, prima della fase di lavaggio, smontaggio e pulizia
dello strumentario utilizzato.
Prodotto/ materiale da utilizzare: D.P.I.
Come fare:
Allestimento del disinfettante secondo le indicazioni del produttore ( consigliato di allestire la soluzione
disinfettante al momento dellutilizzo evitando, in tal modo, possibili contaminazione)
Versare la soluzione disinfettante idonea al materiale da trattare in un contenitore.
Immergere lo strumentario da decontaminare. La durata della fase di immersione dipende dalle
caratteristiche della soluzione impiegata ed opportuno seguire le indicazione fornite dal produttore.
Al termine del periodo di immersione la soluzione decontaminante deve essere smaltita secondo la
normativa vigente.
FASE 3: LAVAGGIO
La pulizia dei dispositivi medici riutilizzabili pu avvenire con metodo manuale oppure meccanico/chimico.
Nel caso in cui si utilizzi una procedura manuale di lavaggio, al termine di questa, necessario procedere ad un
primo risciacquo del materiale con doccia di acqua corrente e poi con doccia di acqua demineralizzata, per
rimuovere residui di detergente.
LAVAGGIO AUTOMATIZZATO
Oggetto: pulizia automatizzata dei dispositivi medici riutilizzabili
Perch: al fine di rimuovere i residui di sostanze organiche e inorganiche e, di conseguenza, anche i
microrganismi. Il risultato di una buona azione di detersione o lavaggio porta infatti ad una riduzione qualiquantitativa della contaminazione microbica ( bioburder) con un abbattimento della carica microbica dell8090%, che la chiave del successo della sterilizzazione.
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Chi: personale sanitario che lavora presso i blocchi operatori: caposala, infermieri,OSS.
Quando: dopo la fase di decontaminazione.
Prodotto/materiale da utilizzare: DPI.
Come fare: lavaggio automatizzato: utilizzando macchine lavastrumenti programmate secondo le indicazioni del
produttore, in relazione al materiale da trattare.
FASE4: ASCIUGATURA
Oggetto: accurata asciugatura del materiale che deve essere introdotto in autoclave
Perch: lumidit residua pu compromettere il successivo processo di sterilizzazione
Chi : personale sanitario che lavora presso i blocchi operatori: caposala, infermiere, OSS.
Quando:
Prodotto/materiale da utilizzare:
Container, sono forme di confezionamento rigida termoresistenti, a chiusura ermetica e provvisti di filtri
unidirezionali in tessuto ( sostituire ogni 50 cicli) o di carta (sostituire ad ogni ciclo). Mantenimento
sterilizzazione in conteiner: 30 giorni.
Carta medical grade
Descrizione:Fogli di carta crespata di dimensione e colori diversi, non deve rilasciare fibre, priva di materiali
tossici che possano liberarsi durante limpiegato.
Modalit di confezionamento: il materiale va avvolto in un doppio strato di carta, in maniera tale da permettere
un leggero movimento del materiale allinterno del pacco durante i cambiamenti di pressione, che avvengono
durante il processo di sterilizzazione.
Il confezionamento va effettuato utilizzando una metodica che consenta di garantire unefficace protezione, una
facile apertura ed unestrazione asettica del contenuto. I presidi acuminati o taglienti devono essere protetti.
Allesterno del pacco porre un indicatore di processo riportante i dati per la rintracciabilit.
Tempo di mantenimento sterilit: 30 giorni.
Carta Kraft-politilene
Descrizione: buste o rotoli ottenuti dallaccoppiamento di carta medicale ed un film plastico di politilene.
Disponibile in svariate misure, dotate di indicatore di processo esterno per sterilizzazione mediante vapore saturo
al lato in carta, il quale deve essere di dimensioni non inferiori ad 1 cm. Quadrato. La larghezza della saldatura
non dovr essere inferiore a 6 mm e non superiore ai 12 mm.
Modalit di confezionamento: le dimensioni della busta dovranno essere tali che il materiale contenuto non
occupi pi di del volume totale. I presidi acuminati vanno protetti. Introdurre il materiale in maniera tale da non
causare danni alla busta evitando piegature del presidio introdotto, qualora non si tratti di materiale rigido. Le
termosaldature devono essere tali da lasciare un margine di apertura di almeno 5 cm. Nel caso delle buste
preformate, uno dei lati gi predisposto affinch lapertura avvenga in modo corretto. consigliato il
confezionamento in doppia busta per il materiale da utilizzare in campo operatorio.
Il confezionamento in doppia busta non allunga ulteriormente il tempo di mantenimento della sterilit.
Tempo di mantenimento sterilit: 60 giorni.
Come fare:
Controllare che il materiale da confezionare sia pulito, integro e asciutto.
Riassemblare il materiale nel caso in cui sia stato scomposto.
Rimuovere qualsiasi impedimento al contatto della superficie del materiale da sterilizzare con lagente
sterilizzante.
Proteggere adeguatamente il materiale da inviare al confezionamento
Nel caso in cui il materiale da sterilizzare presenti sulle superfici spigoli acuminati o taglienti che
potrebbero, durante il ciclo di sterilizzazione o durante il trasporto, danneggiare la stessa confezione e
conseguentemente esporre loperatore sanitario ad agenti biologici infettivi( se lesposizione avviene
prima del processo di sterilizzazione, necessario avvolgere lo strumentario con una tipologia di
materiale che permette di maneggiare in sicurezza la confezione.
Assemblare plastiche e gomme ( ad esempio tubazioni) in modo da evitare distorsioni che impediscono
lazione dellagente sterilizzante.
Controllare che allesterno di tutte le confezioni vi sia un indicatore chimico di classe A; nel caso in cui
non vi fosse necessario apporlo. Tale indicatore consente, al termine del trattamento di sterilizzazione,
di classificare la confezione come trattata con il metodo specifico adatto.
Non utilizzare, come materiale per il confezionamento, il materiale gi sottoposto a sterilizzazione. I
materiali utilizzati per il confezionamento, dichiarati monouso dal fabbricante, non devono essere
sottoposti ad un nuovo ciclo di sterilizzazione.
Riportare su apposita etichetta i dati necessari per lidentificazione e per la tracciabilit del prodotto.
Confezionare i materiali sterilizzabili singolarmente o assemblati in set mono- intervento o mono
paziente.
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1. pre-riscaldamento
2. Vacuum test
3. Bowie-Dick
Le prove biologiche vanno eseguite secondo la frequenza e le modalit riportate nella scheda che segue.
OGGETTO: controlli biologici
CHI: coordinatore infermieristico, infermiere
PERCH: per dimostrare la validit del processo di sterilizzazione
QUANDO: secondo la frequenza stabilita dal calendario prove fornito dal DAS di igiene ospedaliera, Medicina
del lavoro e di Comunit (con frequenza quindicinale e dopo ogni intervento tecnico sullautoclave, secondo la
norma UNI EN 866-1)
PRODOTTO/MATERIALE DA UTILIZZARE: fiala contenente spore di Bacillussthearotermophilus e il
rispettivo terreno di coltura.
AVVERTENZE E RACCOMANDAZIONI: il ciclo di sterilizzazione previsto per il controllo biologico
dellautoclave pu essere eseguito anche con la presenza di materiale di sterilizzazione. Il numero di fialette
necessarie per ciascun autoclave dipende dalla capacit dellautoclave: 1 fialetta per ogni 100 L di capacit
dellautoclave.
COME FARE: 1) ritirare la/e fiala/e presso il DAS Igiene Ospedaliere Medicina del Lavoro e di Comunit. 2)
posizionare la fiala allinterno della sterilizzatrice 3) effettuare il ciclo di sterilizzazione 4) al termine del ciclo
portare la fiala presso il laboratorio di Microbiologia DAS Igiene Ospedaliere Medicina del Lavoro e di
Comunit.*
* il risultato della prova biologica comunicato dal DAS Igiene Ospedaliere Medicina del Lavoro e di
Comunit al coordinatore, responsabile u.o., direttore DAS e alla direzione sanitaria. In caso di idoneit il
DAS Igiene Ospedaliere Medicina del Lavoro e di Comunit comunica per vie brevi allU.O. che ha
effettuato la prova bloccando temporaneamente lattivit in attesa di un nuovo controllo e del suo risultato.
OGGETTO:CONTROLLI FISICI
CHI: coordinatore infermieristico, infermiere
PERCH: al fine di attestare la totale evacuazione dellaria nella camera di sterilizzazione dellautoclave e la
conseguente penetrazione del vapore.
QUANDO: 1) quotidianamente, prima di dare inizio alle attivit di sterilizzazione; 2) prima di riavviare una
macchina non in attivit.
PRODOTTO/MATERIALE DA UTILIZZARE: pacco prova monouso, conforme alle normative vigenti: test
di Bowie & Dick
AVVERTENZE E RACCOMANDAZIONI: il ciclo previsto per il controllo chimico dellautoclave deve
essere eseguito in assenza di materiale da sterilizzare.
COME FARE: 1) posizionare il pacco prova test allinterno della camera di sterilizzazione 2) effettuare il ciclo
per test di Bowie & Dick 3) al termine del ciclo verificare il viraggio del test secondo le indicazioni del produttore
**
** nel caso in cui il test prova indichi un funzionamento non idoneo dellapparecchiatura, necessario
ripetere il test. Se la seconda prova non rileva inidoneit necessario effettuare una terza prova, che in
caso di idoneit consente lutilizzo dellautoclave. Se la seconda prova o la terza rilevino inidoneit
necessario bloccare lattivit di sterilizzazione e comunicare lavvenuta alla Dir. San. E al servizio di
Provveditorato.
OGGETTO: prova fisica test preriscaldamento
CHI: coordinatore infermieristico, infermiere
PERCH: al fine di attestare la totale evacuazione dellaria nella camera di sterilizzazione dellautoclave e la
conseguente penetrazione del vapore.
QUANDO: 1) quotidianamente, prima di dare inizio alle attivit di sterilizzazione; 2) prima di riavviare una
macchina non in attivit)
COME FARE: secondo le indicazioni del produttore
OGGETTO: prova fisica test del vuoto
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sono quelli che normalmente non vengono in contatto con la cute integra.
Questi articoli non sono di norma coinvolti nella trasmissione di infezioni.
es.: stetoscopi, manicotti per la misurazione della pressione, maschere facciali, biancheria, stoviglie, etc. (
detersione e/o disinfezione a basso livello).
STERILIZZAZIONE CHIMICA
Formaldeide: per superfici, oggetti o locali (gas irritante, tossico,poco penetrante)
Ozono: adatto per il materiale chirurgico, fortemente ossidante, altera molti materiali
Ossido di etilene: per i materiali termolabili (PVC, polietilene, alcune gomme). Pu formare miscele esplosive
con laria. Attualmente non viene pi adoperato per la sua tossicit. Data la tossicit dellossido di etilene,
indispensabile che, alla fine del ciclo di sterilizzazione, il dispositivo sia sottoposto a un trattamento di aerazione
al di fuori della sterilizzatrice
GAS-PLASMA
Il gas-plasma il quarto stato della materia, risultato dellazione di un forte campo energetico sulla materia
gassosa che viene disgregata producendo particelle instabili (ioni, atomi, radicali liberi neutri) altamente reattivi.
La sterilizzazione con perossido di idrogeno non compatibile con materiali in grado di assorbire il perossido di
idrogeno come la cellulosa (cotone, carta e teleria), i liquidi e le polveri.
Le tecniche utilizzate sono due:
Vapore di perossido didrogeno con gas-plasma di perossido didrogeno;
Vapore di ac. Paracetico/perossido didrogeno con gas-plasma di idrogeno, ossigeno ed argon
Il ciclo opera ad una temp. di 37-44C per 75 minuti, compresa areazione finale
Ha sostituito lossido di etilene
STERILIZZAZIONE MEDIANTE SOLUZIONI DI ACIDO PERACETICO
Lacido peracetico un perossiacido organico composto da una miscela di acido acetico e perossido di idrogeno
in soluzione acquosa. un liquido incolore con un odore pungente e un pH basso. un composto stabile, a
temperatura e pressione standard, ma che si decompone in modo esplosivo per urto o riscaldamento divenendo un
potentissimo agente ossidante e comburente; per queste sue propriet costituisce un potente agente antisettico e
antibatterico, attivo a concentrazioni minime. Inoltre i prodotti di degradazione dellacido peracetico non sono
tossici e si dissolvono facilmente in acqua.
