Sei sulla pagina 1di 256

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n.

649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 102 (44.842)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
gioved 1 maggio 2008

Citt del Vaticano

All'udienza generale il Papa ripropone gli Stati Uniti come valido esempio di laicit

Primo maggio nel segno della crisi mondiale

Nella patria della libert religiosa per il dialogo e la pace


Con la sua visita negli Stati Uniti il Papa ha voluto rendere omaggio ad un Paese dove la dimensione religiosa considerata anima della societ e garanzia fondamentale dei diritti e dei doveri dell'uomo. All'udienza generale di mercoled mattina, 30 aprile, in piazza San Pietro, Benedetto XVI tornato a parlare del viaggio apostolico compiuto in terra statunitense dal 15 al 20 aprile.

Un lavoro dignitoso per tutti


di JUAN SOMAVIA* La situazione nel mondo del lavoro motivo di ansia e di agitazione anche mentre ci accingiamo a celebrare il primo maggio di quest'anno. I mercati finanziari sono in tumulto e la loro attuale condizione minaccia la stabilit e il progresso del lavoro. Le recenti previsioni economiche indicano infatti per quest'anno e per il prossimo un forte rallentamento della crescita globale. Numerose economie stanno affrontando il persistere della povert. Sebbene quest'ultima stia diminuendo in alcuni luoghi, quattro persone su cinque vivono ancora in Paesi in cui il divario fra i redditi si fa sempre pi ampio. Gli impieghi stanno divenendo sempre pi precari negli uffici, nelle fabbriche e nelle aziende agricole. Sebbene vengano creati milioni di nuovi posti di lavoro, essi sono spesso di pessima qualit. Per esempio, una delle occupazioni a pi rapida crescita in questo momento quella dei venditori ambulanti. Il luogo di lavoro rimane pericoloso per la vita e per la salute. Ogni anno, milioni di persone muoiono, si ammalano o si feriscono sul lavoro. Anche il cambiamento climatico sta portando a una grave disgregazione delle attivit economiche e sociali. E ora un'altra crisi si profila all'orizzonte. La stabilit economica di molti Paesi messa a repentaglio dai vertiginosi aumenti dei prezzi del riso o di altri alimenti base. La crisi dei prezzi dei generi alimentari colpisce soprattutto i pi poveri, minando la stabilit degli Stati e minacciando milioni di persone con lo spettro della povert e della fame. Due anni fa, Benedetto XVI afferm che il lavoro di primaria importanza per la realizzazione personale e per il progresso della societ. Per questo, necessario che sia sempre organizzato e sviluppato nel pieno rispetto della dignit umana e al servizio del bene comune. Mai come in questo momento l'imperativo di unire le forze per il bene comune stato tanto importante. Il corso attuale della globalizzazione non sembra infatti essere di beneficio per la maggioranza. Un recente sondaggio su scala globale ha indicato che oltre tre persone su cinque nel mondo ritengono che costi e benefici dello sviluppo economico non siano distribuiti equamente. Pi della met delle persone interpellate ritiene quindi che la globalizzazione stia avanzando troppo rapidamente lasciandole indietro. Tuttavia, le preoccupazioni relative all'economia vanno oltre le recessioni e i rallentamenti congiunturali. Lo si percepisce anche attraverso i titoli dei giornali e nelle trasmissioni televisive. L'incertezza e l'insicurezza alimentano l'infelicit e la frustrazione. Invece che appagata e sicura la voce della societ diviene sempre pi ansiosa e controversa. oggi quanto mai necessario trovare un equilibrio fra l'istanza democratica espressa dalla societ, la dinamica produttiva dei mercati e la funzione di regolamentazione dello Stato. Otto anni fa, a Roma, in occasione del Giubileo dei lavoratori, ho avuto l'onore di parlare della necessit di formare una coalizione globale per un lavoro dignitoso. Da allora, l'Agenda per il lavoro dignitoso dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) divenuta uno strumento per rimodellare gli elementi fondamentali della globalizzazione. Ci si deve ottenere promuovendo i diritti dei lavoratori e combattendo gli abusi; sostenendo iniziative per creare occupazione, assorbire il lavoro informale e promuovere la crescita; creando fondamenta solide per l'espansione dei sistemi di sicurezza sociale e una base sociale adeguata alle realt di ogni Paese; promuovendo il dialogo sociale e l'istituzione di organismi atti a risolvere i problemi e a trovare soluzioni ai conflitti. L'Agenda per il lavoro dignitoso dell'Ilo riconosce che, ovunque, le persone desiderano un lavoro decoroso per tutti. Un lavoro che offra opportunit ai giovani e alle donne. Un lavoro che promuova iniziative sostenibili, produttivit e competizione. Che contribuisca all'aumento e al miglioramento della produttivit agricola. Che riduca la povert e contribuisca al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio. Che significhi occupazioni di qualit per contrastare l'impatto del cambiamento climatico. Che crei una forte base sociale per quelle opportunit tramite cui le persone potranno soddisfare le proprie aspirazioni. In altre parole un lavoro dignitoso per tutti. Tutto questo possibile soltanto se il lavoro viene posto al centro della politica sociale e organizzato e sviluppato nel pieno rispetto della dignit umana e al servizio del bene comune. Affinch ci si verifichi, necessario rafforzare il dialogo sociale fra Governi, lavoratori e datori di lavoro per delineare insieme gli orientamenti futuri e instaurare un clima di fiducia sulla base del quale raggiungere i compromessi necessari.
*Direttore Generale Organizzazione Internazionale del Lavoro, Ginevra

Cari fratelli e sorelle, bench siano passati gi diversi giorni dal mio rientro, desidero tuttavia dedicare l'odierna catechesi, come di consueto, al viaggio apostolico che ho compiuto presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite e negli Stati Uniti d'America dal 15 al 21 aprile scorso. Rinnovo innanzitutto l'espressione della mia pi cordiale riconoscenza alla Conferenza Episcopale statunitense, come pure al Presidente Bush, per avermi invitato e per la calorosa accoglienza che mi hanno riservato. Ma il mio grazie vorrebbe estendersi a tutti coloro che, a Washington e a New York, sono venuti a salutarmi e a manifestare il loro amore per il Papa, o che mi hanno accompagnato e sostenuto con la preghiera e con l'offerta dei loro sacrifici. Com' noto, l'occasione della visita stata il bicentenario della elevazione a Metropolia della prima Diocesi del Paese, Baltimora, e della fondazione delle sedi di New York, Boston, Filadelfia e Louisville. In questa ricorrenza tipicamente ecclesiale, ho avuto perci la gioia di recarmi di persona, per la prima volta quale Successore di Pietro, a visitare l'amato popolo degli Stati Uniti d'America, per confermare nella fede i cattolici, per rinnovare e incrementare la fraternit con tutti i cristiani, e per annunciare a tutti il messaggio di Cristo nostra Speranza, come suonava il motto del viaggio. Nell'incontro con il Signor Presidente nella sua residenza, ho avuto modo di rendere omaggio a quel grande Paese, che fin dagli albori stato edificato sulla base di una felice coniugazione tra principi religiosi, etici e politici, e che tuttora costituisce un valido esempio di sana laicit, dove la dimensione religiosa, nella diversit delle sue espressioni, non solo tollerata, ma valorizzata quale anima della Nazione e garanzia fondamentale dei diritti e dei doveri dell'uomo. In tale contesto la Chiesa pu svolgere con libert ed impegno la sua missione di evangelizzazione e promozione umana, e anche di coscienza critica, contribuendo alla costruzione di una societ degna della persona umana e, al tempo stesso, stimolando un Paese come gli Stati Uniti, a cui tutti

Per la nomina a suo Inviato speciale alle celebrazioni per sant'Andrea ad Amalfi

Lettera del Papa al cardinale Kasper


PAGINA 8

Collocata in una nicchia esterna della Basilica vaticana

Il Papa benedice la statua di san Giovanni Leonardi


Nella mattina di mercoled 30 aprile, prima dell'udienza generale, il Papa ha benedetto una statua di san Giovanni Leonardi, all'esterno della Basilica vaticana.
PAGINA 5

guardano quale ad uno dei principali attori della scena internazionale, verso la solidariet globale, sempre pi necessaria ed urgente, e verso l'esercizio paziente del dialogo nelle relazioni internazionali. Naturalmente la missione e il ruolo della Comunit ecclesiale sono stati al centro dell'incontro con i Vescovi, che ha avuto luogo nel Santuario Nazionale dell'Immacolata Concezione, a Washington. Nel contesto liturgico dei Vespri, abbiamo lodato il Signore per il cammino compiuto dal Popolo di Dio negli Stati Uniti, per lo zelo dei suoi Pastori e il fervore e la generosit dei suoi fedeli, che si manifesta nell'alta e aperta considerazione della fede e in innumerevoli iniziative caritative e umanitarie all'interno e all'estero. Al tempo stesso ho sostenuto i miei Confratelli nell'episcopato nel loro non facile compito di seminare il Vangelo in una societ segnata da non poche contraddizioni, che minacciano anche la coerenza dei cattolici e del clero stesso. Li ho incoraggiati a far sentire la loro voce sulle attuali questioni morali e sociali e a formare i fedeli laici, affinch siano buon lievito nella comunit civile, a partire dalla cellula fondamentale che la famiglia. In questo senso li ho esortati a riproporre il sacramento del Matrimonio come dono e impegno indissolubile tra un uomo e una donna, ambito naturale di accoglienza e di educazione dei figli. La Chiesa e la famiglia, insieme con la scuola specialmente quella di ispirazione cristiana devono cooperare per offrire ai giovani una solida educazione morale, ma in questo compito hanno grande responsabilit anche gli operatori della comunicazione e dell'intrattenimento. Pensando alla dolorosa vicenda degli abusi sessuali su minori commessi da ministri ordinati, ho voluto esprimere ai Vescovi la mia vicinanza, incoraggiandoli nell'impegno di fasciare le ferite e di rafforzare i rapporti con i loro sacerdoti. Nel rispondere ad alcuni interrogativi posti dai Vescovi, mi stato dato di sottolineare alcuni aspetti importanti: il rapporto intrinseco tra il Vangelo e la legge naturale; la sana concezione della libert, che si comprende e si realizza nell'amore; la dimensione ecclesiale dell'esperienza cristiana; l'esigenza di annunciare in modo nuovo, specialmente ai giovani, la salvezza come pienezza di vita, e di educare alla preghiera, dalla quale germogliano le risposte generose alla chiamata del Signore. Nella grande e festosa Celebrazione eucaristica al Nationals Park Stadium di Washington abbiamo invocato lo Spirito Santo sull'intera Chiesa che negli Stati Uniti d'America, perch, saldamente radicata

nella fede trasmessa dai padri, profondamente unita e rinnovata, affronti le sfide presenti e future con coraggio e speranza, quella speranza che non delude, perch l'amore di Dio stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (Rm 5, 5). Una di tali sfide certamente quella dell'educazione, e perci nella Catholic University of America ho incontrato i Rettori di Universit e College cattolici, i responsabili diocesani per l'insegnamento e i rappresentanti dei docenti e degli studenti. Il compito educativo parte integrante della missione della Chiesa, e la Comunit ecclesiale statunitense si sempre molto impegnata in esso, ren-

di San Giuseppe, stata caratterizzata da grande cordialit. Insieme abbiamo pregato il Signore perch aumenti nei cristiani la capacit di rendere ragione, anche con una sempre maggiore unit, dell'unica grande speranza che in essi (cfr 1 Pt 3, 15) per la comune fede in Ges Cristo. Altro principale obiettivo del mio viaggio era la visita alla sede centrale dell'ONU: la quarta visita di un Papa, dopo quella di Paolo VI nel 1965 e le due di Giovanni Paolo II, nel '79 e nel '95. Nella ricorrenza del 60 anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, la Provvidenza mi ha dato l'opportunit di conferma-

dendo al tempo stesso un grande servizio sociale e culturale all'intero Paese. importante che ci possa continuare. Ed altrettanto importante curare la qualit degli istituti cattolici, affinch in essi ci si formi veramente secondo la misura della maturit di Cristo (cfr Ef 4, 13), coniugando fede e ragione, libert e verit. Con gioia pertanto ho confermato i formatori nel loro prezioso impegno di carit intellettuale. In un Paese a vocazione multiculturale quale gli Stati Uniti d'America, hanno assunto speciale rilievo gli incontri con i rappresentanti di altre religioni: a Washington, nel Centro Culturale Giovanni Paolo II, con ebrei, musulmani, ind, buddisti e giainisti; a New York, la visita alla Sinagoga. Momenti, specialmente quest'ultimo, molto cordiali, che hanno confermato il comune impegno al dialogo e alla promozione della pace e dei valori spirituali e morali. In quella che si pu considerare la patria della libert religiosa, ho voluto ricordare che questa va sempre difesa con sforzo concorde, per evitare ogni forma di discriminazione e pregiudizio. Ed ho evidenziato la grande responsabilit dei leaders religiosi, sia nell'insegnare il rispetto e la nonviolenza, sia nel tener vive le domande pi profonde della coscienza umana. Anche la celebrazione ecumenica, nella chiesa parrocchiale

re, nel pi ampio e autorevole consesso sovranazionale, il valore di tale Carta, richiamandone il fondamento universale, cio la dignit della persona umana, creata da Dio a sua immagine e somiglianza per cooperare nel mondo al suo grande disegno di vita e di pace. Come la pace, anche il rispetto dei diritti umani radicato nella giustizia, vale a dire in un ordine etico valido per tutti i tempi e per tutti i popoli, riassumibile nella celebre massima Non fare agli altri ci che non vorresti fosse fatto a te, o, espressa in forma positiva con le parole di Ges: Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro (Mt 7, 12). Su questa base, che costituisce l'apporto tipico della Santa Sede all'Organizzazione delle Nazio-

ni Unite, ho rinnovato, e anche oggi rinnovo, il fattivo impegno della Chiesa Cattolica per contribuire al rafforzamento di relazioni internazionali improntate ai principi di responsabilit e di solidariet. Nel mio animo sono rimasti fortemente impressi anche gli altri momenti della mia permanenza a New York. Nella Cattedrale di Saint Patrick, nel cuore di Manhattan davvero una casa di preghiera per tutti i popoli ho celebrato la Santa Messa per i sacerdoti e i consacrati, venuti da ogni parte del Paese. Non dimenticher mai con quanto calore mi hanno fatto gli auguri per il terzo anniversario della mia elezione alla sede di Pietro. stato un momento commovente, in cui ho sperimentato in modo sensibile tutto il sostegno della Chiesa per il mio ministero. Altrettanto posso dire per l'incontro con i giovani e i seminaristi svoltosi proprio presso il Seminario diocesano, e che stato preceduto da una sosta molto significativa in mezzo a ragazzi e giovani portatori di handicap con i loro familiari. Ai giovani, per loro natura assetati di verit e di amore, ho proposto alcune figure di uomini e donne che hanno testimoniato in modo esemplare il Vangelo in terra americana, il Vangelo della verit che rende liberi nell'amore, nel servizio, nella vita spesa per gli altri. Guardando in faccia le tenebre di oggi, che minacciano la vita dei giovani, i giovani possono trovare nei santi la luce che disperde queste tenebre: la luce di Cristo, speranza per ogni uomo! Questa speranza, pi forte del peccato e della morte, ha animato il momento carico di emozione che ho trascorso in silenzio nella voragine di Ground Zero, dove ho acceso un cero pregando per tutte le vittime di quella terribile tragedia. Infine, la mia visita culminata nella Celebrazione eucaristica nello Yankee Stadium di New York: porto ancora nel cuore quella festa di fede e di fraternit, con cui abbiamo celebrato i bicentenari delle pi antiche Diocesi dell'America del Nord. Il piccolo gregge delle origini si enormemente sviluppato, arricchendosi della fede e delle tradizioni di successive ondate di immigrazione. A quella Chiesa, che ora affronta le sfide del presente, ho avuto la gioia di annunciare nuovamente Cristo nostra Speranza ieri, oggi e sempre. Cari fratelli e sorelle, vi invito ad unirvi a me nel rendimento di grazie per la confortante riuscita di questo viaggio apostolico e nel domandare a Dio, per intercessione di Maria Vergine, che esso possa produrre abbondanza di frutti per la Chiesa in America e in tutte le parti del mondo.
I SALUTI DEL PAPA AI FEDELI IN PIAZZA SAN PIETRO A PAGINA 8

A colloquio con Paolo Mieli

L'Italia a una svolta Ma il dialogo politico lontano


Una svolta nella storia politica italiana: perch il risultato delle elezioni chiaro e netto. Quella che si aperta una legislazione che potrebbe essere costituente anche se proprio le dimensioni della vittoria del centrodestra rischiano di ostacolare il dialogo. questa, in sintesi, l'analisi del quadro politico fatta da Paolo Mieli, direttore del pi importante quotidiano italiano, il Corriere della Sera, nel corso di un colloquio con il direttore de L'Osservatore Romano. Un'analisi aperta alle valutazioni sul futuro del Paese e alle prospettive dei protagonisti della vita politica italiana.
MARCO BELLIZI
A PAGINA

INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Gallup (Stati Uniti d'America), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Donald E. Pelotte, S.S.S., in conformit al canone 401 2 del Codice di Diritto Canonico.

NOSTRE

In occasione del 1 maggio, solennit dell'Ascensione e festa di san Giuseppe Lavoratore il nostro giornale non uscir. La pubblicazione riprender con la data del 2-3 maggio.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO

gioved 1 maggio 2008

La Fao sull'emergenza cibo

Un'opportunit da non perdere


ROMA, 30. Un intervento urgente non solo per fronteggiare lattuale emergenza alimentare mondiale, ma anche per cogliere le opportunit che laumento dei prezzi pu offrire per il rilancio lagricoltura ed evitare che situazioni drammatiche di questo tipo si verifichino in futuro. questo lappello lanciato dal direttore generale della Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, Jacques Diouf, che prospetta una strategia su due fronti: da un lato ladozione di politiche e programmi per assistere i milioni di affamati, e dallaltro la promozione di misure per aiutare gli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo a trarre vantaggio da questa nuova situazione. Occorre produrre pi cibo laddove pi urgente contenere limpatto del rialzo dei prezzi sui consumatori poveri, ha spiegato Diouf, e allo stesso tempo potenziare la produttivit e ampliare la produzione per creare reddito e maggiori opportunit dimpiego per le popolazioni rurali povere. E ha continuato: Dobbiamo far s che i piccoli agricoltori abbiano accesso alla terra, alle risorse idriche e a fattori produttivi come sementi e fertilizzanti; questo li metter in grado di aumentare la produzione in risposta ai prezzi pi alti, di incrementare i propri redditi e migliorare le proprie condizioni di vita, alla fine questo andr a beneficio anche dei consumatori. Della questione dei prezzi alimentari discuteranno dal 3 al 5 giugno i leader mondiali che parteciperanno alla Conferenza ad alto livello della Fao su Sicurezza alimentare mondiale: le sfide del cambiamento climatico e la bioenergia. Tra gli oltre trenta capi di Stato e di Governo che hanno gi assicurato la propria partecipazione, vi sono il presidente francese Nicolas Sarkozy, quello brasiliano Luiz Incio Lula da Silva e il Segretario generale dellOnu Ban Ki-moon. Nonostante la gravit dell'emergenza, almeno nel breve periodo, la crisi alimentare destinata ad arretrare. Malgrado il nuovo record del prezzo del riso sulla piazza di Chicago, i diffusi timori di un restringimento dellofferta e la penuria di scorte di grano, secondo leconomista della Fao e responsabile dei prezzi dei cereali, Concepcion Calpe, leccellente raccolto del riso di questi giorni in Bangladesh, India e America Latina immetteranno inattese tonnellate di prodotto sul mercato e freneranno limpennata dei prezzi. Un calo dei costi che, ha spiegato lesperta delle Nazioni Unite, presumibilmente contribuir anche a frenare quello dei cereali, almeno per i prossimi due o tre mesi. La prima conseguenza sar lo smaterializzarsi dello spettro della speculazione, alimentato in queste ultime settimane dalle politiche restrittive allesportazione applicate dai grandi produttori come Cina, India, Vietnam e Bangladesh. La Calpe non ha nascosto una certa preoccupazione sia per le strategie assunte dai governi asiatici che per il comportamento di molti commercianti europei, che hanno bloccato le vendite di riso, ad esempio, per aspettare che i prezzi lievitassero. Ma questi ultimi a breve, saranno costretti ad abbassare i prezzi, e la speculazione sar finita. Pi complessi i meccanismi protezionistici fatti scattare dai Paesi esportatori, ha sottolineato lesperta Fao, che sono stati la vera causa dellimpennata dei prezzi, non giustificata n dalla domanda mondiale, che per il riso rimasta invariata, n per il parallelo aumento dei costi di benzina.

Scontri armati nella Striscia di Gaza


TEL AVIV, 30. Oltre dieci razzi sono stati sparati questa mattina dai miliziani palestinesi dal nord della Striscia di Gaza verso il Neghev in risposta ai continui raid israeliani. Non si segnalano vittime. Fonti locali precisano che uno dei razzi esploso allinterno del cortile di una scuola mentre le classi venivano aperte. Un altro ha sfiorato una stazione di benzina, un altro ancora esploso in un deposito di camion. Nella zona del valico di Erez miliziani palestinesi hanno aperto il fuoco verso una pattuglia israeliana. Ieri, in una conversazione con il premier Ehud Olmert, il sindaco di Sderot, Ely Moyal, ha fatto presente che la popolazione, dopo anni di scontri quasi quotidiani tra israeliani e miliziani palestinesi, allo stremo. Secondo Moyal, circa il quindici per cento dei venti mila abitanti ha abbandonato la citt. Al fine di rilanciare leconomia palestinese in difficolt un gruppo di generali israeliani in congedo e di alti responsabili dell'Autorit palestinese ha lanciato un appello per la rimozione di importanti blocchi stradali in Cisgiordania. La raccomandazione contenuta in un rapporto diffuso dal gruppo di lavoro misto e presentato al Governo israeliano e allAutorit palestinese. Il rapporto si sofferma sui blocchi stradali e sulle difficolt nei punti di passaggio che ostacolano il commercio in Cisgiordania, e la cui rimozione potrebbe migliorare notevolmente le prospettive di sviluppo delleconomia palestinese, senza incidere sulla sicurezza di Israele. Oggi, pi che in passato, nellinteresse della sicurezza di Israele a lungo termine riconsiderare seriamente lefficacia del sistema dei punti di passaggio e dei blocchi stradali, tenendo conto dei danni e degli scompensi che provocano, ha detto il generale Ilan Paz, ex direttore dellamministrazione militare israeliana in Cisgiordania. Anche se il gruppo pensa che tutti i punti di passaggio interni in Cisgiordania possano e debbano essere smantellati, riconosce che lo smantellamento immediato di alcuni di essi costituisca un primo passo importante, ha detto da parte sua Nasser Tahboub, uno dei consiglieri del premier dell'Autorit palestinese Salam Fayyad. Oltre 500 ostacoli nei passaggi intralciano la libert di movimento in Cisgiordania, danneggiano il commercio e alimentano il risentimento dei palestinesi.

L'Onu denuncia violazioni dei diritti umani nello Zimbabwe


Ancora rinviata la proclamazione dei risultati delle elezioni presidenziali
HARARE, 30. Mentre tarda ancora nello Zimbabwe la proclamazione dei risultati delle elezioni presidenziali tenute un mese fa, il 29 marzo, e mentre l'Unione europea sollecita l'imposizione di un embargo internazionale sulla vendita di armi al Paese africano, da Ginevra stato diffuso ieri un rapporto del Consiglio dell'Onu per i Diritti Umani. In un comunicato congiunto, i sei relatori incaricati del rapporto denunciano aggressioni organizzate e coordinate e il ricorso a torture contro esponenti e simpatizzanti del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), il partito guidato dal leader dell'opposizione Morgan Tsvangirai. Gli esperti dell'Onu esprimono grave inquietudine e domandano al Governo del presidente uscente Robert Mugabe, al potere da 28 anni, di ristabilire la pace e di mettere fine alle violenze. particolarmente inquietante che parallelamente a queste violenze i mezzi di comunicazione controllati dal Governo abbiano diffuso espressioni incitanti a prendere le armi e a combattere, sottolineano i relatori dell'Onu. Nel comunicato, si denunciano altres le vessazioni della polizia nei confronti dei giornalisti e si chiede alle autorit di permettere laccesso nel Paese di rappresentanti della stampa indipendente. Il rapporto firmato dai relatori dellOnu sulla tortura, Philip Alston e Manfred Nowak, da quello sulla violenza contro le donne, Yakin Erturk, da quello sul diritto allalloggio, Miloon Khotari, da quello sulla libert di opinione e di espressione, Ambeyi Ligabo, e da Hina Jilani, rappresentante speciale del Segretario generale sui difensori dei diritti umani. Proprio ieri, comunque, stato comunicato il rilascio di centottantacinque persone arrestate la settimana scorsa in un'irruzione della polizia nella sede dello Mdc nella capitale Harare. Nel frattempo, la commissione elettorale dello Zimbabwe ha annunciato ieri che gioved si terr una riunione con Tsvangirai e con Mugabe e con loro rappresentanti, prima di annunciare l'esito delle elezioni presidenziali. Pur essendo ormai finito il conteggio dei voti, come confermato dal presidente della commissione elettorale, George Chiweshe, non tuttavia certo che ci sar la proclamazione dei risultati, dato che potrebbe essere consentita una non meglio precisata ulteriore verifica, come gi accaduto per le politiche. Da parte sua, Tsvangirai, in una conferenza stampa tenuta ieri a Johannesburg, in Sud Africa, ha annunciato che le due fazioni in cui si era diviso il suo partito lavoreranno ora insieme in Parlamento. Quindi saranno certamente maggioritarie nei confronti dello Zanu-Pf, il partito di Mugabe. Secondo Tsvangirai, Mugabe deve ora riconoscere che non potr essere presidente senza controllare il Parlamento e mettersi da parte. Il leader dellopposizione ha anche chiesto allOnu di inviare un suo rappresentante speciale che conduca uninchiesta sulle violenze delle ultime settimane che hanno provocato numerose vittime tra i suoi simpatizzanti, in merito alle quali ha parlato di crimini contro lumanit. Sul piano internazionale, intanto, l'Unione europea, che ha gi imposto dal 2004 un proprio embargo sulla vendita di armi allo Zimbabwe, a chiesto ieri una moratoria universale su tale aspetto, in una dichiarazione adottata dai Ministri degli esteri dei ventisette Paesi membri. Nella dichiarazione si ribadisce che l'Unione europea non fornir n vender armamenti, materiale o equipaggiamenti suscettibili di essere utilizzati a fini di repressione interna nello Zimbabwe e si incoraggiano gli altri Paesi a dar prova della stessa moderazione, instaurando una moratoria di fatto su tutte le vendite di questo tipo. Nei giorni scorsi un boicottaggio deciso dai sindacati dei lavoratori dei trasporti e dagli stessi Governi dei Paesi africani aveva impedito l'attracco di un mercantile cinese con un carico di armi per lo Zimbabwe. Nel Paese africano, intanto, alla grave crisi politica si affiancano in queste ore anche ulteriori difficolt di tipo pi propriamente economico e finanziario. In particolare, si appreso ieri che la produzione di oro, una delle principali risorse dell'economia dello Zimbabwe, ha subito in marzo un calo del 61 per cento, passando a 295,57 chilogrammi contro 746,8 chilogrammi estratti in febbraio. La Camera di commercio mineraria di Harare ha indicato che il calo da attribuire alla penuria di fondi e alla carenza dell'energia elettrica necessaria nelle miniere. Potenzialmente potremmo produrre trenta tonnellate d'oro all'anno, ma in questo momento la produzione diminuisce ogni mese, ha dichiarato il direttore della Camera di commercio minerario, Jack Murehwa, aggiungendo che il principale problema che la Banca centrale non ha pagato la maggior parte delle miniere e non ha voluto spiegarci perch. In base ad un accordo con il Governo, che acquista l'intera produzione, le miniere devono percepire il 35 per cento dei loro compensi in moneta locale, al valore stabilito dal Governo stesso, ma il resto in valuta pregiata. Ma la Banca centrale di Harare priva di riserve in valuta straniera e non pi in grado di fornire quanto dovuto in quest'ultima.

La Russia collaborer con la missione europea a protezione dei profughi del Darfur
LUSSEMBURGO , 30. La Russia si appresta a fornire quattro elicotteri, con i loro equipaggi e il personale di terra, in tutto circa centoventi militari, alla Eufor, la missione che l'Unione europea sta dispiegando per garantire protezione ai profughi della regione occidentale sudanese del Darfur rifugiatisi in Ciad e nella Repubblica Centroafricana. La decisione stata resa nota ieri dopo un incontro a Lussemburgo tra l'Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione Europea, Javier Solana, e il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov. In un comunicato congiunto, Solana e Lavrov sottolineano che la partecipazione della Federazione Russa a questa operazione sar una tappa importante per rinforzare la cooperazione con l'Unione europea per la gestione delle crisi. L'ufficio di Solana ha precisato che l'accordo tra Russia e Unione Europea dovr essere operativo entro giugno. La missione Eufor, sotto comando francese, agir indipendentemente, ma in parallelo, con l'Unamid, la forza di pace congiunta delle Nazioni Unite e dell'Unione africana che sta a sua volta dispiegandosi in Darfur con il compito principale di proteggere gli sfollati interni, circa due milioni e mezzo, secondo gli ultimi rapporti dell'Onu, esposti a persistenti violenze delle parti belligeranti. A questi si aggiungono circa trecentomila abitanti del Darfur rifugiati oltre confine, appunto soprattutto in Ciad e nella Repubblica Centroafricana. Come noto, sia il dispiegamento dell'Unamid sia quello dell'Eufor stanno subendo ritardi rispetto alle scadenze previste a motivo, tra gli altri, proprio della mancanza di forniture di elicotteri. Nel frattempo, il Consiglio di sicurezza dell'Onu si accinge a prorogare oggi la Unmis, la missione civile delle Nazioni Unite in Sudan.

Ban Ki-moon auspica il dialogo sul Tibet


PECHINO, 30. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha espresso apprezzamento per liniziativa della Cina di avere un dialogo con un rappresentante del Dalai Lama. incoraggiante ha detto ieri Ban Ki-moon e spero sinceramente che il rappresentante del Dalai Lama coglier questa occasione di avviare un dialogo con le autorit cinesi. la migliore via da seguire, ha aggiunto il segretario generale delle Nazioni Unite. Ban ha quindi espresso dispiacere per la situazione in Tibet, anche per limpatto negativo sui Giochi Olimpici.

S del Parlamento turco alla revisione di una legge sulla libert di espressione
ANKARA, 30. Il Parlamento turco ha approvato, ieri, una revisione di una legge criticata dall'Unione Europea tesa a limitare la libert di espressione. La riforma riguarda il controverso articolo 301 del codice penale, che stato utilizzato per perseguire centinaia di scrittori, tra cui il Nobel per la letteratura Orhan Pamuk, accusato di vilipendio allo Stato turco. La riforma dell'articolo in questione stata approvata con 250 voti favorevoli e 65 contrari, tra le aspre critiche dell'opposizione nazionalista. Dopo la riforma, sar un crimine insultare lo Stato turco, e il ministero della Giustizia avr il permesso di richiedere l'apertura di un procedimento. La pena massima verr ridotta da tre a due anni. Bruxelles aveva dato una tiepida risposta alla riforma.In un recente viaggio in Turchia, il presidenrte della Commissione europea, Jos Manuel Barroso, aveva sottolineato che il paese stava compiendo un passo nella giusta direzione. Difendendo la riforma dalla critiche dell'opposizione, il ministro della Giustizia, Mehmet Ali Sahin, ha detto che vi saranno ancora restrizioni a chi insulta la Turchia. Con questo modifica ha affermato il ministro non si intende permettere alla gente di insultare liberamente lo Stato turco.

Il presidente iraniano conclude la sua prima visita in India


NUOVA DELHI, 30. Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, ha concluso, ieri, a Nuova Delhi la sua prima visita in India. Tra le questioni trattate, in particolare quella del gasdotto che, partendo dall'Iran, attraversando Pakistan e India, dovrebbe arrivare fino in Cina. Ahmadinejad ha incontrato il presidente indiano, Pratibha Patil, e il primo ministro, Manmohan Sigh. Il progetto del gasdotto, che per arrivare in India dovrebbe percorrere 2.600 chilometri, ha visto la luce nel 1994, ma non stato mai portato avanti a causa delle tensioni fra Pakistan e India. Con la distensione dei rapporti fra i due Paesi pochi anni fa, il progetto di 7,5 miliardi di dollari tornato in auge e dovrebbe realizzarsi entro il 2012. Secondo il progetto, attraverso il gasdotto saranno trasportati sessanta milioni di metri cubi di gas ogni giorno, met all'India e met al Pakistan, che diverranno successivamente 150 milioni di metri cubi. La visita di Ahmadinejad rilevano gli analisti, citati dall'agenzia Ansa aveva urtato Washington, in procinto di finalizzare l'accordo di cooperazione nucleare con Nuova Delhi, che ha chiesto al Governo indiano di fare pressione su quello iraniano per interrompere l'arricchimento dell'uranio.

Ridotta a Cuba l'applicazione della pena di morte


L'AVANA, 30. Il presidente cubano Ral Castro ha annunciato una forte riduzione dell'applicazione della pena di morte in un discorso tenuto ieri al plenum del Partito comunista cubano (Pcc). Nell'occasione, Ral Castro ha dichiarato che la fase provvisoria di lavoro collegiale con il fratello Fidel Castro, cominciata nel luglio del 2006 e legata alla malattia di quest'ultimo, finita e che quindi la sua ora una presidenza a tutti gli effetti. Ral Castro ha inoltre ufficializzato la riorganizzazione degli organi direttivi del partito e della conduzione del Governo. Negli ultimi mesi Ral Castro ha in parte allentato il regime collettivista in vigore a Cuba, autorizzando alcune forme di propriet privata, cos come si impegnato a stimolare la produzione agricola, anche attraverso la concessione di terre. Del provvedimento che ferma le esecuzioni, adottato come atto presidenziale e tenendo conto del fatto che il compagno Fidel favorevole ad eliminare, quando esistano le condizioni propizie, la pena di morte, beneficeranno tutti i condannati in attesa di esecuzione, meno tre, fra cui due autori dellattentato del 4 settembre 1997 all'albergo Copacabana all'Avana nel quale fu ucciso il giovane genovese Fabio Di Celmo.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

gioved 1 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
A colloquio con il direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli

pagina 3

L'Italia a una svolta storica Ma il dialogo politico lontano


di MARCO BELLIZI La vittoria del centrodestra alle elezioni italiane una vittoria storica, chiara e lampante; l'Italia del resto ha da quattordici anni una maggioranza di destra. Il centrosinistra, legato alla Prima Repubblica, ancora in fase di organizzazione. E non paga voler piacere a tutti; il leader moderno, capace di comunicare, quello che non ha paura dei valori da cui proviene, non ostenta amicizie famose e difende le sue convinzioni anche a costo della sconfitta. Paolo Mieli, cinquantanove anni, direttore del Corriere della Sera, storico, allievo di Renzo De Felice e Rosario Romeo, nel 2006 aveva suscitato molte polemiche con la scelta di rendere pubblica la sua decisione di campo, in vista delle elezioni politiche. Due anni dopo, in vista delle consultazioni del 13 e 14 aprile, non ha ripetuto l'endorsement. A urne chiuse, in un colloquio a tre con il direttore de L'Osservatore Romano e con chi scrive, Mieli analizza la portata del voto, le ripercussioni, le prospettive da un punto di vista anche storico, esaminando le dinamiche che muovono vincitori e vinti, senza rinunciare a lanciare provocazioni e stimoli al mondo politico e ai suoi principali protagonisti. Portati a termine anche i ballottaggi, si ha un quadro pi completo delle consultazioni elettorali. Il risultato di Roma come cambia la valutazione complessiva del voto? Direi che la cambia nel senso che rende un risultato che sino a pochi giorni fa andava interpretato meglio definitivo. Innanzitutto perch il risultato del 13 e 14 aprile era atteso, sia pure non in quelle proporzioni. In secondo luogo, le elezioni politiche erano state stravinte al nord dal Popolo della libert (Pdl), che molto avanzato anche nell'Italia meridionale. Rimaneva un punto interrogativo nell'Italia centrale: questo sfondamento in un punto nevralgico dell'Italia centrale d un carattere nazionale e quindi definitivo a quella vittoria. Infine, le elezioni del 13 e 14 aprile, vinte da Berlusconi e Bossi, ora vengono vinte da Berlusconi, Bossi e Fini. Forza Italia vince senza succhiare sangue dai suoi alleati. Se poi tutto questo generi stabilit lo vedremo, per il risultato tale che per la prima volta nel passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica siamo di fronte a un risultato chiaro, eclatante in termini di voti e di seggi. Questa una grande novit: comincia una stagione politica molto differente rispetto a quella che si avuta negli ultimi quattordici anni. Si pu parlare di una tendenza che in qualche modo diviene una serie storica? In effetti penso che dal 1994 le elezioni siano state sostanzialmente vinte sempre da Berlusconi. Le due volte che ha perso sono state quando si presentato alle elezioni senza la Lega nel 1996 contando la somma dei voti avrebbe vinto e poi nel 2006, quando, come noto, le ha perse alla Camera per 240.000 voti, ma le ha vinte al Senato per 24.000; anche se poi i risultati in termini di seggi sono stati diversi. Insomma, il centrodestra maggioranza nel Paese. Poi, soprattutto nelle ultime elezioni, ci sono stati altri elementi di carattere tattico e strategico che hanno creato svantaggio al centrosinistra: separandosi il centrodestra dall'Unione di centro (Udc), successa una cosa che nessuno aveva previsto. L'Udc andato a cogliere un difetto della costruzione politica del centrosinistra. Per carit, io neanche ricordo pi il partito comunista, ma di fatto il centrosinistra ha un personale politico, dei riti, dei riferimenti che sono ed erano del partito comunista. Anche Veltroni, che pure uno dei leader pi distanti da quella esperienza, non stato capace di mettere alla propria destra qualcosa che intercettasse i voti centristi o addirittura di destra. Faccio notare che dal 1994 questa struttura stata capace solo di fagocitare i popolari di Martinazzoli, la Margherita di Rutelli, i diniani di Dini, i repubblicani della Sbarbati, i socialisti di Ruffolo e Spini, i liberali di Zanone; una formazione come l'Udeur stata messa fuorigioco, adesso si prova con i radicali di Pannella, privando tutti di appeal nei confronti dell'elettorato. Separandosi dall'Udc, Berlusconi ha messo in condizione l'Udc stessa di essere un punto di riferimento per l'elettorato moderato che non voleva avere alcun rapporto con la sinistra, sia pure quella rosa pallido di Veltroni. E lo scenario nel quale scompare dal Parlamento la sinistra estrema, e dove invece rimane una formazione come l'Udc, lo scenario peggiore per il centrosinistra. Dalla Prima alla Seconda Repubblica. Qualcuno arriva a parlare di Terza o Quarta: giustificato l'uso di questa terminologia? La Prima Repubblica finita nel 1993, con gli effetti di tangentopoli, i referendum di Segni. Quanto alla Seconda Repubblica, la questione si fa pi complessa. Non essendoci stato alcun cambiamento istituzionale, a parte la legge elettorale, di fatto accaduto che il centrosinistra si portato sulle spalle quello che restava della Prima Repubblica, alcuni uomini politici sopravvissuti e in generale l'eredit dell'establishment; il centrodestra, pur avendo personale politico della Prima Repubblica, stato percepito come il nuovo. Per cui oggi, ai nastri di partenza di questa nuova esperienza politica, mentre in questo quindicennio il centrodestra ha tratto linfa vitale ed andato rendendosi omogeneo, e in grado in tutte le sue manifestazioni partitiche di trarne alimento e beneficio, il centrosinistra, partendo dall'impossibile digestione di questo carico della Prima Repubblica, arrivato all'appuntamento elettorale in condizioni micidiali. Cito l'usura di alcune esperienze amministrative (Roma), l'affaticamento della gestazione del Pd, passato per tre o quattro transizioni di cosa postcomunista, l'amalgama impossibile dei gruppi della sinistra rivoluzionaria o massimalista, la presenza di fattori politicamente spuri com' il partito di Di Pietro. Insomma un campo politico dove la costruzione tutta da fare. Si parlava di questa percezione delle novit: come mai il centrodestra che pure ha un leader politicamente non certo nuovo, sembra avere pi facilit a proporsi come tale, rispetto al centrosinistra che pure nelle ultime elezioni ha fatto scelte che parevano innovative? Secondo me il motivo che il centrodestra libero dai lacci che lo tengono legato al cinquantennio precedente, mentre il centrosinistra esibisce i legami con il passato come titoli di nobilt, non accorgendosi che quando si cambia una fase storica, quei legami ti fanno apparire decrepito. In secondo luogo, tornando a Roma e alla staffetta Rutelli-Veltroni-Rutelli si d l'impressione di personalit pure molto rappresentative ma che in fondo gestiscono questioni cos importanti come se fossero un affare privato fra loro. Rutelli non sarebbe apparso dunque come una novit mentre Alemanno s? Beh, evidente. Nel 1993, all'inizio di questa stagione si scontravano Rutelli e Fini, oggi si scontrano Rutelli e l'erede di Fini. Quindici anni passano per tutti, basta vedere le immagini televisive. Mi rendo conto che buffo dire questo: il centrosinistra ha cambiato leader, Occhetto, poi Prodi, poi Rutelli, poi di nuovo Prodi, poi Veltroni; ma in definitiva sono tutti l dal 1993. Tutto questo mentre si profilano difficolt non indifferenti da affrontare nell'azione di governo, tanto che qualcuno prima delle elezioni osservava che in fondo a Berlusconi non sarebbe dispiaciuto poi tanto arrivare ad un pareggio che potesse portare a condividere responsabilit pesanti. Lo penso anch'io. Al di l della sicurezza che esibiva Berlusconi, si aveva l'impressione in fondo che la soluzione in caso di un sostanziale pareggio fosse gi pronta, e non da escludere che ci fosse da parte di Berlusconi anche una preferenza per questo esito. Tuttavia le prime mosse della maggioranza, le scelte riguardanti le presidenze delle Camere, sembrano dimostrare che questa impostazione sia stata accantonata... Io ho riflettuto molto su questo punto. Le grandi coalizioni nascono da pareggi elettorali. Quando una vittoria ha queste proporzioni difficile sia per i vincitori che per i perdenti. Per il centrosinistra, con tutte le grane di cui si parlava in precedenza, dare vita ad una politica dell'appeasement in queste proporzioni molto complicato: pu trasmettere all'elettorato uno scoramento definitivo. Pi che negli uomini adesso le cose che si possono fare sono nei contenuti: individuare terreni sui quali andare a costruire qualcosa. Il centrosinistra deve capire che una riforma profonda fatta mettendo insieme le proprie idee ma anche quelle degli altri avvantaggia anche il centrosinistra, con un quadro di riferimento certo. Insomma Berlusconi avrebbe difficolt a fare in Italia una politica alla Sarkozy... E il centrosinistra avrebbe difficolt ad accettarla. Quando immaginavamo un Sarkozy all'italiana non immaginavamo che Berlusconi andasse a prelevare tre, quattro, cinque uomini del centrosinistra per portarli dalla sua parte ma lo immaginavamo in modo diverso, come una forma di collaborazione, sia pure per punti, con alcuni uomini, fra maggioranza e opposizione. Se Berlusconi ha la capacit di prendere alcuni uomini di talento e portarli dalla sua parte una capacit sua ma non questo il punto, il punto riuscire a trovare un terreno in cui avvenga uno scambio di legittimazione fra destra e sinistra e si possa costruire qualcosa, perch uno dei motivi per i quali la Seconda Repubblica non mai decollata, che non c' stato uno scambio di legittimazione. Eppure la prima parte della campagna elettorale aveva fatto ben sperare... Era un risultato a portata di mano: mi auguro che una cosa del genere si possa fare. Non so, se avesse vinto il centrosinistra a Roma le condizioni sarebbero state pi propizie, ma dopo la sconfitta, cos eclatante, visto anche lo stato d'animo dei perdenti, non che ci siano le condizioni migliori. Io me lo auguro, anche il Corriere si speso per questa proposta di affidare a Pietro Ichino, senatore del Pd, la commissione lavoro del Senato. Mi auguro che almeno questo si possa fare ma pi approfondisco, pi dispero. Insomma il risultato di Roma si pu dire abbia definitivamente affossato ogni possibilit di dialogo? Definitivamente non lo so, per certo stato un colpo esiziale. Il dialogo richiede una forma di parit degli interlocutori. come mettersi d'accordo per cambiare le regole a una partita a carte: se c' uno che stravince e l'altro che straperde. Anche perch le regole vanno cambiate a vantaggio di una e dell'altra parte e i vantaggi che ci sarebbero in questo caso a favore della parte vincitrice diventerebbero motivo di scandalo nella pubblicistica dei perdenti. Insomma queste condizioni sono le peggiori per varare regole condivise. E poi ci sono elementi significativi: una Lega cos forte e una sinistra estrema fuori dal Parlamento sono vantaggi o pericoli? Penso che i partiti politici se sono forti vengono resi sempre pi responsabili dalla loro forza. Non ho mai visto, ameno nella seconda met del Novecento, partiti che avendo avuto un forte impulso elettorale non siano stati incoraggiati a crescere ancora di pi e quindi a favorire accenti pi moderati. Mi spaventa pi l'insuccesso che il successo, per questo l'insuccesso della sinistra massimalista mi spaventa. Penso che sia una fortuna che fra un anno ci siano le elezioni europee, con la proporzionale: sono convinto che la vera sorpresa di quelle elezioni sar un potente ritorno della sinistra massimalista. E i cattolici? La Chiesa ha tenuto un atteggiamento molto responsabile: davvero nessuno pu dire che la Chiesa abbia appoggiato un contendente a vantaggio dell'altro, anche in presenza di liste come quella di Giuliano Ferrara che poteva indurre i cattolici a esporsi oppure in casi come le elezioni di Roma, con la presenza di un candidato come Francesco Rutelli che nella scena politica uno dei pi sensibili ai temi della Chiesa. La Chiesa ha fatto tutto quello che noi laici le chiediamo sempre di fare, si mantenuta in un atteggiamento di assoluta sobriet, ha continuato a difendere i propri temi ma non in modi che avrebbero potuto alludere all'appoggio a una o a un'altra lista. Considero questo il contributo pi grande che la Chiesa possa dare a una evoluzione positiva della vita politica italiana. chiaramente nei diritti e nei doveri della Chiesa battersi per la difesa dei valori in cui crede, per cui si tratta di neutralit ma non di disinteresse. una neutralit esibita, un dato molto positivo. il frutto di un autocontrollo voluto e condiviso: non ricordo nessuno che in questa campagna elettorale sia uscito dalle righe, a dimostrazione della volont di non ridurre un'alta missione a una presa di posizione contingente a favore di un partito o di un singolo candidato. Una dimostrazione di grande civilt. Ma quanto contano i cattolici nella politica italiana? Analizzando un po' i risultati dei candidati, laddove esistevano le preferenze, sarei tentato di dire che contano poco. Conterebbero se fossero orientati verso una direzione ma dal momento che questa indicazione dall'alto non c', allora non si possono fare calcoli. Ho visto comunque che nel voto amministrativo la candidatura qua e l di esponenti del modo cattolico non ha avuto un grande successo, in termini di preferenze. In generale si tratta di presenze strumentali o complementari ad altre candidature di segno opposto. Faccio un esempio: se si candida un musulmano si pu andare a vedere quante preferenze ha preso. Ma se nello stesso partito candido un musulmano, un ebreo, un buddista, andare a fare questo conteggio non ha senso: ognuno rappresenta se stesso, non i valori della sua religione. A proposito di neutralit, come si comportata l'informazione in questa campagna elettorale; il Corriere si distino in passato per le sue scelte esplicite, dalla legge 40 sulla fecondazione assistita al famoso endorsement del 2006... A proposito dell'endorsement torno a parlarne per dire solo che quell'atto, la presa di posizione del referendum sulla legge 40, furono il tentativo di rendere trasparenti delle scelte che in genere questo tipo di giornali fanno in modo occulto. Fu il tentativo di aderire a un modo di comportamento che di tutti i giornali del mondo anglosassone. Poi pubblicammo nei giorni successivi diversi interventi di segno opposto, addirittura due lunghi saggi di Oriana Fallaci che ebbero grande risonanza. Quindi non significava in quella occasione che il giornale diventava militante, si voleva solo dire guardate che la direzione di questo giornale la pensa in questo modo Non quest'anno per... Per due motivi. Uno che da protagonista del mondo dell'informazione io ho l'obbligo di tenere conto se il mio gesto viene correttamente interpretato o equivocato. Un conto che tutti i lettori del Corriere pensino: Vedi che bravo quel direttore, dice come la pensa ma lascia liberi i suoi editorialisti di essere con lui o in disaccordo. Altro se anche una minoranza di lettori pensa che quello il modo di schierare un giornale; non essendo quella l'intenzione, significa che meglio attendere le condizioni per le quali i lettori possano capire quel gesto che evidentemente era prematuro. In secondo luogo, trattandosi di elezioni di carattere decisivo tutti si pensava che fossero elezioni spartiacque ho preferito non intossicare la campagna anche perch si trattato di un dibattito pi pacato che in passato. Guardiamo un po' alle prospettive: nei commenti a caldo del dopo elezioni lei si detto ottimista, considerati i risultati... Ottimista perch il sistema dell'alternanza, che quello che doveva essere prodotto dal maggioritario, ha funzionato. A ogni turno elettorale i perdenti hanno avuto l'impressione che la loro sconfitta fosse eterna, di trovarsi di fronte a un regime e cos non stato. Questo importante. Quali sono le difficolt che si trover ad affrontare il nuovo Governo? Beh, se n' parlato poco in campagna elettorale. Stiamo per entrare e in parte siamo gi entrati in un periodo di grave crisi internazionale e probabilmente questo sar un male, ma dal punto di vista delle cose di cui abbiamo parlato potrebbe essere un motivo tale da spingere i partiti superstiti in Parlamento a fondare insieme regole nuove. Potrebbe essere una legislatura dai caratteri costituenti. Certo ci vogliono grandi leader, una grande forza di carattere, un grande carisma per sedersi a tavoli delle riforme, pi o meno grandi che siano, dopo una grave sconfitta elettorale, per perch disperare? Di fronte a questa congiuntura economica all'Italia serve di pi una sinistra realmente socialdemocratica o una destra realmente liberale? Mah, secondo me in Italia si sono un po' scambiati i ruoli nel senso che la sinistra cerca di presentarsi come liberale mentre la destra ha preso caratteri che in passato aveva la sinistra, cio si sono mescolati questi caratteri in maniera tale che difficile rispondere a questa domanda. Non direi che oggi il tratto liberale sia il tratto identitario della destra parliamo chiaramente in senso economico n che il tratto sociale, diciamo cos, o ancora meno, statuale, sia della sinistra: i margini sono confusi. I vescovi non sono intervenuti, per hanno segnalato problemi che sono sotto gli occhi di tutti: disparit sociali, la questione meridionale, la nuova questione settentrionale. Quale potr essere l'agenda del Governo? Sul piano mondiale, per affrontare la crisi che si annuncia serve identificare le regole condivise per imbrigliare i processi di globalizzazione. Questo il primo compito. Se vogliamo poi scendere a cose pi terrene, c' un forte problema segnalato dalla Chiesa ma anche dalla Banca d'Italia che quello delle sperequazione dei salari. Ci sono delle distanze che lasciano allibiti. Poi c' un capitolo di sprechi e dissennatezze, lo sperpero del denaro pubblico, infine i problemi classici, i problemi dell'Italia meridionale. Per quanto riguarda l'ammodernamento penso alla difficolt di costruire opere pubbliche, i costi che si centuplicano rispetto a quelli iniziali. Questi sono problemi seri del mondo moderno. Anche di politica estera non si parlato molto. Non se n' parlato ma l la divisione fra centrodestra e centrosinistra pi netta, si sa che il centrodestra anche per esperienze passate pi vicino a Israele e agli Stati Uniti e il centrosinistra al mondo arabo e in qualche modo ai Paesi pi indisciplinati del terzo mondo. Ora, non che la sinistra sia filoiraniana, ma certo meno sensibile alle ragioni, a torto o a ragione, dell'Occidente. pi difficile chiedere una linea comune, perch certo se sar ministro degli esteri Frattini non far la stessa politica estera di D'Alema. un tema che divide in tutto il mondo e tutto sommato accettabile che due schieramenti abbiano due visioni diverse della collocazione dell'Italia nel mondo. Programmi simili fra i partiti, gestione del concreto, provvedimenti legati in qualche modo all'emergenza. Si pu dire che la politica abbia in qualche modo abbandonato idealit e progettualit? No, direi di no. Chi marca di pi la propria identit di provenienza e la successiva evoluzione comunica di pi. Ad esempio una delle riflessioni che ho fatto su Alemanno e Rutelli che di Alemanno si capisce meglio chi , cosa ha fatto da giovane, quali sono i valori in un cui credeva e anche i passaggi della sua vita: perch com' noto era della parte radicale del Movimento sociale e poi si evoluto fino a diventare un braccio destro di Fini. Per lo ha fatto in un quadro in cui si riconosce un filo che lega i valori da cui viene a quelli ai quali approdato. Lo stesso si pu dire, passando nel campo opposto, di D'Alema: il fatto di capire di un leader politico chi , quello in cui ha creduto, come ha cambiato il suo modo di credere, secondo me un di pi dell'uomo politico. Riuscire a comunicare di essere un uomo dei valori anzich un uomo dell'immagine io non ricordo che Alemanno abbia vantato amici nel mondo dello spettacolo o della televisione premia di pi. Insomma, credo che oggi legarsi ai valori premi, al di l dei destini elettorali; cercare di piacere a tutti non suggestivo per nessuno. Il politico che cambia vestito, che va bene per tutte le stagioni, non va pi bene. E devo dire che politici di questo tipo ce ne sono ancora, anche tra i vincitori.

Mosca minaccia rappresaglie contro la Georgia


MOSCA, 30. Si acuisce la gi grave tensione tra la Russia e la Georgia dopo la decisione di Mosca di aumentare il suo contingente di pace in Abkhazia e nell'Ossezia del sud. Il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, ha infatti detto che Mosca adotter misure di rappresaglia se la Georgia dovesse usare la forza nelle due regioni. Se la Georgia dovesse mettere in atto la minaccia ripetuta in pi occasioni sulluso della forza in Abkhazia e Ossezia del sud, noi saremo costretti ad adottare misure di rappresaglia per proteggere la vita dei nostri cittadini, ha precisato il ministro Lavrov. Da Lussemburgo, dove in corso la riunione dei ministri degli Esteri dell'Unione europea, lAlto rappresentante per la politica estera e sicurezza, Javier Solana, ha definito una misura non saggia la decisione del Cremlino di inviare altre truppe di pace nelle due regioni. La Russia, che accusa la Georgia di preparare una operazione militare contro lAbkhazia, ha annunciato laumento del numero dei suoi militari stanziati sui territori dell'Abkhazia e dell'Ossezia del sud. Secondo informazioni che ci arrivano dalle postazioni delle nostre forze di pace ha spiegato Lavrov sono in atto rifornimenti di uomini, combustibile, materiale tecnico, nella gola di Kodori, lavamposto georgiano a ridosso con il confine amministrativo dellAbkhazia. La mossa del Governo di Mosca arriva una settimana dopo l'ulteriore inasprimento della tensione causata dallabbattimento di un drone (un aereo senza pilota) georgiano in Abkhazia, attribuito dalle autorit di Tbilisi ad un caccia russo, tesi respinta dal rappresentante russo presso la Nato, Dmitri Ragozin. Secondo alcuni osservatori, le azioni di Mosca, che recentemente ha deciso anche di rafforzare i suoi rapporti con l'Abkhazia e l'Ossezia del Sud, sono legate alle aspirazioni di Tbilisi di entrare nell'Alleanza Atlantica. In Georgia, frattanto, atteso un appello in televisione del presidente della Repubblica, Mikhail Saakashvili, agli abitanti delle due regioni per informarli delle sue proposte per risolvere pacificamente i conflitti, basate sulla concessione di ampia autonomia, ma nel quadro dei confini georgiani.

I nazionalisti serbi contrari all'accordo con l'Ue


LUSSEMBURGO , 30. La firma, ieri a Lussemburgo, dellaccordo di Associazione e stabilizzazione (Asa) tra l'Unione europea e la Serbia senza dubbio il primo, sostanziale passo in avanti per l'adesione di Belgrado all'Ue. E un deciso messaggio di sostegno alle forze filo-europee serbe a meno di due settimane dalle elezioni politiche dell11 maggio, snodo decisivo per decidere anche la futura collocazione internazionale della Serbia. Lannuncio della firma stato per stigmatizzato con parole molto dure dal premier serbo, il nazionalista Vojislav Kostunica, che a Belgrado ha definito laccordo anticostituzionale, antistatale e illegale, affermando che sar annullato immediatamente dopo le elezioni dell'11 maggio. Il suo principale antagonista sulla scena politica serba, il presidente della Repubblica, l'europeista Bosir Tadic, si invece recato a Lussemburgo a margine della riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue per partecipare di persona alla cerimonia della firma. L'Asa, ha detto Tadic, permetter di scrivere una nuova pagina nellavvenire del Paese, precisando che la Serbia vuole ottenere lo status di candidato alla Unione europea gi entro la fine del 2008. Il presidente ha poi illustrato i vantaggi politici, amministrativi ed economici dell'accordo. Riguardo al Kosovo, Tadic ha detto che continuer a difendere l'integrit territoriale, ma ha aggiunto far il possibile per assicurare un futuro migliore al nostro Paese. L'accordo di Associazione e stabilizzazione ha ricevuto il consenso dei maggiori leader europei, dal capo della diplomazia, Javier Solana, al ministro degli Esteri sloveno, Dimitzji Rupel, presidente di turno del Consiglio europeo, che ha apertamente parlato di una storia di successo.

Gianfranco Fini presidente della Camera


ROMA, 30. Gianfranco Fini il presidente della Camera dei deputati italiana. L'assemblea di Montecitorio lo ha eletto al quarto scrutinio, con trecentotrentacinque voti. Le schede bianche sono state duecentocinquantanove, le nulle sette, i voti dispersi tre (uno a Bruno Tabacci, uno al segretario dellUnione di centro Lorenzo Cesa e uno a Elio Vito), sette i voti per il deputato del Partito democratico Daniele Marantelli. Alla proclamazione dell'eletto tutti i deputati, sia di maggioranza che di opposizione, hanno tributato al nuovi presidente un lungo applauso. Nel suo discorso d'insediamento, Fini ha espresso fra l'altro le seguenti parole: Rendo deferente omaggio al Pontefice, guida spirituale della larghissima maggioranza del popolo italiano e indiscussa autorit morale per tutto il mondo. Fini ha anche difeso, nel suo intervento il simbolo del tricolore, nel quale, ha detto, si riconosce tutto il popolo italiano, come anche il valore condiviso delle festivit del 25 aprile e del 1 maggio: Celebrare la ritrovata libert dellItalia e la centralit del lavoro ha spiegato un dovere cui nessuno deve sottrarsi. Si tratta di valori , ha aggiunto Fini, condivisi da tutti gli italiani, specie i pi giovani. In precedenza aveva rivolto un deferente omaggio al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
Simboli e umanit nell'iconografia di san Giuseppe lavoratore

gioved 1 maggio 2008

Vita quotidiana e familiare di un buon falegname (e ottimo pap)


ni (1578ca-1615). Questa iconografia intendeva descrivere la vita quotidiana I Vangeli non fanno riferimento all'ata Nazaret, secondo il gusto per il natutivit di Giuseppe: se ne parla solo in ralismo e lo stile descrittivo invalso neloccasione della discussione sulla provel'arte sacra. nienza del Cristo: Non costui il faleLo schema figurativo presenta Magname, il figlio di Maria ?. ria, intenta a cucire o filare, Giuseppe Il termine usato dagli evangelisti falegname al suo banco da lavoro, alle tkton tradotto con falegname, prese con l'accetta, la sega, o la pialla, pu assumere il significato di carpencontornato dagli attrezzi e dalle travi tiere e fabbro. L'apologista Giusti generalmente tre e Ges operoso, no nel Dialogo con l'ebreo Trifone, comimpegnato nell'apprendistato, o nelle posto intorno al 155, riferisce che Ges piccole incombenze domestiche. faceva aratri di legno e gioghi. E nelNel periodo della riforma cattolica si l'apocrifo dello Pseudo-Matteo e nella dedic particolare attenzione alle imStoria di Giuseppe falegname si dice magini, quale tramite per richiamare espressamente che Giuseppe era ben ideali di operosit; e soprattutto con istruito nella saggezza e nell'arte della l'istituzione della festa liturgica nel falegnameria. L'iconografia trasmette 1621, il tipo iconografico del santo fasporadicamente questo aspetto di san legname conobbe una speciale fiorituGiuseppe faber lignarius: si segnalano ra, e venne arricchito di elementi simdue miniature del dodicesimo e tredibologici, funzionali agli intenti catechecesimo secolo relative alla scena del ritici di cui l'arte doveva farsi interprete. torno di Giuseppe dai cantieri, in cui All'interno del contesto narrativo della si evidenzia l'uso di strumenti da lavoSacra Famiglia, intessuto di aspetti legro: nella prima una sega e nell'altra gendari e dottrinali, troveranno spazio elementi che esplicitano il presagio delun'ascia. la Passione, innanzitutto nel motivo Queste figurazioni, attribuite a maeiconografico della croce, presente in stranze del nord-Italia, non erano frutto del caso; una corrente modo figurato o in via dottrinale, infatti, ha indi realizzazione; inoltre, teso vedere nel santo il tema richiamato dache lavora per fabbricagli strumenti da lavoro, La Sacra Famiglia al lavoro in un santino di fine XIX secolo re oggetti utili, l'immache alludono significatigine del Padre celeste, vamente agli strumenti artefice di tutte le cose, della Passione, e ancora, popolaresca, dall'impianto figurativo re lo sguardo della madre, dapprima al o anche lo Spirito santo, rievocato dai simboli essenziale, mostra un originale motivo figlio, e successivamente alla mano santificatore. eucaristici. iconografico sullo sfondo, una torre, operosa del falegname. Il gioco di sguardi emblematico E Massimo il confesGli strumenti, la cro- simbolo mariologico, da cui provengosore ( 662): Esercitava ce, i simboli, richiamano no gli angeli recanti le travi. Mentre nella seicentesca Sacra Famiglia del il mestiere di carpentiecos alla mente dell'os- Giuseppe pialla, Maria cuce, e Ges Maestro di Serrone, oggi nel museo diocesano di Foligno, in cui il Bambire, esperto nell'arte pi servatore non solo il me- adolescente spazza; si legge, nella Mino, dall'espressione intensa, sta annodi tutti gli altri carpenstiere compiuto dal pa- stica Citt di Dio di suor Maria de dando due legnetti, in foggia di croce, tieri: infatti doveva essedre e dal figlio, ma so- Agreda (1717), come nella vita familia- con un filo proveniente dal gomitolo re al servizio del vero prattutto il progetto salnel cesto, significativamenarchitetto, il creatore e vifico che quegli strute posato su un libro di carpentiere di tutte le menti avrebbero portato Nel medioevo, con la fioritura piccole dimensioni, che alcreature. Si trattava, in a compimento. Assume- delle sacre rappresentazioni, Giuseppe lude alla Scrittura. E acdefinitiva, di un discorso vano, dunque, una vacanto, il drappo azzurro presenta i tratti del padre operoso esegetico che presentava lenza simbolica archetiche simbolizza il divino. Caratteristica la Sacra in chiave simbologica pica, tale da potersi ri- e accogliente che si esprime Famiglia di Cesare Mariatipo/anti-tipo il perproporre in altre scene nel linguaggio umano dei sentimenti ni (1828-1901) nella sonaggio e il suo mestiedel ciclo santorale, al di chiesa romana di san Giure, ponendolo in stretta fuori del proprio conterelazione con la divinit sto narrativo: figurano re Maria e Ges riordinano e riassetta- seppe dei Falegnami in cui la croce domina la scena, efficace richiamo visie la sua opera salvifica: infatti nelle scene del So- no l'ambiente di lavoro . Pi ricercata l'impostazione della Sa- vo, insieme alla veste rossa di Ges, Adamo-Eva = Giusepgno, come si vede nella pe-Maria = Cristomaiolica settecentesca di cra Famiglia attribuita a Giulio Clovio che richiama la Passione. Di particolare valore simbologico, Chiesa; Dio artefice del Monticchio sita nel (1498-1598), pergamena dipinta della La Sacra Famiglia nella bottega di Giuseppe, opera di fattura popolaresca del XVII secolo, Oratorio del Binengo (Cremona) l'opera del pistoiese Giuseppe Catani creato = Giuseppe artichiostro del monastero Fondazione Querini-Stampalia (VeneChiti, che partecip al concorso naziogiano di manufatti. del Santissimo Rosario zia): un fitto pergolato sovrasta la scenale di Torino per una Sacra FamiSul piano testuale, le fonti d'ispira- gie innovative che ne accentuavano il banco di falegname, quella riferita al di Monticchio a Massa Lubrense (Na- na, in cui campeggia il Bambino, in zione nel medioevo furono principal- ruolo di padre putativo, educatore, in- miracolo dell'asse allungata, di deriva- poli) o nella Nativit della Chiesa candida veste, che trattiene un fiore al- glia, nel 1898. Il trittico in cui inserimente due: la Legenda Aurea del do- tercessore e patrono. Ci si deve, in- zione apocrifa. Si narra come il fale- di san Francesco a Camerano (Anco- lusivo alla futura Passione. Giuseppe ta la rappresentazione, denota il gusto menicano Jacopo da Varazze, enciclo- nanzitutto, all'azione degli ordini men- gname, trovandosi alle prese con un'as- na), o in varie raffigurazioni del Tran- lavora al bancone, mentre gli angeli per la tradizione pittorica senese; il fuldispongono il legno, in piccoli pezzi. cro della composizione risiede nella pedica raccolta di vite dei santi a uso dicanti, promotori di una piet pi vi- se dalla lunghezza non corrispondente sito. dei predicatori, a cui attinsero ampia- cina alla sensibilit dei fedeli: in Italia a quanto ordinatogli, trovasse aiuto nel L'iconografia della Sacra Famiglia Nel cesto di Maria, la veste azzurra particolarit del giogo sulle spalle di mente anche gli artisti, e le Meditatio- san Bernardino da Feltre e san Bernar- bambino Ges, che prodigiosamente nella bottega del falegname, dunque, si che richiama la divinit, la natura di- Ges, iconografia di ispirazione francescana, presente nella vela dell'obbenes dello Pseudo-Bonaventura, opera dino da Siena contribuirono alla diffu- intervenne dicendogli di tirare insieme fa portatrice di temi e motivi profondi vina che Cristo assumer. Vari dettagli simbologici richiamano dienza nella basilica inferiore ad Assisi. mistica di ambito francescano, in cui sione del culto, sollecitandone la raffi- l'asse, allungata come occorreva: la e significativi, a partire dal diciassettenel capitolo sulla permanenza in Egitto gurazione in sembianze di et matura, scena narrata nell'Evangelica Historia, simo secolo, improntando figurazioni la nostra attenzione: i legni tra le mani L'iscrizione evangelica che appare sul opera trecentesca di amsi legge: Trovano una dell'angelo chinato, dal- giogo iugum meum suave est, richiama bito lombardo: Quancasetta e vi restano per l'apparenza di canne la mite sottomissione del Cristo, quale do Ges aveva otto ansette anni(...) Ho letto spezzate, sono tre, come figlio nella Sacra Famiglia, e con acni, Giuseppe faceva il da qualche parte che la tre quelli nel cesto, di centuato simbolismo allude all'obbefalegname e lavorava col Signora procurava il necui uno, ricurvo, descri- dienza evangelica; Giuseppe trattiene legno. Un giorno un uocessario alla vita per s ve una croce sovrappo- tra le mani una parte dell'aratro in como ricco lo preg dicene per suo figlio tessendo nendosi all'ultimo le- struzione, di cui l'elemento in primo do: signor Giuseppe, vi e cucendo(...) In pi, gnetto. La canna raffi- piano una componente. Molti i detprego che mi facciate un c'era quel santo vecgurata, sembra richia- tagli rivelatori di una profonda cultura letto ottimo e bello, e gli chietto di Giuseppe che, mare il momento delle scritturistica e simbologica: le lumeggiature radiali, l'arcobaleno, il coloriforn il legno per l'opecome falegname, si dava battiture inflitte al Crismo delle figurazioni. ra. Giuseppe preso il leda fare. sto nel Pretorio, cos coIl pittore contemporaneo Rodolfo gno cominci a misurarNell'arte paleocristiame l'uva del pergolato Romano ha realizzato nel 1990 La Falo: non andava bene pena, la figura di san Giurichiama il sangue ver- miglia di Nazaret. Qui Giuseppe il r per fare quel mobile, seppe venne rappresensato per la Redenzione protagonista di primo piano, lavora perch l'aveva tagliato tata con intenti narrativi degli uomini. Ancora, i una croce, dinanzi a una tavola su cui (male). Si angustiava e didascalici, quale eletre vasi di fiori si diffe- si nota una brocca, del pane, e frutti Giuseppe, perch non mento provvidenziale renziano per il loro con- simbologici: una mela e dell'uva. riusciva a fare come vodella Redenzione. E per tenuto: quello accanto a La stella davidica, distinguibile nella leva. Il fanciullo Ges connotarlo visivamente, Giuseppe spoglio, decorazione a parete, richiama la stirvedendo Giuseppe ratuna sega al suo fianco, mentre quello pi pros- pe; il fuoco manifesta lo Spirito. Sul tristarsi, gli disse: non come vediamo ad esemsimo al Bambino fiori- pavimento, la luce della finestra proietangustiarti, ma prendi il pio nell'Evangeliario di to e rigoglioso; in lonta- ta un'ombra a forma di croce; segno legno da un capo e io lo Milano, del quinto seconanza, il giardino circo- dell'estremo abbassamento. L'insieme prender dall'altro, e lo lo; una figurazione affiscritto da mura rievoca dei temi e motivi che l'iconografia ha tirer quanto possiamo. ne compare nel riquadro il tema dell'Hortus Con- espresso, riguardo la figura di Giuseppe Fatto questo, Giuseppe di seta sargia, apparteclusus. artigiano, si rispecchi infine nelle imsi accinse di nuovo a nente al tesoro del SanAncora pi esplicito il maginette sacre, in un processo di conmisurare il legno e lo cta Sanctorum al Laterariferimento eucaristico tinuit che attesta, al di l dei limiti trov ottimo per quel no in Roma, risalente al nella Sacra Famiglia di spazio-temporali, la persistenza di molavoro. Visto quello che sesto secolo. Si andava Jan Soens (1547ca-1610- duli figurativi di molto anteriori, e la aveva fatto Ges, Giuaffermando la rappre11), in cui campeggia cui lettura, e decifrazione, apre la via seppe lo abbracci disentazione del faber liuna vite avviluppata al a cognizioni di sorprendente valenza gnarius, un tipo carico Maestro di Serrone (XVI secolo) Foligno (Pg), Museo diocesano cendo: Sono felice che tronco centrale, il cui culturale. Un santino, particolarmente Il miracolo dell'asse allungata (XIV secolo. Milano, Biblioteca Ambrosiana) Dio mi ha dato un tale di realismo, e perci frutto maturo viene of- rappresentativo della tipologia in esafanciullo. L'episodio coerente con lo spirito ferto da un angelo che si me, illustra la Sacra Famiglia nella della societ occidentale: la quale, co- e non senile come d'uso; il prestigioso venne a lungo tramandato, divenendo nuove, pur attingendo al repertorio fa incontro all'osservatore; il Bambino bottega; qui anche Ges ha l'abito da me ad esempio prefer vedere il martire teologo francese Giovanni Gerson ne parte integrante della tradizione orale. iconografico tradizionale. La spirituali- prende per mano Giuseppe, per volger- lavoro, conformandosi a Giuseppe, che Ma la scena di lavoro pi largamen- t della riforma cattolica port infatti lo verso Maria intenta a cucire la veste presenta specie a partire dall'istitunon nella ieratica trascendenza dell'ar- promosse la devozione, da esprimersi zione della festa di Giuseppe patrono te orientale, ma nella realt della sua concretamente nella festa dello Sposali- te rappresentata, fu la Sacra Famiglia all'innovazione dei moduli consueti, e della Passione. nella bottega, i cui primi esemplari si altri ne determin. Questo il processo Una linea ideale congiunge il volto del lavoratori, decretata da Papa Leosofferenza e conseguentemente lo raffi- zio di Maria e Giuseppe. di Maria, lungo l'asse visivo della tet- ne XIII nel 1889 l'abito da opegur con gli strumenti della sua passioL'introduzione ufficiale del culto ebbero all'inizio del sedicesimo secolo riscontrabile nelle seguenti figurazioni. In primo luogo si propone la raffigu- toia di paglia, alla figurazione dell'uc- raio, non pi il saio o l'abito confraterne, allo stesso modo volle vedere Giu- legata alla figura di Sisto IV (1471- Albrecht Durer (1471-1528), Luca seppe in una dimensione tutta umana: 1484): il testo non ci pervenuto, ma Cambiaso (1527-1585), Federico Ba- razione dell'Oratorio del Binengo di cellino, che simbolizza il paradiso. E nale, di cui era precedentemente riveuomo dunque tra gli uomini, non di- la sua promulgazione sicura, poich rocci (1535-1612), Bartolomeo Schedo- Sergnano (Cremona): opera di fattura un'altra linea ideale sembra riconnette- stito. di STEFANIA COLAFRANCESCHI verso dagli altri solo perch eletto a il Breviario romano, pubblicato a Verendere testimonianza del grande avve- nezia nel 1479, offre per la prima volnimento dell'incarnazione. ta, al 19 marzo, la festa del santo. Nel medioevo, con la fioritura delle Gregorio XV, nel 1621, ne decret sacre rappresentazioni, spettacolo di la festa, tra quelle comandate; a partipiazza edificante, Giuseppe presenta i re da questa data, si registra un impultratti del padre operoso e accogliente: so particolare della produzione artistisistema la paglia, giaciglio di fortuna ca, dovuto soprattutto alla committennella povera stalla, dove il Bambino za di gruppi laicali, confraternite, comgiace come ostia di splendente candore, pagnie d'arti e mestieri, istituti religionell'oscurit della grotta. E porta fascine, accoglie i pastori offerenti, esprimen- Taluni hanno veduto nel santo dosi nel linguaggio umano che lavora per fabbricare oggetti utili dei sentimenti. Il rinascimento, poi, ve- l'immagine del Padre celeste de affermarsi nuove figu- artefice di tutte le cose razioni, ispirate alle Rive- o anche lo Spirito Santo, santificatore lazioni di santa Brigida: Giuseppe va in cerca di un lume, di fuoco, di cibo. La sua im- si, che ne invocavano il patrocinio, e magine si arricchisce di aspetti, gesti e vollero dotarsi di opere d'arte rappremotivi, tratti dalla quotidianit, assu- sentative. di questo periodo una mendo sempre pi un profilo realistico molteplicit di realizzazioni: cicli pittoe attualizzato. rici, pale d'altare destinate alla decoraMentre fino al rinascimento Giusep- zione di omonime cappelle, statue, inpe veniva raffigurato all'interno del ci- cisioni, reliquiari, medaglie. clo dell'infanzia, e mai isolatamente, Per quanto riguarda, specificamente, l'affermarsi del culto, nel corso del l'attivit artigianale, la prima scena di quindicesimo secolo, determin tipolo- lavoro che vede Giuseppe intento al

gioved 1 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Cento anni fa nasceva Giovannino Guareschi

pagina 5

Il Papa benedice la statua di san Giovanni Leonardi, fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio e patrono dei farmacisti
Il Papa ha benedetto mercoled mattina, 30 aprile, la nuova statua di san Giovanni Leonardi, che stata collocata in una nicchia esterna della basilica Vaticana. Benedetto XVI giunto alle 10.30 in via delle Fondamenta dove lo attendeva un nutrito gruppo di devoti del santo (1541-1609) di cui ricorre il settantesimo anniversario della canonizzazione (17 aprile 1938). Il Pontefice che l'8 agosto 2006 proclam patrono dei farmacisti il fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio stato accolto dai cardinali Comastri, Sodano e Dias, dall'arcivescovo di Lucca, Castellani, dal vescovo Lanzani e dal rettore generale dell'Ordine, padre Petrillo. I presenti alla cerimonia sono giunti dalle parrocchie e dalle comunit della Toscana e dell'Italia centro-meridionale legate ai figli spirituali di san Giovanni Leonardi che fu anche confondatore di Propaganda Fide. Con loro erano religiosi dell'ordine missionari in India, Cile e Nigeria, l'autore della scultura, Paolo Cavallo, e il promotore dell'iniziativa, padre Lucio Migliaccio.

Un mondo piccolo dal quale si intravede il destino universale


di PAOLO GULISANO

La fede la medicina del cristiano


di FRANCESCO PETRILLO

n solenne gesto d'omaggio nel cuore della Chiesa per un uomo che am la Chiesa e don tutto se stesso per la sua riforma nello spirito del Concilio di Trento: la benedizione e inaugurazione della monumentale statua di san Giovanni Leonardi (Diecimo 1541 - Roma 1609), fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio, cofondatore del Collegio Urbano di Propaganda Fide e patrono dei farmacisti. Benedetto XVI ha presieduto questo semplice ma suggestivo atto con cui stato ricordato il settantesimo anniversario della canonizzazione del santo, avvenuta il 17 aprile del 1938 da parte di Pio XI. La benedizione della statua, ora occupa una delle nicchie dell'abside della Basilica Vaticana, costituisce anche un preludio alle celebrazioni giubilari per il quarto centenario della morte del santo, che partiranno da Lucca il prossimo mese di ottobre. Benedire la statua di san Giovanni Leonardi un potente invito a guardare il volto dei santi e imparare a trarne ispirazione, come afferma fin dal 1 secolo la Didak. In effetti, come ci insegna a pi riprese Benedetto XVI, i santi sono i veri portatori di luce all'interno della storia, perch sono uomini e donne di fede, di speranza e di amore (cfr Deus caritas est numero 40). I santi sono gli autentici apologeti della Chiesa. Soltanto se riscopriamo i santi troveremo di nuovo la Chiesa. Essi sono una spiegazione di Cristo, sono in modo particolare esegeti del Vangelo. In essi Cristo diventa concreto. Tuffarsi nella loro vita per comprendere di cosa sono vissuti, per scoprire ci che li ha resi capaci di diventare uomini nuovi. Un'affermazione, in particolare, pronunciata dal Papa in un discorso alla Curia romana lo scorso 21 dicembre, sintetizza splendidamente questa ermeneutica dell'esistenza cristiana offerta dalle biografie dei santi: Circa il ritorno definitivo di Cristo, nella parusa, ci stato detto che Egli non verr da solo, ma insieme con tutti i suoi santi. Cos, ogni santo che entra nella storia costituisce gi una piccola porzione del ritorno di Cristo, un suo nuovo ingresso nel tempo, che ce ne mostra l'immagine in modo nuovo e ci rende sicuri della sua presenza. Ges Cristo non appartiene al passato e non confinato in un futuro lontano, il cui avvento non abbiamo neppure il coraggio di chiedere. Egli arriva con una grande processione di santi. Insieme ai suoi santi gi sempre in cammino verso di noi, verso il nostro oggi. Giovanni Leonardi al culmine del secolo XVI, forse drammatico come pochi nella storia della Chiesa, stato proprio questo: una porzione del ritorno di Cristo, che ha confermato la bellezza della vita cristiana e la gioia di appartenere alla comunit dei credenti nell'unica Chiesa di Cristo fino a ridestare il percorso di un autentico discepolato evangelico. In un momento dove il cristianesimo correva il rischio di dissolversi in un insopportabile moralismo o in un nozionalismo sterile quanto vuoto, san Giovanni Leonardi seppe riproporre il cristianesimo per quello che autenticamente: l'incontro con una persona, con una avvenimento che d alla vita un nuovo orizzonte e con ci la direzione decisiva. Cristo era la Persona che lo aveva affascinato e il cui volto, abituato a contemplare nella straordinaria intensit del crocifisso-risorto venerato nella cattedrale di Lucca, il Volto Santo, era diventato la misura del suo vivere come soleva ripetere: Abbiate Cristo davanti agli occhi della mente vostra e il

suo onore occupi in voi il primo posto... con Lui misurate le cose. La sua biografia, tutta nel segno della concretezza della vita cristiana, che si esprime nella comunione ecclesiale, autentico spazio che prolunga l'avvenimento di Cristo, nella forza della grazia dei Sacramenti, nella presenza dolcissima e forte della Madre di Dio. A un corpo ecclesiale ammalato di quello che potremmo definire deficit di esperienza di vita cristiana, il santo farmacista di Diecimo indic il farmaco della compagnia della fede guidata e vissuta nell'obbedienza e aperta alla missionariet. Il suo stile affascin, come sempre succede quando ci si trova di fronte a un'esperienza che corrisponde alle esigenze del cuore, fino a coinvolgere numerosi giovani, anche appartenenti alla borghesia della Repubblica di Lucca, in un radicalismo evangelico che spavent i pusillanimi e destabilizz i custodi di un quieto vivere funzionale pi ai propri tornaconti che non a quelli di Cristo, come ebbe l'ardire di denunciare nel progetto missionario diretto a Papa Paolo V. Non cercare i propri interessi ma quelli di Ges Cristo: ecco il supremo criterio di giudizio e di azione che

guid san Giovanni Leonardi e a cui si attenne lungo tutta la sua esistenza terrena. Nacque in questo modo, il primo settembre 1574, nella povert e nella quiete del cenacolo di un piccolo oratorio mariano dedicato a santa Maria della Rosa in Lucca, l'Ordine religioso dei Chierici Regolari della Madre di Dio, la piccola barchetta, come lui la chiamava, ma che ancora oggi continua ad accogliere l'invito a spingersi al largo: duc in altum! Pag il prezzo di questa audacia con l'esilio e l'ostracismo da parte di chi non riusciva a spendersi per una riforma che non rimanesse vuoto proclama, spesso invocata e pretesa dagli altri, ma mai offerta come esperienza in atto. Non c' nulla di moralistico nel suo progetto di riforma sintetizzato e diretto nel 1605 sempre al Papa Paolo V ma precedentemente attuata con prudenza e creativit evangelica in tutti i luoghi dove l'obbedienza ai pontefici lo port: Montevergine, Aversa, Vallombrosa, Monte Senario. Nessun tono da in-

quisitore inflessibile e repressivo, nessuna pessimistica requisitoria di chi lamenta i mali del momento presente e magari si rifugia nel rimpianto di un tempo dorato ormai passato. Il linguaggio del santo quello dell'uomo di fede che sa intravedere sempre il bene possibile, purch non si ponga ostacolo alla grazia. Che sa scorgere la potenza che lo Spirito infonde nelle anime grandi, quando si lasciano condurre verso mete apparentemente senza possibilit di riuscita. Il santo farmacista di Diecimo credeva fermamente in una rinnovata missionariet, non come strategia propagandista, ma come permanente atteggiamento di un amore che urge, spinge e motiva una creativit che non conosce sosta. Tutta la sua vita ha il sigillo dell'amore incontenibile e instancabile per la gloria di Cristo. La sua missionariet non geografica, nel senso che per esprimersi non ha bisogno di abbandonare gli spazi che pi gli sono familiari, anche se sappiamo quanto questo sogno lo affascinasse, soprattutto quando gli giungevano gli echi delle gesta missionarie di chi era andato nelle Indie occidentali, ma doveva essere capace di trasformare in missionario ogni gesto, ogni sforzo, ogni briciola di tempo e di energia per un unico e supremo interesse: Cristo e Cristo crocifisso. Partire non tutto, se poi non ci si consuma per la causa di un altro. Verso la fine della sua vita il santo, dilata il suo cuore ai bisogni di tutta la Chiesa. Ne anela la riforma e lo scrive al Papa Paolo V. La vuole tutta missionaria, senza ingerenze di patronati politici e amministrativi, ma intimamente protesa a tutti gli uomini e a tutto l'uomo, come rivelano le estreme e gravissime necessit di territori e gruppi umani carenti di autentici apostoli che se ne facciano carico. Nasce cos il progetto per la fondazione del Collegio Urbano di Propaganda Fide che risulter di enorme importanza nella storia missionaria della Chiesa cattolica. La statua monumentale che ora campeggia in una delle nicchie della Basilica di San Pietro, esprime potentemente questa forza dello Spirito e questo sguardo sul mondo filtrato dal mistero della Croce che tempr l'apostolo e riformatore del periodo successivo al Concilio di Trento. Nella sua opera lo scultore Paolo Cavallo d vita a un ritratto del Leonardi evocato dalla sua personalit e spiritualit pi che da testimonianze figurative. Posto dunque che in ogni caso il nucleo fondante dell'ideazione non si esaurisce nella sola somiglianza, Cavallo ci presenta una figura che deve la sua eloquente ieraticit al suo riferirsi al divino che leggibile in uno sguardo penetrante, forte come quello di un Christus triumphans; un pacato sorriso, risposta alle difficolt dell'esistere, segno della sua umilt, virt che nel Leonardi costantemente legata alla speranza. Ogni cosa bellezza desiderabile e amabile. Ogni cosa attratta dalla bellezza. Pertanto ardisco affermare che non c' realt simile che conquisti e leghi a s il cuore umano, quanto la divina bellezza.... Questo quello che amava ripetere san Giovanni Leonardi nei suo tanti e dotti sermoni. Quasi un vaticinio della bellezza dell'opera dell'artista Paolo Cavallo, che ora lo immortala nello splendore della Basilica Vaticana.
*Rettore generale dei Chierici Regolari della Madre di Dio

ento anni fa, nella bassa parmense, il 1 maggio del 1908, nasceva Giovannino Guareschi, l'inventore del Mondo Piccolo di don Camillo e Peppone. Con una periodicit pressoch stagionale, le televisioni pubbliche e private ripropongono da anni i film del ciclo di don Camillo, liberamente (forse anche troppo) ispirati ai racconti di Giovannino Guareschi. Il favore presso il pubblico, o se si preferisce l'audience, sempre di grado elevato, e ci ha consentito da una parte il perpetuarsi della popolarit delle maschere di don Camillo e Peppone a pi generazioni, ma non sempre ha reso pienamente merito al loro creatore, allo scrittore Guareschi, autore italiano tra i pi letti e conosciuti. La trasposizione cinematografica ha infatti in gran parte tradito lo spirito originario dei racconti, tanto da suscitare a suo tempo le proteste dello stesso Guareschi nei confronti dei registi e degli sceneggiatori, stemperando spesso in un tiepido irenismo quello che era un confronto onesto, leale, ma anche duro e serrato tra le ragioni dell'umanit, del buon senso, e quelle dell'ideologia, che avvelenava (e avvelena) i cuori e le menti. L'anniversario della nascita dello scrittore, morto quaranta anni fa nel luglio del 1968, pu e deve essere l'occasione per riscoprire Guareschi, il suo umorismo sanguigno, la sua vis polemica e la passione per la concretezza contro ogni tentazione di riduzionismo ideologico, tutte virt che lo rendono assimilabile a un altro celebre umorista cattolico del Novecento, l'inglese Chesterton. Un'occasione per scoprire Guareschi e il suo mondo, un mondo a un tempo cos italiano e internazionale, cos localistico e piccolo ma, forse proprio per questo, universale. questa la cifra di ogni creazione artistica: l'incontro del particolare e dell'universale, del contingente e dell'eterno. E di eternit si deve parlare nel piccolo mondo di Guareschi: il suo mondo letterario infatti un piccolo universo capace per di mostrare agli uomini quanto siano belli e quanto grande sia il loro destino: basta solo che abbiano l'umilt di aprire la loro anima al soffio eterno del Creatore. C' infatti una religiosit profonda nelle opere di Guareschi, che affonda le radici nella formazione ricevuta da sua madre, ma anche dalla tragica esperienza della seconda guerra mondiale e dall'internamento in un lager nazista cui fu sottoposto insieme a tutti quegli ufficiali italiani che, come lui, avevano rifiutato di servire la Repubblica sociale di Mussolini. In questo senso significativa la testimonianza di don Onorio Canepa, sacerdote genove-

se, che ebbe a dire di Giovannino: Fu mio compagno di prigionia nei lager nazisti. In quei giorni sventurati seppe fare pi lui da solo per dieci, ventimila e pi internati, che tutti noi sessantaquattro cappellani messi insieme.... Davanti all'angoscia di chi vedeva il mondo cadergli addosso, di chi lamentava che tutto era finito, morto, Guareschi affermava: no, non tutto, Dio non morto. Lontano sia dal pessimismo cupo che dall'ottimismo stolido, la sua posizione era quella del realismo cristiano, conscio del dramma che scaturisce dalla presenza del male e del peccato nel mondo, ma tenacemente radicato nella speranza che Cristo ha vinto, che non morto ma risorto. Con una semplicit assolutamente priva di retorica, che gli faceva scrivere, sul settimanale Candido di cui era direttore negli anni Cinquanta: No, non termino dicendo: Dio con me. Concludo esprimendo l'ardente speranza di essere io con Dio!. Senza Ges Cristo non si va nessuna parte: questo il Vangelo dei semplici, il Vangelo di don Camillo. Guareschi certamente un grande scrittore, e nonostante la peculiarit dell'ambientazione delle sue storie, ricche degli umori e dei sapori della sua terra, scrittore di respiro europeo, apprezzato e compreso come pochissimi altri nostri autori C' un ulteriore Guareschi, infine, da riscoprire: lo scrittore che forse pi di ogni altro ha rivolto la propria attenzione alla famiglia, tanto che si pu parlare di Giovannino sia come di uno scrittore per la famiglia, ma anche di scrittore della famiglia: In tutta la sua opera c' grande attenzione, rispetto, amore, per il rapporto tra genitori e figli, tra uomo e donna innamorati, persino tra nonni e nipoti. La casa, la terra, l'amore per la propria storia, il ricordo dei propri morti e la speranza per i propri figli sono la spina dorsale di una civilt che Guareschi amava, cui apparteneva, che ci ha descritto con realismo e con tenerezza, e che suscita nei lettori il desiderio di preservarne il senso. Guareschi muove alla nostalgia, certamente, ma alla nostalgia di qualcosa che bello, buono, giusto, pulito: non sterile passatismo, ma la volont di mantenere il mondo e s stessi quali Dio li ha fatti, segnati dal peccato originale, ma destinati al bene.

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
Il Forum internazionale dell'Azione Cattolica sulla Christifideles laici Incontro di vescovi ed esperti europei

gioved 1 maggio 2008

Il laicato Gli effetti di internet e la missione dell'annuncio su Chiesa e societ


ROMA, 30. Laici di Azione Cattolica a vent'anni dalla Christifideles laici: questa la linea guida del convegno in corso di svolgimento fino al 3 maggio, promosso dal Fiac, il Forum internazionale dell'Azione Cattolica. La vocazione universale che non riguarda soltanto i pastori, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, si estende a tutti, anche ai fedeli laici che sono chiamati dal Signore e ricevono una missione per la Chiesa e per il mondo. Come scrisse il servo di Dio Giovanni Paolo II, nell'esortazione apostolica post-sinodale del 30 dicembre 1988, in particolare il Concilio Vaticano II, con il suo ricchissimo patrimonio dottrinale, spirituale e pastorale, ha riservato pagine quanto mai splendide sulla natura, dignit e spiritualit, missione e responsabilit dei fedeli laici. La novit cristiana recita la Christifideles laici il fondamento e il titolo dell'uguaglianza di tutti i battezzati in Cristo e, in forza della comune dignit battesimale, il fedele laico corresponsabile, insieme con i ministri ordinati e con i religiosi e le religiose, della missione della Chiesa. Ma la comune dignit battesimale assume nel fedele laico una modalit che lo distingue, senza per separarlo, dal presbitero, dal religioso e dalla religiosa. Tutti i membri della Chiesa sono partecipi della sua dimensione secolare, ma lo sono in forme diverse. In particolare, la partecipazione dei fedeli laici ha una sua modalit di attuazione e di funzione che, secondo il Concilio, loro propria e peculiare. A circa vent'anni, il convegno della Fiac si soffermato sulla domanda che senso dare a questa missionarit dei laici?. Monsignor Tullio Citrini, teologo e rettore del Pontificio seminario lombardo ha risposto che per un verso la Chiesa assolutamente, essenzialmente missionaria, nasce nella e dalla missione, e in questo senso perfino difficile immaginare come possa esserlo di pi. Monsignor Citrini ha poi aggiunto: Pu essere diversa per l'attenzione portata a questa dimensione nell'equilibrio generale dell'assistenza ecclesiale; diverso il peso delle relazioni esterne alla comunit rispetto a quelle interne, diverso il riverbero dell'amore salvatore e universale di Dio riversato in noi con lo Spirito Santo. Monsignor Citrini ha sottolineato che la vivace molteplicit dei modi di intendere la missione provoca nella Chiesa una dialettica interna, che di segno buono, se nasce dal desiderio di ritrovare meglio le comuni radici e di imparare attraverso la testimonianza di ogni persona e gruppo una migliore percezione di ci che lo Spirito Santo dice oggi alle chiese. Ha poi specificato: Si pu imparare gli uni dagli altri ed molto bene farlo; se invece il confronto non avviene tenendo alto lo sguardo del Signore, glorificando Dio, direbbero gli Atti degli Apostoli, esso spegne le migliori forze e le migliori strutture della Chiesa. L'Azione Cattolica, a mio avviso, rischia molto se entra in questa tentazione. Il vescovo di Concordia Luis Armando Collazuol ha affermato che l'Azione Cattolica deve dirigere i suoi passi missionari, alla luce della Madonna, che ascoltando come discepola lo Spirito Santo, ha aperto il mondo all'accoglienza dell'Incarnazione, fonte di ogni nostra speranza. Il presule ha detto ancora che per dare concretezza all'aiuto spirituale e materiale del prossimo, l'Azione Cattolica deve avere sempre presente Cristo, cammino di verit e di luce, rinnovando il proprio impegno apostolico. Il vescovo, inoltre, ha ricordato che nel documento conclusivo della quinta Conferenza dell'Episcopato latino americano ad Aparecida, stato inserito uno specifico passo dedicato alla gioia dell'annuncio missionario in un mondo dove prevalgono odio e violenze. Il vescovo di Ciudad Rodrigo Atilano Rodrguez Martnez da parte sua ha ricordato il discorso dell'apostolo Paolo nella sinagoga di Antiochia di Pisidia, affermando che se siamo partecipi della morte e resurrezione di Cristo in virt del battesimo, dobbiamo considerarci morti nel peccato e vivi grazie a Dio. Per questo occorre vivere come uomini e donne nuovi, rinnovati dalla grazia divina. Il Signore ci chiama e ci invia nel mondo, come Paolo, per essere testimoni della resurrezione di Cristo. Questo deve essere il grande impegno dell'Azione Cattolica, affinch tutti possano godere l'amore incondizionato di Dio, ricevendo cos risposte definitive e convincenti. Nel 2009 i vescovi europei responsabili per i media cercheranno di analizzare gli effetti della cultura del web nella societ e nella Chiesa, di verificare in quale modo i cristiani possono intervenire in questa cultura, e di comprendere quale apporto la rete pu recare al dialogo ecumenico e tra le religioni. Questa la decisione emersa dall'incontro, svoltosi in Vaticano dal 25 al 27 aprile, che ha riunito vescovi ed esperti di diversi Paesi europei membri del comitato esecutivo della Commissione episcopale europea per i mass media (Ceem). Si tratta della commissione costituita dal Consiglio delle conferenze episcopali d'Europa (Ccee) con il compito di seguire lo sviluppo dei media e delle comunicazioni ecclesiali, favorendo in questo campo il lavoro delle varie Conferenze episcopali. Durante l'incontro i partecipanti hanno preparato i lavori della prossima assemblea plenaria incentrata sul rapporto tra cultura di internet e la Chiesa, che si svolger a Roma nel marzo del 2009. L'approfondimento del tema stato affidato a Nicoletta Vittadini, docente di sociologia dell'educazione dell'Universit Cattolica del Sacro Cuore. La cultura del web ha rilevato una cultura della reticolarit. una tecnologia orizzontale caratterizzata dalla capillarit (accesso del singolo utente), connettivit (possibilit di entrare in relazione con altri utenti), socialit (si parla di social network), dove la condivisione del sapere e le relazioni tra individui si rivelano centrali. Si tratta di caratteristiche che cominciano ad avere effetti sulle nostre societ, e sono particolarmente visibili tra i giovani. Anche per questo ha affermato nel suo intervento l'arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, i media cattolici devono essere una presenza, una compagnia costante, una proposta per le persone in cerca di Dio. Evitando di cadere nell'autoreferenzialit e di parlare solo da cattolici a cattolici ha proseguito dimenticando le persone che non fanno parte delle nostre comunit. Per raggiungere questo obiettivo, ha anticipato Celli, il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali sta lavorando a una serie di cantieri aperti che hanno come obiettivo la formazione di agenti pastorali della comunicazione. Durante le giornate dell'incontro, c' stata anche la presentazione da parte dei vescovi responsabili di gruppi linguistici regionali europei e dei loro esperti delle attivit svolte nell'ultimo anno. Dai rapporti, rivela il comunicato finale dei lavori, emergono alcune tendenze positive, come la crescita della presenza della Chiesa nei media e un rinnovato interesse per la sfera religiosa, ma anche situazioni problematiche quali la banalizzazione di alcuni eventi liturgici di rilevanza nazionale ed internazionale che tendono a ridurre il carattere liturgico dell'evento (come matrimoni e funerali) a veri e propri talk show televisivi. Allo stesso modo, si lamentano la strumentalizzazione della Chiesa a fini politici soprattutto nei dibattiti che toccano temi etici, la riduzione della Chiesa solo ad istituzione interessata a difendere i propri interessi e una visione della religione come fatto problematico per la convivenza.

Le Unioni delle superiore e dei superiori generali presentano il Forum internazionale

Seminario sulla comunicazione ecclesiale

Suore e religiosi impegnati per contrastare l'Aids


ROMA, 30. In loving service il titolo di una recente ricerca condotta dalla Commissione salute dell'Unione dei superiori generali (Usg) e dell'Unione internazionale delle superiore generali (Uisg). Grazie ad essa, dopo oltre un anno di raccolta dati, ora possibile avere un quadro pi chiaro del coinvolgimento della Chiesa, in particolare della vita consacrata, nella lotta all'Aids. Stamane, nella sede dell'Usg a Roma, stato presentato il Forum internazionale che dal 3 al 5 maggio, sempre a Roma illustrer i risultati di questa ricerca e le prospettive future. Sono intervenuti fra gli altri suor Maria Martinelli, missionaria comboniana, medico, coordinatrice della ricerca, padre Frank Monks, camilliano, presidente della Commissione salute dell'Unione superiori generali, e padre Pietro Trabucco, missionario della Consolata, segretario generale dell'Usg. Da anni le congregazioni religiose, maschili e femminili, sono impegnate in un'opera di prevenzione e di contrasto nei confronti della sindrome da immunodeficienza acquisita e per alleviare gli effetti della malattia sulle persone colpite e sulle loro famiglie. un lavoro che si svolge in silenzio, negli ambulatori, nei centri sanitari, negli ospedali, con l'assistenza diretta e indiretta di pazienti e familiari, in tutto il mondo ma soprattutto nei Paesi africani. In particolare l'Africa sub-sahariana resta l'area pi fortemente colpita: dati del 2005 parlavano di circa 26 milioni di persone sieropositive. Strettamente collegato il drammatico fenomeno dei bambini orfani di entrambi i genitori; spesso sono i nonni a prendersene carico e quindi sono loro le persone direttamente da aiutare. Solo in Africa gli istituti religiosi si occupano di ottocento orfanotrofi, di mille nosocomi e di cinquemila dispensari. Altra area duramente colpita dalla piaga dell'Aids quella latinoamericana. Da dati aggiornati al 2005 emerge che degli oltre quaranta milioni di persone contagiate dall'Hiv nel mondo, 1.800.000 si trovano in Sud America e 300.000 nei Caraibi. Le nazioni con il pi alto numero di casi risultano Argentina, Brasile e Colombia. Da alcuni anni superiori e superiore generali hanno varato un progetto comune e di ricerca svolto in collaborazione con l'Agenzia delle Nazioni Unite per la lotta all'Aids (Unaids) e con la Georgetown University. Il Forum In loving service passer in rassegna i servizi prestati, dall'assistenza sanitaria agli aiuti economici ai bambini orfani, dalla prevenzione alle cure palliative. Secondo la ricerca, la maggioranza dei religiosi e delle religiose (circa il 90 per cento) sono coinvolti in servizi di educazione e informazione. Tre quarti delle organizzazioni offrono assistenza pastorale (spiritualit e preghiera), il 55 per cento gestisce centri di ascolto e di sostegno, il 45 si dedica esclusivamente alle donne e ai bambini. La nutrizione, le cure palliative e le varie assistenze sono i servizi sanitari pi praticati dai religiosi, anche se la carenza di farmaci antiretrovirali e la scarsit di personale qualificato rende tutto pi difficile. Per noi religiosi e religiose ha affermato padre Monks restano aperte ancora molte sfide nelle aree della giustizia, della pastorale, dell'etica e dell'educazione; per questo siamo chiamati a superare la frammentazione che esiste al nostro interno per parlare con una sola voce e stabilire una nuova cultura di cooperazione e di comunione. Ci sono Paesi poveri nei quali i cristiani provvedono fino al 40 per cento dei servizi sanitari, ma non hanno voce in capitolo e sono lasciati soli a combattere le loro battaglie, con scarsi risultati. L'Usg raccoglie i superiori generali di 218 congregazioni e istituti religiosi, per un totale di circa 200.000 persone nel mondo. L'Uisg invece il punto di riferimento per 1.900 superiore generali di altrettante congregazioni di diritto pontificio e diocesano, alle quali appartengono complessivamente 700.000 suore.

La facile ricerca del consenso


Quanti parlano o gestiscono i mass media a nome della Chiesa, anche a costo di incassare forme di contrariet, di ostilit pubblica e di rifiuto, devono prendere le distanze dal modello comunicativo del consenso, che sottomette ogni azione ai sondaggi di popolarit. quanto ha affermato Marc Carroggio, della Pontificia Universit della Santa Croce, nella principale relazione al sesto seminario degli uffici di comunicazione ecclesiali, promosso a Roma dallo stesso ateneo, dal 28 al 30 aprile, sul tema Comunicazione della Chiesa e cultura della controversia. All'incontro hanno preso parte circa trecento tra esperti e responsabili di uffici stampa provenienti da oltre sessanta Paesi. Gestire le controversie, cio le polemiche, i dibattiti accesi che gli avvenimenti spesso scatenano, significa anche domandarsi se la controversia non sia anche un segno di efficienza nella comunicazione del messaggio stesso: a volte le controversie sono la conferma che il messaggio arrivato. Infatti ha spiegato Carroggio affermare la priorit di Dio sul mondo inevitabilmente motivo di scontro per chi d la supremazia ai beni economici o finanziari: questo, per, non vuol dire che le posizioni della Chiesa generino sempre controversie. Di qui la necessit, per gli uffici di comunicazione ecclesiali, di svolgere un ruolo attivo proprio a patire dal rispetto delle posizioni dell'altro. Come esempi di controversie sociali pertinenti in cui la voce della Chiesa adeguata e necessaria Carroggio ha citato i dibattiti di interesse pubblico con implicazioni etiche e antropologiche, che chiamano in causa i valori non negoziabili. Per quanto riguarda, invece, il dibattito sulle questioni negoziabili, che si riferiscono cio all'ambito delle opinioni personali, potrebbe essere controproducente un ruolo troppo attivo di chi parla a nome della Chiesa. Il ruolo degli uffici di comunicazione della Chiesa, dunque, non di eliminare le controversie, ma di gestirle, sfruttando appieno ogni possibilit comunicativa. Come? Anzitutto ha risposto il relatore tramite la chiarezza nei contenuti, espressi in linguaggio giornalistico e non omiletico; in secondo luogo, utilizzando un approccio positivo, attraverso una successione di persone e fatti che si muovono in senso opposto a quello delle controversie. A tal proposito intervenuto Mario Marazziti, responsabile delle comunicazioni della Comunit di Sant'Egidio che ha esposto il lavoro svolto in occasione della presentazione del progetto per la lotta contro l'Aids in Africa.

La proposta di Caritas italiana per il continente africano

Un convegno del Movimento Gruppi di preghiera figli spirituali del servo di Dio

Pi prevenzione per evitare i conflitti Giovanni Paolo II, un fratello per ogni uomo
ROMA, 30. C' un problema di prevenzione dei conflitti africani che non viene messo in atto da parte della comunit internazionale. Fino a quando i riflettori non vengono accesi sulle crisi nessuno se ne occupa. Anche perch a volte non si ha interesse a intervenire o si continuano a fare i propri interessi, che spesso vanno a favorire questi conflitti. A parlare Giovanni Sartor, responsabile dell'Ufficio Africa di Caritas italiana, che commenta in una intervista su www.agensir.it gli appelli lanciati da Papa Benedetto XVI per far cessare le violenze in Africa, soprattutto in Darfur, Somalia e Burundi. La Caritas lavora con i partner locali nella gestione dei campi profughi in Darfur, gestisce un dispensario in Somalia, a Baidoa, e sostiene interventi sociali di diverso tipo in Burundi. I conflitti in Africa ha precisato Giovanni Sartor sono dovuti a cause esterne ed interne. In Darfur, ad esempio, la comunit internazionale ha pensato che la soluzione fosse la forza di peace-keeping. Invece, bisogna lavorare con le comunit, parlare con la gente, mettere in contatto e comunicazione i diversi gruppi perch arrivino ad una pace effettiva. Altrimenti si rischia di fare una pace solo sulla carta. Inoltre ha aggiunto il Darfur deve essere considerato all'interno del problema globale del Sudan. Altrimenti se non si riesce a portare tutti alla pace non serve a nulla. La comunit internazionale, a suo avviso, dovrebbe essere in grado di far sedere allo stesso tavolo i diversi gruppi e insieme a loro trovare delle soluzioni. Secondo Sartor, l'appello del Papa importante perch in alcuni casi la Chiesa cattolica pu giocare un ruolo. Penso soprattutto al Burundi dove la maggior parte della popolazione cattolica, mentre in Somalia e in Darfur si pu intervenire nell'umanitario. Fa bene il Papa ha aggiunto il responsabile dell'ufficio Africa di Caritas italiana ad invitare la comunit internazionale a trovare nuove vie per intervenire, tenendo per conto che alla fine c' una parte di responsabilit a livello locale. La gente dovrebbe cambiare mentalit e non considerare il conflitto come uno strumento di risoluzione dei problemi. Inoltre, c' anche tutto un lavoro da fare sulle armi e gli interessi economici. Per eliminare i conflitti nel mondo va anche limitata la produzione di armi e fare in modo che gli interessi economici degli Stati non giochino sui possibili conflitti. Sui rischi di guerra civile in Burundi Sartor ha confermato dopo contatti in loco con i giovani del servizio civile che la gente molto preoccupata perch in realt il Burundi non mai stato completamente pacificato. Soprattutto nella zona a nord della capitale gi c'erano scontri, sparatorie, perch i ribelli delle Forze per la liberazione nazionale (Fln) non sono mai arrivati ad un accordo di pace con il governo. Roma, 30. Un momento forte di riunione per restare sempre a contatto con il servo di Dio Giovanni Paolo II e camminare nella Chiesa e con la Chiesa, alla luce della benedizione di Papa Benedetto XVI: questo lo scopo del convegno, promosso dal Movimento Gruppi di preghiera figli spirituali di Giovanni Paolo II, tenutosi marted 29 aprile, presso la Pontificia Universit Lateranense. Dopo la presentazione e il saluto dell'assistente ecclesiastico del Movimento, monsignor Giangiulio Radivo, il cardinale vicario per la diocesi di Roma Camillo Ruini ha svolto la relazione sul tema Giovanni Paolo II per tutti fratello e padre, perch uomo di Dio, ricordando la propria esperienza umana accanto al Pontefice. L'incontro stata l'occasione per riflettere sull'impegno pastorale del servo di Dio e per testimoniare ancora una volta l'intento del Movimento di mantenerne vivo il ricordo. Suor Maria Rosa Lo Proto, presidente e fondatrice ha detto: Siamo qui per parlare di Giovanni Paolo II, fratello di ogni uomo, perch uomo di Dio. Si tratta di un incontro significativo che persegue la volont di stare accanto al servo di Dio anche dopo la sua morte, uniti all'attuale Papa, cui chiediamo la benedizione per proseguire al meglio la nostra opera. La fondatrice ha sottolineato: Ci siamo voluti chiamare cos, perch ognuno desidera, secondo la propria vocazione o impegno sociale, dedicarsi a un serio cammino di vita spirituale, sostenuti dall'esempio e dagli insegnamenti che ci ha dato il servo di Dio Giovanni Paolo II. Noi figli spirituali siamo certi che, come disse Papa Benedetto XVI il giorno della sua elezione, Giovanni Paolo II dalla finestra del Paradiso ci guarder. Dal Convegno scaturito, inoltre, il rinnovato impegno a camminare sempre nella Chiesa e con la Chiesa, con la benedizione del Papa e la filiale devozione alla Madonna. L'idea di far nascere il Movimento prese forma da un ritiro spirituale, svoltosi il 19 febbraio 2006, presieduto dal vescovo ausiliare Ernesto Mandara. Il 25 marzo dello stesso anno, Festa dell'annuncio dell'angelo, avvenne ufficialmente la nascita.
.

W
Il Rettore unito alla Comunit Accademica del Pontificio Ateneo S. Anselmo e alla comunit monastica di Engelberg, partecipa al dolore dei familiari e confratelli per la scomparsa avvenuta il 25 aprile 2008 del

R. P. Prof. Dr.

DOM BASIL STUDER,

OSB

Prof. Emerito di Storia della Chiesa Antica e Patristica e Rettore Magnifico del Pontificio Ateneo S. Anselmo dal 1968 al 1974.
.

gioved 1 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 7

Intervista a monsignor Juan Garca Rodrguez, arcivescovo di Camagey, presidente dei vescovi di Cuba

Una Chiesa che vuole essere comunit accogliente per tutti


di NICOLA GORI Una presenza pi incisiva nei mezzi di comunicazione sociale, un'azione di sostegno spirituale rivolta soprattutto ai detenuti, una mobilitazione di energie e di risorse per la costruzione di nuove chiese: sono alcune delle priorit pastorali che attendono i vescovi di Cuba in questi prossimi mesi. Ne parla in questa intervista a L'Osservatore Romano monsignor Juan Garca Rodrguez, arcivescovo di Camagey e presidente della Conferenza episcopale cubana, in questi giorni in visita ad limina Apostolorum. Ricordando la recente visita compiuta dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, dal 21 al 26 febbraio, il presule ribadisce che la Chiesa a Cuba vuole essere madre accogliente per tutti, in particolare per i poveri, i malati, i bisognosi. Quali sono attualmente le priorit della Chiesa cubana? Le priorit della Chiesa cubana sono quelle inserite nel suo piano globale di pastorale per gli anni dal 2006 al 2012. Tra queste vorrei segnalare: promuovere una spiritualit basata nell'incontro con Ges Cristo, che illumini la vita in tutte le sue dimensioni e generi uno stile di condotta impegnato, portatore di speranza e coerente con la nostra identit cristiana; formare in modo particolare tra i giovani e nelle famiglie un laicato cosciente della propria vocazione e della missione nella vita della Chiesa e nel mondo, che partecipi all'edificazione della realt ecclesiale e sociale; e, infine, irrobustire lo spirito missionario nelle persone e nelle comunit per annunciare Ges Cristo e impegnarsi nella costruzione del suo regno con rinnovato ardore, creativit e audacia. Cosa direte a Benedetto XVI nel corso della visita ad limina? Discuteremo di come, nonostante tanti anni di silenzio su Dio, a Cuba vi sia una sete religiosa crescente e una sempre maggiore devozione, in particolare alla Vergine della carit, patrona del Paese. Parleremo dei nostri bambini, che ora evangelizzano i loro genitori e i loro nonni facendoli partecipare a momenti di preghiera, di catechesi e di incontro religioso, nei quali i piccoli sono protagonisti. Riferiremo al Papa anche del piccolo gruppo di giovani e di adolescenti che vivono i comandamenti e le beatitudini nonostante gli scherni e l'emarginazione. Manifesteremo il nostro sano orgoglio per le persone rimaste fedeli a Cristo e alla sua Chiesa durante tanti anni di critica verso di loro. E gli ricorderemo come questi fedeli, con la loro testimonianza di vita e di parola, hanno fatto da ponte per molti altri che si erano allontanati negando Cristo e che oggi invece si avvicinano a Lui. Entrambi i gruppi accolgono con gioia coloro che, non avendo mai fatto esperienza di Cristo, desiderano avere una maggiore conoscenza della fede. Comunicheremo al Papa le gioie e le pene dei pastori e del gregge. Qual l'eredit che la visita del cardinale segretario di Stato ha lasciato alla Chiesa cubana? Il cardinale Bertone ci ha lasciato, tra l'altro, una serie di impegni. Vorrei ricordare, in particolare, la sollecitudine per la costruzione di nuove chiese laddove non ci sono; la ricerca di un accesso regolare e adeguato ai mezzi di comunicazione sociale; lo sforzo di ottenere maggiori facilit per seguire spiritualmente i detenuti secondo quanto stabilito nella legislazione nazionale e internazionale. Una delle priorit rilevate durante la visita del cardinale stata proprio la carente assistenza spirituale ai detenuti. Avete un piano di sostegno in questo ambito? La Chiesa, da quando stata permessa la visita alle carceri alla fine degli anni Ottanta, ha creato una pastorale penitenziaria. Vi sono vescovi, sacerdoti, diaconi, religiose e laici disposti a visitare i detenuti appena verranno consentite in maniera frequente e sistematica le visite alle carceri. La Chiesa spera gi lo ha chiesto tempo fa di celebrare comunitariamente nelle prigioni il Natale, la Settimana Santa, la novena della Vergine della carit e altri riti religiosi propri del luogo. Sta funzionando anche molto bene l'attivit di carit, sostegno e appoggio alle famiglie dei carcerati. Su quali elementi potete confermare che la Chiesa cubana una comunit viva, dinamica e aperta a tutti? La Chiesa cubana un piccolo e fragile gregge. Allo stesso tempo, fedele, disponibile, servizievole, gioioso, felice di vivere la sua fede e di proclamarla. Come un piccolo gregge si annuncia la Parola, si celebra l'Eucaristia, si catechizza, si servono i poveri, i malati, gli afflitti, i bisognosi. Nelle nostre chiese si trovano cattolici e potenziali cattolici, persone di religiosit popolare e di credenza sincretista, come anche di diverso pensiero politico. La Chiesa li accoglie come una madre e li guida nel cammino verso Ges Cristo,

Alle origini dell'evangelizzazione


Nel XVI secolo con l'arrivo degli spagnoli inizia l'evangelizzazione di Cuba. Nel 1518 viene eretta la diocesi di Baracoa, desumendo il territorio da quella di Santo Domingo. La nuova diocesi ha giurisdizione su tutta l'isola ed suffraganea dell'arcidiocesi di Siviglia. Nel 1608 Juan Moreno, uno schiavo nero e i fratelli Juan e Rodrigo de Hoyos, due indios, trovano la statuetta della Vergine della carit, che viene trasferita nel villaggio di El Cobre, da cui prender il nome. Nel 1786 viene eretta la diocesi di San Cristbal de la Habana. Il 10 maggio 1916 Benedetto XV proclama la Vergine della carit del Cobre patrona principale di Cuba. Il 20 dicembre 1936 la statua della Vergine viene incoronata. Dal 21 al 26 febbraio il cardinale Bertone, segretario di Stato, ha visitato l'isola nel decimo anniversario del viaggio apostolico di Giovanni Paolo II.

Un delicato passaggio di consegne


Cristoforo Colombo sbarca a Cuba il 28 ottobre 1492. Nel 1511 Diego de Velzquez conquista e colonizza l'isola. Nel XVII l'isola diventa un grande centro di produzione dello zucchero. Nel 1815 iniziano le sommosse antispagnole. Nel 1895 Jos Mart guida un'insurrezione contro la Spagna. Nel 1898 gli Stati Uniti, dopo l'affondamento della corrazzata Maine nel porto dell'Avana, dichiarano guerra alla Spagna, la quale deve cedere Guam, le Filippine, Porto Rico e l'amministrazione di Cuba. Nel 1933 con un colpo di stato militare Fulgencio Batista y Zaldvar d vita a un regime dittatoriale. Nel 1956 Fidel Castro sbarca a Cuba e guida la guerriglia contro il dittatore. Il 1 gennaio 1959 Batista fugge negli Stati Uniti e Castro instaura il regime rivoluzionario. Nel 1961 avviene la rottura diplomatica con gli Stati Uniti. Il 19 febbraio 2008, dopo quarantanove anni, Fidel cede al fratello Ral i poteri istituzionali.

Vergine della Carit del Cobre, patrona di Cuba

principe della pace e maestro della verit. In che misura la vostra Chiesa ha bisogno del sostegno di sacerdoti e religiosi provenienti da altri paesi? Per undici milioni di abitanti vi sono a Cuba circa trecentoquaranta sacerdoti, seicento religiose e sessantaquattro diaconi. Il numero di persone per sacerdote supera le trentaduemila unit. evidente che la messe molta e gli operai sono pochi. D'altra parte, la sete di Dio cresce ogni volta di pi. Non ricordiamo mai abbastanza la necessit di missionari che abbiamo. Chiediamo agli operatori di pastorale che ascoltino la chiamata di Dio, il quale vuole salvare il popolo cubano, e la richiesta della immensa moltitudine che grida: Venite e aiutateci.

Nella realt cubana, cosa rappresenta la parrocchia? La parrocchia un territorio dove c' una comunit di credenti cattolici che annunciano quello che vivono, celebrano quello che credono, vivono la carit tra di loro e tra quelli che li circondano, sono luce e sale, coraggio e consolazione per quanti soffrono. La parrocchia si convertita in comunit di comunit. Intorno alla grande comunit sono andate formandosi delle piccole comunit che si riuniscono in casa per essere Chiesa. Queste case sono numerose in alcune parrocchie. In occasione di diverse feste, tutte queste comunit si uniscono per le grandi celebrazioni nella parrocchia, che la comunit madre. Rendiamo grazie a Dio per le famiglie che hanno aperto con tanta generosit le porte delle loro case, affinch la comunit cristiana si riunisca e celebri la sua fede.

I gruppi presenti all'udienza generale in piazza San Pietro


All'udienza generale di mercoledi 30 aprile 2008 in Piazza San Pietro, erano presenti i seguenti gruppi: Da diversi Paesi: Religiosi dell'Ordine dei Servi di Maria; Giuseppini del Murialdo; Partecipanti al Capitolo Generale delle Figlie di San Camillo; Religiose di diverse Congregazioni partecipanti al Corso promosso dall'USMI; Partecipanti al Seminario promosso dalla Pontificia Universit della Santa Croce. Dall'Italia: Sacerdoti della Diocesi di Roma; Comunit del Seminario Maggiore di Vicenza, con l'Arcivescovo Cesare Nosiglia; Gruppi di Fedeli dalle Parrocchie: Santa Maria Immacolata; Sant'Antonio al Timonchio, in Santorso; San Gottardo, in Arten; San Giovanni Battista, in Borgo San Giovanni; Visitazione di Maria, in Donada-Porto Viro; Santa Maria Liberatrice, in Milano; San Nicolao; Sant'Anna; San Grato; San Bernardo, in Monteu Roaro; Sacra Famiglia, in Ferrara; San Giovanni Battista, in Rimini; Santa Maria Stella Maris, in Riccione; San Lorenzo e San Martino, in Sarteano; San Giovanni Evangelista, in Empoli; Ges Divino Operaio, in Ciampino; Madonna della Neve, in Frosinone; San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, in Fontechiari; San Giuseppe, in Rocca d'Evandro; Maria Santissima della Libera, in Pratola Peligna; Sant'Agata, in Tovo; San Sebastiano, in Rogorbello; Santa Maria Assunta, in Campotosto; Ges Liberatore, in Canosa di Puglia; Sant'Andrea, in Bisceglie; Maria Santissima Addolorata, in Tuturano; San Pietro, Maria di Costantinopoli e San Tommaso, in Cava de' Tirreni; Santa Maria Incoronatella nella Piet dei Turchini, in Napoli; Sacro Cuore, in Arzano; San Michele, in Torre Annunziata; Santa Lucia, in Sant'Antimo; San Basilio, in Cessaniti; San Giovanni Battista, in Castiadas; Membri della Presidenza Nazionale delle ACLI; Gruppo Scout MASCI, di Marigliano; Soci del Serra Club, di Siena; Soci dei Lions Club, di Modena; Soci del Rotaract Club, di Foggia; Ufficiali, Sottufficiali, Allievi e Impiegati della Scuola Militare Nunziatella, di Napoli; Associazione pensionati dipendenti comunali, di Napoli; Associazione Il giardino delle rose blu, di Frosinone; Associazione nazionale Marinai d'Italia, di Treviglio; Associazione Arma Aeronautica, di Piacenza; Associazione Terzo millennio, di Nard; Associazione Pegaso, di Fara San Martino; Fondazione Centro residenziale Chiarugi, di Empoli; Comunit Nuova dimensione, di Foggia; Centro San Giuseppe Moscati, di Napoli; Gruppo sociale La Montagnola, di Porte di Trambileno; Gruppo della Pro-loco, di Caivano; Gruppo dell'UNITALSI, di Fidenza; Associazione musicale Giuseppe Verdi, di Castelbuono; Filarmonica alpina, di Castiglione di Garfagnana; Coro Delphum, di Dervio; Corale Pergolesiana, di Jesi, con il Vescovo Gerardo Rocconi; Comitato Maratona d'Italia; Gruppi di Societ calcistiche dalla Calabria; Gruppo sportivo ciclistico Maroso, di Pianezza; Gruppi di Studenti: European School Center San Paolo, di Pozzuoli; Istituto Virtuoso, di Salerno; Istituto Alighieri, di Cerro al Volturno; Istituto Santa Maria degli Angeli, di Brescia; Istituto Manzoni, di Uboldo; Istituto San Nilo, di Grottaferrata; Istituto Rossi Doria, di Marigliano; Istituto comprensivo, di Cotronei; Istituto Don Milani, di Manocalzati; Istituto Maria Immacolata, di Bergamo; Istituto Sacri Cuori, di Lanciano; Scuola Melogrosso, di Sezze; Scuola Opera San Francesco d'Assisi, di Cerignola; Scuola Savini, di Teramo; Scuola Perone, di Roma; Scuola media, di Sant'Angelo a Fasanella; Istituto comprensivo, di Ottati; Circolo didattico Laura e Gromola, di Capaccio Scalo; Scuola Santa Maria della Piet, di Sorrento; Scuola Volpi, di Cisterna di Latina; Scuola Volpicelli, di Sessa Aurunca; Scuola Povere Figlie della Visitazione di Maria, di Napoli; Scuola primaria, di Cotronei; Scuola Regina Elena, di Carsoli; Scuola media Sordomuti Fabriani, di Roma; Docenti e Studenti dell'Istituto Redemptor Hominis della Pontificia Universit Lateranense; Circolo didattico Carducci, di Casoria; Circolo didattico di Bojano; Circolo didattico di Soriano nel Cimino; Circolo didattico di Locri; Circolo didattico di Noicattaro; Gruppi di Fedeli da: Milano, Anconetta, Ramacca, Lazzate. Dalla Svizzera: Parrocchia Santa Maria dei Miracoli, in Morbio Inferiore Coppie di Sposi novelli. I polacchi: Ksia z diecezji zielonogrsko-gorzowskiej z okazji 30-lecia kapastwa; oglnopolska pielgrzymka kapucyska; pielgrzymka z diecezji zamojsko-lubaczowskiej; pielgrzymi z parafii: witego Ducha ze SzczecinaZdroju, Chrystusa Krla ze Stargardu Szczeciskiego, Nawiedzenia Najwitszej Maryi Panny z Sosnowca, Miosierdzia Boego ze widnicy, w. Ottona z Pyrzyc w archidiecezji szczecisko-kamieskiej, w. Maksymiliana Marii Kolbego z Gogowa w diecezji zielonogrsko-gorzowskiej, w. Jzefa z Leszna w archidiecezji poznaskiej, w.Wojciecha ze Szreska w diecezji pockiej, w. Andrzeja Apostoa i Najwitszej Maryi Panny z Lourdes z Porbki Uszewskiej w diecezji tarnowskiej; w. Tomasza Apostoa z Osin, w. Andrzeja Boboli z Zawiercia, Wniebowzicia Najwitszej Maryi Panny z Mstowa i w. Jana Chrzciciela ze Zotego Potoku w archidiecezji czstochowskiej; Przemienienia Paskiego z Radzymina w diecezji warszawskopraskiej, w. Jana Chrzciciela z Zakrzowa i witego Krzya z Brzegu w archidiecezji wrocawskiej, w. Ojca Pio z Ustki i Matki Boej Czstochowskiej z Duninowa w diecezji koszalisko-koobrzeskiej, Trjcy Przenajwitszej z odzi; w. Klemensa i w. Magorzaty z Klementowic w archidiecezji lubelskiej, Matki Boej Szkaplerznej z Warki w archidiecezji warszawskiej, Matki Boej Wniebowzitej z Kyowa i Podwyszenia Krzya witego z Pysznicy w diecezji sandomierskiej; pielgrzymka Orodka Wychowawczego Zgromadzenia Braci Szk Chrzecijaskich z Uszyc; wsplnota Przyjaciele w. Franciszka z Asyu z Brzezin koo odzi; Stowarzyszenie Akcji Katolickiej z archidiecezji warmiskiej; pracownicy Pastwowej Inspekcji Sanitarnej; studenci Wydziau Prawa Kanonicznego Uniwersytetu Kardynaa Stefana Wyszyskiego w Warszawie; pracownicy i studenci Uniwersytetu im. Mikoaja Kopernika z Torunia; pracownicy Akademii Rolniczej z Poznania; VGimnazjum Ksiy Pijarw z Poznania; pracownicy Przewozw Regionalnych PKP z Poznania; kolejarze z Bydgoszczy; Bydgoska Szkoa Bankowcw; samorzd z gminy Grabica w woj. dzkim; pracownicy Firmy Anpol z Piotrkowa Trybunalskiego; pielgrzymki z Wabrzycha, Wrocawia i Serbw; gimnazjum z Podwilka koo Jabonki; Biuro Pielgrzymkowe Ksiy Pallotynw z Warszawy; Biuro Pielgrzymkowo-Turystyczne Caritas z Wocawka; pracownicy Fabryki Urzdze Grnictwa Odkrywkowego z Konina; modzie z Legionowa; pracownicy Kopalni Wgla Kamiennego Sonica z Gliwic; pracownicy Fabryki Chemiczno-Farmaceutycznej Polpharma ze Starogardu Gdaskiego; NSZZ Solidarno Glinik z Gorlic; pielgrzymka z Chemy; pracownicy Nasycalni Podkadw z Pludrw koo Olesna; pracownicy firmy Mintex z odzi; grupa z Warki; pracownicy Legnickiego Przedsibiorstwa Wodocigw i Kanalizacji; pracownicy Zakadw Uszlachetniania Miedzi z Lubina; pracownicy Gminy Rowienica z wojewdztwa podkarpackiego z rodzinami; pracownicy Poczty Polskiej z Warszawy; Gimnazjum im. Jana Pawa II ze Spiczyna w archidiecezji lubelskiej; grupa pielgrzymw z Eku, Piotrkowa Trybunalskiego i odzi; Salezjaskie Gimnazjum im. w. Dominika Savio z Lubina; grupy turystyczne: z Tarnobrzega, Kielc, Warszawy, Ostrowi Mazowieckiej, Czstochowy, Poznania, Opola i Krakowa; pielgrzymi indywidualni. Gruppi di Fedeli da: Slovenia; Croazia; Repubblica Ceca; Lituania, Ucraina, Repubblica Slovacca. De France: Paroisse Saint-Jean Baptiste de la Salle, de Paris; Paroisse Saint-Martin, de Meudon; Paroisse Saint-Andr, de Saint-Maurice; Centre catholique tudiant, de Versailles et Saint-Quentin; Ecole de charit et de mission pour les Couples maris, de Dijon et Chalon; groupe de l'Apostolat mondial de Fatima, de Gumbrechtshoffen; groupe du Mouvement eucharistique des Jeunes, de Versailles; groupe Saint-Benot, de Cholet; Collge Boris Vian-Chapelle Notre-Dame de la Confiance, de Paris; Collge de l'Immacule Conception, de Crhen; Collge Saint-Pie X, de Chatelineau. De Suisse: Paroisse de Crans Montana. From Various Countries: Participants in the Sixth Professional Seminar for Church Communications; Offices, organised by the School of Church Communications of the Pontifical University of the Holy Cross; Religious Brothers from the Order of the Servants of Mary; Marist Brothers participating in a Renewal Course; Participants in the Third Christian-Buddhist Symposium, at Castel Gandolfo, sponsored by the Focolare Movement; Members of Rotary International. From England: Pilgrims from Waltham Abbey, Waltham, Essex; A delegation from the British Army Chaplains; Students and staff from St Edmund Campion Roman Catholic Secondary School, Birmingham. From Ireland: Pilgrims from the Parish of the Real Presence, Bishopstown, County Cork; Pilgrims from Cuan Mhuire Center, Athy, County Kildare; Members of the Federation of Local History Societies. From Denmark: Students and staff from Our Lady's School, Naestved. From Finland: Alava Parish Choir, Kuopio. Lutheran From Malta: Students and staff from Ninu Cremona School, Gozo. From South Africa: A group of pilgrims. From South Korea: Pilgrims from the Association of the Elderly, Archdiocese of Seoul. From Thailand: Pilgrims from St Anthony's Parish, Diocese of Ratchaburi. From Canada: Chinese pilgrims from St Francis Xavier Parish, Vancouver. From the United States of America: Pilgrims from the Diocese of Scranton, Pennsylvania; Pilgrims from the following parishes: Immaculate Conception, Yuma, Arizona; St Anne, Columbus, Georgia; St Nicholas, O'Fallon, Illinois; Queen of Peace, Salem, Oregon; St Teresa, Pawtucket, Rhode Island; Members of the Catholic Health Association of the United States; Pilgrims from St Francis Retreat Center, DeWitt, Michigan. Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppen aus den Pfarrgemeinden St. Eugen von Mazenod, Alpen; St. Bartholomus, Biblis; St. Lambertus, Dsseldorf; Maria Himmelfahrt, Freyung; St. Peter und Paul, Hartheim; St. Elisabeth, Hildesheim; Mari Lichtme, Hildesheim-Drispenstedt; St. Maternus, Kln; St. Johannes Enthauptung, Lohmar; St. Brigitta, Mnchen; St. Elisabeth, Mnchen; St. Helena, Mnchen; St. Maria, Murrhardt; St. Martin, Urloffen; St. Martin, Waging am See; Pastoralverbund Wilzenberg; St. Marien, ZeltingenRachtig; Pilgergruppen aus dem Bistum Aachen; Erzbistum Paderborn; Bistum Rottenburg-Stuttgart; Pilgergruppen aus Bad Godesberg; Dorsten; Elchesheim-Illingen; Freising; Gera; Horrenberg; Jlich, Dren, Aachen und Kln; Kieling; Kirchseeon; aus dem Oldenburger Mnsterland; Saarwellingen; Bund Katholischer Unternehmer; Kolping Dizesanverband Augsburg; Kirchenchor St. Martin, Brigachtal; Katholischer Deutscher Frauenbund im Dekanat Dinkelscherben; Katholisches Ferienwerk, Gladbeck; Kirchenchor Ccilia St. Jacobus, Hilden; Kirchenchor St. Martin. Rheinbach; Pfarrsekretrinnen aus dem Bezirk Rhein-Lahn; Pilgergruppe der Begegnungssttte Brgerspital, Aalen; Mitarbeiter des Berufsbildungswerks Abensberg; Fachakademie fr Sozialpdagogik, Dillingen; KneippVerein Ensheim; Gartenbauverein Fraulautern; Sngerbund Grfenhausen, Eintracht Langenbrand, und Liederkranz, lbronn; Krankenpflegeschule Kamp-Lintfort; Studienreisegruppe aus Karlsruhe; Berufsakademie Lrrach; Volkshochschule Ldinghausen; Reisegruppe aus dem Groraum Stuttgart; Eichsfeld-Gymnasium, Duderstadt; Marie-Curie-Gymnasium, Dsseldorf; Anita-Lichtenstein-Gesamtschule, Geilenkirchen; Oken-Gymnasium, Offenburg; St. ChristophorusGymnasium, Werne. Aus der Schweizerischen Eidgenossenschaft: Pilger aus den Kantonen Wallis und Fribourg; Firmgruppen aus den Pfarreien St. Petrus, Embrach; St. Peter und Paul, Winterthur; St. Theresia, Zrich-Friesenberg; Kantonsschule Limmattal, Zrich. Aus der Republik sterreich: Pilger aus der Pfarre St. Agidius, Semriach; Pilgergruppe aus Oggau am Neusiedlersee; Musikkapelle Zams; Ministrantinnen der Caritasgemeinde, Wien. Aus der Provinz Bozen Republik Italien: Kirchenchor Antholz. Uit het Koninkrijk der Nederlanden: Sacramentskoor Breda. De Espaa: Parroquia Santa Mara Magdalena, de El Pont d'Armentera; Parroquia Santo Domingo de Silos, de Millana; Parroquia Nuestra Seora de la Consolacin, de Mstoles; Parroquia San Jorge, de Madrid; Corporacin el Cirio, de la Real y Pontificia Cofrada de Nuestro Padre Jess de la Humildad y Paciencia, de Madrid; Colegio San Juan Bosco, de Torrejn de Ardoz; Colegio Arcngel Rafael, de Madrid; Colegio Nuestra Seora de la Consolacin, de Tortosa; Colegio Nuestra Seora de la Consolacin de Buriana, Castelln de la Plana; Colegio Pureza de Mara, de La Cuesta; Profesores de diversos centros de enseanza, de la Dicesis de Segorbe-Castelln; Colegio de los Salesianos, de OrotavaTenerife; grupo de peregrinos de Tenerife. De Mxico: Movimiento Hijos del Corazn del Padre; Banda musical de Jalapa. De Panam: grupo de peregrinos de la Arquidicesis de Panam. De Paraguay: Parroquia San Rafael, de Asuncin. De Argentina: grupo de sacerdotes y peregrinos; grupo de peregrinos de Buenos Aires; Parroquia San Juan Bosco, de La Plata. De Venezuela: grupo de peregrinos. De Portugal: grupo de visitantes do Porto. Do Brasil: grupo de visitantes.

From Sweden: Pilgrims from the Lutheran Church of Sweden, Diocese of Vxj.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
Durante l'udienza generale nel giorno della memoria liturgica del Pontefice

gioved 1 maggio 2008

Il Papa ricorda l'opera di Pio V nella propagazione della fede


Mosso da profondo amore per la Chiesa, promosse con instancabile ardore la propagazione della fede e riform il culto liturgico. Cos Benedetto XVI ha ricordato Papa Pio V durante l'udienza generale di mercoled 30 aprile, memoria liturgica del santo Pontefice. Dopo la catechesi dedicata al recente viaggio negli Stati Uniti che pubblichiamo in prima pagina il Papa ha salutato nelle varie lingue i gruppi di fedeli presenti in Piazza San Pietro.

Chers frres et surs, J'accueille avec plaisir les plerins francophones. Je salue particulirement les jeunes prsents ce matin! Que la lumire du Christ soit votre esprance et que son Esprit qui va nous tre donn la Pentecte vous guide dans toute votre vie. Que Dieu vous bnisse! Dear Brothers and Sisters, I offer a warm welcome to the participants in the third ChristianBuddhist Symposium, meeting in Castel Gandolfo during these days. Upon all of you and upon the English-speaking pilgrims from England, Ireland, Scandinavia, Malta, South Africa, Korea, Thailand, Canada and the United States, I cordially invoke the joy and peace of the Risen Christ. Liebe Brder und Schwestern! Einen frohen Gru richte ich an die Pilger und Besucher aus den deutschsprachigen Lndern, darunter heute besonders an eine Gruppe vom Bund Katholischer Unternehmer. Beten wir, da diese jngste Apostolische Reise reiche Frucht bringe und da der Heilige Geist, den wir in den Tagen vor Pfingsten mit der ganzen Kirche erwarten, unseren Glauben erneuere. Der Herr segne euch und eure Familien. Queridos hermanos y hermanas: Saludo a los peregrinos de lengua espaola. Os invito a dar conmigo gracias a Dios por este Viaje Apostlico y a seguir pidiendo por los frutos espirituales del mismo. Amados Irmos e Irms, Convido todos a unir-vos em torno a mim para dar graas ao Senhor pelo sucesso alcanado na minha recente Viagem Apostlica nos Estados Unidos. Ao suplicar a Deus, pela intercesso da Virgem Maria, abundantes graas a fim de que se consigam frutos de paz e de concrdia entre os povos, sado cordialmente os peregrinos de lngua portuguesa do Brasil e de Portugal, de modo especial os visitantes do Porto, e a todos estendo a minha propiciadora Bno Apostlica. Serdecznie witam pielgrzymw z Polski. Bardzo dzikuj wszystkim, ktrzy wspierali mnie swoimi modlitwami w czasie pielgrzymki do Stanw Zjednoczonych Ameryki. Byy to niezapomniane dni wsplnego dzielenia si wiadectwem wiary, obfitujce w ask i wiele przejaww ludzkiej dobroci. Matce Najwitszej zawierzam owoce tej podry. Niech Bg wam bogosawi. [Do il cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Polonia. Tante grazie a tutti coloro che mi hanno sostenuto con le loro preghiere durante il pellegrinaggio negli Stati Uniti dell'America. Sono stati indimenticabili giorni di comune condivisione della testimonianza della fede, colmi di grazia e di tante manifestazioni dell'umana bont. Alla Madre Santissima affido i frutti di questo viaggio. Dio vi benedica!]. Nuoirdiai sveikinu piligrimus lietuvius! Prisiklusio Kristaus Dvasia tepripildo jus savo malonmis, idant vis labiau btumte teisingumo ir taikos liudytojai. Visus jus laiminu. Garb Jzui Kristui! [Saluto di cuore i pellegrini lituani! Lo Spirito di Cristo risorto vi ricolmi dei suoi doni, affinch possiate essere sempre pi testimoni di giustizia e di pace. Vi benedico tutti. Sia lodato Ges Cristo!].

Srdanu dobrodolicu upuujem svim hrvatskim hodoasnicima, a osobito vjernicima upe Belice, nastavnicima osnovne kole i namjetenicima opine Primoten te profesorima sa sveuilita u Osijeku. Neka vas prati mir i blagoslov Krista koji nas zagovara kod nebeskog Oca. Hvaljen Isus i Marija! [Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini croati, particolarmente ai fedeli della parrocchia di Belice, agli insegnanti e agli impiegati del Comune di Primoten e ai professori dell'Universit di Osijek. Vi accompagni la pace e la benedizione di Cristo, che intercede per noi presso

il Padre celeste. Siano lodati Ges e Maria!]. Srden vtm poutnky z Brna. Prosm Boha, aby vs naplnil radost z Kristova Zmrtvchvstn a aby vs vdy provzel svmi hojnmi dary. K tomu vm rd ehnm! Chvla Kristu! [Un cordiale benvenuto ai pellegrini di Brno. Prego Iddio affinch infonda in voi la gioia della Risurrezione di Cristo e vi accompagni sempre con i suoi numerosi doni.

Con questi voti volentieri vi benedico! Sia lodato Ges Cristo!]. S lskou vtam slovenskch ptnikov z Bratislavy, Jasovej, Kozroviec a iah. Bratia a sestry, vaa nvteva Rma poas Vekononho obdobia nech je pre kadho z vs prleitosou na prav duchovn obnovu. Oslven Pn nech vs sprevdza svojim pokojom. Rd vs ehnm. Pochvlen bu Jei Kristus! [Con affetto do un benvenuto ai pellegrini slovacchi provenienti da

Bratislava, Jasov, Kozrovce e ahy. Fratelli e sorelle, la vostra visita a Roma nel Tempo di Pasqua sia per ognuno di voi occasione di autenti-

co rinnovamento spirituale. Il Signore Risorto vi accompagni con la sua pace. Volentieri vi benedico. Sia lodato Ges Cristo!]. Lepo pozdravljam slovenske romarje, e posebej vse iz Velenja in Stine ter pevce iz Kamnika! Naj bo vstali Gospod vaa mo in vaa pesem! Rad vam podelim apostolski blagoslov. [Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini sloveni, in particolare modo a quelli provenienti da Velenje e Stina ed ai membri del coro di Kamnik! Il Signore Risorto sia la vostra forza e il vostro canto! Volentieri vi imparto l'Apostolica Benedizione]. Rivolgo un cordiale benevenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto voi, Religiose di diverse Congregazioni partecipanti all'incontro promosso dall'USMI e invoco lo Spirito Santo perch vi aiuti a proseguire con generosit nella vostra testimonianza evangelica. Saluto voi, Seminaristi della diocesi di Vicenza, accompagnati dal vostro Pastore Monsignor Cesare Nosiglia. Cari amici, vi assicuro la mia vicinanza spirituale e prego perch lo Spirito del Risorto vi illumini nel discernere la vostra vocazione e nel seguirla con fedelt e gioia. Saluto voi, partecipanti al convegno promosso dalla Pontificia Universit della Santa Croce, e auguro che Cristo sia sempre per voi la Via, la Verit e la Vita. Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Oggi la liturgia fa memoria del santo Pontefice Pio V che, mosso da profondo amore per la Chiesa, promosse con instancabile ardore la propagazione della fede e riform il culto liturgico. Il suo esempio e la sua intercessione incoraggino voi, cari giovani, a realizzare in modo autentico e coerente la vostra vocazione cristiana; sostengano voi, cari malati, a perseverare nella speranza e ad offrire le vostre sofferenze in unione a quelle di Cristo per la salvezza dell'umanit; facciano crescere voi, cari sposi novelli, nel reciproco impegno di fedelt e di amore.

Il Pontefice incontra una delegazione islamica iraniana


Il Papa ha ricevuto stamattina, mercoled 30 aprile, in una sala dell'Aula Paolo VI, i partecipanti al colloquio congiunto promosso dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso con otto rappresentanti dell'Islamic Culture and relations organization di Teheran. L'incontro tra Benedetto XVI e la delegazione iraniana ha avuto luogo verso le ore tredici al termine dell'udienza generale, e ha concluso i colloqui iniziati luned 28 aprile sul tema Fede e ragione nel cristianesimo e nell'Islam, sotto la presidenza congiunta del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del dicastero vaticano, e del dottor Mahadi Mostafavi, presidente dell'Islamic Culture and Relations Organization. Il Papa si detto particolarmente soddisfatto per la scelta del tema e del luogo del colloquio congiunto. Il prossimo si svolger a Teheran entro due anni e sar preceduto da un incontro preparatorio. Quello tenutosi dal 28 al 30 aprile il sesto colloquio di questo genere. La delegazione del Pontificio Consiglio era composta dall'arcivescovo Pier Luigi Celata, dall'arcivescovo Ramzi Garmou, da monsignor Khaled Akasheh, da monsignor Piero Coda, dal gesuita Michel Fdou, dal professor Vittorio Possenti e dalla dottoressa Ilaria Morali. La delegazione islamica era composta dagli Hojjat al-Islam Jafar Elmi e Mohammad Masjedjamei, dal dottor Abdolarhim Gavahi, dagli Hojjat alIslam Seyyed Madhi Khamoushi e Hamid Parsania, dal dottor Rasoul Rasoulipour e dal signor Mohsen Daneshmand. Con l'aiuto di sei documenti, presentati da tre studiosi di entrambe le parti, i convegnisti hanno analizzato il tema generale che stato sviluppato mediante tre sottotemi dal punto di vista dei cattolici e dei musulmani sciiti: Fede e ragione: quale relazione?; Teologia/Kalam come indagine sulla razionalit della fede; Fede e ragione di fronte al fenomeno della violenza. Alla fine dei lavori i partecipanti hanno concordato su sette punti. Primo: fede e ragione sono entrambi doni di Dio all'umanit. Secondo: fede e ragione non si contraddicono; anche se in alcuni casi la fede pu essere al di sopra della ragione, ma mai contraria ad essa. Terzo: fede e ragione sono intrinsecamente non violente. N la ragione n la fede si dovrebbero utilizzare per la violenza; purtroppo, a volte, entrambe sono state mal utilizzate per perpetrare la violenza. In ogni caso questi eventi non possono mettere in dubbio n la ragione n la fede. Quarto: entrambe le parti hanno deliberato di cooperare ulteriormente per incoraggiare una religiosit autentica, in particolare la spiritualit per promuovere il rispetto dei simboli sacri e valori morali. Quinto: cristiani e musulmani dovrebbero andare oltre la tolleranza, accettando le differenze, rimanendo consapevoli delle cose che hanno in comune e rendendo grazie a Dio per esse. Sono chiamati al rispetto reciproco, quindi a condannare la derisione dei credi religiosi. Sesto: si dovrebbero evitare generalizzazioni quando si parla di religioni. Le differenze tra le confessioni in seno al cristianesimo e all'islam e la diversit dei contesti storici sono fattori importanti da prendere in considerazione. Settimo: le tradizioni religiose non si possono giudicare sulla base di un singolo verso o passaggio presente nei rispettivi libri sacri. Sono necessari una visione olistica e un adeguato metodo ermeneutico per una loro corretta comprensione. I partecipanti hanno espresso la propria soddisfazione per il livello degli interventi dei dibattiti e per l'atmosfera amichevole durante il colloquium.

Per la nomina a suo Inviato speciale alle celebrazioni per sant'Andrea ad Amalfi

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice

Lettera del Papa al cardinale Kasper


Il 5 aprile scorso stata pubblicata la nomina del cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani, ad Inviato speciale del Papa alle celebrazioni dell'VIII centenario della traslazione delle reliquie di sant'Andrea Apostolo ad Amalfi (Italia), in programma il prossimo 8 maggio. Il cardinale sar accompagnato da una missione composta da monsignor Carlo Papa, vicario generale dell'arcidiocesi, e da monsignor Riccardo Arpino, presidente del capitolo cattedrale e cancelliere della curia.

Il calendario delle celebrazioni presiedute da Benedetto XVI nei prossimi mesi


Maggio
3 SABATO Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore, ore 18, Preghiera del Rosario 11 DOMENICA Solennit di Pentecoste Basilica Vaticana, ore 10, Cappella Papale, Santa Messa 17 SABATO 18 Domenica Solennit della Santissima Trinit Visita Pastorale a Savona e Genova 22 GIOVED Solennit del Santissimo Corpo e Sangue del Signore Basilica di S. Giovanni in Laterano, ore 19, Santa Messa, Processione a Santa Maria Maggiore e Benedizione Eucaristica 28 SABATO Solennit dei Santi Pietro e Paolo Basilica di San Paolo fuori le Mura, ore 18, Primi Vespri della Solennit per l'apertura dell'Anno Paolino 29 DOMENICA Solennit dei Santi Pietro e Paolo Basilica Vaticana, ore 9.30, Cappella Papale, Santa Messa e imposizione del Pallio ai Metropoliti

Venerabili Fratri Nostro VALTHERO S.R.E. Cardinali KASPER Pontificii Consilii ad Unitatem Christianorum fovendam Praesidi Si quidem meritum solet catholica Ecclesia cultum Sanctis cunctis tribuere, eos potissimum venerari consuevit, qui veluti Ecclesiae columnae habentur ipsiusque fundamentum. Inter hos quidem annumerandus est procul dubio sanctus Andreas, primus a Domino vocatus, cuius sacrae reliquiae quondam a Constantinopolitana urbe Amalfiam esse delatae perhibentur. Nuper comperimus huius Apostoli exuviarum translationis octavam centenariam commemorationem apud Ecclesiam Amalphitanam-Ca-

vensem die VIII mensis Maii congruenti cum sollemnitate celebratum iri. Ibidem enim, Amalfiae nominatim, Illius Apostoli memoria totum historiae cursum affecit, venustam celebratamque sacram aedem concitavit, peregrinatores undique gentium devocavit, orthodoxos fratres propemodum ad se arcessivit. Quapropter libentes volentesque postulatis subvenire volumus Venerabilis Fratris Horatii Soricelli, illius Sedis Episcopi, qui, eventus ille quo magnificentius ageretur, a Nobis petiit ut eminentem Praesulem primas partes inibi acturum mitteremus. Ad te autem, Venerabilis Frater Noster, cogitationem convertimus, quem omnino parem iudicamus huic officio sustinendo. Itaque, magnam aestimationem Nostram significantes, te Missum Extraordinarium ad illum sacrum ritum agendum renuntiamus et constituimus.

Universis quidem huius commemorationis participibus cunctisque adstantibus secundam benignamque Nostram voluntatem ostendes, partes Nostras ages Nostraque auctoritate salutaria verba enuntiabis. Ipsius sancti Andreae demum in cunctos inibi fideles devocamus patrocinium, ut pietas ipsa firmius roboretur latiusque amplificetur, in universos Christi asseclas, sancti Andreae auxilio, ut plena unitas attingatur. Benedictionem demum Apostolicam Nostro nomine impertias volumus, quae sit superni subsidii firmamentum et animorum renovationis incitamentum. Ex Aedibus Vaticanis, die IV mensis Aprilis, anno Domini MMVIII, Pontificatus Nostri tertio.

Luglio
12 SABATO 21 LUNED Viaggio Apostolico in Australia per la Giornata Mondiale della Giovent a Sydney

Agosto
15 VENERD Solennit dell'Assunzione della Beata Vergine Maria Castel Gandolfo, Chiesa Parrocchiale di San Tommaso da Villanova, ore 8, Santa Messa Citt del Vaticano 29 aprile 2008 MONS. GUIDO MARINI MAESTRO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE PONTIFICIE

Giugno
14 SABATO 15 DOMENICA XI del Tempo per annum Visita Pastorale a Santa Maria di Leuca e a Brindisi

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 103 (44.843)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
venerd-sabato 2-3 maggio 2008

Citt del Vaticano

Il discorso di Benedetto XVI ai vescovi del Paese caraibico in visita ad limina Apostolorum

Bush chiede al Congresso nuovi fondi per arginare la crisi

Una Chiesa che deve offrire speranza al popolo cubano


In questo momento di delicati cambiamenti storici, la Chiesa cubana chiamata ad offrire alla societ l'unica vera speranza: Cristo Signore. l'invito rivolto da Benedetto XVI ai vescovi del paese caraibico ricevuti in udienza, venerd mattina 2 maggio, in occasione della visita ad limina Apostolorum.

In Asia la fame minaccia la vita di un miliardo di persone

Queridos Hermanos en el Episcopado: 1. Con gran gozo les recibo al trmino de esta visita ad limina, que les ha trado hasta las tumbas de los Apstoles san Pedro y san Pablo para estrechar an ms los lazos de comunin que siempre han caracterizado la relacin de los Obispos cubanos con esta Sede Apostlica. Para m es un motivo particular de alegra encontrarme con ustedes, queridos Hermanos, que estn al cuidado de una Iglesia a la que me siento muy cercano espiritualmente, como ya tuve ocasin de manifestarles en el mensaje que les envi a travs del Cardenal Secretario de Estado en su reciente viaje a Cuba. Agradezco de corazn las amables palabras de adhesin y sincero afecto que me ha dirigido Mons. Juan Garca Rodrguez, Arzobispo de Camagey y Presidente de la Conferencia de Obispos Catlicos de Cuba, en nombre de todos ustedes y de sus comunidades diocesanas. 2. Conozco bien la vitalidad de la Iglesia en su amado Pas, as como su unidad y su entrega a Jesucristo. La vida eclesial cubana ha experimentado un cambio profundo, sobre todo desde la celebracin del Encuentro Nacional Eclesial Cubano, hace ahora algo ms de veinte aos, y muy especialmente con la histrica visita a Cuba de mi venerado Predecesor, el Papa Juan Pablo II. Se ha llevado a cabo una intensa labor pastoral que, a pesar de las muchas dificultades y limitaciones, ha contribuido a fortalecer el espritu misionero en todas las comunidades eclesiales cubanas. Les invito, pues, a seguir desplegando un audaz y generoso esfuerzo de evangelizacin que lleve la luz de Cristo a todos los mbitos y lugares. En este momento de la historia, la Iglesia en su Pas est llamada a ofrecer a toda la sociedad cubana la nica esperanza verdadera: Cristo, nuestro Seor, vencedor del pecado y de la muerte (cf. Spe salvi, 27). sta es la fuerza que ha man-

tenido a los creyentes cubanos firmes en la senda de la fe y del amor. Todo ello exige que el fomento de la vida espiritual tenga un puesto central en sus aspiraciones y proyectos pastorales. Slo a partir de una experiencia personal de encuentro con Jesucristo, y con una preparacin doctrinal slida y enraizada en la comunidad eclesial, el cristiano podr ser sal y luz del mundo (cf. Mt 5, 13), y saciar as la sed de Dios que se advierte cada vez ms entre sus conciudadanos. 3. En esta tarea evangelizadora los presbteros tienen un papel fundamental. Conozco la dedicacin y celo pastoral con el que se entregan a sus hermanos, a pesar de su reducido nmero y aun en medio de

cial a los numerosos misioneros que ofrecen el don de su consagracin a toda la Iglesia en Cuba. 4. Uno de los objetivos prioritarios del Plan de Pastoral que ustedes han elaborado es justamente la promocin de un laicado comprometido, consciente de su vocacin y misin en la Iglesia y en el mundo. Les invito, por tanto, a promover en sus Iglesias Particulares un autntico proceso de educacin en la fe en los diversos niveles, con la ayuda de catequistas debidamente preparados. Procuren que todos los fieles tengan acceso a la lectura y meditacin orante de la Palabra de Dios, as como a la recepcin frecuente del sacramento de la Reconciliacin y de la Eucarista. Fortalecidos as con una vida es-

grandes obstculos. Por ello, a travs de ustedes quiero expresar a todos los sacerdotes mi gratitud y mi aprecio por su fidelidad y su incansable servicio a la Iglesia y a los fieles. Confo tambin en que el incremento de las vocaciones y la adopcin al mismo tiempo de justas medidas en este campo permitan pronto a la Iglesia cubana contar con un nmero suficiente de presbteros, as como de los templos y lugares de culto necesarios, para cumplir con su misin estrictamente pastoral y espiritual. No dejen de acompaarlos y alentarlos a ellos, que llevan el peso del da y del calor (cf. Mt 20, 12), y aydenles a que con la meditacin personal, el rezo de la Liturgia de las Horas, la celebracin cotidiana de la Eucarista, as como con una adecuada formacin permanente, mantengan siempre vivo el don recibido con la imposicin de las manos (cf. 2 Tm 1, 6). El incremento de las vocaciones sacerdotales es una fuente de esperanza. Sin embargo, es necesario continuar promoviendo una pastoral vocacional especfica que no tenga miedo de animar a los jvenes a seguir los pasos de Cristo, el nico que puede satisfacer sus ansias de amor y de felicidad. Al mismo tiempo, el cuidado y la atencin del Seminario deber ocupar siempre un lugar privilegiado en el corazn del Obispo (cf. PO 5), dedicndole los mejores medios humanos y materiales de sus comunidades diocesanas y asegurando a los seminaristas, mediante la competencia y dedicacin de escogidos formadores, la mejor preparacin espiritual, intelectual y humana posible, de modo que puedan hacer frente, identificados con los sentimientos del Corazn de Cristo, al compromiso del ministerio sacerdotal que debern afrontar. No puedo dejar de mencionar y reconocer la labor ejemplar de tantos religiosos y religiosas, y les animo a que sigan enriqueciendo al conjunto de la vida eclesial con el tesoro de sus propios carismas y de su entrega generosa. Quisiera tambin dar las gracias de modo espe-

piritual intensa y contando con una slida preparacin religiosa, especialmente en cuanto se refiere a la doctrina social de la Iglesia, los fieles laicos podrn ofrecer un testimonio convincente de su fe en todos los mbitos de la sociedad, para iluminarlos con la luz del Evangelio (cf. LG 38). A este respecto, hago votos para que la Iglesia en Cuba, conforme a sus legtimas aspiraciones, pueda tener un normal acceso a los Medios de Comunicacin Social. 5. De un modo especial deseo confiarles la atencin pastoral de los matrimonios y las familias. S cunto les preocupa la situacin de la familia, amenazada en su estabilidad por el divorcio y sus consecuencias, la prctica del aborto o las dificultades econmicas, as como por las separaciones familiares a

causa de la emigracin u otros motivos. Les animo a redoblar sus esfuerzos para que todos, y especialmente los jvenes, comprendan mejor y se sientan cada vez ms atrados por la belleza de los autnticos valores del matrimonio y de la familia. Asimismo, es necesario alentar y ofrecer los medios pertinentes para que las familias puedan ejercer su responsabilidad y su derecho fundamental a la educacin religiosa y moral de sus hijos. 6. He podido comprobar con gozo la generosidad con que la Iglesia en su querida Nacin se entrega al servicio de los ms pobres y desfavorecidos, recibiendo por ello el aprecio y el reconocimiento de todo el pueblo cubano. Les exhorto de corazn a seguir llevando a todas las personas necesitadas, a los enfermos, a los ancianos o a los encarcelados, un signo visible del amor de Dios hacia ellos, conscientes de que la mejor defensa de Dios y del hombre consiste precisamente en el amor (Deus caritas est, 31). De esta manera, ofrecen a toda Cuba el testimonio de una Iglesia que comparte profundamente sus gozos, esperanzas y penalidades. 7. Queridos Hermanos, quiero agradecerles todo el trabajo que estn realizando para que el pequeo rebao de Cuba se fortalezca y produzca un fruto cada vez ms abundante de vida cristiana, como el grano de trigo que cae en tierra (cf. Jn 12, 24). Que la prxima beatificacin del Siervo de Dios Padre Jos Olallo Valds les d nuevo impulso en su servicio a la Iglesia y al pueblo cubano, siendo en todo momento fermento de reconciliacin, de justicia y de paz. Les ruego que transmitan mi afectuoso saludo y mi cercana espiritual a todos, en particular a los Obispos Emritos, a los sacerdotes, diconos permanentes, comunidades religiosas, seminaristas y fieles laicos, y dganles que el Papa reza siempre por ellos, al mismo tiempo que les anima a crecer en santidad para dar lo mejor de s mismos a Dios y a los dems. A Nuestra Seora de la Caridad del Cobre, cuando se disponen a preparar la celebracin del Cuarto Centenario del hallazgo de su venerada imagen, les encomiendo a ustedes y sus intenciones, y le pido que les proteja y les d fortaleza, al mismo tiempo que les imparto una especial Bendicin Apostlica.

MADRID, 2. Cresce nel mondo l'allarme per la crisi alimentare innescata dal rincaro dei prezzi del cibo. Nel continente asiatico la fame minaccia la vita di circa un miliardo di persone. Lo ha reso noto ieri il direttore generale della Banca asiatica di sviluppo, Rajat Nag, a Madrid per partecipare alla quattro giorni di lavori del vertice annuale dellistituto di credito. Seicento milioni di asiatici vivono oggi con meno di un dollaro al giorno, ha dichiarato Nag, e altri 400 milioni vivono comunque sotto la soglia di povert. Dati preoccupanti, che prospettano una catastrofe umanitaria senza pari. Secondo le previsioni della Banca asiatica di sviluppo linflazione in Asia toccher il 5,1 per

cento nel 2008, il livello pi alto degli ultimi dieci anni, dovuto principalmente allaumento dei costi di alimenti e carburanti. Crediamo che questa, ha concluso Nag, sia la pi grande sfida politica che dobbiamo affrontare. Intanto, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha chiesto al Congresso fondi straordinari per 770 milioni di dollari per combattere il rincaro dei viveri. In alcuni dei Paesi pi poveri laumento dei prezzi pu fare la differenza tra lottenere cibo quotidiano e restare invece senza nulla da mangiare, ha detto il capo della Casa Bianca. Bush, che aveva gi chiesto due settimane fa al Congresso fondi per duecento milioni di dollari, ha detto che questo solo linizio dellimpegno americano.

Pubblicate in Italia le nuove linee guida della legge 40

Un'iniziativa singolare contro lo spirito della norma


Ha suscitato severe critiche in Italia la decisione del ministro uscente della Salute, Livia Turco, di firmare il decreto ministeriale che aggiorna le linee guida della legge 40 del 2004, sulla procreazione medicalmente assistita. Al di l dei contenuti delle nuove linee guida, molti osservatori hanno evidenziato la singolarit della decisione di emanare un documento di tale importanza politica in un periodo che dovrebbe essere dedicato all'ordinaria amministrazione. Sul tema intervengono Lucetta Scaraffia e Roberto Colombo, entrambi appartenenti al Comitato nazionale di bioetica. Bench il ministro abbia dichiarato che il suo lavoro stato finalizzato alla piena applicazione della legge e a fornire puntuali indicazioni agli operatori sanitari, le innovazioni da lei proposte rileva Scaraffia sono in aperto contrasto non solo con la lettera, ma anche con lo spirito della legge. Legge che va ricordato non solo stata approvata dal Parlamento ma stata confermata attraverso un referendum popolare. Come sottolinea Colombo dell'Istituto scientifico internazionale Paolo VI di ricerca sulla fertilit e infertilit umana l'iniziativa del ministro Turco, permettendo la diagnosi embrionale pre-impianto, pu di fatto aprire la strada a uno scopo eugenetico attuato attraverso il rifiuto del trasferimento in utero dell'embrione su cui stata compiuta la diagnosi.
LUCETTA SCARAFFIA
E

ROBERTO COLOMBO

A PAGINA

NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Lon Kalenga Badikebele, Arcivescovo titolare di Magneto, Nunzio Apostolico in Ghana, con i Familiari; Frans Daneels, Vescovo titolare di Bita, Segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, con i Familiari; Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, Vescovo titolare di Civitate, Segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, con i Familiari. Meurice Estu, in visita ad limina Apostolorum; Manuel Hilario de Cspedes Garca-Menocal, Vescovo di Matanzas (Cuba), in visita ad limina Apostolorum; Jorge Enrique Serpa Prez, Vescovo di Pinar del Ro (Cuba), in visita ad limina Apostolorum; Wilfredo Pino Estvez, Vescovo di Guantnamo-Baracoa (Cuba), in visita ad limina Apostolorum. rinuncia al governo pastorale dell'Arcidiocesi di Saint Paul and Minneapolis (U.S.A.), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Harry Joseph Flynn, in conformit al canone 401 1 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede il Coadiutore Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor John Clayton Neinstedt. gnore Gerardo Melgar Viciosa, finora Vicario Generale di Palencia.

In data 1 maggio corrente, il Santo Padre ha nominato Vescovo Prelato di Bocas del Toro (Panama) il Reverendo Padre Anibal Saldaa Santamara, O.A.R., finora Parroco di Totonicapan nell'Arcidiocesi di Guatemala (Guatemala).

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Dionisio Guillermo Garca Ibez, Arcivescovo di Santiago de Cuba (Cuba), con l'Arcivescovo emerito, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Pedro Claro

In data 1 maggio corrente, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Prelatura di Bocas del Toro (Panama), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Jos Agustn Ganuza Garca, O.A.R., in conformit al can. 401 1 del Codice di Diritto Canonico.

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Eparchia di Saskatoon degli Ucraini (Canada), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Michael Wiwchar, C.SS.R., in conformit al can. 210 1 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali.

Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Saskatoon degli Ucraini (Canada) il Reverendo Padre Bryan Bayda, C.SS.R., al presente Superiore e parroco di Yorkton (Canada).

Provviste di Chiese
Ieri, 1 maggio, il Santo Padre ha nominato Vescovo di Osma-Soria (Spagna) il Reverendo Monsi-

Il Santo Padre ha accettato la

Il Santo Padre ha nominato Vescovo dell'Eparchia di Hajddorog e Amministratore Apostolico ad nutum Sanctae Sedis dell'Esarcato Apostolico di Miskolc (Ungheria) il Reverendo Padre Flp Kocsis, monaco di Dmc.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO

venerd-sabato 2-3 maggio 2008

L'Iraq nella morsa della violenza


Il premier Al Maliki ribadisce la volont di disarmare tutte le milizie
BAGHDAD, 2. Due attentati dinamitardi hanno provocato ieri in Iraq trenta morti ed un centinaio di feriti, alcuni dei quali sono stati ricoverati in ospedale in gravi condizioni. Lo hanno reso noto fonti delle forze dell'ordine della capitale, precisando che i due attentati sono stati compiuti a breve distanza l'uno dall'altro in un affollato mercato di Balad Ruz, una cittadina a nordovest di Baghdad. La seconda deflagrazione si verificata mentre diverse persone stavano ancora procedendo a soccorrere i feriti del primo scoppio. La polizia sottolinea come questa sia una tattica comune dei terroristi per provocare un numero pi alto di vittime e feriti. Secondo alcuni dati resi noti ieri a Baghdad dai ministeri della Difesa, dellInterno e della Salute, risulta che nelle violenze del mese scorso in Iraq sono morte pi di mille persone, soprattutto nei combattimenti tra l'esercito del Mahdi, la potente milizia del leader radicale sciita, Moqtada Al Sadr, e le forze di sicurezza irachene, appoggiate da militari statunitensi. I tre dicasteri hanno inoltre precisato che tra le vittime della violenza ad aprile ci sono anche trentotto militari e sessantanove poliziotti. In base agli stessi calcoli, nello stesso periodo sono stati feriti 1.745 civili, centoquattro militari e centocinquantanove agenti delle forze di sicurezza. In precedenza, un portavoce del programma di sicurezza per la capitale irachena aveva parlato di novecentoventicinque vittime a causa dei sanguinosi scontri a fuoco iniziati lo scorso 25 marzo tra le milizie sciite e le forze regolari avvenuti nella sola Sadr City, il grande agglomerato sciita alla periferia di Baghdad. Nel mese di marzo gli iracheni uccisi nelle violenze erano stati non meno di 1.082, mentre a febbraio il bilancio si era attestato a settecentoventuno morti. Nel ribadire la volont di disarmare tutte le milizie, il premier iracheno, Nuri Al Maliki, ha detto ieri che le armi devono essere solo nelle mani dello Stato; esiste un unico esercito ed quello dello Stato. Il primo Ministro iracheno ha poi denunciato che le bande di criminali a Sadr City utilizzano i civili come scudi umani. Nel corso di una conferenza stampa a Baghdad, Al Maliki ha aggiunto che Sadr City, roccaforte dellesercito del Mahdi, non sotto assedio e per liberarla dalle bande di criminali non serve un gran numero di soldati, ma piuttosto delle forze speciali. Al Maliki, durante la conferenza stampa, ha anche sottolineato la ferocia con cui due giorni fa, sempre a Sadr City, stato assassinato un alto ufficiale e capo delle guardie del corpo del generale Abdul Karim Khalaf, direttore delle operazioni del ministero degli Interni. Al Maliki ha poi attaccato duramente gli esponenti dell'esercito del Mahdi, accusandoli di minacciare gli impiegati statali di Sadr City, per impedire loro di andare al lavoro e di costringere i commercianti a pagare tangenti al loro cosiddetto comitato economico. I miliziani, ha detto, distruggono gli impianti elettrici e poi accusano il Governo per la mancanza della corrente elettrica, si sono impadroniti di ottantasei scuole e sei ospedali, per farne delle loro basi, e ne impediscono il funzionamento. Ma entro alcuni giorni, ha concluso il premier, libereremo Sadr City da queste bande, con cui non ci pu essere dialogo.

Il Cairo media tra Hamas e Israele per la pace a Gaza


TEL AVIV, 2. Una proposta di tregua tra israeliani e palestinesi garantita dall'Egitto allo scopo di mettere fine all'escalation delle violenze a Gaza. Questo stato largomento al centro del colloquio telefonico avvenuto ieri tra il presidente egiziano, Hosni Moubarak, e il primo ministro dIsraele, Ehud Olmert. Secondo fonti della stampa locale, il colloquio s'inserisce nel quadro degli sforzi, da parte egiziana, per raggiungere una tregua tra palestinesi ed israeliani e per far cessare il blocco della Striscia di Gaza. Una dozzina di gruppi armati palestinesi ha gi dato il proprio assenso allofferta di tregua con Israele, gi approvata la settimana scorsa dai principali movimenti, Hamas e Al Fatah. La proposta prevede una tregua nella Striscia di Gaza che si estender dopo alla Cisgiordania, in cambio della fine del blocco israeliano. Il mediatore egiziano, Omar Souleiman, capo dei servizi segreti, si recher in Israele nei prossimi giorni per sottoporre alle autorit di Tel Aviv gli elementi dellaccordo concluso a Il Cairo. Il portavoce del Governo ha ribadito oggi le condizioni poste da Israele: assenza totale di lancio di razzi da Gaza, fine degli attacchi terroristici e del traffico di armi allinterno della Striscia. Si tratta di una tappa importante, ha commentato il portavoce di Hamas, Sami Abou Zouhri, per il quale ora la palla in campo israeliano. Tel Aviv, ha aggiunto, deve scegliere se fare andare in porto gli sforzi egiziani o farli fallire. Nella seconda ipotesi, se ne dovr assumere tutte le conseguenze. E conclude: Attendiamo una risposta ufficiale di Israele attraverso il Cairo per stabilire la nostra posizione definitiva. Lintesa sulla tregua arriva a conclusione di una settimana di incontri tra Souleiman e le fazioni palestinesi. Malgrado gli sforzi diplomatici, le violenze a Gaza sono all'ordine del giorno. Ieri un palestinese, probabilmente un miliziano della Jihad Islamica, stato ucciso, e altre quattro persone sono state ferite, in un raid aereo israeliano a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, secondo quanto hanno riferito fonti ospedaliere palestinesi. Nel raid, hanno aggiunto, stata colpita un'abitazione.

La fiaccola olimpica a Hong Kong

Bush promuove il dialogo sul Tibet


PECHINO, 2. Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha dato il benvenuto ieri alla intenzione espressa dalle autorit della Cina di avviare un dialogo con i rappresentanti tibetani del Dalai Lama. Ma ha precisato il presidente Bush dovranno essere colloqui di sostanza, in modo da rispondere veramente alle inquietudini profonde e legittime dei tibetani. Frattanto, circondata da un imponente dispositivo di sicurezza, la fiaccola olimpica a poco pi di tre mesi dall'avvio dei Giochi di Pechino di agosto ha fatto tappa ad Hong Kong (nella foto), dove stata accolta dalla folla festante. Una cerimonia ufficiale ha dato il via alla staffetta sotto un tempo piovoso sulla penisola di Kowloon (a nord dellisola asiatica). Le forze di sicurezza cinesi hanno fermato una ventina di persone a seguito di tafferugli scoppiati lungo il tragitto della staffetta tra nazionalisti cinesi e manifestanti, che protestavano per le recenti violenze in Tibet. Il percorso della fiaccola olimpica prevede, tra l'altro, una tappa anche nel Tibet.

Dopo la decisione di Mosca di aumentare il contingente militare al confine con l'Abkhazia e l'Ossezia del sud

Secondo la Nato la Russia minaccia l'integrit territoriale della Georgia


MOSCA, 2. I recenti passi intrapresi dalla Russia rispetto alle Repubbliche georgiane dellAbkhazia e dellOssezia del sud hanno aumentato le tensioni e hanno minato lintegrit territoriale della Georgia. Lo ha detto il portavoce della Nato, James Appathurai, nel consueto incontro settimanale con la stampa a Bruxelles, precisando che l'Alleanza atlantica sta seguendo molto da vicino e attentamente la situazione. Il portavoce ha poi dichiarato che il segretario generale della Nato, Jaap de Hoop Scheffer, ha chiesto pi volte alla Russia di annullare i passi gi intrapresi ed in stretto contatto con il presidente della Georgia, Mikheil Saakashvili, per cercare di risolvere la difficile situazione. Due giorni fa, Mosca che accusa le autorit di Tbilisi di preparare una operazione militare contro l'Abkhazia ha deciso di aumentare il suo contingente di pace nelle due regioni, minacciando rappresaglie se la Georgia dovesse usare la forza nella stessa Abkhazia e nell'Ossezia del sud. A seguito del rafforzamento del contingente militare russo ai confini con la Georgia, dove sono stati istituiti quindici posti aggiuntivi di osservazione, il ministro degli Esteri di Tbilisi, David Bakradze, ha accusato Mosca di preparare unaggressione militare su vasta scala. Appathurai ha detto che lincremento di truppe di pace russe nelle due Repubbliche georgiane rientra tecnicamente nei limiti fissati dalla Csi (Comunit degli Stati indipendenti, vale a dire i Paesi della ex Unione sovietica senza quelli Baltici), che prevedono fino ad un massimo di tremila soldati. Ma la realt politica che tutto questo non sta riducendo, ma sta aumentando le tensioni. E la Nato ha precisato il portavoce chiaramente non approva le situazioni che possono aumentare le tensioni. Inoltre, ha aggiunto Appathurai, ci dovrebbe essere approvato da entrambe le parti, ma a noi non risulta che questo sia avvenuto. Il portavoce dell'Alleanza atlantica ha per detto che alla Nato non risultano al momento movimenti di truppe georgiane. Certo , ha concluso Appathurai, che gli alleati della Nato sostengono con forza lintegrit territoriale della Georgia e sono contrari a passi che minino tale integrit. Secondo autorevoli analisti politici internazionali, le azioni della Russia sono legate alle aspirazioni della Georgia di entrare a far parte della Alleanza atlantica. Sulla vicenda intervenuto anche Gordon Johndroe, il portavoce del consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Il presidente George W. Bush stato aggiornato sugli ultimi sviluppi della situazione e siamo tutti preoccupati per le notizie che riguardano la regione.

I laburisi sconfitti alle amministrative in Inghilterra e Galles


LONDRA, 2. Si profila una vera disfatta per i laburisti del premier Gordon Brown nella elezioni svoltesi ieri in Inghilterra e in Galles per il rinnovo di 160 consigli comunali, tra i quali quello di Londra. Stando ai primi risultati, i laburisti avrebbero perso circa duecento seggi: se il dato fosse confermato sarebbe un disastro per il partito, alla prima prova elettorale dalluscita di scena di Tony Blair lanno scorso. Secondo alcune rilevazioni, il Labour sarebbe addirittura stato superato anche dal partito liberaldemocratico, divenendo cos la terza formazione politica della regione. Gi nei sondaggi lopposizione conservatrice guidata dal giovane David Cameron aveva un distacco di 14 punti percentuali sul Labour. Nella serata di oggi si conoscer inoltre lesito dellelezione del sindaco di Londra, un confronto testa a testa tra luscente Ken Livingstone e il candidato conservatore Boris Johnson. I risultati definitivi di 95 consigli comunali hanno decretato una netta sconfitta per i laburisti che hanno perso 134 consiglieri e il controllo di cinque consigli comunali. I Tories hanno invece conquistato 133 consiglieri e la maggioranza in sei consigli. Stando alle proiezioni della Bbc, i conservatori hanno ottenuto a livello nazionale il 44 per cento dei voti, contro il 24 per cento dei laburisti. I liberaldemocratici si attesterebbero al 25 per cento dei consensi. Per il Labour, secondo The Guardian, la pi cocente sconfitta degli ultimi trentacinque anni in unelezione amministrativa. Nonostante la sconfitta nel partito di Gordon Brown non sembra esserci aria di crisi. Lo ha sottolineato il capogruppo dei laburisti Geoffry Hoon e anche il ministro degli Esteri, David Miliband ha minimizzato l'esito delle elezioni amministrative rilevando che una flessione era comunque da mettere in conto. Queste sono le reazioni a caldo. A scrutinio non ancora completato. La prova dell'effettiva coesione del partito si avr secondo gli analisti quando sar noto l'esito del duello per la poltrona di sindaco della capitale. Se anche a Londra il Labour dovesse perdere e Ken Livingstone dovesse rinunciare al terzo mandato, all'interno del partito potrebbe aprirsi una riflessione interna con esiti ancora imprevedibili.

L'Eta fa esplodere tre bombe


MADRID, 2. Tre bombe sono state fatte esplodere dall'Eta, l'organizzazione terroristica dei Paesi Baschi spagnoli nella notte tra mercoled e gioved, a poca distanza luna dallaltra. Le deflagrazioni non hanno provocato conseguenze per le persone, ma unicamente danni materiali. Nel darne notizia, fonti della polizia locale hanno specificato che la prima esplosione, quella di pi forte intensit, c' stata verso la mezzanotte nella localit di Arrigoriaga ed ha avuto come obiettivo una delle sedi distaccate del ministero del Lavoro del Governo autonomo basco. Gli altri due ordigni esplosivi sono stati fatti deflagrare poco dopo in prossimit di un altro ufficio governativo a San Sebastian, provocando danni minimi. Le due esplosioni a San Sebastian erano state preannunciate, seguendo una prassi consolidata, da una telefonata di avvertimento dell'Eta, che da oltre un anno ha interrotto la tregua a suo tempo dichiarata. Non si ha invece notizia di avvertimenti dell'attentato dinamitardo ad Arrigoriaga, che gli investigatori attribuiscono comunque anch'esso all'Eta.

Lo afferma il direttore della Cia Michael Hayden

Tra Stati Uniti ed Europa divisioni sul terrorismo


WASHINGTON, 2. Gli Stati Uniti e lUnione europea vanno incontro a crescenti tensioni sul tema del terrorismo, perch al momento ci sono diversit di vedute sulla minaccia che esso rappresenta, secondo l'opinione di Michael Hayden, il direttore della Central Intelligence Agency (Cia), il servizio di spionaggio e controspionaggio statunitense. Hayden ha proposto l'analisi in questione in un discorso pubblico tenuto alla Kansas State University ieri, subito dopo diffusione del rapporto annuale della Cia stessa sugli scenari della sicurezza planetaria. Per Hayden non chiaro quando o se gli Stati Uniti e lEuropa arriveranno a condividere le stesse visioni sulle minacce del XXI secolo, come abbiamo fatto nella seconda met del XX secolo, e a dar vita quindi a un approccio comune alla sicurezza. Al momento, secondo il direttore della Cia, mentre gli Stati Uniti si ritengono una nazione in guerra contro il terrorismo in gran parte dellEuropa il terrorismo visto in modo diverso: in primo luogo come un problema interno e da forze dellordine, e quindi le soluzioni sono concentrate in modo pi ristretto solo sul rendere sicuro lo scenario interno. Il direttore della Cia ha anche sottolineato che la Cina sar sicuramente un rivale politico ed economico degli Usa su scala planetaria nel XXI secolo, ma ha sostenuto non va vista come un nemico inevitabile degli Stati Uniti. Se Pechino comincia ad accettare maggiore responsabilit per la salute del sistema internazionale, come dovrebbero fare tutto le potenze globali allora resteremo su un percorso costruttivo, anche se in modo competitivo. Se questo invece non accadr, la crescita della Cina comincer ad apparire pi conflittuale, ha sostenuto Hayden.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

venerd-sabato 2-3 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 3

Tra le vittime c' Aden Hashi Ayro considerato il capo locale di Al Qaeda

Raid aereo statunitense contro basi islamiche in Somalia


MOGADISCIO, 2. Un attacco sferrato dall'aviazione statunitense contro basi di gruppi islamici nella localit di Dusamareb, nella Somalia centrale, ha provocato secondo fonti locali trenta morti. Tra vittime dell'attacco, confermato dal Governo di Washington, c' Aden Hashi Ayro, comandante delle al Shabaab, le milizie delle corti islamiche che combattono l'esercito del Governo nazionale di transizione appoggiato da truppe dell'Etiopia. Un portavoce delle corti islamiche ha precisato che Aden Hashi Ayro morto insieme con un altro dei leader della ribellione, Muhyadin Omar. Aden Hashi Ayro, combattente addestrato in Afghanistan, era indicato dalle autorit come il capo in Somalia dell'organizzazione terroristica internazionale al Qaeda ed era stato accusato, tra l'altro, di essere il responsabile della devastazione del cimitero italiano di Mogadiscio nel gennaio 2006. Le fonti locali citate dalle agenzie di stampa internazionali hanno dichiarato concordemente che nel bombardamento aereo statunitense sono state colpite venticinque case di Dusamareb. Sul numero delle vittime dellattacco, invece, non ci sono testimonianze concordi. Un portavoce dei ribelli ha parlato di una decina di morti, tra cui anche la moglie e un figlio di Aden Hashi Ayro, mentre rappresentanti del clan che controlla la localit hanno detto appunto che i morti sarebbero trenta, tra i quali anche diversi civili. Da parte sua, il Pentagono non ha voluto fornire ulteriori precisazioni, limitandosi a dichiarare che il comando centrale americano ha lanciato un attacco contro una cellula di al Qaeda e contro un capo della milizia in Somalia. Un portavoce del Pentagono, nel dare la notizia, ha aggiunto solo che siamo impegnati nella guerra globale al terrorismo e inseguiamo i terroristi ovunque essi operino. Il Governo degli Stati Uniti ha compreso nella propria lista di organizzazioni terroristiche le milizie di al Shabaab, lala militare delle corti islamiche somale, che furono messe al bando alla fine del 2006 dal Governo di transizione nazionale, le cui truppe appoggiate da quelle dell'Etiopia sferrarono un attacco per sottrarre a quelle milizie il controllo della capitale Mogadiscio. Quello di ieri a Dusamareb il quarto intervento dellaviazione statunitense in Somalia dallinizio del 2007. Il Governo dellEtiopia si felicitata del successo delloperazione, concordando con il giudizio di quegli osservatori secondo i quali la morte di Aden Hashi Ayro il colpo pi duro assestato ai ribelli islamici che nellultimo periodo hanno intensificato le loro azioni in diverse localit del Paese e in particolare proprio a Mogadiscio. Aden Hashi Ayro era sopravvissuto nel 2007 ad un altro raid aereo statunitense sferrato contro i sospetti responsabili degli attentati contro le ambasciate americane in Kenya e Tanzania nel 1998 e contro un hotel a Mombasa, sempre in Kenya, nel 2002.

Le nuove linee guida della legge 40

In Italia via libera all'eugenetica


di LUCETTA SCARAFFIA Certo nessuno si aspettava che il ministro della Salute di un Governo dimissionario firmasse proprio all'ultimo momento le linee guida per una legge che apre questioni etiche cos delicate come la legge 40. Invece Livia Turco l'ha fatto, suscitando severe critiche non solo nello schieramento avversario e vincitore delle elezioni ma anche fra i cattolici del centro-sinistra. Ha colpito sfavorevolmente anche la tempistica del suo intervento: le linee guida sono state firmate dal ministro lo scorso 11 aprile, ma sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale solo il 30 aprile, in modo da non interferire con le votazioni politiche e con i ballottaggi per i sindaci. Probabilmente il ministro era consapevole che questa decisione sarebbe costata una perdita di voti, e non voleva far correre al suo schieramento questo rischio. Con un provvedimento inopportuno sia perch fuori del tempo massimo di lavoro del Governo uscente notoriamente in carica solo per l'ordinaria amministrazione sia perch si sapeva poco apprezzato da una parte consistente degli stessi sostenitori dell'esecutivo dimissionario. A questo scarso rispetto delle regole democratiche si aggiunge il fatto, certo non secondario, di un intervento volto a modificare una legge non solo votata dal Parlamento, ma confermata con un referendum popolare. Bench il ministro abbia dichiarato che il suo lavoro stato finalizzato a due precisi obiettivi e cio la piena e corretta applicazione della legge 40 e la necessit di fornire idonee e puntuali indicazioni agli operatori sanitari alla luce delle nuove risultanze cliniche e del mutato quadro di riferimento giuridico le innovazioni da lei proposte sono discutibili perch in contrasto aperto, come ha sottolineato Francesco D'Agostino su Avvenire, non solo con la lettera ma anche con lo spirito della legge. Il primo punto controverso l'ammettere alla fecondazione assistita che la legge permette solo alle coppie sterili anche le coppie affette da malattie sessuali trasmissibili, alle quali viene riconosciuto uno stato di infertilit di fatto. Principio che cambia lo spirito della legge e che potrebbe in futuro portare ad ammettere altre categorie di sterili di fatto: ad esempio, le coppie omosessuali. Ma senza dubbio la modifica pi pericolosa quella che permette la diagnosi embrionale pre-impianto, per escludere dall'impianto embrioni portatori di malattie genetiche. Per questa apertura il ministro si rif a delle sentenze in particolare a quella del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio del 2008 che hanno annullato le linee guida per quella parte che limita le analisi sull'embrione alla sfera osservazionale, cio ai danni visibili che non permetterebbero un suo sviluppo nell'utero. Trascurando per il fatto che questa norma confermata anche nella legge e non solo nelle linee guida, e che, inoltre, la sentenza deve ancora essere approvata dalla Corte Costituzionale. Inoltre, esistono altre sentenze come quella di Catania del 2004 che vanno invece nella direzione opposta. In sostanza, l'uscita imprevedibile di queste linee guida si pu considerare una indebita forzatura, un gesto non rispettoso del Parlamento e della volont popolare e che rivela la grande confusione oggi esistente sul concetto di eugenetica: infatti, se molti come il presidente dell'Ordine dei Medici Amedeo Bianco hanno ribadito che anche con le modifiche apportate dalla Turco rimane il divieto a qualunque controllo che sia di tipo eugenetico altri come Paola Binetti, deputato del Partito democratico, che ha criticato l'iniziativa del ministro ha individuato proprio in questo la questione sul tappeto sottolineando che al nuovo Governo spetter stabilire che cosa sia l'eugenetica. Ed proprio questo il problema centrale: se eugenetica pu essere considerata solo selezione fatta da parte dello Stato, e per fini di miglioramento della razza, o se si pu definire cos anche la libera scelta del singolo, finalizzata al suo progetto di vita. Cio, in sostanza, se l'eugenetica sia un fatto di forma o di sostanza. E da parte cattolica, quasi senza voci discordi, venuta la risposta che eugenetica la scelta in s di eliminare alcuni embrioni, perch tutti gli embrioni hanno diritto di vivere, anche se malati.

In Zimbabwe ballottaggio per la presidenza ma l'opposizione contesta


HARARE, 2. La commissione elettorale dello Zimbabwe ha comunicato gioved, ad oltre un mese dalle elezioni presidenziali del 29 marzo, che l'esito del conteggio dei voti tale da rendere necessario il ricorso al ballottaggio tra il leader dell'opposizione Morgan Tsvangirai e il presidente uscente Robert Mugabe. Secondo i dati della commissione, contestati dal Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), il partito di Tsvangirai, questi avrebbe riportato il 47,8% dei consensi contro il 43,2 per cento attribuiti a Mugabe. Secondo la commissione, lex ministro delle Finanze Simba Makoni arrivato terzo con l8 per cento dei voti. La riunione della commissione elettorale nella quale sono stati comunicati i risultati ai rappresentanti dei candidati era stata poi aggiornata a questa mattina, per discutere eventuali richieste di riconteggio, come era gi accaduto per le elezioni politiche. Queste, tenute sempre il 29 marzo, sono state vinte dallo Mdc, ora maggioritario in Parlamento. L'Unione nazionale africana dello Zimbabwe-Fronte patriottico (Zanu-Pf), il partito di Mugabe, aveva contestato il risultato e chiesto il riconteggio dei voti di diverse sezioni elettorali. Dopo un mese segnato da tensioni e da violenze, anche tale riconteggio aveva confermato la vittoria dello Mdc. In questo caso, a contestare i dati invece l'opposizione la quale sostiene che il proprio leader ha riportato pi del 50% dei suffragi e che quindi non necessario un secondo turno di ballottaggio.

Scontri tra polizia e manifestanti a Istanbul

Salari e crisi alimentare al centro del primo maggio


GINEVRA, 2. I bassi salari, resi pi drammatici dai rincari dei generi alimentari, sono stati il principale tema della gran parte delle manifestazioni tenute ieri in tutto il mondo per il primo maggio, festa del lavoro. A seconda dei Paesi, comunque, non sono mancati ulteriori temi specifici, come la sicurezza sui luoghi di lavoro, ma anche manifestazioni su obiettivi pi generali, come ad esempio quella a Praga dei simpatizzanti comunisti contro le installazioni antimissile statunitensi in territorio ceco. Scontri ci sono stati a Istanbul, in Turchia, dove il governo ha impedito la manifestazione dei sindacati. Decine di migliaia di persone hanno sfilato a Mosca e nelle altri capitali dell'ex Unione Sovietica al grido di pane agli affamati, per chiedere aumenti salariali per le categorie di lavoratori pi deboli. Anche in Asia, a Jakarta come Manila o a Tokyo, a Seul come a Bangkok, i lavoratori scesi in piazza hanno chiesto soprattutto aumenti dei salari. Non ci sono state invece manifestazioni per il primo maggio in Cina, dove invece ci sono state in cinque citt, compresa la capitale Pechino, manifestazioni antifrancesi per protestate contro l'atteggiamento del Governo di Parigi sulla vicenda del Tibet. Anche in Marocco, a Casablanca, a migliaia hanno manifestato contro le cattive condizioni di lavoro e per criticare la politica sociale del Governo. In Libano, a Beirut, circa duemila persone hanno risposto allappello del Partito comunista locale e hanno sfilato contro il caro vita e la disoccupazione. Manifestazioni di migliaia di lavoratori ci sono state nelle maggiori citt della Repubblica Democratica del Congo, con cortei ordinati che non hanno dato luogo ad alcun incidente. A Cuba, il presidente Ral Castro ha presieduto la tradizionale sfilata del primo maggio sulla Piazza della Rivoluzione. Negli Stati Uniti, dichiarando il primo maggio Immigration Day, i sostenitori dei diritti degli immigrati hanno organizzato oggi marce di protesta in numerose citt americane, da New York a Los Angeles, chiedendo una radicale riforma delle leggi sull'immigrazione. In particolare, i manifestanti hanno chiesto che venga posta fine ai raid della polizia contro gli immigrati e alle deportazioni che in molti casi dividono le famiglie (i bambini nati in territorio statunitense hanno diritto di restare, mentre i loro genitori entrati clandestinamente vengono espulsi).

Norme imperfette ma che non vanno stravolte


di ROBERTO COLOMBO La legge 40 del 2004 che disciplina in Italia gli interventi di assistenza alla procreazione (inseminazione in vivo), di fecondazione artificiale (fertilizzazione in vitro) e di manipolazione e trasferimento in utero dell'embrione umano un dispositivo di norme imperfette, sia sotto il profilo morale sia per quanto concerne alcuni aspetti biomedici e clinici. Ci non di meno, essa ha visto impegnati cattolici e non credenti durante il lungo processo sociale e politico di redazione e approvazione nel tentativo di limitare i danni di una tale legge e diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralit pubblica (Giovanni Paolo II, Evangelium vitae, 73). D'altra parte, anche talune disposizioni pratiche di ordine biotecnologico e clinico-assistenziale presenti nella legge sono difettive, in particolar modo quando non contemplano un percorso inequivocabile per affrontare e risolvere tensioni che possono sorgere tra la necessit di favorire lo sviluppo di ogni embrione umano generato in vitro, senza discriminazioni genotipiche o fenotipiche, e quella di tutelare la salute della donna e rispettare l'incoercibilit dell'accoglienza in utero del concepito da parte di essa. Le precedenti Linee guida della legge, previste dall'articolo 7 della medesima e frutto di una Commissione ministeriale ad hoc, avevano sinora assolto il compito di garantire l'attuazione di quanto disposto dalla legge 40 circa i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito (articolo 1 comma 1). Esse prevedevano gi il caso in cui, dall'indagine osservazionale dell'embrione (di tipo non invasivo, che tutela pienamente la vita e l'epigenesi del concepito), vengano evidenziate gravi anomalie irreversibili dello sviluppo che richiedano di informare i genitori ai sensi dell'articolo 14 comma 5 della legge. La diagnosi sull'embrione in vitro concessa se come ogni altra onesta diagnosi clinica essa ha come finalit la tutela e la promozione della salute, in questo caso quella del concepito e della madre, e, comunque, non implica rischi sproporzionati per il soggetto coinvolto. Il medico, comunicato l'esito della diagnosi osservazionale, pu imbattersi nel rifiuto categorico e inappellabile della coppia (o anche della sola donna) al trasferimento comunque in utero, di fronte al quale non gli resta che mantenere in coltura l'embrione, intrinsecamente incapace di completare il suo sviluppo, fino al suo estinguersi (Linee guida, 2004). I genitori, il medico e il biologo assistono impotenti al concludersi prematuro della vita del concepito: una morte imprevedibile, questa, che non preordinata alla nascita esclusivamente di un figlio sano, n conseguenza di un atto diagnostico invasivo e discriminante rispetto alle qualit del nascituro. Diverso e di segno opposto l'orientamento impresso all'applicazione della legge 40 dalla nuove Linee guida per quanto concerne la composizione dei diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito (articolo 1, comma 1). Partendo da una estensione, scientificamente e clinicamente ingiustificata, del concetto diagnostico di sterilit e infertilit alle coppie che pur potendo generare naturalmente un figlio non si avvalgono della potentia coeundi et generandi per timore di un contagio venereo o per escludere l'evenienza della nascita di un figlio malato, il decreto ministeriale ha inteso appellarsi alla eventualit di interventi [sull'embrione] aventi finalit diagnostiche e terapeutiche prevista dal legislatore all'articolo 13 (commi 2 e 3). In realt, anche a prescindere dall'ammissibilit della procreazione medicalmente assistita nei soli casi di sterilit o di infertilit definiti in riferimento a cause impeditive della procreazione (articolo 4, comma 1) e non in base a timori di contagio o anomalie genetiche presenti nella coppia la finalit diagnostica e quella selettiva (eugenetica negativa) risultano di fatto, anche se non di principio, inseparate. Non essendo praticabile, allo stato attuale della ricerca in terapia genica e cellulare, nessuna correzione di difetti genomici che fornisca, nella fase precoce di sviluppo dell'embrione, garanzie di efficacia e sicurezza individuale vi un generale e solido consenso internazionale circa la inaccettabilit etica degli esperimenti di terapia genica germinale e pre-differenziativa nell'uomo l'unico scopo per il quale viene invocata la diagnosi citogenetica e genetico-molecolare prima dell'impianto quello selettivo. Scopo eugenetico che, sebbene escluso di principio sia dal testo della legge (articolo 13 comma 3b) che dalle nuove Linee guida, pu essere di fatto deliberato e attuato attraverso il rifiuto della donna, in nessuna forma giuridica escludibile, del trasferimento in utero dell'embrione su cui stata eseguita la diagnosi. La ragione pratica ci porta a ritenere leciti gli interventi sull'embrione umano a patto che rispettino la vita e l'integrit dell'embrione, non comportino per lui rischi sproporzionati, ma siano finalizzati alla sua guarigione, al miglioramento delle sue condizioni di salute o alla sua sopravvivenza individuale (Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione Donum vitae, I, 3). Alla luce della retta ragione scientifica e clinica questo non appare essere attualmente il caso corrispondente alla diagnosi genetica sull'embrione in vitro, e non risulta, dunque, giustificata l'introduzione di questa procedura nell'ambito della materia disciplinata in Italia dalla legge 40.

La Fed taglia il costo del denaro


WASHINGTON, 2. La Banca centrale degli Stati Uniti, la Federal Reserve (Fed), ha tagliato il costo del denaro di un quarto di punto. In una nota l'istituto guidato da Bernard Bernanke ha annunciato che al momento l'economia statunitense ferma, anche se c' stata una lieve crescita nel primo trimestre dell'anno, un dato inatteso che per non deve alimentare facili speranze. Una recessione, se gi non c, resta possibile, spiegano gli analisti. Lattivit economica aggiungono rimane debole mentre alcuni indicatori relativi alle aspettative sullinflazione hanno mostrato un rialzo. La Fed assicura che far il necessario per sostenere la crescita e il controllo dei prezzi, anche se i tagli finora decisi sono sostanziosi e dovrebbero servire da stimolo. Per la prima volta la Banca centrale degli Stati Uniti non ha parlato esplicitamente di rischio al ribasso per la crescita. Nei primi tre mesi dellanno leconomia a stelle e strisce cresciuta di un modesto 0,6 per cento, riflettendo il cauto atteggiamento dei consumatori americani alle prese con il caro-prezzi, il deterioramento del mercato del lavoro e le difficolt del mercato immobiliare. Le esportazioni spinte dal dollaro debole e laumento delle scorte sono gli unici due fattori che hanno consentito al prodotto interno lordo di restare in territorio positivo. A pesare invece stata la brusca frenata dei consumi, motore della crescita statunitense: nel primo trimestre sono saliti solo dellun per cento, la crescita pi bassa dal 2001, anno in cui leconomia americana entr in recessione. Risultano in calo anche gli investimenti aziendali, che cedono il 2,5 per cento, registrando cos la contrazione pi marcata dal primo trimestre 2004. Crollano inoltre gli investimenti nel comparto delle costruzioni residenziali segnando un -27 per cento, il pi forte ribasso dal 1981, sottraendo al pil 1,23 punti percentuali. In aumento invece i prezzi: lindice generale dellinflazione, calcolato sulla base dei prezzi di beni e servizi acquistati dai consumatori, sale nel primo trimestre al 2,6 per cento dal precedente +2,4 per cento. Il tasso di inflazione di cibo e petrolio invece sceso al 2,2 per cento dal 2,5 per cento del precedente trimestre.

Un articolo di Johannes Mller sugli effetti dei mutamenti atmosferici

Clima e lotta alla povert


Per impedire un riscaldamento climatico ingovernabile occorre agire subito mediante una politica del clima dal solido profilo etico e volta anzitutto a rafforzare la capacit di reagire dei Paesi pi poveri. Questo il punto centrale del saggio di Johannes Mller dal titolo Mutamenti climatici e povert, pubblicato sul prossimo numero di Civilt Cattolica. L'analisi di Mller muove dai dati diffusi dal quarto Rapporto di valutazione dell'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), secondo il quale negli ultimi cento anni il clima globale ha subito un riscaldamento di 0,74 e questo dovuto principalmente all'attivit dell'uomo. Secondo l'Ipcc il sessanta per cento delle emissioni di gas serra da ricondursi al consumo dei combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale) e quindi al consumo di energia. Le principali vittime degli effetti del mutamento climatico (inondazioni, frane, ondate di caldo, rincaro dei generi alimentari, del petrolio e della benzina) sono i Paesi poveri che, per via della loro mancanza di beni materiali, dispongono di una capacit di reagire in misura inferiore rispetto ai Paesi pi industrializzati e ricchi. Una situazione, questa, che impone una questione etica basilare. Il maggiore ostacolo nel raggiungere una politica mondiale unitaria capace di prevenire gli effetti dei mutamenti climatici che i problemi dice Mller vengono percepiti in modo molto diverso, a seconda degli interessi e della prospettiva dei singoli Paesi. Di qui, la necessit di unire meccanismi efficienti di collaborazione internazionale a soluzioni specifiche sul piano locale. Al di l della sfera economico-politica, esiste anche una problematica etica. Gli effetti del surriscaldamento globale impongono di trovare, dice Mller, un concetto ampio di giustizia declinato in tutt'e tre le dimensioni temporali. Al presente, necessario unire protezione del clima e lotta alla povert, due aspetti che oggi molti considerano antitetici. Una saggia politica energetica pu agevolare la distribuzione delle ricchezze, un modello di globalizzazione equa e durevole. Ma una lotta contro la povert che miri al futuro, e che nello stesso tempo contribuisca a rendere pi governabili le conseguenze del mutamento climatico, deve in primo luogo rafforzare la capacit di azione dei poveri, cio dei Paesi e delle regioni pi povere, e soprattutto di coloro che si trovano sul posto.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
La Spe salvi e il carattere pubblico della fede

venerd-sabato 2-3 maggio 2008

Il carteggio inedito (1957-1960) tra Paolo Villa e Giovanni Battista Montini

La speranza cristiana cambia il presente


ragione dalla fede, restringendo la ra- mento. Non c' l'eros e poi l'agape, gione al solo campo dei fenomeni, os- non c' la ragione e poi la fede, non L'enciclica di Benedetto XVI Spe sal- sia alla sola scienza. Kant impediva c' la giustizia e poi la carit, non ci vi ha un valore fondativo per la dot- alla ragione di alimentare la fede e sono le speranze umane e poi quella trina sociale della Chiesa, in quanto alla fede di purificare la ragione. In cristiana. Non esiste l'uomo fuori del mostra come la questione sociale sia Kant la fede assume una dimensione piano salvifico di Dio, anche se lui la questione di Dio nel mondo (nu- assolutamente soggettiva, non pu es- l'uomo non lo sa. questa consamero 5) e consista soprattutto in una sere argomentata e pu avere caratte- pevolezza a dare cittadinanza pubblimancanza di speranza. Se nella Deus ca alla Chiesa. La dimensione dell'olcaritas est Benedetto XVI affermava re pubblico se si riduce a religione tre, ossia la dimensione purificante, che la dottrina sociale della Chiesa naturale, a etica razionale: Kant con- presente fin dall'inizio ed essenziale all'incrocio tra fede e ragione (nume- fina la fede nella soggettivit in per lo stesso costituirsi delle altre diro 28), fattore di purificazione della quanto la semplice etica razionale mensioni. Se cos non fosse il cristiaragione, nella Spe salvi egli lascia in- propria della religione naturale batendere che la dottrina sociale stru- stevole a organizzare il mondo. Se nesimo sarebbe irrilevante. Ecco mento con cui la speranza cristiana cos fosse, il cristianesimo sarebbe for- perch la vera laicit consiste nell'acse utile ma non in- cettare come necessaria la presenza dispensabile, come pubblica dell'oltre. Non indifferenteNella modernit si sono sviluppate ideologie invece esso pretende mente ogni oltre, ma quello dal voldi essere affermando to umano. che hanno preteso di assorbire in se stesse Quanto alla dottrina sociale della che un mondo senil significato della speranza cristiana za Dio un mondo Chiesa, la Deus caritas est afferma che essa si colloca precisamente nel punto tentando di confinarla nel privato senza speranza di incontro tra fede e ragione, ossia (numero 44). Se l'etica raziona- laddove la fede purifica la ragione. purifica le speranze umane. Sulla spe- le bastasse a se stessa, come voleva Mi chiedo: possiamo anche dire che ranza cristiana si fondano la presenza Kant, tutti gli ambiti sociali svelereb- la dottrina sociale si colloca laddove pubblica del cristianesimo, l'allarga- bero da soli il proprio senso pieno e la speranza purifica le speranze? Cremento della ragione e la conferma da soli potrebbero garantire la loro do, con la Spe salvi, di poter rispondella libert dell'uomo. In questo realizzazione. Ma nel passo citato dere di s. Le speranze di giustizia e senso essa esprime una dimensione nella Spe salvi da Benedetto XVI di pace, di un lavoro non sfigurato fondativa della dottrina sociale della (numero 19) il filosofo tedesco ipotiz- dallo sfruttamento e compatibile con Chiesa. za anche un'altra, e ben diversa, pos- la vita familiare; le speranze di relaLa dottrina sociale contiene anche sibilit: e se la semplice religione na- zioni uomo-donna, corpo-anima, inuna grande rivendicazione del carat- turale invece non bastasse a se stessa? dividuo e societ improntate a verit tere pubblico della fede cristiana, del se le cose potessero essere deviate dal- trovano nella dottrina sociale una pusuo statuto di cittadinanza, e addirit- la loro natura e terminare in una si- rificazione, una luce che ci fa capire tura della indispensabilit del cristianesimo per la costruzione della societ secondo giustizia e pace. La Spe salvi indica il motivo ultimo sul quale si fonda il ruolo pubblico del cristianesimo e la impossibilit di ridurre la fede in Ges Cristo a questione privata. La speranza cristiana cambia il presente: Solo quando il futuro certo come realt positiva, diventa vivibile anche il presente (numero 2). Se la fede viene intesa come sentimento soggettivo e irrazionale, anche la speranza, di conseguenza, risulta essere priva di fondamento reale. Ma n la fede n la speranza cristiane sono qualcosa del genere. La Spe salvi ci ricorda che prima del cristianesimo simili forme di fede e di speranza c'erano gi e che gli uomini affidavano alla discrezionalit di di bizzarri e litigiosi le loro altrettanto arbitrarie esigenze e aspettative. Solo Fritz von Uhde, Lasciate che i piccoli vengano a me (1884), particolare (Lipsia, Museum der Bildenden Knste) nell'incontro con un Dio personale che verit e amore la speranza diventa tuazione perversa e contro natura? meglio in che cosa queste realt conaffidabile e sicura; essa quindi si so- La natura basta a garantire l'esito sistano e cos esse si rivelano essere la stanzia nella fede, che la rende pre- naturale delle cose? Romano Guardi- misericordiosa provvidenza di Dio sente, concreta e capace di cambiare ni si pose lo stesso problema e rispose che ci viene incontro. In che cosa consiste, per, il rapdi no: Non esiste un mondo purala vita. La speranza cristiana non cambia mente profano, e quando una volont porto specifico tra l'allargamento delil presente solo al singolo credente, in ostinata riesce a creare un qualche la speranza e l'allargamento della rasenso individualistico. Essa infatti cosa che gli assomigli, esso non fun- gione? La Spe salvi ce lo dice quando una realt comunitaria. A Regen- ziona. un artificio senza forza inte- afferma che la ragione umana pu sburg Benedetto XVI aveva detto: riore. (...) Senza elemento religioso la indicare la strada alla volont solo se Chi crede non mai solo. Nella vita diventa come un motore che non guarda oltre se stessa (numero 23). Spe salvi egli insegna che chi spera ha pi olio. Una natura e una ra- La speranza apre alla ragione lo spanon mai solo. A questo proposito il gione pure non esistono se non come zio dell'oltre, parafrasando la Fides et Papa, tra l'altro, addita insistente- assunto acritico quindi n naturale ratio possiamo dire che la invita a mente l'esperienza del cardinale Van n razionale delle ideologie mo- non fermarsi mai. La chiusura della Thun (numeri 32, 34): nella pre- derne. Gli stessi valori suscitati dal speranza provoca la chiusura della ghiera di fede la speranza diventa cristianesimo, ma poi resisi autonomi ragione, con la conseguente pretesa di presente e reale, diventa comunitaria da esso, non possono sussistere senza dare corpo alle speranze umane senza e diventa anche e sempre una spe- di esso: La conoscenza della persona la speranza cristiana: Se non possia legata alla fede cristiana. La perso- mo sperare pi di quanto effettivaranza attiva (numero 34). Nella modernit, per, si sono svi- na pu essere affermata e coltivata mente raggiungibile di volta in volta luppate ideologie che hanno preteso per qualche tempo anche quando tale e di quanto di sperabile le autorit di assorbire in se stesse tutto il signi- fede si spenta, ma poi gradatamen- politiche ed economiche ci offrono, la nostra vita si riduce ben presto ad esficato storico e politico della speranza te queste cose vanno perdute. Questo il problema di Dio nel sere priva di speranza (numero 35). cristiana e hanno tentato di confinarla nel privato, decretandone cos il mondo: senza una continua purifica- solo allargando la speranza che carattere irrilevante (numero 17). zione la natura umana perde di vista possiamo anche allargare la ragione, Per questo la speranza cristiana le- se stessa, anzi, a rigore di termini, perch ci ci mette a contatto con il gata al problema di Dio nel mon- nemmeno si pu conoscere. Il tema dono e libera la ragione dai limiti do. Il mondo che elimina la speran- della purificazione collega strettamen- dell'esperimento quantitativo e la voza cristiana dallo spazio pubblico eli- te le due prime encicliche di Benedet- lont dai limiti del desiderio. solo mina Dio dal mondo e rimane privo to XVI. Nella Deus caritas est egli allargando la speranza che ci mettedi speranza perch un mondo senza aveva detto che la fede purifica la ra- remo in grado di perseguire la giustiDio un mondo senza speranza gione e la carit purifica la giustizia. zia perch un mondo che si deve (numero 44). La successione di questi Nella Spe salvi egli mostra come la creare da s la sua giustizia un drammatici passaggi scandita da speranza cristiana purifichi le speran- mondo senza speranza (numero 42). Benedetto XVI sulla scorta di un ze umane. La purificazione non qualcosa *Segretario del Pontificio Consiglio breve ma intenso testo di Emmanuel Kant. Egli separava nettamente la che si aggiunga in un secondo mo- della Giustizia e della Pace di GIAMPAOLO CREPALDI*

Miracolo a Milano di un prete dei poveri


di RAFFAELE ALESSANDRINI Il prete deve essere povero, molto povero, staccato da tutti e da tutto. (...) Io mi immagino un disoccupato nel giorno della mia Prima Messa. Mi vede con un camice che costa quarantamila lire, con una bella stanza, con servizi, ecc. ecc. Cosa volete che pensi di me? Forse vedr Ges di Nazaret? Eppure il prete dev'essere un altro Ges Cristo. Cos s'interrogava, scrivendo ai genitori dal Seminario di Venegono, nell'ottobre 1951 l'anno di Miracolo a Milano di Vittorio De Sica l'allora ventiduenne Paolo Villa in procinto di diventare sacerdote. Il giovane, nato a Triuggio (Milano) nel 1929, sarebbe stato ordinato nel 1952, e avrebbe svolto il primo periodo del suo ministero come coadiutore in parrocchia e come assistente presso le Acli (Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, sorte nel 1944) di Milano. Nel 1957 il suo arcivescovo Giovanni Battista Montini lo trasfer a Busto Arsizio. Fu in questa occasione che don Paolo manifest al superiore il desiderio di entrare nella congregazione dei Piccoli Fratelli di Ges del padre Charles de Foucauld. Incomincia da qui il carteggio raccolto nel volume Se tale sembra essere la volont del Signore... (Cinisello Balsamo, San Paolo, 2007, pagine 132, euro 12) curato da don Umberto Dell'Orto, docente di storia della Chiesa e direttore dell'Archivio storico del Seminario di Milano. Tre anni (1957-1960) di scambi epistolari tra un giovane sacerdote che sta maturando la sua propria vocazione particolare e un pastore attentissimo al bene della propria diocesi, fermo nelle proprie decisioni; un pastore prudente ed esperto degli slanci passionali non infrequenti tra i giovani, eppure disponibile all'ascolto, al dialogo, alla comprensione nei confronti di un interlocutore che prima nelle parole, poi nei fatti, si dimostra serio, sincero, rigoroso e ubbidiente; disposto perfino a sacrificare le proprie fortissime aspirazioni a una vita di povert e di contemplazione pur di non scostarsi dalla volont del proprio vescovo. Il quadro si rivela nitido fin dal principio. Non penso che sia un male nascondere (sic) a Vostra Eminenza l'amore che ho portato alle Acli milanesi e quanto dura sar per me la separazione da un gruppo di uomini con cui per degli anni ho lavorato per l'unica grande aspirazione, quella di vedere crescere un sempre pi vitale Movimento Operaio Cristiano. Resta per chiaro, e questo in una limpidezza assoluta, che l'ubbidienza promessa, anche se dura, mi guider in questi giorni. Quindi don Paolo espone la sua richiesta: Da qualche anno coltivo il desiderio di entrare a far parte della Congregazione dei Piccoli Fratelli di Padre Carlo de Foucauld. Avevo aspettato ad esternare a Vostra Eccellenza questa mia volont, dal momento che alle Acli milanesi trovavo modo di impegnarmi al di l del mio proprio lavoro di Vice Assistente, in attivit che mi permettevano di camminare con una certa vita che poteva dirsi vicina all'ideale desiderato (pp. 56-57). Don Villa scegliendo per i poveri desidera anzitutto essere come uno di loro. un tipo di opzione che pu apparire velleitaria e socialisteggiante e, in tal senso, frutto di polemico risentimento antiborghese, esattamente come saranno malcomprese in seno alla Chiesa e alla societ italiana, in questa prima fase di ricostruzione postbellica

L'arcivescovo Montini nel 1955 in visita nel quartiere periferico di Lorenteggio

voler pensare nulla di tutto questo. E salta in una sommaria, ma accurata se Vostra Eccellenza non fosse del pa- relazione della situazione sociale, il rere di accordarmi subito questa gra- profilo di una societ urbana ormai zia, vorrei domandare di poter offrire in rapidissima evoluzione. Da un lato la mia attivit sacerdotale ai punti pi la crescita materiale ed economica dell'incipiente periodo del boom, e, poveri e pi disgraziati della citt. Giovanni Battista Montini, come sul versante opposto, le grandi sacche noto, si sempre mostrato profonda- di emarginazione di chi andato in mente sensibile ai drammi della po- cerca di lavoro e di fortuna e ora si vert. Molti giovani della Federazio- trova culturalmente e umanamente ne universitaria cattolica italiana sradicato, sfruttato e senza sicurezze. (Fuci) degli anni Venti a Roma ri- Una realt per la stragrande magcordavano la partecipazione attiva e gioranza scrive don Paolo comconcreta dell'antico assistente all'apo- posta da meridionali. Hanno delle stolato missionario prestato agli emar- doti umano-morali veramente supeginati di Porta Metronia allora riori. Ma queste, a un certo punto, squallida borgata di baraccati nel- vengono cancellate dalla superficialit la conferenza della San Vincenzo. E del loro cristianesimo, fatto molto di ben nota a lui era anche la scelta di esteriorit, cristianesimo che non regvita tipica dei Piccoli Fratelli di Ges ge fuori del proprio ambiente, sopratche, tra l'altro, a suo tempo sarebbe divenuta anche approdo di Tre anni di scambi epistolari Jacques Maritain, del tra un giovane che sta maturando quale non occorre nemmeno accennare la la propria vocazione particolare prossimit spirituale e culturale al futuro Pa- e un pastore attento alla sua diocesi pa Paolo VI. Tuttavia la risposta dell'arcivescovo, pur contraria, carica di pa- tutto a contatto con quello che pu terni ammonimenti. Egli ha gi mal offrire una grande citt, e a contatto sopportato la decisione di un altro sa- con la miseria che non certo maecerdote, don Raimondo Bertoletti, stra di vita. Gli assurdi della vita preche in precedenza, proprio nella stes- matrimoniale dei giovani, assurdi che sa situazione di don Paolo, ha lascia- sono per loro delle leggi, fanno il reto la diocesi per entrare tra i Piccoli sto. Una grande citt osserva anFratelli. Pertanto, dopo aver lodato cora don Paolo offre la possibilit la predilezione di don Paolo per i po- dell'anonimato a ogni forma di vita veri, monsignor Montini ricorda che irregolare. Queste forme presto o taressi si trovano dappertutto ove li si sap- di incontrano la miseria e quindi piano scoprire e riconoscere: Corag- questi ambienti (pp. 109-110). Montini profondamente colpito gio, caro don Paolo: ami ora il prossimo vicino, prima di quello lontano. dall'apostolato di don Paolo Villa Confido ch'Ella comprender (p. 61). tanto che il 29 luglio 1960 decide di Don Paolo si reca dunque a Busto affidargli a tempo pieno l'assistenza Arsizio manifestando all'arcivescovo religiosa dei centri milanesi. Il sacertutta la sua buona volont. il 18 dote obbedisce, ma in fondo al cuore novembre 1957. Immediatamente, in si sente continuamente portato verso poche affettuose righe di risposta, la vita contemplativa della congregamonsignor Montini prende atto della zione di Charles de Foucauld. Questa risoluzione. Il rapporto epistolare volta per torna a parlare di tale vodestinato a proseguire. Si snoda sul cazione al suo arcivescovo spinto da filo di una vicenda di servizio presbi- un fatto estraneo alla sua volont. Il terale che si precisa sempre di pi in Capitolo generale della congregazione una pastorale tra i poveri, sia nelle dei Piccoli Fratelli di Ges infatti ha Acli di Busto Arsizio, sia, in partico- deciso di non accettare pi sacerdoti lare, a Milano: anzitutto nei ricoveri che abbiano una certa anzianit di comunali per gli sfrattati e i senza ca- ministero. Quindi di fronte a un ultesa e negli alberghi popolari che riore diniego del Superiore, don Paolo ospitano osserva don Paolo Villa dovrebbe rinunciare definitivamente a un tipo di lavoratore particolar- quella che egli ritiene essere la vocamente bisognoso del prete, perch so- zione della sua vita. Anche questa litamente in basso dal punto di vista mia vita completa in mezzo ai Poveri, religioso-morale, essendo costante- che pure gran cosa, profondamenmente lontano dalla famiglia o non te diversa, e Vostra Eminenza ben lo sa, dalla vita dei Piccoli Fratelli di avendone (p. 75). Il cammino verso la Ges, vita essenzialmente di contemmta desiderata da don plazione. Penso proprio nella preghieUno squarcio aperto sul dolente e contraddittorio Paolo per una vita ra che il mio Arcivescovo voglia essedi maggiore preghiera, re il Padre buono che pur nella riscenario sociale della metropoli lombarda di pi lunga adorazio- strettezza e nel bisogno, lascia che i ne nel culto dell'Euca- suoi figli percorrano la loro strada. negli anni Cinquanta: l'universo dei senza La risposta del cardinale Montini ristia; di maggior pocasa in una realt in rapidissima espansione vert; di nascondimen- Al caro don Paolo Villa del 10 to nella situazione dei novembre 1960: In riscontro alle sue poveri; in una imitazio- ripetute istanze, non mi resta che di in un panorama desolato e, so- ne anche materiale della vita di Ges concedergli libert di seguire il suo prattutto in certe aree, carico di ten- a Nazaret (15 marzo 1960) pe- desiderio, se tale sembra essere la vosioni sociali le esperienze di don r tale che il giovane sacerdote torna lont del Signore, ma lasciando a lui Primo Mazzolari e di don Lorenzo a rinnovare all'arcivescovo la richie- la responsabilit di un tale passo che Milani. Del resto la prudenza da par- sta di potere entrare nei Piccoli Fra- priva la sua diocesi, dove tanti bisote dei pastori anche comprensibile telli. Ma ove ci non fosse possibile gni e tante possibilit di bene gli si alla luce di taluni episodi di quegli egli chiede che il suo ministero dioce- presentano, del ministero, a cui la anni che hanno seminato disagio e sano si svolga sempre pi a contatto diocesi lo aveva preparato, e che egli confusione negli ambienti cattolici, coi poveri. La lettera di don Paolo le aveva promesso. Don Paolo entra cos nei Piccoli basti solo pensare alla vicenda della Villa , tra l'altro, la risposta a un'eSinistra cristiana. Ma, come osserva spressa e premurosa richiesta di noti- Fratelli di Ges l'8 gennaio 1961. Tranella prefazione al volume Giovanni zie dell'arcivescovo che, nella prossi- scorso il noviziato a Saint-Rmy si traBianchi, in don Paolo Villa non c'era mit del Natale del 1959, era stata sferisce nella fraternit di Saint-Ouen alcuna volont di creare il caso, al- accompagnata da consistenti offerte e (Parigi) dove lavora come lattoniere. Quindi andr a Tolosa dove inconzando clamori su vere o presunte doni per i poveri di Milano. Al lettore si aprono cos squarci vi- trer Jacques Maritain con il quale contraddizioni di un modello di forvi del dolente e contraddittorio scena- stringer una profonda amicizia. Nel mazione e di pastorale applicata. L'unico timore che mi ha tratte- rio sociale della Milano degli anni 1966 eletto consigliere della congrenuto per un momento in questi giorni Cinquanta: l'universo degli sfrattati e gazione. In seguito fonda alcune franel fare a Vostra Eccellenza questa dei senza casa, i ricoveri dotati di ternit e, nel 1972, sar eletto assidomanda stato quello di forse dare cappella dove don Paolo vorrebbe stente del priore della congregazione. l'impressione o di un colpo di testa o andare a fissare la propria residenza Don Paolo Villa muore a Desio (Midi un qualcosa di vicino a un effetto Giambellino, Gratosoglio, Oglio lano) consumato dalla malaria e daldi risentimento. Mi sento in coscienza stando due giorni fissi a settimana l'ameba contratte durante i suoi viagdi pregare il mio Arcivescovo a non in ciascuno di questi. Soprattutto ri- gi in Africa. il 24 settembre 1973.

venerd-sabato 2-3 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 5

Il rilevante ruolo dei Paesi latinoamericani nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo

La dignit della persona in equilibrio tra diritti e doveri


Si svolto a Roma all'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum il forum Latin America International Human Rights Project: Yesterday, Today and Tomorrow. Pubblichiamo ampi stralci dell'intervento dell'Ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede. questione a San Francisco, formando di diritto civile europei e presero in un fronte unito, trovando alleati e insi- prestito alcune idee dalla Costituzione stendo nonostante la dura opposizione statunitense. In seguito, integrarono quell'amalgama di idee con tutele per i dei Paesi pi potenti del mondo. (...) Uno dei primi compiti assegnati alla lavoratori e i poveri e con altri prinnuova Commissione per i Diritti Uma- cipi derivati dalla dottrina sociale catni fu quello di preparare una dichiara- tolica. Quelle caratteristiche, prese insieme, zione dei diritti dell'uomo in una forma accettabile da parte di membri del- resero il documento panamericano un di MARY ANN GLENDON modello molto attraente per una dile Nazioni Unite. Nella Commissione, ell'autunno del 1914 si in- composta da diciotto membri, l'Ameri- chiarazione delle Nazioni Unite che intravede, finalmente, la fi- ca Latina era rappresentata dai dele- tendeva essere universalmente applicane della guerra in Euro- gati di Cile, Uruguay e Panama. Il bile. Innanzitutto, fu il primo esempio pa. La Gran Bretagna, gli membro cileno, Hernn Santa Cruz, fu della tendenza costituzionale del XX Stati Uniti e l'Unione So- scelto per il piccolo comitato di otto secolo di combinare le libert politiche vietica cominciano a pianificare le poli- persone responsabile della redazione e civili di prima generazione con i diritti di seconda generazione relativi tiche del periodo post-bellico. (...) L'i- vera e propria della bozza. (...) Su raccomandazione di John Hum- alla giustizia sociale. Infatti, la Storia dea che fra gli obiettivi delle Nazioni Unite potesse esserci la tutela dei diritti phrey, Direttore della Divisione delle mostra che contrariamente a quanto si dell'uomo era per ben lontana dalla Nazioni Unite per i Diritti dell'uomo, suppone ora, i sostenitori pi zelanti mente delle maggiori potenze. Nella il comitato prese a modello due inizia- dell'inserimento dei diritti sociali ed bozza della proposta i diritti umani tive latinoamericane che si stavano economici nella Dichiarazione univererano citati una sola volta e incidental- svolgendo in quel periodo. Una di que- sale dei diritti dell'uomo non furono afste era la proposta che a breve divenne fatto i rappresentanti del blocco soviemente. La questione poteva quasi conside- la Dichiarazione Americana dei Diritti tico, ma i delegati dei Paesi latinoamee dei Doveri del- ricani, in particolare il cileno Santa l'Uomo, nota come Cruz, un uomo di sinistra che ciononoMalgrado le resistenze delle grandi potenze Dichiarazione di Bo- stante raramente vot con il blocco sovietico. L'idea di giustizia sociale della got. (...) i Paesi latinoamericani La Dichiarazione maggior parte di quelle persone era uniti in un blocco compatto di Bogot era scritta ispirato pi dagli insegnamenti sociali in una particolare di Leone XIII nella Rerum novarum e ottennero nel 1945 che i Diritti umani forma di linguaggio di Pio XI nella Quadragesimo anno che fossero citati nella Carta delle Nazioni Unite legale che non si po- dal pensiero marxista. Non si concenteva facilmente defi- trarono sullo sfruttamento dell'uomo nire individualistica da parte dell'uomo, ma sulla dignit rarsi chiusa, ma due mesi prima la o collettivistica. La concezione dei di- del lavoro e sull'opzione preferenziale conferenza di San Francisco, che si ritti che essa incarnava, una concezio- per i poveri. Un'altra caratteristica che don al tenne nell'aprile del 1945, alcuni mem- ne che doveva molto al pensiero sociale bri delle delegazioni latinoamericane cattolico, ebbe un grande richiamo per documento panamericano un grande fascino fu l'enfasi posta sul fatto che i avevano partecipato a un incontro del- numerose culture. l'organismo predecessore dell'OrganizDiversi modi di procedere si sono re- diritti sono soggetti a doveri e a limitazazione degli Stati americani (Osa) a gistrati nel tempo e hanno generato zioni. Il fatto che fosse una DichiaraChapultepec, in Messico, nell'ambito linguaggi diversi, ognuno rappresenta- zione sui diritti e sui doveri le permise del quale i partecipanti alla conferenza tivo di una visione specifica dei diritti di avere una vasta eco anche nelle tradi San Francisco venivano invitati ad umani. Uno di questi stato influenza- dizioni non occidentali. I delegati cineadoperarsi per includere una dichiara- to dalla retorica della rivoluzione sta- si e indiani, per esempio, tenevano zione transnazionale dei diritti nella tunitense del 1776 e dai filosofi politici molto al fatto che la dichiarazione unianglo-americani. informato da una versale non separasse i diritti dai doveCarta delle Nazioni Unite. La decisione presa in Messico ebbe certa quantit di diffidenza per il go- ri. Diversamente l'unica volta che la ampie ripercussioni. In occasione della verno e pone una forte enfasi sulla li- parola dovere appare nei documenti conferenza di fondazione delle Nazioni bert e sull'iniziativa individuali. Un fondanti degli Stati Uniti il riferiUnite il gruppo latinoamericano e ca- altro linguaggio si formato nel conti- mento al dovere contenuto nella Diraibico costitu il pi ampio blocco di nente europeo ed influenzato dalla chiarazione di Indipendenza di rovenazioni, venti su cinquanta. (...) Ma retorica della rivoluzione francese e dai sciare un governo tirannico. Senza dubbio il contributo latinoache cosa stava accadendo in America pensatori dell'Illuminismo continentale. Latina a quel tempo per ispirare tanto Questo concede uno spazio maggiore mericano stato uno dei principali fatinteresse per i diritti umani? In primo all'uguaglianza e alla fraternit assieme tori che hanno impedito alla Dichiaraluogo numerosi Paesi latinoamericani alla libert, modula diritti e doveri e zione delle Nazioni Unite di cadere stavano tentando di superare gli asso- considera il governo sotto una luce pi nelle trappole o di un eccessivo indivilutismi di destra e di sinistra per ap- positiva, garante non solo di diritti, ma dualismo o di un eccessivo collettivismo. Ci ha contribuito a far guadaprodare a una democrazia costituzio- anche di tutele per i bisognosi. Queste due concezioni dei diritti gnare consenso a un'organizzazione nale. Almeno dieci di essi avevano riscritto le proprie costituzioni negli anni hanno trovato un punto di convergen- delle Nazioni Unite che gi nel 1948 Quaranta e cinque negli anni Trenta. za in modo molto interessante in Ame- includeva rappresentanti di sei nazioni Ad esempio, Cuba aveva adottato una rica Latina, dove molti Paesi, al tempo asiatiche e di nove Paesi in cui era precostituzione democratica nel 1940, e dell'indipendenza, mantennero i sistemi dominante la cultura islamica. aveva destituito il suo leader corrotto Fulgencio Batista nel 1944. Purtroppo, Batista riprese il potere nel 1952 con l'aiuto delle forze militari e sospese tutte le garanzie costituzionali. Tuttavia, nel 1945, Cuba stava vivendo un interludio di speranza. Fu in grado di inviare all'incontro di San Francisco un brillante ed eloquente giovane democratico, il trentenne Guy Prez Cisneros. All'apertura della conferenza, i delegati di Cile, Cuba, Messico, Panama e Uruguay si impegnarono per includere una dichiarazione sui diritti umani nella Carta delle Nazioni Unite, in conformit con la risoluzione adottata due mesi prima a Chapultepec. Quello sforzo fu contrastato dalle maggiori potenze e alla fine fu abbandonato. Tuttavia il gruppo latinoamericano pass velocemente a un'altra strategia. Unendo le proprie forze a quelle di Paesi da poco indipendenti come le Filippine e il Libano, reindirizzarono gli sforzi a garantire che la Carta riflettesse almeno un serio impegno per la tutela dei diritti umani. Anche su quel fronte, incontrarono resistenze. Le reazioni andarono da un'iniziale mancanza di entusiasmo da parte degli Stati Uniti all'aperta ostilit dell'Unione Sovietica e di potenze coloniali quali la Francia e la Gran Bretagna. Tuttavia, a met strada si verific una svolta quando cominciarono ad arrivare dall'Europa le prime fotografie dei campi di concentramento da poco liberati. Quelle rivelazioni suggerirono agli Stati Uniti di riconsiderare la propria posizione e il gruppo latinoamericano colse l'occasione. Entro il termine della Conferenza, i diritti umani furono menzionati non una sola volta, ma sette nella Carta delle Nazioni Unite accanto a un impegno a creare una commissione apposita. Quindi il primo modo in cui i Paesi latinoamericani contribuirono a plasmare il moderno progetto per i diritti Un manifesto commemorativo del 1913 dedicato al settantesimo anniversario della liberazione degli schiavi nel Suriname (Guiana olandese) umani fu semplicemente sollevare la

Per questi motivi la Dichiarazione delle Nazioni Unite, nella sua forma attuale, differisce notevolmente dagli strumenti angloamericani relativi ai diritti, soprattutto per l'inclusione dei diritti politici e civili. Al tempo stesso differisce anche dalle Carte in stile sovietico per la forte enfasi che pone sulle libert civili e politiche e per il riconoscimento dell'importanza delle strutture intermedie fra Stato e cittadino. Questa storia spiega anche il motivo per cui la Dichiarazione delle Nazioni Unite ha diverse caratteristiche che non sono presenti n nella Costituzione degli Stati Uniti n nelle costituzioni Nella politica sociale latinoamericana, in materia di diritti umani, fu rilevante l'ispirazione dell'enciclica socialiste del XX secolo: la Quadragesimo anno (15 maggio 1931) di Pio XI diffusa enfasi sulla dignit intrinseca e sul valore della persona umana, l'affermazione che la bisognava andare avanti il pi veloce- modello comune per misurare il propersona umana dotata di ragione e mente possibile. Sottoline che gran prio e l'altrui progresso. di coscienza, il diritto del lavoratore a parte della Dichiarazione si era gi baOggi, in misura impressionante, quel una retribuzione equa per se stesso e sata sulla bozza di Bogot, che era sta- sogno divenuto realt. vero che esiper la sua famiglia, il riconoscimento to estremamente faticoso per la Com- stono discrepanze vistose fra le pratiche di quest'ultima quale nucleo naturale missione pervenire a un testo accettabi- di molti Stati e i principi ai quali essi e fondamentale della societ che ha le da una vasta gamma di culture e hanno ufficialmente aderito, ma non diritto a essere protetta dalla societ e che un documento che avrebbe dovuto un risultato mediocre che la stragrande dallo Stato, il diritto primario dei ge- essere applicabile universalmente non maggioranza delle nazioni abbiano fornitori a scegliere l'educazione dei figli, poteva essere una copia esatta della di- malmente accettato un insieme comune la disposizione per cui la maternit e chiarazione panamericana. di principi come diritti umani fondal'infanzia hanno diritto a speciali cure Un numero di importanti cambia- mentali. Come ha dichiarato Benee assistenza. (...) menti furono apportati durante i di- detto XVI il 18 aprile nel suo discorso L'influenza latinoamericana conti- battiti dell'Assemblea Generale per l'o- alle Nazioni Unite: Il merito della Dinu quando la Commissione per i Di- stinazione dei delegati latinoamericani. chiarazione Universale di aver perritti Umani present la bozza della di- Grazie a Minerva Bernardino della messo a differenti culture, espressioni chiarazione perch fosse rivista da un Repubblica Dominicana, nel preambo- giuridiche e modelli istituzionali di comitato delle Nazioni Unite molto pi lo si fece speciale menzione della parit convergere attorno a un nucleo fonampio, composto da rappresentanti di di diritti fra uomini tutte le nazioni. A quel tempo, l'autun- e donne. Grazie a no del 1948, i paesi membri erano cin- Prez Cisneros, il ri- L'idea di giustizia sociale che sorregge quantotto. Tuttavia, i rappresentanti ferimento alle neces- la Dichiarazione universale dei Diritti dell'uomo latinoamericani costituivano ancora il sit particolari delle gruppo pi ampio e utilizzarono la famiglie fu inserito ispirata pi agli insegnamenti sociali nell'articolo sul di- di Leone XIII e di Pio XI propria influenza. La Dichiarazione di Bogot dei di- ritto a un tenore di ritti e dei doveri dell'uomo era stata vita adeguato. Su ri- che al pensiero marxista adottata all'inizio di quello stesso anno chiesta dell'ecuadoe alcuni delegati latinoamericani che riano, l'articolo 9 fu non avevano partecipato alla stesura modificato per includervi la tutela con- damentale di valori, e, quindi, di didella bozza della Dichiarazione delle tro l'esilio arbitrario. Inoltre, su istanza ritti. A livello nazionale, sebbene ancora Nazioni Unite avrebbero voluto riman- del Messico, fu aggiunto un nuovo ardarla al comitato perch la confrontas- ticolo che adottava l'istituzione cono- ci siano molte cose da ottenere, si sono se riga per riga con il documento di sciuta in Spagna come amparo (ricorso verificati cambiamenti importanti: in Bogot. La proposta fu rifiutata e alcu- contro le violazioni dei diritti fonda- primo luogo sotto l'influenza del principio di uguaglianza, le opportunit ni delegati cominciarono a proporre mentali). Infine, il 10 dicembre 1948, la Di- per le donne e per i membri dei gruppi emendamenti per avvicinare il pi possibile la bozza delle Nazioni Unite a chiarazione Universale dei diritti del- di minoranza di ottenere una piena l'uomo fu approvata dalla Assemblea partecipazione alla vita politica ed ecoquel testo. Questa attivit preoccup i sosteni- Generale delle Nazioni Unite all'unani- nomica si sono molto estese. Negli anni tori della Dichiarazione, i quali sape- mit (nonostante alcune astensioni del Ottanta, inoltre, la Dichiarazione divano che qualsiasi ritardo avrebbe gio- blocco sovietico, dell'Arabia Saudita e venuta il principale punto di riferimencato a favore dei sovietici, che erano del Sudafrica). Contrariamente alle to dei movimenti per i diritti umani contrari al testo ma non volevano op- previsioni degli scettici che dubitavano che hanno portato alla pacifica caduta porvisi pubblicamente. Inoltre, i soste- del valore di un documento non vinco- dei regimi totalitari nell'Europa dell'est nitori della Dichiarazione, temevano lante, la Dichiarazione mostr rapida- e al collasso dell'apartheid in Africa. che, con l'inasprirsi della Guerra fred- mente il suo grande fascino divenendo La Dichiarazione continua poi a conda il progetto sarebbe stato affossato un modello per la maggioranza degli tribuire a mantenere i riflettori accesi per sempre se non fosse stato portato a strumenti legislativi relativi ai diritti su abusi che in passato sarebbero stati nel mondo, pi di novanta, secondo le ignorati oppure considerati affari protermine nella sessione del 1948. Fra i pi preoccupati c'era il diretto- ultime stime. Divenne anche il princi- pri della nazione in cui avvengono. re della Divisione delle Nazioni Unite pale punto di convergenza retorica per Oggi, infine, il testo il principale per i Diritti Umani, John Humphrey, il movimento internazionale per i dirit- punto di riferimento comune per i diche nelle sue memorie ha fatto riferi- ti umani del dopoguerra. Oggi, il pi battiti interculturali su come pianificamento agli sforzi dei Paesi contrari alla importante punto di riferimento per i re il futuro umano in un mondo semDichiarazione come alla minaccia di dibattiti sui diritti umani a livello in- pre pi interdipendente. importante ricordare il contributo Bogot. Molto intelligente, Prez Ci- ternazionale. sneros ha utilizzato ogni strumento I contributi dell'America Latina alla dei Paesi latinoamericani, sia perch va riconosciuto il lavoro di quanti si sono procedurale per ragimpegnati in questo senso, sia perch giungere il suo l'idea di dignit che ha ispirato cos obiettivo. I suoi di- Diversi modi di procedere tanti strumenti relativi ai diritti dopo scorsi erano adorni si sono registrati nel tempo la seconda guerra mondiale oggi midi filosofia sociale nacciata. Come ha ammonito Benedetcattolica e, a volte, e hanno generato linguaggi diversi to XVI nel suo discorso alle Nazioni sembrava che i pro- Ognuno rappresentativo Unite, esistono alcune tendenze che, se tagonisti nella stanincontrollate, rischiano di minare i fonza della conferenza di una visione specifica dei Diritti umani damenti morali e culturali da cui in fossero i cattolici rodefinitiva dipendono tutti i diritti. mani e i comunisti, In particolare il Papa ha messo in questi ultimi al secondo posto, ag- Dichiarazione Universale dei diritti giunge in proposito parlando del dele- dell'uomo sono stati significativi. Tut- guardia sia contro la diffusione di apgato cubano Guy Prez Cisneros. Nei tavia, per evitare incomprensioni, si procci relativistici e selettivi ai diritti suoi diari privati, pubblicati dopo la deve sottolineare che, certamente, ci universali, sia contro pressioni per morte, Humphrey diede sfogo alla pro- sono state molte altre fonti di influenza reinterpretare i fondamenti della Dichiarazione e di comprometterne l'intipria esasperazione. Riferendosi a Prez su quello storico documento. Oggi, sessanta anni dopo l'approva- ma unit, cos da facilitare un allontaCisneros come a un uomo che combina la demagogia con la filosofia sociale zione della Dichiarazione innanzitutto, namento dalla protezione della dignit cattolica romana disse che il cubano essa dimostra in modo incoraggiante umana per soddisfare semplici interessi, avrebbe dovuto bruciare all'inferno che gli esseri umani non vengono sem- spesso interessi particolari. Una delle mie speranze che questa per aver rallentato le procedure. Il po- plicemente sballottati dalle onde della vero Humphrey non comprese mai storia, ma possono fino a un certo pun- conferenza promuova la riappropriaquanto della dottrina sociale cattolica to, influenzare il corso degli eventi me- zione e il ripristino della tradizione laavesse egli stesso apportato alla Dichia- diante la riflessione e la scelta. Gli uo- tinoamericana dei diritti. Se ci permetrazione Universale! Questo perch, per mini e le donne che hanno redatto la tiamo di sognare un po', possiamo spesua stessa ammissione, aveva attinto bozze degli strumenti relativi ai diritti rare che essendo stati gi una volta capi dai documenti latinoamericani che dopo la seconda guerra mondiale non paci di impedire che la Dichiarazione da qualsiasi altra fonte, quando prepa- erano degli ingenui ottimisti. Tuttavia, Universale cadesse negli eccessi del liil realismo non ha impedito loro di la- bertarismo o del collettivismo, i latirava il materiale. Hernn Santa Cruz, che con Hum- vorare per arrivare al giorno in cui un noamericani possano ancora una volta phrey condivideva il senso di urgenza piccolo nucleo di principi, tanto fonda- aiutare il movimenti per i diritti umani della situazione, alla fine persuase P- mentali per la dignit umana da poter a rimanere fedeli al proprio scopo di rez Cisneros del fatto che se la Dichia- essere definiti universali, sarebbe stato promuovere migliori livelli di vita in razione doveva essere adottata da tutti, accettato da ogni nazione come un una pi ampia libert.

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO

venerd-sabato 2-3 maggio 2008

Aperto a Roma il 23 Congresso nazionale delle Associazioni cristiane lavoratori italiani

Aperta la XIII assemblea nazionale

Rinnovare l'impegno Azione Cattolica, una luce per il bene comune di storia a servizio dell'uomo
ROMA, 2. Un popolo di pellegrini che migra dal XX secolo con una bisaccia piena di valori (tutela dei diritti, volontariato, giustizia, pace) e con una forte tensione al futuro: con questa immagine che il presidente delle Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli), Andrea Olivero, ha aperto ieri pomeriggio a Roma il 23 Congresso nazionale, che si concluder domenica e che elegger i nuovi vertici. Nel suo lungo intervento, Olivero (che dovrebbe essere riconfermato presidente) ha esposto le linee programmatiche dei prossimi quattro anni delle Acli, che contano quasi un milione di iscritti (634 i delegati presenti). Per la prima volta nella storia delle Acli l'apertura del Congresso nazionale coincisa con il 1 maggio. Un appuntamento doppiamente significativo per l'associazione perch furono proprio le Acli a chiedere che la Chiesa elevasse quel giorno a festa cristiana dei lavoratori. Cosa che avvenne il 1 maggio 1955 quando Pio XII in piazza San Pietro annunci l'istituzione della festa di san Giuseppe artigiano. Confermando i valori dell'associazione (fedelt al mondo del lavoro, alla democrazia e alla Chiesa), Olivero ha invitato i suoi ad un impegno rinnovato anche in virt della fine delle ideologie. Un lavoro che mira allinterpretazione dei bisogni popolari, della gente comune, nellordinariet della vita quotidiana. Come laici credenti impegnati nel sociale ha detto abbiamo una responsabilit nel confronto verso nuove sfide, come quella della globalizzazione, della multiculturalit, dellambiente. Per Olivero, va costruito un nuovo dialogo politico in cui la societ civile abbia uno spazio significativo. Vanno rigenerati i legami di fiducia fra cittadini e istituzioni; serve una nuova partecipazione democratica e nuove reti di aggregazione. Per questo, il presidente ha annunciato modifiche organizzative ai tradizionali circoli Acli che per non spariranno. Gli obiettivi sono lascolto delle realt territoriali e la promozione della formazione dei dirigenti e degli associati. Per Andrea Olivero occorre dare nuova linfa a Retinopera (associazione nazionale cattolica nata alcuni anni fa), chiamata a rafforzare la presenza organizzata dei cattolici sia nella Chiesa sia nella societ italiana. Al centro, sempre, il mondo del lavoro: Le Acli ribadiscono l'impegno per il riconoscimento di un lavoro dignitoso, che significa l'istanza di tutele globali, perch universali e perch rispondono alle esigenze differenti delle diverse persone. Le Associazioni cristiane lavoratori italiani contano 981.467 iscritti (oltre 20.510 allestero). Dallultimo congresso (2004) lincremento stato di 124.962 unit (+14 per cento). Crescono, del 4 per cento, anche le strutture territoriali: fra esse quattromila circoli, centocinque sedi provinciali e ventuno regionali. Allestero le Acli sono presenti in quasi trenta Paesi, dal Brasile e l'Argentina al Sudafrica, dal Kenya e il Mozambico all'area balcanica. In Italia le regioni con pi iscritti risultano la Lombardia (128.534), il Piemonte (109.593) e il Veneto (93.022); fra le province prima Milano (52.532), seguita da Torino (43.233) e Cuneo (42.378). Questi numeri ha detto il presidente ci danno la misura di un radicamento ampio delle Acli sul territorio, sia in termini di iscritti che di strutture di base. Un radicamento che ovviamente ci conforta, ci d forza, ma non ci illude, perch da una parte ci chiama ad una grande responsabilit, dall'altra ci spinge nella convinzione di dover noi migrare dal '900 per innovare la nostra presenza sul territorio, intercettare i nuovi bisogni e ricostruire attorno a essi un'identit culturale e politica solidale. Fra gli interventi di ieri quello del vescovo di Ivrea, Arrigo Miglio, presidente della Commissione della Cei per i problemi sociali e del lavoro: Il bene comune un impegno che viene da lontano ha dichiarato e la ricchezza di esperienza educativa di un'associazione come le Acli non pu restare al chiuso ma va condivisa e trafficata come i talenti della parabola evangelica. Come cattolici siamo invitati a guardare con fiducia anche al nostro oggi, a questa societ. In modo particolare doveroso guardare con fiducia allo Stato e impegnarsi perch la politica risponda sempre pi a quella che Paolo VI ha richiamato come una delle pi alte forme di carit. Per monsignor Miglio c' bisogno di strutture permanenti di formazione al bene comune nella concretezza dell'impegno culturale, sociale e politico: Dobbiamo riscoprire ha sottolineato la vocazione formativa ed educativa di tutte le nostre comunit cristiane. Poi l'importanza delle reti da creare fra la molteplicit ricca di esperienze di vario tipo che caratterizza il cattolicesimo italiano: occorre porsi in relazione perch le reti non servono solo a rafforzare l'identit in una societ pluralistica ma sono anche forme di solidariet che aiutano ciascuno a perseguire meglio le proprie finalit agevolando, in definitiva, il perseguimento del bene comune. Nella politica cos come nel sociale i cattolici hanno alcune qualit da condividere ha concluso il vescovo perch possano arricchire la vita di ogni uomo, come il concetto di individuo, di famiglia, di lavoro. Soprattutto portiamo una riserva di speranza che in grado di alimentare tutti gli ambienti che oggi ne sentono la mancanza. Oggi intervengono il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, il presidente della Fondazione per la sussidiariet, Giorgio Vittadini, il senatore del Partito democratico Franco Marini, il presidente della Comunit di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, il presidente di Confcooperative, Luigi Marino, il portavoce del Forum del terzo settore, Maria Guidotti, e il leader dell'Udc Pierferdinando Casini. Domani parler il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, sul tema Scommessa Italia: la sfida della societ civile per un nuovo sviluppo del Paese. ROMA, 2. La responsabilit nasce come risposta a una chiamata, rispetto alla quale ci sentiamo legati, non solo per un dovere di giustizia, ma anche per un debito di gratitudine. Sentirsi slegati equivale ad essere irresponsabili. Quando il legame tiene insieme il mondo visibile e l'orizzonte dell'invisibile, allora la responsabilit diventa testimonianza: il testimone rende presente l'assente, riduce una distanza garantendo con la vita. Il nostro compito fare dell'intera vita associativa un soggetto testimoniale. Ad affermarlo stato il presidente nazionale dell'Azione Cattolica Luigi Alici aprendo, gioved 1 maggio, la XIII assemblea per eleggere i nuovi organi associativi. Appena prima il direttore de L'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, acclamato presidente onorario dell'assemblea, aveva rivolto un saluto ai partecipanti. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio tutt'altro che formale, rivolgendo l'apprezzamento per il riaffermato impegno a contribuire con generosa passione civile, alla piena attuazione dei principi costituzionali. La celebrazione eucaristica, di venerd 2 maggio, stata presieduta dal segretario generale della Cei il vescovo Giuseppe Betori. Nell'omelia il presule ha esortato l'associazione a spendere con coraggio un ulteriore tratto della sua pi che centenaria e luminosa storia a servizio del Vangelo e dell'uomo. Monsignor Betori ha concluso: Il cristiano non chiude gli occhi alienato, di fronte ai mali del mondo, ma verso di essi discende con un cuore di partecipazione e condivisione. Il che non significa negare la realt del peccato o nascondere lo scarto che introduce la differenza cristiana; quanto piuttosto proprio l'amore per la verit dell'uomo ci induce a non lasciare disperso alcun anelito a essa che possa manifestarsi anche in forme meno consuete. Al termine della celebrazione, il vescovo ha poi ricordato i fronti sempre pi problematici per la testimonianza di fede, sui quali non mai venuto meno l'impegno di tutti gli associati. L'assemblea, i cui lavori si concluderanno sabato 3 maggio, culminer domenica, 4 maggio, in piazza San Pietro, dove gli associati incontreranno il Papa. L'assise chiamata, tra l'altro, ad approvare il documento finale che riguarda gli obiettivi per il prossimo triennio di attivit: l'impegno a suscitare percorsi di ricerca e riscoperta della fede; l'impegno a far crescere e maturare la fede; l'impegno per la promozione del bene comune; la cura della formazione; la cura del legame associativo. L'Azione Cattolica sottolineato in occasione del centoquarantaseiesimo anno dalla fondazione, desidera fare della sua storia una profezia per ogni tempo, abitato da profonde trasformazioni, ma bisognoso, sempre e comunque, dell'annuncio gioioso e liberante della Risurrezione. Il presidente Alici nella sua relazione ha sottolineato che quarant'anni fa, il radicamento organico nella vita della Chiesa, ha fatto presagire e percepire immediatamente all'Azione Cattolica il vento del Concilio, ed iniziato un percorso di maturazione dell'autocoscienza associativa, autenticato dai pastori e metabolizzato da tutti i soci, che ormai lo identificano, con una formula sintetica, come scelta religiosa. Il presidente ha aggiunto: Ci sono tutte le condizioni perch l'Azione Cattolica abbia il coraggio di osare, prendendo sul serio la qualifica, certamente coraggiosa e impegnativa, attribuita ai fedeli laici dalla Apostolicam actuositatem: Sono specialmente i laici a essere ministri della sapienza cristiana, nell'ordine nazionale e internazionale, dove sono chiamati a promuovere il bene comune, sforzandosi di collaborare, con tutti gli uomini di buona volont nel promuovere tutto ci che vero, tutto ci che giusto, tutto ci che santo, tutto ci che amabile. Ha quindi concluso: Nasce da qui l'invito a entrare in dialogo con essi, andando loro incontro con prudenza e gentilezza e a promuovere indagini circa le istituzioni sociali e pubbliche per portarle a perfezione, secondo lo spirito del Vangelo. Nella bozza del documento assembleare si evidenzia che partecipare alla vita associativa, il modo di vivere il servizio alla Chiesa. Partecipare alla vita associativa, inoltre, un modo di testimoniare il proprio impegno in senso civile: l'elaborare insieme proposte condivise e il raggiungere obiettivi comuni, costituiscono un autentico esercizio di cittadinanza. La vita e il legame associativo sono valore in s e, in quanto tale, una forma di servizio alla Chiesa e di presenza profetica nella societ. Dall'assemblea giunge un invito ad ampliare l'orizzonte delle attivit. Per il presidente Alici l'Azione Cattolica deve allargare il suo sguardo sul mondo. C' una domanda diffusa di bene che dobbiamo intercettare, purificare, onorare; c' una risposta evangelica che dobbiamo testimoniare, annunciare e far correttamente interagire con quella domanda. In ogni stagione critica della vita della Chiesa, nato qualcosa di grande quando scoccata una scintilla dalla paradossale doppia cittadinanza, capace di coinvolgere la fatica dell'intelligenza e la grazia della fede, l'interiore e l'esteriore, il privato e il pubblico. (alessandro trentin)

Governatorato della Citt del Vaticano


Ufficio Filatelico e Numismatico

Il centro, primo negli ultimi 50 anni, ospiter cento studenti

49 Congresso Eucaristico Internazionale


15 maggio 2008 Scheda tecnica Numero valori: 2 Valori facciali: Euro 0,60-0,85 Formato: 50x28,88 mm Dentellatura: 13 Foglio da: 10 francobolli Dimensioni del foglio: 124x168,4 mm Tipo di Stampa: offset Stamperia: Cartor (Francia) Costo della serie: Euro 1,45 Tiratura: 200.000 serie complete.

Un nuovo seminario costruito a L'Avana


Saranno oltre cento i seminaristi che potranno studiare nel nuovo seminario dell'arcidiocesi dell'Avana, il primo ad essere costruito negli ultimi 50 anni della storia cubana. La struttura, che andr a sostituire lo storico e magnifico seminario di San Carlo e di Sant'Ambrogio nel centro dell'Avana vecchia, situata a quindici chilometri dal centro storico della capitale e si sta realizzando (i lavori sono iniziati nel luglio 2006) con materiali di alta qualit venduti dallo Stato. Il progetto, in un'area di ventidue ettari, prevede quattro edifici di teologia e quattro di filosofia, con aule e dormitori per i seminaristi, la rettoria, l'ufficio amministrativo, la biblioteca, l'aula magna e la cappella. stato finanziato, tra l'altro, dalla Conferenza episcopale italiana, da un gruppo di cattolici francesi, dalla Commissione per l'America Latina della Santa Sede, dai Cavalieri di Colombo. Alla curia dell'Avana si rallegrano per la qualit del progetto architettonico, ma soprattutto per il significato che ha per la Chiesa e per la storia del Paese, essendo il primo seminario che si costruisce a Cuba in pi di 50 anni. Il seminario, spiega Jos Ramn Prez, amministratore dell'arcidiocesi dell'Avana, stato considerato dalle autorit cubane come istituzione educativa. Questo molto interessante in un periodo in cui si stanno ristrutturando molte scuole nel Paese. Aver presentato al governo le difficolt che affrontiamo nell'attuale edificio precisa Prez in un articolo sulla rivista dell'arcidiocesi , stato un fattore chiave per autorizzare la costruzione e avere a disposizione i materiali. Il nome del seminario rimarr lo stesso: San Carlo e Sant'Ambrogio. Ma quando i seminaristi si trasferiranno (attualmente sono una sessantina) l'antica struttura sar trasformata in un grande centro culturale e di studio intitolato al servo di Dio Felix Varela. Sar aperta al pubblico una grande biblioteca, un museo arcidiocesano e spazi per esposizioni di arte, proiezioni e dibattiti. Sotto al nome che identificher la futura istituzione dice il cardinale Jaime Ortega Alamino, arcivescovo dell'Avana verr lasciata, forse tra parentesi, la scritta Antico seminario San Carlo e Sant'Ambrogio. Entrambi gli edifici, l'antico e il nuovo, continueranno a preservare, insieme ai cubani, la legittimit della nostra nazionalit e a custodire, come Chiesa, la memoria del nostro popolo, precisa la rivista. Il cardinale Ortega si dice molto contento che, con la nuova struttura, ogni seminarista potr disporre di spazi privati, tranquillit, tempo per la lettura, e potr organizzare la propria vita in maniera simile a quella che vivr poi in qualsiasi parrocchia o ministero.

150 Anniversario delle apparizioni di Lourdes


15 maggio 2008 Scheda tecnica - Minifoglio Numero valori: 2 Valori facciali: Euro 0,65-0,85 Formato: 28x45 mm Dentellatura: 13,5 Minifoglio da: 4 francobolli Dimensioni del minifoglio: 93x100 mm Tipo di Stampa: offset Stamperia: Cartor (Francia) Costo della serie: Euro 1,50 Costo dei minifogli: Euro 6,00 Tiratura: 280.000 serie complete.

Visita di Sua Santit Benedetto XVI all'Onu in occasione del 60 anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo
15 maggio 2008 Scheda tecnica Numero valori: 1 Valore facciale: Euro 1,40 Formato: 41x30,5 mm Dentellatura: 13,65x13,75 Foglio da: 10 francobolli Dimensioni del foglio: 183x112,5 mm Tipo di Stampa: offset Stamperia: Printex (Malta) Costo della serie: Euro 1,40 Tiratura: 200.000 serie complete.

L'intervento del cardinale Grocholewsky al primo Congresso internazionale sull'educazione cattolica

L'istruzione parte della missione evangelizzatrice della Chiesa


VALENCIA, 2. La Chiesa deve rispondere alla grande sfida che pone l'educazione in questo momento della storia, deve disporsi ancora una volta a dare il suo contributo alla formazione della persona umana. Lo ha affermato il cardinale Zenon Grocholewsky, prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica, durante il I Congresso internazione sull'educazione Cattolica, all'Universit Cattolica di Valencia. Per il cardinale Grocholewsky, l'istruzione non un compito accessorio, ma fa parte della missione evangelizzatrice della Chiesa, per la quale la missione educativa parte del suo essere e della sua responsabilit di fronte all'umanit. In questi momenti in cui l'educazione in crisi, la scuola cattolica deve riaffermare la sua identit per poter affrontare queste sfide e deve orientarsi come una missione condivisa tra laici e religiosi, in comunione. Gli agenti educativi, la scuola e la famiglia attraversano oggi una forte crisi di fronte alla quale bisogna dare una risposta. Secondo il cardinale, i tre criteri fondamentali su cui si deve basare l'educazione cattolica sono l'interesse per la persona umana, la centralit di Cristo e il sensus ecclesiae. Alcuni dei fattori che hanno provocato la crisi attuale dell'educazione sono, secondo il porporato, il secolarismo crescente nella vita pubblica e il forte impulso dell'individualismo, che danneggiano la societ e generano un forte scetticismo nei confronti della verit, separandola totalmente dalla fede. Quella che viene pregiudicata da questa visione individualista la dimensione spirituale della persona, l'anima dell'uomo. A livello religioso ha proseguito il prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica questo individualismo si traduce in un eclettismo, in una specie di religione alla carta che non lascia spazio alla conversione n all'incontro della persona con Cristo. Un'altra delle sfide che l'educazione deve affrontare quella dell'interculturalit: il pluralismo religioso ha spiegato il cardinale non in s negativo, n per l'evangelizzazione n per l'educazione, ma comporta un rischio: quello dell'indifferentismo religioso, quello di considerare tutte le religioni uguali. In questo contesto, ha segnalato il porporato, l'educazione cattolica deve superare il dramma della rottura tra il Vangelo e la cultura: all'accettazione della multiculturalit e alla non esclusione delle persone per la loro appartenenza culturale e religiosa deve seguire il superamento tenendo conto delle aspirazioni al bene, alla giustizia, alla verit e all'amore presenti in tutte le culture. Il cardinale ha anche parlato della necessit di rispondere all'ideologia del laicismo, che vuole escludere la religione dall'ambito pubblico. La laicit ha osservato intesa come la legittima autonomia delle cose temporali, buona e necessaria, e i credenti devono promuoverla. Il laicismo come ideologia, tuttavia, presuppone una forte ostilit contro qualsiasi forma di rilevanza politica e culturale della religione. Questa ideologia non neutrale, ma nega la trascendenza, una credenza imposta che non rispetta la coscienza delle persone, ma comporta la riduzione dell'educazione agli aspetti tecnici mentre la persona nella sua integrit passa in secondo piano. In questo stato di cose, l'educazione diventa un altro elemento del mercato consumistico. Un'educazione frammentata, ambigua e nella quale i valori fondamentali della persona sono offuscati. Di fronte a questo ha sottolineato il cardinale l'educazione cattolica deve formare la persona nella sua integrit, perch sappia usare il suo sapere per fare il bene. L'educazione non deve rispondere solo al come, ma anche al perch e a quale scopo. L'educazione ai valori necessaria perch l'aspetto morale prevalga su quello economico. Bisogna educare i giovani alla giustizia, all amore, al sacrificio, al dominio di s. Come diceva Giovanni Paolo II, l'educazione consiste nel far s che l'uomo sia sempre pi uomo, che i giovani crescano dall'interno. L'educazione cattolica ha concluso il cardinale deve cercare la maturazione della coscienza morale che permetta ai giovani di essere critici su ci che li circonda, perch possano smascherare le ideologie che oggi schiavizzano l'uomo.

XXIII Giornata Mondiale della Giovent Sydney 2008


15 maggio 2008 Scheda tecnica Numero valori: 1 Valore facciale: Euro 1,00 Formato: 41x30,5 mm Dentellatura: 13,65x13,75 Foglio da: 10 francobolli Dimensioni del foglio: 183x112,5 mm Tipo di Stampa: offset Stamperia: Printex (Malta) Costo della serie: Euro 1,00 Tiratura: 200.000 serie complete.

Per ulteriori notizie rivolgersi all'Ufficio Filatelico e Numismatico telefono (+39)06.698.83414 e-mail: ufn@scv.va order.ufn@scv.va fax (+39)06.698.81308

venerd-sabato 2-3 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Assemblea plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali

pagina 7

Il cardinale Bertone ha ordinato tre nuovi vescovi nella basilica di San Pietro

La fedelt dell'amore
La fedelt dell'amore: la consegna stessa di Ges agli Apostoli nel giorno dell'Ascensione stata ripetuta gioved sera, primo maggio, nella basilica Vaticana, dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ai tre nuovi presuli, ai quali ha conferito l'ordinazione episcopale: l'arcivescovo Lon Kalenga Badikebele, nunzio apostolico in Ghana, e i vescovi Frans Daneels, segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, e Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Il primo stato chiamato da Benedetto XVI come suo rappresentante nel Paese africano lo scorso 1 marzo, i due presuli hanno ricevuto la nomina il 12 aprile. All'altare della Cattedra il cardinale Bertone ha presieduto la concelebrazione eucaristica, facendosi interprete della vicinanza spirituale del Papa agli ordinandi. Tra i presenti numerosi cardinali e vescovi, sacerdoti, religiosi, consacrate, parenti e amici. L'odierna nostra assemblea liturgica ha detto il porporato all'omelia per la diversit dei Paesi di provenienza dei presenti e delle lingue e culture rappresentate, manifesta anche visibilmente l'unit e la cattolicit della Chiesa e della Curia Romana, il cui compito di cooperare al ministero del Papa per il bene dell'intero popolo di Dio. I nuovi presuli provengono dalla Repubblica democratica del Congo, dal Belgio e dalla Spagna; oggi sono chiamati a essere araldi e custodi della comunione e della cattolicit della Chiesa nelle differenti mansioni loro assegnate dal Successore di Pietro, al servizio della Santa Sede. Per portare a compimento il mandato che stato loro affidato ha spiegato il segretario di Stato, con un riferimento alle letture della liturgia della Parola condizione indispensabile coltivare una profonda amicizia con Ges. Restare in contatto costante con Lui. Nel giorno che la Chiesa celebra come solennit dell'Ascensione, infatti, inizi un rapporto diverso degli Apostoli con il loro Signore, una familiarit interiore e fedele che ogni vescovo chiamato a far rivivere in qualsiasi tempo e circostanza.

Una corretta interpretazione della dottrina sociale


Possono i principi di solidariet e di sussidiariet essere coniugati in modo da portare a un autentico rinnovamento della vita sociale in un mondo che cambia rapidamente? Quali sinergie inseguire perch questi, che sono i principi fondanti della dottrina sociale della Chiesa, possano ricoprire il ruolo che gli proprio e far s che la globalizzazione si traduca effettivamente in bene comune per l'intera comunit umana? Ma qual l'esatta interpretazione dei termini sussidiariet e solidariet? Interrogativi sui quali si discute in questi giorni in Vaticano nella Casina Pio IV dove da venerd 2 maggio scienziati e studiosi provenienti da ogni parte del mondo sono stati convocati dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali per riflettere sul tema Perseguire il bene comune: come solidariet e sussidiariet possono operare insieme. L'occasione la celebrazione della quattordicesima assemblea plenaria della Pontificia Accademia. Punto di partenza della riflessione naturalmente l'insegnamento sociale cattolico, i cui principi spesso sono poco conosciuti, di sovente male interpretati o, quando recepiti, considerati in maniera riduzionistica. Bisognerebbe intanto capire che la dottrina sociale della Chiesa spiega monsignor Roland Minnerath, arcivescovo di Dijon, tra i relatori alla plenaria non confessionale, non tende a modellizzare una societ ideale. Non prescrittiva e non propone delle soluzioni concrete alla grande variet delle situazioni che incontrano gli uomini nell'organizzazione e nel funzionamento della societ. E non neppure una sintesi degli ethos esistenti. Essa mira piuttosto a mettere in luce le arterie vitali che devono irrigare una societ che si vuole degna dell'uomo. Sta di fatto che, come si legge nel Compendio della dottrina sociale, la Chiesa nel corso della storia e alla luce dello spirito, riflettendo sapientemente all'interno della propria tradizione di fede, ha potuto dare a tali principi (dignit della persona umana, bene comune, solidariet, sussidiariet, ndr.) fondazione e configurazione sempre pi accurate, enucleandoli progressivamente, nello sforzo di rispondere con coerenza alle esigenze dei tempi e ai continui sviluppi della vita sociale. Dunque si tratta di principi che riguardano la realt sociale nel suo complesso. Certamente il principio nota l'arcivescovo non un'astrazione, ma l'espressione di una relazione reale, suscettibile di determinazioni concrete diverse, dei membri della societ tra loro e nell'insieme della societ. Sempre pi spesso, per, bisogna fare i conti con interpretazioni quantomeno prevenute, che danno il via ad una serie di problematiche con conseguenze inimmaginabili su diverse componenti della societ, in particolare sulla famiglia, che della societ l'indiscusso nucleo centrale. Non a caso ad essa dedicato uno spazio importante nel programma della plenaria. Ne parleranno in particolare il teologo Manfred Spieker e il sociologo professor Pierpaolo Donati. Il presupposto , peraltro, un dato di fatto: nella societ contemporanea il bene comune della famiglia viene identificato con il suo patrimonio; la solidariet familiare con i sentimenti d'amore e la sussidiariet con il lasciare a ogni attore la possibilit di definire la famiglia come meglio crede, o come pi possa fargli comodo. Ma se la famiglia il nucleo della societ lo Stato ne la pi alta espressione. Eppure le cose non cambiano di molto anche se gli obiettivi sono diversi: la solidariet viene definita in termini di controllo politico sulle risorse, il conseguimento delle pari opportunit, la ridistribuzione tramite lo stato assistenziale e cos via; la sussidiariet viene identificata con la devolution o la privatizzazione, interpretazioni, come si vede, che nulla hanno a che fare con il senso originario dei principi fondamentali della dottrina sociale. Anche se le espressioni sono simili. Da questi soli due esempi, distanti l'uno dall'altro, ma comprensivi dell'intera organizzazione umana, possibile capire quale sia la natura dei malintesi che fanno da contorno ai concetti chiave della dottrina sociale della Chiesa, e l'importanza della riflessione appena avviata nella Casina Pio IV. Una riflessione che secondo monsignor Minnerath bisogna impostare partendo innanzitutto dalla comprensione effettiva della portata dei concetti-chiave della dottrina sociale della Chiesa. cio necessario innanzitutto spiega riandare alle fonti. La dottrina sociale si ispira all'antropologia biblica e teologica della creazione. La sua elaborazione si situa sul piano razionale, grazie al quale uomini di diversi convincimenti possono comunque comunicare e cercare insieme la

L'arcivescovo Kalenga nunzio in Ghana


Il cardinale Bertone si poi rivolto singolarmente a ciascuno dei tre ordinandi. Al nuovo nunzio apostolico in Ghana ha ribadito come l'Africa stia particolarmente a cuore a Benedetto XVI. Nel continente ha detto per la Chiesa cattolica si prospetta uno sviluppo molto promettente ma restano anche i problemi economici e le sfide sociali e religiose che incombono sulle popolazioni locali. Per questo, compito di monsignor Lon Kalenga Badikebele sar di cooperare con tutte le sue forze al processo di evangelizzazione e di promozione umana. Rievocando il motto scelto dal rappresentante pontificio Fortes in fide, il celebrante ha sottolineato che esso evidenzia un ministero totalmente proteso alla difesa della fede cattolica e alla diffusione del Vangelo. L'annuncio di Cristo, del resto, risuon per la prima volta nella patria di monsignor Kalenga Badikebele nel quindicesimo secolo e si consolid con l'arrivo di una seconda ondata missionaria alla fine dell'Ottocento. Ordinato sacerdote il 5 settembre 1982, il nuovo arcivescovo poi entrato agli inizi degli anni Novanta nel servizio diplomatico della Santa Sede, nelle nunziature apostoliche in Haiti, Guatemala, Zambia, Brasile, Egitto, Zimbabwe e Giappone. Vasta l'esperienza umana e apostolica che hai potuto acquisire ha concluso il porporato e sono certo che ti sar assai utile per svolgere nel migliore dei modi la nuova missione che il Papa ti affida presso la Chiesa, le autorit e l'amata nazione di quella che, fin dal quindicesimo secolo, era conosciuta come la Costa d'Oro.

al servizio della comunit parrocchiale di Averbode e dell'arcidiocesi di Mechelen-Brussel. Nel 1982 stato chiamato di nuovo a Roma per ricoprire l'ufficio di procuratore generale dell'ordine premostratense; qui ha potuto dedicarsi ancor di pi alle materie giuridiche, come professore invitato della Gregoriana, come consultore della Pontificia Commissione per l'Interpretazione del Diritto Canonico e della Commissione Disciplinare della Curia Romana; come referendario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica; e come promotore sostituto di giustizia e infine come promotore titolare del medesimo Supremo Tribunale. Spiritus tuus deducat me: questo il motto scelto dal vescovo Daneels. E a esso ha fatto riferimento il cardinale celebrante quando ha invocato lo Spirito di Cristo che anim san Norberto affinch sostenga il nuovo presule nel servizio che continuer a rendere alla Santa Sede nel settore delicato e importante dell'amministrazione della giustizia ecclesiastica.

Il vescovo Arrieta ai Testi Legislativi


E nell'ambito del diritto continuer a svolgersi anche il ministero di monsignor Arrieta Ochoa de Chinchetru, del clero dellOpus Dei. Nato in Spagna a Vittoria, citt dei Paesi Baschi, nel 1951, ha studiato a Roma tra il 1973 e il 1975, dove ha incontrato san Josemara Escriv. Ordinato sacerdote nel 1977 ha svolto attivit pastorali in favore dei giovani, dedicandosi al contempo allo studio del diritto. Fondatore della facolt di diritto canonico dell'Universit della Santa Croce e dell'Istituto di diritto canonico San Pio X di Venezia; direttore di riviste e collane specializzate nel ramo scientifico, monsignor Arrieta Ochoa de Chinchetru ha offerto un valido contributo alla Consociatio internationalis iuris canonici, in qualit di vice

presidente, e a numerosi congressi internazionali. Il nuovo vescovo collaboratore di vari dicasteri della Curia Romana dalla Penitenzieria Apostolica, come prelato canonista, al Pontificio Consiglio per l'Interpretazione dei Testi Legislativi a quello per la Famiglia e alla Congregazione per il Clero, come consultore o consulente; al Supremo Tribunale, come referendario e come giudice del Tribunale Ecclesiastico dello Stato della Citt del Vaticano. Ora ha detto Bertone proseguir il suo servizio confidando nella materna protezione di Maria come dice il suo stemma Sub tuum praesidium e con lo spirito apostolico di san Josemara, fondatore dell'Opus Dei. Infine il cardinale celebrante ha voluto ricordare le parole di Benedetto XVI all'episcopato statunitense durante il recente viaggio apostolico: il segreto dell'azione pastorale del vescovo aveva detto il Papa una concentrazione pi chiara sull'imitazione di Cristo nella santit di vita. Lo stesso Pontefice aveva poi aggiunto: Quando i fedeli sanno che il loro pastore un uomo che prega e dedica la propria vita al loro servizio, rispondono con quel calore e affetto che nutre e sostiene la vita dell'intera comunit. Ecco allora che il primo impegno di ogni successore degli apostoli imitare Cristo e mantenere con lui una indefettibile familiarit: Chi incontra voi ha auspicato il segretario di Stato senta che il vostro cuore appartiene a Cristo che presente e operante innanzitutto nell'Eucaristia, dove offre il suo sacrificio redentore agli uomini di ogni tempo e di ogni luogo, come pane di vita e bevanda di salvezza; presente e operante in tutti coloro che, poveri e bisognosi, chiedono a ciascuno di noi il dono dell'amore che si pone a servire. Quest'amore non venga mai meno ha esortato e non si affievolisca malgrado le difficolt e le manchevolezze della vita. Non abbiate paura! La vostra forza e insieme la vostra gioia ha concluso vi verranno dallo Spirito Santo.

Il 6 maggio il giuramento delle Guardie svizzere pontificie


Sar il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ad aprire il 6 maggio le celebrazioni commemorative dell'eroico sacrificio di centoquarantasette soldati elvetici morti in difesa del Papa, nel corso del Sacco di Roma del 1527. Come di consueto, nella stessa data le reclute della Guardia svizzera pontificia presteranno il loro giuramento Il porporato alle ore 7.30 celebrer la messa all'altare della Cattedra della basilica di San Pietro, per le guardie, i loro familiari, parenti e amici. Subito dopo, alle ore 9, l'arcivescovo Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, nel cortile d'onore del quartiere svizzero, dopo aver deposto una corona di alloro al monumento ai caduti, conferir le onorificenze e le decorazioni ad alcuni membri del Corpo. Nel pomeriggio, alle ore 17, nel cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico, le trentatr guardie arruolate durante gli ultimi dodici mesi presteranno il giuramento sulla bandiera del Corpo, davanti all'arcivescovo Filoni. Saranno presenti cardinali, vescovi, altri rappresentanti della Curia e membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Quest'anno sar presente alla cerimonia il nuovo capo dell'esercito svizzero, il generale Roland Nef, e per la prima volta parteciper un cantone della Confederazione elvetica, come cantone d'onore. Si tratta del cantone dei Grigioni, rappresentato dal dottor Stefan Engler, presidente del governo. Il Corpo composto da centodieci cittadini svizzeri maschi, celibi, di religione cattolica e con una formazione professionale attestata, di un'et inferiore ai trenta anni. La durata del servizio minimo di venticinque mesi.

Il vescovo Daneels segretario della Segnatura


Al nuovo vescovo belga, religioso premostratense e grande esperto di diritto canonico, il cardinale Bertone ha offerto il modello di san Norberto, che ebbe grande ossequio e venerazione verso i Pontefici del suo tempo, ben cinque lungo tutto l'arco della sua vita: da Pasquale II a Gelasio II, da Callisto II a Onorio II, che approv la fondazione dell'ordine monastico; fino a Innocenzo II che Norberto difese, insieme con san Bernardo, contro l'antipapa. Ordinato sacerdote nel 1966, padre Daneels ha approfondito gli studi alla Gregoriana, prima di tornare in patria

verit. La rivelazione biblica non consiste in un dato eterogeneo in rapporto alla ragione, ma in un dialogo che stimola la ragione. L'elaborazione sistematica della dottrina sociale della Chiesa culturalmente situata nell'universo del pensiero greco-romano. Scoperta della ragione e accoglienza della rivelazione si situano in un'osmosi strutturante, perch la ragione e la rivelazione hanno lo stesso autore e lo stesso oggetto: l'universo, la sua origine, la sua fine. In definitiva i principi della dottrina sociale sono le articolazioni razionali della visione dell'uomo e della societ che deriva dal pensiero biblico. chiaro che questi concetti, prosegue l'arcivescovo, sono soggetti a mutazioni semantiche nelle differenti culture, soprattutto nel contesto dell'individualismo esasperato che caratterizza la nostra epoca. Ecco perch, per esempio nelle legislazioni europee non si parla mai di bene comune ma di bene pubblico o di interesse generale. Cos come del resto l'idea di persona non appare mai in tutta la sua densit antropologica nel vocabolario abituale dei giuristi. Allo stesso modo, proseguendo con gli esempi, il termine solidariet figura in tutti i sistemi di protezione sociale dello Stato-assistenziale. La solidariet di cui si parla nella dottrina sociale invece imparentata con la philia aristotelica e con la carit sociale del cristianesimo. , cio, una virt e non solo un'organizzazione assistenziale. Cos la sussidiariet difficilmente viene intesa nel senso della dottrina sociale. Se ne parla in effetti in riferimento a forme di governo federale o di unione di Stati. In Europa diviene sovente oggetto di questioni legate al decentramento del potere a partire dal vertice verso gli strati inferiori. Mentre nel senso della dottrina sociale un movimento che parte dal basso e sale verso l'alto. In breve per comprendere la portata dei concetti della dottrina sociale bisogna conclude l'arcivescovo risalire alle sorgenti filosofiche aristotelico-tomistiche. Quanto alla visione dell'uomo e della societ che promuovono (l'uomo immagine di Dio, l'essere umano sociale per natura, il bene comune come obiettivo di tutti gli organismi sociali, la destinazione universale dei beni, l'ordine naturale delle relazioni umane) essa deve ancorarsi alla rivelazione biblica. Ma cosa dunque il bene comune? In estrema sintesi per bene comune spiega monsignor Minnerath deve intendersi il convergere di condizioni fondamentali: la libert, la verit, la giustizia e proprio la solidariet. Sono quattro virt sociali che rispondono a delle inclinazioni naturali dell'uomo; devono essere perseguite insieme affinch il bene comune sia effettivamente raggiunto. Ma se una sola di queste condizioni non soddisfatta non si pu parlare neppure di bene comune. Per ci che riguarda la solidariet ha aggiunto l'arcivescovo c' intanto da dire che la dottrina sociale della Chiesa ha un po' esitato ad adottare questo concetto, a lungo giudicato inadeguato perch etichettato dall'ideologia socialista. In effetti il concetto centrale cui rinvia la dottrina sociale quello appunto della philia, un sentimento d'appartenenza a uno stesso gruppo che porta a volere il bene comune del prossimo. Si tratta cio di un movimento interiore che mette in gioco il desiderio di contribuire personalmente al bene degli altri membri della comunit. Ora questo concetto di philia nella dottrina sociale, come ha spiegato ancora l'arcivescovo, stato riassunto con il termine classico di

amicizia sia nei documenti di Leone XIII, sia in quelli di Pio XI. Giovanni Paolo II lo ha tradotto in civilt dell'amore. Oggi questo concetto ha subito l'ulteriore trasformazione ed divenuto solidariet. Anch'essa dunque radicata nella natura dell'uomo. Infine la sussidiariet. Per un'esatta interpretazione, secondo l'arcivescovo di Dijon, necessario mettere in luce l'interazione tra tutti i pilastri di un'organizzazione sociale strutturata per servire il bene comune. In questo, ha detto, si fonda il principio di sussidiariet al quale bisogna aggiungere il principio della partecipazione. Esso presuppone la costruzione del bene comune a partire dalla base della societ, perch non si deve mai dimenticare che la sorgente della vita sociale la persona stessa. La societ composta da una serie di individui reali, che hanno una loro propria consistenza. dunque la sussidiariet si pu sviluppare se i poteri promanano effettivamente dalla persona e la loro organizzazione sia costruita dal basso verso l'alto.

Lutti nell'episcopato
giunta la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Lucien Monsi-Agboka, vescovo emerito di Abomey (Benin), avvenuta domenica scorsa, 27 aprile, all'et di ottantadue anni. Il compianto presule era nato il 3 giugno 1926 in Cotonou e il 21 dicembre 1957 era stato ordinato sacerdote. Il 5 aprile 1963, con l'erezione della nuova diocesi di Abomey, ne era stato nominato primo vescovo. Il successivo 21 luglio aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. Il 19 novembre 2002, dopo quasi quarant'anni di ministero, aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi. Le esequie si celebrano sabato mattina, 3 maggio, alle 9.30 locali, nella cattedrale di Abomey.

* * *
giunta inoltre la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Benedito Domingos Coscia, O.F.M., vescovo emerito di Jata (Brasile), avvenuta mercoled 30 aprile, nella sua residenza di Goinia. Il compianto presule era nato in Brooklyn (Stati Uniti d'America) il 10 agosto 1922 ed era stato ordinato sacerdote l'11 giugno 1949. L'8 giugno 1961 era stato eletto alla sede residenziale vescovile di Jata e il successivo 21 settembre aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. Il 24 febbraio 1999 aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi. Le esequie sono state celebrate venerd 2 maggio nella cattedrale di Jata.

W
Il Decano, il Collegio dei Prelati Uditori e gli Officiali del Tribunale della Rota Romana, uniti nella preghiera di suffragio e in spirito di cristiana speranza, annunciano, partecipando al dolore dei Familiari, la morte del

Rev.mo Mons.

SIGWART NEUHAUS
gi Prelato Uditore dal 1986 al 1990 del Tribunale Apostolico della Rota Romana
.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
La traduzione del discorso di Benedetto XVI ai vescovi di Cuba ricevuti in visita ad limina Apostolorum

venerd-sabato 2-3 maggio 2008

Promuovere a ogni livello l'educazione alla fede


L'incremento delle vocazioni sacerdotali una fonte di speranza. Lo ha detto il Papa rivolgendosi ai vescovi di Cuba, ricevuti venerd mattina, 2 maggio, in occasione della visita ad limina Apostolorum.

Nuove nomine episcopali


Le nomine pubblicate in prima pagina (cfr Nostre Informazioni) riguardano provvedimenti del 1 e del 2 maggio. Le prime si riferiscono alla diocesi spagnola di Osma-Soria, affidata a Gerardo Melgar Viciosa, e alla prelatura territoriale di Bocas del Toro a Panama, dove stato nominato vescovo Anibal Saldaa Santamara. Le seconde riguardano la Chiesa di Saskatoon degli Ucraini, in Canada, alla cui guida stato chiamato Bryan Bayda, e l'eparchia di Hajddorog, in Ungheria, assegnata a Flp Kocsis.

Cari fratelli nell'episcopato, Con grande gioia vi ricevo al termine di questa visita ad limina, che vi ha portato fino alle tombe degli Apostoli san Pietro e san Paolo per rafforzare ancora di pi i vincoli di comunione che hanno sempre caratterizzato la relazione dei vescovi cubani con questa Sede Apostolica. per me un motivo particolare di gioia trovarmi con voi, cari fratelli, che siete i responsabili di una Chiesa a cui mi sento molto vicino spiritualmente, come ho gi avuto occasione di manifestarvi nel messaggio che vi ho inviato attraverso il cardinale Segretario di Stato nel suo recente viaggio a Cuba. Ringrazio di cuore per le cordiali parole di adesione e di affetto sincero che mi ha rivolto monsignor Juan Garca Rodrguez, arcivescovo di Camagey e presidente della Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba, a nome di tutti voi e delle vostre comunit diocesane. Conosco bene la vitalit della Chiesa nel vostro amato Paese, e anche la sua unit e la sua dedizione a Ges Cristo. La vita ecclesiale cubana ha sperimentato un cambiamento profondo, soprattutto dalla celebrazione dell'Incontro Nazionale Ecclesiale Cubano, un po' pi di vent'anni fa, e specialmente dalla storica visita a Cuba del mio venerato predecessore, Papa Giovanni Paolo II. stata portata avanti un'intensa opera pastorale che, nonostante le molte difficolt e limitazioni, ha contribuito a rafforzare lo spirito missionario in tutte le comunit ecclesiali cubane. Vi invito, pertanto, a continuare a compiere un audace e generoso sforzo di evangelizzazione che porti la luce di Cristo in tutti gli ambiti e i luoghi. In questo momento della storia, la Chiesa nel vostro Paese chiamata a offrire a tutta la societ cubana un'unica speranza vera: Cristo nostro Signore, vincitore del peccato e della morte (cfr Spe salvi, n. 27). questa la forza che ha mantenuto i credenti cubani saldi nel sentiero della fede e dell'amore. Tutto ci esige che la promozione della vita spirituale abbia un posto centrale nelle vostre aspirazioni e nei vostri progetti pastorali. Solo a partire da un'esperienza personale di incontro con Ges Cristo, e con una preparazione dottrinale salda e radicata nella comunit ecclesiale, il cristiano potr essere sale e luce del mondo (cfr Mt 5, 13), e placare cos la sete di Dio che si avverte sempre pi tra i vostri concittadini. In questo compito evangelizzatore i presbiteri hanno un ruolo fondamentale. Conosco la dedizione e lo zelo pastorale con cui si dedicano ai loro fratelli, nonostante il loro ridotto numero e anche fra grandi ostacoli. Attraverso di voi desidero pertanto esprimere a tutti i sacerdoti la mia gratitudine e la mia stima per la loro fedelt e il loro instancabile servizio alla Chiesa e ai fedeli. Confido anche che l'incremento delle vocazioni e l'adozione allo stesso tempo di misure adeguate in questo campo permettano presto alla Chiesa cubana di contare su un numero sufficiente di presbiteri e anche di chiese e di luoghi di culto necessari, per compiere la sua missione strettamente pastorale e spirituale. Non smettete di accompagnarli e d'incoraggiarli, loro che sopportano il peso della giornata e il caldo (cfr Mt 20, 12), e aiutateli affinch con la meditazione personale, la recita della Liturgia delle Ore, la celebrazione quotidiana dell'Eucaristia, e anche con un'adeguata formazione permanente, mantengano sempre vivo il dono ricevuto con l'imposizione delle mani (cfr 2 Tm 1, 6). L'incremento delle vocazioni sacerdotali una fonte di speranza. tuttavia necessario continuare a promuovere una pastorale vocazionale specifica che non abbia paura di incoraggiare i giovani a seguire i passi di Cristo, l'unico che pu soddisfare le loro ansie d'amore e di felicit. Allo stesso tempo, la cura e

l'attenzione del seminario dovranno occupare sempre un posto privilegiato nel cuore del vescovo (cfr Presbyterorum ordinis, n. 5), che deve dedicargli le migliori risorse umane e materiali delle sue comunit diocesane e assicurare ai seminaristi, mediante la competenza e la dedizione di formatori scelti, la migliore preparazione spirituale, intellettuale e umana possibile, di modo che essi possano far fronte, identificati con i sentimenti del Cuore di Cristo, all'impegno del ministero sacerdotale che dovranno affrontare. Non posso non menzionare e non riconoscere il lavoro esemplare di tanti religiosi e religiose; li incoraggio a continuare ad arricchire l'insieme della vita ecclesiale con il tesoro dei loro carismi e della loro dedizione generosa. Desidero altres rendere grazie in modo particolare ai numerosi missionari che offrono il dono della lo-

ro consacrazione a tutta la Chiesa a Cuba. Uno degli obiettivi prioritari del piano pastorale che avete elaborato proprio la promozione di un laicato impegnato, consapevole della sua vocazione e della sua missione nella Chiesa e nel mondo. Vi invito, quindi, a promuovere nelle vostre Chiese particolari un autentico processo di educazione nella fede ai diversi livelli, con l'aiuto di catechisti debitamente preparati. Cercate di far s che tutti i fedeli abbiano accesso alla lettura e alla meditazione orante della Parola di Dio, come anche alla ricezione frequente del sacramento della Riconciliazione e dell'Eucaristia. Rafforzati cos da una vita spirituale intensa e contando su una salda preparazione religiosa, soprattutto per quanto riguarda la dottrina sociale della Chiesa, i fedeli laici potranno offrire una testimonianza convincente della

loro fede in tutti gli ambiti della societ, per illuminarli con la luce del Vangelo (cfr Lumen gentium, n. 38). A tale proposito, formulo voti affinch la Chiesa a Cuba, conformemente alle sue legittime aspirazioni, possa avere un normale accesso ai mezzi di comunicazione sociale. Desidero affidarvi, in modo particolare, la cura pastorale dei matrimoni e delle famiglie. So quanto vi preoccupa la situazione della famiglia, minacciata nella sua stabilit dal divorzio e dalle sue conseguenze, dalla pratica dell'aborto o dalle difficolt economiche, come pure dalle separazioni familiari a causa dell'emigrazione o per altri motivi. Vi incoraggio a intensificare i vostri sforzi affinch tutti, e soprattutto i giovani, comprendano meglio e si sentano sempre pi attratti dalla bellezza degli autentici valori del matrimonio e della famiglia. Parimenti, necessario promuovere e

offrire gli strumenti pertinenti affinch le famiglie possano esercitare la loro responsabilit e il loro diritto fondamentale all'educazione religiosa e morale dei figli. Ho potuto constatare con gioia la generosit con cui la Chiesa nella vostra amata nazione si dedica al servizio dei pi poveri e bisognosi, ricevendo per questo la stima e la riconoscenza di tutto il popolo cubano. Vi esorto di cuore a continuare a portare a tutte le persone bisognose, ai malati, agli anziani e ai detenuti, un segno visibile dell'amore di Dio verso di essi, consapevoli che la migliore difesa di Dio e dell'uomo consiste proprio nell'amore (Deus caritas est, n. 31). In tal modo, offrite all'intera Cuba la testimonianza di una Chiesa che condivide profondamente le sue gioie, le sue speranze e le sue sofferenze. Cari fratelli, desidero ringraziarvi per tutto il lavoro che state realizzando affinch il piccolo gregge di Cuba si rafforzi e produca frutti sempre pi abbondanti di vita cristiana, come il chicco di grano che cade in terra (cfr Gv 12, 24). Che la prossima beatificazione del Servo di Dio Padre Jos Olallo Valds vi dia un nuovo impulso nel vostro servizio alla Chiesa e al popolo cubano, per essere in ogni momento fermento di riconciliazione, di giustizia e di pace! Vi chiedo di trasmettere il mio affettuoso saluto e la mia vicinanza spirituale a tutti, in particolare ai vescovi emeriti, ai sacerdoti, ai diaconi permanenti, alle comunit religiose, ai seminaristi e ai fedeli laici, e di dire che il Papa prega sempre per loro, e allo stesso tempo li incoraggia a crescere in santit per dare il meglio di se stessi a Dio e agli altri. A Nuestra Seora de la Caridad del Cobre, mentre vi disponete a preparare la celebrazione del quarto centenario del ritrovamento della sua venerata immagine, affido voi e le vostre intenzioni, e le chiedo di proteggervi e di darvi forza, e al contempo vi imparto una speciale Benedizione Apostolica.

Gerardo Melgar Viciosa vescovo di Osma-Soria (Spagna)


nato in Cervatos de la Cueza, Palencia, il 24 settembre 1948. Ordinato sacerdote il 20 giugno 1973, tre anni dopo ha conseguito la licenza in teologia alla Gregoriana. Ha pubblicato tre libri sul tema del matrimonio e collabora con quotidiani e riviste. Ha ricoperto i seguenti incarichi: economo spirituale di vari villaggi a Palencia (1973); coadiutore nella parrocchia di San Lazaro a Palencia (1976); formatore (1977-1982) e poi rettore (1982-1987) del seminario minore di Palencia; coadiutore (1987-1993) e poi parroco moderatore (1995-2005) della parrocchia di San Jos in Palencia; vicario per la pastorale (1993-1999); delegato diocesano per la pastorale familiare (2000-2005). Dal 21 gennaio 2006 al 10 settembre 2006 stato amministratore apostolico di Palencia. Nell'agosto 2005 stato nominato vicario generale, confermato dal nuovo vescovo il 10 settembre 2006.

Anibal Saldaa Santamara vescovo prelato di Bocas del Toro (Panama)


nato in Puerto Armuelles, diocesi di David, il 25 gennaio 1958. Emessa la professione perpetua nell'ordine degli agostiniani recolletti nel 1980 a Panama, stato ordinato sacerdote il 24 ottobre 1982. Ha svolto i seguenti incarichi: vicario della parrocchia di Totonicapan in Guatemala, incaricato vocazionale in Panama, formatore dei seminaristi agostiniani in Panama, formatore dei seminaristi agostiniani in Guatemala, parroco di Quetzaltenango in Guatemala. Dal 2001 era parroco di Totonicapan in Guatemala.

L'indirizzo d'omaggio del presidente della Conferenza episcopale


Durante l'udienza, il presidente della Conferenza episcopale di Cuba, monsignor Juan Garca Rodrguez, arcivescovo di Camagey, ha rivolto a Benedetto XVI l'indirizzo d'omaggio che pubblichiamo in una nostra traduzione italiana: Santo Padre, Siamo qui, noi vescovi di Cuba, e portiamo con noi tutta la nostra Chiesa fedele al Signore Ges, discepola e missionaria, orante e contemplativa, servitrice e caritativa, unita e concorde, semplice e povera, sofferente e gioiosa, crocifissa e risorta, peccatrice e santa. La nostra Chiesa vuole vivere e trasmettere al nostro popolo vita abbondante in Cristo. Lo Spirito Santo ha indicato agli agenti di evangelizzazione di assumere alcune sfide pastorali prioritarie. - Imploriamo il dono della piet per vivere una maggiore spiritualit cristocentrica alimentata dalla preghiera e dai sacramenti. - Desideriamo sforzarci per sentire e sperimentare una spiritualit di comunione con lo sguardo rivolto alla Santissima Trinit e ottenere la concordia nella Chiesa e nella societ. - Desideriamo coltivare uno stile di vita spirituale, non individualistico n occulto, nel quale l'impegno con Dio alimenti e illumini l'impegno con il mondo. Una delle nostre sfide pastorali prioritarie che il laico, costituito apostolo dal battesimo, assuma la sua autentica vocazione di essere Chiesa nel cuore del mondo. Sogniamo che il laico e la sua famiglia siano una Chiesa domestica dove il Vangelo venga trasmesso e da dove s'irradino i valori di reciproca fedelt, unit, responsabilit, apertura e rispetto della vita. Guardiamo, come Ges, con affetto alle nuove generazioni, che esposte a tante tentazioni e deviazioni, accolgono con gioia la fede e sono, come ha detto il servo di Dio Giovanni Paolo II, la speranza della Chiesa e della Palo Spirito Santo per le case di missione, trasformate in veri templi dove si celebra il mistero cristiano, si annuncia e s'insegna la Parola, si vive e si trasmette la carit. Benedica, Santo Padre, le famiglie, che hanno aperto con tanta generosit le porte delle loro case, affinch la comunit cristiana si riunisca e celebri la fede. In questo momento si parla a Cuba di cambiamenti che il popolo e la Chiesa accolgono con speranza. Preghiamo la Vergine della Carit affinch tali cambiamenti facciano di Cuba una terra pi fraterna e pacifica, guidata dai principi di bene comune, sussidiariet, partecipazione e solidariet e dai valori fondamentali di verit, carit, giustizia e libert. Lo scorso gennaio abbiamo celebrato il decimo anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II, che tante benedizioni ha portato nella nostra isola. Le rendiamo grazie, Santo Padre, per avere inviato di recente il suo segretario di Stato il cardinale Tarcisio Bertone, per ricordare con gratitudine quell'evento. Speriamo che le parole, i gesti e le richieste del suo Inviato giungano a buon fine. Il cardinale Bertone ci ha chiesto di dare continuit ai temi affrontati da lui a Cuba, pertanto, fra le altre questioni, ci stiamo impegnando con sollecitudine a costruire nuovi templi dove non vi sono, ad avere un accesso abituale e adeguato ai mezzi di comunicazione sociale, e anche a ottenere maggiori agevolazioni per assistere spiritualmente i detenuti, come stabilito nelle legislazioni nazionali e internazionali. Santit, a Cuba celebreremo presto due grandi eventi dal profondo significato per la nostra Chiesa. Il 29 novembre di quest'anno sar beatificato a Camagey il religioso dell'Ordine Ospedaliero di san Giovanni di Dio, Fra' Jos Olallo Valds, che fu affidato all'orfanotrofio di San Jos all'Avana e che a quindici anni, emessi i primi voti religiosi, fu inviato alla citt di Puerto Prncipe, oggi Camagey, dove visse eroicamente le virt cristiane per quasi 54 anni, assistendo poveri, malati, lebbrosi, moribondi, detenuti, soldati feriti durante la guerra fra cubani e spagnoli. Con il suo esempio, ha testimoniato che si pu essere santi anche nelle circostanze pi difficili. una nuova luce nel cammino verso la santit. Grazie, Santo Padre, per l'approvazione della beatificazione di padre Olallo. La nostra Chiesa si riempie di giubilo anche per la prossima celebrazione dei 400 anni del ritrovamento dell'immagine benedetta della Vergine della Carit nella baia di Nipe, nel 1612. la Madre e la Patrona del popolo cubano. Alle molte chiese e case dove si trova la sua immagine si recano per pregare cubani di ogni classe, condizione e pensiero. Attorno a lei si crea l'unit di figli e di fratelli. Che grande gioia per Cuba poter contare sulla presenza del Successore di Pietro nella grande celebrazione dell'Anno Giubilare! Il popolo lo desidera, lo chiede e supplica il Pastore Universale, il Padre di tutti i cattolici. L'attenderemmo con gioia. Santit, continui a parlarci e a mostraci la Via, la Verit e la Vita. A nome dei cubani che l'amano, grazie per la sua accoglienza, il suo affetto e il suo insegnamento vivo, soprattutto quello che abbiamo approfondito ad Aparecida e nelle Encicliche Deus caritas est e Spe salvi.

Bryan Bayda vescovo di Saskatoon degli Ucraini (Canada)


nato il 21 agosto 1961 in Saskatoon, Saskatchewan. Entrato nella congregazione dei padri redentoristi, ha fatto il noviziato negli Stati Uniti e ha emesso i voti perpetui nel 1986. Ordinato sacerdote il 30 maggio 1987 stato collaboratore presso diverse parrocchie dei padri redentoristi in Canada. Dal 1987 al 1990 stato padre spirituale e professore del collegio Saint Vladimir's in Roblin. Dal 1993 al 1994 stato direttore del medesimo collegio; dal 1994 al 1997 superiore e direttore della Redeemer House di Toronto; dal 1997 al 1999 collaboratore della parrocchia dei Santi Peter and Paul in Saskatoon; nel 1999 superiore in Welcome Home di Winnipeg. Dal 2000 al 2002 stato collaboratore nella parrocchia Saint Mary's in Yorkton, dov'era attualmente parroco e superiore del monastero dei redentoristi.

tria. Rappresentano anche la gioia e l'impegno pi grande del nostro lavoro pastorale. Da esse devono nascere i futuri costruttori di famiglie sante e della societ, sacerdoti, religiosi, catechisti e missionari di cui la nostra Chiesa ha bisogno. Un'altra delle nostre sfide principali la promozione e l'accompagnamento delle vocazioni sacerdotali e religiose e, accanto a ci, il rafforzamento dello spirito missionario nelle persone e nelle comunit per annunciare Ges Cristo e impegnarsi nell'edificazione del suo regno con rinnovato ardore e audacia. A tale proposito rendiamo grazie al-

Flp Kocsis vescovo dell'eparchia di Hajddorog (Ungheria)


nato il 13 gennaio 1963 a Szeged ed stato ordinato sacerdote il 2 agosto 1989. Ha poi studiato alla pontificia universit Salesiana. Tornato in Ungheria stato, dal 1992 al 1995, parroco nell'esarcato apostolico di Miskolc. Dal 1995 al 1999 ha vissuto un'esperienza monastica presso i benedettini di Chevetogne, in Belgio. Rientrato in Ungheria nel 1999 ha fondato con un confratello una comunit monastica a Dmc, dipendente dal vescovo di Hajddorog.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 104 (44.844)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
domenica 4 maggio 2008

Citt del Vaticano

Il Papa ai partecipanti all'assemblea plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali

La luce di Cristo e le necessit dell'uomo


necessario riaffermare il ruolo della dottrina sociale della Chiesa per rispondere alle esigenze dell'umanit all'alba del XXI secolo. Lo ha detto il Papa ai partecipanti alla sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, ricevuti in udienza sabato mattina, 3 maggio, nella Sala del Concistoro.

Benedetto XVI incontra l'Azione Cattolica Italiana

Una storia di fedelt che si rinnova


di GAETANO VALLINI La storia dell'Azione Cattolica anche e soprattutto storia di santit. Ne era convinto Paolo VI che nel 1972 fece un'apologia della pi antica associazione laicale italiana: Apologia delle persone, anzitutto, che lasciarono una mirabile testimonianza di amore e a Cristo e alla Chiesa, di integra vita di fede, di piet, di disponibilit a pagare di persona; in una parola, che vissero con la convinzione e con l'esempio il grande motto: Preghiera, azione, sacrificio. Ma anche una storia di fedelt al successore di Pietro; fedelt che, come un filo, lega le origini, quelle di Mario Fani e di Giovanni Acquaderni, all'oggi, passando per Armida Barelli, Pier Giorgio Frassati, Alberto Marvelli, la piccolissima Nennolina e tanti altri aderenti a un'associazione che ha dato alla Chiesa sei santi, venti beati e altrettanti venerabili. A conclusione della XIII assemblea nazionale e come momento culminante delle celebrazioni per i 140 anni di fondazione, domenica mattina in piazza San Pietro l'Azione Cattolica si presenter a Benedetto XVI forte di questa storia di santit e di fedelt. Lo far con l'intento di riscoprire le figure esemplari che l'hanno accompagnata e formata, cercando nella tradizione le ragioni del proprio futuro, e per essere confermata nella fede da quel padre bianco come era chiamato in un inno del dopoguerra al quale si sente da sempre vicina. Del resto lo stesso Paolo VI nel 1967 offriva all'associazione un'indicazione chiarissima, non a caso ricordata dal presidente nazionale Luigi Alici in apertura di assemblea: Venite vicino... andate lontano!. Cos, se in quel lontano non difficile scorgere l'orizzonte pressoch infinito della missione, in quel vicino espresso il senso di un'appartenenza al cuore della Chiesa di Roma. Cos ai tempi di Pio IX, che approva i primi circoli di Fani e Acquaderni nati per difendere la fede e sostenere il Pontefice in tempi in cui l'Italia e l'Europa sono segnate da un profondo anticlericalismo. E cos avviene in seguito con Pio XI e Pio XII, in un periodo non meno difficile, quello del regime fascista. Con ciascuno di questi Papi l'Azione Cattolica costruisce un rapporto che caratterizza la vita associativa. La fedelt al Romano Pontefice viene vissuta anche nel dopoguerra con particolare intensit e matura negli anni del Concilio Vaticano II con Giovanni XXIII e Paolo VI, i quali, in un periodo di grande fermento ecclesiale, offrono all'associazione le linee per il cammino futuro. Sono anni in cui si fa strada quella scelta religiosa tanto caratterizzante all'interno quanto fraintesa all'esterno. Scelta riconfermata in seguito e rilanciata ancora oggi con una nuova accentuazione: promuovere il primato della fede, ma anche accrescere la responsabilit dei laici nei confronti della storia, nella costante ricerca del bene comune. Con Giovanni Paolo II gli incontri con il Vescovo di Roma diventano un appuntamento imprescindibile delle assemblee. lui ad affermare nel 2002: La Chiesa non pu fare a meno dell'Azione Cattolica. Ed sempre Wojtya che per una singolare coincidenza va a Loreto nel 2004 per un incontro nazionale in quello che sar il suo ultimo viaggio ad affidare all'associazione tre consegne per il rinnovamento: contemplazione, comunione, missione. Ora tocca a Benedetto XVI al quale l'Azione Cattolica si sente certo non meno legata orientare il cammino. Del resto l'ultimo triennio associativo ha compiuto i primi passi nel segno di Papa Ratzinger: infatti per un'altra coincidenza il 24 aprile 2005 i delegati alla XII assemblea erano in piazza San Pietro per la messa d'inizio del pontificato. So che voi ci siete!, ha detto Giovanni Paolo II all'Azione Cattolica. Ed la frase che sempre, di fatto, le hanno ripetuto i Papi. La riproporr con altre parole Benedetto XVI, che ha gi mostrato la sua acuta attenzione all'associazione. In quel so che voi ci siete, comunque detto, racchiuso un impegno esigente a testimoniare il Vangelo che l'Azione Cattolica, fedele alla sua storia, continuer a fare proprio.

Dear Brothers in the Episcopate and the Priesthood, Distinguished Ladies and Gentlemen, I am pleased to have this occasion to meet with you as you gather for the fourteenth Plenary Session of the Pontifical Academy of Social Sciences. Over the last two decades, the Academy has offered a valuable contribution to the deepening and development of the Church's social doctrine and its application in the areas of law, economics, politics and the various other social sciences. I thank Professor Margaret Archer for her kind words of greeting, and I express my sincere appreciation to all of you for your commitment to research, dialogue and teaching, so that the Gospel of Jesus Christ may continue to shed light on the complex situations arising in a rapidly changing world. In choosing the theme Pursuing the Common Good: How Solidarity and Subsidiarity Can Work Together, you have decided to examine the interrelationships between four fundamental principles of Catholic social teaching: the dignity of the human person, the common good, subsidiarity and solidarity (cf. Compendium of the Social Doctrine of the Church, 160-163). These key realities, which emerge from the living contact between the Gospel and concrete social circumstances, offer a framework for viewing and addressing the imperatives facing mankind at the dawn of the twenty-first century, such as reducing inequalities in the distribution of goods, expanding opportunities for education, fostering sustainable growth and development, and protecting the environment. How can solidarity and subsidiarity work together in the pursuit of the common good in a way that not only respects human dignity, but allows it to flourish? This is the heart of the matter which concerns you. As your preliminary discussions have already revealed, a satisfactory answer can only surface after careful examination of the meaning of the terms (cf. Compendium of the Social Doctrine of the Church, Chapter 4). Human dignity is the intrinsic value of a person created in the image and likeness of God and redeemed by Christ. The totality of social conditions allowing persons to achieve their communal and individual fulfilment is known as the common good. Solidarity refers to the virtue enabling the human family to share fully the treasure of material and spiritual goods, and subsidiarity is the coordination of society's activities in a way that supports the internal life of the local communities. Yet definitions are only the beginning. What is more, these definitions are adequately grasped only when linked organically to one an-

Benedetto XVI saluta l'ambasciatore degli Stati Uniti d'America presso la Santa Sede Mary Ann Glendon, membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali

other and seen as mutually supportive of one another. We can initially sketch the interconnections between these four principles by placing the dignity of the person at the intersection of two axes: one horizontal, representing solidarity and subsidiarity, and one vertical, representing the common good. This creates a field upon which we can plot the various points of Catholic social teaching that give shape to the common good. Though this graphic analogy gives us a rudimentary picture of how these fundamental principles imply one another and are necessarily interwoven, we know that the reality is much more complex. Indeed, the unfathomable depths of the human person and mankind's marvellous capacity for spiritual communion realities which are fully disclosed only through divine revelation far exceed the capacity of schematic representation. The solidarity that binds the human family, and the subsidiary levels reinforcing it from within, must how-

ever always be placed within the horizon of the mysterious life of the Triune God (cf. Jn 5:26; 6:57), in whom we perceive an ineffable love shared by equal, though nonetheless distinct, persons (cf. Summa Theologiae, I, q. 42). My friends, I invite you to allow this fundamental truth to permeate your reflections: not only in the sense that the principles of solidarity and subsidiarity are undoubtedly enriched by our belief in the Trinity, but particularly in the sense that these principles have the potential to place men and women on the path to discovering their definitive, supernatural destiny. The natural human inclination to live in community is confirmed and transformed by the oneness of Spirit which God has bestowed upon his adopted sons and daughters (cf. Eph 4:3; 1 Pt 3:8). Consequently, the responsibility of Christians to work for peace and justice, their irrevocable commitment to build up the common good, is inseparable from their mission to proclaim the

gift of eternal life to which God has called every man and woman. In this regard, the tranquillitas ordinis of which Saint Augustine speaks refers to all things: that is to say both civil peace, which is a concord among citizens, and the peace of the heavenly city, which is the perfectly ordered and harmonious enjoyment of God, and of one another in God (De Civitate Dei, XIX, 13). The eyes of faith permit us to see that the heavenly and earthly cities interpenetrate and are intrinsically ordered to one another, inasmuch as they both belong to God the Father, who is above all and through all and in all (Eph 4:6). At the same time, faith places into sharper focus the due autonomy of earthly affairs, insofar as they are endowed with their own stability, truth, goodness, proper laws and order (Gaudium et Spes, 36). Hence, you can be assured that your discussions will be of service to all people of good will, while simultaneously inspiring Christians to embrace more readily their obligation to enhance solidarity with and among their fellow citizens, and to act upon the principle of subsidiarity by promoting family life, voluntary associations, private initiative, and a public order that facilitates the healthy functioning of society's most basic communities (cf. Compendium of the Social Doctrine of the Church, 187). When we examine the principles of solidarity and subsidiarity in the light of the Gospel, we realize that they are not simply horizontal: they both have an essentially vertical dimension. Jesus commands us to do unto others as we would have them do unto us (cf. Lk 6:31); to love our neighbour as ourselves (cf. Mt 22:35). These laws are inscribed by the Creator in man's very nature (cf. Deus Caritas Est, 31). Jesus teaches that this love calls us to lay down our lives for the good of others (cf. Jn 15:12-13). In this sense, true solidarity though it begins with an acknowledgment of the equal worth of the other comes to fulfilment only when I willingly place my life at the service of the other (cf. Eph 6:21). Herein lies the vertical dimension of solidarity: I am moved to make myself less than the other so as to minister to his or her needs (cf. Jn 13:14-15), just as Jesus humbled himself so as to give men and women a share in his

divine life with the Father and the Spirit (cf. Phil 2:8; Mt 23:12). Similarly, subsidiarity insofar as it encourages men and women to enter freely into life-giving relationships with those to whom they are most closely connected and upon whom they most immediately depend, and demands of higher authorities respect for these relationships manifests a vertical dimension pointing towards the Creator of the social order (cf. Rom 12:16, 18). A society that honours the principle of subsidiarity liberates people from a sense of despondency and hopelessness, granting them the freedom to engage with one another in the spheres of commerce, politics and culture (cf. Quadragesimo Anno, 80). When those responsible for the public good attune themselves to the natural human desire for self-governance based on subsidiarity, they leave space for individual responsibility and initiative, but most importantly, they leave space for love (cf. Rom 13:8; Deus Caritas Est, 28), which always remains the most excellent way (cf. 1 Cor 12:31). In revealing the Father's love, Jesus has taught us not only how to live as brothers and sisters here on earth; he has shown us that he himself is the way to perfect communion with one another and with God in the world to come, since it is through him that we have access in one Spirit to the Father (cf. Eph 2:18). As you strive to articulate the ways in which men and women can best promote the common good, I encourage you to survey both the vertical and horizontal dimensions of solidarity and subsidiarity. In this way, you will be able to propose more effective ways of resolving the manifold problems besetting mankind at the threshold of the third millennium, while also bearing witness to the primacy of love, which transcends and fulfils justice as it draws mankind into the very life of God (cf. Message for the 2004 World Day of Peace). With these sentiments, I assure you of my prayers, and I cordially extend my Apostolic Blessing to you and your loved ones as a pledge of peace and joy in the Risen Lord.
LA
TRADUZIONE DEL DISCORSO DEL PAPA A PAGINA 7

La denuncia del relatore speciale delle Nazioni Unite

Emergenza fame, il mondo paga anni di errori


NEW YORK, 3. La comunit internazionale stata presa di sorpresa dall'attuale emergenza cibo perch paga vent'anni di errori nel campo della politica alimentare. Cos, dalle colonne del quotidiano francese Le Monde, il nuovo relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti dell'alimentazione, il belga Olivier De Shutter, succeduto allo svizzero Jean Ziegler, ha fatto il punto della situazione sulla crisi alimentare mondiale, individuandone le principali cause negli errori dell'economia internazionale. Numerosi specialisti gi da molti anni gridavano nel deserto e chiedevano che ci fossero maggiori sostegni all'agricoltura nei Paesi in via di sviluppo, ha dichiarato De Shutter, puntando il dito contro la speculazione sulle materie prime, l'agricoltura industriale, e le grandi istituzioni finanziarie che spingendo sulla liberalizzazione dei mercati hanno reso i Paesi in via di sviluppo vulnerabili alla volatilit dei prezzi. Per far fronte alla crisi De Schutter ha auspicato un nuova riunione del Consiglio per i diritti umani dell'Onu alla fine di maggio.

INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di venerd 2 Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

NOSTRE

Fu un Pontefice estraneo alla Curia a codificare il diritto canonico

Un ciclone riformatore mai visto prima


Il ruolo fondamentale di Papa Pio X e del cardinale Pietro Gasparri nella stesura del Codice del 1917.
GIANPAOLO ROMANATO
A PAGINA

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale di Sua Santit per la Diocesi di Roma; le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Emilio Aranguren Echeverra, Vescovo di Holgun (Cuba), con il Vescovo emerito, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Hctor Luis Lucas Pea Gmez, in visita ad limina Apostolorum; lvaro Julio Beyra Luarca, Vescovo di Santsimo Salvador de Bayamo y Manzanillo (Cuba), in visita ad limina Apostolorum.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO

domenica 4 maggio 2008

Dai membri permanenti del Consiglio di sicurezza e la Germania

Intervento della Santa Sede alla Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo

Chiesta all'Iran la sospensione dell'arricchimento dell'uranio


LONDRA, 3. Al termine di una serie di colloqui a Londra sul programma nucleare iraniano, le sei grandi potenze (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) hanno raggiunto un accordo per una nuova offerta di incentivi da presentare alla Repubblica islamica. Lo ha reso noto oggi il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, precisando che i sei grandi sono pronti ad aprire un negoziato con lIran sul suo programma nucleare, ma solo a condizione che prima Teheran sospenda le attivit di arricchimento delluranio. Le nostre prime condizioni sono il congelamento e la sospensione dellarricchimento delluranio ha affermato il ministro degli Esteri di Mosca . La linea delle sei grandi potenze che lIran sospenda larricchimento dell'uranio solamente per il periodo in cui si svolgono i negoziati. Oltre a Lavrov, alla riunione di Londra hanno preso parte il segretario di Stato degli Usa, Condoleezza Rice, il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, il capo della diplomazia britannica, David Miliband, il ministro degli Esteri tedesco, Frank Walter Steinmeier, e il vice ministro degli Esteri cinese, He Yafei. Speriamo adesso che il Governo di Teheran riconosca la seriet e la gravit con la quale abbiamo trattato la questione, e che risponda prontamente, ha dichiarato Miliband. Il capo della diplomazia britannica ha poi aggiunto che l'accordo una versione aggiornata di quello presentato nel giugno del 2006 al Governo di Teheran e che le proposte mostreranno all'Iran i benefici di una cooperazione con la Comunit internazionale. Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania hanno infine riaffermato la convinzione che i diritti rivendicati dallIran a produrre energia nucleare devono essere accompagnati da una serie di responsabilit ed in questo spirito di assolvimento dei diritti e delle responsabilit che stiamo adottando un nuovo approccio nei confronti di Teheran sulla base dei colloqui di Londra. Rice ha mostrato poco entusiasmo per la decisione raggiunta nella capitale britannica, sottolineando che le prime proposte del giugno 2006 erano gi molto generose. Il problema, ha aggiunto, non nella proposta, ma nella volont dellIran, ritenendo che bisognerebbe intensificare gli sforzi sulle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu. stata la Russia, pi di tutti gli altri Paesi, a promuovere lidea di rinverdire lofferta del 2006, mentre gli Stati Uniti non hanno mai fatto mistero del loro scetticismo sul fatto che lIran possa cambiare atteggiamento sulla questione. Secondo il ministro dei Trasporti ed ex ministro della Difesa israeliano, Shaul Mofaz, entro la fine di questanno lIran potrebbe superare unirreversibile soglia tecnologica nel suo programma nucleare. Intervistato dalla radio delle Forze armate israeliane, Mofaz ha detto che il superamento della soglia tecnologica da parte degli iraniani potrebbe avvenire entro un periodo di tempo relativamente corto, nei prossimi mesi, prima della fine dellanno. E Israele, ha aggiunto il ministro, si deve preparare.

Pari opportunit di accesso al mercato internazionale


Nel corso della dodicesima sessione della Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (Unctad), svoltasi ad Accra, in Ghana, il Capo delegazione della Santa Sede, arcivescovo Silvano M. Tomasi, ha pronunciato l'intervento che di seguito pubblichiamo in una nostra traduzione. Presidente, innanzitutto la mia delegazione esprime apprezzamento per l'organizzazione e l'ospitalit offerte dal popolo e dal Governo del Ghana a questa Conferenza Ministeriale dell'Unctad. Presidente, 1. L'economia mondiale ha attraversato un periodo particolarmente positivo che ha incluso fra i suoi beneficiari anche diversi Paesi in via di sviluppo. Questo positivo risultato globale indica che con uno sforzo congiunto e una generosa volont politica non sar impossibile raggiungere i Millennium Development Goals (Mdg). La Delegazione della Santa Sede si rallegra per questo progresso e sostiene il ruolo costante dell'Unctad nel promuoverlo. Al contempo, non si pu ignorare l'evidenza di una distribuzione ineguale del benessere fra i Paesi e i loro segmenti di popolazione. Il Bottom Billion (il miliardo di ultimi) non una statistica, ma costituito da uomini e donne membri della famiglia umana e che quindi hanno diritto a partecipare al processo economico per poter vivere anch'essi con dignit. 2. Il cammino ancora lungo. Come indicano i risultati della ricerca dell'Unctad, con la fine del 2007 abbiamo gi oltrepassato la met del tempo che resta prima della scadenza prevista per il 2015 per la riduzione della povert e siamo ancora molto lontani dal raggiungere i Millennium Development Goals (Mdg). I Pil pro capite dei Paesi ricchi sono circa 5-7 volte superiori alla media mondiale mentre i Pil pro capite dei Paesi pi poveri sono circa il 3-6 per cento della media mondiale. Queste cifre alimentano le preoccupazioni per una crescente concentrazione di reddito e di benessere e per l'entit della diseguaglianza, sollevando la questione della reattivit della riduzione della povert alla crescita economica. 3. Addressing the opportunities and the challenges of globalization for development il tema di questa 12 Conferenza ministeriale. L'intuizione di Sua Santit, Papa Benedetto XVI, che la globalizzazione necessiti, oltre che di una base di valori condivisi, di un'economia in grado di soddisfare efficacemente i requisiti di un bene comune il cui scopo ora planetario converge con gli obiettivi di questa Conferenza. La delegazione della Santa Sede apprezza l'opera svolta dall'Unctad e dal suo Segretariato ed convinta che il suo fondamentale valore aggiunto derivi da un giusto equilibrio fra i suoi tre pilastri: ricerca e analisi, creazione di consenso e assistenza tecnica. Fra questi, l'indipendenza di analisi offre all'Unctad un vantaggio competitivo che particolarmente importante per aiutare i Paesi in via di sviluppo a elaborare strategie e azioni politiche. Dunque, i 4 temi scelti dai delegati per la 12 Conferenza riflettono bene una preoccupazione che deve essere anche nostra. Trovare una risposta corretta a questi temi cruciale per permettere al mondo di raggiungere gli Mdg nel 2015. 5. L'elevato livello di competenza di questa Conferenza offre una quadro esaustivo delle sfide attuali. Dunque, questa delegazione si concentrer su questioni come il ruolo cruciale svolto dalla persona umana nello sviluppo da un punto di vista africano. Quindi vengono evidenziati tre temi: il ruolo dell'imprenditore africano, il mondo rurale e lo sradicamento della povert, la mobilit umana e il suo rapporto con lo sviluppo. 6. Lo sviluppo incentrato sulla persona umana e a essa orientato. La persona umana agisce all'interno di una rete di relazioni che soddisfano le sue aspirazioni primarie e originarie come il desiderio di verit, di amore, di bellezza e di giustizia. Questa visione il centro dello sviluppo. Riguarda tutti, indipendentemente dal livello di ricchezza, dal Paese d'origine o dalla cultura specifica. Infatti, lo sviluppo, pi che un obbiettivo da raggiungere, un cammino da percorrere. Lo sviluppo autentico si realizza laddove le persone sono messe in condizione di soddisfare i loro desideri e i loro bisogni pi basilari. Ha successo quando riconosce il ruolo centrale svolto dalla persona umana, uomo o donna che sia, mediante il lavoro e la creativit. Prima che gli aspetti tecnici, dovrebbe essere la dimensione umana a indicare il cammino e restare l'obiettivo definitivo. Lo sviluppo autentico multidimensionale e dovrebbe promuovere tutti gli aspetti fisici e spirituali della vita delle persone, di ogni persona e di tutta la persona. In quanto compito comune di tutti, deve includere tutti e l'attiva partecipazione dei Paesi meno progrediti, che non possono essere relegati al ruolo passivo di recipienti di politiche di sviluppo e di progetti elaborati altrove. 7. Centro dello sviluppo e risorsa indispensabile per ogni economia, la persona umana anche la chiave di una nuova possibilit in Africa. Gli imprenditori possono portare al successo il continente attraverso la qualit innovativa delle loro iniziative che, a loro volta, richiedono un realistico ambiente abilitante. Questo ambiente include buone infrastrutture e regolamenti prevedibili. Il regime fiscale deve essere trasparente e corretto. Sono necessarie affidabili istituzioni per la composizione delle dispute. Lo sviluppo di questo insieme istituzionale responsabilit principale dei governi, con il sostegno di donatori, ma anche della societ civile. Le istituzioni sono formate da individui e lo sviluppo corretto di un insieme istituzionale equo ed efficiente , quindi, responsabilit collettiva di ogni societ. Questa responsabilit include il garantire la pace, l'educazione e la sanit, ma anche lo sviluppo economico. 8. L'accesso al credito resta una questione particolarmente significativa per il settore informale che rappresenta una parte importante dell'economia negli Ldc (Paesi meno sviluppati). L'accesso al credito implica l'accessibilit dei tassi. Gli istituti di microfinanziamento possono essere molto utili, sempre che abbiano essi stessi un corretto accesso al credito mediante le banche commerciali. Nei Paesi in via di sviluppo le ditte straniere hanno un compito particolarmente importante: quello di contribuire alla diffusione tecnologica, di aumentare la produzione e i livelli occupazionali e di assistere gli imprenditori locali. In questo modo svolgono un ruolo positivo nel rendere pi umana la globalizzazione. 9. Inoltre, il rispetto per il necessario senso di equit richiede la garanzia di pari opportunit per ogni imprenditore sul mercato internazionale. Ci potrebbe richiedere l'allentamento di alcune restrizioni che, attualmente, limitano il grado di competitivit delle imprese interne negli Ldc in confronto alle loro controparti delle economie progredite. In particolare, la questione dell'assenza di barriere doganali (regole di origine, adozione di modelli, ecc) andrebbe analizzata attentamente per non discriminare i Paesi pi poveri. 10. Non trascurabile il fatto che la promozione dell'imprenditorialit, in particolare nelle prime fasi del processo di sviluppo, uno dei maggiori canali di creazione di occupazione. La realizzazione di un ambiente abilitante pu permettere sia la creazione di nuova occupazione sia il miglioramento della qualit e della dignit del lavoro. Quest'ultimo svolge un ruolo cruciale nella vita di ogni persona che, da protagonista, mostra che la dignit del lavoro collegata alla dignit della persona umana. Attraverso il lavoro le persone partecipano al proprio sviluppo e alla produzione e allo scambio di beni e servizi e, quindi, alla vita della societ in cui vivono come artefici essenziali del suo sviluppo. 11. Il raggiungimento di livelli elevati di qualit e di dignit del lavoro non pu essere separato dalla questione della sanit e dell'educazione. Ci particolarmente vero in Africa dove in alcuni Paesi malattie e analfabetismo ostacolano lo sviluppo di intere societ. L'educazione fondamentale per il lavoro, non solo perch permette di migliorare la qualit dei beni e dei servizi prodotti, ma anche perch offre le basi di relazioni e condizioni lavorative. 12. Quando si affrontano lo sviluppo e lo sradicamento della povert in Africa non si pu ignorare l'importanza del suo mondo rurale. In Africa la maggior parte dei poveri vive in aree rurali (tre persone su quattro nei Paesi in via di sviluppo) e la loro sussistenza dipende per lo pi dall'agricoltura. La met dei poverissimi che vivono in aree rurali legata a piccolissime fattorie. Migliorare le condizioni di vita nelle aree rurali significa contrastare direttamente la povert. 13. Per anni, numerosi agricoltori in tutto il mondo si sono lamentati del prezzo basso sul mercato della merce da loro prodotta, che non riusciva a coprire i costi base di produzione e non permetteva una vita decorosa alle loro famiglie. Oggi, ci troviamo di fronte a uno scenario nuovo. L'aumento dei livelli dei prezzi di molta merce potrebbe avere un impatto positivo sulle entrate di diversi agricoltori nei Paesi poveri. Al contempo, le popolazioni a basso reddito possono soffrire per i prezzi alti degli alimenti base. Le difficolt saranno particolarmente grandi per i Paesi a importazione netta. Qui, gli agricoltori pi poveri la cui produzione appena sufficiente a soddisfare le necessit delle loro famiglie potrebbero non godere dei benefici dei dazi elevati. Per affrontare questa nuova situazione la riduzione di sussidi distorti nelle economie progredite potrebbe essere accompagnata da riforme nei Paesi pi poveri volte ad aumentare la produzione agricola in modo sostenibile. Queste riforme non dovrebbero limitarsi a miglioramenti tecnici nei processi produttivi, ma anche includere nuove strutture organizzative che potrebbero permettere a singoli piccoli agricoltori di essere efficienti e competitivi. Alcune buone iniziative sono gi operative e vanno promosse (per es. il Comprehensive Africa Agricolture Development Programme sostenuto dalla Global Donor Platform for Rural Development). 14. D'altro canto, la sostenibilit implica che il successo dello sviluppo delle agricolture locali sia legato alla tutela dell'equilibrio ambientale che in Africa particolarmente delicato. 15. Chi vive nelle aree rurali affronta con coraggio avverse condizioni e, a volte, vere e proprie catastrofi, che richiedono la solidariet di tutti. Al contempo, la dignit spesso manifestata dai poveri in queste situazioni dovrebbe essere di lezione per tutti noi. Ricercare continuamente pi denaro e accumulare continuamente beni, come spesso si osserva nella popolazione pi ricca, pu scatenare una gara disordinata che rende ciechi di fronte alle necessit dei poveri e alla loro dignit e mina il rispetto per il Creato. Questi atteggiamenti non sono tollerabili. Sono ingiusti verso i pi poveri in tutti i Paesi e andrebbero contrastati con uno stile di vita pi semplice. Presidente, 16. Porre la persona umana al centro degli interessi economici aiuta la comunit internazionale a gestire correttamente il crescente fenomeno moderno della mobilit umana. Le migrazioni riguardano la vita di milioni di persone e di milioni di famiglie. Molti villaggi ricevono una parte decisiva delle loro entrate dalle rimesse inviate da chi emigrato. Le migrazioni contribuiscono al processo di globalizzazione e aumentano proprio in virt di esso. Inoltre, svolgono chiaramente un ruolo economico come fattori di sviluppo. Al contempo, le migrazioni sono divenute una controversia questione politica e sociale. Tuttavia, ridurre gli immigrati a un ruolo funzionale dell'economia e sminuire i loro diritti umani si riveler, alla fine, una politica fallimentare per lo sviluppo. In questo secolo di migrazioni, sarebbe opportuno che la capacit di ricerca e di analisi dell'Unctad creasse una sorta di etica comune dell'emigrazione per i Paesi in via di sviluppo e per quelli industrializzati. Negli Ldc una quota sempre maggiore di immigrati costituita da lavoratori specializzati. Le ragioni di questa migrazione sono note: limitate possibilit occupazionali, misere condizioni di lavoro, basse remunerazioni e instabilit politica. Al contempo, la richiesta di lavoratori specializzati aumenta nei Paesi industrializzati, che spesso si trovano ad affrontare l'invecchiamento della popolazione. Per i Paesi pi poveri la fuga dei cervelli causata da questa migrazione potrebbe avere un prezzo particolarmente elevato: Lo sviluppo ha bisogno del talento degli africani. Sono state presentate proposte ponderate per rendere il flusso di migrazione fecondo sia per i Paesi di origine sia per quelli di destinazione. Si basano in gran parte sul concetto di movimento temporaneo. Riconoscendo che le persone istruite che lavorano in Paesi pi avanzati possono acquisire capacit aggiuntive ed esperienza da porre al servizio del Paese di origine, anche di importanza fondamentale che queste stesse persone possano trovare, al loro ritorno in patria, le condizioni per poter mettere a profitto le proprie nuove competenze ed esperienze e che i loro diritti umani vengano tutelati per tutto il processo di emigrazione, residenza nel Paese straniero e ritorno e rendere cos l'emigrazione una situazione favorevole a tutti per lo sviluppo e la convivialit. 17. In conclusione, presidente, gli obiettivi della Conferenza saranno raggiunti a beneficio della comunit mondiale se si manterranno accessi i riflettori sulla centralit della persona umana nello sviluppo e sul dovere della solidariet che deriva dalla consapevolezza che la famiglia delle nazioni quella in cui ogni individuo e ogni Paese possono godere di pari dignit. Sebbene, nel momento attuale, dobbiamo affrontare una crisi dell'economia mondiale che potrebbe suscitare alcuni timori relativamente al futuro, dovremmo comunque ricordare che in definitiva la risorsa innata della persona umana essere stata creata per la soddisfazione del bene comune e quindi essere sempre aperta al futuro, con uno sguardo non di paura, ma pieno di speranza. Grazie, presidente.

Attacchi dell'aviazione turca nel nord dell'Iraq


BAGHDAD, 3. Ancora attacchi dell'aviazione turca contro postazioni dei guerriglieri curdi del Pkk nel Kurdistan iracheno. I raid si sono concentrati sull'area circostante il monte Qandil: l'attacco ha anche colpito un ospedale mobile dei ribelli. Non si hanno notizie di vittime. Il comando dello Stato maggiore delle forze armate di Ankara, in un comunicato diffuso sul suo sito internet, ha poi precisato che nell'operazione, cui hanno partecipato numerosi velivoli, sono stati bombardati ventinove alloggiamenti dei separatisti, cinque grotte adibite a depositi di munizioni, tre punti di osservazione e una postazione per comunicazione. Il 21 febbraio scorso le forze armate turche avevano lanciato una vasta operazione militare terrestre contro le retrovie del Pkk, inviando nel nord dell'Iraq migliaia di soldati. In quell'offensiva, durata una settimana, l'esercito turco aveva reso noto che erano stati uccisi 240 ribelli e 27 soldati turchi. Intanto si registrano nuove violenze nel grande quartiere sciita di Sadr City, a Baghdad: ieri otto miliziani sciiti sono morti negli scontri con forze statunitensi. Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha inviato al Congresso la richiesta di settanta miliardi di dollari per finanziare fino alla prossima primavera le operazioni militari in Iraq (e in Afghanistan). La somma era gi prevista dal budget presentato dalla Casa Bianca lo scorso febbraio, ma le spese vengono ora dettagliate nella richiesta presentata da Bush.

Appello del Quartetto per la pace in Vicino Oriente

Il conservatore Boris Johnson eletto sindaco di Londra


LONDRA, 3. Il conservatore Boris Johnson stato eletto sindaco di Londra. Subito dopo l'insediamento, Johnson quarantaquattro anni, giornalista e presentatore televisivo ha reso omaggio al suo principale avversario, il candidato laburista Ken Livingstone, a capo della City Hall negli ultimi otto anni. In base ai dati definitivi, per eleggere il nuovo sindaco di Londra si sono recati alle urne il quarantacinque per cento degli aventi diritto. Otto punti percentuali in pi rispetto al trentasette per cento registrato nella precedente consultazione del 2004. Johnson ha ottenuto 1.168.738 consensi, contro il 1.028.966 di voti andati a Livingstone. Oltre a gestire i servizi di trasporto pubblico e sicurezza per una citt di circa sette milioni e mezzo di abitanti (un budget stimato attorno agli undici miliardi di sterline), il nuovo primo cittadino di Londra dovr anche organizzare i preparativi per le Olimpiadi del 2012. Parlando della giornata elettorale di gioved scorso, contrassegnata da una secca e clamorosa sconfitta laburista, Johnson ha detto di sperare che il voto mostri che i conservatori sono cambiati, diventando un partito di cui ci si pu fidare.

Giornata mondiale della libert di stampa


ROMA, 3. Si celebra nel mondo la giornata dedicata alla libert di stampa. Promossa dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, le scienze e le culture (Unesco), la giornata mondiale ha come tema la Libert di espressione, accesso all'informazione e capacit di autonomia delle persone. In occasione della ricorrenza, il direttore generale dell'Unesco, Koichiro Matsuura, consegner a Maputo (Mozambico) un premio ad una giornalista messicana, Lydia Cacho Ribeiro, minacciata pi volte di morte.

TEL AVIV, 3. Il Quartetto negoziale lancia un nuovo appello per la pace in Vicino Oriente avanzando precise richieste a tutti gli attori coinvolti. Riunitasi ieri a Londra, l'entit diplomatica (cui aderiscono Onu, Ue, Usa e Russia) ha chiesto a Israele il congelamento degli insediamenti esistenti prima del 2003, insieme allo sgombero di quelli costruiti successivamente, e ai Paesi arabi di rispettare gli impegni economici a favore del popolo palestinese, la cui situazione a Gaza desta profonda preoccupazione. importante che si rispettino gli impegni economici per i palestinesi, ha dichiarato il Segretario di Stato statunitense, Condoleezza Rice, sottolineando che i Paesi che hanno maggiori risorse devono tentare di aiutare al massimo. Oggi la Rice giunger in Israele e nei Territori Palestinesi per preparare la missione del presidente Bush.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

domenica 4 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 3

Le attivit umanitarie sospese in Ciad


N'DJAMENA, 3. Le organizzazioni umanitarie in Ciad hanno deciso due giorni di sospensione di tutte le operazioni di assistenza nel Paese, in segno di protesta per luccisione, gioved, di un volontario francese, Pascal Marlinge, 49 anni, attualmente impegnato per lorganizzazione Save the Children, caduto in unimboscata tesa contro un convoglio umanitario di tre automezzi nei pressi di Farchana, nel Ciad orientale. La comunit umanitaria ha deciso di raccomandare la sospensione delle attivit, a eccezione di quelle di emergenza, si legge in una nota del coordinatore dell'attivit delle agenzie dell'Onu in Ciad, Kingsley Amaning. Liniziativa vuole essere una denuncia del deterioramento della sicurezza nel Ciad orientale e un segno di solidariet con le famiglie e i colleghi di tutte le vittime di questa situazione di insicurezza, conclude la nota. Le dinamiche dellassalto sono state rese note dagli altri cooperanti presenti, tutti illesi. Marlinge, che era alla guida di uno dei mezzi, era sceso dalla sua jeep con le mani in alto per dimostrare palesemente agli aggressori che il gruppo avrebbe seguito le loro istruzioni senza opporre alcuna resistenza. A quel punto, per, uno degli autori dell'imboscata ha aperto il fuoco con un fucile mitragliatore Ak47 e ha ucciso il volontario con un colpo alla testa. Subito dopo, gli aggressori si sono impadroniti dei tre automezzi e si sono allontanati. Operatore umanitario di lunga esperienza, Pascal Marlinge era abituato a operare in Paesi dilaniati dai conflitti. Dal 2002 al 2003 era stato capo missione per l'organizzazione non governativa italiana Intersos a Kandahar, in Afghanistan, e sempre per Intersos dal 2003 al 2004 aveva coordinato i programmi di intervento a Baghdad, in Iraq. La zona dove stato ucciso Marlinge una tra quelle teatro delle maggiori emergenze umanitarie che l'Onu e le organizzazioni non governative cercano di fronteggiare. Si tratta infatti dell'area al confine con la regione occidentale sudanese del Darfur, dove da oltre cinque anni si protrae un conflitto che ha provocato oltre trecentomila morti e pi di due milioni e mezzo di profughi. In massima parte si tratta di sfollati interni, ma centinaia di migliaia di persone sono rifugiate all'estero, appunto soprattutto nel Ciad orientale. Nell'area di confine operano gruppi ribelli sia ciadiani sia del Darfur e pi volte ci sono stati scontri armati che hanno visto impegnati anche le truppe regolari dei due Paesi. Da anni, c' una costante tensione, pi volte sfociata in dichiarazioni di stato di belligeranza, tra i Governi di Khartoum e di N'Djamena che si accusano a vicenda di sostenere i rispettivi gruppi ribelli. In Ciad, come nella Repubblica Centroafricana, che pure accoglie profughi del Darfur, stato deciso da mesi l'invio dell'Eufor, una missione dell'Unione europea sotto comando francese, per operare indipendentemente, ma in coordinamento con l'Unamid, la missione congiunta dell'Onu e dell'Unione africana in Darfur. Sia nel dispiegamento dell'Unamid sia in quello dell'Eufor ci sono per forti ritardi, soprattutto per le insufficienti forniture di mezzi, in particolare elicotteri.

Il dittatore da ventotto anni al potere nello Zimbabwe

Lo strano sincretismo di Robert Mugabe


di ANTONIO CHIL Il granaio dell'Africa, lo Zimbabwe, non esiste pi. Il Presidente Robert Mugabe, ottantaquattro anni, dopo ventotto anni di potere, ha messo in ginocchio il Paese. Il dittatore, nato negli anni Venti presso la missione dei gesuiti di Kutama, cattolico, bantu tradizionalista e socialista nello stesso tempo. Con queste differenti componenti ideologiche che in Mugabe si mescolano, si scontrano, si confondono senza mai arrivare a una sintesi, si forma il maestro elementare, professione esercitata per vent'anni. Il futuro Presidente dello Zimbabwe si accosta al marxismo durante gli studi universitari dice di aver conseguito sette lauree e, durante gli anni di prigionia tra il 1964 e il 1974 diventa socialista per abbracciare poi, nei cinque anni di lotta armata che guid dal Mozambico, il leninismo. Ma Robert Mugabe anche un bantu, esattamente uno Shona Zezuru, e conosce il valore dei vincoli di sangue e dei legami ancestrali, caratteristiche proprie degli Shona, etnia maggioritaria del Paese. Il massimo rispetto dei vincoli di sangue lo porta a introdurre il clientelismo, il nepotismo e ad assumere un atteggiamento paternalistico verso i beni dello Stato, mali peraltro diffusi nel Continente. Il cristiano Mugabe si sposa due volte in chiesa, dopo essere rimasto vedovo e obbliga le sue guardie del corpo a seguire tutte le domeniche nella cattedrale di Harare la messa. Nonostante la sua assidua pratica religiosa Mugabe non ha mancato di criticare la dottrina cattolica che discriminerebbe le donne perch non possono accedere al sacerdozio e definisce il passo della Genesi che descrive la creazione di Eva, un'autentica aberrazione poich, a suo avviso, determinerebbe la disuguaglianza fra uomo e donna. Come socialista, Mugabe lo a tal punto che chiama Politburo il comitato centrale del suo partito; definisce il popolo le masse e auspica l'introduzione del partito unico necessario in un'Africa povera ove la democrazia, secondo il modello britannico, un lusso per Paesi ricchi. Pertanto, lo Zimbabwe de facto uno Stato a partito unico ove si attua una politica di indigenizzazione secondo una via socialista tutta zimbabwiana. Come maestro elementare, Mugabe sempre pronto a dare lezioni. Daremo agli inglesi una lezione di democrazia, profer alla vigilia di una consultazione politica. Ma, in effetti, considerato un elder, anziano africano che detesta l'ingratitudine, come quella del popolo irriverente e, soprattutto quella dei bianchi che non solo non gli baciano pi le mani per non averli scacciati dopo l'indipendenza, ma che appoggiano i suoi nemici. Infatti, oggi, nello Zimbabwe, difficile trovare qualcuno che sostenga il Governo di Mugabe, il vecchio comandante guerrigliero che, ventotto anni fa, sconfisse i coloni bianchi di Ian Smith e che cancell dall'Africa australe lo Stato razzista della Rhodesia. Mugabe non pi credibile. Ossessionato dagli attentati, viaggia a bordo di una Rolls-Royce nera scortata da tre autovetture, piene di poliziotti, e da due pick-up, stracolmi di militari. Un corteo definito President's cavalcade che non consigliabile intralciare. La North Avenue di Harare, dove si trova il palazzo presidenziale, ogni notte chiusa al traffico ed presidiata da militari in assetto di guerra. Robert Mugabe non pi il compagno Bob. I suoi avversari lo chiamano magaba che, in lingua shona, significa uomo crudele. Eletto Presidente dopo la guerra civile, Mugabe era apparso come un leader intelligente e come un abile uomo di Governo. Con un astuto compromesso non scritto riusc a far restare i bianchi nello Zimbabwe e far loro gestire il potere economico in cambio della cessione del potere politico ai neri. Oggi, l'occupazione delle fattorie, soprattutto quelle gestite dai bianchi, una questione quanto mai delicata. Gi nel 2000, un gruppo di veterani, ex combattenti della lotta di liberazione, con il sostegno del capo dello Stato, anche se non dichiarato esplicitamente, avevano occupato alcune fattorie scacciandone i proprietari bianchi. In poche settimane, circa mille aziende su quasi quattromilacinquecento, furono invase anche con l'uso della forza, spazzando via il delicato equilibrio razziale. L'indipendenza, raggiunta nell'aprile 1980, avvenne in modo pacifico e aveva fatto ben sperare in una nuova

Per definire nuove strategie di fronte alle crisi del continente

Il Consiglio di sicurezza in missione in Africa


NEW YORK, 3. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sar in missione in Africa con l'obiettivo di definire nuove strategie per affrontare importanti nodi della politica internazionale, come la Somalia e la regione sudanese del Darfur. Lo ha annunciato l'ambasciatore britannico John Sawers, presidente di turno del Consiglio per il mese di maggio, durante una conferenza stampa durante la quale stato presentato il programma di lavoro. I rappresentanti dei Quindici lasceranno New York il 31 maggio e saranno guidati dall'ambasciatore sudafricano Dumisani Kumalo. La missione durer una decina di giorni e toccher Kenya, Sudan, Ciad, Repubblica Democratica del Congo e Costa d'Avorio. L'ambasciatore Sawers ha detto che al momento non previsto che la missione si rechi in Somalia. Lo stesso Kumalo, nei giorni scorsi, aveva ripetuto di voler visitare il Paese con gli altri ambasciatori, ma gli esperti di sicurezza dell'Onu lo hanno sconsigliato. Intanto il presidente della Banca africana per lo sviluppo (Bad), Donald Kaberuka, ha reso noto ieri, durante un incontro con la stampa a Tunisi, che circa 135 milioni di africani saranno colpiti dalla crisi provocata dal rialzo dei prezzi dei generi alimentari: Kaberuka ha quindi annunciato l'adozione di misure di emergenza nell'ambito del settore agricolo. Il presidente della Banca africana per lo sviluppo ha quindi affermato che il deficit alimentare in Africa ammonta a trentasei milioni di tonnellate di cereali. I pi colpiti, da questa situazione, saranno i poveri che vivono nelle zone urbane, le donne e i pi piccoli. I Paesi pi vulnerabili di fronte a questa crisi sono quelli che hanno conosciuto una forte urbanizzazione, che dipendono sensibilmente dall'importazione dei generi alimentari, e che sono usciti dai conflitti. Tra le misure che verrano prese dalla Banca africana per lo sviluppo, l'erogazione di un miliardo di dollari supplementare per sostenere il settore agricolo, in aggiunta a 3,8 miliardi che sono stati gi stanziati. La Banca africana per lo sviluppo garantir anche 250 milioni di dollari per l'acquisto, tra l'altro, di fertilizzante per i prossimi dodici mesi. Inoltre sar riorientata verso le infrastrutture di irrigazione una parte importante del portafoglio riservato a questo settore, ha indicato Kaberuka. La Bad ha poi deciso di accelerare la messa in opera di un programma di riduzione delle perdite agricole, laddove si stima che anche una riduzione del dieci per cento permetterebbe di mettere da parte cinque milioni di tonnellate di cereali.

Dopo l'uccisione del loro leader Aden Hashi Ayro in un raid statunitense

I ribelli islamici in Somalia promettono vendetta


MOGADISCIO , 3. I ribelli delle corti islamiche lanciano un nuovo appello alla lotta contro l'esercito del Governo di transizione nazionale sostenuto dalle truppe etiopiche. Dopo la morte di Aden Hashi Ayro, comandante delle milizie Al Shaabab, ucciso gioved in un raid statunitense, le corti hanno annunciato vendetta e minacciano gli Stati Uniti e i loro alleati. stato un colpo duro quello subito ieri dal movimento islamico somalo: insieme con Ayro sono rimasti vittima dellattacco aereo sulla localit di Dhusamareb (450 chilometri a nord di Mogadiscio) un alto responsabile islamico, lo sceicco Muhyadin Omar, e dieci persone. Ma non certo in grado a fermare la lotta dei combattenti islamici. Giuriamo che vendicheremo la morte di Ayro. Raccomandiamo ai governi sostenitori dellEtiopia e dellAmerica di tenere i propri cittadini fuori dalla Somalia ha detto oggi Muktar Ali Robow, portavoce della milizia Al Shaabab posso assicurare che dopo la morte di Ayro raddoppieremo gli sforzi. Le autorit somale avevano individuato in Ayro il capo di al Qaida in Somalia e gli Stati Uniti lo consideravano il leader della milizia ribelle Al-Shabab che il 29 febbraio scorso Washington ha incluso nella sua lista delle organizzazioni terroristiche per i suoi legami con Al Qaeda. Questa non una lotta personale ma nazionale. E continuer. I somali devono continuare la loro lotta contro la colonizzazione etiope, ha dichiarato Hassan Dahir Qweys, leader islamico e mentore di Ayro. In questo momento morire un onore e Ayro morto con onore, ha detto Aweys che vive in esilio in Eritrea. Le Al Shaabab sono un gruppo ribelle appartenente alle corti islamiche che nel secondo semestre del 2007 hanno controllato Mogadiscio e gran parte del Paese, prima dell'attacco congiunto delle forze governative e delle truppe etiopiche che, alla fine del 2007, le costrinse alla fuga. Mentre gli alti responsabili delle corti islamiche hanno abbandonato il Paese, le Al Shaabab, formate per lo pi da giovani combattenti, hanno continuato a svolgere azioni di guerriglia, soprattutto a Mogadiscio. Lo scorso 29 marzo il segretario di Stato statunitense, Condoleezza Rice, ha inserito questo gruppo nella lista delle organizzazioni terroristiche a causa dei suoi presunti legami con i leader di Al Qaeda. Molti dei suoi principali esponenti hanno combattuto con Al Qaeda in Afghanistan, ha riferito il dipartimento di Stato americano. Nel marzo 2007 le autorit del Governo di transizione nazionale somalo avevano reso noto che Ayro era il principale esponente di Al Qaeda nel Paese.

Morto in un incidente aereo il ministro della Difesa del Sud Sudan


JUBA, 3. Il ministro della Difesa del Sud Sudan, Dominici Dim, e altre ventidue persone, quasi tutti militari, sono morti ieri nello schianto dell'aereo sul quale viaggiavano. Il velivolo, un Beachcraft 1900, precipitato, per motivi ancora da accertare, non lontano da Rumbek, nella regione di Gouguerial, a quasi quattrocento chilometri ad ovest di Juba, la capitale del Sud Sudan. Tra le vittime figura anche Justin Yak, consigliere per gli affari regionali di Salva Kiir Mayardit, il presidente del Sud Sudan che anche vice presidente del Governo federale sudanese di Khartoum. Nel dare la notizia della sciagura, il vice presidente del Sud Sudan, Riek Machar, non ha potuto specificarne le cause, ma ha escluso che si sia trattato di un attentato. Altre fonti del Governo di Juba, citate dalle agenzie di stampa internazionali, hanno comunque fatto riferimento al maltempo che c'era nella zona dove l'aereo precipitato. Il velivolo era partito da Wau, sempre nel Sud Sudan, dove si era svolta una conferenza del Movimento di liberazione del popolo sudanese (Splm), la principale formazione politica locale, ed era diretto a Juba. L'aereo, come detto un Beachcraft 1900 della compagnia Sud Sudan Air Connection, era stato affittato appositamente dalla delegazione dello Splm, al termine del convegno di Wau. L'Unmis, la missione dell'Onu in Sudan, ha inviato un elicottero sul luogo della sciagura, mentre il Governo centrale di Khartoum, da parte sua, non ha rilasciato commenti sull'accaduto, che sar oggetto solo di un'inchiesta locale. Lincidente, in ogni caso, non sembra destinato a riaccendere le tensioni tra nord e sud del Paese, come accadde con l'incidente di elicottero nel quale mor nel luglio 2005 John Garang, il leader storico dell'Esercito di liberazione del popolo sudanese (Spla), oggi appunto trasformato in movimento politico. Sei mesi prima, il 9 gennaio 2005, Garang aveva firmato lo storico accordo di pace che aveva posto fine al conflitto in Sud Sudan, il pi lungo, con i suoi ventuno anni di durata, e uno dei pi sanguinosi del tormentato continente africano. L'incidente all'elicottero di Garang avvenne pochi giorni dopo che questi aveva giurato come presidente del Sud Sudan e come vicepresidente del Governo federale di Khartoum. La notizia della sua morte, che molti vollero attribuire ad un attentato, innesc violente proteste e scontri di piazza, anche nella capitale Khartoum, che misero in forse la tenuta degli accordi. Inchieste successive, con l'aiuto di esperti internazionali, dimostrarono che si era trattato di una sciagura. Nel caso dell'incidente aereo di ieri, comunque, gli osservatori concordano nel ritenere che non possa verificarsi nulla di simile. Tra l'altro, la sciagura avvenuto poche ore dopo la firma di un accordo che ha contribuito a ridurre le persistenti tensioni tra nord e sud. I militari delle due parti hanno concordato il ritiro congiunto dalla regione dell'Abey, ricca di petrolio e rivendicata da entrambe le parti, che negli ultimi mesi era stata teatro di recrudescenze di scontri armati.

La pesca illegale danneggia l'economia africana


LONDRA, 3. La dimensione della pesca illegale in Africa tale che esiste il serio rischio della decimazione delle riserve di pesce in tutto il continente. Lo riferisce un rapporto preparato dal Gruppo di valutazione delle risorse marine (Mrag) per conto del Governo britannico. Complessivamente il commercio di pesce nel mondo ha un valore di oltre ottanta miliardi di dollari l'anno e pi della met del pescato arriva dai Paesi in via di sviluppo. Soltanto in Africa le perdite annuali causate dalla pesca illegale sono stimate dai 10 ai 23 miliardi. In uno studio simile, svolto recentemente dall'Istituto di studi strategici del Sudafrica (Iss), viene affermato che pi di dieci milioni di africani ricevono il loro reddito dalla pesca. La pesca illegale operata su larga scala da grandi compagnie commerciali (la maggior parte delle quali europee e asiatiche) si legge nel rapporto dell'Iss, rappresenta la pi grande minaccia per l'Africa: oltre al saccheggio del pesce, la pesca illegale comporta anche un eccessivo scarico di rifiuti da parte dei grandi pescherecci e l'uso di tecniche di pesca nocive per l'ambiente. L'istituto di ricerca sudafricano ha calcolato che, per esempio, in Angola nel 2005 il valore della pesca illegale di sardine e maccarelli equivalso al 21 per cento del totale delle esportazioni di pesce. Commentando, gioved scorso, il rapporto diffuso dal Mrag, Gareth Thomas, ministro del commercio e dello sviluppo della Gran Bretagna, ha denunciato il fatto che i Governi spesso non fanno abbastanza per proteggere le loro risorse naturali. Molti Paesi in via di sviluppo hanno maggiori entrate derivanti dalle esportazioni di pesce che da quelle di caff, cacao, zucchero, banane e gomma ha spiegato Thomas, aggiungendo che Paesi come la Namibia, l'Islanda e la Nuova Zelanda hanno capito la questione e hanno sviluppato le loro economie garantendo l'industria della pesca.

stagione nella turbolenta regione dell'Africa australe ove il Sud Africa e la Namibia erano sotto il giogo della segregazione razziale; il Mozambico e l'Angola erano dilaniati dalle guerre civili e la Zambia era sconvolta dalla crisi economica determinata dal crollo sui mercati internazionali del prezzo del rame, sua principale risorsa mineraria. Pertanto, si ritenne un successo la firma degli accordi (dicembre 1979) di Lancaster House da parte di Ian Smith, primo ministro bianco, e dei leader dei guerriglieri neri, Mugabe e Joshua Nkomo. La maggioranza nera poteva autogovernarsi e i futuri dirigenti dello Zimbabwe ritennero opportuno inserire nella Costituzione un articolo per proteggere la propriet privata, in particolare quella terriera, e una clausola che impediva la modifica della Carta prima di sette anni. Una forma di assicurazione alla popolazione bianca. Durante i primi dieci anni d'indipendenza, lo Zimbabwe conquist un posto preminente in Africa australe. La situazione mut a partire dal 1991. Il Governo di Harare sub, da parte del Fondo monetario internazionale, l'imposizione di drastici provvedimenti economici che imponevano a Robert Mugabe l'adozione di misure impopolari, proprio quando pi di settecentomila famiglie di contadini chiedevano che fosse riesaminata la questione riguardante la distribuzione delle terre. Molti osservatori paragonano Mugabe a un vecchio elefante braccato definendolo l'ultimo imperatore africano dopo Bokassa, l'oppressore della Repubblica Centrafricana, entrambi uniti dalla passione per i diamanti. Il Presidente nelle elezioni tenutesi a marzo aveva promesso: Se perdi un'elezione e sei respinto dal popolo, tempo di lasciare la politica. Ancora non l'ha fatto. Forse il vecchio elefante in procinto di sferrare l'ultimo colpo di proboscide.

Chiusa in Burkina Faso la conferenza sulla sanit continentale


OUAGADOUGOU , 3. L'assoluta necessit di destinare almeno il quindici per cento dei bilanci statali ai sistemi sanitari pubblici stata affermata nelle conclusioni della conferenza sulla sanit in Africa che ha riunito in settimana a Ouagadougou, in Burkina Faso, trecento delegati di 46 Paesi africani. Al tempo stesso, la conferenza ha ricordato ai Paesi ricchi il loro impegno a destinare almeno lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo (Pil) alla cooperazione allo sviluppo.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO

domenica 4 maggio 2008

Come si arriv al dogma dell'Immacolata Concezione

E alla fine Duns Scoto mise tutti d'accordo


cardinali Giovanni Brunelli, Prospero Cristo. Il dogma elaborato in forma Caterini e Vincenzo Santucci. Molti negativa: non riguarda direttamente vescovi presentarono, inoltre, anche la santit della Vergine, n la sua per iscritto i loro vota et consilia. La preservazione dalla concupiscenza, bolla di definizione, promulgata poi ma unicamente la sua immunit dal dal Papa, risultava, cos, l'ultimo di peccato originale. Poich qui si prenove schemi successivamente elabora- scinde dal debito o necessit di ti dalle diverse commissioni incaricate contrarre il peccato, il termine prividel lavoro di preparazione. Alle ore legio non da ritenere nel senso 11,15 dell'8 dicembre 1854, durante stretto di deroga a una legge. Non la messa pontificale, la lettera aposto- neppure definito che si tratta di un lica Ineffabilis Deus fu solennemente privilegio unico ed esclusivo, perch promulgata da Pio IX nella basilica l'aggettivo singolare mantiene un Vaticana, alla presenza di cinquanta- senso indeterminato, vago. Sar Pio tr cardinali, quarantatr arcivescovi, XII con l'enciclica Fulgens corona, novantanove vescovi e dei teologi dell'8 settembre 1953, dopo l'enciclica consultati. Nel ncciolo della bolla Ad diem illud di Pio X, del 2 febbraio dogmatica il Papa, nella pienezza del 1904, a determinare questi punti non suo servizio petrino, dichiarava, pro- definiti da Papa Mastai circa il privinunziava e definiva ex cathedra: La legio unico della Vergine Immacodottrina, che sostiene che la beatissi- lata, la perfetta redenzione di sua ma Vergine Maria nel primo istante Madre da parte del Figlio Redentore della sua concezione in primo e Salvatore del genere umano. Oltre istanti suae conceptionis per singo- a precisare, con termini identici o lare grazia e privilegio di Dio onnipo- equivalenti, tanto l'universalit del tente singulari onnipotentis Dei gra- peccato d'origine, quanto l'eccezione tia et privilegio in vista dei meriti unica di Maria, la cui preservazione di Ges Cristo, salvatore del genere viene giustamente catalogata come umano intuitu meritorum Christi Ie- redenzione, anzi redenzione pi susu Salvatoris humani generis stata blime sublimiori modo redempta il contesto della bolla dogmatica pone preservata immune da ogni macchia prevalentemente in luce l'aspetto podella colpa originale ab omni origisitivo di pienezza di grazia nella nalis culpae labe praeservatam immu- Vergine Santa fin dal primo istante nem rivelata da Dio e perci si della sua concezione. Viene cos evideve credere fermamente e inviolabil- denziata l'iniziativa gratuita del Pamente da tutti i fedeli. dre delle misericordie, sia nel preserL'atto pontificio fu accolto sostan- vare da macchia, sia nell'arricchire di zialmente con gioia nel mondo catto- eccelsa santit la predestinata Madre lico, suscitando, per contro, dissensi del suo Figlio, ma non senza prevetra ortodossi e protestanti, i quali tut- derne e includerne la fedele corrit'ora contestano, per ragioni diverse, spondenza di tutta la vita. La figura l'assunto del 1854. La concezione im- della Madre del Santo di Dio che balmacolata di Maria una verit dog- za in questo contesto la figura della matica definita, ma non inventata da Tuttasanta, tanto da essere indissoluPio IX, pur rappresentando un'ecce- bilmente congiunta, con strettissimo e zione nella storia del definitivo vincolo, a Cristo Redentore dogma cristiano. La dell'uomo, e quindi anche della Maproclamazione ex cathe- dre. Una approfondita analisi della Dal 1840 si infittirono le richieste affinch dra stata, oltretutto, lettera apostolica Ineffabilis Deus, inla dottrina sull'Immacolata il risultato maturo sia fine, porta a rilevarne la dimensione di un'antica intuizione amartiologica, la prospettiva personafosse dichiarata dogma di fede della piet del popolo cristiano, che, e questo lista, il debole ma presente contesto ma queste incontrarono forti opposizioni in modo preponderan- trinitario, la motivazione agapica, te, dell'appassionata l'intenzione apologetica, l'orizzonte d'avviso contrario, come pure Ber- dialettica teologica che per secoli ha agonico, propri del secolo diciannovenardo di Clairvaux ( 1153 e Pietro accompagnato il tema teologico del- simo, ed empaticamente condivisi e presenti nel magistero dei vescovi di Abelardo (1142). Nel tredicesimo se- l'immacolata concezione di Maria. Roma sino a Pio XII. Il dogma del colo, secondo Alberto Magno ( Ieri come oggi, comunque, la teo- 1854 un assunto ecclesiale che de1280) e Tommaso d'Aquino ( 1247), logia non pu estraniarsi dalla cultuche rilevano la distanza esistente tra ra, dalla formazione religiosa e dalla clina nella persona di Maria di NazaCristo e Maria, quest'ultima stata vita di fede del popolo di Dio. A ol- ret l'inedito ed efficace amore salvifipurificata nel seno della propria ma- tre centocinquanta anni dal dogma co di Dio Trinit, vera fantasia della dre e non concepita al di fuori dal proclamato da Pio IX in un secolo carit divina; testimonia la sua giustipeccato. Altri teologi, tra i quali difficile e tronfio per l'imperialismo ficazione per mezzo della sola gratia e principalmente il francescano Duns delle ideologie atee e anticristiane, il non per i suoi meriti; mette in luce Scoto ( 1308) difendono la tesi del- dono di redenzione preservativa dal Maria, creatura umana e sorella di l'Immacolata Concezione, tanto da peccato di origine fatto alla Serva di sequela, come il frutto pi eccelso farne un tema sempre meglio ricono- Nazaret in vista dell'incarnazione del dell'opera redentiva di Cristo; indica la presenza dello Spirito di santit sciuto. Signore Ges nel tempo e nella storia L'apparizione della Madre del Si- umana, viene sottoposto in ambito nell'evento della concezione e nella gnore a santa Caterina Labour ( teologico ed ecumenico a interessanti vita della Panaghia; segnala alla 1876) e la diffusione della medaglia approfondimenti che ne ripresentano, Chiesa, in qualit di ministra pietatis, miracolosa avevano offerto a molti almeno dal punto di vista della Chie- la responsabilit che possiede in ordivescovi l'occasione di chiedere alla sa cattolica romana, la perenne vali- ne alla vocazione alla santit dei redenti da Cristo; manifesta nella DonSede Apostolica che nel prefazio della dit. Ma come osservava, a suo tem- na la creatura che reca fin dal princiConcezione di Maria fosse introdotta po, Joseph Ratzinger, l'alea sempre pio della sua esistenza il sigillo di l'espressione immacolata, e che nelle litanie fosse aggiunta un'invocazio- incombente di isolare panegiristica- Dio sulla fronte (Apocalisse, 9, 4; cfr ne che ricordasse tale privilegio divi- mente il discorso su Maria dal conte- 7, 3); epifanizza la bellezza come no. Dopo il 1840 erano gi iniziate le sto integrale della fede sembra cede- splendore di verit, di bont, di umilrichieste per ottenere che la stessa re, oggi, a quella dottrina fosse dichiarata dogma di fe- ben pi pericolosa de; la prima di queste richieste fu di depauperarne il La proclamazione fu il frutto maturo di mistero quella di un cospicuo gruppo di ve- significato di Colei, che nella anche di un'antica intuizione della piet scovi francesi. Papa Gregorio XVI Chiesa santa occu(1831-1846), tuttavia, non ritenne di pa, dopo Cristo, il popolare oltrech di un'appassionata concretizzare l'auspicio a motivo del- posto pi alto e il e secolare dialettica teologica la forte opposizione dei giansenisti e pi vicino a noi delle perplessit, diciamo pure resi- (Lumen gentium 54). stenze, dei vescovi inglesi, irlandesi e A tal riguardo il caso dell'Immacola- t, di significanza teologale ed antrosoprattutto tedeschi, dove i centri ac- ta Concezione , come si suol dire, da pologica. Secondo l'insegnamento ircademici di teologia, sino alla defini- manuale. In nome del principio con- reformabile della Chiesa, nel primo zione del 1854, si mostrarono sfavore- ciliare, del Vaticano II, della hierar- istante della sua esistenza terrena, la voli nei riguardi di una dottrina che chia veritatum dimenticando, come beata Vergine, oltre a essere presergiudicavano ancora da chiarire, e ha giustamente rilevato il cardinale vata dalla colpa d'origine santit perci immatura. Le richieste rico- Leo Scheffczyk, che tale gerarchia negativa fu anche ricolmata di minciarono di nuovo con l'ascesa al presuppone l'ordine strutturato, la grazia santificante santit positiva; pontificato di Pio IX (1846-1878). connessione delle verit fra di loro se- perci l'Immacolata Concezione, Tutta la sua vita di credente e di pacondo il fondamentale principio del- mentre declina l'elezione e vocazione store fu costellata dall'amore e venerazione alla Vergine Immacolata: la l'analogia fidei si tende da certuni di Maria a una intensa e originale sua vita fu un atto preparatorio alla a relegare in ambito secondario e pri- partecipazione al mistero del Verbo stessa definizione dogmatica del 1854. vo di carattere normativo il dogma incarnato e redentore, si mostra quale I tempi, dopo secolari e appassionate mariano del 1854, il quale, in ultima evento di bellezza, di splendore e di discussioni fra teologi, pastori e fedeli, analisi, cos riportato alla condizio- grazia personale, i cui riverberi, come ne ante quam di mera opinione teolo- gi insegnava von Balthasar ( 1988), erano maturi per il dogma. A partire dal 1 giugno del 1848 il gica. Le differenti teorie sul peccato si avvertono fortemente nell'esistenza Papa avvi i lavori preparatori per la originale, affermatesi nella seconda dei singoli credenti e nella vita della definizione, che in sei anni si svolse met del secolo scorso, hanno con- Chiesa. Tale evento, che declina in con un crescendo mirabile di intensi- temporaneamente inciso sulla com- maniera eclatante che tutto nella t ed estensione, con Pio IX forte- prensione del dogma mariano. Senza Madre di Ges frutto della straormente protagonista. Anche l'episco- negare verbalmente il privilegio del- dinaria grazia e amore del Dio trinipato universale fu in vario modo l'Immacolata Concezione, ne viene tario, interessa per la sua complessit coinvolto e personalmente interpellato data una spiegazione che prescinde la storia della Chiesa, la teologia nelin questo progetto tramite la lettera del tutto dall'esistenza del peccato le sue molteplici espressioni, la storia del dogma, le problematiche ecumeenciclica Ubi primum dell'11 febbraio originale. L'atto dogmatico fortemente voluto niche e pastorali, il dialogo con la 1849. da Pio IX, fu l'espressione pi palese cultura e l'arte, la purificazione e la Con una lettera circolare ai nunzi apostolici delle varie nazioni, Papa della sua assoluta fede nella redenzio- giusta comprensione e valutazione del Mastai Ferretti convocava a Roma, ne di Cristo, come fu anche il pegno concetto di bellezza trascendente e per il novembre 1854, una cospicua d'amore filiale verso la Madre del Si- permanente che immediatamente rirappresentanza dell'episcopato mon- gnore, presenza materna che sempre chiama il suo divino Autore. diale per una ulteriore discussione e l'aveva accompagnato nella sua vita disamina del testo in questione, che di uomo, di sacerdote, di vescovo e di *Docente di dogmatica e di mariologia venne fatta in quattro adunanze (20- Papa; una presenza non senza mater- presso la Pontificia Facolt 24 novembre), sotto la presidenza dei ni influssi per l'amatissima Chiesa di Teologica Marianum, Roma di SALVATORE M. PERRELLA Come per altri dogmi definiti dall'autorit conciliare e pontificia, stato il sensus fidelium, espresso soprattutto nella piet liturgica e nella devozione popolare, a incalzare teologi e Papi nella ricerca e nell'approfondimento teologico della verit e alla definizione del mistero-evento della sublime redenzione della predestinata Madre del Figlio di Dio. Lunga e irta di difficolt stata la strada che ha condotto al dogma. Grandi santi, teologi e scuole teologiche si sono progressivamente schierati pro o contro. Perfino un santo ardente e devoto della Madre di Dio come Bernardo di Clairvaux (1153), il Doctor marialis, si oppose, nella nota lettera 174 Ad canonicos Lugdunenses, all'introduzione della festa dell'Immacolata Concezione, ritenendola un falso onore reso alla Vergine. La lettera ai canonici di Lione tuttavia contiene idee che saranno accolte e sviluppate dai grandi scolastici del secolo tredicesimo; idee e questioni che riverberano la situazione teologica prima e dopo il risolutivo intervento scotista. Questioni che ben sintetizza un breve testo del documento-studio di mariologia ecumenica redatto nel 1998 dopo anni di studio dal Groupe des Dombes: La prima questione riguarda la situazione di Maria rispetto al peccato. o non nata nel peccato, come ogni creatura umana? La questione dell'Immacolata Concezione assume ampiezza teologica. Nel dodicesimo secolo, il benedettino Eadmer ( 1124) redige il suo trattato Sulla concezione di santa Maria, nel quale egli si esprime a favore dell'Immacolata Concezione. Anselmo di Canterbury

L'Ascensione, incisione del XIX secolo

L'arte cristiana e l'Ascensione

Ges come ponte tra cielo e terra


di ALESSANDRO SCAFI Per una religiosit olimpica, cio nelle tradizioni omeriche ed esiodee dell'antica Grecia, c' assoluta contrapposizione di natura e destini tra di e uomini. Gli di sono in alto e felici, gli uomini sono in basso e sofferenti. Gli uni sono immortali, gli altri sono destinati prima a morire, poi a una vaga sopravvivenza nell'Ade. Il Canto del destino di Iperione, di Friedrich Hlderlin, pu servire come saggio esemplare di questo tipo di sensibilit religiosa. Il poeta esprime l'aspirazione dell'uomo a una vita beata e pacificata, dove gli di per restano lontani dal destino angoscioso delle creature mortali: loro in alto, noi in basso. Il cristianesimo celebra un orizzonte completamente diverso: Ges il Dio incarnato, Dio che si fa uomo, cio scende dall'alto verso il basso, per consentire all'uomo l'ascesa. Colui che preesiste in eterno come Dio si abbassa fino a morire in croce, per poi venire ancora elevato alla dignit divina, sollevando con s l'umanit caduta. Nell'arte cristiana possibile esplorare questo doppio movimento di discesa e ascesa, in cui Ges, il Figlio di Dio, il protagonista. San Paolo ci suggerisce il percorso. Nella lettera ai Filippesi, l'apostolo delle genti celebra la discesa e l'ascesa di Ges, il suo abbassamento e la sua esaltazione nella croce. Cristo dice san Paolo pur possedendo la natura divina, annient s stesso, diventando simile agli uomini, e si umili fino alla morte in croce. Ed per questo che Dio lo ha esaltato al di sopra di qualsiasi cosa, in cielo, in terra e negli inferi. La morte in croce il punto centrale di questo movimento di Ges, che va dalla sua divinit verso l'uomo, ed anche il culmine che lo esalta come Dio e gli consente di divinizzare l'umanit. Anche se i Vangeli non offrono dettagli sui modi in cui Ges fu inchiodato al patibolo, gli artisti hanno spesso rappresentato l'innalzamento della croce. La possibilit che Cristo sia stato sollevato mentre la croce era gi stata innalzata, per esempio con una scala, per esservi inchiodato, fu generalmente esclusa, seguendo in questo l'indirizzo della pittura bizantina. Nel primo Rinascimento italiano si trova qualche raro esempio dove si vede il Salvatore salire su di una scala, oppure gli aguzzini inchiodarlo ai bracci della croce, gi alta sul terreno. Altrimenti si supposto che Ges sia stato prima inchiodato sulla croce e poi, con essa, innalzato. L'elevazione della croce con il corpo di Cristo inchiodato stata raffigurata soprattutto nella pittura nordeuropea tra Cinquecento e Settecento. In mezzo a una folla di spettatori, si vedono uomini robusti e muscolosi spingere in alto un'estremit della croce, mentre altri la sollevano per mezzo di corde. Si realizza cos l'evento previsto dallo stesso Ges, che un giorno, parlando con Nicodemo, aveva detto che il Figlio dell'Uomo doveva essere innalzato per poter donare agli uomini la vita eterna. Cristo sembra quasi parlare a Hlderlin, e a chiunque soffra la separazione tra umano e divino: Nessuno mai salito al cielo dice Ges a Nicodemo fuorch il Figlio dell'uomo che disceso dal cielo. Altre opere d'arte descrivono la deposizione del corpo morto di Ges dalla croce. L'episodio segue immediatamente la crocifissione. Giuseppe di Arimatea, ricco e rispettato membro del Sinedrio, e segretamente un discepolo di Ges, ottenne da Pilato il permesso di prendere il corpo di Cristo dalla croce. Giuseppe, che aveva portato con s un lenzuolo di lino, e Nicodemo, che aveva con s mirra e aloe per conservare il corpo, deposero la salma di Ges e la avvolsero nel sudario. I quadri mostrano i due mentre tolgono i chiodi dal corpo di Cristo o il momento in cui lo mettono gi dalla croce. I primi esempi nell'arte occidentale si ispiravano a composizioni bizantine tra X e XI secolo, e mostrano quattro figure principali: Nicodemo che estrae con delle pinze il chiodo dalla mano sinistra, tato per tutto il Rinascimento. Gi nel II secolo vari scritti descrivevano la discesa di Cristo agli inferi, come cio il Figlio di Dio sconfisse Satana, liberando le anime dei santi del Vecchio Testamento. La storia narrata nel dettaglio in un vangelo apocrifo, probabilmente del V secolo: i cancelli dell'inferno andarono in frantumi, i morti furono liberati dalle loro catene. I primi Padri conclusero che la zona dove si trovavano patriarchi, profeti e martiri pre-cristiani non era l'inferno, ma una regione ai suoi bordi, il Limbo, dal latino limbus, che vuol dire bordo, margine. Nei quadri vediamo Cristo che, tenendo lo stendardo della Resurrezione, croce rossa su campo bianco (o viceversa), attraversa una soglia. Le porte risultano scardinate e crollate a terra, schiacciando Satana sotto il loro peso. Mentre i demoni fuggono nell'oscurit, una folla di persone giunge da una caverna, per afferrare la mano di Cristo. Il primo Adamo, vecchio e con la barba grigia. Dietro di lui viene Eva, poi Abele, con il bastone da pastore, a volte vestito di pelle d'animale. Seguono Mos, il re Davide, il buon ladrone, cui Cristo promise il cielo, poi Giovanni Battista, l'ultimo dei profeti. Pi piccoli, seguono altri re e santi. Nel dipinto di Domenico Beccafumi conservato nella Pinacoteca Nazionale di Siena, la schiera di morti liberati sale dal fondo verso il Salvatore in primo piano. La discesa completa, la missione compiuta. L'Ascensione del Signore, invece, rappresenta il movimento verso l'alto. Cristo ascende, nell'arte, spesso sul soffitto della cupola centrale delle chiese. La versione completa della Ascensione divisa in due parti, superiore e inferiore, cielo e terra. In cielo la figura di Cristo al centro, con il piede su una nuvola e circondato da cherubini disposti a forma di mandorla. A volte tiene lo stendardo della Resurrezione, e benedice con la mano destra. Ai due lati, per equilibrare la composizione, ci possono essere altri angeli, a suonare strumenti musicali. Sulla terra gli apostoli guardano con meraviglia e timore alla figura che sta allontanandosi, o sono inginocchiati a pregare. La Vergine generalmente con loro, simbolo della Madre Chiesa che Cristo lascia sulla terra. Sui suoi due lati si possono vedere san Pietro, che tiene le chiavi, e san Paolo con la spada, simboli rispettivamente degli ebrei e dei Gentili a cui venne portato il messaggio cristiano. Grazie a questo movimento di discesa e di ascesa, Ges divenuto la nostra via verso i cieli. Se Lui ascende, la Gerusalemme celeste discende sulla terra. Ges che disceso lo stesso che salito sopra tutti i cieli, per riempire di s l'universo. Ges, Dio e uomo, cade e si rialza, si umilia e si riveste di maest, sprofonda negli abissi e si slancia nelle altezze. Ed lo stesso Dio che fa rialzare chi caduto, indebolisce i forti e riveste i deboli di forza, affama i sazi e sfama gli affamati, fa generare la sterile e rende sterile la feconda, rende i ricchi poveri e i poveri ricchi, pone in alto chi in basso e in basso chi in alto. Cristo innalzato sulla croce l'asse che riunisce ci che in alto con ci che in basso, attraverso cui circola la vita nell'universo. Dio disceso, l'uomo asceso, in una provvidenziale coincidenza degli opposti.

Rembrandt, Ascensione (1636)

Giuseppe che afferra il corpo e ne sostiene il peso, la Vergine che tiene la mano destra gi libera, e l'apostolo Giovanni che appare in piedi e sofferente a qualche distanza. Intorno al Tre-Quattrocento, si vedono di solito due scale, che poggiano sulle due estremit del lato trasversale della croce, e su di esse Giuseppe e Nicodemo. Sotto, ai piedi della croce, ci sono la Vergine con altre donne e san Giovanni. Nell'arte rinascimentale e barocca la composizione divenne pi complessa e affollata di figure. Pensiamo alla grande fortuna di questo tema in manieristi come il Pontormo o Rosso Fiorentino. La croce pu essere vista obliquamente, come per esempio nella versione di Rubens nella cattedrale di Anversa; ci sono spesso quattro scale, con due uomini che si appoggiano sul lato trasversale della croce per aiutare a deporre il corpo, passandolo a Giuseppe e Nicodemo. Ges, Dio fatto uomo, sceso dall'alto verso il basso. Lui che re, si umiliato come un servo, lui che il giudice si fatto processare. Per questo degno di essere innalzato sopra i cieli. Lui, che il creatore della vita, ha accettato la morte in croce, ed sceso nel buio del sepolcro, per essere inghiottito dalla morte. Nella Cappella degli Scrovegni di Padova Giotto ha dipinto il lutto degli angeli, mentre il Figlio di Dio viene deposto nella terra. Ma c' nell'arte medievale un soggetto che formava una delle scene nel ciclo della passione di Cristo a indicare una discesa ulteriore: quella di Cristo al Limbo, un tema che continu a essere rappresen-

domenica 4 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 5

La codificazione del diritto canonico voluta da Pio X in uno studio di Carlo Fantappi

Un ciclone riformatore mai visto prima


di GIANPAOLO ROMANATO* Lo studio che Carlo Fantappi, professore di diritto canonico all'universit di Urbino, ha appena pubblicato con l'editore Giuffr Chiesa romana e modernit giuridica. Il Codex iuris canonici (1917), pagine XLVI + 1282, euro 110 rappresenta un evento scientifico che non interessa soltanto gli studiosi del diritto ma anche gli storici della Chiesa e del cristianesimo. Nei due tomi di quest'opera davvero imponente quasi milletrecento pagine, che appaiono nella collana di Storia del pensiero giuridico moderno avviata da Paolo Grossi l'autore dimostra che la codificazione pio-benedettina del diritto canonico conclusasi nel 1917 fu ben pi che un lavoro tecnico di risistemazione e semplificazione di norme giuridiche. Fu in realt una profonda riflessione sul passato, sul presente e sul futuro della Chiesa di Roma, finalizzata a un disegno di reformatio Ecclesiae all'interno del quale il diritto era il mezzo, non il fine. Lo studio inizia dal Concilio di Trento, ma si sofferma soprattutto sugli eventi traumatici seguiti alla rivoluzione francese e all'impero napoleonico. nel corso dell'Ottocento, infatti, che prese corpo la necessit della riforma. La nascita degli Stati nazionali e l'irrompere del sistema di governo liberale modificarono alla radice il rapporto giuridico e istituzionale tra la Chiesa e lo Stato. La Santa Sede non dovette pi misurarsi con i sovrani assoluti settecenteschi, che sottomettevano l'organizzazione ecclesiastica ma al contempo la favorivano e ne riconoscevano il carattere pubblico. Si trov di fronte i moderni stati nazionali, retti da ordinamenti rappresentativi, che miravano a ridurre la sfera religiosa all'ambito privato, a rinchiudere la Chiesa dentro il diritto comune. Fu una rivoluzione che costrinse le istituzioni ecclesiastiche ad arroccarsi attorno al papato, l'unico punto di riferimento sopravvissuto al naufragio dei vecchi poteri. Non pi contrastato da poli alternativi, n interni n esterni, il Pontefice romano si riappropri della piena sovranit tanto nell'ambito dottrinale quanto in quello disciplinare. Ne deriv un monopolio di giurisdizione, come lo definisce Fantappi, inedito nella storia della Chiesa latina. Contemporaneamente i seminari e le universit romane si sostituirono alle istituzioni scolastiche, particolarmente quelle francesi e austro-tedesche, che erano sparite nel gorgo rivoluzionario. La romanizzazione del cattolicesimo non poteva essere pi rapida e pi completa. Nel giro di pochi decenni, quella che ancora nella seconda met del Settecento era, di fatto, una federazione di Chiese nazionali, si trasform in una compatta organizzazione internazionale, disciplinarmente e teologicamente sottoposta al Papa e agli organismi curiali. Roma divenne contemporaneamente fonte del potere, centro di elaborazione del pensiero teologico-canonistico, luogo di formazione del personale dirigente. Fantappi ricostruisce questo processo storico con straordinaria ampiezza di riferimenti ma con l'occhio sempre rivolto alle conseguenze che esso ebbe sull'autocomprensione giuridica della Chiesa. Autocomprensione che nel 1870 dovette fare i conti con un altro decisivo tornante: la proclamazione dell'infallibilit papale, avvenuta durante il Concilio Vaticano I, che port a conclusione il processo di centralizzazione prima delineato, e la fine dello Stato pontificio, cio del potere temporale. La concomitanza dei due eventi il Papa diventa infallibile nel momento in cui cessa di essere il Papa-re ben pi che una coincidenza casuale. In questa situazione la richiesta di riforma del diritto canonico si fece sempre pi pressante. Era urgente rimettere ordine in una normativa vecchia di secoli, adeguandola alle trasformazioni avvenute, ed era soprattutto indispensabile ripensare la natura della Chiesa nella comunit internazionale. Ma con un problema previo: si doveva procedere a una ricompilazione per temi dello sterminato materiale canonistico accumulatosi dal medioevo, semplicemente sfrondandolo di quanto era caduto in desuetudine, o non conveniva rifondere e ripensare il tutto in un codice di leggi organico e sintetico, seguendo la strada tracciata dalle riforme napoleoniche, imitata da tutti gli Stati moderni? La preferenza andava alla seconda opzione, non senza per resistenze forti, soprattutto a Roma, tutt'altro che persuasa di dover andare a rimorchio, almeno metodologicamente, della cultura liberale. In ogni caso l'impresa parve talmente immane che n Pio IX n Leone XIII osarono iniziarla. Il compito cadde sulle spalle di Pio X, eletto Papa nel 1903, dopo che il veto del governo di Vienna aveva posto fuori gioco il cardinale Rampolla. Tocc, paradossalmente, a un Pontefice nato austriaco, totalmente estraneo alla Curia, che non aveva studiato a Roma ma in un seminario di provincia e doveva la tiara all'istituto pi antiquato e anacronistico del vecchio diritto canonico, lo ius exclusivae. Papa Sarto ebbe il merito di rompere gli indugi, di non lasciarsi spaventare dalle infinite difficolt, di scegliere la persona giusta cui affidare la direzione dell'opera, che avrebbe coinvolto l'intero universo cattolico. Questi fu Pietro Gasparri, allora poco pi che cinquantenne, segretario agli Affari ecclesiastici straordinari, gi professore di diritto canonico a Parigi e diplomatico in America Latina. Un politico e un uomo di governo, ma soprattutto un provetto giurista, di illimitata fedelt alla sede apostolica. Fantappi gli dedica duecento pagine, quasi un libro nel libro, senza dimenticare altre figure che ebbero ruoli decisivi, in particolare il cardinale Casimiro Gnnari, figura finora trascurata dalla storiografia, dal 1908 prefetto della Congregazione del Concilio e gi fondatore del Monitore ecclesiastico, la rivista che prima della nascita degli Acta Apostolicae Sedis funse da organo semiufficiale della Santa Sede. Ma l'opus magnum della codificazione, come fu definito, and in porto in soli tredici anni (la bolla che diede l'avvio all'opera, Arduum sane munus, del 1904, mentre la promulgazione del Codex avvenne nel 1917) grazie al pungolo continuo di Pio X, che segu quotidianamente i lavori, intervenendo in ogni loro fase, fino alla morte, avvenuta nell'estate del 1914. Si deve a lui anche l'imposizione della strada da seguire la codificazione piuttosto che la compilazione con una perentoria lettera autografa alla commissione cardinalizia, orientata invece verso l'altra soluzione. Quali sono le novit di questo studio? Tralasciando il terreno strettamente giuridico, se ne individuano due. Fantappi pone il rinnovamento del diritto canonico al centro della Chiesa del tempo, dimostrando che il Codex fu l'asse di equilibrio attorno al quale il cattolicesimo ritrov la propria identit. La valutazione del pontificato di Pio X, apparso spesso, finora, un momento di stasi o addirittura di regresso a causa della condanna del modernismo, ne esce rovesciata. Non la volont di condanna ma l'istanza riformatrice e modernizzatrice mosse il decennio, un'istanza talmente energica che il Papa prefer gestirla attraverso la propria segreteria privata, la ben nota segreteriola, piuttosto che con gli organismi curiali. Le pagine dense e meditate dell'autore hanno il merito di ricordarci che la storia sempre complessa, che gli anni di inizio Novecento, sottotono sul piano teologico ma straordinariamente creativi su quello giuridico, posero le premesse per la modernizzazione della Chiesa sul piano associativo, sociale, politico, internazionale. Dalla soppressione del diritto di veto, alla riforma del conclave, dalla riorganizzazione dei seminari al ripensamento della struttura parrocchiale, diocesana e missionaria, dal rinnovamento catechetico al rifacimento della Curia e di tutti gli organi centrali di governo, il pontificato di Sarto rappre-

Papa Sarto ebbe il merito di non lasciarsi spaventare dalle infinite difficolt della codificazione del diritto canonico, e di scegliere le persone giuste cui affidare la direzione dell'opera. A centro pagina una miniatura emblematica del pensiero cristiano medievale

sent un ciclone riformatore quale raramente era apparso nell'intera storia del papato. Un ciclone che ebbe l'effetto di universalizzare il diritto della Chiesa, di rafforzarne a tutti i livelli l'uniformit disciplinare e operativa proprio mentre era in arrivo la stagione dei totalitarismi e si profilava all'orizzonte della globalizzazione. Senza il Codice, che avvi il dibattito sullo statuto internazionale della Santa Sede e la ripropose di fronte allo Stato come interlocutore alla pari, non sarebbe stata possibile la stagione concordataria degli anni Venti e Trenta. Certo, come in tutte le grandi riforme, molto si acquis e qualcosa si perdette. La centralizzazione romana, la verticalizzazione dell'autorit, la formalizzazione della vita di fede mortificarono il dinamismo dei carismi. Ma al contempo confermarono con la massima energia che la Chiesa istituzione pubblica e non privata, che essa si pone di fronte allo Stato come entit autonoma e pienamente sovrana. Il basso profilo politico di tutto il pontificato di Giuseppe Sarto, con la messa in sordina della Questione romana, delle rivendicazioni temporalistiche e del non expedit, fanno parte di questa strategia, volta a dar forza alla Chiesa ad intra pi che ad extra, a restituirle ruolo e prestigio non sul piano dell'immediatezza politica ma su quello ben pi so-

lido e duraturo del diritto, della fondazione giuridica. La seconda novit riguarda, pi in generale, la periodizzazione della riforma nella Chiesa novecentesca. Il momento di trasformazione e di stacco dal passato viene generalmente individuato nel Concilio Vaticano II, con accentuazioni pi o meno decise a seconda delle diverse scuole storiografiche. Senza nulla togliere al valore dell'evento conciliare, le argomentazioni di quest'opera dimostrano che una svolta non meno importante avvenne all'inizio del secolo con la codificazione pio-benedettina del diritto canonico, evento che and al di l del mero fatto giuridico: tagli i legami con l'ancien rgime, rinnov e centralizz a tutti i livelli le forme del governo ecclesiastico, ricre l'autoconsapevolezza e la certezza della Chiesa come istituzione libera, capace di presentarsi nei confronti del mondo quasi nelle forme di un'inedita statualit delle anime. Non si pu non sottoscrivere, dunque, il giudizio di Fantappi, secondo il quale l'opera legislativa di Pio X resta di una tale vastit e di una tale rilevanza da essere paragonata, in relazione al rinnovamento del governo ecclesiastico e degli studi canonistici, a quella attuata, nei secoli precedenti, da Pio V e da Benedetto XIV.
*Universit di Padova Pontificio Comitato di Scienze Storiche

Un convegno sulla difesa della persona promosso dall'Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede

In America Latina i pionieri dei diritti umani


di GABRIELE NICOL Il contributo dell'America Latina alla causa dei diritti umani si pu identificare in un umanesimo che ha saputo sintetizzare, con pazienza ed efficacia, istanze etiche e giuridiche maturate nei secoli. I valori di questo umanesimo sono stati richiamati, durante il forum all'ateneo pontificio Regina Apostolorum sul tema Latin America and the International Human Rights Project: Yesterday, Today and Tomorrow. L'incontro stato promosso dalle Ambasciate di Stati Uniti, Costa Rica e Cile presso la Santa Sede in occasione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo su iniziativa dell'ambasciatore statunitense Mary Ann Glendon, del cui intervento abbiamo pubblicato una nostra traduzione, nell'edizione del 2-3 maggio. Nella sua storia l'America Latina ha affermato Paolo Carozza, presidente della Commissione interamericana sui diritti umani ha dimostrato una grande capacit, riguardo alla difesa della dignit della persona, di passare dalla teoria alla pratica: un pragmatismo che frutto di situazioni reali, concrete. Povert, ingiustizie, lotte interne, affrancamento da varie forme di schiavit hanno plasmato la storia dell'intera regione e, nello stesso tempo, formato una sofferta coscienza dell'importanza di tutelare e di valorizzare le risorse di ciascun individuo. Carozza ha poi richiamato la figura di fra Bartolomeo de las Casas, che dedic la sua missione al riconoscimento dei diritti delle popolazioni indigene. Un impegno che ebbe la peculiarit di inserire il concetto di libert individuale in un quadro pi ampio, quello del tessuto vivo e nevralgico della societ nel suo complesso. Numerose personalit politiche e diplomatiche dell'America Latina hanno partecipato attivamente al progetto e alla stesura della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Tra queste, Guy Prez-Cisneros, delegato di Cuba alla conferenza di fondazione delle Nazioni Unite. Il suo impegno per quel sogno poi divenuto realt stato ricordato dal figlio, Pablo Prez. Libert di espressione, di religione, tutela economica e sociale dei pi poveri, riduzione degli armamenti come condizione essenziale di pace: furono queste alcune delle premesse dalle quali allora si part per elaborare un progetto comune sui diritti della persona. Mio padre mi diceva ha ricordato Pablo Prez che nel 1947, tra i diversi esponenti diplomatici, vi furono pi di ottanta incontri, al fine di precisare la sostanza della Dichiarazione. Cuba, come altri Paesi, apport delle modifiche al testo, in particolare per quanto riguarda le tutele sociali a sostegno degli indigenti, schierandosi, per esempio, contro la pratica di possibili interferenze nella vita privata delle persone. Dal canto suo l'ambasciatore di Panama presso la Santa Sede, Lawrence Edward Chewning Fbrega, ha ricordato la figura di Ricardo J. Alfaro, presidente della Repubblica. Nel contribuire alla redazione della Dichiarazione, Alfaro sostenne con forza l'importanza dell'uguaglianza giuridica tra gli Stati. Senza giustizia questa la radice del suo pensiero non c' pace, e senza pace si rischia una disintegrazione del tessuto sociale e civile. Un altro diplomatico di spicco dell'America Latina, impegnato nella stesura della Dichiarazione, stato Hernn Santa Cruz. Credeva fermamente ha detto l'ambasciatore del Cile presso la Santa Sede, Pablo Cabrera Gaete nella cooperazione internazionale, intesa come decisivo fattore di sviluppo sia del singolo, sia della collettivit. Soleva ripetere che era inconcepibile che i progressi della scienza e della tecnica se non adeguatamente orientati e disciplinati rischiassero di corrompere l'umanit. In lui era infatti incrollabile ha sottolineato Pablo Cabrera Gaete la fede nell'elemento umano: da qui il suo grande impegno per la causa dei diritti dell'individuo, concepita come una fonte di energia sempre nuova anche per combattere le dittature militari in America Latina. Nel processo di preparazione della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo un ruolo importante fu svolto dal filosofo Jacques Maritain. Lo ha evidenziato, nel suo intervento, Guzmn Carriquiry, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, ricordando pure come Maritain esercit una benefica influenza in America Latina, a partire dall'Umanesimo integrale del 1936. In quegli anni ha affermato Carriquiry si registr una larga diffusione degli scritti di Maritain in numerose riviste cattoliche dei paesi latinoamericani. Cos la nascit e l'estensione della cultura sociale-cristiana determin un salto di qualit in America Latina in favore dell'impegno cristiano per la democrazia, la giustizia sociale e la difesa dei diritti umani. In America Latina la persistenza dei processi di democratizzazione negli ultimi trent'anni costituisce un fatto molto positivo, ha osservato Carriquiry. Tuttavia, in proposito, esistono dei limiti. Il principale dilemma, infatti, consiste nella contraddizione tra l'impegno a favorire un ordine giuridico e politico basato sul principio di uguaglianza tra i cittadini e una realt di disuguaglianza riguardo alla distribuzione della ricchezza e dei beni pubblici. Carriquiry ha quindi ricordato che l'episcopato latinoamericano nel documento conclusivo della quinta conferenza generale del 2007 in Brasile ha sottolineato con forza che non basta una democrazia puramente formale, fondata sulla trasparenza dei procedimenti elettorali. altrettanto necessaria hanno evidenziato i presuli una democrazia partecipativa, basata sulla promozione e il rispetto dei diritti umani. L'azione pioneristica svolta dall'America Latina in merito alla difesa della dignit della persona stata richiamata da Thomas A. Shannon, assistente del segretario di stato degli Stati Uniti per gli affari dell'emisfero occidentale. I Paesi della regione ha rilevato hanno saputo infatti superare la separazione tra diritti umani e diritti sociali e culturali, collegando il tema del diritto del singolo alle fondamentali questioni legate allo sviluppo e alla giustizia sociale. L'America Latina ha detto Shannon ha propugnato il concetto economico e sociale di democrazia, nella consapevolezza che in un'economia globalizzata i Paesi hanno bisogno di accedere, senza restrizioni, alle istituzioni finanziarie e alle dinamiche degli investimenti per essere parte integrante della comunit internazionale. L'ambasciatore di Costa Rica presso la Santa Sede, Luis Pars Chaverri, ha posto l'accento, nel suo intervento, sull'impegno per la democrazia promosso dai piccoli Stati dell'America Latina. Un impegno che nel tempo si manifestato attraverso varie iniziative che meritano la giusta considerazione degli Stati pi grandi e dell'intera comunit internazionale. Al riguardo ha osservato il diplomatico si rende dunque necessaria una maggiore disponibilit al dialogo e al confronto fra le diverse potenze, affinch l'azione in difesa dei diritti umani sia veramente efficace, al passo con le esigenze e le sfide del tempo presente. Tale azione un tratto fondante della storia brasiliana, ha affermato Vera Barrouin Machado, ambasciatore del Brasile presso la Santa Sede. A conferma di ci, il Paese realizza una revisione periodica dello stato dei diritti umani nel territorio, ha spiegato il diplomatico: un monitoraggio nazionale che intende agire da stimolo per il raggiungimento di obiettivi sempre pi alti. Tuttavia vi sono sfide molto ardue ancora da vincere: anzitutto la disuguaglianza sociale, il divario tra ricchi e poveri, ostacoli alla realizzazione di una societ giusta e armonica.

Nell'iter preparatorio della Dichiarazione un ruolo rilevante fu svolto anche dal filosofo Jacques Maritain

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
Beatificazione di madre Maria Maddalena dell'Incarnazione

domenica 4 maggio 2008

Quattro anni fa la pubblicazione dell'Istruzione Erga migrantes caritas Christi

Una luce nel secolo dei lumi


di NICOLA GORI Una data il 14 febbraio 1789 segna indelebilmente la vita di madre Maria Maddalena dell'Incarnazione, al secolo Caterina Sordini (1770-1824) beatificata nel pomeriggio di sabato 3 maggio a Roma nella basilica di san Giovanni in Laterano. Tanta l'importanza di questo anniversario che nell'ambiente a lei legato verr chiamato per antonomasia il giorno del lume. Il termine lume evoca immediatamente quel vasto e complesso movimento culturale definito illuminismo, che individua nell'assoluta fiducia nella ragione, in grado di illuminare le menti, il mezzo per superare le superstizioni e i pregiudizi delle religioni, della tradizione e di tutti quegli elementi sociali e culturali che limitano la libert dell'uomo. Nel caso di madre Maria Maddalena quel lume assume invece un valore ben pi sintetico e completamente opposto a quello dell'illuminismo. Il lume per lei solo ed esclusivamente l'illuminazione che l'uomo riceve da Dio. Cos alla radicale razionalit dei filosofi si contrappone una semplice monaca di clausura residente in un monastero di un piccolo paese dello Stato Pontificio, Ischia di Castro, nel Lazio settentrionale. Senza molta istruzione, senza mezzi, lontana dalle grandi discussioni accademiche del tempo, fuori dalle grandi vie di comunicazione, limitata nei movimenti e immersa in una grande povert, la religiosa offre all'uomo una lezione magistrale: l'affermazione del primato di Dio su tutte le cose. Nel giorno del lume il Signore mostra alla Sordini una moltitudine di vergini vestite di bianco con indosso uno scapolare rosso, mentre adorano l'Eucaristia. In quello stesso momento, mentre la religiosa rapita in estasi, il Signore le rivela alcuni avvenimenti che avrebbero sconvolto il panorama politico, sociale e religioso prima della Francia, poi dell'Italia. Le viene profetizzato come Papa Pio VII sarebbe stato condotto prigioniero in esilio, ma dopo molte prove sarebbe rientrato in Roma; che anche lei sarebbe stata esiliata a Firenze a causa dell'invasione francese di Roma e, che, dopo molte sofferenze, sarebbe stata eletta badessa del monastero. Quell'esperienza sconvolge la Sordini, la quale completamente all'oscuro di quanto sta avvenendo in Francia e di tutte le conseguenze che ne sarebbero venute, a cominciare dalla rivoluzione francese. Proprio questo evento che segner la fine di un'epoca e l'inizio di una nuova, trover la scintilla di innesco nella presa della Bastiglia che si verificher il 14 luglio 1789, cio a distanza di qualche mese dal giorno del lume. Curiosa coincidenza che, mentre tutto quello che viene definito con ancin regime sta per crollare, il Signore rivela a madre Sordini che sulle macerie di esso nascer un nuovo equilibrio. La Provvidenza si spinge ancora pi in l: mentre il turbine rivoluzionario con furioso zelo cercher di distruggere le comunit di vita contemplativa, essa ispira a una monaca, non ancora badessa, quindi senza nessun incarico di governo, di fondare un nuovo Ordine dedito all'adorazione eucaristica. Quando tutto sembra soccombere davanti alla rivoluzione e addirittura i religiosi abbandonano la fede per ingrossare le fila dei sans-culottes, madre Maria Maddalena pensa come aprire un nuovo Istituto contemplativo secondo quanto richiesto da Dio. A questo punto, dobbiamo riconoscere nella Sordini una non indifferente dose di fiducia incondizionata in Dio e di coraggio nell'affrontare il futuro. Se non facile per nessuno fondare un nuovo Ordine monastico, immaginiamo quanto lo fosse per una donna di un monastero situato nell'estrema provincia laziale, il cui unico vanto la povert vissuta e la mancanza di ogni appoggio umano. Un progetto che agli occhi dei contemporanei poteva assumere i contorni della follia. Eppure, fidandosi ciecamente di Cristo, a poco a poco la religiosa trova il modo di realizzare quanto richiesto da Dio. Intanto, le truppe napoleoniche invadono lo Stato Pontificio: il 15 febbraio 1798 viene decretata la fine del potere temporale del Papa e proclamata la repubblica romana. Pio VI viene arrestato e condotto prigioniero in Francia, dove, il 29 agosto 1799, muore a Valence. Il 14 marzo 1800 i cardinali riuniti in conclave a Venezia eleggono il benedettino Barnaba Chiaramonti, che prende il nome di Pio VII. Le profezie sembrano avverarsi! Anche Ischia di Castro cade sotto il dominio napoleonico e per il monastero e la popolazione cominciano tempi durissimi. Mancano cibo e vestiario e in questa drammatica situazione, le monache, il 20 aprile 1802, eleggono madre Maria Maddalena come badessa. Possiamo immaginare il dolore della giovane Sordini, la quale non vuole accettare la responsabilit. Costretta a farlo per obbedienza, trova una situazione a dir poco disperata: manca tutto, solo i debiti abbondano; qualche monaca ha perfino la stessa tonaca da ben 17 anni... Come seguire il volere di Dio in mezzo a questa desolazione di estrema povert? Eppure, la nuova badessa vi riesce: trova un finanziatore nel marchese Negrete, ambasciatore a Lisbona di Carlo IV di Spagna e ottiene l'autorizzazione a fondare un nuovo istituto dal vescovo di Acquapendente. Nessuno riuscir con i calcoli umani a dissuaderla dal rinunciare all'impresa di recarsi a Roma e di aprire una casa per l'adorazione eucaristica perpetua. Una sola certezza alimenta la sua fede: Dio a volere l'opera e quindi Egli le far trovare quanto necessario per realizzarla. L'8 luglio 1807 la religiosa con alcune compagne fa il suo ingresso nel convento dei Santi Anna e Gioacchino alle Quattro Fontane in Roma, dove inizia il nuovo stile di vita secondo l'ispirazione ricevuta da Dio. Pio VII autorizza l'esposizione del Santissimo Sacramento e, la terza domenica di settembre del 1807, per la prima volta anche il popolo partecipa all'adorazione. Quello che distingue la Sordini da altri fondatori la sua ferma volont di coinvolgere nell'adorazione e nel culto eucaristico anche i fedeli laici e non solo le religiose. Per questo, vuole che i suoi monasteri siano costruiti nel cuore delle citt e non nei luoghi solitari lontani dalla gente. Ma il 2 febbraio 1808 i francesi entrano nuovamente in Roma. Ancora per una singolare coincidenza, mentre gli uomini distruggono, proprio in quel giorno madre Maria Maddalena riceve l'approvazione delle Costituzioni del suo Ordine. Sono trascorsi diciannove anni da quel giorno del lume del 1789 e l'opera diventata realt. Intanto, gli eventi precipitano e Pio VII manda a chiamare la fondatrice per sapere dettagli sulle sue profezie. La sentenza disarmante: Padre santo! Alla santit vostra non manca il coraggio; i francesi la porteranno via come un agnello in mezzo ai lupi i quali per non potranno nuocerle; ma poi torner glorioso e in trionfo sul suo trono. Nella notte tra il 5 e il 6 luglio 1809 il Papa viene fatto prigioniero e deportato. La tempesta non finita: il 7 maggio 1811 i commissari francesi perquisiscono il convento dei Santi Anna e Gioacchino e trovano degli appunti della madre Maria Maddalena nei quali si profetizza il ritorno di Pio VII. Il ritrovamento non privo di conseguenze: nel luglio 1811 la religiosa costretta ad andare in esilio a Porto Santo Stefano, ma quel luogo troppo piccolo per lei che viene ritenuta una sovversiva. Deve trasferirsi a Firenze fino al 19 marzo 1814, quando di nascosto riesce a rientrare nel convento dei Santi Anna e Gioacchino. Il 24 maggio 1814 Pio VII fa il suo ingresso in Roma e invia in ringraziamento a madre Maria Maddalena un cero. Nel 1815 l'opera della Sordini si consolida, mentre Napoleone tramonta definitivamente dalla scena mondiale.

In difesa dell'uomo e della terra


di AGOSTINO MARCHETTO* Chi oggi, pi che mai, fra gli uomini e le donne dabbene, non sente l'urgente bisogno d'impegnarsi per costruire la pace? E chi fra di essi non vede la necessit impellente di coinvolgere tutte le forze che ne possono dare un contributo? In questo contesto riscopriamo allora il ruolo importante, significativo, che le migrazioni possono avere nella realizzazione di questo sogno di una pi pacifica convivenza fra gli uomini. Ovviamente non cosa n scontata n spontanea. Occorre educare e sensibilizzare tutti migranti e autoctoni al riguardo: come si suol dire oggi una sfida. Nel suo Messaggio per la Giornata mondiale della pace di quest'anno Papa Benedetto XVI attesta che per vivere in pace anche la comunit sociale ... chiamata a ispirarsi ai valori su cui si regge la comunit familiare (Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata mondiale della pace del 2008). Tale affermazione vale per la stessa comunit dei popoli, per la famiglia umana che vive in quella casa comune che la terra (ibid., 6). Per cui necessario che quanti sono chiamati a formare la comune famiglia umana siano convinti che non viviamo gli uni accanto agli altri per caso; stiamo tutti percorrendo uno stesso cammino come uomini e quindi come fratelli e sorelle, riconoscendo in Dio la sorgente originaria della propria, come dell'altrui, esistenza (ibid.). Solo cos si potr riconoscere il valore incondizionato di ogni essere umano, e possono essere poste ... le premesse per l'edificazione di un'umanit pacificata. Senza questo Fondamento trascendente, la societ solo un'aggregazione di vicini, non una comunit di fratelli e sorelle, chiamati a formare una grande famiglia (ibid.). Come la famiglia, che ha bisogno di una casa, di un ambiente a sua misura in cui intessere le proprie relazioni, anche la famiglia umana ha una casa, la terra, l'ambiente che Dio Creatore ci ha dato perch lo abitassimo con creativit e responsabilit (ibid., 7). Casa di tutti, dunque, la terra e da ci scaturisce la necessit dell'impegno sottolineato dalla Erga migrantes caritas Christi, l'Istruzione pubblicata dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti il 3 maggio 2004, approvata dal Santo Padre Giovanni Paolo II il 1 dello stesso mese, di cui commemoriamo qui il quarto anno di vigenza (Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, Istruzione Erga migrantes caritas Christi [EmcC] in Acta Apostolicae Sedis XCVI [2004], pp. 762-822). L'Istruzione, rispetto al nostro tema iniziale, sostiene che bisogna mettere in atto sistemi di formazione alla mondialit, a una nuova visione, cio, della comunit mondiale, considerata come famiglia di popoli, a cui finalmente sono destinati i beni della terra, in una prospettiva del bene comune universale (EmcC, 8). Essa lamenta infatti ci che la globalizzazione ha operato, poich ha aperto i mercati ma non le frontiere, ha abbattuto i confini per la libera circolazione dell'informazione e dei capitali, ma non nella stessa misura quelli per la libera circolazione delle persone (ibid., 4), in contrasto chiaramente con il concetto pontificio di famiglia umana che abita nella sua casa, la terra. Ma non una visione solamente papale. Il fenomeno delle migrazioni stesso, infatti, solleva una vera e propria questione etica, quella della ricerca di un nuovo ordine economico internaziona-

Il sinodo della Chiesa evangelica luterana in Italia

L'ecumenismo in prospettiva europea


PALERMO, 3. Fra i compiti che ci prefiggiamo c quello di contribuire a una maggiore visibilit del protestantesimo italiano nel suo insieme e, forti della nostra esperienza ecumenica in Germania e nel mondo, crediamo, da un punto di vista teologico, di poter svolgere in Italia un ruolo di mediatori tra la chiesa di maggioranza, quella cattolica, e le chiese evangeliche di minoranza: lo ha detto il pastore Holger Milkau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi), presentando il sinodo della comunit che si sta svolgendo dal 30 aprile al 4 maggio a Terrasini, in provincia di Palermo, e che come nuovi presidente e vicepresidente ha scelto due donne: Christiane Groeben e Caroline von Hohenbuehel. Tema dell'incontro Il tempo del silenzio passato, il tempo del parlare venuto. La tolleranza religiosa da Lutero a oggi. A sottolineare il carattere non solo italiano ma anche europeo, e soprattutto germanofono, della Celi, stata lapertura dei lavori con un culto presieduto dal pastore e teologo Manfred Kock, gi presidente della Chiesa evangelica in Germania (Ekd) e attualmente presidente della Chiesa evangelica della Renania. Il sinodo vero e proprio parlamento dei luterani in Italia si riunisce ogni anno ed a livello nazionale il massimo organo decisionale della comunit. La presenza evangelica luterana in Italia molto antica ma la Celi si costituita solo nel 1948. Membro fondatore della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, la Celi ha rapporti di collaborazione con le chiese battiste, metodiste e valdesi. Fa parte della Conferenza delle chiese europee (Kek) e della Federazione luterana mondiale (Flm); accordi bilaterali sanciscono un particolare rapporto di collaborazione con la Chiesa evangelica tedesca (Ekd) che invia in Italia anche pastori in missione. Attualmente la Celi conta settemila membri in venti comunit e gruppi. L'ecumenismo e il dialogo interreligioso, visti in una prospettiva europea, sono punti fermi della Chiesa evangelica luterana in Italia. Con la Chiesa cattolica esistono speciali relazioni per quanto riguarda gli aspetti pratici pastorali, poich molti membri della Celi vivono in famiglie di confessione mista. I rapporti con l'ebraismo vengono curati partecipando alla vita della Commissione luterana europea per chiesa ed ebraismo (Lekkj), il dialogo ecumenico e con i musulmani attraverso l'impegno della Conferenza delle chiese europee. A settembre una delegazione della Celi ha partecipato alla terza assemblea ecumenica europea a Sibiu, in Romania.

Un progetto di cooperazione fra universit

Messina forma i medici di Butembo


Il pane della cultura: l'alfabetizzazione considerata una delle priorit nel processo di sviluppo dei Paesi arretrati. Per questo sono sempre meritevoli le iniziative tese a creare le condizioni per le quali i giovani, ad esempio, dei Paesi africani, possano essere stimolati a crescere nella loro terra, e, allo stesso tempo, a farla crescere. Va in questo senso il progetto di cooperazione avviato dall'Universit di Messina e dall'universit cattolica del Graben Butembo (Repubblica democratica del Congo) destinata a favorire la crescita culturale e professionale delle nuove generazioni africane. Il piano prevede sostanzialmente la possibilit, offerta ai migliori studenti congolesi della facolt di Medicina, di specializzarsi nell'ateneo messinese, in attesa di arrivare in prospettiva ad ottenere l'equivalenza fra le due lauree. Nell'aula magna del rettorato dell'universit messinese il progetto stato presentato e illustrato alla presenza dell'arcivescovo di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, Calogero La Piana, del vescovo di ButemboBeni, Melchisedec Sikuli Paluku, e ovviamente dei vertici accademici, in testa il rettore dell'ateneo peloritano, Francesco Tomasello, Giuseppe Anastasi, responsabile del progetto di cooperazione, e il rettore dell'universit del Graben, Mafikiri Tsongo Angelus. L'ateneo africano, nato nel 1989, costituito da sette facolt. Gli studenti sono milletrecento, di cui il trentasette per cento ragazze iscritte a medicina. Mancano per le specializzazioni. Per questo il vescovo di Graben ha espresso grande soddisfazione parlando dell'accordo con l'ateneo di Messina. La possibilit di continuare gli studi, al di l della preparazione a livello di medicina generale, costituisce, soprattutto per lo stesso Paese africano, un'opportunit vitale. Il rettore Francesco Tomasello ha parlato dell'inizio di una nuova stagione: L'Italia e il Congo sono uniti per fare il bene della comunit, concetto ribadito dall'arcivescovo La Piana: Per la citt l'accordo firmato oggi rappresenta un piccolo, grande segno di collaborazione, un momento di apertura, di condivisione. L'importante che si cominci. Gi l'inizio comunque promettente: tutti gli studenti che andranno a completare gli studi a Messina sono destinati a trovare certamente un impiego. L'universit del Graben infatti ha assunto l'impegno di assumere i giovani presso lo stesso ateneo, una volta tornati nel loro Paese d'origine. Saranno i docenti che insegneranno alle altre generazioni africane come curare i loro connazionali, senza dover pi andare all'estero. Il progetto, come accennato, non si esaurisce in questa collaborazione. La prospettiva quella di incontri nel prossimo futuro per fare s che le due universit possano arrivare a ottenere l'equiparazione dei titoli accademici fra le due istituzioni universitarie. (marco bellizi)

le per una pi equa distribuzione dei beni della terra, che, del resto, contribuirebbe non poco ... a ridurre e moderare i flussi di una numerosa parte delle popolazioni in difficolt ( ibid., 8). Benedetto XVI ribadisce poi, sempre nel Messaggio d'inizio d'anno, che la famiglia umana ha bisogno, oltre che di un fondamento di valori condivisi, di un'economia che risponda veramente alle esigenze di un bene comune a dimensioni planetarie (Gmp 2008, 10). A partire dalla visione della famiglia naturale, cio occorre promuovere corrette e sincere relazioni tra i singoli esseri umani e tra i popoli, che permettano a tutti di collaborare su un piano di parit e di giustizia. Al tempo stesso, ci si deve adoperare per una saggia utilizzazione delle risorse e per un'equa distribuzione della ricchezza. In particolare, gli aiuti dati ai Paesi poveri devono rispondere a criteri di sana logica economica, evitando sprechi ... (ibid.). Benedetto XVI ricordava inoltre la necessit di far s che l'organizzazione economica non risponda solo alle crude leggi del guadagno immediato, che possono risultare disumane (ibid.). In effetti, sappiamo e la EmcC lo attesta esplicitamente che la famiglia non annulla la persona, per cui ancora una volta siamo dinanzi alla centralit della persona umana (EmcC, 27), fondamentale convinzione di base per la Chiesa. Nel mondo delle migrazioni ne consegue il dovere della difesa dei diritti dell'uomo e della donna migrante e quelli dei loro figli (ibid.), nonch la tutela e la valorizzazione delle minoranze (ibid.). Non facciamoci illusioni! La strada lunga e non priva di difficolt, come sperimentiamo ogni giorno. Una terra divenuta casa comune di tutta la famiglia umana significa applicazione coerente, in precise situazioni concrete, per la convivenza tra persone di diversa cultura, lingua, tradizione, nazione, religione, ecc., sparse nel mondo e presenti fra noi. Occorre quindi un rinnovato, forte senso di solidariet e un approfondimento dei valori condivisi con altri gruppi religiosi o laici, assolutamente indispensabili per assicurare una armonica convivenza (ibid., 9). Cos il passaggio da societ monoculturali a societ multiculturali pu rivelarsi ... segno di viva presenza di Dio nella storia e nella comunit degli uomini, poich offre un'opportunit provvidenziale per realizzare il piano di Dio di una comunione universale (ibid.). Ripeto che una sfida. In questo contesto storico, dell'avvicinarsi a noi, anche fisicamente, di chi ci era lontano pure geograficamente, caratterizzato di fatto dai mille volti dell'altro, noi cristiani siamo chiamati a testimoniare e praticare, oltre allo spirito di tolleranza ..., il rispetto dell'altrui identit, avviando, dove possibile e conveniente, percorsi di condivisione con persone di origine e cultura differenti, in vista anche di un rispettoso annuncio della propria fede (ibid.). Certo anche l'altro deve rispettare la cultura, la religione tradizionalmente praticata, le leggi del Paese che lo ospita (cfr ibid., 60 e 64). Attraverso la cultura della solidariet, tante volte auspicata dal Magistero (ibid., 9), si pu giungere insieme ad una vera e propria comunione di persone. il cammino, non facile, che la Chiesa invita a percorrere (ibid.) in quest'oggi di Dio. Anche per dare il suo contributo al faticoso cammino verso la pace, il Pontificio Consiglio della Pastorale per

i Migranti e gli Itineranti, giunto felicemente al termine del quarto anno dalla pubblicazione della menzionata Istruzione, ancora impegnato in un'opera di divulgazione, approfondimento e applicazione coerente del suo non facile contenuto. In tale linea, per quanto riguardo il pensiero, stato pubblicato il III volume della collana Quaderni Universitari, che commenta la terza parte del nostro documento, mentre in corso di stampa il volume con commenti della sua IV e ultima parte. Congressi di approfondimento saranno poi tenuti, quest'anno, a Nairobi, per il continente africano, e a Bangkok, per l'Asia. Siamo anche nella fase come si dice di ricezione dell'Istruzione da parte di varie Conferenze episcopali. Mi riferisco per esempio alla Germania, alla Spagna, alla Svizzera e al Belgio. I miei viaggi in Argentina, in Lussemburgo e negli Stati Uniti d'America vanno in questa linea di ricezione. Certamente si potrebbe cercare di avere direttori nazionali applicativi della EmcC, ed una meta futura. A proposito di ricezione si potrebbe forse avere l'impressione di un qualche rischio di sottolineatura dell'accoglienza degli immigrati, da parte della Chiesa locale, con arresto alla prima accoglienza, all'opera di carit verso gli immigrati bisognosi, mentre non si deve dimenticare la pastorale loro specifica. Il rischio anche quello di dimenticare appunto tale specificit per gli immigrati con le sue tradizionali forme, strutture e istituzioni previste per la prima e seconda generazione. Una recente mia presenza a Mosaico, su Sat 2000, me ne ha dato un ulteriore indizio. Certo, il nostro cammino per la ricezione equilibrata, nella linea della tradizione e dell'innovazione, tenendo presenti i cambiamenti in atto nel fenomeno migratorio stesso, si presenta lungo e non facile. Crediamo peraltro che esso, considerato segno dei tempi dal Santo Padre Benedetto XVI (Messaggio Pontificio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato del 2006), una sfida da scoprire e da valorizzare nella costruzione di una umanit rinnovata e nell'annuncio del Vangelo della pace (EmcC, 14). Un qualche prodromo ve n' stato in quest'ultimo anno con il Forum di Bruxelles su Migrazioni e sviluppo e a Vienna con quello per la liberazione dalle nuove schiavit legate alle migrazioni, cui ho partecipato come Capo della Delegazione della Santa Sede.
*Arcivescovo, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

W
I Frati Minori Toscani insieme ai parenti accompagnano nella preghiera all'incontro con il Signore risorto

P. RINALDO FALSINI
Frate Minore e sacerdote
Lo ricordano per il suo amore alla liturgia e specialmente all'umanit del celebrare il mistero di Dio. Le esequie saranno celebrate luned 5 maggio alle ore 10 nella chiesa del convento S. Francesco in Fiesole. Firenze, 3 maggio 2008.
.

domenica 4 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 7

Il Papa ai partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali

La luce di Cristo e le necessit dell'uomo


Dignit della persona, bene comune, solidariet, sussidiariet cardini della dottrina sociale della Chiesa
necessario riaffermare il ruolo della dottrina sociale della Chiesa per affrontare gli imperativi dell'umanit all'alba del XXI secolo. Lo ha detto il Papa ai partecipanti alla sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, ricevuti in udienza sabato mattina, 3 maggio. Pubblichiamo una nostra traduzione italiana del discorso del Papa.

Cari Fratelli nell'Episcopato e nel sacerdozio, Signore e Signori, Sono lieto di avere l'occasione di incontrarvi mentre vi riunite nella quattordicesima sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Negli ultimi venti anni, l'Accademia ha offerto un contributo prezioso all'approfondimento e allo sviluppo della dottrina sociale della Chiesa e alla sua applicazione nelle aree del diritto, dell'economia, della politica e di varie altre scienze sociali. Ringrazio la professoressa Margaret Archer per le cortesi parole di saluto che mi ha rivolto ed esprimo sincero apprezzamento a tutti voi per l'impegno profuso nella ricerca, nel dialogo e nell'insegnamento affinch il Vangelo di Ges Cristo possa continuare a fare luce sulle situazioni complesse di questo mondo in rapido mutamento. Nella scelta del tema Perseguire il bene comune: come solidariet e sussidiariet possono operare insieme avete deciso di esaminare l'interrelazione fra quattro principi fondamentali della dottrina sociale cattolica: la dignit della persona umana, il bene comune, la sussidiariet e la solidariet (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 160163). Queste realt chiave, che emergono dal contatto diretto fra il Vangelo e le concrete circostanze sociali, costituiscono una base per individuare e affrontare gli imperativi dell'umanit all'alba del XXI secolo, come la riduzione delle ineguaglianze nella distribuzione dei beni, l'estensione delle opportunit di educazione, la promozione di una crescita e di uno sviluppo sostenibili e la tutela dell'ambiente. In che modo la solidariet e la sussidiariet possono operare insie-

me nella ricerca del bene comune in un modo che non solo rispetti la dignit umana, ma le permetta anche di prosperare? Questo il fulcro del problema che vi interessa. Come hanno gi dimostrato i vostri dibattiti preliminari, una risposta soddisfacente potr emergere solo dopo un attento esame del significato dei termini (cfr Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, capitolo 4). La dignit umana un valore intrinseco della persona creata a immagine e somiglianza di Dio e redenta in Cristo. L'insieme delle condizioni sociali che permettono alle persone di realizzarsi collettivamente e individualmente, il bene comune. La solidariet la virt che permette alla famiglia umana di condividere in pienezza il tesoro dei beni materiali e spirituali e la sussidiariet il coordinamento delle attivit della societ a sostegno della vita interna delle comunit locali. Tuttavia, queste definizioni non sono che l'inizio e possono essere comprese adeguatamente solo se vengono collegate organicamente le une alle altre e considerate di sostegno reciproco. All'inizio possiamo tratteggiare le interconnessioni fra questi quattro principi ponendo la dignit della persona nel punto di intersezione di due assi, uno orizzontale, che rappresenta la solidariet e la sussidiariet, e uno verticale, che rappresenta il bene comune. Ci crea un campo su cui possiamo tracciare i vari punti della dottrina sociale cattolica che formano il bene comune. Sebbene questa analogia grafica ci offra un'immagine approssimativa di come questi principi siano imprescindibili gli uni dagli altri e necessariamente interconnessi, sappiamo che la realt pi complessa. Infatti, le profondit insondabili della persona umana e la meravigliosa capacit dell'umanit di comunione spirituale, realt queste pienamente dischiuse solo attraverso la rivelazione divina, superano di molto la possibilit di rappresentazione schematica. In ogni caso, la solidariet che unisce la famiglia umana e i livelli di sussidiariet che la rafforzano dal di dentro devono essere posti sempre entro l'orizzonte della vita

misteriosa del Dio Uno e Trino (cfr Gv 5, 26; 6, 57), in cui percepiamo un amore ineffabile condiviso da persone uguali, sebbene distinte (cfr Summa Theologiae, I, q. 42). Amici, vi invito a permettere a questa verit fondamentale di permeare le vostre riflessioni: non solo nel senso che i principi di solidariet e di sussidiariet sono indubbiamente arricchiti dal nostro credere nella Trinit, ma in particolare nel senso che tali principi hanno la potenzialit di porre uomini e donne lungo il cammino che conduce alla scoperta del loro destino ultimo e soprannaturale. La naturale inclinazione umana a vivere in comunit confermata e trasformata dalla unit dello Spirito che Dio ha conferito alle sue figlie e ai suoi figli adottivi (cfr Ef 4, 3; 1 Pt 3, 8). Di conseguenza, la responsabilit dei cristiani di operare per la pace e per la giustizia e il loro impegno irrevocabile per il bene comune sono inseparabili dalla loro missione di proclamare il dono della vita eterna, alla quale Dio ha chiamato ogni uomo e ogni donna. A questo proposito, la tranquillitas ordinis di cui parla sant'Agostino si riferisce a tutte le cose, sia alla pace civile, che concordia fra i cittadini, sia alla pace della citt celeste che godimento armonioso e ordinato di Dio, e reciproco in Dio (De Civitate Dei, XIX, 13). Gli occhi della fede ci permettono di vedere che le citt terrena e celeste si compenetrano e sono intrinsecamente ordinate l'una all'altra in quanto appartengono entrambe a Dio, il Padre, che al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed presente in tutti (Ef 4, 6). Al contempo, la fede evidenzia maggiormente la legittima autonomia delle realt terrene che hanno ricevuto la propria stabilit, verit, bont, le loro leggi proprie e il loro ordine (Gaudium et spes, n. 36). Quindi, siate certi che i vostri dibattiti saranno al servizio di tutte le persone di buona volont e contemporaneamente ispireranno i cristiani a compiere con maggiore prontezza il loro dovere di migliorare la solidariet con i propri concittadini e fra di loro e ad agire basandosi sul

principio di solidariet, promuovendo la vita familiare, le associazioni di volontariato, l'iniziativa privata e l'ordine pubblico che facilita il corretto funzionamento delle comunit basilari della societ (cfr Compendio della dottrina sociale della Chiesa, n. 187). Quando esaminiamo i principi di solidariet e di sussidiariet alla luce del Vangelo, comprendiamo che non sono semplicemente orizzontali: entrambi possiedono un'essenziale dimensione verticale. Ges ci esorta a fare agli altri ci che vorremmo fosse fatto a noi (cfr Lc 6, 31), ad amare il nostro prossimo come noi stessi (cfr Mt 22, 35). Questi comandamenti sono iscritti dal Creatore nella natura stessa umana (cfr Deus caritas est, n. 31). Ges insegna che questo amore ci esorta a dedicare la nostra vita al bene degli altri (cfr Gv 15, 12-13). In questo senso la solidariet autentica, sebbene cominci con il riconoscimento del pari valore dell'altro, si compie solo quando metto volontariamente la mia vita al servizio dell'altro (cfr Ef 6, 21). Questa la dimensione verticale della solidariet: sono spinto a farmi meno dell'altro per soddisfare le sue necessit (cfr Gv 13, 14-15), proprio come Ges si umiliato per permettere agli uomini e alle donne di partecipare alla sua vita divina con il Padre e lo Spirito (cfr Fil 2, 8; Mt 23, 12). Parimenti, la sussidiariet, che incoraggia uomini e donne a instaurare liberamente rapporti donatori di vita con quanti sono loro pi vicini e dai quali sono pi direttamente dipendenti, e che esige dalle pi alte autorit il rispetto di tali rapporti, manifesta una dimensione verticale rivolta al Creatore dell'ordine sociale (cfr Rm 12, 16, 18). Una societ che onora il principio di sussidiariet libera le persone dal senso di sconforto e di disperazione, garantendo loro la libert di impegnarsi reciprocamente nelle sfere del commercio, della politica e della cultura (cfr Quadragesimo anno, n. 80). Quando i responsabili del bene comune rispettano il naturale desiderio umano di autogoverno basato sulla sussidiariet lasciano spazio

alla responsabilit e all'iniziativa individuali, ma, soprattutto, lasciano spazio all'amore (cfr Rm 13, 8; Deus caritas est, n. 28), che resta sempre la via migliore di tutte (1Cor 12, 31). Nel rivelare l'amore del Padre, Ges ci ha insegnato non solo come vivere da fratelli e sorelle qui, sulla terra, ma anche che egli stesso la via verso la comunione perfetta fra noi e con Dio nel mondo che verr, poich per mezzo di Lui che possiamo presentarci al Padre in un solo Spirito (cfr Ef 2, 18). Mentre vi adoperate per elaborare modi in cui uomini e donne possano promuovere al meglio il bene comune, vi incoraggio a sondare le dimensioni verticale e orizzontale della solidariet e della sussidiariet. In tal modo, potrete proporre modalit pi efficaci per risolvere i molteplici problemi che affliggono l'umanit alla soglia del terzo millennio, testimoniando anche il primato dell'amore, che trascende e realizza la giustizia in quanto orienta l'umanit verso la vita autentica di Dio (cfr Messaggio in occasione della Giornata Mondiale della Pace 2004). Con questi sentimenti, vi assicuro delle mie preghiere e estendo di cuore la mia Benedizione Apostolica a voi e ai vostri cari quale pegno di pace e di gioia nel Signore Risorto.

Il saluto di Margaret S. Archer

Per una civilt del bene comune


All'inizio dell'udienza Margaret S. Archer, dell'universit di Warwick, in Gran Bretagna, ha rivolto al Papa parole di saluto a nome di tutti i presenti. Eccone la nostra traduzione italiana: Santit, per i membri della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e per gli esperti che essa ha invitato un privilegio poter partecipare a questa udienza. Come sa, in occasione di questa quattordicesima sessione plenaria, l'Accademia si concentra sul tema: Perseguire il bene comune: come solidariet e sussidiariet possono operare insieme. Desidero ringraziare il Decano Presidente professor Betancur per avermi invitato a offrire questo contributo come uno dei coordinatori dell'incontro insieme al professor Pierpaolo Donati. Soprattutto, l'Accademia desidera esaminare le implicazioni radicali della dottrina sociale della Chiesa per la societ civile. Siamo convinti del fatto che laddove la dignit della persona umana e il bene comune, promossi dalla solidariet e dalla sussidiariet, vengono efficacemente riconosciuti e sostenuti nella pratica, possibile rigenerare la societ. In breve, riteniamo che sia possibile ottenere un futuro sistema sociale globale che non si basi soltanto sul mercato o dipenda da Stati che non perseguono il bene comune della societ civile. Nel rendere questo contributo, l'Accademia evidenzia che i principi centrali della dottrina sociale sono indivisibili e quindi devono essere realizzati insieme. Inoltre, dal momento che nelle scienze sociali la teoria non deve essere separata dalla pratica, questo incontro ha utilizzato un approccio innovativo nello studio dei modelli attuali di buona pratica, modelli che cercano di generare beni comuni mediante nuove combinazioni di sussidiariet e solidariet. In questo mondo globalizzato esistono nuove pratiche che possono promuovere il dono gratuito e promuovere quei rapporti di reciprocit che riconoscono la dignit della persona umana. Stanno emergendo esempi di queste buone pratiche che potrebbero dimostrarsi pioniere di una autentica societ civile, basata sui diritti e i doveri umani: l'economia di comunione, il credito alimentare e il microcredito; le nuove alleanze locali per la famiglia che sono sorte in Germania, ma si sono diffuse in tutta Europa; l'accesso condiviso ai beni dell'informazione mediante Internet, le attivit educative basate su forme innovative di sussidiariet nei Paesi in via di sviluppo. In conclusione, poich una caratteristica costante della modernit stata la mancanza di solidariet e di sussidiariet a tutti i livelli, la nostra sfida consiste nel comprendere e suggerire in che modo applicare questi principi per generare beni comuni in abbondanza, mantenendo cos la promessa di trasformare la societ globale in una civilt del bene comune. La nostra speranza, in conformit con i nostri statuti, che le nostre deliberazioni offrano alla Chiesa elementi da utilizzare nello sviluppo della sua dottrina sociale.

Inizio della missione del primo nunzio apostolico negli Emirati Arabi Uniti
Monsignor Mouged El-Hachem, arcivescovo titolare di Darni, ha iniziato la sua missione come primo nunzio apostolico negli Emirati Arabi Uniti. Domenica 13 aprile, il rappresentante pontificio giunto ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, dove stato accolto dal signor Muhammad Al-Souaidi della direzione del protocollo del ministero degli Affari Esteri. Due giorni dopo, nell'Aula Grande del palazzo presidenziale, si svolta la cerimonia in gran gala di presentazione delle lettere credenziali al presidente degli Emirati Arabi Uniti, sheikh Khalifa Bin Zayed Al-Wahyan alla presenza del principe ereditario di Abu Dhabi, del ministro degli Affari Esteri e di un gran numero di ministri e di alti funzionari e dirigenti del Paese. L'emiro ha augurato al primo nunzio apostolico negli Emirati Arabi Uniti il pieno successo della sua missione, assicurandogli appoggio e sostegno da parte del governo e di tutte le istituzioni civili, per sviluppare le relazioni di collaborazione tra il suo Paese e la Santa Sede. Inoltre l'emiro, sottolineando che la missione di monsignor El-Hachem del tutto particolare poich mira a conservare la fede in Dio e a promuovere il dialogo interculturale e interreligioso, ha pregato il nunzio apostolico di trasmettere al Papa i suoi ossequi, assicurando la piena disposizione a collaborare per la difesa dei valori religiosi e umani. Monsignor El-Hachem ha trasmesso la stima e i voti augurali di Benedetto XVI. Sottolineando la libert concessa ai cattolici in tutti gli Emirati Arabi Uniti e ringraziando l'emiro per la calorosa accoglienza, ha affermato che la Santa Sede disposta a collaborare con quanti cercano di migliorare le condizioni materiali e spirituali di ogni uomo, attraverso un dialogo sereno e sincero. La Santa Sede infatti ha concluso sostiene e appoggia tutti gli sforzi per realizzare la pace, assicurando il rispetto dei diritti dell'uomo e della libert religiosa. In precedenza il nunzio apostolico aveva avuto la possibilit di incontrare il ministro degli Affari Esteri per poter consegnare copia delle lettere credenziali. La stampa e i media degli Emirati Arabi Uniti hanno dato rilievo a entrambi i suddetti eventi. Il nunzio apostolico ha poi avuto modo di incontrare, a varie riprese, i sacerdoti e i fedeli, celebrando in diverse lingue le messe di ringraziamento a Dubai e a Abu Dhabi.

Per la nomina alle celebrazioni dei 1350 anni della nascita di san Willibrordo a Lussemburgo

Lettera del Papa al cardinale Danneels


L'8 marzo scorso stata pubblicata la nomina del cardinale Godfried Danneels, arcivescovo di Malines-Bruxelles, a Inviato speciale del Papa alle celebrazioni del 1350 anniversario di nascita di san Willibrordo, in programma dall'11 al 13 maggio prossimi a Lussemburgo. Il cardinale sar accompagnato da una missione composta da monsignor Mathias Schiltz, vicario generale dell'arcidiocesi di Lussemburgo, e dal canonico Andr Heiderscheid, prevosto del capitolo cattedrale di Lussemburgo.

Venerabili Fratri Nostro GODEFRIDO S.R.E. CARDINALI DANNEELS Archiepiscopo Metropolitae Mechliniensi-Bruxellensi Divino Spiritu operam comitante suaque gratia largiter fecundante sanctus Villibrordus, una cum aliis sociis, plerumque monachis Benedictinis, ferventer efficaciterque septimo et octavo saeculo evangelizavit amplas Europae regiones. Cum quidem aetate nostra communes Europae christianae radices iterum requirendae sint, omnino laudabile videtur consilium, de quo ad Nos relatum est, videlicet inceptum anniversariam celebrandi memoriam diei natalis eiusdem sancti, qui abhinc MCCCL

annos ortus est, atque Romae a Decessore Nostro sancto Sergio I anno DCXCV episcopus est constitutus. Hic vero Evangelii assiduus praedicator, humilis mysteriorum Dei dispensator, pauperum et principum probus amicus, benignus pater, iustus et sanctus, varias inter difficultates numquam a pastorali destitit ministerio. Adiuvantibus autem Irmina et Pipino II principibus, monasterium exstruxit in loco Echternach, intra fines Ducatus Luxemburgensis, ubi etiam anno DCCXXXIX meritis onustus animam suam sanctam Domino reddidit. Cupientes Nos eidem tribuere honorem, simulque hortari populos, qui eius apostolicam industriam olim sunt experti, ad christianam fidem spem et caritatem renovandas, libenter accepimus petitionem Venerabilis Fratris Ferdinandi Franck, Archiepiscopi Luxemburgensis, qui humane a Nobis poposcit ut Patrem Purpuratum mitteremus ad memoratum sancti Villibrordi iubilaeum sollemniter celebrandum. Ad te igitur, Venerabilis Frater Noster, qui tot per annos cotidiana actuositate pro concredita tibi parte Ecclesiae insignem te confirmasti Domini Iesu ministrum Nostrumque cooperatorem, qui polles

etiam sermonibus his in locis adhibitis, fidentes recurrimus teque his Litteris Nostrum Missum Extraordinarium ad memoratam celebrationem destinamus. Quocirca diebus XI-XIII proximi mensis Maii liturgicis celebrationibus Nostro nomine Luxemburgi praesidebis Nostramque omnibus significabis salutationem. Populum hortaberis ad constantem erga sanctum Villibrordum devotionem, ut ipse a Christo Domino rectam vitam, altissimam erga divinam legem reverentiam, sinceram caritatem, serenam cum aliis hominibus consuetudinem obtineat atque christiana fides in Europaeis gentibus confirmetur. Denique Benedictionem Nostram Apostolicam imo ex corde tibi impertimus, Venerabilis Frater Noster, dilectis quoque Pastoribus et Christifidelibus illic congregatis cunctisque faustum hunc eventum participantibus peramanter dilargiendam. Ex Aedibus Vaticanis, die II mensis Aprilis, anno MMVIII, Pontificatus Nostri tertio.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
L'esperienza dell'agenzia Fides raccontata alla vigilia della giornata mondiale delle comunicazioni sociali

domenica 4 maggio 2008

La verit del Vangelo sino ai confini del mondo


di MARIO PONZI tra le pi diffuse agenzie d'informazione del mondo. Sicuramente quella che pu vantare in assoluto il maggior numero di collaboratori sparsi in ogni angolo della terra. Certamente la prima di matrice cattolica. Eventes docete omnes gentes, scritto nella sua testata, ma nel corpo redazionale non c' ombra di un solo giornalista. Per noi una motivo di soddisfazione dice il direttore dell'Agenzia Fides Luca De Mata . Nessuno di noi iscritto all'ordine dei giornalisti. Siamo tutti onesti impiegati che timbrano ogni mattina il cartellino. Ma nel lavoro mettiamo tanta di quella passione, tanto di quell'amore per la Chiesa da rendere Fides, non solo la pi diffusa agenzia d'informazione religiosa del mondo, ma anche uno strumento ormai indispensabile sia alla missione della Chiesa sia alla formazione degli stessi missionari. Collocata nei piani alti del Palazzo di Propaganda Fide, nel cuore di Roma, l'Agenzia senza dubbio uno dei media pi singolari. nata quasi in sordina 81 anni fa. Erano gli anni difficili a cavallo tra le due guerre mondiali. Per una vasta parte del mondo comunicare notizie e riceverne era molto difficile, se non pressoch impossibile. In Italia esisteva la sola Agenzia Stefani. Era stata fondata nel 1853 da Camillo Benso di Cavour e trasformata in agenzia internazionale nel 1867 per iniziativa di Havas, un esule ungherese che pu senz'altro essere considerato il padre delle agenzie di stampa (la prima in assoluto stata proprio l'agenzia Havas fondata nel 1835; diffondeva listini delle principali borse). Nel periodo fascista la Stefani fu trasformata in agenzia di stato e dunque da Roma uscivano solo informazioni ufficiali e filtrate. Il consiglio superiore generale della Pontificia Opera della Propagazione della Fede intu l'importanza di un proprio strumento di comunicazione, non solo per far conoscere l'attivit missionaria della Chiesa nel mondo attraverso i pi diffusi quotidiani internazionali, ma soprattutto per favorire l'animazione missionaria e suscitare la cooperazione all'opera missionaria mediante la promozione vocazionale e gli aiuti spirituali e materiali. Il progetto della nuova agenzia fu benedetto da Papa Pio XI nel 1927. Il primo dispaccio diramato dall'agenzia Fides datato 3 dicembre dello stesso anno, non a caso festa di san Francesco Saverio, patrono delle missioni. Le prime edizioni furono in lingua fusi in quei primi periodi, vissuti quasi pionieristicamente nel mondo cattolico, si passati alle oltre diciassettemila notizie lanciate nel 2007, con una media di quasi millecinquecento notizie al mese. Seicentocinquanta in cinese. In italiano le pi numerose: oltre tremilacinquecento. Non nata con ambizioni professionali ma per moltissime persone interessate l'unica fonte d'informazione della vita della Chiesa, e soprattutto del magistero. Il nostro primo obiettivo dice il direttore rimane diffondere, in modo capillare, il magistero del Papa, rilanciandolo in tutte le contrade del mondo. Poi chiaro che i frutti che genera questo messaggio nel cuore della Chiesa si trasformano in altrettante notizie che tornano a noi attraverso quanti operano e vivono nei territori di missione. Potenzialmente abbiamo la pi grande rete di corrispondenti diffusa in tutti i paesi: ognuno del miliardo e duecento milioni di cattolici pu essere infatti un nostro informatore. In realt possiamo comunque contare su una rete di informazione capillare che passa non solo attraverso le missioni, ma anche attraverso le nunziature e le conferenze episcopali e le singole realt locali. Proviamo a capire chi sono i destinatari di un'agenzia come Fides. Sono innanzitutto le nunziature dice De Mata poi le conferenze episcopali, i singoli vescovi, i religiosi. Ma l'elenco lunghissimo. Pensi che ogni giorno vengono inviate notizie via e-mail (il cartaceo stato abolito per l'agenzia da quando on line) ad oltre seimilacinquecento indirizzi in tutti i continenti, anche a giornalisti e operatori dei media locali, nazionali e internazionali. Recentemente abbiamo promosso una sorta di feed back prendendo in considerazione solo agenzie e media che per diversi motivi abbiamo avuto modo di contattare. risultato che le nostre notizie finiscono su tutte le principali testate internazionali; arrivano ad organismi come per esempio l'UNESCO, agli atenei pontifici e statali, a movimenti e nuove realt ecclesiali e via dicendo. Quasi mai l'agenzia citata come fonte, ma non fa nulla: se la notizia passata abbiamo raggiunto comunque il nostro obiettivo, perch si tratta certamente di una notizia destinata a far conoscere una delle realt della Chiesa o un momento del magistero pontificio. E questo per noi vale molto di pi che una citazione. Le notizie diffuse da Fides si possono suddividere in due grandi sezioni. La prima comprende informazioni e aggiornamenti sul magistero del Papa, sull'attivit dei dicasteri vaticani, con particolare riferimento all'attivit della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli e delle Pontificie opere missionarie. La seconda sezione comprende l'attualit missionaria ed il cammino della Chiesa, con particolare riferimento a quanto accade nelle relt locali. Molte volte Fides diventa la voce della Chiesa che soffre. E la Chiesa racconta De Mata soffre in tanti modi diversi, non solo quando trucidano qualche suo figlio o figlia in missione, ma anche quando vede lesi i diritti fondamentali della persona umana, della famiglia; quando la vita minacciata e offesa. A volte veniamo in possesso di notizie particolarmente dolorose che non diffondiamo. Non lo facciamo certo per censura, come qualcuno ci accusa. Non le pubblichiamo per non mettere ancora pi a rischio chi opera in certe realt. Fides non solo agenzia d'informazione quotidiana. Da qualche tempo cura infatti la pubblicazione di dossier su una vasta gamma di temi sempre strettamente legati al magistero, ai grandi eventi ecclesiali e alle esigenze del mondo missionario e la pubblicazione mensile Instrumentum nella quale viene raccolto, riorganizzato e presentato con una chiave interpretativa, quanto pubblicato nel mese a proposito del ricco magistero di Benedetto XVI, suddiviso secondo aree tematiche.

Una radio missionaria del Ghana che trasmette notizie tratte anche dall'agenzia Fides

Luca De Mata, direttore dell'agenzia Fides

inglese e francese e, per un breve periodo, in polacco. Solo pi tardi nacquero le edizioni in italiano, in spagnolo e in tedesco. Nel 1998 si aggiunta l'edizione in cinese (l'unico sito straniero dice con soddisfazione il direttore mai oscurato e mai smentito). L'ultima edizione nata quella in portoghese, datata 2002. Nel giro di un paio di mesi sar messa definitivamente a punto l'edizione in arabo. Dalle poche decine di dispacci dif-

Una grande attenzione Fides la dedica naturalmente alle nuove tecnologie. Un tempo ricorda De Mata le notizie dai territori di missione giungevano alla Congregazione dopo mesi di viaggio. Nei nostri archivi storici vi sono manoscritti su pezzi di carta improbabili che hanno viaggiato con tutti i mezzi per giungere a destinazione. Oggi le notizie viaggiano in rete e in tempo reale. Il nostro sito conta quasi novantaseimila pagine web in sette lingue diverse: dalle circa ventimila in italiano alle oltre cinquemila in cinese. Nel 2006 abbiamo avuto quasi sessantadue milioni di contatti; oltre quaranta milioni sono state le pagine visitate. Dall'agosto del 2007 al marzo di quest'anno abbiamo registrato gi ventisette milioni di contatti e dodici milioni di pagine visitate. Sono cifre impegnative che ci spingono a migliorare ancor di pi il servizio. Ultima nata in casa Fides una nuova rubrica telematica Oggi su internet. Si tratta praticamente di un monitoraggio quotidiano della rete per verificare e segnalare i siti che contengono notizie sul magistero in particolare e sulla vita della Chiesa pi in generale. L'archivio fotografico un altro fiore all'occhiello. Comprende circa diecimila immagini e costituisce un vero e proprio patrimonio missionario di valore inestimabile. Cosa c' nel futuro? Nulla di nuovo

dice De Mata, alla direzione dell'agenzia dal maggio del 2002 , perch nel raccontare il Vangelo non pu esserci nulla di nuovo. Ma nello stesso tempo ci prepariamo a vivere una vita rinnovata, sempre seguendo quella grande e costante novit che paradossalmente costituisce il Vangelo. Continueremo a raccontare il cammino della Chiesa, allargando lo sguardo verso una serie di approfondimenti di interesse primario per il mondo missionario e per l'evangelizzazione in generale, sempre attenta ad individuare, nella piena fedelt al magistero del Santo Padre, gli immensi orizzonti della missione ad gentes ed i nuovi aeropaghi del mondo moderno in cui far risuonare il Vangelo di Cristo. Certo, a Fides non ci sono giornalisti, ma il loro mestiere lo sanno fare e lo fanno con quella giusta dedizione e con quel giusto amore per la verit invocati non solo dalla Chiesa, ma anche da tutto il mondo libero. Proprio per questo abbiamo scelto di raccontare Fides nel giorno il 3 maggio , in cui l'UNESCO promuove la giornata mondiale sulla libert di stampa sul tema Libert di espressione, accesso all'informazione e capacit d'autonomia delle persone, e alla vigilia della quarantaduesima giornata mondiale delle comunicazioni sociali, promossa dalla Chiesa sul tema I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la verit per condividerla.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 105 (44.845)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
luned-marted 5-6 maggio 2008

Citt del Vaticano

Benedetto XVI incontra l'Azione Cattolica Italiana nel centoquarantesimo anniversario della fondazione

Un cristianesimo vissuto per servire l'Italia


Nel segno di una fede amica dell'intelligenza
centoquarant'anni dell'Azione Cattolica Italiana, l'assemblea generale e l'incontro con il Papa sono l'occasione per riflettere su questo lungo cammino, che viene da lontano, ha saputo intrecciarsi profondamente con la storia del Paese e ha contribuito alla formazione di parte della sua classe dirigente. La pi antica associazione del laicato cattolico italiano infatti sempre stata e intende continuare a essere al servizio della Chiesa e dell'Italia. Come hanno sottolineato nel giorno culminante di questo anniversario l'arcivescovo di Genova e presidente della conferenza episcopale, cardinale Angelo Bagnasco, e lo stesso Benedetto XVI. In forme diverse a seconda dei diversi momenti storici, questo motivo conduttore del servizio alla Chiesa e al Paese ha caratterizzato la storia dell'Azione Cattolica, dai suoi primissimi anni alla stagione di Pio XI e di Pio XII, sino al periodo successivo al Vaticano II e al lungo pontificato di Giovanni Paolo II. Dove l'enumerazione dei nomi dei Papi non indica soltanto un'ovvia scansione storica, quanto piuttosto il forte legame tra l'associazione e il vescovo di Roma, che dell'Italia primate. Cos, in continuit con la tradizione cristiana e cattolica del Paese, in continuit con la sua storia e la testimonianza di tante sue donne e tanti suoi uomini, l'Azione Cattolica Italiana impegnata oggi ad annunciare Ges sino ai confini del mondo, che sono poi quelli delle citt e dei paesi d'Italia, di ogni ambiente di vita. Beninteso, nella sinfonia di una Chiesa di popolo che tutti i giorni tiene aperte le sue porte a chi voglia avvicinarsi. Per questa missione permanente e inesauribile l'antica associazione deve ha detto Benedetto XVI mantenersi fedele alle proprie radici di fede. E dunque curare la formazione: propria, innanzi tutto. In un momento storico in cui appare davvero indispensabile l'impegno educativo, per confrontarsi con laici e non credenti sui temi decisivi la concezione della persona, l'esistenza di valori universali e invalicabili, la difesa e la promozione della vita, la libert educativa, l'importanza della famiglia, lucidamente identificati dal cardinale Bagnasco infatti urgente, come ha chiesto il Papa, allargare gli spazi della razionalit nel segno di una fede amica dell'intelligenza, sia nell'ambito di una cultura popolare e diffusa, sia in quello di una ricerca pi elaborata e riflessa. Con una scelta impegnativa e responsabile di cui la Chiesa e tutto il Paese, hanno bisogno. g. m. v. L'eroismo della santit come risposta alle sfide di una societ in emergenza educativa e segnata da una mentalit relativistica, edonistica e consumistica la consegna che Benedetto XVI ha voluto rinnovare all'Azione Cattolica Italiana nel centoquarantesimo anniversario della fondazione. Il Papa ha incontrato i rappresentanti dell'Associazione in Piazza San Pietro, domenica 4 maggio, al termine della messa celebrata dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana.

Devastante ciclone sul sud del Myanmar

Cari ragazzi, giovani e adulti di Azione Cattolica! per me una grande gioia accogliervi quest'oggi qui, in Piazza San Pietro, dove in passato non poche volte la vostra benemerita Associazione ha incontrato il Successore di Pietro. Grazie per questa vostra visita. Saluto con affetto tutti voi, venuti da ogni parte d'Italia, come pure i membri del Forum Internazionale che provengono da quaranta Paesi del mondo. In particolare saluto il Presidente nazionale, Professor Luigi Alici, che ringrazio per le sentite espressioni che mi ha rivolto, l'Assistente generale, Monsignor Domenico Sigalini, e i responsabili nazionali e diocesani. Vi ringrazio anche per il particolare dono che mi avete voluto offrire attraverso i vostri rappresentanti e che testimonia la vostra solidariet verso i pi bisognosi. Viva riconoscenza esprimo al Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che ha celebrato per voi la Santa Messa. Siete venuti a Roma in spirituale compagnia dei vostri numerosi santi, beati, venerabili e servi di Dio: uomini e donne, giovani e bambini, educatori e sacerdoti assistenti, ricchi di virt cristiane, cresciuti nelle file dell'Azione Cattolica, che in questi giorni compie 140 anni di vita. La magnifica corona dei volti che abbracciano simbolicamente Piazza San Pietro una testimonianza tangibile di una santit ricca di luce e di amore. Questi testimoni, che hanno seguito Ges con tutte le loro forze, che si sono prodigati per la Chiesa e per il Regno di Dio, rappresentano la vostra pi autentica carta d'identit. Non forse possibile, ancora oggi, per voi ragazzi, per voi giovani e adulti, fare della vostra vita una testimonianza di comunione con il Signore, che si trasformi in un autentico capolavoro di santit? Non proprio questo lo scopo della vostra Associazione? Ci sar certamente possibile se l'Azione Cattolica continuer a mantenersi fedele alle proprie profonde radici di fede, nutrite da un'adesione piena alla Parola di Dio, da un amore incondizionato alla Chiesa, da una partecipazione vigile alla vita civile e da un costante impegno formativo. Cari amici, rispondete generosamente a questa chiamata alla santit, secondo le forme pi consone alla vostra condizione laicale! Continuate a lasciarvi ispirare dalle tre grandi consegne che il mio venerato predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II vi ha affidato a Loreto nel 2004: contemplazione, comunione e missione. L'Azione Cattolica nacque come una particolare associazione di fedeli laici contrassegnata da uno speciale e diretto legame con il Papa, diventando ben presto una forma preziosa di collaborazione dei laici all'apostolato gerarchico, racco-

mandata vivamente dal Concilio Vaticano II, che ne individu le irrinunciabili note caratteristiche (cfr Decreto Apostolicam actuositatem, 20). Questa sua vocazione resta valida ancor oggi. Vi incoraggio pertanto a proseguire con generosit nel vostro servizio alla Chiesa. Assumendone il fine apostolico generale, in spirito di intima unione con il Successore di Pietro e di operosa corresponsabilit con i Pastori, voi incarnate una ministerialit in

del nostro tempo e la promozione del bene integrale della persona e dell'intera famiglia umana. Nel mio intervento al IV Convegno ecclesiale nazionale, tenutosi a Verona nell'ottobre 2006, ho riconosciuto che la Chiesa in Italia una realt molto viva, che conserva una presenza capillare in mezzo alla gente di ogni et e condizione. Le tradizioni cristiane sono spesso ancora radicate e continuano a produrre frutti, mentre in atto un grande sforzo di evangelizzazione e catechesi, rivolto in particolare alle nuove generazioni, ma ormai sempre pi anche alle famiglie (Insegnamenti di Benedetto XVI, vol. II/2, 2006, pp. 468-469). Come non vedere in questa presenza capillare anche un segno discreto e tangibile

equilibrio fecondo tra Chiesa universale e Chiesa locale, che vi chiama ad offrire un contributo incessante e insostituibile alla comunione. Questo ampio respiro ecclesiale, che identifica il vostro carisma associativo, non il segno di un'identit incerta o sorpassata; attribuisce piuttosto una grande responsabilit alla vostra vocazione laicale: illuminati e sorretti dall'azione dello Spirito Santo e costantemente radicati nel cammino della Chiesa, siete provocati a ricercare con coraggio sintesi sempre nuove fra l'annuncio della salvezza di Cristo all'uomo

dell'Azione Cattolica? L'amata Nazione italiana, infatti, ha sempre potuto contare su uomini e donne formati nella vostra Associazione, disposti a servire disinteressatamente la causa del bene comune, per l'edificazione di un giusto ordine della societ e dello Stato. Sappiate dunque vivere sempre all'altezza del vostro Battesimo, che vi ha immerso nella morte e risurrezione di Ges, per la salvezza di ogni uomo che incontrate e di un mondo assetato di pace e verit. Siate cittadini degni del Vangelo e ministri della sapienza cristiana per un

mondo pi umano: questo recita il tema della vostra Assemblea e questo l'impegno che oggi assumete davanti alla Chiesa italiana, qui rappresentata da voi, dai vostri presbiteri assistenti, dai Vescovi e dal loro Presidente. In una Chiesa missionaria, posta dinanzi ad una emergenza educativa come quella che si riscontra oggi in Italia, voi che la amate e la servite sappiate essere annunciatori instancabili ed educatori preparati e generosi; in una Chiesa chiamata a prove anche molto esigenti di fedelt e tentata di adattamento, siate testimoni coraggiosi e profeti di radicalit evangelica; in una Chiesa che quotidianamente si confronta con la mentalit relativistica, edonistica e consumistica, sappiate allargare gli spazi della razionalit nel segno di una fede amica dell'intelligenza, sia nell'ambito di una cultura popolare e diffusa, sia in quello di una ricerca pi elaborata e riflessa; in una Chiesa che chiama all'eroismo della santit, rispondete senza timore, sempre confidando nella misericordia di Dio. Cari amici dell'Azione Cattolica Italiana, nel cammino che avete davanti non siete soli: vi accompagnano i vostri santi. Altre figure ancora hanno avuto ruoli significativi nella vostra Associazione: penso ad esempio, tra gli altri, ad un Giuseppe Toniolo e ad una Armida Barelli. Stimolati da questi esempi di cristianesimo vissuto, voi avete intrapreso un anno straordinario, un anno che potremmo qualificare della santit, nel quale vi impegnate a tradurre nella vita concreta gli insegnamenti del Vangelo. Vi incoraggio in questo proposito. Intensificate la preghiera, rimodulate la vostra condotta sugli eterni valori del Vangelo, lasciandovi guidare dalla Vergine Maria, Madre della Chiesa. Il Papa vi accompagna con un costante ricordo al Signore, mentre di cuore imparte la Benedizione Apostolica a voi qui presenti e all'intera Associazione.
PAGINA 8

NAYPYIDAW, 5. Ha provocato circa quattromila morti e decine di migliaia di feriti il passaggio nella parte meridionale del Myanmar (ex Birmania) del devastante ciclone tropicale Nargis. La tempesta proveniente dal Golfo del Bengala con venti violentissimi che hanno soffiato fino a duecento chilometri orari ha spazzato ieri completamente via il settantacinque per cento dellabitato di Laputta e di Kyaik Lat, due cittadine del delta dellIrrawaddy, mentre le poche costruzioni rimaste in piedi sono state scoperchiate. Centinaia di migliaia i senzatetto. Dichiarate aree disastrate le regioni del centro e del sud del Paese di Ayeyawaddy, Bago, Mon e Kares, dove lerogazione di elettricit e le comunicazioni sono interrotte e interi raccolti di riso sono andati completamente perduti. A Yangon, la maggiore citt ed ex capitale del Myanmar, l'aeroporto internazionale stato chiuso, mentre le strade sono ancora invase da detriti e macerie a causa degli innumerevoli alberi caduti e delle case crollate. I prezzi dei generi alimentari sono gi raddoppiati. Non ho mai visto nulla di simile, ha detto alla agenzia di stampa Reuters un ex responsabile governativo, che ha paragonato il ciclone Nargis alluragano Katrina abbattutosi negli anni scorsi negli Stati Uniti meridionali. La Caritas italiana gi operativa nel Paese attraverso diverse iniziative umanitarie si prontamente attivata per portare aiuti alle popolazioni colpite dalla tempesta. La giunta militare al potere nel Myanmar ha nominato il primo ministro, Thein Sein, come responsabile dei soccorsi nelle regioni disastrate. E mentre squadre di emergenza hanno iniziato a distribuire alle stremate popolazioni i primi aiuti (acqua potabile, cibo e coperte), il Governo centrale di Naypyidaw ha dichiarato che il referendum costituzionale previsto per il prossimo 10 maggio non verr annullato.

Il rosario a Santa Maria Maggiore


Oggi insieme confermiamo che il santo rosario non una pia pratica relegata al passato, come preghiera di altri tempi a cui pensare con nostalgia. Lo ha detto il Papa al termine della recita del rosario davanti alla Salus Populi Romani nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, sabato pomeriggio 3 maggio.
PAGINA 7

L'incontro del Papa con l'arcivescovo di Canterbury


Benedetto XVI ha ricevuto in udienza nella mattina di luned 5 maggio sua grazia Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury. Il primate anglicano a Roma per il settimo seminario islamo-cristiano Building bridges, che si svolge dal 6 all'8 maggio. Il Pontefice e l'arcivescovo di Canterbury si erano gi incontrati il 24 aprile 2005, in occasione della messa per l'inizio del pontificato, poi il 23 novembre 2006 in Vaticano in quella occasione avevano firmato una dichiarazione comune e infine il 22 ottobre 2007 a Napoli, durante l'incontro interreligioso di preghiera per la pace organizzato dalla comunit di SantEgidio.

NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Pter Erd, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria) con gli Ausiliari, le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori Gyrgy Udvardy, Vescovo titolare di Marazane, Ferenc Cserhti, Vescovo titolare di Centuria, e Jnos Szkely, Vescovo titolare di Febiana, in visita ad limina Apostolorum; le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Lajos Ppai, Vescovo di Gyr (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum; Antal Spnyi, Vescovo di Szkesfehrvr (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum.

Udienza alla Guardia Svizzera


Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il Corpo della Guardia Svizzera Pontificia nella mattina di luned 5 maggio, alla vigilia della cerimonia di giuramento di trentatr nuovi alabardieri.
PAGINA 7

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Grazia Rowan Williams, Arcivescovo di Canterbury.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
Il presidente Morales definisce il referendum illegale e incostituzionale

luned-marted 5-6 maggio 2008

Visita in Bosnia ed Erzegovina Il dipartimento boliviano di Santa Cruz sceglie l'autonomia dell'arcivescovo Dominique Mamberti
LA PAZ, 5. Gli abitanti di Santa Cruz, il dipartimento pi ricco e vasto della Bolivia, hanno detto s, a stragrande maggioranza, a uno statuto per l'autonomia, largamente incompatibile con le riforme costituzionali che vorrebbe il presidente Evo Morales. Ignorando gli appelli, da parte del Governo, a disertare le urne, i cittadini sono andati a votare: il s ha vinto con oltre l'ottanta per cento, secondo quanto ha riferito il prefetto Riben Costa sulla base di un primo parziale conteggio ufficiale. Il presidente Morales ha parlato di un palese fallimento del referendum, da lui definito illegale e incostituzionale. Questa consultazione ha dichiarato illegale e incostituzionale. Non avr il successo sperato da certe famiglie, facendo riferimento agli imprenditori e ai grandi proprietari terrieri di Santa Cruz. Il capo dello Stato ha poi rivolto un appello ai governatori ribelli chiedendo il dialogo subito su un'autentica autonomia. L'istituto Opinion y Mercado stato l'unico a valutare l'astensione attorno al quaranta per cento. Basandosi anche su questo dato, il presidente boliviano ha attribuito il fallimento di questa consultazione allo scontro tra le famiglie che vivono nel dipartimento: quindi ha invitato le parti interessate a lavorare immediatamente per un'autonomia reale per la gente e non per piccoli gruppi. Soprattutto ha detto poi Morales non si deNel pomeriggio di sabato 26 aprile, l'arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, ha iniziato una visita ufficiale di quattro giorni in Bosnia ed Erzegovina, accompagnato da monsignor Miguel Maury Buenda, consigliere di nunziatura in servizio presso la Segreteria di Stato. A ricevere l'arcivescovo Mamberti all'aeroporto internazionale di Sarajevo erano, tra gli altri, il nunzio apostolico, arcivescovo Alessandro D'Errico, il ministro assistente per gli Affari Internazionali legali e consolari, Zoran Perkovi, il capo del Protocollo diplomatico, Dragana Tadi, il capo del Dipartimento del cerimoniale, Sihana eki-auevi, il segretario della Rappresentanza pontificia, monsignor Waldemar Sommertag, il segretario generale della Conferenza episcopale, monsignor Ivo Tomasevi, nonch numerosi rappresentanti di congregazioni religiose e di istituzioni cattoliche; numerosi anche i rappresentanti dei mezzi di comunicazione locali, i quali hanno dato ampio rilievo alle attivit dell'arcivescovo Mamberti e alle otto conferenze stampa da lui tenute durante la visita. La Bosnia ed Erzegovina si dichiarata indipendente il 1 marzo 1992, durante il periodo di disintegrazione della Jugoslavia, ed stata riconosciuta come Stato indipendente dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, con la risoluzione 755 (1992) del 20 maggio 1992. Si estende su un territorio di 51.180 chilometri quadrati. Il censimento del 1991 registrava una popolazione di 4.354.911, diminuita successivamente a causa della guerra che ha sconvolto il Paese dal 1992 al 1995 e che ha provocato 150.000 vittime e due milioni tra profughi e sfollati. Gravi sono stati anche i danni alle strutture, con la distruzione completa o parziale del 60 per cento delle case, il 30 per cento degli ospedali, il 50 per cento delle scuole e 1.200 centri religiosi (moschee e chiese). La vita stata quasi paralizzata e la ricostruzione progredita lentamente dopo la pace raggiunta con gli Accordi di Dayton, sottoscritti il 14 dicembre 1995, i quali, per, hanno diviso il Paese in due entit: la Repubblica Srpska, riconquistata dai Serbi durante la guerra, e la Federazione Bosniaca, a maggioranza musulmana. in corso una travagliata riforma costituzionale. Per ora, oltre ai Parlamenti e ai Governi delle due entit, vi un Parlamento e una Presidenza collegiale comune, composta da tre presidenti che rappresentano i tre popoli costitutivi della Bosnia ed Erzegovina: croato, serbo e musulmano-bosniaco. La carica di presidente a rotazione ogni 8 mesi. Subito dopo il suo arrivo, l'arcivescovo Mamberti stato ricevuto dal ministro degli Affari Esteri, Sven Alkalaj. Nella successiva conferenza stampa, l'arcivescovo Mamberti ha fatto notare l'ampia convergenza di vedute tra la Santa Sede e la Bosnia ed Erzegovina sui grandi temi che interessano l'uomo, il bene dei popoli e i rapporti internazionali. La Santa Sede ha detto rivolgendosi ai presenti sostiene le vostre aspirazioni di accedere all'Unione europea e alle altre istituzioni euro-atlantiche, nella consapevolezza che saprete offrire a esse un particolare contributo. Durante la mia visita spero di vedere anche altre autorit dello Stato, delle due entit del Paese e della Comunit internazionale. Gli incontri previsti saranno molto utili per verificare i progressi compiuti nelle relazioni bilaterali e per affrontare te-

Contadini boliviani manifestano in favore di Evo Morales

ve dimenticare che fra astensioni, voti negativi e nulli, si raggiunge praticamente il cinquanta per cento. Il mese prossimo altre tre province terranno analoghe consultazioni popolari e altre due stanno valutando questa possibilit. Se passassero tutte, il Paese, organizzato amministrativamente in nove dipartimenti, si spaccherebbe tra le ricche pianure orientali e le regioni andine pi povere. Secondo gli analisti, in atto una naturale reazione alle recenti iniziative di Morales, il quale intenzionato a

riscrivere la Costituzione per una redistribuzione della ricchezza del Paese scrive l'agenzia Agi a favore della maggioranza indio, cui egli stesso appartiene. La giornata del voto trascorsa in un clima di tensione, soprattutto in alcune localit del dipartimento, dove si sono registrati scontri fra gruppi favorevoli e contrari allo statuto di autonomia. Vi stata la morte di un anziano, il ferimento di altre trenta persone, nonch la distruzione di numerose urne e di schede elettorali.

Combattimenti tra esercito e guerriglia in Colombia


BOGOT, 5. Non si fermano, nella regione di Catatumbo, in Colombia, i combattimenti tra le forze regolari e la guerriglia. Sul posto si recato il comandante dell'esercito, generale Mario Montoya, per coordinare personalmente le operazioni e predisporre i movimenti della trentesima brigata che opera nella regione. Si appreso intanto che sei militari colombiani sono rimasti uccisi quando, impegnati nella ricerca di Ivan Marquez, membro del segretariato dello Stato maggiore delle Farc, sono finiti su un campo minato a Tib.

Cento tonnellate di riso non commestibile immesse sul mercato

Emergenza cibo in Guinea Bissau

Vittoria di Obama nelle primarie a Guam


WASHINGTON, 5. Barack Obama si aggiudicato i caucus (assemblee del partito democratico) nell'isola di Guam battendo Hillary Clinton. Il senatore dellIllinois in corsa per la nomination presidenziale ha ottenuto 2,264 voti contro i 2.257 voti della rivale: appena sette preferenze di differenza. Laffluenza alle urne stata record: hanno partecipato quattro volte pi elettori rispetto alle consultazioni precedenti. Tuttavia pur essendo cittadini statunitensi, gli abitanti di Guam non voteranno alle presidenziali. Ieri hanno avuto lopportunit di mandare quattro delegati alla convention (in realt otto delegati con mezzo voto ciascuno) oltre a due superdelegati. Secondo gli analisti la vittoria di Obama a Guam non modifica affatto gli equilibri in vista della nomination democratica alla Casa Bianca. Al momento, il senatore dell'Illinois pu contare su 1. 736 delegati (di cui 232 superdelegati), mentre Clinton su 1.599 (265 superdelegati). Sono 2.025 i delegati necessari per ottenere la nomination nella convention di Denver (25-28 agosto). Sul versante repubblicano, la partita gi chiusa, dopo il ritiro di Mitt Romney e di Mike Huckabee, con John McCain che controlla 1.331 delegati (1.191 quelli necessari per la nomination). Le prossime tappe della corsa alla Casa Bianca saranno domani (Indiana e North Carolina), il 13 maggio (i democratici in West Virginia) e il 17 maggio (i repubblicani a Hawaii). BISSAU, 5. Oltre cento tonnellate di riso non commestibile sono state immesse sul mercato in Guinea Bissau, uno dei Paesi pi duramente colpiti dalle conseguenze dellaumento su scala mondiale dei prezzi dei generi alimentari. Lo ha reso noto ieri una locale Associazione di consumatori. una grande quantit di riso, pi di cento tonnellate, che stato stoccato per troppo tempo e oggi non pi adatto al consumo ha detto Bambo Sanha, presidente dellAssociazione dei consumatori della Guinea Bissau e che commercianti corrotti vendono alla popolazione. Questo riso, ha aggiunto Sanha, viene messo in vendita a un prezzo inferiore a quello di mercato. Ufficialmente, la Guinea Bissau produce circa sessantamila tonnellate di riso allanno, una quantit molto inferiore al consumo annuale del Paese.

