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Intro

12 Sep 2022
PARLANTE
Comunicazione succede con un parlante/ autore che ha intenzione di comunicare qualcosa a un
ascoltatore. La prima domanda che si fa un parlante è che cosa voglio dire e perchè? Io ho
caldo, aprire la finestra. Non voglio avere caldo, chiedo a qualcuno di aprire la finestra. Che
cosa voglio dire e qual è la mia intenzione.
Mi piace un ragazzo, che cosa le dico. Birra, café, lezione? Tutto questo risponde a una
intenzione.
Questo si chiama intenzionalitá di un testo.
Quando leggiamo un testo rimaniamo sopra che cosa ha detto non sopra quale è l’intenzione.
Intenzionalità.

La seconda domanda e a chi, con chi parlo? Chi è un interprete, quando parliamo o scriviamo
stiamo pensando con un interprete. Dipendendo di chi è cambiamo il registro. Si adatta il
discorso dipendendo dell'interprete. Dove sono? Il contesto fisico è importante. Situazione con
diverso rapporto di comunicazione.
Io devo adeguare il mio testo all'interprete e al contesto. Situazionalità.

Terza domanda di che cosa voglio parlare? Se voglio che qualcuno apra la finestra io so que
devo menzionare la finestra, dev’essere la parola finestra per capire e poi l'azione di aprire. Tutto
questo si chiama Referenti testuali, le cose delle che parlo nel testo. L’universo del discorso
sono normalmente sintagmi nominali che fanno riferimento a qualcosa fuori del testo. Non sono
unità fisiche sempre.

Identificare i referenti testuali è importante per sapere di que cosa si parla.

Mio fratello oggi non mangia in casa vs Mario oggi non mangia in casa il discorso dipende dalla
info che ha l’interprete. Che cosa sa già l’interprete. Dobbiamo immaginare le cose que
l’interprete sa.

Tutto questo è l'informatività.

Se devo scrivere un TFG por la prima volta, cerco modelli. Ho un modello testuale per il mio
testo? Quali sono i modelli. Intertestualitá.

Negrita (criteri testuali)


TESTO
La coesione e lo studio degli elementi lingüistici. La forma linguistica dei referenti, i
connettivi…

INTERPRETE
Mi interessa? Se io guardo un giornale non leggo tutto, guardo i titolari e decido che mi interessa
e che no. Adeguatezza
Sarà una preoccupazione dell'autore che l’interprete tenga interesse nel testo.
Se la risposta è no, non c’è interpretazione testuale, non abbiamo comunicazione.
Se la risposta è si, iniziò a leggero, ma mentre leggo il testo, si comincia a imaginare la
informatività. Se il risultato e che imparo qualcosa o che cambia la mia opinione, conoscere
qualcosa nuova, creare sentimenti… Si di que l’interpretazione e successo. La coerenza esiste.
Solamente è coerente per l’interprete.
Per arrivare a dire che un testo è coerente ho due meccanismi.
La decodifica linguistica: se io non conosco la lingua, impossibile. Prima cosa conoscere la
lingua e decodificare gli elementi linguistici.
L’altro modo e la conoscenza enciclopedia del mondo. Per interpretare un testo non è
abbastanza conoscere la lingua. Dobbiamo avere certa conoscenza del mondo.
Questi meccanismi si chiamano inferenza del senso del testo. Traverso questi due modi si trova
la coerenza del testo.
Vieni al cinema stasera? Domani ho un esame.

13 Sep 2022
Tema 1
Definizione di testo
1. Tema 1
1.1. Il testo come oggetto di studio: caratteristiche
1.2. La linguistica testuale e le altre discipline linguistiche
1.1. Testo e tessuto
Testo viene del latino texer, intrecciare. In un testo troveremo elementi collegati tra di loro. Rette
testuale, serie di elementi, da una parte collegati.
(Def. nel manuale.)
La frase è sintattica, se definisce per la sua struttura. La sintassi studia la struttura.
Enunciado è grammatico, linguistica testuale, analisi del discorso, pragmatica (rapporto fra testo
e contesto e dell'uso che facciamo della lingua in un contesto determinato). Può essere una
parola, una frase (verbale o nominale), un insieme di frase. Ha senso e risponde a un'intenzione
comunicativa. Aiuto! A partire da frasi più complesse parliamo di insieme enunciato.

Si realizza di forma orale, scritta e trasmessa(Tv, radio..).


Il testo deve avere un senso. Un enunciato diventa un testo se ha senso per un interprete. Il
concetto di testo è subordinato a che l’interprete sia capace di trovare un senso.
Collocato all’interno di un contesto, Coordinate contestuali (tempo, partecipante e spaccio). Se si
elimina il contesto si può alterare il senso di un testo.
Dire que un testo ha un senso e dire que può riconoscere una funzione comunicativa. I testi
possono nascondere le intenzioni. Un lettore esperto deve comprendere lo scopo comunicativo.

Quando parliamo di testo, ci riferiamo a cose molto diverse. Uscita è un testo. Ha senso
completo, scopro l'intenzione comunicativa, c’è un testo. La divina commedia è anche un testo,
più lungo e complesso. Un discorso o una conversazione, anche sono testi.

Il senso è il risultato dal contesto e degli elementi linguistici.

Testo 1 Gelateria Italiana


Si è un testo perché ha una intenzione comunicativa, informare che ci sono gelati dietro. Il
contesto ci aiuta a dare un senso. Posso capire il senso, posso capire il testo.

Testo 2
Si è un testo. Una conversa in un elevatore.
Senza contesto non si può conoscere l'intenzione comunicativa. Senza contesto come se spiega il
cambiamento di Scende? a parlare del tempo.
Si parla in un ascensore per non avere embarazo. In una cultura mediterranea si parla per non
rimanere in silenzio. Scopo comunicativo: non creare imbarazzo.

Testo 3
Non è un testo perché gli elementi non sono collegati tra di loro. Non si trova scopo
comunicativo.
Posso avere un meccanismo di ripetizione ma se non c'è un senso non c’è un testo. La coesione
non è sufficiente senza coerenza.

Testo 4
Si è un testo, ma non c’è coesione. Ha coerenza e si può capire senza coesione. La coerenza
condizione necessaria e sufficiente, la coesione no.

Testo 5
Non è un testo perché non ha senso.
Testo 5.1
L’interpreta già conosce a Giovanni, Federica e Maria. Si puó dare un senso al testo perché per il
lettore ha un senso. Si è un testo.

1.2. Tratti definitori del testo


● Un’unitá comunicativa con senso completo
● Testo come prodotto dell’attività linguistica e come processo comunicativo. Il testo come
prodotto linguistico. Tutto il processo di comunicazione si considera testo.
● L’attualizzazione del sistema linguistico in un sistema determinato. Un sistema
linguistico è una struttura astratta.
○ Quando parliamo, a partire dalla nostra competenza linguistica, seleccionamos
elementi da questo sistema linguistico e creamos un testo. La linguistica testuale
si occupa dell'uso che facciamo del sistema in un contesto determinato. Invece di
guardare il sistema, guarda che cosa fa il parlante con lui. Sistema : language /
uso: parola. Sistema: competence / uso: performance.
● Un testo è uno strumento e un prodotto dei rapporti sociali di una comunità.
○ I testi si usano per creare rapporti sociali, il testo è l’unica maniera per creare
rapporti sociali.

Che cosa non è un testo


● Non è una unità linguistica gerarchicamente superiore:
○ Fonema⇒Morfema⇒Parola⇒Frase⇏Testo
○ quindi , un insieme di frasi
○ Un morfema può essere un testo in un contesto determinato.

La concezione ristretta: prodotto linguistico di un processo comunicativo dinamico


La concezione larga: processo di produzione e interpretazione comunicative.

1.3. La nozione di testo


Criteri di testualità.
Principi regolativi, non …
Nel 1981 questi due autori scrivono una definizione di testo.
Una occorrenza comunicativa.
Occorrenza : token: type. Type è un elemento astratto verbo al pres. Indi. 1ª pers. pl. Token sono
i verbi, mangiamo. Un testo si centra solo nell'uso; nel token.

Types: quindi, ma, e, allora, anzitutto: 5 types.


Tokens: quindi (2), ma (3), e (6), allora, anzitutto: 13 tokens.

19 Sep 2022

Coesione, coerenza intenzionalità. Accettabilità, informatività, situazionalità, intertestualità.


Non possiamo parlare di testo se non troviamo i pilastri. I principi regolativi che indicano
qualcosa su come funzione un testo nel processo di interpretazione: efficienza, efficacia,
appropriatezza.

Principi costitutivi i fondamenti del testo (co, in, si, info, acc, inte, come) e sono pilastri, però
insieme ci sono i principi regolativi che indicano come funzione l'interpretazione del testo.

Coerenza: un testo è coerente se è unitario, non può contenere delle contraddizioni con le mie
conoscenze del mondo. Unitarietà = non contraddizione.

Essere diligente e a presso insufficienza è una contraddizione e lo fa esplicita il “perciò”, la causa


sarebbe la diligenza e la conseguenza la insufficienza. Nella mia conoscenza del mondo chi si
prepara supera l’esame. Contraddizione che riguarda la mia conoscenza del mondo.

Il secondo e unitario perché abbiamo il “ma” che è contro argomentativo. Primo argomento
mario e diligente, secondo argomento oggi e in preparazione. Questi argomenti sono in contrasto.
Marco normalmente è cosi ma oggi e cosi. La causa è il secondo argomento (che era
impreparato) e non il secondo.

Progressione quando leggo il testo introduco referenti che vengono ripresi nei enunciati
successivi e vedo che una progressione informativa. Quando la progressione non è chiara non si
vede come un testo.

Esempio classico, la ricetta di cucina. Marche di progressione: in primo passo, in seguito, infine.
Il testo stesso mi manca per un progresso con le parti.

Il primo referente: le foglie del basilico che viene ripreso con “le”.
I referenti vengono introdotti e ripresi e si danno più informazione ai riferimenti.

Continuità di senso, tematica informativa. Deve essere continuo in senso, con il tema e
l’informazione.

L’insieme strutturato dei concetti, relazioni, oggetti e eventi che configurano il mondo
testuale, soggiacente al testo di superficie.

Se posso rappresentare l’insieme dove che tutto posso dire che il testo è coerente. Questo è
indipendente dal testo in superficie perché le relazione non sono sempre esplicite, codificate
linguisticamente.

Es. 1. Si deve attivare la conoscenza che se non si ha lavoro non ci sono soldi e quindi non si può
pagare le bollette. Posso fare esplicito il rapporto con un connettivo “quindi, perciò”.

Es2. Rapporto di contrasto. Se voglio fare esplicito il rapporto di contrasto metto un “mentre”.
Connettivi aiutano, fanno esplicito, ma ai rapporti di tipo logico esistono senza connettivi. I
meccanismi di coesione fanno esplicito la connessione che soggiace sul testo.

Il mittente codifica il messaggio, il ricevente da una parte deve capire qual è la lingua, essere in
grado di decodificare e mi baso sulle mie conoscenze linguistiche, ma è necessaria l’inferenza.
L'unico del decodifica è l'interpretazione.

20 Sep 2022
Principio dell’economia: Migliore risultato minore sforzo. Si può usare un minore número di
elementi linguistici per dare un messaggio si usa.
Esplicito Implicito

Testo administrativo testo scientifico poesia conversazione quotidiana


legale informale

Se posso usare un unico elemento in luogo di multipli si usa.


Principio di cooperazione: presuppone che quello che l'altro me dice è rilevante per me, quindi ,
quando io non capisco bene quello que l’altro mi ha detto faccio un sforzo per decodificare il
messaggio.
C'è il latte? Devo pensare qual è l’intenzione ultima del parlante. Vorrei del latte per il caffè.
Se questa persona mi dice qualcosa che è rilevante in questa situazione comunicativa c’è
cooperazione.
Francesca non verrà. Piove. Significato implicito è che con la pioggia questa persona non fa
questo percorso. C’è un problema e per questo non viene.
Anna è svizzera, quindi sarà puntuale. Stereotipo che gli svizzeri sono puntuali.
Mia cugina piccola ha fatto la prima comunione sabato scorso. Il vestito è costato quasi
come quello di una sposa. Dobbiamo sapere quanto è un vestito, che è la comunione e che i due
vestiti sono bianchi e si trova qui il rapporto fra le due.
Il significato implicito si può dividere in presuposizioni, implicazioni e inferenze.
Coerenza: risultato dei processi cognitivi attivati durante l’interpretazione . Solo la corretta
interpretazione può realmente definire un testo coerente.
Coesione: la coesione è come si collegano, i meccanismi di collegamento, degli elementi
linguistici. Superficie testuale, materialità del testo. Gli elementi coesivi sono molti a diversi
livelli. Collegamento degli elementi linguistici che configurano il testo (o meglio, la superficie
testuale.) Le relazioni di coesione si basano nelle
● Accordo morfologico:
● .
● .
● .

Sintagmatica
Coesione Frasale
Testuale

L’ordine delle parole è fondamentale per interpretare un testo. L'accordo morfologico all’interno
di/tra i sintagmi.
Consecutio temporum nella formazione di frasi complesse. A livello frasale.
A livello testuale abbiamo i connettivi del discorso.
Ripresa del referente (sostituzione, ripetizione, ellissi) → catena coreferenziale.

● Abbiamo un referente, Rafaela. Si usa il nome proprio perché l’autore presuppone che
conosciamo a Raffaella Carrà. La prima ripresa è quella donna, per le seguenti si usa la
concordanza nella morfologia testuale (ellissi). Il posesivo e i pronomi personali,
complemento diretto o lei, o un sintagma nominale.

● Sintagma nominale della sovrana più amata di sempre. Nombrar a Elisabetta II è una
apposizione, non è una ripresa, è un chiarimento, info addizionale. La sovrana; la; I
(suoi) bisnnipotti.

