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Bela Bartok, “For Children” composti tra il

1908 e 1909 revisionato e pubblicato poi nel


1945.
I brani che compongono la raccolta Gyermekeknek, in particolare,
pur rinunciando completamente all'impiego di ogni tipo di
virtuosismo strumentale, non possono essere spiegati senza fare
ricorso agli altri due aspetti principali dell'attività di Bartók: quello
didattico e quello etnomu-sicologico.
Si tratta infatti di una raccolta di canti popolari ungheresi e
slovacchi trascritti per pianoforte e disposti in ordine di difficoltà
crescente a scopo didattico. Una prima versione, realizzata fra il
1908 e il 1909 e pubblicata a Budapest nel 1910-12, era formata da
85 piccoli brani suddivisi in 4 volumi, 2 intitolati Gyermekeknek e
due Pro deti.
Conciliando le esigenze apparentemente incompatibili fra loro della
didattica e della scienza, Bartók corredò ogni brano di un semplice
titolo (non proprio tutti i brani), dell'indicazione metronomica, della
durata cronometrica (oscillante fra i 25 secondi e i 2 minuti scarsi
per ciascun brano), ma poiché alcuni sono la trascrizione di canti
pubblicati per la prima volta, aggiunse in appendice il testo verbale
specificandone il luogo di raccolta.
Molti anni dopo, nel gennaio del 1945 pochi mesi prima della sua
morte, Bartók, ormai stabilitosi in America, ne curò una nuova
versione pubblicata dalla Boosey & Hawkes di New York in 2
volumi intitolati For Children, comprendenti melodie popolari di
origine ungherese, il primo, e slovacca il secondo. Rispetto
all'edizione originaria il numero dei brani è stato ridotto a 79, e in
molti casi ne è stata modificata la dinamica, l'indicazione di tempo
e, talvolta, il trattamento armonico. Essendo la melodia data dal
canto popolare, l'apporto originale del compositore è sempre molto
discreto e consiste essenzialmente nell'aggiunta di un
accompagnamento, in piccoli interludi fra le strofe e in alcune brevi
sezioni di collegamento (mai superiori alle due o tre battute,
comunque), che secondo Bartók «non sono altro che la cornice in
cui viene sistemata la melodia contadina, che così sta esattamente
come la pietra preziosa nella sua incastonatura». Per quanto
riguarda l'armonia, secondo Bartók è molto importante non cadere
nell'errore di ritenere che le melodie popolari possano tollerare solo
armonie estremamente semplici. Un'altra cosa che Bartók ritiene
fondamentale nell'utilizzare la musica popolare in ambito colto è
«portare nella musica colta il tipico carattere della musica contadina
(che è assolutamente impossibile esprimere con le parole) . Ed è
proprio per contribuire a ricreare quel «carattere assolutamente
inesprimibile con le parole» e quella «atmosfera» della musica
contadina che le forme di tipo strofico vengono adoperate nel modo
più vario possibile e che si incontrano con tanta frequenza
cambiamenti di tempo, pause al di sopra della stanghetta di battuta,
indicazioni come «ad libitum» e «rubando». I brani sono stati scritti
come lavori dei bambini e progrediscono leggermente in difficoltà in
ciascuna metà del ciclo. Tuttavia, nei tempi moderni, alcuni
concertisti li hanno inclusi alcuni nei loro programmi di recital,
citando il loro valore musicale anche a prescindere dalle loro origini
pedagogiche.
La particolarità di questo libro è quello che parte dal concetto che un
bambino che inizia a suonare con i canti popolari che sono già sentiti e
quindi felici di riprodurli sul pianoforte e di evitare un
sentimentalismo nei confronti dell’infanzia, queste musiche devono
essere oggettive.

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