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L’ETICA PROTESTANTE e LO SPIRITO DEL CAPITALISMO

1. Il problema
2. CONFESSIONE E STRATIFICAZIONE SOCIALE
Interessante è da notare il carattere prevalentemente protestante della proprietà capitalistica e dell’impresa sia
degli strati superiori che dei più colti del ceto operaio e del personale delle imprese moderne.
Non solo dove (come nel caso dei tedeschi e polacchi nella Germania orientale) la diversità di confessione
coincide nella differenza di nazionalità (grado di sviluppo culturale e civile) ma quasi ovunque lo sviluppo
capitalistico quando fiorì ebbe la possibilità di trasformare i ceti sociali della popolazione e di articolare le
professioni secondo i suoi bisogni.
La partecipazione dei protestanti al possesso dei capitali, alla direzione del lavoro, ai suoi gradi superiori>
nelle grandi imprese industriali e commerciali moderne è stata molto più forte, superiore alla loro
percentuale nella popolazione totale =ciò è dovuto in parte a ragioni storiche per cui l’appartenenza a una
certa confessione è conseguenza di certi fenomeni economici.
La partecipazione a quelle funzioni economiche presuppone in parte un possesso di capitali e in parte
un’educazione costosa.
L’abolizione del tradizionalismo economico appare come un momento destinato a rafforzare sostanzialmente
la tendenza a dubitare anche della tradizione religiosa e a ribellarsi contro l’autorità tradizionali.
La Riforma la si deve intendere non tanto come l’abolizione del dominio della chiesa sulla vita in generale
ma la sostituzione della forma che esso aveva in una forma diversa.
La sostituzione di un dominio estremamente comodo, diventato poco sensibile e a tratti formale.
Il dominio della chiesa cattolica “punisce gli eretici, ma è indulgente coi peccatori”.
Non fu un eccesso ma un difetto del dominio religioso-ecclesiastico sulla vita che trovarono deplorevole i
riformatori dei paesi economicamente più sviluppati.
Proprio nei paesi economicamente più sviluppati, nelle classi medie borghesi che stavano ascendendo in quel
periodo, non solo accettarono la tirannia puritana ma la difesero esprimendo un eroismo mai più mostrato in
seguito. *“The last of our heroism”, Carlyle
La più forte partecipazione dei protestanti alla proprietà capitalistica e alle posizioni direttive nell’ambito
dell’economia moderna oggi può essere intesa come conseguenza delle condizioni patrimoniali mediante
migliori ma ci sono casi in cui il rapporto causale non è così sicuro.
Es. Nel Baden, in Baviera, in Ungheria =insegnamento superiore che i genitori cattolici impartivano ai figli
contrariamente a quelli protestanti.
La percentuale dei cattolici (allievi e licenziandi) delle scuole superiori resta inferiore alla percentuale dei
cattolici rispetto alla popolazione.
E la percentuale dei cattolici che hanno concluso le scuole medie superiori e escono dagli istituti moderni
(destinati agli studi tecnici e per le professioni industriali) sono notevolmente inferiori a quella dei
protestanti, da loro è preferita la formazione culturale dei licei classici = fenomeno che deve essere addotto
per spiegare la scarsa partecipazione dei cattolici all’attività economica capitalistica.
Stupisce ancora di più la scarsa partecipazione dei cattolici alla categoria degli operai della grande industria.
Il peculiare carattere spirituale indotto dall’educazione.
Ma la minore partecipazione dei cattolici all’attività economica moderna in Germania contrasta con le
esperienze più remote.
Le minoranze nazionali e religiose dominate si contrappongono a quelle dominanti in quanto escluse
volontariamente o involontariamente dalle posizioni politicamente influenti.
La situa dei polacchi della Russia e della Prussia orientale sicuramente progrediti in campo economico
contrariamente alla dominata Galizia, same for ugonotti francese sotto luigi quattordicesimo, non conformisti
e quaccheri in Inghilterra e degli ebrei negli ultimi due secoli.
I protestanti in generale sia che come ceto dominante che come ceto dominato, sia come maggioranza che
come minoranza hanno mostrato una tendenza specifica al razionalismo economico che i cattolici non hanno
mai permesso di osservare.
La ragione di tale diversità non va ricercato solo nelle particolari situazioni storico-politiche ma soprattutto
nel carattere interno, spirituale costante.
La maggiore estraneità al mondo del cattolicesimo, i tratti ascetici, che rivelano gli ideali supremi educano
ad una maggiore indifferenza per i beni di questo mondo. I protestanti usano
questa concezione per criticare gli ideali ascetici, i cattolici replicano con il rimprovero del materialismo
(conseguenza della secolarizzazione dei contenuti della vita operata dal protestantesimo).
Il cattolico è più tranquillo, meno preoccupato della prestazione e del profitto preferisce rinunciare ad onori e
ricchezze (comportati da una vita pericolosa e stressante) per un’esistenza più sicura.
“O mangiare bene o dormire tranquillamente”
Al protestante piace mangiare bene Al
cattolico piace dormire tranquillo
Il mondo di descrivere attraverso queste due rappresentazioni così vaghe, l’“Estraneità al mondo” (ascesi,
pietà religiosa) del mondo cattolico e “Gusto della vita” (partecipazione all’attività capitalistica)
materialistico del protestantesimo, necessita si essere rovesciata in un’affinità interna.
Stupisce che si stato così grande il numero degli esponenti delle riforme più intime della pietà cristiana
provenienti dal ceto mercantile. Reazione suscitata dal mammonismo= culto della ricchezza e del denaro.
Anche i pietisti presentano la combinazione di una pietà intensa con un senso degli affari e un successo in
quest’attività altamente sviluppati.

Lo spirito del lavoro e il progresso non devono essere intesi come gusto della vita o in senso illuministico.
Il vecchio protestantesimo di Lutero, Calvino, Konx e Voet aveva poco a che fare con quello che intendiamo
oggi come progresso, non va inteso nei suoi tratti puramente religiosi.
Montesquieu dice gli inglesi sono stati superiori agli altri popoli in tre cose nella pietà, nel commercio e nella
libertà.
La loro superiorità nell’attività lucrativa e la loro attitudine alle libere istituzioni politiche.
3. Lo spirito del capitalismo
Per spirito intendiamo individuo storico, complesso di nessi presenti nella realtà storica che unifichiamo
nella totalità di un concetto dal punto di vista del significato posseduto per la civiltà e cultura.
*
1. Il tempo è denaro
2. Il credito è denaro
3. Il denaro ha una natura feconda e fruttuosa, il denaro può generare denaro.
4. Chi paga puntualmente è il padrone della borsa di tutti, puntualità e giustizia in tutti i suoi affari.
*sono frasi di Benjamin Franklin, che ci fa la predica come Ferdinand Kurnberger
Il capitalismo è esistito in Cina, in India, a Babilonia, nel mondo antico e nel Medioevo ma gli mancava quel
particolare Ethos.
Tutti i precetti di Franklin hanno un senso utilitaristico
L’onestà, la puntualità, la diligenza, la moderazione sono utili, perché procurano credito per questo sono
virtù.
Il summum bonum dei quest’etica guadagnare sempre più denaro è pensato slegato a qualsiasi
considerazione eudemonistica o edonistica, fine a sé stesso, trascendente e irrazionale rispetto alla felicità e
utilità del singolo individuo.
L’attività lucrativa non è più una funzione dell’uomo quale mezzo per soddisfare i bisogni materiali della sua
vita ma è lo scopo della sua vita.
Se si chiedesse a Franklin perché l’uomo debba fare denaro lui risponderebbe con un verso della Bibbia-…
sunto
Il guadagno di denaro all’interno dell’organizzazione economica moderna è il risultato e l’espressione
dell’abilità nella professione =Beruf
L’idea del dovere professionale è l’idea di un dovere che l’individuo deve e sente nei confronti del contenuto
della sua attività professionale

L’ordinamento dell’economia capitalistica odierna è un cosmo enorme in cui l’individuo è immerso fin dalla
nascita, una dimora immutabile.
Dunque il capitalismo odierno si educa e crea per via della selezione economica, soggetti economici
(imprenditori ed operai).

Concezione dell’ingenuo materialistico storico secondo cui queste idee emergono dal rispecchiamento o
dalla sovrastruttura di situazioni economiche.
In Massachusetts (paese natale di Franklin) lo spirito del capitalistico esisteva prima dello sviluppo
capitalistico.
Lo spirito capitalistico si è dovuto affermare con la lotta contro forze nemiche.
La convinzione espressa dal testo di Franklin incontrò l’approvazione di un popolo intero, nell’antichità e nel
medioevo sarebbe stata intesa come espressione di avarizia e mentalità indegna
La differenza tra spirito capitalistico e precapitalistico non sta nel diverso sviluppo di una certa brama di
denaro.
Con la frantumazione della tradizione e l’affermazione della libera attività lucrativa nelle unioni sociali non
aveva luogo un’affermazione ed espressione etica di questa novità che era solo tollerata, considerata
eticamente indifferente o spiacevole ma inevitabile.
La valorizzazione razionale del capitale nell’impresa e l’organizzazione capitalistica razionale del lavoro non
erano diventate ancora potenze tali da determinare l’orientamento dell’agire economico.
Ma proprio questo comportamento fu uno dei più forti ostacoli con cui si scontrò l’adattamento degli uomini
ai presupposti di un’ordinata economica capitalistico-borghese.
Lo spirito del capitalismo ebbe da lottare con il tradizionalismo.
Un comportamento del tradizionalismo= uno che si chiede quanto deve lavorare per guadagnare lo stesso
importo= che basta per soddisfare i bisogni tradizionali.
L’uomo per natura vuole vivere come è abituato a vivere, non guadagnare sempre più denaro possibile.