Intenzionalità: è una proprietà che riguarda l’autore e non la materialità del testo. Un testo
risponde sempre alle intenzioni e ai fini che si prefigge un produttore. Coesione e coerenza sono
solo mezzi per raggiungere quei fini e soddisfare quelle intenzioni. C’è intenzione, ma ci sono
poche momenti quindi non c’è intenzione.

È una narrazione per bambini. Per risvegliare l'immaginazione, e per aiutare i bambini nel
processo di acquisizione del linguaggio. Imparano la seguenza di una narrazione. Imparano che
la fantasia comincia con c’era una volta e differenziano dalla realtà.

Accetabilità: L’atteggiamento del ricevente ad aspettarsi un testo coerente (= accettabile) in una


specifica situazione. Accettare è legato al principio di cooperazione. Accettare è che accetto ad
iniziare il testo. Va prima a comprendere il testo. Accettabilità = rilevante per me. Le aspettative
del ricevente variano a seconda del contesto (nella spiaggia non leggo il manuale di linguistica),
dei fini della comunicazione (se siamo perduti, selezioniamo l'interprete per la nostra
accettabilità, selezioniamo le caratteristiche del interprete) e del tipo del testo. Adattiamo la
nostra accettabilità alla situazione.

E una proprietà che riguarda le aspettative del destinatario: che il testo ricevuto sia rilevante in
una determinata situazione.
Il testo risulta accettato quando il ricevente decide di avviare il processo interpretativo (principio
di cooperazione, accordo preliminare)
Il processo interpretativo gli permetterà di costruire un testo coerente (senso del testo)
Se il ricevente mette in dubbio accettabilità del testo, vuol dire che non è pronto a cooperare
nella costruzione del suo significato.
Un producente deve tenere sempre conto della predisposizione del ricevente ad accettare il suo
testo.
Non accettabilità radicale: arriva una lettera, la brutto senza leggere.

Rapporto tra producente e ricevente.


Destinatario concreto.
Destinatario ideale lettore modello.
C’è un lettore che può piacere di più alla regina o al gossip sociale.

26 Sep 2022
Informatività: Il grado in cui il testo accresce o modifica.

a. Le conoscenze del destinatario sul mondo, oppure


b. Il suo atteggiamento epistemico o emotivo verso il mondo.
Il testo al modello deve dare informazione che non sa, info di nuovo. O deve provocare una serie
di emozioni diverse da quelle che aveva prima del testo.
Impatto del testo sul interprete, sia sulle conoscenze, sia sulle emozione/sentimenti.
È necessario un equilibrio tra la quantità di informazione nuova e la quantità di informazione
nota. Perché se tutta l'informazione è nuova il testo è incomprensibile e invece se tutta la info e
nota il testo e noioso perché non imparo nulla.
Un testo ben costruito deve essere minimamente informativo, ma l'informativa non è una qualità
intrinseca: risulta dall'intenzione con l'interpretazione.
Come la coerenza dipende dall'interprete, un testo può essere informativo per un lettore, ma non
per un altro. Linformativi dipende dal interprete, non dal testo in sé.
Es. Bonose di Hissg. Non informativo per noi perché la nostra conoscenza enciclopedica non ci
permette di interpretare il testo, manca informazione nota, quindi il testo non è informativo.

Progressione tematica; devo trovare il tema del enunciato, de che cosa parla il enunciato.
Testo 1.
Primo paragrafo prima persona
Secondo paragrafo -tu. Questo tu da una info. Essere l’amante di un uomo sposato. Ti senti
soffrire. Ti stancherai. Comincerai.
Il tema è contante, lo che se dice sul tema è il Rema.
La legge di educazione sarà approvata dal Consiglio di Ministri lunedì.
L’informazione nota è introdotta con un det. determinativo. Può essere presente nella situazione
comunicativa. O è parte della conoscenza enciclopedica.
L’informazione nuova è introdotta con un det. Indeterminativo.
Quando i referenti sono presenti nella situazione comunicativa non c’è necessità di introdurli
come nuove.

Situazionalità: Un testo è rilevante per una situazione comunicativa data.


L'interpretazione corretta di un testo non può prescindere dal contesto nel quale questo avviene;:
il testo è un evento all'interno di parametri spazio-temporali. Devo precisare dove è stato
prodotto il testo, dove è pubblicato il testo e quando. Devo adattare il mio testo alla situazione
comunicativa, quindi allo spazio tempo.
Intertestualità: Ogni testo appartiene a un genere discorsivo configuratosi lungo l’evoluzione
della lingua nella quale viene espresso. Tutti i testi si scrivono secondo un modello o un genere. I
generi discorsivi fanno parte della storia, ma alla fine c’è un modello per tutti e i nostri testi si
adeguano.
Un testo si colloca all'interno di una serie di convenzioni, intrattiene rapporti formali con altri
testi > c'era un volta.
In alcuni generi discrosivi lintertestualita e più evidente: parodia, critica, riassunto, citazioni.
Es. La pubblicità usa continuamente elementi di altri testi. Per fare pubblicità prendono il testo
della bibbia, “chi mi segua mi ama” lo dice jesus.
Es. Chioma=capelli lunghi. Calcedonia coge l'immo. Io uno un testo per costruire il mio testo il
testo que costruito ipotesto.
Testo 4
Se vede che è un testo espositivo.
Tutti verbi nella terza persona; definizione (sogg verbo essere); non ci sono agg connotativi, non
ci sono valutazione, gli aggettivi relazionali non si possono graduare(mammaria)...
27 Sep 2022
I principi regolativi non sono le basi pilai del testo, ma sono principi che riguardano come
funzionano i testi.
I principi di efficacia: le conseguenze cognitive o emotive. Se il testo non produce nessun effetto
nel interprete non è efficace. Lo scopo del testo è stato facilmente raggiunto? Quanto è costata, in
termini di sforzo cognitivo, la comprensione?
I principi di efficienza: lo sforzo cognitivo del ricevente, se è minimo il testo è efficiente. Il testo
è riuscito a produrre conseguenze cognitive o emotive nel destinatario? È rimasto impresso nella
sua memoria? Ha raggiunto il suo scopo?
Questi due tendono a lavorare in direzione opposta.
I principi di appropriatezza: equilibrio tra l'efficacia e l'efficienza. Il contenuto espresso e in
modi in cui sono soddisfatte le condizioni di testualità sono appropriati? So ha equilibrio tra
l'efficienza e l’efficacia.
Es. I social, i tweet sono molti efficienti e efficaci.

1.2. La linguistica testuale e le altre discipline linguistiche

Discipline dello studio della lingua?


● Fonetica / Fonologia / Morfologia / Lessicologia / Sintassi / Semantica - Sincroniche,
linguistica teorica
● Dialettologia / Storia della lingua / Grammatica storica - diacroniche
● Sociolinguistica / Psicolinguistiche / Linguistica computazionale / Neurolinguistica /
Linguistica forense - Linguistica applicata
● Linguistica testuale / Analisi conversazionale / Analisi del discorso / Pragmatica - Ponte
tra ling. Teorica e applicata, perché studiano la lingua in uso, l'uso reale che fanno i
parlanti della lingua.

Modelli allo studio della lingua?

Strutturalismo (F. de Saussure 1916) / Generativista (M. Chomsky 1957) / Funzionalismo (per
cosa usano i parlanti la lingua, l’uso reale della lingua. 1976) / Grammatica valenziale /
Linguistica cognitiva (come funziona la struttura di nostra mente verso la struttura della lingua)

Quando inizia la riflessione teorica sul linguaggio?

I Greci, Aristoteles. La prima grammatica è in sanscrito. Questo è descrizione linguistica.


La linguistica come disciplina scientifica nasce con F saussure 1916. È molto polemico. Per la
prima volta abbiamo concetti teoriche per spiegare la lingua. Idee teoriche come significato
(immagine mentale)/ significante(materialità
linguistica)//sincrona(statico)/diacronica(evoluzione) // langue(sistema)/parole
Tre scuole dello strutturalismo - Scuola di Ginevra/ Scuola di Copenhagen/ Scuola di Praga.

3 Oct 2022
Segno un elemento con entità materiale da una parte e una rappresentazione mentale. In un
semaforo, il colore della luce è l’entità materiale(significante) e la rappresentazione
mentale(significato) è la collega tra il colore e l'istruzione.

La linguistica è una parte della semiotica perché è anche formata da segni.


Il significante di leone e la sequenza l-e-o-n-e; il significato è l'immagine mentale di un leone,
viene dalla nostra enciclopedia.

Perché nasce una nuova linguistica?


Una disciplina nasce sempre perché le discipline precedenti sino insufficienti per spiegare
determinati fenomeni.
● Nascita della fonetica (studi storici e comparati). Nasce dall'analisi del suono alle unità
più grandi. Lo studio dei suoni. C’è una somiglianza fonetica in diverse lingue, per
questo è nato lo studio comparato (brother, brider, baradar-frate,frère)
○ Problema: come spiegare che suoni acusticamente diversi si interpretino come
uno stesso suono?
■ Es. I romani sono simpatici. Le persone di torini pronunciano di forma
diversa la vibrante (r-gr)
■ Es. È bellissimo. Raddoppiamento sintattico nel centro
■ Es. Vado di sotto. Nel Veneto non si pronuncia la doppia.
● Nascita della fonologia: la Scuola di Praga (anni 30). Spiega che il nostro cervello non è
sensibile alle differenze acustiche, e la prima disciplina del 900.
○ Problema: come spiegare le modifiche fonologiche nella combinazione di suoni?
■ Es. Buch/Bücher
● Nascita della morfologia: la doppia articolazione di Martinet (anni 50). 1ª articolazione:
unitá minime con significato(Morfemi).Limite la parola. Bambino. 2ª articolazione: unità
minime senza significato(Fonemi). B-a-m-b-i-n-o.
○ Problemi: i cambiamenti dei morfemi in combinazione (l’accordo, la consecutio
temporum)
■ So che viene
■ Credo che venga
● Il verbo reggente determina.
● Nascita della sintassi: lo strutturalismo americano. (Bloomfield, Harris, Chomsky) la
grammatica generativa. Chomsky crea la prima teoría per spiegare la sintassi.
○ Problema: come spiegate l’incoerenza di certe frasi.
■ Colorless green ideas sleep furiously
● Contraddizione logica, green-colourless/sleep-furiously// ideas non
dormen
○ Lo studio solo della forma è insufficiente per spiegare la lingua.
● Recupero e sviluppo della semantica (M. Bréal 1883-1897)
○ Problema: come spiegare che una frase coerente non sia adeguata in una
situazione comunicativa?
■ Es.
● Paziente: senti, dimmi tutto, smettila con questa faccia di funerale.
● Dottore: La prego, si sieda e stia tranquilla.
● Nascita della pragmatica.

La nascita della linguistica del testo:


● Cause interne: Fenomeni linguistici che non si possono spiegare per altre discipline.
○ Sintassi e semantica si occupano dello studio della lingua senza superare il limite
della frase.
○ Alcuni problemi che queste discipline non possono risolvere:
■ Uso degli articoli
○ Uso del articolo oltre le frasi, perché la sua combinazione va oltre la frase.
■ Ho visto un cane per strada. Il cane mi ha seguito per un po’ e dopo è
andato via.
● Informatività, parla di un cane per prima volta
■ Ho visto il cane per strada. Il cane mi ha seguito.
● Conosciamo il cane
■ Ho visto il cane per strada. Un cane mi ha seguito
● Non si può introdurre info note e dopo introdurre come nuova.
■ Ho visto il cane. Il cane è un mammifero
● Prima parliamo di un referente individuale e nell'altro della classe
del cane.
○ Ellissi
■ Luigi lavora nel reparto libri de un grande magazzino. Marco anche.
■ Luigi fa l’amore a sua moglie due volte a settimana. Marco anche.
● Ambiguità. La sintassi non può spiegare i giochi di parole o
l'ambiguità. La sintassi non considera la conoscenza enciclopedica.
● Cause externe:
○ Necessità di contare con una descrizione linguistica dei testi in diversi ambiti:
■ Linguistica computazionale: analisi automatica di testi.
■ Linguistica clinica: analisi di produzioni patologiche
■ Linguistica forense: analisi di testi in tribunale e questura.

La grammatica del testo


Quando nasce, non nasce come la studiamo oggi. Nasce come grammatica del testo. Nasce in
Germania. Lo scopo primo è studiare i collegamenti tra le frasi: sintassi e semantica
transfrastiche. Origine centro europea.
Fondamenti teorici ed epistemologici: grammatica gene operativa estendere la grammatica
generativa al di là della frase.

Problemi della grammatica del testo


● Concetto di testo come insieme di frasi
○ Aiuto!
○ Fermata prenotata
■ Un testo non è sempre un insieme di frasi.
● Oggetto idealizzato: strutturalismo e generativismo hanno ridotto la lingua a un sistema
astratto, svincolato dall’uso
○ Credano queste frasi su un tavolino, mai detti da un parlanti.

Precedenti della linguistica testuale


La linguistica testuale guarda alcune discipline molto antiche che si erano occupate del testo. La
retorica, nata nella grecia classica, dove si parla di produzione del testo.
Retorica classica e medievale. Fondamentali per la lingua del testo.
● Si occupava delle operazione retoriche, che cosa possiamo fare per produrre un testo.
○ Inventio; pensare il tema, di che cosa voglio parlare, tutte le piccole cose, tutte i
referenti
○ Dispositio: pensare la struttura
○ Elocutio: la forma del testo, con quali parole
○ Memoria: non si legge il discorso
○ Actio: recitare il testo
● Parti del discorso
○ Hanno determinato genere discorsive, diversi tipi di testo.
● Generi discorsivi
○ All'inizio erano tre, deliberativo, per prendere una decisione da fronte a una
asamblea(futuro); giudiziario, davante al tribunale, discorso che devo fare quando
sono accusato de qualcosa(pasato); epidittico, elogio a un generale, a un poeta, a
un filosofo.
Stilistica (anni 20-40). Benedetto Croce/ Leo Spitzer
● Lo stile come deviazione dalla norma.
● Analisi di unità supra frasali
● Oggetto di studio: il testo letterario

Semantica di un elemento linguistico. Prima parliamo di intenzione e di estensione.


