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649004
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 102 (44.842)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
gioved 1 maggio 2008
All'udienza generale il Papa ripropone gli Stati Uniti come valido esempio di laicit
Cari fratelli e sorelle, bench siano passati gi diversi giorni dal mio rientro, desidero tuttavia dedicare l'odierna catechesi, come di consueto, al viaggio apostolico che ho compiuto presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite e negli Stati Uniti d'America dal 15 al 21 aprile scorso. Rinnovo innanzitutto l'espressione della mia pi cordiale riconoscenza alla Conferenza Episcopale statunitense, come pure al Presidente Bush, per avermi invitato e per la calorosa accoglienza che mi hanno riservato. Ma il mio grazie vorrebbe estendersi a tutti coloro che, a Washington e a New York, sono venuti a salutarmi e a manifestare il loro amore per il Papa, o che mi hanno accompagnato e sostenuto con la preghiera e con l'offerta dei loro sacrifici. Com' noto, l'occasione della visita stata il bicentenario della elevazione a Metropolia della prima Diocesi del Paese, Baltimora, e della fondazione delle sedi di New York, Boston, Filadelfia e Louisville. In questa ricorrenza tipicamente ecclesiale, ho avuto perci la gioia di recarmi di persona, per la prima volta quale Successore di Pietro, a visitare l'amato popolo degli Stati Uniti d'America, per confermare nella fede i cattolici, per rinnovare e incrementare la fraternit con tutti i cristiani, e per annunciare a tutti il messaggio di Cristo nostra Speranza, come suonava il motto del viaggio. Nell'incontro con il Signor Presidente nella sua residenza, ho avuto modo di rendere omaggio a quel grande Paese, che fin dagli albori stato edificato sulla base di una felice coniugazione tra principi religiosi, etici e politici, e che tuttora costituisce un valido esempio di sana laicit, dove la dimensione religiosa, nella diversit delle sue espressioni, non solo tollerata, ma valorizzata quale anima della Nazione e garanzia fondamentale dei diritti e dei doveri dell'uomo. In tale contesto la Chiesa pu svolgere con libert ed impegno la sua missione di evangelizzazione e promozione umana, e anche di coscienza critica, contribuendo alla costruzione di una societ degna della persona umana e, al tempo stesso, stimolando un Paese come gli Stati Uniti, a cui tutti
Per la nomina a suo Inviato speciale alle celebrazioni per sant'Andrea ad Amalfi
guardano quale ad uno dei principali attori della scena internazionale, verso la solidariet globale, sempre pi necessaria ed urgente, e verso l'esercizio paziente del dialogo nelle relazioni internazionali. Naturalmente la missione e il ruolo della Comunit ecclesiale sono stati al centro dell'incontro con i Vescovi, che ha avuto luogo nel Santuario Nazionale dell'Immacolata Concezione, a Washington. Nel contesto liturgico dei Vespri, abbiamo lodato il Signore per il cammino compiuto dal Popolo di Dio negli Stati Uniti, per lo zelo dei suoi Pastori e il fervore e la generosit dei suoi fedeli, che si manifesta nell'alta e aperta considerazione della fede e in innumerevoli iniziative caritative e umanitarie all'interno e all'estero. Al tempo stesso ho sostenuto i miei Confratelli nell'episcopato nel loro non facile compito di seminare il Vangelo in una societ segnata da non poche contraddizioni, che minacciano anche la coerenza dei cattolici e del clero stesso. Li ho incoraggiati a far sentire la loro voce sulle attuali questioni morali e sociali e a formare i fedeli laici, affinch siano buon lievito nella comunit civile, a partire dalla cellula fondamentale che la famiglia. In questo senso li ho esortati a riproporre il sacramento del Matrimonio come dono e impegno indissolubile tra un uomo e una donna, ambito naturale di accoglienza e di educazione dei figli. La Chiesa e la famiglia, insieme con la scuola specialmente quella di ispirazione cristiana devono cooperare per offrire ai giovani una solida educazione morale, ma in questo compito hanno grande responsabilit anche gli operatori della comunicazione e dell'intrattenimento. Pensando alla dolorosa vicenda degli abusi sessuali su minori commessi da ministri ordinati, ho voluto esprimere ai Vescovi la mia vicinanza, incoraggiandoli nell'impegno di fasciare le ferite e di rafforzare i rapporti con i loro sacerdoti. Nel rispondere ad alcuni interrogativi posti dai Vescovi, mi stato dato di sottolineare alcuni aspetti importanti: il rapporto intrinseco tra il Vangelo e la legge naturale; la sana concezione della libert, che si comprende e si realizza nell'amore; la dimensione ecclesiale dell'esperienza cristiana; l'esigenza di annunciare in modo nuovo, specialmente ai giovani, la salvezza come pienezza di vita, e di educare alla preghiera, dalla quale germogliano le risposte generose alla chiamata del Signore. Nella grande e festosa Celebrazione eucaristica al Nationals Park Stadium di Washington abbiamo invocato lo Spirito Santo sull'intera Chiesa che negli Stati Uniti d'America, perch, saldamente radicata
nella fede trasmessa dai padri, profondamente unita e rinnovata, affronti le sfide presenti e future con coraggio e speranza, quella speranza che non delude, perch l'amore di Dio stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (Rm 5, 5). Una di tali sfide certamente quella dell'educazione, e perci nella Catholic University of America ho incontrato i Rettori di Universit e College cattolici, i responsabili diocesani per l'insegnamento e i rappresentanti dei docenti e degli studenti. Il compito educativo parte integrante della missione della Chiesa, e la Comunit ecclesiale statunitense si sempre molto impegnata in esso, ren-
di San Giuseppe, stata caratterizzata da grande cordialit. Insieme abbiamo pregato il Signore perch aumenti nei cristiani la capacit di rendere ragione, anche con una sempre maggiore unit, dell'unica grande speranza che in essi (cfr 1 Pt 3, 15) per la comune fede in Ges Cristo. Altro principale obiettivo del mio viaggio era la visita alla sede centrale dell'ONU: la quarta visita di un Papa, dopo quella di Paolo VI nel 1965 e le due di Giovanni Paolo II, nel '79 e nel '95. Nella ricorrenza del 60 anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, la Provvidenza mi ha dato l'opportunit di conferma-
dendo al tempo stesso un grande servizio sociale e culturale all'intero Paese. importante che ci possa continuare. Ed altrettanto importante curare la qualit degli istituti cattolici, affinch in essi ci si formi veramente secondo la misura della maturit di Cristo (cfr Ef 4, 13), coniugando fede e ragione, libert e verit. Con gioia pertanto ho confermato i formatori nel loro prezioso impegno di carit intellettuale. In un Paese a vocazione multiculturale quale gli Stati Uniti d'America, hanno assunto speciale rilievo gli incontri con i rappresentanti di altre religioni: a Washington, nel Centro Culturale Giovanni Paolo II, con ebrei, musulmani, ind, buddisti e giainisti; a New York, la visita alla Sinagoga. Momenti, specialmente quest'ultimo, molto cordiali, che hanno confermato il comune impegno al dialogo e alla promozione della pace e dei valori spirituali e morali. In quella che si pu considerare la patria della libert religiosa, ho voluto ricordare che questa va sempre difesa con sforzo concorde, per evitare ogni forma di discriminazione e pregiudizio. Ed ho evidenziato la grande responsabilit dei leaders religiosi, sia nell'insegnare il rispetto e la nonviolenza, sia nel tener vive le domande pi profonde della coscienza umana. Anche la celebrazione ecumenica, nella chiesa parrocchiale
re, nel pi ampio e autorevole consesso sovranazionale, il valore di tale Carta, richiamandone il fondamento universale, cio la dignit della persona umana, creata da Dio a sua immagine e somiglianza per cooperare nel mondo al suo grande disegno di vita e di pace. Come la pace, anche il rispetto dei diritti umani radicato nella giustizia, vale a dire in un ordine etico valido per tutti i tempi e per tutti i popoli, riassumibile nella celebre massima Non fare agli altri ci che non vorresti fosse fatto a te, o, espressa in forma positiva con le parole di Ges: Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro (Mt 7, 12). Su questa base, che costituisce l'apporto tipico della Santa Sede all'Organizzazione delle Nazio-
ni Unite, ho rinnovato, e anche oggi rinnovo, il fattivo impegno della Chiesa Cattolica per contribuire al rafforzamento di relazioni internazionali improntate ai principi di responsabilit e di solidariet. Nel mio animo sono rimasti fortemente impressi anche gli altri momenti della mia permanenza a New York. Nella Cattedrale di Saint Patrick, nel cuore di Manhattan davvero una casa di preghiera per tutti i popoli ho celebrato la Santa Messa per i sacerdoti e i consacrati, venuti da ogni parte del Paese. Non dimenticher mai con quanto calore mi hanno fatto gli auguri per il terzo anniversario della mia elezione alla sede di Pietro. stato un momento commovente, in cui ho sperimentato in modo sensibile tutto il sostegno della Chiesa per il mio ministero. Altrettanto posso dire per l'incontro con i giovani e i seminaristi svoltosi proprio presso il Seminario diocesano, e che stato preceduto da una sosta molto significativa in mezzo a ragazzi e giovani portatori di handicap con i loro familiari. Ai giovani, per loro natura assetati di verit e di amore, ho proposto alcune figure di uomini e donne che hanno testimoniato in modo esemplare il Vangelo in terra americana, il Vangelo della verit che rende liberi nell'amore, nel servizio, nella vita spesa per gli altri. Guardando in faccia le tenebre di oggi, che minacciano la vita dei giovani, i giovani possono trovare nei santi la luce che disperde queste tenebre: la luce di Cristo, speranza per ogni uomo! Questa speranza, pi forte del peccato e della morte, ha animato il momento carico di emozione che ho trascorso in silenzio nella voragine di Ground Zero, dove ho acceso un cero pregando per tutte le vittime di quella terribile tragedia. Infine, la mia visita culminata nella Celebrazione eucaristica nello Yankee Stadium di New York: porto ancora nel cuore quella festa di fede e di fraternit, con cui abbiamo celebrato i bicentenari delle pi antiche Diocesi dell'America del Nord. Il piccolo gregge delle origini si enormemente sviluppato, arricchendosi della fede e delle tradizioni di successive ondate di immigrazione. A quella Chiesa, che ora affronta le sfide del presente, ho avuto la gioia di annunciare nuovamente Cristo nostra Speranza ieri, oggi e sempre. Cari fratelli e sorelle, vi invito ad unirvi a me nel rendimento di grazie per la confortante riuscita di questo viaggio apostolico e nel domandare a Dio, per intercessione di Maria Vergine, che esso possa produrre abbondanza di frutti per la Chiesa in America e in tutte le parti del mondo.
I SALUTI DEL PAPA AI FEDELI IN PIAZZA SAN PIETRO A PAGINA 8
INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Gallup (Stati Uniti d'America), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Donald E. Pelotte, S.S.S., in conformit al canone 401 2 del Codice di Diritto Canonico.
NOSTRE
In occasione del 1 maggio, solennit dell'Ascensione e festa di san Giuseppe Lavoratore il nostro giornale non uscir. La pubblicazione riprender con la data del 2-3 maggio.
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L'OSSERVATORE ROMANO
La Russia collaborer con la missione europea a protezione dei profughi del Darfur
LUSSEMBURGO , 30. La Russia si appresta a fornire quattro elicotteri, con i loro equipaggi e il personale di terra, in tutto circa centoventi militari, alla Eufor, la missione che l'Unione europea sta dispiegando per garantire protezione ai profughi della regione occidentale sudanese del Darfur rifugiatisi in Ciad e nella Repubblica Centroafricana. La decisione stata resa nota ieri dopo un incontro a Lussemburgo tra l'Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione Europea, Javier Solana, e il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov. In un comunicato congiunto, Solana e Lavrov sottolineano che la partecipazione della Federazione Russa a questa operazione sar una tappa importante per rinforzare la cooperazione con l'Unione europea per la gestione delle crisi. L'ufficio di Solana ha precisato che l'accordo tra Russia e Unione Europea dovr essere operativo entro giugno. La missione Eufor, sotto comando francese, agir indipendentemente, ma in parallelo, con l'Unamid, la forza di pace congiunta delle Nazioni Unite e dell'Unione africana che sta a sua volta dispiegandosi in Darfur con il compito principale di proteggere gli sfollati interni, circa due milioni e mezzo, secondo gli ultimi rapporti dell'Onu, esposti a persistenti violenze delle parti belligeranti. A questi si aggiungono circa trecentomila abitanti del Darfur rifugiati oltre confine, appunto soprattutto in Ciad e nella Repubblica Centroafricana. Come noto, sia il dispiegamento dell'Unamid sia quello dell'Eufor stanno subendo ritardi rispetto alle scadenze previste a motivo, tra gli altri, proprio della mancanza di forniture di elicotteri. Nel frattempo, il Consiglio di sicurezza dell'Onu si accinge a prorogare oggi la Unmis, la missione civile delle Nazioni Unite in Sudan.