Microsoft ritira l'offerta d'acquisto di Yahoo!


NEW YORK, 5. Yahoo chiede troppo, cinquanta miliardi di dollari, e Microsoft ritira l'offerta per l'acquisizione del motore di ricerca. Finisce cos la trattativa tra il colosso dei pc e quello del web, tre mesi dopo una prima offerta del gruppo di Redmond, pronto ad acquistare quello di Sunnyvale per diventare un protagonista di internet. In questo contesto, rilevano gli analisti, Google a tirare un sospiro di sollievo. La vicenda prende le mosse ai primi di febbraio. Microsoft mette sul tavolo quasi quarantacinque miliardi di dollari, ma Yahoo ritiene che l'offerta sia troppo bassa e cerca alleati per evitare di finire inglobata. Google si offre di aiutarla. Non pu lanciare offerte, per problemi di antitrust, ma offre a Yahoo un'alleanza per spartirsi gli introiti pubblicitari, a patto che rinunci alle avances di Microsoft. A met marzo s'inserisce Rupert Murdoch che negozia una fusione tra Yahoo, il numero uno mondiale dei portali internet, e il numero due dei motori di ricerca e la cui capitalizzazione di borsa intorno ai quaranta miliardi di dollari, con il suo social network MySpace. L'operazione prevede anche un'offerta di circa nove miliardi di dollari. In cambio riferisce l'Agi Murdoch rileverebbe il venti per cento di di Yahoo-MySpace, una quota che, sommata a quella dei due fondatori di Yahoo, Jerry Yang e David Filo, consentirebbe al gruppo di resistere all'offensiva di Microsoft. Yahoo eviterebbe cos di diventare una succursale di Microsoft, anche se perderebbe la sua piena autonomia e probabilmente osservano gli analisti continuerebbe a non avere la statura necessaria per vincere la sfida che si sta aprendo per il controllo di internet.

mi di politica nazionale e regionale. In serata, il ministro degli Affari Esteri ha offerto una cena in onore dell'illustre ospite. Domenica 27 aprile, l'arcivescovo Mamberti si trasferito in Erzegovina. Nella Cattedrale di Mostar ha presieduto la Messa domenicale sottolineando come il Servo di Dio Giovanni Paolo II fu chiamato alla casa del Padre senza aver potuto realizzare il suo vivo desiderio di visitare Mostar di persona. Dopo un fallito tentativo, riusc a recarsi a Sarajevo e, in una successiva occasione, a Banja Luka. Tuttavia l'Erzegovina fu per lui, come lo oggi per Papa Benedetto, oggetto di particolare attenzione, anche a motivo dell'annosa e complessa situazione ecclesiale e politica. Commentando i testi biblici della liturgia domenicale, ha rilevato che dopo il Concilio Vaticano II si molto discusso circa il rapporto tra carisma e istituzione nella Chiesa. Una cosa, per, certa e l'abbiamo appena sentita nel Vangelo: Ges pone ai Suoi discepoli una condizione previa al dono dello Spirito: amarlo e osservare i Suoi comandamenti. Sin dal 1890 l'ordinario di MostarDuvno attualmente il vescovo Ratko Peri allo stesso tempo amministratore apostolico della vicina diocesi di Trebinje-Mrkan. A Mostar-Duvno vi sono 31 parrocchie amministrate dal clero secolare (circa 70.000 fedeli), mentre altre 31 sono amministrate dai frati minori dell'0rdine francescano (circa 120.000 fedeli). Le 15 parrocchie della diocesi di Trebinje-Mrkan (circa 21.000 fedeli) sono amministrate dal clero secolare. Dopo l'agape fraterna in episcopio, l'arcivescovo Mamberti ha dedicato il pomeriggio della domenica a un incontro di riflessione con i responsabili politici croati della Bosnia ed Erzegovina, proponendo loro un intervento sul tema dell'unit, in cui ha segnalato ... i grandi temi sui quali la Chiesa attende da voi un particolare contributo in quanto cattolici impegnati nella politica, cio, favorire il bene dei cattolici che sono, nello stesso tempo, fedeli della Chiesa e cittadini dello Stato ... e ... promuovere il bene comune dell'intera popolazione del paese, composta maggioritariamente di fedeli di altre tradizioni religiose. Si trattenuto inoltre in fraterno colloquio con il provinciale e i definitori della provincia erzegovinese dei frati minori; dopo una cena alla quale si sono aggiunti i guardiani di tutte le comunit francescane dell'Erzegovina e una visita al centro storico di Mostar, il Segretario per i Rapporti con gli Stati rientrato nella capitale. L'intera mattinata di luned 28 aprile stata dedicata a una serie di riunioni con il consiglio interreligioso di Bosnia ed Erzegovina, particolarmente con il Reis Ulema Mustafa Ceri e il Responsabile della comunit ebraica Jacob Finci; con il ministro per i Diritti Umani e per i Rifugiati, Safet Halilovi; con la Conferenza episcopale; con il primo ministro della Repubblica Srpska, Milorad Dodik. Nel pomeriggio, l'arcivescovo Mamberti, insieme all'ordinario, cardinale Vinko Pulji, ha presieduto nella cattedrale di Sarajevo la Messa di ringraziamento per l'inizio del terzo anno di pontificato di Benedetto XVI; concele-

bravano monsignor Franjo Komarica, vescovo di Banja Luka, monsignor Ratko Peri, vescovo di Mostar-Duvno, monsignor Pero Sudar, ausiliare di Sarajevo, e una cinquantina di sacerdoti secolari e religiosi dell'arcidiocesi. Assistevano il metropolita della Chiesa serba ortodossa Nikolaj, numerose Autorit governative e locali civili, i membri del corpo diplomatico con il decano, l'ambasciatore della Repubblica di Croazia, mentre il coro del seminario arcidiocesano guidava il canto liturgico. Nell'arcidiocesi vi sono 147 parrocchie, 95 (85.021 fedeli) amministrate dal clero secolare e 52 (127.348 fedeli) amministrate dai francescani; 4 arcidiaconati e 13 decanati; 230 sacerdoti diocesani (85 residenti fuori dell'arcidiocesi);178 frati minori; altri 7 religiosi e 258 religiose. Nell'omelia, l'arcivescovo Mamberti, commentando le parole di Ges agli Apostoli: Voi mi renderete testimonianza perch siete stati con me sin dall'inizio (Gv 15, 27), ha indicato come uno dei compiti principali dei sacerdoti e dei consacrati sia quello di rendere testimonianza di Ges con la vita, con le parole, con il perdono, dato agli altri e dagli altri ricevuto... Amare tutti la migliore testimonianza di Ges, la prova che siamo suoi, la condizione perch l'opera di evangelizzazione della Chiesa renda i frutti che Ges attende da essa. La giornata si chiusa con il tradizionale ricevimento offerto dalla nunziatura apostolica in occasione della festa del Papa. A esso hanno partecipato numerose personalit del mondo della politica, della cultura e della Chiesa locale. Nella mattinata di marted 29 aprile, l'arcivescovo Mamberti, dopo un incontro con Nedad Brankovi, primo ministro della Federazione di Bosnia ed Erzegovina, si recato nella sede della Presidenza del Paese per un incontro di lavoro e per la consegna di onorificenze pontificie agli attuali membri della Presidenza collegiale, Haris Silajdii, Neboja Radmanovi e eljko Komi, nonch ai loro immediati predecessori, Suleiman Tihi, Borislav Paravac e Ivo Jovi, quale segno di gratitudine per il lavoro svolto nell'approvazione e successiva ratifica dell'accordo di base fra la Santa Sede e la Bosnia ed Erzegovina. Tale trattato internazionale regola le relazioni fra Stato e Chiesa cattolica nel Paese e pu servire da modello per quelli di altre confessioni religiose del Paese. da rilevare che, nel corso della visita, si concordata la creazione di una commissione mista per l'esecuzione dell'Accordo, che sar composta da rappresentanti dei ministeri interessati, della nunziatura apostolica e della Chiesa locale. Successivamente l'arcivescovo Mamberti ha avuto importanti colloqui al ministero delle Finanze, con il titolare Dragan Vrani, e nella sede dell'alto rappresentante della Comunit internazionale. Dopo la colazione offertagli dal membro croato della Presidenza, eljko Komi, alla quale ha partecipato anche il cardinale Vinko Pulji, il Segretario per i Rapporti con gli Stati rientrato in Vaticano, facendo sosta a Vienna dove, come nel viaggio di andata, stato accolto all'aeroporto dall'arcivescovo Edmond Farhat, nunzio apostolico in Austria, e dal suo collaboratore, monsignor Rdiger Feulner.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

luned-marted 5-6 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Missione di Condoleezza Rice in Israele e nei Territori palestinesi

pagina 3

Programmati nuovi colloqui tra il Governo cinese e rappresentanti tibetani


Gli Stati Uniti accolgono con favore la ripresa del dialogo
PECHINO, 5. Nella massima segretezza, si sono tenuti ieri nella citt meridionale industriale di Shenzhen, a ridosso del confine con Hong Kong, gli auspicati colloqui sulla crisi nel Tibet tra gli esponenti del Dipartimento del fronte unito lufficio del Partito comunista cinese responsabile dei rapporti con i gruppi non comunisti e gli emissari del Dalai Lama. Si tratta del primo incontro tra esponenti tibetani e autorit di Pechino dopo lesplosione della rivolta anticinese in Tibet, il 10 marzo scorso. Da allora, le proteste e le manifestazioni contro Pechino e a favore del Dalai Lama, che vive in esilio dal 1959, non si sono interrotte. In unintervista rilasciata a mezzi dinformazione giapponesi in vista della sua visita ufficiale dal 6 all'11 maggio prossimi a Tokyo, il presidente della Cina, Hu Jintao, si dichiarato fiducioso sull'esito dei colloqui, a patto, per, che il Dalai Lama rinunci a chiedere lindipendenza del Tibet e al tentativo di sabotare i Giochi olimpici di agosto. Spero che questa volta i contatti portino a risultati positivi, ha infatti detto Hu. La nostra politica verso il Dalai Lama ha proseguito il leader cinese chiara e coerente e la porta per il dialogo rimane sempre aperta. Hu ha aggiunto di sperare che il Dalai Lama intraprenda azioni concrete per bloccare i crimini violenti e le attivit che comprendono il sabotaggio delle Olimpiadi di Pechino e la divisione della madrepatria, per creare condizioni per ulteriori consultazioni. Ieri sera, le agenzie di stampa hanno riferito della conclusione dei colloqui aggiungendo che il Governo centrale cinese e i rappresentanti privati del Dalai Lama si sono messi daccordo per avere nuovi contatti e consultazioni in una data appropriata, che non stata ancora precisata. Da parte tibetana, hanno preso parte ai colloqui Lodi Gyari e Kelsang Gyaltsen, rappresentanti del leader tibetano rispettivamente negli Stati Uniti e in Europa. I dirigenti tibetani hanno tuttavia dichiarato di non nutrire particolari aspettative. La nostra prima preoccupazione che cessi la repressione in Tibet e che siano revocate tutte le restrizioni imposte ai tibetani dal regime cinese. Gli Stati Uniti hanno accolto con favore la ripresa del dialogo tra le autorit cinesi e i rappresentanti del Dalai Lama, auspicando che possa produrre risultati positivi. Tony Fratto, un portavoce del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha indicato oggi da Washington che da tanto tempo che incoraggiamo la ripresa del dialogo tra le autorit cinesi e il Dalai Lama. Speriamo che dopo i colloqui le due parti si possano capire meglio.

La diplomazia statunitense vuole rilanciare le intese di Annapolis


TEL AVIV, 5. Il segretario di Stato americano Condoleezza Rice ha incontrato oggi il premier israeliano Ehud Olmert, nell'ultimo dei tre giorni della sua visita in Israele e in Cisgiordania in vista del prossimo arrivo nella regione del presidente George W. Bush. Olmert a sua volta ha in programma, sempre per oggi, un colloquio con il presidente palestinese Abu Mazen e con i capi negoziatori delle due parti, il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni e lex premier dell'Autorit palestinese (Ap) Ahmed Qureia. Nei colloqui con Abu Mazen a Ramallah, ieri, Rice ha fatto pressioni su Israele affinch revochi le restrizioni agli spostamenti dei palestinesi e rimuova quegli insediamenti particolarmente problematici in Cisgiordania. La responsabile della diplomazia statunitense ha detto di essere convinta che unintesa di pace israelo-palestinese sia possibile entro la fine dellanno. Continuiamo a credere che sia un obiettivo a portata di mano un accordo tra palestinesi e israeliani entro la fine dellanno ed entro la scadenza del mandato del presidente Bush, ha detto Rice che si sta adoperando per la riuscita della visita nella regione del capo della Casa Bianca dal 13 al 18 di questo mese. Da parte palestinese, tuttavia, non manca lo scetticismo. Nei negoziati di pace il divario con Israele sempre molto ampio ha detto il portavoce presidenziale palestinese, Nabil Abu Rudeina, riferendo alla stampa sulle conversazioni di Abu Mazen con Rice. Secondo Abu Rudeina necessario premere su Israele affinch rispetti i suoi impegni nel processo di pace e soprattutto per quanto concerne la Road Map, litinerario di pace tracciato dal Quartetto. Israele si era impegnato a cessare la costruzione di insediamenti in Cisgiordania e a revocare posti di blocco e altre restrizioni alla libert di movimento di merci e persone. Fonti palestinesi hanno detto di dubitare che sia possibile giungere a un accordo di pace con Tel Aviv sulla questione degli insediamenti e della sicurezza. Abu Mazen ha detto che in atto una corsa contro il tempo. Il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, dopo un incontro con la Rice, ha riconosciuto che diverse attivit israeliane dovute soprattutto ad asserite esigenze di sicurezza in Cisgiordania sono causa di frustrazione in seno alla popolazione palestinese. Nel frattempo, il presidente egiziano Hosni Mubarak ha annunciato che il capo dei servizi segreti egiziani, Omar Soleiman, si recher in Israele dopo le celebrazioni per lanniversario dellindipendenza dello Stato di Israele per discutere su una tregua a Gaza tra palestinesi e israeliani mediata dallEgitto. La visita di Soleiman stata pi volte annunciata e rinviata. Le fazioni palestinesi convocate al Cairo la scorsa settimana si sono accordate per una tregua con Israele a partire dalla Striscia di Gaza, da estendersi quindi anche alla Cisgiordania, cos come gi accettato dal movimento islamico di Hamas che da giugno di un anno fa domina il territorio palestinese al confine con lEgitto. Gli israeliani dovrebbero concedere un graduale allentamento dellassedio economico della Striscia e una riapertura dei valichi. Le autorit egiziane hanno fatto pervenire a Israele la bozza di accordo per il raggiungimento della tregua. Il ministro degli Esteri egiziano Ahmed Aboul Gheit ha detto che non ci saranno vertici sul Medio Oriente a Sharm el Sheikh.

Al Qaeda rivendica l'attacco all'ambasciata italiana

Lo ha dichiarato l'ayatollah Ali Khamenei in un discorso pubblico

Scontri nello Yemen L'Iran non rinuncer tra esercito e ribelli al programma nucleare
SAN'A, 5. Nel corso di scontri con l'esercito yemenita, diciannove ribelli, della minoranza sciita zaidita, sono stati uccisi nella provincia nordoccidentale di Saada. Ne ha dato notizia una fonte locale, aggiungendo che sei militari sono rimasti feriti. I combattimenti sono scoppiati nella mattina di ieri e sono continuati fino alla sera, vicino alla localit di Dafaa, nel distretto di Haydan, dopo che l'esercito ha avviato la riconquista di un campo militare occupato tre mesi fa dai ribelli, secondo quanto ha reso noto un responsabile che ha chiesto l'anonimato. Il bilancio degli scontri di ieri porta ad almeno cinquantadue il numero delle persone uccise da venerd scorso nella provincia di Saada, bastione della ribellione zaidita, in conflitto con le forze governative, a fasi alterne, dal 2004. Venerd scorso, un attentato compiuto all'ingresso di una moschea di Saad ha provocato diciotto morti, per la maggior parte soldati, e quarantacinque feriti. Intanto l'organizzazione di Al Qaeda nella penisola arabica, Brigate dei soldati dello Yemen, un gruppo affiliato ad Al Qaeda, ha rivendicato con un comunicato diffuso su internet un fallito attacco a colpi di mortaio, il 30 aprile scorso, a San'a, affermando che il bersaglio era l'ambasciata italiana. All'alba di quel giorno, due proiettili di mortaio si erano abbattuti all'esterno del muro di cinta dell'ambasciata italiana a San'a: non vi erano state vittime. Il ministero degli Esteri italiano ricorda l'Ansa gi da tempo sconsiglia i viaggi nello Yemen, se non determinati da motivi di effettiva necessit, perch in tutto il Paese presente un elevato rischio di atti terroristici, che includono il rapimento di turisti. Lo scorso 18 gennaio due belghe e due yemeniti morirono nell'attacco contro una comitiva di turisti nello Yemen orientale, rivendicato da Al Qaeda, come quello del luglio 2007, in cui rimasero uccisi quattro spagnoli. Nella turbolenta provincia di Saada sono nel frattempo tornati mediatori del Qatar, nel tentativo di contribuire a riportare ordine e sicurezza dopo l'attentato di venerd scorso alla moschea. TEHERAN, 5. LIran non rinuncer al suo programma nucleare. quanto ha dichiarato ieri la Guida suprema iraniana, layatollah Ali Khamenei, avvertendo la Comunit internazionale e il Consiglio di sicurezza dellOnu che ladozione di nuove eventuali sanzioni non far cambiare i piani di Teheran. Khamenei, citato dalla televisione di Stato, ha parlato in un discorso pubblico nella provincia di Fars, nel sud del Paese. Layatollah non ha commentato la decisione presa venerd scorso dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) pi la Germania di una nuova serie di incentivi da presentare alla Repubblica islamica per cercare una soluzione alla disputa sul programma nucleare iraniano. La Guida suprema ha solo ricordato che negli ultimi trenta anni la Repubblica islamica stata posta sotto pressione, anche con sanzioni economiche, ma senza alcun effetto. Anche ora, ha aggiunto Khamenei, continueremo con forza il nostro cammino e non permetteremo alle potenze oppressive di calpestare i nostri diritti. L'ayatollah ha tuttavia avvertito che l'Iran deve ancora lavorare per difendersi dalla dipendenza economica dallestero e ha esortato le autorit a lavorare mano nella mano per risolvere questo problema. Un primo pacchetto di incentivi, che prevedevano anche una cooperazione per lo sviluppo del nucleare civile in Iran, era stato presentato nellestate del 2006. Ma le autorit di Teheran avevano sempre rifiutato queste proposte. Una nuova versione, che prevede, tra l'altro, la sospensione dell'arricchimento dell'uranio, stata concordata dai ministri degli Esteri del gruppo 5+1 al termine della riunione di Londra. A riguardo, il ministero degli Esteri iraniano ha fatto sapere che il suo Paese non accetter offerte delle potenze mondiali che violino il diritto dell'Iran rispetto allo sviluppo del nucleare. Non sosterremo incentivi che possano in qualsiasi modo violare i nostri diritti e i nostri interessi, ha detto il portavoce del ministero, Mohammad Ali Hosseini, durante una conferenza stampa, rispondendo a una domanda sul nuovo piano sul nucleare iraniano elaborato dalle sei grandi potenze.

Baghdad afferma di non avere prove di interferenze di Teheran


BAGHDAD, 5. Il Governo iracheno ha affermato ieri che non vi sono prove concrete che Teheran appoggi con armi e finanziamenti gli estremisti sciiti iracheni. Al riguardo il portavoce, Ali Al, ha chiarito che l'Iraq non ha alcun interesse ad alimentare tensioni con i vicini, in particolare con l'Iran. Si poi appreso che il premier Al Maliki ha ordinato la formazione di un comitato incaricato di studiare la questione delle prove della presunta interferenza dell'Iran in Iraq (un'interferenza pi volte asserita dalle autorit Usa). Intanto Teheran ha affermato di essere pronto a riprendere i negoziati con gli Stati Uniti sulla sicurezza in Iraq solo se le truppe americane cesseranno i loro attacchi selvaggi contro il popolo iracheno: lo scrive l'agenzia Fars citanto un'alta autorit di Teheran. In territorio iracheno, intanto, si registrano nuove violenze. Ieri la moglie del presidente Jalal Talabani, Hiro Ibrahim, sfuggita a un attentato a Baghdad. Altri combattimenti fra gruppi di milizie e soldati statunitensi sono poi divampati nel quartiere di Sadr City: il bilancio di quattro morti e pi di quaranta feriti. A Mossul stata uccisa una giornalista irachena.

Oltre cento irregolari sbarcano alle Canarie


MADRID, 5. Unimbarcazione con a bordo 57 migranti irregolari, fra cui dodici minori, arrivata ieri sullisola di Tenerife, nellarcipelago spagnolo delle Canarie, mentre unaltra con a bordo settantasette irregolari stata individuata ancora in mare. Lo hanno reso noto fonti ufficiali. Il primo barcone approdato al porto di Los Cristianos, nel sud di Tenerife e i cinquantasette migranti irregolari sono stati assistiti dai servizi di soccorso. Il secondo barcone stato localizzato a circa 231 chilometri a sud dellisola di El Hierro, ed previsto per domattina il suo arrivo al porto di La Estaca, affiancato da una nave di salvataggio marittimo. Il numero di immigrati irregolari alle Canarie nettamente diminuito a partire dallanno scorso, dopo un record di 31.678 arrivi nel 2006. Il calo dovuto soprattutto al dispositivo aereo e marittimo di sorveglianza delle coste dellAfrica occidentale dellagenzia europea Frontex e dagli accordi di rimpatrio conclusi fra il Governo spagnolo e diversi Paesi africani. Secondo un rapporto di una Ong spagnola, lOrganizzazione per i diritti umani di Andalusia pubblicato lo scorso marzo nelle pericolose traversate oltre novecento migranti sono morti nel solo 2007. Ieri in Messico ottantaquattro migranti irregolari sono stati arrestati nello Stato del Chiapas. Viaggiavano in condizioni difficili hanno riferito le autorit locali nel fondo di un camion.

Dopo la decisione di Mosca di aumentare il contingente militare di pace in Abkhazia

Resta alta la tensione tra Russia e Georgia


MOSCA, 5. ancora molto alta la tensione tra la Russia e la Georgia dopo la decisione, gioved scorso, di Mosca di aumentare il contingente militare di pace in Ossezia del sud e in Abkhazia, le Repubbliche georgiane filo-russe. Il Governo di Mosca ha infatti accusato Tbilisi di far salire la tensione deliberatamente, inviando droni (aerei-spia senza pilota) nella zona proibita al di sopra del territorio dellAbkhazia. Il ministero degli Esteri di Tbilisi ha comunque precisato che i droni della Georgia continueranno a sorvolare il territorio dell'Abkhazia. La dichiarazione arrivata dopo che i militari abkhazi hanno affermato di aver abbattuto due velivoli-spia georgiani, notizia categoricamente smentita dalle autorit di Tbilisi. Il dicastero georgiano ha poi accusato Mosca di preparare un intervento militare. Il tentativo delle cosiddette forze di pace russe di ridurre il diritto sovrano della Georgia di controllare il proprio spazio aereo si legge in un comunicato ufficiale ha il solo scopo di provocare una escalation del conflitto e di minacciare la sicurezza internazionale. Il portavoce del ministero della Difesa di Mosca, Viaceslav Sedov, ha detto che le truppe russe supplementari dispiegate in Abkhazia sono composte da un migliaio di soldati, facendo cos passare da duemila a tremila gli uomini del contingente di pace russo presenti sul posto. La tensione in Abkhazia tornata a salire negli ultimi giorni, con le forze abkhaze che si sono dette pronte a respingere un eventuale intervento militare georgiano. Sedov ha sottolineato che i mille uomini supplementari agiranno strettamente nellambito della forza di pace il cui statuto prevede, appunto, che gli effettivi possano arrivare fino a tremila. Tbilisi ha protestato di recente per la decisione di Mosca di rafforzare i legami economici con lAbkhazia e lOssezia del sud, che si sono dichiarate indipendenti nei primi anni novanta.

Attentato in Cecenia
MOSCA, 5. Riesplode la violenza in Cecenia. Cinque poliziotti sono rimasti uccisi in un attentato dinamitardo compiuto nel distretto di Staropomyslovski, alla periferia di Grozny, la capitale della Repubblica del Caucaso. Lo ha reso noto oggi il responsabile delle forze dell'ordine del posto. Stando alle prime informazioni, lesplosione sarebbe stata causata da un ordigno artigianale, ha aggiunto la stessa fonte. La potente deflagrazione ha anche provocato il ferimento di altri due agenti di polizia, che sono stati ricoverati in ospedale in gravi condizioni. L'attentato non stato ancora rivendicato. Sabato scorso, due agenti delle forze di sicurezza cecene erano rimasti uccisi nel corso di un violento scontro a fuoco con un gruppo di circa venticinque militanti islamici nel distretto meridionale di UrusMartan.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
L'evoluzione tra scienza e fede

luned-marted 5-6 maggio 2008

Lapalissiano: l'anima spirituale non pu derivare dalla materia


in libreria il volume Le sfide dell'evoluzione. In armonia tra scienza e fede (Milano, Jaca Book, 2008, pagine 176, euro 16) del quale pubblichiamo un estratto. di FIORENZO FACCHINI

e la capacit progettuale e la simbolizzazione possono essere considerate sul piano fenomenologico elementi extrabiologici e rappresentano un trascendimento rispetto alle propriet degli altri viventi, ci si pu chiedere quale sia la natura di tale trascendimento, che cosa cio nell'uomo possa spiegare il trascendimento. Una simile domanda non pu avere risposta sul piano empirico. Alcuni la cercano nello sviluppo del cervello. Ma l'attivit cerebrale non pu identificarsi con la soggettivit dell'essere umano, con la sua autocoscienza, con il suo io, anche se richiesto il funzionamento del cervello. L'attivit cognitiva dell'uomo di tipo astrattivo, non riconducibile alla conoscenza empirica, anche se parte da essa. Le idee, il pensiero, le emozioni non sono riducibili all'attivit elettrica del cervello, che pure le accompagna. ma non ne la causa. Oltre alla capacit cognitiva c' l'autodeterminazione, la libert, che svincola le scelte dell'uomo da motivi puramente materiali. Si aggiunge il comportamento altruistico, la possibilit di libere scelte che possano comportare sacrifici. Sono espressioni che trascendono la sfera biologica e denotano una componente non di ordine fisico. Si prospetta il problema della spiritualit dell'uomo, un problema essenzialmente filosofico, ma che non pu essere deluso, altrimenti si compie un'operazione riduzionistica. L'uomo osserva Blaise Pascal non che una canna pensante, la pi debole della natura, ma una canna pensante (...) Tutta la nostra dignit consiste nel pensiero (Pensieri, 347). E ancora Pascal: Da tutti i corpi insieme non si potrebbe far scaturire un piccolo pensiero: ci impossibile e di un altro ordine (Pensieri, 793). L'uomo pensa e sa di pensare e attraverso di lui l'universo intero pensato. Con l'uomo si innesta nella evoluzione della vita il pensiero, nota Yves Coppens (2007), e la materia si fa pensante. E Gustave Martelet (2003): L'universo una universalit pensata o almeno pensabile, ma richiede che qualcuno lo faccia. Se nell'uomo c' un'attivit spirituale e quindi un'anima, oltre alle cause fisiche naturali che determinano le caratteristiche biopsichiche fisiche umane, si deve ammettere un concorso superiore per l'anima. Per l'uomo non c' solo una discontinuit culturale, ma anche ontologica, ha notato Giovanni Paolo II nel messaggio alla Pontificia Accademia delle Scienze del 24 ottobre 1996. In tale messaggio il Papa riconosceva il carattere di teoria scientifica all'evoluzione e non pi di ipotesi, come era detto nella enciclica Humani generis di Pio XII nel 1950. Oggi nuove conoscenze conducono a non considerare pi la teoria dell'evoluzione una mera ipotesi. degno di nota il fatto che questa teoria si sia imposta all'attenzione dei ricercatori a seguito di una serie di scoperte fatte nelle diverse discipline del sapere. La convergenza non ricercata n provocata dei risultati dei lavori condotti indipendentemente gli uni dagli altri costituisce di per s un argomento si-

spirituale non oggetto di una osservazione di questo tipo, che comunque pu rivelare a livello sperimentale una serie di segni molto preziosi della specificit dell'essere umano. L'esperienza del sapere metafisico, della coscienza di s e della propria riflessivit, della coscienza morale, della libert e anche l'esperienza estetica e religiosa sono di competenza dell'analisi e della riflessione filosofica, mentre la teologia ne coglie il senso ultimo secondo il disegno del Creatore. Queste considerazioni rappresentano una grande apertura e nello stesso tempo sono chiarificatrici sul piano epistemologico. Non che il magistero voglia portare nuovi argomenti a favore dell'evoluzione, ma l'autorevolezza di chi li propone, l'intrinseca coerenza e il rispetto delle diverse metodologie di indagine aiutano ad affrontare corretta-

mente i problemi che si possono incontrare. I richiami del Papa sulla specificit dell'uomo sono coerenti con quanto la Bibbia insegna: l'uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio e in ci differisce essenzialmente dall'animale. L'uomo simile a Dio nella sua totalit, nota Gerhard von Rad (1993), la somiglianza non riguarda soltanto lo spirito dell'uomo, ma anche il corpo. Questa specificit spirituale comporta un divario ontologico rispetto all'animale. Ha osservato Pierre Teilhard de Chardin: Il segreto dell'uomo non negli stadi sorpassati della vita embrionale (ontogenetica e filogenetica): nella natura spirituale dell'anima. Ora quest'anima sfugge alla scienza la cui essenza di analizzare le cose nei loro elementi e nei loro antecedenti mate-

Particolare di un toro nero associato a un segno interpretato come ideogramma (grotta di Lascaux in Dordogna, Francia)

riali. Solo il senso intimo e la riflessione filosofica possono scoprirla (L'Avvenire dell'Uomo, p. 81). L'essere umano, in forza dello spirito, trascendente rispetto alle realt infraumane, ma reclama una trascendenza nella sua origine, perch lo spirito non pu derivare dalle forze della materia. Di conseguenza occorre un concorso particolare di Dio nella formazione dell'essere umano, pur rimanendo le cause naturali che portano alla sua emergenza. Qualcosa di analogo avviene nella generazione umana con l'animazione che comporta un concorso di Dio creatore nella procreazione, non essendo l'anima trasmessa dai cromosomi dei genitori. Nella ominizzazione si pu ritenere che, quando si sono realizzate le condizioni biologiche necessarie per supportare un essere capace di pensiero riflesso, la volont di Dio creatore liberamente l'ha voluto ed esistito l'uomo. Come ci sia avvenuto non possiamo saperlo, cos come non riusciamo a immaginare come avvenga il concorso di Dio nell'animazione di ogni essere umano. Dunque, l'uomo deriva da una scimmia? No, si potrebbe meglio dire che in un ominide non umano in un certo momento si accesa la scintilla dell'intelligenza per volont di Dio ed esistito l'uomo come persona, come soggetto capace di pensare e di decidere liberamente. Non deriviamo dai bruti, ma ascendiamo da essi, diceva Antonio Fogazzaro. Con l'uomo l'ominide viene elevato a un livello superiore in forza di ci che in lui trascende la dimensione puramente animale. La comparsa dell'uomo non pu essere vista n come un evento casuale e neppure come un evento strettamente necessario, in quanto dipendente da una volont di Dio, in qualunque modo si sia realizzato nell'ordine naturale. Il ricorso a un intervento superiore non rappresenta una intrusione indebita nel campo della scienza come nel caso dell'Id ma richiesto per spiegare la presenza dello spirito nell'uomo, che non pu rientrare negli orizzonti e nei metodi di studio delle scienze empiriche. Si pu invece parlare di integrazione di vedute, sia pure muovendosi in un altro campo di indagine, come quello di ordine filosofico e religioso. Joseph Ratzinger nel 1968 nota che Dio ha voluto l'uomo in un modo specifico e pi diretto delle cose naturali, come un essere che lo conosce, capace di rivolgersi a lui. Per questo motivo non pu essere fissato dalla paleontologia il momento dell'antropogenesi. La

differenza qualitativa fra l'essere animale e l'essere umano comporta che non vi siano stati gradi intermedi nello cesso evolutivo. Esso avrebbe potuto psichismo veramente umano. Il problema se l'era posto anche Jac- fermarsi a una soglia preumana, anche ques Maritain (1977). Per immaginare se in tal caso ci si pu chiedere quale il processo di ominizzazione e il supe- significato potesse avere. Ma neppure ramento della soglia umana Maritain pu essere visto come un evento del ipotizza la presenza di animali sovra- tutto fortuito, perch il superamento sviluppati o preuomini, informati di della soglia umana richiede una volonun'anima sensitiva, ma sprovvisti di t di Dio creatore che non solo quelanima intellettiva (p. 142). Essi potreb- la della causa prima che mantiene nelbero avere generato i primi esseri forni- l'esistenza tutte le cose create. Come rileva Maritain, l'uomo ti di anima umana direttamente e liberamente voluti da Dio a partire dalla comparso per una libera scelta di Dio, vita fetale (p. 145). Si tratterebbe di anche se si effettuata secondo la sua una ipotesi utile e feconda nelle mani volont raggiunte determinate condidei paleontologi, bench sul piano del- zioni evolutive. Giovanni Paolo II aveva osservato la scienza non possa apparire che verosimile e non sia suscettibile di essere in altra occasione: Si pu dunque afverificata. La trascendenza saL'uomo deriva da una scimmia? rebbe data dall'anima grazie all'intervento fiNo, si potrebbe meglio dire nale di una scelta assoche in un ominide non umano lutamente libera e gratuita operata da Dio a un tratto si acceso creatore e che trascenil lume dell'intelligenza de tutte le possibilit della natura materiale, anche se al termine di un processo fermare che dal punto di vista della evolutivo naturale. dottrina della fede non si vedono diffiNessuna gradualit tra animale e colt nello spiegare l'origine dell'uomo, uomo potrebbe ammettersi, ma soltan- quanto al corpo, mediante l'ipotesi delto una preparazione che potrebbe ave- l'evoluzione(...) cio possibile che il re interessato anche lo psichismo; da corpo umano, seguendo l'ordine imammettersi negli ominidi che hanno presso dal Creatore nelle energie della preceduto l'uomo, gli australopiteci, vita, sia stato gradatamente preparato uno psichismo pi elevato di quello delle antropomorfe, ma non ancora di nelle forme di esseri viventi antecedentipo astrattivo o riflesso come quello ti. L'anima umana per, da cui dipende in definitiva l'umanit dell'uomo, che caratterizza l'uomo. In questa prospettiva la comparsa essendo spirituale non pu esser emersa dell'uomo non pu essere vista come dalla materia (L'Osservatore Romaun evento necessario, richiesto dal pro- no, 17 aprile 1986).

Un ricordo di Giovanni Nencioni, per 28 anni presidente dell'Accademia della Crusca

Senso dello studio e signorile riserbo


di LUCA SERIANNI* Ricordando nel 1976 Bruno Migliorini, un altro grande linguista del Novecento, Giovanni Nencioni immaginava che il commemorato fosse l, a fargli insistente cenno col dito alle labbra, come a dire: Non parlare, non parlate troppo di me, n a voce troppo alta. Rispettate il mio stile. E aggiungeva: C' chi, uscendo di scena, solleva dietro di s un polverone di parole; e c' chi se ne va in punta di piedi, cercando di non turbare gli amici, di non disturbare i compagni di lavoro. Sono parole che si addicono pienamente anche a chi le ha scritte e che ne riflettono la misura, il senso dello studio come ricerca comune, il signorile riserbo. Nencioni, morto sabato 3 a Firenze, era nato nel capoluogo toscano nel 1911: il prossimo 11 settembre avrebbe dunque compiuto novantasette anni. I funerali si sono svolti il 5 maggio nella chiesa fiorentina di San Frediano al Cestello. Come molti altri umanisti della sua generazione per esempio Giorgio Petrocchi aveva esordito con studi giuridici: si era laureato nel 1932 in diritto processuale con Pietro Calamandrei un maestro sempre ricordato per la grande lezione di etica civile e aveva lavorato diversi anni come funzionario nel ministero dell'educazione italiano. La vita ministeriale avrebbe scritto nel 2000 deprimente per le intelligenze orgogliose, fu per me un corso di educazione civile in tempi calamitosi e alienanti (...). In quella esperienza diventai anch'io un cittadino prima che uno studioso. La sua carriera accademica si svolse tutta nel dopoguerra: prima a Bari, dove insegn glottologia (1950-1952), poi come storico della lingua italiana a Firenze (1952-1974) e infine alla Scuola normale di Pisa, dal 1974 fino al pensionamento. Fu per quasi un trentennio (19722000) presidente dell'Accademia della Crusca, ed questa la veste con cui divent noto al grande pubblico, specie da quando (1990) fond un foglio periodico, La Crusca per voi, espressamente dedicato alle scuole e agli amanti della lingua e distribuito per diversi anni gratuitamente a chiunque ne facesse richiesta: era un modo concreto per onorare la sovvenzione promossa da Indro Montanelli, che suscitando un'ampia e partecipe adesione dei lettori del suo Giornale permise all'Accademia di far fronte alle ristrettezze economiche in cui quella secolare istituzione si dibatteva. Nel foglio Nencioni interveniva abitualmente, rispondendo con dottrina e inesauribile pazienza ai quesiti dei lettori, anche a quelli pi bizzarri. Tra gli ultimi suoi scritti pubblici sono proprio due interventi nella Crusca per voi: il saluto ai lettori, Sulla soglia, nel momento di lasciare la presidenza dell'Accademia a Francesco Sabatini (2000); e la risposta a un lettore (2002) sulla reggenza del verbo colorare, a proposito del dantesco che fece l'Arbia colorata in rosso, (perch non di rosso?, si chiedeva il lettore; forse per ragioni metriche?). Se vero che i grandi studiosi restano tali anche nei loro interventi marginali de minimis curat philologus, verrebbe voglia di dire non sembrer indiscreto partire proprio da qui per cogliere due temi di portata pi generale nel pensiero e nell'attivit saggistica di Nencioni. Il primo l'impegno in favore della lingua italiana, per il quale ribadiva un suo antico auspicio: che nella scuola di ogni ordine e grado si istituisse un insegnamento della lingua nazionale non limitato all'uso letterario, ma rivolto alle specializzazioni culturali e professionali dell'insegnamento. Nencioni fu sempre distante dal purismo, specie nella dimensione corriva del catastrofismo (il congiuntivo morto, l'italiano diventato un gergo barbaro e cos via): sensibile al naturale processo di evoluzione della lingua, nella dinamica tra norma grammaticale e innovazione individuale, seppe cogliere e descrivere magistralmente le tendenze in atto. Ma, nutrito di storia quale era, sapeva bene quanto la lingua come deposito della tradizione fosse decisiva per la stessa, sofferta, identit nazionale del nostro Paese. Il tema della lingua scrisse nel 2000 ha percorso, in modo diverso secondo le diverse situazioni, la storia plurisecolare dell'Italia, da stazione a stazione di una nobilissima via crucis. Di qui l'auspicio che la sede istituzionalmente deputata allo studio della lingua nazionale appunto la scuola di ogni ordine e grado riservasse allo scopo uno spazio specifico e puntuale. Anche la questione di colorare in / colorare di si presta a riflessioni pi ampie. I poeti attingono alla realt linguistica circostante (le licenze poetiche sono molto pi rare di quel che abitualmente si crede) e, nella fattispecie, ben pi verosimile che il costrutto colorare in, attestato in Dante e nel suo contemporaneo Lapo Gianni rifletta un uso tecnico, artigianale proprio delle cerchie di pittori attive nella Firenze della fine del Duecento. Di Nencioni resteranno a lungo di l dall'intenso rimpianto per quanti abbiano avuto la ventura di conoscerlo personalmente gli studi linguistici, sgranati in un cinquantennio di attivit e affidati a una decina di volumi. La sua modestia lo port a definire nel 1983 la propria produzione saggistica piuttosto rapsodica (Trompeo direbbe vagabonda). In realt, una formazione tanto pi solida quanto pi stratificatasi nel tempo e acquisita attraverso un percorso maturo e personale, insieme con un'inesauribile curiosit intellettuale lo spinsero verso aree e temi assai diversi: dalla linguistica teorica alla lingua di artisti e storiografi Michelangelo e Vasari dalla sociolinguistica alla critica stilistica. Forse, tra i saggi che pi si raccomandano alla lettura, sono i profili di autori e la lettura di singole opere: Dante, Boccaccio, Guicciardini, Manzoni, Leopardi, Carducci, Pascoli, Pirandello, solo per fare alcuni nomi; saggi in cui lo specifico della lingua letteraria, percepito con antenne sensibilissime, si accompagna alla capacit di elaborare paradigmi interpretativi generali. il caso del rapporto scritto-parlato un tema decisivo per la letteratura teatrale sviluppato in un saggio del 1976, presto diventato classico: Parlato-parlato, parlato-scritto, parlato-recitato.
*Universit di Roma La Sapienza

Se nell'uomo c' una parte spirituale oltre alle cause naturali che determinano le caratteristiche fisiche si deve ammettere l'esistenza di un concorso superiore
gnificativo a favore di questa teoria. Per, affermava, con l'uomo ci troviamo di fronte a una differenza di ordine ontologico, dinanzi a un salto ontologico, e si domandava: Proporre una tale discontinuit non significa opporsi a quella continuit fisica che sembra essere il filo conduttore delle ricerche sull'evoluzione dal piano della fisica e della chimica?. A questo riguardo rilevava che occorre tenere distinti i due diversi ordini del sapere: quello scientifico e quello filosofico-teologico: Le scienze dell'osservazione descrivono e valutano con sempre maggior precisione le molteplici manifestazioni della vita e le iscrivono nella linea del tempo. Il momento del passaggio all'ambito

luned-marted 5-6 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 5

Alla Pontificia Universit Lateranense gli incontri su san Tommaso e il pensiero del XX secolo

Se vuoi fare il filosofo studia la biologia Parola di Marchal


di PAUL GILBERT* Il neotomismo di Joseph Marchal deve essere considerato in riferimento alle circostanze storiche della sua elaborazione. Marchal aveva seguito, attorno all'anno 1900, le lezioni di filosofia che si impartivano nello scolasticato dei gesuiti belgi a Lovanio, conformemente al modello seguito in molti centri di formazione al sacerdozio in tutto il mondo. Questo insegnamento, di stile per suareziano, molto formale, lo lasci assai perplesso: non si vedeva come fosse capace di incontrare le sensibilit spirituali del tempo, e neanche le ricerche scientifiche che si stavano sviluppando all'epoca fuori della Chiesa, particolarmente nel campo della psicologia religiosa. Destinato prima all'insegnamento delle lettere, Marchal fu rapidamente riorientato verso l'insegnamento della filosofia, e pi particolarmente della psicologia sperimentale. Si trov quindi rapidamente nei campi pi difficili del sapere dell'epoca. Consapevole delle condizioni di questa nuova destinazione, Marchal chiese ai suoi superiori di poter studiare la biologia, perch, aveva notato nelle pubblicazioni dell'epoca, i problemi di psicologia erano afferrati in prospettive molto empiristiche, in relazione alla biologia. Gli fu quindi permesso uno studio di un anno in scienza, un anno che ne dur quattro e che si concluse con il dottorato in scienze naturali, a Lovanio. Anche se Marchal pubblic, oltre alla tesi, alcuni lavori in biologia per esempio sull'individualit nell'organico questa scienza era solo una tappa per una ricerca ulteriore. Poco dopo il dottorato che concluse nel 1905, cominci a scrivere nel campo della psicologia religiosa; nel 1909 pubblic un testo sul sentimento di presenza in cui era in gioco l'idea di realt conosciuta. Sembra che, all'epoca, Marchal non si interess pi di tanto a Tommaso d'Aquino. Lo preoccupava maggiormente la credibilit del discorso cristiano nella cultura del suo tempo. Dentro la Chiesa, la disputa era allora viva sui temi della Critica della ragion pura di Kant, che si giudicava una epistemologia senza verit oggettiva; Kant accentua infatti lo specifico del fenomeno che il sapere scientifico, di stampo newtoniano, affronta. I molti organi magisteriali della Chiesa che si opponevano a Kant non potevano per criticarlo in un modo suscettibile di entrare nelle dispute accademiche perch, non avendolo letto, non lo conoscevano veramente Marchal, invece, aveva gi letto la prima Critica nel 1899, senza per capirla troppo bene, dir pi tardi lui

La Stein: non congelate il pensiero del doctor communis


di ANGELA ALES BELLO La vita spirituale cattolica era diventata sempre pi dipendente da quella moderna e aveva perduto il legame con il suo illustre passato. La seconda met del Diciannovesimo secolo ha portato in essa un vero rinascimento, una nuova nascita mediante la reimmersione nelle sorgenti migliori. Non sorprendente che occorressero proprio i decreti di Leone XIII e di Pio XI per dare nuova vita allo studio di san Tommaso, che ci fosse indispensabile perch si sentisse prima di tutto l'urgenza di provvedere a un'edizione utilizzabile delle sue opere, che nelle biblioteche ci fosse ancora tanta dovizia di materiale manoscritto inedito e totalmente sconosciuto, e che solo negli ultimi anni si sia iniziata un'ampia opera di traduzione?. Cos nell'introduzione alla sua opera Essere finito e Essere eterno, scrive Edith Stein negli anni 1935-36, commentando ci che era accaduto nell'ambito della cultura cattolica. La ripresa del pensiero di Tommaso rappresentava un riannodare i fili con il passato e soprattutto ci acquistava valore perch la filosofia moderna, avendo voluto rescindere radicalmente i legami con la verit rivelata, non aveva solo rivendicato l'autonomia della ragione naturale cosa in se stessa legittima ma l'aveva costretta a non estendersi oltre il mondo dell'esperienza naturale facendo di essa una scienza non solo autonoma, ma in gran parte una scienza priva di Dio. Il pensiero moderno portava con s, secondo l'autrice, i germi di un ateismo che si sarebbe progressivamente consolidato operando una frattura nell'ambito della ricerca filosofica fra una filosofia scolastica e una filosofia autonoma, coltivata anche da cattolici. In questa situazione si inquadra il progetto della Stein di ritrovare un'unit, di superare una separazione che non porta frutti positivi. Ci reso possibile non da un rifiuto della filosofia contemporanea, ma da una accettazione dei suoi aspetti pi validi; anche le scienze dello spirito ora diremmo le scienze umane delineatesi fra la fine del secolo Diciannovesimo e l'inizio del Ventesimo possono contribuire alla rinascita di un pensiero che, mantenendo le radici con il passato, guarda verso il futuro. E il passato rappresentato, soprattutto nell'ambito della filosofia cristiana, dalla speculazione di san Tommaso. Come noto, nell'ambiente culturale francese per opera di Etienne Gilson e Jacques Maritain si andava consolidando negli anni Trenta una filosofia cristiana che si definir neotomista a causa della profonda adesione al pensatore medioevale, considerato il culmine della speculazione umana. Edith Stein consapevole dell'importanza della filosofia tomista, non a caso inizia il suo studio del medioevo leggendo e traducendo i testi di san Tommaso e i maggiori commenti contemporanei. Ma ... il tomismo non uscito dalla mente del suo maestro come un sistema gi compiuto di concetti; sappiamo che una vivente creazione dello spirito, di cui possiamo seguire la formazione e la crescita. Esso richiede di essere assimilato da noi e di ritrovare in noi nuova vita. Si sa che i grandi pensatori del medioevo cristiano si sono dibattuti intorno ai medesimi problemi che ancora ci interessano, e che essi hanno da dirci molte cose che possono esserci di aiuto. Non si tratta di accettare il tomismo come sistema chiuso, ma di considerarlo come un'alta proposta intellettuale che pu essere certamente utilizzata, rinnovata e soprattutto discussa, quinno essere utili per rispondere all'esigenza di superare le secche della filosofia moderna. La rinata filosofia del medioevo e questa nuova filosofia del XX secolo possono incontrarsi nell'unico alveo della philosophia perennis? si chiede l'allieva di Edmund Husserl. La risposta positiva, ma si tratta di affrontare il compito della loro fusione: Esse parlano ancora un linguaggio troppo diverso osserva la Stein e bisogna innanzi tutto trovarne uno che consenta una reciproca intesa. L'opera di Edith Stein Essere finito e Essere eterno vuole svolgere in verit questo compito, ma non perch si intenda semplicemente fondere passato e presente; l'obiettivo non di tipo storico, ma teoretico: si tratta di porsi la questione della verit e in rapporto ad essa ogni fonte, ogni suggerimento pu essere utile in quanto illuminante. La filosofia che si che incontra la ragione umana, che voglia basarsi sulle sue sole forze, si pu accettare un progressivo allargamento che deriva dalla Rivelazione. Per tale ragione le Summae medievali, quelle che si caratterizzano come filosofiche, hanno avuto il merito di mettere armonia, accordo, fra i risultati della speculazione naturale e le verit rivelate e questo il compito al quale chiamato il filosofo cristiano ancora ai nostri giorni. Si pu sostenere, allora, che il libro di Edith Stein Essere finito e Essere eterno rappresenta veramente una nuova Summa, che raccoglie l'eredit del pensiero medioevale in quanto stile complessivo di ricerca, ma muove da premesse filosofiche diverse da quelle da cui erano partiti i pensatori in quell'et. Come san Tommaso ha preso l'avvio da Aristotele, cos Edith Stein, seguendo l'esortazione paolina a questo punto l'analisi riprende alcune importanti conquiste del metodo fenomenologico husserliano, gi applicato alla conoscenza dell'altro nella sua tesi di laurea sull'empatia. L'analisi di un particolare vissuto, quello della gioia, le consente di comprendere il rapporto fra ogni momento dell'esperienza e l'io; quest'ultimo non si esaurisce nel fluire delle sue esperienze, dei suoi vissuti, ma mantiene una presenza, un'attualit che lo rende padrone del tempo; tuttavia la vita dell'io non abbraccia tutto ci che suo, sempre viva, fintanto che , ma il suo vivere non quello dell'atto puro che abbraccia tutto il suo essere: il suo vivere nel tempo, procede di momento in momento. L'io si rende conto di aver avuto un inizio e non sa dare una risposta soddisfacente al problema della sua possibile fine; questo che Martin Heidegger ha messo in risalto quando ha parlato del nulla come confine dell'esserci. necessario, per, andare oltre e riconoscere che il nostro essere non dipende da noi, esso ricevuto: L'io pu giungere all'idea dell'essere eterno non solo dal divenire e passare o venir meno dei suoi contenuti d'esperienza, ma dalla particolarit del suo essere che si prolunga da un attimo all'altro attimo e deve riconoscere di essere solo un'immagine infinitamente lontana e debole dell'essere compiuto, dell'atto puro. Se ci si chiede quale sia il luogo dell'essere essenziale, di questo regno dei significati che supera il tempo: Ci che d l'essere a me e che nello stesso tempo colma di senso questo essere, deve essere non solo padrone dell'essere, ma anche padrone del senso: nell'essere eterno contenuta tutta la pienezza del senso ed esso non pu attingere se non da s medesimo il senso con cui viene ricolmata ogni creatura, allorch chiamata all'esistenza. (...) l'essere eterno stesso che foggia in s le forme eterne.... Essere ed essenza sono separabili nell'ordine del pensiero, ma di fatto ... impensabile anche solo pensarlo senza l'essere; se si potesse veramente pensare ci, avremmo un fondamento ancora pi profondo della prova di Anselmo secondo la quale Dio ens quo nihil maius cogitari possit, in verit non si tratterebbe di una prova ma di una conclusione che d'altra parte lo stesso san Tommaso ammette implicitamente quando, pur respingendo la prova anselmiana, sostiene che la proposizione Dio esiste evidente in s, ma non per noi. Si pu osservare che Edith Stein, prendendo le distanze dalla discussione medioevale tendente a stabilire quale fra le prove dell'esistenza di Dio fosse

San Tommaso d'Aquino in un dipinto olandese del XVII secolo

Kant in direzione della verit oggettiva. Il testo, steso gi nel 1924, non ricevette per il nihil obstat dei censori di Bruges, la diocesi del suo editore, Beyaert. La ragione di questo rifiuto era che la dottrina sembrava ai censori complessa, anzi confusa. Non possiamo credere che i censori fossero ignoranti in filosofia e poco colti ma, formati nella scolastica dell'epoca, non erano preparati a sentire discorsi innovativi; non potevano quindi seguire l'ordine delle ragioni di Marchal. Molti dei censori, riconoscendo la loro relativa incompetenza, dichiararono dunque che non potevano prendere la responsabilit di dare il nihil obstat. Il testo era per gi stato accettato dalle autorit gesuite di Roma, anche se un professore della Gregoriana, padre Vermeerch, non manc di fare obiezione. Comunque, Marchal si mise a scolasticare il suo testo. Le prime versioni del quinto cahier erano gi piene di riferimenti a Tommaso d'Aquino. L'autore si impegn per accumulare le citazioni dell'Aquinate secondo il modo all'epoca di dimostrare perch non si potesse dire che alcuna delle sue tesi non fosse anche presente nell'opera del Doctor communis. Alla fine della sua vita, Marchal scrisse una bella lettera agli scolastici gesuiti della sua provincia belga francofona, in cui li inviGli ecclesiastici contrari a Kant tava a leggere Tommaso con assiduit. non potevano criticarlo non avendolo letto Si pu pensare che era stata la spinta Marchal studi delle censure che diela Critica della ragion pura de al nostro l'occasione di leggere Tomma confess di non averla compresa bene maso da pi vicino, e di confermare cos la stesso ignoravano poi le condizioni sua eccellenza per la cultura contempratiche della ricerca scientifica effet- poranea. tiva. D'altronde, all'indomani delle Il tema del quinto cahier, il cui sotdecisioni del Vaticano I nel campo to titolo recita: Il tomismo di fronte aldell'affermazione filosofica su Dio, si la filosofia critica, si concentra sui tedoveva approfondire la questione del- mi essenziali dell'epistemologia. Mette l'accesso alle verit oggettive, essendo in evidenza la dottrina che si chiameovvio che queste non sono dello stesso r dinamismo intellettuale. Due punti tipo delle verit verificate nei labora- determinano particolarmente questa tori scientifici. dottrina: la finalit oggettiva esercitaEcco ci che stimol Marchal nel ta in ogni giudizio ci che la prisuo insegnamento che dedic dal 1919 ma Critica di Kant non conosceva in poi alla psicologia scientifica e filo- e l'intreccio della conoscenza e della sofica, al pensiero moderno e alla teo- volont nell'atto di sapere: un tema, logia filosofica. interessante osserva- quello, che si avvicinava molto al sogre che le sue prime pubblicazioni in gettivismo kantiano, ma che Marchal filosofia sono di ordine prevalente- svilupp riferendosi alla dottrina tomente storico. L'essenziale raccolto mista del desiderium naturalis, una nei cinque fascicoli (cahiers) intitolati dottrina che ebbe un grosso influsso, Il punto di partenza della metafisica dopo il quinto cahier, sulla teologia composti dal 1915 al 1924 e pubblica- che alcuni chiameranno la nouvelle ti dal 1922 al 1947, data del quarto thologie. cahier, sull'idealismo tedesco, uscito L'orientamento globale del neo-topostumo. mismo proposto da Marchal potrebQuesti cahiers non propongono una be quindi essere determinato cos: la filosofia sistematica; rintracciano per struttura del sapere non solo quella l'articolazione dei massimi temi dell'e- dei concetti oggettivi chiariti da una pistemologia nei grandi autori della metafisica di stile formale o logico. La tradizione filosofica, dagli scettici pri- conoscenza una operazione umana, ma di Platone fino a Fichte. Contem- un fare o un esercizio immanente di poraneamente a questo lavoro di cui i filosofi possono dispiegare gli elescrittura, Marchal continu le sue ri- menti strutturanti. Questa prospettiva cerche in psicologia religiosa; segnalia- non era molto lontana da quella di mo il suo studio del 1920 sull'applica- Blondel ne L'Action (1893), bench zione dei sensi negli Esercizi spirituali l'interesse del nostro era pi essenzialdi Ignazio di Loyola, per il Dictionnaimente epistemologico, meno ampio re de spiritualit, un articolo che ebbe degli orientamenti del filosofo di Aixgrosso influsso sul testo che Karl en-Provence con il quale ebbe contatti Rahner scrisse sulla dottrina dei sensi spirituali durante il Medioevo per la epistolari, non tutti perfettamente paRevue d'asctique et de mystique del cifici: Blondel temeva la ricuperazione scolastica. 1932. Nel quinto cahier, il pi contestato, Marchal tenta un superamento di *Universit Gregoriana, Roma

Edith Stein

vuole proporre una filosofia cristiana come sostenevano i pensatori francesi, ma lo in modo diverso, sottilmente diverso da come essi la intendevano. Per quanto riguarda il primo aspetto Gilson, prendendo posizione sulla legittimit della nozione di filosofia cristiana, afferma nei capitoli introduttivi al suo importante libro Lo spirito della filosofia medioevale che non basta ad una filosofia il fatto di essere aperta al sovrannaturale per definirsi cristiana; tale se il soprannaturale rappresenta un elemento costitutivo della sua formazione. La Stein ribadisce la differenza fra filosofia pura, basata sulla ragione naturale, e una filosofia che riconosce l'apporto determinante della fede e che, per questo motivo, potrebbe essere considerata mista; rendendosi conto dell'insufficienza dell'essere umano, della sua situazione storica e concreta, pone armonia fra ... ci che essa ha elaborato con i suoi mezzi e ci che le viene offerto dalla fede e dalla teologia, nel senso di una intellezione dell'essere basata sui suoi ultimi fondamenti. Ci non significa, per, abdicare alla ricerca razionale, anzi si pu affermare che il compito pi importante quello di preparare il cammino della fede. Ed qui che propone la sua interpretazione del pensiero di san Tommaso, sottolineando che ebbe a cuore ... edificare una filosofia pura sul fonTutti i grandi pensatori del medioevo damento della ragione naturale perch ... hanno dato un contributo solo cos si pu percorrere un tratto di strada alla filosofia cristiana con i non credenti; se e possono essere utili per superare essi acconsentono a fare con noi questo tratle secche del pensiero moderno to di strada, forse anche in seguito si farandi non accettata senza alcun interven- no ulteriormente guidare al di l di to critico. Questa una prima grande quanto si proponessero nella loro indifferenza fra il neotomismo dei pensa- tenzione originaria. L'autrice ribadisce che la filosofia tori francesi, Etienne Gilson e Jacques Maritain, e Edith Stein; anch'essi vo- cristiana ... nel senso in cui si pu gliono riattualizzare il pensiero di chiamare cos il tomismo non una Tommaso ma, considerandolo come il filosofia ... che accolga nel suo contepunto d'arrivo del pensiero occidenta- nuto la verit rivelata come tale, ma le, non si pongono nei suoi confronti in il riconoscimento dell'insufficienza delun atteggiamento critico e ritengono la ragione gi un riconoscimento fitutti gli altri pensatori dell'et medioe- losofico che ammette l'apertura ad alvale e quelli dell'et moderna e con- tre fonti di verit, quali la fede o la temporanea incapaci di risolvere le teologia, senza per questo confondersi grandi questioni filosofiche, se non con esse; l'obiettivo, infatti, della ricerdannosi per la speculazione umana. ca umana in via il raggiungimento Edith Stein assume un atteggiamento della verit e per ottenerlo sono perdiverso: nel testo citato osserva che corribili diverse strade, compresa queltutti i grandi pensatori del medioevo la della mistica. Poich nella indagine hanno dato un contributo importante filosofica, se si onesti intellettualmenalla filosofia cristiana e che essi posso- te, si devono riconoscere le difficolt

Esaminate tutto e ritenete ci che ottimo, afferma che possibile andare alla scuola dei greci e dei moderni, avendo come criterio di scelta, per quanto riguarda la ragione naturale, il ritorno alle cose stesse di cui aveva parlato il suo maestro di Gottinga, e come secondo metro di controllo le verit rivelate. Quale contributo ha dato san Tommaso alla conquista della verit? In primo luogo Edith Stein gli riconosce il Solo edificando la filosofia merito di aver parlato dell'atto e della potensul fondamento della ragione naturale za come di modi dell'essere; necessario, possibile percorrere un tratto di strada per, che la questione con i non credenti dell'essere sia riattualizzata e venga posta Che forse in seguito si faranno guidare oltre in termini accessibili alla sensibilit contemporanea; necessario muovere da ci la migliore, le relativizza in un duplice che pi vicino, dal dato di fatto del senso: da un lato considerandole tutte tentativi della mente umana finita di proprio essere. Dell'esistenza ha parlato Martin percorrere vie diverse per raggiungere Heidegger, come noto, nel libro Esse- Dio, la via dell'esistenza (san Tommare e tempo (1927), ma il modo in cui so) o dell'essenza (sant'Anselmo), dalha posto il problema e soprattutto ha l'altro integrandole con il riferimento descritto tale esistenza non , secondo al testo sacro, soprattutto al logos di Edith Stein, convincente. Poich i sug- Giovanni, nel quale solamente possigerimenti per illuminare tale questione bile trovare la risposta a una questione possono venire da tutti i pensatori del che la nostra ragione pu s affrontare, passato e del presente, ella sceglie i tre ma mai risolvere integralmente. L'atfilosofi che nell'et medioevale, in teggiamento di Edith Stein nei conquella moderna e in quella contempo- fronti di san Tommaso di profondo ranea hanno affrontato il tema della rispetto per l'importanza teoretica del propria esistenza: sant'Agostino, Carte- suo pensiero, ma anche di rispetto per sio e Husserl; il primo ha parlato della il significato umano e storico della sua consapevolezza del proprio vivere, del- indagine. Lo considera come un ricerl'intima scientia che ogni uomo possie- catore che ha indagato con i suoi mezde, il secondo della evidenza del cogito, zi, affidandosi poi alla Rivelazione il terzo della coscienza: al fondo della quando si reso conto di non poter giungere da solo ad alcuni risultati e loro ricerca si cela un io sono. E, seguendo le indicazioni del meto- un geniale pensatore che ha chiarito do fenomenologico, che non abbando- anche con l'aiuto della filosofia le verina mai nelle analisi operate dalla ra- t di fede nelle sue analisi teologiche. gione naturale, sostiene che l'io sono Pur avendo raggiunto altezze supreme ... non viene ricavato o dedotto, come nel suo cammino speculativo, il suo risembra indicare la formula cogito, ergo mane un cammino umano e come tale sum, ma vi si trova in modo immedia- pu essere sempre corretto e integrato to: pensando, sentendo, volendo o in se la realt, che il comune terreno qualsiasi moto dello spirito sono e sono dell'indagine, indica aspetti che egli consapevole di questo essere. Questa non ha colto. Si tratta, quindi, veramente di supecertezza del proprio essere in un certo senso la conoscenza pi originaria rare una scolastica nel senso deteriore (...) nel senso di ci che mi pi vici- del termine, per riesaminare tutto ogni no, che da me inseparabile e perci volta da capo e per poter incontrare come punto di partenza al di l del anche i risultati della ricerca di Tomquale non si pu andare. I concetti di maso quando questi sono illuminanti. attualit e potenzialit, elaborati da Anche il pensiero di san Tommaso pu san Tommaso, possono essere utilizzati dire cose importanti all'uomo del Venper comprendere l'io e la sua vita e tesimo secolo se la sua filosofia non proprio il passaggio dalla potenzialit viene assolutizzata in modo acritico, all'attualit permette di accedere al si- ma considerata come una vivente comgnificato profondo della temporalit. E pagna del lavoro di ricerca.

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
Dalla Chiesa pareri negativi sul piano governativo

luned-marted 5-6 maggio 2008

L'omelia del cardinale Saraiva Martins per la beata Maria Maddalena dell'Incarnazione

Filippine, serve sviluppo La centralit I sussidi non bastano del mistero eucaristico
MANILA, 5. Il progetto governativo per un sussidio minimo ai poveri pu essere un provvedimento che crea indipendenza senza per risolvere i problemi di milioni di famiglie che nelle Filippine vivono sotto la soglia di povert. Questa in sintesi l'opinione espressa da monsignor Leopoldo Jaciuan, vescovo di Bangued, sul progetto del governo di Manila di elargire alle famiglie pi indigenti la somma di 1.400 pesos al mese (circa 20 euro) come contributo incondizionato. Questa non la giusta via allo sviluppo ha affermato il vescovo di Bangued nel corso di un'intervista all'emittente cattolica Radyo Veritas. Secondo il presule, per risolvere il problema dell'indigenza c' bisogno di istruzione scolastica, di giustizia sociale e di lavoro equamente retribuito. Per monsignor Leopoldo Jaucian bisogna incrementare nei poveri il desiderio di autopromozione e il rispetto di se stessi. Al contempo il governo filippino deve varare programmi a lungo termine che forniscano alle classi pi basse le capacit e i mezzi per lo sviluppo. Sul progetto governativo per il sussidio minimo intervenuto anche il direttore esecutivo della Caritas nella diocesi di Manila, fratel Anton Pascual. Il religioso, responsabile dell'organizzazione che fornisce assistenza ai milioni di poveri che vivono nelle favelas della capitale, ha sottolineato che una soluzione alternativa al sussidio minimo del progetto quella di offrire ai senza lavoro compiti socialmente utili ed equamente retribuiti come la raccolta e il riciclo dei rifiuti o la manutenzione dei giardini pubblici. Il progetto di sussidio minimo, denominato Ahon Pamyliang Pilipino, per il responsabile della Caritas di Manila in realt sfavorevole a chi vive in povert perch spinge all'indolenza e alla dipendenza. Fratel Anton Pascual esprime rispetto per il proposito del governo per sconfiggere la povert ma, secondo lui, il metodo sbagliato. L'aiuto pu essere dato ma solo a condizione che chi lo riceve svolga un qualche lavoro utile o intraprenda un'azione di autopromozione. Fratel Anton Pascual, per spiegare meglio il concetto, ha posto ad esempio i corsi retribuiti di specializzazione al lavoro posti in atto da alcune diocesi e le iniziative di cooperative cattoliche per creare dei nuovi piccoli imprenditori per mezzo di linee di microcredito basate sul progetto d'impresa. Anche tra i responsabili filippini della comunit musulmana c' allarme per la crescita della povert nel sud del Paese dove vive la maggioranza dei credenti islamici. Nella grande isola meridionale di Mindanao vi anche tra i musulmani un forte boom demografico. Tuttavia gli ulama filippini affermano che la povert non pu essere combattuta con metodi di controllo delle nascite contrari a quanto scritto nel Corano. In questo senso il presidente della Lega degli ulama delle Filippine, dottor Ustadz Mahmod Adilao, ha lanciato un monito contro i metodi coercitivi per il controllo delle nascite. Il monito del religioso musulmano motivato da ricorrenti progetti del governo di Manila per mettere un freno alla crescita della popolazione nella Regione autonoma musulmana di Mindanao (Armm) il cui tasso d'incremento annuo del 5,46 per cento paragonato alla media nazionale filippina pari al 2,04 per cento. Secondo i dati statistici, nelle Filippine vivono attualmente 88,7 milioni di abitanti. Nel pomeriggio di sabato 3 maggio si svolta a Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano, la celebrazione di beatificazione di madre Maria Maddalena dell'Incarnazione, al secolo Caterina Sordini (1770-1824) fondatrice dell'Ordine delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento. Il rito stato presieduto, in rappresentanza del Papa, dal cardinale Jos Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il quale ha pronunciato l'omelia, di cui proponiamo ampi stralci. Come i primi discepoli, anche noi, eleviamo lo sguardo al cielo, per contemplare la gloria di Ges, Maestro e Signore, ed esultare. In Cristo asceso al cielo, infatti, la nostra umanit stessa, quella che lui ha assunto nell'incarnazione, che innalzata al massimo splendore della sua dignit. La nostra speranza, perci, una certezza, fondata sulle rasserenanti parole che il Maestro pronunzi durante l'ultima cena: Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato, siano con me dove sono io (Giovanni 17, 24). I cristiani sono, quindi, coloro che seguono Ges ! Ad una considerazione superficiale e forse ancora immatura, questa espressione indicher semplicemente un modo di pensare e di comportarsi: i cristiani, cio, sono coloro che nella condotta di vita si ispirano alle parole e all'esempio di Cristo. Ma, ad un livello pi profondo, il livello sperimentato da tanti credenti e testimoniato dalla vita dei santi, l'appartenenza a Cristo, la sequela di Cristo, comporter molto di pi: non si tratter, cio soltanto di un rapporto tra discepolo e maestro, un rapporto fatto di ascolto-obbedienza-imitazione. No. Si tratter di un innesto: noi siamo innestati in Cristo come i tralci alla vite, apparteniamo talmente a lui da essere le membra del suo corpo. Con la sua Ascensione Ges d fondamento sicuro e definitivo a quella speranza alla quale ci ha chiamati, a quel tesoro di gloria che ci ha promesso e che l'eredit fra i santi ed eletti di Dio (...) E tuttavia questa attesa, questa certezza di essere un giorno con Cristo per sempre, non deve essere motivo di disimpegno o di inerzia, per gli apostoli. Al contrario, l'ascensione segna l'inizio della missione. Termina il cammino terreno di Ges e inizia il cammino della Chiesa nella storia del mondo. L'ascensione inaugura il tempo della Chiesa, e comincia il tempo della maturazione della fede dei discepoli: non si tratta, in definitiva, di instaurare una dottrina nuova, ma di instaurare un discepolato con Cristo. (...) Ecco il nostro compito, carissimi: noi siamo inviati dal Signore nel mondo per trasformarlo, per immettere nelle realt terrene i germi del suo Regno. In questo progetto di trasformazione del mondo, noi non siamo soli. In realt Ges non ci abbandona, ma rimane con noi. Ancora una volta, in mezzo a questa assemblea, risuonata la straordinaria promessa di Ges, la sua parola pi dolce e consolante: Io non vi lascio orfani (cfr Giovanni 14, 18), io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Matteo 28, 20). Ges continua ad essere realmente presente in mezzo a noi come il Maestro che annunzia e spiega le Scritture, il Servo che si china per lavare i nostri piedi, il Medico che si accompagna alle umane fragilit, il Povero che chiede a noi rispetto e attenzione. Ma il massimo grado di intensit del suo stare con noi si compie nel sacramento dell'Eucaristia, nel suo duplice aspetto di celebrazione e di permanenza, perch in esso c' non solo la presenza reale del Signore, ma anche la sua presenza sostanziale: la sostanza stessa del pane e del vino, la fibra intima del loro essere, viene trasformata in Ges. (...) La novella beata, Maria Maddalena dell'Incarnazione ha creduto fermamente alle parole di Ges, ne ha pienamente condiviso il mandato e si lasciata coinvolgere nello splendido progetto di salvezza che il Signore Ges ha inaugurato nella storia. Questa donna, che oggi stata elevata all'onore degli altari, ripresenta a noi la sua testimonianza di fede nella presenza del Figlio di Dio nella vita della Chiesa, incentrata nell'Eucarestia. Affascinata dal Mistero eucaristico, madre Maria Maddalena profuse la propria vita trasfigurandola in un atto di adorazione. La sua grande missione ricevuta dal Signore stesso stata quella di proporre a se stessa, all'Istituto delle Suore dell'Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento da lei fondato, alla Chiesa intera l'esperienza di un'adorazione che fosse perpetua: come Ges permane nel sacramento anche dopo che sia terminato il momento celebrativo, cos necessario che noi rimaniamo con Lui. Un'adorazione, dunque, che non venga mai meno nella Chiesa, che nasca e si prolunghi nel tempo, affinch l'Ostia Santa campeggi sul mondo, trionfi pubblicamente e sia memoria perenne dell'Amore di Dio per gli uomini, un fuoco capace di incendiare ogni angolo della terra. Cos si comprendono bene quelle parole di madre Sordini: Ges, vorrei che tutto il mondo ti amasse, anche a costo della mia stessa vita. Madre Maria Maddalena ci insegna che dal cuore di Ges eucaristico che sgorga misteriosamente una vita nuova in grado di rinnovare il popolo cristiano. La beatificazione odierna richiama la nostra attenzione sulla grazia straordinaria, a noi donata, di stare alla presenza del Signore. (...) La storia affascinante di Madre Maria Maddalena dell'Incarnazione ci aiuter ad arginare un lato debole dell'apostolato, specialmente in questo particolare momento storico, per non perdere mai la convinzione dell'importanza fondamentale ed insostituibile della preghiera e, soprattutto, nel riconoscere all'Eucaristia il suo ruolo di fons et culmen sorgente e compimento nella nostra vita di fede. La beata Madre Sordini pensava i suoi monasteri come centri di irradiazione spirituale per l'intera umanit. In effetti, l'adorazione del Pane eucaristico spezzato deve spingere il cristiano, a sua volta, a spezzare la propria persona e a rivoluzionare il proprio stile di vita per offrirsi ai fratelli. Non una fuga, dunque, n un'evasione dalla realt del presente, quella della beata Sordini, anima fortemente contemplativa, come per tutti i santi del resto, ma una provocazione: rivolta a noi, al massimo impegno nel comportarci da credenti, sempre e ovunque, nell'operare alacremente da cristiani autentici in mezzo alla nostra societ, per realizzare dentro di noi e nel mondo, il Regno di Dio, che regno di pace, giustizia, santit e amore.

Primo congresso internazionale di Christifideles laici

Una vita coerente con al centro Cristo


di FABRIZIO ASSANDRI Un laicato chiamato a essere sempre pi protagonista e corresponsabile, fermento in ogni ambito della societ, in vista della nuova evangelizzazione preconizzata da Giovanni Paolo II. questo il filo conduttore del primo Congresso internazionale organizzato dall'associazione Christifideles laici, svoltosi dal 2 al 4 maggio all'universit cattolica Abat Oliba Ceu di Barcellona. Testimonianze, incontri, conferenze, momenti di preghiera e di condivisione: questa la ricetta scelta dagli organizzatori per studiare il ruolo dei laici nel mondo di oggi. Tra i relatori l'arcivescovo di Barcellona, cardinale Llus Martnez Sistach, che ha dato il via ai lavori con la celebrazione eucaristica e una conferenza dal titolo La vita di unione con Dio nella vocazione e missione del fedele laico. Richiamandosi puntualmente all'insegnamento del Concilio Vaticano II e degli ultimi due pontefici, il cardinale ha affermato che il ruolo dei laici non ha solo un significato sociologico ma anche teologico, dato che per il battesimo che hanno ricevuto sono chiamati a santificare il mondo dal di dentro. La dignit della presenza laicale non dipende dalla crisi delle vocazioni, come se nella Chiesa si ricorresse ai laici solo per compensare una mancanza strutturale di sacerdoti. Al contrario, secondo il cardinale Martnez Sistach, gli uni e gli altri si retroalimentano a vicenda, proprio come dei vasi comunicanti, seguendo un'unica missione ma con differenti ministeri. Nelle tre sessioni di studio che hanno scandito il Congresso, il ruolo dei laici stato messo in relazione con la missione dei consacrati e con diversi temi quali ad esempio la necessit di una formazione matura per i battezzati, il bisogno di sentirsi comunit attraverso le parrocchie e l'adesione a movimenti ed associazioni, l'equilibrio tra il dialogo ecumenico, il rispetto della libert di coscienza e l'irrinunciabilit all'evangelizzazione. Quest'ultimo punto stato trattato da monsignor Jos ngel Siz Meneses, vescovo della diocesi di Terrassa e presidente della commissione per i seminari e le universit della Cee, la Conferenza episcopale spagnola. Nel nostro mondo secolarizzato che vive il paradosso di non poter occultare la fame di Dio, ha affermato il relatore il primo servizio che la Chiesa deve offrire quello dell'evangelizzazione. I laici devono operare senza sostituire la missione dell'annuncio con il dialogo interreligioso e la promozione umana, seguendo il metodo pedagogico di Ges: tirare fuori il meglio di ogni persona senza mai disprezzarla. Se la societ rema contro, ha continuato monsignor Saz Meneses i laici devono essere disposti al martirio, consapevoli che come diceva il Santo Padre Giovanni Paolo II siamo ancora agli albori e non alla fine della missione evangelizzatrice. pertanto compito del laico credente mettere al centro Cristo ha concluso il religioso con una testimonianza di vita coerente nei contenuti e nello stile. Quali sono le frontiere in cui il laico deve far sentire la sua voce? Monsignor Jess Sanz Montes, vescovo della diocesi di Huesca e Jaca, nonch presidente della commissione episcopale della Vita consacrata della Cee, identifica i nuovi aeropaghi della missione in quelle che indica come ferite della societ: la secolarizzazione, con l'affermarsi di tendenze, tanto in Europa quanto in America Latina, che danno per superato il cristianesimo; le ferite morali che si verificano quando si espelle Dio dalla societ e, infine, il relativismo che porta l'uomo all'incapacit di riconoscere la verit. Il congresso coincide con i festeggiamenti dei 25 anni di fondazione di Christifideles laici, associazione di diritto diocesano nata a Barcellona con centri in Spagna e in Argentina.

Il rito presieduto dal cardinale Joachim Meisner

A Trier beatificata Maria Rosa Flesch


Nel pomeriggio di domenica 4 maggio, nella cattedrale di Treviri (Repubblica Federale di Germania) si svolta la liturgia di beatificazione di Maria Rosa Flesch, al secolo Margherita (1826-1906), fondatrice dell'Istituto delle Suore Francescane Missionarie di Santa Maria degli Angeli. Il rito stato presieduto, in rappresentanza del Papa, dal cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia, il quale ha pronunciato l'omelia, di cui pubblichiamo ampi stralci in una nostra traduzione. Nella sua ben nota Lettera apostolica Novo Millennio ineunte, Papa Giovanni Paolo II scrive: I cristiani del nuovo secolo dovranno essere caratterizzati dalla santit della loro esistenza e del loro essere. Per questo abbiamo bisogno di una nuova pedagogia della santit (cfr n. 31). A questo talvolta si sente rispondere: Sono gi contento di essere un cristiano normale e non certo il mio obiettivo diventare un santo. Ora, agli occhi di Dio il santo un cristiano normale. Per questo a tutti noi rivolto l'invito del Signore a diventare un po' pi simili a Lui. Questo, in termini semplici, vuol dire santit. E certamente fa parte di questa pedagogia della santit quando oggi la Chiesa, attraverso la beatificazione, pone al nostro fianco l'indimenticabile fondatrice delle francescane di Waldbreitbach, madre Maria Rosa Flesch. una di noi. (...) Madre Maria Rosa Flesch di Schnstatt presso Coblenza. una nostra conterranea. Nella cantina vinicola di Niederbreitbach nel Wiedtal Margareta, come si chiamava al secolo, dopo la morte dei genitori in quanto figlia maggiore si preoccup del sostentamento dei suoi sei fratelli minori. In realt inizi proprio qui il suo noviziato come fondatrice di un Ordine e sorella della gente. (...) Nell'autunno del 1851 Margareta Flesch, insieme con sua sorella Marianne, affetta da epilessia, si trasfer in una delle celle vuote nella Kreuzkapelle presso Waldbreitbach, da dove assistette con dedizione i poveri e i malati del luogo, e molto presto anche gli orfani. (...) Come si vede chiaramente con la beata madre Maria Rosa Flesch, esiste una particolare vocazione nella Chiesa a non essere soltanto spettatori ma anche partecipanti alla sua passione. Tutti i misteri della vita di Ges sono distribuiti nella Chiesa. La stazione in cui Pietro, la futura guida della Chiesa, quando viene arrestato il Signore lo rinnega dinanzi a una serva: Non lo conosco (Luca 22, 57) era stata consegnata a madre Maria Rosa. Anche di lei i suoi hanno detto: non la conosco. qui che madre Maria Rosa trova la sua collocazione. Nel 1878, a 52 anni, dopo quindici anni di guida dell'Istituto non stata rieletta. Altre si sono appropriate della guida. La fondatrice stata emarginata e il suo ricordo di conseguenza stato cancellato dalla memoria della comunit. (...) Attraverso manipolazioni e perfino brogli alle elezioni, nel 1881 alcuni gruppi intorno a lei impedirono di nuovo la rielezione. Tale situazione dur 28 anni, quasi una vita. Queste circostanze tragiche spinsero la religiosa benedettina Maura Bckler a intitolare la sua biografia di madre Maria Rosa Die Macht der Ohnmacht (La potenza dell'impotenza). Come in un processo chimico in laboratorio, nel suo cuore il rifiuto, lo svilimento, l'odio, la mancanza di amore e l'ingiustizia attraverso la sofferenza, la pazienza, il silenzio e la preghiera furono trasformati in amore, grazia e fecondit spirituale per la sua opera. (...) Bisogna ascoltare questa nuova beata, perch, come dice Hans Urs von Balthasar, nessuno pu fare a meno di guardare verso quegli esegeti che lo Spirito Santo stesso presenta alla Chiesa come interpretazione autentica di ci che le Scritture intendono. Abbiamo bisogno di una pedagogia della santit. Qui ci viene donata in madre Maria Rosa Flesch. Oggi la Chiesa a Trier, mentre venera madre Maria Rosa come nuova beata e chiede la sua intercessione, loda lo stesso redentore Ges Cristo. Nella solennit di Tutti i Santi tutta la Chiesa prega: Dio, tu solo sei santo. Onoriamo te quando ricordiamo i santi. (...) La santit non mai una nostra propriet privata. Niente pi grande e permeabile della santit. Per questo i santi sono i veri maestri della Chiesa. Infatti non sono loro che vivono, ma Cristo che vive in loro. Amen.

Lutto nell'episcopato
giunta la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Jorge Mario Avila del Aguila, C.M., vescovo emerito di Jalapa (Guatemala), avvenuta alle ore 9 di sabato mattina, 3 maggio. Il compianto presule era nato in Guatemala il 19 aprile 1924 e aveva ricevuto l'ordinazione sacerdotale il 7 novembre 1948. Religioso della congregazione della Missione, il 3 febbraio 1978 era stato nominato amministratore apostolico di El Petn e il 3 dicembre 1982 era stato eletto alla Chiesa titolare di Nasai. Il 15 gennaio 1983 aveva ricevuto l'ordinazione episcopale e il 3 febbraio 1984, con l'elevazione a vicariato apostolico di El Petn ne era stato nominato primo vicario apostolico. Il 29 gennaio 1987 era stato trasferito alla Sede residenziale vescovile di Jalapa. Il 5 dicembre 2001 aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi. Le esequie sono state celebrate luned mattina, 5 maggio, nella cattedrale di Jalapa.

Conferenza Ue a Bruxelles sul dialogo interreligioso


BRUXELLES , 5. Affrontare le sfide dei cambiamenti climatici e della riconciliazione attraverso il dialogo interculturale: il titolo della conferenza in programma oggi, luned, a Bruxelles, nella sede della Commissione europea, che vedr una ventina di rappresentanti delle tre grandi religioni monoteiste cristiana, ebraica e musulmana incontrarsi con i vertici delle istituzioni Ue. Il meeting presieduto da Jos Manuel Barroso, Hans-Gert Pttering e Janez Jana, presidenti rispettivamente della Commissione europea, del Parlamento europeo e del Consiglio dell'Unione europea. Le autorit religiose provengono da Francia, Gran Bretagna, Germania, Austria, Polonia, Olanda, Svezia, Italia, Grecia, Romania, Lituania. Fra esse il cardinale Audrys Juozas Bakis, arcivescovo di Vilnius, il metropolita di Francia, Emmanuel, rappresentante del patriarcato di Costantinopoli, Michael Schudrich, rabbino capo in Polonia, Mohamed Bechari, presidente della Federazione nazionale dei musulmani in Francia e segretario generale della Conferenza islamica europea, Richard John Carew Chartres, vescovo anglicano di Londra, Letizia Tomassone, pastora valdese e vicepresidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Quello di oggi il quarto degli incontri annuali inaugurati dal presidente Barroso a partire dal 2005 ma quest'anno la conferenza interreligiosa assume un particolare significato essendo il 2008 l'Anno europeo del dialogo interculturale. Le religioni e le comunit religiose, cos come la societ civile, hanno un ruolo sempre pi importante nella ricerca di soluzioni sostenibili per le sfide affrontate dall'Europa e dal mondo in generale. Proprio per approfondire il dialogo interculturale, la direzione generale Educazione e cultura della Commissione europea ha organizzato per il 2008 a Bruxelles sette dibattiti.

luned-marted 5-6 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 7

Il Papa all'inizio del mese mariano nella basilica di Santa Maria Maggiore

Con il Rosario si mette Cristo al centro della nostra vita


Il Rosario sta conoscendo quasi una nuova primavera. Questo senz'altro uno dei segni pi eloquenti dell'amore che le giovani generazioni nutrono per Ges e per la Madre sua Maria. quanto ha affermato Benedetto XVI nel discorso pronunciato al termine della recita del rosario nella basilica Papale Liberiana di Santa Maria Maggiore, sabato pomeriggio 3 maggio.

Cari fratelli e sorelle, al termine di questo momento di preghiera mariana, desidero rivolgere a tutti voi il mio cordiale saluto e ringraziarvi per la vostra partecipazione. Saluto in particolare il Cardinale Bernard Francis Law, Arciprete di questa stupenda Basilica di Santa Maria Maggiore. Questo , in Roma, il tempio mariano per eccellenza, in cui il popolo della Citt venera con grande affetto l'icona di Maria Salus Populi Romani. Ho accolto volentieri l'invito che mi stato rivolto nel primo sabato del mese di maggio, a guidare il santo Rosario, secondo la bella tradizione

che ho vissuto fin dalla mia infanzia. Nell'esperienza della mia generazione, infatti, le sere di maggio rievocano dolci ricordi legati agli appuntamenti vespertini per rendere omaggio alla Madonna. Come, infatti, dimenticare la preghiera del Rosario in parrocchia oppure nei cortili delle case e nelle contrade dei paesi? Oggi insieme confermiamo che il santo Rosario non una pia pratica relegata al passato, come preghiera di altri tempi a cui pensare con nostalgia. Il Rosario sta invece conoscendo quasi una nuova primavera. Questo senz'altro uno dei segni pi eloquenti dell'amore che le giovani generazioni nutrono per Ges e per la Madre sua Maria. Nel mondo attuale cos dispersivo, questa preghiera aiuta a porre Cristo al centro, come faceva la Vergine, che meditava interiormente tutto ci che si diceva del suo Figlio, e poi quello che Egli faceva e diceva. Quando si recita il Rosario si rivivono i momenti importanti e significativi della storia della salvezza; si

ripercorrono le varie tappe della missione di Cristo. Con Maria si orienta il cuore al mistero di Ges. Si mette Cristo al centro della nostra vita, del nostro tempo, delle nostre citt, mediante la contemplazione e la meditazione dei suoi santi misteri di gioia, di luce, di dolore e di gloria. Ci aiuti Maria ad accogliere in noi la grazia che promana da questi misteri, affinch attraverso di noi possa irrigare la societ, a partire dalle relazioni quotidiane, e purificarla da tante forze negative aprendola alla novit di Dio. Il Rosario, quando pregato in modo autentico, non meccanico e superficiale ma profondo, reca infatti pace e riconciliazione. Contiene in s la potenza risanatrice del Nome santissimo di Ges, invocato con fede e con amore al centro di ogni Ave Maria. Cari fratelli e sorelle, ringraziamo Dio che ci ha concesso di vivere questa sera un'ora cos bella di grazia, e nelle prossime sere di questo mese mariano, anche se saremo distanti, ciascuno nelle proprie famiglie e comunit, sentiamoci ugual-

mente vicini e uniti nella preghiera. Specialmente in questi giorni che ci preparano alla solennit della Pentecoste restiamo uniti con Maria invocando per la Chiesa una rinnovata effusione dello Spirito Santo. Come alle origini, Maria Santissima aiuti i fedeli di ogni comunit cristiana a formare un cuore solo e un'anima sola. Vi affido le intenzioni pi urgenti del mio ministero, le necessit della Chiesa, i grandi problemi dell'umanit: la pace nel mondo, l'unit dei cristiani, il dialogo fra tutte le culture. E pensando a Roma e all'Italia vi invito a pregare per gli obiettivi pastorali della Diocesi, e per lo sviluppo solidale di questo amato Paese. Al nuovo Sindaco di Roma, Onorevole Gianni Alemanno, che vedo qui presente, rivolgo l'augurio di un proficuo servizio per il bene dell'intera comunit cittadina. A tutti voi qui convenuti e a quanti si sono uniti a noi mediante la radio e la televisione, in particolare ai malati e agli infermi, imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

Un atto di omaggio alla Salus Populi Romani


Benedetto XVI ha recitato il rosario in ginocchio davanti all'icona di Maria Salus Populi Romani. La preghiera si svolta sabato pomeriggio, 3 maggio, nella Basilica Papale Liberiana di Santa Maria Maggiore, in occasione del primo sabato del mese mariano. Al suo arrivo, il Papa stato accolto dall'arciprete della Basilica, il cardinale Bernard Francis Law, il quale gli ha rivolto un breve saluto: La venerazione di questo pomeriggio della preziosa e amata icona Salus Populi Romani ha detto tra l'altro ci ricorda la visita di Sua Santit in questa Basilica in forma privata, poco dopo la sua elezione come Successore di Pietro, appena tre anni fa. Il porporato ha poi aggiunto: Santissimo Padre, le sue intenzioni di preghiera, sono nei cuori dei fedeli di questa Basilica ogni giorno, e in modo particolare, nella preghiera del santo rosario. Oggi ci uniamo alle sue preghiere per la santit e l'unit della Chiesa, per la pace nel mondo, costruita sul riconoscimento della dignit di ogni essere umano, la quale proviene da Dio, per gli ammalati e i deboli, e per tutti coloro che sono vulnerabili. Benedetto XVI era accompagnato dall'arcivescovo James Michael Harvey, prefetto della Casa Pontificia, dai monsignori Paolo De Nicol, reggente della Prefettura, Georg Gnswein, segretario particolare, e Alfred Xuereb, della segreteria particolare del Papa. Erano presenti i membri del Capitolo della Basilica Papale Liberiana, monsignor Fortunatus Nwachukwu, capo del Protocollo della Segreteria di Stato, alcuni membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, tra i quali il decano Alejandro Emilio de Los Angeles Valladares Lanza, ambasciatore dell'Honduras, Francisco Vzquez Vzquez, ambasciatore di Spagna, e Mary Ann Glendon, ambasciatore degli Stati Uniti d'America. Tra le personalit politiche presenti, Gianni Alemanno, nuovo sindaco di Roma.

Benedetto XVI alla vigilia del giuramento dei nuovi alabardieri del Corpo della Guardia svizzera

Una scuola di vita per giovani aperti, semplici, leali


Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il Corpo della Guardia Svizzera Pontificia nella mattina di luned 5 maggio, alla vigilia della cerimonia di giuramento di trentatr nuovi alabardieri che avr luogo, marted pomeriggio, nel cortile di San Damaso. Il Papa ha espresso affetto e riconoscenza a tutte le guardie per il loro servizio e la loro testimonianza, rivolgendo poi un particolare pensiero ai familiari, soprattutto ai numerosi bambini presenti all'udienza.

Signor Comandante, care Guardie Svizzere e gentili familiari! In occasione dell'annuale cerimonia del giuramento, che avr luogo domani, sono lieto di potervi incontrare tutti insieme, per formulare i miei migliori auguri alle nuove reclute e per rinnovare all'intero Corpo della Guardia Svizzera Pontificia l'espressione del mio affetto e della mia riconoscenza. Saluto in particolare il Comandante e il Cappellano, assicurando ad essi la mia preghiera per il loro impegnativo servizio; ed estendo con gioia il mio pensiero alle Autorit Svizzere ed ai numerosi familiari, che in questi giorni rallegrano con la loro presenza il vostro piccolo Quartiere in Vaticano, care Guardie. Sono contento specialmente di accogliere tanti bambini, che sono i fiori pi belli delle vostre famiglie e ci ricordano l'amore di predilezione che Ges nutriva per i piccoli. Vor zwei Jahren, im Jahr 2006, wurde mit festlichen Veranstaltungen die Fnfhundertjahrfeier der Grndung Eurer Truppe begangen. Dies war eine gute Gelegenheit, ei-

nen Blick auf Eure Geschichte zu werfen und dabei die groen Vernderungen des gesellschaftlichen Umfelds zu erfassen, in dem die Jahrhunderte hindurch der Heilige Stuhl gem dem Auftrag, den Christus dem Apostel Petrus anvertraut hat, lebt und wirkt. Gerade vor dem Hintergrund dieser eindrucksvollen Entwicklung tritt das noch mehr hervor, was sich nicht ndert so auch die Identitt Eurer kleinen, aber qualifizierten Truppe, die dazu ausersehen ist, ber die Sicherheit der Person des Papstes und seines Wohnsitzes zu wachen. Nach fnf Jahrhunderten ist der Geist unverndert, der junge Schweizer dazu bringt, ihr schnes Land zu verlassen, um fr den Heiligen Vater im Vatikan Dienst zu leisten. Mit derselben Liebe legt Ihr fr die Katholische Kirche Zeugnis ab, und zwar mehr als mit Worten mit Eurer Person, die dank der typischen Uniform an den Eingngen zum Vatikan und bei den Papstaudienzen gut erkenntlich ist. Eure historischen Uniformen sprechen zu Pilgern und Touristen aus allen Teilen der Welt ber etwas, das sich trotz allem nicht ndert, nmlich ber Euren Einsatz, Gott zu dienen, indem ihr dem Diener seiner Diener dient. [Due anni fa, nel 2006, stato celebrato con importanti manifestazioni il quinto centenario di fondazione del vostro Corpo. Fu, quella, una circostanza propizia per osservare in prospettiva la vostra storia, cogliendo i profondi mutamenti del contesto sociale in cui, attraverso i secoli, la Santa Sede stata chiamata a vivere e operare, secondo il

mandato affidato da Cristo all'apostolo Pietro. Proprio sullo sfondo di tale impressionante evoluzione, ancor pi risalta ci che non muta, come anche l'identit del vostro piccolo ma qualificato Corpo, destinato a vigilare sulla sicurezza del Romano Pontefice e della sua dimora. A distanza di cinque secoli, immutato rimasto lo spirito di fede che spinge giovani svizzeri a lasciare la loro bella terra per venire a prestare servizio al Papa in Vaticano. Uguale l'amore per la Chiesa Cattolica, alla quale voi rendete te-

stimonianza, pi che con le parole, con le vostre persone, che, grazie alla caratteristica divisa, sono ben riconoscibili agli ingressi del Vaticano e nelle Udienze pontificie. Le vostre storiche uniformi parlano a pellegrini e turisti di ogni parte del mondo di qualcosa che malgrado tutto non muta, parlano cio del vostro impegno di servire Dio servendo il servo dei suoi servi]. Je m'adresse tout particulirement vous, les nouveaux hallebardiers. Sachez avant tout assimiler

l'esprit chrtien et ecclsial, qui est la base et le moteur de toute l'activit que vous dploierez. Dveloppez toujours votre prire et votre vie spirituelle, mettant pour cela en valeur la prsence prcieuse de votre Chapelain. Soyez ouverts, simples et loyaux. Sachez aussi apprcier les diffrences de personnalit et de caractre qui sont parmi vous, parce que, sous l'uniforme, chacun est une personne unique, appele par Dieu servir son Rgne d'amour et de paix. Comme vous le savez, la Garde Suisse est aussi une

cole de vie, et durant l'exprience au Vatican beaucoup de vos prdcesseurs ont pu dcouvrir leur vocation: au mariage chrtien, au sacerdoce, la vie consacre. C'est un motif de louange Dieu mais aussi d'estime pour votre Corps. [Mi rivolgo in particolare a voi, nuovi Alabardieri. Sappiate anzitutto assimilare questo spirito cristiano ed ecclesiale, che la base e il motore di ogni attivit che svolgerete. Coltivate sempre la preghiera e la vita spirituale, valorizzando per questo la preziosa presenza del Cappellano. Siate aperti, semplici e leali. Sappiate apprezzare anche le differenze di personalit e di carattere che ci sono tra di voi, perch sotto l'uniforme ognuno una persona unica e irripetibile, chiamata da Dio a servire il suo Regno di amore e di pace. Come sapete, la Guardia Svizzera anche una scuola di vita, e durante l'esperienza in Vaticano molti vostri predecessori hanno potuto scoprire la propria vocazione: al matrimonio cristiano, al sacerdozio, alla vita consacrata. questo un motivo di lode a Dio, ma anche di apprezzamento per il vostro Corpo]. Cari amici, vi ringrazio tutti per la generosit e la dedizione con cui operate a servizio del Papa. Il Signore vi ricompensi e vi colmi di abbondanti favori celesti. Vi affido alla materna protezione di Maria Santissima, che veneriamo con speciale devozione in questo mese di maggio. A ciascuno di voi, alle Autorit, alle Personalit presenti, ai familiari e a tutte le persone a voi care imparto di cuore la mia Apostolica Benedizione.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
Al Regina Caeli il Papa ricorda che con l'Ascensione Ges ha riportato l'uomo a Dio

luned-marted 5-6 maggio 2008

La speranza cristiana non un'illusione


Con l'Ascensione Ges ha compiuto la missione di riportare l'uomo a Dio. Lo ha ricordato il Papa al Regina Caeli di domenica 4 maggio, recitato dal sagrato della Basilica Vaticana dinanzi a centomila fedeli dell'Azione Cattolica italiana (ai quali ha poi rivolto il discorso che pubblichiamo in prima pagina).

Il cardinale Tarcisio Bertone ad Ancona

Affrontare con coraggio le prove di ogni giorno


Dinanzi alle vicende e ai problemi quotidiani che rischiano di far smarrire il sapore, la bellezza e la grandezza della fede i cristiani sono invitati a non cedere allo scoraggiamento. Lo ha detto il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, celebrando domenica 4 maggio, nel duomo di Ancona, la messa per la festa del patrono san Ciriaco. All'omelia il porporato ha messo in relazione la figura del vescovo martirizzato nel 363 e il Vangelo dellAscensione di Cristo, traendovi spunti di riflessione per i tempi odierni. Testimone ha detto di una fede matura e adulta, che non indietreggia di fronte alla violenza e alla persecuzione, san Ciriaco ci insegna che replicare alla disumanit con l'offerta e il sacrificio di s la risposta di chi non si rassegna e non cede alla potenza del male, ma vince con l'onnipotenza dell'amore, sorretto dalla speranza. Per il cardinale Bertone il destino dell'umanit non pu essere la rovina e la morte: Il male ha spiegato non potr trionfare sul bene; la caduta dei valori che oggi ci riempie di preoccupazione, non continuer inesorabilmente a far perdere all'umanit il senso della vita, della verit e della giustizia. Ges non un puro nome n un personaggio sepolto nel passato. Da qui l'invocazione affinch la comunit cristiana non si lasci scoraggiare dai profeti di sventura n distrarre e lusingare dai falsi profeti; non resti a guardare in alto, ma affronti con coraggio le difficolt e le prove d'ogni giorno, per diffondere il Vangelo dell'amore di Cristo con la testimonianza delle opere buone. Infine ha concluso pregando il Signore di suscitare anche oggi santi come Ciriaco, che ci insegnino con il loro esempio e ci sostengano con la loro intercessione nel seguire Ges. Insieme con il cardinale Bertone hanno concelebrato larcivescovo di Ancona-Osimo, Edoardo Menichelli, e larcivescovo emerito di Fermo, Cleto Bellucci. Il segretario di Stato ha portato ai tanti presenti che gremivano il duomo anconetano tra cui le pi alte autorit civili e militari locali la benedizione del Papa. Quindi ha invitato a lavorare fin da ora alla preparazione del venticinquesimo Congresso eucaristico nazionale, che si terr proprio nel capoluogo marchigiano nel 2011. Il porporato ha anche benedetto la cappella del nuovo centro per minori disabili Il Samaritano. Come ex presidente dellospedale pediatrico Gaslini di Genova, che andr presto a visitare con Benedetto XVI ha ricordato e come attuale responsabile dell'ospedale Bambino Ges di Roma, so quanta sofferenza e quanta forza di solidariet si sprigiona quando un bimbo malato o non possiede le stesse abilit dei coetanei. Come ci insegnano le loro madri, i piccoli diversamente abili vanno accettati con tutte le cose che portano con loro, e devono essere al centro di ogni atto damore, come quello che si concretizzato oggi. Quindi ha ringraziato il presidente della fondazione Il Samaritano don Giancarlo Sbarbati e i responsabili delle istituzioni locali che con il loro sostegno ne hanno reso possibile la realizzazione. Dobbiamo spendere tutte le nostre forze e la nostra creativit ha concluso per rendere anche ai diversamente abili la vita bella e ricca di senso, grazie allaiuto e alla solidariet delle persone buone, credenti e non credenti.

Cari fratelli e sorelle, oggi si celebra in vari Paesi, tra cui l'Italia, la solennit dell'Ascensione di Cristo al cielo, mistero della fede che il Libro degli Atti degli Apostoli colloca quaranta giorni dopo la risurrezione (cfr At 1, 3-11), ed perci che in Vaticano e in alcune Nazioni del mondo esso gi stato celebrato gioved scorso. Dopo l'Ascensione i primi discepoli restano riuniti nel Cenacolo intorno alla Madre di Ges, in fervida attesa del dono dello Spirito Santo, promesso da Ges (cfr At 1, 14). In questa prima domenica di maggio, mese mariano, riviviamo questa esperienza anche noi, sentendo pi intensamente la presenza spirituale di Maria. E Piazza San Pietro si presenta oggi quasi come un cenacolo a cielo aperto, gremito di fedeli, in gran parte soci dell'Azione Cattolica Italiana, ai quali mi rivolger dopo la preghiera mariana del Regina Caeli. Nei suoi discorsi di addio ai discepoli, Ges ha molto insistito sull'importanza del suo ritorno al Padre, coronamento di tutta la sua missione: Egli infatti venuto nel mondo per riportare l'uomo a Dio, non sul piano ideale come un filosofo o un maestro di saggezza ma realmente, quale pastore che vuole ricondurre le pecore all'ovile. Questo esodo verso la patria celeste, che Ges ha vissuto in prima persona, l'ha affrontato totalmente per noi. per noi che disceso dal Cielo ed per noi che vi asceso, dopo essersi fatto in tutto simile agli uomini, umiliato fino alla morte di croce, e dopo avere toccato l'abisso della massima lontananza da Dio. Proprio per questo il Padre si compiaciuto in Lui e Lo ha sovraesaltato (Fil 2, 9), restituendoGli la pienezza della sua gloria, ma ora con la nostra umanit. Dio nell'uomo l'uomo in Dio: questa ormai una verit non teorica ma reale. Perci la speranza cristiana,

fondata in Cristo, non un'illusione ma, come dice la Lettera agli Ebrei, in essa noi abbiamo come un'ncora della nostra vita (Eb 6, 19), un'ncora che penetra nel Cielo dove Cristo ci ha preceduto. E di che cosa ha pi bisogno l'uomo di ogni tempo se non di questo: di un saldo ancoraggio per la propria esistenza? Ecco allora nuovamente il senso stupendo della presenza di Maria in mezzo a noi. Volgendo lo sguardo verso di Lei, come i primi discepoli, siamo immediatamente rinviati alla realt di Ges: la Madre rimanda al Figlio, che non pi fisicamente tra noi, ma ci attende nella casa del Padre. Ges ci invita a non restare a guardare in alto, ma a stare insieme uniti nella preghiera, per invocare il dono dello Spirito Santo. Solo infatti a chi rinasce dall'alto, cio dallo Spirito di Dio, aperto l'ingresso nel Regno dei cieli (cfr Gv 3, 3-5), e la prima rinata dall'alto proprio la Vergine Maria. A Lei pertanto ci rivolgiamo nella pienezza della gioia pasquale.

Al termine della preghiera mariana Benedetto XVI ha rivolto saluti ai fedeli di lingua francese, inglese, tedesca, spagnola, polacca e italiana.

Chers plerins francophones prsents la prire mariale de ce jour, je vous adresse mes salutations chaleureuses. Avec l'aide de la Vierge Marie, puissiez-vous ouvrir vos curs l'Esprit Saint, pour tre tmoins, personnellement et en Eglise, de la Bonne Nouvelle du salut. I greet with joy the Englishspeaking pilgrims who have come here today, particularly the members of the Neo-Catechumenal Way from Mumbai in India. In the course of this week we will pray with the whole Church for the coming of the Holy Spirit. May all of you receive abundant blessings of peace and joy. Mit Freude gre ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache hier auf dem Petersplatz. Diese Tage vor Pfingsten sind eine Zeit des besonderen Gebets um den Heiligen Geist. Bitten wir instndig um die

Gabe des Geistes Gottes! Er macht uns neu, er schenkt Leben und gibt Kraft, das Antlitz der Erde zu erneuern. Der Herr erflle euch mit seiner Gnade und seinem Frieden. Saludo con afecto a los peregrinos de lengua espaola, en particular a los fieles de las Parroquias del Sagrado Corazn de Jess, de Albacete, y de San Juan Bautista, de Fuensalida, en Toledo. En este da, en el que en algunos lugares se celebra la solemnidad de la Ascensin del Seor a la derecha del Padre, os invito a exultar de gozo por este gran misterio, que acrecienta nuestra esperanza de llegar tambin nosotros, como miembros de su cuerpo, a donde nos ha precedido l, que es nuestra Cabeza. Feliz domingo a todos. Pozdrawiam serdecznie Polakw. Uroczysto Krlowej Polski i Wniebowstpienie Paskie nadaj szczeglny akcent pierwszym dniom maja. Niech nasze serca przenika nadzieja i rado, e kiedy spotkamy si z Chrystusem i z Jego Mat-

k w chwale nieba. Z serca wam bogosawi. [Saluto cordialmente tutti i Polacchi. La Solennit della Vergine Maria Regina della Polonia e la Solennit dell'Ascensione del Signore conferiscono un accento particolare a questi primi giorni del mese di maggio. I nostri cuori siano ricolmi della speranza e della gioia che un giorno, nella gloria del cielo, ci incontreremo con Ges e con sua Madre. Vi benedico tutti di cuore]. Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare le Suore dell'Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento, la cui fondatrice Maria Maddalena dell'Incarnazione ieri stata proclamata beata. Saluto inoltre i giovani dell'Oratorio Sacra Famiglia di Cinisello Balsamo, i ragazzi che si preparano a ricevere la Cresima, il Centro Grazie alla vita di Mezzolombardo, la scolaresca di Snnori e i fedeli provenienti da Villa Garibaldi, da Coste e Madonna della Salute e da Scandicci. A tutti auguro una buona domenica.

La messa celebrata dal cardinale Bagnasco per l'Azione Cattolica prima dell'incontro con il Papa

Un contributo alla crescita culturale e morale dell'Italia


di ALESSANDRO TRENTIN Centoquarant'anni di storia dell'associazione sono un tratto di strada ricco di bene per la nostra Chiesa e per il Paese. E ora siamo qui per fare memoria dei doni di Dio, per sciogliere l'anima nella gratitudine, e perch rinvigoriti dal carisma e dalla parola di Papa Benedetto XVI, possiamo riprendere la strada della formazione, del servizio e della missionariet. Il fedele servizio dell'Azione Cattolica, tra passato, presente e futuro, stato sottolineato, domenica 4 maggio, nell'omelia pronunciata dal cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, in occasione della concelebrazione eucaristica in piazza San Pietro che ha preceduto l'incontro degli associati con Benedetto XVI. A concelebrare con il porporato sono stati una quarantina tra arcivescovi e vescovi fra questi il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, il vescovo Giuseppe Betori e oltre duecento sacerdoti. L'incontro con Benedetto XVI stato il momento culminante delle celebrazioni per il centoquarantesimo anniversario di fondazione dell'Azione Cattolica italiana e della XIII assemblea nazionale, che ha eletto i nuovi organi rappresentativi. Circa centomila persone iscritte, giunte a bordo di milleduecento pullman da ogni parte del Paese, ma anche dall'estero, hanno ricevuto il saluto e la benedizione del Papa. I vari gruppi dei fedeli erano identificati da cartelli sui quali erano scritti i luoghi di provenienza: tra questi, particolarmente numeroso il gruppo della Puglia, che ha organizzato due treni speciali per l'evento. La messa celebrata nella Piazza dove erano affisse le foto dei santi, dei beati e dei venerabili particolarmente cari all'associazione si aperta con il saluto rivolto al cardinale Bagnasco dall'assistente generale, il vescovo di Palestrina Domenico Sigalini. Il presule ha detto tra l'altro: Sono qui convenuti bambini, ragazzi e ragazze, giovani, adulti, coppie di fidanzati, famiglie, pap e mamme, nonni e nonne dell'Azione Cattolica italiana e delle Azioni Cattoliche di oltre quaranta Paesi del mondo. Incontrare il Papa a Roma sempre stato un desiderio di ogni socio. Monsignor Segalini ha aggiunto: Oggi vogliono dire di persona la fedelt al Signore, l'amore alla Chiesa, l'affetto, la gratitudine e l'obbedienza al Papa. Provengono da tutte le diocesi d'Italia, da tutte le piccole e grandi associazioni parrocchiali e diocesane. Sono venuti in compagnia delle persone sante, talvolta eroiche, sempre innamorate di Dio e della Chiesa. Il cardinale Bagnasco, nell'omelia, ha ricordato che il primo servizio annunciare Ges e il suo pensiero, testimoniare la bellezza della Chiesa. Gli uomini attendono Cristo e noi ne siamo debitori a tutti. E ha esortato: Andate, cari amici, andate fino ai confini della terra: questi confini sono quelli delle vostre citt e dei vostri paesi, ma anche degli ambienti di vita; sono innanzitutto i confini sconfinati dell'anima umana. Ovunque c' bisogno di speranza! La Chiesa, specialmente in Italia, Chiesa di popolo, cio per tutti perch vicina a tutti nella ferialit della vita, in quel radicamento territoriale che espresso soprattutto nelle parrocchie. Il presidente della Cei ha tuttavia posto l'accento sulla necessit per l'Azione Cattolica di infondere un nuovo slancio e vigore alla propria azione. Bisogna spingersi ha spiegato ancora pi al largo: in quegli areopaghi vecchi e nuovi dove il mondo contemporaneo affronta questioni inedite e decisive, come la concezione della persona, l'esistenza e il fondamento di valori universali e invalicabili, la difesa e la promozione della vita dal concepimento al suo naturale tramonto, la libert educativa, l'importanza ineguagliabile della famiglia basata sul matrimonio, fondamento della societ umana. Per il cardinale il nostro atteggiamento, come diceva il Papa al Congresso ecclesiale di Verona, non dovr mai essere quello di un rinunciatario ripiegamento su noi stessi: occorre invece mantenere vivo e se possibile incrementare il nostro dinamismo, occorre aprirsi con fiducia a nuovi rapporti, non trascurare alcuna delle energie che possono contribuire alla crescita culturale e morale dell'Italia. Il porporato ha quindi lanciato un invito: Popolo dell'Azione Cattolica, i vescovi contano su di voi perch siate parte attiva e generosa nel cammino pastorale della Chiesa che in Italia. una grande missione! Lo sguardo di Cristo, che gli apostoli hanno cercato tra le nubi del cielo, continua a guardare anche noi. Guardatelo anche voi con gli occhi della fede e del cuore. Il rinnovamento dell'impegno di testimonianza stato espresso poi dal presidente Luigi Alici nel saluto rivolto al Papa. Siamo qui ha detto insieme ai rappresentanti del Forum internazionale di Azione Cattolica, per rinnovare la nostra dedizione totale e appassionata al Vangelo; per riaffermare davanti a voi, con affetto, gioia e gratitudine, una fedelt che viene da lontano; per essere confermati nella fede e nel servizio. Sappiamo che stata soprattutto un'onda lunga di santit ad aver plasmato l'anima pi profonda della nostra storia. qui, oggi, in mezzo a noi anche una comunit invisibile di santi, beati e venerabili, oltre a tantissimi testimoni esemplari della fede; la loro compagnia spirituale illumina e sostiene i nostri passi. Il presidente ha poi fatto riferimento all'ultima assemblea: Consapevoli, come abbiamo scritto nel Manifesto al Paese, della possibilit e della bellezza di una vita pienamente umana e cristiana ha sottolineato vogliamo porci al servizio di un incontro sempre possibile, tra fede e intelligenza, tra l'altezza dell'infinito e l'ordinariet del quotidiano. Un ragazzo dell'associazione, Giuseppe Refini, di Gaeta, e un animatore, Stefano Dalla Mora, di Trieste, hanno simbolicamente consegnato al Papa un plastico raffigurante due scuole, una elementare e l'altra media, costruite nella diocesi africana di Makeni, guidata dal vescovo George Biguzzi, allo scopo di aiutare gli ex bambini soldato della Sierra Leone e gli adolescenti. La costruzione delle scuole stata finanziata tramite l'iniziativa un pallone per la pace.

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice

Possessi cardinalizi
L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice d comunicazione delle prese di possesso che avranno luogo nei prossimi giorni: Sabato 10 maggio, vigilia di Pentecoste, alle ore 18.30, il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo metropolita di Bombay (India), del titolo di San Paolo della Croce a Corviale, Via Poggio Verde, 319. Domenica 11 maggio, solennit di Pentecoste, alle ore 17.30, il cardinale Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, della nuova diaconia di San Lorenzo in Piscibus, Via Padre Pancrazio Pfeiffer.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 106 (44.846)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
mercoled 7 maggio 2008

Citt del Vaticano

Oltre ventimila morti e centinaia di migliaia i senza tetto dopo il passaggio del ciclone Nargis

Benedetto XVI chiede solidariet per il Myanmar


Si fa di ora in ora pi grave il bilancio del passaggio del ciclone Nargis sul Myanmar. Nonostante la frammentariet delle notizie provenienti dal Paese asiatico, le ultime informazioni parlano di oltre ventimila morti e trentamila dispersi. Centinaia di migliaia i senza tetto. Benedetto XVI ha espresso la propria solidariet alla popolazione colpita con un telegramma, a firma del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, inviato al presidente della Conferenza episcopale del Myanmar, arcivescovo Paul Zinghtung Grawng. Eccone il testo. Deeply saddened by news of the tragic aftermath of the recent cyclone, the Holy Father expresses his heartfelt sympathy. With prayers for the victims and their families, he invokes God's peace upon the dead and divine strength and comfort upon the homeless and all who are suffering. Confident that the international community will respond with generous and effective relief to the needs of your countrymen, His Holiness asks you to convey his solidarity and concern to the civil authorities and to all the beloved people of Myanmar. Cardinal TARCISIO BERTONE , Secretary of State Pubblichiamo di seguito la traduzione italiana del telegramma del Papa. Profondamente rattristato dalla notizia delle conseguenze del recente ciclone, il Santo Padre esprime la sua sincera partecipazione. Pregando per le vittime e per le loro famiglie, invoca la pace di Dio sui morti e forza e conforto divini sui senza tetto e su quanti stanno soffrendo. Confidando che la comunit internazionale soddisfi con aiuti generosi ed efficaci i bisogni dei suoi concittadini, Sua Santit le chiede di trasmettere la propria solidariet e la propria sollecitudine alle autorit civili e a tutto l'amato popolo del Myanmar. Cardinale TARCISIO BERTONE, Segretario di Stato NAYPYIDAW, 6. Il ministro degli Esteri del Myanmar, Nyan Win, ha dichiarato che potrebbe trattarsi della peggiore catastrofe del genere registrata in Asia dal 1991, quando in Bangladesh morirono centoquarantatremila persone. A tre giorni dal ciclone Nargis che si abbattuto sulle zone sudoccidentali del Myanmar, ancora impossibile una stima precisa delle vittime. Nyan ha detto che diecimila persone sono morte nella sola citt di Bogalay, dove il novantacinque per cento delle abitazioni stato raso al suolo. Secondo fonti dei servizi di soccorso approntati dall'Onu, gi adesso i senzatetto sono centinaia di migliaia, ma potrebbero ben presto raggiungere il milione. Si tratta senza ombra di dubbio di cifre che delineano un quadro spaventoso della situazione, tanto grave da aver indotto la giunta militare che da quasi mezzo secolo governa il Myanmar con il pugno di ferro, mantenendolo isolato dal resto del mondo ad accettare gli aiuti internazionali, a condizione, per, che siano sotto la supervisione dell'Onu. Al nostro giornale, il responsabile delle Comunicazioni della Caritas internationalis, Patrick Nicholson, ha detto che l'organismo umanitario si subito messo in contatto con la Chiesa locale per avere un preciso riferimento, cos da coordinare al meglio gli aiuti sul terreno. Nello stesso tempo ha sottolineato la risposta data dal Governo sembra essere positiva; non vi sarebbero restrizioni o condizionamenti all'organizzazione degli aiuti. Caritas internationalis ha gi fatto provviste di acqua potabile e di cibo, di kit medici e di tende da distribuire alle stremate popolazioni. La giunta militare ha annunciato un rinvio del referendum sulla nuova Costituzione in alcune zone del Paese devastate dal ciclone Nargis. Lo ha riferito oggi la televisione statale, precisando che la consultazione, in programma sabato prossimo, stata posticipata al 24 maggio nel delta dellIrrawaddy e nel circondario di Yangoon (la citt pi grande ed ex capitale), le due zone pi colpite. Altrove, per, il referendum costituzionale si terr comunque il 10 maggio, poich, stando allemittente, le altre aree disastrate sono tornate alla normalit.

Israele e il futuro del Vicino Oriente


crisi umanitaria, c' un altro fattore negativo nel processo di pace: l'instabiLo Stato di Israele [...] incrementer lit politica interna a Israele e all'Ap. lo sviluppo del Paese per il bene di Al momento il primo ministro Olmert tutti i suoi abitanti, sar fondato sulla non sembra essere un leader dotato di libert, sulla giustizia e sulla pace [...]. effettivo potere negoziale. Oltre all'inCon queste parole, il 14 maggio 1948, chiesta avviata dalla polizia nei suoi le autorit israeliane proclamavano confronti, il leader di Kadima, succesl'indipendenza di Israele. Pochi mesi sore di Ariel Sharon, dipende dal soprima, il 19 novembre 1947, l'Assem- stegno del partito ultraortodosso Shas blea generale delle Nazioni Unite ave- che si oppone a qualsiasi concessione va adottato una risoluzione per divi- all'Ap sulla questione degli insediamendere la Palestina sotto mandato bri- ti in Cisgiordania. Oggi alla Knesset tannico in due Stati, uno arabo e uno sono in molti a chiedere che il premier ebraico, legati da un'unione economica. si autosospenda e la possibilit di eleOggi, in una situazione profonda- zioni anticipate non affatto remota. mente diversa, quale futuro immagiSul versante palestinese, finora i nare per lo Stato di Israele e il Vicino tentativi da parte egiziana di una meOriente? La formula due popoli e diazione tra Hamas e Al Fatah non due Stati, tanto sponsorizzata dal- hanno dato i risultati sperati. Secondo l'amministrazione Bush, ancora una l'intelligence israeliana, il Movimento soluzione valida? Oppure esistono vie di resistenza islamico dispone di un diverse di compromesso? vero e proprio esercito composto da A dare un significato particolare al- 20.000 uomini. L'uomo forte Ahmed la ricorrenza dei sessant'anni dello Jaabari, comandante di oltre 10.000 Stato di Israele le festivit iniziano membri delle Brigate Ezzedin Al Qasmercoled 7 maggio con una cerimo- sam dislocati in tutta la Striscia. Ad nia militare sul monte Herzl l'at- essi si aggiungono 6.000 unit delle tuale situazione regionale segnata dal- forze di polizia, per non parlare dei la crescente tensione. A circa cinque combattenti aderenti ad altri gruppi mesi dalla conferenza di Annapolis, il estremisti come la Jihad islamica e vertice promosso dagli Stati Uniti che delle cellule in Siria e Giordania. ha rilanciato i negoziati tra Israele e Da tutta questa serie di elementi, Autorit palestinese (Ap) dopo sette quali scenari ipotizzare? anni di stallo e di Intifada, sul terreno Come riferiscono gli analisti internon si registrano passi in avanti e le nazionali, vista la situazione attuale in intese annunciate nel Maryland sono Cisgiordania, sono ben poche le prorimaste buoni propositi. Per rilanciare le trattative il prossimo 13 maggio il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, si recher, per la seconda volta nel suo mandato, in Israele (dove terr anche un discorso alla Knesset), in Arabia Saudita e in Egitto, dove avr una serie di colloqui con il presidente egiziano Hosni Mubarak, il sovrano di Giordania, Abdullah David Ben Gurion proclama l'indipendenza dello Stato di Israele II bin Hussein, e il leader dell'Ap, Abu Mazen. Bush si impegnato a fare tutto babilit che in un prossimo futuro il possibile per giungere a un accor- possa sorgere uno Stato palestinese do tra israeliani e palestinesi entro la autonomo e con continuit territoriale. fine del gennaio 2009, quando dovr Secondo il recente rapporto del movimento pacifista Peace Now, dopo Anlasciare la Casa Bianca. Dopo la strage alla scuola rabbinica napolis il Governo israeliano non ha Mercaz Haraz, nel cuore di Gerusa- congelato un solo progetto di costrulemme, dove circa un mese fa un zione. Anzi, sono stati portati a termiestremista palestinese penetrato nell'e- ne 220 edifici in 37 insediamenti e dificio uccise otto studenti israeliani, aperti 275 cantieri. Nonostante le prola contrapposizione tra Israele e Ha- messe, proseguono sia la costruzione mas ha conosciuto un'escalation di della barriera di separazione (ormai violenza e terrore: nuovi lanci di razzi stato completato il 57 per cento del procontro le localit israeliane al confine, getto), sia la distruzione delle abitazioni palestinesi (tra gennaio e febbraio quotidiani combattimenti e uccisioni. A pagare il duro prezzo del conflit- sono state demolite 111 strutture, 51 to sono anzitutto gli abitanti della delle quali a uso residenziale, e cos Striscia di Gaza controllata da Ha- sono rimaste senza casa 381 persone). C' poi un ultimo dato, quello demas, stremati dall'embargo israeliano. Nelle scorse settimane l'Unrwa (l'a- mografico, a parere di molti il pi degenzia delle Nazioni Unite per i rifu- cisivo. Secondo le proiezioni, nel 2050 giati palestinesi) ha annunciato di es- gli ebrei israeliani nella regione posere costretta a sospendere le proprie trebbero ridursi ad appena il 37 per operazioni assistenziali nella Striscia cento della popolazione (oggi sono il per il completo esaurimento delle 55 per cento). L'attuale tasso di nascorte di carburante provocato dalla talit degli ebrei spiega Sergio Delchiusura del terminal petrolifero israe- la Pergola, direttore della Divisione di liano di Nahal Oz, chiusura decisa demografia e statistica all'Universit dopo un attentato palestinese nel qua- di Gerusalemme di 2,7 figli per le vennero uccisi due civili israeliani. donna, contro i quasi quattro degli Le autorit di Tel Aviv hanno giusti- arabi israeliani. E il dato sale se si ficato questo ulteriore inasprimento prende in considerazione Gaza, dove dell'embargo con le inadempienze del- la media di figli per donna di 5,6. le societ palestinesi di distribuzione e Cifre che non restano sulla carta, e con le quali i leader di domani docon i disordini provocati da Hamas. E tuttavia, oltre alle violenze e alla vranno fare i conti. di LUCA M. POSSATI

Dichiarazioni di Ban Ki-moon in vista del vertice della Fao

L'Onu sollecita nuove idee per fronteggiare la crisi alimentare


NEW YORK, 6. Il Segretario generale dellOnu Ban Ki-moon ha invitato i leader di tutti i Paesi del mondo a partecipare al vertice della Fao, l'organizzazione dell'Onu stessa per l'alimentazione e l'agricoltura, in programma dal 3 al 5 giugno a Roma, e di portare idee nuove per risolvere la crisi alimentare globale. Nei prossimi giorni preparer gli inviti per i capi di Stato e di Governo, chiedendo loro di venire a Roma, ha detto Ban Ki-moon in un incontro con la stampa ieri a New York, in margine alla cerimonia per l'inaugurazione del restauro del Palazzo di Vetro. Ban Kimoon ha anche annunciato che luned prossimo ci sar la prima riunione della task force internazionale da lui costituita per risolvere lemergenza cibo scatenata dallaumento dei prezzi mondiali delle derrate alimentari che sta travolgendo milioni di persone. Nell'occasione, il Segretario dell'Onu stato interrogato anche sulle dichiarazioni rilasciate dal presidente senegalese Abdoulaye Wade che ha chiesto proprio di smantellare la Fao, definendola una macchina mangiasoldi inutile. Posso capire e condividere le frustrazioni di diversi leader africani, compreso il presidente Wade ha risposto Ban Ki-moon ma la Fao, fin dalla sua istituzione nel 1945, ha guidato gli sforzi della comunit internazionale per portare lassistenza umanitaria dove era necessario. Sulle questioni relative ai rincari dei prezzi agricoli legati in parte peraltro non preponderante all'uso crescente di biocombustibili, il cosiddetto biofuel, intervenuto ieri in un'audizione davanti al Parlamento europeo Jeffrey Sachs, docente di economia della Columbia University di New York e consigliere speciale delle Nazioni Unite. Secondo Sachs, i programmi sul biofuel sono comprensibili in un periodo di abbondante disponibilit di prodotti agricoli, ma non hanno senso in un momento di crisi alimentare mondiale. L'economista statunitense ha ricordato che negli Stati Uniti un terzo del grano prodotto viene destinato alla produzione di biocarburante e ha sostenuto che di fronte a un'emergenza sul cibo come quella in atto bisognerebbe invece puntare soprattutto su altre fonti, come letanolo, che non sono legate alla catena alimentare. In ogni caso, la prima causa della crisi in atto la scarsit di mezzi e strutture a disposizione dei Paesi pi poveri per poter raggiungere a pieno il proprio potenziale produttivo. Il primo mezzo per arginare la crisi quindi aiutare i piccoli agricoltori in Africa e nelle regioni colpite ad aumentare la loro produttivit, ha riferito Sachs, sottolineando che tale intervento costerebbe un decimo di quanto necessario ad inviare aiuti alimentari.

I risultati dell'ultimo vertice a Gerusalemme tra Olmert e Abu Mazen

Israele annuncia progressi nei negoziati Ma i palestinesi manifestano prudenza


PAGINA 3

Il Paese dilaniato da pressioni esterne e dal radicalismo islamico

Non conoscono fine le sofferenze della Somalia


STEVE KIBBLE
A PAGINA

In America l'inglese arretra e sempre pi persone parlano le lingue neolatine

NOSTRE INFORMAZIONI
Nel pomeriggio di ieri, il Santo Padre ha ricevuto in udienza Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Joachim Meisner, Arcivescovo di Kln (Repubblica Federale di Germania). Willem Jacobus Eijk, Arcivescovo di Utrecht (Paesi Bassi).

Latino, ovvero le sette vite di una lingua che non mai morta
ROBERTO
DE

MATTEI

A PAGINA

Gli ottanta anni della Rivista del cinematografo

Dialogare con tutti senza perdere l'identit


ANGELO BAGNASCO , DARIO E. VIGAN E LUCA PELLEGRINI A PAGINA 5

Il Santo Padre ha nominato Membri della Congregazione per il Clero gli Eminentissimi Signori Cardinali: Polycarp Pengo, Arcivescovo di Dar-es-Salaam (Tanzania); Marc Ouellet, Arcivescovo di Qubec (Canada); Jorge Liberato Urosa Savino, Arcivescovo di Caracas (Venezuela); e gli Eccellentissimi Monsignori: Tomash Peta, Arcivescovo di Maria Santissima in Astana (Kazakhstan); Raymond Leo Burke, Arcivescovo di Saint Louis (Stati Uniti d'America);

Il Santo Padre ha nominato Membri del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi gli Eminentissimi Signori Cardinali: Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi; Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli; Llus Martinez Sistach, Arcivescovo di Barcelona; Oswald Gracias, Arcivescovo di Bombay; William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali; e gli Eccellentissimi Monsignori: John Joseph Myers, Arcivescovo di Newark; Raymond Leo Burke, Arcivescovo di Saint Louis.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO

mercoled 7 maggio 2008

La Georgia esce dal trattato di cooperazione aerea della Comunit di Stati indipendenti

Si acuisce la crisi tra Tbilisi e Mosca


TBILISI, 6. La Georgia ha comunicato ieri alla Russia di avere deciso di uscire dal trattato del 19 aprile 1995 per la cooperazione nella difesa antiaerea nellambito della Comunit degli Stati indipendenti (Csi), l'organismo sorto sulle ceneri dellUrss (esclusi i Paesi baltici). Lo riferisce lagenzia di stampa russa Interfax, citando fonti del ministero degli Esteri georgiano. La Csi riunisce dodici delle quindici Repubbliche federative che formavano l'Unione sovietica. L'atto istitutivo della Comunit degli Stati indipendenti stato firmato il 21 dicembre del 1991, in Kazakhstan. La Georgia vi ha aderito nel 1993. La decisione di uscire dall'accordo del 1995 arriva nel pieno della crisi tra i Governi di Tbilisi e di Mosca per la delicata questione del sostegno del Cremlino alle Repubbliche georgiane filo-russe dell'Ossezia del sud e dellAbkhazia, dove la Russia avrebbe aumentato da duemila a tremila uomini il suo contingente militare di pace sullo sfondo dei reciproci timori di attacchi militari. La tensione salita anche a causa dell'abbattimento nelle ultime settimane di alcuni droni (aerei-spia senza pilota) georgiani. A riguardo, lambasciatore georgiano in Italia, Zaal Gogsadze, in un'intervista rilasciata all'agenzia Ansa, ha precisato che i droni del ministero degli Interni di Tbilisi continueranno a sorvolare lo spazio aereo sovrano della Georgia al fine di ottenere informazioni sullintervento militare della Russia. Lunico modo per sbloccare il contenzioso quello dellimmediato ritiro del contingente militare di Mosca in Abkhazia, e cio dei cosiddetti peace-keeper della Federazione Russa, ha affermato il diplomatico, sottolineando inoltre che nessuno sa con precisione quanti siano i soldati del dispiegamento supplementare inviati in Abkhazia da Mosca lo scorso 29 aprile. Secondo una fonte del ministero degli Esteri russo citata dallagenzia ItarTass, luscita di Tbilisi dal trattato non render pi debole il sistema comune della difesa antiaerea, perch la partecipazione della Georgia era puramente nominale. Infatti, Tbilisi non ha mai partecipato alle manovre e agli addestramenti n con la Russia n bilateralmente con altri Paesi. Tale passo, secondo la stessa fonte russa, potrebbe avere conseguenze negative solo per la Georgia stessa, perch potr perdere la copertura aerea finora garantita. Da Mosca, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha dichiarato che il ritiro della Georgia dal trattato di cooperazione sulla difesa aerea unindicazione dei progetti di risolvere i conflitti in Ossezia del sud e in Abkhazia usando la forza. Vorrei esprimere la nostra estrema preoccupazione sulla tendenza ad agitare le tensioni e, come vediamo da fatti progressivamente allarmanti, a risolvere questi conflitti con luso della forza, ha dichiarato il capo della diplomazia russa. A suo avviso, il Governo di Tbilisi sta tentando di minare tutti gli accordi finora raggiunti, prima di tutto quello sulla soluzione dei conflitti in Ossezia del sud e in Abkhazia. Mentre il Governo di Tbilisi continua il suo processo di avvicinamento allOccidente e alla Nato, il procuratore generale della Georgia, Eka Tkeshelashvili, stata nominata ministro degli Esteri in sostituzione di David Bakradze, dimessosi alcuni giorni fa per candidarsi alle elezioni legislative del prossimo 21 maggio con il Movimento nazionale riunito. Lo ha reso noto lagenzia Interfax citando Avtandil Pavlenishvili, un portavoce del Governo di Tbilisi. Tkeshelashvili gi stata ministro della Giustizia e presidente della Corte dappello georgiana.

Incontro ad Ankara tra Governo turco e Unione europea


ANKARA, 6. in programma oggi ad Ankara un incontro fra alti rappresentanti dell'Unione europea (Ue) e responsabili del Governo turco. Da pi parti ci si attende che tale incontro riporti all'attenzione generale le relazioni fra l'Ue e la Turchia in un momento in cui diversi recenti sviluppi, tra cui una minaccia di chiusura del partito al Governo, stanno caratterizzando fortemente il panorama politico del Paese. A rendere questi colloqui ancor pi significativi saranno oggi non solo questioni annose come il processo di pace con Cipro, ma anche le recenti operazioni militari turche contro postazioni dei guerriglieri curdi del Pkk nel nord dell'Iraq; come pure il ruolo di Ankara in un possibile rilancio del processo di pace in Medio Oriente. Dall'esame degli alti responsabili dell'Unione europea non saranno escluse questioni interne, come la possibile chiusura del filoislamico partito Akp al Governo, sotto accusa da parte della magistratura per attivit antilaiche, e il processo di riforme in atto nel Paese. Ieri la stampa turca dava evidenza al fatto che se il partito al Governo sar chiuso, il premier Erdogan ne fonder uno nuovo. I giornali ricordano che pochi giorni fa l'Akp ha presentato alla magistratura una difesa preliminare in cui controbatte alle accuse di voler lentamente islamizzare il Paese. All'incontro di oggi, nel quale la Turchia rappresentata dal ministro degli Esteri, Ali Babacan, partecipano, tra gli altri, l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea, Javier Solana; il ministro degli Esteri sloveno, Dimitrij Rupel, presidente di turno dell'Ue; il ministro per gli Affari europei, Jean Pierre Jouyet, e il commissario europeo all'allargamento, Olli Rehn. Ieri intanto la Turchia ha presentato ufficialmente la richiesta di adesione alla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers), che sar discussa nel corso del consiglio d'amministrazione dello stesso istituto in programma a giugno. Lo ha reso noto l'agenzia turca Anadolu, aggiungendo che ci si attende che la richiesta venga accettata.

Con una cerimonia presieduta dal Segretario generale dell'Onu

Avviato il restauro del Palazzo di Vetro


NEW YORK, 6. Il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha presieduto ieri la cerimonia di inaugurazione del restauro del Palazzo di Vetro, la sede dell'Onu a New York, promettendo che l'edificio diventer un palazzo verde, efficiente ed ecologico e sostenendo che la cerimonia destinata a segnare la rinascita, o il restauro, del nostro quartier generale. Il Palazzo di Vetro, uno dei pi famosi esempi dell'architettura modernista firmata da Charles-Edouard Janneret, meglio conosciuto come Le Corbusier, da Oscar Niemeyer e da Wallace Morrison, stato costruito sessantanni fa e ha bisogno di un intervento di rinnovo radicale, perch pareti e soffitti ospitano tonnellate di amianto. Il Segretario generale ha poi personalmente impugnato una pala per smuovere simbolicamente le prime zolle di terra dove sorger un nuovo edificio, situato a nord dellattuale sede dellOnu e che ospiter temporaneamente le conferenze di ambasciatori, ministri, capi di Stato e di governo durante i lavori di restauro, la cui durata stimata in almeno cinque anni.

Il prezzo del greggio supera la soglia dei 120 dollari


Secondo gli analisti la situazione destinata a peggiorare
NEW YORK, 6. Il prezzo delloro nero vola sempre pi in alto e sfiora i 121 dollari al barile, segnando un nuovo record storico. Ieri a New York il petrolio ha raggiunto un massimo di 120,21 dollari. Questa mattina, sui mercati asiatici, il barile viene scambiato a 120,93. Principali cause del rincaro, i timori legati a un restringimento delle forniture, possibile conseguenza degli attacchi ad alcuni impianti in Nigeria, il maggiore produttore africano. Dallestate 2004, quando le conseguenze della guerra in Iraq e gli scontri con i ribelli in Nigeria lo spinsero a 50 dollari, le quotazioni sono pi che raddoppiate: da allora, in meno di quattro anni, i prezzi sono schizzati sino a superare i 120 dollari. La prima volta che il petrolio ha oltrepassato la soglia psicologica dei 100 dollari, stata il 2 gennaio scorso. una corsa senza freni: lattuale soglia dodici volte superiore a quella del primo shock petrolifero degli anni Settanta, quando nel 1974 lembargo dellOpec durante la guerra del Kippur fece volare il prezzo del barile oltre i 10 dollari. Dagli analisti internazionali, intanto, non arrivano segnali incoraggianti. Secondo Arjun N. Murti, lanalista di Goldman Sachs, le quotazioni del greggio potrebbero superare addirittura i 200 dollari al barile. Sono queste infatti le indicazioni date da un gruppo di analisti di Goldman Sachs, capeggiato appunto da Murti, secondo cui nel giro di due anni il prezzo potrebbe arrivare fra i 150 e i 200 dollari. Il report sottolinea che le possibilit di vedere il greggio a questi livelli sembrano essere aumentate da qui a 6-24 mesi, sebbene sia difficile individuare esattamente il picco delle quotazioni e al tempo stesso la durata di questa fase rialzista. Il rapporto porta la data di ieri, in coincidenza con il superamento da parte del greggio a New York di quota 120 dollari. Gli analisti di Goldman Sachs hanno inoltre aggiornato le previsioni del prezzo medio del petrolio; per il resto dell'anno la quotazione dovrebbe essere pari a 108 dollari contro 96 dollari precedenti, mentre lanno venturo ci si attesterebbe su 110 dollari. Per quanto riguarda il 2010-2011 il prezzo medio si attesterebbe su 120 dollari. Gli analisti hanno peggiorato le stime relative al prezzo in considerazione del fatto che ci sarebbero rischi sul versante delle forniture, in presenza di una domanda sostenuta da parte delle economie emergenti. In particolare, secondo il report sussisterebbero problemi per alcuni Paesi non aderenti allOpec, come Messico e Russia. Sul prezzo inoltre pesano fattori speculativi che peraltro rileva ancora il rapporto dovrebbero portare a una maggiore efficienza produttiva e a maggiori investimenti da parte delle compagnie.

Nuovi sbarchi di migranti irregolari alle Canarie


MADRID, 6. Due imbarcazioni con a bordo 144 immigrati irregolari sono arrivate ieri nell'arcipelago spagnolo delle Canarie, nell'oceano Atlantico. Secondo fonti della Guardia civil spagnola citate dalle agenzie di stampa internazionali, ieri mattina giunta nellisola El Hierro una delle imbarcazioni, con a bordo 77 immigrati, fra i quali una donna in avanzato stato di gravidanza, provenienti da non meglio identificati Paesi subsahariani. L'imbarcazione era stata avvistata domenica a 125 miglia dallisola, da un peschereccio che ha lanciato lallarme, raccolto dai mezzi del soccorso marittimo spagnolo. Allo sbarco, gli immigrati sono stati soccorsi dalla Croce Rossa e trasferiti in centri di permanenza temporanea, in attesa che venga valutata la loro posizione legale e vengano o accolti o rimpatriati. Laltro barcone, con a bordo 67 immigrati, aveva gi attraccato nel pomeriggio di domenica al porto di Los Cristianos, sulla costa meridionale dell'isola di Tenerife. Anche in questo caso, i passeggeri del natante, tra i quali ci sono dieci ragazzi, sono stati raccolti in centri di permanenza temporanea. Per fortuna, in questi ultimi due casi tutte le persone a bordo delle due imbarcazioni risultano in buone condizioni di salute. Come noto, troppo spesso accade il contrario: le Canarie sono da anni destinazione di tentativi di immigrazione irregolare dalle coste dell'Africa occidentale, tentativi quasi sempre condotti in condizioni proibitive e che troppo spesso si risolvono in tragedie.

Napolitano avvia le consultazioni Berlusconi ricevuto al Quirinale


ROMA, 6. Dopo aver ricevuto questa mattina il leader del Popolo della libert (Pdl) Silvio Berlusconi, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano avvia oggi le consultazioni per la formazione del nuovo Governo. Il calendario prevede in apertura i colloqui con il presidente del Senato, Renato Schifani, e a seguire con il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini. Dopo toccher al gruppo parlamentare misto del Senato e a seguire a quello della Camera. Alle 18 in programma il colloquio con la rappresentanza parlamentare della minoranza linguistica della Valle dAosta, quindi con la rappresentanza parlamentare della Sdtiroler Volkspartei. Chiude la prima giornata di consultazioni il colloquio con il gruppo parlamentare del Senato dell'Unione di centro (Udc), Sdtiroler Volkspartei e Autonomie. Domani sar la volta del gruppo parlamentare dell'Udc della Camera, quindi dei gruppi parlamentari del Senato e della Camera dell'Italia dei valori, cui seguiranno i gruppi parlamentari del Senato e della Camera della Lega Nord Padania, quindi i gruppi parlamentari del Senato e della Camera del Partito democratico e poi del Pdl. A chiusura i presidenti emeriti della Repubblica.

Sulla base del tasso di mortalit e di quello di iscrizione alla scuola materna e superiore

L'Italia prima nel mondo nella classifica del benessere dei bambini
ROMA, 6. L'Italia prima nella lista dei Paesi in cui i bambini stanno meglio, e al diciannovesimo posto nella classifica relativa alle madri. A rivelarlo il nono Rapporto sullo stato delle madri nel mondo, presentato a Roma da Save the Children. Il documento sottolinea che nei cinque continenti duecento milioni di bambini non hanno accesso alle cure di base e ventiseimila bambini con meno di cinque anni muoiono ogni giorno. Il rapporto prende in esame alcuni indicatori, che vanno dall'indice di mortalit infantile alla scolarizzazione, alla partecipazione delle donne alla vita politica. Riguardo all'Italia, considerando i tre parametri che servono a valutare il benessere infantile (tasso di mortalit sotto i cinque anni; tasso di iscrizione alla scuola materna; tasso di iscrizione alla scuola superiore), il Paese, come detto, si posiziona al primo posto, seguito da Germania, Francia e Svezia. In particolare in Italia, nel 2006, la mortalit infantile ha registrato uno dei valori pi bassi in assoluto quattro morti su mille nati , mentre il tasso di iscrizione alla materna e alla scuola superiore si attestavano, rispettivamente, al 104 per cento e al 99 per cento. Rispetto allo scorso anno in cui l'Italia gi deteneva la vetta della classifica, gli indici si sono mantenuti stabili, con un lieve miglioramento per quanto riguarda il tasso di iscrizione alla scuola materna, passato dal 103 al 104 per cento. All'interno dell'indice delle madri, l'Italia al diciannovesimo posto. analizzando i parametri relativi alla salute e al benessere delle mamme, alla parit di genere e alla tutela della maternit, che emergono differenze fra l'Italia e i Paesi che sono in testa alla classifica.

Nuovo sciopero a Le Monde


PARIGI, 6. Per la terza volta in tre settimane, oggi il quotidiano francese Le Monde non in edicola per uno sciopero della redazione contro il taglio di 129 dipendenti, compresi 85 giornalisti, voluto dalla direzione per asseriti motivi di bilancio. Dopo la pubblicazione del progetto di ristrutturazione allinizio dello scorso mese, il quotidiano non andato in stampa il 14 e il 18 aprile. Le Monde non l'unico giornale francese ad avere simili problemi in questo periodo. Oggi sono in sciopero i giornalisti de La Tribune, il secondo quotidiano economico finanziario francese per tiratura.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

mercoled 7 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
I risultati dell'ultimo vertice a Gerusalemme tra Olmert e Abu Mazen

pagina 3

Il Paese dilaniato da pressioni esterne e dal radicalismo islamico

Israele annuncia progressi nei negoziati Ma i palestinesi manifestano prudenza


TEL AVIV, 6. Mai colloqui cos seri: cos si espresso ieri Mark Regev, portavoce del primo ministro israeliano Ehud Olmert, commentando i risultati delle ultime trattative sulla questione dei confini del futuro Stato palestinese. Pi caute le valutazioni dell'Autorit palestinese, i cui vertici chiedono negoziati chiari su tutte le questioni chiave, e dunque anche sullo status di Gerusalemme, gli insediamenti in Cisgiordania, la condizione dei profughi e dei detenuti. Abbiamo fatto progressi significativi su due punti ha detto Regev, poco dopo l'ultimo vertice tra Olmert e Abu Mazen a Gerusalemme che sono la definizione dei confini del futuro Stato palestinese e le competenze sulla sicurezza. I due leader hanno dato istruzioni alle rispettive delegazioni negoziali di andare avanti su queste due questioni, ha proseguito il portavoce, sottolineando che si sta gi lavorando mappe alla mano. Regev non ha esitato a definire questi colloqui come i pi seri mai avuti, la tabella di marcia fissata ad Annapolis realizzabile, vale a dire una pace definitiva e piena entro la fine del gennaio 2009. Come riferiscono gli analisti, dallincontro in Maryland sette mesi fa non sono ancora stati sciolti i nodi centrali del conflitto. Pochi giorni fa un portavoce di Abu Mazen aveva espresso dubbi sulla possibilit che i negoziatori riuscissero a trovare l'accordo entro la scadenza del mandato del presidente George W. Bush come sancito ad Annapolis. La distanza ancora grande nei negoziati con linterlocutore israeliano, aveva detto Nabil Abu Rudeina, dopo un incontro tra Abu Mazen e Condoleezza Rice a Ramallah. E anche una fonte israeliana aveva detto che la questione degli insediamenti nella Cisgiordania rende difficile unintesa sui confini. I palestinesi non accettano che Israele mantenga un solo metro quadrato della Cisgiordania n di scambiare pi dell1,5 per cento del territorio. Cauto sullandamento degli ultimi colloqui tra Olmert e Abu Mazen stato Saeb Erakat, negoziatore palestinese di lungo corso, il quale ha confermato che nellincontro sono state affrontate le questioni di fondo, ma che davvero prematuro tirare le somme e fare valutazioni su eventuali progressi o la mancanza di essi. Erakat, parlando da Ramallah con i giornalisti, ha aggiunto: Loro (gli israeliani) sanno che il principio base convenuto che niente concordato fino a quando non lo stato. Abbiamo concordato che si negozier su tutte le questioni relative allo status definitivo: Gerusalemme, confini, insediamenti, profughi, risorse idriche, relazioni sulla sicurezza. E noi aggiungiamo la questione dei detenuti palestinesi. Pochi conoscono a che punto sia effettivamente la trattativa. Ancora ieri lEgitto, che si speso molto come mediatore, aveva lamentato la mancanza di comunicazione. Il ministro degli Esteri, Ahmed Abul Gheit, aveva espresso disappunto per il fatto che sia gli israeliani sia i palestinesi stanno tenendo alloscuro gli altri mediatori. Le parti dovrebbero rendere noti a tutti i mediatori risultati cos come la natura di questi negoziati e i progressi fatti finora. Se non altro per essere di maggior aiuto, aveva detto Gheit in unintervista a un giornale del Qatar. Nel frattempo, non s'interrompono le violenze nella Striscia di Gaza. Almeno un miliziano palestinese stato ucciso in un nuovo bombardamento aereo israeliano sferrato oggi, allalba, sulla Striscia di Gaza: lo hanno riferito fonti ospedaliere locali, che hanno identificato la vittima come Hisham Abu Shomar, 23 anni; era membro delle Brigate Ezzedin Al Qassam, braccio armato di Hamas. Il raid stato confermato da una portavoce militare di Israele, secondo il quale stato preso di mira un gruppo formato da quattro estremisti palestinesi che vicino a Beit Lahiyah, nel settore nord della Striscia, si accingevano a lanciare razzi oltre confine. Come riferiscono fonti palestinesi, i quattro sono stati successivamente ricoverati in ospedale nel capoluogo, Gaza: Shomar deceduto poco dopo a causa delle gravi lesioni riportate; uno dei suoi compagni versa tuttora in stato critico. Poche ore dopo l'ultimo raid, lesercito israeliano ha annunciato la chiusura della Cisgiordania da mezzanotte, per la durata di 72 ore, per motivi di sicurezza, in vista dei festeggiamenti per i sessant'anni dello Stato di Israele, che iniziano domani a Gerusalemme. Lo ha reso noto lesercito israeliano con un comunicato nel quale si aggiunge che la decisione stata presa in base alle valutazioni fatte in materia di sicurezza.

Non conoscono fine le sofferenze della Somalia


di STEVE KIBBLE* Affermare che gli ultimi tre anni sono stati difficili per la Somalia un eufemismo. Privo di un governo centrale operativo per diciassette lunghi anni, il Paese ha attraversato tre importanti conflitti armati. dal 2005 che la Somalia passa sotto il dominio o viene sottratta al controllo delle corti islamiche. Nella capitale, Mogadiscio, sono entrate dall'inizio del 2007 le truppe etiopiche per reintegrare il debole governo federale di transizione che le corti islamiche avevano rovesciato. A ci hanno fatto seguito violenze e una gravissima crisi umanitaria. L'intervento etiopico ha segnato un'ulteriore fase in una lunga serie di interferenze esterne in Somalia. Sono forti le somiglianze con l'Afghanistan e l'Iraq, dove una lunga e logorante guerriglia seguita a un apparente successo militare. Molti somali considerano l'Etiopia uno strumento degli Stati Uniti, desiderosi di distruggere il regime delle corti islamiche accusato di essere collegato ad Al Qaeda e di proteggere i responsabili degli attacchi del 1998 alle ambasciate statunitensi in Kenya e in Tanzania. Gli islamici negano qualsiasi collegamento con Al Qaeda e affermano che queste accuse vengono utilizzate per giustificare l'intervento esterno in Somalia. Tuttavia, l'Etiopia ha anche interessi propri da prendere in considerazione, inclusa la necessit di opporsi a nemici come l'Eritrea di sedare le insurrezioni locali e di mantenere uno stato somalo debole e arrendevole. Corollario alla pressione esterna sul Paese stata l'incapacit di migliorare la vita del popolo somalo. Dopo quattordici tentativi, alla fine del 2004 le pressioni esterne hanno condotto alla formazione del governo federale di transizione, che si rivelato essere una coalizione ristretta pi che un esecutivo di unit nazionale. Il movimento civico sorto nell'estate del 2005 a Mogadiscio non stato in grado di opporsi al potere dei signori della guerra e degli islamisti. Un'ostilit endemica fra il precedente primo ministro Ali Mohamed Ghedi e il presidente Abdillahi Yusuf non stata certamente d'aiuto mentre le annose divisioni fra i clan hanno accresciuto le tensioni. Il nuovo primo ministro Nur Hassan Hussein (Nur Adde), gi capo della Mezzaluna rossa somala, ha promesso di porre fine alla repressione e di dialogare con gli elementi islamici moderati, inclusi quelli armati. Tuttavia, i vari movimenti di guerriglia islamica come Al Shababa guidato da Aden Hashi Ayuro che ora si suppone sia stato ucciso stanno acquisendo potere, fiducia e capacit organizzative e desiderano opporsi a quello che considerano un complotto degli occidentali per mantenere la Somalia debole e divisa, in modo permanente, sotto il loro controllo. Di recente, hanno attaccato un numero di citt strategiche come Dinsor nel sud-ovest e Bur Hakaba vicino a Baidoa, sede del parlamento. La loro strategia consiste nell'assediare una citt e poi di mollare la presa, come hanno fatto a Jowar, che hanno cinto d'assedio due volte in una settimana il 26 marzo e il 9 aprile e dove hanno ucciso una persona convertitasi al cristianesimo. Sebbene i gruppi di guerriglieri islamisti non abbiano molto seguito, esiste il grave pericolo di cadere in una situazione simile alla precedente anarchia controllata dai signori della guerra. Un nuovo fronte islamico anti-etiopico, la Alliance for the Re-liberation of Somalia (Alleanza per la riliberazione della Somalia), stato formato nel mese di settembre nella capitale eritrea, Asmara, sotto l'egida del governo locale, sebbene sia improbabile che riesca a rovesciare, in un prossimo futuro, il governo di transizione appoggiato dagli etiopici. Inoltre, in quanto laico contrastato da Al Qaeda. Lo recrudescenza del conflitto fra insorti e forze del governo di transizione appoggiato dagli etiopici durante la terza settimana di aprile ha causato molti morti a Mogadiscio, ha costretto circa 8.200 persone a scappare e ha impedito agli sfollati interni di fare ritorno alle loro case. Secondo Philippe Lazzarini, capo dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) in Somalia, la combinazione di grave siccit, insicurezza e iperinflazione sta ponendo il Paese sull'orlo di una catastrofe gravissima, con circa due milioni e mezzo di persone bisognose di assistenza. Dennis McNamara del Centro per il dialogo umanitario di Ginevra, considera questa crisi la peggiore degli ultimi 17 anni. Le Nazioni Unite stimano che i rifugiati siano un milione e che nel 2007, ventimila persone al mese siano state costrette a lasciare le loro case. Inoltre si teme una carestia: il 71 per cento della popolazione malnutrito. Sia il regime che i suoi oppositori hanno inoltre preso di mira i giornalisti. Dal febbraio 2007 ne sono stati uccisi nove e le minacce hanno spinto altri cinquanta a cercare rifugio nei Paesi vicini. Sono state attaccate stazioni radiofoniche come HornAfrik e Shabelle. Sono stati uccisi attivisti per i diritti umani. Sono inoltre credibili i resoconti di torture e di bombardamenti indiscriminati. A ci si aggiunge la mancanza di efficacia della forza di pace Amison dell'Unione africana, composta da milleseicento ugandesi e ottocento burundesi, mentre era stato auspicato l'invio di ottomila uomini. Qualsiasi intervento delle Nazioni Unite necessiterebbe di circa ventisettemila militari. Il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, che ha esortato il Consiglio di sicurezza a inviare truppe, auspica per l'avvio del dialogo politico e condizioni di sicurezza accettabili, ma improbabile che ci accada senza mettere in campo un'efficace forza internazionale. Il governo di transizione esercita un controllo limitato, nonostante affermi il contrario. Solo il 20 per cento del territorio sotto il suo controllo e, senza l'aiuto degli etiopici, non possiede forze adeguate n la capacit di guidare un paese dilaniato dalla guerra. Tutto ci porta il governo a fare sempre pi affidamento sugli etiopici stessi e funge da meccanismo di reclutamento per quanti a esso si oppongono , sia per motivi religiosi che nazionalistici. Finch gli etiopici saranno in Somalia, continuer la guerriglia. In una prospettiva pi ampia, il conflitto pone la questione di come l'intervento militare affronti le minacce reali o presunte del terrorismo. La dottrina della guerra giusta ancora importante? una domanda appropriata per quanti, almeno inizialmente, hanno sostenuto l'intervento etiopico. Le azioni sono state proporzionate alla scala delle minacce come prevista dal Corte penale internazionale? improbabile che il bombardamento indiscriminato di interi palazzi, come rappresaglia al fuoco dei cecchini, sia un argomento convincente. I teorici della guerra al terrorismo negano l'applicabilit di una guerra giusta, ma esiste anche la responsabilit di proteggere in termini di risposta umanitaria cos come di programma strategico. Il dibattito continuer sicuramente e ci si chieder se l'intervento militare riduca la minaccia del terrorismo internazionale, distruggendo le sue basi, o al contrario esasperi il radicalismo. Molti ritengono che gli attacchi etiopici e statunitensi contro presunti bersagli di Al Qaeda, come quello recente a Dobley, abbiano radicalizzato l'opinione pubblica e ostacolato le operazioni umanitarie. La Somalia ha un disperato bisogno di muovere dei passi verso la pace e di un autentico governo di unit nazionale per contrastare sia il radicalismo islamico sia i signori della guerra. Tuttavia, l'immobilismo delle parti rende questa eventualit remota. I processi di negoziazione e di creazione del consenso cos evidenti dopo la dichiarazione di indipendenza dalla Somalia da parte del Somaliland nel 1991 sono ora assenti. La popolazione della Somalia si attende solo pi sofferenza, mentre altri elaborano programmi per il loro lacerato Paese.
*Catholic Institute for International Relations Londra

In Libano riesplode la violenza tra fazioni politiche


BEIRUT, 6. Cinque persone sono rimaste ferite da colpi di arma da fuoco in diversi episodi di violenza a Beirut e nellest del Libano. Lo hanno riferito ieri i media libanesi, citando fonti di sicurezza. Le fonti hanno precisato che tre uomini sono stati feriti in scontri verificatisi a Beirut nel quartiere di Corniche Al Mazraa tra i sostenitori del partito dell'opposizione sciita Amal, guidato dal presidente dell'Assemblea Nazionale libanese Nabih Berri, e i seguaci del partito sunnita Al Mustaqbal, appartenente alla maggioranza parlamentare antisiriana. Scontri analoghi si sono verificati anche a Mashghara, cittadina nella valle orientale della Bekaa, questa volta tra membri di Amal e altri del movimento sciita Hezbollah, alleato nellopposizione. Due seguaci di Amal sono rimasti feriti. I media locali hanno aggiunto che in entrambi i casi lesercito libanese intervenuto, fermando una dozzina di uomini armati. Un richiamo alla pace e alla sicurezza stato lanciato ieri dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Ben Ki-moon, in un'intervista a L'OrientLe Jours. Resto ancora molto preoccupato dalla mancanza di progresso nell'applicazione di importanti risoluzioni del Consiglio di sicurezza, comprese le risoluzioni 1559 e 1701, ha detto il Segretario generale, sottolineando l'importanza della pace in Libano per gli equilibri politici di tutto il Vicino Oriente. La risoluzione 1559, adottata dal Consiglio di sicurezza il 2 settembre 2004, prevede, tra l'altro, il rispetto della sovranit, dell'integrit territoriale, dell'unit e dell'indipendenza politica del Libano, nonch lo scioglimento e il disarmo delle milizie armate. L'inviato speciale dell'Onu per l'applicazione di questa risoluzione, Terj Roed-Larsen, presenter gioved 8 maggio il suo settimo rapporto. A L'Orient-Le Jours Ban Ki-moon ha detto di aver attentamente discusso della questione a Londra con l'inviato speciale. Il fatto che Hezbollah mantenga un braccio armato e un'infrastruttura paramilitare distinti da quelle dello Stato nuoce agli sforzi che dispiega il Governo libanese per consolidare la propria autorit sull'insieme del territorio libanese.

Nella lotta contro le milizie armate

Teheran: sosteniamo l'Iraq


BAGHDAD, 6. L'Iran ha ribadito ieri il sostegno al Governo di Baghdad nella lotta contro le milizie armate attive in Iraq. Il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Mohammad Ali Hosseini, ha affermato che l'Iran da sempre favorevole alla pace e alla stabilit in Iraq. Intanto il New York Times citando il resoconto di interrogatori incrociati a quattro miliziani sciiti catturati l'anno scorso in Iraq ha scritto che il movimento sciita Hezbollah addestrerebbe miliziani iracheni in Iran. Stando a quanto riferisce il quotidiano, le informazioni sono state fornite al Governo iracheno prima che una delegazione si recasse a Teheran la scorsa settimana per presentare elementi che provassero l'appoggio iraniano a milizie sciite in Iraq. Il New York Times precisa che non chiaro se gli iracheni abbiano in effetti passato le informazioni a Teheran. Domenica il Governo iracheno ha affermato di non avere prove di interferenze di Teheran nei propri affari interni. Di diverso avviso, al riguardo, sono le autorit statunitensi. Infatti Washington accusa l'Iran di finanziare, armare e addestrare milizie sciite per attaccare le truppe americane e le forze governative irachene. Nel frattempo l'ambasciatore iraniano a Baghdad, Hassan Kazemi Qomi, in un'intervista al quotidiano arabo Asharq Al Awsat ha affermato che le autorit di Teheran hanno consegnato ai rispettivi Paesi di provenienza i membri di Al Qaeda da loro detenuti. Replicando alle accuse venute da alcuni rappresentanti iracheni, secondo cui l'Iran darebbe rifugio a elementi di Al Qaeda, il diplomatico ha dichiarato: Mi dispiace per l'atteggiamento di alcuni amici iracheni. Abbiamo sempre confermato il fatto che alcuni membri di Al Qaeda si trovavano in passato in Iran ma che sono stati consegnati ai loro Paesi. L'ambasciatore ha poi ribadito la convinzione che la questione delle milizie non pu essere risolta attraverso un'azione militare. Raccomandiamo ha detto una soluzione del problema delle milizie entro un quadro di riconciliazione nazionale e di dialogo basato sulla Costituzione irachena. Il comando Usa a Baghdad ha comunicato che gli Stati Uniti ritireranno dall'Iraq, nelle prossime settimane, 3.500 uomini, parte dei 30.000 soldati supplementari che nel febbraio dello scorso anno furono inviati nel Paese nell'ambito del surge, cio l'incremento di truppe deciso dall'amministrazione di Washington per arginare la dilagante violenza nel territorio iracheno.

Rilasciati nel Burundi 232 bambini soldato


BUJUMBURA , 6. L'Unicef ha comunicato ieri con soddisfazione il rilascio di 232 bambini soldato in Burundi, avvenuto lo scorso 25 aprile, dopo otto mesi di negoziati tra il governo, la societ civile, le agenzie dellOnu e altre organizzazioni con il gruppo ribelle delle Forze di liberazione nazionali (Fnl). Una nota dell'Unicef Italia sottolinea che ora i ragazzi sono al sicuro in un centro di smobilitazione nella capitale Bujumbura. Un team composto da funzionari governativi ed esperti ha accolto a Bujumbura i ragazzi, la cui et varia tra 15 e 20 anni e tra cui vi anche una ragazza. Secondo l'Unicef, una volta che i ragazzi saranno identificati, sar avviato il processo di ricongiungimento familiare attraverso un programma di smobilitazione e reinserimento sociale, che prevede anche la sensibilizzazione delle famiglie e delle comunit locali. Il Governo del Burundi ha promesso che i ragazzi saranno inseriti in corsi di formazione professionale o assistenza per il ritorno a scuola, quando ci sia possibile. LUnicef afferma che monitorer le condizioni dei bambini quando torneranno nelle loro case offrendo assistenza per il ricongiungimento familiare, sostegno psicosociale, assistenza sanitaria, supporto ulteriore per la formazione professionale e il reinserimento scolastico. Contatti e attivit di sensibilizzazione sono in corso per ottenere il rilascio del numero imprecisato di bambini che rimangono ancora nel gruppo ribelle. La nota dell'Unicef precisa che tra il 2004 e il 2006 in Burundi sono stati smobilitati circa tremila bambini soldato. La maggior parte di loro sono stati reinseriti nelle loro famiglie e comunit dorigine e molti continuano a ricevere diversi servizi di assistenza.

Bombardati nel Darfur una scuola e un mercato


KHARTOUM, 6. Almeno tredici persone, compresi sette bambini, sono state uccise nel Darfur nel bombardamento di una scuola elementare e di un affollato mercato nel villaggio di Shegeg Karo, nel nord della regione. Organizzazioni non governative operanti sul posto hanno attribuito la responsabilit dell'attacco all'aviazione governativa. La scuola stata colpita e unaula andata distrutta. Cera una lezione in corso, hanno raccontato i volontari dellOrganizzazione per la pace e lo sviluppo del Darfur e il Darfur Diaries, riferendo che l'attacco stato sferrato da un cacciabombardiere Antonov. La pi giovane delle sette vittime nella scuola un bambino di 5 anni, Yusuf Adam Hamid. Anche il mercato di Shegeg Karo stato colpito. Almeno sei cadaveri sono stati recuperati, ma non ancora certo il numero esatto delle vittime. I feriti sono una quarantina, di cui alcuni in gravi condizioni. Quando laereo ha bombardato, secondo le testimonianze, tra i negozietti e le bancarelle cera un centinaio di persone, in maggioranza donne e bambini. Una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha messo al bando qualsiasi offensiva militare aerea nel Darfur, ma ancora la scorsa settimana un rapporto dell'Onu ha confermato l'impiego dell'aviazione governativa per bombardamenti nel Darfur. Pi in generale, non s'interrompono le violenze nella regione, teatro da oltre cinque anni di un conflitto civile che ha provocato, secondo gli ultimi rapporti dell'Onu, oltre trecentomila vittime e una spaventosa emergenza umanitaria, con oltre due milioni e mezzo di profughi, in massima parte sfollati interni. in ritardo rispetto ai tempi previsti anche il dispiegamento dell'Unamid, la missione congiunta dell'Onu e dell'Unione Africana.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO

mercoled 7 maggio 2008

In America l'inglese arretra e sempre pi persone parlano le lingue neolatine

Latino, ovvero le sette vite di una lingua che non mai morta
di ROBERTO
DE

MATTEI

In Italia, secondo un'inchiesta realizzata dall'associazione Treellle, (Latino perch, latino per chi?), il peso attribuito al latino nell'istruzione di gran lunga pi elevato rispetto a tutti gli altri Paesi occidentali. Eppure, l'insegnamento del latino, eliminato dalla scuola media unificata, di fatto ridotto a quello di una materia specialistica e non rappresenta pi la base della nostra formazione culturale. La questione del ruolo del latino nella societ attuale meriterebbe di essere ripensata, come, nel maggio scorso, propose il Pontificio Comitato di Scienze Storiche, in un convegno internazionale, organizzato assieme al Consiglio nazionale delle ricerche proprio sul tema Futuro latino. In quel convegno, Wang Huansheng dell'Accademia cinese delle scienze sociali spieg, ad esempio, come oggi, in Cina la corsa allo sviluppo e all'industrializzazione si accompagna con un interesse crescente per questa lingua millenaria, studiata per approfondire le discipline scientifiche e giuridiche. Monsignor Walter Brandmller ricord da parte sua che, in epoca di globalizzazione, la conservazione dell'immenso patrimonio culturale europeo e la sua trasmissione impensabile senza lo studio della lingua e della cultura latina e greca, che l'hanno creato. La lingua non infatti un mero strumento di comunicazione, ma l'espressione del patrimonio di conoscenze, modi di pensare, espressioni, che costituisce l'identit culturale di una civilt. Qualcuno pensa che, nell'epoca della globalizzazione, la lingua inglese abbia acquisito buona parte delle funzioni che una volta aveva il latino. In realt nel medioevo il latino era la lingua del sapere che veicolava un capitale culturale condiviso da tutta la societ. Oggi invece l'inglese un codice linguistico, padroneggiato in maniera spesso superficiale e limitato a scambi ben determinati e ad attivit specifiche, per lo pi di lavoro. L'inglese, inoltre, proprio in quanto lingua nazionale di un certo numero di Stati da considerarsi una lingua ausiliaria internazionale piuttosto che lingua realmente sovranazionale. Del resto, come spiega bene Samuel Phillips Huntington (La nuova America. Le sfide della societ multiculturale, Milano, Garzanti, 2005, pagine 551, euro 19,50), l'inglese arretra proprio negli Stati Uniti, in seguito alla progressiva ispanizzazione della societ americana. Il caso di Miami, la citt pi ispanica dei cinquanta Stati d'America non isolato. Considerata da molti come la capitale dell'America Latina, Miami anticipa forse il futuro di Los Angeles e di tutto il SudOvest?, si chiede allarmato l'autore dello Scontro delle civilt. Di fatto nel Duemila, 47 milioni di persone (il 18% degli americani dai cinque anni in su) parlavano una lingua diversa dall'inglese in famiglia; 28 milioni di essi parlavano lo spagnolo. Oggi la percentuale sensibilmente aumentata. Il fatto che il latino non sia pi una lingua correntemente parlata non significa che sia una lingua morta. Una lingua non pi parlata, ricorda Claude Hagge, nel suo Morte e rinascita delle lingue, (Milano, Feltrinelli, 2002, 280 pagine, euro 28) non necessariamente morta e addirittura pu risorgere, come accaduto in maniera sorprendente nel ventesimo secolo con l'ebraico. Lingua morta non neanche l'arabo classico che si usa comunemente ancor oggi nella letteratura e in tutte le circostanze formali, ma che non lingua materna di nessuno: gli abitanti dei Paesi arabi, nella vita quotidiana, parlano e trasmettono ai propri figli, soltanto il dialetto della regione in cui vivono. Morte sono le lingue che, oltre a non essere pi parlate da alcun locatore, non hanno lasciato tracce nella cultura di un popolo Bisognerebbe rileggere l'introduzione di Luigi Einaudi al libro, oggi introvabile, di monsignor Pietro Barbieri, L'ora presente alla luce del Vangelo (1945) in cui, parlando del latino, l'allora governatore della Banca d'Italia osservava giustamente: No. Quella lingua, nella quale parlavano i pretori, i giudici e i centurioni del tempo di Cristo non morta (...). La comunit dei credenti non composta dei soli uomini viventi oggi. Essa vive nelle generazioni che si sono succedute da Cristo in poi. Ognuna di quelle generazioni ha trasmesso quella parola alle generazioni successive; ed ogni generazione ha sentito quella parola e vi ha creduto perch essa era stata sentita e in essa avevano creduto i suoi avi. Einaudi si sarebbe rallegrato ascoltando le parole di Benedetto XVI, che

nell'esortazione agli studenti della facolt di Lettere classiche e cristiane della Pontificia Universit Salesiana di Roma, il 22 febbraio 2006, ha affermato: Giustamente i nostri predecessori avevano insistito sullo studio della grande lingua latina in modo che si potesse imparare meglio la dottrina salvifica che si trova nelle discipline ecclesiastiche e umanistiche. Allo stesso modo vi invitiamo a coltivare questa attivit in modo che il maggior numero di persone possibile possa avere accesso a questo tesoro e apprezzare la sua importanza. La prima ragione dell'uso del latino da parte della Chiesa nasce da quella che la sua propriet irrinunciabile: l'universalit. La predicazione cattolica avvenuta in molte lingue. La stessa celebrazione della liturgia conosce una molteplicit di riti in diversi idiomi. Ma tra tutte le lingue, quella latina si presto imposta, non solo per il carattere di universalit che le derivava dall'essere la lingua dell'impero di Roma, ma anche grazie alla sua capacit di racchiudere in forma concisa ed efficace concetti di grande densit teologica, giuridica e culturale. La Chiesa non divenuta nazionale in nessun Paese, in nessun momento, e ha trovato nel latino la forma di espressione a lei pi connaturale, come ha osservato Romano Amerio. Una connaturalit non metafisica, come se il cattolicesimo non potesse esistere senza il latino, ma una connaturalit storica, dovuta a un rapporto intimo e particolare tra la lingua latina e la religione cattolica (Iota unum, Milano, Ricciardi, 1989, euro 30,99). I linguisti Emanuele Banfi e Nicola Grandi osservano che la forza del latino stava nell'essere un sistema riprodotto in modo identico (almeno virtualmente) da una generazione all'altra, al fine di trasmettere un messaggio immutabile: la forza del latino era in una parola nella sua grammatica (Lingue d'Europa, Roma, Carocci, 2002, 264 pagine, euro 21,80). Era una lingua che traduceva in vocaboli e regole grammaticali tutta una cultura: una lingua del sapere che presupponeva un complesso di principi religiosi, etici e giuridici che orientavano la vita tanto individuale che sociale. Il latino potrebbe costituire ancora la base per quella grammatica della legge morale universale di cui parl Giovanni Paolo II nel suo discorso alle Nazioni Unite del 5 ottobre 1995. Rivolgendosi alla stessa assemblea, Benedetto XVI si ancora una volta richiamato alla necessaria universalit di diritti e di valori, basati sulla comune natura umana. La lingua latina pu offrire oggi un prezioso aiuto per recuperare quei valori universali, umani e civili che sono radicati nel patrimonio culturale europeo. Le strutture linguistiche permanenti rinviano infatti a strutture del pensiero che non mutano; le parole sono segno e simbolo del pensiero, ma prima dell'atto di pensare, ovvero del processo mentale con cui si scopre la realt, c' la realt

stessa, ci sono i valori universali che precedono il pensiero e il linguaggio. Caratteristica della latinit proprio la capacit di offrire strumenti linguistici e concettuali particolarmente idonei a cogliere la natura universale delle cose. Sotto questo aspetto si possono sottoscrivere le osservazioni di Edmund Husserl, secondo cui la lingua europea non questa o quella lingua determinata, ma un quadro di valori immutabili che esprime ci che conforme alla natura razionale dell'uomo: regole essenziali valide in ogni epoca e in ogni luogo su cui si pu costruire il futuro (Crisi e rinascita della cultura europea Venezia, Marsilio, 1999, 96 pagine, euro 9,30). La lingua europea insomma una grammatica unica di valori e di diritti che in Europa sono nati e si sono sviluppati attraverso forme linguistiche diverse. Ma il latino costituisce la piattaforma irrinunciabile di questa lingua universale che l'Europa pu ancora irradiare, senza complessi eurocentrici, nel mondo. La scuola italiana chiamata, in questa prospettiva, ad un importante compito, che il nuovo governo non potr ignorare.

I giorni dell'amore e della guerra di Tahmima Anam

Sommersi e salvati in Bangladesh


storia d'amore e una saga familiare, vista attraverso gli occhi di una di quelle donne protagoniste, non di gesti militari, ma delle intimit delle case, degli affetti coniugali, filiali e parentali, delle paure, delle speranze, dei destini. Il cielo sopra il Bengala vuoto. Non ci sono montagne a interromperlo,n vallate, n colline. Rehana una giovane donna Piatto come una palude o un fiume che non vedova e indigente abbia alcun posto dove andare, sfiorato da nubi con due figli ancora piccoli abbacinanti o travolto da Un giudice le toglie la tutela dei bambini tragiche inondazioni, quando Gange e ma lei lotter strenuamente per riaverli Brahmaputra insieme lo sommergono d'acqua, il vrano dal 1971, anno che segner le Paese di Anam ha subto la ferocia sue nuove sorti e da cui muove il ro- dell'uomo sull'uomo in occasione del manzo d'esordio di Tahmima Anam repressivo intervento pakistano del intitolato I giorni dell'amore e della 1971, vivo nella memoria dei sopravguerra (Milano, Garzanti, 2008, pa- vissuti e punteggiato di tombe nei cigine 330, euro 18,60), giovane antro- miteri delle vittime. pologa nata a Dacca, cresciuta tra La protagonista del romanzo Parigi, New York e Bangkok, oggi Rehana, una giovane donna rimasta residente a Londra. Donna cosmopo- vedova con due figli ancora piccoli: lita e paga del suo nomadismo cultu- Maya e Sohail. Avendo constatato il rale, premurosamente vicina e di suo stato d'indigenza, un giudice affiquando in quando riospitata, ma an- da i bambini allo zio Faiz, un avvoche obbligatoriamente lontana dalla cato fratello maggiore di Iqbal, masua terra d'origine, da sempre inte- rito di Rehana, e il prologo del libro ressata alla lotta d'indipendenza del- dedicato alla battaglia intrapresa la sua patria, ha narrato ora quella da questa madre per riavere l'affidavicenda di guerra che anche una mento dei figli. Trascorre un anno di CLAUDIO TOSCANI Umidi i giorni, le settimane, i mesi; aria densa, greve e antica; non un soffio di vento o, al contrario, i monsoni. Conteso per decenni tra India e Pakistan, tra guerre diplomatiche e civili, il Bangladesh uno Stato solontano da loro, ma il rimorso per za: un tempo in cui Rehana si vedr non aver potuto prendersene cura se- costretta ad abbandonare l'abituale gner i suoi comportamenti lungo quotidianit della vita (casa, giarditutta la narrazione: durante i giorni no, cucine, incontri con le amiche) pi cruenti, infatti, in mezzo a ogni per contribuire alle missioni dei figli. tipo di pericolo, essa far qualunque Prima, praticando per loro il senso cosa per salvarli e ricondurli a s. materno di protezione; poi, prendenTuttavia, in sguito alla rivolta stu- do coscienza della situazione politica, dentesca, cui parteciperanno sia il condividendone gli ideali, maturando saggio Sohail sia la scontrosa Maya, una forza interiore in grado di fronil governo centrale pakistano metter teggiare ogni ostacolo frapposto dalla in opera una repressione violenta, guerra tra la famiglia e la vita. manu militari. Sohail si unir a un Finita la sanguinosa parentesi belgruppo di guerriglieri, condividendo lica, in un Bangladesh poverissimo e sogni e speranze dei rivoltosi cubani stremato, devastato da migliaia e mie sudamericani, allora modelli inter- gliaia di morti e abitato da superstiti nazionali di indipendenza, mentre Maya La sanguinosa parentesi bellica aderir alla resistenza a Calcutta, militando lascer un Bangladesh poverissimo da giornalista antigoabitato da superstiti vernativa e collaborando come volontaria nei Soprattutto donne che hanno tenuto campi profughi allestiti accesa la fiaccola dei sentimenti in India. Rehana assister alla partenza dei familiari suoi figli e dei loro amici: di Sohail, soprattutto, che raggiunger gruppi vittime di furori e terrori, conteranno sparuti di resistenti, senza armi ade- gli eroismi dei sommersi ma anche guate e disorganizzati, coltivando in i gesti di minuto coraggio e di stres il timore che la fiamma della pas- nua audacia dei salvati, soprattutsione politica non lo travolga. Per to donne, che hanno tenuta accesa la questo cercher in ogni modo di so- fiaccola dei sentimenti familiari, delstenerlo nei momenti peggiori, colla- le abitudini ancestrali, dei gesti del borando essa stessa con i guerriglieri, vivere onesto e di una religiosa inprocurando cibi e medicine, celando tensit. I giorni dell'amore e della guerra armi. Nove mesi durer la lontananun limpido affresco della storia di un Paese non molto presente agli occhi e alla cultura occidentali, reso con una prosa emozionante e con ricchezza metaforica non abituale alle nostre maggio al 5 ottobre lettere, viva di una semplicit stilistica fortemente evocativa, di una figurale inventivit, sobria ed equanime anche nelle scene pi cruente e brutalmente invasive. e chiunque lo uccider subir la vendetta sette Il dettato una letteraria semina volte. (Genesi 4, 13-15). Il numero sette neldi termini indiani, e qua e l irromla Bibbia indica la pienezza e la perfezione: prepono anche i comunicati di guerra rogative divine. Gli effetti del peccato continuafra le antiche abitudini esistenziali no nondimeno a perpetuarsi e a generare modei bengalesi, ma nulla disturba il struosit. Il senso di colpa aveva spinto Caino a raccolto finale di una trama che non rivolgersi a Dio. Come ricorda anche monsignor n politica, n ideologica, n tanto Ravasi, Lamech, pronipote di Caino, figura meno storicizzante: latitudini lontane drammatica e attualissima dell'uomo che non sa da certa romanzeria sfiancata ed riconoscersi peccatore e si arroga la facolt di evasiva. legiferare sulla vita e sulla morte: Ho ucciso Vi si scoprono illuminanti dettagli un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sar vendicato di umanit che solo nei contesti del Caino, ma Lamech settantasette (Genesi 4,23dolore, della privazione, della nostal24). la legge dell'eccesso concepita da chi ha gia, aggallano alla superficie dell'esscelto di fare a meno di Dio e di fatto ne ha sere da una profondit morale piagausurpato il posto. Qui si manifesta l'aberrazione ta da eventi che ne hanno messo alla smodata della violenza e della vendetta: i genoprova la speranza, l'amore, la fede. cidi, le rappresaglie, le atrocit di ogni tempo e uno strazio sommesso quello deldi ogni luogo fin da ora sono gi orribilmente la protagonista, intimo e amaro, presenti. Allo smarrimento del rapporto con esente da epicit ma non da eticit, Dio fa riscontro nell'uomo la perdita dell'identivissuto attraverso i segni e le signifit e della conoscenza del proprio simile: l'egoicative parole degli affetti profondi, smo e i suoi capricci, alimentati dalla solitudine, atavici, istintivi. Le lacerazioni proscatenano la lotta per la sopravvivenza. Il nemico pu essere ovunque e chi colpisce prima, vocate, vuoi dagli illusi segnali di colpisce due volte. L'acqua e con essa i pauna palingenetica promessa comuniscoli e le terre per millenni furono le prime sta destinata a baratro ideologico e cause di conflitto. Oggi che l'attenzione generasociale; vuoi dalla stessa lotta per la le sembra gravitare esclusivamente intorno alle liberazione dal giogo militare pakirisorse energetiche come il petrolio, la questione stano, si compongono infine, nonoambientale, del clima, dell'acqua, per lungo stante il sempre difficile futuro del tempo dimenticata, rischia di ritornare, motivo Paese, nella nascita di una coscienza di scontri. La mostra di Illegio, dal suo sereno politica basata sulle sue risorse etnicontesto alpestre, mentre da un lato sembra co-religiose, confermate dalla realt ammonire sulla brevit della storia dell'uomo, dei fatti e qui esemplate dall'abnegad'altro canto esorta alla speranza: questa stessa zione d'una madre-coraggio e d'un storia redenta. L'uomo non abbandonato a se stesso. risoluto romanzo.

Una mostra internazionale a Illegio di Tolmezzo dall'11

Il mistero delle origini e la breve storia dell'uomo


di RAFFAELE ALESSANDRINI Ho trovato interessante, per non dire entusiasmante, che un paese montano di cinquecento abitanti, come Illegio di Tolmezzo, in Friuli Venezia Giulia, sappia dimostrare la capacit non comune di organizzare iniziative culturali di respiro europeo. E di livello internazionale, come sottolinea l'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede Antonio Zanardi Landi, l'esposizione Genesi. Il mistero delle origini che si apre nella localit friulana il prossimo 11 maggio, e rester aperta fino al 5 ottobre. L'iniziativa ha saputo raccogliere opere dal terzo al ventesimo secolo provenienti dai pi prestigiosi musei del vecchio continente: dai Musei Vaticani, agli Uffizi di Firenze, dall'Accademia di Venezia al Prado di Madrid, dalla Galleria Tretjakov di Mosca al Museo delle Belle Arti di Budapest, alle Gallerie nazionali di Varsavia e di Ljubljana. La Casa delle Esposizioni di Illegio dice ancora l'Ambasciatore Zanardi Landi gi alla quarta esperienza culturale del genere ed con vera soddisfazione che l'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede intende valorizzare questo e analoghi esempi di creativit e di iniziativa che costituiscono un fenomeno non infrequente in Italia. L'Italia delle cento citt, infatti, anche l'Italia dei diecimila paesini consapevoli delle loro potenzialit e capacit di produrre di comunicare messaggi culturali. Esempio dunque dell'Italia minore che minore non affatto, il comune di Illegio propone la sua quarta mostra consecutiva in altrettanti anni su iniziativa del viceparroco di Tolmezzo don Alessio Geretti. L'avvenimento viene presentato il 7 maggio a Roma, a Palazzo Borromeo in un incontro-stampa al quale, con l'ambasciatore Zanardi Landi, interverr anche l'arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura. Nel percorso espositivo risaltano numerose opere di artisti famosi. Di particolare interesse, tra le altre, un disegno inedito michelangiolesco: uno studio risalente al periodo 1508-1512, gli anni in cui il Buonarroti lavorava alla volta della Cappella Sistina. E il pensiero corre spontaneo al tema della creazione. Rileggere il mistero delle origini alla luce della Scrittura con lo sguardo degli artisti del resto il messaggio che lo stesso percorso dell'esposizione di Illegio propone al visitatore. Con lo scopo di sollecitare accanto alla passione per il bello le domande perenni che animano il dialogo tra fede e scienza. Il racconto della Genesi continua a riecheggiare lungo la storia dell'uomo e si riflette nelle diverse tradizioni iconografiche e artistiche, orientali e occidentali, passando attraverso medioevo, rinascimento, barocco, et moderna e contemporanea Gli effetti del peccato originale si evidenziano fin dal principio. Il distacco dell'uomo da Dio e dal suo progetto di amore e di vita, produce divisione e morte: nell'uomo stesso, in rapporto ai suoi simili e a tutto il creato. L'assassinio di Abele per mano di Caino conseguenza diretta della divisione da Dio. L'agricoltore e il pastore, lo stanziale e il nomade, non possono convivere: e il fratello uccide il fratello. L'amore di Dio non per questo viene meno; neppure per l'omicida. Alla maledizione per l'orrenda colpa di sangue segue immediatamente la misericordia non appena il colpevole si rivolge al suo Creatore. Troppo grande la mia colpa dir, senza speranza. Ma anche Caino appartiene a Dio

mercoled 7 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 5

Gli ottanta anni della Rivista del cinematografo

Dialogare con tutti senza perdere l'identit


di DARIO E. VIGAN Interrogare una microstoria, per ripensare una storia pi grande. Rileggere il lungo percorso di una rivista di cinema e ritrovare in trasparenza non soltanto i lineamenti, le prospettive, gli intenti di quell'orizzonte strutturato che la cultura cattolica italiana, ma pi in generale i materiali per riosservare forme ed evoluzioni della cultura cinematografica del nostro Paese. Nero su bianco. Le politiche per il cinema negli ottant'anni della Rivista del cinematografo a cura di Elena Mosconi (Roma, Edizioni fondazione Ente dello spettacolo, 2008, pagine 153, euro 11,50) ricostruisce e attraversa la storia della Rivista del cinematografo, attraverso una disamina critica volta a restituire il senso di un percorso editoriale che a tutt'oggi il pi lungo fra quelli delle riviste del settore. Mosconi, docente di Storia e critica del cinema presso la sede milanese dell'Universit Cattolica del Sacro Cuore, ha coordinato il lavoro di cinque giovani studiosi, che hanno analizzato la storia della pubblicazione, ricostruendone i legami con la realt contingente e le differenti posizioni critiche che nel corso degli anni essa ha saputo ospitare. L'articolata vicenda della rivista stata interrogata in modo rigoroso, senza indulgere in facili celebrazioni: uno sguardo obiettivo ha tenuto conto dei contesti storici e delle posizioni individuali, tentando di lavorare su dati, fatti, documenti, cos come il tempo ce li ha restituiti. Leggendo Nero su bianco ci si confronta allora con la ricostruzione di una realt editoriale molto pi complessa di quanto non si potrebbe supporre: come la posizione della Chiesa nei riguardi del cinema si evoluta nel tempo, cos successo alla Rivista del cinematografo, che da semplice strumento di raccordo fra parroci e revisori dei film divenuta nel corso dei decenni un punto di riferimento della critica cinematografica italiana. Sulle sue pagine si sono alternati nomi importanti, italiani e stranieri e anche in ragione di questo, non sempre le posizioni espresse sono state in accordo le une con le altre, ma stato spesso proprio dal confronto, anche acceso, tra punti di vista, che di cinema si discusso e ragionato con seriet e con partecipazione nel corso degli anni. Naturalmente, come del resto prevedibile quando ci si misuri con realt tanto longeve, il percorso della rivista ha vissuto periodi tra loro anche molto diversi e ha espresso esiti differenti, ha avuto momenti di difficolt, ha infine saputo rendere salda la propria vita editoriale, sempre tentando di costituire per i propri lettori un luogo di approfondimento e di conoscenza di quello strumento comunicativo di grande fascino ma anche di grande complessit che il cinema. Talvolta ha faticato ad accordare le proprie posizioni e i propri giudizi sulle espressioni forse pi inattese e imprevedibili di quella complessit, come nel caso del difficile momento di valutazione del neorealismo italiano, tardivamente riconosciuto nella sua grandezza e soprattutto nella sua capacit di veicolare valori e sentimenti che in molti casi risalivano a un generale umanesimo cristiano. Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta si poi pienamente avviato un percorso importante di trasformazione, che dal tentativo di operare sul film per moralizzarlo e indirizzarne la produzione, ha condotto a un sempre pi articolato lavoro di educazione alla visione e al confronto, volto a fornire ai lettori/spettatori le conoscenze necessarie a valutare l'artisticit delle pellicole, sancendo il riconoscimento definitivo del cinema come prodotto culturale. E ci fino ai decenni pi recenti, in cui lo sforzo di alimentare una multiforme cultura del dialogo caratterizza la rivista e la impegna tutt'oggi, richiedendole quotidianamente la pi grande passione e dedizione. Una cultura del dialogo che ebbe un momento davvero cruciale durante la direzione di Sergio Trasatti, che tutti gli uomini di cultura (cattolici e non cattolici) ricordano con grande rimpianto e che sono felice di ricordare proprio qui, sulle pagine de L'Osservatore Romano che lo videro a lungo Capo redattore. In un momento importante nella storia della rivista, nel primo editoriale della direzione Trasatti, si leggeva: In queste pagine cercheremo di contemperare l'esigenza di aprire un rispettoso dialogo con tutte le forze operanti nello spettacolo e nell'informazione con il dovere di non rischiare affievolimento di identit. Sulla scorta dell'attivit svolta dall'Ente dello spettacolo in questi ultimi anni, siamo fiduciosi che ci non sia soltanto possibile, ma anche auspicabile. Terremo d'occhio i valori spirituali e i valori umani. Parleremo di giustizia, di pa-

Una forma d'arte capace d'interrogare il credente


di ANGELO BAGNASCO* Mi unisco alle celebrazioni dell'ottantesimo anniversario della Rivista del cinematografo, cui esprimo la mia riconoscenza per il lavoro che negli anni ha svolto e per quello che, con impegno e dedizione, svolge tutt'oggi. Il cinema e le sue forme di mediazione culturale hanno partecipato in Italia alla costruzione di un tessuto e di un immaginario sociale. In questo la Rivista del cinematografo ha avuto un peso determinante. Sin dalla sua fondazione merito di don Carlo Canziani che intuisce il ruolo fondamentale della nascente industria cinematografica nella formazione delle coscienze l'apostolato della Rivista mosso dall'esigenza morale di considerare il cinema una forma d'arte, capace d'interrogare il credente. Promuovendo il dialogo con i cattolici, va incontro al mezzo cinematografico animata da ansia di verit e bellezza. La vocazione pastorale dell'iniziativa riceve il plauso della Chiesa, tanto che Papa Pio XI, nell'enciclica Divini illius magisteri, la loda apertamente. La sua funzione di mediazione nel progetto culturale della Chiesa si precisa poi nel 1937 quando passa alle dipendenze del Centro cattolico cinematografico. Con la direzione di Luigi Gedda, subentrato nel 1942, fissa un nuovo obiettivo del suo apostolato: formare una generazione di registi cristiani. La risposta il primo film realizzato dal Centro cattolico cinematografico, Pastor Angelicus. Sensibile alle novit, la Rivista assume posizioni di rilievo nei dibattiti che interessano la settima arte. Mantiene vivo l'impegno in ambito istituzionale sostenendo la creazione di un Ministero dello spettacolo. Il suo lavoro propedeutico ai due Discorsi sul film ideale di Pio XII, la prima dottrina sistematica della Chiesa in materia. Intanto la storia del Paese subisce brusche accelerazioni. Negli anni Sessanta, aprendosi ad accogliere una molteplicit di punti di vista che chiama in causa i diversi modi d'essere cattolici nella societ civile, la Rivista sembra respirare l'aria conciliare del positivo dialogo con il mondo della cultura. Dialogo cui il periodico non rinuncer mai, lungo il corso degli anni e dell'avvicendarsi dei suoi direttori. Mi si permetta di ricordarne uno in particolare, Sergio Trasatti, prematuramente scomparso, artefice nel 1988 di un profondo rinnovamento della Rivista del cinematografo quando l'esperienza editoriale sembrava destinata a concludersi. Con lui le pubblicazioni arrivano in edicola a disposizione di un pubblico composito. Oggi la Rivista un moderno prodotto editoriale. Proiettata in avanti ma con lo sguardo rivolto indietro, alla memoria di un secolo che l'ha vista riflettere, animare discussioni, individuare percorsi artistici e umani, in cui ha rivelato nuovi orizzonti di senso e di spiritualit. Che possa proseguire in questo cammino. Solo cos sapr rendere omaggio al suo luminoso passato.
*Cardinale arcivescovo di Genova presidente della Conferenza episcopale italiana

ce, di libert, di solidariet, di rispetto per la verit, di responsabilit e di coscienza. Cercheremo nel mondo dello spettacolo bagliori, frammenti, riflessi di questi valori in cui crediamo. Provocheremo, su questo terreno, quanti dimostreranno sensibilit all'ascolto e al confronto. attorno a queste parole che, quo-

tidianamente, la Rivista del cinematografo intende continuare a improntare il proprio quotidiano cammino. Un cammino iniziato ottanta anni fa e che oggi un volume ricostruisce nella sua interezza. Il mio augurio che con esso

appassionati, storici, critici, lettori vecchi e nuovi, possano rivisitare un frammento importante della storia della cultura cinematografica italiana.

Articoli chiari e niente pettegolezzi


di LUCA PELLEGRINI Una rivista da leggere, non soltanto da sfogliare. E c' una bella differenza. Una rivista per approfondire la realt del cinema, che non solo divertimento e divismo. Una guida, oltre che una piacevole compagnia. Parlando a tutti del cinematografo, ossia di un'arte che ha poco pi di cent'anni. E quale altra rivista si avvicina, per longevit e anzianit, agli anni di nascita dell'arte di cui ha continuato a raccontare storie e passioni, ossia al tempo dell'invenzione dei fratelli Lumire, che ha inciso in modo cos epocale nel modo di comunicare tra noi? La Rivista del cinematografo ha attraversato la storia del cinema, dell'Italia e della Chiesa. Da semplice bollettino diventata una rivista che parla a tutti di tutto il cinema. Un cinema discusso e ragionato con seriet e partecipazione che trova spazio, con grande fantasia, sulle belle pagine curate nella grafica e nei contenuti da una redazione giovane e motivata, guidata da Marina Sanna. Mete alte: educazione dello spettatore, formazione di un apparato critico maturo, uno sguardo capace di penetrare le tematiche, anche le pi difficili, per diffondere idee, appassionarsi, suscitare dibattiti. Un dialogo aperto senza mai cancellare, per, la propria identit, quella cattolica. Infatti, la Rivista del cinematografo, non solo per longevit, il punto di riferimento per il mondo che si occupa di cinema di area cattolica. Ed la sua seriet ad aver sempre assicurato l'ampiezza del dibattito e un apprezzamento non vincolato all'ideologia, capace di muoversi per questo in territori che spesso hanno pochi punti in comune con le appartenenze cattoliche, ma hanno molto in comune con tutti coloro che vogliono comprendere in profondit il mondo del cinema. Alcune testimonianze lo confermano. Lo storico del cinema Mario Verdone, ad esempio, ricorda, con i suoi novantadue anni, la collaborazione vivace nell'epoca del dopoguerra, quella del neorealismo. Mi interessava perch si occupava in modo serio e approfondito del cinema italiano. Sono Dall'amicizia stretta che mi ha legato a Sergio Trasatti, uno dei direttori storici, e poi successivamente ad Andrea Piersanti e all'attuale Dario Vigan, la Rivista la considero una delle interlocutrici, se non l'interlocuzione, pi significativa che io abbia avuto con la carta stampata nell'arco di questi primi quarant'anni della mia vicenda cinematografica. Mi auguro che mi stia vicino anche nei prossimi quarant'anni. Anni, tempi e storia. In un Paese in cui le riviste di cinema non hanno storia e sono spesso, ahim, o delle semplici riviste di nicchia talmente isolate che pochi conoscono, o delle specie di bollettini a uso e consumo delle case di distribuzione cinematografiche afferma il regista Guido Chiesa la Rivista del cinematografo ha avuto una continuit nel tempo, una seriet e un rigore che le altre non possono vantare. Perch la critica cinematografica spesso e volentieri si riduce ormai a pochissime frasi dette qua e l sui giornali o nelle stelline che possono s avere un valore indicativo, ma non rappresentano per nulla un approfondimento. Invece, avere una rivista di cinema che dedica spazio a tutti gli aspetti della cinematografia, dagli autori agli attori a quelli che possono essere i grandi temi, anche etici, che il cinema propone, un fatto importante per l'editoria e per il cinema. Parla delle persone e non solo dei contenuti il regista Mimmo Calopresti: La cosa che mi piace della Rivista sono le persone che ci lavorano. Sono giovani, curiosi, motivati da una voglia di conoscere e vedere anche cose non convenzionali, pescando in ci che offre un mercato cos diversificato come quello del cinema. Una Rivista libera nei suoi approfondimenti e giudizi, senza preclusione alcuna. Per me importante, perch ci che cerchiamo noi registi nella vita: qualcuno che ci stia ad ascoltare, che cerchi di valorizzare le cose che facciamo, talvolta anche giustamente criticandoci. Cerchiamo spazi che la Rivista ci ha sempre concesso. Spazi chiari e accessibili a tutti, perch il cinema un'arte popolare e di tutti. Questo la differenzia dalle altre riviste conferma l'attore Fabrizio Bucci perch conserva contenuti di alto profilo, offre una critica e un'analisi cinematografiche che prediligono l'aspetto culturale, anzich far leva sui pettegolezzi o sullo scoop per accattivare il lettore. Questo uno dei suoi valori aggiunti. In pi, penso sia l'unica, vista la sua solida storia editoriale, a rappresentare una testimonianza della tradizione e della memoria del cinema italiano: non a caso si riferisce al cinematografo, un termine che non vecchio, ma indica una fedelt e un programma culturale. In qualit di critico, di giornalista, di direttore di festival confessa Luciano Barisone ho avuto modo di verificarne l'attendibilit e la precisione con cui la Rivista del cinematografo interviene sui vari argomenti cinematografici. Ha una storia importante nella cultura cinematografica italiana, ma mi sembra importante sottolineare come il nuovo corso, con nuovi nomi e nuove energie, che le ha impresso Dario Vigan, ne abbia fatto diventare veramente uno strumento indispensabile per tutti coloro che lavorano nel cinema. Compie ottant'anni, esattamente quanti ne compie l'Istituto Luce precisa con senso di stima Luciano Sovena, amministratore delegato dello storico Istituto italiano ed sempre riuscita a trovare il perfetto equilibrio tra il glamour, che fa parte del cinema, e la cultura, evitando quel tono troppo intellettualistico con cui altre riviste non sono comprensibili ai pi. Lo considero uno strumento utile non solo per chi si occupa di cinema, ma soprattutto per lo spettatore che va al cinema, per l'esauriente ed esaustiva critica dei film, perch d la possibilit di seguire il cinema visto a quello scritto, che indispensabile. Il cinema, infatti, non si esaurisce soltanto con la visione sul grande schermo o con le diverse successive forme di sfruttamento: bisogna avere un ulteriore strumento di approfondimento. Anche questo fa parte a pieno titolo della vita di un film. Rivista che trova nuovi orizzonti con il sito internet e sbocchi commerciali con il mondo della televisione e della produzione. Riccardo Cialfi, Direttore commerciale di Coming soon television, tiene a precisare come Coming soon sia attualmente l'unica free-tv che offre una visione a 360 gradi sul mondo del cinema, colpendo un ampio target di spettatori, di un'et compresa tra i quindici e i cinquantaquattro anni. sulla base di queste premesse che nasce la collaborazione con la Rivista del cinematografo: a

sempre stato anche un fedele lettore. E poi, non dimentichiamoci che ha costantemente sottolineato l'importanza del cinema cattolico. Oggi, purtroppo, mi sembra che il cinema stia trascurando molto il mondo cattolico, le sue esigenze culturali, le sue attese. Oggi un cinema degradato quello che va per la maggiore, scurrile, di fatti cattivi: non lo giudico positivamente. Per questo mi auguro che la Rivista del cinematografo difenda sempre questi valori, come ha fatto fin dalla sua nascita, rigorosa nel mettere in risalto gli aspetti negativi del cinema per sostenere il vero cinema di qualit, italiano e straniero. Meno longevo, ma di grande intensit, anche il rapporto di uno dei registi italiani pi amati e prolifici, Pupi Avati. Il mio rapporto con la Rivista sicuramente positivo. La considero l'unico sguardo che ha dimostrato una grande attenzione a quei contenuti non soltanto strettamente legati all'attualit, ai problemi sociali che il mio cinema andava affrontando, ma, in un contesto pi ampio, comprendenti anche la spiritualit, la trascendenza, il senso insomma che cercavo di dare ai miei racconti.

fronte della comune passione per il mondo del cinema, entrambi i media rappresentano ormai un punto di riferimento del mercato, sia per gli addetti ai lavori, sia, soprattutto, per gli appassionati. Molte e diversificate sono, dunque, le collaborazioni nate in questi anni, per seguire le leggi del mercato, della visibilit e della sopravvivenza. una collaborazione di cui andiamo molto fieri conferma Paola Mazzaglia, di Camelot, un'azienda specializzata nel product placement, ossia la tecnica di comunicazione aziendale che consiste nel posizionamento di un prodotto all'interno di un film, regolata da precise leggi perch la Rivista ha un'autorevolezza assoluta e riconosciuta dal mercato da ottanta anni di storia. Ha dimostrato di saper parlare davvero a tutti, uscendo dal mondo del pettegolezzo con un'autorevolezza che conserva quel mood tale da piacere a tutti gli amanti del cinema. In questa collaborazione vedo una comunione strategica di intenti che proprio nella assoluta qualit vuole assicurare un'eccellenza nel servizio di informazione e di produzione del cinema. Nuovi orizzonti, dunque, all'alba dei suoi ottanta anni, si stanno schiudendo per la sempre giovane Rdc, cos come amichevolmente tutti noi la chiamiamo.

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
Le conclusioni del convegno tra esponenti cristiani e musulmani

mercoled 7 maggio 2008

I vescovi indicano la vita, la famiglia e la libert di educazione per i giovani

A Dhaka nuova tappa Ecuador, la costituente del dialogo interreligioso e i valori irrinunciabili
di ROBERTO SGARAMELLA Si tenuto a Dhaka, capitale del Bangladesh, l'annunciato convegno tra trentacinque rappresentanti cristiani e altrettanti musulmani per discutere sul messaggio inviato nel 2007 a Benedetto XVI, e ad altri leader cristiani, da 138 saggi musulmani e della risposta data a loro dalla Chiesa di Roma. Il convegno stato moderato dal professore Kazi Nurul Islam, fondatore del Dipartimento della religioni mondiali all'Universit di Dhaka, e da padre James Cruze, segretario della commissione episcopale per il dialogo interreligioso. Nel suo indirizzo di benvenuto ai partecipanti, il professor Kazi ha risposto a quattro domande che i rappresentanti delle due religioni avevano precedentemente formulato in due incontri propedeutici separati: quello del 7 marzo per i musulmani e il giorno successivo per i cristiani. La prima domanda riguardava il perch del dialogo tra le fedi. A questo interrogativo il professor Kazi ha risposto che non esiste una possibile alternativa al dialogo. La pace sostenibile se raggiunta attraverso il dialogo. Il secondo quesito invece verteva sul perch del dialogo tra cristiani e musulmani. Il relatore nel rispondere ha sottolineato che oltre la met della popolazione mondiale composta da credenti di queste due grandi religioni. Questi credenti appartengono tutti alla grande famiglia di Abramo. Sfortunatamente non si ancora stabilita una completa fiducia tra di loro. Questa mancanza di fiducia reciproca ha portato nel corso della storia a guerre e a ostilit reciproche. Tutto questo deve essere risolto; l'ostilit che deriva dal retaggio storico va superata per raggiungere il traguardo della vera pace. La terza domanda riguardava il perch fosse stato scelto il Bangladesh come sede di dialogo interreligioso. Il professor Kazi nella risposta ha posto in rilievo che nel Bangladesh musulmani e cristiani hanno sempre convissuto pacificamente. Questa armonia tra i credenti di varie religioni pu divenire un esempio per altri Paesi dove invece prevale l'intolleranza. L'ultimo quesito a cui il relatore ha risposto nel suo intervento riguardava la possibilit di cambiare la storia della relazioni tra cristiani e musulmani. Il professore Kazi ha affermato che possibile subito cambiare l'atteggiamento di ognuno verso gli eventi storici. Il metodo migliore per questo traguardo quello di approfondire la conoscenza con incontri diretti. All'indirizzo di benvenuto pronunciato dal professore Kazi, seguita la relazione svolta dalla signora Eva Sadia Saad, presidente del Dipartimento delle religioni mondiali. Nella sua relazione la rappresentante universitaria ha invitato i partecipanti ad approfondire le numerose affinit tra musulmani e cristiani. Eva Sadia Saad ha quindi brevemente ripercorso la storia del dipartimento da lei presieduto; il dipartimento per lo studio delle religioni mondiali ancora un caso unico nelle universit nel mondo islamico. Padre Franco Rapacioli, missionario del Pime, ha svolto una sintesi dello sviluppo del dialogo interreligioso tra musulmani e cristiani nel recente periodo. Il religioso ha ricordato il gruppo di cinquecento studiosi musulmani che nel 2004, coordinati dal principe di Giordania, Ghazi bin Muhammad bin Talal, stilarono un documento sui valori comuni condivisibili da sciiti, sunniti e da altre correnti islamiche. Esaminando invece la lettera dei 138 saggi musulmani inviata a Benedetto XVI nel 2007, padre Rapacioli ha sottolineato la parte denominata sommario e compendio. In essa gli esperti musulmani affermano che la base per la pace e la comprensione ormai esiste: amore per un unico Dio e amore per il prossimo. Questi due principi vengono evidenziati in tutti i testi sacri sia musulmani che cristiani. L'unit di Dio, la necessit di amarlo, la necessita di amore per il prossimo formano il terreno comune tra islamismo e cristianesimo. Padre Rapacioli ha quindi ricordato la risposta data al documento dei 138 saggi musulmani da parte della Chiesa di Roma. Nel documento, datato 19 novembre 2007 e firmato dal segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, si afferma che il terreno comune tra le due grandi religioni ci permette di fondare il dialogo su un effettivo rispetto per la dignit di ogni persona umana, sulla conoscenza obbiettiva della religione dell'altro, nella condivisione dell'esperienza religiosa e, infine, sull'impegno comune alla promozione del rispetto e dell'accettazione reciproci tra i giovani. Sul dialogo sono seguiti gli interventi alternati di due esperti musulmani e due cristiani: il professore Abdul Mannan, il vescovo Theotenious Gomez, il professore Syed Anwar Hossai, il reverendo Birbal Halder. Dopo le presentazioni, i partecipanti al convegno si sono suddivisi in otto gruppi misti. Le relazioni di questi gruppi sono state successivamente illustrate nel corso della sessione plenaria. Nel documento di sintesi dei lavori del convegno, viene espressa tra l'altro preoccupazione per i tentativi di politicizzazione e di manipolazione delle religioni che si vanno moltiplicando in molti Paesi del mondo. Questo provoca frequenti scontri tra credenti di diverse fedi che possono essere evitati o risolti solo attraverso il dialogo che permetta una conoscenza reciproca. I partecipanti all'incontro interreligioso di Dhaka hanno espresso la volont di intraprendere azioni concrete coinvolgendo le giovani generazioni. Vi nel documento una proposta particolarmente interessante rivolta direttamente alle autorit scolastiche del Bangladesh: si chiede a loro di introdurre nei testi destinati alle scuole elementari e medie delle nozioni sulle maggiori religioni mondiali. Questo passo si legge nel documento permetter ai nostri figli di acquisire una conoscenza di base di tutte le maggiori religioni e non soltanto della propria. Nell'ultimo punto si annuncia la costituzione di un comitato interreligioso i cui componenti verranno scelti dal Dipartimento delle religioni mondiali dell'universit di Dhaka e dalla Commissione episcopale per il dialogo interreligioso. Compito del comitato sar quello di attuare le decisioni prese durante il convegno.

QUITO, 6. Vita, famiglia e libert di educazione. Sono alcuni temi non negoziabili da riconoscere nella legge fondamentale che i vescovi dell'Ecuador ricordano all'Assemblea costituente in atto nel Paese. Si tratta di riorganizzare l'assetto istituzionale alla luce di principi irrinunciabili della persona e del consorzio umano: una condizione indispensabile per il tendenziale raggiungimento del bene comune. Vogliamo continuare a essere al servizio della diffusione del Regno di Dio, dell'annuncio della sua parola e

Le esperienze pastorali di due vescovi missionari indiani

Evangelizzazione e istruzione per i gruppi etnici dell'Assam


ROMA, 6. Portare l'annuncio di Cristo alle oltre duecento comunit di frontiera che vivono nello Stato indiano dell'Assam l'impegno quotidiano di due pastori missionari: monsignor Thomas Pulloppillil vescovo di Bongaigaon e monsignor John Moolachira, vescovo di Diphu. I due presuli, che operano in diocesi territorialmente adiacenti, hanno affermato di essere accomunati dai medesimi problemi e dalle medesime sfide pastorali. Racconta il vescovo di Pulloppillil che nella sua diocesi i cattolici sono sessantacinquemila in gran parte appartenenti alla comunit Boros. Questo un gruppo etnico di origine mongolo-tibetana stabilitosi centinaia di anni orsono in un vasto territorio del nord-est del continente indiano con una forte presenza nello Stato dell'Assam. Oltre all'annuncio del Vangelo, i missionari cattolici portano a questa popolazione anche l'assistenza sanitaria e l'istruzione per i giovani. L'opera dei missionari viene per a volte ostacolata da una miriade di conflitti fra le diverse comunit. Queste lotte tribali possono prolungarsi per anni, provocano gravi danni economici e seminano odio anche tra le nuove generazioni. La diocesi di Pulloppillil conta sull'opera instancabile di quindici sacerdoti, centocinquanta suore e numerosi catechisti laici. Monsignor John Moolachira stato consacrato vescovo della diocesi di Diphu il 15 aprile 2007. Nei dodici mesi trascorsi come guida della comunit diocesana, il presule ha avuto modo di incontrare i fedeli appartenenti alle tre maggiori etnie del territorio: i Karbi, i Garo e gli Adivasi. Il problema principale per monsignor Moolachira stato quello dell'apprendimento delle diverse lingue in cui si esprimono le etnie per poter comunicare con loro e toccare i cuori con l'annuncio della Parola di Dio. Il vescovo, come riporta l'agenzia Fides, ha impostato un piano quinquennale di evangelizzazione svolto anche nelle scuole che vengono aperte presso le parrocchie. Evangelizzazione, istruzione scolastica e assistenza sanitaria sono i tre bisogni pi urgenti di queste popolazioni che vivono geograficamente e socialmente ai margini del grande sviluppo tecnologico che caratterizza l'ultimo decennio di storia del sub-continente indiano. I pastori di queste due diocesi indiane svolgono l'opera di evangelizzazione missionaria tra gruppi tribali che spesso vivono in aree remote e impervie, che hanno uno stile di vita che segue tradizioni secolari, con una economia incentrata su metodi di coltivazione scarsamente redditizi e sull'allevamento non selettivo del bestiame. Questo modo di vita inevitabilmente comporta una carenza di crescita sia economica che culturale. Spesso la vita di questi popoli tribali non ha traguardi che vadano oltre la semplice sopravvivenza. L'educazione sia religiosa che scolastica delle nuove generazioni , secondo i due presuli, un punto essenziale per ogni programma di sviluppo. Le scuole aperte presso le parrocchie e gestite da personale sia religioso che laico sono elementi essenziali per dare una diversa prospettiva ai giovani studenti e far uscire le comunit etniche dall'isolamento. L'istruzione impartita in questi istituti scolatici comprende anche materie tecniche che possono migliorare il basso standard di vita delle popolazioni. Sono anche presenti nelle due diocesi alcune organizzazioni non governative e associazioni cristiane che riuniscono i coltivatori diretti in piccole cooperative e insegnano a loro migliori tecniche di coltivazione. Attraverso l'opera di promozione, l'attivit sociale diventa la strada per realizzare la missione evangelizzatrice propria di ogni cristiano.

della celebrazione della fede e della speranza del popolo cristiano. Tutto questo affermano i vescovi dell'Ecuador nel comunicato emesso al termine della loro assemblea plenaria, celebrata dal 21 al 25 aprile insieme con l'azione sociale e caritativa, con l'educazione e con lo sviluppo dei diversi settori del Paese, con la promozione delle nostre culture rurali e urbane, indigene e afro-discendenti, senza discriminazione alcuna. I presuli rinnovano il loro impegno a rispondere alle giuste e legittime aspirazioni del popolo, riposte in particolar modo nell'Assemblea costituente, quindi a seguire le attuazioni e i piani per la completa ristrutturazione istituzionale attualmente in corso in Ecuador. A nome di tutto il popolo credente e sostenuti da circa un milione di firme affermano i presuli della Conferenza episcopale dell'Ecuador stiamo chiedendo all'Assemblea il riconoscimento di alcune questioni fondamentali, affinch, con l'invocazione della protezione divina, venga garantita l'inviolabilit della vita dal concepimento fino alla morte naturale senza eccezioni; venga garantita la protezione della famiglia, cellula primaria della societ, riconoscendo l'unione tra uomo e donna come unico nucleo familiare; venga garantita la libert di educazione e il diritto dei genitori a scegliere l'educazione dei propri figli; venga mantenuto vivo il patrimonio di libert e i diritti riconosciuti nella legge fondamentale. Inoltre nel comunicato ricordano le catastrofi naturali avvenute durante quest'anno e alle quali i vescovi hanno fornito il loro appoggio concreto attraverso la colletta quaresimale di solidariet Mnera 2008. I vescovi dell'Ecuador mostrano la loro speciale gratitudine all'arcivescovo di Mnchen und Freising (Germania), monsignor Reinhard Marx, il quale ha rafforzato l'aiuto fraterno che la sua arcidiocesi ci offre da quasi quarantacinque anni, affinch la Conferenza episcopale ecuadoriana possa rispondere ad alcune delle pi urgenti necessit dei disastrati. Sempre aperti ad ascoltare le voci del nostro popolo per condividere le sue sofferenze e le sue gioie attraverso l'amore misericordioso di Cristo, ringraziamo concludono i presuli della Conferenza episcopale dell'Ecuador le nostre comunit per la loro generosa partecipazione al servizio della

Chiesa nel mondo; accogliamo la fiducia di grandi settori del nostro Paese e delle loro autorit; apprezziamo l'impegno dei mezzi di comunicazione per informare con onest e responsabilit; e offriamo a tutti la nostra continua preghiera e impegno. Nel corso dell'Assemblea, il presidente della Commissione centrale del Cam 3, il cardinale Antonio Gonzlez Zumrraga, insieme con padre Timoteo Lehane, svd, direttore nazionale delle Pontificie opere missionarie (Pom) e coordinatore generale del congresso, e a Osvaldo Fierro, segretario esecutivo del Cam 3, hanno presentato una relazione generale sull'organizzazione dell'evento. Proposto anche un breve riassunto dei differenti pre-congressi missionari che si sono celebrati e che ancora si stanno realizzando a livello nazionale e internazionale, con informazioni sui differenti conferenzieri e sui luoghi in cui si svolgeranno le attivit del Congresso. Tra le iniziative recenti, in programma l'allestimento di una esposizione della storia missionaria dell'Ecuador, con alcuni aspetti delle missioni poco conosciuti, da realizzare presso il centro culturale della Pontificia Universit Cattolica dell'Ecuador; prevista inoltre la realizzazione di un festival di cinema missionario presso la Casa della cultura ecuadoriana. La Commissione Esecutiva ha chiesto anche che ognuno dei vescovi presieda uno dei sedici forum che funzioneranno durante il Congresso. Padre Sidney Fones, segretario generale assistente del Consiglio episcopale latino-americano (Celam) ha infine esposto i dettagli della Grande Missione Continentale al fine di coordinare il suo lancio ufficiale durante la messa di chiusura del Congresso. La Chiesa dell'Ecuador ha sottolineato in comunione con i vescovi latinoamericani chiamata a camminare con la storia, a rispondere, nella carit del Vangelo, alle nuove grandi questioni, alle nuove sfide dell'oggi.

W
I Superiori e gli Officiali della Congregazione delle Cause dei Santi partecipano al lutto per la scomparsa del

Rev.mo Mons.

SIGWART J. NEUHAUS
Consultore del Dicastero
e pregano il Signore per l'anima del defunto, invocando il conforto di Cristo Risorto sui suoi familiari e tutti coloro che piangono la sua perdita.
.

Iniziativa per coinvolgere i fedeli a Barasat

India, il contributo dei laici


KOLKATA, 6. I sacerdoti che operano negli Stati indiani del Bengala occidentale e di Sikkim hanno deciso di rafforzare il loro impegno recitando il breviario e consultando i laici nella preparazione delle omelie. La decisione stata presa in un incontro regionale tenutosi a Barasat, cui ha partecipato, tra gli altri, il vescovo di Baruipur Salvadore Lobo. I partecipanti hanno ammesso che molti sacerdoti hanno abbandonato la tradizione di recitare il breviario e non si preparano in maniera adeguata per le loro prediche. Il presule ha deplorato che molti sacerdoti svolgono i loro compiti semplicemente come professione: Occorre ha detto che questo atteggiamento cambi attraverso la preghiera quotidiana dinnanzi al Santissimo Sacramento, la meditazione, l'Eucarestia, l'esame di coscienza, la recita del Rosario e la lettura di libri spirituali. Un altro vescovo, Cyprian Monis, di Asansol, ha aggiunto che i presbiteri che non recitano il breviario perdono la loro fede e vocazione. Un sacerdote, Padre Peter, ha sottolineato che l'incontro lo ha convinto che pregare il breviario aiuterebbe a superare le difficolt nella vita sacerdotale. Il vicario generale della diocesi di Raiganj Sengol Santhappan ha descritto i sacerdoti come guaritori feriti che devono diventare pi umili nel servire la parola di Dio. Il padre redentorista Francio Pinto, che ha moderato l'incontro, ha esortato i partecipanti a consultare i laici quando preparano le loro omelie, in quanto questi ultimi studiano la Bibbia in maniera molto approfondita. Il sacerdote ha aggiunto: Dobbiamo dedicare quindi del tempo alla preparazione delle nostre omelie, se vogliamo davvero vivere la nostra vita al servizio della parola di Dio. Padre Pinto, esperto catechista, ha spiegato che il sacerdote deve studiare le letture domenicali insieme con i religiosi e i laici e unire il loro pensiero alle proprie riflessioni. Queste omelie avrebbero un significato maggiore per i laici, ha detto padre Stephen Singh; e anche padre Himanashu Poti si dichiarato d'accordo sul fatto che i suoi parrocchiani considererebbero tali predicazioni pi rilevanti. Il sacerdote quindi ha esortato i parroci a preparare gi dal luned la predica per la domenica successiva. A sottolineare il problema stato anche padre John Kulandai, segretario nazionale della conferenza dei sacerdoti diocesani dell'India, il quale ha ricordato che molti cattolici entrano a far parte dei gruppi pentecostali, perch non vedono i sacerdoti pregare o usare la Bibbia. Per il segretario i sacerdoti devono leggere, meditare e vivere la parola di Dio prima di predicare. I partecipanti all'incontro hanno deciso di iniziare la preghiera quotidiana nelle loro rispettive comunit al fine di sostenere i sacerdoti in difficolt.

Singapore, incontro con l'arcivescovo sui problemi delle parrocchie e dei consultori familiari
SINGAPORE, 6. Istituite pi consultori cattolici e assumete pi personale a tempo pieno per i ministeri liturgici parrocchiali e catechetici: questo l'invito rivolto da un gruppo di giovani cattolici all'arcivescovo di Singapore Nicholas Chia Yeck Joo in un recente incontro, durante il quale sono state discusse le problematiche pi urgenti da affrontare nell'arcidiocesi. L'incontro di carattere informale stato il secondo di una serie di riunioni tra i laici e l'arcivescovo, organizzati dal Cana, il centro cattolico del Paese. In particolare, uno psicologo ha espresso la sua preoccupazione per la carenza di personale nelle parrocchie e per il fatto che i cattolici si stanno rivolgendo a consulenti non cattolici per chiedere aiuto sulle questioni di famiglia. Lo psicologo ha poi posto l'attenzione sulla necessit di avere uno o due dipendenti permanenti che operino nei ministeri liturgici e catechetici in ogni parrocchia e che abbiano un'adeguata formazione. Il giovane ha inoltre sottolineato: A Singapore ci sono oltre centocinquantamila cattolici, ma i centri di servizio sono pochi. Lo psicologo ha anche evidenziato la mancanza di possibilit per gli operatori sociali, i consulenti preparati e gli psicologi professionisti di lavorare a tempo pieno al servizio dell'arcidiocesi. Il giovane ha quindi esortato l'arcidiocesi ad assumere operatori laici. L'arcivescovo ha replicato che ogni parrocchia ha un consiglio che decide quale personale assumere e l'obiettivo del loro lavoro. Il presule ha posto innanzi l'importanza di trovare persone veramente dedite alla causa. Riguardo i servizi nei consultori, l'arcivescovo ha spiegato che ci sono gi sessanta volontari laici che hanno svolto un corso di formazione di cinque mesi. Un altro centinaio, ha aggiunto, saranno pronti dopo la loro formazione.

mercoled 7 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Il documento finale della XIII Assemblea nazionale

pagina 7

A proposito delle mariofanie di Notre Dame de Laus

Apparizioni e visioni L'Azione Cattolica I criteri della Chiesa innova nella tradizione
di SALVATORE M. PERRELLA* Domenica scorsa, durante una solenne celebrazione eucaristica che ha visto la partecipazione dell'episcopato francese e di una moltitudine di fedeli, il vescovo di Gap, Jean-Michel di Falco Leandri, ha approvato e proclamato ufficialmente come vere le apparizioni di Notre Dame de Laus. Sui racconti delle apparizioni di Nostra Signora di Laus, territorio nel comune di SaintEtienne d'Avanon (l'odierna SaintEtienne-le-Laus) nella valle dell'Avance, a nord della Durance e a una ventina di chilometri a est di Gap, nelle Alpi francesi, succedutesi durante l'intera vita dell'umile e analfabeta pastorella sedicenne Benote Rencurel (1647-1718), dichiarata da Pio IX venerabile nel maggio 1872 e di cui in corso il processo di beatificazione, siamo abbastanza informati, anche se in modo diseguale. Le informazioni provengono sostanzialmente dagli archivi del santuario, che conserva i manoscritti di quattro testimoni principali delle mariofanie protrattesi sorprendentemente dal 1664 al 1718, anno di morte di Benote. Cinquantaquattro anni di apparizioni fatto che va sottolineato per la straordinariet dell'evento, che ha paragoni solo con le presunte mariofanie di Medjugorie portarono la veggente a essere completamente dedita, su comando della stessa Signora, alla costruzione di un santuario in onore del mio adorato Figlio e alla non facile ma importante pastorale dell'accoglienza dei numerosi pellegrini che accorrevano sempre pi numerosi a Laus, nei quali inculcava la via della riconciliazione, della preghiera e del Vangelo: un servizio di evangelizzazione da molti contrastato e deriso, ma sicuramente efficace e carico di frutti. Una prima indagine ecclesiastica sui fatti di Laus venne effettuata dal 14 al 18 settembre 1665, concludendosi con un segno: la guarigione immediata e inspiegabile di un'inferma. Seguirono ancora altre due indagini: nel 1670 da parte del vicario episcopale Jean Javelly, poi nel 1672 da parte dell'arcivescovo Charles de Genlis. Un lungo corteo di vescovi ha nel tempo riconosciuto la soprannaturalit delle mariofanie di Laus; ma nessuno di essi le ha ufficialmente approvate, compito che si assunto l'attuale vescovo diocesano, monsignor di Falco con l'atto pubblico di domenica scorsa. In Francia, previo il placet della Congregazione per la Dottrina della Fede, la prima mariofania riconosciuta ufficialmente dopo quella di Lourdes del 1858. Rimane singolare la coincidenza, che dopo circa 350 anni dagli eventi originari, tale placet ecclesiastico sia stato rilasciato proprio nell'anno commemorativo del centocinquantesimo delle apparizioni di Lourdes. Prendendo spunto da tale approvazione ecclesiastica, che ha suscitato interesse ma anche stupore per una decisione apparsa a molti tardiva o superata, crediamo utile proporre una sintetica riflessione sulla natura delle apparizioni mariane e sulla procedura ecclesiastica tesa a verificarne la veridicit e autenticit. vrebbe agire la cristianit di fronte a una determinata situazione storica. Per cui, asserisce ancora Rahner, le rivelazioni private, o meglio le visioni profetiche, non sono superflue, una sorta di corso celeste di ripetizione della rivelazione generale o una maieutica intellettuale, ma esse detengono un significato insostituibile nella Chiesa. Il teologo tedesco, inoltre, supera la posizione comune dei teologi scolastici (soprattutto domenicani e gesuiti), poi codificata dal cardinale Prospero Lambertini, futuro Benedetto XIV (1740-1758), nel suo noto Opus de servorum Dei beatificatione circa la fede umana da prestare alle visioni e alle rivelazioni private, parlando chiaramente di un diritto e un dovere di fede, non solo da parte dei destinatari di tali fenomeni, ma anche da quanti ne vengano a conoscenza. Pur essendo relative in rapporto alla Rivelazione divino-biblica, esse vanno lette colosi, poi i membri delle commissioni ascoltano i testimoni e infine ricercano le conferme dei fenomeni se l'evento sostenuto resta ancora in un campo di incertezza (inascoltato, inafferrabile ecc.). Nei tempi passati si usava un trattamento benevolo e veniva data pi considerazione al sensus fidelium e alla vox populi che alle perizie degli esperti, come invece avviene nei tempi attuali. Di fronte a tutte queste manifestazioni, che si sono moltiplicate a dismisura nel XX secolo, la Chiesa giustamente assume un atteggiamento cauto, rigoroso e riflessivo arrivando a pochissimi riconoscimenti canonici ufficiali da annotare, a quanto ci consta, che la Chiesa ha approvato durante il corso della storia 11 apparizioni su 295 sottoposte a indagine di cui la dodicesima proprio quella riguardante Nostra Signora di Laus, approvata pubblicamente il 4 maggio 2008. Le apparizioni costituiscono un di ALESSANDRO TRENTIN Fare memoria della storia, cercando nel passato le radici del futuro: la linea programmatica che scaturita dalla XIII assemblea dell'Azione Cattolica, conclusasi sabato 3 maggio, riunisce in s storia e innovazione per mantenere alti i valori fondanti, ma anche per svilupparsi su nuove strade di annuncio di fede. L'associazione ha celebrato i suoi centoquarant'anni, marcando ancora una volta la sua fedelt alla Chiesa. L'assemblea ha eletto i nuovi organi rappresentativi e ha prodotto un documento finale che rappresenta la guida per il prossimo triennio di attivit e che apre la porta anche agli anni futuri, perch l'azione Cattolica sottolineato desidera fare della sua storia una profezia per ogni tempo, abitato da profonde trasformazioni, ma bisognoso, sempre e comunque, dell'annuncio gioioso e liberante della Risurrezione. Cinque sono i percorsi lungo i quali l'associazione, come emerge dalla relazione finale del presidente Luigi Alici, muover i propri passi: Un'Azione Cattolica che deve avere il coraggio di osare; di testimoniare una profezia culturale; di sperimentare nuove forme di annuncio; di essere polmone spirituale nella Chiesa e spendersi sempre pi per il bene comune. Il presidente Alici ha sottolineato: Compito dell'Azione Cattolica ancora di pi quello di essere voce e coscienza critica nella comunit dei credenti e nel Paese, in una societ in cui i legami tendono a essere facoltativi, le istituzioni rischiano di diventare sempre pi neutre e l'individualismo pu generare pericolose forme di stanchezza democratica. La scelta religiosa impegna gli associati ad assumere il Vangelo nella sua pienezza e a rischiare la responsabilit di fronte a concrete azioni temporali, senza cadere in una loro equivoca sacralizzazione, nella consapevolezza di una provvisoriet che esige un continuo rimettersi alla scuola del Vangelo. Citando il Manifesto al Paese scritto nel documento finale viene rinnovato il servizio alla Chiesa, soprattutto nella sua dimensione diocesana, in una parrocchia sempre pi missionaria, radicata nella sua terra, partecipe delle gioie e delle speranze, delle attese e dei problemi della gente. La forma delle missione dell'associazione assume nel triennio le caratteristiche di tre obiettivi: l'impegno a suscitare percorsi di ricerca e riscoperta della fede; l'impegno a far crescere e maturare la fede; l'impegno per la promozione del bene comune. Il primo intende dare un senso nuovo alle tradizionali e consolidate forme di collaborazione alla pastorale ordinaria diocesana e parrocchiale, ricercando forme, metodi, linguaggi e percorsi, in piena sintonia con il cammino della Chiesa e con un stile di ascolto e condivisione. Il secondo impegno, prevede che l'accoglienza della fede e la testimonianza di un'intensa vita da credenti siano compiti primari dell'associazione. A tale riguardo, i soci si sentono impegnati a rigenerare la propria fede, a ribadirla con le parole semplici della vita quotidiana, nella lode a Dio e nell'aiuto generoso ai fratelli. Infine la promozione del bene comune impegna a conoscere, interpellare ed evangelizzare tutti gli ambiti di vita nei quali si costruisce quotidianamente il tessuto storico delle relazioni tra le persone all'interno di un territorio. I soci recita il documento finale si impegnano a letture attente della fragilit e delle risorse del sistema sociale, con particolare riferimento ai temi dell'educazione, della famiglia, del lavoro, della coscienza civica, della legalit, della tematica ambientale, dei flussi migratori, della solidariet, dell'accoglienza e dell'integrazione delle diversit sociali, culturali e religiose. I tre obiettivi, tuttavia, evidenziato nel documento dovranno essere accompagnati dalla cura del legame associativo. L'Azione Cattolica continuer a coltivare nella verit legami di comunione fra tutti gli aderenti e gli assistenti, in un clima di familiarit e popolarit, attenta alle persone e paziente con tutti, affinch tutta l'esperienza di vita nell'associazione divenga pratica di fraternit. L'Azione Cattolica sar sempre pi un'associazione che pensa, vive e lavora assieme in una dimensione unitaria, con progetti comuni che, valorizzando l'apporto di tutti, vede ragazzi, giovani e adulti protagonisti a tutti i livelli della vita associativa.

Le conclusioni del Forum organizzato dalle Unioni delle superiore e dei superiori generali

In prima linea contro l'Aids ma agli istituti religiosi pochi aiuti


di GIOVANNI ZAVATTA ROMA, 6. Un maggiore coordinamento fra gli istituti religiosi per elaborare efficaci proposte comuni e per contare di pi negli organismi internazionali che gestiscono le risorse finanziarie destinate alle emergenze sanitarie nel mondo: la richiesta pi pressante venuta dal Forum organizzato dal 3 al 5 maggio a Roma dall'Unione dei superiori generali (Usg) e dall'Unione internazionale delle superiore generali (Uisg). Un incontro che ha riunito rappresentanti di numerose congregazioni impegnate per contrastare la diffusione del virus Hiv e che servito per presentare i risultati di una ricerca svolta in collaborazione con l'Agenzia delle Nazioni Unite per la lotta all'Aids (Unaids) e con la Georgetown University. In loving service, un servizio d'amore, rappresenta l'analisi globale dell'impegno degli istituti religiosi contro la piaga della sindrome da immunodeficienza acquisita. Siamo chiamati a superare la frammentazione che esiste al nostro interno ha sottolineato padre Frank Monks, camilliano, presidente della Commissione salute dell'Usg per parlare con una sola voce e stabilire una nuova cultura di cooperazione e di comunione. Ci sono Paesi poveri nei quali i cristiani provvedono fino al quaranta per cento dei servizi sanitari e interpretate nel contesto non banale della teologia dei carismi, che, come insegna il Vaticano II nella costituzione dogmatica de Ecclesia, sono doni da accogliere con gratitudine e consolazione (Lumen gentium, 12). argomento sempre attuale e suscitano sempre vivo interesse tra persone di ogni estrazione sociale e culturale; esse, inoltre, sono ancora oggi dono per la fede e sfida per la ragione. Il magistero ecclesiale davanti a fenomeni apparizionistici opera con una triplice criteriologia con relativo giudizio: il criterio positivo, secondo cui consta la trascendenza (constat de supernaturalitate); il criterio attendista, secondo cui non consta la trascendenza (non constat de supernaturalitate); il criterio negativo, secondo cui consta la non trascendenza dei fatti asseriti (constat de non supernaturalitate). Una volta verificate e autenticate dalla autorit ecclesiastica, le manifestazioni straordinarie consentono libert di adesione, in quanto la fede si presta solo alla Rivelazione pubblica di Dio conclusa con la morte dell'ultimo degli Apostoli. In ogni caso, le vere mariofanie, quelle che hanno avuto il placet delle competenti autorit della Chiesa, declinano in modo loro proprio la presenza materna e la missione evangelica della Vergine gloriosa nella storia della Chiesa, dei popoli e del singolo uomo-donna: presenza e missione che consistono nell'aiutare tutti a trovare nell'itinerario di fede nel Signore Ges la via verso la casa del Padre. Le apparizioni appartengono alla categoria delle grazie donate gratuitamente dal Cielo e talvolta prescindono dallo stato di grazia di chi le riceve. Dio si inserisce nella storia del mondo con il contributo materno di Maria e i positivi effetti sono evidenti: le apparizioni mariane non sono dirette alla gloria della Vergine, ma sono finalizzate a irrobustire la fede nel Dio di Ges Cristo, promuovono la devozione eucaristica, guidano alla conversione e al rafforzamento della vita cristiana-ecclesiale e in questo modo loro proprio influiscono sulla storia del mondo. Queste manifestazioni non amplificano la Rivelazione data con la Sacra Scrittura alla Chiesa, ma piuttosto la rendono attuale in un dato tempo: aiutano la Chiesa, rafforzano la fede e approfondiscono la coscienza e la necessit della salvezza negli uomini. Le apparizioni di Maria, orante misericordiosa presso il trono della Trinit, non possono non richiamare, per essere genuine e congrue, il grande valore e la necessit della preghiera, di cui lei in Cristo e nello Spirito maestra ed educatrice sempre attuale.
*Docente di dogmatica e di mariologia presso la Pontificia Facolt Teologica Marianum a Roma.

Procedura di verifica ecclesiastica


Per quanto riguarda la procedura ecclesiastica, detto che della questione si sono interessati sia il Concilio Lateranense V (1512-1517) che il Concilio di Trento (1545-1563) demandando al vescovo diocesano, all'arcivescovo metropolita in tempi a noi vicini, alla Conferenza episcopale del territorio e al Papa il discernimento sulla veridicit o meno dei fatti asseriti, il Codice di diritto canonico del 1917 e quello del 1983 non danno indicazioni in tal senso. Recentemente la Congregazione per la Dottrina della Fede, dopo quattro anni di studio a partire dal novembre 1974, ha redatto, il 25 febbraio 1978, un documento ad interim e sub secreto, a firma del cardinale prefetto Franjo eper, da utilizzare dalle competenti autorit ecclesiastiche dal titolo: Normae S. Congregationis pro Doctrina Fidei de modo procedendi in iudicandis praesumptis apparitionibus ac revelationibus. Per quanto riguarda la procedura di verifica, il dicastero vaticano pretende: informazione accurata dei fatti tramite l'osservazione e la raccolta di testimonianze degne di fede; esame del messaggio sotteso all'evento soprannaturale, che non deve essere in contrasto con la fede cristiana; diagnosi medicopsicologica per appurare la salute e la normalit del veggente, anche per scartare possibilit di fenomeni allucinatori; grado di istruzione del veggente, la sua conoscenza della dottrina, la sua vita spirituale e sacramentale, il suo grado di comunione ecclesiale; frutti spirituali, quali ritorno alla fede dei lontani, moralit ed ecclesialit dell'esistenza, cooperazione all'evangelizzazione del mondo, delle culture e dei costumi; eventuali guarigioni miracolose che si ricevono a ragione della asserita rivelazione privata; il giudizio della Chiesa. Rispetto al passato le commissioni ecclesiastiche sottopongono i veggenti a scrupolosi esami spirituali, cercando di stabilire la verit dei fenomeni straordinari. A questo fine essi sono interrogati e descrivono gli eventi mira-

Due fenomeni diversi


Il gesuita Giandomenico Mucci con brevi parole distingue e delinea la natura delle visioni e delle apparizioni: con il termine visione s'intende la percezione soprannaturale di un oggetto, che naturalmente invisibile per l'uomo, e col termine apparizione la manifestazione sensibile di una persona o di un essere la cui presenza, nelle precise circostanze nelle quali si produce, non pu essere spiegata secondo il corso ordinario della natura. La visione, dunque, non implica necessariamente l'esperienza reale, ossia la presenza attuale, del suo oggetto. L'apparizione la suppone, sicch appartiene alla sua nozione il fatto che l'oggetto si manifesti ai sensi esterni. Le apparizioni e le visioni, comunque, fanno parte delle cosiddette rivelazioni private che non appartengono al depositum fidei. Karl Rahner nel suo volume Visioni e profezie, chiarisce che cosa esse sono rispetto alla Rivelazione pubblica, specificandone anche la funzione: Le rivelazioni private (o particolari) non possono essere messe sullo stesso piano della Rivelazione fondatrice divina data dal Cristo, riportata nella Scrittura e trasmessa dalla tradizione della Chiesa. Esse non sono nemmeno superflue ripetizioni celesti di tale Rivelazione pubblica oppure un aiuto intellettuale per conoscere qualcosa che fondamentalmente potrebbe essere anche conosciuto senza quest'aiuto... Le rivelazioni private sono nella loro natura un imperativo di condotta, un comando, di come do-

I cattolici in Vietnam aiutano i contagiati


THNH-PH H CHI MINH, 6. Maggiori aiuti da parte delle organizzazioni di volontariato della Chiesa cattolica alle numerose persone colpite dall'Aids che vivono nell'ex Saigon, il maggior centro urbano del Vit Nam. Questo il pressante invito lanciato dal cardinale Jean-Baptiste Pham Minh Mn ai religiosi e laici che si occupano dell'assistenza ai tanti poveri ammalati che nella pi grande citt del sud Vit Nam spesso non trovano altro sostegno. Riferisce Asianews che il numero delle persone povere ammalate di Aids che ogni giorno organizzazioni cattoliche assistono superiore a cinquemila. Specialmente i malati colpiti da questo virus ricorrono spesso ai centri di assistenza di tali organizzazioni perch le strutture sanitarie pubbliche non hann0 reparti adeguati, mezzi sufficienti e personale specializzato.

ma non hanno voce in capitolo e sono lasciati soli a combattere le loro battaglie, con scarsi risultati. Quella dell'Hiv e dell'Aids una pandemia che, a dicembre 2007, secondo stime approssimative per difetto, interessava oltre trentatr milioni di persone nel mondo. Tre milioni i morti solo in quell'anno. Al di l della tragica perdita di vite umane si legge nel rapporto ci sono gli effetti che queste morti hanno sulle famiglie e sulla societ. Secondo l'Unaids, nel 2005 pi di quindici milioni di giovani sotto i diciotto anni sono rimasti orfani a causa del virus e pi di dodici milioni di essi risiedevano nell'Africa subsahariana. I giovani sotto i venticinque anni il futuro dell'umanit costituiscono la met dei nuovi infetti nel pianeta. Cina e India, a causa della crescita esponenziale del numero degli abitanti, le nazioni pi a rischio. Fin dall'inizio della pandemia, gli istituti religiosi cattolici hanno assunto un ruolo fondamentale nel prendersi cura direttamente dei malati e dei sofferenti, nella prevenzione dell'Hiv fra la popolazione, nel continuare a indicare i fattori culturali, politici e socioeconomici che contribuiscono sia alla proliferazione della sindrome sia alle sue conseguenze. Perch l'Aids altro punto fermo stabilito al Forum una realt complessa che va oltre l'aspetto medico, includendo appunto l'educazione, le condizioni sociali, economiche, politiche, di giustizia. Questi uomini, queste donne, fanno riferimento oggi a circa duemila istituti di vita consacrata rappresentati nell'Usg e nell'Uisg: un esercito di sacerdoti, di suore, di religiosi, di religiose, ai quali si aggiungono tre milioni di laici che, in stretta collaborazione, lavorano in circa mille ospedali, in oltre cinquemila dispensari e in ottocento orfanotrofi (solamente in Africa). Eppure ha detto al nostro giornale padre Robert Vitillo, consigliere speciale di Caritas Internationalis per l'Hiv e l'Aids nonostante il loro profondo coinvolgimento nel fornire assistenza, nonostante coprano il 26,7 per cento di tutti i servizi correlati all'aiuto ai pazienti e alla popolazione in generale, le congregazioni religiose ricevono soltanto una piccola frazione, circa il cinque per cento, del Fondo globale per la lotta all'Aids, alla tubercolosi e alla malaria dell'Onu, che ammonta a quasi dieci miliardi di dollari. Il progetto di mappatura realizzato distribuendo un questionario a tutti gli istituti maschili e femminili attivi in pi di duecento Paesi del mondo e al quale hanno risposto 446 rappresentanti delle comunit stato concepito proprio per legittimare e rendere visibile il significato di una presenza divenuta insostituibile, per smentire quell'idea falsa di una Chiesa

oscurantista e retrograda in tema di contraccezione e fotografare una realt diversa, fatta di carit e di dedizione assoluta al prossimo, chiunque sia. Nelle nostre strutture risponde padre Vitillo accogliamo tutti, credenti e non credenti. La Chiesa cattolica molto attiva sia a livello medicosanitario sia nella prevenzione della trasmissione del virus da madre a figlio, nella cura degli orfani, nell'assistenza spirituale, nell'educazione sessuale, nella promozione della donna, nel campo della ricerca. Ma troppo del nostro tempo viene impiegato nel rastrellare i fondi necessari a tutto questo. Fondi che non possono mancare: Le persone in terapia non possono certo permettersi di sospendere le cure spiega suor Dorina Tadiello, vicaria generale delle Missionarie comboniane, medico per anni impegnato nell'ospedale di Gulu, in Uganda e l'assistenza va garantita tutti i giorni, ventiquattro ore al giorno. Nell'Africa australe la pandemia dell'Aids ha raggiunto la diffusione del trenta per cento tra la popolazione di et compresa fra i 25 e i 40 anni: qui l'aspettativa di vita si drammaticamente abbassata da 60 a 35 anni ma la distribuzione dei farmaci antiretrovirali sottolinea suor Dorina ha allungato l'esistenza di molte persone consentendo loro di riprendere a vivere e a lavorare. Non solo un problema di educazione sessuale, ma di soldi e servizi essenziali che mancano. Circa la met degli istituti che hanno risposto al questionario spendono molto del loro tempo nella ricerca di sovvenzionamenti (attraverso donazioni, microcrediti, cooperative, produzione e vendita di oggetti artigianali) e molti sono ostacolati dalla carenza di infrastrutture: Su quarantamila persone che ogni anno contraggono l'Hiv in Burkina Faso spiega padre Jacques Simpor, genetista molecolare all'ospedale San Camillo di Ouagadougou e consultore del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari diecimila sono bambini contaminati durante la gravidanza, il parto o l'allattamento. La profilassi nel prevenire la trasmissione verticale dell'Hiv pienamente dimostrata ma priva di efficacia se manca l'accesso all'acqua potabile: se si opta per la nutrizione con latte in polvere laddove l'acqua potabile non a disposizione, dove i frigoriferi non esistono, dove le pi elementari norme igieniche non sono seguite, il bambino afferma padre Simpor sar sempre a rischio di infezioni gastrointestinali che facilmente possono risultare fatali. Storie di sofferenza e di morte ma anche di speranza, perdono, riconciliazione. Storie, cifre, dati che ora sono scritti, noti, finalmente visibili in un dossier che parla di uno straordinario servizio d'amore.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO

mercoled 7 maggio 2008

Il presidente della Conferenza episcopale ungherese parla dell'impegno della Chiesa per la riconciliazione della societ

Responsabilit e solidariet basi per costruire il bene comune


di NICOLA GORI La Chiesa non un partito politico ma deve far sentire con chiarezza la sua voce sulle questioni che riguardano la giustizia sociale, i diritti dell'uomo, il pericolo di alienazione nella societ e la distruzione dell'ambiente. questa la consapevolezza che anima la missione pastorale dei vescovi dell'Ungheria, in questi giorni in Vaticano per la visita ad limina Apostolorum. A sottolinearlo il cardinale Pter Erd, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente della Conferenza episcopale, il quale mette in guardia da comportamenti individuali e comunitari che rischiano di distruggere il senso di responsabilit e di solidariet, valori fondamentali per la societ ungherese. Cosa presenterete a Benedetto XVI durante la visita ad limina? Presentiamo al Santo Padre tutte le gioie e le esperienze positive che hanno caratterizzato la missione e il lavoro pastorale degli ultimi sei anni nella nostra societ piuttosto secolarizzata. Gli presentiamo sinteticamente i problemi demografici del paese, la situazione culturale e spirituale, nonch gli sforzi della Chiesa cattolica per la riconciliazione tra i diversi popoli della nostra regione e per un'appropriata pastorale delle minoranze. Parliamo pure dell'educazione, della catechesi e della vita sacramentale, nella quale ci sono alcuni dati preoccupanti come la diminuzione dei battesimi e dei matrimoni. Certamente potr essere un argomento anche il nostro rapporto con il mondo della comunicazione e il modo con cui la Chiesa viene considerata dai mass media. Nonch alcuni fenomeni di sollecitazione all'odio che si riscontrano nella societ. Nel settembre 2007 si conclusa proprio a Budapest la missione cittadina svoltasi durante cinque anni in cinque diverse grandi citt europee. Pu tracciare un bilancio di questa esperienza? La missione cittadina stata una iniziativa di Giovanni Paolo II. L'esperienza da cui partita stata la missione svoltasi a Roma prima del grande Giubileo del duemila. Ispirati da questa esperienza i vescovi di cinque citt europee (Vienna nel 2003, Parigi nel 2004, Lisbona nel 2005, Bruxelles nel 2006 e appunto Budapest nel 2007) hanno organizzato diversi eventi in collaborazione con vari movimenti spirituali e soprattutto con le parrocchie delle loro citt. Sia nella progettazione che nei programmi principali soprattutto nella settimana intensa di missione vescovi, sacerdoti e gruppi di laici delle varie citt hanno collaborato ogni anno con la Chiesa locale destinata a ospitare la missione. L'ultima della serie stata Budapest nel 2007. Tra le iniziative promosse ci sono stati concerti, mostre, visite guidate alle chiese, celebrazioni liturgiche, colloqui su questioni attuali, azioni sociali e caritative, programmi radiofonici e televisivi, giornate di penitenza e di preghiera. Ma il programma centrale stata in ogni citt la conferenza sulla nuova evangelizzazione, svoltasi in una grande chiesa durante un'intera settimana. In essa sono state offerte testimonianze di personaggi famosi e molto interessanti. Abbiamo partecipato insieme alla messa, durante la quale i vescovi delle diverse citt europee hanno spiegato la Parola di Dio. Un momento significativo del programma stata la messa notturna sul monte di San Gerardo, introdotta dal cardinale Camillo Ruini, Inviato speciale del Papa a questa missione. Il bilancio lo stiamo tracciando adesso. Alcune iniziative saranno ripetute ogni anno. L'attivit missionaria e caritativa della parrocchie comincia a risvegliarsi notevolmente. La Conferenza episcopale ungherese ha dedicato l'anno 2008 alla Bibbia. Questa iniziativa stata concordata anche con le comunit riformate e coincide con l'Anno paolino. A che punto il dialogo ecumenico? I nostri rapporti ecumenici con le comunit riformate del paese (quasi due milioni in Ungheria) e anche con i cristiani ortodossi (circa ventimila) sono tradizionalmente buoni. La campagna lanciata per l'anno della Bibbia, ma anche su altri temi come per esempio l'invito ad offrire l'un per cento delle imposte sulle persone a favore della Chiesa poteva essere fatta insieme. Quest'anno avranno luogo conferenze bibliche, con la partecipazione di esperti di diverse confessioni, ed altre iniziative comuni. Una fede cattolica matura richiede una buona conoscenza della Sacra Scrittura sotto la guida del magistero della Chiesa. Ma richiede anche il coraggio di trasmettere esplicitamente la nostra fede in un ambiente spesso stanco e secolarizzato. Riscoprire la Bibbia in Europa vuol dire anche riscoprire le nostre radici culturali e morali. San Paolo per noi simbolo del dinamismo missionario e santo patrono del nostro lavoro per l'annuncio della fede. In Ungheria c' una crisi politica. Quale ruolo ha la Chiesa nella societ attuale? Certamente la Chiesa non pu e non deve essere un partito politico, e neanche una delle parti in causa nel gioco politico di ogni giorno. La Chiesa ha la missione di essere granello di senape e lievito. Deve toccare il cuore delle persone, deve trasmettere e applicare umilmente il Vangelo di Cristo nelle circostanze della vita quotidiana. Quanto alla giustizia sociale, ai diritti dell'uomo, al pericolo di alienazione nella societ e alla distruzione dell'ambiente, la Chiesa pronuncia con chiarezza la sua dottrina sociale, anche grazie al Compendio che ora disponibile in lingua ungherese. Organizziamo convegni per la sua spiegazione ed applicazione. Ultimamente abbiamo organizzato un convegno importante sul bene comune patrocinato insieme frequenti, con quella dell'Austria. Altre Conferenze invitano un nostro delegato alle loro sessioni plenarie: per esempio, Italia, Francia, Polonia e la Conferenza episcopale internazionale dei santi Cirillo e Metodio, nei Balcani). Con altre Conferenze abbiamo rapporti occasionali. La Chiesa cattolica deve essere promotrice della riconciliazione dei cuori nella societ e tra i diversi popoli, deve poter rafforzare la solidariet e la comprensione, e anche contribuire alla purificazione della memoria. Per questo abbiamo fondato a Esztergom un centro di ricerca mitteleuropeo, dove ricercatori cattolici ungheresi, slovacchi, polacchi, cechi ed altri lavorano insieme per tracciare un quadro pi ricco, pi vero e riconciliato della nostra storia comune. Esistono inoltre molti scambi di esperienze pastorali e sociali, molte sfide comuni e specifiche per la nostra regione, che devono essere affrontate congiuntamente da vescovi, sacerdoti e fedeli di tutti questi paesi in un mondo in profondo cambiamento.

Santo Stefano re ed evangelizzatore


La storia della Chiesa ungherese inizia il 25 dicembre dell'anno 1000, quando viene incoronato il primo re, santo Stefano degli Arpadi. lui che non solo fonda lo stato magiaro, ma cristianizza il suo popolo. Viene consacrato con il titolo di Re apostolico e promuove la costruzione di numerose chiese e abbazie, tra le quali quella famosa benedettina di San Martino di Pannonhalma. ancora lui che crea dieci diocesi, tra le quali Strigonio, l'attuale Esztergom, Eger e Veszprm. Re Stefano viene canonizzato nel 1083 e un suo successore, Ladislao I, continua nella politica di rafforzamento del potere e di appoggio alla Chiesa, con l'accoglienza anche di missionari stranieri. Nel periodo della riforma, la maggioranza dei magiari abbandona il cattolicesimo. Nel corso della controriforma si instaura un aspro conflitto con gli imperatori asburgici. L'azione dei missionari riuscir a riportare molti ungheresi al cattolicesimo. Negli anni seguenti l'occupazione sovietica, iniziano le persecuzioni alla Chiesa. Figura di spicco il cardinale Jzsef Mindszenty, primate d'Ungheria, il quale viene arrestato e processato. Nel 1956 trova rifugio nell'ambasciata americana di Budapest, che lascia solo nel 1971. Nel 1990 l'Ungheria riallaccia le relazioni diplomatiche con la Santa Sede.

Il cardinale Bertone alle celebrazioni della Guardia svizzera

Non solo un mestiere ma una vera missione apostolica


Non si tratta solo di un mestiere, ma di una missione, potremmo dire una vera missione apostolica. Lo ha detto il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, rivolgendosi ai membri del Corpo della Guardia svizzera pontificia, durante la concelebrazione eucaristica, che ha aperto la giornata commemorativa del sacrificio di 147 Guardie, avvenuto il 6 maggio 1527 durante il Sacco di Roma. La concelebrazione eucaristica si svolta all'altare della cattedra nella Basilica di San Pietro, alla presenza dei membri del Corpo militare: L'odierna circostanza un'occasione propizia per ringraziarvi del servizio che rendete al Papa e ai suoi collaboratori, e per sottolineare la generosit e la dedizione con cui lo svolgete. Ricordando poi l'impegno e il sacrificio di quanti operano per l'incolumit del Papa, il cardinale ha affermato: siamo raccolti intorno all'Altare del Signore per pregare: infatti in un contesto di preghiera, di ascolto della Parola di Dio e di partecipazione alla mensa eucaristica che ogni anno l'intero Corpo della Guardia svizzera vive insieme la prima parte di questa giornata di festa. Infatti, il vostro un apostolato ha aggiunto il segretario di Stato che esige, come potete facilmente comprendere, insieme alla competenza professionale, una fede salda e profonda da tradurre ogni giorno in coerente testimonianza evangelica. Rivolgendosi alle Guardie, il cardinale ha poi sottolineato come il Signore vi chiama a farvi santi svolgendo le mansioni che quotidianamente vi occupano e che domandano costante sollecitudine unita a pazienza e determinazione. Dove allora trarre l'entusiasmo per portarle a compimento, care Guardie svizzere, se non da una adesione profonda a Cristo, da una convinta consapevolezza di appartenere alla grande famiglia della Chiesa e da un genuino sentimento di fedelt al Papa e alla Santa Sede?. Infine, il porporato ha invitato i presenti a pregare per le nuove reclute: preghiamo per i nuovi Alabardieri e per tutte le Guardie svizzere, affinch sappiano svolgere sempre meglio la loro missione, rimanendo uniti al Signore come suoi veri amici. Preghiamo perch siano loro sostegno e incoraggiamento la stima, la fiducia e l'affetto dei parenti, degli amici e connazionali; siano loro di sprone l'apprezzamento e la riconoscenza del Santo Padre, dei responsabili della Curia romana, specialmente della Segreteria di Stato. Soprattutto li accompagni e li fortifichi la Grazia del Signore, al quale affidiamo le loro persone e quanto sta loro a cuore. Insieme con il cardinale Bertone hanno concelebrato, tra gli altri, il cardinale Henri Schwery, vescovo emerito di Sion, il vescovo Vincenzo Di Mauro, segretario della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, Norbert Brunner, vice presidente della Conferenza episcopale svizzera e vescovo di Sion, Bernard Genoud, vescovo di Lausanne, Genve e Fribourg, Ivo Frer vescovo emerito di Sankt Gallen e monsignor Alain de Raemy, cappellano della Guardia svizzera pontificia. I canti liturgici sono stati eseguiti dal coro La concordia di Ayent, e le musiche dal Corps de musique della citt di Bulle. Oltre al Comandante del Corpo della Guardia svizzera pontificia colonnello Elmar Theodor Mder, al vice comandante, Jean Daniel Pitteloud, alle trentatr reclute che giureranno nel pomeriggio, ai familiari e alle exguardie, erano presenti anche il Decano del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Alejandro Emilio Valladares Lanza, l'ambasciatore della Svizzera presso la Santa Sede, Jean-Franois Kammer, il comandante dell'esercito svizzero Roland Nef, e il presidente del governo del cantone dei Grigioni, Stefan Engler. Al termine della messa si svolta nel cortile d'onore del quartiere della Guardia in Vaticano, la cerimonia di conferimento delle onorificenze pontificie e della posa di una corona di alloro al monumento ai 147 caduti nel Sacco di Roma. stato l'arcivescovo Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, a presiedere la cerimonia, alla presenza, tra gli altri, di monsignor Fortunatus Nwachukwu, Capo del protocollo della Segreteria di Stato, di monsignor Guillermo Javier Karcher, addetto al protocollo, di numerosi familiari e amici dei militi. stato il colonnello Mder a deporre la corona di alloro davanti al monumento ai caduti, dopo che la banda ha eseguito l'inno svizzero. seguita la consegna di nove onorificenze pontificie, tra cui tre medaglie Pro Ecclesia et Pontifice e alcune medaglie di benemerenza. Al termine, l'arcivescovo Filoni ha rivolto ai presenti un breve saluto, incoraggiando i militi e sottolineando come esista un filo d'oro che lega la cerimonia iniziale di omaggio ai caduti del Corpo, con il servizio reso attualmente al Papa e alla Curia romana. Il sostituto ha poi invitato i membri del Corpo a vivere con generosit ed entusiasmo la loro vita di fede.

La vicenda storica del popolo magiaro


La regione ungherese nel 35 avanti Cristo abitata dagli illirici. Viene poi invasa dai celti e occupata dai romani, che erigono la provincia della Pannonia. Nell'897 i magiari, guidati da rpd, occupano la regione e danno vita a un'organizzazione statale stabile. Negli anni 972-1116 il regno si espande fino a comprendere Slavonia, Croazia e Dalmazia. Nel 1301 dopo l'estinzione degli rpd, il trono passa agli Angi. Nel 1382 viene eletto re Sigismondo di Lussemburgo, imperatore del 1411 e re di Boemia del 1419. Negli anni 1458-1490 viene eletto re Mattia Corvino, che inaugura un periodo di grande potenza culturale e politica. Nel 1541 i turchi occupano Buda e la parte centrale del territorio cade sotto il dominio asburgico. Nel 1687 l'Ungheria diventa un possesso ereditario degli Asburgo. Dopo la seconda guerra mondiale, l'Ungheria cade sotto l'influenza sovietica e nel 1948-49 viene proclamata la repubblica popolare. Nel 1956 ha luogo l'insurrezione di Budapest, repressa dalle truppe sovietiche. Negli anni 1987-89 viene abolita la repubblica democratica popolare. Nel 1990 avvengono le prime elezioni libere. Nel maggio 2004 il Paese entra nell'Unione europea.

La basilica di Santo Stefano, a Budapest

con il presidente della Repubblica. Lo sfascio della visione d'insieme della realt, tipico di molti contemporanei, pu distruggere anche il senso di responsabilit e di solidariet, valori fondamentali per la societ. Mercoled 7, celebra insieme con i vescovi ungheresi una messa nella basilica di Santa Balbina in Roma nell'anniversario della morte del cardinale Mindszenty. Che eredit ha lasciato alla Chiesa e al popolo ungherese la testimonianza del porporato? Tutta la Conferenza episcopale celebra questa messa a Santa Balbina e prega per la beatificazione del cardinale. una celebrazione che diventata tradizionale sin dal 1991, sia a Esztergom che a Roma. L'eredit di Mindszenty, intrepido testimone del Vangelo e difensore dei diritti umani, rimane un tesoro spirituale non soltanto per l'Ungheria, ma anche per la nostra regione e per molti cristiani del mondo. Il problema della carenza di vocazioni una delle urgenze per l'Ungheria. Negli ultimi tempi lei ha affidato delle parrocchie anche ad alcuni sacerdoti stranieri. Che progetti avete per risolvere il problema? In Ungheria le vocazioni sacerdotali sono poche, a causa del crollo demografico generale, ma anche per la secolarizzazione diffusa. Abbiamo promosso un lavoro pastorale intenso per i chierichetti. Da decenni teniamo ogni primo gioved del mese una serata di adorazione e di preghiera per le vocazioni sacerdotali. I seminari organizzano giornate su questo tema, ma le vocazioni pi numerose provengono dal contatto personale con sacerdoti esemplari e motivati. Le vocazioni religiose sono ancora pi scarse di quelle diocesane. Abbiamo progetti di scambio o di invito di sacerdoti fidei donum con alcune diocesi polacche e anche con la comunit sacerdotale di San Carlo Borromeo in Italia. La Conferenza episcopale ungherese sta promuovendo relazioni pi strette con le Chiese limitrofe. Cosa intendete proporre con questi nuovi rapporti mitteleuropei? Abbiamo incontri annuali con la Conferenza episcopale croata e con quella slovacca e stiamo preparando un'iniziativa del genere anche con la Conferenza episcopale della Romania. Ci sono poi incontri, sia pure meno

Quali sono oggi le priorit pastorali della Chiesa ungherese? Abbiamo gi parlato di molti punti importanti. Bisogna aggiungere a questi anzitutto la promozione e la difesa della vita e della famiglia. Poi, l'aiuto ai pi bisognosi: ultimamente, per esempio, stato realizzato sotto forma di aiuto parrocchiale e diocesano a coloro che non possono comprare le medicine necessarie per la loro salute. Un'altra sfida e priorit la missione e l'assistenza ai rom, comunit portatrice anch'essa di notevoli valori culturali e umani, a volte poco conosciuti dal resto della societ. Ancora un'altra sfida la ripresa del dialogo con il mondo della cultura e della scienza. Questo dialogo stato interrotto con forza durante il comunismo. Adesso invece riprende soprattutto grazie all'opera dell'Universit cattolica e all'apertura di molti intellettuali.

Conferenza alla conclusione della plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali

Solidariet senza confini


Economia di comunione, credito alimentare, microcredito, alleanze locali per il sostegno della famiglia, la diffusione di internet come strade percorribili per la creazione di un futuro sistema sociale che non si fondi esclusivamente sul mercato o debba dipendere da Stati che non perseguono il bene comune della societ civile. Sono alcune delle indicazioni scaturite dalla riflessione di studiosi ed esperti riuniti in Vaticano, nella Casina Pio IV dal 2 al 6 maggio, per celebrare la quattordicesima assemblea plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Il tema era estremamente significativo: Perseguire il bene comune: come solidariet e sussidiariet possono operare insieme. Sullo svolgimento dei lavori hanno riferito questa mattina, marted 6 maggio, nella sala stampa della Santa Sede il cancelliere della Pontificia Accademia, il vescovo Marcelo Snchez Sorondo; la professoressa Margaret Archer, docente all'unversit di Warwick; il professor Pierpaolo Donati, dell'universit di Bologna e il professor Jacques Godbout, dell'universit del Qubec, Michel Bauwens esperto in elettronica e il professor Partha Dasgupta. Nel susseguirsi degli interventi si delineato il modello di una societ ideale al quale tendere se si vuole effettivamente promuovere il bene comune. Oggi infatti la societ mondiale fondata su principi che, secondo Pierpaolo Donati, rispondono o ad una logica di mercato in senso stretto o all'interesse dello stato. Anzi il pi delle volte si tratta di logiche interdipendenti tra di loro ma che non tengono affatto in conto realmente il bene comune. Anzi le nuove realt che si impegnano nel tentativo di costruire una rete di solidariet per cercare veramente di costruire il bene comune si trovano strette da questa morsa costituita tra Stati e mercati che agiscono per interessi politici o per arricchirsi. Ci che deve essere promosso invece proprio l'impegno della comunit internazionale per far emergere queste realt che non sono mosse n da interessi di mercato ne da ferree leggi degli Stati, ma che si muovono e agiscono in base ad accordi interpersonali, costruiti cio tra le stesse persone che operano in nome del bene comune. Si tratta insomma di costruire una societ nella quale il bene comune sia il risultato di un intreccio tra solidariet e sussidiariet intesa non solo in senso verticale ma, come aveva detto il Papa durante l'udienza ai partecipanti alla plenaria, anche in senso verticale che poi quello che dovrebbe portare a farci meno dell'altro per soddisfare le sue necessit. Pertanto il modello ideale della societ proposta in queste giornate di riflessione quello di una societ ha detto Donati che produce bene comune per questo c' bisogno della cooperazione di tutti perch lo stato da solo non pu esaurire il suo compito. Bisogner dunque ripensare ad una nuova teoria economica, cos come bisogner ripensare ad una nuova teoria politica visto il ritorno dello statalismo in tanti contesti internazionali. Significativamente poi si parlato delle enormi potenzialit di alcune realt importanti per la vita della comunit come per esempio quella del dono inteso non tanto come gesto, quanto piuttosto come servizio all'altro, come relazione umana. Infine si parlato delle infinite possibilit di utilizzo di internet per la circolazione gratuita di beni e servizi.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 107 (44.847)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
gioved 8 maggio 2008

Citt del Vaticano

All'udienza generale Benedetto XVI accoglie il Patriarca armeno Karekin II

La Chiesa un dono di Dio che crea unit


La Chiesa deve nascere ed essere organizzata dall'iniziativa divina... Solo cos essa crea anche unit, una unit che deve crescere. Lo ha detto il Papa all'udienza generale di mercoled mattina, 7 maggio, svoltasi in piazza San Pietro. La catechesi di Benedetto XVI ha avuto per tema l'azione dello Spirito Santo al servizio dell'unit.

Cari fratelli e sorelle, come vedete, tra noi questa mattina Sua Santit il Catholicos Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, accompagnato da una distinta delegazione. Rinnovo l'espressione della mia gioia per la possibilit che mi data stamani di accoglierLo: l'odierna sua presenza ci ravviva nella speranza della piena unit di tutti i cristiani. Colgo volentieri l'occasione per ringraziarLo anche dell'amabile accoglienza che Egli ha riservato di recente in Armenia al mio Cardinale Segretario di Stato. un piacere per me fare altres memoria dell'indimenticabile visita che il Catholicos comp a Roma nell'anno Duemila, appena dopo la sua elezione. IncontrandoLo, il mio amato Predecessore Giovanni Paolo II, Gli consegn una insigne reliquia di San Gregorio l'Illuminatore e in seguito si rec in Armenia per restituirGli la visita. noto l'impegno della Chiesa Apostolica Armena per il dialogo ecumenico, e sono certo che anche l'attuale visita del venerato Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni contribuir ad intensificare i rapporti di fraterna amicizia che legano le nostre Chiese. Questi giorni di immediata preparazione alla Solennit di Pentecoste ci stimolano a ravvivare la speranza nell'aiuto dello Spirito Santo per avanzare sulla strada dell'ecumenismo. Noi abbiamo la certezza che il Signore Ges non ci abbandona mai nella ricerca dell'unit, poich il suo Spirito instancabilmente all'opera per sostenere i nostri sforzi tesi a superare ogni divisione e a ricucire ogni lacerazione nel vivo tessuto della Chiesa. Proprio questo Ges promise ai discepoli negli ultimi giorni della sua missione terrena, come abbiamo sentito poc'anzi nel brano del Vangelo: assicur loro l'assistenza dello Spirito Santo, che Egli avrebbe mandato perch continuasse a far loro sentire la sua presenza (cfr Gv 14, 16-17). Tale promessa divenne realt quando, dopo la risurrezione, Ges entr nel Cenacolo, salut i discepoli con le parole La pace sia con voi e, alitando su di loro, disse: Ricevete lo Spirito Santo (Gv 20, 22). Li autorizzava a rimettere i peccati. Lo Spirito Santo, quindi, appare qui come forza del perdono dei peccati, del rinnovamento dei nostri cuori e della nostra esistenza; e cos Egli rinnova la terra e crea unit dov'era divisione. Poi, nella festa di Pentecoste, lo Spirito Santo si mostra attraverso altri segni: attraverso il segno di un vento gagliardo, di lingue di fuoco, e gli Apostoli parlano in tutte le lingue.

Questo un segno che la dispersione babilonica, frutto della superbia che separa gli uomini, superata nello Spirito che carit e che d unit nella diversit. Dal primo momento della sua esistenza la Chiesa parla in tutte le lingue grazie alla forza dello Spirito Santo e alle lingue di fuoco e vive in tutte le culture, non distrugge niente dei vari doni, dei diversi carismi, ma riassume tutto in una grande e nuova unit che riconcilia: unit e multiformit. Lo Spirito Santo, che la carit eterna, il legame dell'unit nella Trinit, unisce con la sua forza nella carit divina gli uomini dispersi, creando cos la multiforme e grande comunit della Chiesa in tutto il

mondo. Nei giorni dopo l'Ascensione del Signore fino alla domenica di Pentecoste, i discepoli con Maria erano riuniti nel Cenacolo per pregare. Sapevano di non poter essi stessi creare, organizzare la Chiesa: la Chiesa deve nascere ed essere organizzata dall'iniziativa divina, non una creatura nostra, ma dono di Dio. E solo cos essa crea anche unit, una unit che deve crescere. La Chiesa in ogni tempo in particolare, in questi nove giorni tra l'Ascensione e la Pentecoste si unisce spiritualmente nel Cenacolo con gli Apostoli e con Maria per implorare incessantemente l'effusione dello Spirito Santo. Sospinta dal suo vento gagliardo essa potr cos

essere capace di annunciare il Vangelo sino agli estremi confini della terra. Ecco perch, pur di fronte alle difficolt e alle divisioni, i cristiani non possono rassegnarsi n cedere allo scoraggiamento. Questo chiede a noi il Signore: perseverare nella preghiera per mantenere viva la fiamma della fede, della carit e della speranza, a cui si alimenta l'anelito verso la piena unit. Ut unum sint! dice il Signore. Sempre risuona nel nostro cuore questo invito di Cristo; invito che ho avuto modo di rilanciare nel mio recente Viaggio apostolico negli Stati Uniti d'America, dove ho fatto riferimento alla centralit della preghiera nel movimento ecumenico. In questo tempo di globalizzazione e, insieme, di frammentazione, senza preghiera, le strutture, le istituzioni e i programmi ecumenici sarebbero privi del loro cuore e della loro anima (Incontro ecumenico nella chiesa di S. Joseph a New York, 18 aprile 2008). Rendiamo grazie al Signore per i traguardi raggiunti nel dialogo ecumenico grazie all'azione dello Spirito Santo; restiamo docili all'ascolto della sua voce, affinch i nostri cuori, ricolmi di speranza, percorrano senza sosta il cammino che conduce alla piena comunione di tutti i discepoli di Cristo. San Paolo, nella Lettera ai Galati, ricorda che il frutto dello Spirito amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bont, fedelt, mitezza, dominio di s (5, 22-23). Sono questi doni dello Spirito Santo che invochiamo anche noi oggi per tutti i cristiani, perch nel comune e generoso servizio al Vangelo, possano essere nel mondo segno dell'amore di Dio per l'umanit. Volgiamo fiduciosi lo sguardo a Maria, Santuario dello Spirito Santo, e per mezzo di Lei preghiamo: Vieni, Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Amen!
LO SCAMBIO DI SALUTI TRA IL PAPA E IL CATHOLICOS DI TUTTI GLI ARMENI A PAGINA 7
SALUTI AI GRUPPI PRESENTI ALL'UDIENZA GENERALE A PAGINA 8

Il Papa rinnova l'appello alla solidariet verso il Paese colpito dal ciclone Nargis

Il grido di dolore del Myanmar


All'udienza generale di mercoled 7 maggio, nuovo appello di Benedetto XVI alla solidariet per alleviare le sofferenze delle popolazioni del Myanmar colpite nei giorni scorsi dal devastante ciclone Nargis.

Faccio mio il grido di dolore e di aiuto della cara popolazione del Myanmar, che ha visto improvvisamente distrutte dalla sconvolgente violenza del ciclone Nargis numerosissime vite, oltre a beni e mezzi di sussistenza.

Come ho gi assicurato nel messaggio di solidariet inviato al Presidente della Conferenza Episcopale, sono spiritualmente vicino alle persone colpite. Vorrei inoltre ripetere a tutti l'invito ad aprire il cuore alla piet e alla generosit affinch, grazie alla collaborazione di quanti sono in grado e desiderano prestare soccorso, si possano alleviare le sofferenze causate da cos immane tragedia.

Decine di migliaia le vittime Aumenta il rischio di epidemie


NAYPYIDAW, 7. Sta assumendo i contorni di una vera e propria catastrofe il passaggio nei giorni scorsi sul Myanmar del ciclone Nargis. Con il trascorrere delle ore, la situazione nel circondario di Yangoon (la pi grande citt del Paese asiatico ed ex capitale) e nell'intera zona del delta dell'Irrawaddyl le aree pi devastate dalla tempesta tropicale appare sempre pi grave. Come riferisce la Caritas italiana, l'emergenza pi grave sembra essere quella idrica, che comporta un alto rischio di epidemie. Secondo fonti governative, i morti sarebbero pi di ventiduemila. Altre fonti indipendenti parlano, invece, di un numero di vittime molto maggiore. Oltre quarantunomila persone risultano disperse, ma diminuiscono di ora in ora le speranze di trovarle ancora in vita. I senzatetto sono pi di un milione. Il direttore di Save The Children per il Myanmar, Andrew Kirkwood, ha dichiarato che nella zona di Pyinkaya, a sud-ovest del delta dell'Irrawaddyl, arrivano notizie allarmanti di gente in completo isolamento che muore di fame e di sete, perch gli aiuti non arrivano. Secondo il racconto di diversi testimoni oculari, decine di migliaia di profughi stanno giungendo lentamente e sotto shock nella localit di Labutta, dopo aver attraversato zone inondate e ancora piene di cadaveri. Labutta e i villaggi limitrofi, che prima della catastrofe erano abitati da circa novantamila persone, sono stati completamente devastati e non c praticamente pi acqua potabile n cibo, e i sopravvissuti si dividono il poco riso selvaggio disponibile. Secondo chi scampato, quasi tutto il delta del fiume Irrawaddyl, che attraversa il Paese da Nord a Sud, ancora sottacqua, che salita anche di pi di sei metri, arrivando a ricoprire persino le cime degli alberi. A causa delle distruzioni i problemi logistici si preannunciano immensi. Inoltre, c' il concreto rischio di epidemie e la situazione alimentare, gi grave nel Paese, potrebbe peggiorare ulteriormente. Proprio per questo, il mondo si sta mobilitando per fornire aiuto alle stremate popolazioni. Le Nazioni Unite ha infatti dichiarato il segretario generale dellOnu, Ban Ki-moon faranno tutto ci che potranno per fornire assistenza urgente al Myanmar, dove milioni di persone hanno bisogno di aiuto. La Federazione internazionale della Croce Rossa ha lanciato oggi un appello urgente alla Comunit internazionale per aiutare le vittime del ciclone Nargis, chiedendo circa quattro milioni di euro per finanziare lacquisto di forniture di soccorso. In particolare, la Federazione internazionale della Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa hanno chiesto aiuti per fornire ai sinistrati rifugi di emergenza, zanzariere, acqua e altri prodotti di prima necessit. La Caritas italiana ha gi stanziato finanziamenti pari a 1,5 milioni di euro. Anche il Governo australiano fornir lequivalente di 1,8 milioni di euro per aiuti immediati alle vittime del ciclone Nargis. Lo ha annunciato oggi il ministro degli Esteri, Stephen Smith, precisando che la somma sar divisa fra le Ong umanitarie con basi in Australia, il programma alimentare mondiale dellOnu (Pam) e lorganizzazione dell'Onu per linfanzia (Unicef). La giunta militare al potere nel Myanmar ha autorizzato un volo con aiuti di emergenza dellOnu. Lo ha riferito la portavoce dellagenzia per il coordinamento degli Affari umanitari (Ocha). Un aereo con a bordo venticinque tonnellate di aiuti e alcuni operatori umanitari dellOcha decoller oggi da Brindisi. Ci auguriamo che questo spirito di apertura continui, ha dichiarato la portavoce. Malgrado la spaventosa emergenza umanitaria, per giorni il Governo del Myanmar ha infatti impedito finora alle varie organizzazioni umanitarie di poter intervenire a sostegno delle popolazioni colpite dalla tempesta. Nonostante le devastazioni, il Governo di Naypyidaw ha confermato il referendum costituzionale, fissato per sabato 10 maggio. La decisione stata bollata come assolutamente inaccettabile dalla Lega nazionale per la democrazia (Lnd), la principale forza di opposizione nel Myanmar capeggiata dal premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi. La protesta dell'Lnd stata appoggiata dallUnione Europea, che ha chiesto alla giunta militare di rinviare il referendum costituzionale in tutta la vasta Nazione del sud-est asiatico.

Contestata dal Governo centrale la consultazione sull'autonomia del dipartimento di Santa Cruz

Il referendum in Bolivia Un voto che divide


PIERLUIGI NATALIA
A PAGINA

L'Esecutivo intenzionato a privatizzare il settore

La difficile gestione del petrolio in Iraq


GABRIELE NICOL
A PAGINA

In flessione il numero degli aborti

Ma venire al mondo sempre pi difficile


Secondo dati dell'Organizzazione mondiale della sanit risulterebbe che nel 2003 il venti per cento delle gravidanze sia stato interrotto volontariamente, per un totale di quarantadue milioni di aborti in tutto il mondo, contro i quarantasei del 1995. In numero assoluto, quattro milioni in meno. Ma anche le nascite sono in diminuzione.
ASSUNTINA MORRESI
A PAGINA

INFORMAZIONI
Nomina di Vescovo Ausiliare
Il Santo Padre ha nominato Ausiliare di Porto (Portogallo), il Reverendo Sacerdote Joo Evangelista Pimentel Lavrador, ProVicario Generale della Diocesi di Coimbra, assegnandogli la sede titolare vescovile di Luperciana.

NOSTRE

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
Dopo le primarie democratiche in North Carolina e Indiana

gioved 8 maggio 2008

Contestata dal Governo centrale la consultazione sull'autonomia del dipartimento di Santa Cruz

A Obama mancano duecento delegati per la nomination


WASHINGTON, 7. Pareggio solo apparente nelle primarie democratiche svoltesi ieri in North Carolina e Indiana. I due contendenti, Barack Obama e Hillary Clinton, si sono aggiudicati uno Stato a testa, ma nel numero dei delegati assegnati secondo il criterio proporzionale prevalso il senatore dell'Illinois che ha visto che ha cos incrementare il suo vantaggio. Secondo stime diffuse dalla Reuters dopo quest'ennesimo marted elettorale, Obama potrebbe oggi contare su 1818 delegati (1836 secondo altri conteggi), mentre Clinton su 1683. Sulla base di questi dati e potendo gi contare sull'endorsement di quale superdelegato Obama ha oggi affermato che mancano meno di duecento delegati per giungere alla fatidica soglia di 2.025 che garantisce la nomination. Ma in realt appare quasi impossibile che le prossime primarie possano dare a uno dei due candidati la certezza di poter sfidare John McCain il 4 novembre. Si fa sempre pi probabile quindi che il candidato democratico alla Casa Bianca venga scelto in agosto alla convention in programma a Denver e dove enorme peso avranno i superdelegati svincolati dal voto popolare. Come nelle precedenti primarie laffluenza anche stavolta stata da record. E, secondo gli analisti, lattuale stato dell'economia statunitense pare essere stata la principale preoccupazione degli elettori. Ma ci che appare pi evidente che il partito uscito dal voto pi diviso: secondo alcuni sondaggi, in novembre gli elettori democratici potrebbero anche votare per il repubblicano John McCain o disertare le urne se il loro candidato non dovesse conquistare la nomination. Ma Barack Obama non sembra condividere questa opinione. Il partito non diviso e verr compatto dietro di me, ha detto parlando da vincitore a Raleigh, in North Carolina. Dopo avere riconosciuto la vittoria di Hillary Clinton in Indiana, Obama ha salutato il coraggio e la determinazione dellex first lady. Alla fine ha tra laltro detto tra gli applausi la gara non riguarda Obama, Hillary Clinton, o John McCain. la vostra gara, quella del popolo americano. A Indianapolis il pubblico che aspettava Hillary Clinton lo ha fischiato ma l'aspirante candidata alla Casa Bianca, salendo sul podio, ha fatto un appello allunit: Chiunque vinca saremo uniti, lavorer per il candidato del partito perch dobbiamo vincere in novembre. Lui far lo stesso. da parecchio tempo che cercano di aggiudicarsi questa nomination passando sopra alla volont degli elettori ma non ha funzionato ha commentato la portavoce di Clinton Mo Elleithee, c una cosa buffa in democrazia, agli elettori piace dire la loro. A Obama sarebbe servito vincere in entrambi gli Stati per convincere, forse, Hillary Clinton ad abbandonare la corsa. Dopo una netta vittoria del senatore afroamericano molti consiglieri di Hillary sarebbero stati pronti a spingerla al ritiro. Ma il panorama stato pi nebuloso, il risultato ha prolungato la gara facendo aumentare, come detto, le possibilit di una battaglia all'ultimo superdelegato alla convention di agosto. Si tratta di uno scenario che secondo molti avvantaggerebbe Clinton. In un'intervista a Usa Today il capo della maggioranza democratica al Senato, Harry Reid, ha detto che, finita la stagione delle primarie ai primi di giugno, i due rivali hanno giorni, non settimane, per convincere i leader di partito a schierarsi prima di Denver. La parola dordine dei vertici : serrare i ranghi e evitare uno scontro aperto alla convention da cui McCain uscirebbe sicuramente avvantaggiato. Per il resto, la sconfitta in Indiana conferma il verdetto dellOhio e della Pennsylvania in base al quale i bianchi middle class non stanno pi dalla parte di Obama. Ha invece pesato sul voto di un elettore su due, secondo alcune fonti la polemica sul reverendo Jeremiah Wright, vicino ad Obama e noto per le sue posizioni oltranziste e secondo alcuni anti statunitensi. Gli afroamericani sono stati invece compatti con il senatore nero: nove su dieci si sono schierati al suo fianco. La corsa democratica solo sulla carta aperta fino a giugno: devono ancora votare Sei stati per un totale 225 delegati da assegnare: Nebraska e West Virginia marted prossimo; Kentucky e Oregon il 20 maggio; Portorico il primo giugno; Montana e South Dakota il 3 giugno.

Il referendum in Bolivia Un voto che divide


di PIERLUIGI NATALIA I contrasti interni in Bolivia sono stati certificati, ma non certo risolti dal referendum tenuto domenica scorsa nel dipartimento di Santa Cruz, il pi ricco del Paese di risorse naturali. Oltre i quattro quinti dei votanti hanno approvato la proposta di statuto di autonomia che vede nettamente contrario il Governo di La Paz. Nonostante tale percentuale, valutata in modo entusiastico dal prefetto Ruben Costas e dal presidente del Comitato civico promotore del referendum, Mirko Marinkovich, il presidente della Repubblica Evo Morales e i suoi principali collaboratori hanno parlato di chiaro fallimento della consultazione. Come spesso accade in simili occasioni, la valutazione di Morales e dei suoi sostenitori fa riferimento alla massiccia astensione (oltre il quaranta per cento), alle numerosissime schede bianche o nulle e ai voti contrari, sostenendo che di fatto la proposta di autonomia stata approvata da meno della met della popolazione di Santa Cruz. Se mai dovesse entrare in effetti in vigore, lo statuto autonomo, che si compone di 168 articoli, trasformerebbe il dipartimento di Santa Cruz in una sorta di piccolo Stato con ampi poteri legislativi su un complesso di 43 materie, comprese quelle di economia e di gestione delle risorse naturali. Il testo, preparato da una commissione locale nel dicembre 2007, ha infatti tutte le caratteristiche di una costituzione, con tanto di bandiera e inno.

Riprese negli Stati Uniti le esecuzioni capitali


WASHINGTON, 7. Dopo meno di otto mesi di moratoria di fatto, in nottata sono riprese negli Stati Uniti le esecuzioni capitali. stato messo a morte in Georgia William Earl Lynd, condannato per lomicidio della sua ragazza ventanni fa. L'esecuzione la prima attuata da quando la Corte suprema, il 16 aprile scorso, ha cancellato con un verdetto di sette voti contro due, le speranze degli oppositori della pena di morte di veder dichiarate incostituzionali le iniezioni letali. Lultima esecuzione prima di quella di Lynd c'era stata il 25 settembre 2007, quando in Texas fu messo a morte Michael Richard. Subito dopo, i nove giudici della Corte suprema annunciarono di star valutando un'eccezione di costituzionalit sollevata in Kentucky sulle iniezioni in quanto metodo crudele, eccezione, come detto, respinta tre settimane fa. La decisione della Corte ha rimesso in movimento liter delle esecuzioni capitali in vari Stati. Mentre in Georgia veniva messo a morte Lynd, in Mississippi stata fissata per il 21 maggio lesecuzione di Earl Wesley Berry, prevista per il 30 ottobre scorso e sospesa appunto in attesa delle decisioni della Corte. In Texas, un giudice ha ordinato che il 5 agosto venga messo a morte Jos Medellin, un messicano il cui caso giudiziario in passato ha provocato tensioni tra gli Usa e il Messico per presunte violazioni dei diritti allassistenza consolare per limputato. In totale, negli Stati Uniti sono programmate quattordici esecuzioni entro il 2008.

Passaggio di consegne al Cremlino


Dmitri Medvedev succede a Vladimir Putin nella carica di presidente
MOSCA, 7. Dmitry Anatolievic Medvedev ha giurato questa mattina come presidente della Federazione Russa, carica nella quale subentra a Vladimir Putin che gli ha passato le consegne durante una cerimonia al Cremlino. Medvedev il terzo presidente della Russia postcomunista, dopo Boris Ieltsin e appunto Putin. Questi, al quale la costituzione vietava un terzo mandato presidenziale, comunque destinato a mantenere di fatto le leve del potere, assumendo la carica di primo ministro. Secondo tutti gli osservatori interni e internazionali, infatti, la vittoria con ampio margine ottenuta dal quarantaduenne Medvedev nelle elezioni presidenziali del 2 marzo, ne ha solo certificato la designazione fatta da Putin, del quale ha promesso di seguire le politiche. Del resto, gi prima delle elezioni, in febbraio, lo stesso Putin aveva dichiarato con un sostanziale rovesciamento dei rapporti rispetto ai suoi due mandati presidenziali che lincarico di capo del Governo il pi elevato livello di potere esecutivo, mentre il ruolo principale del presidente quello di garante della costituzione. Nel discorso di insediamento, Medvedev ha detto che intende proteggere le libert economiche e civili, garantire la sicurezza nazionale e creare nuove possibilit per la piena realizzazione dei cittadini, aumentando il livello del benessere.

L'amministrazione provinciale diventerebbe un Governo dipartimentale autonomo, con il potere di legiferare su trasporti, agricoltura, aree protette, sviluppo di biocombustibili, lavoro, spazio elettromagnetico, mezzi di comunicazione, cultura ed educazione, sistema elettorale, sistema sanitario e sistema giudiziario, oltre al potere di introdurre nuovi tributi. Lo statuto prevede invece che il Governo autonomo condivida con quello centrale di La Paz le competenze su alcune materie come lo sviluppo integrale degli indigeni e ne rispetti le disposizioni per le leggi su credito, per il sistema bancario, per le propriet intellettuale e industriale, per prodotti farmaceutici e per le carceri. Sebbene non pochi osservatori interni e internazionali ritengano probabile una riapertura del dialogo, altri pensano che sia solo rinviato lo scontro fra il capo dello Stato, che si dato per missione la legittimazione storica degli indigeni Quechua e Aymara boliviani e che da tempo impegnato in una politica di nazionalizzazione dellenergia, e gli esponenti bianchi e discendenti dei coloni spagnoli, maggioritari nel dipartimento di Santa Cruz e in altri, che di contro vogliono mantenere il controllo delle risorse. A giudizio di questi osservatori pi pessimisti, la tensione destinata a tornare a salire, dato che tre altri dipartimenti hanno in programma simili referendum nei prossimi mesi. I settori pi intransigenti degli indigeni hanno ribadito infatti la loro volont di occupare le terre dellest boliviano, mentre a Santa Cruz e in altre zone gli esponenti pi duri dellautonomismo hanno confermato la volont di espellere dal dipartimento i cosiddetti collas (indigeni). In ogni caso, i disordini che hanno accompagnato il referendum sono durati poche ore e gi il giorno dopo la situazione tornata gradualmente alla normalit a Plan Tres Mil (dove si avuto lunica vittima e il maggior numero di feriti), a Yapacan, a San Julian e a Montero, mentre i contadini hanno rimosso i blocchi stradali che impedivano il traffico verso il Beni e verso Cochabamba. Sul piano politico, inoltre, le parti non hanno perso lopportunit anche nella fase pi difficile del confronto di lanciare segnali di apertura, proponendo margini per un dialogo, prima di un vero e proprio negoziato sul futuro riassetto istituzionale della Bolivia. Sull'ineluttabilit di questo dialogo,

ad esempio, scommette uno dei pi autorevoli quotidiani boliviani, La Razn, nella sua analisi dei risultati del referendum a Santa Cruz. Lo stesso prefetto Costas, pur sostenendo che l'approvazione dello statuto di autonomia permette lavvio della pi importante riforma strutturale mai realizzata nella nostra patria, ha aggiunto che non unopera finale e statica, ma (...) deve essere aperta al dibattito, migliorata in quanto sia necessario. Di contro, il presidente Morales, sebbene abbia parlato di referendum illegale e incostituzionale, ha rivolto un appello a tutti i prefetti oppositori a lavorare per una autentica autonomia per i popoli indigeni, per i dipartimenti e per le regioni, sulla quale a suo avviso deve essere basata una nuova futura Costituzione dello Stato. Al coro dei fautori del dialogo si sono unite autorevoli voci internazionali. Il Segretario generale dellOrganizzazione degli stati americani (Osa), il cileno Jos Miguel Insulza, ha detto che giunto il momento del dialogo senza condizioni su tutti i temi controversi. Insulza non ha voluto esprimere un giudizio specifico sul risultato del referendum, ma ha indicato che tutte le questioni sollevate devono ora essere discusse a fondo. Anche gli Stati Uniti, spesso indicati come sostenitori degli autonomisti di Santa Cruz, hanno espresso sostegno per lintegrit territoriale della Bolivia, lanciando un appello alla riconciliazione nel Paese.

Il presidente cinese in visita in Giappone


TOKYO, 7. iniziata, ieri, sotto i migliori auspici la storica missione diplomatica in Giappone del presidente della Cina, Hu Jintao. Si tratta della prima visita ufficiale di un presidente cinese negli ultimi dieci anni in Giappone e la seconda di un capo di Stato della Repubblica popolare nella storia delle relazioni bilaterali tra i due Paesi. La visita di Hu segue quella del 2006 a Pechino dell'allora premier nipponico, Shinzo Abe (come segnale di apertura dopo il lungo periodo dei Governi presieduti da Junichiro Koizumi), ricambiata dal primo Ministro cinese, Wen Jiabao, nel 2007. In un clima di distensione, Hu ed il primo Ministro nipponico, il liberaldemocratico Yasuo Fukuda, hanno concordato che in linea di principio Giappone e Cina debbano incontrarsi ogni anno. In una dichiarazione congiunta, la Cina ha definito il Giappone un Paese pacifico, mettendo cos fine al lungo gelo delle relazioni bilaterali causato dal passato militarismo nipponico, costato a Pechino loccupazione iniziata negli anni Trenta e conclusasi nel 1945. Nel corso di una conferenza stampa congiunta, Fukuda ha detto che Tokyo e Pechino concordano sul fatto di raggiungere una soluzione in tempi rapidi del contenzioso sullo sviluppo dei campi di gas nel mar del Giappone. Nel corso della visita, Hu sar ricevuto dallimperatore giapponese Akihito, mentre gioved prossimo il presidente cinese parler agli studenti dellUniversit Waseda di Tokyo.

Tra Washington e Mosca un accordo sul nucleare civile


MOSCA, 7. Gli Stati Uniti e la Russia hanno firmato ieri a Mosca un trattato bilaterale di cooperazione nucleare civile. L'importante accordo permetter ai due ex nemici della guerra fredda di sviluppare rapporti commerciali nel settore, lottando anche contro la proliferazione nucleare. Secondo un documento distribuito dalla delegazione degli Stati Uniti, laccordo che inizialmente aveva incontrato lopposizione di diversi settori politici Usa a causa delle intese dello stesso genere tra Mosca e Teheran, con lavviamento, ad esempio, della centrale di Bushehr permetter in particolare alle imprese russe e statunitensi di associarsi in joint-venture e di trasportare materiali nucleari. Permette, inoltre, il trasferimento di tecnologie, di materiale, di attrezzature (reattori compresi) e di componenti per la ricerca nucleare e la produzione di elettricit. L'importante testo stato firmato dallAmbasciatore degli Stati Uniti a Mosca, William Burns, e dal direttore generale della Societ statale russa per il nucleare, Rosatom Serghei Kirienko.

La Casa Bianca esorta la Russia a mettere fine alle provocazioni in Abkhazia


WASHINGTON 7. La Casa Bianca ha esortato ieri il Governo di Mosca a mettere fine alle provocazioni in Abkhazia, la Repubblica georgiana a forte presenza russa. Negli ultimi giorni tornata pesantemente a salire la tensione tra la Russia e la Georgia a causa della decisione di Mosca di aumentare il contingente militare di pace in Ossezia del sud e in Abkhazia e dopo l'abbattimento di un aereo-spia georgiano senza pilota (drone). La portavoce della Casa Bianca, Dana Perino, ha detto che la Russia deve ridurre e invertire le sue azioni e cominciare, invece, ad agire da vero mediatore nella disputa con la Georgia. Perino ha inoltre esortato Mosca a porre fine alle azioni provocatorie messe in atto nella regione, che hanno aumentato la tensione in modo significativo e non necessario. Il generale Vladimir Shamanov, del ministero della Difesa di Mosca, ha per dichiarato che la Russia non permetter allaviazione militare georgiana di fare voli oltre il confine con lAbkhazia. Un tale passo una violazione aperta degli accordi di Mosca sul cessate il fuoco e sullinterposizione fra le truppe delle due parti. E noi non permetteremo pi tali violazioni, ha aggiunto il generale. Subito dopo arrivata la risposta del viceministro per le Relazioni con lUnione europea e la Nato della Georgia, Giorgi Baramidze, che ha chiesto all'Ue di fare sentire la propria voce contro laggressione russa al territorio georgiano. La Russia sta cercando di legalizzare e giustificare lannessione dellAbkahzia ricorrendo alle forze armate ha aggiunto Baramidze ed importante intervenire prima che sia troppo tardi.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

gioved 8 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Tel Aviv conferma la ripresa del processo di pace fermo da circa otto anni

pagina 3

Il Governo intenzionato a privatizzare il settore

Avviati colloqui preliminari tra Siria e Israele


TEL AVIV, 7. Siria e Israele hanno avviato colloqui preliminari in vista di una ripresa dei negoziati di pace. Lo ha reso noto ieri Mark Regev, portavoce del Governo israeliano, a ulteriore conferma dellapertura di canali diplomatici tra i due Paesi, rivelata il mese scorso dal presidente siriano Bashar Al Assad. Non vogliamo soltanto il riavvio di un processo negoziale ma anche promuovere un dialogo politico. Il lavoro preliminare gi partito, ha detto il portavoce di Olmert, che nel merito ha aggiunto: I siriani sanno bene quali sono le aspettative di Israele in questo processo e noi abbiamo ben compreso quelle dei siriani. Mi auguro che sia possibile andare avanti. In unintervista a un giornale del Qatar il presidente siriano Bashar Al Assad aveva gi detto che per il tramite della Turchia era stato fatto arrivare a Israele un messaggio in cui si esprimeva la disponibilit di Damasco ad accettare la pace con gli israeliani in cambio della restituzione delle alture del Golan. Il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ha confermato che sono in corso contatti segreti tra lo Stato di Israele e la Siria con lobiettivo di riprendere i negoziati di pace. Israele ha un interesse nel fare uscire la Siria dalla spirale dellostilit ha detto Barak alla radio israeliana e tutti i premier (israeliani), di destra o di sinistra, vogliono questo da quindici anni a questa parte. Il ministro della Difesa ha poi precisato che tutti i messaggi inviati a Damasco nelle ultime settimane molti dei quali attraverso la mediazione del primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan sono a mia e nostra conoscenza. E tuttavia, secondo gli analisti internazionali, sul rilancio del processo di pace potrebbe pesare l'inchiesta che la polizia ha avviato nei confronti del premier Olmert. Questi sar interrogato nuovamente dalla polizia la settimana prossima, secondo quanto anticipato dalla stampa. Negli ultimi giorni i giornali israeliani hanno parlato di uno sviluppo significativo nellinchiesta che vede coinvolto il primo ministro, la quinta a suo carico, riferita ad attivit precedenti la nomina alla guida del Governo nel 2006. Si tratta di indiscrezioni che per, secondo i giornali, potrebbero indurre il ministero della Giustizia a revocare le restrizioni alla diffusione dei particolari dellinchiesta, come sollecitano molti organi di stampa. La radio israeliana ha riferito che ieri stato ascoltato per la quarta volta lex capo della segreteria di Olmert, Shula Zaken. Riconosciamo il diritto dellopinione pubblica a essere informata, ma dobbiamo anche tenere conto delle necessit degli inquirenti, ha detto il capo della polizia nazionale, Dudy Cohen. Nel frattempo, non si arrestano le violenze. Ieri, al confine tra Egitto e Israele, la polizia egiziana ha aperto il fuoco contro un gruppo di persone che stavano tentando di varcare illegalmente la frontiera, e che non avevano obbedito allordine di fermarsi. Una persona morta, altre quattro sono state ferite. Lo hanno riferito fonti delle forze dellordine locali. Dallinizio dellanno salito cos a dodici il numero delle persone uccise tra coloro che hanno cercato entrare in territorio israeliano. Secondo le organizzazioni umanitarie, il numero in costante crescita dal 2007, dopo che il permesso di soggiorno era stato concesso a circa duemila eritrei. I pi sono di origine africana, e molti sono stati catturati dai poliziotti di guardia lungo la frontiera. Questa mattina un civile palestinese rimasto ucciso quando le forze di sicurezza del presidente dell'Autorit palestinese (Ap), Abu Mazen, si sono scontrate con miliziani estremisti. la prima volta che questo accade da quando Abu Mazen ha deciso di lanciare unoperazione per ripristinare sicurezza e ordine nel nord della Cisgiordania. Secondo abitanti di Qabatiya, la vittima sarebbe un ragazzo ventenne, colpito dagli spari mentre cercava di scappare dal luogo degli scontri. La Jihad islamica palestinese ha affermato che due suoi militanti sono rimasti feriti quando sono scoppiati scontri fra uomini armati e le forze di sicurezza che cercavano di prendere il controllo della cittadina di Qabatiya, vicino a Jenin. Il gruppo ha minacciato di alzare il fucile contro chiunque si opponga alla resistenza contro Israele. Si tratta di una sfida esplicita ad Abu Mazen mentre il presidente cerca di mettere sotto controllo i miliziani, una delle principali condizioni poste da Israele per la creazione di uno Stato palestinese autonomo. Il generale Diyab Al Ali, capo delle Forze di sicurezza nazionale in Cisgiordania, ha confermato che gli agenti Ap hanno ora il controllo di Qabatiya.

La difficile gestione del petrolio in Iraq


di GABRIELE NICOL Attualmente l'Iraq possiede l'11 per cento delle riserve mondiali di petrolio, pari a circa 112 miliardi di barili di greggio. Un patrimonio di difficile gestione a causa dei molteplici interessi che lo riguardano. Il Governo di Baghdad intende privatizzare il settore, mentre gran parte delle restanti forze politiche, inclusi i miliziani sciiti di Al Sadr, vuole che lo sfruttamento dei giacimenti resti prerogativa esclusivamente statale. Il settore petrolifero iracheno fu completamente nazionalizzato nel 1972: da allora la gestione delle riserve di petrolio affidata allo Stato. Dopo oltre trent'anni, due guerre e importanti mutamenti politici, l'attuale Governo desidera voltare pagina e privatizzare il settore aprendolo a compagnie straniere. Al momento sono 120 quelle che si sono accreditate presso il ministero del Petrolio, ma solo 36 sono state ritenute, dal Governo di Baghdad, idonee a operare. Da mesi, alcune delle compagnie che hanno superato l'esame hanno intavolato negoziati con l'Esecutivo iracheno per i cosiddetti Technical service agreements (Tsa), ossia gli accordi tecnici di servizio relativi a cinque fra i maggiori giacimenti petroliferi iracheni. I Tsa hanno come obiettivo quello di aumentare complessivamente la produzione dei pozzi gi in attivit portando la capacit di estrazione di oltre 500.000 barili al giorno, passando da 2 milioni a 2,5 milioni di barili al giorno. Rilevano gli analisti che a causa degli attriti tra il Governo centrale e autorit curde proprio sulla questione della gestione e stipula di nuovi contratti di estrazione, il ministero del Petrolio iracheno potrebbe non riconoscere come idonee a operare in Iraq quelle aziende che hanno stipulato contratti direttamente con le autorit curde. Anche l'Unione Europea ricorda equilibri.net attirata dal gas e dal petrolio iracheni. Bruxelles sta cercando infatti di assicurarsi la fornitura di carburanti iracheni tramite la Turchia. L'Iraq ha bisogno di un'apertura verso l'Europa per sviluppare impianti estrattivi e le raffinerie, mentre il vecchio continente necessita del petrolio e del gas iracheni per garantirsi una valida alternativa all'approvvigionamento proveniente dalla Russia. L'interesse straniero pu essere spiegato in base a due principali motivazioni. In primo luogo l'enorme quantit di riserve disponibili attualmente quantificabili in oltre cento miliardi di barili. Secondo le stime degli esperti, tale cifra destinata a triplicarsi. Analisti del settore ritengono possibile estrarre fino a quattrocento miliardi di barili a due condizioni: che siano modernizzate le obsolete strutture per l'estrazione del petrolio e che si proceda all'esplorazione del sottosuolo del Paese. Altro dato da non sottovalutare il bassissimo costo di estrazione del petrolio iracheno, pari a un dollaro e mezzo a barile. Se si considera che il prezzo corrente del greggio oscilla intorno ai 120 dollari per barile, facile calcolare quali e quanti possano essere gli introiti e i guadagni per chiunque decida di investire in questo settore. Precise motivazioni spingono le forze politiche di opposizione irachene a rifiuare il disegno di legge che sar presentato in Parlamento nei prossimi mesi. Il settore petrolifero considerato il pilastro portante dell'economia irachena rappresentando da solo il 90 per cento degli introiti statali. Privatizzare significherebbe perdere, per contratto, gran parte di questi proventi a detrimento del bilancio statale e a beneficio dell'interesse straniero. Per esempio, giacimenti petroliferi quali quello di West Qurna e Majnun, se adeguatamente sfruttati, potrebbero rappresentare da soli ciascuno fino al dieci per cento di tutte le entrate governative. Motivazioni che vanno contro la privatizzazione del settore petrolifero si legano anche alla durata e alla tipologia dei contratti che saranno concordati con le trentasei compagnie straniere: si tratta degli accordi denominati Production sharing agreements, inizialmente delle durata minima di due anni, ma rinnovabili per periodi a lungo termine. Impegnarsi per un lasso di tempo considerevole con determinate compagnie, potrebbe rivelarsi un errore rilevano alcuni analisti perch impedirebbe di fatto qualsiasi altra forma di negoziazione futura con possibili nuovi interlocutori. I suddetti contratti di condivisione della produzione avrebbero infatti una durata di circa trent'anni e, inoltre, le percentuali degli introiti che spetterebbero alle aziende straniere sarebbero ampiamente superiori alla media. A causa di questa situazione e per l'opposizione, in particolare, della Iraqi federation of oil unions (organizzazione sindacale capeggiata da Hassan Jumaa Awad Al Asadi, che raggruppa oltre 26.000 lavoratori del settore petrolifero nelle quattro province del sud del Paese, Bassora, Maysan, Muthanna e Dhi Qar), la legge sul petrolio giunta alla sua quinta stesura dopo che le quattro versioni precedenti sono state bloccate per lungo tempo all'attenzione del Parlamento, senza alcun concreto segno di progresso. Una situazione di stallo che ha impedito la stipula dei Tsa, i quali difficilmente verranno firmati prima di giugno. In un tale contesto si possono inquadrare anche i persistenti scontri tra le truppe regolari irachene e i miliziani fedeli ad Al Sadr. Bassora, feudo dei guerriglieri sciiti, uno snodo vitale per l'export di petrolio. Nella citt infatti presente uno dei due principali oleodotti che trasportano il petrolio verso i terminali destinati all'esportazione del greggio. Inoltre, anche la maggior parte delle estrazioni si realizzano proprio nei campi petroliferi di Bassora, dai quali si esportano 1,54 milioni di barili al giorno. Senza il totale controllo della citt e delle aree circostanti, il mercato petrolifero iracheno non potr mai raggiungere quei livelli di eccellenza che potrebbero essergli propri. Ratificare una legge che apre agli interessi stranieri senza aver previamente risolto disordini interni rilevano gli analisti risulterebbe controproducente e potrebbe causare un allontanamento del capitale estero. Ripristinare ordine e stabilit a Bassora e pacificare, pi in generale, il sud del Paese dunque un obiettivo prioritario per il Governo di Al Maliki. Una battaglia dura, dal momento che anche gli sciiti hanno ovviamente interessi nella gestione e produzione del petrolio. Proprio a conferma dell'importanza che il petrolio assume nella regione, recentemente Ariz Hazari, comandante dell'esercito del Mahdi (che fa capo ad Al Sadr) ha annunciato che se le azioni militari compiute su ordine del Governo non cesseranno, si prender in considerazione l'ipotesi di incendiare i pozzi presenti nell'area.

Attaccata la sede di un partito della maggioranza a Beirut


BEIRUT, 7. Riesplode la violenza in Libano. Oggi, a Beirut, una sede di Al Mustaqbal, il maggiore partito sunnita della maggioranza guidato da Saad Hariri, stata assaltata da attivisti dell'opposizione con mitra e granate. Lo hanno reso noto fonti della stampa locale, aggiungendo che nell'attacco tre persone sono rimaste ferite. Le fonti riferiscono che membri dellopposizione guidata dal movimento sciita Hezbollah hanno attaccato e distrutto gli uffici di Al Mustaqbal nel quartiere Ras al Nabah, nella parte Ovest della citt. Lesercito intervenuto in forze, ma non chiaro se ci siano stati o meno arresti. Allo stesso tempo, nel quartiere Musaitbeh sono stati segnalati scontri armati tra sostenitori del movimento di opposizione sciita Amal e del Partito progressista socialista del leader druso, e membro della maggioranza, Walid Jumblat. Si tratta dei peggiori incidenti del genere sin dai tempi della guerra civile che ha insanguinato il Libano tra il 1975 e il 1990 e che sono stati innescati da uno sciopero generale proclamato per oggi dai sindacati per chiedere un aumento dei salari, tramutatosi sin dalla mattinata in violenze in varie zone della citt. Poche ore prima, infatti, sostenitori dellopposizione libanese guidata da Hezbollah hanno bloccato le maggiori strade di Beirut con barricate e copertoni dati alle fiamme. Gli attivisti hanno anche bloccato le strade che portano al maggiore distretto commerciale di Beirut. Alcune fonti di stampa riferiscono che a causa dell'esplosione di una granata cinque persone sarebbero rimaste ferite. Le autorit aeroportuali segnalano che trentadue voli da e verso laeroporto civile di Beirut sono stati rimandati o cancellati. I lavoratori dello scalo avrebbero dovuto unirsi allo sciopero a partire dalle prime ore della mattina, mentre i manifestanti antigovernativi hanno bloccato le strade che portano allaeroporto. Nel frattempo, ieri il Governo libanese ha avanzato numerose critiche all'Hezbollah, la principale forza dell'opposizione che nei giorni scorsi ha ammesso l'esistenza di una propria rete telefonica alternativa a quella statale.

Dopo gli aumenti dei prezzi dei carburanti e del tabacco

Proteste in Egitto per i rincari


IL CAIRO, 7. Numerose proteste sono esplose in Egitto dopo la decisione del Governo di aumentare i prezzi dei carburanti e del tabacco. Al momento, secondo gli analisti, nel Paese arabo pi popoloso, nel quale ottanta milioni di persone vive con circa quattro dollari al giorno, sono concreti i rischi di una crisi umanitaria. Cinque giorni dopo lannuncio del presidente Hosni Mubarak di concedere un aumento del trenta per cento del salario di base dei dipendenti statali, la stangata arrivata ieri con un pacchetto di misure di immediata applicazione per reperire dodici dei quattordici miliardi di lire egiziane (1,8-2 miliardi di euro) necessari a finanziare l'aumento. Il pacchetto stato presentato dal Partito nazionaldemocratico (Pnd, la formazione politica al potere) e contrastato dallopposizione, guidata dai Fratelli musulmani. Malgrado una crescita economica del sette per cento, quasi la met degli egiziani vive sotto la soglia della povert, con meno di due dollari al giorno. Linflazione a marzo stata del 14,4 per cento su base annua. Il costo della vita, secondo fonti internazionali, da gennaio cresciuto del cinquanta per cento. Ma il Governo difende la propria linea. Senza gli aumenti avremmo peggiorato il deficit pubblico, il che avrebbe creato nuova inflazione, ha detto in unintervista il ministro delle Finanze Youssef Boutros Ghali, difendendo una mossa che ieri sera ha provocato code e risse fuori dalle stazioni di benzina, dove le pompe hanno finito il carburante gi dal primo pomeriggio non appena si era sparsa la notizia del decreto. Gli economisti ritengono che il costo della vita nel Paese raddoppier, perch cresceranno i prezzi dei trasporti, anche se il Governo ha assicurato che quelli pubblici resteranno invariati. I sussidi per i carburanti sarebbero costati in questo anno finanziario, che si conclude a giugno, 57 miliardi di lire egiziane (sette miliardi di euro). Il Governo sostiene che le sovvenzioni vanno a vantaggio soprattutto dei ricchi con grandi automobili. Ma il prezzo del diesel, utilizzato dai mezzi per trasporto merci, e il kerosene sale del 47 per cento. Le sigarette straniere sono aumentate del 20 per cento, quelle nazionali del 10 per cento. Le misure dell'Esecutivo sono una conferma dellimpegno del Governo per la giustizia sociale e il desiderio di pace sociale, scrive il quotidiano governativo Al Gomhureya. una misura distruttiva, commenta leconomista Ahmed El Nagar, del Centro di studi strategici al Ahram del Cairo.

Colloqui ad Ankara per fare il punto sul processo di adesione all'Unione europea

Bruxelles invita la Turchia ad attuare riforme


ANKARA, 7. Se la Turchia dove il partito filoislamico al Governo Akp rischia la chiusura per attivit antilaiche, secondo la magistratura vuole uscire dall'attuale crisi politica, deve andare avanti nel processo di avanzamento delle riforme democratiche. Lo ha affermato, ieri ad Ankara, il commissario europeo all'allargamento, Olli Rehn, durante una conferenza stampa tenuta al termine di una riunione della troika ministeriale dell'Unione Europea (Ue) e la Turchia. Un incontro che si svolge ogni sei mesi e che ieri ha visto riuniti, oltre a Rehn, il ministro degli Esteri turco, Ali Babacan; l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Ue, Javier Solana; il ministro degli Esteri sloveno, Dimitrij Rupel, presidente di turno dell'Ue, e il ministro francese per gli Affari europei, Jean Pierre Jouyet. La riunione servita per fare il punto sul processo di adesione della Turchia all'Unione Europea avviato nell'ottobre del 2005. La medicina migliore quella di far avanzare le riforme democratiche in tutta la loro potenza ha dichiarato Rehn riferendosi all'obiettivo della Turchia di entrare a far parte dell'Ue. A una domanda sul rischio che l'Akp venga chiuso per ordine della magistratura turca che lo accusa, come detto, di attivit antilaiche e vorrebbe metterlo al bando e interdire per cinque anni dalla politica settantuno suoi esponenti, tra cui il premier Erdogan e il presidente Gul Rehn ha detto che l'Ue non pu restare indifferente in quanto la Turchia un Paese candidato all'adesione. Ha chiesto nello stesso tempo che, nell'ambito del processo di adesione, siano rispettati i principi democratici e lo stato di diritto. In merito agli incidenti avvenuti lo scorso primo maggio a Istanbul, quando la polizia ha represso una manifestazione di lavoratori, Rehn ha affermato che stata utilizzata una forza sproporzionata. Dal canto suo il ministro degli Esteri turco, Ali Babacaan, ha affermato che il Governo turco continuer a fare i passi necessari nel processo di adesione all'Ue. Il nostro Governo ha detto ha altres la volont forte per realizzare le riforme necessarie. Circa l'annosa questione di Cipro, Babacan ha detto che il nostro obiettivo di arrivare a una soluzione globale sotto l'egida delle Nazioni Unite. Non mancheremo ha aggiunto di dare il nostro sostegno a Cipro come abbiamo fatto fino ad oggi. Il ministro degli Esteri sloveno, Dimitrij Rupel, ha detto che presto o tardi la Turchia sar sicuramente un membro delle Nazioni Unite. E ha quindi osservato: Non ho nessun dubbio in proposito.

In Pakistan rinviate ad agosto le elezioni suppletive


ISLAMABAD , 7. Slittano di due mesi le elezioni suppletive in Pakistan, dal 18 giugno al 18 agosto. Lo ha stabilito la Commissione elettorale centrale, precisando che la decisione stata presa per ragioni di sicurezza, soprattutto per l'instabilit della provincia di frontiera del nordovest, e per la coincidenza con la presentazione del bilancio federale fissata a giugno. I partiti che fanno parte della coalizione hanno criticato la decisione, preannunciando un ricorso alla Corte suprema. Il portavoce del partito del popolo pakistano, Farhatullah Babar, si detto sorpreso e molto amareggiato per questa scelta, ricordando che le elezioni suppletive erano state fissate, da principio, per il 3 giugno, poi posticipate al 18 giugno; ora questo nuovo rinvio. Babar ha quindi definito insufficienti le ragioni addotte per rimandare il voto ad agosto. Si registrano intanto nuove violenze nel territorio pakistano. Un poliziotto e due civili sono rimasti uccisi in un attentato suicida a un posto di controllo della polizia nel nordovest del Paese, nei pressi delle zone tribali dove operano combattenti fondamentalisti islamici vicini ai Taleban e ad Al Qaeda: lo hanno reso noto le forze armate pakistane. L'attentato ha colpito un gruppo di poliziotti che stava perquisendo veicoli a un posto di blocco alla periferia della citt di Bannu, vicino al confine con l'Afghanistan. Il primo ministro pakistano, Syed Yousuf Raza Gilani, ha invitato ieri a promuovere un pi forte legame tra lo sviluppo delle istituzioni e il settore industriale, con l'obiettivo di sostenere in modo efficace la crescita economico. Il premier Gilani ha quindi richiamato l'esigenza di dare priorit allo sviluppo e al progresso della scienza e della tecnologia per il bene comune del Paese.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO

gioved 8 maggio 2008

Esegesi biblica e diritto romano del matrimonio al XXXVII Incontro di studiosi dell'antichit cristiana

Quando i cristiani non si sposavano in chiesa


Rispetto a tutto questo, andr dunque considerato con attenzione quanto stato autorevolmente affermato, da un lato nel senso che le novit cristiane avrebbero rappresentato una nuova impostazione (e le leggi postclassiche un tentativo di adeguare l'antico ordinamento a essa), da un altro lato, che Giustiniano non solo nel codice ha dato largo posto alle leggi postclassiche (...) ma ha voluto disciplinare organicamente l'istituto su basi cristiane con la Novella 22 del 535, la pi lunga delle sue leggi, la quale con i suoi 48 capitoli costituisce, come dice il Bonfante, un vero codice matrimoniale cristiano, che lo stesso legislatore dichiara suggerito Dei clementia e si contrappone alla legislazione pagana che con grande enfasi viene abrogata (Biondi). Ma in realt Bonfante si era limitato a dire che si era cos svolto sulla base precipua dei beni nuziali un regime delle seconde nozze, che venne poi riordinato e rifuso pi volte, nonch ampliato dall'imperatore Giustiniano, segnatamente in quella specie di codice coniugale cristiano, che la Novella 22. Del resto, non corretto parlare genericamente di abrogazione della legislazione pagana. Come ha insegnato Jean Gaudemet, la legislazione civile rimane distinta da quella elaborata del resto, modesta e tardivamente dalla Chiesa. Si aggiunge, certo, che essa gradualmente cerca di venire incontro ai suoi desideri. Se questo si fa, sar pur sempre il diritto romanoromano a entrare in conto, nel campo matrimoniale come vedremo ancor pi che in altri campi o meglio, cos come in campi apparentemente pi impregnati da un'impronta cristiana, del tutto certamente in quello matrimoniale. Si anche parlato di un dualismo secolare tra matrimonio civile (che quello che la Chiesa recepisce) e matrimonio religioso (basato sul carattere di sacramento), un dualismo in cui scomparirebbe quella presenza egualmente religiosa (etico-religiosa) che lo stesso Biondi pur brevemente illustra per il matrimonio, come egli dice, di et pagana. Il che non sembra accettabile, di fronte alla sostanziale continuit del matrimonio pagano nella cosiddetta epoca cristiana e al fatto riconosciuto che la Chiesa dei primi tempi non ne ha messo in discussione la nozione giuridica. Riconosciutane comunque la prevalenza deterScena di matrimonio minante, lo stesso (III secolo, catacombe di Priscilla, cubicolo della Velata) autore precisava di non occuparsi del modo con cui nella propugnatore ed espositore della for- prassi si conciliasse il dualismo, sebbemula del diritto romano cristiano, B. ne si possa supporre che nella coscienBiondi, a parlare piuttosto di legisla- za dei fedeli il precetto religioso si prezione romano-cristiana. Quest'ultima sentasse con una intensit vincolante effettivamente una espressione in s maggiore di quello puramente civile. corretta e valida rispetto a una quanti- In verit, proprio della prassi ci si dot di testimonianze di vario tipo. Qui, vrebbe invece interessare ed per queper, c' stato un salto. E anzitutto, sto che appare giustificato quel titolo saltato in via generale un passo neces- da ritrovare di quando i cristiani non sario, vale a dire, come ormai siamo si sposavano in chiesa. Ovvero, i critutti convinti, che queste testimonian- stiani si sposano come gli altri. (...) Ma veniamo al matrimonio. Qui vaze, raccolte sulla base di determinate direttive con criteri ufficiali nel Teodo- le, senza essere peraltro una semplificasiano, richiedono una lettura da farsi zione, che si distingua tra fatto e diritanzitutto ex sese, nel contesto della loro to. Comincio dunque con l'insistere su propria storicit, dunque prima e fuori cose notissime, prendendo le mosse daldel Teodosiano e come provvedimenti la Genesi (2, 24): L'uomo abbandoneche hanno una origine e una ragione r suo padre e sua madre e si unir a normativa non ancora astratta da sua moglie e i due saranno una sola quel contesto e non ancora dipendente carne. Si tratta, si dice, dell'istituzioda una interpretazione sistematica di ne biblica del matrimonio e questo, ad tipo codicistico n tanto meno alla luce esempio in Clemente Alessandrino, di organiche rielaborazioni della disci- apparso come primo convenire (cio, coito) dell'uomo e della donna secondo plina. Ci che particolarmente evidente la legge per la seminagione di figli leper quanto riguarda il diritto di fami- gittimi o anche come in Tertulliano, glia, ad esempio in tema di tutela e per il quale il matrimonio prevalencuratela o in altri campi, ma in modo temente ridotto a un congiungimento ancor pi incisivo per la disciplina ma- fisico fra uomo e donna. (...) Le fonti romane, siano esse di ordine trimoniale quale si trova nelle Novelle giustinianee, in specie 22, 74, 117, 134. strettamente retorico o propriamente Qui certo indiscutibile il sigillo cri- giuridiche, parlano s, a proposito di stiano, ad esempio nel sanzionare gra- nuptiae, di coniunctio maris et feminae, zie al giuramento sul vangelo (...) il ma aggiungono et consortium omnis vicarattere di moglie legittima della con- tae, divini et humani iuris communicatio cubina, restando fermo comunque che e ancora non enim coitus matrimonium anche per il diritto delle Novelle la facit, nuptiae enim non concubitus sed constatazione della presenza o dell'as- consensus facit. Sembra evidente, a senza dell'affectio maritalis a distingue- parte un persistente atteggiamento fonre il matrimonio legittimo dal concubi- damentalistico, che l'intervento della nato, per se stesso certamente lecito qualificazione giuridica si pone in consenza le antiche discriminazioni (cfr trapposizione sostanziale con il dato Novelle, 18, 4, 2; 22.18; 74, 4 pr., 89, fattuale. Da qui taluni problemi sempre sollevati in dottrina (convivenza, 1.1, 12). di GIULIANO CRIF* Un discorso su matrimonio e diritto romano potrebbe svilupparsi su due piani. Il primo attento alla materialit di vite matrimoniali variamente vissute, cristiane e non cristiane, nel quadro dell'appartenenza a Roma quando non ci sposava in chiesa ma vigeva in certo senso il moglie e buoi dei paesi tuoi. Vi sarebbe rilevante il problema, per la parte cristiana, della preferenza assoluta di un matrimonio tra fedeli, nonch quello di nozze secondo il Signore e sotto la guida del vescovo. L'altro piano sarebbe quello in cui cogliere la novit cristiana del matrimonio e il fatto della sua presenza o meno nelle modificazioni normative. Queste riconducono da un lato ad attivit proprie del potere politico, in sostanza alla legislazione imperiale, e da un altro lato alla specifica attivit giustinianea di recupero, attualizzazione, riforma del diritto precedente, dunque, tecnicamente, in primo luogo alle possibili interpolazioni dei testi normativi. Qui conta la specifica esegesi. (...) Su un piano invece generale, sostanzialmente storiografico, si tratterebbe di ripercorrere le ragioni che hanno portato a parlare di diritto romano cristiano e fanno ricondurre a impulsi della cosiddetta lex christiana trasformazioni e novit avutesi nel diritto tardoantico, e sempre con attenzione alla possibilit che vi si debba vedere una influenza diretta o indiretta e comunque differenziata sotto tanti punti di vista. (...) Comunque, non una questione di poco conto (e considerarla permette un giudizio meno radicale circa la sostanza delle cose) osservare che lo stesso consenso, forme, e cos via) legati a differenti valutazioni esegetiche dei nostri testi. Per cui, ben sapendo che le cose cambiano nel corso dei tempi dalle leges regiae (Romolo) alla rogatio Canuleia, dalla memoria del primo caso di divorzio alle leggi matrimoniali augustee, da Diocleziano a Giustiniano andr fissato qualche momento dell'evoluzione dell'istituto senza pretendere che talune espressioni ricoprano l'intera sfera della storia giuridica del fatto matrimonio o, se si preferisce, che la/le definizioni rispecchino la struttura e la funzione dell'istituto nell'integrale porsi della loro storicit. E cos, cominciando dalle definizioni che troviamo nelle nostre fonti, occorre distinguerne il carattere assertivo e regolativo da quel che sinteticamente sta a indicarne la formazione storica. (...) Si dovrebbe procedere nella linea di passaggio dal fatto naturalistico alle connotazioni che, intervenendo sul piano degli effetti, danno corpo all'istituto giuridico. Nella stessa esperienza romana un ulteriore elemento sembrerebbe ricavabile dallo stesso termine matrimonium, a conferma del rilievo essenziale del conseguimento di figli. L'espressione, insieme a patrimonium, mercimonium, testimonium, parsimonia, caerimonia, avrebbe a che fare con l'attivit domestica materna, indicherebbe la posizione di madre e pi propriamente, dal punto di vista linguistico, si riferirebbe a ci che riguarda appunto in via prioritaria la madre, in rapporto a figli, famiglia, fatti di culto im Rahmen si detto der Faktizitt rmischer Hausgemeinschaft e che, conformemente ai mores, riguarda pi la mater che il pater. Se cos, non si supera per ancora il richiamo all'Hausgemeinschaft, ma certamente si resta fermi alla mancata costruzione del matrimonio come rapporto giuridico e alla sua realt come soziale Tatsache, sviluppatasi in comunanza di vita caratterizzata dall'affectio maritalis e proiettata alla procreazione di figli, ci che, nel processo di giuridicizzazione, si concentra sulla sottoposizione alla patria potestas come conseguenza della nascita da iustae nuptiae. Giover segnalare qui la possibile discussione circa la portata di una distinzione tra il sociale e il giuridico ma soprattutto una meno persuasiva caratterizzazione del matrimonio romano come istituto per sua natura pi sociale che giuridico, per l'uso qui del termine istituto. Dopo di che per invece molto opportuna l'osservazione che ci che si qualifica genericamente matrimonium o nuptiae un concetto che visto da un punto diverso, seppure non divergente, da iustae nuptiae, termine che designa (...) il fatto matrimoniale considerato nei suoi presupposti giuridici attinenti soprattutto alla capacit, stabilita dal diritto, di contrarre nozze (conubium) da cui nascano figli legittimi. In effetti, nel processo di giuridicizzazione, ci si concentra anzitutto sulla sottoposizione alla patria potestas come conseguenza della nascita da iustae nuptiae. Sulla successione ereditaria per i figli e per il coniuge, sulla costituzione e la restituzione della dote, sulla criminalizzazione dell'adulterio, sul divorzio, sulla legittimazione dei liberi naturales ma, in primissimo luogo, sulla stessa evenienza linguistica che fa parlare di volta in volta di matrimonium iustum, matrimonium iniustum, matrimonium incestum. (...) Insister anzitutto sul conubium, cio la capacit di contrarre matrimonio legittimo (iustum matrimonium, iustae nuptiae) con una persona di cittadinanza romana. E qui importa la chiarificazione bettiana: non da credere che matrimonio legittimo significhi matrimonio romano. (...) Ma la condizione del padre latino il suo status civitatis non muta per effetto del matrimonio. Essa resta quella che era prima. E il conubium non pu valere a conferirgli diritti inseparabili dallo status di cittadino romano. Da qui e dalla diversa situazione avviata in qualche modo fin dalla constitutio Antoniniana pu anche seguire una attenuazione del presupposto del conubium rispetto a unioni legittime liberamente contratte in assenza di altri determinati impedimenti. Gi si hanno per unioni coniugali di stranieri, matrimoni vietati ma validi ai fini di certe conseguenze giuridiche cos la legittimit di figli nati da matrimonio vietato dalle leggi matrimoniali augustee i profili della cognatio e della adfinitas servili nel contubernio, la destinatio animi come elemento decisivo per individuare l'unione concubinaria, essa stessa legitima coniunctio, situazioni e problemi su cui non posso per trattenermi. In un recentissimo lavoro sul diritto tardoantico si parla della profonda trasformazione che circa il matrimonio appare verificarsi nel corso del IV

Dai giuristi a Girolamo e Agostino


Il matrimonio dei cristiani: esegesi biblica e diritto romano: questo il tema del XXXVII incontro di studiosi dell'antichit cristiana che si apre l'8 maggio all'Augustinianum. La tre giorni di studi, che si concluder nella mattinata del 10, organizzata dalla Pontificia Universit Lateranense e dall'Institutum Patristicum Augustinianum in collaborazione con il Pontificium Institutum Utriusque Iuris. I lavori si apriranno con la relazione di Giuliano Crif intitolata Matrimonio e diritto romano. Alcune considerazioni, della quale pubblichiamo ampi stralci. I contributi dei relatori saranno articolati secondo alcuni ambiti tematici. Al centro degli interventi dell'8 maggio il pensiero e gli insegnamenti di sant'Agostino sul matrimonio e i nessi filosofici e giuridici in tema di istituto matrimoniale. Venerd 9, dopo la sessione plenaria, nella quale sono previste le relazioni di Franco Amarelli e Francesca Galgano, una sezione dei lavori sar dedicata alla questione delle unioni miste, un'altra al pensiero di sant'Ambrogio e, a chiudere la mattinata, gli interventi dedicati al periodo storico che va dal tardoantico all'altomedioevo. Fitto anche il programma del pomeriggio che prevede numerosi interventi dedicati all'esegesi biblica e ai padri latini (tra questi anche una comunicazione di Marilena Amerise sul tema Rilievi sul matrimonio e sulla patria potestas nell'epistolario di Girolamo che pubblichiamo nei suoi passi salienti). La giornata conclusiva affronter il tema del matrimonio dal punto di vista delle fonti orientali e dar modo di affrontare alcune questioni particolari come quello della digamia e degli impedimenti al matrimonio. L'incontro si concluder con una sessione plenaria nella quale sono previste le relazioni di Teresa Sardella (Vincoli e decreti matrimoniali nelle prime decretali) e Giulia Piccaluga (Le coordinate sacrali del matrimonio tra mondo classico e cristianesimo dei primi secoli).

Vetro dorato con scena di matrimonio (IV secolo, Musei Vaticani)

secolo, quando, rispetto al principio consolidato del consenso continuato della comune vita coniugale, il matrimonio si and configurando come vero e proprio negozio giuridico, per il sorgere del quale bastava il consenso iniziale dei nubendi che, pure se in seguito fosse venuto meno, non avrebbe inficiato la validit dell'istituto. Questa nuova concezione, se da un lato dette luogo alla ricerca di un'adeguata forma di obiettivazione del consenso matrimoniale, dall'altro spinse il legislatore a rendere pi stabile il vincolo coniugale limitando la possibilit dei divorzio a pochi casi (De Giovanni). Giova per ricordare che questa distinzione consenso continuo secondo il diritto romano classico, consenso iniziale nella dottrina cristiana, ragion per cui la trasformazione dipenderebbe da quest'ultima, retta dall'idea dell'indissolubilit sacramentale seducente. Spiega le differenze tra i due regimi. Ma nessun testo prova che sia stata proposta dai giuristi o dagli autori cristiani (Gaudemet). Comunque, nel 535 provvede Giustiniano nel modo pi chiaro a confermare il principio tradizionale: Nuptias... affectus al-

ternus facit dotalium non egens augmento. Cum enim semel convenerit seu puro nuptiali affectu sive etiam oblatione dotis et propter nuptias donationis, oportet causam omnino sequi etiam solutionem aut innoxiam aut cum poena, quoniam horum quae in hominibus subsequuntur, quidquid ligatur, solubile est (...). Parole diceva Bonfante caratteristiche, che riaffermano per l'ultima volta con singolar chiarezza di energia la realt umana e il diritto dello Stato di fronte alle pretese insorgenti della Chiesa e alla stessa parola di Cristo (...). Giustiniano, il pi cattolico degli imperatori bizantini, assume di parafrasare la parola divina, per inculcare che il diritto dello Stato non va confuso con gli ideali della Chiesa. Il quod Deus coniunxit equivale per lo Stato al neque nubent. Valutazione pacata che trova conclusione in una pagina che meriterebbe di esser riferita integralmente, anche per l'interna tensione che la anima un voluto ossimoro e che non deve esser dimenticata.
*Universit di Roma La Sapienza

Nessuna divisione nello spirito e nella carne


di MARILENA AMERISE Durante la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, nel Regina Caeli del 13 aprile 2008 Benedetto XVI ha pregato per numerose e sante vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata e missionaria e al matrimonio cristiano. Il Papa ha ricordato che anche quella al matrimonio cristiano una vocazione missionaria: gli sposi, infatti, sono chiamati a vivere il Vangelo nelle famiglie, negli ambienti di lavoro, nelle comunit parrocchiali e civili. In certi casi, inoltre, offrono la loro preziosa collaborazione nella missione ad gentes. Se da un lato, la concezione cristiana del matrimonio si pone nel solco della tradizione romana, dall'altro vi solo desiderio, una sola norma di vita, un solo servizio! Ambedue fratelli, ambedue compagni di servizio; nessuna divisione n nello spirito, n nella carne, ma davvero due in una sola carne. Questo aspetto di comunione religiosa rappresenta una delle novit del matrimonio cristiano rispetto a quello classico. Il matrimonio cristiano fu oggetto anche di denigrazione, non solo da parte delle sette ereticali, come ad esempio gli encratiti (i continenti), che condannavano le nozze, ma a volte anche dagli stessi cristiani. Girolamo rischi di essere accusato di eresia a causa delle sue posizioni estreme espresse a riguardo del matrimonio, in particolare nel suo trattato Contro Gioviniano del 393, nel quale attacc Gioviniano, condannato a Roma nel 390 per aver negato la verginit di Maria. Girolamo utilizza i classici tpoi della letteratura sulle molestiae nuptiarum per distogliere dal matrimonio, sebbene, bisogna sottolinearlo, mantenga sempre una atteggiamento di prudenza: non si pone, infatti, mai in aperto contrasto con le istituzioni del mondo romano e si rivolge sempre a donne sui iuris. Per Girolamo alla verginit e al matrimonio sono riservati posti diversi in quanto matrimonio, e verginit stanno tra loro come non peccare e fare del bene. Il matrimonio se non condannato, comunque posto in una posizione subordinata. Le esortazioni di Girolamo contro le nozze vanno a inserirsi nel contesto storico della diffusione dell'ascetismo nei ceti aristocratici della societ romana della fine del IV secolo, fenomeno che stato considerato da alcuni storici una delle cause della decadenza e della caduta dell'impero romano. Ma se ormai dimostrato che non fu la diffusione dell'ascetismo a provocare la caduta dell'impero, essa certo indica una crisi non solo della societ romana, ma rivela anche dei mutamenti della concezione cristiana che vanno studiati e collocati nel loro contesto storico. La posizione di sant'Agostino si rivela molto pi attenta al valore del matrimonio: egli dedica espressamente un'opera alla dignit delle nozze, il De bono coniugali nel quale mostra che non c' diversit tra le varie condizioni e che il matrimonio un bene. Agostino si pronuncia decisamente a favore del matrimonio, come dimostra nella lettera a Ecdicia, nella quale rimprovera la donna per aver scelto di vivere in castit e aver donato i suoi beni senza consultare il marito: questa, secondo Agostino, si era colpevolmente astenuta dai rapporti coniugali prima che il marito desse il proprio assenso. In tal modo era venuta meno ai doveri nei confronti del marito e nel donare le sue ricchezze aveva defraudato una parte di eredit. Ecdicia avrebbe dovuto prima discutere con il marito. Nel De bono coniugali Agostino esplicitamente afferma che l'amore fra i coniugi deve essere tale che nessuno dei due promuova il proprio miglioramento a prezzo della dannazione dell'altro. La posizione del Concilio Vaticano II (Gaudium et spes, 49) e le parole del Regina Caeli di Benedetto XVI sono paragonabili a quelle di Agostino. Risulta fondamentale riconoscere al matrimonio cristiano una vocazione missionaria e una pari dignit, pur nella sua specificit, con le altre vocazioni, come aveva gi indicato Agostino, in una societ nella quale prevale una concezione privatistica dell'amore, che suggerisce una denigrazione dell'unione coniugale. Solo la roccia dell'amore totale e irrevocabile tra uomo e donna capace di fondare la costruzione di una societ che diventi una casa per tutti gli uomini, come ha ricordato il Papa nel discorso per il XXV anniversario dalla fondazione del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia.

Che coppia quella di due cristiani uniti da una sola speranza un solo desiderio una sola norma di vita un solo servizio
era una diversa sensibilit nei confronti dell'unione coniugale. Il matrimonio cristiano si differenziava da quello contemplato dalla tradizione giuridica romana per il principio dell'indissolubilit e la condanna dell'adulterio e del concubinato. Le raccomandazioni disciplinari degli scrittori cristiani erano rivolte inoltre sia agli uomini sia alle donne. Il matrimonio era visto infatti anche come comunione di sentimenti e ideali, un rapporto nel quale marito e moglie erano su un piano di parit e di collaborazione morale e spirituale, e ci naturalmente diventava ancora pi realizzabile nel momento in cui condividessero le stesse opinioni e fossero quindi entrambi cristiani. indicativa a questo proposito una pagina di Tertulliano, che nel trattato dedicato alla moglie scrive: Che coppia quella di due cristiani uniti da una sola speranza, un

gioved 8 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Quando sant'Ambrogio cant i martiri Vittore, Nabore e Felice

pagina 5

In flessione il numero degli aborti

Ma venire al mondo sempre pi difficile


di ASSUNTINA MORRESI Considerati in valore assoluto gli aborti nel mondo sarebbero in calo e le donne abortiscono mediamente di meno rispetto a dieci anni prima. il risultato di uno studio pubblicato dalla rivista Lancet lo scorso ottobre, finanziato dall'Organizzazione Mondiale della Sanit (Oms) e dalla Banca Mondiale, commissionato a ricercatori della stessa Oms e del Guttmacher Institute, un centro di ricerca legato alla Ippf International Planned Parenthood Federation: Federazione Internazionale per la Pianificazione Familiare la maggiore organizzazione non governativa che nel mondo gestisce cliniche e strutture con servizi riguarIl declino mondiale del ricorso all'aborto danti soprattutto contraccezione e aborto. osservato nelle aree sviluppate Si stima che nel 2003 il venti per cento circa delle dovuto principalmente al considerevole calo gravidanze sia stato interrotto volontariamente, per registrato nei Paesi gi comunisti un totale di quarantadue milioni di aborti in tutto il mondo, contro i quarantasei del 1995. l'Est europeo che ancora si registra il In numero assoluto, quattro milioni in maggior tasso di abortivit di tutto il mondo, quasi il doppio che in Asia meno, quindi. Se si considera poi il tasso di abor- orientale. Il declino mondiale del ricorso altivit, cio il numero di aborti per mille donne in et fertile (fra i 15 e i l'aborto registrato nel periodo 199544 anni), si passa dai 35 del 1995 ai 2003, osservato soprattutto nei Paesi 29 del 2003; questi numeri equivalgo- sviluppati, dovuto principalmente al no a dire che se nel 1995 ad ogni considerevole calo registrato nei Paesi donna in et fertile corrispondevano ex-comunisti. Non facile correlare direttamente 1,1 aborti, nel 2003 ogni donna ha a questi dati con quelli sulla mortalit suo carico 0,9 aborti. materna: sullo stesso numero di LanQuindi per ogni donna in et fertile gli aborti sarebbero in diminuzione, cet un articolo lamenta che anche con l'obbligo del condizionale, perch laddove sembrano esserci condizioni i dati sono quasi per met il risultato ideali per la registrazione anagrafica di stime e di modelli statistici: pi della popolazione, c' comunque una corretto quindi parlare di tendenze notevole incertezza sui numeri effettiche, pare, stiano emergendo. Gli stes- vi, perch spesso i certificati di morte si autori dello studio precisano che i non sono compilati correttamente. dati forniti sono stime e non valori Addirittura per un terzo dei Paesi di tutto il mondo si sono dovuti utilizzaesatti. Le valutazioni sull'aborto nel mon- re modelli statistici per stimare quante do, infatti, si basano su una prima, donne in et fertile sono morte per grande distinzione: quelli safe, eseguiti problemi legati alla gravidanza. Ovviamente i dati sono pi scarsi proin condizioni di sicurezza, e quelli un- prio nelle regioni del mondo in cui il safe, eseguiti in condizioni di non si- rischio di morte maggiore. curezza, cio con personale non qualiComplesso anche il legame fra ficato, in situazioni igienico sanitarie aborto e contraccezione: nei Paesi doprecarie, magari anche auto-procura- ve l'aborto per decenni stato l'unico ti. In linea di massima si abortisce in mezzo di controllo delle nascite, come condizioni safe nei Paesi in cui l'abor- quelli dell'ex blocco sovietico, l'introto legale, ed unsafe laddove non lo duzione della moderna contraccezione , con qualche eccezione. ha sicuramente contribuito a ridurre i Gli aborti legali nel 2003 sono stati tassi di abortivit che per, come abcirca ventidue milioni, e quelli illegali biamo visto, rimangono altissimi, e ai venti, quasi tutti nei Paesi in via di quali contribuisce l'elevato grado di sviluppo. Solo sulla met degli aborti disgregazione familiare e sociale. Il conteggiati nel mondo esistono quindi calo di aborti si accompagna anche a dati certi, e non stimati. quello della natalit, in questi Paesi Gli aborti unsafe sono valutati indi- legato soprattutto alle drammatiche rettamente, in modo diverso da Paese condizioni economiche, sociali e sania Paese: ci si basa sui ricoveri ospeda- tarie della popolazione: un uomo in lieri per complicanze dovute all'abor- Russia, ad esempio, ha un'aspettativa to, sul numero di aborti spontanei re- di vita di soli 59 anni 17 in meno gistrati, sulla mortalit materna, sul rispetto a quella di un italiano. tasso di fertilit, sulla diffusione di Intuitivamente, si sarebbe portati a contraccettivi, su rapporti effettuati pensare che un aumento nella diffuda organizzazioni non governative, da sione della contraccezione dovrebbe rappresentanze di donne e da perso- portare alla diminuzione degli aborti, ma i dati dimostrano che questa una sempliIn Francia dove le nascite ficazione spesso non corrispondente a verit. sono in aumento In un report recente dell'Oms, esaminando i anche grazie all'immigrazione dati di Cuba, Olanda, il ricorso all'aborto alto e costante Stati Uniti, Danimarca, Singapore e Corea, si e la contraccezione sempre pi diffusa osserva, per esempio, un aumento nella diffusione nale che pratica l'aborto in strutture di contraccezione insieme a un auprivate. mento anche del numero degli aborti. Quasi tutti gli aborti di Africa e Nel periodo esaminato, in questi Paesi America Latina sono illegali. Molto le nascite erano in diminuzione. critico, poi, il calcolo in due Paesi in In altri Stati, come a esempio la particolare: India e Vietnam. In In- Francia, le nascite sono aumentate in dia, nonostante l'aborto sia legalizza- seguito a politiche nataliste e anche to, a fronte di due milioni e quattro- per effetto dell'immigrazione, mentre centomila aborti safe, ben sei milioni il ricorso all'aborto elevato e costane quattrocentomila vengono eseguiti te e la contraccezione sempre pi difin modo illegale. In Vietnam un nu- fusa. mero sempre maggiore di aborti sfugL'Italia invece il Paese europeo ge al conteggio ufficiale, anche per un con meno contraccezione circa il venti per cento delle donne fa uso di maggior ricorso a strutture private. Gli aborti cinesi, invece, che da soli contraccettivi ormonali, uno dei pi sono un quinto di quelli mondiali, bassi livelli europei con gli aborti vengono tutti conteggiati come effet- in diminuzione e la natalit al minituati in condizioni di sicurezza, come mo. Anche la pillola del giorno dolo sono quelli in Nord America e in po la cosiddetta contraccezione di Europa settentrionale e occidentale. emergenza, per la quale non escluso Secondo lo studio pubblicato da un meccanismo d'azione abortivo Lancet, gli aborti in Cina otto pur con un uso sempre crescente, non milioni e seicentomila nel 2003 so- ha la stessa ampia diffusione di altri no diminuiti rispetto al 1995. L'allar- Paesi europei, dove si pu ottenere me lanciato pochi mesi fa dalle auto- senza ricetta medica. rit cinesi che hanno denunciato il I dati italiani apparentemente poco invidiabile record di dieci milio- anomali si spiegano con una soni di aborti dello scorso anno, sembra stanziale tenuta nella responsabilit invece indicare un recente peggiora- dei rapporti, specie quelli familiari, la quale se da un lato da sola non basta mento della situazione. Complessivamente, la met degli a superare le tante difficolt di tipo aborti nel mondo si consuma in Asia, economico, sociale e anche culturale, che impediscono un aumento delle soprattutto in Cina e India. La regione in cui il numero degli nascite, dall'altro fa s che una materaborti supera ancora le nascite ri- nit inaspettata spesso non diventi un mane comunque l'Europa dell'Est, in problema insormontabile. In generale gli andamenti di concui si valutano 105 aborti ogni 100 traccezione e aborto non possono essenati vivi. Nei Paesi dell'ex blocco comunista re analizzati autonomamente, ma sono registrati i maggiori tassi di vanno contestualizzati nella situazione aborto di tutti i tempi. D'altra parte sociale e familiare dei Paesi a cui ci si stata proprio la Russia, il 16 novem- riferisce. bre 1920, la prima nazione al mondo a legalizzare l'aborto. Stalin nel 1936 ritir la legge, nel tentativo di promuovere la natalit; l'aborto torn poi legale nel 1955, diventando il principale mezzo di controllo delle nascite. Rapporti riguardanti il periodo 1965-1982 ne suggerivano un numero annuo compreso fra ottomilionicinquecentomila e undicimilionisettecentomila con un tasso di 170-220 donne su 1000. Non erano rare donne con otto-dieci aborti nella loro vita. Nonostante dagli anni Novanta l'aborto sia drasticamente calato in questi Paesi, anche per via del crollo della natalit, mediamente gli aborti sono pi delle nascite, ed proprio nel-

I primi patroni di Milano? Tre immigrati africani


La quale, d'altronde, venne largamente remunerata per quel dono: si , infatti, cos potuta coroSant'Ambrogio sente una profonda attrattiva per nare del sangue dei tre martiri, da lei strappati la figura dei martiri che consumano la sua fede all'esercito dell'empiet e nel battesimo, porfino all'effusione del sangue, e ne stato un tato a compimento nel martirio, consacrati appassionato cantore in diversi suoi inni, a Cristo come suoi soldati: in un suo pascomposti in loro onore. Era certamente so Ambrogio mette a confronto i milites persuaso che, festeggiati dalla voce canosaeculi e i milites Christi. ra dei suoi fedeli, i martiri si sarebbero la trasformazione o il miracolo impressi nel loro spirito come modelli profondo che avviene in una Chieluminosi e affascinanti. sa in forza della fede, del lavacro Alcuni di questi appartengono e dello Spirito Santo. alla Chiesa di Roma, la Chiesa Ma ecco i versi dell'inno: Li d'origine di sant'Ambrogio, ma ospit la Padania / dietro un egli li fa cantare in quella di Micostoso compenso di sangue lano, come Pietro e Paolo, Agnese (mercede magna sanguinis); / di e Lorenzo. Altri non sono d'origiuna feconda Chiesa la fede (alne milanese, e tuttavia Ambrogio mae fides ecclesiae) / li ricolm li ritiene appartenenti alla Chiesa di Spirito Santo. // La nostra milanese, perch generati alla Chiesa del sangue offerto / di grazia da questa Chiesa: cos Vitquesti martiri si corona; / tore, Nabore e Felice. strappati all'empio esercito, / di Altri, ancora, sono considerati Cristo militi li consacra (Christo propri di Milano ed egli li celebra sacravit milites). con particolare commossa compiaL'esercizio militare in quella cenza, come Protaso e Gervaso, stimondana milizia, con le sue fatiche mati un prezioso tesoro, provvidenziale i suoi pericoli, fu tuttavia utile per mente ritrovato. la fede: secondo Ambrogio, quell'uso Vittore, Nabore e Felice sono cantati indelle armi, che li aveva addestrati a dasieme in un unico inno trionfale, che celebra re la vita per il principe, li tempr e inseed esalta come in un epinicio le gesta della mign loro che impresa splendida quella di lizia cristiana (militia christiana), in cui lotta e soffrire per Cristo: pro Christo pati espressione riesce vincitore il soldato di Cristo (miles Christi). della prosa del santo, che nel conflitto con gli ariaDecapitati all'inizio del IV secolo, i tre martiri ni affermer: pro Christo patiar. erano venerati a Milano, come sembra, dal tempo possibile anche un'altra versione: insegn loro e per merito del vescovo Materno (316-328c.), che a offrire la vita per il re, ossia a sacrificarsi per Particolare della cupola del sacello di San Vittore in Ciel vediamo ritratto tra Nabore e Felice in un mosaico Cristo, a cui pertiene la regalit autentica: La did'Oro (V secolo, basilica di Sant'Ambrogio a Milano) di San Vittore in Ciel d'Oro, l'antico sacello ora sciplina giov alla fede: / l'uso rischioso dell'armi conglobato nella basilica costruita e scelta da Ambelliche / li ammaestr nel penoso dovere / di dar brogio per la propria sepoltura, e che gi chiamala vita a Cristo, vero Re. vano ambrosiana, come lui stesso dichiara alla di rara e classica raffinatezza. Li citiamo anzitutto Solo che le armi appropriate a questa battaglia nella lingua originale di Ambrogio, che fu quella sorella, informandola sull'invenzione di Protaso e suprema non sono le frecce di ferro o gli equipagGervaso, i martiri con i quali l'avrebbe dedicata di Virgilio e di Lucrezio, perch solo cos possibi- giamenti che occorrono per le battaglie terrene. le coglierne e gustarne la bellezza: Torrens arena nel 386. Questi soldati di Cristo (Christi milites) PaoIn questa stessa zona cimiteriale di Porta Vercel- quos dedit, / anhela solis aestibus, / extrema terrae fi- lo parla del Christi miles (II Timoteo 2, 3) sono lina si trovava la cappella in cui erano inumati e nium / exsulque nostri nominis (Vennero qui dalle protetti dalle armi provvedute dalla fede; anzi, venerati i corpi di Nabore e Felice, separati, e non sabbie riarse, / sotto la vampa del sole anelanti, / precisa il poeta forse con intento antiariano, dalla ne conosciamo la ragione, da Vittore sepolto in un regione posta ai confini del mondo, / estranea al vera fede altrove egli usa l'espressione: camvicino martyrium, dove, presso il martire, Ambrogio nostro nome). minare con la vera fede (ambulare vera fide) . E, tuttavia, quella estraneit non solo superaavrebbe collocato il fratello Uranio Satiro con l'eDunque: Non dardi chiedono, non armi ferree, pigrafe da lui dettata: Estremo onore, deponendo- ta, ma si trasforma in un'intima appartenenza: la / i soldati di Cristo: / incede gi ben munito / chi lo alla sinistra del martire, / a Uranio Satiro diede vasta pianura padana li accolse con un'ospitalit vera fede possiede. il fratello Ambrogio./ Questa sia la ricompensa al pagata al caro prezzo del martirio, mentre la fede Anche nel caso dei Maccabei, Ambrogio afferma suo merito: l'onda del sacro sangue/ infiltrandosi di una Chiesa ricorre in Ambrogio l'espressione che hanno vinto unicamente le armi della piet fides Ecclesiae li ha colmati di Spirito Santo: (vicerunt sola arma pietatis), e, a commento del irrori le vicine spoglie. La Chiesa di Milano venerava quei martiri gi Nessuna patria egli, infatti, scrive pi ve- salmo 43, parla della fede che sola ha combattuto ra della fede, che ha reso vicini quelli che erano (fides sola pugnavit) e del popolo della Chiesa prima che Ambrogio vi diventasse vescovo. Nella Vita Ambrosii Paolino scrive che, deposti lontani e ha unito col diritto della cittadinanza ce- che non ha lottato con le armi militari e con i darnella loro basilica (in basilica positi) i santi martiri leste gli ospiti e i pellegrini. di di ferro (non [...] armis et ferreis telis), mentre, Questa Chiesa, dove i tre esuli sono stati rigene- a proposito del fratello Satiro, ricorda che aveva Nabore e Felice erano venerati da turbe di fedeli, e che davanti ai cancelli posto a tutela dei loro rati e che Ambrogio con evidente compiacimento chiesto le armi della sola fede (fidei solius arma), sepolcri Ambrogio avrebbe trovato Protaso e Ger- definisce feconda alma in latino, a suggerire credendosi con queste abbastanza riparato e munivaso, i martiri finalmente propri della Chiesa di la prerogativa della maternit , la Chiesa di to (munitum). Milano, connotata da Basilio in una lettera allo Milano. Ora, chi possiede una tale fede si trova protetto Nello stesso Ambrogio poi troviamo l'elogio di stesso Ambrogio come grande e famosa per la fe- come da uno scudo l'immagine attinta a Paotutti e tre i martiri nel Commento al Vangelo di de in Dio. lo (Efesini 6, 16) , e nella disfatta paradossalLuca: Un chicco di senamente appare vincitore: pa sono i nostri martiri l'idea ricorrente in Ambro(martyres nostri) Felice, Nagio del patibolo come trobore e Vittore. Essi avevafeo, della croce come vertino il profumo della fede, ce del trionfo, o della morma nessuno li conosceva. te del martire come premio Venne la persecuzione, dedi vita: Scudo la fede, la posero le armi, piegarono il morte vittoria per lui (Scucapo, e, fatti a pezzi dalla tum viro sua est fides/ et spada, sparsero per i confimors triumphus). ni di tutto il mondo il fasciFu proprio questa vittono del loro martirio. ria continua Ambrogio I nostri martiri li chia che ci venne invidiata ma, dunque, Ambrogio, dal persecutore, il quale la ma, come lui stesso afferma sottrasse a Milano, allontanell'inno, non erano milanandone i nostri milites per nesi di nascita: provenivano sottoporli al supplizio nella Sarcofago dei santi Nabore e Felice (VI secolo, basilica di Sant'Ambrogio a Milano) dalla Mauritania, una terra citt di Lodi: Ma il tiranremota, che evocava al no / ce l'invidi, che alla poeta l'arsura del suolo e il calore citt di Lodi / invi i nostri marcocente del sole quasi metafotiri: Vittore, Nabore e Felice, inra dell'ardore della loro futura fatti, subirono il martirio lontano sete di martirio ; e, d'altra pardalla citt e dalla Chiesa a cui te, una terra da cui sorprendenteper la fede e il battesimo in realmente arrivavano a Milano delle t appartenevano. Victor, Nabor, Felix, pii Vittore, Nabore, Felice, santi giovani per essere consacrate alla Per, i loro corpi, trafugati furmartiri di Milano, Mediolani martyres, vita verginale: Da Piacenza, da tivamente, furono ridonati a quepellegrini tra noi, di stirpe maura solo hospites, Mauri genus Bologna, dalla Mauritania sta Chiesa, come vittime sacrificae forestieri nella nostra terra. terrisque nostris advenae, scrive il vescovo vengono le li, e col ritorno solenne glorioso sacre vergini, per ricevere qui il Vennero qui dalle sabbie riarse, torrens arena quos dedit, riservato ai vincitori: Rapti poi, velo. sotto la vampa del sole anelanti, anhela solis aestibus, su quadrighe tornarono / a noi le Giunti dai confini del monregione posta ai confini del mondo, extrema terrae finium sacre vittime, / condotti come su do, nelle regioni padane erano estranea al nostro nome. exsulque nostri nominis. un carro trionfale / al cospetto di dunque stranieri e ospiti; e tuttaLi ospit la Padania principi. Suscepit hospites Padus via Ambrogio non esita a chiadietro un costoso compenso di sangue; Veramente, non facile conomercede magna sanguinis, marli martiri di Milano, in virdi una feconda Chiesa la fede scere che cosa di preciso sia avvesancto replevit spiritu t di una cittadinanza acquistata li ricolm di Spirito Santo. nuto; tutto rimane allusivo e almae fides ecclesiae. al caro prezzo del loro sangue La nostra Chiesa del sangue offerto piuttosto misterioso. La stessa Et se coronavit trium versato per la fede e per quedi questi martiri si corona; espressione latina: in ora princicruore sacro martyrum sto subito definiti pii . strappati all'empio esercito, pum pu significare in barba alcastrisque raptos inpiis Ma vediamo lo svolgersi partidi Cristo militi li consacra. le autorit, come noi diremmo, Christo sacravit milites. colareggiato dell'inno. La disciplina giov alla fede: o, al contrario, al cospetto dei Aperto coi loro nomi e la conProfecit ad fidem labor, l'uso rischioso dell'armi belliche principi. In ogni caso, al vesconotazione della loro piet, consuarmisque docti bellicis li ammaestr nel penoso dovere vo importava affermare e cantamata nella dedizione del martipro rege vitam ponere, di dar la vita a Cristo, vero Re. re, ormai, la presenza dei martiri, rio: Vittore, Nabore, Felice, pii/ decere pro Christo pati; Non dardi chiedono, non armi sia pure come frutto di una rapimartiri di Milano (Victor, Nabor, non tela quaerunt ferrea, ferree, na, nel suolo e nella memoria liFelix, pii/ Mediolani martyres), non arma Christi milites: i soldati di Cristo: turgica di Milano, che si trovava, l'inno prosegue: Pellegrini tra munitus armis ambulat, incede gi ben munito cos, da loro impreziosita e tutenoi, di stirpe maura/ e forestieri veram fidem qui possidet. chi vera fede possiede. lata. nella nostra terra (solo hospites, Scutum viro sua est fides Una Chiesa senza martiri apScudo la fede, la morte vittoria Mauri genus/ terrisque nostris adet mors triumphus, quem invidens per lui. Ma il tiranno pariva ad Ambrogio troppo povevenae), ossia la terra del Po: vernobis tyrannus ad oppidum ce l'invidi, che alla citt di Lodi ra e sguarnita, mancando di deggiante e fertile sembra dire Laudense misit martyres. invi i nostri martiri. quelle figure esemplari che, con l'innografo rispetto a quel luola testimonianza di una fede visgo barbaro, ai limiti dell'impero, Sed reddiderunt hostias Rapti poi, su quadrighe tornarono suta fino all'effusione del sangue, che all'immaginazione poetica rirapti quadrigis, corpora, a noi le sacre vittime, non cessavano di stimolare alla chiama invece una deserta aridirevecti in ora principum condotti come su un carro trionfale al cospetto di principi. t, descritta in versi ambrosiani plaustri triumphalis modo. coerenza e alla fedelt cristiana. di INOS BIFFI

L'inno ai soldati mauritani

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
Il titolo assegnato dalla facolt di Teologia della pastorale giovanile per l'impegno nell'istruzione delle giovani generazioni di preti

gioved 8 maggio 2008

Al Catholicos di tutti gli Armeni il dottorato honoris causa dell'Universit Salesiana


di MARCO BELLIZI Il Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, Karekin II, ha ricevuto oggi dalla Pontificia Universit Salesiana di Roma il dottorato honoris causa in Teologia della pastorale giovanile. Il solenne atto accademico stato presieduto dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ed stato introdotto dal saluto del Rettore dell'ateneo salesiano, Mario Toso. Karekin II, dagli inizi della sua attivit pastorale nella diocesi di Ararat, prima come sacerdote, poi come vescovo e successivamente dopo la sua elezione a Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, detto nel decreto di conferimento del diploma letto dal decano della facolt di Teologia Giorgio Zevini, ha curato con particolare solerzia la formazione cristiana del popolo di Dio con iniziative di grande significato ecclesiale e teologico, come la fondazione del Seminario Vaskenian a Sevan (1989), del Centro di Educazione Cristiana (1990) e del Centro di Studi Teologici Armeni (2000), per realizzare la sintesi proficua tra fede e cultura. decreto: Sua Santit ha sviluppato una intensa azione ecumenica di dialogo, di collaborazione e di stima, soprattutto con la Chiesa cattolica romana, nella consapevolezza dei tesori di fede viva che la Chiesa Armena conserva e offre. stato il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani, a tenere la laudatio: Karekin II, ha ricordato, cresciuto sotto il regime sovietico, un tempo oscuro di sofferenza e di dispersione dei cristiani, in modo particolare nella sua patria. La maggior parte delle chiese, monasteri e seminari avevano chiuso i battenti; soltanto a pochi sacerdoti o vescovi era permesso di esercitare il ministero pastorale, e i fedeli cristiani ben difficilmente potevano ricevere l'iniziazione alla fede e alla vita cristiane (...) Dopo la caduta del regime sovietico, la Chiesa Armena ha potuto riottenere quella libert alla quale aveva lungamente aspirato, e ha intrapreso un'immensa opera per rinnovare la vita spirituale e l'attivit pastorale. Tale ricostruzione della Chiesa Armena fu avviata sotto la competente e coraggiosa guida di due illustri pastori, il Catholicos Vasken I (1955-1994), e il Catholicos Karekin I (1994-1999). L'attuale Catholicos, Karekin II, collabor strettamente con entrambi (...) Dopo l'elezione, nel 1999, a Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, Sua Santit Karekin II ha ampliato e consolidato i molti aspetti del suo impegno, estendendo la sua guida pastorale a tutto il Paese. Sin dall'inizio del suo ministero, il Catholicos Karekin II ha attribuito una attenzione particolare alla pastorale tra i giovani. Al fine di promuovere la formazione umana e spirituale dei giovani, egli ha intrapreso iniziative importanti e innovative. La metodologia e l'ispirazione alla base di queste numerose iniziative, debbono molto alla sua personale esperienza e riflessione. Subito dopo la caduta del comunismo, egli fece in modo di riconvertire i Palazzi dei Pionieri comunisti in centri ecclesiali per la giovent. Successivamente, nel 1990, creava il Centro di Formazione Cristiana, che organizza corsi in cinquantasei scuole statali e scuole domenicali di tutta la diocesi di Ararat (...) Don Giovanni Bosco, il santo patrono di questa universit pontificia, si sarebbe senz'altro sentito a casa nel Centro di Formazione Cristiana di Erevan. La metodologia e la spiritualit di san Giovanni Bosco sono applicate nel centro proprio come esse sono applicate in tutte le istituzioni salesiane di formazione attraverso il mondo (...) Inoltre, in tutte le sue realizzazioni pastorali ed educative, il Catholicos Karekin II ha mostrato una vera apertura ecumenica, in modo particolare nei confronti della Chiesa cattolica. La promozione dell'unit dei cristiani stata una delle sue maggiori preoccupazioni. Per il Giubileo dell'anno 2000, appena un anno dopo la sua elezione a Catholicos, Karekin II venuto a Roma per fare visita a Papa Giovanni Paolo II, con un'ampia delegazione di vescovi e fedeli armeni. In quella circostanza, egli ha ricevuto dal Papa una reliquia di san Gregorio l'Illuminatore, che attualmente collocata per la venerazione dei fedeli nella Cattedrale della Santa Sede di Etchmiadzin. L'anno successivo, il 2001, il Catholicos ha fraternamente e cordialmente ricevuto Papa Giovanni Paolo II nella sua residenza patriarcale a Etchmiadzin. Sua Santit ha anche sostenuto il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali, inviando qualificati rappresentanti agli incontri annuali della Commissione. Tali impegni ecumenici non sono per lui degli appuntamenti formali. Al contrario, essi costituiscono una parte essenziale dell'impegno personale che il Catholicos vuole offrire alle generazioni pi giovani, e dello spirito nel quale vuole educarle, un esempio di cordiale apertura verso le altre Chiese e Comunit ecclesiali. Nella sua lezione dottorale, Karekin II ha affrontato il tema delle sfide contemporanee della Chiesa armena e le sue attivit educative spirituali e cristiane. Illustrando la storia della Chiesa armena, dalla sua nascita ai tempi pi recenti, segnati, dopo la fine dell'Urss, dalla proclamazione dell'indipendenza dello Stato armeno, nel 1991, Karekin II ha sottolineato come la fede in Cristo sia componente essenziale della stessa identit armena: per gli armeni, ha detto citando lo storico connazionale Yeghish, la fede cristiana non mai stata sostituibile come una veste ma piuttosto stata il colore stesso della loro pelle (...) Nel corso della storia, il popolo armeno stato fatto oggetto di indicibili crimini e persecuzioni ma non ha mai abbandonato le fede e l'amore per Ges Cristo. vita contemporanea caratterizzata da uno spirito ecumenico che spinge ad assicurare alle nuove generazioni di preti un'adeguata preparazione. A tal fine, a un sempre pi grande numero di giovani preti data l'opportunit di continuare gli studi superiori in varie istituzioni teologiche oltreconfine. Oggi, giovani preti della Chiesa armena stanno portando a termine gli studi a Roma o comunque in diverse universit cattoliche (...) In questa occasione ha concluso Karekin II rivolgendosi ai presenti vogliamo esprimere apprezzamento e ringraziamento alla Chiesa cattolica romana per il suo fornire ai giovani preti armeni le opportunit di proseguire la loro educazione in istituti di istruzione superiore. La nostra benedizione e il nostro apprezzamento vanno anche al rettore della Pontificia Universit Salesiana, Mario Toso, e al consiglio accademico, per averci conferito questo dottorato onorario a riconoscimento del nostro lavoro e dei nostri sforzi nel campo dell'educazione cristiana e dell'educazione dei giovani.

W
L'Osservatore Romano in tutte le sue componenti direzione generale, direzione, redazione, anticamera, edizioni periodiche, segreteria, archivi, ufficio correttori, ufficio grafici, ufficio traduzioni, ufficio sviluppo, diffusione e abbonamenti, ufficio fotografico, tipografia, amministrazione partecipa al profondo dolore della famiglia per la morte di

Le nuove sfide del mondo contemporaneo


Le difficolt per il popolo armeno rimangono, ha ricordato in pi di un passaggio Karekin II, e le passate persecuzioni rischiano di essere sostituite dalla repressione culturale oltre i confini dell'Armenia. Di fronte alle sfide del mondo contemporaneo la pastorale giovanile e la formazione dei sacerdoti assumono un ruolo vitale. Molti giovani, dopo aver completato gli studi nei centri e negli istituti di cui stato grande sostenitore lo stesso Karekin II, si recano oltre confine per completare la loro preparazione. Un percorso che conduce inevitabilmente al confronto con le altre confessioni cristiane. Ha detto il Catholicos di tutti gli Armeni: Nel campo delle relazioni fra le Chiese, la nostra

MAURO MEDICHINI
che per un quarantennio ha generosamente servito il giornale della Santa Sede, del quale stato redattore nel servizio Esteri dal 1970 al 1996. La messa esequiale sar celebrata venerd 9 maggio alle ore 12 nella chiesa di Santa Aurea a Ostia Antica. Citt del Vaticano, 7 maggio 2008.
.

Un'intensa azione ecumenica


A favore dell'educazione religiosa dei giovani, si dice ancora nel decreto, Karekin II ha dedicato energie e fatiche, rendendo cos possibile l'accordo con le autorit politiche della Repubblica Armena per l'insegnamento della storia della Chiesa armena nelle scuole pubbliche. Attento alle condizioni di vita della Chiesa armena, ha promosso con molti interventi la vita cristiana delle singole parrocchie e comunit, contribuendo alla soluzione di problemi e fornendo i mezzi per una valida attivit di annuncio, di solidariet, di comunione e di culto. Si afferma ancora nel

W
Mario Agnes profondamente colpito per la morte di

MAURO MEDICHINI
partecipa con affetto al dolore dei familiari. Citt del Vaticano, 7 maggio 2008.
.

gioved 8 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Il saluto di Benedetto XVI al patriarca Karekin II durante l'incontro sul sagrato della basilica Vaticana

pagina 7

Approfondiamo lo spirito di amicizia per crescere nell'unit


Un ringraziamento per l'impegno personale profuso nella crescente amicizia fra Chiesa apostolica armena e Chiesa cattolica stato rivolto da Benedetto XVI al Patriarca Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni, all'inizio dell'udienza generale di mercoled mattina, 7 maggio, in piazza San Pietro. Questa una nostra traduzione italiana delle parole del Papa:

It is my great joy today to greet His Holiness Catholicos Karekin II, Supreme Patriarch and Catholicos of All Armenians, and the distinguished delegation accompanying him. Your Holiness, I pray that the light of the Holy Spirit will illumine your pilgrimage to the tombs of the Apostles Peter and Paul, the important meetings you will have here, and particularly our personal conversations. I ask all who are present today to pray for God's blessing upon this visit. Your Holiness, I thank you for your personal commitment to the growing friendship between the Armenian Apostolic Church and the Catholic Church. In 2000, soon after your election, you came to Rome to meet Pope John Paul II, and a year later, you graciously received him in Holy Etchmiadzin. You came once again to Rome together with many Church leaders from East and West, for the funeral liturgy of Pope John Paul II. I am sure that this spirit of friendship will be further deepened during the coming days. In an external niche of Saint Peter's Basilica, there is a fine statue of Saint Gregory the Illuminator, founder of the Armenian Church. It serves to remind us of the severe persecutions suffered by Armenian Christians, especially during the last century. Armenia's many martyrs are a sign of the power of the Holy Spirit working in times of darkness, and a pledge of hope for Christians everywhere. Your Holiness, dear Bishops and dear friends, together with you I implore Almighty God, through the intercession of Saint Gregory the Illuminator, to help us grow in unity, in one holy bond of Christian faith, hope and love.

Con grande gioia saluto oggi Sua Santit il Catholicos Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, e la distinta delegazione che l'accompagna. Santit, prego affinch la luce dello Spirito Santo illumini il suo pellegrinaggio sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, gli importanti incontri che avr qui e, in particolare, i nostri colloqui personali. Chiedo a quanti sono presenti oggi di pregare affinch Dio benedica questa visita. Santit, la ringrazio per l'impegno personale profuso nella crescente amicizia fra Chiesa apostolica armena e Chiesa cattolica. Nel 2000, subito dopo la sua elezione, venuto a Roma per incontrare Papa Giovanni Paolo II e, un anno dopo, lo ha affabilmente ricevuto nella Santa Etchmiadzin. Per le sue ese-

quie venuto di nuovo a Roma insieme a numerosi responsabili ecclesiali d'oriente e d'occidente. Sono certo che questo spirito di amicizia verr ulteriormente approfondito nei prossimi giorni. Una nicchia esterna della Basilica di San Pietro ospita l'elegante statua di san Gregorio l'Illuminatore, fondatore della Chiesa armena. Ci ricorda le dure persecuzioni subite dai cristiani armeni, in particolare nello scorso secolo. Molti martiri armeni sono un segno della forza dello Spirito Santo all'opera in tempi bui e un pegno di speranza per i cristiani ovunque. Santit, cari Vescovi e cari amici, insieme a voi imploro Dio Onnipotente, mediante l'intercessione di san Gregorio l'Illuminatore, di aiutarci a crescere nell'unit, in un unico, santo vincolo di fede, speranza e amore cristiani.

Il Catholicos: fraternit e riconciliazione tra i popoli


Pubblichiamo in una nostra traduzione italiana il messaggio che Karekin II, Patriarca supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, ha pronunciato in risposta al saluto di Benedetto XVI:

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rendiamo grazie al Signore, che, attraverso il cortese invito di Sua Santit, ci ha offerto l'opportunit di visitare ancora una volta la citt eterna di Roma e la Santa Sede della Chiesa cattolica. Sono giunto dal centro e dalla sede spirituali della santa Chiesa apostolica armena, la Sede Madre di Santa Etchmiadzin, con i miei alti dignitari ecclesiali e le mie figlie e i miei figli preziosi e pii di tutto il mondo, e mediante l'abbraccio fraterno con Sua Santit, testimonio l'amore divinamente ordinato fra le Chiese cattolica e armena, che stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (Rm 5,5). Caro Fratello in Cristo, oggi, alla vigilia

della Festa di Pentecoste, quando uniamo le nostre preghiere a quelle sue, Santit, e dei fedeli, lodiamo e glorifichiamo lo Spirito Santo, che fonte di unit e trasforma con la grazia i nostri passi lungo vie di fraternit, passi che vengono fatti per gloria di Dio e derivano dall'amore di Cristo, per la pace nel mondo e una vita benedetta per l'umanit. Nonostante nella storia abbiamo percorso diversi cammini e vissuto diverse esperienze, siamo tutti figli dell'unico Dio e siamo tutti fratelli e sorelle nel suo amore santo. Nella nostra diversit sta la nostra unit di amore, testimonianza autentica del fatto che siamo figli di Dio. Nella fraternit e nell'amore di Cristo non devono essere ammessi intolleranza e scontro. L'umanit ha gi sofferto molto. Anche oggi il Creato, l'ambiente che ci circonda, minato da disaccordi fra le religioni, da guerre e terrorismo, dagli effetti della povert e della negligenza. I nostri fratelli e le nostre sorelle soffrono in Medio Oriente e in molte altre regioni del mondo, dove donne e bambini, an-

ziani e disabili sono minacciati dal disaccordo e dalla divisione, dalla concorrenza iniqua e dall'ostilit. Questa non la volont di Dio. Questa non la nostra vocazione. Aneliamo a una vita di pace, di creazione e di creativit, a poter utilizzare le grazie che lo Spirito Santo ci dona, a promuovere l'instaurazione dell'unit e della solidariet con l'amore di Ges Cristo e il messaggio del Vangelo poich tutto concorre al bene di coloro che amano Dio (Rm 8, 28). Noi armeni siamo sopravvissuti al genocidio e conosciamo bene il valore dell'amore, della fraternit, dell'amicizia, della pace e di una vita sicura. Oggi, molti Paesi del mondo riconoscono e condannano il genocidio commesso contro il popolo armeno dagli ottomani, come ha fatto la Santa Sede con Papa Giovanni Paolo II di venerata memoria, durante la mia visita fraterna a Roma nel 2000. Offrendo preghiere alla sua luminosa memoria, io, quale Pontefice degli Armeni, chiedo a tutte le nazioni e a tutti i paesi di condannare universalmente tutti i genocidi che si so-

no verificati nella storia e quelli che continuano ancora oggi affinch chi detiene il potere e l'autorit comprenda le proprie responsabilit e le conseguenze di quei crimini che sono stati e continuano a essere commessi contro il Creato, e comprenda anche che la negazione di tali crimini una ingiustizia pari al commetterli. In questo gioioso momento di preghiera, ci rivolgiamo con sincerit a Nostro Signore nei cieli affinch conservi il nostro pianeta indisturbato in armonia, fraternit e riconciliazione fra i popoli. Che Dio Onnipotente con il suo sguardo vigile mantenga costante le nostre due Chiese, proteggendo Sua Santit sotto la sua mano destra provvida, accordandogli molti anni di regno benedetto per condurre la Chiesa cattolica con la sua visione e la sua particolare saggezza su pascoli erbosi... e ad acque tranquille (Sal 23). Che l'amore e la grazia di nostro Signore Ges Cristo sia con tutti noi, ora e sempre. Amen.

I gruppi presenti all'udienza generale in piazza San Pietro


All'udienza generale di mercoled 7 maggio 2008 in Piazza San Pietro, erano presenti Sua Santit Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, con il Seguito; e i seguenti gruppi: Da diversi Paesi: Partecipanti al Capitolo Generale delle Suore della Santa Famiglia di Bordeaux; Suore della Congregazione di Ges-Maria; Religiose Infermiere partecipanti al Corso promosso dall'USMI; Pellegrinaggio delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, in occasione della Beatificazione di Maria Maddalena dell'Incarnazione; Partecipanti agli Internazionali di Tennis BNL d'Italia al Foro Italico di Roma; Partecipanti al Corso promosso dal Consorzio per la Formazione Internazionale. Dall'Italia: Pellegrinaggio delle Scuole delle Maestre Pie Venerini; Novizi Salesiani; Gruppi di Fedeli dalle Parrocchie: Santa Maria Valverde, in Padernello; Santi Agostino e Domenico, in Recanati; Beata Vergine Maria Immacolata, in Sesto Fiorentino; Santa Maria Madre di Dio, in Ponte a Poppi; San Secondiano; San Francesco, in Chiusi Citt; Santi Cosma e Damiano, in Roccascalegna; Santa Lucia, in Pontestorto di Castelnuovo di Porto; Sant'Andrea, in Vallerano; San Giovanni Battista, in Canosa di Puglia; San Michele, in Terlizzi; San Nicola, in Mola di Bari; Maria Regina, in Antonelli; San Pietro, in Avella; San Michele, in Episcopio di Sarno; Immacolata, in Amato; Maria Santissima Mamma Nostra, in Bivongi; Parrocchie di San Giuseppe Vesuviano e di Terzigno; Ufficiali, Sottufficiali e Militari del 4 Stormo Amedeo d'Aosta, di Grosseto; Dirigenti, Amministratori e Calciatori della Squadra di Calcio dell'Inter; Gruppo Premio San Donnino d'Oro, di Fidenza; Associazione cristiana artigiani italiani, di Cerea; Associazione nazionale emodializzati; Associazione AVIS, di Ruvo di Puglia; Associazione volontari diabetici Valdarno; Gruppo dell'UNITALSI, di Conversano-Monopoli; Gruppo della Societ Selex Sistemi integrati, di Giugliano in Campania; Circolo CRAL Dipendenti Regione Molise; Gruppi delle Ditte Orion, di Trieste; e Metalfar, di Cesana Brianza; Gruppo delle Glorie del Ciclismo Triveneto; Gruppo folkloristico I Cantori della Valnerina, di Ferentillo; Gruppi di Studenti: Istituto Galizia, di Nocera Inferiore; Istituto Omodeo, di Scisciano; Istituto Santa Caterina, di Pisa; Istituto Madri Pie Franzoniane, di La Spezia; Istituto Aurispa, di Noto; Istituto Solimena, di Forenza; Istituto Leonardo da Vinci, di Ispica; Istituto Madre Teresa di Calcutta, di Campodipietra; Istituto San Paolo, di Milano; Istituto Alberghiero, di Aversa; Istituto Piccinni, di Bari; Istituto Orsoline San Carlo, di Como; Istituti comprensivi di Copertino, Capo d'Orlando, Montalto di Castro; Scuola Nasi, di Trapani; Scuola Montalbetti, di Reggio Calabria; Scuola Mamma Provvidenza, di Patern; Scuola Leonardi, di Roma; Scuola Mazzini, di Bari; Scuola Corrado Alvaro, di Trebisacce; Scuola Via Stoccolma, di Cagliari; Scuola San Francesco Saverio, di Sarno; Scuola GiustiGramsci, di Monsummano Terme; Scuola Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario, di Guardea; Scuola elementare, di Roseto Capospulico; Circoli Didattici di Mendicino, Gravina in Puglia, Andria, Tempio Pausania, Fornovo di Taro, Sant'Antioco; Gruppi di Fedeli da: San Filippo del Mela, Milano, Trasacco, Brescia, Badia Polesine, Padova, Madonna dell'Arco, Miane, Erba, Cerignola. Coppie di Sposi novelli. I polacchi: Bp Tadeusz Pieronek; pielgrzymi z parafii: w. Jzefa z Gorzowa Wielkopolskiego, Narodzenia Najwitszej Maryi Panny ze Zotoryi w diecezji legnickiej, Nawiedzenia Najwitszej Maryi Panny ze Skomielnej Czarnej w archidiecezji krakowskiej, Matki Boej Dobrej Rady ze Zgierza w archidiecezji dzkiej; Gimnazjum Sistr Urszulanek z Wrocawia; Biuro Pielgrzymkowe Ksiy Pallotynw z Warszawy; pielgrzymki: z Kalisza, Sieradza, rodzin z Krakowa i rowerowa z Wilna do Sydney; pracownicy Kopalni Wgla Kamiennego Chwaowice z Rybnika z rodzinami; Gminny Orodek Kultury z Komornik koo Poznania; grupy turystyczne z odzi, Opola i Warszawy; pielgrzymi indywidualni. Gruppi di Fedeli da: Croazia, Ungheria, in occasione della Visita ad Limina dei Vescovi Ungheresi. De France: Paroisse Saint-Hilaire, du Harcouet; Lyce Bossuet, de Lannion; Institution Sainte-Jeanne d'Arc, de Colombes; groupes de plerins de Meaux, Monistrol-sur-Loire, Paris, Nice. De Suisse: Chur de la Concordia, d'Ayent; Corps de Musique, de Bulle. Du Liban: Surs de la Congrgation du Rosaire. Du Canada: Chur Neil-Michaud, de Moncton. From Various Countries: Delegates participating in the Annual Conference of The Canon Law Society of Great Britain and Ireland. From England: Pilgrims from St Peter's Church of England Parish, Wisborough Green. From Scotland: Pilgrims from Firpark School, Motherwell. From Australia: Our Lady of the Assumption Parish Prayer Group, Archdiocese of Sydney; St Aidan's Catholic Parish Prayer Group, Diocese of Parramatta. From India: A group of pilgrims from Madras. From Indonesia: A group of pilgrims. From Korea: A group of Religious Sisters. From Canada: Pilgrims from Divine Infant Parish, Orleans, Ontario. From Guam: Pilgrims from St Teresita Church. From the United States of America: Pilgrims from the Diocese of Green Bay, led by the Bishop Emeritus; Pilgrims from the following parishes: Vincent de Paul, Fort Myers, Florida; St Patrick, Urbana, Illinois; St Augustine, Winnebago, Nebraska; Transfiguration of the Lord, Sandusky, Ohio; St Raphael, El Paso, Texas; St Mary, Spokane, Washington; Students from St Thomas More University, Bowling Green, Ohio; A group of Chaminade Scholars from the University of Dayton, Ohio. Aus der Schweizerischen Eidgenossenschaft: Familienangehrige, Verwandte und Bekannte von Schweizergardisten, welche anlsslich der Vereidigung der Garde nach Rom gereist sind; Freunde und Gnner der Ppstlichen Schweizergarde, welche anlsslich der Vereidigung der Garde nach Rom gereist sind; Schweizer Tambouren- und Pfeiferverband, welcher an der Vereidigung der Ppstlichen Schweizergarde teilgenommen hat; Pilger aus verschiedenen Orten zusammen mit Ministranten aus Unteriberg; Kantonschule Limmattal, Zrich. Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppen aus den Pfarrgemeinden St. Josef, Babenhausen; St. Kilian, Donaueschingen; St. Josef, Dsseldorf; St. Gertrud aus Dsseldorf-Eller; Seelsorgebereich Dsseldorf Oberbilk; Pfarrei St. Peter und Paul, Frankfurt; St. Luzia, Fridolfing; Wallfahrer der Seelsorgeeinheit St. Luzius Hechingen; St. Martin, Marktoberdorf; Pfarreiengemeinschaft Obere Saar; St. Peter u. Paul, Oesede; St. Maria, Starnberg; St. Augustinus, Willingen; Pilgergruppen aus dem Bistum Hamburg; Bistum Limburg; Bistum Trier; Pilgergruppen aus Aachen; Bad Godesberg; Eppelborn; Gndlkofen; Kolbermoor; Landshut; Oberndorf am Neckar; Mudau; aus dem Oldenburger Mnsterland; Sossenheim bei Frankfurt; Wolterdingen; Evangelisches Dekanat, Bernhausen; Mitglieder des Ordens des Hl. Lazarus, Ermlandhaus; Kath. Bildungswerk, Horb; Katholische Kroatische Mission in Kln; Polizeiseelsorge Mnster; Gruppe des Katholischen Ferienwerks Oberhausen; Kolpingwerk Dizesanverband Paderborn; Kath. Seelsorgeeinheit Pfinztal; Mitarbeiter der Stiftung Regensburger Domspatzen; Freundeskreis aus der Pfarrei St. Antonius, Bechen; der Freundeskreis Heckenpfad, Weroth; Camerlohen Gymnasium, Freising; Schler des Gymnasiums Garenfeld, Hagen; Klasse 12 des Wirtschaft-Gymnasiums, hringen; Schlerinnen des St. FranziskusGymnasiums in Kaiserslautern; Jugendgruppe der Pfarrei St. Nikolaus, Kiel; Johannes-Gymnasium, Lahnstein; Max-Dingler-Hauptschule Murnau; Konrad-Adenauer-Realschule, Pforzheim; Schlergruppe des Kant-Gymnasiums, Pirmasens; Mdchenrealschule St. Klara, Rottenburg; Schler des Schwarzwaldgymnasiums Triberg; Angela-Merici-Gymnasium, Trier; Schlerlgruppe aus der Dizese Trier; St. Ursula Gymnasium, Villingen; Gruppen der Kaufmnnischen Schulen Wangen; Cusanus Gymnasium, Wittlich. Aus der Republik sterreich: Delegation des sterreichischen Fuballbundes; in Begleitung von Weihbischof Dr. Franz Lackner; Pilgergruppe aus der Dizese Feldkirch; aus Hallein; Stegersbach; Schlergruppe der Hauptschule Wlbing (Austria). Aus der Provinz Bozen Republik Italien: Die Sdtiroler Buerinnenorganisation; Schler aus Bozen. Uit het Koninkrijk der Nederlanden: Groep koorzangers uit de Sint Paulusparochie te Epen; Scholengemeenschap Groenewald, Stein. De Espaa: Consejo de Administracin de la entidad Ahorro Corporacin; grupo coral Veus Amigues, de Palma de Mallorca; grupos de peregrinos de Santiago de Compostela y TuiVigo. De Mxico: grupos de peregrinos. Do Brasil: grupo do Santurio Santa Terezinha do Menino Jesus, de Botucatu e grupos de visitantes.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
stata inaugurata nel marzo scorso a Doha ed intitolata a Nostra Signora del rosario

gioved 8 maggio 2008

Il saluto ai fedeli della prima parrocchia del Qatar


All'udienza generale di Benedetto XVI ha salutato un gruppo di fedeli del Qatar presenti tra i trentamila in piazza San Pietro mercoled 7 maggio. Provengono dalla prima parrocchia cattolica del Paese a maggioranza musulmana, quella di Nostra Signora del rosario, consacrata il 16 marzo scorso a Doha per le necessit dei centoquarantamila cattolici che vivono nel piccolo emirato.

wir einen Fuballtag: Es ist nmlich auch Inter da, die wichtige italienische Mannschaft, und wir freuen uns darber. Der Heilige Geist hilft uns, als Christen Zeugnis zu geben und Gutes zu wirken. Der Herr begleite euch und eure Lieben alle Tage mit seiner Gnade. Queridos hermanos y hermanas: Saludo cordialmente a los peregrinos y visitantes de lengua espaola venidos de Espaa, Mxico y otros pases latinoamericanos. Exhorto a todos a orar incesantemente por el progreso ecumnico, pues la plegaria es el corazn del camino hacia la unidad entre los cristianos. Muchas gracias por vuestra visita. Amados peregrinos de lngua portuguesa, a minha saudao de boasvindas para todos vs neste ms de Maio, que tradicionalmente chama o povo cristo a multiplicar os seus gestos dirios de venerao e imitao de Nossa Senhora. Mostrai-vos agradecidos, no regateando a Deus o tempo que Lhe deveis. Rezai o tero todos os dias! Deixai a Virgem Me possuir o vosso corao: confiai-lhe tudo o que sois, tudo o que tendes! E Deus ser tudo em todos... Isto o que mais desejo a todos os presentes vindos de modo especial do Brasil, nomeadamente do Santurio Santa Terezinha do Menino Jesus em Botucatu ao conceder-vos, extensiva aos familiares, a minha Bno Apostlica. Witam przybyych do Rzymu Polakw. Jutro w waszej Ojczynie przypada uroczysto witego Stanisawa, gwnego patrona Polski. Jak Dobry Pasterz, ktry daje ycie za owce, sta na stray adu moralnego i praw Kocioa. Niech troska o zachowanie przykaza Boych i o sprawy Kocioa przenika wasze rodziny, parafie, kadego z was. Niech Chrystus bdzie fundamentem waszego ycia.

Chers frres et surs, Je suis heureux de vous accueillir, chers plerins francophones, en particulier le groupe de Saint-Hilaire du Harcouet, avec Monseigneur Georges Dupont, Evque mrite de Pala, les groupes venus de Suisse pour la crmonie du serment de la Garde Suisse Pontificale et les religieuses de la Congrgation du Rosaire du Liban. Que l'Esprit Saint fasse de vous les messagers de Dieu jusqu'aux extrmits de la terre. Avec ma Bndiction apostolique. Dear Brothers and Sisters, I offer a warm welcome to the Delegates taking part in the Annual Conference of the Canon Law Society of Great Britain and Ireland. I am also pleased to greet the pilgrims from Our Lady of the Rosary Church in Qatar. Upon all the English-speaking pilgrims, especially those from England, Scotland, Australia, India, Indonesia, Korea, Canada, Guam and the United States, I cordially invoke Almighty God's abundant blessings of joy and peace. Liebe Brder und Schwestern! Sehr herzlich heie ich die Pilger aus den Lndern deutscher Sprache willkommen. Einen besonderen Gru richte ich an die Eltern, Verwandten und Gste der Schweizergardisten, die anllich der Vereidigung der neuen Rekruten nach Rom gekommen sind. Ebenso gre ich die Abordnung des sterreichischen Fuballbundes. Heute haben

[Saluto i Polacchi venuti a Roma. Domani nella vostra Patria ricorre la solennit di san Stanislao, il principale patrono della Polonia. A immagine del Buon Pastore che d la vita per le sue pecore Egli vigilava sull'ordine morale e proteggeva i diritti della Chiesa. Invito le vostre famiglie, le parrocchie e ognuno di voi a mantenere il rispetto dei comandamenti e la cura per la Chiesa. Che Cristo sia il fondamento della vostra vita]. Szeretettel kszntm a Magyar Pspki Kar tagjait, akik ad limina ltogatson vannak itt. Isten hozta a magyar hveket, klnsen is azokat, akik nagy szmban a Pcsi Egyhzmegybl jttek. Ez a rmai t erstsen meg benneteket a Szent Pter utdja irnti szeretetben. Szvesen adom rtok s csaldjaitokra apostoli ldsomat. Dicsrtessk a Jzus Krisztus! [Saluto con affetto i Membri della Conferenza episcopale ungherese, che sono arrivati per la visita ad limina. Saluto inoltre tutti i fedeli ungheresi, specialmente il folto gruppo arrivato dalla Diocesi di Pcs. Questa visita romana approfondisca il vostro amore per il successore di san Pietro. Volentieri benedico voi e le vostre famiglie. Sia lodato Ges Cristo!]. Pozdravljam sve hrvatske hodoasnike, a osobito vjernike upe Svih Svetih iz Sesveta te Hrvatske Katolike Misije iz Klna. esto zazivajte Duha Svetoga kao to su to inili apostoli iekujui blagdan Pedesetnice, da i vi budete uvjerljivi svjedoci uskrslog Gospodina. Hvaljen Isus i Marija! [Saluto i pellegrini croati, particolarmente i fedeli della parrocchia di Tutti i Santi di Sesvete e della Missione Cattolica Croata di Kln. Invocate spesso lo Spirito Santo come hanno fatto gli apostoli aspet-

tando il giorno delle Pentecoste, affinch anche voi siate testimoni convincenti del Signore risorto. Siano lodati Ges e Maria!]. Saluto i pellegrini di lingua italiana. In particolare, rivolgo un cordiale pensiero al pellegrinaggio promosso dalle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento in occasione della beatificazione di Maria Maddalena dell'Incarnazione, ed incoraggio a promuovere sempre pi l'amore per l'Eucarestia affinch sorgano, accanto ad ogni Monastero dell'Ordine, gruppi di adoratori. Si realizzer cos l'anelito della vostra Beata Fondatrice che amava ripetere: Ges sia da tutti conosciuto, amato, adorato e ringraziato ogni momento nel SS.mo e Divinissimo sacramento. Saluto i rappresentanti delle Scuole delle Maestre Pie Venerini che ricordano il 280 anniversario di morte della Fondatrice, ed auspico che il loro pellegrinaggio a Roma sia ricco di frutti spirituali. Saluto i Dirigenti e i calciatori dell'Inter, nel centesimo anniversario di fondazione, e colgo l'occasione per sottolineare ancora una volta l'importanza dei valori morali dello sport nell'educazione delle nuove generazioni. Un affettuoso saluto rivolgo poi agli studenti del Circolo didattico di Sant'Antioco e a quelli dell'Istituto Madre Teresa di Calcutta, di Campodipietra. Desidero, infine, salutare i giovani, i malati e gli sposi novelli. Cari giovani, in questo mese di maggio da poco iniziato, che la tradizione popolare dedica a Maria, imparate da Lei a compiere sempre la volont di Dio. Contemplando la Madre di Cristo crocifisso, voi, cari malati, sappiate riconoscere il valore salvifico di ogni croce; e voi, cari sposi novelli, affidatevi alla protezione della Santa Vergine, per creare nella vostra famiglia quel clima di preghiera e di serenit che regnava nella casa di Nazareth.

L'abbraccio fraterno tra il Pontefice e il Catholicos


Una visita fraterna che, con la preghiera e la migliore conoscenza reciproca, incrementa la nostra amicizia e offre ancora nuove opportunit di dialogo e collaborazione. Ha parole di grande speranza Karekin II, CatholicosPatriarca supremo di tutti gli armeni, presentando a L'Osservatore Romano le motivazioni della sua visita a Benedetto XVI. Sono molto felice di questo incontro con il Papa e sono certo che insieme ai cattolici continueremo a dare un contributo comune alla causa della nostra unit e anche per garantire un futuro di pace nel mondo ha affermato il Catholicos che, nella mattina di mercoled 7 maggio, ha incontrato il Papa in occasione dell'udienza generale in piazza San Pietro. In precedenza la visita alla Basilica Vaticana. Alle 9.30 stato accolto dal cardinale arciprete Comastri e dal cardinale Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani, accompagnato dal segretario, monsignor Farrell. Con il suo seguito, composto da diciannove vescovi dell'Armenia e della diaspora (Usa, Iraq, Francia, Russia, Brasile, Canada, Germania, Georgia, Egitto, Siria oltrech Gerusalemme e Costantinopoli), il Catholicos ha pregato davanti alla tomba di san Pietro e di Giovanni Paolo II dove ha recitato una preghiera ricordando di averlo ospitato nella sua residenza, a Etchmiadzin, nel settembre 2001. Poi Karekin II ha intonato un inno della tradizione armena davanti alla statua di san Gregorio l'Illuminatore, collocata in una nicchia esterna della basilica. Quindi, alle 10.45, stato accolto da Benedetto XVI al centro del sagrato di piazza San Pietro. Il Papa e il Catholicos si sono scambiati un fraterno abbraccio e insieme hanno preso posto sul palco. Alle parole di benvenuto di Benedetto XVI, Karekin II ha risposto con il suo saluto. Un inno armeno, intonato da un coro di sei cantori, ha concluso questo importante momento. Il Catholicos ha poi preso posto accanto al palco e il Papa ha dato inizio all'udienza generale. Al termine, dopo la benedizione, Karekin II ha salutato Benedetto XVI: si rivedono venerd mattina. Intanto, nel pomeriggio del 7 maggio per il Catholicos laurea honoris causa conferita dalla Pontificia Universit Salesiana. Gioved sar al Pontificio Collegio Armeno, alla Basilica di San Bartolomeo e al Pontificio Istituto Orientale. Venerd, dopo l'incontro con il Papa, la preghiera a San Paolo. All'udienza generale c'erano oltre trentamila persone. Era anche presente la squadra dell'Inter per il centenario di fondazione. Il capitano, l'argentino Zanetti, ha donato al Papa due magliette. Sono cattolico e praticante fin da bambino e credo fermamente che senza Cristo l'uomo non possa vivere pienamente spiega il calciatore . La benedizione del Papa uno stimolo in pi per farci comprendere il nostro ruolo di testimoni cristiani, in famiglia e nello sport, e il dovere di stare vicino alle persone meno fortunate, soprattutto i bambini. questo, dice il presidente Moratti, lo spirito di Inter Campus: un progetto che coinvolge novemila ragazzi, tra gli otto e i quattordici anni, in diciassette paesi. Prima di lasciare la piazza il Papa ha incontrato Carlo Castagna, marito, padre e nonno di tre vittime della strage di Erba. Castagna ha voluto testimoniare la sua esperienza spirituale di perdono degli assassini dei suoi cari.

L'arcivescovo Filoni presiede la cerimonia di giuramento di trentatr reclute della Guardia svizzera

Tre dita alzate al cielo per giurare fedelt al Papa


Trentatr volte risuonata la formula del giuramento delle reclute della Guardia svizzera pontificia scandita a voce alta nel cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico, nel pomeriggio del 6 maggio. il giorno in cui si commemora il sacrificio di 147 militi che offrirono la loro vita per difendere il Papa nel corso del Sacco di Roma del 1527. Davanti alla bandiera del Corpo, i giovani alabardieri hanno promesso di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Sommo Pontefice Benedetto XVI e i suoi legittimi successori, come pure di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, ove occorra, anche la vita per la loro difesa. Il gesto simbolico di afferrare la bandiera con la mano sinistra e di tenere tre dita aperte della mano destra protese in alto durante il giuramento, indica la volont di invocare la protezione della Santissima Trinit. La cerimonia iniziata quando l'orologio di San Damaso ha dato i rintocchi delle ore 17. Gli alabardieri in alta uniforme hanno fatto il loro ingresso preceduti dai tamburi e dalla bandiera del Corpo. Hanno marciato nel cortile fino a schierarsi davanti al comandante colonnello Elmar Theodor Mder, al vice comandante tenente colonnello Jean Daniel Pitteloud, al cappellano monsignor Alain de Raemy e agli ufficiali e sottoufficiali in alta uniforme. A presiedere la cerimonia a nome del Papa stato l'arcivescovo Fernando Filoni, sostituto della segreteria di Stato, accompagnato dall'arcivescovo James Michael Harvey, Prefetto della Casa Pontificia, e da monsignor Fortunatus Nwachukwu, Capo del protocollo della segreteria di Stato. Dopo l'esecuzione dell'inno pontificio e dell'inno svizzero da parte della banda musicale della Guardia svizzera, il comandante Mder ha rivolto ai presenti un breve discorso, nel quale ha sottolineato i sacrifici che attendono le giovani reclute e che necessitano di forza di volont e di motivazione: Resistere per due ore sotto la pioggia in piazza San Pietro; rientrare in caserma a mezzanotte mentre fuori la festa al suo culmine. Attenersi alla morale della Chiesa, non perch si deve, ma perch si vuole, rappresenta per i giovani nella nostra societ una

Joo Evangelista Pimentel Lavrador vescovo ausiliare di Porto (Portogallo)


La nomina di oggi (cfr Nostre informazioni a pagina 1) riguarda la diocesi di Porto, in Portogallo, cui stato assegnato un ausiliare nella persona di Joo Evangelista Pimentel Lavrador. Nato il 18 febbraio 1956 a Seixo de Mira, diocesi di Coimbra, stato ordinato sacerdote il 14 giugno 1981. Viceparroco a Pombal, ha poi diretto il segretariato diocesano di pastorale giovanile. Dal 1986 segretario del consiglio presbiterale. stato nominato rettore del seminario nel 1991 e nel 1998 direttore dell'istituto universitario Giustizia e Pace. Dal 1999 canonico e cappellano del Carmelo di Coimbra e dal 1997 pro-vicario generale della diocesi di Coimbra.

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice

Cappella Papale Celebrazione Eucaristica della Domenica di Pentecoste


NOTIFICAZIONE
L'11 maggio 2008, Domenica di Pentecoste, alle ore 10, il Santo Padre Benedetto XVI celebrer nella Basilica Vaticana la Santa Messa della Solennit. Alla Celebrazione sono invitati i fedeli della diocesi di Roma e i pellegrini presenti in citt. sione nella Basilica Vaticana per occupare il posto che verr loro indicato. Quanto all'abito richiesto, per accedere alla Cappella Pontificia, vorranno attenersi alle seguenti indicazioni: i Signori Cardinali, i Patriarchi, gli Arcivescovi e i Vescovi: sulla veste propria, indosseranno il rocchetto, la mozzetta e la berretta; gli Abati e i Religiosi: il proprio abito corale; i Prelati: il rocchetto e la mantelletta, o la cotta, sopra la veste paonazza con fascia paonazza e la berretta secondo il loro grado; i Cappellani di Sua Santit: la cotta sopra la talare filettata con fascia paonazza. Citt del Vaticano, 6 maggio 2008. Per mandato del Santo Padre Mons. GUIDO MARINI Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie

vera sfida. Successivamente, il cappellano della Guardia svizzera, monsignor de Raemy, ha tenuto un discorso e letto il giuramento nelle lingue della Confederazione elvetica: tedesca, francese, italiana e romanza. Il cappellano ha ricordato le parole dell'antico vescovo di Lausanne, Genve e Fribourg, monsignor Marius Besson, il quale nel 1927 affermava: I nostri compatrioti che, da oltre 400 anni, hanno l'onore di formare la Guardia personale del Papa, non servono uno straniero. Si dedicano per il Padre comune dei fedeli. Per questo, monsignor de Raemy ha esortato le reclute: Voi non siete effettivamente dei mercenari che servono uno straniero. Siete dei cristiani che riconoscono in Benedetto XVI il successore di san Pietro.

a questo padre comune dei fedeli che consacrate le vostre forze, e perfino la vostra vita, il tempo del vostro servizio qui. Qui, siete a casa vostra, come tutti i cattolici. Qui accogliete i cristiani e i non cristiani del mondo. Il 15 settembre 1970 ha proseguito il prelato l'effettivo della Guardia svizzera pontificia era sceso al limite pi basso della sua storia: restavano solamente 44 guardie! Lo stesso anno per, il servo di Dio Paolo VI decise di mantenere la Guardia Svizzera quale unico corpo militare al servizio del Papa e dello Stato Vaticano. Rivolto ai giovani, il cappellano ha aggiunto: Onoriamo oggi la memoria di tutti coloro che vi hanno preceduti. Alla cerimonia erano presenti i cardinali Edmund Casimir Szoka, Henri

Schwery, Gilberto Agustoni, Attilio Nicora, Georges Marie Martin Cottier, William Joseph Levada, John Patrick Foley, Giovanni Lajolo, Raffaele Farina, numerosi gli arcivescovi e i vescovi, tra i quali, alcuni presuli svizzeri guidati dal vescovo Norbert Brunner, vice presidente della Conferenza episcopale svizzera. Molti i prelati della Curia romana, tra i quali, Gabriele Caccia, Pietro Parolin, Paolo De Nicol, Guido Marini e Guillermo Javier Karcher. Numerosi i membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, tra cui, il Decano e l'ambasciatore della Svizzera. In rappresentanza della Confederazione elvetica erano il presidente del governo del cantone dei Grigioni, Stefan Engler, il comandante dell'esercito svizzero Roland Nef e numerose autorit civili e militari.

* * *
Gli Em.mi Signori Cardinali, che desiderano concelebrare con il Santo Padre, sono pregati di trovarsi alle ore 9.30 nella Cappella di San Sebastiano della Basilica Vaticana per indossare le vesti sacre, portando con s la mitra bianca damascata.

* * *
Tutti coloro che, in conformit al Motu Proprio Pontificalis Domus compongono la Cappella Pontificia e desiderano partecipare alla celebrazione liturgica, sono pregati di trovarsi alle ore 9.30 presso l'Altare della Confes-

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 108 (44.848)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
venerd 9 maggio 2008

Citt del Vaticano

Benedetto XVI dopo il concerto dell'Orchestra filarmonica e del coro dell'Opera di Shanghai

Il Papa ai pellegrini del patriarcato greco-melkita

Accolgo idealmente in Vaticano l'intero popolo cinese


Il Vaticano spalanca le porte alla tradizione musicale cinese e il Papa accoglie idealmente l'intero popolo del grande Paese asiatico. Il concerto offerto mercoled sera, 7 maggio, dall'Orchestra filarmonica cinese e dal Coro dell'Opera di Shanghai stato un evento di elevato valore e significato, perch ha sottolineato Benedetto XVI ha mostrato la vivace realt del mondo della Cina aiutando a meglio comprendere la storia di un popolo, con i suoi valori e le sue nobili aspirazioni. Per questo il Papa ha rivolto il suo saluto a tutti gli abitanti della Cina, auspicando che le prossime Olimpiadi di Pechino siano un evento di grande valore per l'intera umanit. Il Pontefice ha pronunciato il suo discorso in italiano e in inglese. Il testo in lingua originale, riprodotto in questa pagina, stato distribuito ai cinquecento cinesi presenti nell'Aula Paolo VI.

Il cammino della pace si apra in Medio Oriente


Un cammino di pace si apra per i popoli del Medio Oriente: l'auspicio che Benedetto XVI ha rivolto ai pellegrini del patriarcato di Antiochia dei greco-melkiti, ricevuti in udienza nella mattina di gioved 8 maggio. Il gruppo era guidato dal patriarca Gregorios III Laham che ha presentato al Papa la realt di una Chiesa vitale nonostante le difficolt della situazione sociale e politica che vive la regione mediorientale. La sede del patriarcato si trova a Damasco, in Siria, e Benedetto XVI ha dunque incoraggiato la comunit greco-melkita storicamente legata alla memoria dell'apostolo delle genti a vivere l'anno dedicato a san Paolo (si aprir il 28 giugno) come un'occasione per imprimere nuovo slancio alla testimonianza cristiana. In questa prospettiva assume rilievo la dimensione ecumenica. Il Papa ha chiesto di rendere ancora pi fraterne le relazioni con gli ortodossi e di fare tutto il possibile per abbattere i muri di divisione e di diffidenza che ancora impediscono il raggiungimento della piena unit. Ha anche incoraggiato a proseguire sulla strada del dialogo sincero con i musulmani in modo da risolvere i problemi, cercare la comprensione reciproca e promuovere insieme la giustizia, i valori morali, la pace e la libert. Infine Benedetto XVI ha delineato il ruolo della Chiesa nella politica riferendosi, in particolare, al contesto agitato e a volte drammatico del Medio Oriente. Spetta ai laici e non al clero impegnarsi attivamente e direttamente nella vita politica. La Chiesa deve continuare a proporre la luce del Vangelo per fare in modo che a prevalere siano sempre il bene comune e la giustizia.
PAGINA 8

Giovani e politica

Alla Pontificia Universit Lateranense

La democrazia e l'eredit del Sessantotto


Nell'ambito del congresso nazionale della Federazione Universitaria Cattolica Italiana una riflessione storica di Ernesto Galli della Loggia.
Il Papa ringrazia i musicisti al termine del concerto (nel particolare, il pieghevole con il testo cinese del suo discorso distribuito in cinquecento copie nell'Aula Paolo VI)
PAGINA 4

Quarant'anni dall'Humanae vitae


Si aperto alla Lateranense il convegno Custodi e interpreti della vita. Attualit dell'enciclica Humanae vitae. I lavori si concluderanno il 10 maggio con un'udienza di Benedetto XVI.
JANNE HAALAND MATLARY, PAUL YONNET E RINO FISICHELLA A PAGINA 5

A rilento le autorizzazioni del Governo. I soccorsi raggiungono a fatica le zone pi colpite dal ciclone

Aiuti al Myanmar Giunta militare permettendo


NAYPYIDAW, 8. La giunta militare al potere da quasi mezzo secolo nel Myanmar continua a fornire a rilento i visti d'ingresso a chi vorrebbe portare i primi aiuti alle popolazioni colpite nei giorni scorsi dal devastante ciclone Nargis. Finora, stato concesso il permesso di entrare soltanto ad un gruppo di esperti di nazionalit asiatica dellOnu. Lo ha reso noto il portavoce dellufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha). Gli Stati Uniti sono invece ancora in attesa del via libera per l'atterraggio di aerei cargo con a bordo generi di prima necessit e coperte. Non appena la giunta dar l'assenso agli ingressi nel Myanmar, le Nazioni Unite annunceranno immediatamente un primo pacchetto di almeno dieci milioni di dollari di aiuti. Il denaro sar prelevato dal Cerf, il Fondo centrale per la risposta alle emergenze. La Caritas italiana impegnata da anni con la Chiesa locale ha intensificato gli sforzi per affrontare in modo efficace la fase di urgenza e programmare i primi interventi di riabilitazione. La Caritas presente in Myanmar che ha gi fronteggiato con successo la drammatica situazione dopo il maremoto del dicembre 2004 ha gi iniziato a portare i primi, aiuti alle popolazioni, soprattutto nella diocesi di Pathein. Con il passare dei giorni aumentano sensibilmente le conseguenze del passaggio del ciclone tropicale Nargis. Finora le vittime accertate della catastrofe sono quasi ventitremila. Ma all'appello mancano circa quarantunomila persone, mentre i senzatetto sono pi di un milione. Stimiamo a un milione le persone al momento senzatetto e bisognose di immediata assistenza, ha infatti detto

INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Beatitudine Gregorios III Laham, Patriarca di Antiochia dei Greco-Melkiti (Siria).

NOSTRE

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Raymundo Damasceno Assis, Arcivescovo di Aparecida (Brasile), Presidente del Consiglio Episcopale Latinoamericano (C.E.L.AM.), con il Segretario Generale, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Vctor Snchez Espinosa, Vescovo titolare di Ambia, Ausiliare di Mxico (Messico).

Richard Horsey, portavoce dellufficio dellOnu per il Coordinamento degli affari umanitari, nel corso di un incontro a Bangkok sullemergenza umanitaria nel Myanmar. Un responsabile della giunta militare ha per dichiarato

che nella sola localit di Labutta, situata nel delta dell'Irrawaddy, una delle zone maggiormente colpite dalla furia della tempesta, sarebbero morte pi di ottantamila persone e il novantacinque per cento degli edifici sarebbe crolla-

Al Quirinale giura il Governo guidato da Berlusconi


Il nuovo Governo italiano, guidato da Silvio Berlusconi, giura al Quirinale. Il Presidente del Consiglio ha accettato senza riserva l'incarico affidatogli dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e ha presentato la lista dei ministri, che saranno dodici, pi nove senza portafoglio, formando quello che da molte parti stato definito Governo del Presidente. Il Capo dello Stato ha espresso soddisfazione per i tempi rapidi nel varo dell'esecutivo, tempi consentiti dall'esito chiaro delle elezioni e da una serie di colloqui preliminari e informali dello stesso Napolitano con Berlusconi. Dopo il giuramento, nel primo Consiglio dei ministri saranno decise le deleghe dei ministri senza portafoglio. Nel consiglio successivo saranno nominati i sottosegretari. Mercoled previsto il voto di fiducia alla Camera e il giorno successivo al Senato.
PAGINA 3

IL

TESTO PRONUNCIATO DAL

PAPA

E I SERVIZI A PAGINA

to. E nell'intera area, circa cinquemila chilometri quadrati di territorio rimangono sommersi dalle acque. Il militare ha aggiunto che, dei sessantatr villaggi che circondano Labutta, alcune decine sono stati completamente spazzati via dal ciclone. Secondo lincaricato daffari statunitense nel Myanmar, citato dall'emittente Cnn, le vittime della tempesta potrebbero essere pi di centomila. Il presidente del Parlamento europeo, Hans Gert-Poettering, si unito alle pressioni internazionali sulla giunta militare del Myanmar affinch rinvii a data da destinarsi il referendum sulla nuova Costituzione previsto per sabato 10 maggio. Anche Aung San Suu Kyi, leader della Lega nazionale per la democrazia (Lnd, il principale partito dell'opposizione), premio Nobel per la pace a causa della pacifica lotta per la democrazia nel Myanmar, ha chiesto il rinvio della consultazione elettorale.

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Csaba Ternyk, Arcivescovo di Eger (Ungheria), con l'Ausiliare, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Istvn Katona, Vescovo titolare di Brescello, in visita ad limina Apostolorum; Balzs Bbel, Arcivescovo di Kalocsa-Kecskemt (Ungheria), con l'Ausiliare, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Lszl Br, Vescovo titolare di Castra di Galba, in visita ad limina Apostolorum; Nndor Bosk, Vescovo di Debrecen-Nyregyhza (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum.

Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Costa d'Avorio il Reverendo Monsignore Ambrose Madtha, finora Incaricato d'Affari a.i. della Nunziatura Apostolica in Cina, elevandolo in pari tempo alla Sede titolare di Naisso, con dignit di Arcivescovo.

Sua Santit ha inoltre nominato Nunzio Apostolico in Haiti il Reverendo Monsignore Bernardito C. Auza, finora Consigliere nella Rappresentanza Pontificia della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, elevandolo in pari tempo alla sede titolare di Suacia, con dignit di Arcivescovo.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
Allarme del Fondo monetario internazionale

venerd 9 maggio 2008

L'America Latina nella morsa della crisi alimentare


WASHINGTON, 8. Molte delle economie dell'America Latina hanno segnato, nell'ultimo decennio, decisi progressi, ma preoccupazioni rimangono sulla sostenibilit dei miglioramenti ottenuti e in particolare sull'emergenza legata all'aumento del prezzo del cibo. A sostenerlo il direttore generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), Dominique Strauss-Kahn, che in un discorso al Concilio delle Americhe a Washington, ha richiamato l'attenzione sulla necessit da parte dei responsabili politici della regione e della comunit internazionale nel suo complesso di impegnarsi a sostenere la crescita dell'America Latina, che riuscita globalmente a diminuire l'ammontare del debito pubblico di un terzo e far scendere l'inflazione. Preoccupa invece ha evidenziato Strauss-Kahn il fatto che il nodopovert rimane diffuso. Nonostante alcuni segnali positivi ha detto , disuguaglianze e povert restano elevate in molte aree dell'America Latina, e ci continua a provocare tensioni sociali. Il direttore generale del Fondo monetario internazionale ha quindi aggiunto: La recente impennata dei prezzi degli alimenti sta pesando gravemente sui poveri, che sono costretti a spendere la stragrande maggioranza delle loro entrate in cibo, bisogna muoversi velocemente per limitare gli effetti della crisi sui pi disagiati. Strauss-Kahn ha poi sollecitato i Governi e le banche dell'America Latina a prendere misure adeguate, cos come gi fatto dal Brasile e dal Messico, che stanno realizzando programmi pubblici ben mirati. Sono intanto cominciati ieri a Managua, in Nicaragua, i lavori del vertice sul tema Sovranit e sicurezza alimentare, che si propone l'obiettivo di mettere a punto un piano atto a garantire la produzione di generi di prima necessit nel settore agro-zootecnico a prezzi accessibili per le popolazioni. All'incontro prendono parte, tra gli altri, i presidenti dell'Ecuador (Rafael Correa), Bolivia (Evo Morales), Nicaragua (Daniel Ortega), Haiti (Ren Preval). Sono presenti poi esponenti di numerose delegazioni centro e sudamericane. Gli obiettivi del vertice sono stati illustrati dal ministro degli Esteri venezuelano, Nicolas Maduro, Siamo venuti qui ha detto, citato dall'agenzia Ansa con un compito molto specifico, ovvero studiare un piano che ci permetta di produrre alimenti per le famiglie dei nostri popoli che siano di qualit, sicuri e a prezzi accessibili. Appena giunto all'aeroporto di Managua, il presidente ecuadoriano ha detto che durante i lavori del vertice si discuter di un problema gravissimo, che non pu essere lasciato a questa realt irreale chiamata mercato. Sempre ieri, a Bruxelles, nel corso di una conferenza stampa, Ren Louail, componente di Coordination paysanne europeenne (Cpe), ha affermato che i biocarburanti hanno contribuito significativamente all'attuale crisi alimentare che riguarda il sud del mondo. I biofuel ha detto sono una finta rivoluzione, perch si spende tanta energia per produrre ancora energia. Il massiccio afflusso di finanziamenti da parte dell'Europa e degli Stati Uniti, secondo la Coordination paysanne europenne, ha portato a un aumento vertiginoso nella produzione di biocarburanti, causando cos uno schock nei mercati agricoli mondiali pi fragili. L'attuale crisi ha osservato Ren Louail dimostra che necessario ripensare la politica agricola perch controlli il mercato favorendo la biodiversit e variet della produzone. C' bisogno ha sottolineato Louail di una politica pubblica in agricoltura per evitare speculazioni sul mercato e per dare a ogni Paese gli strumenti per proteggere i propri prodotti e la propria alimentazione. Sul tema dei biocarburanti si espresso il chairmain del gruppo di lavoro della Fao sulla bioenergia, Jeff Tschirley. I biocarburanti afferma non sono la causa dell'aumento dei prezzi delle materie prime agricole, solo una bolla mediatica, pesano infatti meno del 15 per cento sui rincari. Poi rileva che sono molteplici le cause dell'aumento dei prezzi: l'aumento della domanda, soprattutto cinese, il costo del petrolio, la riduzione delle scorte mondiali e il cattivo andamento delle produzioni cerealicole di alcuni Paesi come l'Australia. L'esperto Fao prevede che nei prossimi due anni i prezzi delle materie prime agricole si manterranno alti, anche perch negli ultimi venti anni sono stati troppo bassi. Quindi ha aggiunto: Dovremo fare attenzione a gestire questa fase di transizione, alla fine i redditi dei produttori aumenteranno. La fase di transizione rappresenta anche un'opportunit per l'agricoltura, a patto che i Governi, in particolare quelli dei Paesi poveri, decidano di supportare i piccoli produttori e di lavorare non solo con i grandi gruppi.

L'ultimo tratto della scalata stato compiuto da una giovane tibetana

La fiaccola olimpica sull'Everest


LHASA, 8. Dopo oltre una settimana di preparativi e malgrado le violentissime raffiche di vento, con una temperatura vicino ai trenta gradi sottozero, la torcia olimpica finalmente arrivata in vetta allEverest (con i suoi 8.848 metri di altitudine la cima pi elevata del mondo), punto culminante del tour mondiale della fiamma che simboleggia la ventinovesima Olimpiade dellEra Moderna. La squadra di scalatori che ha portato la fiaccola sullEverest composto da trentasei persone, ventiquattro delle quali sono di etnia tibetana, dieci cinesi e i rimanenti due delle minoranze dei Tu e dei Tujia. In maggioranza si tratta di alpinisti esperti, ma ci sono anche alcuni studenti con precedenti esperienze di scalate. Gli ultimi metri sono stati percorsi dalla tibetana Ciren Wangmu, che ha poi raggiunto lultimo campo base dell'Everest situato a 8.300 metri senza l'ausilio della maschera ad ossigeno. Al termine della scalata, durata pi di sei ore, la tedofora tibetana ha potuto alzare la torcia, che arriver a Pechino nel giorno dellapertura delle Olimpiadi, l8 agosto. Tutta la parte finale della ascesa stata trasmessa in diretta dalla televisione di Stato cinese.

Prosegue in un clima di grande cordialit la visita ufficiale del presidente Hu Jintao a Tokyo

Progressi nelle relazioni bilaterali tra Cina e Giappone


TOKYO, 8. Prosegue in un clima di grande cordialit e di distensione la storica visita ufficiale in Giappone del presidente della Repubblica popolare della Cina, Hu Jintao, la prima di un capo di Stato cinese a Tokyo negli ultimi dieci anni. Il primo presidente della Cina a visitare il Giappone fu nel 1998 Jiang Zemin, il predecessore di Hu. Le relazioni tra le due grandi potenze asiatiche sono molto migliorate negli ultimi mesi, anche grazie alla visita che il primo Ministro giapponese, Yasuo Fukada, ha compiuto a Pechino alla fine dello scorso anno. In quell'occasione, Fukada ed il primo Ministro della Cina, Wen Jiabao, si sono impegnati a proseguire sulla strada della riconciliazione, hanno ribadito la necessit di una maggiore cooperazione tra i due Governi, oltre a voler continuare il dialogo politico ad un alto livello. Ieri, al termine di una conferenza stampa congiunta dopo il lungo faccia a faccia tra Hu e Fukada, i due leader hanno evidenziato il netto miglioramento delle relazioni bilaterali. Dopo aver definito il Giappone un Paese pacifico, il presidente della Cina ha dichiarato che le due superpotenze asiatiche continueranno in linea di principio ad incontrasi ogni anno. Giappone e Cina, per il resto, hanno concordato sul fatto di raggiungere una soluzione in tempi rapidi del contenzioso sullo sviluppo dei campi di gas nel mar del Giappone sono stati fatti significativi passi in avanti, ha infatti assicurato il primo Ministro nipponico Fukada ed hanno firmato diversi accordi a supporto delle strategiche e reciproche relazioni di cooperazione bilaterale che vanno dal settore energetico a quello tecnologico fino allinterscambio commerciale. I due leader hanno poi concordato un maggiore impegno nella questione ambientale. In una dichiarazione ufficiale, le autorit di Tokyo, ad esempio, hanno garantito che aiuteranno quelle di Pechino a realizzare un progetto pilota di smaltimento delle acque reflue nelle aree rurali cinesi per ridurre le sostanze inquinanti. Hu, prima di Fukada, stato ricevuto dallimperatore Akihito e dalla consorte Michiko, con i quali largomento principale si appreso da fonti ufficiali governative stato la promessa del presidente cinese di offrire al Giappone una coppia di panda, dopo la scomparsa (una settimana fa) di Ling Ling, lorsacchiotto bicolore donato nel 1992 ed autentico simbolo dello zoo della capitale giapponese. Durante la visita di Hu, la zona di Tokyo stata interessata da due violente scosse di terremoto. Fortunatamente non sono stati segnalate vittime o feriti. Nel pomeriggio di oggi, il presidente cinese terr un discorso agli studenti dell'Universit Waseda di Tokyo. Prima della visita all'ateneo, Hu ha avuto una serie di colloqui con gli ex capi del Governo nipponico Yasuhiro Nakasone e Shinzo Abe. All'incontro non ha preso parte il predecessore di Abe, Junichiro Koizumi, primo Ministro giapponese dal 2001 al 2006.

Colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Corea del Nord


PYONGYANG, 8. A due settimane dallultima missione nella Corea del Nord, una delegazione di esperti degli Stati Uniti giunta oggi in visita ufficiale nella capitale del Paese asiatico con l'obiettivo di sciogliere lo stallo sulla dichiarazione dei programmi nucleari da parte delle autorit di Pyongyang. La rappresentanza statunitense guidata da Sung Kim, responsabile dell'ufficio Affari coreani del dipartimento di Stato, che durante la visita del 22-24 aprile scorsi aveva avuto una serie di colloqui con il vice ministro degli Esteri nordcoreano, Kim Kye Gwan, leader della delegazione di Pyongyang nei colloqui a sei sul nucleare. I colloqui a sei (Stati Uniti, Russia, Cina, Corea del Nord, Corea del Sud e Giappone) hanno prodotto a febbraio dello scorso anno laccordo con il quale le autorit di Pyongyang si impegnavano a rendere noti i programmi nucleari in cambio di assistenza e aiuti a titolo di compensazione. I negoziati multilaterali sono tuttavia in condizione di stallo dalla fine del 2007, dopo il mancato rispetto della scadenza che impegnava la Corea del Nord (che nel 2002 uscita dal Trattato di non proliferazione nucleare e nel 2006 ha testato per la prima volta la sua arma atomica) a compilare un inventario completo dei propri programmi nucleari. LIndia ha frattanto testato ieri con successo un missile terra-terra l'Agni III a capacit nucleare. LAgni III, che pu colpire obiettivi fino a 3.500 chilometri di distanza, stato lanciato dalla piattaforma mobile al largo dellisola di Wheller, dinanzi alle coste dellOrissa, nellIndia orientale. LAgni un missile con un computer a bordo per la guida remota. Il missile, che pu portare con s una testata nucleare di una tonnellata e mezza, equipaggiato con sofisticati strumenti come attrezzature radar, macchinari telemetrici e sistemi di collegamento con le navi militari, a cui pu inviare informazioni e dalle quali pu essere guidato a distanza. LAgni III lultima generazione dei missili Agni, testati negli anni scorsi e con capacit minori. Secondo fonti governative indiane, il lancio stato un successo e apre diverse e migliori prospettive per il futuro della missilistica indiana e della corsa allarmamento. Il suo primo test, lanno scorso, fu un insuccesso.

In Argentina riprende la protesta degli agricoltori


BUENOS AIRES, 8. Le quattro principali organizzazioni del settore agro-zootecnico argentino hanno annunciato che riprederanno le proteste contro il Governo per un periodo di otto giorni, dopo che il segretario all'agricoltura, Javier de Urquiza, ha confermato il meccanismo di tasse flessibili sulle esportazioni di prodotti come soja e semi di girasole. La gente di cattivo umore e ha voglia di protestare hanno indicato i dirigenti delle organizzazioni durante una conferenza stampa congiunta, puntualizzando che le modalit specifiche delle manifestazioni saranno fissate dalle assemblee della base. Non vi saranno hanno detto i dirigenti blocchi stradali, e n si impedir l'arrivo di viveri alle citt. Tuttavia hanno avvertito che non si vender grano ai mulini: ci porter a problemi nell'approvvigionamento di farina.

Obama si assicura il sostegno di quattro superdelegati


WASHINGTON, 8. Dopo aver vinto le primarie democratiche in North Carolina e aver contenuto le perdite in Indiana, Barack Obama ha ieri conquistato quattro nuovi superdelegati, uno dei quali giunto dal campo di Hillary Clinton. I nuovi sostenitori che hanno promesso di votare per il senatore dell'Illinois alla convention di Denver sono Jennifer McClellan della Virginia che finora aveva appoggiato Hillary Jerry Meek e Jeanette Council della North Carolina e Inola Henry della California. Hillary ha aggiunto al suo gruppo di sostenitori un solo nuovo superdelegato: il deputato della North Carolina Heath Shuler. Il manager della campagna elettorale di Obama ha intanto inviato un memorandum ai superdelegati del partito democratico, invitandoli a tener conto della matematica: per lo staff di Obama, Hillary Clinton per restare in corsa, dovrebbe vincere le prossime primarie con il 68 per cento dei suffragi, una percentuale ritenuta impossibile. In Indiana e North Carolina, per fare un paragone, Clinton ha conquistato rispettivamente il 51 e il 42 per cento dei voti.

Si teme che il greggio possa raggiungere quota duecento dollari al barile

Senza sosta la corsa al rialzo del prezzo del petrolio


NEW YORK, 8. Pare non conoscere sosta la corsa al rialzo del prezzo del petrolio. Nelle contrattazioni afterhours di New York, il greggio salito fino a sfiorare i 124 dollari al barile. Le quotazioni si sono infatti fermate a 123,93 dollari. E il prezzo del petrolio sar uno dei temi dominanti del prossimo viaggio del presidente George W. Bush in Medio Oriente. Bush sar in Arabia Saudita il prossimo 16 maggio e secondo fonti dell'amministrazione chieder ancora una volta all'Opec un aumento della produzione di petrolio. I produttori devono tenere in considerazione la salute economica della comunit globale, ha spiegato il consigliere per la sicurezza nazionale Stephen Hadley. A chi gli chiedeva se Bush chieder un aumento della produzione di petrolio, Hadley ha risposto: penso che lo far. Lo ha gi fatto in passato. A gennaio, infatti, il presidente statunitense aveva gi chiesto che venissero prodotti pi barili di greggio. Credo ha aggiunto Hadley che il presidente Bush sfrutter lopportunit per avanzare la propria richiesta nel corso del suo viaggio e credo che continuer a farlo fino a quando si prolungher lattuale situazione di elevata domanda, alti prezzi e forniture contenute. Landamento delle quotazioni delloro nero fa crescere lallarme per la tenuta complessiva delleconomia e per le conseguenza innescate dal caro-carburanti. Il continuo aumento del prezzo del greggio preoccupa seriamente anche i principali istituti economici internazionali, come il Fondo monetario internazionale, preoccupato per la stabilit di interi subcontinenti, come l'America Latina. Ma le previsioni per il prossimo futuro sembrano tuttaltro che rosee e in molti scommettono in un rialzo fino ai duecento dollari.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

venerd 9 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Barghuti propone un piano di riconciliazione nazionale palestinese

pagina 3

Napolitano soddisfatto per la celerit nel varo dell'esecutivo

In Israele le celebrazioni del sessantesimo di fondazione


TEL AVIV, 8. Sono incominciati ieri in Israele i festeggiamenti per il sessantesimo anniversario dellindipendenza. Come noto, questa fu proclamata il 14 maggio 1948, a poche ore dalla scadenza del mandato britannico sulla Palestina, ma le celebrazioni sono state organizzate in base al calendario lunare ebraico. L'obiettivo cruciale della pace, con i palestinesi e con la maggioranza dei vicini arabi, appare ancora lontano in questo anniversario, ma resta quello prioritario. Le autorit israeliane confermano che tale obiettivo legato indissolubilmente a quello della sicurezza e che il Paese non intende in questo settore vitale allentare la sua vigilanza. In questo senso si sono espressi ieri sia la presidente del Parlamento Dalia Itzik, in un discorso pronunciato davanti ai rappresentanti delle istituzioni e al corpo diplomatico, sia il primo ministro Ehud Olmert, rendendo omaggio ai caduti nelle guerre combattute dal Paese, in due manifestazioni tenute entrambe sul Monte Herzl a Gerusalemme. Vogliamo la pace. Perseguiamo la pace per il bene dei nostri figli, e vogliamo anche il benessere dei vostri figli. Ma attenti, i nostri figli, che tanto vogliono la pace, conosceranno molto bene le azioni di guerra se necessario, ha detto la signora Itzik. Poco prima, Olmert, intervenendo alla cerimonia per commemorare i 22.437 caduti civili e militari e le vittime del terrorismo, aveva detto che il nostro conflitto stato davvero lungo, ma la pace, non la guerra, che noi vogliamo. Il primo ministro israeliano aveva comunque rassicurato i concittadini che sulla determinazione a difendersi Israele non retroceder in alcun modo. La nostra intera esistenza nazionale (...) dipende dalla nostra volont e dalla nostra capacit di difenderci, difendere le nostre opinioni e i nostri interessi vitali e di combattere quelli che vogliono attaccarci, aveva detto Olmert. Rivolgendosi ai familiari delle vittime che stava commemorando, il primo ministro israeliano ha comunque detto che i vostri figli e le vostre figlie hanno dato le loro vite per una causa suprema. La pace e non la guerra il nostro fine e ha aggiunto che le nostre azioni politiche e la nostra volont di fare i compromessi necessari sono anche lindicazione che viene dai caduti e dal dolore e dallangoscia nei cuori delle famiglie colpite dal lutto. Anche ieri, comunque, le armi non hanno taciuto. Un miliziano palestinese e una donna, una civile, sono stati uccisi durante unincursione delle forze israeliane a Khan Yunis, nella zona meridionale della Striscia di Gaza, controllata dal movimento radicale palestinese Hamas. Fonti locali citate dalle agenzie di stampa internazionali hanno riferito in serata che luomo apparteneva al movimento armato della Jihad islamica. In precedenza si era avuta notizia solo delluccisione del miliziano e del ferimento di altri sei durante un raid aereo israeliano vicino a Khan Yunis. In seguito stato trovato il corpo della trentatreenne Waffa al Dagma, uccisa nella propria abitazione a Khan Yunis dallesplosione di un proiettile sparato da un carro armato, secondo il responsabile del pronto soccorso locale, Muawiya Hassanin. Gi in mattinata diversi miliziani di Hamas erano stati feriti in altri attacchi israeliani nella Striscia di Gaza. Sul piano pi propriamente politico, intanto, un progetto di riconciliazione nazionale palestinese stato elaborato nel carcere israeliano di Hadarim, presso Tel Aviv, dal dirigente di al Fatah Marwan Barghuti, che vi sconta lergastolo. In una conversazione con il quotidiano palestinese al Ayam Barghuti afferma che innanzi tutto necessario indire una conferenza di riconciliazione nazionale basata sul Documento dei prigionieri del maggio 2006, che rappresenta un minimo comune denominatore nelle posizioni delle principali fazioni palestinesi. In secondo luogo, secondo Barghuti, necessario che sia annullato il colpo di mano portato a termine da Hamas a Gaza il 14 giugno 2007. Barghuti suggerisce in merito la costituzione di un Governo di unit nazionale composto da figure nazionali e da tecnocrati. Questo esecutivo sar incaricato di riorganizzare le istituzioni palestinesi e preparare le prossime elezioni politiche e presidenziali allinizio del 2009 quando scadr il mandato di Abu Mazen. Barghuti stima che sar inoltre necessario eleggere un nuovo Comitato esecutivo dellOrganizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), di fatto espressione di al Fatah, in maniera che esso rispecchi gli attuali rapporti di forze fra le diverse fazioni politiche.

Al Quirinale giura il Governo guidato da Berlusconi


ROMA, 8. Il nuovo Governo italiano giura al Quirinale, ventiquattro giorni dopo le elezioni politiche. La formazione dell'esecutivo che da molte parti stato definito un Governo del Presidente stata quindi portata a termine in tempi rapidi, circostanza sottolineata con compiacimento dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha facilitato il veloce varo della compagine governativa attraverso colloqui preliminari e informali con il leader della coalizione vincente, colloqui che hanno potuto condurre all'accettazione dell'incarico senza riserva da parte del Presidente del Consiglio e alla presentazione immediata da parte di quest'ultimo della lista dei ministri. I colloqui informali fra il Capo dello Stato e il neo Presidente del Consiglio, ispirati certamente anche dall'urgenza dei problemi del Paese, sono frutto di una collaborazioe istituzionale adeguata a una legislatura che in molti vogliono costituente. Dunque ha detto ieri Napolitano, dopo aver affidato l'incarico a Silvio Berlusconi nella formazione del Governo non c' stata nessuna lungaggine e le consultazioni sono state semplici e rapide. Il Capo dello Stato ha osservato che il risultato netto e la maggioranza cos ampia che il voto ha segnato, ha fatto s che il leader della coalizione vincente si sia potuto subito mettere al lavoro sulla formazione della squadra di Governo e sulla lista dei ministri. Questa chiarezza ha permesso uno scambio di opinioni preliminari e informali, sulle procedure e sui criteri di formazione del Governo, con il leader della coalizione vincente, secondo lo spirito dellarticolo 92 della Costituzione che parla di limpida collaborazione, nel rigoroso rispetto delle prerogative. Ha continuato Napolitano: Lo dico perch alle volte si raccontano delle storie su questo sistema istituzionale italiano che sarebbe farraginoso e lento come nessun altro al mondo o almeno in Europa. Il Parlamento ha aggiunto potr anche affrontare una modifica dei tempi; ma per quanto siano lunghi i tempi della campagna elettorale si proceduto speditamente come e pi di altri Paesi, a partire dal momento del voto. Dopo le parole di Napolitano al Quirinale Berlusconi ha presentato ai giornalisti presenti la lista dei ministri, dodici, ai quali vanno per aggiunti nove senza portafoglio: sottosegretario alla Presidenza del Consiglio sar Gianni Letta; ministro degli Esteri Franco Frattini; dell'Interno Roberto Maroni; della Giustizia Angelino Alfano; della Difesa Ignazio La Russa; dell'Economia Giulio Tremonti; dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, dell'Istruzione Mariastella Gelmini; delle Politiche Agricole Luca Zaia; dell'Ambiente e tutela del mare Stefania Prestigiacomo, delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli; del Welfare Maurizio Sacconi; dei Beni Culturali Sandro Bondi; delle Riforme federalistiche Umberto Bossi; della Semplificazione Roberto Calderoli; per l'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi; delle Politiche Comunitarie Andrea Ronchi; per le Pari Opportunit Mara Carfagna; per gli Affari Regionali Raffaele Fitto; per le Politiche Giovanili Giorgia Meloni; per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito; per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta. Le deleghe per i ministri senza portafoglio gli ultimi nove nella lista sopra riportata saranno decise nel primo consiglio dei ministri dopo il giuramento, insieme con la nomina ufficiale di Gianni Letta. Nel successivo consiglio dei ministri, previsto per luned 12 maggio, ci sar la nomina degli altri sottosegretari. A una parte di essi sar conferita la delega di viceministro. Luned pomeriggio il nuovo esecutivo dovrebbe invece presentarsi alla Camera per chiedere la fiducia. Il Presidente del Consiglio depositer il suo discorso anche al Senato. Alla Camera, il voto di fiducia previsto per mercoled, mentre a Palazzo Madama dovrebbe arrivare per il giorno successivo. La prima riunione operativa del Consiglio dei ministri, quella che durante la campagna elettorale Silvio Berlusconi aveva annunciato a Napoli, potrebbe svolgersi quindi venerd 16.

Per la prima volta dopo la fine della guerra civile nel 1990

A Beirut scontri armati tra fazioni rivali

Nuovo rappresentante civile della Nato in Afghanistan


KABUL, 8. il diplomatico italiano Fernando Gentilini il nuovo Alto rappresentante civile della Nato in Afghanistan: si tratta del primo italiano chiamato a svolgere questa funzione dopo un danese e un turco. Gentilini, che assumer le sue funzioni entro qualche settimana, assicurer il coordinamento dell'azione della Nato con quella svolta dalle altre organizzazioni internazionali impegnate nel Paese, in particolare le Nazioni Unite e l'Unione Europea, e manterr i contatti con il Governo afghano, garantendo un canale diretto di comunicazione con il quartier generale dell'Alleanza Atlantica a Bruxelles. Nel territorio afghano, intanto, si registrano nuove violenze. Ieri due soldati dell'Isaf e un civile sono rimasti uccisi in seguito all'esplosione di un ordigno, avvenuta durante un pattugliamento nella provincia orientale di Khost.

BEIRUT, 8. Per la prima volta dai tempi della guerra civile che ha sconvolto il Libano tra il 1975 e il 1990, gruppi di attivisti politici rivali si sono dati battaglia ieri a Beirut a colpi di mitra e lanci di granate, dopo che il movimento sciita Hezbollah ha trasformato in violenta protesta antigovernativa quello che doveva essere uno sciopero generale indetto per chiedere aumenti salariali. Gli scontri si sono poi diffusi anche ad altre aree del Paese dove sono proseguiti anche oggi in modo cruento. In particolare, nella citt di Saadnayel, nella valle della Bekaa stata uccisa una donna, Rula Bu Hamdan, e sono state ferite altre cinque persone, compresi due bambini. Ieri gli attivisti dell'opposizione guidata da Hezbollah avevano bloccato con copertoni e cassonetti dati alle fiamme le principali vie di Beirut, compresa quella che conduce allaeroporto internazionale della capitale, e

anche oggi non sembrano disposti a rinunciare alla loro azione. Al contrario, in serata avevano affermato che la disobbedienza civile continuer fino a quando il governo non revocher le decisioni adottate contro Hezbollah. Luned scorso il Governo guidato dal primo ministro Fuad Siniora, che ha il sostegno di Usa, Paesi Europei e Arabia Saudita, aveva dichiarato illegale la rete telefonica privata e il sistema di videosorveglianza delle piste dellaeroporto allestiti da Hezbollah. Il Governo aveva anche sollevato dallincarico il responsabile della sicurezza dello scalo stesso, il generale Wafiq Shuqeir, che vicino al movimento Hezbollah. Tali disposizioni hanno fatto impennare la tensione politica gi alta, dopo che la Confederazione generale dei lavoratori, un sindacato considerato vicino a Hezbollah, aveva indetto per ieri lo sciopero nazionale e una manifestazione a Beirut. Nella capita-

le, peraltro, la partecipazione si dimostrata di fatto inesistente e anche in diverse altre regioni linvito a scioperare stato in gran parte ignorato. Di conseguenza, il sindacato aveva cancellato la manifestazione. Alla protesta sindacale, per, subentrata quella politica. Gli attivisti dellopposizione hanno continuato a paralizzare la citt bruciando copertoni e cassonetti. I sostenitori della maggioranza hanno reagito in due quartieri. Negli scontri, incominciati con bastoni e pietre, si presto fatto uso di armi da fuoco. Nel quartiere Ras al Nabaa, stata distrutta una sede della Corrente al Mustaqbal (Futuro), il partito del leader sunnita della maggioranza, Saad Hariri. A pochi chilometri di distanza, attivisti armati del movimento sciita Amal, anch'esso all'opposizione, si sono scontrati con sostenitori del Partito socialista progressista del leader druso Walid Jumblatt, che sostiene la maggioranza.

La Georgia chiede l'invio di una forza di pace europea


MOSCA, 8. Il vice primo Ministro della Georgia, Gheorghi Baramidze, ha chiesto ieri sera linvio di una forza di pace europea nella Repubblica caucasica a causa delle sempre pi crescenti tensioni con Mosca sulle regioni georgiane filorusse dellAbkhazia e dell'Ossezia del sud. Avremmo bisogno di una forza di pace che sia veramente indipendente, ha detto Baramidze a Strasburgo davanti al comitato dei ministri del Consiglio dEuropa. Marted scorso il vicepremier georgiano aveva fatto una richiesta analoga davanti alla Commissione esteri dellEuroparlamento e aveva invitato l'Unione europea a prendere in considerazione lipotesi di inviare una missione di valutazione e un contingente di polizia in Abkhazia per prendere il posto del contingente russo, accusato di non essere neutrale. In una conferenza stampa, Baramidze ha rinnovato le accuse contro Mosca, precisando che la Russia cercher con ogni mezzo di impedire che la Georgia possa aderire alla Nato. Intervenendo per il secondo giorno consecutivo, la Casa Bianca ha chiesto alla Russia di fare un passo indietro e a mettere fine alle crescenti tensioni con la Georgia. Ma la replica della Russia non si fatta attendere. Il ministero della Difesa russo ha infatti annunciato che Mosca potrebbe aumentare da 2.500 a 3.000 il numero dei suoi soldati nell' Abkhazia se Tbilisi rafforzer le sue forze militari nella stessa zona. Se le strutture di sicurezza georgiane fanno ulteriori passi concentrando le loro forze nella zona di conflitto, Mosca potrebbe rispondere adeguatamente rafforzando il contingente di peacekeeper fino al limite massimo, ha dichiarato il ministro russo.

Dalla conferenza a Oslo tre miliardi di euro per aiuti al Sud Sudan
OSLO, 8. Oltre tre miliardi di euro di aiuti al Sudan per i prossimi quattro anni, per sostenere il processo di pace in Sud Sudan concordato nel 2005 e che ha messo fine ai ventuno anni di conflitto civile, sono stati stanziati dalla conferenza dei donatori, conclusa ieri a Oslo, in Norvegia, e alla quale hanno partecipato trentotto tra Paesi e organizzazioni internazionali. Il momento particolarmente critico per la stabilit del Sudan, ha osservato Hartwig Schafer, direttore del settore strategie e operazioni della Banca Mondiale, ammonendo che la persistenza di attivit bellica anche nel Sud Sudan, ma soprattutto nella regione occidentale del Darfur rischia di destabilizzare lintera regione. Da parte sua, Azraf Qazi, inviato speciale del segretario generale dellOnu Ban Ki-moon, ha sostenuto che gli aiuti e il conseguente rafforzamento degli accordi di pace in Sud Sudan avranno effetti positivi anche sulla spaventosa crisi nel Darfur.

HARARE, 8. La commissione elettorale dello Zimbabwe non considera possibile organizzare entro i ventuno giorni successivi allannuncio dei risultati del primo turno delle presidenziali, come previsto dalla legge, il ballottaggio tra il presidente uscente Robert Mugabe e Morgan Tsvangirai, leader del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), il principale partito d'opposizione. Secondo quanto riferito da Marwick Khumalo, che guida gli osservatori dell'Unione africana, la commissione elettorale ha comunque sostenuto che il ballottaggio si pu tenere entro dodici mesi. Prima che venissero espresse tali valutazioni, l'Unione africana aveva esortato Governo e opposizione a garantire che il secondo turno delle presidenziali fosse libero, trasparente e non violento, nel rispetto della Dichiarazione sui principi che presiedono elezioni democratiche in Africa, a suo tempo sottoscritti dai Paesi membri. La commissione aveva diffuso solo

Putin prevede l'economia russa In Zimbabwe non si pu tenere il ballottaggio pi forte di quella britannica
Secondo la commissione elettorale impossibile rispettare i tempi previsti dalla legge
il 2 maggio, dopo oltre un mese, i risultati delle elezioni presidenziali tenute il 29 marzo. A Tsvangirai era stato attribuito il 47,9 per cento delle preferenze, contro il 43,2 per cento di Mugabe. L'opposizione contesta il dato, sostenendo che Tsvangirai ha ottenuto al primo turno pi della met dei consensi e che non c' quindi necessit di ballottaggio. Sempre ieri, l'opposizione ha sostenuto che almeno venticinque suoi esponenti sono stati uccisi nelle violenze seguite alle elezioni del 29 marzo, quando oltre che per la presidenza si votato per rinnovare il Parlamento nel quale ora risulta maggioritario lo Mdc. A ieri abbiamo registrato venticinque morti, ma riteniamo che il bilancio sia ancora pi grave, perch gli accessi ad alcune aree agricole sono impediti da milizie e ronde armate, ha detto il portavoce del partito, Nelson Chamisa. Anche per quanto riguarda il Parlamento, comunque, ci sono contestazioni all'esito delle urne. Ben 105 ricorsi relativi ad altrettante circoscrizioni sono stati depositati al tribunale elettorale dello Zimbabwe sia dal l'Unione nazionale africana dello Zimbabwe-Fronte Patriottico (Zanu-Pf), il partito di Mugabe, al potere da ventotto anni, sia dall0 Mdc. Il quodiano ufficiale The Herald, nel darne notizia, ha precisato che lo ZanuPf ha contestato i risultati di 53 circoscrizioni e lo Mdc delle restanti 52, chiedendo quindi, in totale, verifiche sulla met dei 210 seggi assegnati in Parlamento. Nei ricorsi, i due partiti si accusano a vicenda di compravendita di voti o di corruzione degli ufficiali elettorali. Le massime autorit giudiziarie zimbabwane hanno anche fatto sapere che, data la grande mole di lavoro, 17 nuovi giudici sono stati nominati per gestire i ricorsi elettorali e una riunione per coordinare i lavori si terr venerd mattina presso l'Alta Corte di Harare. MOSCA, 8. Nel 2008 la Russia pu superare la Gran Bretagna nella crescita economica. questa l'ottimistica previsione fatta da Vladimir Putin alla Duma il ramo basso del parlamento dopo aver ricevuto il voto favorevole alla sua candidatura a premier. Citando le previsioni di alcuni esperti internazionali, Putin ha detto che gi entro fine anno il prodotto interno lordo russo potrebbe superare quello britannico. Secondo Putin, inoltre, nei prossimi quindici anni, la Russia pu e deve entrare nel novero dei Paesi leader per la qualit della vita. Oggi Putin dopo aver ieri lasciato la presidenza a Dmitri Medvedev ha quindi ricevuto il voto della Duma sulla candidatura a premier proposta dallo stesso Medvedev. L'approvazione era in realt scontata. Putin pu infatti contare sui voti non solo di Russia Unita il partito di maggioranza assoluta da lui guidato ma anche di Russia Giusta e dei liberal democratici dellultranazionalista Vladimir Zhirinovski. Solo i comunisti di Ghennadi Ziuganov avevano annunciato un voto contrario. Putin, dopo aver incontrato ieri i leader di partito in un irrituale colloquio svoltosi al Cremlino, intervenuto alla Duma, illustrando in un quarto dora il suo programma e rispondendo poi per circa quaranta minuti alle domande. Presentando la candidatura di Putin alla Duma, Medvedev si detto convinto che Vladimir Putin come premier svolger un ruolo chiave nella realizzazione degli obiettivi elaborati sotto la sua guida e oggi inseriti nella strategia dello sviluppo del paese fino al 2020. Ottenuta lapprovazione del ramo basso del Parlamento, Putin avr una settimana per sottoporre a Medvedev la squadra di Governo. Secondo alcune indiscrezioni, la lista dei ministri potrebbe essere pronta gi luned prossimo.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
Giovani e politica

venerd 9 maggio 2008

La democrazia e l'eredit del Sessantotto


in corso a L'Aquila (8-11 maggio) il LIX Congresso nazionale della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (Fuci). Pubblichiamo ampi stralci di una delle relazioni. di ERNESTO GALLI
DELLA

LOGGIA

on il Sessantotto i giovani sembrarono destinati a occupare un posto centrale nel panorama italiano. Essi vennero adulati, imitati, ricercati, quali portatori per eccellenza di tutto ci che era nuovo, autentico, libero. Il loro gergo, i loro abiti, i loro modi divennero in breve il gergo, gli abiti, i modi di tutti. Ma la societ italiana, all'apparenza tanto pronta a sposare ragioni e forme del Sessantotto e che ancora oggi continua ad ogni occasione a civettare con quanto di giovanile, di moderno, compare alla ribalta nella realt si poi mostrata e si mostra capace, invece, di manipolare modi e forme della modernit unicamente per rafforzare le proprie caratte-

ristiche, i propri vizi e i propri poteri antichi. Non a caso essa ha finito per dare vita, oggi, non solo a uno dei Paesi pi vecchi del mondo, ma a una delle realt pi ostili, nei fatti, alla dimensione giovanile, alla possibilit delle classi giovanili di avere un'istruzione, un lavoro, prospettive esistenziali degni di questo nome. In una visione di lungo periodo, insomma, forte la tentazione di considerare il Sessantotto come l'ennesima replica di quel modello di rivoluzione passiva, o rivoluzionerestaurazione, che Antonio Gramsci pensava fosse un carattere generale della storia italiana: la via che essa regolarmente prende quando si rende necessario integrare il mutamento nella continuit, quando si vuole depotenziare lo stesso mutamento dai suoi eventuali, troppo traumatici, effetti. L'attacco alla tradizione e all'autorit stato l'ambito rivelatosi strategico per condurre a termine questa operazione. noto che poche cose caratterizzarono il Sessantotto dandogli il suo inconfondibile sapore di modernit come la spinta antiautoritaria e antigerarchica, e che in nessun'altra dimensione come in questa si fece sentire il peso della fantasia e della protesta giovanile, della contestazione, come allora si disse. Ma proprio su questo terreno avvenne la prima cruciale espropriazione da parte del vecchio ai danni del nuovo. Ne fu protagonista la politica, la quale s'impadron rapidamente dell'ampio moto sociale di quegli anni, che da parte sua cedette senza resistenza alla tentazione di rivestire il magma confuso ma vitale delle proprie aspirazioni, delle proprie generose parole d'ordine, dentro l'involucro quasi sempre troppo stretto della militanza e dell'ideologia tradizionali. questo un punto decisivo. Nessuno discute che il Sessantotto dovesse per forza di cose mettere capo alla sfera della politica. Ma il fatto che nonostante esso si presentasse cos carico di elementi di rottura, alla fine, nella realt, la sua politicizzazione non solo avvenne ricalcando modelli e contenuti consueti, se non addirittura arcaici, ma questa, dopo un primo momento di rottura effettiva, fin per essere utilizzata al servizio di equilibri e di interessi che non avevano in s nulla di nuovo, n erano la manifestazione di alcuna reale volont trasformatrice. Questa integrazione/adattamento del Sessantotto fu il frutto di una comples-

sa partita a tre giocatasi negli anni Settanta tra tutto ci che si riconosceva nelle novit di quell'anno-simbolo da un lato il marxismo dall'altro, e infine, il partito comunista. Per le particolari condizioni dell'Italia di allora, il marxismo apparve alla stragrande maggioranza dei giovani e dei meno giovani ansiosi di grande mutamenti come la propria collocazione naturale. Esso, in effetti, si presentava come una cultura capace di soddisfare allo stesso modo due diverse esigenze, in quel momento egualmente impellenti: da un lato l'esigenza di un radicale mutamento sociale e politico, proprio di una cultura per antonomasia rivoluzionaria e quindi ritenuta capace di mobilitare adeguatamente gli agenti sociali del mutamento stesso; e dall'altro l'esigenza di una profonda modernizzazione della mentalit e del costume, propria di una cultura d'impianto storicista, quindi ritenuta in grado come nessun'altra di leggere e di interpretare il proprio tempo. Oggi facile per noi giudicare tutto ci evidentemente superficiale e sbagliato, ma per capirne il senso e il rilievo basta che ricordiamo quale fascino il richiamo del marxismo allora esercit pure su ampli settori del mondo cattolico non solo italiano i quali giunsero talora a vedervi una sorta di traduzione laica del messaggio spirituale cristiano con cui immaginare addirittura un'eventuale possibile integrazione. Ma nell'Italia del tempo dire marxismo non poteva che voler dire il partito comunista. Forte anche del prestigio derivantegli dal suo tradizionale ruolo di oppositore e di partito di riferimento del maggiore sindacato del Paese, il Pci si trov ad essere il naturale collettore politico della rottura sessantottesca. Nel corso del decennio successivo esso accrebbe enormemente la propria influenza e il proprio insediamento nel tessuto sociale del Paese e vide aumentare i propri voti fino a sfiorare la maggioranza relativa. Il resto del sistema politico, a cominciare dalla Democrazia cristiana e dal Partito socialista, fin sostanzialmente per adeguarsi, non volendo e non potendo essere insensibile alle richieste di cambiamento e di rinnovamento che il Sessantotto aveva messo in moto e che conquistavano udienza sempre pi vasta. Accadde cos che in Italia l'ispirazione del nuovo e l'aspirazione al nuovo che nel frattempo erano state fatte pi o meno acriticamente proprie dall'intero mondo della cultura e dei media diventassero in certo senso

patrimonio comune di tutte le principali forze politiche: per giunta nel momento in cui tra queste si stabiliva una sostanziale convergenza il compromesso storico ed essendone dunque una causa e ricevendone al tempo stesso alimento. Tradotte in ambito politico, insomma, le novit messe all'ordine del giorno dalla cultura del Sessantotto principalmente sul piano dei diritti individuali e di cittadinanza, ebbero il singolare destino di non trovare quasi nemici, o, se li trovarono, furono nemici pro forma, pronti in pratica ad arrendersi senza combattere. (...) Accadde cos che il Sessantotto, proprio a causa del suo totale successo presso l'establishment istituzionale di ogni colore fin inevitabilmente per perdere ogni individualit. Adottato a furor di voti dal Parlamento, per non dire dei media, divent il nuovo gergo della politica e, va da s, il nuovo conformismo delle maggioranze la page. E tuttavia, a quaranta anni di distanza impossibile non pensare a quel periodo come quello in cui fu realmente fondata nei fatti, l'attuale democrazia italiana. O se si vuole in cui le sue fondazioni furono ampliate, dal momento che al primo stabilimento delle forme politiche della democrazia, avvenuto nel 1948-1953, si aggiunse ora la pi o meno compiuta instaurazione delle forme sociali della democrazia. Che quello del Sessantotto sia stato un autentico momento fondativo, uno di quei momenti cio in cui la storia sembra fissare per sempre nell'animo di un gruppo di individui emozioni e sensibilit che poi diventeranno un ricordo e un tratto indelebili, si ricava anche da un elemento all'apparenza secondario ma in realt decisivo. E cio dall'importanza che quegli anni e la loro temperie hanno avuto nelle biografie di tanta parte della nostra attuale classe dirigente, specie politica, la quale proprio com'era accaduto con la Resistenza alla generazione che l'aveva preceduta da l ha tratto esperienze, amicizie, modi agire e di pensare, destinati a durare nel tempo. Dunque, il Sessantotto come un momento di fondazione della democrazia italiana. Dovremmo almeno retrospettivamente rallegrarci. E certamente lo facciamo; sennonch, pur facendolo, ciascuno di noi, credo, avverte per che quella fondazione avvenne in un modo per nulla lineare, spesso equivoco, che essa fu quasi sempre un ibrido che cercava di mettere insieme cose che insieme non potevano stare, che vi manc qualcosa di essenziale. Sono convinto che sia andata proprio cos, e se cerco di comprenderne la ragione credo che ci sia dovuto precisamente all'origine sessantottesca, a questa sorta di Dna ideologico-politico, e prima ancora antropologico, che la democrazia italiana rifondata si porta con s da allora. Il Sessantotto stato una fonte non rinnegabile di tale democrazia. Ma insieme esso ne ha rappresentato un limite, un vincolo sempre pi stringente, un peso che diviene ogni giorno pi pesante. E quan-

progressivamente nella coscienza del Paese e delle classi dirigenti che allora stavano vedendo la luce. Non a caso, quando da l a un paio di decenni il sistema dei partiti della prima Repubblica sarebbe stato travolto, e altre formazioni sarebbero venute alla luce, il loro profilo politico avrebbe del tutto o quasi ignorato quei nodi problematici di cui ho appena detto, e solo con il tempo, dopo molte occasioni perdute, l'opinione pubblica li avrebbe pian piano riscoperti e sentiti come questioni ancora brucianti della propria storia e del proprio presente. Ma ormai una mutazione certo assai significativa era avvenuta nella mentalit comune, se nel discorso pubblico e nella prassi politico-istituzionale del Paese l'unit nazionale era ormai divenuta una dimensione sempre pi incerta e problematica, o se poteva sembrare la cosa pi normale di questo mondo e invece era un caso unico in tutta Europa sentire risuonare ripetutamente in qualche congresso di partito Nonostante il Sessantotto si presentasse italiano e nella sua campagna elettorale carico di elementi di rottura slogan in inglese tratti da lontani scenari nella realt la sua politicizzazione avvenne transatlantici. ricalcando modelli e contenuti Ma oltre che per essere all'origine di consueti se non addirittura arcaici questa rimozione della dimensione nazioi raffinati modelli macroeconomici ela- nale (...) l'eredit del Sessantotto ha borati in qualche universit americana, pesato, e pesa, sulla vita pubblica itaper non dire delle pi varie esperienze liana per un altro effetto. Perch da l del socialismo e del comunismo inter- ha preso le mosse e l si radicata nelnazionali e dei movimenti di liberazio- la nostra mentalit un'ostilit molto ne del Terzo mondo, cos come il cate- precisa verso una certa idea della dechismo dei cattolici olandesi o la teolo- mocrazia. Ostilit cio verso l'idea che gia latinoamericana, diventarono il la democrazia pi che sulla partecipanormale cibo intellettuale del pubblico zione dal basso e sulla diffusione del potere fondata sul controllo degli atti italiano. Fu certamente una grande e merito- del potere; verso l'idea che per funzioria opera di svecchiamento culturale. nare la democrazia deve essere capace Ma anche vero che in questo modo di creare spazi sociali sottratti ai mecera destinato a depositarsi nella co- canismi della politica; che ad un regiscienza del Paese l'idea che ormai me democratico necessaria non meno quella italiana fosse diventata una delle ma pi meritocrazia, non un minore tante societ mature dell'Occidente ca- ma un diverso principio d'autorit; pitalistico, inserita, nel bene e nel ma- verso l'idea che in una democrazia l'indulgenza verso chi abusa dei diritti le, nei suoi processi di sviluppo. Accadde cos che la consapevolezza inietta il veleno mortale dell'impossibidei grandi nodi problematici della no- lit di fondare i doveri. Questa idea della democrazia stenta stra vicenda nazionale (...) impallidisse do dico Sessantotto voglio naturalmente dire il sentire diffuso che da l prese le mosse, il senso comune, gli stereotipi culturali, i modelli di riferimento, che si formarono intorno a quella data e che in buona sostanza sono arrivati fino a noi avendo modellato in misura decisiva il passato che ci sta immediatamente alle spalle. (...) La cultura del Sessantotto ebbe un fortissimo tratto transnazionale. Fu allora opinione comune che modernit e industrialismo capitalistico fossero ormai divenute il nostro orizzonte obbligatorio, destinato a omologare ogni specificit. Un orizzonte magari da rovesciare con la lotta, ma comunque ineludibile perch acquisito una volta per sempre. Sembr naturale, in questa ottica, importare idee e libri dall'universo mondo credendoli in qualche modo confacenti a noi. L'esperienza psichiatrica inglese o il modello delle lotte studentesche giapponesi, la riflessione sociologica fiorita a Francoforte o

tuttora a farsi strada da noi perch in Italia a partire dal Sessantotto ha preso crescente vigore una visione diversa, per molti versi opposta. Sullo sfondo di un'opzione ideologica che amava presentarsi come antirepressiva e spaziava su amplissima latitudine dall'ingenuo vitalismo dei figli dei fiori alla dura protesta evangelico-classista di don Milani verso le bocciature comminate dalle maestre dei pierini si sviluppata, infatti, una concezione diciamo cos easy, assai sciolta, liquida, per un verso, ma per l'altro tendente all'iper-regolamentazione, dei rapporti intraindividuali e tra gli individui e le istituzioni. (...) Forse quanto sono venuto dicendo apparso a pi di uno tra voi come improntato a un eccesso di pessimismo. Ma non pessimismo; solo l'obbligatoria severit del bilancio di una generazione, la generazione a cui appartengo, la quale, se guarda indietro al cammino percorso, non mi sembra che abbia da menare troppo vanto. Nati al tempo della rovina bellica, della disfatta e della guerra civile, abbiamo pi o meno la stessa et della Repubblica e dunque abbiamo accompagnato il nostro Paese sulla via della democrazia e della modernizzazione. Potremmo forse accontentarci. Ma rimane troppo forte, almeno a me rimane troppo forte, la sensazione se mai abbiamo appartenuto a qualcosa che si possa definire come la classe dirigente la sensazione, dicevo, di non aver saputo capire e vedere a sufficienza, di non aver saputo guidare e governare, di non esser stati capaci di opporci, com'era invece necessario, agli errori che portava con s il nostro tempo. Come forse accade a tutte le generazioni al tramonto, ci rimane insomma la sensazione che qualcosa di essenziale sia ancora da fare per veder nascere quel Paese che tanti anni fa un giovane fucino, Teresio Olivelli, partigiano delle Fiamme Verdi, massacrato di percosse nel lager di Flossenbug per un gesto di solidariet verso un compagno di sventura, affidava all'invocazione della sua Preghiera di un ribelle: un'Italia severa e generosa. Il mio augurio che possiate essere voi tra coloro cui toccher di costruire e di vedere quell'Italia.