Leone, intenzione (proprietà: animale,mammifero, carnivoro, quadruple): le caratteristiche che
normalmente ti aiutano a descrivere.
Leone, estensione: ha que vedere con la mia conoscenza enciclopedica, con il mondo
extralinguistico, l’uso della parola leone per i diversi referenti.
Non tutti i referenti dell'estensione hanno le stesse caratteristiche della intensione. C’è un gruppo
di referenti che hanno le caratteristiche specifiche della intensione.

Semantica estensionale in linguistica.


Aiuta a identificare i riferimenti dei deittici. Prendi quella là. Quella ha poche intenzioni, ma
infiniti estensioni. L’ho vista ma non mi è piaciuta. Per sapere che è L’ dobbiamo guardare il
contesto, qualcosa che si è detto prima, l’anafora.

04 Oct 2022
La semantica estensionale è fondamentale perché mi permette identificare i referenti della deissi
e della anafore, elementi che hanno intenzioni minime. Tutto ciò di cui si può parlare in un testo,
di tutti i referenti di un testo, io devo fare una divisione tra quelli che sono presenti nella
situazione comunicativa. Tutto questo è introdotto tra un elemento deittico. Aprire la finestra.
Oggetti, persone, eventi. Tutto è noto perché lo vediamo, è presente.
Tutti gli elementi che fanno parte delle conoscenze credenze, stati d’animo… degli interlocutori.
Tutto questo è un elemento referente non deittico. Un referente nuovo.
L’unione di queste due è l’universo del discorso.
UNIVERSO DEL DISCORSO = INSIEME DEI REFERENTI DI UN TESTI

Pragmatica
● Fattori della situazione comunicativa: chi parla e chi ascolta; qual è il rapporto tra di loro;
dove e quando ha luogo la comunicazione…
● Filosofia del linguaggio: parlare è un modo di agire e ha conseguenze come un’azione
qualsiasi.
○ L’acti linguistici derivano del linguaggio. Questa filosofia nasce nel anglosasso.
John L. Austin. Parlare è un tipo d'azione perché facciamo le cose. Molte azioni
richiedono della lingua, promesse, bautizo, inaugurare.
○ Che cosa fa questo testo? Dobbiamo fare questa domanda per vedere la
manipolazione testuale.

Una volte che la linguistica testuale nasce se divide:


● Linguistique de l'énonciation (anni 50-70) Benveniste
● Théorie de l'argumentation (anni 50, 80-90)Ducrot Anscontore
● Textlinguistik (anni 60-70)
● Discourse Analysis (anni 80-90) Hallyday
● Semiotica testuale (anni 70-90) Umberto Eco
Approccio teorico diverso, oggetto di studio lo stesso.

10 Oct 2022
Tema 2
Testo e contesto

2.1 La situazione comunicativa. I deissi.

Il contesto
Il significato di un testo è condizionato dal contesto. Il contesto condiziona il significato del
testo. Mario è veloce. Capacità fisica; capacità di fare qualcosa velocemente ma non
necessariamente correre; intelligenza; non necessariamente deve essere una persona; in senso
ironico, l’ultimo a capire le barzellette.
Il contesto ha due funzioni fondamentali.
a) Limitare l’interpretazione possibile di un testo. Costituisce un limite per le possibili
interpretazioni di un enunciato.
b) Fondamenta la nostra interpretazione. Costituisce un fondamento per l'interpretazione
proposta.

Il contesto è un elemento fondamentalmente un tutti gli studi linguistici con un’impostazione


testuale o pragmatica.Tutte le materie che sono un ponte tra le materie che sono strettamente
linguistiche e gli altri hanno in conta il contesto.
L’integrazione del contesto nella descrizione dei processi linguistici è uno dei tratti che distingue
la linguistica estialu dagli appricci grammaticali.
L'oggetto della linguistica testuale e dell'analisi del discorso può essere definito come l’uso
linguistico contestualizzato.

Il concetto di contesto dell'antropologia linguistica.


Malinowski è il padre dell'antropologia linguistica. I missionari erano coloro che scrivevano le
grammatiche dei popoli che visitano.
Il contesto è la situazione fisica, politica, culturale, storica o di altro tipo nella quale viene
considerato un fatto comunicativo. Mi interessa sempre quello che è comunicativo. L’enunciato
ha senso all’interno di un contesto.
● La lingua è una delle componenti fondamentali della cultura dei popoli. I riti per esempio,
è impossibili concepire i riti senza parole.
● È un’attività umana che assicura la trasmissione culturale. Se pensava che senza scrittura
non c’era cultura. La scrittura non è indispensabile, questo che è indispensabili e la
● Permette il controllo intellettuale, emotivo e pragmatico (cioè il controllo delle attività
umane) e la creazione artistica e ludica. Il linguaggio è nato in interazione.

La metodologia della antropologia culturale e linguistica


Chi studia un gruppo umano deve per forza conoscere la lingua (o le lingue) delle persone che lo
integrano, perchè è l’unica via per scoprire il loro modo di capire il mondo e di interagire con
esso. La lingua è sempre il canale privilegiato per studiare i gruppi umani.
Quest ‘scoprire’ lo si deve fare da un punto di vista interno, come se si fosse un membro del
gruppo → processo di apprendimento delle lingue: l’antropologo in interazione con il gruppo.

Gli antropologi linguisti (Franz Boas, Edward Sapir, benjamin Lee Whorf) si rendono conto che
imparando la lingua imparano anche come viene utilizzata a seconda della situazione, con quali
persone si parla, di quali temi e in quali posti → ipotesi Sapir-Whorf
L’uso di una lingua o imparare una lingua condiziona l’uso, ma anche il nostro modo di
concepire il mondo.

Il concetto di contesto nell’etnografia della comunicazione


L’etnografia della comunicazione (Gumperz, Hymes) negli anni sessanta è una sorta di
continuazione dell’antropologia linguistica e tenta di sistematizzare il ruolo del contesto nella
costruzione delle attività comunicative.
Problema: è possibile determinare quali fattori della comunicazione saranno rilevanti per
l'interpretazione di un testo?

Quanta conoscenza enciclopedica dovremmo attivare?


Devo ammettere che sono un po nervoso Chi parla, il momento, con chi parla, perché si
dice → Tutto questo il testo non lo dice, è tutto parte del contesto.
Per favore, mi passi lo zucchero Che io al caffe posso aggiungere zucchero, che il
zucchero è presente nella situazione
Mi raccomando, niente panti Il bambino deve capire che deve controllare il piango, altre
situazioni dove può piangere ma non deve.
Senza queste conoscenze non possiamo capire. Solamente l’essenziale conoscenze, non è
importante se il bambino è biondo.
Mi dispiace, ma deve rivolgersi all’ufficio informazioni. Sappiamo che è un contesto
formale per l’uso deve voi.

11 Oct 2022
Il concetto di contesto nell’etnografia della comunicazione:
Dell Hymes > il modello SPEAKING (1972). S setting, p participants, e ends, a act sequence, k
key, impostazione (es. Comica, solenne), i instrumentalities – Registri linguistici, n norms –
norme dell’atto (es. La possibilità di interrompere, g genres.)
Modello speaking e un modello creato per indicare quali sono gli elementi che devono essere
analizzati in una comunicazione. End = gli obiettivi, l’intenzione del testo. La sequenza degli
atti, quando noi parliamo in realtà facciamo delle cose con le parole (affermazione, promessa,
richiesta...) come si succedono i fatti lungo la conversazione in questo caso. L’impostazione,
qual’è il tono dell'impostazione. Registri linguistici - instrumentalities. Registro alto o informale.
Norme dell’atto, il modo di interrompere una conversazione indica il livello di formalità. Non si
può interrompere in un meeting politico, una conferenza. Genere discorsivo.
Il concetto di contesto nell'antropologia linguistica e nell'etnografia della comunicazione.

Nel contesto si possono distinguere 2 dimensione del contesto (Duranti):


La prima dimensione:
● La dimensione fisica spazio-temporale. Le descrizioni del tempo e dello spazio non
sono universali, ma condizionate culturalmente. Es. Afternoon/Evening/Night –
pomeriggio /sera/notte – tarde/noche. Nella cultura anglosassone c'è una differenza tra
gli elementi, come della cultura italiano. Il tempo è lo un fenomeno culturale.
● Esistono frontiere esterne e interne: spazialmente determinano spazi simbolici (chi e
quando ha l’obbligo o il diritto di parlare). Lo spazio è dire il potere discorsivo si
proietta simbolicamente nell'organizzazione dello spazio. In aula il professore ha più
potere perché è elevato, di fronte agli studenti, con molto spazio. Configurazione
simbolica dello spazio. Es. La corte / l’aula.
● Temporalmente delimitati episodi mediante formule. Es. Nel nome del padre ... andate
in pace. La mesa si apre e si chiude con le parole. Tempo simbolico, spazio simbolico,
non solo fisico.

La seconda dimensione:
● La dimensione psico-sociale: l'esperienza socioculturale ci fornisce gli strumenti per
interpretare le situazione comunicative in chiave prototipica: quali sono le
caratteristiche abituali e ricorsive. Es. I studenti si sentano delle sedie per l’esperienza
socioculturale da piccoli in quella situazione comunicativa.
● Anche il tempo e lo spazio sono creazioni psicosociali che guidano la produzione e
l’interpretazione degli enunciati. Devo sapere come si fa la spesa, il tipo di dialogo,
come comportarmi se vado a una corte d'appello.
● La dimensione psicosociale dà un senso alla dimensione fisica e all’evento
comunicativo nuovo concetto di contesto Goodwin/Duranti: è un fenomeno costituito
socialmente, mantenuto interattivamente e limitato nel tempo perché il contesto è solo
per questa interazione comunicativa.

17 Oct 2022
Il concetto di contesto in linguistica
Lo strutturalismo e il generativismo hanno escluso sistematicamente i fattori contestuali dalle
loro analisi. Hanno focalizzato sulla lingua come sistema e non come uso. In realtà la maggior
parte hanno ignorato il concetto del contesto.
Ma ci sono tre eccezioni:
● Jakobson
○ Un modello della comunicazione con 6 fattori (mittente, destinatario, codice,
messaggio, canale, contesto o referente) teoría della comunicazione
○ Contesto di riferimento, suscettibile di verbalizzazione
■ Karl buhler - parlano di una funzione emotiva, quando il linguaggio serve
per parlare da se stessi, la sua funzione e parlare dell'animo, sentimenti…
Mentre quando usiamo la lingua per parlare con il destinatario si parla di
una funzione appellativa/conativa, chiediamo qualcosa, una azione… Per
ognuna delle funzione abbiamo diversi elementi linguistici, per la funzione
appellativa, chiamare qualcuno(vocativo); dare istruzione (imperativo)/
emotivo (io)
■ Contesto è una funzione referenziale, gli elementi che fanno riferimento a
questo elemento hanno una funzione referenziale, per esempio, i sintagma
nominali sono uno dei meccanismi con cui indichiamo la funzione
referenziale.
○ Jakobson aggiunge altre:
■ La funzione poetica: il linguaggio diventa il messaggio. Tutta l'attenzione
non è nel contenuto ma nella forma, nell'uso che se fa della lingua
■ La funzione fatica: Il canale di comunicazione, in una chiamata telefonica,
quando non si ascolta o cosí si domanda mi ascolta questo è funzione
fatica. Backchannel: sentire, mmhhhmm; dare un segno di riconoscimento,
e specialmente nella cultura Mediterranea.
■ La funzione metalinguistica: usare la lingua per parlare della lingua, la
fonetica, la fonologia, morfologia, semantica, sintassi, sono discipline
teoriche costruite con una funzione metalinguistica.

● Linguistica sistemica e funzionale (Firth, Halliday)


○ Il contesto situazionale: la lingua è uno strumento per gestire una situazione
determinata (antropologia)
○ Concezione funzionale della lingua: la funzione determina la forma e il
significato. Adattiamo la lingua seguendo il contesto anche. Quando parliamo di
registri o varietà stiamo adattando la nostra lingua a un contesto preciso.
○ Campo di studio: la conversazione come rituale.

● Eugenio Coseriu: origine rumana ma abita in spagna e germania.


○ Conosciuto per la teoría del entorno: Concetto di ‘entorno’ o circostanze del
‘parlare’, che permettono di capire più di quanto viene detto
○ 4 tipi di entorno
■ La situazione comunicativa: aspetto spazio-temporali che permettono
l'interpretazione degli elementi deittici
■ La sfera sociale, che spiega l’uso di un registro linguistici.
■ Il contesto: linguistico, verbale, extraverbale.
● Il contesto idiomatico o linguistico: la lingua, le sue regole e la sua
grammatica.
● Il contesto verbale: il test stesso (es. catene coreferenziale)
● Il contesto extraverbale: circostante extralinguistiche che
conoscono o percepiscono gli interlocutori.
■ L’universo del discorso o sistema universale di significati al quale
appartiene un discorso (letteratura, mitologia, scienza…) Posso
identificare subito se un testo parla di religione, politica… guardo i
riferimenti nel testo per sapere questo. Il tema del testo generale è
economia, non il mercato chino.
● Il sistema universale di significanti al quale appartiene un
enunciato, un discorso
○ Universi di conoscenza (letteratura, scienza, mitologia,
religione)

Il concetto di contesto nella Pragmatica e l’analisi del discorso


Diventa un concetto cruciale che divide gli studi discorsivi dagli studi grammaticali.
Differenza tra contesto e co-testo (Petofi 1969)
Il co-testo è formato dagli elementi linguistici che determinano il senso di una parola, di
una frase o di un frammento testuale. Co-testo realtà linguistica; contesto realtà
extralinguistica. Ha in comune con il contesto la capacità di disambiguare una sequenza
discorsiva.
Problema: scegliere tra la molteplicità di elementi che configurano una situazione e quelli che
sono pertinenti per la produzione e l'interpretazione degli enunciati.