S del Parlamento turco alla revisione di una legge sulla libert di espressione
ANKARA, 30. Il Parlamento turco ha approvato, ieri, una revisione di una legge criticata dall'Unione Europea tesa a limitare la libert di espressione. La riforma riguarda il controverso articolo 301 del codice penale, che stato utilizzato per perseguire centinaia di scrittori, tra cui il Nobel per la letteratura Orhan Pamuk, accusato di vilipendio allo Stato turco. La riforma dell'articolo in questione stata approvata con 250 voti favorevoli e 65 contrari, tra le aspre critiche dell'opposizione nazionalista. Dopo la riforma, sar un crimine insultare lo Stato turco, e il ministero della Giustizia avr il permesso di richiedere l'apertura di un procedimento. La pena massima verr ridotta da tre a due anni. Bruxelles aveva dato una tiepida risposta alla riforma.In un recente viaggio in Turchia, il presidenrte della Commissione europea, Jos Manuel Barroso, aveva sottolineato che il paese stava compiendo un passo nella giusta direzione. Difendendo la riforma dalla critiche dell'opposizione, il ministro della Giustizia, Mehmet Ali Sahin, ha detto che vi saranno ancora restrizioni a chi insulta la Turchia. Con questo modifica ha affermato il ministro non si intende permettere alla gente di insultare liberamente lo Stato turco.
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A colloquio con il direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli
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Simboli e umanit nell'iconografia di san Giuseppe lavoratore
L'OSSERVATORE ROMANO
Cento anni fa nasceva Giovannino Guareschi
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Il Papa benedice la statua di san Giovanni Leonardi, fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio e patrono dei farmacisti
Il Papa ha benedetto mercoled mattina, 30 aprile, la nuova statua di san Giovanni Leonardi, che stata collocata in una nicchia esterna della basilica Vaticana. Benedetto XVI giunto alle 10.30 in via delle Fondamenta dove lo attendeva un nutrito gruppo di devoti del santo (1541-1609) di cui ricorre il settantesimo anniversario della canonizzazione (17 aprile 1938). Il Pontefice che l'8 agosto 2006 proclam patrono dei farmacisti il fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio stato accolto dai cardinali Comastri, Sodano e Dias, dall'arcivescovo di Lucca, Castellani, dal vescovo Lanzani e dal rettore generale dell'Ordine, padre Petrillo. I presenti alla cerimonia sono giunti dalle parrocchie e dalle comunit della Toscana e dell'Italia centro-meridionale legate ai figli spirituali di san Giovanni Leonardi che fu anche confondatore di Propaganda Fide. Con loro erano religiosi dell'ordine missionari in India, Cile e Nigeria, l'autore della scultura, Paolo Cavallo, e il promotore dell'iniziativa, padre Lucio Migliaccio.
n solenne gesto d'omaggio nel cuore della Chiesa per un uomo che am la Chiesa e don tutto se stesso per la sua riforma nello spirito del Concilio di Trento: la benedizione e inaugurazione della monumentale statua di san Giovanni Leonardi (Diecimo 1541 - Roma 1609), fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio, cofondatore del Collegio Urbano di Propaganda Fide e patrono dei farmacisti. Benedetto XVI ha presieduto questo semplice ma suggestivo atto con cui stato ricordato il settantesimo anniversario della canonizzazione del santo, avvenuta il 17 aprile del 1938 da parte di Pio XI. La benedizione della statua, ora occupa una delle nicchie dell'abside della Basilica Vaticana, costituisce anche un preludio alle celebrazioni giubilari per il quarto centenario della morte del santo, che partiranno da Lucca il prossimo mese di ottobre. Benedire la statua di san Giovanni Leonardi un potente invito a guardare il volto dei santi e imparare a trarne ispirazione, come afferma fin dal 1 secolo la Didak. In effetti, come ci insegna a pi riprese Benedetto XVI, i santi sono i veri portatori di luce all'interno della storia, perch sono uomini e donne di fede, di speranza e di amore (cfr Deus caritas est numero 40). I santi sono gli autentici apologeti della Chiesa. Soltanto se riscopriamo i santi troveremo di nuovo la Chiesa. Essi sono una spiegazione di Cristo, sono in modo particolare esegeti del Vangelo. In essi Cristo diventa concreto. Tuffarsi nella loro vita per comprendere di cosa sono vissuti, per scoprire ci che li ha resi capaci di diventare uomini nuovi. Un'affermazione, in particolare, pronunciata dal Papa in un discorso alla Curia romana lo scorso 21 dicembre, sintetizza splendidamente questa ermeneutica dell'esistenza cristiana offerta dalle biografie dei santi: Circa il ritorno definitivo di Cristo, nella parusa, ci stato detto che Egli non verr da solo, ma insieme con tutti i suoi santi. Cos, ogni santo che entra nella storia costituisce gi una piccola porzione del ritorno di Cristo, un suo nuovo ingresso nel tempo, che ce ne mostra l'immagine in modo nuovo e ci rende sicuri della sua presenza. Ges Cristo non appartiene al passato e non confinato in un futuro lontano, il cui avvento non abbiamo neppure il coraggio di chiedere. Egli arriva con una grande processione di santi. Insieme ai suoi santi gi sempre in cammino verso di noi, verso il nostro oggi. Giovanni Leonardi al culmine del secolo XVI, forse drammatico come pochi nella storia della Chiesa, stato proprio questo: una porzione del ritorno di Cristo, che ha confermato la bellezza della vita cristiana e la gioia di appartenere alla comunit dei credenti nell'unica Chiesa di Cristo fino a ridestare il percorso di un autentico discepolato evangelico. In un momento dove il cristianesimo correva il rischio di dissolversi in un insopportabile moralismo o in un nozionalismo sterile quanto vuoto, san Giovanni Leonardi seppe riproporre il cristianesimo per quello che autenticamente: l'incontro con una persona, con una avvenimento che d alla vita un nuovo orizzonte e con ci la direzione decisiva. Cristo era la Persona che lo aveva affascinato e il cui volto, abituato a contemplare nella straordinaria intensit del crocifisso-risorto venerato nella cattedrale di Lucca, il Volto Santo, era diventato la misura del suo vivere come soleva ripetere: Abbiate Cristo davanti agli occhi della mente vostra e il
suo onore occupi in voi il primo posto... con Lui misurate le cose. La sua biografia, tutta nel segno della concretezza della vita cristiana, che si esprime nella comunione ecclesiale, autentico spazio che prolunga l'avvenimento di Cristo, nella forza della grazia dei Sacramenti, nella presenza dolcissima e forte della Madre di Dio. A un corpo ecclesiale ammalato di quello che potremmo definire deficit di esperienza di vita cristiana, il santo farmacista di Diecimo indic il farmaco della compagnia della fede guidata e vissuta nell'obbedienza e aperta alla missionariet. Il suo stile affascin, come sempre succede quando ci si trova di fronte a un'esperienza che corrisponde alle esigenze del cuore, fino a coinvolgere numerosi giovani, anche appartenenti alla borghesia della Repubblica di Lucca, in un radicalismo evangelico che spavent i pusillanimi e destabilizz i custodi di un quieto vivere funzionale pi ai propri tornaconti che non a quelli di Cristo, come ebbe l'ardire di denunciare nel progetto missionario diretto a Papa Paolo V. Non cercare i propri interessi ma quelli di Ges Cristo: ecco il supremo criterio di giudizio e di azione che
guid san Giovanni Leonardi e a cui si attenne lungo tutta la sua esistenza terrena. Nacque in questo modo, il primo settembre 1574, nella povert e nella quiete del cenacolo di un piccolo oratorio mariano dedicato a santa Maria della Rosa in Lucca, l'Ordine religioso dei Chierici Regolari della Madre di Dio, la piccola barchetta, come lui la chiamava, ma che ancora oggi continua ad accogliere l'invito a spingersi al largo: duc in altum! Pag il prezzo di questa audacia con l'esilio e l'ostracismo da parte di chi non riusciva a spendersi per una riforma che non rimanesse vuoto proclama, spesso invocata e pretesa dagli altri, ma mai offerta come esperienza in atto. Non c' nulla di moralistico nel suo progetto di riforma sintetizzato e diretto nel 1605 sempre al Papa Paolo V ma precedentemente attuata con prudenza e creativit evangelica in tutti i luoghi dove l'obbedienza ai pontefici lo port: Montevergine, Aversa, Vallombrosa, Monte Senario. Nessun tono da in-
quisitore inflessibile e repressivo, nessuna pessimistica requisitoria di chi lamenta i mali del momento presente e magari si rifugia nel rimpianto di un tempo dorato ormai passato. Il linguaggio del santo quello dell'uomo di fede che sa intravedere sempre il bene possibile, purch non si ponga ostacolo alla grazia. Che sa scorgere la potenza che lo Spirito infonde nelle anime grandi, quando si lasciano condurre verso mete apparentemente senza possibilit di riuscita. Il santo farmacista di Diecimo credeva fermamente in una rinnovata missionariet, non come strategia propagandista, ma come permanente atteggiamento di un amore che urge, spinge e motiva una creativit che non conosce sosta. Tutta la sua vita ha il sigillo dell'amore incontenibile e instancabile per la gloria di Cristo. La sua missionariet non geografica, nel senso che per esprimersi non ha bisogno di abbandonare gli spazi che pi gli sono familiari, anche se sappiamo quanto questo sogno lo affascinasse, soprattutto quando gli giungevano gli echi delle gesta missionarie di chi era andato nelle Indie occidentali, ma doveva essere capace di trasformare in missionario ogni gesto, ogni sforzo, ogni briciola di tempo e di energia per un unico e supremo interesse: Cristo e Cristo crocifisso. Partire non tutto, se poi non ci si consuma per la causa di un altro. Verso la fine della sua vita il santo, dilata il suo cuore ai bisogni di tutta la Chiesa. Ne anela la riforma e lo scrive al Papa Paolo V. La vuole tutta missionaria, senza ingerenze di patronati politici e amministrativi, ma intimamente protesa a tutti gli uomini e a tutto l'uomo, come rivelano le estreme e gravissime necessit di territori e gruppi umani carenti di autentici apostoli che se ne facciano carico. Nasce cos il progetto per la fondazione del Collegio Urbano di Propaganda Fide che risulter di enorme importanza nella storia missionaria della Chiesa cattolica. La statua monumentale che ora campeggia in una delle nicchie della Basilica di San Pietro, esprime potentemente questa forza dello Spirito e questo sguardo sul mondo filtrato dal mistero della Croce che tempr l'apostolo e riformatore del periodo successivo al Concilio di Trento. Nella sua opera lo scultore Paolo Cavallo d vita a un ritratto del Leonardi evocato dalla sua personalit e spiritualit pi che da testimonianze figurative. Posto dunque che in ogni caso il nucleo fondante dell'ideazione non si esaurisce nella sola somiglianza, Cavallo ci presenta una figura che deve la sua eloquente ieraticit al suo riferirsi al divino che leggibile in uno sguardo penetrante, forte come quello di un Christus triumphans; un pacato sorriso, risposta alle difficolt dell'esistere, segno della sua umilt, virt che nel Leonardi costantemente legata alla speranza. Ogni cosa bellezza desiderabile e amabile. Ogni cosa attratta dalla bellezza. Pertanto ardisco affermare che non c' realt simile che conquisti e leghi a s il cuore umano, quanto la divina bellezza.... Questo quello che amava ripetere san Giovanni Leonardi nei suo tanti e dotti sermoni. Quasi un vaticinio della bellezza dell'opera dell'artista Paolo Cavallo, che ora lo immortala nello splendore della Basilica Vaticana.