Il capitalismo richiede la presenza di un eccesso di popolazione da poter ingaggiare sul mercato del lavoro a
basso prezzo.
Svolgere il lavoro come fosse fine sé stesso, come vocazione Beruf è frutto di un lungo processo educativo.
Sombart ha distinto due grandi motivi dominanti fra cui si è mossa la storia economica
1) La soddisfazione dei bisogni
2) L’acquisto o profitto
Quello che si chiama sistema economico della soddisfazione dei bisogni a prima vista sembra coincidere con
il tradizionalismo economico, questo è vero solo il concetto di bisogno è equiparato a quello di bisogno
tradizionale, altrimenti molte economie vanno considerate capitalistiche.
Molte imprese che per la forma della loro organizzazione devono essere capitalistiche rientrano nell’ambito
delle economie intese alla soddisfazione dei bisogni.
Franklin era pieno dello spirito capitalistico in un’epoca un cui le attività erano di tipo artigianale.
Al presente con le attuali istituzioni politiche, diritti politico e di scambio, e le forme di gestione aziendale
questo spirito del capitalismo potrebbe essere compreso nel senso del puro e semplice prodotto di
adattamento.
La vocazione di guadagnare denaro, maniera di comportarsi adeguata a quella struttura
La situazione degli interessi politico commerciali e politico sociali determina la Weltanshauung.
Il motivo fondamentale dell’economia moderna in genere è stato individuato nel razionalismo economico
specie quello di Sombart,
Questo processo di razionalizzazione nel campo della tecnica e dell’economia condiziona una parte
importante degli ideali di vita della società borghese moderna.
Il lavoro al fine di dare una forma razionale all’approvvigionamento dei beni materiali necessari all’umanità
è uno dei sogni concepiti dai rappresentanti dello spirito del capitalistico con uno scopo che hanno ritenuto
orientare l’attività della loro vita.
La spiegazione più semplice dello sviluppo dello spirito capitalistico è quella di un fenomeno parziale entro
lo sviluppo complessivo del razionalismo, che deve essere derivata dalle posizioni di principio che questa
assume nei confronti dei problemi primi e ultimi della vita.
Il protestantesimo sarebbe storicamente inteso in quanto avrebbe svolto la funzione di preludio di concezioni
della vita puramente razionalistiche.
La razionalizzazione del diritto privato, intesa come semplificazione e articolazione concettuale della materia
giuridica è giunta nella sua forma più alta nel diritto romano della tarda antichità ed è rimasta arretrata in
Inghilterra, mentre il suo predominio è sempre continuato nei paesi cattolici dell’Europa meridionale.
Razionalismo pratico maniera di vivere che riferisce coscientemente il mondo degli interessi immanenti del
singolo Io e giudica da questo stile di vita, era è ed ora una peculiarità tipica dei popoli del libero arbitrio
connaturato ad italiani e francesi.
Il razionalismo è un concetto storico che comprende in sé un mondo in antitesi
Vocazione professionale del Beruf e quella dedizione al lavoro professionale (irrazionale dal p.d.v. dei propri
interessi meramente eudemonistici) è uno degli elementi più caratteristici della nostra civiltà capitalistica.

4. LA CONCEZIONE LUTERANA DEL BERUF. COMPITO DELLA RICERCA


Nella parola tedesca Beruf e quella inglese calling echeggia la rappresentazione religiosa del compito
assegnato da Dio.
Beruf nel senso di una posizione occupata nella vita, di un ambito di lavoro preciso e circoscritto, di una
professione.
Anche il pensiero è nuovo ed è il prodotto della Riforma. Nuova era
la convinzione che l’adempimento del proprio dovere nell’ambito delle professioni (Berufe) mondane.
Il concetto di Berufe trova espressione nel dogma centrale di tutte le chiese protestanti secondo cui l’unico
modo per essere graditi a Dio è quello di adempire ai compiti intramondani che risultano dalla posizione
raggiunta nella vita ovvero dalla sua professione che diventa la sua vocazione=beruf.
In Lutero questo pensiero si sviluppa nel corso del primo decennio della sua attività riformatrice.
Il lavoro professionale svolto nel mondo appare come l’espressione esterna dell’amore verso il prossimo.
Idea che contrasta con l’idea di Adam Smith secondo cui la divisione del lavoro costringerebbe ogni
individuo a lavorare per gli altri.
Questo argomento scolastico scompare e resta quello per cui l’adempimento dei doveri intramondani è
l’unico modo per essere graditi da Dio per cui tutte le professioni lecite hanno lo stesso valore per Dio.
Non è lecito attribuire a Lutero un’affinità interiore con lo spirito del capitalismo, lui stesso avrebbe negato
qualsiasi affinità con la mentalità portata avanti da Franklin.
La riforma dapprima ebbe la funzione di accrescere enormemente il peso morale e il premio religioso per il
lavoro intramondano, per la professione regolare e ordinata.
Il modo in cui fu ulteriormente sviluppato il pensiero del Beruf che diede espressione a questo fenomeno,
dipese dalla configurazione della pietà e devozione che si stavano delineando nelle singole chiese riformate.
La Bibbia da cui Lutero credeva di trarre il concetto di Beruf, che era più favorevole a un orientamento
tradizionalistico.
In Lutero il concetto di Beruf rimase legato alla tradizione.
Il Beruf è ciò che l’uomo deve accettare, a cui si deve adattare perché esprime una disposizione divina, e
questa concezione soverchia il pensiero -come il lavoro professionale sia il compito assegnato da Dio.
Il mero pensiero del Beruf nell’accezione luterana era per quanto abbiamo visto di una portata problematica
per ciò che stiamo ricercando.
È opportuno considerare le forma di protestantesimo dove si possa riscontrare un nesso della prassi della vita
con il punto di partenza religioso.
Ruolo che il calvinismo e le sette protestanti svolgono nella storia dello sviluppo capitalistico.
La valutazione della vita intramondana come compito non avrebbe potuto essere di uno scrittore medievale.
Proprio il potere dei movimenti religiosi ha creato differenze che avvertiamo tutt’oggi.
L’etica del vecchio protestantesimo, lo sviluppo dello spirito capitalistico muovono dalle creazioni di
Calvino, del calvinismo e delle altre sette puritane.
Non si può difendere la
tesi dottrinaria per cui: lo spirito del capitalistico è potuto sorgere solo come esito di determinati influssi
della Riforma> il capitalismo come sistema economico è prodotto della Riforma.
Confutata dal fatto che:
 Certe forme importanti di azienda capitalistica, importanti modi capitalistici di condurre gli affari
sono notevolmente più antichi della Riforma.
Si può indagare in primo luogo le affinità elettive tra certe riforme della fede religiosa e l’etica professionale.
Il modo e la direzione generale in cui il movimento religioso, in base a queste affinità elettive, agì sullo
sviluppo della civiltà materiale.
Poi chiarito questo punto si potrebbe indagare in che misura i contenuti della civiltà moderna debbano essere
attribuiti a quei motivi religiosi, e in quale misura ad altri.

2. L’ETICA PROFESSIONALE DEL PROTESTANTESIMO ASCETICO


1. I FONDAMENTI RELIGIOSI DELL’ASCESI INTRAMONDANA

Gli esponenti storici del protestantesimo escetico:

1. Il calvinismo
2. Il pietismo
3. Metodismo
4. Le sette nate dal movimento battista

Il pietismo è sorto dapprima in Inghilterra e specialmente in Olanda sul terreno del calvinismo, poi nel 1600 fece pieno
ingresso nel luteranesimo con l’attività di Spencer.

Il calvinismo e il battismo all’inizio dei loro sviluppi erano nettamente contrapposti ma alla fine del 600 erano
vicinissimi e all’inizio dello stesso secolo stava già avvenendo la transizione dall’uno all’altro in sette indipendentiste
dell’Inghilterra e dell’Olanda.

Come mostra il pietismo anche il passaggio al luteranesimo ha luogo gradualmente e lo stesso si verifica tra il
calvinismo e la chiesa anglicana, affine al cattolicesimo e nel suo carattere esterno.

I dissensi dogmatici persino i principali come quello della dottrina della predestinazione e della giustificazione si
combinarono nelle maniere più svariate e molteplici già all’inizio del 600 e impedirono il mantenimento della comunità
delle diverse chiese.

I fenomeni per noi importanti della condotta di vita etica si trovarono nella stessa misura in seguaci delle denominazioni
più diverse.

Ad es:
Massime etiche analoghe unite a basi dogmatiche diverse.

Gli influenti sussidi letterari destinati alla cura delle anime, specie i compendi casuistici delle diverse confessioni, nel
corso del tempo si influenzarono mutuamente e si riscontrano grandi analogie nonostante importanti differenze nelle
condotte di vita concretamente praticate.
A noi interessa

L’accertamento di quegli impulsi psicologici creati dalla fede religiosa e dalla prassi della vita religiosa, i quali
indicavano la direzione della condotta di vita e vi mantenevano l’individuo.

Possiamo presentare i pensieri religiosi in una serie consequenziale composta secondo un “tipo ideale” che nella realtà
storica era difficile da incontrare.

Per l’impossibilità di tracciare confini netti e precisi nella realtà storica si esaminano le sue forme più coerenti sperando
di incontrare gli effetti più specifici.

Consideriamo ora il calvinismo, la fede per cui furono condotte le grandi lotte politiche e culturali nei paesi più
sviluppati a livello capitalistico (Paesi bassi, Inghilterra e Francia) tra il 1500 e il 1600.