2.1.2. I fattori della situazione comunicativa


Elementi presenti della situazione comunicativa fondamentali per lo studio della deissi.
● Partecipanti.
○ Meter Andreea.
○ Che tipo di mittente è, e che tipo di destinatario.
○ Il tipo di rapporta tra il mittente e il destinatario. A volte non c’è, o c’è rapporto
affettivo o professionale (Variazione diafasica; formale-informale), rapporto
sociale (variazione diastratica / colto-popolare). Grado di reciprocità
(ridotto-pieno)
○ Potere discorsivo:
○ Número di partecipanti situazione monologica, dialogica, polilogica
○ Grado di reciprocità: ridotta o piena
■ Interazioni simmetriche o asimmetriche (polo dominante)
■ Tre tipi di testo (Teobaldelli):
● Testo globale: conversazione
● Testo parziale: lezione
● Testo precostituito: telegiornale
■ Comunicati molto complessi: il testualizzare
● Un insieme di persone che lavorano per produrre in un tipo di
testo, in molti casi abbiamo un destinatario modello.
■ Il destinatario modello (Eco 1979)

● Tempo e spazio

Tempo di Luogo di produzione /


produzione/Tempo di Luogo di ricezione
ricezione

1. Conversa faccia-faccia / lezione + +


presenziale

2.Conversazione telefonica / Radio + -


in direto

3. Essere presente nel luogo dove - +


qualcuno ha scritto qualcosa lì. / Il
frigo, scrivere la spessa lì.

4. La TV registrati / La lettera / - -
Qualsiasi tipo di testo scritto

● Codice
■ Insufficienza del codice linguistico
■ Aspetti paralinguistici (intonazione, ritmo, durata, voce), mimetici
(movimenti della faccia), cinesici (movimenti del resto del corpo),
prossemici (la distanza tra interlocutori, dipende della cultura).
■ Aspetti ortografici (), tipografici (il tipo di lettera, sottolinea, corsivo…),
topografici(distanza tra il testo e il margine).
■ Fanno parte del contesto in quanto hanno anche loro la funzione di
disambiguare gli enunciati.
○ Multimedialità
■ I testi sono multimediali
● Testo orale: codice linguistici + elementi paralinguistici
(intonazione gestualità, mimica [cinesica, prossemica])
● Testo Scritto codice linguistico elementi del paratesto
(iconografici, fotografici, tipografici)
● Canale
○ Mezzo grafico-visivo → Scritto
○ Mezzo fonico-acustico → Parlato

○ Variazione diamesica (Mioni) Riguarda il canale. Ma la differenza tra scritto e


orale non riguarda solo il mezzo. Il canale non è indipendente dal testo. Quando
parliamo di canale stiamo riducendo una realtà che è molto più complessa.
■ Scritto e parlato come varietà concezionali (Koch e Oesterreicher 1990):
varia il senso concezionale, comunicativo. In realtà non abbiamo solo una
variazione di canale, ma a moltissimi livelli, che il testo sia scritta o
parlato cambia il mezzo di produzione, ricezione, il tipo di lessico, di
sintassi… Il canale determina la configurazione del testo.
■ Immediatezza comunicativa vs distanza comunicativa.

Produzione
Immediatezza comunicativa Distanza comunicativa

● Elaborazione in tempo reale ● Pianificazione del testo


○ Improvvisazione ○ Controllo
○ Modificazione ○ Valutazione
■ Del tempo ○ Eventuali modifiche (il lettore
■ Dell’intenzione non vede mai queste modifiche)
■ Di registro ● Produzione non lineare
● Fattori ○ Fasi di elaborazione, revisione e
○ Situazione (normalmente correzione
faccia-faccia) ○ Possibilità di eliminare il prodotto
○ Obiezioni / interruzione - testuale
interventi
● Produzione lineare
○ Continuità / Irreversibilità
○ Impossibilità di cancellare o
modificare il testo
Ricezione
Immediatezza comunicativa Distanza comunicativa

● Ordine e tempi di ricezione marcati dal ● Tempo liberi di fruizione


parlante ○ Possibilità di interruzione
○ Ritmo del discorso ○ Possibilità di tornare in dietro
○ Ordine di esposizione ○ Possibilità di rilettura
○ Impossibilità di tornare indietro ● Molteplicità di fruizione
● Unicità di consumo ○ Lettori illimitati
○ Uso immediato ○ Letture illimitate
○ Uso unico

18 Oct 2022
Varia la situazione comunicativa:
Immediatezza comunicativa Distanza comunicativa

● Ancoramento/Adeguatezza specifica ● Disancoramento > università


○ All’interlocutore ○ Indipendente dal contesto
○ Alla situazione dall’autore e dal lettore
○ Al contesto ○ Destinatario ignoto
● Conoscenza condivise ● Assenza di contesto
○ Situazione comunicativa
○ Codice
○ Contesto
○ Enciclopedia
● Multimedialità
○ Elementi paralinguistici
○ Mimica

Varia l’organizzazione strutturale, la sintassi e il lessico


Immediatezza comunicativa Distanza (lingua scritta)

Frammentazione tematica Struttura logica


Esitazioni Coerenza organizzativa
Interruzioni Esplicazione (importante porque no debe darse por
Ripetizioni hecho lo que sabe el lector)
Completezza di riferimenti
False partenze (c’era [l-] ho visto…)
Anacoluti (violazione di regole) nella costruzione Sintassi integrativa (gerarchizzazione)
sintattica (io, purtroppo, mi sembra che non ci sia
nulla da fare)
Sintassi aggregativa (si aggiunge)
Termini generici
Parlato prototipico (testi poco vincolanti; conversazione tra amici)
Scritto prototipico (testi molto vincolanti: testi scientifico)

Esquema campus: Koch & Oesterreicher


Esercizio: colloca sul continuum del grafico:
Immediatezza comunicativa 1 ------------------------------------ 9 Distanza comunicativa
● Discorso pubblico 7 = produzione, non interruzione,
● Conversazione telefonica 2 = non parla faccia-faccia, l’ancoraggio è minore
● Conversazione in famiglia 1 = tutte le caratteristiche della immediatezza comunicativa
● Testo giuridico 9 = non è un testo generico, ha un pubblico molto particolare e specialiste
● Conferenza scientifica 6 = l’interlocutore non è pienamente passivo, domanda alla fine
● Colloquio di lavoro 4 = situazione asimmetrica, non c’è libertà tematica, informazione
esplicita
● Lettera privata 3 = il rapporto è più simile alla conversazione famigliare, ma il tema non è
più aperto
● Intervista su giornale 5 = molto esplicito, asimmetrica, due sit com diverse (1 la intervista
e 2 selezione e codificazione delle domande e risposte)
● Articolo su giornale 8 = c’è conoscenza enciclopedica su quale tema dell’articolo

2.1.3 Deissi
Esempi:
- Cameriere, questo pane è di ieri!
- Ah! Il signore voleva del pane sfornato oggi?
-Si!
- Allora, ritorni domani.

Cameriere = tu / Il signore = Lei = tu à deissi sociale


Questo è deissi spaziale
Ieri, domani, oggi è deissi temporale
-Oggi per il cameriere è il 18 ottobre (deittico)
-Oggi per il signore è pane del giorno (non deittico)
La deissi:
- Le lingue hanno la capacità di “grammaticalizzare” (quindi dare forma linguistica a
un elemento del contesto) alcuni degli elementi del contesto per mezzo di una serie di
meccanismi che ricevono il nome di elementi deittici. Es: mi piace questo.
- La deissi è l’atto di indicare persone, oggetti, tempo e spazio che risultano pertinenti
per la costruzione testuale. La deissi non si può capire se non sono presente nella
situazione comunicativa. In questo modo, 1890 non è un’espressione deittica, posso
capirla. Tre settimane fa sì.
- La deissi fa parte di indessicalità o capacità generale di far riferimento al contesto
(gesti). Es: guarda questo (faccia un gesto segnalando)

24 Oct 2022
La deissi
La deissi è una manifestazione del fatto che le lingue naturali sono strumenti comunicativi per
l'interazione faccia a faccia
Lo studio della deissi comprende
Il modo in cui le lingue codificano o grammaticalizzare elementi del contesto
Il modo in cui il contesto aiuta a interpretare gli enunciati

Gli elementi deittici


Normalmente gli elementi deittici si classificano in elementi categorematici (parole lexicale:
verbi, aggettivi, avverbi, nomi), hanno un referente, una rappresentazione mentale del
significato concettuale; e sincategorematici (parole grammaticale: articoli, pronomi,
preposizioni, congiunzioni, determinante, interjection), il significato è relazionale, perché
indicano come si devono unire i elementi categorematici, indicano una relazione. La differenza è
il lessema, ha un significato diverso tra sincategorematiche e categorematiche.
Gli elementi deittici sono elementi strani, in comune con i categorematiche hanno un referente
extralinguistico e possiamo identificare il referente. La comune con i sincro grafici è che
cambiano con il contesto. Dobbiamo conoscere il contesto per conoscere il significato, il
significato contestuale non è intrinseco. Con gli elementi categorematici non c’è necessità di
sapere il contesto, ma con i sincategorematici c’è una necessità del contesto per conoscere il
significato. Fuori dal contesto hanno solo un significato di tipo relazionale.
Segnalano elementi della situazione comunicativa. Il loro significato dipende completamente dal
contesto di enunciazione (chi parla, a chi, dove, quando).
Gli elementi che a volte sono deittici e a volte non si chiamano deissi estrinseca.

Appartengono a diverse categorie grammaticali [articoli, dimostrativi, possessivi, pronomi


personali, verbi (desinenze verbali), avverbi, aggettivi]. Alcuni verbi sono deittici nel lessema (di
movimento), ma alcuni verbi nella desinenza codificano una deissi di tipo temporale, ma anche
personale.
Semanticamente si caratterizzano per fare riferimento a un elemento extratestuale (a differenza
degli elementi sincategorematici); per avere un referente individuabile esclusivamente in un
contesto concreto (a differenza dei sostantivi o degli infiniti verbali).

Deissi o soggettività?
Il centro deittico (io-qui-adesso/ora) a partire dal quale si organizza il tempo e spazio testuale.
Quando uso gli elementi deittici parto sempre dal io riferimento al parlante, parlo da questo
momento dell'enunciazione ora e la mia situazione fisica nello spazio qui. Il centro deittico
cambia con ogni parlante.
In questo senso gli elementi deittici sono un meccanismo per esprimere la soggettività (come la
modalità)
Gli elementi deittici non si riferiscono a forme oggettive dello spazio e del tempo ma a uno
spazio e un tempo costruito dal parlante.
Adesso non c’è una descrizione oggettiva. Può rappresentare un minuto, un'ora, un giorno, un
mese, un anno, un decennio. Non c’è nessuna descrizione oggettiva, dipende dal contesto, che
uso da il parlante a questo elemento deittici, dipende dal contesto. Gli elementi deittici sono
soggettivi, esprimono la … del parlante.
Qui dipende dall'uso che fa il parlante in un contesto specifico.

Gli elementi deittici non si riferiscono a forme oggettive dello spazio e del tempo ma a uno
spazio e un tempo costruito dal parlante.
Esistono due tipi di discorso: storico e situazionale. Gli elementi deittici permettono il passo da
un tipo all’altro.
Spaziale:
Non ho potuto copiare il powerpoint.
Personale / temporale spaziale
Storico:
Eva disse che non aveva potuto copiare il powerpoint di Margarita

Si aggiunge informazione che non è necessaria nel discorso spaziale. Le citazioni in stilo diretto
troviamo la deissi nel testo situazionale. Nel testo giornalistico ci sono discorsi situazionali nelle
citazioni.
Ci sono diverse voci nel discorso spaziale, con diversi elementi deittici; nei discorsi storici la
voce è del giornalista.
Primo passo nell'analisi della deittici dobbiamo trovare le diverse voci, ossia i diversi centri
deittici.
Testo 1

Lui non è un elemento deittico perché è in terza persona, perché non è presente, ma in questo
caso Lui è presente quindi c’è deissi personali.
L'imperatore non indiano un momento nel tempo, non sono elementi deittici temporali.

Testo 2
L'articolo de l’inverno sta dando una definizione, non … .
Gli Articoli indeterminativi non sono deittici. Le date non sono ellittiche, sono un tempo oggetti,
una data precisa, non posso considerarlo deittico, perché non c’è necessità di contesto
comunicativo.

Tipi di deissi
Personal; Sociale; Spaziale; Temporale; Testuale.

PERSONALE
Elementi che fanno riferimento alle persone del discorso.
Ci sono due tipi di persone:
Presenti nel momento dell'enunciazione (1ª e 2ª persona).
Assenti o escluse dall'enunciazione (3ª persona)

Elementi: pronomi personali, possessivi, desinenze verbali


Le persone del discorso:
1ª persona singolare fa un riferimento costante al perlante
2ª persona singolare riferimento variabile all’interlocutore.