*Rettore generale dei Chierici Regolari della Madre di Dio
ento anni fa, nella bassa parmense, il 1 maggio del 1908, nasceva Giovannino Guareschi, l'inventore del Mondo Piccolo di don Camillo e Peppone. Con una periodicit pressoch stagionale, le televisioni pubbliche e private ripropongono da anni i film del ciclo di don Camillo, liberamente (forse anche troppo) ispirati ai racconti di Giovannino Guareschi. Il favore presso il pubblico, o se si preferisce l'audience, sempre di grado elevato, e ci ha consentito da una parte il perpetuarsi della popolarit delle maschere di don Camillo e Peppone a pi generazioni, ma non sempre ha reso pienamente merito al loro creatore, allo scrittore Guareschi, autore italiano tra i pi letti e conosciuti. La trasposizione cinematografica ha infatti in gran parte tradito lo spirito originario dei racconti, tanto da suscitare a suo tempo le proteste dello stesso Guareschi nei confronti dei registi e degli sceneggiatori, stemperando spesso in un tiepido irenismo quello che era un confronto onesto, leale, ma anche duro e serrato tra le ragioni dell'umanit, del buon senso, e quelle dell'ideologia, che avvelenava (e avvelena) i cuori e le menti. L'anniversario della nascita dello scrittore, morto quaranta anni fa nel luglio del 1968, pu e deve essere l'occasione per riscoprire Guareschi, il suo umorismo sanguigno, la sua vis polemica e la passione per la concretezza contro ogni tentazione di riduzionismo ideologico, tutte virt che lo rendono assimilabile a un altro celebre umorista cattolico del Novecento, l'inglese Chesterton. Un'occasione per scoprire Guareschi e il suo mondo, un mondo a un tempo cos italiano e internazionale, cos localistico e piccolo ma, forse proprio per questo, universale. questa la cifra di ogni creazione artistica: l'incontro del particolare e dell'universale, del contingente e dell'eterno. E di eternit si deve parlare nel piccolo mondo di Guareschi: il suo mondo letterario infatti un piccolo universo capace per di mostrare agli uomini quanto siano belli e quanto grande sia il loro destino: basta solo che abbiano l'umilt di aprire la loro anima al soffio eterno del Creatore. C' infatti una religiosit profonda nelle opere di Guareschi, che affonda le radici nella formazione ricevuta da sua madre, ma anche dalla tragica esperienza della seconda guerra mondiale e dall'internamento in un lager nazista cui fu sottoposto insieme a tutti quegli ufficiali italiani che, come lui, avevano rifiutato di servire la Repubblica sociale di Mussolini. In questo senso significativa la testimonianza di don Onorio Canepa, sacerdote genove-
se, che ebbe a dire di Giovannino: Fu mio compagno di prigionia nei lager nazisti. In quei giorni sventurati seppe fare pi lui da solo per dieci, ventimila e pi internati, che tutti noi sessantaquattro cappellani messi insieme.... Davanti all'angoscia di chi vedeva il mondo cadergli addosso, di chi lamentava che tutto era finito, morto, Guareschi affermava: no, non tutto, Dio non morto. Lontano sia dal pessimismo cupo che dall'ottimismo stolido, la sua posizione era quella del realismo cristiano, conscio del dramma che scaturisce dalla presenza del male e del peccato nel mondo, ma tenacemente radicato nella speranza che Cristo ha vinto, che non morto ma risorto. Con una semplicit assolutamente priva di retorica, che gli faceva scrivere, sul settimanale Candido di cui era direttore negli anni Cinquanta: No, non termino dicendo: Dio con me. Concludo esprimendo l'ardente speranza di essere io con Dio!. Senza Ges Cristo non si va nessuna parte: questo il Vangelo dei semplici, il Vangelo di don Camillo. Guareschi certamente un grande scrittore, e nonostante la peculiarit dell'ambientazione delle sue storie, ricche degli umori e dei sapori della sua terra, scrittore di respiro europeo, apprezzato e compreso come pochissimi altri nostri autori C' un ulteriore Guareschi, infine, da riscoprire: lo scrittore che forse pi di ogni altro ha rivolto la propria attenzione alla famiglia, tanto che si pu parlare di Giovannino sia come di uno scrittore per la famiglia, ma anche di scrittore della famiglia: In tutta la sua opera c' grande attenzione, rispetto, amore, per il rapporto tra genitori e figli, tra uomo e donna innamorati, persino tra nonni e nipoti. La casa, la terra, l'amore per la propria storia, il ricordo dei propri morti e la speranza per i propri figli sono la spina dorsale di una civilt che Guareschi amava, cui apparteneva, che ci ha descritto con realismo e con tenerezza, e che suscita nei lettori il desiderio di preservarne il senso. Guareschi muove alla nostalgia, certamente, ma alla nostalgia di qualcosa che bello, buono, giusto, pulito: non sterile passatismo, ma la volont di mantenere il mondo e s stessi quali Dio li ha fatti, segnati dal peccato originale, ma destinati al bene.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il Forum internazionale dell'Azione Cattolica sulla Christifideles laici Incontro di vescovi ed esperti europei
Un convegno del Movimento Gruppi di preghiera figli spirituali del servo di Dio
Pi prevenzione per evitare i conflitti Giovanni Paolo II, un fratello per ogni uomo
ROMA, 30. C' un problema di prevenzione dei conflitti africani che non viene messo in atto da parte della comunit internazionale. Fino a quando i riflettori non vengono accesi sulle crisi nessuno se ne occupa. Anche perch a volte non si ha interesse a intervenire o si continuano a fare i propri interessi, che spesso vanno a favorire questi conflitti. A parlare Giovanni Sartor, responsabile dell'Ufficio Africa di Caritas italiana, che commenta in una intervista su www.agensir.it gli appelli lanciati da Papa Benedetto XVI per far cessare le violenze in Africa, soprattutto in Darfur, Somalia e Burundi. La Caritas lavora con i partner locali nella gestione dei campi profughi in Darfur, gestisce un dispensario in Somalia, a Baidoa, e sostiene interventi sociali di diverso tipo in Burundi. I conflitti in Africa ha precisato Giovanni Sartor sono dovuti a cause esterne ed interne. In Darfur, ad esempio, la comunit internazionale ha pensato che la soluzione fosse la forza di peace-keeping. Invece, bisogna lavorare con le comunit, parlare con la gente, mettere in contatto e comunicazione i diversi gruppi perch arrivino ad una pace effettiva. Altrimenti si rischia di fare una pace solo sulla carta. Inoltre ha aggiunto il Darfur deve essere considerato all'interno del problema globale del Sudan. Altrimenti se non si riesce a portare tutti alla pace non serve a nulla. La comunit internazionale, a suo avviso, dovrebbe essere in grado di far sedere allo stesso tavolo i diversi gruppi e insieme a loro trovare delle soluzioni. Secondo Sartor, l'appello del Papa importante perch in alcuni casi la Chiesa cattolica pu giocare un ruolo. Penso soprattutto al Burundi dove la maggior parte della popolazione cattolica, mentre in Somalia e in Darfur si pu intervenire nell'umanitario. Fa bene il Papa ha aggiunto il responsabile dell'ufficio Africa di Caritas italiana ad invitare la comunit internazionale a trovare nuove vie per intervenire, tenendo per conto che alla fine c' una parte di responsabilit a livello locale. La gente dovrebbe cambiare mentalit e non considerare il conflitto come uno strumento di risoluzione dei problemi. Inoltre, c' anche tutto un lavoro da fare sulle armi e gli interessi economici. Per eliminare i conflitti nel mondo va anche limitata la produzione di armi e fare in modo che gli interessi economici degli Stati non giochino sui possibili conflitti. Sui rischi di guerra civile in Burundi Sartor ha confermato dopo contatti in loco con i giovani del servizio civile che la gente molto preoccupata perch in realt il Burundi non mai stato completamente pacificato. Soprattutto nella zona a nord della capitale gi c'erano scontri, sparatorie, perch i ribelli delle Forze per la liberazione nazionale (Fln) non sono mai arrivati ad un accordo di pace con il governo. Roma, 30. Un momento forte di riunione per restare sempre a contatto con il servo di Dio Giovanni Paolo II e camminare nella Chiesa e con la Chiesa, alla luce della benedizione di Papa Benedetto XVI: questo lo scopo del convegno, promosso dal Movimento Gruppi di preghiera figli spirituali di Giovanni Paolo II, tenutosi marted 29 aprile, presso la Pontificia Universit Lateranense. Dopo la presentazione e il saluto dell'assistente ecclesiastico del Movimento, monsignor Giangiulio Radivo, il cardinale vicario per la diocesi di Roma Camillo Ruini ha svolto la relazione sul tema Giovanni Paolo II per tutti fratello e padre, perch uomo di Dio, ricordando la propria esperienza umana accanto al Pontefice. L'incontro stata l'occasione per riflettere sull'impegno pastorale del servo di Dio e per testimoniare ancora una volta l'intento del Movimento di mantenerne vivo il ricordo. Suor Maria Rosa Lo Proto, presidente e fondatrice ha detto: Siamo qui per parlare di Giovanni Paolo II, fratello di ogni uomo, perch uomo di Dio. Si tratta di un incontro significativo che persegue la volont di stare accanto al servo di Dio anche dopo la sua morte, uniti all'attuale Papa, cui chiediamo la benedizione per proseguire al meglio la nostra opera. La fondatrice ha sottolineato: Ci siamo voluti chiamare cos, perch ognuno desidera, secondo la propria vocazione o impegno sociale, dedicarsi a un serio cammino di vita spirituale, sostenuti dall'esempio e dagli insegnamenti che ci ha dato il servo di Dio Giovanni Paolo II. Noi figli spirituali siamo certi che, come disse Papa Benedetto XVI il giorno della sua elezione, Giovanni Paolo II dalla finestra del Paradiso ci guarder. Dal Convegno scaturito, inoltre, il rinnovato impegno a camminare sempre nella Chiesa e con la Chiesa, con la benedizione del Papa e la filiale devozione alla Madonna. L'idea di far nascere il Movimento prese forma da un ritiro spirituale, svoltosi il 19 febbraio 2006, presieduto dal vescovo ausiliare Ernesto Mandara. Il 25 marzo dello stesso anno, Festa dell'annuncio dell'angelo, avvenne ufficialmente la nascita.
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W
Il Rettore unito alla Comunit Accademica del Pontificio Ateneo S. Anselmo e alla comunit monastica di Engelberg, partecipa al dolore dei familiari e confratelli per la scomparsa avvenuta il 25 aprile 2008 del
R. P. Prof. Dr.
OSB
Prof. Emerito di Storia della Chiesa Antica e Patristica e Rettore Magnifico del Pontificio Ateneo S. Anselmo dal 1968 al 1974.
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L'OSSERVATORE ROMANO
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Intervista a monsignor Juan Garca Rodrguez, arcivescovo di Camagey, presidente dei vescovi di Cuba
principe della pace e maestro della verit. In che misura la vostra Chiesa ha bisogno del sostegno di sacerdoti e religiosi provenienti da altri paesi? Per undici milioni di abitanti vi sono a Cuba circa trecentoquaranta sacerdoti, seicento religiose e sessantaquattro diaconi. Il numero di persone per sacerdote supera le trentaduemila unit. evidente che la messe molta e gli operai sono pochi. D'altra parte, la sete di Dio cresce ogni volta di pi. Non ricordiamo mai abbastanza la necessit di missionari che abbiamo. Chiediamo agli operatori di pastorale che ascoltino la chiamata di Dio, il quale vuole salvare il popolo cubano, e la richiesta della immensa moltitudine che grida: Venite e aiutateci.
Nella realt cubana, cosa rappresenta la parrocchia? La parrocchia un territorio dove c' una comunit di credenti cattolici che annunciano quello che vivono, celebrano quello che credono, vivono la carit tra di loro e tra quelli che li circondano, sono luce e sale, coraggio e consolazione per quanti soffrono. La parrocchia si convertita in comunit di comunit. Intorno alla grande comunit sono andate formandosi delle piccole comunit che si riuniscono in casa per essere Chiesa. Queste case sono numerose in alcune parrocchie. In occasione di diverse feste, tutte queste comunit si uniscono per le grandi celebrazioni nella parrocchia, che la comunit madre. Rendiamo grazie a Dio per le famiglie che hanno aperto con tanta generosit le porte delle loro case, affinch la comunit cristiana si riunisca e celebri la sua fede.