Lo stand della Conferenza episcopale italiana alla Fiera di Torino

Missionari reporter e religione online (ma anche tanti libri)


di ANDREA GIANNI La Bellezza salver il mondo. La Sacra Scrittura nell'editoria italiana, con questo titolo il progetto culturale della Conferenza episcopale italiana sar presente anche quest'anno alla Fiera internazionale del libro di Torino con una mostra e una serie di incontri curati dall'Associazione Sant'Anselmo. Fin dalla prima edizione nel 2001, l'iniziativa nasce con l'intento di rendere presente la cultura cristiana in uno dei principali luoghi dove si fa cultura nel Paese. L'attivit dell'associazione parte integrante del progetto culturale che le riserva uno spazio nella sua pagina web e nei programmi annuali del suo cantiere; nel corso di questi anni ha realizzato anche il primo tentativo di un catalogo del libro di cultura religiosa nell'editoria italiana e ha ottenuto la collaborazione delle istituzioni pubbliche per la sua attivit di promozione della lettura. Tra queste una serie di conferenze su cultura e teologia nella storia d'Italia, sul bene comune, sul rapporto con il mondo islamico a Milano in collaborazione con la Diocesi; una tavola rotonda sul dialogo inter-religioso a Roma alla Biblioteca nazionale e a Torino nel centro congressi della Regione; a Verona una lectio magistralis del cardinale Camillo Ruini sul Ges di Nazaret di Papa Ratzinger. La mostra del libro, che occupa uno dei pi grandi stand della Fiera 2008, vuole attirare l'attenzione del grande pubblico verso il grande patrimonio dei libri di cultura religiosa e di teologia di tutti gli editori italiani: una valorizzazione tematica che mostra l'incidenza della cultura religiosa sull'intera editoria del Paese anche al di l di quella conosciuta come editoria cattolica, la cui partecipazione all'iniziativa, peraltro, assicurata dalla collaborazione dell'Unione degli editori e librai cattolici italiani. Quest'anno la mostra che vede anche il coinvolgimento del neonato Consorzio editoria cattolica, promotore del primo portale dell'editoria religiosa Rebeccalibri a cui sar possibile accedere con due postazioni internet nello stand dedicata in prevalenza alla Bibbia, di cui sta per essere pubblicata la nuova traduzione ufficiale della Cei e che sar oggetto del Sinodo dei vescovi in autunno. Il contesto iconografico dello stand la riproduzione integrale gigante della Cappella Sistina realizzata in collaborazione con la Libreria Editrice Vaticana e la casa editrice Jaca Book; viene anche esposta la mostra fotografica di Leone Nani sul- come teologia e cultura, per ascolla Cina dei primi del Novecento. tare la quale circa seicento persoInsieme alla mostra del libro, an- ne hanno riempito la pi grande sala che gli incontri proposti svolgono da della Fiera dimostrano che le perdiversi punti di vista il tema della sone, credenti e noncredenti, sono bellezza, scelto dalla direzione della molto pi disponibili a temi impefiera con la consueta acutezza con gnativi di quanto non faccia pensare cui ogni anno propone temi di gran- l'audience di certi programmi televide respiro guidati da un tempestivo sivi. In questa prospettiva sono presenso dell'attualit culturale. La fiera viste, tra l'altro, una conferenza sulla rappresenta un'occasione particolare Bibbia del vescovo Giuseppe Betori, di incontro con la gente comune, il segretario generale della Cei, una lecpopolo di lettori non cos marginale tio magistralis del filosofo Giovanni come direbbero le statistiche delle Reale, una riflessione di Carlo Ossola vendite, visto che si calcola che i vi- e altri sul compito della scuola di insitatori siano attorno ai trecentomila. segnare bellezza, uno svelamento dei Guidata dalla convinzione della validit del senso religioso Gli incontri su teologia e cultura e della cultura cririempiono le sale stiana per l'uomo contemporaneo, la Il successo di pubblico dimostra che serie degli incontri, articolati in conferen- le persone sono molto pi disponibili a temi ze e proiezioni di im- impegnativi di quanto non faccia pensare magini e filmati, mira a ricondurre il l'audience di certi programmi televisivi senso della riflessione filosofica e teologica, della ricerca scientifica, della creazio- segreti della Cappella Sistina da parte ne artistica, della comunicazione del di Heinrich Pfeiffer e del nostro disapere cio della funzione della scuo- rettore Giovanni Maria Vian, e altro la, al desiderio che ciascuno di noi ancora. Da sottolineare la testimonianha di cogliere il senso complessivo za di chi in Terra Santa opera condella vita e delle cose. Le proposte cretamente per la pace, che coglie in degli anni passati anche quando im- chiave propositiva la circostanza di pegnative una tra tutte la lectio Israele Paese ospite della fiera; ed del cardinale Ruini l'anno scorso su anche la testimonianza del cardinale un tema non propriamente popolare di Hong Kong Joseph Ze-kiun Zen.

venerd 9 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 5

Un convegno alla Pontificia Universit Lateranense per i quarant'anni dell'enciclica Humanae vitae

Diritti umani imposti ma non rispettati


il relativismo della politica europea
di JANNE HAALAND MATLARY

Senza la morte non c' umanit


di PAUL YONNET

n Norvegia, l'11 giugno 2008, il Parlamento adotter una nuova legge sul matrimonio di genere neutrale, sostenuta da una larga maggioranza sia nell'opinione pubblica sia nello stesso Parlamento. molto chiara la percezione per cui tutti hanno il diritto di sposarsi e di avere figli. La legge include il diritto ad adottare bambini nati da coppie omosessuali mediante tecniche di inseminazione. In Norvegia sono ancora proibite l'ovodonazione e la maternit surrogata, mentre la donazione di seme legale. Quando la legge sar approvata, i bambini nati da coppie dello stesso sesso potranno essere adottati dal genitore non biologico della coppia stessa. Nel dibattito pubblico che ha preceduto questa legge la genitorialit biologica stata considerata ininfluente, come qualcosa che non ha alcun rapporto con la genitorialit reale, ora concepita come l'abilit di prendersi cura di un bambino. Gli unici a opporsi a questa legge sono stati i gruppi religiosi. evidente che nessuna nozione sulla natura umana, inclusi i suoi aspetti biologici, viene considerata costante e certa. Il fatto che un bambino abbia diritto ai propri genitori biologici e a essere cresciuto da loro non viene preso in considerazione. Inoltre madre e padre non sono considerati necessari per allevare un bambino perch il sesso divenuto una questione sociale e non biologica. Nella situazione attuale in cui secondo lo Zeitgeist (spirito del tempo) tutto si pu decostruire e ricostruire, giunto il momento di esaminare i problemi pi profondi delle attuali politiche occidentali, in particolare di quelle europee. Il grado di relativismo talmente elevato che non esistono pi comuni Grundwerte (valori fondamentali) dal punto di vista antropologico. Oggi, nella politica europea, sembra impossibile discutere di cosa un essere umano. (...) La codificazione dei diritti umani stata la risposta al relativismo politico e legislativo della Germania nazista e della seconda guerra mondiale. In breve si posto il problema concreto di obbedire o meno a ordini provenienti da chi detiene il potere, in questo caso Hitler, quando essi erano contrari alla morale. I processi di Norimberga hanno stabilito che sbagliato ubbidire a tali ordini e che esiste, di fatto, una legge superiore, una legge naturale se vogliamo, che non solo proibisce l'ottemperanza a quegli ordini, ma la considera anche un crimine. Sulla scia di questa conclusione rivoluzionaria negli affari internazionali, una decisione senza precedenti nella storia da parte di un tribunale, sorto un movimento per specificare le implicazioni di tale legge naturale per l'essere umano. Solo tre anni pi tardi, ci ha prodotto la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, un insieme sopranazionale di diritti innati e inalienabili per ogni essere umano. evidente che la dichiarazione dei diritti dell'uomo ha costituito un modello comune a tutti i membri della famiglia umana come afferma il preambolo, e non qualcosa che pu essere cambiato a piacimento dagli agenti politici. Tuttavia, oggi in Europa sta accadendo proprio questo. (...) Charles Malik, uno dei redattori pi importanti della Dichiarazione, ha affermato: Quando dissentiamo sul significato dei diritti umani, dissentiamo sull'essenza della natura umana. Il concetto stesso di diritti umani dunque significativo soltanto se concordiamo sul fatto che esiste una comune natura umana conoscibile mediante la scoperta della ragione. Quest'ultima dichiarazione tuttavia in grande contrasto con la mentalit contemporanea, relativistica e soggettivistica, disdegnando l'idea dell'esistenza della natura umana in quanto tale e della sua conoscibilit mediante la ragione. Tuttavia, negando ci e considerando i diritti umani come qualcosa che meri processi politici possono modificare, in che modo si pu sostenere che i diritti umani sono un modello per gli altri, se non lo sono per noi stessi? Oggi, in Europa, non esiste una base chiara di diritti umani, ma una lotta intensa sulla loro interpretazione e spesso una grande discrepanza fra ci che uno Stato proclama nelle conferenze internazionali ufficiali e la sua politica interna. (...) La situazione dunque bizzarra. (...) Il paradosso ancor pi lampante

se consideriamo la tendenza a non definire affatto i valori che sottendono la democrazia europea, ossia la tendenza a un totale soggettivismo, perfino al nichilismo: tu hai la tua opinione, io ho la mia e quanti affermano che esistono definizioni normative oggettive, Grundbegriffe (concetti fondamentali), sono fondamentalisti e antidemocratici. Questa tendenza estremamente pericolosa. Tale soggettivismo mina la democrazia e prepara il terreno al totalitarismo: se non c' alcun modello a determinare ci che giusto, tutto pu divenire giusto. Le vecchie differenze ideologiche sono scomparse per lo pi dopo la Guerra Fredda e non sono state sostituite. Invece, le preferenze individuali dominano la politica. La tendenza al nichilismo, cento anni dopo il libro di Friedrich Nietzsche Al di l del bene e del male, felicemente sottotitolato Preludio di una filosofia dell'avvenire si manifesta nella mancanza di fiducia nella capacit umana di pervenire, mediante il dibattito e il pensiero ponderati, alla verit oggettiva sulla natura umana e sui vizi e le virt umane. Questa posizione dominante e implicita nell'attuale politica europea. Il concetto stesso di verit non viene solo contestato, ma anche considerato, come sempre stato del resto, fondamentalista, repressivo e antidemocratico. Questa strana avversione al concetto di verit legata intimamente al politicamente corretto. Si tratta del concetto pi potente che le nostre democrazie occidentali possiedono ed del tutto immateriale. Il potere di ci che politicamente corretto o meno percepito dalla maggior parte delle persone: si percepisce che qualcosa che era comme it faut, improvvisamente non lo pi. Senza dubbio i mezzi di comunicazione sociale svolgono un ruolo chiave in questo processo di biasimo e di lode. Pensare di poter scoprire verit oggettivamente valide certamente la posizione meno politicamente corretta possibile. Ciononostante proprio quanto io sostengo. Il potere del politicamente corretto, soggettivo e supportato dai mezzi di comunicazione sociale, possibile solo perch non c' ricerca della verit, che considerata impossibile e forse anche fondamentalmente indesiderabile. Tuttavia, con questa premessa: i diritti umani non possono esistere perch non possono essere definiti. Il paradosso della moderna democrazia moderna proprio questo: professiamo e imponiamo diritti umani in tutto il mondo, ma rifiutiamo di definire la loro sostanza nel nostro Paese. Vogliamo che significhino ci che abbiamo deciso che debbano significare in un determinato momento. In tal modo facciamo del politicamente corretto la stella guida della politica. La maggior parte degli elettori non si pronuncia nei referendum su tali questioni, ma la cosiddetta opinione pubblica viene creata nelle campagne dei mezzi di comunicazione sociale, spesso mediante abili

alleanze con gruppi di interesse. Parte di questa imprenditorialit delle norme consiste nel biasimare e intimidire le opinioni minoritarie e nel creare l'immagine di una opinione maggioritaria mediante l'abile uso dei mezzi di comunicazione sociale. Quindi, cos facendo, la tolleranza tanto rivendicata diviene profondamente intollerante. Il risultato finale che ci pu diventare giusto. Si tratta dell'implicazione logica del soggettivismo estremo.

n Francia, a met degli anni Novanta del 1900 l'82,1 per cento dei bambini nati erano stati desiderati in quel momento, mentre il 10,5 erano stati desiderati ma non in quel momento e vengono detti mal pianificati. Resta un 7,4 per cento di nascite non desiderate. Questa percentuale era tre volte pi alta a met degli anni Sessanta. A quell'epoca (1963-1967), come nel periodo 1966-1972, le nascite non previste e non desiderate rappre-

Custodi e interpreti della vita


In occasione del quarantesimo anniversario della pubblicazione dell'enciclica di Paolo VI Humanae vitae, la Pontificia Universit Lateranense ospita, dall'8 al 10 maggio il convegno Custodi e interpreti della vita. Attualit dell'enciclica Humane vitae. L'introduzione al convegno della quale pubblichiamo un estratto stata pronunciata dal rettore dell'universit, il vescovo Rino Fisichella, il quale ha introdotto la prima sessione dei lavori intitolata L'impianto del Concilo alla prova del cambio culturale e presieduta dal cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. La solitudine di Paolo VI e il peso della tradizione il titolo della relazione d'apertura tenuta dal nostro direttore, Giovanni Maria Vian alla quale sono seguiti gli interventi del gesuita John Michael McDermott e di Lucetta Scaraffia, dell'universit di Roma La Sapienza. Nel pomeriggio il programma prevede la seconda sessione Una trasformazione della natura umana?, a presiedere il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica con le relazioni di Janne Haaland Matlary (ne pubblichiamo ampi stralci), dell'universit di Oslo, di Claudio Ris, dell'universit di Milano Bicocca e di Eugenia Roccella. Il sociologo Paul Yonnet, che avrebbe dovuto partecipare a questa sessione, non potr essere presente, ma ha inviato il suo testo del quale anticipiamo una parte. La sfida di Humane vitae: unit globalit della persona umana il titolo della terza sessione che si svolger nella mattinata del 9 maggio sotto la presidenza di monsignor Grzegorz Kaszak, segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Relatori saranno Francesco D'Agostino, dell'universit romana di Tor Vergata, padre Serge-Thomas Bonino, dell'Institut Catholique di Tolosa, e Marta Brancatisano. Alla sessione finale, presieduta da padre Sabatino Majorano dell'Accademia Alfonsiana, la comunicazione di Evelyn L. Billings sul valore culturale dei metodi naturali sar presentata da due sue collaboratrici. Il convegno si concluder il 10 maggio con i partecipanti che saranno ricevuti in udienza da Papa Benedetto XVI.

sentavano un totale di circa il 42 per cento del totale. Fenomeni dello stesso tipo sono osservabili in tutte le societ che hanno conosciuto la rivoluzione demografica, caratterizzata da una diminuzione sia della mortalit infantile sia della fecondit. La diminuzione della mortalit in et giovanile, con il suo spostamento verso l'anzianit, ha generato il concepimento e la nascita di bambini individualmente desiderati, una rottura totale e senza eguali nel modo di riproduzione della vita, della specie umana. La rivoluzione demografica, che rivoluzione della quantit, ha cos scatenato, o piuttosto permesso, una rivoluzione della qualit, rendendo possibile e liberando aspirazioni che erano in fermento da lungo tempo nei Paesi della cristianit latina occidentale e comportando conseguenze importanti per la vita sociale e culturale, alcune delle quali sono gi visibili. (...) Gli effetti della rivoluzione demografica non si fermano alla trasformazione delle forme familiari ma all'origine di un mutamento antropologico. Il bambino attualmente il frutto di una riproduzione guidata, voluta, e ha la certezza di vivere visto lo spostamento della mortalit verso l'anzianit. (...) Essere stato desiderato, essere desiderato, credere o sapere che si stati desiderati, la rappresentazione razionale centrale attorno alla quale avviene la costruzione psicologica dell'individuo. Questa relazione originale, stabilita dall'inizio della vita, strutturer la psicologia della persona per tutta la sua esistenza. L'individuo moderno pu vivere solo se costantemente rialimentato dal desiderio degli altri, dal desiderio degli altri che sia lui e lui solo nel lavoro, in famiglia, nel suo entourage, ma anche in quanto cittadino, nella vita pubblica da qui la sua fragilit costitutiva. Per questo tipo di personalit psicologica, il legame fondamentale il filo che lo collega agli altri, e non in primo luogo ci che lo collega alle norme. attraverso questo legame con gli altri stabilito per mezzo del desiderio che gli altri hanno di lui, che accede alla norma e a morali collettive. Per i genitori, ma anche per il bambino, si pone immediatamente una questione cruciale: quali prove addurre (a mio figlio, ma anche a noi stessi) del fatto che il mio bambino stato concepito per se stesso, per essere se stesso, una personalit particolare, e che non il frutto del caso accolto senza desiderio? Come manifestargli la realt delle nostre intenzioni, una volta nato? Il desiderio di un bambino e queste intenzioni si manifestano e si realizzano nell'autonomia, nell'esigenza di autonomizzazione rapida della personalit nascosta nel bambino, e, per i genitori, attraverso un interrogativo lancinante, dal momento in cui deve essere presa una decisione di vita o educativa riguardante il bambino: ho avuto torto o ragione a decidere, a

La natura non un'invenzione cattolica


di RINO FISICHELLA esistenza personale deve essere posta correttamente nell'orizzonte della relazionalit che permette a ognuno di realizzare se stesso sempre e solo in quanto relazionato con l'altro. La cosa diventa ancora pi evidente quando la relazione assume il volto dell'amore. Nella vita coniugale, l dove la reciprocit dell'amore ha la sua forma pi completa, l'atto sessuale che viene posto in essere ha la sua valenza unitiva e procreativa inscindibile. Per sua natura, l'amore non pu rinchiudere nessuno in se stesso; l'individualismo da sempre la patologia nefasta da cui tenersi lontano e da prevenire in ogni modo. La comprensione dell'amore come un dare tutto se stesso non termina nella donazione di s alla persona amata; esso prosegue in un ulteriore atto che rende gli amanti capaci di donare tutto loro stessi insieme. La reciprocit coniugale vive della donazione piena di s, ma insieme come una sola carne devono ancora essere capaci di dare tutto se stessi. L'unit e unicit dell'atto diventano cos fecondi, perch aperti a dare sempre tutto insieme fino al dono della vita come segno perenne che tutto stato dato. Se amare equivale a dare la propria vita, amare dando tutto se stessi insieme, equivale realmente a donare una nuova vita. In questa azione si scopre realmente quanto la dignit della persona sia elevata alla partecipazione dell'atto creativo di Dio, senza sostituirsi a lui ma vivendo dell'intera potenzialit immessa nella propria natura. Quando l'amore fecondo percepisce che qualcosa di straordinariamente grande si sta realizzando, esso supera le proprie forze biologiche, perch

L'

immette nella sfera del mistero della vita che nessuna tecnica potranno mai abolire n umiliare. Nello stesso tempo, si deve ribadire che quando la natura ferita nella fecondit materna o paterna e il desiderio di essere genitore non pu essere realizzato non pu sopraggiungere automaticamente l'imperativo del diritto a essere padre o madre ad ogni costo. L'amore deve essere capace di aprirsi a nuove forme di maternit e paternit che sono altrettanto responsabili proprio perch assumono in s la gioia e la fatica di restituire il sorriso a tanti che non conoscono una famiglia. Ritornando al pensiero iniziale dell'enciclica ritroviamo un insegnamento profondo. Al fondo del cuore di ognuno vi sempre la ricerca della felicit; per questo, fin dagli inizi della sua riflessione l'uomo ha posto delle fondamenta per ritrovare quei principi e quelle linee di condotta che gli permettessero di raggiungerla. L'etica si staglia con la sua originalit e la sua forza persuasiva proprio all'interno di questo contesto che pone come ideale il raggiungimento della felicit ma costruendo l'intero impianto sul fondamento della legge naturale. Una legge che va conosciuta, indagata e compresa con intelligenza e amore. Un binomio importante perch qualifica le diverse strade attraverso cui l'uomo conosce la verit che le viene offerta e che pu raggiungere mediante atti che riportano alla sua unit essenziale e non solo alla sua razionalit. In un momento in cui da qualche parte del pianeta qualche scienziato sta mettendo a punto un ulteriore e pi sofisticato sistema anticoncezionale che sar un semplice spray da spruzzare sul braccio, o nel momento in cui si propagandano cifre astronomiche e davvero poco credibili circa i figli nati da coppie omosessuali con l'intento di provo-

care un'ulteriore lacerazione nel tessuto sociale per la rivendicazione di diritti che non vogliono confrontarsi con la responsabilit sociale, o nel momento in cui si vuole perfino togliere dal vocabolario il termine padre e madre, probabilmente venuto il momento di far sentire di nuovo e in modo forte la voce per richiamare ai principi fondamentali inscritti nella natura a cui nessuno pu venire meno, senza distruggere la componente pi umana che possediamo per la nostra appartenenza a essa. La natura non un'invenzione cattolica, ma una realt che ci precede, ci accompagna e ci seguir nonostante i tentativi di volerla umiliare, ferire e forse distruggere. Non ci sar futuro autentico per le nuove generazioni se non saremo capaci di consegnare loro una ricchezza di cultura che pone la natura come un patrimonio comune che offerto e non pu essere violentato; con le sue leggi che tutti devono riconoscere e accogliere prima ancora di essere riformulate in sistemi giuridici. Il mercato ha bisogno delle sue leggi, ma anche la natura ha le sue leggi che vanno rispettate almeno tanto quanto quelle della ricerca scientifica e tecnologica. Se, tuttavia, si tentati di porre le leggi del mercato al di sopra di tutto ne deriva inevitabilmente una prepotenza tale a cui non c' rimedio. Benedetto XVI nel suo discorso alle Nazioni Unite ha ribadito con forza quando ha sostenuto che I diritti umani debbono essere rispettati quali espressione di giustizia e non semplicemente perch possono essere fatti rispettare mediante la volont dei legislatori (...) Mentre la storia procede, sorgono nuove situazioni e si tenta di collegarle a nuovi diritti. Il discernimento, cio la capacit di distinguere tra il bene e il male, diviene ancora pi essenziale nel contesto di esigenze che riguardano le vite stesse e i comportamenti delle persone e dei popoli.

proibire, a autorizzare, persino a discutere, e secondo quelle norme, a piegarmi o a non piegarmi al suo desiderio poich l'ho desiderato. I bambini, naturalmente, hanno una conoscenza spontanea, intuitiva, di questo dibattito interiore. Questo meccanismo implicito, che sottende la relazione e la formazione psicologica del bambino, spiega il fatto che l'accesso a un'autonomia piena e totale sia divenuto la norma educativa pi importante delle societ, che figuri nei diversi testi internazionali che definiscono i diritti dell'uomo e quelli del bambino e che in Francia, ad esempio, si pretenda di misurarla a scuola. Fare emergere il singolo io del bambino la norma educativa fondamentale del tempo, e perci questo tempo anche il tempo dell'egocentrismo (che non bisogna confondere con il narcisismo, concetto passe-partout aggiunto alla teoria freudiana). Tuttavia le condizioni nelle quali l'io del bambino desiderato chiamato a nascere ci fanno altres comprendere perch questo tempo anche un tempo di crisi del divieto. L'egocentrismo non risulta da un conflitto, ma da una relazione. Non ha vocazione a generare il conflitto, bens la relazione. Non l'egoismo, e non neppure il contrario. Questo carattere sorprendente deriva dal suo modo di elaborazione. il prodotto diretto della relazione con gli altri, i genitori. il prodotto specifico dell'individualizzazione moderna. (...) Per questo l'individualismo moderno non solo una relazione, ma anche un'individualizzazione attraverso l'origine, non senza origine o contro l'origine. Ci attesta che la nostra epoca affascinata dalla genealogia, dall'identit, dalla ricerca delle origini nel caso in cui queste sono state occultate da un abbandono precoce seguito da un'adozione, e naturalmente dai doveri di memoria. L'autonomia alla quale accede il bambino, poi l'adolescente, deve essere precisata: un'autonomia psicologica e non sociale o materiale. Si sviluppa in un universo di restrizioni. (...) Associata allo sradicamento della mortalit infantile e giovanile e alla diminuzione del tasso di mortalit, essa tende a generare sentimenti di onnipotenza, di fierezza, di orgoglio, e si pu dire che ha sotterrato la vecchia umilt della giovent, a beneficio di atteggiamenti di sfida ricorrenti, divulgati dal cinema, dalla musica, dai videoclip, dalle serie televisive. questo uno dei moventi, in cui si pu vedere una sofferenza che ritorna, dello sviluppo della violenza fra i giovani. Questa miscela esplosiva di autonomia psicologica precoce e di sentimenti di onnipotenza produce culture proprie, che vanno dalla loro messa in scena nelle diverse categorie di emissione della telerealt alle musiche e alle mode degli adolescenti, la cui gravit si limita ai turbamenti dell'io. Questo genere di cultura devasta le culture ereditate, che tornano comprensibili solo pi tardi. La societ rafforza per il fenomeno nell'adolescenza. Pi che nelle altre fasi, l'adolescenza era il periodo della crescita sociale per eccellenza; attualmente, essa non pi, al massimo, che il periodo di potenzializzazione delle condizioni di una crescita sociale sospesa sine die, e in ogni caso rimandata. Cos l'adolescente si trova dotato di un io chiamato precocemente a essere pieno e totale, ma il cui uso utile viene sospeso dalla societ. Da qui una contraddizione letale nella condizione dell'adolescente, lo sviluppo di patologie del dominio del reale e ci che ho chiamato condotte di esaurimento nell'attesa, in particolare nell'ossessione per le feste. La condizione dell'adolescente un modo di vivere sotto una luce particolarmente acuta un nuovo dato della vita umana che ci interroga: la morte della mortalit. (...) La morte ha smesso di essere la grande educatrice. Attualmente l'uomo derivato dal sapiens vive senza la consapevolezza della morte quasi per met della sua vita. Vive senza la consapevolezza della morte, della sua morte, un po' come gli animali, in una sorta di euforia e di spensieratezza. Ci significa che, per una parte della sua esistenza, accantona la sua umanit, ci che definisce l'umanit: la consapevolezza della morte. La questione posta all'individuo moderno di sapere in quale misura il reale lui oggi compreso, e di quali trasformazioni della sua rappresentazione questa nuova situazione antropologica portatrice.

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO

venerd 9 maggio 2008

Rappresentanti cristiani, ebrei e musulmani all'incontro con l'Ue a Bruxelles

All'Aquila nel trentennale dell'assassinio dello statista

Le religioni La Fuci a congresso e le grandi sfide dell'Europa nel ricordo di Aldo Moro
BRUXELLES , 8. L'istituzione presso l'Unione Europea (Ue) di un Alto rappresentante delle generazioni future: questa la richiesta avanzata da monsignor Adrianus Herman van Luyn, vescovo di Rotterdam e presidente della Comece (Commissione degli episcopati della Comunit europea) nel corso dell'incontro, svoltosi luned 5 a palazzo Berlaymont di Bruxelles, tra ventuno rappresentanti delle chiese e delle religioni monoteiste presenti in Europa con i presidenti di Commissione, Parlamento e Consiglio Ue. Sarebbe un segno visibile della nostra speranza in una Europa solidale, al di l delle frontiere geografiche e generazionali, ha spiegato van Luyn, il quale ha anche proposto che il futuro Servizio di relazioni esterne di cui si doteranno i 27 con il nuovo Trattato di riforma, sia completato con un dipartimento denominato Dialogo con le religioni e che i suoi addetti beneficino di una formazione in materia di dialogo interreligioso. L'incontro, al quale hanno partecipato rappresentanti cattolici, anglicani, protestanti e ortodossi oltre a ebrei e musulmani, stato incentrato sui temi della riconciliazione dei popoli e dei problemi legati ai mutamenti climatici. Nel mondo di oggi noi siamo chiamati a una nuova ascesi e ad accontentarci di uno stile di vita pi semplice per preservare le risorse del creato e per condividerle con le popolazioni pi povere, ha affermato il cardinale Franc Rod, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita apostolica. Un concetto sottolineato anche dal primate della Chiesa luterana di Svezia, Anders Harald Wejrd, il quale ha aggiunto che un dovere delle religioni impegnarsi a contrastare i cambiamenti climatici, poich tale questione suscita interrogativi su morale, giustizia ed equit. Quella dei problemi legati ai cambiamenti climatici infatti una sfida etica che si impone a ogni cultura e pu trovare validi alleati nelle religioni. Grazie all'ampiezza della loro influenza e al ruolo che svolgono nelle nostre societ, le religioni e le comunit di fede si trovano in una posizione ideale per fornire un valido contributo a mobilitare a favore di un futuro sostenibile, ha detto Jos Manuel Barroso, presidente della Commissione Ue che ha ospitato l'incontro. Dal canto suo il presidente del Consiglio dei 27 e primo ministro sloveno, Janez Jansa, ha sottolineato come l'ambiente ha non solo una dimensione naturale, ma anche una sacralit. Il concetto di comunit e di lealt tra l'uomo, la natura e il Creatore sotteso parimenti al giudaismo, al cristianesimo e all'islam. Per Jansa il cambiamento climatico ci impone di ripensare le forme in cui l'immaginazione, la spontaneit e l'imprenditorialit vanno canalizzate per creare un mondo affrancato dalla dipendenza dei carburanti di origine fossile. Ci non significa che dobbiamo rinunciare alle nostre conquiste, solo che dobbiamo ripensarle e considerarle da un punto di vista nuovo. Hans-Gert Pttering, presidente dell'Europarlamento, ha rilevato come l'incontro di Bruxelles rappresenti un nuovo passo importante sulla strada di un dialogo che si sviluppa progressivamente tra l'Ue, le Chiese e le comunit religiose europee. Nel contesto europeo ha ricordato il presidente dell'assemblea le Chiese hanno sempre fortemente sostenuto l'integrazione, un progetto che ha portato riconciliazione, prima tra Francia e Germania, poi in tutto il continente. Questo ruolo di riconciliazione e di pace resta di particolare attualit, considerando segnala ancora Pttering la situazione dei Balcani. Nel suo discorso davanti ai rappresentanti delle religioni Pttering ha poi richiamato il valore del 2008, anno europeo del dialogo interculturale e ha quindi affermato di essere fermamente convinto che l'Ue, cos come i suoi vicini, ha tutto da guadagnare da un dialogo tra le religioni. I veri credenti sono disposti a pagare di persona per il servizio al bene comune. Il presidente ha ricordato che responsabilit dei capi religiosi cercare di presentare una concezione della fede in termini di coesistenza pacifica e di riconciliazione. Voi potete contribuire a costruire un mondo fondato sul rispetto della dignit umana. Nell'epoca moderna, poi, in cui il relativismo rischia sovente di rendere fragile la nostra societ, numerose persone trovano sostegno nei loro convincimenti religiosi per orientare le proprie scelte di vita. di FABRIZIO CONTESSA Trenta anni dall'assassinio di Aldo Moro e quaranta dal maggio del Sessantotto: nel segno di questi due anniversari spartiacque della vita sociale e politica italiana che si aperto all'Aquila, nel pomeriggio di gioved 8, il cinquantanovesimo congresso della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (Fuci). Un appuntamento che per quattro giorni fino a domenica 11 maggio vede riuniti circa trecento giovani delegati, provenienti da sessanta universit italiane, per interrogarsi su un tema Domani cercasi. Universit, societ e politica: quale spazio per i giovani? che intende affrontare da vicino le problematiche e l'incerto futuro dell'universo giovanile. Molti infatti i temi al centro della riflessione: dalle riforme che hanno modificato l'assetto strutturale dell'universit italiana, e quindi i metodi di studio e di ricerca, alla crescente sfiducia nelle istituzioni che emerge tra le nuove generazioni, alla comprensione delle cause che hanno determinato la cosiddetta frattura intergenerazionale. Sullo sfondo l'analisi sul significato delle due ricorrenze: il Sessantotto e l'assassinio di Aldo Moro, lo statista democristiano assassinato il 9 maggio di trenta anni fa dalle brigate rosse, e che della Fuci stato presidente dal 1939 al 1942. Due anniversari in qualche modo collegati perch viene sottolineato dagli universitari cattolici se da un verso gli sconvolgimenti sociali del Sessantotto hanno anche in qualche modo segnato l'inizio dell'azione eversiva dei movimenti estremisti, la prigionia e la morte di Aldo Moro segnarono al contrario il loro definitivo isolamento e l'inizio della loro fine. Dopo l'intervento dei presidenti uscenti Tiziano Torresi e Silvia Sanchini la giornata inaugurale ha visto la prolusione del senatore Franco Marini incentrata sulla crisi della politica italiana e sul prezzo che le giovani generazioni pagano per le scelte dell'oggi. A seguire la prima sessione su giovani e societ con il confronto tra lo storico Ernesto Galli della Loggia (a pagina 4 pubblicata una parte della relazione), il sociologo Ilvo Diamanti e l'Assistente ecclesiastico generale dell'Azione cattolica, monsignor Domenico Sigalini. Nella frattura tra sogno e realt, tra ideale e concretezza spiega il presidente Torresi sta tutta l'incertezza che viviamo sulla nostra pelle e che fa impallidire il desiderio di indipendenza, fa rinunciare all'impegno, fa abbandonare ogni ambizione e ogni possibilit di sacrificio lungimirante. In questa ottica avvertono i responsabili della Fuci nel corso delle giornate verr affrontata la frattura provocata dal Sessantotto, un fenomeno generazionale che, insieme a una universit certamente pi aperta e meno elitaria, ha lasciato sul campo anche tante macerie. Cercheremo di capire a quaranta anni da quel maggio fatidico dice ancora Tiziano Torresi quali sono state le illusioni e le speranze di quella stagione, quale spazio nella societ occupano oggi i giovani e che risposta riesce a dare la Chiesa alla domanda di fede e di speranza delle giovani generazioni. La seconda giornata dei lavori venerd 9, anniversario del ritrovamento del corpo di Moro s'apre invece con la messa celebrata da monsignor Giuseppe Molinari, arcivescovo dell'Aquila, insieme con monsignor Sigalini e gli assistenti della Fuci, in memoria dello statista e di tutte le vittime del terrorismo. L'insegnamento ereditato da un figura politica di cos eminente rilievo intellettuale e morale affermano Silvia Sanchini e Tiziano Torresi merita una riflessione scrupolosa ed una sempre fresca e vigile memoria, attenta e rispettosa della vita e delle intuizioni dell'uomo, del professore, dello statista che egli stato. Il sacrificio, il messaggio, la speranza di quest'uomo ancora oggi possono darci tanto. La seconda sessione del congresso, con l'intervento, tra gli altri, del presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, sar dedicata al mondo dell'universit e del lavoro, con particolare riferimento al rapporto educativo tra docente e studente come strumento di crescita e di formazione della persona al precariato e all'inserimento nel mondo del lavoro. Nella terza e conclusiva sessione dedicata a giovani e politica si terr una tavola rotonda con politici, giornalisti, esponenti dell'imprenditoria e costituzionalisti per affrontare ad ampio raggio il tema delle riforme indispensabili per il futuro dell'Italia.

Da luglio partono i campi estivi in undici Paesi, tra cui l'Italia

Caritas Ambrosiana, giovani al lavoro nei cantieri della solidariet


di ALESSANDRO TRENTIN Un'estate diversa, lontana dal banale consumismo, ricca di solidariet: questo offre l'iniziativa dei cantieri della solidariet, i campi di lavoro per i giovani tra i diciotto e i trent'anni, promossa dalla Caritas Ambrosiana. Il progetto, partito nel 1997, si rinnovato continuamente fino a giungere, quest'anno, a offrire tre destinazioni anche in Italia: Genova, Firenze e Napoli. Trascorrere dei soggiorni con i giovani ex detenuti di Nairobi; con i bambini sordomuti di Beirut; con i ragazzi di una parrocchia in Montenegro. E ancora, un'esperienza a contatto con i sopravvissuti allo tsunami nelle isole Andamane; con i disabili e le donne della periferia di Managua in Nicaragua o con le comunit del Per colpite dal terremoto: sono alcuni degli esempi di campi di lavoro offerti dalla Caritas. Due o tre sono le settimane a disposizione, a partire da luglio, per trascorrere intensi momenti di solidariet accanto a chi soffre, afferma Ivan Mizzoli, dirigente dell'area giovani di Caritas Ambrosiana. Sono circa un migliaio finora i giovani che hanno partecipato alle iniziative spiega . Lavoriamo a stretto contatto con le diocesi e le associazioni di volontariato. Tamara, una ragazza di ventiquattro anni, volontaria della Caritas ha svolto nel 2007 servizio in Montenegro: stata un'esperienza significativa per i volti incontrati e diventati familiari, per le storie conosciute, per la grande accoglienza che ci stata donata e anche per qualche fatica che abbiamo dovuto affrontare. La Caritas raccoglier le adesioni all'iniziativa fino a fine maggio. In particolare per la stagione 2008 sono undici le destinazioni all'estero e in Italia: Bulgaria, Moldova, Montenegro, Giordania, Libano, India, Etiopia e Kenya. In Italia, a Pozzuoli, in particolare, i giovani saranno coinvolti nelle gestione di un lido per disabili a Bacoli, nella penisola flegrea. Nel Napoletano, tra l'altro, i partecipanti incontreranno alcuni testimoni della lotta alla criminalit organizzata e conosceranno il lavoro che la Caritas sta svolgendo in tema di emergenza rifiuti. A Firenze, invece, si occuperanno dei minori ospitati in una comunit cittadina e visiteranno alcuni luoghi legati all'educazione alla non violenza: la Casa della Pace di Pax Christi, la scuola di Barbiana fondata da don Lorenzo Milani e il museo della Resistenza di Sant'Anna di Stazzema. A Genova, infine, si dedicheranno ai rifugiati di un centro di accoglienza e ai senza tetto di un centro diurno e di una mensa dei poveri. Prima di partire i giovani devono partecipare a dei colloqui e compilare delle schede informative riportando le motivazioni che hanno spinto alla partenza; al ritorno, inoltre, saranno sottoposti ad una verifica. Il dirigente spiega: Raccogliamo le testimonianze dei partecipanti per valutare la qualit dei progetti. Tanti giovani tornano a casa arricchiti interiormente, grazie ad una esperienza indimenticabile. Molti giovani partecipano per svolgere servizio civile. Per informazioni a disposizione il sito Internet della Caritas Ambrosiana.

Insediato a Lucca il primo vescovo della diocesi ortodossa romena


LUCCA, 8. Lucca stata teatro oggi di un evento ecumenico di importanza internazionale. Con una celebrazione nella chiesa di Sant'Anastasio consegnata in uso un anno fa dall'arcivescovo della citt, Benvenuto Italo Castellani, alla comunit cristiana ortodossa monsignor Siluan Span diventato vescovo della prima diocesi ortodossa romena d'Italia (diocesi non territoriale ma a carattere missionario). Alla cerimonia di intronizzazione erano presenti, fra gli altri, l'arcivescovo Iosif, metropolita ortodosso romeno dell'Europa occidentale e meridionale, con sede a Parigi, e il vescovo di Terni-NarniAmelia, Vincenzo Paglia, presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo. La nostra gente ha detto Siluan Span si trova in una situazione di sradicamento spirituale e fisico dal loro Paese. La priorit la cura della persona umana che ha bisogno del cibo spirituale, del cibo del cuore, ma anche del cibo naturale che il bisogno di condurre una vita decente e dignitosa. Monsignor Siluan Span, gi vicario del metropolita Iosif per i romeni in Italia, risieder vicino a Roma e da l coordiner le settantacinque parrocchie presenti nel Paese, servite da quasi novanta tra sacerdoti e diaconi. Lucca che accoglie una comunit ortodossa romena di circa seicento persone guidata da padre Liviu Marina stata scelta simbolicamente per la cerimonia proprio per l'ottima relazione esistente fra i cristiani delle diverse tradizioni. Nel dialogo fecondo che da anni si instaurato tra cattolici e ortodossi a Lucca e tra questi e le Chiese riformate ha detto l'arcivescovo Castellani la nascita di una diocesi ortodossa romena d'Italia non pu che riempirci di gioia. Questo avvenimento si inserisce nel solco di un ecumenismo che deve portare tutti all'accoglienza reciproca, nel nome della fratellanza in Cristo e nella ricerca della pace.

Lutto nell'episcopato
giunta la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Donald William Montrose, vescovo emerito di Stockton (Stati Uniti d'America), avvenuta mercoled 7 maggio. Il compianto presule era nato in Denver il 13 maggio 1923 ed aveva ricevuto l'ordinazione sacerdotale il 7 maggio 1949. Eletto alla chiesa titolare di Vescovio e nel contempo nominato ausiliare di Los Angeles il 25 marzo 1983, aveva ricevuto l'ordinazione episcopale il successivo 12 maggio. Era stato trasferito alla sede residenziale vescovile di Stockton il 17 dicembre 1985. Il 19 gennaio 1999 aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi. Le esequie saranno celebrate luned prossimo, 12 maggio.

On line il sito dell'Associazione di Terra Santa


ROMA, 8. on line, da pochi giorni, il sito Internet dell'Associazione di Terra Santa (Ats). Disponibile in quattro lingue (italiano, inglese, spagnolo e tedesco), il sito www.ats.custodia.org nasce dal desiderio di offrire a tutti la possibilit di collaborare al grande compito affidato dalla Chiesa universale ai frati minori francescani di conservare e valorizzare i luoghi cari alla cristianit, di sostenere la presenza cristiana in Medio Oriente e di promuovere la pace e il dialogo. La Terra Santa sottolinea il Custode, padre Pierbattista Pizzaballa, presidente dell'Ats non un luogo qualunque, la terra che ha dato origine alla nostra fede. Abbiamo l'imperativo di radicarci nella testimonianza cristiana: le opere e l'impegno concreto di ciascuno di noi devono dire chi siamo. L'Ats un'organizzazione non governativa riconosciuta dal ministero italiano degli Affari esteri come istituzione idonea per la realizzazione di programmi di cooperazione allo sviluppo.

Al santuario di Torreciudad l'ottavo incontro mariano dei latinoamericani residenti in Spagna


HUESCA, 8. Il santuario di Torreciudad ha accolto circa tremila latinoamericani residenti in tutta la Spagna in occasione dell'ottavo incontro mariano dei Popoli dell'America. Il raduno, che si svolge ogni prima domenica di maggio, coinvolge il maggior numero di famiglie ormai residenti nel Paese che si riuniscono presso il santuario indossando i loro abiti caratteristici per ricordare tradizioni, folclore e devozione Maria in una giornata che rinsalda i vincoli della fraternit (Nostra Signora di Urkupia, Bolivia; Regina della Pace, El Salvador; Vergine della Valvanera, Colombia; Quinche, Ecuador; Guadalupe, Messico). Uno dei momenti significativi dell'incontro la consegna delle offerte alla Vergine: sull'altare della chiesa vengono cos portati i fiori del Per, i frutti e i prodotti tipici della Bolivia, le immagini sacre provenienti dalla Repubblica Dominicana. I vari momenti sono stati presieduti da monsignor Jess Catal, Vescovo di Alcal de Henares e presidente della Commissione episcopale per la pastorale. Durante l'omelia il presule ha chiesto di desiderare non solo la patria piccola e terrena, bens aspirare alla patria del cielo. Quindi ha chiesto che ognuno viva realmente la fede che professa laddove si trova. La nostra religiosit ha continuato nell'omelia non pu ridursi ad alcune feste, la nostra religiosit deve permeare tutti gli aspetti della vita.

venerd 9 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 7

A pochi mesi dall'inizio della manifestazione sportiva il Papa rivolge un saluto a tutti i cinesi durante il concerto offerto dall'Orchestra filarmonica del Paese

Le prossime Olimpiadi evento di grande valore per l'intera umanit


Invio il mio saluto, attraverso di voi, a tutti gli abitanti della Cina che, con le prossime Olimpiadi, si preparano a vivere un evento di grande valore per l'intera umanit. Per la prima volta il Papa ha parlato dei prossimi giochi olimpici di Pechino. Lo ha fatto nel discorso pronunciato al termine del concerto offertogli nella serata di mercoled 7 maggio, nell'Aula Paolo VI, dall'Orchestra filarmonica cinese e dal Coro dell'opera di Shanghai.

Gentili Signori e Signore, cari amici! Un nuovo evento musicale di alto livello ci vede ancora raccolti in quest'Aula Paolo VI. Esso riveste per me, e per tutti noi, un elevato valore e significato: infatti un concerto offerto ed eseguito dall'Orchestra Filarmonica Cinese e dal Coro dell'Opera di Shanghai; un concerto che ci pone a contatto, in un certo modo, con la vivace realt del mondo della Cina. Ringrazio l'Orchestra e il Coro per questo gradito omaggio e mi congratulo con gli organizzatori e gli artisti per aver eseguito, con grande competenza, finezza ed eleganza, un'opera musicale che fa parte del patrimonio artistico dell'umanit. In un gruppo di cos validi artisti possiamo vedere rappresentata la grande tradizione culturale e musicale della Cina, e l'esecuzione da essi realizzata ci aiuta a meglio comprendere la storia di un Popolo, con i suoi valori e le sue nobili aspirazioni. Grazie di

Il maestro Long Yu: dalla musica un messaggio di pace


Prima dell'esecuzione del Requiem, il direttore dell'Orchestra filarmonica cinese, il maestro Long Yu, ha rivolto al Papa un saluto in lingua inglese, che pubblichiamo di seguito in una nostra traduzione italiana: Santit, cari amici e ospiti, questo un momento glorioso! Ha un significato storico che rimarr a lungo nei nostri ricordi! Le parole non riescono a esprimere in modo sufficiente la nostra sentita gratitudine e il nostro sincero apprezzamento per tutti qui e per quanti hanno reso possibili, grazie alla propria diligenza, il nostro viaggio e la nostra esecuzione qui oggi. Grazie in particolare a Lei, Santit, per averci concesso la sua presenza questa sera. La musica non conosce confini. Il repertorio di questa sera in Vaticano riflette in spirito di pace e di amore il valore di ogni uomo e di ogni donna nel mondo, indipendentemente dalle differenze culturali. Il popolo cinese considera suo scopo comune l'edificazione di una societ pacifica e armoniosa. Viviamo in una nazione caratterizzata da una ricca diversit culturale e spirituale. In quanto principale orchestra sinfonica in Cina, siamo convinti del fatto che la musica sia uno strumento potente per approfondire la comprensione culturale fra persone di ogni nazione. Spero che l'esecuzione di questa sera contribuir a diffondere un messaggio di pace e di amore. Grazie!

cuore per questo dono! Grazie anche per la melodia che sar eseguita fra poco! Oltre che ai promotori e agli artisti, il mio vivo ringraziamento si estende a tutti coloro che, in vario modo, hanno collaborato alla messa in opera di questa manifestazione, per alcuni versi veramente unica. It is worth emphasizing that this performance by Chinese artists of one of Mozart's greatest works brings together their own musical talent and Western music. Conductor Long Yu, with his orchestra, the soloists and the Shanghai Opera House Chorus have comfortably risen to the challenge. Music, and art in general, can serve as a privileged instrument for encounter and reciprocal knowledge and esteem between different populations and cultures; a means attainable by all for valuing the universal language of art. There is another aspect that I wish to emphasize. I note with pleasure the interest shown by your orchestra and choir in European religious music. This shows that it is possible, in different cultural settings, to enjoy and appreciate sublime manifestations of the spirit such as Mozart's Requiem which we have just heard, precisely because music expresses universal human sentiments, including the religious sentiment, which transcends the boundaries of every individual culture. [Come non sottolineare poi che il concerto realizzato da artisti cinesi su un capolavoro di Mozart mette insieme il talento musicale loro proprio e la musica occidentale? Si tratta di una sfida che il Maestro Long Yu, la sua Orchestra, i Solisti e il Coro dell'Opera di Shanghai hanno superato felicemente. La musica, e pi in generale l'arte, possono diventare quindi veicolo privilegiato di incontro e di reciproca conoscenza e stima fra popolazioni e culture diverse; un mezzo alla portata di tutti per valorizzare l'universale linguaggio dell'arte. E c' un altro aspetto che mi preme sottolineare. Noto con piacere l'interesse della vostra Orchestra e del vostro Coro per la musica religiosa europea. Un dato questo che mostra come sia possibile gustare ed apprezzare, in mondi culturali diversi, alte manifestazioni dello spirito, quale appunto il Requiem di Mozart che stato ora eseguito, proprio perch la musica interpreta gli universali sentimenti dell'animo umano, fra cui quello religioso che supera i confini di ogni singola cultura]. Una parola, infine, vorrei dire a proposito del luogo nel quale questa sera siamo riuniti. la grande sala

in cui il Papa riceve i suoi ospiti e incontra quanti vengono a fargli visita. Essa come una finestra aperta sul mondo, un luogo in cui si incontrano spesso persone provenienti da ogni parte della terra, ognuna con la propria storia personale e con la propria cultura, ognuna accolta con stima ed affetto. Questa sera, accogliendo voi, cari artisti cinesi, il Papa intende accogliere idealmente l'intero vostro popolo, con un pensiero speciale ai vostri concittadini che condividono la fede in Ges e sono uniti con un particolare legame spirituale al Successore di Pietro. Il Requiem nato da questa fede, come preghiera al Dio giudice giusto e misericordioso, e proprio per questo tocca il cuore di tutti, proponendosi come espressione di un umanesimo universale. Infine, mentre ancora vi ringrazio per questo graditissimo omaggio, invio il mio saluto, attraverso di voi, a tutti gli abitanti della Cina che, con le prossime Olimpiadi, si preparano a vivere un evento di grande valore per l'intera umanit.

[Ringrazio tutti e auguro ogni bene!]

Un'opera incompiuta che l'aura del mito ha reso celebre

La morte l'ultima musa ispiratrice del Requiem di Mozart


di MARCELLO FILOTEI Se vuoi entrare nel mito almeno un'opera la devi lasciare incompleta. Se sei fortunato muori mentre scrivi un Requiem. Mozart ce le ha avute tutte: bambino prodigio, compositore incommensurabile, era quasi inevitabile che gli capitasse pure questo. Quando ha visto arrivare l'anonimo inviato che gli chiedeva di comporre una Messa da morto, dietro lauto compenso, ha avuto un oscuro presentimento, rimasto profondamente scosso, ma perfettamente in grado di riscuotere un congruo anticipo. Qualche nota l'ha buttata gi subito, per poi tornare a impegnarsi in talune facezie come il completamento del Flauto magico, la stesura de La clemenza di Tito e la composizione del Concerto per clarinetto. Quando si dedicato completamente al Requiem era troppo tardi. Il committente continuava a insistere, diventava un'ossessione, il pensiero del compositore fisso sull'idea ispiratrice del pezzo, la morte, e cos proprio la morte divenne l'ultima musa. Quello che stava scrivendo Mozart, in realt, era un Requiem per se stesso, Salieri riverso sul letto raccoglieva dalla voce tremante del genio le ultime note e le trascriveva maldestramente. Pioggia, cavalli, il messo di morte che arriva e trova il lavoro incompleto: anatema. Tutto molto poetico, adatto a film, leggende e libri, ma pare non sia andata cos. L'inviato era un servitore del conte Franz von Walsegg-Stuppach che con la morte non aveva alcuna parentela diretta. Il suo padrone era un imbroglione, che amava spacciarsi per compositore essendo solo un appassionato di musica. Il titolato commissionava di nascosto lavori a grandi musicisti imponendo loro il silenzio in cambio di vile denaro, che l'artista di rado disdegna. In questo caso il Requiem sarebbe La moglie trov il manoscritto incompleto e si preoccup in primo luogo di non dover restituire l'acconto, chiam un allievo del marito, Franz Xaver Sssmayr, che fece quel pot e complet l'opera. Quella che sentiamo oggi un mosaico di brani composti per intero da Mozart, abbozzi completati dall'allievo e parti completamente ascrivibili a Sssmayr. Ma paradossalmente pi grande la differenza tra i talenti e meglio . In un'opera incompiuta, infatti, si ascolta sia quello che c' sia quello che non c': come la monumentale fuga che Mozart aveva ideato sull'Amen finale del Lacrimosa e che l'allievo risolse con due accordi. Al fine della costruzione del mito, vale pi quella fuga non scritta di tutto il Don Giovanni. L'alone mistico ha accompagnato il pezzo per secoli, ma il mistero vero come abbia fatto un uomo sul punto di morte a gestire con una lucidit assoluta una sintesi perfetta tra antiche tradizioni di musica sacra, figure di accompagnamento barocco e una spiccata ispirazione operistica. Tecniche contrappuntistiche raffinate accanto al fraseggio lirico di ascendenza napoletana: sarebbe sufficiente questo a farne un capolavoro. Ma non basta: nel Requiem Mozart riuscito soprattutto a trasmettere un'intimit e una personale espressione di sentimenti che apre la strada alla poetica romantica. Non l'avr completato, ma tutto quello che doveva dire l'ha detto. Come il conte Franz von WalseggStuppach potesse sostenere senza arrossire di avere composto un pezzo del genere, questo s un mistero.

In Vaticano la tradizione musicale e culturale cinese


Porte aperte in Vaticano alla tradizione musicale e culturale cinese. L'Aula Paolo VI ospita la pi prestigiosa Orchestra filarmonica del Paese asiatico e accoglie idealmente come sottolinea il Papa l'intero popolo della Cina, che con le prossime Olimpiadi si prepara a vivere un evento di grande valore per l'intera umanit. L'esecuzione del Requiem in re minore KV 626 di Wolfgang Amadeus Mozart, opera che lo stesso Benedetto XVI riconosce come parte del patrimonio artistico dell'umanit, l'occasione per un incontro il cui significato va al di l dell'ambito strettamente musicale. Il concerto diretto dal maestro Long Yu con il coro dell'opera di Shanghai e i solisti Rao Lan, soprano, Zheng Cao, mezzosoprano, Jianyi Zhang, tenore, e Donhjian Gong, basso diventa per il Papa soprattutto un'esperienza per meglio comprendere la storia di un popolo, con i suoi valori e le sue nobili aspirazioni. Sensibilit artistica orientale e cultura musicale occidentale unendosi prima nell'esecuzione mozartiana e poi nel delicato brano finale Jasmine flower, noto canto popolare cinese utilizzato da Puccini nella Turandot danno vita ad un momento di grande valore simbolico. Sottolineato anche dai lunghi e ripetuti applausi tributati ai musicisti da parte dei presenti, tra cui circa cinquecento cinesi ai quali viene distribuito un pieghevole con il testo in lingua originale del discorso del Papa. Accanto a Benedetto XVI, una delegazione di personalit del Paese guidata da Deng Rong figlia del leader cinese Deng Xiaoping morto nel 1997 che general advisor dell'Orchestra e presidente esecutivo del festival musicale di Pechino. Ad accompagnare il Papa sono il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, il prefetto della Casa Pontificia, l'arcivescovo James Michael Harvey, il reggente della Prefettura, monsignor Paolo De Nicol, ed il segretario particolare monsignor Georg Gnswein. Al concerto assistono, tra gli altri, anche i cardinali Etchegaray, Law, Martnez Somalo, Silvestrini, Laghi, De Giorgi, Dias, Cipriani Thorne, Castrilln Hoyos, Cheli, Saraiva Martins, Meja, Marchisano, Cottier, Rod, Cordero Lanza di Montezemolo, Sandri, Farina, Coppa, e numerosi arcivescovi e vescovi. Sono presenti il sostituto della segreteria di Stato, l'arcivescovo Ferdinando Filoni, e il segretario per i Rapporti con gli Stati, l'arcivescovo Dominique Mamberti, con i monsignori Gabriele Caccia, assessore, Pietro Parolin, sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, e Fortunatus Nwachukwu, capo del Protocollo.

servito a onorare la memoria della contessa, da poco scomparsa. Mozart scrisse fino a che ce la fece, come quasi tutti i compositori, con la differenza che lui era un genio e che quasi tutto quello che ha composto eccezionale.

Diciottesima sessione plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

La difficile realt delle famiglie costrette a emigrare


La famiglia migrante e itinerante il tema proposto alla riflessione dei partecipanti alla diciottesima sessione plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti che avr luogo dal 13 al 15 maggio, presso la sede del dicastero, in Piazza San Calisto. Saranno presenti ventisei membri del dicastero provenienti da vari paesi del mondo, e saranno affiancati da quattordici consultori, anche essi di diverse nazionalit e specialisti in materie inerenti ai nove settori di mobilit umana affidati alla cura del Pontificio Consiglio che, lo ricordiamo, sono quelli dei migranti per motivi economici, dei rifugiati e profughi, degli studenti esteri, dei nomadi, dei circensi e fieranti, dei turisti e pellegrini, dei marinai, siano essi pescatori o croceristi, della gente degli aeroporti e della strada. Il tema affrontato di assoluto rilievo. La mobilit umana, un segno dei tempi, risulta essere argomento molto attuale e anche contraddittorio. Diventata realt strutturale della societ contemporanea, la mobilit umana si propone sempre di pi infatti anche come un problema via via pi complesso. E in un periodo come quello odierno, in cui la famiglia insidiata da tendenze contraddittorie, quelle costituite da persone in mobilit sono doppiamente in difficolt, poich su di loro gravano interrogativi non facili a cui rispondere e si manifestano soluzioni abbastanza complicate da trovare. Introdurr i lavori della plenaria il Presidente del Pontificio Consiglio, il Cardinale Renato Raffaele Martino. Affronter il tema proposto illustrando i pi recenti documenti pubblicati dal dicastero sull'argomento per riproporre gli orientamenti pastorali gi emersi nei vari ambiti in cui il dicastero stesso realizza la propria missione. Quindi il segretario, l'arcivescovo Agostino Marchetto, si soffermer per illustrare il cammino del Pontificio Consiglio dall'ultima sessione plenaria ad oggi. Seguir l'intervento del segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia, il quale parler della situazione generale della famiglia oggi. I problemi particolari della famiglia i cui membri sono in mobilit, invece, saranno trattati dal reverendo padre Hans Voecking, M. Afr., segretario della commissione per le migrazioni del consiglio delle conferenze episcopali europee. Monsignor Jean Laffitte, vice-presidente della Pontificia Accademia per la Vita tratter il medesimo argomento interpretandolo nell'ottica degli insegnamenti dei Sommi Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Seguiranno le testimonianze di coloro che operano direttamente tra le famiglie nei diversi settori della mobilit umana in vari Paesi: in Australia, negli Stati Uniti d'America, in Colombia e nella Repubblica Dominicana, in Gran Bretagna, Francia, Italia, Spagna e Germania. Nell'ultima parte della plenaria, si offriranno spunti per dare delle risposte a problemi e realt delineati nel corso dei lavori. In particolare per ci che riguarda l'Asia indicazioni utili verranno dall'intervento del segretario generale della federazione delle Conferenze episcopali asiatiche, l'arcivescovo Orlando Quevedo, che tratter di Comunione, solidariet e missione in risposta alla rottura della famiglia di migranti e itineranti. Successivamente la dott.ssa Sara Silvestri, docente alla City University di Londra e ricercatrice presso la Cambridge University, proporr una riflessione su dialogo interculturale a favore dei membri della famiglia e di una vita integrale. Infine il vescovo di Brooklyn (Stati Uniti d'America), monsignor Nicholas DiMarzio, far una sintesi degli interventi e formuler alcune proposte per una rinnovata pastorale della famiglia in situazione di mobilit. Concluse le relazioni espositive sar lasciato ampio spazio alla discussione, alla presentazione di questioni, di proposte e di osservazioni da parte dei convenuti. Momento culminante della plenaria sar certamente l'incontro con il Papa Benedetto XVI, a conclusione dei lavori. L'incontro con il Papa previsto per gioved 15 maggio, alle 12.00.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
Benedetto XVI al pellegrinaggio del patriarcato greco-melkita guidato da Gregorios III Laham

venerd 9 maggio 2008

Il cammino della pace si apra in Medio Oriente


Un auspicio di pace per il Medio Oriente stato espresso da Benedetto XVI che, nella mattina di gioved 8 maggio, ha ricevuto in udienza nella Sala Clementina il pellegrinaggio del patriarcato di Antiochia dei greco-melkiti che ha sede a Damasco in Siria.

Il cardinale Bertone a Pompei per la Supplica

Devozione mariana e promozione umana


La vera cultura della pace penetra nelle profondit del cuore umano prima che attraverso gli obiettivi diplomatici e politici con i gesti umili e quotidiani di carit, di bont e di perdono. Lo ha ricordato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, in occasione della Supplica alla beata vergine Maria del Santo Rosario di Pompei, recitata gioved mattina, 8 maggio, nel santuario mariano ai piedi del Vesuvio. Come da tradizione, la dolce e forte invocazione alla Madonna si levata al termine della celebrazione eucaristica presieduta dal porporato. Questi, portando il saluto e la benedizione del Papa alla folla di fedeli e di devoti giunti da ogni parte d'Italia e alle numerose autorit intervenute, ha sottolineato che Benedetto XVI, spiritualmente unito a noi, ci chiede di affidare a Maria le sue intenzioni, le intenzioni della Chiesa, i problemi del mondo intero. Oasi di speranza per il mezzogiorno d'Italia, sempre segnato da problematiche e sfide, Pompei costituisce un centro spirituale che, tramite un complesso di opere sociali, traduce l'amore verso Maria nell'amore per i fratelli. Ci avviene ha spiegato Bertone rispondendo ai bisogni della societ campana, specialmente alle attese dei pi poveri e abbandonati, come i figli dei carcerati. L'autentica devozione mariana e il generoso impegno di promozione umana sono infatti i poli dinamici del santuario e delle opere che a esso sono annesse. In questo senso viene mantenuta viva oggi l'eredit del beato Bartolo Longo, il quale dinanzi alle calamit e ai pericoli del suo tempo il passaggio tra il XIX e il XX secolo diffuse la devozione del Rosario, quale strumento sicuro per conseguire il bene della societ e della Chiesa. Il segretario di Stato, dopo aver ricordato l'amicizia tra Don Bosco e il fondatore di Pompei, ha fatto propria la definizione della Supplica data da quest'ultimo: un vero atto di amore, da compiersi attraverso un mezzo semplice ma efficace la corona per crescere nella fede. In particolare in questa cittadella mariana, che offre la possibilit di una preghiera assidua ai tanti pellegrini che ogni anno accorrono da ogni parte del mondo. Tuttavia ha avvertito il cardinale non bisogna dimenticare come per l'efficacia della preghiera sia necessaria la concordia alimentata dalla fiamma viva della carit, che apre al dialogo e alla comprensione reciproca, che disarma gli animi da ogni violenza e costruisce ponti di pace.

Batitude, Chers Frres dans l'Episcopat, Chers Fils et Filles de l'Eglise grecque-melkite catholique, Je suis heureux de vous accueillir alors que vous accomplissez un plerinage au tombeau des Aptres. Je salue particulirement Sa Batitude Gregorios III, que je remercie de ses aimables paroles qui manifestent la vitalit de l'Eglise melkite malgr les difficults de la situation sociale et politique que connat votre rgion. J'adresse aussi mon fraternel salut aux Evques prsents, et vous tous chers amis, venant de divers pays du Moyen Orient et de la diaspora melkite travers le monde, o vous manifestez ainsi, votre manire, l'universalit de l'Eglise catholique. Alors que s'approche l'ouverture de l'anne que j'ai voulue consacrer saint Paul, je ne peux oublier que le sige de votre Patriarcat est tabli dans la ville de Damas, sur le chemin de laquelle l'Aptre a vcu l'vnement qui a transform son existence et qui a ouvert les portes du christianisme toutes les Nations. Je vous encourage donc pour que, cette occasion, un travail pastoral intense suscite dans vos diocses, en chacune de vos paroisses et chez tous les fidles un lan nouveau pour une connaissance toujours plus intime de la personne du Christ, grce une lecture renouvele de l'uvre paulinienne. Cela permettra un tmoignage fcond parmi les hommes d'aujourd'hui. C'est un tel lan qui pourra aussi garantir un avenir florissant pour l'Eglise melkite. Dans cette perspective, pour assurer le dynamisme vanglique des communauts et leur unit ainsi qu'un bon fonctionnement des affaires ecclsiales dans les Eglises patriarcales, le rle du Synode des Evques a une importance fondamentale. Il convient donc, chaque fois que le droit le demande, surtout lorsqu'il s'agit de questions qui regardent les Evques eux-mmes, de donner cette vnrable institu-

tion, et non seulement au Synode permanent, la place qui lui revient. Je connais l'activit cumnique de l'Eglise melkite catholique et les relations fraternelles que vous avez tablies avec vos Frres orthodoxes, je m'en rjouis. En effet, l'engagement pour la recherche de l'unit de tous les disciples du Christ est une obligation urgente, qui dcoule du dsir ardent du Seigneur lui-mme. Nous devons donc faire tout notre possible pour abattre les murs de division et de dfiance qui nous empchent de le raliser. Cependant, nous ne pouvons pas perdre de vue que la recherche de l'unit est une tche qui concerne non seulement une Eglise particulire, mais l'Eglise tout entire, dans le respect de sa nature elle-mme. Par ailleurs, comme le souligne l'encyclique Ut unum sint, l'unit n'est pas le fruit de l'activit humaine, elle est d'abord un don de l'Esprit Saint. Prions donc l'Esprit, dont nous clbrerons dans quelques jours la descente sur les Aptres, afin qu'il nous aide travailler tous ensemble la recherche de l'unit. Batitude, chers Frres et Surs, j'apprcie aussi les bonnes relations que vous entretenez avec les musulmans, avec leurs responsables et avec leurs institutions, ainsi que les

efforts raliss pour rsoudre les problmes qui peuvent se poser, dans un esprit de dialogue fraternel, sincre et objectif. Je me rjouis donc de constater que, dans la ligne du Concile Vatican II, l'Eglise melkite s'est engage avec les musulmans rechercher sincrement la comprhension mutuelle ainsi qu' promouvoir et dfendre ensemble, pour le bnfice de tous, la justice sociale, les valeurs morales, la paix et la libert. Enfin, accomplissant sa mission dans le contexte agit et parfois dramatique du Moyen Orient, l'Eglise se trouve confronte des situations o la politique joue un rle qui n'est pas indiffrent sa vie. Il est donc important qu'elle maintienne des contacts avec les Autorits politiques, les institutions et les divers partis. Toutefois, il ne revient pas au clerg de s'engager dans la vie politique. Cela reste le fait des lacs. Mais l'Eglise se doit de proposer tous la lumire de l'Evangile, afin que tous s'engagent servir le bien commun et que la justice prvale toujours, pour que le chemin de la paix puisse enfin s'ouvrir devant les peuples de cette rgion bien-aime. Batitude, en concluant notre rencontre, je confie l'Eglise grecque-

melkite catholique l'intercession de la Vierge Marie et la protection de tous les saints d'Orient. Demandant Dieu de donner votre Eglise patriarcale la force et la lumire afin qu'elle poursuive sa mission dans la paix et dans la srnit, je vous accorde, ainsi qu'aux Evques et tous les fidles de votre Patriarcat, une affectueuse Bndiction apostolique.
Ecco una nostra traduzione italiana del discorso del Papa ai pellegrini grecomelkiti.

Beatitudine, Cari fratelli nell'episcopato, Cari figli e figlie della Chiesa grecomelkita cattolica, Sono lieto di accogliervi mentre realizzate un pellegrinaggio sulle tombe degli Apostoli. Saluto in modo particolare Sua Beatitudine Gregorios III, che ringrazio per le sue cordiali parole che manifestano la vitalit della Chiesa melkita, nonostante le difficolt della situazione sociale e politica che vive la vostra regione. Porgo anche il mio fraterno saluto ai vescovi presenti, e a voi tutti cari amici, provenienti da diversi Paesi del Medio Oriente e della diaspora melkita in tutto il mon-

L'indirizzo d'omaggio del Patriarca Gregorios III


Pubblichiamo in una nostra traduzione italiana l'indirizzo d'omaggio rivolto al Papa dal Patriarca di Antiochia dei Greco-Melkiti, Gregorios III Laham: Santit, che il Signore sia benedetto per questo giorno che ci permette, dopo una lunga attesa, di incontrare Vostra Santit, in compagnia di diversi esponenti della gerarchia, membri del Santo Sinodo della nostra Chiesa patriarcale greco-melkita cattolica, e anche di superiori e superiore generali dei nostri ordini religiosi, di sacerdoti del nostro clero secolare e regolare, e di un buon numero di nostri fedeli, fra i quali ministri, deputati, uomini d'affari, ma anche padri e madri di famiglia, tutti lieti di partecipare a questo pellegrinaggio il cui ricordo rester vivo nella loro memoria e negli annali del nostro Patriarcato. La nostra Chiesa patriarcale presente in quasi tutti i paesi arabi del Vicino Oriente. D'altro canto, i nostri fedeli sono sparsi in tutto il mondo: in Europa e soprattutto in Canada, negli Stati Uniti, in vari Paesi dell'America Latina e in Australia. Questa grande diaspora, sempre in aumento, il risultato dell'emigrazione, che decima la nostra presenza nei nostri Paesi di origine e continua ad aggravarsi, per diverse ragioni, delle quali la principale il conflitto israelopalestinese. Questa presenza cristiana si dimostra sempre pi necessaria, sia ad intra sia ad extra. Sul piano interno, la nostra grande preoccupazione pastorale di immunizzare la nostra Chiesa patriarcale contro i pericoli che la minacciano, fondandoci sull'amore, come indica il mio motto patriarcale: Vegliate e camminate nell'amore. E questo amobe per circa centotrenta anni, per preservare la nostra comunione con la Chiesa di Roma. Questa comunione stata ed sempre per noi una scelta storica, esistenziale, di impegno, effettivo e affettivo, elemento al contempo di gloria e di umilt, definitivo e per sempre. Questa comunione con Roma tuttavia non ci separa dalla nostra realt ecclesiale ortodossa. Ci vuol dire che vorremmo vivere, in seno alla Chiesa cattolica, una vita che potrebbe essere accettata dall'Ortodossia, vivere la nostra piena e completa tradizione orientale, ortodossa, in piena comunione con Roma. la vera e grande sfida del dialogo cattolico-ortodosso. Siamo profondamente riconoscenti verso la Chiesa di Roma per il sostegno costante dato alla nostra Chiesa affinch possa compiere questa missione ad intra e ad extra. Gli strumenti pi diretti sono stati e sono sempre la Congregazione per le Chiese Orientali e le principali organizzazioni cattoliche di aiuto, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. Santit, vorremmo ringraziarla per l'accoglienza che ci ha riservato. Dichiariamo con entusiasmo che resteremo fedeli alla fede dei nostri predecessori, sentinelle vigili, testimoni coraggiosi e portatori del messaggio del Vangelo di Nostro Signore Ges Cristo nel nostro mondo arabo, culla del cristianesimo. Ci affidiamo alle sue preghiere e chiediamo la sua benedizione di Padre e di Pastore, ma anche di amico e di fratello maggiore, con i suoi orientamenti e i suoi consigli per il futuro della nostra Chiesa. il mandato affidato dal Nostro Signore e Salvatore a Pietro: E tu, conferma i tuoi fratelli.

re stato il tema della sua prima lettera enciclica, Deus caritas est. Ci vuole anche dire una Chiesa forte nella fede, quel deposito prezioso che dobbiamo poter trasmettere alle giovani generazioni. Noi abbiamo lanciato un adagio che divenuto molto popolare nella nostra comunit: Una Chiesa senza giovani una Chiesa senza avvenire. Giovani senza Chiesa sono giovani senza avvenire. Rendiamo grazie al nostro Salvatore Ges Cristo perch la nostra Chiesa viva, fervente. Le nostre eparchie e le nostre congregazioni religiose maschili e femminili sono cantieri di progetti e di iniziative sul piano pastorale, educativo, sociale, della salute e del servizio ai poveri. Ad extra, la nostra missione polivalente: essere il lievito nella massa, portare Ges, il suo Vangelo, il suo mes-

saggio e i suoi valori ai nostri concittadini, soprattutto a quelli che non condividono la nostra santa fede, siano essi israeliti o musulmani. Noi, cristiani orientali arabi, che viviamo in un mondo a maggioranza musulmana, abbiamo, nei riguardi di questo mondo, una missione unica, irreversibile, insostituibile, imperativa, quasi esclusiva, poich viviamo insieme da 1428 anni. Questo ruolo garantito dalla nostra presenza e dalla nostra testimonianza nel mondo arabo, ed un ruolo importante soprattutto in Libano e in Siria. L'altro aspetto della missione ad extra della Chiesa greco-melkita cattolica il suo ruolo nel cammino ecumenico verso l'unit dei cristiani. La nostra Chiesa sempre stata consapevole di questo ruolo. In particolare ha dovuto vivere nelle catacom-

do, dove manifestate cos, alla vostra maniera, l'universalit della Chiesa cattolica. Mentre si avvicina l'apertura dell'anno che ho voluto dedicare a san Paolo, non posso dimenticare che la sede del vostro Patriarcato nella citt di Damasco, sulla cui via l'Apostolo ha vissuto l'evento che ha trasformato la sua esistenza e ha aperto le porte del cristianesimo a tutte le nazioni. Vi incoraggio dunque affinch, in quell'occasione, un lavoro pastorale intenso susciti nelle vostre diocesi, in ognuna delle vostre parrocchie e in tutti i fedeli, un nuovo slancio per una conoscenza sempre pi intima della persona di Cristo, grazie a una lettura rinnovata dell'opera paolina. Ci permetter una testimonianza feconda fra gli uomini di oggi. un simile slancio che potr anche garantire un futuro fiorente alla Chiesa melkita. In questa prospettiva, per assicurare il dinamismo evangelico delle comunit e la loro unit, e anche il buon svolgimento delle questioni ecclesiali nelle Chiese patriarcali, il ruolo del Sinodo dei vescovi ha un'importanza fondamentale. opportuno pertanto, ogni volta che il diritto lo richiede, soprattutto se si tratta di questioni che riguardano i vescovi stessi, dare a questa venerabile istituzione, e non solo al sinodo permanente, il posto che le corrisponde. Conosco l'attivit ecumenica della Chiesa melkita cattolica e le relazioni fraterne che avete stabilito con i vostri fratelli ortodossi, e ne sono lieto. In effetti, l'impegno per la ricerca dell'unit di tutti i discepoli di Cristo un obbligo urgente, che scaturisce dal desiderio ardente del Signore stesso. Dobbiamo dunque fare tutto il possibile per abbattere i muri di divisione e di diffidenza che ci impediscono di realizzarlo. Non possiamo per perdere di vista che la ricerca dell'unit un compito che concerne non solo una Chiesa particolare, ma l'intera Chiesa, nel rispetto della sua stessa natura. Inoltre, come sottolinea l'enciclica Ut unum sint, l'unit non il frutto dell'attivit umana, essa innanzitutto un dono dello Spirito Santo. Preghiamo dunque lo Spirito, del quale celebreremo fra qualche giorno la discesa sugli Apostoli, affinch ci aiuti a lavorare tutti insieme alla ricerca dell'unit. Beatitudine, cari fratelli e sorelle, apprezzo altres le buone relazioni che intrattenete con i musulmani, con i loro responsabili e con le loro istituzioni, e anche gli sforzi compiuti per risolvere i problemi che si possono porre, in uno spirito di dialogo fraterno, sincero e obiettivo. Sono pertanto lieto di constatare che, nella linea del Concilio Vaticano II, la Chiesa melkita si impegnata con i musulmani a ricercare sinceramente la comprensione reciproca e anche a promuovere e a difendere insieme, a beneficio di tutti, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libert. Infine, nel compiere la sua missione nel contesto agitato e a volte drammatico del Medio Oriente, la Chiesa deve affrontare situazioni in cui la politica svolge un ruolo che non indifferente alla sua vita. dunque importante che mantenga contatti con le Autorit politiche, le istituzioni e i vari partiti. Non spetta per al clero impegnarsi nella vita politica. Resta una questione dei laici. La Chiesa deve tuttavia proporre a tutti la luce del Vangelo, affinch tutti s'impegnino a servire il bene comune e la giustizia prevalga sempre, di modo che il cammino della pace si possa infine aprire dinanzi ai popoli di questa amata regione. Beatitudine, nel concludere il nostro incontro, affido la Chiesa greco-melkita cattolica all'intercessione della Vergine Maria e alla protezione di tutti i santi d'Oriente. Chiedendo a Dio di donare alla vostra Chiesa patriarcale la forza e la luce affinch possa proseguire la sua missione nella pace e nella serenit, imparto a voi, ai vescovi e a tutti i fedeli del vostro Patriarcato, un'affettuosa Benedizione apostolica.

Nuove nomine episcopali


Le nomine di oggi (cfr Nostre Informazioni a pagina 1) riguardano le nunziature apostoliche in Costa d'Avorio, dove stato nominato monsignor Ambrose Madtha, e quella in Haiti affidata a monsignor Bernardito C. Auza.

Ambrose Madtha nunzio apostolico in Costa d'Avorio


Monsignor Ambrose Madtha nato a Belthangady (Karnataka, India) il 2 novembre 1955. Ordinato sacerdote il 28 marzo 1982, stato incardinato a Lucknow. Conseguita la laurea in Diritto Canonico entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede il 1 giugno 1990, ha prestato successivamente la propria opera nelle rappresentanze pontificie in Ghana, El Salvador, Georgia, Albania e come incaricato d'affari a.i. nella nunziatura apostolica in Cina.

Bernardito C. Auza nunzio apostolico in Haiti


Monsignor Bernardito C. Auza nato a Talibon (Filippine) il 10 giugno 1959. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1985, stato incardinato a Talibon. Dopo aver conseguito la laurea in teologia entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede il 1 giugno 1990, ha prestato successivamente la propria opera nelle rappresentanze pontificie in Madagascar, Bulgaria, Albania, presso la sezione rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato e nella rappresentanza pontificia presso l'Onu a New York.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 109 (44.849)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
sabato 10 maggio 2008

Citt del Vaticano

L'incontro del Papa con il Patriarca Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni

Ancora scontri a Beirut tra Hezbollah e filogovernativi

Lo Spirito Santo pu aprire porte chiuse e fare l'unit


L'unit esige un atto di fiducia obbediente nell'opera dello Spirito Santo, che in modi sorprendenti e spesso inattesi pu sanare le divisioni e superare gli ostacoli alla piena comunione dei cristiani. Lo ha ricordato il Papa durante l'incontro ecumenico con Karekin II, Patriarca supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, svoltosi nella mattina di venerd 9 maggio nella Sala Clementina.

Torna in Libano lo spettro della guerra civile

Your Holiness, Dear Brothers in Christ, It is with heartfelt joy that I welcome Your Holiness, and the distinguished delegation accompanying you. I cordially greet the prelates, priests and lay-people who represent the worldwide family of the Catholicosate of All Armenians. We come together in the name of our Lord Jesus Christ, who promised his disciples that where two or three are gathered in my name, I am there among them (Mt 18:20). May the spirit of brotherly love and service, which Jesus taught to his disciples, enlighten our hearts and minds, as we exchange our greetings, hold our conversations and gather in prayer. I gratefully recall the visits of Catholicos Vasken I and Catholicos Karekin I to the Church of Rome, and their cordial relations with my venerable predecessors Pope Paul VI and Pope John Paul II. Their striving for Christian unity opened a new era in relations between us. I recall with particular joy Your Holiness' visit to Rome in 2000 and your meeting with Pope John Paul II. The ecumenical liturgy in the Vatican Basilica, celebrating the gift of a relic of Saint Gregory the Illuminator, was one of the most memorable events of the Great Jubilee in Rome. Pope John Paul II returned that visit by travelling to Armenia in 2001, where You graciously hosted him at Holy Etchmiadzin. The warm welcome you gave him on that occasion further increased his esteem and respect for the Armenian people. The Eucharist celebrated by Pope John Paul II on the great outdoor altar, within the enclosure of Holy Etchmiadzin, was a further sign of growing mutual acceptance, in expectation of the day when we will be able to celebrate together at the one table of the Lord. Tomorrow evening, each of us, in our respective traditions, will begin the liturgical celebration of Pentecost. Fifty days after the Resurrection of our Lord Jesus Christ, we will pray earnestly to the Father, asking him to send his Holy Spirit, the Spirit whose task it is to maintain us in divine love and lead us into all truth. We will pray in a particular way for the unity of the Church. On Pentecost day, it was the Holy Spirit who created from the many languages of the crowds assembled in Jerusalem one single voice to profess the faith. It is the Holy Spirit who brings about the Church's unity. The path towards the restoration of full and visible communion among all Christians may seem long and arduous. Much remains to be done to heal the deep and painful divisions that disfigure Christ's Body. The Holy

Spirit, however, continues to guide the Church in surprising and often unexpected ways. He can open doors that are locked, inspire words that have been forgotten, heal relations that are broken. If our hearts and minds are open to the Spirit of communion, God can work miracles again in the Church, restoring the bonds of unity. Striving for Christian unity is an act of obedient trust in the work of the Holy Spirit, who leads the Church to the full realization of the Father's plan, in conformity with the will of Christ. The recent history of the Armenian Apostolic Church has been written in the contrasting colours of persecution and martyrdom, dark-

ness and hope, humiliation and spiritual re-birth. Your Holiness and the members of your delegation have personally lived through these contrasting experiences in your families and in your own lives. The restoration of freedom to the Church in Armenia has been a source of great joy for us all. An immense task of rebuilding the Church has been laid on your shoulders. I cannot but voice my great esteem for the remarkable pastoral results that have been achieved in such a short time, both in Armenia and abroad, for the Christian education of young people, for the training of new clergy, for building new churches and community centres, for charitable assistance to those in need, and for promoting Christian values in social and cultural life. Thanks to your pastoral leadership, the glorious light of Christ shines again in Armenia and the saving words of the

Gospel can be heard once more. Of course, you are still facing many challenges on the social, cultural and spiritual levels. In this regard, I must mention the recent difficulties suffered by the people of Armenia, and I express the prayerful support of the Catholic Church in their search for justice and peace and the promotion of the common good. In our ecumenical dialogue, important progress has been made in clarifying the doctrinal controversies that have traditionally divided us, particularly over questions of Christology. During the last five years, much has been achieved by the Joint Commission for Theological Dialogue between the Catholic Church and the Oriental Orthodox Churches, of which the Catholicosate of All Armenians is a full member. I thank Your Holiness for the support given to the work of the Joint Commission and for the valuable contribution made by your representatives. We pray that its activity will bring us closer to full and visible communion, and that the day will come when our unity in faith makes possible a common celebration of the Eucharist. Until that day, the bonds between us are best consolidated and extended by agreements on pastoral issues, in line with the degree of doctrinal agreement already attained. Only when sustained by prayer and supported by effective cooperation, can theological dialogue lead to the unity that the Lord wishes for his disciples. Your Holiness, dear friends: in the twelfth century, Nerses of Lambron addressed a group of Armenian Bishops. He concluded his famous Synodal Discourse on the restoration of Christian unity with visionary words, that still affect us today: You are not wrong, Venerable Fathers: it is meritorious to weep over days past in discord. However, today is the day that the Lord has made, a day of gladness and joy.... Let us then pray in order that our Lord give tenderness, sweetness in greater abundance still, and that He develop on earth, by the dew of the Holy Spirit, this seed; perhaps, thanks to His power may we also produce fruits; so that we may restore the peace of the Church of Christ today in intention, tomorrow in fact. This is also my prayerful wish on the occasion of your visit. I thank you most warmly and assure you of my deep affection in the Lord.
LA TRADUZIONE ITALIANA DEL DISCORSO DEL PAPA E DEL MESSAGGIO DI KAREKIN II A PAGINA 8

BEIRUT, 9. In un Libano paralizzato dalle violenze torna lo spettro della guerra civile. Al momento, secondo la Croce rossa internazionale, dieci persone sono state uccise negli scontri tra i militanti del movimento sciita Hezbollah, maggiore forza di opposizione, e i sostenitori del Governo, esplosi a Beirut e nella valle di Bekaa. Questa mattina uomini armati di Hezbollah hanno fatto irruzione nei locali dellemittente televisiva filo-governativa Future News, di propriet del leader della maggioranza parlamentare, il sunnita Saad Al Hariri, e imposto l'oscuramento delle trasmissioni. Nelle stesse ore, diversi quartieri sunniti nella zona occidentale di Beirut, considerati roccheforti della coalizione di Governo, sono caduti sotto il controllo dei militanti sciiti e il porto stato chiuso alla navigazione. Sempre nella zona occidentale della citt, a Koratyen, un razzo ha colpito il muro di cinta della residenza di Hariri, senza provocare vittime. Ieri, nell'ondata di scontri tra Hezbollah e i sostenitori del Governo, almeno dieci persone sono state uccise e altre trenta ferite. Scuole e negozi sono stati chiusi. Bloccate le principali strade della citt. Cancellati tutti i voli dalla compagnia di bandiera. In una mano offriamo la soluzione al Governo, chiedendo di ritirare le sue decisioni, ma nell'altra mano abbiamo le armi. Cos, alle 16 (ora locale) il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, ha aperto una conferenza stampa nella periferia sud di Beirut, storica roccaforte del movimento sciita. La lunga crisi politico-istituzionale libanese, ha affermato Nasrallah, entrata in una nuova fase dopo la decisione dell'Esecutivo di Fouad Siniora di dichiarare illegale la rete telefonica privata e il sistema di videosorveglianza delle piste dell'aereoporto della capitale allestiti da Hezbollah. Il Governo aveva inoltre sollevato dall'incarico il responsabile della sicurez-

za dello scalo, generale Wafiq Shuqeir, considerato vicino a Hezbollah. Tutto questo ha detto Nasrallah equivale a una dichiarazione di guerra. Subito dopo la conclusione della conferenza stampa di Nasrallah, Beirut stata scossa per almeno quindici minuti da esplosioni e raffiche di mitra sparate dai miliziani di Hezbollah. Poi l'escalation delle violenze. Intense sparatorie tra i miliziani e i sostenitori del Governo sono divampate a Beirut Ovest, nei quartieri di Ras Al Nabah e Mazraa. L'Esecutivo si quindi riunito in sessione straordinaria. Hariri ha proposto una tregua a Hezbollah per salvare il Libano dell'inferno. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha espresso sostegno al Governo sottolineando la necessit di salvaguardare la sicurezza e la sovranit del Libano. LArabia Saudita, stretto alleato dell'attuale Governo libanese, ha chiesto la convocazione di un vertice straordinario del ministri degli esteri dei Paesi arabi per esaminare la crisi. Il Governo italiano ha spiegato il ministro degli Esteri Franco Frattini sta predisponendo un piano di evacuazione dall'area centrale di Beirut.

In Italia la Giornata della memoria dedicata alle vittime dell'eversione

Napolitano: niente tribune per gli ex terroristi


PAGINA 2

La Somalia sull'orlo di una catastrofe umanitaria


DAVIDE BERNOCCHI
A PAGINA

Si moltiplicano le pressioni sulla giunta militare del Myanmar affinch consenta l'arrivo di aiuti

Yangon ridotta a un campo profughi


NAYPYIDAW, 9. A sei giorni dalla devastazione provocata dal ciclone Nargis, il Myanmar continua a essere un Paese abbandonato a se stesso, mentre l'ex capitale Yangon sta assumendo sempre pi laspetto di un enorme campo profughi. E ai timori di un collasso sanitario e di epidemie nelle zone colpite e in gran parte ancora sommerse dalle acque si aggiunge la preoccupazione di esplosioni di violenza a causa della penuria di cibo. Mentre continuano di ora in ora ad aggravarsi le conseguenze della tempesta, si moltiplicano nel mondo le pressioni affinch la giunta militare al potere nel Paese conceda il permesso di atterrare agli aerei internazionali carichi di aiuti. Finora, stato permesso solo a quattro velivoli di toccare il suolo del Paese. Uno di questi, partito da Brindisi e organizzato dall'Onu per conto della Cooperazione italiana, stato il primo volo da un Paese occidentale entrato in Myanmar. Agli altri, i militari hanno fatto sapere di non essere ancora pronti ad accogliere squadre di soccorso provenienti da Paesi stranieri. In un comunicato, l'opposizione ha chiesto alla Comunit internazionale di intervenire immediatamente per fornire aiuti umanitari direttamente alla popolazione, senza aspettare il permesso della giunta. Nell'esprimere vicinanza e solidariet alle popolazioni del Myanmar colpite dalle alluvioni, che hanno distrutto interi villaggi e reso improduttivi i terreni, in particolare delle aree geografiche che ricadono nelle diocesi di Yangon, Pyay, Mawlamybe e Pathein, la presidenza della Conferenza episcopale italiana ha deciso di stanziare due milioni di euro dai fondi dellotto per mille. E alla tragedia umana si aggiunge l'incerta situazione politica. Da pi parti giunto l'appello al rinvio del referendum costituzionale indetto per sabato 10 maggio. La giunta ha per confermato le elezioni tranne che nelle regioni di Yangon e di Irrawaddy, dove si voter il 24 maggio.

INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di gioved 8 Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.

NOSTRE

La Spe salvi e il carattere morale della fede cristiana

La speranza mette ordine nel cuore dell'uomo


PAOLO CARLOTTI
A PAGINA

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Santit Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni.

Ottant'anni fa l'allarme di Chesterton

E se oggi torna l'eugenetica


LUCETTA SCARAFFIA
A PAGINA

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Gyula Mrfi, Arcivescovo di Veszprm (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum; Mihly Mayer, Vescovo di Pcs (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
Cinquanta ribelli uccisi dalle forze governative del Burundi

sabato 10 maggio 2008

In Italia la Giornata della memoria dedicata alle vittime dell'eversione

Napolitano: niente tribune per gli ex terroristi


ROMA, 9. Non dovrebbero esserci tribune per simili figuri. Lo ha detto il presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, stigmatizzando la visibilit che viene data agli ex terroristi dai mezzi di comunicazione sociale. L'occasione per l'intervento del Capo dello Stato stata offerta dalla celebrazione avvenuta in Quirinale della Giornata della memoria dedicata alle vittime del terrorismo e delle stragi. Napolitano ha citato in particolare lintervista nella quale una ex brigatista ha detto di provare solo rammarico per i familiari delle vittime. Il rispetto della memoria ha sottolineato Napolitano spesso mancato proprio da parte di responsabili delle azioni terroristiche. Lo Stato democratico, il suo sistema penale e penitenziario ha aggiunto il presidente si mostrato in tutti i casi generoso: ma dei benefici ottenuti, gli ex terroristi non avrebbero dovuto avvalersi per cercare tribune da cui esibirsi, dare le loro versioni dei fatti, tentare ancora subdole giustificazioni. Ricordando la figura di Aldo Moro, Napolitano ha sottolineato come in lui i terroristi individuarono il nemico pi consapevole, che pi di chiunque aveva colto, gi nel 1968, quel che si muoveva e fremeva nella societ. A maggio del 1977 ha aggiunto Moro aveva lanciato lestremo allarme, indicando manifestazioni di violenza a sfondo ideologico e additando il logoramento delle istituzioni e delle grandi correnti ideali. Moro ha concluso Napolitano era certo che alla fine le istituzioni democratiche avrebbero vinto, ma era anche cosciente della durezza della prova. Poco prima, il Capo dello Stato si era recato in via Caetani per deporre una corona di fiori sul luogo dove esattamente trent'anni fa venne rinvenuto il cadavere dello statista assassinato dalle Brigate rosse.

La battaglia infuria alle porte di Bujumbura


BUJUMBURA, 9. Si fa sempre pi cruenta in Burundi la ripresa degli scontri fra le truppe governative e le milizie delle Forze nazionali di liberazione (Fnl), il pi antico dei gruppi ribelli Hutu e l'unico ancora in attivit. La notte scorsa, secondo fonti concordi delle due parti, almeno cinquanta combattenti delle Fnl sono stati uccisi dallesercito in una battaglia ingaggiata a Kabezi, a circa venti chilometri a sud della capitale Bujumbura, nell'area collinosa dove sempre stata forte e radicata la presenza del Fln. Stando alla versione ufficiale fornita dai comandi militari e della quale ha riferito ieri radio Nairobi, sarebbero stati i ribelli ad attaccare le truppe governative a Kabezi, uccidendo due soldati e ferendone altri quattro, prima che i loro commilitoni scatenassero una pesantissima reazione. Il bilancio ufficiale dello scontro, fornito dallo stato maggiore dell'esercito burundese, parla appunto di almeno cinquanta guerriglieri uccisi, di molti feriti, di trentuno catturati e di un ingente quantitativo di armi e di munizioni sequestrate. Su tale versione, le fonti dei ribelli delle Fnl citate dalle agenzie di stampa internazionali concordano per quanto riguarda il numero delle vittime, ma attribuiscono invece esclusivamente alle forze governative la responsabilit di aver ingaggiato la battaglia nel villaggio di Kabezi. A giudizio concorde degli osservatori, difficile accertare l'esatta dinamica dell'accaduto. Tra l'altro, proprio poche ore prima della cruenta battaglia dell'altra notte, Pasteur Habimana, il portavoce ufficiale del Partito di liberazione del popolo Hutu (Palipehutu), la rappresentanza politica delle Fln, parlando da Dar es Salaam, in Tanzania, aveva dichiarato che il suo gruppo disposto a riaprire il dialogo con il Governo per cercare un'intesa per una pace certa, ma chiedeva garanzie alla comunit internazionale per poter raggiungere e operare in sicurezza a Bujumbura per arrivare a un accordo. Dopo la battaglia dell'altra notte a Kabezi, fonti militari hanno parlato di colpo decisivo inflitto ai ribelli, i quali disporrebbero, secondo fonti diplomatiche concordi, di tremila o tremilacinquecento combattenti. Tuttavia, lo stesso Habimana ha specificato che il Palipehutu-Fnl non ha affatto perso la guerra, ma vuole la pace. Per questo una nostra delegazione vuole arrivare, come previsto, a Bujumbura il 14 maggio alle 12, malgrado il proseguimento della guerra da parte dell'esercito, ha detto ieri per telefono all'agenzia di Stampa France Presse. Gi a fine febbraio, la leadership delle Fnl aveva dato assicurazione di tornare al tavolo delle trattative. Queste ultime, per, si sono di nuovo incagliate soprattutto sulla questione dell'immunit per i ribelli. Secondo il Governo, a tal fine sono sufficienti le leggi gi emanate, ma le Fnl chiedono maggiori garanzie. Tuttavia, anche all'interno delle Fnl non esiste una posizione univoca e nelle ultime settimane si sono fatte pi aggressive le frange decise ad affidare comunque alle armi la soluzione dei contrasti. In ogni caso, le Fnl lo scorso 17 aprile avevano lanciato un'offensiva sia nelle regioni occidentali, in particolare nella zona di Kayanza, sia nella capitale Bujumbura. Proprio a Bujumbura, i bombardamenti dei ribelli avevano coinvolto il 22 aprile anche la nunziatura apostolica, il cui edificio si trova non distante dal palazzo presi-

La Somalia sull'orlo di una catastrofe umanitaria


di DAVIDE BERNOCCHI * In un Paese tormentato da una guerra civile che dura dal 1991, la vittoria lampo che, nei primi giorni del 2007, ha visto le scarse truppe regolari somale imporsi sulle milizie dell'unione delle Corti islamiche, con il supporto determinante dell'esercito etiopico, non bastata a garantire al Paese la necessaria stabilit politica. A oltre un anno di distanza, la feroce battaglia per il controllo effettivo della capitale Mogadiscio continua a opporre etiopici e truppe governative somale a un fronte di resistenza armata che si estende da fazioni islamiste pi o meno radicali a elementi di alcuni tra i maggiori clan della regione. La nomina di Nur Adde a premier del Governo di transizione somalo, lo scorso dicembre, aveva suscitato speranze sia in Somalia che nella comunit internazionale. Fin dal principio, il nuovo Governo ha dichiarato quali priorit per la propria azione l'avvio di un processo di dialogo politico inclusivo ed efficace con rilevanti esponenti dell'opposizione e la necessit di far fronte all'emergenza umanitaria. In particolare quella riguardante le oltre ottocentomila persone che, fuggendo i violenti scontri di Mogadiscio a partire dal marzo 2007, si sono in gran parte sistemate in rifugi di fortuna lungo le principali vie di comunicazioni nei dintorni della capitale, dove da mesi lottano per sopravvivere con gli scarsi aiuti che le agenzie umanitarie riescono a distribuire. Il tentativo di instaurare un dialogo politico volto alla pacificazione del Paese non per piaciuto agli elementi pi estremisti presenti all'interno di tutte le parti in gioco. Gli incontri preliminari tra il primo ministro ed esponenti di rilievo della leadership dell'unione delle Corti islamiche, tenutisi recentemente a Nairobi, sono coincisi con un aumento dell'intensit degli scontri a Mogadiscio, ormai abbandonata da pi del sessanta per cento dei suoi residenti, mentre le milizie islamiste stanno espandendo la guerriglia a tutti maggiori centri della Somalia centro-meridionale. Nelle ultime settimane, in particolare, le violenze si sono intensificate anche nella citt di Baidoa, roccaforte delle istituzioni somale di transizione, dove il personale locale di Caritas Somalia continua a servire gli ammalati nel centro medico dell'organizzazione, in un ambiente che sembra rapidamente deteriorare verso una situazione di guerra. D'altra parte, lo sforzo del primo ministro a favore del dialogo non certamente favorito dai raid aerei che le forze americane hanno episodicamente effettuato in territorio somalo nell'ultimo anno, pur prescindendo dalle discussioni sulla legittimit di tali azioni. Secondo fonti stampa, l'ultimo bombardamento aereo, il 1 maggio scorso, ha causato la morte di almeno dieci persone nella citt di Dhusa Mareeb, nel centro del Paese, tra i quali Aden Hashi Ayrow, leader di Al-Shabab, il gruppo armato islamista pi radicale che ha immediatamente promesso che porter la propria vendetta oltre i confini della Somalia. Sommandosi alla terribile siccit che sta colpendo il centro sud del Paese e ai disastrosi effetti economici degli scontri come la scarsit e gli altissimi prezzi raggiunti dai beni di consumo primari la crescente insicurezza sta spingendo la Somalia verso una nuova catastrofe umanitaria le cui proporzioni potrebbero uguagliare quella del 1991-92, le cui immagini avevano scioccato il mondo. In un appello comune, lanciato alla fine di marzo, diverse organizzazioni umanitarie operanti in Somalia hanno dichiarato: Oggi in Somalia ci sono oltre un milione di sfollati interni. A Mogadiscio, un conflitto intenso continua a spingere in media ventimila persone ad abbandonare le proprie case ogni mese. L'estrema scarsit di acqua e cibo peggiorer nell'intero Paese, se le piogge stagionali saranno al di sotto degli standard, come previsto. Gli attacchi e le uccisioni di operatori umanitari, le razzie di beni destinati al soccorso e la mancanza di rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti in conflitto hanno lasciato due milioni di somali nel bisogno di assistenza umanitaria basilare. Troppo a lungo, le necessit dei somali comuni sono state ignorate. La crisi umanitaria diverr sempre pi complessa e profonda, se non si trover una soluzione politica alla crisi attuale. Non v' dubbio che la responsabilit primaria di evitare che la Somalia precipiti nuovamente in una catastrofe umanitaria ricada sugli attori della scena politica nazionale e internazionale. La maggioranza delle organizzazioni umanitarie afferma per in accordo con tanta parte della societ civile somala la necessit della creazione di un meccanismo che punisca le innumerevoli violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale di cui continuano a macchiarsi in modo indisturbato tutte le parti in causa.
*Direttore di Caritas Somalia

denziale, presumibile obiettivo dell'attacco. La precisione dei tiri di mortaio dalle colline che circondano la capitale, ma anche dalla zona del lago, infatti relativa. Per fortuna, l'obice che si abbattuto sulla nunziatura ha provocato solo danni materiali di una certa entit, mentre sono rimaste del tutto incolumi le persone che vivono o lavorano nell'edificio. Tra gli osservatori internazionali gli avvenimenti delle ultime settimane suscitano estrema preoccupazione. A giudizio di molti, cio, si sta profilando di nuovo lo spettro della guerra civile che ha devastato il Burundi per tredici anni, dal 1993 al 2006, quando venne firmato in settembre un cessate-

il-fuoco mai del tutto rispettato nonostante l'avvio di un consolidamento del sistema democratico. In Burundi, come nel confinante Rwanda, anche se con esiti meno terrificanti, il conflitto esplose sostanzialmente tra la maggioranza di popolazione Tutsi e la minoranza Hutu (in Rwanda sono invece maggioritari gli Hutu, ndr). Come detto, in Burundi non c' mai stato il vero e proprio genocidio che segn nel 1994 il Rwanda. Tuttavia, anche in Burundi le conseguenze della guerra civile furono spaventose. In tredici anni, infatti, i combattimenti tra le due parti provocarono oltre trecentomila morti e alcuni milioni di sfollati e di rifugiati.

In vigore il nuovo articolo 301 del codice penale dopo l'approvazione del Parlamento

La legge turca garantisce la libert d'espressione

Lituania e Lettonia ratificano il Trattato di Lisbona


VILNIUS, 9. Lettonia e Lituania hanno ratificato ieri il Trattato di Lisbona dellUnione europea, portando a tredici il numero dei Paesi dell'Ue che hanno aderito. Lassemblea di Riga, capitale della Lettonia, ha approvato il Trattato con il voto favorevole di settanta deputati su cento, con tre voti contrari e una sola astensione. Al Parlamento di Vilnius, capitale della Lituania, i voti a favore sono stati ottantasei sui centoquarantuno totali, con cinque voti contrari e ventitr astensioni. Le due Repubbliche baltiche ex sovietiche sono entrate nell Unione europea nel 2004, insieme allEstonia e ad altri cinque Paesi dellest. Il Trattato di Lisbona, che sostituisce il trattato costituzionale europeo del 2004, bocciato da referendum in Francia e Olanda, deve essere ratificato da tutti i ventisette Paesi dellUe per poter entrare in vigore dal 2009. Con Lituania e Lettonia sale a tredici il numero di Paesi che hanno proceduto alla ratifica. Si tratta di Austria, Bulgaria, Danimarca, Francia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Ungheria e, appunto, Lituania e Lettonia. Fra gli Stati che non hanno ancora ratificato figurano anche lIrlanda, che lunico Paese europeo che sottoporr il Trattato a referendum il 12 giugno. In Polonia la ratifica richiede ancora la firma del presidente della Repubblica, mentre in Germania il documento stato finora ratificato solo dal Bundestag.

Manifestazione ad Ankara contro il Fondo monetario internazionale

ANKARA, 9. Con la firma del presidente Abdullah Gul, e la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale, la libert di espressione in Turchia da ieri garantita per legge. Entro certi limiti. Approvato il 30 aprile dal Parlamento, su pressioni dell'Unione Europea (Ue), il testo in questione emenda l'articolo 301 del codice penale, che aveva consentito l'arresto di decine di intellettuali per offesa alla turchit. Un termine ampio e nello stesso tempo vago rilevano gli analisti che stato sostituito con offesa alla nazione turca. La pena prevista stata ridotta da tre a due anni, con

possibilit di sospensione o commutazione in ammenda. Con la nuova legge soltanto il ministro della Giustizia pu concedere l'autorizzazione a procedere per questa ipotesi di reato. Il Parlamento di Ankara aveva approvato gli emendamenti con 250 voti a favore e 65 contrari. La modifica dell'articolo 301 era stata da tempo sollecitata, come detto, dall'Unione europea per la genericit dell'articolo stesso: questo fatto aveva consentito in passato di avviare processi a carico di numerosi intellettuali e giornalisti turchi, tra cui il premio Nobel per la letteratura, Orhan Pamuk.

Nuove tensioni tra Russia e Ucraina sulla flotta del Mar Nero
MOSCA, 9. Nuove tensioni tra la Russia e l'Ucraina a causa della flotta russa sul Mar Nero, alla quale le autorit di Sebastopoli, in Crimea, hanno vietato la parata di domenica prossima per il duecentoventicinquesimo anniversario della sua fondazione. La manifestazione prevedeva anche lo sbarco di una ventina di mezzi e truppe anfibie, destinate poi a sfilare nel centro. Il ministero degli Esteri ucraino ha invitato i responsabili della flotta russa a circoscrivere qualsiasi iniziativa al territorio della base navale, ma da poco ha avviato trattative con il comandante per cercare una soluzione alla questione. Nei giorni scorsi, le autorit di Kiev avevano protestato contro Mosca per un presunto test di collaudo non concordato di un missile anti sommergibile in Crimea, effettuato lo scorso 15 aprile dalla flotta russa sul Mar Nero. I comunisti, intanto, hanno avviato una petizione tra la popolazione, in stragrande maggioranza russofona, per chiedere che la flotta rimanga a tempo indeterminato, oltre quindi la scadenza del 2017 prevista da un accordo russo-ucraino. I tartari di Crimea, invece, hanno chiesto il suo ritiro anticipato. Inoltre, in nove citt della Crimea stata lanciata liniziativa una bandiera russa su ogni finestra, in risposta alle recenti critiche del ministero degli Esteri ucraino su un presunto abuso in Crimea dei simboli dello Stato russo. E mentre non diminuiscono le tensioni tra la Russia e la Georgia, per la prima volta dal crollo dellUrss, la Piazza Rossa di Mosca tornata a essere il palcoscenico della potenza militare russa nel sessantatreesimo anniversario della vittoria sul nazismo.

Ucciso responsabile del Pam nel Sud Sudan


NAIROBI, 9. Il responsabile del Programma alimentare mondiale (Pam) nel Sud Sudan, Silence Chirara, stato assassinato da un commando armato. La notizia stata confermata a Nairobi dallorganismo delle Nazioni Unite. Chirara lavorava con il Pam dal 1996 e aveva operato in diversi Paesi a rischio: dallIraq, alla Guinea Bissau, allIndonesia. stato ucciso poco distante dal principale campo dellOnu di Lokichoggio, nel nord-ovest del Kenya, quasi al confine con il Sud Sudan.

Il comando di polizia a Mogadiscio attaccato da miliziani islamici


MOGADISCIO, 9. Un gruppo di Shebab (giovani) miliziani legati alle corti islamiche della Somalia, ha preso ieri per circa due ore, prima di darsi alla fuga, il controllo del quartier generale della polizia di Mogadiscio, in una zona considerata roccaforte delle truppe governative. Lo hanno confermato fonti contattate nella capitale somala dalla Misna, l'agenzia internazionale delle Congregazioni missionarie. Le fonti in questione hanno precisato che nellattacco sono morte almeno quattro persone, tra cui due civili.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

sabato 10 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 3

Nuovo allarme della Banca mondiale

Ahmadinejad ha sempre respinto le misure decretate dall'Onu in reazione al programma nucleare di Teheran

Prezzi del cibo alti fino al 2015


Concluso il vertice latinoamericano sulla crisi alimentare
CITT DEL MESSICO, 9. I prezzi dei prodotti alimentari resteranno alti fino al 2015. questo il nuovo allarme sulla crisi alimentare lanciato ieri dal presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick, nel corso di una visita di due giorni in Messico. Zoellick ha inviato i Governi a modificare le loro politiche di produzione alimentare al fine di garantire il fabbisogno delle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo. Intanto, alla crisi alimentare mondiale sar dedicato il consiglio straordinario dei diritti umani delle Nazioni Unite convocato per il prossimo 23 maggio. In generale la percezione che i prezzi si manterranno alti fino al 2015, ha detto il presidente della Banca mondiale. Speriamo in una ripresa dellofferta alimentare che permetta di frenare i prezzi tra il 2009 e il 2010, ha aggiunto. Zoellick ha annunciato inoltre che la Banca mondiale ha invitato tutti i Governi aderenti a stabilire un fondo di emergenza di 750 milioni di dollari a sostegno dei Paesi alle prese con la crisi. La necessit di nuove manovre politiche per limitare gli effetti del rincaro stata sottolineata anche dal vicedirettore generale del Fondo monetario internazionale, John Lipsky, secondo il quale le risposte dal lato dellofferta potrebbero richiedere sia nuovi investimenti che riforme politiche. Tuttavia, ha aggiunto leconomista parlando a New York, ci vorr tempo. Lauspicio che le pressioni inflazionistiche derivanti dai maggiori prezzi alimentari calino, anche se i prezzi non scenderanno significativamente. Comunque, ha osservato ancora Lipsky, questo indica anche che le sfide umanitarie dei rincari alimentari non scompariranno presto. Secondo lalto esponente del Fondo, i costi dei prodotti agricoli sono un effetto dell'impennata del prezzo del petrolio e di fattori temporanei climatici. Ci detto, ha osservato, in base agli standard storici i prezzi reali del cibo sono ancora ben sotto i picchi precedenti. A pesare sui rincari alimentari, ha spiegato Lipsky, e in particolare sul prezzo dei cereali e della soia, sono anche le politiche legate allimpiego di biocarburanti nelle economie pi avanzate. Il Fondo monetario internazionale sostiene infatti che la domanda per carburanti pesa per circa il settanta per cento sullaumento dei prezzi dei cereali e per il quaranta per cento su quello della soia. Per quel che concerne l'alimentazione ha detto Lipsky le politiche di promozione dei biocarburanti in certi Paesi sviluppati hanno ripercussioni sui prezzi delle derrate alimentari di base, in particolare il mais e la soia. Tuttavia, secondo Lipsky, anche la mancanza di investimenti e il coinvolgimento progressivo dei Governi nelle politiche di prezzo, marketing e distribuzione nei Paesi emergenti hanno giocato un ruolo nella crescita dei prezzi alimentari, per non parlare dei limiti alle esportazioni. Nel frattempo, ieri, quarantuno dei quarantasette Stati membri del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite hanno chiesto di convocare una sessione straordinaria per discutere sugli effetti della crisi. Il tema sar l'impatto negativo sul diritto all'alimentazione dell'aggravarsi della crisi alimentare mondiale. Sulla sicurezza alimentare in America del Sud si concentrato, ieri, in Nicaragua, un vertice di Paesi latinoamericani. L'incontro si chiuso con una Dichiarazione congiunta che conferma la volont di intraprendere iniziative per contrastare lemergenza cibo esistente nella regione che per non stata firmata dai presidente di Costa Rica e El Salvador, presenti insieme ai capi di Stato e delegati di altri quindici Paesi. Promosso dai membri dellAlternativa boliviariana per la nostra America (Alba), ed in primo luogo dal Venezuela, il vertice ha esaminato varie misure da adottare, fra cui la creazione di un fondo per finanziare azioni miranti alla stabilit alimentare latinoamericana, come la diffusione di alimenti a basso prezzo. Durante i lavori alcuni Paesi come il Costa Rica ed El Salvador hanno dissentito su molti contenuti della Dichiarazione e ad un certo punto il presidente costaricano Oscar Arias ha lasciato la sala, per rientrare qualche tempo dopo. Il vertice ha comunque incaricato i ministri dellAgricoltura, Economia e Commercio latinoamericani di mettere a punto un piano dazione per incrementare la produzione agricola interna che tenga conto di principi di solidariet, cooperazione e complementariet. Nel suo intervento, il ministro degli esteri venezuelano Nicolas Maduro il presidente Hugo Chvez non ha potuto partecipare per problemi di salute, come hanno comunicato fonti di stampa ha presentato un piano in sette punti che prevede fra laltro lofferta di cento milioni di dollari per appoggiare programmi che vengano messi a punto nella regione per aumentare la produzione di alimenti, e la creazione di un fondo di petro-alimenti da parte di paesi produttori di petrolio.

La Russia aderisce alle sanzioni contro l'Iran


MOSCA, 9. Con un decreto apparso ieri sul sito ufficiale del Cremlino, le autorit di Mosca hanno annunciato l'adesione alle sanzioni nei confronti dellIran, decise dal consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 3 marzo scorso sotto la presidenza della stessa Russia, a causa del programma nucleare di Teheran. Lo ha reso noto lagenzia di stampa russa Interfax. La decisione di imporre sanzioni commerciali e finanziarie al Governo di Teheran era stata approvata con quattordici voti a favore e lastensione della sola Indonesia. Le misure decretate dal consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per punire le ambizioni nucleari iraniane sollecitano l'Iran a porre fine alla ricerca sull'arricchimento dell'uranio e allo sviluppo di tecnologie, che potrebbero portare alla produzione di armi atomiche. In base alla risoluzione, le Nazioni Unite hanno imposto il bando a tutte le importazioni ed esportazioni di materiale pericoloso e tecnologia connessi all'arricchimento dell'uranio, a reattori ad acqua pesante e a sistemi per missili balistici. Il Governo della Repubblica islamica ha sempre respinto queste misure. Definendole illegittime, il presidente iraniano, Ahmadinejad, ha dichiarato che la risoluzione approvata dal Palazzo di Vetro dell'Onu solo carta straccia, che non impedir a Teheran di andare avanti nel suo programma nucleare. Da Washington, invece, arrivata la notizia che la Corea del Nord ha recapitato agli Stati Uniti migliaia di pagine di documenti circa i suoi programmi di armamento nucleare. Il plico stato consegnato al diplomatico statunitense, Sung Kim, uno specialista dell'ufficio Affari coreani del Dipartimento di Stato Usa, che ieri ha compiuto un'ulteriore visita ufficiale nella capitale della Corea del nord, Pyongyang, dopo quella infruttuosa di due settimane fa. I nordcoreani hanno consegnato i documenti nellambito dei nostri sforzi di verifica circa le loro dichiarazioni sulla produzione di plutonio, ha successivamente spiegato un alto funzionario del Dipartimento di Stato. Secondo gli Stati Uniti, i documenti conterrebbero informazioni dettagliate migliaia di pagine sui quantitativi di plutonio in possesso delle autorit di Pyongyang. Un accordo raggiunto durante i colloqui a sei (Stati Uniti, Russia, Corea del nord, Corea del sud, Giappone e Cina), che prevede labbandono del programma nucleare da parte di Pyongyang in cambio di benefici economici e diplomatici, stato pi volte rallentato dalle difficolt incontrate nellottenere dalla Corea del Nord una documentazione completa delle sue precedenti attivit nucleari. E dopo l'India, che due giorni fa ha testato con successo un missile terraaria a lunga gittata con capacit atomica, anche il Pakistan ha effettuato ieri un nuovo test missilistico a testata nucleare. Lo riferiscono fonti militari di Islamabad, precisando che il missile stato lanciato con successo. Il missile Hatf-VIII (Rad), che ha un raggio di circa trecentocinquanta chilometri, stato lanciato da un aereo e si legge in un comunicato ufficiale governativo ha permesso al Pakistan di raggiungere una maggiore capacit strategica, per terra e per mare.

Olmert indagato per corruzione


TEL AVIV, 9. Il ministero della Giustizia israeliano ha confermato ieri che il primo ministro Ehud Olmert formalmente indagato per corruzione. Se fosse incriminato, Olmert sarebbe costretto a dimettersi portando Israele a elezioni anticipate. La situazione dicono gli analisti potrebbe avere pesanti ripercussioni sul processo di pace nel Vicino Oriente. In un breve discorso alla Nazione il premier ha respinto le accuse di corruzione mossegli dicono fonti di stampa da un uomo daffari statunitense. Io guardo negli occhi ciascuno di voi, ha detto Olmert, fissando le telecamere. Non ho mai ricevuto fondi di corruzione ha sottolineato il leader di Kadima non ho mai messo in tasca un solo centesimo. E tuttavia, se il procuratore capo Menachem Mazuz decidesse di incriminarlo, Olmert sarebbe costretto a dare le dimissioni dalla carica di primo ministro. Per una settimana lintera vicenda stata secretata in Israele, mentre numerosi dettagli venivano egualmente pubblicati negli Stati Uniti. Le accuse si riferiscono al periodo nel quale Olmert era sindaco di Gerusalemme. Secondo gli analisti, per il momento la coalizione di Governo regger. N il partito ultraortodosso Shas n i laburisti di Ehud Barak sembrano essere intenzionati ad andare ad elezioni anticipate. Ma la maggioranza di Olmert alla Knesset molto risicata (64 deputati su 120) e si dunque ulteriormente ridotta la capacit del premier di realizzare i propri obiettivi politici, primo fra tutti il raggiungimento di una intesa politica con il presidente dellAutorit palestinese, Abu Mazen, entro la fine del gennaio 2009, come stabilito nella conferenza di Annapolis. Nel frattempo, la Turchia sta lavorando alla preparazione di un incontro con rappresentanti siriani e israeliani, da tenersi presumibilmente a Istanbul, con lobiettivo di dare avvio a negoziati di pace tra i due Paesi. Ne ha dato notizia ieri la radio israeliana, che cita il quotidiano arabo Al-Hayat, secondo cui Ankara vorrebbe che le parti firmassero una dichiarazione da considerare come base di partenza per successivi colloqui. Da settimane, il Governo del premier turco Recep Tayyip Erdogan impegnato in un tentativo di mediazione tra Siria e Israele con lobiettivo di una ripresa dei colloqui di pace interrotti nel 2000. Nei giorni scorsi, Olmert ha fatto sapere di essere pronto a discutere del ritiro dalle Alture del Golan e della loro restituzione alla Siria.

Possibili in Bolivia referendum di revoca dei mandati elettivi


LA PAZ, 9. Il presidente boliviano Evo Morales ha annunciato ieri sera che sua intenzione convocare immediatamente referendum revocatori del suo mandato e di quelli di nove prefetti del Paese, come prevede una legge approvata ore prima dal Senato. Il provvedimento era stato inviato al Parlamento da Morales lo scorso anno e immediatamente approvato dalla Camera dei deputati, mentre il Senato, controllato dallopposizione, aveva ritardato il suo esame. Ieri, contemporaneamente allinvito del capo dello Stato ai responsabili dei dipartimenti, ed in particolare a quello di Santa Cruz, per negoziare una formula di autonomia compatibile con la nuova Costituzione, i senatori hanno cominciato a sorpresa lesame del documento, approvandolo nella versione inviata dalla Camera. Tale versione prevede di realizzare le consultazioni popolare entro tre mesi dalla promulgazione della legge. Morales ha assicurato in un messaggio alla nazione che promulgher la legge non appena la ricever, manifestando lenorme soddisfazione per la sua approvazione perch non c' nulla di meglio della decisione della popolazione per decidere il destino del presidente e dei prefetti. Perch uno degli incarichi sia revocato sar necessario che ci siano in questo senso pi voti di quelli ottenuti dal candidato nelle elezioni del 2005. In quella occasione Morales fu eletto con il 53,7 per cento dei consensi.

Tensione nel sobborgo sciita di Baghdad


BAGHDAD, 9. Sempre tesa la situazione nel grande quartiere sciita di Sadr City, a Baghdad. Ieri le truppe statunitensi e irachene hanno circondato la sede dell'emittente radio del movimento sadrista, Al Ahad, forzandone l'interruzione delle trasmissioni. Nel frattempo nell'area si sono registrati nuovi scontri con i miliziani che fanno capo al leader radicale sciita Al Sadr: il bilancio di sei morti e pi di venti feriti. Intanto centinaia di famiglie stanno fuggendo dal quartiere per fuggire dalle violenze. Il comando statunitense, stamane, ha smentito la notizia della cattura del leader di Al Qaeda in Iraq, Abu Hamza Al Muhajir (la cui vera identit, secondo gli americani, Abu Ayyub Al Masri). Su di lui pende una taglia di cinque milioni di dollari. il successore di Abu Musab Al Zarqawi, ucciso il 7 giugno 2006 a Baaquba in un raid dell'aviazione statunitense. Si tratta di qualcuno ha detto il maggiore Peggy Kageleiry con lo stesso nome, ma che non ha niente a che fare con lui. Ieri si appreso che il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, parteciper alla conferenza internazionale sull'Iraq, in programma a fine maggio a Stoccolma.

La Repubblica Dominicana offre aiuti al Paese confinante stremato dai rincari

Fiducia del Senato di Haiti al primo ministro Ericq Pierre


PORT-AU-PRINCE, 9. Il Senato haitiano ha approvato ieri, con diciassette voti favorevoli, due astensioni e nessun voto contrario, la nomina a primo ministro di Ericq Pierre, scelto dal presidente Reni Prival in sostituzione di Jacques Eduard Alexis, che un mese fa era stato sfuduciato dal Senato stesso. La nomina di Pierre, che stato in passato un dirigente della Banca interamericana di sviluppo e che di tale istituto di credito era poi diventato il rappresentante ad Haiti, deve ora essere ratificata dalla Camera dei deputati. Solo a quel punto egli stesso e il Governo da lui guidato entreranno nella pienezza dei poteri e potranno mettere in atto gli annunciati provvedimenti per fronteggiare la crisi nel Paese. Alla sfiducia nei confronti di Alexis il Senato era arrivato dopo diverse settimane di tumulti e manifestazioni di protesta legati al rincaro dei generi alimentari e soprattutto del riso, quasi raddoppiato di prezzo. Le proteste erano degenerate in violenze che avevano provocato almeno sei morti e decine di feriti, confermando purtroppo quanto sostenuto pochi giorni prima in un nuovo rapporto su Haiti firmato dal Segretario generale dell'Onu Ban Kimoon. Questi aveva infatti ammonito sul rischio di una escalation della violenza in seguito alla crisi dei prezzi. Tra l'altro, anche i caschi blu della missione che l'Onu mantiene ad Haiti erano stati coinvolti nei disordini e, in un caso, avevano fatto ricorso all'uso delle armi. Nel rapporto di Ban Ki-moon le tensioni legate ai rincari dei prezzi agricoli, che hanno investito diversi Paesi del mondo, venivano giudicate in particolare proprio ad Haiti potenzialmente esplosive, in considerazione della estrema povert della gran parte della popolazione. Da parte sua, Alexis aveva sostenuto che le manifestazioni di massa erano state manipolate da individui infiltrati legati al traffico di droga e da altri trafficanti. Sempre ieri, intanto, si appreso che sar la Repubblica Dominicana il primo Paese a aiutare Haiti in questo difficile momento economico e sociale. Dalla Dominicana, infatti, infatti, giunta la richiesta alle Nazioni Unite di poter essere il fornitore ufficiale di alimenti per il poverissimo Paese confinante (i due Stati si dividono l'isola di Santo Domingo). La proposta arrivata direttamente a Ban Ki-moon. Il rappresentante dominicano Carlos Morales Troncoso ha detto che La Repubblica Dominicana, con gli appoggi finanziari e gli incentivi appropriati e opportuni delle agenzie internazionali e dell'Onu, pu essere un ottimo fornitore di alimenti nella regione dei Caraibi. Inoltre, Troncoso ha confermato la disponibilit del suo Paese a lavorare congiuntamente con tutti gli altri Stati dell'area per un piano comune che preveda riserve tali da garantire la disponibilit alimentare in caso di disastri naturali o eventi eccezionali.

In Guatemala il presidente impone la fine di uno sciopero


CITT DEL GUATEMALA, 9. Il presidente del Guatemala lvaro Colom ha decretato lo stato di prevenzione, il pi lieve tra quelli d'eccezione previsti dalla costituzione, per mettere fine ad uno sciopero degli autotrasportatori che ha bloccato da luned scorso i rifornimenti di combustibile e di energia. Colom ha ordinato ai ministeri dellInterno e della Difesa di sbloccare centrali elettriche e centri di distribuzione di combustibile con i mezzi permessi dalla legge.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO

sabato 10 maggio 2008

La Spe salvi e il carattere morale della fede cristiana

La speranza mette ordine nel cuore dell'uomo


di PAOLO CARLOTTI* icordo ancora la positiva sorpresa che mi colse, quando, in un congresso celebrativo di un anniversario dell'Humanae vitae, l'allora cardinale Joseph Ratzinger introdusse il suo intervento conclusivo, ammettendo con semplicit di muoversi in un ambito a lui non familiare e riconoscendo di non avere una specifica competenza teologico-morale. Era frequente imbattersi nelle solite letture dogmatiche dell'esperienza morale cristiana e mi accingevo con pazienza a sentirne un'altra. Allertato dall'insolito inizio mi feci attento e incontrai allora una riflessione teologica e incontro oggi un intervento magisteriale, entrambi accorti e aderenti alla realt morale, soprattutto sociale. Questo carattere morale o per usare un termine ricorrente nell'enciclica performativo della fede cristiana, che poi lo stesso della Rivelazione cristiana, gi ben visibile nella Deus caritas est, si definisce nella Sacramentum caritatis e siaccentua nella Spe salvi. Quasi riecheggiando lo stile dei noti interrogativi kantiani, Benedetto XVI si domanda: Quando migliore il mondo? Che cosa lo rende buono? Secondo quale criterio si pu valutare il suo essere buono? E per quali vie si pu raggiungere questa bont? Queste domande non sono retoriche, trovano invece puntuale anche se discorsiva risposta, che dopo una preliminare decantazione delle molte possibili presenti nella storia delle idee e oggi rinvenibili nel loro dibattito accademico e pubblico si articola in un itinerario riflessivo che conclude con la speranza cristiana. Di questo itinerario si offre qui una discrezionale e tuttavia si spera plausibile lettura. La prima tappa attiene alla libert dell'uomo. Seppur precaria e allo stesso tempo molto impegnativa, la libert buona e senza di essa il mondo non per nulla buono. Esattamente perch ogni persona e ogni generazione sono realmente un nuovo inizio, devono perci riconquistare di nuovo le premesse di convinzione e di esercizio della libert, nel cui dominio non possibile usufruire di quegli effetti comulativi riscontrabili in altri, per esempio in quello conoscitivo. La fragilit della libert impedisce all'uomo e al mondo di poter essere la garanzia della propria bont, soprattutto futura, e tuttavia il rapporto tra bont del mondo e libert dell'uomo si ripropone e non pu essere eluso. Da qui deriva una seconda osservazione, pi volte ripetuta nell'enciclica e ovvia nella riflessione di settore e tuttavia quasi smarrita nel senso morale di oggi, e cio che il benessere morale del mondo non pu mai essere garantito semplicemente mediante strutture, per quanto valide siano. Come non vedere in questa prospettiva attiva quell'aporia, cos diffusa nella cultura occidentale, incline a dare soluzione tecnica alle questioni morali, che invece devono averne una morale, cio attinente alla qualit della libert dell'uomo, che diversamente si materializza. Forse anche a livello ecclesiale, e certamente a livello sociale, si data marcata priorit alle strutture efficienti sulle persone buone, a tal punto che il criterio valutativo della bont diventato l'efficienza: ma troppe sono ormai le risultanze che ci inducono a dover capovolgere la priorit, senza naturalmente incorrere in una nuova secca alternativa: Le strutture aiutano ma da sole non bastano, semplicemente perch l'uomo non pu essere redento dall'esterno, cio a prescindere dalla sua libert, semplicemente perch non ha senso guadagnare il mondo intero per poi perdere se stessi. Ma qui ci possiamo lecitamente domandare: questo ritorno alla persona non forse un nuovo ritorno a quel vecchio individualismo, di cui la Gaudium et spes aveva messo in guardia proprio l'etica cristiana? Non la solita visione privata che prende a cuore solo la salvezza propria e lascia semplicemente il mondo alla sua sorte, alla sua miseria? Certo che no, ma allora perch il cristianesimo moderno individualista? Qui siamo di fronte a una piccola perla dell'enciclica, a un insegnamento che scaturisce dall'attenta riconsiderazione di un tratto di storia del dialogo della fede cristiana con il mondo di volta in volta a lei contemporaneo. L'enciclica ammette che il cristianesimo moderno si era in gran parte concentrato soltanto sull'individuo e sulla sua salvezza, per questo bisogna che nell'autocritica dell'et moderna confluisca anche un'autocritica del cristianesimo moderno, che deve sempre di nuovo imparare a comprendere se stesso a partire dalle proprie radici. Infatti ci a cui il cristianesimo moderno s' purtroppo adattato nel confronto con la modernit, esattamente il po-

Un seminario nel sessantesimo della firma dei Trattati di Roma

L'Europa si propone come garante dei diritti Ma quali?


di ANDREA SIMONCINI*

sto che gli ha riservato la nuova fede nel progresso. Infatti, a partire da Francesco Bacone il progresso che assicura la piena redenzione nella storia, dove perde senso e competenza la fede cristiana, che si vede e quasi si lascia istradare sul binario morto di una innocua visione consolatoria, solo privata, solo ultraterrena e quindi storicamente irrilevante. Una fedelt pi intensa alle proprie radici nel dialogo con la modernit, avrebbe evitato al cristianesimo moderno questa oscillazione nel pensare teologico e nella prassi pastorale. Il dialogo non implica certo una consegna acritica all'altro, n tantomeno questa pu essere il segno di un'autentica solidariet. C' da domandarsi se qualche entusiasmo non abbia bisogno di essere precisato. L'itinerario prosegue e si delinea un terzo momento, quello della inscindibile connessione della questione del bene con la questione di Dio, connessione di fronte alla quale solo, o almeno particolarmente, la cultura occidentale si trova in forte disagio, mentre per le altre culture ammissione scontata e pacifica. Non qui ricostruibile interamente la storia concettuale di quell'etsi Deus non daretur come se Dio non ci fosse che molta parte ha avuto, ha e probabilmente avr nella plasmazione dell'thos e soprattutto dell'etica occidentali, assioma che tuttavia non pu rimanere a lungo nello stato ipotetico. Certo, per usare le note parole della Veritatis splendor, la Chiesa sa che l'istanza morale raggiunge in profondit ogni uomo, coinvolge tutti, anche coloro che non conoscono Cristo, il suo Vangelo e neppure Dio, eppure sembra essere la stessa esperienza etica a richiedere un'apertura al trascendente, senza la quale diverrebbe in se stessa praticamente aporetica, cio impraticabile. ci che Benedetto XVI afferma con forza, quasi ricorrendo a una sorta di postulazione pratica dell'eterno, del trascendente: Io sono convinto che la questione della giustizia costituisce l'argomento essenziale, in ogni caso l'argomento pi forte, in favore della fede nella vita eterna. Il bisogno soltanto individuale di un appagamento che in questa vita ci negato, dell'immortalit dell'amore che attendiamo, certamente un motivo importante per credere che l'uomo sia fatto per l'eternit. impensabile e impossibile continuare a vivere senza credere che ci sar giustizia, nonostante la limitatezza e la precariet dei nostri tentativi per realizzarla. L'aporia in cui un desiderio di giustizia tanto insopprimibile quanto irrealizzabile finisce, invoca l'eterno, senza deresponsabilizzare il presente. Che la costruzione storica della giustizia, seppur precaria, non sia n

tirate fuori. Cosa ci aspetta nel futuro? Un'Europa a due velociCome celebrare un anniversario t in materia di diritti? Il tema dunque sentito e al il sessantesimo della firma dei Trattati di Roma che hanno dato di l di un certo filoeuropeismo vita al primo nucleo dell'Unione a volte un po' irriflesso merita europea senza che questa circo- di essere approfondito seriamente e stanza si risolva in una commemo- non per schieramenti ideologici razione nostalgica o in una subli- precostituiti. Innanzitutto, il tema dei diritti mazione enfatica? A questa domanda cerca di rispondere il ciclo non fa parte dell'avvio dei Trattadi seminari, organizzati dall'Istitu- ti, non v' menzione di questo setto Sturzo e dal Comitato Naziona- tore tra le competenze delle prime le per i Sessant'anni dei Trattati comunit europee incentrate, coEuropei, intitolato Dai Trattati di m' noto, su temi in prevalenza Roma alla stagione post-Costitu- economici. E, d'altronde, quest'aszionale: storia e destino dell'Unione euLa matrice dei diritti affermati ropea. Un primo appunnella Dichiarazione del 1948 tamento (il 3 aprile marcatamente personalista scorso) ha affrontato il tema della storia e dignitaria del processo di integrazione oggi giunto L'indirizzo dell'Ue invece a una svolta decisiva, pi individualista e libertario dopo la battuta d'arresto dovuta al no francese al Trattato costituzionale. senza aveva una sua ragione. A A Lisbona, infatti, nel 2007 stata garantire la tutela dei diritti fondaadottata una nuova e importante mentali, infatti, c'erano e ci soLa Sobriet (affresco dell'Aula gotica del monastero romano dei Santi Quattro Coronati) modifica generale dei Trattati, la no tuttora, a dire il vero le cocui ratifica sar uno dei primissimi stituzioni nazionali post-totalitarie. Se ci non bastasse, proprio neadempimenti che dovr affrontare inutile n irrilevante, lo conferma il La speranza contestualmente un deil nuovo Parlamento italiano uscito gli stessi anni Cinquanta nasce suo essere ineludibile mediazione della siderare e un decidere cosa desiderare. un'altra organizzazione europea dalle recenti elezioni. qualit, buona o cattiva, della nostra Non un semplice abbandonarsi alla Il secondo appuntamento (il 9 il Consiglio d'Europa che appersonale eternit, quando possiamo foga del desiderio, implica il voler desiprova un trattato specificamente maggio, presso la sede dell'Istituto ritrovare vincente e gloriosa quella derare, esige il passaggio dalla voglia Sturzo in Roma) ha per tema dedicato alla tutela dei diritti (la giustizia, che non siamo riusciti a in- indistinta e confusa al volere preciso e L'Europa dei diritti con i contri- Convenzione europea sulla protestaurare, avvolta per da sovrabbon- pertinente, che decide i propri sentibuti di Andrea Bixio, Marta Car- zione dei diritti umani e delle libermenti, dando cos un ordine al cuore dante grazia. tabia, Ugo De Siervo attuale t fondamentali, meglio nota come Qui per le nostre speranze non qui inteso in modo romantico come giudice della Corte costituzionale Cedu) e si dota di una corte spepossono rimanere pi a lungo piccole e sede degli affetti e non pi, come apcializzata quella di Strasburgo. italiana e di chi scrive. numerose, ma debbono evolvere in pena sopra, in modo biblico in quanto Dunque, perch si pone il tema Dopo la storia dell'integrazione una sola grande speranza, che inoltre equivalente di persona. dei diritti? A ben vedere, una lacueuropea, i diritti; dalle origini alNaturalmente per rendere operativa non pu rimanere anonima e impersona nel sistema giuridico europeo, l'attualit, si potrebbe dire. Perch nale e quindi non pu che incontrarsi questa scelta, occorre prima ritenerla in effetti, esiste ed con quella Persona divina che possia- possibile e praticabile. Mi sembra che quella nei confronti mo conoscere storicamente: Ges, il Si- occorra avere consapevolezza che queAl di l di un certo filoeuropeismo degli atti dei poteri st'affermazione discontinua rispetto gnore nostro. comunitari. Che suc a volte un po' irriflesso Una simile speranza che vincola al trend culturale, che facilmente risolcede se una direttiva al cambio di un cuore stolto, appesan- ve e legge come inibizione ogni progeto un regolamento euil tema dei diritti umani merita di essere tito e indurito se prevede certo una to di educazione morale del cuore, che ropeo volano un dinecessaria etica della norma come ini- non sia un avallo al puro spontaneiapprofondito seriamente ritto fondamentale? ziale avvio, richiede per molto di pi: smo. Che questo tratto culturale non Su tale violazione e non per schieramenti ideologici precostituiti un'etica della persona intera, che sap- sia proprio affidabile e che sia invece ben poco potrebbero pia pensare la disposizione e la dedica- possibile e auspicabile un'educazione le Costituzioni naziozione di s, che tematizzi gli atteggia- del desiderio, lo conferma la consegna un dato certo: oggi il tema della nali o la Cedu; dunque, gi dagli menti dei comportamenti, che osi l'ot- esperienziale della fede, quando con tutela dei diritti e delle diverse anni Sessanta la Corte di giustizia timale del minimale, che pensi l'agire Agostino definisce la preghiera come ideologie che sottendono tali diritti, comincia ad affermare la sua comcome dimora e non come sperimento esercizio del desiderio e quindi come al cuore del dibattito europeo. petenza e a esaminare gli atti delle di s: solo cos ogni agire dell'uomo luogo di coltivazione della speranza. Ma non solo questione di attivi- istituzioni comunitarie lesivi di diVa da s che si potrebbe continuare, speranza in atto, soprattutto quello smo giudiziario, tutti gli Stati eu- ritti fondamentali; comincia cos che un patire per amore, testimo- ma si deve invece concludere. Ogni ropei a Nizza nel 2000 hanno so- un percorso giudiziario in cui nianza eloquente della speranza che bene morale conosciuto in profondit lennemente proclamato una Car- questo nucleo iniziale si via via da chi lo pratica e non da chi soltanto portiamo dentro di noi. ta europea dei diritti fondamenta- ampliato finendo per coinvolgere Del tradizionale corredo che accom- lo pensa o lo predica, per questo belli: un nuovo catalogo di diritti pagna la virt teologale della speran- lo leggere nell'enciclica: Le vere stelle fondamentali da affiancare a quelli anche gli atti degli Stati membri za, l'enciclica parla della pazienza e della nostra vita sono le persone che gi esistenti. Eppure Polonia e Re- (le leggi italiane o tedesche, ad hanno saputo vivere rettamente. Esse della compassione. gno Unito quando si trattato di esempio) che si ritengano lesivi di sono luci di speranza. E infine l'enciclica intercetta un'aldare valore legale a questo nuovo diritti fondamentali. Vero che la Corte europea, cotra questione oggi attuale, quella della catalogo, proprio nel recentissimo logica e della dinamica delle emozioni. *Pontificia Universit Salesiana Trattato di Lisbona 2007, si sono me freno a questa espansione, ha sempre richiesto che gli atti interni fossero esecutivi di norme comunitarie, ma altrettanto vero che attraverso il gioco dell'interpretazione piuttosto facile ricondurre alle La Bibbia ceca nel corso dei secoli materie comunitarie un po' tutto, con la conseguenza che, perseguendo la tutela dei diritti, l'Europa e le sue istituzioni giudiziarie e politiche stanno sempre pi entrando A conclusione della mostra La Bibbia Ceca nel cor- traduzione della Bibbia in antico Slavo, scritta all'estero ancora una volta nel 1540, a Norimdentro i dilemmi pi delicati e so dei secoli che si tenuta a Roma presso la ba- con l'alfabeto glagolitico. La liturgia slava si svi- berga, sotto il titolo de La Bibbia di Norimberga. scottanti della vita civile e sociale silica di Santa Croce in Gerusalemme, pubblichiamo lupp nelle odierne Bulgaria e Croazia, dove Nel 1529 il tipografo Pavel Severin di Kap degli Stati membri. Cos si apre un articolo del direttore dell'Istituto Culturale Ceco l'imperatore Simeone (893-927) proclam lo sla- Hora pubblic la Bibbia di Severino. l'altro grande interrogativo: oggi a Roma. vo come lingua ufficiale di Chiesa e Stato bulgaIl secondo editore della Bibbia in Boemia fu l'Europa come un po' tutte le ri. La letteratura nelle lingue nazionali cominci Jirk Melantrich, il quale nel 1547 si uni all'alloistituzioni politiche cerca la sua a svilupparsi intorno al 1100, e in Boemia, addi- ra unico tipografo autorizzato Bartolomeo Netolegittimazione proponendosi come di MILOSLAV HIRSCH rittura, a partire dal 1300. Opera pi significati- lick. Nel 1549, insieme, pubblicarono la Bibbia garante dei diritti, ma quali va di quel periodo la Cronaca di Kosma , insieCeca. Nel 1552 Melantrich compr la tipografia Nell'anno 863, su invito del principe Rostislav, i diritti? di Netolick e dal 1556 al 1557 pubblic altre fratelli Costantino e Metodio arrivarono nella me alla letteratura sulla vita dei santi. evidente che i diritti le liIl primo impulso alla traduzione della Bibbia quattro edizioni della Bibbia Ceca. Grande Moravia. A essi si sarebbe dovuta la bert civili, sociali, politiche e i doin ceco si deve all'imperatore Carlo IV (1316La Bibbia Ceca di Melantrich, arricchita dal veri o le pretese a esse collegate 1378). Nel corso del quindicesimo secolo venne- Terzo libro dei Maccabei, tradotto dall'umanisono indissolubilmente legati a una ro elaborate tre traduzioni della Bibbia. sta e utraquista Sixt da Ottersdorf. Melantrich, certa immagine di uomo e di donSullo sviluppo della lingua fu grande l'influsso con le sue cinque edizioni domin il mercato in na. I diritti non sono un'astraziodi Jan Hus, il quale all'inizio scrisse in latino e Boemia, ma anche nei Paesi limitrofi. Grazie a ne, sono frutto di storia e cultura; pi tardi in ceco. Grazie all'invenzione della Melantrich la Bibbia Ceca fu divulgata in tutta e questo massimamente nel caso stampa a caratteri mobili di Johann Gutenberg la nazione e letta nelle famiglie per molte genedel vecchio continente. Come la Bibbia divenne accessibile a un pi grande razioni, sopravvivendo anche al periodo successiconiugare il pluralismo culturale pubblico. Nel 1475 venne pubblicato il Nuovo vo alla sconfitta della Montagna Bianca epiche ha dato vita alle variegate e Testamento in ceco: fu la terza edizione, dopo sodio centrale nella guerra dei Trent'anni secolari tradizioni costituzionali euquelle tedesca e francese, stampata in una lin- (1620). Fu dopo la morte di Melantrich, proprio ropee e l'accentramento che le pi gua nazionale. Poich tutte le versioni della Bib- prima della battaglia della Montagna Bianca, giovani istituzioni comunitarie inebia pubblicate erano intitolate Bibbia Ceca, per che suo genero Daniel Adam da Veleslavin pubvitabilmente stanno realizzando in distinguerle, si prese l'abitudine di denominarle blic l'ultima edizione praghese (1613). questo campo? a seconda del luogo in cui erano state pubblicaUmanesimo e Riforma favorirono la traduzioPer essere ancora pi espliciti, te o del tipografo che le aveva stampate. Le pri- ne dalle lingue originarie. Jan Blahoslav e i bisiamo tutti consapevoli che la mame edizioni integrali della Bibbia in lingua ceca blisti dell'Unione dei Fratelli Boemi tradussero trice dei diritti che nel 1948 si furono la Bibbia Praghese nel 1488 e la Bibbia di la Bibbia dall'ebraico e dal greco. Un'altra ediaffermata contemporaneamente Kutn Hora nel 1489. zione della Bibbia realizzata da gesuiti Matj nelle costituzioni nazionali europee La Riforma diffuse l'interesse per la lettura Vclav Stayer e Konstanc nota come La Bibbia post-belliche e nella Dichiarazione della Bibbia. Nel sedicesimo secolo furono pub- di san Venceslao, fu pubblicata prima nel 1677 universale dei diritti dell'uomo delblicate in Boemia nove edizioni utraquiste. La (Nuovo Testamento) e poi tra 1712 e 1715 l'Onu, una matrice marcatamenprima di esse la Bibbia di Venezia, pubblicata (Vecchio Testamento). Negli anni 1778/1780, te personalista e dignitaria; il nel 1506 nella citt lagunare che anche la pri- per interesse di Maria Teresa d'Austria, venne catalogo dei diritti fondamentali ma pubblicata all'estero in ceco. La Bibbia di Ve- pubblicata una terza edizione della Bibbia di san dell'Unione europea ha, invece, un nezia reca sul frontespizio la dicitura Bibbia Venceslao come Bibbia per il popolo, ribattezzata carattere decisamente pi indiviCeca a Venezia pubblicata, con lo stemma co- Bibbia Ceca detta dell'imperatore. dualista e libertario. lorato di Praga. I testi della Bibbia di Venezia soDal 1800 ai nostri giorni sono state pubblicate Chi decider sui conflitti che no simili alla Bibbia di Kutn Hora, ma vengono diverse edizioni della Bibbia Ceca. I traduttori queste diverse matrici inevitabilusate forme verbali pi recenti e adeguate al hanno sempre cercato di rispettare la bellezza e mente produrranno? parlato. Dal punto di visto ortografico, in questo i diversi stili dell'originale. L'ultima edizione ditesto viene segnata per la prima volta la lun- sponibile al pubblico in digitale, in versione Miniatura della Bibbia di Litomice-Tebo (inizi del XV secolo) ghezza delle vocali. La Bibbia Ceca fu pubblicata *Universit di Firenze cd-rom.

Il Libro dei libri dall'alfabeto glagolitico al digitale

sabato 10 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Ottant'anni fa l'allarme di Chesterton

pagina 5

E se oggi torna l'eugenetica


Oggi, non solo sono messe in atto, o sono proposte con forza, pratiche eugeeugenetica costituisce netiche del tipo di quelle accennate, oggi un vero pericolo ma in corso una vera e propria offenper le nostre societ, siva ideologica per negare che esse apun pericolo spesso mi- partengano all'ambito dell'eugenetica, sconosciuto e travisato. o per sostenere che esiste una eugenetiNegli ultimi decenni, infatti, tornata ca cattiva e una eugenetica buona. Ala essere praticata e accettata questa cuni sostengono che l'aborto terapeuideologia che ha radici ottocentesche tico di feti malformati o malati non ed strettamente intrecciata alle nuove pratica eugenetica, ma piuttosto atto acquisizioni tecnoscientifiche. Da una compassionevole perch finalizzato a parte, le nuove possibilit di individua- eliminare il dolore. Altri che c' eugere malattie in fasi precocissime della netica cattiva solo quando il protagoniformazione di un essere umano fino sta della scelta lo Stato e la finalit ad arrivare alla mappatura genetica attraverso la quale definire perfino le la creazione di una razza superiore. Se eventuali possibilit di malattia invece chi sceglie la madre, per evitahanno come risultato l'aborto tera- re una sofferenza a s e al futuro bampeutico, che pu anche prendere la bino, si tratterebbe appunto di comforma di selezione degli embrioni im- passione. Non conta l'atto selettivo in piantabili. Dall'altra, lo sviluppo delle s, non conta l'eliminazione di un ponanotecnologie promettono un miglio- tenziale essere umano, ma solo la liberramento delle capacit fisiche, intellet- t del soggetto e la finalit dichiarata. tive ed emotive degli esseri umani tale In questo modo, pratiche come la seleda far pensare all'avvento di una nuo- zione dell'embrione sano e l'aborto del feto malformato o malato entrambe va era, trans-umana. Si profila quindi una manipolazione decise dalla madre o da entrambi i gedel genere umano o per eliminazio- nitori, con la consulenza indispensabile ne, o per intervento migliorativo dei medici non sarebbero da consiche ha come primo risultato, senza derarsi eugenetiche, o se non altro apdubbio, quello di marginalizzare ogni Si profila una manipolazione forma di fragilit e di imperfezione, trasfordel genere umano mando la stessa nozione di normalit. Si che ha come primo risultato tratta in sostanza di quello di marginalizzare trasformare la definizione di umanit, che ogni forma di fragilit e di imperfezione fino a ora comprendeva tutti gli esseri umani, dividendoli in individui di serie partenenti a una concezione positiva, A, che hanno diritto a vivere, e indivi- compassionevole, dell'eugenetica. Si tratta con evidenza di una quedui di serie B, imperfetti, e quindi anormali, che non hanno diritto a stione di tipo morale se conti la natura dell'atto in s o piuttosto la finalivivere. Dopo quasi duemila anni, cio dopo la nascita del cristianesimo, l'u- t e il soggetto che lo compie ma guale dignit non viene pi riconosciu- anche di tipo storico: questa riabilitata a tutti in quanto figli di Dio: ritorna zione dell'eugenetica, infatti, vuole una forma di selezione fra completa- tracciare un solco insormontabile fra la mente umani e non del tutto umani pratica attuale e l'eugenetica della primolto vicina al concetto di schiavit, ma parte del Novecento, condannata cio della propriet dell'uomo su un al- unanimemente (e anche esplicitamente tro uomo, con poteri di vita e di mor- dal processo di Norimberga) come crite. Come ha scritto il filosofo Jean-Luc mine nazista. Peter Singer docente Marion, se dispongo di una stretta e di bioetica a Princeton, e uno dei pi forte definizione dell'uomo, non omi- ferventi sostenitori di questa nuova cidio l'uccisione di quanto non rispon- bioetica, tanto da giustificare anche de a quella definizione; e per questo l'uccisione dei neonati malformati le ideologie sono cos potenti. ebreo e ha perso tre nonni nella di LUCETTA SCARAFFIA

L'

Shoah, e tiene a sottolineare la differenza con la bioetica nazista: L'eutanasia nazista era razzista, diretta a modificare il Volk, il popolo, mentre io propongo l'alleviazione delle sofferenze, non da parte dello stato, ma dei genitori. Di conseguenza, Singer pensa che si debba guardare criticamente alla tradizione cristiana della santit della vita umana, non universale. (...) I cristiani hanno stabilito che basta essere un membro della specie homo sapiens per avere rispetto assoluto. Io penso che non sia difendibile come teoria. Dobbiamo ripensare quando accordare protezione alla vita umana. Per rispondere a questa interpretazione, per capire cio se c' veramente una differenza fra l'eugenetica pre-nazista e quella di oggi, risulta di particolare interesse il pamphlet Eugenetica e altri malanni. Ragionamenti contro l'organizzazione scientifica della societ di Gilbert K. Chesterton, scritto nel 1922, e ristampato oggi da Cantagalli nella nuova serie de I Classici Cristiani (a cura di Michael Wiley Perry, Siena 2008, pagine 342, euro 22) per iniziativa di Luca Volont, che vi ha premesso una lunga introduzione. L'eugenetica di cui parla Chesterton, e di cui lo scrittore inglese intuisce e denuncia pericoli e limiti, non sostanzialmente diversa dalla nostra e anche per noi, come lui insegna, importante avere il coraggio di gridare prima del danno. Anche allora l'eugenetica aveva significati diversi per persone diverse, ma questo perch il male trae sempre vantaggio dall'ambiguit. L'eugenetica infatti, scrive, esiste per coloro che hanno tanto senno da capire che le idee esistono ed come il veleno, una cosa con cui non si pu venire a patti. I sostenitori dell'eugenetica nota Chesterton si contavano fra coloro che prendevano l'evoluzione sul serio e ne traevano conclusioni su come la societ dovesse essere strutturata, ed erano persone per lo pi incapaci di comprendere le forze che vanno scatenando. Gli eugenetici, infatti, sostengono che il loro progetto non raggiunger mai le pi temibili conseguenze, perch ci sono loro a controllare: e questa rassicurazione, letta prima degli orrori nazisti, e non solo nazisti, fa veramente tremare, ricordando come sia vicina alle rassicurazioni che sentiamo ripetere oggi da coloro che sono favo-

Drew Hewitt, Gilbert K. Chesterton

revoli alla selezione degli embrioni o all'aborto terapeutico: e cio che, naturalmente, queste misure estreme saranno adottate solo in casi estremamente gravi. L'aborto terapeutico viene per praticato anche in caso di sindromi non gravi, per esempio su bambini che con un po' di cure potrebbero poi vivere normalmente. Ma non sono perfetti alla nascita, quindi non sono giudicati degni di nascere. Si prova a fabbricarne un altro, sperando che venga meglio, come se il primo non fosse un essere umano: Il genere umano appunto un genere, non un grado scrive Chesterton. Ribadendo che nessun medico ha diritto a somministrare la morte come rimedio ai malanni, sempre rivolgendosi ai medici che decidono quale vita sia indegna di essere vissuta e ricordando che la malattia e la salute del tisico pu essere una cosa chiara e calcolabile. La felicit o infelicit di un tisico tutt'altra cosa, e non calcolabile affatto. Di conseguenza lo scrittore mette in luce l'approssimazione di questa scien-

za sperimentale, l'eugenetica, che si vuole presentare come fonte di certezze: Gli eugenisti non sanno quello che vogliono, salvo che vogliono l'anima e il corpo vostri e miei per scoprirlo e quindi sono la prima religione sperimentale invece che dottrinale. Chesterton analizza la cultura che costituisce l'humus per l'eugenetica, e ne definisce due caratteristiche essenziali: un'anarchia silenziosa che consuma la nostra societ e che la condizione d'animo e di comportamento di chi non si pu fermare, e l'idea che non si pu tornare indietro, un'idea radicata nel materialismo e nella negazione del libero arbitrio. Tutte queste affermazioni di Chesterton sono ampiamente applicabili alla condizione contemporanea, e questo fatto prova che la differenza fra le due eugenetiche non c', e che ci troviamo di fronte allo stesso tipo di male che sfociato nella catastrofe nazista. Bisogna dunque aprire bene gli occhi, e farli aprire a tutti, per evitare una nuova e drammatica ondata di di-

sprezzo e di distruzione della vita umana in nome di un bene pi alto, in questo caso la fine della sofferenza. Come sempre, l'utopia si presenta ammantata da buone intenzioni, da compassione per le sofferenze dell'umanit: Singer dice che il suo obiettivo , sul piano teorico, portare rigore e consistenza all'etica. Sul piano pratico, dirigere l'attenzione sulla sofferenza e la sua riduzione. Per questo mi sono concentrato sull'obbligo dei ricchi di fare di pi per assistere i pi poveri del mondo, quel miliardo di persone che vivono con un dollaro al giorno. Mi sono anche concentrato sulla sofferenza indifendibile che infliggiamo agli animali. necessario quindi smascherare il carattere distruttivo di queste parole di apparente bont, proprio come magistralmente ha fatto Chesterton nel 1922, quando ancora non si era arrivati alla barbarie eugenetica nazista. Oggi noi sappiamo con chiarezza dove possono portare queste ideologie, e dobbiamo denunciare il male in tempo, per fermarlo.

Francesco, Innocenzo III e la curia romana: il viaggio del 1209

Signor Papa, hai tempo di ascoltarmi?


Il 9 e il 10 maggio si svolge a Greccio, presso l'Oasi Ges Bambino, il convegno Francesco a Roma dal signor Papa organizzato dal Centro Culturale Aracoeli nell'ottavo centenario dell'approvazione della Regola. Pubblichiamo stralci della relazione intitolata Innocenzo III e la curia romana nel 1209. di WERNER MALECZEK * L'incontro tra Innocenzo III e Francesco d'Assisi si pu ricostruire non solo con l'ausilio dei Fontes franciscani agiografici, ma anche con l'aiuto delle fonti curiali. Che cosa mosse Papa Innocenzo III e la curia romana in quell'anno, che si pu far estendere dal novembre 1208 ritorno dal lungo viaggio a S. Germano/Cassino e nella parte meridionale del Patrimonio di San Pietro fino all'ottobre 1209, ossia fino all'incoronazione di Ottone IV in San Pietro? Siccome le Gesta Innocentii, la biografia del Papa redatta da un curiale ignoto, furono concluse praticamente con il 1206 presentando solo una piccola aggiunta relativa al viaggio nel Regnum Siciliae nell'estate 1208, siamo costretti a ricorrere quasi esclusivamente alle lettere del Papa per conoscere le sue preoccupazioni nel 1208/09, tanto pi che altre fonti storiografiche offrono solo scarse notizie. La raccolta delle lettere di Innocenzo III, unica per la sua ampiezza e la sua estensione geografica e tematica all'inizio del XIII secolo, ha, nonostante l'incomparabile quantit di notizie in esse contenute, un difetto: la maggioranza delle lettere formulate presso la curia con grande cura e perfetta arte stilistica, sono la reazione a richieste esterne presentate al Papa e ai suoi collaboratori. Di queste, la parte principale costituita dalle lettere di giustizia che si rapportano alla giurisdizione pontificia. Le litterae de curia cos vennero chiamate pi tardi come espressione immediata di un'iniziativa papale e di un progetto di politica ecclesiastica o temporale, rappresentano la minoranza. Le lettere i registri ne conservano forse un terzo della totalit danno quindi un'informazione solo limitata sugli obiettivi del Papa e della curia e richiedono un'analisi accurata. In ogni caso, la curia brulicava continuamente di richiedenti, che in parte venuti da molto lontano animavano una burocrazia curiale in espansione. inutile aggiungere che buone relazioni, denaro, conoscenza degli interna curiali e abilit nell'ottenere informazioni giocavano un ruolo fondamentale. In base allo studio di questi documenti possiamo dedurre che dall'autunno 1208 all'autunno 1209, l'interesse della curia romana era concentrato su un argomento politico, e cio sul rapporto con il re di Germania Ottone IV, il cui desiderio dell'incoronazione imperiale era controbilanciato da una serie di garanzie in Italia centrale e nel Regno di Sicilia. Il tema religioso principale era la lotta contro l'eresia nella Francia meridionale, che sbocc nella crociata albigese. Di fronte a ci, altri campi della politica papale si spostavano in secondo piano, in parte perch si erano risolti secondo le intenzioni di Innocenzo III. Il dominio a Roma e nel Patrimonio di San Pietro era, come gi esposto pi sopra, in buona parte assicurato; la tutela sul giovane Federico II e la reggenza nel Regno di Sicilia erano state concluse con il viaggio a San Germano/Cassino nell'estate 1208. Il rapporto con il re di Francia si era lievemente disteso con la svolta nella questione matrimoniale. Sull'Inghilterra pesava l'interdetto dal marzo 1208, a causa dell'elezione di Stefano Langton come arcivescovo di Canterbury, che il re Giovanni Senzaterra non voleva accettare, ma le linee di comunicazione restavano intatte, e il re rinunci a lungo a misure repressive contro la Chiesa. La minaccia di scomunica all'inizio del 1209 sembr annunciare un inasprimento, ma le cose rimasero in sospeso per lungo tempo, finch nel novembre 1209 Langton con l'approvazione del Papa pronunci l'anatema, con il quale inizi un aspro e annoso conflitto. Il rapporto con Aragona era, dall'incoronazione di Pietro II a Roma nel novembre 1204, particolarmente cordiale, poich Innocenzo III gli concedeva una particolare protezione, e questo favoriva la libert delle nomine episcopali in Aragona. Il coinvolgimento del re di Aragona nella crociata albigese non era ancora attuale. Anche i rapporti con l'Europa dell'Est, con la Polonia e l'Ungheria non davano problemi, soprattutto da quando l'arcivescovo di Gniezno, Enrico Kietlicz, uno zelante difensore della riforma della Chiesa in Polonia che era ancora interamente in mano dei Piasti e della nobilt polacca, si era rifugiato a Roma alla fine del 1206 a causa del suo conflitto con il principe della Grande Polonia e vi aveva ottenuto una serie di privilegi vantaggiosi. La IV crociata si era da tempo conclusa senza gloria, e senza portare nulla alla Terra Santa, al contrario! Molti abitanti del Regno di Gerusalemme e dei domini latini ancora esistenti nel Levante si erano recati nell'Impero latino di Costantinopoli, per tentare l la loro fortuna. Soprattutto dopo la grave crisi della sconfitta contro i bulgari nel 1205 si deline negli anni seguenti una certa stabilizzazione del Impero di Romania sotto l'imperatore Enrico. I legami tra la curia e Costantinopoli erano in questo tempo particolarmente esili. Un indizio di una politica estera abbastanza tranquilla certamente il fatto che negli anni 1208/09 non erano molti i legati che percorrevano i Paesi della cristianit latina. Si gi accennato al viaggio di Ugolino di Ostia e di Leone di S. Croce in Germania (da gennaio a settembre 1209) in relazione all'incoronazione imperiale di Ottone IV. A parte questi, si trovano dei legati in Ungheria, in Francia, nel Regno di Sicilia. Si gi parlato delle legazioni durante la crociata albigese in Linguadoca. Che cosa risulta dalla situazione della curia negli anni 1208 e 1209 fin qui presentata? Sia espressa cautamente una ipotesi: la relativa tranquillit nella maggioranza degli ambiti della politica ecclesiastica e una giurisprudenza curiale, ben funzionante dopo dieci anni di pontificato, permisero a Innocenzo III e ai suoi collaboratori di prestare maggiore attenzione ai compiti strettamente religiosi, di agire maggiormente per l'unit della fede con una scelta drastica per la violenza nella lotta contro l'eresia della Francia meridionale e di accogliere gli impulsi di nuove forme di prassi religiosa conciliandole con il diritto canonico. Lo si comprende bene per esempio nella riconciliazione del gruppo valdese di Durando di Huesca nel corso del 1208. Esso fece una professione della propria ortodossia presso la curia e ottenne il riconoscimento della propria forma di vita valdese e il nome Pauperes catholici. Gi nel propositum presentato e approvato si parla dell'impegno della catechesi, ma la praedicatio chiaramente sottoposta al controllo del Papa e dei prelati ed orientata contro gli eretici. Non tocca quindi la consueta catechesi della Chiesa tradizionale. E nella riconciliazione del 1208 lo stato giuridico della comunit laicale fu modificato a favore di un adeguamento alla vita religiosa tradizionale. Il propositum contiene dichiarazioni sui consigli evangelici, sulla liturgia delle ore, sulla virginitas e sul digiuno, sul religiosum et modestum habitum e sull'obbedienza nei confronti dei vescovi locali, come appunto nelle regole tradizionali. Rivolgendosi a Durando nel luglio 1209 il Papa pose nuovamente l'accento sul compito della predicazione contro gli eretici, ma leg ancora pi saldamente i Pauperes catholici alla gerarchia, sottoponendo anche le loro assemblee al controllo dei vescovi. Francesco trov quindi nella primavera del 1209 un Papa e una curia con una sensibilit maggiore per richieste evangeliche radicali, perch in un periodo di relativa tranquillit politica e di condizioni pi stabili a Roma e nel Patrimonio di San Pietro questioni di fede e di autentica vita secondo il Vangelo avevano maggiore possibilit di trovare una risposta positiva presso l'autorit ecclesiastica suprema.
*Universit di Vienna Pontificio Comitato di Scienze Storiche

L'approvazione della Regola (particolare dell'affresco di Giotto nella basilica superiore di Assisi)

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO

sabato 10 maggio 2008

Al Convegno nazionale dei direttori e dei collaboratori degli Uffici diocesani per le comunicazioni sociali una ricognizione storica sulla fondazione nel 1968 di Avvenire

Comunicare con l'intelligenza amica della fede


di GISELDA ADORNATO I direttori e i collaboratori degli Uffici diocesani per le comunicazioni sociali sono riuniti a San Donato Milanese, da gioved 8 a sabato 10 maggio, per il loro convegno nazionale dal titolo Lo sguardo quotidiano. I cattolici, l'informazione, la realt. Molto articolato il programma, nel quale professionisti della comunicazione, studiosi, giornalisti, vescovi, riflettono su un argomento cruciale, che mette alla prova l'efficacia delle strategie comunicative dei cattolici nella societ odierna e futura. Sullo sfondo, il messaggio di Benedetto XVI per la 42a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la verit per condividerla. Il convegno si svolge nel 40 anniversario della nascita del quotidiano Avvenire, nel 20 dell'agenzia Sir e nel 10 anniversario della televisione satellitare Sat 2000 e di Radio InBlu. La giornata introduttiva ha visto due relazioni: la prima della quale pubblichiamo ampi stralci in questa pagina del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), la seconda di Eliana Versace, studiosa dell'Universit Cattolica del Sacro Cuore, su I 40 anni di Avvenire. Da un'intuizione alla realt di un quotidiano cattolico nazionale. Oggi, venerd, previsto l'intervento di Francesco Botturi, ordinario di Filosofia morale all'Universit Cattolica di Milano, sul tema Nel reale merita perdersi, questo il nostro cielo. Seguir la tavola rotonda C' un futuro da inventare alla quale partecipano l'arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, don Giorgio Zucchelli, presidente della Federazione italiana settimanali cattolici, Giandomenico Boffi, ordinario di Algebra all'Universit degli studi di Chieti-Pescara, Maria Luisa Di Pietro, presidente dell'associazione Scienza&Vita, Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni internazionali all'Universit Cattolica di Milano, e Stefano Zamagni, ordinario di Economia politica all'Universit degli studi di Bologna. Nel pomeriggio il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, presieder la concelebrazione eucaristica per i convegnisti nella basilica di Sant'Ambrogio. Il titolo del convegno (Lo sguardo quotidiano) si legge nel messaggio di saluto inviato dal cardinale Tettamanzi dice l'impegno degli operatori del settore a riservare piena disponibilit al confronto per valutare, verificare, progettare, decidere e impegnarsi sul bivio lucidamente indicato da Sua Santit Benedetto XVI nel messaggio per la 42a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la verit per condividerla. I media infatti con le straordinarie risorse che possono utilizzare e l'influsso determinante che possono esercitare nel mondo attuale sembrano avere talora la pretesa non solo di rappresentare la realt, ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che possiedono (n. 3). Gli operatori dei media che si ispirano ai principi cristiani e che collaborano con gli uffici ecclesiastici della Comunicazione sociale sottolinea il porporato nel messaggio avranno nel convegno un'occasione preziosa per appassionarsi con rinnovato entusiasmo a raccogliere la sfida di inventare il futuro e di continuare a scrivere pagine quotidiane di sapienza e seriet, con spirito di servizio e nella fierezza dell'originalit di una intelligenza ispirata dalla verit e amica della fede. La scelta di questa terra e di questo contesto ecclesiale ha ricordato Tettamanzi intende anche commemorare il quarantesimo anniversario dell'inizio del quotidiano cattolico Avvenire, che stato voluto con grande lungimiranza e determinazione da Paolo VI, gi arcivescovo di Milano e sempre attento a scrutare i segni dei tempi con sapienza e profetica penetrazione, e al quale anch'io ho avuto la gioia e l'onore di prestare la mia volonterosa collaborazione e di continuare a dedicare amore e attenzione. Domani, sabato, la tavola rotonda avr per tema L'ultima copia del quotidiano e vedr la presenza di Vittorio Sabadin, giornalista de La Stampa, autore del libro L'ultima copia del New York Times, incentrato sulla minaccia rappresentata da Internet e dai nuovi media elettronici nei confronti della carta stampata. Un tema, quello del futuro del giornale, su cui interverranno Flavio Corazza, de La Stampa, Umberto Folena, di Avvenire, Gabriele Romagnoli, de La Repubblica, ed Elisabetta Soglio, del Corriere della Sera. Il convegno si concluder con l'intervento di don Domenico Pompili, direttore dell'Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei. Moderatori dell'assise sono monsignor Dario Edoardo Vigan, preside dell'Istituto pastorale Redemptor hominis della Pontificia universit lateranense, Dino Boffo, direttore di Avvenire, e Francesco Casetti, direttore del dipartimento comunicazione dell'Universit Cattolica di Milano. Poich lo sguardo quotidiano tema generale della manifestazione non pu prescindere dalla consapevolezza delle radici, toccato a Eliana Versace compiere un'approfondita ricognizione storica sulla fondazione di Avvenire. Una relazione di taglio scientifico, basata su fonti completamente inedite, interessante da molteplici punti di vista. Nel travagliato iter della fondazione del quotidiano nazionale dei cattolici italiani, si evidenziano due poli fondamentali: la figura di Paolo VI e la sua idea sul giornale; il ruolo, in qualche caso impensabile, giocato in questa vicenda da alcuni protagonisti, nell'ambito della gerarchia ecclesiastica. noto che Avvenire nasce nel dicembre 1968 dalla fusione dei quotidiani cattolici L'Italia di Milano e l'Avvenire d'Italia di Bologna, due testate entrambe non rigogliose, da un punto di vista finanziario, la seconda gravemente in crisi. Nel 1966 l'opportunit di prendere sollecitamente in esame il progetto di un quotidiano cattolico nazionale viene delineata alla Conferenza episcopale italiana da monsignor Giuseppe Bicchierai, milanese, amministratore delegato della Societ lombarda che stampa L'Italia: nome noto quale solerte collaboratore dell'arcivescovo Giovanni Battista Montini, ma che non si immaginava a lui legato dal forte rapporto di fiducia che questo studio lascia emergere. Montini notoriamente attentissimo all'ambito della comunicazione, anche per tradizione familiare entra nella vicenda di Avvenire fin dagli anni '50 quando, sostituto alla Segreteria di Stato, manifesta l'idea della necessit di un unico quotidiano dei cattolici. Dalla cattedra di Milano segue poi con grande partecipazione l'andamento de L'Italia e nel 1961 vi pone Giuseppe Lazzati alla direzione. Da pontefice, si trova davanti al deficit insanabile dell'antico quotidiano bolognese la cui linea avanzata in senso sociale e politico suscita pure qualche perplessit tra i vescovi e alla dolorosa alternativa se scioglierlo o fonderlo con quello ambrosiano; con tenacia persegue quest'ultima ipotesi. Paolo VI si rende conto, come scrive in una lettera personale a Bicchierai, che si tratta di un'opera molto difficile; e aggiunge: Ma primo requisito per il suo esito felice la buona volont, forte, saggia e nuova, degna dell'aiuto di Dio. Il percorso, infatti, non agevole. La Cei dimostra qualche perplessit a pi livelli; il successore di Montini all'arcidiocesi di Milano (e in precedenza presidente della societ editrice de L'Italia), monsignor Giovanni Colombo, nutre forti dubbi sulla validit dell'ipotesi di fusione e la Conferenza episcopale lombarda sulle medesime posizioni. Ma soprattutto il Papa incontra fortissime resistenze da parte del cardinale Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna, che difende strenuamente L'Avvenire d'Italia, contestando il deficit dei bilanci, che ritiene meno gravi di quanto notificato da diverse commissioni nominate dalla Conferenza episcopale italiana, e propone addirittura una richiesta di soccorso finanziario all'episcopato tedesco. La questione si intreccia con quella delle sue dimissioni per il raggiungimento del 75 anno di et, che il prelato aveva visto respinte dal pontefice nel 1967 e sulle quali egli ritorna in una forte e accorata lettera a Paolo VI, quando si avvede che la decisione di chiudere il suo quotidiano ormai presa: Preferivo morire o almeno non essere io sulla cattedra bolognese, anzich, sedendovi, vedere ammainata una bandiera che i miei antecessori ed io avevamo sempre sostenuto. Inattesa e sorprendente, in difesa dell'esistenza de L'Avvenire d'Italia, si leva anche la voce del cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova, sempre contrapposto come tradizionalista al progressista cardinale Lercaro. Ma perch Paolo VI indicato dalla Versace quale padre e fondatore di Avvenire intraprende questa avventura, andando verso l'ignoto, secondo le amare parole del cardinale Lercaro? La relazione risponde dimostrando che il giornale viene da lui inteso come un indispensabile strumento di evangelizzazione; e, riflettendo sui discorsi del Papa ai giornalisti, si evince come alla fine il nuovo quotidiano unitario debba, negli intenti di Montini, diventare la trasposizione del principio fondante del suo magistero, il dialogo con il mondo a partire dall'autenticit e dalla verit. Per questo Paolo VI in maniera energica, forte, con costanza e determinazione, promuove Avvenire e continua a seguirne con paterna attenzione le vicende nel corso degli anni Settanta. E un altro cardine della sua pastorale, sul quale insiste a pi livelli con i fedeli, quello dell'unit: anche su questo punto Avvenire viene da lui ritenuto valido strumento per rifare e confortare l'unit dei cattolici almeno su punti essenziali, come spiega il sostituto della Segreteria di Stato monsignor Giovanni Benelli; e in un momento storico che vede, per la prima volta, fortemente contestata proprio la presenza dei cattolici nella societ e anche nella vita politica italiana. Nel pensiero di Paolo VI, l'informazione fornita da Avvenire deve essere autonoma e non strettamente vincolata alla gerarchia, anche se alla Cei spetta un impegno di attenzione e di indicazione circa la linea del giornale. Quindi un mandato difficile e delicato, che il Papa affida ai giornalisti di Avvenire, defini-

ti i suoi alleati e investiti del ruolo di apostoli nella societ. Il quotidiano di Angelo Narducci, direttore dal 1970, chiamato dunque a crescere come luogo di incontro e di convergenza dei cattolici italiani, rinsaldando il loro vincolo di unione con la gerarchia ecclesiastica, in dialogo con tutti ma nella forte consapevolezza che la religione, la cultura e la morale di questa larga parte della societ italiana non possono venire confinate esclusivamente nell'ambito spirituale. L'azione formativa del giornale si esprime infatti in questi anni anche in direzione politica, con l'intervento sui punti nodali del dibattito sociale e civile in atto. Nel suo primo decennio di vita, esso si confronta con gli epocali mutamenti che investono la societ italiana e che suscitano gravi lacerazioni anche nel mondo cattolico. I pi rilevanti terreni di impegno della testata

sono noti: la battaglia referendaria per l'abrogazione della legge sul divorzio, nel 1974, quella contro l'aborto, quella per la difesa e la valorizzazione della scuola cattolica, lo spirito di critica costruttiva nei confronti della Democrazia cristiana, affinch il partito conservi la sua ispirazione cristiana-popolare. Il seguito, a partire dagli anni '80, storia troppo recente per permettere una visuale storica obiettiva e documentata. Il rapporto tra informazione e realt, la difficile mediazione richiesta oggi ai cattolici e sui quali essi si interrogano rappresenta dunque una sfida antica per Avvenire (e anche per gli altri media cattolici): la posta in gioco non il successo di questa o quella formula, di questo o quel linguaggio, ma essenzialmente la fedelt a quell'antropologia cristiana che Paolo VI e i suoi successori hanno saputo convintamente proporre e incarnare.

La relazione del cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana

La scelta di affrontare temi decisivi


Pagine scritte, pagine da scrivere. La nuova stagione del Progetto culturale e i media cattolici a servizio della coscienza credente. Questo il tema dell'intervento tenuto l'8 maggio a San Donato Milanese, al convegno nazionale dei direttori e dei collaboratori degli uffici diocesani per le comunicazioni sociali, dal cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana. Pubblichiamo ampi stralci della sua relazione. di ANGELO BAGNASCO* Ci troviamo qui per discutere di informazione da quello che siamo, cio da cattolici. Ci interessa mettere a fuoco lo sguardo quotidiano con cui affrontare il mondo circostante, nella consapevolezza che questo sguardo ci deve qualificare. Come ha qualificato i cattolici laici e sacerdoti che nell'arco in particolare degli ultimi centovent'anni hanno messo in pagina le gesta umili e sapienti del nostro popolo. Siamo infatti l'ultima propaggine non certo quella che scriver per la parola fine di una vicenda che da pi di un secolo si dispiega nelle citt e nei borghi del nostro Paese, interpretando si dice nel cartoncino di invito a questo convegno un giornalismo della prossimit, che ha scritto innumerevoli, gloriose pagine nel segno dell'attenzione al popolo minuto, alla sua vita, alle sue imprese, anche quando altri giornali guardavano invece da altre parti. (...) Perch la nostra riflessione sia feconda, non dobbiamo perdere di vista l'orizzonte di significati entro cui ci collochiamo e soprattutto l'identit che ci caratterizza. La nostra responsabilit ultima pastorale e la riflessione sui media non pu essere fine a se stessa, ma sempre orientata all'obiettivo fondamentale dell'annuncio della Buona Novella della Salvezza. Il Santo Padre Benedetto XVI, nell'omelia pronunciata durante la Celebrazione Eucaristica al Convegno di Verona, ci ricordava: Noi siamo gli eredi degli apostoli, di quei testimoni vittoriosi! Ma proprio da questa constatazione nasce la domanda: che ne della nostra fede? In che misura sappiamo noi oggi comunicarla?. (...) Il nostro modo di guardare al mondo, per raccontarlo poi ad altri, non pu essere asettico, clinico, in quanto la realt dissezionata e scarnificata in nome di una velleitaria oggettivit, perde se stessa, si trasforma in cosa morta. Potremmo dire che siamo il nostro sguardo: tutta la nostra persona ingaggiata nell'osservazione prima e nel racconto poi. La fede, lungi dal deformare la realt osservata, suscita nell'osservatore uno sentire empatico verso l'umanit in generale. Il chi siamo influenza il modo in cui ci accostiamo alle vicende e alle persone. Lo verifichiamo quotidianamente, in negativo, vedendo come viene troppo spesso confezionata l'informazione che ci tocca pi da vicino, quella sulla vita della Chiesa. Quante volte vediamo all'opera un pregiudizio negativo in base al quale ogni vicenda filtrata e nulla di buono viene riconosciuto? Per noi la convinzione che l'occhio influenza il modo di guardare deve valere in positivo: il nostro sguardo non pu prescindere dalla fede, la quale non accessorio facoltativo della nostra identit, ma la radice pi profonda del nostro essere (...) Questo dato impone ai nostri strumenti, nella misura consona alla fisionomia di ciascuno, di tenere fissa l'attenzione su quelle situazioni che vedono l'umanit violata e sfruttata. Vanno raccolte le realt che vedono la dignit umana colpita, la vita minacciata, la salute compromessa. Il male ci interpella sempre, e non dobbiamo occultarlo, ma va raccontato con piet, evitando compiacenze e ogni suo uso strumentale volto a catturare attenzione. Dobbiamo altres essere capaci, e si tratta di un servizio particolarmente urgente oggi, di dare risalto al bene che sappiamo presente ovunque e disseminato fin nei luoghi pi reconditi del nostro Paese. questa una missione di importanza decisiva. Bisogna dire che il bene c', e raccontare tutto il bene che c'. Servono occhi capaci di vederlo. La mentalit secolarista dilagante nel nostro tempo, che ha catturato tanti adulti ma che aggredisce soprattutto i giovani, si alimenta della tabula rasa dei valori creata da un'informazione che troppo spesso demolisce e dissacra. Il nichilismo culturale propone un mondo in cui sembra non esserci valore e convinzione che non siano in bala dell'arbitrio, sotto il dominio di un individualismo senza vincoli. Per questo modo di pensare, il bene non esiste: sembra che possano esserci solo delle persone buone, spesso sospettate di scarsa intelligenza e poca voglia di godere la vita. Il che non accettabile perch non vero. Non tanto perch pretendiamo di imporre uno scafandro ideologico alla realt, cos da vederla tutta pregiudizialmente rosa, quanto perch sappiamo che il bene esiste davvero e si rifrange in un'infinit di situazioni che noi abbiamo la responsabilit di far emergere. Se non si contrasta il nichilismo diventa impossibile perfino di parlare di ci che pi ci sta a cuore: il Signore, il Bene che innerva ogni bene, la stessa buona razionalit. (...) Se vero che la realt redenta da Cristo, vero anche che i problemi sul tappeto sono cruciali. Dobbiamo affrontarli riconoscendo che su tutti emerge la questione relativa proprio alla persona umana: chi oggi l'uomo, e come vogliamo che sia nell'immediato futuro? Questa domanda stata al centro, un anno e mezzo fa, delle giornate veronesi. Ci siamo detti che le scoperte della scienza e gli interventi della tecnologia non sono neutri, ma incidono profondamente sulla natura e sulla stessa idea di uomo, tendendo a rimodellarlo. La fede cristiana non indifferente di fronte a ci. Non accetta n condanna nulla acriticamente. Ma mette in guardia gli uomini d'oggi da ogni forma di idolatria, fosse pure quella raffinata, travestita da progresso, in una tecnologia che non accetta di essere n giudicata n governata. (...) Le pagine da scrivere sono molte e impegnative. Ci d fiducia la consapevolezza che il cammino fin qui percorso stato positivo e ci lascia in eredit solide basi di presenza e di credibilit. Le difficolt incontrate non ci hanno abbattuto e, proprio nel campo della comunicazione, al di l di ci che la nostra sagacia pu mettere in cantiere, ci incoraggia la constatazione che lo Spirito continua a produrre eventi mediatici la cui potenza va al di l di ogni nostra capacit di previsione, basti ricordare i giorni attorno alla Pasqua 2005, dalla Via Crucis al Colosseo, alle esequie del Santo Padre Giovanni Paolo II celebrate dall'allora cardinale Ratzinger. Le nuove pagine che andremo a scrivere attingano forza da quel Vangelo sfogliato dalla mano invisibile del vento qualcuno ha detto: dello Spirito indelebilmente impresso nella memoria nostra e di un numero sterminato di persone di tutto il pianeta.
*Cardinale, arcivescovo di Genova, presidente della Conferenza episcopale italiana

W
L'Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero annuncia la scomparsa del suo primo Presidente, il Reverendissimo

Mons.

FORTUNATO TINO MARCHI


AffidandoLo, nella preghiera, alla benevolenza del Signore esprime la riconoscenza per la generosit del Suo impegno svolto in favore della Chiesa in Italia.
.

sabato 10 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 7

Il cardinale Kasper al centenario della traslazione delle reliquie di sant'Andrea ad Amalfi

Attualit di un messaggio aperto alla speranza


Una giornata nel segno della santit che unisce l'Oriente e l'Occidente. il senso della celebrazione dell'VIII centenario della traslazione delle reliquie di sant'Andrea da Costantinopoli ad Amalfi, cos come stata vissuta gioved 8 maggio nella cittadina campana che dal 1208 custodisce le reliquie dell'Apostolo. La reliquia della testa di sant'Andrea era rimasta esposta per qualche tempo a Roma presso il collegio russo. Ieri, gioved, ha fatto ritorno ad Amalfi. Ad accoglierla sui moli del porto dell'antica repubblica marinara c'era una foltissima rappresentanza delle gente amalfitana, accompagnata dai sindaci di tredici localit della costiera e da altre autorit militari e civili. C'era soprattutto la comunit ecclesiale, guidata dall'arcivescovo di Amalfi-Cava de' Tirreni, Orazio Soricelli. Quasi al completo la Conferenza episcopale campana. Il Patriarca di Costantinopoli, era rappresentato dall'archimandrita Georgios Antonopoulos. Momento centrale della manifestazione stata la celebrazione della messa presieduta dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell' Unit dei Cristiani, inviato speciale del Papa per l'occasione, nella cattedrale amalfitana dedicata al santo. Con il cardinale hanno concelebrato numerosi vescovi e sacerdoti campani. All'inizio della messa l'arcivescovo Soricelli ha rivolto al cardinale un cordiale indirizzo di saluto nel quale ha voluto sottolineare la lunga storia di plurisecolare amicizia che unisce il popolo amalfitano a sant'Andrea, una vera e propria devozione appassionata ma dignitosa che ci ha tramandato pagine indimenticabili scritte nel cuore dei tanti credenti che si sono accostati con fiducia alle sacre reliquie o anche nelle storiche vicende della citt di Amalfi. Nella sua omelia il cardinale Kasper, dopo aver rappresentato il saluto del Papa, ha proposto una riflessione su quanto scritto nel vangelo a proposito della vocazione dell'Apostolo Andrea, e rilanciato il suo messaggio. Un messaggio che giunto qui ad Amalfi ha detto in un modo tutto particolare perch in questa citt e in questa basilica risuonano non solo le parole dell'Apostolo Andrea: da ottocento anni infatti in questo sacro luogo riposano le sue venerabili reliquie. Cosicch l'Apostolo dall'alto della sua trasfigurazione celeste, presente tra di voi. Le parole che vi rivolge sono le stesse che pronunci allora... e come allora non parla di s ma indica un altro e vi dice andate, avete anche voi trovato il Messia. Ma l'uomo d'oggi, si chiesto il cardinale, ha veramente trovato il Messia? Oggi ha detto cercando di suggerire egli stesso le tracce per una risposta alla sua domanda molteplici altri messaggi messianici ci pervengono, ed essi trovano molti orecchi attenti e cuori aperti e li ha elencati: c' il messaggio messianico del benessere, della felicit terrena e materialistica, della carriera, del successo, della felicit, del denaro e del piacere. Ma un messaggio di una felicit solo immanente, terrena, ma anche transitoria e fugace. C' il messaggio messianico dell'equivalenza di tutte le religioni, cio che esse sono pi o meno le stesse, che i loro valori sono relativi e scambiabili, il del tutto sbagliato messaggio che non importante essere cristiano o un mero umanista, o forse anche un agnostico che lascia aperta la risposta di Dio. E ancora: Oggi non sono pochi coloro che seguono il sentiero dell'indifferenza, che non si occupano pi della verit e delle domande pi profonde sul senso ultimo della vita; per loro importa solo la piccola felicit immanente, qui e oggi. Essi sono molto diversi dal giovane Andrea. Hanno abbandonato la speranza e i grandi ideali. Non sono interessati ad un Messia. La speranza, ha proseguito, oggi diventata una merce rara. Ma l'uomo non pu vivere senza speranza. Si tratta di capire chi ci pu dare la speranza senza fine, che trascende questa vita terrena. Ecco tutta l'attualit del messaggio di sant'Andrea ed ecco perch la celebrazione dell'VIII centenario della traslazione delle reliquie da Costantinopoli ad Amalfi deve essere vissuta come occasione non solo di ascoltare ma anche ad accogliere di nuovo ha detto il cardinale il messaggio di sant'Andrea: abbiamo trovato il Messia. Questa celebrazione non pu essere solo un evento folcloristico, per bello e piacevole che sia. In questa celebrazione si deve ripetere, confermare e rinnovare la nostra fede battesimale, il nostro Credo in Ges Cristo, unico redentore e salvatore nostro e di tutto il mondo. Oggi pi che mai, ha proseguito il porporato, abbiamo bisogno di fermarci nella casa di Ges. La casa di Ges ha poi spiegato la casa della Parola e l'uomo ha pi che mai bisogno di fermarsi in questa casa. L'ignoranza della Parola ha spiegato ancora nella Sacra Scrittura ignoranza di Ges stesso, dunque il cristiano deve imparare ad ascoltare e a ponderare ci che sentiamo, se vogliamo realmente conoscere Ges. Ma la casa di Ges anche la casa del pane alla quale anche noi siamo invitati per nutrirci consapevoli del fatto che in questo pane eucaristico ha aggiunto Kasper Ges non ci d un nutrimento transitorio, ma il cibo di vita eterna. Ma la casa di Ges si trova anche nella casa del Padre, anzi la casa del Padre e in questa casa noi siamo invitati perch la casa del Padre la nostra del nostro Padre comune ha detto ancora il cardinale , la casa dove noi tutti siamo una sola famiglia, dove non solo possiamo sentirci insieme a casa, ma dove dobbiamo anche comportarci come in famiglia. E in questa casa comune, nessuno vive soltanto per se stesso, ma chiamato a vivere in solidariet con gli altri, una solidariet nella vicinanza, nella citt, ed oggi, come mai prima, con tutto il mondo, soprattutto con i deboli, gli emarginati, i perseguitati che secondo Ges sono i privilegiati per la casa del Padre. Il cardinale ha concluso elevando la preghiera al santo affinch guidi gli amalfitani nella casa del Padre comune, restituendo a tutti e a ciascuno la fede, la speranza e la carit necessarie per essere veri seguaci e testimoni di Cristo nel mondo.

La visita di Karekin II alla Congregazione per le Chiese Orientali


Un fraterno abbraccio e il bacio della pace scambiati tra il cardinale Leonardo Sandri e Karekin II. Si iniziata cos la visita del Patriarca supremo e Catholicos di tutti gli Armeni alla Congregazione per le Chiese Orientali, nella mattina di gioved 8 maggio. Dopo una breve sosta di preghiera nella cappella del dicastero, il Patriarca, accompagnato da una delegazione di numerosi vescovi armeni, dal vescovo Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani e da monsignor Johan Jozef Bonny, officiale dello stesso dicastero, si intrattenuto a colloquio con il Prefetto. Successivamente, nella sala dei Papi del Palazzo di Bramante, si svolto l'incontro ufficiale. Nel saluto alla delegazione armena, il cardinale Sandri ha sottolineato l'importanza storica della visita di Karekin II a Benedetto XVI: Ella in visita al Vescovo di Roma e l'intera comunit cattolica si rallegra per il segno di unit che viene offerto al mondo cristiano e alla comunit umana sempre bisognosi di incoraggiamento sulla via dell'intesa, del rispetto e della collaborazione. Il porporato ha poi sottolineato come i cristiani di ogni confessione hanno ricevuto un alto esempio di fraternit dall'abbraccio che nel corso dell'udienza generale di ieri Vostra Santit ha scambiato con l'amato Papa Benedetto XVI. E si sono sentiti invitati a condividere ardentemente il desiderio del Signore Ges, che ha pregato il Padre perch tutti i suoi discepoli fossero una cosa sola in Lui. Il cardinale Sandri ha anche ricordato la visita compiuta da Benedetto XVI alla Congregazione per le Chiese Orientali: Visitando la nostra Congregazione nello scorso mese di giugno, il Papa ha ribadito l'irreversibilit della scelta ecumenica. Ci ha ricordato che il Concilio Ecumenico Vaticano II a desiderare che le Chiese Orientali fioriscano e assolvano con rinnovato vigore apostolico la missione loro affidata di promuovere l'unit di tutti i cristiani, specialmente orientali, secondo il decreto sull'ecumenismo, in primo luogo con la preghiera, l'esempio della vita, la scrupolosa fedelt alle antiche tradizioni orientali, la mutua e pi profonda conoscenza, la collaborazione e la fraterna stima delle cose e degli animi. In questo contesto, il cardinale ha voluto esprimere la sua stima per la Chiesa Armena Apostolica: Come prefetto di questa Congregazione, mentre Le rinnovo il benvenuto nella casa degli orientali a Roma, assicuro che sono le prospettive del Concilio Ecumenico ad accompagnare i sentimenti del nostro rispetto verso di Lei, gioiosi come siamo di confessare che Ges il Cristo e il Signore; il Crocifisso Risorto; il Datore dello Spirito Santo. Rendiamo omaggio a Vostra Santit e all'antica Chiesa Armena Apostolica, che ha saputo dare lungo i secoli la bella testimonianza della fede, pagata col sangue di innumerevoli suoi figli. E ringraziamo per i tesori del patrimonio teologico, liturgico e culturale, che essa ha custodito quale bene per la Chiesa universale. Il porporato infine ha fatto cenno alla recente visita in Armenia del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato che ha rinvigorito i vincoli di amore fraterno tra Benedetto XVI, successore di Pietro, e il Supremo Catholicos di tutti gli Armeni. All'incontro erano presenti l'arcivescovo Antonio Maria Vegli, segretario; monsignor Krzysztof Nitkiewicz, sotto-segretario e gli altri officiali, minutanti e dipendenti del dicastero. Nel pomeriggio il cardinale Sandri ha nuovamente incontrato Karekin II al Pontificio Istituto Orientale dove si tenuto un simposio liturgico in onore del Patriarca ecumenico e Catholicos di tutti gli Armeni. Nella sua prolusione il cardinale ha voluto tra l'altro sottolineare soprattutto la grande apertura e la disponibilit sempre dimostrata dalla Chiesa apostolica armena.

Il cinquantesimo anniversario della Commissione per l'America Latina

Un sostegno incessante al continente della speranza


La Pontificia Commissione per l'America Latina compie cinquant'anni. Questa mattina, venerd 9 maggio, il cardinale Giovanni Battista Re, come presidente della CAL, ha inaugurato un solenne atto accademico commemorativo presso l'auditorium della Pontificia Universit Urbaniana. Nel suo breve saluto ai presenti il cardinale, al ricordo del cinquantesimo della Commissione, ha voluto legare il venticinquesimo anniversario della proclamazione di santo Toribio de Mongrovejo, un pioniere dell'evangelizzazione dell'America Latina, a patrono dell'episcopato latinoamericano. Il cammino della CAL in questi primi cinquant'anni stato ripercorso dall'arcivescovo Octavio Ruiz Arenas, vice presidente della Commissione. L'interesse pastorale della Santa Sede per la Chiesa nel continente latinoamericano risale al diciannovesimo secolo. I pontefici Pio VII, Leone XIII, Pio VIII, Gregorio XVI e Pio IX dettero un impulso notevole alla vita di quella realt ecclesiale con l'erezione di diverse diocesi e inviando propri rappresentanti presso i governi delle nazioni che si andavano costituendo nel nuovo mondo. Da quegli anni in poi l'impegno dei pontefici non mai venuto meno, anzi si intensificato sempre di pi. Anche perch con il passare degli anni i fedeli dell'America latina cominciarono a rappresentare la met della popolazione cattolica del mondo. Si era nei primi decenni del Novecento, Monsignor Ottavio Ruiz Arenas si quindi soffermato sulla Conferenza di Rio de Janeiro, convocata il 25 luglio 1955. Si tratt del punto di arrivo di un lungo periodo di riflessione su quale dovesse essere l'approccio comune alle numerose problematiche emergenti nel Continente. I vescovi dell'intero continente si riunirono e dettero vita ad intense giornate di discussioni e dibattito. Fu proprio al termine di questo incontro che si decise di istituire il Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) per assicurare un collegamento continuo tra le diverse Conferenze episcopali latino americane. Una volta approvata la costituzione del CELAM monsignor Antonio Samor, allora a capo della Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari, si rese conto che c'era bisogno in Vaticano di una commissione che a sua volta seguisse in modo uniforme le diverse attivit che, in riferimento all'America Latina, svolgevano i vari dicasteri della Santa Sede, in modo tale che la loro autorit e la loro profonda conoscenza delle problematiche potesse effettivamente aiutare il nuovo organismo. L'idea divenne realt. Pio XII approv il progetto della istituenda commissione il 21 aprile del 1958 e il 2 maggio successivo il cardinale Marcello Mimmi la convoc per la prima volta. In quella occasione monsignor Samor ne scrisse il regolamento. Era presieduta dal cardinale segretario della sacra congregazione concistoriale. Ne facevano parte rappresentanti di diversi dicasteri. Da allora di strada la Commissione ne ha percorsa tanta. Don Ottavio ne ha raggruppato le tappe in quattro diversi periodi. Il primo si riferisce agli anni dal 1958 al 1967. Fu il periodo del consolidamento degli obiettivi. E non solo all'interno del continente. Erano infatti gli anni durante i quali in Europa, ma soprattutto nell'America del Nord, nascevano le prime associazioni dedicate all'aiuto alla Chiesa nei paesi dell'America latina. Da Roma la CAL coordinava gli interventi. Nel 1962, in pieno periodo conciliare, si celebr a Roma un incontro con il direttivo del CELAM nel corso del quale venne fatto il punto sul fiorire di questi organismi, ma soprattutto si decise di costituire il Consiglio generale della Commissione per l'America Latina con l'incarico esplicito di seguire l'attivit di questi organismi. Il secondo periodo, nel racconto di monsignor Ottavio, coincide con gli anni 1967-1969, durante i quali la CAL acquist piena autonomia e presidente venne nominato proprio monsignor Antonio Samor. In quegli anni venne anche celebrata la seconda conferenza generale dell'Episcopato Latino americano, a Medelln. Il terzo period0 coincide con quello delle riforme di Paolo VI. Gli anni vanno dal 1969 al 1988. La CAL divenne un ufficio dell'allora sacra congregazione per i vescovi. Nonostante fosse composta da tre cardinali consiglieri, quattro membri effettivi e dodici consultori, oltre ai componenti del Consiglio generale che la integrava, la Commissione in realt poteva contare, oltrech sul cardinale Presidente, su due soli collaboratori. Si dovettero dunque sobbarcare un lavoro estremamente difficile, come ha ricordato il vicepresidente nel suo intervento, soprattutto in considerazione dei numerosi problemi che era chiamata ad affrontare in quegli anni. C'era infatti da confrontarsi con diverse sfide: la teologia della liberazione, i movimenti politici cui davano vita dei sacerdoti, il cristianesimo per il socialismo, i rapporti tesi con i religiosi, l'ideologia della sicurezza nazionale, insomma una serie di questioni che inevitabilmente avevano serie ripercussioni sul piano pastorale. Il quarto periodo cui s' riferito il relatore quello che va dal 1988 ad oggi. Dunque comprende i cambiamenti voluti da Giovanni Paolo II con il motu proprio Decessor nostri e con la costituzione Pastor Bonus. Per la CAL tali modifiche si risolsero in un sostanziale potenziamento, come si conviene ad un organismo della Curia Romana, chiamato specialmente ad animare la nuova evangelizzazione di quello che Giovanni Paolo II stesso aveva ridefinito il Continente della speranza. In questi ultimi vent'anni la CAL oltre ad aver avviato la consuetudine di riunirsi in periodiche assemblee plenarie ha svolto un ruolo molto importante anche nella diffusione degli insegnamenti e degli orientamenti del Papa, attraverso pubblicazioni di alto valore pastorale. Un capitolo importante costituito dall'impegno profuso in occasione della celebrazione delle diverse conferenze generali dell'episcopato latinoamericano. Monsignor Ruiz si soffermato in particolare sulla conferenza di Aparecida, celebrata proprio un anno fa. L'arcivescovo ha colto l'occasione per presentare il volume Aparecida 2007 Luces para Amrica Latina, contenente le linee principali delle conclusioni della conferenza. Un accento particolare posto sulle grandi prospettive teologiche, sulla necessit di un rinnovato sforzo evangelizzatore da parte dei missionari e su alcuni dei grandi compromessi suggeriti dai vescovi per rispondere alle sfide che deve affrontare la Chiesa nell'America Latina e nei Caraibi. Nel pomeriggio il cardinale Re presiede la concelebrazione eucaristica nella basilica di Sant'Anastasio al Palatino per commemorare l'anniversario della nomina patronale di santo Toribio, la figura e opera del quale sono state presentate dal cardinale arcivescovo di Lima, Juan Luis Cipriani alla conclusione dell'Atto Accademico del mattino. (mario ponzi)

Il calendario 2009 del servizio fotografico de L'Osservatore Romano


stata pubblicata l'edizione 2009 del calendario curato dal servizio fotografico de L'Osservatore Romano. L'iniziativa nata lo scorso anno e, visto il gradimento ottenuto, si pensato di replicarla anche per il 2009. Quest'anno il calendario stato realizzato in due differenti esemplari. Il primo contiene tredici foto tra scelte tra le pi significative del pontificato di Benedetto XVI; il secondo raccoglie una selezione delle tredici foto pi belle di Giovanni Paolo II. Anche l'edizione 2009 stata realizzata e stampata, dalla Libreria Editrice Vaticana, su carta lucida e di grammatura consistente in modo tale da consentire di ritagliare e di incorniciare le singole foto. Il costo di cinque euro a copia. in vendita presso il servizio fotografico de L'Osservatore Romano, nella Citt del Vaticano, e nelle principali edicole e librerie nei pressi del Vaticano. possibile richiederlo anche tramite specifico buono d'ordine da compilare e recapitare al servizio fotografico de L'Osservatore Romano. La richiesta pu anche essere fatta pervenire per posta elettronica al servizio fotografico all'indirizzo photo@osssrom.va o via fax (0669884797), o inoltrata telefonicamente (0669884998). Si ricorda che necessario specificare sempre l'esemplare che si richiede o se si richiedono entrambi.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
Nell'incontro con Karekin II il Papa ricorda la storia recente della Chiesa apostolica armena

sabato 10 maggio 2008

Dalla persecuzione la rinascita spirituale di un popolo


La storia della Chiesa apostolica armena stata segnata dalla persecuzione e dal martirio, ma anche dalla rinascita spirituale e dalla speranza. Lo ha detto il Papa nel discorso rivolto a Karekin II durante l'incontro svoltosi nella mattina di venerd 9 maggio, nella Sala Clementina. Pubblichiamo qui di seguito una nostra traduzione italiana delle parole di Benedetto XVI.

Santit, Cari Fratelli in Cristo, con sincera gioia che porgo il benvenuto a Lei, Santit, e alla distinta delegazione che l'accompagna. Saluto cordialmente i prelati, i sacerdoti e i laici che rappresentano la famiglia del Catholicosato di tutti gli Armeni, diffusa in tutto il mondo. Ci riuniamo nel nome di nostro Signore Ges Cristo, che ha promesso ai suoi discepoli che dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a voi (Mt 18, 20). Che lo spirito di amore e servizio fraterni, che Ges ha insegnato ai suoi discepoli, illumini il nostro cuore e la nostra mente mentre ci scambiamo saluti, conversiamo e ci riuniamo in preghiera! Con gratitudine ricordo le visite del Catholicos Vasken I e del Catholicos Karekin I alla Chiesa di Roma e i loro rapporti cordiali con i miei venerabili predecessori Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II. Il loro impegno per l'unit cristiana ha inaugurato una nuova era nei rapporti fra noi. Ricordo con particolare gioia la sua visita, Santit, nel 2000 a Roma e il suo incontro con Papa Giovanni Paolo II. La liturgia ecumenica nella Basilica vaticana, che ha celebrato il dono di

una reliquia di san Gregorio Illuminatore, stata uno degli eventi pi memorabili del Grande Giubileo a Roma. Papa Giovanni Paolo II ha ricambiato quella visita recandosi nel 2001 in Armenia, dove lei lo ha accolto cortesemente nella Santa Etchmiadzin. L'affettuoso benvenuto che gli ha riservato in quell'occasione ha aumentato ulteriormente la sua stima e il suo rispetto per il popolo armeno. L'Eucaristia celebrata da Papa Giovanni Paolo II sul grande altare esterno, nella Santa Etchmiadzin, ha costituito un segno ulteriore di crescente accettazione reciproca, nell'attesa del giorno in cui potremo celebrare insieme presso un'unica mensa del Signore. Domani sera, ognuno di noi, nelle nostre rispettive tradizioni, comincer la celebrazione liturgica di Pentecoste. Cinquanta giorni dopo la resurrezione di nostro Signore Ges Cristo, pregheremo sinceramente il Padre, chiedendogli di inviare il suo Santo Spirito, lo Spirito che ha il compito di conservarci nell'amore divino e di condurci alla verit. Il giorno della Pentecoste fu lo Spirito Santo a creare dalle molte lingue della folla riunita a Gerusalemme un'unica voce per professare la fede. lo Spirito Santo che dona l'unit della Chiesa. Il cammino verso il ripristino della comunione piena e visibile fra tutti i cristiani pu sembrare lungo e arduo. Bisogna ancora fare molto per sanare le profonde e dolorose divisioni che sfigurano il Corpo di Cristo. Lo Spirito Santo, tuttavia, continua a guidare la Chiesa in modi sorprendenti e spesso inattesi. Pu aprire porte chiuse, ispirare parole dimenticate, sanare rapporti infranti. Se il

nostro cuore e la nostra mente sono aperti allo Spirito di comunione, Dio pu di nuovo operare miracoli nella Chiesa ripristinando i vincoli di unit. Adoperarsi per l'unit dei cristiani un atto di fiducia obbediente nell'opera dello Spirito Santo, che conduce la Chiesa alla piena realizzazione del disegno del Padre, conformemente alla volont di Cristo. La storia recente della Chiesa apostolica armena stata scritta nelle tinte contrastanti della persecuzione e del martirio, dell'oscurit e della speranza, dell'umiliazione e della rinascita spirituale. Lei, Santit, e i membri della sua delegazione avete vissuto personalmente queste esperienze contrastanti nelle vostre famiglie e nella vostra vita. La restituzione della libert alla Chiesa in Armenia stata fonte di grande gioia per tutti noi. Sulle vostre spalle stato posto il pesante fardello di riedificare la Chiesa. Non posso che esprimere la mia grande stima per i notevoli risultati pastorali ottenuti in un tempo cos breve, sia in Armenia sia all'estero, per l'educazione cristiana dei giovani, per la formazione del nuovo clero, per l'edificazione di nuove chiese e centri comunitari, per l'assistenza caritativa ai bisognosi e per la promozione dei valori cristiani nella vita sociale e culturale. Grazie alla vostra guida pastorale, la luce gloriosa di Cristo risplende di nuovo in Armenia ed possibile ascoltare di nuovo le parole salvifiche del Vangelo. Di certo, state ancora affrontando molte sfide a livello sociale, culturale e spirituale. A questo proposito devo menzionare le recenti difficolt affrontate dal popolo armeno ed esprimere il

sostegno orante della Chiesa cattolica alla sua ricerca di giustizia e di pace e alla sua promozione del bene comune. Nel nostro dialogo ecumenico, sono stati compiuti importanti progressi per risolvere le controversie dottrinali che tradizionalmente ci hanno diviso, in particolare su questioni di cristologia. Negli ultimi cinque anni, si ottenuto molto grazie alla Commissione congiunta per il dialogo teologico fra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali, di cui il Catholicosato di tutti gli Armeni membro a pieno titolo. Grazie, Santit, per il sostegno offerto all'opera della Commissione Congiunta e per il prezioso contributo dei suoi rappresentanti. Preghiamo affinch la sua attivit ci avvicini alla comunione piena e visibile e venga il giorno in cui la nostra unit nella fede render possibile una celebrazione comune dell'Eucaristia. Fino a quel giorno, i vincoli fra noi saranno meglio consolidati ed estesi da accordi su questioni pastorali, in linea con il grado di accordo dottrinale gi raggiunto. Solo se sostenuto dalla preghiera e supportato dall'effettiva cooperazione, il dialogo teologico potr condurre all'unit che il Signore desidera per i suoi discepoli. Santit, cari amici, nel dodicesimo secolo, Nerses di Lambron parl a un gruppo di Vescovi armeni. Concluse il suo famoso discorso sinodale sul ripristino dell'unit cristiana con parole visionarie che ci colpiscono ancora oggi: Non siete in errore, Venerabili Padri: meritorio piangere sui giorni trascorsi nella discordia. Tuttavia, oggi il giorno che il Signore ha

fatto, un giorno di gioia e letizia (...) preghiamo affinch nostro Signore ci doni tenerezza e dolcezza ancor pi abbondanti e sviluppi sulla terra, con la rugiada dello Spirito Santo, questo seme; forse, grazie alla Sua forza, potr anche recare frutti; per permetterci di ripristinare

la pace della Chiesa di Cristo oggi nelle intenzioni e domani nei fatti. Questo anche il mio desiderio orante in occasione della vostra visita. Vi ringrazio di cuore e vi assicuro del mio profondo affetto nel Signore

Il Padre Nostro recitato insieme dal Papa e dal Patriarca


Il Padre Nostro recitato nell'antica lingua armena, uno accanto all'altro, come segno e impegno di unit: Benedetto XVI e Karekin II hanno affidato alla preghiera la loro volont di proseguire il dialogo, gi molto bene avviato, tra la Chiesa cattolica e la Chiesa armena apostolica. Dopo il saluto di mercoled scorso all'udienza generale, il Papa e il Catholicos si sono nuovamente incontrati nella mattina di venerd 9 maggio nel Palazzo apostolico. Alle 12.15, al termine del colloquio in privato, hanno fatto il loro ingresso nella Sala Clementina dove si svolta la celebrazione ecumenica che hanno presieduto insieme, in armeno e in inglese. Dopo un inno della tradizione armena, stato letto un passo della Lettera di san Paolo ai Romani (8, 918), cantato il salmo 26 e proclamato un brano del Vangelo di san Giovanni (14, 15-17.25-31). Si poi pregato in particolare per la pace in tutto il mondo ed stato recitato il Padre Nostro. La celebrazione si conclusa con la benedizione del Papa e del Patriarca. Sono stati quindi pronunciati i due discorsi. Era presente il seguito del Catholicos, composto da diciotto tra arcivescovi e vescovi provenienti dall'Armenia, dalla Francia, dall'Iraq, dal Brasile, dagli Stati Uniti d'America, dalla Germania, dalla Russia, dalla Georgia, dall'Egitto, dalla Siria e dai patriarcati di Gerusalemme e Costantinopoli. Con loro anche padre Shahinian, della Chiesa armena apostolica in Italia, e un gruppo di cento fedeli. Ad accompagnare il Catholicos e la sua delegazione erano il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani, con il segretario, il vescovo Brian Farrell, e tre officiali: monsignor Johan Jozef Bonny, padre Milan ust e padre Vladimiro Caroli. Al momento del congedo Benedetto XVI e Karekin II si sono stretti in un abbraccio fraterno. Il Papa ha fatto dono di una scultura raffigurante, in un tondo, la Sacra Famiglia, opera di Enrico Manfrini. Karekin II, a sua volta, ha presentato una croce realizzata secondo l'antica tradizione armena. Nel pomeriggio nella Basilica di San Paolo fuori le mura il Patriarca conclude la sua visita a Roma con un incontro ecumenico di preghiera davanti alla tomba dell'apostolo delle genti.

Il messaggio del Catholicos a Benedetto XVI

Collaborazione fra le Chiese armena e cattolica


Pubblichiamo in una nostra traduzione italiana il messaggio rivolto a Benedetto XVI dal Patriarca supremo e Catholicos di tutti gli Armeni.

Caro Fratello in Cristo, le porgo i miei saluti di amore fraterno, Santit, con cuore orante e anima gioiosa. Oggi, alla mia letizia si uniscono il clero e i fedeli, figli e figlie della Santa Chiesa, giunti da tutto il mondo. All'Onnipotente nei cieli sono grato, quale successore di Taddeo e Bartolomeo, e del santo coeguale agli apostoli, Gregorio Illuminatore, perch posso godere della luce di questa bella giornata mentre scambio il bacio divinamente ordinato con Lei, Santit, degno Successore di san Pietro, sette anni dopo aver vissuto la gioia di ricevere il suo predecessore di venerata memoria, sotto lo sguardo del biblico Monte Ararat. E ancor pi lieto il fatto che ci scambiamo questo bacio di pace oggi, 9 maggio, mentre nel mio Paese si celebra la Giornata della Vittoria e della Pace, che commemora la conclusione della Seconda Guerra Mondiale, causa di grandi tragedie e miserie umane, e il trionfo del nostro popolo nella lotta di liberazione nazionale del Nagorno-Karabakh. Vengo da un antico territorio su cui sorse il primo Stato cristiano grazie all'evangelizzazione dei Santi Apostoli e in cui la fede non mai venuta meno. Il mio popolo ha chinato il capo e si inginocchiato di fronte all'amore divino e alla speranza di salvezza e ha superato molteplici difficolt e tragedie con la forza della Croce di Ges Cristo, credendo che partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria (Rm 8, 17). In realt, la nostra stessa storia cristiana divenuta come la vita di Cristo e le sue pagine sono letture vive del Vangelo. Grazie a Dio nei cieli la testimonianza di fedelt della nostra piccola nazione stata coronata dalla

gloria vittoriosa e ha degnamente adornato la nostra vita, rendendoci popolo di Dio. La nostra nazione ha ricevuto ancora una volta la grazia di Dio quando la bandiera dell'indipendenza stata innalzata nella nostra patria. Grazie alla luce della vita del Salvatore risorto, il nostro popolo, nonostante il permanente blocco illegale da parte dei Paesi vicini e innumerevoli sfide esterne e interne, sta vivendo un rinascimento spirituale e nutre nuove speranze di una vita integra. Oggi, ho la lieta opportunit di trasmetterle, Santit, i saluti e i migliori auspici del nuovo Presidente della Repubblica di Armenia, Serzh Sargsian, che si sta adoperando per soddisfare le aspettative di una migliore qualit di vita per il nostro popolo e per guidare il Paese lungo un cammino costante di democrazia e di sviluppo. Le trasmetto, Santit, anche i saluti di tutti i miei figli e di tutte le mie figlie, di una diaspora rinvigorita e di una repubblica di Nagorno-Karabagh libera e autonoma, il cui riconoscimento internazionale si otterr con la volont

di Dio e l'aiuto di governi umani e retti. Caro Fratello in Cristo, grazie alle benedizioni della mano destra provvidente di nostro Signore, oggi siamo fianco a fianco per rafforzare e testimoniare l'amore fraterno fra le nostre due Chiese. Fedeli ai santi padri della Chiesa e alla loro eredit, nonostante le nostre differenze e caratteristiche uniche, daremo maggiore importanza a ci che ci unisce. particolarmente gradevole per me confermare che lo spirito di amore e di collaborazione fra le Chiese armena e cattolica trova espressione tangibile nella nostra epoca, a conferma delle parole del salmista: Ecco quanto buono e quanto soave che i fratelli vivano insieme! (Sal 133, 1). Espressioni di quest'atteggiamento fraterno e cordiale si possono trovare nel Vaticano stesso, con la statua dell'Illuminatore degli Armeni, il nostro patrono san Gregorio, il suo nome dato a una piazza e l'uso della chiesa di san Biagio, un luogo storico di preghiera per i pellegrini armeni, messo ancora una volta a disposizione della co-

munit armena di Roma. Santit, la ringrazio e attraverso di Lei ringrazio la Chiesa cattolica per le cortesie e l'assistenza offerte al popolo armeno. Oggi, nel campo dell'ecumenismo, l'amore ricevuto da nostro Signore Ges Cristo reca molti frutti. Accogliamo il dialogo in corso fra la Chiesa cattolica e la famiglia delle antiche Chiese ortodosse orientali. Nel momento attuale, in questo mondo veloce in cui sviluppi e cambiamenti avvengono rapidamente, molte questioni ambientali, sociali, politiche, economiche e morali necessitano urgentemente di attenzione, in particolare nel processo di globalizzazione, dove il rispetto autentico per la vita e per l'uomo e l'amore per Dio stanno diminuendo. L'ulteriore consolidamento di sforzi e di collaborazione diligenti un imperativo per le Chiese cristiane perch soltanto mediante una cooperazione totale potremo meglio promuovere la pace nel mondo e difendere i diritti umani, nonch i diritti delle nazioni, delle famiglie e delle classi sociali a rischio. La trasfigurazione della vita attraverso i valori evangelici sar la via verso la creazione di un mondo prospero e virtuoso. Caro Fratello in Cristo, la mia anima risponde con gioia al suo appello all'azione che ha rivolto a tutto il mondo durante la sua pi recente visita papale, nella quale ha chiesto a quanti detengono il potere di far s che religioni, nazioni e governi scelgano vie di dialogo e comprensione reciproca invece che di scontro, violenza e guerra. L'attenzione che Lei, Santit, presta al rafforzamento della comprensione, della conoscenza e dell'istruzione mi cara cos come lo la sua sollecitudine per le istituzioni educative affinch la nuova generazione di giovani, uomini e donne, testimonino nostro Signore Ges Cristo e le verit cristiane con uno spirito rinnovato, mediante le loro azioni, i loro gesti e la loro vita. I

piani e gli sforzi della mia Chiesa si prefiggono questo stesso fine, in cui lei, Santit, continua a sostenerci, in particolare nell'ambito della preparazione del clero. Lo spirito di amore fraterno fra le Chiese armena e cattolica e i risultati che osserviamo oggi ci incoraggiano a rendere pi produttivi i nostri sforzi consolidati per il bene della nostra unica missione guidata da Cristo nostro Signore. con questo ottimismo che saluto tutti i servitori e i laici della chiesa cattolica e lodo e benedico il segretario di Stato, S. E. Cardinale Tarcisio Bertone, il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani, il nunzio nel Caucaso Meridionale, S. E. Arcivescovo Claudio Gugerotti e tutti i singoli individui che, grazie a infaticabili sforzi, permettono alle relazioni bilaterali fra le nostre due Chiese e i nostri due Stati di continuare a svilupparsi e a progredire con sempre maggiori comprensione e rispetto reciproci. Concludendo, estendo a Lei, Santit, il mio invito e l'invito del Presidente della repubblica di Armenia a visitare l'Armenia e la Sede Madre di Santa Etchmiadzin. Tutti i fedeli ed io saremo sempre lieti di riceverla nel centro spirituale di Tutti gli Armeni, dove offriremo le nostre preghiere unite al Signore sotto le sacre arcate della cattedrale in cui Cristo stesso disceso. Prego affinch Dio Onnipotente le conceda, Santit, molti anni di quieto pontificato per poter esprimere tutte le sue idee e aspirazioni per la vitalit della Chiesa cattolica e dei suoi fedeli, figli e figlie. Preghiamo affinch nostro Signore Ges Cristo conservi e protegga, sotto il suo sguardo vigile e benevolente, il mondo intero in amore, solidariet, armonia e pace per la sua Gloria e per il bene dell'umanit. La grazia del Signore Ges Cristo, l'amore di Dio e la sequela dello Spirito Santo siano con noi e con tutti, ora e sempre. Amen.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 110 (44.850)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
domenica 11 maggio 2008

Citt del Vaticano

Benedetto XVI ricorda l'Humanae vitae di Paolo VI

La capitale nella morsa degli scontri armati

Un insegnamento vero e lungimirante


Non si deve lasciare nulla di intentato per offrire a tutti la genuina verit dell'amore coniugale responsabile nella piena adesione alla legge naturale. Lo ha detto il Papa ai partecipanti al convegno internazionale organizzato alla Lateranense nel quarantesimo anniversario dell'Humanae vitae, ricevuti in udienza sabato mattina, 10 maggio, nella sala Clementina.

Hezbollah conquista la Beirut di Hariri


Rice ribadisce il sostegno degli Stati Uniti a Siniora
BEIRUT, 10. Non conoscono tregua le violenze in Libano. Dopo tre giorni di combattimenti, ora Hezbollah controlla la parte occidentale di Beirut, quella a maggioranza sunnita, roccaforte delle forze filogovernative guidate da Saad Hariri. Questa mattina almeno sei persone sono rimaste uccise durante un funerale sunnita, riferisce una fonte medica. invece di cinque morti il bilancio degli scontri esplosi a Halba, nella regione settentrionale di Akkar. Sale cos a ventitr il numero complessivo delle vittime. In un messaggio alla nazione il premier Fouad Siniora ha detto che l'esercito interverr a Beirut per restituire al controllo statale i quartieri conquistati da Hezbollah. Nella notte scorsa sette persone sarebbero morte in combattimenti avvenuti allalba ad Aley, circa 20 chilometri a est della capitale, tra i miliziani di Hezbollah e i seguaci del Partito socialista progressista (Psp). Altri scontri sono stati registrati nella notte a Sidone (40 chilometri a sud di Beirut), dove due persone sarebbero rimaste uccise, e nel porto settentrionale di Tripoli (90 chilometri a nord della capitale), dove seguaci dellopposizione guidata da Hezbollah si sono scontrati con attivisti della maggioranza. Al momento, mentre i blindati dell'esercito mantengono la posizione senza intervenire, nei quartieri occidentali della capitale gli scontri sono molto diminuiti. Ma non si attenua la tensione politica. un vero e proprio colpo di Stato, ha detto il premier Siniora. In serata un responsabile dellopposizione coperto dallanonimato ha fatto sapere che i miliziani sciiti non toglieranno i blocchi stradali, compresi quelli attorno allaeroporto, fino a quando il Governo non avr revocato le sue disposizioni che hanno suscitato lira dei miliziani di Hezbollah. Ci che accaduto un colpo di Stato armato compiuto da Hezbollah contro la Costituzione, laccordo di Taif e le risoluzioni dellOnu, allo scopo di assoggettare lo Stato libanese, ha risposto subito dopo uno dei leader della maggioranza parlamentare, il cristiano Samir Geagea, leggendo un comunicato congiunto dei partiti che sostengono il Governo Siniora. Ieri, il segretario generale dellOnu Ban Kimoon ha chiesto ai leader politici del Libano di fare di tutto per evitare che la situazione nel Paese possa deteriorarsi ulteriormente. Gli Stati Uniti stanno valutando con gli altri membri del Consiglio di sicurezza dellOnu possibili misure da prendere contro Hezbollah. Condoleezza Rice ha accusato Hezbollah di cercare di proteggere il suo Stato nello Stato e confermato l'appoggio di Washington all'Esecutivo di Siniora.

Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle, con particolare piacere che vi accolgo al termine del lavoro, che vi ha impegnati a riflettere su un problema antico e sempre nuovo quale la responsabilit e il rispetto per il sorgere della vita umana. Saluto in modo particolare Mons. Rino Fisichella, Magnifico Rettore della Pontificia Universit Lateranense, che ha promosso questo Congresso internazionale e lo ringrazio per le espressioni di saluto che ha voluto rivolgermi. Il mio saluto si estende poi agli illustri Relatori, Docenti e partecipanti tutti, che con il loro contributo hanno arricchito queste giornate di intenso lavoro. Il vostro contributo si inserisce efficacemente all'interno di quella pi vasta produzione che, nel corso dei decenni, venuta crescendo su questo tema cos controverso e, tuttavia, cos decisivo per il futuro dell'umanit. Gi il Concilio Vaticano II, nella Costituzione Gaudium et spes, si rivolgeva agli uomini di scienza sollecitandoli ad unire gli sforzi per raggiungere un'unit del sapere e una certezza consolidata circa le condizioni che possono favorire una onesta regolazione della procreazione umana (GS, 52). Il mio Predecessore di venerata memoria, il Servo di Dio Paolo VI, il 25 luglio del 1968, pubblicava la Lettera enciclica Humanae vitae. Quel documento divenne ben presto segno di contraddizione. Elaborato alla luce di una decisione sofferta, esso costituisce un significativo gesto di coraggio nel ribadire la continuit della dottrina e della tradizione della Chiesa. Quel testo, spesso frainteso ed equivocato, fece molto discutere anche perch si poneva agli albori di una profonda contestazione che segn la vita di intere generazioni. A quarant'anni dalla sua pubblicazione quell'insegnamento non solo manifesta immutata la sua verit, ma rivela anche la lungimiranza con la quale il problema venne affrontato. Di fatto, l'amore coniugale viene descritto all'interno di un processo globale che non si arresta alla divisione tra anima e corpo n soggiace al solo sentimento, spesso fugace e precario, ma si fa carico dell'unit della persona e della totale condivisione degli sposi che nell'accoglienza reciproca offrono se stessi in una promessa di amore fedele ed esclusivo che scaturisce da una genuina scelta di libert. Come potrebbe un simile amore rimanere chiuso al dono della vita? La vita sempre un dono inestimabile; ogni volta che si assiste al suo sorgere percepiamo la potenza dell'azione creatrice di Dio che si fida dell'uomo e in questo modo lo chiama a costruire il futuro con la forza della speranza. Il Magistero della Chiesa non pu esonerarsi dal riflettere in maniera sempre nuova e approfondita sui principi fondamentali che riguardano il matrimonio e la procreazione. Quanto era vero ieri, rimane vero anche oggi. La verit espressa nell'Humanae vitae non muta; anzi, proprio alla luce delle nuove scoperte scientifiche, il suo

insegnamento si fa pi attuale e provoca a riflettere sul valore intrinseco che possiede. La parola chiave per entrare con coerenza nei suoi contenuti rimane quella dell'amore. Come ho scritto nella mia prima Enciclica Deus caritas est: L'uomo diventa realmente se stesso quando corpo e anima si ritrovano in intima unit... Non sono n lo spirito n il corpo da soli ad amare: l'uomo, la persona, che ama come creatura unitaria, di cui fanno parte corpo e anima (n. 5). Tolta questa unit si perde il valore della persona e si cade nel grave pericolo di considerare il corpo come un oggetto che si pu comperare o vendere (cfr ibid.). In una cultura sottoposta alla prevalenza dell'avere sull'essere, la vita umana rischia di perdere il suo valore. Se l'esercizio della sessualit si trasforma in una droga che vuole assoggettare il partner ai propri desideri e interessi, senza rispettare i tempi della persona amata, allora ci che si deve difendere non pi solo il vero concetto dell'amore, ma in primo luogo la dignit della persona stessa. Come credenti non potremmo mai permettere che il dominio della tecnica abbia ad inficiare la qualit dell'amore e la sacralit della vita. Non a caso Ges, parlando dell'amore umano, si richiama a quanto operato da Dio all'inizio della creazione (cfr Mt 19, 4-6). Il suo insegnamento rimanda a un atto gratuito con il quale il Creatore ha inteso non solo esprimere la ricchezza del suo amore, che si apre donandosi a tutti, ma ha voluto anche imprimere un paradigma sul quale l'agire dell'umanit deve declinarsi. Nella fecondit dell'amore coniugale l'uomo e la donna partecipano all'atto creativo del Padre e rendono evidente che all'origine della loro vita sponsale vi un s genuino che viene pronunciato e realmente vissuto nella reciprocit, rimanendo sempre aperto alla vita. Questa parola del Signore permane immutata con la sua profonda verit e non pu essere cancellata dalle diverse teorie che nel corso degli anni si sono succedute e a volte perfino contraddette tra loro. La legge naturale, che alla base del riconoscimento della vera uguaglianza tra le persone e i popoli, merita di essere riconosciuta come la fonte a cui ispirare anche il rapporto tra gli sposi nella loro responsabilit nel generare nuovi figli. La

trasmissione della vita iscritta nella natura e le sue leggi permangono come norma non scritta a cui tutti devono richiamarsi. Ogni tentativo di distogliere lo sguardo da questo principio rimane esso stesso sterile e non produce futuro. urgente che riscopriamo di nuovo un'alleanza che sempre stata feconda, quando stata rispettata; essa vede in primo piano la ragione e l'amore. Un acuto maestro come Guglielmo di Saint Thierry poteva scrivere parole che sentiamo profondamente valide anche per il nostro tempo: Se la ragione istruisce l'amore e l'amore illumina la ragione, se la ragione si converte in amore e l'amore acconsente a lasciarsi trattenere entro i confini della ragione, allora essi possono fare qualcosa di grande (Natura e grandezza dell'amore, 21,

Il significato del congresso internazionale a quarant'anni dall'Humanae vitae

Una questione attuale Anzi, futura


GIULIA GALEOTTI
A

PAGINA 4

8). Cos' questo qualcosa di grande a cui possiamo assistere? il sorgere della responsabilit per la vita, che rende fecondo il dono che ognuno fa di s all'altro. frutto di un amore che sa pensare e scegliere in piena libert, senza lasciarsi condizionare oltre misura dall'eventuale sacrificio richiesto. Da qui scaturisce il miracolo della vita che i genitori sperimentano in se stessi, verificando come qualcosa di straordinario quanto si compie in loro e tramite loro. Nessuna tecnica meccanica pu sostituire l'atto d'amore che due sposi si scambiano come segno di un mistero pi grande che li vede protagonisti e compartecipi della creazione. Si assiste sempre pi spesso, purtroppo, a vicende tristi che coinvolgono gli adolescenti, le cui reazioni manifestano una non corretta conoscenza del mistero della vita e delle rischiose implicanze dei loro gesti. L'urgenza formativa, a cui spesso faccio riferimento, vede nel tema della vita un suo contenuto privilegiato. Auspico veramente che soprattutto ai giovani sia riservata un'attenzione del tutto peculiare, perch possano apprendere il vero senso dell'amore e si preparino per questo con un'adeguata educazione alla sessualit, senza lasciarsi distogliere da messaggi effimeri che impediscono di raggiungere l'essenza della verit in gioco. Fornire false illusioni nell'ambito dell'amore o ingannare sulle genuine responsabilit che si chiamati ad assumere con l'esercizio della propria sessualit non fa onore a una societ che si richiama ai principi di libert e di democrazia. La libert deve coniugarsi con la verit e la responsabilit con la forza della dedizione all'altro anche con il sacrificio; senza queste componenti non cresce la comunit degli uomini e il rischio di rinchiudersi in un cerchio di egoismo asfissiante rimane sempre in agguato. L'insegnamento espresso dall'Enciclica Humanae vitae non facile. Esso, tuttavia, conforme alla struttura fondamentale mediante la quale la vita sempre stata trasmessa fin dalla creazione del mondo, nel rispetto della natura e in conformit con le sue esigenze. Il riguardo per la vita umana e la salvaguardia della dignit della persona ci impongono di non lasciare nulla di intentato perch a tutti possa essere partecipata la genuina verit dell'amore coniugale responsabile nella piena adesione alla legge inscritta nel cuore di ogni persona. Con questi sentimenti imparto a tutti voi l'Apostolica Benedizione.

Nelle regioni di Twantey e Dalla pi dell'ottanta per cento dei villaggi andato completamente distrutto

INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di venerd 9 Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Angelo Amato, Arcivescovo titolare di Sila, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.

NOSTRE

Scenari da incubo nel Myanmar devastato dal ciclone


PAGINA 3

Indulgenze speciali per l'anno paolino


In occasione dell'anno paolino Benedetto XVI ha disposto la concessione di speciali indulgenze. La Penitenzieria Apostolica ha provveduto a dare seguito alla decisione del Papa mediante il Decreto che pubblichiamo, nell'edizione odierna, in latino e in italiano. Sar il Papa ad aprire, il prossimo 28 giugno, l'anno dedicato all'apostolo Paolo indetto nella memoria dei duemila anni della nascita. Da quel giorno i fedeli potranno lucrare l'indulgenza plenaria recandosi in pellegrinaggio nella Basilica di San Paolo fuori le mura, dove sepolto l'apostolo delle genti, che sar il centro di tutte le iniziative. L'indulgenza potr essere ottenuta, sempre seguendo le consuete condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Papa), anche dai fedeli in tutte le Chiese locali e da quanti vivono l'esperienza della malattia e si uniscono spiritualmente alle celebrazioni offrendo a Dio le loro preghiere e sofferenze per l'unit dei cristiani.
PAGINA 7

La visita ad limina dei vescovi ungheresi


Il clima di secolarizzazione che pervade l'Ungheria incide sempre pi pesantemente sulla famiglia, la cui crisi profonda rappresenta per la Chiesa una enorme sfida. Lo ha sottolineato Benedetto XVI rivolgendosi ai vescovi dell'Ungheria, ricevuti in udienza sabato mattina 10 maggio, in occasione della visita ad limina. Ne sono sintomi ha aggiunto il Papa la notevole diminuzione del numero dei matrimoni e l'impressionante aumento dei divorzi, molto spesso anche precoci. Si moltiplicano le cosiddette coppie di fatto. Benedetto XVI ha poi sottolineato come giustamente voi avete criticato il pubblico riconoscimento delle unioni omosessuali, perch contrario non solo all'insegnamento della Chiesa ma alla stessa Costituzione Ungherese. Tale situazione, ha proseguito unita alla carenza di sussidi per le famiglie numerose, ha portato ad un drastico calo delle nascite, reso ancor pi drammatico dalla diffusa pratica dell'aborto.
PAGINA 8

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Bla Bals, Vescovo di Kaposvr (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum; Andrs Veres, Vescovo di Szombathely (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum; Imre Asztrik Vrszegi, Vescovo titolare di Culusi, Arciabate Ordinario di Pannonhalma (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum.

Il Santo Padre ha promosso all'Ordine dei Vescovi l'Eminentissimo Signor Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, assegnandogli il Titolo della Chiesa Suburbicaria di Frascati.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
Uccisi un civile israeliano e sei militanti palestinesi

domenica 11 maggio 2008

In Israele tensioni politiche sul caso Olmert Continua lo stillicidio di violenze


TEL AVIV, 10. A pochi giorni dalla nuova visita del presidente George W. Bush nella regione, non conoscono tregua gli scontri a Gaza. Un colpo di mortaio lanciato dalla Striscia di Gaza contro il deserto del Negev ha provocato ieri la morte di un uomo israeliano di 48 anni. Lo hanno riferito fonti della polizia locale, secondo le quali la vittima si trovava nel kibbutz di Kfar Aza, nei pressi del confine con Gaza, quando si verificato lattacco, nel quale sono rimaste ferite altre tre persone. Poche ore dopo, le Brigate Ezzedine Al Qassam, il braccio militare di Hamas, hanno rivendicato in un comunicato la paternit dell'attentato. Le Brigate hanno tirato tre colpi di mortaio dalla distanza di centoventi metri verso la colonia di Kfar Aza. Secondo un'altra versione della polizia e del portavoce di Magen David Adom (lequivalente della Croce Rossa in Israele) l'uomo israeliano stato ucciso mentre si trovava in una strada del kibbutz di Kfar Aza situato a ridosso del confine con la Striscia di Gaza. Versioni contraddittorie sullidentit della vittima sono state fornite dalle due medesime fonti. Inizialmente infatti era stato detto che si trattava di una donna. Israele ha reagito all'attacco di Hamas lanciando in serata una serie di raid sulla Striscia, nella quale cinque palestinesi sono morti e altri sei sono rimasti feriti. Nel primo attacco, diretto contro una stazione di polizia nei pressi di Rafah, nel sud della Striscia, sono morti due militanti di Hamas. Il secondo attacco ha preso di mira unaltra stazione di polizia a Khan Yunis e ha portato alluccisione di tre membri delle Brigate Ezzedine Al Qassam. Nel terzo, a est di Khan Yunis, sono stati feriti due militanti della Jihad islamica che si stavano avvicinando alla frontiera con Israele. In risposta alla escalation militare israeliana, questa mattina nove razzi Qassam sparati da Gaza hanno colpito il territorio israeliano adiacente. Uno di essi ha centrato una casa a Sderot, dove tre persone sono state colte da shock e ha causato danni considerevoli. Un altro ha colpito una scuola, provocando danni e un altro ancora scoppiato vicino a una sinagoga. Altri sei razzi sono caduti nei campi, senza provocare danni ingenti. Nel frattempo, le violenze dilagano anche in Cisgiordania. Ieri un palestinese armato di un fucile da caccia stato ucciso presso il villaggio di Ein Yabrud, nei pressi di Ramallah, da alcuni israeliani abitanti del vicino insediamento di Ofra nel corso di uno scontro a fuoco. Lo hanno riferito fonti di stampa locali. Secondo le prime ricostruzioni, i cinque escursionisti di Ofra sono stati presi di mira da due palestinesi armati. Hanno risposto al fuoco e ucciso uno degli assalitori. Laltro palestinese stato catturato da una pattuglia militare israeliana, sopraggiunta sul posto dopo aver udito gli spari. Sul fronte politico interno, in Israele la situazione resta tesa a causa dell'indagine sul premier Olmert. Questi ha spiegato che i fatti al vaglio degli inquirenti riguardano le due campagne elettorali per la carica di sindaco di Gerusalemme (1993,1998), la campagna per la guida del Likud (1999) e le elezioni primarie del Likud (2002). In quelle occasioni, ha confermato Olmert, ricevette finanziamenti da un uomo daffari statunitense, Morris Talansky. Quei fondi, ha aggiunto il premier, furono destinati unicamente alle campagne elettorali. Non ho messo in tasca nemmeno un centesimo ha tenuto a precisare Olmert. Se nella gestione dei fondi ci furono irregolarit, ha notato il primo ministro, le domande vanno rivolte ad un avvocato che lavorava al suo fianco, Uri Messer. Secondo gli analisti internazionali, ai vertici di Kadima sta crescendo il disagio. L'immagine del partito fondato nel dicembre 2005 da Ariel Sharon proprio nellintento di fare in Israele una politica pulita molto degradata. Non ci lasceremo trascinare da Olmert nellabisso hanno detto alcuni dirigenti, citati dalla stampa. I ministri Tzipi Livni, Shaul Mofaz, Avi Dichter e Meir Shitrit stanno gi valutando la possibilit di trovare una intesa per sventare il pericolo maggiore: che Olmert rassegni a sorpresa le dimissioni e conduca il Paese ad elezioni anticipate da cui Kadima rischierebbe di uscire molto ridimensionato. Per gli Stati Uniti le accuse di corruzione avanzate contro il primo ministro israeliano sono una questione giudiziaria interna ad Israele e pertanto non cambieranno i piani della visita del presidente George W. Bush, in programma la prossima settimana. Lo ha reso noto la Casa Bianca. una questione che riguarda il sistema giudiziario israeliano, ha detto un portavoce. Il presidente ha aggiunto pronto ad andare in Medio Oriente la prossima settimana per continuare a incoraggiare israeliani e palestinesi a lavorare insieme per una soluzione che preveda due Stati. Bush e Olmert si incontreranno il 14 maggio, in occasione della visita del presidente dedicata a celebrare il sessantesimo anniversario della fondazione di Israele.

La mancanza di fondi minaccia i programmi per i profughi iracheni


BAGHDAD, 10. Alcuni programmi dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) in favore dei profughi dell'Iraq sono minacciati a causa della mancanza di fondi per il loro finanziamento. L'agenzia dell'Onu potrebbe essere costretta a ridurre e in alcuni casi a sospendere alcuni programmi d'assistenza destinati a centinaia di migliaia di rifugiati iracheni se i Governi donatori non forniranno un appoggio finanziario supplementare ha ammonito l'Unhcr in una nota pubblicata ieri a Ginevra. Circa 127 milioni di dollari sono necessari per finanziare i programmi a sostegno degli sfollati all'interno dell'Iraq e i rifugiati iracheni nei Paesi vicini fino alla fine dell'anno. In occasione di una riunione dei Paesi donatori presso il quartier generale dell'Unhcr a Ginevra, l'Alto commissario per i rifugiati Antonio Guterres ha affermato che senza questo sostegno la crisi umanitaria che abbiamo dovuto affrontare in questi ultimi due anni potrebbe diventare ancora pi vasta. A gennaio l'Unhcr aveva chiesto 261 milioni di dollari per le operazioni in favore di 4,7 milioni di rifugiati e sfollati iracheni. Finora ne ha ricevuti 134 milioni. Un totale di 4.7 milioni di iracheni hanno lasciato le loro abitazioni dall'inizio dell'intervento armato nel marzo del 2003. Non si placano, intanto, gli scontri nel grande quartiere sciita di Sadr City a Baghdad. Ieri tredici persone sono morte nei combattimenti fra soldati statunitensi e iracheni, da una parte, e miliziani sciiti, dall'altra. L'aviazione americana ha compiuto anche alcuni raid. Si contano pure numerosi feriti, tra i quali donne e bambini. Oggi comunque si appreso che il movimento che fa capo al leader radicale sciita, Moqtada Al Sadr, ha annunciato di aver concluso un accordo per il cessate il fuoco con il Governo iracheno per porre termine ai combattimenti a Sadr City. L'accordo prevede che la fine delle ostilit parta da domani.

La prospettiva allo studio del Pentagono

Pi marines in Afghanistan
KABUL, 10. Dopo aver bocciato l'anno scorso la proposta del corpo dei marines di lasciare l'Iraq per concentrarsi sull'Afghanistan, i capi del Pentagono sono tornati a valutare l'idea e hanno fatto capire che i marines dal 2009 potrebbero aumentare sensibilmente la loro presenza sul territorio afghano. Il segretario alla Difesa statunitense, Robert Gates, e il capo degli stati maggiori, ammiraglio Michael Mullen, durante un incontro con i giornalisti, hanno affermato che se le condizioni della sicurezza in Iraq miglioreranno, probabile che il piano venga riconsiderato. Il comandante dei marines, generale James Conway, aveva proposto di lasciare all'esercito il compito di proteggere l'Iraq, mentre i marines si sarebbero concentrati sull'Afghanistan. Capisco la difficolt di tenere un piede in due Paesi e la necessit di ottimizzare l'uso della forza ha detto Mullen, commentando la proposta del generale Conway. Il Pentagono sta valutando opzioni per aumentare la presenza militare americana in Afghanistan, viste le difficolt a ottenere rinforzi da altri Paesi della Nato, ma il continuo impegno in Iraq riduce la capacit d'azione della Difesa americana sui due fronti. Si registrano, intanto, nuovi episodi di violenza nel territorio afghano. Nell'est, un soldato della Nato rimasto ucciso durante scontri con la guerriglia. Nel sud del Paese, bombardamenti della forza della coalizione hanno provocato la morte di dodici ribelli. Il Prt, provincial reconstruction team a guida italiana di Herat, ha inaugurato ieri il centro sanitario di Sirwan. Il dottor Ghulam Sayed Rashid, direttore provinciale del dipartimento della salute, e il colonnello Giuseppe Levato, hanno preso parte, insieme a molti abitanti del paese, alla cerimonia di inaugurazione e consegna alla comunit locale della nuova struttura sanitaria. L'opera, finanziata con fondi italiani, stata progettata dal team di ingegneri civili ed ufficiali dell'esercito appartenenti alla cellula cimic (civilian and military cooperation) del Prt, che hanno svolto attivit di gestione e controllo dei lavori edili. La realizzazione stata appaltata ad imprese afghane, contribuendo cos ad incrementare l'occupazione e lo sviluppo economico dell'area. Per gli oltre quarantamila abitanti dei villaggi circostanti, il centro sanitario di Sirwan rappresenter il principale canale di accesso al sistema sanitario pubblico, che fino ad oggi aveva come unica alternativa l'ospedale di Herat, distante pi di ottanta chilometri e raggiungibile in cinque ore di viaggio lungo una strada per ampi tratti sterrata.

La Fao replica alle accuse del presidente senegalese


Il direttore generale nega ogni responsabilit nella crisi alimentare
PARIGI, 10. Il direttore generale dell'organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite (Fao), Jacques Diouf, ha dichiarato ieri che la crisi alimentare non responsabilit della sua organizzazione, rispondendo cos alle accuse del presidente senegalese Abdoulaye Wade. La Fao ha un ruolo di consiglio, di sostegno, porta un'assistenza tecnica, ha precisato. Ogni Paese decide le sue priorit, ha dichiarato il presidente dell'organizzazione alla radio francese Rfi. Ogni Paese, ha inoltre precisato Diouf, responsabile delle politiche alimentari sul suo territorio. Sono decisioni dei Governi, la responsabilit non della Fao. Lo scorso 4 maggio il presidente senegalese Abdoulaye Wade ha chiesto la soppressione della Fao, a suo giudizio un'organizzazione troppo dispendiosa, uno spreco di denaro, e inefficace, affermando che la crisi alimentare mondiale in gran parte un effetto del suo fallimento. Nonostante tutti i meriti del suo direttore generale, l'istituzione Fao a dover essere messa in discussione, ha detto Wade, in una dichiarazione trasmessa per radio e televisione, ricordando tra l'altro che il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) ha promesso duecento milioni di dollari per gli agricoltori poveri dei Paesi pi colpiti dalla crisi. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha assicurato di capire l'irritazione provocata dalla crisi alimentare, ma senza giustificare le affermazioni del presidente senegalese. Ban Ki-moon libero di esprimere il suo parere, ha risposto Wade, ma anch'io ho il mio punto di vista sulla situazione e nessuno conosce meglio di me che cos' buono per il Senegal. Il mio punto di vista condiviso dalla maggior parte dei leader africani e asiatici, ha ribadito il presidente. Wade tornato ad attaccare la Fao gioved scorso minacciando di tradurla in giudizio e accusandola di aver sottratto circa il venti per cento del denaro raccolto. Deve restituire il venti per cento del denaro che ha raccolto per gli Stati africani, ha detto Wade all'agenzia di stampa ufficiale senegalese.

Colloqui tra Governo e opposizione somali


GIBUTI, 10. Si aprono oggi a Gibuti colloqui tra il Governo di transizione nazionale somalo e lopposizione in esilio riunita nell'Alleanza per la riliberazione della Somalia (Ars), che comprende gruppi islamici e rappresentanti della societ civile. La conferenza si tiene sotto l'egida dell'Onu, nel tentativo di dare soluzione politica alla crisi e di fermare le violenze sempre pi diffuse in Somalia. Ancora questa mattina sono stati segnalati altri sei morti nella capitale Mogadiscio, in scontri tra forze governative e milizie delle corti islamiche. I lavori a Gibuti si terranno a porte chiuse tra delegazioni ristrette di sette membri per parte. Ottimismo sull'esito ha espresso linviato Onu per la Somalia, Ahmedou Ould Abdakllah.

Condizioni per il ballottaggio in Zimbabwe


HARARE , 10. Il leader dellopposizione dello Zimbabwe Morgan Tsvangirai ha annunciato che accetter di partecipare al ballottaggio per la presidenza contro il capo dello Stato uscente Robert Mugabe, a condizione che il voto si svolga sotto il controllo degli osservatori delle Nazioni Unite e con il libero accesso alla stampa internazionale. Finora, Tsvangirai e il suo partito, il Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), avevano rifiutato l'ipotesi del ballottaggio, sostenendo di aver gi vinto al primo turno, il 29 aprile, e contestando i dati proclamati pi di un mese dopo, il 2 maggio, dalla commissione elettorale, secondo la quale Tsvangirai aveva ottenuto il 47,9 per cento dei voti e Mugabe il 43,2 per cento. Tra le condizioni poste da Tsvangirai ci sono anche la fine delle violenze e che il ballottaggio si tenga entro il 24 maggio.

Il progetto sostenuto dal presidente francese Sarkozy al centro di colloqui ad Algeri

Rilanciata l'Unione del Mediterraneo


PARIGI, 10. Il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, sar luned in visita in Algeria per discutere con i responsabili del Governo di Algeri i diversi aspetti legati al progetto dell'Unione per il Mediterraneo: lo ha annunciato il Quai d'Orsay. Il principale obiettivo di questa visita ha dichiarato la portavoce del ministero, Pascale Andreani affrontare con i nostri partner algerini il dossier dell'Unione per il Mediterraneo, della quale l'Algeria uno dei principali protagonisti. Bernard Kouchner, a quanto si appreso, sar portatore di un messaggio a firma del presidente Nicolas Sarkozy. Il capo dell'Eliseo lancer ufficialmente il 13 luglio a Parigi il progetto dell'Unione per il Mediterraneo, un partenariato fra l'Unione Europea e i Paesi vicini del sud del Mediterraneo. Tale progetto, da principio, rilevano gli analisti politici ha suscitato pi di qualche riserva tra alcuni dei partner europei. Nell'ottobre dello scorso anno, parlando a Tangeri, in Marocco, il presidente francese aveva formulato un appello pressante e solenne a tutti i popoli del Mediterraneo ad unirsi al pi bello e pi grande ideale umano. Qui da Tangeri aveva dichiarato Sarkozy , citt che ha vissuto tutta la sua storia all'unisono di tutti i drammi del Mediterraneo, e che ne ha condiviso tutti i successi, tutte le conquiste intellettuali e spirituali, da questa citt voglio dire a tutti i popoli del Mediterraneo che loro saranno realmente fedeli all'eredit di cultura, di civilt, di umanit, di fede, di cui sono depositari, solo se saranno capaci di comprendere che ci che li divide infinitamente meno importante di quelli che li avvicina, e se avranno la volont di comunicare reciprocamente e di agire insieme, in nome di tutto quello che hanno in comune.

Liberati tre cinesi sequestrati in Nigeria


ABUJA, 10. Sono stati rilasciati tre lavoratori cinesi che marted scorso erano stati rapiti nel sud della Nigeria, nello Stato del fiume Cross, dove erano impiegati in un'impresa di costruzioni. L'annuncio del rilascio stato fatto ieri con un comunicato del ministero degli esteri cinese che fa riferimento a vari sforzi da parte cinese, ma non fornisce informazioni pi dettagliate. Gi in passato, alcuni lavoratori cinesi dei settori delle costruzioni o petrolifero erano stati rapiti in Nigeria e quindi rilasciati. In nessuno dei casi le autorit cinesi hanno voluto indicare se sia stato pagato o meno un riscatto per la loro liberazione.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

domenica 11 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 3

Denunciati i rischi del nucleare iraniano


GINEVRA, 10. Le cinque grandi potenze nucleari e membri permanenti del Consiglio di sicurezza (Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia) hanno denunciato ieri il rischio di proliferazione di armi atomiche costituito dal programma nucleare iraniano. In una dichiarazione congiunta a Ginevra, i cinque grandi hanno esortato le autorit di Teheran ad applicare pienamente e rapidamente le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dellOnu sulla sospensione dellarricchimento di uranio. La proliferazione di armi atomiche costituisce una minaccia per la pace internazionale e la sicurezza, si legge nella dichiarazione congiunta resa nota al termine di una riunione sul disarmo per preparare la prossima conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare (Npt). I rischi di proliferazione relativi al programma nucleare iraniano continuano ad essere un tema di grave preoccupazione, ha affermato lAmbasciatore britannico, John Duncan, a nome dei Governi di Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti. Venerd scorso, Mosca ha aderito alle sanzioni nei confronti dell'Iran decise lo scorso 3 marzo dal Consiglio di sicurezza dell'Onu. La dichiarazione congiunta di Ginevra ha affrontato anche la questione relativa alla Corea del Nord, ribadendo pieno appoggio al processo dei colloqui a sei tra Cina, Giappone, Russia, Stati Uniti, Corea del Sud e Corea del Nord per una denuclearizzazione verificabile della penisola coreana. A riguardo, gli Stati Uniti hanno dichiarato che il plico di documenti consegnati ieri dalla Corea del Nord illustra i programmi nucleari sul plutonio in grado di essere usato per armi atomiche fin dal lontano 1986 e che si tratta di un primo passo importante per arrivare a ottenere la piena dichiarazione della Corea del Nord sulle sue attivit nucleari. Fornendo alcuni dettagli dei documenti consegnati, il Dipartimento di Stato, ha affermato che le diciottomila pagine coprono circa tre campagne di riprocessamento nucleare fatte dalla Corea del Nord. Gli Stati Uniti e le altre parti continuano a premere sulla Repubblica popolare democratica di Corea affinch adempia al suo impegno di una piena dichiarazione, si legge in un comunicato da Washington, in riferimento alla mancata consegna da parte delle autorit di Pyongyang di una completa dichiarazione delle sue attivit nucleari, che avrebbe dovuto essere invece recapitata entro la fine dello scorso anno. In una nota, il Governo della Corea del Sud ha espresso soddisfazione per la consegna da parte di Pyongyang agli Stati Uniti di documenti sensibili relativi al proprio programma nucleare. La vicenda si legge nel promemoria dimostra che le due parti stanno attivamente cooperando per portare avanti il processo di denuclearizzazione della Corea del Nord, e costituisce una prova concreta, anche per gli esponenti pi scettici a Washington, sulla questione del disarmo nordcoreano. Due giorni fa, una delegazione di esperti statunitensi aveva compiuto una visita a Pyongyang con lobiettivo di sciogliere lo stallo sulla dichiarazione dei programmi nucleari da parte della Corea del Nord.

Il sud est del Paese ridotto a una landa desolata. Nelle regioni di Twantey e Dalla pi dell'ottanta per cento dei villaggi andato distrutto

Aspre critiche al referendum della giunta


di FRANCESCO CITTERICH Nonostante le conseguenze sempre pi gravi del passaggio del ciclone Nargis sul Myanmar, che ha provocato finora pi di ventitremila morti, la giunta militare al potere da quasi mezzo secolo nella ex Birmania ha confermato per sabato 10 maggio il referendum su un progetto costituzionale, che dovrebbe porre le basi giuridiche per l'organizzazione di elezioni generali multipartitiche nel 2010. Il voto verr rinviato al 24 maggio solo a Yangoon, la principale citt del Paese ed ex capitale, e nel delta dellIrrawaddy, le due zone pi devastate dal cataclisma. La nuova Carta costituzionale prevede un rafforzamento dei poteri del presidente, autorizza il dominio dei militari su qualsiasi Governo emerga dal voto ed esclude dalla vita politica chiunque abbia sposato cittadini stranieri. Una norma, questa, che sembra fatta apposta per impedire lo svolgimento dell'attivit politica di Aung San Suu Kyi, leader della Lega nazionale per la democrazia (Lnd) e vedova, appunto, di un cittadino britannico. Il referendum sar la prima consultazione popolare nel Myanmar dal 1990, anno in cui ci fu la netta e clamorosa affermazione alle elezioni politiche dell'Lnd. Il risultato di questo voto non venne per mai riconosciuto dalla giunta militare, che anzi si affrett ad arrestare gran parte degli esponenti dell'opposizione impedendo, cos, la convocazione del nuovo Parlamento. Aung San Suu Kyi premio Nobel per la pace nel 1991 per la sua instancabile lotta pacifica per la democrazia nel Myanmar ha trascorso la maggior parte degli ultimi diciotto anni agli arresti domiciliari. La decisione del regime di indire il referendum per la riforma della Carta costituzionale (un testo elaborato e redatto interamente dai militari, senza avvalersi del contributo dell'opposizione) ha ricevuto diffuso scetticismo ed aspre critiche da parte dell'intera Comunit internazionale. Se, infatti, non sar permesso un controllo sul regolare svolgimento delle operazioni di voto e di scrutinio da parte di osservatori internazionali, compresi quelli dell'Onu, il referendum sar una consultazione senza nessun significato politico. E l'Ufficio speciale dell'Onu per i diritti umani nel Myanmar ha accusato la giunta di avere impedito qualsiasi propaganda all'opposizione. Analisti politici considerano altres l'annuncio del referendum e delle elezioni nel 2010 un tentativo della giunta di guadagnare tempo, dopo che di recente l'Unione europea e gli Stati Uniti hanno minacciato l'inasprimento dell'embargo economico se la situazione nella vasta Nazione del sud-est asiatico dovesse continuare ad essere cos grave e non saranno realizzate le riforme politiche. Nell'esprimere l'insoddisfazione dell'Ue davanti alla lentezza del processo democratico e alle sistematiche violazioni delle libert fondamentali, i Ventisette hanno evocato la possibilit di inasprire e prorogare le sanzioni economiche gi esistenti nei confronti del Myanmar. Tra le principali misure adottate lo scorso anno dall'Unione europea figura un embargo alle asportazioni di legno, pietre preziose, giada e metalli che forniscono notevoli profitti al Governo , nonch l'assoluto divieto per tutti i Paesi comunitari di investire o vendere materiali e tecnologie impiegati in questi settori. Gli Stati Uniti che nel frattempo hanno concesso ad Aung San Suu Kyi la Medaglia d'oro del Congresso, la pi alta onorificenza civile Usa hanno chiesto all'Onu di adottare una linea pi dura nei confronti del Governo del Myanmar, sollecitando l'immediata scarcerazione dei detenuti politici e l'avvio del dialogo con l'opposizione. Anche molti Paesi dell'Asean (l'associazione del sud-est asiatico, di cui il Myanmar fa parte) hanno chiesto la liberazione dei prigionieri politici e minacciato la sospensione del Myanmar dall'organismo se non ci saranno gli auspicati cambiamenti democratici. I lavori di elaborazione del nuovo testo costituzionale si sono conclusi lo scorso 3 settembre, in concomitanza con l'ultima missione diplomatica nel Paese dell'inviato dell'Onu per il Myanmar, Ibrahim Gambari, ed alcune settimane dopo un'ondata di proteste antiregime. Il testo stato bocciato dall'opposizione, che lo considera un ulteriore mezzo per garantire il potere assoluto e il dominio della giunta sul Myanmar, governato dal 1962 da regimi militari fortemente autoritari. Proprio per questo, la Lnd ha esortato la popolazione a boicottare il referendum, in quanto non rispetta i principi basilari della democrazia.

Scenari da incubo nel Myanmar devastato dal ciclone


NAYPYIDAW, 10. I pochi operatori umanitari che con enormi difficolt sono arrivati nelle zone del Myanmar devastate una settimana fa dal passaggio del ciclone Nargis hanno descritto uno scenario da incubo. La maggior parte dell'area sudorientale del Paese asiatico infatti trasformata in una landa desolata, con migliaia di persone che vagano senza meta alla ricerca di cibo e di qualche piccolo oggetto personale. Nelle regioni di Twantey e Dalla, pi dell'ottanta per cento dei villaggi andato completamente distrutto, mentre alcune zone sono ancora sotto un metro dacqua e non possono essere raggiunte dai soccorritori. Tutte le costruzioni di bamb, materiale usato per erigere la maggioranza delle abitazioni, sono state rase al suolo dalla furia devastatrice dell'uragano. Migliaia di persone non hanno accesso allacqua potabile, poich i pozzi sono inondati o coperti di terra. Secondo il racconto di numerosi testimoni oculari, la gente costretta a bere lacqua del fiume, alimentando il rischio di epidemie a causa della presenza di carcasse di animali in avanzato stato di decomposizione. Ed infatti, stato segnalato l'inizio della temuta epidemia di colera. Le prime vittime del morbo sono state registrate nei distretti di Bogalay e Laputta. Lo hanno confermato diversi medici locali. LOrganizzazione mondiale della sanit (Oms) teme inoltre un aumento delle malattie diarroiche, di dengue, della malaria e dei casi di infezioni respiratorie acute. Un aereo dellagenzia dell'Onu per l'infanzia (Unicef) partito dalla base di Copenaghen, in Danimarca, con tre milioni di compresse a base di cloro per la disinfettazione dellacqua atterrato a Yangoon, la citt pi grande ed ex capitale del Myanmar. Lagenzia delle Nazioni Unite ha riferito che la distribuzione alla popolazione delle compresse inizier nei prossimi giorni in collaborazione con la Croce Rossa locale. Per proteggere i bambini, molto pi vulnerabili, lUnicef ha lanciato un appello per raccogliere 8,2 milioni di dollari per gli interventi nell'ambito igienico-sanitario, nutrizionale ed idrico. Anche Caritas Italiana ha rilanciato lappello per inviare ulteriori aiuti alle popolazioni del Myanmar colpite da quello che stato definito un disastro senza precedenti. I primi sussidi sono stati distribuiti in collegamento con la rete internazionale, a vantaggio delle famiglie nelle diocesi maggiormente colpite. Al momento, le strutture parrocchiali e i rappresentanti delle comunit interessate stanno lavorando alacremente tra mille difficolt per aiutare circa sessantamila persone. Le autorit del Myanmar hanno fornito oggi un nuovo bilancio delle vittime del ciclone. Secondo la televisione statale, controllata dalla giunta militare al potere nella ex Birmania da quasi mezzo secolo, le vittime sarebbero aumentate a 23.335, mentre i dispersi sarebbero diminuiti a 37.019. L'emittente ha aggiunto che il ciclone ha provocato anche 1.403 feriti. Lultimo bilancio ufficiale indicava in 22.997 le vittime della tempesta tropicale, che ha investito in particolare l'area di Yangoon e il delta dell'Irrawaddy. Alcuni diplomatici occidentali hanno invece affermato che i morti potrebbero essere pi di centomila, senza contare il pericolo di nuovi decessi tra il milione e mezzo di senzatetto per lo pi ancora privo di soccorsi e in condizioni sanitarie molto difficili. E le maggiori minacce per queste persone sono adesso la fame, la sete e le malattie. Senza aiuti concreti, per, diminuiscono le possibilit di salvare molte vite umane. I militari stanno assurdamente concedendo con il contagocce il visto d'ingresso nel Paese alle centinaia di volontari che vorrebbero aiutare la popolazione. Proprio per questo, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha rivolto un duro monito alla giunta, esortandola a non perdere altro tempo. Fonti del Palazzo di Vetro dell'Onu riferiscono inoltre che Ban Ki-Moon ha tentato invano pi volte di contattare direttamente il capo dei militari, il generale Than Shwe, senza ricevere nessuna risposta. Un portavoce del Pentagono ha comunque detto che stato dato il via libera all'atterraggio di un primo aereo proveniente dagli Stati Uniti, con la speranza che questo inizio apra la strada allinvio di altri aiuti. Il portavoce ha assicurato alla giunta militare che la presenza degli statunitensi sul suolo del Myanmar sar temporanea: Arriveremo, forniremo assistenza e poi ce ne andremo immediatamente, come abbiamo fatto in Bangladesh, in Indonesia e in altri posti. Negata, invece, la possibilit di entrare nella vasta Nazione del sud-est asiatico ad unequipe di operatori umanitari statunitensi, che si trova in questo momento a Bangkok, in Thailandia. Intervenendo all'Onu, lAmbasciatore del Myanmar, Kyaw Tint Swe, ha dichiarato che il suo Paese accetter aiuti da qualunque parte arrivino.

Affondata dai guerriglieri tamil una nave mercantile nello Sri Lanka
COLOMBO, 10. Le autorit dello Sri Lanka hanno accusato i guerriglieri secessionisti delle Tigri per la liberazione dell'Eelam tamil (Ltte) di aver affondato oggi una nave mercantile nel porto di Trincomalee, nell'est dell'isola asiatica. L'imbarcazione affondata a causa di unesplosione subacquea, ha dichiarato un portavoce della Marina militare. Lattentato non ha provocato vittime. Laffondamento della nave mercantile avvenuto in concomitanza con l'apertura dei seggi nei distretti di Ampara, Batticaloa e Trincomalee per le elezioni le prime in due decenni dei nuovi consigli provinciali delle regioni orientali dello Sri Lanka. Venerd scorso, una bomba esplosa in un bar nella zona orientale della citt di Ampara a circa duecento chilometri dalla capitale, Colombo ha provocato la morte di undici persone. Anche in questo caso, le autorit hanno accusato dell'attentato i guerriglieri separatisti del Ltte, che da venticinque anni conducono una sanguinosa lotta armata contro il Governo centrale per ottenere l'indipendenza delle regioni settentrionali ed orientali dell'isola. Un conflitto che ha provocato la morte di oltre settantamila persone e danni per decine di miliardi di dollari. E le truppe terrestri dello Sri Lanka, coadiuvate da aerei governativi, hanno intensificato nei giorni scorsi gli attacchi contro le postazioni dei guerriglieri dell'Ltte dislocate nel distretto di Mannar, nel nord-ovest. Nei combattimenti, secondo quanto riferiscono fonti dell'esercito dello Sri Lanka sono stati uccisi trentuno ribelli delle Tigri per la liberazione dell'Eelam tamil. I secessionisti hanno invece affermato che gli scontri a fuoco hanno provocato la morte di trenta soldati, mentre altri tre risultano dispersi.

BELGRADO , 10. L'elettorato serbo chiamato domani alle urne per un voto anticipato sulla naturale scadenza della legislatura e che sar di fatto una scelta tra le posizioni della coalizione europeista guidata dal presidente della Repubblica Boris Tadic e quelle delle forze nazionaliste. Tra queste ultime si iscrivono non solo il Partito radicale serbo (Srs), che nel Parlamento uscente ha la maggioranza relativa, ma anche il Partito democratico della Serbia (Dss) guidato dal primo ministro dimissionario Vojislav Kostunica. L'alleanza tra il Dss e il Partito democratico (Ds), quello di Tadic, si spezzata proprio sulla questione dei rapporti con l'Unione europea, alla quale tutti i partiti serbi rimproverano l'appoggio o almeno l'assenso dato alla dichiarazione unilaterale di indipendenza fatta dal Kosovo. In merito, per, mentre la coalizione europeista che fa capo a Tadic ritiene comunque necessario il progressivo avvicinamento della Serbia all'Unione europea, in vista di una futura piena integrazione,

Ratificato da Belgrado La Serbia tra europeismo e nazionalismo l'accordo sul gas con Mosca
Cittadini alle urne per le elezioni politiche anticipate
le forze nazionaliste contestano duramente tale impostazione. Secondo tutti gli osservatori, l'esito del voto al quale sono chiamati i circa sei milioni e settecentocinquantamila elettori serbi non scontato. Dagli ultimi sondaggi sono emersi fondamentalmente due dati. Il primo che, qualunque sia lo schieramento vincente, il voto sar abbastanza frammentato da costringere almeno tre liste elettorali a coalizzarsi per ottenere la maggioranza dei seggi (126) necessaria in Parlamento per dar vita ad un Governo, il che potrebbe rendere decisivo il ruolo di formazioni minori quali Partito liberaldemocratico (Ldp), il movimento Nuova Serbia, e il partito socialista (Sps). Laltro la rimonta della coalizione europeista guidata da Tadic rispetto al partito radicale, dato peraltro ancora per favorito e guidato da Tomislav Nikolic, il successore di Vojislav Seselj, attualmente sotto processo davanti al Tribunale penale internazionale (Tpi) dell'Aja per l'ex Jugoslavia che lo ha imputato per crimini di guerra e crimini contro l'umanit. A convincere gli osservatori dell'accorciamento delle distanze, oltre all'esito del recente ballottaggio per la presidenza, che ha visto la conferma di Tadic contro proprio Nikolic, nonostante il venir meno dell'appoggio di Kostunica, sono state anche le positive valutazioni emerse dai sondaggi sulla firma dellAccordo di associazione e stabilizzazione (Asa) con l'Unione europea, il 29 aprile scorso. Non a caso, tale firma stata salutata con entusiasmo da Tadic e duramente criticata da Kostunica, che proprio ieri, nell'ultima riunione del suo Governo dimissionario uscito insieme con i ministri del suo partito al momento del voto di ratifica di tale accordo, approvato dai ministri del Ds, maggioritari all'interno del Governo stesso. Del resto, Kostunica in questo d'accordo con Nikolic ha gi annunciato che si batter per far annullare l'accordo non appena si sar insediato il nuovo Parlamento. BELGRADO, 10. Il Governo serbo uscente ha formalizzato ieri, come suo ultimo atto prima delle elezioni politiche anticipate di domani, il via libera allintesa sottoscritta nei mesi scorsi dall'ente energetico russo Gazprom per lacquisizione del controllo della Nis, l'azienda pubblica petrolifera serba che resta la maggiore del settore nell'ex Jugoslavia e che un partner strategico per le rotte balcaniche dellenergia. Laccordo stato approvato allunanimit dal Consiglio dei ministri dimissionario senza contrasti fra le due formazioni politiche, ormai divise, della coalizione governativa, il Partito democratico della Serbia (Dss) guidato dal primo ministro Vojislav Kostunica e il Partito democratico (Ds) il cui leader il presidente della Repubblica, Boris Tadic, rieletto quest'anno al ballottaggio contro Tomislav Nikolic, il candidato dell'ultranazionalista partito radicale (Srs) che nel parlamento uscente ha la maggioranza relativa. Il contratto prevede un investimento immediato di soli 400 milioni di euro a carico di Gazprom, cifra che dovrebbe per salire al miliardo e mezzo nel medio periodo. L'intesa con Gazprom, fortemente voluta da Kostunica, era stata contestata da vari settori del Partito democratico, che la consideravano un regalo a Mosc, ma alla fine ha avuto anche lassenso di Tadic, che ha incontrato il nuovo presidente russo Dmitri Medvedev. Se in questo caso il voto del Governo uscente stato unanime, le spaccature erano state invece confermate poco prima sulla ratifica dellaccordo di associazione e stabilizzazione (Asa) con lUnione europea. A favore avevano votato i ministri del Ds, maggioritari all'interno del Governo, ma non Kostunica e gli altri del Dss che lo ritengono un cedimento sulla questione del riconoscimento europeo dell'indipendenza del Kosovo.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
Il significato del congresso internazionale a quarant'anni dall'Humanae vitae

domenica 11 maggio 2008

domenica 11 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 5

Tra gli inni presenti nella moderna liturgia ambrosiana ci sono anche brani tratti da La Pentecoste

Una questione attuale Anzi, futura


leggere quella profetica enciclica (Scaraffia). Dagli interventi emerso come parte della forza dell'Humanae vitae risieda nella indiscutibile necessit, che risulta con grande chiarezza dalle sue pagine, di ribadire la portata salvifica della relazione. La relazione con la persona amata, con i figli, con il prossimo, con la vita e la sua accettazione, e soprattutto con Dio. Innanzitutto la relazione, primaria e fondante, tra l'uomo e la donna. Quella relazione che oggi sembra essersi ormai smarrita (Claudio Ris). Non solo l'Humanae vitae lo aveva predetto intravedendo molti dei pericoli che si sarebbero concretizzati ma, ancor pi preoccupante, ci che questa enciclica proponeva come modello di vita coniugale stato poi rovesciato, sia dallo spirito e dalla lettera degli interventi legislativi, che dal costume. Inoltre, nella nostra epoca, caratterizzata dall'estensione del processo di secolarizzazione alla famiglia, e al rapporto coniugale, il rapporto di amore tra uomo e donna, stato separato dalla sua sorgente originaria. La chiusura al terzo, che il credente identifica col Padre e il non credente spesso non definisce, avvertendolo per nella sua alterit radicale, all'origine di quella crisi del dono, (...) il fenomeno pi caratterizzante il cambiamento nella relazione tra uomo e donna (Ris). Quando infatti il processo di secolarizzazione giunge al punto di segnare nel profondo l'atteggiamento dello Stato verso la relazione uomo-donna, verso la loro sessualit, affettivit e capacit riproduttiva, ecco che l'originaria relazione con Dio viene espulsa da queste esperienza, e con essa, la disponibilit e il sapere di quel reciproco donarsi che l'aveva caratterizzata. Subentra allora (come in tutti gli aspetti della secolarizzazione) un'esperienza profonda di vuoto, nella quale l'individuo non si sente pi legato dall'originaria dipenparola che proprio sul foglio vaticano Jean denza della situazione creaturale; libero, ma Guitton defin ferme, mais non ferme (Gio- anche solo. Tutto ci si ritrova nelle relazioni che si fanno sempre meno durature e vanni Maria Vian). Volgarmente chiamata l'Enciclica della sempre meno appassionate, con i crescenti inpillola e spesso presa a emblema della chiu- terrogativi sulla propria capacit di amare sura e dell'intransigenza ecclesiale in materia che vengono vissuti con angoscia, depressione, sessuale, l'Humanae vitae in realt si pone al assumendo a volte forme di sessualit o di decrocevia di un dibattito che va avanti da siderio patologiche. Ma l'intervento specificatempo, tra l'ossessione del controllo delle na- tamente dedicato al cambiamento del rapporscite ancora erroneamente convinta della to tra uomo e donna si chiuso con uno spirapida diminuzione delle risorse, a fronte di raglio di speranza: Non per la prima voluna popolazione in minaccioso aumento e ta, nella sua storia, che l'umano costruisce la posizione della Chiesa, nel suo messaggio idoli materiali (le ricchezze, le cose, l'immagine, il piacere immediato), per sottrarsi al dodi amore e accoglienza alla vita. Nel 1968 quando esce, l'Humanae vitae vie- no del padre, e di s. Sempre, spinto dall'inne criticata a un duplice livello dallo scenario felicit e dalla solitudine, ha poi rialzato lo culturale che la circonda (Lucetta Scaraffia). sguardo verso il Padre. Forse ci che sta Innanzi tutto, su un piano generale, viene cercando di fare anche adesso, in questo temcontestata alla Chiesa la possibilit di parlare po, in realt, gi post secolare, come l'ha perfettamente definito Joseph Ratzinger, oggi di sesso. A partire dal processo di secolarizBenedetto XVI (Ris). zazione ottocentesco, infatti, il mondo Cos, nel suo messaggio di risposta non le riconosce pi la legittimit di alla cultura della contraccezione, intervenire in tema, una legittimit l'Humanae vitae ha inteso contestare che da allora in poi stata riconola scelta di tenere fuori dall'unione sciuta solo al discorso scientifico, sola propria capacit generativa, giacprattutto medico. Nello specifico, ch in questo modo si rende parziainoltre, viene contestato il contele ci che era invece totale (Marta nuto della morale sessuale Brancatisano). E se sul piano fisico cristiana, e precisamente ci questa riduzione pienamente che il Pontefice sostiene. A evidente, essa rimane invece partire dalla fine del diciotnascosta sul piano spirituale. tesimo secolo, la posizione La cultura della contracceziodella Chiesa in materia di ne ha spostato l'amore umano sesso viene avvertita come dal suo status originario di soinnaturale e portatrice di infelicit e storture sociali Gregory G. Pincus nel 1954 realizz miglianza con Dio a quello la prima pillola anticoncezionale umano dove l'uomo da solo specie in relazione al teche disegna se stesso e la vita. ma del celibato ecclesiastico, Un disegno che intende annulavvertito come impossibile da mantenere e, quindi, apportatore di atti lare i rischi che inavvertitamente carica uomo amorali e malattie. L'assoluta libert sessuale, e donna di una responsabilit solitaria teorizzata, tra gli altri, da Margaret Mead (Brancatisano). Il significato profondo della relazione di ma il suo best-seller L'adolescenza a Samoa si recentemente rivelato del tutto errato! e cui parla l'Humanae vitae fondante anche poi da Wilhelm Reich, Alfred Kinsey o Mar- rispetto a quel rapporto che la pillola di Gregaret Sanger, ha attraversato il Novecento. gory Goodwin Pincus voleva impedire. A Ed stato solo al termine degli anni Ottanta concorrere all'alterazione della relazione tra che la societ occidentale, o almeno una par- genitori e figli, per, nei quarant'anni che ci te di essa, finalmente riuscita a guardare in separano dall'enciclica di Paolo VI, la scienza modo critico all'utopia della libert sessuale, i ha svolto un ruolo decisivo non solo impedencui esiti sono stati decisamente deludenti. do il concepimento, ma rendendolo possibile Questa accurata ricostruzione dello scenario anche al di fuori della relazione di amore tra culturale in cui si mossa la rivoluzione ses- un uomo e una donna, spostandolo fisicamensuale ha portato alla conclusione che se la di- te dal corpo umano alla stanza di un laboraminuzione delle nascite non si affatto rivela- torio. Questo duplice passaggio emerso sia ta un toccasana ai mali e alle infelicit del nell'utopia del figlio desiderato e, quinmondo, forse oggi, proprio perch stiamo toc- di, necessariamente, del figlio rifiutato cando con mano il fallimento dell'utopia del- sia nel ricorso frequente al concetto di paterla pianificazione familiare e della libert ses- nit e maternit responsabile. Nella misura in cui il modello propugnato suale, il panorama generale pi capace di di GIULIA GALEOTTI

n convegno riuscito per una grande enciclica. Il congresso internazionale sull'Humanae vitae, che si chiuso questo sabato con l'udienza del Papa, ha dimostrato la portata profetica del documento di Paolo VI con interventi che L'Osservatore Romano ha anticipato lo scorso 9 maggio. Contestatissima sia dentro che fuori la Chiesa quando usc (e negli anni successivi), l'Humanae vitae ha infatti colto molti nodi cruciali che avrebbero segnato il tempo futuro. Cos, in solitudine, ma animato dalla forza consapevole di ci che sosteneva, Paolo VI ha disposto l'elaborazione di un testo di cui, qualche giorno dopo l'uscita, scrisse la voce della nostra coscienza, interrogata lungamente davanti a Dio, ci ha indotto a rivolgere alla Chiesa e al mondo questa parola. Una

oggi quello dell'adulto autosufficiente, ecco il fondamento della responsabilit che l'uoche la dimensione relazionale viene negata in mo non pu proiettare fuori di s, se non al radice, e deboli, vecchi, bambini e malati prezzo di negare la sua stessa libert. Se la vengono necessariamente posti fuori fuoco. tecnica, infatti, pu rendere possibile il nostro Eppure l'essere umano nasce dipendente, di- dominio di noi stessi, non lo rende per di pendente da un corpo in cui si sviluppa e dal per s meritorio, cio moralmente buono, perquale riceve cure e nutrimento. E se l'essere ch la tecnica non contiene in se stessa le pronato di donna l'esperienza che ci plasma prie ragioni. La biomedicina e le biotecnolonell'assunzione profonda del significato dell'a- gie ci consentono di dilatare immensamente more come dono, ecco che la prassi ora con- l'ambito di controllo funzionale della realt siderata accettabile di selezionare il proprio del vivente: non ne favoriscono per una mifiglio in laboratorio inquina il senso della ma- gliore percezione di senso, perch la funzionaternit, il senso di un'accoglienza a prescinde- lit intrinsecamente cieca, dato che non re dalle intrinseche qualit di chi nasce (Eu- contiene in se stessa il proprio fine. Ci che genia Roccella). nella tradizione occidentale viene denominato Questa profonda alterazione stata colta legge naturale altro non che tale percezione anche in tema di paternit e maternit re- di senso. Il punto fondamentale: prima ansponsabile, partendo ancora una volta dal cora che il termine bioetica venisse coniato, senso dell'Humanae vitae, enciclica definita in- l'Humanae vitae aveva colto la consistenza dchiffrable mais aussi scandaleuse agli occhi di un problema aperto nella modernit come del mondo (Serge-Thomas Bonino). Dal mo- una ferita e che tutt'ora il nostro. Se le mento in cui la natura cessa di dettare legge, biotecnologie introducono una possibilit del da quando il logos del corpo diviene incom- tutto nuova di manipolare il vivente, questo prensibile per il logos dello spirito, ecco che i richiede la nostra attenzione non solo per le concetti di paternit e maternit responsabile potenzialit di pericolo che tale manipolaziovengono completamente fraintesi e distorti. ne porta con s, ma soprattutto per la dimenEd ecco che un certo modo di affidarsi alla sione di potenza che la contraddistingue. tecnica in nome della razionalit, comporta Ebbene, alla potenza biomedica e biotecnolodi fatto la rinuncia di questa responsabilit. gica, occorre opporre le ragioni di una radiIl rispetto dei ritmi naturali viene percepito cale indisponibilit che deve essere al contemcome una forma di alienazione della dignit po, non solo simbolica, politica e ontologica, umana, e di indebita assolutizzazione della ma anche, seguendo l'insegnamento dell'ennatura. Per un uomo moderno, non v' nulla ciclica, indisponibilit etica, ma che forse sadi pi degradante che vivere secondo la natu- rebbe meglio qualificata come indisponibilit ra (Bonino). antropologica. L'uomo infatti non pu auL'altro grande tema affrontato nell'Huma- toconferirsi una dignit, non pi di quanto nae vitae, al quale i relatori hanno dato gran- egli possa inventare un senso da donare alla de spazio, stato proprio quello del significa- realt e al suo stesso agire. L'uomo non uoto e del ruolo della tecnica. Paolo VI fu chiaro: la Chiesa Stiamo toccando con mano il fallimento impegna l'uomo a non abdicare alla propria responsabilidell'utopia della pianificazione familiare t per rimettersi ai mezzi tece della libert sessuale nici. Un'affermazione allo stesso tempo limpida e complessa (Francesco D'Agostimo perch cos egli sappia e voglia costruirsi, no). Non a caso, proprio quanto avvenuto. ma perch stato voluto e costruito da un alOggi che le applicazioni tecniche e scientifi- tro-da-s. La dignit non un prodotto, ma che sono diventate parte integrante della no- un dono il cui valore va semplicemente ricostra vita quotidiana nell'intento di rimodella- nosciuto (D'Agostino). Un testo profetico, dunque, l'Humanae vire la realt, la vita e noi stessi, le parole di Paolo VI colpiscono enormemente. Dal 1968 tae. E al contempo un testo cruciale nel ponad oggi questo frenetico progresso ha spostato tificato di Paolo VI. Cogliendo questi due aspetti, Vian ha ricordato le parole che il il suo baricentro dalle scienze chimiche-fisi- Pontefice scrisse il 30 giugno 1965, tre anni che a quelle medico-biologiche, al punto che prima dell'enciclica, e che fanno capire ancor la bioetica divenuta, oltre che orizzonte meglio l'animo con cui si era accinto alla sua interdisciplinare di studio, pratica sociale promulgazione; nelle Note per il nostro Testa(D'Agostino). cos necessario rimarcare co- mento, a proposito del mondo: Non si creda me il cuore dell'Humanae vitae non sia stato di giovargli assumendone i pensieri, i colo stereotipo diffuso che vuole la Chiesa nemi- stumi, i gusti, ma studiandolo, amandolo, serca e timorosa della tecnica, quanto piuttosto vendolo.

Il vero erede di sant'Ambrogio? Alessandro Manzoni A


Chiesa, lo avevano particolarmente attratto, e il celebrarle lo avrebbe occupato a comprenderne e a illustrarne il senso, ora che, tornato alla fede, ne era diventato assiduo e persuaso frequentatore. A ben vedere, una comunanza di ragioni collega Manzoni, autore degli Inni Sacri, a sant'Ambrogio, che nei suoi inni alimentava la fede e accendeva la piet del suo popolo, insieme mostrando la bellezza e il fascino dei misteri cantati nella sua poesia. Tra gli inni sacri di Manzoni, il pi lirico e il pi riuscito La Pentecoste. Appartiene agli anni di vena pronta, di gettito pieno (Cesare Angelini) siamo nel 1822 e lo stesso autore ebbe ad affermare ch'era quanto di meglio gli fosse uscito in fatto di poesia, pur potendosi anche dire che l'Ermengarda la sua lirica maggiore (Angelini). L'inno nota il cardinale Colombo scaturisce nel poeta dalle convinzioni della fede che gli urgono Personaggi e accenti che prenderanno forma dentro. Il suo tema lo Spiriconcreta nell'Adelchi e nel romanzo to di Pentecoste, sono prefigurati nell'inno sulla nascita della Chiesa dove a risaltare , prima di tutCon i temi della femminilit e della maternit to, una perfetta e sorprendente teologia della secondo il programma del poeta dove- Chiesa, unita alla manifestazione della vano costituire l'opera; in realt, gli in- sua gioiosa appartenenza ad essa. Verrebbe da osservare che, per dini per l'Epifania, l'Ascensione, il Corpo del Signore, la Cattedra di San Pietro, ventare teologo, Manzoni non ha l'Assunzione, i Morti (rimase incompiu- aspettato il Vaticano II quando, essere laico teologo parve, pi che il frutto di to l'Ognissanti) non furono composti. Dopo aver scritto La Risurrezione, Il reale capacit e assidua laboriosit, un nome di Maria e Il Natale, in una lette- diritto e una pretesa clamorosa e dagli ra del 9 febbraio 1814 Manzoni infor- scarsi risultati. A Pentecoste, per l'effusione dello mava il Fauriel della sua intenzione di farne il seguito (l'intention d'en faire Spirito, nasce la Chiesa. Essa ne tutune suite), e in un'altra, del 25 marzo ta ricolma e ne rappresenta il simbolo del 1816, gli comunica: Mi sono sfor- vivo. Dove c' lo Spirito, l c' la Chiezato di riportare alla religione quei sa, e dove c' la Chiesa, l c' lo Spirito. A sentire Manzoni definire la Chiesentimenti nobili grandi e umani che derivano naturalmente da essa; non so sa, si resta stupiti di come il poeta, in termini precisi e luminosi, di origine se ci sia riuscito; del resto, non che biblica e patristica, ne colga perfettaun inizio, e se posso il mio progetto mente e ne esalti in modo splendido di comporne ancora una dozzina, a ce- l'intimo mistero che, pure, l'ecclesiololebrazione delle solennit principali gia diffusa della sua epoca, giuridica e dell'anno (clebrant les solemnites apologetica, lasciava piuttosto in omprincipales de l'anne ). bra: Madre de' Santi, immagine / Manzoni, a pochi anni dalla conver- della citt superna; / del Sangue incorsione, ha gi colto, si direbbe antici- ruttibile / conservatrice eterna. Bastepando il Vaticano II, il luogo del dog- rebbero questi tratti a mostrare la proma e il fondamento della piet cattoli- fondit e in certo senso la novit della ca. Il proposito di tradurre in poesia visione ecclesiologica di Manzoni: la quelle solennit rivela chiaramente Chiesa santa e madre di santit; prel'importanza che ai suoi occhi esse ave- figura la Gerusalemme celeste, nostra vano assunto come segni efficaci della madre (Galati 4, 26); vive, nell'Eucapresenza e come fonti dell'esperienza ristia, del Corpo dato del Signore e del del mistero cristiano. Quelle memorie, suo Sangue sparso e ne custodisce e atricorrenti nel tempo e nel ritmo della testa l'alleanza eterna. di INOS BIFFI lcuni degli inni presenti nell'attuale liturgia ambrosiana hanno come autore Alessandro Manzoni: provengono dai suoi Inni Sacri, secondo la volont del cardinale Giovanni Colombo, che fu intelligente e acuto conoscitore di Manzoni. certamente significativo che la Chiesa di Milano, che ebbe come vescovo il pi grande e geniale autore di inni liturgici, abbia accolto per la sua preghiera la poesia sacra di Manzoni, un laico cristiano, assiduo e lucido frequentatore della liturgia ambrosiana. Esattamente non sappiamo quando abbia deciso di scrivere degli inni sulle festivit cristiane, forse gi nei primi tempi della sua conversione, nel 1810. In un manoscritto cartaceo, conservato nella sala manzoniana della Braidense, contenuto l'elenco di dodici inni, che Viene spontaneo paragonare questa figura della Chiesa, attraente e piena di mistero, a quella che non pochi teologi o sedicenti tali oggi amano presentare: si direbbe che provino una invincibile vergogna a parlare della Santa Madre Chiesa, e soprattutto a contemplarla nel suo stato invisibile e celeste. Una simile Chiesa da loro giudicata astratta, non impegnata nel sociale, lontana dalla vita della gente, remota dalle sue vicissitudini. In realt proprio la gente si aspetta la Chiesa autentica, non quella diluita e confusa in tante vaghe comunit, secondo un ecumenismo leggero; e la Chiesa autentica una sola: quella che il Corpo di Cristo, la sua Sposa e nostra Madre, che, proprio perch dimorante in cielo lass, come asserisce Paolo si estende sulla terra e, sostenendoci nell'esistenza lungo il tempo, ci rende gi partecipi della grazia e della gloria. Con la sua penna penetrante e libera il cardinale Biffi affermava e c'era Benedetto XVI ad ascoltarlo : La fede dei semplici era solita parlare di Santa Madre Chiesa; espressione che per oggi non tanto di moda tra i cristiani acculturati. Anzi, nel linguaggio critico e un po' risentito di molti, la Chiesa pi che di una madre, sembra avere i lineamenti di una figlia riottosa da correggere, quando non di una peccatrice da convertire, sulla quale, si potrebbe aggiungere, pesano trascorsi secolari di cui arrossire e di cui non finire mai di chiedere perdono. Ma vediamo come Manzoni, per aver capito veramente la Pentecoste, con felice tocco prosegua a disegnare e ad ammirare i tratti che distinguono la Chiesa: cattolica e diffusa in ogni spazio, essa segnata dalla passione, militante ed orante; la sua lunga storia una storia di martirio e di associazione alla passione del Signore; una storia di lotta con lui e di comunione alla sua preghiera: Tu che da tanti secoli, / soffri, combatti e preghi; / che le tue tende spieghi/ dall'uno all'altro mar. Le connotazioni che seguono, accompagnate da viva e diffusa gioia, uniscono in modo stupendo bellezza e teologia: la Chiesa il luogo della speranza; la casa del Dio vivo; la compagna della sofferenza del Signore e la confidente dei suoi intimi segreti; il frutto della sua vittoria o della sua Pasqua: Campo di quei che sperano; / Chiesa del Dio vivente; / compagna del suo gemito/, conscia de' suoi misteri, / [...] della sua vittoria/ figlia immortal. Prima della venuta dello Spirito, la Chiesa era solo un gruppo di discepoli impauriti, timorosi e appartati. Fu lo Spirito a rianimarla, a infonderle vigore, a illuminarla, a renderla a tutti visibile, e ad aprire le sue labbra all'annuncio incessante del vangelo: [...] su te lo Spirito / rinnovator discese, / e l'inconsunta fiaccola / nella tua destra accese; quando, segnal de' popoli, / ti

Alessandro Manzoni in un ritratto del 1831

Albrecht Drer, La Pentecoste

colloc sul monte, / e ne' tuoi labbri il fonte / della parola apr: sempre una limpida e appassionata teologia della Chiesa, a confronto della quale appaiono ancora pi deprimenti le teorie di quanti, ottusi al suo mistero, non riescono a scoprire e a intravedere tutta l'intima gloria della Figlia del Re. D'altra parte, Manzoni, nel quale l'esperienza cristiana sempre pi si approfondisce e matura, non fa che tradurre in versi rapidi e chiari le parole di Cristo: Voi siete la luce del mondo; una citt posta su un monte non pu restare nascosta. Nemmeno si accende una lucerna per metterla sotto il moggio; la si pone invece sul candelabro affinch faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Risplenda cos la vostra luce davanti agli uomini, affinch, vedendo le vostre buone opere, glorifi-

Il segretario della Conferenza episcopale italiana racconta la nuova versione della Bibbia

Una traduzione pi letterale, ma soprattutto pi bella


Nell'ambito dell'incontro La bellezza della Parola nel nostro tempo il segretario generale della Conferenza episcopale italiana ha presentato alla Fiera del Libro di Torino la nuova traduzione della Bibbia e il progetto di pubblicazione del nuovo Lezionario e di due edizioni delle Sacre Scritture. Pubblichiamo un estratto dell'intervento. di GIUSEPPE BETORI Quella che viene presentata non la prima traduzione della Bibbia che la Conferenza episcopale italiana appronta. A seguito delle esigenze poste dalla riforma liturgica conciliare, la Cei decise infatti subito di dotarsi di una propria traduzione della Bibbia e diede inizio ai lavori in tal senso nel 1965. Non si pens di fare una traduzione ex novo, ma di utilizzare come base il testo della Bibbia edita non da molto per la Utet a cura di Enrico Galbiati, Angelo Penna e le, hanno infatti indotto la Santa Sede ad avviare gi nel 1965 una revisione della Vulgata geronimiana, un lavoro terminato nel 1979; ulteriori approfondimenti portarono a pubblicare una seconda edizione della Nova Vulgata, promulgata il 25 aprile 1986 e dichiarata typica, specie per l'uso liturgico. In ossequio a tale indicazione, la presidenza della Cei nel maggio 1988 avvi il lavoro di revisione della traduzione italiana, alla luce del testo della Nova Vulgata editio altera e, con l'occasione, per migliorarne la qualit. Il lavoro di revisione stato orientato da indicazioni e criteri stabiliti dal Consiglio episcopale permanente e in seguito sulla scorta di quanto previsto dall'Istruzione della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti Liturgiam authenticam (2001) relativa alla traduzione dei testi liturgici. I criteri che hanno guidato il lavoro di revisione possono essere cos riassunti: i libri e le pericopi da tradurre, in quanto facenti parte del Canone biblico della Chiesa cattolica, sono stati individuati in conformit alla Nova Vulgata e, in genere, alla tradizione liturgica occidentale; la traduzione esistente stata rivista in base ai testi originali (ebraici, aramaici e greci), secondo le migliori edizioni critiche oggi disponibili, dalle quali stata tradotta anche la Nova Vulgata, e secondo i principi classici della critica testuale e dell'esegesi. Nei casi di lezioni testuali dubbie o discusse, ci si riferiti in primo luogo alla versione della Settanta, per l'Antico Testamento, e poi alla Vulgata, tenendo conto delle scelte compiute dalla Nova Vulgata; inesattezze, incoerenze ed errori della traduzione del 1971-1974 sono stati corretti seguendo scelte condivise tra gli esegeti e avendo come riferimento, nei casi dubbi, la Nova Vulgata. Ancora: si cercato di recuperare un'aderenza maggiore al tono e allo stile delle lingue originali, orientandosi verso una traduzione pi letterale, senza compromettere tuttavia l'intelligibilit del testo fin dal momento della lettura o dell'ascolto; particolare attenzione stata riservata alla corrispondenza dei testi sinottici, alla variet degli stili e dei generi letterari nei diversi libri della Scrittura, cercando al contempo uniformit e continuit del vocabolario; ci si preoccupati di rendere il testo in buona lingua italiana, con modalit espressive di immediata comprensione e comunicative in rapporto al contesto culturale odierno, evitando forme arcaiche del lessico e della sintassi; si curato il ritmo della frase, per rendere il testo rispondente alle esigenze della proclamazione liturgica e, dove occorra, adatto a essere musicato per il canto. Nel lavoro di revisione, durato dodici anni, ci si avvalsi dei suggerimenti forniti da esegeti specialisti dei diversi libri biblici, cercando collaborazioni anche sul versante ecumenico e del dialogo con il mondo ebraico. Dopo questa prima fase, il progetto di revisione stato presentato all'intero episcopato, che stato coinvolto in due successive consultazioni, la prima nell'estate 2001 e la seconda nella primavera del 2002, culminata nel voto della 49 Assemblea generale, il 23 maggio 2002. Il consenso stato pressoch unanime: 202 dei 203 votanti hanno approvato il testo proposto. Il testo stato inviato alla Congregazione per il Culto, per ricevere la recognitio prevista per l'uso liturgico del testo. Per volont di Benedetto XVI, la Congregazione ha esaminato tutto il testo della Bibbia e non solo le pericopi che vengono attualmente utilizzate nella liturgia. La recognitio, per quanto concerne i lezionari liturgici stata ratificata in data 12 luglio 2006; il 28 maggio 2007 per i testi biblici presenti nella liturgia delle ore. La presidenza della Cei, a cui spetta formalmente l'approvazione della versione italiana dei libri della Sacra Scrittura, ha infine dato la sua definitiva approvazione nella riunione del 17 settembre 2007. Tre giorni dopo la Congregazione ha concesso la recognitio alla Bibbia nella sua globalit. Accanto all'iter di revisione della traduzione del testo biblico, si avviata in parallelo la revisione delle introduzioni e delle note che accompagnavano le precedenti edizioni della Bibbia Cei. San Girolamo nel Anche qui il lavoro di revisione stato profondo e ha fatto tesoro delle acquisizioni pi recenti degli studi biblici. Introduzioni e note accompagnano il testo, come doveroso per ogni Bibbia pubblicata in ambito cattolico, ma non hanno il medesimo valore tipico della traduzione e pertanto sono pubblicate sotto l'esclusiva responsabilit della segreteria generale della Cei, che per questo lavoro si parimenti avvalsa di numerosi collaboratori. L'opera ora realizzata, come ogni traduzione, non certo immune da difetti, che l'uso far emergere e si potranno prevedere ulteriori miglioramenti. Essa per vuole proporsi come riferimento sufficientemente stabile per l'uso liturgico e spirituale, cos da alimentare la crescita del linguaggio religioso cristiano a partire dalle sue irrinunciabili radici bibliche. Si infatti cercato di far risplendere il contenuto della Bibbia nelle modalit proprie del nostro linguaggio e parimenti di esprimere le potenzialit della Bibbia nel plasmare il linguaggio, anche quello del nostro tempo. Gli aspetti ora richiamati evidenziano un'altra dimensione del testo biblico e dell'opera di traduzione, che possiamo definire propriamente estetica. I libri sacri non sono soltanto un contenitore di pensiero religioso ma una vera e propria letteratura, che affida la potenzialit del suo messaggio anche all'apprezzamento estetico che essa pu suscitare nei lettori e negli uditori della Parola. Non va infatti dimenticato che la dimensione estetica della Bibbia costituisce, unitamente a quella storica, il baluardo insormontabile dei vari tentativi di riduzione etica del suo contenuto, in quanto chiama l'uomo non semplicemente all'adesione a norme di vita, bens all'apprezzamento per una verit che lo seduce e gli chiede un'adesione vitale. Non a caso vero e bello si intrecciano nella prospettiva dell'incarnazione secondo il vangelo giovanneo, dove il Verbo, il Lgos della verit, anche Luce, vale a dire splendore che attrae, anzi proprio nel farsi carne del Verbo la Luce splende sulle tenebre e le vince (cfr Giovanni, 1, 1-18). chiaro che parlando qui di bellezza non vogliamo riferirci a una concezione del bello puramente formale, esito della disposizione armoniosa di un qualsiasi contenuto, ma di quel bello che si sostanzia anzitutto della sua corrispondenza al vero, forma attraente perch vera e quindi rispondente alle attese dell'uomo. Parimenti la verit che le pagine della Bibbia ci propongono una verit che non chiede un puro riconoscimento intellettuale, ma intende conquistare l'uomo e pertanto si fa bella per sedurlo e annetterlo alla sua amicizia. C' quindi una profonda distanza tra l'ideale apollineo della bellezza che sostanzia di s la tradizione classica e il concetto di bellezza proprio della tradizione biblica. Ci permette ad esempio di non vedere opposizione tra la figura messianica di cui il Salmo 45 parla dicendo: Tu sei il pi bello tra i figli dell'uomo, sulle tue labbra diffusa la grazia e il volto messianico del Servo del Signore: Non ha apparenza n bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia (Isaia, 53, 2-3). Nell'una e nell'altra di queste figure risplende la stessa forza rivelatrice e quindi la stessa bellezza. Trasferendoci al Nuovo Testamento, il volto sfigurato del Cristo nella passione non appare meno bello di quello radioso della trasfigurazione: in ambedue si fa vicino all'uomo il potere vivificante, carico di splendore luminoso, di un Dio che amore. La bellezza di cui si fanno testimoni le pagine bibliche ruota tutta attorno alla sua aderenza alla verit. Ci che caratterizza questa bellezza non pertanto la linearit dei segni e della loro composizione, ma la capacit che essi offrono di entrare in una prospettiva di profondit che conduce allo svelamento della verit. Ci riguarda in modo particolare il tessuto storico dei testi biblici, che ne costituisce la trama di fondo, come testimonianza di una storia di salvezza di Dio con l'uomo. Si tratta di offrire alla lettura degli eventi uno sguardo di oltrepassamento del fenomenico per scorgere l'orizzonte divino che li fonda e li illumina, senza perdersi per in un numinoso che cancellerebbe le singolarit dell'umano che entra in dialogo con il divino e in questo dialogo trova salvezza. Tutto questo trova espressione anche nelle forme artistiche che prolungano nella storia cristiana il testo letterario nelle realizzazioni della pittura e della scultura. Qui la sostanzialit verticale che trova il suo apice nella tradizione delle icone orientali, ma si ritrova anche in certe forme aniconiche del moderno, si intreccia con la conquista prospettica dell'arte occidentale che rid profondit e movimento, quindi spessore di concretezza nel tempo e nello spazio, ai protagonisti della storia salvifica. Tutto questo sta dietro anche al progetto di una traduzione, che muovendosi tra aderenza stretta ai testi originali e capacit di farsi comprendere nell'odierno contesto culturale ambisce anch'essa a rivestirsi di una qualche luce di bellezza o, almeno, di non oscurare eccessivamente con le proprie debolezze la bellezza insita nel testo sacro. Con questo anche la presente traduzione sente di far parte di quello sforzo di dialogo con la cultura contemporanea che caratterizza questo momento della vicenda della Chiesa nel nostro Paese. A questo sforzo non sfugge peraltro la consapevolezza dei propri limiti, in quanto ogni traduzione sempre perdita di qualcosa che appartiene all'originale e solo a esso, in quanto legata alle forme proprie di una lingua e di una letteratura. Solo per fare un esempio, quando nel Salmo 29 si traduce ql con voce, non si pu dimenticare che in quello stesso contesto il vocabolo ebraico significa anche tuono, cos che da una parte il messaggio viene connotato dalla forza del suono e il forte suono a sua volta da rumore si fa comunicazione. Ma non potendo nell'italiano far altro che scegliere fra le due possibili traduzioni del termine, non resta che affidarsi all'aiuto delle note per indicare ci che si perso non solo a livello del contenuto ma anche a livello della bellezza comunicativa del testo. stata condotta a termine una traduzione,

Questo libro viene incontro ai suoi lettori non solo con le pagine che materialmente lo compongono, ma anche con la storia culturale che il popolo di Dio ha costruito e continua a costruire
Piero Rossano, invitando a farne una revisione ai fini dell'utilizzazione liturgica. La revisione fu affidata a un gruppo di biblisti e italianisti. Il lavoro, approvato dall'ottava Assemblea generale della Cei (14-19 giugno 1971), ebbe una prima edizione nel dicembre 1971 e una seconda, che includeva le correzioni richieste dalla Santa Sede per alcuni testi utilizzati nella liturgia, nell'aprile 1974. Da questa seconda edizione sono tratti i testi delle pericopi bibliche dei lezionari liturgici e della liturgia delle ore che sono stati fino a oggi in uso. La revisione della traduzione della Bibbia Cei era un'esigenza che emergeva dall'uso dei lezionari, come attestano numerose richieste di modifiche giunte negli anni alla segreteria generale della Cei; soprattutto per si impose come inderogabile dopo la pubblicazione della Nova Vulgata. Le novit maturate nell'ambito degli studi biblici, soprattutto in quello della critica testua-

Si cercato di far risplendere il contenuto del testo sacro nelle modalit proprie del nostro linguaggio E di esprimere le potenzialit della Scrittura nel plasmare la lingua e la letteratura
ma con ci si dato solo l'avvio al percorso che deve portare la Parola nel nostro tempo. Ogni traduzione costituisce solo un inizio di interpretazione. Dice san Gregorio Magno che le divine parole crescono con chi le legge (Omelie su Ezechiele I, 7, 8), perch il loro pieno significato si rivela solo nella comprensione e nella vita di quanti a esse si accostano illuminati dalla fede. Pertanto questo libro viene incontro ai suoi lettori non solo nelle pagine che materialmente lo compongono, ma anche con la storia viva del popolo di Dio che nella sua dottrina, nella vita liturgica e nella testimonianza di santit, ma anche nella produzione culturale ha costruito e continua a costruire la manifestazione storica della sua verit e quindi l'orizzonte in cui leggerlo e proclamarlo, offrendone un'interpretazione sicura, in cui collocare l'appropriazione delle singole persone e comunit.

particolare di un dipinto di Domenico Ghirlandaio

chino il Padre vostro che nei cieli (Matteo 5, 14-16). Disceso ad animare la Chiesa, lo Spirito, dalla voce molteplice da tutti compresa, raccoglie e ricompone in unit gli uomini dispersi dalla confusione delle lingue: Manzoni lo illustra, intessendo e volgendo magistralmente in poesia i passi della Scrittura sul mattino di Pentecoste. Lo Spirito, con i suoi doni molteplici, compie il miracolo di un rinnovamento universale. Da lui proviene un'umanit nuova e riscattata. A lui risalgono l'annunzio e la diffusione del vangelo e la luminosa testimonianza della fede; sua grazia una pace inalterata e inespropriabile [...], che il mondo irride, / ma che rapir non pu e il raggiungimento, pur nella distanza degli spazi, dell'unit dei cuori. Per lo Spirito gli animi spenti si trovano ravvivati, e in forza del suo amore si acquietano gli animi ribelli. Da lui sono suscitati pensieri irreprensibili, e nella sua effusione quale piacevol alito e aura consolatrice ricevono conforto e rasserenamento gli sfiduciati; da lui i propositi di violenza sono spazzati via, ed elargito il timore e insegnata la piet: doni tutti, che attingono energia dallo Spirito e crescono sotto il suo mite lume, che inesauribilmente dona e provvede la vita. Il poeta enumera e riconosce questi frutti dello Spirito in un sguito di commosse e ripetute invocazioni, dietro le quali si sente risonare il canto stupendo del Veni Creator, forse di Rabano Mauro, e la mirabile sequenza del Veni, Sancte Spiritus, di Stefano di Langton. Manzoni mostra di averli intimamente gustati e assimilati; ma i suoi versi non ne sono semplicemente la traduzione: con la sua genialit poetica e il fervore della sua fede egli rifonda e rinnova quelle invocazioni, dotando il nostro vocabolario cristiano di un linguaggio nuovo e originale: il pi nuovo e originale che esso abbia conosciuto dopo Dante. Ma un altro aspetto appare nuovo nella teologia e nella piet manzoniana di Pentecoste. Si direbbe che egli apra allo Spirito i confini umani pi intimi e familiari. Egli ne invoca l'effusione santificante e consolatrice soprattutto nell'esistenza quotidiana, semplice e umile: l'esistenza dei miseri e di tutti i figli d'Eva, per i quali il Signore ha patito sulla croce, e quella del povero, che per merito dello Spirito pu lietamente sollevare il suo sguardo al cielo, ch' suo, e al quale il ricco porge il proprio dono con amicizia e discrezione. In particolare, Manzoni invoca lo Spirito per il mondo in cui egli affettivamente vive e che lo circonda: quello rappresentato dalla famiglia, dalle spose e dalle madri, dai bambini e dalle fanciulle, dai giovani e dagli adulti, dai vecchi e dai morenti, senza che vengano dimenticate le vergini, celate nei monasteri. Le sue espressioni sono di una lucentezza e di una suggestione incancellabili. Il poeta implora la venuta dello Spirito perch si espanda nell'ineffabil riso dei bambini i nostri bamboli ; perch sparga la casta porpora sul viso delle fanciulle e conceda le pure gioie ascose alle ascose vergini; e perch consacri il verecondo amor delle spose. E qui il pensiero va alla moglie di Manzoni, Enrichetta Blondel, che, insieme con le affezioni coniugali e con la sapienza materna cos egli scriveva di lei, dedicandole l'Adelchi pot serbare un animo verginale. Ma le accese invocazioni della pi solenne e sublime poesia manzoniana non sono terminate. Proseguono, a domandare che lo Spirito governi il confidente ingegno dei baldi giovani, guidi il viril proposito degli adulti, adorni la vecchiaia le canizie di desideri lieti e santi, per brillare, infine, negli occhi di quanti muoiono sorretti dalla speranza nel guardo errante/ di chi sperando muor . Non c' condizione e stato di vita che non abbia bisogno dello Spirito. Manzoni lo supplica per tutti. Con rara finezza ancora il cardinale Giovanni Colombo fu specialmente attento a far intravedere, prefigurati ne La Pentecoste, personaggi e accenti che prenderanno forma concreta altrove nell'Adelchi e nel romanzo , coi temi della femminilit e della maternit, che l'inno sacro evoca attraverso immagini riassuntive e colme di tenerezza: Manzoni tra riga e riga, gi qui ci fa balenare i personaggi che poi diverranno famosi; e ce li fa balenare col volto personale e col ritratto realistico e psicologico che sar descritto nelle pagine dell'immortale romanzo. Era il pensiero di Cesare Angelini che chiamava le liriche anticipi del romanzo, albeggiamenti del capolavoro e del suo mondo in piena, dove avverr lo sbocco definitivo della lirica nella prosa.

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
A sessant'anni dal primo riconoscimento degli istituti secolari

domenica 11 maggio 2008

La denuncia del Primate della Chiesa armena Avak Asadourian

Consacrati nel mondo Per i cristiani in Iraq laici tra i laici non bastano le promesse
C' chi assistente sociale, chi impiegato in Comune, chi lavora in banca, chi ha un impiego precario in un'azienda che rischia la chiusura, chi pensionato e ancora chi disoccupato. Sono arrivati a Roma da tutta Italia. Ma non per una riunione o una manifestazione sindacale. Si tratta dei partecipanti al convegno nazionale della Conferenza Italiana degli Istituti Secolari (Ciis). l'organizzazione che raggruppa i circa diecimila membri dei settantacinque istituti secolari di diritto pontificio o solo diocesano presenti in Italia. Da sabato 10 fino alla mattina seguente sono riuniti presso la Pontificia Universit Urbaniana per fare il punto, attraverso uno scambio di testimonianze, sulla loro missione a sessanta anni dalla Primo feliciter, il motu proprio con il quale Pio XII approv e chiar meglio questa nuova forma di vocazione scaturita all'interno della Chiesa. Pi che un incontro celebrativo spiega per la responsabile nazionale del Ciis, Caterina Caminati per noi si tratta di riflettere e ripensare la nostra identit, la nostra vocazione. Infatti, la missione non significa per noi in primo luogo un impegno all'interno delle strutture ecclesiali, nelle attivit parrocchiali o nei consigli pastorali, quanto soprattutto, e quando ci si riesce, la testimonianza della novit della vita cristiana all'interno della realt lavorativa di tutti i giorni nella quale siamo inseriti. Settanta anni, ex insegnante e assistente sociale, Caterina Caminati, ha abbracciato questa vita quarantatr anni fa, in piena stagione conciliare, entrando nell'istituto secolare di Santa Caterina di Genova, fondato nel 1956 dal cardinale Giuseppe Siri. Una vita da laica con la necessit di mantenersi, di trovare un lavoro e un'abitazione ma con il cuore interamente consacrato al Signore. E senza alcun abito particolare o segno esteriore che possa far presagire una scelta cos particolare. Una scelta non comune allora per i tempi, ma che anche oggi molto poco conosciuta anche all'interno della comunit ecclesiale. Gli istituti secolari rappresentano infatti una nuova e originale forma di vocazione. Sorti all'inizio del secolo scorso, hanno avuto il loro riconoscimento ufficiale nel 1947 con la costituzione apostolica Provida mater ecclesia e poi principalmente nel 1948 appunto con il motu proprio Primo feliciter mentre sono entrati a pieno titolo nel nuovo Codice di diritto canonico nel 1983. I loro membri sono laici uomini e donne ma anche sacerdoti diocesani che, vivendo nel mondo la vita ordinaria di tutti, s'impegnano a incarnare il Vangelo in povert, castit, obbedienza nello spirito delle Beatitudini. I membri laici rimangono a pieno titolo nel loro stato: sono cio semplici battezzati, ma che, in risposta a una particolare chiamata, qualificano il loro essere laici consacrandosi interamente a Dio con la professione dei consigli evangelici. Essi chiarisce infatti il Codice di diritto canonico partecipano della funzione evangelizzatrice della Chiesa sia mediante la testimonianza di vita cristiana e di fedelt alla propria consacrazione, sia attraverso l'aiuto che danno perch le realt temporali siano ordinate secondo Dio e il mondo sia vivificato dalla forza del Vangelo. Quanto ai membri chierici si legge sempre nel Codice di diritto canonico essi attraverso la testimonianza della vita consacrata, soprattutto nel presbiterio, sono di aiuto ai confratelli con una peculiare carit apostolica, ed in mezzo al popolo di Dio lavorano alla santificazione del mondo come proprio ministero sacro. Gli istituti secolari si distinguono perci da tutte le altre forme di vita consacrata, perch per i loro membri rimanere nel secolo, cio in pieno mondo, senza obbligo di vita comune, laici tra i laici dice ancora la responsabile nazionale del Ciis elemento essenziale e determinante della vocazione, al pari della consacrazione a Dio. Una forma di consacrazione in realt gi presente anche nei primissimi secoli dell'era cristiana. Quando tra i cristiani isolati e sparsi in una societ ancora in buona parte pagana, queste vocazioni fiorivano come seme di rinnovamento e lievito nascosto nella massa. Circostanze per molti versi non dissimili a quelle presenti nell'odierna societ secolarizzata. E che oggi rendono nuovamente e pienamente attuali queste vocazioni che attingono in profondit all'insegnamento del Concilio Vaticano II soprattutto laddove vi il riconoscimento della dignit e dell'autonomia delle realt terrene, l'affermazione della dignit e della missione dei laici nel mondo e la sottolineatura della vocazione alla santit per tutti gli uomini. Perch come ha lucidamente indicato Benedetto XVI nell'udienza del 3 febbraio 2007 ai partecipanti alla Conferenza mondiale degli istituti secolari esse siano come un seme di santit gettato a piene mani nei solchi della storia. (fabrizio contessa) di MARCO BELLIZI La comunit internazionale deve prendersi cura dei cristiani in Iraq: le promesse non sono state seguite dai fatti, e la situazione di questa minoranza religiosa nel Paese asiatico drammatica. Il Primate della diocesi della Chiesa armena in Iraq, l'arcivescovo Avak Asadourian, molto severo quando si parla delle condizioni della popolazione in un Paese che ormai da tempo in ginocchio. Rispondendo ad alcune domande, a margine della conferenza stampa nella quale il patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, Karekin II, ha rivolto un messaggio di saluto, l'arcivescovo Asadourian, tiene a precisare per che le difficolt vissute dalla minoranza cristiana sono anche quelle che tutta la popolazione irachena sta vivendo negli ultimi anni. Spiega l'arcivescovo Asadourian: La comunit internazionale ha fatto molte promesse. Bisogna che seguano i fatti. Solo in pochi, piccoli centri arrivano gli aiuti necessari. Mancano, cure, ospedali, medicinali, viveri. Ma sono cose che servono a tutti gli iracheni. La miseria e lemigrazione verso la Siria e il Libano, per andare poi in Europa o negli Stati Uniti, un dramma comune a tutti. La situazione diversa da come la si vede da lontano ha aggiunto l'arcivescovo . Le difficolt non nascono dalle incomprensioni fra le religioni, hanno ragioni molto pi profonde. Ricordiamoci e amiamo questa terra che stata culla del primo annuncio della Parola fra il Tigri e lEufrate. La comunit cristiana comunque in sofferenza. Mezzo milione di fedeli della Chiesa armena erano presenti in Iraq prima dell'inizio delle operazioni belliche. Oggi sono circa venticinque-

mila. L'emigrazione, forzata dalla circostanze ambientali, comporta problemi di non poco conto anche nei Paesi limitrofi all'Iraq, dove molti profughi si rifugiano. Eppure la presenza cristiana e dei fedeli della Chiesa armena, ha ricordato l'arcivescovo Asadourian, c' dal giorno 1, come dire che la storia dell'Iraq stata costruita anche dai cristiani. Le divisioni, i contrasti fra i gruppi di diversa religione sono, spiega ancora il Primate della Chiesa armena in

Ricordo di padre Giuseppe Ferrari, per sessant'anni prete romano

Un po' dello spirito di Filippo qui rimasto


di EDOARDO ALDO CERRATO* La commozione dei tanti fedeli che hanno gremito la Chiesa Nuova un mese fa per dare l'ultimo saluto a padre Giuseppe Ferrari (1920-2008) ha dimostrato quanta stima e quanto affetto circondavano questo sacerdote da tutti familiarmente chiamato padre Peppino, il figlio di un pescatore di San Benedetto del Tronto, arrivato a Roma ancor giovanissimo per diventare sacerdote sulle orme di san Filippo Neri. Sul volto c' un lieve sorriso hanno osservato i fedeli presenti al rito funebre guardando la salma di padre Peppino. Dal suo viso traspariva infatti la pace che segue la morte. Alcuni hanno commentato: Non siamo abituati a questo lieve sorriso, perch il suo sorriso in vita sempre stato aperto e grande.... vero, padre Peppino non sorrideva mai lievemente. Questo sacerdote sapeva accogliere chiunque con un sorriso, che era ben pi che un sorriso lieve. Riusciva a sorridere apertamente anche nei momenti di pi acuta sofferenza che a lui non sono mai mancati, come del resto non mancano a ogni altra persona. Della sua gioia si pu dire ci che si deve dire della gioia di san Filippo Neri quando lo si osserva nella sua autenticit. Cos faceva padre Peppino il quale ogni giorno me lo disse una volta leggeva qualche pagina sul santo. Non leggeva paginette edulcorate e blande ma scritti solidi, scaturiti da ampie e intelligenti riflessioni. Le pagine dei suoi autori preferiti che erano stati anche suoi amici: da don Vannutelli a don De Luca, a Nello Vian e altri. Questa gioia non principalmente il frutto di un buon temperamento, ma il risultato di una profonda e impegnativa adesione dell'uomo a Ges Cristo il quale, lungi dall'eliminare ci che umano, lo raffina e lo potenzia facendo fiorire nel cuore e sul volto una pace che spesso pi per gli altri che per colui che la possiede. Questa la gioia indicibile e gloriosa di cui parla san Pietro che ne fece esperienza nel suo discepolato all'insegna del Tu, vieni e seguimi!. Credo che proprio questa pace, testimoniata dal volto dell'indimenticabile sacerdote della Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella), sia la sintesi della sua vita. Aveva le sue paure, padre Peppino; aveva i suoi momenti di sconforto, come li aveva avuti san Filippo. Padre Peppino aveva anche i suoi scrupoli... E se san Filippo incessantemente ripeteva: Scrupoli e malinconie fuori di casa mia, perch, probabilmente, anch'egli non se ne sentiva esente. La bellezza di un'umanit redenta da Cristo non data dalla sua perfezione naturale, ma dalla volenterosa adesione al Salvatore che libera, innalza, fa crescere e rende l'uomo capace di dare pi di ci che egli stesso pensa di poter offrire. Cos padre Peppino si trovato a dare tutto: il suo tempo, le sue energie, la sua intelligenza, la sua sensibilit, la sua capacit di intessere rapporti, la sua generosit nell'interessarsi di tanti nelle gioie e nei dolori della vita... Di persona: non solo con il ricordo nella preghiera, ma con la presenza o con uno scritto (la sua attenzione alla posta!), con una telefonata, con un segno concreto di partecipazione a tanti eventi o al ricordo di essi, tenuto vivo nella sua memoria prodigiosa, in cui non mancavano neppure i numeri di telefono, per i quali spesso addirittura non doveva consultare una agenda. La modestia e la semplicit di padre Peppino potevano, talora, farlo apparire debole. Lui, invece, era forte come una quercia, anche nelle prove pi dure. Resisteva nelle traversie della vita non per cocciutaggine, ma per un amore che gli aveva scaldato il petto e lo colmava di una forza che la perseveranza di cui parla il Signore nel Vangelo. Incredibile il suo fascino sui bambini, fino alla fine. Dal momento che, nonostante il male, ha continuato a fare il catechismo della Prima Comunione fino a qualche settimana prima di morire. Incredibile la sua pazienza con le file di persone che venivano a chiedergli aiuto. Incredibile la sua dedizione di eterno viceparroco della Chiesa Nuova, la sua disponibilit a ogni forma di ministero sacerdotale, e l'amorosa meticolosit con cui organizzava gli incontri dell'Oratorio Secolare. Incredibile quante lacrime ha asciugato, quanti cuori ha consolato, a quante persone stato vicino. Chi gli ha reso qualche servizio, durante gli ultimi mesi di quasi immobilit ha sentito di farlo non per dovere di carit verso un anziano, ma per amore verso un padre. stato difficile ascoltare, nella messa esequiale, il Venite, benedetti del Padre mio... perch mi avete accolto, mi avete dato da mangiare, mi avete visitato, mi avete vestito... senza ripensare alla vita di padre Peppino; alla sua semplicit e umilt, alla perseveranza e alla fortezza con cui egli ha fatto tutto questo per amore di Cristo. Ha accolto tutti padre Peppino, privilegiando i piccoli verrebbe da dire; ma non esatto. Padre Peppino non ha privilegiato nessuno; ha dato tutto a tutti, secondo il bisogno di ciascuno, perch per lui tutti erano piccoli, anche i grandi del mondo, e tutti erano grandi. A ognuno si rivolgeva con il rispetto affettuoso di chi riconosce in ogni persona meriti e limiti, ma soprattutto la dignit di figli di Dio. Lo hanno apprezzato uomini di cultura e persone semplici. Ha conosciuto ed stato stimato da molte persone collocate, nella societ e nella Chiesa, in posti di rilievo. Tutti hanno trovato in lui, sempre, un padre e un amico. Cinque anni or sono, nella festa del suo sessantesimo di sacerdozio, ebbi la gioia di consegnargli, al termine della messa, la croce pro Ecclesia et Pontifice conferitagli dal Papa Giovanni Paolo II. Ora quel riconoscimento non si trova pi tra le cose di padre Peppino; ricordo che subito dopo la messa regal la croce a due bimbe perch, diceva scusandosi, je piaceva la scatola rossa. Padre Peppino e la Chiesa Nuova sono stati, e in modo nuovo continueranno a essere, un binomio inscindibile. Pensare a padre Peppino e ricordare la sua presenza alla Chiesa Nuova percorrere la storia di quasi un secolo di vita vallicelliana, con gli avvenimenti che l'hanno caratterizzata e le tante persone che egli ha qui incontrato e con le quali ha condiviso il cammino: persone grandi che hanno impresso talora un'orma significativa nella storia d'Italia e della Chiesa universale; persone umili il cui ricordo rimane solo nel suo cuore di prete. Ma poich la Chiesa Nuova, con la sua comunit e le sue opere pastorali, inseparabile da padre Filippo, anche padre Peppino e san Filippo sono, di conseguenza, un binomio caro e prezioso... Non c' oratoriano che sia passato alla Vallicella e non conservi impresso nella memoria il ricordo di un sacerdote sempre disponibile e gentile, la cui semplicit non riesce a celare una profonda cultura attinta a studi seri e a tante letture, raffinata dall'interesse per le belle lettere e da un culto del passato che non memoria nostalgica delle cose vecchie, ma amore giovanile per ci che di perenne c' nello scorrere del tempo e della storia. stata una grande gioia, qualche anno fa, leggere sulla rivista Trenta Giorni il servizio dedicato da Paolo Mattei a Santa Maria in Vallicella: Padre Peppino lo conoscono tutti da queste parti. il viceparroco. Egli ride di cuore se si fa cenno al suo eterno ruolo di vice, l'acme di una carriera ecclesiastica iniziata pi di sessant'anni fa, dopo gli studi a Propaganda Fide, dove ebbe come insegnante di archeologia cristiana Giulio Belvederi e tra i compagni di scuola Raphal Bidawid, che diventer patriarca di Babilonia dei Caldei. Alla Chiesa Nuova ha tirato su intere generazioni col catechismo per la prima comunione. Ha confessato chiss quanta gente. Gli sono passate davanti agli occhi tutte le trasformazioni di una citt e del suo popolo, fatto di generone e di poveracci, di sopravvissuti alla guerra e di figli della televisione, di statali di ottavo grado ma vicini a zomp ner settimo, come racconta Gadda nel Pasticciaccio brutto di via Merulana, e di funambolici pattinatori su skateboard. Sta qui praticamente da sempre. Un po' dello spirito di Filippo qui rimasto disse padre Peppino in quell'intervista. S, quello spirito di Filippo che rimasto, in lui stato vivissimo e il suo ricordo continua a essere per tutti ci che Gadda diceva: un nun socch, un quarche cosa che rissomija a la felicit.
*Procuratore Generale della Confederazione dell'Oratorio di San Filippo Neri

Iraq, un fatto relativamente recente: I rapporti con i musulmani sono sempre stati buoni. Cos come quelli con i fratelli cristiani. Recentemente, nel 2006, stato creato un Consiglio delle Chiese, del quale io stesso sono stato eletto segretario generale: un modo anche per rafforzare in questo difficile momento la nostra solidariet e riconoscere il nostro essere fratelli in Cristo e fratelli appartenenti al genere umano. Lo stesso Catholicos, Karekin II, ha sottolineato questo aspetto, nel messaggio che ha rivolto ai giornalisti presenti alla conferenza stampa convocata nella Sala Marconi della Radio Vaticana: Nel nostro presente, in un mondo dove sviluppi e cambiamenti si succedono rapidamente, molte questioni ambientali, sociali, politiche, economiche, e temi morali richiamano la nostra attenzione, specialmente in un processo di globalizzazione nel quale si sta perdendo l'autentico rispetto per la vita e per l'uomo. Il rafforzamento dei legami e la collaborazione costituiscono ha detto il Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni un imperativo per le chiese cristiane, perch solo attraverso una cooperazione inclusiva potremo servire efficacemente il fine del raggiungimento della pace nel mondo e una sempre pi efficace difesa dei diritti umani, delle nazioni, delle famiglie e delle classi sociali che nel mondo sono a rischio. Ha detto ancora il Catholicos: L'amore ricevuto da nostro Signore Ges Cristo ha portato molti frutti nel campo dell'ecumenismo oggi. Fedeli ai santi padri della Chiesa e ai loro legami, nonostante le differenze e le nostre proprie caratteristiche, daremo maggiore importanza a cosa ci unisce. con particolare piacere per noi confermare che lo spirito di affetto e collaborazione fra la Chiesa armena e la Chiesa cattolica trova ai nostri tempi tangibili espressioni. All'incontro era presente anche il Primate della Chiesa armena degli Stati Uniti, l'arcivescovo di New York, Khajag Barsamian: Da cinque anni ha detto abbiamo cominciato un fruttifero dialogo ecumenico, abbiamo fatto passi in avanti. Abbiamo potuto affrontare senza riserve, in incontri annuali, tanti punti di discussione, ora siamo in una fase avanzata e molto positiva. Dopo l'incontro con la stampa il Catholicos Karekin II si recato presso la basilica papale di san Paolo fuori le Mura per la celebrazione dei Vespri, presieduta dallo stesso Karekin II insieme con il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l'Unit dei Cristiani. Alla celebrazione era presente l'arciprete della basilica, il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo.

W
Il Signore ha chiamato a s la notte dell'8 maggio, memoria della Madonna del Rosario il

P. FRANCESCO BOTTA S.I.


apostolo del Suo Vangelo
I funerali saranno a Roma, nella chiesa dell'Istituto Massimo all'Eur, domenica 11 maggio ore 14.30, a Cagliari, chiesa di S. Michele, luned 12 maggio, ore 11.30 e a Santulussurgiu (Or), chiesa di S. Pietro Apostolo, luned 12 maggio, ore 15.30. Roma, 10 maggio 2008.
.

domenica 11 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Decreto della Penitenzieria Apostolica

pagina 7

Indulgenze speciali per l'anno paolino


Si aprir il 28 giugno e Benedetto XVI ha concesso speciali indulgenze mediante il documento che pubblichiamo in latino e in italiano.
PAENITENTIARIA APOSTOLICA
peccatum, plenariam lucrari valebunt Indulgentiam, si sacrae functioni vel pio exercitio in honorem Apostoli Gentium publice peractis devote interfuerint: diebus, quibus Annus Paulinus sollemniter aperietur et claudetur, in omnibus sacris aedibus; aliis diebus a loci Ordinario determinandis, in sacris aedibus sub titulo Sancti Pauli et, pro utilitate fidelium, in aliis ab ipso Ordinario designandis. III. Denique fideles, morbo vel alia legitima et notabili causa impediti, pariter plenariam consequi poterunt Indulgentiam, semper elongato animo a quocumque peccato et concepto proposito suetas condiciones, cum primum eis possibile erit, adimplendi, dummodo iubilari celebrationi in honorem Sancti Pauli peractae se spiritaliter adiunxerint, preces suas suosque dolores misericordi Deo offerentes pro Christianorum unitate. Quo autem facilius christifideles caelestium horum munerum participes fieri queant, sacerdotes, competenti ecclesiastica auctoritate ad confessiones audiendas adprobati, prompto et generoso animo sese praebeant ad ipsas excipiendas. Praesenti per Annum Paulinum tantum valituro. In contrarium facientibus non obstantibus quibuscumque. Datum Romae, ex aedibus Paenitentiariae Apostolicae, die x mensis Maii, anno Dominicae Incarnationis MMVIII, in vigilia Dominicae Pentecostes. IACOBUS FRANCISCUS S.R.E. CARD. STAFFORD Paenitentiarius Maior @ IOANNES FRANCISCUS GIROTTI, O.F.M. CONV. Ep. Tit. Metensis, Regens

Lettera del cardinale Bertone in occasione della veglia di Pentecoste presieduta dal cardinale Ruini

Il sacramento della confermazione a 185 universitari

PAENITENTIARIA APOSTOLICA

URBIS ET ORBIS DECRETUM


Saeculo XX expleto postquam Sanctus Apostolus Paulus in terris ortus est, speciales conceduntur Indulgentiae. Cum instet sollemnitas liturgica Principum Apostolorum, Summus Pontifex, pastorali impulsus sollicitudine, in animo habet tempestive decernere de spiritalibus aperiendis thesauris pro sanctificatione fidelium, ita ut ipsi salutaria proposita semper quidem concipienda, vel maxime hac pia et felici occasione innovent et roborent, in actum ferventissime deducenda inde a primis vesperis memoratae sollemnitatis, praesertim in honorem Apostoli Gentium, a cuius ortu in terris bismillesimus anniversarius dies nunc propinquat. Sane vero, Indulgentiarum donum, quod Romanus Pontifex universae Ecclesiae praebet, optimae interiori purificationi summo gradu attingendae viam sternit, quae scilicet Beato Paulo Apostolo honorem defert et supernaturalem vitam in cordibus fidelium exaltat et ad fructus bonorum operum gignendos suaviter impellit. Itaque haec Apostolica Paenitentiaria, cui Beatissimus Pater commisit ut Decretum de Indulgentiis totum per spatium Anni Paulini largiendis et acquirendis praeparet atque redigat, per praesens iuxta ipsius Augusti Pontificis mentem editum, gratias, quae in sequentibus significantur, benigne dilargitur: I. Omnibus et singulis christifidelibus vere paenitentibus, qui, rite per Sacramentum Paenitentiae expiati et Sacra Synaxi refecti, papalem Sancti Pauli Basilicam ad viam Ostiensem in forma peregrinationis pie inviserint et ad mentem Summi Pontificis oraverint, plenaria temporalis poenae, pro peccatis luendae, Indulgentia, misericorditer in Domino conceditur atque impertitur, obtenta prius ab iisdem admissorum cuiusque suorum sacramentali remissione ac venia. Plenaria haec Indulgentia a christifidelibus cum sibi, tum aliis fidelibus vita functis toties lucri fieri poterit, quoties imperata opera rite perficiantur, norma autem illa usque vigente, qua semel dumtaxat in die consequi licet Indulgentiam plenariam. Ut vero quae in sacris hisce visitationibus effundentur preces ad Sancti Pauli memoriam recolendam fidelium animos studiosius referant atque excitent, haec, quae sequuntur, statuuntur atque iubentur: praeter eas supplicationes, quae ultro pro singulorum pietate ante SS.mi Sacramenti aram ad Deum admovebuntur, ad Confessionis aram recitari debent Oratio Dominica atque Symbolum Apostolorum, additis piis invocationibus in honorem Beatae Mariae Virginis atque Sancti Pauli. Quae quidem animi devotio sibi semper conexam habeat memoriam Principis Apostolorum Sancti Petri. II. Christifideles variarum Ecclesiarum localium, suetis condicionibus (sacramentali Confessione, eucharistica Commu-nione et oratione ad mentem Summi Pontificis) rite adimpletis, omnino excluso affectu erga quodcumque

URBIS ET ORBIS DECRETO


In occasione dei duemila anni dalla nascita del Santo Apostolo Paolo, vengono concesse speciali Indulgenze. Nell'imminenza della solennit liturgica dei Principi degli Apostoli, il Sommo Pontefice, mosso da pastorale sollecitudine, ha in animo di provvedere tempestivamente ai tesori spirituali da concedere ai fedeli per la loro santificazione, in modo che essi possano rinnovare e rinforzare, con fervore anche maggiore in questa pia e felice occasione, propositi di salvezza soprannaturale gi a partire dai primi vespri della ricordata solennit, principalmente in onore dell'Apostolo delle Genti, di cui ora si avvicinano i duemila anni dalla nascita terrena. Invero il dono delle Indulgenze, che il Romano Pontefice offre alla Chiesa Universale, spiana la strada per attingere in sommo grado la purificazione interiore che, mentre rende onore al Beato Paolo Apostolo, esalta la vita soprannaturale nel cuore dei fedeli e li sprona dolcemente a portare frutti di buone opere. Pertanto questa Penitenzieria Apostolica, alla quale il Santo Padre ha affidato il compito di preparare e redigere il Decreto sull'elargizione e l'ottenimento delle Indulgenze che varranno per tutta la durata dell'Anno Paolino, col presente Decreto, emesso in conformit al volere dell'Augusto Pontefice, benignamente elargisce le grazie che qui di seguito sono elencate:

I. A tutti i singoli fedeli cristiani veramente pentiti che, debitamente purificati mediante il Sacramento della Penitenza e ristorati con la Sacra Comunione, piamente visiteranno in forma di pellegrinaggio la Basilica papale di San Paolo sulla via Ostiense e pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, concessa ed impartita l'Indulgenza plenaria della pena temporale per i loro peccati, una volta ottenuta da essi la remissione sacramentale e il perdono delle loro mancanze. L'Indulgenza plenaria potr essere lucrata dai fedeli cristiani sia per loro stessi, sia per i defunti, tante volte quante verranno compiute le opere ingiunte; ferma restando tuttavia la norma secondo la quale si pu ottenere l'Indulgenza plenaria soltanto una volta al giorno. Affinch poi le preghiere che vengono elevate in queste sacre visite conducano e sollecitino pi intensamente gli animi dei fedeli alla venerazione della memoria di San Paolo, stabilito e disposto quanto segue: i fedeli, oltre ad elevare le proprie suppliche davanti all'altare del Santissimo Sacramento, ognuno secondo la sua piet, si dovranno portare all'altare della Confessione e devotamente recitare il Padre nostro e il Credo, aggiungendo pie invocazioni in onore della Beata Vergine Maria e di San Paolo. E tale devozione sia sempre strettamente unita alla memoria del Principe degli Apostoli San Pietro. II. I fedeli cristiani delle varie chiese locali, adempiute le consuete condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice), escluso qualsiasi affetto verso il peccato, potranno lucrare l'Indulgenza plenaria se parteciperanno devotamente ad una sacra funzione o ad un pio esercizio pubblicamente svolti in onore dell'Apostolo delle Genti: nei giorni della solenne apertura e chiusura dell'Anno Paolino, in tutti i luoghi sacri; in altri giorni determinati dall'Ordinario del luogo, nei luoghi sacri intitolati a San Paolo e, per l'utilit dei fedeli, in altri designati dallo stesso Ordinario. III. I fedeli infine impediti da malattia o da altra legittima e rilevante causa, sempre con l'animo distaccato da qualsiasi peccato e col proposito di adempiere alle consuete condizioni non appena sar possibile, potranno anche loro conseguire l'Indulgenza plenaria, purch si uniscano spiritualmente ad una celebrazione giubilare in onore di San Paolo, offrendo a Dio le loro preghiere e sofferenze per l'unit dei Cristiani. Affinch poi i fedeli possano pi facilmente essere partecipi di questi celesti favori, i sacerdoti approvati per l'ascolto delle confessioni dall'autorit ecclesiastica competente si prestino, con animo pronto e generoso, ad accoglierle. Il presente Decreto ha validit solo per la durata dell'Anno Paolino. Nonostante qualunque disposizione contraria. Dato in Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 10 Maggio, anno dell'incarnazione del Signore 2008, nella vigilia di Pentecoste. JAMES FRANCIS CARD. STAFFORD Penitenziere Maggiore @ GIANFRANCO GIROTTI, O.F.M. CONV. Vesc. Tit. di Meta, Reggente

Oggi, sabato 10 maggio, alle ore 19,30 nella basilica di San Giovanni in Laterano, il cardinale Camillo Ruini, vicario generale di Sua Santit per la diocesi di Roma, presieder la veglia di Pentecoste sul tema della Giornata mondiale della giovent (Avrete forza dallo Spirito Santo). Nel corso della celebrazione verr amministrato il sacramento della confermazione a 185 universitari. In occasione dell'incontro di preghiera, il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha inviato al cardinale Ruini una lettera che pubblichiamo qui di seguito. Signor Cardinale, con la Veglia di Pentecoste, che si svolge sabato prossimo, 10 maggio, nella Basilica di S. Giovanni in Laterano, si conclude l'itinerario formativo preparato per i giovani universitari dall'Ufficio Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, iniziato ad Assisi nel novembre scorso e articolato sul terna Testimoni del Risorto in Universit. Costruire insieme la civilt dell'amore. In occasione di tale significativo appuntamento, il Santo Padre lieto di far giungere a quanti vi prenderanno parte il Suo cordiale saluto e l'assicurazione della Sua spirituale vicinanza. Egli, inoltre, ha appreso con favore che, nel corso della Veglia, a molti giovani sar amministrato il Sacramento della Confermazione, ed auspica che, come scrive nel Suo Messaggio per la VIII giornata Mondiale della Giovent, in programma a Sydney, in Australia, essi riscoprano tale Sacramento e ne ritrovino il valore per la loro crescita spirituale. Sua Santit, mentre prega perch la Veglia ed il conferimento del Sacramento della maturit cristiana, aiutino i giovani universitari ad essere autentici e gioiosi testimoni della fede, in loro confermata, e li spinga ad attingere dallo Spirito Santo la forza e la generosit per costruire un'autentica civilt dell'amore, invocando su ciascuno la celeste protezione di Maria Santissima, di cuore invia a Lei, agli organizzatori e a tutti i partecipanti la Benedizione Apostolica. Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio dell'Eminenza Vostra Rev.ma dev.mo nel Signore TARCISIO CARD. BERTONE Segretario di Stato

Il cardinale Re nel venticinquesimo anniversario della proclamazione del santo a patrono dell'episcopato latinoamericano

Toribio da Mogrovejo, un giurista al servizio del Vangelo


Ha percorso quarantamila chilometri a piedi o a dorso di mulo per illuminare con la luce del Vangelo i popoli dell'America Latina; ha battezzato oltre un milione di indigeni e amministrato il sacramento della confermazione ad altri seicentomila, ha emanato norme e adottato provvedimenti di tale ampiezza pastorale da fare della Chiesa in Per un modello organizzativo per tutte le diocesi del sud del continente americano; anzi proprio per questo motivo ritenuto uno dei grandi forgiatori della societ peruviana. Ma san Toribio di Mogrovejo, vescovo teologo e insigne giurista, passato alla storia della Chiesa in America latina come missionario dallo spirito ardente, figura fondamentale nella storia dell'evangelizzazione del nuovo mondo e grande difensore degli indigeni. Doti queste che esattamente venticinque anni fa gli sono valse il riconoscimento dell'intero episcopato latino americano e l'elevazione a Patrono. Nel ricordo di questo giubileo il cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, ha presieduto venerd pomeriggio, 9 maggio, la messa nella basilica romana di Sant'Anastasia al Palatino. La celebrazione dell'anniversario tra l'altro stata inserita nel quadro delle manifestazioni indette in occasione del cinquantesimo anniversario della costituzione della Commissione per l'America Latina (CAL). All'omelia il cardinale, presidente della stessa Commissione per l'America Latina, dopo aver idealmente riunito in un unico significato le tre ricorrenze, ha ricordato le motivazioni che spinsero papa Giovanni Paolo II a proclamare san Toribio Patrono dei vescovi del continente: evangelizzatore in America del sud, un Pastore esemplare al quale possiamo guardare come a un modello di santit personale, maestro nella fede, generoso santificatore e illuminante guida pastorale. Allo stesso tempo egli intercessore di grazie in cielo specialmente per i Pastori dell'America Latina. L'America Latina divenuta un continente in maggioranza cattolico, dalla fede cristiana vigorosa e dalla straordinaria creativit, grazie a Pastori come san Toribio di Mogrovejo ha detto il cardinale che hanno saputo piantare saldamente la fede e hanno lavorato con ardore perch mettesse radici profonde. Il cardinale ha quindi voluto sottolineare l'attualit della testimonianza di Toribio contestualizzandola nel mandato della V conferenza generale dell'Episcopato latino Americano e dei Caraibi di Aparecida. trascorso quasi un anno dalla V Conferenza generale dell'episcopato latinoamericano ad Aparecida ha detto in proposito . Tale Conferenza, come noto, ha avuto come tema centrale: Discepoli e missionari di Ges Cristo perch in Lui i popoli abbiano vita. Io sono la via, la verit e la vita (Gv 14,6). Questo tema rappresenta l'attuazione del mandato di Ges che abbiamo ascoltato nel Vangelo proclamato pochi minuti fa: Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ci che vi ho comandato (Mt 28, 1920). La vita e l'azione pastorale del santo arcivescovo di Lima sono state un'attuazione di questo mandato del Signore; e, letta alla luce del Documento di Aparecida, la sua opera acquisisce una straordinaria novit e si rivela a noi come un'anticipazione profetica: la novit perenne del Vangelo e la profezia costante della santit. In effetti, san Toribio fu fedele discepolo di Ges Cristo, che annunci la Buona Novella nei vasti spazi delle Ande, fu buon pastore che ama il suo gregge, la cui voce le pecore riconoscono e che disposto a dare la vita per loro. Fu parimenti missionario dall'eccezionale statura. Il cardinale ha quindi tratteggiato i lineamenti della testimonianza di questo grande santo vescovo missionario. Toribio di Mogrovejo, esimio giurista di Salamanca e giudice a Granada, aveva gi deciso di consacrarsi al Signore e ricevuto la tonsura quando il re di Spagna lo propose al Papa come arcivescovo metropolitano di Lima. Toribio aveva allora trentanove anni. In un primo momento ebbe qualche difficolt ad accettare la nomina. Tuttavia poi seppe riconoscere in questa decisione del papa la mano della provvidenza divina e fin con l'accettare. Fu immediatamente ordinato diacono, sacerdote e vescovo. Giunse in Per l'11 gennaio 1581, e l rimase fino alla sua morte venticinque anni dopo. Port nella Chiesa peruviana veramente il soffio di una nuova primavera dello Spirito. Il cardinale ha quindi riproposto l'intensa missione pastorale compiuta dal santo, soprattutto il suo impegno a favore degli indios in un periodo in cui non avevano, secondo l'opinione pubblica dominante, neppure il diritto di ricevere l'Eucaristia perch considerati spiritualmente rudi e dotati di poca capacit umana. Si dedic a loro con particolare zelo. Impar i loro idiomi, scrisse testi di catechismo nelle loro lingue e lui stesso per venticinque anni si dedic alla loro evangelizzazione andandoli a cercare ovunque essi fossero. Alla fine nel santo arcivescovo di Lima ha ricordato il cardinale Re avviandosi alla conclusione della sua omelia gli indigeni vedevano l'immagine viva di Ges, e Toribio, in loro, lo serviva amorevolmente. Nel commemorare i venticinque anni della proclamazione di san Toribio come patrono dell'episcopato latinoamericano ha concluso il cardinale il santo arcivescovo della Ciudad de los Reyes si rivela a noi come figura profonda e attuale, autentico modello di discepolo e missionario di Ges Cristo, secondo lo spirito della Conferenza di Aparecida. Auspico che la testimonianza di vita di questo straordinario vescovo continui a illuminare il cammino dell'America Latina e di tutta la Chiesa cattolica, mentre chiediamo a san Toribio di proteggere l'America Latina e di aiutarla a essere fedele a quella identit cattolica che la caratterizza e per la quale san Toribio si tanto impegnato.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
Benedetto XVI ai vescovi dell'Ungheria ricevuti in visita ad limina Apostolorum

domenica 11 maggio 2008

La crisi della famiglia sfida cruciale per la Chiesa


Il clima di secolarizzazione che pervade l'Ungheria incide sempre pi pesantemente sulla famiglia, la cui crisi profonda rappresenta per la Chiesa una enorme sfida. Lo ha sottolineato Benedetto XVI rivolgendosi ai vescovi dell'Ungheria, ricevuti in udienza sabato mattina 10 maggio, in occasione della visita ad limina Apostolorum.

L'udienza al convegno sull'Humanae vitae

Coerenza tra legge naturale e libert dei coniugi


L'Humanae vitae riesce a coniugare e a salvaguardare in modo coerente il rispetto per la legge naturale e la libert dei coniugi. Monsignor Rino Fisichella, rettore magnifico della Lateranense, ha cos sintetizzato il concetto ricorrente nel corso del congresso internazionale organizzato dalla Pontificia Universit nella ricorrenza del quarantesimo anniversario dell'enciclica di Paolo VI. Lo ha fatto rivolgendo un breve indirizzo d'omaggio al Papa durante l'udienza concessa da Benedetto XVI ai partecipanti al congresso, nella mattina di sabato 10 maggio nella Sala Clementina. Dopo aver ricordato che l'insegnamento contenuto nell'enciclica Humanae vitae fin dal giorno della

Cari e venerati Fratelli nell'Episcopato! Con grande gioia accolgo tutti voi, Pastori della Chiesa che in Ungheria, in occasione della vostra Visita ad limina Apostolorum. Vi saluto con affetto e sono grato al Cardinale Pter Erd per le parole che mi ha rivolto a nome dell'intera Conferenza Episcopale. Oltre a manifestarmi i vostri sentimenti fraterni, di cui vi ringrazio cordialmente, egli ha con chiarezza tratteggiato le caratteristiche salienti della Comunit cattolica e della societ nel vostro Paese, riassumendo quanto in questi giorni ho avuto modo di recepire negli incontri con ciascuno di voi. Cos, cari Fratelli, il popolo a voi affidato ora spiritualmente dinanzi a noi, con le sue gioie e i suoi progetti, i suoi dolori, i suoi problemi e le sue speranze. E noi anzitutto preghiamo perch, per intercessione dei Santi Pietro e Paolo, i fedeli possano trovare la forza, anche con l'aiuto di questa Sede Apostolica che presiede alla carit, di perseverare nel loro cammino verso la pienezza del Regno di Dio. Purtroppo il lungo periodo del regime comunista ha segnato pesantemente la popolazione ungherese, cos che ancora adesso se ne notano le conseguenze: in particolare, viene rilevata in molti una certa difficolt a fidarsi degli altri, tipica di chi ha vissuto a lungo in un clima di sospetto. Il senso di insicurezza poi accentuato dalla difficile congiuntura economica, che uno sconsiderato consumismo non contribuisce a migliorare. Le persone, compresi i cattolici, risentono in genere di quella debolezza di pensiero e di volont che assai comune nei nostri tempi. Come voi stessi avete osservato, oggi spesso difficile impostare un serio approfondimento teologico e spirituale, perch sono non di rado carenti, da una parte, la preparazione intellettuale e, dall'altra, il riferimento oggettivo alle verit della fede. In questo contesto la Chiesa dev'essere certamente maestra, ma mostrandosi sempre e prima di tutto madre, cos da favorire la crescita della reciproca fiducia e la promozione della speranza. La prima realt che purtroppo fa le spese della diffusa secolarizzazione la famiglia, che anche in Ungheria attraversa una grave crisi. Ne sono sintomi la notevole diminuzione del numero dei matrimoni e l'impressionante aumento dei divorzi, molto spesso anche precoci. Si moltiplicano le cosiddette coppie di fatto. Giustamente voi avete criticato il pubblico riconoscimento delle unioni omosessuali, perch contrario non solo all'insegnamento della Chiesa ma alla stessa Costituzione Ungherese. Tale situazione, unita alla carenza di sussidi per le famiglie numerose, ha portato ad un drastico calo delle nascite, reso ancor pi drammatico dalla diffusa pratica dell'aborto. Naturalmente la crisi della famiglia costituisce un'enorme sfida per la Chiesa. Sono in questione la fedelt coniugale e, pi in generale, i valori su cui si fonda la societ. evidente perci che, dopo la famiglia, a risentire di questa difficolt sono i giovani. Nelle citt essi sono attratti da nuove forme di divertimento e nei villaggi sono spesso abbandonati a se stessi. Esprimo pertanto il mio pi vivo apprezzamento per le molteplici iniziative che la Chiesa promuove, pur con i mezzi limitati di cui dispone, per animare il mondo dei giovani, con momenti di formazione e di amicizia che stimolino la loro responsabilit. Penso ad esempio all'attivit dei cori, che si inserisce nel lodevole impegno delle parrocchie per incentivare la diffusione della musica sacra. Sempre nella prospettiva dell'attenzione alle nuove generazioni, lodevole il sostegno che offrite alla scuola cattolica, in particolare all'Universit Cattolica di

Budapest, che auspico sappia sempre custodire e sviluppare la sua identit originaria. Incoraggio a proseguire gli sforzi per la pastorale scolastica e universitaria, come pure, pi in generale, per l'evangelizzazione della cultura, che ai nostri giorni si avvale anche dei mezzi della comunicazione sociale, nel cui campo la vostra Chiesa ha fatto ultimamente significativi progressi. Venerati Fratelli, per tenere viva la fede del popolo voi giustamente cercate di valorizzare e aggiornare iniziative tradizionali, quali i pellegrinaggi e le espressioni di devozione ai Santi ungheresi, in particolare a Santa Elisabetta, a Sant'Emerico e, naturalmente, a Santo Stefano. A proposito di pellegrinaggi, mentre apprezzo il perdurare della consuetudine del pellegrinare alla Sede di Pietro (significativamente, nella Basilica dell'Apostolo esiste una suggestiva Cappella Ungherese), ho appreso con piacere che sono sempre pi frequenti i pellegrinaggi a Mariazell, Czstochowa, Lourdes, Fatima, e al nuovo Santuario della Divina Misericordia a Cracovia, dove la vostra Conferenza Episcopale ha pure eretto recentemente una Cappella Ungherese. Nel XX secolo non sono mancati nella vostra Comunit eroici testimoni della fede: vi esorto a custodire la loro memoria, affinch le sofferenze da essi affrontate con spirito cristiano continuino ad essere di stimolo al coraggio e alla fedelt dei credenti e di quanti si impegnano per la verit e la giustizia. C' un'altra preoccupazione che condivido con voi: la mancanza di sacerdoti e il conseguente sovraccarico di lavoro pastorale per gli attuali ministri della Chiesa. un problema che si riscontra in molti Paesi d'Europa. Occorre tuttavia far s che i sacerdoti alimentino adeguatamente la propria vita spirituale, affinch, malgrado le difficolt e il lavoro pressante, non smarriscano il centro della loro esistenza e del loro ministero e, di conseguenza, sappiano discernere l'essenziale dal secondario, individuando le giuste priorit nell'agire quotidiano. doveroso ribadire che la gioiosa adesione a Cristo, testimoniata dal

sacerdote in mezzo ai suoi fedeli, resta lo stimolo pi efficace per risvegliare nei giovani la sensibilit per l'eventuale chiamata di Dio. In particolare, fondamentale che i sacramenti dell'Eucaristia e della Penitenza siano praticati con la massima assiduit e devozione anzitutto dagli stessi sacerdoti e siano poi da loro amministrati con generosit ai fedeli. Indispensabile altres l'esercizio della fraternit presbiterale, per evitare ogni pericoloso isolamento. Ugualmente importante incoraggiare positivi e rispettosi rapporti tra i presbiteri e i fedeli laici, secondo l'insegnamento del Decreto conciliare Presbyterorum or-

dinis. Anche le relazioni tra il clero e i religiosi, gi buone, meritano di essere ulteriormente incrementate. A tal proposito desidero rivolgere il mio incoraggiamento alle Congregazioni religiose femminili, che con umile discrezione svolgono preziose attivit in mezzo ai pi poveri. Venerati Fratelli, nonostante la secolarizzazione, la Chiesa Cattolica rimane per moltissimi ungheresi la Comunit religiosa di appartenenza o, per lo meno, un significativo punto di riferimento. perci quanto mai auspicabile che i rapporti con le Autorit statali siano caratterizzati da rispettosa collaborazione, grazie anche agli Accordi

bilaterali, sul cui corretto adempimento veglia un'apposita Commissione Paritetica. Ci non mancher di recare beneficio all'intera societ ungherese, in particolare nel campo dell'istruzione e della cultura. E poich la Chiesa, grazie al suo impegno nelle scuole e nel servizio sociale, reca un notevole contributo alla comunit civile, come non auspicare che le sue attivit siano sostenute dalle pubbliche Istituzioni, a vantaggio soprattutto dei ceti sociali meno abbienti? Da parte ecclesiale, nonostante le difficolt economiche generali dell'attuale momento, non verr meno l'impegno a servizio di chi si trova in situazioni di bisogno. Venerati Fratelli, come infine non dire che l'unit che vi caratterizza nel seguire gli insegnamenti della Chiesa per me motivo di serenit e di conforto? Possa essa sempre mantenersi e svilupparsi! Mi compiaccio inoltre perch ultimamente avete incrementato i contatti con le Conferenze Episcopali dei Paesi vicini, soprattutto con la Slovacchia e la Romania, dove c' una presenza di minoranze ungheresi. Plaudo di cuore a questa linea d'azione, animata da sincero spirito evangelico e al tempo stesso da saggia preoccupazione per l'armoniosa convivenza. Le tensioni non sono certo facili da superare, ma la strada intrapresa dalla Chiesa giusta e promettente. Per questo e per ogni altra vostra iniziativa pastorale assicuro il mio sostegno; in particolare, penso in questo momento all'Anno della Bibbia, che molto opportunamente avete promosso nel 2008, in accordo con la prossima Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Questa anche per voi un'ottima occasione per approfondire i gi buoni rapporti con i fratelli cristiani delle altre confessioni. Nel rendere grazie a Dio per la sua costante assistenza, invoco su voi e sul vostro ministero la materna protezione di Maria Santissima. Da parte mia vi accompagno con la preghiera, mentre con affetto vi imparto la Benedizione Apostolica, che estendo volentieri alle vostre comunit diocesane e all'intera Nazione ungherese.

L'indirizzo d'omaggio del cardinale Pter Erd, presidente della Conferenza episcopale ungherese

Riconciliazione e fratellanza nel rispetto delle minoranze


Durante l'udienza, il presidente della Conferenza episcopale dell'Ungheria, il cardinale Pter Erd, arcivescovo di Esztergom-Budapest, ha rivolto a Benedetto XVI l'indirizzo di omaggio che qui pubblichiamo: Beatissimo Padre, I Vescovi d'Ungheria sono arrivati a Roma per visitare le tombe degli Apostoli e chiedere il conforto nella fede e nella missione dal Successore di Pietro. Abbiamo visitato in questi giorni le grandi basiliche romane, abbiamo pregato insieme nella basilica di San Paolo, per festeggiare degnamente l'anno dell'Apostolo delle Genti. In questo anno infatti, stiamo celebrando nel nostro Paese, insieme ad altri cristiani, l'anno della Bibbia. Gi nei primi mesi vediamo un interesse immenso per la Sacra Scrittura, della quale la vendita si moltiplicata. Ma anche i congressi, le diverse forme di missione e di lettura spirituale attraggono molti credenti e non ancora credenti. Nei primi di giugno, insieme ad alcuni personaggi importanti del protestantesimo ungherese, avremo occasione di distribuire la Bibbia persino nel Parlamento. Abbiamo potuto incontrare in questi giorni romani, anche i responsabili dei dicasteri della Curia Romana che hanno seguito con interesse i nostri sforzi e le nostre preoccupazioni nei diversi campi della vita pastorale. Nella loro premura di offrirci tutti i necessari orientamenti e tutte le informazioni, che aiutano il nostro ministero, vediamo, infatti, una manifestazione della sollecitudine del Successore di Pietro per tutte le Chiese. Abbiamo avuto la possibilit di incontrare personalmente Vostra Santit, sentire la Sua vicinanza paterna e la forza della fede che si basa sull'autentica testimonianza degli Apostoli. Condividiamo con Vostra Santit le nostre gioie. Siamo lieti di costatare che i pellegrinaggi diventano sempre pi vivaci, i santuari tra i quali due nazionali: Mriapcs e Mtravereblyca nel nostro Paese, dove l'aborto stato legalizzato gi nel 1956. Lo sfascio delle famiglie si vede nelle statistiche dei divorzi, ma anche nell'aumento della proporzione delle coppie di fatto. Ultimamente il nostro Episcopato ha dovuto protestare contro una legge che ha introdotto l'istituto delle coppie di fatto registrate indebolendo secondo il nostro parere lo stesso matrimonio. Il senso per il bene comune molto indebolito. Anche la nostra societ caratterizzata dalla distrazione, dalla perdita delle categorie, dall'estrema difficolt di prendere decisioni esistenziali, dalla mancanza di una visione d'insieme sul mondo e sulla vita umana e perci anche dalla mancanza del senso di responsabilit. Tra le sfide del nostro tempo dobbiamo affrontare anche il bisogno di riconciliazione tra i popoli del CentroEst Europeo. I diritti umani e culturali delle minoranze nazionali ed etniche sono valori che dobbiamo sostenere anche nel contesto pastorale. Come cattolici sentiamo l'invito della nostra fede alla fratellanza con i fedeli dei popoli vicini, e soprattutto sentiamo il dovere della purificazione della memoria. In questo senso abbiamo potuto compiere un atto di riconciliazione coi rappresentanti dell'Episcopato Slovacco nel 2006. Le nostre celebrazioni comuni continuano quest'anno. Da alcuni anni, stiamo riprendendo il dialogo con il mondo della cultura e della scienza. L'Universit Cattolica di Budapest, un luogo appropriato della ricerca della verit scientifica alla luce della fede. Un'occasione eccellente di questo dialogo potr essere il World Science Forum che avr luogo a Budapest nel novembre del 2009 con la partecipazione di quasi tutte le accademie delle scienze del mondo. Ringraziamo Vostra Santit ancora una volta per tutta la Sua sollecitudine paterna e chiediamo la Sua benedizione apostolica.

Szentkt pi frequentati. La missione cittadina di Budapest, alla quale Vostra Santit ha mandato, come inviato speciale, il cardinale Camillo Ruini, gesto paterno per il quale siamo grati, ha attratto molti giovani ed adulti, ha sollecitato pure l'interesse di una sessantina di studenti per la vocazione sacerdotale, e ha dato un impulso incoraggiante a molti non praticanti e non credenti. E soprattutto sembra aver risvegliato la vitalit missionaria e l'attivit caritativa nelle nostre parrocchie. Anche in altre diocesi hanno avuto luogo varie missioni parrocchiali. Il culto dei santi sta crescendo. I nuovi beati ungheresi sono pi vicini al sentimento dei nostri contemporanei. Tali sono il Vescovo martire Vilmos Apor, il medico Lszl Batthyny-

Strattmann, l'ultimo re del nostro Paese Carlo IV e la suora martire Sra Salkahzi che ha dato la sua vita per i perseguitati alla fine della seconda guerra mondiale, per la beatificazione della quale ancora ringraziamo di cuore Vostra Santit. Il loro culto rafforza la convinzione che la santit possibile ancora oggi. Stiamo pregando anche per la beatificazione di altri grandi ungheresi, come per esempio il vescovo Zoltan Meszlnyi, che stato ucciso per la sua fede e per la sua fedelt alla Chiesa all'epoca dello stalinismo, o l'intrepido cardinale Jzsef Mindszenty. Purtroppo non mancano nemmeno i segni preoccupanti nella nostra Chiesa e nella nostra societ, come il pessimismo e la disperazione. La situazione demografica specialmente drammati-

sua pubblicazione stato spesso interpretato in maniera controversa, e lo stesso Paolo VI ne era consapevole, il vescovo ha notato che anche quarant'anni dopo le interpretazioni di questo testo magisteriale cos importante non sono terminate e che comunque certamente cresciuta la consapevolezza di molti che hanno visto in quelle pagine una reale profezia e una lungimiranza non comuni. Il Congresso che abbiamo svolto nei giorni scorsi si pone in continuit con altri momenti di studio e di riflessione. Nel decennale dell'enciclica la Rivista della Facolt di Teologia, Lateranum, dedicava un intero numero all'Humanae vitae e, sorprendentemente, sfogliando quelle pagine si ritrova anche un importante contributo dell'allora cardinale Karol Wojtya che rileggeva l'enciclica ritrovando alla sua base la stessa antropologia della Gaudium et spes. Nel 1980 ha aggiunto il rettore anche vostra Santit come relatore del Sinodo sulla Famiglia, si intratteneva su questo insegnamento di Paolo VI e, rivolgendosi ai fedeli della sua diocesi di Mnchen-Freising in riferimento ai lavori sinodali scriveva: Nella fecondit matrimoniale uomo e donna partecipano dell'agire creativo di Dio. Essi sono inseriti in maniera unica nell'agire di Dio che crea nuovamente ogni uomo e tuttavia fa questo uomo, nuovo e unico mediante l'amore fecondo dell'uomo e della donna. Al principio non vi un no, ma il s. Solo cos l'uomo pu alla lunga vivere, solo cos pu essere unito con se stesso e con il mondo. Ma proprio questa opzione fondamentale per l'approvazione, per il s in gran parte andata in frantumi nell'occidente; il modo in cui posto il problema del controllo delle nascite dipende in parte essenziale su questa fondamentale crisi di consenso alla vita. La problematica, ha proseguito, stata esaminata in questi giorni congressuali sotto diversi aspetti: da quello storico a quello sociologico, dalle implicanze antropologiche e giuridiche a quelle filosofiche e teologiche. Nella complementarit delle analisi si raggiunta una convinzione partecipata: l'Humanae vitae riesce a coniugare e salvaguardare in modo coerente il rispetto per la legge naturale e la libert dei coniugi. Ma mentre la prima ha notato concludendo il suo indirizzo di saluto monsignor Fisichella ha bisogno di essere sempre ricordata come fondamento dell'agire personale e sociale come vostra Santit ha di recente espresso nel suo illuminante Discorso alle Nazioni Unite la seconda riporta alla responsabilit degli sposi che solo in conformit a questa legge possono esprimere pienamente la fecondit dell'amore reciproco che hanno promesso di mantenere sempre aperto alla vita.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 111 (44.851)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
luned-marted 12-13 maggio 2008

Citt del Vaticano

Nel discorso al nuovo Ambasciatore israeliano la preoccupazione di Benedetto XVI per il declino dei cristiani in Medio Oriente

L'appello al Regina Caeli

Sicurezza per Israele Libert per i palestinesi


Il Papa auspica la positiva conclusione dei negoziati in corso e il superamento delle difficolt legate ai visti d'ingresso
La Santa Sede riconosce la legittima necessit di sicurezza e di autodifesa di Israele e condanna fortemente tutte le forme di antisemitismo. Sostiene anche che tutti i popoli hanno il diritto di ricevere uguali opportunit di prosperare. Proprio per questo, esorto con urgenza il suo Governo a compiere ogni sforzo per alleviare le difficolt sofferte dalla comunit palestinese, permettendole la libert necessaria per svolgere le sue legittime attivit. Lo ha sottolineato Benedetto XVI nel discorso rivolto a Mordechay Lewy, nuovo ambasciatore d'Israele presso la Santa Sede, ricevuto in udienza, nella mattina di luned 12 maggio, per la presentazione delle lettere credenziali. Il Papa ha espresso preoccupazione per l'allarmante declino della popolazione cristiana nei Paesi del Medio Oriente, incluso Israele, a causa dell'emigrazione. Di certo ha sottolineato i cristiani non sono gli unici a risentire degli effetti dell'insicurezza e della violenza che sono conseguenze dei vari conflitti nella regione, ma, per molti aspetti, sono ora particolarmente vulnerabili. Prego affinch, per la crescente amicizia fra Israele e la Santa Sede, si possano elaborare modi per rassicurare i membri della comunit cristiana affinch possano nutrire la speranza di un futuro sicuro e pacifico nelle loro patrie ancestrali. Benedetto XVI ha inoltre auspicato che i negoziati tra Santa Sede e Israele relativi a questioni economiche e fiscali giungano presto a una conclusione soddisfacente. So di parlare a nome di molti ha detto quando esprimo la speranza che questi accordi possano presto essere integrati nel sistema giuridico interno di Israele e costituire cos una base per una cooperazione feconda. Parlando ancora della situazione dei cristiani in Terra Santa, il Papa ha fatto riferimento alle difficolt causate dalle continue incertezze sui loro diritti e sul loro status legali, in particolare a proposito della questione dei visti per il personale ecclesiastico. Solo quando si supereranno queste difficolt ha concluso la Chiesa potr svolgere le proprie opere religiose, morali, educative e caritative nella terra in cui nata.
PAGINA 2

Dialogo e comprensione vie di pace per il Libano


Abbandonare ogni logica di contrapposizione aggressiva, che rischierebbe di portare il Libano verso l'irreparabile, e scegliere la via del dialogo, della mutua comprensione, del ragionevole compromesso: l'appello di Benedetto XVI al Regina Caeli di domenica 11 maggio, recitato con i fedeli in piazza San Pietro al termine della messa di Pentecoste celebrata nella basilica vaticana.

Ho seguito con profonda preoccupazione, nei giorni scorsi, la situazione in Libano, dove, allo stallo dell'iniziativa politica, hanno fatto seguito, dapprima, la violenza verbale e poi gli scontri armati, con numerosi morti e feriti. Anche se, nelle ultime ore, la tensione si allentata, ritengo oggi doveroso esortare i libanesi ad abbandonare ogni logica di contrapposizione aggressiva, che porterebbe il loro caro Paese verso l'irreparabile. Il dialogo, la mutua comprensione e la ricerca del ragionevole compromesso sono l'unica via che pu restituire al Libano le sue istituzioni e alla popolazione la sicurezza necessaria per una vita quotidiana dignitosa e ricca di speranza nel domani.

Che il Libano, per l'intercessione di Nostra Signora del Libano, sappia rispondere con coraggio alla sua vocazione di essere, per il Medio Oriente e per il mondo intero, segno della reale possibilit di pacifica e costruttiva convivenza tra gli uomini. Le diverse comunit che lo compongono come ricordava l'Esortazione post-sinodale Una nuova speranza per il Libano (cfr n. 1) sono al tempo stesso una ricchezza, un'originalit ed una difficolt. Ma far vivere il Libano un compito comune di tutti i suoi abitanti. Con Maria, Vergine in preghiera a Pentecoste, chiediamo all'Onnipotente un'abbondante effusione dello Spirito Santo, lo Spirito dell'unit e della concordia, che a tutti ispiri pensieri di pace e di riconciliazione.
PAGINA 7

La messa di Pentecoste nella basilica vaticana

La pace fondata sulla verit non scende a compromessi col mondo


La pace di Cristo fondata sulla verit e non scende a compromessi con la mentalit del mondo: questa la vera pace di cui la Chiesa costituzionalmente segno e strumento per tutti i popoli. Nella mattina della Domenica di Pentecoste, 11 maggio, celebrando la messa nella basilica vaticana, Benedetto XVI ha ricordato come la pace di Cristo si diffonde solo tramite cuori rinnovati di uomini e donne riconciliati e fatti servi della giustizia, pronti a diffondere nel mondo la pace con la sola forza della verit, senza scendere a compromessi con la mentalit del mondo perch il mondo non pu dare la pace di Cristo. La Chiesa pu essere fermento di quella riconciliazione che viene da Dio solo se resta docile allo Spirito e rende testimonianza al Vangelo, solo se porta la Croce come e con Ges. E la Chiesa, ha spiegato, realizza il suo servizio alla pace di Cristo non solo con eventi al vertice, ma soprattutto nell'ordinaria presenza e azione in mezzo agli uomini, con la predicazione del Vangelo e con i segni di amore e di misericordia che la accompagnano. Tra questi il Papa ha ricordato il sacramento della riconciliazione. La Pentecoste un vero e proprio battesimo di fuoco per la Chiesa che viene cos costituita non da una volont umana, ma dalla forza dello Spirito di Dio. E lo Spirito crea unit nell'amore e nella reciproca accettazione delle diversit. Benedetto XVI si quindi soffermato su un aspetto peculiare dell'azione dello Spirito Santo, vale a dire sull'intreccio tra molteplicit e unit. A Pentecoste, infatti, si rende chiaro che alla Chiesa appartengono molteplici lingue e culture diverse che nella fede possono comprendersi e fecondarsi a vicenda. La Chiesa che nasce a Pentecoste ha detto il Papa non anzitutto una Comunit particolare - la Chiesa di Gerusalemme - ma la Chiesa universale, che parla le lingue di tutti i popoli. Da essa nasceranno poi altre Comunit in ogni parte del mondo, Chiese particolari che sono tutte e sempre attuazioni della sola ed unica Chiesa di Cristo. La Chiesa cattolica non pertanto una federazione di Chiese, ma un'unica realt: la priorit ontologica spetta alla Chiesa universale. Una comunit che non fosse in questo senso cattolica non sarebbe nemmeno Chiesa.
PAGINA 8

Terremoto in Cina semina morte e distruzione


PECHINO, 12. Una forte scossa di terremoto ha provocato oggi morte e distruzione nella Cina sudoccidentale. Particolarmente colpita la provincia del Sichuan, dove il sisma di magnitudo 7,6 sulla scala Richter e seguito da almeno altre cinque scosse di assestamento ha causato il crollo di due scuole e la morte di oltre cento persone, molte delle quali bambini. Altri novecento ragazzi sarebbero rimasti sepolti sotto le macerie. L'epicentro stato localizzato nei pressi di Wenchuan, una contea di circa centomila abitanti della prefettura di Aba, a nord-ovest della capitale della provincia, Chengdu. La zona fu devastata nel 1933 da un movimento tellurico che uccise novemila persone. Sia pure con minore forza, il terremoto stato avvertito anche a Shanghai e a migliaia di chilometri di distanza, in unarea che va da Pechino a circa duemila chilometri da Chengdu alla capitale della Thailandia, Bangkok e a quella di Taiwan, Taipei.

Nella capitale una calma carica di tensione

Hezbollah consegna Beirut all'esercito


BEIRUT, 12. L'esercito libanese ha ripreso il controllo di Beirut. Dopo tre giorni di durissimi scontri, che hanno provocato 42 morti e 164 feriti, oggi la capitale vive uno stato di calma piena di tensione. Le strade deserte sono presidiate dai blindati, ma le barricate di terriccio, detriti e cassonetti, con le bandiere gialle di Hezbollah, sono state rafforzate per continuare a bloccare le maggiori arterie, comprese quelle per laeroporto e il porto. Il premier Siniora ha chiesto ai militari di intervenire per placare gli scontri innescati dalle misure governative che prevedevano lo smantellamento della rete telefonica parallela a quella statale di Hezbollah e la rimozione del direttore dell'aereoporto internazionale di Beirut, considerato vicino al movimento sciita, affidando al comando dell'esercito il compito di valutare se e come attuare tali provvedimenti. Lo Stato non ceder al golpe di Hezbollah, a cui non abbiamo dichiarato guerra, ha detto Siniora, l'esercito si assuma le sue responsabilit. Poche ore dopo, rovesciando le decisioni dell'Esecutivo sunnita, le forze armate hanno annunciato che il responsabile della sicurezza dell'aeroporto della capitale non sar rimosso dall'incarico fino a quando non ne sar dimostrata la colpevolezza e che saranno i militari a gestire la questione della rete telefonica, in modo che non danneggi la resistenza o gli interessi pubblici. Al contempo, l'esercito ha chiesto ai miliziani sciiti di ritirarsi dai quartieri occidentali della capitale, considerati una roccaforte sunnita, e di riaprire le strade da loro controllate. Meno di un'ora dopo, Al Manar, l'emittente televisiva di Hezbollah, ha annunciato la fine della presenza armata dei miliziani nelle strade e la consegna della citt alle forze armate. La decisione dell'esercito rappresenta di fatto un compromesso tra gli interessi di Hezbollah e quelli della maggioranza. Il generale Suleiman era stato fino ad ora attento a tenere se stesso e i suoi soldati al di fuori degli attriti politico-confessionali, che hanno di nuovo alimentato la tensione in Libano negli ultimi tre anni. Inviare le truppe a combattere una fazione o laltra, in particolar modo Hezbollah, avrebbe significato la distruzione dellesercito allo stesso modo come avvenne allinizio della guerra civile che ha insanguinato il Libano per 15 anni, dal 1975 fino al 1990. Se nella capitale si respira aria di tregua, combattimenti sono riesplosi nelle regioni a sud-est. Cinque persone sono rimaste uccise e dodici ferite negli scontri divampati tra militanti drusi filo-governativi e miliziani di Hezbollah affiancati da drusi anti-governativi. Duri combattimenti anche a Tripoli, dove si sono scontrati miliziani sciiti e filogovernativi. Qui fonti sanitarie parlano di due morti e cinque feriti. Dopo il vertice straordinario di ieri a Il Cairo, la Lega araba ha annunciato linvio di una delegazione ministeriale a Beirut per discutere gli ultimi sviluppi della situazione direttamente con la dirigenza libanese. In una risoluzione i ministri degli Esteri dei Paesi aderenti hanno esortato i dirigenti politici libanesi a partecipare a una riunione con una delegazione ministeriale della Lega araba allo scopo di discutere della situazione. I capi della diplomazia della Lega si sono riuniti su iniziativa di Arabia Saudita e Egitto, ma in assenza del siriano Walid Al Mouallem, il cui Paese accusato di essere tra i principali responsabili dellimpasse politico in Libano. La delegazione sar presieduta dal Qatar. Non ne faranno parte n lEgitto n lArabia Saudita che sostengono il Governo n la Siria.

Udienza al Movimento per la vita

Il rispetto della vita prima giustizia da applicare


sempre pi difficile oggi proteggere la vita a causa di una mentalit che tende a svilirne il valore. bene per ricordare che il primo atto di giustizia dovuto proprio la difesa della vita. Lo ha ribadito il Papa nel corso dell'udienza ai membri del Movimento per la vita, ricevuti luned mattina, 12 maggio, nell'aula delle benedizioni. La vostra visita ha detto il Papa cade a trent'anni da quando in Italia venne legalizzato l'aborto ed vostra intenzione suggerire una riflessione approfondita sugli effetti umani e sociali che la legge ha prodotto nella comunit civile e cristiana durante questo periodo. Di fronte a decisioni dolorose come l'aborto la Chiesa, se da una parte fedele al comando del suo Signore, non si stanca di ribadire che il valore sacro dell'esistenza di ogni uomo affonda le sue radici nel disegno del Creatore, dall'altra stimola a promuovere ogni iniziativa a sostegno delle donne e delle famiglie per creare condizioni favorevoli all'accoglienza della vita, e alla tutela dell'istituto della famiglia fondato sul matrimonio tra un uomo e una donna. Del resto l'aver permesso di ricorrere all'interruzione della gravidanza ha aggiunto il Benedetto XVI , non solo non ha risolto i problemi che affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto una ulteriore ferita nelle nostre societ, gi purtroppo gravate da profonde sofferenze. necessario per questo unire gli sforzi perch le diverse Istituzioni pongano di nuovo al centro della loro azione la difesa della vita umana e l'attenzione alla famiglia.
PAGINA 7

INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di sabato 10 Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

NOSTRE

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eminenze Reverendissime i Signori Cardinali: Juan Luis Cipriani Thorne, Arcivescovo di Lima (Per); Julio Terrazas Sandoval, Arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra (Bolivia).

re di Sicca Veneria, in visita ad limina Apostolorum; Lszl Kiss-Rig, Vescovo di Szeged-Csand (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum; Szilrd Keresztes, Vescovo emerito di Haiddorog per i cattolici di rito bizantino (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum.

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Mikls Beer, Vescovo di Vc (Ungheria), con l'Ausiliare, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Lajos Varga, Vescovo titola-

In data 10 maggio scorso, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di MacKenzie-Fort Smith (Canada), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Denis Croteau, O.M.I., in conformit al canone 401 1 del Codice di Diritto Canonico. Gli successo Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Murray Chatlain, Coadiutore della medesima Diocesi.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO

luned-marted 12-13 maggio 2008

Nel discorso di Benedetto XVI all'ambasciatore Lewy la preoccupazione per il declino dei cristiani in Medio Oriente e l'auspicio di una positiva soluzione dei negoziati in corso

Sicurezza per Israele e libert per i palestinesi


Benedetto XVI ha ricevuto nella mattina di luned 12 maggio, alle ore 11, in solenne udienza, sua eccellenza il signor Mordechay Lewy, nuovo ambasciatore d'Israele presso la Santa Sede, il quale ha presentato le Lettere con le quali viene accreditato nell'alto ufficio. S.E. l'ambasciatore, rilevato alla sua residenza da un gentiluomo di Sua Santit e da un addetto di anticamera, giunto alle 10.45 al Cortile di San Damaso, nel Palazzo Apostolico Vaticano, ove un reparto della Guardia Svizzera pontificia rendeva gli onori. Al ripiano degli ascensori, S.E. l'ambasciatore era ricevuto da un gentiluomo di Sua Santit e subito dopo saliva alla seconda Loggia, dove si trovavano ad attenderlo gli addetti di anticamera ed i sediari. Dalla seconda Loggia il corteo si dirigeva alla Sala Clementina, dove l'ambasciatore veniva ricevuto dal prefetto della Casa Pontificia, monsignor James Michael Harvey, arcivescovo titolare di Memfi, il quale lo accompagnava nella Biblioteca privata. Il prefetto presentava al Papa il nuovo ambasciatore. Dopo la presentazione delle Credenziali da parte dell'ambasciatore aveva luogo lo scambio dei discorsi. Questo il testo del discorso di Benedetto XVI.

Your Excellency, I am pleased to welcome you at the start of your mission and to accept the Letters accrediting you as Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the State of Israel to the Holy See. I thank you for your kind words, and I ask you to convey to President Shimon Peres my respectful greetings and the assurance of my prayers for the people of your country. Once again I offer cordial good wishes on the occasion of Israel's celebration of sixty years of statehood. The Holy See joins you in giving thanks to the Lord that the aspirations of the Jewish people for a home in the land of their fathers have been fulfilled, and hopes soon to see a time of even greater rejoicing when a just peace finally resolves the conflict with the Palestinians. In particular, the Holy See values its diplomatic relations with Israel, established fifteen years ago, and looks forward to developing further the growing respect, esteem and collaboration that unite us. Between the State of Israel and the Holy See there are numerous areas of mutual interest that can be profitably explored. As you have pointed out, the Judeo-Christian heritage should inspire us to take a lead in promoting many forms of social and humanitarian action throughout the world, not least by combating all forms of racial discrimination. I share Your Excellency's enthusiasm for the cultural and academic exchanges that are taking place between Catholic institutions worldwide and those of the Holy Land, and I too hope that these initiatives will be developed further in the years ahead. The fraternal dialogue that is conducted on an international level between Christians and Jews is bearing much fruit and needs to be continued with commitment and generosity. The holy cities of Rome and Jerusalem represent a source of faith and wisdom of central importance for Western civilization, and in consequence, the links between Israel and the Holy See have deeper resonances than those which arise formally from the juridical dimension of our relations. Your Excellency, I know that you share my concern over the alarming decline in the Christian population of the Middle East, including Israel, through emigration. Of course Christians are not alone in suffering the effects of insecurity and violence as a result of the various conflicts in the region, but in many respects they are particularly vulnerable at the present time. I pray that, in consequence of the growing friendship between Israel and the Holy See, ways will be found of reassuring the Christian community, so that they can experience the hope of a secure and peaceful future in their ancestral homelands, without feeling under

pressure to move to other parts of the world in order to build new lives. Christians in the Holy Land have long enjoyed good relations with both Muslims and Jews. Their presence in your country, and the free exercise of the Church's life and mission there, have the potential to contribute significantly to healing the divisions between the two communities. I pray that it may be so, and I invite your Government to continue to explore ways of harnessing the good will that Christians bear, both towards the natural descendants of the people who were the first to hear the word of God, and towards our Muslim brothers and sisters who have lived and worshipped for centuries in the land that all three religious traditions call holy. I do realize that the difficulties experienced by Christians in the Holy Land are also related to the continuing tension between Jewish and Palestinian communities. The Holy See recognizes Israel's legitimate need for security and self-defence and strongly condemns all forms of anti-Semitism. It also maintains that all peoples have a right to be given equal opportunities to flourish. Accordingly, I would urge your Government to make every effort to alleviate the hardship suffered by the Palestinian community, allowing them the freedom necessary to go about their le-

gitimate business, including travel to places of worship, so that they too can enjoy greater peace and security. Clearly, these matters can only be addressed within the wider context of the Middle East peace process. The Holy See welcomes the commitment expressed by your Government to carry forward the momentum rekindled at Annapolis and prays that the hopes and expectations raised there will not be disappointed. As I observed in my recent address to the United Nations in New York, it is necessary to explore every possible diplomatic avenue and to remain attentive to even the faintest sign of dialogue or desire for reconciliation if longstanding conflicts are to be resolved. When all the people of the Holy Land live in peace and harmony, in two independent sovereign states side by side, the benefit for world peace will be inestimable, and Israel will truly serve as . (light to the nations, Is 42:6), a shining example of conflict resolution for the rest of the world to follow. Much work has gone into formulating the agreements which have been signed thus far between Israel and the Holy See, and it is greatly hoped that the negotiations regarding economic and fiscal affairs may soon be brought to a satisfactory conclusion. Thank you for your reassuring words concerning the Israeli Government's commitment to

a positive and expeditious resolution of the questions that remain. I know that I speak on behalf of many when I express the hope that these agreements may soon be integrated into the Israeli internal legal system and so provide a lasting basis for fruitful cooperation. Given the personal interest taken by Your Excellency in the situation of Christians in the Holy Land, which is greatly appreciated, I know you understand the difficulties caused by continuing uncertainties over their legal rights and status, especially with regard to the question of visas for church personnel. I am sure you will do what you can to facilitate the resolution of the problems that remain in a manner acceptable to all parties. Only when these difficulties are overcome, will the Church be able to carry out freely her religious, moral, educational and charitable works in the land where she came to birth. Your Excellency, I pray that the diplomatic mission which you begin today will further strengthen the bonds of friendship that exist between the Holy See and your country. I assure you that the various departments of the Roman Curia are always ready to offer help and support in the fulfilment of your duties. With my sincere good wishes, I invoke upon you, your family, and all the people of the State of Israel, God's abundant blessings.

Questa la traduzione italiana del discorso del Papa: Eccellenza, sono lieto di porgerle il benvenuto all'inizio della sua missione e di accettare le Lettere che la accreditano quale Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario dello Stato di Israele presso la Santa Sede. La ringrazio per le cordiali parole che mi ha rivolto e le chiedo di trasmettere al Presidente Shimon Peres i miei rispettosi saluti e l'assicurazione delle mie preghiere per il popolo del suo Paese. Ancora una volta, offro i miei cordiali auspici in occasione della celebrazione di Israele dei sessanta anni della sua esistenza come Stato. La Santa Sede si unisce a Lei nel rendere grazie al Signore perch le aspirazioni del popolo ebraico a una casa nella terra dei loro padri si sono realizzate e, al contempo, spera che giunga presto un tempo di maggiore letizia, quando una pace giusta risolver il conflitto con i palestinesi. In particolare, la Santa Sede considera preziose le proprie relazioni diplomatiche con Israele, instaurate quindici anni fa, e attende con ansia l'ulteriore sviluppo di un maggior rispetto, di una maggiore stima e di una crescente collaborazione che ci uniscano. Fra lo Stato di Israele e la Santa Sede esistono numerose aree di interesse reciproco che si possono esplorare con profitto. Come ha sottolineato, l'eredit giudaico-cristiana dovrebbe spingerci a prendere l'iniziativa di promuovere molte forme di azione umanitaria e sociale nel mondo, non da ultimo combattendo tutte le forme di discriminazione razziale. Condivido con Lei, Eccellenza, l'entusiasmo per gli scambi culturali e accademici che si svolgono fra istituzioni cattoliche nel mondo e quelle in Terra Santa, e anche io spero che tali iniziative verranno maggiormente sviluppate nei prossimi anni. Il dialogo fraterno, condotto a livello internazionale fra cristiani ed ebrei, sta recando molti frutti e deve proseguire con impegno e generosit. Le citt sante di Roma e di Gerusalemme sono importantissime fonti di fede e saggezza per la civilt occidentale, e, di conseguenza, i vincoli fra Israele e la Santa Sede hanno ripercussioni pi profonde di quelle che derivano formalmente dalla dimensione giuridica delle nostre relazioni. Eccellenza, so che condivide la mia preoccupazione per l'allarmante declino della popolazione cristiana nei Paesi del Medio Oriente, incluso Israele, a causa dell'emigrazione. Di certo, i cristiani non sono gli unici a risentire degli effetti dell'insicurezza e della violenza che sono conseguenze dei vari conflitti nella regione, ma, per molti aspetti, sono ora particolarmente vulnerabili. Prego affinch, per la crescente amicizia fra Israele e la Santa Sede, si possano elaborare modi per rassicurare i membri della comunit cristiana affinch possano nutrire la speranza di un futuro sicuro e pacifico nelle loro patrie ancestrali, senza sentirsi costretti a doversi trasferire in altre parti del mondo per costruirsi una nuova vita. I cristiani in Terra Santa intrattengono da tempo buoni rapporti sia con i musulmani sia con gli ebrei. La loro presenza e il libero esercizio della vita e della missione della Chiesa l, hanno il potenziale di contribuire in modo significativo a sanare le divisioni fra le due comunit. Prego affinch possa essere cos e invito il suo governo a continuare a elaborare modi per utilizzare la buona volont dei cristiani sia verso i discendenti naturali del popolo che per primo ha udito la Parola di Dio sia verso i nostri fratelli e le nostre sorelle musulmani che da secoli vivono e praticano il proprio culto nella terra che tutte e tre le tradizioni religiose definiscono santa. Comprendo che le difficolt dei cristiani in Terra Santa sono legate anche alla tensione continua fra le comunit ebrea e palestinese. La Santa Sede riconosce la legittima necessit di sicurezza e di autodifesa di Israele e condanna fortemente tutte le forme di antisemitismo. Sostiene anche che tutti i popoli hanno il diritto di ricevere uguali opportunit di prosperare. Proprio per questo, esorto con urgenza il suo governo a compiere ogni sforzo per alleviare le difficolt sofferte dalla comunit palestinese, permettendole la libert necessaria per svolgere le sue legittime attivit, incluso il raggiungere i luoghi di culto affinch possa godere di pace e sicurezza maggiori. evidente che questi problemi si possono affrontare soltanto nel pi ampio contesto del processo di pace per il Medio Oriente. La Santa Sede accoglie l'impegno espresso dal suo governo di portare avanti lo slancio riacceso ad Annapolis e prega affinch le speranze e

Il saluto dell'ambasciatore

Un dialogo in sintonia con la Nostra aetate


Dopo lo scambio dei discorsi, Benedetto XVI si intratteneva a colloquio privato con l'ambasciatore. Dopo l'udienza, nella Sala Clementina prendeva congedo dal prefetto della Casa Pontificia e si recava a far visita al segretario di Stato, il signor cardinale Tarcisio Bertone. Al termine del colloquio l'ambasciatore discendeva nel Cortile di San Damaso, dove si congedava dai dignitari che lo avevano accompagnato e faceva ritorno alla sua residenza. Questa una nostra traduzione italiana del discorso dell'ambasciatore al Papa: Santit, Benedictus qui largitur de majestate sua carni et sanguini. Questa la tradizionale benedizione che un ebreo utilizza rispettosamente quando incontra un monarca o un regnante. Nel linguaggio biblico, la benedizione recita: Se posso fare un'osservazione personale, con profondo senso di umilt che, in quanto discendente della trib di Levi, sono qui a presentarle le Lettere credenziali in nome dello Stato di Israele. Secondo la tradizione biblica, il levita aveva l'obbligo di assistere il Kohen gadol, il Pontifex, nel compiere i rituali del tempio e poi nel celebrare la liturgia delle benedizioni sacerdotali nella sinagoga. Il mio antenato, della citt di Rogasen, nel distretto di Posen, cambi il proprio cognome da Levi in Lewi pensando illusoriamente che gli Americani l'avrebbero pronunciato meglio. Tuttavia, sbagli. Quindi torn nella Germania imperiale dopo aver partecipato alla guerra civile americana per fondare una famiglia e si stabil a Berlino alla fine del XIX secolo. L crebbe il mio compianto padre e poi si salv dalla Shoah immigrando illegalmente nell'allora Palestina mandataria. Di conseguenza, ora provengo dalla civitas litterarum, la capitale eterna del popolo ebraico, nella Roma aeterna, pienamente consapevole del fatto che entrambe le citt sono sante e considerate umbilicus mundi. stato un grande onore per me essere nominato dal mio governo quinto ambasciatore di Israele presso la Santa Sede. Spero sinceramente di poter contribuire al tessuto della delicata rete di relazioni instaurate cos di recente fra Israele e la Santa Sede e fra il popolo ebraico e la Chiesa cattolica. So che questa nomina molto pi di una classica missione diplomatica. La Santa Sede conta il tempo in secoli, se non in millenni. Quindi, sarebbe in qualche modo inadeguato considerare le nostre relazioni solo come una questione bilaterale fra due Stati sovrani. Inoltre, la dimensione diplomatica relativamente nuova, specialmente se paragonata alla significativa riconciliazione fra cattolici ed ebrei resa effettiva dalla promulgazione della dichiarazione conciliare Nostra aetate pi di quaranta anni fa. Abbiamo apprezzato la sua Lettera, Santit, in occasione del quarantesimo anniversario di quella dichiarazione, quando ha scritto: Nel gettare le fondamenta di un rapporto rinnovato fra il Popolo ebraico e la Chiesa, la Nostra aetate ha sottolineato la necessit di superare i pregiudizi, le incomprensioni, l'indifferenza e il linguaggio ostile sprezzante del passato. Nei primi anni Sessanta, molti hanno sperato che questa significativa Dichiarazione avrebbe lasciato traccia in ambito politico e avrebbe plasmato i futuri atteggiamenti della Santa Sede verso lo Stato di Israele. Di certo lo ha fatto, in definitiva preparando il terreno per l'instaurazione di relazioni diplomatiche. Ancora oggi, la Nostra aetate continua a esercitare la sua influenza e a essere base del dialogo interreligioso fra cattolici ed ebrei. Di conseguenza, l'ambasciatore, che rappresenta l'unica sovranit ebraica, ha il dovere di entrare in sintonia anche con gli interessi degli ebrei nel mondo. Come i miei predecessori, far il mio dovere di seguire questo dialogo da vicino, con molto interesse personale, e di offrire qualsiasi tipo di assistenza potr per mantenerlo regolare e sulla pista giusta. Le nostre rispettive tradizioni spirituali formano l'eredit giudaico-cristiana, che cos centrale nella cultura e nella civilt moderna e pu costituire una piattaforma comune per noi. Essa potrebbe e dovrebbe contribuire a generare un mondo pi umano e pi fraterno. Suggeriremo modi per cercare di tradurre la nostra comune vocazione in orientamenti pi significativi per un'azione sociale e umanitaria concreta, in campi quali la lotta contro la carestia e le malattie, la prevenzione dell'abuso di sostanze stupefacenti, la fornitura di acqua potabile, la lotta contro la desertificazione e il danno ambientale in generale, per menzionarne solo alcuni. Oltre alle questioni etiche e sociali di profondo interesse reciproco, propongo di continuare a cooperare in aree come la lotta permanente alla piaga dell'antisemitismo. I pericoli della violenza perpetrata per motivi religiosi sono una crescente sfida spirituale e una minaccia fisica. Soprattutto, l'uccisione di persone innocenti nel nome di Dio resta un'offesa contro di Lui e contro la dignit umana. Le nostre relazioni bilaterali sono ancora giovani e vanno ulteriormente alimentate. Dobbiamo ancora ultimare l'Accordo Economico. Dalla recente ripresa dei negoziati si sono compiuti progressi innegabili. Esiste il desiderio sincero da parte dell'attuale governo di Israele di concludere i negoziati in maniera positiva e il pi rapidamente possibile. Crediamo anche che vi sia molto spazio per approfondire e ampliare gli scambi culturali e accademici fra le istituzioni cattoliche nel mondo e le istituzioni accademiche in Israele. Il programma accademico elaborato ad hoc con l'Universit Ebraica per diplomati del Pontificio Istituto Biblico di Roma dovrebbe essere considerato un modello per quanto si potr fare. Israele desidera reiterare il proprio impegno per mantenere lo status quo nei luoghi santi cristiani e per sostenere i rispettivi diritti di cui godono le comunit cristiane in virt di esso. Abbiamo ascoltato con profonda empatia il suo discorso, Santit, in occasione della Conferenza dei Vescovi di rito latino delle regioni arabe il 18 gennaio 2008, nel quale ha affermato che si dovrebbe fare tutto il possibile per evitare che la Terra Santa diventi un sito archeologico privo di vita ecclesiale. Faremo del nostro meglio per contribuire a rafforzare le comunit cristiane in Israele in quanto la loro essenziale presenza in Terra Santa profondamente radicata e storicamente naturale. Desidero inoltre assicurarla di nuovo, Santit, del pi sincero impegno da parte di Israele per il processo di pace in Medio Oriente in tutti i suoi aspetti. Speriamo che lo slancio riacceso ad Annapolis recher frutti abbondanti. Il continente europeo e tutta la regione mediterranea potrebbero, tuttavia, dover affrontare pericoli spaventosi se non si porr fine al processo di proliferazione delle armi di distruzione di massa in Medio Oriente. Considerata la nostra traumatica esperienza nella met dello scorso secolo, nessuno dovrebbe sorprendersi del fatto che prendiamo cos sul serio queste minacce. Con l'aiuto di Dio, possiamo cooperare per promuovere le nostre relazioni in ogni ambito affinch ottengano l'attenzione che meritano e la piena espressione del loro significato storico. quindi con onore che le presento, Santit, le Lettere con le quali il Presidente dello Stato di Israele mi accredita quale Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario dello Stato di Israele presso la Santa Sede.

le aspettative suscitate in quella sede non vengano deluse. Come ho osservato nel mio recente discorso alle Nazioni Unite, a New York, necessario percorrere ogni possibile via diplomatica e prestare attenzione ai pi flebili segni di dialogo o di desiderio di riconciliazione se si vogliono risolvere conflitti annosi. Quando tutte le persone della Terra Santa vivranno in pace e in armonia, in due stati sovrani indipendenti, il beneficio per la pace del mondo sar inestimabile e Israele sar realmente (luce delle nazioni Is 42, 6), esempio luminoso di risoluzione del conflitto che il resto del mondo potr seguire. Molto stato fatto nella formulazione degli accordi che sono stati firmati finora da Israele e dalla Santa Sede ed auspicabile che i negoziati relativi a questioni economiche e fiscali giungano a una conclusione soddisfacente. Grazie per le sue parole rassicuranti sull'impegno del governo di Israele per una soluzione positiva e rapida dei problemi ancora da risolvere. So di parlare a nome di molti quando esprimo la speranza che questi accordi possano presto essere integrati nel sistema giuridico interno di Israele e costituire cos una base per una cooperazione feconda. Dato l'interesse personale che Lei, Eccellenza, nutre per la situazione dei cristiani in Terra Santa, e che molto apprezzato, so che comprende le difficolt causata dalle continue incertezze sui loro diritti e sul loro status legali, in particolare a proposito della questione dei visti per il personale ecclesiastico. Sono certo che far tutto il possibile per facilitare la soluzione dei restanti problemi in un modo accettabile per tutte le parti in causa. Solo quando si supereranno queste difficolt, la Chiesa potr svolgere le proprie opere religiose, morali, educative e caritative nella terra in cui nata. Eccellenza, prego affinch la missione diplomatica che comincia oggi rafforzi ulteriormente i vincoli di amicizia fra la Santa Sede e il suo Paese. Sia certo che i vari dicasteri della Curia Romana saranno sempre pronti a offrirle aiuto e sostegno nello svolgimento dei suoi doveri. Con i miei sinceri buoni auspici, invoco su di Lei, sulla sua famiglia e su tutto il popolo dello Stato di Israele le abbondanti benedizioni di Dio.

SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore d'Israele

Sua eccellenza il signor Mordechay Lewy, nuovo ambasciatore d'Israele presso la Santa Sede, nato il 15 maggio 1948, sposato ed ha tre figli. laureato in Storia (Hebrew University, 1976). Entrato nella carriera diplomatica nel 1975, ha ricoperto i seguenti incarichi: funzionario del ministero degli Affari esteri (1975-1976); segretario di ambasciata a Bonn (1976-1981); incaricato dei Paesi di lingua tedesca presso il ministero degli Affari esteri (1981-1985); segretario e poi consigliere di ambasciata a Stoccolma (19851989); vice capo di divisione presso il ministero degli Affari esteri (19891991); console generale a Berlino (1991-1994); ambasciatore in Thailandia (1994-1997); vice capo di dipartimento presso il ministero degli Affari esteri (1997-2000); ministro di ambasciata a Berlino (2000-2004); consigliere del sindaco di Gerusalemme per le comunit religiose (2004-2008). autore di molti articoli di carattere storico sui cristiani e Gerusalemme. Parla inglese e tedesco e conosce lo svedese ed il latino. A sua eccellenza il signor Mordechay Lewy, nuovo ambasciatore d'Israele presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

luned-marted 12-13 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 3

Le forze europeiste vincono in Serbia


BELGRADO , 12. Le forze europeiste guidate dal presidente Boris Tadic hanno vinto le elezioni politiche tenute ieri in Serbia, ma la composizione del nuovo Parlamento rende per il momento difficile l'indicazione di una maggioranza governativa. I risultati ufficiali del voto saranno comunicati solo gioved, ma tutte le stime confermano la vittoria della coalizione Per una Serbia europea, guidata dal Partito democratico (Ds), quello di Tadic, che ha nettamente superato l'ultranazionalista Partito radicale serbo (Srs) che aveva la maggioranza relativa nel Parlamento uscente. Secondo il Cesid, il Centro per le libere elezioni e la democrazia, istituto demoscopico non governativo con sede a Belgrado, considerato attendibile da tutti gli osservatori, il Ds e i suoi alleati avrebbero ottenuto il 38,7 per cento dei suffragi, contro il 29,1 per dellSrs, guidato da Tomislav Nikolic, battuto per la seconda volta quest'anno da Tadic nel ballottaggio delle elezioni presidenziali. Da parte sua, per ora la Commissione elettorale centrale assegna al cartello filoeuropeista il 35,1 per cento dei voti, mentre questo si attribuisce il 38,8 per cento e persino i radicali gli riconoscono il 37,1 per cento. La vittoria delle forze europeiste, in parte inattesa, dato che tutte le previsioni della vigilia indicavano ancora in vantaggio i radicali, non comunque tale da garantire la maggioranza dei seggi parlamentari e imporr accordi di Governo con forze diverse. Tuttavia, lo stesso Tadic, rivendicando la vittoria, l'ha definita limpida e soprattutto espressione della scelta europea dellelettorato. Anche a giudizio di molti osservatori, l'esito del voto frena le posizioni delle forze nazionaliste e antieuropeiste che hanno impostato la campagna elettorale soprattutto sul risentimento popolare per la vicenda del Kosovo, la cui dichiarazione unilaterale di indipendenza stata sostenuta e riconosciuta da diversi Paesi dell'Unione europea. Lavanzata del blocco presidenziale ribadita anche nella sfida per il municipio di Belgrado, vinta da Dragan Djilas andata oltre le previsioni del pi roseo dei sondaggi. La lista di Tadic incamera una decina di punti percentuali in pi rispetto alla somma dei voti ottenuti alle precedenti legislative del gennaio 2007 dai partiti che vi erano confluiti. Da parte sua, lo Srs resta stabile fra il 28 e il 29 per cento dei consensi, ma incapace di fare quel balzo che i suoi dirigenti speravano. Oltre lo sbarramento del 5 per cento necessario per entrare in Parlamento si confermano altre tre formazioni. Il Partito democratico di Serbia (Dss), nazionalista conservatore, guidato dal premier uscente Vojislav Kostunica e che ha rotto l'alleanza con il Ds, viene dato in calo di circa cinque punti e dovrebbe attestarsi intorno all'11 per cento. Il Partito socialista (Sps) dato invece in ripresa con oltre l8 per cento. Poco pi su del 5 per cento (ma per alcuni sondaggisti ancora in bilico) viene collocato il Partito liberaldemocratico (Ldp) guidato da Cedomir Jovanovic, lunica forza politica serba finora disposta a riconoscere lindipendenza del Kosovo.

Nuove violenze nella Striscia di Gaza


TEL AVIV, 12. Ancora violenze nella Striscia di Gaza. Ieri, un miliziano di Hamas, Osama Al Astal, rimasto ucciso allalba in un ancora non definito incidente avvenuto nella zona di Al Qarara, a sud di Gaza, a breve distanza dalla linea di demarcazione con Israele. Secondo fonti palestinesi Al Astal era stato incaricato di presidiare la zona di confine. Alla vista di una unit speciale israeliana, affermano le fonti, l'uomo ha lanciato una bomba a mano ed stato ucciso dal fuoco dei militari. Ma in Israele non si ha per ora conferma di questa dinamica. Fonti militari affermano che il miliziano rimasto ucciso da una deflagrazione avvenuta mentre cercava di deporre un ordigno. In questo fine di settimana le organizzazioni terroristiche palestinesi hanno proseguito le loro attivit, facendo una vittima. Il Governo di Israele considera Hamas il vero responsabile di questi sviluppi: quella organizzazione ne subir le conseguenze, ha affermato il premier israeliano, Ehud Olmert, aprendo a Gerusalemme la consueta seduta settimanale del Consiglio dei ministri. Olmert si riferiva in particolare a un attacco di mortai sferrato venerd scorso da miliziani palestinesi dislocati a Gaza, che ha provocato la morte di un agricoltore israeliano in un villaggio del Neghev. Secondo la radio militare, i colpi di mortaio erano di un tipo usato dallesercito dellIran. Nel frattempo, la popolazione della Striscia di Gaza si prepara a vivere un nuovo black-out energetico a causa delle mancate forniture di carburante da parte delle autorit israeliane. I responsabili dellunica termocentrale funzionante nella Striscia hanno annunciato che dovr essere spenta anche lultima turbina rimasta in attivit perch le riserve di gasolio sono ormai esaurite. Dalla produzione della termocentrale dipende gran parte dellapprovvigionamento elettrico di Gaza, mentre il resto della Striscia riceve energia attraverso elettrodotti da Israele e dallEgitto. Le autorit israeliane hanno imposto da mesi una drastica riduzione nei rifornimento di carburante al territorio come forma di rappresaglia economica in risposta ai continui lanci di razzi Qassam da parte delle milizie palestinesi verso le citt israeliane.

Nel Myanmar milioni di persone a rischio La giunta si occupa del referendum


Affondata un'imbarcazione della Croce rossa carica di aiuti
NAYPYIDAW, 12. Sono sempre pi drammatiche le notizie che provengono dalle zone del Myanmar investite dieci giorni fa dal ciclone Nargis. Secondo attendibili stime fornite dalle Nazioni Unite, le vittime della sciagura sarebbero da sessantatremila a centounomila, mentre i dispersi sarebbero pi di duecentoventiduemila. Molte aree colpite dalla tempesta tropicale sono per ancora inaccessibili. E questo dato di fatto accresce sensibilmente il timore per la sorte di circa due milioni di persone bisognose di aiuto, che rischiano di morire a causa della mancata assistenza e dell'insorgere di malattie. Da giorni, sono infatti stati segnalati diversi casi di colera, malaria, dengue e virus respiratori. Incurante di tutto ci, la giunta militare al potere nella vasta nazione del sud-est asiatico continua a ostacolare l'arrivo degli aiuti internazionali. E continua anche a esportare riso, nonostante nella regione meridionale del delta dell'Irrawaddy la popolazione abbia assoluto bisogno di generi di prima necessit per sopravvivere alle conseguenze del passaggio di Nargis. E in questo drammatico contesto, arrivata anche la notizia dell'affondamento di una nave della Croce Rossa carica di aiuti d'emergenza. Lo ha reso noto un comunicato ufficiale dell'ufficio di Bangkok della stessa organizzazione umanitaria, precisando che l'imbarcazione affondata dopo aver urtato un tronco d'albero che galleggiava nelle acque antistanti la costa sud-occidentale del Paese asiatico, la zona pi colpita dalla calamit naturale. La nave con a bordo un ingente carico di aiuti destinati a oltre mille persone e composto da riso, acqua potabile, pasticche per la depurazione dellacqua, abiti e materiale sanitario era diretta a Bogalay, dove almeno diecimila persone sono morte o sono date per disperse. L'incidente non ha provocato vittime o feriti. Per esaminare la situazione nel Myanmar dopo le devastazioni lasciate dal ciclone e per concordare un incremento dei soccorsi a favore della popolazione dellex Birmania, la Commissione europea ha convocato per domani, marted, al quartier generale comunitario di Bruxelles un vertice durgenza dei ministri competenti degli Stati membri dellUnione. Liniziativa stata promossa dal commissario allo Sviluppo e agli Aiuti umanitari, Louis Michel, il quale intende partire per il Paese asiatico subito dopo la conclusione della riunione ed effettuare di persona sopralluoghi nelle zone investite dal cataclisma. In un comunicato, si precisa che Michel incontrer le autorit del Myanmar per discutere delle modalit con cui meglio prestare assistenza internazionale ai bisognosi. Dopo una lunga ed estenuante trattativa con la giunta, frattanto potuto decollare stamane dalla base aerea di U-Tapao, in Thailandia, un cargo dellAeronautica militare statunitense con a bordo aiuti destinati alla popolazione del Myanmar. Lo hanno riferito fonti giornalistiche internazionali presenti sul posto. Si tratta del primo volo umanitario degli Stati Uniti autorizzato dal regime militare a raggiungere lex Birmania. Due giorni fa era potuto atterrare un cargo proveniente da Brindisi, organizzato dall'Onu per conto della cooperazione italiana. Mentre le numerose vittime del ciclone Nargis attendono nel fango i soccorsi che arrivano con il contagocce e tra mille difficolt, la giunta militare ha fatto sentire la sua voce solo per invitare la gente a recarsi alle urne per approvare il referendum costituzionale di sabato scorso. Il regime ha fatto propaganda per settimane a favore della consultazione, invitando i cittadini a fare il loro dovere patriottico e approvare la nuova Carta, la terza dallindipendenza dalla Gran Bretagna nel 1948. Il Myanmar non ha pi una Costituzione dal 1988, quando i militari (al potere ininterrottamente dal 1962) abolirono quella in vigore. Lanno scorso, la giunta ha formato una commissione tutta di militari e funzionari governativi che ha redatto il progetto di una nuova Carta costituzionale senza avvalersi del contributo dell'opposizione. Secondo i militari, la Costituzione permetter il ritorno a una democrazia multipartitica nel 2010, dopo le elezioni politiche. A leggere il testo, la cosa non sembra per cos certa. Il capo delle forze armate potr infatti nominare i ministri pi importanti e assumere i pieni poteri in casi di emergenza, mentre i militari avranno un quarto dei seggi in Parlamento e il diritto di veto sulle leggi. Il progetto prevede inoltre l'esclusione dalla vita politica del Paese per quei cittadini che abbiano sposato stranieri. Una norma che, di fatto, emarginer Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace e leader della Lega nazionale per la democrazia (Lnd, il principale partito dell'opposizione), vedova di un cittadino britannico. I risultati del referendum costituzionale non sono stati ancora resi noti, ma nessuno nutre dubbi sullesito, che si concluder con un plebiscito in favore della nuova Carta Costituzionale.

Prime elezioni dopo vent'anni nelle zone dello Sri Lanka teatro del conflitto
COLOMBO, 12. Gli abitanti delle zone orientali dello Sri Lanka, l'area teatro del ventennale conflitto tra le forze militari del Governo di Colombo e i ribelli delle Tigri per la liberazione dell'Eelam (patria) Tamil (Ltte), sono andati ieri alle urne per scegliere tra milletrecento candidati i 32 deputati di un loro Parlamento locale. Si trattato delle prime elezioni tenute nella regione da ventanni a questa parte. Laffluenza ai seggi elettorali, che pure stata considerata piuttosto bassa dal presidente del comitato nazionale insediato per garantire la regolarit delle operazioni di voto e di scrutinio, ha comunque superato il 50 per cento dei circa un milione di elettori. Diversi osservatori interni e internazionali considerano queste elezioni un primo tentativo di varare una vera, anche se di fatto limitata, autonomia amministrativa nelle zone dello Sri Lanka abitate in prevalenza dalla minoranza Tamil. In questo senso si espresso il Governo centrale di Colombo, deciso a combattere la guerriglia, ma che si dichiara anche determinato ad accogliere le richieste di maggiore autodeterminazione che vengono dall'intera popolazione Tamil. Le elezioni sono state rese possibili dallarretramento delle forze ribelli che per molti anni avevano assunto il controllo della zona. Peraltro, proprio alla vigilia del voto c' stato un attacco suicida, attribuito alle Ltte, laffondamento di una nave mercantile nel porto di Trincomalee. Secondo quanto riferito da un portavoce della Marina, l'attacco non ha provocato vittime civili. Il giorno prima, invece, c'erano stati undici morti per l'esplosione di una bomba in un bar nella zona orientale della citt di Ampara. Anche in questo caso, le autorit governative dello Sri Lanka hanno parlato di un attentato delle Ltte.

Iraq: possibili nuovi colloqui tra Iran e Stati Uniti


BAGHDAD, 12. L'Iran non esclude la ripresa dei colloqui con gli Stati Uniti sulla sicurezza in Iraq. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Mohammad Ali Hosseini, aggiungendo che, con le condizioni giuste, l'Iran sarebbe disposto a tornare a sedersi a un tavolo di discussione. La scorsa settimana lo stesso portavoce aveva detto che Teheran non avrebbe pi inviato una delegazione a Baghdad per colloqui con gli Usa fino a che i militari statunitensi avessero continuato a colpire i civili iracheni nell'offensiva contro le milizie di Al Sadr.

Dopo l'attacco dei ribelli del Jem contro la capitale sudanese e la rottura delle relazioni con il Ciad

Si aggrava la crisi del Darfur


KHARTOUM, 12. L'annosa e irrisolta crisi nella regione occidentale sudanese del Darfur ha subito nelle ultime ore una duplice accelerazione sia sul piano militare, con un inatteso attacco sferrato sabato contro la capitale Khartoum dai ribelli del Movimento per la giustizia e l'eguaglianza (Jem), sia su quello diplomatico, con la rottura delle relazioni tra il Sudan e il Ciad, dopo mesi di accuse reciproche di dare ciascuno protezione e rifugio alle rispettive forze ribelli. Come detto, sabato i miliziani del Jem avevano lanciato un attacco contro la periferia di Omdurman, citt gemella di Khartoum, sulla riva occidentale del Nilo, che in pratica parte della capitale sudanese. Combattiamo nel Darfur da cinque anni e nessuno ci ascolta. Siamo determinati a portare la guerra a Khartoum, ha detto ieri il loro capo militare, Suleiman Sandal, in una telefonata alla France Presse in cui ha detto di trovarsi ancora a Omdurman. Sandal ha detto che i ribelli sono arrivati dal Darfur a Khartoum in tre giorni con una colonna di quattrocento veicoli. Da parte sua, il leader politico del Jem, Khalil Ibrahim, ha dichiarato questa mattina all'agenzia di stampa britannica Reuter che ci saranno altri attacchi contro Khartoum fino a quando il governo sudanese non cadr: Questo solo linizio ha detto di un processo che terminer solo con la fine di questo regime. La televisione sudanese, citata da quella britannica Bbc, ha detto che il Governo ha offerto una taglia di 125.000 dollari per la cattura di Khalil Ibrahim e che questi sarebbe stato ferito nellattacco di sabato, circostanza smentita dalle fonti del Jem, secondo le quali il loro dirigente politico non avrebbe neppure partecipato all'azione. L'azione del Jem ha suscitato preoccupazione e condanna nelle principali organizzazioni internazionali, compresa l'Onu, e in molti Governi. Quello egiziano, in particolare, ha chiesto ai ribelli di non allargare il cerchio del conflitto nel Darfur. Secondo le fonti governative sudanesi, comunque, l'attacco sarebbe fallito e l'intervento dell'esercito sarebbe stato immediato ed efficace. Lobiettivo principale di questo fallito sabotaggio terroristico era ottenere una copertura da parte dei media e fare in modo che la gente pensasse che avevano la possibilit di entrare a Khartoum, ha dichiarato il televisione Mandour al Mahdi, il segretario politico del Partito nazionale del congresso, la formazione al potere guidata dal presidente sudanese Omar Hassan el Bashir. Secondo Madhi, questo tentativo stato completamente sconfitto. Alcuni comandanti di alto livello del Jem sono stati uccisi. In ogni caso, stato decretato un coprifuoco notturno esteso poi a tempo indeterminato, ma comunque limitato a Omdurman dove, secondo un portavoce della polizia, ci sarebbero ancora ribelli nascosti in alcune zone residenziali. Dallaeroporto non partono o arrivano voli e le scuole sono state chiuse. Tra le reazioni interne, c' stato l'arresto del leader dellopposizione sudanese che fa riferimento a posizioni fondamentaliste islamiche, Hassan al Turabi, e di quattro altri dirigenti del suo Partito popolare del Congresso. Secondo suo figlio, Siddig al Turabi, Vogliono imputare a noi quello che successo. Nel contempo, il Governo ha annunciato la rottura dei rapporti diplomatici col Ciad accusato, come altre volte in passato, di armare e addestrare gli uomini del Jem. Il governo del Ciad ha detto di aver accolto la notizia con la pi grande sorpresa e con rammarico, e ha nuovamente negato ogni legame con la guerriglia. Gi sabato, le autorit di N'Djamena avevano condannato quella che avevano definito un'avventura del Jem. Il Governo ciadiano da tempo denuncia a sua volta lappoggio sudanese ai gruppi armati che vogliono deporre il presidente Idriss Deby Itno.

Lo Zimbabwe non accetta osservatori al ballottaggio


HARARE, 12. Il Governo dello Zimbabwe ha annunciato che non permetter, soprattutto se non verranno prima revocate le sanzioni contro il Paese, laccesso di osservatori internazionali per il previsto ballottaggio delle elezioni presidenziali fra il presidente uscente, Robert Mugabe, al potere da ventotto anni, e il leader dellopposizione, Morgan Tsvangirai. In dichiarazioni rilasciate al quotidiano locale The Herald, il ministro della Giustizia Patrick Chinamasa ha detto che molti Paesi occidentali giocano da attori nella politica dello Zimbabwe e che il Governo non ceder allopposizione. Non li (gli osservatori) autorizzeremo perch (i Paesi occidentali) sono degli attori. Ci ripenseremo se leveranno le sanzioni. A meno che non lo facciano, non c alcuna possibilit di avere rapporti con loro, ha dichiarato il ministro. Sabato scorso, Tsvangirai aveva da parte sua subordinato l'accettazione del ballottaggio finora aveva sempre sostenuto di aver vinto al primo turno proprio alla presenza di osservatori dell'Onu e al libero controllo della stampa internazionale. Chinamasa aveva subito replicato che il Governo non accettava condizioni e che il ballottaggio si sarebbe tenuto nel rispetto delle regole costituzionali ed elettorali vigenti. Tsvangirai, leader del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc) che ha vinto le elezioni parlamentari tenute il 29 marzo insieme con le presidenziali, stato accreditato del 47,9 per cento contro il 43,2 per cento di Mugabe dalla commissione elettorale. La commissione, accusata dallo Mdc di asservimento al Governo, ha diffuso i risultati solo il 2 maggio, dopo un mese segnato da gravi violenze che hanno provocato, sempre secondo fonti dell'opposizione, trentadue morti tra le sue fila. Ancora ieri lo Mdc ha dato notizia dell'arresto di cinquantasei suoi sostenitori a Shamva, a nord-est della capitale Harare.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO

luned-marted 12-13 maggio 2008

Nei suoi editoriali il giornalista cattolico Fritz Gerlich critic apertamente il nazismo

Il coraggio del direttore eroe Hitler? Un mentecatto


di GAETANO VALLINI da poco passata la mezzanotte del 30 giugno 1934: ventiquattro ore sono trascorse da quella che passata alla storia come la Notte dei lunghi coltelli, in cui centinaia di oppositori di Hitler sono stati massacrati. Nel campo di concentramento di Dachau giunge in stato di arresto Fritz Michael Gerlich, che stato direttore del principale giornale di Monaco. Viene spinto in una cella e assassinato. Inizia dal tragico epilogo il racconto della vita di questo coraggioso giornalista, convertitosi al cattolicesimo, tra i primi e pi acuti avversari del Fhrer. A narrarla sono Ovidio Dallera e Ilsemarie Bransua campagna contro il nascente partito nazionalsocialista, denunciando subito il putsch della birreria di Monaco dell'8 novembre 1923 il primo tentativo, fallito, di Hitler di prendere il potere che definisce come uno dei pi gravi tradimenti della storia tedesca. Per il giornalista, il caporale austriaco un mentecatto questo il commento dopo l'unico incontro personale ma pericoloso perch un tribuno che conosce l'arte di far credere ai suoi seguaci tutto quel che vuole e di trascinarli in qualsivoglia avventura. Il suo non vero nazionalismo, cio patriottismo, ma pseudonazionalismo fanatico, che tradisce il diritto naturale e che condurr il paese alla guerra civile. Cos Gerlich nato nel 1883 a Stettino e poi trasferitosi in Baviera, fervente nazionalista e militante politico conservatore durante e dopo la prima guerra mondiale indirizza il quotidiano a una lettura sempre pi critica della situazione intravedendo con lungimirante chiarezza i piani di Hitler. Tuttavia le Mnchener Neueste Nachrichten ha fama di essere un giornale moderato, in pi ha una visione del mondo sostanzialmente agnostica che va bene al direttore fintanto che egli si riconosce in un calvinismo tutto sommato tiepido. Ma nel 1927 accade qualcosa destinato a cambiare radicalmente la vita di Gerlich: l'incontro con una contadina di Konnersreuth, Therese Neumann, che afferma di essere miracolosamente guarita anni Venti da gravi malattie e aver ricevuto le stimmate. Dapprima scettico, poi sempre pi convinto della veridicit dei fenomeni soprannaturali che accompagnano l'esistenza della donna, egli finisce per convertirsi al cattolicesimo. Il 29 settembre 1931 riceve il battesimo con il nome di Michael. Pochi giorni dopo si sposa in chiesa con la moglie Sophie cui era unito solo civilmente e riceve la cresima dalle mani del cardinale di Monaco Faulhaber, che pure porta il nome di Michael. E proprio sulla figura di Michele, che nella Bibbia l'arcangelo combattente alla testa delle schiere celesti nella vittoriosa lotta contro le potenze del male, si richiama come ricordano Dallera e Brandmair l'esortazione rivolta dal cardinale al neofita perch sia anche lui, come Michele, un valoroso combattente contro le nuove forze del male che si stanno riaffacciando all'orizzonte. Gerlich prende tremendamente sul serio le parole del porporato. Il giornale che dirige comincia a stargli stretto, sia perch non pu scrivere come vorrebbe di argomenti religiosi, sia perch il quadro nei precedenti quattro anni mutato ulteriormente. Le posizioni politiche appoggiate fino ad allora gli appaiono inadeguate e le sue idee non si riconoscono pi in quelle degli editori. La decisione di lasciare quindi obbligata. Ma quello di Gerlich non un addio al giornalismo. Aiutato dal frate cappuccino che lo ha guidato nel catecumenato, padre Ingbert Naab, anch'egli convinto antinazista, rileva un settimanale in via di fallimento, l'Illustrierter Sonntag, lo dirige per qualche tempo riprendendo la sua campagna e facendo infuriare pi volte Hitler, che peraltro riesce ad avere in anticipo notizie sugli editoriali di Gerlich: il giornale si stampa nella stessa tipografia che pubblica il Vlkischer Beobachter, organo del partito nazionalsocialista diretto da Alfred Rosenberg, ideologo della razza. Una situazione insostenibile che spinge Gerlich a fondare un nuovo giornale. Il periodico esce il 3 gennaio 1932, si chiama Der gerade Weg e ha il dichiarato intento di indicare al Paese da un punto di vista cattolico la retta via (questa la traduzione della testata) contro la minaccia incombente della nuova barbarie hitleriana, nella convinzione che essere pubblicista significa riconoscere la verit e promuoverne la vittoria. Cos il 6 marzo, una settimana prima di una delle tornate elettorali che caratterizzano quel travagliato periodo della storia tedesca, in un editoriale Gerlich si lascia andare a un'appassionata denuncia dell'hitlerismo che si configura come una sorta di battaglia di civilt. Nell'ultimo numero scrive il direttore abbiamo affermato che nelle prossime elezioni si decider se il popolo tedesco vorr continuare a essere una nazione di cultura o se vorr sprofondare in un grado di barbarie di fronte al quale il livello dei popoli selvaggi da considerarsi un livello civile, poich questi ultimi hanno concetti chiari e severi di onore, decenza, verit. Tutto ci che abbiamo finora riferito e dibattuto nei nostri scritti sta a dimostrare che, rispetto al movimento di Hitler, ci troviamo di fronte a una devianza intellettuale di un genere del tutto particolare: il movimento di Hitler caratterizzato da una falsit di fondo. E, non senza aver predetto che il nazismo croller molto prima del marxismo, aggiunge: Il suo un programma fatto solo di anti. E cio di negazioni. un urlo di rivolta e di odio, e a urlarlo una massa eteroge-

Hitler a Berlino in una foto del 1932: sulla scrivania si nota una copia del Gerade Weg, il giornale di Gerlich

Fritz Michael Gerlich in una foto degli

dmair nel libro Un giornalista contro Hitler (Milano, Mursia, 2008, pagine 262, euro 18) che ricostruisce la fiera e in qualche modo profetica battaglia di quest'uomo nei confronti del nazismo di cui, fin dalle origini, aveva compreso la tragica pericolosit per la Germania, per l'Europa e per il mondo libero. Una battaglia tanto eroica quanto storicamente inutile, visto come andarono le cose, ma della quale resta il valore di testimonianza: quella di un'opposizione lucida, che mostra come gi prima del 1933 ci furono giornalisti e uomini politici che presero posizione contro la marea bruna montante. Gi negli anni Venti, come direttore del principale quotidiano della Germania meridionale, le Mnchener Neueste Nachrichten, Gerlich comincia la

nea di persone tenute insieme da un unico obiettivo comune: la volont di distruggere. Il tono degli articoli successivi accompagnati da pungenti vignette satiriche non meno allarmato. Gerlich denuncia il progetto antisemita dell'ideologo nazista di far proclamare, nelle chiese ripulite dai crocifissi, la nuova religione del mito della razza. A pi riprese si appella ai connazionali invitandoli a non farsi complici. E alla fine non esita, in un editoriale intitolato Arrestate i caporioni!, a chiedere che vengano incarcerati i capi del partito nazionalsocialista, Hitler compreso, esigendo dal governo di Berlino una disposizione di legge per cui il Fhrer e l'intero gruppo dirigente del partito vengano condannati a trascorrere il resto dei loro giorni in carcere, a motivo dei loro crimini contro l'ordine pubblico commessi per loro ordine o istigazione. Quando vede che il solo richiamo alla politica non sufficiente, malgrado le minacce e le intimidazioni che giungono sempre pi numerose, Gerlich chiama in causa la fede. In occasione di un'altra tornata elettorale, dopo aver messo in guardia sul fatto che nazionalsocialismo significa menzogna, odio, fratricidio e miseria infinita, avverte: Chi oggi non va a votare si assume una grande responsabilit davanti a Dio, ai figli e ai figli dei figli. E vi diciamo ancora: dovere di coscienza per ogni cattolico votare quei partiti che difendono i principi eterni della Chiesa. Un appello, questo, che si ripeter ancora in un'analoga circostanza, anche se con sfumature diverse: Votiamo perch siamo cattolici. Ma votando sappiamo che la nostra forza non sta soltanto nel parlamento. La forza del cattolico sta altrove. La Chiesa pu aspettare. La sua forza incrollabile sta nel conforto della grazia divina. I tabernacoli delle nostre chiese sono le nostre centrali di forza. E le cattedre

del papa e dei vescovi sono i fari che illuminano il nostro cammino. Potremo star male per anni; e per anni, come dicono i nostri avversari, non avremo nulla di cui rallegrarci. Non importa! Il nostro Dio conosce la sua ora. Il cardinale di Monaco apprezza la battaglia di Gerlich e annota: Il clero locale entusiasta per il fatto che da parte cattolica si fatto finalmente avanti un uomo che d man forte agli avversari del nazismo. Purtroppo

un piano per una sua fuga in Svizzera: Sono pronto a rispondere con la mia vita per ci che ho scritto, ribatte a colleghi e amici che insistono. Gerlich viene rinchiuso nel carcere della polizia di Ettstrae, mentre il settimanale viene soppresso. Delle sorti del giornalista si interessano alcuni quotidiani esteri e le autorit ecclesiastiche. Ma queste pressioni, per quanto imbarazzanti per i nuovi detentori del potere, non ottengono nulla. Gerlich viene picchiato perch faccia i nomi di Verr assassinato in una cella del campo chi gli forniva notizie di concentramento di Dachau il 30 giugno 1934 riservate. Non ottenendo risposta un Ventiquattro ore dopo quella che passata giorno gli aguzzini gli porgono una pialla storia come la Notte dei lunghi coltelli stola intimandogli di in cui vennero massacrati centinaia uccidersi. Mi rifiuto di spararmi. Sono di dissidenti e oppositori del Terzo Reich cattolico, la sua risposta, mentre si inconclude per con tono amaro e profe- ginocchia e inizia a pregare in attesa tico c' il rischio che quest'uomo, del colpo mortale. Che per non arricome fanno temere le minacce da lui va: evidentemente i carcerieri restano ricevute, venga proditoriamente elimi- impressionati dalla sua profonda fede. Ma l'appuntamento con la morte sonato. Nonostante un tale pericolo, gli at- lo rimandato. Come detto, Gerlich vietacchi del Gerade Weg a Hitler si ne assassinato a Dachau poco pi di susseguono anche dopo l'ascesa di que- un anno dopo l'arresto. Con l'intento di riscattare da un inst'ultimo al potere, facendosi sempre pi diretti e documentati grazie all'aiu- giusto oblio questo eroe cattolico delto segreto di George Bell, ben addentro l'antinazismo, gli autori del volume si alla struttura nazionalsocialista, tanto sono impegnati in una rilettura accurada carpirne anche le trame pi nasco- ta della sua vasta produzione giornalistica, oltre che in un'attenta ricostruste. Grazie a lui Gerlich svela il prozione della sua vicenda biografica, ben getto della marcia delle camicie brune inquadrata nel drammatico contesto su Berlino. E sta per rivelare anche la storico. Il risultato la testimonianza responsabilit del Fhrer nell'incendio esemplare di un uomo che senza paura del Reichstag, cos come il tentativo di si oppose al male fino all'estremo sacriputsch da parte di Rhm, capo delle ficio. Una testimonianza che gli valSA, nei confronti di Hitler. Ma la resa sa, nel 2001, l'inserimento nell'elenco dei conti per Gerlich vicina. Quel- dei martiri sotto il nazismo centol'articolo non uscir mai. trentasei nomi curato da Helmut Il 9 marzo 1933 alcuni scherani ir- Moll per la Conferenza episcopale terompono nella sede del giornale, mal- desca, dal quale emerge il ritratto di menano e prelevano il direttore, il qua- una Chiesa che pag un pesante tribule peraltro ha rifiutato di mettersi in to di sangue per la sua ferma opposisalvo nonostante fosse stato predisposto zione al regime.

Nel nuovo Museo delle Arti di Catanzaro una sorta di officina del contemporaneo

Una macchina espositiva col motore nascosto sottoterra


di STEFANIA ZULIANI Citt di storia antica e aspra, sempre contesa fra l'austerit dell'Appennino e il respiro dolce, a volte insidioso, del Mediterraneo, Catanzaro da qualche tempo ha intrapreso con decisione la strada dell'arte per ridare splendore alla sua tradizione, adombrata nel corso del Novecento dai conflitti e dall'abbandono, dalla presenza feroce della criminalit che troppe volte ha fatto dimenticare il patrimonio, inestimabile, di civilt, di risorse ambientali, di presenze archeologiche e di opere d'arte che appartiene a questa provincia del profondo sud. La recentissima apertura del Museo delle Arti di Catanzaro il Marca, come recita, secondo una convenzione ormai diffusa, l'acronimo con cui il museo stato chiamato ne una conferma significativa e, soprattutto, non occasionale, perch, a differenza di quanto molto spesso accade nel tempo della cultura globalizzata, il nuovo museo di Catanzaro non si offre come anodino status symbol urbano, non ornamento o logo cittadino ma nasce dall'esigenza concreta di dotare la citt di uno spazio di produzione culturale. Inaugurato da appena qualche settimana nel centro storico della citt calabrese, in un palazzo storico pieno di luce e di nobili memorie, il Marca , del resto, una promessa ma anche una combattuta conquista, il frutto non di un'invenzione improvvisa ma del lavoro condotto gi da qualche anno dall'amministrazione provinciale che a Scolacium, il parco archeologico ai piedi di Catanzaro, ha promosso la rassegna lasciano entrare nel museo la citt, i Intersezioni, nella quale grandi sculsuoi rumori e le sue sorprese, il luogo tori internazionali (tra gli altri, Tony permeabile e familiare del passato Cragg, Jan Fabre, Mimmo Paladino, prossimo, la dimora cordiale in cui ha Antony Gormley) ogni estate interpretrovato ospitalit l'opera di Mimmo tano con le loro opere silenziose la forza Rotella, artista catanzarese e internaevocativa di un luogo che non pi sol- il proprio esplicito movente, offrendo del passato illustre e prezioso e accoglie zionale che nel corso della sua lunga tanto sedimento prestigioso di storie re- nei suoi tre piani altrettanti percorsi nelle sue stanze quiete, accuratamente vita Rotella scomparso nel 2006 a mote ma attivo laboratorio del presen- che, pur nella loro singolare compiu- isolate dai turbamenti del presente, le ottantotto anni ha saputo cogliere e tezza, articolano assieme un discorso antiche tavole, i preziosi dipinti, le anche anticipare le trasformazioni che, te, delle sue materie e dei suoi sogni. Egualmente, il Marca, la cui direzio- coerente in cui s'intrecciano non sol- sculture che appartengono alla raccolta nel secondo Novecento, hanno coinvolne artistica stata affidata a Sergio Ri- tanto periodi differenti dal Rinasci- ottocentesca del museo provinciale, ric- to i processi di comunicazione di massa saliti, non si pone come esclusivo spa- mento alla nostra difficile contempora- ca di tanti nomi splendenti, da Batti- e le modalit della visione. zio della tutela e della conservazione, neit ma anche tensioni e ragioni stello Caracciolo a Mattia Preti, da JeDue collezioni importanti, dunque, race ad Andrea Cefaly. Il secondo pia- una legata alle vicende complesse visnon vuole essere soltanto un involucro, plurali. magari splendido ma inerte, di capolaIl primo piano il recinto protetto no, illuminato da grandi vetrate che sute dal museo provinciale di Catanzavori e racconti, una moro fra Otto e Novecento, numentale tomba di fal'altra messa a disposiziomiglia delle opere d'arne dalla Fondazione Rote (Adorno). Al contratella, allo stesso modo rio, del museo il Marca ricche d'interesse e oprivendica la funzione oriportunamente ordinate, ginaria, quella che si nache acquistano ulteriore sconde nelle pieghe del senso e forza persuasiva suo stesso nome, museion, soprattutto grazie alle che nell'antichit indicaenergie e alle proposte va la casa delle Muse, le che abitano i sotterranei seducenti divinit figlie del museo, quel piano sedi Mnemosine, la dea minterrato che in realt del ricordo, il cui compi il motore dell'intera to privilegiato era di tramacchina espositiva del durre la tradizione in Marca, perch proprio creazione, di fare, insomqui, nelle stanze pi spoma, della memoria occaglie e appartate dell'edisione di immagini, paroficio, che il museo divenle, suoni, gesti d'arte, inta spazio della creazione. cantevoli e inauditi. Una sorta di officina del Di questa suggestione contemporaneo che proil Marca, seguendo una va a mettere in azione, linea attualissima eppure pi ancora che in moAttenti, 2004: un dcollage su lamiera opera di Mimmo Rotella custodito al Museo delle Arti di Catanzaro in fondo antica, ha fatto stra, il presente dell'arte.

Nei sotterranei gli spazi in continua trasformazione dedicati alla sperimentazione e ai nuovi artisti

Cos, attraverso l'intervento di artisti chiamati a operare direttamente sul luogo, sulle figure e sugli spazi del museo stesso ( quanto hanno fatto, per la mostra d'apertura, significativamente intitolata Archeologia del presente, i giovani ma gi affermati Paola De Pietri, Flavio Favelli e Davide Rivalda), il Marca raccorda, in un processo virtuoso, i capolavori della pinacoteca e della gipsoteca e le opere, dense di segni e di vitalit urbana, di Rotella, selezionate per questo primo allestimento da Alberto Fiz, le cui tracce, dirette o indirette, sono materiali, visivi e simbolici, destinati a confluire nelle operazioni site specific con cui periodicamente il museo vedr mutare il suo volto e il suo racconto. Un progetto ambizioso, quello del Marca, per la cui riuscita sar determinante la crescita dell'impegno educativo e didattico, la capacit di coinvolgere pubblici differenti dagli scolari agli studiosi, dai turisti ai cittadini di Catanzaro che nel museo dovranno poter trovare, certo, corretta informazione, ma soprattutto ascolto e partecipazione, cos da potersi sentire davvero a casa propria e nel mondo, come scrive Risaliti nella presentazione al catalogo, edito da Electa in tre volumi. Una scommessa che dovr essere giocata fino in fondo, perch il Marca non sia l'ennesimo contenitore di opere ma uno spazio diverso di relazione e di incontro. Un museo discorsivo, come ha suggerito di recente lo storico dell'arte Hans Belting, che sappia contribuire alla formazione di una nuova, pi aperta e consapevole, comunit.

luned-marted 12-13 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 5

Teologia e cultura

Scoperto un santuario martiriale nella catacomba romana dei Santi Marcellino e Pietro

Incontri confronti e scontri tra due terre di confine


Il cardinale vicario di Roma nel pomeriggio del 12 maggio presenta alla Fiera del Libro di Torino il volume Rieducarsi al cristianesimo. Il tempo che stiamo vivendo (Milano, Mondadori, 2008, pagine 102, euro 15). Il libro raccoglie suoi interventi tutti risalenti al 2007 dedicati ai grandi mutamenti del nostro tempo. Pubblichiamo l'inizio della lectio che il cardinale tenne un anno fa proprio alla Fiera di Torino. di CAMILLO RUINI* l rapporto tra teologia e cultura stato fondamentale nel passato, sia per la teologia, e pi ampiamente per il cristianesimo e la sua espansione missionaria, sia per la cultura, o meglio per le varie culture e civilt nelle quali il cristianesimo si inserito e che esso stesso ha in larga misura plasmato o anche generato. Ci avvenuto gi nell'epoca neotestamentaria, quando la fede in Ges Cristo nata nel mondo culturale giudaico e subito dopo entrata in quello ellenistico-romano, iniziando a trasformare entrambe queste culture, che del resto non erano rigidamente separate ma tra loro assai intrecciate. Poi tale processo ha caratterizzato tutta l'epoca patristica, attraverso un confronto serrato della teologia dei Padri (non solo gli apologeti) con la filosofia e gli stili di vita allora dominanti. Ci andato di pari passo con l'affermarsi della missione cristiana e ne ha anzi costituito una dimensione essenziale. Al termine di questo itinerario la fede cristiana era diventata il fattore pi influente e determinante di quella cultura, che pure manteneva i suoi tratti propri e specifici e naturalmente il suo dinamismo di evoluzione storica. A lungo, e attraverso complesse fasi successive che hanno a che fare con le grandi migrazioni di popoli avvenute al passaggio tra l'antichit e il medioevo e con le ulteriori fasi di espansione missionaria del cristianesimo tra i popoli germanici e slavi, perdurato e si per vari aspetti esteso e anche istituzionalizzato questo ruolo centrale del cristianesimo nella cultura. Una formulazione classica ed esemplare di tale centralit si pu vedere nella prima questione della Summa Theologiae di san Tommaso d'Aquino, dedicata alla Sacra doctrina, dove si afferma non solo che questa dottrina scienza, in un senso superiore, e sapienza, ma che, essendo una in se stessa, si estende a tutto ci che appartiene alle diverse scienze filosofiche, speculative e pratiche, e al contempo ha rispetto a esse una dignit che le trascende e un radicale primato, e tuttavia deve avvalersi di loro, secondo il principio che la grazia non toglie ma presuppone e perfeziona la natura. Sappiamo bene come non solo questo primato ma il rapporto stesso tra cristianesimo e cultura, teologia e cultura, sia progressivamente entrato in crisi fin dai primi inizi dell'epoca moderna, a partire da quella che stata chiamata la svolta antropologica, che ha posto l'uomo al centro, e poi dalla nascita della scienza detta galileiana e dalle guerre di religione europee, che hanno reso in qualche modo necessario concepire e gestire la sfera pubblica etsi Deus non daretur. Non il caso di soffermarsi qui su queste ben note problematiche. Vorrei piuttosto ricordare che all'interno della teologia medievale, e in forma eminente con san Tommaso, la distinzione e, nella distinzione, il rapporto reciproco tra ragione e fede, filosofia e teologia, sono stati oggetto di approfondimento sistematico: come ha mostrato magistralmente Etienne Gilson in uno studio pubblicato gi nel 1927 sui motivi per i quali san Tommaso ha criticato sant'Agostino (Pourquoi saint Thomas a critiqu saint Augustin, in Archives d'Histoire Doctrinale et Littraire du Moyen Age, 1, pp. 5-127), la base teoretica di questo approfondimento da ritrovarsi nella gnoseologia e ontologia di matrice aristotelica, che hanno consentito appunto una distinzione pi chiara e sistematica tra le capacit conoscitive intrinseche all'uomo e la luce che egli riceve dalla presenza divina in lui. Una tesi storico-teologica largamente diffusa, e sviluppata soprattutto da un autore della portata di Henri de Lubac, sulle orme di Maurice Blondel, ritiene che l'insistenza unilaterale su questa distinzione, affermatasi nella seconda scolastica, cio appunto ai primi inizi dell'et moderna, abbia contribuito all'emarginazione del cristianesimo e della teologia dagli sviluppi della cultura, rappresentandone involontariamente una legittimazione teologica. Personalmente posso concordare con questa valutazione, a patto di non esagerare il suo concreto peso storico. Mi preme sottolineare per che essa non deve portare a un giudizio negativo sulla validit intrinseca, e anche sulla necessit e fecondit storica, di quella distinzione sistematica. Essa infatti nasce in ultima analisi dal riconoscimento del carattere divino e trascendente della rivelazione cristiana, anzitutto nel suo centro che Ges Cristo ma anche, per quanto riguarda la vocazione dell'umanit a partecipare gratuitamente, nello Spirito Santo, al rapporto filiale che Cristo ha con il Padre. Dall'altra parte essa scaturisce dal riconoscimento della consistenza interna delle creature, proprio perch esse sono opera di Dio (cfr Gaudium et spes, 36). Soltanto sulla base di questa distinzione, inoltre, possibile un rapporto con la ragione moderna e contemporanea e con la rivendicazione di libert che pervade la nostra cultura, rispettando e valorizzando quei loro dinamismi che hanno consentito di conseguire, negli ultimi secoli, risultati straordinari.

di RAFFAELLA GIULIANI* oveva essere assolutamente eterogeneo il bacino sociale che tra terzo e quarto secolo a Roma, per dare una tomba dignitosa ai propri cari, affluiva numeroso alle catacombe dei Santi Pietro e Marcellino, nell'antica localit ad duas lauros, al terzo miglio della via Labicana. Le testimonianze epigrafiche ci conservano i nomi di uomini e donne, ricchi artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, operai, servi, provenienti in parte dalla popolosa Subura, dalla regione dell'Esquilino e del Macellum Liviae, non distanti in linea d'aria. Un calcolo affidabile di Jean Guyon, l'archeologo francese che ha dedicato i suoi migliori anni allo studio di questo straordinario complesso paleocristiano, mostra che nel solo terzo secolo le intricate gallerie sotterranee della catacomba accolsero almeno 15.000 sepolture, mentre alcune migliaia si distribuirono nell'area di superficie. In un equilibrio difficile, ma sostanzialmente riuscito, tra comunit cristiana e potere imperiale, effetto della tollerante politica religiosa dell'imperatore Gallieno (253-268), il cimitero cristiano si inser in una vasta necropoli pagana, in cui un settore distinto di propriet imperiale era occupato dal sepolcreto della gloriosa guardia imperiale a cavallo, gli equites singulares Augusti. Al tempo dell'imperatore Costantino, il complesso ha subito degli interventi edilizi radicali, con la creazione di una grandiosa basilica circiforme dedicata ai martiri eponimi, di un mausoleo cilindrico che accolse l'Augusta Elena, madre dell'imperatore, e altri membri della sua famiglia, e di vasti recinti porticati. L'importanza del complesso non sfuggita agli studiosi delle antichit cristiane di ogni epoca: si legano al sito i nomi di Antonio Bosio, Giovanni Battista de Rossi, Enrico Stevenson, Orazio Marucchi, e poi, per arrivare ai tempi a noi pi vicini, del gesuita Antonio Ferrua, e del barnabita Umberto M. Fasola. Intanto, tra il 1953 e il 1956, Friedrich Wilhelm Deichmann e Arnold Tschira portavano alla luce, nell'area esterna, le fondazioni della grande basilica costantiniana. S' appena menzionato Jean Guyon, al quale si deve una fondamentale sintesi sul complesso (Le cimitire aux deux lauriers. Recherches sur les catacombes romaines, 1987), strumento insuperato di conoscenza del sito. Tanto fervore di studi e di scavi passati lasciava supporre che il cimitero non potesse restituire ancora sorprendenti scoperte, spe-

Particolare della scena dipinta rinvenuta nelle catacombe

Tutto cominciato con un tubo rotto

*Cardinale vicario di Roma

tele alla rimozione della frana, un evento inatteso scuoteva il ritmo tranquillo dei lavori: raggiunto il livello di una galleria catacombale, tre metri sotto un prato ben curato, tenacemente attaccati al loro supporto murario spuntano i brandelli di un affresco parietale sfigurato dal tempo e dagli uomini. Non si pensava che si potesse ancora Compaiono per prime delle testine dipinscoprire qualcosa in un sito cos studiato te (i fossori di oggi gli operai in servizio presso la Pontificia Commissione di ArcheoSi tratta invece di uno sconosciuto logia Sacra per curare le catacombe cocentro di culto forse dedicato municarono eccitati la scoperta di capoccette a chi scrive!). Sono in realt volti ai quaranta martiri di Sebaste maschili che non concedono nulla alla leggiadria: forti, espressivi, occhi spalancati, cie nella sua indagatissima regione centrale, sguardi intensi, barbe ispide. Appartengono a un passo dalla cripta dei martiri eponimi a un gruppo serrato di personaggi vestiti Pietro e Marcellino. Invece, nel cuore del- tutti uguali, con corte tuniche scure. Fanno l'afosa estate romana, nell'agosto 2003, pensare istintivamente a dei soldati, o, forse, iniziata per puro caso un'affascinante av- a degli artefici. ventura archeologica, che chi scrive ha avuPoco pi a destra, l'aureola d'un giovane to la fortuna di vivere in prima persona. Al- santo, maggiorato rispetto al gruppo, accanl'origine di essa un ignaro tubo rotto. Pro- to al quale restano, indenni, tre belle lettere prio cos: la rottura di una conduttura della MAR che conducono agevolmente alrete cittadina aveva provocato l'apertura di l'eponimo Marcellino: a sinistra di questi una voragine in un giardino privato al di rimangono solo i piedi e i resti della bianca sopra del settore mediano della catacomba, barba il venerando esorcista Pietro. presso l'Istituto delle Suore della Sacra FaLo stile dei pochi lacerti non ammette miglia. dubbi: si tratta di pitture tarde, altomedieUna volta fatto cessare, con l'intervento vali (sesto-settimo secolo), di un periodo in dei tecnici dell'Acea, il flusso dell'acqua, s' cui in catacomba si riservavano cure e abiniziato a rimuovere, procedendo dall'ester- bellimenti ai soli loca sancta, alle tombe di no, i detriti crollati nella voragine, per rag- martiri, destinazione di infiniti pellegrinaggi giungere la quota catacombale e rimediare da tutt'Europa. ai danni. Su tutto l'affresco si distribuivano didaMentre si procedeva con tutte le cau- scalie dipinte che, data la lacunosit delle pitture, sono oggi purtroppo quasi del tutto illeggibili: fatto, questo, deplorevole, perch la conservazione delle scriptae avrebbe reso molto pi agevole la decodificazione della scena e, quindi, anche del contesto topografico cui la stessa appartiene. Una di queste iscrizioni dipinte, su di un codice aperto su un leggio, restituisce l'espressione: hic do[na]nt [---] scr[ini]um, forse in rapporto alla presentazione di uno scrigno, raffigurata nella scena e affidata simbolicamente ai martiri patroni del cimitero. In cosa consisteva, o meglio, cosa poteva contenere questo scrigno? Per rispondere a queste fondamentali domande, ci viene fortunatamente in aiuto l'ambito topografico e iconografico, che rinvia, a lume di logica, a un contenitore utilizzato per conservare reliquie. L'esistenza di tale contenitore pu essere confermata dall'apertura rettangolare una nicchia, pi volte violata posta al di sotto delle pitture, dove lo scrinium doveva trovar posto. Completavano l'allestimento del locum sanctum una transenna marmorea, che decorava la sommit del muro affrescato, una mensa oleorum, per ospitare le Scorcio di una delle gallerie principali delle catacombe lampade votive, un lucernario

che rischiarava l'ambiente, nonch numerose sepolture nel piano pavimentale. Queste ultime sono il pendant consueto delle tombe martiriali, espressione del desiderio di massa di sepeliri ad sanctos, fenomeno di costume dell'et tardoantica non esente da spinte superstiziose, contro cui anche sant'Agostino aveva cercato di fare sponda. L'insieme di testimonianze non lascia dubbi: si disvela un altro polo cultuale di questo straordinario complesso della Roma paleocristiana, un santuario martiriale di cui finora non si era potuta sospettare l'esistenza sul piano archeologico. A questo punto, il lavoro degli archeologi si trasferisce dalle umide, oscure e terrose gallerie sotterranee, alle pi confortevoli sale delle biblioteche, dove si conservano le fonti manoscritte sul cimitero (calendari, atti, passiones, itinerari, e cos via), unico strumento disponibile per tentare di identificare il martire venerato nel santuario appena venuto alla luce. Il martire o non piuttosto i martiri? Infatti, due elementi farebbero propendere per un gruppo, e non per una singola individualit, ve- Gli scavi hanno portato alla luce anche nerato nella cripta. Da un lato, la presenza dell'insieme omoge- una serie di sepolture di massa neo di personaggi rappresentati a forse riconducibili alla recrudescenza sinistra nell'affresco non pu essere casuale, in una rappresentazio- della peste antonina tra II e III secolo ne cos essenziale. Dall'altro, se valida l'ipotesi delle reliquie, esse trovano particolare giustificazione nel trasfe- fermassero l'ipotesi dell'epidemia, sarebbe rimento, magari da un paese lontano, di re- una testimonianza eccezionale anche in funsti corporei di pi individui, intrasportabili zione dell'approfondimento della conoscenza degli agenti patogeni nell'antichit e della nella loro interezza. Le fonti manoscritte, in particolare gli iti- loro diffusione. Ritornando al nostro vecchio tubo rotto, nerari, assegnano a questo cimitero i gruppi martiriali dei Quattro Coronati (gi localiz- dobbiamo ringraziarlo di averci dischiuso zati in una cripta del cimitero), dei Trenta un mondo cos complesso e insospettato. Martiri e dei Quaranta Martiri. Questi ulti- vero, per, che permangono ancora molti mi due gruppi non hanno trovato ancora passaggi oscuri nella ricostruzione storica del processo che ha portato allo sviluppo una localizzazione certa. Ebbene, molto forte la suggestione di della catacomba cristiana a ridosso dei sinattribuire le testimonianze archeologiche ap- golari collettori di corpi. forse possibile pena rinvenute a uno dei due anonimi che la presenza dei sepolcri collettivi sia stagruppi. In particolare, i Quaranta della via ta determinante per la scelta dello spazio da destinare al culto di un gruppo di martiri, Labicana sono ricordati dal Martirologio mediante il trasporto di un ricettacolo di reGeronimiano al 13 gennaio e sono definiti liquie provenienti da lontano. milites. Il carattere di soldati si adatterebbe Fatto meritevole di pi approfondita ribene come s'era gi osservato al ma- flessione, del resto, il rispetto costantemennipolo di uomini a sinistra della scena di- te reso dal cimitero cristiano, nella sua propinta. gressiva espansione, ai preesistenti sepolcri A questo punto, sarebbe meno incerta e di massa, rispetto tanto pi rilevante se si isolata l'ipotesi che fu del Delehaye, il quale considera l'esigenza ivi pressante, nelle viciriteneva che i Quaranta Martiri della Labi- nanze delle tombe dei martiri eponimi Piecana ricordati dagli itinerari potessero iden- tro e Marcellino, di spazi sepolcrali da mettificarsi in realt con i Quaranta Martiri di tere a disposizione dei pi ferventi devoti. Sebastia (citt della piccola Armenia, odierA conclusione di queste note, ci auguriamo na Siwas in Turchia), notissimo gruppo di che la Pontificia Commissione di Archeolomartiri soldati, caduti sotto la persecuzione gia Sacra, in collaborazione con l'cole di Licinio, condannati all'esposizione nudi Franaise de Rome, possa attuare il suo ai rigori del freddo di uno stagno ghiacciato proposito di riprendere al pi presto le rie infine morti per assideramento, le cui reli- cerche nel contesto, per riuscire a dare piequie furono sparse e venerate in varie loca- na luce ai tanti dati finora emersi con l'ausilit dell'orbe cristiano antico, e, a Roma, in lio sul campo e in laboratorio delle tecniche d'indagine pi moderne e sofisticate. un oratorio di Santa Maria Antiqua. Inoltratici nella selva ammaliante delle ricostruzioni ipotetiche, dobbiamo per torna- * Ispettore delle Catacombe di Roma re celermente sui nostri passi, nel sottosuolo Pontificia Commissione di Archeologia Sacra

appena abbandonato, dove, all'insieme di testimonianze archeologiche, di per s gi eccezionali, appena descritte, il prosieguo degli scavi ha aggiunto altri inattesi e straordinari elementi. Infatti nel procedere dell'indagine, ci si imbattuti in un singolare insieme di ambienti dalla forma tozza, scavati nel tufo a quote differenti, totalmente diversi dalle consuete gallerie catacombali. Il fatto sorprendente che essi risultavano tutti riempiti, per un terzo della loro altezza, di strati di scheletri, disposti regolarmente e ordinatamente, ma senza elementi di separazione fisica tra loro. Questo portava a concludere che i depositi di scheletri si fossero formati in un breve torno di tempo. Certo, il loro stato di conservazione lasciava molto a desiderare, visto anche il perdurare dell'infiltrazione idrica all'origine della scoperta. Per questo si ritenuto indispensabile affrontare lo scavo dei singolari ambienti con l'intervento, siglato da un'apposita convenzione tra la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e l'cole Franaise de Rome, di un'equipe di antropologi dell'universit di Bordeaux 1, specializzata nell'indagine di sepolture collettive. Gli specialisti, guidati da Dominique Castex, hanno preso in carico lo scavo antropologico e lo studio in loco e in laboratorio dei reperti umani rinvenuti, che tutt'ora in corso, e che ha coinvolto centri universitari di varie citt europee. Dall'osservazione degli antropologi, si conferma, tra l'altro, la simultaneit della formazione dei depositi, che, secondo una stima per difetto, hanno accolto circa milleduecento individui. Altro aspetto interessante della ricerca rappresentato dal riconoscimento, nelle sepolture di massa, di pratiche funerarie estremamente accurate, finalizzate alla conservazione ottimale dei corpi. Le prime datazioni di laboratorio col metodo del radiocarbonio (C14) hanno riguardato due campioni di tessuto, i quali sono stati datati tra la met del secondo secolo e i primi decenni del secolo seguente. Tra i pochissimi reperti dei sepolcri collettivi vi sono alcune monete, di cui la pi recente e dunque utile a fini datanti emessa da uno dei tre imperatori Gordiani (238-244). Dunque, in base a queste prime indicazioni cronologiche, le circostanze che hanno determinato la raccolta di corpi risultano essere precedenti alla nascita del cimitero cristiano, la cui origine, come si diceva, si riporta all'epoca gallienica. Al momento, per quanto riguarda il casus all'origine della formazione dei depositi, non avendo i corpi rivelato segni evidenti di traumi violenti, l'ipotesi pi convincente appare quella dell'evento epidemico, per il quale si pu ipotizzare, sulla base delle datazioni riportate, una recrudescenza della cosiddetta peste antonina, la terribile epidemia che, dalla met del secondo secolo in poi, fino almeno alla met del terzo, ha decimato, in varie riprese, la popolazione dell'impero. Su tale epidemia sono copiose le testimonianze degli antichi, tra cui Galeno, Elio Aristide, gli scrittori della Historia Augusta, Dione Cassio, Ammiano Marcellino, Eutropio e Orosio. Di tale epidemia, tuttavia, non erano ancora emerse delle testimonianze archeologiche dirette, il che aveva portato molti storici moderni a dubitare del valore delle notizie fornite dagli antichi e a ridimensionare la portata dell'infezione. In tal senso il ritrovamento del contesto rinvenuto, se le indagini di laboratorio con-

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
Giornata di studio all'Antonianum

luned-marted 12-13 maggio 2008

Un missionario di Maryknoll sulle orme del vescovo Byrne morto nel Paese asiatico nel 1950

Parola di Dio, vita spirituale I trenta viaggi in nord Corea e francescanesimo di padre Gerard
di EGIDIO PICUCCI Il secondo semestre di quest'anno passer alla storia per due avvenimenti altamente significativi: l'Anno Paolino, che inizier il 28 giugno per ricordare il bimillenario della nascita dell'apostolo Paolo, e la XXII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si terr in Vaticano dal 5 al 26 ottobre sul tema: La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Fra quanti hanno considerato il significato dei due eventi, c' l'Istituto francescano di spiritualit della Pontificia Universit Antonianum di Roma, il quale, oltre a dedicare a Paolo l'annuale simposio che organizza ogni fine giugno in Turchia, ha voluto riservare la tradizionale giornata di studio nell'ambito dell'Ateneo (quest'anno si tenuta lo scorso 22 aprile), al tema Parola di Dio, vita spirituale e francescanesimo. E questo non solo perch al centro della forma di vita rivelata dall'Altissimo a Francesco ottocento anni fa sta il Vangelo, ma anche per il progetto dei Francescani a ricordare l'approvazione della protoregola (1209) con un anno di riflessione sulla Parola di Dio. Questo anno ha detto aprendo i lavori il Ministro Generale dei Frati Minori, padre Jos Rodrguez Carballo sar un anno di grazia se, fin da ora, con cuore di figli della Chiesa, i figli e le figlie di Francesco si volgeranno alla Parola del Signore per accoglierla e obbedirle, amarla e viverla, cercarla, contemplarla e annunciarla. Parola ha precisato il cappuccino padre Paolo Martinelli, preside dell'istituto che diventata carne in Ges Cristo e che, solo se ci si coinvolge con essa e ci si lascia rapire dalla sua dolce presenza, pu far conoscere il mistero di Dio che si rivelato nel Figlio. Da qui ha aggiunto padre Martinelli deriva quella mirabile intuizione che Francesco ha avuto, individuando l'intimo legame che esiste tra Parola di Dio ed Eucaristia; legame ribadito e proposto alla riflessione dei credenti da Papa Benedetto XVI nella Sacramentum caritatis perch rivela l'orizzonte sacramentale dell'economia della salvezza. Per Francesco, come per tutti i fondatori degli ordini religiosi, ha sottolineato monsignore Nikola Eterovi, segretario generale del Sinodo dei vescovi, la Parola di Dio stata lampada dei propri passi all'inizio e alla fine della sua avventura evangelica; compagna di cammino in ogni momento ha aggiunto padre Carballo fino a lasciarsi totalmente penetrare da essa, al punto di poter dire di restare tanto preso dalle Scritture, da essere pi che sufficiente alla mia meditazione e riflessione. Non ho bisogno di pi: conosco Cristo povero e crocifisso e mi basta. L'affermazione di padre Carballo si coniugata bene con quanto sostenuto da Bruna Costacurta, per la quale la Bibbia, opera letteraria con tutte le peculiarit e i condizionamenti di uno scritto legato a luoghi ed epoche determinate, pur sempre rivelazione di Dio, opera ispirata, nata dalla fede, scritta nella fede e donata per la fede del popolo di Dio, deve necessariamente essere letta e studiata nella fede, essendo normativa per la vita di tutti. SEOUL, 12. Padre Gerard Hammond, missionario di Maryknoll, ha visitato la Corea del Nord ben trenta volte, dagli anni Novanta in poi. Motivo di queste sue frequenti visite autorizzate la consegna di aiuti umanitari. Il religioso infatti membro della piccola delegazione che la Eugene Bell Foundation invia in Nord Corea due volte l'anno per distribuire medicinali e attrezzature mediche per combattere la tubercolosi. La delegazione di cui fa parte padre Hammond composta da cinque o sei membri. Il missionario non il solo religioso di questo piccolo gruppo; oltre a lui vi infatti anche un sacerdote delle Missioni estere di Parigi. Questa delegazione una delle poche ong riconosciute dalle autorit di Pyongyang. Il viaggio semestrale in Corea del Nord limitato da un permesso di permanenza non superiore a dieci giorni. Questi vengono spesi in parte nella guest house della capitale nordcoreana e in parte visitando altre zone del Paese. Tutti i membri di questo piccolo gruppo che visita periodicamente la Corea del Nord sono cristiani praticanti. Per questo motivo, durante i dieci giorni di permanenza viene a loro consentito di riunirsi tre volte al giorno per momenti di preghiera e per far celebrare la messa ai due religiosi. Il settantacinquenne padre Gerard Hammond afferma che andare in Corea del Nord per lui come partecipare a un pellegrinaggio, quella una terra santa. Ricorda infatti con toccanti parole il sacrificio della vita di un altro missionario di Maryknoll, il vescovo Patrick Byrne che in questo Paese per nel 1950 durante la marcia della morte dei prigionieri deportati in seguito all'occupazione militare di Seoul. La missione di padre Patrick Byrne in Corea era iniziata nel 1949 dopo un lungo soggiorno in Giappone durante e dopo la seconda guerra mondiale. A Seoul il missionario Byrne aveva svolto l'incarico di delegato apostolico ed era stato consacrato vescovo. Allo scoppio del conflitto era stato arrestato dalle truppe nord coreane mentre si trovava nell'episcopio. Nella marcia di trasferimento a tappe forzate verso i campi di prigionia delle province del nord, la gi precaria salute del vescovo missionario, ormai settantatreenne, aveva subito un aggravamento. Mor nei pressi del fiume Yalu a causa di una polmonite. Nel periodo trascorso nel Sol levante, padre Patrick Byrne era stato impegnato nella missione di Maryknoll a Kyoto. Durante la Seconda guerra mondiale, bench il sacerdote fosse di nazionalit statunitense, il governo nipponico gli aveva concesso una certa libert di movimento e di apostolato tale era la considerazione di cui godeva presso i fedeli e le autorit. Nel vuoto di potere creatosi in seguito alla capitolazione del Giappone, era urgente trovare una persona che potesse mediare tra le parti in modo che l'occupazione delle truppe americane potesse svolgersi in maniera ordinata e senza violenze contro la popolazione inerme. Un giornalista dell'Asahi shinbun, il pi diffuso quotidiano di Tokyo, il signor Miyamoto, su indicazione della figlia di religione cattolica, si era rivolto al parroco della cattedrale della capitale per avere qualche indicazione su un credibile intermediario. Questi gli aveva fatto il nome di padre Byrne, l'americano missionario di Maryknoll a Kyoto. L'indicazione di quel nome era stata anche approvata dall'allora Arcivescovo di Tokyo, monsignor Pietro Doi. Padre Byrne fu avvertito di recarsi immediatamente a Tokyo e di mettersi in contatto con il comando delle truppe americane che in quel momento si trovava a bordo della portaerei Missouri in navigazione verso la baia della capitale nipponica. Nel messaggio che padre Byrne aveva inviato al comando militare statunitense, si chiedeva tra l'altro di esortare i soldati a comportarsi con dignit. Un messaggio accolto: le truppe statunitensi presero il controllo del terriorio senza sparare un colpo.

Lutti nell'episcopato
giunta la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Ignatius Prieto Vega, I.E.M.E., vescovo emerito di Hwange (Zimbabwe), avvenuta in Spagna venerd 9 maggio. Il compianto presule era nato in Besande, nella diocesi di Len (Spagna), il 9 marzo 1923 ed era stato ordinato sacerdote il 10 agosto 1947, nell'Istituto spagnolo di San Francesco Saverio per le Missioni Estere. Il 1 marzo 1963 con l'elevazione della prefettura apostolica di Wankie in Zimbabwe a sede vescovile ne era stato eletto primo vescovo e il successivo 28 aprile aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. L'8 aprile 1988 la diocesi aveva mutato nome in Hwange e monsignor Prieto ne era divenuto primo vescovo. Il 9 febbraio 1999 aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi. Le esequie sono state celebrate in Spagna luned 12 maggio.

Francesco l'ha vissuta pi intensamente di altri, tanto da essere definito dal suo primo biografo, Tommaso da Celano, novus evangelista, espressione illustrata da Pietro Lorenzetti nella Basilica inferiore di Assisi nell'affresco in cui ritrae la Madonna e il Bambino tra san Giovanni evangelista e san Francesco, per il quale la Bibbia non parola su Dio, ma parola di Dio. quanto ha proposto agli oltre trecento partecipanti padre Dino Dozzi, il quale, ricorrendo a un discorso riferito all'itineranza di Francesco, ha chiarito come egli abbia percorso il suo cammino con la Parola, evidenziando come per il Poverello la Parola di Dio, d a Dio la Parola.

Un concerto a Bologna per i profughi birmani


BOLOGNA, 12. Un concerto per finanziare un progetto in favore dei profughi del Myanmar e i bambini di etnia Karen: questa l'iniziativa dell'Antoniano di Bologna in collaborazione con l'associazione Reability Onlus. Il concerto, che si terr il 16 maggio a Bologna presso il teatro Antoniano, una tappa della tourne italiana, intitolata Un Uomo, di Eugenio Finardi. I proventi del concerto di Bologna saranno utilizzati da Reability Onlus per la realizzazione di una clinica che dar assistenza sanitaria a diecimila profughi di etnia Karen, una parte dei quali rifugiatisi in territorio thailandese per sfuggire alla lotta in corso nel Myanmar tra l'esercito governativo e gruppi di armati appartenenti a diverse minoranze etniche. La clinica verr edificata, entro il 2009, in territorio thailandese nei pressi della citt di Mae Sot. Questa iniziativa assistenziale rientra in un progetto pi ampio volto a migliorare sensibilmente la situazione economica e sociale delle popolazioni coinvolte.

Da qui derivano il nesso tra sacra Scrittura ed Eucaristia come sacramento della presenza di Cristo oggi; l'illuminazione che la Parola porta con s, unita alla capacit di guarire il cuore cristificandolo e fare cos di tutti i credenti veri figli nel Figlio di Dio. Da qui si desumono anche le decisioni di Francesco di fronte alla Parola: seguire le orme di Cristo, vivere la forma del Santo Vangelo, obbedire alla Santa Madre Chiesa; espressioni inseparabili nella spiritualit del Santo, che nel Testamento rilegge le tappe della sua vita non con le date, ma con l'enumerazione dei doni ricevuti (il Signore concesse a me di fare penitenza... mi diede tanta fede nelle chiese... mi don dei Frati), doni che vanno restituiti e per i quali il Signore deve essere lodato e benedetto soprattutto dall'uomo, se davvero un essere cosciente e responsabile. Cosa che accade nei quattro casi ricordati dal Cantico di Frate Sole: quando gli uomini perdonano; quando sopportano in pace infermit e tribolazioni; quando riescono a considerare sorella la morte; quando si troveranno fino alla fine nelle santissime voluntati del Signore. La giornata si chiusa con una tavola rotonda in cui si parlato del ruolo della Parola di Dio nella formazione alla vita consacrata e, in particolare, alla vita francescana. Unanime il riconoscimento di dover accompagnare i formandi a un approccio intellettuale e affettivo alla Parola di Dio, in modo da evitare sia approcci neutrali oggettivizzanti che arbitrari soggettivismi. In tal senso stata ricordata la necessit di riconoscere la precedenza del dono a ogni umana intenzione; realt che fa scoprire con Francesco, come la Parola sia una Persona viva, e non un'idea; una presenza contemporanea alla nostra vita, capace di interpellare drammaticamente la nostra libert, spingendola alla sequela della Parola che zitt parole mie, come Clemente Rebora ha definito la Parola di Dio, volendo dire che le soluzioni vengono solo dall'ascolto dell'unica Parola che conta.

In Etiopia iniziativa di solidariet dei salesiani

Una casa di accoglienza per ragazzi di strada ad Addis Abeba


di FRANCESCO RICUPERO Un progetto per avvicinare i ragazzi di strada e recuperarli alla societ e alle loro famiglie stato avviato da qualche anno ad Addis Abeba, in Etiopia, dai figli di Don Bosco. I salesiani, dal 2001 incontrano questi ragazzi per strada, parlano con loro e gli offrono l'opportunit di una vita diversa. il ragazzo si legge sul sito internet dei salesiani www.missionididonbosco.org che, spontaneamente, sceglie di seguire il progetto. Ad oggi, i risultati sono stati buoni e cos i salesiani hanno deciso di puntare pi in alto: la costruzione di un centro di accoglienza e di formazione professionale per i ragazzi di strada. I figli di Don Bosco hanno ottenuto l'appoggio della municipalit di Addis Abeba e un grande appezzamento di terreno a Mekanissa, alle porte della capitale etiope. Il centro ospiter trecentocinquanta ragazzi tra gli otto e i diciassette anni, attuer programmi di prevenzione e di riabilitazione per i ragazzi di strada, aiuter a costruire il tessuto relazionale tra questi giovani e le loro famiglie. La costruzione della struttura di accoglienza dovrebbe essere completata entro l'anno. Alcune parti sono state gi realizzate, ma ulteriore assistenza necessaria per la costruzione di una cucina, sala da pranzo, strutture igieniche, salone multifunzionale, classi con biblioteca, sala computer e attrezzature e strutture sportive. Per completare il centro per i ragazzi di strada occorrono settantamila euro per costruire il refettorio, cinquantamila euro per allestire la cucina e ventimila euro per la realizzazione delle strutture sanitarie. Si pu contribuire a finanziare il progetto con una donazione specificando la causale centro per i ragazzi di strada - Addis Abeba, inserendo il codice progetto n. 15180. Ad Addis Abeba, sono pi di sessantamila, secondo i figli di Don Bosco, i ragazzi che non hanno casa e nemmeno una famiglia. Bambini poveri e a rischio di sfruttamento e di abuso. In tutto il Paese, sono oltre duecentomila gli adolescenti che vivono in queste condizioni. I salesiani sono arrivati in Etiopia nel 1976. Attualmente, le case presenti sul territorio sono quattordici e gli operatori oltre cento. Nella capitale Addis Abeba, si trova la sede della Visitatoria, la Procura missionaria, un centro di accoglienza e di assistenza sociale. A Mekanissa si trovano la scuola elementare, media e superiore; l'oratorio e il centro giovanile, l'aspirantato, il pronoviziato e un centro di formazione professionale. L'impegno dei salesiani per i giovani etiopi ha ricevuto riconoscimento delle autorit locali: i missionari hanno cominciato andando per strada a cercare i ragazzi, parlavano con loro, cercavano di allacciare rapporti personali e di conquistare soprattutto la loro fiducia. Attraverso questo contatto informale sono riusciti a convincere molti ragazzini a studiare, ad imparare un lavoro, ad accettare delle regole e a sperimentare una vita diversa. In Etiopia, oltre alle missioni di Don Bosco, vi sono numerose organizzazioni non governative (ong) che cercano di aiutare questi ragazzi di strada. Sono tanti, infatti, i programmi di riunificazione, in cui le famiglie vengono aiutate a ricongiungersi con i loro ragazzi. Per i pi grandi che vivono in strada vengono organizzati corsi di formazione professionale, perch possano trovare un lavoro e migliorare cos le loro condizioni di vita. Alcune associazioni umanitarie hanno creato i cosiddetti shelter, cio vere e proprie case-rifugio dove gli adolescenti, a gruppi di tre o cinque persone, vivono e dormono in attesa di concludere gli studi (corso di formazione professionale o, in alcuni casi, vera e propria scuola) ed essere autonomi. una strada migliore dell'orfanotrofio, dove i ragazzi pi grandi rifiutano di andare. Non tutti i bambini senza famiglia, per, riescono a trovare una collocazione negli shelter. Per i pi piccoli l'unica strada possibile l'orfanotrofio. Ad Addis Abeba, esistono diversi istituti gestiti da organizzazioni religiose o laiche. Dal 1994 ad Addis Abeba stato aperto un drop center per bambini e le ragazze di strada. Il centro residenziale e offre alloggio e pieno supporto alle bambine e alle ragazze vittime di abusi. Inoltre, il Ciai ha realizzato una scuola di circo, dove i bambini poveri passano i loro pomeriggi a imparare le arti di clown, equilibristi, acrobati e giocolieri, sotto la guida di un insegnante. Lo scopo di questo corso offrire ai ragazzi pi poveri un'occasione per divertirsi e stare lontano dalla strada, oltre a far emergere talenti che potranno trovare un lavoro in questo settore. Si tratta di un'iniziativa importante anche perch questi ragazzi, che abbandonano gli studi e a volte non li cominciano neppure, vivono di espedienti e diventano facilmente dipendenti dal consumo di alcol e di sostanze stupefacenti. Inoltre, la malnutrizione, le malattie, la violenza completano il quadro di una grave crisi che sta falcidiando le nuove generazioni, compromettendo in questo modo il futuro del Paese.

* * *
giunta inoltre la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Jernimo Toms Abreu Herrera, vescovo emerito di Mao-Monte Cristi (Repubblica Dominicana), avvenuta venerd 9 maggio. Il compianto presule era nato in Jarabacoa, diocesi di La Vega, il 30 settembre 1930 ed era stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1955. Il 16 gennaio 1978 con la creazione della sede vescovile di Mao-Monte Cristi ne era stato nominato primo vescovo e il successivo 4 marzo aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. Il 24 maggio 2006 aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi. La messa in suffragio del compianto presule si celebra marted 13 maggio nella chiesa parrocchiale di San Tadeo a Santo Domingo.

W
La Segreteria di Stato comunica che deceduto il

Signor

JEAN-BAPTISTE CAO HUU HIEU


padre di Mons. Francesco Cao Minh Dung, Consigliere della Nunziatura Apostolica in Nuova Zelanda. I Superiori, i Colleghi e il Personale tutto della Segreteria di Stato partecipano al dolore di Mons. Cao Minh Dung e dei suoi Familiari, assicurando la vicinanza nella preghiera per il caro defunto, che affidano all'amore misericordioso del Signore risorto.
.

Borse di studio per i giovani filippini


DAVAO CITY, 12. Aiuto agli studenti di famiglie indigenti per consentire loro di compiere e finire i corsi scolastici e avere cos maggiori possibilit per trovare un posto di lavoro. La Societ di San Vincenzo de' Paoli ha promosso nelle Filippine un programma chiamato Assist a student (assisti uno studente) per consentire a centinaia di famiglie povere di far proseguire gli studi ai loro figli oltre il termine della scuola dell'obbligo. L'aiuto che forniamo alle famiglie non certamente una grossa cifra ma per i poveri tuttavia un grande aiuto ha dichiarato Narciso G. Cruzat, coordinatore per la giovent nelle Filippine del consiglio nazionale direttivo della Societ di San Vincenzo de' Paoli. Grazie al programma, a circa settecento studenti filippini vengono attualmente forniti i mezzi finanziari per continuare a frequentare le scuole superiori, il college o intraprendere corsi di specializzazione professionale. L'aiuto base per gli studenti assistiti di 2.700 pesos. Ovviamente c' un controllo affinch l'aiuto concesso non venga speso dalle famiglie per fini diversi da quello dell'istruzione scolastica dei loro figli. Molti donatori sono membri o fedeli vicini alla Conferenza vincenziana australiana. Qualcuno di questi benefattori si reca personalmente nelle Filippine per incontrare il giovane che prosegue gli studi grazie all'opera di carit. Anche coloro che, per diverse regioni, non hanno mai incontrato direttamente lo studente beneficiato tuttavia trovano una grande ricompensa in Dio per la loro buona azione. Sono sempre di pi i giovani filippini che nelle varie diocesi del Paese si preparano al prossimo grande appuntamento della Giornata della Giovent a Sydney in Australia. Il responsabile dell'apostolato giovanile nell'arcidiocesi di Davao, fratel William Cajes, ha rivolto un appello ai giovani delegati che parteciperanno al grande raduno per approfondire la fede in Ges Cristo in vista del viaggio in Australia.

W
Il Direttore Prof. Ing. Francesco Beltrame, il Consiglio Scientifico, i CapiProgetto, i Ricercatori, i Tecnologi, i Tecnici e il Personale Amministrativo del Dipartimento ICT del Consiglio Nazionale delle Ricerche, piangono la scomparsa del

Chiarissimo Professore

VINCENZO TAGLIASCO
Ordinario di Bioingegneria presso l'Universit degli Studi di Genova.
Essi vogliono testimoniare a tutta la Comunit Scientifica l'intensa attivit creativa svolta dal Prof. Tagliasco nell'ambito del Consiglio Nazionale delle Ricerche a partire dagli anni '80. Fin d'allora, con grande lungimiranza egli si fatto interprete attivo della missione attuale dell'Ente, che quella della generazione di valore attraverso l'acquisizione di nuove conoscenze generate dalle attivit di ricerca. Roma, 12 maggio 2008
.

luned-marted 12-13 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Il Regina Caeli del Papa

pagina 7

Il discorso di Benedetto XVI al Movimento per la vita a trent'anni dalla legalizzazione dell'aborto in Italia

Il rispetto della vita prima giustizia da applicare


Al giorno d'oggi sempre pi difficile proteggere la vita a causa di una mentalit che tende a svilirne il valore. bene per ricordare che il primo atto di giustizia dovuto proprio la difesa della vita. Lo ha ribadito il Papa nel corso dell'udienza ai membri del Movimento per la vita, ricevuti luned mattina, 12 maggio, nell'aula delle benedizioni.