1ª persona plurale:
Io + tu o voi → Noi inclusivo (Tutti i parlanti sono presenti Noi andiamo al bar)
Io + loro (ma non tu o voi) → Noi esclusivo (Nombra a qualcuno che non è presente Noi
professori)
Io + tu o voi + loro → Noi generalizzato (Vasto gruppo non presente Noi Spagnoli)

2ªpersona plurale
Tu + tu + tu → Dovete fare il compiti per domani
Tu + loro → Voi studenti Voi generalizzato

SOCIALE (tipo di deissi personale)


Non solo indica le persone del discorso ma le caratterizza socialmente.
Il rapporto sociale tra i partecipanti determina gli elementi deittici.
Il parlante
Forma canonica io
Forme alternative
Inclusione dell’interlocutore (rapporto affettivo) Sai quando ti senti morire… Vuole
creare empatia o cercare empatia con l’interlocutore.
Membro di un gruppo (plurale di modestia) Questo mostro contributo…
Posizione di autorità (plurale maiestatico) Continueremo la lotta… Il Re e il Papa per
tradizione discorsiva, i politici perché la decisione non è personale, fa parte del governo.
Parte di una comunità indefinita Alla fine uno smette di comprare… Non voglio
presentare una decisione personale, nascondo questo io dietro uno come se fosse una
decisione condivisa da una comunità e non personale mia.

L’interlocutore
Forma canonica: tu / voi
Prossimità, conoscenza, solidarietà
Forma di cortesia: Lei / (Loro)
Distanza, rispetto, gerarchia
Differenza nella posizione sociale e conoscenza

Terza persona o non-persona (Benveniste)


Assenza del locutore → effetto di oggettività
Risorse linguistiche
3ª persona
Costruzioni impersonali
Sostruzione passive
Oggettivazione dell’interlocutore (il cliente, il lettore, lo studioso…)
Pratiche discorsive che esigono la presentazione nera e appartengono oggettività (saggi,
accademici )

25 Oct 2022
La dessi fantasmatica fa riferimento a una situazione che sto immaginando.

SPAZIALE
È un modo di organizzare il luogo fisico nel quale avviene la comunicazione.
Tutti gli elementi spaziali hanno come punto di riferimento il soggetto dell'enunciazione,
l’io
Vengono selezionati quegli elementi del contesto che interessano e tralasciati o escludi
altro che si.

Permette di organizzare anche lo spazio simbolico (pubblico e privato)


Qui (dentro, a casa, al lavoro) vs lì/là (fuori, per strada)
Marca anche le distanze simboliche tra i partecipante
Le circostanze della mia vita in questo momento in mio posto

TEMPORALE
Il punto di riferimento è il tempo del parlante, l’adesso
I limiti dell’adesso vengono costruiti dal parlante per distinguerlo da una prima e un dopo.
Elementi:
Avverbi e locuzioni avverbiali
I morfemi verbali di tempo
Aggettivi con valore temporale
Dimostrativi

Uso dei tempi verbali (Weinrich)


Ci sono tre tempi diversi
● Tempo Fisico (lineare, unidirezionale, non reversible)
● Tempo Cronologico (riguarda gli eventi, si può pensare bidirezionalmente verso il
passato e verso il futuro)
● Tempo Linguistico (entità soggettiva che dipende dal parlante, esprime la sua
prospettiva manifesta tramite gli elementi deittici) Da dove iniziò a narrare e
como primo di forma logica gli eventi.
Uso dei tempi verbali
Ci sono due modi di rappresentare la realtà
Come commentario (mondo commentato) - tempi deittici. Quando commentiamo lo
facciamo sempre dal presente, tempo 0. Tutto quello que è passato e passato prossimo, e futuro e
semplice. Questi tempi sono considerati tempi deittici.
Come racconto (mondo narrato) - tempi deittico - anaforici. Il presente non è il tempo 0,
cominciò a narrare da un passato, remoto o imperfetto, a seconda di un carattere più describo o
narrativo. Il futuro viene espresso dal condizionale composto. Hanno deissi e anafora perché in
realtà c’è sempre un riferimento a un altro tempo verbale. Si chiamano anaforici perché fanno
riferimenti a un tempi verbali sen le quali non possono aprire.
A seconda del tipo di discorso il tempo 0 cambia.

Tempi deittici
PASSATO PRESENTE FUTURO
(p. pross/p.remoto/imperf) (presente/futuro semplice)

Tempi deittici anaforici


PASSATO PRESENTE FUTURO
Il futuro del passato è prima del presente.
Un futuro anteriore ha bisogno di un altro tempo.
Nel discorso storico

ME momento dell'enunciazione
MR momento della
MA momento della azione

Usi secondari o metaforici dei tempi verbali


Presente nel mondo narrato: intensificazione
Ieri vado da mia cugina e le dico che non ce la faccio più
Il presente nel testo storico.
Imperfetto nel mondo commentato: attenuazione
Io ero il ladro e tu il poliziotto

METATESTUALE
È un tipo di deissi spaziale e temporale ma il testo diventa lo spazio (sopra-sotto) e il tempo
(prima-dopo) di riferimento. Serve para ordinare il discorso.
Spaziale: da una parte / dall’altra; sopra/sotto; fin qui
Temporale: per prima / per ultimo; adesso / in questo momento; dopo / più tardi, più
avanti. Fa riferimento all'interno del testo.
È un tipo di deissi tipica della lingua scritta (testi accademici)
Non confondere con l’anafora testuale
Cosa ti ha detto Luigi? / Non voglio parlare di questo adesso

14 Nov 2022

2.2. Il rapporto tra testo e contesto. L’universo del discorso. La referenza.


1. Definizione di referente testuale
2. Meccanismi linguistici per introdurre un referente testuale
3. Tipi di referenti testuale: 4 parametri per la classe
4. Attivazione cognitiva dei referente
5. L’universo del discorso.
1. Il concetto di riferente. Partiamo dal triangolo semiotico. F. Saussure di che la lingua è parte
della semiotica. Quando saussure parla di segno pensa nella parola. Il significante della parola è
la selezione di fonemi mentre il significato è la rappresentazione mentale.
Passano (Ogden e Richards) a concepire il segno linguistico come un triangolo. Il referente sarà
la realtà extralinguistica.
Sedia. Significante: s-e-d-i-a / significato: rappresentazione mentale / referente: oggetto
extralinguistico. Il problema fondamentale è che se pensa il segno linguistico come la parola
lessicale non con il testo linguistico.

2. Referente testuale:
Non è il significato (virtuale vs. attivato) Significato attivato: il testo è la selezione di
elementi del sistema. Il significato virtuale appartiene al sistema, si trova nel dizionario. Una
volta che io inserisco una parola in un testo il significato è solo uno, il significato attivato. Un
significato attivato è la selezione di un significato virtuale per la comprensione dei miei lettori;
non è referente.
Polisemia: la parola non può avere diversi significati in un testo, ha diversi significati
virtuali.
Non è un oggetto reale fuori dal testo. Nel testo letterario ho un referenti testuali, ma non
corrispondono con qualcosa fuori del testo. Unicornio.

È un oggetto concettuale costruito nel discorso o evocato dal discorso che può avere o
meno corrispondenza con un’entità non linguistica.
Referenti testuali. Il referente testuale si costruisce con l'informazione che prendiamo del
testo. Durante la lettura del testo ho costruito il riferente. Ê diverso dal significato: è una
rappresentazione mentale, si attiva una volta. Il riferente mentale richiede un processo di lettura,
un processo di info sullo stesso riferente. Noi studiamo come si costruiscono i riferimenti
testuali.
La prima cosa che si deve fare è introdurre il riferente. Poi abbiamo le riprese del
riferente. Come si riprende il referente. A la fine del testo abbiamo una costruzione mentale, è
risultato di un'azione dell'interprete, anche la costruzione mentale dipende dall'interprete.
Ogni volta che il referente è introdotto nel testo, aggiungo informazione, abbiamo
informazione nuova e nota. Si riprende qualcosa già menzionato prima e si aggiunge qualcosa di
nuovo.
I riferimenti testuali sono normalmente sintagmi nominali o un nome proprio.

Oggetto, persona, evento, luogo.


Il presidente del consiglio non è venuto alla presentazione del libro.
Il presidente del consiglio non è venuto alla presentazione del libro.

Oggetto fittizio
Il principe arrivò su un unicorno bianco e baciò Biancaneve.

Concetto astratto
La pace eterna è irraggiungibile fuori dall’essere di Dio. “dall’essere di Dio.”
2.2.2. Meccanismi linguistici per introdurre un referente testuale.
Si introducono per mezzo di un espressione lessicale.

Un nome proprio. Si usa quando l’interprete non ha nessun problema a identificare il referente.
Un nome proprio è sempre informazione nota per l'interprete. Nei testi giornalistici troviamo
molti nomi propri introdotti in modo Beppe Grillo, il fondatore… Una aposizione, non è una
ripresa dal referente, è un chiarimento riguardo al riferente. Il giornalista ha dei dubbi sulla
capacità dell'interprete de identificare il riferente.
Fa riferimento a un’entità unica e definita, facilmente identificabile dagli interlocutori.
Es. Francia, Elsa Morante, Lecce. I nomi di paesi sono referenti unici, nomi di città o regioni,
entità uniche è definite e quindi introdotti senza apposizione, quando si tratta di persone la
apposizione è molto frequente.
Fa riferimento a un’entità non unica ma identificabile univocamente in una certa
situazione comunicativa. Córdoba (diverse città con lo stesso nome).

Un sintagma nominale determinativo (con articolo). Quando lo usiamo per introdurre il riferente.
Quando un’entità unica facilmente identificabile che non è necessario introdurre
previamente. Il sole (riferimento al nostro sole), la luna(la luna della terra), la Grande Guerra
(Un tipo di guerra che siamo in grado di identificare). In questo contesto è identificabile.
Quando abbiamo elementi presenti fisicamente nella situazione comunicativa e quindi
univocamente identificabili. La porta, le sedie, la lavagna, la finestra, la settimana prossima.
Quando abbiamo elementi che appartengono alle conoscenze condivise dagli
interlocutori. Se non specifico il governo se capisce che parliamo dal governo più vicino a noi. Il
governo, il sindaco(alcalde), il rettore, il cane.
La classe di individui. Il cane è il migliore amico dell’uomo. Non è un cane specifico. Per
sapere se è una classe sostituiti con tutti o tutte.

Un sintagma nominale determinativo (con dimostrativo o possessivo). Questa borsa, mia sorella,
le loro opinioni. Deittici personali, o spaziali. La loro opinione, terza persona, non è deistica. Il
fatto che non sia detto non significa che non possa essere un riferente.
Gli elementi deittici (personale e spaziale) sono referenziali.

Un sintagma nominale indeterminativo (con l'articolo o quantificatore). C’era una volta un re


che aveva tre figlie. Si usa quando il interprete non ha nessuna conoscenza del referente. Dopo
l'introduzione si riprende con più informazione. Tipico degli cominci di conti.

Nome vs. Sintagma nominale.


Il nome da solo non può essere referenziale.
Il nome:
Svolge un ruolo fondamentale nell’atto di riferimento, ma da solo non può stabilire un referente
testuale perché indica:
un insieme di tratti o proprietà (intenzione) gatto: animale, mammifero, quadruple,
onnivoro, felino. Tutto che si può trovare nel dizionario. L’estensione sono tutti i referenti.

Il gato / Il gato nero / Il gato della vicina


L'intenzione aumenta, perché si aggiungono nuovi tratti. L’estensione si riduce solo al gruppo di
gatti neri, e nel caso della vicina si riduce a un solo gatto. Quando l'intenzione aumenta,
l’estensione si riduce. In questo modo, aumenta l'intensità, diminuisce l’estensione. Un gatto,
questo gatto.

Una classe di individui (estensione). Non è possibile attribuire a un nome proprietà o


azioni (fatta eccezione degli usi metalinguistici) Gatto è un nome, è una parola di 5 lettere.

Un nome senza nessun tipo di determinazione ha solo funzione attributiva. Mio nonno era
maestro. Lavora come segretaria.

Il sintagma nominale
Per compiere un qualsiasi atto di riferimento il nome deve essere inserito all’interno di un
sintagma nominale.
Un sintagma nominale è una descrizione definitiva: per mezzo di aggettivi, sintagmi
preposizionali, possessivi, dimostrativi, subordinativi, subordinate relative si ascrivono delle
proprietà a una certa entità.
Aristotele: Si deve sapere chi è, che ha fatto, dove ha lavorato…
Il filosofo di Stagira che è stato il maestro di Alessandro Magno ha scritto il primo trattato di
retorica. Tre riferiti, blu e sottolineati.

Nome proprio vs. SN


Tutti e due sono referenziali.
Ma il SN è inoltre descrittivo. Aristotele vs. Il filosofo di Stagira
Per ciò l’uso del nome proprio presuppone una conoscenza sufficiente per l’identificazione del
referente, l’uso del SN no. Andrea Sannucci si è trasferito in Colombia. / Il vicino del quarto
piano si è trasferito in Colombia. Si capisce meglio il SN che il nome proprio.
15 Nov 2022

2.2.3. Tipi di riferimento


Il referente testuale: tipi di riferimento

Il SN: estensione del riferimento.


L'estensione del sintagma nominale.
A singoli individui (riferimento individuale)
Specifico (uno individuo preciso della classe)
Non specifico (un individuo qualsiasi della classe)

Cui abbiamo quasi lo stesso SN, qual è la differenza?


1. Sono passato davanti al negozio di scarpe. Riferimento a qualcosa concreto, individuale.
2. Sono passato davanti a un negozio di scarpe che hanno aperto da poco. La differenza
fondamentale tra 1 e 2 è que l’interprete non sà niente sopra il negozio e devo specificare
e aggiungere informazione(2)
3. In questo quartiere ci vorrebbe un negozio di scarpe. È un riferimento a un individuo
della classe, ma non alla classe. Un elemento qualsiasi della classe, ma l’interprete o
l'enunciato non sa niente sopra il elemento.
4. Il negozio di scarpe è un affare senza futuro che finirà per scomparire quando tutti
comprano le scarpe su Amazon. Un riferimento alla classe, si può sostituire con tutti.