From Sweden: Pilgrims from the Lutheran Church of Sweden, Diocese of Vxj.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Durante l'udienza generale nel giorno della memoria liturgica del Pontefice
Chers frres et surs, J'accueille avec plaisir les plerins francophones. Je salue particulirement les jeunes prsents ce matin! Que la lumire du Christ soit votre esprance et que son Esprit qui va nous tre donn la Pentecte vous guide dans toute votre vie. Que Dieu vous bnisse! Dear Brothers and Sisters, I offer a warm welcome to the participants in the third ChristianBuddhist Symposium, meeting in Castel Gandolfo during these days. Upon all of you and upon the English-speaking pilgrims from England, Ireland, Scandinavia, Malta, South Africa, Korea, Thailand, Canada and the United States, I cordially invoke the joy and peace of the Risen Christ. Liebe Brder und Schwestern! Einen frohen Gru richte ich an die Pilger und Besucher aus den deutschsprachigen Lndern, darunter heute besonders an eine Gruppe vom Bund Katholischer Unternehmer. Beten wir, da diese jngste Apostolische Reise reiche Frucht bringe und da der Heilige Geist, den wir in den Tagen vor Pfingsten mit der ganzen Kirche erwarten, unseren Glauben erneuere. Der Herr segne euch und eure Familien. Queridos hermanos y hermanas: Saludo a los peregrinos de lengua espaola. Os invito a dar conmigo gracias a Dios por este Viaje Apostlico y a seguir pidiendo por los frutos espirituales del mismo. Amados Irmos e Irms, Convido todos a unir-vos em torno a mim para dar graas ao Senhor pelo sucesso alcanado na minha recente Viagem Apostlica nos Estados Unidos. Ao suplicar a Deus, pela intercesso da Virgem Maria, abundantes graas a fim de que se consigam frutos de paz e de concrdia entre os povos, sado cordialmente os peregrinos de lngua portuguesa do Brasil e de Portugal, de modo especial os visitantes do Porto, e a todos estendo a minha propiciadora Bno Apostlica. Serdecznie witam pielgrzymw z Polski. Bardzo dzikuj wszystkim, ktrzy wspierali mnie swoimi modlitwami w czasie pielgrzymki do Stanw Zjednoczonych Ameryki. Byy to niezapomniane dni wsplnego dzielenia si wiadectwem wiary, obfitujce w ask i wiele przejaww ludzkiej dobroci. Matce Najwitszej zawierzam owoce tej podry. Niech Bg wam bogosawi. [Do il cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Polonia. Tante grazie a tutti coloro che mi hanno sostenuto con le loro preghiere durante il pellegrinaggio negli Stati Uniti dell'America. Sono stati indimenticabili giorni di comune condivisione della testimonianza della fede, colmi di grazia e di tante manifestazioni dell'umana bont. Alla Madre Santissima affido i frutti di questo viaggio. Dio vi benedica!]. Nuoirdiai sveikinu piligrimus lietuvius! Prisiklusio Kristaus Dvasia tepripildo jus savo malonmis, idant vis labiau btumte teisingumo ir taikos liudytojai. Visus jus laiminu. Garb Jzui Kristui! [Saluto di cuore i pellegrini lituani! Lo Spirito di Cristo risorto vi ricolmi dei suoi doni, affinch possiate essere sempre pi testimoni di giustizia e di pace. Vi benedico tutti. Sia lodato Ges Cristo!].
Srdanu dobrodolicu upuujem svim hrvatskim hodoasnicima, a osobito vjernicima upe Belice, nastavnicima osnovne kole i namjetenicima opine Primoten te profesorima sa sveuilita u Osijeku. Neka vas prati mir i blagoslov Krista koji nas zagovara kod nebeskog Oca. Hvaljen Isus i Marija! [Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini croati, particolarmente ai fedeli della parrocchia di Belice, agli insegnanti e agli impiegati del Comune di Primoten e ai professori dell'Universit di Osijek. Vi accompagni la pace e la benedizione di Cristo, che intercede per noi presso
il Padre celeste. Siano lodati Ges e Maria!]. Srden vtm poutnky z Brna. Prosm Boha, aby vs naplnil radost z Kristova Zmrtvchvstn a aby vs vdy provzel svmi hojnmi dary. K tomu vm rd ehnm! Chvla Kristu! [Un cordiale benvenuto ai pellegrini di Brno. Prego Iddio affinch infonda in voi la gioia della Risurrezione di Cristo e vi accompagni sempre con i suoi numerosi doni.
Con questi voti volentieri vi benedico! Sia lodato Ges Cristo!]. S lskou vtam slovenskch ptnikov z Bratislavy, Jasovej, Kozroviec a iah. Bratia a sestry, vaa nvteva Rma poas Vekononho obdobia nech je pre kadho z vs prleitosou na prav duchovn obnovu. Oslven Pn nech vs sprevdza svojim pokojom. Rd vs ehnm. Pochvlen bu Jei Kristus! [Con affetto do un benvenuto ai pellegrini slovacchi provenienti da
Bratislava, Jasov, Kozrovce e ahy. Fratelli e sorelle, la vostra visita a Roma nel Tempo di Pasqua sia per ognuno di voi occasione di autenti-
co rinnovamento spirituale. Il Signore Risorto vi accompagni con la sua pace. Volentieri vi benedico. Sia lodato Ges Cristo!]. Lepo pozdravljam slovenske romarje, e posebej vse iz Velenja in Stine ter pevce iz Kamnika! Naj bo vstali Gospod vaa mo in vaa pesem! Rad vam podelim apostolski blagoslov. [Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini sloveni, in particolare modo a quelli provenienti da Velenje e Stina ed ai membri del coro di Kamnik! Il Signore Risorto sia la vostra forza e il vostro canto! Volentieri vi imparto l'Apostolica Benedizione]. Rivolgo un cordiale benevenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto voi, Religiose di diverse Congregazioni partecipanti all'incontro promosso dall'USMI e invoco lo Spirito Santo perch vi aiuti a proseguire con generosit nella vostra testimonianza evangelica. Saluto voi, Seminaristi della diocesi di Vicenza, accompagnati dal vostro Pastore Monsignor Cesare Nosiglia. Cari amici, vi assicuro la mia vicinanza spirituale e prego perch lo Spirito del Risorto vi illumini nel discernere la vostra vocazione e nel seguirla con fedelt e gioia. Saluto voi, partecipanti al convegno promosso dalla Pontificia Universit della Santa Croce, e auguro che Cristo sia sempre per voi la Via, la Verit e la Vita. Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Oggi la liturgia fa memoria del santo Pontefice Pio V che, mosso da profondo amore per la Chiesa, promosse con instancabile ardore la propagazione della fede e riform il culto liturgico. Il suo esempio e la sua intercessione incoraggino voi, cari giovani, a realizzare in modo autentico e coerente la vostra vocazione cristiana; sostengano voi, cari malati, a perseverare nella speranza e ad offrire le vostre sofferenze in unione a quelle di Cristo per la salvezza dell'umanit; facciano crescere voi, cari sposi novelli, nel reciproco impegno di fedelt e di amore.
Per la nomina a suo Inviato speciale alle celebrazioni per sant'Andrea ad Amalfi
Venerabili Fratri Nostro VALTHERO S.R.E. Cardinali KASPER Pontificii Consilii ad Unitatem Christianorum fovendam Praesidi Si quidem meritum solet catholica Ecclesia cultum Sanctis cunctis tribuere, eos potissimum venerari consuevit, qui veluti Ecclesiae columnae habentur ipsiusque fundamentum. Inter hos quidem annumerandus est procul dubio sanctus Andreas, primus a Domino vocatus, cuius sacrae reliquiae quondam a Constantinopolitana urbe Amalfiam esse delatae perhibentur. Nuper comperimus huius Apostoli exuviarum translationis octavam centenariam commemorationem apud Ecclesiam Amalphitanam-Ca-
vensem die VIII mensis Maii congruenti cum sollemnitate celebratum iri. Ibidem enim, Amalfiae nominatim, Illius Apostoli memoria totum historiae cursum affecit, venustam celebratamque sacram aedem concitavit, peregrinatores undique gentium devocavit, orthodoxos fratres propemodum ad se arcessivit. Quapropter libentes volentesque postulatis subvenire volumus Venerabilis Fratris Horatii Soricelli, illius Sedis Episcopi, qui, eventus ille quo magnificentius ageretur, a Nobis petiit ut eminentem Praesulem primas partes inibi acturum mitteremus. Ad te autem, Venerabilis Frater Noster, cogitationem convertimus, quem omnino parem iudicamus huic officio sustinendo. Itaque, magnam aestimationem Nostram significantes, te Missum Extraordinarium ad illum sacrum ritum agendum renuntiamus et constituimus.
Universis quidem huius commemorationis participibus cunctisque adstantibus secundam benignamque Nostram voluntatem ostendes, partes Nostras ages Nostraque auctoritate salutaria verba enuntiabis. Ipsius sancti Andreae demum in cunctos inibi fideles devocamus patrocinium, ut pietas ipsa firmius roboretur latiusque amplificetur, in universos Christi asseclas, sancti Andreae auxilio, ut plena unitas attingatur. Benedictionem demum Apostolicam Nostro nomine impertias volumus, quae sit superni subsidii firmamentum et animorum renovationis incitamentum. Ex Aedibus Vaticanis, die IV mensis Aprilis, anno Domini MMVIII, Pontificatus Nostri tertio.