La Pentecoste battesimo della Chiesa


La Pentecoste il battesimo della Chiesa che intraprende la sua missione universale: lo ha detto il Papa, a mezzogiorno della Domenica di Pentecoste, 11 maggio, prima della recita del Regina Caeli con i fedeli presenti in piazza San Pietro. Al termine del Regina Caeli, dopo la benedizione e l'appello per il Libano (che pubblichiamo integralmente in prima pagina), il Papa ha rivolto parole di saluto ai pellegrini.

Cari fratelli e sorelle, con vivo piacere vi accolgo quest'oggi, e a ciascuno di voi rivolgo il mio cordiale saluto. In primo luogo, saluto Mons. Michele Pennisi, Vescovo di Piazza Armerina, e i sacerdoti presenti. Un saluto speciale indirizzo all'Onorevole Carlo Casini, Presidente del Movimento per la vita, e sentitamente lo ringrazio per le gentili parole che mi ha indirizzato a nome vostro. Saluto i membri del Direttivo nazionale e della Giunta esecutiva del Movimento per la vita, i Presidenti dei Centri di aiuto alla vita e i responsabili dei vari servizi, del Progetto Gemma, di Telefono verde, SOS Vita e Telefono rosso. Saluto, inoltre, i rappresentanti dell'Associazione Papa Giovanni XXIII e di alcuni Movimenti per la vita europei. Attraverso di voi, qui presenti, il mio pensiero affettuoso si estende a coloro che, pur non potendo intervenire di persona, sono spiritualmente a noi uniti. Penso specialmente ai tanti volontari che, con abnegazione e generosit, condividono con voi il nobile ideale della promozione e della difesa della vita umana fin dal suo concepimento. La vostra visita cade a trent'anni da quando in Italia venne legalizzato l'aborto ed vostra intenzione suggerire una riflessione approfondita sugli effetti umani e sociali che la legge ha prodotto nella comunit civile e cristiana durante questo periodo. Guardando ai passati tre decenni e considerando l'attuale situazione, non si pu non riconoscere che difendere la vita umana diventato oggi praticamente pi difficile, perch si creata una mentalit di progressivo svilimento del suo valore, affidato al giudizio del singolo. Come conseguenza ne derivato un minor rispetto per la stessa persona umana, valore questo che sta alla base di ogni civile convivenza, al di l della fede che si professa. Certamente molte e complesse sono le cause che conducono a decisioni dolorose come l'aborto. Se da una parte la Chiesa, fedele al comando del suo Signore, non si stanca di ribadire che il valore sacro

dell'esistenza di ogni uomo affonda le sue radici nel disegno del Creatore, dall'altra stimola a promuovere ogni iniziativa a sostegno delle donne e delle famiglie per creare condizioni favorevoli all'accoglienza della vita, e alla tutela dell'istituto della famiglia fondato sul matrimonio tra un uomo e una donna. L'aver permesso di ricorrere all'interruzione della gravidanza, non solo non ha risolto i problemi che affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto una ulteriore ferita nelle nostre societ, gi purtroppo gravate da profonde sofferenze. Tanto impegno, in verit, in questi anni stato profuso, e da parte non solo della Chiesa, per venire incontro ai bisogni e alle difficolt delle famiglie. Non possiamo per nasconderci che diversi problemi continuano ad attanagliare la societ odierna, impedendo di dare spazio al desiderio di tanti giovani di sposarsi e formare una famiglia per le condizioni sfavorevoli in cui vivono. La mancanza di lavoro sicuro, legislazioni spesso carenti in materia di tutela della maternit, l'impossibilit di assicurare un sostentamento adeguato ai figli, sono alcuni degli impedimenti che sembrano soffocare l'esigenza dell'amore fecondo, mentre aprono le porte a un crescente senso di sfiducia nel

futuro. necessario per questo unire gli sforzi perch le diverse Istituzioni pongano di nuovo al centro della loro azione la difesa della vita umana e l'attenzione prioritaria alla famiglia, nel cui alveo la vita nasce e si sviluppa. Occorre aiutare con ogni strumento legislativo la famiglia per facilitare la sua formazione e la sua opera educativa, nel non facile contesto sociale odierno. Per i cristiani resta sempre aperto, in questo ambito fondamentale della societ, un urgente e indispensabile campo di apostolato e di testimonianza evangelica: proteggere la vita con coraggio e amore in tutte le sue fasi. Per questo, cari fratelli e sorelle, domando al Signore di benedire l'azione che, come Centro di Aiuto alla Vita e come Movimento per la Vita, voi svolgete per evitare l'aborto anche in caso di gravidanze difficili, operando nel contempo sul piano dell'educazione, della cultura e del dibattito politico. necessario testimoniare in maniera concreta che il rispetto della vita la prima giustizia da applicare. Per chi ha il dono della fede questo diventa un imperativo inderogabile, perch il seguace di Cristo chiamato ad essere sempre pi profeta di una verit che mai potr essere eliminata: Dio solo Signore della vita. Ogni uomo da Lui conosciuto e amato, voluto e guidato.

L'indirizzo d'omaggio rivolto al Papa dal presidente del Movimento

Insieme per tradurre in opere il magistero sulla dignit dell'uomo


All'inizio dell'incontro il presidente del Movimento per la vita, Carlo Casini, ha rivolto al Papa un breve indirizzo d'omaggio a nome dei presenti, tra i quali erano molti dirigenti nazionali e locali del Movimento e anche alcuni responsabili di associazioni impegnate nella difesa della vita umana, quella nascente in particolare. All'udienza sono stati invitati a partecipare anche alcuni dirigenti di Movimenti per la vita europei con i quali ha detto Casini abbiamo progettato il lancio di una petizione denominata Per la vita e la dignit dell'uomo che intendiamo presentare alle Istituzioni europee nel prossimo dicembre, in occasione della celebrazione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Presente anche un folto gruppo di giovani provenienti da tutta Italia, che all'incontro con il Papa si sono preparati ha detto Casini con una veglia di preghiera e di adorazione. Il presidente del Movimento ha voluto poi ringraziare il Papa per la sua incessante e profonda meditazione sulla vita umana. Sentiamo che il suo magistero deve essere tradotto in opere con particolare slancio e convinzione proprio mentre facciamo memoria di trenta anni di aborto legale in Italia e nell'anno in cui celebriamo il sessantesimo anniversario della Dichiarazione dei diritti dell'uomo. Siamo gi certi della sua vicinanza, gi manifestataci in tanti modi.

Qui soltanto sta l'unit pi profonda e grande dell'umanit, nel fatto che ogni essere umano realizza l'unico progetto di Dio, ognuno ha origine dalla medesima idea creatrice di Dio. Si comprende pertanto perch la Bibbia afferma: chi profana l'uomo, profana la propriet di Dio (cfr Gn 9, 5). Quest'anno ricorre il 60 anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'uomo il cui merito stato quello di aver permesso a differenti culture, espressioni giuridiche e modelli istituzionali, di convergere attorno ad un nucleo fondamentale di valori e, quindi, di diritti. Come ho recentemente ricordato, nella mia visita all'Onu, ai membri delle Nazioni Unite, i diritti umani debbono essere rispettati quali espressione di giustizia e non semplicemente perch possono essere fatti rispettare mediante la volont dei legislatori. La promozione dei diritti umani rimane quindi la strategia pi efficace per eliminare le disuguaglianze fra Paesi e gruppi sociali, come pure per un aumento della sicurezza. Per questo oltremodo lodevole anche il vostro impegno nell'ambito politico come aiuto e stimolo alle Istituzioni, perch venga dato il giusto riconoscimento alla parola dignit umana. La vostra iniziativa presso la Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo, nella quale affermate i valori fondamentali del diritto alla vita fin dal concepimento, della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna, del diritto di ogni essere umano concepito a nascere e ad essere educato in una famiglia di genitori, conferma ulteriormente la solidit del vostro impegno e la piena comunione con il Magistero della Chiesa, che da sempre proclama e difende tali valori come non negoziabili. Cari fratelli e sorelle, incontrandovi il 22 maggio del 1998, Giovanni Paolo II vi esortava a perseverare nel vostro impegno di amore e difesa della vita umana, e ricordava che, grazie a voi, tanti bambini potevano sperimentare la gioia del dono inestimabile della vita. Dieci anni dopo, sono io a ringraziarvi per il servizio che avete reso alla Chiesa e alla societ. Quante vite umane avete salvato dalla morte! Proseguite su questo cammino e non abbiate paura, perch il sorriso della vita trionfi sulle labbra di tutti i bambini e delle loro mamme. Affido ognuno di voi, e le tante persone che incontrate nei Centri di aiuto alla vita, alla materna protezione della Vergine Maria, Regina della Famiglia, e mentre vi assicuro il mio ricordo nella preghiera, di cuore benedico voi e quanti fanno parte dei Movimenti per la vita in Italia, in Europa e nel mondo.

Cari fratelli e sorelle, celebriamo oggi la solennit di Pentecoste, antica festa ebraica in cui si faceva memoria dell'Alleanza stretta da Dio col suo popolo al monte Sinai (cfr Es 19). Essa divent anche festa cristiana proprio per quanto avvenne in tale ricorrenza, 50 giorni dopo la Pasqua di Ges. Leggiamo negli Atti degli Apostoli che i discepoli erano riuniti in preghiera nel Cenacolo, quando su di essi scese con potenza lo Spirito Santo, come vento e come fuoco. Essi allora si misero ad annunciare in molte lingue la buona notizia della risurrezione di Cristo (cfr 2, 1-4). Fu quello il battesimo nello Spirito Santo, che era stato gi preannunciato da Giovanni Battista: Io vi battezzo con acqua diceva alle folle ma colui che viene dopo di me pi potente di me... Egli vi battezzer in Spirito Santo e fuoco (Mt 3, 11). In effetti, tutta la missione di Ges era stata finalizzata a donare agli uomini lo Spirito di Dio e a battezzarli nel suo lavacro di rigenerazione. Questo si realizzato con la sua glorificazione (cfr Gv 7, 39), cio mediante la sua morte e risurrezione: allora lo Spirito di Dio stato effuso in modo sovrabbondante, come una cascata capace di purificare ogni cuore, di spegnere l'incendio del male e di accendere nel mondo il fuoco dell'amore divino. Gli Atti degli Apostoli presentano la Pentecoste come adempimento di tale promessa e dunque come coronamento di tutta la missione di Ges. Egli stesso, dopo la sua risurrezione, ordin ai discepoli di rimanere a Gerusalemme, perch disse voi sarete battezzati in Spirito Santo tra non molti giorni (At 1, 5); e aggiunse: Avrete forza dallo Spirito Santo che scender su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra (At 1, 8). La Pentecoste perci, in modo speciale, il battesimo della Chiesa che intraprende la sua missione universale a cominciare dalle strade di Gerusalemme, con la prodigiosa predicazione nelle diverse lingue dell'umanit. In questo battesimo di Spirito Santo sono inseparabili la dimensione personale e quella comunitaria, l'io del discepolo e il noi della Chiesa. Lo Spirito consacra la persona e la rende al tempo stesso membro vivo del Corpo mistico di Cristo, partecipe della missione di testimoniare il suo amore. E questo si attua mediante i Sacramenti dell'iniziazione cristiana: il Battesimo e la Confermazione. Nel mio Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Giovent 2008, ho proposto ai giovani di riscoprire la presenza dello Spirito Santo nella loro vita e, quindi, l'importanza di questi Sacramenti. Oggi vorrei estendere l'invito a tutti: riscopriamo, cari fratelli e sorelle, la bellezza di essere battezzati nello Spirito Santo; riprendiamo coscienza del nostro Battesimo e della nostra Confermazione, sorgenti di grazia sempre attuale. Chiediamo alla Vergine Maria di ottenere anche oggi alla Chiesa una rinnovata Pentecoste, che infonda in tutti, in modo speciale nei giovani, la gioia di vivere e testimoniare il Vangelo.

Saluto con affetto il folto gruppo di Ragazzi per l'unit, del Movimento dei Focolari, provenienti da molti Paesi dei cinque continenti. Cari ragazzi, voi siete un bel segno del fatto che la Chiesa parla tutte le lingue! Seguendo il carisma di Chiara Lubich, continuate con entusiasmo la vostra corsa per l'unit. Je vous salue cordialement, chers plerins francophones, prsents place Saint-Pierre en ce dimanche de Pentecte. Comme la Vierge Marie et les Aptres au Cnacle, puissiez-vous accueillir l'Esprit Saint, qui vient renouveler votre tre intrieur et faire de vous des tmoins de l'vangile l o vous demeurez. Par l'annonce des mystres du salut, qui est l'uvre de tous les fidles, vous donnez aux hommes de notre temps l'esprance qui ne doit pas. Avec ma Bndiction apostolique. I offer a warm welcome to the English-speaking visitors gathered for this Regina Caeli prayer, including the group from Magdalen College in the United States. On this Pentecost Sunday let us pray for a fresh outpouring of the Holy Spirit upon the Church. May the Spirit's gifts of life and holiness confirm us in our witness to the Risen Lord and fill our hearts with fervent hope in his promises! Upon all of you I cordially invoke the Holy Spirit's gifts of wisdom, joy and peace. God bless you! Frohe Pfingsten! rufe ich allen deutschsprachigen Pilgern und Besuchern hier auf dem Petersplatz zu. Besonders gre ich die vielen jungen Menschen, unter ihnen die Gruppen der Fokolarbewegung und der Gemeinschaft Sant'Egidio. Komm, Heiliger Geist! ist der Bittruf der heutigen Liturgie. Dazu ist es ntig, da wir selbst ihm unsere Herzenstren ffnen, damit er das Kalte und Erstarrte in uns wegnehme und uns die stille Kraft der gttlichen Liebe schenke. Gottes Geist fhre euch auf Wegen des Friedens und des Heils! Saludo con afecto a los fieles de lengua espaola en esta solemnidad de Pentecosts, exhortando a todos a invocar los dones del Espritu Santo, que gua la Iglesia, para robustecer la fe, vivificar la esperanza e iluminar el camino que lleva a renovar la faz de la tierra con la fuerza del amor y el compromiso por la paz y la unidad. Feliz Pentecosts! Serdecznie pozdrawiam Polakw. Dzisiaj w Krakowie odbywa si tradycyjna procesja i Msza w. ku czci w. Stanisawa. Jednoczymy si w modlitwie z biskupami i wiernymi zgromadzonymi na Skace. Duch wity, ktry objawi si w yciu Mczennika jako dar niezomnej wiary i mstwa, niech napenia wszystkich mioci Boga i braci. Niech Jego obecno i bogosawiestwo stale wam towarzyszy. [Saluto cordialmente i polacchi. Oggi a Cracovia si svolgono la tradizionale processione e la S. Messa in onore di S. Stanislao. Uniamoci nella preghiera con i Vescovi e i fedeli radunati a Skalka. Lo Spirito Santo che si manifestato nella vita del Martire come dono di una fede salda e intrepida, colmi tutti dell'amore per Dio e per i fratelli. La Sua presenza e la Sua benedizione vi accompagnino sempre.] Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai ragazzi di San Martino Gusnago che hanno ricevuto la Cresima, al gruppo dell'Associazione Nazionale Emodializzati e agli alunni della Scuola Maria Ausiliatrice di Catania. A tutti auguro una buona domenica di Pentecoste.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
La messa di Pentecoste celebrata da Benedetto XVI nella basilica vaticana

luned-marted 12-13 maggio 2008

La pace fondata sulla verit non scende a compromessi col mondo


La pace fondata sulla verit non scende a compromessi con il mondo: lo ha detto Benedetto XVI nell'omelia della concelebrazione eucaristica presieduta, nella mattina dell'11 maggio, Domenica di Pentecoste, nella basilica vaticana.

Cari fratelli e sorelle, il racconto dell'evento di Pentecoste, che abbiamo ascoltato nella prima Lettura, san Luca lo pone al secondo capitolo degli Atti degli Apostoli. Il capitolo introdotto dall'espressione: Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo (At 2, 1). Sono parole che fanno riferimento al quadro precedente, nel quale Luca ha descritto la piccola compagnia dei discepoli, che si radunava assiduamente a Gerusalemme dopo l'Ascensione al cielo di Ges (cfr At 1, 12-14). una descrizione ricca di dettagli: il luogo dove abitavano il Cenacolo un ambiente al piano superiore; gli undici Apostoli vengono elencati per nome, e i primi tre sono Pietro, Giovanni e Giacomo, le colonne della comunit; insieme con loro vengono menzionate alcune donne, Maria, la madre di Ges e i fratelli di lui, ormai integrati in questa nuova famiglia, basata non pi su vincoli di sangue ma sulla fede in Cristo. A questo nuovo Israele allude chiaramente il numero totale delle persone che era di circa centoventi, multiplo del dodici del Collegio apostolico. Il gruppo costituisce un'autentica qhl, un'assemblea secondo il modello della prima Alleanza, la comunit convocata per ascoltare la voce del Signore e camminare nelle sue vie. Il Libro degli Atti sottolinea che tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera (1, 14). dunque la preghiera la principale attivit della Chiesa nascente, mediante la quale essa riceve la sua unit dal Signore e si lascia guidare dalla sua volont, come dimostra anche la scelta di gettare la sorte per eleggere colui che prender il posto di Giuda (cfr At 1, 25). Questa comunit si trovava riunita nella stessa sede, il Cenacolo, al mattino della festa ebraica di Pentecoste, festa dell'Alleanza, in cui si faceva memoria dell'evento del Sinai, quando Dio, mediante Mos, aveva proposto ad Israele di diventare sua propriet tra tutti i popoli, per essere segno della sua santit (cfr Es 19). Secondo il Libro dell'Esodo, quell'antico patto fu accompagnato da una terrificante manifestazione di potenza da parte del Signore: Il monte Sinai vi si legge era tutto fumante, perch su di esso era sceso il Signore nel fuoco e il suo fumo saliva come il fumo di

una fornace: tutto il monte tremava molto (Es 19, 18). Gli elementi del vento e del fuoco li ritroviamo nella Pentecoste del Nuovo Testamento, ma senza risonanze di paura. In particolare, il fuoco prende forma di lingue che si posano su ciascuno dei discepoli, i quali furono tutti pieni di Spirito Santo e per effetto di tale effusione cominciarono a parlare in altre lingue (At 2, 4). Si tratta di un vero e proprio battesimo di fuoco della comunit, una sorta di nuova creazione. A Pentecoste la Chiesa viene costituita non da una volont umana, ma dalla forza dello Spirito di Dio. E subito appare come questo Spirito dia vita ad una comunit che al tempo stesso una e universale, superando cos la maledizione di Babele (cfr Gn 11, 7-9). Solo infatti lo Spirito Santo, che crea unit nell'amore e

l'azione dello Spirito Santo, vale a dire sull'intreccio tra molteplicit e unit. Di questo parla la seconda Lettura, trattando dell'armonia dei diversi carismi nella comunione del medesimo Spirito. Ma gi nel racconto degli Atti che abbiamo ascoltato, questo intreccio si rivela con straordinaria evidenza. Nell'evento di Pentecoste si rende chiaro che alla Chiesa appartengono molteplici lingue e culture diverse; nella fede esse possono comprendersi e fecondarsi a vicenda. San Luca vuole chiaramente trasmettere un'idea fondamentale, che cio all'atto stesso della sua nascita la Chiesa gi cattolica, universale. Essa parla fin dall'inizio tutte le lingue, perch il Vangelo che le affidato destinato a tutti i popoli, secondo la volont e il mandato di Cristo risorto (cfr Mt 28, 19). La Chiesa che na-

nella reciproca accettazione delle diversit, pu liberare l'umanit dalla costante tentazione di una volont di potenza terrena che vuole tutto dominare e uniformare. Societas Spiritus, societ dello Spirito: cos sant'Agostino chiama la Chiesa in un suo sermone (71, 19, 32: PL 38, 462). Ma gi prima di lui sant'Ireneo aveva formulato una verit che mi piace qui ricordare: Dov' la Chiesa, l c' lo Spirito di Dio, e dov' lo Spirito di Dio, l c' la Chiesa ed ogni grazia, e lo Spirito la verit; allontanarsi dalla Chiesa rifiutare lo Spirito e perci escludersi dalla vita (Adv. Haer. III, 24, 1). A partire dall'evento di Pentecoste si manifesta pienamente questo connubio tra lo Spirito di Cristo e il mistico Corpo di Lui, cio la Chiesa. Vorrei soffermarmi su un aspetto peculiare del-

sce a Pentecoste non anzitutto una Comunit particolare la Chiesa di Gerusalemme ma la Chiesa universale, che parla le lingue di tutti i popoli. Da essa nasceranno poi altre Comunit in ogni parte del mondo, Chiese particolari che sono tutte e sempre attuazioni della sola ed unica Chiesa di Cristo. La Chiesa cattolica non pertanto una federazione di Chiese, ma un'unica realt: la priorit ontologica spetta alla Chiesa universale. Una comunit che non fosse in questo senso cattolica non sarebbe nemmeno Chiesa. A questo riguardo occorre aggiungere un altro aspetto: quello della visione teologica degli Atti degli Apostoli circa il cammino della Chiesa da Gerusalemme a Roma. Tra i popoli rappresentati a Gerusalemme nel giorno di Pentecoste,

Luca cita anche gli stranieri di Roma (At 2, 10). In quel momento Roma era ancora lontana, straniera per la Chiesa nascente: essa era simbolo del mondo pagano in generale. Ma la forza dello Spirito Santo guider i passi dei testimoni fino agli estremi confini della terra (At 1, 8), fino a Roma. Il libro degli Atti degli Apostoli termina proprio quando san Paolo, attraverso un disegno provvidenziale, giunge alla capitale dell'impero e vi annuncia il Vangelo (cfr At 28, 3031). Cos il cammino della Parola di Dio, iniziato a Gerusalemme, giunge alla sua meta, perch Roma rappresenta il mondo intero ed incarna perci l'idea lucana della cattolicit. Si realizzata la Chiesa universale, la Chiesa cattolica, che il proseguimento del popolo dell'elezione e ne fa propria la storia e la missione. A questo punto, e per concludere, il Vangelo di Giovanni ci offre una parola, che si accorda molto bene con il mistero della Chiesa creata dallo Spirito. La parola uscita per due volte dalla bocca di Ges risorto quando apparve in mezzo ai discepoli nel Cenacolo, la sera di Pasqua: Shalom - pace a voi! (Gv 20, 19.21). L'espressione shalom non un semplice saluto; molto di pi: il dono della pace promessa (cfr Gv 14, 27) e conquistata da Ges a prezzo del suo sangue, il frutto della sua vittoria nella lotta contro lo spirito del male. dunque una pace non come la d il mondo, ma come solo Dio pu darla. In questa festa dello Spirito e della Chiesa vogliamo rendere grazie a Dio per aver donato al suo popolo, scelto e formato in mezzo a tutte le genti, il bene inestimabile della pace, della sua pace! Al tempo stesso, rinnoviamo la presa di coscienza della responsabilit che a questo dono connessa: responsabilit della Chiesa di essere costituzionalmente segno e strumento della pace di Dio per tutti i popoli. Ho cercato di farmi tramite di questo messaggio recandomi recentemente alla sede dell'O.N.U. per rivolgere la mia parola ai rappresentanti dei popoli. Ma non solo a questi eventi al vertice che si deve pensare. La Chiesa realizza il suo servi-

zio alla pace di Cristo soprattutto nell'ordinaria presenza e azione in mezzo agli uomini, con la predicazione del Vangelo e con i segni di amore e di misericordia che la accompagnano (cfr Mc 16, 20). Fra questi segni va naturalmente sottolineato principalmente il Sacramento della Riconciliazione, che Cristo risorto istitu nello stesso momento in cui fece dono ai discepoli della sua pace e del suo Spirito. Come abbiamo ascoltato nella pagina evangelica, Ges alit sugli apostoli e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi (Gv 20, 2123). Quanto importante e purtroppo non sufficientemente compreso il dono della Riconciliazione, che pacifica i cuori! La pace di Cristo si diffonde solo tramite cuori rinnovati di uomini e donne riconciliati e fatti servi della giustizia, pronti a diffondere nel mondo la pace con la sola forza della verit, senza scendere a compromessi con la mentalit del mondo, perch il mondo non pu dare la pace di Cristo: ecco come la Chiesa pu essere fermento di quella riconciliazione che viene da Dio. Pu esserlo solo se resta docile allo Spirito e rende testimonianza al Vangelo, solo se porta la Croce come e con Ges. Proprio questo testimoniano i santi e le sante di ogni tempo! Alla luce di questa Parola di vita, cari fratelli e sorelle, diventi ancora pi fervida e intensa la preghiera, che quest'oggi eleviamo a Dio in spirituale unione con la Vergine Maria. La Vergine dell'ascolto, la Madre della Chiesa ottenga per le nostre comunit e per tutti i cristiani una rinnovata effusione dello Spirito Santo Paraclito. Emitte Spiritum tuum et creabuntur, et renovabis faciem terrae Manda il tuo Spirito, tutto sar ricreato e rinnoverai la faccia della terra. Amen!

Le preghiere in cinese, arabo e russo


Una preghiera in cinese perch il Vangelo pieghi la durezza di menti e cuori per aprirli a progetti di pace e giustizia. Una preghiera in arabo perch lo Spirito consoli i sofferenti e coloro che sanguinano nel cuore. Una preghiera in russo per il perdono dei peccati. La Domenica di Pentecoste, 11 maggio, nella Basilica vaticana la Chiesa ha davvero parlato tutte le lingue del mondo, ha ripetuto l'annuncio del Vangelo a tutti i popoli e ha invocato dallo Spirito il dono della pace e della riconciliazione. Alle 10 Benedetto XVI ha presieduto la celebrazione della santa messa che stata caratterizzata, all'inizio, dal rito dell'aspersione e, prima della proclamazione in latino del passo Vangelo di Giovanni (20, 19-23), dal canto della Sequenza: Veni, Sancte Spiritus.... La prima lettura (Atti degli Apostoli 2, 1-11) stata proclamata in inglese, il salmo 103 in italiano mentre la seconda lettura (Prima Lettera di san Paolo ai Corinzi 12, 3b-7.12-13) in spagnolo. Alla preghiera dei fedeli oltre alle intenzioni in cinese, arabo e russo si pregato in tedesco perch il magistero e la parola del Papa riscaldino il cuore dei fedeli e raggiungano chi lontano, in portoghese per i genitori e quanti sono impegnati a far fronte all'emergenza educativa e in francese perch lo Spirito vivifichi la fatica quotidiana di ciascuno. I doni all'offertorio sono stati presentati da due suore e da tre famiglie: Benedetto XVI ha avuto una carezza per i pi piccoli. A conclusione della celebrazione, dopo la benedizione, stato cantato il Regina Caeli. Con il Papa hanno concelebrato ventitr cardinali, tra i quali il decano Angelo Sodano e il segretario di Stato Tarcisio Bertone. Erano presenti ventisei arcivescovi e vescovi, tra i quali l'arcivescovo Fernando Filoni, sostituto della segreteria di Stato, e numerosi prelati della Curia romana. Significativa la partecipazione dell'arcivescovo primate armeno apostolico dell'Iraq, Avak Asadourian, che con la sua presenza ha dichiarato a L'Osservatore Romano ha voluto riaffermare le relazioni fraterne con la Chiesa cattolica, come stato espresso dagli incontri dei giorni scorsi tra il Papa e il Catholicos Karekin II. Ad accompagnare il Papa erano l'arcivescovo James Michael Harvey, prefetto della Casa pontificia, e monsignor Georg Gnswein, segretario particolare. Il servizio dei ministranti stato svolto dagli studenti del Pontificio Collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae. I canti sono stati eseguiti dal coro della Cappella Sistina. Le migliaia di fedeli che hanno partecipato alla messa sono usciti dalla basilica per seguire la preghiera mariana di mezzogiorno in piazza San Pietro. Tra loro tantissimi ragazzi del Movimento dei Focolari che hanno scelto la Domenica di Pentecoste per testimoniare al Papa il loro impegno per l'unit dei popoli, seguendo la strada tracciata da Chiara Lubich.

Il cardinale Gracias ha preso possesso del titolo di San Paolo della Croce a Corviale

Il cardinale Cordes ha preso possesso della diaconia di San Lorenzo in Piscibus

Concerto mariano al Governatorato


Un concerto mariano nel mese dedicato alla Madonna si svolge nel Palazzo del Governatorato marted pomeriggio, 13 maggio, festa della beata Maria vergine di Fatima. Organizzato dal cardinale Giovanni Lajolo, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Citt del Vaticano e dello stesso Governatorato, l'appuntamento musicale per le ore 17 nella chiesa di Maria Madre della famiglia. L'orchestra e coro Melos ensamble, direttore il maestro Filippo Manci, eseguiranno musiche di Mozart (Ave Maria K. 554- Te Deum K. 141Regina Coeli K. 227), di Salieri (Salve Regina), di Hndel (For unto us a child is born e Amen dal Messiah) e di Frisina (Totus tuus in onore di Giovanni Paolo II).

Il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo metropolita di Bombay (India), nel pomeriggio di sabato 10 maggio, vigilia di Pentecoste, ha preso possesso del titolo di San Paolo della Croce a Corviale. Il porporato stato accolto dal parroco, che gli ha porto il crocifisso per il bacio e la venerazione, quindi ha presieduto la celebrazione eucaristica.

Il cardinale Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, nel pomeriggio di domenica 11 maggio, solennit di Pentecoste, ha preso possesso della nuova diaconia di San Lorenzo in Piscibus. Il porporato stato accolto dal rettore, che gli ha porto il crocifisso per il bacio e la venerazione, quindi ha presieduto la celebrazione eucaristica.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 112 (44.852)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
mercoled 14 maggio 2008

Citt del Vaticano

Nel Sichuan l'ottanta per cento delle abitazioni rase al suolo dal sisma che ha causato oltre dodicimila morti accertati

Crisi alimentare e speculazioni finanziarie

Il mondo in soccorso della Cina


Pechino accetta le offerte di aiuto ma precisa che non ci sono le condizioni per accogliere i soccorritori stranieri
PECHINO, 13. Tutto il mondo si mobilitato per prestare aiuto alle popolazioni colpite dal sisma che ha devastato la Cina sud-occidentale. Le Nazioni Unite si sono dette pronte a offrire immediata assistenza umanitaria. Lo ha reso noto un comunicato diffuso al Palazzo di Vetro di New York. Le Nazioni Unite si legge nel documento sono pronte ad aiutare il Governo della Cina nel rispondere ai bisogni umanitari causati dal disastro. Durante una conferenza stampa, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, si detto profondamente rattristato per le vittime e la distruzione sofferta dalla popolazione. Ban ha poi espresso le sue condoglianze alle famiglie di coloro che sono stati uccisi o feriti. Da Washington, il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha assicurato che il suo Paese pronto ad aiutare le autorit di Pechino ad affrontare questa terribile catastrofe. I pensieri e le preghiere del popolo statunitense sono con il popolo cinese ha dichiarato il presidente Bush in una nota ufficiale specialmente con quanti sono stati direttamente colpiti. Gli Stati Uniti sono pronti a dare il loro aiuto in ogni modo possibile. Anche il Governo giapponese si detto subito pronto a fornire assistenza alle aree cinesi colpite dal sisma, mentre lItalia si dichiarata pienamente disponibile a fornire tutto il soccorso che potesse essere ritenuto utile e necessario dalle autorit di Pechino. Nel dare il benvenuto alle varie offerte di aiuto da parte della Comunit internazionale, la Cina ha per precisato che al momento problemi logistici impediscono di accogliere nel Paese le squadre di soccorso straniere. Di ora in ora, stanno assumendo le proporzioni di una vera e propria catastrofe le conseguenze del violento terremoto nella zona sud-occidentale della Cina, il peggiore negli ultimi trentadue anni nel Paese asiatico. Finora, le vittime accertate della scossa sismica di magnitudo 7,6 sulla scala Richter sono oltre dodicimila. Ma si teme che i morti possano essere pi di centomila. E con il passare delle ore diminuiscono sempre di pi le possibilit di salvare le migliaia di persone rimaste intrappolate sotto le macerie degli edifici crollati. Migliaia i feriti, alcuni dei quali sono stati ricoverati in ospedale in gravi condizioni. L'epicentro del terremoto stato localizzato nella localit di Wenchuan, dove la terra ha tremato con una forza inaudita diverse volte. Nella provincia sud-occidentale del Sichuan la zona della Cina pi colpita oltre l'ottanta per cento delle abitazioni stato letteralmente raso al suolo dalla furia devastatrice del terremoto, avvertito anche a migliaia di chilometri, in un'area che va da Pechino (a circa duemila chilometri di distanza dall'epicentro della scossa) alla capitale della Thailandia, Bangkok, e a quella di Taiwan, Taipei. Nel Sichuan, l'onda sismica ha cancellato dalle cartine geografiche interi villaggi della zona, ridotti ormai a un cumulo di macerie fumanti. Lagenzia di stampa ufficiale Xinhua ha reso noto che nella stessa lo-

Se la ciotola di riso quotata in Borsa


di ETTORE GOTTI TEDESCHI La Fao l'organismo delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura ha spiegato l'attuale emergenza fame citando cause strutturali dovute alle errate politiche di sviluppo adottate dai Paesi ricchi. Ma quali soluzioni possono essere proposte dopo anni di errori? Molti economisti affermano che la globalizzazione ha avuto effetti positivi in alcuni Paesi che hanno saputo aprire con prudenza i propri mercati attraendo gli investimenti, tenendo fuori la speculazione finanziaria ed esercitando una politica molto rigida di controllo delle nascite, mentre ha avuto effetti negativi su Paesi soprattutto in Africa dove la crescita della popolazione stata superiore alla crescita economica e dove quindi non conviene investire. Negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso alcuni organismi internazionali avevano proposto analisi e avanzato previsioni catastrofiche sul problema della crescita demografica incontrollata e della fame nel mondo. Anche allora la fame dei Paesi poveri cre allarme, ma la soluzione proposta dal pensiero dominante fu neomalthusiana: bisognava cio frenare la crescita della popolazione. Si ignorarono invece le proposte fatte da prestigiosi esperti ed economisti come Colin Clark, l'ideatore del concetto di prodotto interno lordo secondo i quali la produzione mondiale di cibo poteva soddisfare non 6, ma ben 36 miliardi di abitanti. E ci attraverso l'uso razionale con sistemi intensivi e ridotti, anzich estensivi o collettivistici delle colture e grazie alla sconfinata capacit produttiva del mercato. Gi allora era chiarissimo che il problema della fame non era economico o ecologico, bens politico, e legato al timore della crescita demografica dei Paesi pi poveri, la cui popolazione doveva essere limitata nel numero piuttosto che sostenuta e sfamata non in modo assistenzialistico ma con cambiamenti strutturali a favore dello sviluppo interno. Dopo trent'anni il problema si addirittura accentuato. Secondo alcuni l'aumento dei prezzi dei cereali sarebbe dovuto alla crescita di domanda nei Paesi emergenti pi popolosi, alla produzione dei biocarburanti, alle variazioni climatiche, ai sussidi economici garantiti alla produzione nei Paesi ricchi. La crisi sarebbe cio dovuta alla dinamica di domanda e offerta del mercato influenzato dai Governi occidentali e dal loro miope egoismo. In realt le cose non stanno esattamente cos. Il prezzo dei beni alimentari le cosiddette commodity verdi si direbbe piuttosto influenzato da fenomeni speculativi avviati da investitori internazionali che, abbandonati i prodotti finanziari senza pi margine di profitto, hanno concentrato il loro interesse sulle commodity, cio su petrolio e alimentari. Secondo alcuni operatori specializzati, quasi il 70 per cento delle transazioni che hanno fatto crescere i prezzi del cibo sono finanziarie. Si cio finanziarizzato il bene agricolo creando un'altra bolla speculativa che potrebbe esplodere fra alcuni mesi, come gi avvenuto per il settore immobiliare. I prezzi dei prodotti agricoli nel mondo sono quindi decisi nelle Borse. Solo per una parte pi marginale anche se non trascurabile la loro crescita dovuta alla maggiore richiesta, ai biocarburanti e agli interventi pubblici. Sarebbe per delittuoso permettere che le turbative speculative minaccino la sicurezza alimentare. Per evitare che ci avvenga bisognerebbe regolamentare subito l'uso degli strumenti finanziari sulle commodity verdi. Sarebbe poi necessario disciplinare le politiche dei dazi sui prodotti alimentari provenienti dai Paesi in via di sviluppo, sostenendovi sistemi agricoli piccoli e intensivi. Sarebbe inoltre utile sostenere le produzioni agricole che utilizzano le biotecnologie vegetali, con un minore uso di acqua, concimi chimici e pesticidi. Si garantirebbe cos produttivit a basso costo, favorendo la capacit di esportazione dei Paesi pi poveri e soddisfacendo il loro bisogno interno. Queste scelte aiuterebbero inoltre questi stessi Paesi a gestirsi autonomamente, sottraendoli a ogni forma di assistenzialismo. Pericoloso perch di derivazione neomalthusiana.

calit la scossa tellurica ha provocato gravi danni a due stabilimenti chimici: molti tra i dispersi erano al lavoro proprio in tali strutture, dal cui circondario si comunque riusciti a evacuare oltre seimila persone. Peraltro, si teme per le possibili ripercussioni sulla salute pubblica e sullambiente di eventuali fuoriuscite di sostanze tossiche. La zona rimasta priva per ore di corrente elettrica, di linee telefoniche e di reti per le comunicazioni. Distrutti anche tutti gli edifici scolastici. Nella citt di Dujiangyan, almeno novecento ragazzi sono ancora intrappolati sotto le macerie della loro scuola e solo cinquanta di loro sono stati tratti in salvo fino a questo momento. Stiamo ancora trovando gente viva, ma i morti sono tanti, tanti, ha detto uno dei soccorritori in un momento di pausa. Almeno altri mille, tra studenti e professori, sono morti nel

crollo di una scuola media nella localit di Beichuan. La situazione caotica, nonostante i piani di emergenza subito approntati dalle autorit cinesi. Sono infatti oltre cinquantamila i soldati dellEsercito popolare di liberazione mobilitati per i soccorsi alle popolazioni delle zone colpite dal sisma. Una ventina i velivoli messi a disposizione dalle Forze Armate per il trasporto dei propri effettivi e degli agenti di polizia. Una squadra di medici e genieri riuscita a raggiungere la contea di Wenchuan, epicentro del sisma: si tratta dei primi soccorritori che arrivano nellarea, tuttora completamente isolata dal mondo esterno. Per giungervi stato necessario scalare letteralmente le montagne circostanti, giacch non esistono pi strade praticabili. Il primo Ministro cinese, Wen Jiabao, che si immediatamente trasferito a Dujiangyan, un centinaio di chilo-

metri dallepicentro, ha lanciato un appello perch vengano compiuti tutti gli sforzi necessari ad aprire prima possibile una via di comunicazione con la zona. Non si pu perdere un minuto perch un minuto in pi perso pu voler dire la vita di un bambino, ha dichiarato Wen. Al momento, tra le vittime non risultano stranieri, ma quindici turisti britannici sono dispersi nei pressi della riserva naturale di Wolong. Le operazioni di soccorso rese pi difficili anche dalle numerose scosse di assestamento che si susseguono sono per ostacolate dal maltempo, che in queste ore imperversa sulla zona. Su tutta larea continua a cadere una fitta pioggia che, secondo le previsioni, continuer nei prossimi giorni. E stamane una nuova scossa di assestamento stata avvertita nella stessa zona. Il Centro di controllo sismologico degli Stati Uniti l'ha catalogata di magnitudo 5,9 sulla scala Richter.

Per ristabilire l'ordine a Beirut dopo l'ondata di violenze

Internet, informazione e democrazia

L'esercito libanese pronto a usare la forza


BEIRUT, 13. Dopo una settimana di intensi combattimenti tra i miliziani di Hezbollah e i filogovernativi, lesercito libanese ha annunciato ieri che, se necessario, lordine e la sicurezza saranno imposti anche con luso della forza. Le forze armate fermeranno le violazioni e faranno rispettare la legge, anche se questo potrebbe portare alluso della forza. Pochi istanti prima il presidente del Parlamento Nabih Berri, che anche uno dei maggiori leader dellopposizione, aveva annunciato il rinvio per lelezione del capo dello Stato al 10 giugno, aggiungendo per che in caso si pervenga prima a un accordo attraverso il dialogo, la data della seduta parlamentare verr anticipata. Dal settembre scorso il Libano senza presidente. La maggioranza anti-siriana e il fronte dellopposizione hanno trovato unintesa su un unico candidato di consenso, il comandante dellesercito Michel Suleiman, ma lo scontro riguarda una serie di condizioni irrinunciabili imposte da Hezbollah, tra cui una nuova legge elettorale e un Governo di unit nazionale. La Lega Araba, che da mesi tenta invano di mediare un accordo, invier mercoled 14 una delegazione guidata dal premier del Qatar Hamad bin Jasem per tentare di trovare una soluzione alla crisi. La delegazione avr incontri col premier Fuad Siniora, con il generale Suleiman, con il leader druso Walid Jumblatt, e con il presidente del Parlamento Nabih Berri. Un monito per la pace in Libano stato lanciato dal presidente degli Stati Uniti, George W. Bush. Condanno con forza i recenti sforzi da parte di Hezbollah e dei loro alleati stranieri a Teheran e Damasco di usare la violenza e lintimidazione per privare il popolo del Libano della loro volont, ha detto Bush in un comunicato diffuso dalla Casa Bianca. Nel frattempo, violenti scontri sono ripresi nella notte a Tripoli tra i militanti dellopposizione sostenuta da Hezbollah e i seguaci della maggioranza antisiriana. Lo ha reso noto un funzionario delle forze di sicurezza. I combattimenti, a colpi di fucile, lanciagranate e mortaio, sono cominciati nei quartieri di Bab Al Tebbaneh e Jabal Mohsen.

La biblioteca di Babele una rete infinita che avviluppa il mondo


ANTONIO SPADARO
A PAGINA

Intervista a padre Funes direttore della Specola Vaticana

L'extraterrestre mio fratello


possibile credere in Dio e fare scienza in modo serio e rigoroso. Lo afferma padre Jos Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana, in un'intervista a L'Osservatore Romano. Fede e ragione sottolinea il gesuita argentino sono le due ali con cui si eleva lo spirito umano. Non c' contraddizione tra quello che noi sappiamo attraverso la fede e quello che apprendiamo attraverso la scienza. Ci possono essere tensioni o conflitti, ma non dobbiamo averne paura. La Chiesa non deve temere la scienza e le sue scoperte. Secondo padre Funes i progressi degli studi astronomici non smentiscono le verit della fede. Anche la possibilit che esistano altri mondi e altre forme di vita non contrasta con la nostra fede sostiene perch non possiamo porre limiti alla libert creatrice di Dio.
FRANCESCO M. VALIANTE
A PAGINA

Nel cuore della cultura digitale


CLAUDIO MARIA CELLI
A PAGINA

1350 anni fa nasceva Willibrordo evangelizzatore dei frisoni

Il santo che non temeva di sporcarsi le mani


SILVIA GUIDI
A PAGINA

Ribadito il divieto di entrare alle organizzazioni umanitarie

Musei, mondializzazione e turismo di massa

La giunta del Myanmar continua a impedire l'arrivo dei soccorsi


PAGINA 2

Tutti in fila per la Gioconda Ma non c' tempo per la Nike (di Samotracia)
ANTONIO PAOLUCCI
A PAGINA

Il discorso di Berlusconi alla Camera

Basta con gli scontri fra Governo e opposizione L'Italia deve crescere
MARCO BELLIZI
A PAGINA

INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Costa Rica Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Pierre Nguyn Van Tot, Arcivescovo titolare di Rusticiana, finora Nunzio Apostolico nella Repubblica Centroafricana e in Ciad.

NOSTRE

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
Ribadito il divieto di entrare nel Paese al personale delle organizzazioni umanitarie

mercoled 14 maggio 2008

La giunta del Myanmar continua a impedire l'arrivo dei soccorsi


NAYPYIDAW, 13. Insensibile alle sempre pi gravi conseguenze del passaggio del ciclone Nargis sulle zone sudorientali del Myanmar, la giunta militari al potere nella ex Birmania continua a impedire l'arrivo dei soccorsi internazionali. Nel ringraziare, oggi, il Governo degli Stati Uniti per aver fatto arrivare un aereo carico di aiuti a Yangon, la citt pi grande della vasta Nazione del sud-est asiatico ed ex capitale, una delle zone pi colpite dalla tempesta tropicale, i militari hanno per subito ribadito l'opposizione allingresso nel Myanmar di un gran numero di soccorritori stranieri, avvalorando la volont di far distribuire gli aiuti internazionali solo da personale locale, volenteroso ma del tutto insufficiente. Gli aiuti di tutti i Paesi sono accettati, ma la distribuzione dei soccorsi pu essere gestita solo da organizzazioni locali ha infatti precisato il ministro della Pianificazione nazionale e dello Sviluppo economico, Soe Tha, citato dalla stampa locale. Proprio per questo, una cinquantina di dipendenti stranieri delle varie agenzie umanitarie delle Nazioni Unite sono ancora in attesa di poter entrare nel Paese asiatico per soccorrere la popolazione. A causa della carenza di personale, dovuta al rifiuto di fare entrare squadre di soccorso nel Myanmar, il Programma alimentare mondiale (Pam) dellOnu ha reso noto con un comunicato di riuscire a consegnare solo il stampa al Palazzo di Vetro, Ban ha detto di avere pi volte tentato di contattare telefonicamente il leader della giunta militare al potere da quasi mezzo secolo nel Myanmar, il generale Than Shwe. Non avendo, per, ricevuto mai risposta, il segretario generale della Nazioni Unite ha deciso di spedire una lettera al Governo di Naypyidaw. la seconda missiva preparata da Ban dall'inizio della catastrofe umanitaria. Sgomenti per la lentezza delle autorit nel soccorrere le popolazioni delle campagne colpite da Nargis, diversi abitanti di Yangon hanno cominciato a portare direttamente aiuti ai contadini affamati. Ieri, il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, aveva dichiarato da Washington che il mondo dovrebbe essere in collera e condannare la giunta militare, che con il suo comportamento di chiusura rispetto agli aiuti internazionali rischia di provocare ulteriori vittime. Finora, fonti del Governo centrale de Myanmar hanno accertato che le vittime ufficiali sono trentaduemila, mentre i dispersi ammontano a circa trentamila. Ma secondo le Nazioni Unite le vittime sarebbero pi di centomila. E all'appello mancano ancora decine di migliaia di persone, in quanto diverse zone colpite dal cataclisma a distanza di ben dodici giorni non sono state ancora raggiunte dalle poche squadre di soccorritori locali.

Secondo Bush l'Iran minaccia la pace nel Vicino Oriente


TEL AVIV, 13. L'Iran la maggiore minaccia di lungo termine per la pace in Medio Oriente e Hamas resta escluso da qualsiasi contatto perch vuole la distruzione di Israele. Sono questi i punti fondamentali su cui ha insistito il presidente statunitense George W. Bush in un'intervista rilasciata alla vigilia del suo secondo viaggio in Vicino Oriente. Obiettivo della nuova missione del capo della Casa Bianca, che inizia oggi, promuovere il processo di pace avviato dopo la conferenza internazionale di Annapolis (novembre 2007). In quell'assise il premier israeliano Ehud Olmert e il presidente dell'Autorit palestinese Abu Mazen si impegnarono a fare tutto il possibile per giungere a un accordo di pace entro la fine del gennaio 2009. Nonostante le numerose missioni del segretario di Stato Condoleezza Rice, questa seconda visita di Bush in Israele per partecipare alle celebrazioni dei sessant'anni dalla fondazione dello Stato per poi recarsi anche in Arabia Saudita e in Egitto non sembra nascere nelle condizioni migliori. Grandi accoglienze, parler anche al Knesset, ma scarse possibilit di raggiungere risultati. Mentre il premier israeliano Olmert alle prese con un'indagine interna e il presidente Abu Mazen appare sempre pi indebolito dalle iniziative destabilizzanti di Hamas, non sembra questo il momento migliore per perseguire un accordo di pace tra i due interlocutori. Lo stato difficile dei negoziati confermato dal fallimento del tentativo di organizzare una riunione a tre durante la sosta di Bush in Egitto, con Olmert e Abu Mazen. Il presidente statunitense incontrer bilateralmente a Sharm El Sheik, oltre al presidente egiziano Hosni Mubarak, anche Abu Mazen e il premier libanese Fuad Siniora. Sulla situazione potrebbe inoltre pesare la posizione di debolezza di Bush, giunto a pochi mesi dalla fine del suo mandato: inevitabilmente sia gli israeliani che i palestinesi guardano oltre Bush per capire cosa accadr col prossimo presidente. In un'intervista rilasciata a quattro giornalisti israeliani alla vigilia del suo arrivo, il capo della Casa Bianca ha detto che il premier Ehud Olmert un ragazzo onesto con una visione strategica della situazione e che le relazioni con lui sono eccellenti. Ma il processo di pace, secondo Bush, non dipende solo da Olmert e in Israele viene portato avanti anche da altri dirigenti come Tzipi Livni, ministro degli Esteri ed esponente di spicco del partito Kadima, e Ehud Barak, ministro della Difesa e dirigente del partito laburista. Ai giornalisti isreaeliani Bush ha ribadito che gli Stati Uniti non possono imporre una soluzione del conflitto israelo-palestinese, ma solo incoraggiare le parti in causa. Il presidente ha ricordato che il futuro Stato palestinese dovr disporre di continuit territoriale. Hamas resta escluso da qualsiasi contatto, precisa Bush, perch aspira alla distruzione di Israele. Ma lIran il Paese che rappresenta la maggiore minaccia di lungo termine per la pace in Medio Oriente. Il regime iraniano secondo Bush incredibilmente negativo. Noi seguiamo seriamente la questione dellacquisizione da parte dellIran della tecnologia, della capacit di sviluppare armi atomiche, ha detto ancora il presidente. Riguardo lIran, nota linviato del Jerusalem Post, Bush ha rilevato che gli Stati Uniti premono con forza e che tutte le opzioni restano sul tavolo. Ovviamente preferibile risolvere la questione con mezzi diplomatici, ha detto il capo della Casa Bianca. Nel frattempo, le autorit israeliane hanno riferito al capo dei servizi segreti egiziani, Omar Sleiman, che un accordo di cessate il fuoco con Hamas deve prevedere la liberazione del soldato israeliano prigioniero dellorganizzazione islamica, Gilad Shalit. Funzionari di Hamas avevano detto che un accordo di tregua e la liberazione di Shalit, prigioniero dal 2006, debbono rimanere questioni separate. Lorganizzazione palestinese ha offerto un cessate il fuoco di sei mesi a Gaza se Israele toglier lembargo. Ma un alto funzionario israeliano ha detto che il suo Paese sta condizionando ogni progresso sulla questione della tregua allinclusione della nostra richiesta per la liberazione di Shalit. Nelle prossime settimane poi prevista una visita di Olmert in Egitto per esaminare con il presidente Hosni Mubarak i termini della possibile tregua. La proposta egiziana, discussa con Hamas, prevede lapertura del valico di Rafah fra la Striscia e lEgitto e la cessazione di ogni operazione militare israeliana a Gaza, in cambio della fine del lancio di missili e di altri attacchi contro Israele. Proseguono intanto le violenze. Ieri un razzo Qassam lanciato dalla Striscia di Gaza ha centrato una casa nel sud di Israele uccidendo sul colpo una donna israeliana. Ne hanno dato notizia i servizi di emergenza israeliani. Venerd scorso un uomo israeliano di 48 anni era stato ucciso da due colpi di mortaio.

venti per cento degli aiuti necessari alle popolazioni della ex Birmania. Il Pam dice di avere nel Myanmar il dieci per cento del personale e dellequipaggiamento necessario. Dovremmo portare trecentosettantacinque tonnellate di cibo al giorno nelle aree colpite ha dichiarato il portavoce del Programma alimentare mondiale, Marcus Prior ma riusciamo a distribuirne meno del venti per cento. Anche Medici senza frontiere (Msf) ha denunciato in un comunicato restrizioni alla propria attivit da parte del

regime. In alcune zone del Paese le autorit stanno imponendo crescenti limitazioni alle attivit di Msf. Ad esempio a Bogaley le squadre di soccorso di Medici senza frontiere non sono in grado di fornire tutta lassistenza che sarebbe necessaria. Il segretario generale dellOnu, Ban Ki-moon, si detto immensamente frustrato per la scarsa consegna degli aiuti, che ha definito inaccettabilmente lenta, e ha esortato la giunta militare ad accelerare lingresso nel Paese ai soccorritori. Durante una conferenza

Il Pakistan riammesso nel Commonwealth


ISLAMABAD, 13. Il Pakistan stato riammesso ieri nei ranghi del Commonwealth, che ne aveva ordinato la sospensione sei mesi fa quando il presidente Pervez Musharraf aveva mantenuto lo stato di emergenza a dispetto delle pressioni della comunit internazionale e non sembrava nemmeno pronto a lasciare la carica di capo delle forze armate. Il Pakistan venne sospeso dunque perch non considerato in linea con gli standard dell'organizzazione. Annunciando la riammissione, un portavoce dell'organizzazione che riunisce 53 ex colonie britanniche e ha sede a Londra ha fatto menzione dei passi positivi intrapresi dal Pakistan negli ultimi mesi e delle elezioni politiche dello scorso febbraio, vinte dall'opposizione. Il portavoce ha quindi sottolineato che il Pakistan si adesso dotato di un Governo eletto democraticamente e si manifesta pronto a rispettare i principi fondamentali e i valori del Commonwealth. Intanto la lega musulmana pakistana di Nawaz Sharif ha deciso di ritirare i suoi ministri dal Governo di Islamabad, facendo cos temere una crisi nell'Esecutivo retto da Yusuf Raza Gilani, che guida il Pakistan da sole sei settimane. La decisione, presa ieri, stata annunciata a Islamabad dallo stesso Sharif in una conferenza stampa, motivandola con il mancato raggiungimento dell'accordo con il partito del popolo pakistano sul reinserimento ai loro posti dei giudici costituzionali rimossi a novembre da Musharraf. Quello dei giudici rimossi stata, sin dall'inizio, una spina nel fianco della nuova coalizione di Governo. Il partito popolare pakistano, dell'ex primo ministro, Benazir Bhutto, assassinato il 27 dicembre scorso, vincitore delle elezioni di febbraio aveva promesso di iniziare le pratiche per il reinserimento dei giudici nei loro incarichi. Ma il reintegro, che dovrebbe interessare anche Muhammad Chaudry, ex capo della corte costituzionale, nemico di Musharraf e deciso a porre un freno al potere del presidente pakistano, secondo Asif Ali Zardari, vedovo della Bhutto e presidente del partito del popolo pakistano, dovrebbe avvenire insieme con l'approvazione di emendamenti costituzionali volti a limitare il potere dei giudici. Sharif, invece, per il reintegro immediato e totale dei giudici nelle loro funzioni, e aveva fatto di questa una delle principali promesse elettorali. Da qui la decisione di ritirare dal Governo, composto da ventiquattro ministri, i sei che appartengono al secondo partito pakistano. Per il reintegro dei giudici era stata formata una commissione ed erano stati presentati ordini del giorno in Parlamento. Si era decisa la data del 30 aprile, poi procrastinata al 12 maggio. Il partito del popolo pakistano e la lega musulmana pakistana si sono riuniti prima a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, e poi a Londra per trovare una soluzione che per non mai arrivata. I giudici costituzionali furono rimossi dai loro incarichi nel novembre scorso da Musharraf quando questi decret lo stato di emergenza nel Paese. I giudici avrebbero dovuto decidere la possibilit per Musharraf di partecipare e vincere la seconda volta le elezioni pakistane. I giudici si sarebbero opposti, dal momento che la Costituzione del Paese vietava una nuova elezione per l'ex capo dell'esercito pakistano. Cos Musharraf li mise agli arresti domiciliari. Ma i giudici avrebbero dovuto dire la loro, probabilmente un parere sfavorevole, anche sull'amnistia che ha permesso il ritorno in patria dall'esilio di Benazir Bhutto e di suo martio, i quali sono poi stati prosciolti dalle accuse. Sharif ha annunciato che anche se i ministri si dimetteranno, il suo partito non sieder all'opposizione, ma sosterr dall'esterno quei provvedimenti del Governo che riterr utili.

Kabul pensa a un loro coinvolgimento nel processo politico per fermare le violenze

Possibile il dialogo con i Taleban


KABUL, 13. I combattimenti in Afghanistan potranno protrarsi per altri dieci anni, o pi, se non si riuscir a coinvolgere i Taleban nel processo politico: lo ha affermato, ieri, Hekmat Karzai, consigliere-chiave e cugino del presidente Hamid Karzai. Non solo i militari ma anche i politici si sono resi conto ormai che in Afghanistan una vittoria militare impossibile ha detto Hekmat Karzai, direttore del centro studi su conflitti e pace di Kabul, nel suo intervento alla conferenza dedicata alla ricerca sul terrorismo in Asia, in svolgimento presso l'universit Macquarie di Sydney. Fra l'85 e il 90 per cento dei Taleban sono motivati economicamente piuttosto che ideologicamente, ha affermato Karzai. Il Governo afghano non pu negoziare con militanti di al Qaeda, ma con i Taleban la questione diversa, ha osservato. Secondo il consigliere del presidente afghano, governare un Paese dopo un conflitto del genere richiede pragmatismo e capacit di trattare con gli ex nemici. I leader devono decidere se vogliono stabilit o se vogliono giustizia ha detto, citato dall'Ansa, Hekmat Karzai . Determinare se qualcuno un criminale di guerra dipende dalla prospettiva che si prende.

Incursione statunitense a nord di Baghdad

Arsenale di Al Qaeda bombardato in Iraq


BAGHDAD, 13. Caccia F-16 statunitensi hanno compiuto alcuni raid contro un deposito d'armi di Al Qaeda a pochi chilometri da Baghdad, radendolo al suolo. Lo ha reso noto oggi il comando militare Usa, precisando che la zona presa di mira, Arab Jabur, era notoriamente usata da Al Qaeda per realizzare e collocare ordigni esplosivi artigianali, per l'addestramento e per depositare armi e lanciare attacchi con cecchini contro le forze della coalizione. L'intera area era stata minata dai terroristi, con gli ordigni collocati anche all'interno dei tronchi di palma. Intanto il leader radicale degli sciiti iracheni, Moqtada Al Sadr, ha ordinato ai suoi uomini di rispettare l'accordo di tregua di quattro giorni firmato dal suo movimento e dall'alleanza unita irachena per porre fine agli scontri a Sadr City. Stamane, tuttavia, si appreso che nel grande quartiere sciita di Baghdad si sono verificati nuovi combattimenti. Fonti irachene, citate dall'Ansa, parlano di undici vittime. Sempre a Baghdad, stato assassinato in un agguato un alto ufficiale dell'esercito iracheno, il comandante delle attivit militari del ministero della Difesa, generale Nibras Fadel Abbass. Un commando ha aperto il fuoco mentre il generale era alla guida della sua auto. Sangue anche a Mossul. Cinque soldati iracheni sono stati uccisi, e altre otto persone, tra cui quattro bambini, sono rimaste ferite, dall'esplosione di due ordigni, in due zone separate. Lo ha riferito l'agenzia irachena Nina, citando un comunicato della forza della coalizione, secondo cui il primo ordigno stato fatto esplodere con un telecomando al passaggio di un mezzo militare. Un'altra bomba deflagrata nella parte est della citt.

Combattimenti nello Yemen fra esercito e ribelli


SAN'A, 13. Si registrano ancora scontri nello Yemen tra esercito e ribelli, appartenenti alla minoranza sciita zaidita. I combattimenti sono divampati soprattutto nel nordovest: fonti locali parlano di decine di morti. Gli scontri sono ripresi in diverse zone della provincia di Saada, roccaforte dei ribelli zaiditi, dopo il ritiro dei mediatori del Qatar che hanno lasciato la regione giudicando che la loro missione fosse a un punto morto, ha detto alla France Presse una fonte vicina al Governo. La mediazione tesa a favorire l'attuazione di un accordo di pace firmato nel giugno del 2007 e rilanciato a febbraio a Doha, che prevede il disarmo dei ribelli. La ribellione degli zaiditi ricorda l'agenzia Ansa contro il presidente Ali Abdallah Saleh, in corso dal 2004, ha provocato migliaia di morti. Gli insorti chiedono di poter ricostituire l'imamato zaidita abolito con il colpo di Stato militare del 1962. Ieri intanto quattro ribelli sono stati condannati alla pena capitale dopo che una corte dello Yemen li ha riconosciuti colpevoli dell'uccisione di due soldati mentre erano impegnati in un'azione di pattugliamento. Tre dei ribelli condannati non erano presenti in aula al momento del verdetto.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

mercoled 14 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
I due presidenti a colloquio esprimono la volont di continuare un dialogo fruttuoso

pagina 3

Il discorso di Berlusconi alla Camera

Basta con gli scontri fra Governo e opposizione L'Italia deve crescere
di MARCO BELLIZI Basta con gli scontri antropologici fra Governo e opposizione: il Paese ha bisogno di riforme per poter crescere, da un federalismo fiscale solidale a una nuova legge elettorale condivisa. Con un discorso di ventisette minuti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si presentato alla Camera dei Deputati per chiedere la fiducia al suo Governo. Nel programma illustrato ai parlamentari l'indirizzo politico di governo apparso fortemente condizionato dalle preoccupazioni per un fase piuttosto delicata nella vita del Paese. Un programma quasi di indirizzo politico costituzionale, con enunciazioni programmatiche di forte carattere generale. Berlusconi ha espresso fra l'altro apprezzamento per il capo dello Stato, Giorgio Napolitano e le sue recenti parole in merito ai rapporti fra Quirinale e Palazzo Chigi. Una delle prime priorit il confronto con l'opposizione, con la quale, appunto, c' bisogno di dialogo e non di risse. Bisogna superare le faziosit, ha detto Berlusconi, e avere il massimo rispetto verso gli avversari. Qualche volta ho fallito ha ammesso anche per stanchezza, ma questa deve diventare una regola della politica italiana. Il dialogo, ha aggiunto, non deve servire per sopire o ottundere il dibattito politico e il confronto civile ma per evitare litigiosit inutili e quel senso di vacuit che molto spesso stato attribuito alla politica da parte dei cittadini. Ha aggiunto il capo del Governo: Il reciproco riconoscimento un valore senza il quale non pu esistere una vera classe dirigente. In tema di politica estera Berlusconi ha affermato che l'Italia deve avere pi peso in Europa. Inoltre, ha aggiunto, vitale interesse del Paese ridurre i focolai di tensione in Medio Oriente, interesse che si collega con lesigenza di difendere la sicurezza e lidentit storica di Israele, il cui diritto alla pace si specchia nel diritto insostituibile dei palestinesi ad avere uno Stato, una democrazia capace di sradicare ogni forma di intolleranza fondamentalista e di violenza. Servono riforme per il progetto di riscatto e rilancio dellItalia, ha aggiunto il capo del Governo: Noi siamo pronti, il dialogo pu e deve cominciare da subito, allindomani del voto di fiducia. Tra l'altro, serve ha detto ancora una riconsiderazione attenta e condivisa della legge elettorale, anche in vista del referendum. Riguardo alla questione criminalit, Berlusconi ha detto che bisogna evitare di cavalcare la paura, ma sbaglia chi nega che la prima regola della democrazia sia la tutela della sicurezza. Anche se, ha aggiunto, non bisogna tradire il tradizionale spirito di accoglienza degli italiani. Infine, i temi economici. Berlusconi chiede al sistema bancario uno sforzo anche in favore delle famiglie, oberate da mutui gravosi, e conferma l'abolizione dell'Ici e la detassazione degli straordinari. Per quanto riguarda la vicenda Alitalia stata ribadita la necessit di una soluzione imprenditoriale italiana: la compagnia di volo non pu essere infatti n svenduta n nazionalizzata. Il Presidente del Consiglio ha spiegato che bisogna colpire i corporativismi e le chiuse difensive che tutelano i sistemi castali. Aggiungendo un corollario etico: crescere significa anche rimuovere le cause naturali dell'aborto, attraverso aiuti concreti alle madri. In Italia, oltretutto, c' un forte rischio di denatalit. L'opposizione in generale ha accolto il discorso di Berlusconi con favore, anche se si sottolinea quasi unanimemente alle parole ci si attende che seguano i fatti. Il leader dell'opposizione, Walter Veltroni, ha fatto sapere che affider il suo giudizio al discorso che pronuncer mercoled nell'aula di Montecitorio. Luned intanto era stata completata la squadra di Governo, con la scelta dei trentasette sottosegretari. Non stato nominato nessun viceministro, anche se questa decisione potrebbe non essere definitiva: qualche sottosegretario potrebbe essere in futuro promosso. Per il momento comunque stata rispettata la soglia dei sessanta componenti stabiliti dalla legge Bassanini come limite massimo della compagine governativa. Queste le nomine stabilite ieri, con le relative deleghe: alla Presidenza del Consiglio Maurizio Balocchi (Semplificazione normativa), Paolo Bonaiuti (Editoria), Michela Vittoria Brambilla (Turismo), Aldo Brancher (Federalismo), Rocco Crimi (Sport), Carlo Amedeo Giovanardi (Famiglia, droga e servizio civile), Gianfranco Miccich (Cipe); agli Affari Esteri Stefania Craxi, Alfredo Mantica, Enzo Scotti; all'Interno Michelino Davico, Alfredo Mantovano, Nitto Palma; alla Giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati, Giacomo Caliendo; alla Difesa Giuseppe Cossiga, Guido Crosetto; all'Economia e Finanze Luigi Casero, Nicola Cosentino, Alberto Giorgetti, Daniele Molgora, Giuseppe Vegas; allo Sviluppo Economico Ugo Martinat, Paolo Romani, Adolfo Urso; all'Agricoltura Antonio Buonfiglio; all'Ambiente Roberto Menia; alle Infrastrutture Roberto Castelli, Bartolomeo Giachino, Mario Mantovani, Giuseppe Maria Reina; al Welfare Ferruccio Fazio, Francesca Martini, Eugenia Maria Roccella, Pasquale Viespoli; all'Istruzione Giuseppe Pizza; ai Beni Culturali Francesco Maria Giro. Dunque, sono venti i sottosegretari di Forza Italia, otto gli esponenti di Alleanza Nazionale, cinque quelli della Lega Nord. Un sottosegretario andato al Movimento per l'Autonomia e uno alla Democrazia Cristiana. I due restanti, Ferruccio Fazio e Bartolomeo Giachino, sono invece tecnici. Preludio del discorso alla Camera, con le relative aperture nei confronti dell'opposizione, era stata, luned, la telefonata di Berlusconi a Walter Veltroni. In una nota di Palazzo Chigi si spiega che i due hanno concordato di vedersi dopo il voto di fiducia per avviare un confronto continuativo tra maggioranza e opposizione. Veltroni ha in seguito commentato la telefonata del presidente del Consiglio a margine della riunione del cosiddetto governo ombra, organizzato dal Partito democratico (Pd) per dare vita a una opposizione pi efficace: La telefonata di Silvio Berlusconi ha detto Veltroni la considero un atto del tutto normale in una democrazia compiuta. Non gli darei unenfasi particolare. Lo considero un atto che pu apparire inusuale per come si svolta la politica negli ultimi anni, ma per me un atto del tutto normale. Un confronto che, spiega il segretario del Pd, verter innanzitutto sulle regole del gioco, a cominciare dal tema dellinformazione e della Rai.

Medvedev e Bush rilanciano la cooperazione bilaterale


MOSCA, 13. L'importanza di rilanciare la cooperazione bilaterale, con un'attenzione particolare alla tensione in Georgia, stato ieri il motivo dominante del colloquio tra il nuovo presidente russo Dmitry Medvedev e il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush. Secondo il Cremlino, entrambe le parti hanno espresso la volont di continuare il dialogo fruttuoso al massimo livello, un dialogo che negli anni recenti ha avuto un ruolo chiave nelle relazioni tra la Russia e gli Stati Uniti. Bush aveva incontrato Medvedev il mese scorso a Soci, quando linquilino della Casa Bianca, di ritorno dal summit Nato di Bucarest, si era fermato nella citt sul Mar Nero per un ultimo colloquio con l'allora presidente Vladimir Putin. Nel colloquio Bush ha espresso preoccupazione per la situazione in Georgia, con la speranza che le due parti cooperino per attenuare la tensione. I due capi di Stato hanno poi discusso di tutte le principali questioni bilaterali e internazionali, promettendo di mantenersi regolarmente in contatto prima del faccia a faccia che avranno in Giappone, a margine del vertice del G-8. A quattro giorni dal voto di fiducia, il nuovo premier Vladimir Putin ha presentato la lista dei ministri. Il cambio della guardia avvenuto al vertice dei servizi di sicurezza (Fsb): Nikolai Patrushev diventa segretario del Consiglio di sicurezza e viene sostituito da uno dei suoi vice, Aleksander Bortnikov, anche lui di San Pietroburgo. Complessivamente, sette i vice premier, di cui due primi: il premier uscente Viktor Zubkov, che erediter dal suo predecessore le deleghe ai progetti nazionali, e Igor Shuvalov (rapporti commerciali con lestero e Wto), ex vice capo dellamministrazione del Cremlino e consigliere presidenziale. Gli altri cinque vice premier (due in pi rispetto al Governo precedente) sono anch'essi ex membri dell'amministrazione presidenziale: Aleksander Zhukov, Alexei Kudrin, Serghei Ivanov, Serghei Sobianin, che sar capo dellamministrazione governativa, e Igor Secin, che avr le deleghe per industria, nucleare ed ecologia. Putin ha riconfermato i ministri chiave del Governo precedente: Serghei Lavrov (esteri), Anatoli Serdiukov (difesa), Rashid Nurgaliev (interni) Kudrin (finanze), Elvira Nabiullina (sviluppo economico). Cos come Alexei Gordeiev (agricoltura), Igor Levitin (trasporti), Andrei Fursenko (educazione), Serghei Shoigu (protezione civile), Iuri Trutnev (risorse naturali), Tatiana Golikova (salute e sviluppo sociale), Dmitri Kozak (sviluppo regionale). Nuovi ministri sono: lex vice procuratore di San Pietroburgo e docente di diritto, Aleksander Konovalov (giustizia), allievo di Medvedev alluniversit, lex dirigente dellamministrazione presidenziale Igor Shogolev (telecomunicazioni), lex Ambasciatore russo in Francia Aleksander Avdieiev (cultura). Importanti cambiamenti sono stati compiuti a livello strutturale. Il ministero dellindustria e dellenergia stato suddiviso: lindustria alluscente Viktor Khristenko (al quale si aggiunge il commercio), lenergia a Serghei Smatko, ex dirigente del settore. stato inoltre creato il nuovo ministero per lo sport e il turismo: a occuparlo Vitali Mutko, presidente della federazione calcio russa. Lex vice premier Serghei Narishkin, che nel precedente Governo era capo dello staff, passato a guidare lamministrazione del Cremlino sotto il nuovo presidente Dmitri Medvedev.

Espresso durante la missione di una delegazione comunitaria a Tbilisi

Sostegno dell'Unione europea alla sovranit della Georgia


MOSCA, 13. L'Unione europea ha espresso pieno sostegno per la sovranit e lintegrit territoriale della Georgia. Una delegazione di ministri degli Esteri dellUe guidata dallo sloveno Dmitri Rupel, il cui Paese ha la presidenza di turno dellUnione europea, ha infatti ribadito ieri durante una visita a Tbilisi il sostegno dellUnione europea allintegrit territoriale, alla sovranit e allindipendenza della Georgia nei confini riconosciuti internazionalmente. Della delegazione facevano parte anche i responsabili delle diplomazie di Lettonia, Lituania, Polonia e Svezia. I rapporti tra Mosca e Tbilisi si sono gravemente deteriorati dallo scorso 16 aprile, quando le autorit della Russia hanno annunciato un rafforzamento del contingente militare di pace nelle regioni georgiane filorusse dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud, sullo sfondo di reciprochi attacchi militari. Il presidente georgiano, Mikheil Saakachvili, anche recentemente arrivato ad affermare che la Russia e la Georgia sono molto vicine allo scoppio di una guerra. Intervenendo lo scorso 7 maggio al Parlamento europeo di Bruxelles, il segretario di Stato sloveno per gli Affari europei, Janesz Lenarcic, aveva assicurato che lUnione europea avrebbe fatto il possibile per smorzare le tensioni tra Mosca e Tbilisi e che la delicata questione sar affrontata nel corso del prossimo vertice Ue-Russia, in programma il 26 e 27 giugno in Siberia. LUnione europea continuer i suoi sforzi verso una risoluzione pacifica e vigiler per evitare ogni escalation e per allentare le tensioni. Vogliamo un ritorno alla calma. la nostra priorit, aveva affermato Lenarcic, in rappresentanza della Presidenza di turno Ue. Immagino che nel quadro del summit UeRussia, avremo occasione di ritornare su questa questione, aveva poi aggiunto il segretario di Stato sloveno per gli Affari europei. La tensione nella regione, per, non accenna a diminuire. Le autorit dell'Abkhazia hanno infatti annunciato di aver abbattuto altri due droni georgiani, portando a sette il numero degli aerei-spia senza pilota di Tbilisi fatti precipitare dallo scorso mese di marzo. Lo riferiscono le agenzie di stampa locali, citando lo staff dellamministrazione presidenziale di Sukhumi. Le stesse fonti hanno precisato che i droni sono stati colpiti dallantiaerea abkhaza a circa seimila metri di altezza.

Si apre in Serbia un serrato confronto politico


BELGRADO , 13. La vittoria nelle elezioni politiche di domenica, pur se di dimensioni insperate alla vigilia, non d la maggioranza in Parlamento alle forze europeiste coalizzate intorno al Partito democratico (Ds) del presidente della Repubblica Boris Tadic. gi stato avviato, dunque, un serrato confronto politico per trovare le alleanze necessarie per governare. Il nuovo Parlamento si insedier solo tra un mese, a met giugno, e in questo periodo si chiarificheranno i rapporti e si delineeranno le alleanze. I dati ufficiali preliminari diffusi ieri sul 98 per cento delle schede scrutinate (la proclamazione dei risultati definitivi ci sar solo gioved) rispecchiano le proiezioni dei principali istituti demoscopici. La lista Per una Serbia europea, quella di Tadic, si attesta quasi al 39 per cento dei suffragi, con un balzo in avanti di una decina di punti rispetto alle elezioni precedenti, e avr 102 o 103 dei 250 seggi del Parlamento. L'ultranazionalista Partito radicale di Serbia (Srs), guidato da Tomislav Nikolic, il successore di Vojislav Seselj, in carcere all'Aja dove imputato di crimini di guerra e contro l'umanit davanti al Tribunale penale internazionale (Tpi) per l'ex Jugoslavia, conferma il suo 29 per cento che nel 2003 gli fu sufficiente per essere, sia pure di misura, la formazione pi votata e dovrebbe avere 77 seggi. Oltre la soglia di sbarramento del 5 per cento si confermano inoltre le forze gi presenti nel Parlamento uscente. In netto calo di consensi, attestato a circa l'11 per cento che dovrebbe attribuirgli 29 o 30 seggi, il nazionalista conservatore Partito democratico di Serbia (Dss), del premier uscente, Vojislav Kostunica, gi alleato di Tadic, ma oggi pi vicino ai radicali nel rifiuto del dialogo con lUnione europea a causa della questione kosovara. In crescita, risalendo al 7,5 per cento che dovrebbe portargli 20 seggi, invece il Partito socialista serbo (Sps), la storica forza di governo all'epoca di Slobodan Milosevic, e che oggi guidato dal quarantenne Ivica Dacic. Il Partito liberaldemocratico (Ldp) guidato da Ceda Jovanovic si attesta al 5,3 per cento e dovrebbe avere 13 seggi. A completare il Parlamento ci saranno poi gli otto seggi riservati alle minoranze etniche.

Referendum in Irlanda sul Trattato di Lisbona


DUBLINO, 13. stato confermato al 12 giugno prossimo il referendum sull'adesione dell'Irlanda al Trattato di Lisbona. La data stata resa ufficiale ieri con un decreto firmato dal ministro allAmbiente, Brian Gormley. L'Irlanda l'unico Paese dellUe che, per Costituzione, prevede la ratifica referendaria all'adesione del Trattato di Lisbona. Il fronte favorevole sostenuto dai vari partiti presenti in Parlamento, ad eccezione dei nazionalisti del Sinn Fein, che occupano quattro seggi su centosessantasei. Secondo gli ultimi sondaggi, dovrebbe vincere il s. Nel 2001, lIrlanda ha bocciato il Trattato di Nizza, paralizzando il processo di riforme in tutta Europa. Il testo fu approvato lanno successivo. A Bratislava, invece, il presidente, della Repubblica, Ivan Gasparovic, ha ratificato il Trattato di Lisbona, facendo cos diventare la Slovacchia il tredicesimo Paese dell'Unione europea ad aderire al nuovo accordo comunitario. La Slovacchia membro dellUnione dal 2004. La settimana scorsa, il Governo di centro-sinistra del socialdemocratico Robert Fico ha ottenuto il s di Bruxelles per lintroduzione delleuro a partire da gennaio del 2009.

Difficolt ad assistere centinaia di migliaia di profughi del Darfur

Il Ciad chiude la frontiera con il Sudan


N'DJAMENA, 13. Il Ciad ha deciso ieri di chiudere la sua frontiera con il Sudan e di congelare le relazioni commerciali, dopo che il giorno prima era stato il Paese confinante ad annunciare la rottura delle relazioni diplomatiche. Come noto, la frontiera in questione quella con la regione occidentale sudanese del Darfur, teatro da oltre cinque anni di un conflitto che ha provocato una terrificante emergenza umanitaria. I rappresentanti delle organizzazioni internazionali temono di conseguenza ulteriori difficolt nelle operazioni di assistenza alle centinaia di migliaia di profughi accampati da entrambi i lati del confine. A far esplodere di nuovo la crisi era stato un attacco sferrato sabato contro Omdurman, la citt gemella della capitale sudanese Khartoum, con cui praticamente inurbata, divisa solo dal Nilo, dal Movimento per la giustizia e l'eguaglianza (Jem), uno dei gruppi ribelli del Darfur insorto in armi nel febbraio 2003. Il Governo sudanese, tra le altre risposte, aveva

Firmati accordi di cooperazione tra Algeria e Francia


ALGERI, 13. Algeria e Francia si apprestano a firmare due accordi bilaterali in materia di cooperazione militare e di uso civile dell'energia nucleare, secondo quanto ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri algerino Mourad Medelci al termine di una visita condotta nel suo Paese dal ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner. Questi ha confermato che tra gli argomenti discussi con il suo omologo e con il presidente algerino Abdalaziz Bouteflika c' stato soprattutto il progetto di Unione per il Mediterraneo. LAlgeria un Paese chiave nel progetto e le nostre relazioni con il Maghreb partono dallAlgeria, ha dichiarato Kouchner, aggiungendo che la Francia si aspetta dallAlgeria la sua partecipazione, ma anche un suo contributo effettivo per la concretizzazione del progetto, che il presidente francese Nicolas Sarkozy intende lanciare il 13 luglio a Parigi. Da parte sua, Medelci ha detto che il progetto merita l'attenzione dell'Algeria.

appunto annunciato la rottura dei rapporti diplomatici con quello ciadiano accusandolo, come altre volte in passato, di armare e addestrare i ribelli del Jem, cos come viene a sua volta accusato da N'Djamena di sostenere i ribelli ciadiani. La risposta ciadiana stata presa in una riunione di Governo presieduta dal capo di

Stato Idriss Deby Itno, per garantire la sicurezza del territorio e dei cittadini e proteggere interessi economici e culturali e anche, si legge in un comunicato, per mettersi al riparo da qualunque sorpresa. Il Governo ciadiano ha deciso la chiusura ermetica della frontiera per evitare qualsiasi infiltrazione e tutti i traffici sospetti.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO

mercoled 14 maggio 2008

Internet, informazione e democrazia


lizzatosi a New York in occasione dell'attentato alle Twin Towers, quando i blogger newyorkesi hanno raccontato in diretta, come veri e propri inviati sul posto, ci che accadeva, producendo cronache in forma di testimonianze personali. Il blogger potenzialmente pu fare informazione in maniera immediata, in diretta e senza passare da alcun filtro, ovviamente anche di tipo etico: non c' alcuna garanzia di alcun tipo circa ci che scritto, se non quella dell'autorevolezza personale del medesimo blogger. Il blog dunque vive a met strada tra il giornale o la rivista e la comunicazione per passaparola. Rispetto a un normale periodico cartaceo, il blog si caratterizza per la spiccata presenza di un individuo e delle sue preferenze di scelta e di giudizio, per la sua autorialit. Rispetto al puro passaparola, invece, il blog pu contare su tutte le risorse della Rete link al sito dell'editore, ad altri commenti e fonti. Tuttavia del passaparola il blog ha ereditato la necessit del coinvolgimento relazionale nel passaggio della notizia, che non pi solamente trasmessa cosa che caratterizza i broadcast media e che rende l'utente uno spettatore ma condivisa in contesti di relazioni, sebbene esse siano virtuali. Quella della piazza e della comunicazione spontanea che in essa avviene resta una buona immagine esplicativa del fenomeno. Tuttavia tutti i paragoni col giornale, il passaparola, il diario sono insufficienti. Il blog insomma, utilizzando un'espressione del sociologo Clifford Geertz, uno dei blurred genres, un genere confuso. Un blog esemplare, reso famoso dalla tragica fine del suo autore, Bloghdad del giornalista freelance Enzo Baldoni, ucciso in Iraq a fine agosto 2004. Al suo interno troviamo di tutto in uno stile perfettamente coerente e adeguato allo spazio virtuale proprio di quel genere confuso che il blog: foto, reportage, brevi note, commenti. Quello di Baldoni un esempio di blog journalism che qualcuno traduce in italiano anche con espressioni quali giornalismo civico o di base o partecipativo realizzati da singole persone. Ma anche in questi giorni, ad esempio, notiamo come uno strumento prezioso per sapere qualcosa sul Myanmar sia proprio questa forma di giornalismo e dunque blog come http: //ko-htike.blogspot.com, il cui autore da Londra si fa collettore di immagini e video sulla situazione di quel Paese. O esempi come i quotidiani on line Mizzima e Irrawaddy, gestiti da giornalisti birmani esiliati. La blogosfera birmana, sebbene censurata, riesce comunque a esprimersi. Un caso tra i pi organizzati ed estesi al mondo quello della testata sudcoreana Ohmy News, nata nel febbraio del 2000, che pubblica due edizioni: una in coreano e una, internazionale, in inglese. Essa funziona attraverso il contributo dei suoi lettori, che spesso diventano anche cronisti retribuiti con cifre modeste. Lo staff redazionale, che sceglie e seleziona le notizie, composto da qualche decina di persone, ma i collaboratori della testata sono migliaia si parla tra i venti e i trentamila in tutto il mondo, a fronte dei suoi oltre due milioni di lettori. Il fenomeno dilagante, dunque, pone nuove sfide al mondo dell'informazione e del giornalismo.

di ANTONIO SPADARO he cos' Internet? Si potrebbe definire come una rete di interconnessione tra computer collegati attraverso l'adozione di un medesimo sistema (protocollo) di comunicazione. Se un computer entra nella rete pu essere connesso in modo interattivo e veloce a qualunque altro computer collegato e in qualunque angolo della terra si trovi. Internet cos un sistema globale di comunicazione a ragnatela in inglese web, metafora usata per indicare l'intera rete. Concretamente questo significa che ponendo in uno degli hard disk connessi all'interno di questa rete testi, immagini, suoni e dunque informazioni di tipo testuale o multimediale, possibile renderli accessibili in modo rapido e in qualunque momento da qualsiasi utente connesso. Internet oggi si rivela come un oceano di informazioni da riempire e da solcare. Ma pi che di un oceano bisognerebbe parlare di una biblioteca. Lo scrittore argentino Jorge Luis Borges nel racconto La Biblioteca di Babele (1941) paragonava l'universo a una immensa biblioteca: tutti sono attratti dal numero indefinito delle sue gallerie e trascorrono la vita ad esplorarle, senza per mai venirne a capo. Ecco, la rete pu essere compresa come una grande biblioteca di Babele. In questo senso Internet dunque un luogo in cui possibile accedere alla conoscenza. Anzi: in realt una sorta di grande unico testo di cui nessuno l'autore, che si riferisce a se stesso e che di fatto non esauribile. Ma chi oggi il protagonista di questa rete? Il mensile Time dedica ogni anno la sua copertina del mese di gennaio alla persona dell'anno. Nel gennaio 2007 al centro della copertina appariva un computer con il monitor argentato a specchio in modo da riflettere l'immagine del lettore. In basso compariva il titolo: You, cio Tu, e proseguiva: S tu. Tu controlli l'era dell'informazione. Benvenuto nel tuo mondo You. Yes, you. You control the Information Age. Welcome to your world. Il dossier di una trentina di pagine che spiega il motivo di questa scelta si apre con una riflessione sulla democrazia digitale. Il concetto di democrazia, mutuato dal contesto politico, richiama una dimensione so-

La biblioteca di Babele rete infinita che avviluppa il mondo


Un convegno a Roma

sia nella costruzione. Il fenomeno pi recente in mente gestito, che consente di pubblicare una sorta di diario personale o, pi in generale, questo campo invece la crescita di spazi chiucontenuti di qualunque tipo che appaiono in si, legati a piccoli gruppi di persone che hanno ordine cronologico, dal pi recente fino al pi qualcosa in comune o comunque selezionati in vecchio, e conservati in un archivio sempre base a qualche criterio. Insomma: cresce la neconsultabile. I contenuti possono essere arriccessit di piccoli gruppi. Partecipare se stessi a chiti da collegamenti ad altri blog e ad altri siti tutta la rete pu essere avvertito come spersoall'interno di una fitta ragnatela di connessioni nalizzante, e cos si cercano spazi pi riservati e Il 14 maggio si svolge a Roma, reciproche. Man mano che i nuovi materiali controllati, community che implicano l'aggreganell'auditorium dell'Enel, il convegno vengono inseriti, quelli pi datati vengono a zione di persone legate realmente o potenzialposizionarsi pi in basso fino a confluire nell'arInternet. Informazione e Democrazia mente da qualcosa di specifico, chivio settimanale, mensile o annuale. organizzato da I quaderni di Desk come FaceBook e LinkedIn, che Sin dal suo inizio questa forma di espressione La rete un ambiente che, nonostante editi dall'Istituto Suor Orsola Benincasa crea un professional network, utile ha infatti rivestito una doppia funzione: mettere e dall'Unione Cattolica della Stampa anche per la ricerca e l'offerta di tutti i rischi possibili di alienazione, permette on line storie personali, riflessioni dell'autore, Italiana (Ucsi). Ai lavori parteciperanno, posti di lavoro. L'idea che si ricoper i quali la cadenza quotidiana dell'aggiornatra gli altri, il gesuita e scrittore de La di sperimentare nuove forme di contatto nosce al cuore di queste nuove mento riproduce i ritmi della vita ordinaria; Civilt Cattolica Antonio Spadaro iniziative di network quella inverealizzare una forma di comunicazione diffusa di relazione e di espressione personale (della cui relazione anticipiamo ampi ce molto antica e tradizionale di dal basso, senza filtri di carattere economico o stralci), Luca De Biase, direttore di club, pi o meno esclusivo. spaziale, che dia informazione e soprattutto facNva. Il Sole 24Ore, e l'arcivescovo ciale e implica una partecipazione attiva. PerMa il vero fenomeno, sempre pi dilagante, cia opinione, in genere alternativa rispetto a Claudio Maria Celli, presidente del ch questa scelta? che sta caratterizzando la vita di internet quella dei media pi ufficiali. Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sarebbe ingenuo pensare che la rete sia ne- quello dei cosiddetti blog nati circa dodici anni Se facile aprire e rendere operativo un blog, Sociali (pubblichiamo una sintesi del suo cessariamente un luogo di spersonalizzazione. fa. Il termine blog di per s non significa nulla. non altrettanto semplice comprendere a fondo contributo). Sono previsti gli interventi La rete un ambiente che, nonostante tutti i Esso frutto della contrazione delle parole inl'impatto, a giudizio di alcuni rivoluzionario, di Massimo Milone, presidente nazionale rischi possibili di alienazione, permette di speri- glesi web e log: web, che significa ragnatela, di questa tecnologia, almeno a livello delle reladell'Ucsi, e di rappresentanti dell'Ordine mentare nuove forme di contatto, di relazione e sta per la rete stessa e log, che significa diario zioni in rete e del modo e del desiderio di racdi espressione personale. La rete innanzitutto o anche giornale di bordo. Dunque la tradudei Giornalisti, della Federazione degli contare la realt, la propria personale e quella permette la partecipazione e la diffusione dei zione italiana di blog potrebbe essere diario in Editori, della Federazione Nazionale del mondo. contenuti multimediali testi, immagini e suo- rete. E questa , in effetti, la definizione pi Stampa Romana e dell'Associazione Un esempio di questa fusione ispirativa tra ni prodotti dagli stessi utenti, i cosiddetti semplice: esso uno spazio virtuale, autonomaStampa Romana. giornalismo e espressione creativa quello reaconsumer generated media. Ogni informazione di questo tipo immediatamente rielaborabile nel senso che entra in una rete di relazione tra persone e tra altri contenuti. Una rete sociale costituita da un gruppo di persone legate, in genere, da interessi comuni, aperte a condividere pensieri, conoscenze, ma anche pezzi della loro vita: dai link ai siti che ritengono interessanti fino alle proprie foto o ai propri video ne della privacy). tutta la societ che insite nella comunicazione, il mo parlando di un ambito culturale di CLAUDIO MARIA CELLI personali. quella che si deve educare all'uso di principio etico fondamentale il se- polimorfo che risulta di una serie di Ma sono molte le cose che si possono condiLa rivoluzione di cui siamo testimoni questi potenti mezzi che non sono guente: la persona umana e la co- apparecchiature, piccole e grandi, videre in rete. Tra l'altro le immagini e le fotoe quasi inconsapevoli attori, spinta solo strumenti, ma elementi fonda- munit umana sono il fine e la misu- fisse e mobili, terrestri e spaziali, che grafie personali. Il navigatore potr inserire dalla corsa tecnologica della comuni- mentali dello sviluppo culturale con- ra dell'uso dei mezzi di comunicazio- interagiscono tra loro a scala monfotografie nel suo blog, oppure potr aprire delle cazione, tutt'altro che conclusa. Ci temporaneo. ne sociale. La comunicazione do- diale e con cui le persone e i gruppi vere e proprie gallerie personali grazie a servizi troviamo davanti a un panorama in Benedetto XVI, nel suo ultimo vrebbe essere fatta da persone a be- dialogano, condividono, pubblicano quali Flickr di Yahoo! o Picasa di Google. Questi movimento, a un paesaggio con dei Messaggio per la Giornata Mondiale neficio dello sviluppo integrale delle in mille formati diversi. sistemi permettono la condivisione delle proprie dinamismi che difficilmente ci con- delle Comunicazioni Sociali, ha mes- persone (n. 3). Questo criterio riPer agire eticamente nella societ fotografie con l'intera rete. Il proprio archivio sentono di avere dei punti di vista so in evidenza il perch di una do- mane invariato, e si pu esplicitare odierna dobbiamo guardare oltre personale diventa cos un elemento di una rete fermi e definitivi. La comunicazione manda cruciale sull'etica di questa nei principi della verit, della giusti- Internet, o pi precisamente nel sociale globale. Se poi il nostro navigante umana probabilmente uno degli nuova realt: Il ruolo che gli stru- zia, della libert e del bene comune. cuore della cultura digitale per trovorr condividere contributi audio discorsi, aspetti pi velocemente trasformati menti della comunicazione sociale Quando diciamo Internet oggi, vare quelle persone concrete, i gruplezioni, conferenze potr registrare e diffondella nostra cultura. Non solo perch hanno assunto nella societ va ormai ci riferiamo a qualche cosa di molto pi umani che comunicano attraverso dere le sue trasmissioni attivando un podcast, e ci sono dei sofisticati strumenti per considerato parte integrante della diverso di cinque anni fa. Non si di esse. Il nostro pensiero va in prirendendole cos fruibili da tutti grazie ai tanti esercitarla, ma perch emergono questione antropologica, che emerge tratta pi solo di computer collegati mo luogo alle comunit isolate e servizi reperibili in rete. Un capitolo a parte nuove abitudini, nuovi linguaggi, andrebbe dedicato all'uso del video nel mare di tempi e spazi per l'esercizio quoti- come sfida cruciale del terzo millen- fra loro e di siti web come vetrine sprovviste che fanno parte della nio. (...) Ecco perch indispensabi- che offrono dei contenuti. Oggi stia- Chiesa in tante nazioni del mondo. diano della comunicazione. questa condivisione aperta. proprio a questo Sappiamo bene che l ci sono Ci sono oggi degli spazi naturali e le che le comunicazioni sociali livello che in atto uno dei cambiamenti pi persone e comunit che potrebci sono quelli virtuali, divisi in ga- difendano gelosamente la persoeclatanti, reso possibile grazie al web 2.0. Ne bero potenziare moltissimo la lassie linguistiche ma che mettono na e ne rispettino appieno la l'emblema il fenomeno YouTube, piattaforma loro comunicazione e quindi la tutti i partecipanti soprattutto dignit. Pi di qualcuno pensa indipendente, acquisita da Google, e fusa e inteloro qualit di vita se mettessebambini e giovani in un universo che sia oggi necessaria, in quegrata col proprio Google Video. Secondo Erich ro in comune delle risorse, delle sto ambito, un'info-etica cos comune e condiviso. Purtroppo, Schmidt, amministratore delegato di Google, il conoscenze, delle informazioni. come esiste la bio-etica nel anche nuovo il divario che esiste tra ritmo di upload video su YouTube cresce in maCreare delle sinergie, suscitare coloro che sono inclusi in questi spa- campo della medicina e della niera esorbitante, tanto da essere definito modeil tessuto di rete, il primo zi virtuali e coloro che non sanno ricerca scientifica legata alla virately disturbing. Pare sia di dieci ore di video passo di questa inclusione. Il nemmeno cosa sia fare una telefona- ta (n. 4). al secondo. Il numero fa comprendere la diPontificio Consiglo delle ComuInternet l'ultimo, e in tanti ta. Coloro che fanno fatica ad avere mensione del fenomeno. nicazioni Sociali per esempio, aspetti, il pi potente dei mezzi un po' di pane e un sorso d'acqua Insomma i social network sono composti da attraverso la Rete Informatica pulita durante la giornata. E questi di comunicazione perch collepersone comuni, non da tecnici o esperti, che della Chiesa in America Latina ultimi sono ancora troppo numerosi. ga tutti i precedenti. Davanti a distribuiscono contenuti relativi ai propri inte(RIIAL), cerca di favorire la Cos, l'argomento sulle sfide etiche quello che segna un salto eporessi o alla propria esistenza. Questa evoluzione loro inclusione digitale non che Internet pone alla societ globa- cale nel percorso comunicativo incrementale ha generato il cosiddetto web 2.0. solo fornendo dei computer, ma dell'umanit, il nostro Docule ha qui un primo e fortissimo riIl cambio del nome, pi o meno condivisibile, soprattutto suscitando un cammento Etica in Internet del chiamo alla coscienza di tutti noi. rende evidente il processo di evoluzione nell'apbio di mentalit, una cultura Internet ormai un elemento es- 2002 sottolineava il punto di proccio alla tecnologia: al primo posto non c' di rete che non contempli in senziale della vita quotidiana, econo- appoggio di qualunque visione pi la pubblicazione di pagine, ma la parteprimo luogo Internet, ma che si mica e culturale del pianeta. Le ca- etica: Cos come accade per cipazione dei contenuti tra persone. Nel web 2.0 metta al servizio della comunigli altri mezzi di comunicazione ratteristiche originarie proprie di il senso della pubblicazione la partecipazione. t in se stessa, della sua realt e questo nuovo mezzo (immediatezza, sociale, la persona e la comuniPubblicare significa partecipare, cio condividedei suoi bisogni immediati. La decentralizzazione, interattivit, glo- t di persone sono elementi re. Il centro di questa rete sono i contenuti che tecnologia ci offre adesso delle balit, libert, diffusione e condivi- centrali per la valutazione etica vengono scambiati all'interno di un social netsoluzioni abbastanza efficaci sione del sapere) contengono insieme di Internet. Per quanto concerwork. per luoghi senza infrastruttura. a questi pregi anche dei rischi (indi- ne il messaggio trasmesso, il La caratteristica degli spazi del web 2.0 Si tratta di generare una vera vidualismo esagerato, accesso dei processo di comunicazione e le bimbi a contenuti pericolosi, invasio- questioni strutturali e sistematicultura digitale che nasca in quella di essere aperti a tutti sia nella fruizione

Nel cuore della cultura digitale


chiave solidale e che susciti una creativit condivisa, una maggiore comunione e unit all'interno delle comunit, in uno stretto rapporto con la Chiesa universale e in dialogo con il mondo. Va poi sottolineato l'urgente bisogno della formazione giovanile. Benedetto XVI ha pi volte sottolineato quella che egli chiama emergenza educativa, riferita alla necessit di trasmettere veri valori alle nuove generazioni. I giovani possono imparare molto con le nuove tecnologie; mancano loro, per, una visione d'insieme, dei valori che agiscano come chiavi di scelta e di lettura per raggiungere il significato di ci che studiano. Loro conoscono meglio di noi le tecnologie, ma forse conoscono poco se stessi e gli altri. Perci il Papa chiama gli adulti a essere veri educatori. Non bastano i controlli giuridici o tecnologici sui contenuti. Ci si deve proporre di recuperare la dignit dell'immagine della persona, il rispetto della privacy propria e altrui, la diffusione di una cultura del rispetto di se stessi e dell'altro. Correlativa a questa urgenza, c' anche quella della building capacity degli adulti, cio la formazione alla comunicazione in quanto il divario digitale anche generazionale. Tantissimi adulti e soprattutto anziani sono fuori di questo nuovo spazio d'incontro, e si allontanano sempre pi dal mondo dei giovani e dei bambini, che hanno anche molto da insegnarci. Capire loro, entrare nelle chiavi fondamentali di questa cultura ci aiuter a esercitare una vera diakona al servizio di essa, trovando i nostri contemporanei di ogni et ovunque siano, tante volte soli, depressi, lontani da tutto, che cercano forse nel loro cuore una Presenza intuita ma misteriosa.

mercoled 14 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 5

1350 anni fa nasceva Willibrordo, evangelizzatore dei frisoni

Musei, mondializzazione e turismo di massa

Il santo che non temeva di sporcarsi le mani


Il Lussemburgo celebra in questi giorni l'anniversario della nascita di san Willibrordo, l'apostolo dei frisoni, con solenni celebrazioni eucaristiche a Echternach, la famosa processione danzante e un convegno internazionale sul santo. L'Anno giubilare si aperto il 4 novembre 2007 e si concluder il prossimo 16 novembre. di SILVIA GUIDI Un pastorale che si curva a sostenere la navata di una chiesa e disegna una lunghissima scia di stelle, che sembra non aver fine; il logo delle celebrazioni 2008 non avrebbe potuto descrivere meglio la traccia che san Willibrordo ha lasciato e continua a lasciare in Lussemburgo. A 1350 anni dalla sua nascita, l'evangelizzatore dei frisoni continua la sua opera di costruttore di popoli e catalizzatore di cultura. Vissuto ben prima dei grandi scismi religiosi, venerato da tutte le confessioni cristiane ed patrono di numerose associazioni a vocazione ecumenica insieme a sant'Atanasio; la dimensione europea della sua vita profondamente sentita da lussemburghesi, tedeschi, francesi, olandesi e belgi, che compiono sulla sua tomba un pellegrinaggio comune ogni marted di Pentecoste. Secondo i testi pervenuti fino a noi, Willibrordo nacque in Northumbria l'attuale Inghilterra settentrionale nel 658; da bambino venne affidato dal padre a san Wilfrid, abate di Ripon, che preferiva la semplice sequela della Regola di san Benedetto ai rigori ascetici del monachesimo celtico. Oltre alla biografia locale del santo, composta da Theofrid abate di Echternach, ci stato tramandato anche il testo agiografico redatto da Alcuino di York in una duplice versione, prosa e versi. Esiste anche un compendio che porta la firma di un non meglio identificato presbitero Ecberto, che rielabora il materiale fornito dal maestro di York e non aggiunge molto alle notizie biografiche che abbiamo. Alcuino, il ministro della cultura di Carlo Magno, scrive su richiesta di Beornrado abate di Echternach e arcivescovo di Sens, ma, essendo parente del santo inglese e strettamente legato al monastero di sant'Andrea alla foce dell'Humber (fondato dal padre di Willibrordo, Wilgil) sente questo compito anche come un omaggio alla sua famiglia e alla sua terra natale, la Northumbria. A vent'anni Willibrordo si trasferisce in Irlanda per completare gli studi, ma soprattutto per sperimentare in prima persona il leggendario ascetismo insulare e vedere gli splendidi monasteri di cui ha sempre sentito parlare, come il convento di Rathmelsigi. Ordinato sacerdote nel 688, inizia una lunga peregrinatio missionaria andando a predicare il Vangelo tra i frisoni insieme ad altri undici compagni. Lo accompagna nella difficile missione il sostegno di Papa Sergio I che nel 695 lo consacra arcivescovo di Utrecht; anche la corte dei re franchi appoggia con donazioni la sua opera, favorendo la costruzione di chiese e abbazie, tra cui quella di Echternach (odierno Lussemburgo), che sarebbe diventata un centro culturale di grandissimo prestigio. Per due volte affronta il difficile viaggio per Roma e cura personalmente i rapporti diplomatici con Pipino II, re dei franchi e Radbodo, re dei frisoni, durante la lunga e sanguinosa guerra tra i due popoli che porter le armate franche oltre il Reno. In questi anni il monaco inglese pianifica la ricostruzione morale e materiale della zona, restaurando i monasteri devastati dalle scorribande dei soldati e seminando la parola di Dio nelle chiese locali. Nel 698 riceve in regalo da Irmina, badessa di Treviri e madre di Plectrude, moglie di Pipino II, un vasto terreno su cui edifica il monastero di Echternach, da dove organizzer nuove spedizioni missionarie in Frigia, Danimarca e Turingia. Nel 719 Winfrido meglio noto col nome latino di Bonifacio passa dal convento di Willibrordo e decide di soggiornare presso di lui per tre anni per fare scorta di consigli, provviste e manoscritti prima di partire per evangelizzare la Germania. Willibrordo, ormai molto anziano (ha superato gli ottant'anni) si ritira a Echternach, dove muore il 7 novembre 739; dieci anni prima, il giorno del suo settantesimo compleanno, aveva steso un brevissimo compendio della sua vita, segnando sul calendario le date pi importanti della sua intensa attivit missionaria con la frase in Dei nomine feliciter. L'avverbio feliciter ricorre molto spesso nei testi che tramandano le frasi celebri, le fondazioni, le storie di ordinaria santit e i miracoli del vescovo inglese. Ed proprio la letizia permanente, nonostante guerre, carestie, persecuzioni, la fiducia incrollabile nell'amore di Dio per l'uomo e la profonda gratitudine per la costante, misteriosa opera dello Spirito Santo nel mondo l'aspetto che connota di pi il carisma di Willibrordo e i suoi discepoli. Oltre a una pragmatica e acuta intelligenza nell'organizzare la vita delle comunit monastiche e l'attenzione a dotarle di maestri validi e testi affidabili in modo da curare la formazione permanente dei suoi monaci e garantire l'educazione delle generazioni future. Una ragionevolezza che non teme di sporcarsi le mani con la politica e i difficili equilibri di potere dell'epoca. Contrariamente ai monaci irlandesi e scozzesi, che evangelizzavano in modo sporadico, la missione di Willibrordo viene condotta in modo sistematico e secondo una strategia ben precisa, con l'appoggio costante dell'autorit papale e del potere civile; anche per questo le sue fondazioni divennero rapidamente centri culturali di grande rilievo, dotati di scriptoria dove venivano copiati i manoscritti dei classici e realizzati splendidi evangeliari. Il tema del feliciter ricorre spesso anche nei testi del biografo e compaesano Alcuino; per lui, come per Willibrordo, la cultura non mai fine a se stessa, ma uno strumento necessario per allenarsi a discernere il Vero (secondo il precetto armate vosmetipsos in scientia veritatis) e raggiungere la vera felicit. Quid queritis? Felicitatem querimus scrive il maestro di Carlo Magno in un libro di grammatica composto su misura per i suoi allievi, figli e nipoti della nobilt franca o oblati dei monasteri carolingi che facevano riferimento al grande complesso conventuale di Tours. Anche in un libro tecnico come il De grammatica l'autore sente il bisogno di ricordare il nesso tra la conoscenza e la felicit, la gioia dell'insegnare e dell'educare, cio, come insegna l'etimologia, e-ducere, trarre fuori il meglio dagli allievi. Anche quando l'allievo l'uomo pi potente della sua epoca, Carlo Magno. Tutta la sterminata opera di Alcuino alla corte carolingia ha questo obiettivo. Lettere, trattati, poemetti agiografici, poesie sono tutte occasioni per cercare il volto dei santi e trovare riposo nei loro discorsi come consiglia la Didach. Il maestro altomedievale, che sia un fondatore di comunit monastiche come Willibrordo o un raffinato intellettuale come Alcuino, si rivolge a interlocutori diversi, in contesti diversi, ma tiene sempre a sottolineare il nesso tra conoscenza e felicit, intesa nel senso pi profondo del termine: riuscita personale, completezza della personalit, fedelt al proprio compito, integrit dell'anima e conquista dell'eternit. Sia che si rivolga al glorioso Davide (nickname di Carlo Magno, mentre Alcuino amava firmarsi con lo pseudonimo Orazio Flacco) sia che scriva a un allievo che annega nell'alcool le sue possibilit di carriera alla corte di Aquisgrana, sia che si confidi con l'amico Arnone, vescovo di Salisburgo, o che lo ammonisca a non trascurare mai le sue responsabilit di pastore. Ogni sacerdote e ogni vescovo, infatti, nella Gerusalemme celeste che segue alla vita terrena dovr rationem reddere del gregge che gli stato affidato. Non solo, lo stesso dovere quello che lega gli amici. Per spiegare meglio il concetto, Alcuino usa un'etimologia immaginifica, che unisce i due concetti di custodire ed essere amico. In una lettera del luglio 798 scrive: Igitur amicus dicitur quasi animi custos, id est qui animum amici sui cum omni sollicitudine fidei studet custodire integrum, quatenus nullatenus sacrum amicitiae ius alicubi violetur. Et hoc rari sunt qui intelligunt. L'amico viene definito come il custode dell'anima, cio chi cerca di mantenere integra l'anima dell'amico con la sollecitudine dettata dalla fede. Anche le opere agiografiche o esegetiche pi complesse sono pensate per essere un aiuto quotidiano e maneggevole a una maggiore comprensione della Parola di Dio, e quindi di se stessi.

Tutti in fila per la Gioconda Ma non c' tempo per la Nike (di Samotracia)
Si tenuto a Venezia per iniziativa dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arte e dell'Institut National du Patrimoine di Parigi il convegno I Musei e l'apertura al mondo. Muses et mondialization, un colloquio italiano e francese dedicato ai rapporti di collaborazione fra i grandi musei internazionali, agli accordi fra gli Stati per la cooperazione in materia di tutela artistica e all'organizzazione delle mostre caratterizzate da crescenti flussi di visitatori. Pubblichiamo l'intervento del direttore dei Musei Vaticani. di ANTONIO PAOLUCCI la Phori li chiamava il grande Bacone. Prima affermazione da verificare. Si dice sempre che il museo strumento di crescita culturale, di educazione delle masse. Siamo proprio sicuri che le cose stiano cos? Agli Uffizi nel 1937 entravano ogni anno cinquantamila persone. Nel 2007 di persone ne sono entrate pi di un milione e mezzo: un aumento di trenta volte in meno di un secolo. Ebbene io sono convinto che c'era pi gente che usciva dagli Uffizi avendo capito qualcosa e ricordando qualcosa fra i cinquantamila del 1937 che fra il milione e mezzo di oggi. Ci vorrebbe tempo per illustrare adeguatamente le ragioni di questa mia affermazione. Voglio semplicemente dire che qui da noi il museo che l'Ottocento liberale e borghese e il Novecento dei fascismi e dei comunismi, intendevano strumento di educazione popolare, oggi visto soprattutto come svago, come turismo, come tempo libero. Non cos negli Stati Uniti d'America. Do atto volentieri al mio amico Philippe de Montebello che nel suo museo e, pi in generale, in tutti i musei d'America, la didattica, l'educazione del pubblico sono ancora la mission pi importante. Ma questa un'altra storia che si spiega con ragioni che appartengono alla storia americana e che fanno onore a quel grande paese. Si dice anche (altro idolum Phori) che il turismo dei grandi numeri fa conoscere il museo a tanta pi gente. Non cos. Al contrario, l'industria turistica che ha tempi stretti e concentra l'attenzione solo sui grandi capolavori pop, oscura il museo, non lo fa intendere oppure ne favorisce una percezione sbagliata o grottesca. Chi va al Louvre vuole vedere (o piuttosto vuol credere di aver visto) la Gioconda. Altrimenti non gli sembrer neanche di essere stato al Louvre. E

Il cardinale Danneels: un modello di vita ancora attuale


Ricordatevi di chi vi ha annunciato la parola di Dio ha ripetuto pi volte il cardinale Godfried Danneels, arcivescovo di Malines-Bruxelles, durante l'omelia della messa di Pentecoste celebrata nella basilica di Echternach alla presenza di vescovi e sacerdoti di diversi Paesi europei. esattamente quello che stiamo facendo ha proseguito il cardinale, festeggiando nella gioia il 1350 anniversario della morte di san Willibrordo e celebrando la mensa del Signore sulla sua tomba. Rendiamo grazie a Dio per la sua vita e per le migliaia di persone che nei secoli sono venuti a pregare nella sua chiesa. Willibrordo ha annunciato il Vangelo in un'epoca lontanissima dalla nostra, ma il contenuto del suo messaggio non cambiato. Gli evangelizzatori non passano semplicemente delle informazioni, cercano la conversione, cio si appellano al cuore e alla ragione di chi hanno davanti. La fede un rapporto affettivo, un dialogo permanente con Dio che si fatto carne; per questo per annunciare Cristo la cultura o la competenza teologica non bastano, indispensabile amare.

Andr Demetz, San Willibrordo (chiesa di Bettendorf, Lussemburgo)

La luna crescente e il sogno profetico della madre del santo


Alcuino di York e san Willibrordo erano parenti, provenivano dalla stessa facoltosa famiglia che aveva patrocinato e protetto varie fondazioni monastiche in Northumbria; anche per questo probabilmente nel testo agiografico dedicato al celebre cugino il maestro di York parla a lungo dei genitori e del clan di provenienza del santo. Nell'isola di Britannia, nella regione di Northumbria, Wilgil, un

Nella miniatura, Alcuino di York presenta l'allievo Rabano Mauro all'abate Otmaro

Miniatura col simbolo dell'evangelista Marco dall'evangeliario irlandese di san Willibrordo, detto anche Vangelo di Echternach (Parigi, Bibliothque Nationale, VII secolo)

nobile discendente dei sassoni, viveva una serena vita cristiana con sua moglie e i suoi figli si legge nell'incipit della Vita Willibrordi. Segni e fatti miracolosi lo indussero a ritirarsi spesso in una piccola cappella sulle rive dell'Humber e lasciare le attrattive del mondo per vivere una vita di preghiera, dedicando tutte le sue energie all'edificazione di chiese e fondazioni monastiche. Opera poi proseguita con fedelt e successo da suo figlio Willibrordo, il pi saggio dei maestri e il pi santo dei padri, di cui mi accingo a raccontare la vita su tua richiesta, vescovo Beornrado, suo successore nello stesso seggio episcopale per grazia di Dio. In altri Paesi, sotto altri re Willibrordo prosegu l'opera iniziata dalla sua famiglia in Northumbria, costruire santuari e far rifulgere la gloria di Dio. Cosa che fu profetizzata a sua madre, moglie del nobile Wilgil, dopo il concepimento del bambino; alla donna apparve in sogno la luna nuova che a vista d'occhio cresceva fino a diventare luna piena, mentre tutto il suo corpo era investito di splendore, segno della gloria che avrebbe segnato il destino di suo figlio.

Chi sono i fruitori del museo? Se volete posso girare la domanda in modo brutalmente aziendalistico, e invece di fruitori usare la parola clienti, customer come oggi si sente dire abitualmente. Chi sono dunque i clienti del Museo? La domanda avete gi capito che non si tratta di un quesito banale legittima due risposte, due risposte che aprono scenari radicalmente diversi, addirittura antitetici. Prima risposta: i clienti dei musei sono la gente che li visita, che ha voglia, tempo e denaro per viaggiare, che desidera almeno una volta nella vita vedere la Primavera di Botticelli o la Gioconda di Leonardo o la Cappella Sistina di Michelangelo. I clienti sono i turisti, le scolaresche, i giapponesi e gli americani in all inclusive tour. I clienti sono potenzialmente il mondo intero. L'unica democrazia che esiste sotto il cielo la democrazia dei consumi, anche dei consumi culturali. Questi ultimi vanno quindi favoriti, accolti e serviti al meglio. Questa la prima possibile risposta al quesito. Seconda risposta alla domanda di cui sopra: i clienti del museo sono le donne e gli uomini che devono ancora nascere. Portare all'estremo teorico la L'industria turistica con i suoi tempi prima risposta significa incoraggiastretti concentra l'attenzione re oltre misura i flussi turistici, audei visitatori solo su alcuni capolavori mentare gli orari Oscura il museo o ne favorisce di apertura, fare opera di promouna percezione grottesca zione anche portando all'estero i capolavori, organizzare mostre, tutto il resto? I Poussin, i Remconcedere prestiti numerosi e gene- brandt, la Nike di Samotracia? Non rosi, pubblicizzare nei modi anche li vede neanche, non li considera pi spregiudicati il nome e l'imma- importanti. La Gioconda oscura gine del museo. tutto il resto. Ecco un esempio perPortare all'estremo teorico la se- fetto di grottesca distorsione della conda risposta significa fare l'esatto conoscenza di un grande museo contrario. Limitare al massimo l'u- universale. sura antropica e i rischi da viaggi, Pensate ai Musei Vaticani, quasi spostamenti e mostre. Significa illu- cinque milioni di persone li avranminare il meno possibile le colle- no attraversati alla fine di questo zioni perch la luce dannosa. Si- anno. Ebbene la grande parte di gnifica tenere lontano per quanto questi visitatori interessata quasi possibile il pubblico generico, non soltanto alla Sistina di Michelangeampliando ma piuttosto riducendo lo e, d'altra parte, i tempi stretti l'orario di apertura. Il conservato- dell'inclousive tour, non permettore puro, il conservatore-conservatore tutti noi vorremmo esser- no di vedere molto altro. Si arriva lo, almeno qualche volta un al punto che molti visitatori dei nostalgico dell'antico regime quan- Musei Vaticani in gruppi organizdo le opere d'arte erano propriet zati, non passano per le Stanze di privata dei Medici, degli Asburgo Raffaello. Vi rendete conto? Rafo dei Romanov. A quell'epoca sta- faello il pi sublime pittore del vano quasi sempre al buio, accudi- passato millennio, quello che ci ha te da solerti domestici, visitate da insegnato essere la facilit (diceva rari conoscitori, da squisiti intel- Ingres) il supremo raggiungimento lettuali. Se le opere d'arte potesse- dello stile, viene accecato, espulso ro parlare, se avessero dei sindaca- in certo senso, dal pur grandissimo ti che le rappresentano, vorrebbe- Michelangelo. Potrei continuare ciro tornare a quei tempi per loro tando la Galleria dell'Accademia di Firenze che per la stragrande felici. A una domanda semplice ho da- maggioranza dei suoi visitatori esito due risposte entrambe legittime, ste soltanto perch il luogo del per radicalmente diverse. Ho for- David. zato l'una e l'altra fino all'estremo Un altro argomento sul quale teorico solo per fare intendere con sarebbe necessario riflettere. La un minimo mi auguro di ef- mondializzazione significa il moltificacia retorica quali sono, ai gior- plicarsi ormai esponenziale di preni nostri, i reali contorni del di- stiti continui, incessanti, ai quattro lemma. angoli del mondo. Le mostre di arNaturalmente tutti noi che sia- te antica sono diventate un colosmo direttori di lungo corso e di sale business che muove somme comolta esperienza, rispondiamo alla spicue in tutto il mondo, d lavoro domanda dicendo che bisogna te- a migliaia di persone (curatori, alnere il giusto mezzo, coniugare la lestitori, restauratori, trasportatori, fruizione con la conservazione, fa- assicuratori, cacciatori di sponsor), vorire e incrementare i flussi ma coinvolge la politica, quella naziovigilare allo stesso tempo con il nale, quella locale, spesso quella controllo ambientale, con la conservazione programmata e cos via internazionale. Quando in Italia il sulla buona salute delle opere. governo stringe, per esempio, un Sono riflessioni opportune e giudi- accordo commerciale con la Cina, ziose, noi le conosciamo bene e ci il sigillo del business sar una mosforziamo anche di tradurle in stra sul Rinascimento a Pechino. buone pratiche di lavoro. Per i Non diversamente accade in Francolleghi qui presenti sanno bene cia, in Spagna, in altri Paesi della che l'aureo binomio valorizzazione- nostra Europa. Cari colleghi, per noi abituati a conservazione, spesso si presenta come un autentico ossimoro, come considerare il museo biblioteca di figure, archivio della storia, luogo una contraddizione in termini. Credo sia utile nel nostro ap- della bellezza e del piacere per i proccio al problema del museo nostri forse un po' troppo egoistici globale, riflettere, prima di tutto, studi, si apre una bella sfida. su alcuni stereotipi o frasi fatte giusto esserne consapevoli. Speriache toccano il nostro mestiere. Ido- mo di non venirne travolti.

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO

mercoled 14 maggio 2008

Le arcidiocesi di Yangon e di Mandalay organizzano gruppi di volontari cattolici

A un anno dalla morte del vescovo dei Missionari d'Africa

La Chiesa del Myanmar Pierre Duprey, una vita soccorre le vittime del ciclone per la causa dell'unit
YANGON, 13. Interventi di soccorso immediati alle popolazioni del Myanmar duramente colpite dal ciclone Nargis. Questo l'annuncio di monsignor Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon che ha gi disposto di utilizzare i fondi diocesani per acquistare e distribuire cibo, medicine e tende tra la popolazione rimasta priva anche di generi di prima necessit. Il delegato apostolico monsignor Salvatore Pennacchio, durante la santa messa celebrata nella cattedrale di Yangon l'otto maggio, ha letto il messaggio di vicinanza e solidariet del Santo Padre al popolo birmano. Per quanto possiamo ha dichiarato l'arcivescovo di Yangon cercheremo di aiutare tutti. I bisogni pi urgenti ora sono cibo, acqua e tende. Decine di migliaia di sopravvissuti, inoltre, hanno bisogno di assistenza medica. Secondo i dati parziali raccolti, la furia del ciclone tropicale potrebbe aver provocato oltre centomila vittime. Passata la tempesta, innumerevoli cadaveri galleggiano ora sulle acque dei fiumi straripati a causa delle piogge torrenziali. Per i sopravvissuti, la Chiesa cattolica si immediatamente mobilitata rimandando a una fase successiva la riparazione di molti edifici religiosi che sono stati scoperchiati dalla furia dei venti oppure hanno subto vasti allagamenti per l'insistenza delle piogge torrenziali. La circoscrizione dell'arcidiocesi di Yangon una delle due tra le pi colpite dalla tempesta tropicale dello scorso 3 maggio. Molti tetti delle chiese riferisce l'arcivescovo Charles Maung Bo sono stati sollevati dalla furia dei venti e anche il seminario maggiore ha riportato seri danni alle strutture portanti. L'altra zona colpita quella del delta del fiume Irrawaddy. Qui la furia del ciclone Nargis ha cancellato interi villaggi e ha distrutto gran parte delle risaie. L'arcivescovo di Yangon ha immediatamente mobilitato tutto il personale diocesano, i seminaristi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose oltre a tanti volontari laici, per aiutare le vittime di questa tragedia. Abbiamo deciso di aiutare le vittime distribuendo acqua, medicine e riso afferma il presule riferendosi all'opera instancabile dei gruppi di volontari cattolici che hanno portato i primi soccorsi. Uno dei pi stretti collaboratori dell'arcivescovo Charles Maung Bo padre Francis Than Htun, direttore di Karuna, l'organizzazione cattolica per il lavoro sociale nell'arcidiocesi di Yangon. A questo sacerdote stato affidato il compito di raccogliere le informazioni dalle varie parrocchie sulla portata dei danni causati dal tifone Nargis e di coordinare l'opera di soccorso da parte dei gruppi di volontari cattolici che gi sono nelle zone pi colpite. Nell'arcidiocesi di Yangon stato inoltre istituito uno speciale comitato per gestire l'emergenza, il Myanmar disaster relief committe, che comprende anche familiari delle vittime, coordinatori delle parrocchie, rappresentanti dei donatori. Secondo quanto riferito da padre Francis Than Htun, i primi interventi diretti hanno portato soccorso a circa sessantamila famiglie a cui sono state consegnate razioni di cibo e di acqua in grado di sopperire ai bisogni medi per una settimana. A chi rimasto anche senza un tetto sotto cui ripararsi stata consegnata una tenda e l'attrezzatura per approntare all'aperto una cucina d'emergenza. Riporta l'agenzia Ucanews che anche la diocesi di Mandalay sta organizzando l'opera di soccorso agli scampati al tifone Nargis. Monsignor Paul Zinghtung Grawng, arcivescovo di Mandalay e presidente della Conferenza episcopale dei vescovi del Myanmar, ha riunito l'8 maggio, presso la sede dell'arcivescovado, un gruppo di esperti per predisporre un programma con cui affrontare l'emergenza. Subito dopo la riunione, in cui ha conferito a padre John Mg Nee il compito di coordinare gli aiuti, monsignor Paul Zinghtung Grawng si recato a Yangon per portare il suo aiuto alla Chiesa locale e presiedere la riunione del direttivo di Karuna, l'organizzazione del volontariato cattolico birmano che aderisce a Caritas internationalis. Gli aiuti raccolti nella arcidiocesi di Mandalay sono destinati principalmente a soccorre le vittime del ciclone Nargis nelle diocesi di Yangon e di Pathein. Il territorio della diocesi di Pathein comprende il delta del fiume Irrawaddy dove il ciclone ha provocato migliaia di vittime nei piccoli villaggi di pescatori. L'arcivescovo di Mandalay ha inviato un messaggio a tutte le parrocchie della sua arcidiocesi esortando i fedeli a contribuire con offerte all'acquisto dei generi di prima necessit da inviare a chi ha perso tutto a causa della furia del ciclone. Padre John Mg Nee, parroco della chiesa di San Francesco Saverio in Mandalay e coordinatore diocesano dei soccorsi alle vittime del tifone Nargis, ha chiesto ai fedeli della sua parrocchia di formare un comitato per gli aiuti. Ciascun fedele chiamato a dare testimonianza della sua carit per le vittime contribuendo secondo le proprie possibilit. Padre John Mg Nee aiutato nell'opera di coordinamento dal direttore della sezione di Karuna in Mandalay, padre Luois Soe Lwin, e dal procuratore della commisione diocesana per la salute, padre Marco Tin Win. Le organizzazioni cattoliche di volontariato, oltre che nelle arcidiocesi di Yangon e Mandalay, stanno diventando operative anche in altre due diocesi del Myanmar colpite dal tifone Nargis: quella di Mawlamyine e quella di Pathein rette rispettivamente da monsignor Raymond Saw Po Ray e dal vescovo John Hsane Hgyi. I danni provocati dal tifone Nargis stanno provocando conseguenze negative anche per le popolazioni del Myanmar non direttamente colpite dalla furia degli elementi naturali. Una volontaria cattolica che risiede a Yangon ha narrato che nei mercati della ex capitale birmana il prezzo dei generi di prima necessit improvvisamente aumentato dopo la catastrofe naturale. Per la maggioranza della popolazione del Myanmar l'acquisto del cibo indispensabile alla vita quotidiana non lascia disponibilit per altri generi di consumi. Anche le organizzazione cattoliche dei Paesi vicini al Myanmar si stanno mobilitando per far pervenire i soccorsi alle popolazioni birmane colpite dal tifone Nargis. La Caritas della Thailandia ha ricevuto il permesso delle autorit del Myanmar a far oltrepassare la frontiera ai propri mezzi carichi di medicinali e altri generi di prima necessit. di MARCO JACOV Appena adolescente nacque il 26 novembre 1922 Pierre Duprey si trov a Besanon per contrastare l'avanzata dell'esercito hitleriano. Costretto, nel 1940, a lasciare la Francia, allora occupata, si rec in Tunisia per entrare nella societ di vita apostolica dei missionari d'Africa, i Padri Bianchi, fondata dal cardinale Lavigerie. A Roma giunse con l'esercito dei vincitori della seconda guerra mondiale. Dalla casa generalizia dei Padri Bianchi, dove abitava, quotidianamente si recava in bicicletta al Pontificio Istituto Orientale, presso il quale aveva studiato. L si laure e sostenne anche la tesi del dottorato. Dopo essere stato ordinato sacerdote approfond la sua conoscenza della teologia e della spiritualit ortodossa ad Atene, Costantinopoli, Beirut e Gerusalemme. Il cardinale Walter Kasper, attuale Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani, ricorda: All'oriente egli rimase sempre legato; all'oriente egli dedic il suo servizio in modo particolare; all'oriente lasci il suo cuore. Fu un incontro con Johannes Willebrands, segretario della conferenza cattolica per le questioni ecumeniche, avvenuto nel 1952 a Gerusalemme, a determinare la futura attivit di Pierre Duprey, allora giovane professore dell'istituto di Sant'Anna, a Gerusalemme. Ebbe inizio cos una collaborazione fra due grandi personaggi che hanno lasciato una impronta indelebile sul movimento ecumenico e senza la quale, tra l'altro, non si potrebbe adeguatamente spiegare neanche la Ostpolitik di monsignor Agostino Casaroli. Si completavano a vicenda, pur essendo due caratteri diversi. Willebrands era calmo, riflessivo, quasi flemmatico, ma profondamente saggio e cauto nel prendere delle decisioni; Duprey era esplosivo come un vulcano, ma domava il proprio temperamento con l'intelligenza, la preghiera, la meditazione. Grazie a questa straordinaria intesa nel lavoro e nella fede, il segretariato per l'Unione dei Cristiani (oggi Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani) pot dare frutti notevoli, tanto da far riconoscere al cardinale Kasper: L'intera Chiesa deve molto al Vescovo Duprey. Dando ascolto a Willebrands, Giovanni XXIII affid a Duprey, nel 1962, il compito di ricevere i rappresentanti delle Chiese ortodosse giunti a Roma come osservatori al Concilio Vaticano II. Il cardinale Agostino Bea, primo presidente del Segretariato per l'Unione dei Cristiani, rimase entusiasta delle capacit intellettuali e, soprattutto, umane e spirituali di Duprey. Riflettendo sull'impegno ecumenico dei quattro Pontefici Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II con i quali egli collabor strettamente e con fedele devozione, Jean-Marie Roger Tillard scrive: Roma cambiata. stata la carit a cambiarla. Roma vuole che la carit sia la fonte dell'unit (fons unitatis). Duprey fu inviato a Costantinopoli l'8 dicembre 1962 per informare il Patriarca Atenagoras I sulla prima sessione del Concilio. Dopo un mese, il 15 gennaio 1963, fu nominato sotto-segretario del dicastero. Il 9 dicembre 1963 era di nuovo a Costantinopoli, questa volta per informare Atenagoras I sulla seconda sessione del Concilio e sul desiderio del nuovo Pontefice Paolo VI di recarsi a Gerusalemme. Ritornando da Costantinopoli, si ferm a Belgrado, dove fu ricevuto dal Patriarca serbo German e visit la prima classe del Seminario San Sava. In quell'occasione fu affrontata soprattutto la questione del futuro incontro tra Atenagoras e Paolo VI. La reciproca fiducia e stima tra German e Duprey li spinsero ad affrontare insieme diversi problemi che pi per motivi politici che religiosi ostacolavano l'avvicinamento tra gli ortodossi e i cattolici. Il loro scopo era purificare la memoria storica e perdonare, ma non dimenticare. Sembra che proprio durante gli incontri con il Patriarca German sia maturata l'idea di Duprey di appoggiare con determinazione le ricerche degli studiosi negli archivi della Santa Sede e nella Biblioteca Apostolica Vaticana, con lo scopo di affermare la verit anche su questioni delicate della vanni Paolo II affid proprio a Duprey la missione di preparare il suo incontro con il patriarca russo Alessio II, che avrebbe dovuto svolgersi il 21 giugno 1997 nel convento cistercense di Heiligenkreuz presso Vienna. A tal proposito il cardinale Stanisaw Dziwisz scrive: Il Santo Padre desiderava ardentemente compiere il pellegrinaggio in Russia, come segno della sua volont di contribuire all'unit dei cristiani. E di favorire un definitivo chiarimento con la Chiesa ortodossa, che da sempre gli era molto cara. Per questo, era importante che potesse vedersi con Alessio II. Ma, anche stavolta, l'incontro salt. Dal 6 gennaio 1990, quando ricevette l'ordinazione episcopale da Giovanni Paolo II, Duprey ampli il suo impegno a favore dell'unit dei cristiani. Il lato pi affascinante e coinvolgente di questa intensa collaborazione, o pi esattamente sintonia di interessi e comunione di speranze scrive Vittorio Peri stato il suo carattere franco e libero, volentieri fantasioso ed estemporaneo, incurante di qualsiasi vincolo burocratico e radicato soprattutto nel rispetto indiscutibile dell'amicizia e dei ruoli. Dimostrando il suo apprezzamento per la missione svolta da Pierre Duprey, Giovanni Paolo II non accett le sue dimissioni presentate al compimento del settantacinquesimo anno, ma gli scrisse: Rimani finch puoi. In effetti, egli rimase in servizio attivo fino al 31 maggio 1999, quando gli successe Walter Kasper. Quest'ultimo fu nominato segretario del dicastero il 15 marzo 1999. Il 12 luglio 2000 il Patriarca Bartolomeo I lo ringrazi per quello che aveva fatto per la promozione dei rapporti tra il Patriarcato ecumenico e la Chiesa ortodossa da una parte e la Chiesa cattolica romana dall'altra, sottolineandone ardore, competenza, capacit e dinamismo. Afferma il cardinale Kasper: Non esageriamo quando diciamo che Pierre Duprey ha gettato le basi e fissato le coordinate di ci che il Pontificio Consiglio per l'Unit dei Cristiani oggi. Per quanto riguarda il dialogo con gli Ebrei doveroso ricordare la collaborazione con il Rabbino capo di Roma Elio Toaff, con il quale Duprey si incontr anche per preparare la storica visita di Giovanni Paolo II alla Sinagoga di Roma. Se il dicastero di cui sotto la presidenza dei cardinali Agostino Bea, Johannes Willebrands e Edwards Idris Cassidy Duprey fu prima sotto-segretario (dal 15 gennaio 1963 al 29 marzo 1988) e poi segretario (fino al 31 maggio 1999) pot liberamente svolgere la sua missione in occidente, ebbe tuttavia diverse ed impreviste difficolt nel portare avanti il dialogo con i rappresentanti delle Chiese ortodosse, sempre controllati e non poche volte condizionati dai rispettivi regimi. Erano i tempi in cui si camminava con passo lento, ma sicuro. Pur essendo stato soprattutto in contatto con i Patriarchi di Costantinopoli, Pierre Duprey dimostr una grande sensibilit per tutte le Chiese ortodosse e per tutti i cristiani non cattolici. Anche poco prima di morire, seguendo la preghiera recitata dal cardinale Kasper presso il suo letto, gi senza parola, fece il segno della croce con tre dita, alla maniera ortodossa. Anche quel gesto fa parte del suo testamento ecumenico. E sotto le icone, dipinte secondo i criteri dell'arte bizantina, appese nella sua camera da letto e raffiguranti Ges Cristo, san Pietro, san Sava di Gerusalemme e i santi Pietro e Andrea abbracciati, continu a promuovere il dialogo dell'amore, dell'amicizia e della verit fino all'ultimo respiro. Mor la domenica del 13 maggio 2007, alle 2.30 del mattino, nella sua abitazione romana in via delle Grazie, attorniato dall'affetto degli amici, tra i quali la fedelissima Paola CiprianiHvala, che lo aveva assistito durante la lunga e grave malattia. Fu vestito, secondo il suo desiderio, non nell'abito pontificale, ma in quello di semplice missionario dei Padri Bianchi. Il rito fu compiuto dal padre generale Grard Chabanon e dai suoi assistenti. sepolto nel cimitero del Verano, a Roma, nella cappella dei Padri Bianchi.

Istituita la Yogyakarta Peoples Alliance

Indonesia, un'alleanza per la libert di fede


YOGYAKARTA, 13. Circa quaranta persone, appartenenti a varie religioni e organizzazioni sociali, hanno fondato la Yogyakarta People's Alliance per tutelare la libert religiosa dall'intolleranza, in seguito agli attacchi contro la setta Ahmadiyah. All'inizio di aprile, il Comitato coordinatore per il monitoraggio delle credenze mistiche nella societ, organo governativo, ha raccomandato che la setta venisse bandita perch insegnava dottrine che deviano dall'Islam. Gli attacchi contro i fedeli e le loro propriet si sono ripetuti da quando il Consiglio degli studiosi islamici dell'Indonesia (Mui) ha emanato una Fatwa, un editto religioso, dichiarando eretica la setta. L'alleanza per la libert religiosa stata costituita durante un incontro che si tenuto presso il centro per gli studi sulla sicurezza e la pace dell'universit Gadjah Mada a Yogyakarta. L'organizzatore dell'incontro, Zuly Qodir, ha detto che l'alleanza necessaria per rispondere all'attuale fragile situazione della libert di religione nel Paese. Qodir ha detto: Questa volta ci stiamo concentrando sugli Ahmadiyah, considerati una setta eretica; ma non significa che non dedichiamo attenzione alle altre questioni collegate alla libert di religione. I cattolici, ind, musulmani e protestanti, che hanno partecipato all'incontro, fanno parte di diverse organizzazioni, tra cui il Fraternal forum of religious believers (Fpub) e la Yogyakarta Alliance for Paceful in Indonesia. Il presidente del Fpub, Kiai Abdul Mahaimin, ha affermato che la Fatwa rappresenta un giudizio inaffidabile. Secondo il presidente, il Consiglio degli studiosi islamici ha agito travalicando la propria autorit e nessuno ha detto ha il diritto di giudicare gli altri nelle questioni di fede. Ari Dwipayana, uno studioso dell'universit di Yogyakarta ha attribuito la colpa della discriminazione contro i gruppi religiosi minoritari a un decreto presidenziale del 1965. Un altro relatore, Budi Santona, dell'istituto di assistenza legale di Yogyakarta, ha ribadito che lo Stato non ha alcun diritto di bandire o di sciogliere una determinata comunit religiosa. La setta stata fondata nel 1889 nella regione del Punjab, ora divisa tra l'India e il Pakistan, ma diversi Paesi musulmani l'hanno soppressa dichiarando che gli appartenenti non sono musulmani. In Indonesia i seguaci della setta sono circa duecentomila.

storia della Chiesa di Roma e di quella delle Chiese autocefale ortodosse. Fu proprio per abbattere i muri del pregiudizio e promuovere un dialogo sincero che Duprey fond il Comitato cattolico per la collaborazione culturale. A tal fine consent a diversi studenti provenienti dall'oriente di compiere studi presso la prestigiosa universit cattolica di Lovanio, dove furono guidati da Roger Aubert, per il quale Duprey nutriva una profonda stima sia dal punto di vista scientifico sia da quello umano. Tra i circa mille borsisti del Comitato ci sono alcuni che poi sarebbero diventati vescovi ed anche il futuro Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. I Patriarchi Atenagoras e German furono talmente colpiti dalla personalit di Duprey che lo chiamarono Agathngelos (portatore di buone notizie), mentre il cardinale Bea gli don la propria foto con la seguente dedica: A mon fidel collaborateur avec gratitude. Dietro i tre incontri tra il Patriarca Atenagoras e Paolo VI il primo avvenuto dal 5 al 6 gennaio 1964 a Gerusalemme, il secondo il 25 luglio 1967 a Costantinopoli ed il terzo dal 26 al 28 ottobre 1967 a Roma si nasconde il grande impegno di Pierre Duprey, diventato uomo di massima fiducia di Paolo VI. Inserendo quegli incontri nel contesto storico, il metropolita del Patriarcato di Costantinopoli per la Svizzera, Damaskinos Papandreou, attribuisce a Duprey un gran merito anche per la revoca dell'anatema del 1054: Il simbolo dello scisma stato sostituito con il simbolo dell'amore. Anche gli incontri di Giovanni Paolo II con i Patriarchi di Costantinopoli, Dimitrios I e Bartolomeo I, furono preparati da lui. Non a caso Gio-

Documento dei teologi indiani La messa per l'anniversario presieduta dal vescovo ausiliare Andrew Yeom Soo jung sulla nuova evangelizzazione I vent'anni del consultorio religioso di Seoul
ALUVA, 13. L'impegno della Chiesa nella societ civile: un nuovo modo di essere cristiani oggi, stato il tema del dibattito sviluppato dai teologi indiani nel loro incontro annuale di riflessione al quale hanno partecipato sessantaquattro teologi, tra cui cinque laici e sette religiose. Sede dell'incontro un seminario ad Aluva, nei pressi di Kochi, duemilacinquecento chilometri a sud di New Delhi. La Chiesa in India si legge in un documento dell'associazione teologica indiana vive in una societ che sta diventando sempre pi polarizzata sulla base della religione, dell'ideologia, delle classi e delle caste, e ora, c' l'esigenza di assicurare a tutti libert, a pari dignit e qualit di vita, viene osservato nella dichiarazione. La dichiarazione spiega che il nuovo modo di essere cristiani non rinnega il passato, ma comporta l'articolare la realizzazione umana di tutti i popoli che la Chiesa chiamata a servire. Si afferma inoltre che specialmente la Chiesa deve promuovere una educazione di qualit, aprire pi strade per l'apprendimento non formale e rafforzare la cultura pluralista indiana per rendere la presenza cristiana pi efficace nella societ locale. Con riferimento alla crescita dei mezzi di comunicazione in India, i teologi hanno sottolineato che la Chiesa deve impegnarsi nei campi dei media e delle tecnologie dell'informazione per diventare il lievito di Cristo nella societ civile. Chiedono che la Chiesa si impegni in un dialogo fecondo sulle questioni e le complessit che sorgono dalla cultura di Google. Essa deve utilizzare le nuove tecnologie nella formazione alla fede, poich queste sono messe a nostra disposizione per scoprire, usare e far conoscere la verit. Il documento esorta anche le guide della Chiesa a riconoscere e a promuovere nuovi modi in cui i gruppi di laici, sacerdoti, religiosi e membri degli istituti secolari possono rispondere alla loro vocazione cristiana. SEOUL, 13. Circa duecento persone, tra sacerdoti, religiosi, suore e laici hanno recentemente partecipato alla festa per i vent'anni di attivit del consultorio religioso della citt. Per l'occasione, il vescovo ausiliare dell'arcidiocesi Andrew Yeom Soo jung ha presieduto la messa, concelebrata con altri otto sacerdoti. Il consultorio offre assistenza psicologica, oltre che ai sacerdoti e ai religiosi, a seminaristi e studenti. La direttrice, Theresa Hwang Chungsoon, ha sottolineato che in due decadi stato fornito servizio ad oltre ventiquattromila persone, di cui il quarantatr per cento costituito da religiosi e il ventitr da laici. Una suora, Christa Lee Young-ok, in una dichiarazione all'agenzia Ucanews, ha detto che tutte le novizie, sin dal 2004, hanno partecipato ai corsi formativi del consultorio. Secondo i dati, le donne, in particolare, rappresentano il gruppo pi numeroso di utilizzatori della struttura. Tra queste ci sono anche numerose laiche: Bertha, di settantatr anni di et, questo il nome di una, che non ha voluto fornire altre generalit, in una dichiarazione all'agenzia ha espresso il proprio compiacimento per il servizio offerto dal centro. La donna ha spiegato: Ho partecipato per sei mesi, nel 2004, ad un corso e sono riuscita a colloquiare in maniera molto libera, avendo l'opportunit di riflettere sui miei quarant'anni di attivit al servizio dei giovani, riuscendo ad individuare le problematiche pi profonde nascoste nel mio animo. Suor Christa Lee Young-ok ha aggiunto che grazie alla consulenza psicologica, stato possibile migliorare la crescita spirituale delle novizie. Il fondatore e primo direttore del consultorio, padre Jeremiah Cotter, cui sono andati i ringraziamenti di tutti i presenti, ha motivato la nascita della struttura con la necessit di

affrontare la crisi di identit che ha colpito molti sacerdoti e religiosi. Il sacerdote ha detto: A partire dagli anni ottanta il numero dei cattolici in Corea del sud aumentato in maniera considerevole e questo ha fatto s che l'opera di sacerdoti e religiosi diventasse pi faticosa, avendo da relazionarsi con pi gente nelle parrocchie e nelle comunit. Un missionario, Vincenzo Boredo, ha affermato che l'aiuto fornito dal fondatore stato fondamentale per mantenere la propria identit e trovare una strada per continuare il proprio impegno di solidariet: padre Cotter stato ha evidenziato come un angelo guardiano per molto tempo. Durante la celebrazione liturgica stato trasmesso anche un messaggio video, dei vescovi di Uijongbu, Joseph Lee Han-taek e di Cheju, Peter Kang U-il, nel quale sono stati espressi gli auguri per un buon proseguimento delle attivit.

Errata corrige
Per una comunicazione errata da Santo Domingo (Repubblica Dominicana) la notizia pubblicata nell'edizione dell'11-12 maggio a pagina 6, che annunciava la morte del Vescovo emerito di Mao - Monte Cristi, monsignor Jernimo Toms Abreu Herrera, si riferiva in realt al decesso di suo fratello signor Claudio Abreu Herrera.

mercoled 14 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 7

Il patriarca di Antiochia dei Maroniti Nasrallah Sfeir

Il cammino ecumenico di cattolici, protestanti, ortodossi, armeni apostolici e anglicani

Il dialogo tra le religioni I vent'anni del Consiglio per la pace nel Libano delle Chiese cristiane in Francia
BEIRUT, 13. Quella del dialogo e della ricerca di un compromesso ragionevole rimane per il Libano l'unica strada da imboccare per non ricadere nel baratro di una nuova e sanguinosa guerra civile. Benedetto XVI con il suo appello di domenica 11 ad abbandonare ogni logica di contrapposizione aggressiva si fatto interprete della preoccupazione e dell'impegno dell'intera comunit cristiana. Il patriarca di Antiochia dei Maronita Nasrallah Sfeir, impegnato in un lungo viaggio internazionale che lo porter nei prossimi giorni negli Stati Uniti per incontrare il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon e il presidente degli Usa George W. Bush, tramite il quotidiano LOrient le Jour ha lanciato un appello ai libanesi affinch ricordino i fatti del 1990 che hanno provocato centinaia di feriti e morti e gravi distruzioni. Per questo, ha aggiunto dobbiamo imparare dal passato. In queste ore nel Paese dei cedri regna un clima carico di tensione dopo che nei giorni scorsi le milizie sciite di Hezbollah hanno occupato le strade Beirut ovest in risposta al tentativo del governo di Fouad Siniora di piegare la loro forza militare, parallela all'esercito. E sembra nuovamente divenuta un miraggio la convivenza tra diverse etnie e religioni che per secoli ha rappresentato la pi grande ricchezza del Paese. Il patriarca ha quindi sottolineato che alla luce della gravit della situazione facciamo appello a tutti i partiti perch evitino di mettere a rischio la vita dei cittadini o i loro beni. Li invitiamo a tornare al tavolo di dialogo ha aggiunto per trovare una soluzione che sia accettata da tutte le parti, in modo da permettere al Libano di beneficiare nuovamente di un clima di pace, sicurezza e tranquillit. Nei giorni scorsi, al momento della partenza da Beirut, Sfeir aveva anche sostenuto che se i libanesi non riescono a ristabilire la sovranit dello Stato e la sicurezza, le Nazioni Unite potrebbero prendere le misure necessarie a tali scopi. Certo alcuni non apprezzeranno questo discorso e noi speriamo che i libanesi prendano in mano il loro destino, a condizione che abbandonino gli odi personali e che apprezzino i vantaggi che trarr il Paese dal ristabilimento della sua indipendenza e da rispetto che gli verranno per la sua sovranit e per la ritrovata stabilit. Quanto alla questione fondamentale della elezione del presidente della Repubblica, il patriarca ha rinnovato l'appello ai parlamentari ad assumere le loro responsabilit, e ha messo in guardia contro eventuali violazioni della Costituzione. La Costituzione ha detto prevede che il presidente sia eletto nel corso di una seduta nella quale siano presenti i due terzi dei deputati. Se il presidente ottenesse i due terzi dei voti sarebbe perfetto, ma pu essere eletto anche dalla maggioranza assoluta. Ma se la Camera si riunisse senza che si raggiunga il quorum delle presenze, sarebbe una violazione della Costituzione. Forte preoccupazione per le sorti del Paese stata espressa anche dall'arcivescovo maronita Bchara Ra di Jbeil, il quale in una dichiarazione rilanciata da Catholic News Service ha sottolineato come in Libano non tutti vogliono la guerra. Stiamo insistendo perch i leader politici cristiani si dimostrino saggi ed evitino di partecipare a questo scontro armato. Noi chiediamo loro di fare tutto il possibile per conciliare pacificamente i due gruppi. PARIGI, 13. Compie vent'anni il Conseil d'Eglises chrtiennes en France (Cecef), organismo di dialogo ecumenico grazie al quale i cristiani di Francia hanno imparato a conoscersi e a lavorare insieme, tessendo rapporti di stima e di amicizia. L'evento verr festeggiato mercoled 14 maggio a Parigi, nella cattedrale di Saint Stphane, sede dell'Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia (Aeof): alle ore 18, nel corso di una celebrazione, i co-presidenti del Cecef firmeranno la Carta ecumenica europea, redatta dalla Conferenza delle Chiese europee (Kek) e dal Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa (Ccee) dopo gli incontri ecumenici svoltisi nel 1989 a Basilea e nel 1997 a Graz. Dalla sua fondazione, nel 1987-88, il Consiglio delle Chiese cristiane in Francia si dato come obiettivo quello di essere un luogo di scambio di informazioni, di ascolto e di dialogo tra le differenti comunit cristiane del Paese e di facilitare una riflessione e, eventualmente, delle iniziative comuni nei tre campi dove la presenza dei cristiani pi si concretizza: societ, servizio, testimonianza. Il confronto delle idee ha permesso di ben delineare la sensibilit di ciascuna delle tradizioni ecclesiali. L'appuntamento di mercoled servir anche per fare il punto del lavoro comune realizzato nell'arco di un ventennio e per rievocare il ruolo di questa istanza cristiana di dialogo, nella Francia di oggi. La firma della Carta ecumenica europea da parte del cardinale Andr Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza dei vescovi di Francia, dal pastore Claude Baty, presidente della Federazione protestante di Francia, e dal metropolita Emmanuel, presidente dell'Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia sar solo l'ulteriore conferma di voler proseguire questo lavoro e questa testimonianza comuni, sulla strada del dialogo, in seno alla societ, nel rispetto delle comunit ecclesiali rappresentate nel Cecef. Il Consiglio delle Chiese cristiane in Francia composto da quattro delegazioni per complessivi ventiquattro membri: sette designati dal Consiglio permanente della Conferenza dei vescovi, sette dalla Federazione protestante, sette dall'Assemblea dei vescovi ortodossi e tre dal rappresentante in Francia del Catholicos di tutti gli Armeni. La comunit anglicana ha un osservatore. Dal 1987, cattolici, protestanti, ortodossi, armeni apostolici e anglicani di Francia hanno attraversato insieme un pezzo importante di storia. I temi trattati, gli argomenti oggetto di prese di posizione e denunce lo testimoniano: Nuova Caledonia, Libano, Romania, Madagascar, Irlanda, Rwanda, ex Jugoslavia, Iran, Cecenia, tanto quanto si legge in un comunicato del Cecef l'insegnamento della religione, la scuola e i ritmi scolastici, la laicit, le discriminazioni e il razzismo, i migranti e i sans papiers, la solidariet con le altre religioni e le dichiarazioni fra religiosi, il no alla pena di morte e alla tortura, l'opposizione al commercio delle armi e agli esperimenti nucleari, la violazione delle tombe e dei luoghi di culto, il debito dei Paesi in via di sviluppo, l'Europa. Il Consiglio delle Chiese cristiane in Francia ha altres sostenuto iniziative comuni come pubblicazioni (Unit dei cristiani) e l'organizzazione delle sessioni dei giovani. Oggi come vent'anni fa l'obiettivo dei cristiani di Francia di prendere parte al dibattito pubblico insieme sulle questioni della societ e di favorire il cammino ecumenico senza tuttavia sostituirsi ai comitati di dialogo fra le Chiese. La Carta ecumenica, firmata il 22 aprile 2001 a Strasburgo dal cardinale Miloslav Vlk, allora presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, e dal metropolita Geremia, all'epoca presidente della Conferenza delle Chiese europee, ha tracciato le linee direttrici in vista di una collaborazione crescente fra le varie realt ecclesiali in Europa. Una Carta si legge nel documento come impegno comune al dialogo e alla collaborazione che descrive i compiti ecumenici fondamentali, deducendo una serie di linee di direzione e di obblighi. Essa deve promuovere, a ogni livello della vita della Chiesa, una cultura ecumenica di dialogo e di collaborazione e creare per ci una norma obbligatoria senza tuttavia avere alcun carattere di magistero, di dogma o di canone. Il suo carattere obbligatorio consiste piuttosto nel dovere di formulare, da parte delle Chiese e delle organizzazioni ecumeniche firmatarie, progetti comuni che si coniughino concretamente con le sfide particolari e con gli obblighi che ne derivano.

Conclusa la visita nel Paese del cardinale Dias

Il congresso della Fuci

Etiopia, le celebrazioni per il millennio cristiano


ADDIS ABEBA, 13. Le celebrazioni del millennio cristiano sono un evento molto sentito in Etiopia, perch definiscono una delle caratteristiche dell'identit nazionale. Lo ha detto il nunzio apostolico in Etiopia, arcivescovo Ramiro Moliner Ingls, a margine del congresso eucaristico nazionale della Chiesa etiopica conclusosi nei giorni scorsi ad Addis Abeba. L'evento rientrava nell'ambito delle celebrazioni del Grande Giubileo e del nuovo millennio cristiano etiopico, iniziate nel settembre 2007. La chiusura del congresso eucaristico dell'Etiopia stata celebrata con una messa nella chiesa parrocchiale Mary Help of Christians dei salesiani, nel quartiere di Mekanissa, alle porte della capitale Addis Abeba. La cerimonia liturgica, in rito orientale e lingua amarica, stata presieduta dall'arcivescovo di Addis Abeba, monsignor Berhaneyesus Demerew Souraphiel. L'inviato speciale di Papa Benedetto XVI, il cardinale Ivan Dias, prefetto della congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, ha tenuto l'omelia in inglese, con traduzione in amarico. Il cardinale Dias si poi recato a Gibuti, su invito del vescovo Giorgio Bertin. Sono grato al cardinale Dias di aver accettato l'invito ha sottolineato monsignor Bertin all'agenzia di stampa Fides avevo chiesto al cardinale di fare una tappa a Gibuti in occasione della visita in Etiopia per incoraggiare la nostra piccola Chiesa a continuare la missione di testimoniare la fede cristiana in un Paese islamico. Sua eminenza ha aggiunto il vescovo di Gibuti ha celebrato una messa nella cattedrale che era stata inaugurata a suo tempo dal cardinale Tisserand e che stata recentemente restaurata. Successivamente il cardinale Dias ha visitato l'Ecole de la Nativit gestita dalle suore francescane missionarie di Notre Dame e la scuola elementare diocesana, frequentata dai figli di famiglie di condizioni modeste, al quale annesso un centro di alfabetizzazione, dedicato ad alunni che per una serie di motivi non possono frequentare la scuola. Il Grande Giubileo e il nuovo millennio cristiano etiopico, quindi, si celebrano dal settembre 2007 al settembre 2008 seguendo la datazione del calendario etiope basato sui calcoli degli antichi calendari copto, ebraico, giuliano e dell'astronomia egizia. Le autorit civili hanno espresso il desiderio di estendere a tutta l'Africa questa ricorrenza, secondo quanto affermato da un documento dell'Unione africana. Tra le attivit promosse dalla Chiesa cattolica in occasione dell'evento, vi sono il simposio nazionale, la pubblicazione della bibbia in amarico, l'organizzazione di pellegrinaggi. Nel simposio nazionale l'intera Chiesa etiopica discute le problematiche e le prospettive della comunit cattolica locale, le attivit di sviluppo e il contributo dei cattolici alla vita nazionale. Si tratta dunque di un forum per costatare i progressi effettuati dalla Chiesa nel campo dell'evangelizzazione e della promozione umana. Per celebrare il Giubileo, i vescovi hanno promosso la diffusione di una serie di apposite pubblicazioni rivolte alla comunit locale e a quella universale. Tra queste vi una rivista The living hop, che esce in quattro numeri nell'anno giubilare. Un'altra importante iniziativa la stampa e la distribuzione della Bibbia in lingua amarica nella traduzione del 1954. Inoltre sono stati organizzati sia a livello nazionale sia a livello diocesano dei pellegrinaggi sia in Etiopia, sia all'estero, tra cui uno a Gerusalemme. Con il congresso eucaristico ha sottolineato il nunzio apostolico i vescovi cattolici locali hanno voluto ricordare la promessa di Nostro Signore: Sar con voi fino alla fine del mondo. La presenza di Cristo tra gli uomini avviene in primo luogo attraverso l'Eucaristia.

La societ di domani e l'impegno dei giovani


L'AQUILA, 13. Un proiettile biologico sparato senza una direzione. Questa immagine presa a prestito dal filosofo spagnolo Ortega y Gasset per raffigurare l'attuale fase di disorientamento dell'universo giovanile ha costituito il filo conduttore del cinquantanovesimo congresso nazionale della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (Fuci) che si concluso domenica 11 all'Aquila. Per quattro giorni circa trecento giovani delegati provenienti da oltre sessanta atenei italiani si sono confrontati sul tema Domani cercasi. Universit, societ e politica: quale spazio per i giovani per esaminare le diverse sfaccettature della realt giovanile. I giovani oggi possono ancora rivendicare una loro autonomia per trovare progressivamente il proprio posto nella societ? Siamo davvero una generazione di bamboccioni, incapaci di emanciparci dal nucleo familiare perch alla ricerca spasmodica di comodit e sicurezze?, si sono chiesti i presidenti nazionali della Fuci, Silvia Sanchini e Tiziano Torresi. Sullo sfondo la riflessione su due anniversari, anche questi, per il clima in cui maturarono e per le conseguenze che hanno avuto, particolarmente legati al mondo dei giovani: i quaranta anni dai fatti del maggio del Sessantotto e i trenta anni dall'assassinio di Aldo Moro, che della Fuci fu presidente dal 1939 al 1942. Aldo Moro possa risplendere come un esempio di onest, di fiducia nel futuro e di bont nella coscienza di voi fucini, ha esortato nell'omelia monsignor Domenico Sigalini, assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica, ricordando come la perdita dello statista ha lasciato un vuoto nella coscienza della societ italiana ma anche rimarcando l'attualit e la freschezza della sua eredit politica ed intellettuale. C' poi un'altra eredit che ha influenzato i giovani e la societ: il Sessantotto. Lo ha messo in rilievo lo storico Ernesto Galli della Loggia il quale ha enucleato le ragioni della genesi di quel movimento di protesta, analizzando l'idea di democrazia che venne riformulata in quella turbolenta esperienza: L'eredit del Sessantotto ha pesato, e pesa, sulla vita pubblica italiana perch da l ha preso le mosse e l si radicata nella nostra mentalit un'ostilit molto precisa verso una certa idea della democrazia, verso l'idea che per funzionare la democrazia deve essere capace di creare spazi sociali sottratti ai meccanismi della politica; che a un regime democratico necessaria non meno ma pi meritocrazia, non un minore ma un diverso principio d'autorit. Parole cui hanno fatto eco quelle del sociologo Ilvo Diamanti che ha presentato una dettagliata analisi della condizione giovanile odierna. Una generazione un proiettile biologico sparato con una determinata traiettoria, ha detto citando Ortega y Gasset. Ma quello che oggi manca proprio la direzione verso cui i giovani possano orientare il proprio progetto di vita ed il proprio futuro. La precariet rischia in maniera sempre pi evidente di sottrarre alle nuove generazioni scopi in cui credere e combattere. Sul tema della precariet si soffermato anche Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli, il quale ha rimarcato come questo fenomeno abbia cambiato il mondo del lavoro troppo in fretta. Tre, per Olivero, i nodi critici antropologici che esso cela: la scarsa prevedibilit di un futuro di vita, relazioni lavorative che accrescono la competizione e distruggono la solidariet, la moltiplicazione di proposte che creano disorientamento nelle scelte dei giovani. E questo, stato sottolineato nel corso del convegno, nel contesto di una societ che non vuole invecchiare, che sposta sempre pi in avanti le tappe verso la vita adulta e con una giovent che viene vista, rispetto al passato, come pi viziata, con meno certezze. Tuttavia, ha osservato Silvia Sanchini, malgrado le criticit che riscontriamo, ci sono ancora giovani che hanno voglia di dire la loro nella societ di oggi. Noi giovani per primi dobbiamo essere capaci di rivendicare il nostro spazio e di far sentire la nostra voce, cos come chiediamo agli adulti di accogliere questa voce e ascoltarla in maniera autentica. Emerge, quindi, una rinnovata volont di dialogo tra le generazioni e un rilancio all'impegno, alla partecipazione, all'entusiasmo che sono propri del mondo giovanile. Siamo chiamati ad avere speranza nel futuro, ma anche a fare in modo che questa speranza prenda forma, a non attendere che le cose avvengano, ma a metterci il nostro impegno affinch migliorino. A questi giovani, incoraggiandoli, si rivolto l'arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe Molinari, durante la messa conclusiva del congresso: In compagnia dello Spirito imparate ad amare la vita. E, citando le parole che Giovanni Paolo II disse all'Aquila ai giovani nel 1980, li ha esortati: Il mondo ha bisogno di testimoni, convinti e intrepidi. Non basta discutere, bisogna agire! La vostra coerenza si trasformi in testimonianza, e la prima forma di tale impegno sia la disponibilit. (fabrizio contessa)

Un seminario patrocinato dalla Missione della Santa Sede presso l'Onu

Usa, nei college si studia il viaggio del Papa


NEW YORK, 13. Gi studenti dei college cattolici americani studiano il viaggio apostolico compiuto dal Papa in terra statunitense dal 15 al 20 aprile scorso. Un'occasione privilegiata per approfondire il messaggio di speranza e di pace lanciato da Benedetto XVI durante gli incontri con l'amato popolo degli Stati Uniti d'America, quel grande Paese che fin dagli albori stato edificato sulla base di una felice coniugazione tra principi religiosi , etici e politici, e che tutt'ora costituisce un valido esempio di sana laicit , dove la dimensione religiosa, nella diversit delle sue espressioni, non solo tollerata, ma valorizzata quale anima della Nazione e garanzia fondamentale dei diritti e dei doveri dell'uomo. La Path to Peace Foundation fondata nel 1991 per sostenere le attivit umanitarie, culturali ed educative che integrano la missione della Santa Sede presso le Nazioni Unite ha annunciato il terzo seminario annuale sul pensiero sociale della Chiesa per gli studenti di college cattolici. Il simposio di quest'anno ha come tema Gli studenti dei college cattolici e il bene comune: costruire un mondo di speranza e una comunit per la pace. Il seminario del 2008 segue, come accennato, la scia della visita di Benedetto XVI negli Stati Uniti e alle Nazioni Unite e d agli studenti di college l'opportunit di coinvolgere leader internazionali ed esperti sul messaggio di speranza del Papa. L'arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e presidente della Path to Peace Foundation, guider l'evento che si svolger dal 18 al 23 maggio. Parteciperanno anche altri esperti, come teologi, sociologi, nonch dirigenti e ambasciatori dell'Onu. Il simposio annuale mira a dare agli studenti dei college cattolici un maggiore contatto con gli insegnamenti sociali e morali della Chiesa. Il tendeziale obiettivo l'educazione ai valori irrinunciabili e l'acquisizione di convinzioni solide per la formazione della loro mente e della loro coscienza e incoraggiarli a impegnarsi nel compito di rendere il mondo migliore. Non a caso, tra le sfide presenti e future, Benedetto XVI ha indicato quella dell'educazione durante l'incontro con centoventi presidi, docenti e studenti delle universit e dei college cattolici degli Stati Uniti. Il compito educativo parte integrante della missione della Chiesa, e la comunit ecclesiale statunitense come ha sottolineato il Papa ricordando le tappe del suo viaggio apostolico in Usa durante l'udienza generale di mercoled 30 aprile si sempre molto impegnata in esso, rendendo al tempo stesso un grande servizio sociale e culturale all'intero Paese. importante che ci possa continuare ed altrettanto importante curare la qualit degli istituti cattolici, affinch in essi ci si formi veramente, secondo la misura della maturit di Cristo, coniugando fede e ragione, libert e verit.

Raccolta fondi contro il fenomeno dei bimbi soldato


ROMA, 13. Prosegue la raccolta di fondi e di sensibilizzazione in favore della smobilitazione dei bambini soldato nella Repubblica Democratica del Congo. L'iniziativa, che stata avviata dalla Caritas diocesana di Roma in collaborazione con la Caritas diocesana di Goma, ha come scopo la realizzazione di cinque centri di transito e di orientamento (Cto). L'obiettivo del Cto il reinserimento sociale dei bambini che reso difficile a causa di minacce, insicurezza o eccessiva povert delle famiglie. Oggi, i centri di transito attivi sono tre nelle zone di Mweso, Nyanzale e Masisi. Dalla loro apertura hanno accolto e curato pi di duemila bambini soldato, reinserito in famiglia oltre duemilacento adolescenti e reinserito nel sistema scolastico ottocentoquaranta. Durante la permanenza nei Cto i bambini partecipano ad attivit di alfabetizzazione, corsi di iniziazione all'agricoltura e all'allevamento e corsi di formazione sul rapporto tra genitori e i bambini da loro separati.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO

mercoled 14 maggio 2008

Il rapporto tra astronomia e fede in un'intervista a padre Funes, direttore della Specola Vaticana

L'extraterrestre mio fratello


di FRANCESCO M. VALIANTE E quindi uscimmo a riveder le stelle. Cita Dante il celebre verso che chiude l'ultimo canto dell'Inferno per descrivere la missione dell'astronomia. Che anzitutto quella di restituire agli uomini la giusta dimensione di creature piccole e fragili davanti allo scenario incommensurabile di miliardi e miliardi di galassie. E se poi scoprissimo di non essere i soli ad abitare l'universo? L'ipotesi non lo inquieta pi di tanto. possibile credere in Dio e negli extraterrestri. Si pu ammettere l'esistenza di altri mondi e altre vite, anche pi evolute della nostra, senza per questo mettere in discussione la fede nella creazione, nell'incarnazione, nella redenzione. Parola di astronomo e di sacerdote. Parola di Jos Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana. Argentino, quarantacinque anni, gesuita, dall'agosto del 2006 padre Funes ha le chiavi della storica sede nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, che Pio XI concesse all'osservatorio vaticano nel 1935. Fra circa un anno le restituir, per ricevere quelle del monastero delle basiliane situato al confine tra le Ville Pontificie e Albano, dove si trasferiranno gli studi, i laboratori e la biblioteca della Specola. Unisce modi cortesi e pacati a quel leggero distacco dalle cose terrene di chi abituato a tenere gli occhi rivolti verso l'alto. Un po' filosofo e un po' investigatore, come tutti gli astronomi. Contemplare il cielo per lui l'atto pi autenticamente umano che si possa fare. Perch spiega a L'Osservatore Romano dilata il nostro cuore e ci aiuta a uscire dai tanti inferni che l'umanit si creata sulla terra: le violenze, le guerre, le povert, le oppressioni. Come nasce l'interesse della Chiesa e dei Papi per l'astronomia? Le origini si possono far risalire a Gregorio XIII, che fu l'artefice della riforma del calendario nel 1582. Padre Cristoforo Clavio, gesuita del Collegio romano, fece parte della commissione che studi questa riforma. Tra Settecento e Ottocento sorsero ben tre osservatori per iniziativa dei Pontefici. Poi nel 1891, in un momento di conflitto tra il mondo della Chiesa e il mondo scientifico, Papa Leone XIII volle fondare, o meglio rifondare, la Specola Vaticana. Lo fece proprio per mostrare che la Chiesa non era contro la scienza ma promuoveva una scienza vera e solida, secondo le sue stesse parole. La Specola nata dunque con uno scopo essenzialmente apologetico, ma col passare degli anni divenuta parte del dialogo della Chiesa col mondo. Lo studio delle leggi del cosmo avvicina o allontana da Dio? L'astronomia ha un valore profondamente umano. una scienza che apre il cuore e la mente. Ci aiuta a collocare nella giusta prospettiva la nostra vita, le nostre speranze, i nostri problemi. In questo senso e qui parlo come prete e come gesuita anche un grande strumento apostolico che pu avvicinare a Dio. Eppure molti astronomi non perdono occasione per fare pubblica professione di ateismo. Direi che un po' un mito ritenere che l'astronomia favorisca una visione atea del mondo. Mi sembra che proprio chi lavora alla Specola offra la testimonianza migliore di come sia possibile credere in Dio e fare scienza in modo serio. Pi di tante parole conta il nostro lavoro. Contano la credibilit e i riconoscimenti ottenuti a livello internazionale, le collaborazioni con colleghi e istituzioni di ogni parte del mondo, i risultati delle nostre ricerche e delle nostre scoperte. La Chiesa ha lasciato un segno nella storia della ricerca astronomica. Ci faccia qualche esempio. Basterebbe ricordare che una trentina di crateri della luna portano i nomi di antichi astronomi gesuiti. E che un asteroide del sistema solare stato intitolato al mio predecessore alla direzione della Specola, padre George Coyne. Si potrebbe richiamare inoltre l'importanza di contributi come quelli di padre O'Connell all'individuazione del raggio verde o di fratello Consolmagno al declassamento di Plutone. Per non parlare dell'attivit di padre Corbally vicedirettore del nostro centro astronomico di Tucson che ha lavorato con un team della Nasa alla recente scoperta di asteroidi residui della formazione di sistemi binari di stelle. L'interesse della Chiesa per lo studio dell'universo si pu spiegare col fatto che l'astronomia l'unica scienza che ha a che fare con l'infinito e quindi con Dio? Per essere precisi, l'universo non infinito. molto grande ma finito, perch ha un'et: circa quattordici miliardi di anni, secondo le nostre conoscenze pi recenti. E se ha un'et, significa che ha un limite anche nello spazio. L'universo nato in un determinato momento e da allora si espande continuamente. Da che cosa ha avuto origine? Quella del big bang resta, a mio giudizio, la migliore spiegazione dell'origine dell'universo che abbiamo finora dal punto di vista scientifico. E da allora che cosa successo? Per trecentomila anni la materia, l'energia, la luce sono rimaste unite in una sorta di miscela. L'universo era opaco. Poi si sono separate. Cos noi adesso viviamo in un universo trasparente, possiamo vedere la luce: quella delle galassie pi lontane, per esempio, che arrivata a noi dopo undici o dodici miliardi di anni. Bisogna ricordare che la luce viaggia a trecentomila chilometri al secondo. Ed proprio questo limite a confermarci che l'universo oggi osservabile non infinito. La teoria del big bang avvalora o contraddice la visione di fede basata sul racconto biblico della creazione? Da astronomo, io continuo a credere che Dio sia il creatore dell'universo e che noi non siamo il prodotto della casualit ma i figli di un padre buono, il quale ha per noi un progetto d'amore. La Bibbia fondamentalmente non un libro di scienza. Come sottolinea la Dei verbum, il libro della parola di Dio indirizzata a noi uomini. una lettera d'amore che Dio ha scritto al suo popolo, in un linguaggio che risale a duemila o tremila anni fa. All'epoca, ovviamente, era del tutto estraneo un concetto come quello del big bang. Dunque, non si pu chiedere alla Bibbia una risposta scientifica. Allo stesso modo, noi non sappiamo se in un futuro pi o meno prossimo la teoria del big bang sar superata da una spiegazione pi esauriente e completa dell'origine dell'universo. Attualmente la migliore e non in contraddizione con la fede. ragionevole. Ma nella Genesi si parla della terra, degli animali, dell'uomo e della donna. Questo esclude la possibilit dell'esistenza di altri mondi o esseri viventi nell'universo? A mio giudizio questa possibilit esiste. Gli astronomi ritengono che l'universo sia formato da cento miliardi di galassie, ciascuna delle quali composta da cento miliardi di stelle. Molte di queste, o quasi tutte, potrebbero avere dei pianeti. Come si pu escludere che la vita si sia sviluppata anche altrove? C' un ramo dell'astronomia, l'astrobiologia, che studia proprio questo aspetto e che ha fatto molti progressi negli ultimi anni. Esaminando gli spettri della luce che viene dalle stelle e dai pianeti, presto si potranno individuare gli elementi delle loro atmosfere i cosiddetti biomakers e capire se ci sono le condizioni per la nascita e lo sviluppo della vita. Del resto, forme di vita potrebbero esistere in teoria perfino senza ossigeno o idrogeno. Si riferisce anche ad esseri simili a noi o pi evoluti? possibile. Finora non abbiamo nessuna prova. Ma certamente in un universo cos grande non si pu escludere questa ipotesi. E questo non sarebbe un problema per la nostra fede? Io ritengo di no. Come esiste una molteplicit di creature sulla terra, cos potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perch non possiamo porre limiti alla libert creatrice di Dio. Per dirla con san Francesco, se consideriamo le creature terrene come fratello e sorella, perch non potremmo parlare anche di un fratello extraterrestre? Farebbe parte comunque della creazione. E per quanto riguarda la redenzione? Prendiamo in prestito l'immagine evangelica della pecora smarrita. Il pastore lascia le novantanove nell'ovile per andare a cercare quella che si persa. Pensiamo che in questo universo possano esserci cento pecore, corrispondenti a diverse forme di creature. Noi che apparteniamo al genere umano potremmo essere proprio la pecora smarrita, i peccatori che hanno bisogno del pastore. Dio si fatto uomo in Ges per salvarci. Cos, se anche esistessero altri esseri intelligenti, non detto che essi debbano aver bisogno della redenzione. Potrebbero essere rimasti nell'amicizia piena con il loro Creatore. Insisto: se invece fossero peccatori, sarebbe possibile una redenzione anche per loro? Ges si incarnato una volta per tutte. L'incarnazione un evento unico e irripetibile. Comunque sono sicuro

La pastorale per le famiglie migranti


Ancora una volta la famiglia al centro della riflessione della Chiesa. Questa volta il Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e gli Itineranti a porre la famiglia come nucleo del tema da proporre ai partecipanti alla diciottesima sessione plenaria che, iniziatasi questa mattina, marted 13 maggio, si concluder gioved prossimo 15 maggio: La famiglia migrante ed itinerante. Il cardinale presidente Renato Raffaele Martino, inaugurando i lavori, ha inquadrato la tematica nell'ottica dei recenti documenti resi noti dal suo dicastero. Si trattato di un approccio eminentemente pastorale nel quale, alla luce della Erga migrantes caritas Christi, sono stati evidenziati i problemi che devono affrontare le famiglie itineranti in un contesto di globalizzazione. In particolare il cardinale ha posto in evidenza l'importanza che ha la famiglia proprio nel accentuarsi del fenomeno della mobilit umana. Si emigra, ha detto, per trovare per esempio condizioni pi favorevoli alla vita del nucleo familiare o per sfuggire a guerre e persecuzioni di massa; o molto meno drammaticamente ci si muove per andare a studiare all'estero o anche soltanto si viaggia per andare a rinsaldare vincoli familiari, o in viaggio si lavora per mantenere la famiglia, pensiamo ai marinai e agli avieri. Il cardinale ha fatto poi riferimento ai popoli che hanno il vivere sulle strade del mondo come caratteristica della loro stessa cultura, i nomadi, i cistercensi; ed anche a chi in strada vive il dramma della prostituzione o della mancanza di un tetto o dell'abbandono sperimentato da tanti minori. Si tratta evidentemente di situazioni che, il pi delle volte, comportano sofferenza per le famiglie e dunque rappresentano una sfida per la Chiesa. Dal canto suo, ha ricordato il cardinale Martino, il Pontificio Consiglio, attraverso orientamenti pastorali specifici per i diversi ambiti della mobilit umana, si impegna in un servizio particolare per le varie esigenze. In una simile pastorale, ha spiegato, si devono adottare modalit di espressione diverse, cercando di qualificare sempre pi la creativit e lo zelo degli operatori pastorali, senza mai perdere l'orientamento comune, cio l'attuazione del piano di Dio il quale ha voluto che l'uomo e la donna formassero una sola carne nel vincolo del matrimonio. Successivamente il segretario del medesimo Pontificio Consiglio, arcivescovo Agostino Marchetto, ha svolto un ampio e dettagliato intervento per illustrare il pensiero e l'opera che ha caratterizzato il lavoro del Pontificio Consiglio negli ultimi due anni. Riferendosi poi alla plenaria in corso si detto certo che dagli interventi che si susseguiranno nelle prossime giornate apparir l'affresco della situazione della famiglia nel mondo della migrazione e dell'itineranza in modo da fungere di stimolo per tutti i pastori ai diversi livelli per contribuire a trasformare la famiglia migrante e itinerante in un fattore pi efficace di evangelizzazione e per il consolidamento dei valori cristiani nel mondo. Ai lavori del mattino sono poi intervenuti monsignor Kaszak, segretario del Pontificio Consiglio per la famiglia, e padre Vcking, segretario della Commissione migrazioni del Consiglio delle conferenze degli episcopati europei.

Il telescopio visuale Carl Zeiss (1935) in una delle cupole del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo

che anche loro, in qualche modo, avrebbero la possibilit di godere della misericordia di Dio, cos come stato per noi uomini. Il prossimo anno si celebra il bicentenario della nascita di Darwin e la Chiesa torna a confrontarsi con l'evoluzionismo. L'astronomia pu offrire un contributo a questo confronto? Come astronomo posso dire che dall'osservazione delle stelle e delle galassie emerge un chiaro processo evolutivo. Questo un dato scientifico. Anche qui io non vedo contraddizione tra quello che noi possiamo imparare dall'evoluzione purch non diventi un'ideologia assoluta e la nostra fede in Dio. Ci sono delle verit fondamentali che comunque non mutano: Dio il creatore, c' un senso alla creazione, noi non siamo figli del caso. Su queste basi, possibile un dialogo con gli uomini di scienza? Direi che anzi necessario. La fede e la scienza non sono inconciliabili. Lo diceva Giovanni Paolo II e lo ha ripetuto Benedetto XVI: fede e ragione sono le due ali con cui si eleva lo spirito umano. Non c' contraddizione tra quello che noi sappiamo attraverso la fede e quello che apprendiamo attraverso la scienza. Ci possono essere tensioni o conflitti, ma non dobbiamo averne paura. La Chiesa non deve temere la scienza e le sue scoperte. Come invece avvenuto con Galileo. Quello certamente un caso che ha segnato la storia della comunit ecclesiale e della comunit scientifica. inutile negare che il conflitto ci sia stato. E forse in futuro ce ne saranno altri simili. Ma penso che sia arrivato il momento di voltare pagina e guardare piuttosto al futuro. Questa vicenda ha lasciato delle ferite. Ci sono stati ma-

lintesi. La Chiesa in qualche modo ha riconosciuto i suoi sbagli. Forse si poteva fare di meglio. Ma ora il momento di guarire queste ferite. E ci si pu realizzare in un contesto di dialogo sereno, di collaborazione. La gente ha bisogno che scienza e fede si aiutino a vicenda, pur senza tradire la chiarezza e l'onest delle rispettive posizioni. Ma perch oggi cos difficile questa collaborazione? Credo che uno dei problemi del rapporto tra scienza e fede sia l'ignoranza. Da una parte, gli scienziati dovrebbero imparare a leggere correttamente la Bibbia e a comprendere le verit della nostra fede. Dall'altra, i teologi e gli uomini di Chiesa dovrebbero aggiornarsi sui progressi della scienza, per riuscire a dare risposte efficaci alle questioni che essa pone continuamente. Purtroppo anche nelle scuole e nelle parrocchie manca un percorso che aiuti a integrare fede e scienza. I cattolici spesso rimangono fermi alle conoscenze apprese al tempo del catechismo. Credo che questa sia una vera e propria sfida dal punto di vista pastorale. Cosa pu fare in questo senso la Specola? Diceva Giovanni XXIII che la nostra missione deve essere quella di spiegare agli astronomi la Chiesa e alla Chiesa l'astronomia. Noi siamo come un ponte, un piccolo ponte, tra il mondo della scienza e la Chiesa. Lungo questo ponte c' chi va in una direzione e chi va in un'altra. Come ha raccomandato Benedetto XVI a noi gesuiti in occasione dell'ultima congregazione generale, dobbiamo essere uomini sulle frontiere. Credo che la Specola abbia questa missione: essere sulla frontiera tra il mondo della scienza e il mondo della fede, per dare testimonianza che possibile credere in Dio ed essere buoni scienziati.

La nuova sede della Specola


Tredici gesuiti lavorano alla Specola: cinque nella sede di Castel Gandolfo e otto nel centro di Tucson, in Arizona. A loro si aggiunge un sacerdote della diocesi di Padova. L'attivit di osservazione si svolge in America dove gli studiosi hanno a disposizione il moderno telescopio installato sul monte Graham mentre nella cittadina laziale si analizzano e si studiano i dati. Con cadenza biennale viene promossa a Castel Gandolfo una scuola estiva di astronomia e astrofisica. Tra circa un anno si prevede il completamento dei lavori di ristrutturazione del monastero delle basiliane che si affaccia su Albano. L si trasferiranno gli studi, la biblioteca e la comunit dei gesuiti della Specola. Nell'antica sede del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo resteranno soltanto i vecchi telescopi, che verranno utilizzati per una limitata attivit di osservazione.

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice

Santa Messa e Processione Eucaristica nella Solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
Gioved 22 maggio 2008, Solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, alle ore 19, il Santo Padre Benedetto XVI celebrer la Santa Messa sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano. Presieder quindi la Processione Eucaristica che, percorrendo via Merulana, raggiunger la Basilica di Santa Maria Maggiore. Coloro che intendono partecipare al Sacro Rito vorranno trovarsi per le ore 18.30 sul sagrato della Basilica Lateranense, dove occuperanno il posto che verr loro indicato. Quanto all'abito, i partecipanti si regoleranno nel modo seguente: i Signori Cardinali, i Patriarchi, gli Arcivescovi e i Vescovi: sulla veste propria, indosseranno il rocchetto, la mozzetta e la berretta; gli Abati e i Religiosi: il proprio abito corale; i Prelati: il rocchetto e la mantelletta, o la cotta, sopra la veste paonazza con fascia paonazza e la berretta nera, con fiocco rosso o nero, a seconda del loro grado; i Cappellani di Sua Santit: la cotta sopra la talare filettata con fascia paonazza. i Membri dei Capitoli l'abito loro proprio e la cotta; i Parroci la cotta e la stola; i Sacerdoti la cotta.

Il 2009 anno dell'astronomia


In collaborazione coll'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), la Specola sta preparando una mostra di antichi e moderni strumenti di osservazione che si svolger nell'autunno del prossimo anno presso i Musei Vaticani. Sar uno degli eventi pi importanti tra quelli promossi per l'anno internazionale dell'astronomia, proclamato dall'Onu per il 2009 su iniziativa dell'Unione internazionale astronomica e dell'Unesco. La Specola ha in programma diverse attivit, alcune delle quali ancora in fase di progettazione. Fra queste, una settimana di studi dedicata all'astrobiologia e organizzata con la Pontificia Accademia delle Scienze. Si sta inoltre preparando una pubblicazione sull'astronomia vaticana destinata al grande pubblico.

Pierre Nguyn Van Tot nunzio apostolico in Costa Rica


La nomina di oggi (cfr Nostre Informazioni a pagina 1) riguarda la nunziatura apostolica in Costa Rica, alla quale stato chiamato l'arcivescovo vietnamita Pierre Nguyn Van Tot. Nato a Thu Dau Mot, nella diocesi di Ph Cuong, il 15 aprile 1949, stato ordinato sacerdote il 24 marzo 1974. Laureato in Teologia, entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede il 1 maggio 1985 e ha prestato la propria opera presso le rappresentanze pontificie in Panama, Brasile, Zaire, Rwanda e Francia. Era incaricato d'Affari della nunziatura in Benin, quando il 25 novembre 2002 stato eletto alla sede titolare arcivescovile di Rusticiana e nominato nunzio apostolico in Benin e in Togo. Il 6 gennaio 2003 ha ricevuto l'ordinazione episcopale e il 24 agosto 2005 stato nominato nunzio apostolico nella Repubblica Centroafricana e nel Ciad.

* * *
La Processione si snoder nel seguente ordine: Scouts, Confraternite e Sodalizi, Associazioni Eucaristiche, Neo-comunicati e Ministranti, Cavalieri del Santo Sepolcro, Religiose, Religiosi, Sacerdoti, Parroci, Cappellani e Prelati di Sua Santit, Vescovi, Arcivescovi, Cardinali. I Seminaristi, i fedeli delle Parrocchie e gli appartenenti ad Associazioni e Movimenti ecclesiali seguiranno il Santissimo Sacramento.

* * *
Per i componenti la Cappella Pontificia sar a disposizione un servizio pullman, con partenza dalla piazza antistante l'ingresso dell'Aula Paolo VI alle ore 18.15. Quanti desiderano usufruirne sono pregati di darne comunicazione all'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. Citt del Vaticano, 12 maggio 2008. MONS. GUIDO MARINI Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie

La biblioteca della Specola, che custodisce libri antichi e rari di Copernico, Galilei, Newton, Keplero

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 113 (44.853)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
gioved 15 maggio 2008

Citt del Vaticano

La preghiera per le vittime del terremoto e per i soccorritori all'udienza generale dedicata allo Pseudo-Dionigi Areopagita

Benedetto XVI vicino al popolo cinese


Il mio pensiero va, in questo momento, alle popolazioni del Sichuan e delle Province limitrofe in Cina, duramente colpite dal terremoto, che ha causato gravi perdite in vite umane, numerosissimi dispersi e danni incalcolabili. Vi invito ad unirvi a me nella fervida preghiera per tutti coloro che hanno perso la vita. Sono spiritualmente vicino alle persone provate da cos devastante calamit: per esse imploriamo da Dio sollievo nella sofferenza. Voglia il Signore concedere sostegno a tutti coloro che sono impegnati nel far fronte alle esigenze immediate del soccorso.
stata incentrata sulla figura dello Pseudo-Dionigi Areopagita la catechesi di Benedetto XVI, pronunciata interamente a braccio all'udienza generale di mercoled mattina, 14 maggio, svoltasi in piazza San Pietro alla presenza di ventimila fedeli.

Una lotta contro il tempo


Sedicimila i morti accertati
PECHINO, 14. Si lotta contro il tempo in Cina per salvare le migliaia di persone rimaste ancora intrappolate sotto le macerie nelle zone devastate dal terremoto che luned scorso ha investito la regione sud-occidentale del Sichuan. Ma, con il passare delle ore, diminuiscono le possibilit di trovarle ancora in vita. Un portavoce dellufficio che coordina i soccorsi ha dichiarato che finora le vittime accertate della violenta scossa sismica di magnitudo 7,8 sulla scala Richter sono sedicimila, ma si teme che possano essere pi di centomila. In molte zone, infatti, i soccorritori non sono potuti arrivare a causa delle forti piogge e dell'inagibilit di ponti e strade. Un responsabile della polizia ha aggiunto che diverse citt e sobborghi della contea di Wenchuan sono stati completamente rasi al suolo dalla furia devastatrice del sisma. Secondo lagenzia di stampa Nuova Cina, nella citt di Mianyang, oltre diciottomila persone sono ancora intrappolate tra le macerie, mentre i feriti sono pi di ventitremila. I militari cinesi, che ieri sono riusciti a raggiungere il piccolo centro di Yingxiu, hanno trovato poco pi di duemila sopravvissuti, su una popolazione di circa diecimila persone, mentre lesercito ha annunciato che sono iniziati i lanci dagli elicotteri di rifornimenti sulle zone pi isolate. Al nostro giornale, Padre Cesario Sisto Sanedrin, responsabile della Caritas internationalis per Asia e Oceania, ha affermato che l'organizzazione si subito messa in contatto con l'ufficio di Hong Kong per avere un quadro esatto della situazione. Nell'area colpita dal terremoto risultano disperse molte persone e Caritas internationalis si subito attivata per raggiungere le zone che al momento sono inaccessibili. stata anche organizzata una grande raccolta di generi di prima necessit. Padre Sanedrin ha infine confermato che da parte del Governo cinese non vi sono stati problemi nell'accettare gli aiuti.

Cari fratelli e sorelle, oggi vorrei, nel corso delle catechesi sui Padri della Chiesa, parlare di una figura assai misteriosa: un teologo del sesto secolo, il cui nome sconosciuto, che ha scritto sotto lo pseudonimo di Dionigi Areopagita. Con questo pseudonimo egli alludeva al passo della Scrittura che abbiamo adesso ascoltato, cio alla vicenda raccontata da San Luca nel diciassettesimo capitolo degli Atti degli Apostoli, dove viene riferito che Paolo predic in Atene sull'Areopago, per una lite del grande mondo intellettuale greco; ma alla fine la maggior parte degli ascoltatori si dimostr disinteressata, e si allontan deridendolo; tuttavia alcuni, pochi ci dice San Luca, si avvicinarono a Paolo aprendosi alla fede. L'evangelista ci dona due nomi: Dionigi, membro dell'Areopago, e una certa donna, Damaris. Se l'autore di questi libri ha scelto cinque secoli dopo lo pseudonimo di Dionigi Areopagita vuol dire che sua intenzione era di mettere la saggezza greca al servizio del Vangelo, aiutare l'incontro tra la cultura e l'intelligenza greca e l'annuncio di Cristo; voleva fare quanto intendeva questo Dionigi, che cio il pensiero greco si incontrasse con l'annuncio di San Paolo; essendo greco, farsi discepolo di San Paolo e cos discepolo di Cristo. Perch egli nascose il suo nome e scelse questo pseudonimo? Una parte di risposta gi stata detta: voleva proprio esprimere questa intenzione fondamentale del suo pensiero. Ma ci sono due ipotesi circa questo anonimato e questa pseudonimia. Una prima ipotesi dice: era una voluta falsificazione, con la quale, ridatando le sue opere al primo secolo, al tempo di San Paolo, egli voleva dare alla sua produzione letteraria un'autorit quasi apostolica. Ma migliore di questa ipotesi che mi sembra poco credibile l'altra: che cio egli volesse proprio fare un atto di umilt. Non dare gloria al proprio nome, non creare un monumento per se stesso con le sue opere, ma realmente servire il Vangelo, creare una teologia ecclesiale, non individuale, basata su se stesso. In realt riusc a costruire una teologia che, certo, possiamo datare al sesto secolo, ma non attribuire a una delle figure di quel tempo: una teologia un po' disindividualizzata, cio una teologia che esprime un pensiero e un linguaggio comune. Era un tempo di acerrime polemiche dopo il Concilio di Calcedonia; lui invece, nella sua settima Epistola, dice: Non vorrei fare delle polemiche; parlo semplicemente della verit, cerco la verit. E la luce della verit da se stessa fa cadere gli errori e fa splendere quanto buono. E con questo principio egli purific il pensiero greco e lo mise in rapporto con il Vangelo. Questo principio, che egli afferma nella sua settima lettera, anche espressione di un vero spirito di dialogo: cercare non le cose che sepa-

rano, cercare la verit nella Verit stessa; essa poi riluce e fa cadere gli errori. Quindi, pur essendo la teologia di questo autore, per cos dire, soprapersonale, realmente ecclesiale, noi possiamo collocarla nel VI secolo. Perch? Lo spirito greco, che egli mise al servizio del Vangelo, lo incontr nei libri di Proclo, morto nel 485 ad Atene: questo autore apparteneva al tardo platonismo, una corrente di pensiero che aveva trasformato la filosofia di Platone in una sorta di religione, il cui scopo alla fine era di creare una grande apologia del politeismo greco e ritornare, dopo il successo del cristianesimo, all'antica religione greca. Voleva dimostrare che, in realt, le divinit erano le forze operanti nel cosmo. La conseguenza era che doveva ritenersi pi vero il politeismo che il monoteismo, con un unico Dio creatore. Era un grande sistema cosmico di divinit, di forze misteriose, quello che mostrava Proclo, per il quale in questo cosmo deificato l'uomo poteva trovare l'accesso alla divinit. Egli per distingueva le strade per i semplici, i quali non

erano in grado di elevarsi ai vertici della verit per loro certi riti potevano anche essere sufficienti e le strade per i saggi, che invece dovevano purificarsi per arrivare alla pura luce. Questo pensiero, come si vede, profondamente anticristiano. una reazione tarda contro la vittoria del cristianesimo. Un uso anticristiano di Platone, mentre era gi in corso un uso cristiano del grande filosofo. interessante che questo PseudoDionigi abbia osato servirsi proprio di questo pensiero per mostrare la verit di Cristo; trasformare questo universo politeistico in un cosmo creato da Dio, nell'armonia del cosmo di Dio dove tutte le forze sono lode di Dio, e mostrare questa grande armonia, questa sinfonia del cosmo che va dai serafini, agli angeli e arcangeli, all'uomo e a tutte le creature che insieme riflettono la bellezza di Dio e sono lode a Dio. Trasformava cos l'immagine politeista in un elogio del Creatore e della sua creatura. Possiamo in que-

sto modo scoprire le caratteristiche essenziali del suo pensiero: esso innanzitutto una lode cosmica. Tutta la creazione parla di Dio ed un elogio di Dio. Essendo la creatura una lode di Dio, la teologia dello Pseudo-Dionigi diventa una teologia liturgica: Dio si trova soprattutto lodandolo, non solo riflettendo; e la liturgia, non qualcosa di costruito da noi, qualcosa di inventato per fare un'esperienza religiosa durante un certo periodo di tempo; essa il cantare con il coro delle creature e l'entrare nella realt cosmica stessa. E proprio cos la liturgia, apparentemente solo ecclesiastica, diventa larga e grande, diventa unione di noi con il linguaggio di tutte le creature. Egli dice: non si pu parlare di Dio in modo astratto; parlare di Dio sempre egli dice con parola greca un hymnin, un cantare per Dio con il grande canto delle creature, che si riflette e concretizza nella lode liturgica. Tuttavia, pur essendo la sua teologia cosmica, ecclesiale e liturgica, essa anche profondamente personale. Egli cre la prima grande teologia mistica. Anzi la parola mistica acquisisce con lui un nuovo significato. Fino a quel tempo per i cristiani tale parola era equivalente alla parola sacramentale, cio quanto appartiene al mystrion, al sacramento. Con lui la parola mistica diventa pi personale, pi intima: esprime il cammino dell'anima verso Dio. E come trovare Dio? Qui osserviamo di nuovo un elemento importante nel suo dialogo tra la filosofia greca e il cristianesimo, in particolare la fede biblica. Apparentemente quanto dice Platone e quanto dice la grande filosofia su Dio molto pi alto, molto pi vero; la Bibbia appare abbastanza barbara, semplice, precritica si direbbe oggi; ma lui osserva che proprio questo necessario, perch cos possiamo capire che i pi alti concetti su Dio non arrivano mai fino alla sua vera grandezza; sono sempre impropri. Queste immagini ci fanno, in realt, capire che Dio sopra tutti i concetti; nella semplicit delle immagini, noi troviamo pi verit che nei grandi concetti. Il volto di Dio la nostra incapacit di esprimere realmente che cosa Egli . Cos si parla lo stesso Pseudo-Dionigi a farlo di una teologia negativa. Possiamo pi facilmente dire che cosa Dio non , che non esprimere che cosa Egli veramente. Solo tramite queste immagini possiamo indovinare il suo vero volto, e dall'altra parte questo volto di Dio molto concreto: Ges Cristo. E bench Dionigi ci mostri, seguendo Proclo, l'armonia dei cori celesti, cos che sembra che tutti dipendano da tutti, resta vero che il nostro cammino verso Dio resta molto lontano da Lui; lo Pseudo-Dionigi dimostra che alla fine la strada verso Dio Dio stesso, il Quale si fa vicino a noi in Ges Cristo. E cos una teologia grande e misteriosa diventa anche molto con-

creta sia nella interpretazione della liturgia sia nel discorso su Ges Cristo: con tutto ci, questo Dionigi Areopagita ebbe un grande influsso su tutta la teologia medievale, su tutta la teologia mistica sia dell'Oriente sia dell'Occidente, fu quasi riscoperto nel tredicesimo secolo soprattutto da San Bonaventura, il grande teologo francescano che in questa teologia mistica trov lo strumento concettuale per interpretare l'eredit cos semplice e cos profonda di San Francesco: il Poverello con Dionigi ci dice alla fine che l'amore vede pi che la ragione. Dov' la luce dell'amore non hanno pi accesso le tenebre della ragione; l'amore vede, l'amore occhio e l'esperienza ci d pi che la riflessione. Che cosa sia questa esperienza Bonaventura lo vide in San Francesco: l'esperienza di un cammino molto umile, molto realistico, giorno per giorno, questo andare con Cristo, accettando la sua croce. In questa povert e in questa umilt, nell'umilt che si vive anche nella ecclesialit, c' un'esperienza di Dio che pi alta di quella che si raggiunge mediante la riflessione: in essa, tocchiamo realmente il cuore di Dio. Oggi esiste una nuova attualit di Dionigi Areopagita: egli appare come un grande mediatore nel dialogo moderno tra il cristianesimo e le teologie mistiche dell'Asia, la cui nota caratteristica sta nella convinzione che non si pu dire chi sia Dio; di Lui si pu parlare solo in forme negative; di Dio si pu parlare solo col non, e solo entrando in questa esperienza del non Lo si raggiunge. E qui si vede una vicinanza tra il pensiero dell'Areopagita e quello delle religioni asiatiche: egli pu essere oggi un mediatore come lo fu tra lo spirito greco e il Vangelo. Si vede cos che il dialogo non accetta la superficialit. Proprio quando uno entra nella profondit dell'incontro con Cristo si apre anche lo spazio vasto per il dialogo. Quando uno incontra la luce della verit, si accorge che una luce per tutti; scompaiono le polemiche e diventa possibile capirsi l'un l'altro o almeno parlare l'uno con l'altro, avvicinarsi. Il cammino del dialogo proprio l'essere vicini in Cristo a Dio nella profondit dell'incontro con Lui, nell'esperienza della verit che ci apre alla luce e ci aiuta ad andare incontro agli altri: la luce della verit, la luce dell'amore. E in fin dei conti ci dice: prendete la strada dell'esperienza, dell'esperienza umile della fede, ogni giorno. Il cuore diventa allora grande e pu vedere e illuminare anche la ragione perch veda la bellezza di Dio. Preghiamo il Signore perch ci aiuti anche oggi a mettere al servizio del Vangelo la saggezza dei nostri tempi, scoprendo di nuovo la bellezza della fede, l'incontro con Dio in Cristo.
I SALUTI DEL PAPA AI FEDELI IN PIAZZA SAN PIETRO A PAGINA 8

Il dolore del Papa per la morte del cardinale Gantin


Il cardinale beninese Bernardin Gantin, decano emerito del Collegio Cardinalizio, morto a Parigi alle 16.45 di marted 13 maggio. Aveva ottantasei anni. Il Papa appresa la notizia si raccolto in preghiera, successivamente ha inviato il seguente telegramma a monsignor Marcel Honorat Lon Agboton, arcivescovo di Cotonou:

Apprenant avec motion le dcs du Cardinal Bernardin Gantin, Doyen mrite du Collge des Cardinaux, je tiens vous dire ma fervente union dans la prire avec les Evques de la Confrence piscopale du Bnin, avec les fidles de l'archidiocse de Cotonou et de tout le Bnin, ainsi qu'avec la famille du dfunt et les personnes que touche ce deuil. Je demande Dieu, Pre de qui vient toute misricorde, d'accueillir dans sa lumire et dans sa paix ce fils minent du Bnin et de l'Afrique, estim de tous, anim d'un esprit profondment apostolique et d'un sens lev de l'Eglise et de sa mission dans le monde. Je rends grce au Seigneur pour son ministre fcond, d'abord comme archevque de Cotonou, puis pendant de nombreuses annes au Saint-Sige, qu'il a servi avec une gnreuse fidlit, notamment la Congrgation pour les Evques et comme membre du Collge des Cardinaux, dont il a aussi t le Doyen apprci. En gage de rconfort, vous-mme, aux autres Evques du Bnin, la famille du dfunt, aux prtres, aux religieux, aux religieuses, aux catchistes et tous les fidles du Bnin, ainsi qu'aux personnes qui prendront part la liturgie des obsques, j'adresse une affectueuse Bndiction apostolique. BENEDICTUS PP XVI [Nell'apprendere con commozione della morte del cardinale Bernardin Gantin, decano emerito del Collegio Cardinalizio, desidero esprimere la mia fervente unione nella preghiera con i vescovi della Conferenza episcopale del Benin, con i fedeli dell'arcidiocesi di Cotonou e di tutto il Benin, e anche con la famiglia del defunto e le persone colpite da questo lutto.
LA BIOGRAFIA

Chiedo a Dio, Padre dal quale proviene ogni misericordia, di accogliere nella sua luce e nella sua pace questo figlio illustre del Benin e dell'Africa, stimato da tutti, animato da uno spirito profondamente apostolico e da un senso elevato della Chiesa e della sua missione nel mondo. Rendo grazie al Signore per il suo ministero fecondo, prima come arcivescovo di Cotonou, poi per molti anni presso la Santa Sede, che ha servito con generosa fedelt, in particolare nella Congregazione per i Vescovi e come membro del Collegio Cardinalizio, di cui stato anche il decano apprezzato. In segno di conforto, a voi, agli altri vescovi del Benin, alla famiglia del defunto, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, ai catechisti e a tutti i fedeli del Benin, e anche alle persone che parteciperanno alla liturgia delle esequie, imparto un'affettuosa Benedizione apostolica. BENEDICTUS PP XVI]
Analogo telegramma stato inviato dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato. 7

DEL CARDINALE A PAGINA

NOSTRE INFORMAZIONI
Provvista di Chiesa
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Kidapawan (Filippine) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Romulo T. de la Cruz, trasferendolo dalla Sede di San Jose de Antique.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO

gioved 15 maggio 2008

Pubblicato il rapporto 2008 dell'Ocse e della Banca africana per lo sviluppo

Prolusione dell'arcivescovo Mamberti al corso della Gregoriana per diplomatici africani

In Africa 133 milioni di giovani analfabeti


PARIGI, 14. In Africa 133 milioni di giovani, in et scolare, la met del totale, sono analfabeti e investire sulla loro istruzione e formazione una scelta obbligata per ottenere risultati concreti nello sviluppo economico, politico e sociale del continente. Lo afferma lAfrican Economic Outlook (Aeo), il rapporto redatto dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e dalla Banca africana per lo sviluppo (Afdb), arrivato questanno alla settima edizione e presentato ieri a Parigi. Il rapporto, in cui analizzata la situazione economica e levoluzione a breve termine di 35 Paesi africani, dedicato in questa edizione 2008, basata sui dati del 2006, allo sviluppo delle capacit tecniche, indispensabili e fondamentali vi si legge per ottenere linclusione sociale, contrastare la disoccupazione dilagante e sradicare la povert che affligge il continente pi povero. Pi del 20 per cento dei giovani analfabeti del mondo vivono nellAfrica subsahariana, che si conferma larea pi povera e meno sviluppata. Dopo i programmi di emergenza e quelli che riguardano la sicurezza alimentare, secondo gli esperti dellOcse e dell'Afdb, le priorit per lAfrica sono dunque listruzione e la formazione. Secondo il rapporto, limpegno dei Governi africani, che anche grazie agli aiuti della comunit internazionale hanno compiuto importanti passi in avanti nellambito della scolarizzazio-

L'azione della Santa Sede nella politica internazionale


di PIERLUIGI NATALIA L'Africa, con i suoi problemi e i suoi diritti violati, la Chiesa cattolica, con la sua presenza e il suo impegno per lo sviluppo integrale della persona umana, la diplomazia, nella sua specifica natura di strumento della ricerca di soluzione pacifica dei contrasti. Su questo trinomio si tiene il corso su La Chiesa cattolica e la politica internazionale della Santa Sede, organizzato dalla Fondazione La Gregoriana e dall'Istituto internazionale Jacques Maritain per i diplomatici di una ventina di Paesi africani. Il corso si aperto marted 13 alla Pontificia Universit Gregoriana con una prolusione dell'arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. L'ex ministro degli Esteri algerino Mohammed Bedjaoui e l'arcivescovo di Kinshasa, monsignor Laurent Monsengwo Pasinya, hanno parlato rispettivamente su Il dialogo interculturale euro-africano e il contributo delle religioni e su La missione della Chiesa Africana. A introdurre e a presiedere i lavori stato il gesuita Franco Imoda, presidente della Fondazione La Gregoriana. Il professor Roberto Papini, segretario generale dell'Istituto Maritain, ha presentato la struttura e le finalit del corso, alla sua seconda edizione, dopo quello dello scorso anno organizzato per diplomatici dei Paesi del Mediterraneo e del Vicino Oriente. L'arcivescovo Mamberti ha parlato della peculiare posizione della Santa Sede nella comunit internazionale e dell'impegno della Chiesa cattolica nel continente africano. La diplomazia della Santa Sede opera con rapporti bilaterali con 176 Paesi, oltre che in modo specifico con la Federazione Russa, l'Unione europea, il Sovrano Militare Ordine di Malta e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina, e tramite la presenza nelle organizzazioni internazionali, con osservatori o delegati o come membro effettivo. Questa capillare azione della Santa Sede, che non risponde ovviamente ai tradizionali interessi perseguiti dalle altre diplomazie, tende a mobilitare le forze dell'umanit al servizio della pace e dello sviluppo, per la tutela dei diritti umani, per primo quello alla vita dal concepimento alla morte naturale, delle strutture naturali come la famiglia e delle libert fondamentali, a partire da quella religiosa. In quest'ottica, l'arcivescovo ha ricordato che il primo agente dell'attivit diplomatica della Santa Sede il Papa stesso, con la sua azione quotidiana al servizio dell'uomo. L'Africa destinataria privilegiata di questa premura e del principio di protezione del pi debole, al quale ancora di recente Benedetto XVI ha richiamato la comunit internazionale nel discorso tenuto all'Onu, un discorso al quale oltre che l'arcivescovo Mamberti hanno fatto riferimento anche gli altri interventi. In Africa, la Santa Sede ha rapporti bilaterali con 49 Stati su 53 e con organizzazioni sopranazionali, quali ad esempio gli Amici della Regione dei Grandi Laghi alla quale aderisce dal 2004, e stipula accordi internazionali, il primo dei quali, con il Gabon, ormai in vigore da oltre un decennio. Tra le strutture della Santa Sede impegnate in favore dello sviluppo africano, l'arcivescovo Mamberti ha ricordato la Fondazione pro Africa, voluta da Paolo VI dopo il suo viaggio in Uganda nel 1979 come segno non solo di attenzione, ma di sincera affezione per l'Africa, e la Fondazione Giovanni Palo II per il Sahel. Del magistero ecclesiale e pontificio sull'Africa l'arcivescovo Mamberti ha evidenziato due elementi. Il primo la convinzione che l'Africa un continente in cammino che ha le forze e gli elementi per affermare il suo sviluppo. L'altro che la Santa Sede non perde occasione di ricordare, in ogni possibile circostanza e consesso, la fatica africana. Secondo l'arcivescovo Mamberti, occorre rivedere la gestione dei fenomeni di globalizzazione ed necessario cambiare le politiche protezionistiche dei Paesi ricchi, che si esprimono, ad esempio, con i sussidi agli agricoltori statunitensi ed europei. Ai Paesi ricchi la Santa Sede ricorda infatti il loro compito di favorire uno sviluppo solidale, nella convinzione che la causa prioritaria sia quella del povero. In ci s'inquadrano sia la cancellazione del debito estero dei Paesi poveri, sia l'impegno a trasferire tecnologie avanzate e a investire in sanit e igiene, senza pretese di guadagno immediato, come ad esempio quelle legate ai brevetti sanitari. Soprattutto ha concluso l'arcivescovo Mamberti la Santa Sede promuove la pace. Perch se lo sviluppo il nuovo nome della pace, come gi un quarantennio fa ammoniva profeticamente Paolo VI nella Populorum progressio, oggi la condizione del mondo e dell'Africa in particolare rende evidente che senza pace non pu esserci sviluppo. Sulla gestione culturale e politica della globalizzazione si sono soffermati anche gli altri relatori. Bedjaoui ha ricordato che stato proprio Benedetto XVI a sottolineare come le popolazioni africane siano state derubate e depredate e come lo stile di vita del nord ricco del mondo continui a spogliarle. Da musulmano, il relatore ha dato atto che oggi, grazie anche all'impegno della Chiesa cattolica, l'Europa non gonfia pi le sue vele di colonialismo e ha sostenuto che le grandi religioni hanno rinunciato a porsi come sistemi di reciproca esclusione, nonostante le ricorrenti tentazioni fondamentaliste. L'arcivescovo Monsengwo Pasinya ha ricordato che il Sinodo dei vescovi sull'Africa invit all'edificazione della Chiesa come famiglia di Dio, nella convinzione che per risolvere gli immani problemi del continente occorresse imprimere alle sue societ i valori autentici di una famiglia: comunanza di origine e di destino, di storia e di tradizione, attenzione vicendevole, solidariet e condivisione, rispetto del bene comune, amore disinteressato. Secondo l'arcivescovo, la nuova evangelizzazione africana chiamata a escludere ogni etnocentrismo e ogni particolarismo eccessivo, a spronare la riconciliazione e una vera comunione tra le differenti etnie. In un mondo globalizzato, l'umanit che voglia definirsi come famiglia, secondo il progetto di Dio, chiede una societ che come tale si strutturi e quindi un ordine economico mondiale che affermi nei fatti la destinazione universale dei beni della terra. L'arcivescovo di Kinshasa, in proposito, ha denunciato ancora una volta il progressivo e sempre pi spaventoso allargamento della forbice tra i Paesi ricchi e quelli poveri. Sia padre Imoda sia il professor Papini hanno ricordato che il corso risponde a tre domande. Perch l'Africa? Perch la Chiesa cattolica? Perch i diplomatici? In un continente percorso da catastrofi ambientali, umanitarie e sociali, eppure corteggiato dalle potenze tradizionali e da quelle emergenti per le sue enormi ricchezze, la Chiesa cattolica uno dei pochissimi soggetti internazionali ad agire senza il fine pi o meno dichiarato di ricavarsi o di proteggere una propria sfera di influenza. Inoltre, la Chiesa di per s dalla parte dei diseredati e la Santa Sede ha da tempo fatto dell'Africa un destinatario prediletto della sua azione di politica internazionale. Infine, i destini dell'Africa si determinano anche e forse soprattutto fuori dal continente. I diplomatici, preparati per definizione a compiere opere di pace con la mediazione e la ricerca del consenso, nella loro pi autentica vocazione servono con lealt i propri Paesi soprattutto nella disponibilit a costruire pace e progresso nei consessi internazionali. La Santa Sede persegue questi stessi scopi e per la diplomazia un naturale e prezioso interlocutore.

ne, deve ora concentrarsi sulle scuole secondarie e sulla formazione, che devono indirizzare le specializzazioni alle esigenze del mercato per dare prospettive di lavoro certe. Al tempo stesso necessario un parallelo impegno del settore privato. Positivi esempi ci sono gi in Etiopia dove, grazie alla partnership tra imprese, sindacati e Organizzazioni non governative (Ong), i corsi di formazione riguardano soprattutto il settore privato e sono in parte finanziati da aziende alla ricerca di personale quali-

ficato. O anche in Marocco, dove gli incentivi fiscali incoraggiano liniziativa privata, e in Benin e in Rwanda, dove i tutor seguono i ragazzi dopo le specializzazioni e li aiutano a trovare lavoro. Il rapporto suggerisce di incoraggiare iniziative in questo senso gi attive in Camerun, Etiopia, Kenya, Tanzania e Uganda. Fondamentali, a questo proposito, sono i contributi delle aziende private che per fortuna sono in forte crescita e nella sola Africa subsahariana hanno toccato nel 2006 i 2,3 miliardi di dollari.

Hillary Clinton vince le primarie democratiche in West Virginia


WASHINGTON, 14. Una valanga di voti per Hillary Clinton, il resto a Barack Obama: confermano le previsioni i risultati ufficiali delle primarie democratiche svoltesi ieri in West Virginia. A spoglio praticamente ultimato la ex first lady viene accreditata del 67 per cento dei suffragi, mentre al senatore afroamericano andato il 26 per cento dei voti. Numeri che parlano chiaro, ma che valgono per quello che valgono, cio abbastanza poco. Sempre sul piano numerico, infatti, le primarie in West Virginia designano solo 28 delegati per la convention democratica di fine agosto a Denver. Stando ai sondaggi, hanno votato per Clinton il 68 per cento degli elettori bianchi, contro il 28 per Obama. Clinton ha inoltre sbaragliato il campo tra le fasce sociali pi povere: lhanno scelta il 72 per cento di coloro che hanno un reddito medio annuo inferiore ai 50.000 dollari; di questi solo il 24 per cento ha votato per il suo rivale. Un altro sondaggio ha indicato che il 51 per cento dei votanti pensa che Obama condivida le opinioni del discusso pastore Jeremiah Wright, le cui posizioni apertamente razziste hanno suscitato aspre polemiche. Nonostante le polemiche e nonostante la sconfitta in West Virginia peraltro prevista Barack Obama resta saldamente in vantaggio per numero di delegati e superdelegati, sebbene sia ancora lontano dai 2.025 necessari per aggiudicarsi matematicamente la nomination: il senatore dell'Illinois a quota 1.882, contro i 1.714 della ex first lady. Ma, mentre questultima vinceva in West Virginia, lavversario si assicurava altri superdelegati, compreso Roy Romer, ex governatore del Colorado. Il risultato di ieri d comunque a Clinton l'occasione di continuare a battersi nelle prossime primarie: escluso infatti un suo ritiro. Almeno per il momento.

L'Onu condanna l'attacco a Khartoum

L'Eta torna a colpire in Spagna


MADRID, 14. L'Eta torna a colpire e a uccidere in Spagna. Un ufficiale di polizia, Juan Manuel Piuel Villaln, morto e altri quattro sono rimasti feriti nell'esplosione di un'autobomba avvenuta oggi davanti a una caserma della Guardia civile a Legutiano, nel nord. stato il ministro dell'Interno del Governo regionale basco, Javier Balza riferisce la France presse ad attribuire l'attentato all'organizzazione terrorista basca. L'ufficiale, 41 anni, era sposato e padre di un bambino. Tra i feriti, subito trasportati in ospedale, vi sono una donna e tre uomini, uno dei quali versa in gravi condizioni. Nella caserma, al momento dell'attacco condotto con un camioncino con trecento chili di esplosivo si trovavano pi di quaranta persone, poi fatte sgomberare. Successivamente la polizia ha rinvenuto un'auto abbandonata, probabilmente utilizzata dai terroristi per fuggire, e ha disinnescato un ordigno al suo interno, che avrebbe dovuto far saltare in aria il veicolo per distruggere ogni prova. Gi in passato l'Eta ha compiuto attentati contro le caserme della Guardia civile. Recentemente ha colpito con un bilancio di numerosi feriti e gravi danni materiali quella di Durango, il 24 agosto 2007, e, il 21 marzo scorso, quella di Calahorra. Il 7 marzo scorso, alla vigilia delle elezioni, i terroristi baschi rivendicarono l'assassinio di un ex consigliere comunale socialista di Mondragn, Isaas Carrasco.

NEW YORK, 14. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato lattacco sferrato sabato scorso contro i sobborghi della capitale sudanese Khartoum dal Movimento per la giustizia e l'eguaglianza (Jem), uno dei gruppi ribelli della Regione occidentale sudanese del Darfur dove da oltre cinque anni si protraggono il conflitto e la spaventosa emergenza umanitaria che ha causato. In una dichiarazione presidenziale, il Consiglio chiede a tutte le parti di cessare immediatamente le ostilit e di non usare ritorsioni contro la popolazione civile. Il documento sottolinea il bisogno urgente di impegnarsi pie-

namente e costruttivamente nel processo politico per una soluzione pacifica. Il Jem ha detto che lattacco mirava ad esportare il Darfur e che non sarebbe rimasto isolato. Il processo politico non sta andando nella direzione in cui vorremmo, ha aggiunto il presidente di turno del Consiglio, lambasciatore britannico all'Onu John Sawers, illustrando la dichiarazione. Anche l'ultimo rapporto mensile del Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon sul dispiegamento in Darfur dell'Unamid, la forza congiunta dell'Onu e dell'Unione africana, esprime profondo disappunto per la fragile situazione sul terreno.

A Lima vertice tra America Latina, Caraibi e Ue


LIMA, 14. La lotta alla povert e il cambiamento climatico sono i temi prioritari del vertice fra America Latina, Caraibi e Unione europea, apertosi ieri a Lima con le prime riunioni tecniche di alti funzionari. Le due giornate chiave dellappuntamento saranno gioved (si riuniranno i ministri degli Esteri) e venerd (con il vertice presidenziale), mentre sabato 17 i rappresentanti dell'Unione europea terranno miniconferenze regionali con la Comunit Andina, il Centroamerica, il Mercosur, i Paesi caraibici, il Cile e il Messico. Al vertice di Lima parteciperanno quarantacinque capi di Stato e di Governo. La scelta delle tematiche in agenda stata quasi obbligata, se si considera che dal 1970 a oggi tutte le province dei Paesi della Comunit Andina (Per, Ecuador, Bolivia, Colombia) sono state colpite almeno una volta da un disastro idrometeorologico. Il cambiamento climatico, in questa parte del mondo, non insomma una minaccia futura, ma una realt gi presente. I ghiacciai peruviani si stanno sciogliendo, avvertono gli esperti, e in futuro si prevedono conseguenze pesantissime in termini umani ed economici. Secondo un rapporto della Comunit Andina e dellUniversit peruviana del Pacifico, nel 2025, se non cambier il trend in corso, i quattro Paesi dellarea perderanno trenta miliardi di dollari, il 4,5 per cento del Prodotto interno lordo. Altri grandi temi al centro delle discussioni del vertice di Lima saranno lesclusione sociale e le disuguaglianze che soffocano ancora lo sviluppo latinoamericano, nonostante la crescita economica della regione. Inevitabilmente, si parler anche della crisi alimentare mondiale, che ha iniziato a farsi sentire in America Latina, dove i rincari di grano e riso colpiscono gli strati sociali pi deboli. Alcuni Governi latinoamericani sono corsi ai ripari, stanziando fondi speciali milionari (come in Cile) o distribuendo direttamente alimenti alle famiglie pi povere (come in Per). Il tema non era previsto nellagenda ufficiale, ma il ministro degli Esteri peruviano Jos Antonio Garca Belande ha anticipato che sar uno degli assi centrali del dibattito, vista la particolare attenzione degli ultimi mesi. Parallelamente al vertice ufficiale, Lima ospiter altri appuntamenti: un incontro tra imprenditori internazionali e il Vertice dei Popoli che si aperto ieri e terminer venerd e che rappresenta la voce delle Ong, dei sindacati, delle associazioni indigeniste. Per la cerimonia di chiusura gli organizzatori hanno invitato il venezuelano Hugo Chvez e il boliviano Evo Morales.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

gioved 15 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 3

Olmert annuncia intese con Abu Mazen su alcuni aspetti trattati nel vertice di Annapolis

Bush in Vicino Oriente non andr nei Territori palestinesi


TEL AVIV, 14. A otto mesi dalla fin del suo mandato, il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, giunge oggi in Medio Oriente. Per la seconda volta il presidente si recher in Israele, Egitto e Arabia Saudita. Non toccher i Territori palestinesi. La prima tappa della missione sar a Gerusalemme, dove Bush parteciper alle celebrazioni per i sessant'anni della fondazione dello Stato di Israele. In seguito il capo della Casa Bianca si recher in Arabia Saudita e in Egitto, a Sharm El Sheick, dove incontrer il presidente egiziano Hosni Mubarak, il presidente afghano Hamid Karzai, il re di Giordania Abdullah II bin Hussein, il presidente dell'Autorit palestinese Abu Mazen, e il premier libanese Fouad Siniora. Ieri, a poche ore dall'arrivo di Bush, il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha annunciato che sono state raggiunte intese ed elementi di accordo con Abu Mazen su alcuni aspetti importanti tra quelli stabiliti nel vertice di Annapolis. Ci nonostante, a compromettere seriamente la possibilit di raggiungere lo scopo fissato in quell'assise, il raggiungimento di un accordo su tutti i punti del contenzioso (lo status di Gerusalemme, i profughi, i confini del futuro Stato palestinese) entro la fine del gennaio 2009, la condizione delle leadership in campo. Oltre ad un Bush giunto ormai a fine mandato, le recenti accuse di corruzione potrebbero costringere Olmert ad abbandonare l'incarico innescando una crisi di Governo. Sul versante palestinese, Abu Mazen pare altrettanto indebolito e incapace di stringere un accordo con Hamas. E ora la crisi libanese rischia di inasprire ulteriormente la tensione. Uno dei punti centrali che il presidente degli Stati Uniti dovr affrontare a Gerusalemme e a Sharm El Sheick sar quello del nucleare iraniano. Gli Stati Uniti ha detto ieri Bush parlando con alcuni giornalisti israeliani non escludono alcuna opzione per impedire allIran di realizzare le sue aspirazioni nucleari. Noi prendiamo seriamente la volont dellIran di acquisire le tecnologie e le conoscenze necessarie per sviluppare armi atomiche, ha aggiunto, sottolineando che tutte le opzioni sono sul tavolo anche se noi naturalmente preferiamo risolvere il problema in modo diplomatico. Bush ha ammonito che gli Stati Uniti reagiranno se lIran dovesse cercare di usare armi nucleari contro Israele o altri Paesi alleati. Lavvertimento per non sembra aver impressionato il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad che tornato ad attaccare Israele. I festeggiamenti per il suo sessantesimo compleanno sono, ha detto il leader della Repubblica islamica, come i funerali per un uomo morto e non potranno riportarlo in vita. A Gerusalemme non la pensano cos. Ieri, il presidente Shimon Peres ha inaugurato i lavori della conferenza intitolata Guardando il domani, alla quale prendono parte tredici capi di Stato, intellettuali, scrittori, filosofi e scienziati. L'incontro cercher di esaminare da vicino gli sviluppi che stanno disegnando la mappa del futuro, ma sar anche un'incubatrice per azioni di risposta ha spiegato Peres. Non ci saranno solo parole, ma anche azioni ha promesso. Oggi interverranno il presidente Bush, lex segretario di Stato, Henry Kissinger, lo scrittore israeliano Amos Oz e Olmert. Non si parler solo di politica. Fra i temi da affrontare figurano la rivoluzione internet, la rivoluzione nella medicina, la futura economia mondiale, il futuro dellebraismo e delle relazioni fra Israele e Diaspora. Nel frattempo, proseguono le violenze al confine con la Striscia di Gaza. Sono quattro i palestinesi, tra cui due membri di Hamas, rimasti uccisi questa mattina in tre raid israeliani sulla Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti del servizio demergenza palestinese e della stesso movimento di resistenza islamico. Un miliziano delle Brigate Ezzedine Al Qassam, braccio armato di Hamas, rimasto ucciso nel settore sud del territorio: laviazione era stata fatta intervenire due volte per stroncare la resistenza dei guerriglieri locali che hanno ingaggiato scontri armati con le truppe di terra di Israele dopo che queste avevano fatto irruzione nel villaggio di Khouzza, vicino a Khan Younis. Un diciottenne palestinese invece stato ucciso al campo profughi di Jabaliyah, nella parte settentrionale della Striscia. Infine, un terzo bombardasmento aereo nelle vicinanze di Khan Younis, sempre a nord di Gaza, ha causato la morte di un passante e di un attivista delle Brigate Al Quds, ala militare della Jihad islamica.

La lunga crisi libanese dopo l'assassinio di Rafik Hariri


di LUCA M. POSSATI La decisione del Governo libanese di chiudere la rete telefonica a fibre ottiche gestita dal movimento sciita Hezbollah e parallela a quella statale stata la scintilla che ha fatto esplodere i violenti scontri a Beirut tra i miliziani sciiti e i seguaci del partito sunnita di maggioranza Al Mustaqbal. Ora, dopo una settimana di pesanti combattimenti, l'Esecutivo ha chiesto al comando dell'esercito di valutare se e come attuare i provvedimenti contestati. Il leader delle Falangi, lex presidente Amin Gemayel, ha sollecitato tutte le fazioni del partito a restare unite e a consolidare le loro regioni in seguito alloffensiva militare di Hezbollah contro sunniti e drusi nelle zone a sud-est della capitale. Chiedo ai funzionari regionali delle Falangi di riunirsi con le Forze Libanesi e il Movimento patriottico libero per mettere a punto un piano per impedire la sedizione e consolidare le loro regioni contro questo terribile colpo di stato, ha detto Gemayel in una conferenza stampa. Il prospettarsi di un allargamento della sfera di influenza di Hezbollah che gode di speciali rapporti di collaborazione con Iran e Siria potrebbe compromettere seriamente il processo di pace nella regione, tanto sul versante israelo-palestinese quanto su quello israelo-siriano. L'attivit del Governo guidato dal sunnita Fouad Siniora bloccata dal novembre 2006. Fu allora, infatti, che cinque ministri sciiti si dimisero in polemica con la decisione della maggioranza, il Fronte del 14 marzo (la coalizione politica sorta dalle grandi proteste del 2005), di dare il via libera al tribunale internazionale sull'assassinio dell'ex premier Rafik Hariri. Nei mesi successivi la tensione si concentrata sulla questione dell'elezione del futuro capo dello Stato, che per tradizione dev'essere un cristiano maronita. Dopo il 24 novembre scorso, data della scadenza del mandato di mile Lahoud, maggioranza e opposizione si sono scontrate in un durissimo braccio di ferro, prima riguardo al nome del candidato da proporre, poi sui rapporti di forza nel nuovo Governo. Hezbollah chiedeva di avere un numero di ministri sufficiente per consentirgli di esercitare un potere di veto sulle decisioni dell'Esecutivo. Molto presto l'impasse politica si tradotta in violenza e pi volte, nel gennaio e febbraio scorsi, i sostenitori di Hezbollah e i filogovernativi si sono affrontati nelle strade della capitale. Importante momento di svolta stato l'assassinio del capo dell'intelligence di Hezbollah, Imad Mughniye, ucciso da un'autobomba a Damasco. Durante i suoi funerali, il leader Hasan Nasrallah ha operato un cambiamento radicale nella strategia del movimento sciita annunciando una guerra aperta nei confronti di Israele, accusato dell'assassinio, e dunque proiettando all'esterno del Libano la resistenza di Hezbollah. Adesso, dopo l'ennesimo rinvio della seduta parlamentare per l'elezione del nuovo capo dello Stato, il principale interrogativo che gli analisti internazionali si pongono se l'esercito riuscir davvero a essere una forza neutrale di mediazione nel confronto tra Hezbollah e la coalizione governativa. Le forze armate libanesi contano infatti 70.000 soldati, di cui soltanto 20-25.000 addestrati. Circa 15.000, un quinto degli effettivi, sono schierati nel sud del Paese, secondo quanto previsto dalla risoluzione Onu 1701 di agosto 2006, che mise fine ad una guerra di trentaquattro giorni tra lesercito israeliano e i miliziani sciiti. La prima mission dellesercito si legge nel suo sito internet il contrasto alloccupazione israeliana ed alla sua aggressione perpetua nel Libano del sud e nella Bekaa occidentale. Al secondo ed al terzo punto della voce mission sono indicate la difesa del Paese e dei cittadini da tutte le aggressioni e la reazione a tutte le minacce contro gli interessi vitali del Paese. Ma il punto pi delicato delle forze armate, oltre alla loro scarsa capacit bellica (pochi mezzi pesanti e niente aerei), la struttura basata sullequilibrio tra cristiani, sunniti e sciiti, che riflette quella esistente nel Paese. Per questo motivo le forze armate non sono adatte a imporre una soluzione, ma solo a esercitare un ruolo di garanzia.

Calma apparente a Beirut


BEIRUT, 14. Lannuncio dellesercito, che si detto pronto ad usare la forza per imporre lordine, sembra aver avuto effetto e oggi in Libano non si registrano scontri di rilievo. La calma tornata a Beirut, Tripoli e nelle zone delle battaglie pi violente. Tuttavia dicono gli analisti si tratta di una calma soltanto apparente. Ieri, il leader sunnita della maggioranza parlamentare Saad Hariri ha detto che non ci potr essere dialogo fino a quando avremo le armi puntate alla testa e ha aggiunto che i gruppi dellopposizione guidati da Hezbollah non otterranno la nostra resa ai regimi siriano e iraniano. Hariri ha parlato davanti alle telecamere della sua emittente televisiva, Al Mustaqbal, che in un segnale di distensione proprio pochi minuti prima aveva ripreso le trasmissioni interrotte sin da quando, venerd scorso, i miliziani Hezbollah ne avevano dato alle fiamme gli studi a Beirut Ovest. Nel frattempo, lArabia Saudita ha minacciato ripercussioni nei rapporti con lIran, se la Repubblica islamica appogger il golpe in Libano. quanto ha affermato il ministro degli Esteri di Riad, principe Saud Al Faisal. Il regno saudita, ha detto, chiede a tutte le potenze regionali di rispettare la sovranit del Libano e la sua indipendenza, e di porre fine a ogni tentativo di intromettersi nei suoi affari interni. LAlto rappresentante della politica estera e di sicurezza dell'Unione europea, Javier Solana, ha manifestato la preoccupazione con cui l'Ue segue la situazione in Libano. Penso che ognuno debba usare moderazione e agire in modo costruttivo, ha rilevato Solana, ricordando che da 18 mesi che il Paese non apre il suo parlamento e non ha vita politica democratica. Solana ha ricordato che lUnione europea ha gi espresso il suo sostegno al Governo di Fuad Siniora ed ha assicurato che continuer a farlo.

Clima di terrore in India per gli attentati a Jaipur


NUOVA DELHI, 14. Clima di terrore in India dopo gli attentati di ieri a Jaipur, capitale del Rajasthan, nel nordovest, e meta del turismo mondiale, che hanno causato ottanta morti e pi di centocinquanta feriti. Le autorit hanno decretato il coprifuoco nella citt: sar vietata la circolazione a chiunque, ad eccezione dei cortei funebri. Nell'arco di venti minuti vi sono state sette esplosioni. Secondo fonti di polizia, le bombe, di medio e alto potenziale, sono state fabbricate con esplosivo Rdx e cuscinetti a sfera di ferro, azionati da timer. L'ultimo bilancio delle vittime stato fornito, durante una conferenza stampa, dal ministro dell'Interno dello Stato del Rajasthan, Gulab Chand Kataria, il quale ha aggiunto che un sospetto stato arrestato ed ora sottoposto a interrogatorio. Secondo la televisione indiana Ibn live, la polizia ha fermato alcune persone. Fonti del ministero dell'Interno, citate dall'emittente indiana, puntano il dito contro un gruppo terrorista originario del Bangladesh, Harkut Ul Jehadi Islami, che avrebbe organizzato nei dettagli gli attentati: ma spunta pure il nome del gruppo terrorista kashmiro del Lashkar-e-Taiba, responsabile di numerosi attacchi nel Paese. Gli ordigni deflagrati, secondo la polizia, sono stati sette. Altri tre sono stati trovati inesplosi e disinnescati. Le bombe sono state piazzate nei luoghi pi noti ai turisti, come il Palazzo dei Venti, l'Hawa Mahal, simbolo della citt. Erano circa le 19.30, ora locale, quando la prima bomba esplosa nei pressi della stazione di polizia di Manas Chowk. Nel giro di pochi minuti gli altri ordigni, uno posizionato in un'auto, altri su biciclette e ciclorisci, sono esplosi in altre zone del centro storico, colpendo mercati solitamente affollati di turisti: Johari Bazar, Trippolia Bazar, Badi Choupal, e l'area di Kotwali. Fortunamente in questi giorni, a causa del grande caldo, la presenza dei turisti ridotta: il bilancio delle vittime degli attentati, altrimenti, come hanno fatto notare le autorit locali, avrebbe potuto essere ancora pi pesante.

Le Nazioni Unite chiedono un ponte aereo per gli aiuti al Myanmar


NAYPYIDAW, 14. Le Nazioni Unite hanno chiesto un immediato ponte aereo o marittimo in grado di far giungere al pi presto e in grande quantit gli aiuti alle vittime del ciclone Nargis, che lo scorso 2 maggio si abbattuto con inaudita violenza in Myanmar, provocando decine di migliaia di vittime. La situazione estremamente preoccupante e temiamo una seconda catastrofe, ha affermato a Ginevra la portavoce dellUfficio dellOnu per il coordinamento degli Affari umanitari (Ocha), Elysabeth Byrs. A causa dell'intransigenza della giunta militare al potere nel Paese asiatico, che tutt'ora continua ad impedire l'arrivo di aiuti internazionali, le poche organizzazioni umanitarie presenti sul posto hanno finora potuto assistere solo circa duecentosettantamila superstiti su pi di un milione. Siamo seriamente preoccupati per il fatto di non poter portare pi aiuti ai sinistrati. Se aiuti e mezzi logistici importanti, pari a quelli mobilitati dopo lo Tsunami (dicembre 2004 n.d.r.), non saranno allestiti rapidamente, temiamo una seconda catastrofe, ha affermato la portavoce. La gestione della crisi costituisce inoltre unenorme sfida logistica: ci vorrebbe almeno un ponte aereo o un ponte marittimo per far giungere una grande quantit di aiuti il pi presto possibile, ha detto Byrs. Anche lOrganizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) spera di poter organizzare un ponte terrestre per il trasporto di aiuti dalla Thailandia. Grazie alla collaborazione con la Chiesa del Myanmar, la rete internazionale della Caritas sta intensificando il suo piano di aiuti per decine di migliaia di persone. quanto rende noto Caritas Italiana, da tempo presente nel Paese. La rete internazionale Caritas attiva sin dalle prime ore dellemergenza, grazie allazione di operatori e volontari locali e di esperti internazionali gi sul posto. E mentre proseguono tra enormi difficolt le operazioni di soccorso, sono stati segnalati diversi casi di dissenteria, malaria e dengue, che a detta dell'Organizzazione mondiale della sanit (Oms) costituiranno sicuramente un problema sanitario tra quattro o cinque settimane. Sulla zona devastata dal passaggio di Nargis sono decisamente aumentate nelle ultime ore le probabilit di formazione di un nuovo ciclone. Una depressione tropicale che si trova a sudovest di Yangoon, la principale citt del Myanmar ed ex capitale potrebbe infatti evolvere in un ciclone entro le prossime ventiquattro ore. Lo riferisce il Centro per lallarme tifoni.

L'Iran presenter un nuovo piano sul nucleare


TEHERAN , 14. LIran presenter alle grandi potenze una nuova proposta al tavolo del negoziato sul nucleare. Lo ha annunciato ieri il presidente, Mahmoud Ahmadinejad, in una conferenza stampa nella capitale iraniana. Vi sono sfide internazionali che creano preoccupazione e alle quali le grandi potenze non sanno dare risposte, ma lIran ha le soluzioni, ha affermato il presidente della Repubblica islamica. Abbiamo preparato un pacchetto che sar presto offerto, ha aggiunto, spiegando che la soluzione di incentivi in cambio del congelamento delle attivit di arricchimento delluranio non persuader mai gli ayatollah a rinunciare allo sviluppo di un programma di energia nucleare a scopi civili. Il presidente iraniano non ha per fornito dettagli sui contenuti della proposta, ma ha ricordato che lui stesso ha proposto da anni di costituire un consorzio internazionale per la produzione di uranio arricchito, che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha sempre chiesto all'Iran di sospendere. Le potenze arroganti ha aggiunto Ahmadinejad hanno respinto questa proposta perch pensavano di poterci piegare. Le autorit di Teheran, comunque, avevano sottolineato di non essere pronte, anche nellambito di questo consorzio internazionale, a rinunciare allarricchimento sul proprio territorio. A sua volta, il sestetto di potenze mondiali che conduce le trattative sul nucleare con il Governo di Teheran (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) si appresta a presentare allIran un pacchetto di incentivi per convincerlo ad accettare la sospensione dell'arricchimento dell'uranio. Cosa significano gli incentivi?, si domandato Ahmadinejad, lIran una grande potenza e non vuole nulla se non ottenere il riconoscimento del diritto di sviluppare il proprio programma nucleare.

Il Pakistan sotto la minaccia di una grave paralisi politica


ISLAMABAD, 14. C' il rischio di una grave crisi politica in Pakistan, dove il partito dell'ex premier Nawaz Sharif ha lasciato il Governo. Dopo appena un mese e mezzo esploso il contrasto con il primo ministro Yusuf Raza Gilani in merito alla riammissione dei giudici estromessi da Pervez Musharraf durante il braccio di ferro con la Corte suprema sulla legittimit della sua presidenza. I nove ministri della lega musulmana del Pakistan, che fa capo a Sharif, si sono dimessi dopo che la coalizione non riuscita a trovare un'intesa prima dello scadere del termine fissato luned. Al premier Yusuf Raza Gilani hanno detto di essere disposti a tornare nella compagine governativa solo se il partito popolare pakistano adotter iniziative concrete per ripristinare i giudici nei posti che occupavano prima dell'imposizione dello stato di emergenza, ai primi di novembre. Pervez Musharraf aveva licenziato il presidente della Corte suprema, Iftikhar Muhammad Chaudhry, e altri numerosi giudici, perch temeva che potessero invalidare la sua rielezione a presidente. Sharif e Asif Ali Zardari, vedovo di Benazir Bhutto (assassinata il 27 dicembre scorso a Rawalpindi) avevano deciso in marzo di rimettere i magistrati al loro posto, ma presto la discussione su come farlo si era impantanata. Il primo ministro Gilani ha manifestato a Sharif l'intenzione di reintegrare ai loro posti i giudici costituzionali rimossi da Musharraf; nello stesso tempo, il premier ha ribadito che il reintegro dovr avvenire contestualmente al varo di riforme costituzionali che dovrebbero ridurre i poteri della magistratura. Sharif, invece, per un reintegro immediato e totale dei giudici nelle loro funzioni, e aveva fatto di questa una delle principali promesse elettorali. Da qui la decisione di ritirare dal Governo, composto da ventiquattro ministri, i sei che appartengono al secondo partito pakistano. Luned, intanto, stata ufficializzata la riammissione del Pakistan nel Commonwealth: era stato sospeso sei mesi fa, quando Musharraf aveva mantenuto lo stato di emergenza a dispetto delle pressioni della comunit internazionale e non sembrava nemmeno pronto a lasciare la carica di capo delle forze armate. Il Pakistan venne sospeso dunque perch non considerato in linea con gli standard dell'organizzazione. Annunciando la riammissione, un portavoce dell'organizzazione che riunisce 53 ex colonie britanniche e ha sede a Londra ha fatto menzione dei passi positivi intrapresi dal Pakistan negli ultimi mesi e delle elezioni politiche dello scorso febbraio, vinte dall'opposizione. Il portavoce ha quindi sottolineato che il Pakistan si adesso dotato di un Governo eletto democraticamente e si manifesta pronto a rispettare i principi fondamentali e i valori del Commonwealth.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
Pio VII tra Savona e Fontainebleau

gioved 15 maggio 2008

La legge naturale garanzia di moralit

Chiaramonti, il Papa monaco che conquist la Francia


di LUIGI CRIPPA*

l lungo e tribolato pontificato di Pio VII fu accompagnato in maniera crescente dalla fama di santit. Gi al momento della sua elezione i cardinali elettori avevano chiara consapevolezza di aver eletto non solo un Papa, ma altres un martire. Gli anni successivi lo avrebbero confermato. Al riguardo, sembra che colgano nel segno quegli storici che nella vita di Pio VII individuano una duplice forma di martirio, alla sua funzione di sommo pastore e di sommo sacerdote. E in verit i rapporti con il Primo console poi Imperatore dei francesi, Napoleone Bonaparte; gli anni di prigionia a Savona e a Fontainebleau; quelli successivi alla liberazione, cio gli anni della cosiddetta restaurazione, danno modo di costatare la solidit della vita spirituale di Pio VII, caratterizzata dalla eroica imitazione di Cristo Signore. Che costituisce davvero un impegnativo itinerario di santit. Perch non era solo n prevalentemente un dato della natura di Barnaba Chiaramonti il quale, invece, stato sempre all'erta contro l'esuberanza del proprio temperamento romagnolo che cos faticosamente era riuscito a padroneggiare. La sua personale vita mortificata e abitualmente immersa nella preghiera ne sono insieme la prova e la spiegazione: frugalit nel vitto, accentuata negli ultimi anni e insieme e soprattutto come testimonia il cardinale Nicholas Patrick Wiseman

di Savona ben presto seguir il suo esempio fermandosi a pregare davanti al tabernacolo e recitando il Rosario secondo le sue intenzioni. Cos per la messa che il Papa celebrava ogni mattina nella sua cappella privata. Dopo una leggera colazione seguivano le udienze. Ebbene, quando la presenza di Pio VII in Savona divenne sempre pi nota incominci un afflusso di gente, proveniente anche dall'estero, che chiedeva udienza o di assistere alla sua messa. Cose queste gi verificatesi in precedenza. In particolare durante il viaggio di Pio VII a Parigi per l'incoronazione di Napoleone (2 dicembre 1804). Il senso soprannaturale che irraggia dalla sua persona non cessa di impressionare perfino i cristiani alquanto frivoli. Molto pi dunque quanti seppero indovinare la qualit della sua anima. La folla poi si accalca alle cerimonie religiose e nelle chiese in cui si reca Pio VII; non solo vi affluenza al limite delle possibilit di capienza delle stesse, ma si segnalano numerose comunioni. Sia all'andata come al ritorno il Papa riceve testimonianze di un sincero ed affettuoso rispetto. A Joseph Fouch, il quale gli chiede come trovi la Francia Grazie a Dio! Egli risponde l'abbiamo attraversata in mezzo ad un popolo in ginocchio. quello che accadr anche in Italia, nei primi mesi del 1814, durante il viaggio di ritorno a Roma di Pio VII, dopo la sua definitiva liberazione. Baster, al riguardo, la significativa annotazione dello storico locale Giusep-

Jacques-Louis David, Incoronazione di Napoleone alla presenza di Pio VII (1806-1807)

preghiera continua (...) devozione profonda e senza affettazione. Ecco, infatti, che la prima richiesta di Pio VII nell'arrivare al palazzo episcopale di Savona fu quella di poter pregare quotidianamente dinanzi al Santissimo Sacramento... Qui il Papa passava molte ore, ogni giorno, in preghiera e adorazione, domandando l'aiuto di Dio per la Chiesa e perdono per i suoi persecutori; e qui, ogni sera, insieme con alcuni della famiglia pontificia, recitava il Rosario. La popolazione

pe Bechini che, nel dare inizio alla dettagliata descrizione della commovente e festosa sosta a Cesena 20 aprile - 7 maggio 1814 pu, non senza una punta di compiaciuta fierezza, affermare: Ma se grande fu il giubilo dei francesi per l'avvenuta liberazione non minore doveva essere quello degli italiani. Pio VII commosso fino alle lacrime, a tante dimostrazioni di affetto, aveva pi volte ripetuto: Quanta fides in Gallia quanta fede in Francia! Ed ora dovr ripetere con uguale commozione:

Quanta fede in Italia. Non sorprende allora costatare che nella vita di Pio VII siano presenti anche fatti prodigiosi. Il Bechini ne riporta alcuni avvenuti, a suo dire, a Cesena. Con una benedizione ridonerebbe la vista a un fanciullo cieco di Urbino; e sempre con una benedizione, ne guarirebbe un altro dichiarato idropico dai medici. Alla sorella Ottavia gravemente inferma, assicura che non morr prima di averlo visto, come accadde. Anche altrove Pio VII avrebbe operato cose straordinarie. A Ravenna si dice che risani con la benedizione un attratto da vari anni; a Savona c' chi lo vede elevato in estasi. Al riguardo risulta che questo sarebbe avvenuto per ben due volte e, diremmo, a Thomas Lawrence, Papa Pio VII (1819) distanza ravvicinata: nelle solennit di Pentecoste e poi dell'Assunta 15 agosto del- riore in termini cos sentiti e efficaci, che ril'anno 1811. Sempre a Savona, tra l'altro, teniamo possano pure costituire una degna avrebbe guarito, con una benedizione, un conclusione al presente discorso. Lo spettaragazzo dodicenne che si era gravemente fe- colo pi edificante di tutti quelli che ho virito alla testa mentre si recava in udienza sti in questa capitale della Cristianit dal Papa. quello del venerabile Pontefice stesso, che Ma, ha scritto nel 2000 lo storico Robin veramente un santo sulla terra. Rigoroso Anderson, oltre a questi miracoli di guari- verso se stesso e nello stesso tempo assorto gione fisica attribuiti a Pio VII, erano pi nella propria devozione, egli veramente il grandi quelli di conversione spirituale: pec- servus servorum Dei servo dei servi di catori induriti che facevano penitenza e ri- Dio infaticabile nella personale attencevevano i Sacramenti, persone che per an- zione e nelle fatiche per l'intera Chiesa catni non erano pi state in chiesa ritornavano tolica, disposto in ogni momento a ricevere alla pratica religiosa, altri la cui vita era le visite delle persone che chiedono di tratstata uno scandalo pubblico facevano am- tare con lui. Incanta tutti coloro che gli menda e si correggevano. Come quell'uffi- fanno visita con una paziente attenzione, ciale di dogana, eminente membro di una Loggia massonica che durante una Messa celebrata dal Papa in cattedrale, prima di Nella vita di Pio VII ricevere la comunione si getta ai suoi piedi, implorando pubblicamente il perdono. alcuni storici individuano una duplice Egli pag caramente questa conversione, forma di martirio perch oltre a perdere il posto di lavoro divenne un perseguitato dalla polizia. Tut- propria alla sua funzione di sommo pastore tavia egli persever e il suo esempio fu se- e di sommo sacerdote guito da altri. Queste voci sui miracoli di guarigione, di grazia e di conversione diffondevano la una benevola dolcezza, un commovente rifama di santit di Pio VII ben al di fuori di spetto, che eccedono le mie capacit di linSavona e dell'Italia. Ci limitiamo qui a guaggio per poterli descrivere. Infatti la mia voce fu soffocata dai sindue significative e autorevoli conferme. La prima di Ludwig von Lebzeltern, ghiozzi e dalle lacrime durante una parte rappresentante del Cancelliere austriaco considerevole della mia prima udienza con Klemens Wenzel di Metternich, al quale da sua Santit e mi sentii spinto con forza a Cesena nell'aprile del 1814 scriveva: credere ai miracoli attribuiti a lui, sia dopo Il mondo cristiano, e in primo luogo l'Ita- come prima del suo ritorno a Roma. Quando la morte lo colse nell'ottantunelia, sono pieni di entusiasmo nel vedere ancora una volta il Papa in libert, considera- simo anno di et il 20 agosto 1823, festa to come un santo e un martire, la cui fer- di san Bernardo, sessantacinquesimo annimezza di condotta ha ispirato anche ai non versario della sua professione monastica divenne l'oggetto di un affetto e di una vecattolici sentimenti di rispetto. La seconda del vescovo inglese e vicario nerazione universali. apostolico John Milner che, dopo aver incontrato di persona Pio VII nell'autun- *Abate del monastero benedettino no del 1814 ne sintetizza il ritratto inte- di Santa Maria del Monte di Cesena

Quel kantiano di Superman fa il bene e non lo fa sapere


di FRANCESCO D'AGOSTINO Come esistono molti modi di vivere l'esperienza religiosa cristiana, cos esistono molti modi di vivere all'interno di un orizzonte laico. C' un laicismo aggressivo, polemico, tormentato, che vede nella fede un'avversaria della ragione, contro la quale doveroso lottare. C' un laicismo agnostico, spesso introverso e silenzioso, che non ama n i confronti, n i dibattiti con i credenti, e che in genere ne rispetta profondamente le opzioni fondamentali, pur senza condividerle sotto nessun profilo. E c' un laicismo estroverso, vivacemente ma non sgradevolmente provocatorio, che ama chiamare la religione e in particolare la Chiesa cattolica a esplicitare le sue ragioni e ancor pi ama indicarle quali vecchie vie essa dovrebbe coraggiosamente abbandonare e quali nuove vie essa dovrebbe invece percorrere per legittimarsi nel contesto culturale della modernit. Tra le vie che questo laicismo ritiene insanabilmente obsolete figura in prima linea quella del giusnaturalismo. L'appello a una legge morale naturale che Benedetto XVI ha ribadito nel suo discorso alle Nazioni Unite appare infatti a molti laici preclusivo ai fini di un dialogo tra Chiesa e modernit laica. La modernit laicale potrebbe (e per alcuni dovrebbe) liberarsi dalle vecchie e ingenue ideologie materialistiche del progresso, ma la Chiesa a sua volta dovrebbe simmetricamente liberarsi dal richiamo a presunti vincoli naturali assunti come principi di orientamento dell'agire morale e politico dell'uomo: si tratterebbe di vincoli che opererebbero per mantenerlo indebitamente prigioniero della sua materialit biologica e tali da impedire alla Chiesa di bonificare definitivamente il suo rapporto con la scienza. Dietro queste istanze non difficile percepire progetti neoilluministici di rigenerazione dell'umano, progetti affascinanti e di immensa portata e tutti in qualche modo orientati a pensare che il genere umano sia definitivamente entrato in un'epoca nella quale riuscito a conquistare una sorta di capacit di autocrearsi, come soggetto totalmente emancipato e totalmente libero quindi di scegliere il proprio destino. Questo scenario insistentemente e semplicisticamente riproposto dalla divulgazione scientifica potrebbe essere compatibile con opzioni teistiche, dato che non ci sarebbe ragione di negare una possibile presenza di Dio nel mondo; basta postularla non come un destino, ma come una scelta. Non entro nel merito strettamente scientifico di queste ipotesi, se cio possa mai davvero diventare possibile per l'uomo, grazie ai progressi della scienza e della tecnica, l'emanciparsi compiutamente dalla sua materialit biologica. Possiamo, per amore dell'ipotesi, ammettere che cos possa essere, anche in un futuro ravvicinato. Ci non di meno, questa prospettiva ha un limite, non per scientifico, ma antropologico; il suo errore sta prima nell'appiattire la legge naturale della tradizione giusnaturalistica a mera legge biologica, il secondo sta nel ridurre l'emancipazione dell'uomo a una sua (ipotetica) rigenerazione biologica (sconfitta delle malattie, prolungamento indefinito della sopravvivenza, aumento delle capacit cognitive, e cos via). Non cos. Per avvalorare questa critica, mi limito a usare, tra i tanti, due soli argomenti, a mio avviso decisivi. Il primo stato formulato gi da Jrgen Habermas: ogni forma di (pretesa) rigenerazione della specie umana, nei limiti in cui sia affidata alla scienza e alla tecnica, destinata ad avere un carattere selettivo ed escludente. Alcuni, solo alcuni uomini, potranno liberarsi dai loro vincoli naturali e beneficiare delle scoperte estreme della biomedicina: saranno quei pochi che avranno il possesso del know-how, coloro che avranno le risorse per coprire le spese necessarie per interventi biologici sofisticati, coloro che saranno in grado di scegliere in quale direzione orientare il superamento della propria materialit biologica, tra le tante possibilit che la scienza gi mette e sempre pi metter a disposizione dell'uomo. Correlativamente, lecito ipotizzare che esisteranno tecniche di alterazione dell'identit umana finalizzate non all'emancipazione, ma all'asservimento: si pensi al macabro progetto, oggi ancora fantascientifico, ma seriamente ipotizzato da alcuni bioeticisti, di dare vita, prelevando poche cellule dal corpo di un adulto, a suoi cloni decerebrati, utilissime riserve di organi per ogni eventuale futura emergenza terapeutica. Esiste un secondo argomento in merito ai miracoli che possiamo attenderci dalla scienza e ancora pi forte. Si pu ammettere senza difficolt che il progetto di rigenerazione dell'umano davvero affascinante. Ma lo , solo se questa rigenerazione non pensata in termini di mera potenza, ma di apertura al bene (e questo infatti il primo precetto della legge naturale: bonum faciendum). Spetta alla modernit laica quella che non sa liberarsi dalle seduzioni del relativismo etico fare i conti con la volont di potenza: non basta liberarsi dai vincoli naturali per potersi definire buoni. una verit antica e intuitiva e non ha senso chiedere alla Chiesa di rinnegarla, se conosciuta intuitivamente perfino dai lettori dei fumetti. Superman un supereroe, non solo e non tanto per i suoi poteri straordinari, ma perch dotato di una naturale propensione a fare il bene in modo assolutamente disinteressato: un eroe a tal punto intrinsecamente kantiano, da essere perfino indifferente alla gratitudine e agli onori, che elude nascondendo la sua vita quotidiana dietro un'impenetrabile identit privata. E per quanto grandi siano i poteri dei suoi avversari, essi non potranno mai dar loro la vittoria, perch vengono usati per fare il male. Insomma, riemerge qui la celebre alternativa formulata ormai da anni da Alisdair MacIntyre: tra Aristotele e Nietzsche non c' mediazione possibile. Prima di chiedere alla Chiesa di rinunciare alla sua tradizione, che ha sempre visto aristotelicamente nel rispetto di quei vincoli naturali che ci orientano al bene l'unica possibile garanzia della moralit, la modernit laica (o almeno gran parte di essa) dovrebbe prima spiegare in che modo la straordinaria potenza della scienza e della tecnica possa essere orientata verso il bene, una volta mandati in frantumi questi vincoli. Il dibattito culturale, che siamo ormai abituati a qualificare come postmoderno, si riassume tutto in questi termini.

Un volume di Francesco Ventorino sul rapporto tra legge e giustizia

Un paradosso chiamato diritto


di LUCA M. POSSATI E ora dunque tu te ne vai nell'Ade, se cos risolvi, ingiustamente offeso, vero, ma non da noi offeso, dalle Leggi, bens dagli uomini. Cos, alla fine del Critone (54 b10-c5), le Leggi di Atene si rivolgono a Socrate condannato a morte dai suoi concittadini, ricordandogli un principio fondamentale: le sentenze pronunciate debbono essere eseguite, perch cos vuole la legge, quella legge con la quale ogni cittadino, in quanto membro della plis, ha stretto un contratto che implica obbedienza. Non rispettare la sentenza da parte di Socrate equivarrebbe a distruggere le leggi, ricambiando l'ingiustizia subita dagli ateniesi con un'altra ingiustizia. Ma Socrate ha giurato. Non pu scappare, come lo esortano a fare i suoi discepoli, perch convinto che sempre, e in guerra e nel tribunale e dovunque, bisogna fare ci che la patria e la citt comandano, o almeno persuaderla da che parte il giusto (51 b8-c1). La vicenda narrata dal Critone pu giustamente considerarsi l'emblema del conflitto tra diritto e giustizia, e della loro difficile dialettica nella concretezza del vivere comune. Socrate obbedisce alle leggi, ma allo stesso tempo le critica in nome della giustizia, in vista di un giusto che non un'idea ma un compito da perseguire, un progetto che armonia, pienezza, proporzione, risposta a una domanda di senso e non calcolo di convenienza. Le leggi sono un palliativo, un'approssimazione che passa attraverso parlamenti e aule di tribunale, istituzioni troppo rigide per rendere il senso dell'esperienza giuridica. A questo problema, che chiama in causa non solo il filosofo o l'uomo di legge, ma anche il credente, dedicato il volume La lotta tra diritto e giustizia (Genova, Marietti, 2008, pagine 272, euro 18) sorto dalla collaborazione tra monsignor Francesco Ventorino, docente emerito di ontologia ed etica presso lo Studio teologico San Paolo di Catania, Pietro Barcellona, professore di filosofia del diritto alla Facolt di giurisprudenza dell'universit di Catania, e Andrea Simoncini, docente di Diritto costituzionale presso l'ateneo di Firenze. Uno l'interrogativo dal quale parte e al quale ritorna tutto il libro: da dove nasce il diritto? L'attualit di questa domanda scrive Ventorino nella postfazione stata recentemente evidenziata dalla richiesta internazionale di moratoria della pena di morte e dalle molteplici sperimentazioni di tecniche manipolative della vita e della morte, che sollevano immensi problemi per tutta l'umanit. I fatti di cronaca pongono l'urgente necessit per la cultura contemporanea di riferimenti a ideali meta-giuridici su cui fondare il diritto positivo. Uno Stato democratico e laico continua Ventorino si nutre di presupposti o di fondamenti normativi che sono valori razionalmente condivisibili, razionalmente accettabili da tutti i cittadini. La legge non pu bastare a se stessa; il formalismo della legislazione non pu godere di un primato ontologico. Anzitutto ci sono gli uomini, la loro storicit, lo stratificarsi delle esperienze in una tradizione culturale. Di qui, l'importanza di recuperare la dimensione del ragionevole, per dirla con John Rawls, il ruolo di una sapienza umana concreta, un thos di contenuti storico. Questa stata la lezione di Benedetto XVI nel discorso alla Sapienza: Di fronte ad una ragione a-storica che cerca di auto-costruirsi soltanto in una razionalit a-storica si legge la sapienza dell'umanit come tale la sapienza delle grandi tradizioni religiose da valorizzare come realt che non si pu impunemente gettare nel cestino della storia delle idee. I veri problemi nascono quando si pensa che la volont di una maggioranza possa legittimare tutto, quando si presume scrive Ventorino, commentando le parole di Benedetto XVI che con il metodo democratico si possa intervenire sui problemi decisivi dell'esistenza umana senza alcun riferimento a una verit assoluta. In effetti, una societ che si arroga questo diritto assume il volto del totalitarismo. Una definizione puramente formale del diritto affermare, ad esempio, che il diritto il complesso delle norme che regolano le relazioni sociali impedisce di dedurre precisi contenuti normativi, di cogliere l'essenza stessa dell'esperienza giuridica. Ma non solo. Come sottolinea Pietro Barcellona, il tentativo di distinguere un concetto di diritto dalla pluralit degli usi sempre stata l'espressione di una volont di vincolare il diritto a una fondamento immutabile che lo salvasse dall'arbitrariet di chi detiene il potere. Tuttavia, se il diritto fosse immutabile non sarebbe soggetto a un perpetuo mutamento in nome dell'idea di giustizia, precisa Barcellona. In una prospettiva esclusivamente terrena, il diritto per natura storico-sociale. Manca perci di un fondamento trascendente, di una premessa da cui dedurre conseguenze, come in un sillogismo ben architettato. La giustizia in base alla quale valutiamo e critichiamo le leggi non un valore meta-storico, ma un'aspirazione profondamente radicata nella prassi collettiva, un desiderio anch'esso mutevole di epoca in epoca. A salvarci dal baratro della fatticit l'idea per cui storicit e contingenza non sono incompatibili con una certa forma di oggettivit. Le comunit umane scrive Barcellona costruiscono, pi o meno consapevolmente, il proprio codice di senso attorno ad un nucleo centrale, ad un valore cardine, che una concezione del mondo, il modo in cui si rappresentano l'universo e se stessi (p. 127). L'uomo gi sempre in un gruppo produce valori e istituzioni, crea significati per rispondere alla fondamentale insensatezza del mondo, valori che nascono e si realizzano nella prassi quotidiana. L'origine delle norme giuridiche aggiunge l'autore cos collegata a questa prassi creativa di significati che produce insieme istituzioni, forme, in cui alcuni significati vengono irrigiditi per organizzare la societ, ma che la stessa prassi creativa pu in ogni momento mettere in discussione. Da questo sfondo antropologico, sostiene Barcellona, si pu dire che lo spazio del diritto e della giustizia quello dell'esperienza storico-sociale in cui si collocano le istituzioni e le leggi. La legge rende eguali gli uomini, che altrimenti sarebbero incommensurabili e diversi; senza la legge non ci sarebbe societ: da questo punto di vista una necessit che il nmos sia prodotto. E tuttavia il nmos arbitrario; una convenzione, una decisione umana. Esso nasce dal lgos. Non dalla violenza, n da un mero rapporto di forze, ma dall'argomentazione che guarda all'universale, che mira all'orizzonte della migliore comunit possibile.

gioved 15 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Il giardino dell'Eden nella cartografia medievale

pagina 5

Il paradiso? A oriente, dove sorge il sole


di EMILIO FABIO TORSELLO

n un'epoca di best sellers e mode letterarie che vivono e muoiono sull'onda dello scelti per voi, Il paradiso in terra. Mappe del giardino dell'Eden, scritto da Alessandro Scafi, un volume di divulgazione scientifica ben riuscito che si fa notare sugli scaffali delle librerie. Edita da Bruno Mondadori, l'opera analizza la cartografia medioevale e racconta l'impegno scientificoteologico di quanti, basandosi sul testo biblico, tentarono di individuare l'Eden terreno. A differenza di noi moderni, infatti, durante il medioevo era ben chiara la necessit, sociale prima che scientifica, di individuare sulla terra il paradiso terrestre, il luogo della radice prima, originale dell'uomo. Consumato questo periodo storico, rinascimento e illuminismo hanno dato il via a una concezione progressiva della scienza, per cui la rappresentazione cartografica del paradiso terrestre stata attribuita all'ignoranza e a un eccesso di zelo verso la tradizione biblica. La tendenza a considerare il medioevo come un'epoca di creduloni, poi continuata anche nel Novecento e solo ultimamente si compresa la necessit di rileggerlo lasciandosi alle spalle i preconcetti frutto di un distorto razionalismo. Confortati dalla precisione di satelliti e fotografie ad alta definizione, nel ventesimo e ventunesimo secolo, non si colta una delle caratteristiche peculiari della cartografia medioevale: l'aspetto culturale dei simboli rappresentati sulle mappe, laddove questi sottolineavano la maggiore o minore importanza dei luoghi, in un'ottica di continuit storica, sociale e religiosa. Una carta geografica che individuava la citt di Gerusalemme, luogo del sacrificio di Cristo, poteva allo stesso modo contenere il giardino dell'Eden, i due

luoghi nota Alessandro Scafi erano collegati attraverso gli eventi che erano accaduti in ciascuno di essi. Alla continuit temporale si univa poi una contiguit spaziale che racchiudeva e descriveva in un'unica mappa tutto il mondo noto: Le mappae mundi medioevali scrive Scafi sono profondamente diverse dalle carte a zone, dalle carte nautiche (...) i luoghi sono situati non secondo un sistema universale di riferimento espresso in termini matematici (...) ma secondo principi generalmente indicati come

topologici, secondo il principio di contiguit. I luoghi sono cio raffigurati uno dopo l'altro, senza tener conto dell'esatta distanza tra di loro o della reciproca posizione in termini quantitativi e vengono individuati e messi in risalto dalla dimensione del simbolo cartografico, non perch siano fisicamente pi estesi ma per via della loro importanza culturale e sociale. Le carte topografiche e le carte nautiche, per come le si intende nel ventunesimo secolo, erano comunque le meno diffuse, spesso sostituite dagli itinerari, indicazioni di massima che rappresentavano le vie maestre verso le principali localit di sosta. Si producevano anche mappe per risolvere questioni legali, patrimoniali o funzionali a chiarire un'esegesi, come dimostra il Commentario sull'Apocalisse di san Giovanni, di Beato di Libeana (ottavo secolo), dove lo stesso autore a fornire i diagrammi per aiutare il lettore nella comprensione del testo. Se ne deduce quindi che basarsi sui parametri della geografia del ventunesimo secolo per giudicare la cartografia medioevale fondamentalmente errato. Uno dei pochi studiosi a rendersi conto di come quello rappresentato sulle mappe medioevali fosse un immaginario e non una ingenua rappresentazione della realt, stato Jacques Le Il giardino dell'Eden (incisione del 1536)

Goff. Nel saggio Medioevo europeo (2003), lo storico francese ha sottolineato come quello medioevale sia un mondo che ignora la frontiera fra la realt e l'immaginazione, dove quest'ultima non significava fantasia ma atto di fede e di scienza, per l'analisi puntuale della Bibbia e della Genesi (2, 8-15), alla ricerca di elementi utili a individuare l'Eden terreno. Uno dei primi a citare la Genesi come fonte di informazioni sulla reale posizione del paradiso terrestre fu Giovanni Crisostomo, vescovo di Costantinopoli dal 398 al 404, cui fece eco, all'inizio del quinto secolo, Severiano, vescovo di Gabala, in Siria. Severiano sosteneva che Dio avesse posto l'Eden a oriente per associare l'esistenza umana al sorgere e al tramontare dei corpi celesti. Una concezione ripresa pi tardi anche da numerosi cartografi medioevali che orientarono le mappe in base al sorgere del Sole. A questi si aggiunse Epifanio di Salamina che nel Panarion ribadiva l'esistenza fisica dell'Eden confutando, in una famosa missiva inviata a Giovanni, vescovo di Gerusalemme, la tesi allegorica della Genesi sostenuta da Origene. Altro problema medioevale fu la datazione dell'inizio della storia dell'uomo, dagli studiosi medioevali considerata storia di salvezza. All'inizio dell'ottavo secolo, ad esempio, Beda confront la Vulgata di San Girolamo, la Vetus Latina e i calcoli effettuati dagli ebrei, giungendo alla conclusione che la settimana della creazione era terminata 3952 anni prima della nascita di Cristo. Accanto al fantomatico andamento progressivo della scienza teorizzato dall'illuminismo, bisogna dunque considerare la visione altrettanto progressiva della storia propria del cristianesimo. Un arco temporale che i teologi medioevali facevano iniziare con la creazione del giardino dell'Eden e terminare con l'Apocalisse.

Petrus Plancius, La mappa dell'Eden in una Bibbia protestante olandese (1590)

Il principio di contiguit appena visto consentiva quindi di situare il paradiso terrestre sulle mappe senza contravvenire ad alcuna legge matematica. Un vasto archivio di nomi e di luoghi geografici, in gran parte mutuato dalla cultura classica, venne poi rielaborato e ampliato a uso dei cartografi in opere come l'Onomasticon di Eusebio e il De situ et nominibus locorum Hebraicorum, composte rispettivamente attorno al 303 e al 390. L'Expositio totius mundi, ad esempio, scritto nella Siria romana, venne riadattato da un curatore cristiano che vi inser anche un esplicito riferimento al giardino dell'Eden, situato, secondo il revisore, in Asia

Donati a Benedetto XVI i primi volumi delle opere in italiano del gesuita e filosofo canadese

E Lonergan spieg come funziona l'intelligenza


di MAURIZIO FONTANA Nella storia poliziesca ideale, al lettore sono dati tutti gli indizi, eppure egli fallisce nell'individuare il criminale. Pu rivolgere l'attenzione a ogni indizio quando sorge. Non ha bisogno di indizi ulteriori per risolvere il mistero. Eppure pu rimanere al buio per la semplice ragione che raggiungere la soluzione non la semplice apprensione di qualche indizio, n la semplice memoria di tutti, bens un'attivit affatto distinta dell'intelligenza organizzatrice, che pone l'intero insieme di indizi in un'unica prospettiva educativa. Con intellezione, allora, s'intende non un qualunque atto di attenzione, o di avvertenza, o di memoria, bens il sopraveniente atto del comprendere (...) I matematici cercano l'intellezione in insiemi di elementi. Gli scienziati cercano l'intellezione in ambiti di fenomeni. Gli uomini di senso comune cercano l'intellezione in situazioni concrete e in affari pratici. La nostra preoccupazione, per, raggiungere l'atto dell'intelligenza organizzatrice, che riconduce entro una singola prospettiva le intellezioni dei matematici, degli scienziati e degli uomini di senso comune. Cos scriveva Bernard J. F. Lonergan nel 1954 per una prefazione alla sua opera Insight. Uno studio del comprendere umano, e gi da queste poche semplici righe s'intuisce il mare sconfinato del suo pensiero, la profondit della sua ricerca volta a scandagliare nella sua totalit e in tutte le sue articolazioni la struttura del pensiero dell'uomo. Ma il suo tentativo di misurarsi con ci che ai pi sembrerebbe incommensurabile non si risolto in una donchisciottesca lotta con i mulini a vento: i frutti numerosi della sua speculazione sono a disposizione di tutti come un tesoro racchiuso nello scrigno della sua immensa produzione bibliografica. Per la verit, all'edizione originale della sua opera la Collected Works of Bernard Lonergan (Cwl) pubblicata in inglese dalla University of Toronto Press mancano ancora sei volumi dei venticinque complessivi. E siamo appena giunti al settimo volume sar in stampa fra circa un mese dell'edizione italiana delle Opere di Bernard Lonergan curata dai gesuiti Natalino Spaccapelo e Saturnino Muratore e pubblicata per i tipi di Citt Nuova. In occasione dell'offerta a Benedetto XVI di questa prima parte del prezioso lavoro di traduzione, abbiamo incontrato padre Spaccapelo ordinario di Teologia dogmatica e patristica al Pontificio Istituto orientale e professore invitato di Filosofia e di Teologia alla Pontificia Universit Gregoriana presso la quale anche direttore del Lonergan Archive e a lui abbiamo rivolto alcune domande. Non si pu pensare a Lonergan e non provare un senso di smarrimento di fronte alla sua opera. Accostarsi a lui significa, infatti, incontrare uno dei pensatori pi importanti del ventesimo secolo sia per l'ampiezza dei settori indagati, sia per i risultati raggiunti nel settore della teologia, della filosofia e della teoria generale dell'economia. Direi di pi: in questo momento Lonergan probabilmente uno degli autori pi studiati al mondo e, circostanza singolare, lo in modo speciale nell'ambito socioeconomico. Un aspetto quest'ultimo finora poco conosciuto dei suoi primi studi e che emerge invece chiaramente ad esempio nel suo volume Shorter Papers dove si pu apprezzare una visione lucida e analitica della situazione europea e della sua evoluzione. Pi in generale, c' un fiorire continuo di tesi, seminari e riviste dedicati a Lonergan e al suo pensiero. E non solo in ambito cattolico. Nel 2007, in occasione del cinquantenario della sua prima pubblicazione, avete pubblicato l'edizione critica di Insight, l'opera pi conosciuta di Lonergan, originalissimo contributo filosofico sul comprendere umano e sull'esigenza di rinnovamento culturale e di integrazione fra vari ambiti del sapere. Come si pu considerare Insight nell'ambito della storia della cultura? Innanzitutto credo che vada rilevato come Insight non si possa considerare un libro vero e proprio, bens una sorta di libro di esercizi di intelligenza, uno strumento, un rganon da utilizzare per una nuova epoca della storia. Lonergan notava che la storia, alla met del ventesimo secolo, si trovava a un punto di svolta epocale e perci non bastava che le singole scienze procedessero al cambiamento e all'adattamento dei propri limitati paradigmi, occorreva invece una vera e propria Weltphilosophie, adatta al mondo globalizzato. In questo senso Lonergan non ha proposto una teoria, ma risalito alla definizione e alla chiarificazione della struttura umana, una struttura di pensiero che sia riconducibile non a un certo periodo storico, o a una certa societ, ma all'uomo tout court. Quella che io amo definire l'invariante antropica rispetto alle culture e alle tradizioni. Insight lo strumento per capire come funziona l'intelligenza dei vari saperi. Vari saperi ai quali il filosofo si dedicato con una meticolosit impressionante. Partendo dal concetto che la coscienza una melodia che si articola nei vari contesti della vita umana, Lonergan ha portato avanti delle indagini a tappeto per esaminare come l'intelligenza umana operativa sempre con la medesima struttura nei metodi scientifici, umanistici, filosofici, storici e teologici. Attraverso i suoi celebri corsi estivi esaminava di volta in volta un argomento. Ricordo, ad esempio, quello dedicato al rapporto tra la filosofia esistenziale e la logica, o quello centrato sulla filosofia dell'educazione, tema sul quale egli ha lasciato dei contributi notevoli, basti pensare che le sedi di Piacenza e di Brescia della Cattolica li adottano come testo base. Qual una caratteristica che opportuno ricordare dell'impostazione lonerganiana? Lonergan sostiene che il mondo moderno ha formulato la conoscenza sulla base dei concetti, mentre invece bisogna riformulare i saperi sulla base di ci che precede i concetti, ovvero dell'intelligenza. Costruire il sapere sul concetto rende il sapere immobile, mentre costruirlo sull'intelligenza lo dinamizza e lo porta a progredire. In verit bisogna dire che egli non amava il termine lonerganiano, anzi lo rifiutava affermando che ciascuno deve comprendere se stesso. Per lui vale l'in te ipsum rede di agostiniana memoria. E qualche aspetto della sua personalit? Mi piace ricordare il suo forte senso dell'ecclesialit: Lonergan sentiva moltissimo il suo impegno di servizio alla Chiesa. E poi, soprattutto, la sua disponibilit umana. Ricordo che dava attenzione a tutti i suoi studenti: andava incontro a ognuno e rispondeva a chiunque con suggerimenti e chiarificazioni.

La radicale svolta antropologica di Insight


Pubblichiamo uno stralcio della prefazione all'edizione italiana di Insight, edita da Citt Nuova nel 2007. di SATURNINO MURATORE Quale figura eminente della cultura occidentale del ventesimo secolo, Lonergan avvert l'esigenza di rinnovamento culturale e di integrazione fra vari ambiti del sapere, sotto il continuo controllo di istanze critiche. (...) In Insight egli realizzava una radicale svolta antropologica: l'ambito dell'interiorit diveniva la base dell'intero universo della teoria, metafisica compresa. In tale opera viene dunque rovesciato il rapporto tradizionale tra analisi conoscitiva e analisi metafisica. Negli scritti di san Tommaso scrive Lonergan non senza una vena di humour la teoria conoscitiva espressa in termini metafisici e stabilita mediante principi metafisici. In Insight, la metafisica espressa in termini conoscitivi e stabilita mediante principi conoscitivi. Il rovesciamento appare completo. Se l'Aquinate aveva posto le cose nel verso giusto (...) allora io ho rovesciato tutto. Dal primato della metafisica e della logica si passa, cos, alla superiorit dell'esigenza critica e del controllo metodologico. La base ultima di riferimento cessa di essere offerta dai principi e dai termini fondamentali della teoria metafisica e diviene quella operativa del dinamismo intenzionale della coscienza.

Padre Federico Lombardi consegna le opere di Lonergan al Papa

orientale. La citazione del paradisus compare anche in alcune mappe risalenti al XII secolo, inserite nei manoscritti del De bello Iugurthino di Sallustio e della Pharsalia di Lucano. Da questi pochi elementi risulta quindi chiara la percezione reale del paradiso terrestre, avvertito come un luogo storico dove Dio aveva fisicamente posto Adamo ed Eva. Da qui la sua rappresentabilit. Valutate secondo i loro criteri sottolinea Scafi le carte medioevali del mondo non erano effettivamente meno scientifiche di qualsiasi altro tipo di carta. Per gli studiosi cristiani della tarda antichit, infatti, la Bibbia forniva la chiave per tutte le forme di conoscenza (...). Nelle Sacre Scritture si trovava il resoconto pi autorevole sulla creazione del mondo e la storia della razza umana. La forma pi caratteristica delle prime carte medioevali era a forma di T-O, con i tre continenti (Europa, Asia e Africa) inseriti in una raffigurazione rotonda della terra (O), a sua volta divisa in tre parti, con l'Asia che occupava un intero semicerchio (T). A seconda delle mappe il paradiso terrestre veniva raffigurato come tangente ai territori noti o come interno, ma solitamente sempre nell'area asiatica. Uno dei migliori esempi della commistione tra tradizione cristiana ed elementi pagani si ha nella pi antica carta non diagrammatica nota come Carta dello pseudo-Isidoro nella Vaticana, inizialmente attribuita all'autore delle Ethymologiae. Disegnata in Italia o in Francia attorno all'ottavo secolo, la carta rivela oltre centotrenta iscrizioni geografiche ed inserita in un codice miscellaneo assieme ad altre tavole computistiche e cronologiche, redatte tra il 763 e il 778, pensate per agevolare il lettore nel calcolo della Pasqua. Nella stessa miscellanea compaiono anche brani tratti dalle Instructiones ad Salonium, di Eucherio di Lione, vescovo del quinto secolo e studioso delle allegorie e dei luoghi di Terra Santa, dai quali sono state omesse le parti descrittive, proprio perch ritenute probabilmente superflue, a fronte di una mappa tanto esaustiva. Sulla carta Vaticana si mescolano elementi dell'Antico e del Nuovo Testamento (sono rappresentate Gerico e Babilonia ma anche Gerusalemme e Betlemme) e si conferma la centralit dell'aspetto culturale ed eventuale insito nella simbologia cartografica del medioevo. Simboleggiato da una rosa iscritta in un cerchio, il paradiso individuato ancora una volta in Asia, all'interno della terra Eden, e corredato dalla dicitura paradisus, in modo coerente con l'interpretazione del racconto della Genesi sul paradiso fa notare Scafi presentato come un giardino situato a oriente in Eden. Sulla carta Vaticana, il paradiso terrestre confina a occidente con l'India dei bramini (India Bragmanorum) ed bagnato per un lato dall'Oceano, in cui raffigurata l'isola di Taprobana, l'odierno Sri Lanka. Come nelle precedenti, anche in questa carta non mancano riferimenti a luoghi e paradisi pagani della classicit come le Isole Fortunate, il Giardino delle Esperidi, il Monte Olimpo, l'Acacia, Cartagine, la Regione delle Amazzoni, la Media, la Caldea e la Persia. Si pu dunque affermare che la cartografia medioevale era tutt'altro che ingenua. Poco precisa a causa della mancanza di strumenti atti a effettuare puntuali rilevazioni geografiche, permetteva per al lettore di avere il colpo d'occhio non solo sulla collocazione fisica di citt ed eventi, ma anche sulla loro storia e sul significato umano dei luoghi, una peculiarit ormai irrimediabilmente perduta nelle odierne cartine ad alta definizione.

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
Secondo un rapporto dell'Unicef sono oltre cinquemila i bambini soldato in Sri Lanka

gioved 15 maggio 2008

Cattolici e buddisti collaborano

La diocesi di Jaffna denuncia arruolamenti forzati di minori


JAFFNA, 14. La Chiesa cattolica dello Sri Lanka denuncia ancora una volta le terribili conseguenze della violenza che divide l'etnia singalese da quella Tamil. Un rapporto della Commissione giustizia e pace della diocesi di Jaffna sottolinea che nel corso dei violenti scontri in corso nel suo territorio tra l'esercito e i guerriglieri del movimento delle Tigri per la liberazione della patria Tamil sempre pi spesso vengono coinvolti i bambini arruolati a forza e costretti a combattere dagli estremisti oppure rapiti e a volte uccisi da uomini in divisa. Secondo il rapporto della diocesi, alcuni bambini che vivono nelle zone del conflitto hanno subito perfino torture. Altri bambini, invece, sono stati prelevati dalle loro abitazioni e fatti sparire. A volte i cadaveri dei rapiti vengono ritrovati a distanza di tempo in luoghi distanti dalle loro abitazioni. Molte vittime mostrano segni di torture. Nel documento della Commissione giustizia e pace della diocesi di Jaffna si sottolinea anche che i bombardamenti dell'aviazione del governo di Colombo non solo colpiscono le basi dei guerriglieri ma spesso causano numerose vittime nei pressi di zone densamente abitate. Il rapporto lancia l'allarme sul futuro di una societ che viene definita malata mentalmente a causa dei traumi che il conflitto provoca alle nuove generazioni. Molti sacerdoti ricevono le confidenze di bambini e bambine che hanno addirittura paura a partecipare ai servizi funebri dei loro coetanei uccisi nel corso degli eventi bellici. Il timore quello di essere considerati fiancheggiatori della guerriglia solo per avere mostrato il cordoglio. Il problema dei bambini e dei ragazzi arruolati a forza nelle file dei guerriglieri non nuovo nello Sri Lanka dilaniato dal conflitto interetnico. Secondo un rapporto del ministero per i servizi sociali del governo di Colombo informa l'agenzia Asianews

In Corea la religione a difesa dell'ambiente


SUNCHEON, 14. Il vescovo ausiliare di Kwangju e membro del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso Hyginus Kim Hee-joong si recato in visita di cortesia dal venerabile Haecho, il supremo patriarca dell'Ordine Taego, la seconda denominazione buddista in Corea in ordine di grandezza, recando un messaggio di auguri, in occasione del Vesak, che propone la collaborazione tra cristiani e buddisti in tema di tutela dell'ambiente. Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, si ricorda, ha pubblicato un messaggio per il Vesak intitolato: Cristiani e buddisti: prendersi cura del pianeta terra. Il presule ha tra l'altro visitato il tempio Seonamsa a Suncheon: si tratta della struttura pi antica e grande dell'Ordine Taego, ed il luogo di residenza del patriarca. L'Ordine Taego si distingue da quello Jogye, il primo per numero di monaci appartenenti, perch consente di sposarsi e avere figli. Il vescovo Kim, nel maggio del 2007, si era recato in visita dal venerabile Jikwan, capo dell'Ordine Jogye: stata la prima visita ufficiale di un rappresentante dei vescovi coreani a un Ordine buddista. Prima di incontrare il patriarca Haecho nella sua residenza, il vescovo ha reso omaggio nella sala principale del tempio. Il venerabile Bubhyun, direttore degli scambi e della cooperazione dell'Ordine ha detto che una tradizione buddista che i visitatori seguano il rito di omaggio. Nella residenza, il presule e il patriarca si sono poi salutati reciprocamente. Durante l'incontro il vescovo ha offerto una Bibbia coreana, tradotta nel 2005, e una scultura lignea rappresentante l'Ultima Cena. In cambio il patriarca ha donato tre opere calligrafiche realizzate personalmente da lui. Riferendosi ad una delle scritte incise sulle opere: Ogni cosa ha una sola origine, il patriarca ha affermato che queste parole contengono lo stesso significato del messaggio augurante portato dal presule. Kyungam, un monaco, ha affermato che il buddismo ha sempre mostrato grande sollecitudine per l'ambiente e i suoi aderenti sono disposti a collaborare per preservare la natura. Il messaggio riconosce che il cristianesimo e il buddismo hanno sempre avuto un profondo rispetto per la natura e hanno insegnato alle persone a essere grate custodi della terra. Inoltre, il testo sottolinea che i cambiamenti climatici sono oggetto di preoccupazione da parte di tutti. A livello pratico, il messaggio suggerisce che cristiani e buddisti possono collaborare maggiormente nel conservare l'energia e prevenire la distruzione indiscriminata della vita. Alcuni giorni prima della visita del vescovo, il cardinale Nicholas Cheong Jinsuk aveva affermato in un messaggio che quando i buddisti e i cristiani per primi mostreranno rispetto gli uni per gli altri, la nostra societ diventer pi luminosa e sana. Padre Augustine Lee Jeong-joo, membro del Comitato interreligioso dei vescovi della Corea, ha rilevato che la visita nella quale ha accompagnato il presule, stata un passo in avanti verso un dialogo e un'armonia pi profondi con i buddisti. Suor Sabina Oh Sae-hyang, presidente dell'associazione delle Superiori Maggiori in Corea, presente anch'essa alla visita, si dichiarata d'accordo sul fatto che cristianesimo e buddismo hanno una buona opportunit per collaborare a tutela dell'ambiente. Dal 2000 i vescovi coreani hanno pubblicato diversi messaggi rivolti ai buddisti locali e alcuni hanno compiuto visite private ai templi in occasione del Vesak. I buddisti, a loro volta, hanno pubblicato messaggi per la Pasqua e il Natale indirizzati ai cristiani. I buddisti nel mondo celebrano il Vesak in date differenti, alcuni commemorando simultaneamente l'illuminazione e la morte di Buddha.

, gli arruolamenti forzati dei giovani studenti nelle file dei guerriglieri del movimento delle Tigri incide pesantemente sull'andamento dell'anno scolastico nelle zone sconvolte dal conflitto. Il rapporto cita il caso di Vanni, un centro nel nord dello Sri Lanka dove la guerriglia ha le sue roccaforti. Dai dati forniti dal ministero di Colombo risulta che a Vanni solo il sette - otto per cento degli alunni delle scuole pubbliche sono riusciti lo scorso anno a sostenere gli esami di livello avanzato. Nel rapporto si sottolinea che le Tigri hanno lanciato una campagna di reclutamento che ha l'obbiettivo di arruolare sessantamila bambini prelevandone uno da ogni famiglia della penisola di Jaffna. Di conseguenza sempre meno studenti frequentano la scuola e ancor di meno si presentano agli esami per pau-

ra che uscendo di casa possano essere rapiti dai guerriglieri. Secondo un rapporto dell'Unicef, dalla firma del cessate il fuoco nel 2002 tra esercito e ribelli sono stati reclutati forzatamente oltre cinquemilaseicento bambini soldati. Attualmente questa cifra potrebbe risultare di gran lunga superiore. I dati finora diffusi dall'Unicef sul fenomeno dei bambini soldato sono aggiornati al 2007. Dalle statistiche risulta che l'et media delle nuove reclute si aggira sui sedici anni ma sono numerose le eccezioni di ragazzi e ragazze costretti a combattere appena dodicenni o tredicenni. Il sessanta per cento delle giovani reclute, secondo l'Unicef, composto da maschi mentre le bambine assommano a circa il quaranta per cento. Rimane ancora impresso nella me-

moria di molti abitanti dello Sri Lanka l'eccidio avvenuto il 14 agosto del 2006 quando l'aviazione del governo di Colombo bombard un istituto uccidendo sessantuno bambine e ferendone altre centocinquanta. Il comando militare si difese dalle accuse di ingiustificato massacro sostenendo che in realt l'istituto era una base delle Tigri e che i giovani l presenti erano dei bambini soldato e perci da considerare terroristi. Un gruppo formato da membri dell'Unicef e dello Sri Lankan Monitoring Mission, che si era recato sul luogo immediatamente dopo il massacro, aveva invece fornito una versione diversa. Secondo il loro rapporto le vittime erano bambini e bambine venuti dalle scuole circostanti per due giorni di esercitazioni sui primi soccorsi. Sono tuttora sconosciuti gli organizzatori di quel tragico raduno.

gioved 15 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 7

La morte del cardinale Bernardin Gantin decano emerito del Collegio cardinalizio
Quando muore un anziano come se bruciasse una biblioteca: citava spesso questo proverbio africano il cardinale Bernardin Gantin. E oggi quelle parole s'attagliano benissimo al porporato scomparso. Nel suo cognome, che vuol dire albero di ferro, racchiuso il programma di una vita spesa al servizio della Chiesa missionaria, del Papa, dell'Africa, in particolare del suo Benin. Da Pio XII a Benedetto XVI, i Papi sono stati al centro della sua azione pastorale ed ecclesiale, culminata nelle responsabilit avute in quattro dicasteri chiave della Santa Sede: quello missionario (come segretario aggiunto e poi segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli), i Pontifici Consigli della Giustizia e della Pace e Cor Unum (dei quali stato presidente) e infine la Congregazione per i Vescovi, che ha guidato come prefetto per quattordici anni. Nella molteplicit di questi impegni non ha mai dimenticato le sue radici africane, anche se per trentuno anni stato fisicamente lontano dalla terra natale. Per la sua patria beninese ha lavorato sino al traguardo dell'indipendenza, ha dato un valido contributo alla creazione della nunziatura apostolica e ha speso molte forze per la realizzazione del santuario mariano Notre Dame de la Paix di Dassa-Zoum, da lui stesso inaugurato il 25 agosto 2002. Era figlio di un funzionario delle ferrovie dell'allora Dahomey, dove nel 1881 l'arrivo dei primi missionari segn la nascita della fede cristiana. Fu l'antica e illustre citt di Ouidah, ad accogliere, il 18 aprile, i primi messaggeri del Vangelo. Qui venne innalzata la prima grande chiesa cattolica del Paese, costruita in onore dell'Immacolata da monsignor Franois Steinmetz, il vescovo missionario alsaziano divenuto famoso con il soprannome Daga (l'uomo grande). All'et di quattordici anni, nel 1936, terminati gli studi inferiori, era entrato nel seminario minore. Era stato ordinato sacerdote il 14 gennaio 1951 a Ouidah dall'arcivescovo Louis Parisot, insieme con Christophe Adimou, poi divenuto vescovo e suo primo successore a Cotonou. Per due anni il giovane sacerdote Pi di trent'anni di porpora (27 giugno 1977), oltre cinquanta di episcopato (3 febbraio 1957), ben cinquantasette di ministero sacerdotale (14 gennaio 1951): si riassume in questi dati la vicenda umana ed ecclesiale di Bernardin Gantin, decano emerito del Collegio Cardinalizio, morto nell'ospedale Georges Pompidou di Parigi marted pomeriggio, 13 maggio, alle ore 16.45. Figura di grande rilievo, l'ecclesiastico beninese dopo essere stato il primo arcivescovo metropolita nero del continente, era stato chiamato al servizio della Santa Sede, fino a divenire prefetto della Congregazione per i Vescovi, presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina e decano del Collegio Cardinalizio. Il porporato scomparso aveva appena compiuto ottantasei anni: era infatti nato l'8 maggio 1922 a Toffo, nell'arcidiocesi di Cotonou, ed era stato ordinato sacerdote il 14 gennaio 1951 a Ouidah. Cinque anni dopo, l'11 dicembre 1956, veniva eletto vescovo titolare di Tipasa di Mauritania e ausiliare di Cotonou, e il 3 febbraio 1957, a soli trentaquattro anni, riceveva l'ordinazione episcopale. Il 5 gennaio 1960 veniva promosso arcivescovo di Cotonou. Da Paolo VI veniva creato cardinale nel concistoro del 27 giugno 1977. Il 29 settembre 1986 era stato promosso all'ordine dei vescovi, titolare della Chiesa Suburbicaria di Palestrina, e il 5 giugno 1993 era stato nominato decano del Collegio Cardinalizio, ufficio a cui rinunci il 30 novembre 2002 ricevendo, per la prima volta nella storia della Chiesa, il titolo di decano emerito. Gantin aveva insegnato lingue al seminario maggiore di Ouidah, dedicato a santa Giovanna d'Arco, prima che il 23 luglio 1953 i superiori lo inviassero a Roma per continuare gli studi presso l'ateneo di Propaganda Fide al Gianicolo e alla Lateranense, dove aveva ottenuto le licenze in teologia e in diritto canonico. Alunno del Collegio Urbano, mentre era impegnato nella preparazione della tesi in diritto, l'11 dicembre 1956 era stato eletto vescovo titolare di Tipasa di Mauritania e ausiliare di Cotonou. Nella cappella del Collegio di Propaganda Fide, il 3 febbraio 1957, a soli trentaquattro anni, aveva ricevuto l'ordinazione episcopale dal cardinale Eugne Tisserant, decano del Sacro Collegio. Come motto del suo stemma episcopale aveva scelto In tuo sancto servitio. Il 5 gennaio 1960 il giovane ausiliare era stato promosso arcivescovo di Cotonou, primo metropolita nero di tutta l'Africa. Giunto nell'arcidiocesi il 7 marzo 1960, aveva svolto il suo ministero con autorevolezza, senso della giustizia, disinteresse, attenzione verso il prossimo e amore per la Chiesa, curando soprattutto la formazione del clero. Suddivisa l'arcidiocesi in zone pastorali per poter seguire da vicino e con efficacia le singole realt, aveva promosso l'istituzione di scuole e offerto nuovo slancio e rinnovato vigore all'attivit dei catechisti. Aveva organizzato la catechesi in tutta l'Africa francofona. Si deve a lui la nascita dell'Istituto superiore di cultura religiosa ad Abidjan. Nel 1962 aveva favorito la creazione del Centro di catechesi di Ouidah, dedicato alla formazione dei catechisti delle diocesi di Cotonou, Porto Novo e Lokossa, e aveva promosso la creazione di nuove diocesi: Abomey (1963), Parakou e Natitingou (1964), Lokossa (1968). Eletto presidente della Conferenza episcopale della regione che comprendeva otto Paesi dell'Africa Occidentale: Dahomey, Togo, Costa d'Avorio, Burkina Faso, Mali, Guinea, Senegal e Niger aveva partecipato alla preparazione e a tutte le sessioni del Concilio Vaticano II. Da Paolo VI il 5 marzo 1971 era stato chiamato a Roma, come segretario aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Di questo dicastero era divenuto segretario due anni pi tardi, nel 1973, primo vescovo africano ad assumere incarichi di responsabilit nella Curia. Il 20 dicembre 1975 era stato nominato vice presidente della Pontificia Commissione della Giustizia e della Pace e successivamente ne era divenuto presidente. Il 14 gennaio 1976 era stato nominato anche presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum. Da Papa Montini era stato creato cardinale nel concistoro del 27 giugno 1977 insieme con Joseph Ratzinger, allora arcivescovo di Mnchen und Freising, e i compianti Frantiek Tomek, Giovanni Benelli e Luigi Ciappi. Gantin ricordava spesso le parole di sua madre in quell'occasione: Non dimenticarti mai del lontano e piccolo villaggio dal quale proveniamo. L'8 aprile 1984 era stato nominato prefetto della Congregazione per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina. Il 29 settembre 1986 era stato promosso da Giovanni Paolo II all'ordine dei vescovi, con il titolo della Chiesa suburbicaria di Palestrina. Il 5 giugno 1993, al momento della nomina a decano del Collegio Cardinalizio, assunse secondo la tradizione anche il titolo della Chiesa suburbicaria di Ostia. Membro del consiglio della seconda sezione della Segreteria di Stato, delle Congregazioni per le Chiese Orientali, del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, delle Cause dei Santi, per l'Evangelizzazione dei Popoli, degli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita apostolica, dell'Educazione Cattolica, del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, del Pontificio Consiglio per l'Interpretazione dei Testi Legislativi, Bernardin Gantin era stato anche membro della commissione cardinalizia per i Pontifici santuari di Pompei, di Loreto e di Bari e della commissione cardinalizia di vigilanza dell'Istituto per le Opere di Religione. Il 25 giugno 1998, raggiunto il limite di et, si era dimesso da prefetto della Congregazione per i Vescovi. Il 30 novembre 2002 aveva rinunciato anche al titolo di decano del Collegio Cardinalizio e, il 3 dicembre 2002, era ritornato in Benin, dove aveva continuato tra la sua gente l'opera missionaria iniziata dal giorno dell'ordinazione sacerdotale. Prima di lasciare Roma, aveva celebrato la messa sulla tomba di San Pietro proprio nella festa liturgica di san Francesco Saverio, patrono delle Missioni. Aveva rievocato in quell'occasione il pensiero inciso nella cupola della basilica vaticana, appartenente al grande vescovo africano san Cipriano di Cartagine: Qui una sola fede risplende per il mondo. Qui scaturisce l'unit del sacerdozio.

Benedetto XVI saluta il cardinale Gantin durante l'udienza del 28 aprile 2005

Bernardin Gantin era stato pi volte Legato pontificio e Inviato speciale del Papa in numerosi Paesi del mondo. Era anche membro dell'Accademia reale del Marocco dal 1985 e commendatore della Lgion d'honneur di Francia. Nel corso dell'anno 2005 l'anziano porporato era ritornato a Roma per ben due volte: era presente alle esequie di Giovanni Paolo II e alla elezione di Benedetto XVI. Il 28 aprile era stato ricevuto in udienza dal Papa, il quale durante la visita ad limina dei vescovi del Benin, il 20 settembre 2007, aveva chiesto ai presuli di trasmettere il suo saluto affettuoso al caro cardinale Bernardin Gantin, che non aveva potuto partecipare all'udienza svoltasi a Castel Gandolfo. Era poi ritornato per la solennit dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, partecipando all'apertura della

causa di beatificazione di Papa Wojtya, il 28 giugno, nella basilica di San Giovanni in Laterano, e all'imposizione del pallio al nuovo arcivescovo di Cotonou, monsignor Marcel Honorat Lon Agboton, il 29 giugno nella Basilica Vaticana.

W
L'Em.mo Card. Ivan Dias, Prefetto, con i Superiori e gli Officiali del Dicastero missionario, manifestano il loro sentito cordoglio per la scomparsa dell'Em.mo

CARDINALE BERNARDIN GANTIN


dal 1971 al 1975 Segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, Prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi e Decano emerito del Collegio Cardinalizio.
Nell'esprimere gratitudine al Signore per l'esemplare figura del Porporato e per la sua lungimirante opera a servizio delle missioni Propaganda Fide eleva speciali preghiere dl suffragio per la sua anima.
.

I gruppi presenti all'udienza generale in piazza San Pietro


All'udienza generale di mercoledi 14 maggio 2008, in piazza San Pietro, erano presenti i seguenti gruppi: Da diversi Paesi: Partecipanti al Capitolo Generale delle Suore Cappuccine di Madre Rubatto; Suore dell'Adorazione del Santissimo Sacramento; Membri dell'Ordo Virginum; Partecipanti agli Internazionali di Tennis al Foro Italico di Roma. Dall'Italia: Sacerdoti da Trento, e da Torino; Gruppi di Fedeli dalle Parrocchie: San Martino, in Torreano; Santi Cornelio e Cipriano, in Cerro Maggiore; Santa Maria Regina, in Matassino-Reggello; Cuore Immacolato di Maria, in Vaggio-Reggello; San Michele, in Grassina; Santa Maria a Sc, in Pian di Sc; Sant'Anna, in Roseto degli Abruzzi; San Pietro, in Grotte di Castro; Santa Maria Maggiore, in Cerveteri; Santi Lorenzo e Giovanni Battista, in Formia; Mater Ecclesiae, in Campobasso; Beata Vergine Maria dell'Altomare, in Orta Nova; Stella Maris, in Bari-Palese; Santissimo Redentore, in Ercolano; Santi Martino, Leone e Nicola in Santa Maria a Vico, in Giffoni Valle Piana; San Francesco di Paola, in Scafati; San Marco, in Castellammare di Stabia; Gruppo Donne e Federazione Nazionale Associazioni Italiane; Gruppo FIDAPA dalla Calabria e dalla Campania; Associazione Genitori in cammino, di Ficarolo; Associazione culturale Il Mappamondo, di Vigevano; Associazione Gruppo dei Dodici, di Roma; Associazione nazionale Lavoratori anziani della Fincantieri, di Monfalcone; Societ Hidrogest, di Sotto il Monte Giovanni XXIII; Croce Rossa Italiana, di Torino; Gruppo di animazione Lesionati midollari, di Pozzo di San Giovanni Lupatoto; Casa Famiglia, di Fivizzano; Centro internazionale Villa delle Rose, di Castel Gandolfo; Gruppo AGESCI, di Fuscaldo; Coro voci bianche Garda Trentino, di Riva del Garda; Corale Lorenzo Perosi, di Montale; Gruppi di Studenti: Istituto San Girolamo Emiliani, di Corbetta; Istituto Alessandro Volta, di Aversa; Istituto Turranio, di Concordia Sagittaria; Istituto Giambattista Vico, di Agropoli; Istituto Orestano, di Alia; Istituto Sacro Cuore, di Corigliano Calabro; Istituti comprensivi di Ottati, Roscigno, Sant'Omobono Terme, Invorio, Cazzago San Martino; Scuola Capasso, di Acerra; Scuola Trieste, di Polstena; Scuola media, di Lumezzane; Scuola Municchi Rosano, di Ponte a Elsa; Scuola Maria Ausiliatrice, di Cusano Milanino; Scuola Lemene, di Portogruaro; Scuola Beretta Molla, di Robecco sul Naviglio; Scuola La Giostra, Jolly, Paperopoli, di Andria; Scuola Sacro Cuore, di Pesaro; Scuola Suore Orsoline, di Roma; Circolo didattico Montiani, di Latina; Circolo didattico San Giovanni Bosco, di Biancavilla; Circolo didattico Battisti, di Cerignola; Gruppi di Fedeli da: Isernia, Montecorvino Rovella, Isola delle Femmine, Montefredane, Laterza, Casalba-Macerata Campania, Oria, Nard, Gallipoli. Coppie di Sposi novelli. I polacchi: Dzieci pierwszokomunijne z parafii w. Stanisawa Biskupa i Mczennika w Rzymie; ksia jezuici odbywajcy ostatni etap formacji zakonnej; pielgrzymi z parafii: w. Marii Magdaleny z Sompolna w diecezji wocawskiej, Najwitszego Serca Pana Jezusa z Biaegostoku, Wniebowzicia Najwitszej Maryi Panny z Rojcy w archidiecezji katowickiej, Nawrcenia w. Pawa z Poznania; Duszpasterstwo Polakw z Forli we Woszech; Spoeczne Gimnazjum STO z yrardowa; Pielgrzymka Regionalna Izby Budowlanej z odzi; nauczyciele i uczniowie z Gimnazjum w Gobkach i z Gimnazjum nr 2 w Jale; uczniowie Szkoy Podstawowej nr 1 z agania; uczniowie i pracownicy Zespou Szk z Sulechowa; grupa kolejarzy z Bydgoszczy i Inowrocawia; pracownicy Zakadu Przetwrstwa OwocowoWarzywnego Dawtona z Bonia koo Warszawy; Klub Soroptymistek z Katowic; Biuro Pielgrzymkowo-Turystyczne Caritas z Wocawka; pracownicy Agencji Turystycznej Animator z Czechowic- -Dziedzic wraz z rodzinami; grupy turystyczne: z Poznania, odzi, Opola; pielgrzymi indywidualni. Gruppi di Fedeli da: Romania; Slovacchia; Croazia. De diffrents Pays: Fdration Internationale des Hommes Catholiques. De France: Petites Surs de la Consolation; Ecole Internationale de Formation et d'Evangelisation, de Parayle-Monial; Paroisse St. Andr de l'Europe, de Paris; Collge du Bon Sauveur, de Le Vsinet; Collge St. Joseph, de Sallanches; Lyce St. Bonnet, de Chteauneuf de Galaure. De Espaa: Parroquia de Grandas de Salime; grupo del Movimiento Consolacin de la Parroquia de Ntra. Seora de las Nieves, de Madrid; Colegio San Jos de Cluny, de Madrid. De Mxico: Grupo de peregrinos de Celaya, Guanajuato. De Per: grupo de peregrinos. De Costa Rica: Parroquia Nuestra Seora del Carmen, de Cartago. Do Brasil: grupos de visitantes. Peregrinos brasileiros da diocese de Castanhal. From England: Pilgrims from the parish of the Sacred Heart and St Bernadette, Carlton, Nottingham; Pilgrims from Our Lady of the Visitation Parish, Greenford, Westminster. From Ireland: Pilgrims from the Franciscan Friary, Clonmel, County Tipperary. From Japan: A group of pilgrims from Sapporo. From the Philippines: Pilgrims from St Dominic Savio Parish, Mandaluyong City. From Trinidad and Tobago: Pilgrims from St Finbar's Parish, Port of Spain. From the United States of America: Pilgrims from the Archdiocese of Miami, led by the Auxiliary Bishop Emeritus; Pilgrims from the following parishes: Holy Trinity, Columbia, Mississippi; St Joseph, Hanover, Pennsylvania; St Norbert, De Pere, Wisconsin; Students and faculty from St Leo University, Tampa, Florida. Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppen aus den Pfarrgemeinden Heilig Kreuz, Aachen; St. Georg, Aalen-Hofen; St. Elisabeth, Augsburg; Pfarreiengemeinschaft Bayerdilling; Heilig Kreuz, Bayreuth; St. Josef, Berlin; St. Joseph, Berlin; Christus Knig, Brackenheim; Pfarreiengemeinschaft Dirlewang; Heilig Kreuz, Donauwrth; Mari Himmelfahrt, Donauwrth; St. Martin, Eggolsheim; St. Vitus, Ellwangen; St. Peter und Paul, Erlenbach; St. Laurentius, Eschenbach; Pfarreiengemeinschaft Euenheim; St. Peter und Paul, Flrsheim-Dalsheim; Heilige Dreifaltigkeit, Frth-Stadeln; Seelsorgeeinheit Hausach Hornberg; Seelsorgeeinheit Hockenheim; St. Pius, Ingolstadt (aus Anla des 50jhrigen Kirchweihjubilums); St. Bonifatius, St. Peter und Paul und Herz Jesu, Karlsruhe; Herz Jesu, Kiel; St. Nikolaus, Kleinwenkheim; St. Michael, Knigstein; Mari Himmelfahrt, Krummennaab; St. Vinzenz von Paul, Landshut; Pfarreiengemeinschaft Leidersbach; St. Konrad, Lorch; St. Nikolaus, Mitteleschenbach; St. Christian, Mnchen; St. Helena, Mnchen; St. Josef, Mnchen; Pfarrei der Benediktinerabtei Neresheim; St. Severin, Neuhaus am Inn; Pfarrverband Neuhaus und Frstenzell; St. Willibald, Neumarkt in der Oberpfalz; St. Stefan, Nrnberg; Pfarreiengemeinschaft Obergriesbach; St. Johannes, Ottersweier; St. Margaretha, Pettendorf; Maria Geburt, Piding; St. Wolfgang, Regensburg; Pfarrverband Rohrdorf; St. Meinolf, Schning; St. Kilian, Schweinfurt; St. Leonhard, Stettbach; St. Laurentius, Waldbreitbach; Seelsorgeeinheit Walldorf St. Leon-Rot; Pfarreiengemeinschaft Wallerstein; St. Johannes, Warthausen, zusammen mit dem Jugendchor Tonica; St. Konrad, Weiden in der Oberpfalz; Pfarreienverbund Weienburg; Heilig Kreuz, Wiesloch; St. Peter und St. Martin, Worms; Pfarrverband Zwiesel-Ludwigsthal; Pilgergruppen aus dem Erzbistum Freiburg; Erzbistum Kln; Bistum Mnster; Erzbistum Paderborn; Bistum Trier; Pilgergruppen aus Amberg; Augsburg; Bad Godesberg; Burgoberbach; Burladingen; Deckenpfronn; Dielheim-Balzfeld; Eggersdorf; Eschbronn; Friedrichshafen; Geltendorf; Heideck; Herxheim; Kirchschnbach; Kuhbach; Melle; Mnchen; Neuendettelsau und Sachsen-Lichtenau; aus dem Oldenburger Mnsterland; Paderborn; Passau; Plietzhausen; Pforzheim; Pocking; Riekofen; Rdermark Ober-Roden; Rohr; Rottweil; Schweinfurt; Schweisdorf; Steinberg; Wallersdorf; Weinstadt-Endersbach; Wittibreut-Ulbering; Wuppertal-Barmen und Dsseldorf-Gerresheim; Wrzburg; Zandt; Prsidententagung der Fderation der Katholischen Familienverbnde in Europa; Katholische Landvolkbewegung in der Dizese Augsburg; Ehejubilare aus der Pfarrei Batzhausen; Kantorei der Marktkirche Poppenbttel, Hamburg; Waldstadtchor St. Hedwig, Karlsruhe; Kirchenchor St. Anton, Kempten; Priester des Weihekurses 1968 aus dem Erzbistum Mnchen und Freising; Studierende und Mitglieder des Skularinstituts Cruzadas de Santa Maria, Mnchen; Capitolinenvereinigung Zollern, Mnster; Kirchenchor St. Jakobus, dsbach; Ehepaare aus dem Erzbistum Paderborn, die ihr Ehejubilum feiern; Mitarbeiter der Stiftung Regensburger Domspatzen, Regensburg; Kolpingwerk der Dizese Regensburg; kumenische Pilgergruppe aus Remseck am Neckar; Kolpingfamilie Salem; Katholischer Frauenbund, Tiefenbach-Haselbach; Kirchenchor Wegscheid, zusammen mit dem Mnnergesangverein; Kirchenchor Weisenbach; Kirchenchor Weiden; Kirchenchor St. Erasmus, Wernau; Schtzenbruderschaft St. Sebastianus, Willich-Schiefbahn; CDU Landtagsfraktion im Landtag von BadenWrttemberg; Hochschule Darmstadt; Bundespolizei, Deggendorf; Bayerischer Lehrerverband, Gaimersheim; Studienreisegruppe aus Karlsruhe; Ludwig-Sebus-Fan-Club, Kln; Trachtentanzgruppe, Oschersleben; Spielvereinigung Regensburg; Reisegruppe aus dem Groraum Stuttgart; Gesangverein Liederkranz Dreiburgenland, Tittling; Rotary Club Stiftland, Waldsassen; Ministrantenwallfahrt der Dizese Eichsttt; Ministranten- und Jugendgruppen aus den Pfarreien: Pfarrverband Anger-Aufham; St. Elisabeth, Augsburg; Herz Jesu, Bad Feilnbach, und St. Michael, Litzldorf; St. Paul und St. Katharina, Esslingen; St. Martinus, Heilbronn; Dekanat Hof; Pfarreiengemeinschaft Knigsbrunn; St. Michael, Krefeld; St. Lambert, Lambertsneukirchen; Frieden Christi, Mnchen; St. Peter und Paul, Pchersreuth; Rott am Inn; Stotzard; St. Hedwig und St. Ulrich, Stuttgart; St. Martin, Unterwssen; Maria Waldrast, Weiden in der Oberpfalz; Schler aus dem Paulusheim, Bruchsal; Abendgymnasium, Kiel; Knabenschule St. Peter und Paul, Neuhausen. Aus der Republik sterreich: Pilger aus den Pfarren St. Nikolaus, Ischgl; Vils in Tirol; Pilgergruppe aus Flachau; Brgermeisterkapelle des Bezirkes Schwaz.

W
Il Pontificio Consiglio Cor Unum saluta con pia mestizia l'annuncio della dipartita del compianto

CARDINALE BERNARDIN GANTIN


Presidente emerito di Cor Unum
e, mentre si unisce al coro di preghiere di suffragio per l'anima diletta, affida la propria profonda riconoscenza verso di lui al Signore della vita, perch lo accolga nel novero dei Santi che hanno testimoniato il Suo Amore specialmente presso i pi bisognosi. Citt del Vaticano, 14 maggio 2008
.

W
Il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace si unisce al dolore dei familiari e degli amici per la morte di

Sua Eminenza

CARDINALE BERNARDIN GANTIN


gi Presidente del Pontificio Consiglio dal 1977 al 1984
Con cristiana speranza innalza al Signore un inno di ringraziamento per il dono della Sua vita di Pastore spesa testimoniando il Vangelo della giustizia e della pace.
.

W
L'Istituto per Le Opere di Religione partecipa con profondo dolore alla scomparsa di

Sua Eminenza Reverendissima

CARDINALE BERNARDIN GANTIN


gi Presidente della Commissione Cardinalizia di Vigilanza, dal 1990 al 1994
e nel ricordarne il generoso impegno al servizio della Chiesa, eleva al Signore una preghiera di suffragio. Dal Vaticano, 14 maggio 2008
.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
Il saluto di Benedetto XVI a un gruppo di fedeli slovacchi

gioved 15 maggio 2008

Con lo Spirito Santo diventiamo testimoni coraggiosi della fede


La festa liturgica dell'apostolo Mattia annoverato tra i Dodici per rendere testimonianza della risurrezione di Cristo stata ricordata dal Papa al termine dell'udienza generale di mercoled 14 maggio. Dopo la catechesi che pubblichiamo in prima pagina insieme con l'appello per il popolo cinese colpito dal terremoto, pronunciato al termine dell'incontro Benedetto XVI ha salutato nelle varie lingue i gruppi di fedeli presenti in piazza San Pietro. In particolare ai pellegrini giunti dalla Slovacchia il Pontefice ha ricordato la recente solennit di Pentecoste, chiedendo loro di pregare Dio affinch mandi i doni del suo Spirito per poter essere testimoni coraggiosi della fede cristiana.

Il cardinale Bertone: i cristiani in politica al servizio del bene comune


Mettersi al servizio del bene comune, adoperarsi per una societ in cui i valori umani e morali siano pienamente riconosciuti, andare controcorrente rispetto al pensiero dominante, che a volte appare distante da Cristo e impenetrabile al suo Vangelo. questo il profilo del cristiano impegnato in politica tracciato dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, durante la messa con i rappresentanti di gruppi e associazioni legati alla rettoria di Sant'Ivo alla Sapienza. Nel pomeriggio di marted 13 maggio, festa della beata vergine Maria di Fatima, il porporato ha celebrato alla presenza di una ventina di parlamentari italiani, proprio nei giorni in cui la nuova legislatura muove i primi passi. Appare sempre pi urgente per i cristiani ha detto il dovere di prendersi cura della cosa pubblica in un momento in cui si va diffondendo un pernicioso relativismo culturale, che diventa relativismo morale, nocivo per la vita democratica la quale ha bisogno di fondamenti solidi, cio di principi etici non negoziabili. Il cardinale Bertone ha spiegato che fare politica comporta mettersi al servizio del bene comune, garantendo l'ordine pubblico e la pace, la difesa della libert e dell'uguaglianza, il rispetto della vita umana e dell'ambiente, la tutela della giustizia e della solidariet. Per il segretario di Stato avversando il male che si manifesta in mille forme e modi il discepolo di Cristo chiamato a un'opera umile e coscienziosa, seria e coerente, saggia e illuminata. Fare politica deve significare non avere il cuore indurito, non chiudere gli occhi e le orecchie ai segni dei tempi, non ricercare unicamente il proprio tornaconto ma, al contrario, mettersi al servizio degli altri, per una societ dove ogni persona sia rispettata e valorizzata, e dove regni la giustizia. La celebrazione stata promossa dalla rettoria di Sant'Ivo, che si contraddistingue per la presenza di vari gruppi universitari come l'Opera Regina Apostolorum che celebra i 75 anni , il Centro culturale universitario Paolo VI che attraverso le iniziative del Maggio santivese 2008 conclude le celebrazioni del decennale e il gruppo romano del Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic). Con loro i membri dell'associazione interparlamentare Cultori dell'etica. Insieme con il porporato hanno concelebrato, tra gli altri, l'arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, e monsignor Agostino De Angelis, rettore di Sant'Ivo alla Sapienza. A tutti il segretario di Stato ha riproposto l'illuminante insegnamento di Benedetto XVI e la Nota circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, pubblicata il 16 gennaio 2003 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Ha anche offerto due patroni: uno per i politici e uno per gli universitari. Per i primi san Tommaso Moro, insigne statista e coraggioso discepolo di Cristo, il cui esempio insegna che governare anzitutto esercizio di virt. Per i secondi il servo di Dio Paolo VI, che proprio a Sant'Ivo da giovane sacerdote si speso nella formazione cristiana e culturale delle giovani generazioni.

Chers frres et surs, Je suis heureux de vous accueillir chers plerins francophones, en particulier les jeunes des collges du Vsinet et de Sallanches, du Lyce de Chteauneuf de Galaure et de l'Ecole d'vanglisation de Paray-leMonial. Que le don de l'Esprit Saint fasse de vous les messagers, pleins de joie, de la Bonne Nouvelle du salut. Avec ma Bndiction apostolique. Dear Brothers and Sisters, I welcome all the English-speaking visitors present today, including the groups from England, Ireland, Japan, the Philippines, Trinidad and Tobago, and the United States of America. May your visit to Rome be a time of deep spiritual renewal. Upon all of you I invoke God's abundant blessings of joy and peace. Liebe Brder und Schwestern! Mit Freude gre ich alle Pilger und Besucher aus allen Lndern deutscher Sprache. Gott so verstehen wir von Pseudo-Dionysius her ist nicht bloer Name oder Begriff, sondern eine Person, die Ursprung und Ziel allen Lebens ist. Reinigen wir unser Herz, um in diese lebendige Beziehung mit Gott eintreten zu knnen und dann Boten seiner Liebe zu werden. Ich freue mich ber die vielen, die aus allen Teilen Deutschlands heute un-

ter uns sind, und gre sie ganz herzlich, wnsche ihnen gesegnete Zeit in Rom und Gottes Segen auf allen ihren Wegen. Queridos hermanos y hermanas: Saludo cordialmente a los visitantes de lengua espaola. En particular, a los peregrinos y grupos parroquiales venidos de Costa Rica, Espaa, Mxico, Per y de otros pases latinoamericanos. Que la visita a las tumbas de los Apstoles acreciente en vosotros los deseos de conocer ms a Cristo y renueve vuestros propsitos de llevar una vida cristiana cada vez ms coherente y generosa. Que Dios os bendiga. Amados Irmos e Irms, Sado os peregrinos de lngua portuguesa, especialmente com um cordial abrao ao numeroso grupo de visitantes provindos do Brasil. Desejo a todos felicidades, paz e graa no Senhor! Fao votos de que a luz de Cristo ilumine sempre a vossa f para que tenham uma vida digna, crist e repleta de alegrias. Recebam a Bno do Todo-Poderoso que, de bom grado, estendo aos vossos familiares e amigos. Pozdrawiam pielgrzymw z Polski, a szczeglnie dzieci, ktre po raz pierwszy przystpiy do Komunii w. Drogie dzieci, niech Pan Je-

zus zawsze mieszka w waszych sercach, aby byy pene Boej mioci. Niech Jego obecno uwica was i wasze rodziny. Serdecznie wam bogosawi. Saluto i pellegrini provenienti dalla Polonia, e in particolare i bambini che per la prima volta ricevono la Santa Comunione. Cari bambini, il Signore Ges abiti sempre nei vostri cuori, affinch siano colmi dell'amore di Dio. La Sua presenza santifichi voi e le vostre famiglie. Vi benedico di cuore. Adresez un clduros salut pelerinilor romni, n mod particular Seminarului Greco-Catolic din Cluj. Asigurndu-v pe voi i pe toi conaionalii votri c v port n rugciunile mele, invoc asupra fiecrui dintre voi Binecuvntarea mea Apostolic. Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini rumeni, in particolare al Seminario Greco-Cattolico di Cluj. Mentre assicuro per voi e per tutti i vostri connazionali un ricordo nella preghiera, invoco su ciascuno la mia Benedizione. Zo srdca pozdravujem iakov a pedaggov Zkladnej koly Jna Pavla Druhho z Bratislavy-Vajnor. Bratia a sestry, minul nedeu

sme slvili sviatok Zoslania Ducha Svtho na apotolov. Prosme Boha o zoslanie darov jeho Ducha, aby sme odvne svedili o svojej kresanskej viere. S lskou ehnm vs i vaich drahch. Pochvlen bu Jei Kristus! Di cuore saluto gli allievi e insegnanti della Scuola elementare Giovanni Paolo II di Bratislava Vajnory. Fratelli e sorelle, domenica scorsa abbiamo celebrato la Solennit della Pentecoste. Preghiamo Dio che mandi i doni del suo Spirito perch possiamo divenire testimoni coraggiosi della nostra fede cristiana. Con affetto benedico voi ed i vostri cari. Sia lodato Ges Cristo! Od srca pozdravljam sve hrvatske hodoasnike, a osobito krizmanike iz Hrvatske Katolike Misije u Mnchenu te visoke dunosnike Ministarstva obrane Republike Hrvatske. Neka Kristova blizina i mir budu sigurnost i radost vaih ivota. Hvaljen Isus i Marija! Saluto di cuore i pellegrini croati, particolarmente i cresimandi della Missione Cattolica Croata di Mn-

chen e gli alti ufficiali del Ministero della Difesa della Repubblica di Croazia. La vicinanza e la pace di Cristo siano sicurezza e gioia per le vostre vite. Siano lodati Ges e Maria! Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto le Suore Cappuccine di Madre Rubatto, che partecipano al loro Capitolo generale e le incoraggio a continuare nell'impegno di adesione a Cristo, testimoniando coraggiosamente il Vangelo secondo il carisma della venerata Fondatrice. Saluto con affetto i sacerdoti provenienti da Trento e da Torino ed assicuro la mia preghiera affinch il loro ministero, sostenuto dalla grazia di Dio, sia sempre pi fecondo. Mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. La Liturgia odierna ricorda l'Apostolo Mattia, annoverato tra i Dodici per rendere testimonianza della risurrezione del Signore. Il suo esempio sostenga voi, cari giovani, nella costante ricerca di Cristo; incoraggi voi, cari malati, ad offrire le vostre sofferenze affinch il Regno di Dio si diffonda in tutto il mondo; ed aiuti voi, cari sposi novelli, ad essere testimoni dell'amore di Cristo nella vostra famiglia.

Il Papa saluta l'arcivescovo Salvatore Pennacchio, delegato apostolico in Myanmar

Radio Vaticana: nuovo procedimento per le emissioni elettromagnetiche


La terza sezione penale della Corte di Cassazione italiana ha accolto marted 13 maggio il ricorso presentato dalla Procura Generale della Repubblica e dalle parti civili contro la sentenza della Corte di Appello di Roma del 4 giugno 2007 che aveva assolto in secondo grado alcuni dirigenti della Radio Vaticana dal reato di getto pericoloso di cose, in conseguenza delle emissioni elettromagnetiche del Centro trasmittente di Santa Maria di Galeria. Lo rende noto la direzione dell'emittente in un comunicato in cui si afferma che nell'accogliere il ricorso la Suprema Corte ha annullato la sentenza impugnata e ha disposto il rinvio del procedimento ad altra sezione della Corte di Appello. La sentenza del giugno scorso aveva infatti stabilito che gli asseriti disturbi e le presunte molestie nei confronti di una parte della popolazione residente a Cesano, in relazione alle emissioni elettromagnetiche, non potevano far sorgere una responsabilit penale dei dirigenti della Radio Vaticana, poich il fatto oggetto di contestazione non era previsto dalla legge come reato. Rimandando a una valutazione pi approfondita della decisione della Suprema Corte al momento della pubblicazione delle motivazioni della sentenza, la direzione della Radio esprime rincrescimento per la decisione, che si inserisce all'interno di una vicenda processale lunga e tormentata e che ha visto l'emittente oggetto di accuse ingiuste. La Radio Vaticana si propone comunque di far valere le proprie ragioni nelle prossime fasi del giudizio. Vale la pena ricordare come spiegato molte volte in questi anni anche in sede processuale che la Radio Vaticana ha sempre svolto la propria attivit nel quadro degli accordi internazionali esistenti con l'Italia relativi al Centro trasmittente di Santa Maria di Galeria e che si sempre attenuta alle raccomandazioni internazionali in materia di emissioni elettromagnetiche, anche prima dell'esistenza di normative italiane. Dal 2001, poi, in seguito all'accordo con il Governo italiano, essa rispetta attentamente i limiti previsti dalla sopravvenuta legislazione italiana, come dimostrano le misurazioni svolte dalle istituzioni pubbliche italiane pi competenti e attrezzate in materia. Essendo tale normativa conclude il comunicato assai restrittiva, non vi alcun motivo giustificato di preoccupazione da parte della popolazione, con la quale sempre stato desiderio della Radio Vaticana coltivare un rapporto di dialogo e collaborazione.

I lavori della plenaria del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti

femminile il nuovo volto della migrazione


L'Europa deve fare i conti anche con i diversi volti che assume la famiglia coinvolta nel fenomeno migratorio. La mobilit umana ha infatti favorito il costituirsi di diversi modelli di famiglia. Generalmente si tratta di nuclei provenienti da societ tradizionali, che del matrimonio hanno un concetto caratterizzato per lo pi dalla dottrina cristiana, dall'islam o da altre dottrine. Ma arrivano in Europa in un momento in cui la societ si trova in piena discussione per ci che riguarda le unioni. Sta di fatto dice padre Hans Vcking, segretario della commissione per le migrazioni del Consiglio delle conferenze episcopali europee, intervenendo alla plenaria del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti che oggi dobbiamo confrontarci con diverse forme di unione di coppie: sacramentali, civili, libere, di fatto, omosessuali; e come se non bastasse anche con diverse forme di matrimoni: forzati, combinati, bianchi, di convenienza, di complicit, di interessi e addirittura con matrimoni poligamici. Per non parlare poi di coniugi di due nazioni diverse, di famiglie interreligiose, interculturali. Indubbiamente, ha sottolineato padre Hans, il flusso migratorio ha modificato e sta ancora modificando la societ europea che diventata essa stessa interculturale e interreligiosa. Un fenomeno inevitabile visto che l'Europa da un pezzo ormai ha smesso di essere un continente d'emigrazione per diventare un continente d'immigrazione. E questa inversione ha coinvolto in modo incredibile la famiglia. Non a caso la plenaria del Pontificio Consiglio in corso in questi giorni a Roma dedicata proprio alla riflessione sulla famiglia itinerante e migrante. Nel suo intervento di marted pomeriggio padre Hans ha fornito un quadro estremamente interessante della situazione, accompagnandolo con l'esposizione di alcuni dati indicativi dei cambiamenti che avvengono non solo nella considerazione del nucleo familiare ma anche e soprattutto sulla tipologia del nuovo migrante. Padre Hans non ha mancato di rilevare le enormi difficolt nel quantificare il flusso migratorio e dunque nel dare una fisionomia precisa all'effettiva composizione del popolo migrante: registri, schedari, permessi di soggiorno, inchieste, statistiche e quant'altro si sono in realt rivelate sino a oggi insufficienti. Tuttavia un dato sembra essere emergente e perfettamente riscontrabile: sta aumentando progressivamente la componente femminile del popolo in mobilit. Un fenomeno evidente soprattutto in questi ultimi anni. Secondo padre Hans siamo ormai a un cinquanta per cento dell'intero popolo migrante. Inizialmente il fenomeno era dovuto al ricongiungimento dei nuclei familiari: mogli e figli raggiungevano gli uomini gi da tempo insediati in altri Stati. Oggi la femminizzazione si presenta come un elemento nuovo, intanto perch la maggior parte delle volte si tratta di donne che tentano la strada della migrazione da sole. Citando una ricerca del Centro Nazionale delle Ricerche di Parigi il relatore indica come motivi di fondo fattori d'attrazione dei Paesi d'accoglienza, aumento della povert soprattutto nell'est europeo, in Asia e nell'America Latina da cui provengono la maggior parte delle donne, mancanza di aspettative nei paesi d'origine senza considerare l'attivit di gente senza scrupoli che d vita con inganni e raggiri vari, al turpe mercato della prostituzione. Sta di fatto che questo nuovo volto della migrazione provoca secondo padre Hans una trasformazione nei comportamenti, spesso legata a difficolt di inserimento di personalit fragili ed esposte come possono esserle donne sole che devono affrontare una realt cos diversa da quella d'origine. qui che deve entrare in gioco la responsabilit degli stati: Di fronte alle sfide poste dalla femminizzazione della migrazione sostiene il relatore la societ deve intraprendere azioni concrete per la protezione dei migranti contro ogni forma di violenza. Dal canto suo alla Chiesa spetta in particolare difendere la dignit e i diritti delle persone, mettendo la propria voce a disposizione di quanti ne sono privi. Occorre favorire ha concluso padre Hans il nascere di una vera coscienza ecclesiale di tutti i membri della Chiesa. La cattolicit si manifesta non solo con la comunione fraterna dei battezzati, ma si esprime anche nell'accoglienza dello straniero, nell'ospitalit, nel rifiuto di ogni discriminazione razziale e nel riconoscimento della dignit di ciascuno con l'impegno a promuoverne i diritti inalienabili e la loro difesa. L'argomento stato approfondito poi nei numerosi interventi che si sono susseguiti durante i lavori pomeridiani e di questa mattina, mercoled 14. La conclusione della plenaria prevista per gioved 15 mattina.

Romulo T. de la Cruz Vescovo di Kidapawan (Filippine)


La nomina di oggi (cfr Nostre Informazioni a pagina 1) riguarda la diocesi di Kidapawan (Filippine), affidata a Romulo T. de la Cruz. Nato a Balasan, Iloilo, nell'arcidiocesi di Jaro (Filippine), il 24 giugno 1947, ha svolto gli studi secondari a Cotabato e quelli filosofici e teologici a Davao City. Ha compiuto poi ulteriori studi a Quezon City e negli Stati Uniti d'America. stato ordinato sacerdote per l'arcidiocesi di Cotabato l'8 dicembre 1972. Dopo alcuni anni come parroco a Tacurong, Sultan Kudarat, stato dal 1976 al 1983 rettore del Notre Dame archdiocesan seminary di Cotabato. Successivamente diventato vicario generale dell'arcidiocesi di Cotabato. Eletto il 17 dicembre 1987 vescovo coadiutore di Isabela, ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 16 marzo 1988. poi diventato ordinario il 28 gennaio 1989. L'8 gennaio 2001 stato trasferito come coadiutore a San Jose de Antigue, divenendone ordinario il 16 marzo 2002.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 114 (44.854)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
venerd 16 maggio 2008

Citt del Vaticano

Benedetto XVI alla plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

Su proposta del capo dell'esercito, generale Michel Suleiman

Anche la famiglia che emigra va difesa con coraggio


La famiglia, da difendere sempre con coraggio e pazienza, un fattore di integrazione per i migranti e gli itineranti: lo ha detto Benedetto XVI ricevendo in udienza, nella mattina di gioved 15 maggio, nella Sala del Concistoro, i partecipanti alla Sessione plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Invitando all'accoglienza e al dialogo il Papa ha affermato che la mobilit umana una frontiera per l'evangelizzazione.

Il Governo libanese revoca le misure contro Hezbollah


BEIRUT, 15. Per preservare la pace civile il Governo libanese ha revocato ieri i provvedimenti all'origine della recente ondata di violenze che ha segnato il Paese. La decisione stata presa su proposta del generale Suleiman, come ha reso noto il ministro dellinformazione Ghazi Ardi, per facilitare la missione di mediazione politica avviata da una delegazione della Lega Araba e per preservare lunit nazionale e la sicurezza dei cittadini. Le misure concernevano la chiusura della rete telefonica a fibre ottiche gestita da Hezbollah e la rimozione del capo della sicurezza dell'aeroporto internazionale della capitale, il generale Wafiq Shuqeir, uomo considerato vicino al movimento sciita. Nelle strade di Beirut, la notizia stata immediatamente accolta con lunghe e ripetute raffiche di mitra in segno di giubilo da parte degli attivisti dellopposizione guidata da Hezbollah. La svolta stata annunciata in serata al termine di una riunione del Governo, alcune ore dopo larrivo di una delegazione della Lega araba guidata dal premier del Qatar, Hamad Bin Jasem Al Thani. Da oltre diciotto mesi maggioranza e opposizione sono muro contro muro. Da una parte, Hezbollah e i suoi alleati chiedono le dimissioni del Governo del premier sunnita Fouad Siniora per lasciare il posto a un Esecutivo di unit nazionale nel quale lopposizione abbia un numero di ministri tale da consentirgli di esercitare un potere di veto. Ma non solo. Hezbollah chiede anche una nuova legge elettorale e, come terzo ed ultimo punto, lelezione di un presidente della Repubblica di consenso. Al momento, un candidato comune c', Michel Suleiman, ma le precondizioni ne impediscono lelezione e da settembre il Paese senza capo dello Stato. I provvedimenti annunciati la settimana scorsa hanno innescato la violenta reazione dei seguaci sciiti dellopposizione, che hanno dato lassalto ai quartieri sunniti di Beirut Ovest, prendendone il controllo dopo una battaglia durata oltre dodici ore. I combattimenti si sono poi allargati anche nella regione del porto settentrionale di Tripoli e sulle montagne delle regioni druse a Est della capitale, con un bilancio di oltre sessanta morti e duecento feriti. La situazione si infine stabilizzata quando lesercito, su sollecitazione del premier Siniora, ha preso il controllo della situazione sospendendo i due controversi provvedimenti governativi e dicendosi pronto a usare la forza, se necessario, per imporre ordine. Da luned, dicono gli osservatori, non si spara pi ma le barricate innalzate sulle principali arterie stradali restano ancora al loro posto, mentre rimangono chiusi laeroporto e il porto della capitale. Secondo varie fonti, ora, in cambio della revoca delle decisioni, lopposizione dovrebbe rimuoverle, mentre i filogovernativi hanno a loro volta gi riaperto la strada che conduce al confine con la Siria nella valle orientale della Bekaa. Ieri il Consiglio di Sicurezza dellOnu ha annunciato che aspetter una comunicazione ufficiale sui risultati della mediazione della Lega araba prima di discutere formalmente della situazione.

Signori Cardinali, venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle! Sono lieto di accogliervi in occasione della Sessione Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Saluto in particolare il Presidente, il Signor Cardinale Renato Raffaele Martino, che ringrazio per le parole con cui ha introdotto il nostro incontro, illustrando le varie sfaccettature dell'interessante tema che avete affrontato in questi giorni. Saluto pure il Segretario, l'Arcivescovo Agostino Marchetto, Mons. Sotto-Segretario, gli Officiali e gli Esperti, i Membri e i Consultori. Rivolgo a tutti un cordiale pensiero di gratitudine per il lavoro compiuto e per l'impegno profuso a concretizzare quanto discusso e intravisto in questi giorni per il bene di tutte le famiglie. Durante la recente visita negli Stati Uniti d'America, ho avuto modo di incoraggiare quel grande Paese a continuare nel suo impegno di accoglienza verso quei fratelli e sorelle che l giungono venendo, in genere, da Paesi poveri. Ho segna-

Benedetto XVI alle partecipanti alla riunione internazionale dell'Ordo virginum

Scelta inutile per il mondo ma luminosa agli occhi della fede


La consacrazione verginale un carisma tanto luminoso e fecondo agli occhi della fede, quanto oscuro e inutile a quelli del mondo. Lo ha affermato Benedetto XVI rivolgendosi alle cinquecento partecipanti al congresso-pellegrinaggio internazionale dell'Ordo virginum, ricevute in udienza nella mattina di gioved 15 maggio, nella Sala Clementina.
PAGINA 7

lato in particolare il grave problema del ricongiungimento familiare, tema che avevo gi affrontato nel Messaggio per la 93a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, dedicato proprio al tema della famiglia migrante. Mi qui caro ricordare che in pi circostanze ho presentato l'icona della Sacra Famiglia come modello delle famiglie migranti, riferendomi all'immagine proposta dal mio venerato Predecessore, il Papa Pio XII, nella Costituzione apostolica Exsul Familia, che costituisce la magna charta della pastorale migratoria (cfr AAS 44, 1952, p. 649). Inoltre, nei Messaggi degli anni 1980, 1986 e 1993, il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II ha inteso sottolineare l'impegno ecclesiale a favore non solo della persona migrante, ma anche della sua famiglia, comunit d'amore e fattore di integrazione. Innanzitutto mi piace riaffermare che la sollecitudine della Chiesa verso la famiglia migrante nulla toglie all'interesse pastorale per quella in mobilit. Anzi, questo impegno a mantenere un'unit di visione e di azione fra le due ali (migrazione e itineranza) della mobilit umana pu aiutare a comprendere la vastit del fenomeno ed essere, al tempo stesso, di stimolo a tutti per una specifica pastorale, incoraggiata dai Sommi Pontefici e auspicata dal Concilio Ecumenico Vaticano II (cfr Christus Dominus, 18) e adeguatamente sostenuta da documenti elaborati dal vostro Pontificio Consiglio, come anche da Congressi e Riunioni. Non bisogna dimenticare che la famiglia, anche quella migrante e itinerante, costituisce la cellula originaria della societ, da non distruggere, ma da difendere con coraggio e pazienza. Essa rappresenta la comunit nella quale fin dall'infanzia si formati ad adorare e amare Dio, apprendendo la grammatica dei valori umani e morali e imparando a fare buon uso della libert nella verit. Purtroppo in non poche situazioni questo avviene con difficolt, specialmente nel caso di chi investito dal fenomeno della mobilit umana. Inoltre, nella sua azione di accoglienza e di dialogo con i migranti e gli itineranti, la comunit cristiana ha, come punto di riferimento costante, la persona di Cristo nostro Signore. Egli ha lasciato ai suoi discepoli una regola d'oro secondo cui impostare la propria vita: il comandamento nuovo dell'amore. L'amore che ha vissuto, fino alla morte e alla morte di croce, Cristo continua a trasmetterlo alla Chiesa, mediante il Vangelo e i Sacramenti,

specialmente la Santissima Eucaristia. molto significativo, a questo proposito, che la Liturgia preveda la celebrazione del Sacramento del Matrimonio nel cuore della Celebrazione eucaristica. con ci segnalato il profondo legame che unisce i due Sacramenti. Gli sposi nella loro vita quotidiana devono ispirare il loro comportamento all'esempio di Cristo che ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei (Ef 5, 25): tale supremo gesto d'amore viene ripresentato in ogni Celebrazione eucaristica. Opportunamente, pertanto, la pastorale familiare si rifar a questo dato sacramentale come a suo riferimento di fondamentale importanza. Chi va a Messa e bisogna facilitarne la celebrazione anche per i migranti e gli itineranti trova nell'Eucaristia un fortissimo rimando alla propria famiglia, al proprio matrimonio, ed incoraggiato a vivere la propria situazione in prospettiva di fede, cercando nella grazia divina la forza necessaria per riuscirvi. A nessuno sfugge, infine, che la mobilit umana rappresenta, nell'attuale mondo globalizzato, una frontiera importante per la nuova evangelizzazione. Vi incoraggio perci a proseguire nel vostro impegno pastorale con rinnovato zelo, mentre, da parte mia, vi assicuro la mia vicinanza spirituale. Vi accompagno con la preghiera, perch lo Spirito Santo renda proficua ogni vostra iniziativa. Invoco, a tal fine, la materna protezione di Maria Santissima, Nostra Signora del Cammino, perch aiuti ogni uomo

e ogni donna a conoscere il suo Figlio Ges Cristo e a ricevere da Lui il dono della salvezza. Con questo auspicio, di cuore imparto la Benedizione Apostolica a voi e alle persone che vi sono care, nonch a tutti i migranti e gli itineranti nel vasto mondo e alle loro famiglie.

Timori anche per possibili epidemie di colera e di tifo

Nella Cina del terremoto fanno paura le dighe


PECHINO, 15. Mentre i soccorritori sono riusciti ad estrarre vivi dalle macerie centoventitr superstiti del terremoto che luned scorso ha colpito la Cina sud-occidentale, in particolare la provincia del Sichuan, il timore maggiore ora l'insorgere di epidemie. A causa della mancanza di medicine e delle generali cattive condizioni igieniche nelle zone interessate dalla scossa tellurica (di magnitudo 7,9 sulla scala Richter), migliaia di persone rischiano di morire di colera e di tifo. Inoltre, nelle zone pi colpite dal sisma sono seriamente in pericolo le dighe e i bacini idrici. La notizia stata confermata dal ministero cinese per le Risorse idriche. Lallarme per la stabilit delle dighe era stato lanciato subito dopo il terremoto, ma nelle ultime ore sembrava rientrato. Il ministero ha invece affermato che attualmente sussistono gravi problemi di sicurezza e di prevenzione di inondazioni nei bacini artificiali, nelle centrali idroelettriche e nelle dighe della regione del Sichuan. Anche largine naturale di un lago formatosi a causa dei detriti e delle frane che hanno ostruito il corso del fiume Qianjiang sta mostrando segni di cedimento e ieri i soccorritori che erano accorsi sul luogo per cercare dei sopravvissuti sono stati costretti a fare marcia indietro quando il livello dellacqua cresciuto ad un livello minaccioso. Migliaia di persone che vivono nei pressi del lago sono state fatte sgomberare. Il Governo cinese ha autorizzato oggi un gruppo di esperti giapponesi in emergenze a raggiungere la regione occidentale del Sichuan devastata dal terremoto per partecipare alle operazioni di aiuto. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang, in un comunicato ufficiale. Si tratta della prima squadra di specialisti stranieri a cui il Governo di Pechino ha aperto la porta. Subito dopo il sisma, la Cina aveva ringraziato la Comunit internazionale per gli aiuti umanitari, precisando per che le condizioni sul terreno non erano ancora favorevoli alla presenza di volontari stranieri. E stamane, a tre giorni dal sisma, il peggiore negli ultimi trenta anni in Cina, che ha provocato finora oltre 19.500 morti ed un numero sempre pi crescente di feriti, forti scosse di assestamento si sono avvertite nella contea di Wenchuan, nel Sichuan. Lo ha reso noto lagenzia di stampa Nuova Cina, che ha inviato dei giornalisti sul posto al seguito dei reparti militari. I pochi edifici rimasti in piedi hanno tremato e diversi massi sono caduti sulla strada dalle montagne. Fino a ieri, nel Wenchuan si erano registrate diciotto scosse di assestamento.

Dal Fmi finanziamenti semplificati

Aiuti pi veloci ai Paesi della fame


WASHINGTON, 15. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) si sta preparando a velocizzare e a semplificare le procedure per concedere aiuti ai Paesi pi colpiti dalla crisi legata ai rincari dei prezzi agricoli. Mark Plant, vicedirettore del Fmi, ha detto ieri che si sta lavorando con la Banca mondiale e con l'Onu per una revisione in questo senso degli strumenti finanziari per il sostegno ai Paesi poveri. Inoltre si sta discutendo della possibilit di ulteriori aiuti con una quindicina di Paesi che gi si giovano di programmi specifici. Il Fondo rimane preoccupato per limpatto dei prezzi degli alimentari e dei carburanti sui poveri e continua a

NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Michael Michai Kitbunchu, Arcivescovo di Bangkok (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum; le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Lawrence Thienchai Samanchit, Vescovo di Chanthaburi (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum; Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, Vescovo di Nakhon Sawan (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Basse-Terre e di Pointe-Pitre (Guadalupa), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Ernest Mesmin Lucien Cabo, in conformit al canone 401 1 del Codice di Diritto Canonico.

Provviste di Chiese
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Casale Monferrato (Italia) il Reverendo Monsignore Alceste Catella, del clero della Diocesi di Biella, finora Vicario Generale.

monitorare la situazione da vicino, ha detto Plant. In merito, comunque, Plant ha sostenuto che sarebbe stato impossibile prevedere lesplosione contemporanea della crisi sui mercati finanziari, dellimpennata dei prezzi del petrolio e della diminuzione delle riserve di cibo con la conseguente crescita dei prezzi ed il suo impatto sullinflazione.

Nomina di Vescovo Ausiliare


Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare di Sucre (Bolivia) il Reverendo Sacerdote Adolfo Bittschi Mayer, Parroco di Incahuasi nella medesima Arcidiocesi, assegnandogli la sede titolare di Nigizubi.

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Gerhard Ludwig Mller, Vescovo di Regensburg (Repubblica Federale di Germania), e Seguito.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO

venerd 16 maggio 2008

Nello Sri Lanka un voto per la normalit


di FRANCESCO CITTERICH Nei giorni scorsi, i cittadini dello Sri Lanka residenti nella zona orientale dell'isola asiatica sconvolta negli ultimi anni dai combattimenti tra le forze governative ed i guerriglieri secessionisti delle Tigri per la liberazione dell'Eelam tamil (Ltte, movimento dichiarato illegale nel 1998) si sono recati alle urne per eleggere i nuovi Consigli provinciali. L'importante consultazione stata vinta dall'unione dei partiti di Governo Upfa, alleata con il Tmvp (un raggruppamento politico composto da ex miliziani tamil fuoriusciti dal Ltte nel 2004), che ha ottenuto venti dei trentasette seggi in palio. Le elezioni si sono inserite nel nuovo programma dell'Esecutivo teso a delegare sempre pi maggiori poteri all'area orientale dell'isola, una delle zone maggiormente interessate dagli scontri a fuoco, per porre fine alle mire indipendentiste dei guerriglieri separatisti. Obiettivo dell'iniziativa del Governo quello di dare un forte segnale di normalizzazione nella zona, anche per venire incontro alle istanze moderate dei tamil. E il massiccio ricorso alle urne da parte della popolazione civile, animata dal desiderio di mettere una volta per tutte la parola fine ad un periodo troppo lungo di violenze e di morte, sembra confermare questa tendenza. Nello Sri Lanka le elezioni per il rinnovo dei Consigli provinciali si tengono solitamente ogni cinque anni. Ma dal 1988 nelle regioni orientali del Paese asiatico non ne venivano organizzate a causa dei ripetuti e cruenti combattimenti tra le truppe dell'esercito e i secessionisti tamil del Ltte, che in aperto contrasto con il Governo conducono dal 1983 una sanguinosa lotta armata per ottenere l'indipendenza di uno Stato federativo nelle regioni nord-orientali dello Sri Lanka. Un conflitto etnico il pi antico ancora in corso in Asia che ha provocato oltre settantamila vittime, decine di migliaia di profughi (un terzo dei quali bambini in et scolare) e danni per decine di miliardi di dollari ad una gi fragile economia. Le ultradecennali e cruente contrapposizioni tra Governo e separatisti delle Tigri per la liberazione dell'Eelam tamil uno dei gruppi terroristici pi efficaci nell'intero panorama internazionale del dopoguerra non sono cessate nemmeno dopo la difficile situazione venutasi a creare a seguito del devastante maremoto del 26 dicembre del 2004, che assieme alla diffusa povert e alla grave situazione sanitaria hanno portato lo Sri Lanka sull'orlo del tracollo economico. Il conflitto, dapprima concentrato nelle regioni orientali dell'isola, si poi drammaticamente esteso in tutto il Paese attraverso una lunga serie di massicce operazioni militari, attacchi alle truppe governative ed attentati dinamitardi e suicidi. I secessionisti del Ltte dichiarata organizzazione terroristica dagli Stati Uniti, dall'Australia, dall'India, dal Canada e da ventisette Paesi dell'Unione Europea si sono resi pi volte protagonisti di agguati mortali contro autorevoli esponenti politici e delle Forze armate. All'inizio del mese scorso, un attentato dinamitardo ha provocato la morte del ministro dei Trasporti stradali, Jeyraj Fernandopulle, ucciso dallo scoppio di un ordigno a Weliveriya, una citt nella regione occidentale di Gampaha, ad una ventina di chilometri dalla capitale, Colombo. Fernandopulle, cattolico, aveva accompagnato il presidente dello Sri Lanka come membro al seguito per la visita in Vaticano del 20 aprile del 2007. Durante questa visita, Fernandopulle aveva incontrato il Santo Padre Benedetto XVI ed il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. L'attentato al ministro dei Trasporti, pi volte minacciato e spesso citato come possibile futuro capo del Governo centrale dello Sri Lanka, si verificato mentre Fernandopulle, che aveva anche partecipato in passato ai negoziati di pace poi falliti con i guerriglieri separatisti, stava per prendere la parola davanti ad un gruppo di atleti in procinto di prendere il via ad una corsa podistica. Si tratta del secondo ministro assassinato dai terroristi nello Sri Lanka dall'inizio dell'anno. Lo scorso 8 gennaio era morto in un attentato dinamitardo nella cittadina di Ja-Ela il titolare del dicastero dei Lavori pubblici, D. M. Dassanayake. Nonostante il susseguirsi di questi tragici accadimenti, primi segnali di normalizzazione erano giunti lo scorso mese di marzo, quando in nove distretti orientali del Paese si erano svolte in maniera del tutto pacifica delle elezioni amministrative locali, vinte dal Tmvp. Le prospettive di una pacificazione fondata sulla convivenza tra le due comunit dell'isola asiatica sono affidate al prevalere delle componenti moderate. La speranza che si possa al pi presto colmare il profondo divario che ancora separa le due etnie per riportare pace e riconciliazione nazionale nello Sri Lanka.

Confiscati dalla giunta gli aiuti umanitari alle popolazioni colpite dal ciclone

Inviato delle Nazioni Unite nel Myanmar


NAYPYIDAW, 15. Nel tentativo di fronteggiare la situazione venutasi a creare nel Myanmar a seguito del passaggio del ciclone Nargis, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Kimoon, invier nei prossimi giorni nella ex Birmania il responsabile per gli Affari umanitari, John Holmes. La decisione stata presa al termine di una riunione straordinaria di emergenza al Palazzo di Vetro. Secondo l'Onu, nonostante la Comunit internazionale si sia subito mobilitata per inviare aiuti, la giunta militare continua a confiscare le tonnellate di viveri e materiali che stanno arrivando nel Myanmar, rallentando le operazioni di soccorso. Gli operatori umanitari occidentali entrano nel Paese con enormi difficolt. La giunta militare ha dato libert di movimento solo a centosessanta persone provenienti da Bangladesh, Cina, Thailandia e India. Secondo informazioni riferite da Onu, Gran Bretagna e Stati Uniti, al personale umanitario non solo viene impedito di procedere con le consegne di aiuti, ma anche di assistere alla distribuzione. E i militari arrivano addirittura a erigere posti di blocco per impedire agli stranieri di raggiungere le zone colpite, ha dichiarato Holmes. Una situazione di fronte alla quale le Nazioni Unite hanno espresso immensa frustrazione, anche perch secondo valutazioni oggettive le persone bisognose di assistenza variano da 1,6 a 2,5 milioni, e i morti potrebbero addirittura essere duecentomila. Finora, le vittime accertate sono 38.491.

La Santa Sede aderisce ai Trattati sull'ozono


Il 9 aprile 2008 la Santa Sede ha aderito alla Convenzione di Vienna per la protezione dello strato di ozono e al Protocollo di Montreal sulle sostanze che assottigliano lo strato di ozono, insieme ai 4 emendamenti di quest'ultimo adottati a Londra (1990), Copenaghen (1992), Montreal (1997), Pechino (1999). L'arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore permanente della Santa Sede, nel pomeriggio del 5 maggio scorso, ha depositato lo strumento di adesione presso il Segretario generale delle Nazioni Unite, con la dichiarazione che di seguito pubblichiamo in una nostra traduzione. Nell'aderire alla Convenzione di Vienna per la protezione dello strato di ozono e al Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono e ai suoi quattro emendamenti: Londra (1990), Copenaghen (1992), Montreal (1997), Pechino (1999), la Santa Sede desidera incoraggiare tutta la comunit internazionale a promuovere risolutamente una cooperazione autentica fra politica, scienza ed economia. Questa cooperazione, come dimostrato nel caso dell'ozono, pu sortire risultati importanti che rendono contemporaneamente possibile tutelare la creazione, promuovere lo sviluppo umano integrale e il bene comune in uno spirito di solidariet responsabile e con profonde ripercussioni positive per le generazioni attuali e future. In conformit con la sua natura e con il suo carattere particolare di Stato della Citt del Vaticano, la Santa Sede, per mezzo di un atto solenne di adesione, intende apportare il proprio contributo morale all'impegno degli Stati alla corretta ed efficace realizzazione dei Trattati in questione e al raggiungimento degli obiettivi prefissati. A questo fine, essa esprime il desiderio che riconoscendo i segni di uno sviluppo che non sempre ha saputo tutelare i delicati equilibri della natura (cfr Omelia di Papa Benedetto XVI a Loreto, 2 settembre 2007) tutti gli attori intensifichino la suddetta cooperazione e rafforzino l'alleanza fra l'uomo e l'ambiente, che dev'essere specchio dell'amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino (Benedetto XVI, Dopo Angelus, 16 settembre 2007).

Da un gruppo terroristico finora sconosciuto

Rivendicati gli attentati in India


NUOVA DELHI, 15. Un gruppo di militanti che si fanno chiamare Mujahidin indiani ha rivendicato la responsabilit degli attentati che due giorni fa hanno causato 61 morti e 216 feriti a Jaipur, nello Stato nordoccidentale indiano del Rajastan. La polizia ha reso noto che il gruppo terroristico ha inviato un video nel quale vengono mostrate biciclette che trasportano dei pacchetti sigillati, nei quali sarebbero state contenute le bombe esplose negli attacchi. Il filmato stato allegato a una lettera inviata per posta elettronica a un giornale e a una televisione indiana da un internet caff dello Stato settentrionale dellUttar Pradesh. Nella lettera, scritta da un uomo che si firma Guru Alhindi e che si dice ispiratore dellorganizzazione, si sostiene che gli attentati sarebbero stati finalizzati a colpire lindustria turistica indiana. Nel messaggio vengono anche rivendicati gli attentati dello scorso novembre nello stato dellUttar Pradesh, nei tribunali di Varanasi e Faizabad, nei quali furono usate, come a Jaipur, alcune biciclette. Stiamo ancora valutando lautenticit del video e delle affermazioni del gruppo militante, ha spiegato Pankaj Singh, l'ufficiale della polizia indiana che ha dato la notizia. Finora, non era stata indicata nessuna possibile pista principale delle indagini, anche se il ministro dell'Interno indiano, Sri Prakash Jaiswal, ha dichiarato ieri che potrebbe esserci il coinvolgimento di qualche mano straniera. Il Governo federale ha diramato un allarme a livello nazionale per il pericolo di nuovi attentati, e posti di blocco sono stati istituiti lungo diverse strade del Paese e nella citt di Mumbai, pi volte colpita dai terroristi. Da parte loro, le autorit locali del Rajastan si sono limitate ad affermare che abbiamo fermato una dozzina di persone e stiamo cercando di venire a capo del complotto che dietro lattentato, come ha detto il ministro dell'Interno locale Gulab Chand Kataria, aggiungendo che seguiamo piste ancora tenui, ma ancora nulla di sicuro, A Jaipur, nel frattempo, resta in vigore il coprifuoco. La polizia sta analizzando le tracce desplosivo con laiuto di esperti federali venuti dalla capitale Nuova Delhi. Si appreso, inoltre, che le forze dell'ordine stanno ricercando una donna che si presume coinvolta negli attentati. Infatti, una delle persone fermate, un conduttore di ciclorisci rimasto ferito in una delle esplosioni, ha fatto il nome di una donna, tale Meena, che gli avrebbe promesso centomila rupie (circa duemila euro) per lanciare il suo mezzo con a bordo una bomba contro un obiettivo. Gli accertamenti hanno confermato che alcune delle bombe erano legate a biciclette o ciclorisci, come lo era lottavo ordigno, rimasto inesploso e disinnescato dagli artificieri.

Da Gordon Brown incentivi alle famiglie


Per combattere la stagnazione dell'economia britannica
LONDRA, 15. Dopo la sconfitta elettorale, e con i sondaggi in costante calo, il primo ministro britannico, Gordon Brown, ha presentato ieri una serie di misure che dovrebbero aiutare le famiglie a superare lattuale crisi economica. Aiutare le finanze delle famiglie la mia immediata priorit, ha detto il primo ministro alla Camera dei Comuni, illustrando le linee generali del suo programma economico per il prossimo anno. Brown ha promesso, tra laltro, provvedimenti per aiutare chi compra la prima casa; lacquisto di case invendute da affittare poi a prezzi popolari; un piano nazionale per favorire il risparmio dei lavoratori meno pagati, e diritti alla flessibilit per i genitori che lavorano. I lavoratori dipendenti, inoltre, potranno partecipare a corsi di formazione, e i fondi per gli ospedali saranno legati alla performance degli istituti. In grave calo di popolarit, il Governo ha lanciato anche un pacchetto di tagli fiscali da 2,7 miliardi di sterline, destinato ai contribuenti meno abbienti. Brown deve comunque affrontare una situazione molto difficile, con linflazione prevista in aumento, i prezzi delle case che dovrebbero scendere del 10 per cento, e una generale stagnazione economica. Il tentativo, dicono gli osservatori internazionali, quello di mostrare di saper ancora governare economicamente il Paese, come quando era Cancelliere dello Scacchiere, e dimostrare che leconomia britannica pi solida, rispetto a molte altre dei Paesi industrializzati. La comunicazione odierna ai Comuni una sorta di annunci su quelli che saranno i temi del programma politico e legislativo del Governo per lanno 2009.

In Italia il Governo ottiene la fiducia


ROMA, 15. Il Governo italiano ha ottenuto la fiducia del Senato, dopo l'analogo voto della Camera dei Deputati, ed entra cos nei pieni poteri. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nella replica al discorso depositato marted, ha espresso soddisfazione per i toni pacati che si sono avuti fra maggioranza e opposizione nel corso del dibattito che ha accompagnato la richiesta di fiducia da parte dell'esecutivo. Ha detto Berlusconi: Questo dibattito mi ha fatto sentire come possibile la concretizzazione di un sogno a lungo inseguito: quello di una democrazia finalmente bipolare, con una destra definitivamente liberale, democratica, occidentale e una sinistra non pi subalterna allideologia, allestremismo.

Bloccati i lavori del Parlamento ucraino


KIEV, 15. Per il secondo giorno consecutivo, i deputati che sostengono il primo Ministro dell'Ucraina, Iulia Timoshenko, hanno bloccato il Parlamento (Rada), sullo sfondo di una disputa in vista delle prossime presidenziali del 2009 con il capo dello Stato, Viktor Iushenko. Ieri, il blocco dellaula parlamentare di Kiev aveva impedito a Iushenko di tenere il discorso alla Nazione. Motivo del contendere la volont del gruppo di Timoshenko di fare approvare subito alcune misure contro uninflazione galoppante, che secondo alcune previsioni potrebbe sfiorare il venti per cento a fine anno. Ma secondo il blocco che fa riferimento a Iushenko si tratta solo di una manovra per non approvare il primo punto allordine del giorno, una serie di provvedimenti che rafforzano i poteri del presidente a scapito dellEsecutivo.

L'Unione europea discute sui rimpatri degli immigrati irregolari


BRUXELLES , 15. L'Unione europea ancora alla ricerca di un accordo sulla questione dei rimpatri degli immigrati irregolari. Il confronto in merito ripreso in queste ore tra Parlamento europeo e Consiglio dei ministri, dopo che la settimana scorsa si era conclusa con un nulla di fatto la riunione a Bruxelles dei rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l'Unione europea (Coreper) per discutere la direttiva sui rimpatri che sar messa a breve in discussione davanti all'Assemblea di Strasburgo. Il confronto avviato con i Governi ha l'obiettivo, come ha affermato ieri il relatore parlamentare, il popolare tedesco Manfred Weber, di fare approvare la proposta di direttiva in prima lettura nella sessione di giugno del Parlamento europeo. Il motivo al tempo stesso procedurale e sostanziale. Un provvedimento non approvato in prima lettura, a maggioranza semplice, in seconda lettura richiede la maggioranza qualificata, cosa che a oggi non sembra facile ottenere su una questione delicata come quella delle politiche comunitarie in materia di immigrazione. Non certo, peraltro, che il Parlamento possa approvare anche a maggioranza semplice un provvedimento per la cui precisa definizione ci sono ancora solo tre settimane. Ieri c stato un incontro informale fra Weber e la presidenza di turno slovena per cercare di appianare le differenze che sono emerse fra gli Stati dell'Unione europea sulla bozza di compromesso messa a punto un paio di settimane fa. In assenza di accordi in questo periodo, saranno i ministri degli Interni e della Giustizia dell'Unione europea a doversi occupare della questione nella loro riunione del 5 e 6 giugno, cio proprio a ridosso della sessione parlamentare di Strasburgo. Secondo diversi osservatori, il fallimento della riunione del Coreper arrivato un po' a sorpresa, cos come arrivata inaspettata la riserva espressa dalla Germania sul provvedimento. Aggiungendosi a quella gi prevista della Francia, tale riserva ha di fatto dato il via libera a molte perplessit generali sulla direttiva relativa ai rimpatri. Secondo quanto riferiscono alcune fonti a Bruxelles citate anonimamente dalle agenzie di stampa internazionali, il rappresentante della Germania, al quale si sarebbero subito aggiunti quelli di Grecia e Austria, avrebbe sollevato riserve sul fatto che limmigrato irregolare fatto oggetto di un provvedimento di rimpatrio goda di assistenza legale gratuita, se non in grado di sostenerne la spesa. La riserva francese, riguarda invece la prevista possibilit di derogare al rimpatrio di quegli immigrati irregolari nei cui nuclei familiari siano compresi minori scolarizzati.

Nuovo rappresentante dell'Onu a Cipro


NICOSIA, 15. Tay-Brook Zerhoun, il nuovo rappresentante speciale dellOnu, nonch responsabile della forza di pace a Cipro (Unficyp), giunto ieri sull'isola mediterranea. Dopo aver incontrato il presidente cipriota, Demetris Christofias, con cui ha discusso della situazione dellisola, divisa dal 1974 dopo uninvasione militare turca, Zerhoun si poi recato nella parte nord di Cipro non riconosciuta dalla Comunit internazionale per un colloquio con Mehmet Ali Talat, leader della comunit turco-cipriota. Al centro delle trattative, l'imminente ripresa dei negoziati tra le parti per la riunificazione di Cipro.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

venerd 16 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Quattordici feriti per un razzo su un centro commerciale ad Ashqelon

pagina 3

Attentato suicida nella provincia di Farah

Strage in Afghanistan
KABUL, 15. Sangue in Afghanistan. Questa mattina un attentato suicida compiuto nella provincia di Farah, nell'ovest del Paese, ha provocato la morte di diciotto persone. Le vittime sono poliziotti e civili. Un kamikaze ha mandato a schiantare un veicolo, carico di esplosivo, contro un convoglio della polizia afghana. L'attacco ha avuto luogo nei pressi del principale mercato del distretto di Del Aram, vicino al confine con l'Iran. Sempre stamane stato perpetrato un attentato dinamitardo contro una pattuglia di alpini italiani. Due militari sono rimasti lievemente feriti, e un altro alpino stato trasportato in elicottero all'ospedale militare francese di Kabul dove stato sottoposto a un intervento chirurgico. L'attacco stato compiuto nel villaggio di Qal Eh Tanan, trenta chilometri a sud di Kabul: al passaggio del blindato stato fatto esplodere un ordigno comandato a distanza. Da segnalare che in questi giorni militari italiani hanno trovato un grande quantitativo di armi e munizioni alla periferia di Kabul. Pi di mille persone hanno lasciato le loro case, nelle ultime due settimane, per sfuggire ai combattimenti, nella provincia di Helmand, tra le forze della coalizione e i guerriglieri Taleban. Lo ha reso noto un portavoce dell'Alto commissariato per i rifuguati dell'Onu (Unhcr) a Kabul. Secondo le informazioni in mio possesso, circa 1.200 famiglie del distretto di Garmsir sono fuggite a causa dei recenti combattimenti ha detto il portavoce, Mohammed Nader Farhad, citando stime del Governo afghano. Secondo l'esercito statunitense, nell'ultima operazione contro i Taleban, condotta con mezzi aerei e terrestri le forze della coalizione hanno ucciso una decina di ribelli nel distretto di Garmsir. Il governatore della provincia di Helmand, Gulab Mangal, ha parlato, dal canto suo, di circa 150 ribelli uccisi in una settimana in un'offensiva delle truppe americane e britanniche affiancate da militari afghani. Secondo l'Onu, oltre 150.00o persone hanno lasciato negli ultimi anni le loro abitazioni in Afghanistan per sfuggire ai combattimenti tra le forze della coalizione e i Taleban. Ieri un comandante militare Usa ha affermato che i guerriglieri Taleban oppongono continuamente resistenza alla vasta offensiva lanciata nella provincia di Helmand. I ribelli resistono continuamente, ha detto il tenente colonnello Kent W. Hayes, comandante in seconda del ventiquattresimo corpo di spedizione dei marines statunitensi. I Taleban ci attaccano in continuazione, ma ogni volta che li affrontiamo vinciamo noi ha affermato Hayes. Poi ha aggiunto: Ci che constatiamo che la nostra offensiva ha cambiato sensibilmente i rapporti di forza nella zona, e che loro cominciano a incontrare difficolt a spostare i loro rinforzi, le loro armi e la logistica.

Bush e Olmert parlano di pace A Gaza si combatte


TEL AVIV, 15. Mentre Bush e Olmert parlano di seri progressi verso la pace, le armi non tacciono e riportano in primo piano la dura realt della guerra. Ieri, proprio nelle stesse ore in cui il capo della Casa Bianca pronunciava il suo discorso alla conferenza di Gerusalemme per i sessant'anni dello Stato di Israele, un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza ha colpito un centro commerciale di Ashqelon causando il ferimento di quattordici persone. Tre sono in gravi condizioni. Tra di essi, vi anche una bambina di sei anni. Quel che accaduto oggi assolutamente intollerabile e inaccettabile, il Governo di Israele prender le misure necessarie per fermare i miliziani estremisti, ha detto il premier Olmert, subito dopo l'attacco. Il razzo ha centrato il tetto delledificio di tre piani ed esploso allinterno di un ambulatorio dove si trovavano diverse madri con i loro figli. Una parte delledificio crollato, seppellendo alcune persone. L'attacco, rivendicato in seguito dal Fronte popolare di Liberazione della Palestina e dai Comitati di resistenza popolare, avvenuto mentre in un kibbutz vicino a Gaza, Kfar Aza, decine di famiglie stanno progettando in questi giorni una partenza in massa, essendo quotidianamente esposti ad attacchi di razzi e di mortai da parte dei miliziani palestinesi. Nel suo discorso alla conferenza di Gerusalemme, Bush, ha ribadito la storica alleanza che unisce Stati Uniti e Israele, un legame che, ha detto il capo della Casa Bianca, diventa pi forte ogni anno che passa. Israele e Stati Uniti debbono essere risoluti di fronte a chi vuole assassinare gli innocenti e nel portare avanti la causa della speranza e della libert, come grande alternativa alla tirannide e al terrore. Bush ha puntato il dito contro Hamas, accusandolo di minare le trattative di pace. Hamas continua a voler distruggere Israele, a cui diamo il nostro pieno sostegno, come lo diamo ai palestinesi che vogliono convivere con esso. Il presidente statunitense ha inoltre duramente criticato il movimento sciita libanese Hezbollah che sedicente protettore del Libano contro Israele ora si rivoltato contro il suo stesso popolo. Hezbollah ha aggiunto appoggiato dallIran che fa di tutto per destabilizzare la democrazia in Libano. Secondo un'anticipazione, nel discorso che terr oggi alla Knesset, Bush dir che lAmerica resta ferma accanto a Israele nellopporsi fermamente alle ambizioni iraniane sulle armi nucleari. Olmert si rivolto a Bush, chiamandolo un grande amico e una forza dispirazione. Nelle cerimonie serali per la ricorrenza della nascita di Israele, il premier ha cercato di tenere vive le speranze di pace sottolineando i grandi sforzi e i seri progressi compiuti nei negoziati con l'Autorit palestinese. Nella Striscia di Gaza stremata dall'embargo israeliano si respira un clima molto diverso. Qui la ricorrenza della nascita di Israele la Nakba (la catastrofe). Proprio per questo, Hamas ha organizzato per oggi una marcia di protesta che si muover dal nord della Striscia vero il valico di Erez.

Adolf Hitler? Lo compri sul Web


di LUCA M. POSSATI Un boom inatteso, un successo travolgente, che sta pericolosamente dilagando in tutta Europa. quello degli acquisti on line di film nazisti e antisemiti, tra cui il famigerato Jud Sss (Sss l'ebreo) del regista Veit Harlan, che fanno furore in particolare tra i giovani tedeschi e che spesso vengono mascherati come semplice materiale di documentazione storica. A lanciare lallarme il quotidiano tedesco Die Welt, che punta il dito contro il noto colosso statunitense delle vendite in rete Amazon. Tra i tanti video ispirati all'ideologia nazista facilmente acquistabili nel network come qualsiasi altro prodotto, l'autorevole quotidiano cita la serie Holocaust Studies Series nella quale il film Jud Sss viene offerto nella versione originale tedesca sottotitolata in inglese, insieme ad altro materiale in omaggio. Die Welt rileva che sul sito della societ sono disponibili molti altri film nazisti di propaganda antisemita come SA-Mann Brandt, (Brandt, luomo delle SA), e Der ewige Jude (Lebreo errante), tutti corredati da commenti e informazioni. Cos, al modico prezzo di 29,99 dollari possibile acquistare una copia di Sieg des Glaubens (Vittoria della fede, di Leni Riefenstahl, con Adolf Hitler, Fritz Reinhardt, Reinhard Heydrich, Heinrich Himmler, Hans Franck) definito uno dei pi importanti film mai fatti. Ma non tutto. Per gli amanti di souvenir antisemiti la casa di distribuzione on line offre addirittura riferisce Die Welt una maglietta che porta stampato sopra il manifesto voluto da Goebbels per Der ewige Jude. Le autorit tedesche hanno immediatamente denunciato il fenomeno, ma lesito appare incerto, perch negli Stati Uniti si giudica caso per caso, dunque la procedura per chi denuncia costa molto denaro spiega Die Welt con laggiunta che liter legale lungo. Non solo Amazon ad essere sotto accusa. Fatto ben pi allarmante che tutto il materiale nazista finisce per essere disponibile in rete a un pubblico virtualmente infinito grazie al lavoro dei pirati informatici, con il risultato che Jud Sss e Der ewige Jude si possono scaricare gratis in poco tempo e nei commenti sono offerte anche indicazioni per arrivare ad altri siti antisemiti.

Dalla Nato un richiamo al Pakistan


ISLAMABAD , 15. Negli ultimi tempi sono aumentati gli attacchi in Pakistan, soprattutto ai confini con l'Afghanistan. Di fronte a questa situazione, la Nato ha espresso ieri forte preoccupazione e ha invitato il Governo di Islamabad a controllare meglio le proprie frontiere. Lo ha indicato il portavoce dell'Alleanza Atlantica, James Appathurai. Secondo la Nato, gli episodi di violenza alle frontiere, da parte dei Taleban, sono aumentati del 53 per cento nei primi quattro mesi del 2008 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Siamo molto preoccupati delle conseguenze di quanto sta succedendo in Pakistan e dell'aumento degli incidenti nella regione est ha detto Appathurai, dando conto del giudizio espresso dai ventisei ambasciatori del Consiglio nord atlantico. La Nato ritiene che l'aumento degli incidenti sia dovuto agli accordi stabiliti tra le autorit pakistane e i militanti delle zone tribali frontaliere, che non consentirebbero un controllo efficace dei confini. La preoccupazione che l'accordo sottoscritto tra il Governo del Pakistan e i gruppi estremisti nelle aree tribali possa consentire a questi ultimi di avere un rifugio sicuro ha spiegato il portavoce . Queste preoccupazioni sono state espresse al Pakistan. La Nato non intende ingerire negli affari interni di questo Paese, ma da parte nostra c' una vera preoccupazione per le conseguenze di ci che pu avvenire dall'altra parte delle frontiere.

L'Australia vara politiche di sostegno ai redditi pi bassi


CANBERRA , 15. Il Governo labourista australiano insediato dopo la vittoria elettorale dello scorso novembre, ha presentato il suo primo bilancio di previsione, che stabilisce nuovi investimenti su sanit, istruzione e infrastrutture, e conferma sgravi fiscali per 18,6 miliardi di euro alle classi di reddito medio basso, come promesso in campagna elettorale. Per le fasce pi benestanti della popolazione sono invece previsti aggravi fiscali su beni di lusso oltre a tagli di spesa sullassistenza. Saranno infatti posti limiti di reddito e di capitali per alcuni sussidi che erano stati introdotti dal precedente Governo conservatore. Sono state inoltre inibite alcune scappatoie fiscali sui pacchetti azionari, usate spesso da dirigenti dazienda per pagare meno tasse. Tema centrale del provvedimento, illustrato dal ministro del Tesoro Wayne Swann, la lotta allinflazione, in una situazione paradossale che vede per lanno finanziario 2008-2009 un attivo record di 12,8 miliardi di euro, circa l1,8 per cento del prodotto interno lordo (Pil) australiano, dovuto alla crescita dei prezzi delle materie prime. Come misura anti inflazione, quindi, e come protezione dalla crisi internazionale 24 miliardi di euro saranno messi al sicuro nei prossimi due anni in fondi di investimento a lungo termine per infrastrutture, sanit e istruzione. Investimenti rilevanti sono anche previsti nel settore dellambiente per combattere i cambiamenti climatici. Per lenergia rinnovabile sono stati stanziati 300 milioni di euro annui per sette anni, e altrettanto per la tecnologia del carbone pulito. Per le risorse idriche sono stati stanziati 7,75 miliardi di euro, inclusi sconti fiscali pari a trecento euro per lacquisto di cisterne per lacqua piovana da installare in mezzo milione di abitazioni. un budget severo, ma equo, che guarda al prossimo decennio, non alle prossime elezioni ha detto Swann . Gli australiani ci chiedono di ragionare e di agire nel lungo periodo, sono stufi della mentalit di breve termine cui erano stati abituati dal precedente Governo. Vogliono un Esecutivo che si confronti con le sfide che il futuro ci presenta.

Nuove violenze in Iraq


BAGHDAD, 15. Nuove violenze nel territorio iracheno. Diciotto persone sono rimaste uccise in seguito a un attentato suicida compiuto ieri a Falluja; circa quaranta i feriti. L'attacco stato perpetrato da un kamikaze durante una cerimonia funebre. Una ragazza, sempre ieri, si fatta saltare in aria davanti a una postazione militare a Baghdad, provocando la morte di un soldato e il ferimento di altri sette. Non la prima volta che attentatrici suicide entrano in azione in Iraq. I precedenti casi, tuttavia, sono stati quasi tutti segnalati a nord di Baghdad, in zone dove sono attivi miliziani sunniti e militanti di Al Qaeda. L'esercito iracheno, insieme a unit militari statunitensi, ha lanciato un'offensiva contro uomini di Al Qaeda nella citt di Mossul e nelle zone limitrofe: lo ha riferito un portavoce del ministero dell'Interno iracheno. Ieri nella citt, per supervisionare le operazioni, giunto il primo ministro iracheno, Jawad Al Maliki. Questi ha dichiarato: Faccio appello alle nostre forze armate e di sicurezza affinch raccolgano la sfida e vincano la battaglia. Faccio appello a loro perch proteggano i civili e rispettino i diritti dell'uomo. L'obiettivo dell'offensiva di ristabilire la sicurezza a Mossul per poi concentrarsi su altre regioni della provincia di Ninive, teatro negli ultimi mesi di una lunga serie di attentati da parte del ramo iracheno di Al Qaeda. Circa cinquecento minorenni sono detenuti dall'esercito statunitense in Iraq (e un'altra decina in Afghanistan). Lo scrive un rapporto dell'Amministrazione Usa trasmesso all'Onu e rilanciato dall'Associazione americana per le libert civili (Acllu). Secondo tale rapporto, destinato alla Commissione Onu per i diritti dell'infanzia dal 2002 gli Stati Uniti hanno incarcerato circa 2.500 individui che avevano meno di diciotto anni al momento della loro cattura. Riferisce l'Ansa che un portavoce del Pentagono, Jeffrey Gordon, ha confermato questi dati. Nell'aprile 2008, circa cinquecento minori in Iraq erano detenuti dalle forze americane perch considerati come una minaccia per la sicurezza del Paese, scritto nel documento. Nell'estate 2007 erano ottocento. In un comunicato, il direttore del programma diritti umani dell'Aclu, Jamil Dakwar, giudica scioccante il fatto che gli Stati Uniti tengano in detenzione centinaia di minori in Iraq e in Afghanistan e ancor pi che non abbiano attuato una politica per proteggere i loro diritti in quanto bambini.

Elezioni presidenziali nella Repubblica Dominicana


SANTO DOMINGO, 15. Lavoro, casa e lotta alla povert: sono stati questi i temi centrali della campagna elettorale nella Repubblica Dominicana, dove domani si terranno le elezioni presidenziali. Principale candidato dello schieramento di opposizione, il Partido Revolucionario Dominicano (Prd), Miguel Vargas. Suo rivale il presidente uscente Leonel Fernndez, del Partido de la Liberacon Dominicana, favorito per un terzo mandato, che in campagna elettorale ha sottolineato gli ottimi risultati ottenuti dal suo Governo negli ultimi quattro anni.

Barack Obama ottiene l'appoggio di John Edwards


WASHINGTON , 15. Colpo di scena nella corsa democratica alla Casa Bianca dopo la vittoria di Hillary Clinton in West Virginia. Barack Obama ha infatti sfoderato un asso dalla manica: lex rivale John Edwards, uscito di scena a fine gennaio dopo aver fatto campagna allinsegna della lotta alla povert, gli ha dato il suo appoggio. Edwards ha scelto Grand Rapids, nel Michigan industriale colpito dalla recessione, per rompere il riserbo. Lannuncio ha preso di sorpresa il campo di Clinton e che contava sulle note simpatie della moglie di Edwards, Elizabeth, per la candidata e per il suo progetto di riforma dell'assistenza sanitaria. Dopo la vittoria in West Virginia Clinton si era detta pi determinata che mai a restare in gara finch ogni elettore avr lopportunit di far sentire la sua voce: vale a dire fino al 3 giugno quando avranno votato gli ultimi due stati in calendario per le primarie democratiche: Montana e South Dakota. A caldo non ancora chiaro che effetto avr lendorsement di Edwards: spinger Clinton a uscire di gara prima di quella data? Ex senatore della North Carolina ed ex candidato alla vice-presidenza nel 2004, Edwards aveva abbandonato la corsa a fine gennaio dopo non esser riuscito ad arrivare primo in nessuna delle prime consultazioni ma avendo rastrellato 18 delegati offerti ora in dote al frontrunner afro-americano. Lappoggio a Obama ha subito fatto nascere illazioni su un nuovo ticket in alternativa al dream-ticket composto dai due candidati democratici ancora in lizza. Edwards si sarebbe mostrato possibilista e non avrebbe escluso ambizioni per la carica di segretario alla Giustizia, un posto occupato quaranta anni fa da Robert Kennedy, uno dei suoi ispiratori. Quale che siano le sue aspirazioni politiche, la scelta di Edwards per il momento preziosa per il futuro elettorale di Barack Obama.

Unione europea e America latina discutono progetti comuni di sviluppo


LIMA, 15. Con la riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi partecipanti entra oggi nella sua parte decisionale il quinto vertice fra lAmerica latina, i Caraibi e lUnione europea, aperto due giorni fa a Lima, in Per, dalle riunione dei funzionari e finalizzato a definire progetti comuni di sviluppo. Domani le conclusioni e le decisioni politiche saranno prese dai quarantacinque capi di Stato e di Governo attesi al vertice. Sabato, infine, l'Unione europea terr miniconferenze regionali con la Comunit Andina, il Centroamerica, il Mercosur, i Paesi caraibici, il Cile e il Messico. Povert, disuguaglianza, inclusione sociale, ma anche sviluppo sostenibile e cambiamenti climatici sono gli argomenti sui quali il vertice deve pronunciarsi, ma i ministri degli Esteri hanno oggi in agenda anche discussioni su migrazioni, lotta al narcotraffico, dialogo interculturale e integrazione regionale. Quest'ultimo tema, in particolare, ritenuto fondamentale in vista di futuri accordi di associazione fra l'Unione europea e le diverse organizzazioni regionali latinoamericane, accordi che prevedono, fra l'altro, la costituzione di aree di libero scambio. I negoziati fra lUnione europea e il Centroamerica sembrano quelli che procedono con il ritmo pi spedito. Maggiori problemi si sono finora registrati in quelli con la Comunit andina (Can), formata da Per, Ecuador, Bolivia e Colombia, tra i quali ci sono posizioni divergenti. Molto pi complessa poi la trattativa con il Mercosur (Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e, socio non ancora definitivo, Venezuela), che quasi bloccata: le maggiori difficolt riguardano aspetti commerciali, sia nel settore agricolo, sia nellindustria, sia nei servizi. Il vertice si concluder venerd alle 19.30 locali con una conferenza stampa congiunta dei presidenti del Per, Paese ospitante, e della Slovenia, presidente semestrale di turno dell'Unione europea. Poi, come detto, il giorno dopo ci saranno i cosiddetti minivertici fra lUnione europea e le varie organizzazioni regionali latinoamericane.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO

venerd 16 maggio 2008

In Tommaso tienne Gilson vede la strada per far uscire il pensiero moderno dalle secche del razionalismo scettico

Meglio il realismo di Tommaso del dubbio sistematico di Cartesio


di ANTONIO LIVI*

zava il pensiero tommasiano per motivi esclusivamente teoretici, vedendo nella tienne Gilson (1884-1978) metafisica di Tommaso la realizzazione storica pi riuscita della filosofia cricitato nell'enciclica Fides et stiana, tanto che alla fine della sua ratio di Giovanni Paolo II lunga e operosa esistenza egli usava (1998) tra i pensatori moderproprio questo termine, filosofia crini che rappresentano la prastiana, per indicare il tomismo. Intica di quella filosofia non separata somma, Gilson tomista perch crede dalla fede che l'enciclica raccomanda; alla validit di una fiil documento pontificio recepisce inollosofia cristiana, e tre il rilevamento storiografico di Gil- Non il mondo moderno come tale non viceversa. E, a son, ossia che la filosofia ha derivato ben pensare, questo dalla rivelazione cristiana alcune no- a opporsi frontalmente al cristianesimo rilievo non privo di zioni fondamentali per la metafisica ma chi adotta l'immanentismo risvolti paradossali, se (quelle di creazione dal nulla, di persosi guarda al neotomina, di libert e di storia), che il pensie- come copertura ideologica smo del Novecento ro moderno ha fatto sue. per operazioni politiche finalizzate come a un moviMa l'importanza storica di Gilson in all'edificazione di una civilt neopagana mento o a una rapporto agli orientamenti che il magiscuola (cosa che fu stero ecclesiastico ha fornito ai cristiani solo in parte e solo in materia di filosofia non si limita a fede cristiana con la sua nota (ma spes- per taluni pensatori): infatti, se si ecquesta connessione testuale. La profon- so non adeguatamente compresa) dot- cettua Jacques Maritain, quasi tutti i da e seria riflessione filosofica di Gilson trina dei praeambula fidei. tomisti contemporanei di Gilson (Mau di riconosciuto valore, non solo stoQuanto ho detto sul metodo tomma- rice de Wulf, Lon Nol e Fernand riografico ma anche teoretico in- siano in rapporto al futuro del pensie- Van Steenberghen dell'Universit di fatti servita a mostrare l'originalit e la ro cristiano potr sembrare eccessivo; Lovanio, Amato Masnovo e Sofia Vanfecondit di quel modo di fare filosofia, qualcuno potrebbe obiettare ni Rovighi della Cattolica di Milano, e da parte dei credenti, che prende (e in effetti molti lo hanno poi Cornelio Fabro e Giorgio Gianniil nome di filosofia cristiafatto) che stata proprio ni) furono molto critici nei suoi conna e che trova il suo pi l'enciclica Fides et ratio a fronti, e non ne condivisero quelle che convincente modello nell'oridimensionare l'impor- invece io reputo le sue grandi intuiziopera di Tommaso d'Aquitanza del tomismo, tan- ni, come il carattere metodico e non no. Colui che nel passato to che il nome del to- critico del realismo tomista e sopratla Chiesa denomin doctor mista Gilson (e quello tutto il carattere intrinsecamente cricommunis e che ora modi un altro tomista, stiano della metafisica di Tommaso, dello del giusto modo di Jacques Maritain) che molti tomisti volevano presentare fare teologia, per Gilson figura tra tanti al- come filosofia pura (molti direbbero (che sostiene questa tri che tomisti non oggi laica, ma l'enciclica Fides et ratesi con forti erano. Intanto tio la chiama con il suo vero nome, firagioni epistedico subito che losofia separata). mologiche) anGilson sosteneva invece che nel Meil fatto che l'enche un modello ciclica di Gio- dioevo non era mai esistita, nemmeno di come si deall'epoca della scolastica, una filosofia vanni Paolo ve fare filosofia: II sulla filo- unitaria, indipendentemente dalla fede non malgrasofia cristia- e dalla teologia: la filosofia cristiana do i suoi intena non si filosofia di teologi, con variet notevoressi fondamenriferisca a lissime che rendono la metafisica tomitalmente teolosta a suo giudizio la pi profonda e Tommaso gici, ma provalida radicalmente diversa da d'Aquino prio perch in modo quella agostiniana, bonaventuriana o questi interessi scotista. Non la separazione dalla primario teologici si sono ed esclusi- teologia e dalla fede ci che rende filotienne Gilson dimostrati cavo (molti soficamente valida la filosofia cristiana paci di orienlo hanno ma la sua autonomia formale, ossia la tare il pensiero sottolineato nei loro commenti, anche sua capacit di argomentare razionalcristiano nella ricerca della verit natu- se pochi ne hanno potuto o voluto ca- mente il proprio punto di partenza, il rale come premessa necessaria dell'as- pire il motivo) si deve alla ragione teo- proprio metodo e le proprie conclusiosenso alla verit rivelata, evitando gli retica essenziale che il tomismo inte- ni. Per la filosofia cristiana vale dunopposti errori dello scetticismo e del ra- ressante per la Chiesa solo nella misura que il principio enunciato da Maurice zionalismo. Oggi il pensiero cristiano, in cui un'espressione riuscita, coeren- Blondel (che, peraltro, con Gilson non se vuole sopravvivere, deve trovare di te ed efficace della filosofia cristiana, la and d'accordo quasi su nulla): Non nuovo una via di uscita da questa falsa quale invece interessa direttamente la adiutrix nisi libera, non libera nisi adiualternativa di scetticismo e razionali- Chiesa perch serve all'intelligenza del- trix philosophia. smo: e ci sar possibile solo adottando la fede. Oggi nessuno, in campo cattolico, in filosofia e in teologia il metodo tomE Gilson era un pensatore laico, continua ad accusare Gilson di fideimasiano, che consiste essenzialmente estremamente libero e indipendente smo, perch l'unit esistenziale e tenella riflessione critica sull'unit dell'e- nelle sue scelte filosofiche; egli apprez- matica di filosofia e teologia un dato sperienza. In dialogo con tutte le principali istanze del pensiero contemporaneo e utilizzando sapientemente alcune categorie critiche moderne (realismo, senso comune), Gilson ha interpretato il tomismo come una metafisica non razionalistica, capace anche di dimostrare la verit delle premesse della

acquisito, ma al tempo stesso nessuno oggi riconosce con Gilson che in questa unit la filosofia ha una funzione propriamente veritativa solo se conserva la sua autonomia formale e la sua coerenza logica: cosa che Maurice Blondel aveva sempre negato e successivamente, in sintonia con lui, anche Henri de Lubac, cos come non trova riscontro nella concezione che della filosofia cristiana ebbe Edith Stein. Il contributo di tienne Gilson, nel quadro di questa problematica, ha un'importanza storico-critica che non pu assolutamente essere sottovalutata. Gilson un pensatore che rappresenta per le tematiche affrontate (dalla gnoseologia all'estetica) e per le categorie filosofiche utilizzate (quella di senso comune e quella di esistenza) un modo di fare filosofia che squisitamente moderno, allo stesso tempo che radicalmente in opposizione con altri modi di fare filosofia, quale soprattutto quell'immanentismo di matrice cartesiana che detiene da secoli l'egemonia culturale e politica in Europa: un modo di fare filosofia, un metodo, che il presupposto teoretico sia del razionalismo che dell'empirismo del Seicento, con i loro sviluppi posteriori (criticismo, idealismo, positivismo, fenomenologia, neopositivismo, materialismo dialettico, nichilismo, pensiero debole), che per Cornelio Fabro costituiscono la prova storica che l'immanentismo porta inevitabilmente all'ateismo positivo. La qualit filosofica delle ricerche di Gilson ha consentito agli studiosi pi attenti di percepire con una chiarezza mai prima raggiunta la radicalit dell'opposizione dei due metodi, dei due modi di fare filosofia nell'et moderna: quello derivante dalla svolta cartesiana, che giusto denominare immanentismo, e quello loro, che ben pu essere denominato realismo perch questo termine fu coniato da Jacobi proprio per contrapporsi a ci che egli chiamava idealismo. Nel percepire questa radicale opposizione, poteva essere colta anche la sostanza di scelta fondamentale che caratterizza l'adozione dell'uno o dell'altro metodo nell'et moderna e contemporanea: e infatti molti studiosi hanno analizzato la componente volontaristica (extrafilosofica, arbitraria) della svolta cartesiana, evidenziando, di contro a questa, la qualit genuinamente razionale della critica del cartesianesimo e del rifiuto di adottarne il metodo in filosofia. Quanti hanno compreso che l'immanentismo non rappresenta la filosofia moderna tout court ma soltanto una opzione intellettuale che di fatto si verificata agli inizi del-

Il san Tommaso d'Aquino di Carlo Crivelli, XV secolo

l'et moderna, con Descartes, ma che pochi anni dopo dava alle stampe i per tutto il tempo del suo sviluppo sto- saggi che formano Le Ralisme mthodirico ha dovuto fare i conti con una cri- que. E non si dimentichi che, anche su tica serrata da parte di altre opzioni, questo versante, non certamente una altrettanto o pi valide filosoficamente, posizione ideologica a determinare sono arrivati alla conclusione che non l'importanza di questi due filosofi, ma il mondo moderno come tale a op- il loro spessore teoretico, ossia la loro porsi frontalmente al cristianesimo ma qualit propriamente filosofica: quella sono gli ambienti culturali che per motivi ideologici hanno A rendere valida la filosofia cristiana adottato l'immanenti- non la separazione dalla fede smo, e che questo dema la sua autonomia formale ve il suo prestigio e la sua influenza non Ossia la sua capacit di argomentare tanto alla incontro- razionalmente le proprie conclusioni vertibilit delle sue tesi (a cominciare dal dubbio iperbolico) quanto alla possibi- qualit che, a proposito di Gilson, ha lit di servire da copertura ideologica indotto Augusto Del Noce (che non per operazioni politiche finalizzate alla era di scuola tomista) a dire che il filodemolizione della cristianit e alla sofo francese rappresenta nel Novecento la pi coerente e valida risposta al edificazione di una civilt neopagana. E tutti coloro che sono pervenuti a pensiero di Giovanni Gentile, ossia al questa consapevolezza riconoscono vo- rappresentante pi genuino dell'immalentieri di dovere molto a Jacques Ma- nentismo, giunto ormai alla fine della ritain, che gi negli anni Venti pubbli- sua parabola speculativa. cava il suo famoso saggio sui Trois rformateurs: Luther, Descartes, Rousseaux, *Decano della Facolt di filosofia e ancora di pi a tienne Gilson, che della Pontificia Universit Lateranense

In uscita Gomorra, il film di Matteo Garrone tratto dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano

I soldi come rumore di fondo


di LUCA PELLEGRINI Il rumore dei soldi. L'odore del sangue. Lo sguardo dei cadaveri. Nel regno della camorra, nella Gomorra partenopea, immagine esasperata della citt-simbolo incenerita nel libro della Genesi, il denaro il veleno infernale che muove interessi, decisioni, volont. In quella terra non conta il sangue, la vita non vale nulla: con i cadaveri inizia, appunto, il film che Matteo Garrone trae dall'omonimo libro di Roberto Saviano, successo editoriale nato in sordina, con sceneggiatura dello stesso scrittore, del regista medesimo insieme con Maurizio Bracci, Ugo Chiti e Gianni Di Gregorio, in concorso al Festival del Cinema di Cannes. Nell'algida luce di un centro benessere, all'inizio, mentre ci si cura il fisico e si lascia morire l'anima, vite vengono spezzate per quella necessit di uccidere i nemici e i traditori vista come una trasgressione lecita, come scrive Saviano nel pi dolente degli undici episodi che compongono la sua cantica infernale, quello dedicato a don Peppino Diana, ovviamente eliminato nel 1994 per avere avuto una parola troppo affilata. E alla fine i cadaveri di Marco e Ciro, due bulli incoscienti che ostacolano i ripetitivi meccanismi del sistema, sono presi come rifiuti da una ruspa e portati chiss dove. Il magma incandescente di queste micro-storie diventa, nelle immagini di Garrone e nell'accuratissimo montaggio di Marco Spoletini, una fredda, autorevolmente distaccata documentazione di vite nefande, azioni ignobili, violenze perpetrate e subite con meccanica, necessaria quotidianit. Il risultato una denuncia dura ma, potremmo dire, fatta per amore, nell'aspettativa di un futuro migliore, nella speranza di un coinvolgimento delle coscienze. Il regista sceglie cinque episodi, per questione di tempi cinematografici, e con una cesellatura e accuratezza chirurgica li taglia e li cuce, intersecandoli senza che mai il filo della sutura possa incrinare la tensione, ma anche guarire le piaghe infette. Piaghe che si aprono e mai si chiudono, perch nei fabbricati, nei quartieri e nei comuni campani che galera, fino a quando il vento cambia giro e lui stesso mette una caparra sulla morte sua e degli altri. Il pregio di Garrone di tenersi distante dall'emozione, dall'esibizione, finanche dalla politica e dalla cronaca. un osservatore attento, scrupoloso, inappuntabile: documenta, dopo aver scelto i cinque episodi meno legati alla cronaca, pi universali e immediati. Documenta avendo scelto i luoghi, gli ambienti, le persone, i volti, le lingue, le luci, i rumori, le musiche, legate anch'esse all'ambiente che le contiene e le proietta all'esterno, confondendosi con gli spari, i pianti, in quella che una normalit incrinata, Una fredda e distaccata documentazione spezzata, difficilmente sanabile. La di vite nefande e azioni ignobili sua denuncia Di violenze perpetrate e subite semplicemente nei con meccanica quotidianit fatti: quando il piccolo Tot, di 13 anni che Salannaspano e soffocano sotto il peso di vatore Abruzzese preso dalla vita vera questi peccati, come Gomorra aveva i e appassionato di teatro sceglie suoi, moltissimi fingono di servire Dio non per costrizione, ma per emulaziomentre in realt adorano soltanto ne, il crimine e questa scelta diventa mammona. I soldi si contano rumoro- subito tradimento e morte; quando il samente, continuamente, circolano sarto Pasquale viene sfruttato e codovunque, si moltiplicano, aprono il stretto a sfruttare, sempre per avidit, giorno, schiudono la notte dove im- una legione di cinesi che illegalmente perversa il lavoro nero, lo spaccio, la producono capi di sartoria, in fondo prostituzione, i soldi muovono tutto, macchiati pur essi di lacrime e sanogni decisione, delittuosa o spregiudi- gue; quando Franco, l'attore Toni catamente caritatevole, come potreb- Servillo, nasconde ed elimina, con be essere quella di don Ciro inter- compostezza professionale e sicurezza pretato da Gianfelice Imparato scientifica, tonnellate di rifiuti tossici detto il sottomarino perch porta seminandoli nei campi che cingono l'aiuto mensile dei boss alle famiglie paesi e con loro diffondendo tumori e dello stesso clan che hanno parenti in morte. La violenza normalizzata, come normale contare da mattina a sera le banconote di euro che frusciano e intasano continuamente le tasche e le valigie, aumentando profitti che nemmeno mammona avrebbe mai potuto immaginare (le stime sono da capogiro e in continua crescita). La violenza la si vede e sente per il passare di mano non solo delle banconote, ma anche di armi d'ogni genere, nascoste e poi distribuite e usate per gioco o per necessit, comunque sempre redditizie. Come mestiere preparare e distribuire droga, sempre e dovunque e a chiunque, e mestiere tradire, denunciare, insabbiare. Garrone non edulcora queste lancinanti, perverse verit, non le giudica, non le carica di significati, non le sottopone al vaglio della verit, perch non ce n' bisogno: sappiamo che tutto tragicamente vero. C' anche, in questa Gomorra, chi tenta di fuggire, di unirsi al grido di chi soffoca: Roberto, neolaureato di belle speranze, non accetta che la vita di un operaio del nord sia pagata con la vita di una famiglia del sud, che beve acqua inquinata dai rifiuti prodotti dal primo. Ma una goccia nel mare di quei rifiuti, di quella umanit malata. E il suo allontanarsi da vivo viene subito sostituito, nelle immagini livide e acerbe, dall'avvicinarsi di nuovi morti, cadaveri freschi. un'esigenza vitale, un contrappasso insano, innaturale: Facciamo i morti gridano Marco e Ciro nell'esaltazione di una follia incancrenita fatta sistema. Fare i morti, uccidere, per dimostrare di essere vivi. Quando e come lo zolfo e il fuoco cadranno?

venerd 16 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
I fondamenti biblici della Spe salvi

pagina 5

La cultura secondo Ambrogio

L'oro? Preferisco conservare le anime


La cattedra di Letteratura cristiana antica dell'universit di Foggia organizza la Lectura Patrum Fodiensis che, attraverso incontri periodici, si propone di promuovere e diffondere, con la conoscenza della produzione letteraria e del pensiero dei Padri, la voce di una tradizione che dal mondo antico arriva ai nostri giorni. Il ciclo di conferenze quest'anno dedicato alla figura di sant'Ambrogio. Anticipiamo alcuni stralci della relazione del 16 maggio intitolata Il progetto culturale di Ambrogio. di LUIGI F. PIZZOLATO* La spiegazione della dottrina cristiana fu per Ambrogio una delle priorit del suo mandato episcopale. In particolare, nella sua visione, l'esegesi della Scrittura doveva seguire le piste attraverso le quali Dio stesso e il suo Verbo si erano fatti pedagoghi dell'umanit nella rivelazione. Ambrogio aveva di fronte un pubblico modesto e un pubblico assai esigente. A Milano citt imperiale e centro di vivaci interessi culturali egli sapeva farsi sempre interprete del pubblico umile, al quale proponeva un discorso che muoveva dalle pi vicine declinazioni morali, per approdare a scenari sempre pi avanzati di comprensibilit, fino al pi elevato incontro dell'anima col divino; ma sapeva anche soddisfare la presenza di intellettuali. La sua spiegazione della Scrittura non poteva permettersi di essere incomprensibile n banale. In ci lo aiutava il suo temperamento di poeta, legato alla forza evocativa della parola che rendeva interessanti le Scritture per via immaginifica e intuitiva pi che filosofica e concettuale. In pi egli proponeva una catechesi diversificata per chi proveniva dai pagani, dagli ebrei o per i pi avanzati nella fede. Strettamente legata alla catechesi orale fu l'attivit di edilizia sacra di Ambrogio, per il quale essa sempre segno di spiritualit, non solo opera funzionale o frutto di estetismo costruttivo. L'arte per Ambrogio si fondava sul simbolo che concentra e trattiene la verit: in essa il pubblico semplice abbracciava coi sensi quanto spesso non riusciva a concettualizzare, mentre il dotto godeva nel contemplare la verit espressa senza depotenziamento. La tradizione attribuisce ad Ambrogio la costruzione di quattro basiliche. Esse rispondevano forse al bisogno di rispondere all'aumento di popolazione cristiana della Milano capitale. Pi decisivo sembra, per, lo scopo pastorale didattico: erano significativamente poste ai quattro punti cardinali della citt. Ambrogio dett anche i temi dei mosaici della basilica martyrum (oggi scomparsi), di cui ci sono giunti i tituli, cio le descrizioni delle scene bibliche raffigurate, collocati sotto di esse: erano una vera catechesi che da No a Cristo, dai patriarchi ai profeti a Maria, agli apostoli, fino all'ultima cena, riportava la storia della salvezza, raffrontando, da una parete all'altra, scene dell'Antico e del Nuovo Testamento. Per attirare anche il pubblico pagano, che non coglieva il senso dei riti cristiani, Ambrogio invent un segno geniale. Fuori Porta Vercellina c'era il mausoleo di Massimiano, a pianta ottagonale, probabilmente perch gli architetti pagani avevano recepito indicazioni della dottrina gnostica secondo la quale il riposo finale degli uomini spirituali era simboleggiato dall'otto. Stessa forma ha il mausoleo di epoca teodosiana presso la basilica di San Lorenzo. Sette sono i giorni del mondo, della vita e della morte, simboleggiati nei giorni della creazione e del riposo. Oltre il sette il settimo giorno il riposo tra la morte e la resurrezione sta il giorno eterno, senza sera n mattina, che l'uomo trova nella resurrezione: Nel numero otto c' la pienezza della resurrezione. Ambrogio pens alla costruzione d'un battistero ottagonale per la basilica nova battistero detto di San Giovanni simile al mausoleo funerario pagano, segno della morte e della rinascita dell'uomo nuovo. Qui avviene la morte dell'uomo carnale e la rinascita in uomo spirituale: Il fonte come una sepoltura. Il pagano, che leggeva nel mausoleo la divinizzazione dell'imperatore, era portato cos a vedere nel battistero un luogo sacro, nel quale la vasca battesimale ottagonale essa pure gli ricordava il sepolcro e la divinizzazione del defunto. Per rendere pi perspicuo questo segno, Ambrogio appose al suo battistero, dietro la basilica nova, una lapide in poesia. Ma questo amore per l'edificio di culto e per un culto ben fatto non prevale sulle necessit di quel culto primo e vero che l'uomo. Sicch, quando molti cittadini romani vennero fatti prigionieri dai Visigoti dopo la battaglia di Adrianopoli, nel 378, Ambrogio non esit a fondere e vendere arredi sacri preziosi per riscattarli. A chi lo rimproverava rispondeva: stato molto meglio conservare al Signore le anime che non l'oro. Colui che invi gli Apostoli senza oro, senza oro convoc anche la chiesa. Se la Chiesa ha dell'oro, non per custodirlo, ma per donarlo, per recare soccorso nelle necessit (...) Altrimenti il Signore mi potrebbe dire: Come hai sopportato che tanti poveri morissero di fame? Eppure avevi oro, avresti potuto dare loro del cibo. Come mai hai permesso che tanti prigionieri fossero venduti schiavi o, se non riscattati, fossero uccisi? Sarebbe stato meglio conservare quei calici che sono gli uo-

L'umanesimo cristiano speranza della modernit


di CESARE BISSOLI*

Sant'Ambrogio benedice una folla di chierici e laici Anonima miniatura milanese del XIV secolo

mini vivi che non i calici di metallo. Avrei potuto forse rispondere che non potevo privare il tempio del conveniente splendore? Mi direbbe il Signore: I sacramenti non hanno bisogno dell'oro, e non vale per l'oro ci che non si compra con l'oro (...) E veramente preziosi sono quei calici che riscattano anime dalla morte. Vero tesoro del Signore quello che produce ci che produsse il Suo sangue (...) Questo l'oro che il santo martire Lorenzo conserv al Signore (De officis ministrorum, II, 136-140). Ambrogio, infine, conosceva il valore della poesia e del canto sacro, che ha nei salmi il luogo pi pregnante. La nota principale pareva essere per lui quella della delectatio che, pur essendo qui un fatto estetico, ha una forte caratterizzazione morale, perch il piacere costituiva nel piano originario di Dio il pi grande stimolo alla virt, che stato sfruttato dal demonio come sprone alla colpa (Explanatio Psalmorum, I, 1). Infatti, dopo la caduta originaria, quel piacere che inizialmente portava alla virt e l'accompagnava e poi stato fomite del peccato, riproposto nella sua forza positiva dal salmo.
*Preside della Facolt di lettere e filosofia dell'Universit Cattolica del Sacro Cuore

er una lettura della Spe salvi che metta in evidenza i suoi fondamenti biblici, occorre far riferimento a tre aspetti particolarmente significativi: l'approccio esistenziale alla Parola di Dio, il tipo di presenza e di impiego della Bibbia, i motivi biblici centrali. Il lettore attento, percorrendo i diversi paragrafi dell'enciclica, nota immediatamente che il riferimento alla Parola di Dio non assume affatto il ruolo di citazione edificante. Ci si trova presi nel binomio, tanto suggestivo quanto necessario, di speranza e vita, e ci dentro un serrato confronto tra due umanesimi, quello cristiano e quello moderno. Ne risulta un rigoroso esercizio ermeneutico che garantisce una corretta e fruttuosa comprensione sia della Scrittura sia della condizione dell'uomo a cui la Parola di Dio si rivolge. Si pensi a questo proposito al valore portante di Ebrei, 11, 1 e di Efesini, 2, 12, che fanno da perno all'enciclica. Soltanto in questo modo infatti la Bibbia pu dare risposte serie, perch viene interpellata su domande serie. E tali sono quelle sulla speranza, dove sono coinvolti in maniera intensa il pensiero biblico e il pensiero umano, pi esplicitamente Dio e l'uomo. Si pu applicare qui quanto dice la recente Nota dottrinale su alcuni aspetti dell'evangelizzazione, a cura della Congregazione per la Dottrina della Fede: Ogni incontro (del Vangelo) con una persona o una cultura concreta pu svelare delle potenzialit del Vangelo poco esplicitate in precedenza, che arricchiranno la vita concreta dei cristiani e della Chiesa (n. 6). Assai numerosi sono i riferimenti biblici. A partire da Romani, 8, 24, che d il titolo alla Spe salvi (salvati nella speranza), le citazioni sono una settantina: la stragrande maggioranza di esse tratta dal Nuovo Testamento, in particolare dalla Lettera agli Ebrei, da varie lettere paoline (segnatamente dalla prima e seconda ai Corinti e dalla Lettera agli Efesini), dal quarto vangelo. L'Antico Testamento, che fa da asse portante alla riflessione sulla Lettera agli Ebrei, compare soprattutto, nella parte finale dell'enciclica, con citazioni dei salmi in relazione soprattutto al binomio sofferenza-speranza. Il Papa non ha inteso presentare una teologia biblica della speranza sotto tutti gli aspetti, ma come gi nel libro su Ges di Nazaret, al centro sta la riflessione su alcuni nodi ritenuti centrali nel disegno globale del tema speranza-salvezza. Sono nodi biblici, teologici e antropologici, approfonditi alla luce della grande tradizione, segnatamente con il contributo dei Padri della Chiesa, in cui facile principe sant'Agostino. In una visione di insieme si pu riscontrare che il Papa non usa un linguaggio astratto, non fa la teoria della speranza, ma riflette sul mondo delle persone che hanno o non hanno speranza, che mostrano di essere in difficolt (o in pace) con la vita perch in difficolt (o in pace) con la speranza. quella dinamica interpersonale tra Dio e l'umanit, accennata

all'inizio, che il Papa alimenta con il ricorso alla Bibbia, sviluppato in cinque momenti: prima viene l'esempio storico di persone credenti nel Dio di Ges Cristo che hanno esperienza positiva di speranza; poi richiamato il paradigma normativo di un cammino di speranza che ingloba il popolo intero della Bibbia; in seguito si ricorda il fatto drammatico, pur esso storico, di un mondo di persone senza speranza e senza Dio nel mondo, secondo l'espressione di Efesini, 2, 12; fa seguito l'illuminazione biblica che anima il non facile apprendistato a vivere nella speranza che tocca al cristiano nel tempo; conclude una testimone biblica eccezionale della speranza, Maria di Nazaret. Per ragioni di spazio ci fermiamo sui primi tre momenti. Anzitutto partendo dalla verit, pur essa del tutto personale e personalizzante, che base oggettiva della speranza la redenzione operata da Dio in Cristo, il Papa comincia la sua esposizione riportando fatti concreti: al convincente episodio della schiava Bakhita (n. 3) congiunge, come fondamento rivelato, quello di un altro schiavo, Onesimo, di cui parla la Lettera a Filemone (n. 4). Entrambi sono fruitori di speranza grazie alla riconosciuta signoria liberatrice di Cristo, qualificato con il binomio di filosofo ( il psicagogo antico, guida dell'anima) e pastore (n. 6). Questa redenzione, feconda di speranza, conosce un paradigma rassicurante e normativo, che biblicamente ha il suo perno in Ebrei 11. un testo biblico, purtroppo ignorato o considerato una speculazione teologica circa il sacerdozio e il sacrificio di Cristo. In realt, in questa lettera, Ges visto come sacerdote

che fa da capo e guida di un popolo in cammino verso la terra promessa, tanto attesa e cercata. Il passo di Ebrei, 11, 1, su cui il Papa si ferma con una rigorosa esegesi, un elaborato concettuale che interpreta le ragioni per cui il pellegrinaggio del popolo di Dio vero ed sostenibile: La fede hypstasis delle cose che si sperano; prova delle cose che non si vedono. La fede sostanza, cio un dato oggettivo (non un semplice sentimento soggettivo come pensava Lutero), che garantisce in noi fin da oggi ci che ci sar dato domani, e diventa per tale motivo prova e certezza di tale futuro. La fede attira dentro il presente il futuro, cos che quest'ultimo non pi il puro non ancora. Il popolo di Dio non cammina nel vuoto o nel vago. Il presente viene toccato dalla realt futura e cos le cose future si riversano in quelle presenti e le presenti in quelle future (n. 7). Sempre nell'ambito di Ebrei, 11, il Papa mette in chiaro con parole molto forti la ferita fatta alla speranza cristiana, per averla privatizzata individualisticamente, estinguendo in qualche periodo storico quella carica sociale che le propria, essendo speranza di un popolo che, in quanto tale, portatore di una speranza condivisa, il raggiungimento della citt di Dio (cfr 11, 10. 16; 12, 22; 13, 14), espressione massima di una salvezza comunitaria (cfr n. 14). Vi insiste il Papa sempre indicando passi della Lettera agli Ebrei e aggiungendo due altri motivi biblici luminosi: citando 1 Timoteo, 2, 6, ci ricorda che Ges ha dato se stesso in riscatto per tutti. Cui si aggiunge 2 Corinzi, 5, 15, con il commento: Vivere per lui significa lasciarsi coinvolgere nel suo essere per lungo la sua

vicenda terrena (n. 28). Non si ha speranza per s se non la si ha per gli altri e con gli altri, dandone i segni, come buoni compagni di viaggio. Siamo finalmente al terzo momento drammatico di un mondo di persone senza speranza e senza Dio nel mondo. Il pensiero di Benedetto XVI traspare dall'insistenza nel citare Efesini, 2, 12, che troviamo come filo rosso dall'inizio alla fine dell'enciclica: ai numeri 2, 3, 5, 23, 27, 44 per ben sei volte. Ivi Paolo ricorda agli Efesini che prima del loro incontro con Cristo erano senza speranza e senza Dio nel mondo (n. 2). Il Papa vi vede come in filigrana il cammino storico di persone nel tempo della modernit. In un severo bilancio, nota il fallimento della grande speranza di cui l'uomo ha bisogno, a motivo di progetti soltanto umani e conclude: L'uomo ha bisogno di Dio, altrimenti resta privo di speranza. Visti gli sviluppi dell'et moderna, l'affermazione di San Paolo citata all'inizio (cfr Efesini, 2, 12) si rivela molto realistica e semplicemente vera (n. 23). Chi non conosce Dio, pur potendo avere molteplici speranze, in fondo senza speranza, senza la grande speranza che sorregge tutta la vita (cfr Efesini, 2, 12). Un mondo senza Dio un mondo senza speranza (Efesini, 2, 12) (n. 44). Qui il testo biblico si pone, dunque, come dolorosa profezia, dove non si nega per s l'esistenza di valori anche in una modernit senza Dio, ma non se ne vede la capacit di essere via che porta alla meta. Non si respira la grande speranza, quella speranza certa e definitiva che solo Dio pu realizzare. Questo antagonismo stato criticato da certuni. Ma bisogna tener presente la prospettiva teologica dei principi entro cui Ratzinger si muove. Essa non esclude una prospettiva aperta su considerazioni storiche e pastorali pi specifiche. Successivamente il Papa con la Parola di Dio illumina il tirocinio della speranza tramite la preghiera, l'esercizio della speranza, la stessa sofferenza e finalmente in relazione al grande Giudizio finale, concludendo con Maria, stella della speranza. Buon criterio di lettura sar avere presente l'ottica esistenziale storica e concreta che deriva dalla comprensione biblica della speranza da parte di Benedetto XVI. Non dimenticheremo, in particolare, il testo di Ebrei, 11, all'interno della totalit della Lettera agli Ebrei, come specchio della nostra identit di popolo di Dio in cammino verso la citt futura, un popolo impegnato a prefigurarne il volto oggi in segni di speranza condivisa e solidale, non dimenticando realisticamente sia i testimoni positivi, martiri della speranza, come dei fratelli vietnamiti, sia il respiro corto e fragile di speranze umane emarginando Dio. Buon compito pastorale di integrare la forte e giusta proposta del Papa con una teologia biblica pi dettagliata della speranza e con una attenta mediazione pedagogica, mai dimenticando che proprio dell'incontro con la Sacra Scrittura di attingere la consolazione della speranza (cfr Romani, 15, 4).
*Pontificia Universit Salesiana

Angoscia di Edvard Munch (1894)

Etica, cultura e societ secondo Gianfranco Ravasi

Non basta una mera giustizia per fare una societ giusta
societ, compresa quella contemporanea, la prospettiva biblica risulta senza dubbio realistica. per rendere la societ un luogo di convivenza civile che risulta necessario non solo riflettere sull'etica e sulla cultura, ma bisogna anche impegnarsi in prima persona. Come diceva Gilbert K. Chesterton, citato da Ravasi, i santi cristiani sono rappresentati con gli occhi aperti sul Per costruire un mondo diverso mondo a ricordare che Dio si scopre nelle stra necessario unire una gestione realistica de, nel tessuto sociale. Per evitare confusioni con visioni alte e grandi progetti opportuno tuttavia ricordare quello che Rasu un forte impegno sociale nella convasi ha chiamato il principio di auferenza dedicata a Etica, cultura e tonomia, sancito da Cristo nel mosociet, tenuta mercoled 14 a Santa mento in cui viene interpellato sulla Maria in Cosmedin e organizzata dal questione fiscale nei confronti dell'imCircolo di Roma. Leggendo la Bibpero romano lecito o no dare il bia, il grande codice della cultura octributo a Cesare?. La risposta di cidentale, si scopre che mentre Dio Cristo date a Cesare quel che di cre il primo giardino, Caino realizz Cesare riconosce alla politica un la prima citt: ci indica che la socieambito di autonomia. Essa ha un suo t presentata attraverso una visione spazio vitale in cui manifestarsi, ha negativa e pessimistica e se si considedelle sue norme, delle sue regole, ha ra la spirale di violenza insita in ogni una sua grammatica. Il passo evandi MARILENA AMERISE Se vogliamo avere una fede autentica dobbiamo saper unire le realt penultime alle realt ultime: con queste parole di Dietrich Bonhoeffer, l'arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha richiamato l'attenzione gelico si pronuncia in modo inequivocabile per il riconoscimento dell'autonomia della politica, contro ogni fondamentalismo che non riconosce invece tale autonomia tra sfera politica e sfera religiosa. L'essere umano, che vive in una societ con le sue norme e le sue leggi, deve tener conto in primo luogo di essere immagine di Dio: tale rapporto di somiglianza non si realizza nell'anima, ricorda il biblista, ma rimanda alla capacit di amare e generare propria dell'uomo maschio e femmina. Tutto l'ambito delle relazioni personali non pu essere sottoposto e ridotto ai meccanismi economico-sociali, ma deve trarre un orientamento dalla coscienza morale data all'uomo come simbolicamente estrinseca l'albero del bene e del male, che ribadisce la fondamentale libert umana nella scelta. La coscienza morale pertanto intrinsecamente legata alla libert di scelta dell'uomo che non pu essere sottoposta all'oppressione delle ragioni sociali e politiche. Da ci l'uomo pu iniziare il suo impegno per costruire una societ che non sia pi caratterizzata dalla violenza e dalle prevaricazioni, che hanno rappresentato spesso i vessilli della storia, ma una societ basata sulla giustizia. Gi la voce dei profeti nella Bibbia ha reclamato in modo stentoreo la giustizia come norma della societ: non certo come un appello propagandistico, ma come una necessit esistenziale. Ravasi ha aggiunto l'opportunit di una giustizia cristiana: Ai nostri giorni non basta una mera giustizia per fare una societ giusta. Bisogna creare una societ solidale; solo con la dimensione della solidariet si costruisce una societ culturalmente diversa. Ben conscio di quanto ci sia difficile da realizzare, Ravasi ha richiamato l'attenzione sull'importanza dell'utopia, non nello sbiadito significato che oggi ha assunto, ma nel senso di grande progetto, grande visione: in ci che l'utopia ha il suo valore, non certo nel fatto di diventare uno schema di gestione. Spesso le classi politiche sono modesti gestori privi di grandi visioni. Per costruire una societ giusta necessario unire una gestione realistica con visioni alte e non cadere nel rischio denunciato dal moralista francese La Rochefoucauld nella sua massima chi si applica troppo alle piccole cose, diventa incapace delle grandi. Del resto, leggendo il Vangelo, l'invito di Cristo a essere perfetti come il Padre: il modello del cristiano quindi un modello infinito e ci stimolo a pensare in grande per costruire una societ reale. I primi venti capitoli dell'Apocalisse, il libro conclusivo della Bibbia, rappresentano efficacemente la storia dell'umanit, caratterizzata da ingiustizia e oppressione. Gli ultimi due capitoli, tuttavia, presentano la visione della Gerusalemme celeste in cui non c' morte, lutto, lamento e affanno. C' la consapevolezza che tale visione una utopia, ma appunto ci che indica una meta ideale a cui tendere e che, se irraggiungibile in questo mondo in cui il dolore e le prevaricazioni restano, aiuta, attraverso il modello che propone, a sostanziare la politica di una ampiezza di visione che permette la costituzione di una societ dove gli uomini vivano nell'impegno di realizzare un ideale politico e morale.

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
La missione della Chiesa in Thailandia in un'intervista al presidente dei vescovi in visita ad limina

venerd 16 maggio 2008

Necessario il dialogo con la cultura buddista


di NICOLA GORI Un piccolo fermento in un Paese a larga maggioranza buddista. Un ponte e una mano tesa nel campo della promozione del dialogo tra le religioni. il ruolo fondamentale svolto dalla Chiesa in Thailandia come delineato da monsignor George Yod Phimphisan, vescovo di Udon Thani e presidente della Conferenza episcopale, in un'intervista al nostro giornale, in occasione della visita ad limina Apostolorum. Qual il ruolo della Chiesa cattolica nel dialogo tra le religioni nel Paese? Il dialogo tra le religioni costituisce una parte molto importante della vita quotidiana della Chiesa in Thailandia. Si tratta di un aspetto della missione che si andato affermando soprattutto dopo il Concilio Vaticano II. In Thailandia poi si vive una condizione particolare, dal momento che il re il capo e il garante di tutte le religioni nel Paese. Dunque la libert di religione un diritto garantito dal governo per tutte le Chiese e per tutte le Confessioni. In un simile contesto chiaro che il dialogo tra le religioni assume una veste importante nel tessuto sociale e trova ampia diffusione sia a livello nazionale, sia a livello di singole comunit locali. Per le relazioni ufficiali responsabile il cardinale Michael Michai Kitbunchu, arcivescovo di Bangkok. Una svolta nei rapporti con gli altri fedeli presenti in Thailandia, e in particolare con il buddismo, si avuta dopo la visita pastorale di Giovanni Paolo II, svoltasi il 10 e l'11 maggio del 1984. Da allora le nostre relazioni con i fratelli e le sorelle buddisti sono diventate eccellenti, in particolare per quanto riguarda i contatti ai vertici. Nella societ thailandese quale ruolo interpreta la Chiesa? La Chiesa svolge un ruolo molto importante soprattutto nell'ambito dell'educazione. Noi cattolici siamo meno dell'1% della popolazione che ammonta a 66 milioni di abitanti. Le scuole cattoliche, pi di trecento, esercitano tuttavia un'influenza molto importante sugli studenti. Un dato estremamente rilevante se si pensa che in molte di queste nostre scuole la maggioranza degli studenti buddista. Dal punto di vista pastorale la presenza di questi giovani non cristiani ci consente di diffondere l'etica e la morale cattoliche a una larga parte delle nuove generazioni thailandesi che frequentano le nostre scuole. Qual l'atteggiamento della Chiesa locale davanti all'ignobile problema dello sfruttamento della prostituzione e dei minori? Come detto, cerchiamo innanzitutto di diffondere i principi dell'etica e della morale cattolica attraverso le nostre opere educatrici, rivolgendoci soprattutto proprio ai minori, anche non cattolici. E questo gi un qualcosa che riteniamo importante. chiaro per che siamo consapevoli di dover affrontare questi problemi alla radice. Oggi come oggi cerchiamo di raggiungere l'obiettivo attraverso la promozione di una serie di programmi di sviluppo sociale nelle nostre diocesi e arcidiocesi. Cerchiamo di diffondere questi programmi anche nei villaggi per aiutare la gente a crescere e a svilupparsi senza il bisogno di mandare i figli a cercare fortuna o comunque la possibilit di sopravvivenza nelle grandi citt, dove nella stragrande maggioranza dei casi finiscono invece nella rete della prostituzione e dello sfruttamento. Nell'ottobre 2006 si svolto in Thailandia il primo congresso missionario asiatico. Quali contributi ha offerto l'annuncio del Vangelo al vostro Paese? Gli effetti positivi del congresso missionario asiatico si evidenziano a tutti i livelli. C' stata una grande partecipazione. Soprattutto nel periodo in cui bisognava preparare l'evento si registrata una entusiasmante partecipazione a tutti i livelli, sia nelle diocesi, sia in tutto il contesto ecclesiale nazionale. I nostri fedeli sono rimasti impressionati dall'impatto che la Chiesa ha avuto sul continente asiatico in quel particolare momento. Lo scambio di opinioni e di testimonianze avvenuto nel corso del congresso ha certamente suscitato un'impressione che rester a lungo nel cuore dei cattolici thailandesi. Soprattutto ha suscitato una serie di iniziative partite proprio dalla base. Un ulteriore impulso lo aspettiamo in vista del nuovo appuntamento a livello nazionale fissato per il prossimo 2010. Sempre sulla scia del fervore suscitato dal congresso missionario abbiamo potuto dedicare, come Chiesa in Thailandia, gli anni compresi tra il 2007 e il 2010 alla Parola di Dio. In questo periodo infatti si svolgono in tutte le diocesi incontri di approfondimento e celebrazioni dedicate proprio alla Parola. Inoltre, a livello diocesano si stanno elaborando numerosi programmi e verifiche in vista della celebrazione del Sinodo dei vescovi dell'ottobre 2008. Come considerata la Chiesa cattolica dalla maggioranza buddista? In passato la Chiesa cattolica era considerata una religione straniera; nel Paese infatti la cultura legata alla religione buddista. Noi, nell'intento di arrivare ad una certa forma di inculturazione del Vangelo, abbiamo cercato di avvicinarci il pi possibile a molte pratiche culturali thailandesi, ma i buddisti hanno considerato questo comportamento alla stregua di un'appropriazione indebita. Qual attualmente la situazione delle vocazioni? Dio ci benedice ancora con numerose vocazioni, sebbene in alcune aree ce ne siano di meno. In generale, la situazione buona. Buona parte del successo lo dobbiamo all'impegno dei Serra groups, molto attivi in Thailandia nel promuovere proprio le vocazioni al sacerdozio. A che livello i laici sono impegnati nell'evangelizzazione? Da circa dieci anni i laici sono impegnati sempre pi nell'evangelizzazione. Di fatto, fra gli otto martiri della Thailandia beatificati alcuni anni fa, c'era anche un catechista. Per grazia di Dio, sempre pi laici si impegnano nelle varie comunit ecclesiali in gruppi di evangelizzazione, come la Legione di Maria, la Societ di San Vincenzo de' Paoli, Focolarini, e altri. Molti di questi laici sono ex seminaristi.

La cattedrale di Bangkok

Eretta applicando il motu proprio Summorum Pontificum

La prima parrocchia personale a Roma per i fedeli tradizionalisti


Un importante atto che applica a Roma il recente motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI. Cos il cardinale Daro Castrilln Hoyos, presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, sottolinea il significato dell'istituzione di una parrocchia nel centro dell'Urbe per le necessit spirituali dei fedeli tradizionalisti, che seguono normalmente la forma straordinaria della liturgia del Rito Romano. Un decreto del cardinale Vicario Camillo Ruini ha infatti eretto nei giorni scorsi la parrocchia personale della Santissima Trinit dei Pellegrini, affidandola alla cura pastorale della Fraternit sacerdotale San Pietro. un atto disposto dal Papa per la diocesi di Roma che ha un valore in s, nel progressivo percorso in atto dell'applicazione del motu proprio sull'uso della liturgia romana anteriore alla riforma effettuata nel 1970, spiega il presidente della commissione vaticana che cura le relazioni con i fedeli legati alla precedente tradizione liturgica latina, in particolare quelli finora in vario modo collegati alla Fraternit fondata da monsignor Marcel Lefebvre, che desiderano rimanere uniti al Successore di Pietro nella Chiesa cattolica. Ma aggiunge il cardinale Castrilln Hoyos la realizzazione di una parrocchia personale ha anche un valore esemplare per altre diocesi, sia in Italia che altrove. La chiesa, annessa all'arciconfraternita della Santissima Trinit dei pellegrini e convalescenti, si trova sul territorio del primo Municipio di Roma ed sussidiaria della parrocchia dei Santi Biagio e Carlo ai Catinari, nel settore pastorale centro della diocesi. Alla nuova parrocchia si legge nel decreto del cardinale Ruini e ai suoi parroci pro tempore sono riconosciuti gli stessi diritti di cui godono le altre dell'Urbe e i loro parroci secondo il diritto comune; al contempo essa ha gli stessi obblighi e doveri delle altre, mentre per l'amministrazione e il sostentamento del parroco saranno osservate norme promulgate dalla Conferenza episcopale italiana e dal Vicariato di Roma.

W
La Congregazione per i Vescovi partecipa con profondo dolore al lutto per la morte dell'Eminentissimo

CARDINALE
Bernardin Gantin

per 14 anni Prefetto del Dicastero.


Nel ricordare con viva gratitudine il suo fedele servizio alla guida della Congregazione per i Vescovi, il Cardinale Prefetto, S.E. Mons. Segretario, Mons. Sotto-Segretario e tutti i Collaboratori, nella luce delle supreme certezze della fede, elevano fervide preghiere di suffragio perch il compianto Porporato possa godere la pace nel gaudio della liturgia celeste, riservata da Dio ai suoi servi fedeli.
.

venerd 16 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Il Papa alle partecipanti alla riunione internazionale dell'Ordo virginum

pagina 7

Il cardinale Bertone ai vescovi riuniti a Rocca di Papa

Scelta inutile per il mondo ma luminosa agli occhi della fede


La scelta della consacrazione verginale un richiamo alla transitoriet delle realt terrestri e un'anticipazione dei beni futuri. Lo ha detto il Papa rivolgendosi alle partecipanti al congresso-pellegrinaggio internazionale dell'Ordo virginum, ricevute in udienza nella mattina di gioved 15 maggio, nella Sala Clementina.

Orientare i nuovi movimenti senza ricercare successi personali


I vescovi siano attenti ai segni dei tempi per saper orientare i nuovi movimenti laicali, armonizzandoli con le esigenze di tutta la Chiesa, attraverso un ministero che non ricerchi il successo personale. Lo ha auspicato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, alla messa inaugurale del seminario in corso a Rocca di Papa su iniziativa del Pontificio Consiglio per i Laici. L'incontro si aperto gioved mattina, 15 maggio, al Centro mondo migliore, con la presenza di presuli di oltre cinquanta Paesi di tutti i continenti e di fondatori e responsabili di associazioni e di nuove comunit ecclesiali. Tema dei lavori, che si concluderanno sabato 17, le parole di Benedetto XVI all'episcopato tedesco in occasione della visita ad limina del 18 novembre 2006: Vi chiedo di andare incontro ai Movimenti con molto amore. In continuit con quello di Giovanni Paolo II, il magistero di Papa Ratzinger sull'argomento ribadisce infatti che la risposta dei Pastori ai nuovi carismi deve essere un atteggiamento di apertura e di accoglienza animate dall'amore. E all'omelia il cardinale Bertone ha evidenziato i molteplici e profondi mutamenti sociali e culturali avutisi nel corso degli ultimi cinquant'anni, che hanno reso sempre pi strategico il ruolo dei laici nella missione della Chiesa. Nel contempo ha aggiunto la stagione delle nuove forme associative, fiorite sotto il pontificato di Wojtya continua ancora oggi. Forte dimensione missionaria, comunicazione del messaggio della solidariet e risposta al diffuso desiderio di spiritualit sono gli elementi che caratterizzano tali realt. Un ulteriore elemento della loro vera religiosit deve essere la cura dei poveri. I cristiani ha detto il porporato devono vivere nell'amore verso tutti, senza giudicare con leggerezza secondo le apparenze umane. Non si tratta certo ha puntualizzato di un'istigazione all'odio contro il ricco, ma di un invito a rifuggire dalle preferenze interessate che a volte potrebbero insinuarsi anche nella comunit cristiana. In proposito ha richiamato proprio l'esperienza del Movimento per un mondo migliore, nato dall'intuizione del gesuita padre Riccardo Lombardi, nota firma della Civilt Cattolica, e del confratello padre Virginio Rotondi, soprattutto dopo il radiomessaggio di Pio XII del 10 febbraio del 1952 che mirava a stimolare la rinascita cristiana nella societ. Papa Pacelli ha detto Bertone fu profetico per la sua visione dei problemi e delle sfide che avrebbero interpellato la Chiesa. Intu, infatti, che essa avrebbe dovuto dialogare sempre pi con la modernit, soprattutto coinvolgendo il laicato cattolico. E al tema dell'impegno laicale aveva fatto riferimento con il Motu proprio Primo feliciter, del 12 marzo 1948, fondativo degli istituti secolari. Lo stesso Concilio Vaticano II ha ricordato il porporato alla cui indizione Pio XII pensava da anni, deve molto al suo insegnamento. Dall'altra parte per ha ammonito il segretario di Stato oggi si avverte l'esigenza che i Pastori sappiano condurre i movimenti associativi. E lo potranno fare solo se si lasceranno guidare docilmente dallo Spirito e saranno testimoni e padri per i fedeli affidati alle loro cure. Da qui l'esortazione ai vescovi intervenuti al seminario di Rocca di Papa affinch riflettano sui loro comportamenti che debbono essere coerenti con la fede e la santit della Chiesa. Il nostro quotidiano ministero episcopale ha concluso il cardinale Bertone grande solo nella misura in cui si concretizza in un servizio fatto per amore unicamente proteso a testimoniare Cristo. Al termine della celebrazione il cardinale Stanisaw Ryko, presidente del dicastero organizzatore, ha tenuto la relazione introduttiva soffermandosi sull'insegnamento di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI in materia di movimenti e nuove comunit, la cui grande fioritura ha detto costituisce uno dei fenomeni pi sorprendenti e promettenti nella vita della Chiesa del nostro tempo. Scopo dei lavori ha aggiunto comporre una sorta di mosaico che aiuter a capire meglio, da un lato, il significato teologico-ecclesiale e pastorale del fenomeno, dall'altro, quali siano i compiti dei Pastori nei confronti delle associazioni. Del resto sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI hanno dato grande fiducia ai movimenti, individuando in essi un'opera meravigliosa dello Spirito Santo e un dono provvidenziale. Il porporato ha citato i due grandi incontri convocati il 30 maggio 1998 da Papa Wojtya e il 3 giugno 2006 da Papa Ratzinger, entrambi preceduti da congressi mondiali organizzati dal Pontificio Consiglio per i Laici. L'esperienza di eventi rischierebbe tuttavia di rimanere fine a s stessa ha avvertito il cardinale presidente se non arrivasse a permeare la vita delle Chiese particolari. questa la ragione che ha spinto il dicastero a promuovere seminari di studio (il primo si svolto nel 1999) riservati ai vescovi, ai quali incombe ha concluso di garantire l'ecclesialit dei movimenti che sono responsabili dell'apertura della Chiesa all'azione dello Spirito.

Carissime sorelle! 1.Accolgo e saluto con gioia ciascuna di voi, consacrate con solenne rito nuziale a Cristo (Rituale della Consacrazione delle Vergini, 30), in occasione del Congresso-Pellegrinaggio Internazionale dell'Ordo Virginum, che in questi giorni vi vede riunite a Roma. In particolare saluto il Cardinale Franc Rod per il cordiale indirizzo di omaggio e l'impegno profuso nel sostenere questa iniziativa, mentre un grazie di cuore rivolgo al Comitato organizzatore. Scegliendo il tema guida di questi giorni vi siete ispirate ad una mia affermazione che sintetizza quanto ho avuto gi modo di dire sulla vostra realt di donne che vivono la verginit consacrata nel mondo: Un dono nella Chiesa e per la Chiesa. In questa luce desidero confermarvi nella vostra vocazione ed invitarvi a crescere di giorno in giorno nella comprensione di un ca-

Cinquecento partecipanti da cinquantadue Paesi del mondo


Cinquecento donne di cinquantadue Paesi del mondo riunite a Roma per riflettere sulla verginit consacrata come dono nella Chiesa e per la Chiesa da vivere ogni giorno nel mondo: questa la realt del secondo congresso-pellegrinaggio internazionale dell'Ordo virginum, che si svolge da mercoled 14 a marted 20 maggio. A presentarla al Papa durante l'udienza di gioved 15 stato il cardinale Franc Rod, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita apostolica. Il porporato ha sottolineato che le partecipanti al congresso presenti insieme con alcuni vescovi e delegati rappresentano migliaia di sorelle che vivono nella semplicit e nell'umilt la propria consacrazione totale allo Sposo delle vergini, a servizio della Chiesa locale. Secondo cifre fornite dallo stesso Ordo virginum, nel mondo ci sono attualmente tremila vergini consacrate, di cui oltre mille in America, millecinquecento in Europa e cinquecento negli altri continenti. Esse ha assicurato il cardinale Rod si impegnano a essere sorgente di nuovo slancio nella variet dei doni e dei servizi, tendendo con tutta la propria esistenza a far risplendere la bellezza dell'unica Sposa di cui sono immagine. Mara Luisa fele, della diocesi tedesca di Ratisbona, ha poi ricordato che dai tempi apostolici ci furono vergini cristiane, chiamate dal Signore a dedicarsi esclusivamente a lui in una maggiore libert di cuore, di corpo e di spirito. La celebrazione della consacrazione delle vergini ha affermato uno dei tesori pi preziosi della liturgia romana, che, come il sacramento del matrimonio, proclama l'unione della Chiesa con Cristo e la bellezza dell'unione sponsale con Cristo. Attraverso questo solenne rito la vergine diviene una persona consacrata, un segno ecclesiale, poich la Chiesa stessa soprattutto vergine e sposa. Si tratta ha spiegato di un carisma che lo Spirito Santo dona alla Chiesa. Dunque non lo possediamo, ma lo riceviamo. Come tale volto a edificare la Chiesa al suo interno. In questo senso, la verginit consacrata a Dio non mai una decisione privata e personale. piuttosto ha detto fele citando la frase del cardinale Ratzinger presa a prestito per il tema del congresso un dono di Dio nella Chiesa e per la Chiesa. Non a caso, il centro della preghiera di consacrazione il matrimonio mistico, nel quale le vergini si impegnano a vivere la loro consacrazione in tutto il mondo e in ciascuna diocesi. Sappiamo ha concluso di essere orientate al servizio della Chiesa. Desideriamo essere testimonianza di amore e segno del Regno di Dio che verr. La nostra risposta alla chiamata dello sposo e resta una risposta nella fede che quotidianamente rinnoviamo nella comunione con tutta la Chiesa.

risma tanto luminoso e fecondo agli occhi della fede, quanto oscuro e inutile a quelli del mondo. 2.Siate di nome e di fatto ancelle del Signore a imitazione della Madre di Dio (RCV, 29). L'Ordine delle Vergini costituisce una particolare espressione di vita consacrata, rifiorita nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II (cfr Esort. Ap. Vita consecrata, 7). Le sue radici, per, sono antiche; affondano negli inizi della vita evangelica quando, come novit inaudita, il cuore di alcune donne cominci ad aprirsi al desiderio della verginit consacrata: a quel desiderio cio di donare a Dio tutto il proprio essere che aveva avuto nella Vergine di Nazaret e nel suo s la prima straordinaria realizzazione. Il pensiero dei Padri vede in Maria il prototipo delle vergini cristiane ed evidenzia la novit del nuovo stato di vita a cui si accede per una libera scelta d'amore. 3.In te, Signore, possiedano tutto, perch hanno scelto Te solo, al di sopra di tutto (RCV, 38). Il vostro carisma deve riflettere l'intensit, ma anche la freschezza delle origini. fondato sul semplice invito evangelico chi pu capire capisca (Mt 19, 12) e sul consiglio paolino circa la verginit per il Regno (1 Cor 7, 25-35). Eppure risuona in esso tutto il mistero cristiano. Quando nato, il vostro carisma non si configurava con particolari modalit di vita, ma si poi man mano istituzionalizzato, fino ad una vera e propria consacrazione pubblica e solenne, conferita dal Vescovo mediante un suggestivo rito liturgico che faceva della donna consacrata la sponsa Christi, immagine della Chiesa sposa. 4.Carissime, la vostra vocazione profondamente radicata nella Chiesa particolare a cui appartene-

te: compito dei vostri Vescovi riconoscere in voi il carisma della verginit, consacrarvi e possibilmente rimanervi vicino nel cammino, per insegnarvi il timore del Signore, come si impegnano a fare durante la solenne liturgia di consacrazione. Dal respiro della Diocesi, con le sue tradizioni, i suoi santi, i suoi valori, i limiti e le difficolt, vi allargate al respiro della Chiesa universale, soprattutto condividendone la preghiera liturgica, che vi consegnata affinch risuoni senza interruzione nel vostro cuore e sulle vostre labbra (RCV, 42). In tal modo il vostro io orante si dilater progressivamente fino a che nella preghiera non ci sia pi che un grande noi. questa la preghiera ecclesiale e la vera liturgia. Nel dialogo con Dio apritevi al dialogo con tutte le creature, nei cui confronti vi ritrovate madri, madri dei figli di Dio (cfr RCV, 29). 5.Il vostro ideale, in se stesso veramente alto, non esige tuttavia alcun particolare cambiamento esteriore. Normalmente ciascuna consacrata rimane nel proprio contesto di vita. una via che sembra priva delle caratteristiche specifiche della vita religiosa, soprattutto dell'obbedienza. Ma per voi l'amore si fa sequela: il vostro carisma comporta una donazione totale a Cristo, una assimilazione allo Sposo che richiede implicitamente l'osservanza dei consigli evangelici, per custodire integra la fedelt a Lui (cfr RCV, 47). L'essere con Cristo esige interiorit, ma in pari tempo apre a comunicare con i fratelli: qui si innesta la vostra missione. Un'essenziale regola di vita definisce l'impegno che ciascuna di voi assume col consenso del Vescovo, sia a livello spirituale sia esistenziale. Si tratta di cammini personali. Tra voi ci sono stili e modalit di-

verse di vivere il dono della verginit consacrata e questo si fa tanto pi evidente nel corso di un incontro internazionale, come quello che vi vede riunite in questi giorni. Vi esorto ad andare oltre il modo di apparire, cogliendo il mistero della tenerezza di Dio che ciascuna porta in s e riconoscendovi sorelle, pur nella vostra diversit. 6.La vostra vita sia una particolare testimonianza di carit e segno visibile del Regno futuro (RCV, 30). Fate in modo che la vostra persona irradi sempre la dignit dell'essere sposa di Cristo, esprima la novit dell'esistenza cristiana e l'attesa serena della vita futura. Cos, con la vostra vita retta, voi potrete essere stelle che orientano il cammino del mondo. La scelta della vita verginale, infatti, un richiamo alla transitoriet delle realt terrestri e anticipazione dei beni futuri. Siate testimoni dell'attesa vigilante e operosa, della gioia, della pace che propria di chi si abbandona all'amore di Dio. Siate presenti nel mondo e tuttavia pellegrine verso il Regno. La vergine consacrata, infatti, si identifica con quella sposa che, insieme allo Spirito, invoca la venuta del Signore: Lo Spirito e la sposa dicono Vieni (Ap 22, 17). 7.Nel lasciarvi vi affido a Maria. E faccio mie le parole di sant'Ambrogio, il cantore della verginit cristiana, rivolgendole a voi: Sia in ciascuna l'anima di Maria per magnificare il Signore; sia in ciascuna lo spirito di Maria per esultare in Dio. Se c' una sola madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede, invece, Cristo il frutto di tutti, poich ogni anima riceve il Verbo di Dio, purch, immacolata e immune da vizi, custodisca la castit con intemerato pudore (Commento su san Luca 2, 26: PL 15, 1642). Con questo augurio di cuore vi benedico.

Nuove nomine episcopali


Le nomine di oggi (cfr Nostre Informazioni a pagina 1) riguardano la diocesi italiana di Casale Monferrato, affidata a Alceste Catella, e quella boliviana di Sucre, di cui stato nominato ausiliare Adolfo Bittschi Mayer.

Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato (Italia)


Nato a Tavigliano (Biella) il 5 maggio 1942, ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale da monsignor Carlo Rossi il 26 giugno 1966. Tra gli altri incarichi svolti, stato docente (dal 1978 al 2001) e preside (dal 1992 al 2000) dell'Istituto di liturgia pastorale Santa Giustina; rettore-parroco del santuario di Rialmosso, dal 1980 al 2000; vice preside dell'Associazione professori e cultori di liturgia, dal 1998 al 2002; rettore del santuario di Oropa, dal 2000 al 2008; canonico della cattedrale di Biella, dal 1993; dal 2002, presidente del capitolo cattedrale e vicario generale; prelato d'onore di Sua Santit, dal 2003. Ha svolto l'ufficio di segretario regionale della commissione liturgica del Piemonte e di direttore della commissione liturgica diocesana e responsabile della commissione di arte sacra della diocesi di Biella. Ha curato diverse pubblicazioni e collabora alla Rivista Liturgica.

La conclusione della sessione plenaria del Pontificio Consiglio

Orizzonti di speranza per la famiglia migrante e itinerante


La realt della famiglia che vive l'esperienza della migrazione e dell'itineranza oggi particolarmente difficile, a tratti anche drammatica, ma non mancano prospettive incoraggianti di speranza che la Chiesa deve fare proprie e alimentare con una pastorale mirata. questo il quadro che il cardinale Renato Raffaele Martino ha presentato, gioved 15 maggio, a Benedetto XVI all'inizio dell'udienza ai partecipanti alla XVIII sessione plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti. Le immagini della sua visita pastorale negli Stati Uniti ha detto il cardinale al Papa nell'indirizzo di omaggio in inglese sono ancora vive nel nostro cuore e nella nostra mente. Nel rammentare al popolo degli Stati Uniti le proprie origini migratorie, Lei, Santit, ha ricordato l'importanza per tutte le persone di fede di essere pi accoglienti verso i bisognosi. E ha anche parlato del ricongiungimento familiare dei migranti. Il cardinale Martino ha poi affrontato la questione della famiglia in relazione al riconoscimento della nostra dignit umana, due aspetti essenziali della dottrina della Chiesa. E ha detto: Quest'ultimo insegnamento, basato sulla creazione dell'umanit a immagine di Dio, diviene pi impegnativo in considerazione dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che si trovano in situazioni difficili. Abbiamo considerato la situazione della famiglia nel mondo di oggi, basandoci sulle sue necessit, affrontate in documenti recenti del nostro Pontificio Consiglio. In particolare, abbiamo discusso delle sfide vissute dalle famiglie che, per un qualsiasi motivo, sono lontane dalle loro abitazioni e dai loro Paesi d'origine. Gli insegnamenti di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II ha affermato ci hanno illuminato sull'importanza della famiglia in seno alla Chiesa e nel mondo e ci hanno permesso di riconoscere meglio tutte le questioni che hanno un impatto sulla famiglia nel contesto della migrazione e della mobilit. Una di queste, la separazione dei membri della famiglia, si aggiunge in modo particolare alle miserie legate alla migrazione e richiede con forza la promozione del diritto al ricongiungimento. Il cardinale ha fatto riferimento, in particolare, a tutti i migranti, i rifugiati e i popoli itineranti, inclusi gli studenti nei Paesi stranieri, i camionisti e gli automobilisti, i marittimi e i pescatori, gli zingari, gli aeroportuali e il personale di volo, le donne e i bambini di strada, i senza fissa dimora, i turisti e i pellegrini cos come i circensi e quanti operano nei parchi di divertimento. Abbiamo rivolto un'attenzione particolare ai matrimoni misti che offrono opportunit di dialogo interculturale e di comunione di fronte alla disgregazione delle famiglie dei migranti e degli itineranti. Sono questioni ha concluso il cardinale Martino che continueranno a occupare i nostri pensieri e i nostri interessi. Al Papa ha chiesto di benedire quanti vivono in mobilit: il loro alto numero contraddistingue e descrive il mondo di oggi. I lavori della Plenaria sono, dunque, culminati con l'udienza del Papa. La serie degli interventi, iniziata la mattina di marted, si conclusa la sera di mercoled con le relazioni dell'arcivescovo filippino Orlando Quevedo, del vescovo Nicholas DiMarzio e di Sara Silvestri. Il primo (che segretario della federazione delle conferenze episcopali asiatiche) ha inviato al dialogo con i poveri, le culture e le tradizioni religiose per rispondere al rischio della disgregazione della famiglia di migranti e itineranti. E ha sollecitato una spiritualit di comunione come risposta pastorale per sostenere il matrimonio e la famiglia. A sua volta monsignor DiMarzio, vescovo di Brooklyn negli Stati Uniti, ha auspicato una pi diffusa cultura dell'accoglienza che porti all'integrazione vera. La famiglia non va mai lasciata sola, ma sostenuta con rispetto e flessibilit. La Chiesa, poi, deve essere punto di riferimento aperto e comprensivo per tutti. Infine Sara Silvestri (insegna politica internazionale e islam in Europa alla City University e a Cambridge e ha un ruolo nel consiglio per il dialogo dell'Unione Europea) ha sottolineato l'importanza del dialogo interculturale nell'esperienza dell'immigrazione indicando la centralit della famiglia. E ha rivolto particolare attenzione alla realt delle donne in Europa.

Adolfo Bittschi Mayer ausiliare di Sucre (Bolivia)


Nato il 1 dicembre 1950 ad Ingolstadt, in diocesi di Eichsttt, nella Repubblica Federale di Germania, ha compiuto gli studi teologici all'universit cattolica di Eichsttt, ottenendo il diploma in teologia nel 1977. Tra il 1973 e il 1974 ha frequentato lo Studio biblico a Gerusalemme. stato ordinato sacerdote il 18 giugno 1977 a Eichsttt. Negli anni successivi stato vice parroco in parrocchie di Eichsttt. Dal 1983 svolge il suo ministero come sacerdote fidei donum nell'arcidiocesi di Sucre. Attualmente parroco di Incahuasi e membro del consiglio presbiterale.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 115 (44.855)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
sabato 17 maggio 2008

Citt del Vaticano

Il discorso di Benedetto XVI ai vescovi della Thailandia in visita ad limina Apostolorum

Benedetto XVI a Savona e Genova

Porre fine all'odioso sfruttamento di donne e bambini


Benedetto XVI ha chiesto di porre fine all'odioso sfruttamento e alla piaga del traffico di donne e bambini in Thailandia. Nel discorso ai vescovi del Paese asiatico, ricevuti in udienza nella mattina di venerd 16 maggio per la visita ad limina Apostolorum, il Papa ha sollecitato la cooperazione tra le religioni a difesa della dignit di ogni vita umana.

Il Papa dell'armonia tra i popoli


sui diritti dell'uomo e sulla pace quale bene primario dell'umanit che si regge la continuit del magistero sociale della Chiesa da Benedetto XV a Benedetto XVI. La visita a Savona e Genova il 17 e 18 maggio che L'Osservatore Romano introduce oggi con due interviste al vescovo di Savona e al giurista Giovanni Maria Flick, vice presidente della Corte Costituzionale della Repubblica italiana, pu svelare meglio un aspetto sostanziale di Papa Ratzinger che poco dopo la sua elezione volle spiegare il senso della scelta del nome Benedetto. Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI disse il 27 aprile 2005 per riallacciarmi idealmente al venerato pontefice Benedetto XV, che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoper con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace innanzitutto dono di Dio, dono, purtroppo fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l'apporto di tutti. Spiegando il nome, il Papa rivel il suo progetto di pontificato che poggia sulla centralit di Dio per dedicarsi totalmente al servizio della pace ricercata nel colloquio con tutte le culture e con gli uomini di ogni fede, credenti e non credenti. Quel progetto iniziale perseguito da Benedetto XVI valorizzando l'incontro nuovo tra fede e ragione a partire dalla proposta di un diritto internazionale condiviso, fondato sulla dignit di ogni persona umana. Si tratta di un percorso lungo nota Flick lanciato da Benedetto XV nel diluvio della prima guerra mondiale e ripreso da Papa Ratzinger recentemente dalla tribuna delle Nazioni Unite. La messa a fuoco analitica dei diritti fondamentali rileva Flick assieme alla consapevolezza della loro fatica, nel riconoscerli, nel proclamarli, nel fondarli, aiuta alla loro tutela. Ma occorre superare la sola estetica dei diritti per creare efficaci strumenti all'esercizio effettivo degli stessi diritti. Per questo come fa Benedetto XVI auspicabile la convergenza tra laici e credenti. L'attualit di ragionare sui diritti umani stata ribadita alla vigilia della visita a Genova anche da un convegno che nel capoluogo ligure, aspettando Benedetto XVI, ha approfondito le consonanze tra Papa Ratzinger e Benedetto XV, Papa genovese, sui diritti umani, la libert religiosa, il rapporto con il mondo moderno e il dialogo con l'islam. Al diritto di libert religiosa si richiama il vescovo di Savona: accogliendo, Benedetto XVI, monsignor Vittorio Lupi ricorda infatti la figura di Pio VII che nella citt ligure visse prigioniero per quasi tre anni. c. d. c.

Dear Brother Bishops, Lord, send forth your Spirit and renew the face of the earth (cf. Ps 104: 30). With these words of the Pentecost antiphon I cordially welcome you, the Bishops of Thailand. I thank Bishop Phimphisan for the kind sentiments expressed on your behalf. I warmly reciprocate them and assure you of my prayers for yourselves and all those entrusted to your pastoral care. Your visit ad Limina Apostolorum is an occasion to strengthen your commitment to make Jesus increasingly visible within the Church and known in society through witness to the love and truth of his Gospel. The great feast of Pentecost which we have recently celebrated reminds us that the Spirit of the Lord fills the whole world and prompts us to bring Christ to all peoples. In your country this mission of the small Catholic community is undertaken within the context of relationships, most especially with Buddhists. In fact, you have readily expressed to me your great respect for the Buddhist monasteries and the esteem you have for the contribution they make to the social and cultural life of the Thai people. The coexistence of different religious communities today unfolds against the backdrop of globalization. Recently I observed that the forces of globalization see humanity poised between two poles. On the one hand there is the growing multitude of economic and cultural bonds which usually enhance a sense of global solidarity and shared responsibility for the well-being of humanity. On the other there are disturbing signs of a fragmentation and a certain individualism in which secularism takes a hold, pushing the transcendent and the sense of the sacred to the margins and eclipsing the very source of harmony and unity within the universe. The negative aspects of this cultural phenomenon, which cause dismay to yourselves and other religious leaders in your country, in fact point to the importance of interreligious cooperation. They call for a concerted effort to uphold the

spiritual and moral soul of your people. In concordance with Buddhists, you can promote mutual understanding concerning the transmission of traditions to succeeding generations, the articulation of ethical values discernable to reason, reverence for the transcendent, prayer and contemplation. Such practices and dispositions serve the common well-being of society and nurture the essence of every human being. As shepherds of small and scattered flocks, you draw comfort from the sending of the Paraclete, who advocates, counsels and protects (cf. Jn 14:16). Encourage the faithful to embrace all that begets the new life of Pentecost! The Spirit of truth reminds us that the Father and the Son are present in the world through those who love Christ and keep his word (cf. Jn 14:22-23), becoming disciples sent forth to bear fruit (cf. Jn 15:8). The outpouring of the Spirit is therefore both a gift and a task; a task which in turn becomes itself an epiphanic gift: the presentation of Christ and his love to the world. In Thailand, that gift is encountered particularly through the Church's medical clinics and social works as well as through her schools, for it is there that the noble Thai people may come to recognize and know the face of Jesus Christ. Dear Brothers, you have rightly noted that Catholic schools and colleges make a remarkable contribu-

tion to the intellectual formation of numerous young Thais. They should also make an outstanding contribution to the spiritual and moral education of the young. Indeed, it is for these crucial aspects of the formation of the person that parents whether Catholic or Buddhist turn to Catholic schools. In this regard, I wish to appeal to the many men and women religious who diligently serve in Catholic institutions of learning in your Dioceses. Theirs should not primarily be a role of administration but of mission. As consecrated persons they are called to be witnesses of Christ, epiphany of the love of God in the world, and require the courage of testimony and the patience of dialogue serving the dignity of human life, the harmony of creation, and the peaceful existence of peoples (Consecrated Persons and their Mission in Schools, 1-2). It is of the utmost importance, therefore, that Religious remain close to the students and their families, most especially through their classroom teaching of the catechism for Catholics and others interested, and through moral formation and care for the spiritual needs of all in the school community. I encourage Congregations in their commitment to the education apostolate, confident that fee structures will be fair and transparent, and trusting that schools will become increasingly accessible

to the poor who so often long for the faithful embrace of Christ. A fine example of the proclamation of the mighty works of God (cf. Acts 2: 11) is the service undertaken in your communities by catechists. They have embraced with great zeal and generosity Saint Paul's burning conviction: woe to me if I do not preach the Gospel (1 Cor 9:16). This task cannot, however, be left to them alone. It is the ministry of your priests to announce the divine word to all and to labour in preaching and teaching (Rite of Ordination, no. 102). This fundamental priestly role which, to be effective, requires a sound philosophical and theological formation, cannot be delegated to others. Rather, when well-trained catechists work together with their parish priests the branches of the vine bear much fruit (cf. Jn 15:5). To this end, your own reports allude to various kerygmatic tasks requiring attention, including the formation of spouses who are not Catholic and pastoral solicitude for the many Catholic individuals and families who in moving from rural parts to the cities risk losing contact with parish life. Lastly, dear Brothers, I wish to express my appreciation for the efforts of the entire Catholic community of Thailand to uphold the dignity of every human life, especially the most vulnerable. Of particular concern to you is the scourge of the trafficking of women and children, and prostitution. Undoubtedly poverty is a factor underlying these phenomena, and in this regard I know much is being achieved through the Church's development programmes. But there is a further aspect which must be acknowledged and collectively addressed if this abhorrent human exploitation is to be effectively confronted. I am speaking of the trivialization of sexuality in the media and entertainment industries which fuels a decline in moral values and leads to the degradation of women, the weakening of fidelity in marriage and even the abuse of children. With fraternal affection I offer these reflections, wishing to affirm you in your desire to receive the Spirit's flame so that you may with one voice proclaim the Good News of Jesus! To you all, and to your priests, religious, seminarians and lay faithful, I gladly impart my Apostolic Blessing.
LA
TRADUZIONE DEL DISCORSO DEL PAPA E L'INDIRIZZO D'OMAGGIO A PAGINA 8

Intervista a Giovanni Maria Flick vice presidente della Corte Costituzionale


PAGINA 5

Intervista a Vittorio Lupi vescovo di Savona-Noli


PAGINA 7

Un incontro con le associazioni familiari

Politiche concrete a sostegno delle famiglie

IL

DISCORSO DI

BENEDETTO XVI

A PAGINA

Il discorso del presidente George W. Bush alla Knesset

24 maggio: giornata di preghiera per la Chiesa in Cina

Nessun dialogo con Hamas e Hezbollah


Forte sostegno ad Israele e nessun dialogo con Hamas e Hezbollah, una velata critica al candidato democratico Barack Obama ma nessun riferimento al processo di pace di Annapolis. stato un discorso a tinte forti quello tenuto ieri da George W. Bush di fronte al parlamento israeliano, la Knesset, in occasione del sessantesimo anniversario della nascita dello Stato di Israele. Avete lAmerica al vostro fianco, ha assicurato il capo della Casa Bianca. Questa mattina, il leader della rete terroristica internazionale, Osama bin Laden, tornato ad incitare i gruppi estremisti alla guerra. La Jihad un dovere per liberare la terra palestinese, ha detto Bin Laden in un nuovo messaggio audio. A Israele, ha aggiunto, non bisogna cedere un millimetro di terra.
PAGINA 3

L'invocazione a Nostra Signora di Sheshan


Nella Lettera ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica Popolare Cinese, del 27 maggio 2007, Benedetto XVI scriveva tra l'altro: Il giorno 24 maggio, che dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani la quale venerata con tanta devozione nel santuario mariano di Sheshan a Shanghai , in futuro potrebbe divenire occasione per i cattolici di tutto il mondo di unirsi in preghiera con la Chiesa che in Cina. Desidero che quella data sia per voi una giornata di preghiera per la Chiesa in Cina... Nella medesima Giornata i cattolici nel mondo intero mostreranno la loro fraterna solidariet e sollecitudine per voi. Per la prossima giornata, il Papa ha composto una preghiera a Nostra Signora di Sheshan, che potr essere usata in tutta la Chiesa.
PAGINA 8

INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di gioved 15 le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: John Bosco Panya Kritcharoen, Vescovo di Ratchaburi (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum; Joseph Prathan Sridarunsil, Vescovo di Surat Thani (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum.

NOSTRE

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Louis Chamniern Santisukniran, Arcivescovo di Thare and Nonseng (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum; Joseph Chusak Sirisut, Vescovo di Nakhon Ratchasima (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum; Philip Banchong Chaiyara, Vescovo di Ubon Ratchathani (Thailandia), con il Vescovo emerito, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Michael Bunluen Mansap, in visita ad limina Apostolorum.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO

sabato 17 maggio 2008

Migliaia di civili in fuga nel Sud Sudan


Cruenti combattimenti sono riesplosi nei pressi della citt di Abyei
KHARTOUM, 16. Migliaia di civili sono segnalati in fuga dalla citt di Abyei, nell'omonima regione del Sudan centromeridionale. Nella zona, ricca di risorse petrolifere e tuttora contesa tra il Governo centrale di Khartoum e quello locale del Sud Sudan, sono riesplosi nelle ultime ore aspri combattimenti. La maggior parte dei civili sono fuggiti dalla citt. Ce ne sono circa venticinquemila a est di Abyei, ha dichiarato all'agenzia di stampa britannica Reuter, Malony Tong, un militante dell'ex Esercito di liberazione del popolo sudanese (Spla), oggi trasformato in movimento politico (Splm) e che governa il Sud Sudan oltre a partecipare al Governo federale di Khartoum. Una cinquantina di civili hanno cercato rifugio ai cancelli della sede della missione dellOnu, dove sono poi stati fatti entrare. Il personale internazionale delle Nazioni Unite stato fatto sgomberare. Fonti locali citate dalle agenzie di stampa internazionali parlano di una disputa locale poi degenerata. Da tempo, comunque, erano tornate ad inasprirsi le tensioni nellarea di Abyei. Il Governo di Khartoum e quello di Juba, ad oltre tre anni dalla firma dell'accordo di pace che il 9 gennaio 2005 pose fine a ventuno anni di guerra civile, non si sono ancora accordati sulla definizione di confini n sull'attribuzione appunto dell'Abyei. LSplm accusa inoltre il Partito nazionale del Congresso, quello al potere a Khartoum, di essersi appropriato di oltre un miliardo di dollari di proventi petroliferi della regione di Abyei, che invece, ai termini dellaccordo, dovevano essere condivisi. La questione del petrolio sembrerebbe all'origine anche del rapimento di quattro lavoratori indiani impiegati in installazioni di pompaggio del greggio tra Heglig e Neem, della regione centroccidentale sudanese del Kordofan. Io posso confermare che quattro indiani sono stati rapiti e che stiamo facendo ogni sforzo per arrivare al loro rilascio, ha detto lambasciatore indiano a Khartoum Deepak Vohra, aggiungendo di sperare che vengano liberati a breve. Unaltra fonte diplomatica, citata anonimamente dalla Reuter, ha precisato per che sarebbero stati rapiti da abitanti del luogo che lamentano come non arrivi loro alcun beneficio dal petrolio estratto dalla loro terra. Basi nella zona hanno alcune formazioni di ribelli del Darfur, la regione occidentale sudanese dove si protrae da oltre cinque anni il conflitto civile che ha innescato la crisi umanitaria considerata dai rapporti dell'Onu la maggiore emergenza di questo tipo oggi in atto nel mondo. Le formazioni ribelli in questione hanno comunque negato ogni coinvolgimento nel rapimento dei quattro lavoratori indiani. In merito al conflitto in Darfur, intanto, le autorit sudanesi hanno dichiarato che ottanta bambini, alcuni dei quali di appena 11 anni, reclutati con la forza dal Movimento per la giustizia e l'eguaglianza (Jem), uno dei principali gruppi ribelli del Darfur, sono stati catturati dallesercito durante i rastrellamenti seguiti allattacco sferrato sabato scorso dallo Jem stesso contro Omdurman, la citt satellite della capitale Khartoum con la quale costituisce in pratica un solo agglomerato urbano, attraversato dal Nilo. Nel riferire la notizia, Hassabo Mohamed Abdelrahmane, capo di una commissione governativa di aiuto umanitario, ha detto che i minori sono ora sistemati in un centro di riabilitazione. Unicef e Croce Rossa hanno confermato che il Governo sudanese ha chiesto loro consulenza per il trattamento dei giovani catturati.

Fissato al 27 giugno il ballottaggio per le presidenziali nello Zimbabwe


HARARE, 16. stato fissato per il prossimo 27 giugno il ballottaggio per le elezioni presidenziali nello Zimbabwe tra il leader dellopposizione Morgan Tsvangirai e il presidente Robert Mugabe. Lo ha detto oggi allagenzia Dpa il capo della commissione elettorale, George Chiweshe. Lopposizione era contraria al rinvio. Secondo il Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), il partito guidato da Tsvangirai, un ulteriore rinvio sarebbe servito al regime di Mugabe per accentuare intimidazioni e violenze contro gli oppositori. Lo Mdc sostiene infatti che nel mese e mezzo seguito alle elezioni parlamentari e presidenziali del 29 marzo sono stati uccisi una trentina di propri esponenti e sostenitori, ne sono stati arrestati centinaia, mentre sono migliaia i feriti e gli sfollati in seguito a violenze perpetrate dalla polizia. Dopo il voto del 29 marzo, seppur con grande ritardo, la maggioranza parlamentare stata infine attribuita allo Mdc. Ma il risultato delle presidenziali, comunicato solo il 2 maggio dalla commissione elettorale, ha attribuito a Tsvangirai il 47,9 per cento, contro il 43,2 per cento di Mugabe. L'opposizione, che accusa la commissione elettorale di essere asservita al Governo, sostiene che Tsvangirai ha gi vinto al primo turno, superando il 50 per cento dei consensi, ma alla fine ha accettato il ballottaggio. A norma di legge, questo deve essere tenuto entro tre settimane dalla proclamazione dei risultati del primo turno, cio in questo caso entro il 23 maggio. La commissione elettorale ha per deciso che tale termine poteva essere prolungato a novanta giorni. Il protrarsi della crisi politica aggrava ulteriormente le condizioni di un Paese gi stremato, con scuola e sistema sanitario ormai al collasso, con una disoccupazione a oltre l'80 per cento e un'uguale parte della popolazione che dipende per la sopravvivenza dagli aiuti internazionali. L'inflazione arrivata al 465.000 per cento. Ne costituisce un segnale significativo, ad esempio, il fatto che ieri la Banca centrale abbia emesso una banconota da 500 milioni di dollari zimbabwiani. Ci si possono comprare solo due pagnotte.

Strage in Nigeria per l'esplosione di un oleodotto


ABUJA, 16. Almeno cento persone, compresi numerosi bambini, sono morte in Nigeria per un incendio seguito alla rottura di un oleodotto. La tragedia avvenuta nel villaggio di Ijegun, nel distretto di Arosho, vicino a Lagos, la maggiore citt del Paese. Una ruspa di un cantiere stradale vicino alloledotto, accidentalmente lo ha forato. Il carburante ha subito preso fuoco e le fiamme hanno avvolto diverse case e la scuola del villaggio. Stavo tornando a casa quando ho visto fiammate da dove la ruspa stava lavorando. Era come se linferno ci piovesse addosso, tutti hanno cominciato a correre in tutte le direzioni, ha raccontato all'agenzia di stampa britannica un abitante del villaggio, John Egbowon. Negli ospedali della zona ci sono almeno una ventina di feriti. I vigili del fuoco hanno lottato per tutta la giornata contro le fiamme, ma hanno dovuto interrompere all'arrivo della notte e questa mattina sono di nuovo in azione. Il primo ministro nigeriano Adeola Olamilekan, giunto sul posto, oltre a lodare l'impegno dai vigili del fuoco, ha assicurato aiuto governativo ai superstiti.

L'Onu prepara il ritorno a Mogadiscio e studia una missione di caschi blu


NEW YORK, 16. Le Nazioni Unite apriranno un ufficio politico a Mogadiscio, la capitale della Somalia e studieranno l'invio di una missione di caschi blu. Lo ha deciso ieri il Consiglio di sicurezza dellOnu, approvando la richiesta del Segretario generale Ban Ki-moon di spostare il personale da Nairobi, la capitale del Kenya. Tale spostamento rappresenta un primo passo per un maggiore impegno dellOnu nel Corno dAfrica in generale e in Somalia in particolare. La Somalia, tra l'altro, sar uno dei principali temi all'attenzione del Consiglio di sicurezza nella sessione speciale che in giugno terr in trasferta in Africa. Ieri sera, il Consiglio di sicurezza ha approvato allunanimit la risoluzione 1814, che chiede lapertura dellufficio e invita Ban Ki-moon a continuare a lavorare ad un piano per il dispiegamento di una forza di pace in Somalia. A Ban Ki-moon spetter cio studiare i progetti perch, tenuto conto di tutte le condizioni rilevanti sul campo i caschi blu prendano il posto delle truppe dallAmisom, la missione dell'Unione africana. La decisione stata una grande vittoria, secondo lambasciatore sudafricano Dumisano Kumalo, perch manda un segnale alla popolazione in Somalia: se ci saranno le condizioni di sicurezza e le premesse politiche, lOnu potr intervenire. La risoluzione 1814 apre la strada ad un missione di peacekeeping in Somalia, per sostituire la gracile forza di pace dellUnione africana presente adesso sul terreno, ha detto a sua volta lambasciatore italiano aggiunto all'Onu Aldo Mantovani, che ha lavorato personalmente al testo approvato dal Consiglio di sicurezza. La presenza di caschi blu in Somalia, per, ci sar solo se il Paese raggiunger una situazione di sicurezza accettabile e se verr trovato un accordo politico tra il Governo nazionale di transizione e l'opposizione che possa, almeno in prospettiva, rilanciare un processo di pace nel martoriato Paese del Corno d'Africa. Come noto, durante lo scorso fine settimana sono incominciati a Gibuti colloqui sotto l'egida dell'Onu tra una delegazione del Governo somalo e una dell'opposizione in esilio riunita nell'Alleanza per la ri-liberazione della Somalia (Ars), che comprende gruppi islamici e rappresentanti della societ civile. Proprio questa mattina stato diffuso da Gibuti un comunicato congiunto delle due parti in cui si chiede a tutti i somali di mettere da parte le loro divisioni e facilitare subito ed in ogni modo gli accessi e la distribuzione degli aiuti umanitari poich la situazione in Somalia si sta sempre pi gravemente e velocemente deteriorando. Il protrarsi della crisi e dei combattimenti ha infatti provocato e via via ingigantito in Somalia una spaventosa crisi umanitaria. Secondo le agenzie dell'Onu, i profughi somali superano ormai di gran lunga il milione. Dell'alleanza che sta trattando con il Governo, peraltro, non fanno parte le milizie che sostengono le corti islamiche somale tuttora in lotta contro le forze governative appoggiate da truppe dell'Etiopia.

Brasile e Germania per un seggio al Consiglio di sicurezza


BRASILIA, 16. Il presidente brasiliano, Luiz Incio Lula da Silva, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, hanno definito ieri a Brasilia un accordo di massima per ottenere un'estensione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, nel quale entrambi i Paesi rivendicano il diritto di occupare un seggio permanente. Lula e Merkel si sono impegnati a proseguire i loro sforzi in seno al Gruppo dei Quattro, del quale fanno parte anche Giappone e India, per ottenere la revisione dello statuto del Consiglio di Sicurezza, per ora ristretto a cinque membri permanenti.