La sterilizzazione mediante soluzioni di acido peracetico permette una processo rapido, a bassa temperatura
indicata per il trattamento di dispositivi totalmente immergibili, resistenti a una temperatura compresa tra i 50C e
i 56C.
Questo tipo di sterilizzazione dunque particolarmente adatto per tutti i dispositivi medici termolabili,
immergibili e, ovviamente, risterilizzabili; in particolare un trattamento indicato per tutti gli strumenti utilizzati
in campo endoscopico (endoscopi rigidi e flessibili, cavi luce, telecamere, ) per i quali non richiesta la sterilit
ma solo che siano stati sterilizzati e quindi possono essere sterilizzati non confezionati.
Il sistema sterilizzante prevede limmersione del dispositivo in una soluzione di acido peracetico allo 0,2% con
pH neutro in unapparecchiatura che opera in modo automatizzato con cicli a 50-56C per un tempo di
esposizione variabile. Tale sistema a circuito chiuso serve per garantire il corretto svolgimento del ciclo di
sterilizzazione e il mantenimento dei parametri impostati, nonch per prevenire lesposizione di operatori e
ambiente a una soluzione corrosiva.
Per assicurare il contatto della soluzione sterilizzante con i dispositivi da sterilizzare di fondamentale
importanza porre particolare attenzione al posizionamento dello strumento (soprattutto se cavo) nella camera di
sterilizzazione.
Una volta avviato il ciclo di sterilizzazione, le fasi che si susseguono nella sterilizzatrice sono:
preparazione/aspirazione della miscela sterilizzante;
sterilizzazione;
risciacquo;
asciugatura (ove prevista).
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9.2FERRI CHIRURGICI
Ferri Chirurgici tutto in acciaio inossidabile
BISTURI la lama pu avere forma,dimensione e taglio diverso in base ai tessuti su cui si opera ed alle
preferenze individuali; i pi economici sono quelli con lama intercambiabile con manico di bisturi fisso e
la lama viene mantenuta con laiuto di un Klemer facendola scorrere nellapposita scanalatura, possono
essere monouso sterile con lama non intercambiabile.
FORBICI: di forma e grandezza varie usate per il taglio di tessuti o fili di sutura
PINZE EMOSTATICHE: ne fanno parte Kocher ( con presa arcuta dentata) e Klemer( con presa
smussa e branche rigate trasversalmente) di varie misure retti o curvi, per entrambi con branche rigate in
senso trasversale Si utilizzano per un emostasi temporanea dei monconi di vasi selezionati durante
lincisione e sono fornite di CREMAGLIERA DARRESTO che gli permette una chiusura sicura
PINZE DA PRESA : anatomica con pressa smussa e branche rigate trasversalmente o chirurgica con
presa arcuata dentata Sono indispensabili per afferrare i tessuti e scollarli e per agevolare il passaggio
degli aghi durante la sutura
PORTA AGHI: di diverse misure , adottabili a varie profondit, Utilissimi per manovrare aghi di sutura
e da usare con pinza chirurgica.Possono avere due tipi di impugnatura MOTHEIR (impugnatura a piene
mani) o di Maio ( con presa ad anelli e con cremagliera darresto).
DIVARICATORI:hanno la funzione di mantenere divaricatori i bordi di un incisione per consentire una
buona visuale del campo operatorio e di manovre chirurgiche in profondit Possono essere autostatici che
si tengono autonomamente in posizione o manuali manovrati da assistente
VENGONO SUDDIVISI IN 2 GRANDI CATEGORIE:
-MANUALI : I QUALI DURANTE LINTERVENTO VENGONO TENUTI IN SITU SUL CAMPO
OPERATORIO DALLE MANI DEGLI OPERATORI
-AUTOSTATICI : I QUALI ESPLICANO LA LORO AZIONE FISSATI SU UN SUPPORTO,
GARANTENDO COSI UN ESPOSIZIONE STABILE E DURATURA NEL TEMPO.
PASSA FILI: Questi strumenti vengono utilizzati dal chirurgo per effettuare il passaggio dei fili ed il
loro eventuale successivo annodamento su strutture anatomiche delicate o situate in profondit.
PINZA DI MAGILL: utilizzata principalmente nellinserzione del tubo di magill, come
funzione secondaria utilizzato nellestrazione dei corpi estranei nel cavo orale.
SPECIALI: strumenti con varie funzione : i fissateli( , Questi strumenti sono adibiti alla delimitazione
del campo operatorio.) pinza a cuore, ecc; ogni specialit chirurgica ha il suo determinato strumentario
che varia anche da intervento a intervento.
CAPITOLO 10
Acqua bidistillata
Tubo di raccordo tra il flussometro e la sonda nasale, maschera od occhialini
TECNICA:
Informare il paziente
Lavarsi le mani
Riempire il flussometro fino al segno max con acqua bidistillata (lacqua dirubinetto rovina lattrezzatura)
Inserire il tubo di collegamento
Applicare la mascherina o gli occhialini al paziente
Aprire la valvola dellerogatore solo su specifica indicazione infermieristica e
seguendo le indicazioni tassative sulla quantit da erogare (l/min O2)
IMPORTANTE
Non erogare ossigeno senza precise indicazioni infermieristiche
Riferire eventuali segni o sintomi di benefico per il paziente (scomparsa
dellangoscia, viso colorato, ritmo respiratorio normale)
Avvisare linfermiere in caso di malfunzionamento del flussometro e/o
eventualmente sostituirlo
Termometro da bagno
Catino
Asciugamano da bagno
Borsa di acqua calda
TECNICA:
Lavarsi le mani
Informare il paziente spiegargli il procedimento
Versare lacqua nel catino
Controllare la temperatura
Immergervi un telo o il cotone finch sia completamente intriso dacqua
Strizzarlo in modo da eliminare leccesso dacqua
Applicare una piccola parte del telo sulla zona per valutare la sensibilit del
soggetto
Continuare a stendere il telo o il cotone su tutta la zona se il calore ben tollerato
Coprire limpacco umido con un telo asciutto
Ricoprire il tutto con il materiale impermeabile
Fissare limpacco con un giro di benda o cerotto e posizionare una borsa di acquacalda
Annotare lorario
Cambiare limpacco caldo-umido ogni 2 ore rinnovando la borsa di acqua calda
Mantenere la zona interessata al trattamento in posizione corretta per tutta la duratadella cura (solitamente in
scarico)
Asciugare delicatamente al termine, tamponando la zona
Riordinare il materiale usato
Lavarsi le mani
Annotare la durata del trattamento.
IMPORTANTE:
Fare attenzione al pericolo di ustioni (i pazienti non coscienti o con patologievascolari riducono la sensibilit
cutanea e non avvertono la sensazione dolor dovutaal calore eccessivo)
I liquidi vanno decontaminati (se indicato) e poi gettati nel WC se non ci sono diverse prescrizioni;
Il materiale per la pulizia della camera deve essere ad uso riservato, e devono essere decontaminati alla
fine della degenza.
Per i pazienti immunocompromessi seguire le indicazioni dellUnit Operative.
LO.S.S consapevole che ha una grossa responsabilit nei confronti della collettivit.Aspetti relazionali.
LOSS essendo loperatore pi a contatto con il paziente dovr ascoltare le sue angosce, le sue difficolt i suoi
timori cercando di rassicuralo e renderli la situazione meno difficile.
LOSS vigiler che i visitatori rispettino tutte le precauzioni del caso.
Importante
Evitare di entrare pi volte nella stanza, ma di raggruppare le prestazioni al fine di entrare il meno possibile.
La durata di efficacia della maschera al massimo di tre ore e comunque va cambiata se si bagna.
Limitare il numero dei visitatori,al giusto indispensabile
CAPITOLO 11
11.1 PRINCIPI DI IGIENE
Per Igiene, si intende il complesso delle norme riguardanti la pulizia e la cura della persona e degli ambienti.
Ligiene nel suo significato pi ampio o pi semplice, mira a mantenere lo stato di salute dellindividuo e della
collettivit.
Il mantenimento dello stato di salute passa attraverso la prevenzione dellinsorgenza e il diffondersi delle
malattie.
A questo scopo vanno individuati i fattori che favoriscono o riducono il diffondersi delle malattie.
Il concetto di salute
Definizioni
Salute
Benessere
stile di vita
La salute uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non consiste soltanto nellassenza di
malattia e infermit (OMS, 1954).
Salute non semplicemente assenza di malattia ma la capacit di mantenere un equilibrio tra le varie
dimensioni di un individuo.
Quali sono queste dimensioni?
DIMENSIONE PSICHICA cio la capacit di costruire, elaborare e articolare il pensiero in modo coerente
DIMENSIONE FISICA la parte pi tangibile perch riferita al funzionamento dellorganismo
DIMENSIONE EMOTIVA cio la capacit di gestire con equilibrio le emozioni
DIMENSIONE RELAZIONALE la capacit di interagire con gli altri individui
DIMENSIONE SOCIALE importante e fortemente condizionante perch non si pu ritenere e mantenere sano
un individuo in un contesto sociale in cui sono presenti problemi sanitari, economici, politici, culturali,
ambientali, etnici ecc.
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Benessere
Il benessere lo stato ottimale di salute dei singoli individui e di gruppi di persone. Due sono gli aspetti
fondamentali:
la realizzazione delle massime potenzialit di un individuo a livello fisico, psicologico, sociale, spirituale ed
economico
lappagamento delle aspettative del proprio ruolo nella famiglia, nella comunit, nella comunit religiosa, nel
luogo di lavoro e in altri contesti.
Secondo lOMS lo stile di vita consiste in un modo di vivere impostato secondo modelli di comportamento
identificabili, che sono frutto dellazione reciproca delle caratteristiche proprie di un individuo, delle interazioni
sociali con le condizioni di vita di carattere socioeconomico e ambientale.
Secondo lOMS un comportamento benefico per la salute qualsiasi attivit intrapresa da un individuo,
indipendentemente dal fatto che lo stato di salute sia reale o percepito, allo scopo di promuovere, tutelare o
preservare la salute.
Per poter prevenire in modo adeguato ed efficace necessario conoscere la storia naturale della malattia
1) FASE INIZIALE
Lesordio di una malattia pu essere sintomatico o asintomatico
Esempi di sintomo:
febbre
esantema (macchie, rossore, pustole sulla pelle)
tosse
ecc.
DECORSO
Dopo una fase iniziale la malattia evolve e si manifesta con le sue caratteristiche tipiche in modo acuto, cio
immediato, veloce come ad esempio linfluenza o la salmonellosi, oppure in modo cronico cio lentamente,
subdolamente es. Epatite B, AIDS, BSE.
ESITO FINALE
La conclusione della malattia pu essere:
la guarigione la malattia ha fatto il suo corso e non ha lasciato sequele (es. Influenza)
la cronicizzazione la malattia non guarisce ma, anche se diminuiscono i sintomi, si hanno manifestazioni
interne o esterne allorganismo che non guariscono (es. Epatite B, Epatite C, AIDS)
la morte
spesso le malattie indipendentemente che abbiano un decorso lento o veloce, acuto o cronico,
possono portare a morte.
LA PREVENZIONE
PREVENZIONE PRIMARIA
Quando si interviene prima che la persona si ammali.
Questa la vera prevenzione.
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ES:
buona e corretta alimentazione: rispettare sia le condizioni igieniche degli alimenti che il loro apporto
calorico pu garantire un ostacolo al contrarre malattie.
ligiene mentale: mantenere quella condizione di serenit che ci mette al riparo da stati di depressione o
di estraniazione alla vita sociale che possono favorire labbassamento delle nostre difese immunitarie e
quindi favorire linsediamento di malattie organiche
PREVENZIONE SECONDARIA
La prevenzione secondaria viene attuata spesso quando non possibile mettere in atto la prevenzione
primaria oppure le conoscenze sulla storia naturale della malattia non sono complete.
La prevenzione secondaria si attua attraverso gli screening per patologie molto importanti quali:
PAPTEST tumori del collo dellutero e annessi
AUTOPALPAZIONE, MAMMOGRAFIAcancro della mammella
ESAMI EMATICI PERIODICI ipercolesterolemia, diabete,ecc.
CONTROLLO DELLA PRESSIONE ipertensione arteriosa
SCREENING DURANTE LA GRAVIDANZA
SCREENING ALLA NASCITA (es. fenilchetonuria)
PREVENZIONE TERZIARIA
Alcuni non riconoscono a questo tipo di intervento una vera e propria caratteristica di prevenzione, ma un
indirizzo prevalentemente di riabilitazione.