Luglio
12 SABATO 21 LUNED Viaggio Apostolico in Australia per la Giornata Mondiale della Giovent a Sydney
Agosto
15 VENERD Solennit dell'Assunzione della Beata Vergine Maria Castel Gandolfo, Chiesa Parrocchiale di San Tommaso da Villanova, ore 8, Santa Messa Citt del Vaticano 29 aprile 2008 MONS. GUIDO MARINI MAESTRO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE PONTIFICIE
Giugno
14 SABATO 15 DOMENICA XI del Tempo per annum Visita Pastorale a Santa Maria di Leuca e a Brindisi
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 103 (44.843)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
venerd-sabato 2-3 maggio 2008
Il discorso di Benedetto XVI ai vescovi del Paese caraibico in visita ad limina Apostolorum
Queridos Hermanos en el Episcopado: 1. Con gran gozo les recibo al trmino de esta visita ad limina, que les ha trado hasta las tumbas de los Apstoles san Pedro y san Pablo para estrechar an ms los lazos de comunin que siempre han caracterizado la relacin de los Obispos cubanos con esta Sede Apostlica. Para m es un motivo particular de alegra encontrarme con ustedes, queridos Hermanos, que estn al cuidado de una Iglesia a la que me siento muy cercano espiritualmente, como ya tuve ocasin de manifestarles en el mensaje que les envi a travs del Cardenal Secretario de Estado en su reciente viaje a Cuba. Agradezco de corazn las amables palabras de adhesin y sincero afecto que me ha dirigido Mons. Juan Garca Rodrguez, Arzobispo de Camagey y Presidente de la Conferencia de Obispos Catlicos de Cuba, en nombre de todos ustedes y de sus comunidades diocesanas. 2. Conozco bien la vitalidad de la Iglesia en su amado Pas, as como su unidad y su entrega a Jesucristo. La vida eclesial cubana ha experimentado un cambio profundo, sobre todo desde la celebracin del Encuentro Nacional Eclesial Cubano, hace ahora algo ms de veinte aos, y muy especialmente con la histrica visita a Cuba de mi venerado Predecesor, el Papa Juan Pablo II. Se ha llevado a cabo una intensa labor pastoral que, a pesar de las muchas dificultades y limitaciones, ha contribuido a fortalecer el espritu misionero en todas las comunidades eclesiales cubanas. Les invito, pues, a seguir desplegando un audaz y generoso esfuerzo de evangelizacin que lleve la luz de Cristo a todos los mbitos y lugares. En este momento de la historia, la Iglesia en su Pas est llamada a ofrecer a toda la sociedad cubana la nica esperanza verdadera: Cristo, nuestro Seor, vencedor del pecado y de la muerte (cf. Spe salvi, 27). sta es la fuerza que ha man-
tenido a los creyentes cubanos firmes en la senda de la fe y del amor. Todo ello exige que el fomento de la vida espiritual tenga un puesto central en sus aspiraciones y proyectos pastorales. Slo a partir de una experiencia personal de encuentro con Jesucristo, y con una preparacin doctrinal slida y enraizada en la comunidad eclesial, el cristiano podr ser sal y luz del mundo (cf. Mt 5, 13), y saciar as la sed de Dios que se advierte cada vez ms entre sus conciudadanos. 3. En esta tarea evangelizadora los presbteros tienen un papel fundamental. Conozco la dedicacin y celo pastoral con el que se entregan a sus hermanos, a pesar de su reducido nmero y aun en medio de
cial a los numerosos misioneros que ofrecen el don de su consagracin a toda la Iglesia en Cuba. 4. Uno de los objetivos prioritarios del Plan de Pastoral que ustedes han elaborado es justamente la promocin de un laicado comprometido, consciente de su vocacin y misin en la Iglesia y en el mundo. Les invito, por tanto, a promover en sus Iglesias Particulares un autntico proceso de educacin en la fe en los diversos niveles, con la ayuda de catequistas debidamente preparados. Procuren que todos los fieles tengan acceso a la lectura y meditacin orante de la Palabra de Dios, as como a la recepcin frecuente del sacramento de la Reconciliacin y de la Eucarista. Fortalecidos as con una vida es-
grandes obstculos. Por ello, a travs de ustedes quiero expresar a todos los sacerdotes mi gratitud y mi aprecio por su fidelidad y su incansable servicio a la Iglesia y a los fieles. Confo tambin en que el incremento de las vocaciones y la adopcin al mismo tiempo de justas medidas en este campo permitan pronto a la Iglesia cubana contar con un nmero suficiente de presbteros, as como de los templos y lugares de culto necesarios, para cumplir con su misin estrictamente pastoral y espiritual. No dejen de acompaarlos y alentarlos a ellos, que llevan el peso del da y del calor (cf. Mt 20, 12), y aydenles a que con la meditacin personal, el rezo de la Liturgia de las Horas, la celebracin cotidiana de la Eucarista, as como con una adecuada formacin permanente, mantengan siempre vivo el don recibido con la imposicin de las manos (cf. 2 Tm 1, 6). El incremento de las vocaciones sacerdotales es una fuente de esperanza. Sin embargo, es necesario continuar promoviendo una pastoral vocacional especfica que no tenga miedo de animar a los jvenes a seguir los pasos de Cristo, el nico que puede satisfacer sus ansias de amor y de felicidad. Al mismo tiempo, el cuidado y la atencin del Seminario deber ocupar siempre un lugar privilegiado en el corazn del Obispo (cf. PO 5), dedicndole los mejores medios humanos y materiales de sus comunidades diocesanas y asegurando a los seminaristas, mediante la competencia y dedicacin de escogidos formadores, la mejor preparacin espiritual, intelectual y humana posible, de modo que puedan hacer frente, identificados con los sentimientos del Corazn de Cristo, al compromiso del ministerio sacerdotal que debern afrontar. No puedo dejar de mencionar y reconocer la labor ejemplar de tantos religiosos y religiosas, y les animo a que sigan enriqueciendo al conjunto de la vida eclesial con el tesoro de sus propios carismas y de su entrega generosa. Quisiera tambin dar las gracias de modo espe-
piritual intensa y contando con una slida preparacin religiosa, especialmente en cuanto se refiere a la doctrina social de la Iglesia, los fieles laicos podrn ofrecer un testimonio convincente de su fe en todos los mbitos de la sociedad, para iluminarlos con la luz del Evangelio (cf. LG 38). A este respecto, hago votos para que la Iglesia en Cuba, conforme a sus legtimas aspiraciones, pueda tener un normal acceso a los Medios de Comunicacin Social. 5. De un modo especial deseo confiarles la atencin pastoral de los matrimonios y las familias. S cunto les preocupa la situacin de la familia, amenazada en su estabilidad por el divorcio y sus consecuencias, la prctica del aborto o las dificultades econmicas, as como por las separaciones familiares a
causa de la emigracin u otros motivos. Les animo a redoblar sus esfuerzos para que todos, y especialmente los jvenes, comprendan mejor y se sientan cada vez ms atrados por la belleza de los autnticos valores del matrimonio y de la familia. Asimismo, es necesario alentar y ofrecer los medios pertinentes para que las familias puedan ejercer su responsabilidad y su derecho fundamental a la educacin religiosa y moral de sus hijos. 6. He podido comprobar con gozo la generosidad con que la Iglesia en su querida Nacin se entrega al servicio de los ms pobres y desfavorecidos, recibiendo por ello el aprecio y el reconocimiento de todo el pueblo cubano. Les exhorto de corazn a seguir llevando a todas las personas necesitadas, a los enfermos, a los ancianos o a los encarcelados, un signo visible del amor de Dios hacia ellos, conscientes de que la mejor defensa de Dios y del hombre consiste precisamente en el amor (Deus caritas est, 31). De esta manera, ofrecen a toda Cuba el testimonio de una Iglesia que comparte profundamente sus gozos, esperanzas y penalidades. 7. Queridos Hermanos, quiero agradecerles todo el trabajo que estn realizando para que el pequeo rebao de Cuba se fortalezca y produzca un fruto cada vez ms abundante de vida cristiana, como el grano de trigo que cae en tierra (cf. Jn 12, 24). Que la prxima beatificacin del Siervo de Dios Padre Jos Olallo Valds les d nuevo impulso en su servicio a la Iglesia y al pueblo cubano, siendo en todo momento fermento de reconciliacin, de justicia y de paz. Les ruego que transmitan mi afectuoso saludo y mi cercana espiritual a todos, en particular a los Obispos Emritos, a los sacerdotes, diconos permanentes, comunidades religiosas, seminaristas y fieles laicos, y dganles que el Papa reza siempre por ellos, al mismo tiempo que les anima a crecer en santidad para dar lo mejor de s mismos a Dios y a los dems. A Nuestra Seora de la Caridad del Cobre, cuando se disponen a preparar la celebracin del Cuarto Centenario del hallazgo de su venerada imagen, les encomiendo a ustedes y sus intenciones, y le pido que les proteja y les d fortaleza, al mismo tiempo que les imparto una especial Bendicin Apostlica.
MADRID, 2. Cresce nel mondo l'allarme per la crisi alimentare innescata dal rincaro dei prezzi del cibo. Nel continente asiatico la fame minaccia la vita di circa un miliardo di persone. Lo ha reso noto ieri il direttore generale della Banca asiatica di sviluppo, Rajat Nag, a Madrid per partecipare alla quattro giorni di lavori del vertice annuale dellistituto di credito. Seicento milioni di asiatici vivono oggi con meno di un dollaro al giorno, ha dichiarato Nag, e altri 400 milioni vivono comunque sotto la soglia di povert. Dati preoccupanti, che prospettano una catastrofe umanitaria senza pari. Secondo le previsioni della Banca asiatica di sviluppo linflazione in Asia toccher il 5,1 per
cento nel 2008, il livello pi alto degli ultimi dieci anni, dovuto principalmente allaumento dei costi di alimenti e carburanti. Crediamo che questa, ha concluso Nag, sia la pi grande sfida politica che dobbiamo affrontare. Intanto, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha chiesto al Congresso fondi straordinari per 770 milioni di dollari per combattere il rincaro dei viveri. In alcuni dei Paesi pi poveri laumento dei prezzi pu fare la differenza tra lottenere cibo quotidiano e restare invece senza nulla da mangiare, ha detto il capo della Casa Bianca. Bush, che aveva gi chiesto due settimane fa al Congresso fondi per duecento milioni di dollari, ha detto che questo solo linizio dellimpegno americano.
ROBERTO COLOMBO
A PAGINA
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Lon Kalenga Badikebele, Arcivescovo titolare di Magneto, Nunzio Apostolico in Ghana, con i Familiari; Frans Daneels, Vescovo titolare di Bita, Segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, con i Familiari; Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, Vescovo titolare di Civitate, Segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, con i Familiari. Meurice Estu, in visita ad limina Apostolorum; Manuel Hilario de Cspedes Garca-Menocal, Vescovo di Matanzas (Cuba), in visita ad limina Apostolorum; Jorge Enrique Serpa Prez, Vescovo di Pinar del Ro (Cuba), in visita ad limina Apostolorum; Wilfredo Pino Estvez, Vescovo di Guantnamo-Baracoa (Cuba), in visita ad limina Apostolorum. rinuncia al governo pastorale dell'Arcidiocesi di Saint Paul and Minneapolis (U.S.A.), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Harry Joseph Flynn, in conformit al canone 401 1 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede il Coadiutore Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor John Clayton Neinstedt. gnore Gerardo Melgar Viciosa, finora Vicario Generale di Palencia.
In data 1 maggio corrente, il Santo Padre ha nominato Vescovo Prelato di Bocas del Toro (Panama) il Reverendo Padre Anibal Saldaa Santamara, O.A.R., finora Parroco di Totonicapan nell'Arcidiocesi di Guatemala (Guatemala).
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Dionisio Guillermo Garca Ibez, Arcivescovo di Santiago de Cuba (Cuba), con l'Arcivescovo emerito, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Pedro Claro
In data 1 maggio corrente, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Prelatura di Bocas del Toro (Panama), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Jos Agustn Ganuza Garca, O.A.R., in conformit al can. 401 1 del Codice di Diritto Canonico.
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Eparchia di Saskatoon degli Ucraini (Canada), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Michael Wiwchar, C.SS.R., in conformit al can. 210 1 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali.
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Saskatoon degli Ucraini (Canada) il Reverendo Padre Bryan Bayda, C.SS.R., al presente Superiore e parroco di Yorkton (Canada).
Provviste di Chiese
Ieri, 1 maggio, il Santo Padre ha nominato Vescovo di Osma-Soria (Spagna) il Reverendo Monsi-
Il Santo Padre ha nominato Vescovo dell'Eparchia di Hajddorog e Amministratore Apostolico ad nutum Sanctae Sedis dell'Esarcato Apostolico di Miskolc (Ungheria) il Reverendo Padre Flp Kocsis, monaco di Dmc.