Berlusconi e Veltroni si confrontano sulle riforme


ROMA, 16. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Walter Veltroni, leader del Partito democratico, il principale partito d'opposizione, si sono incontrati oggi a Palazzo Chigi per confrontarsi su alcuni temi urgenti della politica nazionale. Questo il primo colloquio e ce ne saranno altri, ha detto Veltroni in una conferenza stampa al termine dell'incontro. Oggi ha aggiunto abbiamo parlato di riforme istituzionali. La democrazia funziona cos, non una democrazia matura quella che confonde i ruoli e che fa melassa sul piano programmatico. Io e Berlusconi ci siamo trovati daccordo sulla necessit di ripartire dal pacchetto di riforme licenziato dalla commissione affari costituzionali nella scorsa legislatura e portarlo avanti. C bisogno di agire subito ha detto Veltroni sul fronte delle riforme istituzionali, perch il Paese ha bisogno di andare pi veloce. C urgenza di riforme istituzionali da fare insieme. Io lo avrei fatto se fossi stato al Governo e lo faccio stando allopposizione. Berlusconi daccordo: ora cominceremo a lavorare da subito. Veltroni ha spiegato che durante lincontro si anche accennato alla questione della riforma della legge elettorale per le europee: giusta, ha detto, lintroduzione di una soglia di sbarramento. Ma non sono daccordo che questa soglia sia del 5%. Altro tema affrontato nell'incontro quello della Rai: per la nomina del cda, ha detto Veltroni, bisogna varare una nuova normativa.

La Russia ipotizza modifiche al Trattato Cfe sul disarmo


MOSCA, 16. Il capo di Stato maggiore della Russia, generale Yuri Baluyevsky durante una conferenza stampa a Bruxelles ha ipotizzato possibili modifiche al regime dei confini stabilito nellambito del Treaty on conventional forces in Europe (Cfe) sulle armi non convenzionali, come una strada possibile per arrivare ad un compromesso con i partner occidentali, a cinque mesi dalla decisione di Mosca di sospendere il Trattato. Il capo di Stato maggiore russo non ha per fornito dettagli precisi sul tipo di modifiche ipotizzate. Il Treaty on conventional forces in Europe sulla riduzione degli armamenti convenzionali nel Vecchio Continente (carri armati, artiglieria, mezzi blindati, aerei da combattimento ed elicotteri da attacco) fu firmato il 19 novembre 1990 a Parigi dai Paesi della Nato e dall'allora Patto di Varsavia. Il Trattato ha poi avuto diverse revisioni, dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia e dell'Unione Sovietica. Una prima modifica stata conclusa nel luglio del 1992, mentre la versione definitiva del Cfe avvenuta nel 1999, fissando nuovi tetti per ogni Paese firmatario e non pi sulla base di due blocchi, come avveniva nel primo Trattato.

Deciso il ripristino del praesidium di sovietica memoria

Prima riunione dell'Esecutivo di Putin


MOSCA, 16. Il nuovo primo Ministro russo ed ex presidente, Vladimir Putin, ha deciso che nel Paese torner il praesidium di sovietica memoria. Ma, adesso, sar il Governo e non il Parlamento a formarlo. Inaugurando la prima seduta del suo Esecutivo, Putin ha detto che nel praesidium si riuniranno i vicepremier e alcuni ministri, incaricati dei problemi in discussione. Il Governo, invece, si riunir non pi settimanalmente come avveniva finora, ma una volta al mese, mentre il praesidium si terr ogni settimana. Putin ha spiegato la mossa come utile a rendere agile il lavoro dellEsecutivo di Mosca. Il premier ha posto come obiettivo un salario medio di ventinovemila rubli (circa ottocento euro) entro il 2011, e una disoccupazione che non superi il 4,5 per cento della forza lavoro. Attualmente intorno al sei per cento. Putin ha poi rivolto alcune critiche ai dicasteri economici, affermando che non si ancora vista linnovazione attesa. Entro il 2011, il premier vuole ritmi di crescita del pil (prodotto interno lordo) intorno al 6,5 per cento. Quanto allinflazione, sempre entro quella data deve attestarsi fra il cinque e il 6,8 per cento. Per la sua prima visita nel Paese, il nuovo presidente russo, Dmitri Medvedev, ha scelto una base di missili balistici intercontinentali, promettendo pi soldi per i militari del settore (circa un miliardo di dollari) e garantendo che le parate militari per la vittoria della seconda guerra mondiale continueranno, anche pi grosse. Come prima tappa di un viaggio nella Russia centrale, il presidente ha visitato, a duecentocinquanta chilometri da Mosca, la base della regione di Ivanovo, dotata dei sistemi missilistici Topol-M, lultima generazione di missili a lunga gittata (diecimila chilometri), gli stessi che hanno sfilato nella recente parata sulla piazza Rossa.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

sabato 17 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 3

Bush alla Knesset Nessun dialogo con Hezbollah e Hamas


Razzi palestinesi colpiscono una sinagoga a Sderot
TEL AVIV, 16. Forte sostegno a Israele e nessun dialogo con Hamas e Hezbollah, una velata critica al candidato democratico Barack Obama ma nessun riferimento al processo di pace di Annapolis. stato un discorso a tinte forti quello tenuto ieri da George W. Bush di fronte al parlamento israeliano, la Knesset, in occasione del sessantesimo anniversario della nascita dello Stato di Israele. Mai sentito alla Knesset un discorso talmente sionista ha esclamato il ministro Benyamin Ben Eliezer. Di fronte al presidente Shimon Peres, al premier Olmert e ai vertici dell'Esecutivo israeliano, Bush ha promesso che Masada non cadr pi, riferendosi ai mille zeloti ebrei della fortezza sul mar Morto che nel 73 d.C. preferirono suicidarsi piuttosto che arrendersi allassedio delle legioni romane. Avete lAmerica al vostro fianco, ha assicurato il presidente, che nella mattinata ha compiuto unescursione sulla storica rocca insieme al premier israeliano Ehud Olmert. Secondo il presidente statunitense, tra le democrazie occidentali e quanti si richiamano a una versione radicale dellIslam, gruppi come Hamas, Hezbollah, Al Qaeda e l'Iran, in corso una grande lotta ideologica, una lotta tra il bene e il male. Alcuni ritengono che sia necessario negoziare con i terroristi pensando di poterli persuadere, ha detto Bush. Parole, queste, che sono state interpretate da Barack Obama come un attacco diretto alle sue posizioni, favorevoli a un dialogo con Iran e Siria. triste che Bush abbia sfruttato una simile occasione per dire bugie, ha replicato il candidato democratico, non ho mai sostenuto i terroristi, la sua politica estera che indebolisce l'America. Immediata la replica della portavoce di Bush, Dana Perino: Il presidente non ha fatto nomi. Senza mai menzionare le intese strette ad Annapolis, il presidente si detto ottimista sul raggiungimento della pace tra israeliani e palestinesi, ma non ha risparmiato critiche all'Onu. Noi ha affermato consideriamo una vergogna il fatto che le Nazioni Unite approvino contro la pi libera democrazia del Medio Oriente un numero maggiore di risoluzioni sui diritti umani che non nei confronti di qualsiasi altra nazione al mondo. Un punto fondamentale su cui i vertici israeliani e Bush hanno discusso stato quello degli accordi militari. Israele ha chiesto di essere collegato alla rete satellitare Dsp (Defense support program) che segnala in tempo reale il lancio di missili da qualsiasi punto della Terra. Washington ha annunciato che valuter la proposta e dar una risposta tra qualche settimana, quando il premier Olmert si recher in visita a Washington. Tel Aviv ha inoltre chiesto di poter acquistare un sofisticato sistema radar statunitense che consente l'identificazione di oggetti di dimensioni molto ridotte. Olmert ha infine proposto a Bush di accrescere gli investimenti statunitensi nel progetto Arrow, il missile antimissile prodotto assieme da Stati Uniti ed Israele. E tuttavia, commentano gli analisti dopo la partenza di Bush prevista per oggi il futuro del Medio Oriente resta ancora incerto. Una volta arrotolato il tappeto rosso della Knesset, Olmert avr di fronte i problemi assillanti di sempre: tentare o no una tregua con Hamas a Gaza; cercare o meno di contrastare gli Hezbollah in Libano; sondare la possibilit di approcci di pace con la Siria. E al tempo stesso far fronte al problema pi impellente: quello delle indagini della polizia israeliana su finanziamenti politici da lui accettati alla fine degli anni Novanta, che potrebbero nascondere questo il sospetto forme discrete di corruzione, come riferiscono fonti di stampa. Nel frattempo, a Gaza si continua a combattere. La scorsa notte una sinagoga di Sderot stata centrata da un razzo sparato dalla Striscia di Gaza. Un secondo ordigno ha colpito un asilo, che in quel momento era vuoto. Secondo fonti militari i due attacchi non hanno causato feriti, ma per la cittadina israeliana a ridosso del confine con il territorio palestinese stata una notte di allarme. Undici razzi, tra cui uno a lunga gittata, e nove colpi di mortaio sono stati sparati dai miliziani e in mattinata soldati hanno sparato contro alcuni guerriglieri. Disordini sono esplosi ieri nel corso delle manifestazioni palestinesi per la Nakba, la catastrofe, come viene definita la nascita dello Stato di Israele. Hamas stato accusato di aver mandato agenti del suo corpo di polizia a disperdere i manifestanti che partecipavano a raduni e cortei di protesta organizzati nella Striscia di Gaza da fazioni palestinesi rivali. Secondo un portavoce del Partito Popolare Palestinese, Walid Aoud, la polizia di Hamas ha tolto di mezzo i cittadini che prendevano parte alle commemorazioni della Nakba nel campo profughi di Jabaliyah, situato nel settore settentrionale della Striscia. Hanno usato i manganelli per disperdere chi si era radunato nelle strade e ferito diversi giovani, ha proseguito Aoud, aggiungendo che cariche contro la folla si sono verificate anche in un altro campo profughi ma nel sud, quello di Rafah. Lintervento della polizia di Hamas stato bollato come un manifesto attacco alla libert di espressione da parte di Zakariya al-Agha, dirigente di Al Fatah, il partito che fa capo al presidente dellAutorit Palestinese, Abu Mazen. Quest'ultimo ha ricevuto ieri un messaggio del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, in occasione della Nakba. Durante il colloquio telefonico, ha reso noto la portavoce di Ban Ki-moon, Michelle Montas, il Segretario generale ha ribadito il suo sostegno al processo di pace, auspicando che possa portare alla soluzione di due Stati. Intanto, il leader della rete terroristica internazionale, Osama bin Laden, tornato a incitare i gruppi estremisti alla guerra contro Israele. La Jihad un dovere per liberare la terra palestinese, ha detto Bin Laden in un nuovo messaggio audio diffuso via internet, stando a quanto riferisce lagenzia Reuters. A Israele, ha aggiunto, non bisogna cedere un millimetro di terra. Lultimo messaggio audio del capo di Al Qaeda era stato diffuso il 20 marzo scorso. Il terrorista saudita esortava i musulmani a proseguire nella lotta contro le truppe americane in Iraq. Nello stesso intervento aveva anche criticato le trattative condotte dallAutorit palestinese con Israele esortando alla Jihad per liberare i Territori palestinesi occupati.

La catastrofe umanitaria incombe sul Myanmar


NAYPYIDAW, 16. Le gi gravi conseguenze nel Myanmar del passaggio del ciclone Nargis potrebbero presto trasformarsi in una vera e propria catastrofe umanitaria. La drammatica previsione stata evidenziata dall'Unicef, il fondo della Nazioni Unite per l'infanzia. Dopo aver visitato alcune delle zone colpite dalla furia di Nargis, l'organismo dell'Onu ha infatti dichiarato che le persone colpite potrebbero essere 2,5 milioni, con un bilancio di vittime tra 62.000 e 100.000 morti. Responsabili dell'Unicef sul posto hanno raccontato di un grandissimo numero di persone senza tetto aggirarsi sperdute, prive dacqua, cibo e assistenza medica, mentre la maggior parte delle fonti idriche sono state contaminate da acqua salmastra o gravemente contaminate. come lo tsunami (dicembre del 2004, ndr), ha affermato Osamu Kunii, responsabile dellUnicef per sanit e nutrizione. Lorganizzazione dell'Onu ha gi dispiegato undici team mobili nelle aree dellIrrawaddy e Yangon, le pi colpite dal disastro. Finora le missioni sul campo sono state cinquantasette, raggiungendo con aiuti e prima assistenza diciassette cittadine di Yangon, sei dellIrrawaddy e quattro di Bangon. Un team dell'Unicef ha raggiunto in battello due villaggi dellIrrawaddy, dove solo quattro case su cinquecento sono rimaste in piedi. Molti i bambini sfollati presenti nei campi, decine dei quali rimasti separati dai genitori. In tutte le aree visitate, i volontari dellUnicef continuano a distribuire compresse per potabilizzare lacqua e sali di reidratazione orale contro la diarrea acuta, insieme a medicine, zanzariere e materiali da riparo. Nonostante la drammaticit della situazione, la voce della giunta militare si fatto sentire solo per rendere noti i risultati del referendum costituzionale di sabato scorso, rinviato soltanto nelle due zone maggiormente devastate dal ciclone, l'area di Yangon (l'ex capitale) e del delta dell'Irrawaddy. Secondo i generali, il progetto di nuova Costituzione stato approvato con il 92,4 per cento dei voti. Lo ha confermato ieri la televisione di Stato, precisando che alle urne si sarebbe recato oltre il novantanove per cento degli aventi diritto. La nuova Costituzione viene contestata dallopposizione, che la considera solo un mezzo di ulteriore legittimazione e conferma per la giunta militare al potere da quasi mezzo secolo nel Paese asiatico, mentre i generali insistono nel definirla un importante passo avanti nella cosiddetta roadmap per la democrazia, che si concluder nel 2010 con le elezioni generali multipartitiche. L'amministrazione degli Stati Uniti ha duramente criticato il controverso referendum costituzionale. Il portavoce per la Sicurezza nazionale, Gordon Johndroe, al seguito del presidente George W. Bush in Israele, ha dichiarato che sin dallinizio abbiamo espresso la nostra forte preoccupazione riguardo la legittimit della bozza di Costituzione e dello stesso referendum. Non vi sono ragioni per cambiare la nostra posizione ha aggiunto Johndroe speriamo invece che la giunta militare concentri gli sforzi nel prestare soccorso alla popolazione. Questo ci interessa al momento.

La Cina colpita dal terremoto pi distruttivo dal 1949


Nuova forte scossa di assestamento nella zona di Lixian
PECHINO, 16. E' praticamente accertato che le dimensioni delle devastazioni provocate dal sisma di luned scorso nella Cina sud-occidentale vadano ben oltre i bilanci gi catastrofici fin qui forniti dalle autorit cinesi. Il premier, Wen Jiabao, ha infatti detto alla televisione di Stato visibilmente commosso che il terremoto stato il pi distruttivo che abbia mai colpito la Cina dal 1949, anno di nascita della Repubblica popolare cinese. Il sisma stato di magnitudo 7,9 sulla scala Richter e ha colpito pi duramente la regione del Sichuan, nel sud-ovest, ma anche altre regioni dellovest e del nord-ovest del Paese. Finora, le vittime accertate sono oltre cinquantamila, con un notevole incremento rispetto alla valutazione di due giorni fa, che indicava in quindicimila i morti della scossa tellurica. I feriti sono pi di sessantamila nel solo Sichuan, dodicimila dei quali in condizioni definite gravi dai sanitari. Il terremoto con il maggior numero di vittime avvenuto in Cina fu quello del luglio 1976, quando oltre duecentosettantamila persone morirono per un sisma di 7,8 gradi Richter, che colp la citt settentrionale di Tangshan. Nel visitare Mian Yang, la citt pi terremotata, il presidente della Cina, Hu Jintao, ha esaminato su una mappa le aree devastate per fare un bilancio dei soccorsi che, ha affermato, sono strati efficienti, validi e ordinati. Allo stesso tempo, ha sottolineato, la sfida resta spaventosa, il compito arduo e il passare del tempo inesorabile. Bisogna compiere uno sforzo maggiore per curare i feriti, ripristinare i trasporti, le telecomunicazioni e le forniture di energia per assicurare le condizioni di vita essenziali ai residenti nelle aree colpite ha aggiunto Hu. Caritas italiana si immediatamente mobilitata attraverso i propri partner cinesi per fronteggiare la situazione. Nell'esprimere profonda partecipazione al dolore delle popolazioni coinvolte dagli effetti del sisma, lorganismo assistenziale ha assicurato che sar fatto tutto quanto nelle possibilit di Caritas italiana, in coordinamento con la rete internazionale e in accordo con le autorit cinesi, per esprimere una fraterna solidariet e aiuti tangibili, al fine di alleviare le enormi sofferenze che il popolo cinese sta patendo. E a pi di ottanta ore dalla scossa tellurica, un ragazzo stato trovato ancora vivo sotto le macerie di una scuola crollata a Beichuan, una delle zone maggiormente colpite. Lo ha reso noto lagenzia Nuova Cina. Centinaia di ragazzi sono morti nella regione in seguito ai crolli delle loro scuole, inducendo il ministero delle Costruzioni a ordinare uninchiesta. Il Governo ha fatto sapere che eventuali responsabili dovranno rispondere del proprio operato e far fronte a sanzioni. E stamane, una forte scossa di assestamento stata avvertita nell'area di Lixian, a cinquanta chilometri dallepicentro del terremoto di luned scorso. La nuova scossa ha provocato una frana che ha seppellito alcuni veicoli e interrotto tutte le comunicazioni stradali nella zona.

Il Dalai Lama chiede autonomia per il Tibet


BERLINO, 16. Il Dalai Lama ha chiesto ieri una vera autonomia per il Tibet. Dalla Germania, dove si trova un visita, il Dalai Lama ha criticato la repressione del Governo di Pechino, sottolineando che i tibetani desiderano solo vivere in armonia con la Cina: La vera armonia deve essere basata sulla fiducia, e la fiducia deve essere basata sulluguaglianza, ha commentato. Riguardo al terremoto che investito la Cina sud-occidentale, il Dalai Lama ha poi detto che latteggiamento di Pechino di fronte alla sciagura sembra realmente essere trasparente. E anche su altre questioni, di natura politica, ha aggiunto, il Governo cinese pi chiaro, pi aperto e pi trasparente. Durante una conferenza stampa al Parlamento europeo, Kelsang Gyaltsen, inviato speciale del Dalai Lama presso lUnione europea, ha auspicato un nuovo round negoziale fra le autorit del Tibet e della Cina nelle prossime quattro-cinque settimane. Come noto, allinizio di questo mese due rappresentanti del Dalai Lama hanno incontrato le autorit di Pechino per discutere del Tibet. Un colloquio che stato definito sereno dai due rappresentanti, nonostante le grandi e profonde divergenze. La situazione in Tibet molto allarmante ha riferito Gyaltsen, il quale ha ribadito la sollecitazione che la Cina apra le porte a osservatori e alla stampa straniera. Non possiamo accettare laccusa cinese che il Dalai Lama abbia istigato le proteste e voglia sabotare i Giochi olimpici, ha affermato il rappresentante tibetano. Finora la Cina ha mostrato interesse su due punti: il ristabilimento della calma in Tibet e le Olimpiadi. Per il resto non ci sono stati sostanziali passi in avanti, ha spiegato.

Nuovi scontri in Libano nonostante l'accordo


BEIRUT, 16. Malgrado lintesa raggiunta in giornata tra le fazioni politiche libanesi per porre fine al confronto armato, ieri, a tarda sera, una nuova sparatoria tra miliziani degli opposti schieramenti scoppiata a Baalbek, nella parte est del Paese. Almeno un uomo morto e un altro rimasto ferito. Lo hanno reso noto fonti delle forze di sicurezza. Nell'accordo stretto tra Hezbollah e i filogovernativi grazie alla mediazione della Lega Araba, le due parti si impegnano a non usare pi le armi come strumento per ottenere risultati politici e ad avviare da oggi in un vertice a Doha un dialogo nazionale per concordare la formazione di un Governo di unit nazionale e una nuova legge elettorale. Di fatto, secondo gli analisti internazionali, si tratta di un ritorno al passato prossimo, alla settimana scorsa. Ovvero al braccio di ferro che da diciotto mesi blocca la vita istituzionale del Paese e alimenta la tensione, sfociata poi nel blitz dei miliziani di Hezbollah che con le armi gioved scorso hanno preso il controllo dei quartieri sunniti di Beirut Ovest, e poi si sono dati battaglia con i drusi a Est della capitale e con gli attivisti sunniti nella citt di Tripoli, nel Nord. In serata, gli attivisti dellopposizione, che ha il sostegno di Siria e Iran, hanno iniziato a rimuovere le barricate che per una settimana hanno paralizzato lattivit dellaeroporto e del porto di Beirut, che sono cos tornati a essere operativi. Da oggi il Paese dovrebbe tornare alla sua normalit. Siamo in una nuova fase che deve esser basata sul dialogo. Desideriamo raggiungere un compromesso, nel quale non ci siano n vincitori n vinti, ha detto oggi Naim Qassem, vice segretario generale del movimento Hezbollah.

Abolito in California il divieto di nozze omosessuali


WASHINGTON, 16. La Corte suprema della California ha abolito ieri definendola anticostituzionale la legge che vietava il matrimonio tra persone dello stesso sesso. La sentenza che entrer in vigore fra trenta giorni fa della California il secondo Stato dopo il Massachusetts ad autorizzare negli Stati Uniti matrimoni omosessuali. L'azione legale che ha portato alla decisione di ieri era sta intentata dal comune di San Francisco nel marzo 2004: il sindaco di allora, Gavin Newsom, concesse quattromila licenze di matrimonio a coppie dello stesso sesso prima di venire fermato dall'ingiunzione di tribunale. Nel 2000, infatti, un referendum popolare aveva sancito la legalit solo del matrimonio tra uomo e donna. Dal 2004, ben ventisei Stati dell'Unione hanno inserito nelle loro Carte fondamentali l'espresso divieto delle nozze tra omosessuali.

Azione comune di America Latina e Ue per fermare il surriscaldamento globale


LIMA, 16. Il quinto vertice tra America Latina e Unione uropea, in corso a Lima, entrato ieri nel vivo con la riunione dei ministri degli Esteri dei due continenti. Dopo due giorni di colloqui a porte chiuse, i partecipanti hanno messo a punto la bozza finale della Dichiarazione di Lima che sottoposta all'esame dei ministri degli Esteri dovr essere ratificata nella giornata di oggi dai capi di Stato e di Governo a chiusura del vertice. Le discussioni si sono concentrate in particolare sui mutamenti climatici. Un confronto alimentato dalla preoccupazione per il rischio di crisi alimentari e carestie provocate dal crescente utilizzo dei terreni agricoli per la produzione di biocombustibili che, in America Latina, vede il Brasile in prima linea. Proprio il Brasile avrebbe espresso riserve sul programma Euroclima, proposto dall'Unione Europea, con l'obiettivo di coordinare azioni congiunte per arrestare il surriscaldamento globale. Il Per, dal canto suo, ha proposto di includere tra gli impegni della Dichiarazione di Lima anche la creazione di un meccanismo di verifica degli accordi adottati dal vertice. Il confronto stato alla fine superato grazie ai ritocchi introdotti dai rappresentanti europei al testo iniziale della Dichiarazione di Lima, intitolata Rispondendo insieme alle priorit dei nostri popoli e articolata in quindici punti. Intervenendo ai lavori, il presidente peruviano, Alan Garca, ha affermato che il processo di espansione dell'economia non deve comportare il sacrificio dell'ambiente. Garca ha quindi lanciato un appello per la convocazione di elezioni libere nei Paesi latinoamericani dove non si sono ancora svolte. Questi Paesi, ha detto il capo di Stato peruviano, devono seguire un cammino chiaro: quello delle elezioni, della libert di stampa e della libert per coloro che soffrono l'emarginazione per le loro idee e per le loro posizioni. L'intesa tra Governi latinoamericani ed europei sui temi politici pi urgenti non sembra tuttavia a portata di mano, e se nella Dichiarazione di Lima stato incluso l'impegno alla lotta al narcotraffico, non stato invece possibile fare altrettanto in materia di lotta al terrorismo. Di fronte a problemi globali, abbiamo bisogno di soluzioni globali ha detto il presidente della Commissione europea, Jos Manuel Barroso. Da rilevare che in occasione dei lavori del vertice le autorit di Lima hanno adottato misure di sicurezza molto rigide: sono stati impiegati pi di trentamila agenti di polizia, e sono poi stati messi a disposizione, per fronteggiare eventuali emergenze, aerei da combattimento e missili.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
Il Cristo raffigurato in un particolare dell'affresco dei Santi cavalieri nel monastero di Sant'Antonio in Egitto

sabato 17 maggio 2008

A Lugano il Simposio internazionale Balzan


di GEORGES COTTIER*

n rapporto fondamentale con la verit appartiene alla coscienza cristiana. Questo si situa nel prolungamento dell'alleanza di Israele, che alleanza con il Dio unico, ossia il solo vero Dio, che si fatto conoscere da Israele. Di fronte a Lui, gli dei delle nazioni sono vanit, idoli fabbricati dalla mano degli uomini: sono falsi dei. Si vede che esiste un legame intrinseco, o meglio un'identit, fra Dio e la verit. Dio verit. Dio che, di libera iniziativa, si fa conoscere da noi, ci illumina con il suo mistero. L'accettazione in noi e mediante noi di questa luce la fede. Ecco in poche parole il tema che vi propongo di sviluppare. Nel Prologo, si parla essenzialmente di questo Figlio unigenito; Lui ad aprirci la via, Lui stesso la via (cfr Giovanni, 14, 6). Egli viene presentato da un duplice punto di vista: quello dell'eternit divina e quello della storia della salvezza. Il Verbo questo il nome che il Vangelo di san Giovanni d al Figlio unigenito al centro della storia; il passato era teso verso la sua venuta; il presente e il futuro vivono nell'attesa della sua glorificazione finale, che segner anche il compimento della storia. Il Verbo dunque il nome del Figlio unigenito. Consideriamo ora il primo aspetto. In effetti, fin dall'inizio il Prologo ci dice qual l'identit del Figlio. In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio (1). Il principio (arch) stabilisce un parallelo con l'inizio della Genesi. Designa l'origine, la nascita eterna del Figlio, che precede il tempo e la storia. La parola latina Verbum traduce il greco lgos che, a sua volta, corrisponde al termine ebraico che significa parola. Il vecchio e il nuovo Testamento utilizzano il termine parola per dirci che Dio parla agli uomini. Questa parola divina efficace e interviene in diversi modi. Essa parola creatrice, per far s che la creatura canti la gloria del Creatore. I suoi interventi, dovuti alle sovrane iniziative del suo amore per il suo Popolo, segnano i momenti importanti di una storia guidata dalla sua Provvidenza. Egli parla ancora a noi attraverso i Profeti e infine attraverso suo Figlio (cfr Ebrei, 1, 1-2). Osserviamo qui che l'incontro della Parola, cos come l'intende la tradizione giudeo-cristiana, e del pensiero greco, nel quale il lgos ha un posto centrale, al centro della cultura occidentale e, come vedremo, di ogni cultura che incontra il cristianesimo. Da parte sua, in effetti, il pensiero greco dar al lgos ricchi sviluppi

La verit nelle scienze e nella religione: il tema del simposio internazionale della Fondazione Internazionale Balzan in corso a Lugano presso l'Universit della Svizzera Italiana. All'incontro suddiviso in cinque sessioni: Filosofia; Matematica, fisica, cosmologia; Scienze biologiche, biodiversit, sostenibilit; Storia, scienze sociali; Teologia, religione prendono parte studiosi di diversa estrazione filosofica, religiosa e scientifica messi a confronto su una questione centrale nel dibattito culturale contemporaneo. Sia per quanti individuano una verit fondamentale a partire dai testi religiosi, sia per coloro che si richiamano a una visione del mondo post-illuministica sia dunque per chi crede all'esistenza di verit assolute, sia per chi ritiene che queste siano mere costruzioni sociali. Pubblichiamo stralci di una delle relazioni.

Fede e verit

Una Parola che non conosce fanatismo e intolleranza


vi aderisce, non si trova tuttavia sul suo stesso piano. Ci che rivelato e a cui il credente ha accesso non perde la sua trascendenza, il che sarebbe un'enorme falsificazione e un'enorme impostura, ma resta avvolto nel mistero, un mistero illuminatore e pacificatore, nutrimento per la ragione. Questo l'ambito sia della mistica cristiana sia della teologia cristiana. Il mistero significa la condizione che ha l'oggetto della rivelazione nella mente del credente. Questa condizione tuttavia provvisoria e ceder il posto al definitivo. L'involucro del mistero si strapper e noi ci ritroveremo faccia a faccia con Dio. La prima lettera di Giovanni ci dice: Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ci che saremo non stato ancora rivelato. Sappiamo per che quando egli si sar manifestato, noi saremo simili a lui, perch lo vedremo cos come egli (1 Giovanni, 3, 2). Cristo, che lui stesso oggetto della rivelazione, il rivelatore. Egli chiamato, con un termine che ne spiega il senso, il testimone fedele (Apocalisse, 1, 5). Nella trasmissione della rivelazione, la testimonianza ha una funzione determinante. Il nostro intelletto aspira a vedere direttamente il suo oggetto; aspira all'evidenza. L trova la sua perfezione. Nella maggior parte dei casi, per, l'immediatezza dell'evidenza non possibile. necessaria una mediazione. Un ragionamento giunge a una conclusione apodittica quando mostra il vincolo necessario che collega questa conclusione a principi colti immediatamente nella loro evidenza. Sebbene nessuna dimostrazione abbia questa perfezione, tuttavia possibile stabilire il suo livello di probabilit e la qualit di una ipotesi plausibile. In quanto modo di accesso alla verit, la testimonianza ha una natura particolare. In effetti, qui, un altro ha visto per me ci che non mi era possibile vedere da solo, un altro sa e intende farmi condividere quello che sa, non dimostrandomelo, ma facendosi personalmente garante di ci che annuncia. S'impegna di persona, poich mi chiede di avere fiducia in lui, di fondarmi sulla sua veridicit, di credere a ci che dice. Un ragionamento falso quando vi si inserisce un errore; una testimonianza falsa quando il testimone mi inganna. Quello che stato detto vale per ogni testimonianza, in generale. Nel caso di una rivelazione che si fonda su realt divine, va per fatta una nuova e fondamentale considerazione. Dal momento che si tratta di una testimonianza puramente umana, posso, attraverso il pensiero, mettermi al posto del testimone: quello che ha visto, avrei potuto vederlo io stesso o un'altra persona. Nel caso della rivelazione del mistero, che di per s per me inaccessibile, solo il Figlio unigenito, poich nel seno del Padre, pu rivelarmela. Ci significa che Lui stesso, in ci che costituisce la sua identit, avvolto nel mistero. Significa anche che sarebbe ragionevole crederci, come nel caso della testimonianza fondata sulle cose puramente umane, poich contiene una certa intensit e plausibilit e perch potrebbe, di diritto, essere verificato per altre vie. Qui la testimonianza si fonda su cose nascoste, soprannaturali, per cui la domanda diviene: ragionevole credere in misteri sovraragionevoli? La domanda sulla credibilit ha una portata esistenziale poich interpella sul senso del destino fino alla sua dimensione di eternit. Avendo esaminato il livello di credibilit, la mente misura meglio la trascendenza del mistero. San Paolo parla di follia (cfr 1 Corinzi, 1, 17 e seguenti), la follia delle iniziative dell'amore divino. Pascal ha sottolineato ammirevolmente questo paradosso: se si guarda alla natura della grazia divina che spinge a credere, la nostra religione follia; se si guarda ai segni mediante i quali mostra la sua origine divina, saggezza. La prova umana, la fede un dono di Dio. Introdurrei qui la considerazione della distinzione introdotta da alcuni esegeti fra il Ges della storia e il Ges della fede, distinzione che certuni hanno spinto fino alla rottura e all'opposizione. Il significato e i limiti di questa distinzione sono affrontati nel bel libro di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, Ges di Nazareth (2007). Accontentiamoci di indicare che il problema di ordine epistemologico. Il tipo di questione che si pone alla storia, o al testo, determinante per la risposta che si ricever. Non vi qui alcun soggettivismo, ma la consapevolezza che la questione dipende da un punto di vista; non dunque esaustiva anche in considerazione di ci che Rudolf Bultmann ha chiamato la precomprensione.

La rivelazione non il risultato di uno sforzo umano e non un'autorivelazione una luce ricevuta, un dono accolto
semantici. Designando all'inizio la parola pronunciata, la locuzione, lgos, significher a partire da l la parola interiore, poi la ragione, il pensiero. Si sa quale fecondit avr il tema del lgos nella filosofia greca. Tuttavia, prima di occuparci di questo punto, ritorniamo alla lettura del Prologo. La rivelazione non il risultato di uno sforzo umano, non un'autorivelazione. una luce ricevuta, un dono accolto; la sua origine in una libera iniziativa di Dio. La rivelazione manifesta quello che di Dio inaccessibile, lo fa conoscere. Ci che rivelato e che, secondo la fede cristiana, lo sar in pienezza dopo la morte, ha dunque nella nostra mente una condizione particolare. La nostra mente che lo riceve e

Nella trasmissione della rivelazione la testimonianza determinante Il nostro intelletto aspira all'evidenza e l trova la sua perfezione

La credibilit denota i titoli che presenta il messaggio rivelato per essere giudicato accettabile dalla ragione. La fede, che un dono di Dio, apre alla comprensione del mistero. Per questo il Nuovo Testamento, quando parla di testimonianza, menziona il ruolo decisivo che svolge la testimonianza dello Spirito Santo, fondamento della certezza e illuminatore. La fede consente di conoscere; essa ha penetrato il mistero. ci che dice Ges a Filippo: Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi dire mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre in me? (Giovanni 14, 9-10). L'avvicinamento fra vedere e credere sorprendente. La fede, nella sua oscurit, una *Cardinale Pro-Teologo emerito conoscenza. Lungi dall'esigere l'accantonamen- della Casa Pontificia

to della ragione, la fede per essa all'origine di una vitalit nuova. quello che esprime la celebre formula di sant'Agostino: fides quaerens intellectum. Il mistero non esclude mai radicalmente la ragione. sovraintelligibilit, eccesso di luce rispetto alle sue capacit naturali. La ragione, riflettendo su se stessa, sa di non essere il proprio fondamento, ma di partecipare a una ragione superiore, che ragione nella pienezza del significato, ossia ragione divina. Scopre contemporaneamente i propri limiti e anche uno slancio, un desiderio, che la porta a raggiungere il suo principio. In virt di questa parentela originale e dell'aspirazione che le connaturale quando giunge a essa la rivelazione del lgos divino, si ritrova stimolata: per essa come un nuovo risveglio. Da qui la seconda formula di sant'Agostino, complementare a quella che abbiamo citato prima: intellectus quaerens fidem. La teologia corrisponde cos a un'esigenza naturale dell'intelletto credente. Si sforza di penetrare, con gli strumenti concettuali di cui dispone, nell'intelligibilit del mistero, di scoprirne le armonie nascoste, di illuminare con la sua luce superiore e di unificare la sua conoscenza del mondo, dell'uomo e della sua storia. Dio la verit assoluta. Nell'atto di fede mi appoggio su Dio stesso, prima verit che rivela il mistero. Questo confronto immediato con l'assoluto pu sembrare spaventoso e pericoloso. Notiamo che senza la relazione con l'assoluto, svaniscono l'identit e la dignit dell'uomo come persona trascendente il mondo materiale. I due pericoli sono: l'intolleranza e il fanatismo. Sull'intolleranza il pensiero cristiano ha sempre sostenuto che il teologo che tratta delle questioni dell'assoluto deve riconoscere tutte le vie della ragione naturale e la verit delle sue conclusioni. Il fanatismo legato al problema dell'uso della violenza. L'atto di fede un impegno personale di ciascuno per questo, una fede imposta con la forza non fede. Il Concilio Vaticano II ha dato il principio che illumina tutta la questione quando nella dichiarazione Dignitatis humanae sulla libert religiosa dice: La verit non si impone che per la forza della verit stessa, la quale si diffonde nelle menti soavemente e insieme con vigore.

Un'quipe scientifica ha lavorato sugli oggetti custoditi come reliquie del santo e confermato la storicit delle cronache sugli ultimi momenti della sua vita

La vera storia del saio che san Francesco non voleva indossare
di ELISABETTA GALEFFI Quanto importante una reliquia nella tradizione cristiana? Le reliquie non generano la fede risponde padre Antonio di Marcantonio, provinciale della chiesa di Santa Croce a Firenze, sono la memoria di un fatto, di un personaggio, di una vita che si prende a modello. Sono testimonianze. Padre Antonio ha promosso, negli ultimi anni, una serie di ricerche per stabilire la veridicit di alcune reliquie che gli stanno particolarmente a cuore: due sai, un cuscino e un epistolario che sempre si ritenuto fossero di san Francesco. Il progetto ha coinvolto studiosi del Dipartimento di fisica dell'Universit di Firenze insieme agli esperti dell'Istituto Nazionale di fisica nucleare, ricercatori del Centro interdipartimentale di studi sui beni librari e archivistici dell'universit di Siena, della Soprintendenza per i beni archeologici e per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico e etnoantropologico della provincia di Arezzo. Un'equipe che ha fornito, dal 2003 a oggi, notizie importanti sugli oggetti custoditi come reliquie del santo da quasi otto secoli. Padre Antonio ha inoltre sperimentato quanto importante il significato di una reliquia per il popolo dei fedeli anche ai nostri giorni. Non smettono di chiamarmi da ogni parte del mondo, giornali, comunit di religiosi e privati racconta il frate mi chiedono come abbiamo stabilito e quale probabilit di certezza c' nel dire che la tonaca, quella che custodita a Santa Croce, non poteva appartenere a san Francesco, un manufatto posteriore di molti anni, circa ottanta, alla morte di Francesco. E dire che passato gi un po' di tempo da quando l'agenzia giornalistica Ansa ha dato la notizia della conclusione e dei risultati ottenuti sul saio di Santa Croce, ma la curiosit, lo stupore o il disappunto non smettono di alimentare il tam tam mediatico e intasare le linee telefoniche di padre Antonio. Ancora il saio nella stessa teca dove stato conservato, per secoli, come appartenente a Francesco, per il prossimo quattro ottobre, giorno dedicato alla festa di san Francesco prosegue il frate dovrebbe essere, finalmente, pronta una teca di cristallo, climatizzata, per esporre disgiunti saio e cordone del saio, perch quest'ultimo invece risalente, su basi scientifiche, all'epoca della vita del santo e Francesco potrebbe, realisticamente, averlo indos- portato con s lasciando Assisi per rifusato. Padre Antonio ha anche una giarsi in terra toscana: un cuscino di teoria, per ora solo sua, sul perch la elegantissima e ricca tessitura, un saio cordicella usata come cintura sia arri- e un evangeliario. Per padre Antonio il vata nella chiesa di Santa Croce e cre- fine pi importante di queste ricerche de che il saio fiorentino possa essere stato ribadire il legame intimo e proappartenuto a san Bonaventura. fondo del frate aretino con san FranceMa meglio ripartire dall'inizio della sco e riabilitare la figura di padre Elia, storia, dal 2003, quando, in occasione vicario del santo di Assisi e alla sua morte primo minidei settecentocinstro generale dei quanta anni dalla francescani. L'amorte di frate Elia ver stabilito che il da Cortona, la prosaio di Cortona ha vincia toscana dei le misure, lunghezfrati minori conza e ampiezza delventuali ha dispole spalle di frate sto il restauro e la Elia significa ribariapertura della dire la vicinanza chiesa e del condel frate al santo vento di san Frandi Assisi e dare cesco a Cortona. fondamento al racPer poi organizzare conto sulla morte una serie di iniziadi san Francesco tive culturali e spidi Tommaso da rituali, che hanno Celano aggiunge compreso lo studio padre Antonio. scientifico delle reliInoltre le moquie della chiesa derne tecniche cortonese, cio di scientifiche hanno tre oggetti che la contribuito a contradizione vuole Ritratto di san Francesco (Subiaco, Sacro Speco, secolo XIII) fermare la fedelt che frate Elia abbia del santo alla povert evangelica. Quale stato il vero cuscino che la fedele amica di Francesco, Iacopa di Settesoli, pose sotto la testa del frate morente? Non quello di fine broccato adorno di splendidi ricami che si pu ammirare nella chiesa di Cortona, ma il suo interno, che risale proprio all'epoca della morte di Francesco, di tessuto grezzo, in onore di sorella povert. Cos il saio, della stessa foggia, colore e tessuto di quello indossato dai contadini dell'Italia centrale dell'epoca, abito umile e disprezzato che san Francesco volle fosse confezionato a forma di croce semplice, ancora una volta testimonianza della regola, insieme alla semplice cintura di corda, che i contadini usavano per portare la borsa del denaro e la spada, che nella versione francescana solo una cintura senza altre finalit di quella di sorreggere la veste. Anche l'Evangeliario di Cortona, ritenuto risalente all'epoca di Francesco come quello custodito ad Assisi, prova tangibile dell'assioma lex orandi, lex credendi, lex vivendi a cui fu improntata tutta la vita del santo. Lo studio sull'autenticit del saio prova la veridicit del racconto che fa della morte di san Francesco Tommaso da Celano dice frate Antonio. Lui scrive che Francesco voleva morire nudo sulla terra nuda, ma frate Elia lo convinse a indossare la sua tonaca, che potrebbe proprio essere quella conservata a Cortona. Con il dire che era solo un prestito, insomma assicurandogli che non gli apparteneva, frate Elia rassicur il santo che non sarebbe venuto meno al suo voto di povert. Il saio di Cortona e quello di Santa Croce sono stati datati con il metodo del carbonio 14. Sei campioni del vestito, questa la vera innovazione dello studio, sono stati prelevati in sei punti differenti, inizialmente trattati con un pre-trattamento chimico-fisico, in modo da rimuovere ogni possibile sorgente di contaminazione, e solo dopo aver isolato il carbonio originario con tutta una serie di complicati passaggi, si potuto stabilire le date di confezionamento delle vesti con un margine di incertezza di una trentina di anni. Con la stessa procedura si potuto stabilire che il cingolo/cintura del saio di Firenze della stessa epoca del saio di Cortona, tra il 1200 e il 1230. Del resto, come indica un manoscritto seicentesco ancora oggi conservato nel vasto archivio della chiesa fiorentina, il saio che a Santa Croce arrivato a Firenze proprio dalla chiesa di Cortona.

sabato 17 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 5

Intervista a Giovanni Maria Flick in occasione della visita di Benedetto XVI in Liguria

Il nervo scoperto della comunit internazionale


I diritti umani a partire dalla denuncia dell'inutile strage
di CARLO DI CICCO Benedetto XVI, il Papa della Regola d'oro, punta sulla giustizia e il riconoscimento dei diritti della persona per consolidare la speranza di pace nel mondo. Sulla scia di Benedetto XV di cui ha voluto prendere il nome spiegandone lo straordinario servizio alla pace. Una continuit di insegnamento sociale e uno sviluppo nella fondazione del diritto internazionale di cui parla in questa intervista il professor Giovanni Maria Flick, vicepresidente della Corte Costituzionale italiana, in occasione della visita di Papa Ratzinger a Genova. Flick, genovese di adozione, ha compiuto i suoi studi nel capoluogo ligure frequentando gli istituti dei salesiani e dei gesuiti prima di laurearsi alla Cattolica di Milano. Partendo da Papa Benedetto XV che avvi in embrione nell'ambito della Chiesa la difesa dei diritti umani, Flick riconosce a Benedetto XVI, non solo una continuit nella dottrina della pace e dei diritti umani, ma anche la capacit di puntuali sollecitazioni richiesta dal tempo della globalizzazione alla comunit internazionale. Il richiamo a Benedetto XV, Papa genovese, quando si tratta di diritti umani, fare dell'archeologia o rilevare una continuit nel magistero sociale della Chiesa? Il cardinale Giacomo della Chiesa eletto papa un mese dopo l'inizio della Grande Guerra. Fin dal primo documento esprime l'angoscia per l'inutile strage e compie un'analisi lucidissima sulle cause del conflitto, individuate nell'ingiustizia dei rapporti fra le varie classi sociali, nel disprezzo per l'autorit, nel perseguimento dei beni materiali come unico obiettivo dell'attivit dell'uomo. Ma, soprattutto, si preoccupa delle soluzioni per porvi termine. In questo risiede la straordinaria modernit del Pontefice genovese: non solo la denunzia e la condivisione di questo dolore universale, ma anche la ricerca ininterrotta di una via d'uscita concreta. L'esortazione apostolica del primo agosto 1917 (Ds le debut) prospetta alle Nazioni belligeranti un accordo di grande solidit politica, fino ai dettagli: la reciproca condonazione dei danni di guerra, l'evacuazione totale dei territori occupati dalla Germania, il futuro assetto dell'Armenia, degli Stati balcanici o dei paesi che formavano l'antico Regno di Polonia, e cos via. un magistero d'avanguardia, e non solo per l'epoca. Benedetto XVI ha scelto proprio il nome di Benedetto per collocarsi sulle orme del suo predecessore vissuto al servizio della pace. Finora apparsa con chiarezza questa scelta strategica nell'insegnamento di Papa Ratzinger? Questa scelta era particolarmente significativa per un Pontefice tedesco che come lui stesso ebbe a ricordare nel maggio 2005 succedeva a uno polacco, a sessant'anni dalla fine di una guerra la cui barbarie avevano conosciuto, entrambi giovani, su fronti avversi. Ed era una scelta manifestata, in realt, ancor prima della sua elezione a successore di Pietro. Nella lectio tenuta al Senato della Repubblica italiana nel maggio 2004 sul Trattato costituzionale europeo riguardato quale strumento di unificazione e, quindi, di pace il futuro Papa Benedetto XVI aveva infatti affermato come mettere per iscritto i valori della dignit dell'uomo, di libert, eguaglianza e solidariet accanto ai princpi fondamentali della democrazia e dello stato di diritto, configurasse un'immagine dell'uomo, un'opzione morale e un'idea di diritto non sconnon come mera assenza di guerra, ma come compimento della giustizia, in primo luogo della giustizia sociale. D'altra parte, nel pensiero del Pontefice, la giustizia appare a sua volta inscindibile dal rispetto dei diritti fondamentali e delle garanzie della persona umana, intesi quali misura del bene comune: dunque, come ha affermato alle Nazioni Unite, la promozione dei diritti umani resta la strategia pi efficace per eliminare le disuguaglianze fra Paesi e gruppi sociali e, quindi, per garantire la pace. Non c' pace senza eguale garanzia interna e internazionale dei diritti fondamentali: su questo punto, la coscienza morale espressa dalla Chiesa nello scenario del mondo di fondamentale importanza, anche per i laici. Il discorso di Papa Ratzinger alle Nazioni Unite ha suscitato reazioni positive, ma non sono mancate critiche. Si tratta di un intervento con elementi innovativi per il diritto? Non mai scontato, o di circostanza, rammentare come le Nazioni Unite e la Dichiarazione universale dei diritti bert dell'uomo la chiave di ogni approccio, giuridico o etico, al tema dei diritti fondamentali; al punto che neppure un pensiero di sponda laica pu abbandonare un polo di riferimento unitario, o alcuni essenziali precetti universali, per gestire quella che Sartre definisce l'etica della situazione, e cio l'emergenza della specifica tutela del singolo diritto violato. In altre parole, la tutela o pensata in senso globale, fondata sulla dignit della persona, o non . Fondamento e senso dei diritti fondamentali non possono non interessare la riflessione del giurista, almeno quanto forma ed effettivit della tutela. Secondo Norberto Bobbio il problema dei diritti fondamentali non quello di fondare, ma di proteggere. Il Papa, all'Onu, ha espresso il dubbio che ci non sia possibile: proclamare la necessit della tutela senza interrogarsi sul perch tutelare, rischia di somigliare al bronzo sonante o al cembalo squillante di cui parla san Paolo nell'inno alla carit. Per il giurista, laico o credente che sia, questa provocazione richiede una risposta faticosa e delicata, rappresenta una coazione a riflettere anche nella prospettiva del trascendente. Cosa comporta sul piano del diritto il superamento del paradosso denunciato dal Papa, secondo cui in ambito internazionale esiste una subordinazione alle decisioni di pochi? il nervo scoperto della comunit internazionale: la contraddizione di un mondo globalizzato, con la democrazia sulle labbra e le oligarchie nel cuore. Il concetto di democrazia ha raggiunto la perfezione teorica; ma la pratica di una vera democrazia tra le Nazioni resta una chimera: i problemi del mondo esigerebbero come anche il Pontefice ha sottolineato un consenso multilaterale e interventi collettivi di cui la comunit internazionale si mostra incapace. Questa crisi sollecita il diritto a ripensare le forme dell'organizzazione internazionale. Penso soprattutto all'Europa, il cui progetto unitario presuppone la pari dignit tra i Paesi membri, replicando a livello di Stati il principio della pari dignit delle persone. In altre parole il diritto internazionale deve superare il criterio economicistico, che inevitabilmente produce oligarchie decisionali. Da un simile solidarismo tra Stati, dall'obiettivo di una giustizia distributiva planetaria siamo disperatamente lontani, per usare le parole del cardinale Carlo Maria Martini. Ma per camminare in questa direzione bisogna partire da un'effettiva democrazia all'interno della comunit internazionale. Il principio della responsabilit di proteggere un correttivo dell'ingerenza umanitaria? Pi che correttivo, direi una feconda e positiva evoluzione. I tradizionali caratteri del diritto umanitario la neutralit e la sovranit si sono progressivamente sbiaditi. E d'altra parte la stessa Assemblea generale delle Nazioni Unite afferm, l'8 dicembre 1988, il principio del libero accesso alle vittime di una catastrofe naturale, o in situazioni d'urgenza dello stesso tipo: un'ingerenza umanitaria per confortare le vittime, un vero e proprio obbligo a fronte del diritto delle vittime all'assistenza, ritenuta lecita anche quando assuma il carattere di ingerenza materiale e fisica, presupponendo l'accesso al territorio da garantire, anche contro la volont del governo di quel territorio. inevitabile pensare alla catastrofe naturale in Myanmar, i cui effetti sulla popolazione sono stati ingigantiti dall'incapacit del regime militare al potere e dall'ostinato isolamento imposto al Paese; ma anche dall'immobilismo della comunit internazionale, che ha espresso cordoglio e partecipazione ma si guardata bene dal coinvolgere il Consiglio di sicurezza dell'Onu. E tuttavia, bench il modello stenti a trovare la via della concretezza, la responsabilit di proteggere rappresenta un'evoluzione del principio di solidariet applicato all'ordine internazionale. Per evitare il rischio di un colonialismo umanitario, essa deve fondarsi sul dialogo, sulla condivisa centralit della persona umana, sulla necessit che i diritti fondamentali violati trovino protezione da parte della comunit internazionale, ma solo con gli strumenti giuridici gi previsti dalla Carta delle nazioni.

Papa Benedetto XV

La Nota del Sommo Pontefice ai Capi dei popoli belligeranti pubblicata su L'Osservatore Romano del 17 agosto 1917

tate, bens qualificanti l'identit dell'Europa. Dunque, una pace costruita sulla centralit della dignit della persona, ma anche sull'architrave dello Stato democratico di diritto. Il Pontefice ha poi pi volte insistito sulla sinergia tra giustizia e pace: la prima la condizione di pensabilit della seconda, e solo attuandola si promuove effettivamente la pace, intesa

dell'uomo furono originate come ha ricordato il Pontefice dalla convergenza di tradizioni religiose e culturali tutte motivate dal comune desiderio di porre la persona umana al cuore delle istituzioni, leggi e interventi della societ, e di considerare la persona umana essenziale per il mondo della cultura, della religione e della scienza. La centralit della dignit e della li-

Benedetto XVI all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite lo scorso 18 aprile

Quali ricadute pu avere su governi e Lei condivide l'opinione che i diritti umaparlamenti il richiamo del Papa al pri- ni venivano rispettati concretamente dai mato della giustizia rispetto alla legalit, governi pi nel passato che nel presente per radicare i diritti umani e renderli in- quando invece molto perfezionata la formulazione giuridica attinente la tutela tangibili? Il cosiddetto riduzionismo che carat- dei diritti? No, assolutamente. La nostalgia del terizza l'epoca in cui viviamo, in ambito giuridico si manifestato nell'inge- passato malattia tipica delle epoche nua pretesa di ridurre la giustizia al di crisi, rifugio comodo che lascia indiritto e quest'ultimo alla legge. L'illu- tatti i problemi del presente. La messa sione che la giustizia possa coincidere a fuoco dei diritti fondamentali, nonocon la legalit, che sia sufficiente il ri- stante la fatica nel riconoscerli, proclaspetto della legge perch giustizia sia marli, fondarli aiuta alla loro tutefatta: ma cito ancora san Paolo la. Certo, esiste il rischio che questa dalle opere della legge non verr mai elaborazione possa indulgere alla forgiustificato alcuno. E questo vale an- ma, a un'estetica dei diritti bella da che in una visione laica e non trascen- contemplare, ma inconsistente nel tutedente della giustizia, perch la lare. Mi conforta, tuttavia, l'esistenstessa realt, sono i duri fatti a za di isole felici: penso alla Consmentire la pretesa che dalla sovenzione europea dei diritti della osservanza della legge scatul'uomo, nella quale si sta ragrisca per ci stesso la giustizia: giungendo un equilibrio fecondo la prima solo la pre-contra riconoscimento profondo dizione della seconda, dei diritti ed effettivit della di certo non ne il loro tutela; o all'ordinacompimento. Giusto, mento comunitario euroanche nel mondo peo, in cui si cerca di globalizzato, coequilibrare fra loro la lui che continua dimensione del merad avere fame e cato e quella dei disete di giustizia; ritti fondamentali. che sempre diMa c' ancora molto sposto ha scritda lavorare: siamo to Gustavo ZagreGiovanni Maria Flick ancora alle prime luci belsky a riconoscere ai deboli, dell'alba. ai perseguitati, agli esclusi la legittimi- L'intervento di Benedetto XVI alle Naziot della pretesa di giustizia, condivi- ni Unite, centrato sulla indivisibilit dei diritti umani e sul rilancio di una stratedendone umanit e dignit. Governi e parlamenti devono perce- gia dei diritti per eliminare le disuguapire quest'ansia di una giustizia peren- glianze e aumentare la sicurezza nel monnemente cercata e mai acquietata, an- do, facilita il dialogo sui diritti tra l'ottica zich illudersi di risolvere la domanda laica e l'ottica cattolica? di giustizia nella forma fredda di qualRitengo utile una sinergia tra le due che legge: come se i diritti umani pos- ottiche. E anche nell'intervento alle sano essere il risultato solo di provvedi- Nazioni Unite appare evidente la vomenti legislativi. D'altra parte, l'impo- lont del Pontefice di muoversi su un tenza a creare giustizia anche pietra terreno comune. di inciampo per il credente: lo incalza, Negli ultimi anni c' stato indubbiacome gi avveniva nel secondo litigio mente un progressivo avvicinamento di Giobbe con Dio. A conferma che la tra quanti postulano la priorit dei ricerca su sponde diverse laica e re- contenuti e quanti continuano ad afferligiosa non poi tanto distante, co- mare l'imprescindibile importanza dei fondamenti. Fermi i principi, la Chiesa me spesso si crede. ha gradualmente riconosciuto che la Benedetto XVI ha rilanciato la regola d'o- prospettiva contenutistica dei diritti ro come misura dei rapporti internaziona- fondamentali non di per s riduzionili oltre che personali. sufficiente oggi per sta. Anche sul versante dell'etica laica ci si accorti che, lungi dall'anacronifavorire un futuro di pace e giustizia? smo e dall'integralismo, un'antropoloLa regola d'oro l'invarianza del gia religiosa a fondamento dei diritti principio di giustizia, il permanere del umani promuove la loro effettiva umacarattere universale dei diritti fonda- nizzazione. La stessa convergenza era mentali, al di l delle contingenze cul- stata riconosciuta da Benedetto XVI a turali, storiche, politiche e sociali. Se- proposito dell'unit europea, quando condo sant'Agostino, il principio Non aveva affermato che i padri dell'unififare agli altri ci che non vorresti fosse cazione erano partiti da una fondafatto a te non pu in alcun modo va- mentale compatibilit dell'eredit moriare asseconda delle diverse compren- rale del cristianesimo e dell'eredit mosioni presenti nel mondo. Il suo corri- rale dell'illuminismo europeo. spettivo nella morale laica l'imperatiL'attuazione della giustizia nella pavo kantiano di agire in modo da trat- ce, mi sembra il terreno comune ideale tare l'uomo sempre come fine e mai in tema di diritti fondamentali. come mezzo. Tali regole, proprio perch inalterabili, fondano innanzitut- Un ateo o un laico pu convenire sotto il to le Carte fondamentali dei diritti, al- profilo razionale con il diritto alla libert trimenti impensabili. Ma invarianza e religiosa che, secondo Benedetto XVI, deve universalit dei diritti fondamentali ri- potersi esplicitare in una dimensione sia sulterebbero vuote declamazioni se il individuale sia comunitaria e pubblica? principio di pari dignit non fosse apLe rispondo con la semplicit e l'efplicato, oltre che agli individui, anche ficacia con cui la nostra Carta costituagli Stati. Fino a quando il pi piccolo zionale, all'articolo 19, afferma il diritStato del mondo sar trattato da quel- to alla libert religiosa: tutti hanno dilo pi potente come mezzo e non come ritto di professare liberamente la profine, l'ordine internazionale sar preca- pria fede religiosa in qualsiasi forma, rio, e della pace e della giustizia tra i individuale o associata, di farne propapopoli rimarr solo l'enfasi dei concet- ganda e di esercitarne in privato o in ti. Purtroppo questo ancora assai lon- pubblico il culto, purch non si tratti tano dalla coscienza e sensibilit occi- di riti contrari al buon costume. Non dentale e non solo occidentale solo una potenziale e razionale condiviabituati come siamo a convivere, senza sione da parte del laico o dell'ateo. neppure stupirci, con le violazioni dei molto di pi: un diritto fondamentale sancito in Costituzione. diritti consumate sotto i nostri occhi.

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
L'affidamento alla Madre di Dio della Salute

sabato 17 maggio 2008

Florence Taubmann eletta presidente dell'associazione fondata nel 1948 da Isaac e Fleg

La diocesi di Terrassa In Francia una donna a capo alla sua patrona dell'Amiti judo-chrtienne
di FABRIZIO ASSANDRI La pioggia intermittente, giunta dopo che da diverse settimane in tutte le parrocchie catalane si pregava per la fine della siccit, non ha rovinato la festa dei fedeli riuniti per la proclamazione della Madre di Dio della Salute, gi venerata nel santuario di Sabadell, quale patrona apud Deum della diocesi di Terrassa. Il maltempo ha per costretto a spostare la celebrazione, tenutasi domenica 11 maggio, nel padiglione fieristico di Sabadell, trasformato per un giorno in un cenacolo raccolto intorno a Maria, decorato dalle vetrate disegnate dai bambini delle scuole. L'atto di devozione stato accompagnato dall'invocazione di una nuova Pentecoste per la giovane diocesi spagnola di Terrassa. La diocesi fu eretta nel 2004 da Giovanni Paolo II con la bolla Christifidelium salutem, dividendo in tre l'arcidiocesi di Barcellona, che fino ad allora era la seconda pi grande in Europa dopo Milano. Cos fu restaurata la diocesi che gi esisteva col nome Egara, dal V all'VIII secolo, quando ci fu l'invasione saracena. Terrassa, citt industriale legata al settore tessile, oggi tra le dieci diocesi pi grandi di Spagna, con pi di un milione di battezzati e centoventi parrocchie divise in undici distretti. Mancava ancora, per, una patrona ufficiale e, consultati gli organismi diocesani e una commissione creata appositamente, il vescovo monsignor Josep ngel Saiz Meneses ha optato per la Madre di Dio della Salute, scelta ratificata il 1 marzo 2008 dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. La messa, a cui hanno partecipato pi di tremila fedeli, concelebrata dal vescovo e da novanta presbiteri, s' aperta con la composizione, accanto all'altare, di un muro formato da mattoni in plastica su cui era stampato il nome dei sette doni dello Spirito Santo. I mattoni sono stati portati sull'altare dai gruppi scelti per rappresentare l'intera comunit: le famiglie, i giovani, i catechisti, i religiosi, il mondo della cultura e della scienza. Una raffigurazione moderna dell'antica metafora della Chiesa come edificio in cui una pietra sostiene l'altra e in cui tutte sono sostenute dallo Spirito Santo. Tra i frutti dello Spirito, in questi quattro anni di vita della diocesi, il vescovo ama indicare soprattutto il nuovo seminario, sorto meno di due anni fa e fiore all'occhiello di Terrassa, che conta gi ventotto seminaristi e gi almeno altri sette che vorrebbero entrare il prossimo anno, assicura il vescovo. Alla lettura del decreto che ha proclamato la nuova patrona, l'applauso dei fedeli ha accompagnato il compiersi di un momento storico per la comunit locale, frutto di un processo spiega monsignor Saiz Meneses in cui intervenuta tutta la diocesi: le parrocchie, le comunit, i movimenti, le istituzioni. Nell'omelia il vescovo ha messo in luce i tre volti di Maria madre, stella della nuova evangelizzazione, mediatrice di tutte le grazie. La invochiamo perch aiuti la nostra nuova diocesi ad aspirare sempre alla santit. Alla Vergine monsignor Saiz Meneses dedicher la prossima lettera pastorale affinch tutta la diocesi lavori alla scuola di Maria. La giornata di domenica coincideva con il secondo ritrovo della pastorale giovanile, pensato per legare l'attivit dei giovani alla vita della diocesi, mentre per sabato 17 in seminario previsto il primo incontro diocesano dei monaguillos, ossia i ministranti. La pastorale universitaria si occupa invece del Safor, che un servizio di accoglienza agli studenti dell'Universit Autonoma di Bellaterra, uno degli istituti pi grandi nei pressi di Barcellona, dove i ragazzi organizzano la messa settimanale, corsi di formazione, cineforum, conferenze. Il segreto della vitalit della diocesi confida un sacerdote sta nel fatto che non crediamo alla teoria sociologica della secolarizzazione, una sorta di profezia che si autoadempie e che spesso adottata come discorso anche dentro la Chiesa. Le domande e le inquietudini spirituali sono sempre presenti, dipende da come siamo in grado di rispondervi. La risposta della diocesi di Terrassa alle sfide di oggi quella di affidarsi pi al Signore che alle nostre qualit, come afferma il vescovo. Di fronte alla realt dell'immigrazione conclude monsignor Saiz Meneses dobbiamo accogliere e integrare nelle nostre parrocchie i cattolici che vengono soprattutto dal Sud America, mentre dobbiamo evangelizzare i musulmani, i non credenti e tutti gli altri, con prudenza e rispetto, ma senza paura. PARIGI, 16. la prima donna e la prima protestante a guidare l'Amiti judo-chrtienne de France (Ajcf), organismo fondato nel 1948 da Jules Isaac e Edmond Fleg per promuovere la conoscenza, la comprensione, il rispetto e l'amicizia tra ebrei e cristiani: Florence Taubmann, 51 anni, pastore della Chiesa riformata di Francia (Erf), stata eletta presidente alcuni giorni fa, succedendo cos a Paul Thibaud. Far fruttificare e conoscere l'immenso lavoro teologico compiuto da oltre cinquant'anni questo il primo obiettivo della neo presidente al fine di dare pi concretezza e realt alle relazioni fra cristianesimo ed ebraismo. Cresciuta in una famiglia bretone cattolica praticante si legge nel sito dell'associazione Florence Taubmann spiega di aver abbracciato il protestantesimo non per un rifiuto del cattolicesimo ma per un'evoluzione spirituale personale coincidente con la presa di coscienza di una vocazione al ministero pastorale. Il suo incontro con l'ebraismo, e poi con l'Ajcf, avvenuto dopo la sconvolgente scoperta della Shoah e per le profonde ingiustizie patite dall'ebraismo nel corso dei secoli. Le numerose esperienze di dialogo interreligioso sono state compiute soprattutto a Versailles dove la Taubmann stata animatrice di un apprezzato spazio di incontro e di riflessione, il Centre 8. La presidenza dell'Amicizia ebreo-cristiana di Francia l'ha accettata come un servizio: Il ruolo dell'associazione ha sottolineato di sostenere la memoria del lavoro realizzato insieme, da ebrei e cristiani, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Il ministero di pastore svolto prima a Palaiseau (Essonne) e successivamente a Versailles, all'Oratorio del Louvre a Parigi e a Limoges, ha prodotto esperienze locali significative. E proprio attraverso i gruppi locali dell'Ajcf presenti in numerose citt della Francia saranno organizzati incontri, conferenze, viaggi in Israele. Fra i progetti del nuovo presidente c' anche quello di rafforzare le relazioni con le altre associazioni di dialogo interreligioso presenti nel Paese (Fraternit d'Abraham, Amiti judo-musulmane, Amiti islamo-chrtienne) e di prendere contatto in maniera concreta con le comunit cristiane ed ebraiche per conoscere le loro aspettative. Come si legge nello statuto dell'Amiti judo-chretienne de France, questa federazione ha come compito essenziale di fare in modo che, tra ebraismo e cristianesimo, la conoscenza, la comprensione, il rispetto e l'amicizia si sostituiscano ai malintesi secolari e alle tradizioni di ostilit. Essa opera non soltanto perch sia sradicato l'antigiudaismo ancestrale ma anche perch ebrei e cristiani aiutino, attraverso una presenza civica e spirituale, la societ moderna a orientarsi. A porre le basi dell'associazione fu lo storico Jules Isaac (1877-1963), autore dei celebri manuali scolastici MaletIsaac e del libro Jsus et Isral: nel 1948 subito dopo la scoperta dell'assassinio di sua moglie e della figlia ad Auschwitz fond, assieme all'amico e poeta Edmond Fleg, l'Amiti judo-chrtienne de France, contro l'antisemitismo e tutte le sue manifestazioni. Pi avanti, appresa l'intenzione di Giovanni XXIII di convocare il Concilio Vaticano II, Isaac ottenne un'udienza, il 13 giugno 1960, nella quale chiese al Papa di far introdurre, agli ordini del giorno dello storico evento, un testo sui rapporti fra cristiani ed ebrei. La dichiarazione Nostra aetate, sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, promulgata da Paolo VI il 28 ottobre 1965, gett un ponte su quindici secoli di silenzio e di incomprensione: Essendo perci tanto grande il patrimonio spirituale comune a cristiani e a ebrei si legge nel documento questo sacro Concilio vuole promuovere e raccomandare tra loro la mutua conoscenza e stima, che si ottengono soprattutto con gli studi biblici e teologici e con un fraterno dialogo. (giovanni zavatta)

Governatorato della Citt del Vaticano


Ufficio delle Poste e del Telegrafo

Annullo postale speciale 18. Internationale Briefmarken-Messe


(8-10 maggio 2008) In occasione della fiera filatelica internazionale 18. Internationale Briefmarken-Messe, che si tenuta ad Essen (Repubblica Federale di Germania) dall'8 al 10 maggio 2008, le Poste Vaticane hanno posto in uso uno speciale annullo del quale si riproduce l'impronta. Con riferimento alla manifestazione sono presenti le scritte: 18. INTERNATIONALE BRIEFMARKENMESSE, POSTE VATICANE e 8. - 10. MAI 08. Il bozzetto stato realizzato a cura

dell'Ufficio Filatelico e Numismatico del Governatorato. Il materiale filatelico da obliterare, debitamente affrancato dai richiedenti, dovr pervenire all'Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane entro il 10 giugno 2008.

Annullo postale speciale in occasione dell'emissione della serie filatelica 49 Congresso Eucaristico Internazionale
(15 maggio 2008) Il 15 maggio 2008 in occasione dell'emissione della serie filatelica 49 Congresso Eucaristico Internazionale, che si terr in Canada dal 15 al 22 giugno 2008, le Poste Vaticane hanno posto in uso uno speciale annullo, del quale si riproduce l'impronta. In esso raffigurato il logo del Congresso. Completano l'annullo le scritte: DIE EMISSIONIS e POSTE VATICANE 15 MAGGIO 2008. Il bozzetto stato realizzato a cura

Accogliere e integrare coloro che sono costretti ad abbandonare l'Iraq

L'arcivescovo Sako chiede aiuto all'Occidente per i cristiani iracheni


FRIBURGO , 16. L'Occidente deve accogliere ed offrire integrazione ai cristiani iracheni che hanno lasciato il loro Paese, ma al tempo stesso deve fare pressioni politiche su Stati Uniti e governo di Baghdad per fare in modo che coloro che decidono di restare in patria possano farlo in sicurezza e rispettati. I cristiani d'Iraq sono infatti una ricchezza della Chiesa universale e non vanno dimenticati, n abbandonati, di fronte al progetto di totale islamizzazione del Paese dei due fiumi, portato avanti dagli estremisti. l'appello che l'arcivescovo di Kerkk dei Caldei, monsignor Louis Sako, ha lanciato da Friburgo, in Svizzera. I cristiani di Occidente ha aggiunto l'arcivescovo Sako devono prendere coscienza della gravit della tragedia dei cristiani iracheni. Essi sono i pi antichi abitanti del Paese e parte significativa della sua cultura. Ma spesso sono vittime di violenze che li colpiscono in quanto cristiani. Appena trent'anni fa, eravamo il cinque per cento della popolazione, oggi siamo meno del tre per cento. Il Paese divenuto terreno d'azione dei terroristi. Gli attacchi contro le chiese, il rapimento di sacerdoti a Baghdad e Mosul, l'uccisione di tre sacerdoti, di due sotto-diaconi e dell'arcivescovo di Mossul dei Caldei, monsignor Rahho, hanno completamente distrutto la fiducia di molti cristiani. Attualmente, sono centomila i rifugiati in Siria, trentamila in Giordania, molte migliaia in Libano, Egitto e Turchia. Secondo l'arcivescovo di Kerkk dei Caldei, chi se ne va indebolisce coloro che restano e d un argomento ulteriore agli islamisti per fare pressioni a lasciare il Paese, perch noi abbiamo un rifugio. Incoraggiare in questo modo l'emigrazione vuol dire svuotare l'Iraq e forse l'Oriente dei suoi cristiani. privare il Paese di questo elemento specifico di spiritualit, di aperture e di capacit di dialogo. Quanto alle famiglie gi emigrate in Europa, c' il dovere di integrarle e di legalizzare la loro permanenza. Per coloro che sono rifugiati nei Paesi confinanti ha proseguito andrebbero accolte le famiglie davvero minacciate o quelle che hanno parenti gi residenti in Occidente, gli altri andrebbero aiutati ad andare nelle citt nelle quali la sicurezza garantita, per esempio il nord dell'Iraq. Le Chiese di Occidente ha concluso monsignor Sako ci devono aiutare concretamente per restare nel nostro Paese. La priorit va data all'apertura di scuole e istituti professionali, anche di infermieri, alla messa in opera di piccoli progetti agricoli e di organizzazioni economiche e sanitarie. Ci produrr sicuramente lavoro, perch possano nutrire la speranza di poter restare.

dell'Ufficio Filatelico e Numismatico del Governatorato. Il materiale filatelico da obliterare, debitamente affrancato con francobolli della serie cui l'annullo si riferisce, dovr pervenire all'Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane entro il 16 giugno 2008.

Annullo postale speciale in occasione dell'emissione della serie filatelica 150 anniversario delle apparizioni di Lourdes
(15 maggio 2008) Il 15 maggio 2008 in occasione dell'emissione della serie filatelica 150 anniversario delle apparizioni di Lourdes, le Poste Vaticane hanno posto in uso uno speciale annullo, del quale si riproduce l'impronta. In esso raffigurato un particolare tratto dalla serie stessa. Completano l'annullo le scritte: POSTE VATICANE 15 MAGGIO, DIE EMISSIONIS, 18582008, LOURDES e Jubilate!. Il bozzetto stato realizzato a cura

dell'Ufficio Filatelico e Numismatico del Governatorato. Il materiale filatelico da obliterare, debitamente affrancato con francobolli della serie cui l'annullo si riferisce, dovr pervenire all'Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane entro il 16 giugno 2008.

Annullo postale speciale in occasione dell'emissione della serie filatelica ((XXIII Giornata Mondiale della Giovent
(15 maggio 2008) Il 15 maggio 2008 in occasione dell'emissione della serie filatelica XXIII Giornata Mondiale della Giovent, che si terr a Sydney (Australia) dal 15 al 20 luglio 2008, le Poste Vaticane hanno posto in uso uno speciale annullo, del quale si riproduce l'impronta. In esso raffigurato il logo della manifestazione. Completano l'annullo le scritte: DIE EMISSIONIS e POSTE VATICANE 15 MAGGIO 2008 . Il bozzetto stato realizzato a cura

L'arcivescovo Teissier per il dialogo in Algeria


ALGERI, 16. Colui che vuol fare l'opera di Dio deve servire la pace. Non vi presenza di Dio laddove si suscita divisione o odio. Il suo Spirito avvicina gli uomini. ci che si dice nel Libro degli Atti con il simbolo delle lingue di fuoco che si posarono su ognuno degli apostoli: essi iniziano ad annunciare l'opera di Dio agli uomini di tutte le culture dell'epoca che si trovavano riuniti a Gerusalemme. Come dire che, malgrado le loro diversit, essi potevano sentirsi coinvolti dallo stesso messaggio. Essi potevano intendersi l'un l'altro: stata un'omelia all'insegna delle parole pace e fraternit quella pronunciata l'11 maggio scorso, domenica di Pentecoste, dall'arcivescovo di Algeri, Henri Teissier. Omelia che ha potuto essere ascoltata in tutto il Paese su Chane 3, la radio pubblica francofona. Troppo spesso ha detto monsignor Teissier crediamo che la fede e la fedelt alla fede dipendano dalle nostre proprie forze, dal vigore delle nostre convinzioni o dalla coerenza dei nostri ragionamenti. una concezione errata della religione. La religione ci porta a Dio, certo, ma la religione stessa proviene da Dio. Essa in noi un dono di Dio. ci che chiamiamo grazia. Non siamo fedeli a Dio perch abbiamo deciso di esserlo o perch facciamo ragionamenti infallibili che conducono alla verit. Siamo fedeli a Dio perch Dio stesso che ci rende fedeli, mediante questa azione interiore dello Spirito in noi. Se fossimo convinti di tutto ci ha proseguito l'arcivescovo di Algeri diverremmo credenti che vivono la propria fede nell'umilt e nel rispetto dell'altro. Io non posso imporre la mia verit all'altro perch, anche in me, la luce della fede un dono che Dio mi fa. E la vera fede, nell'altro, a sua volta un dono che Dio gli fa, e non il risultato di un'abitudine, di una dimostrazione o di una tradizione. Chiaro il riferimento agli ultimi avvenimenti che hanno contrapposto responsabili religiosi musulmani e cristiani in particolare evangelici, accusati di proselitismo e toccato da vicino anche la comunit cattolica con il processo a padre Pierre Wallez, inquisito perch avrebbe violato la legge sui culti del 2006.

dell'Ufficio Filatelico e Numismatico del Governatorato. Il materiale filatelico da obliterare, debitamente affrancato con il francobollo della serie cui l'annullo si riferisce, dovr pervenire all'Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane entro il 16 giugno 2008.

Annullo postale speciale in occasione dell'emissione della serie filatelica Visita di Sua Santit Benedetto XVI all'ONU in occasione del 60 anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
(15 maggio 2008) Il 15 maggio 2008 in occasione dell'emissione della serie filatelica Visita di Sua Santit Benedetto XVI all'ONU in occasione del 60 anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, le Poste Vaticane hanno posto in uso uno speciale annullo, del quale si riproduce l'impronta. In esso raffigurato il francobollo della serie stessa. Completano l'annullo le scritte: POSTE VATICANE PRIMA DIE e 15 MAGGIO 2008. Il bozzetto stato realizzato a cura dell'Ufficio Filatelico e Numismatico del Governatorato. Il materiale filatelico da obliterare, debitamente affrancato con il francobollo della serie cui l'annullo si riferisce, dovr pervenire all'Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane entro il 16 giugno 2008.

sabato 17 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
A colloquio con il vescovo Vittorio Lupi

pagina 7

Il Papa al Forum delle associazioni familiari e alla Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche

Politiche concrete a sostegno delle famiglie


La storia dell'amore e dell'unione tra un uomo e una donna stata assunta da Dio come simbolo della salvezza. Su questa unione si fonda la famiglia da non confondere n equiparare ad altri tipi di unione. Lo ha ribadito il Papa rivolgendosi al Forum delle associazioni familiari e alla Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche nell'udienza di venerd mattina 16 maggio, nella Sala Clementina.

Benedetto XVI a Savona tra memoria e futuro sulle orme di Pio VII
di NICOLA GORI Memoria e attualit saranno al centro del viaggio di Benedetto XVI a Savona, sabato pomeriggio 17 maggio. Memoria, per ricordare Pio VII, il benedettino Barnaba (Gregorio) Chiaramonti, il quale trascorse quasi tre anni della sua vita a Savona, prigioniero di Napoleone. Benedetto XVI deporr una rosa d'oro sull'altare della cripta del santuario della Madonna della Misericordia proprio in ricordo della protezione della Vergine, della solidariet e del sostegno dimostrati dai savonesi al suo predecessore. Attualit, per confermare nella fede una comunit viva e vivace che ha dato alla Chiesa due Pontefici: Sisto IV e Giulio II. Per comprendere come la diocesi si stia preparando a questo evento ecclesiale, abbiamo intervistato monsignor Vittorio Lupi, vescovo di SavonaNoli. Benedetto XVI viene a Savona per rendere omaggio al suo predecessore Pio VII. Sar l'occasione per la diocesi di riscoprire il senso della continuit tra i due Pontefici? Il Papa verr in pellegrinaggio al santuario della Madonna della Misericordia, in ringraziamento per la protezione della Vergine al suo predecessore Pio VII in un momento molto difficile per il suo pontificato e per la Chiesa tutta. Offrir alla Madonna una rosa d'oro, onorificenza molto rara, attribuita ai santuari di Lourdes, Ftima, Loreto, Czstochowa e che verr donata, il giorno dopo, anche al santuario di Nostra Signora della Guardia a Genova. Visiter poi le stanze ove Pio VII visse prigioniero per quasi tre anni. C' da ricordare che la visita avviene nel momento in cui iniziato il processo di beatificazione di Pio VII, questo piccolo, grande uomo, figlio di san Benedetto, che, con mitezza e umilt, ma anche con grande forza morale e fermezza ha saputo opporsi al despota che usava tutte le tecniche psicologiche per piegarlo alla sua volont. La visita si pone quindi in continuit con questi avvenimenti: un gesto che riconosce a Savona il fatto di aver sostenuto il Papa in un momento difficile e di averlo aiutato a svolgere la sua missione anche in condizioni proibitive. Oltre il viaggio nella memoria, il Papa incontrer il tessuto vivo della comunit ecclesiale di Savona. Cosa si trover di fronte? Il Papa viene a visitare questa nostra Chiesa, inserita nel mondo di oggi partecipe della cultura del mondo occidentale, con gli stessi problemi, le stesse difficolt e le stesse realt di molte altre Chiese locali. Ma ogni Chiesa vive le stesse problematiche con la peculiarit della sua storia. Savona ha un passato glorioso non soltanto per i Pontefici che ha dato alla Chiesa Sisto IV e Giulio II ma anche e soprattutto per i santi canonizzati e per le tante persone sante, sacerdoti, religiosi, laici, che hanno fatto la sua storia e la cui fecondit presente ancora oggi. Le difficolt non mancano: la vita di famiglia, con la fatica del rapporto tra i coniugi e dell'educazione dei figli (i genitori, molto attenti agli aspetti materiali della crescita dei figli, sono meno preoccupati di educarli agli autentici valori umani e cristiani); le numerose forme di povert e di emarginazione che interpellano fortemente la comunit cristiana, che deve vincere forme di indifferenza ed egoismo; l'alta et media dei nostri sacerdoti, pur se molto vicini alla gente e particolarmente sensibili alle nuove emergenze di carit e molto preparati culturalmente; la necessit di nuove vocazioni (nel nostro seminario sono presenti quattro seminaristi); l'indifferenza religiosa che si fatta pi grande in questi ultimi anni e, di pari passo, la partecipazione numerica alle celebrazioni liturgiche pi scarsa. Le ombre sono molte, ma le luci sembrano decisamente pi numerose. Ci sono parrocchie vive. In alcune iniziata una buona collaborazione tra i presbiteri, altre sono ormai da tempo trasformate in unit pastorali, con buoni risultati. Operano movimenti ecclesiali che sono un po' le punte di diamante per far penetrare il Vangelo negli ambienti; consolidata una tradizione di Confraternite molto vive che, radicate nella tradizione secolare, all'aspetto esteriore e

Cari fratelli e sorelle, grazie per questa vostra visita, che mi permette di conoscere l'attivit che svolgono le vostre benemerite Associazioni, facenti parte del Forum delle Associazioni Familiari e della Federazione Europea delle Associazioni Familiari Cattoliche. A ciascuno di voi, qui presenti, il mio cordiale saluto. Un saluto che, in primo luogo, va al Presidente del Forum, l'Avvocato Giovanni Giacobbe, al quale sono grato per le gentili parole che mi ha indirizzato a nome vostro. Quest'incontro avviene in occasione dell'annuale celebrazione della Giornata Internazionale della Famiglia, che cadeva ieri, 15 maggio. Per sottolineare l'importanza di tale ricorrenza avete voluto organizzare un apposito Convegno con un tema di rilevante attualit: L'alleanza per la famiglia in Europa: l'associazionismo protagonista, per confrontare le esperienze tra varie forme associative familiari e con l'obbiettivo di sensibilizzare i governanti e l'opinione pubblica sul ruolo centrale e insostituibile che svolge la famiglia nella nostra societ. In effetti, come giustamente voi osservate, un'azione politica, che voglia guardare al futuro con lungimiranza, non pu non porre la famiglia al centro della sua attenzione e della sua programmazione. Comme vous le savez, nous clbrons cette anne le quarantime anniversaire de l'encyclique Humanae vitae et le vingt-cinquime anniversaire de la promulgation de la Charte des droits de la Famille, prsente par le Saint-Sige le 22 octobre 1983. Ce sont deux documents qui sont trs unis dans leur inspiration. Si, en effet, le premier, allant courageusement contre-courant de la culture dominante, rappelle avec force la qualit de l'amour des poux, dpourvu d'gosme et ouvert la vie, le deuxime met en vidence les droits inalinables qui permettent la famille, fonde sur le mariage entre un homme et une femme, d'tre le berceau naturel de la vie humaine. En particulier, La Charte des droits de la Famille, qui s'adresse avant tout aux gouvernements, offre toutes les personnes qui ont des responsabilits au niveau du bien commun un modle et un point de rfrence pour l'laboration d'une lgislation correcte de la politique familiale. Cette Charte s'adresse en mme temps toutes les familles, les invitant s'organiser afin de dfendre et de promouvoir leurs droits. cet gard, vos associations peuvent reprsenter un moyen tout fait adapt pour mieux mettre en uvre l'esprit de cette Charte des droits de la Famille. [Quest'anno, come vi ben noto, ricorre il 40 anniversario dell'Enci-

clica Humanae vitae e il 25 di promulgazione della Carta dei diritti della Famiglia, presentata dalla Santa Sede il 22 ottobre 1983. Due documenti tra loro idealmente legati, perch, se il primo ribadisce con forza, andando coraggiosamente controcorrente rispetto alla cultura dominante, la qualit dell'amore degli sposi, non manipolato dall'egoismo e aperto alla vita, il secondo pone in evidenza quei diritti inalienabili che permettono alla famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, di essere la culla naturale della vita umana. In particolare, la Carta dei diritti della Famiglia, indirizzata principalmente ai governi, offre, a chi investito di responsabilit in ordine al bene comune, un modello e un punto di riferimento per l'elaborazione di un'adeguata legislazione politica

heit vom Menschen verwurzelt ist und ihre Verwirklichung in der Heilsgeschichte gefunden hat, in deren Mittelpunkt das Wort steht: Gott liebt sein Volk. Die biblische Offenbarung ist ja zuallererst Ausdruck einer Liebesgeschichte, nmlich der Geschichte vom Bund Gottes mit den Menschen: Das ist der Grund, warum die Geschichte der Liebe und der Verbindung eines Mannes und einer Frau im Bund der Ehe von Gott als Symbol der Heilsgeschichte bernommen wurde. Genau darum ist die Gemeinschaft des Lebens und der Liebe, die auf der Ehe eines Mannes und einer Frau grndet, die eine Familie bildet, ein unersetzliches Gut fr die gesamte Gesellschaft, das nicht mit anderen Formen des Zusammenlebens verwechselt oder gleichgestellt werden darf. [L'amato Pontefice Giovanni Paolo II, a ragione chiamato anche il Papa della famiglia, ripeteva che l'avvenire dell'umanit passa attraverso la famiglia (Familiaris

bene per l'intera societ, da non confondere n equiparare ad altri tipi di unione.] We are well aware of the many challenges facing families today, and we know how difficult it is, in current social conditions, to achieve the ideal of fidelity and solidarity in conjugal love, to bring up children, and to preserve the harmony of the family unit. While on the one hand thanks be to God there are shining examples of good families, open to the culture of life and love, on the other hand, sadly, an increasing number of marriages and families are in crisis. From so many families, in a worryingly precarious state, we hear a cry for help, often an unconscious one, which clamours for a response from civil authorities, from ecclesial communities and from the various educational agencies. Accordingly, there is an increasingly urgent need for a common commitment to support families by every means available, from the social and economic point of view, as well as the juridical and spiritual. In this context, I am pleased to recommend and encourage certain initiatives and proposals that have emerged in the course of your Conference. I am thinking, for example, of the laudable commitment to mobilize citizens in support of the initiative for Family-friendly fiscal policy, urging Governments to promote family-related policies that give parents a real possibility of having children and bringing them up in the family. [Ben sappiamo quante sfide incontrino oggi le famiglie, quanto difficile sia realizzare, nelle moderne condizioni sociali, l'ideale della fedelt e della solidit dell'amore coniugale, avere ed educare dei figli, conservare l'armonia del nucleo familiare. Se, grazie a Dio, ci sono esempi luminosi di famiglie salde e aperte alla cultura della vita e dell'amore, non mancano purtroppo, e sono addirittura in aumento, le crisi matrimoniali e familiari. Da tante famiglie, che versano in condizioni di preoccupante precariet, si leva, talvolta persino inconsapevolmente, un grido, una richiesta di aiuto che interpella i responsabili delle pubbliche amministrazioni, delle comunit ecclesiali e delle diverse agenzie educative. Si rende pertanto sempre pi urgente l'impegno di unire le forze per sostenere, con ogni mezzo possibile, le famiglie dal punto di vista sociale ed economico, giuridico e spirituale. In questo contesto, mi piace sottolineare e incoraggiare talune iniziative e proposte emerse nel vostro Convegno. Mi riferisco, ad esempio, al lodevole impegno di mobilitare i cittadini a sostegno dell'iniziativa per Un fisco a misura di famiglia, affinch i Governi promuovano una politica familiare che offra la possibilit concreta ai genitori di avere dei figli ed educarli in famiglia.] La famiglia, cellula di comunione a fondamento della societ, per i credenti come una piccola chiesa domestica, chiamata a rivelare al mondo l'amore di Dio. Cari fratelli e sorelle, aiutate le famiglie ad essere segno visibile di questa verit, a difendere i valori scritti nella stessa natura umana e quindi comuni a tutta l'umanit, ossia la vita, la famiglia e l'educazione. Non sono principi derivanti da una confessione di fede, ma dall'applicazione della giustizia che rispetta i diritti di ogni uomo. Questa la vostra missione, care famiglie cristiane! Mai venga meno in voi la fiducia nel Signore e la comunione con Lui nella preghiera e nel costante riferimento alla sua Parola. Sarete cos testimoni del suo Amore, non contando semplicemente su risorse umane, ma poggiando saldamente sulla roccia che Dio, vivificati dalla potenza del suo Spirito. Maria, Regina della Famiglia, guidi come luminosa Stella di speranza il cammino di tutte le famiglie dell'umanit. Con questi sentimenti, ben volentieri benedico voi qui presenti e quanti fanno parte delle diverse Associazioni che voi rappresentate.

un po' folcloristico uniscono una vita di fede, di preghiera e di carit. E cosa vi aspettate come frutto di questo incontro? La visita di un Papa per ogni diocesi e per tutte le singole persone un momento di grazia. Consapevoli dell'eccezionalit del momento e che le grazie sono efficaci in proporzione a quanto sono desiderate e attese nella preghiera, ci siamo preparati con momenti di riflessione e preghiera. Nella persona del Papa Pietro che viene a confortare nella fede i fratelli. Ci aspettiamo quindi che questa visita irrobustisca tutti nella fede, che ci faccia crescere nel senso di appartenenza alla Chiesa, che porti a tutti la consapevolezza che Dio ci chiama a qualcosa di grande, che dia un entusiasmo nuovo. La citt di Savona, il suo territorio circostante, uno dei poli turistici pi frequentati della Liguria. La Chiesa in Savona coglie questa collocazione come una possibilit di evangelizzazione? C' una pastorale del turismo che ogni parrocchia fa nel suo ambito, con conferenze, incontri, momenti di aggregazione, celebrazioni, rivolte specialmente ai turisti. Nella citt di Savona da qualche tempo esiste un servizio di volontari che accompagna i visitatori in un itinerario artistico-spirituale che ha come oggetto il duomo, con diverse opere d'arte e particolarmente la Cappella Sistina, voluta da Sisto IV, un coro cinquecentesco completamente intarsiato voluto da Giulio II e l'appartamento in cui fu tenuto prigioniero per quasi tre anni Pio VII. Presto sar disponibile anche un museo diocesano. Di fronte alle difficolt della Chiesa che in Savona nella diffusione del Vangelo, potr cambiare presto qualcosa? Sono qui da meno di tre mesi e ho trovato una Chiesa sensibile ai problemi della gente, vicina ai pi bisognosi, partecipe di tutte le vicende liete e tristi della popolazione, una Chiesa aperta ai problemi del mondo di oggi, propositiva, una Chiesa con le sue realizzazioni, le sue prospettive, i suoi progetti, i suoi sogni. E il sogno del Vescovo che questa visita irrobustisca tutti nella fede. Ges dice sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse gi acceso. Che questo fuoco contagi tutti, riscaldi il nostro cuore, comunichi il desiderio di una vita pi impegnata nel bene, ci dia la forza di rispondere coi fatti all'amore che il Signore ci dimostra ogni giorno. A tutti auguro che la visita del Papa sia una buona esperienza, che lasci un segno profondo e duraturo nella nostra vita. Avete gi pensato a cosa fare in ricordo della visita del Papa alla diocesi? Non abbiamo ancora parlato di quanto faremo per mantenere viva la memoria di questo evento, tuttavia penso che, tra qualche tempo, potremo organizzare un pellegrinaggio diocesano a Roma per restituire la visita al Papa. Ci sono gi progetti di lapidi da apporre ai luoghi ove il Papa si recher, si potr chiedere alle scuole di far esprimere ai ragazzi le loro impressioni sulla visita, potremo ricordare l'evento nel suo anniversario. Dopo che avremo visto e ascoltato Benedetto XVI il nostro rapporto con lui si far pi vivo, lo sentiremo pi vicino a noi e diventeremo anche pi sensibili alle sue necessit. Spero che tutto questo ci faccia pregare di pi per Lui.

della famiglia. Al tempo stesso, essa si dirige a tutte le famiglie ispirandole a coalizzarsi nella difesa e promozione dei loro diritti. E il vostro associazionismo, al riguardo, pu rappresentare uno strumento quanto mai opportuno per meglio attuare lo spirito della citata Carta dei diritti della Famiglia.] Der verehrte Papst Johannes Paul II., der mit Recht auch Papst der Familie genannt wurde, hob wiederholt hervor, da die Zukunft der Menschheit ber die Familie geht! (Familiaris consortio, 86). Er unterstrich oft den unersetzlichen Wert der Institution der Familie, die nach dem Plan Gottes, des Schpfers und Vaters, besteht. Auch ich habe gleich zu Beginn meines Pontifikats bei der Erffnung des Kongresses der Dizese Rom zum Thema Familie am 6. Juni 2005 bekrftigt, da die Wahrheit von Ehe und Familie in der Wahr-

consortio, 86). Egli sottolineava spesso il valore insostituibile dell'istituto familiare, secondo il disegno di Dio Creatore e Padre. Anch'io, proprio all'inizio del mio pontificato, aprendo il 6 giugno del 2005 il Convegno della Diocesi di Roma dedicato appunto alla famiglia, ho ribadito che la verit del matrimonio e della famiglia affonda le sue radici nella verit dell'uomo e ha trovato attuazione nella storia della salvezza, al cui centro sta la parola: Dio ama il suo popolo. La rivelazione biblica, infatti, anzitutto espressione di una storia d'amore, la storia dell'alleanza di Dio con gli uomini. Ecco perch la storia dell'amore e dell'unione tra un uomo e una donna nell'alleanza del matrimonio stata assunta da Dio come simbolo della storia della salvezza. Proprio per questo, l'unione di vita e di amore, basata sul matrimonio tra un uomo e una donna, che costituisce la famiglia, rappresenta un insostituibile

Un convegno europeo
L'alleanza per la famiglia in Europa; l'associazionismo protagonista il tema di riflessione proposto alla riflessione dei partecipanti al convegno promosso dal Forum delle associazioni familiari con la partecipazione della Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche, ricevuti questa mattina in udienza. All'inizio dell'incontro il presidente del forum Giovanni Giacobbe ha rivolto al Papa un indirizzo d'omaggio. Dopo aver ricordato che ricorre quest'anno il XXV anniversario di promulgazione della Carta dei Diritti della Famiglia presentata dalla Santa Sede nel 1983 si soffermato sugli obiettivi del forum. Nel corso degli ultimi due anni ha detto il forum ha realizzato importanti obiettivi: in particolare va segnalata la imponente mobilitazione delle famiglie italiane che si conclusa con il Family Day. L'impegno assunto con tale significativa manifestazione proseguito con la campagna di raccolta delle firme per Un fisco a misura di famiglia, con la quale il forum intende sottoporre all'attenzione del Parlamento e del Governo italiani la necessaria e ormai improcrastinabile esigenza della predisposizione di una politica per la famiglia, che abbia positivi effetti anche sul piano fiscale, nella prospettiva della valutazione dei figli, cresciuti in famiglia, come bene per tutta la societ. Sia il forum sia la federazione europea si muovono lungo le linee ha poi aggiunto che caratterizzano il magistero della Chiesa cattolica e, segnatamente, l'attenzione da lei costantemente rivolta verso la famiglia, in relazione alla quale la societ contemporanea presenta linee critiche fino al punto in cui non soltanto viene contraddetto il carattere sacro della vita, ma la stessa persona umana e la famiglia che vengono derubate della loro identit naturale. Il perseguimento degli indicati obiettivi ha detto avviandosi a conclusione comporta la qualificazione del ruolo dell'associazionismo in termini di coesione morale e culturale e, quindi, di presenza lato sensu politica: l'impegno del forum e della federazione europea, infatti, si esplica verso la promozione della famiglia, come soggetto che possiede una sua originaria caratterizzazione, senza la quale vengono a cessare i fondamenti stessi della societ civile. Nell'indicato contesto, si inserisce la ulteriore problematica relativa alla educazione dei figli che spetta, come compito primario, ai genitori, secondo quanto, peraltro, la Costituzione italiana impone di realizzare. Santo Padre, nel ringraziarla ancora per questa esaltante occasione di incontro, sommessamente le chiediamo di ricordarci nelle sue preghiere e di proseguire nella indicazione di un cammino lungo il quale ci impegniamo di operare.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO

sabato 17 maggio 2008

La traduzione del discorso di Benedetto XVI ai vescovi della Thailandia ricevuti in visita ad limina Apostolorum

24 maggio: giornata di preghiera per la Chiesa in Cina

Cattolici e buddisti insieme per arginare gli aspetti negativi della globalizzazione
L'importanza della cooperazione interreligiosa di fronte agli aspetti negativi della globalizzazione stata affermata dal Papa che, nella mattina di venerd 16 maggio, ha ricevuto in udienza i vescovi della Thailandia in visita ad limina Apostolorum. Il Papa ha invitato a collaborare con i buddisti per sostenere l'anima spirituale e morale del paese.

Invocazione del Papa a Nostra Signora di Sheshan


Nella Lettera ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica Popolare Cinese, del 27 maggio 2007, il Santo Padre Benedetto XVI scrive: Carissimi Pastori e fedeli tutti, il giorno 24 maggio, che dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani la quale venerata con tanta devozione nel santuario mariano di Sheshan a Shanghai , in futuro potrebbe divenire occasione per i cattolici di tutto il mondo di unirsi in preghiera con la Chiesa che in Cina. Desidero che quella data sia per voi una giornata di preghiera per la Chiesa in Cina. Vi esorto a celebrarla rinnovando la vostra comunione di fede in Ges Nostro Signore e di fedelt al Papa, pregando affinch l'unit tra di voi sia sempre pi profonda e visibile. [...] Nella medesima Giornata i cattolici nel mondo intero in particolare quelli che sono di origine cinese mostreranno la loro fraterna solidariet e sollecitudine per voi, chiedendo al Signore della storia il dono della perseveranza nella testimonianza, certi che le vostre sofferenze passate e presenti per il santo Nome di Ges e la vostra intrepida lealt al Suo Vicario in terra saranno premiate, anche se talvolta tutto possa sembrare un triste fallimento (n. 19). Per la prossima Giornata, Sua Santit ha composto la seguente Preghiera a Nostra Signora di Sheshan, che potr essere usata in tutta la Chiesa.

Cari Fratelli Vescovi, Mandi il tuo spirito e rinnovi la faccia della terra (cfr Sal 104, 30). Con queste parole dell'antifona di Pentecoste vi porgo cortesemente il benvenuto, Vescovi della Thailandia. Ringrazio il Vescovo Phimphisan per i cordiali sentimenti espressi a vostro nome. Li ricambio con affetto e vi assicuro delle mie preghiere per voi e per quanti sono affidati alla vostra sollecitudine pastorale. La vostra visita ad limina Apostolorum per voi occasione per rafforzare l'impegno a rendere Ges sempre pi visibile nella Chiesa e conosciuto nella societ mediante la testimonianza dell'amore e della verit del suo Vangelo. La grande solennit di Pentecoste che abbiamo recentemente celebrato ci ricorda che lo Spirito del Signore riempie il mondo intero e ci suggerisce di portare Cristo a tutti i popoli. Nel vostro Paese questa missione della piccola comunit cattolica si svolge in un contesto di rapporti, in particolare con i buddisti. Infatti, mi avete prontamente espresso il vostro grande rispetto per i monasteri buddisti e la stima che nutrite per il contributo che apportano alla vita sociale e culturale del popolo thailandese. Oggi, la coesistenza di differenti comunit religiose si svolge sullo sfondo della globalizzazione. Di recente, ho osservato che le forze della globalizzazione vedono l'umanit sospesa fra due poli. Da una parte c' la moltitudine di crescenti vincoli sociali e culturali che in generale promuovono un senso di solidariet globale e di responsabilit condivisa per il bene dell'umanit. Dall'altra, appaiono segni inquietanti di una frammentazione e di

Vergine Santissima, Madre del Verbo incarnato e Madre nostra, venerata col titolo di Aiuto dei cristiani nel Santuario di Sheshan, verso cui guarda con devoto affetto l'intera Chiesa che in Cina, veniamo oggi davanti a te per implorare la tua protezione. Volgi il tuo sguardo al Popolo di Dio e guidalo con sollecitudine materna sulle strade della verit e dell'amore, affinch sia in ogni circostanza fermento di armoniosa convivenza tra tutti i cittadini. Con il docile s pronunciato a Nazaret tu consentisti all'eterno Figlio di Dio di prendere carne nel tuo seno verginale e di avviare cos nella storia l'opera della Redenzione, alla quale cooperasti poi con solerte dedizione, accettando che la spada del dolore trafiggesse la tua anima, fino all'ora suprema della Croce, quando sul Calvario restasti ritta accanto a tuo Figlio che moriva perch l'uomo vivesse. Da allora tu divenisti, in maniera nuova, Madre di tutti coloro che accolgono nella fede il tuo Figlio Ges e accettano di seguirlo prendendo la sua Croce sulle spalle. Madre della speranza, che nel buio del Sabato santo andasti con incrollabile fiducia incontro al mattino di Pasqua, dona ai tuoi figli la capacit di discernere in ogni situazione, fosse pur la pi buia, i segni della presenza amorosa di Dio. Nostra Signora di Sheshan, sostieni l'impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare, affinch mai temano di parlare di Ges al mondo e del mondo a Ges. Nella statua che sovrasta il Santuario tu sorreggi in alto tuo Figlio, presentandolo al mondo con le braccia spalancate in gesto d'amore. Aiuta i cattolici ad essere sempre testimoni credibili di questo amore, mantenendosi uniti alla roccia di Pietro su cui costruita la Chiesa. Madre della Cina e dell'Asia, prega per noi ora e sempre. Amen!

un certo individualismo in cui domina il secolarismo, che spinge il trascendente e il senso del sacro ai margini ed eclissa la fonte stessa di armonia e unit nell'universo. Di fatto, gli aspetti negativi di questo fenomeno culturale, che causa sgomento e voi e ad altri responsabili religiosi nel vostro Paese, evidenziano l'importanza della cooperazione interreligiosa. Esortano a uno sforzo concertato per sostenere l'anima spirituale e morale del vostro popolo. In accordo con i buddisti, potete promuovere la comprensione reciproca concernente la trasmissione delle tradizioni alle prossime generazioni, l'articolazione di valori etici che la ragione pu discernere, il timore reverenziale per il trascendente, la preghiera e la contemplazione. Queste pratiche e disposizioni servono il bene comune della societ e alimentano l'essenza di ogni essere umano. Quali Pastori di greggi piccole e sparse, traete conforto dalla missio-

Il saluto del presidente della Conferenza episcopale

Il Vangelo oltre le barriere


All'inizio dell'udienza, monsignor George Yod Phimphisan, vescovo di Udon Thani e presidente della Conferenza episcopale thailandese, ha rivolto a Benedetto XVI l'indirizzo di omaggio, in inglese, che pubblichiamo in una nostra traduzione italiana: Santit, oggi noi, membri della conferenza episcopale thailandese, porgiamo i nostri omaggi per il cortese invito che ci stato rivolto. Siamo grati e gioiosi per l'opportunit che ci stata concessa. Siamo orgogliosi di lei e in lei riponiamo la nostra fiducia quale nostro Pastore perch riteniamo che sia l'uomo giusto per questo momento cruciale della Chiesa, quando sia la mente sia il cuore dell'uomo devono essere conquistati da Cristo. Nella nostra nazione, a predominanza buddista, la conversione al cristianesimo spesso considerata come rifiuto di essere un thailandese autentico. I valori e le pratiche buddisti sono strettamente intrecciati con le tradizioni e la cultura e questo rende difficile distinguere ci che buddista da ci che thailandese. In tutti questi anni la Chiesa in Thailandia ha dovuto affrontare questa sfida. Santit, preghi per noi affinch l'amore di Dio che tutto consuma penetri attraverso tutte le barriere per far conoscere e amare Ges nella nostra zona dell'Asia. La assicuriamo, Santit, di essere uniti a lei in spirito e di essere a sua disposizione per qualunque cosa desideri fare per la Chiesa, per trarre dall'umanit il maggior bene possibile in questi tempi difficili e problematici. La ringraziamo per la sollecitudine e l'interesse verso la Chiesa in Thailandia e per la sua presenza fra noi oggi. Che questo tempo sia veramente pieno di grazia per conferire a noi, servi, nuova forza, nuova fiducia, nuovi pensieri e un nuovo sguardo per vedere ci che Dio, che amore, desidera che vediamo a questo punto nella nostra vita come Chiesa. Auspichiamo per lei ancora pi forza, fiducia e successo in Colui che fonte di ogni bene e di ogni amore. Grazie.

ne del Paraclito, che difende, consiglia e protegge (cfr Gv 14, 16). Incoraggiate i fedeli ad accogliere tutto ci che genera la nuova vita di Pentecoste! Lo Spirito di verit ci ricorda che il Padre e il Figlio sono presenti nel mondo attraverso quanti amano Cristo e osservano la sua parola (cfr Gv 14, 22-23), divenendo discepoli inviati a portare molto frutto (cfr Gv 15, 8). Lo Spirito dunque sia un dono sia un compito, un compito che a sua volta diviene un dono epifanico: la presentazione di Cristo e il suo amore per il mondo. In Thailandia, questo dono presente in particolare nelle cliniche mediche, nelle opere sociali e nelle scuole della Chiesa perch l che il nobile popolo tailandese giunge a riconoscere e a conoscere il volto di Ges Cristo. Cari Fratelli, avete correttamente osservato che le scuole e i collegi cattolici apportano un contributo notevole alla formazione intellettuale di numerosi giovani tailandesi. Dovrebbero anche apportare un contributo eccezionale all'educazione spirituale e morale dei giovani. Infatti, per questi aspetti cruciali della formazione della persona che i genitori, sia cattolici sia buddisti, si rivolgono alle scuole cattoliche. A questo proposito, desidero rivolgermi ai numerosi religiosi, uomini e donne, che servono diligentemente negli istituti scolastici cattolici nelle vostre Diocesi. Il loro ruolo non dovrebbe essere innanzitutto gestionale, ma missionario. In quanto persone consacrate, sono chiamate a essere testimoni di Cristo, epifania dell'amore di Dio nel mondo e a possedere il coraggio della testimonianza e la pazienza del dialogo servendo la dignit umana, l'armonia del creato, l'esistenza dei popoli e la pace (Le persone consacrate e la loro missione nelle scuole, n. 1-2). della massima importanza, quindi, che i religiosi rimangano vicini agli studenti e alle loro famiglie, in particolare mediante l'insegnamento del catechismo ai cattolici e chi interessato e mediante la formazione morale e la sollecitudine per le necessit spirituali di tutti nella comunit scolastica. Incoraggio le Congregazioni nel proprio impegno nell'apostolato pedagogico, fiducioso nel fatto che le rette saranno giuste e trasparenti e che le scuole diverranno sempre pi accessibili ai poveri che cos spesso anelano all'abbraccio fedele di Cristo. Un bell'esempio della proclamazione delle grandi opere di Dio (cfr At 2, 11) il servizio reso nelle vostre comunit dai catechisti, che hanno accolto con grande zelo e generosit la convinzione ardente di san Paolo: guai a me se non predicassi il Vangelo (1 Cor 9, 16). Tuttavia, questo compito non pu essere lasciato solo a loro. I vostri sacerdoti devono adempiere il ministero della Parola divina nella Predicazione del Vangelo e nell'insegnamento della Fede Cattolica (Rito dell'Ordinazione, n. 102). Questo fondamentale ruolo sacerdotale

che, per essere effettivo, richiede un'adeguata formazione filosofica e teologica, non pu essere delegato ad altri. Piuttosto, quando bravi catechisti collaborano con i loro parroci i tralci della vite fanno molto frutto (cfr Gv 15, 5). A questo fine, i vostri resoconti alludono a diversi compiti kerigmatici degni di attenzione, inclusa la formazione dei coniugi che non sono cattolici e la sollecitudine pastorale per numerosi individui e gruppi familiari cattolici che si trasferiscono dalle aree rurali nelle citt, correndo il rischio di perdere i contatti con la vita parrocchiale. Infine, cari fratelli, desidero esprimere apprezzamento per gli sforzi dell'intera comunit cattolica della Thailandia volti a difendere la dignit di ogni vita umana, soprattutto di quella pi vulnerabile. Di particolare interesse per voi la piaga del traffico di donne e bambini e della prostituzione. Senza dubbio la povert un fattore alla base di questo fenomeno e, a questo proposito, so che si sta facendo molto mediante i programmi ecclesiali di sviluppo. Tuttavia, c' un altro aspetto che va riconosciuto e affrontato collettivamente se si vuole porre fine in modo efficace a questo odioso sfruttamento umano. Mi riferisco alla banalizzazione della sessualit operata nei mezzi di comunicazione sociale e nell'industria dell'intrattenimento, che alimenta un declino dei valori morali e conduce al degrado delle donne, all'indebolimento della fedelt coniugale e anche all'abuso dei bambini. Con affetto fraterno offro queste riflessioni, con il desiderio di confermarvi nella vostra volont di ricevere la fiamma dello Spirito cosicch possiate proclamare con una sola voce la Buona Novella di Ges! A voi tutti, ai vostri sacerdoti, ai religiosi, ai seminaristi e ai fedeli laici, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.

Il cardinale Bertone al Pontificio Collegio Russicum

Il prezioso legame tra Roma e la Russia cristiana


Aiutare i futuri sacerdoti di varie Chiese dell'Europa centro-orientale a favorire una effettiva collaborazione pastorale, culturale e caritativa costantemente guidata dall'anelito all'unit. questo l'obiettivo perseguito con successo dal Pontificio Collegio Russicum nei suoi ottanta anni di vita. A ricordarlo stato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, che nel pomeriggio di gioved 15 maggio, festa di Santa Teresa di Ges Bambino, ha partecipato alla preghiera liturgica in rito bizantino slavo, con cui si sono aperte le celebrazioni nell'anniversario della posa della prima pietra della struttura, avvenuta l'11 febbraio 1928. Ai presenti, raccoltisi nella chiesa di Sant'Antonio Abate all'Esquilino per il Moleben a santa Teresina di Lisieux, il porporato ha portato la gratitudine Benedetto XVI: per la Compagnia di Ges e per i tanti docenti che hanno reso l'istituto un vero cenacolo di spiritualit e di arricchimento culturale. Il Papa ha detto il segretario di Stato segue le vostre attivit scientifiche, pastorali e dottrinali e conosce bene il prezioso collegamento che il Collegio opera tra Roma, cuore del mondo cattolico, e la tradizione della Russia cristiana. Rievocando la storia del Russicum, il cardinale Bertone ha fatto riferimento al cardinale Luigi Sincero, presidente della Commissione vaticana pro Russia, che partecip all'inaugurazione attorniato da altri porporati, prelati e rappresentanti del clero orientale; e ai rettori che si sono succeduti, in modo speciale al padre Paul Mailleux, delegato del preposito generale per le opere e l'apostolato russo della Compagnia di Ges dal 1964 al 1973 e rettore del Pontificio Collegio dal 1966 al 1977, al quale nella stessa giornata stato dedicato un simposio nel venticinquesimo della morte. L'Istituto ha commentato il porporato stato sin dall'inizio un centro di provvidenziale azione missionaria ed evangelizzatrice, tanto che Pio XI volle porlo sotto la protezione di Teresina del Bambino Ges, patrona delle Missioni. Qui, infatti, gli studenti si preparano con spirito missionario a servire i fedeli che vivono dal Baltico al Mar Nero, compresi i vasti territori dell'Asia settentrionale. Negli anni d'oro del Collegio, essi dovevano impegnarsi per una intensa vita: debemus preparere martyres. Oggi i tempi sono mutati ha spiegato il cardinale Bertone ma resta sempre attuale e prioritaria l'esigenza fondamentale che intu la piccola Teresa: portare l'amore nel cuore di ogni realt. Chiamata a realizzare tale vocazione a contatto con la Chiesa ortodossa russa, la comunit del Collegio dopo il Vaticano II sta vivendo una nuova era carica di speranze e di frutti. la stagione ha detto il segretario di Stato del dialogo, dell'incontro fraterno che favorisce l'ascolto e il rispetto reciproco, ponendo cos le basi per un promettente e fecondo cammino ecumenico. Ospitando infatti alunni dell'Europa centro-orientale cattolici di rito latino, ortodossi, greco-cattolici esso si pone come luogo d'incontro dove si cresce nell'apertura e nel rispetto reciproci, fondamento di ogni autentico dialogo ecumenico. In tal senso ha aggiunto importante acquisire una solida spiritualit, che alla base di ogni successo apostolico ed sorgente di unit e di fraterna cooperazione. Rendendo fruttuosa ed efficace la comunione con Ges ha concluso i cristiani costruiscono pazientemente quella rete di rapporti che superano e rimarginano le divisioni laceranti. Ad accogliere il segretario di Stato sono stati il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, l'arcivescovo segretario Antonio Maria Vegli, e il rettore, padre Alojz Cvikl, che celebra il venticinquesimo di sacerdozio. Prima della preghiera liturgica il cardinale Sandri ha rivolto parole di benvenuto al cardinale Bertone, quindi, rivolgendosi agli studenti, ha esortato a non dimenticare mai la responsabilit di conoscere i tesori delle Chiese orientali e della Chiesa latina e poi di far conoscere il patrimonio orientale quale immenso dono destinato a tutta la Chiesa. La conoscenza appassionata delle diverse componenti dell'unico mistero ecclesiale ha detto la migliore garanzia perch si sviluppi quella sensibilit ecumenica esigita dalle sfide che la Chiesa incontra nel mondo.

Rescriptum ex audientia
In riferimento al Documento della Congregazione per l'Educazione Cattolica Istruzione circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al Seminario e agli Ordini sacri, pubblicato dal menzionato Dicastero il 4 novembre 2005, e in seguito a numerose richieste di chiarimento giunte alla Sede Apostolica, si precisa che le disposizioni contenute in detta Istruzione valgono per tutte le Case di formazione al sacerdozio, comprese quelle che dipendono dai Dicasteri per le Chiese Orientali, per l'Evangelizzazione dei Popoli e per gli Istituti di Vita Consacrata e le Societ di Vita Apostolica. Il Sommo Pontefice, il giorno 8 del mese di aprile dell'anno del Signore 2008, ha approvato tale precisazione. TARCISIO CARD. BERTONE Segretario di Stato

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 116 (44.856)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
domenica 18 maggio 2008

Citt del Vaticano

Benedetto XVI al consiglio superiore delle Pontificie Opere Missionarie

La missione un dovere e un diritto


L'evangelizzazione non solo un dovere ma anche un diritto irrinunciabile, espressione propria della libert religiosa. Lo ha ribadito Benedetto XVI nell'udienza ai partecipanti all'incontro del consiglio superiore delle Pontificie Opere Missionarie ricevuti sabat0 17 maggio nella sala Clementina. Il Papa ha anche espresso il suo vivo apprezzamento per l'impegno delle Pontificie Opere Missionarie.

Da Savona inizia la visita del Papa in Liguria


Sulle orme di due Papi: Pio VII e Benedetto XV. iniziata cos la visita pastorale di Benedetto XVI a Savona e a Genova. Il Papa partito nel primo pomeriggio di sabato 17 maggio, diretto a Savona, dove, dopo aver sostato in preghiera nel santuario di Nostra Signora della Misericordia, celebrer la messa nella centralissima Piazza del Popolo. In serata raggiunger Genova. Domenica mattina il cammino del pellegrino riprender dal santuario della Madonna della Guardia per proseguire poi verso l'Ospedale Gaslini. In piazza Matteotti l'incontro con i giovani. La sosta in cattedrale con i religiosi concluder la mattinata. Nel pomeriggio l'appuntamento in Piazza della Vittoria per la celebrazione della messa. Domenica sera previsto il rientro a Roma.

Signor Cardinale, venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle, sono particolarmente lieto di incontrarmi con tutti voi, che siete direttamente impegnati nelle Pontificie Opere Missionarie, organismi al servizio del Papa e dei Vescovi delle Chiese locali per realizzare il mandato missionario di evangelizzare le genti fino agli estremi confini della Terra. Al Signor Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, dirigo, in primo luogo, il mio cordiale ringraziamento per le parole che mi ha rivolto a nome di tutti i presenti. Estendo il mio saluto al Segretario ed a tutti i Collaboratori del Dicastero missionario, sacerdoti, religiosi e religiose, laici e laiche. Carissimi, grazie alla vostra intensa opera che l'affermazione del Concilio, secondo la quale tutta la Chiesa per sua natura missionaria, diviene effettiva realt. Le Pontificie Opere Missionarie hanno il carisma di promuovere tra i cristiani la passione per il Regno di Dio, da stabilire dovunque attraverso la predicazione del Vangelo. Sorte con questo respiro universale, sono state uno strumento prezioso nelle mani dei miei Predecessori, che le hanno elevate al rango di Pontificie, raccomandando ai Vescovi di istituirle nelle loro diocesi. Il Concilio Vaticano II giustamente ne ha riconosciuto il primo posto nella cooperazione missionaria, perch sono mezzi sia per infondere nei cattolici, fin dall'infanzia, uno spirito veramente universale e missionario, sia per favorire un'adeguata raccolta di sussidi a vantaggio di tutte le missioni e secondo la necessit di ciascuna (Ad Gentes, 3e). Il Concilio ha particolarmente approfondito la natura e la missione della Chiesa particolare, riconoscendone la piena dignit e responsabilit missionaria. La missione un compito e un

dovere di tutte le Chiese, che come vasi comunicanti condividono persone e risorse per realizzarla. Ogni Chiesa locale il popolo scelto tra le genti, convocato nell'unit del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, per far conoscere i prodigi di Colui che dalle tenebre li chiam all'ammirabile sua luce (Lumen gentium, 10). Essa il luogo dove lo Spirito si manifesta con la ricchezza dei suoi carismi, donando ad ogni fedele la chiamata e la responsabilit della missione. La sua missione di comunione. Ai germi di disgregazione tra gli uomini, che l'esperienza quotidiana mostra tanto ra-

li (RMI, 2). Grazie alla riflessione che hanno sviluppato in questi decenni, le Pontificie Opere Missionarie si sono inserite nel contesto dei nuovi paradigmi di evangelizzazione, e del modello ecclesiologico di comunione tra le Chiese. chiaro che esse sono Pontificie, ma per diritto sono anche episcopali, in quanto strumenti nelle mani dei Vescovi per realizzare il mandato missionario di Cristo. Pur essendo le opere del Papa, le Pontificie Opere Missionarie sono anche dell'intero Episcopato e di tutto il Popolo di Dio (Paolo VI, Messaggio per la Giornata Mondiale del 1968).

dicati nell'umanit a causa del peccato, la Chiesa locale contrappone la forza generatrice di unit del Corpo di Cristo. Papa Giovanni Paolo II poteva con gioia affermare che si sono moltiplicate le Chiese locali, fornite di propri Vescovi, clero e personale apostolico; ... la comunione tra le Chiese porta ad un vivace scambio di beni spirituali e di doni; si sta affermando una coscienza nuova: cio che la missione riguarda tutti i cristiani, tutte le diocesi e parrocchie, le istituzioni e associazioni ecclesia-

Sono lo strumento specifico, privilegiato e principale per l'educazione allo spirito missionario universale, per la comunione e la collaborazione inter-ecclesiale nel servizio dell'annuncio del Vangelo (cfr Statuto, 18). Anche in questa fase della storia della Chiesa, che si riconosciuta per sua natura missionaria, il carisma e il lavoro delle Pontificie Opere Missionarie non si sono esauriti, e non devono venire meno. Resta ancora urgente e necessaria la missione di evangelizzare l'umanit. La

missione un dovere, cui bisogna rispondere: Guai a me se non evangelizzo (1 Cor 9, 16). L'apostolo Paolo, a cui la Chiesa dedica uno speciale anno nel ricordo dei duemila anni dalla nascita, ha compreso sulla via di Damasco e poi sperimentato nel corso del successivo ministero che la redenzione e la missione sono atti d'amore. l'amore di Cristo che lo spinge a percorrere le strade dell'impero romano, ad essere araldo, apostolo, banditore del Vangelo (cfr 2 Tm 2, 1, 11) e a farsi tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno (cfr 1 Cor 22). Chi annuncia il Vangelo partecipa alla carit di Cristo, che ci ha amati e ha donato se stesso per noi (cfr Ef 5, 2), suo ambasciatore e supplica in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio! (cfr 2 Cor 5, 20) (Congregazione per la dottrina della Fede, Nota su alcuni aspetti dottrinali dell'evangelizzazione, n. 10). l'amore che ci deve spingere ad annunciare con franchezza e coraggio a tutti gli uomini la verit che salva (cfr Gaudium et spes, 28). Un amore che si deve irradiare dovunque e raggiungere il cuore di ogni uomo. Gli uomini infatti attendono Cristo. Le parole di Ges, Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ci che vi ho comandato (Mt 28, 1920), costituiscono ancora un mandato obbligatorio per tutta la Chiesa e per ogni singolo fedele di Cristo. Questo impegno apostolico un dovere ed anche un diritto irrinunciabile, espressione propria della libert religiosa, che ha le sue corrispondenti dimensioni etico-sociali ed etico-politiche (cfr Dignitatis humanae, 6). Alle Pontificie Opere chiesto di rendere la Missio ad Gentes il paradigma di tutta l'attivit pastorale. Ad esse, e in modo particolare alla Pontificia Unione Missionaria, spetta il compito di promuovere, cio, e diffondere sempre pi nel popolo cristiano il mistero della Chiesa, ovvero questo fattivo spirito missionario (Paolo VI, Graves et Increscentes). Sono sicuro che continuerete ad impegnarvi con tutto il vostro entusiasmo, perch le vostre Chiese locali sempre pi generosamente assumano la loro parte di responsabilit nella missione universale. A tutti la mia Benedizione.

Gonfalone della Madonna della Guardia (Genova)

Intervista al cardinale arcivescovo Angelo Bagnasco

A Genova lo attende una comunit accogliente


di NICOLA GORI Una Chiesa viva, vicina alla gente e alla citt e radicata nel territorio. il profilo della Chiesa genovese tratteggiato dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, nell'intervista al nostro giornale. questa la realt ecclesiale che Benedetto XVI incontrer domenica 18 maggio, nel corso della sua visita alla diocesi. Il Papa a Genova incontrer una comunit che vive da tempo il profondo contrasto di una citt che guarda all'Europa, ma che deve fare i conti con una crisi che sembra lasciare pochi spazi all'ottimismo. Quale in questo contesto il ruolo della Chiesa? La Chiesa di Genova nella sua storia sempre stata molto vicina alla citt, attraverso i suoi sacerdoti (in particolare i cappellani del lavoro) e i suoi arcivescovi. Basti pensare al cardinale Siri che per quarantuno anni fu un riferimento per tutti e il cui nome ancor oggi risuona come memoria grata e ammirata per la sua vicinanza reale alle vicende della citt. Tale rapporto rispettoso e virtuoso continua nel tempo con fiducia, da parte di tutti. Porto di mare, dunque citt culturalmente aperta agli altri. Ma Genova realmente una citt accogliente? Certamente Genova accogliente anche perch sempre memore della propria emigrazione trascorsa alla ricerca della fortuna. accogliente Genova in forza dello spirito di solidariet, che alimentato dal Vangelo. Un ulteriore segno di questa accoglienza nel rispetto della legalit e delle regole rappresentato dalle numerose parrocchie. Me ne rendo conto in questi mesi che sto compiendo la visita pastorale: ovunque trovo centri di ascolto, gruppi di volontariato, organizzazioni caritative che si fanno carico delle povert vecchie e nuove. Tra queste ultime in particolare la comunit cristiana si dedica all'accoglienza dei nuovi arrivati. Quale realt ecclesiale il Papa si trover di fronte? Il Papa si trover di fronte una Chiesa molto radicata nel territorio e molto vicina alla gente. I sacerdoti, anche quelli pi avanti negli anni, danno un grande esempio di fedelt ai loro compiti pastorali. E quando ci sono parroci anziani, si coglie nella stessa comunit un sussulto di corresponsabilit da parte di tanti laici che si mettono a collaborare in prima persona. Mi pare di registrare in questo periodo poi una grande attenzione verso il mondo giovanile e dei ragazzi in genere. necessario perseguire una pastorale vocazionale sempre pi incisiva, sia per ringiovanire le comunit cristiane sia per far s che i giovani stessi siano i primi protagonisti dell'evangelizzazione dei loro stessi coetanei. La Liguria da quel che le statistiche suggeriscono la regione pi vecchia d'Italia. Questo dato non pu non riflettersi sulla Chiesa e tuttavia non deve indurre a dimezzare ma semmai a raddoppiare l'impegno educativo per le generazioni che stanno venendo su. E che cosa ci si attende da questo incontro con il Papa? Il carisma di Pietro confermare tutti nella fede autentica all'interno della comunit ecclesiale, che proprio nel Papa ha il suo principio e il suo fondamento visibile. Mi auguro perci che, come sempre accade per le visite papali, si sviluppi a seguire un'adesione ancor pi cordiale alla Chiesa, attraverso un maggior radicamento nelle parrocchie e un pi deciso e vigoroso slancio missionario, che nasca da un'identit di fede accolta con gratitudine da Dio. Benedetto XVI visiter anche l'ospedale pediatrico Gaslini. Cosa rappresenta per Genova? Il Gaslini una grande istituzione, cara a Genova per il suo indubbio valore medico e il suo autentico spirito cristiano. Si tratta di una istituzione pediatrica, frutto della sensibilit del senatore Gerolamo Gaslini, in memoria della figlia Giannina, morta a dodici anni. Il fondatore volle che l'arcivescovo fosse il Presidente della Fondazione per garantirne nel tempo l'ispirazione cristiana. Possiamo definire il Gaslini, per l'amorevolezza delle cure e per l'eccellenza della professionalit, un autentico inno alla vita e un vero santuario della famiglia. A proposito di quest'ultima particolarit, infatti, colpisce sempre l'accoglienza che viene riservata ai genitori dei bambini che, da tutta l'area del Mediterraneo, vengono a Genova con trepidazione e speranza. E le parrocchie, le comunit religiose e i movimenti ecclesiali si mobilitano per garantire accanto ai piccoli la presenza amorevole dei familiari.

A colloquio con la burundese Marguerite Barankitse

Il Papa a un seminario di studio per vescovi

Madre di diecimila figli


PIERLUIGI NATALIA
A PAGINA

Prudenza e pazienza per accompagnare i movimenti


I vescovi accompagnino con prudenza e pazienza i movimenti e le nuove comunit: lo ha detto Benedetto XVI ai partecipanti al seminario di studio per vescovi, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici, ricevuti in udienza nella mattina di sabato 17 maggio. Il seminario ha avuto per tema l'esortazione che Benedetto XVI rivolse il 18 novembre 2006 ai vescovi tedeschi: Vi chiedo di andare incontro ai movimenti con molto amore. Nel discorso ai partecipanti al seminario il Papa ha affermato che queste realt laicali non sono un problema o un rischio in pi, ma un dono del Signore, una risorsa preziosa per arricchire con i loro carismi tutta la comunit cristiana. Perci non deve mancare una fiduciosa accoglienza che dia loro spazi e valorizzi i loro contributi nelle Chiese locali. A noi Pastori ha detto chiesto di accompagnare da vicino, con paterna sollecitudine, in modo cordiale e sapiente, i movimenti e le nuove comunit, perch possano generosamente mettere a servizio dell'utilit comune, in modo ordinato e fecondo, i tanti doni di cui sono portatori e che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare: lo slancio missionario, gli efficaci itinerari di formazione cristiana, la testimonianza di fedelt e obbedienza alla Chiesa, la sensibilit ai bisogni dei poveri, la ricchezza di vocazioni... Chi chiamato a un servizio di discernimento e di guida non pretenda di spadroneggiare sui carismi. E quando saranno necessari interventi di correzione, siano anch'essi espressione di molto amore.
PAGINA 8

INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di venerd 16: le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Mario Giordana, Arcivescovo titolare di Minori, Nunzio Apostolico in Slovacchia; George Yod Phimphisan, Vescovo di Udon Thani (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum; il Reverendo Monsignor Joseph Haelom Wutthilert, Vicario Generale di Chiang Mai (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum.

NOSTRE

Forti attriti minano la tenuta del Governo

Il Pakistan nella morsa della crisi politica


GABRIELE NICOL
A PAGINA

Si teme che un lago possa tracimare nella regione del Sichuan

Migliaia di persone in fuga dalla citt cinese di Beichuan


PAGINA 3

Provvista di Chiesa
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Bandung (Indonesia) il Reverendo Monsignor Johannes Maria Trilaksyanta Pujasumarta, Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Semarang.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
Washington chiede un aumento della produzione di petrolio per moderare il prezzo sui mercati

domenica 18 maggio 2008

A colloquio con la burundese Marguerite Barankitse

Riad non cede alle pressioni di Bush


E il barile di greggio supera i 127 dollari
NEW YORK, 17. Il prezzo del petrolio raggiunge e supera la quota di 127 dollari a barile. Ieri, a New York, il light crude, il greggio pi pregiato, caratterizzato dalla bassa presenza di zolfo, ha toccato il picco storico di 127, 82 dollari a barile. Il rincaro stato aiutato anche dalla notizia che la nota banca d'affari statunitense Goldman Sachs ha alzato le stime sui prezzi dell'oro nero per la seconda met dell'anno da 107 a 141 dollari a barile a causa della crescente domanda da parte delle economie emergenti. Poche ore dopo il raggiungimento del nuovo massimo, il dipartimento dell'energia statunitense ha annunciato che saranno sospesi i rifornimenti alle riserve strategiche di greggio. Marted scorso il senato americano ha approvato un emendamento che prevede lo stop dei rifornimenti fino a dicembre. Obiettivo della nuova norma cercare di calmierare il mercato. Sia i democratici che i repubblicani ritengono infatti che non abbia senso il rifornimento a causa del prezzo record del barile: tali forniture dovrebbero essere utilizzate meglio, per cercare di ridurre i prezzi. Nel frattempo, c' tensione tra i membri dell'Opec. Oggi l'Iran ha criticato l'Arabia Saudita per il lieve aumento della produzione. Da Teheran infatti l'operazione stata interpretata come un cedimento, seppure parziale, alle pressioni di Bush in visita a Riad. Si tratta di una mossa politica, il cui unico effetto sar quello di far aumentare le riserve, ha detto il ministro del petrolio iraniano, Gholam Hosseini Nozari. L'Iran, quarto produttore di greggio nel mondo e secondo nell'Opec, dopo l'Arabia Saudita, si oppone regolarmente a ogni proposta di aumento della produzione, ritenendola un misura inefficace per contenere il rincaro. Gholam Hosseini Nozari ha sottolineato che lOpec non aumenter lofferta di greggio. Il mercato sovrafornito ha detto il ministro iraniano dunque non vi saranno ripercussioni sui prezzi. Del resto, anche Riad si mostrata scettica sulla possibilit che un incremento della produzione possa aiutare a contenere i prezzi, il cui aumento addebita ad altri fattori, in particolare la speculazione e la debolezza del dollaro. RIAD, 17. George W. Bush preme sull'Arabia Saudita per un aumento della produzione di greggio, al fine di moderare il prezzo sui mercati, ma Riad non cede. Petrolio e nucleare sono stati i temi al centro dei colloqui che il capo della Casa Bianca ha avuto ieri con il sovrano saudita Abdullah Ibn Abd El Aziz, in occasione del 75 anniversario dellinizio delle relazioni diplomatiche bilaterali. Washington teme che la corsa al nucleare dei Paesi del Golfo, innescata dalla minaccia iraniana e dalla continua crescita dei prezzi del greggio, possa condurre nei prossimi anni a un pericoloso aumento della quantit di uranio e plutonio arricchiti. La Casa Bianca ha annunciato che con Riad sono stati siglati accordi per la cooperazione nel nucleare e per la prevenzione del terrorismo. Nel comunicato si sottolinea che gli Stati Uniti hanno un grande interesse a proteggere dal terrorismo le infrastrutture energetiche dell'Arabia Saudita. Sul fronte del rincaro del petrolio e del prezzo dei carburanti, che sta minacciando seriamente leconomia americana, le pressioni di Bush non sembrano per aver indotto i sauditi a mutare pi di tanto latteggiamento finora seguito. Il Governo saudita ha ribadito il proprio impegno a produrre petrolio in quantit tale da soddisfare le richieste dei propri clienti, ha riferito il consigliere di Bush per la sicurezza nazionale, Stephen Hadley. Il ministro del petrolio saudita, Ali Al Naimi, ha spiegato che oggi do-

Madre di diecimila figli


di PIERLUIGI NATALIA Madre di diecimila figli. Nel suo Paese e ormai in molte parti del mondo chiamano cos Marguerite Barankitse. Madre cio di quei diecimila ragazzi che negli anni dell'orrore della guerra civile ed etnica tra Hutu e Tutsi in Burundi hanno trovato un asilo e un futuro nella Maison Shalom, la casa di accoglienza da lei fondata a Ruyigi, la sua citt, nell'est. Lo stesso titolo Madre di diecimila figli stato dato all'avvenimento che ci ha permesso di rincontrarla venerd 16 a Roma: una sua conferenza presso l'universit Campus Bio-Medico di Roma. L'incontro stato organizzato nell'ambito del corso giunto alla settima edizione in aiuti umanitari orientato all'educazione e alla cooperazione universitaria con i Paesi in via di sviluppo. Partiamo dunque da questa occasione per conversare con Maggie, come vuole essere chiamata la signora Barankitse. Che famiglia quella in cui mancano diecimila madri e una donna che non si mai sposata e che non ha mai partorito si ritrova con diecimila figli? Bella domanda. una famiglia di questo mondo. Del resto, in un mondo in cui dovremmo essere fratelli e sorelle, un'unica famiglia, alcuni muoiono per obesit, altri per fame. Allora che famiglia questa? Che mondo questo? Come si pu vivere insieme? Eppure lo si fa. Sono passati quindici anni da quel giorno e da quel giorno non li ho mai lasciati. Dio ci ha creati e noi siamo tutti principi e principesse e quei bambini sono cresciuti insieme e da allora vivono insieme senza insultarsi mai. Figli di genitori che si sono ammazzati tra loro, hanno detto: Noi insieme siamo il futuro di un mondo migliore. Questa non una storia triste. Non la storia di una famiglia triste. Quello a cui Maggie fa riferimento un giorno dell'ottobre 1993. Dopo aver completato gli studi in Europa, era un'insegnante presso la scuola del vescovado di Ruyigi. La sua vita cambi una mattina in cui nella sua citt settantadue persone furono massacrate sotto i suoi occhi. Poi che accadde? Mi ritrovai tra le braccia Chloe, una bambina sopravvissuta all'orrore. In quel momento ho capito che l'odio non poteva vincere. Quel giorno presi con me venticinque bambini scampati, Hutu e Tutsi. In un mese erano gi pi di duecento. Tutti feriti, violentati, traumatizzati, sofferenti di gravi forme di insonnia, ossessionati dalle immagini di vicini diventati improvvisamente carnefici. Via via sarebbero stati appunto diecimila. Sono stati diecimila bambini sottratti alla violenza, nonostante le minacce e le intimidazioni ricevute. Cosa si prova ad aver sottratto diecimila ragazzi al destino di una o forse due generazioni perdute, in Burundi come in gran parte dell'Africa falcidiata dalle guerre, dalla carestia, dalle epidemie? Non una generazione perduta. Io credo e penso che Dio non perda nessuno. Penso che Dio possa sorprenderci. Abbiamo sufficiente energia nel nostro cuore, nonostante le cifre che vorrebbero toglierci la speranza. L'Africa ricca, seduta sull'oro. Il sottosviluppo non un destino. Non un destino l'odio. Io posso considerarmi in questo senso un esempio. Normalmente, sarei dovuta fuggire. Come ogni madre, anche Maggie ama mostrare i suoi figli. E lo fa per rispondere a una domanda su qualche esempio delle diecimila storie che hanno attraversato la sua. Guarda questa foto: Cho quando l'ho incontrato. Era stato accecato e i suoi genitori erano stati uccisi. La vista e i genitori non potevo renderglieli. Ho provato a rendergli un po' d'amore. E lui ha imparato a vivere felice con la cecit. diventato un musicista. Poi si trovato di nuovo in pericolo, di nuovo obiettivo dell'odio etnico. Lo abbiamo nascosto in Italia. Era al sicuro. Ma ha voluto tornare. Guarda queste altre foto, guarda l'espressione di questi ragazzi. Erano stati bambini soldato fino a poche ore prima di essere accolti nella Maison Shalom. Guarda le loro espressioni in queste altre foto di adesso, guardali oggi che sono giovani impegnati a vivere in pace. Guarda come ero pi giovane e pi tesa io in questa foto con quei tre neonati. Erano stati generati dalla violenza inflitta alle loro madri da uomini che avevano appena ucciso i loro familiari. Sono nati, hanno avuto la vita. E oggi non vivono per la vendetta. Vivono per la pace, costruiscono in pace le loro vite. Eppure, sul Burundi si allungano di nuovo le ombre della guerra. I ribelli Hutu delle Forze nazionali di liberazione sono di nuovo impegnati in combattimento con le forze governative. Perch accade ancora? Non li capisco. Seppure avevano un qualche motivo fino al 2005 oggi non lo vedo. Quale liberazione? Il presidente un Hutu, cos come il presidente del Parlamento. Ci sono gli accordi per la condivisione del potere. Combattere serve solo ai mercanti di armi, quelle armi delle quali in Africa non c' neppure una fabbrica. Non abbiamo bisogno di armi. Abbiamo bisogno di persone che dicano no ai massacri fratricidi. Abbiamo bisogno di leader e dirigenti con una visione a lungo termine, che amino il loro popolo e che non siano corruttibili. Non sono una sognatrice. Tutto questo possibile. possibile una riconversione dei cuori. Io non voglio essere testimone di un genocidio, ma sono testimone dell'amore di Dio. Sono innanzitutto un essere umano, prima che Tutsi. Apparteniamo tutti alla stessa famiglia, siamo esseri umani, siamo come un vaso di fiori, che bello se ha tanti fiori differenti. Questa la bellezza del mondo: un mondo in cui tutti possano convivere insieme. Noi possiamo vivere insieme, questi diecimila bambini sono realt. Sono realt anche i riconoscimenti internazionali a Marguerite Barankitse dell'impegno umanitario incominciato in quell'ottobre 1993, come il premio Nobel dei bambini ricevuto dalla regina di Svezia nel 2003; la laurea in legge honoris causa presso l'Universit di Lovanio, in Belgio, nel 2004; il premio Nansen per i rifugiati attribuitole nel 2005 dall'alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr); il premio Unicef per i bambini che ha ritirato a Roma proprio questo 16 maggio. E sono una realt gli aiuti internazionali ai progetti realizzati dalla Maison Shalom in questi ultimi anni, le molte case d'accoglienza, l'ospedale incominciato nel 2005 e che gi fornisce alla comunit di Ruyigi i servizi sanitari di base (maternit, ostetricia, neonatologia, pediatria, chirurgia, medicina interna e radiologia). Ma alla comunit internazionale, all'Europa cosa chiedono soprattutto le popolazioni burundesi e africane? L'Europa versa lacrime per noi africani. Ma per aiutare qualcuno non bisogna piangergli addosso. Quando l'Occidente parla dell'Africa, ne parla come di un continente perduto. Ma io voglio dare voce alla speranza. Perch la vita una gioia, sempre e comunque. Tuttavia, questa prima di tutto una questione interna, del Burundi, della regione dei Grandi Laghi, dell'Africa. Se continueremo a sentirci vittime, sempre vittime saremo. Quanto alla comunit internazionale, il suo aiuto indispensabile. Da semplice donna vorrei per dire che andrebbero diminuite le spese burocratiche, andrebbero canalizzati molti dei rivoli nei quali spesso si disperde il grande flusso degli aiuti internazionali. ovvio e comprensibile che ci siano delle spese di gestione da affrontare, ma potrebbero essere ridotte e razionalizzate. In questo, per la verit, di esempio la Caritas, nei cui progetti tale dispersione non c' e le spese tecniche sono quasi irrilevanti. Insomma gli aiuti arrivano a chi ne ha bisogno. E a Dio che aiuto chiede una donna con i problemi di una madre moltiplicati per diecimila? Ogni mattina, in cappella, prego Dio di accrescere in me l'amore. E la stessa preghiera faccio sulla strada, tra i miei bambini, nel cercare la giustizia. Sono bambini che mi ha donato Dio. Non posso portarli sulla mia testa. Ma nel mio cuore s. Posso farlo perch Dio dona amore, e intelligenza. E amici che aiutano e sostengono. E di che tipo di cattolici, sacerdoti, religiosi e laici, ha bisogno l'Africa? Di religiosi che sappiano testimoniare il Vangelo della salvezza. Talvolta sembra che molti religiosi abbiano solo motivazioni sociali, siano impegnati solo su progetti a dimensione terrena. Preferirei averne magari meno, ma che sapessero essere testimoni dell'amore salvifico di Dio. Abbiamo bisogno di lanterne che mostrino la luce della fede.

manda e offerta sono in equilibrio sui mercati e dunque l'impennata delle quotazioni del barile non dipende dalla nostra produzione ma da altri motivi, tra cui le speculazioni finanziarie e la carenza di raffinerie adatte a produrre il carburante pi richiesto. L'Arabia Saudita ha aumentato la propria produzione petrolifera di trecentomila barili al giorno a partire dallo scorso 10 maggio, proprio per

compensare la minore produzione degli altri Paesi che fanno parte dell'Opec. La posizione di Riad chiara: dietro i prezzi record del greggio c la debolezza del dollaro, le tensioni politiche e le speculazioni, ma non la mancanza di forniture. LArabia Saudita si comunque detta pronta a rispondere alle richieste dei Paesi consumatori nel caso di una netta carenza di forniture.

Vertice a Doha tra opposizione e filogovernativi

Un Libano diviso cerca la pace


BEIRUT, 17. Per cercare una strada comune verso la pace, i leader politici libanesi s'incontrano oggi a Doha, in Qatar. Dopo una settimana di scontri che hanno riportato il Paese sull'orlo della guerra civile, ora la Lega araba sta cercando di avviare un dialogo tra la maggioranza, guidata dal sunnita Hariri, e l'opposizione, guidata dagli sciiti di Hezbollah. La riunione di Doha si aperta ieri sera con un indirizzo di saluto da parte dellemiro del Qatar, Sheikh Hamad bin Khalifa Al Thani. I lavori veri e propri cominciano questa mattina e, secondo gli analisti, non saranno facili. Due le questioni al centro: un nuovo Governo di unit nazionale e la riforma della legge elettorale. Anche l'Unione europea si detta soddisfatta per la mediazione avviata dalla Lega araba. I quattordici rappresentanti politici sono arrivati a Doha a bordo di due diversi aerei. Il confronto politico in atto da un anno e mezzo tra i due schieramenti s trasformato la scorsa settimana in uno scontro armato a Beirut e in altre zone del Paese. I miliziani sciiti dellopposizione hanno attaccato Beirut ovest, roccaforte dei sunniti filogovernativi. In seguito i combattimenti si sono allargati anche alla regione del porto settentrionale di Tripoli e sulle colline a est della capitale. In sei giorni di violenze sono state uccise oltre sessanta persone e ferite circa duecentocinquanta. Il blitz armato degli sciiti

Lo Zimbabwe va al ballottaggio tra tensioni sempre pi aspre


HARARE, 17. Tra scambi d'accuse e tensioni sempre pi aspre tra Governo e opposizione, lo Zimbabwe si prepara al ballottaggio per la presidenza fissato ieri per il 27 giugno, ultima tappa del controverso processo elettorale avviato il 29 marzo e seguito da settimane di gravi violenze. La commissione elettorale, con un enorme ritardo, aveva annunciato il 2 maggio che i risultati ufficiali davano al leader dell'opposizione Morgan Tsvangirai il 47,9 per cento dei suffragi e il 43,2 per cento al presidente uscente Robert Mugabe, dato contestato dal Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), il partito di Tsvangirai, che sostiene di aver gi vinto al primo turno con oltre la met dei voti. Secondo la legge, il ballottaggio doveva tenersi entro tre settimane, ma la Commissione aveva deciso che il termine poteva essere portato a novanta giorni, cio ai primi di agosto, suscitando nuove proteste dello Mdc. Ieri, infine, si deciso per il 27 giugno e sembra che entrambe le parti abbiano accettato Mugabe ha ammesso ieri che il risultato del primo turno era stato disastroso, ma ha detto di non essere disposto a cedere il Paese allopposizione, a suo dire appoggiata dallOccidente e dai vecchi colonialisti. Tsvangirai, a Belfast per il congresso mondiale dei partiti liberali, ha dichiarato che la caduta della dittatura ormai inevitabile, annunciando limmediato rientro in patria, che aveva lasciato l8 aprile.

Aperti i seggi in Kuwait per le elezioni politiche


AL KUWAYT, 17. Si sono aperti questa mattina in Kuwait i seggi per le elezioni politiche anticipate, rese necessarie dallo scioglimento del Parlamento nel marzo scorso deciso dallemiro, Sabah Al Amad Al Sabah. I risultati non sono attesi prima di domani. Gli elettori sono chiamati a scegliere tra 274 candidati. Il Parlamento del Kuwait era stato sciolto in seguito alle dimissioni in blocco del Governo, ultimo capitolo di una crisi politica innescata nel 2006 dalla nomina a primo ministro del nipote dellemiro, Nasser Al Ahmad Al Sabah.

ha lasciato un profondo risentimento tra i sunniti seguaci della maggioranza parlamentare guidata da Saad Hariri. Secondo gli osservatori locali, lindebolimento del fronte moderato di Hariri potrebbe aprire la strada allazione di gruppi estremisti ispirati ad Al Qaeda. La rete internazionale capeggiata da Osama Bin Laden gi considera il sud del Libano terra per la Jihad da lanciare contro i caschi blu dellUnifil, la missione Onu schierata nellarea tra il fiume Litani e la Linea Blu di demarcazione con Israele. Nel messaggio audio di ieri Osama bin Laden ha ribadito che il sostegno occidentale a Israele dimostrato in pratica dallaver mandato le truppe nel sud del Libano.

Incontro con il ministro dell'Interno Roberto Maroni

La Caritas italiana su sicurezza e immigrazione


ROMA, 17. Nell'incontro con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sollecitato dallo stesso Viminale, la Caritas italiana ha offerto ieri il suo contributo alla discussione in atto in questi giorni sui temi della sicurezza, in vista della definizione di provvedimenti governativi. A incontrare Maroni in un clima definito cordiale e di collaborazione sono stati il direttore della Caritas italiana, monsignor Vittorio Nozza, il vicedirettore, Francesco Marsico, e il responsabile dellufficio immigrazione, Oliviero Forti. Si parlato delle proposte governative in discussione sulla disciplina dell'immigrazione. In un documento consegnato al ministro, la Caritas ha posto come prioritaria lesigenza di non inasprire il clima sul problema sicurezza per scongiurare una deriva incontrollata, soprattutto verso alcune nazionalit. Le criticit si legge nel documento vanno superate coinvolgendo le comunit locali e ricercando percorsi di inclusione sociale. Dopo l'incontro, Marsico ha dichiarato che il Governo appare intenzionato a non proporre lintroduzione del reato di immigrazione clandestina, di cui si molto discusso in questi giorni, lasciando un'eventuale iniziativa in merito al Parlamento. In effetti, in serata si appreso che nel pacchetto sicurezza del Governo l'ingresso irregolare potrebbe essere previsto solo come aggravante di altri reati. Secondo la Caritas, l'introduzione di una simile figura di reato sarebbe una misura sproporzionata rispetto alla condotta, che abbassa eccessivamente la soglia di intervento penale. Nellincontro si parlato anche dellipotesi di allungare fino a 18 mesi la restrizione degli immigrati irregolari nei Centri di permanenza temporanei. Alla nostra obiezione che si tratterebbe di una condanna preventiva, non legittima e impraticabile, il ministro ha detto che si tratta comunque di un limite massimo, ha detto Marsico. La Caritas ha inoltre sottolineato la mancata regolamentazione legislativa della condizione dei richiedenti asilo. Su tali questioni intervenuto ieri anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, secondo il quale si pu e si deve coniugare le esigenze di sicurezza con linvito della Chiesa ad accogliere gli immigrati. Secondo il porporato, non esiste in Italia il rischio di una deriva xenofoba, che non fa parte del cuore, della tradizione, del sentimento e dell'ethos del nostro popolo.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

domenica 18 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Si teme che un lago possa tracimare nella regione del Sichuan, epicentro del terremoto

pagina 3

Il Pakistan nella morsa della crisi politica


Forti attriti minano la tenuta del Governo
di GABRIELE NICOL Dopo solo sei settimane il Governo pakistano, guidato da Yusuf Rza Gilani, rischia di sfaldarsi. Il Paese rischia una grave paralisi politica mentre le violenze con forte preoccupazione anche della comunit internazionale continuano a segnare il territorio. In questi giorni la compagine governativa, uscita dalle elezioni del 18 febbraio, ha cominciato a perdere qualche pezzo: si sono dimessi i nove ministri della lega musulmana, che fa capo all'ex premier Nawaz Sharif. La decisione stata presa dopo che la coalizione non riuscita a trovare un'intesa prima dello scadere del termine fissato per luned scorso in merito alla riammissione dei giudici estromessi da Pervez Musharraf durante il braccio di ferro con la Corte suprema sulla legittimit della sua presidenza. Al premier Yusuf Raza Gilani i ministri hanno detto di essere disposti a tornare nell'Esecutivo solo se il partito popolare adotter iniziative concrete per ripristinare i giudici nei posti che occupavano prima dell'imposizione dello stato di emergenza, ai primi di novembre. Musharraf aveva licenziato il presidente della Corte suprema, Iftikhar Muhammad Chaudhry, e altri numerosi giudici, perch temeva che potessero invalidare la sua rielezione a presidente. Quello dei giudici rimossi stata, sin dall'inizio, una spina nel fianco della nuova coalizione di Governo. Il partito popolare dell'ex primo ministro, Benazir Bhutto, (assassinato il 27 dicembre scorso) vincitore delle elezioni di febbraio aveva promesso di iniziare le pratiche per il reinserimento dei giudici nei loro incarichi. Ma il reintegro, secondo Asif Ali Zardari, vedovo della Bhutto e presidente del partito pakistano, dovrebbe avvenire insieme con l'approvazione di emendamenti costituzionali volti a limitare il potere dei giudici. Sharif, invece, per il reintegro immediato e totale dei giudici nelle loro funzioni, e di questa aveva fatto una delle principali promesse elettorali. Per il reintegro dei giudici era stata formata una commissione ed erano stati presentati ordini del giorno in Parlamento. Si era decisa la data del 30 aprile, poi procrastinata al 12 maggio. Il partito del popolo e la lega musulmana si sono riuniti prima a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, e poi a Londra per trovare una soluzione che, per, non mai arrivata. Va anche rilevato, nell'ottica di una valutazione pi ampia, che le elezioni di febbraio non hanno fornito una garanzia di governabilit. Il partito di Musharraf ha perso, come pure sono stati battuti i piccoli partiti islamici, ma nessuno dei due partiti maggiori che hanno vinto ha la maggioranza assoluta in Parlamento. Il partito del popolo e la lega musulmana sottolineano gli osservatori non sono ancora riusciti a elaborare un progetto politico saldo, non hanno realizzato una concezione condivisa dell'assetto interno del Paese e definito una precisa collocazione di fronte ai Taleban e al terrorismo. La situazione attuale nel Paese dunque critica considerando anche le perduranti violenze. Cos il Pakistan, con una compagine governativa indebolita da frizioni interne, risulta ancor pi vulnerabile agli attacchi della guerriglia. Preoccupazione, al riguardo, stata espressa, proprio in questi giorni, dalla Nato. Il portavoce James Appathurai dando conto del giudizio espresso dai ventisei ambasciatori del Consiglio nord atlantico ha sottolineato che recentemente sono aumentati gli attacchi in Pakistan, soprattutto ai confini con l'Afghanistan. La Nato ha perci invitato Islamabad a controllare meglio le proprie frontiere. Infatti gli episodi di violenza ai confini, da parte dei Taleban, sono aumentati del 53 per cento nei primi quattro mesi del 2008 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. James Appathurai ha messo in evidenza che la preoccupazione in particolare legata al fatto che l'accordo sottoscrito fra il Governo del Pakistan e i gruppi estremisti nelle aree tribali possa consentire a questi ultimi di avere un rifugio sicuro. In questo scenario, comunque, da registrare un dato positivo: la riammissione nel Commonwealth, il 12 maggio, dopo sei mesi di sospensione. Questo fatto rilevano gli analisti pu contribuire in modo significativo a rilanciare, anche nel critico momento attuale, l'immagine del Paese nella regione, come pure nell'ambito internazionale. La sospensione era stata decretata quando Musharraf aveva mantenuto lo stato di emergenza a dispetto delle ripetute pressioni della comunit internazionale e non sembrava nemmeno pronto a lasciare la carica di capo delle forze armate. Il Pakistan venne dunque sospeso perch non considerato in linea con gli standard dell'organizzazione. Annunciando la riammissione, un portavoce dell'organizzazione che riunisce trentacinque ex colonie britanniche e ha sede a Londra ha fatto menzione dei passi positivi intrapresi dal Pakistan negli ultimi mesi e delle elezioni politiche dello scorso febbraio. Il portavoce ha quindi sottolineato che il Paese si adesso dotato di un Governo eletto democraticamente e si manifesta pronto a rispettare i principi fondamentali e i valori del Commonwealth. Ora per l'Esecutivo di Islamabad deve dimostrare la capacit di superare questa crisi interna, che rischierebbe di produrre ripercussioni anche sul piano della politica estera.

Migliaia di persone in fuga dalla citt cinese di Beichuan


PECHINO, 17. Decine di migliaia di persone sono fuggite oggi dalla citt di Beichuan, nella provincia sud-occidentale cinese del Sichuan, epicentro del devastante terremoto di luned scorso, di fronte al rischio dinondazione provocata da un lago, le cui acque potrebbero tracimare. Lo hanno riferito fonti giornalistiche presenti sul posto. Poco prima della fuga di massa, le autorit locali e le squadre di soccorso dellEsercito popolare di liberazione avevano avvertito gli abitanti di precipitarsi al pi presto sulle colline per mettersi in salvo, giacch le acque del bacino apparivano sul punto di rompere da un momento allaltro gli argini, lesionati dalle onde telluriche, dopo essere salite rapidamente di livello. La situazione resa ulteriormente drammatica dal fatto che nella citt, dove sono gi morte oltre cinquemila persone, ci sono una cinquantina di civili che necessitano di unimmediata evacuazione, avendo riportato gravi lesioni a causa del terremoto di magnitudo 7,9 sulla scala Richter. Il rischio di inondazioni non si limita a Beichuan. Secondo il ministro per le Risorse idriche, Chen Lei, sono rimasti danneggiati quasi quattrocento bacini e serbatoi idrici nel Sichuan e altri centotrenta nella vicina regione del Chongqing. I danni riportati lungo i fiumi, alle dighe, i bacini e gli impianti idroelettrici pongono una grave minaccia di allagamento in diverse aree del Sichuan e delle province vicine, ha avvertito il ministro Chen. Da pi parti, sono stati sollevati interrogativi sui rischi dati dalla proliferazione di dighe, che hanno messo in pericolo lequilibrio geostatico di unarea gi ad alto rischio sismico. La gran parte dei timori finora sono stati concentrati sulla diga delle Tre Gole che ha un invaso di 1.084 kmq, lungo oltre seicento chilometri perch un malaugurato cedimento strutturale spazzerebbe via milioni di persone. Oltre a quello dei danni alle dighe, nella Cina del dopo-terremoto potrebbe esserci anche il pericolo di una fuga radioattiva. Il principale laboratorio di ricerca atomica cinese si trova, infatti, a Mianyang, al centro della zona della provincia del Sichuan. Tuttavia, il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang, interpellato dai giornalisti, ha detto di non aver al momento notizie di danni a installazioni nucleari. Timori anche dal punto di vista ambientale. Al confine della regione di Wenzhuan, vicino all'epicentro, il villaggio di Xang Hua stato completamente raso al suolo dalla scossa tellurica. Tra gli edifici crollati c' anche una fabbrica di fertilizzanti che dava lavoro a tremila abitanti del posto. L'impianto produceva circa trentamila tonnellate di fertilizzanti chimici ogni anno e una certa quantit si riversata nel fiume adiacente. Poco distante, pi a nord, il villaggio di Hung Bei (che conta cinquemila abitanti) stato completamente sepolto dal crollo di due fianchi di una montagna. E mentre dalle macerie si levano ancora flebili voci ieri sono stati tratti in salvo un turista tedesco e altri cinque stranieri rimasti intrappolati per oltre centoquattordici ore il Governo di Pechino ha fornito le ultime, drammatiche cifre della scossa tellurica. Secondo le autorit cinesi, le vittime accertate del sisma sono quasi ventinovemila. Il riferimento per soltanto alla provincia del Sichuan, la pi devastata dal terremoto. Il computo totale dei morti appare, dunque, destinato ad aggravarsi sensibilmente.

Lo spettro della fame incombe sul Myanmar


NAYPYIDAW, 17. Rimane fortemente critica la situazione nelle zone del Myanmar devastate nei giorni scorsi dal passaggio del ciclone Nargis. A Yangoon, la citt pi grande ed ex capitale del Paese asiatico, mancano quasi del tutto benzina, acqua ed elettricit, mentre le vittime aumentano con il passare delle ore. Secondo fonti governative, i morti sono oltre settantasettemila, e in totale le persone colpite dalla sciagura sono circa due milioni. Questo, mentre piogge torrenziali sferzano ancora il delta del fiume Irrawaddy, una tra le aree pi colpite dalla tragedia, e la gente continua a morire per le malattie, gli stenti e anche per il freddo. E in molte zone rurali, ancora non raggiunte dai soccorritori, si sarebbero verificati i primi scontri e saccheggi per la scarsit di cibo. La furia di Nargis ha infatti devastato e sommerso tutta la capacit di produrre riso del delta dell'Irrawaddy, ma anche la maggior parte di quella delle altre zone dichiarate disastrate. Secondo la Fao, l'agenzia dell'Onu per l'alimentazione, il ciclone potrebbe anche aver gravemente danneggiato le scorte di riso del raccolto precedente. Si profila, cos, lo spettro di una crisi alimentare senza precedenti. Per il capo regionale della Fao, della massima urgenza che i contadini tornino al pi preso a coltivare la terra. Non rimasto molto tempo. La stagione del raccolto gi cominciata e abbiamo bisogno di fondi e di risorse per fare tornare al lavoro i coltivatori dove possibile, ha detto il responsabile della Fao. Pur tra mille difficolt, la giunta militare al potere da quasi mezzo secolo nel Myanmar sta iniziando molto lentamente a concedere la possibilit di entrare nel Paese a squadre di soccorritori occidentali per fronteggiare la situazione. Finora, stato permesso l'ingresso nel Myanmar solo a personale di assistenza di origine asiatica. Bisogna, per, fare presto. Secondo lOrganizzazione mondiale della sanit (Oms), sarebbe infatti a rischio almeno il venti per cento dei bambini scampati alla furia del ciclone Nargis. Alcuni casi di colera sono gi stati confermati dall'Oms. La Croce Rossa internazionale ha chiesto 32,7 milioni di euro alla Comunit internazionale per aiuti urgenti e anche la Nazioni Unite intendono raccogliere fondi, ma aspetta la riunione ministeriale di luned prossimo dellAsean (l'Associazione del sudest asiatico, di cui il Myanmar fa parte) a Singapore per stabilire dove e quando indire una conferenza per raccogliere fondi.

In Iraq impunit agli insorti di Mossul se depongono le armi


BAGHDAD, 17. Il primo ministro iracheno, Jawad Al Maliki, ha concesso dieci giorni di tempo, a partire da ieri, agli insorti della citt di Mossul per consegnare armi pesanti e medie: in cambio viene assicurata loro l'impunit. Lo ha riferito l'agenzia Nina, precisando che le armi potranno essere consegnate ai capi tribali o alle forze di sicurezza nella provincia di Ninive o nel suo capoluogo, Mossul, dove da alcuni giorni in corso una vasta operazione dell'esercito iracheno contro gli uomini di Al Qaeda, denominata all'inizio Ruggito del leone e successivamente, dopo l'arrivo di Al Maliki a Mossul, La madre delle due primavere. All'operazione partecipano mezzi aerei delle forze statunitensi che ieri secondo quanto riferito dall'emittente televisiva Al Arabia hanno bombardato alcuni obiettivi. Sembra non vi siano state vittime. Ieri, intanto, la stampa polacca ha indicato che Varsavia starebbe per cominciare il ritiro del proprio contingente militare dall'Iraq: fra un mese il controllo della provincia di Diwaniya dovrebbe passare nelle mani dell'amministrazione locale. Le stesse fonti giornalistiche ricordano che il Governo del premier Donald Tusk ha promesso il ritiro completo dall'Iraq entro il prossimo ottobre. Per assicurare la stabilit nella provincia di Diwaniya, i militari polacchi assisteranno le forze locali in qualit di consulenti. Sempre secondo le fonti giornalistiche, i primi trasporti con attrezzature militari del contingente polacco in fase di ritiro partiranno dall'Iraq fra circa un mese, mentre i primi soldati torneranno in patria nel corso dei mesi successivi. Il contingente polacco presente in Iraq dal 2003 e attualmente composto da novecento soldati. Complessivamente, durante questi cinque anni di conflitto, sono stati inviati in Iraq sedicimila militari polacchi: ventidue sono rimasti uccisi. Gioved la Camera dei Rappresentanti statunitense ha bocciato il progetto di legge che prevedeva lo stanziamento di nuovi fondi per gli impegni militari in Iraq (e in Afghanistan), per un ammontare complessivo di 162,5 miliardi di dollari fino alla met dell'anno prossimo, come richiesto dal Pentagono: in forza del voto negativo di gran parte dei deputati democratici, il provvedimento stato bocciato con 149 no e 141 s.

Gli Stati Uniti invieranno aiuti alla Corea del Nord


PYONGYANG, 17. Da giugno, riprenderanno gli aiuti alimentari degli Stati Uniti nei confronti della Corea del Nord, dove concreto il rischio di carestia. Lo ha comunicato ieri a Washington il Dipartimento di Stato, precisando che un accordo in tal senso stato raggiunto dai Governi di Washington e di Pyongyang. In base allintesa, gli Stati Uniti forniranno alla Corea del Nord mezzo milione di tonnellate in prodotti alimentari nellarco di dodici mesi, attraverso il Programma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Unite e altre organizzazioni non governative (ong) statunitensi. Nei mesi scorsi, i responsabili del Pam avevano riscontrato laggravarsi della penuria alimentare in cui versa il Paese, sottolineando che in mancanza di aiuti si sarebbe profilata una tragedia umanitaria. Nonostante i miglioramenti della situazione alimentare registrata dopo la carestia che colp il Paese nella seconda met degli anni Novanta oggi quasi met della popolazione nordcoreana combatte una battaglia quotidiana per sfamarsi. Infatti, secondo un rapporto del Pam, circa un terzo dei ventitr milioni di nordcoreani sono sullorlo della fame.

Al vaglio dei governanti di sessanta Paesi partecipanti al quinto vertice, tra America Latina, Caraibi e Unione europea

Accordo internazionale per scongiurare la crisi alimentare


LIMA, 17. Un appello a conseguire mete reali e concrete nella lotta contro la fame e i mutamenti climatici stato lanciato a Lima dove ieri si concluso il quinto vertice tra America Latina e Unione europea. Alla sessione finale hanno partecipato governanti di sessanta Paesi dei due continenti che, ha ricordato il presidente peruviano Alan Garca, rappresentano un miliardo di persone. Da questo incontro ha detto il capo di Stato i nostri popoli aspettano soluzioni, programmi e obiettivi, pi che dichiarazioni e riunioni di rito. Alan Garca ha quindi proposto che tutti i Paesi che hanno preso parte al vertice s'impegnino ad aumentare del due per cento la loro produzione alimentare per scongiurare il rischio di future carestie. Riguardo all'altro grande tema all'ordine del giorno, quello della lotta ai mutamenti climatici, il presidente della Commissione europea, Jos Manuel Barroso, ha proposto un'alleanza strategica tra Unione europea e America Latina per difendere l'ambiente e allontanare lo spettro di una crisi alimentare mondiale. Abbiamo bisogno di un accordo internazionale che costituisca un impegno globale ha detto Barroso, che poi ha manifestato l'impegno dell'Ue a rilanciare le relazioni con il Mercosur (il mercato comune latinoamericano che riunisce Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela) e a concludere accordi di libero scambio con la comunit andina (Boliva, Colombia, Ecuador e Per) e i Paesi dell'America centrale. Da rilevare poi che, intervenendo al vertice, il presidente del Governo spaggnolo, Jos Luis Rodrguez Zapatero, ha invitato il presidente venezuelano, Hugo Chvez, ad avere un atteggiamento di rispetto nei riguardi di altri presidenti, soprattutto quando non condividono le sue stesse idee. Si tratta di un rispetto ha sottolineato Zapatero che si deve non solo alla persona, ma anche al Paese che questa persona rappresenta.

A Santo Domingo confermato il presidente


SANTO DOMINGO, 17. Il presidente di centro-destra della Repubblica Dominicana, Leonel Fernandez, stato comfermato al primo turno delle elezioni presidenziali, svoltesi ieri. Con oltre il sessanta per cento dei voti scrutinati, Fernandez si attesta al 53 per cento, soglia sufficiente per evitare il ballottaggio con il principale avversario, Miguel Vargas, del partito rivoluzionario dominicano, che ha riconosciuto la sconfitta. Leonel Fernandez, 54 anni, ha gi guidato il Paese per due mandati non consecutivi, fra il 1996 e il 2000. e dal 2004 a oggi. Il partito per la liberazione dominicana di Fernandez controlla le due Camere del Parlamento. Il voto, che ha avuto luogo senza incidenti, stato monitorato da 270 osservatori dell'Organizzazione degli Stati americani.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
La devozione a Maria di Pio VII

domenica 18 maggio 2008

Quando il Papa incoron la sua protettrice


di LUIGI CRIPPA* Benedetto XVI a Savona soprattutto per rendere omaggio alla figura di un suo grande predecessore: Pio VII. Qui sono tra l'altro gli appartamenti dove quel Papa martire della fede visse per tre anni prigioniero di Napoleone Bonaparte. Qui l'effigie della Madonna della Misericordia che lo stesso Pio VII volle incoronare, nel 1815, dopo aver riacquistato la piena libert. Era difatti ferma convinzione di Pio VII che i tempi delle sue crudelissime sventure e quindi delle conseguenti sventure della Chiesa si fossero felicemente e inaspettatamente conclusi, solo per un prodigio. Una grazia ottenuta dalla Madre di Dio. Lo avrebbe detto solennemente lo stesso Papa Chiaramonti nella prima allocuzione, dopo il rientro a Roma, il 26 settembre 1814, ai cardinali riuniti in concistoro segreto. A Te, ora, Vergine Madre di Dio, al cui efficacissimo patrocinio attribuiamo la Nostra salvezza (...) rivolgiamo la nostra preghiera. Ma espressione massima e testimonianza perenne di tale sensibilit l'istituzione della festa liturgica di Maria aiuto dei Cristiani (Maria Ausiliatrice) con il relativo ufficio da recitarsi e celebrarsi rispettivamente con rito doppio maggiore, in Roma e in tutto lo Stato Pontificio il giorno 24 maggio, degno di perenne memoria perch segnato dal felice ritorno di Pio VII alla Sede di Pietro e, pi precisamente, rendere perenne testimonianza di riconoscenza alla beatissima Vergine, che dopo essere stata valido aiuto nelle molteplici tribolazioni, sventure e angustie, che soffr nella diuturna prigionia di oltre cinque anni insperatamente venne in aiuto a S ed al popolo fedele. Un cos alto e autorevole segno di amore per la Madonna da parte di Pio VII non sarebbe stato del resto un atto isolato bens il culmine di una devozione totalmente confidente nella intercessione della Beata Vergine Maria. Perch come aveva scritto il 19 febbraio 1805 l'arcobaleno della eterna alleanza, per la salvezza di ogni carne. Le preghiere di tutti gli abitanti del cielo si poggiano sulla benignit divina, le preghiere invece di Maria si basano anche sulla sua autorit materna. Quando Lei si avvicina al trono del divino suo Figlio, un'Avvocata che chiede, una Serva che prega, ed una Madre che comanda. Questa tenera e forte devozione alla Madonna ha accompagnato l'intera esistenza del Chiaramonti. un filo d'oro che ricama tutta la sua vita, prima e dopo la elezione a supremo Pastore della Chiesa. In verit, la devozione alla Madonna stata istillata nel cuore di Barnaba sin dai pi teneri anni. Al riguardo non sembra da sottovalutare il fatto, ben documentato, che tutti gli undici figli nati dai coniugi Chiaramonti-Ghini abbiano ricevuto, tra gli altri, il nome Maria. L'entrata poi del giovanissimo Barnaba tra i monaci benedettini di Santa Maria del Monte in Cesena avrebbe fortificato in lui una solida e illuminata devozione alla Madonna, dal momento che questa un aspetto qualificante di detto monastero, la cui Chiesa abbaziale pure venerato santuario mariano. Cos la sua crescita spirituale alla scuola di san Benedetto trov nella devozione mariana un fattore e una caratteristica non secondari. Ne fa fede la testimonianza del beato cardinale Ildefonso Schuster, che annota: Il Pontefice (Pio VII) sin da quando in Roma era monaco a San Paolo, professava una tenera devozione alla Madre di Dio. Nella Basilica di Santa Maria in Trastevere si addita ancora oggi l'altare dell'Addolorata, dove il monaco don Barnaba Chiaramonti era solito di celebrare, quando nei mesi estivi la comunit monastica di San Paolo rientrava in citt, nell'atma intenso episcopato a Tivoli del giovane vescovo Chiaramonti, la cura per la devozione mariana e per il corretto svolgimento dei riti relativi in linea con il rilancio settecentesco dei culti intitolati alla Madonna ma particolare segno della vocazione benedettina di dom Chiaramonti fosse seguita con particolare attenzione durante tutto il mandato diocesano. Trasferito a Imola, il cardinale Chiaramonti dovette affrontare, nei successivi quindici anni di episcopato, situazioni gravi e delicatissime insieme a problematiche nuove e complesse imposte dalla rivoluzione francese e dal progressivo imporsi della figura di Bonaparte. Ma anche qui trov sostegno nella devozione mariana, che ha nel santuario del Piratello un luogo privilegiato. Cos, il 3 maggio 1799, in una situazione drammatica, prima cio di affrontare lo spietato generale Hulin, un giacobino radicale deciso a saccheggiare la citt di Imola, il cardinale Chiaramonti si reca al Piratello a implorare la Vergine perch risparmiasse la vita ai suoi figli e il saccheggio alla citt. Qui soster pure il 2 aprile 1814, oramai tornato in libert e trionfalmente incamminato verso Roma. Appena elevato al soglio pontificio, Pio VII si prostr in preghiera davanti al celebre altare di Maria Ausiliatrice venerato nell'insigne chiesa di San Giorgio, presso la quale si era tenuto il Conclave. nota la devozione di Pio VII alla Mater Misericordiae tanto venerata a Savona, dove fu prigioniero per quasi tre anni. Appena giunto nella citt del suo martirio volle recarsi il 2 settembre 1809 a celebrare la messa nel santuario. Quindi volle baciare i piedi della statua, che poggiano sul masso dell'apparizione: Stette in ginocchio con la fronte appoggiata a quei piedi, cinque o sei minuti in fervorosa preghiera in un gran silenzio circostante. Al suo rientro in citt apparve a tutti pi padrone di s e pi sereno. Tutte le sere saliva nella tribuna della cattedrale per recitare con i fedeli l'onnipotente preghiera del Santo Rosario. Riottenuta la libert, il 17 marzo 1814, Pio VII volle rimanere a Savona per celebrare, il giorno seguente con il popolo, la festa dell'Apparizione della Madre di Misericordia della quale poi incoron l'effigie, tra il giubilo e la commozione generale, il 10 maggio 1815. In precedenza, il 1 maggio 1814, aveva incoronato, con non minore gaudio e commozione, la sua Madonna del Monte. Se si tiene presente che questo significativo e suggestivo rito Pio VII lo avrebbe rinnovato sempre nel maggio del 1814 a Rimini, con la Madonna della piet o dell'acqua e nella Cattedrale di Ancona con la Madonna Regina di tutti i Santi, possiamo convenire con chi ha definito Pio VII il Papa incoronatore delle immagini di Maria e l'iniziatore di quel nuovo e pi stretto patto di reciproca esaltazione e difesa tra i Papi e Maria. Questo atto di devozione nei confronti di Maria Incoronata atto altamente significativo non solo per comprendere la vita di Papa Chiaramonti ma quella di ogni cristiano. Incoronando infatti l'effigie di Maria, il Papa non solo rende visibile l'espressione di personale ed ecclesiale gratitudine e fiducia nella materna bont e potente intercessione della Madre di Dio e Madre nostra, ma altres la meta cui ogni battezzato deve tendere cio la gloria eterna, e insieme la via che vi conduce, cio l'umilt e mitezza. stata questa la via di Cristo Salvatore: Umili se stesso (...) per questo Dio lo ha esaltato (Filippesi, 2, 8-9). Questa stata pure la via della Vergine Maria, che cos canta nel Magnificat: Ha guardato l'umilt della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata (Luca, 1, 48). questa la via ne fanno fede tutti coloro che lo hanno avvicinato e gli stessi storici del pontificato che Pio VII mite e umile di cuore ha percorso con serena perseveranza, per amore, sull'esempio e con l'aiuto del suo Signore.
*Abate del monastero benedettino di Santa Maria del Monte di Cesena

Jacques-Louis David, Pio VII (1805)

La Madonna della Misericordia di Savona

tiguo palazzo di San Callisto in Trastevere a ragione della malaria che allora infestava la campagna romana. Anche sul suo letto di morte, il vecchio Pontefice ricordava nel delirio quella messa mattutina alla Madonna Addolorata nella Basilica Callistiana, e sollecitava perci gli astanti a far presto, perch dopo messa egli avrebbe dovuto ritornare a San Paolo per il coro!. stato fatto rilevare come nel breve

Come i dogi ottennero lo status regio per la Repubblica

Intrighi di corte nella Genova del Seicento


Si svolto a Genova, presso l'Archivio di Stato, un convegno sulla storia del sistema politico genovese curato da Carlo Taviani e Matthias Schnettger. Pubblichiamo la sintesi di una delle relazioni. di JULIA ZUNCKEL* Bench il ruolo centrale dei genovesi per la finanza pontificia, affermatosi definitivamente sotto il pontificato di Sisto V (1585-90), sia una realt ormai nota, non disponiamo di un soddisfacente quadro d'insieme, che delinei l'evolversi della presenza genovese alla corte romana nel corso della prima et moderna. Poich la storiografia del passato ha concepito le relazioni politiche nei binari formali diplomatici, i rapporti fra Genova e Roma, poco formalizzati e inafferrabili dal punto di vista istituzionale, non suscitarono un grande interesse: Genova, infatti, non fu mai sede di una nunziatura. Pi di recente invece stata sottolineata la centralit del rapporto fra Genova e Roma in funzione di sostegno a una maggiore autonomia della Repubblica, rivendicata soprattutto nei confronti della potente Per sostenere l'autonomia della Repubblica monarchia spagnola. La centralit di tale rapporto nei confronti della potente monarchia spagnola emerge anche in occasione dell'incoronazione della Madonna si pens di sfruttare un atto simbolico quale Regina di Genova, avvenuta nel 1637, e utilizzata dalla Re- Se la patrona della citt era la Regina del Cielo pubblica per simboleggiare e ri- anche il doge aveva diritto alla corona regale vendicare il suo status sovrano di testa coronata. Il 5 dicembre 1636 il padre cappuccino Zac- pubblica. Tanto pi che si trattava, in generacaria Boverio si rivolse al doge invitandolo a le, di una pratica cultuale che seppur antica, proclamare la Vergine Maria Signora e Pa- aveva assunto, da decenni, molteplici valenze drona della Repubblica, mettendo in risalto la politiche. Per poter comprendere meglio la posizione grandissima devozione popolare per la Madre di Dio e prospettando che, sotto la sua prote- del Pontefice di fronte all'intricatissima problezione, non si sarebbe dovuto temere in futuro matica del caso genovese, rimangono soprattutto da esplorare alcune circostanze relative alle nessun potentato terreno. La proposta venne prontamente accolta, di cerimonie in questione. Poich dal 1634 la Remodo che il 25 marzo successivo, festa dell'An- pubblica negava ai cardinali il titolo d'eminennunciazione, si pot celebrare nella cattedrale za non ci si sarebbe potuti teoricamente relazionare con loro se non in forma privata o trala solenne cerimonia di consacrazione. Nel giugno 1637 venne eletto doge Agostino mite terzi. Rimane perci da chiarire a cosa si Pallavicini, ma la sua investitura si lasci per debba attribuire il fatto, che fu proprio un carattendere ben cinque mesi. Il ritardo fu dovuto dinale, il genovese Giovanni Domenico Spinola, al fatto che egli doveva essere incoronato non a presiedere l'incoronazione della Vergine in con le insegne ducali bens con quelle regali. Si presenza dei vertici della Repubblica. Il suo trattava di un passo importante: la proclama- ruolo e il motivo della sua presenza rimangono zione dello status regio, cio un atto di autoele- finora oscuri, e delle indagini sul suo conto povazione di rango, supportato essenzialmente trebbero essere cruciali al fine di una migliore dalla consacrazione della Repubblica alla Regi- valutazione di tutta la vicenda. Ugualmente importante si pu presumere il na del Cielo. ben noto che queste due operazioni con- ruolo di un altro personaggio, giunto a grande giunte sono da collocarsi in una fase assai criti- notoriet a causa del ruolo ambiguo giocato ca dei rapporti fra Genova e la Spagna. La sto- nel processo contro Galilei, e altrettanto conoriografia ha messo bene in luce quanto lo schie- sciuto per le sue esaltazioni mariane, che celeramento repubblichista della classe dirigente brarono proprio gli straordinari poteri della regenovese, giunta al potere proprio in quegli an- gina del cielo: il lunigiano-genovese Niccol ni, fosse ricettiva alle idee di Machiavelli e Bo- Riccardi, detto il padre mostro. Il dominicadin, e come essa mettesse in campo un'offensiva no rivest a Roma, dal 1629, la funzione di rappresentativa, con la finalit di affermare la piena sovranit della Repubblica anche nei confronti del Sacro Romano Impero. In questa ottica, il sottile filo della ragion di Stato che corre tra Bodin e la incoronazione della Vergine non sembrerebbe offrire ancora molti spunti di ricerca. Eppure, a ben vedere, c' ancora qualcosa da studiare, quando si ripercorra l'iter dell'intera vicenda, cercando di integrarvi la sua dimensione romana. Desta stupore la solerzia con la quale Urbano VIII avvalor il desiderio della Repubblica di incoronare la Madonna, se si pensa a come le relazioni tra Genova e Roma fossero in crisi gi nell'estate del 1634, in seguito alla deliberazione da parte della Repubblica di non voler pi inviare a Roma le ambasciate d'ubbidienza, se queste non fossero state ricevute nella sala regia. A Roma si doveva essere quindi ben consci del fatto che l'incoronazione della Vergine avrebbe potuto costituire un significativo supporto al disegno politico perseguito dalla ReMaestro del Sacro Palazzo e fu a Genova nel- la commistione delle famiglie genovesi nella cul'ottobre del 1637, appena un mese prima del- ria. Poich i Durazzo fungevano allo stesso l'incoronazione reale del Pallavicini. tempo da perno delle reti di relazione a GenoVenti giorni prima dell'incoronazione del va e a Roma, sembrava opportuno risolvere doge, fu il cardinale Stefano Durazzo, nomina- l'intricato problema per loro tramite. Questa to presule dell'arcidiocesi genovese nel 1635, a vicenda ci mostra, innanzitutto, come i rapporfare finalmente il suo primo ingresso in citt. ti fra potere politico e potere ecclesiastico d'anAppartenente a una delle facoltosissime fami- tico regime non si lascino cogliere in termini di glie della nobilt genovese, Stefano era giunto una netta contrapposizione. E senza un'analisi alla porpora nel 1633 attraverso l'ormai consolidato iter degli incarichi finanziari. Fu uno degli uomini di fiducia del cardinal nepote Francesco Barberini e amministr la provincia di Ferrara come Legato pontificio fino all'autunno del 1637, quando divenne arcivescovo di Genova. ben noto che, a causa della discordia dei titoli, non solo il Durazzo si rifiut di incoronare il doge Pallavicini, ma i vertici della Repubblica, in veste ufficiale, non poterono pi assistere alle funzioni di culto nella cattedrale. Le conseguenze di tali fatti sull'assetto cultuale e politico genovese raggiunsero un livello preoccupante. Nel dicembre del 1638, si cerc di appianare le conflittualit, giungendo alla vicendevole soddisfazione fra l'arcivescovo e la Repubblica. Subito dopo scattarono quei meccanismi di modulazione di rapporti fra soggetti politici da ritenersi emblematici per il modo con cui si articolava la politica d'antico regime. Nel febbraio 1639 giungeva la notizia a Genova che il vescovado di Brugnato dietro richiesta del cardinal-arcivescovo sarebbe stato assegnato a Francesco Durazzo, suo cugino di secondo grado; e il 28 luglio 1639 venne eletto doge Giovanni Battista Durazzo, padre di Francesco e cugino di Stefano. Il 21 aprile 1640, si incoron finalmente il doge Durazzo nel palazzo reale. Invece di una vera e propria benedizione da parte della suprema autorit ecclesiastica, il giorno successivo il doge fu ricevuto dal proprio figlio monsignor Francesco nella chiesa del Anton Van Dyck, Il doge Agostino Pallavicini (XVII secolo) Ges. La congiuntura durazziana di questa fase della vicenda notevole e da considerare sotto vari aspetti. Sicuramente approfondita della consistente e fitta rete di rel'affare Durazzo, cio la mediazione del con- lazioni informali, ruotanti attorno ai numerosi flitto istituzionale attraverso una specie di ac- uomini d'affari, prelati e cardinali presenti alla corpamento famigliare rappresenta un caso ec- corte pontificia non solo non si possono comcezionale nella storia della Repubblica. Esso fu prendere i rapporti fra Roma e Genova, ma dovuto a una situazione estremamente difficile nemmeno le relazioni fra la Chiesa genovese e a causa della combinazione fra la diatriba dei il potere politico della Superba. titoli e la rivendicazione dello status regio, ma allo stesso tempo, estremamente favorevole per *Westflische Wilhelm-Universitt

domenica 18 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
In un'iscrizione funeraria del IV secolo la prima testimonianza archeologica dell'evangelizzazione in Liguria

pagina 5

C'era una volta una povera tegola


di FABRIZIO BISCONTI Nel settembre del 1979, in occasione di alcuni scavi nell'area sud-occidentale della chiesa di Sant'Eusebio a Perti, si rinvenne una tegola relativa alla copertura di una tomba incisa con il seguente testo: (L)ucius Helui (- - - innocens?) / in pace Iesu (recessit die ?) VIII id (us) iul (ias) a (nnis) IX (Mamertino et)/ Neuitta co (n)s (ulibus). L'iscrizione funeraria riporta, dunque, la data consolare del 362 e rappresenta la pi antica testimonianza della diffusione del cristianesimo nel territorio ligure, come assicurano l'incipit del testo, costituito da un cristogramma, e la chiusura dello stesso, che comporta l'incisione di una croce equilatera. Questo povero documento, rinvenuto nel piccolo centro dell'entroterra di Finale Ligure, a dire il vero, si propone come una prova decontestualizzata, nel senso che gli scavi del centro di Perti hanno riportato alla luce un insediamento provvisto di una necropoli dalla lunga vita che, dall'et repubblicana giunge all'alto medioevo, ma la basilica di Sant'Eusebio, dove fu reimpiegata l'epigrafe, non presenta una fase paleocristiana e anzi, alla luce delle pi recenti riflessioni degli archeologi, essa non sembra pi antica dell'undicesimo secolo. Nonostante il reimpiego portanti edifici di culto, a cominciare navate e mostra diverse fasi, che si dida due santuari extraurbani, quello di slocano tra il quarto e il sesto secolo. San Calocero sulla via Julia Augusta e Nella diocesi di Luni fu attivo un quello di San Vittore sulla via Aurelia, vescovo Venanzio, che fu in contatto ambedue sorti, tra il quarto e il quinto con Gregorio Magno, il quale invi al secolo, nei pressi di altrettanti cimiteri, presule una badessa romana, per guigi attivi in et proto-imperiale e uti- dare un monastero femminile, che egli lizzati per tutta la tarda antichit. Al aveva creato nella sua abitazione, nel medioevo risale, poi, il complesso di 597, dedicandolo ai santi Pietro, GioSan Clemente, anch'esso sorto nel su- vanni, Paolo, Erma e Sebastiano (Epiburbio della citt su un edificio paleo- stole, 8, 5). Ai tempi di Gregorio e di cristiano, pure riferibile Venanzio risale una capillare cristiaal quinto secolo e prov- nizzazione del territorio lunigiano, che Il forte apporto missionario del cristianesimo visto di un battistero, si esprime con la creazione della pieve recentemente scoperto di San Venanzio di Migliarina, della in Liguria viene dal mare all'interno di un edificio cattedrale di Brugnato e quella di SanC' infatti una forte tradizione che lega to Stefano di Sorano. termale romano. molti culti alla terra d'Africa Molto produttivi sono risultati gli Anche a Genova, il Cristianesimo si diffonde scavi archeologici eseguiti, nel passato da cui si mossero molti cristiani in fuga prossimo, sull'altura del Priamar, a Sae si organizza a partire per la feroce persecuzione di Genserico dal quinto secolo, come vona, dov' stata riportata alla luce dimostrano l'epigrafe di una vasta necropoli utilizzata tra il corrono questo territorio cos singolare, un subdiaconus Sanctulus morto nel 493 quarto e il sesto secolo, mentre stato nel senso che si configura come un si- e la cronotassi episcopale. A quest'ulti- anche indagato il complesso episcopale stema totalmente montuoso che preci- mo riguardo, se non abbiamo prove af- sorto nell'area dove era situata la mepita repentinamente verso il mare. fidabili per i presuli Felice e Siro, men- dievale cattedrale di Santa Maria. Il La strada privilegiata, ancora nella zionati dalla tradizione agiografica, sia- prosieguo dello scavo puntualizzer tarda antichit, era rappresentata dalla mo certi degli episcopati di Diogenes e l'articolazione della vasta area sulla via Aurelia che assieme alla via Julia di Pascasius, attivi rispettivamente nel quale sorgeva, fino alla distruzione del Augusta, costeggiavano il mare da Lu- quarto e nel quinto secolo, come ab- 1500, la basilica con il battistero e il ni a Ventimiglia, mentre la via Aemi- biamo gi accennato, mentre Asterius palazzo episcopale. lia Scauri e la via Postumia, collegava- resse la sede tra il 629 e il 638 e, dopo Per quanto attiene la diocesi di Venno rispettivamente Luni e Genova con la conquista da parte di Alboino dell'I- timiglia, essa attestata, per la prima i centri dell'interno, attraversando talia settentrionale, unific le diocesi di volta, nel 680, anno in cui il presule l'Appennino. Genova e Milano e, infine, Iohannes Giovanni partecip al concilio romano Questa principale rete che, nel 680, fu tra coloro che parteci- del pontefice Agatone, anche se la traviaria, assieme agli ap- parono al sinodo romano. dizione assicura che i primi presuli fosprodi di Albenga, Va ancora aperto il dibattito circa la sero gi attivi nel quarto secolo. Ancodo, Genova e Luni, sede della prima cattedrale genovese, ra non sicuro dove fosse collocata la rappresentano i vettori ma, forse, essa pu essere collocata lad- primitiva cattedrale, seppure gli scavi portanti di un cristiane- dove oggi si innalza la severa cattedra- del passato e le recenti riflessioni degli simo in rapida diffusio- le di San Lorenzo, mentre sembra sem- archeologi abbiano ipotizzato che tale ne sin dal momento del- pre meno probabile l'identificazione edificio fosse situato a levante del teala pace della Chiesa. della primitiva chiesa-cattedrale con la tro di Albintimilum. Scarse sono, comunque, basilica extra moenia di San Siro, forse Nel ponente ligure, gi nel sesto sele notizie per il periodo sorta come basilica apostolorum, dove colo, osserviamo la nascita di una denpi antico e anzi, dopo furono sepolti i vescovi milanesi nel pe- sa costellazione di ecclesiae baptismales, l'indizio fornito dall'e- riodo del loro esilio a Genova. Per che testimoniano una sistematica cripigrafe di Perti, dob- quanto attiene la chiesa di Santa Ma- stianizzazione delle aree rurali, con ribiamo attendere un ria di Castello, pure considerata come guardo speciale per gli edifici di culto, ventennio per avere la prima cattedrale, essa rappresenta il recentemente indagati dagli archeologi laconica notizia della polo episcopale pienamente medievale a Capo Don presso Riva Ligure, a Piepartecipazione del ve- e raggiunge il suo apex tra il dodicesi- ve del Finale, a San Paragorio di Noli, scovo Diogenes di Ge- mo e il quattordicesimo secolo, quando a San Pietro di Albisola, tutti collegati nova al concilio di viene costruito e ristrutturato pi volte a vici o mansiones, dislocate lungo il Aquileia del 381. La il Palazzo Vescovile. tracciato della via Aurelia Julia Augucronotassi episcopale Estremamente interessante appare la sta. Ma il forte apporto missionario del delle diocesi della LiCristianesimo in Liguguria si anima soltanto ria, come abbiamo anti ancora aperto il dibattito circa la sede dal quinto secolo e, secipato, viene dal mare e gnatamente, dal 451, della prima cattedra genovese viene da una forte traquando i vescovi Pascasius dizione che lega molti Forse essa pu essere collocata l dove oggi di Genova e Quintus di Alculti alla terra d'Africa, benga parteciparono al Sino- si innalza la severa cattedrale di San Lorenzo da cui si mossero molti do di Milano. In quegli anni, Meno probabile l'identificazione fratelli della fede in fuproprio ad Albenga nasce la ga per la feroce persecattedrale paleocristiana prov- con la basilica extra moenia di San Siro cuzione vandalo-ariana vista dello splendido battistero inaugurata da Genseriche ancora conserva parte della cristianizzazione della citt di Luni, la co, che indurr le comunit della costa decorazione musiva e che, in cui cattedrale romanica, situata all'in- dell'Africa settentrionale a imbarcarsi questi mesi, oggetto di un ac- terno della cinta urbana romana, ha alla volta delle coste italiane. curato intervento di scavo da par- presentato agli archeologi un pi antiL'approdo pi vicino fu quello della te dell'Istituto Internazionale di co impianto basilicale, mentre a meri- Campania e il perseguitato pi celebre Studi Liguri. La cattedrale paleofu Quodvultdeus vescovo di Cartagine, cristiana di Albenga insisteva, con dione dell'edificio stato intercettato il accolto dalla comunit partenopea neltutta probabilit, nello stesso sito complesso episcopale, che si situa su la cripta dei vescovi, nelle catacombe dell'attuale, in un'area dove dove- una struttura residenziale romana, for- di San Gennaro. Ma altri perseguitati va svilupparsi il foro della citt se gi utilizzata dai cristiani nel corso raggiunsero la costa tirrenica e l'arciromana. Del periodo paleocristia- del quarto secolo. L'aula basilicale, pelago toscano, fermandosi all'isola del no, ad Albenga, restano altri im- provvista di abside, distinta in tre Giglio, alla Gorgona, alla Capraia, difL'iscrizione funeraria del piccolo Lucius (IV secolo) della tegola, essa, a tutt'oggi, rappresenta la prima testimonianza dell'Italia nord-occidentale. Il nostro percorso attraverso il suggestivo fenomeno della cristianizzazione della terra di Liguria, inizia proprio da questa iscrizione funeraria del piccolo Lucius, sepolto in un centro non lontano dalla costa ed proprio dal mare che il Cristianesimo approd nella regione, nonch dalle grandi vie che per-

Mosaico con il triplice cristogramma (Battistero di Albenga, V secolo)

fondendo i culti di san Sensia, san Cer- cristianizzazione, che appare sempre bone, san Mamiliano. E l'esodo port i pi nitida nella sua dinamica, la quale profughi sino alla terra di Liguria: tar- collega questa terra impervia, ma dolde testimonianze agiografiche attestano cemente bagnata dal mare e baciata i culti di san Cipriano a Calvisio, san- da un clima sempre tiepido, tra la t'Ampelio a Bordighera, sant'Eugenio nell'isola di Bergeggi, i santi Par- Gi nel VI secolo nel Ponente ligure teo, Partenopeo, Para- si nota la nascita di una densa costellazione gorio e Severino a Noli, di ecclesiae baptismales san Venerio nel golfo di La Spezia. Alla compo- Testimoniano una sistematica nente africana si asso- cristianizzazione delle aree rurali cia, nel fenomeno della con riguardo speciale per gli edifici di culto cristianizzazione della Liguria costiera e insulare, il fenomeno dell'eremitismo orien- grande esperienza milanese di Ambrotale, ma un'attenta considerazione del- gio e quella degli uomini della Provenle scarse evidenze archeologiche emerse za, che accolsero il Cristianesimo, proalla Gallinara, a Bergeggi e al Tino, prio quando fu promulgato l'editto di suggeriscono di pensare a insediamenti tolleranza. Da Milano, da Arles, da Marsiglia, monastici solo altomedievali, scartando l'ipotesi di eremitaggi paleocristiani, da Aix-en-Provence, ma anche da Ropi sicuri per le isole dell'arcipelago to- ma, da Aquileia, da Ravenna, dai porti dell'orbis christianus antiquus, attrascano. Mentre gli archeologi delle sovrin- verso le vie consolari e i tracciati minotendenze di Stato e dell'Istituto Inter- ri, la nuova fede arriv e si accese nei nazionale degli Studi Liguri continua- grandi centri costieri, ma pure negli inno a scavare gli edifici cristiani, inter- sediamenti rurali dell'entroterra, concettando realt pi antiche rispetto a vertendo popoli e uomini, creando picquelle evidenziate dalle strutture me- cole e grandi comunit, ispirando la dievali e romaniche, si stanno scriven- costruzione di cattedrali e battisteri, di do nuove pagine della storia del Cri- piccole pievi e isolati monasteri, semstianesimo in terra di Liguria. Si tratta pre nel nome di quella croce, incisa di pagine dense di nuove notizie, che tanti anni prima nella povera tegola di valorizzano le fonti scritte e che lascia- Perti, da cui inizia la storia infinita no emergere i tempi e i modi di una dell'evangelizzazione della Liguria.

Nell'antica liturgia mozarabica, elaborata nel corso dei secoli VI e VII, si fondono elementi orientali e occidentali, usi e costumi del Nord dell'Africa e della Chiesa ambrosiana

Quel rito che nacque nella Spagna islamica


Una messa in rito mozarabico sar celebrata il 18 maggio alle ore 10 nella Iglesia Nacional Espaola de Santiago y Montserrat a Roma in occasione della Solennit della Santissima Trinit; il rettore illustra le caratteristiche principali dell'antico rito nato in epoca visigotica. di JOS LUIS GONZLEZ NOVALN* Il rito mozarabico, nel quale si celebrer l'Eucaristia domenica prossima nella Iglesia Nacional Espaola de Santiago y Montserrat di Roma, quello che si us in Spagna dall'epoca romana e visigota fino alla fine dell'XI secolo, secolo in cui, per decisione di Papa Gregorio VII, fu sostituito dal rito romano. Sulla sua formazione avevano influito molti fattori, a iniziare dai contatti che le comunit cristiane dell'Hispania avevano con quelle di altre regioni, che stavano a loro volta formando la propria liturgia. Si fondono quindi in essa elementi orientali e occidentali, usi e costumi del Nord dell'Africa e della liturgia ambrosiana. Quella spagnola fu elaborata principalmente nel corso dei secoli VI e VII, sotto il dominio dei visigoti, e sorse attorno alle chiese principali, che erano Tarragona, Siviglia e Toledo. Anche se il contributo di ognuna di esse materia di dibattito fra gli esperti della Sacra Liturgia, si pu affermare che contribuirono alla sua formazione figure tanto importanti come i vescovi san Justo di Urgel e Braulio di Saragozza, i fratelli sivigliani san Leandro e san Isidoro, i toledani san Eugenio e san Ildefonso. Questa liturgia ha perci ricevuto nomi diversi quali gotica, visigotica, ispanica, isidoriana, toledana e simili. Fra il popolo predomin tuttavia la denominazione di mozrabe (mozarabica) perch, dopo l'invasione degli arabi, continuarono a celebrarla i cristiani che vivevano in Spagna nelle zone occupate dai musulmani, che erano cos chiamati. Dopo l'imposizione della liturgia romana da parte di Papa Gregorio VII la maggior parte dei suoi libri and perduta, ma se ne conservarono alcuni in diversi archivi della Spagna (ad esempio l'Oracional Visigtico di Leon) e lo stesso rito continu a essere celebrato in alcune chiese di Toledo e di Salamanca. Questo spinse il cardinale Cisneros a portare a termine una revisione e una restaurazione del rito per quei luoghi in cui ancora vigeva. Non bisogna perdere di vista il fatto che ci si trovava in quell'epoca precedente al Concilio di Trento in cui molte diocesi stampavano e divulgavano messali secondo gli usi seguiti nella loro cattedrale (messali secondum usum si soleva denominarli). Il messale mozarabico di Cisneros era uno di essi. Nel XVIII secolo il cardinale Lorenzana realizz una nuova e accurata edizione di questo libro nella stessa linea del suo predecessore. Recentemente stata compiuta una nuova revisione del messale, seguendo le direttive stabilite dal Concilio Vaticano II nella sua Costituzione sulla Sacra Liturgia per tutti i riti cattolici. E cos, ripristinata la purezza primitiva dei suoi testi e l'ordine della celebrazione, si realizz una nuova edizione latina del messale e del lezionario, dando loro i nomi rispettivamente di Misale Hispanico-mozarabicum e di Liber comicus, come si usava nel Medioevo. L'opera fu portata a termine dal cardinale primate don Marcelo Gonzlez Martn, che nella sua qualit di superiore responsabile del rito, poteva autorizzare la sua celebrazione in circostanze speciali, come continuarono a fare i suoi successori. Una volta soddisfatte le condizioni del tempio e della comunit spagnola che gravita attorno a esso, la Iglesia Nacional Espaola de Santiago y Montserrat di Roma ricevette il privilegio di celebrare questo rito in alcune festivit dell'anno. Ne sono state segnalate due: la terza domenica di Avvento, per la sua vicinanza al 18 dicembre (Aspettazione del Parto di Maria), che era la solennit mariana pi importante della liturgia mozarabica, e la domenica della Santissima Trinit, per il grande contributo apportato dalla Chiesa visigota al riconoscimento di questo mistero, sradicando nei suoi concili i germi dell'arianesimo che iniziavano a pullulare in Spagna.

Miniatura in stile mozarabico (Bibbia di Len, X secolo)

La celebrazione di questa liturgia vuole essere per gli spagnoli residenti a Roma un'evocazione dell'antica professione della loro fede e della bellezza delle loro assemblee. Per tutti significher una comunione dei riti cattolici, dei quali conserva elementi preziosi.
*Rettore della Iglesia Nacional Espaola de Santiago y Montserrat

Il monastero di San Miguel de Escalada in Spagna

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
Pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana l'Annuarium Statisticum Ecclesiae

domenica 18 maggio 2008

La Chiesa nel mondo Cresce la presenza in Africa


Viene presentato in questi giorni l'Annuarium Statisticum Ecclesiae, preparato dall'Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa ed edito dalla Libreria Editrice Vaticana. L'Annuario Statistico fornisce informazioni numeriche sui principali aspetti che caratterizzano l'azione della Chiesa cattolica nei diversi paesi e nei vari continenti. Le tavole statistiche, integrate da grafici, vengono arricchite da didascalie nelle lingue latina, inglese e francese. Le informazioni sviluppate nelle pagine che seguono si propongono di fornire un'analisi sintetica delle principali dinamiche riguardanti la Chiesa cattolica nel periodo 2000-2006, con particolare riferimento alla distribuzione geografica dei fedeli cattolici nel mondo, all'evoluzione dell'offerta di servizi pastorali e alla concentrazione delle diverse categorie di operatori pastorali sul territorio. Nel corso degli ultimi sette anni, la presenza dei cattolici battezzati nel mondo rimane stabile attorno al 17,3%, quale risultato dell'espansione del numero dei cattolici (8,24%) a ritmi sostanzialmente assimilabili a quelli della popolazione mondiale nello stesso periodo (8, 19%). Nel 2006, si contano poco pi 1.131 milioni di cattolici battezzati, a fronte dei 1.045 milioni circa nel 2000. Il contributo delle varie aree geografiche al dato complessivo appare, tuttavia, assai diversificato. L'Europa, pur ospitando quasi il 25% della comunit cattolica mondiale, si conferma l'area meno dinamica in assoluto, con una crescita del numero di fedeli inferiore all'1%. Questo, d'altra parte, a fronte di una stagnazione ancora pi pronunciata della dinamica demografica, si traduce in un lieve miglioramento della presenza sul territorio che supera nel 2006 il 40%. Crescono meno della popolazione i fedeli battezzati in America ed Oceania (8,4% e 7,6%, rispettivamente), mentre il contrario si verifica nel continente asiatico. In termine di peso dei fedeli sul totale della popolazione, il continente asiatico si mantiene pressoch stabile nel 2006, con tendenza ad un graduale consolidamento, rispetto al dato del 2000. Nel continente africano, con una crescita due volte quella dei paesi asiatici (e pari a quasi il 22%) e superiore a quella demografica, il numero dei battezzati passa da poco pi di 130 milioni nel 2000 agli oltre 158,3 milioni nel 2006. Al di l delle diverse dinamiche demografiche, pertanto, risulta evidente conferma dell'accresciuto peso del continente africano (i cui fedeli salgono dal 12,4% al 14,0% di quelli mondiali) e del continuo calo, invece, di quello europeo, per il quale la percentuale sul totale mondiale scesa dal 26,8% del 2000 al 24,97% del 2006. Si consolida la posizione dell'America quale continente a cui ormai appartiene pressoch la met dei fedeli cattolici nel mondo. Moderatamente crescente appare, infine, l'incidenza nel mondo cattolico del continente asiatico che, con un peso di oltre il 60% della popolazione mondiale, si mantiene attorno al 10% circa in tutto il periodo analizzato. Stabile rimane l'incidenza dei battezzati su 100 abitanti in Oceania, anche se su valori assoluti nettamente inferiori. All'evoluzione della presenza di cattolici nel mondo, ha fatto riscontro un adeguamento delle strutture territoriali della Chiesa necessarie all'effettiva fruizione dell'offerta di servizi pastorali. Il numero di circoscrizioni ecclesiastiche, che passato complessivamente da 2.992 a 3.069 nel 2006, ha registrato la crescita pi consistente proprio nelle aree geografiche che hanno manifestato maggiore dinamicit della domanda. Le circoscrizioni ecclesiastiche sono aumentate del 4,86% in Asia e del 3,84% in Africa, a fronte di una sostanziale inerzia in Europa. Crescono ad un tasso moderato, attorno al 22,5%, le aree rimanenti. Un'indicazione pi chiara, d'altra parte, dell'adeguatezza o meno dell'offerta alla domanda di servizi pastorali, si ottiene rapportando il numero dei fedeli a quello delle circoscrizioni al 2006. Squilibri assai significativi emergono tra le varie aree. L'America si conferma il continente con il quoziente pi elevato, con 528 mila fedeli per circoscrizione ecclesiastica. Seguono l'Europa, con una circoscrizione ecclesiastica ogni 381 mila fedeli, l'Africa con 308 mila e l'Asia, dove ciascuna circoscrizione raccoglie oltre 177 mila fedeli. L'Oceania, infine, con la pi scarsa densit demografica sul territorio, vanta una circoscrizione ecclesiastica ogni 112 mila fedeli. L'andamento dei centri pastorali mostra, negli anni, una dinamica relativamente pi spiccata. In termini aggregati, il numero dei centri pastorali passato, dal 2000 al 2006, da circa 409 mila ad oltre 428 mila, con un ritmo di crescita di quasi il 5%. Il dato globale, tuttavia, sintetizza andamenti divergenti tra le varie aree continentali: la consistenza dei centri pastorali diminuisce in Europa ed in Oceania (rispettivamente del 2 e quasi del 5%) ed aumenta nelle rimanenti estensioni geografiche. Differenze emergono anche nel ritmo di espansione: moderato in Africa (+3,20%), sostanzialmente in linea con la crescita media globale in America (+4,79%), assai sostenuto in Asia (+28,49%), dove i centri pastorali rappresentano, nel 2006, oltre il 15% del totale mondiale. A fronte dell'espansione del numero dei cattolici nel mondo, superiore a quella dei centri pastorali nello stesso lasso di tempo, il rapporto tra la popolazione cattolica ed il numero dei centri pastorali stato moderatamente crescente: se nel 2000 circa 2.500 fedeli si raccoglievano attorno al medesimo centro pastorale, nel 2006, il quoziente superava le 2.600 unit. Il dato aggregato, in questo caso, rispecchia l'andamento registrato a livello dei vari continenti, con l'eccezione dell'Asia dove il bacino d'utenza di ciascun centro pastorale sembra assottigliarsi nel tempo, con un miglioramento, dunque, delle condizioni di accesso ai servizi pastorali. Guardiamo ora al dettaglio dei vari comparti degli operatori pastorali, analizzando gli andamenti temporali e territoriali, nell'ordine, di vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose professe. Il numero dei vescovi nel mondo passato, dal 2000 al 2006, da 4.541 a 4.898, con un aumento del 7,86%. Il continente pi dinamico risulta quello asiatico (+14,83%), seguito da America (+9,09%), mentre al di sotto della media complessiva Africa e Oceania (attorno al 6%) ed infine Europa (4,41%). Il peso delle varie aree rimasto pressoch invariato nel tempo, con America ed Europa che, da sole, continuano ad aggirarsi attorno al 70 per cento del totale. Per avere una prima stima, oltre che della distribuzione territoriale dei vescovi nel mondo, anche delle dimensioni del carico di lavoro medio di ciascun vescovo nelle varie aree geografiche, procediamo a rapportare il numero dei sacerdoti al numero dei vescovi. Come si evince dalla tavola che segue, da un rapporto di quasi 90 sacerdoti per ogni vescovo si scende verso un quoziente di 83 a uno, con un apprezzabile alleggerimento, nel tempo, degli oneri pastorali loro attribuiti ed una pi equa suddivisione degli impegni tra le due categorie di operatori pastorali.
n. Sacerdoti / n. Vescovi 2000 Africa America Asia Europa Oceania Mondo 45,2 71,2 69,5 139,4 40,9 89,2 2006 52,5 65,5 71,2 125,8 37,0 83,1

sacerdoti. Le dimensioni del fenomeno, pertanto, risultano ancora del tutto inadeguate perch l'opera di tale categoria di operatori pastorali possa incidere in maniera significativa sull'equilibrio tra la domanda e l'offerta di servizi ai fedeli cattolici residenti sul territorio. In termini evolutivi, tuttavia, si noti che essi tendono a manifestare una maggiore presenza sul territorio proprio laddove il rapporto fedeli battezzati per sacerdote risulta pi carente. Emergono, pertanto, fenomeni di redistribuzione delle risorse in corso nella Chiesa Cattolica, a garanzia del ricambio nell'offerta di servizi pastorali. Il trend di contrazione che ha investito da qualche anno la categoria dei religiosi professi non sacerdoti sembrerebbe aver trovato, nel 2006, una battuta di arresto. Nel mondo, essi contavano 55.057 unit nel 2000 e raggiungono il numero di 55.107 nel 2006. In netto calo in Europa (-12,01%) e in Oceania (-16,83%), stazionari in America, i religiosi professi non sacerdoti aumentano in Asia (+30,63%), dove accrescono la propria quota sul totale mondiale, e in Africa (+8,13%). Nel 2006, infatti, il peso dei religiosi non sacerdoti in questi due continenti arriva a superare la percentuale presente in America. L'Europa continua a mantenere la quota relativa pi elevata (34,63%), ma in netta diminuzione. Anche la popolazione delle religiose professe sta attraversando una profonda trasformazione. Le religiose professe, numericamente pari a quasi due volte i sacerdoti e circa 14 volte i religiosi professi, sono attualmente in diminuzione. A livello globale, esse passano da oltre 800 mila unit nel 2000 a circa 750 mila sette anni dopo. Quanto alla loro distribuzione geografica, il 42% circa risiede in Europa, seguito dall'America con il 28,03% e dall'Asia con poco pi del 20%. In termini evolutivi, le religiose professe

La popolazione sacerdotale, sia diocesana che religiosa, mostra un marginale accrescimento nel corso degli ultimi sette anni (+0,51% a livello mondiale), passando dal numero di 405.178 nel 2000 a 407.262 nel 2006. Il dato aggregato, tuttavia, risulta assai poco significativo, alla luce delle evidenti disparit regionali, innanzitutto di segno. Se Africa e Asia mostrano una dinamica assai sostenuta (rispettivamente, +23,24% e +17,71%) e l'America si mantiene pressoch stazionaria, Europa ed Oceania registrano, invece, nello stesso periodo, tassi di crescita negativi, del 5,75 e del 4,37%. Guardando, poi, alla distinzione tra diocesani e religiosi, appare chiaro l'evolversi divergente delle due categorie di operatori sacerdotali. A fronte dei primi che, nel complesso, registrano un aumento del 2%, passando cos da 265.781 nel 2000 a 271.091 nel 2006, i secondi sono in costante flessione (-2,31%), attestandosi a poco pi di 136 mila nel 2006. I religiosi, inoltre, oltre a risultare, in linea con il dato aggregato, in calo in Europa ed Oceania, mostrano un significativo ripiegamento anche nel continente americano, dove contano poco pi di 42 mila unit nel 2006 da oltre 45 mila nel 2000. In termini di quota percentuale, i sacerdoti risultano chiaramente in flessione solo in Europa: se nel 2000, essi rappresentavano oltre il 51% del totale mondiale, scendono, al 2006, di oltre 3 punti percentuali. Recuperano, invece, posizioni Asia e Africa che, insieme, rappresentano, nel 2006, quasi il 21 per cento del totale (dal 17,5 di sette anni prima). America ed Oceania tendono a conservare la propria quota sostanzialmente costante nel tempo, anche se molto diversa in termini dimensionali: la prima si mantiene attorno al 30%, mentre la seconda continua a rappresentare poco pi dell'1%. Prendendo in esame il rapporto tra il numero dei cattolici presenti nelle varie aree continentali e quelli dei sacerdoti emerge con evidenza un crescente squilibrio tra la domanda e l'offerta di servizi pastorali. Se nel 2000 a ciascun sacerdote si attribuivano 2.579 cattolici, questi ultimi diventano quasi 2.800 nel 2006. Il fenomeno evidente soprattutto in America, ma la presenza sacerdotale peggiora anche in Europa, pur vantando, quest'ultima, il rapporto pi vantaggioso in termini assoluti. Migliora invece il numero di cattolici per sacerdote in Africa (da 4.786 a 4.729) ed in Asia (da 2.463 a 2.310), ma rimane ancora del tutto inadeguato, soprattutto nel primo caso. La popolazione dei diaconi permanenti, sia diocesani sia religiosi, continua a mostrare una significativa dinamica evolutiva. Ancora limitati in termini assoluti, aumentano, al 2006, di oltre il 24%, rispetto al dato di sette anni prima, passando da 27.824 a 34.520. Il numero dei diaconi migliora in tutte le aree a ritmi assai elevati. In Oceania, dove i diaconi non raggiungono ancora l'1% del totale, essi aumentano di quasi il 50%, attestandosi a 264 unit nel 2006. Ma essi aumentano anche in aree dove la loro presenza quantitativamente pi rilevante. In America ed in Europa, dove al 2006 risiede circa il 98% della popolazione complessiva, i diaconi sono aumentati, nell'intervallo di tempo analizzato, rispettivamente del 21,9 e 29,08%. In America, in particolare, essi risultano concentrati soprattutto nell'America del Nord. L'effettiva capacit dei diaconi permanenti di coadiuvare i sacerdoti nell'azione pastorale sul territorio, rimane, tuttavia, ancora contenuta. Nel mondo, la distribuzione dei diaconi ogni cento sacerdoti residenti, infatti, pari a 8,476 nel 2006 e va da un minimo di appena 0,279 in Asia ad un massimo di 18,46 in America. In Europa ed Oceania il quoziente attorno a 5,65,7, mentre in Africa 1,1 diaconi permanenti prestano servizio a fianco dei

sono andate aumentando nei continenti pi dinamici, Africa (+15, 45%) ed Asia (+12,78), a fronte di una contrazione nelle rimanenti aree. Di conseguenza, se nel 2000 le religiose professe residenti in Europa e America ammontavano a quasi i tre quarti del totale mondiale, incidono per poco meno del 70% nel 2006. Al fine di valutare le potenzialit di rinnovo dell'attivit pastorale, utile considerare l'andamento degli studenti di filosofia e di teologia presenti nei seminari diocesani e in quelli religiosi. Ebbene, a livello globale, il numero dei candidati al sacerdozio aumentato, passando da 110.583 unit nel 2000 a oltre 115mila nel 2006, con un incremento del 4,43%. L'evoluzione stata molto differente nei vari continenti. Mentre, infatti, Africa e Asia hanno mostrato dinamiche evolutive estremamente vivaci, l'Europa registra una contrazione del 16% circa nello stesso

periodo. Di conseguenza, si osserva un ridimensionamento del ruolo del continente europeo alla crescita potenziale del rinnovo delle compagini sacerdotali, con una quota che passa dal 24% a meno del 20%, a fronte di un'espansione di quello di Africa ed Asia. L'America mantiene una quota attorno al 32%, mentre l'Oceania rappresenta appena lo 0,8% del totale, ma in aumento. Nel 2006, ogni milione di cattolici nel mondo poteva contare su circa 102 candidati al sacerdozio: il rapporto diveniva 1 a 259 in Asia, 1 a 152 in Africa e 1 a 110 in Oceania; al di sotto della media mondiali i rimanenti. Anche in rapporto al numero dei sacerdoti, infine, le vocazioni risultano in crescita. Se il numero dei candidati nel mondo era infatti pari a poco pi di 27 per 100 sacerdoti nel 2000, esso supera le 28 unit ogni 100 sacerdoti nel 2006.

domenica 18 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 7

Il discorso del cardinale Tauran alla VI Conferenza di Doha sul dialogo interreligioso

L'aiuto della Caritas italiana alle popolazioni cinesi

L'essere umano la via di tutte le religioni


Si tenuta a Doha, in Qatar, il 13 e 14 maggio, la VI edizione della Conferenza sul dialogo interreligioso sul tema I valori religiosi: prospettive sulla pace e sul rispetto della vita. La Santa Sede stata rappresentata dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, e da monsignor Khaled Akasheh, capo ufficio per l'Islam del medesimo organismo. Il cardinale Tauran intervenuto durante la sessione inaugurale con il seguente discorso. Cari amici, 1. Innanzitutto desidero rendere grazie a Dio per averci riunito qui, in questo Paese ospitale e in questa bella citt in occasione di tale incontro. 2. Desidero ringraziare anche gli organizzatori della Conferenza, giunta alla sua VI edizione. Mi congratulo con loro per aver pensato di organizzare la Conferenza, unica nel suo genere, al centro dei Paesi arabi. Osservo con soddisfazione che il popolo del Qatar coraggioso e mantiene le promesse! Per esempio, ha promesso di ampliare la Conferenza fino a includere gli ebrei e di creare una struttura internazionale per il dialogo, l'attuale Centro internazionale di Doha per il dialogo interreligioso: entrambe le promesse sono state mantenute! Noto inoltre che esiste una netta distinzione di ruolo fra le varie istituzioni coinvolte nella preparazione della Conferenza. Sono lieto di sottolineare il ruolo che la Facolt di Shari'a dell'Universit del Qatar ha avuto, e ancora ha, nell'organizzazione della Conferenza. Il fatto che questa Facolt sia presieduta da una donna, nella persona della dottoressa 'Aisha al-Mannaie, aumenta il merito del Qatar in questo processo. 3. Sono poi lieto di osservare la partecipazione della Chiesa cattolica e della Santa Sede a questa iniziativa. Ricordo la mia partecipazione alla II Conferenza di Doha, organizzata congiuntamente dal Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, esattamente dalla Commissione per i rapporti religiosi con i musulmani, e dagli interlocutori del Qatar della Facolt di Shari'a e del Gulf center for studies, in collaborazione con il ministero degli Affari esteri, che si svolta dal 27 al 29 maggio 2004, sul tema: Libert religiosa: un tema per il dialogo fra cristiani e musulmani, con settantadue partecipanti fra musulmani e cristiani. Allora ero incaricato della Pontificia biblioteca vaticana e degli Archivi segreti della Santa Sede, dove sono conservati numerosi preziosi manoscritti islamici e arabi. Come saprete, nel giugno scorso, Sua Santit Papa Benedetto XVI mi ha chiamato a un nuovo servizio: sono il Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. Mi accompagna monsignor Khaled Akasheh, capo dell'Ufficio per l'Islam dello stesso Consiglio. 4. L'assenza della Santa Sede alla V Conferenza di Doha, lo scorso anno, stata dovuta a problemi di comunicazione e tecnici e non deve far temere che l'impegno della Chiesa cattolica per il dialogo interreligioso sia diminuito. 5. Infatti, fin dalla sua elezione al Pontificato, proprio il giorno successivo all'inizio solenne del suo ministero di Pastore universale della Chiesa, il 25 aprile 2005, Papa Benedetto XVI ha detto ai partecipanti alla cerimonia appartenenti a differenti tradizioni religiose: Sono particolarmente grato per la presenza tra voi di membri della comunit musulmana, ed esprimo il mio apprezzamento per la crescita del dialogo tra musulmani e cristiani, a livello sia locale sia internazionale. Vi assicuro che la Chiesa vuole continuare a costruire ponti di amicizia con i seguaci di tutte le religioni, al fine di ricercare il bene autentico di ogni persona e della societ nel suo insieme. Ha anche affermato: Pertanto imperativo impegnarsi in un dialogo autentico e sincero, costruito sul rispetto della dignit di ogni persona umana, creata, come noi cristiani fermamente crediamo, a immagine e somiglianza di Dio (cfr Gn, 1, 26-27). Sono certo che tutti concordiamo con Sua Santit sulla necessit di un dialogo autentico e sincero e sul fatto che l'incontro a cui stiamo partecipando autentico e sincero e quindi duraturo e fecondo. Il dialogo, come sappiamo, un servizio necessario all'umanit: non pi una scelta. Se ben fatto, con amore e verit, esso sinonimo di comprensione reciproca, rispetto, pace e armonia fra le varie componenti di una societ, siano esse etniche, religiose, culturali o politiche. 6. Sono particolarmente lieto perch in questa Conferenza si discute di valori religiosi. Noi, seguaci delle tre maggiori religioni monoteistiche, condividiamo valori religiosi con i seguaci di altre religioni e, nel fare questo, ci troviamo pi vicini grazie alla fede comune in Dio Creatore, Provvidenza e fine ultimo di ogni essere umano (cfr Nostra aetate, n. 1). La preghiera, il digiuno, le elemosine (cfr Nostra aetate, n. 3), la compassione per i deboli, i malati e i poveri, il rispetto per i genitori, la solidariet nella famiglia e nella comunit religiosa sono alcuni valori che condividiamo in quanto ebrei, cristiani e musulmani. Anche il carattere sacro della vita umana, nonostante alcune differenze, un valore comune. Ricordo l'affermazione chiara di Papa Giovanni Paolo II: L'essere umano la via della Chiesa. Penso che possiamo affermare che l'essere umano la via di tutte le religioni! Sono lieto di apprendere che un'importante figura musulmana, Sua Maest Abdullah, Re dell'Arabia Saudita, come ha egli stesso asserito, in totale accordo con quanto affermato da Papa Giovanni Paolo II: Tutti coloro che credono nella Torah, nella Bibbia e nel Corano mostrano lealt verso l'umanit. 7. A proposito della pace, permettetemi di citare un importante documento del Concilio Vaticano II, Gaudium et spes: La pace non la semplice assenza della guerra (n. 78). La pace si basa sulla giustizia. La pace il frutto dell'amore. Di conseguenza tutti i credenti hanno una responsabilit speciale nel cooperare con quanti cercano di garantire il rispetto effettivo della dignit della persona umana e dei suoi diritti, di sviluppare il senso di fraternit e solidariet, di aiutare fratelli e sorelle in umanit a non essere schiavi del consumismo e del materialismo. 8. A questo proposito desidero richiamare la vostra attenzione su una specificit dei credenti. Ogni settimana, il venerd, il sabato e la domenica, milioni di uomini e di donne, indipendentemente dalla loro et, dalla loro cultura e dalla loro condizione sociale, si riuniscono in preghiera nelle moschee, nelle sinagoghe e nelle chiese. Riescono a vivere l'unit nella diversit. Dobbiamo mettere questo patrimonio, una sorta di savoir-faire, a disposizione di tutta l'umanit. Ritengo sia un contributo significativo che possiamo apportare a una salda edificazione della pace: Il nome dell'unico Dio deve diventare sempre di pi, qual , un nome di pace e un imperativo di pace (Novo Millennio ineunte, n. 55) come ha scritto Papa Giovanni Paolo II. 9. Educhiamo i giovani alla pace, al rispetto reciproco! In quanto responsabili religiosi, promuoviamo una sana pedagogia di pace, che venga impartita nella famiglia, nelle moschee, nelle sinagoghe, nelle chiese, nelle nostre scuole, nelle nostre universit! Le religioni non fanno la guerra, ma, purtroppo, come la storia ci insegna, a volte la fanno i loro seguaci. Che Dio benedica il nostro incontro e ci doni il coraggio di essere fautori di pace!

I cattolici si mobilitano in soccorso delle vittime del terremoto nel Sichuan


CHENGDU, 17. I cattolici in Cina e nel mondo si mobilitano per soccorrere la popolazione del Sichuan, la regione dei quattro fiumi colpita luned 12 da un devastante terremoto di magnitudo 7,9 che ha provocato oltre ventinovemila vittime, secondo dati provvisori forniti dal governo di Pechino. Le autorit locali invece dichiarano che i deceduti accertati nell'immane catastrofe supererebbero i cinquantamila. I feriti finora registrati presso le strutture ospedaliere assommano a circa sessantamila. Il Sichuan la terza regione pi densamente popolata della Cina e numerose sono le comunit cattoliche presenti nell'area interessata dal sisma. Secondo l'agenzia Ucanews, a Chengdu, il capoluogo della provincia, l'ex seminario diocesano stato completamente distrutto dalle scosse e tre cristiani laici sono rimasti feriti tra le rovine. Qui avrebbe dovuto svolgersi il prossimo 24 maggio un pellegrinaggio per la festa di Maria aiuto dei cristiani, la cui immagine si venera nel santuario di Sheshan presso Shangai. Papa Benedetto XVI ha voluto dedicare la ricorrenza alla preghiera per la Chiesa in Cina e con questo proposito il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, ha invitato i monasteri contemplativi femminili a rafforzare la loro azione orante in questa Giornata. Sempre dal capoluogo del Sichuan arrivano notizie sui gravi danni riportati da una quarantina di chiese. Padre Simon Li Zhigang, amministratore della diocesi di Chengdu, ha espresso una forte preoccupazione per tutta la popolazione e i fedeli cristiani di Wenchuan e Beichuan, due localit situate nella zona dell'epicentro del sisma. Anche dalla diocesi di Le Shan sono giunte notizie allarmanti che riguardano principalmente il territorio della parrocchia di Ya An. Bench le notizie sui danni del sisma non siano ancora complete, gi scattata la gara di solidariet tra i fedeli cattolici. La diocesi di Shanghai ha donato un milione di yuan e il vescovo Aloysius Jin Luxian ha esortato tutti i sacerdoti a elevare preghiere per le vittime e per i sopravvissuti al cataclisma durante le sante messe e a raccogliere offerte per soccorrere i terremotati. Anche nella diocesi meridionale di Jiangmen sono stati lanciati appelli a tutti i cattolici per donare aiuti in denaro, indumenti e tende. Il vescovo di Hong Kong, il cardinale Joseph Zen Ze-kiun, impegnato a Milano nell'incontro con il clero organizzato da questa arcidiocesi insieme al Pontificio istituto missioni estere (Pime), ha dichiarato che anche i fedeli della grande metropoli del sud della Cina si stanno organizzando per inviare soccorsi alle popolazioni del Sichuan colpite dal sisma. In un comunicato della Caritas italiana diffuso il 14 maggio, viene espressa, per bocca del suo direttore monsignor Vittorio Nozza, profonda partecipazione al dolore delle popolazioni coinvolte dagli effetti del sisma. Nel comunicato si precisa inoltre che sar fatto tutto quanto nelle possibilit di Caritas italiana, in coordinamento con la rete internazionale Caritas e in accordo con le autorit cinesi, per esprimere una fraterna solidariet e aiuti tangibili, al fine di alleviare le enormi sofferenze che il popolo cinese sta patendo. Nella nota si sottolinea che la Caritas italiana opera in Cina da diversi anni, non solo in occasione delle emergenze, ma anche sostenendo piccoli progetti di sviluppo. La Croce Rossa cinese ha lanciato pressanti appelli dal suo sito internet (www.redcross.org.cn) per raccogliere offerte. Secondo l'organizzazione c' urgente bisogno di cibo e medicinali. Il vicegovernatore del Sichuan ha dichiarato che le persone intrappolare tra le macerie degli edifici crollati sarebbero oltre novemila.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO

domenica 18 maggio 2008

Benedetto XVI ai partecipanti al seminario di studio per vescovi promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici

Prudenza e pazienza per accompagnare i movimenti


I vescovi accompagnino con prudenza e pazienza movimenti e nuove comunit: lo ha detto il Papa ai partecipanti al seminario di studio per vescovi, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici, ricevuti in udienza sabato 17 maggio, nella Sala del Concistoro.

I lavori dell'Assemblea delle Pontificie Opere Missionarie

Signor Cardinale, venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle! Sono lieto di incontrarvi in occasione del Seminario di studio convocato dal Pontificio Consiglio per i Laici per riflettere sulla sollecitudine pastorale verso i movimenti ecclesiali e le nuove comunit. Ringrazio i numerosi Presuli che hanno voluto presenziare, provenienti da ogni parte del mondo: il loro interesse e la loro viva partecipazione hanno garantito la piena riuscita dei lavori, giunti ormai alla giornata conclusiva. Rivolgo a tutti i Confratelli nell'Episcopato e a tutti i presenti un cordiale saluto di comunione e di pace; in particolare saluto il Signor Cardinale Stanisaw Ryko e Mons. Josef Clemens, rispettivamente Presidente e Segretario del Dicastero, e i loro collaboratori. Non la prima volta che il Consiglio per i Laici organizza un Seminario per i Vescovi sui movimenti laicali. Ricordo bene quello del 1999, ideale prosecuzione pastorale dell'incontro del mio amato Predecessore Giovanni Paolo II con i movimenti e le nuove comunit, tenutosi il 30 maggio dell'anno precedente. Come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede fui coinvolto in prima persona nel dibattito. Ebbi modo di stabilire un dialogo diretto con i Vescovi, uno scambio franco e fraterno su tante questioni importanti. L'odierno Seminario, analogamente, vuol essere una prosecuzione dell'incontro che io stesso ho avuto, il 3 giugno 2006, con una larga rappresentanza di fedeli appartenenti a pi di 100 nuove aggregazioni laicali. In quella occasione indicai nell'esperienza dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunit il segno luminoso della bellezza di Cristo, e della Chiesa, sua Sposa (cfr Messaggio ai partecipanti al Congresso del 22 maggio 2006). Rivolgendomi ai cari amici dei movimenti, li esortavo a fare di essi sempre pi scuole di comunione, compagnie in cammino in cui si impara a vivere nella verit e nell'amore che Cristo ci ha rivelato e comunicato per mezzo della testi-

monianza degli apostoli, in seno alla grande famiglia dei suoi discepoli (ibid.). I movimenti ecclesiali e le nuove comunit sono una delle novit pi importanti suscitate dallo Spirito Santo nella Chiesa per l'attuazione del Concilio Vaticano II. Si diffusero proprio a ridosso dell'assise conciliare, soprattutto negli anni immediatamente successivi, in un periodo

compresa alla luce del disegno di Dio e della missione della Chiesa negli scenari del nostro tempo? Proprio perci si sono succeduti numerosi interventi di richiamo e di orientamento da parte dei Pontefici, che hanno avviato un dialogo e una collaborazione sempre pi approfonditi a livello di tante Chiese particolari. Sono stati superati non pochi pregiudizi, resistenze e tensio-

carico di entusiasmanti promesse, ma segnato anche da difficili prove. Paolo VI e Giovanni Paolo II seppero accogliere e discernere, incoraggiare e promuovere l'imprevista irruzione delle nuove realt laicali che, in forme varie e sorprendenti, ridonavano vitalit, fede e speranza a tutta la Chiesa. Gi allora, infatti, rendevano testimonianza della gioia, della ragionevolezza e della bellezza di essere cristiani, mostrandosi grati di appartenere al mistero di comunione che la Chiesa. Abbiamo assistito al risveglio di un vigoroso slancio missionario, mosso dal desiderio di comunicare a tutti la preziosa esperienza dell'incontro con Cristo, avvertita e vissuta come la sola risposta adeguata alla profonda sete di verit e di felicit del cuore umano. Come non rendersi conto, al contempo, che una tale novit attende ancora di essere adeguatamente

Un dono e una risorsa per l'evangelizzazione


I carismi dei movimenti e delle nuove comunit costituiscono una grande speranza a cui andare incontro con molto amore: con queste parole il cardinale Stanisaw Ryko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, ha presentato a Benedetto XVI i lavori del seminario di studio per vescovi iniziato gioved 15 a Rocca di Papa. Nel clima della Pentecoste ha detto il cardinale nell'indirizzo di omaggio che ha aperto l'udienza i vescovi giunti da una cinquantina di Paesi di tutti i continenti si sono radunati per approfondire la riflessione su uno dei fenomeni pi sorprendenti e pi promettenti che si siano dati nella vita della Chiesa del nostro tempo: la fioritura di una nuova stagione aggregativa dei fedeli laici, che straordinaria per la pluralit delle forme e la loro vivacit. Dinanzi alle drammatiche sfide che la post-modernit lancia alla Chiesa, ancora una volta lo Spirito Santo intervenuto tempestivamente nella storia del popolo di Dio con doni carismatici. Questa realt stata toccata con mano durante l'incontro con il Papa in piazza San Pietro la vigilia di Pentecoste del 2006. Era la seconda volta che si radunavano attorno al Papa e, come nell'incontro del 1998 convocato da Giovanni Paolo II, hanno stupito il mondo. stata infatti, secondo il cardinale, una vera epifania della Chiesa in tutta l'affascinante e doviziosa variet dei suoi carismi, una testimonianza entusiasmante della gioia della fede e della profonda unit nella diversit, che propria della comunione del Corpo di Cristo. Il cardinale Ryko ha cos proseguito: Vostra Santit segue da molti anni, con grande affetto e sollecitudine di teologo e di pastore, queste nuove realt ecclesiali, nelle quali ravvisa i frutti delle ricorrenti irruzioni dello Spirito Santo, che rendono sempre viva e nuova la struttura della Chiesa. E ci invita a valorizzarle e guidarle con saggezza pastorale, affinch contribuiscano nel modo migliore, con i loro diversi doni, all'edificazione della comunit. A ribadire il principio della coessenzialit di istituzione e carisma, ci rammenta inoltre che le Chiese locali e i movimenti non sono in contrasto fra loro, ma costituiscono la struttura viva della Chiesa. Una certezza dalla quale scaturito l'appello ai vescovi di andare incontro ai movimenti con molto amore, che noi abbiamo scelto come filo conduttore dei lavori del nostro seminario. Le sue parole ha concluso sono paterno e autorevole richiamo ad accogliere e ad accompagnare queste nuove realt nelle Chiese particolari e a guardare ad esse non come a un problema in pi, ma come a un dono provvidenziale di cui essere grati, una risorsa indispensabile per ridare slancio e vigore alla missione evangelizzatrice della Chiesa. vero che la loro carica di novit, venendo a scompigliare la prassi pastorale consueta, suscita talvolta qualche perplessit, ma sempre gli interventi dello Spirito Santo portano con s provocazioni salutari.

ni. Rimane da assolvere l'importante compito di promuovere una pi matura comunione di tutte le componenti ecclesiali, perch tutti i carismi, nel rispetto della loro specificit, possano pienamente e liberamente contribuire all'edificazione dell'unico Corpo di Cristo. Ho molto apprezzato che sia stata scelta, come traccia del Seminario, l'esortazione da me rivolta a un gruppo di Vescovi tedeschi in visita ad limina, che oggi senz'altro ripropongo a tutti voi, Pastori di tante chiese particolari: Vi chiedo di andare incontro ai movimenti con molto amore (18 novembre 2006). Potrei quasi dire di non aver altro da aggiungere! La carit il segno distintivo del Buon Pastore: essa rende autorevole ed efficace l'esercizio del ministero che ci stato affidato. Andare incontro con molto amore ai movimenti e alle nuove comunit ci spinge a conoscere adeguatamente la loro realt, senza impressioni superficiali o giudizi riduttivi. Ci aiuta anche a comprendere che i movimenti ecclesiali e le nuove comunit non sono un problema o un rischio in pi, che si assomma alle nostre gi gravose incombenze. No! Sono un dono del Signore, una risorsa preziosa per arricchire con i loro carismi tutta la comunit cristiana. Perci non deve mancare una fiduciosa accoglienza che dia loro spazi e valorizzi i loro contributi nella vita delle Chiese locali. Difficolt o incomprensioni su questioni particolari non autorizzano alla chiusura. Il molto amore ispiri prudenza e pazienza. A noi Pastori chiesto di accompagnare da vicino, con paterna sollecitudine, in modo cordiale e sapiente, i movimenti e le nuove comunit, perch possano generosamente mettere a servizio dell'utilit comune, in modo ordinato e fecondo, i tanti doni di cui sono portatori e che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare: lo slancio missionario, gli efficaci itinerari di formazione cristiana, la testimonianza di fedelt e obbedienza alla Chiesa, la sensibilit ai bisogni dei poveri, la ricchezza di vocazioni. L'autenticit dei nuovi carismi garantita dalla loro disponibilit a sottomettersi al discernimento dell'autorit ecclesiastica. Gi numerosi movimenti ecclesiali e nuove comunit sono stati riconosciuti dalla Santa Sede, e pertanto vanno senza dubbio considerati un dono di Dio per tutta la Chiesa. Altri, ancora in fase nascente, richiedono l'esercizio di un accompagnamento ancor pi delicato e vigilante da parte dei Pastori delle Chiese particolari. Chi chiamato a un servizio di discerni-

mento e di guida non pretenda di spadroneggiare sui carismi, ma piuttosto si guardi dal pericolo di soffocarli (cfr 1 Ts 5, 19-21), resistendo alla tentazione di uniformare ci che lo Spirito Santo ha voluto multiforme per concorrere all'edificazione e alla dilatazione dell'unico Corpo di Cristo, che lo stesso Spirito rende saldo nell'unit. Consacrato e assistito dallo Spirito di Dio, in Cristo, Capo della Chiesa, il Vescovo dovr esaminare i carismi e provarli, per riconoscere e valorizzare ci che buono, vero e bello, ci che contribuisce all'incremento della santit dei singoli e delle comunit. Quando saranno necessari interventi di correzione, siano anch'essi espressione di molto amore. I movimenti e le nuove comunit si mostrano fieri della loro libert associativa, della fedelt al loro carisma, ma hanno anche dimostrato di sapere bene che fedelt e libert sono assicurate, e non certo limitate, dalla comunione ecclesiale, di cui i Vescovi, uniti al Successore di Pietro, sono ministri, custodi e guide. Cari Fratelli nell'Episcopato, al termine di questo incontro vi esorto a ravvivare in voi il dono che avete ricevuto con la vostra consacrazione (cfr 2 Tm 1, 6). Lo Spirito di Dio ci aiuti a riconoscere e custodire le meraviglie che Egli stesso suscita nella Chiesa a favore di tutti gli uomini. A Maria Santissima, Regina degli Apostoli, affido ognuna delle vostre Diocesi e vi imparto di tutto cuore un'affettuosa Benedizione Apostolica, che estendo ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, ai seminaristi, ai catechisti e a tutti i fedeli laici, in particolare, oggi, ai membri dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunit presenti nelle Chiese affidate alle vostre cure.

Approfondire la conoscenza della missione, in un mondo globalizzato in continuo cambiamento, per poter essere strumenti docili all'opera multiforme dello Spirito Santo, al servizio della Chiesa e delle nazioni: lo scopo fondamentale che vede riuniti in questi giorni a Roma i partecipanti all'assemblea annuale generale delle Pontificie Opere Missionarie. I lavori, iniziati mercoled scorso 14 maggio, si concluderanno mercoled prossimo 21 maggio. Ad inaugurarli stato un corso di formazione proposto ai nuovi direttori nominati quest'anno. Durante l'udienza di sabato mattina, 17 maggio, riservata ai partecipanti, il cardinale prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, Ivan Dias, nel saluto rivolto a Benedetto XVI all'inizio dell'incontro, dopo aver espresso devozione e sentimenti di omaggio a nome dei presenti ha voluto ricordare come l'impegno del dicastero sia illuminato dal suo magistero, Santit ha detto in particolare , attraverso il quale ci ricorda che l'attivit di evangelizzazione sgorga dall'amore di Cristo (Deus caritas est), che ci trasforma in messaggeri della Speranza (Spe salvi).

Una riflessione questa che tra l'altro ha occupato queste prime giornate di lavoro dell'Assemblea generale, durante le quali sono state condivise esperienze maturate in ogni territorio di missione e gettate le basi per la realizzazione di progetti futuri. Non a caso il cardinale, rivolgendo il suo saluto, al Papa ha voluto in qualche modo anticipare quali saranno gli impegni delle Pontificie Opere Missionarie in un prossimo futuro. Obbedendo alle indicazioni date, si sforzeranno di approfondire la vocazione e il ministero apostolico, per poter cooperare lietamente e sempre pi intensamente alla missione universale della Chiesa, cos necessaria e urgente in questo periodo storico di trasformazione dell'umanit. Il cardinale non ha poi mancato di ricordare la celebrazione dell'anno che il Pontefice ha voluto dedicare all'Apostolo delle Genti, San Paolo, assicurando tra l'altro la preghiera particolare proprio di quanti vivono la missione come stile di vita coscienti della bellezza e della responsabilit di essere chiamati a servizio dell'evangelizzazione.

Inizio della missione del nunzio apostolico in Islanda


Il 18 aprile scorso, monsignor Emil Paul Tscherrig, arcivescovo titolare di Voli, arrivato all'aeroporto internazionale di Keflavk, dove stato accolto da un officiale del protocollo del ministero degli Affari Esteri e da monsignor Peter Brcher, vescovo di Reykjavk. La cerimonia di presentazione delle lettere credenziali al presidente della Repubblica d'Islanda, lafur Ragnar Grmsson, si tenuta nel pomeriggio del 22 aprile. Facendo memoria della visita apostolica sull'isola del servo di Dio Giovanni Paolo II nel 1989, il presidente ha voluto far pervenire i suoi pi cordiali saluti a Benedetto XVI, ed ha ricordato la figura di Gurir orbjarnardttir, la donna che, secondo le saghe nordiche, dopo aver accompagnato il marito in uno dei suoi viaggi nel Vinland (America) e compiuto un pellegrinaggio a Roma, si sarebbe ritirata in un monastero fondato da suo figlio. Il rappresentante pontificio, ha trasmesso la benedizione di Benedetto XVI al capo dello Stato e a tutta la nazione islandese. Durante la sua permanenza in Islanda, il nunzio apostolico ha potuto incontrarsi con il ministro degli Affari Esteri, signora Ingibjrg Slrn Gsladttir, con il ministro della Giustizia e degli Affari Ecclesiastici, Bjrn Bjarnason, con il ministro dell'Educazione, signora orgerur Katrn Gunnarsdttir, con il capo del protocollo del ministero degli Affari Esteri, signora Eln Flygenring, alla quale ha presentato copia delle lettere credenziali, con l'ambasciatore Grtar Mr Sigursson, segretario permanente presso il ministero degli Affari Esteri, e con rur B. Gujnsson, direttore ad interim della sezione politica e di sicurezza del medesimo dicastero. Inoltre, il rappresentante pontificio stato invitato nella residenza del vescovo luterano d'Islanda, Karl Sigurbjrnsson. In tale sede, il vescovo Sigurbjrnsson e monsignor Brcher hanno sottoscritto un documento d'intesa sull'uso parziale dei luoghi di culto luterani da parte dei fedeli cattolici. L'ausiliare luterano di Sklholt, Sigurur Sigurarson, ha voluto accompagnare il rappresentante pontificio al sito storico di ingvellir, per commemorare la visita apostolica di Giovanni Paolo II, e alla citt di Sklholt, sede episcopale sin dal 1056, che vide la consacrazione del primo vescovo islandese nella persona di sleifur Gissurarson. Monsignor Tscherrig ha voluto partecipare alla riunione del clero della diocesi di Reykjavk, che si conclusa con una solenne celebrazione eucaristica di ringraziamento nella parrocchia della cattedrale della capitale, dove si erano riuniti numerosi fedeli. Durante il suo soggiorno in terra islandese, il nunzio apostolico ha celebrato la messa presso le varie comunit religiose dell'isola fra cui: le suore di Maria di Jfrarstair, le missionarie della carit di Breiholt, le suore di Santa Margherita di Landakot, le suore carmelitane di clausura di Hafnarfjrur e le suore carmelitane di vita apostolica di Akureyri. Il nunzio apostolico ha anche visitato Kollaleira, vicino a Reyarfjrur, nell'est dell'Islanda, dove i frati cappuccini hanno aperto la nuova missione di San orlak, che ricopre tutta la parte orientale del Paese.

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice

Cappella Papale Santa Messa in suffragio del Signor Cardinale Bernardin Gantin
Notificazione
Venerd 23 maggio 2008, alle ore 11, all'Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, sar celebrata la Santa Messa di suffragio per il defunto Cardinale Bernardin Gantin, del Titolo della Chiesa Suburbicaria di Palestrina, Decano emerito del Collegio Cardinalizio. La Santa Messa sar celebrata dal Sig. Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, insieme con gli Em.mi Signori Cardinali. Al termine della Celebrazione il Santo Padre Benedetto XVI rivolger la Sua Parola ai presenti e impartir la Benedizione Apostolica. I Signori Cardinali che desiderano concelebrare vorranno trovarsi alle ore 10.30 nella sagrestia della Basilica Vaticana per indossare le vesti sacre, portando con s la mitra bianca damascata. Coloro che, in conformit al Motu Proprio Pontificalis Domus, fanno parte della Cappella Pontificia e intendono partecipare al Sacro Rito, indossando il completo abito corale, sono pregati di trovarsi per le ore 10.30 presso l'altare della Cattedra per occupare il posto che sar loro indicato. Citt del Vaticano, 16 maggio 2008. Per mandato del Santo Padre MONS. GUIDO MARINI Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie

Johannes Maria Trilaksyanta Pujasumarta, vescovo di Bandung (Indonesia)


La nomina di oggi (cfr Nostre Informazioni pagina 1) riguarda la diocesi indonesiana di Bandung, affidata alla guida pastorale di monsignor Johannes Maria Trilaksyanta Pujasumarta. Nato il 27 dicembre 1949 a Solo/Surakarta, nell'arcidiocesi di Semarang, stato ordinato sacerdote il 25 giugno 1977. In seguito stato formatore nel seminario minore di Magelang, responsabile della commissione per la liturgia dell'arcidiocesi di Semarang, vicario della parrocchia di Ganjuran, Yogyakarta, e di Santa Maria Assunta a Klaten. Direttore dell'anno propedeutico a Semarang, poi divenuto rettore del seminario maggiore San Paolo a Yogyakarta. Dal 1998 era vicario generale dell'arcidiocesi di Semarang.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 117 (44.857)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
luned-marted 19-20 maggio 2008

Citt del Vaticano

Il Papa a Savona e a Genova sui passi dei predecessori Pio VII e Benedetto XV

Benedetto XVI per la messa al bando delle munizioni a grappolo

L'essenza del cristianesimo sta nell'amore


Il nome di Dio e la storia dell'uomo

urgente uno strumento internazionale forte e credibile


Il Papa auspica la messa al bando definitiva delle munizioni a grappolo. Dopo l'Angelus recitato a Genova domenica 18 maggio, vigilia dell'apertura della conferenza diplomatica convocata a Dublino, in Irlanda, Benedetto XVI ha chiesto la creazione di uno strumento internazionale forte e credibile per eliminare questi micidiali ordigni.

stata esemplare la visita di Benedetto XVI alla Chiesa della Liguria. Esemplare perch, nella concentrazione sull'essenziale che caratteristica del vescovo di Roma, ha mostrato il volto di pastore del successore di Pietro. In un viaggio breve ma che ha saputo fortemente esprimere e mostrare, nella festa della Trinit, l'essenza del cristianesimo. Questa, ha detto il Papa a Savona, si riassume nel nome di Dio: Misericordia, che sinonimo di amore, di grazia. E questo nome, cos antico e sempre nuovo, non una lontana astrazione; al contrario ha ripetuto Benedetto XVI a Genova dal nome di Dio dipende la nostra storia. Non sono state parole disperse al vento, ma un insegnamento tratto da quello di Ges che, appunto, non fa giri di parole; e questo insegnamento il Papa ha voluto seminare con fiducia e amicizia nel cuore di quanti lo hanno voluto ascoltare. Come avvenuto soprattutto nell'incontro con i giovani, vera e propria meditazione sul significato del futuro e sull'importanza di Dio, riflessione che non stata impedita nel suo svolgimento da una pioggia insistente, figura anzi di quella che bagna la terra secca delle nostre anime. In questo nuovo viaggio nel Paese di cui primate, Benedetto XVI ha voluto recarsi in due citt legate in modo speciale a Roma e ai suoi vescovi, entrambe radicate nella devozione a Maria, che non parla mai di s, ma sempre di Dio. E in questo intrecciarsi di simboli il Romano Pontefice ha voluto mostrare l'esempio di due suoi grandi predecessori Benedetto XV e Pio VII che in modo diverso seppero affrontare i poteri del mondo: il primo, Papa della pace durante la prima guerra mondiale, e il secondo che con il coraggio dimostrato di fronte alla bufera napoleonica, pagina oscura della storia dell'Europa, ci insegna ad affrontare le sfide del mondo: materialismo, relativismo, laicismo, senza mai cedere a compromessi. Il guardare alla trasmissione vitale e aperta della fede cristiana, cio alla tradizione, ha permesso al Papa di unire le vicende passate della Chiesa ligure con figure rilevanti nella storia come i due pontefici della Rovere, Sisto IV e Giulio II, ed esemplari nella testimonianza quali sono stati le sante e i santi ricordati nella cattedrale genovese a quelle attuali, sintetizzate da tre cardinali arcivescovi metropoliti genovesi che Benedetto XVI ha voluto espressamente ricordare per il servizio alla loro comunit ma anche alla Chiesa universale: da Giuseppe Siri a Tarcisio Bertone, oggi suo segretario di Stato, fino ad Angelo Bagnasco, che presiede la Conferenza episcopale italiana. Nella continuit ininterrotta tra passato e presente il cammino della Chiesa guarda al futuro, sicura delle promesse di Ges: Chi ha scelto Dio ha ancora nella vecchiaia un futuro senza fine e senza minacce davanti a s. E scegliere Dio significa per i cristiani prendere le decisioni quotidiane di sempre: la preghiera, soprattutto uno stile semplice di preghiera domestica, la riscoperta della radice cristiana della domenica, la confessione, le opere di carit che ritrovano il volto di Cristo nelle persone sofferenti ed escluse, la testimonianza dei sacerdoti che devono andare in cerca della gente come faceva il Signore, una vita spirituale da coltivare, una formazione sostanziosa pi che mai necessaria per maturare una fede pensata capace di dialogare in profondit con tutti: non cattolici, non cristiani e non credenti. Queste scelte di ogni giorno comportano sempre il coraggio di andare controcorrente. Sicuri che Dio, anche nelle difficolt e nel dolore, non ci abbandona mai. Nella fiducia che risplende davanti al mondo la testimonianza del primato di Dio e della presenza del suo nome nella storia degli uomini. g. m. v.

Vorrei ora ricordare un importante evento che avr inizio domani a Dublino, Irlanda: la Conferenza diplomatica sulle munizioni a grappolo, convocata allo scopo di produrre una Convenzione che interdica questi micidiali ordigni. Auspico che, grazie alla responsabilit di tutti i partecipanti, si possa giungere ad uno strumento internazionale forte e credibile: necessario infatti rimediare agli errori del passato ed evitare che si ripetano in futuro. Accompagno con la mia preghiera le vittime delle munizioni a grappolo e le loro famiglie, nonch quanti prenderanno parte alla Conferenza, formulando i migliori auguri di successo. Saluto di nuovo tutti i giovani e tutti i presenti. Grazie per questa presenza. Arrivederci e il Signore vi benedica!

Un ordigno che miete troppe vittime tra i civili


DUBLINO, 19. Raggiungere un accordo su un trattato internazionale per la messa al bando delle bombe a grappolo, sulla falsariga di quello sottoscritto dieci anni fa per le mine antiuomo. lobiettivo a cui punta la conferenza internazionale del Processo di Oslo che si apre oggi a Dublino. Cinquanta organizzazioni non governative e quarantasei Paesi hanno aderito nel febbraio del 2007 a Oslo a una dichiarazione nella quale si impegnavano a concludere entro il 2008 uno strumento internazionale vincolante che preveda il divieto delluso, della produzione, del trasferimento e dello stoccaggio delle munizioni a grappolo che causano danni inaccettabili ai civili. Solo tre i Paesi presenti alla riunione che non hanno approvato il documento: Giappone, Romania e Polonia. Tra gli assenti figuravano Stati Uniti, Russia e Cina. E queste ultime Nazioni hanno gi fatto sapere che non parteciperanno all'incontro nella capitale irlandese, unitamente a Israele, India e Pakistan, tutte ai vertici della produzione mondiale delle cluster bombs. Le bombe a grappolo sono particolarmente pericolose perch esplodono sopra il terreno, rilasciando in un vasto raggio migliaia di piccoli ordigni programmati per esplodere allimpatto. Si tratta, in sostanza, di un contenitore di metallo pieno di sub-munizioni ogni ordigno ne pu contenere fino a seicentocinquanta che uccidono e mutilano migliaia di persone, anche in tempo di pace. Dalle osservazioni sulluso di questi ordigni nei conflitti risulta che fra il dieci e il quaranta per cento non esplodono e restano cariche per anni sul terreno, disseminate in un raggio di diverse centinaia di metri, anche lontano dallobiettivo militare. Secondo rapporti internazionali, fino al novantotto per cento delle vittime delle bombe a grappolo sono civili. Inoltre, gli ordigni sono strutturati in modo tale da rendere impossibile limpiego dei mezzi meccanici di sminamento e, spesso, anche dei cani appositamente addestrati per la ricerca delle mine. Esistono vari tipi di bombe cluster: le pi potenti riescono a perforare a quindici metri di distanza una lamiera di acciaio di oltre un centimetro o a uccidere in un raggio di centocinquanta metri. Nessun tipo provvisto di congegno di autodistruzione che le elimini in caso di mancata esplosione. Al contrario, la maggior parte delle cluster bombs hanno forme e colori tali da suscitare la curiosit di chiunque adulto o bambino sia ignaro della loro pericolosit.

Primato di Dio e centralit della persona: sono le coordinate di un modello di famiglia umana trasversale a tutte le civilt, che sta prima di ogni regolamentazione giuridica e si fonda sul dialogo, sulla libert, sulla pace. Nei due giorni di visita in terra ligure Benedetto XVI ha riproposto il realismo di un progetto di costruzione sociale che, tra globalizzazione e individualismo, sceglie il riferimento all'uomo come persona e alla societ come comunit aperta e solidale. Se la tappa savonese del viaggio in Liguria stata all'insegna del ricordo di Pio VII, la sosta a Genova stata soprattutto nel solco tracciato da Benedetto XV. L'appello alla pace, l'attenzione alla centralit di Dio, la ricerca del bene comune, sono state le note dominanti dei discorsi pronunciati dal Pontefice in queste due intense giornate. La prima tappa stata Savona, dove il Papa ha affidato alla Madonna della Misericordia le attese e le speranze di quella terra. Accolto dal vescovo diocesano monsignor Vittorio Lupi, ha ribadito la riconoscenza della Santa Sede e di tutta la Chiesa per la fede, l'amore e il coraggio dei savonesi nel sostenere Pio VII prigioniero di Napoleone. Nella piazza del Popolo ha abbracciato idealmente il passato e il futuro della diocesi, invitando i fedeli ad avere coraggio nell'affronta-

re senza compromessi il materialismo, il relativismo e il laicismo. Accolto dal cardinale arcivescovo Angelo Bagnasco, il Papa ha iniziato la giornata domenicale a Genova con la preghiera alla Madonna della Guardia. Dal santuario mariano, all'ospedale pediatrico Gaslini, nato nel

Nel pomeriggio di sabato 17

La visita a Savona
PAGINE 4
E

La giornata domenicale a Genova

La visita al Gaslini
PAGINA 5

L'incontro con i giovani


PAGINA 6

Ai consacrati in cattedrale
PAGINA 7

La messa conclusiva
PAGINA 8

1931 dalla generosit di Gerolamo Gaslini che lo dedic alla figlia Giannina morta a soli dodici anni. Poi, in piazza Matteotti, Benedetto XVI ha incontrato i giovani della diocesi. Un appuntamento denso di significato, durante il quale il Papa ha ricordato che l'autentica giovinezza non si misura con gli anni o con il vigore fisico, ma con la generosit del cuore e la capacit di mettere Cristo al centro della propria vita. Al termine, il Pontefice ha recitato l'Angelus, lanciando un appello per la messa al bando delle munizioni a grappolo, oggetto della conferenza diplomatica in corso a Dublino. L'incontro con il capitolo e con i rappresentanti della vita consacrata nella cattedrale di San Lorenzo stato all'insegna del ricordo del cardinale Giuseppe Siri, per lunghi anni arcivescovo di Genova, e di Benedetto XV, il Papa della pace. Trasferitosi al seminario arcivescovile, Benedetto XVI ha incontrato al termine della mattinata i vescovi della Liguria e i seminaristi. La concelebrazione pomeridiana in piazza della Vittoria, dinanzi a centomila persone, stata il momento conclusivo della visita. Benedetto XVI ha affidato alla Chiesa il compito di offrire la testimonianza della comunione che non viene dal basso ma ha le sue radici nell'amore di Dio.
I SERVIZI DEL NOSTRO INVIATO NICOLA GORI NELLE PAGINE 5, 7 E 8

In tutta la Cina tre giorni di lutto in ricordo delle vittime del terremoto

Pechino autorizza l'ingresso di squadre di soccorso dall'estero


PAGINA 2

In Egitto prosegue la mediazione per raggiungere una tregua a Gaza

Bush ribadisce l'impegno per il rilancio di Annapolis


PAGINA 3

Presentato il padiglione della Santa Sede all'Expo Zaragoza 2008

Giustizia nella distribuzione delle risorse idriche


L'urgenza di una distribuzione equa delle risorse idriche per la vita delle popolazioni stata messa in luce dalle recenti tragedie provocate dal ciclone Nargis in Myanmar e dal terremoto in Cina. Lo ha sottolineato il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, durante la conferenza stampa di presentazione del padiglione della Santa Sede allExpo Zaragoza 2008 sul tema Acqua e sviluppo sostenibile. Molti ha ricordato il porporato che rappresenter la Santa Sede all'Expo conoscono gli obbiettivi del millennio per lo sviluppo, adottati alle Nazioni Unite. Uno di questi puntava alla riduzione della met, entro il 2015, della proporzione di chi privo di accesso allacqua potabile. Nel 2002, al vertice mondiale per lo sviluppo sostenibile, l'obbiettivo stato ribadito.
PAGINA 2

INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova (Italia), Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Prelatura di Libmanan (Filippine), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Prospero N. Arellano, in conformit al canone 401 2 del Codice di Diritto Canonico.

NOSTRE

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza i membri della Presidenza e del Comitato Esecutivo della Conferenza Episcopale Spagnola.

Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Kazakhstan il Reverendo Monsignore Miguel Maury Buenda, finora Consigliere di Nunziatura, elevandolo in pari tempo alla Sede titolare di Italica, con dignit di Arcivescovo.

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza il Signor Jean-Pierre RazafyAndriamihaingo, Ambasciatore di Madagascar, in visita di congedo.

Provvista di Chiesa
Il Santo Padre ha nominato Vescovo Prelato di Libmanan (Filippine) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Jos Rojas Rojas jr., finora Vescovo titolare di Idassa e Ausiliare di Caceres.

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
In tutta la Cina tre giorni di lutto in ricordo delle vittime del terremoto

luned-marted 19-20 maggio 2008

Pechino autorizza l'ingresso di squadre di soccorso dall'estero


PECHINO, 19. Mentre tutto il Paese si ferma per tre giorni di lutto nazionale, il Governo cinese autorizza l'ingresso nel Paese di squadre di medici stranieri per partecipare ai soccorsi nella provincia del Sichuan colpita una settimana fa da un devastante terremoto. Viste le necessit attuali delle operazioni di soccorso, la Croce rossa cinese autorizzer lingresso di quipes mediche straniere per partecipare agli aiuti, ha annunciato il portavoce del ministero degli esteri Qin Gang in un comunicato pubblicato sul sito del ministero. Il Governo cinese ha anche lanciato un appello per linvio urgente di tende con le quali ospitare i circa cinque milioni di sfollati che hanno perso tutto nella catastrofe. Il sisma del Sichuan ha distrutto un gran numero di abitazioni nella regione che si trova in piena stagione delle piogge, ha precisato Qin. Il Governo ha anche annunciato una prima stima dei danni economici prodotti dal terremoto. Il viceministro allindustria Xi Guohua li ha quantificati in circa sessantasette miliardi di yuan, pari a 6,16 miliardi di euro, nella sola provincia di Sichuan. Il presidente cinese, Hu Jintao, ha ringraziato la comunit internazionale per gli aiuti forniti dopo il terremoto. A nome del Comitato centrale del Partito comunista, del Consiglio di Stato e della Commissione militare centrale ha detto il presidente ringrazio di cuore i Governi stranieri e i Paesi amici che hanno contribuito ai nella provincia del Sichuan devastata dal terremoto. Non ancora chiaro se siano tutti morti o se alcuni di loro siano stati estratti vivi, come non chiaro se londata di fango sia stata la conseguenza di uno smottamento, come ce ne sono stati diversi nella regione del sisma, per lo pi montagnosa, o dellesondazione di un fiume o di un lago. Ieri un'altra scossa di assestamento, di magnitudo 5,4 sulla scala Richter, ha colpito la provincia alle 14.06 (ora locale). Pi di venti scosse di assestamento superiori a magnitudo cinque hanno fatto tremare larea del Sichuan dopo il terremoto di magnitudo 7,9 del 12 maggio scorso. A Mianyang il sisma ha raso al suolo interi quartieri ma le infrastrutture della citt, che ha quasi quattro milioni di abitanti e nella quale le vittime accertate sono state pi di undicimila, hanno retto. C lelettricit anche se ogni tanto ci sono dei black out e l'acqua. Il quartier generale dei soccorsi in Sichuan, stato stabilito a Chengdu, dove si sono avute il novanta per cento delle vittime accertate del sisma, la cui magnitudo stata rivista al rialzo dallUfficio sismologico cinese, 8 gradi Richter contro i 7,8 gradi finora dichiarati. Il Governo di Pechino ha smentito le voci circa il pericolo di una fuga radioattiva. Un alto ufficiale cinese dellEsercito Popolare di Liberazione, Ma Jian, nel corso di una conferenza stampa ha garantito che tutti gli impianti nucleari situati nelle zone colpite dal terremoto in Cina sono sicuri. Gli impianti sono stati posti sotto stretto controllo e sotto la protezione delle forze della polizia e dellesercito immediatamente dopo il terremoto, il 12 maggio scorso. Posso dire che tutte quelle strutture sono indenni e al sicuro. Non vi alcun problema, ha dichiarato. Mentre si continua a scavare sotto le macerie, tutta la Cina si ferma per tre giorni di lutto nazionale in ricordo delle vittime del disastro, oltre 34.000. Le cerimonie sono cominciate al sorgere del sole, quando la bandiera nazionale stata posta a mezzasta a piazza Tienanmen alle 04.58 (ora locale, ndr) alla presenza di oltre duemila persone. Tutte le bandiere del Paese, e quelle delle rappresentanze diplomatiche, rimarranno a mezzasta per il periodo del lutto. la prima volta che la Cina proclama il lutto nazionale per una catastrofe naturale. Si fermata anche la corsa della fiaccola olimpica. Migliaia di persone hanno partecipato ai tre minuti di silenzio nel centro di Chengdu. I canali televisivi dintrattenimento hanno sospeso la programmazione. Un popolare canale televisivo che trasmette musica da Hong Kong sta diffondendo solo i programmi della televsione di Stato. Tutti i giornali sono usciti con la prima pagina dedicata al lutto. Il Bejing Times mostra la prima pagina nera con la foto di una candela, e in bianco la scritta Giorno di lutto e il numero dei morti.

Giustizia nella distribuzione delle risorse idriche


Il catastrofismo paralizza; mentre una visione realistica e pragmatica permette di affrontare in modo propositivo le minacce all'ambiente. Lo ha affermato il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, intervenendo alla presentazione del Padiglione della Santa Sede all'Expo Zaragoza 2008, in programma dal 14 giugno al 14 settembre prossimi, sul tema Acqua e sviluppo sostenibile. La conferenza stampa si svolta luned mattina, 19 maggio, nella Sala Stampa della Santa Sede. Spiegando il senso della partecipazione della Santa Sede il cardinale ha detto che si voluta cogliere l'occasione per aiutare a comprendere il dono dell'acqua e la relazione spirituale e fisica che ogni uomo ha con esso. Bastano alcuni dati delle Nazioni Unite per avere un quadro del fenomeno: una persona su tre deve fare fronte al problema della mancanza di acqua; un quinto della popolazione mondiale sperimenta gi la scarsit di acqua e altri cinquecento milioni di persone si avvicinano a questa situazione; l'uso industriale dell'acqua oscilla tra il 10 per cento in Paesi a basso e medio reddito e il 59 per cento in Paesi a reddito alto. Secondo il cardinale Martino l'iniquit dell'attuale sistema di distribuzione stata drammaticamente testimoniata dalle recenti tragedie provocate dal ciclone Nargis in Myanmar e dal terremoto in Cina. Terribile stata la perdita di vite umane ha detto mentre i sopravvissuti continuano a lottare con la scarsit di acqua potabile e la mancanza di un tetto e di cibo. In proposito ha fatto riferimento agli obbiettivi del millennio per lo sviluppo, adottati alle Nazioni Unite nel 2000, tra i quali quello di ridurre della met, entro il 2015, la proporzione di chi privo di accesso allacqua potabile. Nel 2002 ha aggiunto al vertice mondiale per lo Sviluppo Sostenibile, questo obbiettivo stato ribadito con la decisione di ridurre della met, entro lo stesso 2015, la proporzione di chi privo di accesso allacqua potabile e la proporzione di chi non ha accesso ai servizi sanitari di base. Si tratta ha commentato di due dichiarazioni importanti, che riguardano la salute e la vita, le quali riconoscono come tutto ci che riguarda lacqua, acqua potabile sicura e servizi sanitari basici, sia necessario alla salute e prevenga le malattie. Presi in considerazione insieme, lacqua potabile e i servizi sanitari basici sono riconosciuti come elementi essenziali per la vita di ogni essere umano. Hanno preso parte alla conferenza stampa di presentazione anche l'arcivescovo di Zaragoza, monsignor Manuel Urea Pastor; l'ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede, Francisco Vzquez Vzquez; il sindaco della citt spagnola, Juan Alberto Belloch Julbe; il commissario generale dell'Expo, Emilio Fernndez-Castao; il consigliere della politica territoriale, della giustizia e degli affari interni del governo di Aragona, Rogelio Silva Gayoso; il responsabile artistico del padiglione della Santa Sede, Wilfredo Rincn Garca; e l'architetto del padiglione, Joaqun Sicilia Carnicer. Tutti concordi sul fatto che l'Expo di questa estate offrir ai partecipanti l'opportunit di conoscere la cultura e il relativo patrimonio espresso dalle 104 nazioni dei cinque continenti che vi prenderanno parte. L'acqua, del resto, un elemento naturale significativo della fede cattolica. Ci non vuol dire ha puntualizzato il presidente di Iustitia et Pax che il Pontificio Consiglio non si interessi del bisogno che la persona umana ha dell'acqua e del fatto che si possa sopravvivere solo alcuni giorni senza acqua potabile sicura e pulita. Ma intende celebrare l'acqua anche come segno vitale della presenza di Dio nel creato. Analizzando infine il tema in una prospettiva teologica e dal punto di vista della dottrina sociale della Chiesa, il cardinale Martino ha affermato che la Santa Sede riconosce che l'acqua fonte di vita, per questo il suo utilizzo e quello dei servizi che vi sono connessi deve essere volto al soddisfacimento dei bisogni di tutti. Un accesso limitato all'acqua potabile sicura ha concluso incide sul benessere di un numero enorme di persone ed spesso causa di malattie, sofferenze, conflitti, povert e anche di morte. Il cardinale Martino, designato dalla Segreteria di Stato a rappresentare la Santa Sede durante l'esposizione di Zaragoza, ha anche annunciato che quest'ultima in collaborazione con l'arcidiocesi spagnola terranno un congresso sul tema La questione ecologica: la vita dell'uomo nel mondo. Esso (10-12 luglio) prender in considerazione gli aspetti teologici dell'ambiente, che riguardano la responsabilit dell'umanit in risposta al comandamento di Dio di esercitare il dominio sul creato, e introdurr la giornata dedicata alla Santa Sede e con la presentazione del padiglione del Vaticano all'Expo, in programma il 14 luglio.

soccorsi. Quando ha pronunciato queste parole, Hu si trovava in visita in Sichuan. Hu ha anche sollecitato a scavare sotto le macerie, da dove, a cinque giorni dalla prima terribile scossa, sono state estratte vive almeno sessantatr sopravvissuti a Yingxiu, nellarea di Wenchuan, epicentro del sisma. Altre sette persone sono state salvate in diverse zone. Questa mattina due donne sono state estratte vive dalle macerie, una a Mianzhu e l'altra a Qushan. Secondo le apparecchiature potrebbero esservi altre tre persone vive nelle vicinanze. Poche ore prima dell'annuncio dell'ingresso delle squadre di medici stranieri, oltre duecento soccorritori cinesi sono stati travolti da un fiume di fango

Ban Ki-moon atteso nel Myanmar

Ventidue morti in violenze xenofobe in Sud Africa


CITT DEL CAPO, 19. Non meno di ventidue immigrati, , per lo pi provenienti dal vicino Zimbabwe, sono stati uccisi in unondata di violenza xenofoba esplosa durante il fine settimana nella citt sudafricana di Johannesburg. La polizia sudafricana ha specificato di aver usato lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere gruppi organizzati di giovani armati che attaccavano gli stranieri e di aver effettuato un centinaio di arresti. Da venerd dodici persone sono state uccise, aveva dichiarato ieri in un primo bilancio oggi purtroppo aggiornato un responsabile regionale della polizia, Govindsamy Mariemuthoo, precisando che i disordini si sono concentrati nel centro citt e nei quartieri orientali. Violenze di matrice xenofoba erano incominciate una settimana fa nella bidonville di Alexandria, una delle aree pi disagiate alla periferia di Johannesburg. Due vittime sono state bruciate vive, altre sono state picchiate a morte o accoltellate, mentre almeno cinquanta immigrati sono stati ricoverati in ospedale con ferite di arma da fuoco o da taglio. Un migliaio di immigrati dello Zimbabwe hanno trovato rifugio in una chiesa dove gli assalitori non sono riusciti a penetrare. Il presidente sudafricano Thabo Mbeki, in un intervento alla radio nazionale, ha detto che necessario muoversi il pi rapidamente possibile per stabilire le cause e per identificare i protagonisti in quello che succede, in modo da affrontare il problema in maniera efficace. Le comunit dovrebbe operare insieme con la polizia e tutti insieme. inaccettabile che ci sia questo tipo di violenze. Dalla fine dellapartheid in Sud Africa, dai Paesi confinanti pi poveri, soprattutto Zimbabwe, Zambia e Mozambico, sono arrivate milioni di persone in cerca di lavoro e, in molti casi, sono state fatte oggetto e capri espiatori del malcontento sociale diffuso nel Paese.

Nave sequestrata al largo della Somalia


NEW YORK, 19. Il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon si recher in settimana in visita nel Myanmar, colpito due settimane fa dal ciclone Nargis che ha provocato decine di migliaia di morti. Nel darne ieri notizia, la portavoce dell'Onu Michele Montas ha precisato che Ban Ki-moon dovrebbe arrivare in Myanmar domani o dopodomani, per visitare le zone devastate e per discutere con le autorit locali riguardo agli aiuti internazionali. La visita di Ban Ki-moon segue immediatamente quella del suo inviato speciale John Holmes, responsabile delle operazioni umanitarie dell'Onu, giunto ieri a Yangon per tentare di incrementare i soccorsi, convincendo la giunta militare al potere in Myanmar ad aprire le frontiere agli aiuti internazionali, cosa che finora hanno rifiutato. In merito, una possibile svolta stata annunciata ieri dal Governo britannico. Mark Malloch-Brown, direttore del ministero degli Esteri di Londra per l'Asia, l'Africa e l'Onu, in un'intervista all'agenzia di stampa Reuter ha detto che in via di definizione un accordo per una operazione congiunta delle Nazioni Unite e dell'Asean, l'associazione delle Nazioni del sud-est asiatico, che possa risolvere limpasse. MOGADISCIO , 19. Una nave mercantile battente bandiera giordana, la Vitoria, di quattromila tonnellate di stazza, stata sequestrata da pirati sabato mentre stava raggiungendo Mogadiscio con un carico di zucchero donato dalla Danimarca. Le notizie in tal senso che si erano diffuse nella serata di sabato a Nairobi, in Kenya, sono state ufficialmente confermate ieri. La Vitoria, stando alle prime informazioni ha dodici uomini di equipaggio, tutti provenienti da Tanzania, India, Pakistan e Bangladesh. Sembra probabile che per il rilascio del battello e dei marinai venga chiesto un riscatto, come gi accaduto in diverse occasioni negli ultimi mesi. Le acque al largo della Somalia sono divenute ormai tra le pi pericolose al mondo a causa degli attacchi dei pirati, malgrado la presenza in forze di navi militari di molti Paesi che cercano di bloccare il fenomeno. In merito, allo studio delle Nazioni Unite una risoluzione che preveda azioni pi forti e coordinate per contrastare la pirateria marittima in continua crescita. Il documento dovrebbe essere pronto entro la prossima settimana e potrebbe essere approvato dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, se non prima, durante la trasferta del Consiglio stesso in Africa, prevista all'inizio di giugno.

Una delle principali esponenti delle Farc si consegna alle autorit di Bogot

La Colombia nega incursioni armate in Venezuela


BOGOT, 19. Il Governo della Colombia, con dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro della Difesa Juan Manuel Santos, ha smentito le affermazioni del presidente venezuelano Hugo Chvez, secondo le quali truppe colombiane avrebbero attraversato la frontiera tra i due Paesi venerd scorso, entrando nello Stato venezuelano di Apure. Non c stata nessuna incursione, e oltretutto in quel posto la frontiera un fiume con una corrente molto forte, il che rende pressoch impossibile lo sconfinamento che stato denunciato, ha detto Santos in una conferenza stampa. La nota diplomatica di protesta venezuelana affermava che ununit militare di sessanta uomini era stata intercettata a ottocento metri dalla linea di frontiera e che era stata immediatamente obbligata a lasciare il territorio venezuelano. Nel frattempo, in serata si appreso che si consegnata alle autorit colombiane, dichiarandosi stanca della guerra, Nelly Avila Moreno, conosciuta come Karina, la leader del Fronte 47 delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). Poco dopo che il ministero della Difesa aveva dato la notizia, le televisioni colombiane hanno diffuso immagini della leader guerrigliera presa in consegna dai militari di stanza a Medelln. La comandante Karina, che ha meno di cinquant'anni, il pi importante responsabile delle Farc ad essersi mai consegnato spontaneamente alle forze regolari. Di recente il Governo aveva messo su di lei una taglia di un miliardo e settecento milioni di pesos (circa 625.000 euro). Il 2 maggio, il presidente lvaro Uribe le aveva rivolto un appello a consegnarsi e le aveva promesso che se lo avesse fatto lavrebbe ricevuta con quel sentimento fraterno che la Colombia ha per quanti correggono il loro comportamento.

Il Giappone raddoppier i fondi per lo sviluppo dell'Africa


TOKYO, 19. Il Giappone pronto a raddoppiare il proprio impegno di cooperazione con lAfrica con finanziamenti per oltre dieci miliardi di dollari. Fonti diplomatiche a Tokyo citate dalle agenzie di stampa internazionali hanno detto che il primo ministro giapponese Yasuo Kukuda, nel discorso di apertura della conferenza internazionale sullo sviluppo dellAfrica, in programma a Yokohama dal 28 al 30 maggio, annuncer un piano per nuove risorse nel prossimo quinquennio, in supporto alle strategie di sviluppo economico e agricolo dei Paesi africani. L'agenzia di stampa giapponese Kyodo specifica che il progetto prevede lo stanziamento complessivo appunto di dieci miliardi di dollari. Di fronte alla crisi internazionale legata ai rincari dei prezzi agricoli, liniziativa giapponese si proporr di sostenere progetti mirati per aumentare la produttivit nellagricoltura attraverso lesportazione di tecnologie e la costruzione di apposite infrastrutture. Secondo le stesse fonti diplomatiche, Fakuda sta valutando se partecipare di persona alla riunione speciale sulla crisi dei prezzi agricoli organizzata dalla Fao, l'agenzia dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura, dal 3 al 5 giugno a Roma.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

luned-marted 19-20 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
In Egitto prosegue la mediazione per raggiungere una tregua a Gaza

pagina 3

Il Qatar propone un accordo per la pace in Libano


Rinviata la discussione sull'arsenale di Hezbollah
DOHA, 19. Elezione immediata del presidente della Repubblica e formazione di un nuovo Governo di unit nazionale: sono questi i punti centrali della proposta avanzata dall'emiro del Qatar, Hamad ben Kalifa Al Thani, alla conferenza di Doha, il vertice convocato dalla Lega araba per trovare una soluzione alla crisi libanese. L'emiro ha preso parte direttamente alle trattative incontrando il primo ministro libanese Fouad Siniora, e alcuni rappresentanti di spicco delle Forze del 14 marzo, la coalizione di maggioranza: Saad Hariri, Walid Jumblatt, Samir Geagea. Non sono mancati i contatti con l'opposizione: l'emiro ha incontrato una delegazione composta dal presidente del Parlamento, Nabih Berri, da Michel Aoun e dal deputato di Hezbollah, Mohammad Raad. Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, non ha partecipato al vertice per ragioni di sicurezza. La proposta del Qatar stata formulata al termine della seconda giornata di lavori, nel corso di un incontro congiunto tra maggioranza e opposizione alla presenza del segretario della Lega araba, Amr Moussa. Punto centrale del progetto la formazione di un nuovo Governo di unit nazionale, nel quale tredici ministri andrebbero all'attuale maggioranza, dieci all'opposizione e sette sarebbero nominati direttamente dal capo dello Stato, il generale Michel Suleiman, la cui immediata elezione condizione necessaria all'accordo. Primo compito del nuovo Esecutivo sar la ridefinizione del sistema elettorale. Lidea sarebbe quella di rinviare le discussioni sulla nuova legge elettorale (in vista delle elezioni politiche del prossimo anno) e di passare subito alla nomina di Michel Suleiman alla presidenza della Repubblica, ha detto un delegato che ha chiesto di restare anonimo. Il Qatar ha lanciato anche un appello affinch in futuro entrambe le parti politiche non ricorrrano pi alle armi per risolvere questioni interne. Inizialmente, era stato proposto l'invio di truppe arabe in Libano, ma l'opposizione ha nettamente bocciato il progetto. Fonti di stampa hanno reso noto inoltre che la maggioranza avrebbe proposto una divisione di Beirut in tre circoscrizioni (cristiana, sciita, sunnita), scartata dalla fazione rivale. La conferenza di Doha stata convocata per dare sostanza all'accordo che ha posto fine agli scontri armati tra gli Hezbollah e le milizie filo-governative che la settimana scorsa hanno provocato pi di sessanta morti in pochi giorni. Sabato, nel corso della prima giornata dei lavori, per disinnescare sul nascere i contrasti a proposito della spinosa questione dell'arsenale di Hezbollah era stato suggerito di rinviare ogni discussione in merito. A tal proposito, alcuni delegati hanno riferito che la seduta si pericolosamente riscaldata quando i rappresentanti della maggioranza anti-siriana hanno chiesto che il problema delle armi del movimento sciita venisse messo allordine del giorno e i delegati dellopposizione hanno opposto un netto rifiuto. Prima che la situazione degenerasse, l'emiro del Qatar ha proposto di ritornare sullargomento dopo un accordo sugli altri aspetti pi strettamente politici del contenzioso. Secondo varie fonti, le due delegazioni hanno subito accettato la proposta e hanno anzi invitato l'emiro ad assumere il ruolo di mediatore. Come riferiscono gli analisti, quello delle armi di Hezbollah resta il nodo pi difficile da sciogliere. Grazie ai propri arsenali, il partito sciita che gode di particolari rapporti di collaborazione con Iran e Siria ha dimostrato nelle scorse settimane di essere una potenza militare in piena regola, non solo capace di far fronte al nemico sionista ma anche nel controllo del territorio libanese. Un delegato del fronte filo-governativo ha ripetuto ai giornalisti che non possibile accettare che Hezbollah continui a essere uno Stato nello Stato ma ha aggiunto anche che a Doha c comunque un clima di buona volonta e che i risultati non mancheranno. Proprio la decisione del Governo di dichiarare illegittima la rete telefonica di Hezbollah parallela a quella statale aveva scatenato i combattimenti delle scorse settimane. Il segretario generale della Lega araba, Amr Moussa, ha detto ieri che sforzi intensi sono in corso per arrivare a un compromesso che tenga conto delle preoccupazioni di tutte le parti. Da Sharm El Sheikh, dov giunto insieme a Bush in occasione del Forum economico mondiale sul Medio Oriente, il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Stephen Hadley, ha ribadito il sostegno americano al Governo Siniora. I colloqui a Doha possono portare alla fine dellimpasse politico ha detto Hadley ma solo se non si premia Hezbollah e se si sostiene il Governo eletto. Secondo Hadley, si tratta di unopportunit per le forze libanesi favorevoli alla democrazia e alla libert e per quelle della regione che lappoggiano di inchiodare Hezbollah alle sue responsabilit e di mettere a questultimo un freno. Concetti, questi, ribaditi dal presidente Bush, secondo il quale il Libano sta affrontando attualmente un momento decisivo.

Bush ribadisce l'impegno per il rilancio di Annapolis


IL CAIRO, 19. Credo fermamente che, con leadership e coraggio possiamo ottenere un accordo di pace tra israeliani e palestinesi entro questanno. Dal Forum economico mondiale di Sharm El Sheik il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha ribadito il proprio impegno per il rilancio delle prospettive aperte cinque mesi fa nel vertice di Annapolis: la stabilit del Medio Oriente entro la fine del gennaio 2009. un arduo compito, ha detto Bush, e richiede azioni da tutte le parti. Le condizioni sono chiare a tutti: I palestinesi devono sconfiggere il terrorismo e continuare a costruire le istituzioni per una societ libera e in pace; Israele deve fare duri sacrifici per la pace e alleviare le restrizioni imposte al popolo palestinese. Di fronte a 1.500 dirigenti politici arabi Bush ha fatto un appello affinch Iran e Siria vengano isolate e affinch Teheran non riesca a dotarsi di armi nucleari. Il capo della Casa Bianca ha inoltre delineato la propria visione di un futuro Medio Oriente, basato sul libero spostamento di persone, merci e idee, e in cui saranno state debellate forze terroristiche come Hamas, Hezbollah e Al Qaeda. La gente che popola queste terre ricca di energie, di un potente spirito di iniziativa e di grandissime risorse, ha detto Bush. Pu esserci un futuro brillante, in cui il Medio Oriente sia luogo di innovazione e scoperta. Al presidente dell'Autorit palestinese (Ap), Abu Mazen, incontrato a Sharm El Sheikh, Bush ha confermato che gli Stati Uniti sono al fianco del popolo palestinese, hanno fiducia che uno Stato palestinese democratico sar fondato. Tuttavia, da parte palestinese, erano sorte critiche nei confronti di Washington, in particolare per il discorso pronunciato da Bush alcuni giorni fa al parlamento israeliano, la Knesset. Non vogliamo che gli americani negozino in nostra vece, ha detto ai giornalisti Abu Mazen. Incontrando Yossi Beilin, uno dei protagonisti degli accordi di Oslo, il leader palestinese avrebbe fatto capire che, se non ci sar l'accordo nei tempi previsti, potrebbe anche dimettersi. La voce poi stata smentita da un portavoce dell'Ap, Abu Rudeina. Oggi, mentre Bush fa ritorno negli Stati Uniti, il ministro della difesa israeliano, Ehud Barak, si reca a Sharm El Sheikh per discutere con il presidente egiziano, Hosni Mubarak, le modalit di una tregua con Hamas nella Striscia di Gaza, mediata nelle ultime settimane dalla diplomazia egiziana. Parallelamente al Cairo sono attesi esponenti di Hamas provenienti da Damasco e Gaza.

Operazione contro Al Qaeda nel nord dell'Iraq


BAGHDAD, 19. Circa 1.100 fermi e diverse centinaia di armi sequestrate: questo il bilancio, finora, dell'operazione lanciata marted scorso dalla polizia irachena nella regione di Mossul contro Al Qaeda. Il portavoce del ministero della Difesa, Mohamed Al Askari, ha precisato che 530 dei fermati erano ricercati dalla polizia. Il portavoce ha poi aggiunto che sono state sequestrate 171 armi leggere, 263 proiettili di mortaio, 45 razzi e diverse centinaia di chili di esplosivo. Un tribunale iracheno ha condannato alla pena capitale un uomo, Ahmed Ali Ahmed, coinvolto nel sequestro e nella morte dell'arcivescovo di Mossul dei Caldei, monsignor Paulos Faraj Rahho, rapito lo scorso 29 febbraio e ritrovato morto il 13 marzo. In un comunicato del portavoce del Governo iracheno, Ali al Dabbagh, si afferma che il condannato uno dei capi del braccio iracheno di Al Qaeda, gi ricercato dalla giustizia per il suo coinvolgimento in numerosi crimini compiuti contro il popolo iracheno. Nel comunicato non si precisano la data e le circostanze dell'arresto, n la nazionalit del condannato. L'esercito statunitense ha annunciato ieri di aver arrestato due importanti capi di Al Qaeda e di aver sventato un attentato suicida con autobomba a Mossul. Il comunicato del comando Usa definisce gli arrestati due membri chiave di Al Qaeda in Iraq e aggiunge che sono stati presi anche numerosi altri terroristi. La presidente della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, ha lasciato ieri Baghdad, dove si recata per una breve visita: ha discusso delle prossime elezioni locali e delle questioni legate alla sicurezza. Nella capitale irachena Nancy Pelosi ha incontrato, fra gli altri, il primo ministro iracheno, Jawad Al Maliki e il presidente del Parlamento, Mahmoud Machhadani: con entrambi ha affrontato il tema della riconciliazione nazionale in Iraq. Un soldato statunitense stato rimandato a casa dall'Iraq per aver crivellato di pallottole una copia del Corano, trovata con incisi i fori dei proiettili in una postazione di tiro vicino a Baghdad. In un comunicato, il colonnello Bill Buckner, portavoce dell'esercito, ha affermato che l'esercito rispetta l'Islam e il Corano, e ha aggiunto che i leader della coalizione hanno intrapreso un'azione disciplinare nei confronti del soldato.

Afghanistan: la Nato nega l'accusa di uccisione di civili


KABUL, 19. La Nato ha negato l'accusa contenuta in un rapporto dell'Unhcr, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, secondo cui i militari della Forza di assistenza alla sicurezza in Afghanistan (Isaf) avrebbero ucciso almeno duecento civili afghani, oltre a trecento guerriglieri Taleban, dall'inizio del 2008. Nell'insieme troviamo molta della sostanza e il tono generale del rapporto imprecisi e non supportati da prove ha detto in una conferenza stampa a Kabul Mark Laity, portavoce della Nato. Questi ha ammesso che qualche civile stato ucciso per errore durante i combattimenti contro i Taleban, aggiungendo che per per noi si tratta di numeri a due cifre. Il rapporto dell'Unhcr, redatto dal commissario speciale sulle esecuzioni extragiudiziali, Philip Alston, conclude con la raccomandazione che le truppe Isaf e quelle di Enduring Freedom facciano di pi per evitare perdite tra i civili. Il Pentagono si sta preparando a costruire un nuovo carcere in grado di ospitare fino a 1.100 detenuti presso la propria base militare di Bagram. Lo scrive il New York Times, secondo cui si tratta di una chiara indicazione dell'intenzione delle autorit statunitensi di continuare a mantenere prigionieri all'estero nei prossimi anni. Il centro d'internamento di Bagram, ricavato da un grande hangar per la riparazione degli aerei dell'era sovietica, operativo dal 2002. Finora l'amministrazione Bush pensava di trasferire gradualmente i prigionieri sotto la custodia delle autorit afghane, ma in realt gli americani sono restii a consegnare i detenuti considerati pi pericolosi. Il piano per il nuovo carcere ha cominciato a prendere forma circa sei mesi fa, quando al Pentagono si giudicata inadeguata l'attuale struttura. Il progetto per un penitenziario pi umano e moderno coster sessanta milioni di dollari e prevede la costruzione di dieci capannoni. Si appreso intanto che le forze di sicurezza afghane hanno compiuto un raid durante il quale hanno liberato due lavoratori stranieri, un nepalese e un indiano, nella provincia di Herat. I due, un impiegato e un progettista, erano stati rapiti il 21 aprile.

Incursione dell'esercito turco contro i guerriglieri curdi


ANKARA, 19. Sei uomini del Pkk (partito dei lavoratori del Kurdistan) sono stati uccisi, e altri tre sono rimasti feriti, negli scontri con l'esercito turco divampati nella provincia orientale di Van, al confine con l'Iran. Lo ha reso noto l'agenzia turca Anatolia, ricordando che negli ultimi mesi sono state frequenti le operazioni dei militari di Ankara contro le postazioni del partito dei lavoratori del Kurdistan. Ieri poi un gruppo di uomini armati ha aperto il fuoco contro alcuni addetti alla sicurezza dell'ambasciata turca a Baghdad, provocando il ferimento di uno di loro. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri di Ankara, precisando che l'agente, appartenente a un'unit speciale, stato raggiunto da tre proiettili a una gamba: con un aereo militare l'addetto alla sicurezza sar riportato in Turchia per le cure del caso. Ricorda l'agenzia Ansa che il personale diplomatico turco in Iraq ha gi subito diversi attacchi. Nel 2006 un convoglio, di cui faceva parte lo stesso ambasciatore, cadde in un agguato, ma nessuno rimase ferito. Nel 2004 cinque agenti di polizia turchi furono uccisi nei pressi di Mossul mentre in auto stavano cercando di raggiungere Baghdad.

I conservatori vincono le elezioni in Kuwait


AL KUWAYT, 19. I conservatori islamici hanno vinto le elezioni parlamentari svoltesi ieri in Kuwait. Nessuna candidata donna in tutto erano ventisette riuscita a conquistare un seggio. I radicali hanno conquistato circa la met dei cinquanta seggi dellAssemblea nazionale. Lintero Esecutivo aveva rassegnato le dimissioni nel marzo scorso in seguito alla crisi politica iniziata nel 2006, dopo la nomina a primo ministro del nipote dell'emiro Sabah Al Amad Al Sabah.

Attentato suicida all'ingresso di un centro militare di addestramento

Strage nella citt pakistana di Mardan


ISLAMABAD , 19. Strage, ieri, all'ingresso di un centro di addestramento dell'esercito nella citt pakistana di Mardan, nel nord-ovest: l'attentato suicida, successivamente rivendicato dai guerriglieri Taleban, ha provocato la morte di tredici persone, nove civili e quattro militari. Lo ha reso noto il ministro dell'Informazione per la provincia di confine nordoccidentale, Mian Iftikar Hussain. A Mardan la situazione si andata deteriorando dall'estate scorsa, quando l'esercito pakistano attacc la Moschea rossa di Islamabad per eliminare un gruppo guidato da un religioso radicale accusato di sostenere i Taleban afghani. Dall'inizio di quest'anno, in questa provincia, sono pi di seicento le persone uccise in attentati e violenze. Ieri il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, e il primo ministro pakistano, Yusuf Raza Gilani, hanno avuto un incontro a Sharm El Sheikh: nella circostanza hanno richiamato l'esigenza di combattere il terrorismo. Gli Stati Uniti considerano il Pakistan un alleato fondamentale in questa battaglia, e l'incontro riferisce l'agenzia Reuters servito a ribadirlo. Bush infatti ha ringraziato Gilani per il suo fedele sostegno. La situazione in Pakistan attualmente critica, sia sul piano politico, sia su quello della sicurezza a causa delle perduranti violenze. Riguardo a tale aspetto, in questi giorni la Nato ha espresso forte preoccupazione. Il portavoce dell'Alleanza atlantica, James Appathurai, ha affermato che recentemente nel Paese sono aumentati gli attacchi, soprattutto ai confini con l'Afghanistan. La Nato ha perci invitato Islamabad a controllare meglio le proprie frontiere. Infatti gli episodi di violenza ai confini, da parte dei Taleban, sono aumentati del 53 per cento nei primi quattro mesi del 2008 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. James Appathurai ha messo in evidenza che la preoccupazione in particolare legata al fatto che l'accordo sottoscritto fra il Governo del Pakistan e i gruppi estremisti nelle aree tribali possa consentire a questi ultimi di avere un rifugio sicuro. Sul piano politico quindi da ricordare che l'Esecutivo non sta passando un momento roseo. In questi giorni infatti la compagine governativa ha cominciato a mostrare dopo solo sei settimane dal suo insediamento segni di cedimento: si sono dimessi i nove ministri della lega musulmana, che fa capo all'ex premier Nawaz Sharif. La decisione stata presa dopo che la coalizione non riuscita a trovare un'intesa in merito alla riammissione dei giudici estromessi da Parvez Musharraf durante il braccio di ferro con la Corte suprema sulle legittimit della sua presidenza. A Gilani i ministri hanno detto di essere disposti a tornare nell'Esecutivo solo se il partito popolare adotter iniziative concrete per ripristinare i giudici nei posti che occupavano prima dell'imposizione dello stato di emergenza, ai primi di novembre.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
Benedetto XVI a Savona ricorda l'esempio di Pio VII

luned-marted 19-20 maggio 2008

Il coraggio di affrontare le sfide del mondo senza compromessi


Benedetto XVI giunto a Savona nel pomeriggio di sabato 17 maggio. In piazza del Popolo, dopo aver ricevuto il saluto del sindaco Federico Berruti, ha presieduto la concelebrazione eucaristica. All'inizio della messa il vescovo di Savona-Noli Vittorio Lupi gli ha rivolto un indirizzo d'omaggio. Quindi, dopo la proclamazione delle Letture, il Papa ha pronunciato l'omelia.

Cari fratelli e sorelle! una grande gioia per me trovarmi in mezzo a voi e celebrare per voi l'Eucaristia, nella festa solenne della Santissima Trinit. Saluto con affetto il vostro Pastore, Monsignor Vittorio Lupi, che ringrazio per le parole con cui, all'inizio della celebrazione, mi ha presentato la Comunit diocesana, e pi ancora per i sentimenti di carit e di speranza pastorale che ha manifestato. Ringrazio anche il Signor Sindaco per il saluto cordiale che ha voluto rivolgermi a nome di tutta la Citt. Saluto le Autorit civili, i sacerdoti, i religiosi, i diaconi, i responsabili di associazioni, movimenti e comunit ecclesiali. A tutti rinnovo in Cristo il mio augurio di grazia e di pace. In questa solennit la liturgia ci invita a lodare Dio non semplicemente per una meraviglia da Lui compiuta, ma per come Lui ; per la bellezza e la bont del suo essere, da cui discende il suo agire. Siamo invitati a contemplare, per cos dire, il Cuore di Dio, la sua realt pi profonda, che quella di essere Unit nella Trinit, somma e profonda Comunione di amore e di vita. Tutta la Sacra Scrittura ci parla di Lui. Anzi, Lui stesso che ci parla di S nelle Scritture e si rivela, come Creatore dell'universo e Signore della storia. Oggi abbiamo ascoltato un brano del Libro dell'Esodo in cui addirittura cosa del tutto eccezionale Dio proclama il proprio nome! Lo fa alla presenza di Mos, con il quale parlava faccia a faccia, come con un amico. E qual questo nome di Dio? Ogni volta commovente ascoltarlo: Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedelt (Es 34, 6). Sono parole umane, ma suggerite e quasi pronunciate dallo Spirito Santo. Esse ci dicono la verit su Dio: erano vere ieri, sono vere oggi e saranno vere sempre; ci fanno vedere con gli occhi della mente il volto dell'Invisibile, ci dicono il nome dell'Ineffabile. Questo nome Misericordia, Grazia, Fedelt. Cari amici, trovandomi qui a Savona, come posso non gioire insieme con voi per il fatto che questo nome proprio quello con cui si presentata la Vergine Maria, apparendo il 18 marzo 1536 a un contadino, figlio di questa terra? Madonna di Misericordia il titolo con cui venerata e di Lei abbiamo da qualche anno una grande immagine anche nei Giardini Vaticani. Ma Maria non parlava di s, non parla mai di s, ma sempre di Dio, e lo ha fatto con questo nome cos antico e sempre nuovo: misericordia, che sinonimo di amore, di grazia. qui tutta l'essenza del cristianesimo, perch l'essenza di Dio stesso. Dio Uno in quanto tutto e solo Amore, ma proprio essendo Amore apertura, accoglienza, dialogo; e nella sua relazione con noi, uomini peccatori, misericordia, compassione, grazia, perdono. Dio ha creato tutto per l'esistenza e la sua volont sempre e soltanto vita. Per chi si trova nel pericolo, salvezza. Lo abbiamo ascoltato poco fa nel Vangelo di Giovanni: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perch chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna (Gv 3, 16): in questo donarsi di Dio nella Persona del Figlio all'opera l'intera Trinit: il Padre che mette a nostra disposizione quanto ha di pi caro; il Figlio che, consenziente col Padre, si spoglia della sua gloria per donarsi a noi; lo Spirito che esce dal pacifico abbraccio divino per irrigare i deserti dell'umanit. Per quest'opera della sua misericordia Dio, disponendosi a prendere la nostra carne, ha voluto aver bisogno di un s umano, del s di una donna che diventasse la Madre del suo Verbo incarnato, Ges, il Volto

umano della divina Misericordia. Maria diventata cos e rimane per sempre la Madre della Misericordia, come si fatta conoscere anche qui, a Savona. Nel corso della storia della Chiesa, la Vergine Maria non ha fatto che invitare i suoi figli a ritornare a Dio, ad affidarsi a Lui nella preghiera, a bussare con fiduciosa insistenza alla porta del suo Cuore misericordioso. In verit, altro Egli non desidera che riversare sul mondo la sovrabbondanza della sua Grazia. Misericordia e non giustizia ha implorato Maria, sapendo che avrebbe certamente trovato ascolto presso il Figlio suo Ges, ma altrettanto consapevole della necessit della conversione del cuore dei peccatori. Per questo ha invitato alla preghiera ed alla penitenza. Pertanto, la mia visita a Savona, nel giorno della Santissima Trinit, anzitutto un pellegrinaggio, mediante Maria, alle sorgenti della fede, della speranza e dell'amore. Un pellegrinaggio che anche memoria e omaggio al mio venerato predecessore Pio VII, la cui drammatica vicenda indissolubilmente legata a questa citt e al suo Santuario mariano. A distanza di due secoli, vengo a rinnovare l'espressione della riconoscenza della Santa Sede e di tutta la Chiesa per la fede, l'amore ed il coraggio con cui i vostri concittadini sostennero il Papa nella sua residenza coatta, impostagli da Napoleone Bonaparte, in questa Citt. Si conservano numerose testimonianze delle manifestazioni di solidariet rese al Pontefice dai Savonesi, a volte anche con rischio personale. Sono vicende di cui i Savonesi oggi possono fare memoria con fierezza. Come giustamente ha osservato il vostro Vescovo, quella pagina oscura della storia dell'Europa diventata, per la forza dello Spirito Santo, ricca di grazie e di insegnamenti, anche per i nostri giorni. Essa ci insegna il coraggio nell'affrontare le sfide del mondo: materialismo, relativismo, laicismo, senza mai cedere a compromessi, disposti a pagare di persona pur di rimanere fedeli al Signore e alla sua Chiesa. L'esempio di serena fermezza dato dal Papa Pio VII ci invita a conservare inalterata nelle prove la fiducia in Dio, consapevoli che Egli, se pur permette per la sua Chiesa momenti difficili, non la abbandona mai. La vicenda vissuta dal grande

Pontefice nella vostra terra ci invita a confidare sempre nell'intercessione e nella materna assistenza di Maria Santissima. L'apparizione della Vergine, in un momento tragico della storia di Savona e l'esperienza tremenda che qui affront il Successore di Pietro concorrono a trasmettere alle generazioni cristiane di questo nostro tempo un messaggio di speranza, ci incoraggiano ad avere fiducia negli strumenti della Grazia che il Signore mette a nostra disposizione in ogni situazione. E tra questi mezzi di salvezza, vorrei ricordare anzitutto la preghiera: la preghiera personale, familiare e comunitaria. Nell'odierna festa della Trinit mi piace sottolineare la dimensione della lode, della contemplazione, dell'a-

dorazione. Penso alle giovani famiglie e vorrei invitarle a non aver timore di sperimentare, fin dai primi anni di matrimonio, uno stile semplice di preghiera domestica, favorito dalla presenza dei bambini piccoli, molto portati a rivolgersi spontaneamente al Signore e alla Madonna. Esorto le parrocchie e le associazioni a dare tempo e spazio alla preghiera, perch le attivit sono pastoralmente sterili se non vengono precedute, accompagnate e sostenute costantemente dalla preghiera. E che dire della Celebrazione eucaristica, specialmente della Messa domenicale? Il Giorno del Signore giustamente al centro dell'attenzione pastorale dei Vescovi italiani: la Domenica va riscoperta nella sua radice cristiana, a partire dalla cele-

brazione del Signore Risorto, incontrato nella Parola di Dio e riconosciuto allo spezzare del Pane eucaristico. E poi anche il Sacramento della Riconciliazione chiede di essere rivalutato come mezzo fondamentale per la crescita spirituale e per poter affrontare con forza e coraggio le sfide attuali. Insieme con la preghiera e i Sacramenti, altri inseparabili strumenti di crescita sono le opere di carit da esercitare con viva fede. Su questo aspetto della vita cristiana ho voluto soffermarmi anche nell'Enciclica Deus caritas est. Nel mondo moderno, che spesso fa della bellezza e dell'efficienza fisica un ideale da perseguire in ogni modo, come cristiani siamo chiamati a trovare il volto di Ges Cristo, il pi bello tra i figli dell'uomo (Sal 44, 3), proprio nelle persone sofferenti ed escluse. Sono numerose, purtroppo, oggi le emergenze morali e materiali che ci preoccupano. A questo proposito, colgo volentieri l'occasione per rivolgere un saluto ai detenuti e al personale dell'Istituto penitenziario Sant'Agostino di Savona, che vivono da tempo una situazione di particolare disagio. Un saluto altrettanto caloroso agli ammalati degenti nell'Ospedale, nelle Case di cura o nelle private abitazioni. Una parola particolare desidero rivolgere a voi, cari sacerdoti, per esprimere apprezzamento per il vostro lavoro silenzioso e l'impegnativa fedelt con cui lo svolgete. Cari fratelli in Cristo, credete sempre nell'efficacia del vostro quotidiano servizio sacerdotale! Esso prezioso agli occhi di Dio e dei fedeli, e il suo valore non pu essere quantificato in cifre e statistiche: i risultati li conosceremo solo in Paradiso! Molti di voi sono in et avanzata: questo mi fa pensare a quel passo stupendo del profeta Isaia, che dice: Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi (Is 40, 30-31). Insieme ai diaconi a servizio della diocesi, vivete la comunione con il Vescovo e tra di voi, esprimendola in un'attiva collaborazione, nel sostegno reciproco e in un condiviso coordinamento pastorale. Portate avanti la testimonianza coraggiosa e gioiosa del vostro servizio. Andate in cerca della gente, co-

me faceva il Signore Ges: nella visita alle famiglie, nel contatto con i malati, nel dialogo con i giovani, facendovi presenti in ogni ambiente di lavoro e di vita. A voi, cari religiosi e religiose, che ringrazio per la presenza, ribadisco che il mondo ha bisogno della vostra testimonianza e della vostra preghiera. Vivete la vostra vocazione nella fedelt quotidiana e rendete la vostra vita un'offerta gradita a Dio: la Chiesa vi grata e vi incoraggia a perseverare nel vostro servizio. Uno speciale e caloroso saluto voglio riservarlo naturalmente a voi giovani! Cari amici, mettete la vostra giovinezza al servizio di Dio e dei fratelli. Seguire Cristo comporta sempre il coraggio di andare controcorrente. Ne vale per la pena: questa la via della vera realizzazione personale e quindi della vera felicit. Con Cristo si sperimenta infatti che c' pi gioia nel dare che nel ricevere (At 20, 35). Ecco perch vi incoraggio a prendere sul serio l'ideale della santit. Un noto scrittore francese ci ha lasciato in una sua opera una frase che vorrei oggi consegnare a voi: Vi una sola tristezza: quella di non essere dei santi (Lon Bloy, La femme pauvre, II, 27). Cari giovani, osate impegnare la vostra vita in scelte coraggiose, non da soli, naturalmente, ma con il Signore! Date a questa Citt lo slancio e l'entusiasmo che derivano dalla vostra viva esperienza di fede, un'esperienza che non mortifica le aspettative del vivere umano, ma le esalta nella partecipazione alla stessa esperienza di Cristo. E questo vale anche per i cristiani di et non pi verde. Il mio augurio per tutti che la fede nel Dio Uno e Trino infonda in ogni persona e in ogni comunit il fervore dell'amore e della speranza, la gioia di amarsi tra fratelli e di mettersi umilmente al servizio degli altri. questo il lievito che fa crescere l'umanit, la luce che brilla nel mondo. Maria Santissima, Madre di Misericordia, insieme con tutti i vostri Santi Patroni, vi aiuti a tradurre in vita vissuta l'esortazione dell'Apostolo, che abbiamo poco fa ascoltato. Con grande affetto la faccio mia: State lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sar con voi (2 Cor 13, 11). Amen!

L'indirizzo d'omaggio del vescovo Vittorio Lupi

Vincere indifferenza ed egoismo per una fede pi partecipata


All'inizio della messa, il vescovo di Savona-Noli monsignor Vittorio Lupi ha rivolto al Papa il seguente indirizzo d'omaggio: Beatissimo Padre, la diocesi di Savona-Noli in festa per il dono che vostra Santit ci fa della sua augusta presenza tra noi. Oggi per noi un giorno di grazia al quale ci siamo preparati nella riflessione e nella preghiera: nella sua venerabile persona Pietro che viene a confortare nella fede i fratelli. Questa citt ha avuto nella sua storia momenti travagliati, e, in un momento di grande sofferenza, in cui tutto era stato distrutto, ha avuto, nel 1536, un dono immenso dal cielo: Maria Santissima apparsa ad un contadino di questa nostra terra rivelandosi come Madre di Misericordia. La visita che vostra Santit ha effettuato al santuario ci fa sentire la sua augusta persona vicina a noi, se posso osare, uno di noi: ogni anno infatti i savonesi con una devozione e una partecipazione veramente commoventi a migliaia si recano a piedi a venerare la loro Mamma celeste il 18 marzo, nel giorno anniversario della sua apparizione. Ma questa terra gode di altre due peculiarit che ci legano con un rapporto del tutto speciale al Sommo Pontefice: il privilegio di aver donato due dei suoi figli pi validi come guide della Chiesa universale, i Pontefici Sisto IV e Giulio II, le cui opere ancor oggi abbelliscono la Citt eterna; il privilegio di aver sostenuto con amore il Papa Pio VII durante la sua prigionia. Siamo convinti che a motivo di questi eventi che oggi riceviamo il dono della sua visita e, in particolare, per la fama di santit che spinse i pastori di questa diocesi ad iniziarne il processo di beatificazione. Furono momenti difficili per la vita della Chiesa, ma che ci fanno toccare con mano la verit di quanto il Salvatore ha promesso alla sua Chiesa guidata da Pietro: non prevalebunt, le forze del maligno non prevarranno. In un momento in cui i poteri di questo mondo apparivano eterni e indistruttibili, un piccolo uomo, un umile monaco, figlio di san Benedetto, chiamato a reggere le sorti della Chiesa, rivelava al mondo la realt dell'assistenza indefettibile dello Spirito Santo al Sommo Pontefice, riuscendo a svolgere il suo alto compito con paziente coraggio e serena determinazione in condizioni umanamente impossibili. Molte le vessazioni e le privazioni subite; i savonesi ebbero modo in quella circostanza di far sentire al Papa tutto il loro affetto di figli devoti e dargli sostegno e collaborazione. Grazie soprattutto all'impegno di un figlio della Liguria di ponente Pio Brunone Lanteri, che organizz in gran segreto una rete di collaboratori, i savonesi riuscirono a far pervenire al Papa la corrispondenza da parte dei vescovi e ai vescovi bolle, rescritti e lettere da parte del Papa. In quelle tre stanzette poste nell'episcopio e che vostra Santit avr tra poco modo di visitare, Pio VII riusc, grazie alla collaborazione di tante persone del popolo, ad evadere circa tremila pratiche riguardanti la Chiesa universale. con la stessa devozione che Savona oggi vuol far sentire al successore di Pietro la stima, il calore e l'affetto che i nostri padri tributarono a Pio VII. La nostra terra ricca di figure notevoli per santit di vita. Tra tutte vogliamo ricordare santa Maria Giuseppa Rossello, fondatrice delle figlie di Nostra Signora della Misericordia, e il beato Jacopo da Varazze, autore della Legenda aurea. Nella stessa Varazze si ferm santa Caterina da Siena, di ritorno da Avignone, la Santa tanto legata alla figura del Papa, che trov la citt colpita dalla peste e la liber, lasciando nella popolazione un ricordo e una devozione oggi, a distanza di quasi sette secoli, pi vivi che mai. La nostra diocesi, di modeste proporzioni, sia territoriali che numeriche, risente delle vicissitudini e delle difficolt della nostra epoca. Difficolt nella vita di famiglia particolarmente fragile, nel campo educativo, ove si riscontra che, spesso, i genitori, molto attenti agli aspetti materiali della crescita dei figli, sono meno preoccupati di educarli agli autentici valori umani e cristiani. Difficolt per forme di povert ed emarginazione che interpellano fortemente la comunit cristiana, che deve vincere forme di indifferenza ed egoismo. La natalit molto scarsa: l'et media della popolazione assai alta e lo scenario che si prospetta per il prossimo futuro non tra i pi consolanti. anche piuttosto alta l'et media dei nostri sacerdoti, tuttavia il nostro clero molto vicino alla gente, particolarmente sensibile alle nuove emergenze di carit e culturalmente preparato. Grande la necessit di nuove vocazioni; nonostante il nostro seminario possa contare solo su piccoli numeri, si cerca di rendere pi vivace la pastorale vocazionale. Di fronte alla difficolt sempre crescente di inserimento dei giovani nel tessuto parrocchiale la pastorale giovanile cerca strade nuove. La partecipazione numerica alle celebrazioni liturgiche si fatta sempre pi scarsa, insidiata dall'indifferenza, pi ancora che dal turismo domenicale, tuttavia il laicato diventato pi consapevole del proprio ruolo attivo nella vita della comunit. Ci sono molte ombre, ma le luci che il Signore ha acceso in questa comunit ci sembrano decisamente pi numerose. Sono lieto di trovarmi in questa Chiesa e desidero qui esprimere pubblicamente a vostra Santit il ringraziamento per avermi inviato a servirla. Pur essendo a Savona da soli tre mesi, posso affermare di aver costatato quanto sia ancora fondamentalmente sano il tessuto della comunit e quanto siano vivaci in essa i fermenti di bene. Sono stato accolto con molta cordialit e ho trovato in molti un desiderio di impegno e di collaborazione che mi fanno sperare in un buon futuro, che costruiremo insieme, con la collaborazione di tutte le componenti ecclesiali e, soprattutto, con la grazia del Signore. Siamo molto lieti di avere questa preziosa occasione di incontro con vostra Santit, perch desideriamo trarre da esso nuova energia per ripartire con rinnovato entusiasmo e determinazione nella direzione che vostra Santit vorr indicarci.

Il sindaco: saper unire laici e cattolici


Savona sa unire laici e cattolici, fiducia nel progresso scientifico e consapevolezza dei limiti umani, lavoro materiale e vita spirituale. Lo ha detto il sindaco della citt ligure Federico Berruti salutando il Papa in piazza del Popolo prima della celebrazione della messa. Storia religiosa e storia civile si sono incontrate spesso nella nostra citt ha detto il primo cittadino ricordando i due Pontefici savonesi Sisto IV e Giulio II, l'apparizione della Vergine del 18 marzo 1536 e la prigionia di Pio VII. Sono avvenimenti ha detto che evidenziano lo stretto legame di questa comunit con la Chiesa e con il clero. E ha aggiunto: , questa vicinanza, una caratteristica della nostra citt. Fa parte della nostra storia, del nostro carattere. Il santuario della Madonna della Misericordia rappresenta, in proposito, un luogo che sintetizza perfettamente questa unione: l'edificio, costruito con il contributo delle corporazioni artigiane del Cinquecento, ancora oggi di propriet della citt. La Chiesa locale, da sempre, lo gestisce e ne officia la basilica in un rapporto con il Comune regolato da accordi secolari. Questa vicenda di unione e affetto si resa visibile ancora una volta con la visita del Papa ad una citt che sta affrontando la sfida di una rinascita economica, demografica e culturale.

luned-marted 19-20 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
La visita all'ospedale pediatrico Giannina Gaslini di Genova

pagina 5

Dio non ci abbandona mai


Dal santuario della Madonna della Guardia a quello che egli stesso ha definito il santuario della vita, l'ospedale pediatrico Gaslini. iniziata cos la giornata di domenica 18 maggio trascorsa dal Papa a Genova. Durante la visita al Gaslini il primo discorso.

Signor Sindaco, Signor Commissario Straordinario, cari bambini, cari fratelli e sorelle! Dopo aver pregato ai piedi della Madonna della Guardia, nel bel Santuario che dall'alto domina la Citt, il primo incontro con voi, in questo luogo di sofferenza e di speranza, che fu inaugurato il 15 maggio 1938, esattamente settant'anni fa. Abbraccio voi, carissimi bambini, che venite accolti e curati con premura ed amore in questo Ospedale, punto di eccellenza per la pediatria al servizio di Genova, dell'Italia e dell'intera area del Mediterraneo. Il vostro portavoce mi ha espresso i vostri sentimenti di affetto, che ricambio di cuore e che accompagno con un pensiero speciale anche per i vostri genitori. Un saluto cordiale alla Signora Marta Vincenzi, Sindaco di Genova, che si fatta interprete dell'accoglienza della Citt. Saluto il Professor Vincenzo Lorenzelli, Commissario Straordinario dell'Istituto Giannina Gaslini, il quale ha ricordato lo scopo di quest'Ospedale e i futuri sviluppi che sono in programma. Il Gaslini nato dal cuore di un generoso benefattore, l'industriale e Senatore Gerolamo Gaslini, che dedic quest'opera a sua figlia deceduta a soli 12 anni, e fa parte della storia di carit che fa di Genova una citt della carit cristiana. Anche oggi la fede suggerisce a tante persone di buona volont gesti di amore e di sostegno concreto a questo Istituto, che con giusto orgoglio sentito dai Genovesi come un patrimonio prezioso. Ringrazio e incoraggio tutti a continuare. In particolare mi rallegro per il nuovo complesso, del quale stata recentemente posta la prima pietra, e che ha trovato un munifico donatore. Anche l'attenzione fattiva e cordiale delle pubbliche Amministrazioni segno di riconoscimento del valore sociale che il Gaslini rappre-

senta per i bambini della Citt e oltre. Quando un bene, infatti, per tutti, merita il concorso di tutti nel giusto rispetto dei ruoli e delle competenze. Mi rivolgo ora a voi, cari medici, ricercatori, personale paramedico e amministrativo; a voi, cari cappellani, volontari e quanti vi occupate dell'assistenza spirituale dei piccoli ospiti e dei loro familiari. So che vostro corale impegno far s che l'Istituto Gaslini sia un autentico santuario della vita e un santuario della famiglia, dove alla professionalit gli operatori di ogni settore uniscano amorevolezza e attenzione per la persona. La decisione del Fondatore, per cui il Presidente della Fondazione deve essere l'Arcivescovo pro tempore di Genova, manifesta la volont che l'ispirazione cristiana dell'Istituto non venga

mai meno e tutti siano sempre sorretti dai valori evangelici. Nel 1931, ponendo le basi della struttura, il Senatore Gerolamo Gaslini preconizzava l'opera perenne di bene che dall'Istituto stesso dovr irraggiare. Irraggiare il bene attraverso l'amorevole cura dei piccoli ammalati dunque lo scopo di questo vostro Ospedale. Per questo, mentre ringrazio tutto il personale dirigente, amministrativo e sanitario per la professionalit e la dedizione del loro servizio, auspico che questo eccellente Istituto Pediatrico continui a svilupparsi nelle tecnologie, nelle cure e nei servizi; ma anche ad allargare sempre pi gli orizzonti in quell'ottica di positiva globalizzazione per cui si riconoscono le risorse, i servizi e i bisogni creando e rafforzando una rete di solidariet oggi tanto urgente e necessaria. Tutto questo senza mai ve-

nir meno a quel supplemento di affetto che dai piccoli degenti avvertito come la prima e indispensabile terapia. L'Ospedale allora diventer sempre pi luogo di speranza. La speranza qui al Gaslini prende il volto della cura di pazienti in et pediatrica, ai quali si cerca di provvedere mediante la formazione continua degli operatori sanitari. Di fatto, il vostro Ospedale, quale stimato Istituto di Ricerca e Cura a carattere scientifico, si distingue per essere monotematico e polifunzionale, coprendo quasi tutte le specialit in campo pediatrico. La speranza che qui si coltiva ha dunque buoni fondamenti. Tuttavia, per affrontare efficacemente il futuro, indispensabile che questa speranza sia sostenuta da una visione pi alta della vita, che permetta allo scienziato, al medico, al professionista,

all'assistente, ai genitori stessi di impegnare tutte le loro capacit, senza risparmiare sforzi per ottenere i migliori risultati che la scienza e la tecnica possono oggi offrire, sul piano della prevenzione e della cura. Ecco allora affacciarsi il pensiero della silenziosa presenza di Dio, che accompagna quasi impercettibilmente l'uomo nel suo lungo cammino nella storia. La vera speranza affidabile solo Dio, che in Ges Cristo e nel suo Vangelo ha spalancato sul futuro la porta oscura del tempo. Sono risorto e ora sono sempre con te ci ripete Ges, specialmente nei momenti pi difficili la mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa cadere, cadrai tra le mie braccia. Sono presente anche alla porta della morte. Qui, al Gaslini, vengono curati i bambini. Come non pensare alla predilezione che Ges ebbe per i fanciulli? Li volle accanto a s, li addit agli apostoli come modelli da seguire nella loro fede spontanea e generosa, nella loro innocenza. Con parole dure mise in guardia dal disprezzarli e dallo scandalizzarli. Si commosse dinanzi alla vedova di Nain, una mamma che aveva perso il figlio, il suo unico figlio. Scrive l'evangelista san Luca che il Signore la rassicur e le disse: Non piangere! (cfr Lc 7, 14). Ges ripete ancor oggi a chi nel dolore queste parole consolatrici: Non piangere! Egli solidale con ognuno di noi e ci chiede, se vogliamo essere suoi discepoli, di testimoniare il suo amore per chiunque si trova in difficolt. Mi rivolgo, infine, a voi, carissimi bambini, per ripetervi che il Papa vi vuole bene. Accanto a voi vedo i vostri familiari, che condividono con voi momenti di trepidazione e di speranza. Siatene tutti certi: Dio non ci abbandona mai. Restate uniti a Lui e non perderete mai la serenit, nemmeno nei momenti pi bui e complessi. Vi assicuro il mio ricordo nella preghiera e vi affido a Maria Santissima, che come mamma ha sofferto per i dolori del suo divin Figlio, ma ora vive con Lui nella gloria. Un grazie ancora a ciascuno di voi per quest'incontro, che rimarr impresso nel mio cuore. Con affetto tutti vi benedico.

Il sindaco: un legame fondato sul rispetto


La visita all'ospedale pediatrico Giannina Gaslini stata anche la prima occasione per l'omaggio ufficiale della comunit civile genovese al Papa. Se ne fatta interprete Marta Vincenzi, il sindaco, la prima a rivolgere al Papa un indirizzo di saluto dopo l'arrivo all'ospedale. Dopo aver sottolineato la devozione che lega la citt alla Madonna, il sindaco ha voluto sottolineare alcune ricorrenze che rendono speciale la visita di Benedetto XVI: la celebrazione del mese mariano, l'omaggio reso da Benedetto XVI al santuario consacrato alla Madonna della Guardia, a cui i genovesi sono particolarmente legati; il ricordo dell'atto di affidamento della citt di Genova alla Madonna della Guardia da parte del Suo predecessore, Papa Giovanni Paolo II, nel corso della visita pastorale compiuta nel 1990 la scelta di assumere il nome di Benedetto che ha reso i genovesi lieti ed orgogliosi che il nuovo Papa volesse idealmente riallacciare il suo pontificato a quello del genovese Benedetto XV, il cardinale Giacomo della Chiesa, passato alla storia come il papa della pace. Dopo aver sottolineato il legame tra Genova e la Chiesa antico e profondo e testimoniato da tutta la nostra storia: nove papi di origine ligure il sindaco ha anche voluto porre in particolare rilievo il ruolo che il cardinale arcivescovo della citt riveste quale punto di riferimento importante non soltanto in quanto Pastore di anime, ma altres quale prezioso interlocutore relativamente alle tematiche di carattere civile e sociale. Il sindaco, richiamando il pensiero del teologo evangelico Dietrich Bonhoeffer, ha affermato che occorre compiere uno sforzo per ribadire principi, evitando nel contempo di trasformare l'etica in un campo di lotta politica. A questo proposito, nel dibattito pubblico su questi temi ha aggiunto Vincenzi la voce della Chiesa genovese, a pieno titolo tra altri soggetti, forte e autorevole e, certo, sar rafforzata dalla sua venuta. Il cardinale arcivescovo, Angelo Bagnasco ha infine ricordato il sindaco, ha definito la sua visita nella nostra citt un colpo d'ala. Ho molto apprezzato questa definizione. Credo, Santit, che la sua presenza a Genova sia un evento denso di rilievo e valore, un segno ad un tempo lieve come un battito d'ali, ma di grande forza. La nostra una citt operosa e prudente, generosa nell'impegno solidaristico verso i deboli e i sofferenti, aperta all'accoglienza e attenta ai principi della giustizia e del bene comune. Ha poi preso la parola il commissario straordinario dell'Istituto Giannina Gaslini Vincenzo Lorenzelli; il quale, dopo aver ricordato la storia del nosocomio, ha aggiunto che questo non soltanto un ospedale, ma un vero tempio della vita e della dedicazione amorevole al servizio dei piccoli ammalati, al cui interno pulsa un'attivit ricchissima. Il suggello ai primi 50 anni di vita ha detto ancora dell'Istituto stato posto, nel 1985, dalla visita del Suo predecessore di venerata memoria, Papa Giovanni Paolo II il quale tra l'altro raccomand di portare soprattutto una grande carica umana e spirituale nei contatti che sia con i piccoli infermi, sia con i loro genitori. Noi siamo qui oggi, dopo 23 anni, ha concluso alla Sua augusta presenza, con lo stesso calore e lo stesso entusiasmo, per rinnovare in spirito di comunione fraterna. Infine Pietro Tamburello, uno dei piccoli ricoverati nell'ospedale, si avvicinato al Papa e, a nome di tutti i bambini degenti, gli ha rivolto un breve caloroso saluto. Caro Papa Benedetto si presentato mi chiamo Pietro, ho nove anni, vengo dalla Sicilia e da tre mesi sono in cura al Gaslini. Sono molto contento di vederti da vicino. Sai tante volte sono stanco di stare qui a fare tante cure; ma quando penso che il Signore con me tutto diventa pi semplice. Ora a nome di tutti i bambini che hanno bisogno di cure voglio dirti grazie per la tua visita e per averci portato la parola del Signore. Santo Padre so che ci vuoi tanto bene e per questo ti chiedo di pregare per noi affinch possiamo tornare presto guariti nelle nostre case e di darci la benedizione di Dio.

La calorosa accoglienza riservata al Papa nel santuario della Madonna della Misericordia

A Savona sulle orme di Pio VII


SAVONA, 19. Nel ricordo di Pio VII iniziata dal ni vice direttore della Sala stampa della Santa santuario mariano di Nostra Signora della Mise- Sede. Facevano parte del seguito papale anche il ricordia, la visita di Benedetto XVI a Savona. dottor Renato Buzzonetti e Giovanni Maria la prima visita di un Pontefice alla citt ligure Vian, direttore de L'Osservatore Romano. Ad dopo centonovantatr anni, esattamente da quan- attenderlo erano monsignor Vittorio Lupi, vescodo, il 10 maggio 1815, il re di Sardegna Vittorio vo diocesano e l'arcivescovo Giuseppe Bertello, Emanuele I accolse nello stesso santuario Papa nunzio apostolico in Italia. Un breve saluto alle Chiaramonti, tenuto prigioniero per tre anni nel- autorit presenti dal sindaco, al presidente l'episcopio savonese da Napoleone. Una vicenda, della regione, al ministro delle attivit produttive quella di Pio VII, che insegna ai cristiani di oggi che nessuna pressione pu far tacere la Chiesa e che necessario avere, come ha ricordato Benedetto XVI, il coraggio di affrontare le sfide del mondo: materialismo, relativismo, laicismo, senza mai cedere a compromessi, disposti a pagare di persona. L'elicottero con a bordo il Papa atterrato nel piazzale antistante la casa del beato Antonio Botta, a cui la Madonna apparve il 18 maggio 1536. Ad accompagnarlo erano il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, gli arcivescovi Fernando Filoni, sostituto della segreteria di Stato, James Michael Harvey, Prefetto della Casa Pontificia, Domenico Calcagno, gi vescovo di Savona-Noli e oggi segretario dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, Mauro Piacenza, del clero di Genova, segretario della Congregazione per il Clero, i monsignori Paolo De Nicol, reggente della Prefettura della Casa Pontificia, Georg Gnswein, segretario particolare del Papa, Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, Franco Camaldo e Giulio Viviani, cerimonieri pontifici, padre Leonardo Sapienza, addetto per il protocollo della Prefettura della Casa Benedetto XVI visita le stanze di Pio VII nel vescovado di Savona Pontificia e padre Ciro BenedettiClaudio Scajola, in rappresentanza del governo Giulio II. La corale diocesana, composta da pi italiano e poi la preghiera davanti alla statua di quattrocento cantori, di ventuno corali parrocdella Vergine della Misericordia. Nel santuario si chiali, e da venticinque strumentisti, diretta dal erano raccolte le carmelitane scalze che hanno maestro Maurizio Fiaschi, ha accompagnato i vaaccompagnato con il canto l'ingresso di Benedet- ri momenti della celebrazione. Per evidenziare la to XVI. Sull'altare della cripta, il Papa ha depo- continuit della successione apostolica, il Papa ha sto la rosa d'oro, una delle maggiori onorificen- utilizzato lo stesso trono usato da Pio VII in ocze che i Pontefici offrono ai pi importanti san- casione della visita del 1815 al santuario, mentre tuari mariani. Una breve sosta di preghiera da- per la consacrazione stato adoperato un calice vanti alla Vergine e poi l'incontro con le clauromano del XVIII secolo, opera dell'orafo strali, che gli hanno donato una pergamena. Vincenzo Belli. Nell'omelia, interrotta pi volSul sagrato il Papa ha salutato i bambini te dagli applausi, Benedetto XVI ha voluto della scuola elementare e gli anziani ospiti evidenziare che il suo pellegrinaggio anche della casa di riposo attigua al santuario. memoria e omaggio al mio venerato predePer raggiungere il centro della citt il cessore Pio VII, la cui drammatica vicenda corteo papale ha attraversato una stra indissolubilmente legata a questa citt e da, per la verit molto stretta, ai lati al suo santuario mariano. E, sopratdella quale tuttavia erano ammassatutto, ha sottolineato come egli sia te centinaia di persone che hanno venuto a rinnovare l'espressione atteso per ore il suo passaggio. della riconoscenza della Santa Anche in Piazza del Popolo, Sede e di tutta la Chiesa per la dove era prevista la celebrafede, l'amore ed il coraggio con zione della messa, circa venticui i vostri concittadini sostenmila persone, erano in attesa nero il Papa nella sua residendell'arrivo del Papa da molte za coatta, impostagli da ore nonostante la pioggia batNapoleone Bonaparte, tente. in questa citt. Caratteristico l'altare diseCon Benedetto XVI gnato da Nicol Casiddu, hanno concelebrato, inclinato verso un grande oltre al seguito papale, crocifisso dorato, portato i vescovi della Liguria dalla confraternita di Varaze numerosi sacerdoti e ze. Sul lato sinistro, una statua rafreligiosi. Al termine figurante la Madonna della Misedella messa, il Pontefiricordia. Sul lato destro dell'alce, a bordo della papatare, i vari membri delle conmobile, si recato in fraternite, che con i caratterivescovado per visitare stici abiti variopinti hanno le stanze in cui venne dato colore al grigio plumbeo tenuto prigioniero Pio VII. del cielo. Dopo aver incontrato gli orIl vescovo Lupi, nel saluto rivolto ganizzatori della visita pastoal Papa all'inizio della messa, ha afrale, si diretto alla darsena fermato, tra l'altro, che la visita daper salutare le autorit cittadir nuova energia per ripartire con ne. Da qui con l'elicottero, verso rinnovato entusiasmo. Poi, a nome le 20.20, ripartito per l'aeropordi tutta la Chiesa locale, ha ricordato to di Genova, per poi trasferirsi, le attese e i problemi della diocesi, in auto, al Santuario della Masottolineando il legame con la Sede donna della Guardia, dove ha di Pietro, dato che Savona ha dato i La Madonna natali a due Pontefici, Sisto IV e della Misericordia di Savona pernottato. (nicola gori)

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO

luned-marted 19-20 maggio 2008

L'incontro con i giovani in piazza Matteotti

Chi sceglie Dio ha un futuro senza fine e senza minacce


Ha posto il Vangelo nelle mani di una decina di loro e ha lasciato una consegna per tutti: imparate a conoscere Ges e a farlo conoscere agli altri. Soltanto cos ha detto il Papa ai giovani radunati domenica 18 maggio in piazza Matteotti a Genova si pu superare l'indifferenza, anche quella di chi pensa di poter vivere senza Dio.

Carissimi giovani, purtroppo la pioggia mi perseguita in questi giorni, ma prendiamola come segno di benedizione, di fecondit per la terra, anche come simbolo dello Spirito Santo che viene e rinnova la terra, anche la terra arida delle nostre anime. Voi siete la giovinezza di Genova! Felice di vedervi qui! Vi abbraccio con il cuore di Cristo! Ringrazio i due rappresentanti che si sono fatti vostri portavoce. E ringrazio tutti voi per tutto il lavoro di preparazione, non solo esteriore, ma soprattutto spirituale: con l'adorazione eucaristica, la veglia di preghiera, cos realmente siete andati incontro allo Spirito Santo e, nello Spirito, entrate nella festa della Santissima Trinit, che celebriamo oggi. Grazie per questo cammino che avete fatto! E vi ringrazio per quell'entusiasmo che deve sempre caratterizzare la vostra anima non solo negli anni giovanili, pieni di aspettative e di sogni, ma sempre, anche quando gli anni della giovinezza saranno passati e sarete chiamati a vivere altre stagioni. Ma nel cuore dobbiamo tutti rimanere giovani! bello essere giovani ed oggi tutti vogliono essere giovani, rimanere giovani, e si mascherano da giovani, anche se il tempo della giovinezza passato, visibilmente passato. E mi domando ho riflettuto perch bello essere giovani? Perch il sogno della perenne giovinezza? Mi sembra che ci siano due elementi determinanti. La giovent ha ancora tutto il futuro davanti a s, tutto futuro, tempo di speranza. Il futuro pieno di promesse. Ad essere sinceri, dobbiamo dire che per molti il futuro anche oscuro, pieno di minacce. Non si sa: trover un posto di lavoro? trover una casa? trover l'amore? che sar il mio vero futuro? E davanti a queste minacce, il futuro pu anche apparire come un grande vuoto. Perci oggi, non pochi vogliono arrestare il tempo, per paura di un futuro nel vuoto. Vogliono subito consumare tutte le bellezze della vita. E cos l'olio nella lampada consumato, quando comincerebbe la vita. Perci importante scegliere le vere promesse, che aprono al futuro, anche con rinunce. Chi ha scelto Dio, ancora nella vecchiaia ha un futuro senza fine e senza minacce davanti a s. Quindi, importante scegliere bene, non distruggere il futuro. E la prima scelta fondamentale deve essere Dio, Dio rivelatosi nel Figlio Ges Cristo, e nella luce di questa scelta, che ci offre allo stesso tempo una compagnia nel cammino, una compagnia affidabile che non mi lascia mai, nella luce di questa scelta si trovano i criteri per le altre scelte necessarie. Essere giovane implica essere buono e generoso. E di nuovo la bont in persona Ges Cristo. Quel Ges che voi conoscete o che il vostro cuore cerca. Lui l'Amico che non tradisce mai, fedele fino al dono della vita in croce. Arrendetevi al suo amore! Come portate scritto sulle magliette preparate per questo incontro: scioglietevi davanti a Ges, perch solo Lui pu sciogliere le vostre ansie e i vostri timori e colmare le vostre attese. Egli ha dato la vita per noi, per ciascuno di noi. Potrebbe mai tradire la vostra fiducia? Potrebbe Egli condurvi per sentieri sbagliati? Le sue sono le vie della vita, quelle che portano ai pascoli dell'anima, anche se salgono verso l'alto e sono ardite. la vita spirituale che vi invito a coltivare, cari amici. Ges ha detto: Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perch senza di me non potete far nulla (Gv 15, 5). Ges non fa giri di parole, chiaro e diretto. Tutti lo comprendono e

prendono posizione. La vita dell'anima incontro con Lui, Volto concreto di Dio; preghiera silenziosa e perseverante, vita sacramentale, Vangelo meditato, accompagnamento spirituale, appartenenza cordiale alla Chiesa, alle vostre comunit ecclesiali. Ma come si pu amare, entrare in amicizia con chi non si conosce? La conoscenza spinge all'amore e l'amore stimola la conoscenza. cos anche con Cristo. Per trovare l'amore con Cristo, per trovarlo realmente come compagno della nostra vita, dobbiamo innanzitutto conoscerlo. Come quei due discepoli che lo seguono dopo le parole del Battista e dicono in modo timido: Rabb, dove abiti?, vogliono conoscerlo da vicino. lo stesso Ges che, parlando con i discepoli, distingue: Chi dice la gente chi io sia?, riferendosi a coloro che lo conoscono da lontano, per cos dire, di seconda mano, e Chi dite voi chi io sia?, riferendosi a coloro che lo conoscono di prima mano, avendo vissuto con Lui, essendo entrati realmente nella sua vita personalissima fino ad essere testimoni della sua orazione, del suo dialogo con il

Padre. Cos anche per noi importante non ridurci semplicemente alla superficialit dei tanti che hanno sentito qualcosa di Lui che era una grande personalit ecc. ma entrare in una relazione personale per conoscerlo realmente. E questo esige la conoscenza della Scrittura, dei Vangeli soprattutto, dove il Signore parla con noi. Non sempre sono facili queste parole, ma entrando in esse, entrando in dialogo, bussando alla porta delle parole, dicendo al Signore Aprimi, troviamo realmente parole di vita eterna, parole vive per oggi, attuali come lo erano in quel momento e come lo saranno in futuro. Questo colloquio con il Signore nella Scrittura deve essere sempre anche un colloquio non solo individuale, ma comunionale, nella grande comunione della Chiesa, dove Cristo sempre presente, nella comunione della liturgia, dell'incontro personalissimo della Santa Eucaristia e del sacramento della Riconciliazione, dove il Signore dice a me Ti perdono. E anche un cammino molto importante aiutare i poveri bisognosi, avere tempo per l'altro. Ci sono tante dimensioni per entrare nella

conoscenza di Ges. Naturalmente anche le vite dei Santi. Avete tanti Santi qui in Liguria, a Genova, che ci aiutano a trovare il vero volto di Ges. Solo cos, conoscendo personalmente Ges, possiamo anche comunicare questa nostra amicizia agli altri. Possiamo superare l'indifferenza. Perch anche se appare invincibile in effetti, qualche volta l'indifferenza sembra che non abbia bisogno di un Dio in realt, tutti sanno che qualcosa manca nella loro vita. Solo avendo scoperto Ges, si rendono conto: Era questo che aspettavo. E noi, quanto pi siamo realmente amici di Ges, tanto pi possiamo aprire il cuore anche agli altri, perch anche loro diventino veramente giovani, avendo cio davanti a s un grande futuro. Al termine del nostro incontro avr la gioia di consegnare il Vangelo ad alcuni di voi come segno di un mandato missionario. Andate, carissimi giovani, negli ambienti di vita, nelle vostre parrocchie, nei quartieri pi difficili, nelle strade! Annunciate Cristo Signore, speranza del mondo. Quanto pi l'uomo si allontana da Dio, la sua Sorgente, tanto pi smarrisce se stesso, la convivenza umana diventa difficile, e la societ si sfalda. State uniti tra voi, aiutatevi a vivere e a crescere nella fede e nella vita cristiana, per poter essere testimoni arditi del Signore. State uniti, ma non rinchiusi. Siate umili, ma non pavidi. Siate semplici, ma non ingenui. Siate pensosi, ma non complicati. Entrate in dialogo con tutti, ma siate voi stessi. Restate in comunione con i vostri Pastori: sono ministri del Vangelo, della divina Eucaristia, del perdono di Dio. Sono per voi padri e amici, compagni della vostra strada. Voi avete bisogno di loro, e loro noi tutti abbiamo bisogno di voi. Ciascuno di voi, cari giovani, se resta unito a Cristo e alla Chiesa pu compiere grandi cose. questo l'augurio che vi lascio come una consegna. Do un arrivederci a Sydney a quanti tra voi si sono iscritti a partecipare all'Incontro mondiale di luglio, e lo estendo a tutti, perch chiunque potr seguire l'evento anche da qui. So che in quei giorni le diocesi organizzeranno appositamente dei momenti comunitari, perch vi sia veramente una nuova Pentecoste sui giovani del mondo intero. Vi affido alla Vergine Maria, modello di disponibilit e di umile coraggio nell'accogliere la missione del Signore. Imparate da Lei a fare della vostra vita un s a Dio! Cos Ges verr ad abitare in voi, e lo porterete con gioia a tutti. Con la mia Benedizione!

I giovani al Papa: tu rispondi alle domande di senso

La sua parola chiara e sicura per noi guida di luce e insegnamento di verit per rispondere alle fondamentali domande di senso che sempre pi ci poniamo e ci vengono poste in questo difficile tempo di progresso scientifico, economico e culturale. Cos si sono rivolti a Benedetto XVI i due giovani genovesi Paolo Costa e Simonetta Saveri, prendendo la parola durante l'incontro di domenica mattina in piazza Matteotti. La sua presenza e la sua parola hanno sottolineato soprattutto costituiscano il punto di partenza, la fonte da cui trarre conforto per ripartire in una maggiore coerenza nella nostra vita cristiana, nella maggiore disponibilit alla sequela del Signore Ges e alla carit verso i fratelli, nella gioiosa e feconda testimonianza del Vangelo, nel servizio quotidiano nella Chiesa e per la Chiesa. Ciascuno di noi hanno confidato venuto qui portando con s la propria storia, la propria fede, i sogni, i dolori: alcuni di noi sono impegnati attivamente nella comunit ecclesiale, altri si sentono lontani, alcuni vivono un periodo di sereno entusiasmo nella loro vita spirituale, altri sono percorsi dal dubbio o dall'aridit, alcuni si interrogano sulla loro chiamata, altri hanno gi individuato la propria vocazione. Tutti per custodiscono dentro un solo desiderio, profondo e segreto: quello di vedere Ges. Noi giovani hanno spiegato a volte siamo preda dell'incertezza, della fragilit e dell'incoerenza e non percepiamo con sicurezza quale sia la strada da percorrere: oggi, nel suo sguardo di paternit e di benevolenza noi vediamo la direzione, anche se il mondo in cui viviamo, talora, sembra aver smarrito i suoi essenziali pa-

rametri di riferimento e, spesso, siamo combattuti tra il desiderio di seguire con coerenza e radicalit il Signore e le tentazioni di egoistiche soddisfazioni e di false libert. I giovani hanno voluto deporre nelle mani del Papa il desiderio di tenere sempre come punto di riferimento il Vangelo di Ges e l'insegnamento della Chiesa e lo hanno ringraziato per il suo magistero alto e profondo che ci aiuta a stare saldi nella fede e a edificare la casa della nostra vita sulla vera roccia. Mossi dall'incoraggiamento del Pontefice, hanno assicurato di voler rinvigorire la nostra fedelt nel seguire il Signore Ges, per portare il Vangelo anche e soprattutto a chi lontano, anche a chi si interroga tormentato dal dubbio o a chi nella tristezza, nello sconforto o nella solitudine. Per dare ulteriore slancio a questa missione, un gruppo di ragazzi hanno annunciato inizier con il prossimo anno pastorale una missione dei giovani ai giovani in alcune zone dell'arcidiocesi. Ci aiuti hanno chiesto al Papa a essere veri apostoli, veri missionari, a essere giovani che guardano con sicura fiducia al futuro e che vivono la gioia di chi sempre pronto con dolcezza, rispetto e rettitudine a rendere ragione della speranza che in noi. Ricordando l'episodio evangelico della pesca miracolosa sul lago di Tiberiade, al termine della quale il Signore rivolse a Pietro l'esortazione: Non temere! D'ora in poi sarai pescatore di uomini, i due giovani hanno concluso affermando: Oggi sentiamo che lei, successore dell'apostolo Pietro, rinnova a noi il mandato missionario, ci fortifica nelle nostre debolezze e ci ripete: Non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto.

La meditazione per la recita dell'Angelus al termine dell'incontro

Maria, segna la rotta nel mare della vita


Concluso l'incontro con i giovani, in piazza Matteotti, Benedetto XVI, prima di recitare l'Angelus, ha affidato il cammino dei genovesi alla protezione della Vergine Maria.

Cari fratelli e sorelle! Nel cuore della mia visita pastorale a Genova, siamo giunti all'ora del consueto appuntamento domenicale dell'Angelus, e il mio pensiero ritorna naturalmente al Santuario di Nostra Signora della Guardia, dove questa mattina ho sostato in preghiera. Pellegrino a quell'oasi montana si rec molte volte il Papa Benedetto XV, vostro illustre concittadino, il quale fece collocare una riproduzione della cara effigie della Madonna della Guardia nei Giardini Vaticani. E come fece il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II, nel suo primo pellegrinaggio apostolico a Genova, anch'io ho voluto iniziare la mia visita pastorale con l'omaggio alla celeste Madre di Dio, che dall'alto del monte Figogna veglia sulla Citt e su tutti i suoi abitanti. La tradizione narra che a Benedetto Pareto, inquieto perch non sapeva come rispondere all'invito

di costruire una chiesa in quel luogo tanto remoto dalla citt, la Madonna, nella sua prima apparizione, disse: Confida in me! I mezzi non ti mancheranno. Con il mio aiuto tutto ti sar facile. Mantieni solo ferma la tua volont. Confida in me! Questo ci ripete oggi Maria. Un'antica preghiera, assai cara alla tradizione popolare, ci fa rivolgere a Lei queste fiduciose parole, che oggi facciamo nostre: Ricordati, o Vergine Maria, che non si mai udito che alcuno sia ricorso al tuo patrocinio, abbia implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione, e sia stato abbandonato. con questa certezza che invochiamo la materna assistenza della Madonna della Guardia sulla vostra Comunit diocesana, sui suoi Pastori, le persone consacrate, i fedeli laici: i giovani, le famiglie, gli anziani. A Lei chiediamo di vegliare, in modo particolare, sugli ammalati e su tutti i sofferenti, e di rendere fruttuose le iniziative missionarie che sono in cantiere, per recare a tutti l'annuncio del Vangelo. A Maria affidiamo insieme l'intera Citt, con la sua variegata popolazione, le sue attivit culturali, sociali ed eco-

nomiche; i problemi e le sfide di questi nostri tempi, e l'impegno di quanti cooperano per il bene comune. Il mio sguardo si allarga ora a tutta la Liguria, costellata di chiese e santuari mariani, posti come una corona tra il mare e i monti. Insieme con voi, ringrazio Dio per la fede robusta e tenace delle generazioni passate che, nel corso dei secoli, hanno scritto pagine memorabili di santit e di umana civilt. La Liguria, ed in particolare Genova, da sempre una terra aperta sul Mediterraneo e sul mondo intero: quanti missionari sono partiti da questo porto per le Americhe e per altre terre lontane! Quanta gente da qui emigrata per altri Paesi, povera forse di risorse materiali, ma ricca di fede e di valori umani e spirituali, che hanno poi trapiantato nei luoghi di approdo! Continui Maria, Stella del mare, a brillare su Genova; continui Maria, Stella della speranza, a guidare il cammino dei Genovesi, specialmente delle nuove generazioni, perch seguano, con il suo aiuto, la giusta rotta nel mare spesso tempestoso della vita.

luned-marted 19-20 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 7

L'esortazione ai canonici del capitolo e ai membri della vita consacrata durante l'incontro nella cattedrale di Genova dedicata a san Lorenzo

Specialisti dell'ascolto di Dio per rispondere alle sfide educative


Con i consacrati, nella cattedrale di San Lorenzo, si conclusa la mattinata domenicale del Papa a Genova. A loro Benedetto XVI ha chiesto di essere esempi credibili di santit, nella fedelt al Vangelo e senza cedimenti allo spirito del mondo.

Signori Cardinali, cari membri del Capitolo della Cattedrale, cari religiosi e religiose, in questa breve, ma intensa visita pastorale a Genova, non poteva mancare una sosta nella vostra insigne Cattedrale, dedicata a san Lorenzo, che custodisce le reliquie del Precursore di Ges, san Giovanni Battista. E sono contento di incontrare i Canonici del venerato Capitolo Metropolitano e i religiosi e le religiose presenti ed operanti nell'Arcidiocesi. Questo tempio, attorniato da tanti vicoli, sembra essere il punto di confluenza e di arrivo di ogni cammino: come se dall'ombra delle vie strette gli uomini volessero uscire alla luce della loro Cattedrale, volessero uscire nella luce di Dio che tutti accoglie, abbraccia, illumina e ristora. A ciascuno di voi il mio cordiale saluto. Un saluto speciale rivolgo a Mons. Mario Grone, Preside del Capitolo della Cattedrale, e a Padre Domenico Rossi, Delegato Diocesano per la Vita Consacrata, che si sono fatti interpreti dei vostri devoti sentimenti. Nei secoli passati, la Chiesa di Genova ha conosciuto una ricca tradizione di santit e di generoso servizio ai fratelli, grazie all'opera di zelanti sacerdoti e religiosi e religiose di vita attiva e contemplativa. Ritornano qui alla mente i nomi di vari Santi e Beati: Antonio Maria Gianelli, Agostino Roscelli, Tommaso Reggio, Francesco Maria da Camporosso, Caterina Fieschi Adorno, Virginia Centurione Bracelli, Paola Frassinetti, Eugenia Ravasco, Maria Repetto, Benedetta Cambiagio Frassinello. Ma anche ora, nonostante le difficolt che la societ sta attraversando, forte la passione evangelizzatrice nelle vostre comunit. In particolare, cresciuto il comune desiderio di stringere rapporti di sempre pi fraterna intesa per collaborare all'azione missionaria, promossa in tutta l'Arcidiocesi. Infatti, seguendo gli

orientamenti della Conferenza Episcopale Italiana, volete porvi in stato di permanente missionariet, come testimonianza della gioia del Vangelo e come invito esplicito rivolto a tutti a incontrare Ges Cristo. Eccomi tra voi, cari amici, per incoraggiarvi a camminare in questa direzione. In particolare, vorrei additarvi come esempio l'apostolo Paolo, del quale ci apprestiamo a celebrare uno speciale giubileo, in occasione del bimillenario della nascita. Convertitosi a Cristo sulla via di Damasco, si dedic interamente alla causa del Vangelo. Per Cristo affront prove di ogni genere, e a Lui rest fedele sino al sacrificio della vita. Giunto ormai al termine del suo pellegrinaggio terreno, cos scriveva

mondo. Come ebbe a scrivere il Cardinale Giuseppe Siri, zelante Pastore di questa Arcidiocesi per vari decenni, e ora sepolto in questa vostra Cattedrale, la vita religiosa si muove intorno a Dio e tutto dispone intorno a Dio e pertanto diventa una testimonianza di Dio e il richiamo di Dio (Lettera a tutte le religiose oranti ed operanti nella Diocesi di Genova sul Congresso del Culto del Signore, 15 agosto 1953). Voi, cari membri del Capitolo dei Canonici della Cattedrale, curando le azioni liturgiche che qui si svolgono, ricordate che tutto in noi trae vigore dalla preghiera personale e liturgica. ancora il Cardinale Siri a sottolineare che la azione pi veneranda e pi santa, degna di ogni considerazione e riguardo,

al suo fedele discepolo Timoteo: Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede (2 Tm 4, 67). Che ciascuno di noi, cari fratelli e sorelle, possa dire la stessa cosa nel giorno conclusivo della sua vita. Perch ci avvenga, ed quanto il Signore attende dai suoi amici, occorre che coltiviamo lo stesso spirito missionario che ha animato san Paolo con una costante formazione spirituale, ascetica e pastorale. necessario soprattutto che diventiamo specialisti dell'ascolto di Dio, ed esempi credibili di una santit che si traduca in fedelt al Vangelo senza cedimenti allo spirito del

di ogni onore e distinzione che si compia in una Diocesi, la celebrazione solenne della Ufficiatura Divina, ossia quello che fate voi... L'intera Diocesi, ed in un certo senso la intera Chiesa, prega per le vostre labbra. Il debito della famiglia diocesana dei fedeli viene assolto nei confronti di Dio anzitutto con questa Vostra preghiera (Verso il Congresso del Culto del Signore. Lettera Pastorale ai Canonici, 24 Gennaio 1953). Carissimi fratelli e sorelle, in particolare voi, persone consacrate, vi ringrazio per la vostra presenza. una presenza antica e sempre nuova, nonostante la diminuzione dei numeri e delle forze. Ma abbiate fiducia: i tempi nostri non sono quelli di Dio e della sua Provvidenza.

necessario pregare e crescere nella santit personale e comunitaria. Il Signore provvede. Vi prego di non considerarvi mai come se foste al tramonto della vita: Cristo l'alba perenne, la nostra luce. Vi prego di continuare nelle vostre opere, ma soprattutto nella vostra presenza: il venir meno delle vostre comunit impoverisce voi, ma anche Genova. I poveri, i malati, le famiglie, i bambini, le nostre Parrocchie, tutto prezioso campo di servizio e di dono per costruire la Chiesa e servire gli uomini. Vi raccomando soprattutto l'educazione dei ragazzi e dei giovani: voi sapete che la sfida educativa quella pi urgente, perch senza un'autentica educazione dell'uomo non si va lontano. E voi tutti, pur in modi diversi, avete una storica esperienza educativa. Dobbiamo aiutare i genitori nel loro straordinario e difficile compito educativo; dobbiamo aiutare le Parrocchie e i gruppi; dobbiamo continuare anche con grandi sacrifici le scuole cattoliche, grande tesoro della comunit cristiana e vera risorsa per il Paese. Cari Canonici e cari religiosi e religiose, la lunga tradizione spirituale di Genova conta ben sei Papi, dei quali ricordo soprattutto Benedetto XV di venerata memoria, il Papa della pace. Egli nella Humani generis redemptionem scriveva che ci che rende la parola umana capace di giovare alle anime la grazia di Dio. Non dimentichiamolo mai: ci che tutti ci accomuna che siamo chiamati ad annunciare insieme la gioia di Cristo e la bellezza della Chiesa. Questa gioia e questa bellezza, che provengono dallo Spirito, sono dono e segno della presenza di Dio nelle nostre anime. Per essere testimoni e araldi del messaggio salvifico non possiamo contare solo sulle nostre umane energie. la fedelt di Dio a stimolare e a conformare la nostra fedelt a Lui: per questo, lasciamoci guidare dallo Spirito della verit e dell'amore. questo l'invito che rivolgo a ciascuno di voi, avvalorandolo con un ricordo speciale nella preghiera. Vi affido tutti alla Madonna della Guardia, a san Lorenzo, a san Giovanni Battista e ai vostri Santi Protettori. Con questi sentimenti, di cuore vi benedico.

Un'inedita giornata della giovent genovese


GENOVA, 19. Non questione di mode, di anni o di vigore fisico. La giovinezza soprattutto questione di cuore. Lo ha ricordato il Papa alle migliaia di ragazzi e ragazze che domenica mattina a piazza Matteotti hanno dato vita a una inedita e festosa giornata della giovent genovese. Una miriade di coriandoli colorati ha fatto da scenario all'incontro. I pezzetti di carta, lanciati verso il cielo, contenevano le intenzioni di preghiera e i propositi dei ragazzi formulati durante le ore di adorazione eucaristica in preparazione alla visita del Pontefice. Nonostante la pioggia ininterrotta, si sono ritrovati in tanti ad accogliere Benedetto XVI con canti, striscioni e slogan. Molti indossavano una maglietta con la scritta Sciogliti! e il disegno di un cubetto di ghiaccio che si liquef: un invito a sciogliere il proprio cuore e a stemperare le proprie paure affidandole a Cristo. Come portate scritto sulle magliette li ha incalzati il Papa preparatevi per questo incontro: scioglietevi davanti a Ges, perch solo Lui pu sciogliere le vostre ansie e i vostri timori e colmare le vostre attese. Durante l'incontro, stata letta la poesia dal titolo Tu sei la luce, con la quale Davide Ferrazin ha vinto il concorso organizzato dai responsabili del centro san Matteo in occasione della visita. Il concorso, aperto ai giovani di et compresa tra i 14 e i 30 anni, comprendeva cinque temi tratti da alcuni versetti dei Vangeli. Al termine, undici ragazzi e ragazze, accompagnati da don Guido Gallese, responsabile della pastorale giovanile diocesana, hanno ricevuto dal Papa il Vangelo e il mandato per dar vita il prossimo anno a una missione ai giovani nelle realt pi bisognose della citt. Benedetto XVI ha poi recitato l'Angelus, affidando Genova alla Madonna. Quindi ha ricordato l'apertura della conferenza diplomatica sulle munizioni a grappolo che si svolge a Dublino dal 19 maggio, auspicando che si possa giungere a uno strumento internazionale forte e credibile: necessario infatti rimediare agli errori del passato ed evitare che si ripetano in futuro. Benedetto XVI ha poi invitato i giovani alla Giornata mondiale della giovent in programma a Sydney dal 12 al 21 luglio. inginocchiarsi, stato salutato dalle claustrali della diocesi. Seduto sul trono che appartenne al cardinale Giuseppe Siri, il Pontefice ha ricordato proprio la figura del porporato che fu zelante pastore di questa arcidiocesi per vari decenni, e ora sepolto in questa vostra cattedrale. Primo presidente della Conferenza episcopale italiana, Siri guid la diocesi genovese dal 1946 al 1987. Richiamando il suo insegnamento, Benedetto XVI ha invitato i consacrati ad avere fede in Dio, anche di fronte alla diminuzione dei numeri e delle forze. Il Papa non ha mancato di ricordare anche il suo predecessore Benedetto XV, il Pontefice genovese che, durante il primo conflitto mondiale, si impegn con tutte le sue energie a favore della pace. Al termine dell'incontro, il preside del capitolo gli ha offerto un omaggio significativo: l'amitto donato da Pio XII al cardinale Siri. Una religiosa, suor Speranza, gli ha regalato un'icona della Trinit, a nome di tutte le claustrali, e alcuni libri da parte di tutti i consacrati. Prima di congedarsi, Benedetto XVI ha sostato alcuni momenti in preghiera davanti alla tomba del cardinale Siri.

Una rosa d'oro


La giornata del Papa era iniziata con la preghiera davanti alla statua della Madonna della Guardia, nell'omonimo santuario molto caro ai genovesi. Accolto da numerosi fedeli, Benedetto XVI ha recitato alla Vergine la preghiera da lui stesso composta per l'occasione. Quindi ha deposto una rosa d'oro sull'altare ai piedi della Madonna. Il cardinale Bagnasco, a nome del santuario, gli ha offerto in dono una cartellina in pelle bianca, contente un'immagine della Madonna della Guardia in filigrana di Campoligure, alcune foto raffiguranti il cardinale Joseph Ratzinger al santuario mentre predica un ritiro ai sacerdoti, una pergamena riproducente la copia dell'atto notarile di nascita del santuario e una cartellina con l'elenco degli impegni presi dai fedeli in occasione della visita papale.

Chiamati a manifestare il primato di Dio e la passione per l'uomo


L'incontro con il Capitolo della Cattedrale e con i consacrati ha concluso la mattinata trascorsa dal Papa a Genova. All'inizio dell'incontro monsignor Mario Grone, Preside del capitolo, ha accolto il Papa con devote espressioni d'omaggio. I nostri pastori, ha detto tra l'altro, ci hanno sempre insegnato, soprattutto con l'esempio, a guardare al Papa con gli occhi della fede. Abbiamo cos piena coscienza di incontrarci oggi nella vostra santit con il vicario di Cristo in terra e ne gioiamo. Ha concluso assicurando al Papa obbedienza e fedelt. Ha quindi preso la parola il delegato arcivescovile per la vita consacrata, padre Domenico Rossi. Espresse gratitudine e riconoscenza per l'incontro ha voluto ricordare che la Diocesi di Genova ha avuto la grazia di essere stata, lungo il corso dei secoli, grembo e culla di nuove forme di vita religiosa; molti figli di questa terra benedetta, alcuni dei quali hanno gi raggiunto la gloria degli altari, sono stati fondatori di congregazioni religiose, maschili e femminili. Qui si sono avviate forme nuove e inedite di vita religiosa; dal nostro porto, fino a tempi recentissimi, sono partiti missionari e missionarie per terre lontane e inesplorate. Il sacerdote si detto poi convinto che la vita religiosa per la Chiesa genovese, come d'altronde per la Chiesa tutta, sia un dono prezioso e un aiuto provvidenziale non tanto prima di tutto per il numero, e la vivacit dei servizi che essa offre, quanto piuttosto per la testimonianza di cui portatrice, di uomini e di donne cio che scelgono di appartenere a Dio soltanto mettendo a disposizione della sua opera salvifica tutto il proprio essere, senza nulla tenere per s. Per questo, ha proseguito, sentiamo di poter dire che in questo momento qui con noi e con lei, nessuno pi presente dei contemplativi e delle contemplative, vero polmone spirituale, fari di grazia per la nostra diocesi e la Liguria tutta. E ha concluso: Al di l dell'incalcolabile valore della vita contemplativa, tutti gli altri carismi e stili di vita presenti in questa nostra citt, continuano a esprimere e a manifestare il primato di Dio e la passione per l'uomo, con coraggio e tenacia in un contesto sociale non sempre in sintonia con l'istanza evangelica e che a volte fa fatica a comprendere le nostre scelte e proposte, i nostri presupposti e orientamenti. Ci non scalfisce la nostra vivace donazione che anzi, nonostante le difficolt oggettive, diviene sempre pi appassionata e oggettiva.

La visita al Gaslini
Dalla Guardia il Pontefice si diretto in auto verso la citt per visitare l'ospedale pediatrico Gaslini. Ad attenderlo erano i bambini, i loro familiari, il personale medico e infermieristico, il cappellano padre Aldo Campone e le autorit civili e militari, tra cui il sindaco Marta Vincenzi e il commissario straordinario dell'Istituto Giannina Gaslini, Vincenzo Lorenzelli. Il piccolo Pietro, un bambino in cura all'ospedale, ha letto alcune parole di benvenuto. Un altro, di nome Stefano, gli ha offerto un quadro a nome di tutti i degenti. (nicola gori)

L'incontro in cattedrale
Da piazza Matteotti, il Papa si recato nella vicina cattedrale di san Lorenzo, dove l'attendevano i membri del capitolo e i rappresentanti della vita consacrata in diocesi. All'ingresso stato accolto da monsignor Luigi Ernesto Palletti, vescovo ausiliare di Genova; poi, tra una folla di religiosi e religiose, si diretto verso l'altare del Santissimo Sacramento per una breve sosta di adorazione. Prima di

La preghiera sulla tomba del cardinale Siri nella cattedrale di Genova

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
L'omelia della messa conclusiva celebrata in piazza della Vittoria a Genova

luned-marted 19-20 maggio 2008

Dal nome di Dio dipende la nostra storia


Circa centomila persone si sono raccolte domenica pomeriggio, 18 maggio, in piazza della Vittoria a Genova per la messa celebrata dal Papa a conclusione della sua visita. Durante l'omelia Benedetto XVI ha ricordato, tra l'altro, che in una societ tra globalizzazione e individualismo la Chiesa chiamata a offrire una testimonianza di comunione.

Il cardinale Bagnasco: un segno a favore della vita


All'inizio della messa il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, ha rivolto al Papa questo indirizzo d'omaggio: Beatissimo Padre! Genova vuole bene al Papa! Vuole bene a lei, Padre Santo, e le grata per l'onore che la sua desiderata visita rende alla nostra Chiesa, alla citt intera. Nella sua amabile persona noi riconosciamo il successore di Pietro. In lei, vicario di Cristo, vediamo il pastore della Chiesa universale, il suo principio e il suo visibile fondamento. Nei suoi passi di pellegrino nella terra ligure, sentiamo la sollecitudine di Ges buon pastore che, come un tempo sulla via di Emmaus, si affianca ai due viandanti, ne ascolta l'anima, li conferma nella fede, ravviva la speranza, fa sentire il caldo palpito del pane eucaristico, sprigiona incontenibile il bisogno di comunicare ai fratelli l'incontro con il Risorto perch si moltiplichi la gioia. Cos, Padre Santo, per noi oggi! Sentiamo che il suo magistero ci necessario per essere confermati nella fede, per crescere nella comunione con la Chiesa, nostra maestra e madre. Abbiamo bisogno della sua parola che ci porta l'eco del divino Maestro, l'eco di duemila anni di storia cristiana, la voce dei santi e dei martiri che per la fedelt a Cristo e alla Chiesa hanno versato il sangue: la voce dei martiri di ieri e di oggi. Abbiamo bisogno della sua testimonianza che traduce l'esortazione dell'Apostolo Pietro a rendere ragione a tutti della nostra speranza, e a farlo sempre con dolcezza e rispetto (1 Pietro 3, 15). Ha davanti a lei i venerati vescovi delle Chiese liguri, quelli gi emeriti, e anche coloro che, figli di questa terra, svolgono il loro ministero a servizio della Santa Sede. Sentiamo come nostro anche il cardinale Tarcisio Bertone, suo segretario di Stato, che, in pochi anni, ha conosciuto e amato questa diocesi e ne amato. Ho la gioia di presentarle i miei carissimi sacerdoti: un clero unito, che con i tratti tipici dei genovesi si vuole bene e si sostiene. Sono ammirato dal loro zelo sacerdotale che si traduce nella operosit fedele alle proprie comunit e ai propri compiti, nonostante a volte il peso degli anni e delle infermit, e il numero ridotto dei confratelli. La gente proprio per questo vuole loro ancora pi bene, e collabora in spirito di fede e di servizio. Anche le comunit cristiane pi piccole sparse nell'entroterra le parrocchie dell'intera diocesi sono 278 sono profondamente affezionate alle loro chiese e le custodiscono con l'amore che si ha per la propria casa. La fede di questa terra antica risale al IV secolo e la sua storia ricca di santi, di sacerdoti, di ordini religiosi, di associazioni e di confraternite, di tradizioni che esprimono ed alimentano la fede. ricca di carit, di attenzione ai poveri e ai deboli, di apertura accogliente a chi come noi un tempo in altri continenti approda alla ricerca di una vita operosa e sicura. Il nostro popolo generoso se individua bisogni veri e concreti: generoso anche quando come in questi tempi soffre delle difficolt inerenti al lavoro, alla casa, al costo della vita. Ma la dignit non manca, e anche la fierezza necessaria per reagire attivando tutte necessarie sinergie tra le molte risorse che esistono. una storia non sempre facile, ma sempre fedele alla Sede apostolica. Anche quattro Papi sono figli di questa terra, e ci siamo sentiti onorati quando, eletto alla cattedra di Pietro, lei ha scelto il nome di Benedetto XVI. Come la fede s'incarna nella vita, cos la storia della Chiesa si intreccia con la storia della citt: un rapporto da sempre rispettoso e fecondo per il bene di Genova. Basta un accenno a memorie recenti come l'opera di mediazione e di carit durante l'ultimo conflitto mondiale, l'attenzione puntuale del cardinale Siri verso il mondo del lavoro, della casa, della povert: attenzione continuata dai suoi successori. Un'espressione peculiare di questo radicamento virtuoso la presenza dei cappellani nelle fabbriche e nelle aziende. La presenza umile, rispettosa, disponibile e disinteressata tra i lavoratori premia con la stima e la fiducia: valori che non hanno prezzo! Padre Santo, ora siamo qui attorno a lei, con lei attorno a Cristo Signore. Con la sua presenza, Genova diventa per un momento il cuore pulsante della Chiesa universale: per questo ci uniamo pi strettamente alla sua persona e preghiamo per la Chiesa tutta, specialmente l dove i fratelli nella fede soffrono. Preghiamo per l'umanit assetata di verit e d'amore, bisognosa di speranza e di pace; il loro nome Ges. Preghiamo per la vita umana, perch sia sempre accolta e difesa, promossa e amata. Per questo vogliamo che la sua visita sia ricordata, con un duplice segno a favore della vita nascente o appena nata: il centro diocesano di aiuto alla vita, e una casa di accoglienza tenuta dalle suore di don Orione. Preghiamo per il suo altissimo ministero. Ma lei, Padre Santo, preghi per noi! Le difficolt non mancano ma, confermati dalla sua parola, torneremo nelle nostre comunit e, con il cuore rinfrancato come i discepoli ad Emmaus, potremo annunciare a tutti e ovunque che Cristo la nostra speranza, quella che ogni uomo cerca anche senza saperlo. Preghi per Genova, Santit, Genova con il Papa e le vuole bene.

Cari fratelli e sorelle, al termine di un'intensa giornata trascorsa in questa vostra Citt, ci ritroviamo uniti attorno all'altare per celebrare l'Eucaristia, nella solennit della Santissima Trinit. Da questa centrale Piazza della Vittoria, che ci accoglie per la corale azione di lode e di ringraziamento a Dio con cui si chiude la mia visita pastorale, invio il pi cordiale saluto all'intera comunit civile ed ecclesiale di Genova. Con affetto saluto, in primo luogo, l'Arcivescovo, il Cardinale Angelo Bagnasco, che ringrazio per la cortesia con cui mi ha accolto e per le toccanti parole che mi ha rivolto all'inizio della Santa Messa. Come non salutare poi il Cardinale Tarcisio Bertone, mio Segretario di Stato, gi Pastore di questa antica e nobile Chiesa? A lui il mio grazie pi sentito per la sua vicinanza spirituale e per la sua preziosa collaborazione. Saluto poi il Vescovo Ausiliare, Mons. Luigi Ernesto Palletti, i Vescovi della Liguria e gli altri Presuli. Rivolgo il mio deferente pensiero alle Autorit civili, alle quali sono grato per la loro accoglienza e per il fattivo sostegno che hanno prestato alla preparazione e allo svolgimento di questo mio pellegrinaggio apostolico. In particolare saluto il Ministro Claudio Scaiola in rappresentanza del nuovo Governo, che proprio in questi giorni ha assunto le sue piene funzioni al servizio dell'amata Nazione italiana. Mi rivolgo poi con viva riconoscenza ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai diaconi, ai laici impegnati, ai seminaristi, ai giovani. A tutti voi, cari fratelli e sorelle, il mio saluto affettuoso. Estendo il mio pensiero a quanti non hanno potuto essere presenti, in modo speciale agli ammalati, alle persone sole e a quanti si trovano in difficolt. Affido al Signore la citt di Genova e tutti i suoi abitanti in questa solenne Concelebrazione eucaristica, che, come ogni domenica, ci invita a partecipare in modo comunitario alla duplice mensa della Parola di Verit e del Pane di Vita eterna. Abbiamo ascoltato, nella prima Lettura (Es 34, 4b-6.8-9), un testo biblico che ci presenta la rivelazione del nome di Dio. Dio stesso, l'Eterno e l'Invisibile, che lo proclama, passando davanti a Mos nella nube, sul monte Sinai. E il suo nome : Il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedelt. San Giovanni, nel nuovo Testamento, riassume questa espressione in una sola parola: Amore (cfr 1 Gv 4, 8.16). Lo attesta anche il Vangelo odierno: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito (Gv 3, 16). Questo nome esprime dunque chiaramente che il Dio della Bibbia non una sorta di monade chiusa in se stessa e soddisfatta della propria autosufficienza, ma vita che vuole comunicarsi, apertura, relazione. Parole come misericordioso, pietoso, ricco di grazia ci parlano tutte di una relazione, in particolare di un Essere vitale che si offre, che vuole colmare ogni lacuna, ogni mancanza, che vuole donare e perdonare, che desidera stabilire un legame saldo e duraturo. La Sacra Scrittura non conosce altro Dio che il Dio dell'Alleanza, il quale ha creato il mondo per effondere il suo amore su tutte le creature (cfr Messale Romano, Pregh. Euc. IV) e che si scelto un popolo per stringere con esso un patto nuziale, farlo diventare una benedizione per tutte le nazioni e cos formare dell'intera umanit una grande famiglia (cfr Gn 12, 1-3; Es 19, 3-6). Questa rivelazione di Dio si pienamente delineata nel Nuovo Testamento, grazie alla parola di Cristo. Ges ci ha manifestato il volto di Dio, uno nell'essenza e trino nelle persone: Dio Amore, Amore Padre Amore Figlio Amore Spirito Santo. Ed proprio nel nome di questo Dio che l'apostolo Paolo saluta la comunit di Corinto, e saluta tutti noi: La grazia del Signore Ges Cristo, l'amore di Dio [Padre] e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi (2 Cor 13, 13). C' dunque, in queste Letture, un contenuto principale che riguarda Dio, e in effetti la festa di oggi ci invita a contemplare Lui, il Signore, ci invita a salire in un certo senso sul monte come fece Mos. Questo sembra a prima vista portarci lontano dal mondo e dai suoi problemi, ma in realt si scopre che proprio conoscendo Dio pi da vicino si ricevono anche le indicazioni fon-

damentali per questa nostra vita: un po' come accadde a Mos, che salendo sul Sinai e rimanendo alla presenza di Dio ricevette la legge incisa sulle tavole di pietra, da cui il popolo trasse la guida per andare avanti, per trovare la libert e per formarsi come popolo in libert e giustizia. Dal nome di Dio dipende la nostra storia; dalla luce del suo volto il nostro cammino. Da questa realt di Dio, che Egli stesso ci ha fatto conoscere rivelandoci il suo nome, cio il suo volto, deriva una certa immagine di uomo, cio il concetto di persona. Se Dio unit dialogica, essere in relazione, la creatura umana, fatta a sua immagine e somiglianza, rispecchia tale costituzione: essa pertanto chiamata a realizzarsi nel dialogo, nel colloquio, nell'incontro: un essere in relazione. In particolare, Ges ci ha rivelato che l'uomo essenzialmente figlio, creatura che vive nella relazione con Dio Padre, e cos in relazione con tutti i suoi fratelli e sorelle. L'uomo non si realizza in un'autonomia assoluta, illudendosi di essere Dio, ma, al contrario, riconoscendosi quale figlio, creatura aperta, protesa verso Dio e verso i fratelli, nei cui volti ritrova l'immagine del Padre comune. Si vede bene che questa concezione di Dio e dell'uomo sta alla base di un corrispondente modello di comunit umana, e quindi di societ. un modello che sta prima di ogni regolamentazione normativa, giuridica, istituzionale, ma direi anche prima delle specificazioni culturali; un modello di umanit come famiglia, trasversale a tutte le civilt, che noi cristiani esprimiamo affermando che gli uomini sono tutti figli di Dio e quindi tutti fratelli. Si tratta di una verit che sta fin dal principio dietro di noi e al tempo stesso ci sta sempre davanti,

come un progetto a cui sempre tendere in ogni costruzione sociale. Ricchissimo il Magistero della Chiesa che si sviluppato a partire proprio da questa visione di Dio e dell'uomo. Basta percorrere i capitoli pi importanti della Dottrina Sociale della Chiesa, a cui hanno dato apporti sostanziali i miei venerati Predecessori, in particolare negli ultimi centovent'anni, facendosi autorevoli interpreti e guide del movimento sociale di ispirazione cristiana. Vorrei qui oggi menzionare solo la recente Nota pastorale dell'Episcopato italiano Rigenerati per una speranza viva: testimoni del grande s di Dio all'uomo (29.VI.2007). Questa Nota propone due priorit: anzitutto, la scelta del primato di Dio: tutta la vita e l'opera della Chiesa dipendono dal mettere al primo posto Dio, ma non un Dio generico, bens il Signore con il suo nome e il suo volto, il Dio dell'Alleanza che ha fatto uscire il popolo dalla schiavit d'Egitto, ha risuscitato Cristo dai morti e vuole condurre l'umanit alla libert nella pace e nella giustizia. L'altra scelta quella di porre al centro la persona e l'unit della sua esistenza, nei diversi ambiti in cui si dispiega: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilit sua propria, la tradizione, la cittadinanza. Il Dio uno e trino e la persona in relazione: questi sono i due riferimenti che la Chiesa ha il compito di offrire ad ogni generazione umana, quale servizio alla costruzione di una societ libera e solidale. La Chiesa lo fa certamente con la sua dottrina, ma soprattutto mediante la testimonianza, che non per nulla la terza scelta fondamentale dell'Episcopato italiano: testimonianza personale e comunitaria, in cui convergono vita spirituale, missione pastorale e dimensione culturale.

La coerenza tra fede e vita


GENOVA, 19. La prima visita papale del 2008 in Italia si conclusa domenica pomeriggio con una messa in piazza della Vittoria, a Genova, davanti a centomila persone e con un appello ai cristiani a non separare fede e vita. Conoscere Dio pi da vicino ha raccomandato il Papa, per avere indicazioni pratiche preziose per la vita. La folla lo attendeva da ore nonostante la pioggia battente e il freddo abbiano turbato tutta la mattinata e non abbiano concesso una tregua per tutta la durata della messa. Le tre caravelle disegnate sull'erba dei prati posti sui ripiani delle scalinate della piazza, facevano da scenario all'incontro del Papa con la citt marinara. A salutare Benedetto XVI a nome di tutta la diocesi stato il cardinale Angelo Bagnasco, attorniato, tra gli altri, dal cardinale Tarcisio Bertone e dai vescovi della Liguria. Il porporato ha ricordato che le radici della fede dei genovesi risalgono al IV secolo: La sua storia ricca di santi, di sacerdoti, di ordini religiosi, di associazioni e di confraternite, di tradizioni che esprimono ed alimentano la fede. ricca di carit, di attenzione ai poveri e ai deboli, di apertura accogliente a chi approda alla ricerca di una vita operosa e sicura. Poi il cardinale ha annunciato che per ricordare la visita di Benedetto XVI a Genova, verranno create due strutture a favore della vita nascente: il centro diocesano di aiuto alla vita e una casa di accoglienza tenuta dalle suore di don Orione. Il Papa, dopo aver salutato il cardinale Bertone, gi arcivescovo di Genova, ha affermato che in una societ tesa tra globalizzazione e individualismo, la Chiesa chiamata ad offrire la testimonianza della koinona, della comunione. Quindi, ha affidato alla comunit genovese alcune esortazioni: la formazione spirituale e catechistica, l'apertura al dialogo con i non cristiani e i non credenti, la condivisione con i poveri e i deboli. Conclusa la celebrazione Benedetto XVI si intrattenuto a colloquio privato con il ministro italiano per le attivit produttive Claudio Scajola. L'incontro, il primo in sostanza con un rappresentante del nuovo governo italiano, ha avuto luogo in una stanza del vicino liceo Andrea Doria. La mattinata del Papa si era conclusa con la visita al seminario arcivescovile Benedetto XV, dove era stato accolto dai seminaristi e da quanti prestano servizio nella struttura. Tra l'altro in seminario il Papa ha pranzato con i vescovi della Liguria e ha incontrato gli organizzatori della visita. Benedetto XVI rientrato a Roma in serata. (nicola gori)

In una societ tesa tra globalizzazione e individualismo, la Chiesa chiamata ad offrire la testimonianza della koinona, della comunione. Questa realt non viene dal basso ma un mistero che ha, per cos dire, le radici in cielo: proprio in Dio uno e trino. Lui, in se stesso, l'eterno dialogo d'amore che in Ges Cristo si comunicato a noi, entrato nel tessuto dell'umanit e della storia per condurle alla pienezza. Ed ecco allora la grande sintesi del Concilio Vaticano II: la Chiesa, mistero di comunione, in Cristo come un sacramento, cio segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unit di tutto il genere umano (Cost. Lumen gentium, 1). Anche qui, in questa grande Citt, come pure nel suo territorio, con la variet dei rispettivi problemi umani e sociali, la Comunit ecclesiale, oggi come ieri, prima di tutto il segno, povero ma vero, di Dio Amore, il cui nome impresso nell'essere profondo di ogni persona e in ogni esperienza di autentica socialit e solidariet. Dopo queste riflessioni, cari fratelli, vi lascio alcune esortazioni particolari. Abbiate cura della formazione spirituale e catechistica, una formazione sostanziosa, pi che mai necessaria per vivere bene la vocazione cristiana nel mondo di oggi. Lo dico agli adulti e ai giovani: coltivate una fede pensata, capace di dialogare in profondit con tutti, con i fratelli non cattolici, con i non cristiani e i non credenti. Portate avanti la vostra generosa condivisione con i poveri e i deboli, secondo l'originaria prassi della Chiesa, attingendo sempre ispirazione e forza dall'Eucaristia, sorgente perenne della carit. Incoraggio con affetto speciale i seminaristi e i giovani impegnati in un cammino vocazionale: non abbiate timore, anzi, sentite l'attrattiva delle scelte definitive, di un itinerario formativo serio ed esigente. Solo la misura alta del discepolato affascina e d gioia. Esorto tutti a crescere nella dimensione missionaria, che co-essenziale alla comunione. La Trinit infatti al tempo stesso unit e missione: quanto pi intenso l'amore, tanto pi forte la spinta ad effondersi, a dilatarsi, a comunicarsi. Chiesa di Genova, sii unita e missionaria, per annunciare a tutti la gioia della fede e la bellezza di essere Famiglia di Dio. Il mio pensiero si allarga alla Citt intera, a tutti i Genovesi e a quanti vivono e lavorano in questo territorio. Cari amici, guardate al futuro con fiducia e cercate di costruirlo insieme, evitando faziosit e particolarismi, anteponendo ai pur legittimi interessi particolari il bene comune. Vorrei concludere con un augurio che riprendo dalla stupenda preghiera di Mos, che abbiamo ascoltato nella prima Lettura: il Signore cammini sempre in mezzo a voi e faccia di voi la sua eredit (cfr Es 34, 9). Ve lo ottenga l'intercessione di Maria Santissima, che i Genovesi, in patria e nel mondo intero, invocano quale Madonna della Guardia. Con il suo aiuto e con quello dei Santi Patroni di questa vostra amata Citt e Regione, la vostra fede e le vostre opere siano sempre a lode e gloria della Santissima Trinit. Seguendo l'esempio dei Santi di questa terra siate una comunit missionaria: in ascolto di Dio e al servizio degli uomini! Amen.

Nuove nomine episcopali


Le nomine di oggi (cfr Nostre Informazioni a pagina 1) riguardano la nunziatura apostolica in Kazakhstan, alla quale stato chiamato monsignor Miguel Maury Buenda, e la prelatura territoriale di Libmanan nelle Filippine, affidata al vescovo Jos Rojas Rojas jr.

Miguel Maury Buenda nunzio apostolico in Kazakhstan


nato a Madrid, in Spagna, il 19 novembre 1955 ed stato ordinato sacerdote il 26 giugno 1980. Entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede il 13 luglio 1987, ha prestato la propria opera nelle rappresentanze pontificie in Rwanda, Uganda, Marocco, Nicaragua, Egitto, Slovenia, Irlanda e infine presso la sezione per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato.

Jos Rojas Rojas vescovo prelato di Libmanan (Filippine)


nato a Cebu City il 18 agosto 1956 ed stato ordinato sacerdote il 29 marzo 1981. Il 25 luglio 2005 stato eletto vescovo titolare di Idassa e ausiliare di Caceres. Ha ricevuto l'ordinazione episcopale il successivo 15 settembre.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 118 (44.858)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
mercoled 21 maggio 2008

Citt del Vaticano

Mentre Parigi ammette contatti politici con Hamas

Lo scetticismo di Abu Mazen sulla pace in Vicino Oriente


PARIGI, 20. Mentre la Francia ammette contatti politici con Hamas, il presidente dell'Autorit palestinese (Ap), Abu Mazen, si detto scettico sulle possibilit di pace in Vicino Oriente. Ma non solo. Il leader palestinese si prepara a dichiarare falliti i tentativi di siglare un accordo con Israele. A sostenerlo il quotidiano Al Quds Al Arabi, citando fonti diplomatiche europee. Secondo il quotidiano, Abu Mazen avrebbe tratto queste conclusioni, gi durante la visita di aprile a Washington. Nei giorni scorsi, sono sorte critiche da parte palestinese dopo la visita di George W. Bush nella regione, visita nella quale il capo della Casa Bianca non ha toccato i Territori palestinesi, e in particolare dopo il discorso del presidente americano alla Knesset. Sempre secondo Al Quds Al Arabi, a preoccupare il presidente dell'Ap il nuovo piano di costruzioni in Cisgiordania che secondo fonti di stampa il Governo israeliano sarebbe pronto a varare. Nel frattempo, il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, ha confermato ieri che la Francia ha stabilito contatti, non relazioni con Hamas, il movimento estremista che controlla Gaza. Israele, Stati Uniti e Unione europea lo catalogano ufficialmente come un'organizzazione terroristica con la quale il dialogo vincolato a tre condizioni fondamentali: la rinuncia alla lotta armata, il riconoscimento del diritto di Israele a esistere e il sostegno al processo di pace in Vicino Oriente secondo i dettami degli accordi di Oslo sottoscritti dall'Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina, di cui Hamas non fa parte, ndr). Dobbiamo parlare se vogliamo svolgere un ruolo ha detto Kouchner ai microfoni dell'emittente radiofonica Europe 1 se vogliamo che i nostri emissari possano passare a Gaza. Contatti con Hamas, ha proseguito il titolare del Quai d'Orsay, non siamo i soli ad averli. Parole pesanti, che giungono mentre si avvicina la visita del presidente francese Nicolas Sarkozy in Israele e nei Territori palestinesi, prevista tra il 22 e il 24 giugno. La notizia di contatti tra Parigi e Gaza era stata diffusa poche ore prima delle dichiarazioni di Kouchner dal quotidiano Le Figaro. L'ex Ambasciatore francese in Iraq e capo del dipartimento Nordafrica e Medio Oriente, Yves Aubin de La Messuzire, ha raccontato al giornale di aver avuto un incontro circa un mese fa a Gaza con altri due esponenti di Hamas, Ismail Haniyeh e Mahmoud Al Zahar, primo ministro e ministro degli Esteri dellamministrazione del movimento islamico nella Striscia. Dai colloqui emerso che i capi del movimento di resistenza islamico sarebbero pronti ad accettare uno Stato palestinese entro i confini del 1967, il che equivarrebbe a un riconoscimento indiretto di Israele, e a mettere fine alle violenze. Hamas ha ammesso il dialogo con Parigi. Confermiamo lesistenza di contatti tra il movimento e diverse parti europee, compresi i responsabili francesi, ha detto alla France Presse il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri. LEuropa capisce sempre di pi che la politica di isolare Hamas sbagliata. I passi di Parigi sono stati duramente contestati da Washington. Non crediamo che sia una decisione saggia e appropriata, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Sean McCormack. Israele ha chiesto

Alla famiglia un Nobel per l'economia


di ETTORE GOTTI TEDESCHI La famiglia meriterebbe un Nobel per l'economia. Magari insieme al cristianesimo, per il valore che nei secoli ha attribuito a questo indispensabile nucleo sociale. I danni arrecati a una societ in cui la famiglia non viene sostenuta in modo adeguato sono evidenti: si scivola inevitabilmente verso la confusione e verso quella deresponsabilizzazione personale che frutto della mancanza di aspirazioni e valori condivisi. Se non si promuove la famiglia si genera per anche disorganizzazione e impoverimento sociale. Il valore economico della famiglia nasce proprio dallo stimolo, dall'impegno e da azioni responsabili finalizzate al sostegno e alla crescita della famiglia stessa; ma anche mirate al risparmio, all'investimento e alla creazione di ricchezza. Inoltre, all'interno della famiglia esistono sani stimoli competitivi soprattutto nell'educazione dei figli che in prospettiva diventano a loro volta motore di produzione di ricchezza per la societ: enorme l'investimento che una famiglia compie nella sua opera di formazione, di cui poi beneficia l'intera societ. La famiglia tende inoltre ad assorbire al suo interno i problemi sociali ed economici dei suoi componenti. E anche questo ruolo sussidiario di grande rilevanza se valutato in termini sociali. La famiglia tende poi ad assistere e proteggere, nei limiti ragionevolmente possibili, i suoi malati e i suoi anziani, che altrimenti graverebbero totalmente sulla societ. Che valore ha dunque per la societ questo ruolo della famiglia? Essa si fa carico di almeno tre aree di welfare, creando crescita, ricchezza e limitando i costi dello Stato assistenziale, tre aree che di fatto sono date in outsourcing alla famiglia e che dovrebbero essere compensate con una specie di devolution, o almeno essere considerate unit no profit ed essere fiscalmente esenti. Inoltre, la famiglia, dal punto di vista puramente economico, ha ben tre anime: investitrice, perch investe in capitale umano sviluppando l'intero sistema sociale ed economico; risparmiatrice perch realizza la formazione di questo capitale umano, rappresentando cos un risparmio per la societ stessa; redistributrice di reddito al suo interno, secondo dinamiche che solo la famiglia stessa ha diritto di stabilire. Essa svolge quindi un'attivit di autoproduzione, per le attivit svolte al suo interno, e di superproduzione, per quelle rivolte all'esterno. Questa attitudine provoca quel ciclo virtuoso (e misconosciuto) della famiglia che il vero centro produttivo di ricchezza della societ. un ruolo che dovrebbe essere incentivato con criteri meritocratici: per esempio, con bonus in funzione del numero dei figli e dei loro tempi di accesso all'istruzione e al mondo del lavoro. Se invece la famiglia ignorata quando non derisa e svalutata questo atteggiamento crea effetti profondamente negativi. Si pensi solo ai risultati del crollo della natalit iniziato negli anni Settanta del secolo scorso e che in parte legato a teorie neomalthusiane volte a frenare la crescita della popolazione. In pochi anni il tasso di natalit dei Paesi ricchi sceso dal 7 per cento annuo all'1,5 per cento, mentre quelli poveri, all'oscuro di queste teorie, hanno continuato a fare figli. Con il risultato che oggi a causa dell'impatto negativo del crollo delle nascite (con minore risparmio accumulato, minore ricchezza finanziaria disponibile, minori tasse pagate, deficit e spesa pubblica maggiori) i Paesi ricchi sono costretti a importare cittadini. Dove poi, in seguito, si sono finalmente destinati fondi per la famiglia si riusciti a fare crescere il tasso di natalit in modo correlato al sostegno pubblico. Per esempio, la Francia ha stanziato il 2,5 per cento del prodotto interno lordo (pil), giungendo a un tasso di natalit del 2 per cento. La Germania ha stanziato il 3,2 per cento, i Paesi scandinavi il 4. L'Italia, invece, ha stanziato fondi per la famiglia pari all'1 per cento del pil. Prima di chiedersi se i Paesi che offrono poco sostegno alla famiglia non credano in essa, bisognerebbe piuttosto chiedersi se credano allo sviluppo e alla crescita di ricchezza dovuti proprio alla famiglia (che tra l'altro crea un benessere non solo economico). E, se fosse possibile, bisognerebbe quotare in Borsa la famiglia: perch genera un valore economico sostenibile, che crea ricchezza per la collettivit. Senza bisogno di miracoli.

chiarimenti, senza condanne. D'altronde, trattative per una tregua a Gaza tra Tel Aviv e Hamas sono gi in atto grazie alla mediazione dell'Egitto. Ieri, a Sharm El Sheick, il ministro della

Difesa israeliano Ehud Barak ha presentato le sue condizioni al generale egiziano Omar Soleiman il quale, oggi, le illustrer ai rappresentanti del movimento estremista.

Johannesburg insanguinata dalla violenza xenofoba


Molti abitanti terrorizzati chiedono l'intervento dell'esercito
CITT DEL CAPO, 20. Si moltiplicano gli appelli a proclamare lo stato d'emergenza rivolti al Governo sudafricano da numerosi abitanti di Johannesburg dove le violenze xenofobe stanno diffondendosi. I mezzi di comunicazione sudafricani e internazionali riportano testimonianze e immagini agghiaccianti, come quella di un giovane immigrato avvolto dalle fiamme e inseguito dai suoi assalitori. Le sanguinose aggressioni di matrice xenofoba erano cominciate una settimana fa e si sono intensificate durante il fine settimana nei sobborghi di Johannesburg, dove da venerd ci sono stati non meno di ventiquattro morti, tra i quali tre bambini, uccisi a colpi di armi da fuoco e da taglio, o addirittura bruciati vivi dopo avergli versato benzina addosso. Le radio locali mettono continuamente in onda telefonate concitate di persone che temono per la loro vita e che chiedono l'imposizione del coprifuoco e limpiego immediato di reparti militari per riportare lordine. Tutto scoppiato, secondo alcune ricostruzioni non confermate, quando alcuni giovani hanno ucciso un commerciante somalo ad Alexandra, una delle maggiori baraccopoli che circondano Johannesburg. Nei giorni successivi la violenza si poi sparsa in altri sobborghi poveri dove giovani sudafricani hanno attaccato immigrati zimbabwani, mozambicani, malawiti, somali. Alcuni giornali riferiscono che gli aggressori gridavano fuori gli stranieri, accusati di rubare il lavoro e di alimentare la criminalit, secondo un tragico copione che troppo spesso si ripete in tante parti del mondo. Per sfuggire alle aggressioni migliaia di immigrati si sono rifugiati in edifici pubblici e in chiese, ma una di queste, nella quale si erano raccolti mille zimbabwani, stata attaccata anchessa, per fortuna senza che gli aggressori riuscissero a penetrarvi. Dura condanna dell'azione xenofoba stata espressa dal presidente Thabo Mbeki e dal vicepresidente Jacob Zuma, che gli da poco succeduto alla guida dell'African National Congress (Anc), il partito oggi governativo e a suo tempo protagonista sotto la guida di Nelson Mandela della lotta contro l'apartheid. Lo stesso Mandela, oggi ultranovantenne, ha espresso profonda tristezza per quanto sta accadendo. Mandela, licona dellindipendenza sudafricana e della lotta contro lapartheid, si detto rattristato da quello che succede. Da parte sua, l'arcivescovo anglicano e premio Nobel per la pace Desmond Tutu, si rivolto agli autori delle violenze, scongiurandoli di fermarsi. Non questo il modo di agire, sono nostri fratelli e nostre sorelle, ha supplicato, ricordando che le vittime delle aggressioni vengono da Paesi in passato rifugio dei combattenti per lindipendenza e contro l'apartheid: Non possiamo ringraziarli ha detto uccidendo i loro figli, non possiamo disonorare la nostra lotta con questi atti di violenza.

Troppi bambini costretti a fare i soldati


Decine di migliaia di bambini soldato sono ancora utilizzati dai gruppi armati non governativi di ventiquattro Stati e territori, ma anche da nove eserciti regolari, secondo il rapporto 2008 della campagna internazionale Stop all'uso dei bambini soldato!, presentato in contemporanea in numerose capitali del mondo. Non inoltre infrequente il ricorso da parte di eserciti governativi all'impiego di bambini come spie o informatori. Ancora pi grave la sorte dei bambini associati a gruppi armati e che in caso di cattura vengono trattati come nemici belligeranti, anzich ricevere l'assistenza loro dovuta in base al diritto internazionale, in quanto vittime prima che autori di violenze.
PAGINA 3

Alla Pontificia Universit Gregoriana

I settantacinque anni di una facolt all'avanguardia


E

LUIGI MEZZADRI GRAZIA LOPARCO A PAGINA 4

L'operosa prigionia di Pio VII a Savona

Quelle sbarre che non fermarono la missione del Papa


DOMENICO CALCAGNO
A PAGINA

L'Italia del dopoguerra tra politica e religione

Un Paese al bivio tra democrazia e totalitarismo


FRANCESCO MALGERI
A PAGINA

INFORMAZIONI
Nomina di Arcivescovo Coadiutore
Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Coadiutore di Aix (Francia) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Christophe Dufour, finora Vescovo di Limoges.

NOSTRE

Provvista di Chiesa
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Mandeville (Giamaica) il Reverendo Padre Neil Tiedemann, C.P., membro del Consiglio Provinciale dei Passionisti.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
A otto giorni dal sisma una persona estratta viva dalle macerie. Riaprono le scuole nella zona colpita

mercoled 21 maggio 2008

La terra trema ancora nella regione cinese del Sichuan


PECHINO, 20. Si susseguono senza sosta nella Cina sud-occidentale le scosse telluriche di assestamento dopo quella di magnitudo 8.0 (il dato stato corretto al rialzo) sulla scala Richter che il 12 maggio scorso ha squassato l'intera regione del Sichuan. Nel timore di nuovi crolli, decine di migliaia di persone hanno trascorso la notte accampati in parchi o in spazi aperti o nelle automobili. A Chengdu, il capoluogo del Sichuan, stamani c ancora molta paura e davanti a un negozio di articoli da campeggio la gente fa la fila per andare a comprare tende e altri articoli in previsione di unaltra notte alladdiaccio. I parchi pubblici sono ancora pieni di sfollati. Scene simili anche a Chongquing, altro centro devastato dal sisma, dove migliaia di abitanti hanno abbandonato gli edifici, portando in strada materassi, sedie e abiti. Molti si sono invece messi in macchina dirigendosi verso un parco fuori dal centro cittadino. Due giorni fa, una scossa di assestamento di magnitudo 6.0 aveva colpito la citt di Jiangou, provocando tre nuove vittime e bloccando temporaneamente il lavoro dei soccorritori. Ieri, invece, il movimento tellurico pi forte stato registrato a Pingwu County e ha raggiunto magnitudo 5.0, apparentemente senza causare danni alle persone. Il Centro sismologico cinese ha riferito che finora sono state registrate ben centocinquantanove scosse di assestamento, con una magnitudo della scala Richter superiore a quattro. In tutta la zona interessata dal terremoto cresce di ora in ora il rischio di epidemie. Il ministero della Sanit ha precisato che ancora non sono stati registrati focolai, ma gli sforzi si stanno concentrando tutti sulla prevenzione. Nelle zone devastate, oltre a duecentomila tra militari e poliziotti, lavorano trentasette membri del personale sanitario, tutti di nazionalit cinese, e da venerd anche le squadre demergenza inviate da Giappone, Singapore, Corea del Sud e Russia, attrezzate con sofisticate tecnologie per lindividuazione dei superstiti tra i detriti. Ieri erano arrivati in Cina anche gli aiuti umanitari disposti dal Governo italiano, mentre stanno per giungere i primi soccorsi dellUnicef, l'Agenzia della Nazioni Unite per l'infanzia, da destinare ai piccoli sopravvissuti. Si tratta di un migliaio di tende, quindicimila coperte e sessantamila scuole in scatola, cio kit didattici di emergenza. Seguir linvio di attrezzature sanitarie, farmaci, materiali per ligiene e per la conservazione dellacqua. Il Governo cinese ha ribadito come, al momento, non sia previsto che i team stranieri abbiano accesso alle operazioni di soccorso, ma che la Comunit internazionale potr avere un ruolo nella importante fase di riparazione e di ricostruzione. In mezzo a tanta devastazione, ci sono per da segnalare anche due importanti segnali di speranza. Diversi alunni e studenti delle oltre ottanta scuole di Beichuan, una delle citt maggiormente devastate dal cataclisma che ha investito la regione del Sichuan, hanno infatti potuto riprendere le lezioni, mentre a otto giorni dal terremoto unaltra persona stata estratta ancora in vita dalle macerie. Ne d notizia l'agenzia di stampa Nuova Cina, precisando che si tratta di un uomo di 31 anni, Ma Yuanjiang, che al momento della scossa si trovava nellimpianto idroelettrico di Yingxiu, vicino allepicentro del terremoto. rimasto sepolto per ben centosettantanove ore, hanno detto i soccorritori. Al momento del sisma, luomo era impegnato in una riunione di lavoro ed rimasto intrappolato tra le macerie del secondo piano delledificio in cui lavorava. Gli sforzi per salvarlo sono durati oltre trenta ore. L'uomo era stato trovato il 18 maggio dai soccorritori di una squadra proveniente da Shanghai, impegnati a scavare per raggiungere un suo collega, salvato nel pomeriggio di due giorni fa. Ieri erano state estratte vive altre tre persone. Riguardo alla ripresa delle lezioni scolastiche nel Sichuan, c' da aggiungere che gli esami di ammissione ai corsi superiori, originariamente in programma dal 7 al 9 giugno prossimi, sono comunque stati rinviati in una quarantina di distretti terremotati della zona. Prima del sisma, la scuola media della citt di Beichuan contava circa tremila tra studenti e insegnanti, oltre milletrecento dei quali sono morti o risultano tuttora dispersi. E mentre proseguono i tre giorni di lutto nazionale decretati dal Governo di Pechino in ricordo delle vittime l'ultimo bilancio ufficiale parla di 40.075 morti, 245.96 feriti e 32.361 dispersi losservatorio di sismologia di Matsuhiro, in Giappone, ha reso noto come il sisma di magnitudo 8.0 che otto giorni fa ha colpito la Cina sud-occidentale abbia sprigionato unenergia talmente potente da percorrere per ben due volte il giro del mondo in appena poche ore. Secondo i responsabili dellistituto nipponico, che possiede un sismografo posizionato in un tunnel sotterraneo, dopo novanta minuti dalla rilevazione della scossa stata registrata una nuova onda sismica, corrispondente al primo giro del terremoto cinese intorno al globo, la stessa che dopo un'altra ora e mezza riapparsa nelle strumentazioni dei ricercatori, a dimostrazione del secondo passaggio. Le onde sismiche in questione, hanno spiegato gli scienziati dellosservatorio di Matsuhiro, hanno fatto un vero e proprio giro del mondo, muovendosi verso Oriente, dove hanno toccato il Giappone, per poi attraversare gli oceani Pacifico e Atlantico e tornare in Asia attraverso lAfrica. Un percorso di queste proporzioni, hanno precisato gli esperti, si registra solitamente per scosse telluriche superiori agli 8 gradi su scala Richter.

Presta giuramento il nuovo presidente di Taiwan


TAIPEI, 20. A due mesi di distanza dalla sua larga vittoria alle elezioni presidenziali, il nuovo presidente di Taiwan, Ma Yingjeou favorevole a un riavvicinamento con la Cina ha prestato giuramento questa mattina durante una cerimonia ufficiale nel palazzo presidenziale di Taipei. Io giuro di rispettare la Costituzione e di mettermi al servizio della Nazione, ha dichiarato Ma davanti alla bandiera nazionale taiwanese. Ma Yingjeou, a capo del Partito nazionalista Kmt (Kuomintang, un tempo in mano a Chiang kai-shek, che attualmente detiene la maggioranza in Parlamento) ed ex sindaco di Taipei, cos subentrato in carica al presidente uscente, Chen Shuibian (leader del Partito democratico progressista), che per legge non pu essere eletto per un terzo mandato. Alle presidenziali del 22 marzo scorso, Ma ha vinto sul candidato del Partito democratico progressista, Frank Hsieh. Laureato ad Harvard, Ma ha iniziato la sua carriera politica come vice direttore generale del primo Bureau dell'Ufficio del presidente della Repubblica. Successivamente ha ricoperto l'incarico di vice presidente e portavoce del Consiglio per gli Affari del Continente, di ministro della Giustizia e di ministro senza portafoglio. Per il nuovo capo dello Stato del Paese asiatico inizia un mandato di quattro anni, che nelle premesse dovrebbe portare a uno storico accordo commerciale e di trasporti con Pechino.

Per consentire l'arrivo di aiuti internazionali

Prime aperture della giunta del Myanmar


NAYPYIDAW, 20. Le pressioni internazionali alla giunta militare del Myanmar stanno cominciando a produrre i primi risultati concreti e nelle ultime ore il regime sembra pi propenso a permettere l'arrivo di aiuti umanitari stranieri. stato infatti annunciato che domenica prossima a Yangon si terr sotto legida delle Nazioni Unite e dellAsean (lAssociazione dei Paesi del sud-est asiatico, di cui il Myanmar fa parte) una conferenza internazionale dei donatori per la richiesta di fondi in favore di Naypyidaw, evento che potrebbe segnare una svolta, a diciotto giorni dal passaggio del ciclone Nargis che ha provocato 133.600 tra morti e dispersi, secondo fonti ufficiali. Ieri, stata anche la giornata del via libera al coordinamento degli aiuti stranieri da parte dei Paesi del sud-est asiatico, dellarrivo sui luoghi del disastro del numero uno della giunta birmana, il generale Than Shwe, e dellalto rappresentante dellOnu per gli Affari umanitari, John Holmes. E in questo contesto si inserisce anche la visita ufficiale che il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, si appresta a compiere gioved prossimo nel Myanmar. Si calcola che circa 2,4 milioni di persone sono state colpite dal ciclone Nargis, ma la maggioranza di esse non ha ancora ricevuto alcun aiuto. Secondo la Croce Rossa, nelle zone devastate da Nargis sono attese nelle prossime ore nuove intemperie. Nel Paese asiatico sono iniziati oggi i tre giorni di lutto nazionale per ricordare le vittime della sciagura. Il periodo di lutto stato decretato ieri dalla giunta militare al potere, ma a differenza della Cina, che ieri a sua volta ha iniziato tre giorni di lutto nazionale per le vittime del terremoto del 12 maggio osservando in tutto il Paese tre minuti di silenzio, le autorit di Naypyidaw non hanno voluto nessun particolare omaggio o cerimonia pubblica per le vittime del ciclone Nargis. Nella ex capitale Yangon, una delle zone pi colpite dal cataclisma, molte persone stamattina sembravano ignorare che siano stati decisi i tre giorni di lutto nazionale, oppure non sapevano come poter manifestare pubblicamente il loro cordoglio. Non ne sappiamo nulla, hanno infatti dichiarato molti cittadini ai pochi giornalisti internazionali presenti in citt. Il direttore della Banca mondiale, Juan Jos Daboub, ha frattanto dichiarato che l'organismo non in condizione di erogare aiuti finanziari al Myanmar, perch la giunta militare non ha onorato il suo debito dal 1998. La Banca mondiale non nella posizione di assistere il Myanmar in questo momento, ha infatti detto Daboub, aggiungendo che politica della Banca mondiale non fornire fondi a Paesi che non hanno ripagato i loro debiti.

Violenti combattimenti nel nord dello Sri Lanka


Morti negli scontri sessanta guerriglieri e quindici militari governativi
COLOMBO, 20. Sono ripresi con rinnovata intensit nello Sri Lanka settentrionale i violenti combattimenti tra l'esercito di Colombo e i guerriglieri secessionisti delle Tigri per la liberazione dell'Eelam tamil (Ltte). Truppe governative hanno attaccato ieri postazioni dei ribelli separatisti dislocate nel nord dellisola asiatica, uccidendo pi di sessanta militanti delle Tigri tamil. Lo hanno reso noto ieri fonti del ministero della Difesa dello Sri Lanka. Il raid che ha anche provocato la morte di quindici militari stato compiuto in risposta all'attentato dinamitardo perpetrato venerd scorso a Colombo, quando un attentatore suicida alla guida di una moto a tre ruote (di quelle che vengono usate come mezzo di trasporto di persone o cose) ha ucciso undici persone, soprattutto funzionari delle forze di sicurezza che si stavano recando alla cerimonia di insediamento del primo Ministro della provincia orientale dello Sri Lanka. L'attentato avvenuto in una zona centrale della capitale, poco distante dalla residenza del presidente della Repubblica, Mahinda Rajapaksa. I combattimenti tra le forze governative e le Tigri per la liberazione dell'Eelam tamil si sono intensificati dallo scorso 16 gennaio, da quando, cio, il Governo si ritirato da un accordo per il cessate il fuoco siglato nel 2002 sotto l'egida della Norvegia. Questa fragile tregua non era comunque riuscita a impedire lo scoppio di una nuova guerra civile allinizio del 2006. Finora, secondo dati forniti dai militari governativi, durante gli scontri nel solo mese di maggio sono morti circa trecentosessanta ribelli e quarantuno soldati. I guerriglieri secessionisti del Ltte conducono da oltre venticinque anni una sanguinosa lotta armata per rivendicare l'indipendenza delle regioni settentrionali e orientali dell'isola asiatica. Un conflitto che ha provocato finora la morte di oltre settantamila persone e danni per decine di miliardi di dollari. I recenti combattimenti hanno avuto luogo nei distretti di Vavuniya e Polonnaruwa, nel nord dellisola asiatica, e nel distretto nord-occidentale di Mannar.

S della Gran Bretagna agli embrioni chimera


LONDRA, 20. La Camera dei Comuni britannica ha respinto ieri un emendamento che avrebbe impedito agli scienziati di creare embrioni umani con parti di dna animale a fini di ricerca. Lemendamento che proponeva il divieto a questi esperimenti parte di una legge pi ampia sulla fertilit tuttora in discussione stato respinto con 336 voti contro 176. Il premier Gordon Brown aveva lasciato libert di coscienza, ma aveva anche chiesto di dare via libera agli embrioni chimera, affermando che essi contribuiranno alla ricerca sulle cellule staminali. Anche un secondo emendamento, che vietava veri embrioni ibridi, stato bocciato subito dopo. Le votazioni sulla legge proseguono oggi e domani.

Sarkozy a favore delle trentacinque ore


PARIGI, 20. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, vuole mantenere la durata legale dellorario di lavoro settimanale di trentacinque ore. Il capo di Stato, interrogato sulle dichiarazioni del leader del suo partito, l'Ump (Unione per un movimento popolare), Patrick Devedjian, favorevole allo smantellamento delle trentacinque ore, ha espresso ieri, a margine di una cerimonia a Parigi, parere negativo sulla questione. Poco prima, il ministro del lavoro, Xavier Bertrand, aveva dichiarato che occorre conservare le trentacinque ore, ma anche necessaria una maggiore flessibilit, in particolare sugli straordinari. Nei giorni scorsi Devedjian aveva chiesto uno smantellamento definitivo della settimana a trentacinque ore a partire da quest'anno e il negoziato dell'orario azienda per azienda, dunque non pi su base nazionale.

Dodici morti e migliaia di sfollati nelle province di Pangasinan, La Union e Zambales

Tempesta tropicale sulle Filippine


MANILA, 20. Ha provocato non meno di dodici morti e di undici feriti, oltre a migliaia di persone che hanno dovuto lasciare le loro case, la tempesta tropicale Halong che ha spazzato ieri con venti a novantacinque chilometri all'ora il nord-est delle Filippine, in particolare le province di Pangasinan, la pi colpita, di La Union e di Zambales. Secondo quanto riferito dallAgenzia nazionale di protezione civile, le vittime sono in gran parte persone annegate o colpite a morte dalla caduta di alberi o di edifici. La tempesta ha ora superato le Filippine dirigendosi sul Pacifico occidentale, verso le coste giapponesi. Sono oltre trentacinquemila le persone rimaste coinvolte nella tempesta, nelle inondazioni e negli smottamenti di terreno che hanno provocato. Diverse zone sono prive da ieri di elettricit e i disagi relativi minacciano di prolungarsi. Ci vorr almeno un mese per ristabilire nella mia provincia al cento per cento le forniture di elettricit, ha dichiarato Amado Espino, il governatore di Pangasinan. Le autorit locali stimano i danni materiali in oltre 357.000 dollari. Nella vicina provincia di Zambales, l'esercito intervenuto per sgomberare centinaia di persone dai villaggi costieri dove il vento aveva abbattuto dozzine di abitazioni. Tempeste e inondazioni sono purtroppo comuni nelle Filippine, colpite in media da una ventina di tifoni ogni anno. Particolarmente gravi furono le conseguenze nel 2006, quando morirono milleduecento persone, comprese alcune centinaia disperse in mare, per una tempesta di particolare violenza che spazzo la citt orientale di Legaspi.

Georgia al voto per rinnovare il parlamento


TBILISI, 20. Domani oltre tre milioni di cittadini georgiani si recheranno alle urne per eleggere il prossimo parlamento. Tre blocchi politici per nove partiti e circa mille candidati competono per 150 seggi nella nuova legislatura che avr la durata legale di cinque anni. Met dei seggi saranno conferiti su base proporzionale a quei partiti che avranno superato lo sbarramento del cinque per cento; l'altra met verr distribuita secondo la maggioranza relativa. Principali formazioni politiche che si confronteranno sono il Movimento Nazionale Democratico (il partito del presidente Saakashvili), i laburisti e il partito repubblicano.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

mercoled 21 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 3

La guerra del gas iraniano


di LUCA M. POSSATI la nuova battaglia del Medio Oriente, nella quale sono in gioco non soltanto gli equilibri geopolitici regionali, ma anche il futuro energetico dell'Occidente. la battaglia del gas iraniano, che oggi vede contrapposte numerose compagnie leader nel settore. In contemporanea con la seconda visita del presidente statunitense George W. Bush in Israele, il quotidiano francese Le Monde nel numero di venerd 16 maggio ha denunciato una nuova battaglia di Iran, sottolineando ch'essa non concerne, questa volta, il programma nucleare della Repubblica islamica, ma il gas di cui le riserve iraniane sono le seconde pi grandi del mondo. L'autorevole quotidiano francese ha reso noto che all'inizio della scorsa settimana due societ petrolifere europee, l'anglo-olandese Shell e la spagnola Repsol, hanno annunciato di voler rinviare di parecchi anni i loro investimenti per la gestione del giacimento di gas gigante offshore a South Pars, situato nel Golfo condiviso da Iran e Qatar. In questo giacimento si troverebbero le pi grandi riserve di gas del pianeta. Interessata, la societ francese Total resta prudente, scrive il quotidiano, ma il suo direttore generale, Christophe de Margerie, ha confermato, luned 12 maggio, il suo interesse a lungo termine negli investimenti in Iran per un grande progetto di estrazione e liquefazione. La denuncia de Le Monde acquista un significato rilevante poich essa rivela l'autentico dilemma di fronte al quale si trovano numerose compagnie europee: come investire seriamente in un Paese sanzionato dalle Nazioni Unite a causa della sua politica nucleare? In effetti, gli investimenti da realizzare nel giacimento del South Pars sono ingenti. Come nota Le Monde, questi investimenti presuppongono il sostegno delle banche, anch'esse sotto la pressione degli Stati Uniti, che vogliono ostacolare lo sviluppo economico dell'Iran. La Total attende e prende tempo. Le altre cercano di trattare nuovi termini contrattuali. Meno prudenti sono le societ non europee. A cominciare dalla Russia, e dal suo gigante dell'energia, Gazprom. Stato nello Stato, osserva Le Monde, Gazprom controlla pi del novanta per cento delle riserve russe di gas, ossia il venti per cento delle risorse mondiali. Non solo, Gazprom una societ direttamente controllata dal Cremlino, una ditta intrinsecamente legata al potere russo e ai suoi interessi strategici. Se un tale colosso dovesse assumere il controllo anche delle riserve iraniane, si verrebbe a delineare il rischio di un monopolio. Con un ulteriore indebolimento dell'Europa, che gi dipende moltissimo dal colosso russo. Pi di un terzo del gas tedesco proviene da Gazprom, e oltre un quarto di quello francese. Non soltanto un affare economico, ma una partita strategica. Lasciare che Gazprom divenga il solo partner importante nella gestione del gas iraniano commenta Le Monde significa prendere il rischio di accentuare la debolezza dell'Europa. Intanto l'Iran non resta a guardare: Teheran ha fatto sapere che, in caso di ulteriori rinvii da parte europea, Gazprom e i gruppi cinesi e indiani prenderanno il loro posto.

Smantellata in Marocco una rete terroristica


RABAT, 20. L'edificio che ospita il Parlamento europeo a Bruxelles era tra gli obiettivi delle rete terroristica il cui smantellamento stato annunciato ieri dalle autorit marocchine, citate dalla radio belga Urt. stato poi reso noto che sono state arrestate undici persone, sospettate di progettare attentati in Marocco e Belgio. Tra i fermati figura un marocchino residente in Belgio. Gli altri abitavano a Fes e a Nador. Queste persone avevano rapporti con una rete di reclutamento di volontari per l'Iraq e per i campi di Al Qaeda nel Maghreb islamico in Algeria.

Strage di reclute irachene a Mossul


BAGHDAD, 20. Strage di reclute della polizia a Mossul: undici ne sono state uccise, ieri, in un'imboscata tesa da un commando. I giovani iracheni erano appena partiti dalla cittadina di Baaj, a bordo di un pullmino, quando uomini armati hanno bloccato il mezzo per poi aprire il fuoco. Si poi appreso che un alto ufficiale della polizia irachena rimasto ucciso in un attentato dinamitardo compiuto a Souq Al Shouyouqh, nel sud del Paese, nei pressi di Nassiriya. Lo ha reso noto un portavoce delle forze dell'ordine locali, colonnello Yasser Hassan, che ha identificato la vittima come Farhan Ali: questi aveva il grado di maggiore, ed era il comandante del corpo cittadino. Se fosse ancora vivo, anche lo stesso arcivescovo Rahho non accetterebbe che qualcuno debba morire per lui. Ricordiamo che i principi che ispirano da sempre la Chiesa in Iraq sono quelli del perdono e della riconciliazione: cos ad Asianews monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad, commenta la condanna alla pena capitale inflitta ad Ahmad Ali Ahmad, militante di Al Qaeda, coinvolto nel rapimento e nella morte dell'arcivescovo di Mossul dei Caldei, monsignor Paulos Faraj Rahho. Anche monsignor Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk dei Caldei, tiene a sottolineare l'estraneit della Chiesa alla pena capitale: La violenza non deve chiamare altra violenza. Siamo per la giustizia, non per la pena di morte ha detto il presule. A dare notizia della pena capitale era stato il portavoce del Governo di Baghdad, Ali Al Dabbagh. Oggi le forze irachene hanno avviato una vasta operazione (denominata Pace) nel quartiere sciita di Sadr City a Baghdad, compiendo arresti di ricercati e perquisizioni a tappeto. La campagna stata realizzata in collaborazione con l'ufficio locale del leader radicale degli sciiti iracheni, Moqtada Al Sadr. L'obiettivo, ha detto il generale Qassim Atta, portavoce delle operazioni di sicurezza a Baghdad, di sequestrare armi detenute senza licenza e imporre la legge. Non bastano le scuse e non basta allontanare il colpevole: il soldato statunitense che ha ammesso di aver sparato contro il Corano durante un'esercitazione merita la pena pi severa. Ad affermarlo dopo le scuse ufficiali presentate dai vertici militari americani a Baghdad il partito islamico iracheno, il movimento che fa capo al vice presidente iracheno, Tariq Al Hashimi. Il partito ha detto di aver reagito con grande indignazione per quanto accaduto e ha sollecitato la pi severa delle punizioni.

Nel mondo ancora troppi bambini costretti a fare i soldati


Sono decine di migliaia arruolati in eserciti e gruppi armati di 24 Paesi o territori
ROMA, 20. Sono ancora decine di migliaia i bambini soldato utilizzati dai gruppi armati non governativi di ventiquattro Stati e territori, ma anche di nove eserciti regolari, secondo il rapporto 2008 della campagna internazionale Stop all'uso dei bambini soldato!, presentato oggi in contemporanea in numerose capitali del mondo. Con oltre quattrocento pagine su leggi, politiche e prassi in materia di arruolamento di minori, il rapporto la rassegna pi ampia e completa sulla dimensione del fenomeno su scala mondiale. La campagna, alla quale aderiscono associazioni e Organizzazioni non governative di tutto il mondo, compie anche un'opera di monitoraggio e di promozione del trattato internazionale firmato il 12 febbraio 2002, ufficialmente un protocollo addizionale alla Convenzione dei Diritti del Fanciullo, nel quale si stabilisce che gli Stati aderenti non possono impiegare nei conflitti armati i minori di 18 anni. Il rapporto, giunto a quattro anni da quello precedente, documenta che in tale periodo sono stati registrati anche dei progressi e dei miglioramenti. Ad esempio, il numero dei conflitti che vede impiegati bambini soldato passato dai ventisette in atto alla fine del 2004 ai diciassette della fine del 2007. Inoltre, migliaia di bambini soldato sono stati rilasciati da eserciti e gruppi armati via via che i conflitti cessavano, in particolare nell'Africa subsahariana. Tuttavia, come detto, il rapporto documenta che decine di migliaia di minori restano nelle file di gruppi armati non governativi in almeno 24 Paesi e territori, mentre per quanto riguarda gli eserciti regolari il miglioramento minimo. Sono infatti ancora nove i Paesi che impiegano minorenni in azioni di guerra, a fronte dei dieci documentati dal rapporto del 2004. Inoltre, in almeno quattordici Paesi bambini sono stati reclutati in truppe di supporto all'esercito regolare o in gruppi di civili costituitisi su base locale per sostenere operazioni antisommossa o ancora in milizie illegali o gruppi armati fiancheggiatori degli eserciti regolari. Va aggiunto che alcuni Governi hanno arrestato arbitrariamente, torturato e ucciso bambini sospettati di far parte dei gruppi di opposizione armata. Non poi infrequente il ricorso da parte di eserciti governativi all'impiego di bambini come spie o informatori. La coalizione denuncia questo fatto come una palese violazione dell'obbligo di protezione dei minori. Ancora pi grave la sorte dei bambini associati a gruppi armati e che in caso di cattura vengono imprigionati e trattati come nemici belligeranti dagli eserciti governativi, anzich ricevere l'assistenza loro dovuta in base al diritto internazionale, in quanto vittime prima che autori, comunque non responsabili, di violenze. Ne consegue che i miglioramenti registrati siano da attribuire solo al contesto generale, cio alla fine di diversi conflitti. Secondo le associazioni che aderiscono alla campagna, le opportunit per fare passi avanti, come la creazione di un trattato delle Nazioni Unite, il crescente sostegno a tale proposta, l'avvio di programmi di smobilitazione in alcuni Paesi e i procedimenti giudiziari nei confronti dei reclutatori, sono attivamente compromesse dall'operato dei Governi, che vengono meno agli impegni assunti e mostrano assenza di leadership politica. In ogni caso, sono i gruppi armati non governativi a rappresentate il problema maggiore e la maggiore sfida per la comunit internazionale. Dal rapporto, infatti, emerge che le leggi internazionali hanno avuto un impatto assai limitato nel dissuadere tali gruppi dall'impiegare bambini. Anche quando i conflitti sono terminati, la maggioranza dei bambini soldato non riesce ad usufruire dei programmi di disarmo, smobilitazione e reinserimento (Ddr), inizialmente pensati solo per gli adulti e che nel 1997 vennero formalmente estesi anche ai bambini. Particolarmente penalizzate risultano le bambine, la cui presenza in eserciti e gruppi armati nota fin dagli anni Novanta, sia con ruoli da combattenti sia in condizioni di vera e propria schiavit sessuale e sottoposte a violenze e ad abusi sistematici. Il rapporto diffuso oggi da Stop all'uso dei bambini soldato rileva che la maggior parte di queste bambine non viene identificata e registrata nei programmi ufficiali di smobilitazione. Secondo le stime del rapporto, a tali programmi riescono ad accedere appena tra l'8 e il 15 per cento di queste bambine. Nelle conclusioni del rapporto, la coalizione chiede ai Governi di bandire ogni forma di reclutamento di persone al di sotto di 18 anni nelle forze armate come accade ancora in 63 Paesi e di dare piena attuazione al trattato delle Nazioni Unite sui bambini soldato, giudicato uno strumento utile per ridurre il numero dei bambini nei conflitti.

Critiche dell'Opec all'Arabia Saudita per l'aumento della produzione petrolifera


RIAD, 20. In una giornata in cui il prezzo del petrolio tornato a toccare massimi storici, i ministri dei principali paesi dell'Opec (l'organizzazione che raccoglie i maggiori esportatori di greggio del mondo) hanno mostrato di non gradire laumento della produzione di trecentomila barili al giorno deciso dallArabia Saudita e annunciato venerd scorso. A cominciare dal presidente del cartello, Chakib Khelil, che ieri ha ribadito quello che anche gli altri ministri dei Paesi Opec vanno dicendo da tempo. E cio che gli indicatori mostrano che non c carenza di forniture, che il mercato ben approvvigionato e che le riserve sono adeguate. Il mercato non ha bisogno di pi petrolio, gli ha fatto eco Abdullah Al Attiyah, ministro dellEnergia del Qatar. Dello stesso tenore anche la posizione espressa dal ministro del petrolio iracheno, Hussain Al Shahristani. Critiche aspre sono arrivate anche dallIran. Nonostante il rally inarrestabile delle quotazioni delloro nero, che ha superato la quota di 127 dollari a barile, al momento sembra del tutto esclusa lipotesi di una riunione straordinaria dellOpec prima di quella gi in agenda e prevista per il prossimo settembre. Scettici sulla linea saudita anche gli analisti, tutti concordi nellasserire che una revisione allins delle quote non avrebbe grandi effetti sul fronte dei prezzi. Oggi, il segretario dell'Opec, Abdullah Salem Al Badri, giunto in Venezuela, a Caracas. Durante la sua prima tappa venezuelana, ha indicato l'emittente televisiva in lingua spagnola Telesur, El Badri vedr il presidente Ugo Chvez e esponenti del suo Governo, e raccoglier informazioni sul processo in corso di certificazione delle riserve venezuelane. Secondo stime preliminari, esse ammonterebbero a 314.000 milioni di barili.

In un attacco delle milizie fedeli alle corti islamiche

Secondo la Germania i metodi degli alleati Nato non sono conformi alle leggi internazionali

Espugnata in Somalia una roccaforte dei pirati


MOGADISCIO, 20. Milizie fedeli alle deposte corti islamiche hanno espugnato la localit costiera di Haradhere, nella Somalia centrale, considerata la principale roccaforte delle bande di pirati che da tempo infestano le acque del Corno d'Africa, e che di recente si sono resi protagonisti del sequestro di numerose navi di passaggio. Lo hanno riferito testimoni oculari, secondo cui i guerriglieri hanno fatto irruzione ad Haradhere senza incontrare resistenza, hanno ordinato alla popolazione di radunarsi e comunicato quale era lo scopo della loro presenza. I miliziani hanno precisato di appartenere al gruppo Al Shabab, organizzazione considerata vicina ad Al Qaeda: uno dei loro capi ha avvertito che qualsiasi pirata o collaborazionista dei predoni fosse catturato, andrebbe incontro, stato precisato, a una dura punizione, comprese l'impiccagione oppure l'amputazione di gambe e braccia. Il rappresentante locale del Governo di transizione centrale, Abdusalam Khalif, all'apparire dei guerriglieri fuggito nel vicino villaggio di Galkaio, da dove li ha accusati di puntare in realt a creare un nuovo covo di Al Qaeda ad Haradhere. Li cacceremo dalla nostra citt molto presto ha avvertito. Al largo della stessa zona il mese scorso era stato sequestrato un peschereccio spagnolo. Sabato scorso un gruppo di pirati ha sequestrato una nave mercantile battente bandiera giordana, la Vitoria, di quattromila tonnellate di stazza. La nave stava raggiungendo Mogadiscio con un carico di zucchero donato dalla Danimarca. La Vitoria ha dodici uomini di equipaggio, provenienti da Tanzania, India, Pakistan e Bangladesh. Le acque della Somalia sono dunque divenute tra le pi pericolose al mondo a causa degli attacchi dei pirati, nonostante la presenza di navi militari di numerosi Paesi che cercano di bloccare il fenomeno. I dati stanno a dimostrarlo: nell'anno in corso si sono registrati dodici attacchi di pirateria, tre solo nelle ultime settimane. L'anno scorso di attacchi ad opera di pirati ve ne sono stati venticinque. Al sequestro delle navi segue molto spesso la richiesta di un riscatto. In merito a tale emergenza, allo studio delle Nazioni Unite una risoluzione che preveda azioni pi incisive e coordinate per contrastare la pirateria marittima, che appunto in continua crescita. Il documento dovrebbe essere pronto entro la prossima settimana e potrebbe essere approvato dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, durante la trasferta del Consiglio stesso in Africa, prevista all'inizio di giugno. Francia e Stati Uniti hanno presentato un testo al Consiglio di Sicurezza in cui si richiede che i Paesi siano autorizzati a inviare navi da guerra nelle acque territoriali della Somalia per combattere la pirateria.

Dubbi sulla linea militare in Afghanistan


KABUL, 20. La Germania ritiene che i metodi seguiti dagli alleati Nato in Afghanistan, soprattutto dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, non siano conformi alle leggi internazionali. Lo scrive il settimanale Der Spiegel, citando un documento segreto consegnato dai tedeschi all'Alleanza Atlantica, che contiene chiarimenti sulle regole di ingaggio alle quali si attengono i soldati della Bundeswehr nel Paese. Circa un terzo dei leader Taleban, cio 150 comandanti, sono stati finora neutralizzati, ovvero uccisi o catturati nel corso di missioni mirate, svolte per la maggior parte dalle forze speciali americane o britanniche, scrive il settimanale. Tuttavia, prosegue Der Spiegel, i tedeschi finora non hanno voluto adottare questi metodi, sui quali il Governo di Berlino nutre notevoli dubbi: tanto che, riporta il giornale, Berlino ha dato segretamente alla Nato alcune note di charimento con le istruzioni per i propri soldati. In particolare queste indicazioni dettano che l'uso della forza letale vietato, a meno che un attacco non sia in corso o sia imminente. La giustificazione contenuta nello stesso documento, osserva il giornale. Berlino, come detto, ritiene che i metodi seguiti dai propri alleati non siano conformi alle leggi internazionali. La Nato, intanto, ha ribadito la sua estraneit all'accusa di aver ucciso almeno duecento civili afghani dall'inizio del 2008: accusa contenuta in un rapporto dell'Unhcr, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Nell'insieme troviamo molta della sostanza e il tono generale del rapporto imprecisi e non supportati da prove ha detto Mark Laity, portavoce della Nato. Questi ha ammesso che qualche civile stato ucciso per errore durante i combattimenti contro i Taleban, aggiungendo che per per noi si tratta di numeri a due cifre. Il rapporto dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, redatto dal commissario speciale sulle esecuzioni extragiudiziali, Philip Alston, conclude con la raccomandazione che le truppe Isaf e quelle di Enduring Freedom facciano di pi per evitare perdite fra i civili. Ieri un deposito di armi e munizioni stato scoperto dai militari italiani del Regional command west, in collaborazione con l'esercito afghano, in un villaggio nei pressi di Shindand, 150 chilometri a sud di Herat. In particolare nell'arsenale sono stati trovatti quattro fucili automatici, due mitragliatrici, 570 cartucce di vario calibro, quattro razzi da 107 millimetri, un lanciatore con cinque granate, due mine anticarro, 18 mine antiuomo, 17 detonatori e 5 chili di esplosivo. Il materiale ritrovato era in buono stato di conservazione.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO

mercoled 21 maggio 2008

L'operosa prigionia di Pio VII a Savona

Alla Pontificia Universit Gregoriana i settantacinque anni di una Facolt all'avanguardia Una tavola rotonda a piazza della Pilotta
di LUIGI MEZZADRI

Quelle sbarre che non fermarono la missione del Papa


di DOMENICO CALCAGNO* Era dal 1815 precisamente dal 10 maggio di quell'anno che un Pontefice non si recava a Savona. noto a tutti che nel periodo della permanenza a domicilio coatto di Pio VII, dal 1809 al 1812, i savonesi si prodigarono nel sostenere il Romano Pontefice con solerzia, generosit e anche con una certa dose di astuzia. Le forme di sorveglianza formalmente erano molto severe: grate per il controllo a vista, reclusione vera e propria con inferriate alle finestre, rarissimi contatti ravvicinati e con persone ben individuate. Eppure, alla fine, il Papa riusc a gestire oltre tremila pratiche. Non sono poche, soprattutto in un'epoca in cui bisognava scrivere a mano e serviva, come si suol dire, carta, penna e calamaio. Il Pontefice chiedeva continuamente rifornimenti e nessuno riusciva a capire dove finisse tutta la carta. In realt, la rete di collaboratori riusciva con i metodi pi semplici a fargli pervenire la corrispondenza dai vescovi e dai cardinali, provvedendo poi a inoltrare le sue lettere e i suoi provvedimenti ai destinatari. Certo, il passaggio di documenti talvolta era realizzato da qualche ambasciatore caso singolare, si dice fosse l'ambasciatore d'Austria, che gli faceva regolari visite ma pi spesso erano gli addetti alla vita quotidiana del Papa che fungevano da intermediari. Gli aneddoti che si raccontano sono molti: tutti hanno come tema comune l'amore al Pontefice e il

Le forme di sorveglianza formalmente erano molto severe Ma il Papa riusc a mantenere rapporti con l'esterno
desiderio di rendergli meno dura la prigionia consentendogli di svolgere la sua missione di Pastore universale della Chiesa. Per questa umana e cristiana solidariet con Pio VII, Savona ha sentito forte il richiamo della visita di Benedetto XVI: ha voluto esprimergli la sua vicinanza e il suo affetto, allo stesso modo in cui il Papa ha voluto esprimere la riconoscenza della Santa Sede per la fede, il coraggio e la costanza con cui gli antenati degli attuali savonesi hanno sostenuto Pio VII. Mi hanno riferito che una donna, a Savona, abbia esposto un cartello con su scritto Viva Chabrol, probabilmente senza rendersi conto che quella scritta contiene una parte di verit. Chabrol, allora responsabile del dipartimento di Montenotte, era anche il responsabile in capo della custodia del Papa, perch Napoleone, in giro per l'Europa per le sue campagne di guerra, non si fidava delle carceri francesi. Preparato e intelligente, Chabrol era uomo di fiducia di Napoleone diventer prefetto di Parigi capace di rispettare gli ordini ricevuti senza arrivare a crudezze e ostilit inutili. molto probabile, quindi, che anche il famoso prefetto fosse conscio delle astuzie dei savonesi ed entro certi limiti facesse finta di nulla, ben sapendo che in realt qualcosa intorno al Papa si muoveva. Per questo fu possibile organizzare una rete di sostegno a Pio VII senza creare eccessivo turbamento all'ordine pubblico e consentendo al Pontefice di svolgere, anche se in modo ridotto, le sue funzioni. I francesi sapevano Chabrol per primo che il Papa aveva contatti con la Chiesa: non potevano consentire che ci avvenisse in forma tanto palese da mettere in discussione l'efficacia del loro compito di custodi e carcerieri, per cui di tanto in tanto modificavano le norme e irrigidivano i controlli, senza per questo interrompere del tutto le possibilit di rapporti con l'esterno. Se cos non fosse, dovremmo concludere che il servizio di sorveglianza e il prefetto Chabrol in particolare abbia fallito clamorosamente nella missione: a poco sono servite le sbarre, i buchi nel muro, le finestrelle camuffate e costruite ad arte per ascoltare, osservare e poter poi redigere i rapporti da inviare ogni quindici giorni a Parigi. Come due secoli fa i savonesi sono stati vicini al Papa, cos oggi sono orgogliosi e felici per la visita di Benedetto XVI: hanno atteso e preparato l'evento in modo discreto ma convinto, partecipando imperterriti sotto la pioggia ai momenti salienti dello storico evento e rinnovando il loro impegno di fedelt e di amore a Cristo e alla Chiesa.
* Vescovo emerito di Savona-Noli, Segretario dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica

hi guarda il Duomo di Milano resta sorpreso delle statue sulle guglie del Tempio. Sono i santi, ma sono sorretti da un edificio in pietra. Ogni alunno in qualche modo portato in alto, sulle spalle dei giganti, dall'edificio di pietre vive, cio dalla scuola che l'ha nutrito. Gli alunni che hanno studiato in Gregoriana storia della Chiesa sono moltissimi. Essi hanno portato nel mondo un'esperienza, un metodo, uno stile. Ogni loro tesi di dottorato frutto di anni di lavoro serio, di ricerca in archivi, di trascrizione di documenti, di controlli incrociati e di faticosa elaborazione. Quella della Gregoriana una scuola fondata sulle fonti, lette con senso critico, ben contestualizzate. In questi settantacinque anni ci sono stati molti cambiamenti nel mondo e anche nel modo di fare storia. Ci sono stati revisionismi, storie scritte sulla base del politicamente corretto, tentazioni apologetiche o polemiche. Sullo slancio dell'esempio dei padri fondatori della facolt si preferito evitare tutto questo. L'imperativo stato di fare storia senza secondi fini: non storia magistra vitae, n storia con scopi pastorali o conciliare. La storia non deve convincere, non deve unire, non deve sconfinare nella storia delle religioni. Il padre Kempf non presentava i crociati come cavalieri senza macchia e senza paura o i loro avversari come saggi uomini di pace. Nelle lotte fra impero e sacerdozio non distribuiva ragioni e torti. Per questo veniva considerato un grande maestro. Come Ludwig von Pastor, Hubert Jedin, Pedro de Leturia, Ricardo Garca Villoslada, Vincenzo Monachino. Ci che ha insegnato in questi settantacinque anni la facolt fare storia senza aggettivi. Lontano dalle mode. L'obiettivo non essere letti, essere veri. La facolt fu un luogo di ricerca, in primo luogo di ricerche sul papato. Basti ricordare i lavori di Leturia sulla prima evangelizzazione dell'America Latina, di Friederich Kempf su Innocenzo III, di Monachino sul primato, di Villoslada su Lutero, di Mario Fois sull'ecclesiologia, di Ludwig von Hertling sulla Communio. I Papi nella storia, diretti tra gli altri dal padre Monachino, sono stati per anni un punto di riferimento importante. Al recente Dizionario sul papato della Treccani ha partecipato il padre Giacomo Martina, autore tra l'altro di una fondamentale opera su Pio IX. I padri Burkhart Schneider e Pierre Blet, hanno contribuito all'edizione di un'opera importante come i dodici volumi degli Actes et documents du Saint Sige relatifs la Seconde guerre mondiale.

La Pontificia Universit Gregoriana festeggia i settantacinque anni della facolt di storia ecclesiastica (ora denominata di Storia e dei Beni Culturali della Chiesa). Le celebrazioni sono state inaugurate da un convegno tenutosi in aprile (dal 17 al 19) e continuano con una tavola rotonda che si svolger mercoled 21 maggio. I lavori saranno introdotti dal decano della facolt, padre Marek Inglot, e prevedono, per la mattinata, gli interventi di Cosimo Semeraro, Grazia Loparco, Luigi Mezzadri, Maurizio Tagliaferri ed Emanuele Boaga. Nel pomeriggio si terranno i contributi di Marcel Chappin, vicepreffetto dell'archivio Segreto Vaticano, di Filippo Lovison e di Joseph M. Bentez. Le conclusioni saranno affidate al vescovo prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano, monsignor Sergio Pagano. Pubblichiamo stralci di due delle relazioni in programma.

Fare storia senza aggettivi e lontano dalle mode


La cura pastorale fu uno degli aspetti pi seguiti. Ricordiamo i lavori di Monachino sulla vita pastorale del IV secolo, ma anche le innumerevoli ricerche sulla pastorale nei secoli della storia moderna e l'applicazione del Concilio di Trento. La storia delle missioni fu uno degli interessi maggiori. Se ne occuparono Leturia, Villoslada, ora il padre Fidel Gonzales, che guida molte ricerche di alunni. Uno degli aspetti pi importanti da sempre la capacit didattica dei professori di condensare le loro ricerche in manuali. Esemplare l'Historia de la Iglesia, cui parteciparono i nostri Villoslada e Llorca. e i manuali di Hertling, Villoslada e Martina hanno formato intere generazioni. La facolt ha contribuito a far nascere iniziative locali. Per l'Italia occorre rilevare quanto fece Monachino, che fond l'associazione italiana dei professori di storia della Chiesa e quella degli archivisti. Non superfluo ricordare che se l'associazione ha promosso quattordici convegni che hanno contribuito all'aggiornamento e all'approfondimento della storia, il merito fu nella lungimiranza dei fondatori, fra cui da ricordare Michele Maccarrone. In questi giorni poi apparso nelle librerie il volume Le diocesi d'Italia, curato da Maurizio Tagliaferri, Elio Guerriero e da chi scrive. Anche questo frutto della scuola, in quanto decine di ex-alunni hanno collaborato con articoli sapienti sulle diocesi d'Italia. Pierre Blet da parte sua, nei lunghi anni d'insegnamento ha studiato le nunziature Ragazzoni e Scotti; per lunghi anni si occupato delle assemblee del clero gallicano. Il punto culminante di questo viaggio all'interno della storia della Chiesa di Francia stato il suo recente Richelieu et l'Eglise, Versailles 2007. Frutto conclusivo delle sue ricerche sulla Santa Sede e la guerra il suo volume su Pio XII e la guerra: Pie XII et la Seconde guerre mondiale d'aprs les archives du Vatican (Paris, 1997), tradotto in parecchie lingue. Esso ha un grande pregio: non fondato sulle opinioni, ma sui documenti. Leone XIII aveva scritto che la prima legge della storia di non dire nulla di falso e di non tacere nulla di vero. Principio ribadito da Giovanni Paolo II per il caso Galileo e ripetuto in occasione del Grande giubileo del 2000. Di fatto negli anni Trenta le cose non stavano cos. La ricerca languiva. Hubert Jedin, il grande storico del Concilio di Trento, agli inizi della sua carriera era andato a Napoli a studiare Seripando. Benedetto Croce lo volle incontrare e gli disse Da tre secoli abbiamo qui l'opera postuma di Seripando, ma nessuno dei nostri religiosi se ne mai interessato. Doveva venire lei dalla Germania per studiarla a fondo e scrivere la biografia di Seripando da tanto tempo auspicata.

Leggere con occhio femminile


co e per una specie di sintonizzazione con altre categorie ermeneutiche I settantacinque anni dalla fondazio- riferite alle stesse istituzioni, ma stune di una facolt pontificia offrono diate tradizionalmente da prospettive occasione per uno spunto di riflessio- diverse. La storiografia laica, fattane, non solo sui fondamentali apporti si pi attenta per molti motivi alle scientifici maturati grazie a professori persone e istituzioni religiose, quando di talento, ma anche sulle pi mode- ha superato i luoghi comuni, ha arste esperienze di chi passato sui ricchito le chiavi di lettura giuridiche banchi e si lascia interpellare in pro- e spirituali, ad esempio con quelle fondit. Lo studio non di genere economiche, sociali, strutturali, non neutro, si sa. Molto dipende dalla re- di rado partendo proprio da soggetti sponsabilit che si avverte nei con- femminili. Ma ha avvertito altres la fronti di altri, a partire da quello che necessit di conoscere meglio dall'insi . Nella Facolt di Storia ecclesia- terno le istituzioni, le loro ragioni e stica della Pontificia Universit Gre- l'organizzazione. Quasi per necessit, goriana di Roma le donne si conta- dal momento che vari monasteri vano sulle dita di una mano nel hanno meglio documentato in et 1993. Si trattava di una disciplina moderna vari aspetti della vita, riancora molto studiata al maschile. spetto alle donne legate alla famiglia. Nelle ore di lezione affiorava solo ra- Meno noto ancora l'impegno attivo ramente il riferimento alla compo- delle religiose. nente femminile della Chiesa, alla Un insegnamento non ripetitivo, storiografia recente. ma aperto all'integrazione di temi e Ritrovarsi a studiare Storia della prospettive a cui si spontaneamente Chiesa da religiosa salesiana, da don- sensibili, diventa un'avventura nelna italiana connotata dalla formazio- l'individuazione di passi da compiere ne letteraria, invece che da quella per giungere a una ricomprensione compiutamente teologica dei colle- del passato attenta alle domande delghi, stata una sorpresa e per certi la nostra generazione, di uno spettro versi una sfida. Sicuramente un'occa- di destinatari provenienti da contesti geografici e culturali spesso distanti dalle radiLa ricostruzione storica monca ci cristiane, in una lettura il pi possibile condise non si tiene conto delle migliaia visibile. di case religiose che agirono localmente Il caso delle congregazioni religiose di vita atanche in modo vicario rispetto allo Stato tiva tipico, specialmente le pi numerose femsione per sollecitare maggiore atten- minili, sorte tra Otto e Novecento. zione ad alcune tematiche, a cimen- Intente a operare nei mille modi sugtarsi nel dialogo di punti di vista di- geriti dalla carit apostolica, hanno versi, legittimi, anche se taluni poco scritto e documentato poco. L'attuale usuali. contrazione dei numeri dei membri e Se si studia la Storia della Chiesa della memoria spinge a convergere con la prospettiva di insegnarla in sulle urgenze quotidiane, pi che sulun'altra facolt pontificia, non di le ricerche storiche. Ma cos si rischia Teologia ma di Scienze dell'Educa- di disperdere non solo tanta esperienzione, affidata a donne, la prima za maturata nelle generazioni successcelta s'impone con la definizione del sive, bens autentiche intuizioni intema di ricerca per il dottorato. Tra torno alla persona umana e alla sua tante proposte a soggetto maschile, cura e promozione nell'ambito sociaconviene posizionarsi non per gu- le, oltre che morale e culturale. sto di singolarit, ma per coerenza Le comunit hanno rappresentato personale. l'humus di un patrimonio di umanit La bibliografia costituisce un pon- di cui si avverte giorno per giorno la te per avviare un dialogo storiografi- rarefazione, rispecchiata nell'emerdi GRAZIA LOPARCO genza educativa. Per vari motivi sembra infatti si sia rinunciato a coltivare quell'eredit di valori umani e civili, per essersi affidati ai modelli omologanti di una globalizzazione povera di autentici contenuti di senso. Oltre la peculiare valenza civile, sotto il profilo ecclesiale Claude Langlois legge la comparsa delle congregazioni religiose come parte integrante della femminilizzazione del cristianesimo nel manifestarsi del processo di secolarizzazione, che ha cambiato il rapporto dell'istituzione ecclesiale con gli stati, ma anche con le famiglie e le singole persone. Le multiformi iniziative di carit declinate con le esigenze della modernit hanno inciso nella storia dell'istruzione, dell'educazione, dell'assistenza, della cura degli emigranti, tanto che resta molto riduttiva e culturalmente monca l'intera ricostruzione storica se non si tiene conto delle migliaia di case religiose che agirono localmente anche in modo vicario rispetto allo Stato. Certo, anche con limiti nella preparazione professionale, tuttavia fu un'autentica ancora di salvezza per contrastare alcune cause della povert e del degrado materiale e morale, dell'isolamento e dell'emarginazione. Le leggi statali, d'altro canto, rappresentarono uno stimolo al necessario aggiornamento della formazione, sicch nell'Ottocento spinsero le religiose a trovarsi all'avanguardia tra le donne. I gruppi femministi e filantropici erano pi colti ma ancora elitari, quando le religiose arrivavano anche nei luoghi pi remoti, vivendo del proprio lavoro, con un progetto di santit da realizzare nel servizio al prossimo. In diverse occasioni le donne, pur muovendo da visioni diverse della vita, unirono le forze, a favore di altre donne, per elevare la loro consapevolezza circa la responsabilit umana e sociale. All'inizio del Novecento ci fu un consistente aumento di iniziative e di associazioni, nazionali e locali, con una rete di collaborazione persino impensabile. Fino a pochi anni fa tutto ci era poco noto. La storia delle donne in Italia contava poche studiose che si addentravano nella storia delle congregazioni, quasi dimenticando che le reli- di von Balthasar relativamente al giose sono state un gruppo consisten- principio mariano nella chiesa, comte di donne italiane, animate da mo- plementare al principio petrino, ben tivazioni autonome e capacit d'in- approfondito nella Facolt di Storia traprendenza. Anche la storiografia della Gregoriana. delle congregazioni usciva con diffiSenza documenti non si pu scricolt dagli steccati di una lettura vere storia. La questione della cura agiografica, pi attenta agli ideali degli archivi delle religiose e delle spirituali che alla dialettica quotidiaistituzioni moderne femminili annona per diminuire la distanza tra le sa e per alcuni istituti grave. Dunque regole e la pratica. La Storia della Chiesa generale fa- risalta l'urgenza di sensibilizzare le tica ancora a recepire l'apporto delle congregazioni, sempre pi internaziocongregazioni religiose femminili, al nali, alla dimensione storica, con la di l di un capitolo dedicato alla ca- prospettiva di ricavare sia benefici rit e alla novit giuridica delle con- interni in ordine alla chiarificazione gregazioni; ma anche a mettere in della propria identit, sia per favoriluce l'impatto sociale capillare delle re il dialogo tra fede e cultura attraassociazioni mariane e di Azione Cattolica, la I gruppi femministi e filantropici novit degli istituti seerano ancora elitari quando le religiose colari, in ordine alla penetrazione evangeligi arrivavano nei luoghi pi remoti ca in nuovi campi proVivendo del proprio lavoro fessionali aperti alle donne e sempre meno e mettendosi a servizio del prossimo vicini alla pratica religiosa. L'indifferenza all'evoluzione della realt femminile verso la comune ricerca della verit e alla sua incidenza invisibile eppur storica. Un impegno in questa direzione reale nella vita delle famiglie, delle parrocchie, come pure l'impatto con riguarda centinaia di congregazioni, le professioni pubbliche preclude la dunque non pu essere isolato, n comprensione di un aspetto significa- sporadico. Difatti un'associazione tivo della mediazione dei modelli culturale con esplicito impegno nella cattolici coniugati con i processi di ricerca relativa alle congregazioni remaschili e femminili modernizzazione e secolarizzazione. ligiose Non si capirebbero i radicali muta- (www.storicireligiosi.it) ha inteso ofmenti di mentalit degli anni Sessan- frire un'opportunit di condivisione ta del Novecento, se si prescindesse di problemi, raccolta di fonti e di bidall'allontanamento delle donne dal- bliografia, nella prospettiva di una la Chiesa, parallelo a un accesso dif- migliore fruizione interna e di un fuso alla cultura superiore e ai mezzi servizio agli interessati, studiosi, studenti alle prese con una tesi di laudi comunicazione sociale. rea, cultori di storia. Una ricerca suChi guarda la storia con occhio gli ebrei ospitati nelle case religiose, femminile avverte che occorre co- una ricognizione sull'educazione ofstruire ponti tra ambiti disciplinari, ferta nei collegi, una raccolta di birelazioni e scambi utili a tutti per bliografia religiosa online sono alcuni una comprensione pi approfondita. campi concreti di impegno. La visiUna ricostruzione storica postula bilit disarmata agevola la conoscenper innanzitutto fonti, non solo di za e il superamento di luoghi comuni carattere giuridico e spirituale, ma reciproci, sicch un'appassionata riche rispecchino la vita nelle sue sfac- cerca storica pu diventare un'autencettature, per offrire dati certi a ser- tica avventura umana, con prospettivizio di una riscrittura anche dei ma- ve e persone sempre nuove da inconnuali di storia civile ed ecclesiastica. trare, per aprire la conoscenza coA questa condizione si pu scanda- mune a nuovi scenari e campi d'ingliare col metodo storico l'intuizione dagine.

mercoled 21 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
L'Italia del dopoguerra tra politica e religione

pagina 5

Intervista a Lucetta Scaraffia

A Varallo la rassegna Imago veritatis


di SILVIA GUIDI Una sacra rappresentazione che va in scena tutti i giorni dalla fine del Quattrocento a oggi, un Gran teatro montano, come lo chiamava Giovanni Testori, che ripercorre per immagini la vita di Cristo, il mistero dell'Incarnazione e la nascita della Chiesa, ma anche le mille sfumature del dolore umano, la fatica del cammino, il peso della croce, l'incomprensibile potenza del male, la certezza della speranza nei volti degli apostoli e delle donne che non abbandonano Ges neanche dopo la sepoltura e saranno le prime testimoni della sua vittoria sulla morte. Un percorso umano, troppo umano per attirare l'attenzione degli storici dell'arte fino alla met del secolo scorso, che bollavano la poesia espressionista di Gaudenzio Ferrari e Tanzio da Varallo come pupazzi da presepe. Indifferenza ironica, quando non esplicito disprezzo: Il Sacro Monte un'assurda esposizione di statue dipinte e vestite nello stile di Madame Tussaud, ma molto inferiori ad esse, anche se i soggetti sono di natura sacra scriveva nel 1855 il pittore inglese Sir Charles Lock Eastlake all'epoca direttore della National Gallery dopo aver visitato il monumentale complesso di Varallo. Di opinione opposta lo scrittore Samuel Butler, che rest affascinato dalla forza espressiva della Nuova Gerusalemme della Valsesia pensata da padre Bernardino Caimi nell'ultimo ventennio del Quattrocento come un pellegrinaggio virtuale in Terra Santa, pi difficile da raggiungere dopo la conquista musulmana. La rassegna Imago Veritatis, l'arte come via spirituale, tre giorni di conferenze, pellegrinaggi, mostre, concerti, lezioni e visite guidate d'autore dal 13 al 15 giugno, stata ideata proprio per recuperare un aspetto oggi completamente censurato dell'esperienza L'immagine simbolo della rassegna Imago Veritatis artistica, il suo valore di viaggio terrestre e celeste, e far tornare il Sacro Monte un cam- condo cui la vera religiosit solo inmino dello sguardo cos il biblista teriore, un fatto privato che deve esIgnace de la Potterie definiva la fede sere programmaticamente privo di se alternativa possibile al turismo gni esteriori. Cos la fede si protestanmordi e fuggi che desertifica l'espe- tizza e progressivamente si ritrae dalla rienza del visitatore in una serie di realt. un modo sottile ma molto cartoline banali e fotogrammi senza efficace per farla scomparire pi facilsenso. mente. Un po' meno facile far scomLa nostra realt costruita da im- parire un complesso imponente come magini invadenti, ma prive di consi- la cittadella di Varallo: quarantacinstenza propria, a cui vogliamo dare que cappelle con pareti affrescate, olnoi un significato, negando che ce tre ottocento statue in legno e terral'abbiano di per s, spiega Lucetta cotta, giardini, strade, mura. Il Sacro Scaraffia, docente di storia contempo- Monte non spostabile, non solo maranea all'universit La Sapienza di terialmente, ma anche dal punto di Roma. Resta da stabilire se si tratta vista del suo significato. di un'acquisizione di libert o se ci stiamo allontanando irreparabilmente Cos' che il visitatore non deve assolutadalla realt. Il progetto Imago Verita- mente perdersi a Varallo? tis vuole andare in controtendenza, La cappella della Crocifissione in per offrire un'occasione inedita: quella di fare un'esperienza spirituale dell'ar- cui la pittura diventa scultura, ci sono cavalli in rilievo, per met scolpiti e te, e non limitarsi a una sua percezione estetica. Per questo sono stati scelti per met dipinti. Purtroppo adesso una lettura diversa e nuova delle ope- chiusa dai vetri per motivi di conserre d'arte e un luogo, Varallo, che per vazione, ma un tempo era possibile la sua particolare storia si rivela come passare in mezzo alle statue ed entraparticolarmente adatto a questo per- re a far parte concretamente della sacorso. Il Sacro Monte, infatti, incarna cra rappresentazione, sperimentando proprio la certezza che le immagini la contemporaneit della presenza di possano ricreare la realt storica della Cristo. Nel dolore ma anche nella restoria sacra, possano rendere la com- surrezione; l'itinerario stato costruito plessit del mistero, possano far senti- in modo che anche dalle stazioni pi re ai visitatori che qui si chiamano dolorose sia sempre visibile il traguarpellegrini la consapevolezza che la do finale della vittoria sulla morte. storia sacra una certezza della quale vengono fatti partecipi attraverso la Un modo di concepire la preghiera in linea con la tradizione pi alta della loro emozione e la loro memoria. Chiesa cattolica: sant'Ignazio di Loyola Per secoli il Sacro Monte stato conside- consiglia di visualizzare le scene della rato arte di serie B; perch questo di- vita di Cristo, Teresa d'Avila esorta a sprezzo per la fisicit della sacra rap- pregare davanti a un'immagine sacra, presentazione e per tutto ci che uma- incenso, paramenti d'altare e arredi preziosi simboleggiano l'infinita bellezza di no, quotidiano, popolare? Dio... una posizione nata dallo scientiLa storia dell'arte la disciplina smo, dalla presunzione di dominare la materia attraverso la scienza, che se- pi secolarizzata in assoluto, la dimensione estetica ha oscurato tutte le para corpo e anima. una sorta di nuovo manicheismo, nel nostro caso altre. Ma successo anche il contrala fisicit non identificata con il ma- rio: troppo spesso la Chiesa ha ridotto le, il corpo deve essere bello, efficien- a semplice pratica devozionale il pelte, perfetto, ma completamente sog- legrinaggio al Sacro Monte senza rengetto alla nostra pretesa e al nostro dersi pienamente conto del valore arcapriccio, per cui svilito e privato di tistico delle opere di Gaudenzio Fersenso. Staccato dall'anima diventa rari, Tanzio da Varallo e degli altri manipolabile e fragile anche se appa- pittori e scultori che hanno lavorato a rentemente sembra essere al centro un cantiere artistico rimasto attivo dell'interesse della persona. Gli affre- per secoli. Ma questo forse spiegato schi e le statue del Sacro Monte sono anche dalla disposizione geografica: la arte popolare di altissimo livello arti- Valsesia tra Milano e Torino, la stico ma con un fine didattico esplici- Svizzera vicina, Varallo stato anto, insegnare la vita di Cristo al popo- che un baluardo contro la Riforma. lo; questa la funzione primaria della Oltre che un'urgenza di vita in atto, Gerusalemme terrestre e celeste della un teatro che ha la forza di trascinare Valsesia. La mia bisnonna era una continuamente a s nuova vita e nuocontadina piemontese, abitava nelle va morte, come scriveva Testori. campagne vicino ad Asti e il suo unico viaggio fu proprio al Sacro Monte, quando era ancora una bambina. Il suo commento al ritorno fu: successo proprio davvero. Ecco qual il fine del complesso monumentale che si arrampica sulla parete rocciosa che sovrasta Varallo, documentare la realt dell'Incarnazione. Il fine didattico teologico sempre stato esplicito, mentre ai critici d'arte di solito interessa recuperare solo la funzione estetica. Il problema del Sacro Monte, anzi, la sua principale qualit, che non lo puoi trasformare in un museo, la sua evidente struttura religiosa lo rende meno digeribile dalla cultura dominante rispetto ad altri capolavori, come ad esempio la Cappella Sistina, che spesso viene staccata dal suo senso, esaminata e commentata a prescindere dal tema che narra. In un certo senso si pu parlare di una nuova iconoclastia della nostra epoca, se-

Il sacro va in scena

Un Paese al bivio tra democrazia e totalitarismo


I Comitati Civici il tema del seminario di studi storici che si tiene a Roma il 21 e il 22 maggio per iniziativa della Libera Universit Maria Santissima Assunta e dell'Istituto Luigi Sturzo. Anticipiamo alcuni stralci dalla relazione introduttiva di FRANCESCO MALGERI

diretta partecipazione dell'Azione cattolica alla battaglia elettorale. In una riunione della Presidenza, del 26 marzo 1946 propose una lista qualificata di Azione cattolica sia pure associata a quella democristiana, giudicando comunque assolutamente necessaria un'efficace azione orientatrice dell'Azione cattolica italiana. Secondo Gedda, di fronte ad una Assemblea come la Costituente, l'Azione cattolica sminuiva se stessa riconoscendo di non avere una parola da dire in seno a tale Assemblea. Del resto ci sempre stato detto aggiunse che quando la politica tocca l'Altare, l'Azione cattolica ha dei precisi doveri politici. Dal punto di vista religioso questo il momento di essere o non essere e perci l'Azione cattolica deve, nelle forme pi opportune, impegnarsi a fondo. In sostanza, la posizione di Gedda era chiara: secondo il presidente della Giac, gli esponenti dell'Ac presenti nelle liste democristiane dovevano essere espressione di una specifica rappresentanza dell'organizzazione con una propria autonomia. Una sorta di partito nel partito, che doveva garantire al mondo cattolico italiano la difesa di quei valori spirituali e di quelle istanze sociali e politiche che meglio rispondevano alle indicazioni della Chiesa, istanze e valori che la Dc non appariva, da sola, in grado di difendere adeguatamente. Fu il presidente Vittorino Veronese a ricondurre il problema entro un ambito pi corretto, giudicando non opportuno un ingresso dell'Azione cattolica nelle liste democratico-cristiane, se non attraverso la rappresentanza di alcuni nomi (...) richiesti dai collegi locali. La linea di Veronese riportava la questione entro un rapporto di reciproco rispetto tra l'organizzazione cattolica e il partito, evitando di dare all'Azione cattolica un peso politico e un ruolo condizionante nei confronti della Democrazia cristiana. Si evidenzia, in questa circostanza il diverso modo di intendere il ruolo dell'Azione cattolica nella societ civile e nel quadro politico italiano di quegli anni. In Gedda prevaleva una linea tendente a far sentire sul piano politico il peso delle organizzazioni cattoliche, anche in considerazione del contributo determinante che sul piano elettorale l'AzioUn manifesto elettorale del 1948 a cura dei Comitati Civici ne cattolica offriva al partito. N manc in di un sostegno organizzativo da for- Gedda una attenzione anche verso nire alla Democrazia cristiana sin quelle forze politiche che si dichiaradalle elezioni per l'Assemblea costi- vano rispettose dei valori religiosi, tuente del 1946, anche se il problema che si collocavano alla destra dello delle candidature alla Costituente schieramento politico italiano. Verosollev i primi delicati problemi nel nese riteneva utile e necessario il rapporto tra l'associazione e il par- fiancheggiamento e il sostegno dell'Atito. zione cattolica alla Democrazia criLuigi Gedda, presidente della Gio- stiana, ma entro limiti ben precisi, rivent italiana di Azione cattolica e spettando i confini che segnavano le prossimo ad assumere la presidenza diverse competenze e i diversi ruoli degli uomini cattolici, auspicava una delle due organizzazioni.

ella storia politica italiana, dall'unit ad oggi, non sono mancati momenti in cui aspetti religiosi sono entrati nel dibattito e nelle vicende della vita nazionale, suscitando, in molti casi, polemiche e conflitti che hanno spesso turbato e condizionato la vita del paese. Valga per tutti la lunga e annosa questione romana, destinata a suscitare lunghi anni di contrasti che hanno turbato le coscienze di molti cattolici, impedendo per molti anni la costruzione di una identit nazionale piena e condivisa. La presenza della componente religiosa nel quadro della vita politica italiana riemerse con forza negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, nel clima della ricostruzione delle istituzioni democratiche dopo gli anni del regime fascista. Per interpretare gli atteggiamenti assunti dal mondo cattolico in quegli anni, non va trascurato il nuovo quadro politico e sociale e i motivi di preoccupazione che esso destava tra i cattolici, il clero e la gerarchia ecclesiastica Il timore diffuso che investe il mondo cattolico motivato soprattutto dal riemergere di correnti politiche, ideologiche e culturali che non nascondevano la loro ostilit nei confronti della Chiesa e della fede religiosa: dal comunismo all'anticlericalismo, al laicismo, alla massoneria, alla stampa che si colora di immoralit e di atteggiamenti blasfemi, insomma ad un clima nuovo, nel quale il pluralismo delle idee e le diverse visioni del mondo e del destino dell'uomo toglievano alla Chiesa e alla religione il monopolio della guida spirituale e morale del paese, che aveva esercitato negli anni precedenti.(...) In questo quadro ispirato alla difesa dei valori e della tradizione cristiana, l'Azione cattolica venne individuata come lo strumento pi idoneo a guidare la mobilitazione delle forze cattoliche, soprattutto in vista delle delicate scadenze elettorali del 2 giugno 1946 e del 18 aprile 1948. In quegli anni l'Azione cattolica italiana aveva raggiunto una eccezionale dimensione organizzativa e una ampiezza di adesioni che non aveva riscontro in nessun'altra organizzazione presente nel paese (...) I vertici dell'Azione cattolica cominciarono a considerare il problema

Un allestimento preelettorale dei Comitati Civici a piazzale Flaminio a Roma nel 1948

Nel complesso e delicato rapporto tra il partito della Dc e la maggiore espressione dell'associazionismo cattolico, emerge, in questi mesi tra il 1946 e il 1948 una sorta di confronto e di competizione alimentato soprattutto da una convinzione diffusa tra i quadri dell'Azione cattolica, che il partito non fosse in grado e non avesse gli strumenti necessari per fronteggiare uno scontro politico che si presentava carico di incertezze ed insidie. Insomma, emerge, da parte dei militanti dell'Ac, una scarsa fiducia nelle capacit organizzative e di mobilitazione della Democrazia cristiana. (...) Non da escludere che maturi in seno all'associazione la convinzione della scarsa affidabilit della strutIl 18 aprile 1948 la maggioranza tura organizzativa della Dc di fronte del Paese, al di l delle convinzioni al compito di sostereligiose, riconobbe al partito cattolico nere uno scontro elettorale che si prela facolt di essere affidabile vedeva particolargarante della libert e della democrazia mente aspro e difficile e al quale erano legate le sorti della vita religiosa per la prima volta nella storia politioltre che politica del nostro paese. ca italiana, la maggioranza del paese, Nasce forse alla luce di questi giudizi al di l delle convinzioni religiose, la convinzione che fosse necessario af- guard al partito cattolico, come fiancare al partito una organizzazio- alla forza politica in grado di mantene in grado di operare una mobilita- nere il paese nel quadro di una visiozione efficace e capillare in tutto il ne ispirata al rispetto dei valori della libert e della democrazia. Il cattoliterritorio nazionale. Tuttavia, rispetto a precedenti at- cesimo politico conosceva il suo riteggiamenti, nei quali si ipotizzava scatto agli occhi di un paese ed in anche la possibilit di trovare, oltre particolare di una borghesia che avealla Democrazia cristiana, altre spon- va a lungo accomunato i cattolici alde politiche in difesa dei valori reli- la logora immagine dell'oscurantismo giosi, ci si convinse che il partito di clericale. Non pu non destare sorAlcide De Gasperi costituiva l'unico presa che un quotidiano come Il possibile argine per frenare l'assalto Corriere della sera scrivesse il giorno comunista alla cittadella cristiana, al- delle elezioni: Oggi sappiamo tutti la libert della Chiesa, alla possibilit come votare. (...) il dilemma si pree libert di esercitare il proprio culto senta chiaro: libert o tirannide, regime parlamentare o regime totalitae manifestare la propria fede. Attraverso i Comitati civici, la rio. Ennio Di Nolfo ha chiaramente inChiesa scese in campo con i suoi strumenti, con la sua struttura ben terpretato questo momento, quando radicata nel tessuto sociale del paese, scrive: Dopo secoli durante i quali il con la sua eccezionale forza di per- nome del Papa e l'esistenza della suasione. Si assiste, per la prima vol- Chiesa erano stati esecrati (...) come ta nella storia politica del nostro pae- espressione di arretratezza, crudelt se anche ad un eccezionale coinvolgi- temporale, divorzio dal pensiero mento del sacro in una battaglia che scientifico, incapacit di intendere le aveva un carattere civile e politico. esigenze dei popoli, negazione del progresso e lotta contro la libert, in Come spesso accade, non mancarono Italia accadeva un brusco revesciastrumentalizzazioni o mistificazioni di mento. L'opinione pubblica, il sentire eventi miracolosi e straordinari comune e, dietro di essi o prima frequenti i casi di madonne e santi di essi? larghi strati del mondo inpiangenti che si intrecciavano con tellettuale italiano, toccavano sponde i temi propri della propaganda politi- opposte; ravvisavano nella Chiesa un ca. Le stesse grandi manifestazioni baluardo di libert e una garanzia di religiose popolari, quali le processioni progresso economico; una difesa per e i riti sacri tradizionali, che frequen- la nazione e una sicurezza per il suo temente davano luogo a suggestioni avvenire. collettive cariche di pathos, non semSi deve soprattutto ad Alcide De pre furono esenti da contaminazioni Gasperi la eccezionale capacit di inpropagandistiche. terpretare l'esito elettorale e di guiUna mobilitazione che vide il con- darlo verso una soluzione politica fronto-scontro tra l'Italia cattolica, equilibrata, senza traumi e laceraziocon i suoi valori, le sue tradizioni, i ni profonde. Lo statista trentino ebbe suoi santi, la sua vita sana, da un la- la forza e la capacit di non cedere to e dall'altro i nuovi infedeli, i sen- alle molte pressioni che dagli stessi za Dio, i predicatori di ateismo, di ambienti cattolici gli venivano in cui bisognava respingere l'assalto. quei giorni. Non sogn restaurazioni Non un caso il richiamo frequente neoguelfe, non favor soluzioni che ai miti e alle suggestioni legate ai potevano essere interpretate come grandi momenti storici della Cristia- una sorta di rivincita di Porta Pia. nit. Respinse gli antichi steccati, chieden(...) Questa drammatizzazione del do a quelle forze che giudicava pi momento elettorale trova conferma omogenee al suo disegno politico, e nell'appello che il quotidiano della che erano espressione di una visione Curia milanese, L'Italia, indirizz laica e di una solida tradizione politiai cattolici italiani il 16 aprile: Col ca e culturale del nostro Paese, di sovoto si legge siamo chiamati a stenerlo nella costruzione di un sistedecidere della nostra sorte personale, ma politico basato sul pluralismo despirituale ed umana, della sorte delle mocratico.

nostre famiglie, delle nostre case, del nostro avvenire. (...) Vogliamo noi sacrificare la fede dei padri e il pane dei nostri figli all'asservimento del Cominform? (...) Cattolici italiani! Compite il vostro dovere. Votare un diritto. Non votare una vilt. Votare male un tradimento. Votate cristiano se volete che Dio ci protegga e ci aiuti per l'oggi e per il domani. A sua volta, la rivista dei padri gesuiti, La Civilt cattolica, denunci gli errori dottrinali del comunismo e l'incompatibilit assoluta tra la dottrina marxista e la fede cristiana. Mise in guardia gli elettori cattolici dallo spirito anticlericale che animava le sinistre e dalla loro ignobile campagna di calunnie, di intimidazioni e di insulti. (...) Ma, se pur vero che questo momento della vita pubblica italiana, soprattutto tra il 1945 e il 1948, appare segnato da una forte presenza della religione nel contesto politico e nel duro scontro ideologico conosciuto dal nostro paese, indubbio che la lettura di quegli eventi va fatta soprattutto in chiave politica. La letteratura politica sull'Italia del secondo dopoguerra ha fornito interpretazioni molto diverse e contrastanti, privilegiando, in molti casi, pi gli schematismi ideologici che non un sereno giudizio. (...) L'esito elettorale non port alla tirannide reazionaria clericale temuta da Togliatti, n alla profonda spaccatura tra conservazione e forze di rinnovamento, n all'asservimento della borghesia laica al clericalismo e alla Chiesa. In realt, il 18 aprile fu solo in parte un successo elettorale favorito da motivazioni di carattere religioso. Se pur vero che il peso della componente cattolica fu ragguardevole, non va trascurato il significato pi chiaramente politico che l'analisi del voto evidenzia. Si pu affermare che,

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO

mercoled 21 maggio 2008

Grazie alla passione e all'intraprendenza del frate cappuccino Angelo Simonetti

Per permettere il 27 giugno lo svolgimento del ballottaggio per le elezioni presidenziali

In Tanzania un centro I vescovi chiedono la fine al servizio dei piccoli disabili delle violenze in Zimbabwe
di EGIDIO PICUCCI Fino a qualche anno fa, anche a chi conosceva bene la Tanzania, il nome Mlali non diceva assolutamente niente. Soprattutto perch a nessuno poteva interessare un villaggio di capanne ciuffate di paglia, povero, senza una storia, in gronda alla steppa dei Masai, uno dei tanti che compongono l'Africa, dove le citt si limitano s e no alle capitali. Eppure da venticinque anni Mlali sulla bocca di mezza nazione, soprattutto su quella di chi ha in casa qualche bambino motuleso (che sono tantissimi!) e che spera di poterlo rivedere correre per la savana dopo la cura presso il Centro per bambini portatori di handicap, ribattezzato il centro dei miracoli, sorto per la passione e l'intraprendenza di un cappuccino che credeva fermamente nella presenza di Cristo nei piccoli, dei quali il Regno dei cieli. Parliamo di padre Angelo Simonetti, un religioso della maremma toscana che, dopo sette anni di missione ad Agra, in India, sbarc prima in Australia e successivamente in Tanzania con la certezza di poter realizzare quanto non gli era stato possibile fare in India: una casa di recupero per bambini disabili. Li aveva visti trascinarsi per i mercati di Agra, in mezzo alle mucche sacre, piccoli fiori recisi dalla polio o mutilati da un affetto disordinato. risaputo che in India pi d'un genitore spezza una gamba o un braccio ai neonati perch da grandi possano vivere di elemosina. Un fenomeno aberrante provocato dall'estrema povert del Paese. Padre Angelo stringeva i pugni e gridava, ma inutilmente. La legge non gli consentiva pi di tanto. L'Africa era diversa, almeno cos pensava. Invece, quando ne parl, sent rispondersi che, pur essendo validissima l'idea di un centro di recupero per minori, poteva essere gestito solo dal governo. Quindi, via libera per la ricerca dei fondi, ma semaforo rosso per l'iniziativa personale. Padre Angelo cal un altro pugno sul primo tavolo che gli venne a tiro e guard altrove. Nessuno crede pi che sia lecito annunciare la parola evangelica senza metterla in pratica. E lui voleva far proprio questo curandosi dei piccoli, a qualsiasi costo, per le ragioni insopprimibili della fraternit cristiana. Sentiva di dover annunciare la bont di Dio alleviando la gente con piccoli e operosi progetti di sostegno al presente e al futuro, ma non gliene davano la possibilit. La Tanzania era piena di italiani che stavano aiutando il Paese a organizzarsi dopo l'indipendenza, ma nessuno si interessava di loro. Chiese di potersene occupare lui; e questa volta nessuno gli disse di no, compresa la Santa Sede, che lo nomin ufficialmente cappellano nazionale della comunit italiana nel Paese governato dal mualimu (maestro) Nyerere. troppi bambini bisognosi per essere tranquillo. E aspett, paziente e ostinatamente fiducioso come un buttero della sua terra. L'attesa non fu lunga, anche se la richiesta di costruire un centro come lui voleva non venne dalla Tanzania, ma da quell'Etiopia che non l'aveva capito, pur dovendo fare i conti con epidemie rovinose che in pochi mesi falciano venti bambini su quaranta. Non venne neppure dai confratelli cappuccini, ma dai Missionari della Consolata. Poco male, dovette dire padre Angelo, purch il centro nasca. Vol in Etiopia e atterr nello Shoa, dove mise mano all'aratro senza voltarsi indietro. Il Centro venne su come un fungo dopo una pioggia d'autunno: cost pi d'un sacrificio a chi lo volle e a chi lo eredit (i Missionari della Consolata), ma rimise (e rimette) in sesto centinaia di bambini anche dopo la partenza di padre Angelo, richiamato in Tanzania dal vescovo di Dodoma, monsignor Mathias Isuja Joseph, il quale, durante una visita ad Addis Abeba, and a trovarlo, visit attentamente il Centro di recupero per i bambini, e lo invit a fare altrettanto nella sua diocesi. Era il 1982. giorno dopo, non risparmiando elogi al fondatore e ai collaboratori.