Il dogma + caratteristico:

La dottrina della predestinazione degli eletti o l’elezione per opera della grazia = punto discutibile se sia un dogma
essenziale o una sua appendice.
Capitolo 9) De libero arbitrio

L’uomo con la caduta nello stato di peccato ha perso ogni capacità di volere alcunché di spiritualmente buono tale da comportare
la beatitudine. Un uomo per natura è interamente deviato dal bene e morto nel peccato=incapace di convertirsi/prepararsi alla
conversione.

Capitolo 3) Dell’eterno decreto di Dio

Dio a rivelazione della sua sovranità ha predestinato alcuni uomini alla vita eterna e altri alla morte eterna. E questo lo fece non
perché sia stato indotto dalla previsione della fede o delle buone opere ma tutto a maggior gloria della sua grazia sovrana.

Piacque a Dio trascurare il resto del genere umano e destinarli al disordine e alla collera per i loro peccati a magnificazione della
sua giustizia sovrana.

Capitolo 10) Della chiamata efficace

Piace a Dio chiamare efficacemente coloro che ha destinato alla vita al tempo opportuno, gli sostituisce il cuore di pietra con u
cuore di carne e rinnova la loro volontà, facendoli decidere per ciò che è bene per loro.

Capitolo 5) Della provvidenza

Per gli uomini empi e malvagi che Dio, nella sua qualità di giusto giudice, acceca e indurisce a causa dei peccati precedenti non
solo toglie loro la su grazia ma li priva dei doni che avevano già e li mette in rapporto con oggetti la cui corruzione fa occasioni di
peccato.

Giudizio di Milton sulla dottrina: “Potrei anche andare all’infreno ma un Dio del genere non estorcerà mai la mia
considerazione”

Il sentimento religioso della redenzione si congiunge con il sicuro sentimento di essere debitori di tutto all’azione
esclusiva di una potenza oggettiva.

Quando Lutero scrisse la sua Libertà del cristiano aveva la ferma convinzione che il decreto arcano di Dio fosse fonte
assolutamente unica ed esclusiva dello stato religioso di grazia.

E neanche in seguito abbandono formalmente quest’idea ma passo sempre più in secondo piano quando l’attività
politica responsabile lo costringeva ad un realpolitik.

Melantone evitò di accogliere la dottrina pericolosa e oscura nel seno della Confessione di Augusta.

Per i padri della chiesa Luterana fu un fermo dogma la possibilità che la grazia fosse perduta e fosse nuovamente
conquistata grazie all’umile volontà di espiare, alla fiducia nella parola divina e nei sacramenti.

In Calvino si svolse il processo inverso con un aumento dell’importanza di tale dottrina nel corso del suo confronto
polemico con avversari dogmatici.

Nella terza edizione della sua Institutio 1543 e raggiunge la sua posizione centrale nei conflitti culturali i sinodi di
Dordrecht e Westminster cercano di risolvere.
In Calvino il decretum horribile non è vissuto (come lo è da Lutero) ma escogitato e la sua importanza aumenta man
mano che si sviluppano le conseguenze concettuali senso del suo interesse religioso che è volto soltanto a Dio.

Per Calvino gli uomini sono in funzione di Dio e ogni accadimento (come anche la predestinazione di pochi eletti) può
avere un suo senso solo nell’autoglorificazione della maestà di Dio.

Sottoporre le sue disposizioni sovrane a criteri di giustizia terrena è assurdo poiché soltanto lui è libero=(non soggetto
ad alcuna legge), le sue decisioni possono essere comprensibili e conosciute solo nella misura in cui egli ce le vuole
comunicare.

Il senso del nostro destino individuale è avvolto da oscuri misteri. Ogni


creatura è separata da Dio da un abisso incolmabile e difronte a lui merita, a seconda della sua volontà, o solo la morte
eterna o la glorificazione della sua maestà.

Una parte degli uomini diventano beati altri rimangono dannati.

Suppore che merito e colpa umani contribuiscono a determinare il destino significherebbe ritenere che le decisioni
divine possono essere influenzate dagli uomini.

Un essere trascendete che sfugge a ogni comprensione umana che dall’eternità ha assegnato ad ogni individuo il suo
destino e ha disposto ogni cosa nel cosmo.

Poiché i decreti di Dio sono immutabili la sua grazia non può essere perduta da coloro che l’hanno ritenuta né essere
elargita a coloro a cui è stata negata.

Questo doveva avere una sola conseguenza: un sentimento inaudito di isolamento interiore del singolo individuo.

Nell’interesse esistenziale=eterna beatitudine, l’uomo era costretto a fare la strada da solo nessun predicatore, nessun
sacramento, nessuna chiesa poteva aiutarlo.

Questo isolamento dell’uomo contiene da una parte:

1)Posizione del puritanesimo assolutamente negativa nei confronti degli elementi sensibili e sentimentali della civiltà
della religiosità

2) Una delle radici di quell’individualismo senza illusioni e di tonalità pessimistica che si esprime ancora oggi nel
carattere nazionale e nelle istituzioni di popoli = concezione diversissima dall’illuminismo.

L’esclusività della fiducia in Dio si esprime nell’Esortazione ad astenersi da ogni fiducia nell’aiuto degli uomini e nella
loro amicizia.

“Dio deve essere l’unico confidente”.

Baxter=diffidenza nei confronti dell’amico più vicino Bayly=non


fidarsi di nessuno

Sebbene l’appartenenza alla vera chiesa fosse necessaria per la salvezza, la comunicazione del calvinista col suo Dio si
compiva in un profondo isolamento interiore.

Pyligrim’s progress di Bunyan, i giusti Pettinai di Keller

La tendenza alla liberazione interna dell’individuo dagli strettissimi vincoli con cui lo imprigiona il mondo potesse
prima associarsi all’indiscutibile superiorità del calvinismo nell’organizzazione sociale.

Questa superiorità deriva dalla configurazione che l’amore del prossimo cristiano assume sotto la pressione
dell’isolamento interno del singolo determinato dalla fede calvinistica.

Sul piano dogmatico deriva

Il mondo è destinato solo alla glorificazione di Dio, il critiano eletto esiste per glorificare Dio. Egli vuole la l’opera
sociale del cristiano che è lavoro in maiorem gloriam Dei.

E di conseguenza anche il lavoro professionale è al servizio della vita terrena della collettività.
Già in Lutero troviamo la derivazione dell’amore verso il prossimo, del lavoro professionale e della divisione del
lavoro.

Se l’amore per il prossimo può essere solo servizio per la gloria di Dio esso si esprime in primo luogo con
l’adempimento dei compiti professionali della lex naturae =assume un carattere oggettivo e impersonale, di un servizio
reso alla configurazione razionale del cosmo sociale.

L’ordine finalistico del cosmo che è fatto per servire all’utilità dell’uomo, permette di riconoscere il lavoro al servizio
di questo utile sociale impersonale promuova la gloria di Dio.

Il problema della teodicea era ovvio per il puritano, come per l’ebreo insomma per tutta la religiosità cristiana non
mistica.

Nella stessa direzione agiva anche

La scissione fra l’individuo e l’etica (di Kirkegaard) non esisteva per il calvinismo.

Come veniva supportata la teoria per cui l’aldilà non era solo più importante ma più sicuro di tutti gli interessi
mondani?

Il singolo si dovevano accontentare della coscienza nella decisione di Dio e nella tenace fiducia in Cristo=frutto della
vera Fede, respinge l’idea che si possano riconoscere gli eletti o i dannati dal loro comportamento perché sarebbe un
tentativo temerario di penetrare i misteri di Dio.

Gli eletti sono la chiesa invisibile di Dio.

Per gli Epigoni la certitudo salutis= doveva assumere un’importanza assoluta.

Calvino propone il criterio per l’accertamento del proprio stato di grazie= auto-testimonianza della fede tenace che la
grazia genera nell’uomo. * criterio che l’ortodossia non abbandona mai almeno come principio.

L’ammonimento dell’apostolo=esortazione ad assicurare la propria Beruf (vocazione) è interpretato nel senso del
dovere di conquistare con la lotta quotidiana la certezza soggettiva della propria elezione e giustificazione.

Era consigliato il lavoro professionale indefesso considerato il mezzo più eminente per raggiungere quella sicurezza in
sé.

A massima esperienza a cui tende la devozione luterana è lunio mystica con la divinità=sentimento di un Dio
sostanziale nel senso di ingresso del divino nell’anima del credente, il quale ha una qualità simile a quella degli effetti
della contemplazione dei mistici tedeschi che è contraddistinto dal suo carattere passivo, inteso alla soddisfazione
dell’anelito alla quiete di Dio e della sua interiorità sentimentale pura.

Nel luteranesimo l’unio mistica era combinata all’indegnità del peccato originale che doveva assicurare la poetentia
quotidiana tesa a conservare l’umiltà e la semplicità indispensabile al perdono dei peccati.

La religiosità riformata si oppose a:

1) Alla Fuga quietista di Pascal


2) Alla devozione sentimentale di Lutero (volta puramente all’interno)

L’assoluta trascendenza di Dio escludeva un vero ingresso di Dio nell’anima umana.

Dio operava negli eletti, il loro agire scaturiva dalle fede frutto della grazia divina

Il virtuoso della religione si può assicurare della propria grazia sentendo sé stesso come:

1) Un vaso recipiente > vita religiosa tende ad una cultura mistica del sentimento
Più vicino a Lutero
2) Strumento della potenza divina> vita religiosa tende all’agire ascetico
Più vicino al calvinismo

Secondo calvino tutti i sentimenti e gli stati d’animo anche quelli più elevati sono ingannevoli la fede deve essere
efficax, si deve confermare negli effetti obiettivi per poter essere una base solida per la certitudo salutis, la chiamata
deve essere un effectual calling. E i frutti che permettono al riformato di vede i segni della vera fede= una condotta di
vita del cristiano tale da servire e accrescere la gloria di Dio.