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Dopo la decisione di Mosca di aumentare il contingente militare al confine con l'Abkhazia e l'Ossezia del sud
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Tra le vittime c' Aden Hashi Ayro considerato il capo locale di Al Qaeda
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La Spe salvi e il carattere pubblico della fede
voler pensare nulla di tutto questo. E salta in una sommaria, ma accurata se Vostra Eccellenza non fosse del pa- relazione della situazione sociale, il rere di accordarmi subito questa gra- profilo di una societ urbana ormai zia, vorrei domandare di poter offrire in rapidissima evoluzione. Da un lato la mia attivit sacerdotale ai punti pi la crescita materiale ed economica dell'incipiente periodo del boom, e, poveri e pi disgraziati della citt. Giovanni Battista Montini, come sul versante opposto, le grandi sacche noto, si sempre mostrato profonda- di emarginazione di chi andato in mente sensibile ai drammi della po- cerca di lavoro e di fortuna e ora si vert. Molti giovani della Federazio- trova culturalmente e umanamente ne universitaria cattolica italiana sradicato, sfruttato e senza sicurezze. (Fuci) degli anni Venti a Roma ri- Una realt per la stragrande magcordavano la partecipazione attiva e gioranza scrive don Paolo comconcreta dell'antico assistente all'apo- posta da meridionali. Hanno delle stolato missionario prestato agli emar- doti umano-morali veramente supeginati di Porta Metronia allora riori. Ma queste, a un certo punto, squallida borgata di baraccati nel- vengono cancellate dalla superficialit la conferenza della San Vincenzo. E del loro cristianesimo, fatto molto di ben nota a lui era anche la scelta di esteriorit, cristianesimo che non regvita tipica dei Piccoli Fratelli di Ges ge fuori del proprio ambiente, sopratche, tra l'altro, a suo tempo sarebbe divenuta anche approdo di Tre anni di scambi epistolari Jacques Maritain, del tra un giovane che sta maturando quale non occorre nemmeno accennare la la propria vocazione particolare prossimit spirituale e culturale al futuro Pa- e un pastore attento alla sua diocesi pa Paolo VI. Tuttavia la risposta dell'arcivescovo, pur contraria, carica di pa- tutto a contatto con quello che pu terni ammonimenti. Egli ha gi mal offrire una grande citt, e a contatto sopportato la decisione di un altro sa- con la miseria che non certo maecerdote, don Raimondo Bertoletti, stra di vita. Gli assurdi della vita preche in precedenza, proprio nella stes- matrimoniale dei giovani, assurdi che sa situazione di don Paolo, ha lascia- sono per loro delle leggi, fanno il reto la diocesi per entrare tra i Piccoli sto. Una grande citt osserva anFratelli. Pertanto, dopo aver lodato cora don Paolo offre la possibilit la predilezione di don Paolo per i po- dell'anonimato a ogni forma di vita veri, monsignor Montini ricorda che irregolare. Queste forme presto o taressi si trovano dappertutto ove li si sap- di incontrano la miseria e quindi piano scoprire e riconoscere: Corag- questi ambienti (pp. 109-110). Montini profondamente colpito gio, caro don Paolo: ami ora il prossimo vicino, prima di quello lontano. dall'apostolato di don Paolo Villa Confido ch'Ella comprender (p. 61). tanto che il 29 luglio 1960 decide di Don Paolo si reca dunque a Busto affidargli a tempo pieno l'assistenza Arsizio manifestando all'arcivescovo religiosa dei centri milanesi. Il sacertutta la sua buona volont. il 18 dote obbedisce, ma in fondo al cuore novembre 1957. Immediatamente, in si sente continuamente portato verso poche affettuose righe di risposta, la vita contemplativa della congregamonsignor Montini prende atto della zione di Charles de Foucauld. Questa risoluzione. Il rapporto epistolare volta per torna a parlare di tale vodestinato a proseguire. Si snoda sul cazione al suo arcivescovo spinto da filo di una vicenda di servizio presbi- un fatto estraneo alla sua volont. Il terale che si precisa sempre di pi in Capitolo generale della congregazione una pastorale tra i poveri, sia nelle dei Piccoli Fratelli di Ges infatti ha Acli di Busto Arsizio, sia, in partico- deciso di non accettare pi sacerdoti lare, a Milano: anzitutto nei ricoveri che abbiano una certa anzianit di comunali per gli sfrattati e i senza ca- ministero. Quindi di fronte a un ultesa e negli alberghi popolari che riore diniego del Superiore, don Paolo ospitano osserva don Paolo Villa dovrebbe rinunciare definitivamente a un tipo di lavoratore particolar- quella che egli ritiene essere la vocamente bisognoso del prete, perch so- zione della sua vita. Anche questa litamente in basso dal punto di vista mia vita completa in mezzo ai Poveri, religioso-morale, essendo costante- che pure gran cosa, profondamenmente lontano dalla famiglia o non te diversa, e Vostra Eminenza ben lo sa, dalla vita dei Piccoli Fratelli di avendone (p. 75). Il cammino verso la Ges, vita essenzialmente di contemmta desiderata da don plazione. Penso proprio nella preghieUno squarcio aperto sul dolente e contraddittorio Paolo per una vita ra che il mio Arcivescovo voglia essedi maggiore preghiera, re il Padre buono che pur nella riscenario sociale della metropoli lombarda di pi lunga adorazio- strettezza e nel bisogno, lascia che i ne nel culto dell'Euca- suoi figli percorrano la loro strada. negli anni Cinquanta: l'universo dei senza La risposta del cardinale Montini ristia; di maggior pocasa in una realt in rapidissima espansione vert; di nascondimen- Al caro don Paolo Villa del 10 to nella situazione dei novembre 1960: In riscontro alle sue poveri; in una imitazio- ripetute istanze, non mi resta che di in un panorama desolato e, so- ne anche materiale della vita di Ges concedergli libert di seguire il suo prattutto in certe aree, carico di ten- a Nazaret (15 marzo 1960) pe- desiderio, se tale sembra essere la vosioni sociali le esperienze di don r tale che il giovane sacerdote torna lont del Signore, ma lasciando a lui Primo Mazzolari e di don Lorenzo a rinnovare all'arcivescovo la richie- la responsabilit di un tale passo che Milani. Del resto la prudenza da par- sta di potere entrare nei Piccoli Fra- priva la sua diocesi, dove tanti bisote dei pastori anche comprensibile telli. Ma ove ci non fosse possibile gni e tante possibilit di bene gli si alla luce di taluni episodi di quegli egli chiede che il suo ministero dioce- presentano, del ministero, a cui la anni che hanno seminato disagio e sano si svolga sempre pi a contatto diocesi lo aveva preparato, e che egli confusione negli ambienti cattolici, coi poveri. La lettera di don Paolo le aveva promesso. Don Paolo entra cos nei Piccoli basti solo pensare alla vicenda della Villa , tra l'altro, la risposta a un'eSinistra cristiana. Ma, come osserva spressa e premurosa richiesta di noti- Fratelli di Ges l'8 gennaio 1961. Tranella prefazione al volume Giovanni zie dell'arcivescovo che, nella prossi- scorso il noviziato a Saint-Rmy si traBianchi, in don Paolo Villa non c'era mit del Natale del 1959, era stata sferisce nella fraternit di Saint-Ouen alcuna volont di creare il caso, al- accompagnata da consistenti offerte e (Parigi) dove lavora come lattoniere. Quindi andr a Tolosa dove inconzando clamori su vere o presunte doni per i poveri di Milano. Al lettore si aprono cos squarci vi- trer Jacques Maritain con il quale contraddizioni di un modello di forvi del dolente e contraddittorio scena- stringer una profonda amicizia. Nel mazione e di pastorale applicata. L'unico timore che mi ha tratte- rio sociale della Milano degli anni 1966 eletto consigliere della congrenuto per un momento in questi giorni Cinquanta: l'universo degli sfrattati e gazione. In seguito fonda alcune franel fare a Vostra Eccellenza questa dei senza casa, i ricoveri dotati di ternit e, nel 1972, sar eletto assidomanda stato quello di forse dare cappella dove don Paolo vorrebbe stente del priore della congregazione. l'impressione o di un colpo di testa o andare a fissare la propria residenza Don Paolo Villa muore a Desio (Midi un qualcosa di vicino a un effetto Giambellino, Gratosoglio, Oglio lano) consumato dalla malaria e daldi risentimento. Mi sento in coscienza stando due giorni fissi a settimana l'ameba contratte durante i suoi viagdi pregare il mio Arcivescovo a non in ciascuno di questi. Soprattutto ri- gi in Africa. il 24 settembre 1973.
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Il rilevante ruolo dei Paesi latinoamericani nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
Per questi motivi la Dichiarazione delle Nazioni Unite, nella sua forma attuale, differisce notevolmente dagli strumenti angloamericani relativi ai diritti, soprattutto per l'inclusione dei diritti politici e civili. Al tempo stesso differisce anche dalle Carte in stile sovietico per la forte enfasi che pone sulle libert civili e politiche e per il riconoscimento dell'importanza delle strutture intermedie fra Stato e cittadino. Questa storia spiega anche il motivo per cui la Dichiarazione delle Nazioni Unite ha diverse caratteristiche che non sono presenti n nella Costituzione degli Stati Uniti n nelle costituzioni Nella politica sociale latinoamericana, in materia di diritti umani, fu rilevante l'ispirazione dell'enciclica socialiste del XX secolo: la Quadragesimo anno (15 maggio 1931) di Pio XI diffusa enfasi sulla dignit intrinseca e sul valore della persona umana, l'affermazione che la bisognava andare avanti il pi veloce- modello comune per misurare il propersona umana dotata di ragione e mente possibile. Sottoline che gran prio e l'altrui progresso. di coscienza, il diritto del lavoratore a parte della Dichiarazione si era gi baOggi, in misura impressionante, quel una retribuzione equa per se stesso e sata sulla bozza di Bogot, che era sta- sogno divenuto realt. vero che esiper la sua famiglia, il riconoscimento to estremamente faticoso per la Com- stono discrepanze vistose fra le pratiche di quest'ultima quale nucleo naturale missione pervenire a un testo accettabi- di molti Stati e i principi ai quali essi e fondamentale della societ che ha le da una vasta gamma di culture e hanno ufficialmente aderito, ma non diritto a essere protetta dalla societ e che un documento che avrebbe dovuto un risultato mediocre che la stragrande dallo Stato, il diritto primario dei ge- essere applicabile universalmente non maggioranza delle nazioni abbiano fornitori a scegliere l'educazione dei figli, poteva essere una copia esatta della di- malmente accettato un insieme comune la disposizione per cui la maternit e chiarazione panamericana. di principi come diritti umani fondal'infanzia hanno diritto a speciali cure Un numero di importanti cambia- mentali. Come ha dichiarato Benee assistenza. (...) menti furono apportati durante i di- detto XVI il 18 aprile nel suo discorso L'influenza latinoamericana conti- battiti dell'Assemblea Generale per l'o- alle Nazioni Unite: Il merito della Dinu quando la Commissione per i Di- stinazione dei delegati latinoamericani. chiarazione Universale di aver perritti Umani present la bozza della di- Grazie a Minerva Bernardino della messo a differenti culture, espressioni chiarazione perch fosse rivista da un Repubblica Dominicana, nel preambo- giuridiche e modelli istituzionali di comitato delle Nazioni Unite molto pi lo si fece speciale menzione della parit convergere attorno a un nucleo fonampio, composto da rappresentanti di di diritti fra uomini tutte le nazioni. A quel tempo, l'autun- e donne. Grazie a no del 1948, i paesi membri erano cin- Prez Cisneros, il ri- L'idea di giustizia sociale che sorregge quantotto. Tuttavia, i rappresentanti ferimento alle neces- la Dichiarazione universale dei Diritti dell'uomo latinoamericani costituivano ancora il sit particolari delle gruppo pi ampio e utilizzarono la famiglie fu inserito ispirata pi agli insegnamenti sociali nell'articolo sul di- di Leone XIII e di Pio XI propria influenza. La Dichiarazione di Bogot dei di- ritto a un tenore di ritti e dei doveri dell'uomo era stata vita adeguato. Su ri- che al pensiero marxista adottata all'inizio di quello stesso anno chiesta dell'ecuadoe alcuni delegati latinoamericani che riano, l'articolo 9 fu non avevano partecipato alla stesura modificato per includervi la tutela con- damentale di valori, e, quindi, di didella bozza della Dichiarazione delle tro l'esilio arbitrario. Inoltre, su istanza ritti. A livello nazionale, sebbene ancora Nazioni Unite avrebbero voluto riman- del Messico, fu aggiunto un nuovo ardarla al comitato perch la confrontas- ticolo che adottava l'istituzione cono- ci siano molte cose da ottenere, si sono se riga per riga con il documento di sciuta in Spagna come amparo (ricorso verificati cambiamenti importanti: in Bogot. La proposta fu rifiutata e alcu- contro le violazioni dei diritti fonda- primo luogo sotto l'influenza del principio di uguaglianza, le opportunit ni delegati cominciarono a proporre mentali). Infine, il 10 dicembre 1948, la Di- per le donne e per i membri dei gruppi emendamenti per avvicinare il pi possibile la bozza delle Nazioni Unite a chiarazione Universale dei diritti del- di minoranza di ottenere una piena l'uomo fu approvata dalla Assemblea partecipazione alla vita politica ed ecoquel testo. Questa attivit preoccup i sosteni- Generale delle Nazioni Unite all'unani- nomica si sono molto estese. Negli anni tori della Dichiarazione, i quali sape- mit (nonostante alcune astensioni del Ottanta, inoltre, la Dichiarazione divano che qualsiasi ritardo avrebbe gio- blocco sovietico, dell'Arabia Saudita e venuta il principale punto di riferimencato a favore dei sovietici, che erano del Sudafrica). Contrariamente alle to dei movimenti per i diritti umani contrari al testo ma non volevano op- previsioni degli scettici che dubitavano che hanno portato alla pacifica caduta porvisi pubblicamente. Inoltre, i soste- del valore di un documento non vinco- dei regimi totalitari nell'Europa dell'est nitori della Dichiarazione, temevano lante, la Dichiarazione mostr rapida- e al collasso dell'apartheid in Africa. che, con l'inasprirsi della Guerra fred- mente il suo grande fascino divenendo La Dichiarazione continua poi a conda il progetto sarebbe stato affossato un modello per la maggioranza degli tribuire a mantenere i riflettori accesi per sempre se non fosse stato portato a strumenti legislativi relativi ai diritti su abusi che in passato sarebbero stati nel mondo, pi di novanta, secondo le ignorati oppure considerati affari protermine nella sessione del 1948. Fra i pi preoccupati c'era il diretto- ultime stime. Divenne anche il princi- pri della nazione in cui avvengono. re della Divisione delle Nazioni Unite pale punto di convergenza retorica per Oggi, infine, il testo il principale per i Diritti Umani, John Humphrey, il movimento internazionale per i dirit- punto di riferimento comune per i diche nelle sue memorie ha fatto riferi- ti umani del dopoguerra. Oggi, il pi battiti interculturali su come pianificamento agli sforzi dei Paesi contrari alla importante punto di riferimento per i re il futuro umano in un mondo semDichiarazione come alla minaccia di dibattiti sui diritti umani a livello in- pre pi interdipendente. importante ricordare il contributo Bogot. Molto