11.2 Il concetto di bisogno
Il bisogno una condizione ( individuale o collettiva) in cui la persona avverte lesigenza di un bene necessario
agli scopi della vita, che si manifesta abitualmente come sofferenza per una mancanza.
Tale condizione determinata dalla interazione della persona con lambiente circostante.
Per bene intendiamo qualunque cosa che si materializza concretamente o che si percepisce o che comunque ci
determina un piacere: deve avere un contenuto determinabile e valutabile.
Il bene ha un valore che gli conferito dalla persona inserita in un ben preciso contesto spaziale e temporale;
il valore determinato
Dalle credenze o costumi che traggono origine dal retroterra culturale o etnico.
Dalle tradizioni familiari.
Da idee o abitudini del proprio gruppo sociale.
Da ideologie politiche e da filosofie pedagogiche e religiose.
In cui la persona si identifica.
Da questo si deduce che:
i beni non hanno valore assoluto, il loro valore, e quindi la necessit di essere soddisfatti, varia in relazione al
tipo di bene, ma anche in relazione alla situazione e alla persona.
La persona si accorge del bisogno quando, a fronte della necessit di soddisfarlo, avverte la carenza di quel
determinato bene e si trova nella necessit di organizzare una risposta.
Numerosi autori hanno scritto in merito ai bisogni e hanno tentato di darne una classificazione, descrivendo
bisogni che vanno da quelli:
Di nutrimento
Riproduzione
Conforto fisico
Sicurezza
Riposo
Movimento e sviluppo
A quelli di appartenenza
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Autostima
Comprensione intellettiva
Soddisfacimento estetica
Realizzazione della propria personalit
Alcuni di questi autori hanno anche definito una gerarchia dei bisogni in cui essi sono ordinati in una scala
gerarchica secondo la loro relativa potenza.
Il bisogno che ha maggiore potenza deve essere soddisfatto per primo.
I bisogni al livello pi basso della scala gerarchica hanno una potenza maggiore ed pi forte la necessit di
soddisfarli, ma anche vero che tutti i bisogni devono essere soddisfatti per vivere.
I bisogni di una persona che deve essere assistita variano a seconda di numerosi fattori: et del paziente, la durata
della malattia e la sua natura, le condizioni psicologiche e cosi via. Per orientarsi fra i vari problemi, valutarli
correttamente e organizzare una valida assistenza, si pu utilmente ricorrere alla nota gerarchia dei bisogni degli
esseri umani elaborata anni fa dallo studioso americano Abraham Maslow. Questo autore ha classificato i bisogni
umani in cinque livelli:
bisogni fisiologici: aria, cibo, acqua, condizioni di temperatura favorevoli, riposo, sonno, mobilit;
bisogno di sicurezza: il bisogno di sicurezza comprende elementi obiettivi e aspetti psicologici: non solo
la persona deve essere ma deve anche sentirsi al sicuro, sia nei confronti dell'ambiente fisico che nei
rapporti interpersonali;
bisogno dappartenenza : amicizia, amore affetto; non solo nel senso di ricevere amore e affetto, ma
anche di poterli dare;
bisogno di stima: cio di conservare una buona considerazione di s stessi, e di stima da parte degli altri;
bisogno di autorealizzazione: nel senso di potere avere nella vita una parte attiva anche se ridotta a
causa della malattia o della disabilit.
Il soddisfacimento dei bisogni di base imperativo per poter sopravvivere, mentre i bisogni pi alti possono
essere rimandati nel tempo, anche se sono comunque sempre presenti.
Bisogno e problema
Le diverse condizione della vita possono essere esaminate da due prospettive.
Luna consiste nella definizione di una situazione in cui esiste una necessit comune a tutta lumanit ( bisogno),
laltra indica un alterazione o una risposta inadeguata al bisogno ( problema).
Luomo ha dei bisogni comuni con tutta lumanit, la cui insoddisfazione pu portare dal disagio pi o meno
grave (bisogni psico-sociale) alla malattia e giungere a causare la morte ( bisogni fisiologici).
Normalmente gli individui sono in grado di soddisfare autonomamente i propri bisogni
La risposta inadeguata o questa incapacit di provvedere a s in modo autonomo viene definita problema del
paziente, ed esso richiede risposte adatte in termini di interventi infermieristici e dellOSS.
Le attivit di vita
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Come abbiamo visto i bisogni rappresentano le necessit, le richieste a cui la persona deve rispondere per
raggiungere un maggior grado di benessere o minor malessere rispetto alla condizione di partenza.
Le risposte sono rappresentate dalle attivit che la persona quotidianamente compie, la parte attiva e dinamica che
deve essere svolta.
Per attivit quotidiane intendiamo tutte quelle operazioni che ogni persona giornalmente compie per vivere nel
suo ambiente, naturale e sociale, e soddisfare i suoi bisogni;
il risultato di ci non mediato solo dallesecuzione delle azioni ed operazioni stesse ma anche dallinflusso
dellambiente circostante, che pu agevolare ad ostacolare.
Questa continua interazione fra soggetto ed ambiente la definiamo come
ATTIVIT DI VITA
linfermiere e lOSS devono assistere la persona nello svolgimento di queste attivit di vita, per recuperare la
salute quando compromesse e deve favorire lacquisizione di conoscenze per promuoverla e mantenerla.
RELAZIONE FRA LE TIPOLOGIE DI PROBEMA CON LE FUNZIONI ASSISTENZIALI
TIPOLOGIA DEL PROBLEMA
FUNZIONI ASSISTENZIALI
MANCATA
SCARSO
INADEGUATO
SOSTITUIRE
AIUTARE O INTEGRARE
INFORMARE ED EDUCARE
Le azioni/ operazioni che le persone compiono sono numerose, ma possono essere raggruppate in un limitato
numero di categorie:
comunicazione
igiene personale
mobilizzazione
riposo e sonno
alimentazione
eliminazione
respirazione, funzionalit cardiocircolatoria e controllo della temperatura corporea
mantenimento di un ambiente sicuro
lavoro e svago
ATTUAZIONE DI ATTIVIT ASSISTENZIALI
Intervento ospedaliero: LOSS deve mantenere il proprio ruolo attivo e non lasciarsi trasportare negativamente
dal paziente, coinvolgendolo e coinvolgendo anche gli altri pazienti.
Assistenza Domiciliare: LOSS deve provvedere a soddisfare i bisogni dellammalato, accompagnandolo ed
organizzando il suo tempo. Ovviamente fondamentale la collaborazione con i familiari.
Assistenza infantile: la personalit la somma del patrimonio genetico unita alle sue esperienze. Nel primo anno
di et il bimbo capisce di essere un individuo e si rompe la simbiosi gestuale. A tre anni il bambino capisce la
differenza tra lIo e il non Io. Impara a muovere il proprio corpo, lega il proprio comportamento ad uno scopo,
acquisisce la capacit di pensiero astratto e capisce la permanenza degli oggetti. Dai 3 ai 5 anni, la sua
intelligenza, il suo linguaggio e lidentit sessuale, progrediscono. Si riconosce come maschio o femmina e si
identifica con il genitore dello stesso sesso, imitandolo. Dopo i 6 anni, impara a fare calcoli matematici,
incrementa lo sviluppo sociale, attraverso compagni e insegnanti. Apprende limportanza delle regole. Il bambino
in ospedale: fondamentale la presenza di una figura genitoriale in ospedale. Il bambino non si rende pienamente
conto di cosa stia succedendo e del perch sia l. Ha bisogno di sostegno e di sentirsi amato e sicuro e di essere
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rassicurato. Il genitore ovviamente deve fare ci e LOSS in questo contesto, pu fungere da animatore, da amico,
da compagno di gioco.
Assistenza allAnziano: Lavanzare dellet, oltre a generare malesseri fisici, pu anche generare problemi
psichici nellanziano. Il ruolo della famiglia importante e per sentirsi ancora utile e sereno, ha bisogno di
coltivare interessi ed amicizie per sentirsi ancora bene con se stesso. In pi la vicinanza o la lontananza rispetto ai
propri affetti pu influenzare il suo benessere psicofisico. fondamentale la capacit di adattamento al
cambiamento che la natura pone, cercando di viverlo nel migliore dei modi.
Assistenza alla persona con Handicap: Lhandicap linsieme di disfunzioni, disabilit, deficit e patologie che
impediscono ad un individuo di poter svolgere una vita autonoma e normale. Esso pu essere di tipo intellettivo o
fisico. O tutte e 2 le cose. LOMS, dice che lhandicap la conseguenza del deficit, mentre la disabilit il deficit
stesso
La malattia psichica un disturbo appartenente alla sfera relazionale. I sintomi di una malattia psichica sono
fisici, cognitivi/emotivi e relazionali. Nevrosi: disturbo psichico lieve che non intacca la personalit di base e che
permette alla persona di mantenersi in relazione con se stesso e con gli altri. Psicosi: disturbo psichico grave che
intacca la percezione della persona, alterando le capacit cognitive, emotive e relazionali. Il rischio della psicosi
la disintegrazione del benessere e dellequilibrio psicofisico. A volte pu essere causata da un deficit intellettivo.
Depressione: i sintomi sono: tristezza, inutilit, disperazione, mancanza di interesse, insonnia o ipersonnia,
stanchezza, irritabilit (per almeno 2 settimane).Il processo di sostegno di un malato psichico da parte della
famiglia: quando i genitori hanno un figlio con problemi psichici, si sentono diversi e tendono a tenere la cosa
quasi segreta, escludendolo dalla societ. Il compito dellOSS in questo caso quello di assisterli e fargli capire
che non devono isolarsi e che non c nulla di cui vergognarsi.
La Malattia unesperienza frustrante e psicologicamente dolorosa. La costrizione a letto la cosa pi brutta che
possa esserci per un individuo.
Fasi:
1) difficolt nellaccettazione della malattia,
2) stanchezza,
3) apatia,
4) indebolimento psicofisico e indifferenza nei confronti di tutto e tutti.
I fattori che influenzano le reazioni psicologiche del malato sono: gravit della malattia, et del paziente, la
personalit, il vissuto, lambiente e il sistema sociali in cui si trova. Essa provoca: collera, ansia, angoscia, colpa,
mancanza di speranza e vergogna. LOSS in questo caso deve sostenere la famiglia psicologicamente e fare in
modo che l individuo non si isoli dalla famiglia e dalla societ. Malattia Degenerativa: cambiamento radicale per
la vita del malato che si trova davanti a continui cambiamenti che riguardano la propria esistenza. La condizione
psicofisica degenera e possono insorgere forti crisi depressive. Il ruolo dellOSS quello di stimolare la persona,
mostrandole che non deve arrendersi in quanto le condizioni possono anche se in parte, migliorare. Il Caregiver
colui che si prende cura del paziente. Esso pu essere vittima di sbalzi di umore, stanchezza psicofisica, senso di
impotenza, frustrazione , dolori, irritazione, indifferenza e tristezza. La condizione altamente stressante nel quale
si trova a vivere, pu aumentare la voglia di fuga e pu far diminuire la stima di s. Tutto questo a causa del poco
tempo libero a disposizione, delle enormi responsabilit e del clima di tristezza che traspare. Ovviamente anche
altre persone subiscono questo malessere, ma il caregiver per primo. Il compito dellOSS in questo contesto
quello di integrare ed affiancare il Caregiver, valorizzando ci che il sistema sanitario fa per lanziano. Malattia
Terminale: il malato terminale si trova davanti ad un evento che ci fa rabbrividire: la morte. ElizabethKublerRoss
ha individuato 5 stadi per le persone malate terminali. 1) rifiuto ed isolamento; 2) collera dovuta allimpotenza; 3)
contrattazione: vi un accordo con Dio, riguardo la possibilit di sopravvivere dedicandosi agli altri; 4)
depressione (reattiva: relativa al senso di perdita delle relazioni sociali, riguardo avvenimenti passati) oppure
depressione preparatoria ( distacco dalla vita, dalle persone e programmazione della morte); 5) accettazione: si
attende la morte senza disperazione, senza collera. Con dignit. Le emozioni dei familiari del paziente, variano in
base al legame col malato, allet, alla parentela e al ruolo familiare che si ha.