Si può controllare il proprio stato di grazia confrontandolo con quello che viene descritto degli eletti nella Bibbia (es. i
patriarchi).

Solo un eletto possiede la fides efficax, accrescere la gloria di dio con opere buone realmente e non solo in apparenza
grazie alla rinascita e alla santificazione della sua vita conseguenti. La sua condotta nel carattere più costante poggia
sulla in lui vivente per la maggior gloria di Dio, non solo volta ma causata da Dio.

Le buone opere sono mezzi incapaci per ottenere l’eterna beatitudine ma sono comunque indispensabili come segni
dell’elezione e un mezzo tecnico per liberarsi dell’angoscia di non conseguire la salvezza.

Sul piano pratico Dio aiuta colui che si aiuta, il calvinista crea egli stessa la sua beatitudine o meglio la sua certezza ma
diversamente dal cattolico esso non consiste in un accumulo di opere buone ma in un autocontrollo sistematico che in
ogni situazione si trova l’alternativa: eletto o dannato?

Non c’è mai stata una considerazione religiosa dell’agire etico intensa come quella del calvinismo.

Nel medioevo il laico cattolico normale viveva, dal p.d.v. etico, alla giornata.

Rispettava i doveri tradizionali ma le sue opere rimanevano singole azioni che seguiva all’occasione per compensare i
peccati o sotto l’influenza di pastori, o vero la fine della vita insomma una serie di azioni non necessariamente
interconnessa lontana da un vero e proprio sistema di vita.

L’etica cattolica era l’etica della convinzione.

La concreta intentio della singola azione decideva il valore di essa, e la singola azione era ascritta a chi agiva ed
influenzava il suo destino temporale ed eterno.

La chiesa si basa sul fatto che l’uomo non è un’unità determinata con assoluta univocità e da valutarsi come tale al
contrario la sua condotta di vita è segnato da motivi contrastanti e spesso contradditori.

Essa esigeva che egli aspirasse all’ideale di una vita condotta secondo fermi principi ma quest’esigenza indeboliva lo
strumento di potere e di educazione più importante= la penitenza.

Il dio del calvinismo non pretendeva singole opere buone ma una santità di opera eretta a sistema.

Non a caso il nome di precisisti applicato ai precursori spirituali del 1600, e quello di metodisti assegnato agli esponenti
dell’ultimo puritanesimo del 1700.

Solo con una metamorfosi del senso della vita intera in ogni ora e ogni azione poteva provarsi l’opera della grazia come
elevazione dell’uomo dallo status nature allo stato gratiae, la vita del santo diretta verso una meta trascendente la
beatitudine per questo nella vita terrena era completamente realizzato.

Solo una vita guidata dalla riflessione costante poteva essere intesa come un superamento della vita naturalis, il cogito
ergo sum decartesiano interpretato in chiave etica.

Questa realizzazione conferì il suo Tratto ascetico che fondò sia l’interna affinità sia il contrasto col cattolicesimo.

L’ascesi cristiana conteneva in sé molte cose eterogenee. In occidente aveva un carattere razionale e in questo vi era il
contrasto con il monachesimo orientale.

Nella Regola di San Benedetto, nei cluniacesi e più nei cistercensi e in modo più deciso nei gesuiti si era mancipata
dalla fuga dal mondo priva di metodo e dall’auto-tormento virtuosistico.

Era diventata un metodo sistematicamente sviluppato di vita razionale, con lo scopo di superare lo status di naturae,
sottrarre l’uomo dagli impulsi irrazionali e dalla dipendenza dal mondo e dalla natura, di assoggettarlo alla supremazia
della volontà programmatica, di sottoporre le sue azioni al costante autocontrollo e alla ponderazione della loro portata
etica, ovvero ad educare il monaco a un lavoro al servizio di Dio per assicurargli la salvezza della propria anima.
L’auto-dominio attivo era l’ideale pratico della vita secondo il puritanesimo.

L’ascesi puritana come ogni ascesi razionale lavorava al fine di rendere l’uomo capace di affermare e far valere i suoi
motivi costanti, renderli una persona nel senso psicologico formale.

Lo scopo dell’ascesi era quella di vivere una vita vigile, cosciente e lucida e il mezzo stava nel fare ordine nella vita di
coloro che la conducevano.

Su questo controllo metodico dell’uomo poggia, sia per il monachesimo cattolico che per il calvinismo, la forza capace
di trionfare sul mondo e soprattutto per il calvinismo (rispetto al luteranesimo) la capacità di assicurare a durata del
protestantesimo come ecclesia militans.

Nonostante le minori pretese morali del cattolicesimo una vita eticamente non sistematica non raggiunge i sommi ideali.

Il terzo ordine di San Francesco fu un importante tentativo nel senso di una compenetrazione ascetica della vita
mondana.

Opere come Imitazione di cristo = proprio per la loro efficacia mostrano come

Indulgenza sentita non solo come un abuso periferico ma un malanno decisivo e fondamentale.

L’uomo che per eccellenza viveva metodicamente in senso religioso era unicamente il monaco, l’ascesi allontanava
dalla vita quotidiana, la vita santa stava nel superamento dell’eticità intramondana.

Lutero aveva eliminato tutto ciò e il calvinismo ha adottato quest’eliminazione.

Sebastian Franck riteneva che il significato della Riforma stesse nella necessità che ogni cristiano fosse monaco a vita.

Era stata creata una diga contro la fuga ascetica dalla vita quotidiana nel mondo e i migliori esponenti del monachesimo
erano invitati a seguire gli ideali ascetici all’interno della vita professionale nel mondo.

Il calvinismo aveva aggiunto qualcosa di positivo, il pensiero della necessità della comprova della fede nella vita
professionale mondana.

Dava un impulso positivo all’ascesi, con l’ancoraggio della sua etica alla dottrina della predestinazione, creava
un’aristocrazia dei santi nel mondo predestinati da Dio all’eternità (separata dal resto dell’umanità che era invece
condannata all’eterna dannazione.

E la grazia divina degli eletti non era indulgente verso i peccati altrui> nacquero le sette.

Nacque il concetto donatistico della Chiesa, come conseguenza del concetto della conferma e della comprova (battisti e
calvinisti).

Molteplici e diverse elaborazioni del protestantesimo sono nate dal tentativo di dividere rigenerarti e non rigenerati.
Questo metodo di vivere traeva dalla bibbia la sua norma per cui ci si può sempre orientare.

La dignità dell’Antico testamento era perfettamente pari a quella del Nuovo perché era allo stesso modo ispirato nelle
sue prescrizioni morali.

Per i credenti era stata data la Legge come norma non raggiungibile ma valida. Lutero
aveva elogiato la libertà dalla legge come privilegio divino del credente.

L’influenza della saggezza ebraica pervasa dal senso divino eppure perfettamente sobria è stata espressa nei Proverbi di
Salomone e in certi Salmi= libri più letti dai puritani.

Sanford ha fatto risalire all’Antico Testamento il controllo dell’aspetto mistico e sentimentale della religiosità.

Era nuovo il carattere proprio dello stesso calvinismo, il carattere ascetico.

La sistematizzazione della condotta etica della vita che il protestantesimo ha in comune con la vita monastica cattolica
viene già in luce in forma esteriore nel modo in cui il cristiano puritano controllo il suo stato di grazia.

Il l diario religioso in cui venivano annotati peccati e tentazioni e progressi fatti nella grazia del puritano era simile a
quella del cattolico moderno (specie quello francese) = creato dai gesuiti e dei circoli riformati.

Al cattolico serviva per la penitenza> Benjamin Franklin, ……In Bunyan immagine del shopkeeper
Una cristianizzazione della vita fu la conseguenza di questa metodicità della condotta di vita che il calvinismo impose al
luteranesimo.

Derivano due risultati di questa metodicità:

1) Direzione della conferma e della comprova


Nello sfondo della dottrina della predestinazione= razionalizzazione metodica del vivere.

John Wesley, Whitefield, Huntingdon = erano sostenitori del particolarismo della grazia.

Il pensiero di essere armamentario di Dio ed esecutori dei cui decreti provvidenziali in coloro che si battono per
difendere la vita santa= era questa dottrina a impedire il collasso in una santificazione di opera meramente materiale.

La congiunzione della credenza in norme sempre valide, in un determinismo e completa trascendenza del sovrasensibile
era in linea teorica più moderna della dottrina, più mite e più consona al sentimento della dottrina che sottoponeva alla
legge anche Dio.

La comprova doveva essere studiata nella dottrina nell’elezione per opera della grazia e nel suo significato per la vita
quotidiana sotto forma di coltura.

All’interno del protestantesimo, le conseguenze che essa aveva per la configurazione ascetica della condotta di vita,
formavano l’antitesi più radicale all’impotenza etica del luteranesimo.

La devozione luterana lasciava intatta la vitalità dell’agire istintivo e della vita sentimentale ingenua diversamene
dall’autocontrollo, dalla regolamentazione pianificata della propria vita del calvinismo. Il genio religioso come
Lutero viveva spontaneamente in quest’atmosfera di libera apertura al mondo.

Per il luterano comune niente era più certo del fatto che era sollevato dallo status naturalis solo temporaneamente.
L’ascesi ha pervaso l’esistenza nel luteranesimo meno di quanto non abbia fatto nel calvinismo.