intelligente, Prez Ci- ternazionale. sneros ha utilizzato ogni strumento I contributi dell'America Latina alla dei Paesi latinoamericani, sia perch va riconosciuto il lavoro di quanti si sono procedurale per ragimpegnati in questo senso, sia perch giungere il suo l'idea di dignit che ha ispirato cos obiettivo. I suoi di- Diversi modi di procedere tanti strumenti relativi ai diritti dopo scorsi erano adorni si sono registrati nel tempo la seconda guerra mondiale oggi midi filosofia sociale nacciata. Come ha ammonito Benedetcattolica e, a volte, e hanno generato linguaggi diversi to XVI nel suo discorso alle Nazioni sembrava che i pro- Ognuno rappresentativo Unite, esistono alcune tendenze che, se tagonisti nella stanincontrollate, rischiano di minare i fonza della conferenza di una visione specifica dei Diritti umani damenti morali e culturali da cui in fossero i cattolici rodefinitiva dipendono tutti i diritti. mani e i comunisti, In particolare il Papa ha messo in questi ultimi al secondo posto, ag- Dichiarazione Universale dei diritti giunge in proposito parlando del dele- dell'uomo sono stati significativi. Tut- guardia sia contro la diffusione di apgato cubano Guy Prez Cisneros. Nei tavia, per evitare incomprensioni, si procci relativistici e selettivi ai diritti suoi diari privati, pubblicati dopo la deve sottolineare che, certamente, ci universali, sia contro pressioni per morte, Humphrey diede sfogo alla pro- sono state molte altre fonti di influenza reinterpretare i fondamenti della Dichiarazione e di comprometterne l'intipria esasperazione. Riferendosi a Prez su quello storico documento. Oggi, sessanta anni dopo l'approva- ma unit, cos da facilitare un allontaCisneros come a un uomo che combina la demagogia con la filosofia sociale zione della Dichiarazione innanzitutto, namento dalla protezione della dignit cattolica romana disse che il cubano essa dimostra in modo incoraggiante umana per soddisfare semplici interessi, avrebbe dovuto bruciare all'inferno che gli esseri umani non vengono sem- spesso interessi particolari. Una delle mie speranze che questa per aver rallentato le procedure. Il po- plicemente sballottati dalle onde della vero Humphrey non comprese mai storia, ma possono fino a un certo pun- conferenza promuova la riappropriaquanto della dottrina sociale cattolica to, influenzare il corso degli eventi me- zione e il ripristino della tradizione laavesse egli stesso apportato alla Dichia- diante la riflessione e la scelta. Gli uo- tinoamericana dei diritti. Se ci permetrazione Universale! Questo perch, per mini e le donne che hanno redatto la tiamo di sognare un po', possiamo spesua stessa ammissione, aveva attinto bozze degli strumenti relativi ai diritti rare che essendo stati gi una volta capi dai documenti latinoamericani che dopo la seconda guerra mondiale non paci di impedire che la Dichiarazione da qualsiasi altra fonte, quando prepa- erano degli ingenui ottimisti. Tuttavia, Universale cadesse negli eccessi del liil realismo non ha impedito loro di la- bertarismo o del collettivismo, i latirava il materiale. Hernn Santa Cruz, che con Hum- vorare per arrivare al giorno in cui un noamericani possano ancora una volta phrey condivideva il senso di urgenza piccolo nucleo di principi, tanto fonda- aiutare il movimenti per i diritti umani della situazione, alla fine persuase P- mentali per la dignit umana da poter a rimanere fedeli al proprio scopo di rez Cisneros del fatto che se la Dichia- essere definiti universali, sarebbe stato promuovere migliori livelli di vita in razione doveva essere adottata da tutti, accettato da ogni nazione come un una pi ampia libert.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Rinnovare l'impegno Azione Cattolica, una luce per il bene comune di storia a servizio dell'uomo
ROMA, 2. Un popolo di pellegrini che migra dal XX secolo con una bisaccia piena di valori (tutela dei diritti, volontariato, giustizia, pace) e con una forte tensione al futuro: con questa immagine che il presidente delle Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli), Andrea Olivero, ha aperto ieri pomeriggio a Roma il 23 Congresso nazionale, che si concluder domenica e che elegger i nuovi vertici. Nel suo lungo intervento, Olivero (che dovrebbe essere riconfermato presidente) ha esposto le linee programmatiche dei prossimi quattro anni delle Acli, che contano quasi un milione di iscritti (634 i delegati presenti). Per la prima volta nella storia delle Acli l'apertura del Congresso nazionale coincisa con il 1 maggio. Un appuntamento doppiamente significativo per l'associazione perch furono proprio le Acli a chiedere che la Chiesa elevasse quel giorno a festa cristiana dei lavoratori. Cosa che avvenne il 1 maggio 1955 quando Pio XII in piazza San Pietro annunci l'istituzione della festa di san Giuseppe artigiano. Confermando i valori dell'associazione (fedelt al mondo del lavoro, alla democrazia e alla Chiesa), Olivero ha invitato i suoi ad un impegno rinnovato anche in virt della fine delle ideologie. Un lavoro che mira allinterpretazione dei bisogni popolari, della gente comune, nellordinariet della vita quotidiana. Come laici credenti impegnati nel sociale ha detto abbiamo una responsabilit nel confronto verso nuove sfide, come quella della globalizzazione, della multiculturalit, dellambiente. Per Olivero, va costruito un nuovo dialogo politico in cui la societ civile abbia uno spazio significativo. Vanno rigenerati i legami di fiducia fra cittadini e istituzioni; serve una nuova partecipazione democratica e nuove reti di aggregazione. Per questo, il presidente ha annunciato modifiche organizzative ai tradizionali circoli Acli che per non spariranno. Gli obiettivi sono lascolto delle realt territoriali e la promozione della formazione dei dirigenti e degli associati. Per Andrea Olivero occorre dare nuova linfa a Retinopera (associazione nazionale cattolica nata alcuni anni fa), chiamata a rafforzare la presenza organizzata dei cattolici sia nella Chiesa sia nella societ italiana. Al centro, sempre, il mondo del lavoro: Le Acli ribadiscono l'impegno per il riconoscimento di un lavoro dignitoso, che significa l'istanza di tutele globali, perch universali e perch rispondono alle esigenze differenti delle diverse persone. Le Associazioni cristiane lavoratori italiani contano 981.467 iscritti (oltre 20.510 allestero). Dallultimo congresso (2004) lincremento stato di 124.962 unit (+14 per cento). Crescono, del 4 per cento, anche le strutture territoriali: fra esse quattromila circoli, centocinque sedi provinciali e ventuno regionali. Allestero le Acli sono presenti in quasi trenta Paesi, dal Brasile e l'Argentina al Sudafrica, dal Kenya e il Mozambico all'area balcanica. In Italia le regioni con pi iscritti risultano la Lombardia (128.534), il Piemonte (109.593) e il Veneto (93.022); fra le province prima Milano (52.532), seguita da Torino (43.233) e Cuneo (42.378). Questi numeri ha detto il presidente ci danno la misura di un radicamento ampio delle Acli sul territorio, sia in termini di iscritti che di strutture di base. Un radicamento che ovviamente ci conforta, ci d forza, ma non ci illude, perch da una parte ci chiama ad una grande responsabilit, dall'altra ci spinge nella convinzione di dover noi migrare dal '900 per innovare la nostra presenza sul territorio, intercettare i nuovi bisogni e ricostruire attorno a essi un'identit culturale e politica solidale. Fra gli interventi di ieri quello del vescovo di Ivrea, Arrigo Miglio, presidente della Commissione della Cei per i problemi sociali e del lavoro: Il bene comune un impegno che viene da lontano ha dichiarato e la ricchezza di esperienza educativa di un'associazione come le Acli non pu restare al chiuso ma va condivisa e trafficata come i talenti della parabola evangelica. Come cattolici siamo invitati a guardare con fiducia anche al nostro oggi, a questa societ. In modo particolare doveroso guardare con fiducia allo Stato e impegnarsi perch la politica risponda sempre pi a quella che Paolo VI ha richiamato come una delle pi alte forme di carit. Per monsignor Miglio c' bisogno di strutture permanenti di formazione al bene comune nella concretezza dell'impegno culturale, sociale e politico: Dobbiamo riscoprire ha sottolineato la vocazione formativa ed educativa di tutte le nostre comunit cristiane. Poi l'importanza delle reti da creare fra la molteplicit ricca di esperienze di vario tipo che caratterizza il cattolicesimo italiano: occorre porsi in relazione perch le reti non servono solo a rafforzare l'identit in una societ pluralistica ma sono anche forme di solidariet che aiutano ciascuno a perseguire meglio le proprie finalit agevolando, in definitiva, il perseguimento del bene comune. Nella politica cos come nel sociale i cattolici hanno alcune qualit da condividere ha concluso il vescovo perch possano arricchire la vita di ogni uomo, come il concetto di individuo, di famiglia, di lavoro. Soprattutto portiamo una riserva di speranza che in grado di alimentare tutti gli ambienti che oggi ne sentono la mancanza. Oggi intervengono il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, il presidente della Fondazione per la sussidiariet, Giorgio Vittadini, il senatore del Partito democratico Franco Marini, il presidente della Comunit di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, il presidente di Confcooperative, Luigi Marino, il portavoce del Forum del terzo settore, Maria Guidotti, e il leader dell'Udc Pierferdinando Casini. Domani parler il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, sul tema Scommessa Italia: la sfida della societ civile per un nuovo sviluppo del Paese. ROMA, 2. La responsabilit nasce come risposta a una chiamata, rispetto alla quale ci sentiamo legati, non solo per un dovere di giustizia, ma anche per un debito di gratitudine. Sentirsi slegati equivale ad essere irresponsabili. Quando il legame tiene insieme il mondo visibile e l'orizzonte dell'invisibile, allora la responsabilit diventa testimonianza: il testimone rende presente l'assente, riduce una distanza garantendo con la vita. Il nostro compito fare dell'intera vita associativa un soggetto testimoniale. Ad affermarlo stato il presidente nazionale dell'Azione Cattolica Luigi Alici aprendo, gioved 1 maggio, la XIII assemblea per eleggere i nuovi organi associativi. Appena prima il direttore de L'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, acclamato presidente onorario dell'assemblea, aveva rivolto un saluto ai partecipanti. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio tutt'altro che formale, rivolgendo l'apprezzamento per il riaffermato impegno a contribuire con generosa passione civile, alla piena attuazione dei principi costituzionali. La celebrazione eucaristica, di venerd 2 maggio, stata presieduta dal segretario generale della Cei il vescovo Giuseppe Betori. Nell'omelia il presule ha esortato l'associazione a spendere con coraggio un ulteriore tratto della sua pi che centenaria e luminosa storia a servizio del Vangelo e dell'uomo. Monsignor Betori ha concluso: Il cristiano non chiude gli occhi alienato, di fronte ai mali del mondo, ma verso di essi discende con un cuore di partecipazione e condivisione. Il che non significa negare la realt del peccato o nascondere lo scarto che introduce la differenza cristiana; quanto piuttosto proprio l'amore per la verit dell'uomo ci induce a non lasciare disperso alcun anelito a essa che possa manifestarsi anche in forme meno consuete. Al termine della celebrazione, il vescovo ha poi ricordato i fronti sempre pi problematici per la testimonianza di fede, sui quali non mai venuto meno l'impegno di tutti gli associati. L'assemblea, i cui lavori si concluderanno sabato 3 maggio, culminer domenica, 4 maggio, in piazza San Pietro, dove gli associati incontreranno il Papa. L'assise chiamata, tra l'altro, ad approvare il documento finale che riguarda gli obiettivi per il prossimo triennio di attivit: l'impegno a suscitare percorsi di ricerca e riscoperta della fede; l'impegno a far crescere e maturare la fede; l'impegno per la promozione del bene comune; la cura della formazione; la cura del legame associativo. L'Azione Cattolica sottolineato in occasione del centoquarantaseiesimo anno dalla fondazione, desidera fare della sua storia una profezia per ogni tempo, abitato da profonde trasformazioni, ma bisognoso, sempre e comunque, dell'annuncio gioioso e liberante della Risurrezione. Il presidente Alici nella sua relazione ha sottolineato che quarant'anni fa, il radicamento organico nella vita della Chiesa, ha fatto presagire e percepire immediatamente all'Azione Cattolica il vento del Concilio, ed iniziato un percorso di maturazione dell'autocoscienza associativa, autenticato dai pastori e metabolizzato da tutti i soci, che ormai lo identificano, con una formula sintetica, come scelta religiosa. Il presidente ha aggiunto: Ci sono tutte le condizioni perch l'Azione Cattolica abbia il coraggio di osare, prendendo sul serio la qualifica, certamente coraggiosa e impegnativa, attribuita ai fedeli laici dalla Apostolicam actuositatem: Sono specialmente i laici a essere ministri della sapienza cristiana, nell'ordine nazionale e internazionale, dove sono chiamati a promuovere il bene comune, sforzandosi di collaborare, con tutti gli uomini di buona volont nel promuovere tutto ci che vero, tutto ci che giusto, tutto ci che santo, tutto ci che amabile. Ha quindi concluso: Nasce da qui l'invito a entrare in dialogo con essi, andando loro incontro con prudenza e gentilezza e a promuovere indagini circa le istituzioni sociali e pubbliche per portarle a perfezione, secondo lo spirito del Vangelo. Nella bozza del documento assembleare si evidenzia che partecipare alla vita associativa, il modo di vivere il servizio alla Chiesa. Partecipare alla vita associativa, inoltre, un modo di testimoniare il proprio impegno in senso civile: l'elaborare insieme proposte condivise e il raggiungere obiettivi comuni, costituiscono un autentico esercizio di cittadinanza. La vita e il legame associativo sono valore in s e, in quanto tale, una forma di servizio alla Chiesa e di presenza profetica nella societ. Dall'assemblea giunge un invito ad ampliare l'orizzonte delle attivit. Per il presidente Alici l'Azione Cattolica deve allargare il suo sguardo sul mondo. C' una domanda diffusa di bene che dobbiamo intercettare, purificare, onorare; c' una risposta evangelica che dobbiamo testimoniare, annunciare e far correttamente interagire con quella domanda. In ogni stagione critica della vita della Chiesa, nato qualcosa di grande quando scoccata una scintilla dalla paradossale doppia cittadinanza, capace di coinvolgere la fatica dell'intelligenza e la grazia della fede, l'interiore e l'esteriore, il privato e il pubblico. (alessandro trentin)
Visita di Sua Santit Benedetto XVI all'Onu in occasione del 60 anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo
15 maggio 2008 Scheda tecnica Numero valori: 1 Valore facciale: Euro 1,40 Formato: 41x30,5 mm Dentellatura: 13,65x13,75 Foglio da: 10 francobolli Dimensioni del foglio: 183x112,5 mm Tipo di Stampa: offset Stamperia: Printex (Malta) Costo della serie: Euro 1,40 Tiratura: 200.000 serie complete.