Autonomia del centro


Da buon maremmano, padre Angelo amava la terra e ne conosceva le segrete risorse. Per questo ne acquist quanta pot, seminandovi tutti i grani possibili, potendo contare su una terra capace di ogni prodigio. Vi piant vigne e alberi di ogni specie per ripopolarla di quelli che la gente abbatte per il fuoco; ne destin una parte a pascolo per le mucche che garantiscono il latte ai bambini. Il Centro un villaggio nel villaggio, pulito, tappezzato di poinsettie e di frangipani, efficiente in tutti i settori e con tutte le strutture necessarie per la salute e il benessere dei bambini, delle suore sorridenti di stanchezza, degli ortopedici che arrivano dall'Italia, del personale paramedico che garantisce la fisioterapia, la sorveglianza nella piscina, la preparazione delle protesi, la macinazione del mahindi (granoturco) per l'immancabile ugali (polenta), per il controllo dei pannelli solari, l'efficienza del dispensario che serve trentamila persone dei villaggi vicini; per il buon andamento della casa riservata alle mamme che devono fermarsi per assistere i piccoli; per il retto funzionamento dei due pozzi per l'irrigazione, in modo da avere annualmente due o tre raccolti di grano, di uva e di mahindi. Tutta gente animata dall'ansia di capire e di crescere. Quant' lontano dalla realt chi pensa che l'africano sempre fatalista, rinunciatario, pigro, magari felice di un'esistenza sotto la paglia ammuffita del tetto! Favole scadute, anche se in qualche angolo del continente sono ancora vive. Purtroppo padre Angelo non ha potuto vedere la realizzazione di tutte le strutture del Centro, ma le ha accompagnate (e favorite) dall'alto, dove ha incontrato i bambini che, pur non essendo riusciti a camminare per i sentieri di Mlali, di Dar es-Salaam, di Iringa, di Moshi, di Arusha e di altre localit da cui arrivano al Centro, stanno camminando speditamente insieme a lui per i sentieri celesti. Infatti, egli morto il 14 settembre 1997. I primi ospiti del Centro avevano nomi significativi: Sijaona, Chitemo, Mnjeja, Wema, Safari e Shukuru, cio Non ho visto; Bont; Viaggio; Ringraziamento; nomi che, tradotti in senso figurato, vogliono dire che, dopo un viaggio pi o meno lungo per arrivare a Mlali, possibile trovare bont mai vista e per la quale bisogna ringraziare. In swahili, naturalmente, accompagnando il grazie con una preghiera per chi ha voluto il Centro; una preghiera al Dio dei cristiani (l'ottantatr per cento dei ricoverati sono tali), ad Allah (il dieci per cento sono musulmani) o alla divinit tribale (il sette per cento sono animisti) per essere stati curati e spesso guariti dalla polio cerebrale, da malformazioni congenite, da malattie infettive, dalla polio pura e semplice, da fratture mal aggiustate dallo stregone o addirittura da grossi ritardi psichici. Miracolo della carit cristiana, visto che nessun ospedale, per quanti volontari vi accedano, pu resistere senza le impalcature della missione.

A Mlali
Karibu, vieni pure, dissero i confratelli a padre Angelo quando arriv a Kongwa. Karibu! Il tempo di rispondere un frettoloso asante sana (mille grazie), e poi subito in perlustrazione per individuare il luogo migliore per il Centro. A Mlali, incontr ventidue giovani volontari di Siena che stavano imbrigliando una sorgente per portare l'acqua al villaggio. Padre Angelo si ferm con loro: vide i tre chilometri di tubatura dalla montagna al villaggio; strabili di fronte alla facilit della lingua swahili che gli avrebbe permesso di parlare subito con la gente, e misur a passi da soldato un ideale recinto. I giovani senesi non capirono, ma quando seppero del Centro, garantirono il loro contributo manuale ed economico per la realizzazione. Che oggi una confortante realt, grazie anche alla promessa mantenuta dai volontari. Furono loro, infatti, a tirar su i vari padiglioni che compongono oggi la struttura, con l'aiuto di coetanei di Prato, di Arezzo, di Firenze, di Valdarno e di Milano, quasi tutti appartenenti alla Giovent Francescana. L'ansia di far presto che caratterizzava l'attivit di padre Angelo dovette fare i conti con il pole pole, adagio adagio, degli africani, ma finalmente il Mlali Kituo (Centro Mlali), come lo chiamano gli abitanti del luogo, biancheggi sotto il sole dei tropici. Consegnandolo nel 1996 alla neo-Provincia cappuccina della Tanzania, il Ministro Generale padre John Corriveau disse: La Provincia sta dando una testimonianza eloquente di povert e di carit evangelica prendendosi cura dei bambini handicappati. La dedizione dei religiosi sta aiutando questi bambini dimenticati a vivere meglio la loro fede e a inserirsi nella societ che li aspetta. L'inaugurazione ufficiale avvenne il 19 novembre 1992 da parte del primo ministro John Macelela, alla presenza del vescovo Mathias e dell'ambasciatore italiano Pasquale Baldocci. Il capo dello Stato, Mwinyi, lo visit qualche

Il cardinale Cipriani sulla conferenza di Aparecida

Da Lima il compito di evangelizzare


ROMA, 20. Aparecida una voce di speranza ed una chiamata a rafforzare l'identit dei cattolici, la spiritualit sacramentale e la carit. Cos il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, Arcivescovo di Lima, sintetizza il significato e le tappe della Grande Missione di Lima, da lui indetta. Aparecida continua il presule illustrando cosa ha rappresentato la quinta Conferenza generale per il continente americano una voce di speranza ed una chiamata all'azione. In altre parole, Aparecida ci dice: svegliatevi, il Signore vi sta chiamando. Penso che Aparecida abbia avuto un risvolto molto importante e per questo possiamo parlare dell'esperienza di Aparecida. Un'esperienza contrassegnata in parte dal contesto in cui si svolta, il Santuario Mariano, l'Adorazione del Santissimo Sacramento, l'Eucaristia quotidiana. Tutto ci ha generato un clima di fervore che ha poi plasmato il documento finale. Aparecida stata un invito ad andare incontro a Cristo. Si incomincia ad essere cristiani da un'esperienza dell'incontro con Cristo, e questo stato proprio ci che si vissuto ad Aparecida. Il cardinale Cipriani evidenzia i principali aspetti di tale esperienza. In primo luogo, una seria chiamata alla formazione, all'identit del cattolico a tutti i livelli. Quindi una forte chiamata alla spiritualit della comunione, alla spiritualit sacramentale ed eucaristica, con una forte carica spirituale; ed in terzo luogo, una chiara proposta di amore per il prossimo, perch la carit deve essere il carattere distintivo dell'azione sociale della Chiesa, su tutti i fronti. La quinta Conferenza si conclusa con un invito a realizzare una Grande Missione Continentale. Ma questa missione sottolinea l'Arcivescovo di Lima deve partire dal cuore e dalla mente di ogni pastore di ciascuna Chiesa locale. In definitiva, lui il primo responsabile della missione nella sua diocesi. A Lima abbiamo iniziato la Grande Missione con una celebrazione eucaristica nella Cattedrale, il 28 aprile, Solennit di Santo Toribio di Mogroviejo, patrono dell'episcopato latinoamericano. La sfida principale il cardinale Cipriani conclude intensificare con espressioni semplici il compito di evangelizzare, avvicinandosi di pi alla gente.

L'inizio in Etiopia
Mancava una chiesa: la tir su in poco tempo nella zona di Upanga: una bella chiesa che, pian piano, divenne (e lo ancora) una delle parrocchie pi frequentate e meglio organizzate di Dar es-Salaam. Ma padre Angelo non si sent realizzato. Vedeva

PRETORIA, 20. Non sar possibile un ballottaggio per le elezioni presidenziali in Zimbabwe decisive se non si pone immediatamente fine alle intimidazioni, alla violenza e alle torture, e senza la presenza di osservatori internazionali affidabili durante le elezioni. l'appello lanciato nei giorni scorsi dai vescovi della Chiesa cattolica dello Zimbabwe perch fortemente preoccupati per le sorti della popolazione. In particolare, i presuli africani hanno lanciato ancora una volta un accorato appello perch le pressioni internazionali e regionali pongano fine all'intimidazione, alla violenza e alla tortura sistematiche nello Zimbabwe. Nei giorni scorsi l'arcivescovo di Durban, il cardinale Wilfrid Fox Napier, e l'arcivescovo di Johannesburg, monsignor Buti Joseph Tlhagale, hanno visitato lo Zimbabwe e hanno ascoltato personalmente i racconti di intimidazioni, di violenze e di torture sistematiche subite dalla popolazione. Queste violazioni dei diritti umani vengono perpetrate non soltanto contro coloro che si ritiene abbiano votato per l'opposizione, ma anche contro quanti hanno collaborato allo svolgimento delle elezioni come scrutatori. Questo regno del terrore ha sottolineato l'arcivescovo Tlhagale ha prodotto molti morti, violenti pestaggi e fughe dalla famiglia, dalle case e dalle comunit. La dignit umana intrinseca a ogni essere umano, a prescindere dall'affiliazione politica e deve essere rispettata. Esorto tutti i partiti politici a fermare i loro sostenitori e a porre fine a questo orrore. L'arcivescovo di Johannesburg si anche chiesto se pu essere possibile un ballottaggio libero e corretto se non si pone fine alla violenza. Ha chiesto l'immediato impiego di osservatori internazionale per controllare la preparazione del ballottaggio, la cui data non stata fissata per il prossimo 27 giugno, ma il governo ha ribadito che non accetter la presenza di osservatori internazionali, solo quelli regionali. Esorto tutti i cittadini dello Zimbabwe ha detto monsignor Buti Joseph Tlhagale di ricordare la speranza con cui hanno affrontato le elezioni dello scorso marzo, egregiamente espressa nell'esortazione della societ civile nel documento The Zimbabwe we want (lo Zimbabwe che vogliamo), e di fare tutto quanto in loro potere per restituire allo Zimbabwe il suo posto legittimo nella famiglia delle nazioni. Intanto ci si appresta alla battaglia politica finale. Si votato il 27 marzo, c voluto molto tempo per stabilire che il Mdc si era imposto in Parlamento, mettendo per la prima volta il partito al potere in minoranza. E addirittura si dovuti giungere al 2 maggio perch fosse ufficialmente dichiarato che nelle presidenziali a Tsvangirai era andato il 47,9 per cento dei suffragi e a Mugabe, il 43,2: dati comunque contestati dallopposizione, che afferma che il suo leader aveva superato il 50 per cento al primo turno. Mugabe, peraltro, ha ammesso che i risultati erano stati disastrosi, aggiungendo per che non intendeva cedere il potere a un lacch dellimperialismo internazionale. Elezioni, quindi, il 27 giugno. Potrebbe cos essere rovesciato il trend che ha portato lo Zimbabwe al collasso: oltre il 165.000 per cento di inflazione, l80 per cento della popolazione non ha un lavoro.

Nel decimo anniversario del sinodo speciale dei vescovi il cammino verso la Giornata mondiale della giovent di Sydney

La Chiesa in Oceania fra secolarizzazione e inculturazione


SYDNEY, 20. La Chiesa dell'Oceania prosegue, con rinnovato dinamismo, il cammino verso la nuova evangelizzazione. Ricorre infatti quest'anno il decimo anniversario della prima Assemblea speciale per l'Oceania del sinodo dei vescovi, celebrata dal 22 novembre al 12 dicembre 1998. Nel febbraio scorso il Consiglio speciale per l'Oceania del sinodo dei vescovi si nuovamente riunito e, tra gli altri temi, ha discusso della Giornata mondiale della Giovent di Sydney, un evento molto atteso da tutta la Chiesa continentale, che a luglio prossimo vedr la partecipazione di oltre duecentomila giovani provenienti da tutto il mondo. Nella riunione stato posto l'accento su alcune priorit come i diritti umani, la bioetica, nel rapporto tra scienza e inviolabilit della persona umana, la famiglia, cellula primaria della societ; ed ancora sono stati affrontate tematiche inerenti al relativismo, all'inculturazione, al dialogo ecumenico ed interreligioso, si parlato anche di ecologia. A riguardo della grande aspettativa che sta suscitando la Giornata mondiale della giovent di Sydney, i vescovi si aspettano un diffuso rinnovamento di fede nel Vangelo, che rafforzi la sua testimonianza nelle diverse realt. L'Assemblea sinodale svoltasi nel 1998, in preparazione al Grande Giubileo dell'Anno 2000, si connotata come un momento di confronto e di unit per la Chiesa in Oceania. Gli ottanta vescovi del continente riuniti a Roma testimoniarono le difficolt e le speranze delle popolazioni disseminate negli oceani. Il problema dell'inculturazione del Vangelo rimane ancora oggi la sfida principale in un contesto di emarginazione ed ignoranza, terreno ideale per la proliferazione delle sette. Nei paesi pi sviluppati, cresciuti sul modello occidentale, come l'Australia e la Nuova Zelanda, il problema invece la secolarizzazione e la difficolt per i cattolici di entrare nel dibattito pubblico. Ma non mancano indicatori consolanti come l'alto livello raggiunto dalle scuole cattoliche in ogni angolo del continente e l'impegno di numerosi cattolici nelle attivit assistenziali. Riassumendo i lavori del Sinodo per l'Oceania nell'Esortazione apostolica Ecclesia in Oceania, Papa Giovanni Paolo II ha scritto che la nuova evangelizzazione una priorit per la Chiesa in Oceania. Essa deve cogliere le domande di senso dell'uomo moderno ed essere pervasiva di ogni ambito sociale e culturale. In questi dieci anni la Chiesa dell'Oceania ha attuato nei suoi piani pastorali le linee contenute nel documento finale del Sinodo. L'Oceania copre un terzo della superficie terrestre ma ospita soltanto trenta milioni di abitanti. Oltre alle tre isole maggiori (Australia, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea) formata da diverse migliaia di isole pi piccole (dieci-venticinquemila a seconda dei criteri di catalogazione), separate da enormi distese d'acqua. I problemi di comunicazione sono evidenti. In Europa le prime notizie giunsero dai navigatori olandesi e dai missionari cattolici. Fu padre Vittorio Riccio, priore del convento domenicano di Manila, a disegnare e spedire alla Congregazione di Propaganda Fide la prima cartina dell'Australia e delle principali isole dell'Oceania, nel 1676. Da allora bisogner aspettare i primi anni dell'Ottocento perch la Congregazione divida il continente nei primi Vicariati apostolici per le missioni di Picpussiani e Maristi. Il cammino delle Chiese locali stato spesso condizionato dalle politica colonizzatrice di alcune potenze europee. Il primo Vicario Apostolico di Tahiti, dal 1848 al 1884, monsignor. Florentin-Etienne Jaussen, fu un deciso sostenitore dei diritti degli abitanti presso il governo francese. Un altro vescovo, Jean-Baptiste-Franois Pompallier, denunci in Nuova Zelanda i piani coloniali del governo britannico. Dopo la seconda Guerra Mondiale la decolonizzazione stata accompagnata da una nuova attenzione per i problemi degli indigeni.

mercoled 21 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Il Katholikentag dal 21 maggio a Osnabrck

pagina 7

La teologia dello Pseudo-Dionigi Areopagita nella catechesi di Benedetto XVI

La liturgia manifestazione I cattolici tedeschi della realt sacra di Dio tra presente e futuro
di NICOLA BUX La lode cosmica che va dai serafini, agli angeli e arcangeli, all'uomo e a tutte le creature che insieme riflettono la bellezza di Dio e sono lode a Dio la caratteristica essenziale del pensiero di un misterioso teologo del sesto secolo che si cela sotto lo pseudonimo di Dionigi Areopagita, il nome di uno degli ascoltatori che si apr alla fede dopo il celebre discorso di san Paolo (Atti, 17). Lo ha richiamato il Santo Padre nella catechesi di mercoled scorso, annotando inoltre che essendo la creatura una lode di Dio, la teologia dello Pseudo-Dionigi diventa una teologia liturgica: Dio si trova soprattutto lodandolo, non solo riflettendo; e la liturgia non qualcosa di costruito da noi, qualcosa di inventato per fare una esperienza religiosa durante un certo periodo di tempo; essa il cantare con il coro delle creature e l'entrare nella realt cosmica stessa. E proprio cos la liturgia apparentemente solo ecclesiastica, diventa larga e grande, diventa unione di noi con il linguaggio di tutte le creature. Questa visione della liturgia che non solo dell'Oriente bizantino, come sanno gli studiosi, ma pure alla radice delle liturgie latine, in specie la romana e la ambrosiana, chiede di essere riscoperta. La catechesi del Santo Padre pu essere una opportunit per un confronto tra quanti vedono la liturgia per cos dire dal basso e quanti la ammirano soprattutto nell'alto, invece che consumarsi in censure reciproche. Ma c' di pi: la teologia cosmica e liturgica di Dionigi anche mistica, perci personale e sacramentale. Dio sa quanto ci sia bisogno di recuperare tale dimensione dopo l'enfasi sulla dimensione comunitaria: la gente chiede sempre pi rispetto per lo spazio personale del silenzio, della partecipazione intima della fede, anche della celebrazione dei sacramenti. Si pu, per esempio, trascurare che i rituali prevedono la celebrazione del battesimo per un solo bambino analogamente al modo in cui previsto il rito del funerale per una sola persona? Perch non deve essere possibile ad una sola persona ricevere la comunione cos come prevista la confessione del singolo? Perch tutto deve essere ridotto al comunitario? Ges nel Vangelo incontra singolarmente tanti e si d personalmente a ciascuno. Il passaggio avvenuto con PseudoDionigi dal mistico come equivalente di sacramentale al mistico inteso come personale e intimo esprime il cammino dell'anima verso Dio, ha sottolineato il Papa. La liturgia deve infatti stimolare la ricerca di Dio e l'incontro con Lui, la conversione a Lui. Ci invita a rivolgerci al Signore distogliendo lo sguardo da noi stessi o da altre creature, anche dallo stesso sacerdote celebrante: questi a richiederlo col Sursum corda e noi rispondiamo Habemus ad Dominum. Si pu dire che la vera arte di celebrare sia di aiutare a rivolgere se stessi al Signore. Allora, la liturgia di Dionigi non altro che la manifestazione della realt sacra di Dio. Si usa dire che la vita sacra, ci si ferma in silenzio dinanzi alla sacralit della morte o ancora a pensare che il bene e il male si giochino nella nostra mente a partire da quanto sa sul sacro, dall'idea che si ha del misterioso, affascinante e spaventoso, attraente e terribile. Quale essere umano non sente giocare al suo interno tale mistero nel campo dell'esperienza della vita? Il sacro proprio questo ambito nel quale le risposte possibili sono unicamente quelle della morale. E questa tale solo se fondata su un Dio che totalmente altro rispetto all'uomo. Ecco che nella liturgia del battesimo e della Pasqua, dell'eucaristia e della morte l'uomo tocca il sacro. La liturgia sacra perch scende dall'alto, da Dio che nei cieli, perci il cielo sulla terra; divina, dice l'Oriente e anche i grandi Papi come Gregorio e Leone, ma anche il concilio di Trento e il Vaticano II con la costituzione De sacra Liturgia. Allora la liturgia l dove cielo e terra si toccano, dove Dio si incarnato e si sacrifica per me: Mi ha amato ha dato se stesso per me (Galati 2, 20). Questa frase di san Paolo il culmine e la fonte della partecipazione alla liturgia: dall'ascolto della parola del Signore discende la comunione con Lui. L'anima dell'uomo ha bisogno di questo e il movimento liturgico del secolo scorso lo aveva agognato: al centro la Persona di Dio prima del rito, affinch a lei si rivolga la persona umana; dal rito al mistero, alla mistica e alla morale, l'itinerario che dalla Mediator Dei di Pio XII giunge alla Sacrosanctum concilium del Vaticano II. La catechesi del Papa su Dionigi aiuta a comprendere meglio il sacro, cio il mistero presente che opera la elevazione morale dell'uomo. Allora, il sacro la legge fondamentale della liturgia, perch discende dalla presenza di Dio; di conseguenza, disobbedire alle norme che esprimono tale sacralit in nome dell'arbitrio che porta a crearsene una propria, significa de-sacralizzare la liturgia. In tal modo la liturgia non pi il ricevere dall'alto come al Sinai la parola divina che legge ai nostri passi, ma costruire in basso il vitello d'oro con le nostre mani e danzarvi attorno. Quanta responsabilit hanno i sacerdoti! Significa in pratica cadere nella tentazione di prendere il posto di Dio: ne sintomo la sede del prete che occupa il centro, al posto o di spalle al tabernacolo, e il relegare questo in un luogo secondario. Se i segni valgono qualcosa! La sacra liturgia ha bisogno della nostra umilt: Ti preghiamo umilmente. L'umilt la vera misura della liturgia e di conseguenza di noi stessi, perch siamo creature e bisognosi di tutto. Cos intesa l'umilt verit. Non la vera adorazione quella fatta in spirito e verit? alla verit che tende l'intelletto. La disobbedienza alle norme della liturgia immorale, perch si accoda al tentativo della cultura dominante senza regole e punti fermi, cosa che alla radice anche del crollo della moralit pubblica e privata. urgente perci continuare il cammino della riforma liturgica restituendo il sacro al culto, cio al rapporto con Dio trascendente che si incarnato. Infatti, la rivelazione diventata liturgia, come scrive il Papa nel Ges di Nazareth. Dunque, la liturgia deve imitare quella dell'Apocalisse, scendere dal cielo sulla terra ecco la grandezza di Dionigi non pu essere una liturgia fai da te. Se la liturgia non fosse sacra, se il culto non fosse divino, a nulla servirebbe se non a rappresentare se stessi e soprattutto non salverebbe l'uomo e il mondo, non lo trasformerebbe in santo. Lo PseudoDionigi, esponente della teologia negativa, sta a ricordare che la liturgia non pu dire e spiegare tutto, perch di Dio non si pu sapere tutto ma solo quello che Ges Cristo ha rivelato e la Chiesa propone a credere. Perci la liturgia anche apofatica: Possiamo pi facilmente dire che cosa Dio non , che non esprimere che cosa Egli veramente ha detto il Papa ... E bench Dionigi ci mostri, seguendo Proclo, l'armonia dei cori celesti, cos che sembra che tutti dipendano da tutti, resta vero che il nostro cammino verso Dio resta molto lontano da Lui; lo Pseudo-Dionigi dimostra che alla fine la strada verso Dio Dio stesso, il Quale si fa vicino a noi in Ges Cristo. E cos una teologia grande e misteriosa diventa anche molto concreta sia nell'interpretazione della liturgia sia nel discorso su Ges Cristo. Il mettersi in ginocchio diventa l'espressione pi eloquente della creatura dinanzi al mistero presente. Perci l'obbedienza alla sacra liturgia misura della nostra umilt. Di tutto questo il prete ministro, servo e non padrone. Si dimostra quanto insipiente sia il tentativo di accusare la liturgia tridentina di essere dionisiana: invece, proprio gli studi comparativi dimostrano quanto sia vicina a quella bizantina. Perci, bisogna essere grati al Santo Padre che anche con la sua catechesi aiuta a riscoprire ecumenicamente l'influsso che la teologia dionisiana ha avuto su quella medievale, mistica e liturgica d'oriente e occidente. OSNABRCK, 20. Oltre trentamila partecipanti, duemila volontari, milleduecento eventi dislocati in sessanta tra piazze e luoghi caratteristici: questi i principali numeri del novantasettesimo Katholikentag, il festival dei cattolici tedeschi, in programma quest'anno ad Osnabrck, cittadina della Bassa Sassonia, tra il 21 e il 25 maggio. Alla manifestazione sono attesi numerosi vescovi cattolici ed evangelici, nonch diversi esponenti politici, come la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente federale Horst Khler e personalit del mondo economico, culturale e sociale. Organizzato per la prima volta nel 1848 a Magonza dal teologo cattolico Adam Franz Lennig, il Katholikentag letteralmente giornata dei cattolici nacque come assemblea generale dell'associazionismo cattolico al fine di migliorare le relazioni tra Chiesa cattolica e governo tedesco. Da allora il Katholikentag si via via affermato come un appuntamento importante non solo per il mondo cristiano. Il Katholikentag 2008 si interrogher sul futuro della societ e della Chiesa. Un evento che spiegano il presidente del Comitato centrale dei cattolici, Hans Joachim Meyer e il vescovo di Osnabrck, Franz-Josef Hermann Bode offre l'opportunit straordinaria di impegnarsi insieme nei confronti delle sfide del tempo, di superare paure e preoccupazioni e osare i passi in un futuro ampio e positivo. Infatti, alla luce della nostra fede cristiana e con uno sguardo umile alla verit proseguono vogliamo elaborare posizioni che possano essere presentate pubblicamente con buoni argomenti e con proposte convincenti. Particolare spazio troveranno le questioni riguardanti l'universo giovanile, anche perch non possiamo liquidarle con risposte preconfezionate, ha spiegato alla vigilia del Katholikentag l'arcivescovo di Freiburg im Breisgau, Robert Zollitsch, Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, nel corso di una intervista al Neue Osnabrcker Zeitung. La Chiesa ha detto monsignor Zollitsch deve interrogarsi sull'aiuto che essa pu dare ai giovani per renderli sempre pi responsabili. L'arcivescovo ha rilevato che molti giovani trovano difficile seguire la dottrina della Chiesa in materia di sessualit. Ciononostante ha detto i giovani dovrebbero percepire che la Chiesa li comprende. E ha sottolineato il significato di eventi come il Katholikentag e le Giornate mondiali della giovent: Sono importanti. Infatti, ci che non viene celebrato nella fede si perde. Il programma particolarmente ricco preghiere e celebrazioni, tavole rotonde, spettacoli, musica, letteratura, cinema intende promuovere la coesistenza delle generazioni e sottolineare i temi della pace e della giustizia. La creazione del futuro non pu prescindere dal confronto con le realt e non possibile senza il coraggio di visioni future, ha affermato Hermann Queckenstedt, responsabile del gruppo di lavoro per la cultura del Katholikentag. Il centro di Osnabrck ospiter la Kirchenmeile, ossia il punto d'incontro della Chiesa cattolica, rappresentato in quest'edizione dalla diocesi di Fulda, in cui verr presentata l'attivit di duecentocinquanta tra associazioni e organizzazioni ecclesiali. Giovani, famiglie, vita spirituale, uomini e donne, ecumenismo, liturgia e musica sacra: questi i principali temi trattati nei vari ambiti. Saranno presenti anche centri per il dialogo ebraico-cristiano e islamico-cristiano. Dio, portaci al largo! Solo cos possiamo rimanere vicini a te e alle persone come Ges Cristo: cos implora la preghiera del Katholikentag, composta da monsignor Bode, ispirata al Salmo 18. La preghiera verr recitata dai cristiani di tutte le confessioni durante le celebrazioni confessionali ed ecumeniche ad Osnabrck, ma anche nel trentaduesimo Kirchentag evangelico di Brema nel 2009 e durante il secondo Kirchentag ecumenico, previsto a Monaco nel 2010. Il 23 maggio, nella cattedrale di Osnabrck si svolger una celebrazione ecumenica, basata sul Battesimo quale sacramento che unisce tutte le confessioni cristiane. A essa prevista la partecipazione dell'arcivescovo di Amburgo, Werner Thissen, del vescovo della Chiesa evangelica luterana, Margot Kssmann, del metropolita greco-ortodosso Augoustinos, del pastore della Chiesa evangelica riformata Jann Schmitt e del teologo mennonita Fernando Enns. La messa di domenica 25 maggio, che concluder il Katholikentag, verr concelebrata, tra gli altri, dal cardinale Karl Lehmann, vescovo di Mainz.

Le esequie a Colombo di monsignor Don Peter celebrate dall'arcivescovo Gomis

Un sacerdote protagonista della cultura dello Sri Lanka


COLOMBO, 20. Un sacerdote, un vero patriota che ha speso tutto se stesso per l'identit della Chiesa nello Sri Lanka e che stato altamente stimato dagli intellettuali: queste le commosse parole dell'arcivescovo di Colombo, monsignor Oswlad Thomas Colman Gomis, pronunciate in occasione delle esequie di padre Welgama Lekam Appuhamilage Don Peter, morto il 24 aprile all'et di novantadue anni. Il rito funebre si svolto il giorno 27 presso la cappella del St Joseph college di Colombo dove il defunto aveva svolto i ruoli d'insegnante e poi di rettore. Alle esequie hanno assistito circa settecento fedeli tra cui due vescovi e i tanti sacerdoti, suore e laici che lo hanno conosciuto e apprezzato durante il suo lungo apostolato. Padre Don Peter ha difeso i diritti dei genitori cattolici sull'educazione da impartire ai figli ha sottolineato nel corso della commemorazione l'arcivescovo Gomis ricordando gli sforzi del sacerdote per impedire la nazionalizzazione delle scuole cattoliche intrapresa del governo di Colombo negli anni sessanta. Nonostante le proteste della Chiesa cattolica solo 47 istituti su 764 non vennero allora nazionalizzati. L'ecclesiastico, oltre che per il suo apostolato religioso, stato ricordato anche per le sue qualit di studioso storico, educatore e giornalista. Nato il 25 settembre del 1916 a Negombo, localit costiera vicina a Colombo, era stato ordinato sacerdote il 25 marzo del 1941 e aveva svolto il suo servizio pastorale come parroco prima di divenire insegnante del St Joseph College nel 1946. Nominato rettore di questo istituto nel 1961, aveva ricevuto nel 1975 il dottorato alla School of Oriental and African Studies di Londra con una tesi sulle relazioni tra buddhismo e cristianesimo nella storia dello Sri Lanka. Nel 1967 padre Don Peter era stato nominato da Papa Paolo VI prelato domestico, nel 1975 era divenuto vicario generale della diocesi di Colombo. Si era ritirato dalle attivit del suo ministero nel 1995, all'et di settantanove anni. Le numerose pubblicazioni di padre Don Peter riguardano principalmente la storia della Chiesa cattolica nello Sri Lanka. In circa quaranta pubblicazioni, il sacerdote aveva ripercorso e analizzato il primo periodo di evangelizzazione dell'isola di Ceylon durante la colonizzazione portoghese e le persecuzioni che i fedeli indigeni e i missionari avevano subito durante il periodo del dominio olandese. Di ottimo livello storico e teologico sono anche le sue analisi comparative tra cristianesimo e buddhismo. Come giornalista il sacerdote aveva firmato oltre quattrocento articoli e saggi per giornali e riviste. Oltre che nello Sri Lanka, i suoi saggi sono stati pubblicati anche su periodici in Europa e negli Stati Uniti. A riguardo della lunga attivit di scrittore di padre Don Peter vanno anche citate le novelle scritte per i lettori pi piccoli. Alcuni di questi racconti hanno riscosso un grande successo e hanno avuto numerose ristampe per la forte richiesta da parte dei suoi giovanissimi lettori. Tra le novelle pi famose scritte da padre Don Peter, vanno citate Vana Gatho Lamo, un'avventura ambientata nell'ambiente della giungla tropicale, e Tekkawatte Kathawa a cui stato assegnato nel 1998 il premio presidenziale della Repubblica dello Sri Lanka per la migliore storia per bambini. Dal 1990 al 1995 padre Don Peter era stato direttore del Daham Sarana Institute, un'iniziativa sorta per promuovere la diffusione della letteratura religiosa. I trentacinque volumetti editi da questo istituto venivano venduti ai fedeli a un prezzo simbolico.

Aiuti cattolici dalle Filippine a Myanmar e Cina


QUEZON CITY, 20. Appello ai fedeli filippini per fornire aiuto alle vittime del terremoto nel Sichuan in Cina e ai sopravvissuti al tifone Nargis in Myanmar. Questo il messaggio diffuso dal segretariato nazionale per l'azione sociale (Nassa) e pubblicato sul sito internet della Conferenza episcopale dei vescovi cattolici filippini (Cbcp). Sr Rosanne Mallillin, segretaria esecutiva del Nassa, ha sollecitato l'aiuto per le vittime del terremoto nel Sichuan in Cina ricordando i tanti fratelli e sorelle cinesi che trascorrono queste ore nel bisogno pi assoluto. Monsignor Roberto Canlas, cancelliere della Arcidiocesi di Manila ha invece richiesto una seconda colletta da svolgersi durante le messe del 25 maggio per aiutare i birmani colpite dalla furia del ciclone. A Davao city, immigrati cinesi e birmani hanno espresso profondo cordoglio per le vittime dei due disastri naturali . Anche il governo Manila sta attivando le sue strutture di soccorso civile per inviare squadre mediche e medicinali sia in Cina che in Myanmar. Anthony Gomez, portavoce del presidente delle Filippine Gloria Macapagal-Arroyo, ha chiesto al ministro della Sanit di inviare in Cina e nel Myanmar squadre mediche composte da pediatri, psicologi e infermieri specialistici.

Il cardinale Darmaatmadja, arcivescovo di Jakarta, ha presieduto la messa

In Cambogia uno spiraglio di memoria in una cortina di oblio

Indonesia, festa di anniversario delle canossiane


BINTARO, 20. Le suore della congregazione delle Canossiane Figlie della Carit in Indonesia hanno festeggiato il duecentesimo anniversario della fondazione dell'istituto che opera in diverse nazioni del mondo. Per l'occasione il cardinale Julius Riyadi Darmaatmadja, arcivescovo di Jakarta, ha presieduto la santa messa nella chiesa di San Matteo a Bintaro, incentrando l'omelia sul tema: Per Cristo e solo per Lui. Alla liturgia, concelebrata da quattordici sacerdoti, hanno assistito le suore del convento canossiano e un migliaio di fedeli. Il cardinale, rivolgendosi alle religiose presenti, ha detto: Felice anniversario! Vi ringrazio per tutto il lavoro svolto in questa arcidiocesi. La vostra fede in Cristo vi sfida a proclamare il suo amore e a servire i poveri. Nel vostro lavoro portate con voi il volto di Ges. Dopo la messa, il porporato ha firmato una targa commemorativa dell'evento posta nel convento. La suora Iolanda Vezzosi, che guida l'istituto in Indonesia, nel suo discorso ha sottolineato: Ringraziamo tutti i nostri sostenitori. Chiediamo anche a tutti voi di pregare per noi, affinch possiamo diventare testimoni di Cristo ovunque ci troviamo. In una dichiarazione all'agenzia UcaNews, la suora ha aggiunto che la comunit ha organizzato delle speciali attivit di assistenza, proprio in occasione dell'anniversario. Tra queste, la fornitura settimanale di alimenti supplementari per oltre cinquanta bambini e un programma di presentazione dell'attivit spirituale della fondatrice santa Maddalena di Canossa. Entrambe le iniziative avranno una durata di sei mesi. La fondatrice aveva una devozione particolare per la Madre Addolorata. La santa nata a Verona nel 1774, dove ha istituito la congregazione l'8 maggio 1808. L'anniversario stato festeggiato anche nella diocesi di Atambua nel Timor: il vescovo Dominikus Saku ha presieduto la messa la messa nella chiesa di Nostra Signora di Fatima e ha elogiato le suore per l'equilibrio tra la loro vita di preghiera comunitaria e l'impegno sociale. Le suore canossiane operano anche nell'arcidiocesi di Semarang e nella diocesi di Denpasar. L'arcivescovo di Semarang Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo ha presieduto una messa e anche nella diocesi di Denpasar stata celebrata la liturgia. Delle cinquantadue suore canossiane che operano nel Paese, trentacinque sono indonesiane. L'attivit iniziata con l'arrivo di due religiose, una da Singapore e l'altra dall'Italia nel 1985. Nel 1987 le suore, in collaborazione con i sacerdoti saveriani, hanno acquistato un lotto di terra a Bintaro e hanno costruito un convento. Il 17 novembre 1987 stata inaugurata la prima comunit canossiana in Indonesia. Il loro apostolato include l'educazione, l'evangelizzazione, il servizio pastorale ai malati, la formazione dei laici.

Monsignor Sotha, ucciso dai khmer rossi


PHNOM PENH, 20. A trentatr anni dalla tragica scomparsa, per la prima volta stato commemorato in Cambogia monsignor Paul Tep-im Sotha, prefetto apostolico di Battambang, ucciso nel 1975 dai khmer rossi. Il suo decesso avvenne all'inizio del regime di terrore di Pol Pot (1975 - 1979) durante il quale nel Paese vennero sterminati almeno mezzo milione di cittadini costretti al lavoro forzato nei famigerati campi della morte. La cerimonia di commemorazione del sacerdote, riferisce Ucanews, si svolta il 7 maggio presso il villaggio di Kbal Spean, nella provincia di Banteay Mean Chey, vicino al confine con la Thailandia. Qui, sulla strada che conduce alla citt frontaliera di Poipet, monsignor Paul Tep-im Sotha fu ucciso da un militare khmer rosso. Nello stesso posto del suo martirio stata ora posta una stele con il suo nome mentre nel villaggio sorta una scuola grazie anche all'opera di volontari cattolici. Circa trecento fedeli hanno partecipato alla commemorazione del defunto prefetto apostolico; tra loro, Hnem Yard, all'epoca suo collaboratore laico, che ha ricordato come monsignor Paul Tep-im Sotha avesse rinunciato volontariamente alla possibilit di varcare il confine con la Thailandia pur di rimanere vicino ai suoi fedeli cambogiani e ai padri missionari. Contro di loro si era infatti scatenata la persecuzione dei khmer rossi che volevano eliminare ogni individuo che manifestasse idee diverse dalla loro ideologia. Durante la cerimonia, insieme alla figura di monsignor Paul Tep-im Sotha sono stati commemorati gli altri cattolici cambogiani che a migliaia vennero uccisi durante il regime di Pol Pot. Su circa sessantacinquemila fedeli presenti nel Paese nel 1970, solo mille erano ancora in vita nel 1979 quando l'esercito del Vietnam invase la Cambogia costringendo Pol Pot e i suoi seguaci alla fuga nelle foreste lungo il confine con la Thailandia. Nessuno dei sacerdoti e delle religiose cambogiani allora presenti nel Paese sopravvisse allo sterminio mentre i padri missionari vennero espulsi. Monsignor Paul Tep-im Sotha era stato ordinato sacerdote nel 1959 dopo aver svolto gli studi in seminario sia in Francia che in Italia. Il suo primo apostolato era stato presso la parrocchia di St Mary a Phnom Pehn. Era stato nominato prefetto apostolico di Battambang quando fu eretta questa prefettura il 26 settembre 1968. Il prelato fu ucciso a quarantuno anni. L'attuale prefetto delegato di Battambang, padre Jos Hildy Banaynal, ha dichiarato che il sacrificio di monsignor Paul Tep-im Sotha, insieme al sangue degli altri cristiani uccisi dai khmer rossi, fermento per una nuova primavera religiosa in questo Paese. Srey Laoy, una sorella laica battezzata nel 1990, ritiene che, pur non avendo conosciuto personalmente monsignor Sotha, il suo esempio in vita e il suo martirio abbiano contribuito a rafforzare la fede in Cristo e l'apostolato.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
L'assemblea delle Pontificie Opere Missionarie

mercoled 21 maggio 2008

Concluso il seminario di studio promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici

Vescovi e movimenti di fronte alla sfida della secolarizzazione


I vescovi devono andare incontro ai movimenti e alle nuove comunit con molto amore: questa indicazione di Benedetto XVI il messaggio finale del seminario di studio promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici, dal 15 al 17 maggio, al Centro Mondo Migliore di Rocca di Papa. Nella tre giorni si parlato di discernimento dei carismi, di accompagnamento pastorale, di scuole di formazione cristiana, di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, di formazione permanente dei presbiteri. Approfondimenti sono stati dedicati all'insegnamento di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI e alla collocazione teologica e alle prospettive pastorali e missionarie dei movimenti. A concludere i lavori del seminario, sabato pomeriggio dopo l'udienza del Papa, stata una tavola rotonda sulle reciproche attese di pastori e movimenti. Il cardinale Camillo Ruini, vicario di Roma, ha affermato che dai movimenti i vescovi attendono innanzitutto l'impegno sulle frontiere dell'evangelizzazione, una retta fede e una concreta comunione ecclesiale, l'essere attenti e duttili rispetto ai segni dei tempi. Il cardinale ha aggiunto che i vescovi devono evitare l'esclusivismo della Chiesa locale e gli eccessi di programmazione pastorale: in sostanza i movimenti vanno coinvolti di pi, nel rispetto della loro specificit e libert. Monsignor Andr-Mutien Lonard, arcivescovo di Namur in Belgio, nel delineare i rapporti tra vescovi e movimenti ha ricordato come la sensibilit personale del pastore non possa essere la misura definitiva del discernimento e come i nuovi carismi, cos come in precedenza quelli antichi, servano la Chiesa locale gi con la loro stessa esistenza. Don Julin Carrn, presidente della fraternit di Comunione e Liberazione, ha invece evidenziato come pastori e movimenti si trovino di fronte alla stessa sfida che viene dalla scristianizzazione di una societ che ha relegato la fede ai margini dell'esistenza fino a considerarla inutile per la vita stessa dell'uomo. A questa sfida servono risposte efficaci. Una di queste rappresentata, ad esempio, dal continuo sviluppo di nuove realt ecclesiali, in particolare in America Latina, come emerso dalla testimonianza di Moyss Louro de Azevedo Filho, fondatore in Brasile della comunit cattolica Shalom. Infine il cardinale Stanisaw Ryko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, ha concluso l'incontro rilevando che oggi i movimenti sono ambienti in cui crescono cristiani maturi.

Mandato missionario e libert religiosa


Il dilatarsi della Chiesa nella storia costituisce la finalit della missione; l'annuncio e la testimonianza del Vangelo sono il primo servizio che i cristiani possono rendere a ogni persona e all'intero genere umano. Sono i motivi ispiratori dell'azione missionaria nel mondo di oggi, ribaditi dall'arcivescovo Henryk Hoser, presidente delle Pontificie Opere Missionarie, nel discorso inaugurale della seconda parte dei lavori dell'assemblea generale in corso in questi giorni a Roma. Dal 14 al 18 maggio si svolta soprattutto la parte pastorale-formativa dell'incontro. Da luned 19, con il rapporto del presidente sull'attivit e sulle prospettive, invece si entrati nella seconda fase, di pi stretta attinenza assembleare. Monsignor Hoser ha ripercorso il cammino dell'ultimo periodo compiuto dalle Pontificie Opere Missionarie alla luce di alcuni atti particolari del magistero che hanno pi da vicino interessato il mondo missionario: dall'indizione dell'Anno paolino alla pubblicazione, il 30 giugno del 2007, della lettera del Papa ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella repubblica popolare di Cina, soprattutto per la parte in cui si introduce la giornata di preghiera del prossimo 24 maggio. Una sorta di mobilitazione spirituale missionaria di tutta la Chiesa ha definito l'iniziativa l'arcivescovo Hoser. Il presidente si poi riferito alla nota dottrinale su alcuni aspetti dell'evangelizzazione, pubblicata dalla congregazione per la Dottrina della Fede, allo scopo di chiarire alcuni aspetti del rapporto tra mandato missionario del Signore e il rispetto della coscienza e della libert religiosa di tutti. Nel pomeriggio intervenuto monsignor Jan Dumon, segretario generale della Pontificia Opera di San Pietro Apostolo. I lavori si concluderanno mercoled prossimo 21 maggio.

Nuove nomine episcopali


Le nomine di oggi (cfr Nostre Informazioni a pagina 1) riguardano l'arcidiocesi francese di Aix, alla quale stato chiamato come coadiutore Christophe Dufour, e la diocesi giamaicana di Mandeville, affidata al governo pastorale di Neil Tiedemann.

Christophe Dufour arcivescovo coadiutore di Aix (Francia)


nato ad Armentires, arcidiocesi di Lille, il 3 dicembre 1947 ed stato ordinato sacerdote il 9 novembre 1975. Eletto vescovo di Limoges il 24 ottobre 2000, stato consacrato il 7 gennaio successivo.

I movimenti ecclesiali in piazza San Pietro incontrano Benedetto XVI (4 giugno 2006)

Neil Tiedemann vescovo di Mandeville (Giamaica)


nato a Brooklyn, negli Stati Uniti, il 5 marzo 1948, entrato nella Congregazione dei Passionisti nel 1970 ed stato ordinato sacerdote il 16 maggio 1975. La diocesi di Mandeville (1997) 582.000 abitanti, di cui 8.800 cattolici era vacante dall'8 agosto 2006.

Il cardinale Re nella messa per il trigesimo della morte del cardinale Lpez Trujillo

Un coraggioso difensore della famiglia


Un appassionato difensore del Vangelo, con una robusta forza di volont, una chiarezza di pensiero adamantina, una dedizione e una determinazione senza limiti. Il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, ha ricordato cos il cardinale Alfonso Lpez Trujillo, nel trigesimo della morte. Mai mancava di coraggio ha detto il cardinale nell'0melia della messa celebrata a Roma nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, luned pomeriggio, 19 maggio soprattutto quando si trattava di difendere i valori non negoziabili, e certo non temeva n impopolarit n ostilit. Fu anche calunniato, ma le falsit lanciate contro di lui non lo frenarono mai n lo intimidirono. Anzi lo ricordiamo come un pastore di spiccata personalit e di forti decisioni, nei confronti del quale non mancarono discordanti giudizi ha aggiunto il cardinale e opposti sentimenti. Non invece possibile negare la rettitudine e l'alta ispirazione che stavano alla base del suo dinamismo e che fecero di lui un vero uomo di Chiesa durante tutto il suo ministero, desideroso solo di promuovere il bene, soprattutto in difesa della famiglia oggi tanto minacciata nei suoi valori portanti. Dopo aver ricordato gli anni colombiani del suo sacerdozio, il cardinale Re ha ripercorso l'attivit del cardinale Lpez Trujillo proprio al servizio del dicastero per la famiglia sottolineando come egli fosse solito legare la difesa della famiglia a quella della vita. Il cardinale Re ha poi voluto riproporre quanto il Papa Benedetto XVI aveva detto del cardinale Lpez Trujillo nell'omelia per il suo funerale: Tutti abbiamo ammirato la sua infaticabile attivit... Non possiamo non essergli grati per la tenace battaglia che ha condotto a difesa della verit dell'amore familiare e per la diffusione del Vangelo della famiglia. Avviandosi a conclusione il cardinale ha posto l'accento sul significato del momento di preghiera che quanti lo hanno conosciuto hanno voluto vivere nel trigesimo della morte, chiedendo al Signore che purificato di quanto in lui rimane della fragilit umana, sia accolto nella pace e nella gioia senza fine della visione di Dio faccia a faccia. Con il cardinale Re hanno concelebrato i cardinali Francis Arinze, Bernard Francis Law, James Francis Stafford, Daro Castrilln Hoyos e William Joseph Levada, quattordici tra arcivescovi e vescovi. Il Pontificio Consiglio per la Famiglia era presente alla celebrazione in tutte le sue componenti, guidato dal segretario monsignor Grzegorz Kaszak.

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice

Possessi cardinalizi
L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice d comunicazione delle prese di possesso che avranno luogo nei prossimi giorni: Sabato 24 maggio, solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, alle ore 18, il cardinale Angelo Comastri, arciprete della papale Basilica di San Pietro, vicario generale di Sua Santit per la Citt del Vaticano, presidente della Fabbrica di San Pietro, della nuova diaconia di San Salvatore in Lauro, piazza di San Salvatore in Lauro, 15. Domenica 25 maggio, solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, alle ore 12, il cardinale James Francis Stafford, Penitenziere Maggiore, del titolo di San Pietro in Montorio, piazza di San Pietro in Montorio, 2. Venerd 30 maggio, solennit del Sacratissimo Cuore di Ges, alle ore 19, il cardinale Stanisaw Ryko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, della diaconia del Sacro Cuore di Cristo Re, viale Mazzini, 32.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 119 (44.859)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
gioved 22 maggio 2008

Citt del Vaticano

All'udienza generale Benedetto

XVI

parla di Romano il Melode, teologo poeta e compositore

Se la fede resta viva la cultura cristiana non muore


A Romano il Melode, teologo poeta e compositore nato nel 490 in Siria, Benedetto XVI ha dedicato la catechesi all'udienza generale di mercoled mattina, 21 maggio. Durante l'incontro, svoltosi nell'Aula Paolo VI, il Papa ha sottolineato come questo grande Padre della Chiesa ci ricordi il tesoro della cultura cristiana. Se la fede rimane viva ha commentato anche questa eredit culturale non diventa una cosa morta.

Una questione centrale e qualificante

Aborto e societ
di LUCETTA SCARAFFIA La legge 194, che regola l'interruzione di gravidanza in Italia, compie trent'anni, fra polemiche che ricordano, per molti versi, quelle che hanno preceduto e seguito la sua approvazione. Con questa legge l'Italia si alline agli altri Paesi occidentali che a cominciare nel 1967 dalla Gran Bretagna, seguita dagli Stati Uniti nel 1970, dalla Germania nel 1974, dalla Francia nel 1975 avevano legalizzato l'interruzione di gravidanza entro i primi novanta giorni. Si chiudeva cos un ciclo legislativo aperto dalla Rivoluzione francese, che aveva introdotto prima in Francia, poi nei Paesi occupati una severa legislazione per punire l'aborto sulla base di una concezione molto larga dei diritti dell'uomo: anche il feto, infatti, veniva considerato un cittadino. Ma questo atteggiamento contrario all'aborto non era certo motivato da ragioni umanitarie, o dal rispetto della dignit del concepito: la ragione di fondo era la nascita del nuovo Stato nazionale, dove le tasse venivano pagate individualmente, e non pi per nuclei familiari, e dove gli eserciti erano formati attraverso la coscrizione obbligatoria. Questi interessi ribaditi dopo la grande strage della prima guerra mondiale, che aveva spinto molti Paesi europei a irrigidire le normative che proibivano l'aborto vengono meno nel secondo dopoguerra: la progressiva meccanizzazione delle forze armate, che sostituiscono i soldati con armamenti sempre pi sofisticati, e le innovazioni tecnologiche del lavoro industriale, che diminuiscono la necessit di manodopera, rendono i Governi occidentali pi disponibili ad accettare le richieste libertarie delle femministe e dei gruppi pi radicali. Mentre gli Stati come si visto cambiano del tutto la loro posizione giuridica nei confronti dell'aborto spinti dalla trasformazione delle esigenze demografiche, la Chiesa cattolica non ha invece mai mutato la sua condanna verso l'interruzione della vita umana, temperata per dalla misericordia nei confronti di questa tragedia umana e verso tutti coloro che soffrono e si pentono per l'atto compiuto. I progressi medici realizzati negli ultimi trent'anni, soprattutto riguardo alla possibilit di individuare malattie o malformazioni nel feto, hanno cambiato profondamente l'applicazione della legge 194, con il risultato di trasformare nei fatti l'aborto terapeutico in una prassi di selezione eugenetica. quindi opportuno far s che questa legge non si allontani dal suo scopo dichiarato di tutelare la maternit e prevenire la tragedia dell'aborto; e soprattutto necessario come ha sottolineato Benedetto XVI lo scorso 12 maggio riflettere sugli effetti che essa ha portato nella coscienza morale del Paese. La liberalizzazione dell'aborto storicamente legata all'instaurarsi di due nefasti sistemi totalitari come quello sovietico prima e quello nazista poi. Questa evidenza mostra come scrisse Romano Guardini nel 1947, quando per la prima volta fu presentata al nuovo Parlamento tedesco una legge sull'interruzione volontaria della gravidanza che ogni violazione della persona, specialmente quando s'effettua sotto l'egida della legge, prepara lo Stato totalitario. Per il filosofo e teologo la questione dell'aborto centrale per ogni societ e la qualifica, perch appunto riguarda l'intero rapporto del singolo con la societ, investendo il carattere fondamentale dell'esistenza umana. Secondo Guardini, infatti, la moderna concezione dell'uomo quale unico responsabile e padrone della propria esistenza contrasta con il senso prima vivissimo della fondamentale intangibilit della vita umana.

Cari fratelli e sorelle, nella serie delle catechesi sui Padri della Chiesa, vorrei oggi parlare di una figura poco conosciuta: Romano il Melode, nato verso il 490 a Emesa (oggi Homs) in Siria. Teologo, poeta e compositore, appartiene alla grande schiera dei teologi che hanno trasformato la teologia in poesia. Pensiamo al suo compatriota, sant'Efrem di Siria, vissuto duecento anni prima di lui. Ma pensiamo anche a teologi dell'Occidente, come sant'Ambrogio, i cui inni sono ancora oggi parte della nostra liturgia e toccano anche il cuore; o a un teologo, a un pensatore di grande vigore, come san Tommaso, che ci ha donato gli inni della festa del Corpus Domini di domani; pensiamo a san Giovanni della Croce e a tanti altri. La fede amore e perci crea poesia e crea musica. La fede gioia, perci crea bellezza. Cos Romano il Melode uno di questi, un poeta e compositore teologo. Egli, appresi i primi elementi di cultura greca e siriaca nella sua citt natia, si trasfer a Berito (Beirut), perfezionandovi l'istruzione classica e le conoscenze retoriche. Ordinato diacono permanente (515 ca.), fu qui predicatore per tre anni. Poi si trasfer a Costantinopoli verso la fine Romano del regno di Anastasio I (518 ca.), e l si stabil nel monastero presso la chiesa della Theotkos, Madre di Dio. Qui ebbe luogo l'episodio-chiave della sua vita: il Sinassario ci informa circa l'apparizione in sogno della Madre di Dio e il dono del carisma poetico. Maria, infatti, gli ingiunse di inghiottire un foglio arrotolato. Risvegliatosi il mattino dopo era la festa della Nativit del Signore Romano si diede a declamare dall'ambone: Oggi la Vergine partorisce il Trascendente (Inno Sulla Nativit I. Proemio). Divenne cos omileta-cantore fino alla morte (dopo il 555). Romano resta nella storia come uno dei pi rappresentativi autori di inni liturgici. L'omelia era allora, per i fedeli, l'occasione praticamente unica d'istruzione catechetica. Romano si pone cos come testimone eminente del sentimento religioso della sua epoca, ma anche di un modo vivace e originale di catechesi. Attraverso le sue composizioni possiamo renderci conto della creativit di questa forma di catechesi, della creativit del pensiero teologico, dell'estetica e dell'innografia sacra di quel tempo. Il luogo in cui Romano predicava era un santuario di periferia di Costantinopoli: egli saliva all'ambone posto al centro della chiesa e parlava alla comunit ricorrendo ad una messinscena piuttosto dispendiosa: utilizzava raffigurazioni murali o icone disposte sul-

l'ambone e ricorreva anche al dialogo. Le sue erano omelie metriche cantate, dette contaci (kontkia). Il termine kontkion, piccola verga, pare rinviare al bastoncino attorno al quale si avvolgeva il rotolo di un manoscritto liturgico o di altra specie. I kontkia giunti a noi sotto il nome di Romano sono ottantanove, ma la tradizione gliene attribuisce mille. In Romano, ogni kontkion composto di strofe, per lo pi da diciotto a ventiquattro, con uguale numero di sillabe, strutturate sul modello della prima strofa (irmo); gli accenti ritmici dei versi di tutte le strofe si modellano su quelli dell'irmo. Ciascuna strofa si conclude con un ritornello (efimnio) per lo pi identico per creare l'unit poetica. Inoltre le iniziali delle singole strofe indicano il nome dell'autore (acrostico), preceduto spesso dall'aggettivo umile. Una preghiera in riferimento ai fatti celebrati o evocati conclude l'inno. Terminata la lettura biblica, Romano cantava il Proemio, per lo pi in forma di preghiera o di supplica. Annunciava cos il tema dell'omelia e spiegava il ritornello da ripetere in coro alla fine di ciascuna strofa, da lui declamata con cadenza a voce alta. Un esempio signiil Melode ficativo ci offerto dal kontakion per il Venerd di Passione: un dialogo drammatico tra Maria e il Figlio, che si svolge sulla via della croce. Dice Maria: Dove vai, figlio? Perch cos rapido compi il corso della tua vita? / Mai avrei creduto, o figlio, di vederti in questo stato, / n mai avrei immaginato che a tal punto di furore sarebbero giunti gli empi / da metterti le mani addosso contro ogni giustizia. Ges risponde: Perch piangi, madre mia? [...]. Non dovrei patire? Non dovrei morire? / Come dunque potrei sal-

vare Adamo?. Il figlio di Maria consola la madre, ma la richiama al suo ruolo nella storia della salvezza: Deponi, dunque, madre, deponi il tuo dolore: / non si addice a te il gemere, poich fosti chiamata piena di grazia (Maria ai piedi della croce, 1-2; 4-5). Nell'inno, poi, sul sacrificio di Abramo, Sara riserva a s la decisione sulla vita di Isacco. Abramo dice: Quando Sara ascolter, mio Signore, tutte le tue parole, / conosciuto questo tuo volere essa mi dir: / Se chi ce l'ha dato se lo riprende, perch ce l'ha donato? / [...] Tu, o vegliardo, il figlio mio lascialo a me, /e quando chi ti ha chiamato lo vorr, dovr dirlo a me (Il sacrificio di Abramo, 7). Romano adotta non il greco bizantino solenne della corte, ma un greco semplice, vicino al linguaggio del popolo. Vorrei qui citare un esempio del suo modo vivace e molto personale di parlare del Signore Ges: lo chiama fonte che non brucia e luce contro le tenebre e dice: Io ardisco tenerti in mano come una lampada; / chi porta, infatti, una lucerna fra gli uomini illuminato senza bruciare. / Illuminami dunque, Tu che sei la Lucerna inestinguibile (La Presentazione o Festa dell'incontro, 8). La forza di convinzione delle sue predicazioni era fondata sulla grande coerenza tra le sue parole e la sua vita. In una preghiera dice: Rendi chiara la mia lingua, mio Salvatore, apri la mia bocca / e, dopo averla riempita, trafiggi il mio cuore, perch il mio agire / sia coerente con le mie parole (Missione degli Apostoli, 2). Esaminiamo adesso alcuni dei suoi temi principali. Un tema fondamentale della sua predicazione l'unit dell'azione di Dio nella storia, l'unit tra creazione e storia della salvezza, l'unit tra Antico e Nuovo Testamento. Un altro tema importante la pneumatologia, cio la dottrina sullo Spirito Santo. Nella festa di Pentecoste sottolinea la continuit che vi tra Cristo asceso al cielo e gli apostoli, cio la Chiesa, e ne esalta l'azione missionaria nel mondo: [...] con virt divina hanno conquistato tutti gli uomini; / hanno preso la croce di Cristo come una penna, / hanno usato le parole come reti e con esse hanno pescato il mondo, / hanno avuto il Verbo come amo acuminato, / come esca diventata per loro / la carne del Sovrano dell'universo (La Pentecoste 2; 18). Altro tema centrale naturalmente la cristologia. Egli non entra

nel problema dei concetti difficili della teologia, tanto discussi in quel tempo, e che hanno anche tanto lacerato l'unit non solo tra i teologi, ma anche tra i cristiani nella Chiesa. Egli predica una cristologia semplice ma fondamentale, la cristologia dei grandi Concili. Ma soprattutto vicino alla piet popolare del resto, i concetti dei Concili sono nati dalla piet popolare e dalla conoscenza del cuore cristiano e cos Romano sottolinea che Cristo vero uomo e vero Dio, ed essendo vero Uomo-Dio una sola persona, la sintesi tra creazione e Creatore: nelle sue parole umane sentiamo parlare il Verbo di Dio stesso. Era uomo dice il Cristo, ma era anche Dio, / non per diviso in due: Uno, figlio di un Padre che Uno solo (La Passione 19). Quanto alla mariologia, grato alla Vergine per il dono del carisma poetico, Romano la ricorda alla fine di quasi tutti gli inni e le dedica i suoi kontki pi belli: Nativit, Annunciazione, Maternit divina, Nuova Eva. Gli insegnamenti morali, infine, si rapportano al giudizio finale (Le dieci vergini [II]). Egli ci conduce verso questo momento della verit della nostra vita, del confronto col Giudice giusto, e perci esorta alla conversione nella penitenza e nel digiuno. In positivo, il cristiano deve praticare la carit, l'elemosina. Egli accentua il primato della carit sulla continenza in due inni, le Nozze di Cana e le Dieci vergini. La carit la pi grande delle virt: [...] dieci vergini possedevan la virt dell'intatta verginit, / ma per cinque di loro il duro esercizio fu

senza frutto. / Le altre brillarono per le lampade dell'amore per l'umanit, / per questo lo sposo le invit (Le dieci Vergini, 1). Umanit palpitante, ardore di fede, profonda umilt pervadono i canti di Romano il Melode. Questo grande poeta e compositore ci ricorda tutto il tesoro della cultura cristiana, nata dalla fede, nata dal cuore che si incontrato con Cristo, con il Figlio di Dio. Da questo contatto del cuore con la Verit che Amore nasce la cultura, nata tutta la grande cultura cristiana. E se la fede rimane viva, anche quest'eredit culturale non diventa una cosa morta, ma rimane viva e presente. Le icone parlano anche oggi al cuore dei credenti, non sono cose del passato. Le cattedrali non sono monumenti medievali, ma case di vita, dove ci sentiamo a casa: incontriamo Dio e ci incontriamo gli uni con gli altri. Neanche la grande musica il gregoriano o Bach o Mozart cosa del passato, ma vive della vitalit della liturgia e della nostra fede. Se la fede viva, la cultura cristiana non diventa passato, ma rimane viva e presente. E se la fede viva, anche oggi possiamo rispondere all'imperativo che si ripete sempre di nuovo nei Salmi: Cantate al Signore un canto nuovo. Creativit, innovazione, canto nuovo, cultura nuova e presenza di tutta l'eredit culturale nella vitalit della fede non si escludono, ma sono un'unica realt; sono presenza della bellezza di Dio e della gioia di essere figli suoi.
I SALUTI DEL PAPA AI FEDELI NELL'AULA PAOLO VI a pagina 8

Sono alla fame due milioni e mezzo di somali

NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di marted 20 le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Angelo Massafra, Arcivescovo di Shkodr-Pult (Albania), con il gi Ausiliare, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Zef Simoni, Vescovo titolare di Bararo, in visita ad limina Apostolorum; Ottavio Vitale, Vescovo di Lezh (Albania), in visita ad limina Apostolorum; Lucjan Avgustini, Vescovo di Sap (Albania), in visita ad limina Apostolorum. kmans, del clero della Diocesi di Hasselt (Belgio), fidei donum nell'Arcidiocesi di Palmas (Brasile).

Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Laval (Francia) il Reverendo Thierry Scherrer, del clero di Aix, finora Parroco della Cattedrale Saint-Sauveur di Aix-en-Provence.

Nomina di Vescovi Ausiliari


Il Santo Padre ha nominato Vescovi Ausiliari dell'Arcidiocesi di Paris (Francia) il Reverendo Canonico Eric de Moulins-Beaufort, del clero di Paris, finora Segretario particolare del Cardinale Arcivescovo e Docente alla Facult Notre-Dame, assegnandogli la Sede titolare vescovile di Cresima; il Reverendo Renauld de Dinechin, del clero di Paris, finora Parroco della parrocchia B. Frdric Ozanam a Cergy (Diocesi di Pontoise), assegnandogli la Sede titolare vescovile di Macriana minore.

Provviste di Chiese
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Jardim (Brasile) il Reverendo Padre Jorge Alves Bezerra, S.S.S., finora Vice-Provinciale e Maestro dei Novizi, nella diocesi di Trs Lagoas.

In occasione della solennit del Corpo e Sangue di Cristo il nostro giornale non uscir. La pubblicazione riprender con la data del 23-24 maggio.

La nuova legge britannica che regoler fecondazione assistita e ricerca sugli embrioni umani

MOGADISCIO , 21. In Somalia sono alla fame due milioni e seicentomila persone la cui sopravvivenza dipende dagli aiuti internazionali. L'allarme della Fao, l'agenzia dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura. Il dato fa registrare un incremento del 40 per cento rispetto al gennaio scorso. Sempre in Somalia, sono stati rapiti due volontari italiani di un'organizzazione non governativa e un collaboratore locale.

Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Miracema do Tocantins (Brasile) il Reverendo Philip Dic-

Gli inutili traguardi della sperimentazione a ogni costo


ASSUNTINA MORRESI
A PAGINA

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
Per sfuggire alle violenze xenofobe

gioved 22 maggio 2008

La nuova legge britannica che regoler fecondazione assistita e ricerca sugli embrioni umani

Gli inutili traguardi Tredicimila persone rifugiate della sperimentazione a ogni costo nelle chiese di Johannesburg
di ASSUNTINA MORRESI Si conclusa nella serata di ieri, 20 maggio, alla Camera dei Comuni la serie di votazioni pi controverse sulla nuova legge britannica che regoler fecondazione assistita e ricerca sugli embrioni umani lo Human Fertilisation and Embryology Bill comprendente anche la normativa sull'aborto. luppati e nati daranno i propri tessuti a fratelli malati. Gli embrioni ritenuti poco compatibili o del tutto inadatti saranno scartati: in altre parole, una selezione genetica in base al possibile uso del materiale biologico del nascituro. stato respinto un emendamento che prevedeva la selezione embrionale solo nel caso in cui il parente da curare fosse un malato in pericolo di vita. Per far nascere bambini farmaco d'ora in poi sar sufficiente avere malattie di una certa gravit, anche se non mortali. C' un imperativo morale, se esistono misure terapeutiche, come in questo caso... usare terapie per salvare vite, ha dichiarato il laburista Des Turner. Chiss che effetto fa sentirsi considerato una misura terapeutica, sapere di essere nati solo perch il proprio profilo genetico era esattamente quello che serviva in famiglia. messi, finanziamenti o consenso per un particolare linea di ricerca ritarder lo sviluppo di rimedi a malattie incurabili, irresponsabile, ingiustificabile e soprattutto, iniquo verso i pazienti. In particolare, visto lo stato attuale della ricerca sulle staminali embrionali, sulle staminali adulte, e sulle staminali pluripotenti indotte, non c' giustificazione valida, medica o scientifica, per insistere sulla creazione di un ampio spettro di entit ibride umanenon-umane o embrioni umani misti, un piano d'azione per cui non ci sono chiari precedenti scientifici. Per questo vogliamo mettere in dubbio il valore scientifico delle proposte, attualmente sotto esame presso il parlamento britannico, dirette a creare tali combinazioni embrioniche. D'altra parte eventuali staminali embrionali da cibridi non possono essere utilizzate per applicazioni cliniche sugli esseri umani, per evitare pericolose contaminazioni con materiale biologico animale. E non potranno neppure essere utilizzate come modello per lo studio di certe malattie, come invece viene irresponsabilmente ripetuto: com' possibile utilizzare cellule provenienti da cibridi, con patrimonio genetico alterato, dal metabolismo sconosciuto, proprio per studiare malattie dovute ad alterazioni sconosciute di certe funzionalit cellulari? Perch allora ostinarsi in una ricerca tanto controversa eticamente quanto dubbia dal punto di vista scientifico? Forse per dimostrare che si deve sperimentare tutto quel che si vuole? Citt del Capo, 21. Le violenze xenofobe scoppiate negli ultimi giorni a Johannesburg, in Sud Africa, hanno costretto almeno tredicimila persone ad abbandonare le loro case e a rifugiarsi nelle chiese e nei centri parrocchiali, secondo quanto reso noto ieri a Ginevra dallOrganizzazione internazionale delle migrazioni (Oim). Tredicimila persone sono state costrette a lasciare le loro case per cercare protezione nelle chiese e nei centri delle parrocchie. La gran parte di loro non ha potuto portare nulla con s, ha dichiarato il portavoce dellOim, JeanPhilipppe Chauzy, aggiungendo che le organizzazioni umanitarie, tra cui la Croce Rossa, si stanno mobilitando per distribuire generi di prima necessit, abiti e prodotti per ligiene. Secondo lOim, in Sud Africa vivono da due ai cinque milioni di immigrati provenienti dallAfrica australe. Un milione sono fuggiti dallo Zimbabwe dove la loro condizione era resa insostenibile dalla crisi politica ed economica.Ieri la polizia intervenuta a Johannesburg in modo massiccio per bloccare le violenze, incominciate dieci giorni fa e che hanno provocato tra gli immigrati almeno ventiquattro morti, compresi tre bambini, uccisi in modo atroce con armi da fuoco o da taglio o addirittura cosparsi di benzina e bruciati vivi. La polizia ha sparato pallottole di gomma contro gli aggressori e ha effettuato centinaia di arresti. Nel pomeriggio di nuovo intervenuto il presidente sudafricano Tabo Mbeki che in un appello a tutti i sudafricani ha chiesto che venga posta fine a questa vergognosa dimostrazione di xenofobia. I cittadini degli altri Paesi africani e dei Paesi pi lontani sono esseri umani come noi e meritano di essere trattati con rispetto e dignit (...) Il Sudafrica non unisola separata dal continente, ha detto Mbeki, che per anni stato in esilio a causa del regime razzista dellapartheid. Mbeki ha altres promesso che la polizia reagir con i mezzi appropriati. Nonostante tali assicurazioni, la Commissione sudafricana per i diritti umani ritiene che la situazione non sia pi tale da poter essere risolta con misure di polizia e sarebbe opportuno ricorrere all'esercito per porre fine alle violenze dei gruppi armati xenofobi. Sembra una soluzione drastica ma ci troviamo di fronte a una situazione esplosiva, imprevedibile e molto devastante, ha detto il direttore della Commissione, Jody Kollapen.

Aborto
Rimane il limite dell'aborto a 24 settimane, cos come fissato dalla legge nel 1990: i diversi emendamenti presentati per abbassare la soglia a 22, 20, 16 e 12 settimane, sono stati tutti respinti. Il pi votato stato quello che proponeva un limite a 22 settimane, con 233 voti favorevoli, battuto da una maggioranza di 304. Il sottosegretario alla Sanit Dawn Primarolo ritiene che la soglia per la sopravvivenza dei neonati sia rimasta invariata dal 1990, e il premier Gordon Brown ha votato per mantenere il limite delle 24 settimane, mentre il leader dei conservatori David Cameron era favorevole a portarlo a 22. L'ex ministro Edward Leigh, che invece sosteneva il limite di 12 settimane, ha dichiarato polemicamente che nella moderna Gran Bretagna il posto pi pericoloso la pancia di tua madre. Il dibattito stato molto acceso anche sui media: il Daily Mail il sette maggio scorso ha pubblicato le storie di quattro nati estremamente prematuri, titolato i nostri bambini sono nati al di sotto del limite dell'aborto...e sono sopravvissuti. Pi che i racconti colpiscono le immagini: campeggiano le foto di quattro bambini, che appaiono bellissimi e in salute, adesso; minuscoli e pieni di tubi e cerotti nei primi, difficili giorni della loro vita. In Italia da anni alcuni importanti ospedali, come ad esempio la clinica Mangiagalli di Milano, non effettuano aborti oltre le ventidue settimane e tre giorni di gravidanza: la legge italiana vieta gli aborti tardivi quando il feto ha possibilit di vita autonoma, anche se la madre in pericolo di vita (in questo caso si induce un parto pretermine e si cerca di salvare la vita di entrambi). Ventidue settimane e tre giorni la soglia individuata dai medici della Mangiagalli e non solo oltre la quale sussiste tale possibilit.

Embrioni misti uomo-animale


stato il provvedimento pi discusso: d'ora in poi sar possibile autorizzare ricerche che comportino la creazione di embrioni misti uomo/animale di diversi tipi: embrioni ibridi puri, ottenuti mischiando gameti umani e animali (sperma umano e ovociti animali, o viceversa), oppure embrioni umani alterati dall'introduzione di Dna animale, o anche embrioni umani modificati con l'introduzione di cellule animali, e ancora i cibridi, embrioni ottenuti con la tecnica del trasferimento nucleare (la cosiddetta clonazione terapeutica), cio la stessa procedura che ha fatto nascere la pecora Dolly. Tutti saranno distrutti entro il 14 giorno di vita. Non c' richiesta di questo tipo di embrioni nella comunit scientifica, nonostante il clamore nei media: finora ci sono state solo le domande di due gruppi inglesi per creare cibridi, utilizzando ovociti di mucca e cellule adulte umane. Una ricerca che nasce vecchia e inutile: lo scorso novembre Ian Wilmut, il padre della pecora Dolly, ha dichiarato pubblicamente di aver rinunciato a cercare di produrre staminali embrionali con la clonazione terapeutica, perch la tecnica inefficiente, non ha mai funzionato negli esseri umani, e lo ha fatto poco e male sugli animali. Wilmut lavorer con le staminali etiche, quelle scoperte dallo scienziato giapponese Shynia Yamanaka, che con una particolare manipolazione genetica riuscito a far ringiovanire cellule adulte fino ad uno stadio molto simile a quello embrionale. Il nome tecnico cellule pluripotenti indotte, e si indicano con la sigla IPS. Qualche settimana fa la prestigiosa rivista Nature titolava un lungo articolo a riguardo Cellule staminali embrionali 2.0. Cresce l'entusiasmo degli scienziati per le cellule pluripotenti indotte. Robert Lanza, noto ricercatore americano di staminali embrionali dell'Advanced Cell Technology, ha dichiarato di aver tentato a lungo di produrre cibridi, ma inutilmente, per via dell'incompatibilit fra Dna umano ed animale che impedisce a questo tipo di embrioni di svilupparsi oltre i primissimi giorni di vita. Ed datata 15 maggio una lettera sul Times in cui 16 scienziati di tutto il mondo fortemente impegnati nella ricerca nel settore, protestano: Che i ricercatori dichiarino, senza possedere alcuna prova, che la negazione di per-

In primo piano immigrati ed emergenza rifiuti

Il Governo italiano a Napoli per il primo Consiglio dei ministri


NAPOLI, 21. Si tiene a Napoli il primo Consiglio dei ministri operativo del Governo Berlusconi. Una riunione dedicata soprattutto all'emergenza rifiuti. Sul tavolo, per c' anche il pacchetto sicurezza e provvedimenti riguardanti il fisco, con la detassazione degli straordinari, labolizione dellIci e gli sgravi per le imprese. Mentre andiamo in stampa la riunione in corso. Secondo fonti governative Guido Bertolaso stato nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l'emegenza rifuiti. Nel decreto legge sarebbero state anche individuate le discariche da utilizzare in territorio campano. Nel capoluogo intanto si registrata questa mattina qualche protesta. Alcuni cassonetti della spazzatura sono stati rovesciati in centro al passaggio di un corteo di disoccupati. A manifestare erano gli aderenti al coordinamento di lotta per il lavoro. Il corteo, composto da circa mille persone, ha raggiunto piazza del Municipio dove si unito un secondo corteo di immigrati, circa quattrocento persone. Il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino intervenuto sul problema dei rifiuti e sulla riunione del Governo: Oggi innanzitutto ha detto dovrebbero essere varati una serie di provvedimenti importanti per le discariche che sono essenziali per poter andare avanti e per completare anche i termovalorizzatori. In questi giorni si lavorato intensamente, sono fiducioso e penso che possa instaurarsi un positivo rapporto di collaborazione. Una collaborazione ha aggiunto per alcuni aspetti diversa dal confronto giusto e positivo in atto tra Berlusconi e Veltroni, perch in questo caso il rapporto tra maggioranza e opposizione in Parlamento. Nel nostro caso invece la collaborazione non solo doverosa ma anche pi impegnativa perch il rapporto tra istituzioni. Oggi Berlusconi e il Consiglio dei ministri ha detto ancora sono a Napoli, stata una scelta importante e giusta. Al tempo stesso per essenziale sapere che non si risolver tutto in pochi giorni, c del tempo davanti a noi e questo tempo deve essere impiegato bene. Per le discariche bisogna andare avanti subito, poi, con discariche ben realizzate e ben attrezzate, importante completare i termovalorizzatori. Abbiamo messo a disposizione del commissariato di governo venticinque milioni di euro per Acerra, settantacinque milioni per un termovalorizzatore a Salerno e poi importante, molto importante, incrementare la raccolta differenziata.

Attentato dinamitardo ad Addis Abeba


ADDIS ABEBA, 21. Tre persone sono state uccise e quattro sono state ferite in modo grave nell'esplosione di una bomba, nel tardo pomeriggio di ieri, su un piccolo autobus di linea nel centro della capitale etiopica Addis Abeba. L'attentato avvenuto a meno di cinquanta metri dallingresso del ministero degli Esteri. Finora, non vi sono state rivendicazioni dell'attentato n sue attribuzioni da parte delle autorit, che in passato avevano accusato di altri attentati con esplosivi nella capitale gruppi separatisti considerati sostenuti dall'Eritrea.

Necessit del padre


Non servir pi, per accedere ai trattamenti di fecondazione in vitro, la presenza di una coppia, intesa come futuri padre e madre. stato respinto anche un emendamento che prevedeva la presenza almeno di un modello di ruolo maschile. La nuova legge richiede invece la presenza di un sostegno parentale. Ancora il sottosegretario alla Sanit Primarolo ha dichiarato: la qualit dell'essere genitori che fa la differenza, non il genere dei genitori in quanto tale, mentre la laburista Emily Thornberry ha definito certe richieste una discriminazione diretta contro le coppie lesbiche e le donne single, come quella, ad esempio, del Birmingham Women's Hospital dove per accedere ai servizi di fecondazione assistita necessario essere coppie eterosessuali che abbiano una relazione da almeno due anni. Non dovremmo, in nome di un concetto fuorviante di uguaglianza o giustizia, pretendere che ci sia un diritto automatico per chiunque ad avere un bambino, senza tener conto del sesso, ne convinto, invece, Sir Patrick Cormack, parlamentare Tory. Orfani prima ancora di essere concepiti, insomma: impossibile in natura ma non per legge, in Gran Bretagna. Ma poich pure in provetta c' bisogno di seme maschile per creare un embrione, un padre biologico dovr necessariamente ancora esistere, almeno per un po', anche se ridotto a produttore di sperma: un numero su un catalogo di una banca del seme, o forse, pi modernamente, un codice a barre.

Famiglia e legge 194 nel dibattito politico


ROMA, 21. Il Parlamento affronti i temi delle politiche della famiglia. Questo lappello lanciato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella lettera affidata al presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, che ne ha dato comunicazione allassemblea. Il messaggio accompagnato dalla petizione sottoscritta da oltre un milione di cittadini, volta a chiedere che vengano riconosciute alla famiglia agevolazioni, anche fiscali, al fine di facilitare il formarsi di nuovi nuclei familiari e ladempimento dei relativi compiti. Fini ha spiegato che, nella sua lettera, il Presidente della Repubblica sottolinea la necessit che il Parlamento affronti i temi delle politiche della famiglia, confidando che, in sede di programmazione dei lavori parlamentari, possa essere assicurato un esame tempestivo delle iniziative legislative che saranno presentate in materia. Oggi, intanto, il Forum delle associazioni familiari e il Movimento per la vita hanno tenuto una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati per chiedere una revisione della legge 194 sulla tutela della maternit e l'aborto, a trent'anni dalla sua entrata in vigore.

Il petrolio a quota 130 dollari al barile


NEW YORK, 21. Il prezzo del petrolio ha toccato oggi un nuovo record. Il costo del barile di greggio ha infatti raggiunto i 130 dollari al barile nelle contrattazioni elettroniche alla Borsa di New York. A provocare il nuovo rincaro sembrano essere da un lato i timori degli investitori riguardo agli approvvigionamenti di greggio e dall'altro la debolezza del dollaro sui mercati finanziari internazionali.

Il centro di ateneo di bioetica dell'Universit Cattolica del Sacro Cuore sugli embrioni chimera

La politica incapace di governare la ricerca


ROMA, 21. Il fatto che la Camera dei Comuni britannica ha respinto un emendamento che si proponeva di vietare la generazione (attraverso una tecnica analoga alla clonazione) di ibridi umani per la ricerca scientifica una sconfitta grave sia dal punto di vista pratico, sia dal punto di vista simbolico. Il s della Gran Bretagna, luned, agli embrioni chimera ha suscitato la condanna del Centro di Ateneo di bioetica dell'Universit Cattolica del Sacro Cuore, diretto dal prof. Adriano Pessina. In una nota il Centro sottolinea che la decisione della Camera dei Comuni britannica segna l'incapacit della politica di governare la ricerca scientifica, mantenendo intatto il principio fondamentale di ogni democrazia, e cio quello che pone l'indisponibilit della vita umana come base per il riconoscimento della dignit umana. Si corre il rischio di trasformare la vita embrionale umana in un progetto in mano ai desideri e alle paure degli adulti. Forse ammonisce il Centro non ci rendiamo ancora conto della gravit di queste scelte, che percorrono la strada opposta rispetto allo storia della politica occidentale, impegnata a estendere ad ogni uomo la tutela adeguata al suo valore, non commensurabile con altri valori e con altri interessi. Accettare l'idea che esista un primato della ricerca scientifica, sia pure per scopi terapeutici, significa introdurre di nuovo una discriminazione tra gli uomini, valutati a seconda delle fasi del loro sviluppo, o della loro utilit. Nella nota si denuncia infine che opporsi, in termini politici, a questi progetti in nome del fatto che non otterrebbero i risultati terapeutici attesi e promessi, altrettanto grave e miope che permetterli, perch significa, implicitamente, ammettere che se i risultati ci fossero, allora queste ricerche sarebbero lecite.

Arrestato in Francia uno dei capi dell'Eta


MADRID, 21. Quattro militanti dell'Eta sono stati arrestati a Bordeaux, nel sud-ovest della Francia, nel corso di un'operazione congiunta della polizia francese e della Guardia civile spagnola. Lo hanno annunciato oggi fonti dei servizi antiterrorismo spagnoli. Fra gli arrestati figura Javier Lpez Pea, ritenuto uno dei principali capi dell'organizzazione terrorista basca. Gli altri sono Ainhoa Ozaeta Mendiondo, Igor Suberiola e Jon Salaberria. Lpez Pea, conosciuto anche come Thierry, ritenuto uno dei responsabili dell'attentato del 30 dicembre 2006 al terminale T4 di Madrid. Latitante dal 1983, ha partecipato ai negoziati con il Governo nel 2006 ed considerato uno dei principali responsabili della rottura della tregua. Thierry sarebbe succeduto alla guida dell'ala politica dell'Eta a Jos Antonio Urrutikoetxea. Gli arresti sono stati effettuati dopo che l'Eta ha compiuto, nell'arco di una settimana, due attentati con autobomba, in uno dei quali, a Legutiano, stato ucciso un militare: altri quattro militari sono rimasti feriti. Dopo la rottura ufficiale della tregua, all'inizio dell'estate 2007, l'organizzazione terrorista basca ha compiuto pi di venti attentati.

Bambini farmaco
Sar possibile far nascere bambini da embrioni selezionati, in modo da poter disporre di tessuti compatibili con quelli di fratelli o sorelle malati. Sar lecito, quindi, poter produrre un numero elevato di embrioni umani per scegliere quelli con le caratteristiche genetiche giuste, che una volta svi-

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

gioved 22 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Grazie alla mediazione della Turchia

pagina 3

Clinton vince in Kentucky e non abbandona la corsa

Obama a un passo dalla nomination


WASHINGTON, 21. Hillary Clinton stravince in Kentucky e non getta la spugna. Barack Obama, vittorioso in Oregon, a un passo dalla conquista della nomination democratica. questo in sintesi il risultato della nuova tornata di primarie che dopo lo scontato pareggio non cambia i numeri della sfida e rinvia il possibile ritiro della senatrice alla fine del mese. In Kentucky, dove erano in palio 51 delegati, lex first lady, grazie alla maggioranza di elettori della working class bianca (l81 per cento dei 4,2 milioni di abitanti) ha stravinto con il 65 per cento dei voti e un margine di 35 punti. Ma il 30 per cento raccolto dal rivale Barack Obama ulteriore conferma della sua difficolt a conquistare la classe media e la vittoria in Oregon, gli fanno ampiamente superare la maggioranza assoluta dei delegati scelti dal popolo, 1.627 su 3.253. Un obiettivo che lo stesso senatore ha definito la principale pietra miliare nella corsa per la conquista della nomination democratica alla convention di fine agosto a Denver. Siamo a un passo dalla conquista della nomination, ha rivendicato Obama da Des Moines in Iowa, il primo Stato vinto il 3 gennaio scorso da cui partita la sua marcia verso la Casa Bianca. Il senatore fiducioso della conquista della nomination punta per a non spaccare il Partito e per questo mai come prima ha elogiato la rivale: Nei suoi 35 anni di vita pubblica il senatore Hillary Rodham Clinton ha scandito Obama non ha mai ceduto nelle sue battaglie per il popolo americano. Abbiamo avuto i nostri dissensi durante questa campagna ma tutti ammiriamo il suo coraggio, il suo impegno e la sua perseveranza. Non importa come queste primarie finiranno. Il senatore Clinton ha demolito miti e rotto barriere e cambiato lAmerica in cui le mie figlie e le vostre cresceranno. Con ancora una parte dei 52 delegati dellOregon da assegnare secondo la Cnn Obama ha 155 delegati in pi dellex first lady (1.648 contro 1.493) e 28 superdelegati in piu (305 contro 277). In totale il senatore dellIllinois ha 180 voti in pi per la convention di Denver (1.953 contro 1.770) e, a questo punto, gliene mancano 73 dalla conquista di quota 2.026 che assegna matematicamente la nomination. La vittoria in Kentucky d allex first lady una nuova boccata dossigeno. Ma in realt la senatrice di New York, consapevole di non poter colmare il netto distacco che la separa dal rivale, punta tutto sulla riunione del Comitato nazionale democratico del 31 maggio. Questultimo metter fine alla querelle sui 366 delegati di Florida e Michigan congelati perch votarono anzitempo. Se i rappresentanti dei due Stati dove Obama non fece campagna e Hillary stravinse rientrassero in ballo il quorum si alzerebbe da 2.025 voti a 2.209. Solo cos lex first lady pu sperare di poter ancora convincere la maggioranza dei 796 superdelegati cui spetter la scelta finale a votare per lei a Denver. Lultima nota positiva per Obama la raccolta fondi: ad aprile ha ottenuto 31,3 milioni di dollari (meno del record di 42,8 raccolti a marzo) ma comunque pi dei 22 milioni raccolti da Hillary Clinton. Questultima per a differenza del rivale ha i conti in rosso per 21,4 milioni di debiti (di cui 11 sborsati di tasca propria) contro i 37,3 milioni di dollari che Obama ha in cassa per finanziare la campagna fino alla conclusione delle primarie (il 3 giugno in Montana e South Dakota). Indietro nei finanziamenti anche John McCain. Secondo fonti di stampa lo staff di McCain starebbe pensando di rinunciare ai fondi privati per accedere agli 84 milioni di finanziamenti pubblici che gli spettano come candidato alle presidenziali.

Colloqui di pace tra Siria e Israele


TEL AVIV, 21. Israele e Siria hanno avviato colloqui di pace indiretti con gli auspici della Turchia. Lo ha annunciato oggi l'ufficio del primo ministro israeliano Ehud Olmert. Le due parti hanno proclamato la loro intenzione di condurre i colloqui in buona fede e con apertura, e di mantenere un dialogo serio e continuato allo scopo di giungere a una pace generale, secondo quanto prefigurato nella conferenza di Madrid, precisa il comunicato. Conferme sono arrivate anche da Ankara, dove si trovano gi due inviati di Olmert per incontri con funzionari siriani. Il nodo del contenzioso tra i due Paesi resta il controllo delle alture del Golan, occupate dall'esercito israeliano nel 1967. Nel frattempo, un anonimo funzionario del Governo egiziano citato dallagenzia ufficiale Mena ha reso noto che Israele ha accettato in linea di principio una tregua nella Striscia di Gaza mediata dal Cairo. I dirigenti israeliani hanno espresso sostegno e comprensione alla proposta egiziana su una tregua, riferisce sempre la Mena. Due giorni fa secondo quanto riferito dal vice premier Haim Ramon il capo dei servizi segreti egiziani Omar Soleiman aveva avuto un colloquio con il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak. La proposta egiziana presentata agli israeliani consiste nel blocco delle operazioni militari israeliane a Gaza e dei tiri di razzi palestinesi su Israele. La realizzazione di queste condizioni aprirebbe la strada alla riapertura dei varchi ai confini di Gaza. Al momento il Governo israeliano non ha rilasciato dichiarazioni in merito alle notizie di una tregua. In un'intervista il primo ministro Olmert ha ribadito l'impegno nel combattere gli estremisti: arrivato il momento di dire basta. Faremo di tutto per evitare di coinvolgere la popolazione civile. Il successore di Ariel Sharon considera ancora giusta la decisione di ritirarsi da Gaza due anni fa e sottolinea il successo della guerra in Libano dell'estate 2006. Ma intanto, nella Striscia le violenze proseguono: ieri almeno tre morti (due civili e un miliziano di Hamas). La dinamica sempre la stessa: i miliziani palestinesi sparano razzi al di l del confine, e l'esercito israeliano risponde con raid aerei o terrestri. Il problema dei razzi non si risolve in una notte, ha ammesso Olmert, dateci tempo, troveremo il modo. Il vero problema che la continua tensione potrebbe minare gli sforzi diplomatici con l'Autorit palestinese: Se Gaza non si quieta ha aggiunto il premier miner la capacit di israeliani e palestinesi di fare pace. Tra due giorni il primo ministro sar ascoltato per la seconda volta dalla polizia perch sospettato di aver ricevuto fondi illegali. Dal Cairo un dirigente di Hamas, Mahmud Al Zahar, ha fatto sapere che per oggi previsto un secondo incontro tra rappresentanti del movimento islamico e Soleiman, incontro da cui i palestinesi sperano di ottenere una serie di chiarimenti. Questa mattina, soldati israeliani al confine con Gaza hanno ucciso un militante palestinese, secondo quanto riferiscono fonti mediche locali.

Annunciata l'elezione del capo dello Stato in Libano


DOHA, 21. Si aprono spiragli di pace per il Libano. Un accordo tra maggioranza e opposizione stato raggiunto nel corso della conferenza di Doha promossa dal Governo del Qatar, sotto l'egida della Lega araba, per mettere fine alle violenze che hanno insanguinato il Libano nelle scorse settimane. Lo ha annunciato oggi il premier del Qatar, Hamed bin Jassim Al Thani, precisando che entro ventiquattro ore il comandante dellesercito libanese Michel Suleiman sar eletto presidente della Repubblica. Gli scontri tra le milizie di Hezbollah e i filogovernativi sono esplosi dopo l'annuncio dell'Esecutivo guidato dal sunnita Fouad Siniora di dichiarare illegale la rete telefonica del movimento sciita che guida l'opposizione. Un accordo stato trovato ha dichiarato ieri ai giornalisti Ali Hassan Khalil, deputato dell'opposizione. Prevediamo ha aggiunto Khalil gioved o venerd lelezione del presidente della Repubblica da parte del parlamento. Oltre all'immediata elezione del nuovo capo dello Stato, in seguito a una riunione, organizzata dal primo ministro del Qatar, tra il leader della maggioranza parlamentare, Saad Hariri, e il rappresentante dell'opposizione, Mohammad Raad, stato raggiunto un accordo per la divisione di Beirut in tre circoscrizioni elettorali nella formula di dieci deputati per la zona di Mazraa, cinque per quella di Achrafieh e quattro per quella di Bachoura. A quanto riferisce il sito internet del quotidiano libanese Naharnet, laccordo raggiunto a Doha prevede la formazione di un nuovo Governo con sedici esponenti della maggioranza, undici dellopposizione e tre scelti direttamente dal capo dello Stato. Inoltre, il quotidiano conferma che si sarebbe deciso di adottare per una sola volta la legge elettorale del 1960 che divide Beirut in tre circoscrizioni. La crisi libanese era iniziata nel novembre 2006 con luscita di alcuni ministri sciiti dall'Esecutivo di Siniora. Lo scontro fra la maggioranza antisiriana e lopposizione guidata da Hezbollah si era ulteriormente acuito sulla scelta del presidente. Il Paese senza un capo di Stato dal 24 novembre 2007, da quando scaduto il mandato di mile Lahoud. Dopo numerosi rinvii del voto, stata trovata unintesa sul nome di Michel Suleiman, ma le parti rimanevano divise sulla formazione del Governo e la legge elettorale. Hezbollah chiedeva un numero di ministri tale da consentirgli di esercitare un potere di veto sulle decisioni dell'Esecutivo. La maggioranza, tuttavia, si era sempre opposta. Nel frattempo, un gruppo formato da oltre duecento intellettuali, esponenti politici, protagonisti dei media e attivisti sociali libanesi ha diffuso ieri un appello per una resistenza civile pacifica ai miliziani sciiti. Hezbollah ha dichiarato una guerra interconfessionale per realizzare il suo progetto di ottenere la totale autorit e inserire il Libano nellasse Gaza-Damasco-Teheran, distruggendo cos la societ libanese, si afferma nellappello, pubblicato dalla stampa di Beirut. I firmatari, tra cui esponenti cristiani, drusi, sunniti e sciiti, non precisano come la resistenza pacifica verr messa in atto. Allo stesso tempo si rivolgono per alle forze filogovernative affinch diano la priorit alla discussione sulla questione cruciale delle armi di Hezbollah.

Suscita sdegno in Israele un rogo di testi cristiani


TEL AVIV, 21. Decine di testi cristiani dati alle fiamme. successo in Israele nella citt di Or Yehuda, vicino a Tel Aviv. Lo riferisce il quotidiano israeliano Maariv. Le immagini dei roghi hanno destato incredulit e sdegno in tutto il Paese. Espressioni di esecrazione sono poi giunte da opinionisti, intellettuali e da privati cittadini in conversazioni alla radio o in interventi su molti siti informatici. Secondo Maariv lepisodio avvenuto gioved scorso, quando il vice sindaco di Or Yehuda, Uzi Aharon, ha avuto sentore che in un rione era stata appena distribuita propaganda di missionari. Su sua istruzione scrive Maariv gli allievi di un collegio rabbinico sono passati di casa in casa per raccogliere i libri, che sono stati poi raccolti in un campo e dati alle fiamme. Maariv ha anche pubblicato una foto di Aharon mentre tiene in mano alcuni testi, fra cui un Vangelo. Alle sue spalle si notano le ceneri fumanti di altri libri. Non c dubbio che la stampa ha ingigantito la vicenda ha lamentato oggi il vice sindaco. Quei testi cristiani ha aggiunto hanno leso i nostri sentimenti religiosi, perch secondo la nostra ortodossia, un libro che incita contro gli ebrei pu essere arso. A quanto pare, i testi cristiani erano stati distribuiti da alcuni ebrei messianici. Una settimana fa, un pacco esplosivo era stato inviato a un membro di questa comunit. L'esplosione provoc l'amputazione di un piede a un ragazzo.

Sempre pi gravi le conseguenze del terremoto in Cina


PECHINO, 21. Le vittime accertate del terremoto di magnitudo 8,0 sulla scala Richter che dieci giorni fa ha devastato la Cina sud-occidentale hanno raggiunto quota 41.353. Ne ha dato notizia il Governo di Pechino, specificando che i feriti ammontano in tutto a 247.645 e i dispersi sono al momento 32.666. Il maggior numero di persone uccise dalla scossa tellurica si concentra nella provincia del Sichuan, la pi colpita. Con il passare dei giorni, le perdite provocate dal sisma si stanno avvicinando sempre pi alle probabili dimensioni reali del disastro, che secondo le diverse stime dovrebbe infatti oscillare tra le cinquantamila e le settantunomila vittime. E per esprimere il cordoglio degli Stati Uniti, il presidente, George W. Bush, ha effettuato ieri una visita fuori programma all'Ambasciata della Cina a Washington. Dopo aver firmato il Libro delle condoglianze, il presidente statunitense accompagnato dalla moglie Laura ha poi espresso la sua profonda partecipazione alla tragedia. Siamo pronti ad aiutare il Governo cinese in tutti i modi necessari ha detto Bush durante la sua visita allAmbasciata e preghiamo per la pronta guarigione dei superstiti. Siamo molto vicini a tutti coloro le cui vite sono state devastate da questa tragedia. Nonostante l'entit della sciagura e il trascorrere del tempo, proseguono i salvataggi. Ieri, una donna stata salvata dopo aver trascorso ben centonovantacinque ore consecutive sotto le macerie della propria casa distrutta. A preoccupare anche lo stato delle infrastrutture, soprattutto degli impianti nucleari. Il ministro per la Tutela ambientale, Zhou Shengxian, ha reso noto che nel Sichuan sono nel complesso trentadue le fonti di radioattivit travolte da frane e smottamenti provocati dalle onde telluriche, ma a suo dire tutte risulterebbero sicure e controllabili. Zhou ha specificato che tali fonti sono adibite a scopi esclusivamente civili. Trenta sono state recuperate e messe in sicurezza, ha aggiunto, mentre le restanti due sono comunque state localizzate e attendono adesso di essere trasferite in zone non a rischio. A detta di esperti francesi dellIrsn, lIstituto per la protezione radiologica e la sicurezza nucleare, tra le strutture atomiche esistenti nelle aree prossime allepicentro ve ne sarebbero tuttavia parecchie che, di fatto, non sono adibite alla produzione di energia elettrica: compresi un reattore e uno stabilimento industriale per la fabbricazione di armi con componenti nucleari.

Timor orientale celebra l'anniversario dell'indipendenza


DILI, 21. Timor orientale ha celebrato ieri il sesto anniversario dellindipendenza, conquistata dopo venticinque anni di occupazione indonesiana. I leader del piccolo Paese si sono riuniti sotto strette misure di sicurezza nella capitale Dili, davanti al palazzo del Governo, per celebrare la ricorrenza e ricordare la lunga e sanguinosa lotta per la liberazione di Timor orientale. Il presidente Jos RamosHorta ha ripetuto i suoi appelli alla pace e allunit. In questo giorno dellindipendenza dobbiamo impegnarci a mantenere la pace, a combattere la povert e a proteggere lunit nazionale. Questo un dovere per tutti i cittadini, ha dichiarato. Le celebrazioni seguono di appena tre mesi il duplice attentato dell11 febbraio scorso in cui Ramos-Horta stato ferito gravemente in un attacco di ribelli che avevano preso di mira anche il premier, Xanana Gusmo, rimasto illeso. Il capo dei ribelli, Alfredo Reinado, stato ucciso dalle guardie durante lattacco a Ramos-Horta, mentre i suoi affiliati si sono arresi il mese scorso. Ma i timori di un ritorno allinstabilit ha gettato unombra sui festeggiamenti di ieri. La sicurezza resta stretta attorno ai leader del Paese, e le celebrazioni sono state sorvegliate attentamente dalle truppe internazionali della Forza di stabilizzazione, che opera nel Paese in seguito ai disordini politici e alle violenze che avevano causato decine di morti e lasciato senza tetto oltre centomila persone.

La giunta del Myanmar autorizza l'atterraggio di elicotteri dell'Onu


NAYPYIDAW, 21. La giunta militare al potere da quasi mezzo secolo nel Myanmar (ex Birmania) ha finalmente dato il via libera all'atterraggio di nove elicotteri del Programma alimentare mondiale dellOnu (Pam), che distribuiranno aiuti umanitari nelle zone devastate nei giorni scorsi dal passaggio del ciclone Nargis. Lo ha annunciato oggi il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, parlando ai giornalisti prima di partire per la regione. Domani, infatti, Ban si recher nel Myanmar per incontrare il leader della giunta militare, Than Shwe, e visitare le zone maggiormente colpite dal cataclisma. Abbiamo ricevuto il permesso del Governo del Paese asiatico a usare nove elicotteri del Programma alimentare mondiale per raggiungere aree che fino a ora erano rimaste in gran parte inaccessibili, ha dichiarato il segretario generale dell'Onu. La questione degli elicotteri era stata al centro di un colloquio tra il primo ministro del Myanmar, Thein Sein, e il coordinatore degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, John Holmes, che da giorni si trova nella vasta nazione del sud-est asiatico. Finora, i militari avevano permesso di atterrare solo a pochi velivoli con a bordo soccorritori di nazionalit asiatica. Prima di partire, Ban Ki-moon ha per rivolto un duro monito, denunciando che finora gli aiuti umanitari internazionali hanno raggiunto appena un quarto della popolazione. Dopo essersi recato a Yangon, il segretario generale dell'Onu andr anche nei pressi del delta del fiume Irrawaddy, tra le zone pi colpite dal ciclone Nargis assieme alla regione di Yangon, e in altre aree indicate dal Governo. Per domenica prossima invece in programma a Yangon, la vecchia capitale birmana gi nota come Rangoon, la Conferenza internazionale dei donatori. La riunione, a livello ministeriale, organizzata dalle Nazioni Unite e dallAssociazione delle Nazioni del sud-est asiatico (Asean).

Avviato cinque anni fa era stato interrotto l'anno scorso

Pakistan e India riprendono il dialogo


ISLAMABAD, 21. Interrotto l'anno scorso dai tumulti che hanno insanguinato il Pakistan, ripreso ieri il processo di pace tra Islamabad e Nuova Delhi, avviato cinque anni fa, il primo dall'insediamento del nuovo Governo pakistano. I rispettivi sottosegretari agli Esteri il pakistano Salman Bashir e l'indiano Shivshankar Menon a conclusione di uno scambio di vedute su come far procedere questo complesso processo di dialogo hanno espresso soddisfazione per i progressi fatti finora, si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri pakistano. L'incontro si svolto in un'atmosfera amichevole e costruttiva, si afferma nella nota. Shivshankar Menon riferisce il Pakistan Times ha affermato che dall'incontro emersa la chiara determinazione delle due parti di portare avanti il processo di pace fino alla piena normalizzazione dei rapporti. Sia Bashir che Menon hanno messo in evidenza che desiderio comune raggiungere accordi in pi ambiti cos da rafforzare il legame tra i due Paesi. Oggi a Islamabad il capo della diplomazia pakistana, Shah Mehmood Qureshi, ricever il suo omologo indiano, Pranab Mukherjee. Il processo di pace investe otto tematiche, tra cui l'annosa contesa territoriale sul Kashmir, confini, lotta contro il terrorismo e il traffico di droga, cooperazione economica. Sul primo punto il pi spinoso a causa di tre guerre non si prevedono svolte, ma gli analisti pakistani confidano che questa quinta tornata di incontri preluda a una visita del primo ministro indiano, Manmohan Singh. Come gesto distensivo, luned il Pakistan ha rilasciato novantasei pescatori indiani che avevano sconfinato. Da rilevare poi che si sta definendo un accordo per consentire il rilascio di prigionieri: l'ufficializzazione di questa intesa dovrebbe avvenire al termine dell'incontro di oggi tra i capi delle due diplomazie.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
Chiesa e Stato nel pensiero di sant'Ambrogio

gioved 22 maggio 2008

Il caso zingari

Vuoi governare? Studia le api


Si conclude il 22 maggio presso la chiesa di San Giovanni di Dio a Foggia la Lectura Patrum Fodiensis, organizzata dall'universit di Foggia d'intesa con l'arcidiocesi di Foggia-Bovino. Pubblichiamo uno stralcio della conferenza finale. di ANTONIO V. NAZZARO* Sant'Ambrogio preferiva decisamente una forma democratica di governo, che per lui era il pulcherrimus rerum status. Tale preferenza si pu spiegare sia con l'educazione filosofica, influenzata da idee platoniche, sia con l'entusiasmo del civis Romanus per le imprese gloriose dell'antica Res publica. L'ideale forma di governo repubblicana efficacemente delineata nell'excursus sulle gru contenuto nell'omelia esameronale, predicata nel pomeriggio del mercoled santo di un anno compreso tra il 386 e il 390 (forse il 387). La societ delle gru nella quale l'organizzazione politica e il servizio militare (politia quaedam et militia) sono un fatto naturale si regge sull'equa distribuzione dei carichi di lavoro e sull'assunzione in comune del labor e della dignitas; sull'avvicendamento degli oneri e degli onori; sulla solidariet fra governanti e governati: Che c' di pi bello del fatto che la fatica e l'onore siano comuni a tutti e il potere non sia preteso da pochi, ma passi dall'uno all'altro senza eccezioni come per una libera decisione? Questo l'esercizio proprio di un'antica repubblica, quale conviene in uno stato libero. Cos da principio gli uomini avevano cominciato ad attuare un'organizzazione politica ricevuta dalla natura sull'esempio degli uccelli, in modo cio che la fatica fosse comune, comune la dignit, ciascuno imparasse a dividersi a turno le responsabilit, venissero ripartiti obbedienza e comando, nessuno fosse escluso dalle cariche, nessuno esente dalla fatica. In questa situazione politica ideale nessuno insuperbiva per l'esercizio ininterrotto del potere n si abbatteva per il lungo servire, perch da un lato l'avanzamento, conferito com'era secondo un ordine di funzione e per un periodo limitato, non suscitava invidia e dall'altro sembrava pi tollerabile perch comportava un comune compito di sorveglianza. Nessuno osava tiranneggiare un altro, del quale, perch destinato a succedergli nella carica, avrebbe dovuto sopportare a sua volta l'alterigia; a nessuno era grave la fatica, perch la dignit che sarebbe venuta in seguito l'avrebbe compensato (cfr Exameron, 5, 15, 5152). La forma di governo repubblicana di cui le gru offrono un efficace modello entrata in crisi, quando la libido dominandi, scovolgendo il rapporto di solidariet tra governanti e governati e liquidando l'avvicendamento delle cariche, ha condotto a dispotiche forme di governo. Nonostante le sue spiccate simpatie repubblicane, Ambrogio accetta realisticamente il governo monarchico imperiale, convinto che il potere non in s un male: da Dio, infatti, proviene l'ordinamento del potere, mentre dal maligno proviene l'ambizione del potere. Il potere unico e assoluto dell'imperatore ha oltre tutto assolto una funzione provvidenziale, agevolando attraverso la pacificazione del mondo la diffusione del cristianesimo. Si capisce in quest'ottica l'atteggiamento intransigente del vescovo nei riguardi sia degli usurpatori, che mettono in crisi l'ordine costituito, sia dei barbari che premono ai confini dell'impero. Il vescovo riconosce il governo imperiale e invita i cristiani a essere leali nei suoi riguardi, ma non rinuncia alla libertas repubblicana che pu realizzarsi anche sotto l'impero, a condizione che questo sappia accettare i limiti della potestas e quell'integrazione di potestas e di servitium, che caratterizzano, al di l dell'unit o della pluralit del comando, la caratteristica della politia a natura accepta. Alla societ delle gru nella citata omelia esameronale il vescovo affianca quella altrettanto egualitaria delle api che hanno in comune le leggi, la fatica, il cibo, il lavoro in cui per il potere supremo affidato a un rex, scelto non in base alla sorte, n alla successione dinastica, n all'elezione della moltitudine, ma a chiari segni di natura: la grandezza e la bellezza del corpo e, soprattutto, la mansuetudo morum. La consimile terminologia, impiegata per espripevole del rapporto tra libertas e potestas, teorizzato nei suoi scritti. Insomma, la devotio naturalis delle gru e la fida devotio delle api, cos come la fides degli uomini possibile solo quando la maxima potestas lascia uno spazio adeguato alla libertas. Nella storia della lenta e faticosa definizione dei rapporti fra lo Stato romano, totalitario e imperialistico, giuridicamente fondato sull'auctoritas e sull'imperium, e la Chiesa, che ha una missione divina da svolgere nel mondo, il vescovo di Milano occupa un posto di rilevante importanza. Grazie al coraggio e alla coerenza della sua azione politico-religiosa e alla chiara formulazione delle sue idee, egli ottiene che lo Stato, divenuto cristiano, si assuma le sue responsabilit nei riguardi della Chiesa, alla quale non solo re di garantire, ma piuttosto la libert della Chiesa, che si esprime nell'affermazione della superiorit della potestas spiritalis sul potere civile. La libert che egli rivendica alla Chiesa ha una dimensione essenzialmente religiosa: libert nelle deliberazioni dogmatiche come nella disciplina ecclesiastica, nella scelta dei vescovi come nell'intangibile possesso degli edifici di culto. Nella scia di altri vescovi (Atanasio, Lucifero di Cagliari, Ilario di Poitiers), che prima di lui avevano rivendicato la libert e l'indipendenza della Chiesa nell'esercizio delle proprie funzioni, il vescovo di Milano ribadisce l'esigenza della Chiesa di esplicare liberamente la sua missione spirituale, senza patire azioni di forza o intromissioni statuali, spettando ai vescovi il compito di assicurare la disciplina interna e il rispetto degli interessi supremi di Dio e dell'anima. Dello Stato non sollecita e non tollera l'intervento, neppure nei casi in cui esso potrebbe svolgere la funzione di braccio secolare: si pensi alla vibrata protesta che insieme con Martino di Tours e con Papa Siricio elev contro i vescovi che nel 385 fecero condannare sotto l'imputazione di magia e giustiziare Priscilliano dall'usurpatore Massimo. L'intervento dello Stato, invocato nella lotta contro le eresie, in base a principi, che fanno pensare alla moderna teoria del braccio secolare, non si risolve mai in nocumento per le persone, n diretto a giustificare le latenti tentazioni di cesaropapismo. Ad Ambrogio sufficiente che lo Stato, impedendo all'errore di propagarsi, aiuti la Chiesa nella sua missione spirituale. La tutela offerta alla Chiesa e le garanzie assicurate alla sua libert, garantendo la pace e il benessere dei popoli, finiscono con il coincidere con gli interessi stessi dell'impero, sicch l'invocata Libertas Ecclesiae s'identifica con il baluardo delle pubbliche libert. Il capovolgimento del pensiero politico cristiano attuatosi nel corso del IV secolo spiega il progressivo allineamento della Chiesa, sul piano politico, alle posizioni dell'autorit imperiale. Gli scrittori cristiani non sostengono pi l'illiceit del servizio militare e non ne predicano pi la diserzione; accettano anzi la situazione politica e si sforzano persino di giustificare il cristiano che combatte per l'imperatore e la fede. I vescovi, e cio i dirigenti cristiani che per tre lunghi secoli avevano sognato la caduta dello Stato romano, trepidano ora dinanzi al pericolo delle invasioni barbariche e si pongono come i pi validi difensori delle citt dell'Impero. Ambrogio, convinto che l'impero garantisca la difesa del diritto, della libert e della vita civile contro la barbarie, assicura una franca collaborazione agli imperatori cristiani, di cui riconosce l'autonomia nell'ambito civile. (...) La battaglia di Ambrogio per l'indipendenza della Chiesa contro l'ingiustificata intromissione dei poteri statali, la cui mancanza di scrupoli dogmatici era stata sperimentata nel corso del governo di Costanzo II, ha come obiettivo il pubblico riconoscimento di un'unica, vera Chiesa cattolica, fondata sull'insostituibile base della professione ortodossa, che unica e quindi la sola legittima.
*Universit di Napoli Federico II

Cultura nomade tra diritti umani e doveri civili


di ANNA FOA Esiste oggi in Italia un caso zingari? E in caso affermativo, di che cosa si tratta? solo un problema di sicurezza e di criminalit, come si tende a dire ovunque? O il problema nasce anche dal razzismo con cui guardiamo agli immigrati in genere, e ancor pi agli zingari, come ad una presenza di per s pericolosa e disturbante? E chi sono gli zingari presenti oggi in Italia? stranieri senza fissa dimora, cittadini europei, cittadini italiani? Una raccolta di contributi (Il caso zingari, a cura di Marco Impagliazzo, Gli zingari hanno condiviso introduzione di Andrea Riccardi, apcon gli ebrei il carattere di popolo pendice documentaria curata da Gabriesenza territorio le Rigano, Milano, e la stessa tragica sorte Leonardo International, 2008) pone pronei campi di sterminio nazisti prio questo problema, e lo analizza soprattutto dal punto di vista giuri- conosciute come tali dalla legisladico, con un'angolatura abba- zione italiana perch privi di un stanza inedita nella discussione collegamento territoriale. Ma, cosulla presenza dei gruppi nomadi me scrive Flick, si pu essere in Italia, che richiama le polemi- abusivi su un terreno, o su tutti i che di questi giorni. terreni; ma non si pu essere La storia della presenza di no- abusivi sulla Terra, tanto meno madi, sinti o rom, in Italia in in Europa. Eppure, le possibilit realt una storia quasi del tutto di integrazione di rom e sinti in italiani, che teoricamente, quindi, dovrebbero godere dei diritti e dei doveri degli altri cittadini, ma che vengono generalmente, sia a livello dell'immaginario collettivo che sotto il profilo amministrativo e burocratico, considerati come stranieri. Dei restanti settantamila, la met circa sono rumeni, cio cittadini dell'Unione europea, gli altri provengono dall'ex Iugoslavia, che non fa parte dell'Unione europea, e sono quindi in una situazione di maggior precariet giuridica, tanto pi che non sono stati inseriti fra le minoranze ri-

Sant'Ambrogio allontana Teodosio (particolare del dipinto di Anton Van Dyck)

mere le due forme di governo, rappresentate dalle gru e dalle api, sottolinea il fatto che anche nel regnum la fida devotio verso il potere imperiale non incompatibile con la libertas. Un regnum, fondato sulla comunione di tutti nei diritti e nei doveri, , insomma, anch'esso una res publica. Sembra avere colto nel segno la Sordi, affermando che le idee politiche emergenti da questi brani sono state coerentemente messe in pratica da Ambrogio e, in particolare, che gli atteggiamenti da lui assunti di fronte al potere imperiale sono l'attuazione consa-

deve garantire la libert, ma deve assicurare una continua assistenza, che si esplica nell'esecuzione dei decreti conciliari, nell'assunzione di misure legislative contro il paganesimo e l'eresia, e nel pubblico riconoscimento della legge morale cristiana. Il che comporta per lo Stato la subordinazione all'autorit religiosa nelle materie religiose o che riguardino la religione e per i vescovi il diritto-dovere di intervenire in questioni riguardanti la fede e la morale. Ambrogio si pone come il campione della libert, che non ancora la libert di coscienza che lo Stato ha il dove-

Educazione e media

L'integrazione passa anche attraverso lo schermo


di CLAUDIA DI GIOVANNI La formazione di un altro essere umano un impegno che si tramanda da millenni, poich il compito dell'uomo da sempre educare. L'alfabetizzazione tradizionale alla base della nostra cultura, ma oggi essa viene affiancata da un'alfabetizzazione mediale, per cui gli strumenti e i linguaggi della comunicazione diventano un sussidio indispensabile nei processi formativi. La formazione non pu attuarsi senza comunicazione e i media stessi caratterizzano la nostra epoca, giocando il loro ruolo educativo per lo sviluppo di un'analisi critica della realt e fornendo un'opportunit per educare le nuove generazioni, attraverso i mezzi a loro pi familiari. Sensibilizzare i bambini ed i giovani ai media significa infatti sottolineare il valore di quegli strumenti che essi amano e di cui si servono ogni giorno, ma soprattutto significa creare la possibilit di dialogare e interagire per evitare che questa trasmissione culturale non sia solo un miscuglio di messaggi diversi provenienti da diverse fonti in un contesto a volte di solitudine. Al di l dei continui allarmismi, fondamentale una vera educazione ai media, poich essi hanno determinato ormai una metamorfosi delle abitudini culturali, riscontrabile nella gestualit, nel vocabolario, nell'abbigliamento dei giovani, che spesso li accomuna al di l delle distanze geografiche. Oggi quasi tutti possono navigare su internet, guardare la televisione, ascoltare la radio, leggere i giornali, osservare la pubblicit nelle strade, andare al cinema per vedere tutte le produzioni, anche quelle che, pur senza un espresso divieto, sono sconsigliate ad un pubblico che si sta ancora formando e che facilmente guarda allo schermo con uno spirito di imitazione. I media infatti facilitano l'accesso alle informazioni pi diverse e gli adolescenti, attraverso i contenuti ed i simbolismi proposti, condividono determinate esperienze e approdano ad un vero processo di identificazione. Poter accedere ai media, significa innanzi tutto poter disporre di molteplici risorse, diverse tra di loro, ma capaci di sviluppare nell'individuo una visione pi cosciente ed allo stesso tempo pi critica della realt che lo circonda, confrontandosi con quello che diverso per giungere, attraverso la rielaborazione dei contenuti, ad una maggiore consapevolezza. Il rischio nasce quando quegli stessi contenuti assumono un ruolo ideologico e portano i giovani a identificarsi passivamente con i modelli e i miti che popolano il mondo mediatico, generando unicamente un atteggiamento imitativo. Ma se da un lato esiste il potere dei media, in grado di mettere a disposizione degli utenti una quantit enorme di stimoli, dall'altro esiste il potere dell'educazione, l'unico che pu garantire la formazione di un atteggiamento critico e responsabile da parte dei giovani. Uno non esclude l'altro, poich attraverso l'utilizzo dei media i giovani possono fare un vero percorso di formazione e allo stesso tempo entrare in contatto diretto con i differenti aspetti della realt. L'analisi dei contenuti offerti, il confronto tra i diversi strumenti, il differente modo di espressione, la possibilit di fare domande e ricevere o trovare risposte attraverso la discussione e la riflessione sui messaggi mediatici, che in questo modo non vengono passivamente assorbiti ma rielaborati, offrono la possibilit di conoscere e maturare. Ogni diversa fascia di et porta con s interrogativi ben precisi, siano i primi perch di un bambino o le domande dell'adolescente che vive il non sempre facile passaggio all'et adulta, sospeso tra il viaggio all'interno di se stesso e la ricerca di un significato che a volte non sembra essere cos evidente. Il cinema stesso diventa un luogo di incontro, uno spazio nel quale confrontarsi con le tante tematiche del mondo, guardando a qualcun altro diverso, sullo schermo, perch nel personaggio di un film possibile scorgere qualcosa di noi, magari sfumato, e a volte nel confronto lo spettatore arriva a capire meglio quello che sembrava oscuro. In un mondo che cambia rapidamente e che riesce ad abbattere i confini geografici, ma non cos facilmente quelli ideologici, il cinema ed i media pi in generale possono offrire una chiave di lettura della realt. Ogni Paese ha infatti la propria filmografia, immagine dell'ambiente nel quale si sviluppa, riflesso di contesti sociali e culturali diversi, ma comunque parametro di riferimento e occasione per trovare nella diversit la somiglianza, ma soprattutto per considerare che pu e deve esistere l'altro. Accogliere senza conoscere, senza capire, non sempre facile e l'integrazione di cui tanto si parla passa anche attraverso lo schermo, mostrando con gli occhi, la sensibilit e la fantasia di un altro, una realt cos lontana, ma forse a volte non cos distinta da quella che viviamo. Ogni essere che si affaccia alla vita dovrebbe trovare un ambiente sereno nel quale apprendere i valori dell'esistenza necessari a garantire un suo sviluppo integrale, nel rispetto delle sue aspirazioni, valori umani e spirituali che predispongono all'incontro con il trascendente e con l'altro. La funzione dei media informare, garantire la facilit di accesso al sapere, rendere disponibili le informazioni, nei loro molteplici aspetti; questo frutto del progresso ed i giovani sono veloci nell'apprendimento. L'educazione ai media deve soprattutto fornire loro le chiavi interpretative, gli orientamenti necessari per acquisire in modo consapevole e vantaggioso l'informazione, al fine di valorizzare le potenzialit comunicative che la tecnologia odierna mette a disposizione, senza guardare nostalgicamente al passato, ma vivendo in maniera positiva la cultura del cambiamento e della comunicazione.

Italia sono scarsissime, e non solo per la resistenza degli stessi zingari all'integrazione, ma per le difficolt concrete, essendo zingari, di trovare lavoro, casa, di essere ammessi a scuola. L'aspettativa di vita media degli zingari, in Italia, di poco pi di 45 anni, contro gli oltre 79 anni del resto della popolazione. Solo il trenta per cento dei bambini zingari in et scolare frequenta la scuola dell'obbligo. Tutto questo, e il libro lo ripete chiaramente, non vuol dire non riconoscere che esiste un problema di criminalit e che le difficolt di integrazione sono reali. Ma la criminalit si colpisce arrestando i criminali, non considerando criminale un popolo intero. Nella legislazione italiana, la mendicit lo ricordiamo perch non tutti lo sanno non reato. Ma lo , ad esempio, sottrarre minori alla scolarit per mandarli a mendicare. La mendicit non reato Se le autorit non intervengono, evenMa lo sottrarre tualmente anche sottraendo i minori alla minori alla scolarit per sfruttarli potest dei genitori, per il diffuso pregiumandandoli a mendicare dizio che si tratti di un atteggiamento nasmo non casuale, come ricorda turale, indice di una diversit in queste pagine il saggio di inassimilabile, non integrabile Amos Luzzatto, dal momento che nella societ. Con pregiudizi di gli zingari hanno avuto in comu- tal fatta, non solo non aiutiamo ne con gli ebrei la caratteristica l'integrazione, e anzi la blocchiadi essere un popolo senza territo- mo, ma non colpiamo nemmeno rio, oltre ad averne condiviso la la criminalit. sorte nei lager nazisti, dove sono L'Italia, lungi dall'essere un stati sterminati un numero impre- paese troppo tollerante, come cisato di sinti e rom, tra duecento spesso si ama considerare, stata e cinquecentomila. pi volte, anche recentemente, riUn debito verso di loro che la chiamata al rispetto delle norme societ europea ha teso a dimen- comunitarie dall'Unione europea ticare e che comunque non ha per le politiche di segregazione e mai riconosciuto apertamente. di violazione dei diritti umani nei Ma veniamo alla questione del confronti degli zingari. L'apparloro stato giuridico, dei diritti tenenza all'Unione europea imcio, che il volume analizza in pone dei doveri che sono da ramdue saggi di grande interesse, uno mentare, volentieri e giustamente, di Giovanni Maria Flick, vice ai Paesi che vogliono essere ampresidente della Corte Costituzio- messi a farne parte. Non bisogna nale, l'altro dello storico del dirit- per ricordarlo anche a se stessi, to Paolo Morozzo della Rocca. rammentando che esiste un livello Attualmente, gli zingari presenti minimo di civilt che un paese in Italia sono fra centoventi e dell'Unione europea deve adottacentoquarantamila, lo zero e ven- re verso i suoi immigrati e verso ticinque della popolazione. Oltre chi, autoctono o meno, abita il settantamila di essi sono cittadini suo territorio?

sconosciuta. Dal saggio di Marco Impagliazzo emerge innanzitutto come essi siano originari dell'India, e come si siano stabiliti sul suolo europeo in successive ondate migratorie, in forma del tutto pacifica, ma tali da comportare gravi difficolt di inserimento. In Italia, gli zingari sono scesi sin dal Trecento, anche se, come nel resto d'Europa, la loro presenza sovente stata accompagnata da decreti di espulsione, bandi, e perfino condanne a morte comminate non in base a crimini eventualmente commessi, ma in base al loro essere zingari. Impagliazzo parla di antigitanismo, termine coniato espressamente su quello di antisemitismo ad indicare un atteggiamento di ostilit verso gli zingari a prescindere dal loro comportamento, in base alla loro sola natura di zingari. Il richiamo all'antisemiti-

gioved 22 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Eucaristia e poesia in Tommaso d'Aquino

pagina 5

La modernit dei Sacri Monti

La Pop Art nata a Varallo All'inizio del Cinquecento


di ANTONIO PAOLUCCI Sono sette i Sacri Monti del Piemonte, due quelli di Lombardia. Nel 2003 l'Unesco li ha dichiarati patrimonio dell'umanit. Li tutelano leggi nazionali e regionali e provvidenze internazionali quali il Progetto Atlante 1995 che ha per oggetto la catalogazione, lo studio e la valorizzazione degli antichi complessi devozionali distribuiti nell'Europa cattolica; dall'Ungheria all'Austria, dalla Slovenia alla Spagna. Occorre ricordare tuttavia che i Sacri Monti italiani hanno un carattere Fu il francescano Bernardino Caimi speciale. Intanto perch italiana l'invenzione che era stato guardiano del Santo del genere. Fu infatti il Sepolcro a Gerusalemme a volere francescano Bernardino un luogo di devozione che riproducesse Caimi che era stato guardiano del Santo Sele stazioni della Passione polcro a Gerusalemme a volere (nel 1486 secondo la tradizione comunemente accet- paterno dolcissimo Gaudenzio tata) la nascita di un luogo di de- (Testori) ma anche il Morazzone e vozione che riproducesse i percorsi Tanzio, punta di lancia, quest'ultie le stazioni della Passione e Morte mo, del naturalismo caravaggesco. di Nostro Signore. Il luogo scelto C' un luogo comune che occorfu Varallo e da Varallo occorre re subito sfatare quando si parla iniziare quando si parla di Sacri dei Sacri Monti e di quello di VaMonti. rallo in particolare. facile di Tra Cinquecento e Seicento, fronte all'illusionismo scenico, alla lungo la linea delle Alpi Occiden- brutalit materica, all'iperrealismo tali sul versante italiano a Belmon- conclamato, alle iperboli patetiche te, a Crea, a Domodossola, ad delle scene sacre, parlare di arte Oropa, ad Orta a Varese ad Os- popolare. Attenzione per a non succio ecc., si moltiplicano i teatri confondere l'obiettivo con gli strula persuasione e della seduzione. Non si pu essere pi bravi degli italiani cos si pensava da Parigi a Praga a Madrid quando c' da mettere in programma un evento straordinario; si tratti del corteo dell'imperatore, dell'incoronazione del Papa o della Via Dolorosa di nostro Signore. In questo senso i Sacri Monti sono dei capolavori di arte totale e i loro artefici (architetti, scultori, pittori) sono protagonisti di primo rango del loro tempo. A Varallo troviamo all'opera Gaudenzio Ferrari, il grande di INOS BIFFI

Una goccia di sangue per sollevare il mondo


Il primo splendore che promana dal linguaggio lineare, rigoroso, intellettivamente trasparente delle composizioni poetiche eucaristiche di san Tommaso d'Aquino lo splendore della verit: splendor veritatis. Ma a questa precisione teologica, propria di uno scolastico, si uniscono mirabilmente la piet e lo stupore ammirato e contemplativo, che accendono e trasfigurano quella teologia. Il mistero irraggia dall'esperienza del credente divenuto poeta; la teologia ineccepibile si riveste della bellezza e dell'emozione della lirica. La fides direbbe sant'Ambrogio si fa canora. Del resto, di l dagli inni letterariamente poetici, un diffuso soffio di viva poesia pervade e anima tutta la composizione dell'ufficio e della messa in onore del Corpo e del Sangue del Signore, di cui l'Angelico autore, dove largamente si incontrano e si fondono la limpidit e la precisione dell'idea con la vibrazione e l'abbandono del sentimento. All'origine di questa diffusa poeticit si trova la sorgente stessa, a cui attinge tutta questa esuberante composizione, ossia la Scrittura, i cui testi riccamente intessono questo ufficio e questa messa. E, tuttavia, non si tratta di semplici citazioni ripetute fedelmente e opportunamente scelte e collocate: spesso un tocco felice di artista le rimodella e le ricrea, rivestendole di bellezza e di attrattiva nuova. Tutta una poesia biblica si diffonde dalla innumerevole serie di antifone e responsori, che a sua volta la musica e il canto liturgico hanno concorso a esaltare e a rendere ancora pi appassionata e contemplativa. Ma volgiamo qui l'attenzione agli Inni eucaristici dell'Angelico, in cui possibile cogliere, in una variet di intrecci, la storia e la teologia dal linguaggio puntuale, la lode, l'adorazione e l'implorazione. Il mistero del corpo glorioso, e del prezioso sangue (gloriosi corporis mysterium, sanguinisque pretiosi) porta alla memoria di Tommaso anzitutto l'ultima cena, con i tratti di amicizia e di fraternit che l'hanno contrassegnata. Cos egli canta nel Pange, lingua: Dato a noi e per noi nato da una vergine illibata, trascorsa nel mondo la sua vita e sparso il seme della parola, mirabilmente concluse il suo soggiorno. La

Gaetano Gandolfi (1734-1802), Istituzione dell'Eucaristia

Un particolare della cappella della Crocifissione (Bams Photo Rodella per Jaca Book)

sotto il cielo che evocano il sacrificio di Cristo e sottolineano ed esaltano la devozione del popolo ai riti che la Chiesa incoraggia e promuove. importante la collocazione geografica. Sull'altro versante della montagna ci sono i luterani, i calvinisti, gli eretici. I sacri Monti nascono anche come antemurali dell'ortodossia, come baluardo della fede romano-cattolica sulla linea di

menti della sua attuazione. Questa arte popolare perch rivolta al popolo cristiano tutto intero, ai suoi sentimenti e alle sue emozioni primarie, ma coltissimi, esperti di ogni stile e di ogni tecnica, perfettamente aggiornati sui registri della cultura figurativa contemporanea sono gli artisti (architetti, plasticatori, pittori) che operano nei Sacri Monti. A Varallo Gaudenzio non esita a costruire assemblaggi polimaterici, Attraversate le quarantacinque con effetti da Pop Art, come un Raucappelle, sostate di fronte schenberg del Cinai gruppi plastici e pittorici e capirete quecento. Architettuche l'unico strumento utile ra, pittura e scultura giocano insieme inper capire Varallo il cinema crociando e moltiplicando i contestuali confine dell'Europa riformata. Oc- reciproci effetti. Il paesaggio il corre ricordare infatti che la loro percorso accidentato della Via Dolonascita e la loro massima fortuna si rosa che si snoda fra boschi, rocce, collocano fra XVI e XVII secolo, ne- avvallamenti abilmente sfrutgli anni della Controriforma e del- tato come quinta teatrale, come le guerre di religione. moltiplicatore di stupore e di emoInfine c' una cosa che rende zione. Attraversate le quarantacindavvero speciali e degni della tute- que cappelle del Sacro Monte di la dell'Unesco i Sacri Monti italia- Varallo, sostate di fronte ai gruppi ni: mi riferisco al fatto che essi so- plastici e pittorici che via via vi no stati concepiti e realizzati nel- fanno entrare in quella sceneggial'et apicale della nostra storia ar- tura straordinaria che il racconto tistica. della vita Passione, Morte e ResurNegli anni dei Sacri Monti l'Ita- rezione di Cristo, e capirete che lia maestra in Europa nelle arti l'unico strumento utile per capire i figurative come in quelle letterarie Sacri Monti il cinema, un'arte e teatrali, nella musica e nella ar- che insieme supremamente colta chitettura, come nelle tecniche del- e totalmente popolare.

degli angeli che diviene il pane degli uomini (Panis angelicus fit panis hominum) (Lauda, Sion). Da qui la sorpresa ammirazione, che un altro verso esprime con vibrante commozione: O cosa mirabile: il servo, povero e umile, si nutre del Signore (Sacris sollemniis). E, se nascendo Cristo si fatto compagno, e alimento cenando con i suoi, nella morte si offre in riscatto, e si d come premio nel regno (Verbum supernum). Ma al poeta teologo preme precisare con rigore i vari aspetti del mistero eucaristico: la sostanza, la conversione, le specie eucaristiche, la loro frazione, i ministri e quanti ricevono il sacramento. Il Lauda, Sion li fa passare analiticamente: Ai discepoli di Cristo questo dogma consegnato: il pane si trasforma in carne e il Devotamente ti adoro o verit nascosta vino in sangue. Sotto diverse apparenze segni senza che ti celi veramente sotto queste forme sostanza realt sublimi si nascondono: la carne che Il mio cuore tutto a te si sottomette nutrimento, il sangue che poi che a contemplarti bevanda. E, pure, sotto l'una e l'altra specie Cristo si sente tutto venir meno resta tutto intero: non spezzato da chi lo assume, non notte dell'ultima cena, giacendo a infranto, non diviso, viene assunto nelmensa coi fratelli, osservata fedelmente la sua integrit. Lo riceve uno, lo ricecoi cibi rituali la legge antica, dona se von mille: quanto questi tanto quello, stesso in cibo ai dodici. E nel Verbum n assunto consumato. E alla fraziosupernum: Il Verbo celeste, veniente ne del sacramento, non turbarti, ma dal Padre, e sempre alla sua destra, ricorda: tanto Cristo celato nel framportando a compimento la sua opera, mento, quanto lo nella totalit. La giunse alla sera della vita. Uno dei di- realt non patisce divisione, la frazione scepoli lo consegnava ai suoi nemici coinvolge solo i segni, n lo stato si riper esser messo a morte, ed egli si offr duce e neppure la statura di chi simloro in cibo di vita. boleggiato. Lo ricevono i buoni, lo riceE, allo stesso modo, nel Lauda, Sion: vono i cattivi, ma con esito ineguaSolenne celebrato il giorno che ri- le, di vita oppur di morte: di morte per corda la prima istituzione di quest'aga- gli iniqui, di vita per i buoni: vedi pe. Il pane vivo e vitale (panis vivus dunque di una stessa comunione quanet vitalis) nella mensa della santa ce- to l'effetto sia dissimile. na alla compagnia dei dodici fratelli L'inno Verbum supernum focalizzer: senza dubbio fu donato, mentre, in- ai discepoli sotto le due specie don sieme, Cristo dispose che in sua me- la carne e il sangue, al fine di nutrire moria si compisse quello che egli fece con la duplice sostanza tutto l'uomo. nella cena. Quanto ai ministri dell'Eucaristia, Nell'Eucaristia le antiche prefigura- sono unicamente i presbiteri: Ha istizioni si compiono e i vecchi riti sono tuito cos questo sacrificio, di esso incafiniti, e sopraggiunge una realt nuo- ricando i soli presbiteri: a loro incomva: Il pane del cielo porta a compi- be di consumarlo e di elargirlo agli almento le prefigurazioni (dat panis cae- tri (Sacris sollemniis). licus figuris terminum) (Sacris sollemE un'altra sottolineatura degli Inni niis). Esso nei simboli prefigurato: eucaristici di Tommaso e di tutta la quando immolato Isacco, quando sua teologia eucaristica la necessiscelto l'agnello della Pasqua e ai padri t assoluta e imprescindibile della fede: offerta in dono la manna. In questa sola fides. mensa del nuovo re, la nuova Pasqua I sensi giudicano e si fermano secondella legge nuova svuota la Pasqua (il do le apparenze: non sanno andare olpassaggio) antica. La novit fa fuggire tre, non riescono a raggiungere, sotto la vecchiezza, la verit fa dileguare le specie, la presenza della sostanza, l'ombra, la luce dissipa le tenebre cio del Corpo e del Sangue di Cristo. (Lauda, Sion). Vedono giusto solo quanto alle appaDopo la consumazione dell'agnello renze; ma, di l da esse, non sono in che lo adombrava ai discepoli fu di- grado di percepire nulla. Perci detspensato il Corpo del Signore (Post to che essi vengono meno, e falliscono. agnum typicum expletis epulis, / corpus La presenza reale del Signore attedominicum datum discipulis) (Sacris stata unicamente dalla fede, che si posollemniis). ne in ascolto della sua Parola: Il VerE, cantando l'istituzione dell'Eucari- bo fatto carne con la sua parola rese la stia, l'Angelico illustra il suo mistero. propria carne pane vero, mentre il viL'Eucaristia il ricordo della morte no diventa il sangue di Cristo; che, se i di Cristo. In uno dei suoi versi pi ap- sensi si smarriscono, la sola fede basta passionati egli esclama: O memoriale a rassicurare il cuore sincero. La fedella morte del Signore (O memoriale de sopperisca all'infermit dei sensi mortis Domini) (Adoro te). Essa il (praestet fides supplementum sensuum corpo glorioso (gloriosus corpus) e il defectui) (Pange, lingua). La fede arprezioso sangue (sanguis pretiosus) dimentosa, di l dall'ordine naturale, (Pange, lingua). Il tema speciale del conferma quello che non comprendi e suo canto dichiara il poeta il quello che non vedi (Lauda, Sion). pane vivo e vitale (Laudis thema spe- La vista, il tatto, il gusto non ti avcialis, panis vivus et vitalis), il pane vertono: si crede senza esitazione solo

L'Eucaristia il memoriale della per quello che l'udito ha ascoltato. Credo a tutto quello che il Figlio di morte del Signore. La definizione di Dio ha asserito: nulla pi vero della Tommaso diventa una piissima esclamazione: O memoriale della morte parola di verit (Adoro te). Il Corpus Domini sorto come festa del Signore, pane vivo e fonte di vita speciale dedicata al culto e all'esalta- per l'uomo (O memoriale mortis Domini, zione del Corpo e del Sangue di Cri- / panis vivus vitam praestans homini). Memoriale della morte e pane vivo, sto, ed esattamente l'invito alla lode e all'adorazione che ricorre negli Inni del quale si domanda di vivere per eucaristici di san Tommaso. Cos nel sempre e di gustare la dolcezza, l'EuPange, lingua: Canta, o lingua, il mi- caristia anche sangue che fluisce dal stero del corpo glorioso e del prezioso petto squarciato di Ges, assimilato a sangue, effuso, per riscattare il mondo, un pio pellicano e invocato a purificadal re delle genti, frutto di un grembo re dall'immondezza: un sangue tanto generoso. Prostrti, veneriamo un prezioso, di cui anche una sola goccia cos grande sacramento (Tantum ergo sarebbe bastata a salvare da ogni delitto il mondo intero: Donami di vivere sacramentum veneremur cernui). La memoria dell'istituzione dell'Eu- sempre di te, e di non cessare mai di caristia e l'adorazione del Corpo e del assaporare la tua dolcezza (Praesta Sangue del Signore si accompagnano e mihi semper de te vivere, / et te mihi semsi alternano negli Inni di san Tomma- per dulce sapere). Pio pellicano, Ges so con una intensa e calda implorazio- Signore, mondami col tuo sangue nella ne: Ti chiediamo, o Dio trino e uno: mia impurit: una sua sola goccia bacome noi ti onoriamo, cos vieni a visi- sterebbe a salvare da ogni crimine il tarci, e sulle tue vie sii guida alla mta mondo intero. Soprattutto gli ultimi devoti e comcui tendiamo: alla luce che tu inabiti mossi accenti rivolti personalmente a (Sacris sollemniis). O Ges, Pastore buono, veramente Cristo rivelano in tutto il suo incanto e pane, abbi di noi piet: sii tu a pasco- la sua emozione la poesia eucaristica larci e a custodirci; facci tu vedere il di san Tommaso teologo e mistico del bene nella terra dei viventi. Tu, che Corpo e del Sangue del Signore. La conosci tutto e tutto vali, che qui pasci tradizione non conosce elevazioni eunoi mortali, rendi i tuoi commensali di caristiche pi devote e pi belle di quaggi, i coeredi e i compagni dei queste e si comprende perch la Chiesa le abbia assunte ancora le usi per cansanti cittadini (Lauda, Sion). Ma soprattutto nell'Adoro te devote tare la propria adorazione e il proprio la lode al Corpo e al Sangue del Si- fervore. O Ges, che ora scorgo ancor gnore mirabilmente si fonde in appas- velato, quando si avverer quello di sionata e lirica preghiera. La sacra cui ho tanta sete? Cio di contemplarti dottrina del teologo, tutta intrisa di apertamente e quindi di essere beato Scrittura, e la vena ispirata del poeta nella visione della tua gloria (Ihesu, si fondono con la devozione accesa del- quem velatum nunc aspicio, / quando fiet l'orante, quasi con lo spasimo del mi- illud quod tam sicio? / Ut te revelata cerstico, che parla dall'abbondanza del nens facie, / visu sim beatus tuae glocuore e che brama di vedere Cristo di riae). l dai veli e dai nascondimenti del sacramento. O Ges, che ora scorgo ancor velato L'inno stato definito una di quelle composizioquando si avverer ni armoniose e geniali, insieme ricche e semplici, quello di cui ho tanta sete? che sono servite, pi di Cio di contemplarti apertamente molti libri, a formare la piet cattolica (Wilmart). e quindi di essere beato Poema teologico, accunella visione della tua gloria ratamente strutturato nel ritmo e nelle assonanze, , insieme, tutta una invocazione personale a Ges nell'Eucaristia: Per altro, questi versi rivelano il senDevotamente ti adoro, o verit na- so e l'esito della teologia e del lavoro scosta, che ti celi veramente sotto que- teologico di Tommaso, che nella conste forme. Il mio cuore tutto a te si clusione della sua vita sentiva e giudisottomette, poi che a contemplarti si cava tutti i suoi scritti come paglia. sente tutto venir meno (Adoro te devote, Egli era impaziente che tutto l'enuntialatens veritas, / te quae sub his formis ve- bile, tutto il castello dei concetti si conre latitas. // Tibi se cor meum totum su- vertissero e sfociassero alla res, alla bicit, / quia te contemplans totum deficit). realt. Ma questa la sete di ogni creLa non visione di Cristo, che nel- dente, cui la Rivelazione, grazie allo l'Eucaristia assoluta, non deve atte- Spirito, abbia confidato i segreti di nuare l'adesione; la deve, anzi, accre- Dio: lo prende l'accoramento di vedescere, suscitando l'abbandono confi- re Cristo e in lui di vedere Dio. Com' dente del ladro in croce o la confessio- detto da Dante nella Commedia: Che del diso di s veder n'accora (Purgane dell'apostolo Tommaso, pur nella torio, canto V, 57). mancanza della constatazione e del Cos, per sua natura, dovrebbe semcontatto delle piaghe. pre essere la vera teologia: non quella Le assenze dell'Eucaristia devono in- che si attarda nel sospetto o perde crementare la fede, che d inizio all'in- troppo tempo a dialogare con una cultimit divina, la speranza e l'amore: tura che, mancando della fede, neppuSulla croce era nascosta solo la divi- re pu capire che cosa sia un sapere nit, ma qui occulta anche l'umani- tutto sospeso alla divina Parola. t; e, pure, l'una e l'altra credendo e Se, poi, in tema di Eucaristia oggi professando, chiedo quello che ha im- c' un'urgenza, quella di ridire e di plorato il ladro penitente. Con Tom- ammirare il miracolo e la grazia della maso non ravviso le ferite, e tuttavia ti presenza reale, in virt della transuproclamo mio Dio. Fa' che sempre pi stanziazione, che tanto ha attratto la io creda, che in te speri e che ti ami. mente e il cuore del Dottore Angelico.

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
L'appello dell'arcivescovo di Yangon Charles Maung Bo

gioved 22 maggio 2008

Ciclone in Myanmar La Chiesa chiede aiuti celeri


YANGON, 21. Una catastrofe ambientale che ha causato migliaia di vittime: il ciclone Nargis che ha sconvolto il Myanmar costantemente al centro delle preoccupazioni della Chiesa locale. L'arcivescovo di Yangon Charles Maung Bo ha chiesto alla comunit internazionale aiuti celeri e di mantenere il sostegno alla popolazione, evitando che nel tempo si allenti la rete della solidariet. In una dichiarazione all'agenzia Zenit il presule ha detto: Siamo molto toccati dalla grande dimostrazione di compassione per la gente del Myanmar da parte di tutto il mondo. Sono ormai trascorse due settimane da quando la morte e la distruzione hanno visitato il gi sofferente popolo. E ha aggiunto: Migliaia di senzatetto e di affamati bussano alla nostra porta. Aiutateci ad aiutare queste persone. La loro riabilitazione un lungo viaggio. Il Myanmar non dovrebbe essere dimenticato ancora una volta dal mondo. L'arcivescovo ha sottolineato la difficolt dell'invio degli aiuti e il rischio di ulteriori morti se la macchina dell'assistenza non continuer a funzionare in maniera corretta. Monsignor Bo ha spiegato: Il mondo profondamente preoccupato per le difficolt di accesso al sostegno per le vittime della catastrofe. L'Onu stima che molte migliaia di persone moriranno se il sostegno verr rimandato. La Chiesa locale sta compiendo il massimo sforzo ma non basta: Stiamo esaurendo rapidamente ha evidenziato le risorse. Siamo una Chiesa povera. Il violento ciclone ha danneggiato la maggior parte delle nostre chiese, compresa la cattedrale, gli orfanotrofi, le case religiose, i conventi; ma nonostante tutto questo, la Chiesa ha risposto alle grida di dolore. Il presule ha auspicato in particolare interventi celeri da parte della comunit internazionale: In questa grave situazione la gente lasciata senza mezzi e i bambini diventano orfani e sono profondamente traumatizzati. Confido che sosterrete i poveri del Myanmar in questo momento oscuro di devastazione totale. Abbiamo bisogno di un aiuto molto rapido, sostanzioso, per salvare vite umane. L'arcivescovo ha concluso esprimendo la sentita gratitudine per tutta l'assistenza che viene donata dalla Chiesa universale. I cristiani che vivono in Myanmar affollano le chiese per pregare e offrire denaro per i soccorsi. Recentemente l'arcivescovo di Yangon e l'arcivescovo di Mandalay Paul Zinghtung Grawng hanno concelebrato una messa dedicata alle vittime, con altri tre vescovi e diciannove sacerdoti, nella chiesa di Nostra Signora di Fatima a Yangon. Nell'omelia l'arcivescovo Bo ha detto che importante aiutare le persone pi bisognose colpite dal ciclone senza discriminazioni. La buona novella che Dio uno e che noi siamo una sola cosa. Nella situazione attuale tutti hanno dei problemi, ma dobbiamo aiutare gli altri che ne hanno pi di noi. Le offerte raccolte in occasione della liturgia sono state destinate alle stin Saw Min Thide e i pastori di diverse denominazioni ecclesiali si sono uniti a seicento fedeli partecipando a una cerimonia religiosa nella cattedrale anglicana della Santissima Trinit a Yangon. Alcuni funzionari governativi del ministero per gli affari religiosi hanno assistito al rito assieme alle guide religiose, osservando tre minuti di silenzio in preghiera per i morti. Durante la funzione, inoltre, sono stati cantati inni e letti passi della Bibbia. Gli organizzatori hanno chiesto ai partecipanti di donare denaro ai sopravvissuti per il tramite della Conferenza dei vescovi o il Consiglio delle Chiese in Myanmar. Un'appartenente alla Chiesa Battista a Yangon, Nant Mary, che ha assistito alla funzione religiosa, ha detto che tutti i cristiani sono venuti per pregare per le persone colpite dal ciclone e ha aggiunto: I sopravvissuti devono affrontare una situazione difficile e possono avere problemi psicologici dovuti all'angoscia della loro perdita. Padre Benedict Htay Lwin, coordinatore dell'ufficio per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale in Myanmar, ha espresso preoccupazione per la mancanza di cibo e ha aggiunto di pregare specialmente per i sopravvissuti che vivono molto lontano dalle citt e che potrebbero non essere raggiunti dai soccorsi.

Il no dei vescovi iracheni alla condanna a morte di uno dei rapitori di Rahho
BAGHDAD, 21. Monsignor Rahho non avrebbe accettato una simile sentenza. I principi cristiani affermano che non consentito condannare a morte nessuno e ci invitano al perdono, alla riconciliazione e alla giustizia: lo ha affermato il vescovo ausiliare di Babilonia dei Caldei, Shlemon Warduni, commentando la condanna a morte inflitta dalle autorit irachene ad Ahmed Ali Ahmed, leader di Al Qaeda coinvolto nel rapimento e nelluccisione dellarcivescovo di Mossul dei Caldei, Paulos Faraj Rahho. La Chiesa irachena persegue la pace, la sicurezza e la riconciliazione del Paese ha sottolineato il presule, che fa da portavoce al cardinale Emmanuel III Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei tutte cose per le quali si speso in vita monsignor Rahho e per le quali continuiamo a lavorare. Fra l'altro, secondo il vescovo ausiliare, si registra attualmente un qualche miglioramento della situazione in Iraq: Anche a Mossul afferma la gente dice che va un po' meglio. La speranza che duri nel tempo e che Al Qaeda venga sconfitta. Dal canto suo l'arcivescovo di Kerkk dei Caldei, Louis Sako, ha tenuto a sottolineare la contrariet della Chiesa alla pena capitale: La violenza non deve chiamare altra violenza ha detto , siamo per la della prigionia. La notizia della condanna di Ahmed Ali Ahmed stata data domenica scorsa dal portavoce del Governo, Ali al-Dabbagh. Il condannato, si legge in un comunicato ufficiale, uno dei capi del braccio iracheno di Al Qaeda, gi ricercato dalla giustizia per il suo coinvolgimento in numerosi crimini compiuti contro il popolo iracheno. stato condannato a morte in base allarticolo 4.1 della legge irachena contro il terrorismo. Nel comunicato non si precisano la data e le circostanze dellarresto, n la nazionalit del condannato, n tanto meno il giorno dell'esecuzione. La condanna a morte di Ahmed Ali Ahmed ci lascia molto perplessi ha commentato monsignor Philip B. Najim, procuratore a Roma del patriarcato di Babilonia dei Caldei e visitatore apostolico per i fedeli caldei in Europa subito dopo lomicidio il Governo iracheno annunci larresto di tre fratelli che, disse, avevano filmato lintera operazione del rapimento. Poi non se ne saputo pi niente. Oggi ci comunicano che un altro uomo, diverso da quelli indicati, stato condannato a morte. I valori della nostra fede sono contrari alla pena di morte e il fatto che le indagini sullomicidio siano state compiute tenendo alloscuro lopinione pubblica ha concluso Najim non lascia ben sperare.

opere di soccorso, molte delle quali vanno in aiuto delle persone che vivono nell'area del delta del fiume Irrawaddy in cui vi sono stati pi morti e danni. Entrambi gli arcivescovi hanno visitato i sopravvissuti al ciclone nel delta del fiume, constatando personalmente la gravit della situazione. Anche in altre chiese cattoliche e protestanti di Yangon si pregato per le vittime e i sopravvissuti e sono state fatte delle collette speciali per sostenere i soccorsi. Il vescovo ausiliare di Yangon Ju-

giustizia ma non per la pena di morte. La sentenza stata emessa dai giudici del tribunale penale centrale che accusano Ahmed Ali Ahmed, meglio conosciuto con il nome di Abu Omar, di essere coinvolto nel sequestro e nella morte di Rahho, rapito il 29 febbraio e ritrovato senza vita il 13 marzo. Sul corpo dell'arcivescovo non furono trovati segni di colpi darma da fuoco ma il decesso, secondo il clero iracheno, stato diretta conseguenza

Aiuto ai popoli tribali di Davao del Sur contro lo sfruttamento minerario intensivo

Diocesi filippine in difesa dell'ambiente


KORONADAL CITY, 21. Le diocesi di Marbel, Kidapawan e Digos, che si trovano in Mindanao, la maggiore isola nel sud delle Filippine, coordinano le loro azioni per proteggere le popolazioni tribali dallo sfruttamento intensivo delle ricchezze minerarie che si trovano nelle loro aree. Il vescovo di Marbel, monsignor Dinualdo D. Gutierrez, ha preparato un documento di protesta contro gli scavi iniziati nelle vicinanze della citt di Kiblawan, nella provincia di Davao del Sur. Nel testo redatto dal prelato si legge che ci opponiamo a questo sfruttamento su larga scala dei giacimenti di oro e di rame perch ci comporta un danno ambientale irreversibile. Alcuni organi d'informazione filippini seguono con attenzione da oltre tre anni la vicenda che oppone i diritti delle popolazioni indigene di Mindanao ai piani di sfruttamento delle risorse minerarie predisposti da grandi aziende multinazionali. Il maggior sito di sfruttamento minerario si trova in un'area che forma il bacino idrografico dei cinque corsi d'acqua principali della regione del Davao del Sur. Quindi comprensibile come gran parte della popolazione locale sia fortemente preoccupata per le possibili conseguenze ambientali nel caso che i progetti di sfruttamento siano portati a pieno compimento. Il messaggio del vescovo Gutierrez viene letto in tutte le parrocchie delle tre diocesi in occasione delle messe domenicali. Copie dello stesso vengono inviate anche ai dirigenti delle aziende minerarie e alle autorit governative. Padre Cornelio Toraja del centro di azione sociale della diocesi di Digos ha tenuto un incontro il 24 aprile con i rappresentanti delle popolazioni tribali della sua diocesi per decidere insieme le azioni di protesta contro i piani di sfruttamento minerario. L'obiettivo quello di interessare del problema anche gli esponenti dei governi municipali e stabilire con loro un codice ambientale per impedire lo sfruttamento intensivo delle risorse minerarie senza le necessarie garanzie d'impatto ambientale. Padre Romeo Catedral, responsabile del centro di azione sociale nella diocesi di Marbel, propone una impostazione alternativa al problema dello sfruttamento delle risorse minerarie: invece di affidarlo a grandi aziende multinazionali, si potrebbero creare consorzi di imprese pi piccole a carattere locale. Se attuato, questo piano potrebbe non solo assicurare una distribuzione pi equa dei profitti derivati dall'estrazione dei metalli ma anche garantire il rispetto di un codice ambientale in quanto sarebbe interesse dei piccoli imprenditori locali non distruggere le risorse del territorio in cui essi stessi vivono. La protesta contro i piani di sfruttamento intensivo delle risorse minerarie da parte delle grandi imprese multinazionali iniziata nel maggio del 2005. Circa cinquemila persone si riunirono allora a Tampakan Town per dar vita a un movimento per la protezione dell'ambiente con la collaborazione di organizzazioni di volontariato cattolico. Nell'aprile del 2006 si tenuto un secondo raduno di protesta nella stessa citt con un numero di partecipanti quasi raddoppiato. Le ragioni delle multinazionali vengono difese dal manager Roy D. Antonio, coordinatore del consorzio minerario filippino le cui quote proprietarie sono divise tra governo di Manila e imprese australiane e svizzere. Secondo il manager, gli accordi con i leader delle popolazioni tribali furono sottoscritti nel 2003 con l'assistenza di rappresentanti della Commissione nazionale per le popolazioni indigene che tradussero i patti nelle lingue locali e spiegarono al consiglio degli anziani di ciascun gruppo le clausole dell'accordo. Secondo il responsabile del Dipartimento governativo per l'ambiente e le risorse minerarie, lo sfruttamento delle risorse minerarie della regione di Tampakan viene classificato come uno dei ventiquattro progetti prioritari per lo sviluppo dell'economia nazionale. I leader dei gruppi tribali chiedono ora di rinegoziare i patti con le aziende minerarie che avevano precedentemente sottoscritto. Essi affermano che quando furono contattati dai manager del consorzio minerario vennero a loro spiegati solo i vantaggi economici dell'accordo e neppure furono accennati i problemi di tipo ambientale che lo sfruttamento del sottosuolo avrebbe comportato. Inoltre il valore finanziario dell'accordo allora sottoscritto risulta adesso incredibilmente al di sotto del valore di mercato dei preziosi metalli che si intendono estrarre.

Un incontro interreligioso delle Chiese coreane

Confronto sulla eco-spiritualit a Seoul


SEOUL, 21. Diversit di Eco-Spiritualit nel cristianesimo il tema del dibattito svoltosi nella cattedrale di Myeongdong, a Seoul, al quale hanno preso parte esperti cattolici, ortodossi e protestanti. Gli oltre duecento partecipanti hanno discusso e dibattuto di problemi ambientali e riesaminato l'eco-spiritualit nelle rispettive tradizioni. L'incontro stato organizzato congiuntamente dal comitato per la promozione dell'unit dei cristiani e del dialogo interreligioso della Conferenza episcopale coreana (Cbck), dal comitato per l'unit ecclesiale del consiglio nazionale delle Chiese in Corea e dalla Chiesa ortodossa. La promozione di una eco-spiritualit cristiana in Corea esige sforzi di inculturazione che impegnino le tradizioni religiose e culturali coreane antiche, che possiedono marcate caratteristiche ecologiche. Il vescovo ausiliare di Kwangju, monsignor Hyginus Kim Hee-joong, accogliendo i partecipanti, ha affermato che il degrado ambientale aumentato e che si preoccupati per le reazioni estreme della natura. Secondo il vescovo, le persone sentono istintivamente che il recente ciclone e il terremoto che si sono abbattuti rispettivamente sul Myanmar e sulla Cina sono in qualche modo legati alla crisi ambientale. Padre Frances Lee Dong-hun, della Chiesa protestante, ha osservato che il Paese sta affrontando molte sfide legate alla natura e all'ambiente. Come modelli di eco-spiritualit il sacerdote ha citato le tradizioni benedettina e quella francescana. Padre Lee ha ammesso che nella tradizione protestante difficile trovare un'eco-spiritualit. Suor Theoxeni della Chiesa ortodossa ha affermato che la teologia e la tradizione ecclesiale considerano l'inquinamento ambientale non solo come distruzione della natura, ma anche come rifiuto dell'uomo di santificare il mondo. Anche la badessa del Santo Convento di Chrysopigi, in Grecia, ha affermato che la sua Chiesa considera chiunque incendi deliberatamente un bosco o una foresta colpevole di peccato imperdonabile e punibile con la scomunica. Il vescovo ausiliare di Kwangju ha affermato che i problemi sono cominciati quando le persone hanno abbandonato uno stile di vita in armonia con la natura e hanno scelto comodit egoistiche e una competizione infinita. Dovremmo essere noi per primi a modificare la nostra mentalit e il nostro stile di vita per risolvere correttamente i problemi ecologici. In tal senso, spero che questo incontro sar un piccolo passo verso la tutela ambientale e la promozione di un'ulteriore cooperazione fra le Chiese.

gioved 22 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 7

Il presidente della Conferenza episcopale di Albania parla dell'impegno della Chiesa per aiutare coloro che lasciano il Paese

Non criminalizzare un popolo ma restituirgli speranza


di NICOLA GORI In una societ che rischia di diventare sempre pi anonima, nella quale il consumismo sta lacerando i valori familiari che ne costituiscono il tessuto fondamentale, il Vangelo ha una parola di verit e di speranza da offrire a tutti i cittadini dell'Albania. quanto afferma monsignor Rrok Kol Mirdita, arcivescovo di Tiran-Durrs e presidente della Conferenza episcopale albanese, nell'intervista rilasciata al nostro giornale alla vigilia della visita ad limina Apostolorum. La vera sfida che la Chiesa in Albania deve affrontare di tipo eminentemente sociale. Il popolo a fatica riesce a riconquistare una sua identit precisa e si deve confrontare con problematiche che spesso lo allontanano dalla dimensione religiosa. Quali risposte si possono dare a questa problematica? Sono d'accordo: la sfida pi seria che la Chiesa in Albania sta affrontando di tipo sociale. una sfida che si pu analizzare nei diversi problemi di natura sociale. Il Paese, che meno di venti anni fa era ermeticamente chiuso a ogni contatto con il resto del mondo, tutto a un tratto si accorto di far parte di un Continente che viveva in una prosperit inimmaginabile per gli albanesi. E non ci meravigliamo se la prima cosa che l'Albania ha appreso dal suo contatto con l'occidente stato il consumismo, che, nelle parole di Francis Fukuyama, si mostrato pi potente del Manifesto comunista. Ma questo vangelo del consumismo ha aperto le strade ad altri problemi imprevedibili. Molti albanesi durante questi ultimi quindici anni si sono arricchiti, ma molti poveri sono diventati pi poveri. Altrettanto serie sono le ripercussioni sulla vita familiare: evangelizzata dalla cultura consumista, la famiglia albanese sta perdendo quella unit che le era caratteristica, insieme alla sua peculiarit di focolare di amore, di apertura e di ospitalit verso i pi bisognosi. In altre parole, la societ albanese sta rischiando di diventare sempre pi anonima. Il cristianesimo ha un messaggio particolarmente importante per questa situazione. L'uomo trova se stesso mentre incontra l'altro. Nessun cristiano ha il diritto di dire, come Caino: non mi interessa dell'altro. La famiglia cristiana ben consapevole che fa parte di una famiglia pi grande. Poi anche l'escatologia cristiana ha una grande rilevanza per un Paese come il nostro. Il cristiano sa che cittadino di quella patria dove non ci sar pi morte n lutto n pianto n dolore. Ma, allo stesso tempo, ben consapevole del suo dovere di impegnarsi per una societ pi giusta, pi fraterna, pi pacifica. Questi valori, che sono i valori della citt secolare, sono, in realt, profondamente e tipicamente cristiani. Sono i valori che possono creare un'Albania migliore. La prima conseguenza di questo stato di cose si ripercuote sulle nuove generazioni. I giovani sono costretti a cercare nuove speranze di vita in altri Paesi, ma spesso restano vittime di persone senza scrupoli e cadono nella rete della prostituzione o diventano manovalanza della criminalit organizzata. Come pu aiutarli la Chiesa? Purtroppo, il sogno di tanti giovani albanesi proprio quello di partire per l'estero. Questo brutto sogno una conseguenza del consumismo. Difatti, molti giovani vengono a conoscenza del nuovo mondo, attraverso canali culturali e mediatici come la televisione. Sono abbagliati dai supermercati, dai night club, dall'uomo che produce e consuma, che si diverte. Insomma, un mondo da invidiare, un paradiso terrestre. Quando, poi, si trovano all'estero, si accorgono che non cos semplice, che spesso devono lottare e sono costretti a fare tutto quello che possibile per sopravvivere. Come Chiesa, noi li stiamo aiutando in diversi modi. Prima di tutto, insegnando loro ad amare la propria patria, per essere artefici di un'Albania migliore. Questo dovrebbe essere il loro ideale. Il messaggio di Benedetto XVI nella sua enciclica Spe salvi mi sembra di particolare significato per i giovani albanesi. Molti di loro hanno perduto l'autostima, che pu dare senso alla loro vita. Siamo impegnati a predicare il Vangelo della speranza. Non la speranza utopista che crea un ottimismo ingenuo, ma la speranza che nata sul Calvario. D'altra parte, come ha detto il Papa nell'enciclica Deus caritas est, la Chiesa non pu sostituire il governo, n assumere i doveri del governo! L'ondata di intolleranza contro gli albanesi suscitata nei Paesi di immigrazione dai comportamenti delinquenziali di alcuni ha provocato un flusso di ritorno in patria. Con quali conseguenze? Tra le centinaia di migliaia di albanesi che sono andati all'estero ci sono molti che disperatamente cercavano a ogni costo di arricchirsi nel pi breve tempo possibile. Questo ha dato loro l'occasione per farsi strada con ogni mezzo possibile, lecito o illecito, anche, per esempio, vendendo il proprio corpo, come nel caso delle prostitute. Per siamo molto rammaricati e dispiaciuti, ogni volta che si generalizza, giudicando ogni albanese come delinquente o prostituta. Niente pu ferirci di pi. Per mezzo della Caritas Albania, la Chiesa aiuta molti albanesi che ritornano nella loro patria a reinserirsi in modo dignitoso nel loro ambiente. In modo particolare, aiuta le ragazze costrette a prostituirsi all'estero: queste trovano grandissime difficolt al rimpatrio, perch molto spesso neanche le loro famiglie di origine sono disposte ad accoglierle. Questo impegno svolto da alcune suore e dal personale della Caritas molto delicato e talvolta anche molto rischioso. Come pu la Chiesa contribuire alla creazione di una societ in grado di provvedere allo sviluppo del suo popolo? La nostra religione una festa: la festa dell'uomo. Proclamando Ges, noi proclamiamo la dignit insostituibile dell'uomo, di ogni uomo. Il mistero del Verbo incarnato ci assicura che in ogni uomo c' l'immagine di Colui che diventato come noi. E Ges continua a ricordarci che presente nell'affamato e nell'assetato, nel nudo e nel malato. Benedetto XVI ci ha ricordato, nella Deus caritas est, che l'opera caritativa della Chiesa non una semplice appendice al suo ministero, ma appartiene essenzialmente alla sua natura come Chiesa che serve. Questa opera caritativa non si limita a dare il pane a chi affamato, ma vuole anche insegnare all'individuo come adoperare bene i talenti datigli dal Signore. Quali sono i settori che impegnano di pi la vostra attivit pastorale? Naturalmente quello dell'evangelizzazione. Bisogna ricordare che abbiamo cominciato da zero. Il comunismo in Albania aveva messo Dio e la religione in una tomba. Solo dalla fine del 1990 diventato possibile parlare di nuovo liberamente di Dio. Grazie agli sforzi di tanti missionari e del clero locale, oggi abbiamo la consolazione di aver formato tanti laici e laiche come catechisti. Ma l'evangelizzazione rimane l'impegno principale della Chiesa, specialmente per il fatto che molte sette hanno messo piede nel Paese, approfittando dell'ignoranza religiosa del nostro popolo dopo quasi mezzo secolo di comunismo ateo. Come procede il dialogo con i musulmani? L'Albania pu andare fiera del fatto che i rapporti interreligiosi sono ottimi al suo interno. Come sottoline Giovanni Paolo II, l'Albania offre un esempio a tantissimi Paesi per i buoni rapporti tra le diverse religioni. I musulmani vengono da noi per gli auguri del santo Natale e della Pasqua. Da parte nostra, andiamo da loro, per ricambiare gli auguri in occasione delle loro principali feste. Pochi mesi fa stato costituito il Consiglio albanese interreligioso, che ha come scopo non la semplice tolleranza che non stata mai un problema in Albania ma anche quello di trovare nuovi campi per una collaborazione. La beata Madre Teresa un vanto della vostra terra. Che traccia hanno lasciato sul vostro popolo la sua figura e la sua opera? Non c' albanese che non si senta orgoglioso di Madre Teresa! La sua beatificazione stata occasione per molte celebrazioni in Albania, non solo da parte della Chiesa, ma anche da parte dello Stato e di tante organizzazioni non religiose. Il suo contributo principale alla societ albanese, secondo il mio parere, triplice: la scoperta della dignit insostituibile di ogni uomo, indipendentemente dalla suo nazionalit, religione, colore della pelle, o classe sociale; la sacralit della vita, fin dal primo momento del concepimento: un messaggio importante per una societ che giustifica l'aborto anzi talvolta lo incoraggia; infine, la dignit della donna. Quale contributo offrono alla Chiesa locale i religiosi e le religiose all'evangelizzazione e alla promozione umana? I principali artefici dell'opera di evangelizzazione in Albania sono appunto i religiosi e le religiose, che fanno largo uso di nuovi testi come pure di mezzi audiovisivi. Per quanto riguarda la promozione umana, contribuiscono in vari modi. Prima di tutto nel campo educativo. L'educazione per l'Albania la priorit delle priorit. Molte scuole, di ottimo livello, sono gestite dai religiosi e dalle religiose. Abbiamo anche un'universit gestita dai Concezionisti. Poi, nel campo sanitario, molte suore sono impegnate con ambulatori e cliniche. da menzionare anche l'emancipazione della donna. La presenza e la missione delle suore ha contribuito molto in questo campo. E la Caritas nazionale e le Caritas diocesani lavorano in diversi modi per la promozione umana in Albania.

Concattedrale di Tiran-Durrs dedicata al Sacro Cuore di Ges

Una fede temprata La travagliata dalle persecuzioni storia del Paese


Il cristianesimo giunge in Albania a partire dall'et apostolica. Si presume che sia stato proprio san Paolo a evangelizzare alcune zone. Nel 58 in Durazzo c' gi un vescovo, san Cesare. Nel IV secolo il Paese conta cinquanta sedi vescovili. Nel 395 l'Albania entra nell'impero d'Oriente: una parte del territorio rimane legata a Roma, l'altra passa a Bisanzio. Nei secoli X-XIII l'Albania viene conquistata da veneziani, bulgari, serbi, svevi. Nel XV secolo gli ottomani invadono il Paese. Dal 1443 al 1468 ad essi si oppone Giorgio Castriota Scanderbeg, eroe nazionale cristiano. Dal 1478 gli ottomani sottomettono l'intera Albania e comincia il processo di islamizzazione. Nei secoli XVII-XVIII l'islam si consolida. Nel XIX secolo diminuiscono le persecuzioni contro i cristiani. Con il conseguimento dell'indipendenza, nel 1912, terminano le apostasie dal cristianesimo. Negli anni 1939-1944 con l'invasione italiana, la Chiesa cattolica ottiene pari diritti con le altre comunit. Nel 1945 comincia il periodo di persecuzione antireligiosa. Nel III secolo prima di Cristo, l'Albania fa parte del regno illirico. Nel 229 inizia la conquista del Paese da parte dei romani. Il nome del Paese citato per la prima volta nella met del II secolo nella Geografia di Tolomeo. Nel 395 assegnato all'impero romano d'Oriente. Negli anni 917-1019 viene annesso al regno dei bulgari. Successivamente il territorio riconquistato dai bizantini. Dal 1204 al 1230 sono i veneziani a occuparlo. Nel 1259 tornano i bizantini. Nel 1296 la Serbia conquista i territori all'interno. Con la battaglia in Fush-Kosov del 1389 gli ottomani fanno cessare l'influsso serboslavo nel Paese. Dal 1443 al 1468 Scanderbeg guida la rivolta nazionale contro gli ottomani. Nel 1878 l'Albania divisa tra i Paesi confinanti. Alla scoppio della prima guerra balcanica del 1912, viene proclamata l'indipendenza. Negli anni 1924-25 diventa repubblica. Nel 1939 l'Italia invade l'Albania. Nel 1946 proclamata la repubblica popolare. Negli anni 1990-91 avvengono le prime elezioni libere della storia.

I gruppi presenti nella Basilica Vaticana e nell'Aula Paolo VI


All'udienza generale di mercoled 21 maggio 2008 nell'Aula Paolo VI, erano presenti i seguenti gruppi: Da diversi Paesi: Delegazioni di Ufficiali Superiori riuniti presso l'Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze, di Roma; Imprenditori del settore zootecnico partecipanti a un Congresso internazionale; Religiose partecipanti al Corso promosso dalla Pontificia Facolt di scienze dell'educazione Auxilium, di Roma; Suore Missionarie della Consolata. Dall'Italia: Novizi dei Frati Minori Cappuccini; Seminaristi del Seminario regionale pugliese Pio XI, di Molfetta; Fedeli dall'Albani o immigrati in Italia, in occasione della Visita ad Limina Apostolorum dei Vescovi Albanesi; Gruppi di Fedeli dalle Parrocchie: Sant'Urbano, in Preganziol; Santi Gervaso e Protaso, in Buccinasco; Decanato di Varese San Paolo, in Prato; San Biagio, in Figline Valdarno; San Paolo e Santa Barbara, in Ribolla; San Marco, in Pescara; Santissimo Salvatore e San Nicola, in Morro d'Oro; San Sisto, in Perugia; Santa Maria Maggiore e Santissima Trinit, in Cerveteri; San Giuseppe Lavoratore, in Formia; Maria Santissima Liberatrice dai flagelli, in Boscoreale; Ave gratia plena, in Piedimonte Matese; Santa Maria di Campanile, in Frasso Telesino; Santa Maria delle Grazie, in Lavorate di Sarno; San Biagio, in Ottati; Santissima Trinit, in Tramutola; San Lorenzo, in Cerisano; Santa Maria della Grotta, in Praia a Mare; Maria Santissima Annunziata, in Acireale; Ufficiali, Sottufficiali e Allievi dell'Accademia della Guardia di Finanza, di Roma; Gruppo Mobilieri Ponsacco Calcio; Cassa Rurale di Monastier e del Sile; Centro di emodialisi, di Sessa Aurunca; Centro Lina Lanteri, di San Remo; Gruppo Giovani CISL, di Milano; Gruppo folk 0 Marenariello, di Maiori; Gruppi di Studenti: Istituto Enrico Fermi, di Empoli; Istituto Giovanni XXIII, di Isernia; Istituto Pascoli, di Muro Lucano; Istituto Prampolini, di Borgo Bainsizza di Latina; Istituti Filippin, di Paderno del Grappa; Scuola Santa Maria Capua Vetere, di Andria; Scuola Santa Luisa de Marillac, di Grugliasco; Scuola elementare di Scordia; Scuola elementare Fiazza, di Melegnano; Circolo San Nicol Politi, di Adrano; Circolo Giusti, di Taranto; Gruppi di Fedeli da: Fiumedinisi, Saltara, Feltre, Pedavena, Padova, Roma, Villafranca di Verona, Adria. Coppie di Sposi novelli. I polacchi: Pielgrzymki z parafii: Miosierdzia Boego z Poznania, Najwitszego Serca Pana Jezusa z Krakowa-agiewnik, Najwitszego Serca Pana Jezusa z Winiewa koo Siedlec, w.Andrzeja z Awelinu z Radomyli koo Siedlec, witych Apostow Piotra i Pawa z Gostyni lskiej w archidiecezji katowickiej, Matki Boej Racowej z Kamiennej Gry w diecezji legnickiej, witego Krzya z Kozienic w diecezji radomskiej; Duszpasterstwo Akademickie przy kolegiacie w. Anny w Krakowie; delegacja polskich onierzy zatrudnionych w NATO w Brukseli; pracownicy: Akademii Rolniczej z Poznania, Polskich Kolei Pastwowych Cargo ze Skaryska-Kamiennej i PKP Cargo ze Szczecina, Inco-Veritas z Warszawy, Zakadu Ubezpiecze Spoecznych z Kielc, Zakadu Usug Socjalnych z Sosnowca, Poczty Polskiej z Ostroki i Inspekcji Weterynaryjnej z Krosna; Gimnazjum Towarzystwa Salezjaskiego ze Szczecina; Liceum i Gimnazjum Ksiy Salezjanw z Legionowa; Grupa Szkolna Stowarzyszenia Dewajtis z Cierpic koo Torunia; Nadlenictwo Dbrowa z Borw Tucholskich; Gimnazjum Sistr Urszulanek z Poznania; modzie z Torunia; Gimnazjum Ojcw Somaskw z Torunia; szkoa podstawowa z Otmuchowa; Duszpasterstwo Pielgrzymkowe Apostolos z Czstochowy; pielgrzymi z Nowego Scza i owicza; grupy turyMartha Parishes, Venice, Florida; Pilgrims from John Evangelist Parish, Defiance, Ohio; Pilgrims from Saint Peter Apostle Parish, Islip Terrace, New York; Pilgrims from St. Benedict's Abbey, Atchison, Kansas; Pilgrims from Mother of God Counsel Church, West Babylon, New York; Theology Students from Augustine Institute, Denver, Colorado; Students and staff from Holy Spirit Preparatory School, Atlanta, Georgia; Students and staff from St. Michael's College, Burlington; Students and staff from Auburn University Rome Center; Students from Seton Hall University for Catholic Studies, Newark, New Jersey; A group of pilgrims from Padre Pio Foundation in America, Cromwell, Connecticut; A group of Pilgrims from the Lutheran Theological Seminary, Gettysburg, California. Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppen aus den Pfarrgemeinden St. Martin, Amberg; St. Michael, Aschersleben; Herz Jesu, Batenhorst (aus Anla des 100jhrigen Kirchenjubilums); St. Michael, Berlin; St. Martin, Bonn; St. Martin, Deuerling; St. Franziskus, Dortmund; St. Goar, Flieden; St. Martin, Hutthurm; St. gidius, Krensheim; St. Peter, Manching; St. Mauritius und Heilig Geist, Meerbusch-Bderich; St. Bernhard, Mnchen; St. Johannes, Neumarkt; Allerheiligen, Nrnberg; Zu den Heiligen Engeln, Peine; Christknig, Ruhstorf; St. Marien und St. Stephan, Schmelz; Dompfarrei Mari Himmelfahrt, Speyer; St. Rupert, Traunstein; St. Elisabeth, Wieden; Pilgergruppen aus dem Erzbistum Freiburg; Erzbistum Kln; Bistum Mnster; Bistum Osnabrck; Erzbistum Paderborn; Bistum Trier; Pilgergruppen aus Bad Godesberg; Bonn; Dingolfing; Dresden, Leipzig und Chemnitz; Geschwand; Hadamar und Umgebung; Mietingen und Burgrieden; Mnchen; aus dem Oldenburger Mnsterland; Rehlingen-Siersburg; Stuttgart; Trier und Prm; Wiehl; Lehrer aus der Pfarrei St. Johannes der Tufer, Auerbach in der Oberpfalz; Katholische Brgergesellschaft, Dortmund; Leserreise der Kirchenzeitung Ruhrwort fr das Bistum Essen; Kolpingfamilie St. Johannes Baptist, Essen-Altenessen; evangelische Kirchengemeinde Iserlohn-Hennen; Leserreise der Kirchenzeitung fr das Erzbistum Kln; Freundeskreis der Choralschola Maria Rosa Mystica vom Wallfahrtsort Maria Rosenberg; Familienwallfahrt aus dem Erzbistum Mnchen und Freising; Freundeskreis der Benediktinerabtei Mnsterschwarzach; Familienkreis St. Joseph, Sindelfingen; Evangelisch-lutherische Lukaskirchgemeinde, Zwickau-Planitz; Quartettverein Bocholt; Studienreisegruppe aus Karlsruhe; Bildungswerk Oberschleiheim; Mnnergesangverein Niederlahnstein; Altes Gymnasium, Flensburg; Knabenchor Marianum, Fulda; Berufsbildende Schulen, Leer; Theresia-Gerhardinger-Gymnasium, Mnchen; Ministranten der Pfarrei Mari Sieben Schmerzen, Oberwssen; Mdchenrealschule St. Klara, Rottenburg; Max-Planck-Gymnasium, Trier; Albert-Einstein-Gesamtschule, Werdohl. Aus der Republik sterreich: Bundeshandelsakademie, Waidhofen an der Thaya. Uit het Koninkrijk der Nederlanden: grp pelgrims van de Willibrordtochten. Uit het Koninkrijk Belgi: priester uit het bisdom Gent. De distintos Pases: Hermanas de la Caridad Dominicas de la Presentacin. De Espaa: Grupo de Militares del Ejrcito Espaol. De Venezuela: Grupo de la Universidad catlica Cecilio Acosta, de Maracaibo; Parroquia Nuestra Seora del Monte Carmelo, de Caracas. De Portugal: grupo da Parquia de Guifs. Do Brasil: Parquia de Senhor Bom Jesus, de Limeira; grupos de visitantes.

styczne z odzi, Opola, Poznania, Czstochowy, Warszawy i Bielska-Biaej; pielgrzymi indywidualni. Gruppi di Fedeli da: Croazia, Ucraina, Lituania. De France: Ecole Internationale d'Evangelisation Jeunesse Lumire; Ecole de la Foi, de Coutances; Lyce de filles du Foyer de Charit, de Chateauneuf de Galaure; groupe de plerins de Nice. From various Countries: Members of the Allied Joint Force Command, Naples, with family members. From England: Pilgrims from the Parish of St. Oswald and St. Brendan's, Old Swan, Liverpool; Pilgrims from the Shrine of Our Lady St Mary, Glastonbury; Students from St.

Thomas Aquinas Catholic School, Birmingham.

High

From Denmark: Students and staff from Joseph's Catholic School, Roskilde; Students and staff from Kildebjerg School, Mrkv. From Nigeria: A group of pilgrims from Abuja. From Australia: Pilgrims from the Parish of St Bernadette's, North Sunshine, Victoria; The Australian Youth Choir. From the United States of America: Seminarians from the Diocese of Richmond, Virginia; Pilgrims from St James Catholic Church, Redondo Beach, California; Pilgrims from Prince of Peace Parish, Norton, Ohio; Pilgrims from Saint John and Saint

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
Benedetto
XVI

gioved 22 maggio 2008

invita alla celebrazione della festa del Corpus Domini

La comunicazione della fede nella moderna civilt dell'immagine


Con un invito a testimoniare la fede cristiana nella moderna societ dell'immagine Benedetto XVI si rivolto ai fedeli presenti nell'Aula Paolo VI in occasione dell'udienza generale di mercoled 21 maggio. Dopo aver salutato in italiano alcuni pellegrini raccoltisi nella Basilica Vaticana, il Papa ha raggiunto l'Aula Paolo VI dove ha tenuto la catechesi (ne pubblichiamo il testo in prima pagina) e rivolto parole di saluto ai vari gruppi linguistici.

Nuove nomine episcopali


Le nomine di oggi (cfr Nostre Informazioni a pagina 1) riguardano le diocesi brasiliane di Jardim e di Miracema do Tocantins, affidate rispettivamente a Jorge Alves Bezerra e a Philip Dickmans, e quelle francesi di Laval e di Paris. Alla guida della prima stato chiamato Thierry Scherrer, mentre alla seconda sono stati assegnati due ausiliari: Eric de Moulins-Beaufort e Renauld de Dinechin. 26 giugno 1988 per l'arcidiocesi di Aix. stato cappellano presso la chiesa di San Luigi dei francesi a Roma e, rientrato in diocesi, vice-parroco della cattedrale, professore al seminario, delegato del servizio diocesano delle vocazioni e per la pastorale della salute, collaboratore nelle parrocchie di Bou-Bel-Air e Cabris-Calas, parroco di Puyricard e decano di Aix-Sainte-Victoire. Da luglio 2007 era parroco della cattedrale.

Portugal, e do Senhor Bom Jesus em Limeira, no Brasil: sede bemvindos! Esta peregrinao a Roma encha de luz e fortaleza o vosso testemunho cristo, para confessardes Jesus Cristo como nico Salvador e Senhor da vida: fora d'Ele, no h vida, nem esperana de a ter. Com Cristo, sucesso eterno vida que Deus vos confiou. Para cada um de vs e famlia, a minha Bno! Pozdrawiam pielgrzymw polskich, a zwaszcza studentw z Duszpasterstwa Akademickiego przy Kolegiacie witej Anny w

contro. Domani ricorre la Solennit del Corpus Domini. Vi benedica tutti il Signore Ges presente nell'Eucaristia]. Pdthnfcm $p cthltxybv ghbd$njv lj erhfycmrb ghjxfy. Ljhju$ lhep$, lzre pf dfi d$pbn $, pfrbrfxb dfc enb hfl$cybvb cd$lrfvb hbcnf e dfi$q fnmr$doby$, obhj el$kz dfv kfujckjdtyyz. Ckfdf cece hbcne! [Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini ucraini. Cari amici, vi ringrazio per la vostra visita e,

Chers frres et surs, Je salue les plerins francophones, en particulier les prtres jubilaires du diocse de Gand, ainsi que les jeunes du Lyce du Foyer de Charit de Chateauneuf de Galaure, de l'Ecole Jeunesse Lumire et de l'Ecole de la foi de Coutances. Que la beaut du visage de notre Dieu se reflte toujours sur notre tre et dans notre louange. Avec ma Bndiction apostolique. Dear Brothers and Sisters, I offer a warm greeting to the delegation from the Allied Joint Force Command Naples, together with the members of their families. Dear friends, may your cooperation in the service of peace contribute to a future of hope for coming generations. I also welcome the seminarians from the Diocese of Richmond (U.S.A.) and the many student groups present. I thank the choirs for their praise of God in song. Upon all the English-speaking pilgrims, especially those from England, Denmark, Nigeria, Australia and the United States, I cordially invoke God's blessings of joy and peace. Liebe Brder und Schwestern! Einen herzlichen Gru richte ich an die deutschsprachigen Pilger und Besucher. Das Zeugnis dieses Theologen, Diakons, Predigers und Sngers (Romanus) sporne uns an, immer tiefer in den Reichtum des Glaubens einzudringen und unser Leben danach auszurichten. Dies gilt besonders fr das morgige Fronleichnamsfest, wenn wir das Geschenk der Gegenwart Christi in der Eucharistie betend betrachten und mit Christus auf unseren Straen gehen - als Sinnbild, da wir immer mit Christus auf unserer Strae, auf der Strae des Lebens sein wollen. Dazu erbitte ich euch allen Gottes reichsten Segen. Queridos hermanos y hermanas: Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua espaola, en particular a la peregrinacin diocesana de Mondoedo-Ferrol, con su Obispo, y las Hermanas de la Caridad Dominicas de la Presentacin, as como a los grupos de Espaa, Venezuela, Mxico y otros pases latinoamericanos. Invito a todos a inspirarse en Romano el Meloda para impulsar la comunicacin de la fe precisamente en nuestra civilizacin de la imagen. Muchas gracias por vuestra visita. A minha saudao amiga para todos vs, peregrinos de lngua portuguesa, com meno especial para os grupos paroquiais de Guifes, em

Srdene pozdravujem slovenskch ptnikov z Farnosti svtho Kra zo Sniny. Bratia a sestry, v tomto marinskom mesiaci mji vs chcem zveri Panne Mrii. Ona nech vs sprevdza pri hadan pravho pokoja. S tmto elanm ehnm vs i vaich drahch. Pochvlen bu Jei Kristus! [Saluto cordialmente i pellegrini slovacchi provenienti dalla Parrocchia di Santa Croce in Snina. Fratelli e sorelle, in questo mese mariano di maggio voglio affidarvi alla Madonna. Ella vi accompagni nella ricerca della vera pace. Con questo desiderio benedico voi e i vostri cari. Sia lodato Ges Cristo!]. Radost mi je pozdraviti sve hrvatske hodoasnike, a na poseban nain skupinu iz Splita. Uoi blagdana Presvetoga Tijela i Krvi Kristove, stavljam vam na srce da sa ivom vjerom, zahvalnou i ljubavlju sve vie susreete Gospodina u ovom divnom sakramentu. Hvaljen Isus i Marija! [Sono lieto di salutare i pellegrini croati, in modo particolare il gruppo di Split. Alla vigilia della solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, vi invito di incontrare sempre pi il Signore in questo mirabile sacramento con viva fede, gratitudine e amore. Siano lodati Ges e Maria!]. Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i Seminaristi del Seminario Regionale Pugliese di Molfetta, e li esorto a fondare la loro vita su Ges e sulla salda roccia della sua Parola, per esserne coraggiosi annunciatori agli uomini del nostro tempo. Saluto i fedeli albanesi, qui convenuti in occasione della visita ad limina Apostolorum dei Vescovi dell'Albania, e li accompagno con la mia preghiera affinch il Signore renda fruttuoso il loro impegno di far conoscere Ges Via, Verit e Vita. Saluto gli imprenditori del settore zootecnico, i fedeli della Rettoria Santa Maria di Campanile, in Frasso Telesino e quelli della parrocchia San Sisto, in Perugia. Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio tutti per la vostra presenza e vi incoraggio a seguire con fedelt Ges e il suo Vangelo, per essere cristiani autentici in famiglia e in ogni altro ambiente. Mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, augurando a ciascuno di servire sempre Dio nella gioia e di amare il prossimo con spirito evangelico.

Jorge Alves Bezerra vescovo di Jardim (Brasile)


nato il 23 aprile 1955 a So Joo de Meriti, in diocesi di Duque de Caxias. Emessa la professione nella Congregazione del Santissimo Sacramento stato ordinato sacerdote il 10 agosto 1985. stato vicario episcopale nell'arcidiocesi di Fortaleza, vicario parrocchiale in arcidiocesi di Belo Horizonte, professore nel seminario maggiore So Jos (arcidiocesi di Uberaba), parroco in diocesi di Guaxup, segretario della provincia sacramentina e maestro dei novizi per l'America Latina. Attualmente era vice-provinciale e maestro dei novizi.

Eric de Moulins-Beaufort e Renauld de Dinechin ausiliari di Parigi (Francia)


Eric de Moulins-Beaufort nato il 30 gennaio 1962 a Landau, in Germania, e ha compiuto studi superiori in scienze economiche all'Institut d'etudes politiques di Parigi. Entrato in seminario, ha studiato a Bruxelles, Roma e Toulouse. La tesi di laurea Antropologie et mystique selon Henri de Lubac; l'esprit de l'homme ou la prsence de Dieu en l'homme stata pubblicata. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1991, per l'arcidiocesi di Paris, stato insegnante e direttore del seminario parigino; cappellano ai Collegi Montaigne e Louis Le Grand, ha insegnato alla facolt Notre-Dame ed stato responsabile dei seminaristi della Maison Saint-Roch e parroco di Saint-Paul-Saint-Louis. Dal 2005 era segretario particolare dell'arcivescovo. Renauld de Dinechin nato il 25 marzo 1958 a Lille ed stato ordinato sacerdote il 25 giugno 1988, per l'arcidiocesi di Paris. stato vicario parrocchiale e cappellano in due licei. Entrato nell'Istituto Notre-Dame de Vie ha trascorso un anno nella casa di formazione a Venasque. Delegato diocesano per le vocazioni sacerdotali e religiose, direttore del centro Vocations Ile de France, delegato della Mission Etudiante e cappellano della Sorbonne, ha prestato servizio anche nella parrocchia di St Germaindes-Prs e nella cattedrale St Maclou di Pontoise. Dal 2004 era alla guida della parrocchia B. Federico Ozanam a Cergy, in diocesi di Pontoise, insieme ad altri sacerdoti della Fraternit missionnaire des prtres pour la ville, di cui membro dal 2003.

Philip Dickmans vescovo di Miracema do Tocantins (Brasile)


nato il 4 gennaio 1963, a Herkde-Stad, nella diocesi belga di Hasselt. Ordinato sacerdote il 30 aprile 1990, stato vicario parrocchiale a Genk e ha frequentato la scuola di spiritualit sacerdotale del movimento dei Focolari a Loppiano. Nel 1996 si recato come sacerdote fidei donum nell'arcidiocesi brasiliana di Palmas ove ha svolto vari ministeri fino a divenirne vicario episcopale.

Krakowie. Dziki waszej pomocy dwa lata temu mogem si spotka z polsk modzie na krakowskich Boniach. Z wdzicznoci wspominam to spotkanie. Jutro uroczysto Boego Ciaa. Niech Chrystus obecny w Eucharystii wszystkim wam bogosawi. [Saluto i pellegrini polacchi e in modo particolare gli studenti della Cappellania universitaria della Collegiata di Sant'Anna di Cracovia. Grazie al vostro aiuto, due anni fa ho avuto la possibilit di incontrarmi con la giovent polacca nel parco di Bonie di Cracovia. Conservo nel cuore il grato ricordo di quell'in-

mentre vi esorto a essere gioiosi testimoni di Cristo nella vostra Patria, di cuore vi imparto la Benedizione. Sia lodato Ges Cristo!]. Nuoirdiai sveikinu piligrimus lietuvius ir meldiu, kad veniausioji Mergel Marija nuolat saugot jus ir js eimas. Visiems jums suteikiu savo palaiminim! Garb Jzui ir Marijai! [Rivolgo un cordiale saluto a voi, pellegrini lituani, e volentieri invoco su di voi e sulle vostre famiglie la costante protezione della Vergine Maria. A tutti la mia benedizione! Siano lodati Ges e Maria!].

Thierry Scherrer vescovo di Laval (Francia)


nato il 22 gennaio 1959 a Versailles ed stato ordinato sacerdote il

Il Papa saluta gli immigrati albanesi


La pioggia battente non ha scoraggiato i circa ventimila pellegrini dal partecipare all'udienza generale di mercoled 21 maggio, svoltasi nella basilica di San Pietro e nell'Aula Paolo VI. Tra i tanti, Benedetto XVI ha salutato i duecento fedeli albanesi provenienti sia dall'Albania, sia immigrati in Italia, convenuti in occasione della visita ad limina Apostolorum dei loro vescovi. I fedeli albanesi si riuniranno il 25 maggio nel santuario di Genazzano, dove si svolger l'annuale pellegrinaggio alla Madonna del Buon Consiglio, patrona dell'Albania. Significativa la presenza, tra i numerosi religiosi e religiose, delle suore Francescane della Croce del Libano, guidate da suor Marie Makhlouf, superiora generale. Il motivo della loro presenza la prossima beatificazione, il 22 giugno, a Beirut, di padre Giacomo da Ghazir (1875-1954), fondatore della congregazione e molto venerato in Libano. A questo proposito, le suore hanno presentato al Papa, per una sua benedizione, il quadro che verr esposto nel corso della beatificazione del cappuccino. Autrice del quadro la pittrice Natalia Tsarkova. All'udienza era presente anche il ministro degli Esteri del Canada, Maxime Bernier, che ha ricordato le eccellenti relazioni diplomatiche tra il suo Paese e la Santa Sede. Inoltre, ha riconosciuto a Benedetto XVI un ruolo importante nella ricerca della pace e nella promozione dei valori condivisi. Il ministro Bernier era accompagnato da una delegazione ufficiale e da Donald W. Smith, ambasciatore del Canada presso la Santa Sede.

* * *
Vorrei infine ricordare che domani, solennit del Corpus Domini, alle ore 19, sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano presieder la Messa, cui seguir la tradizionale processione fino a Santa Maria Maggiore. Invito tutti a partecipare a questa solenne celebrazione, per esprimere insieme la fede in Cristo, presente nell'Eucaristia.

Il cardinale Bertone in Ucraina per la beatificazione di suor Wiecka


Sar beatificata sabato prossimo, 24 maggio, la serva di Dio suor Marta Wiecka. Il rito sar presieduto dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, nella cattedrale di Leopoli, in Ucraina. Il cardinale arriver in Ucraina venerd pomeriggio e avr una prima serie di incontri con personalit religiose. La visita in Ucraina si protrarr sino a luned 26. Nei giorni della sua permanenza si intratterr con al comunit greco-cattolica, e incontrer sua beatitudine Volodymyr, metropolita di Kyiv e di tutta l'Ucraina. Domenica al mattino presieder la messa e la processione del Corpus Domini; nel pomeriggio incontrer il presidente dell'Ucraina Viktor Yushchenko. L'incontro con il Primo ministro dell'Ucraina, la signora Yulia V. Timoshenko, previsto per luned a conclusione della visita.

Congresso delle universit cattoliche

Informare nella Chiesa


Promosso dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali si inaugura domani, gioved 22, presso l'auditorium Giovanni Paolo II della Pontificia Universit Urbaniana, il congresso di facolt di comunicazione delle universit cattoliche. L'identit e la missione di una facolt di comunicazione nell'universit cattolica il tema proposto per la riflessione della tre giorni di lavoro il congresso si concluder sabato 24 maggio , il cui obiettivo primario estendere e rafforzare la collaborazione tra il Pontificio Consiglio e le stesse universit cattoliche. Dal sottotitolo del congresso, Uno sguardo al futuro delle comunicazioni insieme a tutta la Chiesa, si delinea l'altro obiettivo dell'iniziativa, cio offrire al dicastero gli elementi necessari a una visione completa della vasta gamma di attivit svolte dalle singole istituzioni, e cercare nuove forme di attivit comuni, che consentano di mettere a frutto tutte le potenzialit e le risorse umane disponibili. Il congresso stato strutturato in modo tale da consentire la maggiore interazione possibile tra i partecipanti, consentendogli di condividere informazioni ed esperienze maturate sul campo. Tra le attese del Pontificio Consiglio c' la speranza che gli scambi e gli incontri informali di questi giorni possano, alla fine, portare allo sviluppo di reti professionali e solidali nella compagine cattolica. La prima giornata di lavoro, aperta dalla relazione sull'attivit del Pontificio Consiglio, sar incentrata sulla conferenza dal titolo: La comunicazione nell'era digitale: come sta cambiando il mondo della comunicazione?. Il relatore in sostanza cercher di orientare la riflessione sulle sfide rappresentate per i comunicatori cristiani, dallo stravolgimento della natura stessa delle comunicazioni imposto dalle nuove tecnologie, tenendo conto sia del contesto laico in cui ci si deve muovere, sia della necessit di comunicare nella Chiesa. La seconda parte della giornata sar dedicata alla ricerca di risposte adeguate attraverso un'attenta analisi del ruolo che le facolt di comunicazione nelle universit cattoliche potrebbero avere in questo quadro. La seconda giornata sar invece dedicata all'identit e alla missione propria delle stesse facolt di comunicazione, nei diversi contesti geografici ed ecclesiali nelle quali sono chiamate a operare, e alla formazione del comunicatore. La terza giornata servir a configurare piani di studio nei quali vedere riflessa la missione specifica delle universit cattoliche nel mondo della comunicazione sociale. Alla fine sar il Pontificio Consiglio a elaborare, in base alle discussioni di queste giornate di lavoro, suggerimenti per sostenere e incoraggiare la missione delle facolt di comunicazione nelle diverse universit cattoliche.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 120 (44.860)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
venerd-sabato 23-24 maggio 2008

Citt del Vaticano

Il Papa ai vescovi albanesi in visita ad limina

Il fenomeno migratorio e l'Europa

Le forze nuove di un cattolicesimo rinato dopo la dittatura


necessaria una pastorale degli emigrati che favorisca il loro inserimento nel contesto sociale dei Paesi di arrivo, senza far venire meno la loro specifica identit etnica e culturale: l'ha evidenziato Benedetto XVI nel discorso rivolto ai vescovi dell'Albania, ricevuti in udienza nella mattina di venerd 23 maggio.

Prevenzione e solidariet
di VITTORIO NOZZA* Il crescente senso di paura e insicurezza va ben oltre i lavavetri, i campi nomadi, il variegato mondo dei rom, travalica confini e frontiere. Gli effetti di un mondo squilibrato e sempre pi collegato sono sotto i nostri occhi, con una crescente globalizzazione anche delle povert che vede a livello planetario trentacinque milioni di profughi, sfollati e rifugiati costretti a lasciare le loro abitazioni, per lo pi spinti da fame e guerra. ormai dunque esigenza comune anche per arginare le sempre pi frequenti derive xenofobe come in questi giorni in Sud Africa quella di una politica ispirata al perseguimento del bene comune per cercare di governare con lungimiranza i processi sociali, senza chiusure, senza paure, con coraggio e preveggenza. Solidariet dunque come principio organizzativo, strutturale della vita sociale, economica e, quindi, politica. Un principio che, coniugato con un concetto di giustizia, d vita, nella logica del diritto, ad azioni in solidum che devono portare a una responsabilit condivisa. Come? Rafforzando, proprio a partire dalle ferite sulle persone e sulle societ, azioni di tutela dei diritti essenziali e fondamentali e riaprendo un confronto sui loro significati. Ricominciando in altre parole a parlare in modo insistente e ostinato di diritto: alla vita, al cibo, all'acqua, per sradicare lo scandalo della fame e della miseria; alla scuola, per impedire meccanismi di esclusione o trappole della povert; alla casa, perch vi siano politiche pubbliche che rappresentino una possibilit per chi non ha reddito; all'ascolto, per chi non tutelato da meccanismi di protezione sociale; a un reddito adeguato per vivere dignitosamente; alla partecipazione, per chi rischia di essere condannato a stare ai margini; al lavoro, non solo come diritto per ogni persona, ma anche come dovere istituzionale, nel tentativo di non creare continua precariet. Senza trascurare il diritto alla salute, alla parit fra uomini e donne, e la sostenibilit ambientale dei nostri modelli di sviluppo. significativo ad esempio che nella stessa Romania, proprio l'impegno per la casa e il lavoro ha consentito l'uscita del 26% di persone, soprattutto bambini, dal mondo della microcriminalit e dell'abbandono (i famosi bambini delle fogne di Bucarest). Declinare queste attenzioni rispetto al tema dell'immigrazione deve indurci pertanto a considerare in modo congiunto una pluralit di aspetti: accordi con gli Stati di provenienza, costruzione di percorsi di pacificazione nei territori del mondo costantemente in conflittualit, gestione e accompagnamento dei flussi, ricongiungimenti familiari, lotta decisa alla criminalit che brutalizza la vita di minori, donne e uomini disperati, progetti di cooperazione e di riduzione o cancellazione del debito, politiche immigratorie sempre pi collocate nel contesto europeo e soprattutto grande, comune e ricco lavoro sull'integrazione. D'altra parte una politica puramente di contrasto, non promozionale n lungimirante, non riuscir mai a ridimensionare traffici, trafficanti, criminalit e tensioni. Anzi contribuisce ad alimentare un pregiudizio culturale, che porta a ritenere gli immigrati di per s una minaccia per le regole fondamentali sancite nella costituzione del Paese che li accoglie. Lo ricordava anche Giovanni XXIII nella enciclica Pacem in terris: L'autorit che si fonda solo o principalmente sulla minaccia o sul timore di pene o sulla promessa e attrattiva di premi non muove efficacemente gli esseri umani all'attuazione del bene comune (n. 28). Perch allora non si mette la stessa determinazione anche nell'organizzazione dei servizi, nell'accoglienza, nell'accompagnamento delle persone, in azioni di integrazione? Una prospettiva infatti per noi certa: le misure pi efficaci per contrastare insicurezza e violenze consistono, come auspicato dalla Commissione Europea, nell'equiparazione la pi ampia possibile degli immigrati ai cittadini nazionali, attraverso l'attribuzione di un'ampia gamma di diritti sociali.
* Direttore Caritas Italiana

Venerati e cari Fratelli, con grande gioia vi accolgo tutti insieme, mentre state compiendo il vostro pellegrinaggio ad Limina Apostolorum. questa un'opportuna occasione per il Successore di Pietro di condividere le fatiche apostoliche che voi affrontate nell'amata terra di Albania. Vi saluto con affetto e vi ringrazio per la spontanea apertura degli animi, con la quale avete reso nota al Papa la complessa realt, con le sue difficolt e le sue speranze, della Chiesa in Albania. Esprimo particolare riconoscenza per le parole con cui, raccogliendo il pensiero di tutti, il Presidente della vostra Conferenza Episcopale mi ha espresso i vostri sentimenti. Grazie, miei cari Confratelli nell'Episcopato! E benvenuti! A tutti nota la triste eredit lasciata in Albania da un passato regime dittatoriale, che aveva proclamato l'ateismo quale ideologia di Stato. evidente che una simile impostazione antidemocratica dei rapporti fra i cittadini vi ha lasciato un compito non facile gi sul piano umano: quello di riscoprire una comune grammatica che possa nuovamente sostenere l'edificio sociale. Ma voi, successori degli Apostoli, siete soprattutto chiamati ad essere testimoni di un'altra eredit, particolarmente benefica e costruttiva: quella del messaggio di salvezza portato da Cristo nel mondo. In tal senso, dopo la notte oscura della dittatura comunista, incapace di comprendere il popolo albanese nelle sue ataviche tradizioni, la Chiesa provvidenzialmente ha potuto rinascere, grazie anche alla forza apostolica del mio venerato Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, che vi fece visita nel 1993, ricostituendo in modo stabile la Gerarchia cattolica, per il bene dei credenti e a vantaggio del Popolo albanese. Uno dei primi atti del grande Pontefice fu il riconoscimento degli eroi della fede: ricordo qui, in particolare, la splendida testimonianza del Cardinale Koliqi, corifeo di una folta schiera di martiri. La ricostruzione della Gerarchia cattolica costitu il riconoscimento doveroso dell'intima unione che lega il vostro popolo a Cristo e contribu a dare spazio alle forze nuove del cattolicesimo in terra di Albania. Voi siete i custodi di questo vincolo, e spetta anzitutto a voi il compito di promuovere nei vostri atti e nelle vostre iniziative quell'unit che deve manifestare il mistero basilare e vivificante dell'unico Corpo di Cristo, in comunione col ministero del Successore di Pietro. Non si pu non vedere, in questa prospettiva, quanto sia essenziale il comune sen-

tire e la condivisa corresponsabilit dei Vescovi, proprio per far fronte in modo efficace ai problemi e alle difficolt della Chiesa in Albania. Come potrebbe immaginarsi un percorso diocesano che non tenesse conto del parere degli altri Vescovi, il cui consenso necessario per rispondere in modo adeguato alle attese dell'unico popolo a cui la Chiesa si rivolge? L'intesa cordiale e fraterna fra Pastori non pu che portare grandi benefici all'amato popolo albanese, sia sul piano sociale che su quello ecumenico e inter-religioso. Siate

comunione in Cristo e il bene superiore dell'unico gregge del Redentore. Ci riguarda anche l'attivit evangelizzatrice e quella catechetica, e si esprime pure nell'impegno in ambito sociale. Penso, in particolare, alla sanit, all'educazione, allo sforzo di pacificazione degli animi e a tutto ci che favorisce la positiva collaborazione fra le diverse componenti della societ e le rispettive tradizioni religiose. Il fenomeno dell'emigrazione, sia all'interno che fuori del Paese, vi pone di fronte a gravi problemi pastorali, che interpellano il vostro

pertanto, venerati Confratelli, una cosa sola in Cristo nell'annunciare il Vangelo e nel celebrare i divini Misteri; manifestate la comunione con la Chiesa universale, nella pi ampia e genuina fraternit episcopale. Sarebbe inconcepibile l'iniziativa di un Pastore che, nell'approccio a situazioni concrete, non si preoccupasse di coordinare il proprio impegno con quello dei suoi Confratelli Vescovi. Esistono specifiche questioni, riconducibili a problemi contingenti, che necessario siano risolte col contributo di tutti, nell'ambito della carit e della pazienza pastorale. Esorto tutti ad evangelica prudenza, in atteggiamento di autentica carit, ricordando che i canoni ecclesiali sono mezzi per promuovere ordinatamente la

cuore di Vescovi non soltanto per quanto riguarda i fedeli che vivono nel vostro territorio, ma anche i fedeli della diaspora. Questo chiama in causa la vostra capacit di interloquire con i vostri Confratelli in altri Paesi, al fine di offrire un aiuto pastorale necessario e urgente. Conosco la difficolt della mancanza di clero. So anche della generosit di non pochi vostri sacerdoti, che agiscono in situazioni precarie, impegnati a rendere il dovuto servizio ministeriale ai fedeli cattolici di origine albanese in terra straniera. Ci fa onore a voi, cari Confratelli, che vi mostrate solleciti, secondo il cuore di Cristo, delle condizioni spirituali della vostra gente anche fuori dei confini della Patria. E questo fa onore anche ai sacerdoti che gene-

rosamente condividono le vostre ansie pastorali. Vi sono poi tanti problemi di ordine pratico, per i quali necessario pure il contributo efficace delle istanze civili, mediante proposte che non rispondano solo a preoccupazioni di ordine politico, ma che tengano conto anche delle concrete situazioni sociali. Dal punto di vista cattolico, sia in Patria sia nel contesto dell'emigrazione, dovrebbe emergere un'attenzione che, pur preservando l'identit specifica della vostra gente, non trascuri il suo inserimento nei contesti sociali di arrivo. In quest'ottica, necessario coltivare, soprattutto nei sacerdoti destinati alla cura pastorale degli emigrati, una viva sensibilit per l'appartenenza di tutti all'unico Corpo di Cristo, che identico in ogni parte della terra. Dire questo, venerati Fratelli, significa ribadire la necessit persistente di una costante cura a favore di quanti il Signore chiama alla sua sequela. Quella pertanto della promozione delle vocazioni sia sempre una preoccupazione in cima alle vostre priorit: dipende da questo il futuro della Chiesa in Albania. Desidero, infine, esprimere le mie felicitazioni per gli accordi sottoscritti di recente con le Autorit della Repubblica: confido che tali provvedimenti possano giovare alla ricostruzione spirituale del Paese, dato il ruolo positivo che la Chiesa svolge nella societ. Per parte mia, vi incoraggio a proseguire nel vostro ministero, per portare a compimento i programmi che insieme avete concordato. Mentre vi affido alla celeste intercessione di Maria, Madre del Buon Consiglio, volentieri imparto a voi, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e a tutti i fedeli affidati alle vostre cure pastorali una speciale Benedizione Apostolica.
L'INDIRIZZO D'OMAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE A PAGINA 8

L'Onu approva lintesa raggiunta in Qatar ma Hezbollah non disposto al disarmo

Dall'accordo di Doha nuove speranze per il Libano


Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha approvato l'accordo sul Libano raggiunto a Doha, in Qatar, definendolo un passo essenziale per risolvere la situazione. In Libano ci si prepara a eleggere il presidente, ma Hezbollah non intende disarmare.
PAGINA 3

NOSTRE INFORMAZIONI
Erezione di Provincia Ecclesiastica e relativa Provvista
Il Santo Padre ha creato la nuova Provincia Ecclesiastica di Kota Kinabalu (Malaysia), dividendola dalla Provincia Ecclesiastica di Kuching. La nuova Provincia Ecclesiastica comprender le diocesi suffraganee di Keningau e Sandakan. Sua Santit ha nominato primo Arcivescovo Metropolita di Kota Kinabalu Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor John Lee Hiong Fun-Yit Yaw, finora Vescovo della medesima Diocesi.

Udienza al Convegno delle comunicazioni sociali


La passione per la verit non si deve trasformare in cinico relativismo. la raccomandazione del Papa ai partecipanti al congresso del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali nell'udienza di venerd 23.
PAGINA 7

Benedetto

XVI

presiede la messa al Laterano e la processione del Corpus Domini

Il sacramento del Dio che non ci lascia soli


Inginocchiarsi davanti all'Eucaristia professione di libert: chi si inchina a Ges non pu e non deve prostrarsi davanti a nessun potere terreno, per quanto forte. Lo ha detto il Papa parlando dell'adorazione eucaristica in occasione della festa del Corpus Domini. Adorare il Dio di Ges Cristo ha detto il rimedio pi valido e radicale contro le idolatrie di ieri e di oggi. Gioved sera, 22 maggio, Benedetto XVI ha celebrato la messa a San Giovanni in Laterano e ha guidato la processione a Santa Maria Maggiore conclusasi con la benedizione eucaristica. Radunarsi, camminare, adorare: sono questi gli atteggiamenti fondamentali della solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo che il Pontefice ha ricordato alle migliaia di romani intervenuti, ai quali ha anche chiesto di pregare per ogni persona che vive nella citt.
PAGINA 8

Messa in suffragio del cardinale Gantin


Benedetto XVI ha ricordato il cardinale Bernardin Gantin morto lo scorso 13 maggio nell'omelia al termine della messa di suffragio nella mattina di venerd 23 maggio, nella Basilica Vaticana.
PAGINA 7

Il Santo Padre, in data 22 maggio, ha dato il Suo assenso all'elezione canonicamente fatta dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina del Reverendo Padre Taras Senkiv, O.M., Direttore spirituale del Seminario Maggiore di Ivano-Frankivsk, a Vescovo Ausiliare di Stryj degli Ucraini (Ucraina), assegnandogli la Sede titolare di Siccenna.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
Calma a Johannesburg pattugliata dall'esercito. Immigrati aggrediti a Citt del Capo e Durban

venerd-sabato 23-24 maggio 2008

Intervento della Santa Sede all'Ecosoc

La violenza xenofoba si diffonde in Sud Africa


CITT DEL CAPO, 23. Non si placano in Sud Africa le violenze xenofobe contro gli immigrati, registrate negli ultimi due giorni a Citt del Capo e a Durban, anche se da ieri l'esercito utilizzato insieme alla polizia per pattugliare le strade dei sobborghi di Johannesburg, dove tali violenze erano esplose in modo sanguinoso a partire dall'11 maggio, provocando la morte di almeno quarantadue persone, compresi tre bambini. Sempre a Johannesburg, sono sedicimila gli immigrati sfollati che hanno cercato protezione nelle chiese e nei centri parrocchiali per sfuggire agli aggressori. Dopo che mercoled il presidente Thabo Mbeki aveva autorizzato l'intervento dei militari, lesercito e la polizia hanno annunciato che lavoreranno insieme finch la calma non sar stata ripristinata. Al tempo stesso, il Governo ha istituito una commissione di inchiesta per valutare le cause di quanto accaduto nelle baraccopoli di Johannesburg, dove bande di delinquenti armati di machete e pistole hanno seminato il terrore tra gli immigrati, per la maggior parte provenienti dallo Zimbabwe (tre milioni), ma anche da altri Paesi come il Malawi, il Mozambico, la Somalia e la Nigeria. Per impedire nuove violenze xenofobe contro gli immigrati, a Johannesburg sono stati finora impegnati circa duecento militari a sostegno della polizia, che ha effettuato circa quattrocento arresti. se la sua morte sia da mettere in relazione alle violenze. Sotto la protezione della polizia, durante la notte sono stati fatti sgomberare centinaia di immigrati da un accampamento provvisorio che avevano installato appunto nella baraccopoli di Knysna. La notte prima, violenze di analoga matrice xenofoba c'erano state nella citt di Durban, il capoluogo della provincia sudorientale del KwaZuluNatal, patria delletnia maggioritaria Zulu. A Umbilo, uno dei quartieri pi poveri della grande citt portuale sulloceano Indiano, alcuni negozi appartenenti a immigrati nigeriani sono stati attaccati da una folla inferocita. Una folla di circa duecento persone si radunata nelle strade, brandendo bottiglie e bastoni, e ha aggredito delle persone, ha detto all'agenzia di stampa France Presse la portavoce della polizia del KwaZulu-Natal, Phindile Radebe. Secondo quanto riferito ieri dalla stampa locale, ci sono stati sei feriti tra gli immigrati nigeriani fatti bersaglio delle aggressioni. Al tempo stesso, il clima xenofobo che gli aggressori stanno alimentando incomincia a far registrare conseguenze negative, oltre che sul piano dell'ordine pubblico, anche sul quello economico. Nei settori dove c' un forte impiego di manodopera straniera, come ad esempio le miniere doro, gi stata registrata infatti una diminuzione della produzione perch molti lavoratori immigrati preferiscono non farsi vedere o sono gi fuggiti.

Programmi agricoli sostenibili per favorire lo sviluppo


L'arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, ha pronunciato, il 16 maggio, un intervento in occasione della sedicesima sessione della Commissione sullo sviluppo sostenibile, nell'ambito del Consiglio economico e sociale (Ecosoc). Di seguito pubblichiamo una nostra traduzione dell'intervento. Signor Presidente, innanzitutto la mia delegazione si unisce ai relatori che l'hanno preceduta nell'esprimere condoglianze e solidariet a quanti sono stati colpiti dalle recenti tragedie in Cina e nel Myanmar. Questi disastri e il loro impatto sulla vita umana e sullo sviluppo sostenibile ci ricordano la nostra importante responsabilit di guide governative di mirare ad affrontare le numerose questioni relative allo sviluppo sostenibile e di elaborare strumenti per l'edificazione di un futuro migliore. Oggi il mondo affronta la sfida di raggiungere proprio questo obiettivo sotto forma di crisi alimentare globale. Quest'ultima rivela la natura delicata e interrelata dell'agricoltura, dello sviluppo rurale, della riforma agraria, della siccit e della desertificazione e assegna un compito sconfortante e tuttavia importante e urgente alla societ civile e a chi decide le politiche. Molti si interrogano sulle cause reali, sulle conseguenze a medio e lungo termine della crisi alimentare e sulle sue tendenze fondamentali. Le Nazioni Unite, in tutte le sue componenti e in particolare in questa Commissione sullo Sviluppo Sostenibile, ha una sponsabilit precisa e anche un'esigenza di credibilit nell'elaborare risposte appropriate in vista di soluzioni efficaci perch in gioco la capacit dell'umanit di produrre generi alimentari. Infatti, questa crisi alimentare non andrebbe valutata soltanto con il criterio dell'aumento dei costi sui mercati alimentari internazionali, ma anche con quello dei costi fisici, mentali e spirituali di quanti non sono in grado di provvedere a se stessi e alle loro famiglie. Investimenti a lungo termine e programmi agricoli sostenibili a livello locale e internazionale restano centrali per le prospettive di sviluppo di moltissime persone. Questo investimento va fatto tenendo conto dei prezzi dei beni alimentari e della distribuzione e produzione di cibo nel mondo, in particolare in Africa. Bisognerebbe continuare a sostenere i programmi che permettono agli agricoltori di produrre beni alimentari a livello locale e compiere sforzi maggiori per mitigare gli aspetti negativi delle mutevoli realt ambientali e finanziarie. Le politiche agricole devono riscoprire la via della ragione e della realt per bilanciare la necessit di produzione alimentare con la necessit di essere buoni amministratori della terra. Bisogna essere solleciti per soddisfare le necessit fondamentali delle persone ed evitare di ridurre il dialogo a estremismi ambientali ed economici guidati da interessi personali e ideologici. Il 70% dei poveri del mondo vive nelle stesse aree rurali in cui persiste una diffusa malnutrizione cronica. Ci evidenzia chiaramente che nel soddisfare lo sviluppo sostenibile dobbiamo continuare a concentrarci non solo su quanti consumano beni alimentari, ma anche su quanti li producono. Un elemento importante per affrontare il persistere della fame e della malnutrizione croniche in certe regioni consiste nell'investire maggiormente sui piccoli agricoltori in modo da permettere loro di aumentare la produzione in modo sostenibile. Sebbene la crisi attuale rappresenti una minaccia immediata per lo sviluppo, la societ deve continuare ad affrontate sfide costanti e imminenti quali il mutamento climatico, sussidi agricoli dannosi, commercio equo, degrado ambientale e riforma agraria. Mediante la solidariet internazionale e un aumentato interesse per i pi vulnerabili delle nostre societ, possiamo affrontare le sfide immediate pur continuando ad operare per garantire che il progresso di oggi divenga la pietra d'angolo di un domani pi giusto e sicuro. Grazie, Presidente.

Ad Alexandra, la pi grande baraccopoli alla periferia di Johannesburg, si recato ieri in visita il leader dellopposizione dello Zimbabwe, Morgan Tsvangirai. Se le cose andassero meglio da noi, non avreste bisogno di essere qui, ha detto rivolto ai suoi connazionali, che lo hanno accolto con grandi festeggiamenti. Se nei sobborghi di Johannesburg, compresa appunto Alexandra, la situazione sembra essere tornata per il momento sotto controllo, sassaiole, incendi e vandalismi si sono verificati invece

nelle ultime ore in altre aree del Paese, facendo temere una diffusione ulteriore delle violenze. Questa notte, in particolare, la violenza si scatenata a Citt del Capo, dove folle inferocite hanno incominciato ad attaccare case e a saccheggiare negozi gestiti da immigrati, provenienti soprattutto da Zimbabwe e Somalia. Le violenze maggiori ci sono state nella baraccopoli di Knysna, alle porte della citt. La polizia ha comunicato che un immigrato somalo morto, ma ha aggiunto che non ancora chiaro

La giunta del Myanmar permetter l'ingresso ai soccorritori stranieri


NAYPYIDAW, 23. La missione diplomatica nel Myanmar del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha prodotto i risultati auspicati a pi riprese dalla Comunit internazionale. La giunta militare al potere da quasi mezzo secolo nel Myanmar ha infatti concesso la possibilit a tutti gli operatori umanitari stranieri di entrare nel Paese asiatico per soccorrere la popolazione colpita dalle devastazioni del ciclone Nargis. La notizia stata confermata dallo stesso Ban al termine di un proficuo colloquio nella capitale della ex Birmania con il capo della giunta, il generale Tan Shwe. Finora, i militari avevano concesso l'ingresso nel Paese a poche squadre di soccorritori di nazionalit asiatica, escludendo tutte quelle occidentali. Alla domanda di alcuni giornalisti se la decisione di fare entrare tutti gli operatori umanitari senza guardare alla nazionalit possa rappresentare una svolta nella gestione dei soccorsi, il segretario generale dell'Onu ha risposto: Penso di s. La missione diplomatica di Ban Kimoon aveva proprio lo scopo di convincere la giunta militare ad accettare lingresso nel Paese di operatori umanitari stranieri, dopo che per tre settimane il segretario generale dellOnu, non era riuscito nemmeno a parlare per telefono con il generale. A detta di Ban Ki-moon, il generale Than Shwe ha anche accettato che l'aeroporto dellex capitale Yangon una delle zone pi colpite dal cataclisma assieme al delta del fiume Irrawaddy sia utilizzato come piattaforma internazionale per la distribuzione dei soccorsi. Il passaggio del ciclone Nargis nella vasta Nazione del sud-est asiatico ha provocato 134.000 tra morti e dispersi. Si calcola, inoltre, che oltre due milioni e mezzo di persone abbiano perso tutto a causa della tempesta tropicale. Secondo la Croce Rossa, la maggioranza di esse non ha finora ricevuto nessun tipo di aiuto.

Il Nicaragua chiede il sostegno europeo alla lotta alla miseria


MANAGUA, 23. Il Nicaragua sollecita prestiti dall'Unione europea per costituire un fondo comune per combattere la miseria e la sperequazione sociale nei Paesi dell'America centrale. Da parte della Commissione europea c' una disponibilit di massima, vincolata per alla formulazione di una proposta chiara. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri nicaraguense Samuel Santos, intervenendo mercoled a un dibattito organizzato dall'Universit americana di Managua per valutare i risultati del quinto vertice tra America latina e Unione europea (Ue), tenuto la settimana scorsa a Lima, in Per. Come noto, Ue e America latina stanno negoziando un accordo di associazione dai contenuti politici, commerciali e di cooperazione. Stiamo parlando di disponibilit finanziaria offerta da quanti hanno di pi a quanti hanno di meno e cercano risorse per dare impulso ai loro programmi contro la miseria, ha dichiarato Santos, precisando che chiediamo prestiti, non donazioni. Secondo Santos, il fondo deve al tempo stesso promuovere lo sviluppo e il benessere complessivo dell'America centrale e dare impulso a una crescita socioeconomica finalizzata a ridurre il divario tra ricchi e poveri. La responsabile della missione dell'Ue in America centrale, Francesca Mosca, ha da parte sua confermato che si attendono proposte chiare in merito alla gestione e all'utilizzo del fondo.

La fiaccola giunta a Shanghai

La torcia olimpica nella Cina del terremoto


PECHINO, 23. La fiaccola olimpica, il cui viaggio attraverso la Cina diventato unoccasione per esprimere dolore e solidariet alle vittime del terremoto, arrivata oggi nella citt di Shanghai. Tra gli oltre quattrocento tedofori ci sono quattro volontari che hanno partecipato alle operazioni di soccorso nel Sichuan, la zona pi colpita dal sisma, dove la fiaccola far tappa dal 3 al 5 agosto prima di arrivare, l8 agosto, nello stadio nazionale di Pechino per la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici. Con il passare dei giorni, aumentano considerevolmente le vittime del terremoto di magnitudo 8 sulla scala Richter che il 12 maggio ha investito la Cina sud-occidentale. Finora, i morti accertati sono 55.239, i feriti 281.066 e i dispersi 24.239. Inoltre, il vicegovernatore della provincia sud-occidentale del Sichuan ha fatto sapere che la scossa sismica ha fatto crollare quasi cinque milioni e mezzo di edifici, mentre quelli danneggiati sono quasi sei milioni. In totale, i senzatetto ammontano a oltre 5,4 milioni di persone. Proprio per questo, il Governo di Pechino ha annunciato ieri di aver bisogno di diversi milioni di tende per poter dare rifugio agli scampati del devastante sisma.

La Banca mondiale cerca nuovi strumenti contro la povert


NEW YORK, 23. La Banca Mondiale deve rivedere i propri metodi adeguandosi in modo pi efficace ai cambiamenti intercorsi nell'economia globale. Lo ha affermato il presidente, Robert Zoellick, secondo il quale la Banca deve cambiare il modo nell'affrontare i bisogni dei Paesi pi poveri che, sempre pi spesso, vanno al di l dei soli aiuti materiali. Penso sia necessario un nuovo metodo, che tenga in maggiore considerazione la sicurezza, il ruolo della legge, una buona governance, la reintegrazione degli ex combattenti e le infrastrutture di base ha detto Zoellick riferendosi alla diverse situazioni in Africa. Per quanto riguarda, invece, le economie emergenti, Zoellick ha spiegato che la comunit internazionale dovrebbe aiutarle a divenire effettivamente degli azionisti responsabili del sistema economico internazionale, all'interno del quale giocano un ruolo crescente. Del resto la situazione attuale, con l'emergenza cibo che investe grandi aree del pianeta, esige, ha sottolineato Zoellick, una risposta corale veramente efficace.

Vertice a Brasilia tra i capi di Stato e di Governo dei Paesi della regione

Si costituisce l'Unione delle Nazioni sudamericane


BRASILIA, 23. Lintegrazione sudamericana potrebbe fare un passo in avanti con la prevista firma, oggi a Brasilia, dell'atto costitutivo dell'Unione delle Nazioni sudamericane (Unasur) da Parte dei dodici capi di Stato e di Governo dei Paesi continentali della regione. Il processo di costituzione dell'Unasur fu avviato l8 dicembre 2004 durante il terzo vertice sudamericano a Cuzco, in Per, e vi aderiscono Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Paraguay, Per, Suriname, Uruguay e Venezuela. David Choquehuanca, ministro degli Esteri della Bolivia, Paese che ha assicurato finora la presidenza pro tempore dellorganismo, si dichiarato ottimista sull'accordo, sottolineando che al vertice non sar un particolare dibattito, perch esiste un consenso previo sul documento da firmare. A giudizio concorde degli osservatori, comunque, sono diverse le aspettative e le posizioni dei Paesi sudamericani sulla prospettiva di una pi forte integrazione continentale. A fronte del manifesto favore di Brasile e Venezuela, si registra uno slancio molto minore da parte, ad esempio, di Per, Uruguay e Colombia, che non nascondono di perseguire strategie diverse, soprattutto per quanto riguarda i rapporti politici ed economici con gli Stati Uniti, che non nascondono di considerare con poco favore un rafforzamento strategico dell'integrazione sudamericana. Una verifica delle divergenze di posizione ci sar quando i leader sudamericani dovranno esaminare la proposta della creazione di un Consiglio di difesa sudamericano. Ufficialmente il varo di tale organismo non appare nei documenti preparatori del vertice, ma di recente il ministro degli Esteri brasiliano Celso Amorim ha detto di attendersi a Brasilia, pi che un dibattito sulla questione, la nascita del Consiglio. Contrario si invece detto il presidente colombiano lvaro Uribe, che ha promesso di firmare lAtto costitutivo dellUnasur, ma ha poi a sorpresa rinunciato ad assumerne la presidenza pro tempore e ha dichiarato che la Colombia non parteciper al Consiglio. Noi pensiamo ha spiegato Uribe alla radio Rcn che in tema di difesa gi sufficiente il ruolo dellOrganizzazione degli Stati americani (Osa). Come noto, allOsa partecipano anche gli Stati Uniti, con i quali il Governo di Bogot ha stretti rapporti militari volti alla lotta al narcotraffico, ma anche ai gruppi armati.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

venerd-sabato 23-24 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 3

Minacciate altre sanzioni all'Iran


WASHINGTON, 23. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno minacciato lIran di nuove sanzioni se Teheran continuer ad andare avanti nel suo programma nucleare. Durante una visita allUniversit di Stanford, in California, il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, e il ministro degli Esteri britannico, David Miliband, hanno infatti ribadito ieri che Teheran se non vuole ulteriori misure punitive deve obbedire alle richieste internazionali di fermare il lavoro per la produzione di componenti di armi atomiche e accettare il pacchetto di incentivi offerti in cambio. I capi delle due diplomazie hanno parlato poco prima della pubblicazione di un nuovo rapporto, che dovrebbe dimostrare come lIran continui ad ostacolare il lavoro degli esperti delle Nazioni Unite. Il Governo iraniano ha per sempre negato che il suo programma nucleare (compreso l'arricchimento dell'uranio) abbia scopi militari. Rice ha inoltre denunciato che lIran usa il sistema finanziario internazionale a scopi di terrorismo: LIran non dovrebbe essere nella posizione di usare il sistema bancario per trasferire i profitti ottenuti attraverso il terrorismo o la proliferazione, ha precisato. La Repubblica islamica ha comunque accettato che il responsabile della Politica estera comune dell'Ue, Javier Solana, compia una visita ufficiale a Teheran per presentare un nuovo pacchetto di proposte dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dellOnu Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna pi la Germania (gruppo dei 5+1) nel tentativo di risolvere la disputa sul nucleare iraniano. La data della missione dell'alto rappresentante dell'Ue non stata per ancora decisa. Nellestate del 2006, il gruppo dei 5+1 ha presentato un pacchetto di incentivi economici e tecnologici, compresa la cooperazione per luso del nucleare a fini civili, con l'obiettivo di indurre lIran ad accettare di sospendere larricchimento delluranio, una tecnologia che pu essere impiegata anche per sviluppare ordigni atomici. Ma Teheran ha sempre respinto le offerte, continuando nelle sue attivit ed ignorando quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Lenergia elettrica, la sicurezza, lautosufficienza dellUnione europea nel settore energetico sono invece i temi principali in agenda al Forum nucleare europeo (Enef), cominciato ieri al ministero degli Esteri a Praga. Allinaugurazione erano presenti il presidente della Commissione Ue, Jos Manuel Duro Barroso, altri dirigenti europei, sei primi Ministri dell'Unione europea, ministri e circa duecento esperti e politici comunitari. LUe dovrebbe darsi lobiettivo di produrre nel 2030 il sessanta per cento dellenergia da fonti prive di emissioni tossiche, ha dichiarato in apertura il premier ceco, Mirek Topolanek, insistendo sul nucleare come fonte che aiuti a ridurre le emissioni di anidride carbonica. impossibile pensare di poter coprire le crescenti esigenze di energia elettrica solo con le energie rinnovabili, ha aggiunto. Duro Barroso ha ribadito che la scelta delle energie prerogativa di ogni Paese membro dellUe: non materia della Commissione europea, rispettiamo le posizioni differenti dei singoli Paesi, ha detto.

Il petrolio a 135 dollari al barile


NEW YORK, 23. Vola il prezzo del petrolio. Ieri, negli scambi elettronici after hours a New York, il prezzo dell'oro nero ha raggiunto i 135,04 dollari a barile. Record anche del Brent, il greggio di riferimento europeo, che sulla piazza di Londra ha toccato i 135.06 dollari. Secondo Abdallah El Badri, segretario generale dell'Opec, l'organizzazione che raccoglie i principali Paesi esportatori di petrolio nel mondo, l'instabilit non ha niente a che vedere con la domanda mondiale, ma ci sono altre cause, tra cui la recessione dell'economia statunitense.

Regolari le elezioni in Georgia


TBILISI, 23. Le elezioni legislative del 21 maggio scorso in Georgia si sono svolte regolarmente. Lo hanno confermato gli osservatori dellOrganizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) e i membri dellAssemblea parlamentare del Consiglio dEuropa. La consultazione elettorale stata vinta nettamente dal Movimento nazionale unito del presidente della Repubblica, Mikhail Saakashvili, con circa il sessanta per cento dei voti. In seconda posizione, a grande distanza, il Consiglio nazionale dellopposizione unita (17,6 per cento dei consensi), che ha denunciato brogli. Hanno superato la soglia del cinque per cento necessaria per entrare in Parlamento anche il Partito cristiano democratico (8,2 per cento) e il Partito laburista (7,5 per cento). In dodici seggi, per, il voto stato annullato per una serie di violazioni, ha annunciato il capo della Commissione centrale elettorale, Levan Tarkhnishvili. Lopposizione ha duramente contestato i dati, presentando un suo conteggio che vede in testa i laburisti, e ha raccolto in piazza circa duemila persone per protestare. Il voto in Georgia Paese chiave per il trasporto di idrocarburi dal Caspio allEuropa si inserito in un momento cruciale dei rapporti con la Russia a causa delle recenti tensioni innescate dalla decisione di Mosca di aumentare il contingente militare di pace in Abkhazia, la regione georgiana filorussa.

Dall'accordo di Doha nuove speranze per il Libano


L'Onu approva lintesa raggiunta in Qatar, ma Hezbollah non disposto al disarmo
BEIRUT, 23. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite approva l'accordo di Doha e saluta l'aprirsi di una nuova stagione politica in Libano. Beirut si prepara ad eleggere il capo della Stato, ma Hezbollah non cede e dice di non essere disposto al disarmo. I quindici membri del Consiglio di sicurezza dellOnu hanno approvato ieri allunanimit una dichiarazione presidenziale, che definisce laccordo raggiunto a Doha, in Qatar, un passo essenziale per risolvere la situazione nel Paese, che deve tornare presto alla stabilit dopo le violenze delle scorse settimane. Nel documento, letto dal presidente di turno del Consiglio, lambasciatore britannico John Sawers, si espresso soddisfazione per laccordo per eleggere il presidente. Sulla stessa linea l'Unione europea. Il Parlamento europeo si legge in un comunicato diffuso ieri ha seguito con grande preoccupazione i recenti eventi politici in Libano che sono stati caratterizzati da un profondo stallo politico, un aumento della violenza e dello spargimento di sangue. per questo che, con grande sollievo e speranza, salutiamo con calore il solido accordo globale raggiunto dai leader politici libanesi a Doha. A questo punto, ha concluso Poettering, il Parlamento europeo esorta tutte le parti ad attuare pienamente laccordo. Noi ribadiamo ha detto il nostro perdurante sostegno alle legittime e costituzionali istituzioni politiche libanesi, e allesercito libanese, nonch ai loro sforzi per assicurare la stabilit, la sovranit e lintegrit territoriale del Libano. Hezbollah ha salutato con favore l'accordo. Siamo molto soddisfatti dell'intesa, ha detto Ali Fayyad, capo dell'unit strategica del partito, principale forza di opposizione. L'intesa un ottimo risultato, ha aggiunto l'esponente sciita, che si detto contento del fatto che le Forze del 14 marzo, la coalizione di maggioranza, abbia accettato la condivisione del potere nel futuro Governo. Anche Kaled Meshaal, leader di Hamas in esilio a Damasco, ha espresso il suo apprezzamento per gli sforzi fatti dal Qatar, dicono fonti del movimento. Tuttavia, Hezbollah non disposto a cambiare natura, ed questo il punto dolente dell'intera situazione. Nonostante l'apertura di una nuova stagione politica, ha detto Ali Fayyad, il movimento intende rivendicare un pieno riconoscimento del suo ruolo di gruppo armato in lotta contro l'aggressore israeliano. Parole pesanti, che gettano un'ombra sui risultati del vertice. In effetti, oltre alla immediata elezione di Michel Suleiman alla presidenza della Repubblica, alla formazione di un nuovo Governo di unit nazionale e alla decisione di far ricorso ad una nuova legge elettorale (quella del 1960, con alcune variazioni) per le legislative in programma nella primavera del 2009, l'accordo di Doha prevedeva l'avvio di negoziati con la partecipazione della Lega araba finalizzati al consolidamento dell'autorit dello Stato su tutto il territorio libanese e le sue relazioni con varie organizzazioni in Libano. Il riferimento a Hezbollah era evidente: un passaggio dell'accordo, annunciato dal premier del Qatar, Hamad bin Jassem Al Thani, citava esplicitamente il divieto di ricorso alle armi o alle violenze per ottenere risultati politici e rivendicava il monopolio dello Stato sulla sicurezza e l'attivit militare. Passaggio, questo, fortemente voluto dalla maggioranza parlamentare, che in un primo momento aveva spinto per un esplicito impegno di Hezbollah a non utilizzare pi il suo arsenale contro i libanesi, dopo che all'inizio del mese i miliziani del movimento sciita avevano condotto un blitz militare contro i rivali sunniti e drusi in cui erano morte almeno sessantacinque persone e altre duecentocinquanta ferite. Nei dibattiti a Doha la questione dell'arsenale di Hezbollah e del disarmo, chiesto anche dalle risoluzioni dell'Onu, stata rinviata. Il Presidente del Parlamento libanese, il leader sciita Nabih Berri, ha confermato che stata convocata per le cinque del pomeriggio di domenica una nuova sessione del Parlamento per eleggere il capo dello Stato. Candidato unico continua a essere il generale Michel Suleiman. Per l'occasione, prevista, ma non ancora confermata, la presenza del ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, in visita nella regione. Misure logistiche e di sicurezza vengono in queste ore adottate in tutta Beirut e in particolare attorno alla sede del Parlamento, nel centro della citt, per ospitare i leader arabi e occidentali che assisteranno allelezione, tra cui anche il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, che ha detto di volere essere presente per lelezione del presidente libanese, o lo stesso giorno o subito dopo. Lassemblea legislativa non si mai riunita nel corso della crisi. Appena Suleiman sar il nuovo capo dello Stato, il Governo Siniora diventer, in base alla Costituzione, un Esecutivo in carica solo per il disbrigo degli affari correnti.

Abu Mazen chiede all'Europa maggior impegno politico in Vicino Oriente


TEL AVIV, 23. Il presidente dell'Autorit palestinese (Ap), Abu Mazen, chiede all'Europa di svolgere un ruolo politico importante nel processo di pace nel Vicino Oriente. Polemiche in Israele sulla decisione del Governo di avviare colloqui con la Siria. Gli abitanti degli insediamenti sul Golan minacciano resistenza ad un possibile ritiro. Abbiamo discusso del processo di pace, ha detto Abu Mazen dopo un incontro con il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, e lo diciamo francamente: noi auspichiamo un ruolo europeo e insistiamo su questo punto. vero che l'Europa offre un sostegno economico ha aggiunto ma noi vogliamo che giochi anche un ruolo politico importante. Nonostante l'impegno della diplomazia internazionale, a sei mesi dalla conferenza di pace di Annapolis che ha rilanciato i negoziati dopo oltre sette anni di stallo, il processo di pace israelo-palestinese incontra ancora difficolt. Ieri, al valico di Erez, dalla parte della Striscia di Gaza, la potente deflagrazione di un camion bomba con quattro tonnellate di esplosivo (quantit record dall'inizio dell'Intifada) ha dimostrato che le prospettive di tregua tra Hamas e Israele sono lontane. Questa mattina cinque palestinesi e un militare sono rimasti feriti in due distinti raid terrestri lanciati dall'esercito israeliano. Nel frattempo, gli abitanti degli insediamenti sul Golan hanno annunciato che si opporranno ad ogni ritiro. Il presidente della regione, Ely Malca, ha accusato Olmert di mettere a repentaglio l'esistenza di Israele. Critiche anche dal leader del Likud, Benyamin Netanyahu, secondo il quale il premier che oggi verr ascoltato dalla polizia in merito alle accuse di corruzione non ha il diritto morale di condurre negoziati con Damasco.

Ancora sconfitti i laburisti in Gran Bretagna


LONDRA, 23. Nuova sconfitta elettorale per i laburisti del premier britannico Gordon Brown, alle elezioni suppletive svoltesi ieri nel Cheshire. Il candidato conservatore Edward Timpson ha vinto con il 49,9 per cento dei voti, sconfiggendo la laburista Tamsin Duwoody, che ha ottenuto il 30,6 per cento dei consensi. la prima volta, dal 1983, che i conservatori strappano un seggio in Parlamento ai laburisti in un'elezione suppletiva. Il ritorno alle urne si era reso necessario per la morte della laburista Gwyneth Dunwoody, madre della candidata sconfitta.

Il presidente Medvedev in visita a Pechino

No di Mosca al sistema antimissile statunitense


MOSCA, 23. La Russia tornata a ribadire la propria opposizione al sistema di difesa antimissile statunitense in Europa. I nostri partner europei sostengono pienamente la messa a punto di un meccanismo di difesa universale, ma non quello di un meccanismo unilaterale che, in ultima analisi, in contrasto con il sistema di sicurezza esistente ha dichiarato il presidente Dmitry Medvedev in un'intervista pubblicata sul sito web del Cremlino. Purtroppo non abbiamo avuto una risposta positiva a questa nostra proposta ha aggiunto il capo del Cremlino in riferimento ai colloqui con rappresentanti statunitensi, culminati nell'incontro tra l'allora presidente russo Vladimir Putin e quello americano George W. Bush a Soci, all'inizio del mese scorso. Naturalmente ha detto ancora Medvedev non possiamo essere contenti di questa idea. La consideriamo non necessaria e saremo costretti a trovare una risposta adeguata. Per il presidente russo, tuttavia, i colloqui sul sistema di difesa antimissile non sono ancora terminati. Limitarci a chiudere porte e finestre senza ascoltare nulla avrebbe comportato un fallimento; siamo pronti a proseguire i colloqui ha affermato Medvedev. Il presidente russo partito ieri per il suo primo viaggio all'estero, nell'ex repubblica sovietica centroasiatica del Kazakhstan: dopo essersi recato ad Astana, Medvedev giunto oggi a Pechino. Fonti del Cremlino hanno detto all'agenzia Itar-Tass che non un caso che il primo viaggio del nuovo presidente sia a est. Infatti i confini pi lunghi la Russia li ha proprio con Kazakhstan e Cina, e ci legano molti comuni interessi politici ed economici. (Il Cremlino ha poi reso noto che all'inizio di giugno, probabilmente il 5, Medvedev si recher in Germania). Riguardo alla visita in Cina, si attende che, nell'occasione, vengano firmati riferisce la Reuters alcuni accordi nel settore energetico e sul versante della cooperazione militare. Oggi previsto l'incontro tra Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao: fonti diplomatiche indicano che i colloqui serviranno a definire un terreno comune dove promuovere un nuovo scenario di politica internazionale. L'ambasciatore russo in Cina, Sergey Razov, citato dalla Reuters, ha detto che la visita di Medvedev in Cina costituisce l'occasione per dimostrare che i due Paesi hanno posizioni comuni riguardo alle pi importanti questioni di politica internazionale, alle sfide e alle minacce del tempo presente. Ricorda sempre l'agenzia Reuters che la Russia e la Cina sono anche i leader del Shangai cooperation organisation, organismo regionale che aspira ad un ruolo sempre pi importante, nell'Asia centrale, nell'ambito della sicurezza.

Nuovo accordo di cooperazione tra Ue e Russia


BRUXELLES, 23. L'Unione Europea (Ue) avvier le trattative per un nuovo accordo di partnership e cooperazione con la Russia, dopo che sono venute meno le riserve che, per diciotto mesi, erano state sollevate prima dalla Polonia e poi dalla Lituania. Il negoziato sar lanciato al vertice Ue-Russia in programma il 26 e il 27 giugno a Khanty-Mansiisk, in Siberia. Il via libera stato dato dal Coreper, il Comitato degli ambasciatori dei ventisette Stati membri, dopo una serie di consultazioni tra il ministro degli Esteri lituano, Petras Vaitiekunas, e quelli di Francia e Germania, Bernard Kouchner e Frank-Walter Steinmeier. La Lituania ha dato il via libera dopo l'accordo su un allegato in cui l'Unione Europea si impegna a monitorare da vicini i conflitti dormienti ai confini della Russia, come in Georgia e in Moldova.

Secondo gli industriali l'Italia pu ripartire


ROMA, 23. LItalia di fronte a unoccasione unica, a una sfida che non pu perdere: ricominciare a crescere. Il nuovo scenario politico, con un Governo ed una maggioranza forti, il positivo clima di confronto con lopposizione, la riduzione del numero dei partiti e unauspicabile nuova stagione di relazioni industriali, possono segnare il momento delle riforme, della modernizzazione, della rinascita. questo il messaggio del nuovo presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, nel suo discorso di investitura allassemblea di viale dellAstronomia. Di fronte ai presidenti delle Camere, al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a un nutrito gruppo di ministri ed al gotha dellimprenditoria, Marcegaglia ha indicato le priorit dell'azione politica, secondo la sua opinione: La malattia dellItalia ha detto si chiama crescita zero. Il ritorno alla crescita, ad una crescita sostenuta, deve essere il nostro vero obiettivo strategico. Chi non condivide questa priorit gioca contro lItalia e gli italiani. Su questo non ci possono essere posizioni neutre. giunto dunque il momento di guardare avanti, alle cose da fare, ha incalzato: bisogna decidere. E bisogna dire alla gente la verit. E di cose da fare, per il nuovo leader di viale dellAstronomia, ce ne sono tante: dalle riforme istituzionali pi poteri al premier e una nuova legge elettorale al superamento del bicameralismo perfetto; dallaprire una nuova stagione di relazioni industriali, al varo una nuova politica energetica, riaprendo al nucleare e togliendo voce a minoranze che ostacolano lammodernamento. E, ancora, un disegno strategico per le infrastrutture, una scuola dove venga premiato il merito e riconosciute le professionalit. Ma anche un vero progetto per il Sud, in grado anche di contrastare il potere della criminalit organizzata.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO

venerd-sabato 23-24 maggio 2008

Il duomo di Monreale nelle cromolitografie di Domenico Benedetto Gravina

Diecimila metri quadrati per la gloria del re


Nella serata di venerd 23 maggio presentato a Caltanissetta, nel Teatro Margherita, il volume Il Duomo di Monreale illustrato da Domenico Benedetto Gravina, pubblicato in occasione del settantacinquesimo anno di attivit della Tipografia Editrice Lussografica e dedicato alla memoria dell'arcivescovo di Monreale monsignor Cataldo Naro. Intervengono il cardinale vicario di Roma e il direttore dei Musei Vaticani. di ANTONIO PAOLUCCI Nessuna regione d'Italia e forse d'Europa stata, nella sua storia, pi internazionale della Sicilia. La Palermo del XII e del XIII secolo era una citt trilingue dove si parlava greco, latino ed arabo. Il nome antico dell'Etna, la montagna identitaria dei siciliani, Mongibello. Il latino mons e l'arabo gebel uniti insieme stringono in emblema la storia di un'isola che da sempre ha praticato il confronto e la fusione delle culture. Anche la cattedrale di Monreale, il monumento pi insigne del medioevo siciliano, espressione perfetta della vocazione internazionale dell'isola. La chiesa che Guglielmo II, il gran normanno, volle edificare negli anni del suo regno (1153-1189) romanica d'Occidente e dunque latina nella grande navata tripartita da sontuose colonne di spoglio. greco-bizantina nell'impianto del vasto transetto quadrangolare fornito di protesis di diaconicon. araba nei tipici archi ogivali, nella profusione di raffinati repertori aniconici, nelle iperboli decorative del soffitto. Re Guglielmo volle una chiesa che fosse cappella palatina e dunque reggia, visibile specchio della gloria e dello splendore sovrani. Secondo l'iconografia bizantina il re si fece rappresentare dai suoi mosaicisti mentre viene incoronato da Cristo. Il rapporto dell'autocrate, con la divinit diretto, non ammette intermediari. La stessa Vergine Maria al servizio del re. C' un mosaico che ci fa intendere con smagliante evidenza l'idea orientale del potere consacrato. La Madonna rappresentata in trono, regina del cielo. Re Guglielmo le rende omaggio in ginocchio ma ecco, a commento della co Testamento), fattosi uomo per la salvezza di tutti e d'ognuno (gli episodi della vita, passione, morte e resurrezione), testimoniato dalla Chiesa Apostolica (le storie di Pietro e Paolo) e infine rappresentato nella gloria dell'ultima epifania (l'icona del catino absidale), Cristo il protagonista del grandioso programma iconografico; il pi completo, il pi suggestivo fra quanti l'alto medioevo cristiano ci ha consegnato. Chi sono, a quale cultura appartengono i mosaicisti di Monreale? una questione che ha appassionato generazioni di storici dell'arte, dall'abate Domenico Benedetto Gravina il primo monografo moderno (1859-69) del monumento, a Pietro Toesca, a Roberto Salvini, a Cesare Brandi, a Ernst Kitzinger. Non c' dubbio che lo stile figurativo dominante nei maestri attivi nel cantiere di Monreale, sia quello bizantino di et comnena. probabile ma non certo che re Guglielmo abbia chiamato specialisti da Costantinopoli ma altrettanto probabile che con i maestri greci abbiano collaborato maestranze siciliane. La melodiosa eleganza stilistica comnena ogni tanto sembra contraddetta da punte di vivacit narrativa e di immediatezza naturalistica che diresti tipiche del romanico d'Occidente. E poi ci sono le didascalie, scritte in un saporoso latino che gi trascolora nella lingua volgare. Extendas manum tuam a puero ordina l'angelo ad Abramo che sta per sacrificare il figlio. Cessato diluvio Noe extradi fecit bestias ab arca, ci viene spiegato nella scena che vede un composito gregge uscire ordinatamente dalla nave agli ordini del patriarca. Sintesi di stile greco, di latino che sta per diventare lingua romanza, presagi e timide anticipazioni di naturalismo e di espressionismo d'Occidente. Potremmo definire cos, in ultima analisi, il ciclo musivo di Monreale, a mirabile conferma della storia e del destino internazionali della civilt siciliana.

L'ardimentoso proiettarsi in avanti di Cataldo Naro


di CAMILLO RUINI Vorrei richiamare alla memoria monsignor Cataldo Naro attraverso la figura da lui amata di Giovanni il Battista. Per molti di noi che lo abbiamo avuto amico, il sacerdote e poi vescovo Cataldo, Aldo per gli amici, stato un uomo che in vita e in morte ha aiutato a scorgere la presenza del Signore. La finezza del tratto, la profondit del vissuto umano e credente, l'intelligenza e la preparazione culturale, sempre avvolte dalla consapevolezza del proprio limite, emergevano nella sua personalit e inducevano a concludere che l, in lui, aveva agito il Signore. Un'altra caratteristica mi sempre risultata attraente, anzi avvincente nell'uomo Cataldo Naro: l'umil-

Le donne al sepolcro (cromolitografia di Domenico Benedetto Gravina)

scena, la sconcertante didascalia in latino: pro cunctis ora sed plus pro rege labora. Il duomo di Monreale soprattutto celebre per i suoi mosaici. Quasi diecimila metri quadrati di superficie pittorica, decine forse centinaia di specialisti attivi lungo l'arco di un secolo. Il programma iconografico che i mosaici dispiegano all'interno del Duomo esemplare per coerenza dottrinale e per efficacia didattica. La storia del mondo e il tempo dell'attesa sono raccontati nelle immagini che si snodano l'una dopo l'altra sulle pareti della navata centrale. Il vasto transetto, spazio destinato ai

presbiteri e luogo della consacrazione eucaristica, occupato dagli episodi salienti della vita di Cristo. Ancora nel transetto, all'interno rispettivamente del diaconicon e della protesis, protagonisti sono i protoapostoli Pietro e Paolo, pilastri della Chiesa, fondamenti della gerarchia e della dottrina. Infine, apice figurativo emergenza drammatica e sintesi teologica di tutto il percorso, giganteggia nell'abside, grandiosamente fuori scala, l'immagine del Cristo che insieme pantocratore e giudice. Colui che che era e che sar, l'alfa e l'omega, il Vivente degli ultimi Giorni. Atteso e prefigurato dalla profondit dei secoli (mosaici dell'Anti-

Una lettura teologica della Spe Salvi

Pregando per uno sconosciuto, come insegna Dostoevskij


di PADRE JOS LUIS PLASCENCIA MONCAYO* Perch il Santo Padre ha scelto come tema per la sua seconda enciclica proprio la speranza? Anche se la risposta vera e piena potrebbe venire solo dal Papa stesso, mi sembra che si possano individuare almeno tre possibili ragioni: da una parte vuol invitarci a contemplare l'essenziale della nostra fede cristiana attraverso le tre virt teologali, o meglio, attraverso il triplice atteggiamento teologale che costituisce l'identit della nostra vita cristiana. Un'altra ragione ci viene offerta dal Sinodo dei vescovi dell'Europa, che ha trovato la sua espressione piena nell'esortazione apostolica Ecclesia in Europa: L'urgenza pi grande leggiamo nell'introduzione, consiste in un accresciuto bisogno di speranza, cos da poter dare senso alla vita e alla storia. Non sarebbe strano considerare l'enciclica come una risposta a questo bisogno, tenendo conto della preoccupazione speciale del Santo Padre per la situazione del continente europeo. Inoltre nelle diverse parti dell'enciclica affiora e non poteva essere altrimenti il pensiero pi personale del Papa: in modo particolare, quello che aveva espresso quaranta anni fa nella sua opera pi conosciuta, Introduzione al Cristianesimo, che ha avuto il record, ancora non superato per quello che io so, di diffusione di un libro di teologia: undici edizioni nel suo primo anno. Questa opera straordinaria nasce mentre giovane professore a Tubinga; di questo periodo lui stesso racconta nella sua autobiografia: Ernst Bloch insegnava allora a Tubinga (...); quasi contemporaneamente al mio arrivo, nella facolt evangelica di teologia fu chiamato Jrgen Moltmann, che nel suo affascinante libro Teologia della Speranza ripensava completamente la teologia a partire da Bloch. Mi piace pensare che questa enciclica costituisca il compimento, nella sua piena maturit, di un sogno della giovent teologica di Joseph Ratzinger: dire la fede in chiave di speranza. Utilizzando un'immagine molto semplice, vorrei presentare la dimensione teologica come chiave di lettura dell'enciclica, alla maniera di una guida turistica che si legge prima di visitare una citt sconosciuta, per orientarsi e poter valutare meglio quello che si visiter; non pu sostituire la visita stessa, ma piuttosto in funzione di essa. D'altra parte, la guida pu anche aggiungere alcuni elementi storici o artistici che permettono di capire meglio quello che poi si vedr. Anzitutto, il Papa stabilisce un dialogo molto interessante con diverse correnti religiose e, soprattutto, filosofiche e scientifiche, cominciando da un esame della situazione culturale dei primi secoli del cristianesimo. Poi, in particolare, affronta l'et moderna, con Francis Bacon, la Rivoluzione francese, Emmanuel Kant, l'Idealismo tedesco, in particolare Hegel; continua poi soffermandosi, nell'ottocento, su Karl Marx e, nel secolo ventesimo, sul comunismo. Da ultimo esamina la posizione critica della scuola di Francoforte, in particolare con Adorno e Max Horkheimer. Non possiamo qui analizzare nel dettaglio le riflessioni che Benedetto XVI sviluppa in questo interessante dialogo diacronico, nel quale, entro le logiche limitazioni di spazio e di linguaggio, egli offre alcune chiavi di lettura molto indovinate per capire qual stato il movimento del pensiero occidentale negli ultimi secoli, e soprattutto qual stato l'atteggiarsi della speranza cristiana di fronte ad esso. infatti nell'ambito della speranza, pi che in quello della fede, che emergono le diverse maniere di intendere l'uomo, il mondo e, nella prospettiva religiosa, Dio stesso. In fondo, la domanda a cui si vuol rispondere la troviamo nel n. 10: La fede cristiana anche per noi oggi una speranza che trasforma e sorregge la nostra vita?. il linguaggio cristiano soltanto informativo o anche, e soprattutto, performativo? Trasforma cio la nostra vita?. In questa prospettiva di teologia fondamentale ritroviamo molti elementi della Introduzione al Cristianesimo, in particolare della sua prima parte. Penso, per esempio, alla concezione della verit, Verum quia faciendum, e agli interrogativi, che qui si pongono, circa la verifica della fede, il rapporto futuro-speranza, l'impegno per trasformare la realt. Il Papa non fa una riflessione sistematica sulla speranza, ma piuttosto fa una teologia sistematica nell'ottica della speranza: e questo evoca un lavoro analogo, ma in fondo diverso nei contenuti e nel metodo, rispetto a quello del suo collega evangelico di Tubinga citato prima. Indubbiamente, l'enciclica del Santo Padre, per sua natura, non ha le pretese scientifiche di Moltmann nella sua Teologia della Speranza, ma, nella sua brevit, mi sembra pi chiara e sistematica. Se vogliamo pur brevissimamente menzionare alcuni aspetti di questa teologia sistematica nell'orizzonte della speranza, possiamo dire: il Dio in cui crediamo quella Realt personale, Ragione, Volont, Amore, che noi non abbiamo creato, ma che ha creato noi, e che permette di avere, al di l delle piccole speranze, una radicale speranza anche oltre la morte, in modo che chi non conosce Dio, pur potendo avere molteplici speranze, in fondo senza speranza. Anche il giudizio non fonte di minaccia o spavento, ma di speranza, e non in maniera individuale, ma comunitaria e universale; il rapporto inscindibile, in Dio, tra la giustizia e la grazia, che ci permette, utilizzando il titolo di un libro di Hans Urs von Balthasar, di sperare per tutti, ma senza minimizzare il valore di atti e decisioni di questa vita. Il purgatorio non come un luogo o tempo, ma come l'incontro (che pu essere di un istante) con il Signore Ges, fuoco d'amore che brucia, purifica, e riempie dello stesso amore. La preghiera per i nostri defunti: mai diventa inutile! A questo riguardo, non posso omettere un brano bellissimo de I Fratelli Karamazov di Dostoevskij, anche per la sua sintonia con il pensier0 del Papa: Ricordati anche di questo: ogni giorno, anzi, ogni volta che puoi, ripeti dentro di te: Signore, abbi piet di tutti quelli che oggi sono comparsi dinanzi a Te. Perch a ogni ora, a ogni istante, migliaia di uomini finiscono la loro vita su questa terra, e le loro anime si presentano al Signore. E quanti uomini lasciano la terra in completa solitudine, senza che nessuno lo sappia, tristi e angosciati, perch nessuno li piange e nessuno sa neppure che hanno vissuto! Allora, forse, dall'estremo opposto della terra si leva in quel momento la tua preghiera al Signore per la pace di colui che sta morendo, sebbene tu non l'abbia conosciuto affatto, n lui abbia conosciuto te. Come si commover la sua anima quando sentir, nell'attimo in cui sar giunta davanti a Dio piena di timore, che qualcuno prega anche per lei, che sulla terra rimasto un essere umano che ama anche lei. E Dio sar misericordioso con tutti e due; perch, se tu hai avuto tanta piet di quell'uomo, quanta pi ne avr Lui, che infinitamente pi misericordioso e pi amoroso di te! E gli perdoner per amor tuo. Se all'inizio abbiamo parlato del rapporto della speranza con la fede, adesso troviamo il suo compimento pieno nell'amore. Soltanto l'amore degno di speranza scriveva Urs von Balthasar; la speranza trova il suo oggetto degno soltanto se si spera nell'amore; anzi, nell'Amore con la maiuscola, che il Dio di Ges Cristo. Questa grande speranza pu essere solo Dio leggiamo nell'enciclica, ma quel Dio che

dicato alla sua memoria il volume su Il Duomo di Monreale. Portare altri a un incontro personale con il Signore. Questo fu nelle parole della lettera pastorale sopra citata il compito di Giovanni Battista. Il sacerdote di questa diocesi di Caltanissetta e poi l'arcivescovo di Monreale stato attraversato da una vera ansia missionaria. Tanto nella sua attivit accademica nella Facolt teologica di Sicilia quanto nell'impegno di animazione culturale tramite il Centro Cammarata, quanto ogni giorno nell'esercizio del ministero presbiterale ed episcopale, don Cataldo ha cercato di portare altri a un incontro personale con il Signore. Non vi era in lui scissione tra la dimensione credente e il profilo intellettuale, tra il pastore e lo storico. GiustaIl vescovo di Monreale seppe unire mente ha scritto di lui Andrea Riccardi: la forza della spiritualit Mi piacerebbe un giorno riuscire a mocon l'apertura mentale di una grande cultura strare come la pastoralit di Naro risene con il radicamento in mezzo al suo popolo tisse della sua cultura storica e del suo apt, un'umilt che non era intesa e vis- proccio da storico. (...) L'identit di suta come atteggiamento rinunciata- Cataldo Naro ritratta dalle sue stesrio, come ripiegamento di fronte alla se parole: un guardare la realt, un finitezza della condizione umana e al- comprenderla con amore e passione, la complessit del reale. Al contrario, uno studiarla con intelligenza e fatica, c'era in lui un atteggiamento silenzio- un ardimentoso proiettarsi in avanti, so e talora dimesso che non si esimeva per rimanere fedeli al mandato del Situttavia dal divenire un ardimentoso gnore, per continuare a dire il Vangeproiettarsi in avanti secondo una lo agli uomini del nostro tempo e del sua ben nota e pi volte commentata nostro luogo (ibidem, 108). Queste espressione per rispondere al suo espressioni dell'allora arcivescovo di Monreale spiegano da sole quanto in compito, alla sua missione. lui si fosse realizzata una sintesi esemCome il Battista, don Aldo ci ha plare tra la riflessione e la missione. insegnato quell'affidarsi a Dio, le cui Proprio le parole appena citate hanno vie non sono le nostre vie e i cui pen- ispirato e guidato il servizio nazionale sieri non sono i nostri pensieri. La sua per il progetto culturale della Cei nelmorte ci ha colti di sorpresa. Non la raccolta in un volume dei suoi stato affatto facile accettarla. Il suo scritti. apporto alla Chiesa in Sicilia e in ItaSugli sviluppi di questo progetto lia avrebbe potuto crescere e svilup- monsignor Naro ha influito moltissimo parsi in maniera singolare. Ma ac- e in pi di una direzione. Anzitutto caduto diversamente. Non ci rimane egli aveva le caratteristiche professioche tornare alla sua vita e in essa co- nali e direi sapienziali dello storico e gliere quanto profondo sia stato il suo cos ha potuto contribuire alla concreaffidamento a Dio, un affidamento ve- tezza storica del progetto. In secondo ro e sofferto, vero perch sofferto. Co- luogo egli aveva un grande senso del nosciamo tutti l'intensit della sua do- territorio e della sua rilevanza: anche nazione alla Chiesa di Monreale ed sotto questo profilo il progetto cultuquanto mai giusto che oggi venga de- rale ha molto beneficiato del suo apporto. Egli era inoltre un profondo conoscitore e un grande amante della sua isola, la Sicilia, e del popolo siciliano: nessuno meglio di lui sapeva per quali strade l'intenzione e le finalit profonde del progetto potevano realizzarsi in Sicilia. Ma soprattutto monsignor Naro era un uomo di Dio, nel senso pi alto e vero del termine: con lui il progetto culturale non rischiava mai l'astrattismo di una cultura fine a se stessa e non radicata nel possiede un volto umano e che ci ha amati sino rapporto dell'uomo con Dio. (...) alla fine (...) E il suo Amore per noi la garanDon Aldo costituiva una grande rizia che esiste ci che solo vagamente intuiamo sorsa e al contempo una grande spee, tuttavia, nell'intimo aspettiamo: la vita che ranza della Chiesa italiana: nella veramente vita. Ma anche presente la direConferenza Episcopale eravamo in zione inversa: dove l'amore il soggetto della molti a esserne convinti. I motivi per speranza. Qui possiamo ricordare san Paolo: i quali egli lo era li ho gi in qualche L'amore spera tutto (I Corinzi, 13, 7), e agmodo indicati, precisando le dimengiunge Sren Kierkegaard: ...e perci non resioni del suo contributo al progetto sta mai confuso: e lo spiega in maniera straorculturale. In concreto egli rappresentava il tipo di vescovo che unisce in s la forza della spiritualit, l'apertura mentale di una grande cultura, il radicamento in mezzo al suo popolo. Era dunque davvero una personalit poliedrica, ma anche profondamente unitaria. Era il tipo di vescovo di cui la Chiesa, non solo in Sicilia e non solo in Italia, ha bisogno oggi. Il Signore ha disposto diversamente, chiamandolo a s quando era ancora tanto giovane: per noi ci pu essere duro da accettare, ma nella fede possiamo essere certi che tutto quello che don Aldo ha seminato giunger a maturazione secondo i progetti di Dio. Vorrei in conclusione ritornare alla figura del Battista. Le parole di una omelia di monsignor Naro su la triplice lezione di Giovanni il Battista ci aiutano infatti ad accettare nella fede la sua dipartita da noi: Le promesse messianiche si compiono in Ges. Ma si compiono in modo che possono risultare deludenti. (...) Contro tutte le previsioni, Dio si manifesta nel segno dell'impotenza e della povert. Egli mostra cos la sua sovrana La discesa di Ges al limbo (icona del XVII secolo) libert divina. Beato chi non si scandalizza di questa libert divina. (...) La terza lezione che ci viene dalla vidinaria nelle pagine della sua opera pi imporcenda di Giovanni il Battista quetante, Atti dell'Amore. In particolare, il Papa st'invito forte a non lasciarci scandapresenta questa dimensione nel rapporto con gli lizzare dal modo di agire di Dio, che altri: chi ama l'unico che pu sperare per gli sovranamente libero e supera ogni altri, per tutti. nostra attesa (Mai soli. Liturgia della L'amore apprende ed esercita la sua speranza Parola e Presenza del Signore, Salvatoin diversi luoghi, come li chiama il Santo Pare Sciascia, Caltanissetta-Roma 2007, dre: la preghiera, l'azione e la sofferenza, che pagine 29-30). Le promesse di Dio, permettono di vivere alcuni atteggiamenti tipici per, si compiono comunque: a cos di chi crede-spera-ama: la con-solazione (il crebreve tempo dalla sua morte, gi posdente mai si sente solo, e cerca di fare in masiamo toccare con mano quanto riniera che nessuno si senta cos); la vulnerabilit manga feconda la breve esistenza tere la com-passione. rena del nostro don Aldo, qui in Sicilia e anche a Roma e nel vasto corpo della Chiesa italiana. *Universit Pontificia Salesiana

venerd-sabato 23-24 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 5

La realt ridotta a calcoli matematici e probabilistici

Ricordo di Paolo Giuntella

Ma l'uomo non un dado N


di GIORGIO ISRAEL el 1821 il grande matematico Augustin-Louis Cauchy cos scriveva: Se ho tentato di perfezionare l'analisi matematica sono ben lungi dall'affermare che quest'analisi sia sufficiente a tutte le scienze della ragione. Indubbiamente, nelle scienze cosiddette naturali, il solo metodo che possa essere impiegato con successo consiste nell'osservare i fatti e nel sottoporre le osservazioni al calcolo. Ma sarebbe un grave errore pensare che la certezza non possa essere trovata altro che nelle dimostrazioni geometriche o nella testimonianza dei sensi; e nonostante nessuno fino ad oggi abbia tentato di dimostrare con l'analisi l'esistenza di Augusto o di Luigi XIV, ogni uomo sensato converr che questa esistenza per lui altrettanto certa del quadrato dell'ipotenusa o del teorema di MacLaurin. Dir di pi: la dimostrazione di quest'ultimo teorema alla portata di poche menti (...); al contrario tutti sanno molto bene da chi sia stata governata la Francia nel diciassettesimo secolo, e che non possibile sollevare al riguardo alcuna contestazione ragionevole. Ci che ho detto a proposito di un fatto storico si applica parimenti a una quantit di problemi, nel campo religioso, morale e politico. Occorre convincersi che esistono verit diverse dall'algebra, realt diverse dagli oggetti sensibili. Coltiviamo con ardore le scienze matematiche, ma senza volerle ostentare al di l del loro dominio; e non illudiamoci che si possa affrontare la storia con delle formule, n sanzionare la morale con dei teoremi o con il calcolo integrale. Si potrebbe pensare che siffatti propositi che toccano brillantemente il tema oggi tanto discusso di una visione della ragione non ristretta all'approccio delle scienze naturali e matematiche fossero un'eccezione nel panorama scientifico, che esprimessero le vedute di un matematico cattolico e conservatore. Al contrario, questa era l'opinione prevalente nel mondo scientifico dell'Ottocento. Ad esempio, nel 1836, un altro celebre matematico, Louis Poinsot, definiva ripugnante l'applicazione del calcolo delle probabilit alle cose dell'ordine morale: rappresentare con un numero la credibilit

nella versione blanda del materialismo metodologico, secondo cui non importa chiedersi se tutto sia riducibile a fatti materiali ma conviene ragionare come se cos fosse. Oggi predomina una versione forte del naturalismo: un materialismo metafisico che attribuisce alla scienza il compito di mostrare che ogni aspetto della realt consiste di processi materiali. Ed cos che l'esilio di Dio dalla natura predicato da Cartesio e da Leibniz e tanto criticato dai filosofi newtoniani, come Clarke diventa un esilio totale, ateismo radicale e la scienza viene investita del compito di distruggere la superstizione religiosa. Anzi a leggere certi testi e a seguire certi dibattiti sembra quasi che la sua attivit si riduca esclusivamente a questo fine. Questi sviluppi non potevano non avere come conseguenza la caduta della barriera che si era frapposta contro la matematizzazione di constatiamo che la matematica non viene ogni aspetto della intesa come una scienza, bens come la morealt. Il Novecento dalit per eccellenza del pensiero che deve segna il dilagare delplasmare ogni forma di esercizio della rala matematica in gione, ci troviamo di fronte al riflesso di ogni campo ed oggi una visione ridotta della razionalit che questo processo assuconsidera inferiore qualsiasi forma di rame contorni parossistigionamento diversa da quella logico-forci. Tutti i premi Nobel male e precipita le materie umanistiche per l'economia vengonel purgatorio del pensiero, in quanto no conferiti a matematiincapaci di produrre verit. ci; la biologia si ripartiMa non basta essere vigili. Occorre sce tra un approccio speessere coerenti. A che vale proporre rimentale volto ossessivacome centrale il senso nella vita e nei mente a ricercare le basi marapporti con gli altri se poi si finisce teriali della vita e del pensiero con l'accettare passivamente una concee un approccio matematico mozione dell'educazione e dei rapporti affetdellistico; praticare le scienze sociali, psicologiche e pedagogiche bio- tivi in contraddizione con tale proposito? senza mettere in opera un approccio logiche Oggi dilagano teorie pedagogiche ispirate al se non strettamente matematico, quanuna delle caratte- pi smaccato scientismo. Esse proclamano tomeno ispirato alla logica formale e alla ristiche pi oscure del cli- che l'insegnante non deve pi essere un modellistica, sembra sconveniente. Pare che ma culturale della nostra epoca maestro bens un facilitatore, che il rapnon sia pi lecito pensare se non in termini ma non pu ingannarci circa il carattere di- porto con gli allievi non deve essere dichiarativo (ossia basato sui contenuti) bens prodi procedimenti logico-formali. sperato di una simile impresa. Basta studiaLa vera domanda se tutto ci abbia re attentamente una sola di queste opere cedurale, ovvero centrato su metodi e tecniqualcosa a che fare con la scienza come per percepire gli equivoci, le petizioni di che dell'insegnamento; e, in quanto esperto stata intesa per qualche secolo, sia in termi- principio, le latenze teologiche, le incrinatu- di tali metodi e tecniche, l'insegnante deve ni di finalit che in termini di re e le fessure di questo genere di edifizi in- divenire un professionista. Pretendono inoltre di oggettivizzare in modo quantitativo i risultati oggettivi. Al riguardo, tellettuali. processi di valutazione, sottraendoli alla sogBisogna avere il coraggio considero fondamentali le osQuesto stato scritto una trentina di an- gettivit arbitraria del rapporto tra inseservazioni proposte da Gerni fa ma ancor pi vero oggi. E quaranta di mettere in luce la povert dei risultati gnante e studente per consegnarli alle proceshom Scholem una trentina di anni non hanno modificato se mai aggra- dure della docimologia, che ha la pretesa ottenuti estendendo il metodo fisico-matematico anni fa. Egli osservava che vato il giudizio del celebre storico della sconfinata di misurare le competenze, la culun ebraismo vivo, quale che scienza Alexandre Koyr circa i risultati tura, il pensiero. Infine, pretendono addirital campo delle scienze umane sia la sua concezione di Dio, dell'imitazione servile del metodo di ana- tura di trasformare in scienza i rapporti afdovr opporsi risolutamente al lisi e ricostruzione per atomi applicato al di fettivi e la morale delegando la formazione di un testimone, assimilare gli uomini a da- naturalismo. Mi pare che ci valga in mo- fuori delle scienze naturali propriamente della persona in tali ambiti a corsi di affetdi, trattare matematicamente le qualit do del tutto identico per il cristianesimo. Se- dette: egli li definiva mostruosit. tivit e convivenza civile. Bisogna avere il rigore e il coraggio di morali e ricavare su questa base conclusioni condo Scholem, questa opposizione dovr Da un lato, occorre mettere in luce l'eche possano determinare un uomo sensato mettere in luce che l'idea secondo cui il pro- esaminare in profondit e mettere in luce strema fragilit delle premesse teoriche di a prendere una decisione o a dare un consi- gresso di per s sorgente di produzione di l'estrema povert dei risultati dell'estensione tali teorie e la desolante miseria dei loro riglio su una cosa di qualche importanza, senso assurda, e che l'ipotesi secondo cui il del metodo delle scienze fisico-matematiche sultati. Ma occorre anche che si risolva l'inun'aberrazione della mente, una falsa appli- mondo luogo di assenza di senso ricevi- al campo delle scienze umane. Non farlo si- coerenza di coloro e non sono pochi cazione della scienza e che non potrebbe al- bile a condizione di trovare un solo uomo gnifica subire passivamente un conformismo che, da un lato, sono convinti che il procesche sia pronto ad accettarne le conseguen- trionfalistico privo di fondamento e lasciare so educativo sia un rapporto tra persone in tro che screditarla. Potrei continuare, ma basti dire che l'op- ze. Lo spettacolo odierno di persone che campo libero al dilagare del peggiore natu- cui l'insegnante si presenta come rappreposizione diffusa ai tentativi di matematiz- impiegano tempo ed energie a dimostrare ralismo. Questo non significa assumere un sentante del mondo (per dirla con Hannah zare le scienze sociali provenne dai matema- che tutto prodotto senza senso di intera- atteggiamento antiscientifico. Al contrario. Arendt) che fornisce all'allievo gli strumenti tici ancor pi che dagli economisti e condus- zioni casuali e cos si mettono nella tragi- Per dirla con Poinsot e Cauchy, questo conoscitivi per costruire il progetto e il senso se alla disperazione il pioniere dell'economia comica situazione di chi da senso alla pro- l'unico modo sensato per difendere l'onore del proprio futuro, e non il mero agente di matematica Lon Walras, isolato dallo scet- pria vita proponendosi di convincere gli al- della scienza in quanto attivit conoscitiva procedure meccaniche e standardizzate; e, ticismo di scienziati di primissimo piano co- tri che nulla ha senso costituisce la mi- contro i tentativi di ridurla a un'impresa di d'altro lato, accettano passivamente di prame Henri Poincar. L'Ottocento fu un seco- gliore prova della tesi di Scholem. Cui egli propaganda del materialismo e dell'ateismo. ticare queste procedure. In tal modo si perOccorre pertanto sviluppare un elevato li- mette al pi vieto scientismo di ridurre al lo fondamentalmente dualista che chiuse la ne aggiunge un'altra, e cio che la frivolezparentesi del materialismo settecentesco za filosofica con cui molti biologi cercano di vello di vigilanza critica. Quando leggiamo rango di vuoti proclami ci di cui pi si estremo secondo cui l'anima una secrezio- ricondurre le categorie morali a categorie le indicazioni governative per l'istruzione e convinti. ne del cervello come la bile lo del fegato (Cabanis), e attribu statuti distinti alle scienze naturali e alle scienze umane. Del resto, anche i grandi protagonisti della rivoAlle origini dell'architettura cistercense luzione scientifica del Seicento quando dicevano che il mondo matematico intendevano per mondo soltanto la sfera dei fenomeni materiali. Anche Cartesio, che pure si era spinto avanti nell'esilio di Dio dal mondo, asserendo che il concorso ordinario Si inaugura il 23 maggio nel salone centra- sia in pianta, sia in alzato, sulla base del- il modulo di base, corrispondente a una di Dio nella conservazione del moto non imle del Complesso del Vittoriano la mostra la progettazione modulare. La misura del campata della navata laterale. La lunpedisce che la natura sia autonoma nella Abbazia di Fossanova. 800 anni tra storia modulo, il quadrato, lo strumento gra- ghezza della chiesa invece ottenuta sua propria sfera, ribadiva nettamente che e futuro. Pubblichiamo stralci di un contri- zie al quale per addizione e moltiplica- moltiplicando per tre la larghezza. (...) questa sfera quella della materia. E noTutte le parti dell'edificio sono ugualbuto scientifico realizzato da una delle cura- zione si determina non solo l'estensione nostante egli considerasse la matematica codel complesso, ma anche le dimensioni e mente governate da leggi numeriche che trici a corredo del percorso espositivo. me la suprema scienza dell'ordine e della la posizione dei singoli edifici. (...) governano l'applicazione del modulo premisura che fornisce il modello del metodo Un importante documento dell'interes- scelto. allora facile comprendere perdi MARINA RIGHETTI (mathesis universalis), si guardava bene dalse dei contemporanei per il sistema di ch il piano bernardino abbia potuto esl'estenderne il dominio al di l della sfera La storia dell'architettura cistercense progettazione cistercense costituito dal sere facilmente applicato in tutta Europa, naturale. Al punto di proscrivere ogni tentadivisibile in periodi diversi. Gli edifici del Taccuino di disegni di Villard de Honne- conseguendo risultati di grande uniformitivo di dominare il concetto di infinito; con periodo delle origini sono ricordati solo court realizzato intorno al 1230. Assieme t, anche se con l'uso di materiali da coil che non voleva dire che l'uomo non posda testimonianze documentarie che atte- ad altri soggetti, Villard disegna una chie- struzione molto diversi. sieda tale concetto: al contrario, il possesso stano a Cteaux e nelle prime filiazioni, sa, caratterizzata da un profondo coro Fontenay il manifesto in pietra del La Fert (1113), Pontigny (1114), Mori- rettilineo, simile a quello dell'ultima re- pensiero estetico di Bernardo relativo alda parte dell'uomo dell'idea di infinito e di mond (1115), l'esistenza di piccole cap- dazione di Cteaux (la cosiddetta Cteaux l'architettura e alla decorazione. Dai caperfezione manifesta la presenza divina. Ma pelle ad aula unica. Del tutto originale III, consacrata nel 1193). La scritta che pitelli, i pavimenti e le vetrate sono banla mente umana finita e sarebbe ridicolo invece il caso di Clairvaux, fondata nel commenta il disegno Vesci una glize d'e- dite le immagini curiose e attraenti (deche tentassimo di determinarne qualcosa 1115 da Bernardo: la chiesa, che era sta- squairie ki fu esgarde a faire en l'ordene formis formositas ac formosa deformitas) (dell'infinito) e in tal modo supporlo finito ta conservata come una reliquia fino al de Cistiaus (Ecco una chiesa a pianta che attirano lo sguardo e la fantasia, dicercando di capirlo. Per questo, secondo quadrata che si pens di costruire per XVIII secolo accanto alla nuova abbaziaCartesio, non bisogna chiedersi se la met di stogliendo l'attenzione dei monaci dalla le, presentava una pianta quadrata con l'ordine cistercense) e soprattutto il modo una retta sia infinita o se l'infinito pari o con cui Villard evidenzia il reticolo a ba- preghiera e la decorazione basata esun quadrato minore inscritto, che, in aldispari. Soltanto Leibniz si spinge ad asserizato, si evidenziava come un blocco se quadrata, confermano l'interesse del senzialmente sul cerchio, la figura che, re che l'infinito e l'infinitamente piccolo posemergente. La tipologia dell'edificio, ri- grande architetto per il quale stata an- insieme al quadrato usato come modulo sono essere manipolati come le quantit finiportata da incisioni dell'abbazia di Clair- che ipotizzata una formazione nell'ambi- costruttivo, raggiunge la massima perfete, perch vi coerenza completa tra realt zione geometrica. Si tratta di un messagvaux, del tutto originale, ma di grande to di un cantiere cistercense. e ragione, e addirittura propugna la creaUnica testimonianza quasi intatta, sia gio concettuale che richiama continuainteresse, dal momento che vi viene prozione di un calcolo simbolico universale con posta con straordinaria lucidit la figura in pianta sia in alzato, del periodo di mente al monaco la perfezione assoluta, cui sviluppare ogni ragionamento, quale che regolare del quadrato come base di un Bernardo l'abbazia di Fontenay in Bor- la ratio divina che governa il mondo. ne sia l'oggetto. Ciononostante anche LeibDopo la morte di Bernardo, nel 1153, gogna, la cui chiesa fu costruita tra il nuovo sistema architettonico. niz era un dualista convinto. Tra il 1133-35 e il 1153, anno di mor- 1139 e il 1147. L'occhio del visitatore si apre nell'architettura cistercense una nel Novecento che si affermata la te di Bernardo, viene infatti elaborato un immediatamente colpito dal ruolo della fase diversa, di compromesso tra la linea concezione detta naturalismo che ha come progetto normativo per l'architettura del- luce che scandisce la navata centrale e le di assoluto rigore imposto da Bernardo e programma la riduzione di ogni aspetto dell'Ordine, personalmente promosso dallo sue membrature architettoniche. Lo spa- gli influssi dell'architettura coeva della la realt a processi naturali, ovvero materiastesso santo e perci definito piano ber- zio cos percepito nella razionalit che Borgogna, consapevole degli sviluppi tecli, e che quindi altro non che una forma nardino: esso prevede la pianificazione lo costruisce: la larghezza della chiesa nici e stilistici della nascente architettura dell'intera abbazia e la sua realizzazione, infatti ottenuta moltiplicando per quattro gotica della vicina Ile-de-France. di materialismo, seppure declinata talora

L'umanesimo cristiano di un apologeta del nostro tempo


di PIO CEROCCHI Dopo essere stati anche nella stessa culla, come ci avevano raccontato le nostre madri, Paolo e io, a parte alcune occasioni familiari, ci siamo rincontrati alla facolt di Lettere di Roma, ai margini del Sessantotto. Entrambi eravamo scossi dagli atteggiamenti del Movimento studentesco, che veniva componendosi su presupposti culturali che ci apparivano insoddisfacenti e difficilmente compatibili con la formazione che avevamo ricevuto dai nostri genitori. Cos, pur condividendo il desiderio di quella innovazione profonda di cui le lotte studentesche nel bene e nel male erano espressione, cominciammo insieme a esplorare altri sentieri, diversi dagli esiti consumistici delle contraddizioni borghesi, ma anche dalla cultura marxista-leninista alla quale sentivamo di non appartenere. In altre parole ci fermammo sulla soglia di quella grande deriva culturale alla quale, invece, aderirono una buona parte della nostra generazione e, come si sa, anche molti giovani cattolici delle parrocchie e delle associazioni. E fu cos che ci ritrovammo addosso gli abiti del non conformismo, e iniziammo la nostra lunga rotta un po' solitaria, verso approdi prima incerti, e poi via via pi definiti e ricchi di storie e di motivazioni. Ho raccontato l'inizio di un percorso che poi Paolo ha proseguito da protagonista e con grande coerenza fino al termine della sua vita di scrittore, di giornalista, di osservatore della storia presente vicina e lontana, di marito, di padre, di profeta e cantore di cieli nuovi e di terre nuove. La storia di Paolo, pur nella ricchezza degli eventi biografici, per molto semplice. Lineare: egli, infatti, sempre stato con quanti hanno creduto alla possibilit del cambiamento, partendo dai convincimenti religiosi non assunti come ideologia, ma vissuti ogni giorno e mai dismessi. Il sogno di una societ liberata dalle oppressioni e dalle guerre e ottimista nel proprio futuro i cui primi segni egli intravide negli eventi degli anni Sessanta lo stesso che ha seguito con fede incrollabile fino all'ultimo giorno della sua vita.

Il manifesto in pietra del pensiero di Bernardo

Sapeva bene che queste certezze potevano essere scambiate per ingenuit, ed sempre stato consapevole del rischio della delegittimazione, ma questa coscienza, invece di deprimerlo, lo rafforzava nei suoi convincimenti anche perch sapeva trovare sempre argomenti ed esempi che illuminavano le sue affermazioni con le ragioni di un umanesimo profondo. S, questo si pu dire con sicurezza di Paolo: la sua obiezione al conformismo e all'empiet si fondata su un umanesimo cristiano. Rigorosamente cristiano. Nelle lunghe chiacchierate che hanno punteggiato la nostra amicizia, e anche presentando una volta uno dei suoi numerosi libri (Strada verso la libert), gli dicevo che egli era soprattutto un apologeta, nel senso che sentiva come propria la missione di illustrare a lettori anche remoti le ragioni profonde della presenza cristiana nella storia. Opportunamente e inopportunamente. Anzi, pi spesso seguendo questa seconda via, assumendosi il carico di dare voce alle crisi sociali e alla lotta contro le ingiustizie. E cos facendo, pur avendo avuto come giornalista importanti responsabilit (soprattutto a Il Mattino e al Tg1 come inviato e poi quirinalista), ha saputo guardare dove si nascondevano il dolore e la speranza degli uomini. Nel suo quartiere, tra i terremotati dell'Umbria, tra i profughi del Kossovo a Kukes, e nel corso dei suoi viaggi nel mondo. In ogni Paese (per esempio, in India) sapeva trovare i luoghi dove insospettabilmente si annidavano, talvolta resistendo, la fede e il dialogo, e dove la spiritualit cristiana s'incontrava con altre espressioni religiose. Io ho avuto la fortuna di sentire queste storie dal vivo, ma non ce n' nessuna che Paolo non abbia registrato nei suoi libri pi di una decina, a cui si era appena aggiunto L'aratro, l'ipod e le stelle. Diario di viaggio di un laico cristiano pubblicato dalle Paoline e nei tantissimi articoli e interventi su libri e riviste, nonch nelle molte conferenze che ha tenuto in tutta Italia. Paolo aveva anche un grande intuito politico, di cui traccia la sua presidenza alla Lega Democratica, alla quale segu la fondazione del gruppo della Rosa Bianca, con le numerose scuole di formazione. Ma ben certo che avrebbe potuto (e dovuto) avere pi ampie responsabilit e riconoscimenti di quanto in realt la politica non gli abbia saputo offrire. Ha amato il proprio lavoro e lo ha sempre svolto, sin da giovane, con grande scrupolo professionale, senza badare al rango della notizia. La sua una biografia importante del nostro tempo e, soprattutto, per la Chiesa perch ha creduto sempre: sia nell'esuberanza giovanile con la seriet gioiosa che gli era stata insegnata, sia nella gracilit della malattia che ha accolto con l'ultima certezza: quella della Resurrezione.

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
A Cannes premiata una storia di solidariet che arriva dall'Uganda Si svolta a Zamboanga City la terza Assemblea per la cura pastorale dei nomadi e Bajaus

venerd-sabato 23-24 maggio 2008

...

Le collane di Vicky sulla Croisette


di MONICA MONDO Sulla Croisette, a Cannes, non solo divi di cassetta e autori del grande cinema: un giovane regista italiano viene premiato da Spike Lee per un documentario su una storia cattolica, che arriva dall'Uganda, coinvolge la solidariet di tanti italiani. Greater, defeating Aids stato girato in tre giorni l'altr'anno, a Kireka, una baraccopoli alla periferia di Kampala. Qui attivo il Meeting Point, una ong partner dell'Associazione volontari per il servizio internazionale (Avsi) che offre aiuto, cure e una casa alle donne malate di hiv, ai loro bambini, i loro orfani. un'opera di volontariato, nata una decina d'anni fa dalla passione ed esperienza infermieristica di Rose Busingye: insieme a un gruppo di amici, davanti al dramma dell'aids, la sfida di un luogo per curare la malattia e la solitudine, per dare ancora, contro ogni speranza, una possibilit di una vita libera e gioiosa. Il Meeting Point mette su una scuola per i bambini, inventa lavori: perch sulla collina petrosa, cui si aggrappano le baracche, decine di persone scavano e rompono, con le mani e scalpelli improvvisati, per riempire secchi di ghiaia e schegge di pietra. Se si molto pazienti, in un giorno di lavoro si guadagnano anche un paio di euro. Era la loro unica attivit. Gente povera, che quasi ha diritto alla disperazione, segnata dalla pi terribile delle malattie, un passato da dimenticare. Come Vicky, che con la sua testimonianza ha incantato la scorsa estate la platea del Meeting di Rimini. Poco pi di trent'anni, sieropositiva, sei figli da cinque uomini diversi. Chi l'ha infettata non voleva portasse avanti l'ultima gravidanza. Vicky ha tenuto il suo bambino, anzi ne ha adottato un altro, ora l'animatrice del Meeting Point, ha chiesto il battesimo, perch essere cattolica significa essere come

W
Giovanni Maria Vian e i fratelli Lorenzo e Paolo con Gabriella e Ilaria sono con Laura, Osea, Tommaso, Irene e con tutta la famiglia nel ricordo dell'amico carissimo.

L'apostolato in Mindanao per gli zingari del mare


ZAMBOANGA CITY, 23. La Chiesa cattolica delle Filippine ha recentemente tenuto la terza Assemblea nazionale per la cura pastorale dei nomadi e Bajaus a Zamboanga City. Il dibattito in questa assise si concentrato sugli sforzi compiuti dai sacerdoti diocesani e dai missionari religiosi per portare la parola del vangelo ai piccoli gruppi di indigeni Samal-Bajaus, i pi poveri tra i poveri, comunemente chiamati gli zingari del mare. Queste primitive comunit vivono essenzialmente di pesca e usano fragili imbarcazioni per seguire i branchi di pesce lungo le coste frontaliere della Malaysia, dell'Indonesia e delle Filippine In quest'ultimo Paese i SamalBajaus hanno le loro basi principali in diverse localit di Mindanao tra cui Basilan, Sulu, Tawi-Tawi e Zamboanga. L'opera di evangelizzazione di questi gruppi indigeni ha origini recenti: stato il missionario italiano fratel Renato Rosso ad avere con loro i primi contatti nel 2004. In quello stesso anno stata creata l'Assemblea nazionale per la cura pastorale dei nomadi e Bajaus e l'8 aprile del 2005 si tenuto il primo incontro a Zamboanga City. A questo appuntamento hanno partecipato venti persone tra religiosi e laici che ancora oggi svolgono la loro opera pastorale presso le piccole comunit dei Samal-Bajaus a Isabela City, Maluso, Siasi, Jolo, Bongao, Pagadian City, General Santos City e Zamboanga City. Da questa prima assemblea stata presa la decisione di costituire un comitato di coordinamento. La seconda assemblea nazionale per la cura pastorale dei nomadi si tenuta il 26-27 aprile 2006 con trenta partecipanti. In questo ulteriore appuntamento la discussione stata focalizzata sull'analisi dei diversi programmi di evangelizzazione per ciascuno dei gruppi di indigeni nomadi che tengono conto anche dei loro bisogni e del contesto in cui si svolgono. Nel 2007, in attesa della convocazione della terza assemblea nazionale per la cura pastorale dei nomadi, rimandata poi al 4-6 aprile 2008, sono stati organizzati due incontri preparatori in giugno e in settembre, per discutere sui temi generali su cui poi sostenere un dibattito, per approfondire l'analisi dei programmi di evangelizzazione e per scrivere un documento da presentare all'assemblea del 2008 basato sulle risposte degli evangelizzatori ai questionari precedentemente predisposti. Alla terza Assemblea nazionale per la cura pastorale dei nomadi, svoltasi ad aprile di quest'anno, sono stati presentati diversi documenti e ricerche sulla cultura dei Samal-Bajaus che hanno analizzato temi quali il concetto del dominio ancestrale, il rispetto per i diritti umani all'interno dei gruppi, il problema della preservazione di aspetti della cultura ancestrale compatibili con l'evangelizzazione. Per rispetto a quei gruppi di Samal-Bajaus che hanno aderito all'Islam, la terza Assemblea nazionale per la cura dei nomadi stata aperta con la recita di preghiere sia cristiane che musulmane. Il vicario apostolico di Jolo, monsignor Angelito R. Lampon, ha presieduto l'Assemblea affiancato da fratel Angelo Calvo, vicepresidente. Nell'aprile del 2007, in un articolo intitolato Cura pastorale dei SamalBajaus e nomadi nelle Filippine e pubblicato dal periodico People on the move, organo del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, fratel Dennis G. Tamayo, CMF, ha ripercorso la storia dell'evangelizzazione di queste popolazioni e illustrato i loro credi ancestrali.

PAOLO GIUNTELLA
vivo in Dio e nella comunione dei santi.
.

W
Gianfranco Astori, Luciano Azzolini, Daniela Mazzuconi, Luciano Rebulla partecipano al lutto per la scomparsa del caro amico

PAOLO GIUNTELLA
e si uniscono nella preghiera di suffragio.
.

W
Il Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani e della Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, insieme a tutti i Collaboratori del Dicastero, partecipano al profondo dolore del Rev.do Padre Norbert Hofmann, Segretario della Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, per l'improvvisa scomparsa di suo Padre. Invocano dal Signore Risorto la consolazione cristiana e si uniscono alla preghiera della famiglia alla quale confermano la loro sentita vicinanza spirituale.
.

quelli che mi trattano come una persona, e il valore della vita pi grande del virus che porto dentro di me. Vicky e le sue compagne hanno scelto di diventare volontarie, di inventarsi col microcredito nuovi mestieri, di far conoscere anche la loro letizia, oltre al dolore, con le loro danze e canzoni: le loro voci attraverso campagne di solidariet dell'Avsi sono arrivate in tante comunit. Molti ricordano poi l'intervento di Rose alla presenza di Giovanni Paolo II, nel 2001, per ringraziare la Santa Sede del contributo economico, ma soprattutto per la parola instancabile del Papa nel ricordare ci che l'uomo, la responsabilit verso la sua dignit che pu cambiare il volto del mondo. Il filmato portato a Cannes racconta questa esperienza, l'indomabile volont di questa infermiera di colore nel pi povero Paese dell'Africa. L'autore,

Emmanuel Exitu, ha uno strano cognome d'arte, e certo Spike Lee non l'avr collegato a Giovanni Testori, a uno dei suoi libri pi drammatici del dopo conversione. Ma la giuria si commossa, visionando il loro cortometraggio, per una storia dentro la storia. Dopo l'uragano Katrina, che devast New Orleans, le immagini dei bambini che avevano perso tutto, famiglia e casa, arrivano dalla televisione anche al Meeting Point di Kireka. Rose, Vicky e le altre iniziano a fare braccialetti, collane, a raccogliere ogni spicciolo e mendicarlo per mettere insieme un camion di aiuti da spedire in America. Perch chi soffre sa cosa vuol dire spiegano ed essere utili a qualcuno la cosa pi importante della vita. Per questo sul palco del festival di Cannes Spike Lee baciava il giovane regista italiano, indossando le collane che Rose aveva mandato da Kampala, come omaggio ai giurati.

Lutto nell'Episcopato
giunta la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor John Aloysius Morgan, vescovo titolare di Membressa, gi ausiliare di Canberra and Goulburn e vicario castrense per l'Australia, avvenuta mercoled 21 maggio, alle ore 21.50, all'et di novantotto anni. Il compianto presule era nato in Essendon, arcidiocesi di Melbourne, il 9 ottobre 1909 ed era stato ordinato sacerdote il 15 luglio 1934. Eletto il 6 marzo 1969 alla sede titolare di Membressa e nel contempo nominato ausiliare di Canberra, aveva ricevuto l'ordinazione episcopale il successivo 28 aprile. Il 29 maggio dello stesso anno era stato nominato anche vicario castrense (oggi ordinario militare) per l'Australia. Il 2 gennaio 1985 aveva rinunciato a entrambi agli incarichi pastorali.

Il 50 pellegrinaggio militare internazionale a Lourdes


LOURDES, 23. Al cinquantesimo pellegrinaggio militare internazionale, che si svolge a Lourdes dal 22 al 25 maggio, partecipano ventiduemila soldati provenienti da quaranta Paesi, compreso lo Stato della Citt del Vaticano che ha inviato un drappello di guardie svizzere. Seimila i militari italiani, in rappresentanza di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri, guidati dal generale Domenico Rossi, comandante della Regione militare centrale e presidente del Cocer interforze. Oggi pomeriggio sfileranno fino alla basilica di San Pio X dove verr celebrata una messa per la pace. I soldati italiani sono tra i fondatori del pellegrinaggio al santuario di Lourdes nato all'indomani della II Guerra Mondiale. Nel 1958 a francesi e tedeschi si unirono le forze armate delle nazioni alleate dando vita alla prima edizione dell'evento che quest'anno si inserisce nel cammino giubilare per il 150 anniversario delle apparizioni. Quest'anno inoltre il pellegrinaggio militare si svolge insieme all'incontro delle Universit della Pace.

Il giudizio delle comunit protestanti

Le Chiese europee sul tema dell'immigrazione in Italia


ROMA, 23. Un appello perch non ci sia spazio per azioni discriminatorie nei confronti delle comunit romene e rom stato lanciato al Governo italiano dalla Commissione delle Chiese per i migranti in Europa (Ccme), l'organismo ecumenico fondato nel 1964, con sede a Bruxelles, per promuovere il coordinamento dell'azione delle comunit ecclesiali protestanti europee sulle politiche migratorie. La segretaria generale Doris Peschke ha inviato una lettera al ministro dell'Interno Roberto Maroni in merito al cosiddetto pacchetto sicurezza, che prevede norme pi severe per contrastare l'immigrazione non regolare. Nella missiva, che tra l'altro stata inviata per conoscenza anche all'Alto Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, si sottolinea che ogni persona merita dignit e uguaglianza di fronte alla legge. Dal Ccme si afferma: Naturalmente siamo consapevoli che negli anni, l'Italia ha ricevuto un grande numero di immigrati romeni e, tra essi, molti rom. Ed possibile che tra essi ci siano anche dei criminali, ma questo non fa di tutti i rom dei criminali. Pu darsi che alcuni siano entrati illegalmente, tuttavia sono persone titolari di diritti fondamentali. Possono anche aver commesso un'irregolarit, per la quale sarebbe giusto comminare una sanzione. Ma per l'organismo ecumenico occorre evitare che i provvedimenti nei confronti degli immigrati possano essere eccessivamente severi. Bisogna evitare, si legge nella nota, che la discussione sull'immigrazione sia sproporzionata, soprattutto perch questa impostazione lascia sottintendere che ogni romeno e ogni rom sia un potenziale criminale. La missiva si chiude con un auspicio che nell'affrontare la situazione dei rom, il Governo italiano prenda in considerazione le raccomandazioni del Consiglio d'Europa e la speranza che i responsabili delle violenze contro le minoranze etniche registrate nelle scorse settimane siano portati in Tribunale.

Presentata una petizione contro il nuovo progetto di legge

Portogallo, famiglie contro il divorzio


LISBONA, 23. In relazione all'imminente dibattito parlamentare, il forum della famiglia ha lanciato una petizione cittadinanza-famiglia-matrimonio contro il nuovo progetto di legge sul divorzio presentato dal partito socialista in Portogallo. Il documento si oppone a un testo legislativo che intende introdurre nella societ civile la supremazia dello statalismo, della legge penale che miracolosamente tutto risolve, dell'istituzionalizzazione dei bambini, dell'irresponsabilit nelle relazioni personali e nei contratti giuridici. Si tratta riferisce l'agenzia di stampa Sir di una questione di cittadinanza e di organizzazione sociale: la famiglia, infatti, la cellula base della societ e il matrimonio l'istituto che meglio protegge gli individui, le loro relazioni affettive e il patrimonio. In esso sono generati i figli, e la natalit da cui dipende lo sviluppo di una societ, non si ottiene semplicemente con un sussidio, ma con politiche che favoriscano la stabilit della coppia. La petizione afferma che il progetto di legge rivolto a eliminare ogni responsabilit interna al matrimonio, mentre la violazione dei doveri familiari non ha alcuna conseguenza; ad esempio, colui che picchia la moglie pu addirittura avvalersi di questa circostanza per chiedere il divorzio (art. 1781, comma d): in tal modo s'introduce la logica dell'irresponsabilit e del lassismo. Inoltre, s'istituisce anche una specie di regolamento finale di conti tra coniugi (art. 1676), che favorisce il calcolo economico e l'utilitarismo, distruggendo completamente il concetto e la sensazione di unit di vita e d'intento comune. La petizione, infine, sottolinea la perversit di uno spirito legislativo che, fomentando e facilitando la separazione, penalizza i figli e il coniuge economicamente e socialmente pi debole.

venerd-sabato 23-24 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
XVI

pagina 7

Benedetto

al congresso di facolt di comunicazione delle universit cattoliche

La passione per la verit evita il relativismo


La passione per la verit, non deve essere distorta e trasformarsi in cinico relativismo. la raccomandazione del Papa ai partecipanti al congresso organizzato dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali sul tema Identit e missione di una facolt di comunicazione di una universit cattolica, ricevuti in udienza venerd 23 maggio nella Sala Clementina.

Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, Illustri Signori, gentili Signore! Sono davvero lieto di porgere il mio benvenuto a tutti voi accademici ed educatori delle istituzioni cattoliche di cultura superiore riuniti a Roma per riflettere, insieme ai componenti del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, sull'identit e la missione delle Facolt della comunicazione nelle Universit Cattoliche. Attraverso voi, desidero salutare i vostri colleghi, i vostri studenti e tutti coloro che fanno parte delle Facolt che voi rappresentate. Un ringraziamento particolare va al vostro Presidente, Mons. Claudio Maria Celli, per le gentili parole di omaggio che mi ha rivolto. Con lui saluto i Segretari ed il Sottosegretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Le diverse forme di comunicazione dialogo, preghiera, insegnamento, testimonianza, proclamazione ed i loro diversi strumenti stampa, elettronica, arti visive, musica, voce, gestualit e contatto sono tutte manifestazioni della fondamentale natura della persona umana. la comunicazione che rivela la persona, che crea rapporti autentici e comunit, e che permette agli esseri umani di maturare in conoscenza, saggezza e amore. La comunicazione, tuttavia, non il semplice prodotto di un puro e fortuito caso o delle nostre umane capacit; alla luce del messaggio biblico, essa riflette piuttosto la nostra partecipazione al creativo, comunicativo ed unificante Amore trinitario che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Dio ci ha creati per essere uniti a Lui e ci ha dato il dono ed il compito della comunicazione, perch Egli vuole che noi otteniamo questa unione, non da soli, ma attraverso la nostra conoscenza, il nostro amore ed il nostro servizio a Lui e ai nostri fratelli e sorelle in un rapporto comunicativo e amorevole. It is self-evident that at the heart of any serious reflection on the nature and purpose of human communications there must be an engagement with questions of truth. A communicator can attempt to inform, to educate, to entertain, to convince, to comfort; but the final worth of any communication lies in its truthfulness. In one of the earliest reflections on the nature of communication, Plato highlighted the dangers of any type of communication that seeks to promote the aims and purposes of the communicator or those by whom he or she is employed without consideration for the truth of what is communicated. No less worth recalling is Cato the Elder's sober definition of the orator; vir bonus dicendi peritus a good or honest man skilled in communicating. The art of communication is by its nature linked to an ethical value, to the virtues that are the foundation of morality. In the light of that definition, I encourage you, as educators, to nourish and reward that passion for truth and goodness that is always strong in the young. Help them give themselves fully to the search for truth. Teach them as well, however, that their passion for truth, which can be well served by a certain methodological skepticism, particularly in matters affecting the public interest, must not be distorted to become a relativistic cynicism in which all claims to truth and beauty are routinely rejected or ignored.
[ evidente che al centro di qualsiasi seria riflessione sulla natura e sullo scopo delle comunicazioni umane debba esserci un impegno con le questioni di verit. Un comunicatore pu tentare di informare, educare, intrattenere, con-

vincere, confortare, ma il valore finale di qualsiasi comunicazione risiede nella sua veridicit. In una delle prime riflessioni sulla natura della comunicazione, Platone evidenzi i pericoli di qualsiasi tipo di comunicazione che cerca di promuovere gli obiettivi e gli scopi senza considerare la verit di quanto viene comunicato. Vale anche la pena ricordare la saggia definizione di oratore data da Catone il Vecchio: vir bonus dicendi peritus, un uomo buono od onesto abile nel comunicare. L'arte della comunicazione per sua natura legata a un valore etico, alle virt che sono il fondamento della morale. Alla luce di quella definizione, vi incoraggio, quali educatori, ad alimentare e ricompensare la passione per la verit e la bont che sempre forte nei giovani. Aiutateli a dedicarsi pienamente alla passione per la verit! Tuttavia, insegnate loro che la propria passione per la verit, che pu essere ben servita da un certo scetticismo metodologico, in particolare in questioni di pubblico interesse, non deve venire distorta e divenire un cinismo relativistico in cui tutte le istanze di verit e di bellezza vengono regolarmente rifiutate o ignorate].

thiques de la communication entre les personnes, une priode o le phnomne de la communication prend une place de plus en plus large dans tous les milieux sociaux. II est important que cette formation ne soit jamais envisage comme un simple exercice technique ou comme le seul dsir de donner des informations; il convient qu'elle soit bien davantage une invitation promouvoir la vrit dans l'information et faire rflchir nos contemporains sur les vnements, dans le but d'tre des ducateurs des hommes d'aujourd'hui et d'difier un monde meilleur. Il est aussi ncessaire de promouvoir la justice et la solidarit, et de respecter en toute circonstance la valeur et la dignit de chaque personne, qui a droit ne pas tre non plus blesse dans ce qui concerne sa vie prive.
[Vi incoraggio a rivolgere maggiore attenzione ai programmi accademici nell'ambito dei mezzi di comunicazione sociale, in particolare alle dimensioni etiche della comunicazione fra le persone, in un periodo in cui il fenomeno della comunicazione sta occupando un posto sempre pi grande nei contesti sociali. importante che questa forma-

zione non venga mai considerata come un semplice esercizio tecnico o come mero desiderio di dare informazioni; opportuno che sia molto pi un invito a promuovere la verit nell'informazione e a far riflettere i nostri contemporanei sugli eventi, al fine di essere educatori degli uomini di oggi e di edificare un mondo migliore. altres necessario promuovere la giustizia e la solidariet, e rispettare in qualunque circostanza il valore e la dignit di ogni persona, che ha anche diritto a non essere ferita in ci che concerne la sua vita privata].

Je vous encourage porter une attention accrue aux programmes acadmiques dans le domaine des mdias, notamment aux dimensions

Nel saluto dell'arcivescovo Celli gli obiettivi del congresso

Etica e morale nell'uso dei media


L'identit e la missione di una facolt di comunicazione nell'Universit cattolica, il tema del congresso organizzato dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali in questi giorni presso l'Urbaniana, al quale partecipano studiosi ed esperti provenienti da quarantatr Paesi, in rappresentanza di quarantacinque atenei e di tredici istituzioni e organismi operanti nel campo dei media. L'intento, come ha spiegato il presidente del Pontificio Consiglio, l'arcivescovo Claudio Maria Celli, rivolgendo questa mattina il suo saluto al Papa all'inizio dell'udienza, promuovere un confronto e un dialogo a largo raggio sul complesso oggi della comunicazione che, mentre gi prefigura orizzonti futuri e potenzialit sempre nuove, pone delicati problemi sul fronte etico. Siamo ben consapevoli che anche nel vorticoso e spesso imprevedibile sviluppo delle nuove tecnologie di comunicazione, approfondimento e riflessione siano i primi segnali ai quali attenersi per scegliere il giusto cammino tra protagonismo e servizio e per cercare, senza uscire di rotta, quella verit da condividere. Come Pontificio Consiglio ha aggiunto avviandosi a conclusione sappiamo di operare in un campo di straordinarie potenzialit per l'umanit e per la Chiesa; promozione umana ed evangelizzazione continuano a essere i due grandi poli di riferimento per il nostro quotidiano impegno. Intendiamo percorrere, tuttavia, con sempre maggiore efficacia la difficile strada che ci data. Il nostro Dicastero vive una fase del tutto nuova e, tanto pi si sente impegnato a svilupparla in dialogo con coloro che hanno i titoli per poterci aiutare e offrire contributi importanti al nostro lavoro.

Sera una tragedia para el futuro de la humanidad si los nuevos instrumentos de comunicacin, que permiten compartir el conocimiento y la informacin de manera ms rpida y eficaz, no fueran accesibles a los que ya estn marginados econmica y socialmente, o slo contribuyeran a agrandar la distancia que separa a estas personas de las nuevas redes que se estn desarrollando al servicio de la socializacin humana, la informacin y el aprendizaje. Por otro lado, sera igualmente grave que la tendencia globalizante en el mundo de las comunicaciones debilitara o eliminara las costumbres tradicionales y las culturas locales, de manera especial las que han logrado fortalecer los valores familiares y sociales, el amor, la solidaridad y el respeto a la vida. En ese contexto, deseo expresar mi aprecio a aquellas comunidades religiosas que, no obstante los altos costos financieros o los innumerables recursos humanos, han abierto Universidades Catlicas en los pases en vas de desarrollo, y me complace que muchas de estas instituciones estn hoy aqu representadas. Sus esfuerzos asegurarn a los pases donde se encuentran el beneficio de la colaboracin de hombres y mujeres jvenes que reciben una formacin profesional profunda, inspirada en la tica cristiana, que promueve la educacin y la enseanza como un servicio a toda la comunidad. Valoro de manera particular su compromiso por ofrecer una esmerada educacin para todos, independientemente de la raza, condicin social o credo, lo cual constituye la misin de la Universidad Catlica.

[Sarebbe una tragedia per il futuro dell'umanit se i nuovi strumenti di comunicazione, che permettono di condividere la conoscenza e l'informazione in modo pi rapido ed efficace, non fossero accessibili a quanti gi sono emarginati economicamente e socialmente, o se contribuissero solo ad accrescere la distanza che separa queste persone dalle nuove reti che si stanno sviluppando al servizio della socializzazione umana, dell'informazione e dell'apprendimento. D'altro canto, sarebbe parimenti grave se la tendenza globalizzante nel mondo delle comunicazioni indebolisse o eliminasse i costumi tradizionali e le culture locali, in modo particolare quelle che sono riuscite a rafforzare i valori familiari e sociali, l'amore, la solidariet e il rispetto della vita. In questo contesto, desidero esprimere la mia stima a quelle comunit religiose che, nonostante gli alti oneri finanziari o le innumerevoli risorse umane, hanno aperto Universit cattoliche nei Paesi in via di sviluppo e sono lieto che molte di queste istituzioni siano oggi qui rappresentate. I loro sforzi assicureranno ai Paesi dove si trovano il beneficio della collaborazione di uomini e di donne giovani che ricevono una formazione professionale profonda, ispirata all'etica cristiana, che promuove l'educazione e l'insegnamento come un servizio a tutta la comunit. Apprezzo in maniera particolare il loro impegno per offrire un'accurata educazione a tutti, indipendentemente dalla razza, dalla condizione sociale o dal credo, il che costituisce la missione dell'Universit cattolica].

In questi giorni voi esaminate insieme la questione dell'identit di un'Universit o di una Scuola cattolica. Al riguardo, vorrei ricordare che tale identit non semplicemente una questione di numero di studenti cattolici; soprattutto una questione di convinzione: si tratta cio di credere veramente che solo nel mistero del Verbo fatto carne diventa chiaro il mistero dell'uomo. La conseguenza che l'identit cattolica sta in primo luogo nella decisione di affidare se stessi intelletto e volont, mente e cuore a Dio. Come esperti nella teoria e nella pratica della comunicazione e come educatori che stanno formando una nuova generazione di comunicatori, voi avete un ruolo privilegiato non solo nella vita dei vostri studenti, ma anche nella missione delle vostre Chiese locali e dei loro Pastori per far conoscere la Buona Novella dell'amore di Dio a tutte le genti. Carissimi, nel confermare il mio apprezzamento per questo vostro suggestivo incontro che apre il cuore alla speranza, desidero assicurarvi che seguo la vostra preziosa attivit con la preghiera e l'accompagno con una speciale Benedizione Apostolica, che estendo di cuore a tutte le persone che vi sono care.

L'omelia del Papa al termine della messa di suffragio per il cardinale Bernardin Gantin celebrata dal cardinale Sodano nella basilica di San Pietro

Animo africano e spirito cristiano


La sua personalit umana e sacerdotale, costituiva una sintesi meravigliosa delle caratteristiche dell'animo africano con quelle proprie dello spirito cristiano. Lo ha detto Benedetto XVI durante l'omelia pronunciata al termine della messa di suffragio del cardinale Gantin, venerd mattina 23 maggio, nella Basilica Vaticana.

Signori Cardinali, venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle! Profetizza e annunzia loro: Ecco io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe (Ez 37, 12). Risuonano cariche di speranza queste parole tratte dal Libro del profeta Ezechiele. La liturgia le ha riproposte alla nostra meditazione mentre siamo riuniti intorno all'altare del Signore per offrire l'Eucaristia in suffragio del caro Cardinale Bernardin Gantin, giunto al termine del suo cammino terreno marted, 13 maggio scorso. Al popolo oppresso e sfiduciato, affranto dalle sofferenze dell'esilio, il Signore annuncia la restaurazione di Israele. una scena grandiosa, quella evocata dal profeta, che preannuncia l'intervento risolutivo di Dio nella storia degli uomini, intervento che supera quanto umanamente possibile. Quando ci si sente stanchi, impotenti e sfiduciati dinanzi alla realt incombente, quando si tentati di cedere alla delusione e persino alla disperazione, quando l'uomo ridotto ad un cumulo di ossa inaridite, allora il momento della speranza contro ogni speranza (cfr Rm 4, 18). La verit che la Parola di Dio ricorda

con potenza che nulla e nessuno, nemmeno la morte, pu resistere all'onnipotenza del suo amore fedele e misericordioso. Questa la nostra fede, fondata sulla risurrezione di Cristo; questa la consolante assicurazione che il Signore ci ripete anche oggi: Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprir le vostre tombe e vi risusciter dai vostri sepolcri... Far entrare in voi il mio spirito e rivivrete (Ez 37, 13-14). in questa prospettiva di fede e di speranza nella risurrezione che facciamo memoria del venerato Cardinale Bernardin Gantin, fedele e devoto servitore della Chiesa per lunghi anni. difficile sintetizzare in brevi cenni le mansioni, i compiti e gli incarichi pastorali che in rapida successione hanno caratterizzato le tappe della sua esistenza terrena conclusasi, all'et di 86 anni, nell'ospedale parigino Georges Pompidou. Sino alla fine ha voluto dedicarsi con amabile disponibilit al servizio di Dio e dei fratelli, mantenendo fede al motto che si era scelto in occasione dell'Ordinazione episcopale: In tuo sancto servitio. La sua personalit, umana e sacerdotale, costituiva una sintesi meravigliosa delle caratteristiche dell'animo africano con quelle proprie dello spirito cristiano, della cultura e dell'identit africana e dei valori evangelici. stato il primo ecclesiastico africano ad aver ricoperto ruoli di altissima responsabilit nella Curia Romana, e li ha svolti sempre con quel suo tipico stile umile e semplice, il cui segreto va ricercato probabilmente nelle sagge parole che la mamma gli volle ripetere quando divenne Cardinale, il 27 giugno del 1977: Non di-

menticarti mai del lontano e piccolo villaggio dal quale proveniamo. Non pochi ricordi personali mi legano a questo nostro Fratello, a partire proprio da quando insieme ricevemmo la berretta cardinalizia dalle mani del venerato Servo di Dio, il Papa Paolo VI, 31 anni or sono. Insieme abbiamo collaborato qui, nella Curia Romana, avendo frequenti contatti, che mi hanno permesso di apprezzare sempre pi la sua prudente saggezza, come pure la sua solida fede e il suo sincero attaccamento a Cristo e al suo Vicario in terra, il Papa. Cinquantasette anni di sacerdozio, cinquantuno anni di Episcopato e trentuno di porpora cardinalizia: ecco la sintesi di una vita spesa per la Chiesa. Aveva solo 34 anni quando a Roma, nella cappella del Collegio di Propaganda Fide, ricevette l'Ordinazione episcopale, il 3 febbraio del 1957. Tre anni dopo divenne Arcivescovo di Cotonou, Capitale della sua Patria, il Benin: fu il primo Metropolita africano di tutta l'Africa. Resse la diocesi con doti umane e ascetiche, che lo rendevano autorevole Pastore dedito soprattutto alla cura dei sacerdoti e alla formazione dei catechisti fino a quando, nel 1971, Paolo VI lo volle a Roma come Segretario aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Due anni dopo lo nomin Segretario del medesimo Dicastero e alla fine del 1975 lo scelse come vice Presidente della Pontificia Commissione della Giustizia e della Pace; di essa divenne in seguito Presidente, assumendo nel 1976 anche la responsabilit di Presidente del Pontificio Consiglio Cor unum. Il Servo di Dio Giovan-

ni Paolo II, l'8 aprile del 1984, lo chiam ad essere Prefetto della Congregazione per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina, incarico che egli resse sino al 25 giugno di dieci anni or sono, quando lo lasci per raggiunti limiti di et. Ripercorrendo, sia pur rapidamente, la biografia del Cardinale Gantin che, oltre agli ambiti sopra citati, ebbe ad offrire il suo contributo in diversi altri Uffici e Dicasteri della Curia, viene alla mente l'affermazione di san Paolo, che abbiamo ascoltato nella seconda Lettura: Per me il vivere Cristo e il morire un guadagno (Fil 1, 21). L'Apostolo legge la propria esistenza alla luce del messaggio di Cristo, perch da Lui stato totalmente afferrato, conquistato (cfr Fil 3, 12). Possiamo dire che anche questo nostro amico e fratello, al quale oggi rendiamo il nostro grato omaggio, fu permeato di amore a Cristo; amore che lo rendeva amabile e disponibile all'ascolto e al dialogo con tutti; amore che lo spingeva a guardare sempre, come era solito ripetere, all'essenziale della vita che dura, senza perdersi nel contingente che invece passa rapidamente; amore che gli faceva sentire il suo ruolo nei vari Uffici della Curia come un servizio scevro di umane ambizioni. Fu questo spirito a spingerlo, il 30 novembre del 2002, raggiunta la veneranda et di 80 anni, a rassegnare le dimissioni da Decano del Collegio Cardinalizio e a fare ritorno tra la sua gente, nel Benin, dove riprese l'attivit evangelizzatrice che aveva avviato il giorno della sua ordinazione sa-

cerdotale, avvenuta a Ouidah nel lontano 14 gennaio del 1951. Cari fratelli e sorelle, ieri abbiamo celebrato la solennit del Corpus Domini. Il tema eucaristico ritorna nella pagina evangelica proclamata in quest'assemblea liturgica. San Giovanni ricorda come solo mangiando la carne e bevendo il sangue di Cristo possiamo dimorare in Lui e Lui in noi. Nel ministero pastorale del Cardinale Gantin emerge un costante amore per l'Eucaristia, sorgente di santit personale e di solida comunione ecclesiale, che trova nel Successore di Pietro il suo visibile fondamento. E fu proprio in questa stessa Basilica che, celebrando l'ultima Santa Messa prima di lasciare Roma, egli ebbe a sottolineare l'unit che l'Eucaristia crea nella Chiesa. Nella sua omelia cit la celebre frase del Vescovo africano san Cipriano di Cartagine, incisa nella Cupola: Di qui l'unica fede rifulge per il mondo: di qui scaturisce l'unit del sacerdozio. Potrebbe essere questo il messaggio che noi raccogliamo dal venerato Cardinale Gantin come suo testamento spirituale. Lo accompagni nell'ultima tappa del suo viaggio terreno la nostra preghiera alla Vergine Maria, Regina dell'Africa, della quale egli fu teneramente devoto la sua morte avvenuta in una significativa ricorrenza mariana, il 13 maggio, memoria di Nostra Signora di Fatima. Sia la Madonna a consegnarlo alle mani misericordiose del Padre celeste e ad introdurlo con gioia nella Casa del Signore, verso la quale siamo tutti incamminati. Nell'incontro con Cristo questo nostro Fratello implori per noi, e specialmente per l'amata sua Africa, il dono della pace. Cos sia!

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
Benedetto
XVI

venerd-sabato 23-24 maggio 2008

presiede la messa a San Giovanni in Laterano e la processione del Corpus Domini a Santa Maria Maggiore

Il sacramento del Dio che non ci lascia soli


Nella solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo Benedetto XVI ha presieduto gioved sera, 22 maggio, la messa sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano. Al termine ha guidato la tradizionale processione per le strade di Roma, conclusasi a Santa Maria Maggiore con la benedizione eucaristica.

Nuove nomine episcopali


Le nomine di oggi (cfr Nostre Informazioni a pagina 1) riguardano la nuova provincia ecclesiastica di Kota Kinabalu, diocesi della Malaysia elevata a sede metropolitana con la contestuale promozione ad arcivescovo dell'attuale vescovo John Lee Hiong Fun-Yit Yaw, e quella di Stryj degli Ucraini alla quale stato assegnato come ausiliare il religioso Taras Senkiv, dell'ordine dei minimi di san Francesco di Paola.

Cari fratelli e sorelle! Dopo il tempo forte dell'anno liturgico, che incentrandosi sulla Pasqua si distende nell'arco di tre mesi prima i quaranta giorni della Quaresima, poi i cinquanta giorni del Tempo pasquale , la liturgia ci fa celebrare tre feste che hanno invece un carattere sintetico: la Santissima Trinit, quindi il Corpus Domini, e infine il Sacro Cuore di Ges. Qual il significato proprio della solennit odierna, del Corpo e Sangue di Cristo? Ce lo dice la celebrazione stessa che stiamo compiendo, nello svolgimento dei suoi gesti fondamentali: prima di tutto ci siamo radunati intorno all'altare del Signore, per stare insieme alla sua presenza; in secondo luogo ci sar la processione, cio il camminare con il Signore; e infine l'inginocchiarsi davanti al Signore, l'adorazione, che inizia gi nella Messa e accompagna tutta la processione, ma culmina nel momento finale della benedizione eucaristica, quando tutti ci prostreremo davanti a Colui che si chinato fino a noi e ha dato la vita per noi. Soffermiamoci brevemente su questi tre atteggiamenti, perch siano veramente espressione della nostra fede e della nostra vita. Il primo atto, dunque, quello di radunarsi alla presenza del Si-

Radunarsi camminare, adorare


Radunarsi, camminare, adorare: i tre atteggiamenti che scandiscono la festa del Corpus Domini sono stati rivissuti gioved sera, 22 maggio, dalle migliaia di romani che hanno partecipato alla messa celebrata da Benedetto XVI sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano e alla successiva processione conclusasi a Santa Maria Maggiore con la benedizione eucaristica. Nella solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo il vescovo di Roma ha chiesto di pregare per ogni persona che vive in questa citt: e questo hanno fatto i tanti che silenziosamente, lungo via Merulana hanno seguito il Pontefice inginocchiato in adorazione a bordo del carro sul quale era stato posto il Santissimo Sacramento. Durante la messa al Laterano, iniziata poco prima delle 19, alla preghiera dei fedeli sono state elevate sei intenzioni: in particolare una per le famiglie cristiane di Roma, perch sappiano vincere la tentazione del pessimismo e della disgregazione. Hanno partecipato undici cardinali, tra i quali Sodano, decano del Collegio cardinalizio, Bertone, segretario di Stato, e Ruini, Vicario di Roma; e una trentina i Presuli, tra i quali gli arcivescovi Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, e Moretti, Vicegerente di Roma, con i Vescovi ausiliari. Erano presenti, tra gli altri, i monsignori Caccia, assessore della Segreteria di Stato, Parolin, sotto-segretario per i rapporti con gli Stati, e Nwachukwu, Capo del Protocollo. In posti riservati erano gli arcivescovi del Blanco Prieto, elemosiniere di Sua Santit, e Harvey, prefetto della Casa Pontificia; e i monsignori De Nicol, reggente della prefettura della Casa Pontificia, Gnswein, segretario particolare di Benedetto XVI, e Xuereb, della segreteria particolare. Dopo i riti di comunione, il Papa ha avviato la processione verso Santa Maria Maggiore, preceduto dai gruppi Scout, dalle antiche confraternite e dai sodalizi di Roma e dintorni, con le vesti tradizionali, stendardi e gonfaloni. Dietro, i rappresentanti delle associazioni eucaristiche, i bambini con gli abiti della prima Comunione, i ministranti e i Cavalieri del Santo Sepolcro. Le religiose di varie congregazioni e il clero hanno accompagnato il carro sul quale si trovava il Papa. In coda i seminaristi, i fedeli delle parrocchie, delle associazioni e dei movimenti. Al termine il Pontefice ha raggiunto il sagrato della Basilica liberiana, dove ad attenderlo c'era il cardinale arciprete Law con il capitolo.

gnore. ci che anticamente si chiamava statio. Immaginiamo per un momento che in tutta Roma non vi sia che quest'unico altare, e che tutti i cristiani della citt siano invitati a radunarsi qui, per celebrare il Salvatore morto e risorto. Questo ci d l'idea di che cosa sia stata alle origini, a Roma e in tante altre citt dove giungeva il messaggio evangelico, la celebrazione eucaristica: in ogni Chiesa particolare vi era un solo Vescovo e intorno a Lui, intorno all'Eucaristia da lui celebrata, si costituiva la Comunit, unica perch uno era il Calice benedetto e uno il Pane spezzato, come abbiamo ascoltato dalle parole dell'apostolo Paolo nella seconda Lettura (cfr 1 Cor 10, 16-17). Viene alla mente quell'altra celebre espressione paolina: Non c' pi giudeo n greco; non c' pi schiavo n libero; non c' pi uomo n donna, perch tutti voi siete uno in Cristo Ges (Gal 3, 28). Tutti voi siete uno! In queste parole si sente la verit e la forza della rivoluzione cristiana, la rivoluzione pi profonda della storia umana, che si sperimenta proprio intorno all'Eucaristia: qui si radunano alla presenza del Signore persone diverse per et, sesso, condizione sociale, idee politiche. L'Eucaristia non pu mai essere un fatto privato, riservato a persone che si sono scelte per affinit o amicizia. L'Eucaristia un culto pubblico, che non ha nulla di esoterico, di esclusivo. Anche qui, stasera, non abbiamo scelto noi con chi incontrarci, siamo venuti e ci troviamo gli uni accanto agli altri, accomunati dalla fede e chiamati a diventare un unico corpo condividendo l'unico Pane che Cristo. Siamo uniti al di l delle nostre differenze di nazionalit, di professione, di ceto sociale, di idee politiche: ci apriamo gli uni agli altri per diventare una cosa sola a partire da Lui. Questa fin dagli inizi stata una caratteristica del cristianesimo realizzata visibilmente intorno all'Eucaristia, e occorre sempre vigilare perch le ricorrenti tentazioni di particolarismo, seppure in buona fede, non vadano di fatto in senso opposto. Pertanto, il Corpus Domini ci ricorda anzitutto questo: che essere cristiani vuol dire radunarsi da ogni parte per stare alla presenza dell'unico Signore e diventare uno con Lui e in Lui. Il secondo aspetto costitutivo il camminare con il Signore. la realt manifestata dalla processione, che vivremo insieme dopo la Santa Messa, quasi come un suo naturale

prolungamento, muovendoci dietro Colui che la Via, il Cammino. Con il dono di Se stesso nell'Eucaristia, il Signore Ges ci libera dalle nostre paralisi, ci fa rialzare e ci fa pro-cedere, ci fa fare cio un passo avanti, e poi un altro passo, e cos ci mette in cammino, con la forza di questo Pane della vita. Come accadde al profeta Elia, che si era rifugiato nel deserto per paura dei suoi nemici, e aveva deciso di

lunga peregrinazione attraverso il deserto, di cui ci ha parlato la prima Lettura. Un'esperienza che per Israele costitutiva, ma risulta esemplare per tutta l'umanit. Infatti l'espressione l'uomo non vive soltanto di pane, ma ... di quanto esce dalla bocca del Signore (Dt 8, 3) un'affermazione universale, che si riferisce ad ogni uomo in quanto uomo. Ognuno pu trovare la propria strada, se incontra Colui che

lasciarsi morire (cfr 1 Re 19, 1-4). Ma Dio lo svegli dal sonno e gli fece trovare l accanto una focaccia appena cotta: Alzati e mangia gli disse perch troppo lungo per te il cammino (1 Re 19, 5.7). La processione del Corpus Domini ci insegna che l'Eucaristia ci vuole liberare da ogni abbattimento e sconforto, ci vuole far rialzare, perch possiamo riprendere il cammino con la forza che Dio ci d mediante Ges Cristo. l'esperienza del popolo d'Israele nell'esodo dall'Egitto, la

Parola e Pane di vita e si lascia guidare dalla sua amichevole presenza. Senza il Dio-con-noi, il Dio vicino, come possiamo sostenere il pellegrinaggio dell'esistenza, sia singolarmente che in quanto societ e famiglia dei popoli? L'Eucaristia il Sacramento del Dio che non ci lascia soli nel cammino, ma si pone al nostro fianco e ci indica la direzione. In effetti, non basta andare avanti, bisogna vedere verso dove si va! Non basta il progresso, se non ci sono dei criteri di riferimento. Anzi,

se si corre fuori strada, si rischia di finire in un precipizio, o comunque di allontanarsi pi rapidamente dalla meta. Dio ci ha creati liberi, ma non ci ha lasciati soli: si fatto Lui stesso via ed venuto a camminare insieme con noi, perch la nostra libert abbia anche il criterio per discernere la strada giusta e percorrerla. E a questo punto non si pu non pensare all'inizio del decalogo, i dieci comandamenti, dove sta scritto: Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavit: non avrai altri di di fronte a me (Es 20, 2-3). Troviamo qui il senso del terzo elemento costitutivo del Corpus Domini: inginocchiarsi in adorazione di fronte al Signore. Adorare il Dio di Ges Cristo, fattosi pane spezzato per amore, il rimedio pi valido e radicale contro le idolatrie di ieri e di oggi. Inginocchiarsi davanti all'Eucaristia professione di libert: chi si inchina a Ges non pu e non deve prostrarsi davanti a nessun potere terreno, per quanto forte. Noi cristiani ci inginocchiamo solo davanti a Dio, davanti al Santissimo Sacramento, perch in esso sappiamo e crediamo essere presente l'unico vero Dio, che ha creato il mondo e lo ha tanto amato da dare il suo Figlio unigenito (cfr Gv 3, 16). Ci prostriamo dinanzi a un Dio che per primo si chinato verso l'uomo, come Buon Samaritano, per soccorrerlo e ridargli vita, e si inginocchiato davanti a noi per lavare i nostri piedi sporchi. Adorare il Corpo di Cristo vuol dire credere che l, in quel pezzo di pane, c' realmente Cristo, che d vero senso alla vita, all'immenso universo come alla pi piccola creatura, all'intera storia umana come alla pi breve esistenza. L'adorazione preghiera che prolunga la celebrazione e la comunione eucaristica e in cui l'anima continua a nutrirsi: si nutre di amore, di verit, di pace; si nutre di speranza, perch Colui al quale ci prostriamo non ci giudica, non ci schiaccia, ma ci libera e ci trasforma. Ecco perch radunarci, camminare, adorare ci riempie di gioia. Facendo nostro l'atteggiamento adorante di Maria, che in questo mese di maggio ricordiamo particolarmente, preghiamo per noi e per tutti; preghiamo per ogni persona che vive in questa citt, perch possa conoscere Te, o Padre, e Colui che Tu hai mandato, Ges Cristo. E cos avere la vita in abbondanza. Amen.

John Lee Hiong Fun-Yit Yaw arcivescovo di Kota Kinabalu (Malaysia)


Il primo arcivescovo metropolita di Kota Kinabalu nato il 5 ottobre 1933 nell'omonima diocesi ed stato ordinato sacerdote il 27 dicembre 1964. Il 30 marzo stato eletto vescovo della medesima diocesi e il successivo 26 giugno ha ricevuto l'ordinazione episcopale. La nuova provincia ecclesiastica si trova nello Stato di Sabah, dove si registra la pi rapida crescita numerica di fedeli cattolici del Paese, pari a circa 310.000 unit su una popolazione di circa 3,5 milioni di abitanti (8,8%). Vi anche un buon numero di cristiani di varie denominazioni e per questo lo Stato viene comunemente chiamato Christian Sabah. La nuova divisione si configurer come segue: l'arcidiocesi di Kuching, che abbraccia lo Stato di Sarawak, avr come suffraganee Sibu e Miri; l'arcidiocesi di Kota Kinabalu avr come suffraganee Keningau e Sandakan.

Taras Senkiv ausiliare di Stryj degli Ucraini (Ucraina)


nato a Bilobozhytsia, provincia di Ternopil (Ucraina), il 3 luglio 1960. Ha frequentato il seminario in clandestinit ed stato ordinato sacerdote il 28 maggio 1982. Il 1 ottobre 2006 ha emesso i voti perpetui nell'ordine dei minimi. Ha ricoperto diversi incarichi, tra i quali: parroco di Chortkiv e di Zavodske (1989-1992); decano di Chortkiv; parroco delle citt di Zakishchyky e di Chernivtsi (19901991). Dal 2000 era direttore spirituale del seminario maggiore di Ivano-Frankivsk e dal 2006 insegnava teologia pastorale presso l'Accademia teologica di Ivano-Frankivsk.

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice

L'indirizzo d'omaggio rivolto al Papa dal presidente della Conferenza episcopale albanese

Riti di Beatificazione approvati dal Santo Padre


L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice comunica che nei prossimi giorni avranno luogo i Riti di Beatificazione dei Servi di Dio: Marta Wiecka, vergine, delle Figlie della Carit di San Vincenzo de' Paoli: sabato 24 maggio 2008, a Lviv (Ucraina), alle ore 11. Maria Giuseppina di Ges Crocifisso, (Giuseppina Catanea), vergine, dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi: Domenica 1 giugno 2008, IX del Tempo per annum, a Napoli (Italia), in Cattedrale, alle ore 17. Giacomo da Ghazir Haddad (Khalil) presbitero, dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, fondatore della Congregazione delle Suore Francescane della Croce in Libano: Domenica 22 giugno 2008, XII del Tempo per annum, a Beirut (Libano) nel Centre Ville, alle ore 10. Jozefa Stenmanns (Hendrina), vergine, cofondatrice della Congregazione Missionaria delle Serve dello Spirito Santo: Domenica 29 giugno 2008, Solennit dei Santi Pietro e Paolo, a Steyl Telegen (Paesi Bassi), nel Toolhos, alle ore 10.30. Citt del Vaticano, 21 maggio 2008 Per mandato del Santo Padre Mons. GUIDO MARINI Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie

La speranza di costruire un mondo pi degno dell'uomo


Durante l'udienza ai vescovi albanesi in occasione della visita ad limina Apostolorum, svoltasi nella mattina di venerd 23 maggio, il presidente della Conferenza episcopale, monsignor Rrok Kol Mirdita, arcivescovo di Tiran-Durrs, ha rivolto al Papa il seguente indirizzo d'omaggio: Beatissimo Padre, questo nostro incontro con voi oggi, per tutti noi occasione di grande gioia. Difatti, questa nostra visita ad limina ha un significato molto speciale per tutti noi, per tre ragioni principali. In primo luogo, perch come episcopato albanese, questo il nostro primo incontro con voi. Secondo, perch dopo la caduta del comunismo e la restaurazione della gerarchia in Albania, questa la prima visita ad limina in cui presente tutto l'episcopato albanese. E infine, perch quest'anno ricorre il quindicesimo anniversario della visita in Albania del vostro predecessore, il servo di Dio Papa Giovanni Paolo II. In quella occasione consacr quattro vescovi, tra i quali c'ero anch'io. Durante questi quindici anni, la Chiesa cattolica in Albania ha fatto grandi progressi nel suo impegno per evangelizzare, santificare e dirigere i fedeli della nostra terra. La Chiesa cattolica in Albania aveva assistito a un vero Calvario ed era stata bagnata con il sangue di tanti testimoni coraggiosi della fede cattolica durante il regime che, nelle parole di uno storiografo, ha voluto uccidere Dio. Ma abbiamo assistito e stiamo assistendo a quel miracolo che Tertulliano ha definito con quella frase celebre e immortale: Sanguis martyrum est semen christianorum. E oggi siamo grati al Signore per il processo canonico della beatificazione dei martiri albanesi, un processo incominciato ufficialmente il 10 novembre 2002. Santit, mentre vi assicuro la nostra lealt verso il successore di Pietro, a cui compete la missione di confermare i suoi fratelli nella fede (Luca 22, 32), a nome dei miei confratelli vescovi voglio esprimervi anche la nostra riconoscenza. Grazie, Santit, per la vostra prima enciclica Deus caritas est. L'Albania postcomunista difatti ha toccato con le proprie mani la carit della Chiesa cattolica, che le venuta incontro nelle diverse situazioni di emergenza con cui ha dovuto confrontarsi. Questa enciclica ci ha dato occasione per una seria e profonda riflessione sulla carit cristiana, che non semplicemente filantropia. Grazie, Santit, per la vostra enciclica pi recente, Spe salvi. L'Albania stata indottrinata dall'ideologia marxista-leninista, che, in realt, non ha creato speranza, ma disperazione. Oggi l'Albania alla ricerca di un'altra via che le dar una speranza vera, che non evasione dall'impegno dell'uomo per la costruzione della citt terrena e per un mondo pi degno per l'uomo. E infine grazie, Santit, per la vostra iniziativa dell'Anno paolino. Nella lettera ai Romani, il grande apostolo delle genti ha confessato di aver parlato di Cristo sino ai confini dell'Illiria (15, 19), l'attuale Albania. Quindi san Paolo ha un significato speciale per il popolo albanese, e siamo particolarmente grati a voi, Santit, per aver dato al nostro popolo l'occasione per scoprire la personalit, la santit, e la dottrina di questo apostolo che, nelle parole dell'Aquinate, sempre portava il nome di Cristo nel suo corpo, nella sua lingua, e nei suoi scritti (Prologo del Commentarium in Litteram ad Romanos). Siamo molto grati al Signore, che non ha mancato di manifestare a noi la sua provvidenza con grandi soddisfazioni. Le siamo molto grati in modo particolare per i missionari che, con grande sacrificio e con grande generosit, hanno accettato la sfida missionaria in Albania, durante questi diciotto anni dopo la caduta del comunismo. Siamo pure molto grati al Signore che ha benedetto i nostri sforzi con nuove vocazioni locali sacerdotali e religiose. Mentre imploriamo la vostra benedizione, vi assicuriamo le nostre preghiere: che il buon Dio vi dia la salute, la sapienza e la santit per continuare a svolgere il vostro ministero come successore di Pietro.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 121 (44.861)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
domenica 25 maggio 2008

Citt del Vaticano

Il Papa alle delegazioni dell'ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia e della Repubblica di Bulgaria

Dopo il vertice di Doha

Cirillo e Metodio per unire Oriente e Occidente


L'auspicio che l'ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia proceda sui sentieri della concordia e della fraternit stato espresso dal Papa durante l'udienza di sabato 24 maggio alla delegazione del Paese guidata dal presidente del Governo, Nikola Gruevski in occasione delle celebrazioni in onore dei santi Cirillo e Metodio.

Una nuova stagione politica per il Libano


di LUCA M. POSSATI L'accordo raggiunto dalle fazioni politiche libanesi in Qatar, nella citt di Doha, ha messo fine agli scontri armati a Beirut e dintorni, scongiurando cos il pericolo di una nuova guerra civile. Dopo diciotto mesi di completa paralisi della vita democratica, domani, domenica 25 maggio, l'Assemblea nazionale dovrebbe riunirsi ed eleggere il generale Michel Suleiman presidente della Repubblica. Per il Libano potrebbero aprirsi le porte di una nuova fase politica e sociale caratterizzata dal dialogo e dalla concertazione. L'annuncio delle intese di Doha arrivato nella stessa mattina in cui l'ufficio del premier israeliano Olmert diffondeva la notizia della ripresa dei colloqui di pace tra Israele e Siria grazie alla mediazione della Turchia. Proprio la Siria stata uno dei primi Paesi arabi a esprimere soddisfazione, seguita poco dopo dall'Iran, dall'Egitto e dall'Iraq. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha sostenuto l'accordo, auspicando il rispetto dell'indipendenza e della sovranit del Libano. Parigi sar presente alla seduta parlamentare con il ministro degli Esteri, Bernard Kouchner, in visita nella regione. Anche gli Stati Uniti sono fiduciosi. A Beirut, l'opposizione ha smantellato la tendopoli allestita nel dicembre 2006 nella piazza antistante il Gran Serraglio per chiedere le dimissioni dell'Esecutivo. Finalmente, scrive il quotidiano Le Monde, i libanesi respirano. E tuttavia, si tratta davvero di un nuovo inizio o soltanto di una tregua prolungata? Oppure i problemi del Libano saranno rinviati ancora una volta in nome di compromessi politici e di influenze esterne? Un fatto evidente: se nascer, il nuovo Governo avr un compito difficilissimo. Subito dopo l'elezione di Suleiman partiranno le consultazioni parlamentari per la designazione del primo ministro, che tradizionalmente nominato dal capo dello Stato su indicazione dell'Assemblea tra i deputati musulmani di confessione sunnita. A Doha stato stabilito che nella futura quipe governativa sedici ministri andranno all'attuale maggioranza (il Fronte del 14 Marzo guidato da Saad Hariri), undici all'opposizione (capeggiata da Hezbollah) e tre saranno scelti direttamente dal capo dello Stato. Se un tale quadro verr rispettato, Hezbollah controller un numero di dicasteri tale da consentirgli di esercitare un potere di veto sulle decisioni. Aspetto che di certo avr il suo peso quando il futuro Esecutivo si trover ad affrontare le questioni pi spinose, quelle che a Doha sono state accuratamente evitate. Hasan Nasrallah, il leader supremo del partito sciita, in Qatar non c'era. Il primo problema riguarda l'arsenale dello stesso Hezbollah. Il Fronte del 14 Marzo chiede che le milizie del movimento sciita vengano integrate nell'esercito regolare. Proprio su iniziativa della maggioranza a Doha stato stabilito l'avvio di negoziati con la partecipazione della Lega araba finalizzati al consolidamento dell'autorit dello Stato su tutto il territorio libanese e delle sue relazioni con varie organizzazioni in Libano. Il riferimento a Hezbollah era evidente: un passaggio dell'accordo, annunciato dal premier del Qatar, Hamad bin Jassem Al Thani, citava esplicitamente il divieto del ricorso alle armi o alle violenze per ottenere risultati politici e rivendicava il monopolio dello Stato sulla sicurezza e sull'attivit militare. Hezbollah tuttavia non cede. Le sue armi sono necessarie sostiene il partito sciita per difendere il Libano dalle aggressioni israeliane. A Doha ogni discussione sul disarmo stata rinviata, nonostante le risoluzioni dell'Onu che esplicitamente chiedono lo smantellamento di tutti i gruppi armati. Secondo il capo dell'unit strategica di Hezbollah, Ali Fayyad, il movimento deve rivendicare il riconoscimento del suo ruolo di gruppo armato in lotta contro l'aggressore israeliano. I commentatori politici pi legati al Governo sostengono che a Doha Hezbollah abbia alla fine ottenuto con la minaccia della violenza un'importante vittoria politica. Solo una settimana fa, le milizie sciite erano riuscite in poche ore a occupare la parte ovest di Beirut, roccaforte sunnita, piegando ogni forma di resistenza. Nei combattimenti oltre sessanta persone sono morte e centinaia rimaste ferite. Sar compito di Suleiman, se verr eletto, cercare una possibile mediazione. Nei recenti scontri il generale, capo delle forze armate, aveva scelto di non far intervenire l'esercito e di riconsiderare le decisioni assunte dal Governo a proposito della rete telefonica di Hezbollah. L'altra questione che il nuovo Esecutivo libanese dovr affrontare quella dei rapporti con il tribunale internazionale chiamato a giudicare i presunti responsabili dell'assassinio dell'ex premier Rafiq Hariri, l'attentato che nel febbraio 2005 scaten la primavera di Beirut e port, sulla scia delle proteste popolari, al ritiro delle truppe siriane. I leader della maggioranza accusano la Siria, che per ha sempre negato qualsiasi responsabilit. Lo scorso 28 marzo, il decimo rapporto sull'attentato firmato dal commissario speciale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Daniel Bellemare, ha parlato di una vera e propria rete criminale operativa gi prima del febbraio 2005 e che ha continuato a uccidere anche dopo. Nel documento, inoltre, si afferma che Damasco ha collaborato in maniera generalmente soddisfacente, ma anche che la commissione continuer a chiedere alla Siria piena collaborazione per far luce su quanto accaduto. Il nuovo Governo libanese rester in carica per un anno, fino alle prossime elezioni legislative in programma per la primavera 2009. Solo allora il nuovo equilibrio politico del Libano sar chiaro. Nelle trattative a Doha gli schieramenti hanno concordato di tornare alla legge elettorale del 1960 con alcune modifiche che soddisfano molte delle richieste di Hariri.

Signor Presidente del Governo, Onorevoli Membri del Governo e Distinte Autorit, Venerati Fratelli Rappresentanti della Chiesa Ortodossa e della Chiesa Cattolica! L'annuale festa dei santi Cirillo e Metodio vi ha condotti a Roma, dove sono conservate le reliquie di san Cirillo, ed io sono lieto di accogliervi e di rivolgere a ciascuno di voi un cordiale saluto. mio sincero auspicio che il vostro Paese proceda sui sentieri della concordia e della fraternit, sforzandosi di seguire con sempre pi

alla fine, fino al pieno compimento (cfr Gv 13, 1 e 19, 30) (n. 27). Questa speranza diventa realt tangibile quando le persone di buona volont in ogni parte del mondo, come i fratelli Cirillo e Metodio, imitando l'esempio di Ges e fedeli al suo insegnamento, si dedicano senza sosta a porre le basi dell'amichevole convivenza tra i popoli, nel rispetto dei diritti di ciascuno e ricercando il bene di tutti. Grazie per questa vostra visita, che si colloca nel contesto del vostro pellegrinaggio annuale a Roma: si tratta, ad un tempo, di un atto di venerazione ai santi Cirillo e Metodio e di un segno eloquente dei vincoli di amicizia che contraddistinguono i rapporti tra la vostra Nazione e la Chiesa Cattolica. Auspico di cuore che tali legami si rafforzino sempre pi, favorendo atteggiamenti di fruttuosa cooperazione a vantaggio dell'intero vostro Paese. Voglia Dio Onnipotente riempire la vostra mente e il vostro cuore della sua pace, e voglia Egli benedire copiosamente il popolo della ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia!

Costruire una societ sui valori spirituali e culturali che scaturiscono dal Vangelo: l'insegnamento dei santi fratelli di Tessalonica indicato dal Papa alla delegazione della Repubblica di Bulgaria guidata dal vice primo ministro e ministro degli Esteri Ivajlo Kalfin durante l'udienza di sabato 24 maggio.

un modello di inculturazione della fede, nei suoi elementi essenziali, pure nell'epoca postmoderna. Il Vangelo, infatti, non indebolisce quanto di autentico si trova nelle diverse tradizioni culturali, ma aiuta l'uomo di tutti i tempi a riconoscere e a realizzare il bene autentico, illuminato dallo splendore della verit. Compito pertanto dei cristiani di mantenere e rinsaldare l'intrinseco legame esistente tra il Vangelo, la missione dei discepoli di Cristo e la loro rispettiva identit culturale. Riscoprire le radici cristiane importante per contribuire a costruire una societ in cui siano presenti i valori spirituali e culturali che scaturiscono dal Vangelo. Valori e ideali che si alimentano di un'incessante unione con Dio, come dimostra l'esistenza dei santi Cirillo e Metodio, costanti tessitori di rapporti di mutua conoscenza e cordialit tra popoli diversi e tra cul-

Onorevoli Membri del Governo e Distinte Autorit, Venerati Fratelli Rappresentanti della Chiesa Ortodossa e della Chiesa Cattolica! generoso impegno l'esempio dei santi Fratelli di Salonicco. Animati da fervida fede, essi diffusero a piene mani in Europa i germi della fede cristiana, suscitatrice di valori e opere a servizio del bene dell'uomo e della sua dignit. Il loro efficace insegnamento resta attuale ed fonte di ispirazione per quanti intendono porsi a servizio del Vangelo, come pure per i Responsabili del bene comune delle Nazioni. I santi Fratelli Patroni d'Europa, con la loro incessante attivit apostolica e con il loro infaticabile zelo missionario, divennero ponti di collegamento tra l'Oriente e l'Occidente. La loro luminosa testimonianza spirituale indica una verit perenne da riscoprire sempre pi: solo cio a partire da Dio la speranza pu diventare affidabile e sicura. Come ho scritto nell'Enciclica Spe salvi, chi non conosce Dio, pur potendo avere molteplici speranze, in fondo senza speranza, senza la grande speranza che sorregge tutta la vita (cfr Ef 2, 12). Ed ho aggiunto: La vera, grande speranza dell'uomo, che resiste nonostante tutte le delusioni, pu essere solo Dio il Dio che ci ha amati e ci ama tuttora sino Come ogni anno, ho il piacere di rivolgere un cordiale benvenuto a tutti voi, membri della Delegazione ufficiale bulgara, venuti a Roma in occasione della festa dei santi Cirillo e Metodio, venerati sia in Oriente che in Occidente. La memoria liturgica di questi due santi Fratelli riveste per la Bulgaria un alto valore simbolico e costituisce, al tempo stesso, un importante evento culturale. Il loro ricordo stimola infatti nei credenti, sia ortodossi che cattolici, il vivo desiderio di offrire al Paese una significativa spinta ad approfondire il ricco patrimonio cristiano, le cui origini risalgono proprio all'infaticabile iniziativa dei due grandi evangelizzatori provenienti da Tessalonica. Segno di tale comune impegno la composizione della vostra Delegazione, guidata dal Vice Primo Ministro e costituita da rappresentanti delle diverse Chiese ed Istituzioni culturali presenti in Terra bulgara. All'opera di evangelizzazione, attuata con ardore apostolico dai santi Cirillo e Metodio nel territorio abitato da popoli slavi, occorre continuare a guardare ancor oggi, perch costituisce

ture e tradizioni ecclesiali differenti. Ho voluto ricordarlo nella mia Enciclica Spe salvi: Se siamo in relazione con Colui che non muore, che la Vita stessa e lo stesso Amore, allora siamo nella vita, possiamo stringere rapporti di solidariet autentica con il prossimo (cfr n. 27). Auspico di cuore che questo nostro incontro possa essere per voi tutti, qui presenti, e per le realt ecclesiali e civili che rappresentate motivo di sempre pi intensi rapporti fraterni e solidali. Il Signore benedica il vostro caro Paese e tutti i suoi cittadini.

Monsignor Betori spiega la nuova traduzione della Bibbia


A pochi giorni dalla presentazione ufficiale della revisione della traduzione della Bibbia, il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, il vescovo e biblista Giuseppe Betori, illustra in una lunga intervista i dettagli dell'opera che si propone come testo di riferimento in Italia per la liturgia, per la lettura e la meditazione personali e per lo studio. Una Vulgata per gli italiani del XXI secolo che vuole ridare unit al linguaggio della fede sul piano biblico. Cosa che, per l'Italia, una novit.
MAURIZIO FONTANA
A PAGINA

Il cardinale Tarcisio Bertone in Ucraina per la beatificazione di suor Marta Maria Wiecka

NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di venerd 23 Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. dell'Albania Meridionale (Albania), in visita ad limina Apostolorum.

La missione dei cristiani: testimoniare la vittoria dell'Amore


Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha beatificato a Leopoli sabato mattina, 24 maggio, suor Marta Maria Wiecka, religiosa delle Figlie della Carit di San Vincenzo de' Paoli (1874-1904). Il porporato, che si trova in Ucraina dal pomeriggio del 23 maggio, ha anche incontrato il presidente della Regione e il sindaco della citt di Leopoli.
PAGINE 2 e 8

tolare di Mariana in Corsica, il Reverendo Monsignor Paolo De Nicol, Reggente della Prefettura della Casa Pontificia.

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Luciano Suriani, Arcivescovo titolare di Amiterno, Nunzio Apostolico in Bolivia, con i Familiari.

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Rrok K. Mirdita, Arcivescovo di Tiran-Durrs (Albania), con l'Ausiliare, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor George Frendo, Vescovo titolare di Butrinto, in visita ad limina Apostolorum; Cristoforo Palmieri, Vescovo di Rrshen (Albania), in visita ad limina Apostolorum; Hil Kabashi, Vescovo titolare di Torri di Bizacena, Amministratore Apostolico dell'Amministrazione Apostolica

Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Bulgaria Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Janusz Bolonek, Arcivescovo titolare di Madauro, finora Nunzio Apostolico in Uruguay. In pari tempo, Sua Santit ha nominato Nunzio Apostolico in Uruguay Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Anselmo Guido Pecorari, Arcivescovo titolare di Populonia, Nunzio Apostolico.

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Arcidiocesi metropolitana di Alger (Algeria), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Henri Teissier, in conformit al can. 401 1 del Codice di Diritto Canonico.

Provviste di Chiese
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Warszawa-Praga (Polonia) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Henryk Hoser, S.A.C., finora Segretario Aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, conservandogli la dignit di Arcivescovo.

Il Santo Padre ha nominato Segretario Aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e Presidente delle Pontificie Opere Missionarie il Reverendo Monsignor Piergiuseppe Vacchelli, del clero della Diocesi di Cremona, finora Sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana e Presidente del Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, elevandolo in pari tempo alla Sede titolare di Minturno con dignit di Arcivescovo. Sua Santit, inoltre, ha elevato alla dignit episcopale, assegnandogli la Sede ti-

Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Metropolita di Alger (Algeria) il Reverendo Ghaleb Moussa Abdalla Bader, del clero del Patriarcato Latino di Gerusalemme, finora Presidente del Tribunale Ecclesiastico di Prima Istanza di Amman.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
Secondo l'Onu Israele mantiene oltre seicento sbarramenti

domenica 25 maggio 2008

Un percorso a ostacoli in Cisgiordania


TEL AVIV, 24. Israele mantiene in Cisgiordania oltre seicento sbarramenti che intralciano la circolazione dei palestinesi. Lo ha reso noto ieri l'Ocha, l'ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari. Inoltre, come rivela un rapporto dell'Ilo, l'Organizzazione internazionale del lavoro, nei Territori aumenta la disoccupazione: solo un palestinese su tre ha un impiego. Tra il 4 settembre del 2007 e il 29 aprile del 2008 il numero degli ostacoli israeliani in Cisgiordania aumentato di quarantuno unit, da 566 a 607, complicando ulteriormente la possibilit di movimento dei palestinesi. L'aumento spiega il rapporto dell'Ocha stato causato dalla costruzione di 144 nuovi sbarramenti e dalla rimozione di altri 103. L'ufficio Onu rileva inoltre che Israele nei mesi scorsi ha eliminato circa quaranta dei sessantuno sbarramenti che si era impegnato a rimuovere negli accordi di pace con l'Autorit palestinese. In un precedente rapporto, pubblicato lo scorso 11 aprile, l'Ocha ha sottolineato che la maggior parte degli ostacoli rimossi aveva importanza scarsa o inesistente. La Road Map del Quartetto (Onu, Ue, Stati Uniti e Russia) sancisce il congelamento degli insediamenti esistenti prima del 2003 e lo sgombero di quelli costruiti successivamente. Tali condizioni sono state ribadite anche nel corso della conferenza di Annapolis (novembre 2007). L'Autorit palestinese chiede il totale ritiro delle forze armate israeliane dai territori occupati nella guerra del 1967, compresa Gerusalemme est. Recentemente Israele ha espresso la propria determinazione a mantenere gli impegni presi, assicurando di non costruire nuovi insediamenti, di non espropriare terreni palestinesi e di smantellare gli avamposti illegali. I palestinesi dal canto loro hanno contestato quest'interpretazione riduttiva della Road map, che invece impone di congelare gli insediamenti, evitando quindi il loro allargamento, cosa che Olmert ha accuratamente evitato di promettere. Alla questione degli sbarramenti si aggiunge la disoccupazione. Un recente rapporto dell'Il0 ha reso noto che tra i palestinesi si stanno moltiplicando i lavoratori poveri e che solo un palestinese su tre ha un impiego a tempo determinato o indeterminato. A Gaza e in Cisgiordania oltre l'ottanta per cento degli abitanti dipende dagli aiuti umanitari. Con i danni dell'azione militare e le restrizioni imposte ai movimenti si legge nel documento le difficolt socio-economiche aumentano nei Territori occupati. Da un punto di vista umanitario la Cisgiordania sta ricevendo un supporto sempre crescente dalla comunit internazionale. Nel marzo scorso in un vertice il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, il primo ministro dell'Autorit palestinese, Salam Fayyad, e il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, hanno stabilito un pacchetto di misure volte ad aiutare i palestinesi. Tra di esse, la rimozione di una cinquantina di posti di blocco a Jenin, Ramallah, Tulkarem, Kalkilyia, l'apertura di stazioni di polizia controllate dall'Autorit palestinese, la dislocazione di settecento poliziotti palestinesi addestrati in Giordania, la consegna dei primi venticinque mezzi blindati e di altri centoventicinque veicoli alle forze di sicurezza. stato deciso inoltre il rilascio di cinquemila permessi di lavoro in Israele e l'avvio di zone industriali nel distretto di Hebron e di Gerico. Sul piano strettamente diplomatico, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha criticato l'avvio dei colloqui di pace tra Siria e Israele accusando Damasco di aver cos violato gli impegni di responsabilit che Siria e Iran avevano luna rispetto allaltro. Lo ha riferito ieri il quotidiano israeliano Haaretz che, in un articolo pubblicato nella sua versione on line, cita fonti vicine al presidente della Repubblica islamica. In unintervista rilasciata al quotidiano Al Sharq Al Awsat, pubblicato a Londra, la fonte riferisce che il leader iraniano aveva ricevuto informazioni dettagliate sui negoziati tra Siria e Israele gi settimane prima che il ministro degli Esteri di Damasco si recasse a Teheran, e, stando allo stesso giornale, il Consiglio supremo per la sicurezza nazionale iraniano starebbe preparando una risposta a una lettera ricevuta dalla Siria in cui si menzionano i contatti con Israele.

Le elezioni nel Karnataka test chiave per il Governo indiano


Si conosceranno domenica 25 maggio i risultati definitivi della consultazione elettorale per il rinnovo dell'Assemblea legislativa del Karnataka, lo Stato federato meridionale dell'Unione indiana che ha come capitale la citt di Bangalore. La elezioni nel Karnataka si sono tenute in tre fasi distinte dal 10 al 23 maggio. In lizza ci sono il Partito del popolo indiano (Bjp), destra nazionalista ind, che governa lo Stato da due anni; lo Janata secular dal (S), un partito regionale che si apparentato con la destra nazionalista e il partito del Congresso (Inc), di centrosinistra, il principale partito dell'India a capo della coalizione di Governo, la United progressive alliance, appoggiata dalle forze politiche progressiste. Attualmente, la destra dispone di settantanove seggi, il Congresso sessantaquattro e lo Janata cinquantotto. Anche se si tratta di un voto locale, le elezioni nello Stato del Karnataka rivestono particolare interesse in tutta la Nazione indiana. infatti molto importante sapere chi governer lo Stato indiano dove si trova Bangalore, il secondo centro industriale del Paese denominato la Silicon valley d'Oriente per via della massiccia presenza delle pi grandi multinazionali del settore informatico. altres di rilievo conoscere lo spazio che la destra nazionalista indu riuscir ad avere nell'India del sud. Due anni fa, il Partito del popolo indiano riuscito per la prima volta a conquistare il potere in uno Stato meridionale dell'Unione una parte del subcontinente culturalmente e storicamente differente dal resto del Paese, con un pil sempre in crescita grazie all'accordo con lo Janata secular dal, che prima si era alleato con il Congresso per poi convergere con la destra nazionalista ind. Il controllo della guida di un Governo di uno Stato del sud dove anche le relazioni tra le varie confessioni, religioni e comunit sono pacifiche e serene costituisce, quindi, non solo una novit politica, ma una possibilit sociale particolarmente significativa per ogni partito politico indiano. Lo Stato del Karnataka nato nel 1956 in attuazione dell'accordo chiamato States reorganisation act con il nome di Mysore stato istituito con il proposito di raggruppare in un unico territorio la popolazione di lingua kannada. Fu cos che furono uniti allo Stato di Mysore e quello di Coorg gi esistenti territori provenienti dallo Stato di Bombay, dell'Hyderabad e dello Stato di Madras. Lo Stato di Mysore era a sua volta nato con l'indipendenza dell'India nel 1947, quando il regno di Mysore si un all'Unione indiana diventandone uno Stato e il suo maragi un governatore. Lo Stato di Mysore ha cambiato il nome nel 1973 in quello attuale di Karnataka, diviso in ventisette distretti, raggruppati in quattro divisioni geografiche. Il Karnataka uno dei cinque Stati indiani ad avere un sistema legislativo bicamerale, con un Consiglio legislativo di settantacinque seggi e un'Assemblea legislativa di duecentoventicinque deputati. Inoltre, invia quaranta rappresentanti al Parlamento nazionale di Nuova Dheli. Chi vincer le elezioni nello Stato del Karnataka sar chiamato a importanti decisioni in materia di infrastrutture e di investimenti decisivi per lo sviluppo della regione e dell'intera Unione indiana, che con il suo miliardo di abitanti (pari a un sesto dell'intera popolazione globale) rappresenta la pi vasta democrazia del mondo. (francesco citterich)

Espresso dal cardinale Tarcisio Bertone

Apprezzamento per la crescita democratica dell'Ucraina


LVIV, 24 - L'apprezzamento della Sede Apostolica per i risultati ottenuti dall'Ucraina nella sua crescita democratica, in materia di diritti e libert dei cittadini, e per gli sforzi compiuti dal governo verso un'armonica integrazione internazionale nella sua specificit europea, stato espresso dal cardinale Tarcisio Bertone, in visita nel Paese per la beatificazione della suora vincenziana Marta Wiecka. Giunto a Lviv nel pomeriggio di venerd 23, la mattina di sabato 24 il segretario di Stato ha incontrato il presidente della Regione Mikola Kmit, e il presidente del consiglio regionale Myroslav Senyk, ai quali ha garantito che la Santa Sede continuer a operare con cordiale solidariet per il bene dell'intera popolazione ucraina. Benedetto XVI ha spiegato mi ha chiesto di assicurare i responsabili e il popolo dell'Ucraina che egli segue con costante attenzione la vostra vita e con la preghiera chiede a Dio di portare a compimento le attese e le speranza che sono nel vostro cuore. Il cardinale Bertone dopo aver ricordato le iniziative di grande rilievo promosse dall'autorit regionale nel territorio in cui si trova Lviv, ha aggiunto che nella vita della nuova beata possibile vedere un richiamo per tutti gli ucraini a lavorare uniti, tendendo verso gli stessi obiettivi e camminando nella stessa direzione. Successivamente il cardinale Bertone si recato al Municipio di Lviv per incontrare il sindaco Andrij Sadovyj. Evidenziando lo spirito di collaborazione che caratterizza i rapporti fra i rappresentanti di diverse nazionalit e comunit religiose, da secoli coabitanti insieme nella concordia e nella pace in quest'area, il porporato ha detto al sindaco che il Papa ama la citt di Lviv e ama l'Ucraina, Paese cattolico fedele a Cristo e al Pontefice e al tempo stesso fedele ai valori che formano il patrimonio pi vivo della Patria. Per questo la Santa Sede sostiene gli sforzi compiuti dagli ucraini per lo sviluppo della democrazia in ogni ambito e ne incoraggia la volont di riconoscere e difendere i diritti umani e di promuovere quella libert indispensabile per costruire un Paese moderno. Una modernit che per deve rimanere saldamente ancorata a principi di rispetto dell'uomo e del bene comune. L'Ucraina infatti incamminata verso un'armonica integrazione nella comunit internazionale, senza mai dimenticare le proprie radici europee. In Europa ha detto Bertone l'Ucraina pu svolgere un ruolo importante, essendo un punto d'incontro e un crocevia tra le culture dell'oriente e dell'occidente cristiano. E ha auspicato la realizzazione di questo progetto che al contempo politico, culturale e spirituale. Riproponendo infine anche in questa circostanza l'esempio della beata Wiecka, il segretario di Stato ha evidenziato che chi segue il Signore e a Lui si consacra non toglie nulla alla professionalit umana, ma al contrario rende ancor pi carico di umanit il lavoro che chiamato a svolgere nei diversi ambiti della societ. Quindi ha invocato l'intercessione di suor Wiecka su quanti lavorano per un'intesa sempre pi salda tra i fedeli della Chiesa latina, bizantina e ortodossa.

Firmato l'atto costitutivo dell'Unione delle Nazioni sudamericane


BRASILIA, 24. I presidenti di dodici Paesi sudamericani hanno firmato, ieri, a Brasilia, l'atto costitutivo dell'Unione delle Nazioni sudamericane (Unasur), in una sessione solenne in occasione della quale il presidente brasiliano, Luiz Incio Lula da Silva ha proposto la creazione di un Consiglio di difesa comune. Il presidente boliviano, Evo Morales, ha definito il vertice di Brasilia un momento storico e ha citato i principi contenuti nella dichiarazione costitutiva dell'Unasur, che punta a un mondo senza imperialismo n colonialismo, garantendo l'inviolabilit degli Stati. Nel suo discorso il presidente brasiliano ha proposto di convocare, entro la fine dell'anno, una riunione che stabilisca gli obiettivi e il funzionamento di un Consiglio sudamericano di difesa, in base a quattro principi base: sovranit, autodeterminazione, integrit territoriale e non interventismo. Lula ha quindi sottolineato che questo trattato ci ricorda che l'integrazione sudamericana essenziale per il rafforzamento dell'America Latina. Il Sud America unito ha evidenziato influenzer la schacchiera del potere mondiale, non a beneficio proprio, ma di tutti. Il processo di costituzione dell'Unasur fu avviato l'8 dicembre 2004 durante il terzo vertice sudamericano a Cuzco, in Per, e vi aderiscono Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Paraguay, Per, Suriname, Uruguay e Venezuela; fino ad oggi sottostava alla presidenza boliviana. C' pero un giallo scrive l'agenzia Ansa sull'attribuzione del titolo di presidente di turno del nuovo organismo. Il presidente colombiano, lvaro Uribe, doveva assumere questa carica, ma all'ultimo momento ha rinunciato. Sar il presidente cileno, Michelle Bachelet, ad assumere l'incarico. Uribe rilevano gli analisti non molto entusiasta della formazione di questo gruppo. E ha negato che la Colombia far parte del Consiglio di difesa, che verr formato fra tutti gli altri Paesi nel secondo semestre di quest'anno. Propongo la realizzazione ancora nel 2008 di un incontro per definire gli obiettivi e il funzionamento del Consiglio di difesa ha detto Lula . Assieme saremo pi sovrani. ora di rinforzare il nostro Continente nell'area di difesa. Dobbiamo articolare una visione della difesa nella regione fondata su valori e principi comuni, come il rispetto della sovranit. Il presidente brasiliano ha poi affermato che pi di trecento milioni di persone che beneficiano di un'eccezionale fase di crescita e programmi efficaci di integrazione sociale trasformeranno la regione in un grande mercato di consumo. Nelle prossime riunioni comunque non si parler di formazione di forze armate in comune. Colombia, Per e Uruguay non hanno strategie identiche agli altri Paesi sudamericani per quanto riguarda i rapporti con gli Stati Uniti. L'Unasud nasce quindi con molti interrogativi, ma senz'altro un ulteriore passo avanti nella leadership di tutta la regione. La sede della segreteria del nuovo organismo sar in Ecuador, mentre il Parlamento risieder a Chochabamba, in Bolivia. Segnalano poi gli osservatori che i presidenti di Venezuela e Colombia si sono stretti la mano, ieri, durante i lavori del vertice, dopo mesi di polemiche e tensioni bilaterali. Incalzato dai giornalisti, Chvez ha detto: S ho dato la mano a Uribe e gli ho anche offerto la volont di recuperare la fiducia persa e di riprendere il cammino della cooperazione. Poi ha aggiunto: Abbiamo parlato un po' e abbiamo intensificato la nostra volont di pace, di rispettare le differenze. stata una conversazione molto distesa e molto calma.

Nuovi attacchi contro immigrati a Citt del Capo

La violenza assedia il Sud Africa

Ancora attentati in Pakistan


ISLAMABAD , 24. Ancora violenze in Pakistan. Questa mattina due persone, tra cui un comandante di polizia, sono rimaste uccise in un attacco dinamitardo compiuto nella citt di Peshawar, nel nord-ovest del Pakistan. L'ordigno collocato ai margini della strada e fatto esplodere con un comando a distanza ha investito il loro veicolo, hanno reso noto fonti di polizia. Poche ore prima l'esplosione di un'altra bomba, nella stessa zona, aveva provocato la morte di un civile e il ferimento di altri tre. Ieri poi, a Karachi, stato assassinato il vice presidente della lega musulmana pakistana, Tariq Khan. Il partito fa capo all'ex primo ministro Nawaz Sharif. L'alto dirigente, 35 anni, stato raggiunto da colpi d'arma da fuoco sparati da due uomini. Il 13 maggio i ministri del partito della lega musulmana si erano dimessi dal Governo dopo contrasti con il partito del popolo pakistano.

CITT DEL CAPO, 24. Si estende in Sud Africa l'ondata di violenza xenofoba contro gli immigrati, divampata tredici giorni fa dalle baraccopoli di Johannesburg e Durban. Gli attacchi a case e a negozi, gestiti soprattutto da somali, si sono estesi a Citt del Capo, dove la scorsa notte la polizia ha fatto sgomberare centinaia di immigrati da una baraccopoli della periferia. Esercizi gestiti da somali sono stati dati alle fiamme anche nella cit-

tadina di Knysna. In meno di due settimane di violenze si contano pi di quaranta morti, centinaia di feriti e circa venticinquemila sfollati. Gli arresti sono stati pi di cinquecento. Per scongiurare altri disordini, il Governo di Pretoria ha autorizzato l'intervento dell'esercito a fianco della polizia. Oggi si appreso che un uomo stato ucciso a colpi d'arma da fuoco da un soldato sudafricano alla periferia di Johannesburg.

Per far fronte all'emergenza alimentare nel mondo

Le Nazioni Unite chiedono il blocco degli investimenti nei biocarburanti


GINEVRA, 24. Per far fronte all'emergenza alimentare l'Onu chiede un congelamento dei nuovi investimenti nella produzione di biocarburanti a partire dallo sfruttamento di terre arabili che invece potrebbero servire alla produzione di cibo. In un intervento tenuto due giorni fa a una sessione speciale del Consiglio dellOnu per i diritti umani dedicata allimpatto della crisi alimentare mondiale scatenata dallimpennata dei prezzi, il relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all'alimentazione, Olivier De Schutter, ha affermato che i biocarburanti sono stati una causa decisiva del rincaro a causa della competizione tra cibo, foraggio e carburante. De Schutter ha evocato la crescente percentuale di produzione agricola destinata ai carburanti negli Stati Uniti e ha definito irrealistico l'obiettivo dellUnione europea di raggiungere il dieci per cento di biocarburanti nei trasporti entro il 2010. Abbandonandoli, manderemmo un forte segnale ai mercati sul fatto che i prezzi non saliranno allinfinito e scoraggeremmo la speculazione, ha affermato. Aprendo i lavori della sessione speciale del Consiglio lAlto commissario dellOnu per i diritti umani Louise Arbour ha ammonito che, in assenza di una risposta adeguata, la crisi che nega a molti il diritto allalimentazione potrebbe avere un effetto domino ponendo a rischio altri diritti fondamentali, inclusi quelli alleducazione e alla salute. Per Arbour la crisi deriva da una convergenza perversa di diversi fattori, tra i quali le distorsioni tra domanda e offerta, pratiche commerciali sleali e alcune politiche di sussidi. La crisi deve essere affrontata con aiuti umanitari per far fronte ai bisogni immediati, ma anche necessario agire sul lungo termine. Intanto, nellimminenza di un vertice con gli Stati Uniti sulla questione alimentare, il Governo giapponese sta considerando un piano di aiuti umanitari che prevede la distribuzione di ventimila tonnellate di riso nei Paesi africani e in altre nazioni in via di sviluppo, sempre pi colpite dallemergenza cibo e dalla corsa al rialzo dei prezzi. Il progetto rientra nella serie di iniziative messe in cantiere dal Governo di Tokyo nellottica di ricoprire un ruolo di primo piano nella lotta allemergenza alimentare internazionale, in vista del vertice speciale della Fao a Roma del 3-5 giugno, cui parteciper il premier Yasuo Fukuda, e del summit G8 di luglio ospitato dal Sol Levante in Hokkaido. Il riso da destinare al progetto umanitario proviene dalle riserve nipponiche sia di prodotto domestico che di importazione, e la sua distribuzione sar gestita attraverso il Pam, programma alimentare internazionale, nellambito di un piano di aiuti da cento milioni di dollari annunciato dal Governo di Tokyo il mese scorso. Oltre alle nazioni africane, tra cui Kenya e Sudan, il riso sar destinato anche a Paesi dellarea mediorientale (Afghanistan) e asiatica.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

domenica 25 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Prima visita all'estero del presidente Medvedev dopo l'insediamento al Cremlino

pagina 3

Il Governo italiano alla prova dei fatti su rifiuti e sicurezza


In Campania forti tensioni per le discariche
di MARCO BELLIZI Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato ieri i decreti messi a punto dal Governo in materia di sicurezza ed emergenza rifiuti. Il nulla osta del Capo dello Stato arrivato dopo un attento confronto fra lo stesso Quirinale e Palazzo Chigi circa i requisiti di necessit e urgenza dei provvedimenti. Se sulla questione rifiuti difficilmente si sarebbe potuta contestare l'assoluta impellenza di un intervento il pi rapido possibile gli scontri avvenuti a Chiaiano nei pressi della discarica ne sono testimonianza diversa la situazione per quanto riguarda il pacchetto sicurezza. Non a caso perci il Governo italiano ha deciso di stralciare dal decreto la parte riguardante il reato di immigrazione clandestina, punto critico dell'intervento dell'esecutivo, elemento che qualifica il piano rispetto ai progetti che il centrosinistra aveva a suo tempo messo a punto. Sul reato di immigrazione clandestina che, se introdotto, trasformerebbe centinaia di migliaia di immigrati senza permesso di soggiorno in fuorilegge continuano a registrarsi critiche e polemiche che arrivano dal mondo del volontariato italiano, dalle istituzioni europee e da singoli Paesi membri dell'Unione europea, o almeno da loro singoli esponenti di governo. Le norme sul reato, ora introdotto nel disegno di legge che dovr essere discusso e votato dal Parlamento, non hanno la certezza di essere approvate. Pesano soprattutto le ripercussioni sul sistema giudiziario e carcerario e pesano, nonostante le rivendicazioni di autonomia e indiscutibile sovranit nazionale, le critiche piovute dall'estero. Pesa poi il parere di chi quotidianamente si confronta con i problemi di sopravvivenza e di integrazione degli immigrati. C', tuttavia, una domanda che proviene dagli italiani che secondo molti osservatori non da sottovalutare. Si tratta evidentemente di una richiesta di maggiore sicurezza, che ha avuto una parte non indifferente nel decidere l'esito del voto del 13 e 14 aprile cos come in elezioni amministrative importanti come quelle di Roma. Il nuovo Governo sembra risoluto nel rispondere a queste attese. Altrettanto l'opposizione parlamentare, priva dell'ala pi radicale, sembra decisa a dare vita a un'azione collaborativa, sebbene il leader del Partito democratico, Walter Veltroni, abbia gi annunciato la netta contrariet proprio al reato di immigrazione clandestina, e lo stesso abbia fatto il leader dell'Unione di centro, Pierferdinando Casini. Rimane da vedere quanto le altre questioni, come quella delle concessioni televisive, possano disturbare un dialogo fino a questo momento costruttivo. I sondaggi intanto sembrano premiare i primi interventi decisi del Governo Berlusconi, che sta vivendo in questi giorni quella che viene comunemente definita la luna di miele postelettorale, il periodo cio nel quale gli elettori che hanno stabilito quale maggioranza debba governare il Paese continuano a mantenere nei confronti della parte politica vincente un'apertura di credito fiduciaria. Ma chiaro che, anche alla luce degli scontri che si sono avuti in Campania non appena sono stati resi noti i siti di destinazione dei rifiuti, ci si comincia a chiedere quale strada si potr aprire quando i provvedimenti annunciati o anche quelli pubblicati sulla Gazzetta ufficiale cominceranno a far sentire concretamente i loro effetti. L'utilizzazione dell'esercito a presidio delle discariche, decisione verso la quale anche all'interno della stessa maggioranza c' stato qualche dissenso, dimostra che il Governo prevedeva e temeva reazioni violente. Le norme contenute nel pacchetto sicurezza, prevedono anche l'arresto per chi ostacola lo smaltimento dei rifiuti e il loro arrivo nelle discariche. A Chiaiano nella notte ci sono stati sette fermi. A Napoli, a Salerno, ad Avellino la gente ha timore per la propria salute, anche se, secondo gli esperti, tra i manifestanti potrebbero nascondersi agenti della criminalit organizzata. Insomma, rifiuti e immigrazione sono temi facilmente riconducibili a quello della sicurezza. La maggioranza, sul fronte della lotta alla criminalit, riceve forti spinte soprattutto da Lega e Alleanza nazionale. Forza Italia sembra al momento particolarmente orientata a trovare un'intesa con il Partito democratico, l'unica opposizione che Berlusconi continua ad accreditare ufficialmente. A suggello di questa convergenza, che qualcuno il 1 aprile scorso, non si sa quanto scherzosamente, defin il governo del buon senso, c' il rinnovato clima di rispetto reciproco fra Quirinale e l'attuale inquilino di Palazzo Chigi. Un clima che potrebbe aver avuto come frutto proprio lo stralcio del reato di immigrazione clandestina, sottratto al decreto legge e affidato al dibattito parlamentare. Un buon senso che da pi parti viene definito irrinunciabile, per non alimentare spinte montanti di intolleranza e l'illusione di un via libera a una resa dei conti contro gli immigrati molto pericolosa. L'episodio di Ponticelli, dove un campo rom stato assaltato e dato alle fiamme, ne la dimostrazione. Lo stesso buon senso che suggerisce ora alle parti politiche di collaborare, di fronte alle proteste della cittadinanza contro i primi provvedimenti del Governo. Non accadde, potrebbe pensare l'opposizione, al momento delle prime liberalizzazioni del Governo Prodi. Ma tutti sembrano convinti che ormai ora di voltare pagina.

Si rafforza il legame tra Russia e Cina


PECHINO, 24. Si rafforza il gi consolidato legame tra la Russia e la Cina. La conferma arrivata durante la prima visita allestero del nuovo leader russo, Dmitri Medvedev, che dopo una breve tappa strategica in Kazakhstan ha incontrato ieri a Pechino il presidente cinese, Hu Jintao. La scelta della Cina come primo Paese visitato da Medvedev dopo l'insediamento al Cremlino avvenuto il 7 maggio scorso appare molto significativa. LEuropa il primo partner commerciale di Mosca e otto anni fa l'allora presidente, Vladimir Putin, scelse un Paese europeo, la Gran Bretagna, per la sua prima visita ufficiale allestero. Oggi, le relazioni con Londra sono un p appannate, mentre Russia e Cina hanno intensificato i loro rapporti, soprattutto all'interno del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (dove entrambi i Paesi hanno lo status di membri permanenti e il diritto di veto) per contrastare legemonia degli Stati Uniti. Dai cinesi, il presidente Medvedev ha ottenuto il pieno avallo allopposizione della Russia nei confronti del progetto di scudo anti-missile statunitense nellEuropa dellest, che ostacola il rafforzamento della fiducia fra le Nazioni. E Russia e Cina hanno anche firmato un accordo del valore di oltre un miliardo di dollari per la costruzione di una centrale per larricchimento delluranio e per la fornitura del minerale a basso arricchimento necessario per farlo funzionare. Lo scudo spaziale statunitense stato oggetto di un comunicato congiunto dai toni duri, dove i due leader hanno espresso preoccupazione per una mossa che non contribuisce al mantenimento dellequilibrio strategico e della stabilit mondiale e ostacola gli sforzi internazionali per il controllo degli armamenti e la non proliferazione. I presidenti Medvedev e Hu si sono anche pronunciati a favore di un uso pacifico dello spazio e contro la corsa agli armamenti spaziali, in una chiara allusione ai piani di guerre stellari statunitensi. Da Washington, la replica non si fatta attendere, anche se con toni morbidi. Il portavoce del Pentagono, Brian Whitman, ha infatti dichiarato che non c nulla di nuovo nella reazione di Russia e Cina. Oltre al no allo scudo antimissile Usa, Mosca e Pechino hanno condiviso anche la contrariet a uneventuale azione militare contro lIran. La Russia e la Cina propongono che la questione nucleare iraniana sia risolta attraverso il dialogo e le consultazioni, si legge in una nota congiunta di sette pagine firmata dai due presidenti. La prima uscita estera di Medvedev non avvenuta per caso sul lato orientale. Mosca e Pechino stanno infatti lavorando alla nuova organizzazione geopolitica del cosiddetto gruppo di Shanghai (che comprende anche Kazakhstan, Uzbekistan, Tadjikistan, Kirghizistan, e come osservatori, Iran, India, Pakistan e Mongolia) come contrappeso alla Nato e in generale allo strapotere occidentale. Linterscambio fra Russia e Cina, un tempo ridotto al minimo, si sviluppato fino a 48,16 miliardi di dollari nel 2007 (un pi 44,3 per cento rispetto allanno precedente) e ha una potenzialit ulteriore che potrebbe rapidamente raggiungere i sessanta miliardi di dollari. Il Governo di Mosca esporta in Cina idrocarburi, legname e cellulosa, e ne riceve in cambio tecnologie, tessuti, prodotti chimici e alimentari.

L'Onu assicura aiuti d'emergenza nel Sichuan


PECHINO, 24. Il segretario generale dellOnu, Ban Ki-moon, arrivato oggi a Chengdu, nella regione sud-occidentale cinese del Sichuan colpita il 12 maggio scorso da un devastante terremoto che secondo il primo Ministro cinese, Wen Jiabao ha provocato oltre sessantamila vittime e trecentomila feriti, molti dei quali, per, sono stati ricoverati in ospedale in gravissime condizioni. In giornata, Ban Ki-moon giunto in Cina dopo aver visitato il Myanmar, vittima di un'altra gravissima calamit naturale si recher nei campi profughi allestiti dalle autorit cinesi per fronteggiare la situazione e dove vivono circa cinque milioni di superstiti. Durante un incontro con Wen, il segretario generale delle Nazioni Unite si impegnato a mobilitare ogni sforzo possibile da parte della Comunit internazionale al fine di sostenere le operazioni di aiuto e di ricostruzione nelle zone colpite dal terremoto. LOnu e i popoli di tutto il mondo saranno a fianco dei cinesi con cui lavoreranno per superare lemergenza, ha dichiarato Ban Ki-moon nella citt di Yingxiu, contea di Wenchuan, zona in cui stato localizzato lepicentro della scossa tellurica che ha avuto magnitudo 8 gradi della scala Richter. Dopo aver ringraziato, il primo Ministro cinese ha garantito che lopera di ricostruzione nelle zone terremotate verr avviata prima possibile, anche se come ha confermato il vicegovernatore della regione ci vorranno almeno tre anni di tempo per riedificare le circa sei milioni di abitazioni rase al su0lo dal sisma. Il viceministro dellEnergia, Wu Xiaoqing, ha invece voluto tranquillizzare lopinione pubblica riguardo alla possibilit di fughe radioattive, dato che nellarea del disastro sorge il principale laboratorio di ricerca sulle armi nucleari cinesi. Al centro sono collegati una serie di siti atomici segreti, ma non ci sono centrali per la produzione di energia nucleare. Wu ha precisato che sono state individuate cinquanta fonti di radioattivit, di cui trentacinque sono state recuperate, mentre le altre quindici si trovano sotto le macerie in posizioni nelle quali troppo rischioso andarle a prendere. Il viceministro ha comunque assicurato che la situazione sotto controllo. Grave preoccupazione continua intanto a suscitare la situazione dei grandi laghi formatisi dopo che alcune frane hanno sbarrato dei corsi dacqua, soprattutto quello che sovrasta Beichuan, una citt di trentamila persone dove i morti sono stati pi di ottomila.

La Germania ratifica il Trattato di Lisbona


BERLINO, 24. Soddisfazione stata espressa dal presidente della Commissione europea, Jos Manuel Duro Barroso, per la ratifica da parte del Parlamento tedesco del nuovo Trattato di Lisbona, che dovrebbe consentire allEuropa allargata di funzionare con maggiore efficacia. Dopo la firma lo scorso 24 aprile del Bundestag (la Camera bassa del Parlamento), anche il Bundesrat (la Camera dei rappresentanti delle regioni) ha firmato ieri l'importante accordo. Con il voto tedesco, sono quattordici i Parlamenti europei che hanno gi approvato il nuovo progetto di Costituzione dell'Unione europea. Lunico Paese che terr un referendum di adesione sul Trattato di Lisbona lIrlanda, dove si voter il 12 giugno prossimo.

Nel Myanmar migliaia di persone rischiano di morire di fame


NAYPYIDAW, 24. Mentre da stamane si vota per il referendum sulla nuova Costituzione nelle zone del Myanmar colpite dal ciclone Nargis, autorevoli esperti ritengono che molte migliaia di persone potrebbero morire di fame o di malattie nel delta dellIrrawaddy se non verranno aiutate al pi presto. E andrebbero cos ad aggiungersi ai gi centotrentaquattromila fra morti accertati e dispersi del cataclisma. Il referendum costituzionale si gi svolto il 10 maggio scorso nella maggior parte del Paese asiatico. Gi prima del voto odierno, la giunta militare aveva affermato che il 92,4 per cento degli elettori ha approvato la nuova Carta. Il risultato delle elezioni stato per respinto dal partito della leader dellopposizione e premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi, la Lega nazionale per la democrazia (Lnd), che aveva chiesto il rinvio della consultazione elettorale. Prima del passaggio del ciclone, la Lnd aveva invitato la popolazione a respingere la nuova Costituzione antidemocratica. Ieri, esponenti governativi si sono recati presso la residenza di Suu Kyi, agli arresti domiciliari dal 2003, per farla votare con un giorno di anticipo.

L'opposizione georgiana diserter il Parlamento


TBILISI, 24. In Georgia, lopposizione ha minacciato di disertare i lavori del nuovo Parlamento uscito dalle elezioni legislative anticipate. Queste elezioni non riflettono la scelta del popolo, n la sua volont. Noi non riconosciamo questi risultati, ha detto David Gamkrelidze, leader del partito dei Nuovi diritti, una delle nuove formazioni affluite nel Consiglio dellopposizione unita. Lopposizione sta prendendo seriamente in considerazione la possibilit di boicottare il nuovo Parlamento, ha aggiunto. Le elezioni sono state vinte dal Movimento nazionale unito del presidente, Mikhail Saakashvili, che ha conquistato centoventi seggi sui centocinquanta in palio.

BELGRADO, 24. Mentre sono tutt'ora in corso le consultazioni politiche in Serbia, a poco meno di due settimane dal voto che ha determinato lavanzata del blocco europeista del presidente della Repubblica, Boris Tadic, i ministri degli Esteri dei Ventisette Paesi dell'Unione europea hanno lanciato un appello per formare al pi presto un Governo che consenta al Paese di procedere rapidamente nel cammino dintegrazione comunitario. Nell'esprimere soddisfazione per lo svolgimento pacifico e ordinato delle elezioni dello scorso 11 maggio, i ministri degli Esteri dell'Unione europea hanno auspicato che sia formato un nuovo Esecutivo con un chiaro programma europeo, che si impegni in modo costruttivo nel processo di associazione e stabilizzazione, primo passo del Paese verso lintegrazione Ue. Riguardo alle consultazioni, Tadic ha ricevuto le delegazioni dei partiti destinati a essere rappresentati nel nuovo Parlamento dopo linsediamento

Clima di distensione L'Ue sollecita la formazione del Governo serbo tra Putin e Timoshenko
Per procedere pi rapidamente nel processo di integrazione comunitario
del 15 giugno. Il presidente ha visto esponenti sia della sua parte politica (raccoltasi nella lista Per una Serbia europea); sia del fronte avverso (gli ultr nazionalisti del Partito radicale Srs, di Tomislav Nikolic, e i conservatori del Dss del premier uscente, Vojislav Kostunica); sia delle formazioni minori (a cominciare dal Partito socialista Sps, di Ivica Dacic). Gli europeisti, vincitori della contesa elettorale e protagonisti di un sorprendente sorpasso di nove punti nei confronti dello Srs, sono usciti dal colloquio ribadendo di attendere lindicazione di un loro rappresentante alla carica di primo Ministro designato. Gli stessi hanno manifestato la certezza di poter mettere insieme alla fine una coalizione stabile, pur non disponendo da soli della maggioranza assoluta dei seggi. Convinzione uguale e contraria stata espressa, peraltro, dai nazionalisti, fiduciosi di poter ribaltare il risultato delle urne attraverso una larga alleanza. Natasa Jovanovic, vicepresidente dello Srs, ha riaffermato a questo proposito di ritenere a portata di mano unintesa non solo col Dss di Kostunica che i radicali ripropongono per il ruolo di premier, sullonda del comune risentimento verso il riconoscimento occidentale della secessione del Kosovo e della comune polemica contro lAccordo di stabilizzazione e associazione (Asa) firmato da Belgrado con lUe , ma anche col Partito socialista che fu di Slobodan Milosevic. Dallo Sps, tuttavia, continua a non arrivare nessuna conferma in questo senso. Dacic, dopo aver visto il presidente, s detto anzi contrario a partecipare a un futuro Governo che intenda iniziare il mandato con un segnale negativo come lannullamento dellAsa: accordo che proprio gli europeisti di Tadic difendono invece a spada tratta e che giudicano non incompatibile con il mantenimento del no al riconoscimento dellindipendenza proclamata da Pristina il 17 febbraio. MINSK, 24. I premier russo, Vladimir Putin, e ucraino, Iulia Timoshenko, si sono incontrati a margine del vertice dei capi di Governo della Csi, la Comunit di stati indipendenti sorta dalle ceneri dellUrss, in corso a Minsk, in Bielorussia. I due nonostante la Timoshenko sia nota per le sue posizioni anti-russe si sono detti disponibili, secondo lagenzia Itar-Tass, ad avviare trattative per un accordo strategico sulle forniture di metano russo allUcraina. Timoshenko ha ringraziato Putin per il suo grande ruolo nella soluzione delle dispute passate, e ha ammesso di essere consapevole della necessit di passare gradualmente a un prezzo di mercato per il metano russo. Putin ha restituito la cortesia, plaudendo alla soluzione operativa del problema del debito ucraino nel settore energetico, e ha pregato la collega di incaricare i ministeri ucraini di lavorare perch simili morosit non si ripetano in futuro. I due leader hanno poi parlato anche di un rafforzamento della cooperazione fra le imprese russe e ucraine, che la dissoluzione dellUrss ha lasciato in parte mutilate, con rami di produzione da una parte e dallaltra per alcuni prodotti industriali. In particolare ha citato i settori della cantieristica navale e dellindustria aeronautica Tra Russia e Bielorussia invece prevista la realizzazione di un comune spazio economico, di una cooperazione doganale, dello sviluppo delle infrastrutture e della semplificazione dellaccesso delle merci ai mercati dei due Paesi. Non prevista invece alcuna discussione sullenergia. Nellagenda del vertice Csi figurano temi quali limmigrazione, la lotta al crimine e soprattutto la cooperazione economica, finora spesso minata dagli scontri energetici tra la Russia e alcuni paesi di transito, dallUcraina alla Bielorussia.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO

domenica 25 maggio 2008

domenica 25 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Foglio del pi antico manoscritto sopravvissuto dell'intero testo ebraico, trascritto nell'anno 1008 e conservato a San Pietroburgo (Petropolitanus B 19 A)

pagina 5

Monsignor Betori spiega la nuova traduzione delle Sacre Scritture


di MAURIZIO FONTANA

Un'edizione (1583) della Bibbia di Lovanio

ent'anni di lavoro per una traduzione che ha l'ambizione di diventare la Vulgata (che in latino vuol dire diffusa) per gli italiani del XXI secolo. Ecco in sintesi l'impresa della traduzione della Sacra Scrittura voluta dalla Conferenza episcopale italiana (Cei). A illustrarla monsignor Giuseppe Betori, biblista e vescovo segretario della Cei, in una lunga intervista con chi scrive e con il direttore del nostro giornale a pochi giorni dalla presentazione ufficiale della revisione della traduzione della Bibbia. L'impresa trover compimento il prossimo 29 maggio quando, durante l'assemblea generale della Cei, verr donata a Benedetto XVI la prima copia dell'editio princeps.

colte e poi, a lavori ultimati, per un'ultima lettura che ha preceduto il voto finale, nel 2002, in cui c' stata un'approvazione quasi unanime (202 vescovi su 203 votanti). E da allora a oggi cosa si fatto? In questi sei anni si consegnato alla Santa Sede il testo per la recognitio. Inoltre a un certo punto intervenuto Benedetto XVI il quale ha chiesto che non fossero recognitae soltanto le pagine destinate ai testi liturgici attualmente in uso, ma tutta la Bibbia. stato un segno di attenzione molto importante per noi. Tra l'altro Ratzinger ha anche suggerito alcune correzioni: nella sua famosa omelia alla Santa Messa Pro eligendo Pontifice fece un appunto alla vecchia traduzione, nella lettera agli Efesini, che fu subito accolto. In questo intenso e lungo lavoro di revisione e di correzione, ci sono stati anche degli incidenti di percorso? Ci sono stati errori di stampa nel nuovo Lezionario perch nello scorso ottobre l'obiettivo di uscita per il nuovo anno liturgico ha comportato un passaggio in meno nella correzione delle bozze. Ci cos sfuggito qualche errore, anche se fondamentalmente solo sui titoli delle letture. Nel caso della Bibbia il lavoro di correzione stato molto pi intenso e speriamo che ci abbia evitato molti errori. Ma tutti quelli che scrivono libri sanno bene che la prima cosa che si vede non appena il libro stato stampato proprio un errore. E anch'io sto aspettando l'errore che certamente scoprir nonostante abbia riletto personalmente per tre volte le bozze. Coroniamo comunque un lavoro lungo venti anni. Iniziammo nel 1988 con le prime commissioni di studio e oggi usciamo con un volume che comprende solo il testo utilizzabile quindi anche per la liturgia e un altro volume pi piccolo composto di introduzione e note, realizzato da esperti sotto la supervisione della Segreteria Generale. Lei ha gi fatto cenno ad alcuni interventi di correzione. Si pu quantificare la portata globale della revisione del testo? La correzione fondamentale rispetto all'edizione del 1971 dipende dal fatto che sono diversi i testi critici di base. Facciamo un esempio tratto dagli Atti degli Apostoli. Nel discorso di Paolo agli anziani di Mileto prima si trovava: La Chiesa che Dio ha salvato con il suo sangue presupponendo il testo greco imatos idu. Invece il testo greco dell'edizione Nestle-Aland ha imatos t idu, cio il sangue del proprio (figlio). Nella nuova traduzione dunque non si legge pi Dio che ci ha salvati con il suo sangue, bens Dio che ci ha salvati con il sangue del suo Figlio. In questo caso la correzione dovuta al diverso testo critico di riferimento. Ci sono state invece delle varianti apportate in virt di scelte teologiche, figlie di un'evoluzione nell'esegesi per cui dei passi sono stati interpretati e quindi tradotti con delle sfumature diverse? Direi al contrario che la scelta di proporre un testo pi letterale favorisce una traduzione pi aperta all'interpretazione teologica rispetto a quella precedente. Perci questa traduzione serve meglio alla lectio divina e anche allo studio biblico, perch non predetermina come fa, ad esempio, la traduzione in lingua corrente un'interpretazione sulle altre, ma lascia aperte le possibilit. Per i testi critici vi siete dunque affidati alla Stuttgartensia per l'Antico Testamento ebraico, al Rahlfs per i testi greci dell'Antico Testamento escluso il Siracide, in cui si seguito il testo pi accredito oggi dello Ziegler e al Nestle-Aland per il Nuovo Testamento. Esattamente. Anche se per l'Antico Testamento ebraico qualche volta abbiamo dovuto utilizzare le proposte di lettura collocate nell'apparato della Stuttgartensia, proposte per lo pi fondate sulla Settanta perch ci sono dei punti in cui il testo ebraico corrotto e non ha senso. Storicamente si sostenuto che la Settanta fosse pi attendibile anche per l'Antico Testamento, in quanto riferita a un testo ebraico pi antico e sicuro di quello masoretico. Ma se partiamo dicendo che la Settanta pi attendibile del testo ebraico, allora dovremmo ritradurre la Settanta in ebraico. E non ci siamo sentiti di farlo. Tanto pi che eravamo guidati dalla Nova Vulgata stessa che interpretava il testo ebraico della Stuttgartensia l dove problematico alla luce della Settanta e della Vulgata. La linea stata sempre la stessa: salvaguardare l'uso nella tradizione della Chiesa rivisto con i criteri della critica testuale. E le correzioni non sono state certo poche. Direi che siamo nell'ordine di decine di migliaia. Ci sono dei casi di particolare rilievo? Ai lettori potrebbe interessare il lavoro fatto su tre casi specifici: il Pater noster, il Magnificat e il Benedictus; tutti testi biblici di uso liturgico e di preghiera personale talmente diffusi da richiedere un'attenzione particolare. La scelta del Consiglio permanente stata quella di intervenire solo dove fosse assolutamente necessario per la correttezza della traduzione. Nel caso del Padre nostro si affermata l'idea che fosse ormai urgente correggere il non indurre inteso ormai comunemente in italiano come non costringere. L'inducere latino (o l'eisfrein greco) infatti non indica costringere, ma guidare verso, guidare in, introdurre dentro e non ha quella connotazione di obbligatoriet e di costrizione che invece ha assunto nel parlare ita-

liano il verbo indurre, proiettandolo all'interno dell'attuale formulazione del Padre nostro e dando a Dio una responsabilit nel costringerci alla tentazione che non teologicamente fondata. Ecco allora che si scelta la traduzione non abbandonarci alla che ha una doppia valenza: non lasciare che noi entriamo dentro la tentazione ma anche non lasciarci soli quando siamo dentro la tentazione. Facciamo un cenno anche ai Salmi. San Girolamo li ha tradotti addirittura tre volte. Nell'edizione della Vulgata i benedettini hanno deciso di affiancare la traduzione dalla Settanta a quella dall'ebraico. Quale stata la vostra scelta? Noi abbiamo scelto come base l'ebraico. Per la Settanta utile perch ci viene in aiuto l dove l'ebraico oscuro. Se vogliamo affermare l'importanza del ritorno ai testi originali, allora dobbiamo ricordare che la Settanta rappresenta un momento di passaggio, anche teologico. E allora sostituirla ai testi ebraici, porterebbe a cancellare lo sviluppo teologico che essa attesta. Impediremmo cio di interpretare la Settanta come sforzo teologico di comprensione della Parola. Poco fa parlava della variante importante al testo del Padre nostro. Sono i particolari che pi toccano la gente comune. Incider anche nella quotidianit dell'uso liturgico? Questo da vedere. La traduzione non implica ancora che siano state fatte delle scelte da parte dell'episcopato italiano e da parte della Santa Sede in ordine all'utilizzo di questa traduzione per i testi liturgici. Per la recita del Padre nostro durante la messa o negli atti devozionali, tutto ancora da decidere. E sar una de-

personale questo processo molto pi lento. Sono cresciuti i gruppi e le occasioni di lettura della Bibbia, mentre invece non c' stata una popolarizzazione della Bibbia. Spero che la prossima assemblea sinodale sia un'occasione per rilanciare uno sforzo di popolarizzazione. Dobbiamo creare maggiori occasioni di fruizione comunitaria della Sacra Scrittura. Altrimenti, lasciandole da sole, noi scoraggiamo le persone. Una comunit locale oggi, in Italia, a quali risorse pu attingere per questa conoscenza? La Chiesa italiana cosa offre? Come Conferenza episcopale italiana abbiamo istituito all'interno dell'Ufficio catechistico un servizio di apostolato biblico, che ha proprio lo scopo di individuare e sostenere le forme pi adatte di accostamento alla Bibbia. Non solo quelle all'interno della comunit. Penso ad esempio anche all'insegnamento della religione cattolica. A volte si dice che la Bibbia deve entrare nella scuola. Ma la Bibbia nella scuola gi c'. l'asse portante dell'insegnamento della religione cattolica. Dobbiamo per aiutare maggiormente gli insegnanti a sviluppare nel contesto scolastico un accostamento culturale alla Bibbia. Nelle parrocchie poi ci sono varie esperienze di gruppi biblici, lectio divina, scuole della Parola e cos via. Noi pensiamo che sia importante coordinare tutte queste esperienze e istituire all'interno di ogni diocesi un servizio di apostolato biblico che aiuti i parroci e li sostenga nel trovare strumenti, sussidi e persone che aiutino. cisione che si prender solo nell'ambito dell'allestimento ancora in corso della traduzione della terza edizione del Messale romano. Ci sono altri esempi di questo genere? Per quanto riguarda il Magnificat, nella precedente versione si leggeva Come aveva detto ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza. Oggi traduciamo per Abramo e la sua discendenza: c' un dativo di comodo in greco che viene tradotto con per e che indica la finalit della rivelazione. Le promesse sono fatte ad Abramo, ad Isacco e a Giacobbe, i padri, per tutti i loro discendenti, fra i quali anche noi. Maria ci dice che la promessa che si realizza in lei l'inizio dell'adempimento delle promesse che sono per tutti noi, figli di Abramo. Usciamo dai dettagli della singola traduzione e torniamo all'opera nella sua globalit. Questa edizione destinata a sostituire tutte le altre Bibbie. Quanto tempo ci vorr? L'editio princeps la metteremo in commercio a fine mese, per la sua destinazione fondamentalmente l'aula liturgica. Potr essere, ad esempio, la Bibbia da tenere in fondo alla Chiesa per permettere la consultazione e la meditazione ai fedeli. A met settembre ci sar invece l'edizione comune a tutti gli editori cattolici, di carattere popolare ed economica, con le note preparate dalla Cei, cio l'edizione Uelci (Unione editori librari cattolici italiani), l'unica che coster meno di 15 euro. Solo in seguito daremo il testo agli editori che lo richiederanno. Quando il testo servir per iniziative di distribuzione gratuita ai fedeli, allora anche noi lo offriremo gratuitamente alle comunit coinvolte. A proposito di costi. stato economicamente molto impegnativo realizzare questa nuova Bibbia? Sono state pi che altro spese organizzative. Tutti i consultori, infatti, hanno lavorato gratuitamente. L'Associazione Biblica Italiana ha chiesto a tutti gli aderenti di prestarsi gratuitamente a questo lavoro e tutti lo hanno fatto volentieri, anzi direi onorati di poter far parte di un progetto cos prestigioso. Quindi, presumibilmente, con la diffusione commerciale si copriranno le spese sostenute? Direi proprio di s. Teniamo conto che questi libri liturgici, fino all'introduzione dell'otto per mille, erano la prima fonte di introito della Cei. Ancora adesso, una parte delle attivit della Cei possibile grazie a queste entrate. La Bibbia Cei diventer un testo di riferimento anche per l'esegesi. Quali scuole di pensiero si stanno affermando nel panorama dell'esegesi contemporanea? L'esegesi contemporanea oggi molto frammentaria. Permane ancora forte tutto il filone storico-critico classico, legato alla filologia tradizionale. Per altrettanto vero che le metodologie della nuova critica letteraria, in particolare quelle strutturali o narrative, cominciano ad avere un loro peso. Da questo punto di vista credo che valga l'equilibrio suggerito dalla Pontificia Commissione Biblica nel documento su L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa. Occorre la convergenza di una pluralit di metodi. chiaro che il principio di fede deve essere mantenuto come un elemento decisivo dell'interpretazione. Non ha senso quindi l'impostazione di quanti vorrebbero proporre la comprensione del testo della Bibbia prescindendo dalla fede: questo testo storico nasce come testo di fede e si produce come fatto di fede. Non si pu ignorare. Su questa linea, notevole l'apporto del Ges di Nazaret di Ratzinger che mostra come sia possibile dare una lettura di fede della storia di Ges: questa lettura fa tesoro delle acquisizioni di un'analisi storica e letteraria del testo, ma non la chiude in un razionalismo che rifiuta la natura stessa dell'evento cristiano. Aggiungerei che il principio della tradizione che deve reggere tutto il nostro accostamento alla Sacra Scrittura con la lettura canonica, perch la Scrittura frutto di una tradizione. Diversamente dal Corano considerato dai musulmani come una rivelazione scesa dal cielo. La Bibbia frutto della fede di un popolo, di una comunit che vi ha sedimentato la propria tradizione di fede, sotto la guida dello Spirito. solo all'interno di questa tradizione che essa pu essere compresa pienamente. Anche se i testi possono non essere sempre sicuri? S, perch ci fa parte della fragilit connaturata all'idea di incarnazione. Cristo s'incarna nella debolezza della carne umana, una carne che viene ferita sopra una croce. Questa stessa logica della debolezza sta anche nell'incarnazione attraverso la Parola che non si sceglie un linguaggio divino per parlare a tutti gli uomini, ma sceglie una lingua, o meglio, tre lingue umane legate a determinati periodi storici. C' uno scandalo della croce e c' anche uno scandalo della Parola. L'allora cardinal Ratzinger ha giustamente sottolineato che non esiste una fede da inculturare, quasi che si possa ipostatizzare una fede fuori da una cultura: la fede si rivelata infatti dentro una cultura. Il problema quindi quello di una transculturazione. Questo fa s che tutto il mondo della cultura ellenistica non sia il luogo in cui in un secondo momento viene inculturata la fede, da cui si potrebbe quindi prescindere, ma uno dei contesti in cui la fede si rivela per il Nuovo Testamento (e in parte per l'Antico) e viene trasmessa lungo i secoli. Per cui non si tratta di estrarre la fede dal mondo culturale ebraico ed ellenistico, ipostatizzarla e reincarnarla in un'altra fede, ma mettere a confronto, far dialogare la fede detta nella cultura giudaico-ellenistica con le altre culture del mondo. Di fatto, questa la lezione di Ratisbona. un punto essenziale. Da questo punto di vista il libro Ges di Nazaret molto importante e, in qualche modo, anche la nostra traduzione vuole inserirsi su questo tracciato, portando quell'ebraico e quel greco, e il loro significato culturale dentro l'italiano di oggi. Passiamo dal piano dei specialisti dell'esegesi a quello del popolo di Dio, della gente comune. Dal Concilio ad oggi, quale stato il ruolo della Sacrosantum concilium e della Dei Verbum per la diffusione e per la conoscenza della Parola di Dio? Il Concilio stato fondamentale perch ha ridato piena cittadinanza alla Sacra Scrittura. Attenzione: non dico che l'ha reimmessa. La Bibbia era ben presente nella vita della Chiesa anche prima del Concilio. Lo era in modo pi mediato, ma la predicazione cristiana e la liturgia non avevano certo smesso di attingere al tesoro della Parola. chiaro per che la Sacra Scrittura rientrata in circolazione immediata soprattutto grazie al Concilio Vaticano II. Specialmente nelle forme della lectio divina e dell'accostamento personale e nell'arricchimento che la stessa liturgia ha ricevuto dall'ampliamento dell'Ordo lectionum missae. Qui abbiamo avuto un salto di qualit nell'accostamento diretto. Non sottoscrivo invece le posizioni di coloro che affermano che prima del Vaticano II la Bibbia fosse assente dalla vita della Chiesa: era presente in modo mediato, ora lo in modo diretto, e questo ovviamente un guadagno. Ora per, se vero che ormai in tutte le azioni liturgiche risplende la ricchezza della Bibbia, dal punto di vista dell'appropriazione Proprio di recente sono stati resi noti i primi risultati di un'inchiesta sulla conoscenza delle Sacre Scritture in vari Paesi europei ed extraeuropei. I dati emersi non ci possono certo far dormire sonni tranquilli. Dicono che nell'arco di un anno in Italia solo un quarto della popolazione ha accostato una pagina biblica. Un dato assolutamente negativo, seppure non tanto quanto quello emerso in Paesi a noi vicini come la Francia o la Spagna. In Italia il cattolicesimo tiene un po' di pi rispetto al resto dell'Occidente europeo, in quanto la rete parrocchiale e la presenza dell'associazionismo e dei movimenti ancora una realt vivace. Per il dato comunque preoccupante. Dobbiamo inoltre tener conto che il problema della lettura della Bibbia si situa all'interno di un problema culturale pi ampio. Non che la gente non legga la Scrittura; la gente semplicemente non legge. E la Bibbia diventa cos uno dei tanti libri che la gente non legge. C' un problema di crescita culturale del Paese intero. Di qui anche l'utilit del progetto culturale della Cei. Non possiamo pensare alla fede come a qualcosa che possa camminare a prescindere dal contesto culturale. Dobbiamo puntare su una rigenerazione culturale del Paese, a cui la fede d il suo apporto e senza la quale la fede stessa soffre. Quindi gli stereotipi dell'Italia arretrata dal punto di vista biblico a causa del cattolicesimo controriformistico hanno ben poco valore? S, e lo dimostra il fatto che, pur in una situazione non positiva, ne sappiamo un po' pi dei francesi; lo dimostra il fatto che un po' di Bibbia i nostri preti l'hanno data alla nostra gente che continua a venire in Chiesa, mentre in Francia si registrano percentuali assai minori delle nostre. La comunicazione data attraverso la predicazione resta ancora il fattore fondamentale della trasmissione della fede, anche biblica. Ma i preti sono preparati? Forse non come noi vorremmo. Possiamo per cercare di garantire una maggiore preparazione. Per esperienza posso dire che molto facile proporre elementi di esegesi al prete che per poi conduce la sua pastorale a prescindere dall'esegesi. Occorre un'interpretazione teologica della Scrittura fondata sull'esegesi, ma che nell'esegesi non deve esaurirsi. Non sarebbe meglio se si studiassero maggiormente il latino, il greco e magari anche l'ebraico? Sono d'accordo. C' un urgente bisogno di una revisione dei curricula di preparazione del nostro clero. I curricula dei nostri seminaristi sono ipertrofici per quanto riguarda il numero delle discipline, e mancano invece di una visione globale culturale e teologica. Il ripensarli quindi un'urgenza. Le urgenze sono certo crescenti ma non possiamo rispondere aumentando i corsi. Restiamo sul tema del rapporto tra cultura e conoscenza delle Sacre Scritture. Recentemente lei ha parlato del valore estetico della Parola di Dio e della qualit, anche letteraria, di questa nuova traduzione della Bibbia. Potrebbe aiutare anche gli insegnanti di italiano? Io penso di s. Forse un'ambizione troppo grande quella nostra, ma la coltiviamo: diventare una piccola Vulgata dell'epoca moderna. La Vulgata ha formato una parte del nostro patrimonio lessicale. Certo, era l'unico riferimento e ha impiegato secoli. Io per mi auguro un impatto di questo tipo, perch in gioco quell'incontro tra cultura e fede sul quale noi stiamo scommettendo. Una fede che sia capace di plasmare la lingua perch plasma la cultura e che per questo usa anche la lingua biblica: in questo senso la nostra traduzione importante per il futuro.

Innanzitutto, perch una nuova traduzione? Molti pensano che sia stato un cambiare tanto per cambiare, magari stanchi della vecchia traduzione. In realt ci troviamo all'interno di una decisione presa dalla Santa Sede addirittura nel 1965 quando a seguito del Concilio Vaticano II Paolo VI ritenne opportuno rivedere la Vulgata di san Girolamo alla luce delle pi recenti acquisizioni di critica testuale in ordine ai libri dell'Antico e del Nuovo Testamento. Questo progetto voluto dal Papa ebbe una lunga gestazione, che port nel 1979 a una prima edizione di una Nova Vulgata e nel 1986 alla seconda edizione, proposta da Giovanni Paolo II a tutta la Chiesa come editio typica per l'uso liturgico. E, ovviamente, il Papa suggeriva anche che le traduzioni in lingue moderne fossero rifatte con gli stessi criteri utilizzati per la Nova Vulgata. E a sua volta la Nova Vulgata aveva alle spalle il lavoro di revisione dell'Abbazia di San Girolamo fondata da Pio XI... S. L'Abbazia di San Girolamo ha restituito il testo critico della Vulgata. Poi sulla base di questa stata fatta una revisione che per andava oltre i testi ebraici, aramaici e greci utilizzati da Girolamo. La Nova Vulgata prendeva infatti come base i testi critici oggi in uso: per l'Antico Testamento la Biblia Hebraica Stuttgartensia, edizione che, ad esempio, fa tesoro delle scoperte di Qumran; per il Nuovo Testamento il riferimento invece al cosiddetto Nestle-Aland, cio quell'edizione del Nuovo Testamento greco che unifica i due principali testi critici oggi in uso. Da quel momento in poi sulla base di questi testi che si invitati a rivedere tutte le traduzioni per l'uso nella liturgia. Ed proprio quello che abbiamo fatto. Nel frattempo era comunque gi apparsa la Bibbia della Cei. S, la Bibbia viene pubblicata nel 1971 per ri-

Lo dico serenamente: la migliore


spondere immediatamente al bisogno di trovare un testo biblico italiano condiviso per la utilizzazione nella liturgia che nel 1965 era passata alla lingua moderna. In quel caso per non si fece una nuova traduzione: si utilizz come base una traduzione allora in uso quella da poco edita dalla Utet e curata da Angelo Penna, Enrico Galbiati e Piero Rossano e un gruppo guidato dal cardinal Ermenegildo Florit ne fece la revisione, che apparve appunto nel 1971. Questa revisione and all'esame della Sacra Congregazione per il Culto per la parte da utilizzare nella liturgia, e si arriv nel 1974 alla seconda edizione, che poi quella ancora oggi in uso. Noi invece siamo tornati ai testi originali. Quali criteri sono stati dati ai traduttori? Qui bene precisare che il lavoro davvero una profonda revisione di traduzione si svolto in due fasi successive. In un primo momento la finalit era quella di adeguare la traduzione ai testi critici presupposti dalla Nova Vulgata, cercando per di arrivare a un testo che fosse il pi comunicativo possibile, appianando le difficolt lessicali e sintattiche. Questa prima fase stata caratterizzata da criteri di traduzione di tipo concettuale piuttosto che letterale. Gi san Girolamo, sulle traccaboli e nella composizione della frase, per rence di Cicerone, spiegava come nel tradurre un dere il testo il pi vicino possibile alla forma lettesto non si dovesse rendere le parole ma i conteraria dei testi originali ebraico e greco. cetti nella forma che la lingua permette. Va anche detto per che Girolamo, quando si riferisce Cerchi di dimenticare di essere il segretario della alla Bibbia, aggiunge una precisazione: nel traCei e da biblista ci dica: tra le traduzioni italiane, durre un testo sacro questo principio non si pu l'attuale effettivamente la migliore? applicare totalmente perch nella Scrittura anS, senza dubbio. molto pi fedele ai testi che l'ordine delle parole un mistero. Ovvero originali. Sono stati eliminati errori e inesattezze siamo di fronte a una parola che anche nella ed molto pi attenta al problema della coeforma porta con s un'impronta di Dio. renza del vocabolario. In queste pagine si ricoDi qui un'altra fase del lavoro di traduzione, noscono bene le dipendenze di un testo del che nasce nel momento in cui la Santa Sede pubblica l'istruzione Liturgiam authenticam sul modo di tradurre i libri liturgici. E qui l'istruzione sottolinea un'attenzione maggiore proprio a una fedelt anche letteraria. Ecco allora che questa fase di lavoro stata tutta tesa a far corrispondere per quanto possibile il testo italiano alla forma stessa dell'ebraiIl Libro di Ester stato tramandato co, dell'aramaico e del greco. In maniera tale in due forme diverse: una pi breve, presente che la stessa parola sia tradotta allo stesso modo nel testo ebraico, l'altra pi lunga in tutti i contesti, a meno che il contesto non nella versione greca dei Settanta. abbia proprio una connotazione diversa. Faccio Oltre che per la diversa estensione, un esempio: nell'Antico Testamento la parola le due forme si differenziano anche nei nomi, hesed tradotta normalmente con il termine nei numeri, nelle date e soprattutto amore, a meno che il contesto non sottolinei nella sensibilit religiosa. Prima di san Girolamo in maniera evidente che si tratta di un amore la Chiesa cattolica di lingua latina misericordioso e allora, ma solo allora, la parola usava la forma testuale greca: e cos hanno fatto hesed viene tradotta con misericordia. Nella traduzione ancora in uso c' un'oscillazione non coerente di questi termini. Nella nostra nuova traduzione la parola misericordia viene ricondotta quasi esclusivamente alla radice rehem che indica invece le viscere, intendendo con questo l'atteggiamento misericordioso di Dio. Inoltre si cercato di salvaguardare il linguaggio tradizionale. Faccio un altro esempio: il termine ladrone stato mantenuto nei vangeli di Matteo e di Marco, ma non in quello di Luca, perch Luca utilizza un altro vocabolo. Insomma: caso per caso si cercato di ottenere una certa coerenza nella traduzione dei voFilippo Abbiati, Lo svenimento di Ester davanti ad Assuero (1695) E nelle altre versioni come la Concordata o quella in lingua corrente? Quelle hanno altre finalit. Ad esempio: la traduzione in lingua corrente cerca di offrire un senso immediato, che limita per la ricchezza del senso che sta all'interno del testo. Invece questa nostra traduzione permette di avvicinarci alle potenzialit della lingua originale, all'ampiezza di senso racchiusa nella parola che viene proposta. E quali possono essere attualmente le pi autorevoli concorrenti di questa traduzione? In verit, ormai sono quasi sparite tutte. La vecchia traduzione era nata per la liturgia. Poi per diventata la traduzione, riferimento anche per la lettura spirituale e per lo studio teologico. Anche la Nuovissima versione della Bibbia ha una caratteristica diversa: stata realizzata da molti biblisti con criteri diversi per ogni libro biblico. Qui invece il criterio unico perch tutto stato rivisto totalmente in modo unitario. In questo senso molto importante ribadire il concetto della pluralit dell'uso di questa nuova versione. Di fatto oggi tutti i commenti che circolano sulla Sacra Scrittura che non siano specialistici utilizzano la Bibbia Cei. Questo fa s che di fatto oggi all'interno della comunit ecclesiale ci sia un'unica Bibbia, quella Cei. E, serenamente, si pu dire che anche la migliore. Abbiamo utilizzato i migliori specialisti per ogni libro. Inoltre c' stata una revisione globale che ha permesso di evitare disuguaglianze e difformit di impostazione. Ci significa che la vita di fede di un cattolico in Italia non ha una pluralit di linguaggi: lo stesso testo che viene letto nella liturgia quello che il credente prende tra le mani per fare la sua lectio divina e che poi magari se frequenta una scuola biblica si ritrova come testo da studiare per un approfondimento di carattere culturale e teologico. Questo rid unit al linguaggio della fede sul piano biblico. Cosa che in Italia non abbiamo mai avuto. Non abbiamo mai avuto una traduzione italiana che nei secoli formasse il linguaggio della fede, come ad esempio per l'Inghilterra la King James Version, o come la traduzione di Lutero per il tedesco. Avevamo la Vulgata. E la nostra lingua di fede biblica fatta di calchi della Vulgata, calchi italiani di parole latine. Di fatto, per, la nostra traduzione della Bibbia, ormai prevalente nella diffusione e nell'uso comunitario, offre l'occasione di creare un linguaggio biblico. Lei ha fatto riferimento ai singoli specialisti. Proviamo a dare qualche cifra. Chi stato coinvolto in questo progetto? Quanti traduttori ed esegeti vi hanno lavorato? Sono stati coinvolti all'incirca un centinaio tra biblisti, liturgisti e italianisti. Tra questi vi sono anche due protestanti. Inoltre, tutto il Nuovo Testamento stato dato in lettura alla Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane, e tutto il Pentateuco all'Assemblea dei rabbini italiani. Tutti hanno dato apporti e consigli di cui si tenuto conto nella revisione ulteriore. Ovviamente la decisione finale stata del gruppo di lavoro e poi dei vescovi. Teniamo presente infatti che la Bibbia Cei non solo un'opera di esperti. soprattutto un'opera di Chiesa. Quindi un ruolo fondamentale stato anche quello dei vescovi che hanno avuto il testo in visione in due momenti. Dapprima per offrire una serie di osservazioni ne hanno mandate pi di tremila, quasi tutte ac-

Le tormentate vicende del Siracide


Il libro del Siracide sul finire del I secolo venne escluso dal canone ebraico dei libri sacri e, di conseguenza, l'originale ebraico, non pi letto in sinagoga, un po' alla volta and perduto. Dalla fine del XIX secolo in poi, tuttavia, se ne sono riportate in luce ampie sezioni attraverso manoscritti medievali trovati in Egitto presso una sinagoga del Vecchio Cairo e frammenti scoperti in Palestina, e pi precisamente a Qumran e a Masada. Si ininterrottamente conservata, invece, dall'antichit ad oggi, la versione greca del Siracide, sempre utilizzata dalla Chiesa. Tra i manoscritti greci, alcuni conservano una forma testuale pi corta, mentre altri vi inseriscono aggiunte e semplificazioni. Allo stato attuale degli studi, il testo breve del Siracide considerato pi autorevole dal punto di vista critico e per questo motivo esso era stato preferito nelle precedenti edizioni della traduzione italiana della Bibbia per l'uso liturgico (1971 e 1974). La Chiesa latina, per, ha costantemente privilegiato il testo lungo del Siracide: cos nella Vetus latina, nella Vulgata e oggi nella Nova Vulgata (1979 e 1986).

Dalla Settanta alla Vulgata


La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso del Signore, non mancando mai, soprattutto nella santa Liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della Parola di Dio sia del Corpo di Cristo (De Verbum, 21), afferma il Concilio Vaticano II, ricordando subito dopo che, affinch i fedeli cristiani abbiano largo accesso alla Sacra Scrittura, necessaria un'opera di traduzione, che nel passato ha condotto a versioni come quella greca detta dei Settanta e quella latina detta Vulgata, e ora chiede che la Chiesa si prenda cura con materna sollecitudine che si facciano traduzioni appropriate e corrette nelle varie lingue, preferibilmente dai testi originali dei sacri libri (Dei Verbum, 22). Tradurre la Bibbia serve per l'insieme della vita cristiana, nelle sue dimensioni spirituali e pastorali, ma assume particolare rilievo in rapporto alla sacra Liturgia. Nel corso dei secoli la Chiesa si pertanto costantemente preoccupata di offrire ai fedeli la possibilit di ascoltare nell'azione liturgica i testi biblici nella lingua in cui la Liturgia stessa si svolgeva. Questo avvenne gi nei primi tempi dell'era cristiana con l'utilizzazione, per ci che riguardava l'Antico Testamento, della traduzione greca detta dei Settanta, che si affiancava ai testi neotestamentari scritti in greco. Quando poi in Occidente si pass nella Liturgia all'uso della lingua latina, apparvero subito in Africa, Italia e Spagna traduzioni latine dell'Antico e del Nuovo Testamento. Queste, sebbene indicate sotto il nome collettivo di Vetus Latina, erano opere indipendenti, tra loro assai diverse e probabilmente non ricoprivano tutti i libri biblici. Intervenne quindi Papa Damaso che, nel 383, chiese a san Girolamo una traduzione dalle lingue originali, che favorisse l'unit nella Liturgia, eliminando anche errori e imprecisioni delle precedenti traduzioni, che spesso non avevano come base testi criticamente validi. Girolamo fece anzitutto una revisione del testo dei libri da tradurre, risalendo per l'Antico Testamento a manoscritti ebraici, svolgendo nel contempo un attento lavoro di traduzione (...). Ostacolata al suo apparire da ampi settori della Chiesa, l'opera di san Girolamo dovette attendere il Concilio di Trento per diventare di diritto e di fatto la Vulgata, unica traduzione di riferimento, normativa per l'azione liturgica nella Chiesa cattolica.
*Dalla presentazione della nuova Bibbia Cei

Nuovo Testamento dall'Antico. Non a caso il saluto dell'angelo a Maria comincia adesso con il termine rallegrati, ovvero il chire stato letto alla luce del libro del profeta Sofonia dove l'annuncio del ritorno del Signore nella citt santa utilizza questo stesso vocabolo per esortare Gerusalemme alla gioia. Da questo punto di vista adesso pi facile, leggendo il testo di Luca, accorgersi che dietro le parole dell'angelo l'evangelista vuole accostare l'evento di Nazaret, l'incarnazione del Figlio di Dio, all'antica profezia sul ritorno di Dio in mezzo al suo popolo.

Il doppio testo di Ester


sempre, fino ad oggi, i cattolici di rito bizantino e le Chiese orotodosse. San Girolamo tradusse invece il testo ebraico di Ester ponendo in appendice sei ampie sezioni proprie del testo greco. Con la diffusione della Vulgata il Libro di Ester venne accolto in questa forma da tutta la Chiesa cattolica latina, fino al concilio ecumenico Vaticano II. In diverse edizioni bibliche recenti, le sei aggiunte di Ester greco, che san Girolamo collocava in appendice, sono state trasferite nel loro contesto logico. Anche le prime due edizioni della Bibbia a cura della Cei (1971 e 1974) seguono questa forma. La soluzione adottata, tuttavia, non ha soddisfatto gli studiosi, soprattutto perch d origine a molte incoerenze nel racconto. In questa terza edizione della traduzione della Bibbia a cura della Cei viene proposta la versione integrale del testo greco. Ma poich convinzione generale nella Chiesa che tutte e due le forme testuali del Libro di Ester, la greca e l'ebraica, sono ispirate, parso opportuno conservare, assieme al testo greco, quello ebraico, conosciuto e letto con amore dai fedeli per tanti secoli fino ad oggi. Il testo greco viene stampato nella parte superiore della pagina per segnalare la sua preminenza nella liturgia della Chiesa cattolica.

Marco di Berlinghiero, Ges Ben Sirach (XIII secolo)

Nella terza edizione della Bibbia che appare in questi giorni stato tradotto il testo lungo del Siracide evidenziando per il testo breve: questo viene stampato in carattere tondo, mentre vengono proposte in corsivo le aggiunte proprie del testo lungo. Le varianti pi significative dell'ebraico vengono segnalate nelle note di commento. In un apparato specifico a fondo pagina del testo, invece, sono riportate le varianti pi significative con cui la Nova Vulgata si distacca dal testo critico di uso pi corrente curato dallo Ziegler che seguito nella presente traduzione.

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
Si moltiplicano nelle Filippine le iniziative per il dialogo

domenica 25 maggio 2008

Lettera del cardinale Rivera Carrera in preparazione all'incontro mondiale

A Citt del Messico Silsilah, il legame le famiglie protagoniste fra chi crede
CITT DEL MESSICO, 24. La Chiesa in Messico si prepara alla celebrazione del sesto Incontro Mondiale delle Famiglie, un'opportunit privilegiata per un rinnovato impegno sui delicati temi della pastorale familiare. Per tutti noi, la designazione di Benedetto XVI rappresenta una grazia ed motivo di gioia, ma comporta anche una grande responsabilit che ci sprona, non solo a preparare questo importante avvenimento ecclesiale, bens a prepararci come persone e come famiglie, promuovendo tutto ci che pu aiutare a migliorare la vita coniugale e le famiglie. quanto si legge nella lettera che l'arcivescovo primate del Messico, cardinale Norberto Rivera Carrera, ha indirizzato ai sacerdoti dell'arcidiocesi di Mxico proprio a motivo dell'incontro previsto a Citt del Messico dal 13 al 18 gennaio 2009. Per preparare adeguatamente tale avvenimento, il Pontificio Consiglio per la Famiglia ha previsto dieci catechesi, in forma di laboratori, mentre l'arcidiocesi ha realizzato tredici sussidi per la riflessione, materiale attualmente in distribuzione in tutte le parrocchie della diocesi. Il cardinale ha chiesto inoltre di organizzare in ogni vicaria, decanato e parrocchia, attivit che promuovano l'avvenimento, per il quale sar di grande aiuto il pellegrinaggio dell'icona ufficiale degli Incontri Mondiali delle Famiglia che avr inizio in ognuna delle vicarie. Nella sua lettera, il cardinale Rivera Carrera ricorda il tema scelto per questo incontro da Benedetto XVI: La famiglia formatrice dei valori umani e cristiani. Parlare della famiglia come formatrice dei valori afferma il cardinale fa riferimento a una serie di azioni che implicano tutto un processo orientato a dare una definizione, una configurazione, una fermezza e una perfezione a ciascuna delle persone che formano la famiglia. precisamente nel seno della famiglia che si delinea la persona. Tuttavia, constata il cardinale, nel momento storico in cui viviamo la famiglia ha abdicato al suo proprio essere e alla sua missione di formare le persone, con le conseguenze che conosciamo: relativismo, soggettivismo, sensualismo e carenza di valori nella societ. L'arcidiocesi di Mxico, gi dalla celebrazione del secondo sinodo diocesano, ha iniziato a riflettere sull'importanza che la famiglia riveste, specialmente di fronte alle problematiche sociali attuali. Tutti questi problemi ci presentano sfide molto grandi, che dobbiamo assumere con molta seriet e responsabilit pastorale. Nessuno sottolinea il cardinale deve rimanere con le braccia conserte soprattutto considerando l'opportunit che abbiamo di svegliare la coscienza di tutti gli uomini e le donne di buona volont, e l'importanza trascendentale del lavorare a sostegno dei valori umani e cristiani nelle famiglie. Tutto quello che seminiamo nelle famiglie lo mieteremo nella societ e nella Chiesa. Il porporato rivolge quindi un appello a tutti i sacerdoti della diocesi ricordando loro la missione di promozione, impulso e accompagnamento delle diverse iniziative che riguardano la pastorale familiare. La celebrazione del sesto Incontro Mondiale delle Famiglie conclude ci offre l'opportunit unica di riprendere con entusiasmo, con unit di criteri, con progetti concreti, con creativit e con spirito evangelizzatore il compito della pastorale familiare. MANILA, 24. Piena collaborazione tra la Conferenza dei vescovi delle Filippine e la Silsilah Foundation, Inc. per incrementare le iniziative di promozione del dialogo interreligioso tra cristiani e musulmani nella grande isola meridionale di Mindanao. Questo il contenuto del memorandum sottoscritto recentemente a Manila da monsignor Antonio J. Ledesma, responsabile della Commissione episcopale per il dialogo interreligioso e arcivescovo di Cagayan de Oro, e il fondatore della Silsilah Foundation, Inc., padre Sebastiano D'Ambra, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME). In vista della celebrazione, nel maggio del 2009, del venticinquesimo anniversario di questa struttura che opera a favore dei poveri senza distinzione di credo, il Consiglio interconfessionale dei leader religiosi della Silsilah Foundation, Inc. ha promosso alcune iniziative per rafforzare i legami tra cristiani e musulmani. Tra queste, la costruzione di case di preghiera cristiana-musulmana; l'assistenza agli orfani che hanno perduto uno o ambedue i genitori a causa degli scontri che ancora oppongono le fazioni fondamentaliste; aiuti ai poveri e restauro delle loro abitazioni danneggiate a causa di violenze tra i due gruppi confessionali. La Silsilah Foundation, Inc. invita i suoi membri a donare un peso a settimana (15 centesimi di euro) per contribuire volontariamente alla realizzazione di questi progetti. Secondo il memorandum sottoscritto il 10 maggio a Manila, l'arcivescovo di Cagayan de Oro, monsignor Antonio J. Ledesma, e quello di Zamboanga City, monsignor Romulo Valles, parteciperanno insieme ai tre copresidenti della Conferenza vescoviulema a un consiglio consultivo che si riunir una volta all'anno insieme ai membri del consiglio d'amministrazione della Silsilah Foundation. La missione di padre Sebastiano D'Ambra per il dialogo interreligioso in Mindanao ha avuto inizio ufficialmente il 9 maggio del 1984 quando ha fondato, insieme a un gruppo di amici cristiani e musulmani, il Movimento di dialogo Silsilah a Zamboanga City. Silsilah una parola araba che significa catena o legame. Padre D'Ambra ha scelto questa parola mettendo in evidenza l'esperienza dei Sufi (i mistici musulmani) che usano Silsilah per indicare il legame con la divinit. Dal 1984 a oggi il movimento fondato da padre Sebastiano D'Ambra, missionario del Pime, ha promosso il dialogo come un'esperienza di fede e una spiritualit della vita-in-dialogo che sostiene ogni forma di colloquio nella societ. Il Movimento di dialogo Silsilah pone la sua attenzione particolare al dialogo tra musulmani e cristiani e lungo gli anni ha sviluppato la collaborazione con diversi settori della societ del sud delle Filippine, dando priorit ai poveri, ai giovani, alla formazione culturale senza discriminazione per il credo religioso. Attualmente la Silsilah Foundation, Inc. conta migliaia di aderenti in tutte le Filippine e sviluppa programmi sia per il dialogo interreligioso sia per portare aiuti ai poveri di Mindanao. A Zamboanga, il religioso claretiano padre Angel C. Calvo, leader del movimento Peace Advocate Zamboang (PAZ), il 21 maggio ha rivolto un appello ai cristiani e ai musulmani di Mindanao affinch la pace sia mantenuta nonostante l'avvenuto ritiro della squadra degli osservatori della Malaysia. PAZ un movimento aperto a tutti: cattolici, musulmani e appartenenti ad altre confessioni. L'obiettivo quello di coinvolgere i suoi membri in iniziative di pace.

Henri Teissier lascia la guida dell'arcidiocesi di Algeri


ALGERI, 24. Dopo vent'anni Henri Teissier lascia la guida dell'arcidiocesi di Algeri, sostituito dal reverendo Ghaleb Moussa Abdalla Bader. Monsignor Teissier stato uno dei primi protagonisti del dialogo fra cristiani e musulmani, convinto sostenitore della libert religiosa e di quella solidariet evangelica con il popolo algerino (come lui stesso amava definirla) vissuta sempre con coraggio nonostante gli ostacoli. Dopo alcuni recenti, spiacevoli episodi la condanna di un sacerdote cattolico per aver officiato una cerimonia religiosa in un luogo non riconosciuto dal governo, l'espulsione (poi annullata) di un pastore protestante accusato di promuovere attivit di evangelizzazione intervenuto con decisione, con gli altri vescovi in Algeria, per difendere la libert di culto e il dialogo fra le comunit. Nato a Lione nel 1929, Teissier ha vissuto gran parte della sua vita in Algeria, di cui ha ottenuto la nazionalit nel 1966. Fu monsignor Duval, allora arcivescovo di Algeri, a ordinarlo sacerdote nella basilica di Notre-Dame d'Afrique, nel 1955. Nella capitale ricoprir i ruoli di vicario nella parrocchia di San Bonaventura, di segretario generale delle Opere e dei Movimenti della diocesi e di direttore del Centro di studi diocesani, fondato nel 1966. Dal 1972 al 1981 stato vescovo di Oran, poi arcivescovo coadiutore ad Algeri, infine, dal 1988, successore del cardinale Duval alla guida dell'arcidiocesi. Profondamente legato a questa terra, Henri Teissier ha vissuto con la sua Chiesa i terribili anni del terrorismo: diciannove i religiosi assassinati fra il 1994 e il 1996; fra essi l'allora vescovo di Oran, Pierre Claverie, al quale era molto legato, e un gruppo di monaci trappisti di Tibhirine. Malgrado le prove e le minacce, Teissier sempre restato in Algeria con l'unica ambizione di scoprire e creare dei fratelli.

Celebrazioni presiedute dal cardinale iguez

La memoria dei martiri


GUADALAJARA, 24. La Chiesa di Guadalajara una Chiesa privilegiata, perch bench in Messico ci sia abbondanza di martiri, la maggioranza di coloro che hanno sacrificato la loro vita per la fede appartengono a questa terra; anche la maggioranza dei canonizzati e dei beatificati appartiene all'arcidiocesi di Guadalajara. Pertanto, se tutti i cattolici del Messico hanno un qualche legame con i Martiri, noi di Guadalajara abbiamo pi legami proprio perch molti di loro sono nati e si sono formati qui. Lo ha sottolineato il cardinale Juan Sandoval iguez, arcivescovo di Guadalajara, in occasione della celebrazione, gioved 22 maggio, dei Martiri delle alture di Jalisco durante la guerra Cristera, canonizzati in quello stesso giorno di otto anni fa da Giovanni Paolo II. Attraverso una lettera il porporato aveva invitato i fedeli a partecipare alle celebrazioni previste per la ricorrenza, chiedendo ai parroci dell'arcidiocesi di celebrare la solennit in tutte le chiese. Il luogo in cui si sta costruendo il Santuario dei Martiri, stato meta di un pellegrinaggio culminato con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale nella cappella provvisoria. Quei martiri ha detto l'arcivescovo di Guadalajara possiedono un valore spirituale incalcolabile, che non ha prezzo; il valore di essere stati testimoni della fede, uomini di parola, difensori dei loro ideali, coraggiosi davanti alla morte e fedeli a Nostro Signore Ges Cristo fino allo spargimento del loro proprio sangue e alla consegna della loro vita. Sono valori spirituali ammirabili che devono ispirare tutti noi, in modo da imitare quella fedelt e quella lealt alle nostre credenze. L'apertura del Santuario dei Martiri prevista tra quattro anni, nel 2012. In una lettera scritta dal cardinale al governatore della citt e ai collaboratori per ringraziarli dell'aiuto che stanno prestando nella costruzione di questo nuovo edificio sacro, viene ricordato che il Santuario dei Martiri Messicani un progetto importante, tanto dal punto di vista religioso come sociale, che si sta realizzando con l'aiuto generoso di persone e istituzioni le quali hanno compreso la necessit di uno spazio celebrativo ampio e degno per questa numerosa comunit cattolica. In particolare, si deciso di realizzare questo progetto perch si compreso il dovere di onorare i nostri santi, soprattutto martiri, una ricchezza spirituale del Paese del Messico e specialmente di Jalisco. Il santuario sar un'opera di fede e di carit, centro di devozione e di pellegrinaggio per moltissime persone.

Manifestazioni per la vita in tutte le diocesi messicane


CITT DEL MESSICO, 24. La sezione episcopale per i laici della Conferenza episcopale messicana ha convocato una grande manifestazione a favore della vita domenica, 25 maggio, in tutte le diocesi del Paese. Rappresentanti di ventinove diocesi hanno firmato la loro adesione per realizzare manifestazioni pubbliche attraverso tutti i mezzi possibili, in comunione e comunicazione con ogni vescovo e con i consigli diocesani dei laici, le organizzazioni laicali e le reti cattoliche che difendono il diritto alla vita fin dal concepimento e in tutte le sue tappe, fino alla morte naturale. La manifestazione avviene quando nella suprema corte di giustizia del Messico si sta portando a termine un dibattito tra organizzazioni a favore della vita e movimenti abortisti, con lo sfondo della depenalizzazione dell'aborto nel distretto federale fino alle dodici settimane di gestazione. Le manifestazioni si legge nel comunicato dovranno essere animate e organizzate dai consigli diocesani dei laici o dai laici organizzati in ogni diocesi, cercando sempre di provocare la riflessione sul tema della vita, presentando temi giuridici, medici, sociali e sociologici per difendere la vita. L'obiettivo della giornata prosegue il comunicato che da tutti gli angoli del Paese, i laici organizzati possano manifestare pubblicamente e apertamente attraverso marce, comunicati pubblicati dalle case editrici e dai giornali diocesani, manifesti, spettacoli, mezzi di comunicazione come internet, tv e radio, e poi riviste, volantini e con tutti i mezzi possibili a favore della vita dal concepimento e in tutte le sue tappe, come un impegno coerente di vita, tra quello che crediamo e ci che viviamo ogni giorno, il meraviglioso Dono della vita.

Lutto nell'episcopato
giunta la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Luca Milesi, cappuccino, vescovo emerito dell'eparchia di Barentu (Eritrea), avvenuta nell'ospedale Sembel di Asmara gioved sera, 22 maggio, all'et di ottantaquattro anni. Il compianto presule era nato in San Giovanni Bianco, diocesi di Bergamo (Italia) il 21 aprile 1924. Entrato nell'ordine dei frati minori cappuccini era stato ordinato sacerdote il 4 marzo 1950. Due anni dopo era partito missionario per l'Eritrea e nel 1971 era stato nominato amministratore del vicariato apostolico di Asmara. Il 21 dicembre 1995 con l'erezione dell'eparchia di Barentu ne era stato nominato primo vescovo e il 4 febbraio 1996 aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. Il 4 ottobre 2001 aveva rinunciato al governo pastorale. Le esequie saranno celebrate luned 26 maggio in Barentu.

domenica 25 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Una lezione del cardinale Francis Arinze all'universit di Dallas

pagina 7

Il dialogo con le religioni parte della missione evangelizzatrice della Chiesa


Il rapporto tra dialogo interreligioso ed evangelizzazione stato il tema al centro della Lezione sulla Teologia di Giovanni Paolo II tenuta all'universit di Dallas dal cardinale Francis Arinze. Ne proponiamo ampi stralci. di FRANCIS ARINZE* Nel mondo attuale i cristiani vivono, lavorano e interagiscono sempre pi con persone di altre convinzioni religiose. I contatti interreligiosi sono ormai un dato di fatto pi che una scelta. La Chiesa cattolica ha riflettuto in modo orante su questo fenomeno e ha elaborato direttive dinamiche ed efficaci per guidare i cattolici nei contatti e nella collaborazione con i seguaci di altre religioni, condividendo la Buona Novella di salvezza in Ges Cristo con quanti liberamente la accolgono. (...) Il Figlio di Dio, nella pienezza dei tempi, per amore nostro e per la nostra salvezza, disceso dai cieli. Ges Cristo ha assunto natura umana, ha vissuto sulla terra e ha operato la nostra salvezza con la predicazione e i miracoli, in particolare con il mistero pasquale della sua passione, morte e resurrezione. Ha fondato la Chiesa, la propria Chiesa, per recare a tutta l'umanit i frutti della sua opera salvifica. Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi (Giovanni 20, 21) ha detto ai suoi apostoli. Proprio prima di ascendere al cielo ha dato ai suoi apostoli e, attraverso di loro a tutta la Chiesa, il suo pi esplicito mandato missionario: Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Matteo 28, 18-20). discorso ai Licaoniani (cfr Atti degli Apostoli, 14, 8-18) sia nel discorso all'Areopago di Atene (cfr Atti degli apostoli, 17, 22-34). Alcuni scrittori della Chiesa primitiva come Giustino, Ireneo e Clemente di Alessandria, sia esplicitamente sia in un modo equivalente, parlano dei semi piantati dalla parola di Dio nelle nazioni. Ireneo ha distinto quattro alleanze date da Dio alla razza umana in Adamo, No, Mos e Ges Cristo. Nelle sue ultime opere sant'Agostino ha sottolineato la presenza universale e l'influenza del mistero di Cristo perfino prima dell'incarnazione (cfr Dialogo e Annuncio, n. 23-25). Nel Medioevo, san Francesco d'Assisi istru i suoi frati, che si stavano recando dal popolo musulmano, a incontrarlo in spirito fraterno ed egli stesso diede il buon esempio incontrando il Sultano di Damietta nel 1219. I contatti interreligiosi non sono dunque nuovi nella storia ecclesiale, ma il Concilio Vaticano II (1962-1965) stato il primo Concilio Generale nella storia della Chiesa a dedicare al dialogo interreligioso un intero documento: Nostra aetate. La dottrina che lo sottende appare anche nella Lumen gentium, in Ad gentes, nella Gaudium et spes. Nel 1990, celebrando il giubileo d'argento della Ad gentes, il servo di Dio, Papa Giovanni Paolo II pubblic la Lettera enciclica Redemptoris missio per sottolineare la necessit sempre attuale dell'evangelizzazione. In questo importante documento, paragrafi significativi, in particolare dal 55 al 57, sono dedicati al dialogo interreligioso. Altri importanti documenti della Santa Sede sul tema sono Dialogo e Missione del Segretariato per i noncristiani del 1984, Dialogo e annuncio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli del 1991, Dominus Iesus della Congregazione per la Dottrina della Fede del 2000 e Note dottrinali su alcuni aspetti dell'evangelizzazione della stessa Congregazione del 2007. Il sunto della dottrina cattolica in questi documenti che la Chiesa cattolica non rifiuta alcunch di quanto c' di vero e santo in altre religioni perch questi elementi sono un riflesso di quella verit che illumina tutti gli uomini. Infatti, la Chiesa proclama e deve sempre proclamare Ges Cristo come la via, la verit e la vita (Giovanni, 14, 6) in cui gli uomini trovano la pienezza della vita religiosa e in cui Dio ha riconciliato con s tutte le cose (cfr 2 Corinzi, 5, 18-19). Quindi la Chiesa esorta i suoi figli e le sue figlie, con prudenza e amore e mediante il dialogo e la collaborazione con i seguaci di altre religioni e la testimonianza di fede e di vita cristiane, a riconoscere, preservare e promuovere i beni spirituali e morali presenti in queste persone e i valori della loro societ e della loro cultura (cfr Nostra aetate, n. 2). La Chiesa cattolica ha seguito questo insegnamento dinamico mediante azioni positive e intense. Nel 1964, Papa Paolo VI fond il Segretariato per i non-cristiani (rinominato poi, nel 1988, Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso) come un dicastero indipendente della Curia Romana, con una speciale Commissione per il Dialogo con i musulmani. In pi di quaranta anni il Pontificio Consiglio ha instaurato contatti permanenti in tutto il mondo. Due importanti raduni di rappresentanti di religioni diverse da quella cattolica sono stati promossi da Papa Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986, durante l'Anno Internazionale per la Pace, per dimostrare che la religione una dimensione importante nell'edificat religiosa. Considerano il pluralismo religioso come una posizione de jure, sostenendo che una religione vale l'altra. Non distinguono fra il fatto che esistono molte religioni, de facto una pluralit religiosa, e l'impossibilit di tutte queste religioni di essere uguali o di essere egualmente valide. A volte sostengono che non sappiamo nulla di Dio, nemmeno mediante la rivelazione cristiana. Sostengono che ci che vero per un credente, per esempio un europeo dalla tipica mentalit logica, pu non essere vero per un altro, ad esempio un asiatico con la sua mentalit simbolica. Quindi affermano che altro c' salvezza; non vi infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati (Atti degli apostoli, 4, 12). Ges Cristo, dunque, non solo un uomo santo, un profeta e un redentore. Egli Dio e uomo. Egli il Verbo Incarnato di Dio. Egli l'unico e solo Redentore di ogni essere umano. Egli colui che verr e non attendiamo che lui. Non esiste e mai esister un altro come lui. Come hanno affermato i Padri del Concilio Vaticano II: L'economia cristiana, dunque, in quanto l'Alleanza nuova e definitiva, non passer mai, e non da aspettarsi alcun'altra Rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del signore nostro Ges Cristo (cfr 1 Timoteo, 6, 14 e Tito, 2, 13) (Dei Verbum, n. 4). Nel messaggio dell'Angelus del 1 ottobre 2000, Papa Giovanni Paolo II ha manifestato piena approvazione per la Dichiarazione Dominus Iesus, e ha aggiunto che la nostra confessione di Cristo quale unico Figlio di Dio, attraverso il quale vediamo il volto del Padre (cfr Giovanni, 14, 8) non superbia che guarda dall'alto in basso le altre religioni, ma gioiosa gratitudine perch il Figlio di Dio si manifestato a noi senza alcun merito da parte nostra. E Cristo, al contempo, ci ha incaricato di vivere e di condividere con gli altri ci che abbiamo ricevuto, perch la verit che rivelata e l'amore che Dio appartengono a tutti gli uomini e a tutte le donne (cfr Messaggio dell'Angelus del 1 ottobre 2000, in L'Osservatore Romano 2-3 ottobre 2000, pp. 8-9). Quest'ultimo pensiero ci introduce al dovere che la Chiesa ha ricevuto di evangelizzare. presente in mezzo a noi nel suo corpo che la Chiesa, il mediatore e la via della salvezza; ora egli stesso, inculcando espressamente la necessit della fede e del battesimo (cfr Giovanni, 3, 5), ha nello stesso tempo confermato la necessit della Chiesa, nella quale gli uomini entrano per il battesimo come per una porta. Perci non possono salvarsi quegli uomini i quali, pur non ignorando che la Chiesa cattolica stata fondata da Dio per mezzo di Ges Cristo come necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare (Lumen gentium, n. 14). dunque errato considerare la Chiesa come una via di salvezza accanto a quelle costituite dalle altre religioni, viste come complementari alla Chiesa o sostanzialmente equivalenti ad essa (cfr Dominus Iesus, n. 21). D'altro canto, la volont salvifica universale di Dio anche un insegnamento della fede cattolica. Dio non manca di rendersi presente in tanti modi non solo ai singoli individui, ma anche ai popoli mediante le loro ricchezze spirituali di cui le religioni sono precipua ed essenziale espressione pur contenendo lacune, insufficienze ed errori (Redemptoris missio, n. 55). dunque necessario tenere insieme queste due verit, ed esattamente la reale possibilit di salvezza in Cristo per tutti gli uomini e per tutte le donne e la necessit di salvezza della Chiesa. La salvezza in Cristo perviene alle persone mediante una grazia che, pur avendo un rapporto misterioso con la Chiesa, non le introduce formalmente in essa (cfr Redemptoris missio, n. 10). Dovremmo riflettere sul mistero dell'unit dell'umanit. Dio ha creato tutti gli uomini e le donne a sua immagine e ha chiamato tutti a un destino comune che la pienezza di vita in Lui. Ha un disegno di salvezza per tutta l'umanit, che incentrato in Cristo, il quale nella sua incarnazione si unito in un certo qual modo a ogni persona (cfr Gaudium et spes, n. 22). Inoltre, lo Spirito Santo non assente in alcuni elementi della vita religiosa di altri credenti. Quindi, possiamo affermare con Dialogo e Annuncio che dal mistero di unit consegue che tutti gli uomini e tutte le donne che sono salvati condividono, sebbene in modo diverso, lo stesso mistero di salvezza in Ges Cristo attraverso il suo Spirito. I cristiani lo sanno mediante la fede, mentre altri restano inconsapevoli del fatto che Ges Cristo la fonte della loro salvezza. Il mistero di salvezza li raggiunge, in modo conosciuto a Dio, mediante l'azione invisibile dello Spirito di Cristo. In concreto, sar praticando sinceramente ci che c' di buono nelle loro tradizioni religiose e seguendo i dettami della loro coscienza che i membri di altre religioni risponderanno positivamente all'invito di Dio e riceveranno la salvezza in Ges Cristo, anche se non riconosceranno o ammetteranno come loro Salvatore (cfr Ad gentes, 3, 9, 11 (n. 29).

Evangelizzazione
Quindi, l'evangelizzazione comprende tutto ci che il Signore Ges ha esortato la sua Chiesa a fare per portare la Buona Novella di salvezza a ogni uomo e a ogni donna fino alla fine dei tempi. L'evangelizzazione una realt complessa, composta da alcuni elementi come la testimonianza silente di Cristo, l'annuncio e la catechesi, la conversione e il battesimo, la formazione di Chiese locali, iniziative volte a promuovere l'incarnazione del Vangelo nelle culture dei popoli, il dialogo interreligioso e l'impegno sociale cristiano per la promozione umana. Il culmine dell'evangelizzazione la proclamazione inequivocabile della salvezza in Ges Cristo. Evidenziando questo, Papa Paolo VI ha dichiarato: Non c' vera evangelizzazione se il nome, l'insegnamento, la vita, le promesse, il Regno, il mistero di Ges di Nazareth, Figlio di Dio, non siano proclamati. La storia della Chiesa, a partire dal discorso di Pietro la mattina di Pentecoste, si mescola e si confonde con la storia di questo annuncio (Evangelii nuntiandi, n. 22).

Assisi, 27 ottobre 1986. L'incontro interreligioso di preghiera per la pace nel mondo

La Chiesa cattolica promuove il dialogo


(...) A questo punto pu essere utile una breve descrizione di quanto la Chiesa cattolica ha fatto nella promozione del dialogo interreligioso. La Lettera ai Romani si scaglia nuovamente contro quei Gentili che non sono riusciti a riconoscere Dio nella sua creazione e sono caduti nell'idolatria e nella depravazione (cfr Romani, 1, 18-32). Tuttavia, gli Atti degli Apostoli attestano l'atteggiamento positivo e aperto di san Paolo verso i Gentili sia nel suo

zione della pace, e nel 2002, dopo l'attentato dell'11 settembre dell'anno precedente, per dimostrare che la religione autentica promuove l'amore e non certo l'odio. Per alcune persone questi due eventi hanno significato che una religione vale l'altra, ma questa non era n l'intenzione del Papa n la conclusione di chiunque abbia seguito e compreso queste iniziative. Nel settembre 2006, Papa Benedetto XVI ha tenuto un discorso a Ratisbona. Una citazione fuori contesto ha suscitato indignazione in alcuni seguaci dell'islam e il Santo Padre ha colto l'occasione per compiere rassicuranti gesti di stima verso i musulmani, in particolare durante la sua visita a Istanbul nel novembre 2006. Nell'ottobre 2007, 138 responsabili musulmani di molti Paesi hanno scritto al Papa e ad altri responsabili cristiani e chiesto un dialogo. Il Papa ha risposto positivamente e ora si stanno elaborando i dettagli della prima sessione di questo storico dialogo. proprio vero che viviamo in tempi di elevato valore storico!

Idee errate sul dialogo tra le religioni


Questa esposizione sar pi chiara una volta elencate quelle che definisco idee sbagliate sul dialogo interreligioso. Poi cercheremo delle risposte da dare loro. Ci sono persone che parlano di pluralismo religioso, ma non di plurali-

la religione di ogni persona vera, ma solo per quella persona. Questo relativismo religioso. Inoltre dicono che la ragione l'unica fonte di conoscenza. Non accettano tutte le implicazioni del mistero dell'Incarnazione perch riducono Cristo a solo una delle manifestazioni del Logos eterno. Non interpretano le Sacre Scritture in seno alla Tradizione e al Magistero della Chiesa. Nel contatto autentico con i seguaci di altre religioni, alcune persone pensano che la testimonianza cristiana oggi debba consistere nella fedelt ad alcuni valori morali come solidariet con i bisognosi, giustizia per gli oppressi e cibo e acqua potabile per i malati . Alcuni possono al massimo ammettere una qualche forma di dialogo con altre persone, ma senza alcuna espressione pubblica della fede cattolica. Molto meno approverebbero la trasmissione esplicita di questa fede agli altri, anche quando questi ultimi ascoltano e accolgono liberamente il Vangelo. Questi obiettori considererebbero qualsiasi azione irrispettosa della coscienza di altre persone. Chi muove queste obiezioni ritiene che guidare l'intelligenza e la libert di una persona, in tutta onest, a incontrare Cristo e il suo Vangelo sia un abuso indebito. Invece uno sforzo legittimo e un servizio capace di rendere pi fecondi i rapporti umani (cfr Nota dottrinale su alcuni aspetti dell'evangelizzazione, n. 5). La libert religiosa e il rispetto per i diritti umani non sono slogan vuoti. Passiamo ora ad alcune considerazioni sulla nostra fede cattolica in risposta a questi dubbi.

Il dovere e il mandato di evangelizzare


Nella sua importante e incisiva Lettera enciclica, Redemptoris missio, Papa Giovanni Paolo II insegna che in Ges Cristo, la rivelazione definitiva della Parola di Dio, Dio si reso manifesto nel modo pi completo possibile. Basa il carattere missionario della Chiesa su questa verit. Questa autorivelazione definitiva di Dio il motivo per cui la Chiesa per sua natura missionaria. Essa non pu non proclamare il Vangelo, cio la pienezza della verit che Dio ci ha fatto conoscere intorno a se stesso (Redemptoris missio, n. 5). La Chiesa durante il suo pellegrinaggio sulla terra per sua natura missionaria, in quanto dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo che essa, secondo il piano di Dio Padre, deriva la propria origine (Ad gentes, n. 2). Come il Padre ha mandato il Figlio cos Cristo ha inviato i suoi apostoli e ha promesso loro l'assistenza costante dello Spirito Santo (cfr Giovanni 20, 21-22). (...) Papa Paolo VI non ha esitato a dichiarare: Evangelizzare, infatti, la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identit pi profonda. Essa esiste per evangelizzare, vale a dire per predicare ed insegnare, essere il canale del dono della grazia, riconciliare i peccatori con Dio, perpetuare il sacrificio del Cristo nella Santa Messa che il memoriale della sua morte e della sua gloriosa resurrezione (Evangelii nuntiandi, n. 14). La missione il primo servizio che la Chiesa pu rendere a ogni individuo, a ogni popolo o al mondo. Il desiderio di condividere quanto abbiamo di pi prezioso, la fede cattolica, con persone che liberamente desiderano riceverla, dovrebbe essere considerato normale in ognuno di noi cattolici. Senza dubbio, questo annuncio viene fatto nel pieno rispetto della libert di coscienza di colui che ascolta la Buona Novella. Il Diritto Canonico stesso difende questa libert: Non mai lecito ad alcuno indurre gli uomini con la costrizione ad abbracciare la fede cattolica contro la loro coscienza. (...)

Dialogo interreligioso ed evangelizzazione


Non tutto chiaro, ma abbastanza per incoraggiarci e dissuadere noi, cristiani o no, sia dalla presunzione sia dalla disperazione. I teologi sono incoraggiati a studiare la materia. La dichiarazione Dominus Iesus molto positiva: La teologia oggi, meditando sulla presenza di altre esperienze religiose e sul loro significato nel piano salvifico di Dio, invitata a esplorare se e come anche figure ed elementi positivi di altre religioni rientrino nel piano divino di salvezza (n. 14). In tale riflessione, si potrebbero prendere in considerazione elementi quali il significato e i modelli di appartenenza alla Chiesa, il modo in cui tutta l'umanit disposta, in un certo senso, verso la Chiesa, l'obbedienza alla retta coscienza, l'obbligo di fare il bene e di evitare il male e la coerenza fra credo e vita. (...) Il dialogo interreligioso parte della missione evangelizzatrice della Chiesa. uno degli elementi del mandato missionario dato da Cristo alla sua Chiesa. Di fatto non il pi importante perch l'annuncio a essere prioritario. Ciononostante, il dialogo un elemento importante e a volte possibile laddove l'annuncio non lo ancora. Il dialogo non contrario all'annuncio e non un suo sostituto. Giunge un momento in cui il discepolo tenuto ad affermare con i santi Pietro e Paolo: Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato (Atti degli Apostoli, 4, 20). (...) Preghiamo affinch la beata Vergine Maria, Madre di Ges, il Salvatore dell'umanit, interceda per noi e ottenga la grazia di rispondere con chiarezza dottrinale, apertura di cuore e dinamismo di azione cristiana.
* Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

La Chiesa in Corea del Sud contro la vendita di ovuli umani


SEOUL, 24. La Chiesa cattolica in Corea del Sud ha espresso sgomento per la recente revisione della legge sulla bioetica da parte dell'Assemblea nazionale affermando che viola i diritti e la dignit delle donne. La revisione ha peggiorato la legge ha dichiarato all'agenzia Uca News il vescovo di Masan, Francis Xavier Ahn Myong-ok, presidente del comitato di bioetica della Catholic bishops' conference of Korea (Cbck) . Ora permette alle ovodonatrici di essere rimborsate per le spese affrontate. Non molto diverso da un commercio di ovuli. La legge sulla bioetica, entrata in vigore nel gennaio 2005, vieta la clonazione umana a scopi riproduttivi ma permette la ricerca sugli embrioni umani a fini terapeutici e alle condizioni stabilite dal Comitato nazionale di bioetica (Nbc). Oltre alla Chiesa cattolica, gruppi religiosi e civili avevano chiesto al Governo di rivedere la normativa per vietare la ricerca sugli embrioni umani, inclusi quelli clonati, e la donazione degli ovuli per gli esperimenti. Il 16 maggio l'Assemblea nazionale ha deciso di permettere il pagamento delle ovodonatrici. Il nuovo articolo di legge ha affermato un portavoce del ministro della Salute intende scongiurare il pericolo di un commercio illegale stabilendo criteri per un rimborso ragionevole delle donatrici di ovuli. La bozza dovrebbe diventare legge fra una ventina di giorni ed entrare in vigore fra sei mesi. La revisione permetter anche di trasferire materiale nucleare dalle cellule somatiche (di fatto un processo di clonazione) per curare malattie rare o difficili, come ha osservato padre Remigio Lee Dong-ik, segretario dell'Nbc, il quale sottolinea che la Chiesa cattolica si oppone a qualsiasi tipo di ricerca che implichi la distruzione di embrioni umani, in quanto ritiene si tratti di un omicidio oltre che di un atto lesivo della dignit umana e in particolare dei diritti delle donne. Fra l'altro l'introduzione di un ulteriore articolo dovrebbe garantire una maggiore disponibilit di ovuli per gli esperimenti e per la ricerca. La Chiesa teme che ci possa condurre a un commercio di ovuli umani poich la retribuzione raggiungerebbe il corrispettivo di 1.500 dollari statunitensi per una donazione. Cho Han-ik, gi presidente del National bioethics committee, d'accordo con padre Remigio: Alcune condizioni poste alla ricerca dall'Nbc ha detto non sono state prese in considerazione. Una di esse vietava la raccolta di ovuli da donne, fatta eccezione per la cura della sterilit. Questa clausola avrebbe impedito l'ovodonazione a fini sperimentali. Helen Kwon Kyung-soo, presidente dell'Organizzazione delle donne cattoliche, teme che la retribuzione prevista possa spingere donne povere a vendere i propri ovuli che sono l'origine della vita e che quindi non dovrebbero essere oggetto di commercio.