Il luteranesimo a causa di questa dottrina della grazia mancava l’impulso psicologico a vivere in modo sistematico che
condiziona il carattere ascetico della devozione. La dottrina della predestinazione del calvinismo era solo un di diverse
possibilità.

I movimenti ascetici non calvinisti ero considerati indebolimenti della coerenza interna del calvinismo.

Il pensiero dell’elezione per opera della grazia era il primo punto di partenza per il pietismo. È quasi impossibile
tracciare un confine tra calvinisti, pietisti e non pietisti. I nessi tra
predestinazione e pensiero della comprova con l’interesse dalla certitudo salutis sono uno sviluppo della dottrina
autentica di Calvino.

Il sapere teologico non poteva assicurare la conferma dell’elezione.

Quest’ultimo sforzo aveva una certa affinità interiore con l’unio mystica luterana che portava a curare l’aspetto
sentimentale della religione più di quanto non facesse la cristianità riformata.

Questo era sul terreno della chiesa riformata, il contrassegno decisivo del pietismo.

Quel momento sentimentale della religione originariamente estraneo alla devozione calvinista indirizzava la religiosità
pratica sulla strada di un godimento terreno della beatitudine.

Il sentimento poteva intensificarsi tanto che la religiosità raggiungeva un carattere isterico che si allontanava
diametralmente dalla disciplina sobria, severa e rigorosa della vita santa.

Poteva accadere che il pensiero calvinistico della dannazione finisse per uccidere l’energia della vita professionale.

E anche il pensiero della predestinazione poteva diventare fatalismo se diventava oggetto di appropriazione
sentimentale.

L’impulso della separazione dei santi dal mondo poteva portare ad un’organizzazione comunitaria claustrale di carattere
semi-comunista (quella maturata dal pietismo della Chiesa riformata).
Ma finché non era realizzato questo effetto estremo, condizionato dalla cura del sentimento il pietismo riformato
cercava di assicurarsi della propria beatitudine all’interno della vita professionale mondana.

Lo sviluppo del pietismo tedesco legato a Spener, Franke e Zinzendorf si allontana dalla teoria della predestinazione.

Il pietismo è la penetrazione di una condotta di vita metodicamente curata e controllata, “ascetica”.

La certitudo salutis non era dedotta dalla santificazione ma era scelta per essa.

1) Lo sviluppo metodico della propria santità nel senso di una fermezza e perfezione sempre maggiore è segno dello
stato di grazia

2)E la provvidenza divina ad operare in coloro che sono perfezionati perché sperano pazientemente e riflettono con
metodo

Anche per Franke il lavoro professionale era il mezzo ascetico per eccellenza.

Il pietismo creò rappresentazioni che istituivano un’aristocrazia dei rigenerati, fondata sulla particolare grazia di Dio.

Ne fa parte quel terminismo che gli avversari del pietismo gli imputano, cioè che la grazia sia elargita universalmente
ma per ciascuno e una volta sola, in un momento preciso della vita.

E chi aveva mancato questo momento non poteva più giovare dell’universalismo della grazia, era un negletto da Dio.
Questa teoria era vicina a quella di Franke, ovvero che la grazia possa erompere solo a condizione di fenomeni peculiari
ossia dopo una lotta espiatoria.

Secondo l’opinione propria dei pietisti non ti erano predisposti a quell’esperienza, quelli che ne venivano esclusi
restavano dei cristiani passivi.

Con la creazione di un metodo per provocare la lotta espiatoria il conseguimento della grazia diventava l’oggetto di
un’organizzazione umana razionale.

Frutto di questa concezione aristocratica della grazia anche le perplessità contro la professione privata nutrite da molti
pietisti (non Franke).

L’efficacia della grazia ottenuta con la penitenza doveva decidere della possibilità di accordare l’assoluzione, era
impossibile impartirla accontentandosi della costrizione.

Il giudizio religioso in sé sfociava (di Zinzendorf) nella concezione dell’armamentario.

Anche Zinzerdorf esprimeva contro Wesley in una maniera completamente puritana l’opinione che sebbene giustificato,
altri potrebbero riconoscere la sua giustificazione dal modo in cui si conduce la vita.

Nella devozione di Herrnhut il momento sentimentale appare in primo piano e lo stesso Zinzendorf cercò
personalmente di ostacolare la tendenza alla santificazione ascetica in senso puritano nella sua comunità.

Insieme alla conventicola e alla confessione si sviluppò il pensiero della necessità della mediazione dei sacramenti.

Altro principio di Zinzendorf che l’infantilità del sentimento sia segno della sua autenticità come l’uso della sorte come
mezzo della rivelazione della presenza di Dio, contrastarono il razionalismo della condotta di vita tanto che gli elementi
sentimentali prevalsero nella devozione della comunità di Herrnhut molto più che nelle altre forme di pietismo.

La connessione tra eticità e perdono dei peccati nell’idea fidei fratrum Spangerberg è poco rigorosa come in tutto il
luteranesimo.

Il rifiuto dello sforzo metodico per raggiungere la perfezione espresso da Zinzendorf corrisponde al suo ideale
eudemonistico di far sentire agli uomini in forma sentimentale la beatitudine al presente anziché guardarli raggiungere
nell’aldilà con il loro lavoro razionale.

La razionalizzazione pratica della vita dal p.d.v. dell’utilità era un elemento essenziale anche della visione della vita di
Zinzendorf, questo derivava da un’avversione per le speculazioni filosofiche ritenute nocive per la fede, e dalla
predilezione per il sapere empirico particolare e dall’esperienza e dalla saggezza del missionario di professione.

La comunità dei fratelli era un’impresa e azienda che guidava i suoi membri sulla strada dell’ascesi intramondana, che
dava prima dei compiti e poi una forma seria, sobria e pianificata.
Ma gli eletti si trovavano di fronte ad una nuova difficoltà, l’esaltazione della povertà apostolica desunta dal modello di
vita missionaria degli apostoli. La creazione di un’etica professionale razionale alla maniera calvinistica veniva
trascurata sebbene ricevesse una forte preparazione interiore mediante il pensiero del lavoro eseguito soltanto in
considerazione della vocazione (Beruf).

Se consideriamo il pietismo tedesco bisogna considerare oscillazioni e incertezze che derivano notevolmente dalla
ferrea coerenza del calvinismo, che sono condizionate in parte da influenze luterane in parte dal carattere sentimentale
della sua religiosità.

È grave affermare che quest’elemento sentimentale sia quello specifico del pietismo in antitesi al luteranesimo, ma in
confronto con il calvinismo l’intensità della razionalizzazione della vita doveva essere minore poiché il pensiero della
grazia che garantisce il futuro eterno era deviato sentimentalmente sul presente e la sicurezza che il predestinato cercava
di conquistare con il lavoro professionale indefesso era sostituito con l’umiltà e la discontinuità dell’essere,
conseguenza dell’eccitamento sentimentale volto verso da una parte alle esperienze interne o dall’altra all’istituzione
della confessione.

In tutto ciò si manifesta quella maniera luterana di cercare la salvezza per la quale è decisivo il perdono dei peccati e
non la santificazione pratica.

Al posto dello sforzo razionale pianificato per acquistare e mantenere la conoscenza della beatitudine futura c’è il
bisogno di sentire la conciliazione e la comunione con Dio in questa vita.

Allo stesso modo che nella vita economica anche in quella religiosa la tendenza a godere del presente si scontra con la
configurazione razionale dell’economia legata alla previdenza per il futuro.

L’orientamento del bisogno religioso dello stato sentimentale interiore presente conteneva un minore impulso alla
razionalizzazione dell’agire intramondano, nei confronti di quel bisogno di conferma volto solo all’aldilà era dei santi
riformati e nei confronti del luterano ortodosso attaccato alla parola e al sacramento atto a sviluppare in misura
maggiore la penetrazione metodica della religione nella condotta di vita.

Nel complesso il pietismo (da Franke, Spener e Zinzendorf ) si mosse nel senso di accentuare sempre più il carattere
sentimentale senza però nessuna tendenza evolutiva. Le differenze derivano da contrasti dell’ambiente religioso e
sociale dei suoi capi.

Le virtù coltivate dal pietismo erano quelle che poteva sviluppare un impiegato pubblico o privato, l’operaio e
l’industriale con una produzione domestica professionale da una parte, e dall’altra con datori di lavoro con una
mentalità patriarcale che si rimettevano a Dio (alla maniera di Zinzendorf).,> rispetto al calvinismo appare più affine al
duro senso giuridico e attivo dell’imprenditore capitalista-borghese.

Il pietismo puramente sentimentale è un trastullo religioso per le leisure classes come ha detto Ritschl.

Sebbene questa caratterizzazione non sia esauriente tutt’oggi le corrispondono certe differenze economiche dei popoli
che hanno subito dell’una o dell’altra di queste correnti asxcetiche.

La connessione di una religiosità sentimentale e ascetica con una crescente indifferenza o rifiuto dei fondamenti
dogmatici dell’ascesi calvinistica caratterizza anche il metodismo =movimento angloamericano corrispondente al
pietismo continentale.

Il nome suggerisce la caratteristica che colpisce di più è la sistematicità metodica della condotta della vita allo scopo di
raggiungere la certitudo salutis punto centrale dello sforzo religioso.

Le affinità con le altre correnti del pietismo tedesco si rivela dal fatto che tale metodica fosse impiegata per provocare
l’atto sentimentale della conversione.

Il sentimentalismo di Wesley destato da influenze luterane e di Herrnhut, assunse un carattere fortemente emotivo
soprattutto in suo americano.

La lotta espiatoria in America portava alla fede dell’immeritata grazia di Dio e alla coscienza della giustificazione e
redenzione.