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La Relazione dAiuto: un incontro in cui una persona esprime un bisogno o una richiesta che solamente l'altro
in grado di soddisfare. L'altro quindi si fa carico del peso del bisogno dellaltro a prescindere dal fatto del poter
dare risposte o no. Rogers sosteneva che la relazione composta da 2 ruoli ovvero dalloperatore che deve essere
vicino, ma non eccessivamente senza creare relazioni del tipo pseudo-amicale o pseudo-genitoriali. Loperatore
deve essere: genuino (apparire sincero e aperto), rimanendo se stesso; umile ( non avere paura a mostrarsi
imperfetti, ammettendo i proprio errori); aperto al cambiamento ( mettersi in discussione, lasciando i propri
pregiudizi da parte) deve accettare laltro (non porre condizioni allaltro); deve comprendere empaticamente
laltro. Per fare ci per lhelper non deve farsi condizionare dalla propria emotivit; confrontarsi ( bisogna
andarci cauti, in quanto si rischia la rottura del rapporto di fiducia e la perdita di professionalit).
Ascolto Passivo nella relazione daiuto: comunicazione verbale e non, ed caratterizzato dalla capacit di
mostrare silenzio durante lascolto. Lascoltatore in questo caso dovr crearsi un vuoto interno, per poter accedere
allascolto empatico.
Ascolto attivo nella relazione di aiuto: si avvale della comunicazione verbale e non verbale. Esso si attua
attraverso la riflessione del contenuto (lascoltatore parafrasa ci che il parlatore dice, mostrando interesse,
facendolo concentrare pi approfonditamente). La riflessione del sentimento la capacit di cogliere il sentimento
e trasmetterlo al parlatore. Lascolto attivo un potente strumento di risoluzione dei problemi, che se usato a
sproposito pu compromettere la relazione di aiuto. Lascolto attivo non v usato quando la persona non mostra i
segni di un problema , quando lascoltatore di fretta o indisponente ecc Gli errori pi comuni nellascolto
attivo sono: risposte inappropriate, esagerazioni, aggiungere pareri inadeguati, anticipare notizie, ridimensionare
largomento, omettere delle cose, ripetere a pappagallo, restare indietro e valutare negativamente ci che si
ascolta.
11.3 Elementi di geriatria
Definizione di geriatria
Parte della medicina che studia le condizioni proprie della vecchiaia, stabilendo le modalit di cura ed assistenza
agli anziani.
Aspetti demografici dellinvecchiamento
Negli ultimi decenni nella popolazione italiana, come negli altri paesi maggiormente industrializzati, si assistito
ad un particolare fenomeno denominato invecchiamento demografico e ci dovuto essenzialmente a due fattori:
riduzione della natalit, riduzione della mortalit. Questo dato rende palesi le complesse implicazioni
dellinvecchiamento demografico sullassistenza geriatrica.
La malnutrizione
Per malnutrizione si intende uno stato di alterazione funzionale e strutturale conseguente alla discrepanza fra
bisogno e introito di alimenti.
La malnutrizione per difetto rappresenta la forma di pi frequente riscontro nel soggetto anziano e in particolar
quella calorica-proteica, anche se non bisogna trascurare neppure quella pr eccesso 8obesit).
La malnutrizione aumento a il rischio di ammalarsi e morire. Nellanziano lassunzione giornaliera di piccole
porzioni di cibi e una scelta sbilanciata aumentano il rischio di carenza di nutrienti e di perdita di peso.
Questi a loro volta rendono lorganismo pi debole ed esposto al rischio di carenza di nutrienti e di perdita di
peso.
Questi a loro volta rendono lorganismo pi debole ed esposto al rischio di infezioni. Ad esclusione di quelle
cause di malnutrizione riconducibili a malattie ben definite , dove va trattato il fattore specifico, occorre che
lOSS non trascuri il momento della somministrazione di cibo ed identificare la strategia pi idonea affinch
lanziano si nutra adeguatamente. Inoltre lOSS nel caso in cui il suo assistito soffra di particolari patologie deve
fare attenzione che rispetti la dieta stabilita dal suo medico, il tutto con la massima discrezione evitando che
lanziano si senta spiato ed inutile.
La disfagia
Gli anziani sono pi soggetti a questo disturbo poich linvecchiamento comporta lindebolimento dei muscoli
mandibolari, caduta dei denti e riduzione della salivazione.
La disfagia un disturbo che comporta una alterazione della deglutizione.
Il processo di deglutizione segue quattro fasi. La vista, lodore e il gusto di cibi e bevande inducono la produzione
di saliva al momento dellintroduzione dellalimento per facilitare la masticazione. Dopo essere stato masticato
abbastanza a lungo da creare una poltiglia, il cibo viene spinto indietro dalla lingua verso la parte posteriore della
bocca fino allesofago e poi allo stomaco. La disfagia nasce in seguito allinterruzione degli eventi . questo
disturbo colpisce molto gli anziani perch anche se soffrono di altre patologie come il morbo di Parkinson , la
sclerosi multipla, tumori, le stesse patologie possono portare a disturbi della deglutizione. A prescindere dal grado
di compromissione della deglutizione questo problema si traduce spesso in una difficolt oggettiva a socializzare
e pu spingere anche allisolamento sociale e spesso la rinuncia a mangiare appare la soluzione migliore poich
meno frustrante.
11.4 Il diabete
una malattia cronica dellorganismo caratterizzata dalla presenza di un livello di glucosio nel sangue superiore
alla norma (126 mg/dl rilevata in pi riscontri a digiuno).
Normalmente nel sangue presente una certa quantit di glucosio (zucchero),circa 60-110 mg/dl; linsulina un
ormone prodotto dal pancreas, ne regola la produzione e lutilizzo controllandone il livello nel sangue e
permettendole lentrata nelle cellule insulino-sensibili, come il muscolo e il tessuto adiposo. Il diabete dipende da
una carenza e/o assenza di produzione di insulina o dalla resistenza alla sua azione. Il glucosio quindi non viene
usato e rimane in circolo nel sangue.
Tipi di diabete
Esistono vari tipi di diabete ma in relazione al meccanismo suddetto si possono classificare in:
1. Diabete mellito di 1 grado (insulino dipendente)
Il diabete di tipo 1 una patologia cronica autoimmune in quanto il corpo distrugge le cellule beta (produttrici di
insulina) del pancreas perch ritenute non proprie ma estranee e quindi pericolose.
Linsulina prodotta dal pancreas quindi insufficiente/nulla: in questo caso, occorre somministrare lormone
(insulina) dallesterno. Riguarda il 5/10% dei casi, detto anche giovanile poich insorge prima dei 30/40 anni
det ed il soggetto interessato tipicamente magro.
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Calzare i guanti
Ispezionare la cute, le unghie e gli spazi interdigitali valutando la presenza anche di lesioni, arrossamenti
e callosit
Immergere il piede nel catino e procedere alla sua detersione (dorso, pianta, spazi interdigitale, regione
ungueale) con la spugna o la manopola, lasciandolo immerso per massimo 5 minuti
Sostituire l'acqua del catino e procedere allo stesso modo con l'altro piede
Applicare uno strato sottile di crema idratante massaggiando delicatamente fino a completo assorbimento
Verificare che non ci siano residui di crema tra gli spazi interdigitali
Calzature
Calze
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Tecnica di esecuzione
a) Verificare che il numero di codice che appare sullo schermo della macchinetta sia uguale a quello riportato sul
flacone delle strisce e
introdurre la striscia nella macchinetta
b) Lavarsi le mani ed indossare i guanti.
c) informare il paziente sulla procedura da eseguire.
d) Far lavare ed asciugare le mani al paziente con acqua e detergente, o disinfettare con cotone e disinfettante.
e) Asciugare con cotone la parte inumidita.
f) Fargli appoggiare la mano prescelta su una superficie rigida.
g) Pungere il polpastrello con apposito pungi dito ;
h) Rimuovere la prima goccia di sangue ed utilizzare la seconda .
i)Posizionare la goccia sulla striscia e rilevare il valore della glicemia, dopo il tempo previsto.
Asciugare il dito del paziente con batuffolo di cotone o garza.
l) Informare linfermiere e il personale medico dellavvenuto controllo e del valore riscontrato, o se vi stato un
anomalia nel funzionamento della macchinetta o altri problemi.
Importante
Se la misurazione della glicemia eseguita in modo scorretto i valori ottenuti possono non essere attendibili, gli
errori pi comuni sono:
Scorretta applicazione di sangue, es. poco sangue.
Scorretta pulizia del reflettometro, soprattutto sulle componenti ottiche.
Danneggiamento delle strisce a causa del calore, umidit o perch scadute.
Codice della macchinetta diverso da quello delle strisce.
Controllare ogni volta che il numero del codice delle strisce sia uguale a quello impostato nella
macchinetta , e la data di scadenza.
Se si utilizza lalcool per la disinfezione, assicurarsi di rimuoverlo completamente prima di pungere.
Cambiare dito ogni volta che si effettua un nuovo controllo , poich punture ripetute sullo stesso dito forma delle
callosit fastidiose.
Non utilizzare mai una lancetta gi usata, gettarla negli appositi contenitori e provvedere alla sostituzione.
Invitare il paziente a lavare le mani con acqua calda per stimolare il flusso sanguineo , o mantenere le braccia
stese lungo il corpo per alcuni secondi prima di effettuare la puntura, per rendere pi facile il prelievo della goccia
di sangue.
molto importante diagnosticare e trattare il diabete nel migliore dei modi perch, col tempo, la malattia pu
provocare complicanze anche molto gravi soprattutto alla retina, al rene, ai nervi periferici e al cuore.
Fondamentale raccomandano gli specialisti - seguire una terapia farmacologica appropriata, impostata con
un diabetologo, effettuare esami di controllo necessari a prevenire complicanze a lungo termine e seguire una
dietoterapia.
Dieta per paziente diabetico
La dieta ideale per il diabete non complessa o restrittiva. Pur dovendo fornire un apporto calorico giornaliero
uguale a quello di una persona non diabetica (ovviamente se c sovrappeso indicato un regime ipocalorico), in
relazione alla costituzione fisica, al sesso, allet, alla statura e allattivit lavorativa, deve avere quattro obiettivi:
il controllo glicemico, il raggiungimento ed il mantenimento del peso corporeo, la prevenzione ed il trattamento
dei principali fattori di rischio cardiovascolare, il mantenimento di uno stato di benessere non solo fisico ma
anche psichico. Per cui, la dieta deve essere sempre personalizzata tenendo conto delle abitudini alimentari del
soggetto e della famiglia, cos come delle sue esigenze di vita di relazione. Una attenzione particolare, dicono gli
esperti, va riservata allassunzione dei carboidrati, in un quantitativo non inferiore ai 130 e non superiore ai 300
g/giorno, che dovrebbero preferibilmente provenire da alimenti ricchi in carboidrati complessi e fibra alimentare,
quali legumi, vegetali, cereali integrali e frutta
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condizioni favoriscono l'aterosclerosi dei vasi cerebrali. Evitare queste abitudini e curare le malattie sopra indicate
significa quindi fare prevenzione dell'ictus, cio ridurre il rischio che si possa verificare un disturbo circolatorio.
Oltre all'aterosclerosi, le cause dell'infarto cerebrale sono numerose, ma quelle pi comuni sono le malattie
cardiache (alterazioni del ritmo cardiaco, infarto, malattie delle valvole, difetti congeniti), i disturbi della
coagulazione e le malattie del sangue.
E necessario controllare la pressione arteriosa (che deve essere mantenuta al di sotto di 140 / 80 mmHg) e se
questa e alta bisogna assumere dei farmaci che l'abbassano. Le persone che hanno la glicemia alta devono
sottoporsi a controlli periodici e assumere medicine
come l'insulina o altre che riducono gli zuccheri nel sangue. I soggetti che invece hanno il colesterolo alto devono
seguire una dieta particolare, oltre che assumere medicine che abbassano i livelli dei grassi nel sangue.
T.I.A. - ll TIA ("transientischemicattack", ovvero, in Italiano, attacco ischemico transitorio) e caratterizzato dalla
improvvisa comparsadi disturbi focali, cerebrale o visivo, di durata inferiore alle 24 ore, dovuta ad insufficiente
apporto di sangue. Nella sindrome da TIA le caratteristiche, la durata e la ripetitivit della disfunzione
neurologica transitoria forniscono informazioni sui meccanismi fisiopatologici; in altri termini i sintomi clinici, i
segni e il profilo temporale di un TIA indirizzano sull'origine e sulla sede dell'alterazione patologica
arteriosasottostante. Il termine TIA viene attribuito ad ogni difetto neurologico focale a comparsa improvvisa con
recupero completo in meno di 24 ore. La trombosi cerebrale e certamente il tipo pi frequente di ictus cerebrale,
si instaura su arterie lese da placche aterosclerotiche e si verifica prevalentemente di notte o nelle prime ore del
mattino. Spesso e preceduta da attacchi ischemici transitori (TIA), che pertantosono degli importanti sintomi
premonitori, utili per predire il rischio di ictus cerebrale in ogni paziente. Infatti, il rischio di ictus in un pz. Che
abbia avuto almeno un TIA e circa 10 volte superiore a quello di un altro pz. Con le stesse caratteristiche che non
ne abbia mai sofferto.
