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Domenica 4 aprile 2010

N. 13
La Chiesa e la politica

Sui valori fondamentali c’è perfetta sintonia tra Benedetto XVI e l’episcopato italiano. La
Conferenza episcopale continua a dichiararsi «neutrale» e a «non schierarsi» nelle elezioni. Ma non
scegliere uno schieramento politico o partitico non significa rinunciare a proporre a elettori e a
futuri eletti «i contenuti irrinunciabili fondati sul primato e sulla centralità della persona da
articolare nel concreto dei rapporti umani». La posizione, annunciata dal presidente, cardinale
Camillo Ruini, al Consiglio permanente del 23-26 gennaio e ribadita nella stessa sede il 20-23
marzo, è riaffermata il 28 marzo dal segretario della Cei, mons. Giuseppe Betori: spiega che l’invito
vale di più per i parlamentari di ispirazione cattolica. Due giorni dopo il Papa riceve i deputati del
Partito popolare europeo dei 25 Paesi e ribadisce che in politica «la vita, la famiglia e l’educazione
dei figli sono valori non negoziabili».

I vescovi. Betori si compiace che vi siano candidati cattolici in entrambi gli schieramenti e si augura
che «la politica possa essere illuminata dalla stessa coscienza cristianamente ispirata che li ha
guidati nel lavoro nelle associazioni ecclesiali». Evidente il riferimento ai due candidati della
Margherita, Luigi Bobba, ex presidente delle Acli, e Paola Binetti, ex presidente del Comitato
Scienza e Vita, e ai due candidati dell’Udc, Luisa Santolini, ex presidente del Forum delle famiglie,
e Luca Marconi, esponente del Rinnovamento dello spirito. Betori fa notare: «Da almeno dieci anni
non esiste più un partito di riferimento dei cattolici. Il nostro auspicio è che qualsiasi luogo politico
sia stato scelto da candidati che vengono dal mondo cattolico, esso possa diventare fermento di
testimonianza di valori umani, dove aggregare tutti e non solo i cattolici».

I «contenuti irrinunciabili» sono «il rispetto della vita umana dal concepimento al termine naturale,
la difesa del matrimonio tra uomo e donna e il sostegno alla famiglia legittima». Sulla trovata di
Forza Italia che, a firma di Bondi, ha inviato alle parrocchie l’opuscolo inneggiante a Berlusconi e
al suo governo, Betori commenta: «Il materiale propagandistico è stato sempre inviato alle
istituzioni ecclesiastiche in vista delle elezioni. Abbiamo ribadito che non ci schieriamo e quindi
non intendiamo prendere posizione neppure sulle espressioni delle parti».

Il segretario esprime invece grande preoccupazione «per la difficile situazione economica del
Paese», in particolare «delle famiglie del Sud: non è un fenomeno passeggero, ma sembra diventata
una costante quotidiana, soprattutto negli ultimi mesi». Una denuncia ripetuta nelle ultime due
riunioni del Consiglio permanente. Chiede «un impegno maggiore, forte e condiviso»
sull’occupazione al Sud e sull’immigrazione: «È un fenomeno complesso che va affrontato con una
reale e ordinata integrazione creando le condizioni perché l’accoglienza avvenga in modo degno».

Durissima la denuncia contro la criminalità organizzata e contro «l’aggressione» che «i progetti


della Conferenza episcopale» hanno subìto in Calabria. Il riferimento è ai gravissimi danni contro la
cooperativa agricola «Valle del Bomico» nella Locride: «Non si tratta solo di una cooperativa del
vescovo Brigantini, ma di una iniziativa dei vescovi perché la cooperativa fa parte del "Progetto
Policoro" coordinato dalla Cei per lo sviluppo del lavoro giovanile al Sud. La criminalità è una delle
cause che impediscono al Sud di riprendere il mano il proprio futuro. La Cei, con mons. Giancarlo
Maria Bregantini, sta studiando la situazione». Più in generale i vescovi giudicano il dibattito
politico «serrato e acceso» e gli ultimi giorni di campagna elettorale carichi di «tensioni e
aspettative».

Il Papa. Vita, famiglia, educazione: sono i tre valori «non negoziabili» che il Papa indica ai politici
cattolici di tutta Europa. L’azione della Chiesa in questo campo non può essere percepita come
un’indebita «interferenza» nella vita pubblica perché la sua voce è rivolta al bene comune «di tutti i
popoli, prescindendo dal loro credo religioso». Ai deputati del Ppe, riuniti a Roma per il congresso
nel 30° di fondazione, Benedetto XVI indica la strada di un’attività politica e legislativa a servizio
dell’uomo. Sullo sfondo la grande preoccupazione della Chiesa per l’avanzata di progetti legislativi
contrari alla legge morale naturale e cristiana. Dopo il divorzio e l’aborto, molti Parlamenti
discutono progetti di legge che puntano al riconoscimento delle unioni omosessuali, alla
legalizzazione dell’eutanasia, alla libertà di ricerca sulle cellule staminali embrionali, al tentativo di
relegare la religione alla sfera privata.

Il Papa rivendica il diritto della Chiesa, come afferma nella Deus caritas est, a intervenire nella vita
pubblica e a dare un contributo per illuminare le coscienze. «La protezione della vita in ogni stadio,
dal concepimento alla morte naturale; la difesa della naturale struttura della famiglia quale unione
tra uomo e donna basata sul matrimonio; la protezione del diritto dei genitori a educare i figli», per i
cristiani impegnati in politica, sono punti non negoziabili. La famiglia va difesa dalle leggi che
tendono a equipararla a «forme di unione radicalmente differenti che contribuiscono a oscurare il
suo particolare carattere e il suo insostituibile ruolo».

Pier Giuseppe Accornero

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