Questa religiosità emozionale tra non poche difficoltà interiori strinse un legame con l’etica ascetica e cui il
puritanesimo aveva dato un’importanza razionale.
Si ritenne che l’unico fondamento indubitabile dalla certitudo salutis fosse per principio una sicurezza assoluta di colui
a cui era elargita la grazia, una sicurezza puramente sentita che scaturiva dall’immediatezza della testimonianza dello
spirito.

Secondo la teoria di Wesley che rappresenta un potenziamento coerente della dottrina della santificazione chi è stato
rigenerato può già in questa vita, giungere alla coscienza della perfezione nel senso della purezza dal peccato (in virtù
dell’azione della grazia) con la santificazione.

Con difficoltà questa meta viene raggiunta, di base, in fin di vita poiché garantisce definitivamente la certitudo salutis e
sostituisce una sicurezza all’arcigna cura dei calvinisti.

Oltre all’auto-testimonianza del sentimento si teneva fermo alla condotta di vita santa orientata secondo la Legge.

Quando Welsey combatteva contro la giustificazione con le opere si limitava a dare vita al vecchio pensiero puritano
per cui le opere non causa reale dello stato di grazia ma la sua causa cognoscendi e solo se queste sono fatte in gloria di
Dio.

Il modo corretto di vivere non bastava bisognava aggiungere il sentimento dello stato di grazia. Le opere erano
condizione dello stato di grazia, chi non compie opere buone non è un credente e i metodisti hanno sempre sottolineato
come questi si distinguano dalla Chiesa ufficiale e non per la dottrina ma anche per l’essere pii e devoti. La condotta
della vita era un segno evidente della rinascita.

Per i metodisti seguaci della dottrina della predestinazione il fatto di non situare la certitudo salutus nella coscienza
della grazia che derivava dalla condotta di una vita ascetica ma nel sentimento immediato della grazia e del sentimento.

Questo causava nelle anime deboli=un’interpretazione anatomica della libertà cristiana, un collasso della condotta
metodica della vita e nel santo una sicurezza in sé estrema e un incremento sentimentale del tipo puritano.

Se da una parte si cercò di dare maggiore importanza alla validità normativa della Bibbia e all’indispensabilità della
comprova e conferma, dall’altra portarono al rafforzamento della tendenza calvinistica di Wesley che insegnava come
la grazia potesse essere perduta.

I forti influssi luterani a cui la comunità dei fratelli rafforzarono questo sviluppo e resero maggiormente indeterminato
l’orientamento religiosa dell’eticità metodistica.

Il risultato fu il concetto della “regeneration” di una sicurezza sentimentale della salvezza che appariva frutto della fede,
quale fondamento indispensabile e della santificazione con la sua conseguenza della libertà dal potere del peccato quale
comprova dello stato di grazia.

Il “general awakening” nella Nuova Inghilterra indicava un incremento della dottrina della grazia e dell’elezione.

Il metodismo appare per le nostre considerazioni come una formazione delle basi etiche incerte e oscillanti simili a
quelle del pietismo.

Metodicamente era provocato l’atto emozionale della conversione.

E il sentimento suscitato non era un pio godimento della comunione con Dio come per Zinzendorf ma era uno sforzo
razionale di pervenire alla perfezione.

Il carattere emozionale della religiosità non portava ad un cristianesimo interiore sentimentale alla maniera del pietismo
tedesco.

Che questo fosse connesso con il minore sviluppo del sentimento del peccato ho mostrato Schneckenburger= punto
fermo della critica del metodismo.

Qui restava determinante il carattere riformato del sentimento religioso.

L’eccitazione del sentimento assumeva la forma di un entusiasmo che si accendeva solo occasionalmente e non
pregiudicava il carattere razionale della condotta della vita.

La “regeneration” del metodismo si limitava a creare un’integrazione della pura santità dell’opera, un ancoraggio
religioso alla condotta ascetica della vita una volta abbandonata la dottrina della predestinazione.
Le caratteristiche del modo di vivere, indispensabili come condizione della conversione erano identiche a quelle
calviniste.

Sono esponenti autonomi dell’ascesi protestante, dopo il calvinismo il battismo e le sette discendenti (battisti, mennoniti
e quaccheri).

La comunità religiosa della chiesa visibile non era intesa come una fondazione fide-commissaria con finalità
ultraterrene (istituzione) che comprendeva giusti e ingiusti ma bensì come una comunità di soli coloro che credevano di
essere rinati quindi non come una Chiesa ma come una setta. > principio di battezzare solo adulti che avevano
acquistato la fede.

I battisti < giustificazione mediante fede era radicalmente diversa dall’attribuzione forense dei meriti di Cristo della
dogmatica ortodossa del vecchio protestantesimo, era invece un’appropriazione interiore della sua opera di redenzione.

Essa aveva rivelazione individuale l’azione dello spirito divino nell’individuo.

Il significato della fede nel senso della conoscenza della dottrina della Chiesa, nel senso di accogliere la grazia divina
con spirito di contrizione e penitenza, aveva luogo una rinascita dei pensieri religiosi pneumatici propri del
cristianesimo primitivo (che comportava grandi trasformazioni).

La setta di Menno Simons col Fundamentboek (1539) creò una dottrina conclusa che voleva essere la Chiesa vera e
irreprensibile di Cristo, una chiesa di uomini risvegliati e chiamati personalmente da Dio.

Solo i rigenerati soli sono fratelli di Dio.

Per le prime comunità battiste> la massima era quella di evitare il mondo.

Principio retaggio delle sette battiste -l’incondizionata condanna di ogni divinizzazione della creatura poiché svalutava
la rilevanza che spetta solo a Dio.

La condotta della vita conforme alla Bibbia (prima generazione, battisti svizzeri e tedeschi meridionali) simile a quella
di San Francesco = rottura netta con ogni piacere mondano. Ma quest’osservanza strettissima della Bibbia non era
troppo stabile di fronte al carattere pneumatico della religiosità.

La sopravvivenza della Parola come forza dello Spirito Santo che opera nella vita quotidiana dei credenti che parla a
chiunque lo voglia ascoltare era l’unico contrassegno della vera Chiesa.

Dalla teoria della permanenza della rivelazione è scaturita una nota dottrina sviluppata più tardi dai quaccheri=ovvero
come la testimonianza interiore dello Spirito nella ragione e nella coscienza morale abbia un’importanza in ultima
istanza, decisiva.

Eliminava l’autocrazia della bibbia avviava uno svolgimento che finiva per abolire il battesimo e l’eucaristia.

Con seguaci della predestinazione, sop. Calvinismo rigoroso, le denominazioni battiste negarono nel modo più radicale
il valore di tutti i sacramenti come mezzo per conseguire la salvezza> realizzarono così la liberazione del mondo dalla
magia> conseguenza estrema >solo la luce interiore della rivelazione consentiva di comprendere le rivelazioni di Dio.
La sua azione valeva anche per chi non avesse esperito la rivelazione.

Estra ecclesiam nulla salus = valida solo per la chiesa invisibile degli illuminati.

Senza la luce interiore l’uomo rimane un essere creaturale.

La rinascita e rigenerazione dello spirito in noi può portare ad uno stato di superamento del potere del peccato che le
ricadute specie la perdita dello stato di grazia diventano impossibili.

Le comunità battiste volevano essere una comunità pure=nel senso dell’impeccabilità dei loro membri. e le opere
buone erano conditio sine qua non.

Ma psicologicamente poiché era condannata la dottrina della predestinazione, il carattere specificamente metodico
dell’eticità battista si basava sull’attesa dell’azione dello Spirito, e lo scopo di quest’attesa è il superamento degli
impulsi e dell’irrazionalità, delle passioni e delle soggettività dell’uomo naturale.
Con lo sbocco del battismo nella vita professionale mondana il pensiero che Dio parli solo dove la creatura tace>
assume il significato di un’educazione alla quieta ponderazione del proprio agire secondo un accurato esame di
coscienza individuale.

Di questo carattere quieto e coscienzioso si è appropriata la prassi esistenziale delle comunità battiste più tarde, quelle
quacchere.

L’eliminazione di ogni magia indicava solo una via diversa dall’ascesi laica

I capi del movimento battista più antico erano intransigenti nel loro distacco dal mondo, non tutti avevano maturato la
convinzione che la condotta strettamente apostolica della vita fosse necessaria per la rinascita e la rigenerazione.

In questa generazione appartenevano elementi borghesi benestanti sul terreno della virtù professionale intramondana e
l’organizzazione della proprietà privata- il rigore morale dei battisti era adattato a questo alveo scavato dall’etica
riformata> lo sviluppo nel senso di un’ascesi monacale extramondana era stato escluso in quanto avrebbe costituito una
forma di santificazione di opera contraria alla Bibbia.

A partire dalle comunità semi-comuniste dei primi tempi una setta battista “Tunker” insisteva fino ad oggi nel
condannare la cultura e ogni possesso che non fosse strettamente necessario.

Barclay non intendeva la fedeltà alla professione in senso calvinistico o luterano ma alla maniera tomistica come
conseguenza naturali ratione del fatto che il mondo si trova implicato nel mondo.

Se in queste intuizioni era insito l’indebolimento della concezione calvinistica della professione analogo a quello che
esprime Spener e i pietisti tedeschi, dall’altro l’intensità dell’interesse economico della professione era aumentata nelle
stette battiste da diversi fattori :

1) Dovere religioso conseguente il distacco dal mondo, 1) il rifiuto di rivestire cariche statali
(Per mennoniti e quaccheri rimase continuò a valere sul livello pratico)
Il rifiuto di usare le armi e di prestare giuramento.
Conseguenza > Avversione per ogni stile aristocratico della vita che era insuperabile in tutte le denominazioni
battiste, in parte conseguenza del divieto di esaltare la creatura (same per i calvinisti) e conseguenza di quei
principi apolitici/antipolitici.