L'unicit di Ges Cristo


Di fondamentale importanza per dissipare i dubbi summenzionati il saldo fondamento della nostra fede nell'unicit di Ges Cristo. la Seconda Persona della Santissima Trinit che ha assunto natura umana per la nostra salvezza. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perch chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna (Giovanni, 3, 16). Ges Cristo la nostra via per il Padre. Egli la via, la verit e la vita (Giovanni, 14, 6). Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che nel seno del Padre, lui lo ha rivelato (Giovanni, 1, 18). In Ges Cristo abbiamo ricevuto da Dio una rivelazione piena e definitiva, non solo un supplemento complementare ad altre rivelazioni o religioni. La profonda verit, poi, con questa Rivelazione, manifesta su Dio e sulla salvezza degli uomini, risplende per noi in Cristo, il quale insieme il mediatore e la pienezza di tutta intera la rivelazione. (Dei Verbum, n. 2). I santi Pietro e Paolo hanno gi proclamato l'unicit di Cristo Salvatore di fronte al temibile sinedrio: In nessun

La salvezza, la Chiesa e le altre religioni


La Chiesa nel disegno divino il sacramento universale di salvezza (Lumen gentium, n. 48) e dal momento che intimamente unita a Cristo, il suo Capo, ha un rapporto indispensabile con la salvezza di ogni persona. Il Concilio Vaticano II inequivocabile: Questa Chiesa peregrinante necessaria alla salvezza. Solo il Cristo, infatti,

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
Il cardinale Bertone in Ucraina per la beatificazione di suor Marta Maria Wiecka

domenica 25 maggio 2008

Per la nomina a Inviato speciale alle celebrazioni a Banneux

Lettera del Papa al cardinale Godfried Danneels


Il 29 marzo scorso stata resa pubblica la nomina del cardinale Godfried Danneels, arcivescovo di Malines-Bruxelles a Inviato speciale del Papa alle celebrazioni del settantacinquesimo anniversario delle apparizioni della Vierge des Pauvres, che avranno luogo nel santuario di Banneux, in Belgio, il prossimo 31 maggio. La missione che accompagner il cardinale sar composta dai sacerdoti diocesani Karl Gatzweiler e Joseph Bodeson, membri del capitolo cattedrale di Liegi.

La missione dei cristiani: testimoniare la vittoria dell'Amore


Con il suo atto eroico che non mai stato dimenticato, la suora cattolica Marta Maria Wiecka ha dimostrato che l'amore vince sempre e che la missione dei cristiani testimoniare la vittoria dell'Amore in ogni occasione della vita: questa secondo il cardinale Tarcisio Bertone l'attualit del messaggio della consacrata vincenziana beatificata in Ucraina sabato mattina, 24 maggio. Il segretario di Stato, che si trova nel Paese dal pomeriggio precedente, ha presieduto nel parco della cultura di Leopoli la celebrazione della messa e il rito di beatificazione della religiosa professa delle Figlie della carit di San Vincenzo de' Paoli (18741904) morta a soli trent'anni a causa del tifo contratto per aver scelto di sostituire un assistente medico che doveva disinfestare la cella d'isolamento di una malata nell'ospedale di Sniatyn. Un gesto eroico ha spiegato il porporato che ha rivelato al mondo come il segreto di tutto sia proprio l'amore del Signore che vince la debolezza umana e converte il cuore dell'uomo all'amore della vita, del prossimo, persino dei nemici. Per questo la Chiesa ha voluto iscriverla nell'albo dei beati offrendo un modello esemplare di quanto sia importante rendersi gli uni responsabili degli altri, di vivere l'uno al servizio dell'altro, chiedendo anche oggi a ciascun fedele di percorrere quello stesso itinerario, testimoniando al mondo la forza dell'amore che tutto vince: anche la morte. Alla presenza dei cardinali Lubomyr Husar, arcivescovo maggiore di Kyiv-Haly, e Marian Jaworski, arcivescovo di Lviv dei Latini, dell'arcivescovo Ihor Voznyak, pastore dell'eparchia di Lviv degli Ucraini, di rappresentanti delle Chiese sorelle cristiane, del clero locale, delle religiose vincenziane, delle autorit locali, di familiari della nuova beata, di pellegrini giunti da ogni parte del Paese, il cardinale Bertone ha ricordato come suor Marta Wiecka abbia sacrificato la sua giovane vita per gli altri, senza far differenza di nazionalit o di religione. Si attua oggi ha detto il desiderio del popolo ucraino di elevare alla gloria degli altari una sua figlia, il cui sepolcro durante il periodo sovietico stato simbolo dell'unit popolare e esempio di autentico dialogo ecumenico. Una terra, quella ucraina, rimasta fedele a Cristo e alla Sede Apostolica anche durante il lungo periodo della persecuzione atea comunista; un popolo, quello che la abita, che il servo di Dio Giovanni Paolo II, nella sua visita del 2001, defin amico. Una nazione alla quale il segretario di Stato di Benedetto XVI venuto a recare il saluto e la benedizione del Pontefice, in un gesto che attraverso la televisione e la radio giunto anche ad anziani, sofferenti e detenuti che hanno seguito in diretta la celebrazione. Dopo aver riconosciuto, il 6 luglio 2007, attraverso la Congregazione delle Cause dei Santi, un miracolo attribuito alla sua intercessione, la Chiesa offre oggi un modello di santit che si innesta su un terreno fecondo, come testimoniato da san Massimiliano Maria Kolbe, dal beato Omelian Kovch, sacerdote della Chiesa greco-cattolica ucraina, e dai martiri per la fede uccisi durante la seconda guerra mondiale. Come confermato dalle beatificazioni effettuate da Papa Wojtya nel giugno 2001 e dalla successiva canonizzazione da parte di Benedetto XVI che il 23 ottobre 2005 in piazza San Pietro ha proclamato santi l'arcivescovo Ioseph Bilczewski e il sacerdote Sigismund Gorazdowski. Su questa scia di santit si pone anche suor Marta Maria, che ha saputo porre Dio al primo posto, grazie a quell'amore che rende capaci di amare i fratelli senza distinzione di razza e di cultura, e che rispetta ogni persona perch creata a immagine e somiglianza divina. proprio questo amore che risplende nella vita della nuova beata, che ha sacrificato la propria esistenza divenendo per quanti ebbe modo di incontrare segno concreto dell'amore misericordioso del Signore. Dio ha spiegato il cardinale celebrante Amore, e noi amiamo Lui, invisibile ai nostri occhi, se amiamo il prossimo che vediamo. Sino all'eroismo del sangue, se necessario. Dopo aver ripercorso le tappe principali della breve vicenda terrena della beata, il segretario di Stato si rivolto alle sue consorelle, le Figlie della carit convenute con la madre generale, e agli operatori sanitari ucraini, chiedendo sollecitudine, attenzione e dedizione verso quanti soffrono nella malattia. L'uomo ha spiegato corpo e spirito: curando il fisico dolorante non dimenticate che per una guarigione vera e profonda di tutto l'uomo, indispensabile tener conto anche delle esigenze spirituali dell'umana creatura. Quanto importante allora ha proseguito l'incontro con Dio per chi degente e sofferente! Quanto importante che si difenda e si promuova sempre la cultura della vita e dell'amore, che contrasti efficacemente la cultura della morte con le sue tristi e preoccupanti manifestazioni. Suor Wiecka infatti ha concluso il cardinale Bertone lascia in eredit un inno alla Vita esortando ad amare la vita umana e a difenderla in tutte le sue fasi dal concepimento al suo tramonto naturale. Quella di sabato 24 stata la seconda giornata del segretario di Stato in Ucraina. Culminata con la messa di beatificazione, si era aperta con una breve preghiera nella cattedrale di Leopoli, seguita dagli incontri con il presidente della regione e con il sindaco della citt. Nel pomeriggio in aereo il trasferimento da Lviv alla capitale Kyiv. Il cardinale Bertone era giunto nel Paese nel primo pomeriggio di venerd 23 maggio. All'aeroporto di Lviv Snilow si era svolta la cerimonia di benvenuto, con la presenza di autorit ecclesiastiche, politiche e civili. Successivamente il porporato si era recato nella residenza del cardinale Marian Jaworski e, dopo aver visitato la cattedrale di Lviv dei Latini, aveva avuto un incontro con l'arcivescovo grecocattolico di Lviv, monsignor Ihor Vozniak, e con una rappresentanza del clero locale. Infine il segretario di Stato aveva visitato la storica residenza degli arcivescovi latini e il seminario maggiore dell'arcidiocesi di Leopoli a Briuhovychi.

Nuove nomine episcopali


Le nomine di oggi (cfr Nostre Informazioni a pagina 1) riguardano le nunziature in Bulgaria e in Uruguay, l'arcidiocesi di Algeri, la diocesi di Warszawa-Praga, Polonia, la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e la Prefettura della Casa Pontificia.

Janusz Bolonek nunzio apostolico in Bulgaria


nato a Huta Dutowska, in arcidiocesi di d, il 6 dicembre 1938. stato ordinato sacerdote il 17 dicembre 1961. Il 25 settembre 1989 stato eletto alla sede titolare di Madauro e nominato, allo stesso tempo, pro-nunzio apostolico in Costa d'Avorio. Il 20 ottobre successivo ha ricevuto l'ordinazione episcopale. Il 18 novembre dello stesso anno stato nominato pro-nunzio apostolico in Niger e in Burkina Faso. Il 23 gennaio 1995 divenuto nunzio apostolico in Romania, mentre il 30 settembre 1998 rientrato al servizio della Segreteria di Stato. L'11 novembre 1999 stato nominato nunzio apostolico in Uruguay.

Venerabili Fratri Nostro GODEFRIDO S.R.E. Cardinali DANNEELS Archiepiscopo Metropolitae Mechliniensi-Bruxellensi Apparitionum Beatae Mariae Vierge des Pauvres in Belgii loco Banneux dum hoc anno septuagesima quinta recolitur anniversaria memoria, praeclaro hoc in Sanctuario sollemnis celebratio in honorem Matris Dei primo et tricesimo die proximi mensis Maii explebitur, qua tam clerus quam fidelis populus continuam Eius apud Filium Dei efflagitabunt intercessionem. Nosmet Ipsi hac in Petri Cathedra divinitus instituti, maxima qua possumus devotione Virginem Sanctissimam prosequimur atque omnia pastoralia incepta in orbe fovemus quibus sacri Pastores Marialem cultum augere conantur. Laeto enim animo accepimus ad hoc insigne Dominae Nostrae, Virginis Pauperum, Belgicum Sanctuarium complures peregrinantes singulis annis accedere. Placet Nobis pastoralem memorare in Belgium visitationem dilecti Nostri Praedecessoris Ioannis Pauli PP. II, rec. mem., qui mense Maio anno MCMLXXXV in Banneux congregatis aegrotis solamen tulit, de salvifico doloris humani pondere loquens. Animi Nostri gaudio supplices consideravimus preces quas Nobis Venerabilis Frater Aloisius Jousten,

Episcopus Leodiensis, admovit humillime rogans ut Nosmet Ipsi eminentem ecclesiasticum virum in Sanctuarium Dominae Nostrae Banneux mitteremus qui sollemni praeesset celebrationi, quae praefato die, in festivitate Visitationis Beatae Mariae Virginis, peragetur. Libenter his precibus annuentes, ad Te quidem, Venerabilis Frater Noster, qui Sanctuarium illud omnino dilectum habes, Nostram admovemus cogitationem Nostrumque animum. Idcirco harum Litterarum vi Te designamus MISSUM EXTRAORDINARIUM, mandatis tibi factis, ut memorato die in praeclaro Belgii loco sacris celebritatibus Nostro nomine praesis atque Nostros pastorales sensus fidelibus ibi congregatis humaniter renunties. De Maria loqueris quae praecellit inter humiles ac pauperes Domini, qui salutem cum fiducia ab Eo sperant et accipiunt (Lumen gentium, 55), atque omnes hortaberis ad spiritalem vitam renovandam adque testimonium fidei, Maria tota sancta intercedente, rite praestandum. Dum per Te, Venerabilis Frater Noster, omnes consalutamus Praesules et fideles qui ad sacrum illum locum peregrinantes advenient, precibus Nostris omnes comitamur atque Deum omnipotentem obsecramus ut, materno praesidio Beatae Mariae Virginis suffulti, praeceptum caritatis in vita cotidiana diligentius servare pergant. Munus tuum magni sane ponderis aestimantes, peculiaris benevolentiae Nostrae pignus Apostolicam Benedictionem Tibi peramanter impertimus universis celebrationum participibus transmittendam. Ex Aedibus Vaticanis, die XXVII mensis Martii, anno MMVIII, Pontificatus Nostri tertio.

Anselmo Guido Pecorari nunzio apostolico in Uruguay


nato a Sermide, in diocesi di Mantova, il 19 maggio 1946, ed stato ordinato sacerdote il 27 settembre 1970. laureato in teologia e in diritto canonico. Entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede il 25 marzo 1980, ha prestato la propria opera nella nuziatura apostolica in Liberia, nella Segreteria di Stato e successivamente nelle rappresentanze pontificie in Spagna, Irlanda e Slovenia. Il 29 novembre 2003 stato eletto alla sede titolare di Populonia e nominato, allo stesso tempo, nunzio apostolico in Rwanda. Ha ricevuto l'ordinazione episcopale l'11 gennaio 2004.

Una vita breve al servizio dei malati


Nata il 12 gennaio 1874 a Nowy Wiec, nel nord della Polonia, Marta Maria Wiecka nell'aprile 1892 entr nell'Istituto delle Figlie della carit a Cracovia, e il 26 aprile 1893 giunse a Lviv per lavorare nell'ospedale regionale conosciuto come piary. La sua fu una vita semplice e nascosta, segnata ovunque si trov ad operare a Lviv, a Pidhajci, a Bohnia, Sniatyn, dall'amore per Cristo e per i fratelli. Quando poi, la Polonia e l'Ucraina furono espropriate della loro sovranit nazionale, quando i cittadini furono oppressi, la loro fede e la loro lingua perseguitate, la giovane religiosa fu inviata in Galicja, dove la gente inizi a chiamarla Santa Suora da Sniatyn. noto il suo gesto eroico: prese il posto di un assistente medico, che doveva procedere alla disinfezione della cella d'isolamento di una malata di tifo nell'ospedale di Sniatyn. Volle evitargli il pericolo di contagio, ma il giorno successivo fu lei a contrarre il male e, nonostante le cure, dopo una lunga malattia, mor a soli trent'anni il 30 maggio 1904. Presto il suo sepolcro a Sniatyn divenne un luogo di culto e negli anni successivi alla seconda guerra mondiale divenne un simbolo dell'unit popolare e sostitu anche la chiesa: vi si riunivano, infatti, per la preghiera ecumenica i fedeli di tutte le confessioni cristiane.

Henryk Hoser Arcivescovo-Vescovo di Warszawa-Praga (Polonia)


nato a Varsavia il 27 novembre 1942. Nel 1966 ha conseguito il diploma in medicina. Nel 1969 entrato nella societ dell'apostolato cattolico (Pallottini) dove il 16 giugno 1974 stato ordinato sacerdote. Tra gli anni 1975 e 1995 ha lavorato come missionario in Rwanda. Il 22 gennaio 2005 stato nominato segretario aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e presidente delle Pontificie Opere Missionarie, ed elevato alla dignit di arcivescovo. Ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 19 marzo 2005.

Il cardinale Re alle esequie del cardinale Gantin celebrate a Cotonou, in Benin

Un uomo di Dio che ha segnato il cuore della Chiesa e del suo Paese
Il Benin piange la morte di un grande tra i suoi figli e di uno fra i pi grandi vescovi e cardinali nati in terra africana. Nelle parole con le quali il cardinale Giovanni Battista Re ha iniziato l'omelia della messa esequiale celebrata gioved 22 maggio nello stadio cittadino di Cotonou in suffragio del cardinale Bernardin Gantin, il senso della grande manifestazione di affetto e di dolore insieme che il Benin intero ha tributato al grande Africano. Oltre diecimila le persone che si sono riunite nello Stadio dell'Amicizia per l'estremo saluto al cardinale Gantin, morto il 13 maggio scorso alla vigilia del suo ottantaseiesimo compleanno. Con il cardinale Re giunto a Cotonou in rappresentanza del Papa hanno concelebrato i cardinali Arinze, Pengo, Sarr, Agr e Okogie ed una quarantina tra arcivescovi e vescovi. Egli fu un grande uomo di Dio. Per lui ha detto il cardinale Re Dio non era soltanto un nome o un concetto, ma era il Padre che sta nei cieli, che ci vuole bene, che ci perdona perch ci ama. Il Padre che si lascia anche respingere perch rispetta la nostra libert, ma poi torna a cercarci e ci attende. Fu anche uomo di grande spiritualit ha aggiunto Re e di costante preghiera, desideroso di indicare a tutti la via che conduce al cielo. stato una guida spirituale autorevole perch nella sua vita vi sempre stata coerenza fra ci che diceva, ci che pensava e ci che faceva. Fu inoltre un grande uomo di Chiesa. Aveva un profondo senso ecclesiale. Ha amato la Chiesa ha ricordato ancora il cardinale Re con sincerit e l'ha servita

Ghaleb Moussa Abdalla Bader arcivescovo di Algeri (Algeria)


nato il 22 luglio 1951 a Khirbeh, in Giordania. stato ordinato sacerdote il 13 giugno 1975 ad Amman, per il Patriarcato latino di Gerusalemme. Ha conseguito il dottorato in diritto civile, in filosofia e in diritto canonico, presso la Pontificia Universit Lateranense.

Concluso il congresso delle comunicazioni sociali


L'identit e la missione di una facolt di comunicazione nell'universit cattolica, il tema del congresso organizzato dal Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali in questi giorni presso l'Urbaniana, al quale partecipano studiosi ed esperti provenienti da quarantatr Paesi, in rappresentanza di quarantacinque atenei e di tredici istituzioni e organismi operanti nel campo dei media. Tra gli obiettivi del congresso, come ha spiegato il presidente del Pontificio Consiglio, l'arcivescovo Claudio Maria Celli, promuovere un confronto e un dialogo a largo raggio sul complesso oggi della comunicazione che, mentre gi prefigura orizzonti futuri e potenzialit sempre nuove, pone delicati problemi sul fronte etico. I lavori del congresso si sono iniziati gioved 22 maggio scorso nell'Aula Giovanni Paolo II della Pontificia Universit Urbaniana. Nella sua introduzione l'arcivescovo presidente non ha mancato di illustrare la nuova fase della missione del Pontificio Consiglio nel vasto mondo dei media iniziata ha spiegato Celli , iniziata, meno di un anno fa, con la mia nomina a capo del Dicastero, e completata con il successivo arrivo del nuovo segretario, monsignor Paul Tighe, e del segretario aggiunto, monsignor Giuseppe Scotti. Il Pontificio Consiglio ha scelto innanzitutto una sua modalit di cammino: quella del dialogo, dello scambio e della messa in comune di esperienze che arricchiscono e che aiutano a crescere nel campo, cos vasto e difficile, della comunicazione. Un dialogo non fine a se stesso, quindi, ma capace di spianare il pi possibile la strada di una serena e seria riflessione e quella, ancora pi impegnativa, di un approfondimento che renda vivi e attuali i valori di riferimento della comune fede cristiana. Lungo questo percorso, il Pontificio Consiglio non poteva che incontrare gli studiosi e gli operatori che, nel campo del sapere universitario, sperimentano dal vivo i mutamenti culturali che lo straordinario sviluppo delle nuove tecnologie produce, a larghissima scala, sul corpo sociale. Di qui la particolare attenzione verso le universit cattoliche che hanno facolt di comunicazione soiale. Il congresso si conclude questa mattina, sabato 24 maggio.

Piergiuseppe Vacchelli segretario aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli
nato a Longardore di Sospiro (Cremona) il 4 febbraio 1937. Dal 1948 al 1961 ha frequentato il seminario minore e maggiore della diocesi di Cremona. stato ordinato sacerdote il 27 maggio 1961. Dall'ottobre 1996 ha ricoperto l'ufficio di sottosegretario della Conferenza episcopale italiana e di presidente del comitato per gli interventi caritativi per i Paesi in via di sviluppo.

I funerali del cardinale Gantin celebrati a Cotonou, in Benin, dal cardinale Re

con esemplare dedizione. L'apprezzamento che egli aveva degli elementi divini della Chiesa, fondata da Cristo e sostenuta dallo Spirito Santo, lo portava a giudicarne con benevolenza anche i limiti umani. Dopo aver ricordato l'amore e la devozione nutrita per il Papa e per la Chiesa nei lunghi anni della sua missione sacerdotale e del suo servizio alla Santa Sede, il prefetto della Congregazione per i Vescovi ha riproposto l'ultima fase della vita del compianto porporato. La partenza da Roma del cardinal Gantin ha detto in particolare , dopo il compimento degli 80 anni, stata per noi, suoi amici romani, un sofferto distacco, ma abbiamo apprezzato l'alta ispirazione che lo muoveva: ha voluto tornare dove aveva iniziato

il suo ministero sacerdotale e episcopale per dedicare l'ultimo tratto della sua vita al Benin. Lo ha fatto per un desiderio del cuore, per essere ancora in mezzo alla sua gente e per essere utile alla crescita in Cristo della popolazione dell'amato Benin, dove agli inizi del suo ministero era stato arcivescovo. E stata una decisione coerente con tutto l'orientamento della sua vita e con la sollecitudine del suo cuore di Pastore. E ha concluso: Essendo stato vicino al cardinale Gantin e legato a lui da amicizia nei suoi anni romani, posso dire che, pur operando in un orizzonte mondiale, il cardinale Gantin si sempre sentito figlio del Benin: voi Beninesi e la sua terra africana siete stati sempre presenti nel suo pensiero, nel suo cuore e nella sua vita.

Paolo De Nicol vescovo titolare di Mariana in Corsica


nato a Cattolica (Rimini) il 4 gennaio 1937. Ha frequentato il seminario romano minore e maggiore, conseguendo poi la laurea in diritto canonico e in teologia. stato ordinato sacerdote il 19 marzo 1960. Dopo aver lavorato sedici anni alla Congregazione per l'Educazione Cattolica e dodici anni alla Biblioteca Apostolica Vaticana, nel febbraio 1993 stato chiamato alla Prefettura della Casa Pontificia, di cui reggente dal 10 marz0 1994.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 122 (44.862)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
luned-marted 26-27 maggio 2008

Citt del Vaticano

All'Angelus nuovo appello per le popolazioni colpite dal terremoto

Soddisfazione per l'elezione del nuovo presidente

Il Papa chiede per la Cina la solidariet di tutti


Nuovo appello del Papa alla solidariet internazionale per le popolazioni cinesi colpite dal terremoto. Durante l'Angelus di domenica 25 maggio all'indomani della giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina Benedetto XVI ha auspicato l'impegno concreto di tutti perch il Paese possa tornare presto alla normalit.

Il Libano riparte da Suleiman


BEIRUT, 26. Il generale Michel Suleiman stato eletto ieri dall'Assemblea nazionale libanese nuovo presidente della Repubblica del Libano. Suleiman, che contemporaneamente lascia la carica di capo delle Forze armate, ha ottenuto 118 voti sui 127 parlamentari presenti. Le schede bianche sono state sei, mentre tre deputati hanno votato altri nomi. La carica di presidente era vacante dallo scorso novembre, da quando scaduto il mandato di mile Lahoud. Nei mesi scorsi, il voto per eleggere il suo successore era stato rinviato diciannove volte a causa di una durissima contrapposizione tra maggioranza e opposizione. Suleiman il dodicesimo presidente dalla proclamazione di indipendenza nel 1943, e il terzo dopo la fine della guerra civile nel 1990. Sar anche il terzo militare ad assumere la carica dopo Fouad Chebab, negli anni Sessanta, ed mile Lahoud, il cui mandato scaduto lo scorso 24 novembre. Nato il 21 novembre 1948 nella cittadina di Amsheet, quaranta chilometri a nord di Beirut, Suleiman entrato allaccademia militare nel 1967, seguendo le orme del padre. Laureato in scienze politiche a Beirut, con master in inglese e francese, salito lungo tutti i gradini della carriera militare fino a diventare comandante dellesercito il 21 dicembre 1998, al posto di Lahoud diventato presidente. La lunga crisi libanese apertasi nel dicembre 2006 in seguito all'uscita dal Governo di alcuni ministri sciiti si conclusa formalmente lo scorso 21 maggio, con il raggiungimento a Doha, in Qatar, grazie all'auspicio della Lega araba, di un accordo tra maggioranza e opposizione. Oltre allelezione di Suleiman alla presidenza, l'accordo prevede la formazione di un Governo di unit nazionale e l'adozione, per le prossime elezioni legislative previste nella primavera 2009, della legge elettorale del 1960 con alcune modifiche. Il neopresidente, parlando subito dopo la sua elezione, ha chiesto di stabilire relazioni diplomatiche con la Siria sulla base del rispetto reciproco della sovranit e dei confini di ciascun Paese. Pur senza nominarlo direttamente, Suleiman ha anche fatto riferimento a Hezbollah, sottolineando la necessit che il movimento sciita abbia un ruolo nella difesa del Paese. Alla cerimonia ha preso parte l'arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, mentre il Patriarca di Antiochia dei Maroniti, cardinale Nasrallah Pierre Sfeir, che si trovava in visita pastorale in Spagna, si felicitato con l'eletto esprimendo la speranza che il suo mandato sia un periodo benedetto per il Paese. I principali Governi del mondo e le istituzioni internazionali hanno salutato l'elezione di Suleiman come un passo fondamentale verso la risoluzione della crisi libanese. Il presidente statunitense, George W. Bush, ha commentato che il Libano ha scelto un dirigente votato alla protezione della sua sovranit, mentre il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha definito lelezione una tappa centrale verso la soluzione della crisi libanese. Anche per il ministro degli Esteri britannico, David Miliband, si tratta di un progresso importante verso la stabilizzazione del Paese. Il presidente della commissione europea, Jos Manuel Duro Barroso, ha espresso grande soddisfazione e il Segretario generale dellOnu, Ban Ki-Moon, ha auspicato il ritorno del dialogo politico. Felicitazioni al nuovo presidente so-

Saluto con grande affetto i pellegrini di lingua cinese, che sono convenuti a Roma da tutta Italia in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina. Affido all'amore misericordioso di Dio tutti quei vostri concittadini che in questi giorni sono morti in conseguenza del terremoto, che ha colpito una vasta area del vostro Paese. Rinnovo la mia vicinanza personale a quanti stanno vivendo ore di angoscia e di tribolazione. Grazie alla fraterna solidariet di tutti, possano le popolazioni di quelle zone tornare presto alla normalit della vita quotidiana. Insieme con voi chiedo a Maria, Aiuto dei Cristiani, Nostra Signora di Sheshan, di sostenere l'impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare, affinch mai temano di parlare di Ges al mondo e del mondo a Ges, rimanendo sempre testimoni credibili del suo amore e mantenendosi uniti alla roccia di Pietro su cui costruita la Chiesa. N men ho!
PAGINA 8

Nel Sichuan la terra trema ancora


PECHINO, 26. La terra trema ancora in Cina. Una nuova, forte scossa di terremoto stata infatti registrata ieri nella provincia sud-occidentale del Sichuan, gi duramente colpita dal disastroso sisma che il 12 maggio scorso, secondo il bilancio ufficiale del Consiglio di Stato cinese aggiornato a oggi, ha causato non meno di 66.080 vittime oltre ai 360.058 feriti e alle 23.150 persone che ancora risultano disperse e provocato pi di cinque milioni di senzatetto. Con il passare dei giorni, le perdite causate dal terremoto si stanno avvicinando sempre pi alle probabili dimensioni reali del disastro, che secondo le diverse stime internazionali dovrebbero oscillare tra le settantamila e le ottantamila vittime. La scossa sismica di ieri, di magnitudo 6,4 gradi sulla scala Richter, con epicentro nel distretto di Qingchuan, ha ucciso almeno otto persone, ne ha ferite diverse centinaia e demolito almeno duecentosettantamila abitazioni. Migliaia di persone si sono immediatamente riversate in strada nel timore di nuovi crolli e hanno trascorso la notte all'addiaccio. Si tratta della scossa di assestamento pi violenta fra le oltre ottomila registrate dopo il terremoto del 12 maggio scorso, che fu di magnitudo 8,0 sulla scala Richter. Il nuovo movimento tellurico ha colpito in un momento estremamente critico per tutta la regione. Infatti, sulla zona interessata dal terremoto prevista per le prossime ore unondata di maltempo, che i meteorologi prevedono porter piogge intense e forte vento. Il nuovo sisma stato registrato mentre circa millecinquecento soldati della Polizia armata del popolo, ciascuno con circa dieci chili di esplosivi, stanno cercando di raggiungere per terreni precari ed estremamente impervi e a piedi per via della fitta nebbia che impedisce luso di elicotteri un lago formato dallo sbarramento di detriti di frane causate dal terremoto lungo un fiume a Tangjiashang, a poco pi di tre chilometri da Beichuan, vicino allepicentro. Un bacino che potrebbe tracimare da un momento allaltro, provocando un secondo disastro. Sabato il livello del lago salito di altri due metri, arrivando a settecentoventitr, soltanto ventinove metri di meno del punto pi alto della diga. Il lago ha una portata di centoventotto milioni di metri cubi e l'eventuale crollo provocherebbe uninondazione di proporzioni immense. Proprio per questo, i militari tenteranno nelle prossime ore di aprire una breccia nella barriera e far defluire in modo controllato il pericoloso invaso, anche se i pochi abitanti rimasti nella cittadina di Beichuan, poco pi di cinquecento persone, pochi chilometri a valle, sono gi stati fatti sgomberare. Un alto funzionario del Governo di Pechino ha dichiarato che il terremoto ha altres danneggiato centinaia di dighe, sessantanove delle quali rischiano di cedere da un momento all'altro. Delle dighe della provincia di Sichuan, dove erano apparsi subito dei rischi, sessantanove rischiano di cedere, ha precisato in una conferenza stampa E. Jingping, viceministro alle Risorse idrauliche cinesi, aggiungendo che altre trecentodieci dighe si trovano in una situazione molto pericolosa e altre millecinquecento sono moderatamente a rischio. Per far fronte alla grave minaccia, ha detto l'alto funzionario, le autorit della Cina hanno drenato i bacini idrici dei sessantanove sbarramenti pi a rischio e ridotto il livello di altri ottocentoventisei. Anche dal punto sanitario la situazione appare molto critica. Milioni di persone affollano i campi profughi o dormono allaperto in sistemazioni di fortuna in tutta la regione e i sanitari avvertono che i pericoli di epidemie crescono ogni giorno, anche perch le temperature sono sensibilmente in aumento. Il primo Ministro cinese, Wen Jiabao, che si era recato nel Sichuan subito dopo il terremoto restandovi per cinque giorni, ha sottolineato che per ospitare tutte le persone che hanno perso la casa mancano al momento novecentomila tende. I cittadini rimasti senza casa sono pi di cinque milioni, ma quelli che dormono nei campi profughi sono molti di pi. Molti di coloro che potrebbero rientrare nelle loro case preferiscono infatti dormire allaperto nel timore di nuove scosse telluriche. Nonostante l'entit della sciagura e il trascorrere del tempo, proseguono, per, i salvataggi delle persone rimaste intrappolate sotto le macerie. Sabato sera, un uomo di ottanta anni stato estratto ancora vivo dai soccorritori dopo aver trascorso oltre duecentosessantasei ore tra i detriti della sua casa distrutta dal sisma del 12 maggio.

no arrivate dal re del Marocco, Mohamed VI, da re Abdullah II bin Hussein di Giordania, dallemiro del Qatar, Hamad ben Khalifa Al Thani, che ha ospitato nel suo Paese la trattativa tra le fazioni libanesi. L'emittente televisiva di Stato siriana ha aperto il telegiornale della sera con la notizia definendola storica: Il nuovo presidente libanese ha detto lo speaker entra al Palazzo di Baabda domani con la luce verde di tutti i libanesi e un vasto sostegno arabo e internazionale. Il ministro italiano degli Esteri, Franco Frattini, presente allelezione, stato il primo rappresentante europeo a essere ricevuto faccia a faccia dal nuovo presidente. Secondo Frattini, le priorit di Suleiman sono formare al pi presto un Governo di unit nazionale e ricostruire lesercito per poter imporre il disarmo.

A quattrocento anni dalla canonizzazione

Approvate nel vertice di Kobe iniziative contro le emissioni di gas serra

Ceccolella, la santa della carit


Roma festeggia la sua Advocata Urbis: Francesca Romana, la donna che ricuc le ferite morali, materiali e psicologiche della citt in un periodo difficilissimo della sua storia.
SILVIA GUIDI
A PAGINA

Il G-8 rilancia la lotta contro il surriscaldamento globale


4

NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi; le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Paul Zinghtung Grawng, Arcivescovo di Mandalay (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; Raymund Sumlut Gam, Vescovo di Banmaw (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; Nicholas Mang Thang, Vescovo di Hakha (Myanmar), con l'Ausiliare, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Felix Lian Khen Thang, Vescovo titolare di Fessei, in visita ad limina Apostolorum; Philip Lasap Za Hawng, Vescovo di Lashio (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum.

La prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza episcopale italiana, alla 58 Assemblea generale della Cei

Il riscatto dell'Italia nella risposta alla grande sfida dell'educazione


PAGINA 7

TOKYO, 26. Tre direttive dazione internazionale sui problemi ambientali per dare una risposta concreta agli effetti del riscaldamento globale, sono state approvate nel corso del vertice dei ministri dellambiente del G-8 (il gruppo dei sette Paesi pi industrializzati pi la Russia) che si concluso ieri a Kobe, in Giappone. Il quadro allarmante e, per questo, scienziati e attivisti hanno invitato senza mezzi termini i ministri dei Paesi pi industrializzati ad agire con tempestivit. La prima iniziativa presa a Kobe riguarda la costituzione di una rete internazionale di ricerca sulle societ con basse emissioni di anidride carbonica (low-carbon society), lanalisi sul potenziale di mitigazione dei gas nocivi bottom-up (ossia partendo da singoli settori e industrie), la promozione di cobenefici tra politiche dei Paesi industrial-

mente avanzati e politiche dei Paesi emergenti. Infine, il supporto ai Paesi emergenti per la misurabilit dei dati. La seconda iniziativa, il Piano Kobe di azione 3R, si propone come si legge nel comunicato finale del vertice am-

bientale di accelerare sulla proposta, inizialmente ideata al G-8 del 2004 in Canada, di riduzione, riutilizzo e riciclo delle risorse e dei rifiuti, allo scopo di un pi efficiente uso dei materiali. Si sollecita una maggiore collaborazione internazionale, oltre alla fissazione di target in ogni Paese, lo sviluppo delle tecnologie relative e lincoraggiamento della creazione di un mercato di prodotti eco-efficienti. La Richiesta di azione sulla Biodiversit, infine, incoraggia la piena attuazione delle dieci attivit incluse della Iniziativa di Potsdam-Diversit Biologica 2010 e preme per ladozione di un target post-2010 sotto legida della Convenzione sulla Diversit Biologica: un modello preso a riferimento la giapponese Satoyama Initiative, relativa alla gestione sostenibile delle risorse naturali.

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Prince-Albert (Canada), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Blaise-Ernest Morand, in conformit al can. 401 1 del Codice di Diritto Canonico.

Provvista di Chiesa
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Prince-Albert (Canada) il Reverendo Padre Albert Thvenot, M. Afr., Superiore Provinciale per il Canada dei Padri Bianchi.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
Manuel Marulanda Vlez sarebbe stato colpito da infarto

luned-marted 26-27 maggio 2008

Confermata in Colombia la morte del capo delle Farc


BOGOT, 26. Le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), il pi antico e pi numeroso gruppo della guerriglia di sinistra in America latina, hanno confermato ieri la morte del loro comandante Pedro Antonio Marn, chiamato anche Manuel Marulanda Vlez e conosciuto da decenni come Tirofijo (Colpo sicuro). L'annuncio della morte del leader guerrigliero, che aveva 78 anni, era stato dato il giorno prima dal ministro della Difesa Juan Manuel Santos al settimanale Semana, che aveva diffuso la notizia. Secondo fonti locali, ci era avvenuto prima di quanto concordato e la questione ha suscitato l'irritazione del presidente colombiano lvaro Uribe, che si visto scavalcare per un annuncio di questa importanza da uno degli uomini del suo Governo, pi conosciuto come inflessibile nella lotta alla guerriglia di sinistra. Uribe, che era in visita al municipio di Florida, ha ricordato che esistono cento milioni di dollari a disposizione dei guerriglieri che decidano di abbandonare la selva e consegnare gli ostaggi nelle loro mani e che il Governo studia meccanismi come lamnistia per favorire questi gesti, con la possibilit anche di un trasferimento in Francia. Secondo il presidente colombiano, le Farc sono internamente divise, con un gruppo che vuole negoziare, e un altro, guidato da Jorge Briceno, alias Mono Jojoy, che non vuole trattare. Da parte sua, Santos ieri si scusato per l'accaduto, ma ha reiterato la sua soddisfazione per il pi duro colpo che la guerriglia ha dovuto incassare, visto che Tirofijo era lunico capace di mantenere la coesione fra le varie anime della guerriglia. Con questa morte, ha sostenuto il ministro, si chiude un capitolo per le Farc che marted prossimo compiono 44 anni, e che hanno portato al Paese solo dolore, violenza e morte. Nel confermare la notizia, le Farc hanno specificato che il loro leader morto d'infarto lo scorso 26 marzo e hanno aggiunto che la guida del movimento stata assunta da Alfonso Cano. Lumanit non ha precedenti di un leader delle condizioni di Manuel Marulanda Vlez, si legge in un comunicato letto in un video da uno dei membri del segretariato delle Farc, Timoleon Jimenez, meglio noto come Timochenko. Nel comunicato si aggiunge che restano vigenti la lotta, in collegamento con le forze sociali progressiste, e le ipotesi di soluzioni politiche per il conflitto. La madre e la sorella di Ingrid Betancourt, da pi di sei anni ostaggio delle Farc, hanno rivolto ieri sera un appello per la sua liberazione al nuovo capo delle Farc. Di fronte agli ultimi avvenimenti hanno scritto Yolanda Pulecio Betancourt e Astrid Betancourt in un comunicato rivolgiamo un appello al comandante Alfonso Cano, uomo colto e progressista, che, nel prendere la direzione delle Farc, ha il potere di scrivere la storia, liberando Ingrid e gli altri tre ostaggi civili. Queste liberazioni avvieranno lazione decisiva della Francia e della comunit internazionale per giungere allaccordo umanitario e mettere la Colombia sulla strada della pace. Sulla questione intervenuto anche il presidente francese Nicolas Sarkozy: Seguo la situazione minuto per minuto ha detto e vorrei chiedere ad ognuno di fare meno dichiarazioni possibile, ci sono degli ostaggi e la situazione fluida. La stampa francese sottolinea peraltro che lappello di Sarkozy alla prudenza non stato rispettato all'interno del suo stesso Governo. Da Beirut, dove assisteva alla elezione del nuovo presidente libanese Michel Suleiman, il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner ha affermato ieri che la morte di Marulanda e la diserzione di alcuni comandanti guerriglieri potrebbe facilitare la liberazione degli ostaggi.

Quarant'anni di lotta armata


BOGOT, 26. Manuel Marulanda Vlez, il capo delle Farc la cui morte, avvenuta in marzo, stata confermata ieri, si chiamava in realt Pedro Antonio Marn. Era nato nella citt colombiana di Genova, nel dipartimento di Quindio, il 12 maggio 1930. Poco pi che diciottenne, nel 1949, si diede alla macchia insieme con quattordici suoi cugini per combattere contro i latifondisti conservatori, che avevano ucciso i suoi familiari. Una lotta condotta nella selva e sulle montagne colombiane, ma che lo vide anche recarsi a Mosca. E nel 1964, il guerrigliero, ormai conosciuto come Tirofijo (colpo sicuro) fond insieme al Partito comunista colombiano le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) che giunsero ad avere fino a 17.000 uomini. In quattro decenni era diventato una sorta di leggenda vivente di guerrigliero irriducibile (Non mi sono mai stancato disse in una delle sue rarissime interviste perch se uno si stanca fregato. Per me come per un contadino che coltiva un campo. Va sempre migliorato ... fino alla morte). Sulla sua testa le autorit statunitensi e il Governo colombiano hanno posto pi volte taglie di milioni di dollari. Si era sposato con Domitila Ducuara, dalla quale ha avuto sette figli di cui nessuno conosce nomi e residenza. Di una sua figlia, per, si sa che gli viveva accanto negli accampamenti delle Farc e che si era unita sentimentalmente al vice del padre, Ral Reyes, morto l1 marzo scorso in un bombardamento. Al grande pubblico internazionale, il leader guerrigliero colombiano era diventato noto in particolare a cavallo fra il 1998 e il 2002, quando con l'allora presidente della Colombia Andres Pastrana condusse trattative di pace nel dipartimento di San Vicente del Caguan. Nell'occasione, suo consigliere e suo portavoce era proprio Alfonso Cano, scelto dalle Farc come suo successore e che finora era il comandante del cosiddetto blocco occidentale del gruppo guerrigliero.

Proteste degli agricoltori argentini contro la politica fiscale di Fernndez


BUENOS AIRES, 26. Decine di migliaia di agricoltori trecentomila secondo alcune stime hanno partecipato ieri a una manifestazione organizzata a Rosario, la seconda citt del Paese, in segno di protesta contro la tassazione delle esportazioni di soia imposta lo scorso mese di marzo dal Governo di Cristina Fernndez e che ha avuto riflessi negativi anche sui mercati finanziari. Colloqui tra le organizzazioni sindacali degli agricoltori ed esponenti dell'Esecutivo svoltisi la settimana passata non hanno dato esito, ma nuovi incontri sono previsti per i prossimi giorni. Si temono comunque altri blocchi stradali come quelli avvenuti nelle settimane scorse. In un comizio svoltosi contemporaneamente a Salta e al quale hanno partecipato duecentocinquantamila persone il presidente non ha fatto esplicito riferimento al contenzioso con i produttori di soia, ma ha sottolineato che la sua politica fiscale mira a ridistribuire la ricchezza tra tutti gli argentini. Gli interessi della patria, di tutta la popolazione dell'Argentina ha detto il capo dello Stato vengono prima di quelli dei singoli individui o delle singole categorie.

A causa delle violente manifestazioni nella citt boliviana

Morales costretto a rinunciare a una visita a Sucre


LA PAZ, 26. Gravi incidenti fra la polizia e manifestanti che si opponevano alla prevista visita in citt del presidente Evo Morales sono avvenuti sabato a Sucre, in Bolivia centrale, con un bilancio di una decina di feriti. In conseguenza dellepisodio, Morales, a cui i contestatori rimproverano di non aver mai chiesto scusa per i manifestanti morti lo scorso novembre in scontri avvenuti nellambito del braccio di ferro sulla nuova Costituzione, ha deciso di annullare la sua partecipazione a una cerimonia in programma nello stadio cittadino in occasione del centonovantanovesimo anniversario della nascita di Sucre. Gi nelle ore precedenti allappuntamento, in cui Morales intendeva consegnare 50 ambulanze e annunciare un pacchetto di finanziamenti e di opere pubbliche per il dipartimento di Chuquisaca, la tensione era salita e i manifestanti avevano avvertito che avrebbero impedito la cerimonia nello stadio. I disordini, hanno indicato le fonti, sono stati particolarmente duri. I dimostranti hanno infatti fatto uso di candelotti di dinamite e lanciato pietre alle forze dellordine che, pur rispondendo con gas lacrimogeni e proiettili di gomma, hanno dovuto abbandonare il presidio dello stadio. I manifestanti, appartenenti al comitato interistituzionale, cercavano di impedire lingresso nella infrastruttura sportiva al capo dello Stato e a centinaia di contadini provenienti dal dipartimento di Cochabamba. Il deputato Gonzalo Porcel, contrario al Governo, ha detto a Radio Panamericana: Non vogliamo scontri. Non vogliamo morti n altro sangue. In nome di Dio, il presidente capisca che non pu venire a Sucre se non chiede scusa al popolo per i morti di novembre, cio delle vittime di scontri durante manifestazioni contro lo svolgimento dei lavori della Assemblea costituente. In dichiarazioni alla stampa, i ministri dellInterno e della Difesa, Alfredo Rada e Walker San Miguel, hanno annunciato oggi che per non rischiare di appesantire ulteriormente le tensioni, il presidente Morales ha deciso di annullare la sua partecipazione alla cerimonia nello stadio. Altre fonti del Governo hanno definito episodi di vergognosa violenza razziale gli incidenti e le presunte aggressioni subite dai contadini favorevoli a Morales. Per impedire che i contadini raggiungessero la citt, sono stati anche organizzati dei blocchi stradali con conseguenze negative per la circolazione dell'intera regione. A organizzare la protesta stato un comitato al quale aderiscono anche esponenti pubblici, come il rettore della locale universit sorto in seguito ai sanguinosi disordini scoppiati durante la riunione della costituente proprio nella citt di Sucre. Come ritorsione alla protesta antigovernativa, il sindacato dei contadini del sud-est della Bolivia, favorevole a Morales, ha annunciato ieri misure contro la citt di Sucre, quali la chiusura del gasdotto che la rifornisce. La stessa organizzazione ha bloccato alcune arterie stradali che uniscono la citt al resto del Paese.

Scontri nello Stato indiano del Rajasthan


NUOVA DELHI, 26. Almeno trentuno persone sono rimaste uccise e altre decine ferite nellIndia nord-occidentale in due giorni di violenti scontri fra le forze di sicurezza e appartenenti a una trib dello Stato del Rajasthan, i gujari, che vogliono ottenere liscrizione nella Schedule tribe, lelenco governativo di caste e trib registrate dall'Esecutivo indiano alle quali sono destinati sovvenzioni, aiuti e riserva di posti governativi. Per assicurare lordine pubblico nella zona, sono stati dispiegati circa ottocento militari.

Conclusa la missione in Cina del presidente russo


PECHINO, 26. Si conclusa ieri la visita ufficiale in Cina del nuovo presidente della Russia, Dmitri Medvedev, la sua prima missione allestero dopo l'insediamento al Cremlino lo scorso 7 maggio. In un discorso alluniversit di Pechino, il successore di Vladimir Putin ha dichiarato che il mondo dovr fare i conti con lalleanza fra Pechino e Mosca, anche se tale cooperazione non piace a tutti. La cooperazione russo-cinese si trasformata oggi in un fattore-chiave per la sicurezza internazionale, senza la quale impossibile assumere decisioni importanti nellambito della comunit internazionale, ha aggiunto il nuovo presidente russo. Forse ha proseguito la cooperazione strategica fra i nostri due Paesi non piace a tutti, ma questa cooperazione risponde agli interessi dei nostri popoli e noi la rafforzeremo. Nel corso della visita in Cina, il presidente russo e il suo collega cinese, Hu Jintao, hanno denunciato il progetto statunitense di scudo spaziale in Europa, che, a loro dire, rischia di compromettere l'intera stabilit regionale. Poco prima di lasciare il territorio cinese, Medvedev ha invitato Hu a recarsi in Russia il prossimo anno, una proposta che secondo la stampa di Pechino il presidente della Cina ha subito accolto favorevolmente. Nei prossimi giorni, Medvedev si recher in visita in Germania.

Designato il nuovo coordinatore delle attivit dell'Onu nel Paese del sud-est asiatico

Aperta la Conferenza mondiale dei donatori per il Myanmar


NAYPYIDAW, 26. Si aperta ieri a Yangon, l'ex capitale del Myanmar, la Conferenza internazionale dei donatori per il Paese asiatico, devastato dal passaggio all'inizio del mese di maggio del ciclone tropicale Nargis. In apertura dei lavori, il messaggio del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, stato molto chiaro: Dobbiamo concentrarci sullobiettivo immediato, quello di salvare vite umane. Il nostro scopo immediato umanitario, poi verr la ricostruzione. Al contrario, la giunta militare al potere nel Myanmar da quasi mezzo secolo insiste, soprattutto, nel chiedere assistenza per la ricostruzione, sperando di ricevere a questo fine circa 10,7 miliardi di dollari. Alla Conferenza, organizzata congiuntamente dalle Nazioni Unite e dallAssociazione delle Nazioni del sud-est asiatico (Asean, di cui la Birmania fa parte), hanno partecipato una cinquantina di Stati, agenzie dell'Onu e organizzazioni non governative (ong). presente anche il ministro degli Esteri cinese, Yang Jiechi, che ha manifestato lappoggio di Pechino per un ruolo maggiore dellOnu nella ex Birmania nel tentativo di intervento da parte della Comunit internazionale nel Paese devastato dal ciclone Nargis. Il Governo di Pechino, stretto alleato del Myanmar, in passato ha spesso appoggiato la posizione della giunta militare volta a limitare al minimo il ruolo delle Nazioni Unite nel Paese asiatico. Il ministro, Thein Sein, ha annunciato che la giunta esaminer la possibilit di lasciare entrare nel Paese gli operatori umanitari stranieri per portare aiuto alla popolazione. Il mio Governo ha detto pronto ad accettare quei gruppi che sono interessati alla ricostruzione e alla riabilitazione conformemente alle nostre priorit. Esamineremo la possibilit di lasciarli venire, ha ribadito dopo che qualche giorno fa il segretario generale dell'Onu, in seguito a un colloquio con il numero uno della giunta, il generale Than Shwe, aveva annunciato il via libera allingresso nel Myanmar di squadre di soccorritori straniere. Durante la Conferenza internazionale dei donatori, stato anche annunciato dalle Nazioni Unite il nuovo coordinatore di tutte le attivit delle diverse agenzie dellOnu in Myanmar. Si tratta di Bishow Parajuli, che rimpiazzer Charles Petrie, dichiarato persona non gradita nel 2007 dalla giunta militare della ex Birmania. Oltre alla sua attivit di coordinatore, Parajuli che di nazionalit nepalese sar il rappresentante nel Myanmar per il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), stando a quanto ha reso noto un portavoce dellOnu, Aye Win. La notizia della nomina di Parajuli, ex direttore del Programma alimentare mondiale (Pam) in Egitto, era stata anticipata dal quotidiano governativo birmano New light of Myanmar.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

luned-marted 26-27 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Secondo l'ambasciatore statunitense Al Qaeda non mai stata cos vicina alla sconfitta

pagina 3

Proseguono le trattative per una tregua nella Striscia di Gaza


Al Cairo colloqui tra Egitto e Israele
TEL AVIV, 26. Proseguono le trattative per raggiungere una tregua nella Striscia di Gaza. Ieri un alto responsabile del ministero della Difesa israeliano, Amos Ghilad, si incontrato al Cairo con il capo dei servizi segreti egiziani, generale Omar Soleiman, in vista di un accordo per un cessate-il-fuoco a Gaza tra Israele e Hamas. Un anonimo funzionario egiziano, citato dallagenzia ufficiale Mena, ha esortato israeliani e palestinesi a dar prova della flessibilit necessaria per raggiungere una tregua. Da mesi lEgitto sta tentando di mediare tra le due parti. Secondo la radio militare israeliana, due questioni bloccano laccordo: Israele vuole il rilascio del soldato Gilad Shalit, catturato nel 2006, e garanzie che Hamas non approfitti della tregua per rafforzarsi militarmente con armi contrabbandate dal Sinai egiziano. Secondo lemittente, Israele chiede che lEgitto intensifichi i contatti con Hamas per lo scambio dei prigionieri e che il movimento nomini ununica figura incaricata di negoziare a suo nome. Secondo fonti palestinesi al Cairo, Hamas esige limmediata riapertura dei varchi di confine con Gaza e una revoca dellembargo israeliano contro la Striscia. Israele vuole la calma e una sicurezza totale per gli abitanti del Neghev per un lungo periodo, ha detto il premier israeliano Ehud Olmert aprendo ieri la seduta settimanale del Consiglio dei ministri. Il primo ministro ha aggiunto che in merito il suo Governo dovr presto decidere se possibile raggiungere quellobiettivo attraverso la mediazione egiziana, altrimenti dovremo utilizzare altri mezzi. Nel frattempo, sul terreno proseguono gli scontri. Miliziani palestinesi hanno sparato ieri dalla Striscia di Gaza un razzo katyuscia in direzione della citt di Netivot e due razzi Qassam verso villaggi agricoli del Neghev. Non si segnalano vittime. Sul fronte diplomatico, l'ex capo di Stato maggiore israeliano, Dan Halutz, ha detto che Israele potrebbe rinunciare al Golan in cambio di una pace duratura. Per la pace vera ha detto dobbiamo essere disposti a pagare un vero prezzo. Nel momento in cui abbiamo avviato colloqui con la Siria, tutti sapevano cosa cera sul tavolo. Hamas non crede alla seriet di Israele nei negoziati con la Siria e tra laltro ritiene Olmert troppo debole per portare avanti una trattativa con Damasco. In una conferenza stampa a Teheran, Khaled Meshaal, il leader di Hamas in esilio a Damasco, ha denunciato che c grande scetticismo sulla seriet (di Israele) per quanto riguarda la restituzione delle Alture del Golan. La debolezza di Olmert non permetter di fare questo passo, ha detto il leader di Hamas.

Violenza in Iraq ai livelli pi bassi degli ultimi quattro anni


BAGHDAD, 26. La violenza in Iraq calata al livello pi basso da oltre quattro anni: quanto ha indicato, ieri, il comando statunitense. Al Qaeda non mai stata cos vicino alla sconfitta ha detto l'ambasciatore Usa in Iraq, Ryan Crocker, parlando ad alcuni giornalisti durante una visita alle citt di Najaf e di Kerbala, nel sud del Paese. Il comando militare americano ha diffuso della documentazione da cui risulta che i casi di violenze compresi attentati dinamitardi per le strade, sparatorie e attacchi con razzi sono scesi al livello pi basso dal 26 marzo 2004. Il calo delle violenze stato confermato anche dal maggiore John Hall, portavoce dell'esercito Usa, il quale ha comunque tenuto a precisare che la situazione in Iraq ancora fragile e instabile. Nei giorni scorsi, durante un'audizione davanti al Congresso, il comandante delle truppe statunitensi in Iraq, generale David Petraeus, ha indicato la possibilit che gli Stati Uniti tornino, il prossimo autunno, a ridurre la loro presenza militare in Iraq. Come gi accaduto in precedenti occasioni, il generale Petraeus ha affermato che occorre valutare lo stato della sicurezza nel Paese prima di ridurre ulteriormente il contingente Usa. Ma in quest'ultima circostanza, rilevano gli osservatori, Petraeus apparso pi possibilista che in passato sull'eventualit di nuovi tagli. Gli Stati Uniti hanno attualmente 155.000 militari in Iraq e contano di ridurre il contingente a 140.000 entro la fine di luglio. Le forze americane e irachene hanno arrestato quattrocento persone nel corso di una retata effettuata in due quartieri sciiti di Baghdad. Secondo quanto ha reso noto il comando americano, l'operazione ha interessato Al Bayaaa e Al Amal, zone in cui il leader radicale degli sciiti iracheni, Moqtada Al Sadr, conta numerosi sostenitori. Qassim Atta, uno dei portavoce delle forze armate irachene, ha detto che tra gli arrestati figurano numerosi ricercati. Nel corso dell'operazione sono inoltre state sequestrate armi e munizioni. Dal canto suo, Hamadallah Al Rikabi, portavoce di Al Sadr, ha accusato le forze americane e irachene di aver operato senza nessun mandato specifico. Il Governo di Sofia ha deciso di prolungare fino alla fine dell'anno la presenza dei militari bulgari in Iraq. Il nuovo contingente sar composto da 155 uomini, che avranno il compito di garantire la sicurezza della caserma di Kroper a Baghdad. La missione dell'attuale contingente bulgaro scade a giugno: si occupava della sicurezza del campo profughi ad Ashraf, settanta chilometri a nord di Baghdad, nel frattempo trasformato in un centro di addestramento della polizia irachena. La decisione del Governo dovr essere approvata nei prossimi giorni dal Parlamento. Finora nel conflitto in Iraq sono morti tredici militari e sei civili bulgari. Da segnalare, infine, che l'orchestra nazionale sinfonica irachena ha eseguito, nei giorni scorsi, un concerto a Baghdad per promuovere l'unit e il dialogo, nella sua prima esibizione pubblica dall'inizio della guerra. Al concerto, organizzato dalla missione Onu per l'assistenza all'Iraq e trasmesso in diretta dalla televisione nazionale, hanno assistito pi di quattrocento persone, tra cui numerosi rappresentanti politici locali e internazionali.

Il ministro degli Esteri siriano in visita a Teheran

Sar rafforzata la missione di formazione di poliziotti e funzionari dell'amministrazione

Damasco ribadisce l'alleanza con l'Iran


TEHERAN , 26. Il ministro della Difesa siriano, Hassan Turkmani, ha cominciato ieri a Teheran due giorni di colloqui con autorit militari e politiche iraniane. La visita, di cui riferisce lagenzia Isna, avviene quattro giorni dopo che Israele e Siria hanno reso noto di avere in corso negoziati di pace con lintermediazione della Turchia. Ieri il ministro degli Esteri iraniano Manuchehr Mottaki, nella prima reazione ufficiale allannuncio delle trattative, ha detto che il regime sionista non in una situazione da porre delle condizioni per ritirarsi dalle terre occupate, comprese le Alture del Golan, che deve restituire alla Siria senza condizioni. LIran e la Siria sono stretti alleati fin dalla rivoluzione islamica a Teheran nel 1979. Le nostre relazioni bilaterali sono strategiche, sulla base degli interessi dei due Paesi e del mondo dellIslam, ha affermato Mostafa Mohammed Najjar, citato dallagenzia Fars. La politica dellIran ha aggiunto si basa sullo sviluppo delle relazioni con tutti i Paesi del Medio Oriente per promuovere una sicurezza e una stabilit permanenti nella regione. Gioved scorso il ministro degli Esteri israeliano, signora Tzipi Livni, aveva posto come condizione allavanzamento dei negoziati con la Siria una rottura delle sue relazioni con lIran, che non riconosce il diritto allesistenza di Israele, oltre che con lHezbollah libanese e Hamas in Palestina, che Damasco sostiene insieme con Teheran. Ma il quotidiano governativo siriano ha risposto che Damasco non scender a compromessi relativamente alle sue relazioni esterne. Turkmani, sottolinea lIsna, ha in programma colloqui sia con il suo collega iraniano, Mostafa Mohammad Najjar, sia con autorit politiche della Repubblica islamica. questa la sua seconda visita in Iran in due anni, mentre Najjar si era recato nel marzo del 2007 a Damasco, dove aveva avuto consultazioni anche con il presidente Bashar al Assad. Oggi in Iran inizia la nuova legislatura, dopo le elezioni di marzo, dalle quali sono usciti vincitori i conservatori. Probabile futuro presidente del parlamento l'ex capo negoziatore sul nucleare Ali Larijani.

Maggiore presenza dell'Ue in Afghanistan


BRUXELLES , 26. L'Unione Europea (Ue) sta prendendo in esame la possibilit di aumentare, in modo sostanziale, la missione civile di polizia Eupol in Afghanistan e non esclude l'ipotesi di adottare prossimamente nuove sanzioni contro l'Iran, che dovrebbero colpire in particolare la grande banca commerciale Melli Bank, impedendo ai suoi uffici europei di Londra, Amburgo e Parigi di funzionare. Le due questioni saranno al centro del Consiglio esteri europeo che si apre oggi a Bruxelles: l'incontro, oltre ai capi delle diplomazie, riunir anche i ministri della Difesa e dello sviluppo. Il Consiglio lancer un segnale di disponibilit a contribuire in maniera significativa alla riforma della polizia afghana attraverso la missione Eupol in Afghanistan riferiscono fonti della presidenza slovena di turno dell''Unione europea. Altre fonti rilevano che la missione Eupol potrebbe addirittura raddoppiare, passando dai duecento uomini previsti a quattrocento. Attualmente sul posto vi sono circa centocinquanta fra poliziotti e ufficiali giudiziari. A spingere per il raddoppio segnala l'agenzia Ansa soprattutto la Germania, ma anche altri partner si dicono sempre pi convinti della necessit di inviare un segnale forte di disponibilit a Kabul, in vista della Conferenza internazionale sull'Afghanistan del 12 giugno a Parigi, alla quale l'Unione europea vuole presentarsi con un pacchetto sostanziale di aiuti e impegni. Il raddoppio non un obiettivo facile da raggiungere osserva un diplomatico francese . C' una certa difficolt a reclutare personale civile da inviare a Kabul. Eupol stata lanciata nel giugno del 2007 allo scopo di addestrare poliziotti e funzionari dell'amministrazione giudiziaria e civile. I ministri Ue avranno anche uno scambio di vedute sulla missione europea Eulex in Kosovo, per il cui dispiegamento si prevedono ormai tempi pi lunghi di quelli inizialmente previsti di met giugno. In agenda figura anche la situazione nel Vicino Oriente. In apertura del Consiglio, questa mattina, stato approvato il compromesso raggiunto tra i 27 per l'avvio di nuovi negoziati Ue-Russia.

Proposta per ridurre i poteri del presidente pakistano


ISLAMABAD, 26. Il partito popolare pakistano (Ppp), al Governo, ha presentato una proposta di revisione della Costituzione per ridurre i poteri del presidente Pervez Musharraf. Vogliamo che se ne vada, piuttosto che metterlo in stato d'accusa, ha detto Asif Ali Zardarri, vedovo di Benazir Bhutto e leader del Ppp, al termine di una riunione del partito. Secondo quanto annunciato, la proposta, articolata in sessantadue emendamenti, prevede l'eliminazione del diritti del presidente di destituire il Governo e il trasferimento al primo ministro della responsabilit di nominare i capi delle forze armate e i governatori provinciali. Inoltre verrebbe limitato a due mandati il periodo di permanenza al potere del capo dello Stato. Prima di presentarla al Parlamento, presumibilmente per la fine di giugno, il partito popolare ne discuter con i suoi alleati nella coalizione di Governo guidata dal premier Yosuf Raza Gilani. Intanto il leader dei Taleban pakistani, Baitullah Mehsud, ha affermato riferisce la Reuters che continuer la lotta contro le forze della Nato nel Paese, senza riguardo per i negoziati di pace intrapresi dal Governo.

Mugabe minaccia l'espulsione dell'ambasciatore statunitense


HARARE, 26. Lo Zimbabwe si prepara al ballottaggio per la presidenza, fissato per il 27 giugno, tra nuove polemiche interne e internazionali. Il presidente uscente Robert Mugabe ha aperto la nuova campagna elettorale, accusando di interferenze lambasciatore degli Stati Uniti James McGee e minacciando di espellerlo dal Paese. McGee si era recato in visita a esponenti dell'opposizione rimasti vittime delle violenze scoppiate nel Paese dopo le elezioni del 29 marzo, vinte dal Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), la principale forza di opposizione. Da parte sua, il leader dello Mdc Morgan Tsvangirai, rientrato sabato nel Paese dopo sei settimane, ha detto che Mugabe non ha speranze al secondo turno, ha escluso qualsiasi Governo di unit nazionale, e ha denunciato piani del regime per decimare il suo partito. Tsvangirai ha sempre sostenuto di aver gi vinto le presidenziali al primo turno, tenuto sempre il 29 marzo, ma ha poi accettato il ballottaggio deciso dalla commissione elettorale dopo settimane di tensioni e violenze. Il leader dello Mdc ha comunque ribadito che campagna elettorale e voto devono tenersi sotto il controllo di osservatori internazionali e di forze di pace della Comunit di sviluppo dellAfrica del sud (Sadc) il cui dispiegamento deve avvenire subito, dall1 giugno, o non servir a niente. Vogliamo una completa smilitarizzazione della situazione.

Il leader dell'opposizione, da oltre un anno in esilio, arrestato in Belgio su mandato della Corte penale internazionale

L'ex vicepresidente congolese Bemba incriminato all'Aja


BRUXELLES, 26. L'ex vicepresidente della Repubblica Democratica del Congo, Jean Pierre Bemba, da oltre un anno in esilio, da sabato sera in carcere in Belgio su mandato di cattura della Corte penale internazionale (Cpi), il tribunale permanente voluto dall'Onu. L'incriminazione di Bemba, che aveva lasciato il suo Paese dopo violenti scontri a Kinshasa, tra suoi miliziani e truppe governative, riguarda vicende relative alla confinante Repubblica Centroafricana. Sotto accusa per crimini di guerra e per crimini contro l'umanit l'intervento della sua formazione armata, il Movimento di liberazione del Congo (Mlc), nel conflitto nella Repubblica Centroafricana fra lottobre 2002 e il marzo 2003, su richiesta dellallora presidente Ange-Felix Patass. Nel 2004, il nuovo Governo della Repubblica Centroafricana aveva deciso di investire della vicenda la Cpi, che aveva avviato un'inchiesta nel maggio di un anno fa. Alla notizia dell'arresto di Bemba, il procuratore della Cpi Luis Moreno Ocampo, nel ringraziare quanti si sono impegnati a eseguirlo, ha ribadito che non ci sono scuse per centinaia di stupri, per la violenza su una bambina davanti ai suoi genitori, per un capo che ordina, autorizza e tollera che le sue truppe commettano violenze e saccheggi. Noi abbiamo le prove che Bemba ha commesso dei crimini. Non possiamo cancellare le ferite delle vittime ma possiamo rendere loro giustizia, ha sottolineato, spiegando che le vittime potranno testimoniare contro Bemba e raccontare le atrocit che hanno subito e vissuto. Il suo arresto un avvertimento serio a quanti commettono, incoraggiano o tollerano crimini sessuali, ha aggiunto il procuratore. Da parte sua, lo Mlc, oggi il principale partito di opposizione congolese, ha parlato di politicizzazione della Cpi e ha chiesto la liberazione immediata del suo leader. Larresto del senatore Bemba a qualche giorno dalla sua elezione a portavoce dellopposizione nella Repubblica Democratica del Congo, non pu essere casuale, visto che oltretutto n Patass, n il capo del suo esercito, che hanno beneficiato dellappoggio delle truppe dello Mlc, sono stati oggetto di alcuna indagine, ha dichiarato ieri a Kinshasa il segretario dello Mlc, Franois Muamba. Nel frattempo, sul piano diplomatico, la Repubblica Democratica del Congo coinvolta in un duro contrasto proprio con il Belgio. Il Governo di Kinshasa ha annunciato sabato la decisione di richiamare in patria il suo ambasciatore a Bruxelles e di chiudere il suo consolato ad Anversa, la seconda citt del Belgio. La misura stata presa per protesta contro un'affermazione attribuita al ministro degli esteri belga Karel De Gucht, che durante la sua recente visita in Cina avrebbe parlato di diritto morale del suo Paese nei confronti della sua ex colonia. Il Governo di Kinshasa ha diffuso una nota nella quale ricorda che la Repubblica Democratica del Congo un Paese indipendente e sovrano e che non riconosce a nessun altro Paese un qualsivoglia preteso diritto morale su di lui. Dal Governo belga guidato dal primo ministro Yves Leterme al momento non sono arrivati commenti. Lo stesso Leterme, comunque, aveva dato il suo sostegno a precedenti affermazioni fatte da De Gucht, durante la missione che questi aveva effettuato il mese scorso a Kinshasa. In quella occasione, De Gucht aveva denunciato la corruzione nel Paese africano e i privilegi favolosi di cui alcuni godono. Lo stesso ministro degli Esteri durante una trasmissione televisiva qualche giorno fa aveva ricordato che il Belgio invia circa duecento milioni di euro alla Repubblica Democratica del Congo. Penso che non solo abbiamo il diritto, ma anche lobbligo morale di dire quello che pensiamo su quanto sta avvenendo in Congo e che non va affatto nella buona direzione, aveva dichiarato De Gucht.

Menghistu condannato a morte in contumacia


ADDIS ABEBA, 26. Lex presidente etiopico Menghistu Hail Mariam stato condannato a morte oggi in appello insieme ad altri diciotto alti responsabili del suo regime. La Corte suprema di Addis Abeba ha deciso di accogliere la richiesta del procuratore che la pena dellergastolo inflitta in primo grado sia sostituita dalla pena capitale per Menghistu e per gli altri coimputati. In primo grado, con una sentenza emessa il 12 dicembre 2006, gli imputati erano stati dichiarati colpevoli di un genocidio perpetrato durante il periodo del cosiddetto terrore rosso, nel 1977-78. Menghistu aveva assunto la carica di presidente nel 1977, quando era al potere gi da tre anni, dopo aver rovesciato con un colpo di Stato militare lultimo imperatore Hail Selassi. Nel 1991 fu costretto alla fuga dallavanzata dei guerriglieri del Tigr e dellEritrea, all'epoca ancora facente parte dell'Etiopia. Da allora vive in esilio nello Zimbabwe.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
A quattrocento anni dalla canonizzazione di Francesca Ponziani

luned-marted 26-27 maggio 2008

Ceccolella, la santa della carit romana


drammatica e dolorosa, e a non tirarsi delle rappresaglie; il suo incessante laindietro di fronte agli aspetti pi duri e voro terapeutico su anime e corpi la crudi della vita, nel tempo la porta a porta a diventare medico ed erborista dilatare il suo raggio di azione da casa anche stavolta quasi suo malgrado, per Ponziani al quartiere di Trastevere, fi- nascondere le sue virt taumaturgiche no a raggiungere i sobborghi pi lonta- soprannaturali dietro fasciature, impiani della sua citt. Ogni giorno percorre stri e decotti di piante officinali. Fa di le favelas dell'epoca con un carretto tutto per non far notizia, cerca di eviper venire incontro a chi non ha pi tare che la gente si accorga della straneanche la forza di chiedere aiuto, en- na forza che esce dalle sue mani, ma tra nelle catapecchie pi miserabili per la fama della sua santit si diffonde curare e consolare, portando medicina- sempre pi. Anche perch sempre pi li e speranza a domicilio, accompagna- spesso viene visitata da estasi, visioni, ta da un gruppo di amiche che, come esperienze mistiche che la lasciano colei, preferiscono investire soldi e tempo me morta per ore dopo essersi accostain carit piuttosto che in feste, gioielli ta all'Eucarestia. Non ha paura, perch sa di non essere sola: sente accanto e stoffe preziose. Durante i lunghi periodi di carestia a s la presenza costante dell'angelo Francesca e la cognata Vannozza di- custode, ma deve anche affrontare duri stribuiscono gratuitamente vino e ce- combattimenti con l'angelo caduto, che reali a chiunque bussi alla loro porta, la lasciano stremata. La violenza con cui sente nel suo nonostante il disappunto dei parenti, certe dell'aiuto del Padrone del mon- corpo le ferite della Passione di Cristo bile da immaginare da chi lo guarda che vivono la vocazione alla verginit esclusa proprio la citt del Papa. E la do. Aiuto che non verr mai meno: lascia sbigottite anche le compagne che vivere nel mondo normale, ma an- nel mondo, dedicandosi a opere di ca- prova che intorno al Vicario di Cristo quando gli altri componenti della fami- la seguono ogni giorno nelle ronde che dolori e desolazioni, solitudini ter- rit e assistenza, ma con un'autonomia la multiforme creativit dello Spirito glia vanno a controllare le provviste della carit nei sobborghi pi sperduti ribili. Il dono della profezia e l'aspetto e una flessibilit sconosciute alle anti- Santo non ha mai cessato di diffondere pi politico del carisma ricevuto l'al- che fondazioni claustrali. Il lavoro di fede, speranza e carit, neanche nei peper rimproverarle dell'eccessiva genero- di Roma. Credere in Dio facile, diverso tra faccia di una stessa medaglia; tessitura politica, religiosa, morale e riodi storici pi bui. Proprio in questi sit verso i poveri, le botti anni, per ribaltare il tpos diffuso dalla sono sempre miracolosa- e pi raro fare esperienza di Dio l'intensit della vita interiore che porta materiale di Francesca continua anche propaganda protestante di Roma-BabiDopo una lunga eclissi mente piene e i magazzini spiega Claudio Leonardi, uno dei mag- ad operare nella storia. Francesca fre- e soprattutto, come succede sempre ricolmi di sacchi di fru- giori esperti italiani di letteratura e spi- quenta i benedettini olivetani, e chiede ai santi post mortem: il 29 maggio lonia, fonte di corruzione, nasce l'imnelle canonizzazioni, dovuta mento. Francesca la san- ritualit medievale, invitato a parlare a loro consigli morali e materiali su co- 1608 il Papa romano Paolo V Borghese magine fortissima e quasi respingente ta dell'attenzione, nella della santit di Francesca nella citt me dare una casa alle sue colleghe di eleva all'onore degli altari Ceccolella della Piet romana, raffigurata come alle controversie con i protestanti, cura del marito, dei figli, dove ha vissuto per vent'anni. Il mi- vocazione, che nel tempo sono diventa- dei Ponziani. La cerimonia in San Pie- una giovane bellissima donna che aldegli amici e di quella fa- stico lo sperimenta, e cerca di raccon- te sempre pi numerose e sempre pi tro, solenne e magnifica, vuole sottoli- latta un vecchio sporco e malato spieFrancesca la prima santa italiana miglia allargata che nel tare cosa prova. Ma le parole sono in- certe nel loro proposito di dedicare tut- neare l'importanza storica che si attri- ga Lucetta Scaraffia, docente di storia contemporanea all'universit La Satempo diventa tutta la cit- capaci di rendere il mistero della fusio- ta la loro vita a Cristo. La premura buisce all'evento. pienza illustrando le profonde ragioni matrimonio e gli affari domestici non t di Roma; la virt eroica dei santi in ne con il divino, solo le immagini rie- per le sue sorelle, e non un progetto Dopo un lungo periodo di silenzio simboliche e politiche dell'iconografia le lasciassero tempo per Dio e obbli- lei si esercita nell'accudimento e nella scono a rendere qualcosa della ricchez- astratto pensato a tavolino, la porter nelle canonizzazioni, dovuto alle congata a svolgere il ruolo della perfetta tenace e lieta fedelt ai piccoli gesti del za delle percezioni. Il santo prova una a fondare nel cuore della citt, a Tor troversie con i protestanti, Francesca barocca. Quattrocento anni dopo Ropadrona di casa in quanto consorte di quotidiano. Non a caso famosa per la gioia intensissima, una felicit impossi- de' Specchi, una comunit di Oblate la prima santa italiana, la prima don- ma torna a celebrare Ceccolella, Intus pacifica (...) sed extra leo ferocissimus un facoltoso mercante di bestiame al sua attivit maieutica; aiutare una na dal tempo di Caterina da Siena nel cos la descrive Ianni Mattiotti, prete centro di un complesso mondo di clien- donna a partorire implica attenzione, 1461, e in assoluto anche la prima per- di Trastevere suo confessore nell'ultima tes e rapporti sociali difficili da gestire, pazienza, significa essere disposti a non sonalit romana a entrare nella storia parte della vita dolcissima con i Ceccolella Bussi coniugata Ponziani si lasciare mai sola la puerpera durante il della santit canonizzata, da cui para- suoi malati, implacabile nello smaschesente intrappolata in una vita non travaglio, giorno e notte, rassicurarla dossalmente sino ad allora era rimasta rare la menzogna. sua. anche se ci sono complicazioni, farla Prima lotta, si ribella, rifiuta il for- sentire amata e protetta. Francesca c' malismo vuoto e gli intrighi di potere sempre quando serve, indifferente alla dell'ambiente a cui si legata con le stanchezza, pronta a farsi carico del nozze fortissimamente volute dai geni- dolore e della paura di chi ha davanti tori Paolo Bussa de' Leoni e Iacobella per sciogliere anche le situazioni pi de' Roffredeschi, soffre fino ad amma- difficili. larsi gravemente, poi accetta e obbediNon una conquista immediata, ma sce al misterioso disegno di Dio sulla il frutto di un lavoro su di s, di un'aLamentarsi mai, agire sempre: cos figlie spirituali di Francesca, che sua vita. Abbandona la clausura dome- scesi costante. All'inizio della sua vita gestiscono una casa di accoglienza per il cardinale decano Angelo Sodano ha stica e sceglie di fare bene quello che matrimoniale cerca di rifugiarsi nelle giovani universitarie e custodiscono lo sintetizzato l'opera delle Oblate di gli altri la costringono a fare, aggrap- stanze pi solitarie del grande palazzo splendido ciclo di affreschi di Tor de' santa Francesca nei difficili anni del pandosi all'Eucarestia quotidiana come dei Ponziani per dare continuit, temSpecchi. Pur di garantire la sua primo Quattrocento romano, a unico sostegno, certa che solo l'infinita po e spazio al suo dialogo con Dio, poi manutenzione, alcune oblate hanno conclusione della giornata di bellezza di Dio basta e in Lui trover con il passare degli anni capisce che la imparato le tecniche di restauro, si celebrazioni in onore della santa di la risposta a ogni suo desiderio e ad cella non dev'essere necessariamente sono rimboccate le maniche e hanno Trastevere organizzata da suor Maria ogni sua angoscia. uno spazio fisico recintato, ma pu esCamilla Rea, madre presidente di Tor portato a termine i lavori pi lunghi e Il s sofferto ma totale; France- sere all'interno del suo cuore come costosi, per i quali era pi difficile sca accetta di vivere non nel modo che rispondeva santa Caterina a chi la acde' Specchi. Ho chiesto ospitalit al trovare uno sponsor. Secondo una aveva sognato da bambina, ma affron- cusava di trascurare la contemplazione nuovo sindaco a poche ore dalla sua delle novizie, la carit del suo tando quello che la realt le mette da- e di lasciarsi distrarre dai troppi viaggi elezione ha rivelato suor Maria monastero uno dei tanti effetti vanti tutti i giorni, dalle circostanze resi necessari dalla sua intensa attivit durante i ringraziamenti di rito. collaterali del mistero della croce e pi banali come curare gli affari della politica. Temevo di dover aspettare mesi; dell'inesauribile fecondit dei martiri; sua casa-azienda, ricevere le amiche o invece mi ha telefonato dopo tre ore, Anche Francesca diventa profetessa, una febbre di vita che si declina in gli influenti alleati del marito, alle si- senza averlo cercato o desiderato, per dicendomi che era ben lieto di mettere mille modi. Il santo marchia anche tuazioni pi drammatiche e laceranti, obbedienza, come sempre in tutti i a disposizione una sala del fisicamente il luogo dove vissuto; come assistere i due figli malati di pe- passi pi importanti della sua vita. Campidoglio per festeggiare la santa successo anche a Ceccolella, venerata ste nell'agonia e accompagnarli all'in- Profetessa di fatto e quasi suo malgrapi amata dai romani. Amata, ma anche in Campidoglio. Perfino sulle contro definitivo con l'Eterno, sbrigare do, come Caterina e santa Brigida prinon conosciuta come un tempo; il campane della torre del palazzo le penose formalit per la loro sepoltu- ma di lei, perch vive in un'epoca di filmato dedicato a Tor de' Specchi senatorio spiega suor Maria Camilla ra, aiutare altre madri, mogli, figlie a divisioni, guerre di potere e faide viorealizzato da Alessandro Chiodo e Rea, madre presidente di Tor de' vivere lo stesso terribile, incomprensibi- lentissime, un periodo storico confuso e proiettato dopo la conferenza si Specchi, introducendo l'inno per coro le dolore davanti al volto delle persone lacerato in cui il popolo cristiano ha prefigge lo scopo di avvicinare la e voce solista (interpretato da Denia care sfigurato dalla malattia. Francesca storica, vissuta a Trastevere bisogno di figure di riferimento a cui Mazzola Gavazzeni) dedicato a santa Francesca si fida di Dio; con Lui ne- guardare. Francesca ricuce le ferite ai romani di oggi e far capire le radici Francesca da monsignor Marco gli occhi e nel cuore non esistono pi morali e materiali della sua gente, profonde e drammatiche della sua Frisina c' l'effige della santa pi circostanze importanti e trascurabili, tesse alleanze e getta acqua sul fuoco amata dai romani. santit. Nel video parlano anche le non c' pi bisogno di censurare niente, tutto diventa occasione preziosa per sperimentare il mistero dell'Incarnazione. Nel tempo la giovane nobildonna insofferente, la ragazzina indomabile La Giuria ecumenica di Cannes premia Adoration di Atom Egoyan che rifiuta il matrimonio combinato imposto dai genitori diventa la intus pacifica Francisca di cui parlano i biografi, che trasforma tutti i passaggi obbligati, le fatiche e le angustie della del Festival di Cannes per i cattolici oltre al tri o riguardo a ci che risulta straniero alla realt i suoi genitori sono morti in un incidente sua vita in un'occasione di carit per di ELISABETTA GALEFFI stradale che, secondo il nonno con cui vive il presidente Aucourt, sono stati membri della nostra cultura e religione. se stessa e per gli altri. La prima palma d'oro ai film quest'anno in Giuria Ecumenica, Marie-Therse Kreidy, libaAdoration racconta la storia di un ragazzo, ragazzo, stato provocato dal padre di Simon. La ricchezza non pi sentita come competizione alla sessantunesima edizione del nese, direttrice dei programmi per il canale cat- Simon, studente di un liceo canadese, che cerca Il ragazzo racconta, sulla rete e nel suo compiun ostacolo all'imitazione della povert Festival del Cinema di Cannes, stata conse- tolico Tl Lumire-Noursat a Beirut, Lukas attraverso il web e, soprattutto lo to, che il figlio di quella ragazza lui. evangelica ma diventa un'opportunit gnata sabato 24 maggio ad Adoration del regi- Jirsa, ceco, critico cinematografico per un Egoyan usa una molteplicit di forme narraper rispondere concretamente al bisostrumento sempre pi diffuso sta armeno-canadese, Atom Egoyan. gno dei fratelli uomini umiliati dalla di comunicazione sulla rete tive per spiegare la difficolt dell'esistenza: insettimanale cattolico, e per i protestanti fame, abbrutiti dalla miseria e stremati Ad assegnare il premio ad Egoyan, la Giuria Jol Baumann, pastore della Chiesa riforche sono i blog, di modi- ternet, una telecamera digitale e anche la scritdalle scorrerie delle truppe del re di ecumenica, che dal 1974 presente a Cannes. mata di Francia, a Marsiglia, e direttore ficare la propria identi- tura, come nel caso del monologo di Simon, e, Napoli Ladislao d'Angi Durazzo, che Noi riteniamo laureato il film che per le sue delle giornate ecumeniche di cinema di t e la propria percezio- come sempre, una molteplicit di storie che si cerca di esercitare il proprio controllo qualit artistiche, i valori umani e spirituali si Martigues, Alyda Faber, canadese, che ne di s sia con se stesso innescano su la principale come quella di una sulla citt approfittando della debolezrif agli insegnamenti evangelici ha dichiarato tiene un corso di cinema e religione alla e sia rispetto ai suoi com- donna misteriosa con il burqa, che cerca di enza del potere pontificio. Nel 1378 la il presidente della giuria di quest'anno, padre Facolt di teologia protestante di Halifax e pagni, del liceo. Inventa trare nella vita dello zio del ragazzo. duplice elezione di Urbano VI e delRen Aucourt, cattolico, vicario episcopale del- Margrit Frolich, tedesca, appartenente alSimon un adolescente con una complicata cos una storia, che racl'antipapa Clemente VII aveva aperto la diocesi di Autun e presidente della Federa- la chiesa evangelica di Francoforte, orconta prima agli studenti storia familiare, che cerca di crearsi un'identiil grande scisma; per quarant'anni due zione nazionale della stampa locale cristiana. del suo liceo e poi rende t superando stereotipi culturali una meditaganizzatrice di seminari e autrice o anche tre papi si contenderanno il gi il terzo anno che padre Ren presiede di pubblicazioni sul cinema. zione, secondo la giuria ecumenica, sull'intollepubblica attraverso la rete. soglio di Pietro. alla Giuria ecumenica del Festival di Cannes, Tutto ha inizio con l'asse- ranza e l'estremismo tra Occidente e Medio A la Plages des Palmes, lungo La ferita istituzionale al supremo dopo aver ricoperto lo stesso incarico per le la passeggiata della Croisette, gnazione di un compito in Oriente. vertice della cristianit avr conseguenedizioni del 2001 e del 2002. La funzione della giuria ecumenica spieclasse dato dalla professoressa sabato 24 maggio, alle cinque ze religiose ma anche politiche I membri della giuria sono sei ogni anno, del pomeriggio, si svolta la cedi francese: scrivere un mono- ga il presidente quella di proporre uno devastanti per l'Occidente e per Roma, compreso il presidente della giuria, e sono scelti rimonia di premiazione, alla logo sulla base di un evento di sguardo particolare sui film, perch il cinema ci che ne il centro simbolico. I Ponziani dalle due grandi realt internazionali del cine- presenza del delegato generale cronaca. Il fatto quello di pu rivelare la profondit dell'uomo, il suo mipagano un prezzo molto alto per la loma cristiano: Signis, organizzazione cattolica del festival di Cannes, Thierry una bomba inesplosa, scoperta stero attraverso le sue preoccupazioni, i suoi erro fedelt alla Chiesa e agli Orsini conmondiale per la comunicazione, e Interfilm, Fremaux, con la consegna di dalla polizia israeliana all'in- rori e le sue speranze. tro il re Ladislao e i Colonna: Lorenzo, organizzazione protestante internazionale del una targa al regista Atom EgoQuesta giuria presente in molti festival del il marito di Francesca, viene ferito tanterno della valigia di una racinema, che riunisce le confessioni protestanti. yan e la lettura della menzione speciale per il gazza in dolce attesa, di ritorno ad Israele. Si cinema internazionale. A Berlino, come a Loto gravemente da restare infermo per Ognuno dei due gruppi sceglie tre giurati, che carno, a Montreal e molti in altre rassegne citutta la vita, il cognato Pauluzzo esiliariconoscimento tributato. Menzione al regista scopre che a cercare di compiere l'attentato secondo lo statuto della Giuria Ecumenica de- per aver usato una poetica cinematografia che stato il fidanzato della ragazza, un terrorista nematografiche in giro per il mondo: un modo to, il figlio Battista, ancora fanciullo, vono possedere come requisiti necessari di esse- ci invita, attraverso la presentazione di simboli palestinese che aveva messo l'ordigno nella va- per dimostrare di essere aperti e attenti a ogni preso in ostaggio. La totale disponibilire allo stesso tempo professionisti del mondo del e oggetti tradizionali e contemporanei, a ricon- ligia, perch esplodesse durante il volo. diversit culturale, sociale o religiosa scritto t di Francesca ad accettare la volont Simon molto turbato dalla storia, nella nella presentazione ufficiale del premio. di Dio in ogni situazione, anche la pi cinema e cristiani. Alla sessantunesima edizione siderare gli stereotipi esistenti riguardo agli aldi SILVIA GUIDI Francesca Romana stata l'antesignana di Madre Teresa di Calcutta. Lo stesso vale per le sue oblate: al posto del sari bianco bordato di azzurro portano un velo bianco su un semplice vestito nero, ma il carisma lo stesso spiega Michelangelo Maria Tiribilli, abate di Monte Oliveto Maggiore, durante le solenni celebrazioni in Campidoglio del quarto centenario della canonizzazione dell'Advocata Urbis, come la chiamavano i suoi concittadini. Antesignana di Madre Teresa in tutti i sensi; non solo nella concretezza della carit e nella dedizione totale ai pi deboli a chi sta per morire, a chi appena nato o sta per nascere, alle donne, ai malati e ai poverissimi, a tutto ci che viene considerato tempo sprecato dalla mentalit del mondo, allora come oggi ma anche nella difficolt ad accettare le circostanze oggettive della sua vocazione. Moglie e madre suo malgrado sognava il chiostro perch temeva che il

Amata, ma non conosciuta come un tempo

Simboli e tradizione contro gli stereotipi sul diverso

luned-marted 26-27 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Quattrocento anni dalla morte del cardinale Francesco Maria Tarugi

pagina 5

Un incontro a Roma sui rapporti tra scienza e religione

Quando la ragione non cerca la fede


di LUCA M. POSSATI Nelle dispute di problemi naturali non si dovrebbe cominciare dalle autorit di luoghi delle Scritture, ma dalle sensate esperienze e dalle dimostrazioni necessarie. Con queste parole, nella famosa lettera alla granduchessa madre Cristina di Lorena (fine dell'estate 1516), Galileo Galilei apriva le porte di una questione abissale: quali sono i limiti dell'autonomia scientifica? Fin dove la scienza pu spingersi senza la Rivelazione, senza un sapere ultimo dell'uomo e della sua salvezza? Scrittura e natura procedono entrambe dal Verbo divino, scriveva il pisano alla nobildonna, quella come dettatura dello Spirito Santo, questa come osservantissima esecutrice de gli ordini di Dio. La Scrittura ci parla della salvezza, delle verit rivelate e soprannaturali, ma non delle conoscenze naturali, quelle che possiamo conoscere con i sensi e con l'intelligenza matematica. Essa dunque non pu essere usata per confutare una verit dimostrata dalla scienza sperimentale. A circa cinquecento anni di distanza, la distinzione posta dal Galilei resta ancora al centro del dibattito scientifico, tema di discussione per scienziati, teologi, filosofi ed esegeti. A dimostrarlo stato l'incontro intitolato Per la formazione scientifica ed altri saperi, tenutosi venerd 23 maggio presso l'oratorio del Collegio Romano a Roma, al quale sono intervenuti, tra gli altri, Jos Funes, direttore della Specola Vaticana, Renato Guarini, Rettore dell'universit La Sapienza, Giorgio Israel, docente di Storia della matematica a La Sapienza, Luciano Maiani, presidente del Cnr e Giancarlo Pani, dal 2003 rettore della Chiesa della Sapienza, la Cappella del primo Ateneo romano. Al centro del dibattito, il dialogo tra i saperi per le giovani generazioni nel contesto universitario ed ecclesiale, senza dimenticare le note vicende del gennaio scorso: la mancata visita di Benedetto XVI allo Studium Urbis. una tendenza dominante tra gli scienziati di oggi cercare di dimostrare la propria scientificit facendo ricorso ad un intransigente materialismo e ad un rigoroso metodo naturalista. In tale prospettiva, misura del sapere sarebbe soltanto l'empiricamente attestabile. Ma una visione di questo tipo ha spiegato Israel deriva da una considerazione distorta della storia della scienza. L'importante evitare i fraintendimenti, ha aggiunto il docente, perch molti scienziati del passato non sono stati materialisti. Il vero rischio credere che l'unica forma di razionalit sia quella naturalistica. Occorre cambiare prospettiva: non bisogna cercare il conflitto tra fede e ragione l dove esso non c'. Tutti i grandi pensatori della Rivoluzione scientifica sono stati perseguitati, ha precisato Israel. Ci non significa che in quel periodo si sia prodotto una scontro intrinseco tra fede e ragione. Galilei, Descates, Newton, Copernico sono stati grandi teologi laici, con una propria visione teologica e filosofica tanto che il senso di molti concetti fondativi delle loro teorie non si pu capire se non si fa riferimento a questa visione teologica di fondo. Cos secondo lo storico della matematica fare della scienza il baluardo dell'ateismo sbagliato, perch significa assegnare alla scienza qualcosa che non le appartiene affatto creando scissioni controproducenti, negative sia per le scienze naturali, sia per le scienze umane. Alla luce di simili considerazioni, le critiche sollevate da molte parti alla visita di Benedetto XVI a La Sapienza sono state il sintomo di un profondo fraintendimento del compito della scienza. Come affermava l'allora cardinale Joseph Ratzinger nella conferenza del 15 febbraio 1990 quella al centro delle contestazioni del gennaio scorso La fede non cresce a partire dal risentimento e dalla messa in questione della razionalit, ma solo a partire da un suo fondamentale apprezzamento e da una pi ampia ragionevolezza. L'autonomia del sapere scientifico ha ribadito Israel qualcosa di imprescindibile. Nella vicenda della visita mancata si possono ritrovare due elementi: un equivoco, cio il pensare che quella visita fosse solo per l'inaugurazione dell'anno accademico, e la valutazione sbagliata di un'affermazione di Ratzinger nella conferenza del 1990. Fa parte dell'etica scientifica ammettere i propri errori, ma questo ancora non accaduto. In quella conferenza Ratzinger ha voluto mostrare come nel Novecento il mutato atteggiamento nei riguardi di Galilei fosse il segno di una profonda crisi di fiducia della scienza in se stessa. Proprio per questo, ha detto Israel, Ratzinger un galileiano. Secondo Luciano Maiani, uno dei docenti che ha firmato la lettera al Rettore nella quale si auspicava che l'incongruo evento potesse essere annullato, il caso de La Sapienza non sorto dalla contestazione del discorso del 1990. Quel che va ricordato dell'episodio, piuttosto, la forte affermazione dell'autonomia della scienza e della formazione rispetto all'influenza del pensiero religioso. Sono uno scienziato ha detto

Per tutta la vita novizio di san Filippo Neri


di EDOARDO ALDO CERRATO* La festa del santo Fondatore dell'Oratorio offre l'occasione di ricordare, assieme a san Filippo Neri, un suo insigne discepolo: il cardinale Francesco Maria Tarugi, di cui ricorre quest'anno il IV centenario della morte. La ricorrenza sar celebrata solennemente sabato 14 giugno in Santa Maria in Vallicella, con una celebrazione eucaristica vespertina presieduGiovanni de' Fiorentini. Non solo perch il Tarugi era il maggiore d'et dopo il padre; ma soprattutto perch di lui rifletteva certi tratti spirituali ed evidenti affinit psicologiche che, fra l'altro, glielo resero fra tutti il prediletto. (...) Non dubbio che egli abbia riprodotto in s le virt tipiche del suo padre e maestro Filippo; qualche cosa del fascino che questi esercit sempre su tutti fu concesso anche al grande suo figlio, come ampiamente attest una schiera di discepoli (...) Non sorprende, per chi conosce cos l'uomo Tarugi, che il padre Filippo l'abbia tanto amato e tanto l'abbia pianto come perduto fin da quando Napoli glielo aveva preso. Ancor oggi, chi scorre le sue note biografiche attraverso i numerosi scritti epistolari, non sa sottrarsi al fascino della sua amabile e santa familiarit. Se la figura del Baronio suscita ammirazione e reverente edificazione, a quella del Tarugi ci si accosta con trepida commozione come a persona amata. San Filippo Neri aveva pensato a padre Francesco Maria come suo successore, ma Papa Clemente VIII, pur devoto amico di Filippo e dell'Oratorio, glielo sottrasse nel 1592, nonostante ogni mezzo messo in atto per stornare la nomina alla sede arcivescovile di Avignone; insignito della porpora romana nel giugno 1596, assieme a Cesare Baronio, e traslato nel 1597 all'arcidiocesi di Siena, dove ancora lavor intensamente per alcuni anni, solo negli ultimi tempi della sua lunga vita Tarugi pot ritornare nella amata Vallicella, dove nel tardo pomeriggio dell'11 giugno 1608 spir piamente baciando con devo-

Se la figura di Baronio suscita ammirazione e reverente edificazione a quella di Tarugi ci si accosta con commozione Come a una persona amata

Maiani e ho avuto la fortuna di crescere in un momento storico molto interessante per la mia disciplina, a contatto con persone straordinarie, tutte aperte al dialogo, di tutte le confessioni. I fisici sono naturalmente portati al dialogo, perch la ricerca pone obiettivi ai quali tutti guardano e perci, guardandoli, dimenticano le opposizioni storiche e ideologiche. Anche negli anni della Guerra Fredda, la comunit fisica ha saputo mantenere aperto il dialogo tra Occidente e Unione Sovietica. L'incontro all'oratorio del collegio romano stata anche l'occasione per la presentazione del volume RatzingerGalileo alla Sapienza (Palermo, Sigma Edizioni, 2008, p. 80), che raccoglie il testo della conferenza del 1990, quello dell'Angelus di domenica 20 gennaio e la ricostruzione storica di Giancarlo Pani: Il caso Galileo: il metodo scientifico e la Bibbia.

ta da monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura. Amato da padre Filippo di singolare predilezione, Tarugi fu confratello e amico fraterno anche del venerabile cardinale Cesare Baronio, primo successore di san Filippo e illustre storico della Chiesa, commemorato lo scorso anno con iniziative religiose e culturali in occasione del IV centenario del suo dies natalis. Ricordando il ruolo svolto da Tarugi nell'Oratorio che si riuniva intorno a padre Filippo, Cesare Baronio lo present come dux verbi e parl di lui come di uomo apostolico, esempio di antica probit (...) al quale mi glorio di essere stato legato, fin dagli inizi della vita spirituale, da vincoli di indivisibile carit, e fratello mio veramente, essendo stati entrambi generati nello spirito dal medesimo padre, quell'uomo santissimo che fu Filippo Neri (...), bench egli mi preceda in ragione della primogenitura e notevolmente mi superi nei meriti. I due grandi Oratoriani verso i quali le Congregazioni dell'Oratorio hanno un debito di riconoscenza, dal momento che a essi prevalentemente si deve il riconoscimento canonico di quella di Roma, ad instar della quale tutte le altre furono istituite sono ricordati nel presbiterio di Chiesa Nuova da una lapide in marmo nero, semplicissima nella sua eleganza filippina, che commemora i due cardinali, i quali riposano uno accanto all'altro per continuare, al di l della morte, la comunione di vita da essi vissuta nel reciproco sostegno nell'esercizio delle virt: ne corpora disiungerentur in morte quorum animi, divinis virtutibus insignes, in vita coniunctissimi fuerant. Come quella del confratello e collega nel cardinalato Cesare Baronio scrive Antonio Cistellini la personalit del Tarugi spicca d'un rilievo singolare, riconosciutole fin da primo comporsi della La morte di Filippo Neri. Incisione dalla vita famiglia oratoriana a San curata dall'oratoriano Antonio Gallonio nel 1601

San Filippo Neri

zione la corona e il crocifisso di padre Filippo. Era nato a Montepulciano il 25 agosto 1525 da nobile famiglia, imparentata con cardinali e Pontefici, e aveva ricevuto in ambiente di corte una buona formazione letteraria e giuridica, mostrando doti non comuni nella poesia e nell'arte oratoria. Giunto a Roma nel 1555, nella corte pontificia, dove risiedeva, immediatamente fu sotto gli occhi di tutti il suo valore. Non stupisce che Pio IV abbia voluto questo distinto laico ad assisterlo in punto di morte. Dall'incontro con Filippo Neri il Tarugi rimase conquistato. Come figlio obbediente si affid alla cura spirituale di padre Filippo dandosi, dal 1565, alla frequentazione assidua dell'Oratorio, fino ad abbandonare la vita di corte per entrare nella Comunit che Filippo aveva collocato in San Giovanni dei Fiorentini per la cura pastorale di quella chiesa a lui affidata. Gi avanti negli anni, amava ripetere: Per lo spazio di oltre cinquant'anni e pi sono stato novizio del beato Filippo. Inter suos commilitones tamquam sidus elucebat afferma il Gallonio, ricordando l'eccellenza di Tarugi nella signorilit dello stile, nella ricchezza delle doti, e nell'esempio delle virt.

Riaperta dopo cinque anni la Sala accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra con il restaurato organo a canne

Gregoriano, polifonia e tastiere tardoromantiche


di MARCELLO FILOTEI Gli organi sono come i dialetti, rappresentano un ambiente specifico, culturale e sociale. Spesso sono nazionalisti, ostentano un'appartenenza territoriale sottolineandone le peculiarit, e paradossalmente pi sono nuovi pi restituiscono un sapore antico, principalmente barocco. S perch il gusto musicale degli ultimi decenni andato verso una riscoperta delle sonorit e della prassi esecutiva seicentesche, scrostando la tradizione interpretative dalla sovrastruttura operistica, che aveva esteso un modo di intendere la musica vocale profana anche al resto del repertorio. A Roma c' un organo dove non indicato suonare Bach. degli anni Trenta del Novecento, ed stato appena restaurato. Ha un suono orchestrale un po' retr, cinque tastiere, e una gamma di possibilit timbriche eccezionale. stato inaugurato venerd 23 in occasione della riapertura della Sala accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra (Pims), tornata agli antichi splendori dopo cinque anni di lavori. Con gli affreschi seicenteschi riscoperti sotto sei strati di vernice, lo strumento centra poco, se non per l'imponenza. Donato nel 1932 da Justinae B. Ward, come si legge nell'iscrizione che lo sovrasta, il grande organo Mascioni, sembra prestarsi soprattutto a un repertorio che spazia tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del secolo successivo. Non a caso Giancarlo Parodi, che ha offerto un breve assaggio delle possibilit dello strumento, ha scelto il Postlude Festival di Amde Reuchsel, un compositore francese morto nel 1931 e La prdication aux oiseaux St. Franois d'Assise di Franz Listz (nella trascrizione di Camille Saint-Sans). E gli uccelli, almonsignor Alberto Turco, il Regina Coeli di Domenico Bartolucci per coro a quattro voci e il Kyrie dalla Missa Gregoriana per coro e organo di Wolfram Menschick. Questa volta sul palco era salito il Coro polifonico del Pims accompagnato dall'organista Hctor Manuel Salcedo Becerra sotto la direzione di Walter Marzilli. La scelta dei brani anticipava il conferimento del dottorato honoris causa in musica sacra proprio a Bartolucci, Menschick e ad Antonino Albarosa, studioso di gregoriano. Ma le inaugurazioni non erano ancora finite. Dopo i riconoscimenti consegnati dal cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica e Gran Cancelliere del Pims stata la volta del pianoforte gran coda, affidato alle mani di Antonio Sardi de Letto, che ne ha esaltato le ampie sonorit soprattutto nella Polonaise opera 53 di Fryderyk Chopin. Giornata da ricordare per il Pims, che il preside Valentn Miserachs Grau ha concluso dirigendo il suo Regina Coeli. Il Pims torna dunque ad avere una struttura in grado di ospitare i concerti che produce. Attenzione agli orari delle prove, per, perch sopra alla sala accademica sono stati ricavati alloggi per i cardinali pi anziani.

l'inizio del brano di Listz, sembrava davvero di sentirli, con i segnali acutissimi striduli che l'organo in grado di produrre assieme alle sonorit piene da orchestra tardo romantica. Il programma si era aperto con un trittico di musica vocale: un canto gregoriano affidato alla Virum Schola Gregoriana del Pims diretta da

Non a caso san Pio V lo volle assistente del nipote, il cardinale Alessandrino Michele Bonelli, assegnandogli difficili compiti e importanti missioni, grazie alle quali Tarugi pot diffondere lo spirito e i provvedimenti del Concilio Tridentino anche in Spagna, in Francia, nelle Fiandre e in Germania. Gli arcivescovi di Milano san Carlo e Federico Borromeo lo ebbero amico fraterno, come possibile constatare anche dalla copiosa corrispondenza. Padre Francesco Maria aveva il dono di unire la vita attiva a quella contemplativa, le opere di piet alla organizzazione della nascente Congregazione. A lui attribuita la prima regola, che traccia norme essenziali per la vita comunitaria. Am profondamente la Congregazione e mai nascose la sua aspirazione di vederla propagata in molti luoghi come uno dei pi validi strumenti per la riforma della Chiesa, non sempre in perfetta consonanza, in ci, con la mente di padre Filippo, ma con un'obbedienza che gli merit di essere scelto dal padre come suo successore. Anche la sua vita, come quella del Baronio, cos intrecciata alla storia della Congregazione che non possibile scorrere l'una senza far riferimento all'altra. L'incessante lavoro apostolico compiuto a Napoli, a partire dal 1586, quando con altri padri diede origine alla Casa Napoletana, gli conquist la stima del clero e del popolo che lo avrebbero voluto arcivescovo della citt; nominato, invece, alla sede di Avignone, con zelo di vero pastore introdusse nel suo palazzo la vita comunitaria, fu esempio di santo vescovo e diede impulso alla vita spirituale non solo della diocesi, ma in tutto il sud della Francia mediante una azione apostolica che risplende nella affermazione del concilio provinciale da lui promosso: Omni studio incumbendum est ut veritatem doctrina moresque religione in his regionibus risplendere curemus. Lo ricordiamo, nella ricorrenza del IV centenario del suo dies natalis, con le parole che egli stesso scrisse da Avignone a Marcello Vitelleschi il 23 settembre 1593: anchor ch io sia per tanto spatio di paese assente, io mi vi ritrovo (nella famiglia oratoriana che si stringe intorno a Filippo, e nella cappelletta di mezza scala), per gratia di Dio, con la fede et amor verso il mio caro Padre, perch credo haver luogo particolare ne la sua mente (...). Io vorrei farmi la cella nel pi intimo del cuor del Padre, perch, credo, vi ritroverei Gies. (...) Et quando il Padre giubila, et gli salta, per soverchio amore, il cuor dentro dal petto, iubilerei et salterei ancor io. Et quando si comunica sarei commensale di quel banchetto et satierei la mia fame. Et quando pone la bocca al calice, mi laverei et annegherei in quel sangue del quale, per, una gocciola mia, per giustizia, essendomi stata promessa da Sua Paternit Reverenda. Godetevi cotesta felicit la quale ho potuta io goder per longo tempo.
*Procuratore Generale dell'Oratorio di San Filippo Neri

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO

luned-marted 26-27 maggio 2008

Nota della Commissione dottrinale dei vescovi di Francia sul dialogo fra cattolici e musulmani

In Sri Lanka, cattolici e buddhisti insieme per gli aiuti

Credere in modo diverso Le Chiese dell'Asia ma riconoscersi in Dio per le vittime nel Myanmar
PARIGI, 26. Come parlano di Dio cristiani e musulmani?: se lo chiede la Conferenza dei vescovi di Francia che ha pubblicato una nota della Commissione dottrinale con la quale si intende dar seguito al dibattito avviato nel novembre scorso a Lourdes, durante l'assemblea plenaria, con il dossier Cattolici e musulmani nella Francia di oggi. La nota, dunque, come ulteriore punto d'appoggio per rafforzare il dialogo fra le due comunit. Prima di tutto si legge nel documento firmato dall'arcivescovo di Albi, Pierre-Marie Carr, presidente della Commissione dottrinale un aspetto s'impone: il cristianesimo e l'islam sono religioni monoteistiche. Il credo cristiano comincia con le parole Credo in un solo Dio e i musulmani dicono Nessun altro dio oltre a Dio (Allah). E la dichiarazione del Concilio Vaticano II sulle religioni non cristiane dichiara che la Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini (Nostra aetate, n. 3). innanzitutto opportuno precisare da quale punto di vista parliamo di Dio. Se si tratta dice Carr del Dio con il quale la creatura umana in rapporto mediante l'atto di fede, la preghiera, il desiderio di compiere la sua volont, di compiacerlo e di amarlo (il che vero nella corrente mistica dell'islam), in quanto entit eterna, creatrice, benevola, allora il cristianesimo e l'islam possono riconoscersi senza troppa difficolt. Parimenti, un approccio metafisico rivela numerose similitudini. Tuttavia aggiunge l'arcivescovo una convergenza cos evidente, sottolineata dalla scelta dei qualificativi utilizzati dal Concilio, non pu lasciare nell'ombra differenze e persino opposizioni radicali. Il modo in cui i cristiani e i musulmani parlano di Dio molto diverso. Ecco perch sottolinea la nota conviene approfondire la questione individuando con cura i punti di forza per un vero dialogo. Nella Lumen gentium si legge che il disegno di salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i musulmani, i quali, professando di avere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso, che giudicher gli uomini nel giorno finale (n. 16). Questa frase del Concilio Vaticano II, spiega la Commissione dottrinale, utilizza l'espressione adorano con noi, il che mostra un rapporto reale fra i credenti rivolti insieme verso il Dio Creatore. I punti comuni sono sottolineati in questa citazione anche quando indica una serie di caratteristiche nelle quali cristiani e musulmani possono ritrovarsi. La percezione del mistero di Dio non per la stessa. Per i cristiani l'incarnazione del Figlio di Dio ha trasformato la realt: Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che nel seno del Padre, lui lo ha rivelato (Giovanni 1, 18). Secondo i vescovi francesi, il dialogo teologico su Dio si costruisce in un clima dove ci si abbandona personalmente nella propria intimit. Richiede comprensione fra gli interlocutori, ma allo stesso tempo esige una reale chiarezza dell'identit della fede cristiana. Ci che Cristo ci ha fatto conoscere di Dio di un'eccezionale ricchezza si legge nella nota contemplare la Trinit e parlarne significa mostrare come essa sia la fonte della nostra vita spirituale e del nostro modo di comportarci. Carr ricorda il discorso rivolto da Giovanni Paolo II ai giovani musulmani, il 19 agosto 1985 a Casablanca: Credo che noi, cristiani e musulmani, dobbiamo riconoscere con gioia i valori religiosi che abbiamo in comune e renderne grazie a Dio. Gli uni e gli altri crediamo in un Dio, il Dio unico, che pienezza di giustizia e pienezza di misericordia; noi crediamo all'importanza della preghiera, del digiuno e dell'elemosina, della penitenza e del perdono; noi crediamo che Dio ci sar giudice misericordioso alla fine dei tempi e noi speriamo che dopo la risurrezione egli sar soddisfatto di noi e noi sappiamo che saremo soddisfatti di lui. La lealt esige pure che riconosciamo e rispettiamo le nostre differenze, ... differenze importanti, che noi possiamo accettare con umilt e rispetto, in una mutua tolleranza. La nota si chiude ricordando che anche Benedetto XVI, nel suo recente viaggio apostolico in Turchia, tornato sull'argomento citando Papa Gregorio VII, il quale parl della speciale carit che cristiani e musulmani si devono reciprocamente, poich noi crediamo e confessiamo un solo Dio, anche se in modo diverso, ogni giorno lo lodiamo e veneriamo come Creatore dei secoli e governatore di questo mondo. YANGON, 26. I fedeli delle Chiese cattoliche dell'Asia non dimenticano i fratelli del Myanmar colpiti dal ciclone Nargis che il 2 maggio scorso ha provocato lutti e distruzioni in vaste aree di questo Paese. Rispondendo all'appello dei vescovi birmani, i cattolici della Thailandia si sono subito mobilitati per organizzare i soccorsi e inviare aiuti immediati a chi ha perso tutto nel Paese confinante. Le operazioni di intervento sono coordinate dal Catholic Office for Emergency Relief and Refugees (COEER, la Caritas Thailandia). Questa organizzazione consegna gli aiuti direttamente alla Conferenza episcopale birmana, la quale provvede a far giungere il materiale al Myanmar Disaster Relief, un comitato istituito per l'emergenza dall'arcivescovo di Yangon, una delle diocesi pi colpite del Myanmar. Oltre agli aiuti di prima necessit, come tende, cibo, medicinali, la Caritas thailandese ha approntato un piano di aiuti a lungo termine per la ricostruzione. Il direttore di questa organizzazione, padre Phibul Visitnonthachai, ha dichiarato che, per capire a fondo le necessit delle popolazioni birmane colpite dal disastro, la Caritas thailandese si avvale anche della consulenza di monaci buddhisti e di immigrati. Questa organizzazione gestisce infatti sei centri per lavoratori birmani a Bangkok. Finora la giunta militare del Myanmar ha permesso la partecipazione di trenta medici thailandesi ai programmi di soccorso per le vittime del ciclone Nargis mentre altro personale sanitario ancora aspetta i visti per varcare il confine. Un comunicato della Caritas thailandese informa che i volontari della Chiesa birmana, impegnata da subito a portare i soccorsi alle vittime del ciclone Nargis, stanno incontrando gravi difficolt per raggiungere zone ancora isolate non solo a causa dei numerosi crolli di ponti e per il dissesto delle vie di comunicazione ma anche per i numerosi posti di blocco istituiti dell'esercito del Myanmar. Anche i fedeli della Chiesa dello Sri Lanka si sono mobilitati in soccorso delle vittime del ciclone Nargis in Myanmar. L'appello dei vescovi ha trovato risposte immediate tra i cattolici che hanno ancora ben viva nella memoria i danni provocati nel loro Paese dallo tsunami nel 2004. Di fronte all'immane disastro, cattolici e buddhisti dello Sri Lanka collaborano per far arrivare gli aiuti alla popolazione birmana. Nella capitale Colombo, la Caritas ha consegnato aiuti alimentari al venerabile Brakmanawatte Seevali Thero, capo del tempio Naga Viharaya e uno tra i pi autorevoli monaci buddhisti dello Sri Lanka. Ringraziando per gli aiuti offerti dai cattolici, il leader buddhista ha espresso la sua speranza per la raccolta di fondi ancor maggiori durante il Vesak, la ricorrenza della illuminazione e la morte di Buddha che viene celebrata quest'anno il 29 e il 30 maggio. Padre Damian Fernando, direttore nazionale della Caritas dello Sri Lanka, ricordando gli aiuti ricevuti dai cattolici di questo Paese in occasione dello Tsunami nel 2004, ha esortato tutti i fedeli a essere generosi verso la popolazione birmana.

L'attivit del Saint Patrick Centre di Downpatrick

La povera diocesi di Guizhou la pi generosa negli aiuti

Un centro per il dialogo ecumenico nell'Irlanda del Nord


di MARINA CIOCCOLONI Superare le divisioni del passato e cercare i punti di convergenza per costruire un futuro insieme fondato sul rispetto reciproco, la collaborazione e il vero dialogo. questo l'obiettivo che anima le attivit del Saint Patrick Centre di Downpatrick, in Irlanda del Nord, da anni in prima linea per offrire nuove opportunit di collaborazione tra i fedeli delle diverse confessioni irlandesi. All'ombra della tomba di san Patrizio il centro, diretto da un laico, Tim Campbell, opera incessantemente su diversi fronti con iniziative che spaziano dagli incontri e le sessioni di studi fino all'accoglienza dei pellegrini. Era il 10 aprile 1998 quando i capi dei governi irlandese e britannico e quelli delle principali forze politiche nordirlandesi firmavano quello che passato alla storia come l'accordo del Venerd Santo. Con una modifica alla sua costituzione la repubblica d'Irlanda rinunci alle sue pretese territoriali sull'Ulster, e il 22 maggio tramite un referendum la modifica fu approvata dal 94% dei votanti. Lo stesso giorno in Irlanda del Nord un altro referendum approvava l'accordo con il 72% dei voti. Sono passati dieci anni da allora, le violenze sono mano a mano diminuite e si sono moltiplicate le iniziative per far crescere nelle persone il rispetto per l'altro e la consapevolezza che vivere insieme si pu. Oggi nell'isola di smeraldo si respira aria nuova grazie anche a vescovi, religiosi e laici impegnati a sgretolare il muro di diffidenza e costruire ponti nuovi sulla strada dell'unit. Nella Saint Patrick's Country, quella parte dell'Irlanda del Nord che si sviluppa intorno alla citt di Downpatrick, racchiuso il centro della cristianit irlandese: qui sepolto san Patrizio, che nel 432 da una capanna inizi a diffondere il cristianesimo nell'isola, proprio come da una capanna di Betlemme la parola di Dio si era diffusa in tutto il mondo con la nascita del Cristo. Sulla tomba di san Patrizio sia la Chiesa cattolica che quella anglicana ci rammentano della nostra comune origine cristiana, ci riportano al tempo della nostra unit e ci ispirano per lavorare e pregare insieme oggi per un futuro comune, ha affermato Henry Hull, decano anglicano di Downpatrick. Le relazioni tra gli anglicani e i cattolici e gli altri credenti in Cristo dell'area intorno a Downpatrick sono sempre state buone, e lo sono diventate ancor di pi dopo lo storico accordo del Venerd Santo. Gli eventi a volte in passato hanno reso difficile la convivenza ma oggi si cercano nuove forme di coinvolgimento che permettano relazioni pi strette tra le comunit. Quanto ha affermato il vescovo confermato da diversi eventi che sono la testimonianza della volont ecumenica di camminare insieme. Il Venerd Santo persone di ogni confessione si sono unite a noi nella preghiera comune fuori del Saint Patrick Centre e nella processione che ha portato la croce attraverso il centro della citt. Con questo atto ricordiamo le parole di san Benedetto: Crux sancta sit mihi lux, non diabolus sit mihi dux (Possa la santa croce essere per me luce, e che il diavolo non sia mai il mio signore), dice Sean Rogan, parroco e canonico della chiesa di Downpatrick. Parroco a Belfast al tempo dei tristemente noti scioperi della fame ebbe tra i suoi parrocchiani l'attivista Bobby Sands. Il 17 marzo di quest'anno, in occasione della tradizionale solennit di san Patrizio, molto sentita dalla popolazione e celebrata con grandi manifestazioni in tutto il paese, il vescovo Harold Miller, della diocesi anglicana, e il reverendo Rogan (in rappresentanza del vescovo Farquhar) insieme con un gran numero di fedeli hanno percorso il centro di Downpatrick dietro una grande croce. Durante tutto l'anno le diverse confessioni organizzano molte attivit per coinvolgere i fedeli nelle sessioni di preghiera in comune per l'unit dei cristiani e negli studi su temi ecumenici.

Volontari cattolici all'opera nel Sichuan


PECHINO, 26. Tra le migliaia di soccorritori che prestano la loro opera tra le rovine della contea di Beichuan, vicino all'epicentro del devastante sisma che il 12 maggio ha colpito la regione del Sichuan, c' anche una piccola squadra composta da quattro sacerdoti cattolici e due suore. A coordinare questo piccolo gruppo di volontari cattolici padre Zhong Cheng, parroco della chiesa Nostra Signora di Lourdes a Mianyan city. Lo hanno accompagnato nell'area colpita altri tre sacerdoti cattolici provenienti da diverse diocesi cinesi e due religiose che invece svolgono l'apostolato presso la sua parrocchia. Nella zona del disastro i sei volontari cattolici sono arrivati a bordo di tre auto e un piccolo autocarro portando con loro aiuti di genere alimentare per i sopravvissuti al terremoto. La distribuzione dei soccorsi avviene direttamente cercando di venire incontro ai bisogni di ciascuno. Tuttavia racconta padre Zhong Cheng a un inviato dell'agenzia Ucanews arrivare fin qui non stato semplice. Mentre eravamo diretti a Leigu, a un posto di blocco la polizia ci ha vietato di proseguire. Allora abbiamo mostrato un lasciapassare della Croce Rossa e un cartello con la scritta offerta d'Amore dalla Chiesa cattolica pregandoli di farci raggiungere la meta del nostro viaggio. I gendarmi hanno accolto la nostra richiesta raccomandandoci per di essere molto prudenti. Oltre Leigu, i sei religiosi non hanno potuto comunque proseguire per mancanza di strade percorribili dai loro mezzi. Hanno quindi deciso di deviare verso sud e fermarsi a Mianyang nella contea di Beichuan. In questa area risiedono diverse centinaia di cattolici, gran parte di loro vivono lontani dai centri urbani dove si registrato il maggior numero di vittime. La grande sofferenza provocata dalle forti scosse telluriche alle popolazioni del Sichuan ha tuttavia rafforzato la solidariet dell'intero popolo cinese e dei fedeli cattolici. Fino a ora, riporta l'agenzia Asianews, la diocesi cinese pi generosa nelle offerte d'aiuto per i terremotati quella di Guizhou che, nonostante la grande povert della popolazione, colpita lo scorso inverno da nevicate che hanno distrutto i raccolti agricoli, ha raccolto aiuti per i terremotati per il valore di centomila yuan. Il vescovo di questa diocesi, monsignor Xiao Zejang, molto ben considerato anche dai non credenti per la sua instancabile opera di soccorso durante le forti nevicate. Pur non essendo eccezionale, la cifra degli aiuti raccolti, tuttavia, per il momento la maggiore nelle singoli diocesi cinesi e testimonia un grande atto di generosit da parte degli abitanti di questa diocesi. Sessanta volontari cattolici sono in partenza dal Centro per il servizio sociale della diocesi di Xian per raggiungere e portare soccorso nelle zone del Sichuan colpite dal forte sisma. Il vescovo di questa diocesi, monsignor Dang, e le superiore di due maggiori ordini religiosi femminili della diocesi stanno accogliendo ulteriori nuovi volontari desiderosi di soccorrere le vittime del terremoto. Il principale impegno per il gruppo di sessanta volontari in partenza sar di carattere infermieristico presso i vari ospedali da campo allestiti dal governo nella zona del disastro.

Lutto nell'episcopato
giunta la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Pierre Sagna, C.S.Sp., vescovo emerito di SaintLouis du Sngal, avvenuta alle ore 7 di domenica 25 maggio nella clinica Avicenne di Dakar, dove si trovava dopo un periodo di degenza nel nosocomio principale della capitale senegalese e all'ospedale Salptrire di Parigi. Il compianto presule era nato in Ziguinchor l'11 luglio 1932 ed era stato ordinato sacerdote della Congregazione dello Spirito Santo il 4 ottobre 1959. Il 19 dicembre 1974 era stato eletto alla Sede residenziale di Saint-Louis du Sngal e il successivo 11 maggio aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. Il 6 febbraio 2003 aveva rinuciato al governo pastorale della diocesi.

Per riaffermare la convivenza civile in seguito ai violenti scontri avvenuti dopo le elezioni presidenziali

In Kenya iniziative di pace promosse dalla Chiesa


NAIROBI, 26. La Chiesa cattolica del Kenya ha stilato un programma pastorale semestrale per promuovere la pace e la giustizia a livello nazionale dopo le violenze post-elettorali verificatesi nel dicembre scorso. Lo ha annunciato, durante una conferenza stampa, il presidente della commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale del Kenya, il vescovo di Nakuru, monsignor Peter Kairo. Quarantotto kenyani sono appena partiti per un pellegrinaggio al santuario di Namugongo dal 24 maggio al 5 giugno. Il pellegrinaggio partito sabato mattina dalla basilica Holy Family alla presenza del cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi e presidente della Conferenza episcopale del Kenya. Questo pellegrinaggio ha spiegato monsignor Peter Kairo toccher i luoghi pi colpiti dalla violenza post-elettorale: Limuru, Naivahsa, Nakuru, Molo, Kisumu, Eldoret, Kakamega, Mt. Elgon e il campo profughi di Mulanda, in Uganda. I pellegrini pregheranno e predicheranno la pace all'interno dei campi. La seconda attivit consister nella distribuzione alla popolazione di millecinquecento bandiere di pace e di ventimila libretti di preghiera nelle parrocchie kenyane. Le bandiere verranno issate nelle chiese. Alcuni santini recheranno la preghiera per la pace di san Francesco di Assisi. Nella terza attivit circa trenta persone (religiosi, politici, giovani e donne) trascorreranno cinque giorni scalando il Monte Kenya e sulla cima pianteranno una croce, la bandiera della pace e la bandiera nazionale. Inoltre, si svolger un torneo di calcio presso il Moi international sports centre kasarani a cominciare dal 14 giugno. La quinta attivit sar la distribuzione di opuscoli sui valori cristiani quali l'amore, la compassione, la coscienza, la vita di giustizia, la pace e altri temi legati al secondo sinodo per l'Africa che si svolger nell'ottobre 2009. Il programma propone l'intestazione alla pace di alcune strade, vie, piazze e di alcuni edifici gi esistenti. Dal 29 al 30 maggio, presso la Catholic university of Eastern Africa si svolger un simposio nazionale di tre giorni sulla pace e la riconciliazione. Un'altra proposta del programma l'edificazione di case di giustizia e di pace nelle aree pi colpite dalla violenza. Infine, stato suggerito alle parrocchie un programma annuale per i giovani sull'educazione civica e sulla politica. Sar parte di un programma a lungo termine per preparare i giovani alla leadership del Paese. Il vescovo di Nakuru ha esortato tutti i cattolici di buona volont del Paese a sostenere con fervore le varie manifestazioni. L'iniziativa della Chiesa cattolica dovrebbe servire soprattutto a sensibilizzare la popolazione alla convivenza civile, poich il reinsediamento degli sfollati da parte del governo potrebbe scatenare nuova violenza fra le etnie. Secondo i funzionari cattolici, da quando, la scorsa settimana, il governo ha forzatamente e precipitosamente reinsediato gli sfollati, l'ansia cresciuta. Nixon Oira, coordinatore della commissione giustizia e pace a Eldoret ha ammesso che il governo stato precipitoso nel trasferire gli sfollati dai campi alle abitazioni. Infatti, le comunit avrebbero preferito un processo pi lento in modo da poter prima risolvere questioni che lo sottendono. Ad Eldoret le persone non sono state spinte fuori dal campo, ma stato detto loro che sarebbe stato chiuso a breve. Secondo il coordinatore non certo l'approccio migliore, anche perch nei prossimi giorni l'armonia fra le etnie sar una grande sfida. Il governo ha sottolineato padre Protus Ondari, coordinatore diocesano per le comunicazioni a Kitale non sta costringendo gli sfollati ad abbandonare i campi, ma vuole che se ne vadano perch l'unico modo per valutare il numero dei veri rifugiati. Questi, a loro volta, non se ne vogliono andare perch temono che la situazione di violenza sia rimasta invariata. (francesco ricupero)

luned-marted 26-27 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 7

La prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza episcopale italiana, alla 58 Assemblea generale della Cei

Il riscatto dell'Italia nella risposta alla grande sfida dell'educazione


La centralit dell'emergenza educativa insieme a tante altre che toccano da vicino la vita delle famiglie italiane, come il lavoro, i salari, la sicurezza. E in pi la necessit di approntare e affinare delle buone politiche volte ad una reale integrazione dei cittadini immigrati. Questi i principali argomenti al centro della prolusione con la quale il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e Presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), ha aperto nel pomeriggio di luned 26 maggio in Vaticano i lavori della 58 assemblea generale dell'episcopato italiano. Dalle istituzioni e dalla politica, in seguito alle elezioni del 13 e del 14 aprile ha detto Bagnasco ci si attende un periodo di operosa stabilit, mentre viene sottolineato il rischio di promuovere una mentalit eugenetica, inaccettabile ieri al pari di oggi, riguardo alle nuove linee guida relative alla legge sulla fecondazione assistita. Nel corso dell'assemblea, che si concluder venerd 30 maggio, i vescovi italiani incontreranno Benedetto XVI. Riportiamo di seguito ampi stralci della prolusione che il cardinale Bagnasco ha messo in un contesto culturale di concetto positivo di laicit dello Stato. Cardinale ANGELO BAGNASCO* Venerati e Cari Confratelli, nel clima ancora vivissimo della solennit del Corpus Domini, autentica festa di popolo, saluto tutti e ciascuno con le parole dell'Apostolo Paolo: Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Ges Cristo (Efesini 1, 2). (...) Il nostro pensiero va anzitutto al Santo Padre Benedetto XVI, che anche nel corso della presente Assemblea ci far dono della sua visita e della sua parola. Naturalmente non ci sfugge che tale beneficio ci viene dalla prossimit geografica delle nostre sedi a quella di Pietro. Prossimit che per noi , prima di ogni altra cosa, impegno di incondizionata vicinanza e responsabilit di amore. Tutti abbiamo ancora sotto gli occhi le immagini straordinarie del viaggio apostolico negli Stati Uniti d'America, svoltosi dal 15 al 21 aprile scorso. nota la circostanza che ha generato la decisione di questa Visita: il bicentenario della elevazione a metropola della prima diocesi statunitense, Baltimora, e della fondazione delle sedi di New York, Boston, Filadelfia e Louisville. Ma a tutti risultato chiaro che tale visita stata come un grande, straordinario incontro con tutto il popolo americano. Le voci che di l ci sono giunte, hanno tutte raccontato di un viaggio riuscito in ciascuno dei suoi aspetti e dei suoi momenti. L'ombra di Pietro (cfr Atti 5, 15) si rivelata benefica anche l per quanti si sono in un modo o nell'altro avvicinati al messaggero di Dio. Il Papa ha sorpreso perch gli stato consentito di manifestare se stesso, e di esplicare la sua missione di riconciliatore e di seminatore della speranza, sparigliando in un crescendo continuo le previsioni, in una situazione che all'inizio si annunciava molto delicata. gner introdurre regole nuove che modifichino le condizioni di ingiustizia. Le nostre comunit parrocchiali, sono certo, non si tireranno indietro, come mai hanno fatto in occasione delle precedenti crisi. Ci pare questo l'impegno pi immediato, anche a ricordo dei 40 anni della Populorum Progressio, che si sta celebrando con una serie di indovinate iniziative. Certo la situazione del mondo rispetto ad allora non poco cambiata. Quella che non muta la condizione di disparit tra Paesi poveri e Paesi ricchi, la povert inesorabile che questa produce, i conflitti sempre in atto. L'interdipendenza globale diventata una consapevolezza diffusa, la quale deve per generare uno sviluppo sostenibile, che d per primo a chi non ha mai avuto. (...) La lettura della storia suggerita dalla fede non impedisce di scorgere i limiti, le contraddizioni e le sfide. Anche se si riscontra una sorta di paradosso: da una parte, un certo gusto del negativo viene propalato quasi con compiacimento, dall'altra, tale sentimento negativo non deve per superare una certa soglia, per non disturbare troppo e non mettere in discussione le opzioni di fondo che si riconducono al presupposto di un progresso messianico. C', com' stata chiamata da qualche esperto, una fenomenologia del peggio che, pur imperversando, non vuole tuttavia fare i conti con se stessa, accontentandosi dei sotto prodotti e delle mezze misure, in quanto corrode ogni valore alto. Se oggi l'umanit ha raggiunto una spiccata coscienza di s e della dignit intrinseca ad ogni uomo, dall'altra la controversia sull'umano sta raggiungendo il punto di maggiore acutezza, perch sfidata da concezioni fortemente riduttive e immanentistiche. L'uomo, finalmente sollevato dalla schiavit del lavoro e della fatica, e certo non pi asservito alla classe o alla razza, si scopre per funzionale al consumo, se non anche allo spettacolo. (...) Qual il possibile riscatto? Io credo, noi crediamo che non ci sia altra via che quella di una rinnovata opera educativa, che sar tale se avr il coraggio di non obliterare il costo degli ideali e se non rinuncer alla prossimit che sa farsi compagnia. Il Papa, incontrando domenica 4 maggio i 100.000 dell'Azione Cattolica, ha parlato ancora una volta di emergenza educativa (cfr Discorso all'Incontro con l'Azione Cattolica Italiana, 4 maggio 2008). (...) Non ci sfugge peraltro la sottigliezza del problema educativo odierno: se educare non mai stato facile, oggi lo ancor meno perch non pochi educatori dubitano della possibilit stessa di educare, e dunque rinunciano in partenza al proprio compito. Parlando al capitolo generale dei Salesiani, Benedetto XVI osservava: Proprio da qui nasce la difficolt forse pi profonda per una vera opera educativa: alla radice della crisi dell'educazione c' infatti una crisi di fiducia nella vita (Discorso ai Partecipanti al Capitolo generale della Societ di San Giovanni Bosco, 31 marzo 2008). Insomma, qui siamo. Ma qui, sugli spalti di una ricomprensione della missione educativa che ci tocca in quanto Chiesa, vorremmo, se cos si decider, per un po' soffermarci, come in passato s' fatto per altre dimensioni dirimenti del nostro essere Chiesa. chilista una sorta di grande anestesia degli spiriti, incapaci di slanci e quindi inerti. Guardando alle cronache del nostro Paese, sempre pi spesso dobbiamo registrare vicende amare che hanno per protagonisti gli adolescenti, le cui reazioni manifestano osserva il Papa una non corretta conoscenza del mistero della vita e delle rischiose implicanze dei loro gesti. (...) Fornire false illusioni nell'ambito dell'amore o ingannare sulle genuine responsabilit che si chiamati ad assumere con l'esercizio della propria sessualit non fa onore a una societ che richiama ai principi di libert e di democrazia (Benedetto XVI, Discorso ai Partecipanti al Congresso internazionale promosso dalla Pontificia Universit Lateranense, nel 40 dell'enciclica Humanae vitae, 10 maggio 2008). In tal modo i sogni e i desideri tipici dei giovani vengono frantumati proprio mentre chiedono invece di essere protetti, coltivati nel lavoro educativo, e sospinti verso mete nobili e alte, che noi sappiamo essere a misura dei giovani. sa di dover leggere dietro di esse, dove si celano le movenze pi interiori e profonde della persona, e dove arde il desiderio di una vita piena, di traguardi coraggiosi, per i quali vale davvero la pena di vivere. Compito della comunit cristiana e dei suoi educatori far emergere dal mazzo delle aspirazioni i buoni sogni e i buoni desideri, fra tutti il desiderio di Dio. I giovani d'oggi vivono quasi per l'intero arco della loro giornata in qualche modo connessi, ossia collegati a questo e quel mezzo di comunicazione, e dunque l'abilit suasiva dei media potente, perch lusinga e promette: promette anche ci che non pu mantenere. Per questo di vitale importanza insinuare nei giovani la voglia di non concedersi acriticamente, di non consegnare se stessi, e i loro anni migliori, ad una cultura che pervade mentre snerva, e che blandisce mentre smonta. La progressiva confidenza con i media di ispirazione cristiana li aiuter in questa opera di disincanto e di spoliazione delle mitologie e dei lustrialta, e questo un segno importante di consapevolezza e di maturit del nostro popolo. Ora, al di l di quelle che sono state le specificazioni del voto, ci si attende un periodo di operosa stabilit, al quale costruttivamente partecipino tutte le forze politiche, nei ruoli loro assegnati. Nella citata circostanza, la Chiesa com' stato da pi parti riconosciuto si scrupolosamente attenuta ai suoi compiti e, conformemente ad un costume ben collaudato, non si schierata, ma certo non si neppure ritirata. In coincidenza infatti con le due ultime sessioni del Consiglio Permanente, quella di gennaio e quella di marzo, io stesso mi ero permesso di richiamare, nel quadro di una presenza che deve evitare l'irrilevanza, i criteri di una sapiente e adeguata partecipazione dei credenti al voto, riscontrando nello stesso Consiglio Permanente una grande e incoraggiante sintonia. Non possiamo ora, nella nuova situazione, non sperare che in tutti vi sia una pi forte responsabilit in ordine all'affronto dei grandi problemi che afmento delle esigenze in campo, esso comporta oggettivamente il rischio di promuovere una mentalit eugenetica, inaccettabile ieri al pari di oggi. da auspicare che i criteri ispiratori e le disposizioni della legge 40 non siano oggetto di interventi volti a stravolgere il punto di equilibrio raggiunto dal Parlamento, e poi chiaramente confermato dall'esito referendario, ma al contrario possano trovare piena attuazione in uno spirito di condivisa attenzione alla vita.

Un impegno particolarmente urgente


Una frontiera di impegno particolarmente urgente quella relativa alle morti sul lavoro. Gli episodi luttuosi infatti si vanno ripetendo con una cadenza stupefacente, segnale di un comparto bisognoso di maggiore attenzione. Bisogna qui saper passare con prontezza dalle denunce ai fatti concreti, agli investimenti precauzionali, alle verifiche e ai controlli. Tutti i soggetti devono fare la loro parte, con un supplemento di responsabilit; ma dagli imprenditori in particolare che si attendono quelle provviste e quelle innovazioni strutturali che sole possono garantire il successo degli altri interventi. La vita sacra, e distintamente lo quella impegnata sul lavoro duro e rischioso. Altri fronti che ci permettiamo con accoratezza di segnalare la dignit di tutto il sistema scolastico, all'interno del quale noi vediamo la prospettiva concreta di un'effettiva libert, pluralit e autonomia anche economica, che deve essere assunta in modo organico e propositivo. Segnaliamo inoltre l'urgenza di approntare e affinare delle buone politiche volte ad una reale integrazione dei cittadini immigrati che legittimamente soggiornano sul nostro suolo. Mentre per ciascuno di quelli che tentano di entrare nel nostro Paese bisogna trovare un continuo equilibrio tra esigenze e attese, tenendo alto il rispetto dei diritti delle persone, che sono poi doveri di civilt. Pare a me che si debba evitare, per questi nuovi venuti e le loro famiglie, il formarsi di enclave a loro destinate che, se in un primo momento potrebbero apparire una soluzione emergenziale, diventano presto dei ghetti non tollerabili. A chi vuole stabilirsi in Italia si deve arrivare a proporre un patto di cittadinanza che, mettendo in chiaro diritti e doveri, non ricerchi scorciatoie illusorie. L'identit del nostro popolo non sorta oggi, perch si consolidata in una storia secolare, e per questo da una parte chiede rispetto e dall'altra rimane aperta e capace di incontrare altre culture, nella prospettiva di un'identit arricchita per tutti. In ogni caso, dobbiamo farci tutti guidare dalla consapevolezza delle dimensioni globali del fenomeno e dal suo carattere emblematico per la nostra epoca. Su questo scenario frastagliato, la Chiesa si va prodigando con una generosit a tutti nota, attraverso la Fondazione Migrantes, la Caritas e altre strutture di volontariato, investendo non poche risorse di personale e mezzi. Che tuttavia non bastano mai, perch restano evidentemente insostituibili altri livelli di responsabilit e di intervento. Una parola ci pare di poter dire sul crescente bisogno di sicurezza che viene registrato dagli osservatori sociali e di cui tanto s' discusso nel periodo della campagna elettorale. Infatti, anche per i sensori che noi pastoralmente abbiamo nelle diverse realt territoriali, ci pare di avvertire che si va qui esprimendo un'esigenza incoercibile di persone e famiglie, a cui sar bene che i pubblici poteri sappiano, ai vari livelli, dare risposte calibrate ed efficaci. Una risposta disattesa o differita potrebbe in questo caso moltiplicare i problemi, anzich attenuarli. (...) In questo contesto, vorrei rinnovare l'assidua vicinanza e la cordiale solidariet a quei nostri Confratelli che operano nelle zone pi difficili del Paese, perch ad alta infiltrazione malavitosa o perch segnate da gravi disagi e dall'abbandono. soprattutto a servizio dei ragazzi e dei giovani che la loro opera straordinariamente meritoria: l dove tutto o quasi congiura all'incontrario, questi vescovi, con i loro collaboratori, gettano ponti e organizzano la speranza. L'Italia intera deve essere loro grata. Concludo questa ampia rassegna di temi con un riferimento della Spe Salvi a quell'affidabile speranza (cfr n. 1) di cui parla il Papa, e che rende sicura la promessa del Signore: Lui con noi (cfr Matteo 28, 20), perch noi siamo con Lui (cfr Giovanni 14, 3), e in Lui sviluppiamo pensieri e progetti destinati alle nostre Chiese. Ci guidi Maria, la stella del mattino (cfr Spe Salvi, n. 49), ci assistano i santi patroni d'Italia, Francesco e Caterina, e i santi ai quali sono consegnate le nostre Diocesi. Grazie.
*Presidente della Conferenza episcopale italiana

Evangelizzazione ed educazione
Questo, oggi, pu essere considerato l'obiettivo di fondo dei percorsi di evangelizzazione ed educazione da proporre ai giovani, e dei quali ci parler il nostro Vice-presidente, l'arcivescovo Agostino Superbo, nella relazione che svolger nel corso dei lavori assembleari. Da parte mia, vorrei limitarmi a osservare una cosa forse ovvia, ma decisiva, e cio che questi percorsi sono possibili, e costituiscono un obiettivo realistico anche nella situazione d'oggi. So bene infatti che proprio qui si annida una particolare sfiducia, ritenendo che l'organizzazione della vita giovanile e ancor pi il tipo di applicazione intellettuale a cui sono abituati, impressionistica ed episodica, quasi falcidi dalla base la possibilit di itinerari distribuiti nel tempo e dunque progressivi e metodici. Ora, non c' dubbio che occorra saggiamente tener conto di una serie di condizionamenti e abitudini di apprendimento, non per per arrenderci, quanto per calibrare secondo proporzioni nuove i momenti della proposta. A partire da ci che sta oggettivamente al centro di ogni percorso cristiano, ossia l'adorabile persona di Cristo Signore. Ci tuttavia non significa che, come si diceva una volta, Cristo arriva alla fine della proposta: l'annuncio kerigmatico oggi cattura pi solitamente dall'inizio, perch realmente il fascino esercitato dalla persona di Ges a colpire, per contrasto, magari come ragione di un evento che turba o come senso profondo di una testimonianza di vita che colpisce e sgomenta. Ma anche come reazione abissalmente altra rispetto al vuoto desolante, rispetto ai progetti di de-costruzione che passano per l'assunzione delle droghe o dell'alcol, per i riti dell'assordimento e dello stordimento. Cristo allora diventa come il risveglio inaudito a una vita diversa, radicalmente altra, ideale subito concreto e pertinente, principio riordinatore di un'esistenza via via capace di altri sapori e di altri riti. (...) Il problema dei giovani sono gli adulti. Essi non respingono l'autorit, cercano l'autorevolezza dei testimoni e dei maestri. Certo che vediamo i loro comportamenti contraddittori, a volte ancora adolescenziali; a volte trasgressivi e gravi. Lo stesso bullismo tuttavia anche segno di un vuoto dell'anima e un'implicita richiesta d'aiuto. Esperta come deve essere in umanit, la Chiesa non si fa ingannare dalle apparenze e

L'effetto a catena dell'emergenza alimentare


(...) Il citato discorso all'Onu non tace sulle giuste aspirazioni dei popoli, in particolare di quei Paesi dell'Africa e di altre parti del mondo che rimangono ai margini di un autentico sviluppo integrale, e sono pertanto a rischio di sperimentare solo gli effetti negativi della globalizzazione (ibidem). Uno di questi rischi, forse il maggiore, da qualche settimana con speciale evidenza sotto i nostri occhi. Mi riferisco all'emergenza alimentare che ha tra le sue cause principali l'impennata dei prezzi dovuta all'aumento del costo del petrolio. Solo il prezzo del grano cresciuto del 130%! Si aggiunga che a causa della siccit c' stata una riduzione dei raccolti in taluni grandi Paesi produttori, come l'Australia. Oltre che al passaggio di molte zone agricole da colture commestibili a colture destinate alla produzione di biocarburanti. L'effetto a catena di questi fattori ha portato alcune nazioni a sospendere le esportazioni, di riso in particolare (rincarato del 74%), determinando un'ulteriore scarsit. Tra l'Africa, il Sudest asiatico e il Centro America, questo tsunami silenzioso, a dirla con l'Onu, sta mettendo a rischio la sopravvivenza di almeno 100 milioni di persone, incapaci ormai di provvedere al proprio sostentamento minimo. Intanto, altri 800 milioni di individui gi soffrono di denutrizione, al punto che si stima che ogni giorno muoiano 25 mila persone per fame e malattie correlate. Senza dire che in una serie di paesi (l'Egitto, Haiti, Filippine, ...) sono gi esplose rivolte dovute all'impennata dei prezzi. A questa situazione, si aggiungono non di rado le calamit naturali, come ultimamente il tifone in Birmania e il gravissimo terremoto in Cina. (...) Si sa che l'Onu dal canto suo ha lanciato un appello alla comunit internazionale perch intervenga ad alleviare la crisi con maggiori aiuti e riforme strutturali che gi prima urgevano a favore di taluni Paesi meno sviluppati. Alcune nazioni si stanno muovendo, e altre devono farlo, compresa l'Italia. Insomma, deve scattare un'onda di solidariet concreta, che mobiliti risorse pubbliche ma anche aiuti privati, e mentre si soccorre biso-

I bersagli della cultura nichilista


Se, come vescovi, a qualcuno non smettiamo mai di pensare, e se qualcuno particolarmente vicino al nostro cuore, questi sono i giovani. Per loro sappiamo di non fare mai abbastanza. Specialmente in questo momento storico, i giovani sono i primi bersagli della cultura nichilista che li invita, li incoraggia, li sospinge a coltivare soltanto le passioni tristi. una cultura che instilla in loro la convinzione che nulla di grande, bello, nobile ci sia da perseguire nella vita, ma che ci si debba accontentare di un qui ed ora, di obiettivi di basso profilo, di una navigazione di piccolo cabotaggio, perch vano puntare la prua verso il mare aperto. L'esito finale della cultura ni-

ni. Seppur questo non pu essere un alibi per nessuno, neppure per i grandi network e il sottile habitat che riescono a insinuare. A tutti noto il livello delle proposte e il vuoto-spinto a cui certi programmi arrivano. Per chi ancora inesperto e per chi non ha il senso critico necessario, la televisione diventa facilmente un territorio senza regole in cui, magari all'insegna apparentemente neutra del marketing, trovano facile veicolazione anche modelli distorti di vita. I media nel mondo occidentale, compresa la nostra Italia, stanno caricandosi di una responsabilit enorme: nonostante proposte apprezzabili, troppo frequente la diffusione suadente di illusioni, nonch il depistaggio rispetto a ci che conta, a ci che vale, a ci che costruisce le persone e le comunit. C' da chiedersi a chi giova tale impostazione. A proposito di media, non pu sfuggirci il destino verso cui sta strutturalmente andando la televisione in tutta Europa, ossia la trasmutazione del sistema analogico a quello digitale, assai pi raffinato nelle prestazioni tecniche e potenzialmente pi largo di opportunit. Per capirci, avremo presto (non oltre il 2012) molti canali in pi, liberamente fruibili da ogni apparecchio. Auspichiamo che ci siano in misura adeguata fornitori di contenuti disposti ad entrare e a svolgervi una missione che, oltre i legittimi rientri, sappia farsi carico anche dell'inevitabile valenza civile e culturale dell'operazione. Si innesta qui l'esperienza dell'ancora giovane Sat2000, che da tempo si va preparando proprio per questi nuovi scenari. Il rischio non remoto, dicono gli esperti, che i nuovi spazi diventino appannaggio delle industrie pornografiche presenti sul piano internazionale. Ovvio che nessuno vuole demonizzare un sistema ancora tutto da provare, tuttavia necessario che le autorit competenti sappiano fin d'ora vigilare su questo delicato processo, e all'occorrenza intervenire per indirizzarlo su binari di effettivo valore pubblico.

Una pi forte responsabilit


(...) Com' noto, nel nostro Paese il 13 e 14 aprile si sono svolte le elezioni politiche generali, a cui erano state associate le elezioni di due consigli regionali, di una serie di consigli provinciali e di oltre cinquecento consigli comunali. Nonostante infauste previsioni, la partecipazione al voto si mantenuta

fliggono il Paese, e ai quali bisogna saper dare ora risposte sagge ma anche sollecite: non tanto nell'interesse dell'una e dell'altra parte politica o componente sociale, ma anzitutto per il bene comune della Nazione. Vorremmo per un istante, e in nome della nostra specifica responsabilit, insistere sul fattore tempo, che anche moralmente un elemento decisivo in ordine ad una politica buona: ci sono lungaggini e palleggiamenti che, oltre ad essere irrazionali e autolesionistici, offendono i cittadini, che attendono risposta in ordine ai beni che sono essenziali alla vita e alla dignit umana. Oltre al problema gravissimo e urgente dei rifiuti urbani della Campania, per la cui soluzione all'intervento delle pubbliche autorit deve corrispondere la responsabile collaborazione delle popolazioni, una serie di attese si apposta sul fronte degli stipendi e delle pensioni, per una difesa reale del potere d'acquisto, un'altra serie riguarda la famiglia: dall'emergenza abitativa alle iniziative di sostegno della maternit. Neppure noi Vescovi, come il Papa, possiamo nasconderci che diversi problemi continuano ad attanagliare la societ odierna, impedendo di dare spazio al desiderio di tanti giovani di sposarsi e formare una famiglia per le condizioni sfavorevoli in cui vivono (Benedetto XVI, Discorso ai membri del Movimento per la Vita italiano, 12 maggio 2008). C' poi la realt mortificante di tante famiglie, dalle quali si leva, talvolta persino inconsapevolmente, un grido, una richiesta di aiuto che interpella i responsabili delle pubbliche amministrazioni (Benedetto XVI, Discorso al Forum delle Associazioni familiari, 16 maggio 2008). Il che ci fa apprezzare molto l'iniziativa Un fisco a misura di famiglia che negli ultimi mesi ha visto in tutto il nostro Paese una larga mobilitazione. Se in questo ambito sociale chiediamo che si sviluppi una vera e larga premura, in quello confinante della bioetica auspichiamo una complessiva cautela, grazie alla quale gli elementi in gioco vengono sapientemente soppesati, mettendo la comunit nazionale al riparo da iniziative imprevidenti e precipitose. C' da dire che la sostanziale prudenza tenuta circa questi temi durante la campagna elettorale, dovrebbe essere un buon indizio sulla prudenza anche successiva. Una parola qui non possiamo non dirla per l'intervento operato sulle Linee guida relative alla legge sulla fecondazione assistita. Da vari e qualificati osservatori si gi eccepito sul merito e sui tempi del provvedimento. Infrangendo un delicatissimo bilancia-

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
Il Papa fa appello alla comunit internazionale per il problema della fame nel mondo

luned-marted 26-27 maggio 2008

Il cardinale Bertone conclude a Kyiv la visita in Ucraina

L'Eucaristia insegna carit e solidariet


I cristiani non possono restare indifferenti dinanzi a chi, anche ai nostri giorni, privo del pane quotidiano. Lo ha ricordato il Papa ai fedeli presenti in piazza San Pietro per l'Angelus di domenica 25 maggio. Benedetto XVI ha fatto appello all'impegno della comunit internazionale per risolvere il problema sempre pi grave della fame.

Vanno superati gli ostacoli e le divisioni che separano i discepoli di Cristo


Superare le divisioni perch uniti i discepoli di Cristo proclamino e testimonino al mondo il suo messaggio. Ha incentrato i suoi interventi sulla necessit dell'impegno ecumenico il cardinale Tarcisio Bertone nella parte conclusiva della visita in Ucraina. Dopo la tappa a Lviv per la beatificazione di suor Marta Maria Wiecka, il segretario di Stato giunto nel pomeriggio di sabato 24 maggio nella capitale del Paese. Qui rimasto fino al pomeriggio di luned 26, quando ha fatto rientro in Vaticano. A Kyiv particolarmente intensa stata la giornata di domenica 25, scandita da vari appuntamenti con realt e istituzioni locali e culminata con la celebrazione della messa del Corpus Domini nella cattedrale latina, seguita dalla processione eucaristica con le comunit latina e greco-cattolica. La preghiera ecumenica ha detto il porporato costituisce un impegno e una missione prioritari a superare gli ostacoli che ci separano degli altri cristiani. Ricucire il tessuto lacerato del resto un compito di massima urgenza da portare avanti con coraggio ed entusiasmo, poich la divisione delle Chiese rappresenta uno dei pi grandi impedimenti all'annuncio del Vangelo. cattolici, ma anche con i fratelli delle altre Chiese cristiane. Un'eredit che le vessazioni, i ricatti e le dure persecuzioni da parte del sistema totalitario del secolo scorso non sono riusciti a fiaccare. E se appare necessario rifondare quell'armonia e quell'unit religiosa di cui ha bisogno il Paese, per il cardinale Bertone occorre anche l'impegno della Chiesa greco-cattolica, riemersa dalla persecuzione con una forte consapevolezza, non ripiegata su se stessa, ma aperta all'evangelizzazione e aggiornata secondo il Concilio Vaticano II. Il porporato si detto consapevole che esistono dissidi e tensioni, ma altrettanto convinto che in questa terra appare obbligatorio il dialogo sia tra cattolici sia con l'ortodossia. Si tratta ha puntualizzato di un dovere che viene richiesto ai cristiani anche dalla societ civile.

Cari fratelli e sorelle! In Italia e in diversi Paesi ricorre oggi la solennit del Corpus Domini, che in Vaticano e in altre nazioni stato gi celebrato gioved scorso. la festa dell'Eucaristia, dono meraviglioso di Cristo, che nell'Ultima Cena ha voluto lasciarci il memoriale della sua Pasqua, il sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, pegno di immenso amore per noi. Una settimana fa i nostri sguardi erano attratti dal mistero della Santissima Trinit; quest'oggi siamo invitati a fissarli sull'Ostia santa: lo stesso Dio! Lo stesso Amore! Questa la bellezza della verit cristiana: il Creatore e Signore di tutte le cose si fatto chicco di grano per esser seminato nella nostra terra, nei solchi della nostra storia; si fatto pane per essere spezzato, condiviso, mangiato; si fatto nostro cibo per darci la vita, la sua stessa vita divina. Nacque a Betlemme, che in ebraico significa Casa del pane, e quando incominci a predicare alle folle rivel che il Padre l'aveva mandato nel mondo come pane vivo disceso dal cielo, come pane della vita. L'Eucaristia scuola di carit e di solidariet. Chi si nutre del Pane di Cristo non pu restare indifferente dinanzi a chi, anche ai nostri giorni, privo del pane quotidiano. Tanti genitori riescono a malapena a procurarlo per s e per i propri bambini. un problema sempre pi grave, che la comunit internazionale fa grande fatica a risolvere. La Chiesa non solo prega dacci oggi il nostro pane quotidiano, ma, sull'esempio del suo Signore, si impegna in tutti i modi a moltiplicare i cinque pani e due pesci con innumerevoli iniziative di promozione umana e di condivisione, perch nessuno manchi del necessario per vivere. Cari fratelli e sorelle, la festa del Corpus Domini sia occasione per crescere in questa concreta attenzione ai fratelli, specialmente ai poveri. Ci ottenga questa grazia la Vergine Maria, dalla quale il Figlio di Dio ha preso la carne e il sangue, come ripetiamo in un celebre inno eucaristico, musicato dai pi grandi compositori: Ave verum corpus natum de Maria Virgine, e che si conclude con l'invocazione: O Iesu dulcis, o Iesu pie, o Iesu fili Mariae!. Maria, che portando nel suo seno Ges fu il tabernacolo vivente dell'Eucaristia, ci comunichi la sua stessa fede nel santo mistero del Corpo e del Sangue del suo divin Figlio, perch sia veramente il centro della nostra vita. Attorno a Lei ci ritroveremo sabato prossimo 31 maggio, alle ore 20, in Piazza San Pietro, per una speciale celebrazione a conclusione del mese mariano.
Al termine della preghiera, dopo l'appello per la Cina (che pubblichiamo in prima pagina), Benedetto XVI ha salutato in diverse lingue i gruppi presenti.

Apertura tra le culture


Dopo una breve sosta in nunziatura, nel pomeriggio il segretario di Stato ha incontrato nel monastero di Lavra Sua Beatitudine Volodymyr, metropolita di Kyiv e di tutta l'Ucraina, e successivamente ha fatto visita al Presidente Viktor Yushchenko. Infine ha benedetto l'Istituto di teologia San Tommaso d'Aquino, dei padri domenicani, dove ha incontrato un gruppo di giovani della capitale. Con loro ha parlato dell'amore misericordioso di Dio rivelato in Ges, quello di cui ha sete ogni essere umano, indipendentemente dalla propria cultura, lingua o nazione. Con il battesimo ha spiegato anche voi siete chiamati ad essere testimoni dell'amore di Dio in questo nostro tempo per essere i futuri santi dell'Ucraina, la gloria e la gioia della vostra Chiesa. Dopo aver ricordato i sacrifici che sono stati fatti per realizzare l'istituto, ha sottolineato come proprio la reciproca apertura tra le culture e la riflessione teologica possano costituire un terreno privilegiato per il dialogo negli odierni sforzi tesi a superare le divisioni che ancora esistono tra cattolici e ortodossi. Quindi l'auspicio conclusivo che esso diventi un luogo significativo per la promozione dell'unit di tutti i discepoli di Cristo. L'ultimo incontro ufficiale in terra ucraina il cardinale Bertone lo ha avuto nella mattina di luned 26 maggio, con il primo ministro Yulia V. Timoshenko.

Gratitudine ai martiri
and Blood of Christ. On Thursday with many of the faithful, I had the joy of taking part in the Corpus Christi procession and venerating this Holy Sacrament in prayer and adoration. Our faith invites us to receive the Body and Blood of Christ with pure hearts so as to enter into communion with him. May his presence always renew our Christian love as we journey with him to Eternal Life. I wish you all a pleasant stay in Rome, and a blessed Sunday! Von Herzen heie ich alle Pilger und Besucher aus dem deutschen Sprachraum hier auf dem Petersplatz willkommen. Unter ihnen begre ich besonders die zahlreichen Musiker und ihre Freunde, die anllich der groen Musikparade in diesen Tagen nach Rom gekommen sind. Am letzten Sonntag im Marienmonat Mai danken wir der Gottesmutter fr ihren bestndigen Beistand und legen all unsere Anliegen vertrauensvoll in ihre Hnde. Die Mutter des Erlsers erwirke uns Gottes reichen Segen. Saludo con afecto a los peregrinos de lengua espaola, en particular a los fieles de las Parroquias de Santa Teresa, de Toledo, y de Santa Mara, de Los Ybenes, as como a los miembros de la Obra de la Iglesia, que participan en esta oracin mariana. En este da, en el que en algunos lugares se celebra la solemnidad del Corpus Christi, os invito a participar activamente en la Eucarista y a venerar con devocin el Santsimo Sacramento, para que experimentemos constantemente el fruto de la redencin. Feliz domingo a todos. Pozdravljam romarje iz t. Jurija pri Grosupljem v Sloveniji! Naj vam bo to vae romanje v pomo, da boste odprti za darove Svetega Duha rasli v veri, upanju in ljubezni. Naj bo z vami moj blagoslov! [Saluto i pellegrini provenienti da t. Jurij pri Grosupljem in Slovenia! Questo vostro pellegrinaggio vi aiuti ad essere aperti ai doni dello Spirito Santo, affinch cresciate nella fede, nella speranza e nella carit. Vi accompagni la mia Benedizione!] Od srca pozdravljam hrvatske hodoasnike, a osobito sudionike duhovnih vjebi Svetoga Ignacija iz Hrvatske, Slovenije i Bosne i Hercegovine. Neka vas u svakodnevnom nastojanju da prepoznajete i vrite Boju volju vodi Duh Sveti i krijepi Sveta Priest. Hvaljen Isus i Marija! [Saluto di cuore i pellegrini croati, particolarmente i partecipanti agli Esercizi spirituali di Sant'Ignazio, che provengono dalla Croazia, Slovenia, Bosnia ed Erzegovina. Nell'impegno quotidiano di riconoscere e di compiere la volont di Dio vi guidi lo Spirito Santo e vi rinvigorisca la santa Comunione. Siano lodati Ges e Maria!] Witam uczestniczcych w modlitwie Anio Paski Polakw! Dzikuj za to, e jestecie wierni tradycji naboestw majowych i procesji Boego Ciaa. Niech Maryja Niewiasta Eucharystii, jak nazwa J Suga Boy Jan Pawe II, uczy nas jak stawa si ludmi Eucharystii, jak by wiadkami Boej mioci. Niech uprosi dla wszystkich moc wiary i pokj ducha. Z serca wam bogosawi. [Do il benvenuto ai Polacchi presenti a questo Angelus. Vi ringrazio per essere fedeli alla tradizione delle funzioni mariane del mese di maggio e alle processioni del Corpus Domini. Maria, Donna eucaristica, come l'ha chiamata il Servo di Dio Giovanni Paolo II, insegni a noi come diventare uomini e donne dell'Eucaristia, come essere testimoni dell'amore di Dio. Ed impetri per tutti la forza della fede e la pace dello spirito. Vi benedico di cuore.] Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i ragazzi di Coviolo (Reggio Emilia), che si preparano a ricevere la Cresima; Direttori ed alunni del Collegio Rosa e Carolina Agazzi di Barquisimeto, Venezuela; il gruppo che ha percorso a cavallo la Via Francigena; l'Associazione Motociclisti Forze di Polizia; la Croce Verde pubblica assistenza di Lucca sezione Garfagnana. Infine, in occasione della Giornata nazionale del Sollievo, saluto quanti sono radunati presso il Policlinico Gemelli per promuovere la solidariet con le persone affette da malattie non guaribili. A tutti auguro una buona domenica.
All'omelia il segretario di Stato ha ricordato che la fede un dono di Dio da trasmettere alle nuove generazioni attraverso l'attivit e la vita della Chiesa, come hanno fatto i martiri che per restare fedeli a Cristo hanno patito persecuzioni e morte. Qui in Ucraina ha detto voi cattolici di oggi siete in modo particolare debitori a coloro che durante i lunghi anni delle persecuzioni hanno sofferto e addirittura sono morti per la nostra fede. Quindi rievocando la visita compiuta sette anni fa da Giovanni Paolo II come pellegrino della concordia, il porporato ha concluso esortando i cattolici ucraini ad essere apostoli dell'unit, promotori di una fratellanza universale, difensori della giustizia, testimoni della salvezza che il Risorto ha portato per l'umanit di ogni luogo e di tutti i tempi. In precedenza Bertone aveva visitato il luogo di costruzione della nuova cattedrale greco-cattolica, incontrando il cardinale Lubomyr Husar, arcivescovo maggiore di Kyiv-Haly, e partecipando alla liturgia presieduta da monsignor Bohdan Dzyurakh, ausiliare dell'arcieparchia di Kyiv. Qui ha parlato dell'Ucraina come terra di mezzo, punto d'incontro e di dialogo fra l'Europa occidentale e quella orientale, per la quale Benedetto XVI auspica quell'unit che all'epoca del Battesimo della Rus' caratterizzava la vita della Chiesa, non ancora lacerata dal grande scisma.

Albert Thvenot vescovo di Prince-Albert (Canada)


La nomina di oggi (cfr Nostre Informazioni a pagina 1) riguarda la diocesi canadese di Prince-Albert: il nuovo vescovo padre Albert Thvenot, superiore provinciale per il Canada dei Missionari d'Africa (Padri Bianchi), congregazione fondata nel 1868 che ha come scopo l'evangelizzazione dell'Africa. Padre Thvenot nato il 6 novembre 1945 a Treherne, nella provincia canadese di Manitoba, e ha emesso la professione perpetua nella congregazione dei Missionari d'Africa il 7 agosto 1975. Dopo aver compiuto gli studi teologici a Totteridge, in Inghilterra, stato ordinato sacerdote il 2 agosto 1980. Dopo l'ordinazione sacerdotale stato inviato in missione in Tanzania, dove ha svolto prima l'incarico di vicario parrocchiale a Bushangaro per due anni e poi, per altri tre anni, quello di assistente spirituale della giovent dello Student Centre di Tabora. Rientrato nel suo Paese, padre Thvenot ha curato l'animazione missionaria del Canada Ovest dal 1985 al 1992. Ripartito per la Tanzania, stato vicario parrocchiale e poi parroco a Tabora fino al 1996. Successivamente, dal 1996 al 1998, divenuto assistente regionale della sua congregazione per la Tanzania, il Kenya e il Sudan. Nei sei anni successivi, dal 1998 al 2004, stato a Roma, in qualit di membro del consiglio generale della congregazione, con le mansioni di responsabile delle finanze e dei religiosi anziani. Rientrato nuovamente in Canada, stato nominato nel 2005 segretario nazionale delle Pontificie Opere Missionarie. Succede come vescovo di Prince-Albert a monsignor Blaise-Ernest Morand.

Rifondare nell'armonia
Lo stesso anelito all'unit alimentato anche dal coraggio di leggendarie figure come il metropolita Andrzeyi Szeptyckyj e il cardinale Josyf Slipyj, custodi di un patrimonio che mira alla promozione dello spirito di mutua intesa e comprensione non solo tra

Il cardinale Comastri ha preso possesso della diaconia di San Salvatore in Lauro

Il cardinale Stafford ha preso possesso del titolo di San Pietro in Montorio

Chers plerins francophones, je vous adresse mes salutations cordiales. Beaucoup de Pays clbrent aujourd'hui la solennit du Corps et du Sang du Christ, la Fte-Dieu. Puissiez-vous demeurer proches du Christ, rellement prsent dans l'Eucharistie, en prenant notamment des temps d'adoration devant le Saint-Sacrement. Le Seigneur viendra affermir votre foi et vous donner la force pour le tmoignage. Avec ma Bndiction apostolique. I am happy to greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for this Angelus. Today the Church celebrates in different places the Solemnity of the Body
Il cardinale Angelo Comastri, arciprete della papale Basilica di San Pietro, vicario generale di Sua Santit per la Citt del Vaticano, presidente della Fabbrica di San Pietro, ha preso possesso, nel pomeriggio di sabato 24 maggio, della nuova diaconia di San Salvatore in Lauro. Il porporato stato accolto dal rettore, che gli ha porto il crocifisso per il bacio e la venerazione, quindi ha presieduto la celebrazione eucaristica. Il cardinale James Francis Stafford, Penitenziere Maggiore, ha preso possesso, a mezzogiorno di domenica 25 maggio, solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, del titolo di San Pietro in Montorio. Il porporato stato accolto dal rettore che gli ha porto il crocifisso per il bacio e la venerazione. Quindi il cardinale Stafford ha presieduto la celebrazione eucaristica.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 123 (44.863)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
mercoled 28 maggio 2008

Citt del Vaticano

Il movimento di resistenza islamico si rifiuta di scambiare la liberazione di Shalid con l'apertura dei valichi

Proteggere la libert di tutti

Nessuna tregua a Gaza Hamas minaccia nuove violenze


TEL AVIV, 27. Hamas rifiuta le condizioni israeliane per una tregua concordata a Gaza e promette una nuova escalation di violenze. Il movimento di resistenza islamico si rifiutato di scambiare la liberazione di Shalid, il soldato israeliano catturato due anni fa, con l'apertura dei valichi. Nel frattempo, l'ex presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter, denuncia: Israele possiede 150 testate nucleari. Da Tel Aviv nessun commento. Hamas ha annunciato che sar costretto ad esercitare unaccresciuta pressione militare sui posti di valico con Israele per rompere lisolamento della Striscia di Gaza se Tel Aviv continuer ad avanzare condizioni impossibili per una tregua. Lavvertimento stato lanciato da Ahmed Yusef, un consigliere del leader di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, in alcune dichiarazioni rilasciate a radio Al Aqsa. Pur ammettendo che una politica del genere potrebbe provocare numerose vittime sul versante palestinese, Yussef ha aggiunto: abbiamo fatto ogni sforzo possibile per alleviare le sofferenze provocate dallassedio alle masse. Il nemico ha detto non ci lascia altra scelta che rompere lassedio con la forza. Si tratta di un assedio ingiusto, che viola il diritto internazionale. Alcuni giorni fa miliziani palestinesi hanno lanciato verso il valico di Erez (principale porta di accesso ad Israele) un camion bomba con quattro tonnellate di esplosivo. Nella deflagrazione rimasto ucciso solo lautista kamikaze. Ma ieri Israele ha reso noto di aver deciso di trasferire decine di soldati non combattenti da Erez dove la loro incolumit in pericolo in una base arretrata nel Neghev. Secondo il premier israeliano Olmert, che ieri ha parlato davanti ai deputati della Commissione Esteri e Difesa della Knesset, solo i visionari possono pensare di realizzare il sogno di un grande Israele che comprenda anche i territori occupati nella guerra del 1967. Oggi dobbiamo scegliere fra un grande Israele e una nazione ebraica, una esclude laltra. I due concetti esistono assieme solo nella mente di visionari illusi, ha aggiunto Olmert, alludendo al fatto confermato da recenti studi demografici che allinterno di un unico Stato i palestinesi diventerebbero presto pi numerosi degli ebrei. Il primo ministro ha anche sottolineato che se ne non verr raggiunto un accordo con lAutorit Palestinese, Israele rischier di doversi confrontare con una leadership di Hamas in Cisgiordania. Quanto ad una possibile restituzione del Golan nellambito di una pace con la Siria, Olmert si limitato a dire di non aver fatto promesse a Damasco. Intanto lex presidente americano Jimmy Carter rilancia la questione del nucleare israeliano. Carter ha detto che Israele possiede centocinquanta bombe nucleari, secondo quanto scrive oggi il Times di Londra. Le sue dichiarazioni colpiscono particolarmente dato che Israele non ha mai ammesso di avere armi nucleari, anche se molti ritengono che le abbia. Tuttavia, Tel Aviv non ha mai firmato il Trattato di non proliferazione nucleare.

In difesa della dignit umana


di LAURA PALAZZANI Sul quindicinale The New Republic del 28 maggio, Steven Pinker che insegna psicologia nell'universit di Harvard ed esperto in scienze cognitive critica il rapporto Human dignity and bioethics pubblicato nello scorso marzo dal President's Council on Bioethic, organo consultivo di George W. Bush per le questioni bioetiche. Oggetto della critica il concetto di dignit, che nel volume proposto come fondamento della bioetica. Un concetto ritenuto dall'autore astratto e inutile, che costituisce il terreno naturale sul quale costruire una bioetica ostruzionista, cio conservatrice e reazionaria. Questa identificata con la bioetica cattolica o teocon, accusata di imporre valori religiosi in politica (soprattutto in biomedicina). Il concetto di dignit sarebbe usato in bioetica solo per frenare la scienza e la tecnologia, sempre e comunque, anche quando le nuove scoperte possono allungare la vita, migliorare la salute, diminuire la sofferenza. Questo concetto sarebbe poi relativo, sostituibile e pericoloso in quanto fenomeno della percezione umana, cio modificabile a seconda del soggetto che lo percepisce ma anche scivoloso, caotico, ambiguo: insomma, una nozione sciocca che sarebbe meglio eliminare dal vocabolario bioetico, sostituendola con autonomia, intesa come capacit di un soggetto consapevole di decidere e autodeterminarsi, esprimendo un consenso o dissenso rispetto ai trattamenti offerti dalla biomedicina. il soggetto che deve decidere se vuole vivere o morire, guarire o migliorare, soffrire o non soffrire. La critica di Pinker non condivisibile, per una serie di ragioni filosofiche. Il concetto di dignit non un concetto solo religioso. Il fatto che esso sia al centro della dottrina giudaico-cristiana citato pi di cento volte, sottolinea Pinker, nel Catechismo della Chiesa cattolica non significa che sia un patrimonio esclusivo della sfera religiosa. Lungo sarebbe l'elenco di autori non cattolici e non religiosi che hanno usato e usano il concetto di dignit: non si pu non citare almeno Immanuel Kant con l'affermazione di trattare sempre l'altro come fine e mai come semplice mezzo, oggetto di riflessione specifica nel volume. E lo stesso Pinker riconosce che alcuni capitoli del volume non si richiamano direttamente alla dottrina cattolica: in effetti sufficiente dare uno sguardo all'indice per cogliere la variet interdisciplinare e pluralista di voci che discutono filosoficamente il concetto di dignit nell'ambito del rapporto tra natura e tecnologia (basta citare Daniel C. Dennett e Martha Nussbaum). Il concetto di dignit non astratto: si riferisce all'uomo in carne e ossa, all'individuo concreto che merita rispetto. E non nemmeno un concetto variabile, nella misura in cui si riferisce alla natura umana (invariabile in s): semmai variabile nella determinazione concreta di quali azioni siano rispettose della dignit del soggetto. Non poi un concetto ambiguo, se non lo si considera solo in senso formale: non un involucro vuoto riempibile di qualsiasi contenuto, ma un contenitore che contiene il riconoscimento del valore dell'uomo in quanto uomo. E non un concetto pericoloso: al contrario pericolosa la sua negazione. La dignit umana infatti il fondamento irrinunciabile per la bioetica. Per una ragione principale: perch l'eliminazione del concetto di dignit fondato sulla natura umana significa l'eliminazione della prospettiva universalistica. La dignit umana l'unico riferimento oggettivo (e non soggettivo) che la bioetica pu riconoscere, sul piano razionale, per affermare che ogni essere umano ha dignit, senza distinzioni o discriminazioni sulla base di condizioni diverse di esistenza (fase di sviluppo o et, salute o malattia, abilit o disabilit). Affermare che tutti gli esseri umani hanno intrinsecamente dignit significa negare la pretesa di distinguere estrinsecamente tra degni e indegni. Ci che pericoloso, semmai, sostituire dignit con autonomia (riducendo il primo termine al secondo), nel senso proposto da Pinker: se la bioetica dovesse avere come unico riferimento il valore dell'autonomia inteso come diritto di una persona sul proprio corpo, diritto a fare quello che vuole, ne deriverebbe infatti la prevaricazione di chi autonomo su chi non autonomo (non ancora o non pi autonomo). Si affermerebbe la logica escludente dell'individualismo (che esclude chi non pu decidere) sulla logica includente dell'universalismo (che include ogni essere solo perch umano, a prescindere da quello che fa). La bioetica che riconosce la dignit intrinseca dell'essere umano non illiberale: chi afferma la dignit non si contrappone all'autonomia (si pensi a Kant, ove l'autonomia assume una valenza universale); semmai si oppone all'autonomia come autodeterminazione. Chi afferma la dignit non nega la libert, ma la limita. Nella convinzione che non si possa proteggere tutta la libert se non al prezzo di sacrificare la libert di alcuni, in genere proprio i pi deboli che non sono in grado di fare sentire la propria voce ma che si debba proteggere la libert di tutti (sia di chi la esercita sia di chi non in grado di esercitarla). La bioetica che riconosce ogni uomo come avente dignit non oscurantista: non proibisce sempre a priori incondizionatamente, ma si sforza di ricercare in modo critico, di volta in volta, regole di comportamento (proibitive o permissive) compatibili con il rispetto dell'uomo. Non frena il progresso, ma lo orienta nella direzione della giustizia, che non pu non basarsi sull'uguaglianza tra tutti gli esseri umani. L'appello alla dignit non uno slogan di chi ha argomenti poco convincenti, ma il nodo cruciale che esige proprio in bioetica una rigorosa tematizzazione filosofica. E il volume del consiglio presidenziale statunitense offre un importante contributo in tal senso.

Lo chiede il direttore generale dell'Aiea

L'Iran consenta di verificare la natura pacifica del suo programma nucleare


VIENNA, 27. LIran non ha sospeso le sue attivit di arricchimento delluranio, ignorando tutte le richieste del Consiglio di Sicurezza dell'Onu in materia. Lo ha dichiarato il direttore generale dellAgenzia internazionale per lenergia atomica (Aiea), Mohammed El Baradei. In un documento pubblicato ieri a Vienna, El Baradei ha precisato che contrariamente alle decisioni del Consiglio di Sicurezza dellOnu, lIran non ha sospeso le sue attivit di arricchimento delluranio ed ha proceduto allinstallazione di due nuove cascate di centrifughe e di una nuova generazione di centrifughe per compiere dei test. Nel rapporto si dice inoltre che Teheran ha anche continuato la costruzione di un reattore di tipo IR-40. Per questo, El Baradei ha lanciato un appello urgente allIran affinch metta in opera il pi presto possibile tutte le misure richieste per consentirci di aver fiducia nella natura pacifica del suo programma atomico. Lagenzia ha peraltro ricordato di non aver avuto accesso ai siti iraniani collegati al nucleare, che aveva chiesto di controllare in aprile. Di tutt'altro tenore le dichiarazioni provenienti dalla Repubblica islamica. LAmbasciatore iraniano presso lAiea, Ali Asghar Soltanieh, ha infatti detto che lultimo rapporto dellAgenzia internazionale per lenergia atomica sottolinea che il programma nucleare dell'Iran pacifico. Il rapporto dellAiea un altro documento che evidenzia come tutte le attivit nucleari dellIran siano pacifiche, ha precisato lambasciatore. Anche l'Unione europea ha fatto sentire la sua voce. LAlto rappresentante della Politica estera e di Sicurezza dell'Ue, Javier Solana, ha auspicato di potersi recare a Teheran entro un mese per presentare alle autorit iraniane la nuova offerta di incentivi proposta dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna pi la Germania (il cosiddetto gruppo dei 5+1) in modo da convincere lIran a sospendere i programmi di arricchimento delluranio. Il Governo iraniano ha per sempre negato che il suo programma nucleare (compreso, quindi, l'arricchimento dell'uranio) abbia scopi bellici. L'Ue non esclude tuttavia lipotesi di adottare prossimamente nuove sanzioni contro lIran. Ma prima di adottare nuovi provvedimenti restrittivi, i ministri degli Esteri dei ventisette paesi dell'Unione europea vogliono verificare la reazione di Teheran al nuovo pacchetto di incentivi.

Ma Hezbollah rilancia la lotta armata contro Israele

Suleiman s'insedia e chiede pace per il Libano


Nel suo primo discorso da presidente del Libano, Suleiman ha chiesto che le armi non vengano pi usate nei conflitti interni. Pronta la risposta di Hezbollah: La resistenza ad Israele non sfida lautorit dello Stato, ma a fianco dello Stato.
PAGINA 3

Ottantamila persone saranno sgomberate nel timore dello straripamento di un lago formatosi dopo il violento sisma del 12 maggio

Emergenza senza fine nella Cina del terremoto


PECHINO, 27. Sono sempre pi gravi le notizie che provengono dalle zone della Cina sud-occidentale squassate nei giorni scorsi da ripetute scosse di terremoto, la pi violenta delle quali lo scorso 12 maggio ha raggiunto magnitudo 8,o sulla scala Richter. L'ultimo bilancio, ancora provvisorio, fornito oggi dal Governo indica in 67.183 le vittime accertate del cataclisma. I feriti sono 361.822, mentre i dispersi ammontano a 20.790. Sommando morti e dispersi, si supera largamente la previsione di circa ottantamila vittime complessive, formulata tre giorni fa dal primo Ministro cinese, Wen Jiabao, durante una visita nelle zone disastrate. Ed una nuova forte scossa sismica stata registrata stamane nel Sichuan, la stessa zona colpita dal terremoto del 12 maggio, dove circa ottantamila persone saranno fatte sgomberare nei pressi della citt di Beichuan a causa del probabile straripamento di un lago formatosi in seguito al movimento tellurico. Lenorme bacino contiene oltre centoventotto milioni di metri cubi dacqua, il cui livello cresciuto fino ad arrivare a soli ventinove metri al di sotto dei lembi superiori degli argini artificiali, i quali potrebbero crollare da un momento allaltro per effetto delle continue piogge, abbinate a raffiche di vento sempre pi impetuose e alle continue scosse. Secondo il Centro di controllo sismologico degli Stati Uniti, il nuovo terremoto ha raggiunto magnitudo 5,2 sulla scala Richter, con epicentro localizzato ad appena quarantuno chilometri da Guangyuan, una delle citt della zona maggiormente devastate. Domenica scorsa si era registrata la peggiore delle scosse di assestamento (6,4 sulla scala Richter) seguite a quella principale, che aveva provocato ulteriori nove vittime e un migliaio di feriti. Oltre al Sichuan, il sisma era stato avvertito anche nelle province limitrofe del Gansu e dello Shaanxi. Con quella odierna, sono gi centottantotto le scosse telluriche di assestamento che hanno colpito la Cina sud-occidentale.

Esce in Italia Il settimo velo di Juan Manuel de Prada

Vasi di coccio nella Francia di Vichy


STA GAWRONSKI
A PAGINA

Il restauro del Mausoleo dei Valeri nella necropoli vaticana

Una tomba di lusso (sotto il cupolone) per i coniugi Caius e Flavia


PIETRO ZANDER
A PAGINA

Con l'edizione di domani in omaggio a tutti i lettori il volume con il testo dell'Istruzione Il servizio dell'autorit e l'obbedienza

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
Morte tredici persone negli scontri a Mogadiscio

mercoled 28 maggio 2008

Intervento della Santa Sede alla conferenza diplomatica di Dublino

I ribelli islamici somali Le bombe a grappolo attaccano le forze di pace rendono amaro il sapore della pace
MOGADISCIO, 27. Almeno tredici persone sono morte negli scontri tra ribelli islamici e truppe di pace dellUnione africana divampati ieri a Mogadiscio. A quanto riferito da fonti ufficiali e testimoni, le vittime sono per la maggior parte civili. I miliziani hanno attaccato a colpi di fucile e artiglieria una base del contingente ugandese dei caschi verdi della missione Amisom nellarea K4. I soldati hanno risposto al fuoco e ucciso almeno due ribelli. Il portavoce Baridgye Bahuko ha aggiunto che i soldati ugandesi hanno risposto e ucciso due assalitori, ma nello scontro sono morte altre undici persone. Poche ore prima, fonti di stampa hanno riferito che bombardamenti aerei hanno colpito larea di Baule, poco pi di quattrocento chilometri a Sud di Mogadiscio. Lattacco sarebbe avvenuto la scorsa notte, stando a testimonianze giunte dal posto che non hanno, per, alcuna conferma ufficiale. Secondo le fonti, sarebbero state avvertite almeno due forti esplosioni. Finora nessuna indicazione di eventuali vittime. Se lattacco fosse confermato, secondo gli analisti dovrebbe trattarsi di una nuova incursione di caccia bombardieri americani, gi altre volte intervenuti nella zona molto poco abitata, e per lo pi da popolazione nomade dedita alla pastorizia che si ritiene sia rifugio di numerosi terroristi islamici afferenti ad Al Qaeda. Aerei militari americani avevano Pubblichiamo la nostra traduzione italiana dell'intervento pronunciato, lo scorso 19 maggio, dall'arcivescovo Silvano M. Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede presso l'ufficio delle Nazioni Unite e istituzioni specializzate a Ginevra e capo della delegazione della Santa Sede, durante la conferenza diplomatica sulle munizioni a grappolo, in corso a Dublino. Presidente, la delegazione della Santa Sede particolarmente onorata di parlare all'inizio di questa conferenza diplomatica. lieta di osservare che il buon esito degli sforzi concertati di un gran numero di attori sta portando a una conclusione positiva di un processo che mira a una sicurezza e a una protezione maggiori. Dobbiamo superare una visione riduttiva e limitata che darebbe l'illusione che la protezione giunga solo attraverso le armi, specificatamente quelle che siamo impegnati a bandire. Innanzitutto, la delegazione della Santa Sede desidera esprimere la propria soddisfazione per vederla, signor ambasciatore, presiedere gli atti di questo incontro e facilitare i negoziati per il raggiungimento di un accordo forte e operativo. La Santa Sede offre all'Irlanda il proprio sostegno ed disponibile a unire le forze per edificare insieme un mondo pi umano, pi sicuro e pi cooperativo. Signor Presidente, questa conferenza a Dublino deriva dalla consapevolezza che un'azione concreta, credibile ed efficace necessaria per rispondere a un problema che esiste gi da troppo tempo. Per anni le Ong, il comitato internazionale della Croce Rossa e vari Paesi hanno sollevato la questione delle munizioni a grappolo, inizialmente senza successo. La nostra soddisfazione ora grande. Oggi nessuno nega l'esistenza di problemi umanitari legati alle munizioni a grappolo, l'urgenza di un'azione collettiva e la necessit di uno sforzo che traduca queste preoccupazioni in uno sviluppo mirato di diritto umanitario internazionale. I differenti interlocutori del processo di Oslo e gli Stati che partecipano alla Convenzione su alcune armi convenzionali (Ccw) concordano su questa urgenza. Senza dubbio, differenze importanti esistono ancora relativamente a una risposta appropriata. Tuttavia, la Santa Sede non pu non insistere sulla priorit della dignit umana e degli interessi delle vittime, sulla priorit della prevenzione e della stabilit e sul concetto di una sicurezza basata sul pi basso livello di armamento. La pace trascende di gran lunga l'ambito delle considerazioni militari. La pace non solo assenza di guerra. I diritti umani, lo sviluppo, la partecipazione sociale e politica, la giustizia, la cooperazione, questo e altri concetti simili, svolgono un ruolo importante nella definizione moderna di pace autentica. La sicurezza garantita dalle armi e dalla forza effimera e illusoria. Le munizioni a grappolo lo illustrano perfettamente. Perfino le cosiddette vittorie si dimostrano sconfitte durature per la popolazione civile, per lo sviluppo, per la pacificazione, per la stabilit. Decenni dopo l'utilizzo di munizioni a grappolo la pace conserva un sapore amaro con migliaia di vittime, l'arresto dello sviluppo socio-economico e un considerevole spreco di risorse umane e finanziarie. la possibilit di una decisione ci viene data qui ora. In un mondo globalizzato e sempre pi interdipendente, i problemi di alcuni sono i problemi di tutti: dei Paesi ricchi e di quelli poveri, dei Paesi che producono ed esportano munizioni a grappolo e di quelli che le importano, di quelli che le utilizzano e di quelli che non le utilizzano. Ci che non si fa oggi, dovr essere fatto domani con un supplemento di sofferenza, di costi economici e di ferite pi profonde da guarire. naturale che alcuni Paesi affronteranno difficolt maggiori per onorare gli impegni che deriveranno dal futuro strumento. Tuttavia, siatene certi, i Paesi e le vittime colpiti sono quelli che hanno pagato e continuano a pagare il prezzo pi esorbitante. Anche quelli che devono rinunciare a questo tipo di armi, quelli che hanno smesso di esportarle, quelli obbligati a distruggere i propri arsenali, quelli che si impegneranno in attivit di sminamento e bonifica, quelli che investiranno risorse per le vittime, le loro famiglie e comunit, tutte le persone coinvolte nelle varie attivit umanitarie, dovranno fare alcuni sforzi. Questi ultimi dovrebbero essere considerati dalla guida politica e militare e dalle persone dei loro Paesi come una partecipazione necessaria ma anche piuttosto gratificante all'edificazione di un mondo pi sicuro e pacifico in cui ognuno possa godere di maggiore sicurezza. in questo e in altri contesti, la cooperazione essenziale per il successo. Una cooperazione fra Stati, Nazioni Unite, organizzazioni internazionali, comitato della Croce Rossa e Ong, il segreto per un successo comune e un elemento indispensabile per raggiungere il futuro strumento. Le vittime dovrebbero avere un posto privilegiato in questo progetto. Il loro ruolo dovrebbe essere attivo dall'inizio alla fine. Nei negoziati in corso, ogni parte dovrebbe avere un ruolo appropriato per far s che la convenzione da adottare risulti completa, forte e operativa. Tutti sono necessari nella realizzazione di questo progetto. Operiamo insieme per affrontare oggi la sfida dell'adozione e domani quella della realizzazione! Signor Presidente, vero che gli Stati hanno il diritto di difendere la pace, la sicurezza e la stabilit dei popoli sotto la loro responsabilit. Tuttavia, ci si pu ottenere meglio senza avvalersi della corsa agli armamenti e della guerra. Nel 1965, nel suo discorso all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, Papa Paolo VI ha ricordato alla comunit delle nazioni la sfida della pace senza ricorso alle armi: Non si pu amare con armi offensive in pugno. Le armi, quelle terribili, specialmente, che la scienza moderna vi ha date, ancor prima che produrre vittime e rovine, generano cattivi sogni, alimentano sentimenti cattivi, creano incubi, diffidenze e propositi tristi, esigono enormi spese, arrestano progetti di solidariet e di utile lavoro, falsano la psicologia dei popoli. Finch l'uomo rimane l'essere debole e volubile e anche cattivo, quale spesso si dimostra, le armi della difesa saranno necessarie, purtroppo; ma voi, coraggiosi e valenti quali siete, state studiando come garantire la sicurezza della vita internazionale senza ricorso alle armi: questo nobilissimo scopo, questo i popoli attendono da voi, questo si deve ottenere! Presidente, i popoli, le vittime, i Paesi colpiti guardano a questa conferenza diplomatica e tutti si aspettano da noi una decisione coraggiosa, come Papa Benedetto XVI ha ricordato ieri. Il mondo attende un atto di fede nella persona umana e nelle sue pi alte aspirazioni di vivere in pace e sicurezza, un impegno a rendere la solidariet l'espressione pi bella dell'unit della famiglia umana e del suo destino comune. Sono convinto, signor Presidente, che alla fine della conferenza tutti i partecipanti andranno via vittoriosi e soddisfatti di aver operato la scelta giusta. Grazie, signor Presidente.

bombardato quella stessa zona lo scorso primo maggio causando la morte di Aden Hashi Ayro, ritenuto uno dei leader militari, se non il numero uno, del gruppo terrorista islamico Al Shabab (la giovent), e di almeno venticinque dei suoi miliziani. La notizia fu confermata dalle autorit militari statunitensi. Nel frattempo, ieri avvenuto un nuovo sequestro di nave a opera dei pirati al largo della costa somala. Stando a quanto riferito, oggi, da un

funzionario della Guardia costiera, la nave cargo MV Amiya Scan, di propriet della olandese Reider Shipping, partita il 19 dal porto kenyota di Mombasa con destinazione la Romania, stata attaccata e sequestrata domenica. A bordo della nave un equipaggio composto da marinai russi e filippini. I casi di pirateria sono frequenti in quelle acque: lanno scorso sono stati una ventina e questanno ne sono stati denunciati gi dieci.

Il Sudan rischia una nuova guerra civile


KHARTOUM, 27. Siamo sull'orlo della ripresa della guerra civile: lo ha dichiarato ieri a Khartoum il generale Pagan Amun, segretario generale del Splm (Movimento di liberazione popolare del Sudan), il partito al potere nel sud del Paese. Ne d notizia Radio Nairobi. Amun fa riferimento in particolare ai continui combattimenti che avvengono nella regione dell'Abyei, al centro del Sudan, molto ricca di petrolio e contesa tra nord e sud: si tratta di uno dei nodi non sciolti rilevano gli analisti dall'accordo di pace firmato a Nairobi nel gennaio del 2005, che mise fine a ventuno anni di guerra civile con un bilancio di oltre due milioni di morti. Nella regione dell'Abyei, in particolare intorno all'omonimo capoluogo regionale, le battaglie sono state violente fra truppe di Khartoum e quelle dell'Spla, il braccio armato dell'Splm. Intanto si segnalano migliaia di civili in fuga. Il generale Pagan Amun, inoltre, ha richiamato il Governo centrale a rispettare le intese secondo le quali le sue truppe non dovrebbero essere presenti al di fuori dei territori del nord. Intese peraltro previste dalla pace, ma mai divenute operative. Il sud, in base agli accordi, ha una presenza non marginale nel Governo, ma di certo minoritaria, mentre governa la parte meridionale del Sudan, di fatto autonoma.

Assicurazioni da parte del ministro per la Sicurezza

Sotto controllo in Sud Africa le violenze xenofobe


CITT DEL CAPO, 27. Le violenze xenofobe che hanno provocato la morte di cinquantasei persone sono ora sotto controllo: lo ha dichiarato, ieri, il ministro per la sicurezza, Charles Nqakula, che ha fornito il bilancio ufficiale della caccia all'immigrato che ha costretto migliaia di persone a cercare rifugio oltre confine. Vi sono cinquantasei morti ha detto Nqakula al termine di un incontro di due ore con Thabo Mbeki molti dei quali vittime di crimini non legati alla xenofobia e commessi approfittando della situazione. Ritengo ha aggiunto che ora la situazione sia sotto controllo. Le violenze si sono placate e sono stati avviati colloqui tra esponentio delle comunit coinvolte e della societ civile su come gli uni si devono comportare nei confronti degli altri. Il ministro per l'intelligence, Ronnie Kasril, ha tuttavia sottolineato che ci non significa che non possono esserci ancora alcune spontanee eruzioni di violenza o criminalit. Il fatto che le forze dell'ordine siano state mobilitate dappertutto, ha aggiunto, fa s che se vi saranno esplosioni di violenza l'intervento sar immediato. Secondo le stime fornite dal Governo, sono state 1.34o persone sono state arrestate durante le violenze. Intanto centinaia di rifugiati, provenienti in massima parte dalla regione dei Grandi Laghi, si sono radunati ieri davanti alla sede delle Nazioni Unite a Pretoria, chiedendo protezione contro l'ondata di violenze xenofobe esplose nel Paese. Lo hanno comunicato fonti dell'Alto commissariato per ri rifugiati dell'Onu (Unhcr). Durante la mattinata (di ieri, n.d.r.) abbiamo accolto circa 750 rifugiati, la maggior parte proveniente dal Rwanda, dalla Repubblica democratica del Congo, dalla Somalia e da altri Paesi africani ha detto Yusuf Hassan, portavoce dell'Unhcr per l'Africa australe. Li stiamo trasportando in pullman verso un campo profughi alla periferia di Pretoria, ma circa cinquecento sono ancora nei nostri uffici ha aggiunto il portavoce. Le violenze xenofobe hanno costretto almeno tredicimila persone ad abbandonare le loro case e a rifugiarsi nelle chiese e nei centri parrocchiali d a Johannesburg, secondo quanto reso noto, a Ginevra, dall'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim). Tredicimila persone sono state costrette a lasciare le loro case per cercare protezione nelle chiese e nei centri delle parrocchie; la gran parte di loro non ha potuto portate nulla con s ha affermato il portavoce dell'Oim, Jean-Philippe Chauzy, aggiungendo che le organizzazioni umanitarie, tra cui la Croce Rossa, si stanno mobilitando per distribuire generi di prima necessit, abiti e prodotti per l'igiene. Secondo l'Oim, in Sud Africa vivono da due ai cinque milioni di immigrati provenienti dall'Africa australe. Un milione sono fuggiti dallo Zimbabwe dove la loro condizione era resa insostenibile dalla crisi politica ed economica. Il presidente sudafricano Thabo Mbeki in un messaggio alla nazione ha definito una disumanit senza precedenti dalla nascita della democrazia l'ondata di violenza xenofoba che in questi giorni ha segnato il territorio. Secondo Mbeki, le azioni vergognose di pochi hanno infangato il nome del Paese. Il capo dello Stato ha quindi promesso che saranno prese misure adeguate per assicurare alla giustizia gli autori delle violenze e degli omicidi. Mbeki ha poi rilevato che sarebbe sbagliato rinchiudere gli immigrati in campi speciali. Queste violenze (cominciate nella township di Alexandra, a Johannesburg), ha proseguito il presidente sudafricano, ostacolano tutto ci che abbiamo provato a fare per creare una societ calorosa e umana, basata sui valori della tradizione di solidariet africana. Se la xenofobia e il razzismo mettono radice, ci porteranno a un passato di violenze che non possiamo permetterci ha affermato Mbeki. Al contrario ha sottolineato nel nostro Paese dobbiamo continuare a vivere in rapporto di buon vicinato con i nostri fratelli e sorelle di altri Paesi africani.

Lo stato d'emergenza in Egitto prorogato di due anni


IL CAIRO, 27. Malgrado le promesse di revoca, lEgitto ha prorogato ieri per due anni un pluridecennale e molto controverso stato demergenza. Il parlamento, dominato per due terzi dal Partito nazional democratico (Pnd) di Hosni Mubarak, ha approvato la misure dopo un brevissimo dibattito sulla decisione gi assunta dal presidente. Lo stato di emergenza, imposto nel 1981 dopo lassassinio dellallora presidente Anwar Sadat, verr prorogato dallI giugno. Mubarak, successore di Sadat, in occasione della sua rielezione nel 2005 aveva promesso che le leggi speciali molto contestate da opposizione e gruppi umanitari sarebbero state rimpiazzate da norme antiterrorismo. Limpegno era stato ribadito lo scorso anno dal ministro per gli Affari parlamentari, Mufid Shehab, che aveva assicurato la revoca delle misure straordinarie entro la fine del 2008, anche se non fosse stata deliberata la nuova legge contro il terrorismo. In base alle leggi speciali, non ci sono limiti al periodo di detenzione preventiva, e civili possono essere processati davanti a tribunali militari, come avvenuto anche di recente a membri dei fratelli musulmani. Lorganizzazione illegale in Egitto dal 1954 detiene quasi il venti per cento dei seggi in parlamento con deputati ufficialmente classificati come indipendenti. La scorsa settimana, il presidente del Consiglio nazionale per i diritti umani (organismo governativo) Boutros Boutros Ghali, ex segretario generale delle Nazioni Unite nonch ex ministro degli Esteri egiziano, ha detto che non esiste pi nessuna giustificazione per prolungare lo stato demergenza, data la fase di stabilit che sta attraversando il Paese. Allinizio del mese una ventina di organizzazioni umanitarie avevano chiesto attraverso una dichiarazione congiunta che venissero abrogate le leggi speciali, ricordando al presidente Hosni Mubarak le promesse fatte durante la campagna elettorale del 2005.

Si terr dal 20 al 24 aprile 2009 a Ginevra

Annunciata una conferenza dell'Onu sul razzismo


GINEVRA, 27. Si terr a Ginevra nellaprile del 2009 la seconda conferenza delle Nazioni Unite sul razzismo. Lo hanno anticipato fonti diplomatiche. Il primo summit fu nel 2001 a Durban, in Sud Africa. La conferenza ha precisato un diplomatico che ha chiesto di rimanere anonimo avr luogo dal 20 al 24 aprile 2009 al Palazzo delle Nazioni, sede europea delle Nazioni Unite. La prima giornata di lavori si terr a livello di ministri. Il via libera allorganizzazione di tale nuova conferenza dovr venire dal comitato preparatorio, che si riunir questa sera a Ginevra. I Paesi occidentali non vogliono in alcun modo una ripetizione della conferenza di Durban che si era chiusa nel caos nel settembre 2001 ed era stata segnata da profonde divisioni sulle questioni dell'antisemitismo, del colonialismo e dello schiavismo. Il mese scorso, Louise Arbour, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha chiesto che la conferenza non sia una ripetizione di quella del 2001. Durban II ha detto Arbour deve servire a valutare i progressi, essere un'occasione per dare nuovo vigore agli impegni presi e affinare le risposte in un modo appropriato. Arbour ha chiesto anche tappe concrete e valutabili, con un calendario preciso, vero l'eliminazione del razzismo e delle diverse forme di discriminazione. Il segretario di Stato francese per i diritti umani, Rama Yade, ha avvertito che gli eccessi che hanno seguito la conferenzab di Durban non dovrebbero ripetersi. La Francia ha aggiunto rester impegnata nel processo solo se la riunione non perder di vista i veri obiettivi posti fin dall'inizio.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

mercoled 28 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 3

Sull'Iran le incognite della crisi alimentare


di GABRIELE NICOL Anche l'Iran minacciato dalla crisi alimentare. La cronica scarsit di acqua in alcune aree del territorio contribuisce a rendere critica la situazione. Di conseguenza su uno dei settori pi vitali del Paese, quello agricolo, gravano in questo momento pesanti incognite. Secondo i dati del 2007, tale ambito rappresenta circa il venti per cento dell'intero prodotto nazionale lordo, fornendo impiego al trenta per cento della forza lavoro disponibile. Il lavoro governativo mira da sempre a raggiungere una larga autosufficienza nella produzione di cereali e almeno per quanto concerne il grano tale risultato pare raggiunto. La produzione di cereali rappresenta i due terzi della produzione totale del settore agricolo. Frumento, riso, orzo, mais occupano buona parte delle terre coltivabili nel Paese, le quali restano comunque esigue costituendo circa il dieci per cento dell'intero territorio. La coltivazione di grano il punto di forza dell'intero settore, occupando il 37 per cento delle aree coltivabili. Basti pensare che nel 2005 (i dati sono del ministero dell'Agricoltura iraniano) ne sono state prodotte 14.307 milioni di tonnellate: grazie a queste cifre che l'Iran rilevano gli analisti pu considerarsi autosufficiente riguardo a tale coltura. Tuttavia evidenziano gli osservatori su tale settore gravano interrogativi che potrebbero aprire prospettive non rosee. Primo fra tutti il problema della scarsit di acqua in gran parte del Paese. L'Iran ricorda equilibri.net ha dovuto affrontare nel 2000 e nel 2001 lunghi periodi di siccit, che hanno negativamente influito sulla produzione agricola. Da allora il Governo ha varato una serie di riforme volte all'implementazione della rete idrica al fine di raggiungere anche quelle aree pi isolate colpite dalla crescente aridit dei terreni. Si calcola che la scarsit di precipitazioni abbia influito per il 3 per cento riguardo all'apporto dell'agricoltura al Pil, causando una perdita economica pari a 5,6 milioni di dollari. Poi, secondo stime della Banca mondiale, la quantit di acqua disponibile nella regione mediorientale sar dimezzata entro il 2050. Allo stato attuale, il 98 per cento della popolazione urbana e l'83 per cento della popolazione rurale ha accesso all'acqua potabile. Consapevole dei possibili, negativi scenari, Teheran ha adottato alcune contromisure. In primo luogo ha ampliato le reti di irrigazione che per hanno costi molto elevati e che si basano su rilevanti sovvenzioni statali. Inoltre si provveduto alla creazione di nuove infrastrutture, autostrade e centrali elettriche, nelle zone rurali per meglio connetterle ai maggiori centri urbani. La situazione permane comunque critica per il futuro dell'agricoltura, rilevano gli osservatori. Attualmente solo il 10 per cento del Paese riceve pioggia a sufficienza per sostenere l'attuale produzione agricola. Il settore mette in evidenza equilibri.net inoltre svantaggiato dall'utilizzo di attrezzature agricole ormai obsolete e dalla limitata disponibilit di fertilizzanti e diserbanti. Un nuovo elemento che rischia di compromettere la tendenza positiva del settore stata la scoperta della puccinia graminis, definita la ruggine nera del grano, che potrebbe mettere a repentaglio la produzione di molti Paesi. Altra contromossa attuata da Teheran stata quella di comprare le eccedenze alimentari regionali per assicurarsi una sempre crescente quantit di scorte di cibo. Ci per ha causato un'impennata dei prezzi nella regione. Nel frattempo nel Paese cresce il malessere sociale per la mancanza d'acqua. A marzo si sono registrate, nel sud, le prime manifestazioni di protesta, seguite da scontri con le forze dell'ordine. La popolazione rilevano gli analisti accusa il Governo di non occuparsi adeguatamente del problema preferendo investire nell'estrazione del petrolio e nello sviluppo della tecnologia nucleare. Fermo restando che l'Iran ha sempre una grande risorsa, il petrolio, sono due le importanti sfide che il Governo chiamato a superare: raggiungere una maggiore autosufficienza alimentare e risolvere l'annoso problema della penuria delle risorse idriche. Inevitabilmente la mancanza di acqua renderebbe impossibile sostenere la produzione agricola, comportando una sempre maggiore dipendenza dal mercato estero. E se si considera che il prezzo del grano, e dei cereali pi in generale, in forte crescita, l'economia iraniana potrebbe andare incontro a gravi disagi.

In Myanmar l'opposizione denuncia restrizioni


NAYPYIDAW, 27. Mentre la maggior parte delle persone colpite nei giorni scorsi dal ciclone Nargis non ha ancora ricevuto nessun tipo di aiuto, nonostante le pressioni internazionali, la giunta militare al potere nel Myanmar da quasi mezzo secolo ha ordinato di rafforzare le misure di sicurezza intorno alla casa di Aung San Suu Kyi e al quartier generale della Lega nazionale per la democrazia (Lnd), principale forza di opposizione nellex Birmania, facente capo proprio al premio Nobel per la pace nel 1991. Lo hanno denunciato oggi fonti del Lega nazionale. La notizia stata confermata anche da giornalisti presenti sul posto, secondo cui intorno alla sede della Lnd si sono posizionati almeno sei camion carichi di soldati, un furgone cellulare e unauto-pompa dei vigili del fuoco. Nella palazzina, in giornata, prevista una cerimonia per commemorare il diciottesimo anniversario della schiacciante vittoria della Lega nazionale per la democrazia alle elezioni politiche del 1990, mai riconosciuta dal regime militare, che fece anzi mettere sotto custodia la leader della dissidenza e arrest gran parte degli esponenti politici dell'opposizione. Da allora, Suu Kyi ha trascorso agli arresti domiciliari la maggior parte del tempo, dodici anni in tutto; e il provvedimento restrittivo stato rinnovato continuativamente dal 2003. La carcerazione dovrebbe scadere oggi stesso, ma tutto lascia prevedere che sar prorogata ancora una volta. Per questo, anche la residenza della leader dell'opposizione stata circondata da soldati e poliziotti, che con palizzate e filo spinato hanno eretto una barricata impenetrabile lungo la strada che conduce alla sua abitazione, situata sulle rive di un lago alla periferia di Yangon, la vecchia capitale birmana. Il dispositivo stato approntato per impedire manifestazioni di sostegno. In citt una delle zone maggiormente devastate dal ciclone Nargis assieme al delta del fiume Irrawaddy circolano da giorni voci su una marcia dimostrativa che gli attivisti della Lnd intenderebbero effettuare per manifestare solidariet alla loro maggiore rappresentante. Formalmente, gli arresti domiciliari furono inflitti ad Aung San Suu Kyi per garantirle protezione, dopo gli scontri tra dimostranti e forze di sicurezza che scoppiarono intorno alla sua residenza il 30 maggio di cinque anni fa. Fu solo il 27 novembre successivo che la misura restrittiva fu convertita in provvedimento eccezionale, sulla base delle leggi in materia di ordine pubblico: da allora sempre stata rinnovata, dapprima per sei mesi e poi per un anno alla volta, ma comunque alla data del 27 maggio. Linasprimento della repressione destinato ad acuire ulteriormente la tensione con i Governi occidentali e le organizzazioni sovranazionali, impegnati negli aiuti umanitari a favore delle popolazioni colpite il 2 maggio scorso dal catastrofico passaggio del ciclone. Aiuti che la giunta militare ha sottoposto a pesanti restrizioni, pur essendosi da ultimo piegata a promettere lingresso incondizionato a tutti i soccorritori stranieri, a prescindere dalla loro nazionalit. Se la situazione precipitasse, rischierebbero di essere messe a repentaglio le operazioni di assistenza, compresi gli aiuti decisi al termine della Conferenza dei donatori internazionali tenutasi due giorni fa a Yangon, e nella quale sono stati elargiti, almeno sulla carta, fondi per un controvalore pari a una cinquantina di milioni di dollari.

Suleiman s'insedia e chiede pace per il Libano


Ma Hezbollah rilancia la lotta armata contro Israele
BEIRUT, 27. Ventuno salve di cannone hanno salutato ieri l'insediamento del nuovo presidente libanese, Michel Suleiman, nel palazzo presidenziale di Baadba. Nel suo primo discorso Suleiman ha chiesto che le armi non vengano pi usate nei conflitti interni. Pronta la risposta di Hezbollah: La resistenza a Israele non sfida lautorit dello Stato, ma a fianco dello Stato, ha detto Hasan Nasrallah, leader supremo del movimento sciita. Il neo-presidente si insediato ieri alle 12 (ora locale) nel palazzo presidenziale di Baabda, sulle colline a sudest di Beirut, rimasto vacante per gli ultimi sei mesi, da quando il 24 novembre scorso scaduto il mandato dellex presidente mile Lahoud. Gli uomini della Guardia repubblicana hanno issato stamani la bandiera libanese in cima alledificio dove Suleiman dovrebbe iniziare domani, mercoled, le consultazioni con i capigruppo parlamentari per scegliere il primo ministro, carica tradizionalmente affidata a un musulmano di confessione sunnita. Il premier proceder quindi a formare il nuovo Governo di unit nazionale, secondo le ripartizioni di ministri stabilite a Doha. I candidati alla guida del prossimo Esecutivo sono lattuale premier Fouad Siniora, il cui gabinetto formalmente dimissionario dallelezione presidenziale di ieri, e Saad Hariri, capo della maggioranza parlamentare, figlio ed erede politico dellex premier Rafik Hariri, ucciso a Beirut nel 2005. Laccordo raggiunto a Doha, in Qatar, il 21 maggio scorso, che ha messo fine alla crisi istituzionale durata un anno e mezzo, prevede che la coalizione guidata da Hezbollah ottenga il diritto di veto nel nuovo Governo. Secondo la stampa locale libanese, il ministro degli Esteri iraniano Manushehr Mottaki sar il primo rappresentante estero a salire oggi a Baabda per incontrare il presidente Suleiman. Mottaki stato tra i numerosi ospiti stranieri che hanno assistito ieri allelezione presidenziale in Parlamento. Il segretario della Lega Araba Amr Mussa ha intanto lasciato stamani Beirut per recarsi a Damasco, dove incontrer il presidente siriano Bashar Al Assad nellambito della sua missione di riconciliazione tra Libano e Siria, le cui relazioni si erano incrinate dopo lassassinio di Hariri, crimine per cui Damasco stata da pi parti indicata come mandante. Nel suo discorso dinsediamento, Suleiman ha auspicato la creazione di relazioni diplomatiche tra i due Paesi vicini. Il leader del movimento sciita Hasan Nasrallah, ha affermato il suo sostegno alla clausola dellaccordo interlibanese di Doha che vieta luso delle armi per fini politici. Ieri, in un discorso trasmesso su un megaschermo davanti a migliaia di suoi sostenitori in occasione dellottavo anniversario del ritiro israeliano dal Sud del Libano, Nasrallah ha affermato che il movimento Hezbollah, sostenuto da Siria e Iran, non vuole il potere in Libano o imporre il proprio programma perch il Libano un Paese composto da molte comunit differenti. Possiamo essere un Paese modello dove possono esserci costruzioni e investimenti e allo stesso tempo una resistenza a Israele che non sfida lautorit dello Stato, ma che a fianco dello Stato, per prendersi la responsabilit di liberare la terra e difenderla, ha detto ancora Nasrallah. Egli ha quindi affermato che resistenza e Stato possono convivere in parallelo, rispondendo cos di fatto a coloro che chiedono una strategia di difesa unica che implichi di fatto il disarmo di Hezbollah o la fusione del suo arsenale in quello dellesercito. Lelezione di Suleiman rinnova la speranza tra i libanesi di un nuovo inizio, e il suo discorso esprime lo spirito di concordia, e questo ci di cui il Libano ha bisogno. Molto presto Samir e suoi fratelli saranno tra di voi in Libano, ha quindi affermato, riferendosi a Samir al Qantar e due altri libanesi detenuti in Israele di cui Hezbollah chiede la liberazione in cambio di due soldati israeliani la cui cattura nel luglio del 2006 innesc la guerra di trentaquattro giorni tra Hezbollah e Israele. Poco dopo la fine del discorso di Nasrallah, ieri sera, scambio di colpi darma da fuoco si sono avuti a Beirut ovest tra sostenitori dellopposizione guidata dal movimento sciita Hezbollah e militanti della maggioranza libanese. Lo hanno reso noto fonti della sicurezza. Un alto funzionario israeliano ha smentito che sia stato raggiunto un accordo con il movimento Hezbollah per uno scambio tra prigionieri, pur confermando che i negoziati procedono. Secondo i media locali, Israele sarebbe disposto a rilasciare cinque prigionieri libanesi per ottenere il rilascio di Eldad Regav e Ehud Goldwasser, i due soldati che vennero catturati nel luglio 2006.

Arrestati in Iraq ragazzi addestrati a compiere attentati suicidi


BAGHDAD, 27. I soldati iracheni hanno arrestato, ieri a Mossul, sei ragazzi di et compresa tra i 15 e i 18 anni addestrati a compiere attentati suicidi. Lo ha reso noto il ministero dell'Interno, precisando che sono stati i militari impegnati nelle perquisizioni casa per casa nella parte sud-orientale di Mossul a scoprire i sei giovani addestrati a compiere attacchi contro le forze di sicurezza irachene. Sempre ieri un attacco suicida a Tarmiyah, a nord di Baghdad, ha provocato sette morti e venti feriti. Un attentatore si lanciato contro il quartier generale di una delle milizie sunnite appartenenti al cosiddetto Consiglio del risveglio: si tratta di ex insorti che si sono rivoltati contro l'egemonia del braccio iracheno di Al Qaeda passando dalla parte del Governo di Baghdad. L'attentatore ha preso di mira in particolare gli uomini di un capo trib locale, Jassem Al Mashadani, che si salvato, non essendo presente al momento dell'attacco. Si appreso poi che un soldato statunitense rimasto ucciso nella provincia di Salaheddin. Il comando Usa ha reso noto che il militare morto in seguito alle ferite riportate nell'esplosione di un ordigno. Nell'attentato dinamitardo altri due soldati sono rimasti feriti. L'Iraq sospeso dalle competizioni internazionali di calcio: lo ha deciso la Fifa, precisando che il provvedimento la conseguenza della volont dell'Esecutivo iracheno di far sparire il comitato olimpico nazionale e tutte le sue federazioni. Tale provvedimento potr essere revocato se l'Iraq annuller il decreto con cui stata sciolta la federcalcio locale, sottolinea la Fifa in una nota diffusa a Sydney, dove in corso il congresso della Federazione calcistica mondiale.

In Australia la giornata di riconciliazione con gli aborigeni


CANBERRA, 27. Si celebrato ieri in Australia il Sorry day (Giornata delle scuse, ma anche del dispiacere), che d inizio a una settimana di eventi culturali e di incontri in tutto il Paese, incentrati sulla strada da seguire verso la riconciliazione fra australiani indigeni e bianchi. Sono in programma mostre darte e fotografiche, dimostrazioni della cultura aborigena, concerti e dibattiti. Quest'anno, laccento si sposta dalla richiesta di scuse (gi date anche dal premier laburista, Kevin Rudd, lo scorso febbraio) a quella di risarcimenti per le passate sofferenze inflitte alla popolazione aborigena. Un corteo che ha attraversato il centro di Sydney ha dato il via alla Settimana della riconciliazione, presentata come una celebrazione dei primi australiani, uno sguardo ai loro successi e un dibattito su come continuare a rimuovere le situazioni di svantaggio. Dopo le scuse formali presentate dal primo ministro laburista, in contrasto con la linea di chiusura tenuta dal precedente Governo conservatore, quella di questanno una celebrazione improntata allottimismo, non pi, quindi, unespressione di rabbia e di frustrazione come lo stata per gli ultimi dieci anni. Durante i lavori di apertura del nuovo Parlamento, Rudd aveva chiesto scusa, anche a nome dei Governi passati, alle generazioni rubate, alle decine di migliaia di aborigeni sottratti da bambini alle madri fra il 1915 e il 1970 per essere assimilati nella societ bianca. Molti leader aborigeni hanno rinnovato la richiesta di riparazioni, di indennizzi per gli individui e di finanziamenti, per servizi culturalmente appropriati e assistenza anche psicologica per le vittime. Gli aborigeni rappresentano appena il due per cento della popolazione di ventuno milioni e sono il gruppo pi svantaggiato nella societ, con unaspettativa di vita di diciassette anni inferiore al resto degli australiani.

Nove vittime di una bomba collocata su un treno

Attentato dinamitardo nello Sri Lanka


COLOMBO, 27. Nove persone tra cui una donna incinta sono rimaste uccise ieri in un attentato dinamitardo compiuto su un treno alla stazione Dehiwela di Colombo, nello Sri Lanka. Secondo la ricostruzione della polizia, che incolpa dellattentato i guerriglieri separatisti delle Tigri per la liberazione dell'Eelam tamil (Ltte), lordigno sarebbe stato piazzato sulla quinta carrozza del convoglio, che fa la spola tra Maradana e Panandura. Il treno, che attraversa anche la capitale, di solito pieno di pendolari. Al momento della deflagrazione, secondo la polizia, a bordo c'erano oltre duecento persone. Settantacinque feriti sono ancora in ospedale, la maggior parte erano passeggeri della quinta carrozza, che andata distrutta, mentre gli altri vagoni del treno non hanno subito danni rilevanti. Quattordici feriti sono ricoverati in condizioni giudicate gravi dai sanitari. A seguito dellesplosione, i servizi ferroviari che collegano la capitale dello Sri Lanka con Galle, la citt meridionale dellisola asiatica, punto darrivo del treno oggetto della bomba, sono stati sospesi e il Governo ha invitato tutti i cittadini a informare la polizia di avvistamenti di pacchi sospetti. Non la prima volta che la stazione di Dehiwela oggetto di un attentato dinamitardo. Nel luglio 1996 pi di settanta persone morirono per una bomba, collocata sempre su un treno. Sabato scorso, a Ganemulla e a Rawathagam, sono state scoperte e disattivate due bombe collocate a bordo di due autobus. Nel primo caso stato lautista ad avvisare la polizia di aver visto un pacco sospetto abbandonato sotto un sedile nella parte posteriore del suo mezzo. Nel secondo caso, invece, la denuncia stata fatta da una donna che ha notato un pacco sotto un sedile. Lo scorso 16 maggio una moto-risci carica di esplosivo piomb su un autobus di linea, provocando dieci vittime nel centro di Colombo.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
Il dibattito sull'eutanasia in Francia

mercoled 28 maggio 2008

Esce in Italia Il settimo velo di Juan Manuel de Prada romanzo ambientato nella Parigi occupata dai nazisti

Verit e comprensione per la debolezza umana


di STA GAWRONSKI Ci sono romanzi in cui, fin dalle prime righe, percepibile la vibrazione interiore da cui scaturito il racconto, lo scorrere di una potente energia spirituale che alimenta la narrazione. Si avverte che la scrittura conseguenza di uno stupore originario e profondo di fronte al mistero della vita e che la scelta di ciascuna parola il frutto di una passione bruciante per la verit. Proprio da una simile tensione sembra essere nato Il settimo velo Milano, Longanesi, 2008, pagine 644, euro 19, in libreria dal 29 maggio ultimo straordinario romanzo dello scrittore spagnolo Juan Manuel de Prada. Nella Spagna dei giorni nostri Julio, gi gravato da una vedovanza prematura e da una naturale misantropia, perde Luca, l'amatissima madre. Il giorno stesso viene a sapere che il suo genitore naturale non l'uomo che ha sempre creduto tale, ma un partigiano francese di nome Jules a cui Luca era stata legata fino a qualche mese prima di sposarsi e di mettere al mondo il suo unico figlio. Disperatamente alla ricerca di uno spiraglio di senso nella propria esistenza, Julio vuole conoscere la verit su quest'uomo di cui porta il nome e si rivolge a un anziano sacerdote che nell'immediato dopoguerra ha conosciuto Jules e Luca. Siamo nella Parigi occupata dalle truppe del Terzo Reich e Luca una ragazza bella e coraggiosa che lavora in un circo, il cui vero scopo coprire la fuga verso la Spagna di agenti inglesi ed ebrei. lei che un giorno trova Jules gravemente ferito alla testa, vittima di un'amnesia che ha cancellato la memoria degli ultimi anni. Alla liberazione di Parigi Jules viene riconosciuto come un eroe della resistenza eppure il desiderio di conoscere pienamente la propria identit lo rode fino a diventare a un'ossessione, pi forte addirittura del suo grande amore per Luca. La ragazza lo accudisce, lo sostiene e soprattutto gli prospetta un futuro, una vita nuova con lei, ma proprio quando Luca resta incinta Jules decide di abbandonarla per fare i conti con il proprio passato inseguendo degli ex-nazisti che sembrano conoscerlo meglio di chiunque altro. Stanca, sola, il grembo ogni giorno pi gonfio, Luca accetta di sposare un uomo semplice e generoso che le promette di amare lei e suo figlio per tutta la vita. Jules invece comincia la sua discesa agli inferi. E per raccontarla Prada rievoca la storia dell'occupazione di Parigi mettendo in scena alcuni personaggi reali come il rinnegato Henri Lafont, l'uomo che dirigeva le azioni della Gestapo francese; servendosi di alcuni fatti realmente accaduti come il bombardamento degli stabilimenti della Renault a Billancourt; drammatizzando le tensioni tra i partigiani comunisti e i patrioti che ubbidivano a De Gaulle. La spaccatura nella resistenza francese offre all'autore l'occasione di raccogliere il testimone dello scrittore russo Vasilij Grossman e, attraverso il personaggio del partigiano rosso Marcel, rappresentare la sostanziale identit dell'ideologia del Terzo Reich con il comunismo. Come i nazisti questi partigiani devoti a Stalin odiano la democrazia, combattono l'invasore per sgomberare il campo al vento della rivoluzione che soffia da est ed eliminano fisicamente chiunque non condivide il loro pensiero anche tra i partigiani. Di tale accanimento ideologico testimone Luca che nella guerra civile in Spagna li ha visti massacrare anarchici e dissidenti tra le fila dei repubblicani (a uno di loro che dopo la Liberazione tortura alcune donne tacciate di collaborazionismo la ragazza dice: Non uccidete per un ideale: uccidete perch la morte il vostro lavoro). In verit la guerra fa affiorare l'intima fragilit di molti uomini che, pur di continuare a vivere, perdono se stessi. Pochi restano saldi e Jules vede cedere al male le persone pi vicine, personaggi che lo scrittore spagnolo ricalca sulle fallimentari strategie di reazione di fronte alla grande mascherata del male che Dietrich Bonhoeffer ha cos lucidamente rilevato in Resistenza e resa: i fanatici (il comunista Marcel che si oppone al male animato dalla purezza della dottrina marxista), le persone ragionevoli che pensano di cavarsela prendendo volta per volta la decisione pi opportuna attraverso l'uso della ragione (l'imprenditore Louis Renault che dopo essere fuggito nel sud della Francia decide di tornare a Parigi per scendere a patti con i nazisti), coloro che per uscire dallo sconcerto della quantit di decisioni possibili si consolano nel fare il proprio dovere (Kuznetsov che si accontenta di essere un capo-squadra diligente in fabbrica anche quando questa serve i nazisti), le persone che si affidano esclusivamente alla propria coscienza ma sono prive della capacit di discernimento necessaria per non farsi ingannare e valutare le conseguenze delle proprie scelte (la bellissima Olga che per sopravvivere alla fame e per salvare Jules si prostituisce ai gerarchi tedeschi concludendo poi nella disperazione la sua esistenza), le persone che scelgono la salvaguardia della propria libert personale e offrono il loro pieno consenso al male (lo stesso Henri Lafont il quale confessa candidamente che avrebbe scelto i partigiani se per necessit non fosse stato costretto a unirsi ai tedeschi). Jules la sintesi di tutti questi personaggi e nel corso della sua avventura finisce per bere l'amaro calice destinato a ognuno di loro. Come sottolinea pi volte l'autore, eventi straordinari come la guerra rivelano l'anima delle persone portano alla luce ci che rimaneva oscuro e appena formulato, represso o sotterraneo, rivelandoci chi siamo davvero. E non chi vorremmo essere. Jules scopre di

La compassione non ha la licenza di uccidere


di FERDINANDO CANCELLI In Francia si riaperto recentemente il dibattito sull'eutanasia, ancora una volta sull'onda del pubblico coinvolgimento causato da un caso umano prima che clinico. Chantal Sbire, una donna affetta da una forma tumorale deturpante del volto, dopo aver ripetutamente chiesto di essere aiutata a morire giudicando indegna la propria condizione, si tolta la vita con dosi letali di sedativi. Gi nel 2003 il caso di Vincent Humbert, ventunenne affetto da una tetraplegia da trauma cranico, aveva scosso l'opinione pubblica francese. Il giovane, appoggiato dalla madre, aveva a lungo reclamato pubblicamente, anche con un libro, il proprio diritto a morire divenendo il simbolo di una corrente di pensiero pro eutanasia sia in vita sia, ancor pi, dopo la morte, avvenuta in seguito alla decisione dei medici rianimatori di sospendere i mezzi di sostegno vitale posti in atto dopo che la madre, proprio nel giorno di pubblicazione del libro, aveva somministrato al figlio un'alta dose di farmaci sedativi con l'intento di ucciderlo. Oggi come allora diverse associazioni favorevoli all'eutanasia o al suicidio assistito, prima fra tutte l'Association pour le droit de mourir dans la dignit, vorrebbero cavalcare l'onda mediatica della spettacolarizzazione del dolore per affermare l'assenza di dignit in persone affette da malattie inguaribili in fase avanzata e per vedere riconosciuto il diritto alla dolce morte; ma oggi come allora l'effetto conseguente, almeno in Francia, sembra essere esattamente quello contrario. Fu proprio in seguito al caso di Vincent Humbert e alla presa di coscienza che invest il mondo politico di allora che inizi l'approfondito iter legislativo che port alla legge del 22 maggio 2005, nota dal nome del parlamentare Jean Leonetti come legge Leonetti. Quest'ultima ha segnato, pur non priva di punti deboli e di passaggi che andrebbero ulteriormente approfonditi, un passo in avanti nella definizione del ruolo delle cure palliative che, evitando sia l'accanimento terapeutico che l'eutanasia, rappresentano ad oggi la miglior garanzia di accompagnamento al malato inguaribile e alla sua famiglia. Emerge peraltro da un rapporto sullo stato delle cure palliative in Francia, della psicologa Marie de Hennezel episcopale francese, nel discorso di apertura dell'assemblea generale della stessa Conferenza episcopale pronunziato il primo aprile, ha denunciato la recente campagna orchestrata, ancora una volta, a partire dal dramma personale d'una persona gravemente malata per fare passare nell'opinione pubblica l'urgenza di legalizzare il permesso di disporre della propria vita. In realt prosegue apertamente il cardinale si tratterebbe ancora una volta del permesso di disporre della vita del proprio prossimo, del permesso di uccidere. Dopo aver sottolineato come la marea emozionale sia stata ancora una volta scatenata a detrimento di una chiara e serena valutazione della situazione specifica, il cardinale afferma che subdolamente il lavoro ammirevole delle quipe di cure palliative stato screditato e svalutato agli occhi dell'opinione pubblica; vergognosamente, in migliaia di persone gravemente malate, o negli ultimi anni di vita, stato instillato il sospetto di non avere il coraggio della dignit; in modo fraudolento l'istanza di rimandare alla societ la decisione della propria morte stata presentata come un progresso umano (...) La passione per la morte ha sostituito la compassione per la vita. Sono parole di condanna dalle quali per si pu trarre anche un appello alla speranza. Di fronte all'evidenza che, per dirla con Lucien Israel, l'uomo occidentale non pi mentalmente, spiritualmente, in grado di assistere coloro che ama e che ha amato, di chiudere loro gli occhi e di baciare una fronte disertata dalla vita, piace pensare che siano ancora in tanti ad avere compassione per la vita, ad avere la forza e la lucidit per passare dall'emozione alla ragione, a tenere davanti agli occhi gli esempi non rari di quanti, per servire la vita, hanno speso tutte le loro umane energie. Fra questi, il servo di Dio Jerme Lejeune ci ricorda che sempre ci troveremo a scegliere tra due modi di vedere gli uomini: quello di Giuda o quello dell'Innocente che ha detto Ci che avete fatto al pi piccolo degli esseri lo avete fatto a me. A noi la scelta.

Juan Manuel de Prada

aver combattuto gli occupanti con un coraggio da leone e di essere stato torturato dalle SS, ma anche di essere stato un assassino spietato e un traditore. Il senso di colpa per i suoi crimini schiacciante e sente che per continuare a vivere avrebbe bisogno di un Dio infinitamente misericordioso per farsi perdonare. Si vergogna delle proprie azioni, la sua capacit di discernimento morale intatta, ma il dramma proprio nell'impossibilit di credere in una riparazione e di abbandonare il copione della belva ferita che sa solo uccidere e leccarsi le ferite in solitudine. Jules sceglie di punirsi rifugiandosi in una insensata epopea di redenzione personale che si rivela una ulteriore discesa nel proprio inferno. Come un dannato dantesco non gli resta che guardare ancora una volta al passato e rivolgere ogni giorno un pensiero a Luca la cui immagine non l'ha mai abbandonato. Lei, invece, pur sapendo che mai pi nella vita prover un sentimento cos forte come quello provato per Jules, continua ad avere uno sguardo rivolto al futuro e non si pente di aver scelto il bene di suo figlio, di aver scoccato quella freccia lanciata verso il futuro quando il suo destino sarebbe stato quello di ragazza madre nubile nella miseria del dopoguerra. La lezione di Luca rivive in Julio che ha assorbito la sua vocazione al futuro e decide di non farsi inghiottire da quel buco nero che la storia di suo padre: sceglie, diversamente da Jules, di prendersi cura della propria vita abbandonando ogni tendenza depressiva e misantropica. Il settimo velo un libro corposo, fatto di sangue caldo e nervi, seicento pagine giustificate non solo dalla coralit del racconto, dalla variet di personaggi e dal susseguirsi appassionante di colpi di scena. Ma soprattutto dall'accuratezza e dalla precisione con cui l'autore che in molti passaggi sembra ispirarsi ai febbrili e pietosi chiaroscuri di Graham Greene descrive i micromovimenti dell'anima dei protagonisti, il dettaglio dei riverberi oscuri e dei riflessi di luce in cui questi maturano la visione di se stessi e degli altri, i coni d'ombra o di luce della coscienza in cui ognuno prende le decisioni che determinano la rotta del proprio destino. E anche quello tragico di Jules raccontato con un sentimento di compassione verso la debolezza umana che rende tutto profondamente vero, una piet che consente al lettore di assaporare fino in fondo l'umanit di questi uomini, di commuoversi per loro e, forse, anche per se stesso.

nel dicembre 2007, a quattro anni dall'uscita della legge, che i ritardi sono ancora molti e bisogna riconoscere che ad oggi molti medici non conoscono le buone pratiche cliniche proprie della fase finale della vita. Molti fra questi continua la de Hennezel ignorano quanto la legge permette loro di fare e insistono nel pensare che l'estrema soluzione per alleviare la sofferenza nelle fasi terminali consista nell'abbreviare la vita del malato. Alla risposta che il governo e con esso parte della societ francese diedero nel 2005 ai delicati problemi etici di fine vita si pu comparare quanto oggi sta emergendo di fronte al caso di Chantal Sbire. In un comunicato stampa del 20 marzo 2008 la Socit franaise d'accompagnement et de soins palliatifs, l'associazione che raduna la stragrande maggioranza degli operatori sanitari francesi nel campo delle cure palliative, e altre sei grandi associazioni mediche, ricordano che nel contesto attuale nel quale si mescolano la tragicit di una situazione di vita riferendosi a Chantal Sbire (n.d.a.) la chiamata in causa della giustizia e dei pubblici poteri e la messa in discussione della legge sui diritti dei malati

e sulla fine della vita sono da ribadire con forza due principi: trattare il dolore ed alleviare la sofferenza resta una priorit assoluta e far morire non pu essere una soluzione, nemmeno quando la morte desiderata dalla persona stessa. Il comunicato termina riaffermando con forza che, qualunque siano le scelte che la societ potr fare nel futuro, dare la morte non in alcuna maniera un atto di competenza medica e che i professionisti della sanit non si assumeranno tale competenza. In parallelo a questa chiarissima presa di posizione da parte di associazioni laiche di professionisti, e quasi negli stessi giorni nei quali Benedetto XVI all'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia ha ribadito che con crescente insistenza si giunge persino a proporre l'eutanasia come soluzione per risolvere situazioni difficili, l'arcivescovo di Parigi cardinale Andr Vingt-Trois, presidente della Conferenza

La tentazione del moribondo (Ars moriendi, 1465)

Lo scafandro e la farfalla ovvero la storia di Jean-Dominique Bauby

Librarsi nel vento in un batter d'occhio


di GIULIA GALEOTTI Nel marzo 1997, a quarantacinque anni, moriva per arresto cardiaco Jean-Dominique Bauby. Undici anni fa pochi sapevano chi fosse questo giovane francese, diventato oggi famoso. Candidato a diversi premi Oscar, il film della sua vicenda nei cinema italiani. Lo scafandro e la farfalla tratto dal libro che Jean-Do scrisse nel 1996, dall'ospedale marittimo di Berck, in cui era ricoverato (L'Osservatore Romano ne ha gi scritto nell'edizione dello scorso 2 febbraio). Prima ancora della vicenda in s, gi la genesi del libro sorprendente: ogni parola stata prima memorizzata da Bauby (dalle 5 di mattina) e poi, lettera per lettera, dettata (dalle 8) con un colpo di palpebra a Claude Mendibil, della casa editrice Laffont in Italia il libro stato pubblicato da Ponte alle Grazie. Redattore capo della rivista Elle e padre di due figli piccoli, l'8 dicembre 1995 Jean-Dominique viene colpito da un ictus: risvegliatosi dopo venti giorni di coma, l'uomo ha tutte le funzioni motorie deteriorate. affetto dalla cosiddetta locanche noi siamo entrati al cinema sulle nostre gambe e con la nostra vita. Ora, invece, ci troviamo improvvisamente confinati in un letto di ospedale, immobili, impotenti e muti. Disillusa la speranza che l'immobilit sia reversibile l'oggi e il domani risultano per Jean-Do una trappola che lo incatena come in una carta moschicida. In un solo colpo intravedevo la spaventosa realt. Accecante come un fungo atomico. Per lui e per noi un autentico shock quando egli si vede per la prima volta allo specchio. Pur consapevole che l'esistenza mai pi sar come prima, quest'uomo ha la forza e la capacit di reinventarsi con il suo tempo e con le sue aspettative. Il passaggio tutt'altro che facile: la prima tentazione la maledizione, la voglia di morire. Ma Jean-Do poi in grado di andare avanti: se la vita stata capovolta, un equilibrio comunque possibile, un senso ugualmente presente. Questo viaggio immobile un messaggio di grande forza e speranza. Jean-Do riesce a reinventarsi come persona, e come padre il figlio di 10 anni gli chiede di giocare all'impiccato; gli risponderei volentieri che mi basta gi fare il paralizzato, se il mio sistema di comunicazione non mi impedisse di dare risposte incisive. il rovesciamento del cupo leit-motiv di Mare dentro di Alejandro Amenbar del 2004. L la finestra del protagonista era la sua condanna all'infelicit, la veste del suo desiderio di morte; qui il mare, il faro e il paesaggio sono, per Jean-Do, occasioni per viaggiare e sentirsi vivo. Tra tutte le sue enormi difficolt la pi forte e disperata quella di non poter comunicare. Essere impossibilitati a rispondere alle sciocchezze o alle buone parole che ti rivolgono; ancor prima, non poter dire in alcun modo no, non-voglio; lasciami accesa la televisione; chiudimi la tenda. Una bella pagina del libro la descrizione delle reazioni al linguaggio della palpebra. La realt , al solito, estremamente varia: la fifa degli uni e il buon senso di altri. Non sono tutti uguali davanti al codice (...) Cruciverbisti e giocatori di scarabeo hanno una lunghezza di vantaggio. Le femmine si arrangiano meglio dei maschi (...) Gli emotivi si smarriscono velocemente. Con voce rotta, recitano l'alfabeto a tutta velocit, annotando qualche lettera alla meno peggio (...) In fin dei conti abbastanza riposante perch finiscono per prendersi carico di tutta la conversazione facendo le domande e dandosi le risposte (...) Temo di pi gli evasivi. Con loro, l'alfabeto diventa un fuoco di sbarramento e bisogna avere due o tre domande di riserva per non essere sommersi. I travet, invece, non si sbagliano mai. Annotano ogni lettera scrupolosa-

I film difficilmente superano i libri ma il cinema questa volta consente di calarci nell'accaduto e di mostrarci il mondo attraverso il solo occhio funzionante di Bauby
ked-in syndrome, che come efficacemente indica il nome stesso ci imprigiona nel nostro corpo: il paziente, perfettamente lucido, completamente inerte dal lato fisico, bloccato all'interno di se stesso la sindrome, come ricorda Jean-Do, di Noirtier de Villefort, ne Il Conte di Montecristo. Cos, privato anche della parola, a Bauby l'unico modo di comunicazione il linguaggio della palpebra dell'occhio sinistro che apprende in ospedale. Un battito di palpebra s; due battiti no; l'alfabeto scandito dall'interlocutore fa il resto. E, S, A, R, I, N, T... Le lettere non sono nell'ordine classico, ma secondo la frequenza dell'uso nel francese pi che un alfabeto, una hit parade. I film difficilmente superano i libri, ma vedere prima il film questa volta consente di calarci nell'accaduto e di mostrarci il mondo attraverso il solo occhio funzionante di Bauby. Se l'occhio sinistro l'angolo visuale dello spettatore, esso soprattutto il lato emotivo dal quale si vivono i minuti e le ore. Come Bauby che prima di essere colpito dall'ictus era un giovane affascinante e vincente, cos

mente e non cercano di scoprire il mistero di una frase prima che sia terminata. La palpebra che d voce a Jean-Do la dimostrazione di quanto sia fondamentale nella vita di tutti la comunicazione: il miracolo della scrittura facilitata con cui ragazzi e adulti autistici comunicano e dialogano, rompendo il silenzio assordante che addolora loro stessi e quanti li amano. E se vero che ogni dialogo ha senso solo se v' un interlocutore che sa ascoltare, nel linguaggio di Bauby, quel battito di farfalla che permette allo scafandro di librarsi, l'interlocutore diventa cruciale: traduce i discorsi, dando loro vita. Del film, rimane impressa anche la scena di gelosia tra l'ex moglie di Bauby e la sua amante. Le due donne, che reagiscono molto diversamente alla tragedia, si ritrovano ai due capi del telefono, al capezzale dell'uomo: dal redattore di Elle a quel corpo incrostato come un paguro bernardo nella sua conchiglia non sembra cambiato poi molto. Ecco, visto il film, pi facile leggere il libro di Bauby: ascoltarlo lungo quelle miracolose centoventiquattro pagine in cui egli racconta sorprendentemente di s, senza pietismo e con una profonda ironia in venti settimane perde trenta chili: non avrei sperato in un tale risultato quando mi sono messo a dieta otto giorni prima dell'incidente. Ascoltandolo, si dimentica lo scafandro e il pensiero pu vagabondare come una farfalla. C' tanto da fare, ripete pi volte Jean-Do. C' tanto da fare anche per noi.

mercoled 28 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 5

Il restauro del Mausoleo dei Valeri nella necropoli vaticana

Una tomba di lusso (sotto il cupolone) per i coniugi Caius e Flavia


colo da un liberto della importante famiglia dei Valeri. La Fabbrica di San Pietro in Vaticano Illuminata dalla luce del sole per un ha annunciato in una conferenza secolo e mezzo, fu interrata insieme presso la Sala Stampa della Santa Sede agli altri edifici sepolcrali della stessa la conclusione del restauro del necropoli al principio del IV secolo, Mausoleo H o dei Valeri, il pi quando Papa Silvestro e l'imperatore grande e lussuoso sepolcro della necroCostantino edificarono sulla tomba di poli romana ubicata sotto il pavimento Pietro la prima grande Basilica Vadelle Grotte Vaticane, in corrispondenticana. za della navata centrale della Basilica. Rimasta inaccessibiLa difficile opera di risanamento, il pi grande e lussuoso sepolcro le e inviolata sotto il realizzata con il sostegno della Fonda- della necropoli romana pavimento dell'antica zione Pro Musica e Arte Sacra, ha imchiesa, fu riscoperta che si trova sotto il pavimento pegnato per la durata di circa dieci nel 1943 con le meramesi, una quipe di restauratori diretti delle Grotte Vaticane, in corrispondenza vigliose decorazioni a da Franco Adamo e Adele Cecchini, stucco che non trovano esperti di restauro in ambiente ipogeo, della navata centrale della basilica confronti in altri conda tempo noti soprattutto per gli intertesti funerari di et imventi conservativi sulle pitture murali anno 2007, all'interno del Mausoleo H periale. Dopo mille e seicento anni, aldi diverse tombe di Tarquinia e per i o dei Valeri. l'interno della camera sepolcrale liberalavori condotti in altri mausolei della Questa tomba, situata lungo il sen- ta dalle terre del riempimento costantimedesima Necropoli Vaticana. Per lo tiero in terra battuta che conduce alla niano, riapparvero cos le statue dei studio dei materiali e per le analisi di venerata sepoltura di Pietro sotto la componenti della famiglia dei Valeri, laboratorio importante stato il contri- grandiosa cupola michelangiolesca, fu elegantemente disposte entro nicchie buto di Nazzareno Gabrielli, gi diret- costruita poco dopo la met del II se- fiancheggiate da splendide erme (pilatore del Gabinetto di Ricerche Scientistrini antropomorfi). fiche dei Musei Vaticani e, da alcuni Furono rinvenute numerose iscrizioni anni, consulente tecnico-scientifico dele i meravigliosi ritratti marmorei dei la Fabbrica di San Pietro. proprietari del sepolcro: Caius Valerius Il restauro del Mausoleo dei VaHerma e sua moglie Flavia Olympias. leri rappresenta un importante Dalla terra riemersero tre rarissime traguardo nell'ambito di un artimaschere funerarie di due bambini e colato programma di lavori avdi un uomo adulto, insieme a una viato nel 1998 per la conservatestina in gesso di una fanciulla e a zione e la valorizzazione della una testa in stucco dorato di un necropoli sotto la Basilica di ragazzo con il caratteristico ciufSan Pietro. fo di Iside. Ritratti che sarebbe Negli ultimi dieci anni, grazie suggestivo associare ai due figli alla collaborazione di figure prodi Caius Valerius Herma: Valefessionali diverse e all'ausilio di tecria Maxima, morta all'et di donologie all'avanguardia, sono state dici anni e Caius Valerius Olyminfatti condotte meticolose ricerche pianus, di quattro anni, cinque sulle condizioni ambientali del sito, inmesi e dodici giorni. dagini che non lasciano percepibili Alle statue maschili e femminili tracce sulle opere, ma che hanno condi questa facoltosa famiglia dell'antisentito di adottare idonei provvedimenca Roma, si alternano statue in stucco ti per garantire la conservazione nel di filosofi e di divinit e raffinatissimi tempo di questo luogo di straordinaria bassorilievi con figure di satiri e menaimportanza religiosa, storica e archeodi. Uomini e donne vissuti diciotto selogica. La chiusura delle singole tomcoli fa rappresentati insieme agli oggetbe, la predisposizione di depuratori ti a loro cari. Cos alle due estremit d'aria e di porte ad apertura automatidella parete sinistra due donne sono associate a bassorilievi con ca lungo il percorso di visita, oggetti di uso quotidiano: le opere di coibentazione e la cofanetto, ampolla di procostante manutenzione, hanno fumo e specchio sopra la consentito di sanare i mali deldonna pi giovane; fuso, la necropoli, riconducibili Testina in stucco dorato di un bambino con il caratteristico ciuffo conocchia, cesta e gomitoprincipalmente a instabili condi Iside dietro la testa lo di filo sopra la donna dizioni microclimatiche e a di PIETRO ZANDER* dannosi fenomeni di natura microbiologica. Cos alla vigilia del grande Giubileo del 2000 sono state restaurate con il contributo della societ Enel le tombe dell'area occidentale e della parte centrale degli scavi. Successivi interventi a carattere di urgenza sono stati eseguiti nei Mausolei Z, O e G e, nel trascorso

Un particolare del mausoleo dei Valeri con la raffigurazione di due amorini intenti a riempire una cornucopia con semi di papavero

pi anziana. Al centro della stessa paEseguite le preliminari indagini diarete un uomo raffigurato nell'atto di gnostiche e i primi consolidamenti, lacompiere un sacrificio, associato a un boriosa si rivelata la rimozione delle bassorilievo con un rotolo (volumen) se- stuccature cementizie, realizzate nel semiaperto, una cassa libraria e un colo scorso per fermare la caduta di astuccio per calami. parti d'intonaco affrescate e per risarciSimilmente sopra la nicchia con la re numerose lacune nelle decorazioni a statua di un uomo imberbe sulla pare- stucco. Particolarmente impegnativo te opposta, sono rappresentati analoghi stato il restauro delle erme mediante simboli della persona colta come il dit- l'inserimento di un sostegno di vetro tico cerato e lo stilo per la scrittura. resina nella cavit interna, dove in anElementi che evidenziano l'aspetto sa- tico era alloggiato un asse di legno ripienzale della tomba dei Valeri, ri- vestito da una spirale di corda e dove, marcato dalle statue di due filosofi, di in precedenti interventi, era stata imMinerva e forse di Apollo (per altri MerRimasta inaccessibile e inviolata curio o Zeus) al centro della parete di fondo. per sedici secoli Oltre alla statua di la tomba fu riscoperta nel 1943 un'altra dea (Diana o Giunone) che completa con le sue meravigliose decorazioni la triade divina sulla che non hanno confronti stessa parete, meritano in altri contesti funerari di et imperiale una particolare menzione le bellissime personificazioni della Terra (a sinistra) e di Oceano (a destra) propriamente inclusa un'armatura di sopra le menzionate figure dei filosofi e fili di rame allettata con una malta di la statua del dio del Sonno (Hypnos) polvere di travertino e gesso. raffigurato con le ali di pipistrello sotto La paziente opera di pulitura stata un grazioso bassorilievo con due amo- eseguita con bisturi, microtrapani e, rini, provvisti delle medesime ali, che per le parti pi delicate, con sofisticate riempiono una cornucopia di semi di apparecchiature laser. Per non compapavero. promettere eventuali ricerche future soDopo parziali interventi conservativi no state volutamente risparmiate daleseguiti tra il 1957 e il 1958 queste l'intervento limitate porzioni di intonaopere sono state finalmente sottoposte co con labili iscrizioni a carboncino e a un organico intervento di restauro. disegni pittorici (pareti est e nord).

Inoltre lo studio dei frammenti di stucco custoditi nei depositi della Fabbrica di San Pietro ha consentito di ricomporre e restituire al mausoleo dei Valeri tre magnifiche erme (una sulla parete ovest e due sulla parete nord). stato infine possibile ricollocare in opera alcuni frammenti erradici dei bassorilievi con figure dionisiache, delle decorazioni architettoniche e della statua di Hypnos. Il restauro ha offerto infine l'opportunit di riscoprire inediti graffiti sepolcrali e interessanti tracce di lavorazione (impronte di stampi per l'esecuzione degli elementi decorativi ripetitivi, incisioni preparatorie per la realizzazione dei bassorilievi, uso del pigmento ocra nell'impasto dello stucco di calce e polvere di marmo). Al termine dei lavori stata realizzata una teca di cristallo per osservare dall'esterno la camera funeraria senza alterarne il delicato equilibrio microclimatico, costantemente controllato da un sistema di monitoraggio computerizzato di alta precisione. stata infine realizzata una nuova e suggestiva illuminazione a fibre ottiche per illuminare in maniera discreta e rispettosa i vivaci colori delle superfici affrescate a finti marmi policromi e le bianche decorazioni a stucco modellate ad imitazione del marmo statuario.
*Responsabile dei lavori per la conservazione della Necropoli Vaticana

La memoria dell'Apostolo
possibile riscoprire le radici pi significative e ro incise le seguenti lettere greche: Petr(...) profonde della Basilica di San Pietro e della eni(...). Il graffito stato interpretato con la frase Chiesa di Roma ripercorrendo l'antica strada in Ptr(os) en (Pietro qui), oppure, sempre nella proterra battuta che conduce alla tomba del principe spettiva della presenza di Pietro, con un'invocazione degli apostoli e che attraversa una necropoli roma- a lui rivolta: Ptr(os) en i(rne) (Pietro in pace). na ubicata sotto il pavimento delle grotte vaticaIl Trofeo di Gaio, che sopravvive nella nicchia ne in corrispondenza della navata centrale della ba- dei Palli all'interno della Confessione Vaticana, fu silica. racchiuso dall'imperatore Costantino in una teca La scoperta di questo sito di fondamentale impor- marmorea ricordata da Eusebio di Cesarea come tanza religiosa, storica e artistica, risale ai primi an- uno splendido sepolcro davanti alla citt, un sepolni del pontificato di Pio XII (1939-1958), il Papa cro al quale accorrono, come a un grande santuario che coraggiosamente volle intraprendere una serie e tempio di Dio, innumerevoli schiere da ogni parte di esplorazioni archeologiche nell'area della Confes- dell'impero romano (Teofania, 47). Sul monumensione Vaticana e nella parte centrale delle Sacre to-sepolcro di Costantino si edificarono in seguito, Grotte. La ricerca archeologica del secolo passato fu con significativa continuit, l'altare di Gregorio un'impresa senza precedenti che consent di indivi- Magno (590-604), l'altare di Callisto II (1123) e induare sotto l'altare maggiore della basilica la tomba fine, nel 1594, l'altare di Clemente VIII, successivadi Pietro, rimasta inaccessibile e inviolata per quasi mente coperto dal baldacchino del Bernini sotto la duemila anni. Un umile fossa scavata sulle pendici grandiosa cupola michelangiolesca. La straordinaria successione dei monumenti eretti meridionali del colle Vaticano, proprio davanti al circo, che fu teatro delle feroci persecuzioni contro i attorno e sopra l'edicola del II secolo costituisce cristiani all'epoca dell'imperatore Nerone (54-68). un'eloquente e tangibile testimonianza di duemila Una modesta sepoltura sulla quale, cent'anni dopo anni di devozione e di storia incentrata sull'umile il martirio dell'apostolo, fu costruita una piccola sepoltura di Pietro. edicola funeraria ricordata dal presbitero Gaio alla fine del II secolo, come riferisce lo storico Eusebio di Cesarea (Storia Ecclesiastica, 2, 25, 67). Quell'edicola, geneLa Fabbrica di San Pietro in Servo di Dio Giovanni Paolo II ha ralmente chiamata TroVaticano, prima Amministrazione stabilito tra l'altro che la Fabbrica feo di Gaio, indic ai Palatina, nacque con Papa Giulio II di San Pietro secondo le proprie primi cristiani la tomba Della Rovere (1503-1513) con un leggi continuer a occuparsi di tutto di Pietro, che gi prima collegio di sessanta membri ai quali quanto riguarda la Basilica del di Costantino fu meta di era affidato il compito di costruire e Principe degli Apostoli, sia per la devoti pellegrinaggi, teamministrare la basilica. A tale stimoniati dai numerosi conservazione e il decoro collegio Clemente VIII Aldobrandini graffiti latini tracciati su dell'edificio, sia per la disciplina (1592-1605) sostitu una vera una parete intonacata e interna dei custodi e dei pellegrini Congregazione di cardinali a cui dipinta di un ambiente diede come prefetto l'arciprete stesso che accedono per visitare il destinato al culto in tempio. della basilica. prossimit dell'edicola Nell'ambito della Fabbrica di San Per la cura dell'amministrazione (muro G). In particolaPietro opera lo Studio del Mosaico della basilica furono stabilite norme re su un piccolo framVaticano, che, iniziata la sua da Benedetto XIV (1740-1758) e da mento di intonaco, proattivit artistica sotto Sisto V (1585San Pio X (1903-1914). veniente dal cosiddetto 1590), fu eretto canonicamente da Con la Costituzione Apostolica muro rosso sul quale si addoss l'edicola, venneBenedetto XIII (1724-1730). Pastor Bonus del 28 giugno 1988, il

Il sepolcreto ai piedi della collina


Accanto al ritrovamento della tomba di San Pietro a una profondit compresa tra i tre e gli undici metri rispetto al pavimento della navata centrale della Basilica furono scoperti i resti di un monumentale sepolcreto, che, in base ad alcuni saggi di scavo e antichi ritrovamenti occasionali, sappiamo essere stato molto pi esteso. noto infatti che la necropoli vaticana proseguiva in direzione del Tevere e che, pertanto, molti edifici simili a quelli riportati alla luce, si conservano ancora, intatti e inviolati, sotto il piano della basilica e di piazza San Pietro. Al momento degli scavi, nelle tombe, nelle strade e nei vicoli che attraversavano il sepolcreto, il tempo sembrava essersi fermato a un lontano giorno del IV secolo quando il sole cess per sempre di illuminare gli edifici in laterizio, che divennero le fondazioni della prima basilica petriana. La necropoli era infatti ancora in uso quando fu interrata da Costantino, il quale, forte dell'autorit che gli derivava dall'essere imperatore e pontefice massimo, ordin la demolizione delle parti superiori degli edifici sepolcrali e il loro interramento, nella ferma volont di edificare la pi grande basilica dell'occidente esattamente sulla tomba di Pietro. Dopo milletrecento anni fu cos possibile entrare nuovamente all'interno degli edifici della necropoli, la cui architettura simile a molte tombe a camera della media et imperiale. Basti pensare al riguardo alle celebri tombe di Isola Sacra, il porto commerciale di Roma alle foci del Tevere. Si tratta per lo pi di tombe a pianta rettangolare con porte munite di soglia, architrave e stipiti di travertino, finestre ai lati dell'iscrizione principale, un terrazzo e spesso un recinto antistante. Le facciate sono rivestite da laterizi rossi o gialli, spesso con i giunti di malta dipinti e rimarcati da una sottile stilatura bianca e, talvolta, impreziosite da raffinate decorazioni in cotto con scene figurate e vedute architettoniche. Tali edifici conservano affreschi, mosaici, sarcofagi e decorazioni a stucco che costituiscono, nel loro insieme, uno tra i pi importanti esempi dell'arte funeraria romana dei primi secoli dell'impero. Un calcolo approssimativo delle tombe a inumazione e a incinerazione della necropoli vaticana lascia supporre che i ventidue edifici, rinvenuti nel corso degli scavi, furono progettati per ospitare circa mille sepolture. Moltitudine di uomini, donne e soprattutto bambini. Le iscrizioni ci hanno tramandato i nomi di alcuni personaggi provenienti da facoltose famiglie di liberti imperiali, ovvero schiavi o discendenti di schiavi che avevano ottenuto la libert e avevano raggiunto una posizione di grande rilievo nella societ dell'epoca. Tra le genti dell'antica Roma che costruirono la loro tomba sulle pendici meridionali del colle Vaticano, si evidenzia per ricchezza e prestigio la famiglia dei Valeri.

La Fabbrica di San Pietro

Sezione longitudinale della basilica di San Pietro e pianta della necropoli vaticana

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
La Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina

mercoled 28 maggio 2008

L'opera del Silsilah Dialogue Movement nel carcere di Zamboanga City

Dall'Italia al Sichuan Volontariato interreligioso uniti nella fede tra i detenuti filippini
ROMA, 27. In passato ci sono state sofferenze per i nostri fratelli e le nostre sorelle in Cina ma ora il momento di perdonare, guardare avanti e pregare per una Chiesa di nuovo in fratellanza e in pace. Oggi ci sono segni di speranza per il futuro della Chiesa in Cina: lo ha detto il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, nell'omelia della concelebrazione eucaristica presieduta nella basilica papale di Santa Maria Maggiore, sabato 24 maggio, in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina indetta da Benedetto XVI attraverso la Lettera ai vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica popolare cinese, pubblicata un anno fa. Una preghiera universale che ha accomunato Italia e Cina in un intenso momento di raccoglimento vissuto con particolare commozione nella provincia del Sichuan, colpita giorni fa da un terremoto devastante. Si pregato anche a Taiz, in Francia, dove si tenuta una solenne veglia di giovani provenienti da tutto il mondo. A Santa Maria Maggiore erano in pi di cinquecento per pregare per lunit della Chiesa in Cina. Si pregato in italiano e in cinese e questa messa in basilica pu essere considerata il primo raduno nazionale della comunit cinese in Italia. Una comunit che, secondo le stime del dossier Caritas-Migrantes, composta da tremila fedeli (su un totale di 180.000 immigrati). Erano presenti cattolici cinesi provenienti da Hong Kong, Singapore e Taiwan. Molti sono arrivati in pullman e in treno da Milano, Treviso, Prato, Firenze, Napoli. Tutti per ascoltare le parole del cardinale Dias, affiancato nella concelebrazione da una decina di sacerdoti cinesi. Segni di speranza perch si ricostituisca una Chiesa in Cina sono stati ha sottolineato il porporato il bel gesto del concerto dellOrchestra filarmonica cinese offerto al Papa qualche settimana fa e il pensiero affettuoso di Benedetto XVI per tutto il popolo cinese e laugurio fatto per limportante evento delle Olimpiadi. Ci sono due dimensioni nella vita di noi cristiani: non dobbiamo soltanto vivere la nostra fede ma fare anche in modo che gli altri possano vedere la nostra fede, ha aggiunto Dias che ha poi esortato i fedeli a pregare anche per i dirigenti del popolo cinese e per coloro che stanno soffrendo, specialmente per il terremoto. In Paradiso ha concluso il cardinale non vi saranno cattolici ufficiali e sotterranei, perch saremo tutti figli di Dio. Il Papa vuole che questa unit si veda anche su questa terra. Al termine della messa i fedeli hanno pronunciato la preghiera scritta appositamente da Benedetto XVI per il 24 maggio, giorno in cui i cinesi festeggiano Nostra Signora Aiuto dei Cristiani, venerata nel santuario di Sheshan, vicino a Shanghai. Quel giorno numerosi pellegrini accorrono a Sheshan da tutta la Cina e da altri Paesi asiatici. Sabato, nelle zone terremotate del Sichuan, i fedeli hanno pregato nelle tende adibite a cappelle. In particolare nel distretto di Bai Lu, dove sono andati distrutti numerosi luoghi di culto, in una chiesa improvvisata stato recitato il rosario davanti all'immagine della Madonna e del Sacro Cuore di Ges. E cinquecento fedeli sono partiti in pellegrinaggio da Pechino per il Santuario mariano di Hou Sang Yu. ZAMBOANGA CITY, 27. L'insegnamento religioso, oltre che nelle parrocchie e nelle scuole filippine, deve essere offerto anche nelle prigioni dove molti detenuti hann0 forse dimenticato gli insegnamenti ricevuti nell'infanzia a causa delle traversie della vita. Questa considerazione ha spinto padre Sebastiano D'Ambra, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), a cercare la collaborazione dell'ufficio governativo in Zamboanga City per la gestione delle carceri. La sua proposta stata di permettere l'ingresso e l'apostolato nell'istituto di pena in questo grande centro urbano di Mindanao, la maggiore isola meridionale dell'arcipelago filippino, a membri del Silsilah Dialogue Movement (SDM), l'organizzazione interreligiosa di volontariato, che riunisce cristiani e musulmani filippini, da lui fondata nel 1984. Tra i circa mille detenuti nell'istituto penale di Zamboanga City, ci sono numerosi appartenenti a entrambe le religioni rispecchiando cos la pluralit di appartenenza religiosa della popolazione di Mindanao, un'isola che si trova prospicente alle coste della Malaysia e dell'Indonesia, due Stati asiatici con la maggioranza dei loro cittadini di fede musulmana. L'azione dei volontari del Silsilah Dialogue Movement all'interno del carcere di Zamboanga City non si limita al solo insegnamento dei concetti religiosi ma cerca di coinvolgere i detenuti in iniziative a favore della pace. Questo un tema molto sentito dall'intera popolazione del Mindanao poich questa regione da anni colpita dai sanguinosi attentati di due movimenti terroristici a matrice fondamentalista. Lo scorso Natale i volontari del Silsilah hanno organizzato all'interno del carcere una mostra di opere dei detenuti ispirate al tema natalizio con particolare riferimento al tema della pace. Molte delle opere realizzate dai prigionieri consistevano in manifesti graficamente elaborati, poesie e canzoni. Padre Sebastiano D'Ambra, visitando l'esposizione delle opere realizzate dai prigionieri, ha sottolineato che ogni individuo ha un suo proprio talento e questo ha comunque il diritto di esprimersi persino in un ambiente non certamente favorevole come appunto quello dell'istituto penale. Il Silsilah Dialogue Movement accreditato come organizzazione caritativa presso il Consiglio filippino delle organizzazioni non governative. Recentemente ha raggiunto un accordo di piena collaborazione con il presidente della Commissione episcopale per il dialogo interreligioso, monsignor Antonio J. Ledesma, arcivescovo di Cagayan de Oro, in vista delle celebrazioni del venticinquesimo del movimento nel maggio del 2009. Un appello a incrementare l'azione dei catechisti soprattutto in termini di qualit stato lanciato dal missionario canadese padre Patrice Picard che svolge da molti anni la sua opera di apostolato nella diocesi di Davao City, il principale centro urbano di Mindanao. Il catechismo svolge un ruolo fondamentale nella formazione dei fedeli, specie a riguardo dei bambini che frequentano i corsi in vista della prima comunione e della cresima. Tuttavia il parroco spesso non ha il tempo di dare una formazione adeguata e il necessario aggiornamento ai volontari laici e ha bisogno della collaborazione di un esperto per formare insegnanti di catechismo in grado di far comprendere l'annuncio del Vangelo anche a chi non ha una formazione culturale sufficiente, ha dichiarato padre Picard in un'intervista. Il religioso ha calorosamente ringraziato i tanti laici volontari che, a costo di pesanti sacrifici personali, non rinunciano all'opera di portare il loro insegnamento evangelico anche in aree remote, in villaggi posti sulle cime della catena centrale di Mindanao. Tuttavia, secondo padre Picard, gli insegnanti volontari di catechismo, per quanto eroici, hanno anch'essi bisogno di ulteriore istruzione e aggiornamento specie a riguardo dei pi recenti documenti della Chiesa; quelli pubblicati dopo la fine del Concilio Vaticano II. Padre Patrice Picard il fondatore a Davao City del Centro Giovanni XXIII per la formazione dei catechisti. Laureatosi in Belgio nel 1969 con una tesi sulla Lumen vitae, attualmente procuratore nella citt di Davao della Societ per le missioni estere della provincia del Qubec.

Una delegazione della diocesi di Jayapura si recata negli Stati Uniti

Passi avanti nello Stato del Tamil Nadu

Cattolici indonesiani chiedono In India pi tutela aiuto per gli indigeni papuani per le minoranze
In Indonesia, nella regione denominata Irian Jaya, conosciuta anche come Papua occidentale, gli indigeni subiscono continue e numerose ingiustizie, caratterizzate anche da violenze, a causa delle ricchezze naturali presenti nell'area. quanto denunciano i rappresentanti della comunit cattolica locale. Padre Cayetanus Johanes Tarong, superiore dei Missionari del Sacro Cuore, ha affermato secondo quanto riporta l'agenzia Catholic News Service, che dispute mai risolte e violenti conflitti hanno portato molta insicurezza nell'area: C' terrore ha spiegato e gli aiuti economici destinati alla gente, vengono utilizzati per altri scopi. Le persone non si sentono ancora sicure nel proprio Paese. Una delegazione cattolica indonesiana ha per questo voluto incontrare alcuni rappresentanti della Conferenza dei vescovi degli Stati Uniti. La delegazione era composta, tra gli altri, dai membri dell'ufficio di giustizia e pace della diocesi di Jayapura e del gruppo Franciscans International. La delegazione, in particolare, si recata a Washington per chiedere il sostegno dei cattolici statunitensi e dei membri del Congresso per aiutare a eliminare quella che definiscono una crisi umanitaria nella regione. Ex colonia olandese, la Papua occidentale stata annessa all'Indonesia nel 1963. I membri della delegazione hanno sottolineato che la popolazione indigena, costituita da un milione e mezzo di persone, sopporta atti di violenza, una repressione culturale e una povert estrema, pur vivendo in una terra che ricca di risorse petrolifere e rame. Tra l'altro, ha riferito un membro del Franciscans International, Chris Duckett, l'aumento dei casi di Aids forte tra i papuani, perch le informazioni educative sul virus che provoca il contagio e la sua diffusione sono limitate e la carenza di strutture educative drammatica. La situazione sanitaria e dunque molto difficile e richiede interventi urgenti per dare sostegno alla popolazione sofferente. Frederika Koraina, direttore operativo dell'ufficio giustizia e pace della diocesi, da parte sua ha spiegato che nonostante che i papuani da decenni desiderino essere un popolo indipendente, hanno accettato il fatto che le risorse naturali della regione sono un bene troppo prezioso per la nazione indonesiana, ma continuano a subire ingiustizie. La delegazione, dunque, si recata negli Stati Uniti per perorare la causa degli indigeni. I suoi membri hanno trascorso alcuni giorni nel Paese, illustrando ai membri del Congresso le sofferenze della popolazione e per esortare a fornire alla regione aiuti finanziari e una mediazione tra il Governo indonesiano e i papuani. I membri della delegazione cercano il sostegno degli Stati Uniti per portare la pace nella regione e hanno chiesto la sospensione degli aiuti militari al Governo indonesiano se non affronter i problemi umanitari. Sebbene la delegazione abbia chiesto aiuto per mobilitare i cattolici affinch sostengano la pace nella Papua occidentale, la Conferenza dei vescovo degli Stati Uniti ha reso noto per il tramite del consulente per le politiche estere Virginia Farris che non disposta ad assumere alcun impegno, fino a quando la Conferenza episcopale indonesiana non dar il suo supporto all'azione. I membri della delegazione hanno ammesso, infine, di non avere il pieno sostegno di tutti i vescovi indonesiani, ma hanno espresso la speranza che almeno uno di essi, li accompagni nel 2009, quando si recheranno nuovamente negli Stati Uniti. CHENNAI, 27. La decisione del governo indiano di conferire maggiori poteri alla commissione del Tamil Nadu per le minoranze linguistiche e religiose stata favorevolmente accolta dalla comunit cristiana e da quella musulmana di questo Stato dell'India meridionale. Nel Tamil Nadu la maggioranza della popolazione hinduista e il Tamil la lingua pi diffusa. La commissione per minoranze linguistiche e religiose ha iniziato le sue attivit in questa regione nel 1990 ma per lunghi anni la sua azione non ha potuto essere incisiva a causa della mancanza di poteri effettivi dovuta a carenze di tipo legislativo. Il sacerdote padre Vincent Chinnadurai, attuale presidente di questa commissione, ha dichiarato all'agenzia Ucanews che la decisione del governo centrale di conferire effettivi poteri all'organismo stata presa il 29 aprile in seguito a un'interrogazione parlamentare per iniziativa di un deputato cattolico. I nuovi poteri conferiti permettono alla commissione di convocare testimoni e funzionari governativi e di avere accesso a documenti governativi. Inoltre la commissione pu dare ordini ad agenti del governo e anche censurare questi ultimi se non dovessero eseguire quanto essa ha disposto. Padre Vincent Chinnadurai, sacerdote della diocesi di Chingleput, ha affermato che i nuovi poteri conferiti alla commissione renderanno pi incisivo il suo lavoro e la sua azione di protezione delle minoranze. Nel Tamil Nadu i cristiani, cattolici e protestanti insieme, formano circa il sei per cento della popolazione mentre la minoranza musulmana costituisce il cinque e mezzo per cento. In questo Stato sono presenti anche altre piccole minoranze sia religiose che linguistiche: buddhisti, Jainisti e popolazione Sikh. Questi gruppi contano complessivamente meno dell'uno per cento dell'intera popolazione. Oltre al Tamil, le altre lingue meno diffuse sono il Kannada, il Malayalam e il Telegu. Anche il leader locale della minoranza musulmana ha bene accolto la decisione presa dal governo centrale. M. H. Jawaharlal ha dichiarato che il suo gruppo aveva da lungo tempo richiesto che alla commissione venissero attribuiti maggiori poteri.

W
La Segreteria di Stato comunica che deceduto il

SIG. MARTINUS WIJESINGHE


padre di Mons. Edward Robinson Wijesinghe, Consigliere della Nunziatura Apostolica in Pakistan. Nell'esprimere a Mons. Wijesinghe sentita partecipazione al suo dolore per la scomparsa del padre, i Superiori e colleghi della Segreteria di Stato assicurano la loro preghiera di suffragio e invocano dal Signore conforto per lui e per tutti i familiari del caro defunto.
.

Era stata gettata nelle acque durante la guerra

Cambogia, dopo trentatr anni ritrovata nel fiume Mekong la statua di Nostra Signora di Lourdes
PHNOM PENH, 27. Alcuni uomini che stavano pescando nella acque del fiume Mekong, in un tratto caratterizzato da un'elevata profondit e presenza di fango, hanno trovato e recuperato con le reti la statua di Nostra Signora di Lourdes che si trovava immersa da trentatr anni. I pescatori, otto in totale, di etnia Cham, erano in attivit sulla sponda del fiume di fronte alla citt di Phnom Penh, nel punto in cui le acque si uniscono davanti al Palazzo Reale e hanno trovato avviluppata nelle loro reti da pesca la statua della Madonna, pesante centosessanta chili e alta un metro e mezzo, che era stata gettata nelle acque durante la guerra che coinvolse il regime dei Khmer Rossi. Una volta recuperata la statua, i pescatori, non sapendo cosa farne, hanno deciso di venderla, per la somma di sette dollari americani, agli abitanti del vicino villaggio, che pensavano di utilizzarne il materiale per usi domestici. Alcuni cristiani tuttavia, trovandosi a passare sul luogo, hanno riconosciuto che si trattava della statua di Nostra Signora di Lourdes e hanno fatto presente alle persone del villaggio l'importanza ed il valore del ritrovamento. Gli abitanti, pentiti cos dell'acquisto e presi dal rimorso perch si trattava di un'immagine sacra, l'hanno ceduta, in cambio di sette sacchi di riso, alla parrocchia di Areaksat intitolata a Nostra Signora della Pace. La statua stata restituita alla comunit cristiana, in occasione di una solenne processione, e in seguito sono stati avviati una serie di festeggiamenti. In particolare la notizia del ritrovamento ha fatto il giro della citt e delle zone circostanti e, in questo mese di maggio, consacrato alla Madonna, ogni giorno i fedeli giungono nella chiesa per portare fiori e offerte. Soprattutto la domenica, con forte devozione ed entusiasmo i cristiani arrivano numerosi per raccogliersi in preghiera dinnanzi alla statua della Vergine, che stata rinominata Nostra Signora del Mekong. Per il momento non sono ancora state rese note le esatte modalit con le quali la statua era andata perduta. Il clima di belligeranza che imperversava in quel periodo aveva, tra l'altro, causato forti danni anche alle costruzioni religiose. Con la distruzione degli edifici religiosi, durante la guerra, la statua era stata gettata nel fiume, dove era rimasta per oltre trent'anni, fino al recente ritrovamento casuale. La parrocchia, al tempo del conflitto, non sorgeva nel luogo attuale, ma a circa due chilometri di lontananza. Dopo il ritrovamento sono stati interpellati anche gli anziani del villaggio per scoprire qualche elemento utile, ma non sono stati in grado di riconoscere la statua e di fornire indicazioni sulla sua collocazione, prima che fosse gettata nelle acque del fiume.

Congresso nazionale dell'infanzia missionaria


MANIZALES, 27. Bambini missionari: ascoltino, imparino ed annuncino, il tema della Giornata nazionale dell'infanzia missionaria, che si celebra nel mese di maggio e che servir come preparazione al v congresso nazionale dell'infanzia missionaria 2008, previsto dal 27 al 29 giugno nella citt di Manizales, in Colombia. L'obiettivo di unire i cuori dei bambini e delle bambine, consiglieri e maestri, religiosi e religiose, sacerdoti e vescovi, missionari della Colombia per il mondo intero, secondo quanto dichiara all'agenzia Fides don Hctor Fabio Agudelo, segretario nazionale della Pontificia opera dell'infanzia missionaria della Colombia. Questa bella opportunit, che ravviva l'ardore missionario dei bambini di tutto il Paese ha concluso vuole far s che si ascolti, impari e annunci l'amore di Dio in tutto il mondo.

mercoled 28 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Alto l'indice di mortalit infantile

pagina 7

Un motivo di speranza in pi nel processo di riconciliazione

In Terra Santa Zambia, un centro pellegrinaggi in aumento per bimbi disabili


GERUSALEMME , 27. Riprendono con vigore, dopo lunghi mesi in cui sono stati fortemente ridotti, i pellegrinaggi a Gerusalemme e negli altri luoghi della Terra Santa. Nei giorni scorsi monsignor Giacinto-Boulos Marcuzzo, vescovo vicario per Israele del Patriarcato Latino di Gerusalemme, aveva parlato di un vero e proprio boom di pellegrinaggi salutando questa ripresa come un fatto importante che aiuta senz'altro la Chiesa locale e la pace. La conferma arriva adesso anche dalla Delegazione di Terra Santa di Roma che dal giugno 2008 al gennaio 2009 ha gi in programma ventisette pellegrinaggi. Abbiamo quasi raddoppiato le partenze rispetto al 2007 spiega a L'Osservatore Romano padre Gianfranco Pinto Ostuni, direttore dell'ufficio pellegrinaggi della Delegazione romana ma l'incremento corrisponde a una tendenza generale delle partenze per la Terra Santa: basti pensare che solo nella scorsa Pasqua i pellegrini italiani a Gerusalemme sono stati quarantacinquemila. L'aumento dei pellegrini italiani progressivo: nel 2007 sono stati ottanduemila. Nel 2006 furono cinquantottomila, con un incremento del 41 per cento in un anno. Per il 2008 l'obiettivo di almeno centomila presenze spiega Maurizio Baiocchi, amministratore delegato della Brevivet, una delle realt maggiormente attive nella promozione del turismo religioso in Terra Santa. Le attese sono addirittura superiori al 2000, l'anno del Giubileo spiega ancora Baiocchi quando a causa dello scoppio della seconda intifada si registr un abbattimento delle prenotazioni. L'incremento nel numero dei pellegrini italiani non un evento isolato, ma la conferma di un dato pi complessivo. Secondo Terrasanta.net, che cita numeri dell'Ufficio centrale di statistica israeliano, tra il 2005 e il 2006 periodo che include la breve guerra estiva tra Israele e gli Hezbollah libanesi che determin un crollo dei viaggi nell'area si registrata una diminuzione del 4,1 per cento dell'arrivo dei turisti di tutto il mondo in Terra Santa. Gli arrivi diminuivano per la prima volta dal 2001, quando l'inasprirsi del conflitto israelo-palestinese determin un crollo di presenze (50,5 per cento) confermato anche nel 2002 (-27, 9 per cento). Adesso invece la crisi sembra davvero superata. Tanto che il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, prevede per il 2009 l'arrivo, oltre agli altri, di circa un milione di pellegrini dalla Russia favoriti anche da un accordo con Israele che di fatto abolisce per loro l'obbligo di visto di ingresso. Si tratta di fedeli, in larghissima maggioranza ortodossi, che si andranno a sommare ai gi numerosi pellegrini di altre nazioni. Una cos alta affluenza nei Luoghi Santi spiega ancora padre Pizzaballa pone anche problemi logistici non indifferenti, per esempio la celebrazione delle messe. Non un problema di risorse, ci sono frati a sufficienza per garantire l'accoglienza nei santuari gestiti dalla Custodia, ma sar da rivedere l'organizzazione. possibile che vengano introdotte messe per gruppi linguistici. Per fare fronte a questa ondata russa, nei pressi di Betlemme si sta allestendo un albergo con quattromila stanze. Ma non arriveranno solo russi. Sempre il prossimo anno continua il Custode sono attesi pellegrini dagli Emirati Arabi Uniti, in visita alla spianata del tempio dove si trovano le moschee di Omar e Al Aqsa. I fedeli islamici visiteranno anche il Santo Sepolcro, in omaggio alla figura di Ges, considerato un profeta dall'Islam. I pellegrinaggi in Terra Santa possono allora anche contribuire alla riconciliazione e alla soluzione delle spinose questioni politiche sul tappeto ormai da decenni. Ne convinto padre Frederic Mannes, francescano della Custodia e docente al Biblicum di Gerusalemme, per il quale partendo dalla loro dimensione religiosa tutti i figli di Abramo sono chiamati ad amarsi perch saranno giudicati sull'amore. Non possono ignorarsi perch non ha senso. Questi pellegrinaggi potrebbero aiutare a smuovere un poco la situazione politica. Non dimentichiamo, poi, che nel 2008 Israele celebra il 60 anniversario della nascita del suo Stato, ed un'occasione unica per riscoprire questa Terra ed il suo messaggio di pace. Senza contare gli effetti sulla comunit cristiana locale. Effetti che sono sia spirituali che materiali. I nostri cristiani, infatti prosegue padre Manns operano in gran parte nel settore del turismo religioso. Vedere tanti pellegrini da ogni parte del mondo fa diminuire anche quel senso di abbandono che spesso li accompagna. La tendenza dei nostri cristiani, a contatto con gli ebrei e con la mondializzazione quella di dimenticare la loro identit religiosa. Dall'arrivo dei pellegrini pu nascere anche per loro una riscoperta di fede. LUSAKA, 27. Si sono conclusi qualche settimana fa, dopo un anno dall'apertura dei cantieri, i lavori per la realizzazione di Casa Shalom, a Lusaka, in Zambia. Si tratta di una struttura che accoglie i bambini disabili dello Zambia, realizzata da una ong italiana L'Africa Chiama, grazie alle donazioni di semplici cittadini. La casa composta da una sala polivalente per l'accoglienza, uffici, alloggio dei volontari. Nei giorni scorsi si svolto nella chiesa di Sant'Angelo a Milano un concerto di musica classica a favore del progetto Shalom. L'evento solidale stato realizzato con il patrocinio del Comune e della provincia di Milano e della regione Lombardia e in collaborazione con l'arcidiocesi di Milano. Il progetto Shalom prevede anche una community school, gi avviata da alcuni giorni, per cento bambini della periferia di Kanyama. Oltre al sostegno scolastico i bambini usufruiranno di un supporto nutrizionale grazie all'attivit di mensa attiva tre volte alla settimana. Inoltre, L'Africa Chiama sta realizzando il centro sociale Shalom che sar composto da un ambulatorio e un complesso scolastico. In Zambia sono decine le organizzazioni non governative che operano in aiuto della popolazione locale, oltre, naturalmente, ai missionari che offrono supporto spirituale e una formazione a migliaia di bambini e adulti. La Chiesa cattolica, infatti, molto attiva e pienamente inserita nelle attivit di controllo sociale. La commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale dello Zambia ogni anno, in occasione della discussione del bilancio in Parlamento, pubblica un documento sullo stato del Paese e commenta le scelte del Governo. Lo Zambia uno dei Paesi pi poveri dell'Africa, dal novembre dello scorso anno si abbattuta sul paese un'anomala stagione delle piogge che ha devastato diverse regioni; le alluvioni, purtroppo, continuano a colpire soprattutto due baraccopoli della capitale sprovviste di adeguati sistemi di drenaggio e di contenimento delle piogge: una di esse appunto la baraccopoli di Kanyama. Le piogge hanno causato enormi danni e le gravi conseguenze per la popolazione si ripercuoteranno nel breve e lungo periodo. L'unica clinica presente stata chiusa dopo essersi allagata come la maggior parte delle scuole. Le famiglie devono ora affrontare le spese per la ristrutturazione delle case e soprattutto non potranno fare affidamento sul raccolto, completamente annullato a causa dell'alluvione. Inoltre, nei prossimi mesi sar alto il rischio di contrarre il colera e la malaria, malattie che trovano il loro habitat privilegiato in contesti di povert e abbondanza di acqua, come appunto quello di Kanyama. Come se non bastasse, un'altra malattia che ha provocato centinaia di migliaia di vittime e l'Hiv che colpisce senza guardare in faccia nessuno: lo sanno bene i malati, i medici, i religiosi e i volontari che ogni giorno lottano per ridare un volto sereno alla vita e alla morte. (francesco ricupero)

L'Assemblea dell'Unione superiori generali


ROMA, 27. Si intitola Autorit e obbedienza il documento che verr presentato ufficialmente domani, mercoled, al Salesianum di via della Pisana, a Roma, in apertura della 71 Assemblea semestrale dell'Unione superiori generali (Usg). A illustrarlo saranno il cardinale Franc Rod, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le societ di vita apostolica, e l'arcivescovo Gianfranco Agostino Gardin, segretario della medesima congregazione. Seguir un dibattito al quale parteciperanno padre Domenico Di Raimondo Romo, superiore generale dei Missionari dello Spirito Santo, in rappresentanza dell'America Latina, suor Sandra Perrett, per l'Oceania, padre Ren Stockman, superiore generale dei Fratelli della Carit di Gent, in rappresentanza dell'Europa, suor Inmaculate Nakato, per l'Africa, padre Agnelo Fernandes, superiore generale dei Missionari di San Francesco di Sales d'Annecy, in rappresentanza dell'Asia, e, per il Nord America, suor Carol Regan, superiora generale delle Suore della Santa Unione dei Sacri Cuori. Alla prima delle tre giornate l'incontro terminer venerd 30 maggio partecipano anche rappresentanti dell'Unione internazionale superiore generali (Uisg). L'assemblea, dal tema Il servizio dell'autorit e l'obbedienza, vedr alternarsi interventi e dibattiti.

Un convegno a Padova per i venticinque anni dalla canonizzazione

Dopo 15 anni i vescovi messicani denunciano silenzi e omissioni

San Leopoldo Mandi Un ponte fra i popoli


di GIOVANNI LAZZARA Si svolgono in questi giorni le celebrazioni per il venticinquesimo anniversario della canonizzazione di san Leopoldo Mandi. Presso il santuario a lui dedicato a Padova si svolto un convegno dal titolo San Leopoldo, un ponte tra popoli. Incontri fraterni e percorsi ecumenici. I lavori, moderati da Gianluigi Pasquale, preside dello Studio Teologico Laurentianum di Venezia, hanno contribuito a ricostruire il retroterra culturale e spirituale del forte e persistente desiderio dell'unit tra i cristiani che contraddistinse la vita e il ministero di san Leopoldo. Il primo relatore, Slavko Kovai, professore emerito di storia ecclesiastica all'universit di Split (Croazia) ha illustrato Il contesto storico della Dalmazia al tempo di Bogdan Mandi, presentando la complessa evoluzione socio-politica delle Bocche di Cattaro con notevoli ricadute anche nei rapporti tra comunit ortodossa e cattolica. Dal punto di vista sociale, questo ambiente, che segn la fanciullezza e la prima giovinezza di san Leopoldo, si caratterizz da momenti di fortuna (legati alla posizione strategica e all'attivit marinaresca), ma anche di decadenza, tanto da spingere molte famiglie bocchesi all'emigrazione verso le maggiori citt della Dalmazia e verso Trieste, centro portuale principale all'epoca dell'impero austriaco. Nella zona di Cattaro, in particolare, la comunit cattolica sub una progressiva erosione. Una decrescita spiegata ha detto Kovai non solo per ragioni economiche, ma ancora di pi quale conseguenza della Seconda guerra mondiale e con la situazione pessima in cui si trovava la popolazione locale di confessione cattolica e d'appartenenza etnica croata durante il regime comunista. Le conseguenze dell'ultima guerra inter-etnica iugoslava (1991-1995) possono essere giudicate, in questo senso, ancora pi catastrofiche. All'epoca del giovane Leopoldo Mandi, le relazioni tra cattolici e ortodossi delle Bocche di Cattaro ha continuato Kovai erano tradizionalmente tolleranti, anzi generalmente buone. Non mancavano persino situazioni ove l'unica chiesa di certi villaggi fosse condivisa dalle due confessioni cristiane, con un altare destinato alla celebrazione della liturgia cattolica in rito romano e un altro a quella degli ortodossi in rito bizantino slavo. Ma l'istituzione di nuove diocesi, l'aggregazione ad altre diocesi e diverse disposizioni, avevano segnato la vita dei cristiani tanto cattolici come ortodossi in termini di instabilit, aggravata da alcune contrapposizioni alimentate, a fine Ottocento, dalla pubblicazione di alcuni scritti polemici. Il giovanissimo Bogdan Mandi, prima di lasciare quella terra per diventare frate con il nome di Leopoldo, visse l'esperienza dell'unit mancata fra i cristiani, che lascer in lui ha concluso Kovai un profondo dolore e il desiderio di fare qualcosa, perch fosse ristabilita quanto prima. Cos sperava il cappuccino. Attento all'attualit e alle sfide poste ai cristiani dall'integrazione europea, Sergio Tazzer, curatore di un settimanale radiofonico mitteleuropeo, ha parlato su Gli attuali rapporti tra l'Italia e gli Stati confinanti ad Est. Una relazione particolarmente dettagliata e aggiornata nel presentare i complessi rapporti interetnici all'interno della Croazia, di cui stata tracciata la sofferta evoluzione socio-politica nel corso dell'ultimo secolo. Tazzer ha illustrato la storia della Chiesa ortodossa serba, che per i serbi stata punto di riferimento e di coagulo attraverso i secoli di una storia turbolenta, soprattutto durante l'occupazione ottomana, che esercitava controllo amministrativo sul clero (autonomo solo all'interno dei monasteri). Nell'area balcanica, le relazioni tra diverse confessioni religiose hanno patito le contrapposizioni causate dalle ideologie e dalle vicende belliche. Per quanto erosi dai torrenti della storia, i ponti del dialogo e della collaborazione non sono mai mancati. Lo dimostrano, secondo Tazzer, la solida e condivisa devozione popolare dei popoli slavi come anche i pi recenti progressi del dialogo ecumenico: dalla visita (marzo 2008) a Papa Benedetto XVI da parte di Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, al rinnovato impegno della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica romana. Massimo Cacciari, filosofo e sindaco di Venezia, ha preso poi la parola per la terza relazione: Identit e differenze. Un intervento dedicato ai presupposti della creazione di un ponte tra popoli. Mettendo in guardia dall'uso strumentale della categoria di identit o da una sua ricerca in termini di banale auto-riconoscimento in entrambi i casi si finirebbe fatalmente per imboccare i vicoli ciechi della chiusura e della inospitalit il filosofo ha parlato della dimensione essenzialmente costitutiva della relazione per ogni persona umana. infatti nella apertura alla relazione che ciascuno pu sperare di conoscere se stesso. L'identit, allora, pi che dato da difendere dev'essere considerata, secondo Cacciari, come un traguardo mai raggiunto.

Il cardinale Posadas La memoria negata


CITT DEL MESSICO, 27. In tutto il Messico, ma anche in diversi paesi latinoamericani stata ricordata, sabato scorso, la figura umana e pastorale del cardinale Juan Jess Posadas Ocampo, arcivescovo di Guadalajara, assassinato insieme con altre sei persone, tra cui il suo autista messicano, nell'areoporto della citt il 24 maggio 1993. Insieme con la memoria del porporato, morto quindici anni orsono all'et di 67 anni, autorevole guida spirituale e servitore fedele del Vangelo su difficili fronti sociali e politici, i vescovi messicani giudicano per le indagini sul suo assassinio segnate da gravi insufficienze, incluso loccultamento di prove, depistaggi, nonch molte e serie violazioni delle normative processuali. Indagini che, secondo l'ipotesi avanzata dagli avvocati, insieme con all'attuale Arcivescovo di Guadalajara, il cardinale Juan Sandoval iguez, non hanno compiuto passi avanti sufficienti per conoscere e definire le responsabilit degli autori intellettuali e materiali del crimine. In una nota, intitolata Quindici anni senza sapere la verit, firmata da monsignor Jos Leopoldo Gonzlez Gonzlez, vescovo ausiliare di Guadalajara e segretario generale della Conferenza episcopale messicana (Cem), si ripropone lipotesi di un crimine di Stato e cio a un omicidio nel quale avrebbero preso parte persone che allora ricoprivano diverse cariche di governo. I presuli messicani rimarcano inoltre che a quindici anni dallomicidio, lesito di questo lacunoso iter sono la mancanza di verit e limpunit. Chiedono quindi di conoscere la verit per fare giustizia, condizioni, queste, indispensabili per il perdono e la riconciliazione. Risolvere il caso dellomicidio del cardinale Posadas Ocampo pu svegliare scrivono i presuli una speranza per le vittime della corruzione e del delitto in Messico; questo aiuterebbe a superare lo scetticismo e il disincanto poich oggi pochi credono che le istituzioni adibite alla sicurezza pubblica e alla giustizia penale siano capaci di risolvere i crimini che subiamo. Sino ad oggi, le versioni ufficiali hanno sempre parlato di un fatale e tragico errore: il cardinale Posadas Ocampo sarebbe rimasto vittima del fuoco incrociato tra due bande rivali di narcotrafficanti che sinseguivano nelle vicinanze dellaeroporto internazionale di Guadalajara. Ci ha fatto s che continui ad esserci impunit e la verit non venga alla luce, ha indicato il presule messicano, proprio mentre a Guadalajara si svolgono gli atti commemorativi della strage. Risolvere l'omicidio del Cardinale Juan Jess Posadas Ocampo si legge nel messaggio firmato dal vescovo ausiliare di Guadalajara pu risvegliare una speranza per le vittime della corruzione e dei delitti in Messico, superando lo scetticismo e lo scoraggiamento, perch oggi pochi credono che le istituzioni di sicurezza pubblica e della giustizia penale risolvano i crimini che subiamo. In Messico nove delitti su dieci rimangono impuniti, o semplicemente non vengono denunciati per la convinzione delle vittime che le strutture preposte all'amministrazione della giustizia siano molto lente e spesso non operanti. Verit, giustizia, perdono e riconciliazione sono conclude la nota le fondamenta indispensabili per raggiungere l'agognata pace sociale che il Messico merita e di cui ha bisogno. Se c' una personalit che si battuta perch si facesse piena luce sul caso del cardinale messicano Juan Jess Posadas Ocampo, questi proprio il suo successore nella guida dell'arcidiocesi di Guadalajara: il cardinale Juan Sandoval iguez. Il porporato infatti si dichiar fin da subito insoddisfatto di come le autorit giudiziarie chiusero nel 1993 frettolosamente il caso, liquidandolo come omicidio accidentale. Il cardinale iguez stato sempre in prima linea a sostenere la necessit di riaprire le indagini e di percorrere la pista pi probabile, quella cio di un omicidio premeditato e intenzionale, attuato per mettere a tacere una delle figure pi autorevoli della Chiesa messicana e latinoamericana. Dopo un cammino segnato da ostacoli di varia natura, nel maggio del 2002, a nove anni dall'omicidio, la procura generale della Repubblica del Messico ha dichiarato ufficialmente riaperto il caso dell'uccisione del cardinale Posadas. L'attuale arcivescovo di Guadalajara ricorda cos il cardinale Posadas Ocampo: Era una figura di assoluto rilievo nel panorama della Chiesa latinoamericana. Era vicepresidente della Conferenza episcopale messicana e della Conferenza episcopale latinoamericana. Inoltre aveva giocato un ruolo determinante nelle trattative con lo Stato messicano per il riconoscimento giuridico della Chiesa cattolica. Ma soprattutto, secondo l'arcivescovo di Guadalajara, il cardinale Posadas Ocampo era una persona limpida ed onesta, una persona amabile, umile, un pastore amato dal suo popolo, un vescovo dialogante con tutti, attento a tutti, proteso specialmente verso i poveri ed i bisognosi.

Ogni anima che chiede il mio ministero sar frattanto il mio Oriente
Venticinque anni fa, a conclusione dell'Anno Santo della Redenzione, il servo di Dio Papa Giovanni Paolo II proponeva alla Chiesa intera la santit di padre Leopoldo Mandi. Quella del sacerdote cappuccino originario della Dalmazia ma vissuto per oltre quarant'anni in Italia come confessore al convento dei cappuccini di Padova si profila davvero come misura alta della vita cristiana ordinaria di religioso e sacerdote. Egli era oriundo della sponda levantina dell'Adriatico, di Castelnovo, alle bocche di Cattaro (oggi in Montenegro); e conserv sempre per la sua terra un amore fedele, anche se poi, vissuto a Padova, non fu meno affezionato alla nuova patria ospitale e soprattutto alla popolazione presso la quale esercit il suo silenzioso e indefesso ministero. La sua figura, perci, spieg Papa Paolo VI all'omelia per la beatificazione il 2 maggio 1976, riassume in s questa bivalenza etnica, quasi a fonderla in un emblema di amicizia e di fratellanza. Ma c' di pi: Padre Leopoldo fu ecumenico ante litteram, cio sogn, presag, promosse, pur senza operare, la ricomposizione nella perfetta unit della Chiesa, anche se essa gelosamente rispettosa delle particolarit molteplici della sua composizione etnica. Lo stesso Papa Giovanni Paolo II, dichiarandolo santo, present san Leopoldo come un sacerdote che aveva uno spirito ecumenico cos grande ad offrirsi vittima al Signore, con donazione quotidiana, perch si ricostituisse la piena unit fra la Chiesa Latina e quelle Orientali ancora separate. Anticipando la pratica del cosiddetto ecumenismo spirituale, san Leopoldo visse la sua vocazione ecumenica in un modo del tutto nascosto. Piangendo confidava: Sar missionario qui, nell'ubbidienza e nell'esercizio del mio ministero. E ancora: Ogni anima che chiede il mio ministero sar frattanto il mio Oriente.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
L'arcivescovo Piacenza ripercorre i momenti salienti della visita del Papa

mercoled 28 maggio 2008

A Savona e Genova un'esperienza di Chiesa viva


di NICOLA GORI Pietro ha visitato la Chiesa ligure, confermando i fratelli nella fede e affidando loro la consegna di porre il primato di Dio al centro della vita. Potrebbe definirsi cos, in estrema sintesi, il senso della visita pastorale compiuta da Benedetto XVI il 17 e il 18 maggio a Savona e Genova. Insieme con l'arcivescovo Mauro Piacenza, genovese, segretario della Congregazione per il Clero, abbiamo ripercorso le tappe e i momenti salienti dell'itinerario del Papa in terra ligure. A poco pi di una settimana dalla conclusione, che bilancio si pu tracciare di questa visita? Credo che sia stata una visita altamente positiva, anche perch le due diocesi hanno avuto una fase di preparazione non formale, ma impegnativa. Questo uno degli aspetti che spiega il successo esterno. Vi stato un lavoro a monte. I due pastori, monsignor Lupi e il cardinale Bagnasco, con i sacerdoti e i laici delle rispettive diocesi, hanno lavorato egregiamente. Certamente, importante stato vedere anche l'immagine di una Chiesa che numerosa si stringe intorno al Vicario di Cristo e sente il mistero dell'universalit, cio vive il particolare in senso cattolico, con un respiro missionario. La visita stata inoltre un momento di aggregazione intorno ai propri vescovi, perch in questa fase di preparazione tutti hanno sentito il fascino dell'essere Chiesa insieme con Cristo per portare avanti l'impegno della nuova evangelizzazione. Sono convinto che questo sia il significato anche dei gesti di carit compiuti dal Papa, come la visita al Gaslini. Infatti, questo ospedale pediatrico per Genova un segno importante, che fa riflettere come sia connaturale per la Chiesa essere sempre vicina al cammino dell'uomo in ogni momento e situazione: infermit, vecchiaia, giovinezza, emarginazione, povert. Sono tutti elementi che fanno comprendere come, se uno osserva la Chiesa anche da un orizzonte pi lontano, essa sia esperta in umanit. Cominciamo dalla visita a Savona, che stata compiuta anche nel ricordo di Pio Che eredit ha lasciato alla Chiesa locale questo Pontefice? La visita a Savona stata bella anche e soprattutto per questo legame con la memoria di Pio VII. Memoria che benedizione, perch ha lasciato una traccia, come il buon profumo di Cristo, tipico dei santi. L'umilt, la mitezza, l'intelligenza e la santa furbizia di Pio VII, anche nell'evadere pi di tremila pratiche della Chiesa universale in quei quasi tre anni, pur nel nascondimento della sua stanzetta, sono rimasti scolpiti nelle menti dei savonesi, e non solo. Di Pio VII importante notare la sua fede incrollabile nel non praevalebunt. Questa certezza della vittoria di Cristo attraverso la croce di ogni giorno, credo abbia scavato nell'animo anche dei suoi stessi carcerieri almeno un punto interrogativo sui valori assoluti. Direi che la visita all'insegna del ricordo di Pio VII sia stata come un riportare alla ribalta questa bella figura, che ci auguriamo di poter onorare presto sugli altari. La tappa del Papa al santuario della Madonna della Misericordia che ha uno dei titoli pi belli, perch tutti abbiamo bisogno di misericordia stata ricca di significati. C' poi da considerare che attorno al santuario sono subito nate le opere sociali di assistenza agli anziani e agli ammalati, come se la misericordia della Madre celeste avesse urgenza di servire le membra del suo divin Figlio. Le due giornate del Papa sono iniziate sotto la protezione della Vergine: a Savona nel santuario della Misericordia, a Genova in quello della Guardia. Cosa rappresenta per Genova la Guardia? un vero e proprio faro, come dice lo stesso titolo Madonna della Guardia, perch guarda dall'alto le valli sottostanti. Da una parte i genovesi si sentono protetti e custoditi, e dall'altra, la Madonna li guarda come figli. un riferimento molto caro ai fedeli. Ricordo che da bambino mi recavo alla Guardia all'inizio e alla fine dell'anno scolastico. Alla fine del mese di maggio poi andavamo con la tutta la scuola per un ringraziamento corale alla Vergine. C' una tradizione, molto sentita dai genovesi, di andare in pellegrinaggio a piedi al santuario. D'altra parte, la Madonna della Guardia una figura familiare per i cittadini, anche per coloro che non frequentano i sacramenti. La Madonna sempre la Madre per tutti e la nostalgia di Lei ritorna in benedizione nei momenti particolari della vita. Se per Savona, la visita stata all'insegna di Pio VII, a Genova invece stata soprattutto nel ricordo di Benedetto XV. La memoria di Papa della Chiesa ancora viva in citt ed molto legata alla necessit della pace, alla ricerca di un equilibrio internazionale per evitare l'inutile strage. Inoltre, Benedetto XV una figura legatissima al santuario Durante l'incontro con i consacrati in cattedrale, appena il Papa ha nominato il cardinale Siri risuonato un applauso. Questo accade sempre a Genova. Anche la sua tomba meta di un continuo pellegrinaggio. Siri si identifica con la genovesit. Infatti, quando si parla di cardinale in generale, si intende il cardinale Siri per antonomasia. Questo vale per i lavoratori del porto, per i credenti, per gli atei e per ogni cittadino, qualunque sia la sua collocazione politica. Il cardinale Siri ha saputo stare al di sopra delle parti. Ha sempre avuto un rispetto, una gentilezza verso tutti, anche verso le autorit politiche in periodi duri e di contrasto. Direi che, diversamente da come lo descrivono quelli che non l'hanno conosciuto, stata una persozatetto e ai bisognosi, la cosiddetta opera delle minestre. Quando Siri venne elevato alla porpora cardinalizia, disse di non voler ricevere nessun dono e raccomand che quanto disposto per i regali venisse versato alla cassa case popolari. Il Papa ha chiesto di porre il primato di Dio al centro della vita. Cosa significa per i genovesi mettere in pratica questa consegna? Credo che questo significhi sottoporre tutti gli interessi materiali a un criterio superiore che vede Dio al primo posto. Porre Dio al centro dell'esistenza vuol dire anche mettere l'uomo al primo posto, perch si tratta di due facce della stessa medaglia. Certo, se non c' il primato di Dio nella vita, sorgono i contrasti e i disaccordi. Ridare il primato a Dio e ai suoi diritti un modo per ridare all'impegno cristiano nella societ tutto il suo smalto, tutto il suo vigore. Cosa rappresenta per Genova la venuta di Benedetto XVI dopo quella di Giovanni Paolo II? Esiste una continuit, un filo continuo del magistero della Chiesa e della sensibilit dei Pontefici del nostro tempo. D'altra parte, non dobbiamo dimenticare che il pontificato di Giovanni Paolo II fu accompagnato dalla collaborazione dottrinale con l'allora cardinale Ratzinger. Con questa sottolineatura, si nota una somiglianza profonda nelle linee direttive e ideali che muovono questi due pontificati. La visita di Benedetto XVI stata sentita anche, fra l'altro, come un atto di delicata attenzione verso una diocesi che dopo gli oltre quaranta anni di servizio pastorale del cardinale Siri, in pochi anni ha visto alternarsi tre brevi, seppur ben qualificati, episcopati. Certamente sono rimasti nel cuore dei genovesi anch'essi. Adesso, i genovesi sono contenti di avere un arcivescovo loro concittadino, stimato e davvero amato. un orgoglio per la citt. Inoltre, per i genovesi un onore che l'arcivescovo sia anche presidente della Conferenza episcopale italiana, come lo fu il cardinale Siri.

Il cardinale Farina celebra la festa in Vaticano

Duecento anni di storia di Maria Ausiliatrice


La comunit salesiana in Vaticano ha celebrato questa mattina, marted 27, l'annuale festa della patrona, santa Maria Ausiliatrice, la cui ricorrenza, come noto, cade il 24 maggio. Presieduta dal cardinale Raffaele Farina, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, la celebrazione si svolta nella chiesa del Governatorato. Vi hanno partecipato, come di consueto, quanti collaborano con la famiglia salesiana al servizio della Santa Sede, in particolare i dipendenti della Libreria Editrice Vaticana, della Tipografia Vaticana e de L'Osservatore Romano. Hanno concelebrato don Elio Torrigiani, direttore generale della Tipografia, don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice, don Giuseppe Colombara, direttore del servizio fotografico de L'Osservatore Romano, padre Arturo Gutirrez Gmez, incaricato dell'edizione in lingua spagnola del quotidiano della Santa Sede. Durante la sua omelia il cardinale Farina ha preso spunto dalla recente visita di Benedetto XVI a Genova e a Savona sulle orme di Pio VII, per ricordare che fu proprio quel Pontefice a istituire la festa di Maria aiuto dei cristiani, in un contesto quanto mai delicato per la storia della Chiesa. Infatti, Pio VII stabil questa festa il 26 settembre 1814, nel giorno del suo ritorno solenne a Roma, dopo la prigionia impostagli da Napoleone Bonaparte, per ringraziare la Madonna per averlo protetto e fatto rientrare nella sede di Pietro. Gi nel giorno della sua elezione al soglio pontificio ha ricordato il porporato Pio VII preg per la prima volta davanti all'immagine di Maria aiuto dei cristiani, nella chiesa di San Giorgio maggiore in Venezia, dove si svolse il conclave. Il cardinale ha poi fatto notare come lo stesso don Bosco si sia ispirato alla facciata della chiesa di San Giorgio maggiore a Venezia per edificare quella della basilica dell'Ausiliatrice in Torino. L'archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa si quindi soffermato su altri aspetti del ruolo della Vergine Maria nella Chiesa, in particolare per ci che riguarda la sua missione nel mondo e la sua esemplarit. Alla celebrazione erano presenti il professor Giovanni Maria Vian, direttore de L'Osservatore Romano, Carlo Di Cicco, vice direttore, Giuseppe Canesso, direttore tecnico della Tipografia Vaticana, Antonio Maggiotto, direttore commerciale della stessa Tipografia, insieme con dipendenti e collaboratori.

della Madonna della Guardia e anche la sua famiglia ne era molto devota. Il ricordo della Madonna della Guardia l'ha portato sempre nel cuore, l'ha portato anche nei giardini vaticani, dove ha voluto fosse installata una sua riproduzione. Oltre che il ricordo di Benedetto XV, il Papa ha voluto rendere omaggio anche alla memoria del cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova dal 1946 al 1987. Che cosa ha rappresentato per la citt e per la Chiesa ligure?

na molto popolare, vicino agli umili e ai poveri. Semmai la sua figura stata distorta a livello di comunicazione. I media hanno voluto screditarlo, ma al contrario lo hanno edificato, facendolo risaltare come una roccia. Durante la seconda guerra mondiale, con un piano concordato con il cardinale Boetto, allora arcivescovo di Genova, Siri evit che il porto cittadino saltasse in aria perch tutto minato. La citt gli eternamente riconoscente. La gente ricorda il suo darsi da fare per i poveri e per la distribuzione del cibo ai sen-

VII.

Il padiglione della Santa Sede all'Expo di Zaragoza 2008

L'accesso all'acqua dev'essere un diritto per tutti


Un grande stand di 550 metri quadrati il cui design evoca il grembo materno che accoglie e ospita la vita nascente, con percorsi a tappe e trentotto opere d'arte (tra dipinti, sculture, arazzi, oggetti e arredi sacri); uno spazio dedicato alla solidariet e una cappella per la meditazione. Si presenter cos al visitatore il padiglione della Santa Sede all'Expo Zaragoza 2008 su Acqua e sviluppo sostenibile, in programma dal 14 giugno al 14 settembre nella citt aragonese. la prima volta che la Santa Sede partecipa a una mostra promossa dall'Ufficio internazionale delle esposizioni (Bie) che quest'anno compie l'ottantesimo di attivit insieme con oltre cento Paesi dei cinque Continenti, organizzazioni non governative, imprese e altre realt impegnate nella salvaguardia delle risorse idriche del pianeta. Lo stesso Benedetto XVI, del resto, ha definito pi volte quello all'acqua un diritto inalienabile. E il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace il cui presidente, il cardinale Renato Raffaele Martino, rappresenter la Santa Sede all'evento aveva presentato nel 2003 un documento, aggiornato poi nel 2006, per il riconoscimento dell'accesso all'acqua come un diritto umano. Nel padiglione della Santa Sede, realizzato dall'architetto Joaqun Sicilia Carnicer, saranno in mostra opere provenienti dalla Spagna diciannove dalle diocesi di Aragona e sei dal resto del Paese e dai Musei Vaticani dodici, ai quali va aggiunto il fonte battesimale della basilica di San Pietro utilizzato da Giovanni Paolo II e ora da Benedetto XVI durante la veglia pasquale. Opere di pittura, scultura, oreficeria e tappezzeria realizzate in un arco di tempo cronologicamente molto lungo, dal IV secolo ad oggi. Il padiglione della Santa Sede sar aperto ogni giorno dalle ore 10 alle 22 e ospiter, tra l'altro, concerti, mostre fotografiche e rappresentazioni teatrali. Per l'arcivescovo di Zaragoza, monsignor Manuel Urea Pastor, il diritto all'acqua un imperativo morale e politico, soprattutto in un mondo che dispone di conoscenze e tecnologie capaci di risolvere situazioni di scarsit di acqua. Nei 140 padiglioni dislocati lungo la superficie di venticinque ettari dell'Expo, secondo il sindaco della citt Juan Alberto Belloch Julbe, sono attesi circa sei milioni di visitatori, con la partecipazione di oltre duemila esperti. Obiettivo ultimo quello di pervenire a una Dichiarazione di Zaragoza per una nuova e necessaria cultura dell'acqua, che potrebbe costituire il lavoro preparatorio in vista di una Dichiarazione universale sull'acqua. Allestita in un'area sulle rive del fiume Ebro uno dei tre che con il Gallego e l'Huelva attraversano la citt del nordest della Spagna l'Expo utilizzer nuove tecnologie sperimentali che rispettano l'ambiente: architetture bioclimatiche, veicoli azionati a idrogeno, produzione di energie rinnovabili, uso di materiali riciclabili, tecniche di irrigazione degli spazi verdi con acqua di fiume. Tra le opere di maggior impatto la Torre dell'Acqua, alta settanta metri, e l'acquario fluviale, il pi grande del mondo, che riprodurr gli ecosistemi dei fiumi e degli estuari. Anche i cittadini di Zaragoza si mostrano particolarmente sensibili ai temi dello sviluppo sostenibile e del risparmio idrico, tanto che volontari della comunit autonoma di Aragona pianteranno nel trimestre estivo tre milioni e mezzo di alberi, come primo passo di un programma mondiale in collaborazione con l'Unesco. Inoltre nella citt spagnola pi di cinquecento imprese si sono impegnate a rispettare l'ambiente circostante nelle loro attivit e in pochi anni il consumo d'acqua giornaliero sceso a 130 litri a persona contro i 170 della media nazionale. L'Italia invece sembra andare nella direzione opposta: nel 1930 ogni persona consumava in media trenta litri d'acqua al giorno; oggi i litri consumati sono settecento, venticinque volte di pi. In questa graduatoria degli sprechi l'Italia al primo posto in Europa e al terzo nel mondo, dopo Usa e Canada. Del resto nel bacino del Mediterraneo i consumi sono raddoppiati negli ultimi cinquant'anni e i Paesi della sponda Sud sono tra i pi poveri al mondo in termini di risorse. Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanit oltre ottocento milioni di persone non hanno rubinetti in casa e duecento milioni di bambini muoiono ogni anno per le condizioni dell'acqua che consumano. L'esposizione sar inaugurata il 14 giugno dal nunzio apostolico in Spagna, l'arcivescovo Manuel Monteiro de Castro. Mentre il 14 luglio verr celebrata la giornata dedicata alla Santa Sede, che sar preceduta tra il 10 e il 12 luglio da un convegno internazionale su La questione ecologica: la vita dell'uomo nel mondo. Si terr presso la Tribuna dell'Acqua, spazio di dialogo e di riflessione per l'individuazione di soluzioni tecniche, scientifiche e politiche e innovative. L'ambasciatore Francisco Vazquez Vazquez ha affermato in proposito che la presenza della Santa Sede all'Expo di Zaragoza motivo di grande soddisfazione e di orgoglio per tutta la Spagna. (gianluca biccini)

Cristo e la tempesta: l'opera di Giorgio de Chirico sar nel padiglione della Santa Sede

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 124 (44.864)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
gioved 29 maggio 2008

Citt del Vaticano

Il Papa all'udienza generale narra la vita di uno dei quattro dottori dell'Occidente

Autorit e obbedienza nella vita consacrata

Gregorio Magno pacificatore dell'Europa


A san Gregorio Magno Benedetto XVI ha dedicato l'udienza generale di mercoled mattina, 28 maggio, svoltasi in piazza San Pietro. Nella sua catechesi il Papa ha parlato della vita del grande dottore dell'Occidente che ha detto era un uomo immerso in Dio e sempre vicino al prossimo, a tutti i bisogni della gente del suo tempo.

Il potere servizio
di FABIO CIARDI* Un documento per un piccolo gruppo all'interno della Chiesa. Quindi dall'interesse alquanto limitato. Cos ai pi pu apparire l'Istruzione emanata dal dicastero della Vita Consacrata e delle Societ di Vita Apostolica con il titolo Il servizio dell'autorit e l'obbedienza. L'incipit tuttavia accattivante: Il tuo volto, Signore, io cerco. vero che esso quaerere Deum ha una forte risonanza monastica: richiama la fuga nel deserto, la ricerca della solitudine e del silenzio, la concentrazione sull'unico necessario, l'anelito al Cielo. Ma il quaerere Deum non pi, se mai lo fosse stato, appannaggio esclusivo di una categoria di cristiani. L'urgenza della universale vocazione alla santit accende in tutti il desiderio di una sincera e tenace ricerca di Dio anche se nel vortice della vita quotidiana, anzi esso si fa ancora pi acuto proprio per chi si trova immerso nel lavoro, nella politica, nella vita familiare. una ricerca, come nota il documento in apertura, avvertita non soltanto dalle persone religiose ma da ogni creatura umana in cerca di verit e felicit, anche se forse in maniera implicita e confusa. La ricerca di Dio coincide con la ricerca del suo disegno sulla creazione, sulla societ umana, su ogni singola persona. Come Egli ci ha pensati? Cosa aspetta da noi? In una parola: qual la sua volont e come posso conoscerla? La vita religiosa ha una sua secolare esperienza per giungere ad avere il pensiero di Cristo. Essa, ricorda il nostro documento, comunione di persone consacrate che professano di cercare e compiere insieme la volont di Dio. Ed questa coralit che subito emerge dalla lettura dell'Istruzione: Portare avanti insieme ai fratelli o alle sorelle tale ricerca, perch proprio essa che unisce, rende famiglia unita a Cristo. una ricerca che implica il personale apporto di carit, competenza e creativit, per far convergere nella costruzione della comunit e nel progetto apostolico tutte le risorse umane: doti e talenti, intuizioni e ispirazioni, fino alla condivisione dei beni spirituali, dell'ascolto della Parola di Dio, della fede. Se vero che tutti, nella comunit, sono chiamati a cercare ci che a Dio piace e a obbedire a Lui, altrettanto vero che alcuni sono chiamati a esercitare, in genere temporaneamente, il compito particolare di essere segno di unit e guida nella ricerca corale e nel compimento personale e comunitario della volont di Dio. questo il servizio dell'autorit. Davanti all'esercizio concreto dell'autorit, la prassi si diversifica in molteplici prospettive sia per chi la esercita sia per chi ad essa soggetto: anarchia e totalitarismo, cooperazione attiva e soggezione servile, latitanza e ingerenza. La sfida che il documento chiamato ad affrontare il non facile equilibrio tra persona e comunit, tra autorit e obbedienza, tra desiderio della realizzazione di s e progetti comunitari. In risposta a questa sfida l'Istruzione recupera insegnamenti sapienziali frutto della millenaria esperienza della vita consacrata e introduce acquisizioni frutto delle nuove sensibilit odierne, del rinnovato senso della persona, del sorgere della spiritualit di comunione. Gli atteggiamenti e i suggerimenti offerti valgono ben al di l della comunit religiosa. Potrebbero essere assunti in campo politico, sindacale, amministrativo, cos come nella guida di un'azienda, di una scuola. A chi gestisce l'autorit richiesto, ad esempio, libert da pregiudizi, da attaccamenti eccessivi alle proprie idee, da schemi percettivi rigidi o distorti, da schieramenti che esasperano la diversit di vedute; il coraggio di motivare le proprie idee e posizioni, ma anche di aprirsi a prospettive nuove e di modificare il proprio punto di vista; ricordare che la pluralit di prospettive favorisce l'approfondimento delle questioni che il conflitto di idee non diviene mai conflitto di persone. Chi esercita l'autorit invitato a favorire la partecipazione corale comunitaria, poich meglio fare un passo assieme che due (o anche pi) da soli. Un documento dunque propositivo, capace di fugare alibi e latitanze, ambizioni di potere e passivit e di ispirare non soltanto la comunit religiosa, ma l'intera comunit ecclesiale, fino a quella civile.
*Teologo, Oblato di Maria Immacolata

Cari fratelli e sorelle! mercoled scorso ho parlato di un Padre della Chiesa poco conosciuto in Occidente, Romano il Melode, oggi vorrei presentare la figura di uno dei pi grandi Padri nella storia della Chiesa, uno dei quattro dottori dell'Occidente, il Papa san Gregorio, che fu Vescovo di Roma tra il 590 e il 604, e che merit dalla tradizione il titolo di Magnus/Grande. Gregorio fu veramente un grande Papa e un grande Dottore della Chiesa! Nacque a Roma, intorno al 540, da una ricca famiglia patrizia della gens Anicia, che si distingueva non solo per la nobilt del sangue, ma anche per l'attaccamento alla fede cristiana e per i servizi resi alla Sede Apostolica. Da tale famiglia erano usciti due Papi: Felice III (483-492), trisavolo di Gregorio, e Agapito (535-536). La casa in cui Gregorio crebbe sorgeva sul Clivus Scauri, circondata da solenni edifici che testimoniavano la grandezza della Roma antica e la forza spirituale del cristianesimo. Ad ispirargli alti sentimenti cristiani vi erano poi gli esempi dei genitori Gordiano e Silvia, ambedue venerati come santi, e quelli delle due zie paterne, Emiliana e Tarsilia, vissute nella propria casa quali vergini consacrate in un cammino condiviso di preghiera e di ascesi. Gregorio entr presto nella carriera amministrativa, che aveva seguito anche il padre, e nel 572 ne raggiunse il culmine, divenendo prefetto della citt. Questa mansione, complicata dalla tristezza dei tempi, gli consent di applicarsi su vasto raggio ad ogni genere di problemi amministrativi, traendone lumi per i futuri compiti. In particolare, gli rimase un profondo senso dell'ordine e della disciplina: divenuto Papa, suggerir ai Vescovi di prendere a modello nella gestione degli affari ecclesiastici la diligenza e il rispetto delle leggi propri dei funzionari civili. Questa vita tuttavia non lo doveva soddisfare se, non molto dopo, decise di lasciare ogni carica civile, per ritirarsi nella sua casa ed iniziare la vita di monaco, trasformando la casa di famiglia nel monastero di Sant'Andrea al Celio. Di questo periodo di vita monastica, vita di dialogo permanente con il Signore nell'ascolto della sua parola, gli rester una perenne nostalgia che sempre di nuovo e sempre di pi appare nelle sue omelie: in mezzo agli assilli delle preoccupazioni pastorali, lo ricorder pi volte nei suoi scritti come un tempo felice di raccoglimento in Dio, di dedizione alla preghiera, di serena immersione nello studio. Pot cos acquisire quella profonda conoscenza della Sacra Scrittura e dei Padri della Chiesa di cui si serv poi nelle sue opere. Ma il ritiro claustrale di Gregorio non dur a lungo. La preziosa esperienza maturata nell'amministrazione civile in un periodo carico di gravi problemi, i rapporti avuti in questo ufficio con i bizantini, l'universale stima che si era acquistata, indussero Papa Pelagio a nominarlo diacono e ad inviarlo a Costantinopoli quale suo apocrisario, oggi si direbbe Nunzio Apostolico, per favorire il superamento degli ultimi strascichi della controversia monofisita e soprattutto per ottenere l'appoggio dell'imperatore nello sforzo di contenere la pressio-

ne longobarda. La permanenza a Costantinopoli, ove con un gruppo di monaci aveva ripreso la vita monastica, fu importantissima per Gregorio, poich gli diede modo di acquisire diretta esperienza del mondo bizantino, come pure di accostare il problema dei Longobardi, che avrebbe poi messo a dura prova la sua abilit e la sua energia negli anni del Pontificato. Dopo alcuni anni fu richiamato a Roma dal Papa, che lo nomin suo segretario. Erano anni difficili: le continue piogge, lo straripare dei fiumi, la carestia affliggevano molte zone d'Italia e la stessa Roma. Alla fine scoppi anche la peste, che fece numerose vittime,

rispetto reciproco e sulla serena convivenza tra italiani, imperiali e longobardi. Si preoccup della conversione dei giovani popoli e del nuovo assetto civile dell'Europa: i Visigoti della Spagna, i Franchi, i Sassoni, gli immigrati in Britannia ed i Longobardi, furono i destinatari privilegiati della sua missione evangelizzatrice. Abbiamo celebrato ieri la memoria liturgica di sant'Agostino di Canterbury, il capo di un gruppo di monaci incaricati da Gregorio di andare in Britannia per evangelizzare l'Inghilterra. Per ottenere una pace effettiva a Roma e in Italia, il Papa si impegn a fondo era un vero pacifi-

San Gregorio con i suoi diaconi, miniatura da un codice dell'XI secolo (Abbazia di Montecassino)

tra le quali anche il Papa Pelagio II. Il clero, il popolo e il senato furono unanimi nello scegliere quale suo successore sulla Sede di Pietro proprio lui, Gregorio. Egli cerc di resistere, tentando anche la fuga, ma non ci fu nulla da fare: alla fine dovette cedere. Era l'anno 590. Riconoscendo in quanto era avvenuto la volont di Dio, il nuovo Pontefice si mise subito con lena al lavoro. Fin dall'inizio rivel una visione singolarmente lucida della realt con cui doveva misurarsi, una straordinaria capacit di lavoro nell'affrontare gli affari tanto ecclesiastici quanto civili, un costante equilibrio nelle decisioni, anche coraggiose, che l'ufficio gli imponeva. Si conserva del suo governo un'ampia documentazione grazie al Registro delle sue lettere (circa 800), nelle quali si riflette il quotidiano confronto con i complessi interrogativi che affluivano sul suo tavolo. Erano questioni che gli venivano dai Vescovi, dagli Abati, dai clerici, e anche dalle autorit civili di ogni ordine e grado. Tra i problemi che affliggevano in quel tempo l'Italia e Roma ve n'era uno di particolare rilievo in ambito sia civile che ecclesiale: la questione longobarda. Ad essa il Papa dedic ogni energia possibile in vista di una soluzione veramente pacificatrice. A differenza dell'Imperatore bizantino che partiva dal presupposto che i Longobardi fossero soltanto individui rozzi e predatori da sconfiggere o da sterminare, san Gregorio vedeva questa gente con gli occhi del buon pastore, preoccupato di annunciare loro la parola di salvezza, stabilendo con essi rapporti di fraternit in vista di una futura pace fondata sul

catore , intraprendendo una serrata trattativa col re longobardo Agilulfo. Tale negoziazione port ad un periodo di tregua che dur per circa tre anni (598-601), dopo i quali fu possibile stipulare nel 603 un pi stabile armistizio. Questo risultato positivo fu ottenuto anche grazie ai paralleli contatti che, nel frattempo, il Papa intratteneva con la regina Teodolinda, che era una principessa bavarese e, a differenza dei capi degli altri popoli germanici, era cattolica, profondamente cattolica. Si conserva una serie di lettere del Papa Gregorio a questa regina, nelle quali egli rivela la sua stima e la sua amicizia per lei. Teodolinda riusc man mano a guidare il re al cattolicesimo, preparando cos la via alla pace. Il Papa si preoccup anche di inviarle le reliquie per la basilica di S. Giovanni Battista da lei fatta erigere a Monza, n manc di farle giungere espressioni di augurio e preziosi doni per la medesima cattedrale di Monza in occasione della nascita e del battesimo del figlio Adaloaldo. La vicenda di questa regina costituisce una bella testimonianza circa l'importanza delle donne nella storia della Chiesa. In fondo, gli obiettivi sui quali Gregorio punt costantemente furono tre: contenere l'espansione dei Longobardi in Italia; sottrarre la regina Teodolinda all'influsso degli scismatici e rafforzarne la fede cattolica; mediare tra Longobardi e Bizantini in vista di un accordo che garantisse la pace nella penisola e in pari tempo consentisse di svolgere un'azione evangelizzatrice tra i Longobardi stessi. Duplice fu quindi il suo costante orientamento nella complessa vicenda: pro-

muovere intese sul piano diplomatico-politico, diffondere l'annuncio della vera fede tra le popolazioni. Accanto all'azione meramente spirituale e pastorale, Papa Gregorio si rese attivo protagonista anche di una multiforme attivit sociale. Con le rendite del cospicuo patrimonio che la Sede romana possedeva in Italia, specialmente in Sicilia, compr e distribu grano, soccorse chi era nel bisogno, aiut sacerdoti, monaci e monache che vivevano nell'indigenza, pag riscatti di cittadini caduti prigionieri dei Longobardi, comper armistizi e tregue. Inoltre svolse sia a Roma che in altre parti d'Italia un'attenta opera di riordino amministrativo, impartendo precise istruzioni affinch i beni della Chiesa, utili alla sua sussistenza e alla sua opera evangelizzatrice nel mondo, fossero gestiti con assoluta rettitudine e secondo le regole della giustizia e della misericordia. Esigeva che i coloni fossero protetti dalle prevaricazioni dei concessionari delle terre di propriet della Chiesa e, in caso di frode, fossero prontamente risarciti, affinch non fosse inquinato con profitti disonesti il volto della Sposa di Cristo. Questa intensa attivit Gregorio la svolse nonostante la malferma salute, che lo costringeva spesso a restare a letto per lunghi giorni. I digiuni praticati durante gli anni della vita monastica gli avevano procurato seri disturbi all'apparato digerente. Inoltre, la sua voce era molto debole cos che spesso era costretto ad affidare al diacono la lettura delle sue omelie, affinch i fedeli presenti nelle basiliche romane potessero sentirlo. Faceva comunque il possibile per celebrare nei giorni di festa Missarum sollemnia, cio la Messa solenne, e allora incontrava personalmente il popolo di Dio, che gli era molto affezionato, perch vedeva in lui il riferimento autorevole a cui attingere sicurezza: non a caso gli venne ben presto attribuito il titolo di consul Dei. Nonostante le condizioni difficilissime in cui si trov ad operare, riusc a conquistarsi, grazie alla santit della vita e alla ricca umanit, la fiducia dei fedeli, conseguendo per il suo tempo e per il futuro risultati veramente grandiosi. Era un uomo immerso in Dio: il desiderio di Dio era sempre vivo nel fondo della sua anima e proprio per questo egli era sempre molto vicino al prossimo, ai bisogni della gente del suo tempo. In un tempo disastroso, anzi disperato, seppe creare pace e dare speranza. Quest'uomo di Dio ci mostra dove sono le vere sorgenti della pace, da dove viene la vera speranza e diventa cos una guida anche per noi oggi.
I
SALUTI AI FEDELI IN PIAZZA

In allegato oggi il volume con il testo dell'Istruzione Il servizio dell'autorit e l'obbedienza della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita apostolica, pubblicata in occasione della settantunesima assemblea semestrale dell'Unione superiori generali.
SERVIZI
A PAGINA

SAN PIETRO A PAGINA 8

I diritti umani nel mondo

Sessant'anni di speranze infrante

NOSTRE INFORMAZIONI
Provviste di Chiese
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Guarabira (Brasile) il Reverendo Francisco de Assis Dantas de Lucena, del clero della Diocesi di Caic, finora Parroco della Parrocchia So Francisco de Assis.

Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Vacaria (Brasile) il Reverendo Padre Irineu Gassen, O.F.M., finora Parroco della Parrocchia So Joo Batista nella Diocesi di Caxias do Sul.

A sessant'anni dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, quei trenta articoli rappresentano spesso delle speranze infrante. In tutto il mondo, infatti, sono ancora migliaia le violazioni.
PAGINA 3

L'eugenetica e il pensiero liberale

Il miraggio della perfezione


ADRIANO PESSINA
A PAGINA

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO

gioved 29 maggio 2008

Sanguinosi scontri nella citt sudanese di Abyei


Migliaia di civili coinvolti nei combattimenti tra forze di Khartoum e del Sud Sudan
KHARTOUM, 28. La citt di Abyei, il capoluogo dell'omonima regione contesa tra il Governo centrale sudanese e il Governo autonomo del Sud Sudan, stata pesantemente colpita dai combattimenti tra le forze militari delle due parti. Gli scontri, ripresi da due settimane a questa parte, fanno temere una nuova e generalizzata esplosione della guerra civile. Di una citt quasi rasa al suolo ha parlato ieri l'organizzazione umanitaria Medici senza frontiere (Msf) in un comunicato nel quale si sottolinea come la quasi totalit degli abitanti della cittadina del Sudan centrale sia fuggita pi a sud. Prima dei combattimenti, la citt e i suoi dintorni contavano circa centotrentamila abitanti, ma secondo Msf quasi sessantamila sarebbero fuggiti per le violenze. Il personale di Msf presente nella zona ha riferito che le condizioni di vita per gli sfollati sono deplorabili, che la popolazione ha urgente bisogno di ripari e che la gi grave situazione nutrizionale rischia di peggiorare rapidamente. Il 14 maggio, giorno in cui sono incominciati i combattimenti, nelle strutture di Msf ad Abyei erano in cura settecento bambini per patologie determinate dalla malnutrizione. La settimana precedente, nelle medesime strutture erano stati ricoverati ottanta bimbi colpiti da malnutrizione acuta. L'organizzazione umanitaria ha reso noto che solo una parte di questi sono stati ritrovati e messi sotto trattamento terapeutico. Le condizioni di vita legate alle violenze, alla fuga a piedi o in camion e alla loro precaria sistemazione attuale non fanno che peggiorare la loro condizione di salute e il loro stato nutrizionale. Nelle zone dove le squadre di Msf hanno potuto recarsi, lafflusso delle persone in fuga pone inoltre un serio problema di accesso allacqua. Il panico tale che nessuno ha avuto il tempo di portare nulla con s, n di pensare alla propria famiglia, ha raccontato Inma Vazquez, capo missione Msf in Sudan. Siamo estremamente preoccupati per alcuni nostri colleghi sudanesi che non sono riusciti a fuggire in tempo e con i quali abbiamo perso i contatti. Quello relativo alla regione dellAbyei, molto ricca di petrolio, il principale contenzioso rimasto irrisolto dall'accordo di pace firmato il 9 gennaio 2005 a Nairobi, in Kenya, tra il Governo di Khartoum e l'allora Esercito di liberazione del popolo sudanese (Spla), oggi trasformato in movimento di liberazione del popolo sudanese (Splm) e che al potere in Sud Sudan oltre a partecipare al Governo centrale sudanese. L'accordo mise fine ai ventuno anni di guerra civile nel Sud Sudan, il pi annoso e tra i pi cruenti conflitti africani. Negli ultimi tre anni, nonostante diverse perduranti tensioni e non pochi episodi di violenza, l'accordo aveva sostanzialmente tenuto, ma ora la situazione minaccia di precipitare di nuovo, mentre diversi osservatori riferiscono che le due parti si stanno riarmando. Due giorni fa, il segretario generale dello Splm, il generale Pagan Amun, aveva dichiarato che siamo sullorlo della ripresa della guerra civile. Secondo quanto riferito da radio Nairobi, il generale Amun aveva richiamato il Governo centrale al rispetto delle intese di pace, in base alle quali le truppe governative non dovrebbero essere presenti in territori non esplicitamente assegnati al controllo di Khartoum.

Nello Zimbabwe denunciate violenze contro l'opposizione


HARARE, 28. In Zimbabwe, il leader dell'opposizione Morgan Tsvangirai, che si accinge a sfidare il presidente Robert Mugabe nel ballottaggio fissato per il 27 giugno, ha accusato ieri le forze di polizia e le milizie paramilitari filogovernative di diretta responsabilit nelle violenze che hanno provocato non meno di cinquanta morti, centinaia di feriti e oltre venticinquemila sfollati. Tsvangirai, secondo quanto riferito da radio Nairobi, oltre alla violenza delle truppe paramilitari fedeli a Mugabe, al potere fin dall'indipendenza, nel 1980, ha inoltre parlato di manifesta parzialit della polizia che appoggia apertamente il partito di Mugabe, lo Zanu-Pf, osteggiando quello dellopposizione, il Movimento per il cambiamento democratico (Mdc). Lo Mcd uscito vincitore dalle elezioni svoltesi lo scorso 29 marzo, risultando maggioritario in Parlamento, e scalzando per la prima volta lo Zanu-Pf. Per le presidenziali, tenute sempre il 27 aprile, i dati ufficiali hanno assegnano a Tsvangirai il 47,9 per cento, e il 43,2 per cento a Mugabe. Lo Mdc ha sempre sostenuto che Tsvangirai aveva vinto al primo turno, ma ha poi accettato il ballottaggio. Mugabe, da parte sua, da un lato ha dichiarato che accetter leventuale sconfitta, dallaltro ha per affermato che non ceder mai il potere a persone che ha definito marionette nelle mani degli ex colonialisti britannici e dei Governi occidentali in genere. In proposito, ieri Mugabe tornato ad attaccare pesantemente gli Stati Uniti, ribadendo la minaccia di espulsione dell'ambasciatore James McGee se continuer a intromettersi nel processo elettorale in corso e insultando la responsabile per gli affari africani del Dipartimento di Stato di Washington, il vicesegretario Jendayi Frazer. In un discorso pubblico riferito dal quotidiano filogovernativo The Herald, Mugabe ha detto che lo Zimbabwe non unestensione della Gran Bretagna, n tanto meno degli Stati Uniti, ma uno Stato africano, e pertanto non pu pi accettare le ingerenze di una ragazza americana che gira il mondo come una prostituta e dellambasciatore McGee, che per questo rischia lespulsione.

Immigrati in fuga dalle violenze xenofobe in Sud Africa


GINEVRA, 28. LOrganizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha lanciato un appello per la raccolta di 350.000 dollari per aiuti alle vittime della violenza xenofoba in Sud Africa. In una nota diffusa ieri a Ginevra, l'Oim spiega che si sta lavorando per definire il numero di immigrati africani che hanno bisogno di aiuto per tornare a casa. In merito, Liselott Verduijn, dellOim di Pretoria, afferma che centinaia di persone hanno chiesto assistenza immediata. Le violenze xenofobe in Sud Africa, incominciate due settimane fa nella baraccopoli di Alexandra, alla periferia di Johannesburg, e poi diffusesi anche in altre zone, hanno provocato non meno di cinquantasei morti e centinaia di feriti. Al momento, ci sono almeno trentacinquemila persone rifugiate in quarantotto centri, in particolare parrocchie. Secondo le autorit del Sud Africa, oltre ventimila cittadini del Mozambico sono rientrati in patria su mezzi messi a disposizione dal Governo, mentre la Croce Rossa ha riferito a sua volta che sono rimpatriati venticinquemila cittadini dello Zimbabwe.

La minaccia di straripamenti costringe allo sgombero i terremotati cinesi


PECHINO, 28. Oltre duemila tra soldati e ingegneri sono al lavoro da ieri nella regione sud-occidentale cinese del Sichuan nel tentativo di svuotare gradualmente un lago formato dalle frane provocate dal devastante terremoto del 12 maggio scorso. Lo affermano i mezzi dinformazione cinesi, precisando che finora sono circa centosessantamila le persone che sono state fatte sgomberare dalle zone minacciate dalla possibile esondazione del lago, che si trova a nord di Beichuan, uno dei centri pi vicini allepicentro del sisma. Il terremoto stato di magnitudo 8 sulla Richter e ha provocato la caduta di interi pezzi di una montagna, alcuni dei quali hanno interrotto il corso del fiume Qianjiang e creato lenorme bacino, che racchiude quasi centocinquanta milioni di metri cubi dacqua. Se il lago dovesse tracimare, si verificherebbe un'inondazione di proporzioni gigantesche. Il lavoro dei militari dovrebbe essere completato entro al massimo cinque giorni. Nel caso in cui lo straripamento diventi inevitabile, le autorit hanno approntato un piano per far evacuare immediatamente circa 1,3 milioni di persone, tra cui gli abitanti della citt di Mianyang e coloro che hanno perso la casa e vi hanno trovato rifugio dopo la scossa tellurica. E mentre peggiorano di giorno in giorno le conseguenze del vasto movimento sismico secondo l'ultimo bilancio governativo di oggi i morti accertati sono 68.109 e i dispersi 19.851 , la Cina ha ufficiosamente sondato la disponibilit del Giappone sulluso della sua forza aerea per il trasporto dei soccorsi alle aree terremotate del Sichuan. Lo ha reso noto un funzionario del ministero della Difesa giapponese, mentre fonti del Governo hanno anticipato che i ministeri degli Affari esteri e della Difesa stanno lavorando alla organizzazione di voli per il trasporto aereo di beni di prima necessit come tende e coperte. Se il Giappone dovesse utilizzare un aereo delle divisioni di autodifesa, sarebbe la prima di una spedizione del genere verso la Cina dopo la fine della seconda guerra mondiale e, per altro verso, rimarcherebbe la differente fase dei rapporti bilaterali. Al momento, i dettagli della richiesta delle autorit di Pechino non sono stati ancora resi noti, ma il Giappone secondo autorevoli fonti riprese dalle agenzie di stampa dovrebbe utilizzare alcuni velivoli, tra i quali un C130 in dotazione alla Air self-defense force. Hideshi Tokuchi, a capo dellufficio operativo del ministero della Difesa, e Takeo Akiba, alla guida delle divisioni su Cina e Mongolia del ministero degli Affari esteri, si sono recati nel pomeriggio presso lufficio del primo Ministro, Yasuo Fukuda, apparentemente per le consultazioni intergovernative. La Cina, finora, ha accettato solo alcuni progetti di assistenza umanitaria da Paesi stranieri dopo il grave terremoto del 12 maggio scorso nelle regioni sud-occidentali.

Storico incontro tra esponenti di Pechino e di Taipei


PECHINO, 28. Storico incontro oggi tra il presidente cinese e segretario del partito comunista, Hu Jintao, e Wu Poh-hsiung, presidente del Kuomintang, il partito nazionalista al Governo a Taiwan favorevole alla riunificazione con Pechino. Si tratta dellincontro di pi alto livello svolto negli ultimi sessanta anni, reso possibile dalla recente sconfitta elettorale a Taiwan del filoindipendentista Partito democratico progressista (Dpp). Nel corso, ieri, di una visita a Nanchino, Wu ha detto che Taiwan appartiene alla Nazione cinese e che tra Pechino e Taipei esiste uno stretto legame di sangue. La Cina ha reclamato la propria sovranit sull'isola indipendente di Taiwan dal 1949, quando i comunisti di Mao Zedong vinsero la guerra civile e i nazionalisti di Chang Kaishek vi si rifugiarono.

Nasce la Repubblica federale del Nepal


KATMANDU, 28. Il Nepal diventa oggi ufficialmente una Repubblica federale democratica, dopo oltre duecentoquaranta anni di monarchia assoluta. Nel corso della prima riunione in assoluto dell'Assemblea costituente uscita dalle elezioni dello scorso 10 aprile, i seicentouno esponenti del nuovo organismo sono chiamati a decretare la fine del regno induista nepalese, disegnando cos il nuovo assetto repubblicano del piccolo Paese asiatico himalayano.

Il Giappone raddoppier gli aiuti all'Africa


TOKYO, 28. Il Giappone ha promesso di raddoppiare gli aiuti e gli investimenti per lAfrica, comprensivi di quattro miliardi di dollari di prestiti a basso interesse a favore della rete infrastrutturale. Lo ha annunciato oggi il primo Ministro nipponico, Yasuo Fukuda, in apertura dei lavori della quarta edizione della Tokyo international conference on african development (Ticad) di Yokohama. Il premier ha assicurato i leader africani e i rappresentanti di cinquantadue Paesi che il Giappone dedicher pi assistenza alimentare, terr in considerazione misure a favore dei pi poveri e metter in campo pi contributi per lagricoltura. In aggiunta ai quattro miliardi di dollari di prestiti agevolati, Tokyo intende raddoppiare a dieci miliardi di dollari gli aiuti e rafforzare la cooperazione tecnica, anche nellambito del coordinamento a livello mondiale sulla riduzione del debito per lAfrica. Il Ticad, che si tiene dal 1993 una volta ogni cinque anni su iniziativa di Giappone, Nazioni Unite, il Programma di sviluppo dell'Onu e Banca mondiale, coincide questanno con il giro di boa dellObiettivo del Millennio (2000-2015) dellOnu, i cui risultati saranno discussi al G8 che si terr a Hokkaido nel mese di luglio.

Unanime condanna nel mondo per la proroga degli arresti ad Aung San Suu Kyi

In Myanmar i soccorsi raggiungono un milione di persone


NAYPYIDAW, 28. Anche se in maniera fortemente sbilanciata, l'Onu ha reso noto ieri che gli aiuti internazionali inviati nelle zone del Myanmar devastate dal ciclone Nargis hanno raggiunto un milione di persone. Siamo sulla buona strada, ha detto un portavoce delle Nazioni Unite a Ginevra, precisando che ne hanno beneficiato il quarantadue per cento dei sinistrati nella regione di Yangon, ma solo il ventitr per cento di quelli dei quindici distretti maggiormente colpiti, che sono due circa milioni di persone. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha detto che sua intenzione tornare al pi presto nel Myanmar, per rendersi conto dei progressi realizzati nella distribuzione degli aiuti. Secondo il responsabile degli affari umanitari dellOnu, John Holmes, finora stato raccolto il sessanta per cento dei fondi inizialmente previsti per aiutare la popolazione, complessivamente pari a duecento milioni di dollari. Ban si poi detto dispiaciuto per la decisione della giunta militare, al potere da quasi mezzo secolo nel Myanmar, di prolungare di altri sei mesi la detenzione di Aung San Suu Kyi, principale leader dellopposizione e premio Nobel per la pace nel 1991. Parlando per la prima volta con i giornalisti del Palazzo di Vetro dopo la sua recente missione nel Paese asiatico, il segretario generale ha detto che prima Aung San Suu Kyi sar libera, prima la democrazia potr rafforzarsi nel Myanmar. Anche l'Ue e gli Stati Uniti hanno condannato il provvedimento dei militari. Una decisione si legge in un comunicato che non ha alcuna giustificazione e che lUnione europea non pu assolutamente condividere. Da Washington, il presidente, George W. Bush, ha chiesto il rilascio di tutti i prigionieri politici in Myanmar e linizio di un vero dialogo con Aung San Suu Kyi e gli esponenti di altri gruppi per la democrazia e i diritti delle minoranze etniche.

Decine di intossicati in India da una nube di cloro


NUOVA DELHI, 28. Almeno cento persone sono state ricoverate in ospedale ieri dopo aver respirato gas al cloro uscito da un impianto di trattamento delle acque nella citt di Jamshedpur, nellIndia orientale. La polizia ha dichiarato che molte persone hanno accusato un forte senso di stordimento.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

gioved 29 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
La popolazione attanagliata dal conflitto tra Hamas e Israele

pagina 3

Diritti umani nel mondo Sessant'anni di promesse infrante


ROMA, 28. A sessant'anni dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, quei trenta articoli restano speranze infrante. In ogni parte del mondo, ogni giorno, migliaia di persone vengono ancora uccise e torturate, muoiono per la mancanza di cure mediche essenziali, o sono detenute in carcere senza accusa o corretto procedimento giudiziario. A lanciare l'allarme stata Amnesty International nel rapporto 2008 sulla situazione dei diritti umani nel mondo. Secondo il documento, la tortura ancora praticata in almeno ottantuno Stati, mentre processi scorretti si svolgono in cinquantaquattro Paesi e in settantasette non consentita la libera espressione delle idee. Nel 2007 sono state eseguite almeno 1.252 condanne a morte in ventiquattro Paesi. In altri ventitr ci sono ancora legislazioni discriminatorie contro le donne e in quindici contro i migranti e in quattordici contro le minoranze. Se oggi i relatori di quella carta universale ne vedessero lapplicazione rimarrebbero delusi ha detto alla presentazione del documento, Paolo Pobbiati, presidente di Amnesty Italia perch la lotta per il rispetto dei diritti umani ancora tutta da portare avanti. Per questo ha insistito Pobbiati i Governi di tutto il mondo devono scusarsi per la loro immobilit e dichiarare pubblicamente da che parte vogliono stare: se a favore o contro il rispetto e la tutela dei diritti umani di tutti i cittadini del mondo. Perch ha poi spiegato i diritti non sono n unideologia, n un privilegio, ma un qualcosa di concreto che deve essere condiviso da tutti. L'anno 2008 presenta lopportunit senza precedenti per le nuove leadership al potere di rigettare le politiche miopi che, negli ultimi anni, hanno reso il nostro pianeta un luogo sempre pi pericoloso e diviso. Il rapporto prende in esame le grandi crisi umanitarie nel mondo. Le crisi dei diritti umani in Darfur, Zimbabwe, Gaza, Iraq e Myanmar si rileva richiedono un'azione immediata. L'ingiustizia, la diseguaglianza e l'impunit sono i tratti significativi del mondo di oggi. I Governi devono agire subito, per colmare il divario crescente tra ci in cui s'impegnano e quello che fanno. Secondo il rapporto, sono settecento i prigionieri di coscienza ancora in carcere alla fine del 2007 in Birmania, tra le migliaia di persone arrestate durante la repressione delle manifestazioni pacifiche di agosto e settembre. Sul fronte del diritto alla salute, Amnesty International ha ad esempio rilevato che il quattordici per cento della popolazione del Malawi affetta dal virus dell'Hiv, ma solo il tre per cento di essa ha accesso ai farmaci anti-retrovirali gratuiti. Negli ultimi dodici mesi un milione di bambini stato reso orfano per cause mortali collegate al virus. Il Paese africano, inoltre, rimasto fortemente impoverito, nonostante l'enorme raccolto di mais. Dispute politiche hanno ostacolato l'approvazione di un bilancio finalizzato allo sviluppo e all'alleggerimento della povert. Il rapporto analizza anche la realt europea e, per quanto riguarda lItalia, rileva che il Paese non si ancora dotato di una legge sullasilo, specifica e organica, in linea con quanto prevede la Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati. Amnesty Internazional invita lItalia ad adottare misure per garantire che la detenzione di richiedenti asilo e altri cittadini stranieri sia applicata soltanto in circostanze eccezionali e come ultima risorsa e comunque per il pi breve periodo possibile.

Peggiorano le condizioni di vita dei palestinesi di Gaza e Cisgiordania


TEL AVIV, 28. Da quando, nel giugno 2006, Hamas ha preso con la forza il controllo della Striscia di Gaza estromettendo i rivali di Al Fatah, lo stato dei diritti umani nei Territori palestinesi sensibilmente peggiorato. A rivelarlo l'ultimo rapporto annuale della Commissione Indipendente Palestinese per i diritti umani (Piccr). Il nostro rapporto dimostra che sfortunatamente, a causa di ci che avvenuto a Gaza e del violento confronto tra Al Fatah e Hamas, sono avvenute gravi violazioni dei diritti umani, ha detto il leader del Piccr, Mamdouh Al Aker, precisando che c' una regressione nello stato dei diritti umani a Gaza e in Cisgiordania. La Commissione, che ha uffici in entrambi i Territori, ha detto che Al Fatah e Hamas hanno entrambe usato la legge come uno strumento per giustificare pratiche e politiche che ciascuna parte ha utilizzato per sfidare l'altra. Il gruppo palestinese rende noti abusi compiuti dalle forze di Hamas e da altri miliziani a Gaza, come l'uccisione di prigionieri detenuti, alcuni casi di tortura durante gli interrogatori, e il trattare Al Fatah come un'organizzazione fuorilegge. A peggiorare le cose, la guerra del mattone che imperversa in Cisgiordania. Sono infatti migliaia le persone che rischiano di andare ad ingrossare le fila delle centinaia di migliaia di sfollati palestinesi, se Israele porter avanti un piano che prevede la demolizione delle loro abitazioni e in alcuni casi di interi agglomerati. Lo ha denunciato l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento delle questioni umanitarie (Ocha). Ad oggi, si legge in una relazione dell'organizzazione, oltre tremila strutture di propriet palestinese in Cisgiordania sono sotto ordine di demolizione, che pu essere eseguito senza altri avvertimenti. Almeno dieci piccole comunit in diverse localit della Cisgiordania sono a rischio di sgombero. Gran parte degli ordini di demolizione riguarda costruzioni abusive, giacch raramente Israele concede la licenza edilizia a palestinesi. Si tratta quasi sempre di edifici situati nella cosiddetta Area-C, che copre oltre il sessanta per cento della Cisgiordania e che sotto il completo controllo israeliano. I numeri parlano da soli. Nel primo trimestre del 2008, si legge nella relazione dell'Ocha, sono state demolite 124 strutture, contro le 107 dellintero 2007, e questo ha comportato lo sgombero di 435 abitanti palestinesi, di cui 135 bambini. I minori sono di frequente e in proporzione i pi penalizzati dalle demolizioni delle loro case e dal conseguente esodo delle loro famiglie. Oltre il 94 per cento delle richieste edilizie nellArea C sottoposte dallAutorit palestinese tra gennaio 2000 e settembre 2007 sono state respinte dalle autorit israeliane. Nello stesso periodo riferisce sempre l'Ocha sono state emessi 5.000 ordini di demolizioni e ne sono stati eseguiti 1.600. Per contro, sempre nello stesso periodo, sono stati emessi 2.900 ordini di demolizione di abitazioni abusive di coloni israeliani a Gaza, ma appena il sette per cento stato eseguito. Ieri, una missione del Consiglio dell'Onu per i diritti umani guidata dall'arcivescovo anglicano Desmond Tutu, premio Nobel per la Pace, e da Christine Chinkin, membro del Centro di Studi sui Diritti umani della London School of Economics, arrivata a Gaza per indagare sulla morte di diciannove civili palestinesi in un bombardamento israeliano nel novembre 2006. La Commissione presenter un rapporto alla riunione del Consiglio per i diritti umani nel prossimo settembre.

Siniora candidato premier della maggioranza libanese


BEIRUT, 28. il primo ministro uscente Fouad Siniora il candidato dell'attuale maggioranza parlamentare libanese alla guida del nuovo Governo di unit nazionale. Oggi, il neoeletto presidente della Repubblica Michel Suleiman avvier le consultazioni per la formazione dell'Esecutivo, i ministri del quale dovranno essere ripartiti secondo gli accordi di Doha. Lannuncio della candidatura di Siniora giunto in nottata al termine di una riunione dei leader della coalizione di maggioranza, che comunicheranno ufficialmente la decisione a Suleiman nel corso delle consultazioni. La formazione di un Governo di unit nazionale prevista dallaccordo siglato a Doha, in Qatar, il 21 maggio dai maggiori leader politici del Paese e che ha scongiurato il pericolo di una nuova guerra civile, avviando il Libano fuori dalla crisi politica che da diciotto mesi ne bloccava la vita istituzionale. A Doha stato stabilito che nella futura quipe governativa sedici ministri andranno all'attuale maggioranza (il Fronte del 14 marzo guidato da Saad Hariri), undici all'opposizione (capeggiata da Hezbollah) e tre saranno scelti direttamente dal capo dello Stato. Qualora un tale quadro venga rispettato, Hezbollah controller un numero di dicasteri tale da consentirgli di esercitare un potere di veto sulle decisioni. Fouad Siniora, sessantacinque anni, premier dal luglio 2005, stato per pi di un anno bersaglio di una dura campagna dellopposizione per costringerlo a dimettersi. Ai primi di maggio la sua decisione di avviare uninchiesta sulla rete di telecomunicazioni di Hezbollah e di licenziare il capo dei servizi di sicurezza dellaeroporto di Beirut, giudicato vicino a Hezbollah, ha scatenato duri scontri fra miliziani delle opposte fazioni. Nella battaglia hanno perso la vita oltre sessanta persone. Soddisfazione per l'elezione di Suleiman alla presidenza della Repubblica stata espressa ieri anche dal presidente del Parlamento europeo, Hans-Gert Pettering. Lampio sostegno scrive Pettering in una lettera alla tua candidatura e alla tua autorevole personalit sono le migliori garanzie per un Libano stabile, sovrano e prospero. Nella nota si aggiunge che il presidente Pettering ha espresso fiducia che, con il sostegno del Parlamento libanese, Michel Suleiman possa rafforzare lunit nazionale, sia attraverso il Governo che nominer, sia attraverso il suo approccio aperto alle sfide da affrontare.

Le vittime dei conflitti colpite dai rincari alimentari


GINEVRA, 28. Milioni di persone gi vittime dei conflitti armati rischiano di essere gravemente colpite dallimpennata dei prezzi alimentari, secondo quanto denunciato ieri dal Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr). I rincari dei prezzi alimentari e del petrolio rendono ancora pi dura la vita di quei poveri che gi affrontano limpatto di guerre e conflitti interni, ha detto il presidente del Cicr Jacob Kellenberger presentando a Ginevra il rapporto annuale dellorganizzazione, nel quale tra i Paesi teatro delle crisi pi gravi si fa particolare riferimento a Somalia, Yemen, Afghanistan, Haiti e Ciad. Secondo Kellenberger, la crisi alimentare rischia di degenerare in nuove situazioni di violenza e i conflitti potrebbero essere esasperati dalla necessit di appropriarsi le risorse naturali, sempre pi rare. Il rapporto evidenzia altres le violazioni del diritto umanitario internazionale. Un maggiore rispetto del diritto, significherebbe meno civili uccisi o feriti, meno donne e ragazze stuprate e meno gente costretta ad abbandonare le proprie case, ha detto Kellenberger. Malgrado i rincari dei prezzi degli alimenti, il Cicr intende mantenere il livello di aiuti nei 52 Paesi dove assiste le popolazioni civili e fornisce cibo supplementare alle persone pi colpite dallimpatto congiunto dellemegenza cibo e dei conflitti. Nel 2007, il Cicr ha aiutato quattro milioni di sfollati interni, condotto progetti nel settore idrico, igienico e della costruzione in favore di quattordici milioni di persone, sostenuto infrastrutture sanitarie che hanno curato due milioni e novecentomila persone e visitato mezzo milione di carcerati in 77 Paesi.

La Siria respinge la richiesta israeliana di rompere l'alleanza con Teheran


DAMASCO, 28. Il presidente siriano, Bashar Al Assad, ha respinto ieri la richiesta di Israele che la Siria rompa l'allenza con l'Iran come requisito per un accordo di pace. Al Assad ha detto a parlamentari britannici in visita che il Governo del partito Baath intende mantenere le sue normali relazioni con l'Iran mentre conduce negoziati indiretti con Israele (con la mediazione della Turchia) per ottenere le alture del Golan occupate. Il presidente ha detto che la Siria ha normali relazioni con l'Iran ha spiegato una fonte vicina ai parlamentari, citata dall'agenzia Ansa . Ha chiarito che ogni suggerimento di romperle non una richiesta ragionevole. Ha detto che se Israele pu contestare i legami della Siria con l'Iran, allora la Siria pu contestare i rapporti di Israele con altri Paesi, in particolare con gli Stati Uniti. Intanto il ministro degli Esteri turco, Ali Babacan, ha annunciato che Israele e Siria potrebbero cominciare a parlarsi faccia a faccia se il dialogo manterr il suo passo attuale. Abbiamo notato una buona volont politica da entrambe le parti di mandare avanti il dialogo ha detto il ministro turco.

Difficile in Italia l'inserimento dei minori stranieri


ROMA, 28. stato presentato ieri, alla vigilia dell'anniversario della ratifica della Convenzione Onu da parte dell'Italia, il quarto rapporto su I diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia. Il rapporto stato redatto dal gruppo Crc, composto da settantatr organizzazioni e associazioni. La Caritas italiana, quest'anno, ha curato in particolare due sezioni: quella dedicata ai minori stranieri non accompagnati e quella sugli standard di vita. Al 31 dicembre 2007 segnala la Caritas italiana i minori stranieri non accompagnati, censiti dal Comitato minori stranieri, erano in totale 7.548, di cui oltre il 74,6 per cento sprovvisto di documenti. Dalla ripartizione per nazionalit emerge che le prime tre nazionalit registrate costituiscono oltre il 50 per cento delle segnalazioni: Marocco (19,8 per cento), Albania (17,2 per cento), Egitto (10,7 per cento), Afghanistan (7,1 per cento). Nel rapporto si sottolinea che il disegno di legge per la riforma del testo unico sull'immigrazione, in cui erano presenti diverse disposizioni volte a favorire l'inserimento civile e sociale dei minori stranieri, stato presentato dal Governo alla Camera dei deputati il 30 luglio 2007 e non andato oltre l'avvio dei lavori in prima Commissione affari costituzionali, dove stato esaminato per l'ultima volta nella seduta del 6 novembre 2007.

L'Unione europea riduce gli aiuti allo sviluppo


BRUXELLES, 28. I ventisette Paesi dell'Unione europea (Ue) hanno ridotto complessivamente nel 2007 gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo e, per la prima volta dal 2000, anche i finanziamenti europei hanno fatto registrare una stasi. Nel 2007, sono stati erogati 46,1 miliardi di euro, pari allo o,38 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) europeo, mentre nel 2006 erano stati 47,7 miliardi di euro, che costituivano lo 0,41 per cento del Pil. Contro questa tendenza a contrarre i finanziamenti, in assoluto e in percentuale, tanto pi grave perch laumento dei prezzi agricoli accresce lemergenza umanitaria nel mondo, il commissario Ue agli aiuti umanitari Louis Michel ha lanciato un appello durante il Consiglio dei ministri sullo sviluppo tenuto ireri a Bruxelles. Secondo quanto riferito dal suo portavoce John Clancy, Michel ha richiamato i Governi al rispetto dellimpegno assunto di portare la percentuale degli aiuti allo 0,56 per cento del Pil nel 2010 e allo 0,7 per cento nel 2015. Clancy ha specificato che Michel non ha chiesto la riaffermazione generica di un impegno, ma un piano circostanziato anno per anno. Secondo fonti europee citate concordemente dalle agenzie di stampa internazionali, la richiesta ha trovato resistenze da parte dei rappresentanti nazionali, poco intenzionati a fissare scadenze bene precise, in un momento di scarsa crescita economica e di difficolt di bilancio. Con tali 46,1 miliardi di euro di aiuti erogati nel 2007, pari a 95 euro per cittadino, l'Ue resta comunque la realt moldiale pi impegnata nell'aiuto umanitario, davanti agli Stati Uniti (53 euro per cittadino) e al Giappone (44 euro). Per quanto riguarda l'Italia, due giorni fa il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenendo alla Giornata dell'Africa nella sede dell'Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente, aveva ribadito la necessit che tutti, attori nazionali, soggetti internazionali, esponenti della societ civile, si sentano coinvolti nell'impegnativa causa della promozione dello sviluppo.

Il ministro degli Esteri smentisce il presidente del Parlamento

Continua la cooperazione fra l'Iran e l'Aiea


TEHERAN, 28. Il ministro degli Esteri iraniano, Manuchehr Mottaki, ha negato oggi che Teheran voglia limitare la cooperazione con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), come invece aveva minacciato il nuovo presidente del Parlamento di Teheran ed ex capo negoziatore della Repubblica islamica sul nucleare, Ali Larjiani. Questi, parlando stamane in aula subito dopo la sua elezione, ha infatti accusato l'Aeia di aver parlato in modo ambiguo permettendo ai mezzi di informazione stranieri di strumentalizzare il suo messaggio. L'atteggiamento dell'Agenzia increscioso ha detto, citato dall'Agi, Larjiani. Quindi ha aggiunto: Il Parlamento non permetter simili trucchi e, se continuano, interverr per fissare una nuova linea di cooperazione con l'Aiea (Ali Larjiani stato eletto con una maggioranza di 232 voti su 263, e succede a Gholam Ali Hadad Adel, entrambi conservatori). Il direttore generale dell'Aiea, Mohammed El Baradei, aveva dichiarato, luned, che l'Iran non ha sospeso le sue attivit di arricchimento dell'uranio, ignorando tutte le richieste del Consiglio di Sicurezza dell'Onu in materia. In un documento diffuso a Vienna, si afferma inoltre che Teheran ha anche continuato la costruzione di un reattore di tipo IR-40. Per questo motivo El Baradei ha lanciato un appello all'Iran affinch metta in opera il pi presto possibile tutte le misure richieste per consentirci di aver fiducia nella natura politica del suo programma atomico. Dal canto suo, l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione Europea (Ue), Javier Solana, ha auspicato di potersi recare a Teheran entro un mese per presentare alle autorit iraniane la nuova offerta di incentivi proposta dai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna pi la Germania (il cosiddetto gruppo dei 5+1) in modo da convincere l'Iran a sospendere i programmi di arricchimento dell'uranio. Intanto si segnala che il principale negoziatore statunitenense Christopher Hill ha avuto un incontro con il suo collega nordcoreano Kim Kye-Gwan a Pechino, definendo buono il loro colloquio sulla denuclearizzazione del Paese comunista. Abbiamo esaminato la necessit di cercare di lavorare a un calendario per la presentazione della dichiarazione sulle attivit nucleari della Corea del Nord e delle azioni politiche che noi stessi dobbiamo intraprendere ha detto Hill ai giornalisti. Un altro incontro previsto per oggi. Penso ha affermato il negoziatore Usa che parleremo di come possiamo passare alla fase due, vale a dire giungere alla disattivazione di tutte le installazioni nucleari esistenti nella Corea del Nord. Da segnalare che l'inviato statunitense ha anche incontrato il principale negoziatore cinese su questo tema, Wu Dawei.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
L'eugenetica e il pensiero liberale

gioved 29 maggio 2008

Il pronipote ci mostra in anteprima i documenti che saranno esposti a Palazzo Venezia

Il miraggio Pezzi d'Italia della perfezione fra le carte di Francesco De Sanctis


di ADRIANO PESSINA La questione della casualit dell'origine della vita umana oggi riproposta dentro una nuova cornice teorica. La cosiddetta lotteria genetica che starebbe alla base del nostro venire al mondo, potrebbe essere in gran parte modificata da un progetto tecnologico che disporrebbe dei mezzi il condizionale sempre d'obbligo per perfezionare la natura umana, annunciando, per cos dire, una nuova stagione dell'evoluzione. Cos oggi si presenta, con il richiamo persuasivo alla perfezione, la questione eugenetica nel contesto del pensiero liberale: non pi, quindi, l'imposizione di una selezione della razza, non pi una discriminazione dei deboli e dei malati, secondo la triste e tragica pratica che ha condotto, nel Novecento, dal darwinismo sociale alle pratiche di sterminio nazista, ma una consapevole scelta che i genitori dovrebbero fare, ricorrendo alla fecondazione extracorporea, per dotare i propri figli di nuove qualit fisiche e psichiche. Questo argomento, che ormai ricorre in molte pagine della filosofia contemporanea, e che contrappone chi, come il filosofo inglese James Harris, sogna una nuova razza di superuomini, a chi, come il filosofo tedesco Jrgen Habermas, paventa la fine dell'uguaglianza e dell'autonomia dedi MONICA MONDO gli uomini, ingabbiati nelle decisioni eteronome dei nuovi Francesco De Sanctis un bel giovane dagli ocIn un saggio di Michael J. Sandel produttori dell'umano, trova chi chiari, come il prozio di cotanto nome. Arrioggi un ulteriore elemento di la teoria di una nuova stagione dell'evoluzione va con una cartella rigonfia sotto il braccio e poriflessione nelle pagine di un sa sul tavolo un quaderno vergato minutamente saggio del filosofo americano Un progetto tecnologico Michael J. Sandel, tradotto a mano: Saggio critico su Francesco Petrarca. La che disporrebbe dei mezzi per perfezionare per i tipi di Vita e Pensiero scrittura quella del prozio, il pi grande critico con il titolo Contro la perfeziola natura umana della letteratura italiana, Francesco De Sanctis, ne. L'etica nell'et dell'ingegneil patriota, letterato, filosofo e studioso di filosofi. ria genetica. I casi concreti deSi notano stupefatti i cambi di penna, le cancelscritti da Sandel, tratti dalla cronaca vero pensare in termini di perfezione senamericana, sfociano in un'ipotesi di scuo- za rispondere alla domanda chi l'uola, cio in una finzione metodologica, che mo?. Come diceva Agostino, noi siamo pone il problema dell'eugenetica come problema a noi stessi. Inoltre Sandel possibilit di perfezionare l'uomo senza sembra dimenticare che ricorrere alla dover passare attraverso la selezione e provetta per progettare l'umano perfetto l'uccisione, che egli stesso giudica ingiu- significa trasformare l'origine come relasta e inaccettabile, degli embrioni e dei zione tra persone che comunicano, anche feti che portano nel loro corpo il segno nella finitezza dei loro corpi, la loro stodell'umana imperfezione, ma anche, ag- ria, con la procedura impersonale di una giungerei, della loro appartenenza alla tecnica che fa cadere la barriera tra zoonostra concreta condizione umana. Che tecnia e procreazione, segnando irrimecosa ci sarebbe di male nel sostituire la diabilmente il senso della convivenza lotteria genetica con il progetto biotecno- umana. Nell'epilogo, forse per rimarcare logico? Questa domanda il senso stesso l'idea che un contro essere contro la del titolo originale del saggio, The Case perfezione e un altro rinunciare al proagainst Perfection, che rende meglio l'i- gresso terapeutico, Sandel tenta di coniudea della contrapposizione tra il modello gare la sua tesi del dono con la difesa della casualit dell'origine e quello della della ricerca sulle cellule staminali emprogrammazione biotecnologica. Inoltre brionali che pure ne comportano la Sandel affronta altri due temi: quello distruzione. Ma l'argomento a cui ricorre dell'incremento, con mezzi biochimici, non risulta adeguato mentre son ben delle nostre prestazioni fisiche e psichiche descritte le ragioni contro l'uso degli em cio di quello che chiamiamo doping brioni umani per la ricerca. Egli ricorre e quello della possibilit di usare gli alla celebre figura sofistica del sorite (dal embrioni umani per la ricerca sulle cellu- greco sros: cumulo) per affermare che le staminali. Tra il caso e la perfezio- non c' contraddizione tra il negare che Giuseppe Garibaldi e la nomina ne indotta biologicamente, che cosa sce- l'embrione umano sia una persona uma da lui firmata di Francesco De Sanctis gliere, e in nome di che cosa? Sandel ri- na con piena dignit e sostenere, nel cona governatore tiene che ci si debba astenere da tutto tempo, che invece l'adulto lo . Il paradella provincia di Avellino ci in nome della categoria del dono, dosso del sorite noto e Sandel lo ricormentre ritiene che si possa accettare l'uso da cos: quando posso stabilire che c' un degli embrioni umani per la ricerca sulle mucchio di grano, visto che non bastano cellule staminali in nome del fatto che uno o due chicchi di grano per fare un non si possa stabilire un criterio di de- mucchio? Quanti ce ne vogliono allora? lature, le note. Da una pagina salta fuori un bimarcazione per il riconoscimento della Il fatto che non esiste un numero arbiglietto ferroviario dell'antica linea Napoli-Portitrario di chicchi per stabilire ci, 1854. Un altro mondo, un pezzo d'Italia gloquando c' un mucchio di rioso per la storia e la cultura italiane. Spesso il desiderio del figlio perfetto grano non significa che non Francesco De Sanctis, quello di oggi, archiesista una differenza tra un la copertura delle frustrazioni chicco e un mucchio, ma batetto, una bella moglie anche lei architetto, che sta per dire che il chicco non psicologiche e fisiche di chi porta avanti lo studio mentre lui si occupa con un mucchio. Cos, secondo passione da neofita dell'avo illustre. Vive a Ro insoddisfatto della propria umanit Sandel, la continuit evolutima, ma napoletano con radici irpine, di alti va dalla blastocisti all'embrioe cerca un surrogato ai propri insuccessi natali e ottime parentele e studi, unico nipote ne impiantato, al feto, al neomaschio circondato da femmine. Qualche anno nato, non significa che il bamfa mette su famiglia e passa il cognome a un dignit umana nello sviluppo dell'uomo: bino e la blastocisti siano, moralmente fanciullino: con la stirpe al sicuro, il nonno, altro ci che appare chiaramente nell'adulto parlando la stessa cosa. Perci, riassuFrancesco, lo fa erede di tutto il corpus del pronon sarebbe evidente nell'embrione uma- miamo, secondo Sandel, cos come il zio. Da Francesco a Francesco, cinque generano. Sandel ricorre alla nozione di dono chicco non un mucchio di grano, l'emzioni che si passano il nome per quella che per rimarcare una sorta di indisponibilit brione umano non una persona, mensalta, si pu scegliere tra Carlo e Paolo, come il delle nostre doti naturali ad ogni forma tre lo l'adulto. Ora, al di l di altre piccolo di casa, perch sulla tradizione non si di manipolazione tecnologica: soltanto considerazioni di contenuto, al celebre fisgarra e un archivio imponente di libri, carpreservando la categoria del dono e losofo sfugge l'inconsistenza totale dell'ateggi, oggetti, diari. Da una busta di plastica quindi della casualit gli uomini po- nalogia a cui ricorre. Nel paradosso del salta fuori una lettera di Giuseppe Mazzini al trebbero continuare ad apprezzare le do- sorite la continuit non altro che la De Sanctis neoministro dell'Istruzione. Lo sar ti naturali di ciascuno, coltivare l'amore giustapposizione nello spazio di molti enincondizionato per i propri figli, svilup- ti in questo caso dei chicchi di grano per tre volte, prima con la destra di Cavour e pare quel senso della solidariet che per- mentre nel caso dell'embrione abbiaRicasoli, poi passando alla sinistra, accettando mette di accogliere anche chi meno do- mo il medesimo ente che si sviluppa nel l'incarico del gabinetto Cairoli. Il padre della tato. Ovviamente la categoria del dono tempo e nello spazio. Non comprendere Giovine Italia chiedeva una piccola raccomannon va intesa in chiave fatalistica: Sandel la differenza tra lo sviluppo del medesidazione, anche lui. Ci sono poi lettere di Canon contesta la dimensione terapeutica mo organismo e l'accostamento di molti vour, di Vittorio Emanuele II, autografe. Ci so(cio correttiva) della medicina, ma la enti significa precludersi la comprensione no gli originali delle opere sue e degli scrittori a pretesa perfettiva, che trascende perci tra una definizione che riguarda la strutlui contemporanei, con dedica. Su un'agendina la dimensione della cura e diventa pro- tura di un ente essere persona umana verde pallido le note spese dell'uomo pi smegetto e padronanza della vita. E secondo e la definizione che riguarda l'unit morato e distratto, come s'addice ai geni, seconSandel questa idea del dono potrebbe es- numerica di una pluralit di enti identici do tanta aneddotica. Capace di presentarsi al sere accolta anche fuori da una prospetti- il mucchio di chicchi, o una classe di ministero con una scarpa da una parte e una va religiosa ed assunta in chiave pura- studenti. Il testo di Sandel resta comunciabatta dall'altra, turbato per il gran freddo a mente laica o, per cos dire, mondana. que molto interessante e ricco di spunti, una delle estremit. La metafora del dono, per quanto affa- ma conferma il convincimento che se si Il Francesco architetto mostra un esile saggio scinante, non sembra per risolutiva. In vuole governare seriamente il nostro accon copertina arancione, stampato a Roma, primo luogo perch difficile mantenere cresciuto potere tecnologico dobbiamo 1934, edizione Aspetti Letterari. Autore, Giovanla nozione di dono senza pronunciarsi osare di pi in termini di pensiero e uscini Napolitano, che firma un saggio su De Sanctis sull'esistenza di chi il donatore. Perch re dal piano delle metafore per affrontare e Farinelli, regalato al Francesco De Sanctis nonchiamare dono un semplice fatto, e cio in termini razionali le questioni ultime no e primo presidente presso la Corte d'Appello il possesso di qualit naturali, fisiche o dell'esistenza, anche sfidando il dogmatidi Napoli (scomparso lo scorso settembre, a 94 psichiche, pi o meno accentuate? In se- smo antimetafisico e antireligioso che ci anni). Giovanni Napolitano il padre del Presicondo luogo, perch non definire dono impedisce di cogliere la bellezza della dente, che verga di suo pugno la dedica sulla coanche le qualit progettate dai genitori stessa finitezza umana, chiamata a perfepertina, in alto, sopra al titolo: Al valoroso maper i propri figli? Per chi riceve, se vale zioni che resistono al fascino dell'immegistrato omonimo e congiunto del grandissimo la nozione di dono, il dono resta tale an- diato. che se il donatore Dio, il caso, la natura, o l'intervento biotecnologico indotto dai genitori. In fondo, l'indisponibilit delle proprie qualit originarie resta tale e quale anche per chi stato progettato, per cos dire, in laboratorio. A ci si aggiunga che, almeno in linea di principio, non esiste alcuna contraddizione tra il progetto e l'amore incondizionato e accogliente, che potrebbe sussistere anche qualora il figlio fosse frutto di una modifica biotecnologica. Nel testo, tra l'altro, emerge, con discrezione, ma con chiarezza, il fatto che spesso il desiderio del figlio perfetto rischia di essere la copertura delle frustrazioni psicologiche e fisiche di chi insoddisfatto della propria umanit e cerca un surrogato ai propri insuccessi. Sandel, purtroppo, sfiora soltanto la questione pi radicale, e cio quella del significato stesso di perfezione. In che modo tutte le possibili modifiche e trasformazioni biochimiche corrispondono al concetto di perfezione? Se si resta sul piano delle biotecnologie non affatto chiaro in che cosa consista la perfezione dell'uomo e quale sia il termine di un progetto di perfezionamento per un essere contingente e finito come l'uomo stesso, in linea di principio sempre ulteriormente modificabile e trasformabile. Qual il modello umano in base al quale perfezionare e perfezionarci? Possiamo dav-

Il ritratto e due pagine autografe di Francesco De Sanctis: l'inizio del suo Saggio critico su Francesco Petrarca e una lettera al padre

Francesco De Sanctis, con cordiale amicizia. Anche l'inquilino del Colle, ricordandosi di questo scritto del padre, si sofferma su racconti familiari, concede con entusiasmo il primo e pi autorevole patrocinio all'evento clou del 2009: un'esposizione a Palazzo Venezia, un excursus nella storia dei classici della letteratura, sotto la guida del critico di Morra Irpina, da Jacopo da Lentini a Leopardi, Manzoni, senza dimenticare i nostri contemporanei, debitori di idee al De Sanctis, da Gadda a Getto a Bo. Ci saranno do-

cumenti originali in un percorso accompagnato da una serie di importanti opere d'arte provenienti dai maggiori musei del mondo. Con la tecnologia pi avanzata si potranno virtualmente sfogliare le opere, aprire come nelle scatole cinesi i files della politica, della storia, della poesia. Si capisce, l'occasione per far rivivere e conoscere a un largo pubblico i classici, per susci-

primi nomi che hanno aderito. Un'esposizione che sar itinerante, da Roma a Torino a Firenze, ad anticipare e seguire le celebrazioni per i centocinquanta anni dell'unit d'Italia attraverso le capitali del nuovo Stato. I progetti sono parecchio avanzati, in realt: c' una Fondazione con una ventina di giovani ricercatori dell'Universit La Sapienza che lavorano a tempo pieno. C' un comitato d'onore con politici del vecchio e nuovo governo, un comitato scientifico con intellettuali di chiara fama, nel campo degli studi storici, letterari, della comunicazione, come Asor Rosa, Giorgio Ficara, Giacomo Marramao e Claudio Strinati, che ha concesso volentieri le sale di Palazzo Venezia; ci sono i Rettori di universit italiane e di molte europee, e gli Istituti di Cultura all'estero. Perch, ci ricorda il Francesco architetto, il prozio era un personaggio eclettico, cosmopolita per mentalit e per necessit. Spendeva ore perfino sul Marino o sul Monti, insegnava grammatica e insieme tramava (come lo zio sacerdote, carbonaro convinto) per preparare i moti del 1848. L'unit di forma e contenuto, manifesto della sua attivit di critico, erano l'impegno della vita e gli costarono la cattedra, poi l'arresto, con la detenzione a Castel dell'Ovo, dove per ingannare il tempo pens bene di studiare il tedesco, per tradurre tutto Goethe. Segue la fuga avventurosa per le Americhe, lo sbarco clandestino a Malta, il rifugio a Torino, dove si mise a insegnare in una scuola privata femminile, per raggranellare il necessario, fino all'approdo in Svizzera, a Zurigo, dove il Politecnico gli concesse una scrivania. A Zurigo, in quegli anni, si poteva prendere il t a casa Listz in una lettera alla moglie parla di questo giovane compositore dalle dita incredibilmente lunghe e affusolate perfino dare lezioni di italiano all'amante di Wagner e suscitare la sua gelosia Perch mai questo De Sanctis ti scrive tante lettere?. Poi la carriera politica, anch'essa tumultuosa e apparentemente contraddittoria, la malattia che lo port quasi alla cecit nmesi atroce, per un letterato la morte prematura. Il protagonista di una fiction storica di successo, insomma. E non detto che non sia gi allo studio. A Palazzo Venezia, la realt far capolino oltrech dalle carte, dai vestiti da ministro, le spade, la scrivania con la tabacchiera e i pennini, tutte le foto di famiglia. Se la presentazione ufficiale, il 30 giugno, non riuscir a soddisfare

Giuseppe Mazzini e una sua lettera autografa a Francesco De Sanctis

tare curiosit ed emozione. Il progetto dell'esposizione prevede l'illuminazione notturna di Palazzo Venezia, con lo scorrere dei versi dei poeti sulla facciata; coinvolge in letture e recite di brani delle opere pi celebri attori di fama, da Toni Servillo ad Alessandro Haber, Rocco Papaleo, Neri Marcor e Anna Galiena, per citare i

tutte le curiosit, i documentaristi possono appellarsi all'ultima vera testimone, zia Maria, la sorella di nonno Francesco, il magistrato. Ha novantasei anni, vive a Roma e, assicura il nipote, ha una memoria e una lucidit incredibili. Potrebbe cominciare a raccontare di quel giorno, che faceva i compiti con i figli di Benedetto Croce.

gioved 29 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 5

Architettura e Sacre Scritture: intervista a monsignor Ravasi all'apertura del Festival Biblico di Vicenza

Il mondo di oggi somiglia a Laodicea la citt degli indifferenti


di SILVIA GUIDI Secondo la tradizione rabbinica il mondo come un occhio, il bianco della cornea il mare, l'iride il mondo, la pupilla Gerusalemme, l'immagine riflessa nella pupilla il tempio. La ricerca del centro segna la topografia di ogni citt, in ogni cultura: l'acropoli, la pietra fondante o il palazzo del re. Per il popolo d'Israele la Parola divina l'unica vera casa per l'uomo. Monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, illustra il tema della quarta edizione del Festival Biblico che si terr a Vicenza con appendici a Bassano del Grappa, Schio, Piazzola sul Brenta, San Bonifacio dal 29 maggio al 2 giugno: Dimorare nelle Scritture. La dimora il luogo in cui si vive, in cui si torna ogni sera e da cui si parte ogni mattina, il luogo degli affetti familiari e del riposo; gli organizzatori del Festival tra cui la Diocesi di Vicenza, il centro culturale San Paolo, Famiglia Cristiana hanno voluto prendere sul serio il paradosso dell'Incarnazione anche nella stesura del programma, mescolando incontri con teologi, biblisti, architetti e scrittori a happening per bambini, mostre, concerti, notti bianche a base di musica e danza. Persino dialoghi virtuali con chi in carcere: Dimorare il deserto che ci abita, ad esempio non sar un incontro a porte chiuse; grazie alla tecnologia tutti gli spettatori dal carcere e da fuori vivranno l'evento come se si trovassero in un unico luogo. Un modo concreto per sottolineare che la Parola non solo un rifugio interiore, ma una tenda piantata in mezzo a noi. Vicenza quinta di teatro, come amava definirla Piovene, la casa ideale di questa edizione del Festival con le sue piazze, chiese e ville. Lo ancora di pi in questo 2008, anno in cui festeggia il cinquecentenario della nascita del suo Palladio, l'architetto che cambi volto della citt. Un incontro con Timothy Verdon aiuter il pubblico a capire le ragioni profonde dell'armonia stilistica dell'artista, mentre la poesia in musica di Alda Merini e Giovanni Nuti sar l'occasione per lasciarsi ancora stupire dal paradosso della Croce, l'esperienza della resurrezione al centro stesso del dolore. La Parola come una casa in cui abitare. Ma il festival aiuter davvero a conoscere la ricchezza del testo biblico? Seguo questa iniziativa da quando nata; l'anno scorso il tema era il cosmo, in un'edizione precedente i cinque sensi e la Scrittura. Quest'anno introdurr il festival con Mario Botta partendo dal versetto Ero come un architetto. Abitare e frequentare il testo biblico ci aiuta a capire la situazione in cui viviamo. La Sapienza divina, mentre sta progettando l'immensa struttura cosmica, raffigurata come mon, un apax legmenon, ovvero una parola che ricorre una volta sola. Il termine pu evocare l'architetto, ma anche una giovane donna che danza, evidente parabola dell'artista che crea. A questa immagine del libro dei Proverbi si oppone per il realismo dello scrittore seicentesco Abraham Cowley: Dio fece il suo primo giardino, Caino la prima citt. Nel libro della Genesi mo dunque ininterrottamente sospesi tra il brutto e il bello, tra il nadir diabolico dello spazio devastato e della terra desolata e lo zenit di una citt affascinante come una giovane sposa, di una costruzione edilizia gemmata, illuminata da una luce eterna, e di una terra feconda in cui si intravvede la struttura stessa della Sapienza divina. Ovvero la Gerusalemme Celeste sognata dalle utopie di tutti i tempi, l'unit impossibile da costruire nella storia con le sole forze umane... Secondo la Bibbia, necessario intessere nella citt storica, ferita e sporca, ingiusta e squilibrata, il disegno di una citt escatologica in cui uomo e Dio vivranno insieme. Nella Pentecoste ognuno parla la propria lingua, ma tutti si capiscono, salvata la loro individualit e c' vero dialogo, l'opposto speculare di Babele. Ma il nostro mondo assomiglia di pi a Laodicea, la citt dei tiepidi, degli indifferenti, non c' neanche la drammaticit del duello con Dio. Nella visione escatologica dell'Apocalisse non ci sar pi il mare, il caos sar sparito; non ci sar neanche il tempio perch tutto sar tempio, alleanza con il Creatore. La citt-occhio, pupilla, moglie ornata di gioielli, si contrappone alla prostituta, la donna mercificata, umiliata come oggetto di compravendita. Non solo metafora, gli studi pi recenti dimostrano che spesso le parole dei profeti possono essere interpretate in senso letterale. Un esempio tra tanti. La Samaria dell'ottavo secolo avanti Cristo per il profeta Amos la citt dell'ingiustizia che denuncia: Hanno venduto il povero per un paio di sandali. Gli studi sulla storia economica e le pi recenti scoperte archeologiche ci hanno rivelato che un paio di sandali di lusso costavano proprio come uno schiavo. L'umano viene umiliato dalla schiavit per debiti, la citt-sposa si degrada nella citt-prostituta, mentre si approfondisce la spaccatura la divisione tra ateniesi e meteci, tra rondini e topi come a Marozia, una delle citt invisibili di Calvino. La citt storica diventa grembo di male, mentre la planimetria della Gerusalemme Celeste, nella storia dell'arte, da quadrata diventa sempre pi ellissoidale, tende alla circolarit, all'immagine della perfezione divina. Diventa sempre pi chiaro che bellezza e armonia non sono frutto dello sforzo dell'uomo, ma sono un regalo di Dio. Non ci si salva in una citt brutta. L'architettura l'unica arte che si impone al fruitore; si pu non ascoltare una musica, non leggere un libro, non vedere

I bambini disegneranno la Bibbia pi lunga del mondo


Durante il Festival Biblico che si svolger a Vicenza dal 29 maggio al 2 giugno, il pubblico potr incontrare un'ampia scelta di relatori che si confronteranno in venti conferenze e cinque convegni sul tema della Scrittura come dimora; il programma sar arricchito da dieci mostre, sette presentazioni di libri, cinque cineforum, nove concerti, quindici spettacoli e dieci eventi di animazione. Nell'incontro di apertura monsignor Gianfranco Ravasi e l'architetto Mario Botta parleranno delle preghiere di pietra, le chiese e gli edifici sacri che sorgono nel cuore delle citt. Numerosi gli incontri di carattere teologico, come il convegno promosso dalla Conferenza episcopale europea sulla Bibbia nella cultura del Vecchio continente. Bambini e ragazzi diventeranno artisti per un giorno grazie al disegno della Bibbia pi lungo del mondo che verr realizzato su una bobina di carta lunga un chilometro per entrare nel libro del Guinness dei primati. un film, ma non si pu evitare di vedere ogni giorno la fabbrica o l'ufficio dove si lavora, o il condominio-alveare dove si abita. O la brutta chiesa dove si va a messa la domenica Durante tante Cresime celebrate in periferia ho notato la straordinaria bruttezza delle chiese, capolavori di orrore, cubi di cemento costruiti trent'anni fa che si stanno degradando anche dal punto di vista dei materiali. Una chiesa brutta una sorta di male etico. Il bambino che usciva dalla porta di casa nella Siena del Trecento si trovava davanti Piazza dei Miracoli, era educato automaticamente al bello. Non succede lo stesso in certe zone degradate di Roma. Per questo ho lanciato, d'accordo con gli organizzatori, l'idea di una Biennale alternativa a Venezia, per far ripartire il dialogo con l'arte contemporanea, e vorrei provocare artisti come Jannis Kounellis, Bill Viola o Anish Kapoor a esprimersi su soggetti aperti al trascendente. Il dialogo con l'architetto Mario Botta iniziato da tempo; penso alla cattedrale della resurrezione a vry, dedicata a San Corbiniano

La Gerusalemme celeste (Sanctae Hildegardis revelationes, manoscritto del

XIII

secolo)

Monsignor Gianfranco Ravasi

segue una generazione di fondatori di citt segnati dal sangue, come Enoch e Lamech; la vendetta occhio per occhio dente per dente moltiplica esponenzialmente una violenza senza confini, fino alla bris dell'autodivinizzazione, della secolarizzazione assoluta. Da cui il caos di Babele Da un lato c' la consapevolezza che esiste Babele-Babilonia, la citt della confusione e, se si vuole, dell'appiattimento, dell'omologazione diffusa, forzosa e forzata in cui i modelli sono unici e senza il respiro della libert, gli stereotipi imperano e la banalit disordinata si allarga a macchia d'olio. Dio stesso nella creazione messo in contrasto col caos simboleggiato dal mare, dagli abissi acquatici o nel buio fondo o nel paesaggio indistinto del deserto. Dall'altro lato per si ha l'appello incessante a costruire la Gerusalemme nuova prospettata dall'Apocalisse secondo un modulo quadrato simbolico, segno di perfezione e di armonia. Sia-

In cui torna la simbologia tradizionale dell'albero della vita, che pianta le sue radici nella cripta, mentre i ventiquattro tigli piantati sull'ellisse che corona l'abside simboleggiano la giovinezza perenne dell'eternit. molto interessante anche la sperimentazione dei materiali di Richard Meier: le vele a forma di mani che si congiungono in preghiera nella sua chiesa a Tor Tre Teste restano bianchissime nonostante lo scorrere del tempo perch il materiale con cui sono state costruite distrugge chimicamente la patina scura lasciata dall'inquinamento, mentre la tensione dell'uomo verso l'infinito viene resa dalle curvature estreme del vetro innestato nel calcestruzzo. Ma sono eccezioni che confermano la regola, troppo spesso non c' dialogo tra l'architetto e l'artista che deve arredare la chiesa; chi disegna il progetto teme che tabernacolo, confessionali, quadri, statue sporchino il nitore delle linee, non considerando che sono elementi indispensabili per la liturgia. Il parroco di solito rimedia a questa assenza con dell'artigianato, non con dell'arte, e si mescolano riproduzioni stan-

che di stili precedenti a strutture intellettualistiche totalmente astratte dal contesto. L'esito finale pessimo. Stesso dualismo anche nella forma d'arte pi diffusa nel Novecento, il cinema, tra film di cassetta e intellettualismo sterile La nostra epoca non ha il coraggio di guardare se stessa nello specchio della Parola divina; la nuova traduzione della Cei sar un'occasione preziosa per riavvicinare credenti e non alla Bibbia. Perdere di vista le domande fondamentali della vita non fa bene agli artisti. Basti pensare a Woody Allen. Non pi lui; ora si limita a divertissement, fuochi di artificio che lasciano il tempo che trovano. Il successo del Festival del cinema spirituale in America Latina dimostra che la domanda c', registi e sceneggiatori sono stanchi di banalit e luoghi comuni; richieste di seminari e collaborazioni sono arrivate dagli Studios di Los Angeles e dalla New York Film Academy. In Italia, Ermanno Olmi sta lavorando a un progetto su Ges per Rai tre; arduo rendere la trascendenza nell'arte, ma l'unica sfida che la mantiene viva.

Nelle gallerie della Tate Britain la mostra di scultura neoclassica The Return of the Gods

Quando in ogni angolo di Roma batteva uno scalpello


di NICOLETTA PIETRAVALLE Rinascita di un'armonia cercata nella semplicit dell'ordine e interpretata con le linee pi pure, in omaggio all'ideale classico dell'arte; immagini evocatrici di un empireo sognato; linfa che scorre sotto la superficie del marmo magistralmente indotto a esaltare la morbidezza dei panneggi; scrupolosa resa di minuti dettagli; partecipata creazione di emozioni liriche affidate alla primitiva possanza del blocco di marmo al quale l'artista impone i propri sentimenti e la propria determinazione, con l'ausilio del martello, dello scalpello e dei tanti arnesi non di rado di sua stessa invenzione, come le particolari raspette utilizzate da Antonio Canova (Possagno 1757- Venezia 1822); il grande scultore morir di un male originato dall'uso del trapano che, per una vita, aveva tenuto premuto sul torace. A farlo celebre, ma anche a decretarne la fine quel ritorno degli dei, che egli, con numerosi artisti, e principalmente nella citt eterna, vittoriosamente plasm e propose a importanti committenze. The return of the Gods, il ritorno degli dei, s'intitola la mostra di scultura neoclassica, aperta a Londra nelle vaste gallerie della Tate Britain, dal 28 gennaio all'8 giugno 2008. uno scenario animato da esempi di statuaria di oltre un secolo, dalla met del Settecento alla met dell'Ottocento. Selezionate sotto la direzione di Marjorie Trusted, che anche autrice del catalogo, le opere provengono per la maggior parte da musei britannici e da collezioni private. Accomuna le opere il forte influsso di Roma. Il cosiddetto grand tour attirava in giro per l'Europa, con inevitabile soggiorno a Roma, sia il gentiluomo inglese del Settecento sia il giovane artista per il quale era divenuta indispensabile, tra met Settecento e met Ottocento, una permanenza a Roma per motivi di studio. La scultura dominava la scena del tempo, sovrastando la pittura e sollecitando reazioni emotive. Anche ai frammenti di statue e di ornati architettonici andava l'interesse generale, motivo per cui abili restauratori come Bartolomeo Cavaceppi (1716-1799) usavano ricavarne prodotti artistici secondo una tecnica che per, nel tardo Settecento, venne finalmente accantonata. Il diffuso mecenatismo e collezionismo nel campo della scultura, specialmente connesso al turismo britannico, aveva rinvigorito lo studio dei classici, favorendo la scultura in marmo come forma d'arte preminente in Europa dal 1770 in avanti. Tornarono in auge i nudi, rinvenuti e studiati sin dal Rinascimento. Non dunque un caso se pi della met delle sculture che costituiscono la mostra londinese, fu eseguita a Roma, dove gli autori vissero o fecero tirocinio e dove alcuni artisti rimasero in permanenza. Tra i reperti romani, il pi famoso era il Torso del Belvedere, parte di una statua monumentale di Ercole o Eracle, che si trova in Vaticano. La scelta di rispettare nei reperti lo stato del loro ritrovamento, accantonando l'idea di interventi aggiuntivi, fu nettamente influenzata da Johann Ioachim Winckelmann (1717-1786), il grande studioso tedesco residente a Roma. La sua storia dell'arte dell'antichit, pubblicata nel 1764, riconosceva infatti alle opere mutile una misteriosa forza espressiva in grado di ingigantirne la presa sull'osservatore. Gli scavi condotti durante il Settecento a Roma e dintorni, spesso a cura di inglesi residenti in Italia come Gavin Hamilton, rivelarono non pochi tesori d'arte e ci indusse gli artisti a emulare le opere dell'antichit sicch innumerevoli lavori in marmo vennero commissionati agli artisti residenti a Roma e meglio in grado pertanto di riprodurne o di reinterpretarne le forme. Dopo il 1760 nelle dimore inglesi di campagna si cominciarono a edificare apposite gallerie espositive proprie per collocarvi le sculture. Roma era al centro dell'attenzione non solo inglese, ma di una larga comunit internazionale fatta di conoscitori e di artisti. Si era infatti riconosciuto come valido lo stile e il messaggio neoclassico, suadente e confortante nel suo intento di pacifica universalit. Il termine neoclassicismo, che inizialmente aveva contenuto una sfumatura negativa perch sembrava sottintendere un'imitazione frigida dell'arte greca e romana, assurse a incentivo della moralit e della purezza dell'arte attraverso naturalismo e idealismo. Le sculture che costituiscono la mostra attuale furono tutte commissionate e possedute da committenti britannici, e realizzate in marmo; tuttavia l'artista si serviva di schizzi, di disegni, poi di bozzetti preparatori in gesso, in quanto la malleabilit del gesso consentiva di eseguire varianti e modifiche alla futura statua o al gruppo marmoreo. Qualche notizia sulle opere in mostra, cominciando dalla Psiche di Antonio Canova, di propriet privata cui pervenuta per eredit, in cui la disarmante perfezione legata alla naturale pudicizia culmina nella positura articolata della mano che trattiene le ali di una farfalla; la statua, commissionata a Canova, mediante l'agente a John Gibson, particolare del Narcissus (1838) Roma, John Thorpe, nel 1789 fu pagata seicento zecchini, pi cento zecchini relativi al materiale impiegato. Una seconda versione della statua venne realizzata da Canova nel 1793-94 per l'ambasciatore di Venezia a Roma, Girolamo Zulian, ed attualmente custodita a Brema; essa anticipa e prefigura lo splendore de Le tre grazie Talia, Eufrosine e Aglaia incluse anch'esse nell'esposizione londinese. Eseguito tra il 1815 e il 1817 per John Russell, sesto duca di Bedford, il mirabile gruppo stato acquisito, nel 1994, dalle Gallerie nazionali scozzesi. Tre sculture dello scultore danese Bertel Thorvaldsen (1768-1844) raffigurano rispettivamente la piccola Georgiana, figlia del sesto duca di Bedford, ritratta nel 1815, un'edicola raffigurante le tre grazie con Cupido che suona la cetra, eseguita nel 1819, e il busto, dotato dello spirito dei ritratti classici della Roma repubblicana, di sir Walter Scott. Dello svedese Johan Tobias Sergel (1740-1814), che firma e data la statua 1774, l'impeccabile Diomede che stringe a s il Palladio, prestato dal Museo nazionale di Stoccolma; vissuto lavorando alle sue sculture a Roma per ben undici anni, dopo il 1779 l'artista rientr a Stoccolma, dove divenne direttore dell'Accademia di Belle Arti. Di Thomas Banks (1735-1805), la Teti che immerge il neonato Achille nello Stige per renderlo invulnerabile, prestata dal Victoria and Albert Museum. Sue opere si conservano a Londra nell'abbazia di Westminster e nella Cattedrale di Saint Paul. In tema di ritratti, Joseph Wilton (1722-1803) realizza nel 1757 il busto del politico e statista Philiph Stanhope. Christopher Hewetson, (1736-1798), irlandese, esegu a Roma, in marmo di Carrara, il busto di Charles Townley, uno dei principali collezionisti di scultura classica del Settecento. Benedetto Pistrucci (1784-1855), nato a Roma e giunto in Inghilterra nel 1815, divenendovi stimato medaglista a capo della reale zecca, scolp il busto di Arthur Wellesley, primo duca di Wellington, avendo anche realizzato il disegno della medaglia commemorativa della battaglia di Waterloo. Di John Charles Felix Rossi (1762-1839), l'atleta britannico, eseguito per il terzo conte di Egremont che lo colloc nella sua galleria di sculture a Petworth House, richiama I Pugilatori di Canova dei Musei Vaticani. Di John Flaxmann (1755-1826), e provenienti rispettivamente dalla Royal Academy londinese e da collezione privata, i due rilievi, eseguiti a Roma e raffiguranti, l'uno, Apollo e la ninfa Marpessa, l'altro, l'Adorazione dei magi, con esecuzione, quest'ultimo, soave e lieve, quasi che anche l'autore volesse genuflettersi come i magi innanzi alla Vergine e al Bambino. Di Richard James Wyatt (1795-1850), Flora e Zefiro. Giunto a Roma nel 1821, Wyatt lavor nello studio di Canova per trasferirsi, dopo la sua morte, nello studio di Thorvaldsen; e a Roma strinse amicizia con John Gibson. La memoria della Roma del tempo era tutta un fervore di attivit e di arte, secondo la testimonianza del pittore scozzese David Wilkie (1785-1841) che da Roma scriveva a un amico: qui la scultura oggetto di grande attenzione e viene incoraggiata. Il numero degli scultori e tagliatori amplia giorno dopo giorno la conoscenza di Roma: scalpello e martello battono in ogni angolo (...) statue e gruppi di statue prendono vita in forme pressoch perfette.

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO

gioved 29 maggio 2008

Donne e uomini liberi nell'obbedienza


Liberi nell'obbedienza. Liberati dall'obbedienza. Liberi di obbedire. Migliaia di donne e uomini che vivono felicemente nella propria vita un paradosso tra libert e obbedienza. Sono tutti segnali non convenzionali che si colgono dal nuovo documento dal titolo Il Servizio dell'autorit e l'obbedienza (cfr libretto allegato al quotidiano), che la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita apostolica pubblica in occasione della settantunesima assemblea semestrale dell'Unione superiori generali (28-30 maggio) dedicata specificamente a questo stesso tema. Un esame congiunto del testo viene fatto dall'USG e dall'Unione internazionale superiore generali (UISG) presenti per l'occasione nel primo giorno dei lavori. Aperti dai presidenti delle due Unioni, don Pascual Chvez e suor Louise Madore, i lavori sono stati subito dedicati all'Istruzione presentata dal cardinale Franc Rod, CM, e da monsignor Gianfranco Gardin, OFM CONV., prefetto e segretario del dicastero e autori del testo approvato dal Papa nel giorno di Pentecoste. Per riannodare la capacit di colloquiare in modo credibile con il mondo da parte della Chiesa, il cammino suggerisce l'Istruzione passa anche da una nuova comprensione del senso che la vita consacrata ha di se stessa. A partire dal primato di Dio e dalla vita di Cristo di cui uomini e donne consacrati si sono resi speciali discepoli con l'obbedienza. L'Osservatore Romano propone una serie di interventi che aiutano a cogliere la portata di un documento che testifica una crescita qualitativa della vita consacrata rinnovata dal concilio.

L'arcivescovo Gardin spiega il nuovo documento

Alla ricerca di Dio e della sua volont


l'arcivescovo Gianfranco Agostino Gardin, che spiega nell'intervista a L'Osservatore Romano il senso della nuova Istruzione vaticana centrata sull'obbedienza, aspetto importante del paradosso sempre antico e sempre nuovo della vita consacrata. Ancora oggi donne e uomini sono affascinati da una radicale sequela di Ges. La qualit e la bellezza di questa sequela sono pi forti di ogni crisi che pu colpire la vita consacrata. Il titolo della nuova Istruzione non rischia di farla confondere con un ennesimo passo per normalizzare religiosi e suore? Il titolo di per s privo di accentuazioni o coloriture particolari. Dice solo che l'Istruzione parla dell'esercizio dell'autorit e dell'obbedienza negli istituti religiosi. Ma forse gi il sostantivo servizio riferito all'autorit esprime una caratterizzazione evangelica di questo compito. Pu essere illuminante considerare il sottotitolo latino, che riprende le prime parole del documento: Faciem tuam, Domine, requiram - Il tuo volto, Signore, io cerco (Salmo 26, 8). Potremmo dire che il documento presenta l'obbedienza con uno sguardo di ampio respiro, quale frutto di un'appassionata ricerca di Dio e della sua volont (ecco il senso del sottotitolo). A questa obbedienza sono chiamati tutti, autorit compresa, anzi, l'autorit per prima. All'interno di questo grande tema vengono offerte indicazioni per un esercizio evangelico dell'autorit. Pi che di normalizzazione nei confronti della vita religiosa, si tratta di un aiuto a vivere con pi intensa fedelt evangelica questa scelta di vita. A quale esigenza intende rispondere l'Istruzione e come si giunti all'attuale testo? Autorit e obbedienza hanno subto in questi anni l'influsso di mutamenti culturali, sia in positivo che in negativo, e anche di nuove accentuazioni in ambito ecclesiale e all'interno della stessa vita religiosa. Si pensi, per esempio, all'insistenza sul rispetto per la dignit della persona, ma anche alla concezione talora esasperata dell'autonomia dell'individuo. E poi all'importanza della spiritualit di comunione e, per i religiosi, della vita fraterna in comunit. Si voluto valorizzare il meglio dei mutamenti recenti e della sensibilit attuale, custodendo, al tempo stesso, i punti fermi della vita religiosa, quelli che la rendono in tutti i tempi autentica sequela del Signore. Si spiega cos il documento, che trova la sua origine in una Plenaria del dicastero per la vita consacrata, e che stato poi elaborato con la consulenza dei membri del dicastero e anche di superiori e superiore generali. Quale contributo pu dare il documento a superare la crisi nella vita consacrata maschile e femminile? Temo che sul tema crisi della vita consacrata vi siano oggi molte affermazioni superficiali. Di fatto tale crisi viene ricondotta spesso al calo numerico; ma il numero in s non dice automaticamente qualit, n si pu dire che un istituto sia migliore di un altro solo perch attira pi vocazioni. Giovanni Paolo II ha scritto che la vera sconfitta della vita consacrata non sta nel declino numerico, ma nel venir meno dell'adesione spirituale al Signore. La crisi della vita consacrata spesso il riflesso della crisi della comunit cristiana, all'interno della quale soltanto essa trova la sua collocazione vitale. Con questo documento il nostro dicastero intende semplicemente, e umilmente, aiutare i consacrati a vivere con consapevolezza, ma anche con gioia, la loro ricerca di Dio e la loro fedelt a Lui. Quanto conta una percezione sbagliata dell'obbedienza nel calo di vocazioni in Occidente? Le ragioni per cui vi sono meno ingressi nella vita consacrata in vari Paesi sono varie e spesso complesse, e non si possono frettolosamente ascrivere alla perdita di attrattiva della vita consacrata. vero, comunque, che una errata concezione dell'obbedienza, per esempio di sapore militaresco oppure risucchiata in un vago fraternalismo, come anche un esercizio non evangelico dell'autorit, potrebbero dissuadere dall'entrare nella vita religiosa. L'introduzione dell'obiezione di coscienza nella vita consacrata non un controsenso? Lo sarebbe se l'obiezione di coscienza fosse intesa come una sorta di meschina furbata per eludere il dovere dell'obbedienza. L'accenno a questo tema nel documento aiuta invece a capire che l'obbedienza nella vita religiosa non domanda e non produce esecutori passivi, privi di responsabilit, ma persone a cui chiesta una profonda maturit morale, la quale, come noto, comporta la capacit di agire con una coscienza profondamente protesa alla ricerca e all'attuazione del bene vero. Su questo tema, del resto, il documento ha valorizzato un testo della Evangelica testificatio di Paolo VI, un testo del 1971 ma ancora di attualit. Che cosa si intende per difficili obbedienze e difficili autorit, di cui si parla nel testo? Si voluto richiamare il fatto che sia l'obbedienza come l'esercizio dell'autorit possono comportare momenti difficili e sofferti. Non a caso un'espressione biblica pi volte richiamata nel testo quell'impar l'obbedienza dalle cose che pat riferito a Cristo dalla Lettera agli Ebrei (5, 8). I superiori, come pure le norme che guidano la vita dei consacrati, sono mediazioni umane della volont di Dio. Si tratta per sempre, osserva il testo, di mediazioni precarie, fallibili, che possono dare luogo a fatiche, a incertezze, a domande angoscianti sia in chi deve dare disposizioni sia in chi deve obbedire. Gi san Benedetto parlava di una possibile obbedienza molto gravosa, o addirittura impossibile a eseguirsi; e san Francesco d'Assisi considerava il caso in cui il religioso vede cose migliori e pi utili alla sua anima di quelle che gli ordina il superiore. A donne e uomini consacrati si richiede povert, castit, obbedienza. Forse che anche oggi l'obbedienza la prova che preoccupa di pi? Sono tre rinunce, ma, nella logica della sequela di Ges, acquistano piuttosto il carattere di scelte per conformarsi a Colui dalla cui bellezza si stati conquistati. Difficile dire se l'obbedienza sia la pi dura. Ognuno ha la sua storia, la sua sensibilit, i suoi punti deboli e i suoi punti di forza.

Affresco del monastero di San Mos l'Etiope a Nabak, in Siria. San Pietro apre le porte del Paradiso a monaci e monache

La sfida pi impegnativa
di FRANC ROD* La testimonianza profetica della vita consacrata posta davanti a grandi sfide e nel mondo moderno una delle sfide pi impegnative certamente quella relativa al voto di obbedienza. In un contesto culturale e sociale che esalta l'autonomia e l'indipendenza, di fronte all'oppressione e alla tirannide, che proclama l'assolutezza della libert fino al libertinismo e oltre, la Chiesa propone il volto austero, gioioso e liberante della obbedienza cristiana, il valore evangelico dell'autorit. Di quale autorit e di quale obbedienza stiamo parlando? Dell'autorit e dell'obbedienza che nascono dalla Parola di Dio. Tutta l'Istruzione un inno all'obbedienza, l'obbedienza che nasce dall'amore, si nutre della speranza, vive di fede. Il parametro unico e insostituibile Ges Cristo, Figlio del Padre. L'obbedienza di Cristo nasce da questa coscienza: obbedire amare il Padre, compiere la missione affidatagli, salvare l'uomo, tutto l'uomo, tutti gli uomini. Fuori di questa logica, non si comprende il Vangelo, si tradisce Ges. Il consacrato, posto alla sequela Christi, da Lui prende le mosse, da Cristo riparte, vivendo e proclamando la sequela Christi, essendo memoria vivente del modo di esistere e di agire di Cristo come Verbo incarnato di fronte al Padre e di fronte ai fratelli (VC 22). Per il cristiano, e a maggior ragione per il consacrato, obbedire al Padre significa riconoscersi figlio, come Ges. L'obbedienza segno distintivo della figliolanza, espressione manifesta del sentirsi figli amati dal Padre. Se vero che senza amore non c' obbedienza, altrettanto certo che senza obbedienza non c' amore. Fuori da questa prospettiva teologica, non c' obbedienza n amore. L'Istruzione vuole essere uno strumento di riflessione e di aiuto, di animazione e di incoraggiamento a tutti i consacrati, perch rendano sempre pi sicura la loro vocazione (cfr 2 Pt, 1, 10), avanzando fra le sfide e le difficolt del momento presente, con il cuore e la mente fissi in Cristo, Figlio obbediente al Padre.
*Cardinale

Per rispondere ai tempi mutati


di GIANCARLO ROCCA* La storia della vita religiosa mostra che non pochi fondatori e fondatrici, e non poche riforme si pensi alle numerosissime riforme francescane hanno trovato ostacoli nell'autorit del momento, e la Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari ha costantemente fatto correggere le costituzioni delle congregazioni ottocentesche quando vi leggeva che la superiora generale era vicaria di Cristo. Inoltre, anche la Chiesa ha accettato la temporaneit delle cariche di governo e ha fissato non nel singolo superiore ma nel capitolo generale l'autorit suprema di un istituto, rendendo possibile la partecipazione al capitolo di numerosi religiosi, buon numero dei quali scelti dalla base, proprio nella linea di s. Benedetto che raccomandava all'abate di chiedere il parere anche all'ultima persona arrivata in monastero. in questo contesto di idee che si inserisce l'Istruzione della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita apostolica. L'Istruzione, per, ed essa lo dichiara esplicitamente, si trova a operare in un clima mutato, di fronte a una valorizzazione dell'individuo sconosciuta in passato, e a un diverso modo di svolgere la missione degli istituti religiosi, che vede il coinvolgimento in essa di molti laici. Camminando attraverso il documento con l'opportuno titolo: Faciem tuam, Domine, requiram, che resta l'ideale di partenza per tutti si ritrova, nella introduzione, l'insegnamento evangelico della osservanza dei comandamenti intesi come liberazione chi commette il peccato schiavo del peccato , e la precisazione che esso non intende entrare nei particolari che oggi rendono difficile sia l'autorit che l'obbedienza, ma offrire solo linee generali. L'Istruzione, per, si pone dal punto di vista dell'autorit, e dividendo il suo argomentare in tre parti cerca di vedere come l'autorit potrebbe (e dovrebbe) aiutare il singolo consacrato, la comunit consacrata e la missione dell'istituto. Nella prima parte facile indicare i doveri dell'autorit nei confronti del singolo: aiutare nella ricerca di Dio, non spegnere il lucignolo fumigante, mostrare nel volto dei superiori il volto misericordioso di Dio; il superiore dovrebbe facilitare a ritrovare in Lui ci che il consacrato desidera nel profondo del suo cuore, riconfermandogli come, lontani da Lui non c' pi liberazione (Signore, da chi andremo). Tenendo presente tutto ci, ovvio per l'Istruzione definire l'autorit come autorit spirituale, con il dovere di promuovere la preghiera, la dignit della persona, di incoraggiare nelle difficolt, di tenere sempre accesa la fiamma del carisma dell'istituto. La seconda parte mette maggiormente in luce l'aiuto che l'autorit pu dare alla comunit. In questo caso, per, l'autorit ha un limite nella regola e nelle costituzioni, che il consacrato si obbligato a osservare. Si comprende, a questa luce, il motivo per cui le monache agostiniane avevano fatto resistenza a Papa Bonifacio VIII, che voleva imporre loro l'obbligo della clausura, dicendo le monache d'aver professato secondo la regola di s. Agostino, che non prevedeva la clausura. Nella storia, comunque, presso alcuni autori, l'obbedienza diviene la prima virt della vita comune. L'Istruzione si rende conto del rischio legato a questa affermazione, e all'autorit dice che ha l'obbligo di ascoltare, di creare un clima comunitario di dialogo e condivisione, di aiutare il discernimento comunitario, perch tutti si pongano al servizio di tutti in obbedienza fraterna. Pi complesse, invece, diventano le questioni nella terza parte, dove si parla della missione degli istituti. L'Istruzione avverte qui che lascia ai singoli istituti proporre quella legislazione che possa meglio precisare questo aspetto. Intanto, per, essa invita l'autorit a incoraggiare i consacrati ad assumersi delle responsabilit, ad affrontare le diversit in spirito di comunione (non facendone questioni personali), a equilibrare le varie dimensioni della loro vita consacrata, a promuovere la collaborazione con i laici. I punti critici, come sottolineato dall'Istruzione, sono sostanzialmente due. Anzitutto molti religiosi si trovano oggi ad agire da soli, ed evidente che anche in questo caso essi operano per l'istituto e a nome dell'istituto. Le opinioni da loro espresse, anche in strumenti dell'istituto, e le opere da loro promosse, sono opinioni od opere loro o dei laici con i quali collaborano, e non sempre possono essere considerate pensiero ufficiale dell'istituto. La seconda difficolt viene dalla collaborazione con i laici. Questa deve essere sempre coltivata anche i laici sono responsabili della Chiesa e hanno il dovere di difenderla e promuoverne le opere ; tuttavia le modalit con cui questa collaborazione si esplica pone delle questioni e certamente nelle opere l'autorit non pu pi essere definita come spirituale. Al limite pu anche avvenire che un consacrato, nelle opere dell'istituto, si trovi alle dipendenze di un laico, pi esperto, al quale l'istituto ha affidato la gestione di una parte delle proprie attivit. Come si vede, per questo terzo aspetto le questioni sono complesse e l'Istruzione si limita a presentare quegli elementi che potrebbero salvaguardare la personalit del singolo consacrato e la missione. La conclusione dell'Istruzione riprende le idee della partenza, che aveva visto la vita del consacrato come una continua ricerca di Dio, una scuola, che ci si augura di poter concludere con un ultimo, cosciente atto di obbedienza al Signore. Due preghiere la prima propria dell'autorit che cerca l'aiuto di Dio per il compito ricevuto; e la seconda alla Vergine Maria, modello di obbedienza per tutti, chiudono il tutto.
*Storico, docente dell'Auxilium

Gli autentici credenti sono radicalmente obbedienti


di PASCUAL CHVEZ* Mi sembra un documento concreto e profondo, originale e straordinariamente aperto alla situazione attuale. Allo stesso tempo ancorato nella tradizione della Chiesa; e soprattutto, suggestivo ed entusiasmante. Anche se ha come destinatari immediati le sorelle e fratelli appartenenti alla vita religiosa, per l'essenziale riferimento alla vita fraterna, il documento tocca il midollo della vita di ogni cristiano. Tra i molti altri motivi qui elencati, ne menziono uno, che universale: l'origine e la fine della vita di ogni essere umano, visti in chiave di obbedienza: Con un atto di obbedienza, sia pur inconsapevole, siamo venuti alla vita, accogliendo quella Volont buona che ci ha preferiti alla non esistenza. Concluderemo il cammino con un altro atto di obbedienza (n. 29), presentando la morte come quell'affidamento radicale e definitivo nelle mani del Deus semper maior. La centralit dell'obbedienza nella vita di ogni cristiano contrasta con l'irrilevanza con la quale viene vista e vissuta nella cultura attuale, anche ecclesiale. In alcuni ambienti cattolici vista persino con qualche gesto di rifiuto, forse perch la si considera come qualcosa che va contro i valori umani fondamentali della libert. D'altra parte, e in conseguenza di questo, sempre pi difficile esercitare l'autorit tipicamente evangelica. Anche a livello di testimonianza, possiamo dire che la povert la pi valutata; la castit viene ammirata, e l'obbedienza viene disprezzata. E forse normale che sia cos. Ma, se la povert costituisce la priorit della testimonianza, l'obbedienza deve costituire la priorit del testimone. Perci, nel documento troviamo un cammino che porta alla vera fonte dell'obbedienza: la Rivelazione, la Parola di Dio. Nella Sacra Scrittura, gli autentici credenti sono radicalmente obbedienti. Come biblista, sono anche molto sensibile al tema dell'ascolto, che viene sottolineato in diversi momenti del documento. Vorrei persino dire: mi sembra che il documento gioca nelle sue diverse parti sulla differenza tra il sottomettersi (che servile e, in fondo, indegno di un essere umano: parla di mettersi sotto) e l'obbedire che, in tutte le lingue bibliche e in molte altre, ha come radice l'ascoltare. Non c' un autentico ascolto se non viene accompagnato dall'obbedienza, ma questa non ha niente da vedere con la sottomisione degli schiavi. Ges non si sottomise, ma fu obbediente (uphkooV) fino alla morte, e una morte di croce. Nei due capitoli sulla vita comunitaria e sulla missione, troviamo riflessioni (alle volte soltanto allusioni) ricche e concrete, sfumature di tipo psicologico e sociologico che dovranno essere oggetto di ulteriori approfondimenti. Troviamo ad esempio la priorit dell'ascolto da parte del superiore, il superamento dell'infantilismo, la promozione del discernimento comunitario, con le difficolt che comporta; la capacit di saper gestire il pluralismo comunitario; la differenza tra le comunit maschili e quelle femminili. Sono convinto che il futuro della vita religiosa, inteso come cammino di santit evangelica personale e comunitaria, come sequela e imitazione di Ges Cristo nella fede, speranza e amore, si gioca nell'obbedienza.
*Rettor maggiore dei salesiani presidente dell'Usg

Reti di scambio tra le comunit


di LOUISE MADORE* Il documento Il Servizio dell'autorit e l'obbedienza fonte d'incoraggiamento e di dinamismo per tutti coloro, uomini e donne, che assumono il servizio d'autorit ma anche per tutti i religiosi e tutte le religiose che desiderano riflettere, pregare e scambiare idee sulla dimensione dell'obbedienza come cammino di felicit, di libert e di vita. Fin dalle prime righe, mi hanno colpito l'invito e il richiamo costante a vivere la nostra vita consacrata come una ricerca instancabile della volont di Dio, nella sequela di Cristo obbediente, come unico ambito di crescita, di felicit e come un modo di vivere la missione. Mi sembra rispondere bene all'obiettivo di riaffermare che l'obbedienza e l'autorit sono sempre vissute in relazione a Cristo Ges, il servo obbediente. Cristo resta sempre l'aspirazione e la persona di riferimento che impregna il nostro modo personale e collettivo di vivere l'autorit-obbedienza. Mi pare molto interessante che sia presentato a tutti coloro, uomini e donne, che assumono la funzione d'autorit l'aspetto di un triplice servizio: un servizio verso le persone chiamate a vivere la loro consacrazione religiosa, un servizio che contribuisce alla costruzione di comunit fraterne e un servizio che favorisce la partecipazione a una missione comune. Ho parimenti apprezzato la dimensione relazionale che lo pervade interamente. Nel corso degli ultimi anni, in tutte le sfere della ricerca a livello scientifico, politico, teologico o antropologico e nel rinnovamento del nostro modo di vivere la vita consacrata oggi, la dimensione relazionale essenziale ed il fondamento di tutto. Trovo il testo profondo. Pur riconoscendo il contributo prezioso della modernit per ci che concerne la dignit e la libert della persona umana, esamina, in modo ponderato e giusto, sempre in riferimento alla Parola di Dio, gli effetti meno positivi che hanno caratterizzato il nostro modo di vivere la vita consacrata. Il testo presenta atteggiamenti ed esigenze per quanti, uomini e donne, assumono il servizio d'autorit e ci invita a una seria rilettura nel modo di esercitare la nostra responsabilit. Vi si esorta quanti esercitano un servizio d'autorit ad avere alcuni atteggiamenti che devono favorire la comunione in vista del bene comune e della missione, a promuovere la dignit della persona, a sostenere e manifestare un atteggiamento di compassione. Vi si raccomanda di attribuire molta importanza alla formazione per imparare a camminare insieme al fine di discernere i segni dei tempi. Sono altres lieta di constatare che il testo invita i responsabili d'autorit a promuovere la collaborazione con i laici al fine di ricercare insieme nuove risposte nel modo di vivere il nostro impegno comune nel campo delle opere e delle attivit. In sintonia con il prossimo Sinodo incentrato sulla Parola di Dio, il documento insiste sull'importanza di alimentarsi quotidianamente della Parola di Dio. Sono certa che il documento susciter scambi molto edificanti e favorir la loro trasformazione. Sarebbe interessante preparare reti di scambio per le comunit locali ma anche per i gruppi delle diverse istanze d'autorit.
*Superiora generale presidente dell'UISG
FDLS

gioved 29 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 7

A colloquio con monsignor Paul Zinghtung Grawng, presidente della Conferenza episcopale del Myanmar

Una Chiesa in minoranza accanto al popolo in difficolt


di NICOLA GORI Una Chiesa affidata in larga parte alla responsabilit dei laici. Una minoranza viva e feconda in un Paese a larga maggioranza buddista. Una comunit che cerca di testimoniare il Vangelo in maniera autentica, anche attraverso opere di carit concreta, come per esempio quelle compiute durante la recente tragedia causata dal ciclone che ha colpito alcune regioni del Paese. il ritratto della Chiesa del Myanmar riproposto al nostro giornale dall'arcivescovo Paul Zinghtung Grawng, presidente della Conferenza episcopale, a Roma in occasione della loro visita ad limina Apostolorum. La Chiesa nel Myanmar sta vivendo un momento di espansione. Quali sono le speranze concrete per l'evangelizzazione? Non vi alcun dubbio che ogni momento sia un'occasione favorevole per evangelizzare. Non dobbiamo dimenticare che l'evangelizzazione opera di Dio, che vuole che vi partecipiamo. Riteniamo che l'impegno a evangelizzare sia ben accolto da Dio e sostenuto da Lui. Le visite pastorali ai nostri fedeli, la celebrazione delle feste della Chiesa in luoghi in cui sono presenti dei non cattolici, l'educazione e l'assistenza sanitaria, il lavoro per lo sviluppo sono tutte occasioni per diffondere la buona novella. Sono opere che continuiamo a svolgere in silenzio ma in modo costante. La nostra unica speranza , per il momento, di poter continuare a svolgere la nostra missione con maggiore impegno e con pi fiducia nell'azione di Dio. I laici costituiscono un elemento importante per l'azione missionaria. Come promuovete il loro ruolo? Certamente i laici vivendo in stretto contatto con le realt della vita quotidiana, hanno occasione di trasmettere il messaggio del Vangelo. Per questo, negli incontri, nei seminari e nei corsi che organizziamo per loro viene posta grande attenzione all'istruzione e alla formazione. Stiamo anche incominciando a offrire una formazione di base. Si stanno facendo i primi passi per dare vita a strutture consone a questo tipo di formazione, come la scuola per catechisti. Una caratteristica importante nel nostro Paese che, per necessit, i nostri catechisti e i nostri laici devono assumersi la responsabilit della Chiesa. Imparano cos a guidare le comunit sostenuti dai sacerdoti e dai religiosi. In un Paese a larga maggioranza buddista, come affrontate la sfida del dialogo interreligioso? Molti dei nostri fedeli vivono fra i buddisti. possibile instaurare un dialogo con loro, a partire dalla condivisione della vita quotidiana. La sfida per i cattolici di pregare e di vivere il Vangelo ogni giorno, al fine di poter essere testimoni autentici di Cristo. La presenza dell'apostolato biblico nazionale serve a promuovere l'amore per la Parola di Dio. Vivere conformemente a questa Parola di grande aiuto nel contesto del dialogo interreligioso. Il dialogo con i seguaci delle religioni tribali molto pi semplice, perch i cattolici hanno una comprensione pi profonda di queste tradizioni religiose. Anche qui la testimonianza autentica del Vangelo una necessit. L'aumento delle vocazioni sacerdotali una speranza per la vostra Chiesa locale. Come spiegate il fenomeno? Siamo profondamente grati a Dio per l'aumento delle vocazioni al sacerdozio. Tuttavia, forse dobbiamo essere pi selettivi nell'accettare i candidati perch una delle ragioni per cui i giovani e le loro famiglie scelgono il sacerdozio pu inconsciamente essere l'idea di una vita sicura. Nel nostro Paese la vita piuttosto dura. per questo che diamo grande importanza nell'utilizzo degli strumenti spirituali oltre che umani per selezionare i candidati. Se chiediamo alla gente cosa pensa del sacerdozio, la risposta spesso che i sacerdoti sono necessari per elevare la vita della popolazione sul piano umano e sul piano della fede. Quali che siano i motivi che spingono i giovani a entrare in Seminario, dietro le numerose vocazioni al sacerdozio c' sempre la grazia di Dio. Noi dobbiamo pensare a dare loro una formazione pi adeguata. Come avete soccorso le vittime del ciclone Nargis? stata una vera tragedia. Abbiamo vissuto un'esperienza drammatica. Ci siamo sentiti inadeguati alle necessit della gente, ma li abbiamo soccorsi come meglio abbiamo potuto. Abbiamo per esempio cercato di organizzare in qualche modo la ricezione dei fondi e degli aiuti. Abbiamo anche rivolto un appello ai fedeli di presentarsi per assistere i disastrati. Abbiamo trovato volontari nelle diocesi e li abbiamo preparati per questo compito. Sino a oggi siamo riusciti a convogliare nella zona medici e infermieri, religiose, seminaristi maggiori e giovani. L'impegno principale assunto quello di eliminare le

Tra speranze e persecuzioni


I primi a portare il Vangelo nel Myanmar, allora Birmania, furono missionari portoghesi nel XVI secolo. Nel 1722 su suggerimento del delegato apostolico in oriente venne data vita alla missione in Birmania, affidandola ai barnabiti. L'attivit apostolica incontr grandi difficolt a causa delle continue guerre che devastarono il Paese. Nel 1866 la missione, divisa in tre circoscrizioni, venne affidata per la parte settentrionale e meridionale alla Societ delle missioni estere di Parigi e per la parte orientale, all'Istituto delle missioni estere di Milano. Nel 1954 venne ordinato il primo vescovo locale, monsignor U Win, ausiliare di Mandalay. Nel 1955 venne istituita la gerarchia ecclesiastica e create due province: Rangoon e Mandalay. Negli anni 1965-66 le chiese, i lebbrosari e gli ospedali cattolici vennero nazionalizzati. Duecentotrentanove missionari furono espulsi dal Paese. Nel 1988 i vescovi deplorarono i metodi usati dai militari nei confronti di alcuni manifestanti cattolici. Nel 1993 un missionario cattolico ebbe il permesso dopo quasi trenta anni di rientrare nel Paese.

La sfida della povert


Nell' XI secolo il Myanmar (Birmania) era un potente impero con capitale Pagan. Nel 1284 l'impero perse la sua indipendenza a seguito dell'invasione mongola. Fino al XVIII secolo il Paese fu dominato da dinastie indigene. Nel XIX secolo, l'instabilit politica e sociale sfoci in tre guerre (1842-1826; 1851-1852; 1885-1886). Dopo l'ultima guerra, il Paese venne occupato dagli inglesi e annesso all'impero indiano. Nel 1937 venne trasformato in colonia autonoma della corona britannica. Tra il 1942 e il 1944 venne occupato dal Giappone. Il 1 gennaio 1948 ottenne l'indipendenza. Nel 1962 inizi la dittatura militare del generale Ne Win. Nel 1988 una nuova giunta militare assunse il potere e nel 1990 indisse elezioni per l'Assemblea costituente. A seguito della vittoria della Lega nazionale per la democrazia guidata da Aung San Suu Kyi, i militari fecero un nuovo colpo di Stato. Nell'agosto 2007 in reazione al rincaro dei prezzi, scoppi la rivolta popolare a cui si unirono i monaci buddisti. Il 3 maggio 2008 il Paese stato colpito dal ciclone Nargis.

Due bambini si riparano dalla pioggia nei giorni del ciclone che ha colpito il Myanmar

macerie, fornire abiti, cibo, acqua potabile e assistenza sanitaria. Gli aiuti e il servizio offerto dai volontari cattolici sono stati molto apprezzati. Superata la prima fase dell'emergenza, le persone colpite dal disastro hanno ora bisogno di qualcuno a cui raccontare la loro storia per condividere la loro triste e tragica esperienza e ricevere sostegno psicologico e morale. In questo i cattolici possono offrire la loro esperienza. La difficile situazione economica e sociale interpella le coscienze dei cristiani. Come rendete concreto il Vangelo della carit? La Chiesa locale ha un organismo per portare la carit ai bisognosi, Karuna Myanmar, che membro di Caritas Internationalis. L'impegno principale di Karuna Myanmar lo sviluppo integrale delle persone. Suo scopo anche quello di favorire la nascita di un modo nuovo di pensare, la capacit

di comprendere le situazioni e di rispondere adeguatamente attraverso il lavoro di squadra nello spirito del Vangelo e dell'insegnamento sociale della Chiesa. Che atteggiamento ha avuto la Chiesa durante la rivolta dei monaci buddisti? Da quanto abbiamo potuto capire dai discorsi che si facevano all'epoca, i monaci buddisti sono scesi in strada con l'espressa intenzione di recitare preghiere e invocare benedizioni sia per i cittadini sia per le autorit. Ed proprio quello che all'inizio hanno fatto pacificamente, come si potuto vedere dai notiziari trasmessi dal satellite. Volevano un cambiamento in positivo per tutto il Paese. Per i monaci si trattata di una manifestazione coraggiosa che ha suscitato simpatie nei loro confronti.

I gruppi presenti all'udienza generale in piazza San Pietro


All'udienza generale di mercoled 28 maggio 2008 in piazza San Pietro, erano presenti i seguenti gruppi: Da diversi Paesi: Sacerdoti del Pontificio Collegio San Paolo Apostolo, di Roma; Suore Francescane Ospedaliere dell'Immacolata Concezione; Suore della Piccola Missione per i Sordomuti. Dall'Italia: Comunit parrocchiali di Nola, con l'Arcivescovo Beniamino Depalma; Comunit parrocchiali di Adrano, con l'Arcivescovo Salvatore Gristina; Comunit parrocchiali di Alcara Li Fusi, con il Vescovo Ignazio Zambito; Cresimandi della Diocesi di Lamezia Terme, con il Vescovo Luigi Cantafora; Gruppi di Fedeli dalle Parrocchie: San Sebastiano, in Imperia; San Lorenzo, in Orentano; San Pietro d'Alcntara, in Villa Campanile; Sacro Cuore e Santa Margherita Redi, in Arezzo; Sacro Cuore di Ges, in Ponte a Egola; Santa Maria e San Giorgio, in Montappone; Santi Lorenzo, Silvestro e Ruffino, in Massa Fermana; Ascensione, in Roma; Santa Maria delle Grazie, in Vazia; Santa Maria delle Grazie, in Ururi; San Gerardo Maiella, in Corato; Maria Madre della Chiesa, in Matera, con l'Arcivescovo Salvatore Ligorio; Sant'Alfonso Maria de' Liguori, in Cancello Scalo; Santa Maria Assunta, in Frigento; San Giovanni Battista, in Carife; San Biagio, in Altavilla Silentina; Maria Santissima Annunziata, in San Nicola da Crissa; San Pantaleo, in Tempio Pausania; Venerabile Confraternita del Purgatorio, di Pulsano; Compagnia di San Massimo, di Latina; Ufficiali, Sottufficiali e Allievi della Scuola della Marina Militare Italiana, di Taranto; Ufficiali Piloti dell'Aeronautica Militare Italiana; Associazione Nazionale Carabinieri, di Bari, e di Pula; Associazione Corale Jucunde cantare, di Roma; Associazione Schola cantorum Madonna dell'Alno, di Canzano; Corale San Pio X, di Levico; Fondazione Mensa di Padre Guido Costantini, di Ancona, con l'Arcivescovo Edoardo Menichelli; Forno Cooperativo Ambrosiano, di Magenta; Cicloturisti dalla Regione Veneto. Gruppi di fedeli da Oristano, Parabiago, Pietrastornina, Liveri, Cuccaro Vetere, Marcallo con Casone. Gruppi di Studenti: Alunni delle Scuole delle Maestre Pie Filippini; Istituto Vittorio Veneto, di Latina; Istituto Madre Teresa Quaranta, di Grottaglie; Istituto Sacro Cuore, di Roma; Istituto Fermi, di Luzzara; Istituto Petrarca, di Catania; Scuola San Carlo Borromeo, di Inverigo; Scuola Zorza, di Palosco; Scuola Santa Lucia, di Marino; Scuola San Giovanni Bosco, di Triggiano; Scuola Immacolata di Santa Chiara, di Montesilvano; Scuola Pio IX, di Roma; Scuola Pio XII, di Roma; Scuola Giovanni XXIII, di Giovinazzo; Scuole La giostra, Jolly, Peperopoli, di Andria. Coppie di Sposi novelli I polacchi: Pielgrzymi z parafii: witych Wita, Modesta i Krescencji z Sierpca, w. Wojciecha z Przasnysza w diecezji pockiej, w. Stanisawa Kostki z Wrocawia, Matki Boej Nieustajcej Pomocy z Wrocawia, Odkupiciela wiata z Wrocawia-Polanki, Matki Boej Krlowej Polski z Radogoszczy w diecezji legnickiej, sanktuarium Relikwii Drzewa Krzya w. z Wabrzycha w diecezji widnickiej, w. Floriana z Maciowakrza w diecezji opolskiej, w. Barbary z Gdaska, Najwitszej Maryi Panny Wspomoenia Wiernych z Aleksandrowa Kujawskiego w diecezji wocawskiej; modzie z III Gimnazjum z Elblga; uczniowie i nauczyciele Publicznej Szkoy Podstawowej Sistr Salezjanek im. b. Laury Vicuii w Krakowie; uczniowie i nauczyciele z Publicznego Gimnazjum w Parysowie w diecezji siedleckiej; grupa Kocielnej Agencji Pielgrzymkowej Nomada; pracownicy Zakadu Energetycznego z Legnicy; pracownicy PKP Energetyka z Kielc; pracownicy Energia-Pro z Wrocawia; pocztowcy z Legnicy; nauczyciele i uczniowie Gimnazjum nr. 5 z Opola; Spoeczne Gimnazjum lskie z Chorzowa; II Liceum Oglnoksztacce im. Piastw lskich z Wrocawia; pracownicy Polikatu z Brzozowa w wojewdztwie podkarpackim; grupy turystyczne z Czstochowy, Opola i odzi; pielgrzymi indywidualni. Gruppi di Fedeli da: Slovacchia, Ucraina, Croazia De France: Paroisse Sainte-Thrse, de Metz. De Belgique: groupe de prtres, du diocse de Bruges. Du Canada: groupe d'tudiantes de l'Universit de New Brunswick. From Various Countries: Newly Perpetually Professed Missionary Sisters of Charity of Blessed Teresa of Calcutta, with family members; Participants in the Third Christian-Hindu Symposium, at Castel Gandolfo, sponsored by the Focolari Movement. From England: Pilgrims from Holy Infant Parish, Bolton; Pilgrims from St Aloysius and St James Parish, Hebburn, Tyne and Wear; St Robert of Newminster Parish, Fenham, Newcastle upon Tyne; Pilgrims from the Cathedral Parish of Our Lady and St Thomas, Northampton; Pilgrims from Staylebridge Free Christian Church, Manchester; A group of Religious Education teachers from Catholic Schools; Students and staff from Christ the King, Sixth Form College, Lewisham; Students and staff from All Hallows Catholic High School, Preston; Students and staff from Christ the King Catholic High School, Southport. From Scotland: Students and staff from Turnbull High School, Bishopbriggs, Glasgow. From Sweden: Students and staff from St Erik's Catholic School, Stockholm. From Australia: Pilgrims from All Hallows Parish, Five Dock, Sydney. From Hong Kong: Pilgrims from Sacred Heart Parish, Sai Kung; Pilgrims from St Alfred's Parish, Sha Tin. From India: Pilgrims from Chinmaya Nagar, Chennai. From Indonesia: Pilgrims from the Diocese of Ketapang. From Canada: Priests and seminarians from Sacred Heart Major Seminary in the Archdiocese of Detroit; Pilgrims from St Paul the Apostle Parish, Kingston, Ontario. From the United States of America: Pilgrims from the Archdiocese of Chicago, Illinois; Pilgrims from Prince of Peace Parish, Norton, Ohio; An ecumenical group of students participating in a course entitled Living Holiness Today: a Prayerful Study program in Rome at the Lay Centre/Foyer Unitas; Members of the Chapman University Conservatory of Music, Orange, California; The Liturgical Choir of Providence College, Rhode Island; Pilgrims from the Padre Pio Foundation of America, Cromwell, Connecticut; Students and faculty from Auburn University, Alabama, Rome Center; Students and faculty from the University of Minnesota; Pilgrims from Seton Hall University Catholic Center, Newark, New Jersey; Students and staff from Judson College, Marion, Alabama; Students and faculty from Marist College, Poughkeepsie, New York. Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppen aus den Pfarrgemeinden St. Nikolaus, Bad Neustadt an der Saale; Maria Himmelfahrt, Blankenrath; St. Joseph, Bonn; Maria Frieden und St. Lamberti, Coesfeld; Heilig Geist, Durach; St. Lambertus, Erkelenz; Pfarreiengemeinschaft Fhren/Bekond; St. Georg, Freising; Seelsorgeeinheit Haslach; Christknig. Hauenstein; St. Bartholomus, Julbach; Mater Dolorosa, Langenau; St. Martin, Marktoberdorf; St. Jakob, Mnchen; St. Michael, Mnster; St. Jakobus, Oeding; St. Gudula, Rhede; Mari Himmelfahrt, Salz; St. Blasien, Sankt Blasien im Schwarzwald; St. Marien, Siegburg; St. Ulrich, Scking am Starnberger See (aus Anla des 50jhrigen Pfarr- und Kirchenjubilums); St. Joseph, Velbert; Pilgergruppen aus dem Erzbistum Kln; Erzbistum Mnchen und Freising; Bistum Trier; Pilgergruppen aus Bad Godesberg; Buchen; Dornburg und Dorndorf; Kempten; Mnchen; aus dem Oldenburger Mnsterland; Paderborn; Pyrbaum; Schaag, Breyell und Leutherheide; Weissach; Internationale Akademie fr Musik und Evangelisation der Gemeinschaft Emmanuel; Franziskanerinnen vom heiligen Mrtyrer Georg; Kreuzkirchengemeinde Eschenbach; Vereinigung der zwei Herzen der Liebe Jesu und Mariens, Essen; Kreuzbund Bundesverband, Hamm; Katholisches Bildungswerk, Kirchardt; Kolping Dizesanverband Kln; Kolpingfamilie Kln-Brck; Ketteler Berufskolleg, Mnster; Heilpdagogisches Therapieund Frderzentrum St. Laurentius, Warburg; Volksliederfreunde Schnbuchlichtung, Altdorf, Holzgerlingen und Hidritzhausen; Bundespolizeidirektion, Bad Bramstedt; Hausfrauenbund, Bnde; Arbeitsgemeinschaft des Landgerichts Erfurt; Charity-Golf-Club The Eagles, Mnchen; Lions Club, Stuttgart, in Begleitung von Weihbischof Dr. Johannes Kreidler; Reisegruppe aus dem Groraum Stuttgart; Integrierte Gesamtschule, Ahrensburg; Westerwald Gymnasium, Altenkirchen; Katholisches Gymnasium, Homburg; Edith-Stein-Schule fr Sozialpdagogik, Neunkirchen; Ernst-Moritz-ArndtGymnasium, Osnabrck. Aus der Republik sterreich: Pilger aus den Pfarren Ottnang; St. Stephan, Wien; Pilgergruppe aus Mariazell; Oblaten der Erzabtei St. Peter, Salzburg. Aus der Provinz Bozen Republik Italien: Sdtiroler Imkerbund. De Espaa: parroquia de Mara Auxiliadora, de Alicante; Escuelas Salesianas Mara Auxiliadora, de Nervin en Sevilla; grupo de peregrinos de Madrid; grupo San Francisco Javier, de Navarra. De Argentina: grupo de obispos con el cardenal arzobispo de Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio. De Honduras: grupo de peregrinos de la Dicesis de San Pedro Sula, y Santa Rosa de Copn. Do Brasil: grupos de visitantes.

W
Il 26 maggio alle ore 10.30 all'ospedale Gemelli si spento serenamente

S.E. Mons.

ANGELO CELLA
Parroco indimenticabile e Vescovo Ausiliare della Chiesa di Palermo, ha svolto per oltre 20 anni, con zelo instancabile e vita esemplare, la sua intensa missione di Pastore nella Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino. I Missionari del Sacro Cuore suoi confratelli e i cari familiari lo ricordano con gratitudine e lo raccomandano alla preghiera di quanti lo hanno conosciuto e amato. Gioved 29 alle ore 11 sar celebrata l'Eucaristia di suffragio nel Santuario di Nostra Signora del Sacro Cuore in Roma, Corso del Rinascimento 27.
.

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
Lo ha chiesto il Papa nel saluto rivolto ad un gruppo di insegnanti, alunni e genitori presenti all'udienza generale

gioved 29 maggio 2008

Un nuovo impegno per affrontare l'emergenza educativa a Roma


Un rinnovato impegno per affrontare l'odierna emergenza educativa nella citt di Roma: lo ha chiesto Benedetto XVI ad un gruppo di insegnanti, alunni e genitori partecipanti al pellegrinaggio delle Maestre Pie Filippine, in piazza San Pietro per l'udienza generale.

Nuove nomine episcopali in Brasile


Le nomine di oggi (cfr Nostre Informazioni a pagina 1) riguardano due diocesi brasiliane: quella di Guarabira, alla guida della quale stato chiamato Francisco de Assis Dantas de Lucena; e quella di Vacaria, affidata al governo pastorale di Irineu Gassen.

Bratia a sestry, Kristus je cesta k Otcovi a v Eucharistii sa ponka kadmu z ns ako prame boskho ivota. erpajme vytrvalo z toho pramea. S tmto elanm ehnm vs i vaich drahch. Pochvlen bu Jei Kristus! [Un affettuoso benvenuto agli allievi e insegnanti della Scuola elementare Anton Bernolk di Nov Zmky. Fratelli e sorelle, Cristo la via che conduce al Padre e nell'Eucaristia si offre ad ognuno di noi come sorgente di vita divina. Attingiamone con perseveranza. Con questi voti benedico voi ed i vostri cari. Sia lodato Ges Cristo!] Pozdravljam sve hrvatske hodoasnike, a posebno vjernike upa Svetoga Antuna Padovanskoga te Blaenoga Alojzija Stepinca iz Zagreba. Na izmaku ovog mjeseca posveenoga nebeskoj Majci, elim vam da vas uvijek prati njezin zagovor i pomo. Hvaljen Isus i Marija! [Saluto i pellegrini croati, particolarmente i fedeli delle parrocchie di Sant'Antonio di Padova e del Beato Luigi Stepinac di Zagabria. Nella prossimit della fine del mese dedicato alla Madre celeste, auspico che la sua intercessione e il suo aiuto vi accompagnino sempre. Siano lodati Ges e Maria!] Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i sacerdoti del Pontificio Collegio San Paolo apostolo, che hanno terminato gli studi nelle diverse Universit Pontificie e stanno per ritornare nei rispettivi loro Paesi. Cari sacerdoti, vi esorto a vivere sempre con fedelt il ministero pastorale, facendo tesoro della formazione ricevuta in questi anni a Roma. Saluto poi gli insegnanti, gli alunni e i genitori che partecipano al pellegrinaggio delle Maestre Pie Filippini, in occasione del terzo centenario di apertura in Roma della prima scuola da parte di S. Lucia Filippini. Cari amici, e specialmente voi, care Suore, sull'esempio della vostra Fondatrice profittate di questa ricorrenza per contribuire, con rinnovato impegno, ad affrontare l'odierna emergenza educativa nella citt di Roma, cuore della cristianit. Saluto inoltre i fedeli provenienti da Nola, accompagnati dal loro Pastore Mons. Beniamino Depalma. Cari fratelli e sorelle, vi invito a testimoniare quotidianamente il Vangelo della carit, sull'esempio del vostro patrono san Paolino da Nola. Mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Sta per terminare il mese di maggio, e il pensiero va a Maria Santissima, Stella luminosa del nostro cammino cristiano. A lei, facciamo costante riferimento, contando nella sua materna intercessione, e potremo cos percorrere con gioia e speranza il nostro quotidiano pellegrinaggio verso la Patria eterna

Chers frres et surs, Je suis heureux de vous accueillir chers plerins francophones, en particulier les jeunes du Canada et les prtres de Bruges. En cette fin du mois de mai, je vous confie la Vierge Marie, Mre de l'Eglise et notre Mre. Avec ma Bndiction apostolique. Dear Brothers and Sisters, I offer a warm greeting and prayerful good wishes to the participants in the Christian-Hindu symposium being held these days in Castel Gandolfo. Upon all the English-speaking pilgrims, especially those from England, Scotland, Sweden, Australia, Hong Kong, India, Indonesia, Canada and the United States, I cordially invoke God's blessings of joy and peace. Liebe Brder und Schwestern! Gerne heie ich alle deutschsprachigen Pilger in dieser Audienz willkommen. Nach dem Beispiel des heiligen Gregor des Groen wollen auch wir all unsere Fhigkeiten einsetzen, um die uns anvertrauten Aufgaben in Kirche und Welt zu erfllen. Der Herr schenke euch dazu die Kraft und den Beistand des Heiligen Geistes. Queridos hermanos y hermanas: Saludo con afecto a los peregrinos de lengua espaola, en particular, a los fieles procedentes de Alicante, Madrid, Sevilla y Navarra, as como a los venidos de Honduras, Brasil y otros pases latinoamericanos. Que San Gregorio Magno os estimule con su ejemplo de santi-

Francisco de Assis Dantas de Lucena vescovo di Guarabira


nato il 19 ottobre 1963, a Jardim do Serid, diocesi di Caic. Dopo gli studi di filosofia e di teologia, ha conseguito la licenza in lettere all'universit federale di Rio Grande do Norte e sta concludendo la licenza in diritto canonico a Rio de Janeiro. Ordinato sacerdote il 21 luglio 1991 per la diocesi di Caic, ha esercitato i seguenti ministeri: amministratore parrocchiale della parrocchia Nossa Senhora da Conceio in Jardim do Serid (1991); segretario del dipartimento diocesano dell'azione sociale (1991-1995); amministratore parrocchiale della parrocchia Nossa Senhora dos Aflitos in Jardim de Piranhas (1992); economo della diocesi (1993-1997); moderatore della curia (1993-1999); presidente sostituto del dipartimento diocesano dell'azione sociale e poi presidente (1995-2000); rettore del seminario maggiore Santo Cura D'Ars (19921998 e 2003-2007); professore nella facolt di teologia Cardeal Eugnio Sales a Caic (1999-2000 e dal 2003 ad oggi); parroco della parrocchia Nossa Senhora da Conceio in Jardim do Serid (2000); amministratore diocesano di Caic (2005-2006); giudice uditore (2007); pro-vicario generale; difensore del vincolo del tribunale ecclesiastico diocesano; membro del collegio dei consultori e del consiglio presbiterale. Attualmente parroco della parrocchia So Francisico de Assis, in Lagoa Nova.

dad en el camino de la vida. Muchas gracias. Amados Irmos e Irms, Sado cordialmente a quantos me escutam de lngua portuguesa, desejando-lhes todo o bem no Senhor. Em particular sado o numeroso grupo de peregrinos provindos de diversas partes do Brasil. Fao votos de que a visita cidade, onde foram martirizados os Apstolos So Pedro e So Paulo, reavive a f em Cristo Jesus, que por amor nos redimiu e nos chamou filhos de Deus, para que vivamos na justia e na paz. A todos de corao dou a minha Bno, que fao extensiva aos vossos familiares e amigos. Witam pielgrzymw z Polski. Pozdrawiam szczeglnie obecnych tu neoprezbiterw. Wdziczni Bogu za dar kapastwa, wiernie gocie Ewangeli, sprawujcie sakramenty i podejmujcie posug uwicania siebie i innych. Pojutrze, w uroczysto Najwitszego Serca Pana Jezusa bdziemy obchodzili dzie modlitw o wito kapanw. Wszystkich zachcam do gorcej modlitwy w tej intencji. Niech wam Bg bogosawi. [Do il benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Polonia. Saluto in modo particolare i neopresbiteri qui presenti. Grati a Dio per il dono del sacerdozio fedelmente proclamate il Vangelo, amministrate i sacramenti e assumete il ministero di santificazione di voi stessi e degli altri. Dopodomani, nella solennit del Sacratissimo Cuore di Ges celebreremo la giornata della preghiera per la santit dei sacerdoti. Invito tutti all'ardente preghiera secon-

do questa intenzione. Dio vi benedica.] D$nf ltktufw$ erhfycmrb d$qcmrjdjckejdw$d 50-uj v$yfhjlyjuj d$qcmrjdjuj gfkjvybwndf, oj d$lekjcm e v$cn$ Khl. Ytfq Vbh jbq lyf $ cgjdyz dfit bnnz e hbcnbzycmrjve cke$yy$ cdjq fnmr$doby$ $ vbhe e cd$n$. [Saluto la delegazione dei militari ucraini del 50 Pellegrinaggio Internazionale Militare, svoltosi nella citt di Lourdes. Che la pace di Dio vi unisca e riempia la vostra vita nel servizio cristiano alla Patria e alla pace nel mondo.]

Srden vtm a zdravm poutnky z esk republiky, zejmna z Hradce Krlov, Hovz, a vozke Petrkova z Prahy Rd vm vem ehnm! Chvla Kristu! [Un cordiale benvenuto e saluti ai pellegrini provenienti dalla Repubblica Ceca, in particolare da Hradec Krlov, Hovz e portatori di handicap (Comunit Petrkova), di Praga. Volentieri vi benedico tutti. Sia lodato Ges Cristo!] S lskou vtam iakov a pedaggov Zkladnej koly Antona Bernolka z Novch Zmkov.

Irineu Gassen vescovo di Vacaria


nato il 24 novembre 1942 a Santa Cruz do Sul. Il 2 febbraio 1966 ha emesso la professione solenne nell'ordine dei Frati minori, nella provincia So Francisco de Assis di Rio Grande do Sul. Ha compiuto gli studi di filosofia e di teologia, conseguendo anche la licenza in teologia spirituale, con specializzazione in spiritualit francescana, presso il Pontificio Ateneo Antoniano di Roma. Ordinato sacerdote il 27 luglio 1968, ha esercitato i seguenti incarichi: professore presso il seminario serafico di Taquaril; formatore della comunit per gli studenti di filosofia e teologia a Porto Alegre; direttore del seminario minore e vice-maestro del noviziato a Daltro Filho; rettore e guardiano del seminario Nossa Senhora Medianeira ad Agudo; parroco della parrocchia So Francisco a Porto Alegre; parroco della parrocchia di Daltro Filho e poi della parrocchia di Passo Fundo; ministro provinciale dell'ordine dei Frati minori della provincia di Rio Grande do Sul, con sede a Porto Alegre. Attualmente parroco della parrocchia So Joo Batista, nella diocesi di Caxias do Sul.

Il Papa destina due ambulanze alla Liberia e al Rwanda


Speranza, forza per andare avanti, conforto, benedizione: ecco che cosa sono venuti a cercare Rita e Giuseppe Poggi, genitori di Chiara, la ragazza di ventisei anni uccisa a Garlasco il 13 agosto di un anno fa. Sono venuti in udienza insieme con il figlio e il parroco don Giorgio Amiotti. Al Papa hanno donato una foto di Chiara in una cornice d'argento. Arriva dall'esercito ucraino un deciso passo in avanti nei rapporti tra cattolici e ortodossi. Un gruppo di sessanta militari ha compiuto un pellegrinaggio a Lourdes e ha poi voluto incontrare il Papa: a guidarli il vescovo greco-cattolico Mykhajlo Koltun, responsabile della cura pastorale delle forze armate. Con lui erano anche alcuni sacerdoti ortodossi. Collaboriamo in grande fraternit e questo pellegrinaggio insieme lo dimostra dice il vescovo. Un incoraggiamento all'unit tra i cristiani venuto da Lord George Carey, gi arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione anglicana, che ha espresso fiducia nel dialogo. sulla base comune del carisma focolarino dell'unit che dodici personalit ind hanno testimoniato al Papa la loro volont di dialogo con i cattolici in India. Spiegano i professori Sineayia, che ha voluto baciare l'anello del Papa, e Upadhyaiya: In questi giorni abbiamo partecipato a un simposio, che ha messo in evidenza i punti comuni nelle scritture sacre cristiane e ind. Siamo stati a Trento e Loppiano per ricordare Chiara Lubich, una donna che consideriamo sorella. Il Papa ha poi salutato Sa'id Ali Tashin, capo degli yezidi, un antico culto diffuso soprattutto intorno a Mossul in Iraq. Il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro, ha presentato e donato al Papa il primo volume della collana di studi sulla storia del Capitolo Vaticano. Infine i dirigenti della Volkswagen hanno donato due ambulanze che Benedetto XVI ha destinato, secondo le indicazioni della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, alla St. Mary's Clinic di Sammiquellie, nella diocesi liberiana di Gbarnga, e al Centro sanitario di Kibeho, nella diocesi rwandese di Gikongoro.

L'arcivescovo Celli ai media cattolici americani e canadesi

Inizio della missione del nunzio apostolico in Cile


Monsignor Giuseppe Pinto, arcivescovo titolare di Anglona, ha iniziato la sua missione di nunzio apostolico nella Repubblica del Cile. Sabato 1 marzo, il rappresentante pontificio arrivato all'aeroporto internazionale di Santiago, dove stato accolto dall'ambasciatore Mariano Fontecilla de Santiago y Concha, coordinatore per i rapporti con il corpo diplomatico al Congresso nazionale cileno, da Pedro Gonzlez Marn, direttore aggiunto del cerimoniale e del protocollo delle visite ufficiali e di Stato del ministero degli Affari Esteri, da Mourad Jammal, ambasciatore del Libano, dal cardinale Francisco Javier Errzuriz Ossa, arcivescovo di Santiago de Chile, da monsignor Alejandro Goi Karmeli, vescovo di Rancagua e presidente della Conferenza episcopale del Cile (CEC), da monsignor Gonzalo Duarte Garca de Cortzar, vescovo di Valparaso e vice presidente della CEC, e dai vescovi ausiliari della capitale, monsignor Cristian Contreras Villarroel, segretario generale della medesima Conferenza, e monsignor Andrs Arteaga Manieu. Mercoled 26 marzo, nel Palazzo de La Moneda, alla presenza di Alejandro Foxley, ministro degli Affari Esteri, si svolta la cerimonia di presentazione delle lettere credenziali alla signora Michelle Bachelet, presidente della Repubblica del Cile. Il capo dello Stato, ricordando con gratitudine l'udienza concessagli da Benedetto XVI nell'ottobre scorso, ha formulato gli auguri per il miglior esito della missione del nunzio apostolico, assicurando in pari tempo la piena collaborazione del suo governo nelle aree dell'educazione, della sanit e dell'assistenza sociale. Ricordando poi l'importanza della Chiesa cattolica in Cile, ha rinnovato la gratitudine della nazione per la mediazione della Santa Sede nella controversia per la zona australe che, grazie agli sforzi dei compianti cardinali Antonio Samor e Agostino Casaroli, sfoci prima negli Accordi di Montevideo del 1979 ed infine nel Trattato di pace e di amicizia fra la repubblica dell'Argentina e la repubblica del Cile, firmato nella Citt del Vaticano, il 29 novembre 1984. Da parte sua, il nunzio apostolico ha ringraziato della gentile accoglienza e ha trasmesso il saluto di Benedetto XVI alla presidente Bachelet e al popolo cileno, confermando la disponibilit della Santa Sede a proseguire l'ampia cooperazione gi esistente tra la Chiesa e lo Stato, nel rispetto delle competenze di ciascuno. In precedenza, aveva avuto luogo la consegna della copia delle lettere credenziali all'ambasciatore Fernando Ayala, direttore generale del cerimoniale e del protocollo al ministero degli Affari Esteri. Il 14 aprile, il nunzio apostolico, durante la sessione d'apertura dell'assemblea plenaria della Conferenza episcopale del Cile, ha trasmesso a monsignor Goi Karmeli, la lettera di presentazione del segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone. Il 4 maggio avvenuta la presentazione del nuovo nunzio apostolico alla comunit cattolica con una solenne liturgia eucaristica di ringraziamento nell'ampia cattedrale metropolitana della capitale, concelebrata dal cardinale Francisco Javier Errzuriz Ossa e da monsignor Artega Manieu. Durante l'omelia, il porporato ha avuto parole di amicizia e d'incoraggiamento per il rappresentante pontificio, richiamando i legami di fede, di stima, d'obbedienza e d'affetto che uniscono i cattolici cileni alla persona del Pontefice.

La tecnologia al servizio dell'annuncio della Parola


Il messaggio da proclamare sempre lo stesso ma il mondo in continua evoluzione richiede nuovi comunicatori. La sfida da raccogliere dunque quella di saper cogliere le opportunit che il progresso tecnologico mette a disposizione per raggiungere in modo pi efficace quanti hanno bisogno di riscoprire la presenza di Dio. questo il senso del discorso con il quale l'arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali ha inaugurato mercoled 28 maggio, a Toronto, in Canada, l'annuale convegno dei media cattolici di Stati Uniti e Canada. Il tema di riflessione proposto per il convegno di quest'anno tratto dal Vangelo di Matteo: Predicatelo sui tetti. Vi prendono parte circa quattrocento tra giornalisti, operatori della comunicazione, produttori di programmi radiofonici e televisivi per un confronto proprio sulle sfide poste all'annuncio del Vangelo nel mondo ipertecnologico di oggi. Resta il fatto che, come ha detto monsignor Celli nel suo intervento, proprio guardando alle possibilit che offre oggi la tecnologia sono pi che mai necessari l'impegno e la testimonianza degli operatori cattolici dei media per diffondere il messaggio antico ma sempre nuovo del Cristo in ogni angolo del mondo. Un messaggio, ha notato monsignor Celli, di cui l'uomo d'oggi ha estremamente necessit. Sono convinto ha aggiunto che nel cuore dell'uomo vi sia una profonda nostalgia di Dio. Se ne rende conto, l'uomo, nel momento in cui affronta la realt della sua solitudine, quando non pu non riflettere sul senso ultimo della sua stessa esistenza. Per sfuggire a questa riflessione molti si affannano nel cercare di tenersi occupati, ma il momento del confronto con se stessi viene sempre. A questo punto, ha concluso, necessario che essi trovino la testimonianza di chi ha vissuto e vive l'esperienza della fede.

CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA ` DI VITA APOSTOLICA E LE SOCIETA

` IL SERVIZIO DELLAUTORITA E LOBBEDIENZA


Faciem tuam, Domine, requiram

Istruzione

LIBRERIA EDITRICE VATICANA


` DEL VATICANO 2008 CITTA

Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana - 00120 Citta ` del Vaticano Tel. 06.6988.5003 - Fax 06.6988.4716

www.libreriaeditricevaticana.com

Il testo de ` e lobbedienza Il servizio dellautorita e ` stato inserito nel sito Internet del Vaticano www.vatican.va

INTRODUZIONE
Fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi (Sl 79,4) La vita consacrata testimone della ricerca di Dio 1. Faciem tuam, Domine, requiram : il tuo volto, Signore, io cerco (Sl 26,8). Pellegrino alla ricerca del senso della vita, avvolto nel grande mistero che lo circonda, luomo cerca di fatto, anche se spesso inconsciamente, il volto del Signore. Fammi conoscere Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri (Sl 24,4): nessuno potra ` mai togliere dal cuore della persona umana la ricerca di Colui del quale la Bibbia dice Egli e ` tutto (Sir 43,27) e delle vie per raggiungerlo. La vita consacrata, chiamata a rendere visibili nella Chiesa e nel mondo i tratti caratteristici di Gesu ` , vergine, povero ed obbediente,1 fiorisce sul terreno di questa ricerca del volto del Signore e della via che porta a Lui (cf. Gv 14,4-6). Una ricerca che conduce a sperimentare la pace en sua voluntate e ` nostra pace 2 e che costituisce la fatica dogni giorno, perche Dio e ` Dio, e non sempre le sue vie e i suoi pensieri sono le nostre vie e i nostri pensieri (cf. Is 55,8). La persona consacrata testimonia dunque limpegno, gioioso e insieme laborioso, della ricerca assidua della volonta ` divina, e per questo sceglie di utilizzare ogni mezzo disponibile che la aiuti a conoscerla e la sostenga nel darvi compimento. Qui trova il suo significato anche la comunita ` religiosa, comunione di persone consacrate che professano di cercare e compiere insieme la volonta ` di Dio: comunita ` di fratelli o sorelle con diversita ` di ruoli, ma
1 Cf. Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica post-sinodale Vita consecrata (25 marzo 1996), 1. 2 Dante Alighieri, La Divina Commedia, Paradiso, III, 85.

con lo stesso obiettivo e la medesima passione. Per questo, mentre tutti, nella comunita ` , sono chiamati a cercare cio ` che a Dio piace e ad obbedire a Lui, alcuni sono chiamati ad esercitare, in genere temporaneamente, il compito particolare di essere segno di unita ` e guida nella ricerca corale e nel compimento personale e comunitario della volonta ` ` questo il servizio dellautorita di Dio. E `. Un cammino di liberazione 2. La cultura delle societa ` occidentali, fortemente centrata sul soggetto, ha contribuito a diffondere il valore del rispetto per la dignita ` della persona umana, favorendone positivamente il libero sviluppo e l autonomia. Tale riconoscimento costituisce uno dei tratti piu ` significativi della modernita ` ed e ` un dato provvidenziale che richiede modalita ` nuove di concepire lautorita ` e di relazionarsi con essa. Senza dimenticare, daltra parte, che quando la liberta ` tende a trasformarsi in arbitrio e lautonomia della persona in indipendenza dal Creatore e dalla relazione con gli altri, allora ci si trova di fronte a forme di idolatria che non accrescono la liberta ` ma rendono schiavi. In questi casi, le persone credenti nel Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, nel Dio di Gesu ` Cristo, non possono non intraprendere un ` cammino di liberazione personale da ogni ombra di culto idolatrico. E un percorso che puo ` trovare una stimolante figura nellesperienza dellEsodo: cammino di liberazione che, dallomologazione ad un diffuso modo di pensare, conduce alla liberta ` delladesione al Signore, e che dallappiattimento su criteri valutativi unilaterali porta alla ricerca di itinerari che immettono nella comunione con il Dio vivo e vero. Il viaggio dellEsodo e ` guidato dalla nube, luminosa e oscura, dello Spirito di Dio, e, anche se talvolta sembra perdersi per strade senza senso, ha per destino lintimita ` beatificante del cuore di Dio: Ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me (Es 19,4). Un gruppo di schiavi viene liberato per diventare popolo santo, che conosce la gioia del libero servizio a Dio. Gli avvenimenti dellEsodo sono un paradigma che accompagna tutta la vicenda biblica e si pone 4

come anticipazione profetica della stessa vita terrena di Gesu ` , il quale a sua volta libera dalla schiavitu ` prov` attraverso lobbedienza alla volonta vida del Padre. Destinatari, intento e limiti del documento 3. La Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societa ` di vita apostolica, nel corso della sua ultima Plenaria, che ha avuto luogo nei giorni 28-30 settembre 2005, ha rivolto la sua attenzione al tema ` stato dellesercizio dellautorita ` e dellobbedienza nella vita consacrata. E riconosciuto che questo tema esige un particolare impegno di riflessione, soprattutto a motivo dei cambiamenti che si sono verificati allinterno degli Istituti e delle comunita ` negli ultimi anni, e anche alla luce di quanto hanno proposto i piu ` recenti documenti magisteriali sul rinnovamento della vita consacrata. La presente Istruzione, frutto di quanto e ` emerso nella citata Plenaria e nella successiva riflessione di questo Dicastero, e ` indirizzata ai membri degli Istituti di vita consacrata che praticano la vita fraterna in comunita ` , cioe ` a quanti appartengono, uomini e donne, agli Istituti religiosi, ai quali si avvicinano i membri delle Societa ` di vita apostolica. Tuttavia anche le altre persone consacrate, in relazione al loro genere di vita, possono trarne utili indicazioni. A tutti costoro, chiamati a testimoniare il primato di Dio attraverso la libera obbedienza alla sua santa volonta ` , questo documento intende offrire un aiuto e un incoraggia` al Signore. mento a vivere con gioia il loro s Nellaffrontare il tema di questa Istruzione, si e ` ben consapevoli che le sue implicazioni sono molte e che nel vasto mondo della vita consacrata esiste oggi non solo una grande varieta ` di progetti carismatici e di impegni missionari, ma anche una certa diversita ` di modelli di governo e di prassi dellobbedienza, diversita ` sovente influenzate dai vari contesti 3 culturali. Inoltre, dovrebbero essere tenute presenti le differenze che
` di vita Cf. Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societa ` (2 febbraio 1994), 5; Congregazione per i apostolica, Istruzione La vita fraterna in comunita Religiosi e gli Istituti Secolari, Istruzione Elementi essenziali dellinsegnamento della Chiesa sulla vita religiosa (31 maggio 1983), 21.
3

caratterizzano, anche sotto il profilo psicologico, le comunita ` femminili e le comunita ` maschili. E, ancora, andrebbero considerate le nuove problematiche che le numerose forme di collaborazione missionaria, in particolare con i laici, pongono allesercizio dellautorita ` . Anche il differente peso attribuito allautorita ` locale o allautorita ` centrale, nei diversi Istituti religiosi, determina modalita ` non uniformi di praticare autorita ` e obbedienza. Non va infine dimenticato che la tradizione della vita consacrata vede comunemente nella figura sinodale del Capitolo generale (o di riunioni analoghe) la suprema autorita ` dellIstituto,4 alla quale tutti i membri, a cominciare dai superiori, devono fare riferimento. A tutto cio ` si deve aggiungere la constatazione che in questi anni il modo di sentire e di vivere lautorita ` e lobbedienza e ` mutato sia nella Chiesa che nella societa ` . Cio `e ` dovuto, tra laltro: alla presa di coscienza del valore della singola persona, con la sua vocazione e i suoi doni intellettuali, affettivi e spirituali, con la sua liberta ` e capacita ` relazionale; alla 5 ` di comunione, con la valorizzazione degli strucentralita ` della spiritualita menti che aiutano a viverla; a un modo diverso e meno individualistico di concepire la missione, nella condivisione con tutti i membri del popolo di Dio, con le conseguenti forme di concreta collaborazione. Considerando, tuttavia, alcuni elementi del presente influsso cultu puo rale, va ricordato che il desiderio della realizzazione di se ` entrare a volte in conflitto con i progetti comunitari; la ricerca del benessere personale, sia spirituale che materiale, puo ` rendere difficoltosa la dedizione totale a servizio della missione comune; le visioni troppo soggettive del carisma e del servizio apostolico possono indebolire la collaborazione e la condivisione fraterna. Ma non e ` da escludere che in taluni ambienti prevalgano problemi opposti, determinati da una visione dei rapporti sbilanciata sul versante della collettivita ` e delleccessiva uniformita ` , con il rischio di mortificare ` un equilibrio non facile quello la crescita e la responsabilita ` dei singoli. E tra soggetto e comunita ` , e dunque anche tra autorita ` e obbedienza.
Cf. Codice di Diritto Canonico, can. 631, 1; cf. Vita consecrata, 42. Cf. Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica Novo millennio ineunte (6 gennaio 2001), 43-45; Vita consecrata, 46; 50.
5 4

Questa Istruzione non intende entrare nel merito di tutte le problematiche sollevate dai vari elementi e dalle diverse sensibilita ` appena ` richiamate. Queste rimangono, per cos dire, sullo sfondo delle riflessioni e delle indicazioni che vengono qui proposte. Lintento principale di questa Istruzione e ` quello di riaffermare che obbedienza e autorita `, seppure praticate in molti modi, hanno sempre una relazione peculiare con il Signore Gesu ` , Servo obbediente. Inoltre si propone di aiutare lautorita ` nel suo triplice servizio: alle singole persone chiamate a vivere la propria consacrazione (prima parte); a costruire comunita ` fraterne (seconda parte); a partecipare alla missione comune (terza parte). Le considerazioni e le indicazioni che seguono si pongono in continuita ` con quelle dei documenti che hanno accompagnato il cammino delle vita consacrata in questi anni non facili, soprattutto le Istruzioni ` 7 del 1994, Potissimum institutioni 6 del 1990, La vita fraterna in comunita lEsortazione apostolica postsinodale Vita consecrata 8 del 1996, e lIstruzione Ripartire da Cristo 9 del 2002.

6 ` di vita apoCongregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societa stolica, Istruzione Potissimum institutioni (2 febbraio 1990), in particolare i nn. 15, 24-25, 30-32. 7 In particolare i nn. 47-52. 8 In particolare i nn. 42-43, 91-92. 9 ` di vita apoCongregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societa stolica, Istruzione Ripartire da Cristo (19 maggio 2002), in particolare i nn. 7 e 14.

