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parte 1
INTRODUZIONE
In un articolo apparso sul Millbrook Round Table del 9 Aprile 1964 (vedi
foto), il cui titolo è ‘Zaccara dice ai Massoni: Noi dobbiamo vivere la
Massoneria’, si parla di una riunione di oltre 500 Massoni a cui il Gran
cappellano della loggia Patrick J. Zaccara ha fatto un discorso che aveva
come tema il fatto che non bisogna solo parlare della Massoneria, ma
bisogna anche praticarla! E badate che questo Zaccara è – come vedremo
dopo – lo stesso con cui le ADI hanno collaborato in Italia nel dopoguerra!
Oltre a ciò, per rendere più completo il quadro, dovete sapere che il
senatore americano Olin D. Johnston (1896-1965) che era il Presidente
della National Committee of Americans for Religious Emancipation, che
incaricò F. Gigliotti di presentare quella memoria, era anche lui un
massone. Lo troviamo infatti nel libro di William R. Denslow 10000
Massoni Famosi (cfr. William R. Denslow, 10,000 Famous Freemasons –
vedi foto), dove viene definito membro del Rito Scozzese a Charleston,
nella Carolina del Sud.
Peraltro, nel libro In nome della «Loggia» Alberto Tarchiani viene definito
‘influente protettore del tandem Gigliotti-Fama’ (Gianni Rossi &
Francesco Lombrassa, In nome della «Loggia»: le prove di come la
massoneria segreta ha tentato di impadronirsi dello Stato italiano: i
retroscena della P2, pag. 23).
Dunque l’American Committee for Religious Freedom in Italy con sede in
New York, di cui era presidente Charles Fama, e su cui le nascenti
Assemblee di Dio in Italia fecero pressione – come dice Roberto Bracco -,
e che intraprese passi rilevanti a favore delle ADI, non era altro che
un’associazione paramassonica. E questi due personaggi – vale a dire
Gigliotti e Fama – che ne facevano parte e che hanno perorato la causa
delle nascenti Assemblee di Dio in Italia, e con cui ovviamente sono
entrati in contatto diversi pastori di allora, erano degli importanti massoni.
Per non parlare poi del fatto che anche l’ambasciatore italiano negli USA,
vale a dire Alberto Tarchiani, a cui Gigliotti presentò la memoria che
ricevette il suo parere favorevole, era un massone anche lui. Giudicate voi,
fratelli, da persone intelligenti.
Possiamo dunque dire che per cercare di fare ottenere alle Assemblee di
Dio in Italia la tanto auspicata libertà di culto, si è messa in moto la
massoneria americana, di concerto sicuramente con quella italiana che
aveva i suoi esponenti non solo tra le autorità italiane ma anche tra le mura
del Vaticano, cosa questa da non sottovalutare affatto. Ovviamente vi
lascio immaginare i contatti o gli incontri tenuti dal massone Frank
Gigliotti con i suoi fratelli massoni americani e italiani, e con pastori
pentecostali, per portare avanti la sua ‘missione’ a favore dei Pentecostali
in Italia. Che dire? Una vergogna e uno scandalo. Una cosa di una gravità
enorme. E poi ci si domanda perchè proprio a partire da quel tempo è
cominciato il declino morale, dottrinale e spirituale delle ADI: è evidente il
motivo, perchè costoro per uscire dalla persecuzione si affidarono ai
massoni – e vi ricordo che i Massoni hanno giurato di lavorare per l’utile
della Massoneria – anzichè confidare in Dio. In altre parole, perchè le ADI
si appoggiarono alla Massoneria, appoggio che porta inevitabilmente la
maledizione di Dio.
Hanno avuto degli effetti positivi gli interventi massonici a favore delle
Chiese Pentecostali? Sì, e già nel breve tempo infatti su The Pentecostal
Evangel del 13 Settembre 1947 si legge che ‘la situazione tra le Chiese
Pentecostali Italiane ora è più facile. Varie proteste, fatte contro le
persecuzioni che esse hanno subito recentemente, sono state ascoltate dalle
autorità’ (pag. 10 – vedi foto a sinistra). E sul Chicago Daily Tribune del
21 Marzo 1949 (foto a destra), Gorietti fece sapere che ‘la pressione
esercitata da uomini di Chiesa americani ha portato il Governo qui ad
assumere un’attitudine più tollerante verso i Pentecostali …’.