Il riferimento individuale può essere specifico identificabile dal interprete (1), specifico non
identificabile (2), la classe tutta(4), e uno qualsiasi degli elementi, è sempre individuale ma non è
specifico (3).

1. Primo parametro per classificare i referenti, l’estensione. Mi dice si è individuale o generico,


anche se l’individuale è specifico o non specifico.

Per indicare i diversi tipi di riferimento, le lingue possiedono delle marche specifiche:
Il riferimento generico è tipicamente realizzato dall’articolo determinativo.
Il leone è il re della giungla / La televisione gioca sulla disinformazione del telespettatore
ma
Un bambino che non riceve un’adeguata stimolazione nei primi mesi di vita avrà
problemi per sviluppare tutte le sue capacità cognitive.

2. Il secondo parametro per identificare il riferimento è la identificabilità.


Il riferimento singolare è tipicamente realizzato dall’articolo indeterminativo, quando il
parlante presuppone che si tratta di un’entità sconosciuta per l’interlocutore (non identificabile)
Ha chiesto di te un ragazzo biondo
Dall’articolo determinativo, quando il parlante presuppone che l’interlocutore conosce il
referente (identificabile)
Ha chiesto di te il ragazzo biondo

Due tipi di riferimento singolare specifico


Ho perso la collana Sà di quale collana stoi a parlare.
Ho perso una collana Non sai qual è.
Due parametri:
Identificabilità: La capacità degli interlocutori di individuare il referente testuale.

Il referente può essere unico in modo assoluto o unico in una situazione comunicativa.
Può essere unico in una situazione comunicativa perché fa parte delle conoscenze
condivise (enciclopedia) fra gli interlocutori.
Può essere unico in una situazione comunicativa perché è stato introdotto previamente nel
discorso (fa parte dell'universo del discorso) È un elemento introdotto nel contesto.
Ieri mi sono comprata un vestito / Di che colore è il vestito?
Può essere unico in una situazione comunicativa perché è evocato dal co-testo: il concetto
di frame.
Siamo andati a scuola, ma la maestra non è venuta. Il contesto di scuola (tutte le nostre
conoscenze sulla scuola sono attivi) è per questo sappiamo chi è la maestra. Si attiva uno
scenario quando il processo la parola scuola, la mia conoscenza enciclopedia mi permette di
avere un “teatro” nella mente, questo mi permette tranquillamente di introdurre altri referenti
identificabili.

Non è sempre necessario che l’interlocutore conosca previamente l’esistenza di un referente che
si presenta come identificabile.
A volte presentare il referente come identificabile è l’unica possibilità per evitare i malintesi.
Il treno è arrivato in ritardo e ho perso la coincidenza. Il treno sul quale io viaggiavo.
*Un treno è arrivato in ritardo e ho perso la coincidenza. Un altro treno.
Sono due informazioni diverse.
A volte presentare il referente come identificabile o meno è una scelta del parlante.
Voglio comprare le scarpe che ho visto in centro. Aumento l’intesione è quindi riducono
l’estensione; questo significa che il referente è individuale, specifico, non identificabile, questo
non si può sapere per il articolo, ma per la relativa.
Voglio comprare delle scarpe che ho visto in centro. Delle è un articolo partitivo,
introduce sempre un sintagma indeterminativo. È un referente individuabile, specifico, non
identificativo.
Storicamente è stato un rapporto d’amore tra le donne e le scarpe GENERICO
3. Attivazione: lo status di un referente testuale per quanto riguarda l’attenzione degli
interlocutori in un determinato punto del discorso.

Un terzo parametro è l’attivazione, l'attivazione cognitiva. Implica che una volta che io introduco
il mio referente questo referente è attivo nella memoria a lungo termine dell'interprete per la
ripresa.
A: Dove hai comprato questo vestito?
B. Ah, questo guardo l’ho comprato a Zara.

Questo vestito: SN determinativo. È in referente individuale, specifico identificabile. Si è


introdotto un referente nella conversazione. B ha il riferente attivo nella sua mente è questo
permette la ripresa

A: Ho conosciuto una ragazza.


B: Ah si? Come si chiama questa ragazza?

Una ragazza: Referente individuale, specifico, non identificabile. B non sa nulla sulla ragazza,
però può usare nella ripresa un sintagma nominale determinativo perché il riferimento è attivo
cognitivamente per l’interprete. Questa è ripresa, non è possibile riprendere un referente se non è
attivo.

Quando parlo di tipo di referente devo dire qualcosa sulla estensione del referente, sulla
identificabilità e sulla attivazione. Ma anche sul meccanismo linguistico. SN determinativo o
indeterminativo.

Una volta introdotto, un referente cambia il proprio status nel discorso → grado di attivazione
(Chafe 1987, Levelt 1989).
La presidente / Lei / Giorgia Meloni / La prima donna che diventa prima ministra.
Referente → Ripresa
Si dà la descrizione del referente una volta, la prima, solamente cambia l’attivazione, da non
attivo a attivo. Dopo si analizzano i meccanismi di ripresa.

Centro dell’attenzione del parlante: referente attivo (presente nel contesto immediato)
Ho visto un libro per terra e mi sono avvicinata. Il libro sembrava antico e c’era un nome
scritto sulla prima pagina.
Già è attivo quando è presente nella situazione comunicativa. La lavagna quando stai in aula.

Referente indirettamente attivo


Richiamato dal frame
Era la prima volta che andavamo in quel ristorante, ma i camerieri sono stati
simpaticissimi. Fa parte di un frame che si è stato menzionato prima, quindi si attiva la
conoscenza enciclopedica e non c’è necessità di introdurre il referente con un SN
indeterminativo.

Parte della situazione comunicativa.


(in ospedale) Ho già fatto la visita il medico? Indirettamente attivo, fuori dalla nostra
vista ma parte della situazione comunicativa.

Conoscenza lessicale → enciclopedia


Ho appena comprato la macchina e mi hanno già rotto il vetro del finestrino. Fa parte
dall'oggetto macchina, quindi è attivo cognitivamente. Meronimia: potere ingombrare le parti di
un tutto.

Ai margini dell’attenzione del parlante (accessibile)


Referente semi attivo: presente nelle conoscenze condivise tra gli interlocutori. Forma parte della
memoria a lungo termino, ma non è attivo, non è in frame.
Che ne pensi del Processo Bologna? Si può recuperare questo referente ma toma un
secondo.

Referente inferibile: presente nella memoria a lungo termine o deducibile dall’informazione


contestuale
Gli illuministi ammirano Voltaire più di Napoleone. Posso capire l’enunciato perchè
l’info del co-testo, dove non ho nessun tipo di frame, mi permette capire chi sono gli illuministi.
Posso inferire. Il co-testo mi permette inferire.

Referente inattivo: completamente fuori dall’attenzione del parlante (inaccessibile).


Mio cugino ha conosciuto una ragazza torinese. L'interprete non sa chi è la ragazza
torinese.

L’attivazione cognitiva riguarda sempre l’interprete.

Articolo zero: referente generico, referente singolare non specifico


Non compro mai arance siciliane / A Napoli ho visto cani randagi in pessime condizioni.

La flessione verbale (congiuntivo o indicativo, presente indicativo vs futuro/condizionale)


Si sposa con un avvocato Individuabile, non specifico, identificabile
Si sposerà con un avvocato Individuabile, specifico/non specifico, non identificabile
Si sposerebbe con un avvocato Individuabile, non specifico, non identificabile.
Presente> specifico
Futuro>specifico/non specifico
Condizionale> non specifico

Vuole studiare in un liceo che è vicino a casa sua Specifico (indicativo)


Vuole studiare in un liceo che sia vicino a casa sua Non specifico (cong)

2.2.4. L’universo del discorso


È l’insieme dei referenti che sono stati introdotti nel testo e che quindi diventano accessibili per
gli interlocutori.
Referente → mio cugino
→ la lavagne
→ il parcheggio della facoltà
→ delle scarpe blu
Tutti gli elementi introdotti da qualche modo fanno parte dell'universo del discorso.
L’introduzione può avvenire:
Per presentazione
Per attivazione delle conoscenze condivise
Conoscenze enciclopediche generali
Attivazione di un frame (che coincide o meno con la situazione comunicativa)
Per menzione indessicale

21 Nov 2022
Tema 3
La Coesione
3.1. Le catene di coreferenza
3.2. I connettivi
3.3. Le catene di coreferenza

Ci sono una serie di elementi linguistici che, all’interno di un testo, hanno come funzione
specifica riferire o rimandare ad altri elementi linguistici > elementi forici. Quando introduco un
referente uso un NP/SN che fa riferimento a un oggetto extralinguistico. Quando l’elemento
viene ripreso diverse volte il collegamento non è più con l’oggetto extralinguistico, ma con un
elemento linguistico. LA RIPRESA È CON UN ELEMENTO LINGUISTICO. Qui c’è la
differenza tra istituire o riprendere un referente.

Riprendere un referente > elementi forici non posso avere un elemento forico senza un
antecedente: la prima introduzione di quell'elemento nel testo.
1. SN determinativi preceduti da articolo determinativo, dimostrativi, possessivi.
2. Ellissi
3. Pronomi personali di terza persona, possessivi di terza persona, relativi, dimostrativi.

Esistono 2 tipi di elementi forici:


● Anaforico: rimangono a elementi testuali precedenti.
● Cataforici: rimangono a elemento testuali posteriori. Più nei testi letterari, dare
informazione di un referente non introdotto. Es. Lei aprii la porta. Romina era molto
bella ed io mi innervosivo ogni volta che entrava.

In Palermo punto d'ancoraggio = antecedente.


Istituire vs riprendere un referente testuale
Nome proprio / SN: riferimento per mezzo di un elemento del testo a un'entità esterna al testo >
istituzione di un referente testuale
Anafora riferimento per mezzo di un elemento del testo a un referente testuale già istituito.
Relazione tra due elementi linguistici in cui l'interpretazione di uno, detto anaforico, richiede in
qualche modo l'interpretazione dell'altro detto antecedente.

Condizioni di uso dell’anafora:


● Un referente testuale già istituito, quindi attivato nel discorso.
● Identificabilità: il referente dell’anafora deve essere identificabile dal ricevente. Perché
forma parte del co-testo. La distanza tra il referente e anafora, l’anafora non può essere
lontana dal referente. Il tipo di elementi di ripresa è in relazione con la distanza con il
referente.

La ellissi la posso usare solo se è vicina con le catene coreferenziali = l'insieme dei meccanismi
di ripresa di un referente.
Mezzi linguistici anaforici:
Proforme: pronomi personali, relativi, dimostrativi, verbali, avverbiali.
SN determinativo (descrizione definite).
La varietà stilistica costringe il produttore testuale a servirsi di questi mezzi linguistici per
rimandare a uno stesso referente testuale > catene coreferenziali.
Non tutti gli elementi anaforici possono rimandare a tutte le descrizioni definite che istituiscono
un referente testuale. Tipo di referente che non può essere ripresa da una anafora > il non
specifico e il generico. Referenti individuali specifici per avere anafora.
Es. *il cane è il migliore amico dell’uomo. Lo vedo ogni mattina al parco.
Il cane e il migliore amico dell’uomo. Averne uno aiuta a molte persone a superare depressioni e
altre malattie. “Ne” ripresa anaforica di una classe; avere un elemento di questa classe.

Nelle frasi negative i SN indeterminativi hanno un’interpretazione non specifica:


es. *Oggi non ho toccato un libro. Infatti, non l’ho visto sul tavolo. Non posso riprenderlo con
“lo” perché non so che libro è.

2 Dic 2022
Anafora incapsulatura
Gli incapsulatori sono un tipo di anafora che più permette usi di manipolazione discorsiva, usata
nei testi giornalistici perché permette di introdurre valutazione soggettive. L’antecedente del
incapsulatore non è un referente di tipo individuale, è un evento, una situazione complessa,
all'interno della quale posso avere diversi referenti individuali. Incapsulatore= racchiudere.
La struttura è sempre un SN, ma con una particolarità. Sempre un SN determinativo, il
determinante deve essere un articolo o un . La particolarità sta nella testa del sintagma, è formata
da quello che chiamiamo un iperonimo o un nome generale. Animale-gatto. La nostra
conoscenza è organizzata in categorie; di più generale a meno. Un iperonimo indica una
categoria che include.
I nomi generale: tema, evento, problema, questione, argomento. Sono nomi che hanno un
significato poco preciso, sotto quello significato vengono specificate altre cose.

Un'altra caratteristica è la posizione tematica. Tutto quello all’inizio del enunciato. Tema è quello
che decidiamo di presentare prima quando formuliamo l’info.
Negli Stati Uniti ci saranno le elezioni tra quatre anni. Stati Uniti è prima perché si presume che
è conoscenza condivisa. La posizione è chiave, perché tutto quello che contiene la anafora
incapsulatura è fuora della discussione.
Un giudice di pace a Napoli ha sospeso un sequestro di motorino accogliendo uno dei ricorsi
presentati dalla Associazione dei Consumatori.
La decisione… Questa è la anafora incapsulatura.
Prima se racconta un fatto, dopo si riprende in questa anfora. Questo è un caso di incapsulatore
neutro, senza valutazione. Si presenta quello detto come una decisione.