I TIA si verificano quando l'apporto di sangue ad un territorio cerebrale e solo temporaneamente ridotto o
arrestato dalla formazione di un trombo o dal passaggio di un embolo.
Segni e sintomi: I sintomi durano pochi minuti, anche se, occasionalmente, possono durare alcune ore (non pi di
24) e regrediscono completamente. Il TIA non e altro che un attacco ischemico di breve durata. E un deficit
neurologico o oculare dovuto a trombosi o ad
embolia di un'arteria che porta il sangue al cervello. Per definizione la durata deve essere inferiore alle 24 ore.
Nella maggior parte dei casi la durata del TIA e di 5-30 minuti.
Le manifestazioni neurologiche pi frequenti di un TIA sono: una paresi degli arti da un lato: pu essere
interessato anche un arto soltanto; un disturbo della parola da solo o associato alla paresi; uno
sdoppiamento delle immagini, nausea, barcollamento e sonnolenza; cedimento improvviso delle gambe con
caduta a terra senza perdita di coscienza; la perdita improvvisa della vista in un occhio, che regredisce lentamente
dopo alcuni minuti.
La breve durata dei sintomi, ma soprattutto la loro completa reversibilit, permette di differenziare il TIA
dall'Ictus. Nel sospetto che ci si trovi in presenza di un TIA bisogna contattare immediatamente il proprio medico
che, dopo accurata indagine clinica, confermato il sospetto diagnostico, richieder gli accertamenti pi opportuni
da eseguirsi nel pi breve tempo possibile (24-48 ore) per la definizione
della patogenesi.
Comunque in caso di TIA recente, la valutazione immediata in ospedale e sempre consigliabile ed il ricovero e
indicato quando gli attacchi siano subentranti o di durata superiore ad un'ora o quando sia nota una possibile fonte
embolica (arteriosa o cardiaca).
ICTUS - L'ictus (in inglese "stroke"), detto anche "accidente cerebro-vascolare" e una malattia caratterizzata dalla
insorgenza, di solito improvvisa, di un disturbo neurologico, di durata superiore a 24 ore, che pu interessare una
parte del corpo, la parola, la visione, dovuta ad una alterazione della circolazione cerebrale. E' la conseguenza del
danneggiamento di un'arteria, che porta il sangue ossigenato alcervello. Le malattie cerebrovascolari coinvolgono
uno o pi vasi sanguigni cerebrali in un processo morboso. Questo pu essere intrinseco al vaso (aterosclerosi,
infiammazione, aneurismi dissecanti, malformazioni di sviluppo o dilatazioni aneurismatiche) oppure il processo
pu avere inizio a distanza, (come quando un embolo proveniente dal cuore o dalla circolazione extracranica va
ad incunearsi in un vaso intracranico) oppure come quando la diminuzione della pressione di perfusione o
l'aumento della viscosit del sangue porta ad un flusso ematico insufficiente in un vaso cerebrale. Ci sono due tipi
di ictus:quelli causati da emboli o trombi, chiamati "ictus ischemici" e quelli causati da rottura di arterie, chiamati
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"ictus emorragici" . Gli "emboli" possono originare dal cuore o dalle arterie del collo che portano il sangue al
cervello (arterie carotidi e vertebrali), occludono i vasi, bloccano il flusso del sangue ed impediscono all'ossigeno
di arrivare al cervello. I "trombi" sono invece coaguli di sangue capaci direstringere o occludere le arterie del
cervello. Quando le cellule nervose non ricevono pi ossigeno perdono le loro funzioni andando incontro a
sofferenza ed a morte.
L'ictus ischemico rappresenta la forma pi frequente di ictus (80% circa), mentre le emorragie comprendono
la percentuale restante. Gli ictus ischemici sono pi frequenti nei maschi con et media ampiamente
superiore ai 70 anni. L'ictus (o stroke) viene definito come un accidente neurologico risultante da uno dei processi
patologici suddetti.
L'ischemia pu essere dovuta a: o trombosi cerebrale (l'occlusione di un vaso dovuta a trombo o embolo, provoca
un danno ischemico a valle del punto di occlusione stesso) o emorragia cerebrale (l'arteria si pu rompere quando
e lesionata o indebolita)
Conseguenze: L'area a valle del punto di rottura va incontro ad ischemia ed il sangue che fuoriesce aumenta
la pressione sul cervello e comprime i tessuti.
Segni e sintomi: Un ictus pu manifestarsi in diversi modi: pi frequentemente con la comparsa improvvisa di
una debolezza (ipostenia)oppure una difficolt a muovere un arto (paresi). Di solito il disturbo interessa meta
corpo (faccia, braccio e gamba). Molto spesso a ci si associa, soprattutto se il lato del corpo colpito e quello
destro, una difficolt a parlare o a comprendere le parole (afasia). In casi pi gravi, la persona colpita pu
presentare perdita di coscienza improvvisa (o coma), preceduta o meno da forte mal di testa o vomito.
Ci si verifica pi spesso negli ictus emorragici oppure nell'infarto cerebrale secondario a chiusura di una grossa
arteria, come nel caso di un'embolia dell'arteria carotide interna, uno dei principali vasi del collo che portano il
sangue al cervello. Altre manifestazioni possonoessere un disturbo della vista in entrambi gli occhi, formicolio
(parestesie) od una ridotta sensibilit in una meta del corpo, la deviazione della bocca associata a difficolt ad
articolare le parole (disartria), lo sdoppiamento delle immagini (diplopia) associato a perdita di equilibrio, nausea
e sonnolenza.
Molto spesso vi sono delle manifestazioni che possono precedere di qualche ora o giorno l'insorgenza certa di un
ictus. Saperle riconoscere e di estrema importanza perche le cause possono essere nella maggior parte dei casi
individuate e curate prima che insorga l'ictus definitivo. I sintomi iniziali possono essere molto lievi o molto
intensi all'esordio oppure i difetti possono variare, migliorando o peggiorando in modo discontinuo (a gradini). E'
questo andamento nel tempo che prima di tutto suggerisce se la lesione e trombotica,
embolica o emorragica. Spesso sono i famigliari la sorgente migliore di informazioni importanti
in casi di ictus acuto o di TIA, come per esempio:
- Emicrania - Confusione e vertigini - Perdita della funzionalit e paralisi, di solito monolaterale
- Collasso - Volto flaccido e perdita di espressione, di solito monolaterale - Afasia - Anisocoria Diminuzione della capacita visiva - Polso rapido e pieno - Difficolt a respirare, tendenza a
russare - Nausea - Convulsioni - Perdita del controllo vescicale ed intestinale - Coma
Non bisogna aspettare nella speranza che i sintomi si risolvano da soli. Il ricovero immediato presso
strutture specializzate per la diagnosi e la cura dell'ictus pu evitare un aggravamento e le numerose
complicanze che ad esso fanno seguito.
11.6 LA DEPRESSIONE NELLANZIANO
La nostra societ sta progressivamente diventando una societ di anziani. Il numero di persone over 65 anni in
costante aumento e paradossalmente laumento della speranza di vita accompagnato dallaumento di molte
patologie (demenze senili, depressione e ansia).
Una patologia in continua crescita rappresentata dai disturbi dellumore tra questi soprattutto la
depressione e lansia. Le ragioni e le cause sono multiple, prima tra tutte linvecchiamento. Questo una fase che
accomuna tutte le specie viventi ed caratterizzato da un forte cambiamento fisico (cambiamento dellaspetto
fisico, rughe, perdita di forze) psicologico (difficolt nel ricordare, malumore) e sociale (perdita del ruolo sociale:
pensione, uscita di casa dei figli). Nellanziano che invecchia prevale, quindi, il concetto di perdita: successi,
riuscita e guadagni sono gradualmente rimpiazzati da perdite, ridotta attivit, rimpianti e delusioni. Vi un
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aumento progressivo al ritiro dalle attivit sociali e la rinuncia ad una vita indipendente. Il tutto si accompagna ad
una graduale perdita del ruolo avuto sino ad allora. Questi cambiamenti , nello stile di vita, vengono considerati
come ineluttabili e normali espressione del cambiamento e spesso vengono ignorati come segnali di una
depressione mascherata. Unaltra difficolt che rende difficile il trattamento della depressione senile che gli
anziani pensano di essere troppo vecchi per curarsi, che il disturbo guarir da solo e che il cercare aiuto per la
propria tristezza un non senso o una debolezza.
Chi depresso e ansioso soffre moltissimo. La depressione e lansia non un qualcosa di immaginario,
che qualcuno inventa, ma non neppure una situazione che pu essere modificata o migliorata con uno sforzo di
volont. E una malattia che va compresa, riconosciuta e curata.
I sintomi della depressione senile
Stati temporanei di tristezza, di delusione e di abbattimento non sono depressione, ma fanno parte della
vita di tutti i giorni. La depressione una malattia che provoca una intensa sofferenza morale e fisica.
I sintomi della depressione senile sono:
Umore depresso: a differenza di quello che avviene nel giovane o nelladulto, gli anziani spesso non si
lamentano. Non esprimono sentimenti di tristezza. Una flessione del tono dellumore meno presente, questo
perch la considerano tipica dellet. Compare di pi ansia e sintomi somatici;
Sintomi psicotici: la visione pessimistica accentuata la falsa interpretazione della realt, per questo
Sintomi dansia: preoccupazione, apprensione e ansia di fronte ad eventi normali la cui portata viene
ingigantita.
Sintomi somatici: nellanziano la depressione spesso nascosta da sintomi somatici (dolori articolari,
Riduzione dei processi cognitivi: tale riduzione spesso descritta come pseudo-demenza ed molto
importante differenziarla da un vero quadro di demenza. I pazienti che soffrono di depressione sono coscienti
delle loro mancanze nella memoria, nellorientamento spazio-temporale, cosa che non si verifica con i pazienti
con un quadro di demenza senile. Nella depressione non vi una vera perdita dei ricordi, n antichi n recenti, ma
piuttosto una difficolt a rievocarli: ci significa che lamnesia solo apparente e non legata alla presenza di
lesioni cerebrali.
Riconoscere i propri vissuti (rabbia, fastidio, impotenza, sgradevolezza) derivanti dalla relazione col
paziente.
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Individuare tempi e luoghi istituzionali in cui confrontarsi con i colleghi del gruppo di lavoro,individuare
le parti sane e le potenzialit positive del paziente,interrompere le dannose interazioni fra il paziente e i
familiari attraverso un sostegno nei loro confronti e favorendo un clima pi sereno,attenuare lansia dei
familiari di fronte al pericolo di suicidio ,parlare direttamente col paziente del suo desiderio di morte.