L’intera metodica sobria e condotta di vita battista era spinta sui binari della vita professionale apolitica.

Controllo della coscienza morale intesa come rivelazione individuale di Dio impresse al comportamento della vita
professionale un carattere importante nello sviluppo di aspetti importanti dello spirito del capitalistico.

Battisti e quaccheri>comprova e conferma pratica del principio dell’etica capitalistica per cui honesty is best policy.

Gli effetti del calvinismo hanno luogo nel senso di scatenare l’energia economica privata dell’attività lucrativa, si
applicare al calvinista la massima di Goethe – “chi agisce è sempre senza coscienza morale solo chi osserva e
considera”.

Il controllo poliziesco della Chiesa sulla vita dei singoli praticato dalle chiese di stato calvinistiche, fino ai limiti
dell’inquisizione poteva contrastare la liberazione delle forze individuali che era condizionata dalla tendenza ascetica
all’appropriazione metodica della salvezza.

Come la regolamentazione mercantilistica da parte dello stato poteva promuovere le sviluppo di industrie ma non quello
dello spirito capitalista.

Bisogna tenere conto della grande differenza che esisteva tra l’effetto dell’autoritaria polizia dei costumi delle chiese di
stato e quello delle sette.

Il fatto che il movimento battista creasse sette e non chiese era una cosa che giovava all’intensità della sua ascesi come
per le comunità calvinistiche, pietiste e metodiste di stampo volontaristico.

L’idea puritana di Beruf nell’influenza esercitata sulla vita dedita all’attività lucrativa.

Concetto di stato di grazia status che libera l’uomo dalla condanna del creaturale dal mondo ma il cui possesso non
poteva essere garantito solo dalla comprova di una condotta di vita diversa da quella dell’uomo naturale.

L’impulso al controllo metodico del suo stato di grazia nella condotta di vita e quindi nella sua configurazione ascetica.
Questo significava una conformazione razionale della vita intera, orientata secondo la volontà di Dio.

Prestazione pretesa da chiunque volesse essere sicuro della propria salvezza. La vita dei santi non si svolgeva più fuori
dal mondo ma all’interno del mondo e dei suoi ordini.

La razionalizzazione della condotta di vita dentro il mondo con sguardo all’aldilà era l’effetto della concezione della
professione propria del protestantesimo ascetico.

L’ascesi cristiana ora imprendeva a pervadere la vita quotidiana mondana nella sua metodicità e trasformarla in
un’esistenza razionale nel mondo.

2. ASCESI E SPIRITO CAPITALISTICO

Per individuare i nessi che collegano le rappresentazioni religiosi fondamentali del protestantesimo ascetico con le
massime della vita economica quotidiana.

In un’epoca in cui l’aldilà era tutto l’ammissione dell’eucaristia dipendeva dalla posizione sociale del cristiano, l’opera
dei religiosi, con la cura delle anime, la disciplina ecclesiastica e la predica > esercitava un’influenza inimmaginabile.

Il puritanesimo inglese emanato dal calvinismo offre una fondazione più coerente dell’idea di Beruf (della professione
come conseguenza della professione).

Richard Baxter esponente puritanesimo con una posizione pratica e irenica, superò la posizione dogmatica del
calvinismo, avversario dell’usurpazione di Cromwell perché contrario a qualunque rivoluzione, al settarismo e al
fanatismo dei santi. Si dedicò a promuovere praticamente la vita etico-religiosa e si dedicò alla cura delle anime,
mettendosi a disposizione sia del governo di Cromwell e della restaurazione. > Il Christian directory = ampio
compendio della teologia morale puritana, orientata sempre secondo le esperienze pratiche vissute nella sua attività di
cura delle anime.

I Theologische Bedenken di Spener = pietismo tedesco L’Apology di


Robert Barclay= quaccheri e altri esponenti dell’etica ascetica

Considerando l’Eterna quiete dei santi e Chistian Dictionary di Baxter i giudizi sulla ricchezza e sulla sua acquisizione
colpiscono perché accentuano gli elementi *ebionitici del Nuovo Testamento

*da ebiontico

La ricchezza in quanto tale è un pericolo, le sue tentazioni sono continue e il suo desiderio e la sua ricchezza sono
assurdi e incresciosi rispetto al valore incomparabilmente superiore del Regno di Dio.

Per Calvino la ricchezza degli ecclesiastici non era di ostacolo alla loro attività, anzi mezzo per investire il patrimonio
in modo fruttuoso.

Per Baxter=l’ascesi pare contraria ad ogni tendenza all’acquisizione di beni terreni,

Ciò che la morale condanna l’adagiarsi del possesso, il godimento della ricchezza con conseguente ozio e
concupiscenza, lento cammino verso la vita santa.

Il possesso è increscioso solo perché comporta il pericolo di questa specie di riposso.

L’eterna quiete dei santi sta nell’aldilà mentre sulla terra per accertarsi del proprio stato di grazia l’uomo deve compiere
le opere di colui che lo ho inviato.

Non solo l’ozio e il godimento ma anche l’agire serve ad accrescere la gloria di Dio> perdere tempo è di tutti i peccati è
il primo e quello più grave.

La durata della vita è troppo breve e preziosa per fissare la propria vocazione.

I discorsi oziosi>perdere tempo in società o dormire più del necessario sono gravi colpe morali

Il tempo è infinitamente prezioso perché ogni ora persa è sottratta al lavoro al servizio della gloria di Dio.

È gradita a Dio meno dell’esecuzione attiva della sua volontà nella professione a non avere neanche tempo per Dio
quando è ora.
Nel lavoro di Baxter si predica continuamente il lavoro fisico e mentale continuo.

Due motivi operano congiuntamente:

1) Il lavoro mezzo ascetico che è stato apprezzato nella Chiesa occidentale


2) Rimedio specifico che previene tutte le tentazioni che il puritanesimo raccoglie con clean life

L’ascesi sessuale nel puritanesimo è diversa da quella monacale solo dal p.d.v. quantitativo ma non per principio > si
estende anche alla vita coniugale, rapporti consentiti solo come mezzo per accrescere la gloria di Dio > siate fecondi e
moltiplicatevi.

Lavora duramente nella tua professione, il lavoro è lo scopo stesso della vita che è prescritto da Dio

Massima paolina chi non lavora non deve mangiare, l’avversione al lavoro è sintomo dell’assenza dello stato di grazia.

Tommaso d’Aquino il lavoro è necessario per naturali ratione per conservare la vita del singolo e della collettività.

In Baxter non vengono solo a cadere le eccezioni del dovere etico di lavorare ma egli impone anche con la massima
energia il principio secondo cui neanche la ricchezza esonera da quell’obbligo incondizionato> anche il possidente non
deve mangiare senza lavorare per il comando di Dio.

Per ciascuno la provvidenza di Dio tiene pronto un calling in tedesco Beruf e diversamente che dal luteranesimo per cui
la vocazione-professione è un destino a cui adattarsi, è un comando di Dio al singolo.

Questa sfumatura aveva conseguenze psicologiche, connessa ad un ulteriore sviluppo dell’interpretazione


provvidenziale del cosmo economico.

Anche Tommaso Aquino aveva già inteso il fenomeno della divisione del lavoro e dell’articolazione della società nelle
molteplici professioni > come diretta emancipazione del piano del mondo voluta da Dio.

L’inserimento degli uomini in questo cosmo è casuale e contingente.

Per Lutero l’inserimento degli uomini negli stati e professioni dati che derivava dall’ordine storico oggettivo diventava
emanazione diretta della volontà divina > permanenza dell’individuo nella posizione e dentro i confini assegnati da Dio
diventava un dovere religioso.

Le relazioni della devozione luterana col mondo furono fin dall’inizio incerte.

Negli ambiti del pensiero di Lutero che non cancellò mai l’indifferenza paolina per il mondo> impossibile trarre
principi etici con cui dare forma al mondo, lo si doveva prendere così com’era e si poteva erigere a dovere religioso
questo atteggiamento.

Il carattere provvidenziale dell’interconnessione e interdipendenza degli interessi economici privati assume nella
visione puritana una sfumatura diversa.

Lo scopo provvidenziale dell’organizzazione delle professioni > si riconosce dai suoi frutti, schema puritano di
interpretazione pragmatica.

Baxter ricorda la nota apoteosi della divisione del lavoro di Adam Smith , poiché consente la skill del lavoratore > la
specializzazione delle professioni porta all’elevazione quantitativa e qualitativa della prestazione lavorativa > giova al
bene comune= il benessere del maggior numero degli individui.

Se fino a questo punto la motivazione è puramente utilitaristica il taglio puritano caratteristico emerge non appena
Baxter fa culminare le sue considerazioni nel motivo “al di fuori di una stabile professione le prestazioni lavorative di
un uomo sono solo lavoro occasionale precario, vittima di un’eterna confusione, mentre il lavoratore professionale
compirà il suo lavoro con ordine.

La cosa migliore per ciascuno è uno certain/stated calling=lavoro stabile.

La vita di chi non ha una professione manca del carattere metodico-sistematico che l’ascesi intramondana esige.

Anche per l’etica quacchera la vita professionale dell’uomo deve essere un coerente esercizio ascetico di virtù,
comprova dello stato di grazia dato dalla coscienziosità=cura e metodo nella sua professione.
Dio pretende il lavoro professionale razionale, nell’idea puritana di professione l’accento cade sul carattere metodico
dell’ascesi professionale diversamente da Lutero=accontentarsi della sorte assegnata da Dio.