PRIMA PARTE

CONSACRAZIONE E RICERCA ` DI DIO DELLA VOLONTA


, liberati, possiamo servirlo in santita ` e giustizia Perche (cf. Lc 1,74-75) Chi stiamo cercando? 4. Ai primi discepoli che, forse ancora incerti e dubbiosi, si mettono `, il Signore chiede: Che cercate? al seguito di un nuovo Rabb (Gv 1,38). In questa domanda possiamo leggere altre radicali domande: che cosa cerca il tuo cuore? Per che cosa ti affanni? Stai cercando te stesso o stai cercando il Signore tuo Dio? Stai inseguendo i tuoi desideri o il desiderio di Colui che ha fatto il tuo cuore e lo vuole realizzare come Lui sa e conosce? Stai rincorrendo solo cose che passano o cerchi Colui che non passa? In questa terra della dissomiglianza, di che cosa dobbiamo occuparci, Signore Dio? Dal sorgere del sole al suo tramonto vedo uomini travolti dai vortici di questo mondo: alcuni cercano ricchezze, altri privilegi, altri ancora le soddisfazioni della popolarita ` , 10 osservava san Bernardo. Il tuo volto, Signore, io cerco (Sl 26,8) e ` la risposta della persona che ha compreso lunicita ` e linfinita grandezza del mistero di Dio e la sovranita ` della sua santa volonta ` ; ma e ` anche la risposta, sia pur implicita e confusa, di ogni creatura umana in cerca di verita ` e felicita ` . Quaerere Deum e ` stato da sempre il programma di ogni esistenza assetata di assoluto e di eterno. Molti tendono oggi a considerare mortificante qualunque forma di dipendenza; ma appartiene allo statuto stesso di
10

San Bernardo, De diversis, 42,3: PL 183,662B.

creatura lessere dipendente da un Altro e, in quanto essere in relazione, anche dagli altri. Il credente cerca il Dio vivo e vero, il Principio e il Fine di tutte le cose, il Dio non fatto a propria immagine e somiglianza, ma il Dio che ci ha fatto a sua immagine e somiglianza, il Dio che manifesta la sua volonta ` , che indica le vie per raggiungerlo: Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra (Sl 15,11). Cercare la volonta ` di Dio significa cercare una volonta ` amica, benevola, che vuole la nostra realizzazione, che desidera soprattutto la libera risposta damore al suo amore, per fare di noi strumenti dellamore ` in questa via amoris che sboccia il fiore dellascolto e dellobdivino. E bedienza. Lobbedienza come ascolto 5. Ascolta, figlio (Pr 1,8). Lobbedienza e ` prima di tutto atteggia` mento filiale. E quel particolare tipo dascolto che solo il figlio puo ` prestare al padre, perche illuminato dalla certezza che il padre ha solo cose buone da dire e da dare al figlio; un ascolto intriso di quella fiducia che rende il figlio accogliente della volonta ` del padre, sicuro che essa sara ` per il bene. Cio ` e ` immensamente piu ` vero nei riguardi di Dio. Noi, infatti, raggiungiamo la nostra pienezza solo nella misura in cui ci inseriamo nel disegno con cui Egli ci ha concepito con amore di Padre. Dunque lobbedienza e ` lunica via di cui dispone la persona umana, essere intelligente e libero, per realizzarsi pienamente. In effetti, quando dice no a Dio la persona umana compromette il progetto divino, sminuisce se stessa e si destina al fallimento. Lobbedienza a Dio e ` cammino di crescita e, percio `, di liberta ` della persona perche consente di accogliere un progetto o una volonta ` diversa dalla propria che non solo non mortifica o diminuisce, ma fonda la dignita ` umana. Al tempo stesso, anche la liberta ` e ` in se un cammino dobbedienza, perche e ` obbedendo da figlio al piano del Padre che il ` chiaro che una tale obbedienza credente realizza il suo essere libero. E 9

esige di riconoscersi come figli e di godere desser figli, perche solo un figlio e una figlia possono consegnarsi liberamente nelle mani del Padre, esattamente come il Figlio Gesu ` abbandonato al Padre. E se ` , che si e nella sua passione si e ` pure consegnato a Giuda, ai sommi sacerdoti, ai suoi flagellatori, alla folla ostile e ai suoi crocifissori, lo ha fatto solo perche era assolutamente certo che ogni cosa trovava un suo significato nella fedelta ` totale al disegno di salvezza voluto dal Padre, al quale come ricorda san Bernardo non fu la morte che piacque, ma la volonta ` di colui che spontaneamente moriva .11 Ascolta, Israele (Dt 6,4) 6. Figlio, per il Signore Iddio, e ` Israele, il popolo che Egli si e ` scelto, che ha generato, che ha fatto crescere tenendolo per mano, che ha sollevato alla sua guancia, cui ha insegnato a camminare (cf. Os 11, 1-4), cui come somma espressione di affetto ha rivolto in continuazione la sua Parola, anche se questo popolo non sempre lha ascoltata, o lha vissuta come un peso, come una legge . Tutto lAntico Testamento e ` un invito allascolto, e lascolto e ` in funzione dellalleanza nuova, quando, come dice il Signore, porro ` le mie leggi nella loro mente e le imprimero ` nei loro cuori; saro ` il loro Dio ed essi saranno il mio popolo (Eb 8,10; cf. Ger 31,33). Allascolto segue lobbedienza come risposta libera e liberante del nuovo Israele alla proposta del nuovo patto; lobbedienza e ` parte della nuova alleanza, anzi il suo distintivo caratteristico. Ne segue che essa puo ` essere compresa compiutamente solo allinterno della logica di amore, dintimita ` con Dio, di appartenenza definitiva a Lui che rende finalmente liberi. Lobbedienza alla Parola di Dio 7. La prima obbedienza della creatura e ` quella di venire allesistenza, in adempimento al fiat divino che la chiama ad essere. Tale obbedienza raggiunge piena espressione nella creatura libera di riconoscersi ed ac11

S. Bernardo, De errore Abelardi, 8, 21: PL 182,1070A.

10

` al proprio venire da Dio. cettarsi come dono del Creatore, di dire s ` essa compie il primo, vero atto di liberta Cos ` , che e ` anche il primo e fondamentale atto di autentica obbedienza. Lobbedienza propria della persona credente, poi, e ` ladesione alla Parola con la quale Dio rivela e comunica se stesso, e attraverso la quale rinnova ogni giorno la sua alleanza damore. Da quella Parola e ` scaturita la vita che ogni giorno continua ad essere trasmessa. Percio ` la persona credente cerca ogni mattina il contatto vivo e costante con la Parola che in quel giorno e ` proclamata, meditandola e custodendola nel cuore come un tesoro, facendone la radice dogni azione e il criterio primo dogni scelta. E alla fine della giornata si confronta con essa, lodando Dio come Simeone per aver visto il compiersi della Parola eterna dentro la piccola vicenda della propria quotidianita ` (cf. Lc 2,27-32), e affidando alla forza della Parola quanto e ` rimasto ancora incompiuto. La Parola, infatti, non lavora solo di giorno, ma sempre, come insegna il Signore nella parabola del seme (cf. Mc 4,26-27). Lamorosa frequentazione quotidiana della Parola educa a scoprire le vie della vita e le modalita ` attraverso le quali Dio vuole liberare i suoi figli; alimenta listinto spirituale per le cose che piacciono a Dio; trasmette il senso e il gusto della sua volonta ` ; dona la pace e la gioia di rimanergli fedeli, rendendo sensibili e pronti a tutte le espressioni dellobbedienza: al Vangelo (Rm 10,16; 2 Tes 1,8), alla fede (Rm 1,5; 16,26), alla verita ` (Gal 5,7; 1 Pt 1,22). Non si deve tuttavia dimenticare che lesperienza autentica di Dio resta sempre esperienza di alterita ` . Per quanto grande possa essere la somiglianza tra il Creatore e la creatura, sempre piu ` tra loro la ` grande e 12 ` dissomiglianza . I mistici, e tutti coloro che hanno gustato lintimita con Dio, ci ricordano che il contatto con il Mistero sovrano e ` sempre contatto con lAltro, con una volonta ` che talvolta e ` drammaticamente dissimile dalla nostra. Obbedire a Dio significa infatti entrare in un ordine altro di valori, cogliere un senso nuovo e differente della realta `, sperimentare una liberta ` impensata, giungere alle soglie del mistero: Perche i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non
Benedetto XVI, Lettera Enciclica Spe salvi (30 novembre 2007), 43; cf. Conc. Ecum. Lateranense IV, in DS 806.
12

11

sono le mie vie, oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre, i miei pensieri sovrastano i vostri (Is 55,8-9). Se puo ` incutere timore questo ingresso nel mondo di Dio, tale esperienza, sullesempio dei santi, puo ` mostrare che quanto per luomo ` autentica obbee ` impossibile e ` reso possibile da Dio; essa diviene cos dienza al Mistero di un Dio che e ` , nello stesso tempo, interior intimo 13 meo e radicalmente altro. ` , il Figlio obbediente al Padre Alla sequela di Gesu 8. In questo cammino non siamo soli: siamo guidati dallesempio di Cristo, lamato nel quale il Padre se ` compiaciuto (cf. Mt 3,17; 17,5), ma ` Lui che ispira anche Colui che ci ha liberati grazie alla sua obbedienza. E la nostra obbedienza, perche si compia anche attraverso di noi il disegno divino di salvezza. In Lui tutto e ` ascolto e accoglienza del Padre (cf. Gv 8,28-29), tutta la sua vita terrena e ` espressione e continuazione di cio ` che il Verbo fa dalleternita ` : lasciarsi amare dal Padre, accogliere in maniera incondizionata il suo amore, al punto di non far nulla da se stesso (cf. Gv 8,28), ma di compiere sempre cio ` che piace al Padre. La volonta ` del Padre e ` il cibo che sostiene Gesu ` nella sua opera (cf. Gv 4,34) e che frutta a Lui e a noi la sovrabbondanza della risurrezione, la gioia luminosa di entrare nel ` per cuore stesso di Dio, nella schiera beata dei suoi figli (cf. Gv 1,12). E questa obbedienza di Gesu ` che tutti sono costituiti giusti (Rm 5,19). Egli lha vissuta anche quando essa gli ha presentato un calice difficile da bere (cf. Mt 26,39.42; Lc 22,42), e se ` fatto obbediente fino ` questo laspetto drammaalla morte, e alla morte di croce (Fil 2,8). E tico dellobbedienza del Figlio, avvolta da un mistero che non potremo mai penetrare totalmente, ma che e ` per noi di grande rilevanza perche ci svela ancor piu ` la natura filiale dellobbedienza cristiana: solo il Figlio, che si sente amato dal Padre e lo riama con tutto se stesso, puo ` giungere a questo tipo di obbedienza radicale.
13

Piu ` interno del mio stesso intimo : SantAgostino, Confessioni, III, 6, 11.

12

Il cristiano, come Cristo, si definisce come essere obbediente. Lindiscutibile primato dellamore nella vita cristiana non puo ` far dimenticare che tale amore ha acquistato un volto e un nome in Cristo Gesu ` ed e ` diventato Obbedienza. Lobbedienza, dunque, non e ` umiliazione ma verita ` sulla quale si costruisce e si realizza la pienezza delluomo. Percio ` ` ardentemente compiere la volonta il credente desidera cos ` del Padre da farne la sua aspirazione suprema. Come Gesu ` , egli vuol vivere di questa volonta ` . Ad imitazione di Cristo e imparando da lui, con gesto di suprema liberta ` e di fiducia incondizionata, la persona consacrata ha posto la sua volonta ` nelle mani del Padre per rendergli un sacrificio perfetto e gradito (cf. Rm 12,1). Ma prima ancora di essere il modello di ogni obbedienza, Cristo e ` Colui al quale va ogni vera obbedienza cristiana. Infatti e ` il mettere in pratica le sue parole che rende effettivo il discepolato (cf. Mt 7,24) ed e ` losservanza dei suoi comandamenti che rende concreto lamore a Lui e attira lamore del Padre (cf. Gv 14,21). Egli e ` al centro della comunita ` religiosa come Colui che serve (cf. Lc 22,27), ma anche come Colui al quale si confessa la propria fede ( Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me : Gv 14,1) e si dona la propria obbedienza, perche solo in essa si attua una sequela sicura e perseverante: In realta ` e ` lo stesso Signore risorto, nuovamente presente tra i fratelli e le sorelle riuniti nel suo nome, che addita il cammino da percorrere .14 Obbedienti a Dio attraverso mediazioni umane 9. Dio manifesta la sua volonta ` attraverso la mozione interiore dello Spirito, che guida alla verita ` tutta intera (cf. Gv 16,13), e attraverso molteplici mediazioni esteriori. In effetti, la storia della salvezza e ` una storia di mediazioni che rendono in qualche modo visibile il mistero di grazia che Dio compie nellintimo dei cuori. Anche nella vita di Gesu ` si possono riconoscere non poche mediazioni umane, attraverso le quali Egli ha avvertito, ha interpretato e ha accolto la volonta ` del Padre, come
14 Benedetto XVI, Lettera al Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le ` di Vita Apostolica in occasione della Plenaria, 27 settembre 2005, in Insegnamenti di Benedetto Societa XVI, 2005, I, Citta ` del Vaticano, 588.

13

ragione di essere e come cibo permanente della sua vita e della sua missione. Le mediazioni che comunicano esteriormente la volonta ` di Dio vanno riconosciute nelle vicende della vita e nelle esigenze proprie della vocazione specifica; ma si esprimono anche nelle leggi che regolano la vita associata e nelle disposizioni di coloro che sono chiamati a guidarla. Nel contesto ecclesiale, leggi e disposizioni, legittimamente date, consentono di riconoscere la volonta ` di Dio, divenendo attuazione concreta e ordinata delle esigenze evangeliche, a partire dalle quali vanno formulate e percepite. Le persone consacrate, inoltre, sono chiamate alla sequela di Cristo obbediente dentro un progetto evangelico, o carismatico, suscitato dallo Spirito e autenticato dalla Chiesa. Essa, approvando un progetto carismatico quale e ` un Istituto religioso, garantisce che le ispirazioni che lo animano e le norme che lo reggono possono dar luogo ad un itinerario di ricerca di Dio e di santita ` . Anche la Regola e le altre indicazioni di vita diventano quindi mediazione della volonta ` del Signore: mediazione umana ma pur sempre autorevole, imperfetta ma assieme vincolante, punto di avvio da cui partire ogni giorno, e anche da superare in uno slancio generoso e creativo verso quella santita ` che Dio vuole per ogni consacrato. In questo cammino lautorita `e ` investita del compito pastorale di guidare e di decidere. ` evidente che tutto cio E ` sara ` vissuto coerentemente e fruttuosamente solo se rimangono vivi il desiderio di conoscere e fare la volonta ` di Dio, ma anche la consapevolezza della propria fragilita ` , come pure laccettazione della validita ` delle mediazioni specifiche, anche quando non si cogliessero appieno le ragioni che esse presentano. Le intuizioni spirituali dei fondatori e delle fondatrici, soprattutto di coloro che hanno maggiormente segnato il cammino della vita religiosa lungo i secoli, hanno sempre dato grande risalto allobbedienza. San Benedetto gia ` allinizio della sua Regola si indirizza al monaco dicendogli: A te (...) si rivolge ora la mia parola; a te che, rinunciando alle tue proprie volonta ` per militare per Cristo Signore, vero re, prendi su di te le fortissime e gloriose armi dellobbedienza .15
San Benedetto, Regola, Prologo, 3. Cf. anche SantAgostino, Regola, 7; San Francesco dAssisi, Regola non bollata, I, 1; Regola bollata, I, 1; cf. Vita consecrata, 46.
15

14

Si deve poi ricordare che il rapporto autorita ` -obbedienza si colloca nel contesto piu ` ampio del mistero della Chiesa e costituisce una particolare attuazione della sua funzione mediatrice. A riguardo il Codice di Diritto Canonico raccomanda ai superiori di esercitare in spirito di servizio la potesta ` che hanno ricevuto da Dio, mediante il ministero 16 della Chiesa . Imparare lobbedienza nel quotidiano 10. Alla persona consacrata, pertanto, puo ` avvenire di imparare lobbedienza anche a partire dalla sofferenza, ovvero da alcune situazioni particolari e difficili: quando, ad esempio, viene domandato di lasciare certi progetti e idee personali, di rinunciare alla pretesa di gestire da soli la vita e la missione; o tutte le volte in cui cio ` che viene richiesto (o chi lo richiede) appare umanamente poco convincente. Chi si trova in tali situazioni non dimentichi, allora, che la mediazione e ` per natura sua limitata e inferiore a cio ` a cui rimanda, tanto piu ` se si tratta della mediazione umana nei confronti della volonta ` divina; ma ricordi pure, ogniqualvolta si trova di fronte ad un comando legittimamente dato, che il Signore chiede di obbedire allautorita ` che in quel momento lo rap17 ` presenta e che anche Cristo imparo ` lobbedienza dalle cose che pat (Eb 5,8). ` opportuno ricordare, a questo proposito, le parole di Paolo VI: E Dovete dunque sperimentare qualcosa del peso che attirava il Signore verso la sua croce, questo battesimo con cui doveva essere battezzato, ove si sarebbe acceso quel fuoco che infiamma anche voi (cf. Lc 12, 4950); qualcosa di quella follia che San Paolo desidera per tutti noi, perche solo essa ci rende sapienti (cf. 1 Cor 3,18-19). La croce sia per voi, come e ` stata per il Cristo, la prova dellamore piu ` grande. Non esiste forse un rapporto misterioso tra la rinuncia e la gioia, tra il sacrificio e la dilatazione del cuore, tra la disciplina e la liberta ` spirituale? .18
Codice di Diritto Canonico, can. 618. Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Decreto sul rinnovamento della vita religiosa Perfectae caritatis, 14. Cf. Codice di Diritto Canonico, can. 601. 18 Paolo VI, Esortazione Apostolica Evangelica testificatio (29 giugno 1971), 29.
17 16

15

` proprio in questi casi sofferti che la persona consacrata impara ad E obbedire al Signore (cf. Sl 118,71), ad ascoltarlo e ad aderire solo a Lui, nellattesa, paziente e piena di speranza, della sua Parola rivelatrice (cf. Sl 118,81), nella disponibilita ` piena e generosa a compiere la sua volonta ` e non la propria (cf. Lc 22,42). Nella luce e nella forza dello Spirito 11. Si aderisce dunque al Signore quando si scorge la sua presenza nelle mediazioni umane, specie nella Regola, nei superiori, nella comunita ` ,19 nei segni dei tempi, nelle attese della gente, soprattutto dei poveri; quando si ha il coraggio di gettare le reti in forza della sua parola (cf. Lc 5,5) e non di motivazioni solo umane; quando si sceglie di obbedire ` anche agli uomini, ma, in ogni caso, per Dio e non non solo a Dio bens per gli uomini. Scrive SantIgnazio di Loyola nelle sue Costituzioni: La vera obbedienza non guarda a chi si fa, ma per chi si fa; e se si fa soltanto per il nostro Creatore e Signore, e ` proprio a Lui, Signore di tutti, che si obbedisce . 20 Se nei momenti difficili chi e ` chiamato ad obbedire chiedera ` con insistenza al Padre lo Spirito (cf. Lc 11,13), Egli lo donera ` e lo Spirito dara ` luce e forza per essere obbedienti, fara ` conoscere la verita ` e la verita ` rendera ` liberi (cf. Gv 8,32). Gesu `, e ` stato condotto dallazione dello ` stesso, nella sua umanita Spirito Santo: concepito nel grembo della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, allinizio della sua missione, nel battesimo, riceve lo Spirito che discende su di Lui e lo guida; risorto, effonde lo Spirito sui suoi discepoli perche entrino nella sua stessa missione, annunciando la salvezza e il perdono da Lui meritato. Lo Spirito che ha unto Gesu ` lo ` e stesso Spirito che puo ` rendere la nostra liberta ` simile a quella di Cristo, perfettamente conforme alla volonta ` di Dio.21

Cf. Evangelica testificatio, 25. ` , 84. SantIgnazio di Loyola, Costituzioni della Compagnia di Gesu 21 Cf. Benedetto XVI, Esortazione Apostolica post-sinodale Sacramentum caritatis (22 febbraio 2007), 12.
20

19

16

` indispensabile, dunque, che ciascuno si renda disponibile allo E Spirito, a cominciare dai superiori che proprio dallo Spirito ricevono ` di Dio ,23 sotto la sua guida la devono lautorita ` 22 e, docili alla volonta esercitare. ` al servizio dellobbedienza alla volonta ` di Dio Autorita 12. Nella vita consacrata ognuno deve cercare con sincerita ` la volonta ` del Padre, perche diversamente sarebbe la ragione stessa della sua scelta di vita a venire meno; ma e ` ugualmente importante portare avanti insieme ai fratelli o alle sorelle tale ricerca, perche e ` proprio essa che unisce, rende famiglia unita a Cristo. Lautorita `e ` al servizio di questa ricerca, perche avvenga nella sincerita ` e nella verita ` . Nellomelia di inizio del ministero petrino, Benedetto XVI ha affermato significativamente: Il mio vero programma di governo e ` quello non di fare la mia volonta ` , di perseguire le mie idee, ma di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa, della parola e della volonta ` del Signore e lasciarmi guidare da Lui, cosicche sia egli stesso a guidare la Chiesa in questa ora della nostra storia .24 Daltro lato si deve riconoscere che il compito di essere guida agli altri non e ` facile, specie quando il senso dellautonomia personale e ` eccessivo o conflittuale e ` competitivo nei confronti degli altri. E necessario percio `, da parte di tutti, acuire lo sguardo di fede nei confronti di questo compito, che deve ispirarsi allatteggiamento di Gesu ` servo che lava i piedi dei suoi apostoli affinche abbiano parte alla sua vita e al suo amore (cf. Gv 13,1-17). Si esige una grande coerenza da parte di chi guida gli Istituti, le province (o altre circoscrizioni dellIstituto), le comunita ` . La persona chiamata ad esercitare lautorita ` deve sapere che potra ` farlo solo se essa per prima intraprende quel pellegrinaggio che conduce a cercare con intensita ` e rettitudine la volonta ` di Dio. Vale per essa il consiglio che
22 Cf. Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari e Congregazione per i Vescovi, Note direttive sulle relazioni tra i Vescovi e i Religiosi nella Chiesa Mutuae relationes (14 maggio 1978), 13. 23 Perfectae caritatis, 14. 24 Benedetto XVI, Omelia nella Santa Messa per linizio del ministero (24 aprile 2005), in AAS 97 (2005), p. 709.

17

santIgnazio di Antiochia rivolgeva ad un suo confratello vescovo: Nulla si faccia senza il tuo consenso, ma tu non fare nulla senza il consenso di Dio .25 Lautorita ` deve agire in modo che i fratelli o le sorelle possano percepire che essa, quando comanda, lo fa unicamente per obbedire a Dio. La venerazione per la volonta ` di Dio mantiene lautorita ` in uno stato ` che il suo agire sia il piu di umile ricerca, per far s ` possibile conforme a quella santa volonta ` . SantAgostino ricorda che colui che obbedisce compie sempre la volonta ` di Dio, non perche il comando dellautorita ` sia necessariamente conforme alla volonta ` divina, ma perche e ` volonta ` ` , per parte sua, di Dio che si obbedisca a chi presiede.26 Ma lautorita deve ricercare assiduamente, con laiuto della preghiera, della riflessione e del consiglio altrui, cio ` che veramente Dio vuole. In caso contrario il superiore o la superiora, invece di rappresentare Dio, rischiano di mettersi temerariamente al suo posto. Nellintento di fare la volonta ` di Dio, autorita ` e obbedienza non sono dunque due realta ` distinte o addirittura contrapposte, ma due dimensioni della stessa realta ` evangelica, dello stesso mistero cristiano, due modi complementari di partecipare alla stessa oblazione di Cristo. Autorita ` e obbedienza si trovano personificate in Gesu ` : per questo devono essere intese in relazione diretta con Lui e in configurazione reale a Lui. La vita consacrata intende semplicemente vivere la Sua Autorita ` e la Sua Obbedienza. ` nel servizio dellautorita ` Alcune priorita `` ` spirituale.27 13. a) Nella vita consacrata lautorita e prima di tutto unautorita Essa sa di essere chiamata a servire un ideale che la supera immensamente, un ideale al quale e ` possibile avvicinarsi soltanto in un clima di preghiera e di umile ricerca, che permetta di cogliere lazione dello stesso Spirito nel cuore dogni fratello o sorella. Unautorita `e ` spirituale quando si pone al servizio di cio ` che lo Spirito vuole realizzare
25 26 27

Santignazio dantiochia, Lettera a Policarpo 4, 1. Cf. SantAgostino, Enarrationes in Psalmos 70. I. 2: PL 36,875. ` , 50. Cf. La vita fraterna in comunita

18

attraverso i doni che Egli distribuisce ad ogni membro della fraternita `, dentro il progetto carismatico dellIstituto. Per essere in grado di promuovere la vita spirituale, lautorita ` dovra ` prima coltivarla in se stessa, attraverso una familiarita ` orante e quotidiana con la Parola di Dio, con la Regola e le altre norme di vita, in atteggiamento di disponibilita ` allascolto degli altri e dei segni dei tempi. Il servizio dautorita ` esige una presenza costante, capace di animare e di proporre, di ricordare le ragioni dessere della vita consacrata, di aiutare le persone a corrispondere con una fedelta ` sempre rinnovata 28 alla chiamata dello Spirito . `` ` il tempo e la qualita ` b) Lautorita e chiamata a garantire alla sua comunita della preghiera, vegliando sulla fedelta ` quotidiana ad essa, nella consapevolezza che a Dio si va con i passi, piccoli ma costanti, di ogni giorno e dognuno, e che le persone consacrate possono essere utili agli altri nella misura in cui sono unite a Dio. Inoltre e ` chiamata a vigilare perche , a partire dalla sua persona, non venga meno il contatto quotidiano con la Parola che ha il potere di edificare (At 20,32) le singole persone e la comunita ` e di indicare le vie della missione. Memore del comando del Signore fate questo in memoria di me (Lc 22,19), procurera ` che il santo mistero del Corpo e del sangue di Cristo sia celebrato e venerato come fonte e culmine 29 della comunione con Dio e tra i fratelli e le sorelle. Celebrando e adorando il dono dellEucaristia in fedele obbedienza al Signore, la comunita ` religiosa vi attinge ispirazione e forza per la sua dedizione totale a Dio, per essere segno del suo amore gratuito verso lumanita ` e rimando efficace ai beni futuri.30 `` ` della persona, prestando c) Lautorita e chiamata a promuovere la dignita attenzione ad ogni membro della comunita ` e al suo cammino di crescita, facendo dono ad ognuno della propria stima e della propria considerazione positiva, nutrendo verso tutti sincero affetto, custodendo con riservatezza le confidenze ricevute.
Benedetto XVI, Discorso ai superiori generali, 22 maggio 2006, in Insegnamenti di Benedetto XVI, II, 1, Citta ` del Vaticano, 659; cf. Ripartire da Cristo, 24-26. 29 Cf. Conc. ecum. Vaticano II, Costituzione Lumen gentium, 11; Ripartire da Cristo, 26. 30 Cf. Sacramentum caritatis 8.37.81.
28

19

` opportuno ricordare che prima di invocare lobbedienza (necesE ` bene, inoltre, fare un uso saria) va praticata la carita ` (indispensabile). E appropriato della parola comunione, che non puo ` e non deve essere intesa come una sorta di delega dellautorita ` alla comunita ` (con linvito implicito a che ciascuno faccia cio ` che vuole), ma neppure come una piu `o meno velata imposizione del proprio punto di vista (ciascuno faccia cio ` che io voglio). ` ` `. d) Lautorita e chiamata ad infondere coraggio e speranza nelle difficolta Come Paolo e Barnaba incoraggiavano i loro discepoli insegnando che e ` necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel Regno ` lautorita di Dio (At 14,22), cos ` deve aiutare ad accogliere le difficolta ` del momento presente ricordando che esse fanno parte delle sofferenze di cui e ` spesso disseminata la strada che conduce al Regno. Di fronte ad alcune situazioni difficili della vita consacrata, per esempio dove la sua presenza sembra indebolirsi e persino venir meno, chi guida la comunita ` ricordera ` il perenne valore di questo genere di vita, perche , oggi come ieri e come sempre, nulla e ` piu ` importante, bello e vero dello spendere la propria vita per il Signore e per i piu ` piccoli dei suoi figli. La guida comunitaria e ` come il buon pastore che dedica la sua vita per le pecore, anche perche nei momenti critici non si tira indietro, ma e ` presente, partecipa alle preoccupazioni e alle difficolta ` delle persone affidate alle sue cure, lasciandosi coinvolgere in prima persona; e, come il buon samaritano, sara ` pronta a curare le eventuali ferite. Riconosce inoltre umilmente i propri limiti e il bisogno dellaiuto degli altri, sapendo far tesoro anche dei propri insuccessi e delle proprie sconfitte. `` e) Lautorita e chiamata a tener vivo il carisma della propria famiglia religiosa. Lesercizio dellautorita ` comporta anche il mettersi al servizio del carisma proprio dellIstituto di appartenenza, custodendolo con cura e rendendolo attuale nella comunita ` locale o nella provincia o nellintero Istituto, secondo i progetti e gli orientamenti offerti, in particolare, dai ` esige nellautorita ` unadeCapitoli generali (o riunioni analoghe).31 Cio
31

Cf. Vita consecrata, 42.

20

guata conoscenza del carisma dellIstituto, assumendolo anzitutto nella propria esperienza personale, per poi interpretarlo in funzione della vita fraterna comunitaria e del suo inserimento nel contesto ecclesiale e sociale. ` ` f) Lautorita e chiamata a tener vivo il sentire cum Ecclesia. Compito dellautorita ` e ` anche di aiutare a mantenere vivo il senso della fede e della comunione ecclesiale, in mezzo ad un popolo che riconosce e loda le meraviglie di Dio, testimoniando la gioia di appartenere a Lui nella grande famiglia della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. La sequela del Signore non puo ` essere impresa di navigatori solitari, ma e ` attuata nella comune barca di Pietro, che resiste nelle tempeste; e alla buona navigazione la persona consacrata dara ` il contributo di una fedelta ` 32 laboriosa e gioiosa. Lautorita ` dovra ` dunque ricordare che la nostra obbedienza e ` un credere con la Chiesa, un pensare e parlare con la Chiesa, un servire con essa. Rientra in questo sempre anche cio ` che Gesu ` ha predetto a Pietro: Sarai portato dove non volevi. Questo farsi guidare dove non vogliamo e ` una dimensione essenziale del nostro servire, ed e ` proprio cio ` che ci rende liberi .33 Il sentire cum Ecclesia, che brilla nei fondatori e fondatrici, implica unautentica spiritualita ` di comunione, cioe ` un rapporto effettivo ed affettivo con i Pastori, prima di tutto con il Papa, centro dellunita ` della 34 Chiesa : a lui ogni persona consacrata deve piena e fiduciosa obbedienza, anche in forza dello stesso voto.35 La comunione ecclesiale domanda, inoltre, unadesione fedele al magistero del Papa e dei Vescovi, come testimonianza concreta dellamore alla Chiesa e della passione per la sua unita ` .36 `` g) Lautorita e chiamata ad accompagnare il cammino di formazione permanente. Compito da considerare oggi sempre piu ` importante, da parte dellautorita `, e ` quello di accompagnare lungo il cammino della vita le
Cf. Mutuae Relationes, 34-35. Benedetto XVI, Omelia della Messa crismale (20 marzo 2008), in LOsservatore Romano, 20-21 marzo 2008, p. 8. 34 Ripartire da Cristo, 32. 35 Cf. Codice di Diritto Canonico, can. 590, 2. 36 Cf. VC 46.
33 32

21

persone ad essa affidate. Questo compito essa adempie non solo offrendo il suo aiuto per risolvere eventuali problemi o superare possibili crisi, ma anche avendo attenzione alla crescita normale dognuno in ogni fase e stagione dellesistenza, affinche sia garantita quella giovinezza dello spirito che permane nel tempo 37 e che rende la persona consacrata sempre piu ` conforme ai sentimenti che furono in Cristo Gesu ` (Fil 2,5). Sara ` dunque responsabilita ` dellautorita ` tener alto in ognuno il livello della disponibilita ` formativa, della capacita ` di imparare dalla vita, della liberta ` di lasciarsi formare ciascuno dallaltro e di sentirsi ognuno responsabile del cammino di crescita dellaltro. Tutto cio ` sara ` favorito dallutilizzo degli strumenti di crescita comunitaria trasmessi dalla tradizione e oggi sempre piu ` raccomandati da chi ha sicura esperienza nel campo della formazione spirituale: condivisione della Parola, progetto personale e comunitario, discernimento comunitario, revisione di vita, correzione fraterna.38 ` alla luce della normativa ecclesiale Il servizio dellautorita 14. Nei paragrafi precedenti e ` stato descritto il servizio dellautorita ` nella vita consacrata in riferimento alla ricerca della volonta ` del Padre e ne sono state indicate alcune priorita `. Affinche tali priorita ` non siano intese come puramente facoltative, pare opportuno riprendere i caratteri peculiari dellesercizio dellautorita ` 39 secondo il Codice di Diritto Canonico. In esso vengono tradotte in norme i tratti evangelici della potesta ` esercitata dai superiori religiosi ai vari livelli. a) Obbedienza del superiore. Movendo dalla caratteristica natura di munus dellautorita ` ecclesiale, il Codice ricorda al superiore religioso che egli e ` innanzitutto chiamato ad essere il primo obbediente. In forza dellufficio assunto, egli deve obbedienza alla legge di Dio, dal quale viene la
37 38 39

Vita consecrata, 70. ` , 32. Cf. La vita fraterna in comunita Cf. Codice di Diritto Canonico, cann. 617-619.

22

sua autorita ` e al quale dovra ` rendere conto in coscienza, alla legge della Chiesa e al Romano Pontefice, al diritto proprio dellIstituto. b) Spirito di servizio. Dopo aver riaffermato lorigine carismatica e la mediazione ecclesiale dellautorita ` religiosa, si ribadisce che, come ogni autorita ` nella Chiesa, anche lautorita ` del superiore religioso deve caratterizzarsi per lo spirito di servizio, sullesempio di Cristo che non e ` venuto per essere servito, ma per servire (Mc 10,45). In particolare, di tale spirito di servizio vengono indicati alcuni ` che i superiori, nelladempimento aspetti, la cui fedele osservanza fara ` s del proprio incarico, siano riconosciuti come docili alla volonta ` di 40 Dio . Ogni superiore pertanto e ` chiamato a far rivivere visibilmente, fratello tra fratelli o sorella tra sorelle, lamore con cui Dio ama i suoi figli, evitando, da un lato, ogni atteggiamento di dominio e, dallaltro, ogni forma di paternalismo o maternalismo. ` dei fratelli, Tutto cio ` e ` reso possibile dalla fiducia nella responsabilita suscitando la loro volontaria obbedienza nel rispetto della persona umana ,41 e attraverso il dialogo, tenendo presente che ladesione deve avvenire in spirito di fede e di amore, per seguire Cristo obbediente 42 e non per altre motivazioni. c) Sollecitudine pastorale. Il Codice indica quale fine primario dellesercizio della potesta ` religiosa quello di costruire in Cristo una comunita ` 43 fraterna nella quale si ricerchi Dio e lo si ami sopra ogni cosa . Pertanto nella comunita ` religiosa lautorita ` e ` essenzialmente pastorale, in quanto per sua natura e ` tutta in funzione della costruzione della vita fraterna in comunita ` , secondo lidentita ` ecclesiale propria della vita 44 consacrata.
Codice di Diritto Canonico, can. 618. Codice di Diritto Canonico, can. 618. 42 Codice di Diritto Canonico, can. 601. 43 Codice di Diritto Canonico, can. 619. 44 Infatti la comunita ` religiosa e ` protesa a conseguire e manifestare il primato dellamore di Dio, che e ` il fine stesso della vita consacrata, e dunque anche il suo primo dovere e il primo apostolato dei singoli membri della comunita `. Cf. Codice di Diritto Canonico, cann. 573; 607; 663, 1; 673.
41 40

23

I mezzi precipui che il superiore deve utilizzare per conseguire tale fine primario non possono che essere basati sulla fede: essi sono, in particolare, lascolto della Parola di Dio e la celebrazione della Liturgia. Vengono infine segnalati alcuni ambiti di particolare sollecitudine da parte dei superiori nei confronti dei fratelli o delle sorelle: provvedano in modo conveniente a quanto loro personalmente occorre; visitino gli ammalati procurando loro con sollecitudine le cure necessarie, riprendano gli irrequieti, confortino i timidi, siano pazienti con tutti .45 ` dei figli di Dio In missione con la liberta 15. La missione si rivolge oggi, non raramente, a persone preoccupate della propria autonomia, gelose della propria liberta ` , timorose di perdere la propria indipendenza. La persona consacrata, con la sua stessa esistenza, presenta la possibilita ` di una via diversa per la realizzazione della propria vita: una via dove Dio e ` la meta, la sua Parola e ` luce e la sua volonta `e ` guida, dove si procede sereni perche certi dessere sorretti dalle mani di un Padre accogliente e provvidente, dove si e ` accompagnati da fratelli e sorelle, sospinti dallo stesso Spirito, il quale vuole e sa come appagare i desideri seminati dal Padre nel cuore di ciascuno. ` questa la prima missione della persona consacrata: essa deve E testimoniare la liberta ` dei figli di Dio, una liberta ` modellata su quella di Cristo, uomo libero di servire Dio e i fratelli; deve inoltre dire con il proprio essere che quel Dio che ha plasmato la creatura umana dal fango (cf. Gen 2,7.22) e lha intessuta nel seno di sua madre (cf. Sl 138,13), puo ` plasmare la sua vita modellandola su quella di Cristo, uomo nuovo e perfettamente libero.

45

Codice di Diritto Canonico, can. 619.

24

SECONDA PARTE

` E OBBEDIENZA AUTORITA NELLA VITA FRATERNA


` il vostro maestro e voi siete tutti fratelli Uno solo e (Mt 23,8) Il comandamento nuovo 16. A tutti coloro che cercano Dio, accanto al comandamento amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta lanima e con tutta la mente , viene dato il secondo comandamento simile al primo : amerai il prossimo tuo come te stesso (Mt 22,37-39). Anzi, aggiunge il Signore Gesu dalla ` : Amatevi come io vi ho amati , poiche qualita ` del vostro amore riconosceranno che siete miei discepoli (Gv 13,34-35). La costruzione di comunita ` fraterne costituisce uno degli impegni fondamentali della vita consacrata, a cui i membri della comunita ` sono chiamati a dedicarsi mossi dallo stesso amore che il Signore ha riversato nei loro cuori. La vita fraterna in comunita ` , infatti, e ` un elemento costitutivo della vita religiosa, segno eloquente degli effetti umanizzanti della presenza del Regno di Dio. Se e ` vero che non si danno comunita ` significative senza amore fraterno, e ` altrettanto vero che una corretta visione dellobbedienza e dellautorita ` puo ` offrire un valido aiuto per vivere nella quotidianita ` il comandamento dellamore, specie quando si tratta di affrontare problemi riguardanti il rapporto tra persona e comunita `. ` a servizio della comunita ` , la comunita ` a servizio del Regno Lautorita 17. Tutti coloro che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio (Rm 8,14): noi siamo dunque sorelle e fratelli nella misura in 25

cui Dio e ` il Padre che guida con il suo Spirito la comunita ` di sorelle e fratelli, configurandoli al Figlio suo. In questo disegno sinserisce la funzione dellautorita ` . I superiori e le superiore, in unione con le persone loro affidate, sono chiamati a edificare in Cristo una comunita ` fraterna, nella quale si ricerchi Dio e lo si ami sopra ogni cosa, per realizzare il suo progetto redentivo.46 Lautorita ` e ` , dunque, al servizio della comunita ` , come il Signore Gesu ` i ` che lavo piedi ai suoi discepoli, perche , a sua volta, la comunita ` sia a servizio del Regno (cf. Gv 13,1-17). Esercitare lautorita ` in mezzo ai fratelli significa servirli sullesempio di Colui che ha dato la sua vita in riscatto per molti (Mc 10,45), perche anchessi diano la vita. Soltanto se il superiore, da parte sua, vive nellobbedienza a Cristo e in sincera osservanza della Regola, i membri della comunita ` possono comprendere che la loro obbedienza al superiore non solo non e ` contraria alla liberta ` dei figli di Dio, ma la fa maturare nella conformita `a Cristo, obbediente al Padre.47 ` Docili allo Spirito che conduce allunita 18. Una medesima chiamata di Dio ha radunato insieme i membri di una comunita ` o di un Istituto (cf. Col 3,15); ununica volonta ` di cercare Dio continua a guidarli. La vita di comunita `e ` in modo particolare il segno, di fronte alla Chiesa e alla societa ` , del legame che viene dalla medesima chiamata e dalla volonta ` comune di obbedire ad essa, al di la ` di ogni diversita ` di razza e di origine, di lingua e di cultura. Contro lo spirito di discordia e di divisione, autorita ` e obbedienza risplendono come un segno di quellunica paternita ` che viene da Dio, della fraternita ` nata dallo Spirito, della liberta ` interiore di chi si fida di Dio, nonostante i limiti umani di quanti lo rappresentano .48 Lo Spirito rende ciascuno disponibile per il Regno, pur nella differenza di doni e di ruoli (cf. 1 Cor 12,11). Lobbedienza alla sua azione unifica la comunita ` nella testimonianza della sua presenza, rende gioiosi
46 47 48

Cf. Codice di Diritto Canonico, cann. 619; 602; 618. Cf. Perfectae caritatis, 14. Vita consecrata, 92.

26

i passi di tutti (cf. Sl 36,23) e diviene il fondamento della vita fraterna, nella quale tutti obbediscono pur con diversi compiti. La ricerca della volonta ` di Dio e la disponibilita ` a compierla e ` il cemento spirituale che salva il gruppo dalla frammentazione che potrebbe derivare dalle molte soggettivita ` quando sono prive di un principio di unita `. ` di comunione e per una santita ` comunitaria Per una spiritualita 19. Una rinnovata concezione antropologica, in questi ultimi anni, ha messo molto piu ` in evidenza limportanza della dimensione relazionale dellessere umano. Tale concezione trova ampie conferme nellimmagine di persona umana che emerge dalle Scritture, e, senza dubbio, ha influito anche sul modo di concepire la relazione allinterno della comunita ` religiosa, rendendola piu ` attenta al valore dellapertura allaltroda-se , alla fecondita ` del rapporto con la diversita ` e allarricchimento che ne deriva ad ognuno. Tale antropologia relazionale ha pure esercitato un influsso almeno ` di comunione, e ha indiretto, come abbiamo gia ` ricordato, sulla spiritualita contribuito a rinnovare il concetto di missione, intesa come impegno condiviso con tutti i membri del popolo di Dio, in uno spirito di ` di comunione si prospetta collaborazione e corresponsabilita ` . La spiritualita come il clima spirituale della Chiesa allinizio del terzo millennio e dunque come compito attivo ed esemplare della vita consacrata a tutti ` la strada maestra di un futuro di vita credente e di testimoi livelli. E nianza cristiana. Essa trova il suo irrinunciabile riferimento nel mistero eucaristico, sempre piu ` riconosciuto come centrale, proprio perche lEucaristia e ` costitutiva dellessere e dellagire della Chiesa e si mostra alla radice della Chiesa come mistero di comunione .49 La santita ` e la missione passano per la comunita ` , poiche il Signore 50 risorto si fa presente in essa e attraverso di essa, rendendola santa e santificando le relazioni. Non ha forse Gesu ` promesso di esser presente dove due o tre sono riuniti nel suo nome (cf. Mt 18,20)? Il fratello e la sorella diventano in tal modo sacramento di Cristo e dellincontro con
49 50

Sacramentum caritatis, 15. Cf. Vita consecrata, 42.

27

Dio, possibilita ` concreta di poter vivere il comandamento dellamore ` percorso che tutta la reciproco. Il cammino di santita ` diventa cos comunita ` compie insieme; non solo cammino del singolo, ma sempre piu ` esperienza comunitaria: nellaccoglienza reciproca; nella condivisione dei doni, soprattutto del dono dellamore, del perdono e della correzione fraterna; nella comune ricerca della volonta ` del Signore, ricco di grazia e di misericordia; nella disponibilita ` a farsi carico ognuno del cammino dellaltro. Nel clima culturale di oggi la santita ` comunitaria e ` testimonianza convincente, forse piu ` ancora di quella del singolo: essa manifesta il perenne valore dellunita ` , dono lasciatoci dal Signore Gesu ` si fa ` . Cio evidente, in particolare, nelle comunita ` internazionali e interculturali che richiedono alti livelli di accoglienza e di dialogo. ` per la crescita della fraternita ` Il ruolo dellautorita 20. La crescita della fraternita `e ` frutto di una carita ` ordinata. Percio ` e ` necessario che il diritto proprio sia il piu ` possibile esatto nello stabilire le rispettive competenze della comunita ` , dei diversi Consigli, dei responsabili settoriali e del superiore. La poca chiarezza in questo settore e ` fonte di confusione e di conflittualita ` . Anche i progetti comunitari, che possono aiutare la partecipazione alla vita comunitaria e alla sua missione nei diversi contesti, dovrebbero avere la preoccupazione di ben definire il ruolo e la competenza dellautorita ` , sempre nel 51 rispetto delle Costituzioni . Entro questo quadro, lautorita ` promuove la crescita della vita fraterna attraverso il servizio dellascolto e del dialogo, la creazione di un clima favorevole alla condivisione e alla corresponsabilita ` , la partecipazione di tutti alle cose di tutti, il servizio equilibrato al singolo e alla comunita ` , il discernimento, la promozione dellobbedienza fraterna.

51

` , 51. La vita fraterna in comunita

28

a) Il servizio dellascolto Lesercizio dellautorita ` comporta che essa ascolti volentieri le persone che il Signore le ha affidato.52 San Benedetto insiste: Labate convochi tutta la comunita ` ; a consiglio siano chiamati tutti , perche spesso e ` proprio al piu ` giovane che il Signore rivela la soluzione mi53 gliore . Lascolto e ` uno dei ministeri principali del superiore, per il quale egli dovrebbe essere sempre disponibile, soprattutto con chi si sente isolato e bisognoso dattenzione. Ascoltare, infatti, significa accogliere incondizionatamente laltro, dargli spazio nel proprio cuore. Per questo lascolto trasmette affetto e comprensione, dice che laltro e ` apprezzato e la sua presenza e il suo parere sono tenuti in considerazione. Chi presiede deve ricordare che chi non sa ascoltare il fratello o la sorella non sa ascoltare neppure Dio, che un ascolto attento permette di coordinare meglio le energie e i doni che lo Spirito ha dato alla comunita ` , e anche di tener presenti, nelle decisioni, i limiti e le difficolta ` di qualche membro. Il tempo impiegato nellascolto non e ` mai tempo sprecato, e lascolto spesso puo ` prevenire crisi e momenti difficili a livello sia individuale che comunitario. b) La creazione di un clima favorevole al dialogo, alla condivisione e alla ` corresponsabilita Lautorita ` si dovra ` preoccupare di creare un ambiente di fiducia, promovendo il riconoscimento delle capacita ` e delle sensibilita ` dei singoli. Inoltre alimentera ` , con le parole e con i fatti, la convinzione che la fraternita ` esige partecipazione e quindi informazione. Accanto allascolto, avra ` stima del dialogo sincero e libero per condividere i sentimenti, le prospettive e i progetti: in questo clima ognuno potra ` veder riconosciuta la propria identita ` e migliorare le proprie capacita ` relazionali. Non avra ` timore di riconoscere e accettare quei problemi che possono facilmente sorgere dal cercare insieme, dal decidere insieme, dal lavorare insieme, dallintraprendere insieme le vie migliori
52 53

Cf. Perfectae caritatis, 14. San Benedetto, Regola 3, 1.3.

29

per attuare una feconda collaborazione; al contrario, cerchera ` le cause degli eventuali disagi e incomprensioni, sapendo proporre rimedi, il piu ` possibile condivisi. Si impegnera ` , inoltre, a far superare qualsiasi forma di infantilismo e a scoraggiare qualunque tentativo di evitare responsabilita ` o di eludere impegni gravosi, di chiudersi nel proprio mondo e nei propri interessi o di lavorare in maniera solitaria. c) La sollecitazione dellapporto di tutti alle cose di tutti Chi presiede ha la responsabilita ` della decisione finale,54 ma deve ` valorizzando il piu giungervi non da solo o da sola, bens ` possibile lapporto libero di tutti i fratelli o di tutte le sorelle. La comunita `e ` tale quale la rendono i suoi membri: dunque sara ` fondamentale stimolare e motivare il contributo di tutte le persone, perche ognuna senta il dovere di dare il proprio apporto di carita ` , competenza e creativita ` . Tutte le risorse umane vanno infatti potenziate e fatte convergere nel progetto comunitario, motivandole e rispettandole. Non basta metter in comune i beni materiali, ma ancor piu ` significativa e ` la comunione dei beni e delle capacita ` personali, di doti e talenti, di intuizioni e ispirazioni, e piu fondamentale ancora e da promuovere e ` ` la condivisione dei beni spirituali, dellascolto della Parola di Dio, della fede: il vincolo di fraternita ` e ` tanto piu ` forte quanto piu ` centrale e 55 vitale e ` cio ` che si mette in comune . Non tutti, probabilmente, saranno subito ben disposti per questo tipo di condivisione: di fronte ad eventuali resistenze, lungi dal rinunciare al progetto, lautorita ` cerchera ` di bilanciare sapientemente la sollecitazione alla comunione dinamica e intraprendente con larte di pazientare, senza pretendere di vedere frutti immediati dei propri sforzi. E riconoscera ` che Dio e ` lunico Signore che puo ` toccare e cambiare i cuori delle persone.

54 55

` , 50c; Ripartire da Cristo, 14. Cf. Vita consecrata, 43; La vita fraterna in comunita ` , 32. La vita fraterna in comunita

30

` d) Al servizio del singolo e della comunita Nellaffidare i diversi incarichi, lautorita ` dovra ` tener conto della personalita ` dogni fratello o sorella, delle sue difficolta ` e predisposizioni, per dar modo a ciascuno, nel rispetto della liberta ` di tutti, desprimere i propri doni; al tempo stesso dovra ` necessariamente considerare il bene della comunita ` e il servizio allopera ad essa eventualmente affidata. Non sempre tale composizione di finalita ` sara ` di facile attuazione. Diventera ` allora indispensabile lequilibrio dellautorita ` , che si manifesta sia nella capacita ` di cogliere la positivita ` di ognuno e di utilizzare al meglio le forze disponibili, sia in quella rettitudine di intenzione che la renda interiormente libera, non troppo preoccupata di piacere e compiacere, e chiara nellindicare il significato vero della missione per la persona consacrata, che non puo ` ridursi alla valorizzazione delle doti di ognuno. Sara ` pero ` altrettanto indispensabile che la persona consacrata accetti con spirito di fede, e dalle mani del Padre, lincarico affidato, anche quando non e ` conforme ai suoi desideri e alle sue aspettative, o al suo modo dintendere la volonta ` di Dio. Pur potendo esprimere le proprie difficolta ` (anzi, manifestandole con schiettezza come contributo alla verita ` ), obbedire in tali casi significa rimettersi alla decisione finale dellautorita ` , con la convinzione che tale obbedienza e ` un apporto prezioso, ancorche sofferto, alledificazione del Regno. e) Il discernimento comunitario Nella fraternita ` , animata dallo Spirito, ciascuno intrattiene con laltro un prezioso dialogo per scoprire la volonta ` del Padre e tutti riconoscono in chi presiede lespressione della paternita ` di Dio e lesercizio dellautorita ` ricevuta da Dio al servizio del discernimento e della 56 comunione . Alcune volte, quando il diritto proprio lo prevede o quando lo richiede la rilevanza della decisione da prendere, la ricerca di una risposta adeguata e ` affidata al discernimento comunitario, nel quale si tratta di ascoltare cio ` che lo Spirito dice alla comunita ` (cf. Ap 2,7).
56

Vita consecrata, 92.

31

Se il discernimento vero e proprio e ` riservato alle decisioni piu ` importanti, lo spirito del discernimento dovrebbe caratterizzare ogni processo decisionale che coinvolga la comunita ` . Non dovrebbe mai mancare allora, prima dogni decisione, un tempo di preghiera e di riflessione individuale, assieme ad una serie di atteggiamenti importanti per scegliere insieme cio ` che e ` giusto e a Dio gradito. Ecco alcuni di questi atteggiamenti: la determinazione a cercare niente altro che la volonta ` divina, lasciandosi ispirare dal modo di agire di Dio manifestato nella Sante Scritture e nella storia del carisma dellIstituto, e avendo la consapevolezza che la logica evangelica e ` spesso capovolta di fronte a quella umana che cerca il successo, lefficienza, il riconoscimento; la disponibilita ` a riconoscere in ogni fratello o sorella la capacita ` di cogliere la verita ` , anche se parziale, e percio ` ad accoglierne il parere come mediazione per scoprire assieme il volere di Dio, fino al punto di saper riconoscere le idee altrui come migliori delle proprie; lattenzione ai segni dei tempi, alle attese della gente, alle esigenze dei poveri, alle urgenze dellevangelizzazione, alle priorita ` della Chiesa universale e particolare, alle indicazioni dei Capitoli e dei superiori maggiori; la liberta ` da pregiudizi, da attaccamenti eccessivi alle proprie idee, da schemi percettivi rigidi o distorti, da schieramenti che esasperano la diversita ` di vedute; il coraggio di motivare le proprie idee e posizioni, ma anche di aprirsi a prospettive nuove e di modificare il proprio punto di vista; il fermo proposito di mantenere lunita ` in ogni caso, qualunque sia la decisione finale. Il discernimento comunitario non sostituisce la natura e la funzione dellautorita ` , alla quale spetta la decisione finale; tuttavia lautorita ` non puo ` ignorare che la comunita ` e ` il luogo privilegiato per riconoscere e accogliere la volonta ` di Dio. In ogni caso, il discernimento e ` momento tra i piu ` consacrata, ove risaltano con particolare ` alti della fraternita chiarezza la centralita ` di Dio quale fine ultimo della ricerca di tutti, 32

come pure la responsabilita ` e lapporto di ognuno nel cammino di tutti verso la verita `. ` e obbedienza f) Discernimento, autorita Lautorita ` sara ` paziente nel delicato processo del discernimento, che cerchera ` di garantire nelle sue fasi e sostenere nei passaggi piu ` critici, e sara ` ferma nel richiedere lapplicazione di quanto deciso. Sara ` attenta a non abdicare alle proprie responsabilita ` , magari per amore del quieto vivere o per paura di urtare la suscettibilita ` di qualcuno. Sentira ` la responsabilita ` di non essere latitante in situazioni in cui occorre prendere decisioni chiare e, talvolta, sgradite.57 Lamore vero verso la comunita `e ` proprio cio ` che rende lautorita ` capace di conciliare fermezza e pazienza, ascolto di ognuno e coraggio di prender decisioni, superando la tentazione di essere sorda e muta. Si deve osservare, infine, che una comunita ` non puo ` essere in stato di discernimento continuo. Dopo il tempo del discernimento ce ` il tempo dellobbedienza, cioe ` dellesecuzione della decisione: entrambi sono tempi in cui e ` necessario vivere con spirito obbediente. g) Lobbedienza fraterna San Benedetto, verso la fine della sua Regola, afferma: La virtu ` dellobbedienza non deve essere solo esercitata nei confronti dellabate, ma bisogna anche che i fratelli si obbediscano tra di loro, nella piena consapevolezza che e ` proprio per questa via dellobbedienza che an58 dranno a Dio . Essi si prevengano dunque nello stimarsi a vicenda: sopportino con instancabile pazienza le loro infermita ` fisiche e morali; facciano a gara nellobbedirsi a vicenda; nessuno cerchi il proprio vantaggio, ma quello degli altri .59 E San Basilio Magno si chiede: In che modo bisogna obbedire gli uni agli altri? . E risponde: Come dei servi ai loro padroni, secondo quanto ci ha ordinato il Signore: Chi vuol essere grande tra di voi, sia ultimo di tutti e servo di tutti (cf. Mc 10,
57 58 59

Cf. Vita consecrata, 43. San Benedetto, Regola 71, 1-2. San Benedetto, Regola, 72, 4-7.

33

44); Egli aggiunge poi queste parole ancora piu ` impressionanti: Come il Figlio delluomo non e ` venuto per essere servito, ma per servire (Mc 10, 45); e secondo quanto dice lApostolo: Per mezzo dellamore dello Spirito, siate servi gli uni degli altri (Gal 5, 13) .60 La vera fraternita ` si fonda sul riconoscimento della dignita ` del fratello o della sorella, e si attua nellattenzione allaltro e alle sue necessita `, nella capacita ` di gioire per i suoi doni e le sue realizzazioni, nel mettere a sua disposizione il proprio tempo per ascoltare e lasciarsi illuminare. Ma cio ` esige dessere interiormente liberi. Non e ` certamente libero chi e ` convinto che le sue idee e le sue soluzioni siano sempre le migliori; chi ritiene di poter decidere da solo senza alcuna mediazione per conoscere la volonta ` divina; chi si pensa sempre nel giusto e non ha dubbi che siano gli altri a dover cambiare; chi pensa solo alle sue cose e non volge nessuna attenzione alle necessita ` degli altri; chi pensa che obbedire sia cosa daltri tempi, improponibile in un mondo piu ` evoluto. Libera, invece, e ` quella persona che vive costantemente protesa e attenta a cogliere in ogni situazione della vita, e soprattutto in ogni persona che gli vive accanto, una mediazione della volonta ` del Signore, per quanto misteriosa. Per questo Cristo ci ha liberati, perche restassimo liberi (Gal 5,1). Ci ha liberati perche possiamo incontrare Dio lungo le innumerevoli vie dellesistenza dogni giorno. ` vostro schiavo (Mt 20,27) Il primo tra voi, si fara 21. Anche se oggi lassunzione delle responsabilita ` proprie dellautorita ` puo ` apparire un fardello particolarmente gravoso, e richiede lumilta ` del farsi servo e serva degli altri, tuttavia e ` sempre bene ricordare le severe parole che il Signore Gesu ` rivolge a coloro che sono tentati di rivestire di prestigio mondano la loro autorita ` : Colui che vorra ` essere il primo tra di voi, si fara ` vostro schiavo, appunto come il Figlio delluomo che non e ` venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti (Mt 20,27-28). Chi cerca nel proprio ufficio un mezzo per emergere o per affermarsi, per farsi servire o per asservire, si pone palesemente al di fuori del
60

` brevi, 115: PG 31, 1161. San Basilio, Le Regole piu

34

modello evangelico dellautorita ` . Meritano allora attenzione le parole che San Bernardo rivolgeva a un suo discepolo divenuto successore di Pietro: Considera se hai fatto progressi sulla via della virtu ` , della saggezza, dellintelligenza, della bonta ` . Sei piu ` arrogante o piu ` umile? Piu ` benevolo o piu ` altezzoso? Piu ` indulgente o piu ` intransigente? Che cosa hai sviluppato in te: il timore di Dio o una pericolosa sfrontatezza? .61 Lobbedienza, anche nelle migliori condizioni, non e ` facile; ma e ` agevolata quando la persona consacrata vede lautorita ` mettersi al servizio umile e operoso della fraternita ` e della missione: unautorita ` che, pur con tutti i limiti umani, cerca di ripresentare nel suo agire atteggiamenti e sentimenti del Buon Pastore. Prego colei che avra ` lufficio delle sorelle, affermava nel suo testamento Santa Chiara dAssisi che si studi di presiedere alle altre per virtu le sue sorelle, ` e santi costumi, piu ` che per lufficio, affinche provocate dal suo esempio, le obbediscano, non tanto per lufficio, ma piuttosto per amore .62 La vita fraterna come missione 22. Le persone consacrate, guidate dallautorita ` , sono chiamate a confrontarsi spesso con il comandamento nuovo, il comandamento che rinnova tutte le cose: Amatevi come io vi ho amato (Gv 15,12). Amarsi come il Signore ha amato significa andare oltre il merito personale dei fratelli e delle sorelle, significa obbedire non ai propri desideri ma a Dio che parla attraverso la condizione e le necessita ` dei fratelli e ` necessario ricordare che il tempo dedicato a migliorare la delle sorelle. E qualita ` della vita fraterna non e ` tempo sprecato, poiche , come ha ripetutamente sottolineato il compianto Papa Giovanni Paolo II, tutta la fecondita ` della vita religiosa dipende dalla qualita ` della vita fraterna .63

San Bernardo, De consideratione, II, XI, 20: PL 182,754D. Santa Chiara dAssisi, Testamento, 61-62. 63 Giovanni Paolo II alla Plenaria della Congregazione per la Vita Consacrata e le Societa ` `, di Vita Apostolica (20 novembre 1992), in AAS 85 (1993), 905; cf. La vita fraterna in comunita 54; 71.
62

61

35

La tensione a realizzare comunita ` fraterne non e ` soltanto preparazione alla missione, ma parte integrante di essa, dal momento che la comunione fraterna, in quanto tale, e ` gia ` apostolato .64 Essere in missione come comunita ` che costruiscono quotidianamente la fraternita `, nella continua ricerca della volonta ` di Dio, significa affermare che, seguendo il Signore Gesu ` possibile realizzare in un modo nuovo e `, e umanizzante la convivenza umana.

64

` , 54. La vita fraterna in comunita

36

TERZA PARTE

IN MISSIONE
Come il Padre ha mandato me, anchio mando voi (Gv 20,21) ` , il Signore In missione con tutto il proprio essere, come Gesu 23. Il Signore Gesu ` ci fa comprendere, con la sua stessa forma di vita, che missione e obbedienza si appartengono reciprocamente. Nei Vangeli Gesu ` si presenta sempre come il mandato dal Padre a fare la sua volonta ` (cf. Gv 5,36-38; 6,38-40; 7,16-18); Egli compie sempre le cose che sono gradite al Padre. Si puo ` dire che tutta la vita di Gesu ` missione `e del Padre. Egli ` e la missione del Padre. Come il Verbo e ` venuto in missione incarnandosi in una umanita ` ` che si e ` lasciata totalmente assumere, cos noi collaboriamo alla missione di Cristo e gli permettiamo di portarla a pieno compimento soprattutto accogliendo Lui, rendendoci spazio della sua presenza e, quindi, continuazione della sua vita nella storia, per dare agli altri la possibilita ` di incontrarlo. Considerando che Cristo, nella sua vita e nella sua opera, e ` stato ` (cf. 2 Cor 1,20) perfetto detto al Padre, e che dire lamen (cf. Ap 3,14), il s ` significa semplicemente obbedire, e s ` impossibile pensare alla missione se non in relazione allobbedienza. Vivere la missione implica sempre lessere mandati, e cio ` comporta il riferimento sia a colui che invia sia al contenuto della missione da svolgere. Per questo senza riferimento allobbedienza lo stesso termine missione diventa difficilmente comprensibile e si espone al rischio di essere ridotto a qualcosa che fa riferimento solo a se stessi. Vi e ` sempre il pericolo di ridurre la missione ad una professione da compiere in vista della propria realizzazione e, dunque, da gestire piu ` o meno in proprio. 37

In missione per servire 24. Nei suoi Esercizi spirituali SantIgnazio di Loyola scrive che il Signore chiama tutti e dice: Chi vuol venire con me deve lavorare con me, perche seguendomi nella fatica e nella sofferenza, mi segua anche nella gloria .65 La missione deve misurarsi, oggi come ieri, con notevoli difficolta ` , che possono essere affrontate solo con la grazia che viene dal Signore, nella consapevolezza, umile e forte, di essere inviati da Lui e di poter, proprio per questo, contare sul suo aiuto. Grazie allobbedienza si ha la certezza di servire il Signore, di essere servi e serve del Signore , nel proprio agire e nel proprio soffrire. Tale certezza e ` fonte di impegno incondizionato, di fedelta ` tenace, di serenita ` interiore, di servizio disinteressato, di dedizione delle migliori energie. Chi obbedisce ha la garanzia di essere davvero in missione, alla sequela del Signore e non alla rincorsa dei propri desideri o delle proprie aspet`e tative. E cos ` possibile sapersi condotti dallo Spirito del Signore e sostenuti, anche in mezzo a grandi difficolta ` , dalla sua mano sicura (cf. 66 At 20,22) . Si e ` in missione quando, lungi dallinseguire la propria affermazione, si e ` in primo luogo condotti dal desiderio di compiere ladorabile volonta ` di Dio. Tale desiderio e ` lanima dellorazione ( Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volonta ` ) e la forza dellapostolo. La missione richiede limpegno di tutte le doti e di tutti i talenti umani, i quali concorrono alla salvezza quando sono immessi nel fiume della volonta ` di Dio, che porta le cose che passano nelloceano delle realta ` eterne, dove Dio, sconfinata felicita ` , sara ` tutto in tutti (cf. 1 Cor 15,28). ` e missione Autorita 25. Tutto cio ` implica che si riconosca allautorita ` un compito importante nei confronti della missione, nella fedelta ` al proprio carisma. Compito non semplice, ne esente da difficolta ` ed equivoci. In passato il rischio poteva venire da unautorita ` orientata prevalentemente verso la
65 66

SantIgnazio di Loyola, Esercizi spirituali, 95,4-5. Vita consecrata, 92.

38

gestione delle opere, con il pericolo di trascurare le persone; oggi, invece, il rischio puo ` venire dal timore eccessivo, da parte dellautorita `, di urtare le suscettibilita ` personali, o da una frammentazione di competenze e responsabilita ` che indebolisce la convergenza verso lobiettivo comune e vanifica lo stesso ruolo dellautorita `. Questa, tuttavia non e ` responsabile soltanto dellanimazione della comunita ` , ma ha pure una funzione di coordinamento delle varie competenze in ordine alla missione, nel rispetto dei ruoli e secondo le norme interne dellIstituto. Se lautorita ` non puo ` (e non deve) fare tutto, e ` pero ` 67 responsabile ultima del tutto. Molteplici sono le sfide che il momento presente pone allautorita ` di fronte al compito di coordinare le energie in vista della missione. Anche qui si elencano alcuni compiti ritenuti importanti nel servizio dellautorita `. Essa: ` e le rispetta quando assunte a) Incoraggia ad assumere le responsabilita ` Ad alcuni le responsabilita ` possono suscitare un senso di timore. E quindi necessario che lautorita ` trasmetta ai propri collaboratori la fortezza cristiana e il coraggio nellaffrontare le difficolta ` , superando paure e atteggiamenti rinunciatari. Sara ` sua premura il condividere non solo le informazioni ma anche le responsabilita ` , impegnandosi poi a rispettare ciascuno nella propria giusta autonomia. Cio ` comporta da parte dellautorita ` un paziente lavoro di coordinamento e, da parte della persona consacrata, la sincera disponibilita ` a collaborare. Lautorita ` deve esserci quando occorre, per favorire nei membri della comunita ` il senso dellinterdipendenza, lontana tanto dalla dipendenza infantile quanto dallindipendenza autosufficiente. Tutto cio ` e ` frutto di quella liberta ` interiore che consente ad ognuno di lavorare e collaborare, di sostituire ed essere sostituito, di essere protagonista e di dare il proprio apporto anche stando nelle retrovie. Chi esercita il servizio dellautorita ` si guardera ` dal cedere alla tentazione dellautosufficienza personale, dal credere cioe ` che tutto dipenda ` importante e utile favorire la parteda lui o da lei, e che non sia cos
67

Cf. Vita consecrata, 43.

39

cipazione corale comunitaria, poiche e ` meglio fare un passo assieme che due (o anche piu ` ) da soli. ` in spirito di comunione b) Invita ad affrontare le diversita I rapidi cambi culturali in corso non solo provocano trasformazioni strutturali che hanno riflessi sulle attivita ` e sulla missione, ma possono dar luogo a tensioni allinterno delle comunita ` , dove diversi tipi di formazione culturale o spirituale orientano a dare letture diverse dei segni dei tempi e quindi a proporre progetti differenti, non sempre conciliabili. Tali situazioni possono essere piu ` frequenti oggi rispetto al passato, poiche cresce il numero delle comunita ` costituite da persone che provengono da diverse etnie o culture e si accentuano le differenze generazionali. Lautorita `e ` chiamata a servire con spirito di comunione anche queste comunita ` composite, aiutandole ad offrire, in un mondo segnato da molte divisioni, la testimonianza che e ` possibile vivere assieme ed amarsi anche se diversi. Dovra ` allora tener fermi alcuni principi teorico-pratici: ricordare che, nello spirito del vangelo, il conflitto di idee non diviene mai conflitto di persone; richiamare che la pluralita ` di prospettive favorisce lapprofondimento delle questioni; ` che il libero scambio di idee chiarisca favorire la comunicazione, cos le posizioni e faccia emergere il contributo positivo di ciascuno; aiutare a liberarsi dallegocentrismo e dalletnocentrismo, che tendono a riversare sugli altri le cause dei mali, per arrivare ad una mutua comprensione; rendere consapevoli che lideale non e ` quello di avere una comunita ` senza conflitti, ma una comunita ` che accetta di affrontare le proprie tensioni per risolverle positivamente, cercando soluzioni che non ignorino nessuno dei valori a cui e ` necessario fare riferimento. c) Mantiene lequilibrio tra le varie dimensioni della vita consacrata Queste, infatti, possono entrare in tensione tra di loro. Lautorita ` deve vegliare perche lunita ` di vita sia salva e di fatto venga rispettato il 40

piu ` possibile lequilibrio tra tempo dedicato alla preghiera e tempo dedicato al lavoro, tra individuo e comunita ` , tra impegno e riposo, tra attenzione alla vita comune e attenzione al mondo e alla Chiesa, tra formazione personale e formazione comunitaria.68 Uno degli equilibri piu ` quello tra comunita ` e missione, tra ` delicati e 69 vita ad intra e vita ad extra . Dato che normalmente lurgenza delle cose da fare puo ` indurre a trascurare le cose che riguardano la comunita `, e che sempre piu ` oggi chiamati a operare come singoli, e ` ` spesso si e opportuno che siano rispettate alcune regole irrinunciabili, che garantiscano al tempo stesso uno spirito di fraternita ` nella comunita ` apostolica e una sensibilita ` apostolica nella vita fraterna. Sara ` importante che lautorita ` sia garante di queste regole e ricordi a tutti e ad ognuno che quando una persona della comunita `e ` in missione, o compie un qualsiasi servizio apostolico, anche se opera da sola agisce ` ; anzi, opera grazie alla comunita `. sempre in nome dellIstituto o della comunita Spesso, infatti, se essa puo ` svolgere quella determinata attivita `e ` perche qualcuno della comunita ` ha dato il suo tempo per lei, o lha consigliata, o le ha trasmesso un certo spirito; spesso, inoltre, chi rimane in comunita ` sostituisce in certi lavori di casa la persona impegnata fuori, o prega per lei, o la sostiene con la propria fedelta `. E allora e ` doveroso non solo che lapostolo ne sia profondamente grato, ` in tutto quello che fa; che ma resti strettamente unito alla propria comunita non se ne appropri e si sforzi ad ogni costo di camminare insieme, aspettando, se necessario, chi procede piu ` lentamente, valorizzando lapporto dognuno, condividendo il piu ` possibile gioie e fatiche, intuizioni e incertezze, perche tutti sentano come proprio lapostolato dogni altro, senza invidie e gelosie. Lapostolo sia certo che, per quanto donera ` di se alla comunita ` , non pareggera ` mai il conto con quello che da essa ha ricevuto e sta ricevendo.

68 69

` , 50. Cf. La vita fraterna in comunita ` , 59. Cf. La vita fraterna in comunita

41

d) Ha un cuore misericordioso San Francesco dAssisi, in una commovente lettera ad un ministro/ superiore, dava le seguenti istruzioni circa eventuali debolezze personali dei suoi frati: E in questo voglio conoscere se tu ami il Signore e ami me servo suo e tuo, se farai questo, e cioe ` : che non ci sia mai alcun frate al mondo, che abbia peccato quanto poteva peccare, il quale, dopo aver visto i tuoi occhi, se ne torni via senza il tuo perdono misericordioso, se egli lo chiede; e se non chiedesse misericordia, chiedi tu a lui se vuole misericordia. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo piu ` di me per questo: che tu possa attirarlo al Signore; e abbi sempre misericordia di tali fratelli .70 Lautorita `e ` chiamata a sviluppare una pedagogia del perdono e della misericordia, ad essere cioe ` strumento dellamore di Dio che accoglie, corregge e rilancia sempre una nuova possibilita ` per il fratello o la sorella che sbagliano e cadono in peccato. Soprattutto dovra ` ricordare che senza la speranza del perdono la persona stenta a riprendere il suo cammino e tende inevitabilmente ad aggiungere male a male e cadute a cadute. La prospettiva della misericordia, invece, afferma che Dio e ` 71 capace di trarre un percorso di bene anche dalle situazioni di peccato. Si adoperi, dunque, lautorita ` perche tutta la comunita ` apprenda questo stile misericordioso. e) Ha il senso della giustizia Se linvito di san Francesco dAssisi a perdonare il fratello che pecca puo ` essere considerato una preziosa regola generale, si deve riconoscere che ci possono essere dei comportamenti, nei membri di alcune fraternita ` di consacrati, che ledono gravemente il prossimo e che implicano una responsabilita ` nei confronti di persone esterne alla comunita ` e nei confronti della stessa istituzione cui appartengono. Se occorre comprensione verso le colpe dei singoli, e ` anche necessario avere un rigoroso senso di responsabilita ` e carita ` verso coloro che eventualmente sono stati danneggiati dal comportamento scorretto di qualche persona consacrata.
70 71

San Francesco dAssisi, Lettera a un Ministro, 7-10. Cf. Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Dives in misericordia (30 novembre 1980), 6.

42

Colui o colei che sbaglia sappia che deve rispondere personalmente delle conseguenze dei suoi atti. La comprensione verso il confratello non puo ` escludere la giustizia, specie nei confronti di persone indifese e vittime di abusi. Accettare di riconoscere il proprio male, e assumersene la responsabilita ` e le conseguenze, e ` gia ` parte di un cammino di misericordia: come per Israele che si allontana dal Signore, laccettare le conseguenze del male (e ` il caso dellesperienza dellesilio) e ` il primo modo di riprendere il cammino di conversione e di riscoprire piu ` profondamente il proprio rapporto con Lui. f) Promuove la collaborazione con i laici La crescente collaborazione con i laici nelle opere e attivita ` condotte da persone consacrate pone sia alla comunita ` che allautorita ` nuove domande, che esigono nuove risposte. La partecipazione dei laici non raramente porta inattesi e fecondi approfondimenti di alcuni aspetti del carisma , dato che i laici sono invitati ad offrire alle famiglie religiose il prezioso contributo della loro secolarita ` e del loro specifico 72 servizio . ` stato opportunamente ricordato che, per raggiungere lobiettivo di E una mutua collaborazione tra religiosi e laici, e ` necessario avere comunita ` religiose con una chiara identita ` carismatica, assimilata e vissuta, in grado cioe ` di trasmetterla anche agli altri con disponibilita ` alla condivisione: comunita ` religiose con unintensa spiritualita ` e dallentusiasta missionarieta ` per comunicare il medesimo spirito e il medesimo slancio evangelizzatore; comunita ` religiose che sappiano animare e incoraggiare i laici a condividere il carisma del proprio Istituto, secondo la loro indole secolare e secondo il loro diverso stile di vita, invitandoli a scoprire ` la comunuove forme di attualizzare lo stesso carisma e missione. Cos nita ` religiosa puo ` diventare un centro di irradiazione, di forza spirituale, di animazione, dove i diversi apporti contribuiscono alla costruzione del corpo di Cristo che e ` la Chiesa .73
72 73

Vita consecrata, 55; cf. Ripartire da Cristo, 31. ` , 70. La vita fraterna in comunita

43

` necessario, inoltre, che sia ben definita la mappa delle competenze E e responsabilita ` , tanto dei laici che dei religiosi, come pure degli organismi intermedi (Consigli di amministrazione e simili). In tutto cio ` chi presiede alla comunita ` dei consacrati ha un ruolo insostituibile. Le difficili obbedienze 26. Nello svolgimento concreto della missione, alcune obbedienze possono presentarsi particolarmente difficili, dal momento che le prospettive o le modalita ` dellazione apostolica o diaconale possono essere percepite e pensate in maniere diverse. Di fronte a certe obbedienze difficili, allapparenza addirittura assurde, puo ` sorgere la tentazione della sfiducia e persino dellabbandono: vale la pena continuare? Non posso realizzare meglio le mie idee in un altro contesto? Perche logorarsi in contrasti sterili? Gia ` san Benedetto affrontava la questione di una obbedienza molto gravosa, o addirittura impossibile ad eseguirsi ; e san Francesco dAssisi considerava il caso in cui il suddito vede cose migliori e piu ` utili alla sua anima di quelle che gli ordina il prelato [il superiore] . Il Padre del monachesimo risponde chiedendo un dialogo libero, aperto, umile e fiducioso tra monaco e abate; alla fine pero ` , se richiesto, il monaco obbedisca per amore di Dio e confidando nel suo aiuto .74 Il Santo di Assisi invita ad attuare unobbedienza caritativa, in cui il frate sacrifica volontariamente le sue vedute ed esegue il comando richiesto, perche in questo modo soddisfa a Dio e al prossimo ;75 e vede unobbedienza perfetta la ` dove, pur non potendo obbedire perche gli viene comandato qualcosa contro la sua anima , il religioso non rompe lunita ` con il superiore e la comunita ` , pronto anche a sopportare persecuzioni a causa di cio ` . Infatti osserva san Francesco chi sostiene la persecuzione piuttosto che volersi separare dai suoi fratelli, rimane veramente nella perfetta obbedienza, poiche offre la sua anima ` ricordato che lamore e la comunione per i suoi fratelli . 76 Ci viene cos
74 75 76

San Benedetto, Regola 68, 1-5. San Francesco dAssisi, Ammonizione III, 5-6. San Francesco dAssisi, Ammonizione III, 9.

44

rappresentano valori supremi, ai quali sottostanno anche lesercizio dellautorita ` e dellobbedienza. Si deve riconoscere che e ` comprensibile, da una parte, un certo attaccamento a idee e convinzioni personali, frutto di riflessione o di esperienza e maturate nel tempo, ed e ` anche cosa buona cercare di difenderle e portarle avanti, sempre nella prospettiva del Regno, in un dialogo schietto e costruttivo. Daltra parte, non va dimenticato che il modello e ` sempre Gesu ` di Nazareth, il quale anche nella passione chiese a Dio di compiere la sua volonta ` di Padre, ne si tiro ` indietro di fronte alla morte di croce (cf. Eb 5,7-9). La persona consacrata, quando le viene richiesto di rinunciare alle proprie idee o ai propri progetti, puo ` sperimentare smarrimento e senso di rifiuto dellautorita ` , o avvertire dentro di se forti grida e lacrime (Eb 5,7) e limplorazione che passi lamaro calice. Ma quello e ` anche il momento in cui affidarsi al Padre perche si compia la sua volonta ` e per ` partecipare attivamente, con tutto se stesso, alla missione di poter cos Cristo per la vita del mondo (Gv 6,51). ` nel pronunciare questi difficili s ` che si puo E ` comprendere fino in fondo il senso dellobbedienza come supremo atto di liberta `, espresso in un totale e fiducioso abbandono di se a Cristo, Figlio liberamente obbediente al Padre; e si puo ` comprendere il senso della missione come offerta obbediente di se stessi, che attira la benedizione dellAltissimo: Io ti benediro ` con ogni benedizione.... (E) saranno benedette tutte le nazioni della terra, perche tu hai obbedito alla mia voce (Gn 22,17.18). In quella benedizione la persona consacrata obbediente sa che ritrovera ` tutto quello che ha lasciato con il sacrificio del suo distacco; in quella benedizione e ` nascosta anche la piena realizzazione della sua stessa umanita ` (cf. Gv 12,25). Obbedienza e obiezione di coscienza 27. Puo ` sorgere qui un interrogativo: ci possono essere situazioni in cui la coscienza personale sembra non permettere di seguire le indicazioni date dallautorita ` ? Puo ` avvenire, insomma, che il consacrato debba dichiarare, in relazione alle norme o ai suoi superiori: Bisogna obbedire ` il caso della cosiddetta a Dio piuttosto che agli uomini (At 5,29)? E 45

obiezione di coscienza, di cui parlo ` gia ` Paolo VI,77 e che va colta nel suo autentico significato. Se e ` vero che la coscienza e ` il luogo ove risuona la voce di Dio che ci indica come comportarci, e ` anche vero che occorre imparare ad ascoltare questa voce con grande attenzione per saperla riconoscere e distinguere da altre voci. Non bisogna infatti confondere questa voce con quelle che emergono da un soggettivismo che ignora o trascura le fonti e i criteri irrinunciabili e vincolanti nella formazione del giudizio di coscienza: e ` il cuore convertito al Signore e allamore del bene la sorgente dei giudizi veri della coscienza ,78 e la liberta ` della coscienza non e ` mai liberta ` dalla verita ` , ma sempre e solo nella verita ` .79 La persona consacrata dovra ` dunque riflettere a lungo prima di concludere che non lobbedienza ricevuta, ma quanto avverte dentro di se rappresenta la volonta ` di Dio. Dovra ` ricordare, inoltre, che la legge della mediazione va tenuta presente in tutti i casi, guardandosi dallassumere decisioni gravi senza alcun confronto e verifica. Rimane certo indiscutibile che cio ` che conta e ` arrivare a conoscere e a compiere la volonta ` di Dio, ma dovrebbe essere altrettanto indiscutibile che la persona consacrata si e ` impegnata con voto a cogliere questa santa volonta ` attraverso determinate mediazioni. Dire che cio ` che conta e ` la volonta ` di Dio, non le mediazioni, e rifiutarle, o accettarle solo a piacimento, puo ` togliere significato al proprio voto e svuotare la propria vita di una sua caratteristica essenziale. Di conseguenza, fatta eccezione per un ordine che fosse manifestamente contrario alla legge di Dio e alle costituzioni dellIstituto, o che implicasse un male grave e certo nel qual caso lobbligo dellobbedienza non esiste , le decisioni dei superiori riguardano un campo in cui la valutazione del bene migliore puo ` variare secondo i punti di vista. Il voler concludere, dal fatto che un ordine dato appaia oggettivamente meno buono, che esso e ` illegittimo e contrario alla coscienza, significherebbe misconoscere, in maniera poco realistica, loscurita ` e lambivalenza di non poche realta ` umane. Inoltre il rifiuto di obbedienza porta con se un danno spesso grave, per il bene comune. Un religioso non
77 78 79

Cf. Paolo VI, Evangelica testificatio, 28-29. Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Veritatis splendor (6 agosto 1993), 64. Veritatis splendor, 64.

46

dovrebbe ammettere facilmente che ci sia contraddizione tra il giudizio della sua coscienza e quello del suo superiore. Questa situazione eccezionale qualche volta comportera ` unautentica sofferenza interiore sul` lesempio di Cristo stesso che imparo ` lobbedienza dalle cose che pat 80 (Eb 5,8) . ` La difficile autorita 28. Ma anche lautorita ` puo ` cadere nello scoraggiamento e nel disincanto: di fronte alle resistenze di alcune persone o comunita ` , di fronte a certe questioni che sembrano irrisolvibili, puo ` sorgere la tentazione di lasciar perdere e di considerare inutile ogni sforzo per migliorare la situazione. Si profila, allora, il pericolo di diventare gestori della routine, rassegnati alla mediocrita ` , inibiti ad intervenire, privi del coraggio di additare le mete dellautentica vita consacrata e correndo il rischio di smarrire lamore delle origini e il desiderio di testimoniarlo. Quando lesercizio dellautorita ` pesa e si fa difficile, e ` bene ricordare che il Signore Gesu ` considera tale compito un atto damore verso di Lui ( Simone di Giovanni, mi ami tu? : Gv 21,16); e diviene salutare il riascoltare le parole di Paolo: Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessita ` dei fratelli (Rm 12,12-13). Il silenzioso travaglio interiore che accompagna la fedelta ` al proprio compito, segnato talora dalla solitudine e dallincomprensione di coloro ai quali ci si dona, diviene via di santificazione personale e mediazione di salvezza per le persone a causa delle quali si soffre. Obbedienti fino alla fine 29. Se la vita del credente e ` tutta una ricerca di Dio, allora ogni giorno dellesistenza diviene un continuo apprendimento dellarte di ascoltare la sua voce per eseguire la sua volonta `. Si tratta, certo, di una scuola impegnativa, quasi una lotta tra quellio che tende ad essere padrone di se e della sua storia e quel Dio che e ` il Signore di ogni storia; scuola in cui si ` tanto di Dio e della sua paternita apprende a fidarsi cos `, da porre fiducia ` la certezza che il anche negli uomini suoi figli e nostri fratelli. Cresce cos
80

Evangelica testificatio, 28.

47

Padre non abbandona mai, nemmeno nel momento in cui e ` necessario affidare la cura della propria vita alle mani di fratelli, nei quali occorre riconoscere il segno della sua presenza e la mediazione della sua volonta `. Con un atto dobbedienza, sia pur inconsapevole, siamo venuti alla vita, accogliendo quella Volonta ` buona che ci ha preferiti alla non esistenza. Concluderemo il cammino con un altro atto dobbedienza, che vorremmo il piu ` possibile cosciente e libero, ma soprattutto espressione di abbandono verso quel Padre buono che ci chiamera ` definitivamente a se , nel suo regno di luce infinita, ove avra ` termine la nostra ricerca, e i nostri occhi lo vedranno, in una domenica senza fine. Allora ` saremo pienamente obbedienti e realizzati, poiche diremo per sempre s a quellAmore che ci ha costituiti per essere felici con Lui e in Lui. ` Una preghiera dellautorita 30. O buon pastore, Gesu ` , pastore buono, pastore clemente, pastore affabile, un pastore povero e misero alza il suo grido verso di te, un pastore debole, e inesperto e inutile, e tuttavia un pastore, quale che sia, delle tue pecore. Insegna a me tuo servo, o Signore, insegnami ti prego, per il tuo Spirito Santo, come possa servire i miei fratelli e spendermi per loro. Dammi, o Signore, per la tua grazia ineffabile, di saper sopportare con pazienza le loro debolezze, di saper condividere con benevolenza le loro sofferenze, e aiutarli con discrezione. Alla scuola del tuo Spirito possa imparare a consolare chi e ` triste, a rafforzare i pusillanimi, a rialzare chi e ` caduto, ad essere debole con i deboli, ad indignarmi con chi patisce scandalo, a farmi tutto a tutti per salvare tutti. Metti sulla mia bocca ` che essi siano edificati nella fede, parole vere e giuste e gradevoli, cos nella speranza e nella carita ` , nella castita ` e nellumilta ` , nella pazienza e nellobbedienza, nel fervore dello spirito e nello slancio del cuore. Li affido alle tue sante mani e alla tua tenera provvidenza, perche nessuno li rapisca dalla tua mano ne dalla mano del tuo servo al quale li hai affidati, ma possano perseverare con gioia nel santo proposito e, perseverando, ottengano la vita eterna, con il tuo aiuto, o dolcissimo nostro Signore, che vivi e regni per tutti i secoli dei secoli. Amen .81
81

Aelredo di Rievaulx, Oratio pastoralis, 1; 7; 10, in CC CM I, 757-763..

48

Preghiera a Maria 31. O dolce e santa Vergine Maria, Tu allannuncio dellangelo, con la tua obbedienza credente e interrogante, ci ha dato Cristo. A Cana Tu hai mostrato, con il tuo cuore attento, come agire con responsabilita ` . Tu non hai atteso passivamente lintervento del Figlio tuo, ma lo hai prevenuto, rendendolo consapevole delle necessita ` e prendendo, con discreta autorita ` , liniziativa di inviare a Lui i servi. Ai piedi della croce, lobbedienza ha fatto di Te la Madre della Chiesa e dei credenti, mentre nel Cenacolo ogni discepolo ha riconosciuto in Te la dolce autorita ` dellamore e del servizio. Aiutaci a comprendere che ogni vera autorita ` nella Chiesa e nella vita consacrata ha il suo fondamento nellessere docili alla volonta ` di Dio e che ognuno di noi diviene, di fatto, autorita ` per gli altri con la propria vita vissuta in obbedienza a Dio. O Madre clemente e pia, Tu che hai fatto la volonta ` del Padre, 82 pronta nellobbedienza , rendi la nostra vita attenta alla Parola, fedele nella sequela di Gesu ` Signore e Servo nella luce e con la forza dello Spirito Santo, gioiosa nella comunione fraterna, generosa nella missione, sollecita nel servizio ai poveri, protesa verso il giorno in cui lobbedienza della fede sfocera ` nella festa dellAmore senza fine. Il 5 maggio 2008, il Santo Padre ha approvato la presente Istruzione della Congregazione per gli istituti di Vita Consacrata e le Societa ` di Vita Apostolica e ne ha ordinato la pubblicazione. Roma, 11 maggio 2008, Solennita ` della Pentecoste. , C.M. Franc Card. Rode
Prefetto
c

Gianfranco A. Gardin, OFM Conv.


Segretario

82

Vita consecrata, 112.

49

INDICE

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1. La vita consacrata testimone della ricerca di Dio . . . . . . . . 2. Un cammino di liberazione . . . . . . . . . . . . . . . . 3. Destinatari, intento e limiti del documento . . . . . . . . . . PRIMA PARTE

3 3 4 5

` di Dio Consacrazione e ricerca della volonta


4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. Chi stiamo cercando? . . . . . . . . . . . . . . . . . . Lobbedienza come ascolto . . . . . . . . . . . . . . . . Ascolta, Israele (Dt 6,4) . . . . . . . . . . . . . . . . Lobbedienza alla Parola di Dio . . . . . . . . . . . . . . Alla sequela di Gesu ` , il Figlio obbediente al Padre . . . . . . . Obbedienti a Dio attraverso mediazioni umane . . . . . . . . Imparare lobbedienza nel quotidiano . . . . . . . . . . . . Nella luce e nella forza dello Spirito . . . . . . . . . . . . Autorita ` al servizio dellobbedienza alla volonta ` di Dio . . . . . Alcune priorita ` nel servizio dellautorita ` . . . . . . . . . . . `` ` spirituale . . a) Nella vita consacrata lautorita e prima di tutto unautorita `` ` il tempo e la qualita ` b) Lautorita e chiamata a garantire alla sua comunita della preghiera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . `` ` della persona . . . . . c) Lautorita e chiamata a promuovere la dignita `` ` . . d) Lautorita e chiamata ad infondere coraggio e speranza nelle difficolta `` e) Lautorita e chiamata a tener vivo il carisma della propria famiglia religiosa `` f) Lautorita e chiamata a tener vivo il sentire cum Ecclesia . . . . . . ` ` g) Lautorita e chiamata ad accompagnare il cammino di formazione permanente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 9 10 10 12 13 15 16 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 24

14. Il servizio dellautorita ` alla luce della normativa ecclesiale . . . . 15. In missione con la liberta ` dei figli di Dio . . . . . . . . . .

51

SECONDA PARTE

` e obbedienza nella vita fraterna Autorita


16. 17. 18. 19. 20. Il comandamento nuovo . . . . . . . . . . . . . . . . . Lautorita ` a servizio della comunita `, la comunita ` a servizio del Regno Docili allo Spirito che conduce allunita ` . . . . . . . . . . . Per una spiritualita ` di comunione e per una santita ` comunitaria . . Il ruolo dellautorita ` per la crescita della fraternita ` . . . . . . . a) Il servizio dellascolto . . . . . . . . . . . . . . . . . . b) La creazione di un clima favorevole al dialogo, alla condivisione e alla ` . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . corresponsabilita c) La sollecitazione dellapporto di tutti alle cose di tutti . . . . . . . ` . . . . . . . . . . . . d) Al servizio del singolo e della comunita e) Il discernimento comunitario . . . . . . . . . . . . . . . . ` e obbedienza . . . . . . . . . . . . . f) Discernimento, autorita g) Lobbedienza fraterna . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 25 26 27 28 29 29 30 31 31 33 33 34 35

21. Il primo tra voi, si fara ` vostro schiavo (Mt 20,27) . . . . . . 22. La vita fraterna come missione . . . . . . . . . . . . . . TERZA PARTE

In missione
23. In missione con tutto il proprio essere, come Gesu ` , il Signore 24. In missione per servire . . . . . . . . . . . . . . . . 25. Autorita ` e missione . . . . . . . . . . . . . . . . . ` e le rispetta quando assunte a) Incoraggia ad assumere le responsabilita ` in spirito di comunione . . . . . b) Invita ad affrontare le diversita c) Mantiene lequilibrio tra le varie dimensioni della vita consacrata . d) Ha un cuore misericordioso . . . . . . . . . . . . . . e) Ha il senso della giustizia . . . . . . . . . . . . . . f) Promuove la collaborazione con i laici . . . . . . . . . . . 26. 27. 28. 29. 30. 31. Le difficili obbedienze . . Obbedienza e obiezione di La difficile autorita ` . . . Obbedienti fino alla fine . Una preghiera dellautorita ` Preghiera a Maria . . . . . . . . coscienza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 38 38 39 40 40 42 42 43 44 45 47 47 48 49

TIPOGRAFIA VATICANA

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 125 (44.865)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
venerd 30 maggio 2008

Citt del Vaticano

Nell'udienza a nove ambasciatori Benedetto

XVI

chiede un'equa distribuzione delle risorse per la pace e lo sviluppo

La visita di quattro giorni del cardinale segretario di Stato

Il dovere di giustizia della comunit internazionale


Vigilare sulla distribuzione delle risorse tra i Paesi un dovere di giustizia e di solidariet per l'intera comunit internazionale. Lo ha ricordato il Papa rivolgendosi agli ambasciatori di nove Paesi accreditati presso la Santa Sede, durante l'udienza per la presentazione delle credenziali svoltasi nella mattina di gioved 29 maggio, nella Sala Clementina.

L'Ucraina laboratorio ecumenico


L'Ucraina un crocevia tra le culture d'Oriente e d'Occidente e pu svolgere un ruolo importante nell'Unione europea alla quale ha bussato. Ne convinto il cardinale Tarcisio Bertone segretario di Stato vaticano che, al termine di un viaggio di quattro giorni (23-26 maggio) a Leopoli e Kiev, dove ha incontrato pure il presidente Yushenko e il vice primo ministro Nemyria, sottolinea il carattere di laboratorio ecumenico dell'Ucraina. In un primo bilancio della visita tracciato nell'intervista a L'Osservatore Romano, alla Radio Vaticana e al Centro Televisivo Vaticano, il segretario di Stato ricorda che l'occasione della visita stata la beatificazione della serva di Dio suor Marta Maria Wiecka, una figura di donna morta giovane per un gesto eroico di carit e divenuta punto di riferimento comune per cattolici, ortodossi e non credenti. Non basta pi identificare l'Ucraina con la tragedia di Chernobyl sostiene Bertone ma occorre conoscere la grande ricchezza della tradizione culturale e cristiana dell'Ucraina che si affaccia alle porte dell'Europa con una sua dignit e con delle risorse che tutti dobbiamo valorizzare. Terra di contrasti nel passato tra cattolici e ortodossi, ora l'Ucraina pu divenire una regione che facilita il dialogo con il Patriarcato di Mosca tuttora aperto e in crescita. chiaro dice il cardinale che tutti aspettano il famoso incontro tra il Papa e il Patriarca di Mosca che avverr quando Dio vorr e quando ci saranno tutte le condizioni. Frattanto una commissione mista tra Ucraina e Santa Sede aprir gli archivi segreti vaticani per saperne di pi sull'Holodomor, la terribile carestia indotta negli anni Trenta in Ucraina dalle autorit sovietiche, causa di migliaia di morti.
PAGINA 3

Excellences, Je suis heureux de vous accueillir au moment de la prsentation des Lettres qui vous accrditent comme Ambassadeurs extraordinaires et plnipotentiaires de vos pays respectifs: la Tanzanie, l'Ouganda, le Libria, le Tchad, le Bangladesh, la Bilorussie, la Rpublique de Guine, le Sri Lanka et le Nigeria. Je vous remercie des paroles courtoises dont vous vous tes faits les interprtes au nom de vos Chefs d'Etat. Je vous saurais gr de leur exprimer en retour mes salutations dfrentes et mes souhaits les meilleurs pour leurs personnes et pour la haute mission qu'ils accomplissent au service de leur nation. Mes salutations s'adressent aussi toutes les Autorits civiles et religieuses de vos pays, ainsi qu' tous vos compatriotes. Votre prsence aujourd'hui me donne galement l'occasion d'exprimer aux communauts catholiques prsentes dans vos pays mes penses affectueuses et de les assurer de mes prires, pour qu'elles continuent avec fidlit et dvouement tmoigner du Christ, par l'annonce de l'Evangile et par leurs multiples engagements au service de tous leurs frres en humanit. Dans le monde actuel, les responsables des Nations ont un rle important, non seulement dans leur propre pays, mais dans les relations internationales, pour que toute personne, l o elle vit, puisse bnficier de conditions d'existence dcentes. Pour cela, la mesure primordiale en matire politique est la recherche de la justice, afin que soit toujours respects la dignit et les droits de tout tre humain, et que tous les habitants d'un pays puissent avoir part la richesse nationale. Il en va de mme sur le plan international. Mais, dans tous les cas, la communaut humaine est aussi appele aller au-del de la simple justice, manifestant sa solidarit envers les peuples les plus pauvres, dans le souci d'un meilleur partage des richesses, permettant notamment aux pays qui ont des biens dans leur sol ou dans leur sous-sol d'en bnficier en premier lieu. Les pays riches ne peuvent pas s'approprier, pour eux seuls, ce qui provient d'autres terres. Il est un devoir de justice et de solidarit que la Communaut internationale soit vigilante sur la distribution des ressources, dans une attention aux conditions propices au dveloppement des pays qui en ont le plus besoin. De mme, au-del de la justice, il est ncessaire de dvelopper aussi la fraternit, pour difier des socits harmonieuses, o rgnent la concorde et la paix, et pour rgler les ventuels problmes qui surgissent, par le dialogue et par la ngociation, et non par la violence sous toutes ses formes, qui ne peut qu'atteindre les plus faibles et les plus pauvres d'entre les hommes. La solidarit et la fraternit relvent en dfinitive de l'amour fondamental que nous devons porter notre prochain, car toute personne ayant une responsabilit dans la vie publique est appele faire avant tout de sa mission un service de tous ses compatriotes et plus largement de tous les peuples de la plante. Pour leur part, les Eglises locales ne

Congregatio Pro Doctrina Fidei

Decretum generale
manquent pas de faire tous les efforts possibles pour apporter leur concours au bien-tre de leurs compatriotes, parfois dans des situations difficiles. Leur dsir le plus cher est de poursuivre inlassablement ce service de l'homme, de tout homme, sans discrimination aucune. Vos Chefs d'Etat viennent de vous confier une mission auprs du Saint-Sige qui, pour sa part, est particulirement attentif au bien des personnes et des peuples. Au terme de notre rencontre, je tiens vous adresser, Messieurs les Ambassadeurs, mes souhaits les meilleurs pour le service que vous tes appels accomplir dans le cadre de la vie diplomatique. Que le Trs-Haut vous soutienne, vous-mmes, vos proches, vos collaborateurs et tous vos compatriotes dans l'dification d'une socit pacifie, et que descende sur chacun l'abondance des bienfaits divins.
Questa una nostra traduzione italiana del discorso del Papa:

dariet verso i popoli pi poveri, con la preoccupazione di una migliore condivisione delle ricchezze, permettendo soprattutto ai Paesi che hanno beni sul loro suolo o nel loro sottosuolo di beneficiarne in primo luogo. I Paesi ricchi non possono appropriarsi, solo per loro, di ci che proviene da altre terre. un dovere di giustizia e di solidariet che la comunit internazionale sia vigile sulla distribuzione delle risorse, con un'attenzione per le con-

Tanzania
PAGINA 4

Uganda
PAGINA 4

Liberia
PAGINA 5

Ciad
PAGINA 5

Eccellenze, Sono lieto di accogliervi in occasione della presentazione delle Lettere che vi accreditano come ambasciatori straordinari e plenipotenziari dei vostri rispettivi Paesi: la Tanzania, l'Uganda, la Liberia, il Ciad, il Bangladesh, la Bielorussia, la Repubblica di Guinea, lo Sri Lanka e la Nigeria. Vi ringrazio per le cortesi parole di cui vi siete fatti interpreti a nome dei vostri capi di Stato. Vi sarei grato se poteste esprimere loro i miei deferenti saluti e i miei voti migliori per la loro persona e per l'alta missione che svolgono al servizio della loro nazione. I miei saluti vanno anche a tutte le autorit civili e religiose dei vostri Paesi, come pure a tutti i vostri concittadini. La vostra presenza oggi mi offre anche l'occasione di esprimere alle comunit cattoliche presenti nei vostri Paesi il mio pensiero affettuoso e di assicurarle della mia preghiera, affinch continuino con fedelt e dedizione a testimoniare Cristo, mediante l'annuncio del Vangelo e i molteplici impegni al servizio di tutti i loro fratelli in umanit. Nel mondo attuale i responsabili delle Nazioni hanno un ruolo importante, non solo nel loro Paese, ma anche nelle relazioni internazionali, affinch ogni persona, laddove vive, possa beneficiare di condizioni di vita decenti. A tal fine, la misura principale in materia politica la ricerca della giustizia, affinch vengano sempre rispettati la dignit e i diritti di ogni essere umano e tutti gli abitanti di un Paese possano prendere parte alla ricchezza nazionale. Lo stesso accade sul piano internazionale. In tutti i casi, la comunit umana per anche chiamata ad andare al di l della mera giustizia, manifestando la sua soli-

Bangladesh
PAGINA 6

Bielorussia
PAGINA 6

Guinea
PAGINA 7

Sri Lanka
PAGINA 7

Nigeria
PAGINA 8

dizioni propizie allo sviluppo dei Paesi che ne hanno pi bisogno. Parimenti, al di l della giustizia, necessario sviluppare anche la fraternit, per edificare societ armoniose, in cui regnino la concordia e la pace, e per risolvere gli eventuali problemi che possono sorgere, attraverso il dialogo e la negoziazione, e non mediante la violenza in tutte le sue forme, che non pu che colpire i pi deboli e i pi poveri fra gli uomini. La solidariet e la fraternit derivano in definitiva dall'amore fondamentale che dobbiamo nutrire per il prossimo, poich ogni persona che ha una responsabilit nella vita pubblica chiamata a fare in primo luogo della sua missione un servizio a tutti i suoi concittadini e pi in generale a tutti i popoli del pianeta. Da parte loro le Chiese locali non mancano di compiere tutti gli sforzi possibili per apportare il loro contributo al benessere dei loro concittadini, a volte in situazioni difficili. Il loro desiderio pi caro di proseguire instancabilmente questo servizio all'uomo, a ogni uomo, senza discriminazione alcuna. I vostri capi di Stato vi hanno appena affidato una missione presso la Santa Sede che, da parte sua, particolarmente attenta al bene delle persone e dei popoli. Al termine del nostro incontro, tengo a esprimervi, signori ambasciatori, i miei voti migliori per il servizio che siete chiamati a svolgere nel quadro della vita diplomatica. Che l'Altissimo sostenga voi, i vostri familiari, i vostri collaboratori e tutti i vostri concittadini, nell'edificazione di una societ pacificata, e che discenda su ognuno l'abbondanza dei benefici divini.

de delicto attentatae sacrae ordinationis mulieris


Congregatio pro Doctrina Fidei, ad naturam et validitatem sacramenti sacri ordinis tuendam, vigore specialis facultatis sibi a suprema Ecclesiae auctoritate in casu tributae (cfr can. 30 Codicis Iuris Canonici), in Congregatione Ordinaria diei 19 Decembris 2007, decrevit: Firmo praescripto can. 1378 Codicis Iuris Canonici, tum quicumque sacrum ordinem mulieri conferre, tum mulier quae sacrum ordinem recipere attentaverit, in excommunicationem latae sententiae Sedi Apostolicae reservatam incurrit. Si vero qui mulieri sacrum ordinem conferre vel mulier quae sacrum ordinem recipere attentaverit, christifidelis fuerit Codici Canonum Ecclesiarum Orientalium subiectus, firmo praescripto can. 1443 eiusdem Codicis, excommunicatione maiore puniatur, cuius remissio etiam reservatur Sedi Apostolicae (cfr can. 1423 Codicis Canonum Ecclesiarum Orientalium). Hoc decretum cum in L'Osservatore Romano evulgabitur, statim vigere incipiet. GULIELMUS CARDINALIS LEVADA Praefectus ANGELUS AMATO, S.D.B. Archiep. titularis Silensis a Secretis

Congregazione per la Dottrina della Fede

Decreto generale
circa il delitto di attentata ordinazione sacra di una donna
La Congregazione per la Dottrina della Fede, per tutelare la natura e la validit del sacramento dell'ordine sacro, in virt della speciale facolt ad essa conferita dalla suprema autorit della Chiesa (cfr can. 30, Codice di Diritto Canonico), nella Sessione Ordinaria del 19 dicembre 2007, ha decretato: Fermo restando il disposto del can. 1378 del Codice di Diritto Canonico, sia colui che avr attentato il conferimento dell'ordine sacro ad una donna, sia la donna che avr attentato di ricevere il sacro ordine, incorre nella scomunica latae sententiae, riservata alla Sede Apostolica. Se colui che avr attentato il conferimento dell'ordine sacro ad una donna o se la donna che avr attentato di ricevere l'ordine sacro, un fedele soggetto al Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, fermo restando il disposto del can. 1443 del medesimo Codice, sia punito con la scomunica maggiore, la cui remissione resta riservata alla Sede Apostolica (cfr can. 1423, Codice dei Canoni delle Chiese Orientali). Il presente decreto entra immediatamente in vigore dal momento della sua pubblicazione su L'Osservatore Romano. WILLIAM CARDINALE LEVADA Prefetto ANGELO AMATO, S.D.B. Arcivescovo titolare di Sila Segretario

Il discorso del Papa alla plenaria della Conferenza episcopale italiana

Il vero volto dell'emergenza educativa


L'emergenza educativa, il ruolo della scuola cattolica, la trasmissione della fede ai giovani, la nuova stagione di dialogo fra le diverse forze politiche, la necessit della tutela della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la difesa della vita. Sono i punti principali del discorso del Papa durante l'incontro di gioved 29 maggio, con i partecipanti alla plenaria della Conferenza episcopale italiana, avvenuto nell'Aula del Sinodo. In particolare il Papa ha sottolineato l'opportunit, per uno Stato democratico, di garantire libert e sostegno anche alle scuole cattoliche. Quindi ha espresso apprezzamento per il nuovo clima di dialogo tra le forze politiche italiane manifestatosi recentemente in Italia, ma ha anche auspicato il raggiungimento di risultati concreti per il bene comune, proprio per evitare che questo clima svanisca.
PAGINA 12

INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Matthias U Shwe, Arcivescovo di Taunggyi (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; Francis Daw Tang, Vescovo di Myitkyina (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum.

NOSTRE

Provvista di Chiesa
Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Jaro (Filippine) il Reverendo Gerardo Alimane Alminaza, del clero della Diocesi di Bacolod, finora Rettore del Sacred Heart Seminary, assegnandogli la sede titolare vescovile di Massimiana di Bizacena.

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
Il ministro della Difesa israeliano chiede le dimissioni del premier in seguito alle accuse di corruzione

venerd 30 maggio 2008

Barak lancia l'ultimatum al Governo Olmert


TEL AVIV, 29. Barak lancia l'ultimatum al Governo. Il ministro laburista della difesa israeliano ha chiesto al premier Olmert di lasciare la guida del Governo in seguito agli ultimi sviluppi dell'inchiesta che lo vede accusato di corruzione. L'instabilit politica israeliana preoccupa l'Autorit palestinese per le possibili conseguenze negative sul processo di pace. Barak ha lanciato ieri un ultimatum al primo ministro invitandolo a dimettersi o a prepararsi alle elezioni anticipate. L'annuncio, in una breve conferenza stampa in parlamento, arriva allindomani della testimonianza dell'uomo d'affari statunitense, Morris Talanski, che ha affermato di aver versato a Olmert circa centocinquantamila dollari in contanti nellarco di quindici anni. Lo scandalo sta crescendo da tre settimane e fin dallinizio la posizione di Olmert apparsa difficile, con possibili ripercussioni sulla politica estera. Di fronte allattuale situazione e considerando le sfide che Israele fronteggia, fra cui Hamas, Hezbollah, la Siria, lIran, i soldati prigionieri e il processo di pace, il primo ministro non pu simultaneamente guidare il Governo e condurre i suoi affari personali, ha detto Barak. Per questo penso che il premier debba staccarsi dalla gestione quotidiana del Governo, ha proseguito, suggerendo a Olmert di scegliere fra le dimissioni e lautosospensione. E questo, ha precisato, deve avvenire al pi presto. Altrimenti il partito laburista, seconda formazione della coali1998 gli diedi del denaro, di solito dai tremila agli ottomila dollari per volta, sempre in contante, perch Olmert non voleva assegni, ha dichiarato il finanziere, stando a quanto riferito dalla radio israeliana mentre era ancora in corso a Gerusalemme la deposizione davanti al pubblico ministero, Moshe Lador e al giudice Eli Abarvanel. Lultimo versamento elettorale, di 72.500 dollari, risale al 2003 per la campagna delle primarie in seno al Likud, e non vi sono stati pi contatti da quando Olmert diventato primo ministro se non per una sola occasione sociale. Talanski non ha mai chiesto un rendiconto delle spese. Lavvocato difensore di Olmert, Navot Tel-Zur, ha dichiarato che non si tratta di corruzione. La prossima udienza sar il 17 luglio. In quell'occasione, ha previsto Tel-Zur, il comportamento di Olmert sar esposto nella sua giusta luce. Prima della conferenza stampa di ieri, Ehud Barak si consultato con il suo partito. Subito dopo l'annuncio dell'ultimatum, tre deputati laburisti hanno depositato alla Knesset una mozione per lo scioglimento del Governo. Luscita dei laburisti dalla quipe dell'Esecutivo ne provocherebbe la caduta con elezioni anticipate che, secondo i sondaggi, verrebbero vinte dal principale partito della destra israeliana, il Likud. La palla passa ora a Olmert e al suo partito, il Kadima. Ho subito uningiustizia ed illogico che un primo ministro sia rimosso a causa di qualcosa del genere, ha detto Olmert in un incontro con alcuni esponenti del suo partito, di cui riferisce il quotidiano Haaretz. Dopo le prime anticipazioni della richiesta di Barak, uno dei consiglieri di Olmert, Tal Zilberstein, ha dichiarato che il premier non vuole dimettersi perch sarebbe unammissione di colpevolezza. Lo stesso messaggio viene fatto filtrare da tre settimane, da quando Olmert stato interrogato per la prima volta dalla polizia. Il premier ripete di voler portare avanti i negoziati di pace e che si dimetter solo se verr formalmente incriminato. Secondo gli osservatori, ora lultimatum di Barak potrebbe spingere il Kadima a premere su Olmert. Il ministro degli Esteri Tzipi Livni ne aveva gi chiesto le dimissioni un anno fa, in merito al rapporto Winograd sulla conduzione della guerra in Libano, ma era poi rientrata nei ranghi. La crisi scoppiata allinterno del Governo israeliano preoccupa molto lAutorit Palestinese per i suoi possibili effetti negativi sui negoziati di pace avviati dopo la conferenza di Annapolis (novembre 2007) e rilanciati dalla recente visita del presidente statunitense George W. Bush nella regione. Non vi sono dubbi che quanto accade avr un impatto negativo sul processo negoziale, ha dichiarato il portavoce della presidenza dell'Autorit palestinese, Abu Rudeineh, in una breve dichiarazione dopo la conferenza stampa di Barak. Quanto sta accadendo un affare interno israeliano ha aggiunto a noi interessa di avere un premier impegnato nei negoziati.

Al vaglio la cancellazione del debito iracheno


BAGHDAD, 29. Si aperta oggi a Stoccolma la conferenza dei Paesi donatori. Oltre al premier iracheno Al Maliki, intervengono, tra gli altri, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, il ministro degli Esteri iraniano, Manoucher Mottaki. Al centro della conferenza la cancellazione del debito dell'Iraq, piano avviato a Sharm El Sheikh lo scorso anno nel corso del primo incontro tra i Paesi donatori. A Stoccolma si vede dunque il percorso fatto in dodici mesi. A Sharm El Sheikh i Paesi donatori, una sessantina, promisero di cancellare trenta miliardi di dollari di debito dell'Iraq, che complessivamente ammonta a centoquaranta miliardi di dollari. Un obiettivo che la Svezia dice di augurarsi. Non siamo nella coalizione che fece la guerra, vogliamo far parte di quella che far la pace ha dichiarato il primo ministro, Fredrik Reifeldt. Vedremo, vedremo si intanto limitato a rispondere il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Sean McCormack, quando gli stato chiesto se saranno cancellati i debiti iracheni accumulati al tempo di Saddam Hussein. In agenda, nella conferenza di Stoccolma, figurano anche la redistribuzione delle risorse petrolifere e la situazione dei rifugiati iracheni. L'incontro occasione per illustrare, grazie all'intervento di autorit irachene, i progressi finora compiuti nell'attuazione delle riforme economiche e nel consolidamento delle istituzioni democratiche, anche nella prospettiva della prossima scadenza politica interna, cio le elezioni provinciali, previste entro l'anno. Il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, che partecipata alla conferenza di Stoccolma, ha confermato che in Iraq sono al lavoro un centinaio di istruttori italiani per la formazione della polizia irachena. Questo un impegno tanto importante quanto gli aiuti ha detto il ministro (tali aiuti ammontano a 243 milioni di dollari stanziati a partire dal 2003).

Il ministro della Difesa israeliano Barak

zione di maggioranza, lavorer per arrivare a elezioni anticipate. Nella sua deposizione Talansky ha raccontato di aver conosciuto Olmert intorno al 1991, durante la prima guerra del Golfo. A quel tempo era ministro della Salute, era un principe nel Likud, un uomo intelligente, mi piacque molto e mi convinsi che era una persona che andava aiutata, ha affermato il finanziere. Ho dato somme di denaro a Olmert per le sue campagne elettorali del 1991 e del 1992, ha aggiunto. Mi disse che avrebbe preferito denaro contante e cos gli detti somme dai miei fondi personali; poi altre somme raccolte per suo conto negli Stati Uniti. Anche nel

Convenzione contro le munizioni a grappolo


DUBLINO, 29. L'accordo su una Convenzione per la messa al bando delle cluster bombs (munizioni a grappolo) stato raggiunto ieri sera a Dublino, dove dieci giorni fa si era aperta un'apposita Conferenza internazionale alla quale partecipano 109 Paesi. Alcuni delegati hanno parlato di una giornata da non dimenticare nella storia del disarmo, ma diversi osservatori ritengono invece che si tratti di un accordo dimezzato, se non altro perch lincontro di Dublino stato boicottato, tra gli altri, da Stati Uniti, Cina, Russia, Israele, Pakistan e India, cio proprio dai Paesi i cui eserciti fanno il massimo uso delle munizioni a grappolo. I Paesi assenti dalla conferenza sostengono che queste bombe sono troppo utili sul campo di battaglia per essere proibite e, secondo molti osservatori, chiederanno che il testo elaborato a Dublino venga rivisto al ribasso. Le Organizzazioni non governative che si battono da anni per la messa al bando delle bombe che non finiscono mai di uccidere, come le ha definite la Croce Rossa Internazionale, si augurano invece che laccordo venga alla fine accettato da tutti. Lanciate da aerei o anche sparate con lartiglieria, le cluster bombs sono ordigni che, prima di toccare terra, rilasciano decine di munizioni che in teoria esplodono allimpatto con il suolo, ma che in pratica restano in parte in agguato sul terreno, pronte ad uccidere al minimo contatto anche a distanza di anni. La loro forma, anzi, sembra studiata appositamente (alcune sembrano palline da tennis colorate, altre addirittura bambole) per causare vittime tra i civili, spesso tra i bambini. Secondo rapporti internazionali concordi, le cluster bombs in Kosovo nel 1999 e in Iraq nel 2003 hanno causato pi vittime civili di qualsiasi altro tipo di arma. La notizia dellaccordo sul testo della Convenzione stata data in serata da un portavoce del ministero degli Esteri irlandese, il quale ha spiegato che la Convezione stabilisce che ogni Stato firmatario si impegni in modo solenne a non utilizzare, produrre o acquistare qualsiasi ordigno di questo tipo. Il testo verr votato e approvato domani in seduta plenaria. La Convezione verr poi firmata il 2 e 3 dicembre prossimi a Oslo, in Norvegia.

A Siniora l'incarico di formare il nuovo Esecutivo libanese


BEIRUT, 29. Al termine di un solo giorno di consultazioni, il neo-presidente libanese Michel Suleiman, ha conferito ieri al premier uscente Fouad Siniora lincarico di formare un nuovo Governo di unit nazionale. Siniora ha accettato e, in un discorso rivolto alle diverse fazioni politiche, ha auspicato cooperazione nell'interesse del Paese. Il leader sunnita ha esortato a curare le ferite e ad avviare un nuova era di comprensione, dicendosi pronto a tendere la mano per cooperare con tutti i libanesi nellinteresse della nazione. Tuttavia, agli occhi degli analisti, il suo compito non sar certo facile, poich lopposizione guidata dal movimento sciita Hezbollah ha subito giudicato come una sfida la sua candidatura avanzata da sessantotto deputati su centoventisette che formano il parlamento libanese. Secondo quanto ha detto il leader dellopposizione, Michel Aoun, la decisione dei partiti della maggioranza di scegliere Siniora una dichiarazione di guerra. Tuttavia, ha poi aggiunto, accettiamo la loro decisione. Subito dopo la nomina, Siniora ha definito difficile la sua missione di governare il Paese mentre in corso la cicatrizzazione delle ferite provocate allinizio di maggio dal sanguinoso blitz militare di Hezbollah, da molti giudicato come un colpo di stato. Allo stesso tempo Siniora ha espresso la volont di mettersi subito al lavoro per ottenere lapplicazione dellaccordo di Doha. L'intesa sancisce anche che il nuovo Esecutivo libanese sia formato da undici ministri dellopposizione, sedici dell'attuale maggioranza parlamentare e tre nominati direttamente dal presidente Suleiman. Pertanto, con oltre un terzo dei ministri lopposizione avr il potere di veto che pretende da un anno e mezzo e che sar di importanza fondamentale quando lEsecutivo si trover ad affrontare le questioni pi spinose.

Strage di Taleban in Afghanistan

Riprenderanno a giugno i colloqui tra Pechino e Taipei


PECHINO, 29. Lo storico incontro, ieri, tra il presidente cinese e segretario del partito comunista, Hu Jintao, e il presidente del Kuomintang (il partito nazionalista al Governo a Taiwan, favorevole alla riunificazione con la Cina), Wu Poh-hsiung, ha sancito un nuovo periodo di distensione tra Pechino e Taipei, dopo il congelamento dei rapporti nel 1999. E un invito cinese di riprendere l'11 giugno prossimo a Pechino i colloqui bilaterali stato subito accolto con favore dai taiwanesi. Linvito, afferma lagenzia di stampa Nuova Cina, stato rivolto dallAssociazione cinese per le relazioni nello Stretto di Taiwan alla sua controparte taiwanese, la Fondazione per gli Scambi nello Stretto. I due organismi sono stati istituiti per evitare che le iniziative di dialogo possano essere confuse con il reciproco riconoscimento. Sia il Partito comunista cinese che il Kuomintang ritengono, infatti, che la Cina debba essere riunificata. A spianare la strada alla ripresa del dialogo stato il ritorno al potere a Taiwan del Kuomintang, dopo otto anni nei quali ha governato il Partito democratico progressista, incline a una indipendenza di Taiwan. Tra le prossime iniziative che verranno prese tra le parti ci saranno listituzione di collegamenti aerei diretti (ora passano da Hong Kong e Macao) e lapertura di Taiwan ai turisti della Cina continentale.

KABUL, 29. Ancora violenze nel territorio afghano. Pi di trenta guerriglieri Taleban sono stati uccisi in attacchi aerei compiuti, dalle forze della coalizione, nelle regioni orientali del Paese. Lo hanno reso noto fonti ufficiali e militari. Il raid pi sanguinoso ha preso di mira un gruppo di Taleban nella provincia di Paktia, al confine con il Pakistan. Uno scontro ha opposto Taleban e forze di sicurezza a Zurmat ha affermato un portavoce del Governo locale, Rohullah Samoon . Le forze della coalizione hanno effettuato un raid aereo contro una postazione nemica. Diciassette Tale-

ban sono stati uccisi dal bombardamento. Le forze internazionali hanno poi bombardato riferisce l'agenzia di stampa Ansa due postazioni dei guerriglieri Taleban nella valle di Korengal, nella provincia orientale di Kunar, causando sette morti. In seguito un nuovo attacco aereo effettuato dalla coalizione, nella citt di Qalaygal, ha provocato la morte di altri sette Taleban. In un comunicato delle forze internazionali si afferma che non si sono avute notizie, a seguito di questi raid aerei, di vittime civili.

Raggiunti in Cina gruppi isolati dal sisma


PECHINO, 29. Il Governo cinese ha fornito il quotidiano bollettino aggiornato delle vittime del devastante terremoto che il 12 maggio scorso ha investito la Cina sud-occidentale. A oggi, i morti accertati del forte movimento tellurico di magnitudo 8,0 sulla scala Richter sono 68.516, mentre i dispersi ammontano a 19.350. Il Governo di Pechino ha altres dichiarato che potrebbe accettare laiuto dei militari giapponesi per i soccorsi alle popolazioni della regione del Sichuan maggiormente colpite dal sisma. Se le Forze giapponesi di autodifesa fossero pronte a fornire assistenza, i ministeri della Difesa dei due Paesi potrebbero discutere i dettagli, ha infatti precisato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Qin Gang, durante una conferenza stampa. Ai numerosi giornalisti, il portavoce governativo ha comunque detto che la Cina d il benvenuto a tutti coloro che portano aiuti, civili e militari. La notizia della possibile missione umanitaria di un velivolo militare giapponese stata data dalla stampa nipponica. Si tratterebbe di un C-130 delle cosiddette Forze di autodifesa del Giappone. Infatti, a causa della Costituzione pacifista approvata dopo la Seconda Guerra Mondiale, Tokyo non pu disporre di un esercito. I giornali giapponesi hanno ricordato che aerei militari del Sol Levante hanno volato per pi di sessanta anni sul Sichuan con un carico composto da bombe. Proprio per questo, i media hanno sottolineato il grande valore simbolico che avrebbe ora liniziativa di portare aiuti alle popolazioni cinesi colpite dal terremoto. E ieri, a sedici giorni dal sisma, quaranta sopravvissuti sono stati recuperati a Yangjigou, un villaggio sperduto nella provincia del Sichuan che era rimasto isolato. Il gruppo non era riuscito a mettersi in salvo perch uno smottamento del terreno aveva bloccato la strada daccesso al paesino. Tra i sopravvissuti, non solo abitanti del villaggio ma anche alcuni minatori, che sono stati tutti trasferiti a un vicino ospedale da campo.

La giunta del Myanmar ritarda ancora l'arrivo dei soccorsi


NAYPYIDAW, 29. Se la giunta militare al potere nel Myanmar non rilascer quanto prima lautorizzazione a consegnare gli aiuti umanitari destinati ai superstiti del ciclone Nargis, gli Stati Uniti si vedrebbero costretti ad abbandonare le operazioni di soccorso. Lo ha denunciato oggi lammiraglio Timothy Keating, comandante delle forze Usa nel Pacifico, il quale ha puntualizzato che un eventuale persistere del rifiuto lo costringerebbe a ordinare di salpare a tutte le navi militari che attendono il via libera nelle acque antistanti lex Birmania, compresa la portaerei Uss Essex. A quasi un mese dal passaggio del ciclone che ha provocato centotrentaquattromila tra morti e dispersi il regime del Paese asiatico non sembra in effetti al momento intenzionato a rispettare la promessa fatta sabato scorso dal generale Than Shwe, capo della giunta, al segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Kimoon, che si era recato in visita nelle zone del Myanmar maggiormente colpite dalle devastazioni. In quell'occasione, il generale aveva autorizzato l'ingresso nel Paese a tutte le squadre di soccorritori stranieri, a prescindere dalla nazionalit. Una iniziativa che secondo l'ammiraglio statunitense non ha per ancora preso il via.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

venerd 30 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
La visita di quattro giorni del cardinale segretario di Stato

pagina 3

I rincari del cibo aumentano in Africa la mortalit infantile


TOKYO, 29. I rincari dei prezzi agricoli e la conseguente emergenza alimentare in Africa, in mancanza di adeguate risorse aggiuntive messe a disposizione dalla comunit internazionale, minacciano di aggravare la gi drammatica mortalit infantile. Un allarme in merito giunto ieri dall'Unicef, l'agenzia dell'Onu per l'infanzia, che ha presentato un suo rapporto sulla situazione dei bambini in Africa alla quarta edizione della Tokyo International Conference on African Development (Ticad), in corso a Yokohama, a pochi chilometri dalla capitale nipponica. Secondo l'Unicef, nonostante i relativi miglioramenti degli ultimi anni, la mortalit infantile resta uno scenario drammatico. Unampia percentuale di bambini in Africa soffre di malnutrizione e questo potrebbe peggiorare con laumento globale dei prezzi dei prodotti alimentari, ha spiegato Ann Veneman, direttore esecutivo dellUnicef, che ha presentato il rapporto in una conferenza stampa. La signora Veneman ha sottolineato in particolare che il rapporto evidenzia come il numero dei decessi infantili dal 1970 sia diminuito in tutto il mondo, fatta eccezione per lAfrica. Ogni anno circa dieci milioni di bambini muoiono prima del compimento del loro quinto anno det e per una buona met, i decessi colpiscono proprio il continente africano, ha detto. Solo una percentuale minima dei Paesi dell'Africa subsahariana sembra potersi avvicinare a ridurre di due terzi il tasso di mortalit dei bambini sotto i 5 anni entro il 2015 rispetto al 1990, uno dei Millennium Development Goals, gli obiettivi di sviluppo del millennio a suo tempo fissati dalla comunit internazionale. LAfrica subsahariana riuscita a ridurre la mortalit dei bambini sotto i 5 anni del 14 per cento tra il 1990 e il 2006, si legge nel rapporto dellUnicef. Circa 160 bambini nellAfrica subsahariana su 1.000 muoiono prima dellet di cinque anni in media, contro gli 83 dellAsia del Sud e i 25-35 di Asia orientale, Europa centrale e orientale, America Latina, Africa del Nord e i 6 dei Paesi industrializzati. Un quarto dei bambini nellAfrica subsahariana (eccetto la Somalia e lAlgeria) muoiono prima dei cinque anni a causa di malattie: per esempio, il 21 per cento di polmonite, il 18 per cento di malaria e il 7 per cento di Aids. Il rapporto dell'Unicef, comunque, riferisce che ci sono stati rilevanti progressi nella prevenzione e nella cura della malaria e che il numero di decessi infantili a causa di morbillo ha avuto una diminuzione del 91 per cento tra il 2000 e il 2006. Ulteriori passi in avanti posso essere fatti solo con risorse adeguate e con la volont politica, ha concluso la signora Veneman. Pi in generale, alla conferenza a Yokohama i leader africani presenti hanno sottolineato l'importanza non solo degli aiuti, ma della correzione e degli squilibri commerciali oggi in atto nel mondo, rimarcando che il miglioramento delle condizioni commerciali per lAfrica di vitale importanza per garantire la sua piena integrazione nella economia globale.

L'Ucraina laboratorio ecumenico


Pubblichiamo l'intervista rilasciata dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone a L'Osservatore Romano, alla Radio Vaticana e al Centro Televisivo Vaticano dopo la sua visita in Ucraina dal 23 al 26 maggio in occasione della beatificazione della serva di Dio suor Marta Maria Wiecka. Perch ha definito l'Ucraina Terra di mezzo tra l'Europa occidentale e l'Europa orientale? Perch, in realt, l'Ucraina pu svolgere un ruolo importante essendo un punto d'incontro, un crocevia tra le culture dell'Oriente e dell'Occidente. La Chiesa, per riprendere le famose parole di Giovanni Paolo II ma non solo la Chiesa, anche l'Europa deve respirare a due polmoni: Oriente e Occidente. Proprio quest'anno ricorre il 1020 anniversario della prima evangelizzazione della Rus' di Kiev che, partita dall'Ucraina, andata verso l'Oriente e ha messo le basi di quelle radici cristiane che sono l'humus che fa unit tra i popoli dell'Oriente e dell'Occidente. Radici cristiane che sono state riprese, ribadite non solo a livello di gerarchia delle varie Chiese, ma anche a livello e nella coscienza di identit propria delle autorit dell'Ucraina. Esiste una sufficiente conoscenza reciproca tra i cattolici dell'Ucraina e i cattolici dell'Europa occidentale? Questo un problema reale. Le persone di una certa et ricordano bene l'epopea del famoso cardinale Slipyj, che fu un grande testimone della fede t degli sforzi compiuti dal Governo, dalle autorit ucraine, per la crescita della democrazia nei vari ambiti e per la volont di riconoscere i diritti umani, riconoscere la libert religiosa, l'uguaglianza delle confessioni cristiane; per la promozione di una politica a favore della famiglia. Naturalmente, ho ripetuto che la Santa Sede non una potenza politica, non agisce come una potenza politica: agisce con la sua missione spirituale, con la sua autorit morale. Quindi anche nello specifico problema di essere eventualmente integrata nell'Unione europea si tratter di verificare gli adempimenti delle condizioni poste dall'Europa. Per, mi sembra che nella comunit internazionale l'Ucraina occupi un buon posto e prova ne sia, ultimamente, che stata eletta nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. E questo, naturalmente, non solo un riconoscimento all'Ucraina, ma la investe pure di una responsabilit, perch la prima verifica sulla promozione e sull'osservanza dei diritti umani, la prima carta di credito deve venire proprio dal comportamento del Governo dell'Ucraina stessa, di fronte alla comunit internazionale. Proprio in questo contesto, dall'osservatorio Ucraina, quale sensazione le ha fatto il considerare le misure che i vari Paesi dell'Unione europea stanno prendendo nei confronti degli immigrati, anche dell'Europa Orientale? Ho accennato nei miei incontri al problema dell'immigrazione. Mi stata posta anche qualche domanda, perch in Europa, compresa l'Italia, ci sono molti immigrati ucraini e molte aziende estere, in particolare italiane, operano in Ucraina. Proprio la sera prima della partenza ho avuto una cena con molti ambasciatori e con una parte del corpo diplomatico. L'ambasciatore italiano a Kiev ha parlato molto positivamente dei lavoratori ucraini e dell'esperienza delle aziende e delle ditte italiane che operano in Ucraina. Io stesso ho avuto una buona esperienza a Genova dove risiede una forte comunit ucraina e noi abbiamo dato una parrocchia alla loro comunit e al loro parroco. La comunit ucraina si inserita abbastanza positivamente nel tessuto sociale, senza porre i problemi che altri gruppi, che altre comunit di altra provenienza, hanno posto. Bisogna valutare bene gruppo per gruppo, vedere chi viene per lavoro, chi viene con volont di lavoro, chi viene con un senso di identit culturale e religiosa, che sostiene questi immigrati, queste comunit anche nell'espatrio, nel trapianto in un'altra cultura, in un'altra nazione. Direi che gli ucraini si sono inseriti abbastanza positivamente. Il giudizio sull'immigrazione ucraina abbastanza positivo, almeno a quanto ho sentito io stesso. Naturalmente abbiamo parlato anche del problema di sostenere culturalmente, nella formazione, nell'educazione, le comunit, i figli e le nuove generazioni. Abbiamo parlato dell'Universit cattolica di Leopoli in Ucraina con le autorit governative, che riconoscono il ruolo formativo della Chiesa cattolica e delle istituzioni ecclesiastiche e lo apprezzano molto. A Kiev c' un Istituto superiore di studi religiosi, il San Tommaso, che frequentato da molti giovani cattolici, ortodossi e anche non credenti, che per sono in ricerca. E questo un fatto positivo: che le autorit riconoscano la funzione di questi istituti superiori di formazione, di cultura, e vogliano anche sostenerli. Lei ha trovato tracce nei colloqui avuti, del ricordo della tragedia della carestia e della fame che nel 1932 e nel 1933 decim la popolazione ucraina? La tragedia dell'Holodomor come viene chiamata la terribile carestia, un problema molto sentito dal popolo ucraino e dalle autorit, in modo particolare, perch come sappiamo in quegli anni ci fu la terribile carestia che colp l'Ucraina sovietica e caus la morte di milioni e milioni di persone. Secondo diversi storici e nella convinzione del Governo ucraino, la carestia stata causata intenzionalmente proprio per decimare la popolazione ucraina. Adesso, le istanze culturali, il Governo ucraino, lo stesso presidente, chiedono di poter investigare, magari organizzando delle commissioni di ricercatori per analizzare la documentazione esistente su questo fatto e anche sull'aiuto che ha tentato di dare la Chiesa cattolica, la Santa Sede, in questa occasione. Naturalmente non si tratta solo di questo problema. Gli studi e la condivisione di ricerche storiche toccherebbe anche tutta la storia dell'Ucraina, come si soliti fare nella ricostruzione della memoria di tutti gli Stati che in qualche modo hanno avuto un rapporto con la Santa Sede e, in modo particolare, con i Papi.

Il cardinale Tarcisio Bertone con il presidente dell'Ucraina Viktor Yushenko

Missione dell'inviato statunitense Williamson a Khartoum

Si cerca di scongiurare la guerra in Sud Sudan


KHARTOUM, 29. Linviato statunitense Richard Williamson giunto ieri a Khartoum per intensificare gli sforzi diplomatici per allontanare la minaccia di una nuova guerra civile in Sud Sudan. Il diplomatico ha detto che nei suoi colloqui con i dirigenti sudanesi sollever il problema di Abyei, il capoluogo dell'omonima regione dove si sono riaccesi i combattimenti tra le forze armate del Governo centrale di Khartoum e di quello del Sud Sudan e dalla quale sono segnalati in fuga decine di migliaia di civili. Come noto, l'attribuzione della regione dell'Abyei, ricca di risorse petrolifere, era stata il principale contenzioso rimasto irrisolto dall'accordo di pace firmato il 9 gennaio 2005 tra il Governo di Khartoum e l'Esercito di liberazione del popolo sudanese (Spla) e che mise fine ai ventuno anni di guerra civile in Sud Sudan. Lo Spla si trasformato in Movimento per la liberazione del Popolo Sudanese (Splm) ed al potere in Sud Sudan, oltre a partecipare al Governo centrale sudanese. Nonostante le perduranti tensioni, per tre anni l'accordo aveva sostanzialmente tenuto, ma la violenta ripresa degli scontri nell'Abyei fa temere agli osservatori che la situazione torni a precipitare. Per quanto riguarda specificamente la missione di Williamson, il vicesegretario dello Splm, Yasser Arman, ha annunciato il ritiro dei ministri della sua organizzazione dai colloqui con linviato statunitense che dovevano cominciare in giornata. Questo il risultato della distruzione della citt di Abyei e dello sfollamento di centomila civili, ha detto Arman all'agenzia di stampa britannica Reuters.

Accordo per la protezione dell'Artico


COPENAGHEN, 29. Un accordo per proteggere lambiente dell'Oceano artico stato raggiunto ieri da Canada, Danimarca, Stati Uniti, Norvegia e Russia (i cinque Paesi che si affacciano sullo stesso Oceano) al termine del vertice ministeriale svoltosi a Ilulissat, nella Groenlandia occidentale. Nella dichiarazione finale, i ministri dei cinque Paesi si sono impegnati a prendere misure conformi alle leggi internazionali e nazionali per garantire la protezione e la conservazione del fragile ambiente marino dellOceano artico. I partecipanti al vertice organizzato dalla Danimarca, di cui la Groenlandia fa parte come provincia autonoma hanno anche promesso di rafforzare la propria cooperazione basata sulla fiducia reciproca e la trasparenza. Da rilevare che la Danimarca e la Norvegia speravano di raggiungere un accordo che potesse estendere allArtico la normativa dell'Onu sui mari e le piattaforme continentali, che assegna alle Nazioni Unite il compito di dirimere le controversie internazionali in materia. La posta in gioco alta. Si calcola, infatti, che sotto i fondali del Mar Glaciale Artico ci sia un quarto delle riserve mondiali di petrolio e di gas ancora da individuare. Finora, la spessa coltre di ghiaccio ha reso irraggiungibili questi fondali. Ma, a causa del riscaldamento globale, fra qualche decennio il ghiaccio potrebbe arretrare e le trivelle potrebbero cos raggiungere i giacimenti. E poi c il Passaggio a nordovest, la mitica rotta dallAtlantico al Pacifico a nord del continente americano. Il passaggio accorcerebbe di migliaia di chilometri i collegamenti fra nordamerica e le potenze asiatiche, ma impraticabile a causa dei ghiacci. Secondo gli studiosi per, sempre a causa del riscaldamento globale, nel 2050 il passaggio potrebbe essere attraversato da navi commerciali. Le Nazioni rivierasche hanno gi cominciato a muoversi per piantare la loro bandiera su questo nuovo Eldorado. I Governi della Russia e della Norvegia hanno chiesto allOnu di poter espandere la loro sovranit sulla piattaforma continentale (il fondale che costituisce il prolungamento del proprio territorio). La Convenzione Onu sul diritto del mare 10 dicembre del 1982 stabilisce che le Nazioni esercitano la propria sovranit sul fondale fino a duecento miglia marine dalla costa (trecentosettanta chilometri), ma possono espandere questa sovranit qualora dimostrino che la loro piattaforma continentale superi quel limite.

dell'Ucraina. Almeno certi episodi della storia religiosa, della inconcussa fedelt del popolo ucraino alla fede cristiana, e in particolare alla Chiesa cattolica, sono presenti nella memoria di tante persone. Adesso, non so se c' una vera conoscenza. Forse, c' anche memoria della famosa carestia degli anni 1932 e 1933 che storicamente qualcuno spiega come un atto di punizione per la popolazione ucraina e per altre popolazioni. Anche questa memoria entrata nei libri di storia. Auspico che le Chiese e le societ occidentali conoscano meglio questa storia. Si diceva una volta che l'Ucraina fosse il granaio dell'Europa; si parlava delle immensit delle sue pianure e delle sue colture. Poi, c' stato il fatto di Chernobyl. Non bisogna, tuttavia, conoscere l'Ucraina solo per questo singolo episodio, ma proprio per la sua dignit: il profilo di popolo che ha una grande cultura, rimasto fedele ai valori cristiani forse pi di altri popoli e che adesso si affaccia alle porte dell'Europa con una sua dignit e con delle risorse che tutti dobbiamo valorizzare. Nei suoi discorsi ha richiamato sovente la testimonianza dei martiri additandola ai cristiani di oggi. Ci sono motivi di preoccupazione pastorale per questo richiamo insistente? Anzitutto c' un motivo storico. Anche in Ucraina, come in molti altri Paesi dell'Unione Sovietica, ci sono stati martiri della fede, i famosi martiri del XX secolo, cattolici e ortodossi. In Ucraina c' stato un tentativo di annientamento delle Chiese, soprattutto della Chiesa greco-cattolica, mentre la Chiesa latina, pur nelle immani sofferenze che hanno segnato quegli anni sotto la dittatura comunista, ha avuto dei barlumi di libert e quindi di esercizio del ministero e di espressione della fede cristiana. E poi, in modo particolare bisogna ravvivare la memoria per l'oggi, perch allora c'era una persecuzione aperta, adesso c' un attacco sottile, un attacco dell'indifferentismo e del consumismo. caduto il Muro di Berlino, caduto l'impero comunista per ci sono altri problemi che sfidano la fede, che esigono un coraggio, un impegno ancora maggiore forse nella testimonianza della fede cristiana, e nel fare esperienza vera di vita cristiana. Nel corso del suo viaggio lei ha insistito molto anche sull'impegno ecumenico. Parlava ai cattolici o agli ortodossi? Anzitutto ai cattolici, perch naturalmente mi sono rivolto ai cattolici, sebbene abbia incontrato autorit e rappresentanti ortodossi anche alle manifestazioni della Chiesa cattolica. un discorso che vale per tutti, perch lo sforzo di creare unit, di fare piattaforma di unit, di convergere su obiettivi comuni proprio in base alla fede comune, un presupposto indispensabile per la nuova evangelizzazione e per l'efficacia della testimonianza di tutte le Chiese, di tutte le confessioni cristiane. Nelle loro diversit, ma nell'unit della medesima fede in Cristo. Ha riscontrato motivi di fiducia e segnali per una presenza pi unitaria e meno conflittuale sul piano religioso e civile, tra cattolici e ortodossi? Devo dire che ho incontrato una Chiesa viva parlo in modo speciale della Chiesa cattolica nelle sue varie componenti una Chiesa perfino entusiasta e partecipe. Mi hanno detto anche le autorit che l, in Ucraina, le Chiese sono piene. Penso sia vero, avendolo sperimentato negli incontri che ho avuto, sia in occasione della festa del Corpo e Sangue di Cristo, con la processione lungo le vie di Kiev, sia nella grande beatificazione di suor

Marta Maria Wiecka, a cui guardano non solo i cattolici. Quella testimone della carit sociale eroica un punto d'incontro di cattolici e ortodossi e anche di non credenti. Gi questo segno un segno di unit, un segno di identit comune. Ho trovato, quindi, dei segni positivi; ho trovato segni anche di dialogo, segni di adesione al cuore della Chiesa cattolica, cio al Papa, in particolare a Papa Benedetto XVI, e negli incontri con gli esponenti soprattutto della Chiesa ortodossa russa perch ho incontrato il metropolita Volodimir ho sentito questo anelito all'unit. Tutti hanno parlato della necessit di fare dei passi concreti comuni. Nonostante le difficolt che persistono ancora, ci sono passi positivi di dialogo interconfessionale per convergere su alcuni temi. Pensiamo, ad esempio, al tema dell'educazione, della formazione. Abbiamo parlato persino del tema della santit, con il metropolita ortodosso, e mi hanno interrogato sui percorsi che la Chiesa cattolica fissa per proclamare un beato o un santo, confrontandoli con i percorsi della Chiesa ortodossa. Ecco: sono temi che indicano una sorta di convergenza, di desiderio di condividere certe metodologie e poi anche le mete finali. Una buona armonia tra i cristiani in Ucraina, superando il contenzioso storico, pu facilitare il dialogo in corso tra Roma e Mosca? Con la Chiesa ortodossa russa, con il Patriarcato di Mosca, noi siamo certamente in fase di dialogo. Avevo avuto incontri con la Chiesa ortodossa russa gi in Azerbaigian e cos adesso li ho avuti a Kiev. Questi sono segni positivi. Mi sembra che siamo in una fase di dialogo aperto, di incontri che si rinnovano: proprio nei giorni scorsi il cardinale Kasper stato a Mosca nella sua qualit di Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani. chiaro che tutti aspettano il famoso incontro tra il Papa e il Patriarca di Mosca che avverr quando Dio vorr e quando ci saranno tutte le condizioni. Alcuni esponenti ortodossi di varie parti dell'Europa spingono per questo incontro, esplicitamente. Ci sono stati dei fatti positivi a parte la traduzione organica dei documenti del Concilio Vaticano II in russo e la distribuzione di questi documenti, che permettono di conoscere il pensiero della Chiesa cattolica, sia in campo dogmatico sia in campo morale: non solo in campo di morale personale, ma di morale sociale, di morale internazionale. Pure la traduzione del Catechismo della Chiesa cattolica in russo, con una specie di accordo con la Chiesa ortodossa, e poi, ultimamente, proprio, la traduzione del Compendio della dottrina sociale cristiana in ucraino e in russo. Questo un fatto positivo che permette di avvicinare le due Chiese in maniera culturale pacificamente, in modo cristallino, cio direttamente; e quindi, di conoscersi e di condividere. Sappiamo anche che la Chiesa ortodossa russa sta elaborando una sua dottrina sociale. Ci sono risultati concreti dal suo incontro con il presidente Viktor Yushenko e con il vice primo ministro Gregory Nemyria? Il viaggio in Ucraina stato organizzato in modo speciale per la beatificazione di suor Marta Maria Wiecka, che amata e venerata da tutti, ricordata anche dalle autorit. Tanto vero che alla beatificazione c'erano le autorit di Leopoli e i delegati delle varie istanze pubbliche. Come ho gi detto, la figura di suor Marta una figura che attrae e che unifica. Ho avuto degli incontri lunghi incontri sia con il presidente della Repubblica e sia con il vice primo ministro. Ho sottolineato, anche nei discorsi pubblici e a nome della Santa Sede, la positivi-

Riprendono i colloqui di pace per la Somalia


NAIROBI, 29. Riprender durante il fine settimana a Gibuti la conferenza di pace sotto l'egida dell'Onu tra il Governo di transizione nazionale somalo e l'opposizione raccolta nell'Alleanza per la ri-liberazione della Somalia. Lo ha annunciato ieri a Nairobi, in Kenya, linviato speciale dellOnu per la Somalia, Ahmedu Uld-Abdallah. Il 2 ed il 3 giugno, i rappresentanti delle due parti incontreranno una delegazione del Consiglio di sicurezza dell'Onu.

Famiglie italiane alle prese con le difficolt economiche


ROMA, 29. Un Paese in cui una famiglia su tre arriva con difficolt alla fine del mese e una su due vive con meno di 1.900 euro al mese. lItalia fotografata dallIstat nel Rapporto annuale 2008, che si riferisce all'anno precedente, anno nel quale c' stato un rallentamento della crescita, facendo precipitare il Paese allultimo posto in Europa dietro a Francia e Germania. LIstituto di statistica avverte: lItalia si trova in un momento di forte difficolt economica, risalire la china si pu ma solo con interventi energici. Il presidente dell'Istat, Luigi Biggeri, ha commentato: Non vi dubbio che siamo in un momento di difficolt economica, con investimenti e consumi delle famiglie che sono fermi o in regresso. Nonostante ci siamo prudentemente ottimisti, anche se gli investimenti e consumi torneranno a crescere solo grazie a interventi energici. Le maggiori difficolt sono gli stipendi bassi: Il 50% delle famiglie ha guadagnato meno di 1.900 euro al mese, ha detto Biggeri, spiegando che il reddito medio in Italia, nel 2005, di circa 2.300 euro al mese, ma ogni valutazione va fatta tenendo conto della distribuzione disuguale dei redditi. Anche la casa pesa sul bilancio, soprattutto su quello delle famiglie povere (per circa il trentuno per cento). E se in generale il quattordici per cento del reddito familiare viene destinato alle spese per labitazione, la quota sale al ventisette per cento per chi ha acceso un mutuo: vale a dire ottocento euro mensili. Tutto questo si traduce in una crescita del Paese sempre pi lenta e inferiore alla media degli altri Paesi dellUnione. Sul prodotto interno lordo, l'Istat su posizioni pi ottimistiche: per Biggeri, un po' pessimistico pensare a una crescita zero. Io sono pi ottimista e penso a una crescita superiore. Industriali e sindacati sono per concordi sulla necessit di intervenire urgentemente per agevolare la ripresa.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
Il Papa al nuovo ambasciatore di Tanzania

venerd 30 maggio 2008

Nuova fiducia nel dialogo per la regione dei Grandi Laghi


Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina, gioved 29 maggio, sua eccellenza il signor Ahmada Rweyemamu Ngemera, nuovo ambasciatore di Tanzania presso la Santa Sede, che ha presentato le Lettere con cui viene accreditato nell'alto ufficio. Questo il testo del discorso del Pontefice:

Your Excellency, It is my pleasure to welcome you to the Vatican and to accept the Letters of Credence by which you are appointed Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the United Republic of Tanzania to the Holy See. I am grateful for the courteous greetings and sentiments of good will which you have expressed on behalf of His Excellency, Mr Jakaya Mrisho Kikwete, President of the Republic, whom I had the pleasure of meeting. I ask you kindly to convey my gratitude and my personal good wishes to His Excellency the President, to the Government and to the Tanzanian people. Your country, Mr Ambassador, is looked upon with respect and appreciation by people in East Africa for its stability and its climate of tolerance and peace. Tanzania is also held in esteem for the important role undertaken by its political leaders in the process of pacification of the Great Lakes Region and other international peacekeeping initiatives. The generous hospitality offered to refugees fleeing from hostilities in neighbouring countries, in spite of domestic economic difficulties, has also awakened due appreciation for the noble sentiments of the Tanzanian people. Some negative trends such as an increase in the regional traffic of arms and interruptions in important initiatives of dialogue and reconciliation have cast

doubts recently on the immediate future of the peace process. It is not surprising in this regard that responsible leaders and many men and women of good will are eager to see this process sustained at all costs and brought to fulfilment. No effort should be spared in order to recreate the indispensable conditions for normal living, development and cultural advancement of the populations affected. The Holy See joins its voice to this appeal and continues to exhort all who hold responsibility in the region not to lose confidence in the value of dialogue,

but to explore with an open mind and follow all possibilities that may lead to the conclusion of a lasting peace. Tanzania can be proud of its inheritance of harmonious coexistence between different ethnic and religious groups handed down to the present generations from founding President Julius Nyerere and other important statesmen. Every generation must continue to cherish and protect this treasure. Care must be taken that the common good of all Tanzanians and the dignity and the authentic rights of all persons may

SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore di Tanzania
Sua eccellenza il signor Ahmada Rweyemamu Ngemera, nuovo ambasciatore di Tanzania presso la Santa Sede, nato il 12 giugno 1950. Laureato in economia industriale (Universit di Dar-es-Salaam, 1976), ha conseguito un master in amministrazione pubblica (Universit di Wisconsin Madison Stati Uniti d'America, 1979). Ha ricoperto i seguenti incarichi: economista industriale presso il Ministero per l'industria e il commercio (1976-1988); capo della divisione regionale e internazionale per la cooperazione e il monitoraggio presso il Ministero per l'industria e il commercio (19881998); direttore della divisione per la pianificazione presso il Ministero per l'industria e il commercio (1998-2002); segretario permanente presso il Ministero per l'industria e il commercio

(2002-2004); vice segretario generale dell'East African community (20042006). Dal 2006 ambasciatore in Germania, ove risiede. Parla inglese e kiswahili. A sua eccellenza il signor Ahmada Rweyemamu Ngemera, nuovo ambasciatore di Tanzania presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.

prevail over the particular demands or interests of certain groups. In this regard discernment and decisive action on the part of authorities are needed to curb favouritism or initiatives that would be incompatible with a political project based on universal human rights and the rule of law, and could carry in some circumstances seeds of intolerance and violence. The Catholic Church is committed to fostering positive ethnic relations and dialogue with members of other religions as a fundamental component of her desire to give witness to God's universal love. It gives her great joy to assist society in establishing an environment of good will between all men and women based on mutual knowledge, appreciation and respect. Creating the proper environment and structures for the economic development of a country is one of the important goals in the task of good governance. International trust and goodwill towards Tanzania has been successfully generated not least by efforts to combat corruption, and the economy has responded with steady progress. Experience in many developing countries shows that accountability and transparency, especially in the use of public funds, not only upholds the necessary moral integrity of those in office, but is in itself an indispensable economic factor for stable progress. Great care has to be taken in order to continue along this path, together with a clear will to bring the less favoured sectors to a just and active participation in the common economic growth. As your country continues to undertake works of infrastructure and promote investments in support of agriculture and industry, it is my hope that your

people will work with confidence for the good of their homeland and that Tanzania will always find openness, trust and effective support at international levels. I am pleased to note that considerable efforts have been made to promote wider access to education in the knowledge that it is one of the most important factors in development. Training programmes have also been wisely established for teachers and for other personnel in schools and health centres since the construction of adequate facilities cannot be separated from the complementary effort to prepare qualified staff. I thank you Mr Ambassador for your words of appreciation of the service that the Catholic Church offers to the people of your country. Both in education and health services, care must be taken to provide financial resources to the different projects or institutions on the basis of pressing need or merit. Equity and transparency in this area greatly facilitate a spirit of loyal cooperation between private initiative and public agencies. In these same fields of development institutions must continue to expand and improve in quality in order to respond to the needs of the population. I am sure that Tanzanian Catholics will not fail to offer their specific contribution through the Church's institutions and initiatives,

animated by Christian service of neighbour and generous love of their country. Your Excellency, as you take up your office as the United Republic of Tanzania's representative at the Vatican, I have given expression to some of the Holy See's perspectives and sincere hopes for your country. May your mission serve to strengthen the ties existing between the United Republic of Tanzania and the Holy See. Be assured that the various departments of the Roman Curia will be ready to assist you in your task. With my prayers and best wishes for the success of your mission, I invoke Almighty God's abundant blessings upon you and your family, and upon the people of your country.
Questa una nostra traduzione del discorso del Papa: Eccellenza, ho il piacere di accoglierla in Vaticano e di ricevere le Lettere che la accreditano quale ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Unita di Tanzania presso la Santa Sede. Sono grato per i cordiali saluti che mi ha porto e i sentimenti di buona volont che ha espresso a nome di sua eccellenza Jakaya Mrisho Kikwete, presidente della Repubblica, che ho avuto il piacere di incontrare. Le chiedo cortesemente di trasmettere la mia
CONTINUA A PAGINA 8

Benedetto

XVI

al nuovo ambasciatore di Uganda

Una pace durevole possibile solo con il rispetto dei confini nazionali
Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina, gioved 29 maggio, sua eccellenza il signor Nyine S. Bitahwa, nuovo ambasciatore di Uganda presso la Santa Sede, che ha presentato le Lettere con cui viene accreditato nell'alto ufficio. Questo il testo del discorso del Pontefice:

Your Excellency, I am pleased to welcome you to the Vatican and to accept the Letters of Credence by which you are appointed Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the Republic of Uganda to the Holy See. I appreciate the greetings which you have conveyed on behalf of His Excellency Mr Yoweri Museveni, President of the Republic, and I gladly reciprocate with my own good wishes and the assurance of my prayers for His Excellency and all the people of Uganda. The Holy See establishes diplomatic relations with States with a view to achieving mutual cooperation for the spiritual and material good of their populations. In this regard, the efforts made in your country in the struggle against poverty and its underlying causes are most encouraging. Human development, through the availability of employment, suitable housing and the extension of educational opportunities, is an indispensable factor in the economic and social progress of a nation. Much has been achieved in Uganda in the fields of education, development and health care, especially in the struggle against HIV/AIDS with dedicated attention to those affected and a successful policy of prevention based on continence and the promotion of faithfulness in marriage. True to her commitment to preach love of God and neighbour, the Catholic Church will continue to cooperate with civil authorities,

especially in these areas which help to better the human condition. Mr Ambassador, you have spoken of your people's joy at seeing the culmination of efforts to formalize peace agreements and to bring to a conclusion the long years of warfare marked by cruel and senseless violence. The Church, in view of her call to enlighten consciences, cannot but express her joy at what has been achieved, and her earnest hope that conditions of full security will soon prevail, allowing all displaced people to return to their homes and resume a peaceful and productive existence. In this regard,

I wish to convey the Holy See's appreciation to all who have raised their voice against violence and hatred, and to all who have contributed to a negotiated search for peace. I encourage all involved to take part generously in the task of repair and rebuilding after so many years of turmoil and abandonment. That this task is taking place amid fears of a world-wide food shortage and rising prices should be a further stimulus to dedication and perseverance in consolidating peace, reconciliation and reconstruction. I trust that the population's strong desire for peace will inspire the Govern-

SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore di Uganda
Sua eccellenza il signor Nyine S. Bitahwa, nuovo ambasciatore di Uganda presso la Santa Sede, nato a Bushenyi il 28 febbraio 1945. sposato e ha tre figli. Laureato in economia (Higher school of economics, Belgrado 1970), ha successivamente conseguito un master nella stessa materia (Universit di Belgrado, 1978). Ha ricoperto i seguenti incarichi: funzionario della pubblica amministrazione (1980-1982); tutor per le materie economiche presso l'Istituto delle Chiese Evangeliche di Germania (1983); consulente per l'Aiuto allo sviluppo presso la Chiesa Evangelico-Luterana di Kiel, Germania (1986-1996); direttore del seminario di Partnership Rukararwe per lo sviluppo rurale, Bushenyi, Uganda (1986-1996 e 20012007); membro del Parlamento nazio-

nale (1996-2001); fondatore della Heim company limited (2004). Attualmente ambasciatore in Germania, ove risiede. Parla inglese, tedesco, serbo, croato, kiswahili, lugana, runyankole, rutoro e rukiga. A sua eccellenza il signor Nyine S. Bitahwa, nuovo ambasciatore di Uganda presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.

ment to continue to carry out its regional responsibilities and to do all that is in its power to ensure stability and reconciliation throughout the region, where lasting peace will only be possible when all parties involved adhere to international agreements and commit themselves to full respect for national borders. Much has to be done in these years but new hope has arisen for the people of Northern Uganda and their neighbours. May Almighty God assist them in their efforts to begin life anew. No nation today is free from the influence of globalization with its benefits and its challenges. This phenomenon facilitates trade opportunities, access to information and the communication of values. Unfortunately, it can also promote superficial lifestyles and attitudes that undermine healthy customs based on moral truth and virtue. Men and women of goodwill in Africa rightly reject destructive outlooks which are associated with greed, corruption and the many forms of personal and social disintegration. Democracy and the rule of law are not nurtured by materialism, individualism and moral relativism but by integrity and mutual confidence, especially when sustained by committed and selfless leaders who are willing to offer their service to their fellow citizens for the building up of the common good. It is my fervent prayer that the genuine benefits of contemporary culture will enrich the existence of all Ugandans in harmony with what is true and healthy in the values that have been transmitted from generation to generation. In this regard the country you represent, Mr Ambassador, embodies many important characteristics found in African culture, such as: a

respectful attitude to parental authority and a religious way of seeing important moments of human existence, promoting deep respect for the dignity of every human life from conception to natural death. This is the rich background in which generations of Africans have been educated and from which the seed of the Christian Gospel has produced abundant fruits. The Catholic Church appreciates this heritage for its own sake and because of its harmonious relationship with fundamental truths of the natural moral order and with basic tenets of the faith. I assure you, Mr Ambassador, that the Church will continue to play her part in the defence and promotion of these principles. She sees it as her mission to consolidate and complement them in the marvellous plenitude of the Gospel. Your Excellency, I have spoken of topics of essential interest both to State and Church and areas in which undoubtedly cooperation will continue to bear fruit for a better future for all Ugandans. The various departments of the Roman Curia will be happy to assist you in your mission as your country's representative to the Holy See. I am pleased to assure you of my prayers as you begin your mandate and I invoke Almighty God's abundant blessings upon you and your family, and upon the people of Uganda.

Ecco una nostra traduzione del discorso del Papa: Eccellenza, sono lieto di accoglierla in Vaticano e di accettare le Lettere che l'accreditano quale ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Uganda presso la Santa Sede. Apprezzo i saluti che mi ha porto a nome di sua eccellenza Yoweri Museveni, Presidente della Repubblica, e ricambio volentieri con buoni auspici e l'assicurazione delle mie preghiere per sua eccellenza e per tutto il popolo ugandese. La Santa Sede stabilisce relazioni diplomatiche con gli Stati per conseguire la cooperazione reciproca per il bene spirituale e materiale delle loro popolazioni. A questo proposito, gli sforzi compiuti nel suo Paese per combattere la povert e le sue cause sono molto incoraggianti. Lo sviluppo umano, mediante la disponibilit di occupazione, abitazioni adeguate e l'ampliamento delle opportunit educative, un fattore indispensabile per il progresso economico e sociale di una nazione. Molto si ottenuto in Uganda nei campi dell'educazione, dello sviluppo e della sanit, in particolare nella lotta contro l'Hiv/Aids, con una particolare attenzione per i malati e una positiva politica di prevenzione basata sulla continenza e sulla promozione della fedelt nel matrimonio. Fedele al suo impegno di predicare l'amore di Dio e del prossimo, la Chiesa cattolica continuer a cooperare con le autorit civili, in particolare in queste aree che permettono di migliorare la condizione umana.
CONTINUA A PAGINA 8

venerd 30 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Il Papa al nuovo ambasciatore di Liberia

pagina 5

Il vostro popolo merita di essere liberato dalla miseria


Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina, gioved 29 maggio, sua eccellenza il signor Wesley Momo Johnson, nuovo ambasciatore di Liberia presso la Santa Sede, che ha presentato le Lettere con cui viene accreditato nell'alto ufficio. Questo il testo del discorso del Papa:

Your Excellency, I am pleased to welcome you to the Vatican and to accept the Letters accrediting you as Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the Republic of Liberia to the Holy See. I would like to express my gratitude for the good wishes that you bring from your President, Mrs Ellen Johnson-Sirleaf. Please convey to Her Excellency my cordial greetings and assure her of my continued prayers for all the people of your nation. Let me assure you, Mr Ambassador, that the Holy See values its diplomatic links with your country, and looks forward to developing them further in the years ahead. As the international community strives to fulfil its humanitarian obligations towards the people of Africa, the Holy See regards with particular concern the many citizens of Liberia who were left destitute by the violent conflict that ravaged your country for so many years. After two years of stable elected government, significant progress has been made in the immense task of reconstruction. It was with satisfaction that I learned of the decision by the International Monetary Fund last November to take steps towards cancelling Liberia's debt. This is good news indeed, and it is greatly to be hoped that recent signs of economic growth will be sustained in the years to come. After decades of war and instability, the people of your country deserve

to be delivered from the poverty, food insecurity, and unemployment that have afflicted them for so long. I am sure your people realize that a peaceful and prosperous future can only be attained if a serious attempt is made to acknowledge past failures and to heal the wounds inflicted in the course of the civil war. The truth and reconciliation process in Liberia, as in other African countries, is a courageous and necessary step along the path

to national renewal, and if it is pursued with integrity and determination, it can only lead to a strengthening of the values on which civilized society depends. When the people of a nation have witnessed violence, mismanagement and corruption, practised with impunity at the highest levels of society, it is not easy to regain trust in the machinery of government. Indeed, it is tempting to withdraw from national life altogether, seeking only to promote one's particular interests or

SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore di Liberia
Sua eccellenza il signor Wesley Momo Johnson, nuovo ambasciatore di Liberia presso la Santa Sede, nato a Banjor, Lower Virginia (Contea di Montserrado), il 27 maggio 1944. sposato e ha otto figli. Ottenuto il baccalaureato in scienze, amministrazione aziendale e ragioneria nel St. Francis college (Brooklyn, New York, 1975), si laureato in amministrazione aziendale (Long Island University, New York, 1977) e ha ricoperto i seguenti incarichi: auditor dell'Old Colony Newport National Bank in Providence, Stati Uniti d'America (1978-1981); console generale di Liberia a New York (1980-1981); membro fondatore e vice presidente del Partito popolare progressista (Ppp) e del Partito popolare unito (Upp) (1980 e 1984); membro dell'Assemblea legislativa di transizione (1990-1994), senior partner della Nimely & Associates, Cpa, Inc. (1994-2003); ambasciatore in

Egitto (1997-2001); docente di amministrazione e ragioneria presso l'Universit di Liberia (Ame) Zion University, United Methodist University (2001-2003); vice presidente del Governo nazionale di transizione (20032006). Dal 2006 ambasciatore a Londra, ove risiede. A sua eccellenza il signor Wesley Momo Johnson, nuovo ambasciatore di Liberia presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.

those of one's region or ethnic group. Such partisan attitudes must be overcome by a renewed commitment to promote the common good of all citizens, a profound respect for all members of society, irrespective of ethnic origin or political allegiance, and a willingness to contribute one's own gifts and resources so as to bring about the greater well-being and prosperity of others. In my World Day of Peace Message at the start of this year, I underlined the importance of the family as a fundamental building block in society, one where the values essential for peaceful coexistence can be learned and then transmitted to future generations. From the responsible and definitive yes of a man and a woman, and the conscious yes of the children who gradually join the family, its members give their consent to the building up of the common good. This is what makes it possible for the wider community to prosper, locally, nationally, and even internationally (cf. Message for the 2008 World Day of Peace, 6). I know that the people of Africa place a high value on maintaining family bonds, and I encourage your Government to ensure that public policy continues to assist and strengthen the family in every way. Only thus will firm foundations be laid for renewing the social infrastructure that has been so badly damaged by decades of violent conflict. You can be sure, Mr Ambassador, that the Church in Liberia is eager to contribute to the building up of family life, and to the provision of education and health care that are so sorely needed throughout the country. I greatly appreciate President Johnson-Sirleaf's words of praise for the Church's activity in these areas throughout

Liberia's history, and indeed for the courageous witness of the martyrs who dedicated themselves to serving the country even at the cost of their lives. The many devoted men and women priests, religious and lay faithful who carry out their apostolate in your country today are no less committed to the people they serve, and to the promotion of justice, peaceful coexistence and reconciliation between the warring factions of the recent past. The educational apostolate is perhaps their most significant investment in Liberia's future. Many of your children and young people have been traumatized by the experience of war, some of them forced to become soldiers and to abandon their education, resulting in low levels of literacy across the population. The Church in such circumstances seeks to offer the people hope, to give them faith in the future, and to show them that they are loved and cared for, to lead them, in other words, towards an encounter with Christ the Saviour of humanity. In this way, Your Excellency, I am confident that the cordial relations existing between Liberia and the Holy See will bear abundant fruit for the growth and increasing prosperity of your beloved country for many years to come. In offering my best wishes for the success of your mission, I would like

to assure you that the various departments of the Roman Curia are ready to provide help and support in the fulfilment of your duties. Upon Your Excellency, your family and all the people of Liberia, I cordially invoke God's abundant blessings.
Ecco una nostra traduzione italiana del discorso di Benedetto XVI: Eccellenza, sono lieto di accoglierla in Vaticano e di accettare le Lettere che la accreditano quale ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Liberia presso la Santa Sede. Desidero esprimere la mia gratitudine per i buoni auspici che mi ha trasmesso a nome del suo presidente, la signora Ellen Johnson-Sirleaf. La prego di trasmetterle i miei saluti cordiali e di assicurarla delle mie preghiere costanti per tutto il popolo della sua nazione. Le assicuro, signor Ambasciatore, che la Santa Sede apprezza i propri legami diplomatici con il suo Paese e desidera svilupparli ulteriormente negli anni prossimi. Mentre la comunit internazionale tenta di rispettare i propri obblighi umanitari verso gli africani, la Santa Sede considera con particolare interesse i numerosi cittadini della Liberia che sono stati impoveriti dal violento conflitto che ha devastato il Paese per cos tanti anni. Dopo due anni di un governo eletto e stabile, si sono
CONTINUA A PAGINA 9

Benedetto

XVI

al nuovo ambasciatore del Ciad

Si fermi la violenza per consentire a tutti di vivere con dignit


Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina, gioved 29 maggio, sua eccellenza il signor Hissein Brahim Taha, nuovo ambasciatore del Ciad presso la Santa Sede, che ha presentato le Lettere con cui viene accreditato nell'alto ufficio. Questo il testo del discorso del Papa:

Monsieur l'Ambassadeur, J'accueille avec plaisir Votre Excellence au Vatican l'occasion de la prsentation des Lettres qui L'accrditent comme Ambassadeur extraordinaire et plnipotentiaire du Tchad prs le Saint-Sige et je la remercie de m'avoir transmis le message courtois de Son Excellence Monsieur Idriss Deby Itno, Prsident de la Rpublique. En retour, je vous saurais gr de bien vouloir Lui exprimer mes vux les meilleurs pour sa personne et pour le peuple tchadien tout entier, souhaitant que tous puissent connatre la paix et la prosprit. En effet, la recherche de la paix et de la scurit pour tous doit tre une proccupation constante et premire pour les responsables des Nations. Sans l'tablissement d'une paix durable il ne peut y avoir de dveloppement authentique. la suite de l'appel que j'ai lanc le 6 fvrier dernier en faveur des populations du Tchad, je souhaite donc que se ralise sans tarder une authentique rconciliation nationale et que la solidarit internationale contribue aider efficacement les personnes qui sont dans le besoin. Que les responsables chargs de guider les peuples de cette rgion fassent tout ce qui est en leur pouvoir afin d'arrter la violence et de crer ainsi des circonstances favorables qui permettront tous de vivre dans la paix et dans la dignit! Ma pense se tourne aussi vers les nombreux rfugis qui ont trouv asile dans votre pays. Que les efforts faits

pour soutenir ces familles, qui vivent dans des conditions parfois dramatiques, les aident retrouver une situation o leurs droits humains fondamentaux soient rellement garantis. Dans cette perspective, il est ncessaire que, grce une saine gestion, les ressources conomiques du pays soient toujours mises au service d'un progrs social effectif qui donne la population de voir ses justes aspirations se raliser. Pour consolider la stabilit et l'unit de la nation, le souci du bien commun impose de rpartir avec justice et quit les richesses du pays, en tenant compte plus particulirement des personnes qui se trouvent en marge du progrs social et conomique. La qualit des relations entre les

communauts religieuses qui vivent au Tchad, particulirement entre les chrtiens et les musulmans, est un lment important sur le chemin de la paix et de la rconciliation. Chacun doit pouvoir exprimer sa foi sans crainte et suivre la voix de sa conscience dans le choix de sa religion. Je me rjouis de savoir, Monsieur l'Ambassadeur, que dans votre pays, malgr les difficults qui peuvent se prsenter, les chrtiens et les musulmans cherchent consolider des relations de respect et de comprhension rciproques. Je souhaite que ces relations contribuent au bien commun et l'dification d'une socit harmonieuse et pacifie. Pour rsoudre les incomprhensions, le dialogue doit toujours de-

SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore del Ciad
Sua eccellenza il signor Hissein Brahim Taha, nuovo ambasciatore del Ciad presso la Santa Sede, nato ad Abch il 1 novembre 1951. sposato e ha sei figli. Diplomato presso l'Institut des langues et civilisations orientales de Paris (1978), ha ricoperto i seguenti incarichi: consigliere presso il Ministero degli affari esteri (1979-1989); direttore di gabinetto del ministro degli affari esteri (1990-maggio 1991); primo consigliere di ambasciata a Riad (giugno 19912001); ambasciatore a Taipei (20012006). Dal 2006 ambasciatore a Parigi, ove risiede. Parla francese, inglese e arabo.

A sua eccellenza il signor Hissein Brahim Taha, nuovo ambasciatore del Ciad presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.

meurer le chemin qui permet d'viter tout recours la violence. Comme vous l'avez relev, Monsieur l'Ambassadeur, l'engagement de l'glise catholique au service de la socit tchadienne, sans distinction d'origine ni de religion, recouvre de nombreux domaines, tels que la sant, l'ducation et le dveloppement. Par ses uvres sociales, la communaut catholique manifeste son souci de promouvoir la dignit de chaque personne. Dans cette perspective, je voudrais souligner de manire particulire l'action de l'glise en faveur de l'ducation et de la formation des jeunes, grce notamment aux coles catholiques, qui tiennent une place apprcie dans le systme ducatif tchadien. Par ces coles, qui sont des lieux o les jeunes de religions et de milieux sociaux diffrents apprennent vivre ensemble dans le respect mutuel, l'glise entend lutter contre toute forme de pauvret et contribuer l'dification d'une socit toujours plus fraternelle et plus solidaire. Au terme de cette rencontre, permettez-moi, Monsieur l'Ambassadeur, de saluer par votre entremise les vques du Tchad ainsi que tous les membres de la communaut catholique. Je les assure de ma proximit spirituelle et je les encourage demeurer fermes dans la foi et courageux dans les preuves qu'ils partagent avec leurs compatriotes, tmoignant ainsi de leur engagement construire ensemble une socit rconcilie. Au moment o vous inaugurez votre noble mission, sr que vous trouverez toujours un accueil attentif auprs de mes collaborateurs, je vous offre, Monsieur l'Ambassadeur, mes vux cordiaux pour son heureux accomplissement, afin que se poursuivent et se dveloppent des

relations harmonieuses entre le Saint-Sige et le Tchad. Sur Votre Excellence, sur sa famille et sur ses collaborateurs, ainsi que sur les Responsables et sur tous les habitants du Tchad, j'invoque de grand cur l'abondance des Bndictions divines.
E questa la traduzione italiana del discorso del Papa: Signor ambasciatore, accolgo con piacere sua eccellenza in Vaticano, in occasione della presentazione delle lettere che l'accreditano come ambasciatore straordinario e plenipotenziario del Ciad presso la Santa Sede e la ringrazio per avermi trasmesso il cortese messaggio di sua eccellenza il signor Idriss Deby Itno, presidente della Repubblica. In cambio, le sarei grato se potesse trasmettergli i miei voti migliori per la sua persona e per l'intero popolo ciadiano, auspicando che tutti possano conoscere la pace e la prosperit. Di fatto, la ricerca della pace e della sicurezza per tutti deve essere una preoccupazione costante e fondamentale per i responsabili delle nazioni. Senza l'instaurazione di una pace duratura non vi pu essere sviluppo autentico. Dopo l'appello che ho lanciato lo scorso 6 febbraio a favore delle popolazioni del Ciad, auspico che si realizzi senza indugi un'autentica riconciliazione nazionale e che la solidariet internazionale contribuisca ad aiutare efficacemente le persone che sono nel bisogno. Che i responsabili incaricati di

guidare i popoli di questa regione facciano tutto il possibile al fine di arrestare la violenza e di creare cos circostanze favorevoli che permetteranno a tutti di vivere nella pace e nella dignit! Il mio pensiero va anche ai numerosi rifugiati che hanno trovato asilo nel suo Paese. Che gli sforzi compiuti per sostenere queste famiglie, che vivono in condizioni a volte drammatiche, le aiutino a ritrovare una situazione in cui i loro diritti umani fondamentali siano realmente garantiti! In questa prospettiva, necessario che, grazie a una sana gestione, le risorse economiche del Paese siano sempre messe al servizio di un progresso sociale effettivo che permetta alla popolazione di vedere realizzate le sue giuste aspirazioni. Per consolidare la stabilit e l'unit della nazione, la preoccupazione del bene comune impone di distribuire con giustizia ed equit le ricchezze del Paese, tenendo conto in modo particolare delle persone che si trovano al margine del progresso sociale ed economico. La qualit delle relazioni fra le comunit religiose che vivono in Ciad, in particolare fra i cristiani e i musulmani, un elemento importante lungo il cammino della pace e della riconciliazione. Ognuno deve poter esprimere la propria fede senza timore e seguire la voce della sua coscienza nella scelta della propria religione. Signor ambasciatore, sono lieto di sapere che nel suo Paese, nonostante le difficolt che possono presentarsi, i cristiani e i musulmani cercano di consolidare relazioni di rispetto e di comprensione reciCONTINUA A PAGINA 9

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
Il Papa al nuovo ambasciatore del Bangladesh

venerd 30 maggio 2008

L'autentica democrazia poggia sul rispetto della dignit umana


Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina, gioved 29 maggio, sua eccellenza il signor Debapriya Bhattacharya, nuovo ambasciatore del Bangladesh presso la Santa Sede, che ha presentato le Lettere con cui viene accreditato nell'alto ufficio. Questo il testo del discorso del Papa:

Mr Ambassador, I am pleased to receive you today as you present the Letters of Credence whereby His Excellency President Iajuddin Ahmed has appointed you Ambassador of the People's Republic of Bangladesh to the Holy See. I would ask you to convey my cordial greetings to him and to the members of the Government, together with an assurance of my good wishes for the well-being of all your fellow citizens. Established thirty-five years ago, diplomatic relations between the Holy See and Bangladesh have been strengthened by a mutual concern for promoting goodwill in a world increasingly more connected, yet not without signs of new divisions and deeply troubling forms of violence and injustice. These phenomena present new challenges to the whole human family, eliciting an acute sense that more vigorous international cooperation is needed to ensure that the aspirations of all, especially the poor and the weak, are given full voice (cf. Sollicitudo Rei Socialis, 43). Mr Ambassador, I am confident that your country's active participation in bodies such as the United Nations Organization will contribute to the culture of peace which Bangladesh desires to build at home and abroad. By engaging in these conversations at the international level, your country will play a role in harmonizing the actions of the global community to attain the common objectives of

peace and development (cf. Address to the General Assembly of the United Nations Organization, 18 April 2008). As Your Excellency has suggested, a robust democracy needs more than a set of rules to be sustainable; it requires citizens to embrace the underlying values which inspire democratic institutions and proce-

dures, such as the dignity of the human person, a genuine respect for human rights, and a commitment to the common good as the guiding criterion for political life (cf. Centesimus Annus, 46). By striving to enhance a general consensus about the central importance of these fundamental values, the leaders of your nation will pave the way for stable

SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore del Bangladesh
Sua eccellenza il signor Debapriya Bhattacharya, nuovo ambasciatore del Bangladesh presso la Santa Sede, nato nel 1956. sposato e ha una figlia. Laureato in economia presso il Plekhanov institute of national economy (Mosca), si successivamente specializzato nella medesima materia presso l'universit Queen Elizabeth (Oxford), presso il Centre for global development (Wahington DC) e presso altri Istituti in Europa e in Asia. Ha collaborato con diverse organizzazioni internazionali, quali: World bank, Asian development bank, Undp, Unep, Unido, Unctad, Ilo, World economic forum. stato direttore della Janata Bank (1996-2000), Senior research fellow presso il Bangladesh institute of development studies (Bids) e direttore esecutivo del Center for polcy dialogue (Cpd). stato anche membro delle seguenti istituzioni: comitato consultivo di politica macroeconomica presso il Ministro delle finanze; task force per gli aiuti internazionali (1991) e del piano quinquennale presso il Ministero per la pia-

nificazione (1997-2002); comitato per la definizione della politica industriale presso il Ministero dell'industria (1999); comitato nazionale per l'utilizzazione del gas presso il Ministero dell'energia; comitato Vision 2020 presso l'ufficio del primo ministro; comitato consultivo sul World trade organization (Wto). Attualmente rappresentante del Bangladesh presso l'ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, ove risiede. A sua eccellenza il signor Debapriya Bhattacharya, nuovo ambasciatore del Bangladesh presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.

governance and the harmonious coexistence of all who call Bangladesh their home. As your country prepares to hold general elections within the current year, I am confident that its citizens will reflect upon and renew their appreciation for the moral underpinnings which make authentic democracy possible. Social advancement and cohesion requires all individuals, families, elected officials, civil servants and professionals to embrace willingly their responsibility to contribute to community life with integrity, honesty and a sense of service (cf. Pacem in Terris, 55; Centesimus Annus, 46). In particular, those running for public office must be willing to set aside personal interests to safeguard the common good of the people whom they represent and serve. Your Excellency has pointed to the challenge of rebuilding representative institutions which have deteriorated despite the country's observance of democratic processes in selecting recent governments. This crucial task of restoring confidence in these and other democratic institutions will call for strong leadership on the part of men and women who are trustworthy, fair and competent. No doubt the people of Bangladesh will look for these qualities in their candidates as they exercise the right to vote in a polling process that itself reflects the very values upon which democracy depends (cf. Centesimus Annus, 46). A vibrant educational system is essential to strong democracies. Both the State and the Church have respective roles in helping families impart wisdom, knowledge and moral virtue to their children, so that they will come to recognize the dignity common to all men and women, including those belonging to cultures and religions different

from their own. The Church seeks to contribute to this end by establishing schools that attend not only to the cognitive development of children, but the spiritual and moral as well. Insofar as these and other faith-based schools perform the public service of training young people in tolerance and respect, they should therefore receive the support they need, including financial assistance, so as to benefit the entire human family. Yours is a country that has made significant strides in economic growth over the last several years. Yet this has not always translated into a proportionate alleviation of poverty and an increase in opportunities for employment. Long-term stability in the economic sector is organically linked to other spheres of civic life, including public institutions and a well-functioning educational system. The former promotes the efficiency and transparency that foster economic growth (cf. Centesimus Annus, 48), and the latter is society's most valuable tool for furthering development and economic progress (Populorum Progressio, 35). For this reason, a nation's economic goals must always be placed within the broader horizon of its moral, civil and cultural growth (cf. Centesimus Annus, 29). Furthermore, lasting economic development occurs as a result of the dynamic interaction between private initiative,

public authority and the support of international organizations (cf. ibid., 10; 32; 49). For her part, the Church, in her constant solicitude for the integral good of the human person, echoes mankind's aspirations to secure the material goods necessary for corporal and spiritual well-being (cf. Gaudium et Spes, 14). Indeed, she is firmly convinced that development is ultimately a question of peace, because it helps to achieve what is good for others and for the human community as a whole (Message for the 1987 World Day of Peace, 7). Mr Ambassador, as you begin your service, I renew my good wishes for the success of your mission. I assure you that the various offices of the Holy See stand ready to assist you in fulfilling your duties. Upon you, your family and all the people of Bangladesh, I cordially invoke God's blessings of strength and peace.
Ecco una nostra traduzione italiana del discorso del Pontefice: Signor ambasciatore, Sono lieto di riceverla oggi, mentre presenta le Lettere credenziali con le quali Sua Eccellenza il presidente Iajuddin Ahmed l'ha nominata ambasciatore della Repubblica Popolare del
CONTINUA A PAGINA 9

Benedetto

XVI

al nuovo ambasciatore di Bielorussia

I confini in Europa siano luoghi di incontro e non di divisione


Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina, gioved 29 maggio, sua eccellenza il signor Sergei F. Aleinik, nuovo ambasciatore di Bielorussia presso la Santa Sede, che ha presentato le Lettere con cui viene accreditato nell'alto ufficio. Questo il testo del discorso del Papa:

Your Excellency, It is a great pleasure to welcome you to the Vatican and to accept the Letters of Credence by which you are appointed Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the Republic of Belarus to the Holy See. I wish to express my gratitude for the message of greeting which you bring from President Aleksandr Lukashenko, and I ask you to convey to him my own good wishes and the assurance of my heartfelt affection for the people of your country. Mr Ambassador, I am grateful for the kind words which you have shared with me concerning the progress that has been made in Belarus. In this regard, I am also appreciative of the many encouraging signs and challenges that are present in the country today. Please be assured that the Holy See will continue to support your nation in her efforts to affirm proper and legitimate aspirations for freedom and in her labours to foster the democratic process as a part of the great family of free and sovereign European nations. For decades now Europe has actively sought to construct a future of peace and progress by removing walls of separation and overcoming painful divisions. This noble project, motivated by a sense of shared responsibility for the common destiny of European peoples, is of enormous value. Achieving such an ambitious goal is not easy; in fact, it requires

all the parties involved to engage in constant, frank and reasonable dialogue, based on genuine solidarity and respectful of the legitimate aspirations, historical circumstances and diversity of others. To this end, every nation on the continent, Belarus included, is called to contribute to the construction of a common European home in which borders are seen as places of encounter and not as lines of division, or worse, as insurmountable walls. Indeed, the history, the spiritual and cultural roots and the geography of Belarus give her an integral

role to play in this process. That which unites the nations of Europe is far greater than any political, economic and cultural factors that divide them. To give new impetus to its own history, Europe must recognize and reclaim with creative fidelity those fundamental values, acquired through a decisive contribution of Christianity, which can be summarized in the affirmation of the transcendent dignity of the human person, the value of reason, freedom and democracy, the constitutional state and the distinc-

SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore di Bielorussia
Sua eccellenza il signor Sergei F. Aleinik, nuovo ambasciatore di Bielorussia presso la Santa Sede, nato a Minsk il 28 gennaio 1965. sposato e ha due figli. Laureato in lingue straniere presso il Minsk state pedagogical institute (1986), ha successivamente conseguito un dottorato presso l'accademia diplomatica del Ministero degli affari esteri d'Austria (1993). Ha ricoperto, tra gli altri, i seguenti incarichi: terzo segretario presso il Ministero degli affari esteri (1992-1993); capo sezione del dipartimento consolare del Ministero degli affari esteri (1993-1994); vice capo del protocollo presso il Ministero degli affari esteri (1994-1995); console e incaricato d'affari a.i. presso l'ambasciata a L'Aia nonch rappresentante della Bielorussia presso l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (1995-1999);

capo del protocollo presso il Ministero degli affari esteri (1999-2002). Dal 2002 rappresentante permanente presso l'ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, ove risiede. Parla tedesco e inglese. A sua eccellenza il signor Sergei F. Aleinik, nuovo ambasciatore di Bielorussia presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.

tion between political life and religion (Ecclesia in Europa, 109). The newfound independence of your country and the reestablishment of diplomatic relations with the Holy See have resulted in the development of a good working relationship between the institutions of the State and those of the Church. These relations are marked by the openness of both parties towards strengthening and improving these bonds, which in turn encourage the well-being and prosperity of the country. I am grateful for Your Excellency's kind words regarding the Church's activity in your country, and I am certain that the Government of Belarus will continue to assist the Catholic Church in addressing her needs. This year the Catholic Church in Belarus will mark two significant Anniversaries: the two hundred and twenty-fifth Anniversary of the establishment of the Diocese of Mohylev and the two hundred and tenth Anniversary of the Diocese of Minsk. In this regard one must acknowledge with gratitude the recognition your country has already given to the Church's spiritual, cultural and historic contribution to the life of the nation. Church and State, in their own particular ways and in the light of their specific missions, are at the service of mankind. It is necessary therefore that they cooperate with one another, always respecting the autonomy and competence of each, in ways that will assist men and women in obtaining both material and spiritual prosperity. Such cooperation can only contribute to the strengthening of ever more dynamic democratic institutions. Considered as an integral part of the life and destiny of Belarus, the Catholic

Church for her part looks forward to continuing to exercise her role in society through her various structures and institutions (such as the Episcopal Conference, dioceses, parishes and religious communities). These entities seek only to serve men and women and all of society through the transmission of universal values inspired by the Gospel. In this regard the Catholic Church in Belarus, from both the Latin and Byzantine Traditions, does not ask for special privileges but only to contribute to the growth and development of the country. All she requests is the freedom to be able to fulfil serenely the mandate received from the divine Founder in service of his creation. In this same spirit and with the same sense of mutual responsibility, the Catholics of Belarus are committed to moving forward in the area of ecumenical dialogue, especially with the Orthodox Church in your country. It is my prayer that ecumenical contacts will continue to develop in peace, harmony and fruitful dialogue, contributing in this way to an ever greater social harmony. Mr Ambassador, as you begin your mission to the Holy See, I offer you wholehearted good wishes, and I assure you of the readiness of the offices of the Roman Curia to assist you. Upon yourself, your coworkers, your family and all the beloved people of Belarus I invoke abundant divine blessings.

E questa la traduzione italiana del discorso di Benedetto XVI:

Eccellenza, con grande piacere l'accolgo in Vaticano e accetto le Lettere che la accreditano quale ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Bielorussia presso la Santa Sede. Desidero esprimere la mia gratitudine per il messaggio di saluto che mi ha trasmesso a nome del presidente Aleksandr Lukashenko e le chiedo di portargli i miei buoni auspici e l'assicurazione del mio sincero affetto per il popolo del suo Paese. Signor ambasciatore, sono grato per le cordiali parole che ha condiviso con me a proposito del progresso compiuto in Bielorussia. A tale proposito, apprezzo anche i segni e le sfide numerosi e incoraggianti che sono presenti nel suo Paese oggi. Sia certo del fatto che la Santa Sede continuer a sostenere la sua nazione negli sforzi tesi ad affermare le aspirazioni corrette e legittime alla libert e nelle opere volte a promuovere un processo democratico come parte della grande famiglia delle nazioni europee libere e sovrane. Da decenni ormai l'Europa cerca di edificare un futuro di pace e progresso, rimuovendo i muri di separazione e superando dolorose divisioni. Questo nobile progetto, motiCONTINUA A PAGINA 10

venerd 30 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Il Papa al nuovo ambasciatore di Guinea

pagina 7

La solidariet necessaria per il progresso della societ


Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina, gioved 29 maggio, sua eccellenza il signor Alexandre Cc Loua, nuovo ambasciatore di Guinea presso la Santa Sede, che ha presentato le Lettere con cui viene accreditato nell'alto ufficio. Questo il testo del discorso del Pontefice:

Monsieur l'Ambassadeur, Je suis heureux de vous accueillir alors que vous prsentez les Lettres qui vous accrditent comme Ambassadeur extraordinaire et plnipotentiaire de la Rpublique de Guine prs le Saint-Sige. Je vous remercie des salutations cordiales que vous m'avez exprimes de la part de Son Excellence Monsieur Lansana Cont, Prsident de la Rpublique. Vous voudrez bien lui transmettre mes vux les meilleurs pour sa personne ainsi que pour le peuple guinen tout entier, qui je souhaite de vivre dans la concorde et dans la paix, afin que toutes les familles connaissent une vie digne et prospre. Comme vous l'avez soulign dans votre discours, Monsieur l'Ambassadeur, le dialogue entre les cultures et entre les religions est un objectif important, et je me rjouis de savoir que, dans votre pays, la qualit des relations entre les musulmans et les chrtiens permet une collaboration habituelle, notamment pour les questions qui concernent le bien commun de la Nation. De plus, la solidarit entre tous les citoyens est une condition ncessaire et primordiale pour que la socit puisse bnficier des fruits d'un progrs rel et durable. Toutefois, pour prserver la paix sociale, il est du devoir de l'Etat d'assurer, par son engagement effectif, une gestion juste et quitable des biens matriels, dans le respect des droits lgitimes de chacun, et de favoriser la bonne en-

tente entre toutes les communauts humaines du pays. En cette anne o nous clbrons le soixantime anniversaire de la Dclaration universelle des Droits de l'Homme, il est particulirement opportun que la solidarit se manifeste aussi, de manire efficace, entre les nations et que tous les responsables de la vie internationale agissent de concert et soient prts travailler en toute bonne foi, dans le respect du droit, pour promouvoir la solidarit dans les zones les plus fragiles de la plante (Discours l'ONU, 18 avril 2008). Dans cet esprit, je souhaite qu'aprs les douloureuses preuves qu'a connues votre rgion,

une coopration active consolide sa stabilit et encourage la fraternit entre les peuples, formant aussi le vu que la communaut internationale soutienne les efforts des pays concerns. D'autre part, pour accder aux aspirations lgitimes des individus et des familles, le dveloppement intgral de la Nation doit s'inspirer des valeurs morales universelles, qui permettent de ne pas perdre de vue l'origine et la finalit des biens matriels, et de raliser une socit toujours plus juste et plus solidaire. Dans cette perspective, il est ncessaire d'accorder une sollicitude particulire aux personnes qui connais-

SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore di Guinea
Sua eccellenza il signor Alexandre Cc Loua, nuovo ambasciatore di Guinea presso la Santa Sede, nato a Zrkor (Conakry) nel 1956. sposato e ha tre figli. Laureato in legge (Universit di Conakry, 1980), dopo alcuni anni dedicati all'attivit di magistrato e di docente universitario, nel 1986 stato nominato capo della divisione affari legali presso il Ministero degli affari esteri, ricoprendo successivamente i seguenti incarichi: direttore nazionale per gli affari giuridici e consolari presso il Ministero degli affari esteri, con rango di ambasciatore (1994-1996); ambasciatore in Yugoslavia (1996-1998); consigliere di gabinetto presso il Ministero degli affari esteri (1998-2001); ambasciatore in Sud Africa (2001-2007).

Attualmente ambasciatore a Berlino, ove risiede. Parla francese, inglese, guerz, malink e susu. A sua eccellenza il signor Alexandre Cc Loua, nuovo ambasciatore di Guinea presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.

sent de nombreuses formes de pauvret ou de fragilit. Le devoir de respecter le droit de toute personne vivre dans la dignit est fond sur la volont mme du Crateur, qui a donn tous une commune dignit transcendante. Monsieur l'Ambassadeur, je voudrais aussi vous assurer que l'Eglise catholique veut contribuer au dveloppement intgral de la socit par ses uvres d'ducation, de sant et de promotion sociale, que je sais apprcies de la population. Vous savez en particulier l'attention de l'Eglise la promotion des personnes par l'ducation de la jeunesse. De mme, il importe d'tre attentif la sant de chacun, notamment par une formation et une information sur les pandmies lies aux comportements des individus. Par cet engagement, la communaut catholique entend travailler au bien commun, la fraternit et la consolidation de la paix dans la justice. Je souhaite que, grce des relations toujours plus confiantes entre l'Eglise et l'Etat, ces uvres soient soutenues avec toujours plus de gnrosit, au bnfice de tous les Guinens, sans distinction d'origine ni de religion. Je profite de cette occasion pour vous demander de saluer trs chaleureusement la communaut catholique de Guine rassemble autour de ses Evques. Je l'encourage tre toujours dans la socit guinenne un ferment de rconciliation et de paix, afin que tous puissent vivre dans la convivialit et dvelopper des liens de collaboration toujours plus fraternels. Monsieur l'Ambassadeur, vous inaugurez aujourd'hui la noble mission de reprsenter votre pays auprs du Saint-Sige. Veuillez accepter les vux trs cordiaux que je

forme pour son heureuse russite et soyez sr de toujours trouver auprs de mes collaborateurs la comprhension et le soutien ncessaires! Sur vous-mme, sur votre famille, sur vos collaborateurs, sur tous vos compatriotes et sur les dirigeants de votre pays, j'invoque de grand cur l'abondance des Bndictions divines.
Ecco una nostra traduzione italiana del discorso di Benedetto XVI:

Signor Ambasciatore, sono lieto di accoglierla in occasione della presentazione delle lettere che l'accreditano come ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Guinea presso la Santa Sede. La ringrazio per i cordiali saluti che mi ha rivolto da parte di sua eccellenza il signor Lansana Cont, presidente della Repubblica. Voglia trasmettergli i miei voti migliori per la sua persona e anche per tutto il popolo guineano, al quale auguro di vivere nella concordia e nella pace, affinch tutte le famiglie conoscano una vita degna e prospera. Come ha sottolineato nel suo discorso, signor ambasciatore, il dialogo fra le culture e fra le religioni un obiettivo importante, e sono lieto di sapere che, nel suo Paese, la qualit delle relazioni fra i musulmani e i cristiani permette una collaborazione abituale, in particolare

per le questioni che riguardano il bene comune della nazione. Inoltre la solidariet fra tutti i cittadini una condizione necessaria e primordiale affinch la societ possa beneficiare dei frutti di un progresso reale e duraturo. Tuttavia, per preservare la pace sociale, dovere dello Stato assicurare, mediante il suo impegno effettivo, una gestione giusta ed equa dei beni materiali, nel rispetto dei diritti legittimi di ognuno, e di favorire la buona intesa fra tutte le comunit umane del Paese. In questo anno in cui celebriamo il sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo, particolarmente opportuno che la solidariet si manifesti anche, e in modo efficace, fra le nazioni e che tutti i responsabili internazionali agiscano congiuntamente e dimostrino una prontezza ad operare in buona fede, nel rispetto della legge e nella promozione della solidariet nei confronti delle regioni pi deboli del pianeta (Discorso all'Onu, 18 aprile 2008). In questo spirito, auspico che, dopo le dolorose prove che la vostra regione ha vissuto, una cooperazione attiva consolidi la sua stabilit e incoraggi la fraternit fra i popoli, e formulo anche il voto che la comunit internazionale sostenga gli sforzi dei Paesi coinvolti. D'altro canto, per soddisfare le
CONTINUA A PAGINA 10

Benedetto

XVI

al nuovo ambasciatore dello Sri Lanka

Il negoziato l'unica strada per raggiungere la pace


Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina, gioved 29 maggio, sua eccellenza il signor Tikiri Bandara Maduwegedera, nuovo ambasciatore dello Sri Lanka presso la Santa Sede, che ha presentato le Lettere con cui viene accreditato nell'alto ufficio. Questo il testo del discorso del Papa:

Your Excellency, It is a pleasure for me to welcome you to the Vatican today and to accept the Letters of Credence whereby His Excellency President Mahinda Rajapaksa has appointed you Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the Democratic Socialist Republic of Sri Lanka to the Holy See. I thank you for the greetings you have extended on his behalf, and I ask you to assure His Excellency of my prayers for the peace and well-being of the entire nation. Our meeting today is a propitious occasion for me to affirm my deep respect for the people of Sri Lanka and its rich heritage, as well as my desire to strengthen further the diplomatic ties between your country and the Holy See. Mr Ambassador, I am grateful for the appreciation you have expressed on behalf of your fellow citizens for the Catholic Church's ongoing charitable activity in your nation. In particular, you have highlighted the Church's contribution to the relief efforts after the devastating tsunami struck your nation in 2004. Such action is a concrete example of the Church's willing and prompt response to the mission she has received to serve those most in need (cf. Lk 10:25-37; Deus Caritas Est, 29). I wish to assure your Government that the Church will continue in her efforts to reach out with compassion to all, and I commend any future measures which will help guarantee that Catholic

hospitals, schools and charitable agencies can continue to care for the sick, the young and the vulnerable regardless of ethnic or religious background (cf. ibid., 30) Catholics in Sri Lanka, together with other Christians, are united with many Buddhists, Hindus and Muslims in the ardent longing for lasting peace in the country and a definitive end to long-standing grievances. Sadly, violence continues to take its toll on the populace, causing grave concern to the Holy See and the international communi-

ty. Frank and sincere negotiations, regardless of the investment of time and resources they require, are the only sure means to achieving reconciliation and addressing problems that have long hindered peaceful coexistence in Sri Lanka. In particular, acts of terrorism are never justifiable and always constitute an affront to humanity (cf. Message for the 2002 World Day of Peace, 4). Indeed, arbitrary attacks fail to give effective voice to the interests of the various groups on whose behalf they are purportedly carried out.

SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore dello Sri Lanka
Sua eccellenza il signor Tikiri Bandara Maduwegedera, nuovo ambasciatore dello Sri Lanka presso la Santa Sede, nato il 22 ottobre 1948. sposato e ha due figli. Laureato in filosofia (Universit di Ceylon, Peradeniya, 1972), stato docente presso la medesima universit come assitant lecturer in filosofia (19731975). Entrato nella carriera diplomatica nel 1975, ha ricoperto i seguenti incarichi: funzionario (1975-1976) e successivamente consigliere del Ministero degli affari esteri (1976-1979); terzo segretario di ambasciata a Pechino (1979-1980); primo segretario di ambasciata a New Delhi (1980-1983); vice direttore presso il Ministero degli affari esteri (1983-1985); vice capo del protocollo del Ministero degli affari esteri (1985-1987); ministro consigliere di ambasciata a Mosca (1987-1991); direttore presso il Ministero degli affari esteri (1991-1993); ministro di Amba-

sciata a Riyadh (1993-1997); ambasciatore in Oman (1997-2000); capo del protocollo del Ministero degli affari esteri (2000-2002); ambasciatore in Sud Africa (2002-2006); segretario aggiunto del Ministero degli affari esteri (2006-2007). Attualmente ambasciatore a Berlino, ove risiede. Parla l'inglese e il francese. A sua eccellenza il signor Tikiri Bandara Maduwegedera, nuovo ambasciatore dello Sri Lanka presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.

They can regrettably provoke indiscriminate reactions that similarly place the innocent in harm's way. Such cycles of violence obfuscate the truth, perpetuate a volley of accusations and counter-accusations, and leave people disillusioned and despondent. For this reason, the struggle against terrorism must always be carried out with respect for human rights and the rule of law (cf. Message for the 2004 World Day of Peace, 8). I exhort all parties to spare no effort in creating a climate of trust, forgiveness and openness by listening to one another and showing reasonable respect for each other's legitimate aspirations. Your Excellency has also drawn attention to the disturbing trend of recruiting children to engage in combat or in terrorist activities. Such practices must be condemned at the outset, for they inevitably stunt the moral development of children, leaving scars that last a lifetime (cf. Message for the 1996 World Day of Peace, 3) and tearing the moral fibre of society itself. Jesus admonished men and women to avoid causing scandal towards these little ones (cf. Lk 17:2), even instructing adults to imitate their virtue and purity (cf. Mt 18:2). I implore leaders in your country and throughout the world to remain vigilant so that no compromise will be made in this regard. Children and adolescents must receive a solid formation in moral values today which will strengthen the social fabric of your country tomorrow. Indeed, an appreciation of these values and an attitude of respect for others are just as important as any technical skills young people may acquire in view of their professional vocation. Initiatives aimed at achieving peace need to be rooted in a proper

understanding of the human person and the inviolability of his or her innate rights. As I recently remarked, the universality, indivisibility and interdependence of human rights all serve as guarantees safeguarding human dignity (Address to the General Assembly of the United Nations Organization, 18 April 2008). Your Excellency has pointed to new mechanisms which have been set in motion to monitor human rights and redress humanitarian issues in Sri Lanka. In this regard, it is encouraging to note your Government's decision to set up a special Commission of Inquiry for the purpose of investigating cases where there seems to have been a disregard for justice and human rights. It is hoped that every effort will be made to ensure that the Commission completes its work expeditiously so that the truth about all of these cases may come to light. I think in particular of Father Jimbrown and his assistant, whose whereabouts are still unknown, almost two years after their disappearance. The Government's interest in these cases reflects the responsibility of political authorities to guarantee an ordered and upright community life based on the principles of justice and directed towards the attainment of the common good (cf. Gaudium et Spes, 74). Mr Ambassador, as you assume your new responsibilities, I offer

you my good wishes for the successful fulfilment of your mission, confident that the bonds of friendship which exist between the Holy See and Sri Lanka will be further strengthened in the years to come. I assure you that the various offices and departments of the Holy See are ready to offer their resources in a spirit of collaboration. Upon Your Excellency, your family and the people of the Democratic Socialist Republic of Sri Lanka I invoke the abundant blessings of Almighty God.
Ecco una nostra traduzione italiana del discorso del Papa: Eccellenza, per me un piacere darle oggi il benvenuto in Vaticano e accettare le Lettere credenziali con le quali sua eccellenza il Presidente Mahinda Rajapakse l'ha nominata ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Democratica Socialista dello Sri Lanka presso la Santa Sede. La ringrazio per i saluti che mi ha trasmesso a suo nome e le chiedo di assicurare sua eccellenza delle mie preghiere per il benessere di tutta la nazione. Il nostro incontro oggi per me un'occasione propizia per affermare il mio profondo rispetto per il popolo dello Sri Lanka e il suo ricco retaggio, come pure il mio desiderio di rafforzare ulteriormente i legami diplomatici tra il vostro Paese e la Santa Sede. Signor ambasciatore, sono grato per
CONTINUA A PAGINA 10

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
Il Papa al nuovo ambasciatore di Nigeria

venerd 30 maggio 2008

Incoraggiati gli sforzi per garantire prosperit ai Paesi vicini


Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina, gioved 29 maggio, sua eccellenza il signor Obed Wadzani, nuovo ambasciatore di Nigeria presso la Santa Sede, che ha presentato le Lettere con cui viene accreditato nell'alto ufficio. Questo il testo del discorso del Pontefice:

Your Excellency, It is my pleasure to welcome you to the Vatican and to receive the Letters of Credence that accredit you as Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the Federal Republic of Nigeria to the Holy See. I thank you for the courteous greetings and sentiments of good will which you have expressed on behalf of His Excellency, Alhaji Umaru Musa Yar'Adua, President of the Republic. I gladly reciprocate them, and I ask you kindly to convey my personal gratitude and good wishes to His Excellency, to the civil authorities and to the Nigerian people. It is not only a humanitarian duty, but a source of real joy to come to the aid of those in need. Indeed, assisting others in a spirit of respect, integrity and impartiality is a rich, formative experience both for individuals and societies. In this regard, the size, population, economic resources and generosity of your people make Nigeria one of the most influential countries on the continent and give her a unique opportunity to support other African countries in achieving the wellbeing and stability they deserve. The nation has contributed to the many efforts to bring social reconciliation to other lands through its peacekeeping forces, material aid and diplomatic efforts. I encourage Nigeria to continue to use her considerable human and material resources in ways conducive to the

peace and prosperity of neighbouring countries. Indeed, when this assistance is provided with both integrity and sacrifice it brings honour to a country's citizens and government. In this same spirit, support must be given at home and abroad to all who seek to alleviate human suffering through research and practical assistance. The Church is confident that the services she provides in the sectors of education, social programmes and health care will continue to have a positive impact on the struggle against poverty and disease. She is a constant advocate for life from conception until natural death. As you are well aware, the Church takes seriously her part

in the campaign against the spread of HIV/AIDS by fostering programmes which emphasize fidelity within marriage and abstinence outside of it. Catholic personnel, doctors, nurses, assistants and educators will continue to remind all men and women, and especially young people, to reaffirm family values, and to act with moral courage, based in faith, in the struggle against this disease and related conditions. At the same time she is already assisting on a practical level countless people suffering from this affliction on your continent and throughout the world. Mr Ambassador, the people of Nigeria desire a vibrant democracy and you have mentioned some of

SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore di Nigeria
Sua eccellenza il signor Obed Wadzani, nuovo ambasciatore di Nigeria presso la Santa Sede, nato a Lassa il 25 settembre 1960. Laureato in Legge (Ahmadu Bello University, Zaria, 1984), si specializzato in Diritto (Nigeria Law School, Lagos, 1985). Avvocato (Barrister and Solicitor), ha esercitato la professione legale quale membro del Collegio degli avvocati di Nigeria. Ha ricoperto i seguenti incarichi: docente presso la Askira/UBA local government (1979-1980); consulente legale del Nysc secretariat a Maiduguri (1985-1986); avvocato presso la Ngilari & Co. a Maiduguri (1986-1988); partner della Messrs A. Ismail Gadzama & Co. a Maiduguri (1988-2007);

consulente della Obed Wadzani & Co. a Maiduguri (2007-2008). Attualmente ambasciatore a Madrid, ove risiede. A sua eccellenza il signor Obed Wadzani, nuovo ambasciatore di Nigeria presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.

the priorities that your country has identified as necessary steps on her way to significant growth and sustained development. These include democratic governance and the rule of law, internal security, and the efficient administration of justice. As Your Excellency is well aware, good governance requires that elections are clearly seen to be free, fair and transparent. It also depends on internal security, always founded in the democratic ideal of respect for individual rights and the rule of law. To implement properly this building block of democracy requires public officials to address first of all the root causes of social unrest and second to form the populace in the virtues of respect and tolerance. I am aware that, in the past, friction between different groups has given cause for concern. Conflict of this kind can often be traced to a variety of factors, including errors of administration, isolated grievances or ethnic tension. In this regard, I am pleased to note that in the last few years tensions appear to have eased. This can be seen as a true indicator of progress and a sign of hope for the future. In the promotion of understanding, reconciliation and good will among different groups, the Church continues to encourage a community spirit by working to eradicate prejudice and supporting openness towards all. She is especially interested in fostering interreligious dialogue, in the hope that a strong attitude of solidarity among religious leaders will progressively become embodied in popular nationwide expressions of peaceful acceptance, mutual understanding and cooperation. A disturbing reality that is present in many countries today is criminal violence. Homicide, kidnapping for extortion, and the ex-

ploitation of women, children and foreign workers are some of the worst manifestations of this intolerable practice. Insecurity, distress and aggressiveness caused by family breakdown, unemployment, poverty or despair are some of the social and psychological factors behind this phenomenon. An already fragile situation is compounded by a pervasive materialistic mentality and a loss of reverence for the human person. At times, the feeling of hopelessness can lead people to search for a deceptively simple solution to their problems. Young people in such circumstances must be given every possible encouragement to seek improvement through education, extracurricular activities, voluntary assistance to others and, ideally, opportunities for employment. Corruption can follow in the wake of violent crime and has the effect of discouraging enterprise and investments, and undermining confidence in the political, judiciary and economic institutions of the nation. The dynamism Nigeria has introduced into the struggle against corruption and crime and the strengthening of the rule of law is extremely important and must be sustained and applied with equity and impartiality. I pray that politicians and social workers, professional people in the fields of economy, medicine and law, police officers and judges, and all involved in combating crime and corruption

will work together diligently for the protection of life and property, supported by the loyal cooperation of all citizens. The Church will not fail to make her specific contribution by offering an integral education based on honesty, integrity and love of God and neighbour. She strives to create opportunities for young people in difficult circumstances, always reminding them that all serious and upright human conduct is hope in action (Spe Salvi, 35). Mr Ambassador, I wish you every success in your mission and assure you of the willing cooperation of the Departments of the Roman Curia. I recall with appreciation the warm reception my predecessor, Pope John Paul II, was given on the two occasions he visited Nigeria. I pray that the fond memory of this messenger of Peace will continue to unite and inspire the Nigerian people. May Almighty God bestow upon Your Excellency, your family and the nation you represent, abundant and lasting blessings of well-being and peace!
Questa una nostra traduzione italiana del discorso del Papa: Eccellenza, con piacere l'accolgo in Vaticano e ricevo le Lettere che la accreditano quale ambasciatore straordinario e pleCONTINUA A PAGINA 11

La presentazione delle credenziali dei nove ambasciatori


TANZANIA
CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 4

gratitudine e i miei personali buoni auspici a sua eccellenza il presidente, al governo e al popolo della Tanzania. Il suo Paese, ambasciatore, guardato con rispetto e apprezzamento dalle persone in Africa orientale per la sua stabilit e per il suo clima di tolleranza e di pace. Inoltre, la Tanzania tenuta in grande stima per il ruolo importante svolto dai suoi responsabili politici nel processo di pacificazione della Regione dei Grandi Laghi e in altre iniziative internazionali volte al mantenimento della pace. La generosa ospitalit offerta a chi fugge da ostilit in Paesi vicini, nonostante le difficolt economiche interne, ha anche suscitato la dovuta ammirazione per i nobili sentimenti del popolo della Tanzania. Alcune tendenze negative come l'aumento del traffico di armi nella regione e l'interruzione di importanti iniziative di dialogo e riconciliazione hanno recentemente fatto sorgere dubbi sul futuro immediato del processo di pace. Non sorprende a questo proposito che i responsabili e molti uomini e donne di buona volont desiderino vedere questo processo sostenuto a tutti i costi e portato a compimento. Non bisognerebbe lesinare alcuno sforzo per ricreare le condizioni indispensabili a una vita normale, allo sviluppo e al progresso culturale delle popolazioni colpite. La Santa Sede unisce la sua voce a questo appello e continua a esortare tutti i responsabili della regione a non perdere la fiducia nel valore del dialogo, a indagare con mente aperta e considerare tutte le possibilit per conseguire una pace duratura. La Tanzania pu essere orgogliosa dell'eredit di coesistenza armoniosa fra diversi gruppi etnici e religiosi che le attuali generazioni hanno ricevuto dal Presidente fondatore Julius Nyerere e da altri importanti Capi di Stato. Ogni generazione deve continuare ad amare e proteggere questo tesoro. Bisogna adoperarsi affinch il bene comune di tutti gli abitanti della Tanzania e la dignit e i diritti autentici di tutte le persone prevalgano sulle esigenze o sugli interessi particolari di alcuni gruppi. A questo proposito, il discernimento e l'azione decisa da parte delle autorit sono necessari per frenare i favoritismi o iniziative che sarebbero incompatibili

con un progetto politico basato sui diritti umani universali e sullo stato di diritto e, in alcune circostanze, potrebbero spargere semi di intolleranza e di violenza. La Chiesa cattolica impegnata a promuovere relazioni e un dialogo etnici positivi con i membri di altre religioni come parte fondamentale del suo desiderio di rendere testimonianza dell'amore universale di Dio. Prova grande gioia nell'aiutare la societ a creare un ambiente di buona volont fra tutti gli uomini e tutte le donne, basato sul riconoscimento, l'apprezzamento e il rispetto reciproci. Creare un ambiente e strutture adeguati allo sviluppo economico di un Paese uno degli obiettivi importanti del compito del buon governo. La fiducia e la buona volont internazionali verso la Tanzania sono scaturite con successo non da ultimo da sforzi per combattere la corruzione e l'economia ha risposto con progressi costanti. L'esperienza in molti Paesi in via di sviluppo dimostra che l'affidabilit e la trasparenza, in particolare nell'uso dei fondi pubblici, non solo sostengono la necessaria integrit morale di chi in carica, ma sono in se stesse un fattore economico indispensabile per un progresso costante. Bisogna essere molto solleciti per continuare lungo questa via e avere la chiara volont di portare i settori meno favoriti a una partecipazione giusta e attiva alla comune crescita economica. Mentre il suo Paese continua a intraprendere opere relative a infrastrutture e a promuovere investimenti a sostegno dell'agricoltura e dell'industria, auspico che il popolo della Tanzania operi con fiducia per il bene della propria terra e che la Tanzania trovi sempre apertura, fiducia e effettivo sostegno a livello internazionale. Sono lieto di osservare che sono stati compiuti sforzi considerevoli per promuovere un accesso pi ampio all'educazione nella consapevolezza che uno dei pi importanti fattori di sviluppo. Saggiamente sono stati elaborati anche piani di formazione per insegnanti e per altro personale delle scuole e dei centri sanitari perch la costruzione di strutture adeguate non pu prescindere dallo forzo complementare di preparare persone qualificate. Grazie, signor ambasciatore, per le sue parole di apprezzamento per il servizio che la Chiesa cattolica offre al popolo del suo Paese. Sia nell'educazione sia nell'ambito della sanit, bisogna offrire risorse

finanziarie per i vari progetti o istituzioni sulla base del merito o delle necessit pi urgenti. L'equit e la trasparenza in quest'area facilitano molto uno spirito di leale cooperazione fra l'iniziativa privata e gli organismi pubblici. Negli stessi campi di sviluppo le istituzioni devono continuare a diffondere e migliorare la qualit per soddisfare le necessit della popolazione. Sono certo che i cattolici della Tanzania non mancheranno di recare il proprio specifico contributo mediante le istituzioni e le iniziative della Chiesa, animati dal servizio cristiano del prossimo e dall'amore generoso per il loro Paese. Eccellenza, mentre lei assume la carica di rappresentante presso il Vaticano della Repubblica Unita di Tanzania, ho espresso alcune prospettive e sincere speranze della Santa Sede per il suo Paese. Che la sua missione serva a rafforzare i vincoli esistenti fra la Repubblica Unita di Tanzania e la Santa Sede. Sia certo che i vari dicasteri della Curia Romana saranno pronti ad assisterla nel suo compito. Con le preghiere e i migliori auspici per il successo della sua missione, invoco le abbondanti benedizioni di Dio Onnipotente su di lei e sulla sua famiglia e sul popolo del vostro Paese.

Il contributo della Chiesa alla crescita del Paese


Il contributo della Chiesa alla crescita del Paese stato ricordato dal nuovo ambasciatore di Tanzania presso la Santa Sede nel discorso indirizzato a Benedetto XVI in occasione della presentazione delle credenziali. Questa una nostra traduzione italiana delle sue parole: Santit, in questa occasione speciale per me un grande onore ricevere l'opportunit di presentarle le Lettere con le quali sua eccellenza Jakaya Mrisho Kikwete, presidente della Repubblica Unita di Tanzania, mi accredita quale ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Unita di Tanzania presso la Santa Sede. Le trasmetto, Santit, i saluti affettuosi e i buoni auspici di sua eccellenza Jakaya Mrisho

Kikwete e del governo e del popolo della Tanzania. La Tanzania e la Santa Sede condividono una lunga storia di cooperazione. Apprezziamo molto e curiamo i programmi sociali e spirituali della Chiesa cattolica nel nostro Paese. La Chiesa stata attiva in particolare nei campi della salute e dell'educazione. Numerosi ospedali e altri centri sanitari sono finanziati e gestiti dalla Chiesa cattolica, sia nelle aree urbane sia in quelle rurali. Queste strutture hanno fatto la differenza e continuano a farla per la salute e per il benessere del nostro popolo. Ugualmente significativo il contributo della Chiesa cattolica al settore dell'educazione nel Paese. La Chiesa gestisce scuole di ogni ordine e grado, dalle elementari all'universit. Queste istituzioni accademiche hanno contribuito in modo significativo all'educazione della giovent della Tanzania. Molti responsabili di questo Paese, sia nel settore pubblico sia in quello privato, hanno frequentato l'uno o l'altro di questi istituti. In grande misura il successo dell'opera della Chiesa cattolica in Tanzania attribuibile alla stabilit politica e sociale del Paese. Nel corso della sua storia, dall'ottenimento dell'indipendenza nel 1961, la Tanzania ha vigorosamente promosso in seno al suo popolo un senso di dignit e di unit. Oggi, come sempre, i cittadini della Tanzania sono orgogliosi della propria identit nazionale pi che delle loro caratteristiche tribali o etniche. Ci stato possibile grazie all'abile guida del Padre della Nazione, Mewalimu Julius K. Nyerere, e alla successiva abile guida degli ex presidenti Al Hassan Mwinyi e Benjamin William Mkapa e del nostro attuale presidente, Jakaya Mrisho Kikwete. La Tanzania ha dunque conservato la propria tradizione di pace e di stabilit nonostante la sua diversit religiosa ed etnica. Tale diversit di fatto la fonte della sua forza basata su valori condivisi. La cooperazione fra la Santa Sede e la Tanzania stata promossa da contatti di alto livello. A questo proposito, Giovanni Paolo II visit la Tanzania nel 1990 su invito del presidente Al Hassan Mwinyi. Inoltre, l'ex Presidente Benjamin William Mkapa le ha fatto visita, Santit, nell'agosto 2005 e il Presidente Jakaya Mirisho Kikwete stato in udienza da Lei nell'ottobre del 2007. Il messaggio permanente della Santa

Sede alla comunit internazionale sulla necessit di promuovere lo spirito di amore, pace e riconciliazione decisamente condiviso dal Governo della Tanzania e dal suo popolo. Sosteniamo la politica della Santa Sede sul dialogo interreligioso e la sua posizione sulla necessit di aiutare e sostenere i rifugiati e i migranti e di tutelare i diritti dei bambini. La Tanzania ha accolto, sostenuto e aiutato, continuando a farlo, i rifugiati dei Paesi vicini che sono vittime innocenti di conflitti etnici e ideologici. La Tanzania riconosce anche la necessit di proteggere e tutelare i diritti dei bambini che sono il futuro dell'umanit. Condividiamo questi e molti altri valori che consacrano la santit della dignit umana. Una societ internazionale rifiuta il pregiudizio e l'intolleranza. Riteniamo che la pace non sia semplicemente assenza di guerra, ma, ancor di pi, un prodotto della tolleranza, del dialogo, della compassione e del rispetto reciproco fra nazioni e popoli di diverso colore, credo e ideologie. Secondo noi questa la migliore garanzia di pace duratura nel mondo. Permettetemi di concludere la mia dichiarazione esprimendo i miei pi sinceri ringraziamenti a lei, Santit, per aver ricevuto me e i membri della mia delegazione in questa occasione speciale di presentazione delle mie credenziali.

UGANDA
CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 4

Signor ambasciatore, ha parlato della gioia del suo popolo nel vedere la conclusione degli sforzi per formalizzare accordi di pace e per porre fine a molti anni di guerra caratterizzati da una violenza crudele e insensata. La Chiesa, in vista della sua missione di illuminare la coscienze, non pu non esprimere la propria gioia per quanto ottenuto e spera sinceramente che prevalgano presto condizioni di piena sicurezza, permettendo cos a tutte le persone sfollate di tornare nelle proprie case e di riprendere una vita pacifica e produttiva. A questo proposito, desidero esprimere l'apprezzamento della Santa Sede per quanti hanno levato la propria voce contro la violenza e l'odio

e per quanti hanno contribuito a una ricerca negoziata di pace. Incoraggio tutte le parti in causa a partecipare generosamente al compito di riparazione e riedificazione dopo cos tanti anni di agitazione e di abbandono. Il fatto che questo compito venga svolto nel corso di una crisi alimentare mondiale e di un mondiale rialzo dei prezzi dovrebbe essere uno stimolo ulteriore a impegnarsi e a perseverare nel consolidamento della pace, della riconciliazione, della ricostruzione. Confido nel fatto che il forte desiderio di pace della popolazione spinga il governo a continuare ad assumersi le proprie responsabilit regionali e a fare tutto ci che in suo potere per garantire la stabilit e la riconciliazione nella regione, dove una pace duratura sar possibile soltanto quando tutte le parti in causa aderiranno agli accordi internazionali e si impegneranno a rispettare pienamente i confini nazionali. In questi anni si fatto molto, ma il popolo dell'Uganda settentrionale e i suoi vicini nutrono nuove speranze. Che Dio onnipotente li assista nello sforzo di cominciare una nuova vita! Oggi, nessuna nazione libera dall'influenza della globalizzazione con i suoi benefici e le sue sfide. Questo fenomeno facilita il commercio, l'accesso all'informazione e la trasmissione di valori. Purtroppo, pu anche promuovere stili di vita superficiali e atteggiamenti che minano i costumi sani, basati sulla verit e sulla virt morali. Uomini e donne di buona volont in Africa rifiutano giustamente ci che di distruttivo associato all'avidit, alla corruzione e a molte forme di disgregazione personale e sociale. La democrazia e lo stato di diritto non si nutrono di materialismo, di individualismo e di relativismo morale, ma di integrit e di fiducia reciproca, in particolare quando sostenuti da responsabili impegnati e generosi che desiderano offrire il proprio servizio ai loro cittadini per l'edificazione del bene comune. Prego con fervore affinch i benefici autentici della cultura contemporanea arricchiscano l'esistenza di tutti gli ugandesi in armonia con quanto c' di vero e sano nei valori che sono stati trasmessi di generazione in generazione. A questo proposito, il Paese che lei rappresenta, signor Ambasciatore, incarna molte importanti caratteristiche della cultura africana come l'atteggiaCONTINUA A PAGINA 9

venerd 30 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 9

La presentazione delle credenziali dei nove ambasciatori


UGANDA
CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 8

LIBERIA
CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 5

mento rispettoso verso l'autorit paterna e un modo religioso di considerare i momenti importanti della vita umana, promuovendo il rispetto profondo per la dignit di ogni vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale. Questa la ricca tradizione in cui sono state educate generazioni di africani e mediante la quale il seme del Vangelo cristiano ha recato abbondanti frutti. La Chiesa cattolica apprezza questa eredit per il suo stesso bene e per via del rapporto armonioso con le verit fondamentali della morale naturale e con i principi base della fede. L'assicuro, signor ambasciatore, che la Chiesa continuer a fare la sua parte difendendo e promuovendo questi principi. Considera sua missione consolidarli e integrarli nella meravigliosa pienezza del Vangelo. Eccellenza, ho parlato di temi di interesse essenziale sia per lo Stato sia per la Chiesa e di aree in cui senza dubbio la cooperazione continuer a recare frutti per un futuro migliore per tutti gli ugandesi. I vari dicasteri della Curia Romana saranno lieti di assisterla nella sua missione di rappresentare il suo Paese presso la Santa Sede. All'inizio del suo mandato sono lieto di assicurarla delle mie preghiere e invoco le abbondanti benedizioni di Dio onnipotente su di lei, sulla sua famiglia e su tutto il popolo ugandese.

Gratitudine per il sostegno alle iniziative di sviluppo


Gratitudine per il sostegno della Santa Sede alle iniziative di sviluppo promosse in Uganda stata espressa a Benedetto XVI dal nuovo ambasciatore del Paese africano in occasione della presentazione delle credenziali. Ecco una traduzione del suo discorso: Santit, ho l'onore di presentare le mie Lettere credenziali come ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Uganda presso la Santa Sede. Mi consenta di cogliere questa opportunit per trasmetterle cordiali saluti da parte di sua eccellenza il presidente Yoweri Kaguta Museveni e di tutto il popolo della Repubblica di Uganda. Il popolo ugandese generalmente conosciuto nel mondo come amante della pace e timorato di Dio. Oltre l'80 per cento delle persone sono cristiane, circa il 43 per cento sono cattoliche romane, e uno dei retaggi spirituali pi cari che l'Uganda la patria del numero pi elevato di martiri cristiani nel continente africano. I martiri dell'Uganda sono il gruppo pi numeroso di santi laici mai canonizzati in una sola volta dalla Chiesa cattolica e i primi africani onorati pubblicamente dalla Chiesa. Consentitemi di ricordare, a questo punto, che sotto la guida di sua eccellenza il presidente Yoweri Kaguta Museveni l'Uganda sta sperimentando maggiori opportunit per combattere la povert, avviare un processo di sviluppo sostenibile, promuovere principi di buon governo attraverso istituzioni democratiche e dare inizio a un processo di pace che contribuisca alla stabilit dei Paesi nella regione dell'Africa orientale. Nel passato recente, Santit, l'Uganda non solo ha sostenuto con audacia la nobile lotta contro l'Hiv e l'Aids, ma ha anche compiuto un passo avanti nel fornire acqua potabile alla popolazione, nel costruire una rete stradale, nel modernizzare i programmi agricoli per migliorare le entrate delle famiglie rurali e nel promuovere progetti comunitari per l'emancipazione della maggior parte della popolazione. Al fine di assicurare delle opportunit alle generazioni future, stata introdotta con successo l'educazione primaria gratuita ed in corso un processo per offrire un'educazione secondaria gratuita per tutti. Desidero, a nome del popolo della Repubblica di Uganda, esprimere la mia gratitudine a Sua Santit e alla Santa Sede per il sostegno illimitato ai nostri sforzi nel portare avanti le iniziative di sviluppo a favore del nostro popolo e per esserci tanto vicini nello spirito, specialmente quando siamo nel bisogno. In ultimo, desidero informare Sua Santit che la guerra brutale nel nord del Paese, che ha traumatizzato milioni di ugandesi per oltre due decenni, infine giunta a termine e che tutte le persone in Uganda si sono unite alla comunit internazionale nel gioire della pace. Ringraziamo Dio per la straordinaria fratellanza storica tra la Santa Sede e la Repubblica di Uganda e preghiamo affinch sia un solida base di collaborazione per le generazioni future. Grazie.

compiuti significativi progressi nel compito immenso della ricostruzione. Con soddisfazione ho appreso la decisione dello scorso novembre del Fondo Monetario Internazionale di muovere passi verso la cancellazione del debito della Liberia. Infatti questa una buona notizia e si auspica che i recenti segni di crescita economica vengano sostenuti negli anni a venire. Dopo decenni di guerra e instabilit, il popolo del suo Paese merita di essere liberato dalla povert, dall'insicurezza alimentare e dalla disoccupazione che lo affliggono da cos tanto tempo. Sono certo che il suo popolo capir che un futuro pacifico e prospero si potr ottenere solo se si far un serio tentativo di riconoscere gli errori passati e di curare le ferite inferte nel corso della guerra civile. Il processo di verit e riconciliazione in Liberia, come in altri Paesi africani, un passo coraggioso e necessario lungo il cammino del rinnovamento nazionale, e se perseguito con integrit e determinazione, pu solo portare a un rafforzamento dei valori dai quali dipende la societ civilizzata. Quando il popolo di una nazione ha assistito a violenza, malgoverno e corruzione, esercitati impunemente ai pi alti livelli della societ, non facile tornare ad avere fiducia nella macchina del governo. Infatti, si tentati di ritirarsi completamente dalla vita nazionale, cercando solo di promuovere interessi particolari o quelli della propria regione o del proprio gruppo etnico. Questi atteggiamenti di parte devono essere superati da un rinnovato impegno per promuovere il bene comune di tutti i cittadini, un profondo rispetto per tutti i membri della societ, indipendentemente dalla loro origine etnica o appartenenza politica, e una volont di contribuire con le proprie doti e le proprie risorse a un maggiore benessere e a una maggiore prosperit degli altri. All'inizio di questo anno, nel mio messaggio per la Giornata mondiale della pace, ho sottolineato l'importanza della famiglia quale elemento costitutivo della societ, da cui si possono apprendere e poi ritrasmettere alle future generazioni i valori essenziali di una coesistenza pacifica. Dal s responsabile e definitivo di un uomo a una donna, e dal s consapevole dei bambini che gradualmente accrescono la famiglia, i suoi membri danno il loro assenso all'edificazione del bene comune. Ci rende possibile a una comunit pi ampia di prosperare a livello locale, nazionale e perfino internazionale (cfr Messaggio per la Giornata della pace 2008, n. 6). So che gli africani attribuiscono grande valore al mantenimento dei vincoli familiari e incoraggio il suo governo a garantire che la politica pubblica continui ad aiutare e rafforzare la famiglia in ogni modo. Solo cos verranno gettate fondamenta salde per rinnovare l'infrastruttura sociale gravemente danneggiata da decenni di violento conflitto. Sia certo, signor Ambasciatore, che la Chiesa in Liberia desiderosa di contribuire all'edificazione della vita familiare e di offrire quell'educazione e quell'assistenza sanitaria che sono cos dolorosamente necessarie nel Paese. Apprezzo molto le parole di elogio del presidente Johnson-Sirleaf per l'attivit della Chiesa in queste aree nel corso della storia della Liberia e, di fatto, per la coraggiosa testimonianza dei martiri che si sono dedicati a servire il Paese anche al prezzo della propria vita. I numerosi uomini e donne impegnati sacerdoti, religiosi e laici che svolgono il loro apostolato nel suo Paese oggi non sono certo meno dediti al popolo che servono e alla promozione della giustizia, della coesistenza pacifica e della riconciliazione fra le fazioni in conflitto del recente passato. L'apostolato educativo forse l'investimento pi importante nel futuro della Liberia. Molti dei vostri figli e dei vostri giovani sono stati traumatizzati dall'esperienza della guerra, alcuni sono stati costretti a diventare soldati e ad abbandonare l'istruzione. Ci ha causato livelli bassi di alfabetizzazione fra la popolazione. In tali circostanze la Chiesa cerca di offrire speranza alle persone, di instillare in loro fiducia nel futuro e di mostrare loro che sono amate e accudite, di condurle, in altre parole, verso l'incontro con Cristo, il Salvatore dell'umanit. In tal modo, Eccellenza, ho fiducia nel fatto che i cordiali rapporti fra la Liberia e la Santa Sede recheranno frutti abbondanti per la crescita e la maggiore prosperit del suo amato Paese per molti anni a venire. Nell'offrire i miei migliori auguri per il successo della sua missione, vorrei assicurarla del fatto che i vari dicasteri della Curia Romana sono pronti a offrirle aiuto e sostegno nello svolgimento dei suoi compiti. Su di lei, Eccellenza, sulla sua famiglia e su tutti gli abitanti della Liberia invoco di cuore le abbondanti benedizioni di Dio.

Un popolo incamminato sul sentiero della giustizia


Un popolo incamminato sul sentiero della giustizia. Cos il nuovo ambasciatore di Liberia presso la Santa Sede ha descritto i propri connazionali nel discorso a Benedetto XVI in occasione della presentazione delle credenziali. Eccone una nostra traduzione italiana: per me un grande onore presentare a Sua Santit le Lettere credenziali con le quali sua eccellenza la signora Ellen Johnson-Sirleaf, presidente della Repubblica di Liberia, mi accredita come ambasciatore straordinario e plenipotenziario presso la Santa Sede con residenza a Londra. Considero anche un privilegio vedermi affidati dal mio presidente i doveri di questo alto ufficio, e le assicuro, Santit, che il mio impegno principale sar quello di coltivare, mantenere e rafforzare ulteriormente gli antichi legami che felicemente esistono tra la Chiesa cattolica e la Repubblica di Liberia e il suo popolo. Il carattere unico di questi rapporti cordiali e armoniosi dimostrato in maniera evidente dal crescente numero dei cattolici in Liberia. Vi sono approssimativamente centosettantamila cattolici nel Paese, che costituiscono il 5,8 per cento della popolazione. Dall'introduzione del cattolicesimo in Liberia, la Chiesa cresciuta rapidamente. Oggi posso dire sinceramente, senza tema di smentita, che la Chiesa possiede, e sta attualmente gestendo, alcune delle migliori scuole accademiche e professionali, cliniche, ospedali, il Dogliotti Medical College presso l'University of Liberia, nonch programmi sociali volti a restituire la speranza e la fiducia in se stessi. Il governo e il popolo della Liberia sono molto grati per questo sostegno. Il mio Paese si trova a un bivio. Dopo quattordici anni di una guerra atroce che ha virtualmente distrutto le nostre infrastrutture, l'economia e il tessuto sociale della nazione, imperativo che noi, come nazione e come popolo, prendiamo decisioni difficili per ripristinare il rispetto della Liberia e per restituirle il suo posto legittimo in seno alla comunit delle nazioni. In vista di tale obiettivo, il mio Governo ha avviato un processo di riconciliazione e di ricostruzione nazionale, fondato sui seguenti quattro pilastri: aumentare la sicurezza nazionale, favorire la crescita economica, rafforzare il governo e la supremazia del diritto, e ripristinare le infrastrutture e fornire i servizi di base. Santit, il popolo liberiano ha compreso che il cammino verso il buon governo, la crescita economica, la libert e la giustizia, la supremazia del diritto, il rispetto dei diritti umani, l'uguaglianza delle persone e l'opportunit di emergere in base all'eccellenza, sar difficile. Tuttavia, per quanto possa essere difficile, siamo decisi e impegnati a riuscire. Per questo dobbiamo poggiare saldamente su fondamenta morali elevate e prendere decisioni difficili ma giuste per il benessere, non solo nostro, ma anche dei posteri. Possano i cordiali rapporti esistenti tra la Repubblica di Liberia e la Santa Sede continuare a crescere nella loro forza e struttura! Dio benedica tutti noi! Grazie.

Al termine di questo incontro, mi permetta, signor ambasciatore, di salutare per mezzo di lei i vescovi del Ciad e anche tutti i membri della comunit cattolica. Li assicuro della mia vicinanza spirituale e li incoraggio a restare saldi nella fede e coraggiosi nelle prove che condividono con i loro concittadini, rendendo cos testimonianza del loro impegno a costruire insieme una societ riconciliata. Mentre inaugura la sua nobile missione, certo che trover sempre un'accoglienza attenta presso i miei collaboratori, le formulo, signor ambasciatore, i miei voti cordiali per il felice esito della sua missione, affinch proseguano e si accrescano le relazioni armoniose fra la Santa Sede e il Ciad. Su sua eccellenza, sulla sua famiglia, sui suoi collaboratori, e anche sui responsabili e su tutti gli abitanti del Ciad, invoco di tutto cuore l'abbondanza delle Benedizioni Divine.

BANGLADESH
CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 6

Gli appelli per il Darfur segno di amore per la pace


Gli appelli del Papa per il Darfur sono un segno di amore per la pace. Lo ha detto il nuovo ambasciatore del Ciad presso la Santa Sede rivolgendosi a Benedetto XVI in occasione della presentazione delle credenziali. Ecco una traduzione delle sue parole: Santissimo Padre, Sua eccellenza il signor Idriss Deby Itno, presidente della Repubblica del Ciad, capo dello Stato, mi ha fatto l'insigne onore di nominarmi ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica del Ciad presso la Santa Sede. Sono quindi particolarmente lieto e onorato di presentare in questo momento solenne a Lei, Santit, le mie lettere credenziali e anche quelle di richiamo del mio predecessore. anche per me l'occasione per trasmetterle gli omaggi del presidente della Repubblica del Ciad, sua eccellenza il signor Idriss Deby Itno, i suoi saluti cordiali e anche i migliori voti di salute che lui stesso e l'intero popolo ciadiano formulano per Lei, Santit. Santissimo Padre, Dopo tre decenni di conflitti fratricidi e di interventi stranieri particolarmente distruttivi, il Ciad, in questi ultimi anni, su impulso di sua eccellenza il signor Idriss Deby Itno, si risolutamente impegnato sulla via della pace e della riconciliazione nazionale. L'instaurazione dal 1996 di una democrazia pluralistica, accompagnata dalla messa in atto effettiva da parte dell'Assemblea nazionale di istituzioni quali il Consiglio costituzionale, la Corte suprema e il Consiglio economico e sociale, attestano un progresso reale dello Stato di diritto nel mio Paese. Per garantire i diritti umani sono stati creati un Ministero dei diritti dell'uomo e una Commissione nazionale dei diritti dell'uomo, che godono di totale indipendenza e di diritto di ricorso. Inoltre, facendo dello sviluppo sociale una delle sue priorit, il Governo ciadiano, grazie alle entrate petrolifere, si impegnato a lottare contro la povert costruendo scuole, ambulatori e scavando pozzi d'acqua in tutto il territorio. Santissimo Padre, il Ciad un Paese laico e una nazione unita e fraterna in cui tutti i suoi figli, qualunque sia la loro confessione religiosa, musulmana, cristiana o altra, vivono in totale armonia e rispetto reciproco. Santissimo Padre, il mio Paese ha a cuore di rendere un omaggio molto cordiale al ruolo sempre attivo svolto dalla Santa Sede, su impulso di Vostra Santit, in seno alla comunit internazionale, per promuovere la stabilit, l'intesa e la cooperazione fra le nazioni. In effetti il recente appello che Lei ha lanciato alle Nazioni Unite per la ricerca di una soluzione rapida al problema del Darfur e del conflitto che ne deriva fra il Ciad e il Sudan un segno che dimostra il suo amore per la pace, la giustizia e l'armonia fra i popoli. Infine, sono lieto di osservare qui che il mio Governo apprezza a giusto titolo l'eccellenza delle relazioni esistenti fra il Ciad e la Santa Sede. altres opportuno in questo contesto rendere un meritato omaggio alla Chiesa cattolica in Ciad che, mediante la sua disponibilit e le sue azioni negli ambiti socio-educativi in tutto il territorio nazionale, prende parte in modo attivo alla crescita delle popolazioni ciadiane. Da parte mia, desidero assicurarla, Santissimo Padre, che far tutto il possibile per rafforzare e consolidare le buone relazioni esistenti fra la Repubblica del Ciad e la Santa Sede. La ringrazio.

CIAD
CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 5

proche. Auspico che queste relazioni contribuiscano al bene comune e all'edificazione di una societ armoniosa e pacificata. Per superare le incomprensioni, il dialogo deve sempre restare il cammino che permette di evitare qualsiasi ricorso alla violenza. Come lei ha osservato, signor ambasciatore, l'impegno della Chiesa cattolica al servizio della societ ciadiana, senza distinzione di origine n di religione, abbraccia numerosi ambiti come la salute, l'educazione e lo sviluppo. Attraverso le sue opere sociali, la comunit cattolica manifesta la propria preoccupazione di promuovere la dignit di ogni persona. In questa prospettiva, desidero sottolineare in modo particolare l'azione della Chiesa a favore dell'educazione e della formazione dei giovani, grazie soprattutto alle scuole cattoliche, che occupano un posto di rilievo nel sistema educativo ciadiano. Mediante queste scuole, che sono ambiti in cui i giovani di religioni e di contesti sociali diversi imparano a vivere insieme nel rispetto reciproco, la Chiesa intende lottare contro ogni forma di povert e contribuire all'edificazione di una societ sempre pi fraterna e solidale.

Bangladesh presso la Santa Sede. Le chiedo di voler trasmettere i miei cordiali saluti a lui e ai membri del governo, unitamente all'assicurazione dei miei buoni auspici per il benessere di tutti i suoi concittadini. Istituiti trentacinque anni fa, i rapporti diplomatici tra la Santa Sede e il Bangladesh sono stati rafforzati dalla preoccupazione reciproca di promuovere la buona volont in un mondo sempre pi collegato, ma non privo di segni di nuove divisioni e forme di violenza e ingiustizia profondamente preoccupanti. Questi fenomeni presentano nuove sfide all'intera famiglia umana, facendo emergere un senso sempre pi acuto del fatto che occorre una cooperazione internazionale pi vigorosa per assicurare che alle aspirazioni di tutti, specialmente dei poveri e dei deboli, venga data piena voce (cfr Sollicitudo rei socialis, 43). Signor ambasciatore, sono fiducioso che la partecipazione attiva del suo Paese in enti come l'Organizzazione delle Nazioni Unite contribuir alla cultura di pace che il Bangladesh desidera costruire in patria e all'estero. Impegnandosi in questi dibattiti a livello internazionale, il vostro Paese svolger un ruolo nell'armonizzare le azioni della comunit globale per raggiungere gli obiettivi comuni della pace e dello sviluppo (cfr Discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 18 aprile 2008). Come sua eccellenza ha suggerito, una solida democrazia necessita di qualcosa di pi che una serie di regole per essere sostenibile; esige che i cittadini abbraccino i valori fondamentali che ispirano le istituzioni e le procedure democratiche, come la dignit della persona umana, l'autentico rispetto dei diritti umani e l'impegno per il bene comune come criterio guida della vita politica (cfr Centesimus annus, 46). Cercando di aumentare il consenso generale sull'importanza centrale di questi valori fondamentali, le guide della sua nazione spianeranno la strada per un governo stabile e per la coesistenza armoniosa di tutti coloro che definiscono il Bangladesh la loro casa. Mentre il suo Paese si prepara a tenere le elezioni generali entro l'anno in corso, sono fiducioso che i cittadini rifletteranno e rinnoveranno il loro apprezzamento per i fondamenti morali che rendono possibile la democrazia autentica. Il progresso sociale e la coesione esige che tutti individui, famiglie, funzionari eletti, funzionari pubblici e professionisti abbraccino volentieri la loro responsabilit di contribuire alla vita comunitaria con integrit, onest e spirito di servizio (cfr Pacem in terris, 55; Centesimus annus, 46). In particolare, coloro che si candidano per una carica pubblica devono essere disposti a mettere da parte gli interessi personali per salvaguardare il bene comune delle persone che rappresentano e servono. Sua eccellenza ha indicato la sfida di ricostruire le istituzioni rappresentative che sono deteriorate nonostante l'osservanza, da parte del Paese, dei processi democratici nello scegliere i governi recenti. Questo compito fondamentale di ripristinare la fiducia in queste e in altre istituzioni democratiche esiger una guida forte da parte di uomini e donne che siano affidabili, giusti e competenti. Indubbiamente il popolo del Bangladesh cercher queste qualit nei suoi candidati mentre eserciter il suo diritto di voto in un processo elettorale che a sua volta rispecchi i valori stessi dai quali dipende la democrazia (cfr Centesimus annus, 46). Un sistema educativo vibrante essenziale per una forte democrazia. Sia lo stato sia la Chiesa hanno un loro ruolo nell'aiutare le famiglie a impartire sapienza, conoscenza e virt morale ai loro figli, affinch arrivino a riconoscere la dignit comune a tutti gli uomini e le donne, compresi quelli appartenenti a culture e a religioni diverse dalla propria. La Chiesa cerca di contribuire a tale fine istituendo scuole che non si preoccupino solo dello sviluppo cognitivo dei bambini, ma anche di quello spirituale e morale. Nella misura in cui queste e altre scuole basate sulla fede svolgono il servizio pubblico di formare i giovani nella tolleranza e nel rispetto, devono quindi ricevere il sostegno di cui hanno bisogno, compreso l'aiuto finanziario, a beneficio dell'intera famiglia umana. Il suo un Paese che ha compiuto passi significativi nella crescita economica nel corso degli ultimi anni. Tuttavia, ci non si sempre tradotto in un corrispondente sollievo dalla povert e in un aumento delle opportunit d'impiego. La stabilit a lungo termine nel settore economico organicamente collegata ad altri ambiti della vita civile, tra cui le istituzioni pubbliche e un sistema educativo ben funzionante. Il primo promuove l'efficacia e la trasparenza che favoriscono la crescita economica (cfr Centesimus annus, 48), e il secondo per la societ uno strumento privilegiato di progresso economico e di sviluppo (Popolorum progressio, 35).

Per questa ragione, gli obiettivi economici di una nazione devono sempre essere collocati nell'orizzonte pi ampio della sua crescita morale, civile e culturale (cfr Centesimus annus, 29). Inoltre, uno sviluppo economico duraturo avviene come risultato dell'interazione dinamica tra l'iniziativa privata, l'autorit pubblica e il sostegno delle organizzazioni internazionali (cfr ibid., 10; 32; 49). Da parte sua, la Chiesa, nella sua costante sollecitudine per il bene integrale della persona umana, si fa eco delle aspirazioni dell'uomo di assicurare i beni materiali necessari per il benessere corporale e spirituale (cfr Gaudium et spes, 14). In effetti, essa fermamente convinta che lo sviluppo in ultimo una questione di pace perch esso aiuta a raggiungere ci che bene per gli altri e per la comunit umana nella sua interezza (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1987, 7). Signor ambasciatore, mentre inizia il suo servizio, rinnovo i miei buoni auspici per il successo della sua missione. Le assicuro che i diversi uffici della Santa Sede sono pronti ad assisterla nell'adempiere ai suoi doveri. Su di lei, sulla sua famiglia e su tutto il popolo del Bangladesh invoco cordialmente le benedizioni di Dio della forza e della pace.

La violenza getta un'ombra sul progresso della civilt


Orrendi atti di terrorismo e di violenza hanno gettato un'ombra scura sul progresso della civilt. Lo ha ricordato il nuovo ambasciatore di Bangladesh nel discorso indirizzato a Benedetto XVI in occasione della presentazione delle credenziali. Eccone una nostra traduzione italiana: per me un onore presentare a Sua Santit le Lettere credenziali del presidente della Repubblica Popolare del Bangladesh come ambasciatore presso la Santa Sede. Colgo l'occasione per trasmettere a Sua Santit i pi profondi omaggi e l'alta stima del presidente, che ha riposto la sua fiducia in me. Trasmetto anche i cordiali saluti e i buoni auspici del popolo del Bangladesh a tutti i membri di questa nobile istituzione, la Santa Sede. Teniamo Sua Santit e la Santa Sede nel massimo rispetto. I rapporti diplomatici formali con la Santa Sede sono stati istituiti nel 1972, dopo che il Bangladesh divenuto uno stato indipendente. Ma i rapporti della Santa Sede con la nostra parte di mondo sono radicati in secoli di storia. I missionari cristiani hanno lasciato un'impronta indelebile nella nostra vita sociale e culturale introducendo il pensiero e gli insegnamenti occidentali. Il Bangladesh rimane inequivocabile nel suo impegno e nel suo pieno sostegno alla promozione dei rapporti bilaterali con la Santa Sede. D'ora in poi sar mia responsabilit rafforzare ulteriormente gli stretti e cordiali rapporti esistenti tra le due entit. Nel farlo, attendo con piacere la sua guida e la sua benedizione. Santo Padre, il Bangladesh ha una storia e una civilt antiche. Al crocevia di tante culture, lo stile di vita del nostro popolo si evoluto nel corso dei secoli attraverso l'interazione e l'assimilazione. Di conseguenza, il nostro retaggio culturale caratterizzato dalla tolleranza e dalla moderazione. La nostra forza e il nostro conforto, anche nei momenti di difficolt e di avversit, sono la nostra fede costante nello spirito religioso e nella salvezza divina. Sebbene l'islam sia emerso come religione dominante sin dal XII secolo, il popolo del Bangladesh tradizionalmente noto per la sua tolleranza religiosa e per l'armonia sociale. La nostra Costituzione garantisce la libert religiosa e culturale per tutti, e le persone delle diverse fedi sono ben rappresentate in ogni settore della societ, come pure nel governo. La fede cattolica seguita da quasi centocinquantamila cittadini in Bangladesh. Comunit altamente motivata, i cattolici hanno sempre svolto un ruolo importante nella nostra vita sociale, economica e culturale. Santit, sarebbe una negligenza se non la informassi dell'attuale situazione di governo in Bangladesh. Il Paese attualmente guidato da un Governo ad interim non partitico. Ha assunto l'incarico in un momento critico della nostra vita politica nel gennaio del 2007. La fiducia e la confidenza della gente nelle istituzioni pubbliche si sono ridotte durante anni di disinteresse, sebbene abbiamo avuto al potere una successione di governi democraticamente eletti. Abbiamo compreso che la democrazia non soltanto una questione di elezioni e di istituzione di nuovi governi a intervalli prestabiliti. La democrazia siCONTINUA A PAGINA 10

pagina 10

L'OSSERVATORE ROMANO

venerd 30 maggio 2008

La presentazione delle credenziali dei nove ambasciatori


CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 9

gnifica dare potere alla gente e assicurare i suoi diritti. Significa il diritto di godere dei frutti della crescita economica e dello sviluppo. Per introdurre una democrazia significativa nel Paese, l'attuale Governo ha preso delle iniziative per rinnovare e rivitalizzare le istituzioni che costituiscono il centro del governo democratico. L'obiettivo centrale, tuttavia, resta quello di tenere elezioni libere e giuste entro l'anno. Si auspica che le riforme intraprese aiutino a portare il Bangladesh su una traiettoria pi elevata e irreversibile di governo democratico e di sviluppo sostenibile. Santit, globalmente stiamo attraversando un'epoca senza precedenti negli annali dell'umanit. Il progresso tecnologico ha trasformato il mondo in un villaggio globale. Tuttavia, quest'ultimo secolo stato anche uno dei pi violenti che l'uomo ricordi. Gli orrendi atti di terrorismo e di violenza hanno gettato un'ombra scura sul progresso della civilt. Mentre i governi combattono il terrorismo, alcune comunit di una particolare fede sono state prese di mira e stereotipate, polarizzando ulteriormente le societ e le culture. Le sfide pi grandi del tempo attuale diventano quelle di dialogare, comprendere e condividere meglio tra le culture e le civilt. Dobbiamo intensificare i nostri sforzi per costruire collettivamente e a tutti i livelli una cultura di pace. Con un po' d'orgoglio, desidero informare Sua Santit che il Bangladesh ogni anno promuove una risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla cultura della pace. In un mondo sempre pi globalizzato e interdipendente, difficilmente si pu evitare di incontrare differenze culturali. Ci dovrebbe insegnarci che accanto alla diversit di culture esiste una sola civilt globale fondata su valori condivisi della tolleranza e della libert. una civilt definita dalla sua tolleranza del dissenso, dalla sua celebrazione della diversit culturale. Il dialogo pu trionfare sulla discordia, la diversit una virt universale e i popoli del mondo sono molto pi uniti dal loro comune destino di quanto non siano divisi dalle loro differenti identit. Pu essere utile attingere alle radici pi profonde, antiche delle culture e delle civilt per trovare ci che ci unisce al di l di tutti i confini. Questo, a sua volta, dovrebbe facilitare il cammino verso la pace. Santo Padre, in questo momento critico per l'umanit, Sua Santit rimane l'immagine della giustizia, della tolleranza, della sapienza e del credo della non violenza. Uniamo le nostre mani nelle sue preghiere per un mondo migliore. Preghiamo perch la provvidenza continui a proteggerci e a guidarci. Promettiamo anche di dedicarci a lasciare in eredit a tutta la nostra progenie un futuro in cui l'amore e la cooperazione regnino supremi. Lavoreremo per un fine che Sua Santit persegue inesorabilmente: un mondo di pace, progresso, uguaglianza e giustizia. Grazie.

BIELORUSSIA
CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 6

vato da un senso di responsabilit condivisa per il destino comune dei popoli europei, ha un valore enorme. Raggiungere questo obiettivo ambizioso non facile ed esige da tutte le parti in causa l'impegno in un dialogo sincero, costante e ragionevole, basato sulla solidariet autentica e rispettoso delle aspirazioni legittime, delle circostanze storiche e della diversit degli altri. A questo fine, ogni nazione nel continente, inclusa la Bielorussia, chiamata a contribuire all'edificazione di una casa comune europea in cui i confini vengano visti come luoghi di incontro e non come segni di divisione, o peggio, come muri insormontabili. Infatti, la storia, le radici spirituali e culturali e la geografia della Bielorussia le conferiscono un ruolo integrale da svolgere in questo processo. Ci che unisce le nazioni europee molto pi grande di qualsiasi fattore politico, economico e culturale che le divide. Per dare nuovo impulso alla sua storia l'Europa deve riconoscere e ricuperare con fedelt creativa quei valori fondamentali, alla cui acquisizione il cristianesimo ha dato un contributo determinante, riassumibili nell'affermazione della dignit trascendente della persona umana, del valore della ragione, della libert, della democrazia, dello stato di diritto e della distinzione tra politica e religione (Ecclesia in Europa, n. 109).

Il risultato della ritrovata indipendenza del suo Paese e del ripristino delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede stato lo sviluppo di un buon rapporto di lavoro fra le istituzioni dello Stato e quelle della Chiesa. Queste relazioni sono contraddistinte dalla disponibilit di entrambe le parti a rafforzare e migliorare questi vincoli che a loro volta promuovono il benessere e la prosperit del Paese. Le sono grato, eccellenza, per quanto espresso a proposito dell'attivit della Chiesa nel suo Paese e sono certo che il governo della Bielorussia continuer a sostenere la Chiesa cattolica nel soddisfacimento dei suoi bisogni. Quest'anno la Chiesa cattolica in Bielorussia celebrer due importanti anniversari: i duecentoventicinque anni dell'erezione della Diocesi di Mohylev e i duecentodieci anni di quella della Diocesi di Minsk. A tale proposito bisogna rilevare con gratitudine il riconoscimento del suo Paese al contributo spirituale, culturale e storico della Chiesa cattolica alla vita della nazione. Chiesa e Stato, nei modi loro propri e alla luce delle loro specifiche missioni, sono al servizio dell'umanit. dunque necessario che cooperino, sempre rispettando le reciproche autonomia e competenza, in modi che aiutino le donne e gli uomini a ottenere una prosperit sia materiale sia spirituale. Tale cooperazione pu solo contribuire al consolidamento di istituzioni democratiche ancor pi dinamiche. Considerata parte integrante della vita e del destino della Bielorussia, la Chiesa cattolica da parte sua spera di continuare a esercitare il proprio ruolo nella societ mediante le sue varie strutture e istituzioni (come la Conferenza episcopale, le diocesi, le parrocchie e le comunit religiose). Questi organismi cercano soltanto di servire gli uomini e le donne e tutta la societ mediante la trasmissione di valori universali ispirati dal Vangelo. A questo proposito la Chiesa cattolica in Bielorussia, di tradizione sia latina sia bizantina, non pretende privilegi, ma chiede soltanto di poter contribuire alla crescita e allo sviluppo del Paese. Tutto ci che desidera ottenere la libert di poter svolgere serenamente il mandato che ha ricevuto dal divino Fondatore al servizio del suo Creato. Con questo stesso spirito e con lo stesso senso di mutua responsabilit, i cattolici bielorussi si impegnano a progredire nel dialogo ecumenico, in particolare con la Chiesa ortodossa nel Paese. Prego affinch i contatti ecumenici continuino a svilupparsi in pace, armonia e dialogo fecondo, contribuendo cos a una sempre maggiore armonia sociale. Signor ambasciatore, all'inizio della sua missione presso la Santa Sede le formulo sinceri buoni auspici e l'assicuro della disponibilit degli uffici della Curia Romana ad assisterla. Su di lei, sui suoi collaboratori, sulla sua famiglia e su tutto l'amato popolo della Bielorussia invoco abbondanti benedizioni divine.

Libert religiosa in un Paese multietnico


L'impegno per la libert religiosa in un Paese multietnico stato sottolineato dal nuovo ambasciatore di Bielorussia presso la Santa Sede nel discorso indirizzato a Benedetto XVI in occasione della presentazione delle credenziali. Eccone una nostra traduzione: Santit, un grande onore e un grande privilegio presentarle le Lettere che mi accreditano quale ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Bielorussia presso la Santa Sede. Stato tradizionalmente multietnico e multiconfessionale, la Bielorussia attentissima a garantire a tutti i cittadini la possibilit di praticare liberamente la propria fede. Il diritto alla libert di religione consacrato nella costituzione della Repubblica di Bielorussia e nelle sue leggi. Il Governo fortemente impegnato nel rispettare i diritti religiosi della comunit cattolica e nel creare le condizioni necessarie per le sue attivit e per il suo sviluppo. La Chiesa cattolica, la seconda pi grande comunit ecclesiale in Bielorussia, a cui appartiene quasi il quindici

per cento della popolazione, svolge un ruolo importante nella vita quotidiana della nazione. Negli ultimi dodici anni il numero dei cattolici quadruplicato e continua ad aumentare rapidamente. Diversi seminari cattolici istituiti in Bielorussia si prefiggono lo scopo di formare pi sacerdoti locali a beneficio del presente e del futuro. Il Governo permette alla Chiesa cattolica di entrare in contatto con le persone, concedendo strutture per le chiese e garantendo libero accesso ai mezzi di comunicazione sociale. Secondo gli ultimi dati, esistono nel Paese circa quattrocentocinquanta chiese cattoliche e trentasette sono in costruzione. Le province cattoliche pubblicano diversi periodici specializzati a livello nazionale e regionale. La radio nazionale trasmette in diretta i servizi liturgici domenicali. Il recente restauro, con sostegno del Governo, della chiesa della Santissima Vergine Maria a Minsk un esempio dell'impegno dello Stato e di quello personale del presidente a offrire la necessaria assistenza alla Chiesa cattolica e a soddisfare le sue necessit. La Chiesa cattolica impegnata in varie attivit umanitarie in Bielorussia. Ha istituito un orfanotrofio a Gomel che gestito dalle suore dell'ordine di madre Teresa. Le province cattoliche gestiscono le organizzazioni umanitarie della Caritas, offrendo importante assistenza ai bisognosi. Santit, il governo della Bielorussia apprezza molto le attivit della Santa Sede e, personalmente le sue, Santit, volte a promuovere la pace e la comprensione reciproca fra i popoli e a rafforzare l'armonia interreligiosa nel mondo. Come ha affermato nella recente dichiarazione all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, per la piena garanzia della libert religiosa... deve essere tenuta in giusta considerazione... la possibilit dei credenti di fare la loro parte nella costruzione dell'ordine sociale. Infatti, molto spesso importanti valori religiosi rimangono confinati entro il perimetro delle chiese perch non riescono a raggiungere completamente la vita pubblica. Ci crea una situazione in cui i valori religiosi, che sono la base di ogni personalit degna, vengono rimpiazzati da regole e costumi secolari o anche privati. Questa tendenza indesiderabile potrebbe essere invertita creando opportunit per i credenti di professare ed esercitare liberamente i loro valori in ambito sia religioso sia civile. In questo contesto, la Bielorussia accoglie il maggiore impegno della Santa Sede nel processo di trasmissione e di rafforzamento di valori religiosi basilari nella societ in generale. Il governo della Bielorussia pronto a cooperare con la Santa Sede per sviluppare iniziative bilaterali su questa materia in pi aree quali l'educazione, la sanit, le attivit culturali e umanitarie. La Bielorussia riconosce e apprezza il ruolo svolto dalla Santa Sede nelle organizzazioni internazionali. Siamo interessati a cooperare con la Santa Sede per garantire che le organizzazioni internazionali, in particolare le Nazioni Unite, siano una piattaforma di unit fra gli Stati e uno strumento di servizio per l'intera umanit. Il concetto di dialogo fra le civilt cos come la necessit di risolvere la crisi allarmante del multilateralismo sono fra i valori centrali che la Bielorussia e la Santa Sede condividono. Un altro valore quello di garantire il rispetto del diritto di tutte le nazioni alla diversit di sviluppo politico, economico e culturale. Sforzi congiunti della Bielorussia e della Santa Sede potrebbero contribuire alla promozione di questo importante programma internazionale. La Bielorussia interessata a promuovere e sviluppare ulteriormente il dialogo e la cooperazione con la Santa Sede sia bilateralmente sia nelle organizzazioni internazionali. La visita programmata e molto attesa di sua eminenza il Cardinale Tarciso Bertone in Bielorussia nel giugno 2008 dovrebbe essere un'opportunit unica per entrambe le parti di discutere modi e mezzi per un consolidamento complessivo e significativo del rapporto bilaterale. Questa visita, oltre ai dibattiti a livello ufficiale, dovrebbe essere considerata un segno atteso e incoraggiante per tutti i cristiani in Bielorussia dell'attenzione loro prestata dalla guida spirituale universale elargita e benedetta da lei, Santit. L'opportunit di soddisfare aspettative reciproche della Bielorussia e della Santa Sede c' e andrebbe utilizzata e promossa. Il governo della Bielorussia pronto a fare del suo meglio per recare frutti di cooperazione e interazione reciprocamente fecondi con la Santa Sede e con lei, Santit. Il governo della Bielorussia auspica che lei, Santit, figura importante e nota nel mondo, possa svolgere un personale ruolo ispiratore nel promuovere ulteriormente i rapporti fra Bielorussia e Santa Sede.

GUINEA
CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 7

aspirazioni legittime degli individui e delle famiglie, lo sviluppo integrale della Nazione si deve ispirare ai valori morali universali, che permettono di non perdere di vista l'origine e la finalit dei beni materiali e di creare una societ sempre pi giusta e pi solidale. In questa prospettiva, necessario dimostrare una sollecitudine particolare per le persone che sperimentano numerose forme di povert o di fragilit. Il dovere di rispettare il diritto di ogni persona a vivere nella dignit si fonda sulla volont stessa del Creatore, che ha dato a tutti una comune dignit trascendente. Signor ambasciatore, desidero anche assicurarla che la Chiesa cattolica vuole contribuire allo sviluppo integrale della societ attraverso le sue opere educative, sanitarie e di promozione sociale, che so essere apprezzate dalla popolazione. Lei conosce in particolare l'attenzione della Chiesa per la promozione delle persone mediante l'educazione dei giovani. inoltre importante essere attenti alla salute di ognuno, in particolare attraverso una formazione e un'informazione sulle pandemie legate ai comportamenti degli individui. Mediante questo impegno, la comunit cattolica intende adoperarsi per il bene comune, la fraternit e il consolidamento della pace nella giustizia. Auspico che, grazie a relazioni sempre pi fiduciose fra la Chiesa e lo Stato, queste opere siano sostenute con sempre maggiore generosit, a beneficio di tutti i guineani, senza distinzione di origini n di religione. Colgo l'occasione per chiederle di salutare molto cordialmente la comunit cattolica della Guinea riunita attorno ai suoi vescovi. L'incoraggio a essere sempre nella societ un fermento di riconciliazione e di pace, affinch tutti possano vivere nella convivialit e sviluppare vincoli di collaborazione sempre pi fraterni. Signor ambasciatore, lei inaugura oggi la nobile missione di rappresentare il suo Paese presso la Santa Sede. Voglia accettare i voti pi cordiali che formulo per il suo felice esito e sia certo di trovare sempre presso i miei collaboratori la comprensione e il sostegno necessari! Su di lei, sulla sua famiglia, sui suoi collaboratori, su tutti i suoi concittadini e sui dirigenti del suo Paese, invoco di tutto cuore l'abbondanza delle Benedizioni Divine.

L'impegno della Chiesa per lo sviluppo sociale e culturale


L'impegno della Chiesa per lo sviluppo sociale e culturale della Guinea stato evidenziato dal nuovo ambasciatore presso la Santa Sede che ha presentato a Benedetto XVI le credenziali. Questa la traduzione del discorso indirizzato al Papa dal rappresentante diplomatico: Santit, un onore e un privilegio per me presentarLe oggi le lettere mediante le quali sua eccellenza il generale Lansana Cont, presidente della Repubblica di Guinea, mi accredita presso la Santa Sede in qualit di ambasciatore straordinario e plenipotenziario. Facendo ricadere la sua scelta sulla mia modesta persona, il presidente generale Lansana Cont vorrebbe fare di me lo strumento privilegiato nella gestione delle relazioni fra la Santa Sede e la Repubblica di Guinea. Sono pertanto lieto di beneficiare di una duplice fiducia, quella del presidente generale Lansana Cont e quella di Sua Santit. Indipendente dal 20 ottobre 1958, ossia da mezzo secolo, la Repubblica di Guinea ha intrattenuto, intrattiene e intratterr sempre eccellenti relazioni con la Santa Sede e sono certo che sotto il suo Pontificato queste relazioni s'intensificheranno per il bene delle popolazioni guineane e per quello della Chiesa. Santit, la Chiesa in Guinea in generale e quella cattolica in particolare hanno una storia che non necessario ricordare qui, in questa occasione solenne. Bisogna tuttavia sottolineare che l'anno 1875 ha segnato l'inizio dell'evangelizzazione in Guinea dove la maggioranza della popolazione costituita da musulmani. Il nostro Paese gioisce per la coesistenza pacifica fra queste due religioni monoteistiche e

per l'importante ruolo che la Chiesa e il clero svolgono nella vita della nazione. Il dialogo interreligioso interculturale da anni contribuisce a instaurare fra queste due religioni relazioni di solidariet nella gestione dei fatti e degli eventi che coinvolgono la nazione in tutte le sue componenti. A questa solidariet di azione si aggiunge una collaborazione di tutti i figli della nazione che si considerano membri di un'unica famiglia. In Guinea abbiamo l'abitudine di dire che il paese una famiglia poich tutti i popoli ha sentenziato il Concilio Vaticano II formano una sola comunit, hanno un'unica origine, perch Dio ha fatto abitare l'intero genere umano su tutta la faccia della terra (cfr Atti 17, 26), ed hanno anche un solo fine ultimo, Dio (Benedetto XVI, Messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace 2008, 1 gennaio 2008). Questa comunione di destino sufficientemente condivisa da tutte le popolazioni guineane nella pratica quotidiana della loro fede. Santit, La Chiesa in Guinea partecipa attivamente al processo endogeno di sviluppo sociale, economico e culturale del paese. Essa si distingue per il suo contributo inestimabile al sistema educativo guineano, all'amministrazione delle cure sanitarie di base, agli sforzi nazionali di lotta contro le malattie trasmissibili, includendo l'Hiv/Aids, e le malattie endemiche, al programma nazionale di riduzione della povert, alla promozione della ricca cultura del nostro bel Paese e all'educazione dei giovani. anche bene notare il contributo della Chiesa alla gestione delle questioni politiche accanto ad altre confessioni religiose, alle istituzioni repubblicane, al sindacato e alle organizzazioni della vita civile. Questo il luogo e il momento per me per esprimere la soddisfazione e la gratitudine del presidente generale Lansana Cont e del suo governo a Sua Santit, per il ruolo costruttivo che la Chiesa svolge nella vita della nostra Nazione, ruolo che stato possibile grazie all'eccellenza delle relazioni fra la Repubblica di Guinea e la Santa Sede. Santit, la comunit cristiana della Guinea, alla quale appartiene la mia modesta persona, sta crescendo anche se purtroppo tentata da derive settarie. La sua fede per si sta radicando e la sua speranza si sta confermando. Tuttavia, come ci insegna l'evangelista Matteo riprendendo il sermone apostolico di Nostro Signore Ges Cristo, nel quale associava gli uomini alla sua missione, La messe molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perch mandi operai nella sua messe! (Matteo 9, 37). Il popolo cristiano della Guinea ha bisogno di pastori e la struttura del governo della Chiesa in Guinea non si evolve da decenni. Solo tre diocesi, di cui una metropolitana, condividono la responsabilit della guida della nostra Chiesa che si estende su tutto il territorio nazionale. Questa constatazione condivisa dalla maggior parte dei fedeli cristiani della Guinea che vorrebbero appellarsi alla sua magnanimit, Santit, per l'adozione di misure idonee. I fedeli cristiani della Guinea sono consapevoli del loro dovere nella formazione dei nostri sacerdoti e delle nostre religiose. Implorano tutti i giorni la grazia di Nostro Signore Ges Cristo per aiutarla a svolgere i suoi alti incarichi pontifici e per l'abbondanza delle vocazioni sacerdotali e religiose. Santit, Il popolo guineano nel suo insieme e il suo governo seguono con interesse gli sforzi che Lei sta compiendo dalla sua elezione, tre anni fa. L'Africa e il mondo intero apprezzano anche le Sue prese di posizione, Santit, nella gestione delle grandi questioni internazionali fra le quali lo sviluppo, la famiglia, la societ, la pace, l'ambiente e la salute, solo per citarne alcune. A tale proposito, il Suo messaggio del 1 gennaio 2008, in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale della Pace, eloquentemente illustrativo. Nel corso della mia missione presso la Santa Sede, m'impegner, con la Sua benedizione e il sostegno che le autorit competenti della Santa Sede mi concederanno, a rafforzare le relazioni fra la Repubblica di Guinea e la Santa Sede mediante azioni concrete e nuove. Vorrei concludere il mio discorso ribadendo a Sua Santit i sentimenti di alta considerazione e di stima di sua eccellenza il presidente generale Lansana Cont, ai quali associo le preghiere ferventi del popolo religioso della Guinea per la Sua salute nello svolgimento dei Suoi incarichi pastorali. Il popolo della Guinea sarebbe altres lieto di vedere Sua Santit baciare il suolo guineano, riprendendo cos il gesto del suo illustre predecessore, Papa Giovanni Paolo II, il 24 febbraio 1992 a Conakry. La ringrazio. Che Dio benedica il Suo Pontificato!

SRI LANKA
CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 7

l'apprezzamento da lei espresso a nome dei suoi concittadini per l'attivit caritativa costante della Chiesa cattolica nella sua nazione. In particolare lei ha sottolineato il contributo della Chiesa agli sforzi di soccorso dopo che il devastante tsunami ha colpito la sua nazione nel 2004. Queste azioni sono un esempio concreto della risposta disponibile e pronta della Chiesa alla missione che ha ricevuto di servire i pi bisognosi (cfr Lc 10, 25-37; Deus caritas est, 29). Desidero assicurare al suo governo che la Chiesa continuer nel suo impegno di protendersi verso tutti con compassione, e lodo ogni misura futura che aiuti a garantire che gli ospedali cattolici, le scuole e gli enti caritativi possano continuare a prendersi cura dei malati, dei giovani e degli indifesi a prescindere dalle origini etniche o religiose (cfr ibid., 30). I cattolici nello Sri Lanka, insieme ad altri cristiani, sono uniti a molti buddisti, ind e musulmani nell'ardente desiderio di una pace duratura nel Paese e di una fine definitiva delle antiche recriminazioni. Tristemente, la violenza continua a chiedere un prezzo alla popolazione, causando grave preoccupazione alla Santa Sede e alla comunit internazionale. Negoziati franchi e sinceri, a prescindere dall'investimento di tempo e di risorse che richiedono, sono l'unico mezzo sicuro per realizzare la riconciliazione e affrontare i problemi che per lungo tempo hanno ostacolato la pacifica coesistenza nello Sri Lanka. In particolare, gli atti di terrorismo non sono mai giustificabili e costituiscono sempre un affronto all'umanit (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2002, 4). In effetti gli attacchi arbitrari non riescono a dare una voce efficace agli interessi dei diversi gruppi a nome dei quali apparentemente vengono svolti. In modo deplorabile essi possono provocare reazioni indiscriminate che similmente mettono in pericolo gli innocenti. Tali cicli di violenza offuscano la verit, perpetuano una raffica di accuse e contraccuse e lasciano le persone disilluse e scoraggiate. Per questa ragione la lotta contro il terrorismo deve sempre essere svolta con rispetto per i diritti umani e per la supremazia del diritto (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2004, 8). Esorto tutte le parti a non risparmiare nessuno sforzo nel creare un clima di fiducia, di perdono e di apertura ascoltandosi reciprocamente e mostrando un ragionevole rispetto per le legittime aspirazioni dell'altro. Sua eccellenza ha anche attirato l'attenzione sulla sconvolgente tendenza a reclutare bambini da impegnare nei combattimenti o nelle attivit terroristiche. Simili pratiche devono essere condannate in partenza, poich inevitabilmente arrestano lo sviluppo morale dei bambini, lasciando cicatrici che dureranno per tutta la vita (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1996, 3) e lacerano la fibra morale della societ stessa. Ges ha ammonito gli uomini e le donne di evitare di scandalizzare questi piccoli (cfr Lc 17, 2), istruendo perfino gli adulti a imitare la loro virt e purezza (cfr Mt 18, 2). Imploro le guide nel vostro Paese e in tutto il mondo di rimanere vigili, affinch non vi siano compromessi a questo riguardo. I bambini e gli adolescenti devono ricevere oggi una solida formazione nei valori morali che rafforzeranno il tessuto sociale del vostro paese domani. Certamente l'apprezzamento di questi valori e un atteggiamento di rispetto per gli altri sono importanti quanto qualsiasi capacit tecnica che i giovani possano acquisire in vista della loro vocazione professionale. Le iniziative volte a raggiungere la pace devono essere radicate in una giusta comprensione della persona umana e dell'inviolabilit dei suoi diritti innati. Come ho osservato di recente, l'universalit, l'indivisibilit e l'interdipendenza dei diritti umani servono tutte quali garanzie per la salvaguardia della dignit umana (Discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 18 aprile 2008). Sua eccellenza ha indicato i nuovi meccanismi che sono stati attivati per monitorare i diritti umani e correggere le questioni umanitarie nello Sri Lanka. A questo riguardo incoraggiante osservare la decisione del suo Governo di istituire una speciale commissione d'inchiesta al fine di esaminare i casi in cui sembrano essere stati ignorati la giustizia e i diritti umani. auspicabile che si compia ogni sforzo per assicurare che la commissione completi il suo lavoro in maniera spedita affinch la verit su tutti questi casi possa venire alla luce. Penso in particolare a Padre Jimbrown e al suo assistente, dei quali, a quasi due anni dalla loro scomparsa, non si sa dove siano. L'interesse del Governo per questi casi rispecchia la responsabilit delle autorit politiche di garantire una vita comunitaria ordinata e retta,
CONTINUA A PAGINA 11

venerd 30 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 11

La presentazione delle credenziali dei nove ambasciatori


CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 10

Superiore e superiori generali sull'Istruzione

fondata sui principi della giustizia e orientata al raggiungimento del bene comune (cfr Gaudium et spes, 74). Signor ambasciatore, mentre assume le sue nuove responsabilit, le porgo i miei buoni auspici per il positivo adempimento della sua missione, fiducioso che i vincoli di amicizia esistenti tra la Santa Sede e lo Sri Lanka saranno ulteriormente rafforzati negli anni futuri. Le assicuro che i diversi uffici e dicasteri della Santa Sede sono pronti a offrire le loro risorse in spirito di collaborazione. Su sua eccellenza, sulla sua famiglia e sul popolo della Repubblica Socialista Democratica dello Sri Lanka invoco le abbondanti benedizioni di Dio Onnipotente.

tela dei diritti umani. Il Governo ha reso operativi alcuni meccanismi per affrontare nel Paese questioni umanitarie e comunque legate ai diritti umani. Per la prima volta stato creato uno specifico ministero per i diritti umani e la gestione delle emergenze. Con la presentazione delle mie Lettere Credenziali spero di poter operare a pi stretto contatto con la Segreteria per i rapporti con gli Stati conservando amichevoli relazioni fra la Santa Sede e la Repubblica socialista democratica dello Sri Lanka durante il mio mandato di ambasciatore straordinario e plenipotenziario. Grazie, Santit.

La realt di un pluralismo che dura da secoli


La realt di un pluralismo religioso che dura da secoli nello Sri Lanka stata evidenziata dal nuovo ambasciatore del Paese asiatico presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle credenziali. Ecco la traduzione del discorso indirizzato dal diplomatico a Benedetto XVI: Santit, sono un onore e un privilegio presentarle, le lettere che mi accreditano come ambasciatore straordinario e plenipotenziario presso la Santa Sede e la lettera di richiamo del mio predecessore, la signora Sarala Fernando. con grande piacere che le trasmetto, Santit, i saluti affettuosi di sua eccellenza il presidente Mahinda Rajapakse e del popolo dello Sri Lanka. Santit, il popolo dello Sri Lanka apprezza molto il contributo prezioso che il Vaticano offre mediante le proprie organizzazioni caritative per sostenere gli sforzi di ripresa e di riabilitazione dopo lo tsunami senza precedenti che nel dicembre 2004 ha devastato diverse migliaia di case, edifici governativi in molti distretti, soprattutto nelle parti orientali e meridionali dello Sri Lanka. Desidero anche ricordare la visita del Presidente Mahinda Rajapakse presso la Santa Sede nell'aprile 2007, immediatamente dopo il secondo anniversario della sua elezione al pontificato. La visita del Presidente ha consolidato la comprensione reciproca e l'eccellente cooperazione che esistono tanto felicemente fra lo Sri Lanka e la Santa Sede. Santit, oggi il pluralismo religioso un fatto della nostra vita. In questo contesto, le diverse comunit hanno vissuto insieme armoniosamente nello Sri Lanka e non vi sono stati problemi fra le maggiori tradizioni religiose quali il buddismo, l'induismo, il cristianesimo e l'islam per un lungo periodo di tempo. Le prime due religioni, il buddismo e l'induismo, hanno uno storia pi che bimillenaria e le ultime due, il cristianesimo e l'islam, sono presenti nello Sri Lanka da cinque secoli. Lo Sri Lanka condivide con i Paesi in via di sviluppo una serie di problemi. Ma con pochissimi ha in comune problemi particolari che affronta da ormai un quarto di secolo, come quello di un gruppo terroristico che una grave minaccia per la sovranit e l'integrit territoriale. Il governo dello Sri Lanka affronta politicamente il problema dei Tamil e si impegna con una limitata azione militare a sconfiggere il terrorismo nel Paese. Il governo del presidente Mahinda Rajapakse si era assunto il fermo impegno di trovare una soluzione politica a tale problema nel Paese. Tuttavia, lo Ltte ha proseguito il massiccio reclutamento di bambini nel movimento terroristico e di donne kamikaze per attaccare civili innocenti e forze di sicurezza. Santit, lo Sri Lanka ha fatto progressi notevoli nel rispetto dei diritti umani. Ha ratificato importanti convenzioni e patti internazionali sulla tu-

NIGERIA
CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 8

nipotenziario della Repubblica Federale di Nigeria presso la Santa Sede. La ringrazio per i cordiali saluti e i sentimenti di buona volont espressi a nome del presidente della Repubblica, Alhaji Umaru Musa Yar'Adua. Volentieri li ricambio e le chiedo cortesemente di trasmettere la mia personale gratitudine e i miei buoni auspici a sua eccellenza, alle autorit civili e al popolo nigeriano. Non solo un dovere umanitario, ma anche una fonte di gioia andare in aiuto dei bisognosi. Infatti, assistere gli altri con spirito di rispetto, integrit e imparzialit una ricca esperienza formativa sia per gli individui sia per le societ. A questo proposito, la dimensione, la popolazione, le risorse economiche e la generosit del suo popolo rendono la Nigeria uno dei Paesi pi influenti del continente e le offrono l'opportunit unica di sostenere altri Paesi africani nell'ottenere il benessere e la stabilit che meritano. La sua nazione ha contribuito ai numerosi sforzi di portare riconciliazione sociale ad altre terre mediante forze di pace, aiuti materiali e sforzi diplomatici. Incoraggio la Nigeria a continuare a utilizzare le sue considerevoli risorse umane e materiali per condurre alla pace e alla prosperit i Paesi vicini. Infatti, quando questo aiuto offerto con integrit e sacrificio reca onore ai cittadini e al Governo di un Paese. Con questo spirito, dev'essere offerto aiuto nel Paese e all'estero a quanti cercano di alleviare la sofferenza umana mediante la ricerca e l'assistenza concreta. La Chiesa ha fiducia nel fatto che i servizi che offre nei settori dell'educazione, i programmi sociali e l'assistenza sanitaria continueranno ad avere un impatto positivo sulla lotta contro la povert e la malattia. Difende sempre la vita dal concepimento fino alla morte naturale. Come sa, la Chiesa prende molto sul serio il proprio ruolo nella campagna contro la diffusione dell'Hiv/Aids promuovendo programmi che evidenzino la fedelt nel matrimonio e l'astinenza al di fuori di esso. Il personale cattolico composto da medici, infermieri, assistenti ed educatori continuer a esortare tutti gli uomini e tutte le donne, in particolare i giovani, a riaffermare il valore della famiglia e ad agire con coraggio morale, basato sulla fede, nella lotta contro questa malattia e le relative condizioni. Al contempo, pronta ad assistere a livello pratico gli innumerevoli malati nel suo continente e nel resto del mondo. Signor ambasciatore, il popolo della Nigeria desidera una democrazia piena e lei ha menzionato alcune priorit che il suo Paese ha identificato come passi necessari lungo il cammino verso una crescita significativa e uno sviluppo sostenibile. Fra questi vi sono il governo democratico e lo stato di diritto, la sicurezza interna e l'efficiente amministrazione della giustizia. Come sa, eccellenza, il buon governo richiede che le elezioni siano chiaramente considerate libere, corrette e trasparenti. Dipende anche dalla sicurezza interna, sempre basata sull'ideale democratico di rispetto per i diritti individuali e lo stato di diritto. Realizzare questo elemento costitutivo della democrazia richiede che i funzionari pubblici affrontino innanzitutto le cause dell'agitazione sociale e poi formino i cittadini nelle virt del rispetto e della tolleranza. So che in passato la frizione fra differenti gruppi ha causato preoccupazione. Conflitti di questo tipo si possono spesso attribuire una serie di fattori, inclusi errori di amministrazione, rancori isolati e tensioni etniche. A tal proposito, sono lieto di osservare che negli ultimi anni sembra che le tensioni sia siano allentate. Lo si pu considerare un autentico indicatore di progresso e un segno di speranza per il futuro. Nella promozione della comprensione, della riconciliazione e della buona volont fra diversi gruppi, la Chiesa continua a incoraggiare uno spirito di comunit, cercando si sradicare il pregiudizio e sostenendo l'apertura verso tutti. particolarmente interessata a promuovere il dialogo interreligioso, nella speranza che un fermo atteggiamento

di solidariet da parte dei responsabili religiosi si traduca progressivamente in espressioni popolari di accettazione pacifica, comprensione reciproca e cooperazione a livello nazionale. Una realt inquietante di numerosi Paesi oggi la criminalit. L'omicidio, il rapimento a scopo di estorsione, lo sfruttamento di donne, bambini e lavoratori stranieri sono alcune delle peggiori manifestazioni di questa pratica intollerabile. L'insicurezza, l'angoscia e l'aggressivit causate dalla disgregazione della famiglia, dalla disoccupazione, dalla povert e dalla disperazione sono alcuni dei fattori sociali e psicologici dietro questo fenomeno. Una situazione gi fragile affiancata da una pervasiva mentalit materialistica e da una mancanza di rispetto per la persona umana. A volte, il sentimento di disperazione pu portare le persone a cercare soluzioni ingannevolmente semplici ai loro problemi. In tali circostanze bisogna incoraggiare il pi possibile i giovani a migliorare mediante l'educazione, le attivit extrascolastiche, l'assistenza volontaria agli altri, e questo sarebbe l'ideale, opportunit di impiego. Sulla scia del crimine violento pu comparire la corruzione che ha l'effetto di scoraggiare l'impresa e gli investimenti e di minare la fiducia nelle istituzioni politiche, giudiziarie ed economiche della nazione. Il dinamismo che la Nigeria ha immesso nella lotta contro la corruzione e la criminalit e il consolidamento dello stato di diritto sono molto importanti e vanno incoraggiati e applicati con equit e imparzialit. Prego affinch i politici e gli operatori sociali, i professionisti dell'economia, della medicina e del diritto, i funzionari di polizia, i giudici e quanti sono impegnati nella lotta alla criminalit e alla corruzione cooperino diligentemente per la tutela della vita e della propriet, sostenuti dalla leale cooperazione di tutti i cittadini. La Chiesa non mancher di apportare il proprio specifico contributo offrendo una educazione integrale, basata sull'onest, l'integrit e l'amore di Dio e del prossimo. La Chiesa lotta per creare opportunit per i giovani in circostanze difficili, sempre ricordando loro che ogni agire serio e retto dell'uomo speranza in atto (Spe salvi, n. 35). Signor ambasciatore, le auguro ogni successo nella sua missione e l'assicuro della volenterosa cooperazione dei dicasteri della Curia Romana. Ricordo con apprezzamento la generosa accoglienza riservata al mio predecessore, Papa Giovanni Paolo II, in occasione delle sue due visite in Nigeria. Prego affinch il dolce ricordo di quel messaggero di pace continui a unire e ispirare il popolo nigeriano. Che Dio onnipotente conceda a lei, eccellenza, alla sua famiglia, alla nazione che rappresenta, benedizioni abbondanti e durature di benessere di pace!

Concordi sulla necessit di operare per costruire la giustizia


La Nigeria concorda con la Santa Sede sulla necessit di operare per costruire la pace e la giustizia. Lo ha affermato il nuovo ambasciatore del Paese africano, in occasione della presentazione delle credenziali. Di seguito pubblichiamo la traduzione del discorso indirizzato a Benedetto XVI: Santit, per me davvero un grande onore e un privilegio presentare a Sua Santit le lettere che richiamano il mio predecessore, il dottor Kingsley Sunny Ebenyi, e le mie Lettere credenziali come ambasciatore straordinario e plenipotenziario non residente della Repubblica Federale di Nigeria presso la Santa Sede. Sono lieto di portarle i rispettosi saluti e i cordiali auspici del presidente e comandante in capo delle forze armate della Repubblica Federale di Nigeria, sua eccellenza Alhaji Umaru Musa Yar'Adua. Santit, molto incoraggiante e piacevole osservare i cordiali rapporti che continuano ad esistere tra la Nigeria e la Santa Sede. Il ricordo delle due visite del suo predecessore in Nigeria nel 1981 e nel 1998 ancora vivo nella memoria del popolo nigeriano vi il desiderio di un approfondimento dei nostri rapporti bilaterali negli anni futuri. Una visita al Paese da parte di Sua Santit in un futuro non troppo lontano certamente contribuirebbe molto a rafforzare il forte legame gi esistente tra il mio Paese e la Santa Sede. La Nigeria apprezza gli instancabili sforzi compiuti dalla Santa Sede per promuovere la pace internazionale, la cooperazione, la solidariet e la comprensione. Condividiamo inoltre la convinzione della Santa Sede che occorre lavorare insieme per costruire un mondo di giustizia, di pace e di riconciliazione per tutti i popoli. nostro auspicio che, perseguendo questi obiettivi e

queste aspirazioni comuni, i nostri rapporti bilaterali vengano rafforzati. Santit, la Nigeria ha fatto molto nel suo impegno per radicare la democrazia e i principi democratici nella nostra politica. La prima transizione in assoluto da una amministrazione civile a un'altra nel maggio del 2008 ha segnato un punto di svolta senza precedenti in tale direzione. Il governo del presidente Umaru Musa Yar'Adua ha dimostrato il suo impegno a favore del buon governo e del consolidamento della democrazia e della ricostruzione economica. A tale riguardo, sono state adottate le misure necessarie per rafforzare la supremazia del diritto e per promuovere i principi di uguaglianza, di giustizia e di coesistenza pacifica, come pure per assicurare una crescita economica sostenibile e una stabilit macroeconomica. Ci stato incluso nel programma di sette punti dell'amministrazione, volto a fare della Nigeria una delle venti economie pi grandi al mondo entro il 2020. Per realizzare tale obiettivo, il governo ha chiaramente definito, e sta cercando di attuare, gli elementi fondamentali che dovranno guidare questa aspirazione nazionale. Tra questi vi sono il radicamento del governo democratico e della supremazia del diritto, la sicurezza, la giustizia e l'ordine, l'amministrazione rapida ed efficace della giustizia e lo sviluppo di infrastrutture importanti, ovvero corrente, energia e trasporti. La Nigeria certamente non pu procedere da sola in questo sforzo. Pertanto nostro desidero ricevere una collaborazione e un sostegno pi attivi da parte della comunit internazionale, specialmente dai nostri partner nello sviluppo. Il governo nigeriano profondamente preoccupato per il persistere di conflitti in molte regioni del mondo, e specialmente nel Medio Oriente e in Africa. Siamo parimenti preoccupati per la proliferazione di armi piccole e armamenti leggeri, identificata come uno dei principali fattori che alimentano i conflitti che hanno segnato il paesaggio africano. Una strategia efficace per far fronte a questa proliferazione il controllo del traffico illegale di questa categoria di armi dai paesi di origine e del passaggio delle stesse agli intermediari e ai mercanti d'armi. La situazione nella regione del Darfur viene subito alla mente. Riconosciamo e apprezziamo gli sforzi concertati della comunit internazionale per far fronte a questo problema. L'operazione congiunta delle Nazioni Unite e dell'Unione Africana ha cercato anche di ripristinare una qualche sembianza di pace e di salute nella regione. Rileviamo con grande incoraggiamento la preoccupazione pi volte espressa da Sua Santit per questo e altri conflitti in Africa e le sue sincere preghiere per una pronta soluzione degli stessi. Una sollecitudine immediata della comunit internazionale la crisi alimentare mondiale. Questa stata provocata dall'ampliarsi del divario tra il bisogno di nutrire una popolazione globale che continua a crescere e la diminuzione della produzione agricola. Il problema certamente pi grave in Africa, dove gli effetti dei cambiamenti climatici come la desertificazione e la siccit insieme con la popolazione in costante crescita hanno creato una situazione di proporzioni inimmaginabili. Come dice l'adagio, un uomo affamato un uomo arrabbiato. Pertanto, ora la possibilit di disordini sociali ci sta guardando minacciosa. Santit, la necessit che la comunit internazionale affronti questo problema a breve, medio e lungo termini al fine di evitare la catastrofe mondiale che si sta profilando non sar mai ribadita abbastanza. Mi affretto ad osservare che il suo intervento e le sue preghiere sarebbero un grande contributo per risolvere questo problema. Santit, il mio governo e il mio popolo si sentono molto incoraggiati dai messaggi di pace, amore, fede, unit della famiglia e tutela dei diritti umani che lei predica in modo costante. Abbiamo posizioni comuni con la Santa Sede anche su altre importanti questioni spirituali e sociali come la lotta alla piaga del Hiv/Aids, il lavoro infantile, il traffico umano, la promozione della tolleranza religiosa ed etnica, nonch la costruzione di fiducia tra le comunit umane e religiose. Consideriamo in modo particolare la visita senza precedenti in Vaticano di re Abdallah dell'Arabia Saudita, custode delle due moschee pi sacre all'islam, come chiara dimostrazione dell'impegno di Sua Santit a favorire il dialogo interreligioso, che pu generare tolleranza e comprensione. nostra speranza e nostra preghiera che, se gli uomini si impegnano a perseguire questi nobili ideali, il mondo diventi un posto migliore. Infine, auguro a Sua Santit buona salute e la guida divina. Lunga vita alla Repubblica Federale di Nigeria. Lunga vita alla Santa Sede.

L'autorit e l'obbedienza alla prova delle realt locali


di GIOVANNI ZAVATTA Il documento su autorit e obbedienza nella vita consacrata c'. La sfida secondo superiore e superiori generali riuniti in assemblea, ora sembra soprattutto questa: come far comprendere a tutti il nuovo testo vaticano, come riuscire a parlare un'unica lingua affinch l'Istruzione possa essere ascoltata, elaborata e accettata nelle varie situazioni culturali presenti nei cinque continenti. Affinch sia compreso nel contesto australiano afferma suor Sandra Perrett, dell'Institute of the Blessed Virgin Mary credo che questo documento avr bisogno di essere sfumato, modellato, per renderlo ancora pi utile nella nostra particolare cultura. Nell'Australia rurale cos come nelle zone dell'entroterra disabitate e selvagge, donne e uomini religiosi vivono e amministrano senza celebrare regolarmente i sacramenti e a volte limitati, a causa delle distanze, nelle relazioni con il resto della loro comunit. Donne e uomini sottolinea suor Sandra che non possono parlare un linguaggio esclusivo che lasci fuori pi della met della popolazione, composta anche da indigeni, per la quale Dio pi grande del buon Padre descritto nell'istruzione, per la quale la presenza di Dio insieme intima e trascendente. Nel testo si afferma che i superiori e le norme ad essi affidate sono mediazioni umane della volont di Dio ed a loro che il religioso deve far riferimento. Ma per una congregazione come la mia dice Carol Regan, superiora generale delle Suore della Santa Unione dei Sacri Cuori, in Nord America dove le comunit locali sono spesso piccole, dove alcuni membri vivono singolarmente o sono soli in un particolare ministero, e dove altri necessariamente vivono in ampie comunit monastiche, i consueti, quotidiani mediatori in gran parte dei casi non sono quelli chiamati a svolgere il servizio dell'autorit, bens le consorelle in comunit, i colleghi di ministero, coloro verso cui siamo mandati in missione, la quotidianit stessa. Molti si sono chiesti perch questo argomento e perch proprio ora, se l'istruzione non sia altro che un nuovo strumento per normalizzare religiosi e suore. In realt il tema presente in filigrana in tutto il documento quello della ricerca della volont di Dio, una ricerca che conduce a sperimentare la pace e che costituisce la fatica d'ogni giorno: Questo anelito ha spiegato l'arcivescovo Gianfranco Agostino Gardin, segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le societ di vita apostolica impedisce una visione riduttiva della questione, quella cio di un richiamo disciplinare della vita religiosa, di una messa in riga delle persone consacrate scarsamente predisposte ad obbedire o di un intervento dall'alto per frenare derive anarcoidi. Il tono pi alto: ai consacrati si dice che la ricerca della santa volont di Dio e il suo fedele compimento devono costituire come per Ges il cibo di ogni giorno. L'autorit non riconducibile semplicemente al governare ma consiste nel promuovere e aiutare l'obbedienza di tutti alla volont di Dio. Per l'America Latina, padre Domenico Di Raimondo Romo, superiore generale dei Missionari dello Spirito Santo, e per l'Africa suor Immaculate Nakato, delle Sorelle di Maria Riparatrice, si chiedono come raggiungere il giusto equilibrio fra autorit e obbedienza. Dove trovare, inoltre, in un momento storico di tensione e difficolt, l'ispirazione evangelica che spinge molti religiosi, fedeli al loro carisma, a vivere la missione fra i pi poveri e nei luoghi di frontiera. Oggi, in una cultura che sembra spingere in senso contrario ha detto il cardinale Franc Rod, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le societ di vita apostolica il consacrato chiamato a ripetere il gesto di Pietro che, invitato da Ges, decide di gettare ancora una volta le reti per la pesca. Egli compie un gesto improbabile e apparentemente inutile, dopo una notte di lavoro fallimentare, e lo fa unicamente perch glielo chiede il Maestro, sulla Sua parola.

La morte di Giacomo Zhao Ziping arcivescovo di Tsinan (Cina continentale)


Il 18 maggio corrente deceduto, all'et di quasi 96 anni, sua eccellenza reverendissima monsignor Giacomo Zhao Ziping, arcivescovo di Tsinan (Jinan) nella provincia di Shandong (Cina continentale). La notizia della sua morte ha suscitato commozione: egli mancato alle ore cinque del mattino, nella festa della Santissima Trinit, dopo essere stato ricoverato in ospedale per un attacco cardiaco, avvenuto qualche ora prima. Aveva sempre desiderato di non disturbare nessuno al momento della sua morte. Il presule era nato il 23 luglio 1912 in una famiglia cattolica nel villaggio di Manzhuang, a cinquanta chilometri da Jinan. Fu ordinato sacerdote il 25 agosto 1937, all'inizio del secondo conflitto fra la Cina e il Giappone. Durante quel difficile periodo svolse il suo lavoro pastorale nelle campagne fino agli inizi degli anni Cinquanta, quando fu arrestato e spedito nei campi di lavoro forzato, costretto ad accudire al bestiame. Nel periodo della rivoluzione culturale fu condannato, per due anni, a trasportare il carbone sulle spalle. Dopo la liberazione riprese l'attivit pastorale nella parrocchia dell'Immacolata di Beifang insieme ad un gruppo di suoi confratelli. Era conosciuto anche come un bravo violinista. Il 24 aprile 1988 ricevette la consacrazione episcopale. Chi ha conosciuto personalmente monsignor Zhao e ha ascoltato le sue conversazioni piene di serenit e di arguzia, pu testimoniare che nel suo atteggiamento egli era in linea con lo spirito della lettera che Benedetto XVI ha indirizzato l'anno scorso alla Chiesa in Cina: fermezza nei principi, rispetto e dialogo con tutti, anche con le autorit e con i vari organismi statali. Tra le numerose iniziative pastorali da lui intraprese, si ricorda l'impegno profuso per la formazione del clero, per la promozione della vita religiosa femminile e per la ricostruzione di varie chiese, fra cui la cattedrale di Hongjialou, edificata nel 1905 in stile gotico e dichiarata monumento nazionale nel 2006. L'arcivescovo coadiutore, sua eccellenza reverendissima monsignor Giuseppe Zhang Xianwang, di 43 anni di et, che gli succede nella guida dell'arcidiocesi, cos lo ricorda: Durante tutta la sua vita, monsignor Zhao affront difficolt di ogni genere senza mai lamentarsi. Noi delle generazioni pi giovani dovremmo imparare dalla sua dedizione al lavoro senza lasciarci spaventare dagli ostacoli che incontriamo nell'opera di evangelizzazione. Monsignor Zhao stato una testimonianza quasi centenaria dello sviluppo della Chiesa locale. L'arcidiocesi di Tsinan (Jinan) conta pi di sessantamila cattolici: ha una quarantina di sacerdoti, quasi tutti giovani, e undici chiese, inclusi i luoghi d'attivit cultuale. Nel seminario maggiore provinciale di San Giovanni Battista vi sono circa cinquanta alunni. L'arcidiocesi possiede anche un seminario minore, mentre la congregazione dell'Immacolata conta ventitr religiose. La salma del Presule rimasta esposta nella cattedrale di Jinan, dove ininterrottamente sono state celebrate messe ed stato recitato il rosario. I solenni funerali, presieduti da sua eccellenza reverendissima monsignor Giuseppe Zhang Xianwang, si sono svolti il 22 maggio nella cattedrale: vi hanno partecipato i vescovi dello Shandong, un centinaio di sacerdoti e migliaia di fedeli.

Lutto nell'episcopato
Giunge la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Angelo Cella, M.S.C., vescovo emerito di Frosinone-Veroli-Ferentino (Italia), avvenuta marted 27 maggio, presso il policlinico Gemelli di Roma, dove era ricoverato da alcuni giorni. Il compianto presule era nato in Gorgo al Monticano, diocesi di Vittorio Veneto, il 20 dicembre 1923 ed era stato ordinato sacerdote il 18 dicembre 1948. Il 26 luglio 1975 era stato eletto alla Chiesa titolare di Vissalsa e nominato, allo stesso tempo, ausiliare del cardinale arcivescovo di Palermo. Il 7 ottobre dello stesso anno aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. Il 6 giugno 1981 era stato trasferito alle sedi residenziali di Frosinone-Veroli e Ferentino, poi unite il 30 settembre 1986. Aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi il 9 luglio 1999. I funerali del compianto presule si sono svolti nella mattina di gioved 29 nella chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore, a Roma.

pagina 12

L'OSSERVATORE ROMANO
Il discorso di Benedetto XVI all'assemblea generale della Conferenza episcopale italiana

venerd 30 maggio 2008

La trasmissione della fede ai giovani il vero volto dell'emergenza educativa


L'emergenza educativa, il ruolo della scuola cattolica, la trasmissione della fede ai giovani, la nuova stagione di dialogo fra le diverse forze politiche, la necessit della tutela della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la difesa della vita sono i punti nodali del discorso del Papa durante l'incontro di gioved 29 maggio, con i partecipanti alla plenaria della Conferenza episcopale italiana, avvenuto nell'Aula del Sinodo.

Cari Fratelli Vescovi italiani, questa la quarta volta nella quale ho la gioia di incontrarvi riuniti nella vostra Assemblea Generale, per riflettere con voi sulla missione della Chiesa in Italia e sulla vita di questa amata Nazione. Saluto il vostro Presidente, Cardinale Angelo Bagnasco, e lo ringrazio vivamente per le parole gentili che mi ha rivolto a nome di tutti voi. Saluto i tre Vicepresidenti e il Segretario Generale. Saluto ciascuno di voi, con quell'affetto che scaturisce dal saperci membra dell'unico Corpo mistico di Cristo e partecipi insieme della stessa missione. Desidero anzitutto felicitarmi con voi per aver posto al centro dei vostri lavori la riflessione sul come favorire l'incontro dei giovani con il Vangelo e quindi, in concreto, sulle fondamentali questioni dell'evangelizzazione e dell'educazione delle nuove generazioni. In Italia, come in molti altri Paesi, fortemente avvertita quella che possiamo definire una vera e propria emergenza educativa. Quando, infatti, in una societ e in una cultura segnate da un relativismo pervasivo e non di rado aggressivo, sembrano venir meno le certezze basilari, i valori e le speranze che danno un senso alla vita, si diffonde facilmente, tra i genitori come tra gli insegnanti, la tentazione di rinunciare al proprio compito, e ancor prima il rischio di non comprendere pi quale sia il proprio ruolo e la propria missione. Cos i fanciulli, gli adolescenti e i giovani, pur circondati da molte attenzioni e tenuti forse eccessivamente al riparo dalle prove e dalle difficolt della vita, si sentono alla fine lasciati soli davanti alle grandi domande che nascono inevitabilmente dentro di loro, come davanti alle attese e alle sfide che sentono incombere sul loro futuro. Per noi Vescovi, per i nostri sacerdoti, per i catechisti e per l'intera comunit cristiana l'emergenza educativa assume un volto ben preciso: quello della trasmissione della fede alle nuove generazioni. Anche qui, in certo senso specialmente qui, dobbiamo fare i conti con gli ostacoli frapposti dal relativismo, da una cultura che mette Dio tra parentesi e che scoraggia ogni scelta davvero impegnativa e in particolare le scelte definitive, per privilegiare invece, nei diversi ambiti della vita, l'affermazione di se stessi e le soddisfazioni immediate. Per far fronte a queste difficolt lo Spirito Santo ha gi suscitato nella Chiesa molti carismi ed energie evangelizzatrici, particolarmente presenti e vivaci nel cattolicesimo italiano. compito di noi Vescovi accogliere con gioia queste forze nuove, sostenerle, favorire la loro maturazione, guidarle e indirizzarle in modo che si mantengano sempre all'interno del grande alveo della fede e della comunione ecclesiale. Dobbiamo inoltre dare un pi spiccato profilo di evangelizzazione alle molte forme e occasioni di incontro e di presenza che tuttora abbiamo con il mondo giovanile, nelle parrocchie, negli oratori, nelle scuole in particolare nelle scuole cattoliche e in tanti altri luoghi di aggregazione. Soprattutto importanti sono, ovviamente, i rapporti personali e specialmente la confessione sacramentale e la direzione spirituale. Ciascuna di queste occasioni una possibilit che ci data di far percepire ai nostri ragazzi e giovani il volto di quel Dio che il vero amico dell'uomo. I grandi appuntamenti, poi, come quello che abbiamo vissuto lo scorso settembre a Loreto e come quello che vivremo in luglio a Sydney, dove saranno presenti anche molti giovani italiani, sono l'espressione comunitaria, pubblica e festosa di quell'attesa, di quell'amore e di quella fiducia verso Cristo e

verso la Chiesa che permangono radicati nell'animo giovanile. Questi appuntamenti raccolgono pertanto il frutto del nostro quotidiano lavoro pastorale e al tempo stesso aiutano a respirare a pieni polmoni l'universalit della Chiesa e la fraternit che deve unire tutte le Nazioni. Anche nel pi ampio contesto sociale, proprio l'attuale emergenza educativa fa crescere la domanda di un'educazione che sia davvero tale: quindi, in concreto, di educatori che sappiano essere testimoni credibili di quelle realt e di quei valori su cui possibile costruire sia l'esistenza personale sia progetti di vita comuni e condivisi. Questa domanda, che sale dal corpo sociale e che coinvolge i ragazzi e i giovani non meno dei genitori e degli altri educatori, gi di per s costituisce la

premessa e l'inizio di un percorso di riscoperta e di ripresa che, in forme adatte ai tempi attuali, ponga di nuovo al centro la piena e integrale formazione della persona umana. Come non spendere, in questo contesto, una parola in favore di quegli specifici luoghi di formazione che sono le scuole? In uno Stato democratico, che si onora di promuovere la libera iniziativa in ogni campo, non sembra giustificarsi l'esclusione di un adeguato sostegno all'impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico. legittimo infatti domandarsi se non gioverebbe alla qualit dell'insegnamento lo stimolante confronto tra centri formativi diversi suscitati, nel rispetto dei programmi ministeriali validi per tutti, da forze popolari multiple, preoccupate di interpretare le scelte

educative delle singole famiglie. Tutto lascia pensare che un simile confronto non mancherebbe di produrre effetti benefici. Cari Fratelli Vescovi italiani, non solo nell'importantissimo ambito dell'educazione, ma in certo senso nella propria situazione complessiva, l'Italia ha bisogno di uscire da un periodo difficile, nel quale sembrato affievolirsi il dinamismo economico e sociale, diminuita la fiducia nel futuro ed cresciuto invece il senso di insicurezza per le condizioni di povert di tante famiglie, con la conseguente tendenza di ciascuno a rinchiudersi nel proprio particolare. proprio per la consapevolezza di questo contesto che avvertiamo con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, pi fiducioso e pi costruttivo. Esso legato

al profilarsi di rapporti pi sereni tra le forze politiche e le istituzioni, in virt di una percezione pi viva delle responsabilit comuni per il futuro della Nazione. E ci che conforta che tale percezione sembra allargarsi al sentire popolare, al territorio e alle categorie sociali. diffuso infatti il desiderio di riprendere il cammino, di affrontare e risolvere insieme almeno i problemi pi urgenti e pi gravi, di dare avvio a una nuova stagione di crescita economica ma anche civile e morale. Evidentemente questo clima ha bisogno di consolidarsi e potrebbe presto svanire, se non trovasse riscontro in qualche risultato concreto. Rappresenta per gi di per s una risorsa preziosa, che compito di ciascuno, secondo il proprio ruolo e le proprie responsabilit, salvaguardare e rafforzare. Come Vescovi non possiamo non dare il nostro specifico contributo affinch l'Italia conosca una stagione di progresso e di concordia, mettendo a frutto quelle energie e quegli impulsi che scaturiscono dalla sua grande storia cristiana. A tal fine dobbiamo anzitutto dire e testimoniare con franchezza alle nostre comunit ecclesiali e all'intero popolo italiano che, anche se sono molti i problemi da affrontare, il problema fondamentale dell'uomo di oggi resta il problema di Dio. Nessun altro problema umano e sociale potr essere davvero risolto se Dio non ritorna al centro della nostra vita. Soltanto cos, attraverso l'incontro con il Dio vivente, sorgente di quella speranza che ci cambia di dentro e che non delude (Rm 5, 5), possibile ritrovare una forte e sicura fiducia nella vita e dare consistenza e vigore ai nostri progetti di bene. Desidero ripetere a voi, cari Vescovi italiani, ci che dicevo lo scorso 16 aprile ai nostri Confratelli degli Stati Uniti: Quali annunciatori del Vangelo e guide della comunit cattolica, voi siete chiamati anche a partecipare allo scambio di idee nella pubblica arena, per aiutare a modellare atteggiamenti culturali adeguati. Nel quadro di una laici-

Il saluto del cardinale Angelo Bagnasco

Maestri e testimoni per le nuove generazioni


All'inizio dell'udienza il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, ha rivolto al Papa il seguente indirizzo di saluto: Beatissimo Padre, la Sua presenza tra noi un ulteriore segno della sollecitudine che il Successore di Pietro ha verso la Chiesa che vive nel nostro amato Paese e verso i suoi Pastori. Tutti conoscono e sentono con quale attenzione di stima e di affetto il Papa, Primate d'Italia, segue il cammino della nostra Conferenza e delle nostre Diocesi. Questa vicinanza concreta e puntuale ci conforta e ci rafforza nel nostro ministero. Per questo, mentre Le rinnoviamo la nostra pi viva riconoscenza e la nostra incondizionata e cordiale obbedienza, Le portiamo l'affetto e la gratitudine delle nostre Chiese Particolari. Santit, in questa nostra Assemblea Plenaria abbiamo riflettuto sui giovani, su come comunicare a loro la perenne giovinezza del Vangelo, la bellezza della Chiesa: La giovent ha ancora tutto il futuro davanti a s, tutto futuro, tempo di speranza (...) ha detto ai giovani nella recente Visita Apostolica a Genova . Chi ha scelto Dio, ancora nella vecchiaia ha un futuro senza fine e senza minacce davanti a s (...) Essere giovane implica essere buono e generoso. E di nuovo la bont in persona Ges Cristo. E poi li ha esortati ad essere testimoni coraggiosi, missionari giovani dei giovani: Andate negli ambienti di vita, nelle vostre parrocchie, nei quartieri pi difficili, nelle strade! Annunciate Cristo Signore, speranza del mondo (...) State uniti, ma non rinchiusi. Siate umili, ma non pavidi. Siate semplici, ma non ingenui. Siate pensosi, ma non complicati. Entrate in dialogo con tutti, ma siate voi stessi. Restate in comunione con i vostri pastori: sono ministri del Vangelo, della divina Eucaristia, del perdono di Dio. Sono vostri padri e amici (18 maggio 2008). Mentre ci lasciamo anche noi sospingere e confermare nell'esaltante compi-

t sana e ben compresa, occorre pertanto resistere ad ogni tendenza a considerare la religione, e in particolare il cristianesimo, come un fatto soltanto privato: le prospettive che nascono dalla nostra fede possono offrire invece un contributo fondamentale al chiarimento e alla soluzione dei maggiori problemi sociali e morali dell'Italia e dell'Europa di oggi. Giustamente, pertanto, voi dedicate grande attenzione alla famiglia fondata sul matrimonio, per promuovere una pastorale adeguata alle sfide che essa oggi deve affrontare, per incoraggiare l'affermarsi di una cultura favorevole, e non ostile, alla famiglia e alla vita, come anche per chiedere alle pubbliche istituzioni una politica coerente ed organica che riconosca alla famiglia quel ruolo centrale che essa svolge nella societ, in particolare per la generazione ed educazione dei figli: di una tale politica l'Italia ha grande e urgente bisogno. Forte e costante deve essere ugualmente il nostro impegno per la dignit e la tutela della vita umana in ogni momento e condizione, dal concepimento e dalla fase embrionale alle situazioni di malattia e di sofferenza e fino alla morte naturale. N possiamo chiudere gli occhi e trattenere la voce di fronte alle povert, ai disagi e alle ingiustizie sociali che affliggono tanta parte dell'umanit e che richiedono il generoso impegno di tutti, un impegno che s'allarghi anche alle persone che, se pur sconosciute, sono tuttavia nel bisogno. Naturalmente, la disponibilit a muoversi in loro aiuto deve manifestarsi nel rispetto delle leggi, che provvedono ad assicurare l'ordinato svolgersi della vita sociale sia all'interno di uno Stato che nei confronti di chi vi giunge dall'esterno. Non necessario che concretizzi maggiormente il discorso: voi, insieme con i vostri cari sacerdoti, conoscete le concrete e reali situazioni perch vivete con la gente. dunque una straordinaria opportunit per la Chiesa in Italia potersi avvalere di mezzi di informazione che interpretino quotidianamente nel pubblico dibattito le sue istanze e preoccupazioni, in maniera certamente libera e autonoma ma in spirito di sincera condivisione. Mi rallegro pertanto con voi per il quarantesimo anniversario della fondazione del giornale Avvenire e auspico vivamente che esso possa raggiungere un numero crescente di lettori. Mi rallegro per la pubblicazione della nuova traduzione della Bibbia, e della copia che mi avete cortesemente donato e spero che ci sar anche un'edizione tascabile. Bene si inquadra nella preparazione del prossimo Sinodo dei Vescovi che rifletter su La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Carissimi Fratelli Vescovi italiani, vi assicuro la mia vicinanza, con un costante ricordo nella preghiera, e imparto con grande affetto la Benedizione apostolica a ciascuno di voi, alle vostre Chiese e a tutta la diletta Nazione italiana.

Gerardo Alimane Alminaza, ausiliare di Jaro (Filippine)


to che proprio di tutta la Chiesa annunciare Ges, Signore e Maestro La ringraziamo per queste parole che suonano come una declinazione del nostro compito educativo. Nell'orizzonte di quella paternit spirituale e di quella amicizia che caratterizza ogni rapporto di autentica formazione, ci ha ricordato alcuni necessari criteri perch un giovane cresca nella robusta consapevolezza della sua fede, e delle responsabilit che ne conseguono. Altres ci sentiamo stimolati ad essere di esempio in quell'impegno, mai concluso, di proseguire generosi nel cammino interiore, come discepoli attenti e docili del divino Maestro. Risuonano feconde le parole di Romano Guardini: La vita viene destata e accesa solo dalla vita. La pi potente forza di educazione consiste nel fatto che io stesso in prima persona mi protendo in avanti e mi affatico a crescere (Persona e libert, Brescia, La Scuola, 1987, p. 222). Padre Santo, vivendo accanto al nostro popolo, insieme ai nostri sacerdoti, siamo ben consapevoli dei problemi e delle speranze della gente. Di questo vissuto abbiamo il dovere di dare voce rispettosa e chiara, come Pastori che amano non solo le loro Comunit ma tutti, la societ intera. La rilevanza pubblica della fede testimoniata ampiamente nel mondo di ieri e di oggi, come ha ribadito nel Suo discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (18 aprile 2008), e scaturisce dalla sua stessa natura nonch dal mistero stesso dell'incarnazione del Verbo di Dio. Per questo la nostra attenzione pastorale alle questioni etiche non si dissocia mai dalle questioni sociali e viceversa: sul Suo esempio e con il Suo puntuale Magistero, portiamo il nostro contributo di Pastori alla costruzione di una societ compiutamente umana. Nella vita della Chiesa si stanno avvicinando altri momenti particolarmente significativi, quello della Giornata mondiale della giovent a Sydney, e quello della dodicesima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che avr per tema La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Anche per questa ragione ci particolarmente gradito, in questa occasione, offrire a Vostra Santit la prima copia della nuova traduzione italiana della Bibbia, testo per le celebrazioni liturgiche, alimento della vita spirituale, fondamento dell'azione pastorale, orientamento e sostegno della testimonianza da rendere al mondo (dalla Presentazione). Padre Santo, con l'animo colmo di gioia e di gratitudine, e con i sentimenti della nostra pi convinta comunione, accogliamo ora la Sua parola e la Sua apostolica benedizione. La nomina di questa mattina (cfr Nostre Informazioni a pagina 1) riguarda l'arcidiocesi di Jaro (Filippine), di cui stato nominato vescovo ausiliare Gerardo Alimane Alminaza. Nato a San Jose, Sipalay, Negros Occidental, nella diocesi di Bacolod, il 14 agosto 1959, ha studiato filosofia presso il Sacred Heart seminary e teologia all'universit San Tommaso di Manila, conseguendo la licenza in sacra teologia. Dopo studi presso la Fordham university di New York, ha ottenuto un dottorato in educational management all'University of Negros Occidental di Bacolod City. stato ordinato sacerdote il 29 aprile 1986 per la diocesi di Bacolod. Dopo alcuni anni come viceparroco presso la St. Francis Xavier parish di Kabankalan, stato nominato decano degli studi, poi direttore spirituale ed infine rettore del Sacred Heart seminary di Bacolod City. Ha ricoperto anche diversi incarichi nella curia diocesana di Bacolod.

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004

Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 126 (44.866)

POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
sabato 31 maggio 2008

Citt del Vaticano

Il Papa ai presuli della Conferenza episcopale in visita ad limina Apostolorum

Lettera di Benedetto

XVI

al Patriarca Alessio

II

Uno sforzo congiunto per ricostruire il Myanmar


Il Papa auspica uno sforzo congiunto per dare sollievo alle vittime del ciclone che ha devastato il Myanmar e ricostruire le infrastrutture distrutte. L'auspicio stato espresso venerd 30 maggio, nell'incontro con i presuli del Paese in visita ad limina.

In cammino verso la piena comunione


Durante il cordiale incontro svoltosi gioved 29 maggio a Mosca, il cardinale Walter Kasper ha consegnato ad Alessio II, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, una lettera di Benedetto XVI.

My dear brother Bishops, I am pleased to welcome you, the Bishops of Myanmar, who have come to the City of Rome to venerate the tombs of the holy Apostles and to strengthen your communion with the Successor of Peter. Our encounter today bears witness to the unity, charity and peace that bind us together and animate our mission to teach, guide and sanctify the people of God (cf. Lumen Gentium, 22). I am grateful for the kind greetings and the assurance of prayers which Archbishop Paul Grawng has expressed to me in your name and on behalf of the clergy, the Religious and laity of your respective Dioceses. I wish to reciprocate with my cordial greetings and sincere prayer that the Lord may give you peace at all times and in all ways (cf. 2 Thess 3:16). The Church in Myanmar is known and admired for its solidarity with the poor and needy. This has been especially evident in the concern you have shown in the aftermath of the cyclone Nargis. The numerous Catholic agencies and associations in your land show that the people under your care have heeded the Baptist's cry: Let he who has two coats share with him who has none; let he who has food do likewise! (Lk 3:11). I am confident that under your guidance, the faithful will continue to demonstrate the possibility of establishing a fruitful link between evangelization and works of charity (Deus Caritas Est, 30), so that others will experience the richness of their humanity and that God may be glorified through Jesus Christ (ibid., 31; cf. 1 Pt 4:8-11). During these difficult days, I know how grateful the Burmese people are for the Church's efforts to provide shelter, food, water, and medicine to those still in distress. I am hopeful that, following the agreement recently reached on the provision of aid by the international community, all who are ready to help will be able to furnish the type of assistance required and enjoy effective access to the places where it is needed most. At this critical time, I render thanks to Almighty God that he has brought us together face to face (1 Thess 2:17), for it

gives me the occasion to reassure you that the universal Church is joined spiritually with those who mourn the loss of loved ones (cf. Rm 12:15), as she holds out to them the Lord's promise of comfort and consolation (cf. Mt 5:4). May God open the hearts of all so that a concerted effort may be made to facilitate and coordinate the ongoing endeavour to bring relief to the suffering and rebuild the country's infrastructure. The Church's mission of charity shines forth in a particular way through the Religious life, by which men and women devote themselves with undivided heart to the service of God and neighbour (cf. 1 Cor 7:34; cf. Vita Consecrata, 3). I am pleased to note that an increasing number of women are responding to the call to consecrated life in your region. I pray that their free and radical acceptance of the evangelical counsels will inspire others to embrace the life of chastity, poverty and obedience for the sake of the Kingdom. Preparing candidates for this service of prayer and apostolic work requires an investment of time and resources. The formation courses offered by the Catholic Religious Conference of Myanmar attest to the cooperation possible between different religious communities with due respect for the particular charism of each, and point to the need for sound aca-

demic, spiritual and human formation. Similar signs of hope are seen in the rising number of vocations to the priesthood. These men are both called together and sent out to preach (cf. Lk 9:1-2) to be examples of faithfulness and holiness for the People of God. Filled with the Holy Spirit and led by your fatherly care, may priests perform their sacred duties in humility, simplicity and obedience (cf. Presbyterorum Ordinis, 15). As you know, this requires a thorough formation that accords with the dignity of their priestly office. I therefore encourage you to continue making the necessary sacrifices to ensure that seminarians receive the integral formation that will enable them to become authentic heralds of the New Evangelization (cf. Pastores Dabo Vobis, 2). My dear brothers, the Church's mission to spread the Good News depends on a generous and prompt response from the lay faithful to become labourers in the vineyard (cf. Mt 20:1-16; 9:37-38). They too are in need of a robust and dynamic Christian formation which will inspire them to carry the Gospel message to their workplaces, families, and to society at large (cf. Ecclesia in Asia, 22). Your reports allude to the enthusiasm with which the laity are organizing many new catechetical and spiritual initiatives, often involving great numbers of young

people. As you foster and oversee these activities, I encourage you to remind those under your care to turn continually to the nourishment of the Eucharist through participation in the liturgy and silent contemplation (cf. Ecclesia de Eucharistia, 6). Effective programmes of evangelization and catechesis also require clear planning and organization if they are to achieve the desired end of teaching Christian truth and drawing people into the love of Christ. It is desirable that they make use of appropriate aids, including booklets and audio-visual materials, to complement oral instruction and to provide common points of reference for authentic Catholic doctrine. I am certain that other local Churches throughout the world will do what they can to furnish materials whenever possible. Your active participation in the First Asian Mission Congress has led to new initiatives for promoting goodwill with Buddhists in your country. In this regard, I encourage you as you develop ever better relations with Buddhists for the good of your individual communities and of the entire nation. Finally, my dear brothers, I wish to express my sincere gratitude for your faithful ministry in the midst of difficult circumstances and setbacks often beyond your control. Next month, the Church inaugurates a special Jubilee year in honour of Saint Paul. This Apostle to the Gentiles has been admired through the centuries for his undaunted perseverance in trials and tribulations vividly recounted in his Epistles and in the Acts of the Apostles (cf. 2 Tim 1:8-13; Acts 27:13-44). Paul exhorts us to keep our gaze fixed on the glory that awaits us so as never to despair in the pain and sufferings of today. The gift of hope which we have received and in which we are saved (cf. Rom 8:24) imparts grace and transforms our way of living (cf. Spe Salvi, 3). Enlightened by the Holy Spirit, I invite you to join Saint Paul in the sure confidence that nothing neither distress, or persecution, or famine, nor things present, nor things to come can separate us from the love of God in Christ Jesus our Lord (cf. Rom 8:35-39). Commending you to the intercession of Mary, Queen of the Apostles, I willingly impart my Apostolic Blessing to you and to your clergy, Religious and lay faithful.
LA TRADUZIONE DEL DISCORSO E L'INDIRIZZO D'OMAGGIO A PAGINA 8

To His Holiness ALEXIS II Patriarch of Moscow and All Russia The visit to Russia of His Eminence Cardinal Walter Kasper offers me a welcome opportunity to extend my cordial greetings, to express my esteem for your ministry in the Russian Orthodox Church and to restate my appreciation for your commitment to fostering relations between Catholics and Orthodox. It is with joy that I reflect on the experience of growing closeness between us, accompanied by the shared desire to promote authentic Christian values and to witness to our Lord in ever deeper communion. I think with gratitude of the recent visit of Your Holiness to Strasbourg and Paris, and the warm welcome given to the Catholic Archbishop of the Archdiocese of the Mother of God in Moscow during the Christmas celebrations last year. Another sign of fraternity and friendship towards the Catholic Church is to be seen in the invitation extended to Cardinal Kasper by His Eminence Kirill, Metropolitan of Smolensk and Kaliningrad, President of the Department for External Church Affairs of the Patriarchate of Moscow, to visit that Eparchy on the occasion of his name-day. This is not only a sign of personal goodwill, but also a gesture towards the Catholic Church which Cardinal Kasper represents. During his time in Russia, Cardinal Kasper will visit Kazan to venerate the icon of the Mother of God which my beloved predecessor, Pope John Paul II, conveyed to Your Holiness through the good offices of Cardinal Kasper, who personally accompanied the sacred image back to its homeland. This icon bears a likeness to all the other venerable icons of the Mother of God, and as such offers a powerful sign of the closeness which exists

between us. It also offers an opportunity for encounter with Muslims, who show great respect for Mary, the Mother of God. Your Holiness has been increasingly committed to dialogue with other Christians and the members of other religions, and it is with deep gratitude that I have followed with prayerful interest the signs of friendship and trust which your Church and its representatives have demonstrated in various ways. With gratitude for your commitment to dialogue with different ecclesial, religious and social bodies, I extend in this Easter season my warmest best wishes for your ministry, entrusting to the Lord my prayer that the great mystery of our salvation, the Death and Resurrection of our Lord, may ever more deeply guide your life and your service to the Church. May the Risen Saviour grant you health, peace and inner joy, and may he bring us closer to each other, that we may undertake together our journey towards full communion in him. From the Vatican, 19 May 2008

Questa una nostra traduzione italiana della lettera del Pontefice: A Sua Santit ALESSIO II Patriarca di Mosca e di tutte le Russie La visita in Russia di Sua Eminenza il cardinale Walter Kasper mi offre la lieta opportunit di salutarla cordialmente, di esprimerle la mia stima per il suo ministero nella Chiesa ortodossa russa e di riaffermare il mio apprezzamento per il suo impegno nella promozione delle relazioni fra cattolici e ortodossi. Con gioia io penso all'esperienza della crescente vicinanza fra noi, accompagnata dal desiderio condiviso di promuovere autentici valori cristiani e di testimoniare nostro Signore in una comunione ancor pi profonda. Penso con gratitudine alla sua recente visita a Strasburgo e a Parigi e all'affettuosa accoglienza riservata all'arcivescovo cattolico dell'arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca nel corso delle celebrazioni del Natale dello scorso anno. Un altro segno di fraternit e di amicizia verso la Chiesa cattolica l'invito formulato al cardinale Kasper da Sua Eminenza Cirillo, metropolita di Smolensk e Kaliningrad, presidente del dipartimento per gli Affari ecclesiastici esterni del Patriarcato di Mosca, a visitare quell'eparchia in occasione del suo onomastico. Non solo una manifestazione di buona volont personale, ma anche un gesto verso la Chiesa cattolica che il cardinale Kasper rappresenta. Durante il suo soggiorno in Russia, il cardinale Kasper visiter Kazan' per venerare l'icona della Madre di Dio che il mio amato predecessore, Papa Giovanni Paolo II, le consegn, Santit, tramite il cardinale Kasper il quale riaccompagn personalmente l'immagine sacra nella sua terra d'origine. Quest'icona somiglia a tutte le altre venerabili icone della Madre di Dio e come tale un segno potente della vicinanza che esiste fra noi. Offre anche un'opportunit d'incontro con i musulmani che mostrano grande rispetto per Maria, la Madre di Dio. Lei, Santit, si sempre pi impegnata nel dialogo con altri cristiani e con i membri di altre religioni ed con profonda gratitudine che ho seguito con interesse orante i segni di amicizia e di fiducia che la sua Chiesa e i suoi rappresentanti hanno manifestato in vari modi. Grato per il suo impegno nel dialogo con differenti organismi ecclesiali, religiosi e sociali, formulo, in questo tempo pasquale, i miei migliori e affettuosi auspici per il suo ministero, affidando al Signore la mia preghiera affinch il grande mistero della nostra salvezza, la morte e la resurrezione di nostro Signore, possa guidare pi profondamente la sua vita e il suo servizio alla Chiesa. Che il Signore risorto le conceda salute, pace e gioia interiore e ci avvicini di pi gli uni agli altri, cosicch possiamo percorrere insieme il cammino verso una piena comunione in Lui! Dal Vaticano, 19 maggio 2008 BENEDETTO PP. XVI

Per fronteggiare denutrizione e minaccia di epidemie

Piano di aiuti per le vittime del ciclone


NAYPYIDAW, 30. Per alleviare le sofferenze dei sopravvissuti al ciclone Nargis, che lo scorso 2 maggio ha devastato ampie zone del Myanmar, lOrganizzazione mondiale della sanit (Oms) ha lanciato ieri un piano di aiuti per sei mesi, dal costo di ventotto milioni di dollari. L'Oms ha precisato che molto importante individuare un'epidemia fin dal primo insorgere e che la scarsit di cibo una grave minaccia per la salute della popolazione, che diventa sempre pi debole e quindi pi esposta ai rischi di malattie contagiose. A breve, verr inoltre lanciata una campagna di vaccinazioni contro il morbillo e la poliomielite, nellambito di un piano sostenuto da una quarantina di partner internazionali, tra cui le Nazioni Unite e diverse organizzazioni non governative. La zona pi colpita dal ciclone che ha provocato centotrentaquattromila tra morti e dispersi quella dell'area palustre del delta del fiume Irrawaddy, definita alcuni anni fa la scodella di riso dell'Asia. Nei giorni scorsi, i responsabili dell'Organizzazione mondiale della sanit sul posto avevano ricevuto informazioni ufficiali su alcuni casi di malaria e di colera. Dal punto di vista politico, c' da segnalare che da oggi stata promulgata la nuova Costituzione sottoposta a referendum il 10 e il 24 maggio scorsi. La televisione di Stato ha letto un comunicato del capo della giunta del Myanmar, il generale Than Shwe, in cui si afferma che il nuovo testo stato approvato dal 92,48 per cento dei votanti.

INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Sotero Phamo, Vescovo di Loikaw (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; Peter Hla, Vescovo di Pekhon (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; Isaac Danu, Vescovo di Taungngu (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; Raymond Saw Po Ray, Vescovo di Mawlamyine (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; John Hsane Hgyi, Vescovo di Pathein (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; Gregory Taik Maung, Vescovo titolare di Bocconia, Amministratore Apostolico sede plena di Pyay (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum.

NOSTRE

Approvata la Convenzione di Dublino

Il mondo mette al bando le munizioni a grappolo


PAGINA 2

pagina 2

L'OSSERVATORE ROMANO
L'allarme di Ocse e Fao sui rincari del cibo

sabato 31 maggio 2008

Approvata la Convenzione di Dublino

Si teme un decennio di emergenza alimentare


L'impegno della Banca Mondiale contro la fame
NEW YORK, 30. La fiammata dei prezzi delle derrate alimentari rischia di far raddoppiare il numero di persone estremamente povere. Per scongiurare questo scenario, la Banca Mondiale ha deciso ieri di stanziare per la lotta allemergenza alimentare 1,2 miliardi di dollari, di cui duecento milioni destinati a Gibuti, Haiti e Liberia. Lannuncio di Robert Zoellick, presidente dellistituto di Washington, arriva a pochi giorni dal vertice della Fao, che si terr fra il 3 e il 5 giugno a Roma, e che vede nellagenda dei lavori, al primo punto, trovare soluzioni convincenti per frenare la volata dei prezzi degli alimentari, oltre al cambiamento climatico, i biocarburanti e la sicurezza alimentare. Oltre ai rappresentanti delle pi importanti organizzazioni internazionali, a Roma ci saranno numerosi capi di Stato e di Governo. Molti Paesi hanno annunciato che al meeting proporranno una strategia di lungo termine per far fronte alla crisi, basata su un aumento della produzione di generi alimentari grazie alle sementi geneticamente modificate. La fiammata dei prezzi delle derrate alimentari rischia di far s che il numero delle persone che compongono la fascia pi povera della popolazione passi da uno a due miliardi, afferma Zoellick, nello spiegare lo stanziamento approvato dalla Banca. Le risorse messe a disposizione andranno nelle casse dellAssociazione Internazionale di Sviluppo (Aid), la divisione della Banca Mondiale che si occupa dei Paesi pi poveri, e in quelle della Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Bird), che invece concede prestiti ai paesi emergenti. I fondi stanziati sono destinati a sostenere i programmi cosiddetti rete di sicurezza, che comprendono diversi elementi, tra cui i refettori scolastici o lo scambio di lavoro per ottenere cibo. Zoellick ha inoltre annunciato la creazione di un fondo multilaterale, consacrato al sostegno della produzione agricola, e che si va a sommare al fondo fiduciario gi creato che invece serve a versare risorse massime per dieci milioni di dollari ai Paesi pi colpiti dalla crisi alimentare. In particolare, in base a questultimo progetto, sono gi state stanziate risorse destinate allacquisto di generi alimentari per Gibuti (cinque milioni di dollari), Haiti (dieci milioni di dollari) e Liberia (dieci milioni di dollari). A questi dovrebbero presto seguire stanziamenti per Togo, Yemen e Tadjikistan. Inoltre, la Banca ha annunciato che l'anno prossimo aumenter l'insieme dei propri sforzi in materia agricola e aprir nuovi fondi di aiuti per il sostegno alla produzione agricola in molti Paesi in via di sviluppo, in tutti i continenti. Nel complesso, sono numerose le iniziative intraprese finora sul fronte della lotta allemergenza alimentare. Il Fondo Monetario internazionale ha sbloccato 21,2 milioni di dollari per aiutare il Mali e 16,5 milioni per il Kyrgyzstan. PARIGI, 30. Nei prossimi dieci anni i prezzi del cibo resteranno alti e, anche se difficilmente toccheranno i picchi delle scorse settimane, potrebbero portare alla fame milioni di persone nel mondo. L'allarme stato lanciato dal nuovo rapporto stilato dall'Ocse (l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e dalla Fao (l'organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura) presentato a Parigi ieri in vista del vertice internazionale di Roma sulla sicurezza alimentare, i cambiamenti climatici e le bioenergie. Oltre a un urgente aumento degli aiuti umanitari ai Paesi poveri, lAgricultural Outlook 2008-2017 suggerisce come via duscita dalla crisi lincentivazione delle coltivazioni geneticamente modificate (ogm) e un ripensamento dei programmi sui bio-carburanti, che utilizzano grano sottraendolo allalimentazione di persone e animali. Fondamentale, e gi rilanciata dallultimo rapporto semestrale Fao sulla situazione alimentare mondiale, una nuova strategia delle politiche internazionali mirata a rafforzare lagricoltura dei Paesi poveri attraverso sovvenzioni, politiche commerciali di garanzia, investimenti in infrastrutture, servizi e nuove tecnologie. La risposta allaumento dei prezzi non il protezionismo, ha dichiarato da Parigi il segretario generale dellOcse, Angel Gurra, ma, anzi, lapertura dei mercati agricoli e la liberazione della capacit produttiva degli agricoltori, che hanno pi volte dimostrato di saper rispondere agli incentivi di mercato.

Il mondo mette al bando le munizioni a grappolo


DUBLINO, 30. L'approvazione, oggi a Dublino, della Convenzione internazionale che mette al bando le cluster bombs (munizioni a grappolo) viene salutata con estrema soddisfazione dalle organizzazioni internazionali e non governative impegnate nei processi di disarmo, anche se non mancano quanti temono che abbia un impatto relativo. In particolare, le perplessit si concentrano sullarticolo 21 della Convenzione che permette ai Paesi firmatari di avvalersi dellappoggio di eserciti alleati che ancora usano le cluster bombs in azioni militari condotte insieme. In merito, gli osservatori fanno l'esempio delle operazioni congiunte tra Stati Uniti, che non aderiscono alla Convenzione, e Gran Bretagna, che ha invece accettato di distruggere il proprio arsenale. Molti ritengono di conseguenza che la Convenzione nasca con una efficacia limitata, anche perch a essa non aderiscono Paesi come Stati Uniti, Israele, Russia, Cina, India e Pakistan. Resta comunque l'impatto politico e morale di una Convenzione che mette al bando questi ordigni e che stata approvata all'unanimit questa mattina dai 111 Paesi che hanno partecipato alla conferenza internazionale a Dublino. L'intesa, ad esempio, giudicata un avvenimento storico dal Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) che ha lanciato ieri a tutti gli Stati un appello ad aderirvi. Secondo il presidente del Cicr Jacob Kellenberger la Convenzione adottata a Dublino significa che queste armi sono non solo moralmente inaccettabili, ma adesso anche illegali secondo il diritto umanitario internazionale e rappresenta un grande passo avanti per la protezione dei civili. Le cluster bombs sono ordigni che possono essere sganciati da aerei o elicotteri o anche sparati dall'artiglieria. Prima di toccare terra, rilasciano decine di mini-ordigni che in teoria dovrebbero esplodere allimpatto con il suolo, ma in pratica restano in agguato sul terreno pronti a uccidere al minimo contatto. Esattamente come le mine antiuomo e purtroppo con maggiore facilit di impiego le cluster bombs continuano a uccidere per anni e anni dopo la fine dei conflitti nei quali sono usate. Progettate in origine dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, le cluster bombs hanno una storia lunga quanto insanguinata: oggigiorno, infatti, ci sarebbero circa quattrocento milioni di persone, disseminate su 25 Paesi, specialmente bambini, a rischio per le conseguenze dei bombardamenti. Secondo i dati forniti dalla Organizzazione non governativa belga Handicap International, autrice di un puntuale studio sugli effetti delle cluster bombs, il numero minimo di bombe a grappolo scaricate dal 1965 a oggi, calcolato sulla base di dati certi reperiti in soli nove Paesi, ammonta a 440 milioni di pezzi. Sempre secondo Handicap International, il 98 per cento delle vittime delle munizioni a grappolo sono civili, in gran parte minori.

Conclusa a Stoccolma la conferenza dei Paesi donatori

Il premier iracheno chiede la cancellazione del debito


BAGHDAD, 30. Nella prima conferenza di verifica del Patto internazionale per lIraq (Ici, International compact with Iraq), ieri a Stoccolma, il primo Ministro iracheno, Nuri al Maliki, ha rinnovato l'appello a cancellare lenorme debito estero che attanaglia il Paese e ha chiesto la fine delle sanzioni economiche (circa 6070 miliardi di dollari, anche come compensazioni di guerra per linvasione del Kuwait del 1990), due aspetti che impediscono la ricostruzione. Nel suo intervento, al Maliki ha detto che lIraq non un Paese povero, possiede enormi risorse umane e materiali, ma il debito che abbiamo ereditato dal dittatore Saddam Hussein ostacola i processi di ricostruzione e di sviluppo. Il primo Ministro iracheno aveva gi chiesto lo scorso aprile la cancellazione del debito ai Paesi del Golfo, ma finora la richiesta non stata accolta. Al Maliki ha anche dato un bilancio molto positivo di quanto fatto dal suo Esecutivo nell'attuazione delle riforme economiche e nel consolidamento delle istituzioni democratiche, da quando un anno fa a Sharm el Sheik (Egitto) sono stati fissati gli obiettivi del Patto internazionale. Oltre al premier iracheno, alla riunione di Stoccolma hanno preso parte, tra gli altri, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, il capo della diplomazia dell'Iran, Manoucher Mottaki. Per l'Italia era presente il nuovo ministro degli Esteri, Franco Frattini. Nel suo intervento, Rice ha sottolineato limportanza di rafforzare le relazioni diplomatiche con Baghdad anche attraverso lapertura di sedi di ambasciate e consolati osservando, poi, come le stesse autorit irachene possano svolgere un ruolo nellincoraggiare pi strette relazioni diplomatiche nominando ambasciatori iracheni nei Paesi arabi. L'importante riunione di Stoccolma si comunque conclusa con il riconoscimento dei forti progressi raggiunti dall'Iraq per combattere la violenza e il terrorismo e per promuovere lo sviluppo economico. Il comunicato finale della prima conferenza di verifica del Patto internazionale per lIraq aggiunge che i successi sono tanto pi notevoli in considerazione del contesto difficile. LIraq, che ha copresieduto limportante appuntamento assieme allOnu, ha invitato i delegati a riunirsi lanno prossimo a Baghdad, mostrando fiducia in ulteriori progressi nel campo della sicurezza. E il segretario generale delle Nazioni Unite si detto abbastanza fiducioso che lIraq possa riuscire a organizzare la conferenza. Nella dichiarazione finale, Ban ha esortato Baghdad a continuare a garantire i diritti delle donne, le minoranze e altri gruppi vulnerabili.

Livni sfida Olmert e sollecita elezioni anticipate


Si acuisce la crisi politica in Israele
TEL AVIV, 30. Occorre fin da adesso prepararsi alle elezioni primarie nel partito Kadima e alle politiche anticipate: il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, non risparmia critiche al premier Olmert e lo invita a farsi da parte. possibile fare politica in modo pulito, ha aggiunto. Dopo le dichiarazioni dell'uomo d'affari statunitense Morris Talanski, che ha affermato di aver versato al premier centocinquantamila dollari in contanti nell'arco di quindici anni, la situazione per il Kadima, il partito al potere, si fa sempre pi difficile. Ieri era stato il ministro della Difesa e leader del partito laburista, Ehud Barak, a chiedere le dimissioni di Olmert e a prospettare elezioni anticipate entro l'anno. Poche ore dopo, Tzipi Livni ha lanciato il nuovo affondo, chiedendo al suo partito di prepararsi a un nuovo scenario politico dopo Olmert. Il Kadima stato fondato poco prima delle elezioni del marzo del 2006 dallallora premier, Ariel Sharon, che lasci il Likud, la coalizione conservatrice, per creare una formazione di centro. Olmert, il cui mandato scade a novembre del 2010, ha gi fatto sapere che si dimetter soltanto se verr formalmente incriminato. Nata a Tel Aviv da una coppia di sionisti militanti, avvocato di formazione con unesperienza di quattro anni nel Mossad, Tzipi Livni la prima donna a guidare la diplomazia israeliana dopo Golda Meir, divenuta in seguito anche la prima e finora lunica a essere stata premier (dal 1969 al 1974). La sua carriera politica inizia nel 1999 con lelezione alla Knesset nelle liste del Likud di Ariel Sharon. Secondo gli analisti, lei la principale candidata a sostituire Olmert, del quale gi dopo la pubblicazione del Rapporto Winograd sulla guerra in Libano aveva chiesto le dimissioni. Tuttavia, se ci dovessero essere elezioni anticipate, gli ultimi sondaggi dicono che il Likud di Beniamin Netanyahu uscirebbe vincitore con un largo margine di vantaggio. Nel sondaggio del quotidiano Haaretz, il Likud otterrebbe oggi trentacinque seggi (su 120 della Knesset), seguito dai laburisti di Ehud Barak (diciannove seggi) e da Kadima che raggiungerebbe appena tredici seggi.

Missione in Asia del capo del Pentagono


WASHINGTON, 30. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Robert Gates, ha cominciato un nuovo viaggio in Asia. Dopo una prima tappa nellisola di Guam, importante base militare Usa in mezzo al Pacifico, Gates raggiunger Singapore per partecipare alla settima edizione dei dialoghi di Shangri La, sul tema della sicurezza. Successivamente, il segretario alla Difesa Usa sar in Thailandia e in Corea del Sud. Riguardo alla situazione nella Cina sud-occidentale, in relazione al cataclisma provocato dal recente terremoto, Gates ha detto che le operazioni statunitensi di soccorso dimostrano che in caso di disastro umanitario Pechino e Washington possono cooperare strettamente.

Rimossa in Nepal la bandiera reale


KATHMANDU, 30. Dopo la proclamazione in Nepal della nuova Repubblica federale democratica, dall'ex palazzo reale di Kathmandu stata rimossa la bandiera con il simbolo del sovrano. Successivamente, stata issata la nuova bandiera nazionale. Moltissime persone si sono riunite davanti allingresso principale del palazzo (che l'ex re Gyanendra dovr lasciare entro quindici giorni) per assistere alla cerimonia. Nelle intenzioni dell'Esecutivo e della nuova Assemblea costituente, che ha decretato la fine della monarchia dopo oltre duecentoquaranta anni di potere assoluto, ledificio sar trasformato in un museo. Il primo giorno della nuova Repubblica del Nepal stato per contrassegnato da violenti scontri tra polizia e manifestanti antimonarchici, che hanno provocato il ferimento di una ventina di persone.

Appello della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa

Aiuti per le vittime delle violenze xenofobe in Sud Africa


GINEVRA, 30. La Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per unazione umanitaria a favore delle vittime delle recenti violenze xenofobe in Sud Africa che hanno provocato oltre centomila sfollati. La situazione sta peggiorando, ha detto ieri a Ginevra Franoise Goff della Federazione per lAfrica australe. Dobbiamo fare in modo che i bisogni di queste persone, spesso fuggite solo con gli abiti che avevano addosso, vengano soddisfatti. Fa freddo e piove, e le famiglie, spesso con bambini, dormono per terra, sotto semplici tende, mettendo la loro salute in pericolo, ha aggiunto la signora Goff. Nei giorni scorsi era stata lOrganizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) a lanciare un appello per la raccolta di trecentocinquantamila dollari di aiuti per le vittime della violenza xenofoba in Sud Africa. In una nota emessa sempre da Ginevra, l'Oim aveva spiegato di essere al lavoro per definire il numero di immigrati africani che hanno bisogno di aiuto per tornare a casa. Secondo Liselott Verduijn, responsabile dellOim in Sud Africa, centinaia di persone hanno chiesto assistenza immediata. Incominciate due settimane fa nella baraccopoli di Alexandra, alla periferia di Johannesburg, le violenze xenofobe si sono diffuse nei giorni seguenti in altre citt del Paese. Secondo i dato del Governo sudafricano, che proprio ad Alexandra ha fatto intervenire l'esercito accanto alla polizia per fermare gli autori delle violenze, queste avrebbero provocato non meno di 56 morti, compresi alcuni bambini, uccisi in modo atroce non solo da colpi di armi da fuoco o da taglio, ma addirittura cosparsi di benzina e bruciati vivi. I feriti si contano a centinaia, mentre ci sarebbero almeno trentacinquemila persone rifugiate in 48 centri, in maggioranza chiese e strutture parrocchiali. Sempre secondo le autorit sudafricane, oltre ventimila immigrati dal Mozambico sono rientrati in patria su mezzi messi a disposizione dal Governo. Da parte sua, la Croce Rossa locale ha indicato che sono rimpatriati almeno venticinquemila immigrati dallo Zimbabwe, oltre a un migliaio in Malawi. A tutte queste persone si aggiungono le decine di migliaia di persone sfollate all'interno del Sud Africa. Anche secondo il Centro sudafricano per lo studio della violenza e la riconciliazione (Csvr), gli immigrati africani costretti alla fuga dalla violenza xenofoba sono oltre centomila.

Scontri a Nuova Delhi


NUOVA DELHI, 30. Dopo una settimana di scontri che hanno causato quarantuno morti nel Rajasthan, lo Stato dellIndia occidentale in cui risiedono i Gujjar, la potente trib ha portato la sua protesta alle porte della capitale, erigendo barricate lungo le strade di accesso alla citt che hanno paralizzato il traffico dei pendolari. I manifestanti chiedono che i Gujjar siano inseriti in un elenco di comunit svantaggiate a cui assicurato accesso preferenziale ai posti di lavoro e allistruzione. Migliaia di loro hanno bruciato copertoni e bloccato una delle principali strade che collegano Nuova Delhi a Noida e Ghaziabad.

L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

don Elio Torrigiani S.D.B.


direttore generale

Vaticano: telefono 06698 99320 vaticano@ossrom.va Internazionale: telefono 06698 99330 internazionale@ossrom.va Cultura: telefono 06698 99350 cultura@ossrom.va Religione: telefono 06698 99340 religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06698 84797 fax 06698 84998
photo@ossrom.va www.photo.va

Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale ; 99; annuale ; 198 Tutti gli altri Paesi: annuale $ 515 Ufficio sviluppo, diffusione, abbonamenti:
telefono 06698 99480 fax 06698 82818 info@ossrom.va

Pubblicit Publicinque S.r.l.


www.publicinque.it via Fattori 3/C, 10141 Torino, telefono 0113350411 fax 0113828355 torino@publicinque.it via M. Macchi 52, 20124 Milano, telefono 026695279 fax 026695281 milano@publicinque.it via C. A. Racchia 2, 00195 Roma, telefono 06 3722871 fax 06 37512606

Aziende promotrici della diffusione de L'Osservatore Romano

Carlo Di Cicco
vicedirettore

Segreteria di redazione
telefono 06698 83461 06698 84442 fax 06698 83675 segreteria@ossrom.va

00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va


http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE L'OSSERVATORE ROMANO

Antonio Chil
redattore capo

Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico

Gaetano Vallini
segretario di redazione

Ufficio amministrativo: telefono 06698 99489 fax 06698 85164 abbonamenti@ossrom.va Necrologie: telefono 06698 83461fax 06698 83675

Banca Intesa Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca popolare dell'Emilia Romagna Advenia Banca Carige

sabato 31 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 3

Manca un fronte comune sul clima


di GABRIELE NICOL Archiviato il vertice di Kobe, in Giappone, con una generica dichiarazione sull'obiettivo di dimezzare le emissioni di anidride carbonica entro il 2050, rimangono in realt le divisioni fra i vari Stati emettitori, soprattutto sugli obiettivi di medio termine. Il pomo della discorsia la parola vincolanti: alcuni Stati vorrebbero imporre limiti stringenti, sullo stile del protocollo di Kyoto, ma questa posizione non condivisa da altre nazioni. L'obiettivo dichiarato dall'Unione europea (Ue), d'accordo anche sul dimezzamento entro il 2050, di ridurre del venti per cento le emissioni di gas serra entro il 2020, arrivando al venti per cento di energia elettrica ottenuta con fonti rinnovabili e al dieci per cento di biocarburanti. Ci pu essere ottenuto solo con obiettivi obbligatori. Il Giappone, dal canto suo, si sta concentrando su traguardi di lungo termine, e non ha annunciato piani a breve scadenza, anche se secondo fonti di stampa le autorit nipponiche vorrebbero tagliare addirittura del 60-80 per cento le loro emissioni entro il 2050. Tokyo sta spingendo per un metodo settoriale, cio con obiettivi mirati per il settore industriale: questa idea per avversata dalle industrie interne. Riguardo agli Stati Uniti, da rilevare che il presidente George W. Bush si rifiutato di fissare dei limiti per le emissioni prima del 2012, e ha presentato un piano secondo cui il trend in ascesa si fermer solo nel 2025. Intanto i candidati alla Casa Bianca hanno gi dichiarato di voler affrontare la lotta ai gas serra in maniera pi decisa. Secondo alcuni studi, la Cina ha gi superato gli Stati Uniti nelle emissioni totali, e l'India ben avviata sulla stessa strada, ma i due Paesi non hanno ancora annunciato di voler mettere dei limiti alle emissioni, con la motivazione che se si parla di emissioni pro-capite i Paesi occidentali sono in grande vantaggio. Il Governo indiano ha fatto comunque riferimento a un piano per la riduzione delle emissioni in giugno, ma la posizione comune ai due Paesi che l'occidente si accolli una parte degli sforzi, per esempio fornendo tecnologia. Nel frattempo la Commissione parlamentare per l'ambiente britannica ha avanzato la proposta di introdurre un sistema di crediti di anidride carbonica individuali per raggiungere gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni inquinanti. L'idea di introdurre quote individuali di emissioni era gi stata ipotizzata in passato, ma il Governo laburista l'ha scartata per la sua complessit. Secondo la Commissione, per, sarebbe il sistema pi efficace: basterebbe fissare a ogni cittadino una quota massima annuale di consumo di combustibile ed energia, che possibile superare solo acquistando da altri cittadini la quota a loro avanzata. Il cittadino sarebbe chiamato a misurare la quantit di anidride carbonica che emette, a cominciare dai voli in aereo, dal carburante per l'auto e dai consumi domestici di energia, secondo un sistema che lo stesso applicato alle aziende. Questo progetto pu davvero coinvolgere le persone nella lotta contro il cambiamento climatico e ridurre le emissioni in modo graduale ha dichiarato Tim Yeo, presidente della Commissione ambiente. A frenare gli entusiasmi ci pensa il ministro per l'Ambiente, Hilary Benn. Il potenziale c' ha detto ma la messa in pratica sembra ancora difficile e costosa. Il piano troppo avveniristico, vi sono difficolt di tipo tecnico. In un articolo pubblicato sul Los Angeles Times, intanto, si mette in evidenza che uno spettro si aggira per l'Europa, quello del carbone. Nell'articolo si afferma che se a parole gli europei si accingono a varare leggi molte severe in materia di emissioni, nei fatti si preparano ad aprire ventisette nuove centrali elettriche a carbone, aumentando a dismisura le emissioni. Il quotidiano californiano cita uno studio del Center of global development, che ha calcolato che nei prossimi dieci anni le emissioni da centrali a carbone in Europa aumenteranno di settecento milioni di tonnellate all'anno, pari a un pi trentanove per cento, a causa, appunto, di ventisette nuove centrali alimentate a lignite, la forma morbida del carbone che produce una tonnellata di anidride carbonica per ogni tonnellata di combustibile bruciato. Le compagnie energetiche affermano che le nuove centrali ipertecnologiche hanno minori emissioni scrive il Los Angeles Times , ma i miglioramenti si otterrebbero se per ogni nuova centrale se ne spegnesse una vecchia, cosa difficile da credere considerando l'attuale crisi energetica.

Nei Balcani diminuisce la criminalit


BRUXELLES, 30. Dopo lunghi anni segnati da guerre e instabilit, i Balcani sono diventati una delle regioni pi sicure al mondo, nonostante il persistere di traffici illegali e corruzione. Lo sostiene un rapporto presentato ieri a Bruxelles dall'ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unocd). Anche se ci pu apparire sorprendente, la regione dei Balcani una delle pi sicure dEuropa e lo stereotipo di un paradiso per gangster non pi valido, ha sottolineato il capo dellUnocd, litaliano Antonio Maria Costa, presentando il rapporto. Costa ha assicurato che il circolo vizioso dellinstabilit politica che alimenta la criminalit e viceversa, un fattore che ha minato i Balcani negli anni Novanta, ormai spezzato. Secondo lo studio, che analizza in modo dettagliato una decina di Paesi della regione, il numero degli omicidi dimezzato negli ultimi nove anni e il livello di reati contro beni e persone ormai inferiore a quello registrato nei Paesi dellEuropa occidentale, rispetto ai quali ci sono altres meno armi in circolazione. Per lUnocd, le condizioni di sicurezza dovrebbero continuare a migliorare con lapertura dei Balcani al resto dellEuropa. Secondo Costa, i picchi di criminalit osservati nel passato non erano infatti che il prodotto delle guerre nell'ex Jugoslavia. In realt, secondo lo studio i Balcani sono scarsamente vulnerabili alla criminalit, anche grazie a ineguaglianze sociali molto ridotte e agli alti tassi di emigrazione dei pi giovani, tra i quali in tutto il mondo di solito si registrano, purtroppo, i livelli pi alti di delinquenza. La regione resta comunque un importante crocevia di traffici illegali, soprattutto di droga e di armi, ma anche di essere umani. Anche sotto questo grave aspetto, comunque, la situazione va migliorando. Tutte le tipologie di criminalit sono in declino nella regione, ha riferito Costa. Insomma, se i Balcani rappresentano ancora oggi la principale via per il traffico deroina verso lUnione europea (80-100 tonnellate allanno), la mafia albanese controlla solo il 20 per cento del mercato europeo, contro il 70 per cento dellinizio degli anni Novanta. Anche il traffico di esseri umani starebbe diminuendo, con 25.000 vittime allanno contro le 120.000 registrate in precedenza. L'Unodc sottolinea invece il perdurare della corruzione e dei forti legami tra il mondo degli affari, la politica e il crimine organizzato, sottolineando che la lotta a questi fenomeni resta la priorit.

L'uomo nemico dell'ambiente Ogni anno cinquanta miliardi di euro di danni


La denuncia di un gruppo di esperti ora all'attenzione delle Nazioni Unite
BERLINO, 30. Ogni anno l'uomo provoca alla Terra danni ambientali pari a cinquanta miliardi di euro: lo afferma un rapporto presentato ieri a Bonn. Lo studio condotto da un gruppo di esperti, ora all'attenzione delle Nazioni Unite, stato illustrato da Pavan Sukhdev, della Deutsche Bank, incaricato per il calcolo dal punto di vista economico del valore dei beni naturali e il costo della loro progressiva distruzione. I dati sono stati illustrati alla conferenza Onu sulla biodiversit in corso a Bonn, dove sessanta Paesi si sono impegnati a fermare la deforestazione entro il 2020. Secondo tali dati, il valore complessivo delle aree del mondo sottoposte a tutela naturale sulla terraferma annualmente pu essere stimato intorno ai tremila miliardi di euro. All'indiano Sukhdev, direttore a Londra della sezione mercati globali della Banca, l'incarico era stato affidato dall'ultima riunione congiunta tra i ministri dell'Ambiente del G8+5, cio dei Paesi pi industrializzati del mondo e dei cinque Paesi sulla soglia dello sviluppo. Nel presentare il risultato delle ricerche sugli Aspetti economici degli ecosistemi e della biodiversit, l'esperto ha avvertito che in breve tempo i danni alla natura possono dimezzare il livello di vita soprattutto dei poveri del mondo. L'affermazione di fondo della ricerca la seguente: le risorse naturali non devono pi essere considerate come un bene pubblico per lo pi gratuito, bens come un bene economico con un proprio valore. I diversi ecosistemi nella loro variet garantiscono il rifornimento alimentare e la qualit dell'acqua e dei suoli. Essi sono i fondamenti dell'economia mondiale e alla fine l'aspetto decisivo per quanto riguarda ricchezza o carestia. Sukhdev ha ricordato che nel calcolo del Pil, il prodotto interno lordo, finora non vengono presi in considerazione le prestazioni naturali, come acqua o aria pulita e neanche la distruzione di risorse disponibili. I servizi della natura finora non hanno nessun cartellino con il prezzo, non c' nessun calcolo su costi-benefici e nessun inserimento del costo generale, ha detto l'economista. Sukhdev ha fatto alcuni esempi delle conseguenze per l'umanit e per l'economia complessiva: se continuer al passo attuale la distruzione delle foreste, a partire dal 2050 si rischia ogni anno la perdita di circa il sei per cento del Pil globale. Lo studio, secondo il ministro dell'Ambiente tedesco, Sigmar Gabriel (Spd), molto importante e dovrebbe ottenere gli stessi effetti di un rapporto preparato dall'economista britannico Nicholas Stern sulle conseguenze dei cambiamenti climatici, e spingere all'azione. Il rapporto Stern ha acuito la nostra consapevolezza dei danni economici provocati dal cambiamento climatico ha detto Heidi Wittmer, collaboratrice tedesca al rapporto . Ora speriamo che il rapporto Sukhdev abbia un effetto simile a favore della biodiversit. Nel suo studio, Nicholas Stern, capo del servizio di Governo economico e consulente del Governo britannico sugli aspetti economici del cambiamento climatico e sviluppo, richiamava l'urgenza di intraprendere inziative efficaci e tempestive per arginare il degrado ambientale, con possibili, gravi ricadute anche sulla salute delle persone. Un'urgenza che investe, senza eccezioni, i cinque Continenti. Riguardo all'emergenza ambientale, da segnalare il caso della Francia, dove si registra un rischio sanitario cinque volte superiore alla norma per i consumatori di pesci del Rodano. L'allarme stato lanciato dopo che le ultime analisi hanno rilevato un alto tasso di inquinamento da composti chimici policlorobifenili, i Pcb. I risultati sono stati resi pubblici ieri dall'Associazione salute e ambiente Provenza, che ha annunciato anche il lancio di uno studio nazionale sui Pcb per due anni a partire da ottobre. Il Pcb presente in ognuno di noi, ma il tasso da quattro a cinque volte superiore nelle persone che hanno mangiato del pesce ha spiegato il presidente dell'Asep . una contaminazione seria, che i poteri pubblici non devono minimizzare. Le analisi sono state compiute da un gruppo di volontari che, tra marzo e aprile, hanno consumato pesce almeno una volta a settimana. Il loro tasso di Pcb nel sangue risultato di settanta picogrammi, mentre quello normale, secondo i medici, deve variare tra cinque e quindici picogrammi. Un'esposizione eccessiva al Pcb pu avere gravi effetti sulla salute, con rischi maggiori di alcuni tipi di tumori (fegato, colon, seno) e distrubi nella crescita dei bambini. I Pcb, che sono stati a lungo utilizzati nell'industria e come componenti di oli, adesivi, pitture, sono vietati in Francia dal 1987.

Si prepara la transizione in Kosovo


NEW YORK, 30. Il capo dell'Eulex, la missione che l'Unione europea si accinge a inviare in Kosovo, il francese Yves de Kermabon, si detto ottimista sullesito delle discussioni in corso tra l'Onu, l'Unione europea e la Nato per una gestione condivisa della transizione nellex provincia serba. Sono ottimista perch penso che il pragmatismo si imporr e che lo Stato di diritto qualche cosa che nessuno pu criticare, ha detto ieri a Bruxelles de Kermabon. Il ritardo del dispiegamento dell'Eulex provocato dalle difficolt del quadro legale e legislativo in cui fare avvenire il passaggio di consegne tra la missione Unmik delle Nazioni Unite, sotto la cui amministrazione il Kosovo si trova dal 1999, e lUnione europea. Il dispiegamento avrebbe dovuto essere ultimato il 15 giugno, giorno della proclamazione della costituzione kosovara, ma avverr probabilmente solo in autunno, ha ammesso de Kermabon. In Kosovo attiva dal 1999 anche la Kfor, la forza multinazionale sotto comando Nato dispiegatavi sempre per mandato dell'Onu. Secondo de Kermabon, la Kfor deve mantenere il suo ruolo di forza militare destinata a garantire la sicurezza e rappresenta una forza dissuasiva sulla quale la componente dell'Onu oggi e quella europea domani potranno appoggiarsi in termini di sostegno. Della situazione avevano discusso mercoled a New York il Segretario generale dellOnu Ban Ki-moon e il Segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer. Secondo quanto riferito in un comunicato ufficiale, Ban Kimoon ha esposto la sua visione per il futuro e ha preso atto delle inquietudini della Nato. Sulla questione del Kosovo, inoltre, previsto un incontro tra Ban Ki-moon lAlto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea, Javier Solana.

Il Lussemburgo ratifica il Trattato di Lisbona


LUSSEMBURGO , 30. Il Parlamento del Lussemburgo ha ratificato ieri il Trattato di Lisbona, Con questa firma, salgono a quindici gli Stati membri della Ue ad aver approvato il Trattato. Soddisfazione per la ratifica stata espressa dal presidente della Commissione europea, Jos Manuel Duro Barroso, auspicando che i restanti Paesi membri facciano lo stesso il prima possibile. Nei giorni scorsi, Barroso aveva spiegato che se dovesse saltare la ratifica da parte dei Ventisette questo avrebbe effetti molto negativi sullUnione europea.

Riunione all'Onu sul drone georgiano abbattuto


TBILISI, 30. Su richiesta delle autorit di Tbilisi, il Consiglio di sicurezza dellOnu discuter oggi il caso del drone (velivolo di ricognizione senza pilota) georgiano che, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, stato distrutto lo scorso aprile dalla Russia in violazione degli accordi sul cessate il fuoco. Lo ha indicato lambasciatore russo allOnu, Vitaly Ciurkin. La riunione, che sar a porte chiuse, era stata chiesta dallambasciatore della Georgia alle Nazioni Unite, Ikrali Alasania, auspicando le scuse e un risarcimento da parte di Mosca. Secondo un rapporto della missione delle Nazioni Unite in Georgia (Unomig), il 20 aprile scorso un drone stato abbattuto da un aereo russo mentre sorvolava la regione georgiana dellAbkhazia, sostenuta da Mosca. Parlando con i giornalisti al Palazzo di Vetro dell'Onu, lambasciatore russo si detto deluso perch i rappresentanti dellAbkhazia non potranno partecipare alla riunione odierna. E nell'Ossezia del Sud, l'altra regione georgiana filorussa, unautobomba esplosa ieri nei pressi di una caserma di miliziani. La deflagrazione riferisce lagenzia di stampa Interfax avvenuta nella capitale dell'Ossezia del Sud, Tkhinvali, e ha provocato il ferimento di sei persone, due delle quali sono state ricoverate in ospedale in gravi condizioni. Ieri, lOssezia del Sud celebrava l'anniversario della giornata della autoproclamata indipendenza dalla Georgia, nel 1992. Le autorit sudossete hanno accusato dellepisodio i servizi segreti georgiani. Nelle due repubbliche georgiane presente una forza di interposizione russa composta da circa tremila soldati. Nel tentativo di non inasprire ulteriormente la tensione nella regione, il presidente della Georgia, Mikhail Saakashvili, ha chiesto un incontro con il nuovo leader del Cremlino, Dmitri Medvedev, a margine del prossimo vertice di giugno della Comunit degli Stati indipendenti (Csi).

In agenda l'accordo di alleanza strategica con l'Unione europea

Putin in visita a Parigi


PARIGI, 30. L'alleanza strategica tra Mosca e l'Unione europea e la questione petrolifera sono stati i temi al centro della visita di due giorni del primo ministro russo Vladimir Putin a Parigi. Ieri, l'ex leader del Cremlino ha incontrato il premier francese Franois Fillon e il presidente Nicolas Sarkozy. Non hanno dubbi i quotidiani russi: A Parigi Putin da premier affronta problemi di levatura presidenziale. Nel corso di una conferenza stampa con Fillon, Putin ha invitato le imprese europee a compiere investimenti nel settore energetico russo e a una maggiore collaborazione per lo sviluppo di progetti comuni nelle alte tecnologie, come lo spazio e l'aeronautica. La Francia aperta ai progetti russi, ha rispoto Fillon, lamentando per l'assenza di un quadro giuridico per lo sviluppo della cooperazione, una mancanza che il partenariato Russia-Ue dovrebbe colmare. La questione energetica al centro di questo partenariato, ha sottolineato Fillon, stimando che la sicurezza energetica dell'Europa passa anzitutto da rapporti pacifici con la Russia. Dal primo luglio Parigi assumer la presidenza di turno dellUnione europea. Per noi ha detto una fonte governativa russa allagenzia Itar-Tass importante discutere con la Francia dei negoziati e della firma del nuovo Trattato. I nostri rapporti con Parigi sono tradizionalmente buoni. Laccordo di partnership strategica fra Russia e Ue scaduto nel dicembre scorso, e finora i negoziati sono stati bloccati dai veti prima polacco poi lituano. Laccordo si intendeva comunque prorogato fino alla stesura di un nuovo documento. Il primo vertice tra Russia e Ue di questanno in programma a Khanti Mansisk (Urali) il 26 e 27 giugno, ancora sotto la presidenza slovena. Stando al parere degli analisti, sono poche le probabilit che si raggiunga un accordo entro il 2009: le trattative al momento non sono semplici, soprattutto nel settore dellenergia, nel quale lUe vorrebbe vedere applicata una carta che, tenendo separati il produttore dal trasportatore e dal venditore, non piace ai giganti energetici statali russi Gazprom e Rosneft. Tra i temi al centro della visita di Putin a Parigi non c' solo il rapporto tra Mosca e Ue, ma anche la questione petrolifera. A riguardo di una possibile cooperazione per frenare l'attuale corsa dei prezzi del greggio, il primo ministro russo ha sottolineato che non la Russia che fissa il prezzo del petrolio, ma il mercato. Se la Russia potesse fissare il prezzo, credo che ci metteremmo d'accordo. Ma sfortunatamente non questa la situazione, ha aggiunto Putin. Parigi intanto ha annunciato marted che solleciter un'azione concertata del Paesi del G-7 per ottenere dai Paesi produttori di greggio un aumento della produzione, cosa che la Russia secondo produttore al mondo faticherebbe a realizzare.

pagina 4

L'OSSERVATORE ROMANO
Il 31 maggio 1578 la scoperta delle catacombe di via Anapo

sabato 31 maggio 2008

Quella frana che fece nascere la Roma sotterranea


di FABRIZIO BISCONTI el tardo pomeriggio del 31 maggio del 1578, giusto 430 anni orsono, il piccone di un gruppo di cavatori di pozzolana intercett una galleria di una catacomba, in una vigna romana allora di propriet dello spagnolo Bartolomeo Sanchez. Erano trascorsi dieci anni da quando il religioso Onofrio Panvinio degli Eremitani Agostiniani aveva redatto un trattato sui cimiteri degli antichi cristiani, ovvero il De ritu sepeliendi mortuos apud veteros christianos et eorundem coemeteriis liber, edito appunto a Colonia nel 1568 e conosciuto come Libellus. Ebbene, mentre quell'opuscolo di sole trentotto pagine dove, tra l'altro, si elencavano i quarantatr cimiteri romani di cui sino a quel momento si era avuta notizia, nel dodicesimo capitolo intitolato De coemeteriis urbis Romae, l'episodio accaduto nella vigna Sanchez, al secondo miglio della via Salaria nova, metteva a contatto i cultori di antichit cristiane, presenti a Roma in quello scorcio del XVI secolo e quasi tutti stretti attorno al vivacissimo oratorio di san Filippo Neri, con un monumento catacombale nuovo e alternativo rispetto a quei cimiteri paleocristiani mai obliterati e frequentati dagli antiquari, primi tra tutti quelli di san Sebastiano, di san Pancrazio e di san Valentino. La nuova scoperta impression tutta Roma: in molti accorsero a vedere con i propri occhi quella voragine che si era aperta sulla via Salaria, tanto che il cardinale Giacomo Savelli, vicario del Pontefice Gregorio XIII, dovette prendere la decisione di far recingere la cava di pozzolana con uno steccato che, per la ressa del popolo, fu divelto. Della scoperta si diede notizia attraverso gli Avvisi romani e gli Annali di Gregorio XIII, inviati, con relazioni assai dettagliate, anche fuori d'Italia. Cesare Baronio e Antonio Bosio, ci hanno lasciato testimonianze accurate del monumento rispettivamente negli Annali e nella Roma Sotterranea. Il racconto di quella fortunata scoperta ci giunto attraverso una relazione contenuta in un manoscritto degli Avvisi Urbinati del mese di giu-

gno del 1578, solo un mese dopo i fatti accaduti: A porta Salara si scoperto il cimiterio di Santa Priscilla matrona Romana, dove mentre visse ragun molti corpi santi (...) et riconosciuto il luogo il Papa vi ha mandato il Cardinale Savello, il Generale de Giesuiti et Monsignore Marc'Antonio Mureto. Il 2 agosto dello stesso anno, un altro avviso Urbinate ricorda dettagliatamente l'accorrere della folla, a cui si gi fatto cenno: Vicino al cimiterio di Santa Priscilla (...) si sono scoperti sotto terra alquanti cappelletti ed oratori di stucco ornati con vaghissimi lavori, dove concorsi tutta Roma, rom-

Nicchione affrescato agli inizi del

IV

secolo

pindo li stecati fatti l attorno per ordine del Cardinal Savello. Nel cimitero appena scoperto penetrarono alcuni tra i pi attivi cultori delle antichit romane, primo tra tutti il domenicano spagnolo Alfonso Ciacconio e il fiammingo Philippe de Winghe, i quali prepararono accurati disegni degli affreschi, che si rivelarono preziosissimi, dal momento che, di l a poco, come vedremo, le catacombe scompaiono di nuovo. I disegni del Ciacconio (1540-1599) e del de Winghe ( 1592) confluirono nella Roma Sotterranea dell'archeologo maltese Antonio Bosio che, al momento della scoperta aveva solo tre anni. Anche un inglese, certo Anthony Munday, una sorta di agente segreto della corona britannica, che era presente a Roma, redasse un malizioso resoconto della scoperta, deridendo i creduloni romani che in ogni sepolcro riconoscevano ingenuamente il sepolcro di un martire. Mentre si consumavano queste schermaglie tra riformisti e controriformisti, negli anni Novanta del 1500, la catacomba come si anticipava fu di nuovo obliterata dai cavatori di pozzolana che, proseguendo la loro pratica di scavo, furono seppelliti dal tufo, come ricorda Antonio Bosio, il quale, appena diciottenne, nel 1593, iniziava la sua grande avventura archeologica, che gli affider il soprannome di Cristoforo Colombo delle catacombe romane. Nemmeno gli studi accurati di Giovanni Battista de Rossi, riuscirono a intercettare nuovamente le gallerie di vigna Sanchez che, intanto, era diventata possesso di Monsignor della Rovere e poi del Collegio Irlandese. Il grande archeologo romano, per, corresse l'identificazione di quelle gallerie perdute con il grande complesso di Priscilla, pensando piuttosto di riconoscervi il coemeterium Iordanorum, ricordato dalle fonti che, per, Orazio Marucchi e, pi tardi, Umberto M. Fasola identificarono con le catacombe che si estendono sotto Villa Massimo. Ma torniamo alle gallerie scoperte nel 1578 e di nuovo dimenticate di l ad un ventennio. Orbene, nel dicembre del 1921, mentre si stava costruendo un villino sulla attuale via Anapo, tornarono alla luce gli ambienti ipo-

L'affresco con la resurrezione di Lazzaro (Catacombe di via Anapo)

gei intercettati nel XVI secolo e che fossori Trofimus e Auxanon. Caratteritanta eco avevano avuto nel dibattito stici appaiono i nicchioni dipinti, che controriformista del tempo. Fu Enrico trovano qualche affinit tipologica con Josi a penetrare in quei cubicoli e a ri- le tombe dell'arenario delle vicine caconoscere le epigrafi e le pitture dise- tacombe di Priscilla, mentre i formulari gnate dal Ciacconio e dal de Winghe. epigrafici risultano originali, specialGli scavi furono eseguiti in fretta, mente per il termine benedictus, ripetudal momento che il tufo si presentava to in molti testi, suggerendo la presenestremamente fragile ed il pericolo di za di una comunit speciale, forse dalle frane suggeriva interventi strutturali lontane origini orientali. rapidi e sicuri. Molte delle pitture viste Il repertorio iconografico proposto nel passato e ben centoventi iscrizioni dagli affreschi si allinea perfettamente furono salvate, ma ancora si riconosce- a quello corrente tra l'et tetrarchia e va nel complesso il coemeterium Iordano- quella appena successiva alla pace delrum, fino a che, tra il 1965 e il 1969, la Chiesa. Tra le altre, emerge la scena alcuni mirati scavi degli archeologi del- relativa al collegio apostolico, uno dei la Pontificia Commissione di Archeolo- primi rappresentati nel buio delle catagia Sacra non riconobbero il cimitero combe, per sottolineare l'unit della dei Giordani nelle catacombe definite, fino Proprio in questi giorni ad allora, di Trasone, sull'altro lato della via un altro piccolo smottamento ha riportato Salaria, all'interno delgli archeologi all'interno di quelle gallerie l'attuale Villa Ada. La nostra catacomSar l'occasione per altre scoperte? ba diveniva cos anonima, anche se, nel 1973, durante alcuni lavori di ristrut- Chiesa nei confronti dei ripetuti tentaturazione del villino, si intercett la tivi di decoesione promossi specialmengrande frana durante la quale, alla fi- te dal pensiero ariano. Per il resto, si ne del 1500, persero la vita i cavatori dispiegano le scene canoniche di Giodi pozzolana. Tra il 1978 e il 1980, il na, di Abramo, di Daniele, del buon padre Umberto Maria Fasola scav al- pastore, della moltiplicazione dei pani, cune gallerie sfuggite ai cavatori e agli della resurrezione di Lazzaro, dei fanarcheologi del passato e si riusc a ciulli nella fornace, del miracolo della comprendere la nascita e l'evoluzione fonte, dell'orante. Pochi frammenti di di un cimitero cristiano, inserito in intonaco dipinto, rinvenuti dal Fasola, un'antica miniera abbandonata. sembrano pertinenti alla rappresentaIl complesso nasce da un ipogeo fa- zione del fossore Trofimus raffigurato in miliare, che si sviluppa, come si diceva, un ingenuo giardino di fiori, mentre nel grande arenario, con uno sfrutta- andata perduta l'interessante effige di mento che dalla fine del III secolo un Paulus pastor disegnata, a suo temgiunge alla fine del IV, con caratteristi- po, dal Ciacconio. che comunitarie, come testimoniano le La lunga storia del cimitero di via iscrizioni funerarie di un vescovo De- Anapo, rimasto anonimo, per il fatto mofilo, di un presbitero Evante e dei che non conservava tombe di martiri e,

per questo motivo, presto abbandonato, nel senso che qui non si innesc quel diffuso fenomeno della creazione delle tombe ad sanctos, rappresenta una delle testimonianze pi eloquenti dell'incessante ricerca archeologica che, a pi riprese, ha individuato questo singolare monumento che, per il fatto di essere stato scoperto cos precocemente, assunto a simbolo degli esordi degli studi dell'antichit cristiana e, dunque, dell'archeologia cristiana. In quel tardo pomeriggio del 1578, infatti, si riprendeva contatto con un monumento catacombale, ovvero con uno di quei cimiteri concepiti e sfruttati dalla comunit cristiana romana della prima ora, all'insegna della esclusivit e della comunitariet. Quei cimiteri come si diceva fatta eccezione per alcuni rari casi, scomparvero gi nel V secolo, con le invasioni barbariche, che isolarono il suburbio di Roma e indussero a creare nuovi sistemi funerari all'interno della citt. Riscoprire questi monumenti e leggerne i resti pu permettere di ricostruire la prima pagina della storia del Cristianesimo nell'Urbe. Proprio in questi giorni, una piccola frana nelle catacombe di via Anapo, ha ricondotto i responsabili della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra all'interno di quelle gallerie tanto perlustrate nel passato, ma suscettibili di altre scoperte che potrebbero correggere le nostre idee sulla storia di questo suggestivo monumento. Chi scrive, dirigendo gli scavi, proprio a 430 anni dalla scoperta delle catacombe di via Anapo, sente tutta l'emozione e la consapevolezza di chi deve sfogliare, con cura, le pagine del primo densissimo capitolo della storia cristiana di Roma.

Giornalista e studioso di religioni comparate dedic la vita al riavvicinamento tra il popolo di Israele e la Chiesa

Ben Chorin, l'ebreo che elogi l'Eucaristia


Superando pregiudizi e fraintendimenti, in un clima in cui gli echi del nazismo ancora Uno sguardo ebraico su Ges, Maria e Paolo non si erano spenti, e sempre attento alla sua non era proprio abituale nella seconda met patria d'origine e alla sua lingua tedesca, lo studel secolo scorso. Un giornalista e studioso di dioso, facendo suo un detto di Alfred Kerr che religioni comparate seppe gettarlo e configurar- cosa una casa, una patria? infanzia, la nenia, lo in una trilogia che successivamente raggiun- la forzatura della lingua e la costrizione del rise i lettori tedeschi rispettivamente nel 1967, cordo, priv il termine della pretta apparte1970 e 1971, e successivamente tradotta in va- nenza politica, che tanto fu devastante per rie lingue, che costituisce l'espressione di un l'Europa e il mondo con la sua connotazione di pensiero completo, quasi a tutto tondo, su Ge- nazionalsocialismo, ed ader nel 1975 all'Unios, la madre Maria e Paolo apostolo delle genti. ne di Scrittori di lingua tedesca d'Israele, divenChi ne l'autore? Ogni pensiero infatti af- tandone uno dei quindici membri fondatori. fonda le sue radici nel terreno particolare della Shalom Ben Chorin, vivendo appassionatavita di ciascuno e ne espressione ed emana- mente quanto il suo nome significava riusc, zione. L'autore fu un personaggio che gioc la conclusa la guerra, a dimostrarsi uno dei ponsua vita sull'utopia del dialogo ebraico cristia- tieri, uno dei grandi costruttori di ponti, preno, credendoci e non soltanto seguendo una cursori in quello che, abitualmente, viene defimoda, magari momentanea, investendo tempo nito il dialogo ebraico-cristiano. Egli fu memed energie per conoscere, apprezzare e confron- bro infatti del gruppo di lavoro ebraico-cristiatare le due religioni. Fritz Rosenthal nacque a no del Consiglio della Chiesa protestante di Monaco di Baviera nel 1913 in una famiglia di Germania. Lavoro di costruzione da pontieri e lavoro di smistamento di rovine smantellate: bisognava eliminare Ges per me un fratello eterno; non solo il tentativo sempre sospettato, quasi sotteso, di una missione fratello nell'umanit, fratello nell'ebraismo verso o contro gli ebrei. Io sento la sua mano fraterna che mi prende La produzione letteraria e teoperch io lo segua, una mano umana logica di Shalom Ben Chorin in una prosa dinamica e ricca di quella che porta i segni del pi grande dolore battute tradotta in varie lingue, gli valse molti riconoscimencommercianti ebrei assimilati, dopo il ginnasio ti, fra cui la laurea honoris causa dalle universtudi all'universit lettere e religioni compara- sit di Monaco (1988) e di Bonn (1993). Si te. All'incombere della furia nazista nel 1933 il spense a Gerusalemme nel 1999. giovane universitario fu a pi riprese arrestato Nel 1922 Joseph Gedaliah Klausner aveva dalla Gestapo, decise perci di seguire il suo pubblicato il volume Jeshu ha-nozri, Ges il namaestro Martin Buber e di salire a Gerusa- zareno, che segn una svolta nella consideralemme. Qui cambi il suo nome e divenne zione da parte del mondo ebraico di Colui che Shalom Ben Chorin (Pace figlio della liber- i cristiani considerano il Messia, il Figlio di t). Pratic il giornalismo fino al 1970, men- Dio. ben noto infatti quanto si trova scritto tre successivamente fu docente a Gerusalemme, nel Talmud. Tubinga e Monaco. Fond nel 1958 la prima Il volume dedicato a Paolo, apostolo delle Comunit ebraica liberale, ancora oggi guidata genti contiene la riflessione su Paolo, l'apostolo dal figlio Tovia, la Congregazione 'Or Hadash, delle genti, e si snoda in nove capitoli ancorati la prima sinagoga riformata in Israele, presente alla conoscenza della problematica e ruotanti anche in Austria. sul perno di Ges Risorto nel contesto storico di CRISTIANA DOBNER delle grandi citt Gerusalemme, Atene, Roma che costituiscono il fondale della vita di Saul, divenuto Paolo, che annuncia Ges di Nazaret come il Cristo della sua esperienza di Damasco. Quindi la risurrezione per l'autore considerata significante in primo luogo partendo da Paolo, mentre storicamente dubbiosa. Ges altro, per me un fratello eterno; non solo fratello nell'umanit, fratello nell'ebraismo. Io sento la sua mano fraterna che mi prende perch io lo segua, una mano umana, quella che porta i segni del pi grande dolore (...) la mano di un grande testimone di fede in Israele; la sua fede, la sua incondizionata, la sua assoluta fiducia in Dio Padre, la sua prontezza ad umiliarsi completamente sotto la volont di Dio, l'atteggiamento che Ges ha vissuto per noi e che pu unirci, ebrei e cristiani, la fede di Ges ci unisce (...), ma la fede in Ges ci divide. Ben Chorin accostando i Vangeli con l'intuizione, che non significa fantasia ma frequentazione assidua e familiarit con i testi dalla propria sensibilit e tradizione religiosa, priva per di pregiudizi, avverte come sia la fede ebraica a vivere in Ges; un ebreo perseguitato ed infine ucciso che nella sua vita richiama al Regno di Dio, un profeta come Elia ed Eliseo. Non solo un maestro della legge come i tannaiti (maestri ebrei dei primi secoli dell'era cristiana), che prediligevano le parabole. La peculiarit di Ges il suo rivolgersi agli am ha-arez, agli incolti, cio al popolo della terra. Al centro della sua predicazione splende l'amore, a sua volta centro della Torah, della legge, con molte analogie alla linea della scuola farisaica di Hillel. Paolo, ebreo della diaspora da Tarso Cilicia, fariseo e civis Romanus, si muove in tre mondi e con tre lingue: l'ebraico, il greco e il latino e in frontiere geografiche precise, patisce le pressioni storiche e politiche del clima esasperato del primo secolo: Paolo ebreo in polemica con gli ebrei. Shalom Ben Chorin ritiene che Paolo paghi un altissimo prezzo per annunciare il Servo di Jahweh (Isaia 49, 6): riconoscendolo in Ges Cristo, rinuncia proprio al cuore dell'ebraismo, spezzo il pane non lievitato osservava Ben alla Legge. Paolo stando fra Israele e i paga- Chorin nel Seder Pesach, allora faccio quel che ni e volendo unire spesso oper separando. egli ha fatto, e so di essergli pi vicino di qualNe seguirono fraintendimenti che pesarono sul- che cristiano che celebra il mistero dell'Eucarile vicende storiche delle due religioni e sui loro stia in modo del tutto staccato dalla sua origirapporti. Soltanto chiarendoli ed eliminandoli ne ebraica. sar possibile ottenere uno sguardo libero Una visione nuova la si pu costruire solo cogettato su entrambi: Israele e la Chiesa. noscendo e conoscendoci. Shalom Ben Chorin L'approfondimento quindi di questo pensa- perfettamente consapevole che, dopo la Shoah tore/pontiere pu oggi, dopo tanto cammino la consolazione non pu mai pi risolversi percorso insieme e tanti incontri significativi, nel dolce alone di parole confortanti, deve sussisegnare una pietra miliare. Lo aveva intuito e stere nel mantenimento delle contraddizioni. dimostrato Bernard Dupuy nella sua presentaIl ramo di mandorlo che troviamo nel profezione in un'edizione francese cogliendo l'ottica ta Geremia, per, veglia e si distende sui rapdell'autore, per il quale gli scritti di Paolo si possono leggere solo a Quando io nel banchetto pasquale partire dai profeti d'Israele e gli appelli lanciati agli ebrei suoi sollevo il calice e spezzo il pane non lievitato contemporanei emergono, in allora faccio quel che egli ha fatto qualche modo, dalla profezia. L'audacia di Paolo fu somma in e so di essergli pi vicino di qualche cristiano tempo di profezia chiusa e suscit stupore e reazioni vive nelle autorit; proponeva opinioni umane, pur tuttavia porti ebraico-cristiani. Shalom Ben Chorin non affondate nella Scrittura. Paolo richiama che, lo afferm in un momento in cui le offensive nella Bibbia, Dio che parla e agisce, non pos- belliche si erano placate ma nel 1942, il tragico siamo catturare Dio a nostro profitto, come anno per il popolo di Israele colpito dall'infuneppure possiamo comprenderlo e tentare di riare della Shoah, ed , ancor oggi, un invito a circoscriverlo, c' sempre un istante in cui biso- perseverare nei momenti bui e difficili rivolto gna cedere davanti a Lui, nessuna autorit pu da una persona che ne visse la catastrofe e ne fu testimone: interporsi. Shalom Ben Chorin viveva in sintonia con Amici, che il ramo di mandorlo Ges Cristo che ha incontrato Paolo davanti di nuovo fiorisca e germogli a Damasco. Sempre e sempre lo incontro, semnon forse un segno pre e sempre dialoghiamo, avendo in comune che l'amore rimane? l'origine ebraica e la speranza ebraica del reChe la vita non finisca gno. E da quando io dall'Europa cristiana sono anche se il molto sangue grida venuto a risiedere nell'ebraico Israele, mi venon conta poco nuto ancora pi vicino, perch io vivo nella in questo torbidissimo tempo sua terra e tra il suo popolo, e i suoi detti e le Migliaia ne calpesta la guerra sue parabole mi sono cos vicini e pieni di caun mondo scompare lore umano come se tutto ci fosse accaduto Allora la vittoria fiorita della vita qui, oggi. lieve oscilla nel vento L'apostolo delle genti Paolo di Tarso altro Amici, che il ramo di mandorlo non ha mai voluto dopo l'incontro con Ges oscilli fiorito, Cristo Risorto sulla via di Damasco. Quando rimane per noi un segno: io nel banchetto pasquale sollevo il calice e la vita vince

sabato 31 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO
Tre mostre su Matilde di Canossa in Emilia e nel Mantovano

pagina 5

La speranza e le schiavit del mondo

La risposta alla violenza? La conversione


di CHARLES MOREROD filosofi dell'Illuminismo hanno duramente accusato la religione d'essere un elemento di violenza. Quel che accusavano era precisamente il dogmatismo: il fatto d'essere convinti della verit della propria fede, e perci della non verit delle dottrine che contraddicono la propria fede. Tale critica frequente oggi, anche perch parte della violenza odierna ha una componente religiosa. Papa Benedetto XVI ha spesso espresso la sua preoccupazione a questo riguardo, in modo particolare nel suo discorso di Ratisbona del 12 settembre 2006 e nella sua enciclica sulla carit. Sappiamo che un animale pu diventare aggressivo quando ha paura perch si sente minacciato nella vita. Anche l'uomo che dipende totalmente da quel che ha in questa vita rischia di diventare aggressivo. Tuttavia non di questa natura la situazione dei cristiani. Noi, cristiani, abbiamo una meta nella vita, come sottolinea il Pontefice nella Spe salvi (cfr nn. 1-2). La speranza della vita eterna una bussola che orienta tutta la nostra vita e, essendo un rimedio alla paura, pu essere anche rimedio alla violenza. Papa Ratzinger ci rivolge una domanda: La fede cristiana anche per noi oggi una speranza che trasforma e sorregge la nostra vita? (n. 10). Ci dobbiamo pensare. La speranza pu essere ridotta ad un'evidenza culturale nei Paesi cristiani (cfr n. 3). In realt la speranza non viene soltanto da un desiderio umano, ma dal nostro incontro con Cristo. Questo, Papa Ratzinger lo sottolineava nella sua precedente enciclica: All'inizio dell'essere cristiano non c' una decisione etica o una grande idea, bens l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che d alla vita un nuovo orizzonte e con ci la direzione decisiva (Deus caritas est, 1). L'incontro personale con Dio, che nutre e rafforza la nostra speranza, ha un luogo essenziale nella preghiera (cfr Spe salvi, 32). La speranza non deve essere data per scontata, come frutto di secoli di cultura cristiana. Esige una relazione personale con il nostro Salvatore. Questa relazione personale richiede una conversione: dobbiamo credere che Lui sia Dio e sia un uomo morto e risorto per la nostra vita. Una speranza unisce le persone che la condividono. Se la religione accusata di dividere gli uomini, lo pu fare non direttamente perch divide, ma perch li unisce in gruppi distinti. Ogni gruppo umano ha una certa coesione, ma diversa nelle comunit umane con Dio o senza Dio. Ci sono diversi modi d'essere senza Dio. Il primo fattore di distanza fra Dio e l'uomo il peccato, che divide anche gli uomini (cfr n. 14). Gli esempi si trovano facilmente. Un altro modo d'essere distanti da Dio la schiavit nei confronti del mondo materiale. I pagani antichi e tanti oggi pensavano di dipendere dagli astri piuttosto che da Dio Padre che ci ama e ci libera: Non sono gli elementi del cosmo, le leggi della materia che in definitiva governano il mondo e l'uomo, ma un Dio personale governa le stelle, cio l'universo (...). E se conosciamo questa Persona e Lei conosce noi, allora veramente l'inesorabile potere degli elementi materiali non pi l'ultima istanza; allora non siamo schiavi dell'universo e delle sue leggi, allora siamo liberi (n. 5). Una comunit di persone che pensa di dipendere dal mondo materiale o da un destino cieco non predisposta a delle relazioni libere: non per niente il concetto di persona e di dignit personale si sviluppato col cristianesimo. Altra forma di schiavit dal mondo materiale la speranza, necessariamente delusa, in una trasformazione del mondo tramite mezzi puramente scientifici (cfr nn. 16-17) o politici ed economici (cfr n. 20). Tali mezzi sono ovviamente utili, ma non sufficienti e, ancor di pi, se sono lasciati da soli, le conseguenze sono tragiche. La comunit umana senza Dio, l'abbiamo vista e la vediamo ancora: il Papa avr in memoria i drammi del comunismo ateo e del nazismo anticristiano, descritti nelle loro radici da Henri

ci spaventano perch soffrono: Una societ che non riesce ad accettare i sofferenti e non capace di contribuire mediante la com-passione a far s che la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente una societ crudele e disumana. La societ, per, non pu accettare i sofferenti e sostenerli nella loro sofferenza, se i singoli non sono essi stessi capaci di ci e, d'altra parte, il singolo non pu accettare la sofferenza dell'altro se egli personalmente non riesce a trovare nella sofferenza un senso (n. 38). La speranza non automatica. Richiede l'incontro con il Signore che ha vinto la morte e ci indica la meta della nostra vita. Questo incontro implica inoltre una rinuncia alla propria centralit, per amore del Signore e del prossimo. L'incontro con Cristo e la rinuncia al proprio egoismo richiedono una conversione. La conversione un cambio interiore, al quale Cristo ci invita. La speranza della quale il mondo ha bisogno non prima di tutto un cambio di strutture, come l'aveva sognato Karl Marx (cfr n. 21). Un progresso tecnico, scientifico, politico soltanto esteriore non corrisponde all'uomo, ed pericoloso (cfr n. 22). Non soltanto le strutture materiali non possono essere sufficienti, ma le strutture migliori devono essere ricevute interiormente dagli uomini. E questo non dato per scontato una volta per tutte, poich ogni uomo ha la sua libert e non costretto a ratificare le scelte fatte da altri. Questo vale anche per le generazioni (cfr n. 24). Certamente il Papa deve agire dentro delle strutture e, soprattutto, nella struttura voluta da Cristo stesso per la comunit dei suoi discepoli. Queste strutture hanno senso per i discepoli, per quelli che hanno incontrato Cristo e hanno liberamente accettato di seguirlo, anche fino alla morte. Quando l'allora cardinale Ratzinger predicava gli esercizi spirituali in Vaticano, nel 1983, spieg che nella conversione la nostra volont si unisce alla volont di Cristo e cos partecipiamo alla sua libert. E aggiunse questo commento pi generale: Nell'unit delle volont, di cui abbiamo parlato, raggiunta la maggiore trasformazione pensabile dell'uomo, che allo stesso tempo l'unica cosa definitivamente desiderabile: la sua divinizzazione. Cos la preghie-

Un viaggio alle origini del romanico


Tre iniziative per celebrare la comitissa che a partire dal 1076 e per circa quarant'anni govern un territorio che si estendeva dalla Toscana alla Lombardia; gioved scorso il cardinale Giovanni Laiolo ha presentato nelle sale dei Musei Vaticani la mostra Matilde di Canossa, il papato, l'impero. Storia, arte, cultura alle origini del romanico che si svolger a Mantova, nella Casa del Mantegna, dal 31 agosto 2008 all'11 gennaio del prossimo anno (pubblichiamo stralci del suo intervento). Stesse date di inaugurazione e chiusura per altre due esposizioni dedicate alla contessa: L'abbazia di Matilde a San Benedetto Po e Matilde e il Tesoro dei Canossa, tra castelli e citt a Reggio Emilia.
Enrico
IV

convoca l'abate di Cluny e Matilde perch intervengano in suo favore presso Gregorio

VII

a Canossa

Per grazia di Dio con il Papa E per la libert della Chiesa


di GIOVANNI LAJOLO* L'odierna presentazione in Vaticano ha la sua giustificazione non solo e non tanto per il prestito di un arazzo della serie Barberini di Urbano VIII, raffigurante Matilde che dona i suoi beni al Papa, e per il prestigio degli stessi Musei vaticani, ma ancor pi per la vicinanza storica e spirituale di Matilde al Papato. La sua vita appare come in vario modo intrecciata con quella di diversi Pontefici, da Papa Leone IX, parente di entrambi i genitori di Matilde, ai Papi Vittore II, Stefano IX, Benedetto X, e Alessandro II; ma i suoi rapporti con la Sede Apostolica hanno un imperituro significato soprattutto per la parte attiva di mediatrice e conciliatrice da lei svolta nel dissidio tra Enrico IV e Gregorio VII, ed insieme per il suo ruolo di garante della tutela fisica di quel grande Pontefice, nel celebre episodio dell'andata a Canossa di Enrico IV, sul finire del gennaio 1077. Alla sua morte, avvenuta all'et di 69 anni, il 24 luglio 1115, a Bondeno, Matilde venne sepolta, secondo la sua volont, nell'Abbazia di San Benedetto in Polirone (oggi San Benedetto Po), fondata nel 1007 dal suo avo Tedaldo. Nel 1613 la sua salma venne traslata per volere di Paolo V a Roma, a Castel Sant'Angelo, per trovare poi definitiva sistemazione, nel 1633, nella Basilica di San Pietro in Vaticano, nella tomba berrimae, huc ex mantuano Sancti Benedicti decisivo della scissione delle competenze, e coenobio translatis ossibus gratus aeternae lau- quindi di avvio ad una chiarificazione. dis promeritum monumentum posuit anno milMa altri momenti, non meno tempestosi, lesimo sexcentesimo trigesimo quinto. sarebbero seguiti. Ne cito solo alcuni, in Post mortem, come in vita, Matilde qualche modo pi rappresentativi. La rifordunque indissolubilmente legata alla Sede ma protestante e le guerre di religione, con di Pietro. la conseguente imposizione del principio del La tematica evidenziata offre come cuius regio eius et religio, storicamente pacinon percepirlo? pi di uno spunto a ri- ficante, ma giustamente mai accettato da flettere anche sul tema dell'odierna politica Roma; e poi l'Illuminismo, spregiatore deldel territorio, politica, direi, preliminare ad la Chiesa, e la rivoluzione francese, che ne una seria politica per l'uomo. Si tratta di matur i frutti pi velenosi; e via via, attraun tema, a mio avviso, troppo trascurato, verso non pochi altri passaggi storici e dotper non dire assente dai dibattiti politici a trinali, fino alla presa di Roma da parte cui siamo abituati. dei Piemontesi, nel 1870, con la definitiva Di prevalente interesse per il percorso che focalizza le Quello sulle investiture fu un dissidio tensioni nei rapporti tra Papato e Impero, ed il singolare salutare per la Chiesa ruolo che Matilde svolse come che ottenne il riconoscimento mediatrice nel dissidio tra di alcuni suoi inalienabili diritti Enrico IV e Gregorio VII: singolare, anche perch, come e in prospettiva lo fu anche per lo Stato mediatrice stava in maniera non equivoca dalla parte del soppressione dello Stato Pontificio, accomPontefice. I tempi erano gi sufficientemente turbo- pagnata per altro in Italia, come in altri lenti, per tutta una serie di circostanze, e la Stati europei, da un aggressivo giurisdiziolotta delle investiture, cio il dissidio sul nalismo nei confronti degli aspetti temporaruolo del Papa e dell'Imperatore nella no- li delle istituzioni ecclesiastiche: quasi un rimina e nell'insediamento dei vescovi, accen- torno di fiamma di passate ingerenze imperiali. Turbolenze della storia. Ma attraverso deva ancor pi gli animi. Eppure fu quello un dissidio salutare, e di esse si acuiva l'autocoscienza della Chienon solo per il Papato, cio per la Chiesa, sa e si chiariva ed affinava l'elaborazione che pervenne ad ottenere il riconoscimento delle dottrine. Il terminus ad quem almeno dottrinale di alcuni suoi inalienabili diritti, ma, per vero, anche per il potere imperiale, cio per di questo turbolento movimento, lo si lo Stato. Si ebbe allora, infatti, una svolta avuto, per quanto concerne la Chiesa, nel Concilio Vaticano II, il quale ha stabilito, determinante nella lunga, lunghissima via con formula pregnante, che la Chiesa e la verso la separazione fra Chiesa e Stato comunit politica sono autonome l'una dalovviamente allora non inteso nei termini l'altra nel proprio campo (Gaudium et spes, concettuali moderni e nel conseguimento 76); formula che riprende quasi alla lettera di comuni convincimenti circa l'alterit del- il dettato della Costituzione della Repubblila sfera religiosa da quella politica e le con- ca italiana, articolo 7, co. 1, a sua volta seguenze a livello istituzionale. elaborato non senza l'ausilio di formulazioConverr non dimenticare da dove il ni del tradizionale Ius publicum ecclesiasticammino veniva. Veniva dall'Imperatore cum. Romano, che rivestiva anche la qualifica di Una considerazione conclusiva mi pare si Pontifex Maximus; e da Costantino il Gran- possa ricavare dai pur frammentari squarci de, che non rinunci a quel titolo pagano storici, ed questa: dalle lotte per le inve questo avvenne solo con Graziano nel stiture, come dai successivi contrasti tra 382 ma rispetto al cristianesimo si quali- Stato e Chiesa, e cos, confido, anche dalle ficava Epscopos tn ekts (Episcopus ad presenti polemiche, rapporti pi limpidi poextra); il cammino era passato attraverso la tranno emergere a vantaggio della libert dissoluzione dell'Impero Romano d'Occi- di tutti e di una pi fruttuosa collaboraziodente, che aveva immesso il Romano Pon- ne fra Chiesa e Stato. Le mostre, che si apriranno a Mantova e tefice in un imprevedibile ruolo socio-politico, sostitutivo del potere civile, certo con- a Reggio Emilia, potranno offrire un buon cettualmente non cos limpido. Aveva rag- contributo, atto a far riemergere la figura giunto, quel lungo cammino, una nuova di Matilde dal nembo mitico che la circonmeta con Carlo Magno, incoronato Impe- da, nella sua realt palpitante: nella sua viratore dei Romani da Leone III nel Natale ta privata, di donna colpita da gravi afflidell'800, con una conseguente primazialit zioni familiari; nella sua attivit politica, di domina accorta e tenace, attenta alla realt spirituale del Papa sull'Imperatore, ma ansociale e generosa di fronte ai bisogni mateche con una pesante tutela politica dell'Imriali e spirituali delle sue genti, e di stratega peratore sul Papa; e aveva ricevuto nuove e audace e vittoriosa, in campo politico come non del tutto gratificanti esperienze con la in campo militare; e nei suoi rapporti con concezione restauratrice del primato del la Chiesa, di anima profondamente religioPotere Imperiale da parte degli Ottoni di sa, devota alla Sede Apostolica ed anche, Sassonia, ed in particolare di Ottone III. nel difenderla, maternamente forte, come Insomma tutta la storia precedente all'epo- non aveva potuto esserlo con la prole, che ca di Matilde per indicare solo alcuni le manc. Rivelativo della sua personalit, momenti pi noti era sostanziata di in- consapevolmente fiera ed umile, la sua trecci e sovrapposizioni dottrinali e giuridi- firma, dove attorno ad una croce si potevache, che non potevano non essere fonti di no leggere le parole: Mathilda Dei gratia pressoch inestricabili equivoci. Il dissidio quid est, Matilde, per grazia di Dio, ci delle Investiture, frutto maturo ed ormai che . la persona che si qualifica non cadente dei precedenti sviluppi, raggiunse il per i titoli, ma per il rapporto a Dio, e non suo apice con Gregorio VII, e si sarebbe poi gi astratto, ma calato nella storia. concluso con il compromesso del cosiddetto Concordato di Worms tra Callisto II ed *Cardinale, Presidente del Governatorato Enrico V nel 1122. Questo fu il momento dello Stato della Citt del Vaticano

La speranza della vita eterna una bussola che orienta tutta la nostra vita Essendo un rimedio alla paura pu essere anche un rimedio alla violenza

ra, che entra nella preghiera di Ges e che nel corpo di Cristo diventa preghiera di Ges Cristo, pu essere definita come laboratorio della libert. Qui e in nessun altro luogo avviene quel profondo cambiamento dell'uomo, di cui abbiamo bisogno affinch il mondo diventi migliore (Joseph Ratzinger, Il cammino pasquale, Milano, ncora, 1985, p. 90). L'unit della nostra volont col Signore incontrato ci apre le porte della divinizzazione. L'uomo rimanendo uomo partecipa della vita divina. Niente di meno! Se ne prendiamo un po' coscienza, non potremo che giungere alla stessa conclusione del cardinale Ratzinger: ecco la cosa di cui il mondo ha bisogno! Ecco il regalo che dobbiamo trasmettere! Ecco la fonte della pace! E questo regalo richiede la conversione. Come diceva san Tommaso d'Aquino, ogni azione si fa per un fine. Perci nei nostri atti la causa pi importante la causa finale, quella che riguarda lo scopo dell'azione. Ci vuole un fine che unisca i fini particolari: l'uomo ha bisogno di uno scopo ultimo, altrimenti cammina vivendo la sua vita soltanto per stancarsi sempre di pi, saltando senza unit da un desiderio a un altro. Il fine ultimo e unificante della vita umana essere con Dio, vedere Dio, trovandoci la perfetta beatitudine. Se non lo potessimo fare in nessun modo, la nostra vita sarebbe una vana stanchezza. Con altre parole il Papa dice lo stesso. Senza una grande speranza unificante, le piccole speranze perdono la loro forza: Noi abbiamo bisogno delle speranze pi piccole o pi grandi La speranza non deve essere data per scontata che, giorno per giorno, ci mantencome frutto di secoli di cultura cristiana gono in cammino. Ma senza la grande speranza, che deve superare tutto Esige invece una relazione personale il resto, esse non bastano (n. 31). ed esige una conversione Ci sono delle speranze parzialmente unificanti, che deludono perch rimangono chiuse in questo de Lubac (autore caro al teologo Ratzinger) nel mondo e non favoriscono la libert umana (le suo libro del 1944 Le drame de l'humanisme athe. speranze che mirano soltanto a cambiare delle Se il peccato divide, la redenzione unisce: La strutture materiali, o al piacere egoista). La speredenzione appare proprio come il ristabili- ranze false non corrispondono alla natura umamento dell'unit, in cui ci ritroviamo di nuovo na e perci cercano sempre d'imporsi con una insieme in un'unione che si delinea nella comu- violenza pi o meno sottile agli individui o alle societ. nit mondiale dei credenti (n. 14). La speranza vera, quella che ci offerta dal L'unione dei credenti fa gi vedere una pace nostro Creatore, libera l'uomo e gli permette di nell'unit, che si riconosce bene soltanto con gli vivere all'altezza del suo desiderio infinito di coocchi della fede. Ma anche chi non crede pu noscenza e d'amore. Questa speranza richiede percepirne qualcosa. I poliziotti in parte cre- una unit della nostra volont con quella di denti, ma non tutti che hanno visto le giorna- Dio, sulle orme di Cristo morto e risorto: si tratte mondiali della giovent sono rimasti stupiti ta di una conversione. dalla pace e dall'unit di tanti giovani. Si perceProporre una conversione a tutti gli uomini piva la presenza del Regno di Dio. Le relazioni pericoloso? fonte di violenza, di divisione fra umane sono trasformate dall'amore di Dio, per- gli uomini? Lo pu essere, ma le caratteristiche ch l'amore di Dio si rivela nella responsabilit della speranza cristiana si oppongono alla vioper l'altro (n. 28). Il fatto d'aver una speranza lenza perch la speranza ci da motivo di superaal di l di questo mondo ci da la possibilit di re i nostri egoismi; ci aiuta a superare le nostre superare i nostri diversi egoismi a favore degli paure, che sono fonte di aggressivit; la speranza, la fede, l'amore e dunque la conversione dealtri, del bene comune (cfr n. 39). vono per forza essere libere e conformi alla raAnche un non-credente pu vedere l'aiuto gione. proveniente dalla speranza cristiana. Non soltanUna volta incontrato Cristo, una volta conto chi ha una speranza di risurrezione in posi- vertito, Pietro ha potuto dire: Signore, da chi zione migliore per dare la sua vita per gli altri andremo? Tu hai parole di vita eterna (Giovanin casi estremi, ma la prospettiva della risurre- ni, 6, 68). Questa bella esperienza ha cambiato zione include quelli che una societ materialista il mondo, l'ha reso pi umano, ed offerta alla ed edonista rischia di emarginare, cio quelli che nostra libert per la pace di tutti.

Il monogramma di Matilde su un documento del 1101

ad essa dedicata su disegno del Bernini, per cura di Urbano VIII. Essa vi raffigurata in atteggiamento sovrano, con il braccio destro levato e lo scettro fermamente serrato in pugno, e con le chiavi di Pietro e la tiara papale tenute, con gesto quasi di amorevole protezione, sul braccio sinistro La dedica posta sotto di essa dice: Urbanus VIII Pont. Max. Comitissae Mathildi virilis animi foeminae, Sedis Apostolicae propugnatrici, pietate insigni, liberalitate cele-

pagina 6

L'OSSERVATORE ROMANO
Riflessione del cardinale Francis Arinze

sabato 31 maggio 2008

Per la sua trentennale attivit in Brasile a favore dell'infanzia

Premio al gesuita Nella liturgia si celebra padre Piazza la meraviglia della misericordia di Dio
TORINO, 30. Padre Piazza, meglio conosciuto, nel mondo, come il pap dei meninos de rua ha ricevuto un riconoscimento per la sua fruttuosa e trentennale missione in favore dell'infanzia abbandonata. La sua attivit svolta in Brasile per lOrganizao de Auxilio Fraterno (Oaf), con cui la Regione Piemonte collabora da tempo a una serie di progetti che danno vitto, alloggio, copertura medica, istruzione e formazione tecnica e professionale a bambini e adolescenti in difficolt, risultata particolarmente meritoria. Questa la motivazione con cui stato conferito a padre Clodoveo Piazza, gesuita di origine italiana che da anni opera come missionario in favore dei bambini e dei giovani di strada o in situazione di grave disagio a Salvador de Bahia, il Sigillo della Regione Piemonte; il riconoscimento, dato per la prima volta, consiste in una medaglia in oro con lo stemma della regione montata su un bassorilievo fuso in bronzo raffigurante la sagoma del Piemonte, opera realizzata dallo scultore piemontese Riccardo Cordero. La presidente della Regione Mercedes Bresso ha sottolineato il grande valore aggiunto del suo lavoro rappresentato dal fatto di tentare di affrontare e risolvere con strumenti anche modesti alcune delle contraddizioni di quel Paese anche attraverso la creazione di percorsi formativi per dare ai giovani la possibilit di costruirsi un futuro. Il presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio ha poi sottolineato che con il suo lavoro padre Piazza non ha fatto solo attivit assistenziale ma ha cercato di andare alla radice dei problemi per affrontarli e risolverli. Secondo Gariglio il Sigillo della Regione Piemonte un riconoscimento per la sua attivit che vogliamo idealmente dare anche a tutti coloro che impegnano la loro vita per gli altri, per chi si impegna a combattere il muro dellindifferenza davanti alla sofferenza. In onore di padre Piazza stata organizzata una serata speciale al teatro Vittoria di Torino e fino al 7 giugno, nellatrio dellaula consigliare di Palazzo Lascaris, sar allestita la mostra fotografica dellOaf-Italia. Dal 2005 padre Clodoveo Piazza cittadino onorario di Torino, dove aveva fatto il suo noviziato al carcere minorile Ferrante Aporti, mentre nel 1999 il Sermig gli aveva conferito il premier Artigiano della pace. Padre Piazza, nato a Milano nel 1938 in una ricca famiglia di imprenditori, laureatosi alla Bocconi in economia e commercio, dopo un viaggio a Lourdes come barelliere decise di prendere i voti e divenne gesuita trasferendo le sue doti imprenditoriali dalla propria famiglia a quella pi grande dell'umanit dolente. In Brasile padre Piazza stato ministro per la Povert e le Disuguaglianze sociali, ma anche l'uomo chiamato a redigere la legge sull'infanzia, il cui testo uno dei migliori al mondo. Aprire il cuore delle istituzioni sono sue parole la fatica pi grande. La Sacra Liturgia celebra la Divina Misericordia: questo il tema al centro della riflessione proposta all'ultimo Congresso Mondiale sulla Divina Misericordia dal cardinale Francis Arinze. Di seguito ne pubblichiamo ampi stralci. di FRANCIS ARINZE* Il mistero profondo e confortante della misericordia di Dio permea il culto pubblico della Chiesa. La liturgia celebra, pagina dopo pagina, le meraviglie dell'amore divino che si rivela in particolare come misericordia. Si pu perfino affermare che la storia della salvezza la storia della manifestazione della misericordia amorevole di Dio. (...) Dopo il peccato originale, quando l'uomo disobbed a Dio e perse la sua amicizia, Dio non lo abban don al potere della morte. Ancora una volta gli offr un'alleanza e attraverso i profeti gli insegn a sperare nella salvezza (cfr Missale Romano: Preghiera Eucaristica IV). (...) Dio ha cos tanto amato il mondo da dare, nella pienezza dei tempi, il suo Figlio unigenito, perch chiunque crede in lui abbia la vita eterna (Giovanni 3, 16). Dio ricco di misericordia, dice san Paolo agli Efesini per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere in Cristo (Efesini 2, 4-5). Il Servo di Dio, Papa Giovanni Paolo II, stato un grande apostolo della misericordia divina. Nel 1980, all'inizio del suo pontificato, ha donato alla Chiesa e al mondo l'Enciclica Dives in Misericordia. Ha beatificato e canonizzato santa Faustina Kowalska, l'anima scelta da Cristo per diffondere la devozione al suo grande mistero. Durante il Grande Giubileo del 2000 Papa Giovanni Paolo II ha creato una nuova parrocchia a Roma dal suggestivo titolo di Dio Padre Misericordioso, per riassumere in poche parole il significato di quello straordinario evento spirituale. Riferendosi a Papa Giovanni Paolo II, il 15 aprile 2007, domenica della Misericordia, Papa Benedetto XVI ha affermato felicemente: Nella parola misericordia egli trovava riassunto e nuovamente interpretato per il nostro tempo l'intero mistero della Redenzione (Omelia del 15 aprile 2007, L'Osservatore Romano, 17-18 aprile 2007, p. 10). obbligati a diffondere e a difendere la fede con la parola e con l'opera (Lumen gentium, n. 11; Catechismo della Chiesa Cattolica, 1285). Il sacrificio eucaristico, fonte e apice di tutta la vita cristiana, l'offerta di Cristo, Corpo e Anima, a Dio Padre nell'adorazione, nel rendimento di grazie, nell'espiazione e nella supplica per la misericordia e la grazia. Questo il mio sangue dell'alleanza afferma Ges versato per molti, in remissione dei peccati (Matteo 26, 28). Il fatto che Ges ci nutre con il proprio corpo e resta con noi nel tabernacolo segno del suo amore e della sua misericordia. Il Sacramento della Penitenza ci offre il perdono e la misericordia di Dio per le offese fatte a lui. Al contempo, i peccatori si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita con il peccato e che coopera alla loro conversione con la carit, con l'esempio e con la preghiera (Lumen gentium, n. 11). Ges ha gi affermato: Non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori (Marco 2, 17; cfr 1 Timoteo 1, 15). Ci sar pi gioia in cielo per un peccatore convertito (Luca 15, 7). Ges ha scioccato le autorit religiose di Israele identificando il proprio atteggiamento misericordioso verso i peccatori con l'atteggiamento di Dio verso di loro (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica n. 589). La Parabola del Figliol Prodigo, meglio detta del Padre Misericordioso, mostra il processo di conversione e di pentimento e la profondit della misericordia e dell'amore di Dio (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1439). Di certo, il Sacramento della Penitenza richiede conversione e pentimento come prerequisiti per la misericordia di Dio: Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verit non in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che fedele e giusto ci perdoner i peccati e ci purificher da ogni colpa (1 Giovanni 1, 8-9). Nel sacramento dell'Unzione degli Infermi, la Chiesa raccomanda i malati al Signore sofferente e glorificante e li esorta a unirsi alla passione e alla morte di Cristo. I fedeli consacrati dal sacramento dei Santi Ordini vengono nominati ad amministrare l'amore e la misericordia divini al popolo di Dio con le parole e con le azioni. Gli sposi cristiani, con il sacramento del Matrimonio, ricevono la grazia di aiutarsi a conseguire la santit e a educare i propri figli nel timore reverenziale di Dio. Quindi ognuno dei sette sacramenti , a suo modo, uno strumento potente nell'opera della salvezza, nell'amore e nella misericordia di Dio e nella chiamata a essere perfetti come perfetto il nostro Padre celeste (cfr Matteo 5, 48). Che la Beatissima Vergine Maria, Madre di Misericordia, ottenga per noi la grazia di celebrare, amare e vivere le ricchezze della Divina Misericordia cos come espressa nel culto pubblico della Chiesa.
*Cardinale, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

Lo Stato un importante centro economico

Cristiani e induisti collaborano nel Karnataka indiano


BANGALORE , 30. I leader cristiani dello Stato indiano del Karnataka hanno promesso di collaborare con il Partito del popolo indiano (Bjp), nella formazione del Governo locale che uscir dopo i risultati definitivi della consultazione elettorale che si tenuta per il rinnovo dell'Assemblea legislativa. Le elezioni si sono tenute in tre fasi distinte dal 10 al 23 maggio. Attualmente la destra nazionalista ind, rappresentata dal partito, che governa lo Stato da due anni, dispone della maggioranza dei seggi. L'arcivescovo di Bangalore Bernard Blasius Moras ha affermato citato dall'agenzia UcaNews che la Chiesa intende collaborare con l'Esecutivo al fine di salvaguardare gli interessi delle minoranze religiose, piuttosto che respingere il Partito del popolo, come una formazione contro le minoranze. Due anni fa, il Partito del popolo indiano era riuscito a conquistare il potere per la prima volta nel Karnataka, lo Stato meridionale dell'Unione indiana, che rappresenta una parte del subcontinente, culturalmente e storicamente differente dal resto del Paese. L'arcivescovo citato sempre dall'agenzia ha, in particolare, ricordato i numerosi attacchi contro i cristiani durante i precedenti Governi di coalizione e ha di conseguenza espresso la speranza che il futuro Esecutivo concentri la sua attenzione sullo sviluppo dei rapporti in modo da contrastare efficacemente la campagna di odio contro i cristiani. Padre Faustin Lobo, che coordina l'attivit pastorale in Karnataka, ha espresso il desiderio che il nuovo Governo distribuisca i progetti di sviluppo in maniera equa tra tutti i gruppi religiosi. Il sacerdote ha detto che se il partito intende fare del Karnataka la via di ingresso per prevalere nel sud dell'India, deve cambiare la propria agenda, diventando un organismo di rappresentanza degli interessi del popolo a tutti gli effetti. Un sacerdote clarettiano, George Kannamthanam, da parte sua, condividendo tale pensiero di collaborazione, ha aggiunto che i cristiani devono imparare a lavorare insieme con gli induisti: arrivato il tempo ha detto di sviluppare piuttosto che dissolvere, di apprezzare piuttosto che criticare, di comprendere piuttosto che disistimare. Il sacerdote ha poi detto che gli attacchi contro i cristiani sono stati utilizzati come strategia per dominare la popolazione, ma ora che il partito ha acquisito la maggioranza deve provare di saper governare. Il Karnataka uno dei cinque Stati dell'India ad avere un sistema legislativo bicamerale, con un Consiglio legislativo di settantacinque seggi e un'Assemblea legislativa di duecentoventicinque deputati. Lo Stato , inoltre, rappresentato da quaranta membri al Parlamento nazionale di Nuova Delhi. Il Karnataka il secondo centro industriale della nazione, denominato la Silicon valley d'Oriente per il numero elevato di imprese che si occupano di informatica. Per tale motivo, anche se si tratta di elezioni locali, gli sviluppi politici e sociali dell'area assumono un rilievo particolare per tutto il subcontinente.

La liturgia tramite della misericordia divina


in particolare mediante la sacra liturgia che veniamo in contatto con la misericordia divina. Ges Cristo, manifestazione dell'amore salvifico e misericordioso di Dio per tutta l'umanit, unico e solo mediatore fra Dio e l'uomo (cfr 1 Timoteo 2, 5), ha compiuto l'opera della nostra redenzione. Ha reso perfetta gloria a Dio. Ha istituito la sua Chiesa e le ha affidato la predicazione del suo Vangelo e la celebrazione dei suoi misteri salvifici. Ges sempre presente nella Chiesa, in particolare nelle sue celebrazioni liturgiche. presente nell'assemblea liturgica orante. presente nella parola di Dio proclamata nella liturgia. presente nei sacramenti per mezzo della sua forza. presente nel sacrificio della Messa non solo nella persona del celebrante, ma soprattutto nelle specie eucaristiche. Nella sacra liturgia, quindi, il culto pubblico viene esercitato dal cor-

Iniziativa dei vescovi dell'Asia sull'educazione


Un'iniziativa per far diventare le scuole e le universit asiatiche luoghi di vero dialogo stata lanciata dall'Ufficio educazione e formazione alla fede della Federazione delle Conferenze episcopali dell'Asia (Fabc), in accordo con l'Ufficio internazionale dell'educazione cattolica (Oiec). Come ha spiegato il segretario esecutivo dell'Oiec, padre Vicente Cajilig, l'Ufficio internazionale dell'educazione cattolica sta lavorando assiduamente per stabilizzare la propria presenza sulla base degli statuti che chiedono di promuovere la fede nel continente, attraverso un'opera educativa che assicuri la difesa dei principi e la promozione della comunione e della solidariet. A tale scopo, in una riunione tenutasi a Bangkok, stato riconfermato il ruolo dell'Ufficio dei vescovi asiatici che si occupa dell'educazione degli studenti (Oeff). La struttura guidata dal presidente, il vescovo di Takamatsu Francis Xavier Osamu Mizobe, dall'arcivescovo emerito di Taipei Joseph Cheng Tsai-fa, dal vescovo di Hazaribag Charles Soreng, dal vescovo di Balanga Socrates Villegas e da padre Vicente Cajilig. In Asia convivono diverse culture e religioni e, il compito dell'Oeff sottolineato quello di annunciare Cristo e il modello di vita cristiana. In passato l'Ufficio dell'educazione degli studenti aveva anche collaborato con il Dipartimento degli Affari esteri della Repubblica delle Filippine all'interno di un programma per il dialogo interreligioso.

po mistico di Cristo, cio dal Capo e dalle sue membra (cfr Sacrosanctum Concilium, n. 7). La liturgia il canale principale attraverso il quale riceviamo la misericordia e la grazia di Dio. Dalla liturgia, dunque, e particolarmente dalla eucaristia, deriva in noi, come da sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia quella santificazione degli uomini e quella glorificazione di Dio, alla quale tendono, come a loro fine, tutte le altre attivit della Chiesa (Sacrosanctum Concilium, n. 10). nella liturgia che Dio ci nutre con la sua Parola, il suo perdono, la sua misericordia e la sua vita. Nella sacra liturgia, ogni momento sacro. Ogni momento appartiene a Dio, ma la settimana in cui la Chiesa celebra l'evento centrale della nostra redenzione sacra in modo particolare. La chiamiamo Settimana Santa. la settimana in cui la Chiesa celebra il mistero pasquale della passione di Cristo, la sua morte, la sua resurrezione dai morti e la sua gloriosa ascensione, laddove morendo, ha sconfitto la nostra morte e, risuscitando, ha ripristinato la nostra vita (cfr Messale Romano, Praefatio pasquale I). il culmine della manifestazione dell'amore e della misericordia di Dio. Dal costato di Cristo dormiente sulla croce scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa (Sacrosanctum Concilium, n. 5). La nuova alleanza suggellata nel Sangue di Cristo. Nel Battesimo siamo inseriti nel mistero della misericordia di Dio. Lo celebriamo nei Sacramenti, in particolare nella Santa Eucaristia. Celebriamo e lodiamo la misericordia amorevole di Dio nella Liturgia delle Ore o preghiere della Chiesa per le varie ore del giorno. Ci spiega perch il crocefisso occupa un posto centrale nelle chiese, sugli altari e in altri luoghi di culto pubblico della Chiesa. Dalla Croce del Signore scaturiscono i Sacramenti del mistero pasquale (cfr Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1182). Ges che sof-

fre e muore sulla Croce una manifestazione visibile e potente della misericordia amorevole di Dio per tutta l'umanit. Dio non ha risparmiato il proprio figlio, ma lo ha dato per tutti noi (Romani 8, 32).

La misericordia divina e i sacramenti


Sebbene in queste riflessioni si siano menzionati i sette sacramenti quali doni della misericordia di Dio, ora necessario esaminare ognuno di essi. Sono sacramenti di redenzione (cfr Messale Romano: Messa Votiva della Divina Misericordia, Offertorio). Sono le maggiori correnti attraverso le quali sono giunte a noi le grazie che il nostro Redentore ha procurato per noi. Sono sacramenti di fede perch non solo la presuppongono, ma con parole e oggetti la nutrono, la irrobustiscono e la esprimono (cfr Sacrosanctum Concilium, n. 59; Catechismo della Chiesa Cattolica, 1123). Il Battesimo immerge le persone nel mistero pasquale di Cristo: esse muoiono con Cristo, vengono sepolte con lui e risorgono con lui. Ricevono lo spirito di adozione di figli di Dio per mezzo del quale gridano Abb, Padre. Vengono anche incorporate nella Chiesa come suoi membri e acquisiscono la capacit di partecipare al culto cristiano. San Pietro parla loro della dignit che possiedono e della misericordia che Dio ha mostrato loro: Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si acquistato perch proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce (1 Pietro 2, 9). Nella Confermazione i cristiani ricevono lo Spirito Santo come pienezza del Battesimo e perfezionamento della loro grazia battesimale. Divengono pi perfettamente legati alla Chiesa e vengono arricchiti dalla forza speciale dello Spirito Santo. Come autentici testimoni di Cristo, sono pi strettamente

W
La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti comunica con dolore che deceduto il

Al primo incontro in Colombia partecipano giornalisti, teologi e moralisti

Sig.

La stampa sudamericana riflette su Aparecida


La verit condivisa alla luce del documento di Aparecida. Ne discute la stampa cattolica latinoamericana riunita in Colombia. stato monsignor Hctor Gutirrez Pabn, vescovo della diocesi di Engativ, in Colombia, e presidente della Commissione per le comunicazioni della Conferenza episcopale latinoamericana (Celam), ad aprire, nella sede della Conferenza episcopale colombiana, il primo incontro continentale della stampa di ispirazione cattolica. I partecipanti, oltre cento, rifletteranno sino al 3o maggio sulla verit condivisa alla luce delle sfide e delle prospettive che il documento di Aparecida pone ai comunicatori sociali nell'ambito dell'evangelizzazione e, in particolare, della Missione continentale. Con il contributo di esperti, giornalisti ma anche teologi e moralisti, i partecipanti tracceranno innanzitutto una mappa della situazione attuale dei mass-media in particolare sul rapporto con l'informazione religiosa. Inoltre si tenter di circoscrivere i problemi principali di questo legame, soprattutto guardando alle insufficienze possibili dell'evangelizzazione nell'ambito dei mezzi di comunicazione sociale. Per gli organizzatori appare importante la cornice che al riguardo offre il documento della v Conferenza generale degli episcopati latinoamericani e caraibici (13-31 maggio 2007, Aparecida, Brasile) che su questa materia pu fornire molti elementi di slancio e riflessione. Un momento importante dell'evento riguarda la dimensione pratica, cio, con l'aiuto degli esperti far vedere ai partecipanti pi giovani e con meno esperienza, come si pu fare in concreto un giornale, come si pu preparare un articolo interessante, come coltivare il rapporto umano e professionale con i comunicatori, come avvicinare i contenuti della Missione continentale all'informazione quotidiana. Infine, i partecipanti, nelle diverse tavole rotonde potranno illustrare la realt della comunicazione nelle singole nazioni latinoamericane e caraibiche con una speciale sottolineatura alla questione della libert di stampa, ai pericoli e rischi che negli ultimi tempi sono molto cresciuti in diversi Paesi della regione. Benedetto XVI, in uno dei passaggi chiave del messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali di quest'anno sottolinea che in modo sempre pi marcato oggi i media soffrono di un delirio di onnipotenza. Talora la comunicazione sembra avere la pretesa non solo di rappresentare la realt, ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede. Il Papa indica nella ricerca e nella presentazione della verit l'obiettivo ultimo dei media: Occorre evitare che i mezzi di comunicazione diventino il megafono del materialismo economico e del relativismo etico, vere piaghe del nostro tempo. Per questo motivo il Papa auspica che i media possano favorire e migliorare la comprensione fra le nazioni, dare respiro universale ai dialoghi di pace, garantire all'uomo il bene primario dell'informazione assicurando, nel contempo, la libera circolazione del pensiero in ordine soprattutto agli ideali di solidariet e di giustizia sociale.

ANTIMO GRASSIA
padre del rag. Antonio Grassia, commesso del Dicastero. Nell'esprimere profonda partecipazione al grave lutto del Signor Grassia, la Congregazione, in spirito di cristiana speranza, invita alla preghiera per l'eterna felicit in Dio dell'anima del compianto defunto. Vaticano, 30 maggio 2008.
.

W
Il Decano di Sala ed i Sediari Pontifici partecipano con profondo dolore al lutto che ha colpito la famiglia per l'improvvisa scomparsa del loro collega

RAFFAELE VESSICCHIO
Sediario Pontificio dal 1958
.

sabato 31 maggio 2008

L'OSSERVATORE ROMANO

pagina 7

Nella continuit del dialogo ecumenico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa

Dal 2 al 6 giugno un congresso a Roma con l'Organizzazione internazionale per le migrazioni

La visita in Russia Le religiose contro del cardinale Kasper la tratta degli esseri umani
di PAOLO BROCATO Un viaggio per conoscere pi in profondit le ricchezze culturali e religiose della tradizione russa, una visita importante soprattutto per i rapporti tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa Cattolica, in continuit del dialogo intrapreso da diversi anni e che si va approfondendo. questa la tendenziale finalit del viaggio che il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani, ha compiuto in Russia, dal 21 al 30 maggio, accogliendo l'invito di sua eminenza Cirillo, Metropolita di Smolensk e Kaliningrad e Presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca. Il viaggio ha portato il cardinale in varie parti del Paese. A Kazan, luogo caro al suo cuore, per venerare l'icona della Madonna che egli stesso, a nome del servo di Dio, Giovanni Paolo II, aveva riportato in Russia nel 2004. Poi una visita al monastero di Diveevo nei pressi di Nizhniy Novgorod, dove si venera il santo Serafino di Sarov, particolarmente amato dal popolo russo. Il cardinale Kasper stato ricevuto a Mosca da Sua Santit, il Patriarca Alessio II al quale ha consegnato una lettera (ne pubblichiamo il testo in prima pagina) ed un dono da parte di Benedetto XVI. Gi nel 2006, il 24 febbraio, in occasione del compleanno ed onomastico di Alessio II, ci fu uno scambio di messaggi fra l'attuale pontefice ed il Patriarca durante la visita compiuta a Mosca dal cardinale Roger Etchegaray. Nel corso dellincontro di gioved con il Patriarca, il cardinale ha sottolineato di essere molto contento del colloquio e ha espresso la speranza che esso favorisca lulteriore sviluppo dei contatti fra le due Chiese. Alessio II si detto convinto della necessit del dialogo ortodosso-cattolico, ribadendo che le posizioni delle due Chiese coincidono su molte questioni poste dal mondo contemporaneo, in particolare nella sfera morale, nei rapporti familiari e sociali, nei diritti umani e nella bioetica. Nell'omelia pronunciata durante la celebrazione della festa del Corpus Domini nella cattedrale cattolica della Madre di Dio a Mosca, il cardinale Kasper ha evidenziato che la divisione dei cristiani in contraddizione con la volont di Cristo il quale, alla vigilia della sua morte, ha pregato affinch tutti siano una sola cosa. La divisione fra i cristiani e fra le Chiese ha aggiunto in contraddizione con il sacramento centrale e il mistero pi alto della Chiesa, l'Eucaristia. Ricordando poi il testamento di Ges, che tutti siano una sola cosa, il cardinale ha chiesto: Abbiamo preso sul serio questo suo testamento? Forse non completamente. Pertanto c' ragione di pregare ininterrottamente e, in ogni celebrazione eucaristica, preghiamo soprattutto per la pace e l'unit della Chiesa, ma non solo questo, dobbiamo essere attivi, fare del nostro meglio per preparare le vie per la ricomposizione dell'unit. Luned 26, il cardinale Kasper ha incontrato gli studenti dell'universit ortodossa San Tikhon di Mosca. Abbiamo molte pi cose in comune di quelle che ci separano ha detto e siamo sempre pi convinti che i segni dei tempi ci obbligano a stabilire una collaborazione pi stretta tra le nostre Chiese. II cardinale si intratdi ALESSANDRO TRENTIN Due milioni e mezzo di persone nel mondo, di cui almeno settecentomila sono donne: sono questi i numeri del fenomeno della tratta di esseri umani, secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), un fenomeno che colpisce indistintamente tanto l'Europa che gli altri continenti. Una realt drammatica che sar al centro dei lavori del congresso che si svolger a Roma dal 2 al 6 giugno presso l'Istituto Fratelli della Scuola Cristiana, promosso dall'Unione internazionale delle superiore generali (Uisg) insieme con l'Oim, per individuare e programmare comuni strategie di contrasto. L'iniziativa stata presentata nel corso di una conferenza stampa, venerd 30 maggio. L'Uisg riunisce le superiore generali di millenovecento congregazioni in tutto il mondo, per un totale di ottocentomila suore. Le congregazioni femminili hanno avviato fin dal 2004, progetti per aiutare soprattutto donne e bambini a non restare vittime della schiavit, puntando in particolare sulla riabilitazione e sul reinserimento sociale, lavorando a stretto contatto con gli enti governativi e le associazioni dei Paesi di origine delle vittime, per offrire un'efficace campagna di informazione e prevenzione. Al congresso parteciperanno cinquanta religiose di diversi Paesi dei cinque continenti, in rappresentanza di trentuno congregazioni. In particolare l'obiettivo dei lavori : rafforzare le reti esistenti sia a carattere nazionale che regionale; creare le basi per una rete internazionale; identificare le risorse necessarie per dare continuit alla rete; elaborare una dichiarazione finale. Il congresso, tra l'altro, segner l'avvio di una sinergia con l'Unione superiori generali (Usg), che riunisce i responsabili degli istituti maschili. La collaborazione tra l'Uisg e i rappresentanti di centoventidue nazioni raggruppate nell'Oim stata avviata con il contributo dell'Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede. Il fenomeno della tratta degli esseri umani, soprattutto donne e bambini sottolineano dall'Uisg chiama a spalancare le porte dei cuori, facendone sgorgare la compassione di Ges, che si fa presenza profetica e creativa, accanto alle vittime della schiavit. La tratta specificato una realt complessa che abbraccia molteplici aspetti e le azioni di contrasto devono essere altrettanto specifiche, a partire dalla formazione delle stesse suore. Suor Bernadette Sangma, coordinatrice dei lavori, ha spiegato che a tale scopo nei diversi Paesi che ospitano le congregazioni sono in corso di svolgimento dei seminari di approfondimento, i cui lavori confluiranno nella sintesi congressuale che indicher le comuni linee d'azione. La religiosa ha aggiunto: Vogliamo sensibilizzare l'opinione pubblica sulla gravit del fenomeno e utilizziamo l'approccio specifico della prospettiva della fede e della dottrina sociale della Chiesa per affrontare il problema. Suor Aurelia Agredano, una delle rappresentanti dell'Uisg, ha messo in rilievo che su quarantasette Paesi che fanno parte del Consiglio d'Europa, soltanto trentanove hanno siglato un documento unitario per lottare contro la tratta. L'estrema povert spinge milioni di persone singole e famiglie a emigrare da un Paese all'altro e molte di esse vivono sfruttate all'ombra dei persecutori che ne ricavano immensi guadagni. Peter Schatzer, capo missione dell'Oim in Italia, ha reso noto che il giro di affari che ruota attorno alla schiavit di tre miliardi di dollari. L'Oim, che evidenzia anche l'impegno del Governo italiano per sostenere i progetti, ha sviluppato soprattutto campagne di informazione: La possibilit di collaborare con le congregazioni ha detto il funzionario moltiplica le possibilit di trasmissione delle informazioni, grazie alla capillarit della presenza degli istituti. Le congregazioni operano in: Lesotho, Nigeria, Senegal, Sudafrica, Indonesia, Filippine, Thailandia, Brasile, Canada, Repubblica Dominicana. E ancora: Stati Uniti, Albania, Belgio, Italia, Olanda, Portogallo, Romania, Spagna, Australia e Kiribati. Tra i vari interventi al congresso vi sar quello dell'ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Mary Ann Glendon.

tenuto in un colloquio con i giovani ortodossi scandito da domande e risposte. Riguardo al dialogo teologico, il cardinale ha ribadito: Non sufficiente che i teologi e i vescovi si incontrino; pi importante unire i popoli. La mentalit e le disposizioni interiori delle popolazioni sono molto pi difficile da cambiare. Si pu preparare l'unit, ma non organizzarla. L'unit un dono dello Spirito Santo. Possiamo solamente pregare perch si realizzi.

Per unit ha poi specificato il presidente del Pontificio Consiglio non si deve assolutamente intendere unificazione. La Chiesa pu essere una unit nella diversit, o meglio una diversit nell'unit. Nell'indicare come rilevante il risvolto ecumenico del viaggio, monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, ha detto che la presenza del cardinale Kasper stata un segno di carit e di benevolenza del Papa.

Intervista con il nuovo presidente dell'Azione cattolica, Francesco Miano

Conclusa a Roma la 71 assemblea semestrale dell'Usg

L'accoglienza, dovere ineludibile I superiori generali per ogni credente e l'esercizio dell'autorit
di MARCO BELLIZI Accoglienza per gli immigrati, compito ineludibile per un credente, studio e traduzione della dottrina sociale della Chiesa, di cui va riscoperta la grammatica. E un anno straordinario di riflessione su quella chiamata alla santit che Benedetto XVI ha fatto il 4 maggio scorso nel suo messaggio per l'assemblea dell'Azione cattolica (Ac). Francesco Miano, 47 anni, nuovo presidente di Ac, ha gi alcuni punti fermi nel programma che intende portare avanti nel suo incarico triennale, e li puntualizza, nel giorno del passaggio di consegne simbolico con il suo predecessore, Luigi Alici. Quale Azione cattolica trova in eredit? una eredit particolarmente significativa, perch Ac ha fatto in questi anni uno sforzo notevole fra continuit e novit: la continuit della sua lunga storia, celebrata anche nell'incontro che abbiamo avuto con il Papa, la novit che deriva dallo sforzo di provare a interpretare la volont di Dio per il nostro tempo. una novit che in effetti una caratteristica dell'Azione cattolica. Come vanno le adesioni? Confermo un risultato di stabilit. Il che molto importante, perch in Ac le adesioni sono personali e sono adesioni che si rinnovano annualmente. Questo dato tanto pi importante se si considera come oggi sia difficile assumere impegni stabili. Alcuni studi, condotti in seno alla Conferenza episcopale italiana, hanno evidenziato come per ogni adesione in realt ci siano due persone di fatto aderenti ad Ac, che utilizzano magari i percorsi formativi, i campi scuola e le altre nostre iniziative. Cosa porta invece il nuovo presidente all'Azione cattolica? Mi avvalgo di un percorso gi tracciato dai miei predecessori. Io vorrei portare l'idea di mettermi a servizio nel modo pi forte possibile della comunione ecclesiale, lavorando sempre di pi sulla cura delle relazioni, perch vuol dire creare ponti dove si interrotta una strada, vuol dire superare il particolarismo esistente anche in realt ecclesiali. Come intende affrontare i temi della formazione e del bene comune? L'Ac si sempre spesa per la formazione, ma vorremmo riuscire a proporre percorsi sempre pi all'altezza delle richieste dei tempi. Vorrei collegare per il tema della formazione al tema della chiamata alla santit cui il Papa ha fatto riferimento nel suo discorso del 4 maggio. come se il Papa ci avesse detto: il vostro compito farvi santi a partire dalla vostra vita quotidiana, dal lavoro, dalla famiglia. nostra intenzione quindi dedicare l'anno prossimo alla riflessione sulla chiamata alla santit, per dire che oggi la questione formativa o la affronti andando al cuore del problema o non la risolvi. L'altra questione quella del bene comune: vorremmo rafforzare tutte le iniziative che si possono dedicare allo studio e alla traduzione della dottrina sociale della Chiesa. Solo cos si pu dare sostanza alla passione per il bene comune. Che Italia trova oggi la nuova Azione cattolica? un Paese in chiaroscuro. Certamente da considerare positivamente quel valore del dialogo che il Papa ha ricordato in questi giorni, il dialogo che necessario a far maturare la passione per il Paese. L'Azione cattolica di fronte alle sfide dell'immigrazione. La linea di Ac quella espressa dal cardinale Bagnasco e anche dal cardinale Sepe, che ha parlato in particolare della situazione napoletana. C' la necessit dell'accoglienza, che accoglienza delle persone, impegno ineludibile per un credente. Il che, chiaramente, non significa acquiescenza nei confronti di chi non rispetta le leggi. Riguardo ai provvedimenti allo studio, direi che il pericolo da evitare quello di interventi congiunturali. di GIOVANNI ZAVATTA Come accompagnare il cammino del religioso in situazioni di difficolt, crisi e fragilit vocazionali e come comportarsi davanti a possibili punizioni o a eventuali dimissioni. Sono alcune delle tante questioni alle quali i superiori generali hanno cercato di dare risposte nei lavori di gruppo durante la settantunesima assemblea semestrale dell'Usg che si conclusa venerd pomeriggio. Don Pascual Chvez Villanueva, presidente dell'Usg, ha presentato un bilancio finale dei lavori dopo che il vescovo Flavio Roberto Carraro aveva parlato ai superiori sul tema dell'autorit e obbedienza nel contesto della missione. L'assemblea stata orientata dalla presentazione iniziale dell'Istruzione Il servizio dell'autorit e l'obbedienza, alla quale hanno preso parte nella prima giornata anche le superiore generali degli ordini e congregazioni femminili. C' sempre molta aspettativa e un po' di timore prima di un'Istruzione vaticana ci ha detto il vicepresidente dell'Usg, padre Joseph William Tobin, superiore generale della Congregazione del Santissimo Redentore ma i sentimenti sono di soddisfazione generale. Ci troviamo di fronte a un documento ampio e approfondito, a uno strumento indispensabile per migliorare la qualit della nostra vita religiosa. L'unico rammarico stato quello di non avere avuto molto tempo per leggerlo e per esprimere dei giudizi pi articolati e fecondi. Quale sar il passo successivo all'interno delle congregazioni? Porremo subito l'Istruzione all'esame dei singoli consigli per poi passare alla fase puramente pedagogica ovvero studieremo con quali modalit applicare il documento dal punto di vista teoretico e didattico. Al centro, ora, c' la formazione del superiore generale alla luce dell'istruzione sul servizio dell'autorit. Esiste un punto di equilibrio fra il servizio dell'autorit e l'obbedienza? Potremmo identificarlo, ma solo un tentativo, nello scopo dell'ordine, nel suo carisma. Il superiore non pu comandare qualsiasi cosa, egli al servizio del Signore. Ciascuno scrive san Pietro metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. Avete avuto l'impressione di un documento punitivo? Se si riferisce allo scandalo degli abusi sessuali negli Stati Uniti, direi di no. Certamente ne abbiamo parlato ma credo che l'origine dell'Istruzione sia solo culturale e teologica.

I giovani e l'educazione temi prioritari nell'assemblea dei vescovi italiani

Non li abbiamo tenuti abbastanza per mano


Non li abbiamo tenuti abbastanza per mano: si pu riassumere anche cos la grande questione dell'emergenza educativa. Una constatazione che insieme diventa impegno per il futuro, un richiamo implicito alle responsabilit degli adulti. Perch, come ha ricordato il vicepresidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), l'arcivescovo Agostino Superbo, non si deve infiltrare la convinzione che i giovani abbiano il negativo nel cuore ma dobbiamo chiederci continuamente cosa ci dice il modo di essere attuale dei giovani. Nel corso dell'assemblea della Conferenza episcopale italiana, che si chiusa oggi, si parlato molto delle nuove generazioni; l'arcivescovo Superbo ha dedicato un intervento a Giovani e Vangelo: percorsi di evangelizzazione ed educazione, a sottolineare proprio la centralit della questione nelle preoccupazioni pastorali dei vescovi italiani. E il cardinale vicario di Roma, Camillo Ruini, ha esplicitamente augurato all'Italia una ripresa demografica. Mi auguro ha detto che nel futuro dell'Italia ci siano molti bambini, un augurio che faccio di tutto cuore per il futuro del Paese. Chiedersi continuamente cosa dice il modo di essere attuale dei giovani, significa anche iniziare a progettare un percorso educativo che comunichi speranza, ha detto l'arcivescovo Superbo. Il nostro compito ha ricordato essere mediatori tra i giovani e Ges. E, riflettendo sull'attuale condizione del mondo giovanile, ha aggiunto: Spesso viene presentato a tinte fosche e sono pi accentuate le spinte negative che quelle positive. Ad esempio, ha ricordato Superbo, si parlato tanto della tragedia di Niscemi, mentre non si parlato dell'iniziativa di un gruppo di giovani che a Palermo sono andati in giro per i negozi invitando a non pagare il pizzo. Eppure sono gli stessi giovani che vengono dalla stessa regione, la Sicilia. Insomma, occorre guardare la realt buona dei giovani e insegnare loro il valore del limite. Ha aggiunto l'arcivescovo Superbo: Noi, come adulti, abbiamo paura del limite, inteso come limite della salute, della vita... Invece, il limite un valore perch fa parte della nostra realt. Per questo, dobbiamo interrogarci sul perch non riusciamo a comunicarlo come valore ai giovani. Certe tragedie non avverrebbero se ci fosse il senso del limite, perch le droghe non sono solo le sostanze che vengono assunte, ma anche le idee che ti portano fuori strada. L'arcivescovo ha poi confidato che i vescovi italiani attendevano particolarmente il messaggio e il sostegno del Papa alle riflessioni circa l'impegno educativo della comunit cristiana. Dai numerosi interventi di Benedetto XVI sull'emergenza educativa, ha detto l'arcivescovo Superbo, si potrebbe ricavare benissimo un progetto, un itinerario educativo. Nel progetto educativo, ha detto anche il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nella sua prolusione, un ruolo essenziale pu e deve essere assunto dalle istituzioni e associazioni cattoliche, in primo luogo parrocchie e oratori, oltre che le stesse chiese. Una presenza qualificata, per un concetto di educazione a trecentosessanta gradi nella quale ha pieno titolo anche la cultura dell'accoglienza. Ha detto il cardinale Bagnasco: Vorrei segnalare che un contributo al bisogno di sicurezza, anche se non immediatamente diretto, viene dalle comunit cristiane presenti sul territorio, e distribuite a rete nelle situazioni urbane come in quelle dei centri medi, ma anche piccoli e piccolissimi: ed la valorizzazione della dimensione sociale della fede, degli incontri e degli ambienti a essa collegati. In modo sintetico, mi piace vedere il sagrato come figura simbolica della Chiesa vicina e incarnata tra la gente in tutte le sue forme: dalle parrocchie alle aggregazioni antiche e nuove. Il sagrato aggiungeva il cardinale stato nell'ultima stagione riscoperto nelle sue valenze religiose e civili, non solo a cerniera tra il sacro e il profano, come era stato nei tempi antichi, ma anche quale luogo dell'accoglienza e dell'incontro, dell'orientamento a Dio come al prossimo. In altre parole, sar utile se lo spazio antecedente la chiesa, anzich via di fuga o spiazzo che si attraversa frettolosamente, diventa luogo del dialogo, dell'amicizia e dell'ascolto. Ci sono tanti dolori nascosti, sofferenze prolungate, solitudini non volute, vuoti lancinanti: socializzare queste situazioni, come pure i traguardi e le riuscite che rendono felice questa o quella famiglia, torna oggi a essere importante. E potrebbe essere parte di un'iniziativa pastorale che sta a cavallo con la dimensione civile, dove la presenza di fedeli a ci portati, come pure l'opera di diffusione dei nostri media, possono dare quel tocco di accorta vitalit, che non disturbo per l'azione sacra ma neppure si confonde con i marciapiedi vocianti e casuali. E ci in un'ottica di rivalorizzazione anche di altri ambienti comunitari come l'oratorio, l'asilo parrocchiale, la sala della comunit, e di momenti socializzanti, tipici della piet popolare, quali sono le feste patronali e le sagre del paese o del rione. Chiaramente, per fare fronte agli impegni sempre pi severi, occorre continuare a sovvenire alle necessit della Chiesa, e non a caso nella stessa prolusione, il cardinale Bagnasco ha ricordato che i vescovi, rivolgendosi anche a chi non partecipa alla vita della comunit cristiana hanno informato e sensibilizzato gli italiani: ma forse non ancora abbastanza, stando anche a recenti casi di malainformazione che, tuttavia, a parere del presidente della Cei, non distoglieranno i fedeli dal contribuire alla vita della loro Chiesa, e i cittadini pur non praticanti dal partecipare anche solo a livello simbolico a una missione che ha la loro stima. Intanto, il messaggio rivolto da Benedetto XVI ai vescovi, conferma e assicura l'attenzione e la vicinanza del Papa. (Marco Bellizi)

pagina 8

L'OSSERVATORE ROMANO
Il discorso del Papa ai presuli della Conferenza episcopale in visita ad limina Apostolorum

sabato 31 maggio 2008

Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum

Uno sforzo congiunto per ricostruire il Myanmar


Il Papa auspica uno sforzo congiunto per facilitare l'attivit necessaria a dare sollievo alle vittime del ciclone che ha devastato il Myanmar e a ricostruire le infrastrutture distrutte. L'auspicio stato espresso venerd 30 maggio, nell'incontro con i presuli della Conferenza episcopale ricevuti in occasione della visita ad limina. Di seguito la traduzione del discorso.

Decretum
quo facultas peculiaris de celebratione Conversionis Sancti Pauli apostoli in anno iubilari, quo bismillesimus anniversarium ortus eius recolitur, datur.
Sanctum Paulum, apostolum, qui, iam persecutor, Evangelium Christi ad gentes, uti veritatis in universo mundo praeco, omni studio et ope nuntiavit atque omnium christianorum unitati ac concordiae fovendae strenuam dedit operam, christifideles peculiari necnon assiduo cultu prosecuti sunt et adhuc prosequuntur, praesertim hoc vertente anno, quo bismillesimum anniversarium ortus eius recolitur, quemque Summus Pontifex Benedictus XVI iubilarem constituere voluit. Proinde, vigore facultatum huic Congregationi a Summo Pontifice BENEDICTO XVI tributarum, conceditur, ut, indole extraordinaria occasionis perpensa, venturo die 25 ianuarii anno 2009, quae Dominica III per annum occurret, in singulis ecclesiis una tantum Missa iuxta formularium In conversione Sancti Pauli, apostoli, ut in Missali Romano exstat, celebrari possit. Hoc in casu lectio altera Missae e Lectionario Romano pro Dominica III per annum sumitur atque symbolum seu professio fidei dicitur. Quae gratia, de speciali Summi Pontificis mandato, solummodo in anno 2009 vigeat. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Ex aedibus Congregationis de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum, die 25 mensis ianuarii anno 2008, in festo Conversionis Sancti Pauli, apostoli. FRANCISCUS CARD. ARINZE Prefectus ALBERTUS MALCOLMUS RANJITH Archiepiscopus a Secretis

Miei cari fratelli Vescovi, sono lieto di accogliervi, Vescovi del Myanmar, giunti nella citt di Roma per venerare le tombe dei santi apostoli e per rafforzare la vostra comunione con il Successore di Pietro. Il nostro incontro di oggi rende testimonianza dell'unit, della carit e della pace che ci uniscono e animano la nostra missione di insegnare, guidare e santificare il popolo di Dio (cfr Lumen gentium, n. 22). Sono grato per i cordiali saluti e l'assicurazione delle preghiere che l'Arcivescovo Paul Grawng mi ha espresso a vostro nome e a nome del clero, dei religiosi e dei laici delle vostre rispettive diocesi. Desidero ricambiare con saluti cordiali e con la sincera preghiera che Il Signore della pace vi dia egli stesso la pace sempre e in ogni modo (cfr Ts 3, 16). La Chiesa in Myanmar nota e ammirata per la sua solidariet con i poveri e i bisognosi. Ci stato particolarmente evidente dopo il ciclone Nargis. Le numerose agenzie e associazioni cattoliche nel vostro Paese mostrano che le persone a voi affidate hanno ascoltato il grido del Battista: Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto (Lc 3, 11). Ho fiducia nel fatto che con la vostra guida, i fedeli continueranno a dimostrare la possibilit di stabilire un vincolo fecondo fra evangelizzazione opere di carit (Deus caritas est, n. 30) cosicch gli altri sperimentino la ricchezza della loro umanit (Ibidem 31; cfr 1 Pt 4, 8-11). Durante queste difficili giornate, so quanto il popolo birmano sia grato per gli sforzi della Chiesa nell'offrire riparo, cibo, acqua e medicine a quanti sono ancora in difficolt. Auspico che, dopo l'accordo recentemente raggiunto sugli aiuti della comunit internazionale, quanti sono pronti ad aiutare possano fornire il tipo di assistenza richiesta e avere effettivo accesso ai luoghi in cui pi necessaria. In questo momento difficile, rendo grazie a Dio Onnipotente che ci ha fatto riunire (cfr 1 Ts 2, 17) perch mi offre l'occasione di assicurarvi ancora una volta che la Chiesa universale unita spiritualmente a quanti piangono la perdita dei propri cari (cfr Rm 12, 15) mentre ricorda loro la promessa del Signore di conforto e di consolazione (cfr Mt 5, 4). Che Dio apra il cuore di tutti affinch si possa compiere concordemente uno sforzo per facilitare e coordinare l'attivit di recare sollievo ai sofferenti e ricostruire le infrastrutture del Paese. La missione di carit della Chiesa risplende in modo particolare attraverso la vita religiosa, nella quale uomini e donne si dedicano con cuore indiviso al servizio di Dio e del prossimo (cfr 1 Cor 7, 34; cfr Vita consecrata, 3). Sono lieto di osservare che un numero sempre maggiore di donne risponde alla chiamata alla vita consacrata nel vostro Paese. Prego affinch la loro accettazione libera e radicale dei consigli evangelici inspiri altri a scegliere la vita di castit, povert e obbedienza per la salvezza del regno. Formare i candidati a questo servizio di preghiera e di opera apostolica richiede un investimento di tempo e di risorse. I corsi di formazione offerti dalla Conferenza Religiosa cattolica del Myanmar attestano la cooperazione possibile fra diverse comunit religiose con il dovuto rispetto per il carisma particolare di

ognuno e rispondono alla necessit di una sana formazione accademica, spirituale e umana. Un segno simile di speranza il numero crescente di vocazioni al sacerdozio. Questi uomini sono chiamati e mandati ad annunziare (cfr Lc 9, 1-2) per essere esempi di fedelt e santit per il popolo di Dio. Colmi dello Spirito Santo e guidati dalla sollecitudine paterna, i sacerdoti possano svolgere i propri doveri sacri con umilt, semplicit e obbedienza (cfr Presbyterorum ordinis, n. 15). Come sapete, ci richiede una formazione completa in sintonia con la dignit del loro ministero sacerdotale. Quindi vi incoraggio a continuare a fare i sacrifici necessari per garantire che i seminaristi ricevano la for-

mazione integrale che permetter loro di divenire autentici araldi della nuova evangelizzazione (cfr Pastores dabo vobis, n. 2). Miei cari fratelli, la missione della Chiesa di diffondere la Buona Novella dipende dalla risposta generosa e pronta dei laici a divenire operai nella vigna (cfr Mt 20, 1-16; 9, 37-38). Anche loro hanno bisogno di una robusta e dinamica formazione cristiana che li ispiri a portare il messaggio evangelico nei posti di lavoro, in famiglia e nella societ in generale (cfr Ecclesia in Asia , n. 22). I vostri resoconti fanno riferimento all'entusiasmo con cui i laici organizzano numerose e nuove iniziative catechetiche e spirituali, spesso coinvolgendo un gran numero di giovani. Mentre pro-

Il saluto del presidente della Conferenza episcopale


Pubblichiamo una nostra traduzione italiana del saluto rivolto al Papa dal presidente della Conferenza episcopale del Myanmar, l'arcivescovo Paul Zinghtung Grawng: Santissimo Padre, oggi noi, vescovi del Myanmar, siamo molto felici di avere il privilegio di incontrarla e la ringraziamo di tutto cuore per averci riservato un'affettuosa e paterna accoglienza nella sua dimora. Dopo averla vista e ascoltata tramite i mezzi di comunicazione sociale, entusiasmante per noi essere qui di persona. Purtroppo, due dei nostri confratelli non sono con noi oggi, uno a causa del recente ciclone e l'altro per motivi di salute. Santo Padre, siamo profondamente grati per l'amore particolare che mostra per la Chiesa nel Myanmar attraverso la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e l'arcivescovo Salvatore Pennacchio, nostro delegato apostolico. Santo Padre, le sue ferventi preghiere e l'interesse per tutte le persone del nostro Paese nei momenti difficili come quello delle proteste lo scorso settembre e del recente ciclone sono una fonte di forza e conforto divini. Il suo appello al senso di giustizia e di carit ha suscitato speranze di pace e di riconciliazione. Nel Myanmar, in cui i buddisti sono la maggioranza, l'opera evangelizzatrice della Chiesa sta acquisendo forza con 650.000 cattolici, 658 sacerdoti, 1330 religiosi e religiose e 2.084 catechisti. Infine, Santo Padre, la assicuriamo della nostra profonda gratitudine e delle costanti preghiere di tutti i nostri fedeli per le sue responsabilit e necessit quotidiane. Pregando per lei con amore e lealt, cogliamo anche l'opportunit per affidare nuovamente noi stessi e il nostro Paese al suo amore e alla sua sollecitudine paterni. Concludiamo il nostro discorso estendendole umilmente, Santit, l'invito a visitare quando possibile il nostro amato Paese sofferente.

muovete e seguite tali iniziative, vi incoraggio a ricordare a quanti sono a voi affidati di rivolgersi sempre al nutrimento dell'Eucaristia mediante la partecipazione alla liturgia e la contemplazione silenziosa (cfr Ecclesia de Eucharistia, n. 6). Anche programmi efficaci di evangelizzazione e catechesi devono essere ben elaborati e organizzati se devono raggiungere il fine desiderato di insegnare la verit cristiana e di portare le persone all'amore di Cristo. auspicabile che si avvalgano di strumenti appropriati come opuscoli e materiale audiovisivo per integrare l'istruzione orale e fornire punti di riferimento comuni per la dottrina autentica della Chiesa. Sono certo che altre Chiese locali nel mondo faranno del loro meglio per fornire materiale quando possibile. La vostra attiva partecipazione al primo congresso missionario asiatico ha portato a promuovere nuove iniziative basate sulla buona volont nei rapporti con i buddisti nel vostro Paese. A questo proposito, vi incoraggio a sviluppare relazioni ancora migliori con i buddisti per il bene delle vostre comunit e dell'intera nazione. Infine, miei cari fratelli, desidero esprimere sincera gratitudine per il vostro fedele ministero in circostanze e momenti difficili che vanno oltre il vostro controllo. Il prossimo mese, la Chiesa inaugurer uno speciale anno giubilare in onore di san Paolo. Questo Apostolo dei Gentili stato ammirato nel corso dei secoli per la sua imperterrita perseveranza nelle prove e nelle tribolazioni narrate vividamente nelle sue Lettere e negli Atti degli Apostoli (cfr 2 Tm 1, 8-13; At 27, 13-44). Paolo ci esorta a tenere lo sguardo fisso sulla gloria che ci attende per non disperarsi mai nella pena e nella sofferenza dell'oggi. Il dono della speranza che abbiamo ricevuto e per mezzo del quale siamo salvati (cfr Rm 8, 24) reca pace e trasforma la nostra vita (cfr Spe salvi, n. 3). Illuminato dallo Spirito Santo vi invito a unirvi a san Paolo nell'assoluta fiducia che nulla, n la miseria, n la persecuzione o la carestia, n il presente n il passato, possono separarci dall'amore di Dio in Cristo Ges il Signore (cfr Rm 8, 35-39). Affidandovi all'intercessione di Maria, Regina degli Apostoli, imparto volentieri la mia Benedizione Apostolica a voi e al clero, ai religiosi e ai laici.

Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

Decreto
con il quale si concede una speciale facolt per la celebrazione della Conversione di San Paolo Apostolo nell'anno giubilare, bimillenario della sua nascita.
L'apostolo San Paolo, che fu annunciatore della verit di Cristo al mondo intero e dopo esserne stato persecutore, si adoper con ogni mezzo per annunciare alle genti la Buona Novella, impegnandosi con zelo per l'unit e la concordia di tutti i cristiani, stato da sempre ed tuttora venerato dai fedeli, specialmente in questo particolare anno, bimillenario della sua nascita, che il Sommo Pontefice Benedetto XVI ha voluto istituire come speciale anno giubilare. Pertanto, in forza delle facolt attribuite a questa Congregazione dal Sommo Pontefice BENEDETTO XVI, si concede, in maniera straordinaria, che il prossimo 25 gennaio 2009, ricorrendo la III Domenica per annum, si possa celebrare nelle singole chiese una Messa secondo il formulario Conversione di San Paolo, apostolo, come si trova nel Messale Romano. In tal caso, la seconda lettura della Messa si desume dal Lezionario Romano per la III Domenica per annum, e si recita il Credo. Tale concessione, per speciale mandato del Sommo Pontefice, vale soltanto per l'anno 2009. Nonostante qualsiasi cosa in contrario. Dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il 25 gennaio 2008, nella festa della Conversione di San Paolo, apostolo. FRANCIS CARD. ARINZE Prefetto ALBERT MALCOLM RANJITH Arcivescovo Segretario

Inizio della missione del nunzio apostolico in Irlanda


Marted 22 aprile, monsignor Giuseppe Leanza, arcivescovo titolare di Lilibeo, arrivato all'aeroporto di Dublino, dove stato ricevuto dal capo del protocollo del ministero degli Affari Esteri, signora Kathleen White, dal vice capo dell'ufficio del protocollo, Joe Brennan, dal vice decano del Corpo diplomatico e ambasciatore del Brasile, Stlio Marcos Amarante, dal cardinale Sen Baptist Brady, arcivescovo di Armagh e presidente della Conferenza episcopale irlandese, da monsignor Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino, e da monsignor Seamus Freeman, vescovo di Ossory. Il mattino del 28 aprile, nel palazzo presidenziale della capitale, alla presenza del ministro dell'Educazione, signora Mary Hanafin, del vice segretario generale per la presidenza, Loughlin Quinn, e del segretario assistente del dipartimento per gli Affari Esteri, Dan Mulhall, ha avuto luogo la solenne cerimonia di consegna delle lettere credenziali al capo dello Stato, la signora Mary McAleese. Il presidente d'Irlanda ha innanzitutto ricordato il messaggio di saluto inviato dal Papa agli irlandesi durante il sorvolo dell'isola in occasione del recente viaggio apostolico negli Stati Uniti d'America e, esprimendo il suo pi cordiale benvenuto al rappresentante pontificio, ha sottolineato le eccellenti relazioni fra l'Irlanda e la Santa Sede. Da parte sua, il nunzio apostolico ha trasmesso il deferente saluto di Benedetto XVI e assicurando il capo dello Stato delle preghiere e della benedizione del Papa per la cara nazione irlandese, si impegnato a collaborare per rendere ancora pi incisiva l'opera della Chiesa cattolica nella terra di san Patrizio. In precedenza, nella sede del ministero degli Affari Esteri, monsignor Leanza aveva potuto consegnare copia delle lettere credenziale al capo del protocollo, signora Kathleen White. In seguito, il 5 maggio, il nunzio apostolico si recato nell'arcidiocesi d'Armagh per consegnare la lettera commendatizia del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, al cardinale Sen Brady. Ha avuto anche l'opportunit di salutare l'arcivescovo emerito di Armagh, il cardinale Cahal Brendan Daly, e l'arcivescovo emerito di Dublino, il cardinale Desmond Connell. Ha poi visitato altri sedi arcivescovili metropolitane del Paese: quella di Dublino, dove stato accolto da monsignor Diarmuid Martin, quella di Cashel, dove ha incontrato monsignor Dermot Clifford, e quella di Tuam, dove stato ricevuto da monsignor Michael Neary. Infine, il 10 maggio, nella pro-cattedrale di Dublino, alla presenza di numerosi membri del governo e del Corpo diplomatico, il nunzio ha presieduto una solenne Eucaristia di ringraziamento. Durante l'omelia, dedicata alle sfide che la Chiesa dovr affrontare in Irlanda nei prossimi anni, monsignor Martin ha dato il benvenuto al nunzio apostolico, presentandolo alla comunit cattolica della capitale rappresentata dai sacerdoti, religiosi e religiose e numerosi fedeli, convenuti per l'occasione. I media irlandesi hanno riservato ampia e positiva copertura agli eventi collegati all'inizio della missione del nuovo nunzio apostolico.

Convegno della fondazione Centesimus annus pro Pontifice

Un nuovo modo di pensare il capitale sociale per lo sviluppo umano


Quando si parla di capitale sociale il pensiero corre naturalmente all'ammontare di beni accumulati, o comunque posti a garanzia di una qualsiasi attivit imprenditoriale; nella pi classica delle ipotesi ad una societ per azioni. E naturalmente quando si pensa al modo di arricchirsi di un gruppo che agisce e opera sulla scena di questo mondo, l'immaginario comune prefigura chiss quale invidiabile tesoretto nel quale affossare le mani. In questa ottica un convegno su capitale sociale e sviluppo umano lascerebbe intuire lo svolgersi di una serie di lezioni sui massimi sistemi di sviluppo per un'impresa economica, se non fosse per quell'aggettivo umano. su questo aggettivo che bisogna infatti centrare l'attenzione per comprendere sino in fondo il senso del convegno internazionale che, organizzato a Roma dalla fondazione Centesimus annus pro Pontifice nei giorni 30 e 31 maggio, ha come tema proprio Capitale sociale e sviluppo umano. Si parla di economia, ma gli unici arricchimenti ai quali si fa cenno si riferiscono alla persona, nel suo senso umano pi profondo. Il capitale sociale sul quale si sviluppa la riflessione riguarda infatti una dimensione tutt'altro che materiale. Da qualche tempo spiega il professor Alberto Quadrio Curzio, economista dell'universit cattolica di Milano, membro della Fondazione Centesimus annus e organizzatore del convegno con la denominazione capitale sociale gli economisti intendono individuare quell'insieme di relazioni di fiducia, di affidabilit, di convivenza civile, di rispetto delle regole che caratterizzano una comunit coesa e ben orientata a valori condivisi. Lo sviluppo umano inteso come promozione della dignit della persona e della sua consapevolezza che il benessere, pur dovendosi basare anche su condizioni materiali, non pu prescindere dall'istruzione, dalla salute, dalla partecipazione politico-sociale e dalla democrazia si associa dunque a tale natura del capitale sociale cos inteso. Ci significa che gli economisti, superando la loro abitudine a ragionare in termini di quantit e di prezzi si sono via via convinti che il capitale sociale (e il capitale umano), sia cruciale anche per lo sviluppo puramente economico. Di questo si parla dunque nella due giorni presso il centro congressi Matteo Ricci della Pontificia Universit Gregoriana. Si tratta precisa il presidente della fondazione Lorenzo Rossi di Montelera del consueto adempimento annuale della fondazione, ma, come sempre, vuole essere anche e soprattutto l'occasione per uno scambio di esperienze tra esperti provenienti da diversi Paesi del mondo, su una delle numerose tracce della Centesimus annus da seguire per dare un volto pi umano al mondo. Quello del capitale sociale un tema tirato in ballo pi volte nel contesto internazionale. Soprattutto quando c' da spiegare il fallimento di campagne di sostegno a favore di paesi del terzo mondo nei quali manca proprio la componente sociale intesa come capitale sottolinea il presidente perch si possa raggiungere il risultato voluto, cio lo sviluppo umano. Un fenomeno purtroppo evidente in alcuni Paesi del continente africano, dove nonostante la buona quantit di aiuti inviati, non si riesce minimamente a favorire lo sviluppo. Il perch presto detto: non c' coesione fra le forze in campo, non c' comunanza di obiettivi, non esiste senso di appartenenza dunque non possibile la nascita di una struttura affidabile, basata sulla fiducia reciproca, sulla capacit di convivenza pacifica in modo stabile. Ecco: manca quel capitale sociale sul quale fondare lo sviluppo dal punto di vista umano. Uno sviluppo che certamente porta con s anche lo sviluppo economico. Spiega Quadrio Curzio: La crescita economica nel senso pi ristretto significa far aumentare il reddito totale e pro-capite, possibilmente ma non necessariamente aumentare l'occupazione, mantenere una competitivit internazionale. Naturalmente se a ci si vuole associare il bene comune bisogna badare alla distribuzione del reddito tra soggetti e ceti sociali, far s che sia assicurata un'adeguata protezione sanitaria e sociale, nonch livelli di istruzione adeguati. Bisogna che i diritti individuali, sociali ed economici siano complementati dall'adempimento dei simmetrici doveri per evitare che il bene comune sia confuso con l'assistenzialismo che deresponsabilizza. In una parola bisogna creare un capitale sociale. E lo scopo del convegno proprio quello di individuare e approfondire i parametri sui quali fondare quel rapporto costruttivo tra capitale sociale e sviluppo umano fondamentale per il progresso dei popoli. (mario ponzi)

Potrebbero piacerti anche