Da evitare :Atteggiamenti di insofferenza,sollecitare liniziativa con frasi superficiali e provocatorie,insistere
sulla capacit volitiva,La consapevolezza,la consolazione ,la stimolazione ad ogni costo,forzare la persona
depressa a parlare opprimendola di domande,sviare il discorso o impedire lespressione verbale,l'indifferenza
palese di fronte alla sofferenza dichiarata dal paziente,accentuare i sensi di colpa ed inadeguatezza,confermare o
smentire i contenuti di eventuali deliri,lesclusione o colpevolizzazione dei familiari,di cadere nella noia, apatia, o
nella rabbia che il depresso induce in chi gli sta accanto.
presenza ed il vostro affetto, se aggressivo, non perdete la calma, ma cercate di indagare la causa scatenante, in
modo da evitarla in futuro e cercate di deviare la sua attenzione su una attivit che lo renda pi tranquillo.
logopedista;
MANTENERE IL RILASSAMENTO del collo, delle spalle e del
tronco;
MANGIARE IN UN AMBIENTE TRANQUILLO, privo di distrazioni;
CONTROLLARE LA RESPIRAZIONE
MANGIARE LENTAMENTE E CONCENTRARSI DURANTE LA MASTICAZIONE per formare un bolo
singolo e ben compatto;
ESEGUIRE DEI COLPI DI TOSSE VOLONTARI, ad intervalli regolari, allo scopo di liberare le vie aeree
superiori dalla presenza di eventuale residuo alimentare: la ripresa dellalimentazione deve avvenire solo dopo
completa detersione; In caso di tosse riflessa, TOSSIRE ED ASPETTARE FINO ALLA RIPRESA DEL
CONTROLLO VOLONTARIO sulla coordinazione respiratoria e sullatto deglutitorio;
LASSUNZIONE DI LIQUIDI, quando consentita DEVE AVVENIRE LENTAMENTE utilizzando o un
cucchiaino o un bicchiere di plastica; NON ASSUMERE ALIMENTI DI CONSISTENZA DOPPIA,
per esempio pastine in brodo o minestra a pezzettini oppure caffelatte con il pane;
CONTROLLARE FREQUENTEMENTE LA PRESENZA O MENO DI RESIDUI DI CIBO IN BOCCA;
ESEGUIRE, ad intervalli regolari, ALCUNE DEGLUTIZIONI A VUOTO; MONITORARE LA QUALIT
VOCALE: se la voce umida o gorgogliante significa che c stata penetrazione e cio residui di cibo sono
presenti in corrispondenza delle corde vocali;
IN CASO DI STANCHEZZA INTERROMPERE IMMEDIATAMENTE IL PASTO;
MANTENERE LA POSTURA ERETTA per almeno 20/30 min. dopo la fine del pasto;
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1. la dinamica di gruppo ---- tra le maggiori attivit sviluppate, nasce come tentativo di elaborare un nuovo
modo di fare ginnastica con gli anziani, la durata delle attivit non deve essere superiore ai 45 minuti.
2. la musicoterapica --- a livello educativo, ricreativo, educativo, clinico, finalizzata a favorire la
socializzazione e la comunicazione
3. la terapia del colore ---che d allanziano la possibilit di esprimersi manualmente
collocati e singolarmente avvolti in materialeassorbente. Allesterno del secondo recipiente devono essere
applicate le schede riportanti i dati identificativi e descrittivi del contenuto
ed i dati riguardanti il destinatario e lo speditore.
Recipiente esterno. E il contenitore pi esterno in cui collocare il recipiente secondario per evitare
danneggiamenti causati da fattoriesterni quali agenti fisici o acqua. Il contenitore esterno pu essere di cartone
rigido, plastica, legno o altri materiali resistenti ad urti edintemperie. Il volume totale del materiale da spedire non
pu essere superiore a 500 ml e, nel caso dovesse superare i 50 ml, occorre
aggiungere fra il recipiente secondario e il recipiente esterno, una ulteriore quantit di materiale assorbente.
Trasporto di campioni diagnostici
Confezionamento
Il confezionamento per il trasporto di campioni diagnostici deve essere effettuato seguendo i criteri del sistema a
tre involucri gi descritto. In questo caso, a differenza del trasporto di sostanze infettive, il recipiente primario
pu contenere una quantit di materiale anchesuperiore a 500 ml, ma il volume totale contenuto nellintera
confezione non pu comunque eccedere i 4 litri.
Trasporto locale
Per trasporto locale viene inteso il trasporto di un campione da un reparto ospedaliero o da una struttura periferica
ad un laboratorio o daun laboratorio ad un altro ovvero da una struttura ospedaliera ad un centro diagnostico
esterno.A tali situazioni si applicano i medesimi principi di sicurezza richiesti per le altre modalit di trasporto.
Le regole da osservare sono:
Utilizzo di contenitori per il campione impermeabili e a tenuta stagna; se il campione costituito da una
piastra, essa deve essereopportunamente sigillata.
Nel caso in cui il contenitore del campione una provetta, essa deve essere chiusa e collocata in una
rastrelliera che la mantenga inposizione verticale; i contenitori dei campioni e le rastrelliere devono
essere posti in scatole robuste e a tenuta stagna di plastica o dimetallo e ciascuna scatola deve essere
etichettata in relazione al contenuto ed accompagnata dalle schede con i dati del campione.
Qualora, per il trasporto del campione, previsto luso di veicoli, la scatola deve essere sistemata in
modo fermo e sicuro nel veicolostesso e, a bordo, deve essere presente un kit fornito di materiale
assorbente, disinfettante a base di cloro, contenitore per rifiuti, guantida lavoro resistenti e riutilizzabili.
Refrigeranti
Laddove nella spedizione venga usato ghiaccio o ghiaccio secco, questo deve essere posto allesterno del
contenitore secondario. Se siusa ghiaccio, esso deve essere posto in un contenitore a tenuta stagna e impermeabile
e cos deve essere anche il contenitore esternodella confezione. Se si usa ghiaccio secco, esso non deve essere
posto nel recipiente secondario per il rischio di esplosioni e deve essereposto in un contenitore che permetta il
rilascio di CO2.
Lutilizzo di ghiaccio secco va indicato nella dichiarazione di merce pericolosa fatta dallo speditore e sul pacco
deve essere presenteletichetta apposita per ghiaccio secco .Nel caso in cui venga usato come refrigerante azoto
liquido, devono, in primo luogo, essere presiaccordi con il trasportatore; necessario quindi assicurarsi, al
momento del confezionamento, che il contenitore primario sia in grado di
sopportare temperature molto basse ed apporre sul contenitore esterno lapposita etichetta per lazoto liquido
Pianificazione del trasporto
Al fine di garantire la sicurezza del trasporto e larrivo del materiale nei tempi e nelle condizioni ottimali,
necessaria la coordinazione fracolui che spedisce (mittente), il corriere e colui che riceve (destinatario).
Tale coordinamento si basa sulla identificazione di specifiche responsabilit.
Il mittente ha la responsabilit di:
Concordare in anticipo la spedizione sia con il destinatario che con il corriere in modo da garantire che il
materiale e la spedizione vengaaccettata e il trasporto venga effettuato per la via pi diretta, evitando la consegna
nei giorni festivi e prefestivi.
Compilare la documentazione necessaria, inclusi i permessi e i documenti di viaggio.
Avvisare il destinatario della data di arrivo del materiale con debito anticipo.
Il corriere ha la responsabilit di :
Fornire allo speditore i documenti di viaggio necessari e le istruzioni per la loro compilazione.
Dare informazioni sul corretto confezionamento.
Concordare con lo speditore la via di trasporto.
Conservare i documenti della spedizione
Accertarsi che, durante il viaggio, vengano mantenute le condizioni di conservazione del materiale richieste.
Avvisare lo speditore sugli eventuali ritardi nel trasporto.
Il destinatario ha la responsabilit di:
Ottenere dalle autorit nazionali le autorizzazioni necessarie per limportazione del materiale se si tratta di
materiale proveniente dallestero e fornire allo speditore i permessi, le lettere di autorizzazione e gli altri
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documenti richiesti, qualora dovuti. Provvedere alla rapida ed efficiente raccolta del materiale al momento
dellarrivo. Informare lo speditore dellavvenuto arrivo.
CAPITOLO 12
12.1 PRIMO SOCCORSO
URGENZA: Situazione in cui pur essendoci un problema grave e impellente non vi immediato pericolo di vita.
EMERGENZA: Situazione da affrontare con tempestivit e risolutezza, vi imminente pericolo di morte.
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velenosi). In caso di pericolo rilevato i soccorritori non dovranno avvicinarsi alla vittima ma chiamare
immediatamente la Centrale Operativa 118, che attiver il soccorso tecnico adeguato (ad es. Vigili del Fuoco).
Importante: la sicurezza va valutata e mantenuta durante tutte le fasi del soccorso.
b) Valutazione della coscienza: uno dei soccorritori (primo soccorritore) valuta la coscienza: scuote il paziente
per le spalle (come per svegliare una persona che dorme) e lo chiama ad alta voce (es. Signore come va? Tutto
bene?).
Nel caso in cui il paziente sia cosciente, si rassicura e si rilevano i principali parametri vitali (frequenza
respiratoria, frequenza cardiaca e pressione arteriosa); il paziente non deve essere spostato (a meno che non
esistano pericoli evidenti o potenziali) ed i parametri vitali dovranno essere controllati periodicamente.
Importante: non eseguire liperestensione del capo in pazienti che hanno subito un trauma.
FASE B e C
a) Valutazione respiro e dei segni di circolo:
Manovra G.A.S.: consiste nel valutare per 10 secondi se il paziente respira (Figura 3):
la compressione toracica efficace deve far abbassare lo sterno di almeno 4-5 cm;
c) Ventilazione artificiale
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Cannula oro-faringea (conosciuta come cannula di Mayo o Guedel): ha lo scopo di mantenere pervie le
vie aeree e di non far cadere la base della lingua allindietro (Figura 6): tale dispositivo non sostituisce la
manovra di iperestensione della testa. Il posizionamento della cannula oro-faringeo consigliato in tutti i
pazienti che non hanno i riflessi faringei (potrebbe indurre vomito).
Tecniche di ventilazione: le tecniche di ventilazione previste dal protocollo B.L.S. sono 2: 1) ventilazione
pallone-maschera; 2) ventilazione con aria espirata.
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1) Respirazione pallone-maschera: la tecnica consigliata perch permette di ventilare il paziente con una
percentuale di ossigeno pi alta rispetto a quella normalmente presente in aria ambiente (21%) e riduce al minimo
i rischi per il soccorritore. Si pratica utilizzando il pallone autoespansibile costituito da 4 pezzi: 1) una maschera
facciale sagomata ed adattabile al viso del paziente; 2) una valvola unidirezionale (che impedisce allaria espirata
dal paziente di rientrare nei polmoni); 3) un pallone autoespansibile; 4) un reservoir. Per ottenere una ventilazione
efficace necessario porre attenzione a due elementi essenziali:
insufflazione;
spansibile con reservoir e collegato ad una fonte di Ossigeno, con alti flussi di O2
(12-15 L/min).
Modalit di ventilazione
Concentrazione di O2
Solo pallone
21%
40-50%
80-90%
2) Ventilazione con aria espirata: la tecnica di ventilazione con aria espirata (bocca-maschera o bocca-bocca)
efficace, ma la concentrazione di ossigeno nellaria espirata dal soccorritore soltanto del 16-17% per cui questa
tecnica dovrebbe essere sostituita appena possibile con una ventilazione arricchita di ossigeno.
a) Bocca-maschera: si pratica utilizzando la maschera tascabile (pocket-mask), composta da a) una maschera
facciale con un bordo pneumatico (che facilita laderenza al viso del paziente), in materiale trasparente; b) una
valvola unidirezionale che dirige laria espirata dal paziente lontano dal soccorritore.
Tecnica di ventilazione: posizionandosi lateralmente (un soccorritore) o alla testa del paziente (due soccorritori),
si appoggia la maschera al viso della vittima cercando di farla aderire perfettamente. Quindi linsufflazione si
realizza senza contatto diretto fra la bocca del soccorritore che si pone su un apposito boccaglio e la bocca del
paziente.
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b) Bocca-bocca: mantenendo la testa in iperestensione lindice ed il pollice della mano posizionata sulla fronte
provvedono a chiudere le narici della persona incosciente che non respira. Il soccorritore, posto di lato alla vittima
dopo aver eseguito una profonda inspirazione, appoggiata la propria bocca su quella della vittima, espira
lentamente, controllando che il torace della vittima si sollevi. Linsufflazione deve essere eseguita per due volte
consecutive con la stessa modalit, avendo cura fra la prima e la seconda insufflazione di staccare ed allontanare
la propria bocca da quella della vittima e di controllare che il torace torni nella posizione di riposo. Questa tecnica
di ventilazione, oltre a poter risultare sgradevole per il soccorritore, pu esporre a rischio di infezioni a
trasmissione aerea, come la tubercolosi o la SARS. Tuttavia, non mai stata segnalata la trasmissione del virus
dellHIV. Importante: il soccorritore non obbligato ad eseguire la ventilazione bocca a bocca; se non se la
sente di adottare tale tecnica si procede solo con il Massaggio Cardiaco Esterno.
Qualunque sia la tecnica di ventilazione utilizzata importante rispettare questa regole per ottenere una
ventilazione efficace:
ogni insufflazione ha la durata di 1 secondo;
ogni insufflazione efficace se determina il sollevamento del torace;
insufflazioni brusche o eseguite senza mantenere una corretta iperestensione del capo possono provocare
distensione gastrica con conseguente rischio che la vittima possa vomitare.