Si possono avere più callings purché questo non nuoccia a nessuno e alle stesse professioni. Si può
cambiare professione ma per una che sia più gradita a Dio, più utile ovvero più utile alla collettività, e più utile per il
profitto economico privato.

Il Dio che il puritano vede all’opera indica a qualcuno un’opportunità di guadagno > ha uno scopo per lui. Il credente
cristiano deve rispondere a questa chiamata.

Rifiutare l’opportunità di un lavoro che porta ad un guadagno maggiore è contrastare uno degli scopi della chiamata, è
rifiutare di essere amministratori di Dio. > per Dio, avete il diritto di lavorare al fine di essere ricchi.

Ricchezza pericolosa< rischio di adagiarsi nell’ozio, ma moralmente obbligatoria in quanto esercizio del dovere professionale.
Voler essere pover= essere malato, chi chiede l’elemosina quando è in grado di lavorare non solo ammette il peccato di pigrizia ma si
comporta contro l’amore per il prossimo.

Il rafforzamento del significato ascetico della professione stabile è la sublimazione etica della specializzazione moderna,
l’interpretazione provvidenziale delle opportunità di profitto è quella degli uomini di affari.

Approvazione etica del sobrio selfmademan borghese.

Lutero utilizza per la prima volta la parola Beruf per indicare il relativo concetto in senso mondano traducendo un passo
dell’Ecclesiastico.> Simpatia di questo libro tra i contadini tedeschi luterani.

I puritani ricusarono gli Apocrifi perché non ispirati secondo il rigido aut aut= o divino o creaturale.

Tra i libri canonici il più efficace fu quello di Giobbe=esaltazione della grandezza di Dio congeniale alla mentalità calvinistica, e si
afferma nella conclusione secondaria per Calvino, ma importante per il puritanesimo= la certezza che Dio benedice i suoi in questa
vita anche in senso materiale.

Baxter ignorava la tonalità tradizionalistica del passo delle 1 Epistola ai Corinzi=costitutivo del concetto di Beruf.

Si sottolineavano quei passi dell’Antico Testamento che elogiano la drittura formale> contrassegno di una condotta gradita a Dio.

La teoria che la legge mosaica col Nuovo Patto sia privata della sua validità solo nella misura in cui contiene prescrizioni dal
carattere cerimoniale e storicamente condizionante per gli Ebrei, ma che in generale esprimono la lex naturae che è sempre valida, e
consentì l’eliminazione delle prescrizioni che non volevano essere inserite nella vita moderna. D’altra parte lasciò libera la strada al
rafforzamento di quello spirito di legalità sobria che era propria dell’ascesi intramondana> grazie ai numerosi caratteri affini
dell’eticità dell’Antico Testamento.

English Hebraism> base dell’eticità propria del puritanesimo inglese

L’ebraismo stava sulla sponda del capitalismo egli avventurieri orientato verso la politica o la speculazione, ethos del capitalismo dei
paria.

Il puritanesimo= ethos dell’impresa borghese razionale, e organizzazione razionale del lavoro

Nell’atteggiamento interiore del puritano è degno di attenzione anche il fatto che la credenza di appartenere al popolo eletto da Dio
vivesse in lui una grandiosa rinascita.

Baxter ringrazia Dio di essere nato in Inghilterra e nel seno della vera Chiesa.

La concezione puritana del Beruf della professione come conseguenza di una vocazione, e l’esigenza di una condotta ascetica della
vita> dovevano influenzare lo sviluppo dello stile di vita capitalistico.

L’ascesi combatte il godimento spensierato dell’esistenza e dei suoi piaceri.

Book of sports di Giacomo 1 e Carlo 1= disposizione elevata a dignità di legge, che i puritani combatterono in quanto per loro era
solo un’infrazione del riposo festivo ma l’intera deviazione dell’esistenza ordinata e metodica del santo.

L’obiettivo del re era quello di spezzare l’ascetismo pericoloso per lo stato perché antiautoritario.

I puritani difendevano =il principio della condotta ascetica della vita. L’avversione per lo sport non era radicale ma doveva servire ad
uno scopo razionale= ricreazione per un a buona forma fisica.
Lo sport del gran signore o lo svago dell’uomo comune nella sala da ballo e nella bettola= modalità del godimento istintuale della
vita e il nemico dell’ascesi razionale, che sviano dal lavoro professionale e dalla devozione.

Diffidente e ostile è l’atteggiamento assunto verso i beni culturali che non hanno un valore direttamente religioso.

Il puritano condannava il teatro, tutte le designazioni di un comportamento irrazionale e senza scopo, non ascetico, non utile alla
gloria di Dio ma dell’uomo.

La tendenza ad uniformare gli stili di vita, incoraggiata dall’interesse capitalistico alla standardizzazione della produzione aveva la
base ideale nel rifiuto della divinizzazione della creatura.

Il puritanesimo conteneva in sé un mondo in antitesi. Il piacere dei beni utili solo al godimento estetico o sportivo era lecito se non
costava nulla.

L’uomo si limita ad amministrare i beni concessigli dalla grazia di Dio, e come servo della Bibbia deve rendere conto di ogni
centesimo. Tanto maggiore è il possesso quanto più grave diventa il sentimento della responsabilità relativa per cui si lo si deve
aumentare con un lavoro indefesso a gloria di Dio.

La sua importanza per lo sviluppo capitalistico è evidente.

L’ascesi protestante intramondana agì violentemente contro il godimento del possesso, restrinse il consumo soprattutto quello di
lusso.

Ebbe l’effetto psicologico di liberare l’attività lucrativa dalle inibizioni dell’etica tradizionalistica, spezzò le catene che avvincevano
la ricerca del guadagno > voluta direttamente da Dio.

La lotta contro la concupiscenza e l’attaccamento ai beni esteriori non fu una lotta contro il profitto razionale ma contro un uso
irrazionale della proprietà ad esempio forme di lusso che divinizzano la creatura che si sostituiva all’impiego dei propri averi
razionale e utile per l’individuo e per la collettività.

Non si voleva imporre al possidente la mortificazione della carne ma l’uso delle proprietà per cose necessarie e praticamente utili.

Il concetto di comfort > abbraccia totalmente lo stile di vita dei quaccheri, propongono l’ideale della linda e solida comodità della
home borghese.

Nel campo della produzione della ricchezza privata l’ascesi combatteva contro l’ingiustizia come contro l’avidità istintiva, la
condannava come covetousness e mammonismo, la bramosa ricerca della ricchezza con lo scopo di essere ricchi. Il possesso in
quanto tale= possessione.

Qui l’ascesi era la forza che vuole sempre il bene e crea sempre il male (= il possesso e le sue tentazioni)

Poiché vedeva nella ricerca ansiosa della ricchezza come scopo= la colpa esterna, benedizione di Dio il conseguimento della
ricchezza come frutto del lavoro professionale, piena analogia con la valutazione etica delle opere buone.

L’apprezzamento religioso del lavoro professionale laico indefesso, sistematico come sommo mezzo ascetico e come comprova più
sicura della rinascita della persona> doveva essere la più potente leva dell’espansione di quella concezione della vita che chiamiamo
spirito del capitalismo.

Mettendo insieme la restrizione del consumo con lo scatenarsi dell’attività lucrativa ha come risultato esterno: formazione del
capitale condizionata dalla coazione ascetica al risparmio, gli ostacoli che si opponevano al consumo del profitto dovevano giovare
come capitale investito.

Nella nuova Inghilterra il nesso non è sfuggito allo storico John Doyle.

Anche in Olanda dove il calvinismo dominò per sette anni, la maggiore semplicità dello stile di vita di persone ricchissime portò ad
un’esagerata smania di accumulare capitale.

La tendenza dei borgesi ad annobilirsi venne ostacolata dall’antipatia del puritanesimo verso le forme feudali di vita.

Gli scrittori mercantilisti inglesi del 600 attribuivano la superiorità del potere del capitale olandese rispetto a quello inglese perché i
nuovi proprietari di patrimoni non cercavano di annobilirsi, e quindi non sottraevano alla valorizzazione capitalistica.

Nell’ambiente puritano (per Baxter) era importante l’agricoltura come attività lucrativa importante e favorevole alla devozione, non il
nobile di campagna ma l’agricoltore razionale.

Nell’immagine del carattere nazionale inglese coesistono

1) Giusto della vita ingenuo


2) Dominio di sé= riserbo etica convenzionale
Il potere della concezione puritana dell’esistenza giovò alla tendenza ad una condotta della vita borghese economicamente razionale,
questi ideali puritano non ressero alle tentazioni della ricchezza.

La storia degli ordini religiosi è una lotta col problema dell’azione secolarizzante del possesso, lo stesso vale per l’ascesi
intramondana del puritanesimo.

Il revival del metodismo che precede la fioritura dell’industria inglese alla fine del 600 può essere paragonato a tali riforme monacali.

John Wesely > dovunque si è moltiplicata la ricchezza il contenuto della religione si è impoverito. La religione deve generare
laboriosità e parsimonia e queste non possono che produrre ricchezza; la quando la ricchezza aumenta, aumentano anche orgoglio,
amore e passione del mondo.

La forma della religione rimane ma gradualmente lo spirito scompare. Come può il


metodismo che una religione del cuore permanere in questo stato?

Per impedire questa decadenza non possiamo far altro che esortare tutti i cristiani a guadagnare quanto possono, risparmiare cosa
possono ovvero arricchirsi. > poi devono dare tutto quello che possono per salire alla grazia.

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