L’incapsulatore è una funzione solo testuale. La decisione funziona come incapsulatore in questo
testo, ma non necessariamente in altri testi.
È sempre una anafora di tipo intrinseco. A volte come anafore, ma a volte no. Posso riconoscere
un incapsulatore solo in alcuni testi.
Differenza con le anafore. I incapsulatore non fa mai parte di catene coreferenziali, presenta un
evento, una situazione e lo riprende, è un'introduzione. Non può far parte di una catena anteriore,
forma la sua propria.
Non bisogna confondere l’incapsulatore con l’anafora testuale; ha la stessa funzione, però lo fa
con un pronome.
Cosa pensa di Bill Clinton?
Penso che grazie anche a Hillary è uno dei migliori leader del pianeta…lo dico con convinzione.
Questo lo si riferisce a tutto quello che è stato detto prima. Non usa un SN, usa un pronome, lo o
questo.
bla bla bla.
Questo mi dà il coraggio… Questo fa riferimento al bla bla prima. Quando la ripresa anaforica
viene fatta con un pronome personale parliamo di anafora testuale, è la diferenziamo di
incapsulatore.
Dif fondamentale: quando uso un SN do una etiqueta a quello di cui sto parlando. Il giudice
come una decisione del giudice. Il giornalista elige come etichettare i referenti nel testo.
Abbiamo due tipi di etiquette.
La prima fa riferimento a un discorso precedente. Questo discorso, questa avvertenza,
questa previsione. Queste previsioni, questo è un incapsulatore, fa riferimento a quello que si ha
detto prima. Abbiamo un SN con un determinato determinativo.
Si fa riferimento a fatti, processi, stati. Situazione, caso, problema, evento, fatto. Fanno
riferimento a quello che è successo. Questo incidente… il giornalista decide di riprendere la info
prima come un incidente. Il giornalista è libero di decidere la eticheta per presentare al lettore
questo evento con una valutazione. Dire incidente è aminorare quello che è successo. Comunque
c’è una ideologia in queste riprese.

Abbiamo detto che posso essere iperonimi, nomi generali o nominalizzazione. Se appare un
verbo nel enunciato prima, io posso riprendere la info con un derivato dal verbo
Ridurre-riduzione. I incapsulatore gioca un ruolo importante perché possono diventare un punto
di info per il resto del testo, può condizionare lo sviluppo di informazione. È accaduto tutto in
pochi minuti. Un commando ha assaltato un portavalori. Ma la rapina non è riuscita. Fa
riferimento a la frase prima. Una delle guardie giurate ha fatto fuoco. Il guatto ha venuto. Fa
riferimento alla rapina. Sono due incapsulatori diversi che danno informazione. I incapsulatore si
separa dalla catena coreferenziale è comincia la sua propria.

Sono un meccanismo di manipolazione perché le etiquette puoi ricategorizare la info, presentarla


come appartenente a un altra categoria, è in più può contenere delle valutazione soggettiva. Da
1994 a -. Ma in Berlusconi il passaggio della accettazione alla volgarità … è mirato con
questa… Con questo incapsulatore sto insultando a Berlusconi.

Tipi di incapsulatori se guardiamo la manipolazione discorsiva.


1. Incapsulatori neutri.
a. Al progetto… Il progetto riprende tutta la info prima. La nominalizzazione.
Intossicate…Molti delle episodi di intossicazione. Ripresa neutrale dove la
manipolazione è meno apparente. Soprattutto a confronto con i altri tipi.
2. “” con modificazione valutative
a. Per descrive i pres Bush… Questo linguaggio(è la etiqueta) urlato infarcito di
insulti…ha trasformato. La valutazione è nel modificatore che accompagna
l'etichetta, non nella etichetta.
3. “” etiquette
a. L'impennata delle tariffe elettriche… La valutazione del giornalista è nel tipo di
sostantivo che usa.
4. “” metaforici
a. bla bla bla… Con la loro rabbia assoluta attaccano… Parla dei problemi nella
periferia di Parigi. La rabbia si associa con i cani. Il giornalista gli chiede cani. La
loro rabbia riprende la info prima, tutte le azioni prima. Il fatto di usare rabbia è
una metafora. È un modo di animalizare i inmigranti.
Da meno manipolazione a più.

Che cos’è la densità informativa?


L'equilibrio tra la quantità di info veicolata e la quantità di materiale linguistico adoperato. In un
materiale linguistico come un SN sono in grado di trasmettere molta info perché riassume lo
detto e da più info. Niente esplicito. Non do l'opportunità al lettore di analizzare il mio giudizio.
Non si lascia contestare.

Cosa è un incapsulatore?
1. SN
2. Natura anaforica
3. Posizione tematica
4. Funzione testuale: nessun SN può funzionare come incapsulatore se non in un testo
concreto.

12 Dic 2022

3.2 I connettivi
Connettivi argomentativi.
I connettivi fanno parte dei marcatori del discorso. Ma noi studiamo questi perché sono i più
frequenti nei testi scritti.
Definizione: Sono una categoria funzionale (elementi appartenenti a classi di parole molto
diverse e costruzioni complesse possono funzionare come connettivi). Hanno una funzione
determinata nei testi.
Avverbi: allora, insomma, dunque Se conserva la funzione di avverbio non è connettivo.
Coniugazioni: ma, e, invece Stiamo parlando di connettivo testuale, non frasale. Dobbiamo
trovare enunciati Pensavo di andare al mare questo weekend ma…
Sintagmi preposizionali: tra l’altro, al contrario La maggior parte dei connettivi sono SP
Non si tratta di una categoria grammaticale: non si può decidere a partire da criteri morfologici o
sintattici se un elemento testuale e un connettivo.

La funzione discorsiva
La funzione logico-argomentativa: connettono i contenuti proposizionali degli elementi frasali e
interfrasali di un testo (relazione logiche) → connettivi. Elementi separati da una punteggiatura
forte o che hanno almeno l’entità di una frase. Stabiliscono relazioni logiche Oggi piove, quindi
prendo l’ombrello.
1) Relazione logiche → esistono extra linguisticamente. Oggi è piovuto quindi il pavimento
è bagnato. Rapporto tra cose nel mondo. La pioggia è la causa che il pavimento sia
bagnato.

Contribuiscono alla costruzione argomentativa del testo.


2) Relazioni argomentative → costruiti dal parlante. Mario oggi non è venuto, quindi è
malato. Il fatto che non sia venuto no può essere la causa della malattia. Non è una
relazione di tipo logico. Presento la malattia come una conseguenza, una deduzione,
come io presento gli argomenti nel testo.
Un giornalista userà di più la relazione argomentativa per orientare l'opinione del lettore a una
certa idea.
Pietro è caduto. Si è rotto la gamba. Si stabilisce un rapporto tra caduto e rotto. Grazie alla
conoscenza enciclopedica relaziona queste due.

Indicano/creano i rapporti tra i contenuti discorsivi e guidano l’interpretazione. Sono io come


parlante che decide di stabilire questi rapporti con i diversi connettivi.
Sono più frequenti nelle varietà scritte dove c’è un maggior bisogno di esplicitare il filo
argomentativo del discorso.

Quali sono le funzioni?


altresì: addizione di informazione al testo.
tra l’altro: addizione, stesso caso che l’anteriore.
ANCHE NON È UN CONNETTIVO IN ITALIANO. ≠ TAMBIÉN
insomma: * il percorso è un incapsulatore. è una conclusione, presenta la conclusione del testo.
eppure: controargomentazione.

Caratteristiche:
Maggiore grado di integrazione sintattica nell’enunciato. Se io uso un tuttavia o inoltre
normalmente uso la virgola, se uso un perchè o un ma non ho una separazione. Nel parlato le
elemento discorsivo è sempre separato con la enunciazione.
Agiscono a livello testuali e su elementi espliciti nel testo (enunciati). Questo permette
differenziare un connettivo da una congiunzione.
Posso iniziare un turno con un additivo perché si fa riferimento a una conversazione prima. E tuo
padre? Questo ‘e’ si riferisce alla prima conversazione dove si parlò dal padre.
Non sono di solito polisemici o polifunzionali, ma si specializzano in un tipo di funzione
connettiva e mantengono un significato procedimentale constante (minore desemantizzazione)

Allora (avv. temporale) Lui scriveva come facevano i letterari allora. Allora è anaforico. Senza
sapere di quale epoca si sta parlando io non posso capire il significato di allora.
Marco ha detto che non viene, allora, siamo tre per la cena. Allora ha valore consecutivo, lo
posso sostituire per ‘quindi’.

Allora ha valore anaforico ma con un verbo diverso dal presente. Ha un significato


procedimentale (una parte dal significato si una parola che mi da una istruzione, non un concetto.
Cerca un collegamento nel co-testo). Si perde il significato concettuale (desemantizzazione), ma
il procedimentale si conserva. È il valore anaforico di allora quello che mi permette arrivare al
connettivo consecutivo. Si grammaticaliza, un elemento lessicale che a un certo punto diventa un
connettivo.

La teoría dell'argomentazione distingue due tipi basici di rapporti tra gli elementi di una struttura
argomentativa:
1) Co-orientazione: due (o più) info testuali che conducono a una stessa conclusione.
2) Anti-orientazione: info testuali in conflitto perché le conclusioni che si derivano da
ognuna di esse sono incompatibili.
Addizione
Co-orientati Causa
Conseguenza

Connettivi
logico-argomentale
opposizione
Anti-orientati Controargomentazione contrasto
Connettivi

Mitigazione della rilevanza informativa

Ordinanno
Connettivi con Strutturano l’info Delimitano (topicalizatore)
funzione metatestuale Focalizzano

Formulazione Parafrasi
lingüística Riformulazione
Non-parafrastica
● Connettivi additivi
L'enunciato introdotto ha la stessa orientazione argomentativa dell'enunciato precedente e
conduce alla stessa conclusione.
Laura sarebbe una buona scelta per l’ufficio di relazioni internazionali. È una ragazza molto
preparata. Inoltre sa parlare lingue straniere.

Una di queste info può essere più rilevante (maggiore forza argomentativa) e questa gerarchia
informativa viene esplicita da anche, addirittura , inoltre (scala in crescendo)

I figli sono tutti e due disoccupati da tempo. Inoltre, il padre è stato licenziato recentemente. La
situazione è critica. La situazione è critica è la conclusione. Più rilevante il fatto che il padre sia
licenziato perché lo indico con queste connettivo.

Neanche, nemmeno (scala in decrescendo)

● Connettivi consecutivi e causali


I connettivi indicano la causa o il motivo di un’informazione precedente o successiva: perché,
dato che, dal momento che, giacché. Introducono la causa (logico) o motivo (argomentativo).
Perché indica 2 tipi di rapporto causali:
1) Non è venuto perché era malato (dell’enunciato-sintattico)
2) È malato perché non è venuto (dell’enunciazione-pragmatica) La causa, non è venuto, è
la causa del mio ragionamento, la mia infferenza. Causale pragmatica.

● Connettivi consecutivi
I connettivi introducono la conclusione o conseguenza derivata dall’info presentata
precedentemente.
Di conseguenza, in conseguenza, perciò, quindi, pertanto, allora, da qui
La causa e la conseguenza costituiscono 2 punti di vista diversi sullo stesso avvenimento:
Ha studiato poco quindi ha sacato un 2
ha scato un 2 perché ha studiato poco.

● Connettivi contro argomentativi


L’enunciato introdotto ha un’orientazione argomentativa contraria all’enunciato precedente e
conduce alla conclusione opposta.
Carlo è un ragazzo molto simpatico. Ma tutti sanno che è molto tirchio. Essere simpatico ha una
conclusione positiva in questo caso e la seconda ha una conclusione negativa. Non è
necessariamente una opposizione, ma una opposizione dalle conclusione che si derivano di
queste argomenti.

I connettivi con questa funzione possono introdurre


-l’argomento più forte: ma, però, tuttavia, bensì.
-l’argomento più debole: sebbene, nonostante, benché.
Sebbene Carlo sia un ragazzo molto simpatico… Il connettivo introduce il debole.
-il semplice contrasto: mentre, invece, al contrario. Carlo è tirchio invece Juan è noioso.
Conclusione: non voglio andare al cinema con nessuno delle due.
Ma, peró, invece, viceversa, al contrario, all’opposto, per conto, tutt’altro, eppure, nonostante
ciò, ciò nonostante, tuttavia, con tutto ciò, malgrado ciò, nondimeno, non pertanto, nondimanco.

13 Dic 2022
Connettivi mitigatori della rilevanza informativa
Nella costruzione argomentativa indicano che un’info ha un peso minore o marginale
(comunque, in/ad ogni modo, in ogni caso, detto ciò)
Non ha avuto il posto. Comunque aveva già in mente di andare in America. La prima frase ha
come conclusione non essere contento; la seconda indica che è contento quindi, la seconda
contraddice la prima.

Ellissi soggiacente nei connettivi


La capacità deittica dei connettivi
Oltre a brutto, è antipatico Le due argomenti sono chiari, il connettivo aggiunge info.
Inoltre, è antipático Il primo argomento è eliso, il primo argomento deve apparire nel co-testo. Il
connettivo suppone che il lettore deve trovare il secondo termino nel co-testo.

Invece di rimanere, Laura è uscita con loro


Invece è uscita con loro
Lo stesso caso che il primo esempio

Nonostante qualche litigio, la convivenza era piacevole.


Nonostante ciò, la convivenza era piacevole. Nel caso de nonostante non posso elidere
completamente il primo argomento o uno dei argomenti, devo lasciare una traccia con il ciò.
Al contrario di ieri, oggi c’è un bel sole
Al contrario, oggi c’è un ben sole

Prenderei una bevanda calda piuttosto che fredda


Prendere una bevanda calda piuttosto
Piuttosto non si usa come connettore normalmente.

Doppia funzione: Avverbio e connettivo


Preparazione … Aggiungete il lievito in polvere e mescolate in tutto. Quindi ungere 8 stampini
monodose di alluminio… Posso sostituirlo da dopo; è un avverbio temporale.

Nonostante i … I soldati furono quindi inviati in alcune… È un connettivo co-orientati,


consecutivo.