Generali norme di comportamento
Quando non iniziare le manovre di rianimazione:
presenza di macchie ipostatiche
decomposizione tissutale o carbonizzazione
rigormortis
protratta sommersione accertata
decapitazione o altre lesioni palesemente incompatibili con la vita
Da non considerare:
et apparente
aspetto cadaverico
temperatura corporea
midriasi
Le manovre di rianimazione cardiopolmonare, in assenza di un medico che coordina lintervento, si
interrompono solo nelle seguenti situazioni:
1. arrivo del Defibrillatore Semiautomatico Esterno
2. arrivo dellA.L.S.
3. ricomparsa dei segni di vita
4. esaurimento fisico dei soccorritori
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2. sollevare la parte che sanguina, quando ci possibile (ci non verr eseguito nei casi in cui vi sia anche
una frattura), quindi comprimere la ferita magari adoperando un tampone di fortuna (fazzoletto pulito,
foulard od altro tessuto possibilmente pulito ecc.);
3. mantenere questa pressione finch la perdita di sangue controllata e si pu iniziare la fasciatura;
4. fare un tampone morbido con un fazzoletto ripiegato o con un rotolo di benda intero, porlo sul punto
prescelto dell'arteria da comprimere, prendere poi un fazzoletto od un foulard o qualcos'altro di simile,
avvolgere la parte interessata e fare un nodo dalla parte opposta al tampone; si fa passare una stecca di
legno o di metallo od una penna sotto il nodo, si gira in modo da stringere sempre di pi questo laccio
(torchietto) finch il sangue cessa di sgorgare dalla ferita.
5. entro il termine di 20 - 25 minuti si dovr allentare il torchietto per alcuni secondi per non provocare
lesioni ischemiche ai tessuti a valle della compressione;
Emorragia venosa
Un'emorragia venosa ha invece le seguenti caratteristiche:
il sangue viene dal fondo della ferita riempiendo la stessa e fuoriesce dai bordi scivolando al'esterno
i bordi della ferita e la cute sana circostanti sono sporchi di sangue
il ritmo di uscita costante e uniforme
il sangue di colorito piuttosto scuro perch ricco di anidride carbonica
Trattamento dell'emorragia venosa
1. coprire la ferita con garza sterile o con un fazzoletto pulito asciutto;
2. confezionare quindi un tampone utilizzando tessuto o stoffa (anche di abiti o altro materiale in tessuto) e
coprite con questo la ferita, sopra la medicazione fatta prima;
3. formare quindi un torchietto con un indumento largo, torcendolo dalla parte opposta della ferita;
4. nel caso di emorragia a nappo, originata dai capillari, sar sufficiente la pressione diretta con tamponi per
fermare la emorragia.
FERITE
Affidare a cure mediche:
ferite profonde
ferite infette
Pulire con acqua corrente e garza sterile la ferita e la pelle circostante, iniziando sempre dal centro.
Disinfettare la ferita con acqua ossigenata, alcool, mercurio cromo o altro comune disinfettante.
Coprire con garza sterile e fascia la ferita eventualmente protetta da pomata o polvere antibiotica.
Cercare di eliminare le sostanze nocive provocando il vomito con due dita in gola: la somministrazione di
acqua tiepida e sale favorisce il vomito.
Raccogliere i contenitori delle sostanze ingerite, eventuali resti o eventuale materiale vomitato al fine di
farli esaminare in ospedale.
Cercare di valutare sempre il tempo trascorso dallingestione.
NON SI DEVE:
Provocare il vomito nel caso il paziente sia privo di sensi, presenti convulsioni o abbia ingerito derivati
dei petrolio (benzina) o sostanze corrosive.
AVVELENAMENTO DA FUNGHI
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Provocare il vomito con due dita in gola: la somministrazione di acqua tiepida e sale favorisce il vomito.
NON SI DEVE:
Provocare il vomito nel caso il paziente sia privo di sensi o presenti convulsioni.
SI DEVE:
Aprire porte e finestre prima di soccorrere linfortunato.
Trasferire il soggetto dallambiente inquinato.
Ossigenare il soggetto eventualmente anche con la respirazione bocca a bocca.
NON SI DEVE: accendere fiammiferi, luce, ecc entrando nella stanza.
SI DEVE:
Rimuovere i vestiti.
Lavare a lungo le aree contaminate con acqua corrente.
Se la sostanza contaminante densa e vischiosa, sciacquare con acqua abbondante, usando delicatamente cotone
o un panno morbido senza sfregamento.
ANNEGAMENTO
Nellannegamento per inalazione dacqua:
perdita di coscienza
arresto cardiocircolatorio (annegato bianco)
eventuale arresto respiratorio
Recupero dellannegato:
Rianimazione:
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NON SI DEVE:
Esplorare la gola con le dita: si rischia di spingere in profondit loggetto che ostruisce.
SI DEVE:
se si tratta di un bambino:
Tenere il soggetto a testa in gi o reclinata su di un braccio
Colpire con la mano sulla schiena, tra le scapole, per fare uscire il corpo estraneo.
Se si tratta di un adulto:
Si pu agire come nel caso precedente oppure:
1. Porsi dietro al soggetto.
2. Fare leva premendo pi volte fortemente sullo sterno, in modo da provocare la tosse. Nel caso il soggetto
non respiri ricorrere comunque alla respirazione bocca a bocca.
Per prevenire:
notevole affaticamento
digiuno
calore eccessivo
prolungata stazione eretta in condizioni di immobilit
dolore intenso
emozioni improvvise
permanenza in ambienti chiusi o poco areati
Sintomi e segni
Pallore e sudorazione fredda
Visione confusa
Vertigini
Perdita dellequilibrio e caduta
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Consiste in una generalizzata debolezza muscolare, incapacit a mantenere la posizione eretta, perdita completa
ed improvvisa della coscienza accompagnata da gravi alterazioni delle funzioni vitali sino allarresto cardiaco e
respiratorio.
La sincope provocata da una riduzione improvvisa e diffusa dellapporto di ossigeno alle cellule del cervello
dovuta a:
Non applicare calore non massaggiare la parte colpita dal trauma verrebbe favorita lulteriore fuoriuscita di
sangue nella regione colpita dal trauma contusivo.
DISTORSIONE
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Una distorsione un trauma delle articolazioni. La pi comune quella della caviglia (tibio-tarsica) si verifica
quando un osso esce dalla sua sede articolare, rientrandovi immediatamente dopo.
Nei casi gravi, questa momentanea fuoriuscita pu provocare una lacerazione dei legamenti.
Il soggetto infortunato presenter dolore inoltre, a carico del distretto articolare colpito dal trauma distorsivo, si
avr gonfiore per la presenza di versamento allinterno dellarticolazione interessata, e limitazione dei movimenti.
FRATTURA
Improvvisa interruzione della continuit di un osso, determinatasi generalmente a seguito dellurto
contro un oggetto o ad un violento trauma
FRATTURA CHIUSA Se non c' lacerazione del tessuto muscolare o cutaneo.
FRATTURA ESPOSTA Quando un moncone lacera il tessuto esterno ed esce. In questo caso il trauma molto
grave, c' un grande pericolo di infezione (osteomielite)
Immobilizzare larto fratturato cercando di lasciare libere le dita.
Bloccare le articolazioni a monte ed a valle rispetto allosso fratturato.
Sdraiare ed immobilizzare l'infortunato evitando che si muova.
Prevenire lo stato di shock e confortarlo.
In caso di frattura esposta necessario coprire le parti ferite con teli sterili per proteggerle dalle infezioni.
Non far muovere il soggetto;
non forzare la parte colpita;
non tentare di ristabilire la fratture normale situazione dellosso fratturato (possibilit di
lesioni vascolari e nervose).
Prestare particolare attenzione alle fratture esposte si infettano con fratture facilit; pertanto si dovr
porre la massima attenzione ad utilizzare solo bende sterili.
FRATTURE DELLA COLONNA VERTEBRALE
In questo caso l'immobilizzazione fondamentale per evitare che ci sia una lesione del midollo spinale che pu
portare a morte paralisi o danni irreversibili il soccorso richiede particolari fratture della colonna vertebrale
tecniche di spostamento e particolari barelle come la "cucchiaio" o la tavola spinale, che immobilizzano
totalmente l'infortunato prima del trasporto. Nello spostamento bisogna fare in modo che l'asse testa-collo-tronco
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non subisca spostamenti e rimanga sempre rigido e in trazione. fratture della colonna vertebrale se ci non
avviene si corre il rischio che una vertebra possa provocare una lesione del midollo spinale
TRAUMI CRANICI
Attenzione alle funzioni vitali dell'infortunato e chiamare i Soccorsi. Nel caso di traumi facciali bisogna fare
attenzione che le vie aeree non vengano ostruite. Nella frattura al setto nasale bene applicare del ghiaccio per
arginare lepistassi.
FRATTURE DELLE COSTE
Causa colpo violento sul torace, per caduta o per sfondamento. Bisogna distinguere la frattura di una o qualche
costa dallo sfondamento del torace, molto pi grave.
E' importante mantenerlo il pi possibile immobile per evitare che i monconi delle coste possano bucare i
polmoni o ledere altri apparati vitali.
FRATTURA DELLA CLAVICOLA
Solitamente l'infortunato piega la testa dal lato della frattura per alleviare il dolore e si sorregge con
la mano sana l'avambraccio si ha deformazione visibile della spalla e il dolore intenso.
E importante sostenere il braccio infortunato e immobilizzarlo con una fascia a triangolo nella classica posizione
analgesica del "braccio al collo". Attenzione: rischio vascolare (vena succlavia ed altri vasi).
FRATTURA DEL BACINO
L'infortunato lamenta forti dolori all'anca, all'inguine o al coccige.
Non bisogna mai metterlo in posizione seduta, per evitare lesioni interne, mantenendo il ferito supino e
immobile. Attenzione: questo tipo di frattura porta frequentemente allo stato di shock.
I TRAUMI MUSCOLARI
CONTRATTURA: Contrazione continua e involontaria di uno o pi muscoli, la cui rigidit tale da formare
cordoni duri, apprezzabili sotto la pelle. Quando colpisce un arto, lo immobilizza in flessione o estensione pi o
meno forte; alla faccia, non consente di aprire la mandibola. La contrattura pu manifestarsi di colpo o far seguito
a convulsioni o a paralisi dei muscoli. Cessa sotto l'azione del cloroformio, il che la distingue dalla retrazione
muscolare, in cui vi l'alterazione delle fibre muscolari, mentre nella contrattura vi semplicemente una
esagerazione della funzione. La contrattura spesso dolorosa.
CONTUSIONE: lesione prodotta da un urto, senza la soluzione di continuo della pelle e con travaso di sangue.
CRAMPO: contrazioni involontarie, spastiche e dolorose di alcuni muscoli. In genere di breve durata, possono
per riprodursi dopo un intervallo pi o meno lungo. Sono frequenti soprattutto di notte e sono in primo luogo
dovute ad una falsa posizione, alla compressione di un'arteria o di un nervo, a causa della presenza di acido
lattico che proviene dalla scissione del glicogeno muscolare.
I crampi si osservano pure in alcune malattie: tifo addominale, colera, dissenteria,
influenza, diabete, arteriosclerosi, nelle intossicazioni alimentari o in gravidanza. Terapia: far assumere all'arto
una posizione inversa a quella causata dal crampo, (alzarsi e camminare se il crampo ha colpito il polpaccio).
Frizioni e massaggi. Inoltre utile fare una cura ricostituente a base di vitamine C, PP, B e B2 che intervengono
nel processo di contrazione muscolare.
STRAPPO: lacerazione parziale o totale di fibre di un muscolo, in seguito a movimento violento.
STIRAMENTO: allungamento eccessivo,oltre la soglia fisiologica, delle fibre muscolari.
TRAUMATISMI DELL'APPARATO ARTICOLARE:
DISTORSIONE: Traumatismo di un'articolazione, dovuto ad un movimento forzato e che si accompagna ad
allungamento o rottura dei legamenti articolari, senza che segua uno spostamento permanente delle estremit
articolari. il primo stadio di una lussazione o, se si vuole, una lussazione mancata. La distorsione
caratterizzata da lesioni dei legamenti, da lesioni della capsula articolare e della sinovia, e soprattutto dei disturbi
vasomotori; dolore vivace, calore locale, tumefazione (lividi) e notevole idrartro. Le distorsioni si osservano, il
pi delle volte, nelle articolazioni a movimenti limitati (caviglia, ginocchio, polso, dita) e sono eccezionali nelle
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articolazioni lasse come la spalla e l'anca. Gli sportivi vi sono particolarmente soggetti. Si pu osservarle anche a
seguito di un passo falso o nei soggetti, che presentano una anormale lassit delle articolazioni (a seguito di una
frattura per esempio). I sintomi sono di dolore intenso, vivo, fisso che tuttavia permette i movimenti e talvolta
anche la marcia, intensa tumefazione accompagnata da calore locale e versamento.