.
http://www.unmultimedia.org/
Si presentò davanti al Senato Americano per chiedere di rivedere il
Trattato di Pace
Ecco qui due audizioni compiute da rappresentanti di questo Comitato
davanti alla Commissione per le Relazioni con l’Estero al Senato
Americano, per chiedere la revisione del Trattato di pace, firmato a Parigi
il 10 febbraio 1947 tra l’Italia e le potenze vincitrici della II Guerra
Mondiale, perchè ritenuto da loro contenente delle condizioni
insopportabili per la neonata Repubblica Italiana. La prima audizione è
quella di Anthony Caliandro il 30 Aprile 1947 e la seconda quella di
Patrick J. Zaccara il 2 Maggio 1947. Queste pagine in lingua inglese sono
tratte da ‘Treaties of peace with Italy, Rumania, Bulgaria, and Hungary.
Hearings before the Committee on Foreign Relations, United States
Senate, Eightieth Congress, first session, on Executives F, G, H, and I.
March 4, April 30, May 1, 2, and 6, 1947′ (pag. 117-118, 132-134),
pubblicato dall’Ufficio Stampa del Governo a Washington nel 1947.
Questo giusto per capire a che livelli si muovevano i rappresentanti di
questo Comitato. Peraltro, bisogna dire che anche se il Trattato non fu
rivisto, nella pratica le pressioni degli Italo-americani ebbero il loro
effetto, in quanto il Trattato fu alleviato come scrisse l’ambasciatore
Alberto Tarchiani nel suo libro America-Italia: Le dieci giornate di De
Gasperi negli Stati Uniti: ‘Il Trattato era duro e offensivo in qualche sua
parte; ma l’America ne ignorava già, a nostro vantaggio, alcuni articoli tra
i più incisivi (rimborso paghe truppe e spese militari americane in Italia) e
prometteva di non applicarne altri, come quello sui beni italiani sequestrati
e sull’eccedenza della nostra marina da guerra. Inoltre prometteva, per
bocca di tutti i suoi uomini responsabili, sostegno ed aiuto, e senza mai
domandare compensi o imporre condizioni: l’augurio era che l’Italia
riprendesse il suo posto e che fosse retta coi sistemi di una sana e stabile
democrazia’ (Alberto Tarchiani, America-Italia: Le dieci giornate di De
Gasperi negli Stati Uniti, Rizzoli Editore, Milano 1947 [finito di stampare
nel luglio del 1947], pag. 13).
Il Comitato per la Libertà Religiosa in Italia aveva contatti diretti con la
Massoneria di Palazzo Giustiniani
Il Comitato per la libertà religiosa in Italia – di cui era presidente nazionale
Charles Fama e di cui faceva parte anche Frank Gigliotti, e a cui vi ricordo
si rivolsero le nascenti ADI facendo pressione su di esso, come scrisse
l’allora pastore ADI Roberto Bracco – aveva dei rapporti diretti con la
Massoneria di Palazzo Giustiniani a Roma, tramite il pastore protestante
italo-americano Anthony Caliandro, che era tornato in Italia nel 1947 e
aveva fondato a Napoli un istituto biblico evangelico per ex sacerdoti
cattolici romani. Lo storico Roy Palmer Domenico infatti – rifacendosi alle
parole di un prefetto – afferma nel suo ‘For the Cause of Christ Here in
Italy’: Evangelical America’s Holy Mission in Italy and the Cultural
Ambiguities of the Cold War (Diplomatic History 29 [4] September 2005),
a pagina 647, che Caliandro ‘manteneva un contatto diretto con il quartiere
generale massonico Italiano di Palazzo Giustiniani a Roma’. Ecco qui la
foto della pagina.
Questo Caliandro infatti era vice presidente del suddetto Comitato, cosa
che risulta da un articolo del Daytona Beach Morning Journal del 20
Febbraio 1953 (vedi foto), che riporta la decisione del Governo Italiano di
espellere Caliandro dall’Italia. Caliandro stesso infatti dice: ‘Io sono vice
presidente dell’American Committee for Religious Freedom in Italy,
fondato 10 anni fa’.
La foto di Anthony Caliandro è presa da un articolo apparso su Cedar
Rapids Gazette, 28 Ottobre 1950, pag. 2
Ora, Anthony Caliandro era un massone, infatti in un suo articolo dal titolo
‘Situation in Italy’ (Situazione in Italia) apparso il 20 Maggio 1947 sullo
Scottish Rite News Bulletin [Bollettino di Notizie del Rito Scozzese] viene
presentato come ‘Rev. Anthony Caliandro, 3°’. 3° nel linguaggio
massonico significa ‘massone del terzo grado’ (Scottish Rite News
Bulletin, v.79-126, 1946-47).