La funzione metatestuale
Legata alla costituzione linguistica del discorso.
● Due sottofunzioni:
○ La strutturazione dell’info
■ La struttura dell’info: ogni discorso di una certa estensione deve avere una
struttura esplicita per agevolare la loro ricezione.
■ Tre funzioni:
● Ordinare il discorso: esplicitare la struttura
○ Numerazione dei paragrafi o parti del testo
○ Uso di segnali discorsivi che indicano la successione delle
parti
■ Apertura In primo luogo, da una parte, anzitutto,
innanzitutto, prima di tutto, per prima cosa
■ Continuità In secondo luogo/terzo… luogo, poi,
dall’altra
■ Chiusura per ultimo, in fine
● Delimitare le parti del discorso: segnalare le parti della
macrostruttura del testo
○ Cambiamento di topico:
■ Introduzione di topico: Allora, quando vieni a
trovarci?
■ Chiusura di topico: Bene, ci vediamo dopo.
■ Introduzione di una digressione: a proposito
■ Sintesi e ricapitolazione: in conclusione, in sintesi,
insomma, per finire, per concludere
○ Delimitatori del tema: topicalizzatore rispetto al fatto che
● Focalizzare un elemento discorsivo: In questo modo si orienta il
processo di ricezione dell’info dato che si stabilisce una gerarchia
tra gli elementi informativi del testo e uno viene messo in rilievo.
Posso lasciare implicito tutto il resto, ma l’elemento focalizzato no,
lo restringo a l’elemento più importante della mia info. Posso
focalizzare
○ Un elemento che viene considerato più rilevante Anche,
addirittura, perfino.
■ Sono venuti Paolo, Claudia e anche Marco
○ Un argomento introducendo ulteriori info che lo riguardano
e lo rinforzano infatti, anzi
■ Sono molto gentili, infatti ci hanno accompagnato
fino all’aeroporto

○ La formulazione linguistica
■ Varietà scritta: tempo sufficiente per la pianificazione, revisione,
riformulazione.
■ Varietà parlata:

● La riformulazione: il parlante prende distanza riguardo al proprio


enunciato e propone un nuovo enunciato che acquisisce maggiore
rilevanza informativa riguardo al precedente
● Due tipi
○ Riformulazione parafrastica: esiste certa equivalenza
semantica tra l’elemento riformulato e l’elemento
riformulatore. Cioè, in altre parole, vale a dire, in altri
termini. Dico lo stesso con parole diverse. Non c’è nessun
tipo di differenza semantica importante tra la prima e la
seconda riformazione
○ Riformulazione non parafrastica: esistono diversi gradi di
distanza semantica tra l’elemento riformulato e l’elemento
riformulatore.
■ Riconsiderazione: rettificazione di quanto stato
detto anzi, detto, altrimenti
● Sicuramente non torna questo pomeriggio,
anzi non tornerà fino alla settimana
prossima perchè domani parte per Milano
● Anzi permette di riconsiderare non
parafrasticamente ed aggiungere più info.

19 Dic 2022
Ellissi soggiacente: I miei amici vanno al mare, invece io vado in montagna. non devo ripetere
invece di ire al mare, questo è l'elemento eliso. Questo è la ellisis soggiacente a i connettivi.

Tema 4
La struttura informativa
4.1 L’ordine dei costituenti
Quando studiamo l’ordine dei costituenti dobbiamo pensare a tre
1. Ordine delle parole
a. Il parlante decide l’ordine in cui vengono presentate le info del testo. In spagnolo
o italiano, l’ordine è molto flessibile, ma il francese o l’inglese sono molto rigide.
i. Punto di partenza: Tema
ii. Il nucleo informativo: Rema
iii. Tema e Rema
1. Possono coincidere con Soggetto-Predicato
a. Piero (tema) non è ancora arrivato (rema)
2. Possono non coincidere
a. Piero(tema, CD) non lo vedo da anni (rema, soggetto)
b. Tipo di info
i. Due tipi di info
1. Info nota o presuntamente tale
2. Info nuova o presuntamente tale
ii. L'intelligibilità di un testo si basa su una combinazione adeguata dei due
tipi di info. La posizione di nota normalmente occupa la posizione di tema
e la nuova di rema-
c. Focalizzazione
i. Un costituente frasale con particolare rilievo: il focus
1. Focus neutro: l’ultima posizione frasale. Una struttura sintattica
che segue un ordine SVO il focus è sempre l’ultimo elemento.
a. Ho incontrato mia cugina ieri. Questo serve per il testo
scritto, nel parlato si usa l'intonazione.
2. Focus marcato
a. Avverbi focalizzatori: anche, proprio, soprattutto. Proprio
Anna mi ha detto…
b. Frasi scisse e semi-scisse
i. Strutture sintattiche. È stato il cane che è seguito il
gatto. Una copula è una formazione pseudorelativa.
È stato il cane a inseguire il gatto. Tutto quello non
focalizzato è chiamato lo sfondo informativo.
c. Intonazione enfatica
Devo indicare il focus e lo sfondo info, il tema e il rema, e la info nota e nuova.

Ordine delle parole


L'organizzazione info dell’enunciato (Functional Sentence Perspective della Nuova Scuola di
Praga) Questa nuova scuola studia la struttura info. Parlano di funzioni, credono che la lingua
serve per qualcosa.
● Tema: blocco informativo iniziale. Riguarda un’entità.
○ Di solito l’agente o il paziente dell’azione.
○ Normalmente sono elementi informativi congiuntivamente più accessibili e/o
informazione nota all'interlocutore
○ Sfondo informativo Anch’io ho dormito male È focus è tema.
● Rema: blocco info che contiene l’info principale e segue il tema.
■ (Io, tema)Ho comprato un libro del settecento(focus neutro, pos finale ).
○ Riguarda cosa è successo
○ Normalmente sono elementi informativi nuovi
○ Di solito contiene l’elemento focalizzato

Il tema può essere eliso, può essere non espresso.


Quando è un soggetto. ∅ (tema) Non ci voglio andare (rema)
Quando indica informazione spazio-temporale sottintesa. (adesso) è arrivato il treno delle sette.

● Problemi:
○ Frasi senza tema?

Una frase può avere più di un tema


Piero (tema) molti libri (tema 2) non ha ancora letti (rema) / Piero non ha ancora letto molti
libri. Per enfatizzare o per riprendere elementi già attivi. Prendo due elementi che sono già
cognitivamente attivi e li metto all'inizio della frase.
Cornice:
Info spazio temporali che precedono il tema. Il giorno dopo (cornice), Marco (tema) andò via
(Rema)
Connettivi frasali e testuali, nella cornice si collocano questi.
Ciononostante (cornice), a Mario (tema) gli fu permesso di restare ancora tre mesi in quella
casa (rema).

20 Dic 2022
Ordine non marcato (SVO):
Tema= soggetto / Rema= predicato e argomenti interni.
Non tutte le frasi hanno oggetto. Vado a mangiare dai miei. I miei per defecto c'è una madre e un
padre e non c’è necessità di dire il mio padre e la mia mamma.
Migliaia di accademici boicottano le università israeliane.
Quando abbiamo elisione di soggetto. Continuiamo ad avere un ordine non marcato.
Mangiamo alle otto. Ha letto molti romanzi.

Ordine non marcato nelle interrogative parziali.


Pronome interrogativo + verbo + altri argomenti (Oggetto)

Ordine non marcato nelle interrogative totali, se troviamo il soggetto prima del verbo è ordine
marcato.
Verbo + soggetto + argomenti interni (Oggetto)

Ordine marcato: hanno ordine marcato le frasi in cui i costituenti non occupano le loro posizioni
canoniche, previste dalla lingua, ma sono stati spostati per esprimere un particolare significato
senza cambiare il contenuto proposizionale.
Io non conosco Giorgio
Giorgio, non lo conosco
Non lo conosco, Giorgio

Quando parliamo di ordini marcati, possiamo anche parlare di ordini marcati abituali. Appaiono
con determinati verbi o componenti.
Quando il costituente è pesante si sposta alla fine dell’enunciato.
Sarà possibile acquistare i biglietti della metropolitana online. Ha molta informazione quindi si
muove per la fine, perché è pesante.
L'oggetto diretto viene sempre prima dall'oggetto indiretto ma se è molto pesante se pospone.
Ho dato al bambino un bel libro da studiare.

Ordine marcato
Nelle frasi innacusative. È l’unico caso nel quale posso sostituire il soggetto con un pronome.
Delle studenti ne sono arrivati quattro. Ne è anche parte dal soggetto.
È arrivato il treno delle sette
È affondata la nave

Con i verbi ‘psicologici’. Hanno un ordine previsto della grammatica dove il soggetto è sempre
posposto.
Mi piace il dolce
A Laura le piacciono i gialli

4.2.1. Dislocazioni, anteposizioni, topicalizzazioni.

Dislocazione: spostamento di un elemento frasale.


● A sinistra (OSV), in posizione tematica (pausa e ripresa nominale obbligatoria). La
dislocazione ha sempre una ripresa clitica (pronome). La virgola non è obbligatoria.
■ I libri, li comprai due anni fa a Roma. I libri (Tema), li comprai…(Rema)
○ Un costituente diverso dal soggetto occupa la posizione del Tema. Si mantiene la
connessione sintattica (normalmente con la ripresa del clitico). L’elemento
dislocato è noto all’ascoltatore.
● A destra, con funzione esplicativa di un elemento pronominale e pausa obbligatoria
○ L’ ho vista uscire con mio fratello, Maria. È tipico del parlato.

Anteposizione: (tipo di ordine marcato)


Dislocazione a sinistra. Senza ripresa del clitico. Si mantiene il collegamento sintattico.
La stessa proposta fece il partito socialista.
Cose simili vediamo tutti giorni.

Topicalizzazione o tema sospeso


La differenza, non solo non abbiamo ripresa clitica, non si conserva la funzione sintattica.

Dislocazione a sinistra: Senza ripresa pronominale e senza funzione sintattica


nell’enunciato. Elemento noto. Serve per mettere come tema qualcosa che già è attivo nella
comunicazione.
Lingua parlata (tradizionalmente considerati anacoluti)
Te, cosa pensi (tu) del riscaldamento globale?
Gli esami, non mi ci fanno pensare che mi vengono i brividi. Per fare una dislocazione a sinistra
dovremo aggiungere un A gli esami.

Lingua scritta (precede da un tematizzatore)


Per quanto riguarda i bambini, devo trovare una soluzione.
1. Paola è arrivata ieri.
a. Ordine marcato perchè è inaccusativo
2. La torta l’ho messa in frigorifero
a. Ordine marcato, dislocazione a sinistra
3. Ti sta cercando Mario
a. Ordine marcato, posposizione di soggetto. Tema: posso avere un elemento
spaziotemporale (adesso) o senza tema
4. A Milano ci sono stata ieri
a. Ordine marcato, dislocazione sinistra
5. Ha telefonato Gianni
a. Ordine marcato, posposizione di soggetto.
6. Il professor Rossi! L’avevo sempre trovato straordinario, quell’uomo.
a. Ordina marcato, topicalizzazione. Seconda parte, ordine marcato, dislocazione a
destra, quell’uomo.
7. La stessa domanda mi sono fatto io.
a. Ordine marcato, anteposizione, metto davanti l’oggetto.
8. Verrò a prenderla verso le otto, la bambina.
a. Ordine marcato, dislocazione a destra
9. Le lumache! Mi fanno proprio schifo
a. Topicalizzazione
10. A proposito di Laura, non viene
a. Topicalizzazione con elemento di topico.

4.2.2 Focus di Frase


Focus Neutro: posizione finale, elemento del rema.
Focus: elemento informativamente più rilevante nell’enunciato. Può essere un elemento del
Tema o del Rema.
Meccanismo di focalizzazione:
1. Prosodia
1.1. Focus neutro= focus prosodico
1.1.1. La mia macchia si è ROTTA
1.2. Ordine Marcato, focus prosodico

2. Avverbi foccalizzatori
2.1. Avverbio + elemento focale
2.1.1. Posizione, normalmente precedono l’elemento che focalizzano. Ampia
libertà all’interno dell’enunciato.
2.1.1.1. Anche Maria ha portato un mazzo di fiori. Maria non è l’unica che
ha portato fiori.
2.1.1.2. Maria ha portato anche un mazzo di fiori. Maria ha portato
qualcosa altro di fiori.
2.1.1.3. Maria ha anche portato un mazzo di fiori. Maria ha fatto qualcosa
di diverso da portare.
2.1.2. Estenzione
2.1.3. Categoria, possono focalizzare qualsiasi elemento.
2.1.3.1. Principali avverbi
2.1.3.1.1. Additivi: anche, addirittura, perfino
2.1.3.1.2. Restrittivi: solo soltanto
2.1.3.2.

4.3.1 Le frase scisse


Una costruzione scissa è una struttura frasale complessa costituita da una frase principale,
introdotta da una copula (verbo essere, è o sono) o da un elemento presentativo (verbo esserci)
seguiti dal loro argomento, e da una subordinata: principale e subordinata nel loro insieme
esprimono una proposizione logicamente semplice, che può essere espressa sotto forma di
un’unica frase senza che questo provochi cambiamenti nelle condizioni di verità. (Roggia, 2009)

Il riscaldamento globale causa molte catastrofi naturali.


È il riscaldamento globale che causa molte catastrofi naturali.

Sono le raggaze che abitano nel mio palazzo. Non è una scissa, frase copulativa con una frase
relativa con il suo antecedente. La scissa ha sempre una intonazione molto particolare. Se
facciamo la domanda che? che cosa è? Chi sono? possiamo vedere se è una scissa o no. Se si può
rispondere non è una scissa.

Essere + X + che + subordinata.

La frase pseudoscissa
(Dimostrativo) Pronome relativo + subordinata + copula + X (SN o SPrep)
X=focus
Chi è venuto a trovarci in maggio è Matteo.
Dove lavoro meglio è a cassa.
Ciò che mi piace di più sono i gelati.
Quello che non ti ho detto è che sono incinta.

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