TERAPIA: nelle distorsioni senza lesioni gravi dei legamenti, si raccomandato l'infiltrazione locale di
novocaina, che fa scomparire il dolore ed i disturbi vasomotori e permette l'utilizzazione immediata dell'arto. Il
massaggio, seguito da un bendaggio, si propone lo stesso fine. Se esistono lesioni legamentose, non bisogna
riprendere la marcia, ma immobilizzare con gesso. La fisioterapia, le cure idrominerali possono essere utilizzate
per combattere i postumi.
LUSSAZIONE: spostamento permanente di due superfici articolari, dovuto a violenza esterna, oppure ad
alterazione del tessuto di una delle parti dell'articolazione. A seconda che il rapporto tra le superfici articolari sia
completamente o parzialmente soppresso, la lussazione pu essere completa o incompleta (sub lussazione). A
volte la lesione si limita ad una apertura della capsula articolare ed alla parziale rottura dei legamenti, ma spesso
questi sono strappati e possono anche asportare frammenti ossei; i muscoli sono violentemente contusi; si forma
un versamento sanguigno. In generale tutto torna a posto dopo riduzione della lussazione.
Sintomi: dolore su una superficie assai estesa, esasperato dal movimento, attenuato dall'immobilit;
deformazione, atteggiamento particolare dell'arto, la cui lunghezza modificata (accorciamento o allungamento);
abolizione dei movimenti attivi mentre permangono alcuni movimenti passivi (esagerazione della situazione
anormale dell'arto) e dei movimenti anormali. La presenza di ecchimosi (lividi) deve far temere una frattura
associata.
Terapia: non provare a ridurre la lussazione, poich si tratta di una manovra delicata che soltanto un medico sapr
fare. Provando a ridurre la lussazione, si rischia di strappare vasi e nervi e provocare una frattura. Per la riduzione
il medico usa, a seconda dei casi e secondo che la lussazione sia pi o meno recente: o manovre di dolcezza, che
consistono nel premere metodicamente sulla parte spostata, in modo da spingerla verso la cavit articolare
normale, o manovre di forza. Con queste ultime si mantiene il corpo solidamente fermo (contro estensione), poi
si fa uno sforzo di trazione sull'arto lussato (estensione), sia direttamente che per mezzo di un laccio elastico. La
riduzione avviene allora naturalmente o con un intervento chirurgico. L'anestesia permette di vincere la resistenza
muscolare. In casi di lussazione irriducibile ( per interposizione di parti muscolari o tendinee tra le superfici
articolari) o di lussazioni di vecchia data con aderenze, necessario ricorrere ad un intervento chirurgico
(riduzione cruenta). Dopo la riduzione l'immobilizzazione necessaria per un periodo di tempo variabile.
USTIONE
Un ustione il danno subito da un tessuto che viene sottoposto a calore eccessivo, ad agenti chimici (liquidi o
solidi), all'elettricit, o a radiazioni.
Esistono tre tipi di ustioni:
1. Primo grado (ustione superficiale): la pelle asciutta e arrossata; talvolta gonfia; di solito sede di
dolore. Un esempio comune: una scottatura solare.
2. Secondo grado (partialthickness): la pelle rossa ed eventualmente gonfia; di solito fa molto male; di
solito si formano bolle che possono aprirsi e rilasciare un liquido chiaro. Questo fa s che la pelle risulti
bagnata.
3. Terzo grado (full thickness): i tessuti sottostanti possono risultare danneggiati o distrutti: ad esempio,
l'adipe, le ossa, i nervi, i muscoli. La pelle appare carbonizzata e pu essere di colore marrone o nero,
mentre i tessuti sottostanti possono apparire bianchi. Pu essere molto dolorosa o non dare alcun dolore,
a seconda del fatto che le terminazioni nervose siano state distrutte.
Trattamento
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Ustioni termiche
Si deve interrompere l'ustione spostando la persona dalla sorgente di calore, facendo attenzione a non esporre se
stessi al pericolo di ustione. Controllare eventuali condizioni che possano mettere in pericolo la vita del
malcapitato, con la procedura ABC: Airway (vie aeree), Breathing (respirazione), and Circulation (circolazione).
Raffreddare l'ustione con grandi quantit di acqua ,fredda, pulita finch il dolore non si allevia.
Quando il malcapitato comincia a percepire un po' di sollievo, coprire l'ustione con una fasciatura sterile, asciutta,
allentata un po' (e preferibilmente non adesiva). Non usare burro, olio, n alcun tipo di crema: essi possono
intrappolare il calore e aumentare il rischio di infezione. Inoltre, metterli significa costringere il personale medico
a ripulirli pi tardi, all'ospedale, e questo non fa altro che aumentare il dolore che il paziente dovr sopportare.
Non usare antisettici che potrebbero aggravare lo stato della pelle sensibile. Assicuratevi del fatto che il
malcapitato non subisca uno shock. Le ustioni ostacolano la naturale capacit del corpo di regolare
autonomamente il calore. Assicuratevi che la persona non venga sottoposta ad un calore o ad un freddo eccessivi.
Estratti di aloe vera, analgesici per uso topico, e FANS (come l'ibuprofene e l'aspirina) sono usati comunemente
per il trattamento di questo tipo di ustioni. Consultare il medico prima di farne uso.
Agenti chimici
Agenti chimici solidi
Si deve innanzitutto ripulire la pelle usando della carta o un panno. Si pu fare anche con le mani, purch si usino
dei guanti. Assicurarsi di non gettare l'agente chimico su se stessi o su parti del corpo del paziente. Una volta che
il grosso stato rimosso, ripulire il resto con acqua corrente come nel caso delle ustioni termiche. Chiamare
immediatamente i soccorsi.
Agenti chimici liquidi
Ripulire con acqua corrente per 15 minuti e nel frattempo contattare il pronto intervento.
Elettricit
L'ustione sembra una ustione di terzo grado, ma nella zona circostante non c' ustione di primo o di secondo
grado. Le ustioni vengono sempre in coppia: una "di entrata" (pi piccola) ed una "di uscita" (pi grande).
Bisogna contattare immediatamente il pronto intervento, poich la scarica potrebbe generare successivi problemi
cardiaci e respiratori. Prepararsi alla rianimazione cardiopolmonare o alla defibrillazione. L'ustione in s va
trattata come un'ustione termica.
Radiazioni
Le radiazioni che possono causare un'ustione non sono solo quelle di tipo nucleare, ma anche quelle ultraviolette;
in questo caso si parla di eritema solare, che va trattato come una comune ustione di primo grado.
Una ustione dovuta a radiazioni nucleari non pu essere curata da un soccorritore laico. Questi, infatti, potrebbe
involontariamente esporre se stesso alle radiazioni nel tentativo di aiutare una persona in difficolt. Le persone
che lavorano in ambienti con alto rischio di esposizione a radiazioni vengono preparate sulle modalit di
trattamento di tale genere di ustione; i laici dovrebbero limitarsi a contattare il pronto intervento il prima
possibile.
Le ustioni dovute a radiazioni si manifestano, talvolta, sotto forma di cecit temporanea. Coprire gli occhi con
garza sterile e contattare il pronto intervento. Applicare il metodo ABC, curarsi dell'eventuale shock, e fare il
possibile per mantenere calma la vittima.
Ustioni di importanza critica
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Le seguenti ustioni richiedono attenzione da parte di un medico il prima possibile. Esse potrebbero
compromettere la vita del malcapitato o sfigurarlo, oppure potrebbero portare ad invalidit permanenti. Chiamare
il pronto intervento nei seguenti casi:
A subire l'ustione un bambino pi piccolo di cinque anni o una persona anziana.
Il paziente ha difficolt a respirare.
Le ustioni sono su pi di una parte del corpo.
Ci sono ustioni alla testa, al collo, alle mani, ai piedi, o ai genitali.
Ustioni alla bocca o al naso potrebbero essere il segnale che avvenuta un'ustione alle vie respiratorie.
Tutte le ustioni dovute ad agenti chimici o ad elettricit.
Cosa NON fare
Applicare ghiaccio o acqua ghiacciata, se non su piccole ustioni di primo grado.
Toccare un'ustione con qualunque cosa che non sia una garza sterile.
Rimuovere i vestiti che sono attaccati all'ustione.
Provare a pulire una ustione grave.
Rompere le vesciche.
Usare pomate o creme su una ustione grave.
COLPO DI CALORE
La normale temperatura del corpo di circa 37 gradi centigradi (37C). Lesposizione ad un ambiente
molto caldo tende a far salire la temperatura corporea, attivando dei meccanismi di difesa
dellorganismo, tra cui, importantissimo, quello della sudorazione. Questi meccanismi, disperdendo
calore, sono spesso in grado di mantenere normale la temperatura corporea. Se per lesposizione al
caldo eccessiva, questi meccanismi di difesa dopo un certo tempo si esauriscono e la temperatura del
corpo sale, progressivamente, anche oltre i 41C, determinando una situazione di malattia acuta, detta 37
Colpo di Calore. In questa circostanza la sudorazione cessa, il corpo diventa molto caldo, la pelle
arrossata e asciutta; la vittima si lamenta di mal di testa e capogiri, ha debolezza estrema; la coscienza
si fa obnubilata e, nei casi estremi, si giunge al coma e infine allarresto respiratorio.
IL PRIMO SOCCORSO NEL COLPO DI CALORE
In questa circostanza bisogna immediatamente controllare il respiro e trattarne le alterazioni.
Il paziente va poi svestito, portato in un ambiente fresco, messo in posizione di sicurezza se incosciente
e bagnato con impacchi e spugnature freddi, a lungo.
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La Prevenzione Primaria collettiva e agisce sul rischio; La Secondaria individuale poich interagisce fra la
persona e il rischio attraverso dei DPI (Dispositivi Protezione Individuale), ovvero fra salute e malattia . Fase preclinica : posso bloccarla e regredirla; Fase Clinica: se ho ad esempio unanemia, devo curarmi. La Prevenzione
Terziaria invece la riabilitazione e la prevenzione delle disabilit.
Infortunio: un danno permanente o temporaneo. Pu essere parziale o assoluto, in tutti e 2 i casi. Ha una causa,
unambiente di lavoro dov venuto alla luce, un danno e una concentrazione temporale ovvero successo
durante la giornata di lavoro. Il Datore di Lavoro responsabile della sicurezza sul lavoro.
Malattia Professionale: ha sempre una causa ma diluita nel tempo, stata contratta nellambiente di lavoro e
soprattutto ha un tempo di indennizzo ben definito ovvero 5 anni. Per poter usufruire del riconoscimento si tale
malattia, bisogna far riferimento alla Legge 303/75 dove vi sono contenute delle tabelle relative alle malattie
considerate professionali. Ovviamente un Consulente Tecnico dUfficio, dovr dimostrare il nesso fra la malattia
e il tipo di lavoro svolto nellarco dei 5 anni. Es. la Mesotenioma ovvero il Tumore Polmonare causato
dallAmianto.
Malattia Lavorativa: stesso discorso della Malattia Professionale, ad eccezione del fatto che tale malattia, pu
essere contratta anche in un arco di tempo pi lungo di 5 anni e che a differenza della Malattia Professionale,
pi difficile da dimostrare in quanto non c una tabella delle malattie lavorative e quindi pi difficile
dimostrare il nesso fra la malattia e il tipo di lavoro.
Fino al 1994, non cera nessuna vera sanzione per il datore di lavoro. L.626/94: Sicurezza nei luoghi di Lavoro.
Compare la prima sanzione al datore di lavoro. Oggi questa Legge stata sostituita dal D.Lgs 81/2008.
ORGANIZZAZIONE AMBIENTE DI LAVORO: RSPP (Responsabile Servizio Protezione e Prevenzione),
ASPP (Addetto servizio Protezione e Prevenzione), Responsabile e Addetti al Primo Soccorso, Responsabile
Antincendio, Responsabile Addetto allEmergenze, Controllo di Vigilanza, Consulente Tecnico Esterno) e
LAVORATORE.
Processo Produttivo: dalla materia prima al prodotto finito. Il lavoratore ha le conoscenze giuste, i giusti mezzi e
giusto.
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