Per ulteriori notizie rivolgersi all'Ufficio Filatelico e Numismatico telefono (+39)06.698.83414 e-mail: ufn@scv.va order.ufn@scv.va fax (+39)06.698.81308
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Assemblea plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali
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Il cardinale Bertone ha ordinato tre nuovi vescovi nella basilica di San Pietro
La fedelt dell'amore
La fedelt dell'amore: la consegna stessa di Ges agli Apostoli nel giorno dell'Ascensione stata ripetuta gioved sera, primo maggio, nella basilica Vaticana, dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ai tre nuovi presuli, ai quali ha conferito l'ordinazione episcopale: l'arcivescovo Lon Kalenga Badikebele, nunzio apostolico in Ghana, e i vescovi Frans Daneels, segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, e Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Il primo stato chiamato da Benedetto XVI come suo rappresentante nel Paese africano lo scorso 1 marzo, i due presuli hanno ricevuto la nomina il 12 aprile. All'altare della Cattedra il cardinale Bertone ha presieduto la concelebrazione eucaristica, facendosi interprete della vicinanza spirituale del Papa agli ordinandi. Tra i presenti numerosi cardinali e vescovi, sacerdoti, religiosi, consacrate, parenti e amici. L'odierna nostra assemblea liturgica ha detto il porporato all'omelia per la diversit dei Paesi di provenienza dei presenti e delle lingue e culture rappresentate, manifesta anche visibilmente l'unit e la cattolicit della Chiesa e della Curia Romana, il cui compito di cooperare al ministero del Papa per il bene dell'intero popolo di Dio. I nuovi presuli provengono dalla Repubblica democratica del Congo, dal Belgio e dalla Spagna; oggi sono chiamati a essere araldi e custodi della comunione e della cattolicit della Chiesa nelle differenti mansioni loro assegnate dal Successore di Pietro, al servizio della Santa Sede. Per portare a compimento il mandato che stato loro affidato ha spiegato il segretario di Stato, con un riferimento alle letture della liturgia della Parola condizione indispensabile coltivare una profonda amicizia con Ges. Restare in contatto costante con Lui. Nel giorno che la Chiesa celebra come solennit dell'Ascensione, infatti, inizi un rapporto diverso degli Apostoli con il loro Signore, una familiarit interiore e fedele che ogni vescovo chiamato a far rivivere in qualsiasi tempo e circostanza.
al servizio della comunit parrocchiale di Averbode e dell'arcidiocesi di Mechelen-Brussel. Nel 1982 stato chiamato di nuovo a Roma per ricoprire l'ufficio di procuratore generale dell'ordine premostratense; qui ha potuto dedicarsi ancor di pi alle materie giuridiche, come professore invitato della Gregoriana, come consultore della Pontificia Commissione per l'Interpretazione del Diritto Canonico e della Commissione Disciplinare della Curia Romana; come referendario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica; e come promotore sostituto di giustizia e infine come promotore titolare del medesimo Supremo Tribunale. Spiritus tuus deducat me: questo il motto scelto dal vescovo Daneels. E a esso ha fatto riferimento il cardinale celebrante quando ha invocato lo Spirito di Cristo che anim san Norberto affinch sostenga il nuovo presule nel servizio che continuer a rendere alla Santa Sede nel settore delicato e importante dell'amministrazione della giustizia ecclesiastica.
presidente, e a numerosi congressi internazionali. Il nuovo vescovo collaboratore di vari dicasteri della Curia Romana dalla Penitenzieria Apostolica, come prelato canonista, al Pontificio Consiglio per l'Interpretazione dei Testi Legislativi a quello per la Famiglia e alla Congregazione per il Clero, come consultore o consulente; al Supremo Tribunale, come referendario e come giudice del Tribunale Ecclesiastico dello Stato della Citt del Vaticano. Ora ha detto Bertone proseguir il suo servizio confidando nella materna protezione di Maria come dice il suo stemma Sub tuum praesidium e con lo spirito apostolico di san Josemara, fondatore dell'Opus Dei. Infine il cardinale celebrante ha voluto ricordare le parole di Benedetto XVI all'episcopato statunitense durante il recente viaggio apostolico: il segreto dell'azione pastorale del vescovo aveva detto il Papa una concentrazione pi chiara sull'imitazione di Cristo nella santit di vita. Lo stesso Pontefice aveva poi aggiunto: Quando i fedeli sanno che il loro pastore un uomo che prega e dedica la propria vita al loro servizio, rispondono con quel calore e affetto che nutre e sostiene la vita dell'intera comunit. Ecco allora che il primo impegno di ogni successore degli apostoli imitare Cristo e mantenere con lui una indefettibile familiarit: Chi incontra voi ha auspicato il segretario di Stato senta che il vostro cuore appartiene a Cristo che presente e operante innanzitutto nell'Eucaristia, dove offre il suo sacrificio redentore agli uomini di ogni tempo e di ogni luogo, come pane di vita e bevanda di salvezza; presente e operante in tutti coloro che, poveri e bisognosi, chiedono a ciascuno di noi il dono dell'amore che si pone a servire. Quest'amore non venga mai meno ha esortato e non si affievolisca malgrado le difficolt e le manchevolezze della vita. Non abbiate paura! La vostra forza e insieme la vostra gioia ha concluso vi verranno dallo Spirito Santo.
verit. La rivelazione biblica non consiste in un dato eterogeneo in rapporto alla ragione, ma in un dialogo che stimola la ragione. L'elaborazione sistematica della dottrina sociale della Chiesa culturalmente situata nell'universo del pensiero greco-romano. Scoperta della ragione e accoglienza della rivelazione si situano in un'osmosi strutturante, perch la ragione e la rivelazione hanno lo stesso autore e lo stesso oggetto: l'universo, la sua origine, la sua fine. In definitiva i principi della dottrina sociale sono le articolazioni razionali della visione dell'uomo e della societ che deriva dal pensiero biblico. chiaro che questi concetti, prosegue l'arcivescovo, sono soggetti a mutazioni semantiche nelle differenti culture, soprattutto nel contesto dell'individualismo esasperato che caratterizza la nostra epoca. Ecco perch, per esempio nelle legislazioni europee non si parla mai di bene comune ma di bene pubblico o di interesse generale. Cos come del resto l'idea di persona non appare mai in tutta la sua densit antropologica nel vocabolario abituale dei giuristi. Allo stesso modo, proseguendo con gli esempi, il termine solidariet figura in tutti i sistemi di protezione sociale dello Stato-assistenziale. La solidariet di cui si parla nella dottrina sociale invece imparentata con la philia aristotelica e con la carit sociale del cristianesimo. , cio, una virt e non solo un'organizzazione assistenziale. Cos la sussidiariet difficilmente viene intesa nel senso della dottrina sociale. Se ne parla in effetti in riferimento a forme di governo federale o di unione di Stati. In Europa diviene sovente oggetto di questioni legate al decentramento del potere a partire dal vertice verso gli strati inferiori. Mentre nel senso della dottrina sociale un movimento che parte dal basso e sale verso l'alto. In breve per comprendere la portata dei concetti della dottrina sociale bisogna conclude l'arcivescovo risalire alle sorgenti filosofiche aristotelico-tomistiche. Quanto alla visione dell'uomo e della societ che promuovono (l'uomo immagine di Dio, l'essere umano sociale per natura, il bene comune come obiettivo di tutti gli organismi sociali, la destinazione universale dei beni, l'ordine naturale delle relazioni umane) essa deve ancorarsi alla rivelazione biblica. Ma cosa dunque il bene comune? In estrema sintesi per bene comune spiega monsignor Minnerath deve intendersi il convergere di condizioni fondamentali: la libert, la verit, la giustizia e proprio la solidariet. Sono quattro virt sociali che rispondono a delle inclinazioni naturali dell'uomo; devono essere perseguite insieme affinch il bene comune sia effettivamente raggiunto. Ma se una sola di queste condizioni non soddisfatta non si pu parlare neppure di bene comune. Per ci che riguarda la solidariet ha aggiunto l'arcivescovo c' intanto da dire che la dottrina sociale della Chiesa ha un po' esitato ad adottare questo concetto, a lungo giudicato inadeguato perch etichettato dall'ideologia socialista. In effetti il concetto centrale cui rinvia la dottrina sociale quello appunto della philia, un sentimento d'appartenenza a uno stesso gruppo che porta a volere il bene comune del prossimo. Si tratta cio di un movimento interiore che mette in gioco il desiderio di contribuire personalmente al bene degli altri membri della comunit. Ora questo concetto di philia nella dottrina sociale, come ha spiegato ancora l'arcivescovo, stato riassunto con il termine classico di
amicizia sia nei documenti di Leone XIII, sia in quelli di Pio XI. Giovanni Paolo II lo ha tradotto in civilt dell'amore. Oggi questo concetto ha subito l'ulteriore trasformazione ed divenuto solidariet. Anch'essa dunque radicata nella natura dell'uomo. Infine la sussidiariet. Per un'esatta interpretazione, secondo l'arcivescovo di Dijon, necessario mettere in luce l'interazione tra tutti i pilastri di un'organizzazione sociale strutturata per servire il bene comune. In questo, ha detto, si fonda il principio di sussidiariet al quale bisogna aggiungere il principio della partecipazione. Esso presuppone la costruzione del bene comune a partire dalla base della societ, perch non si deve mai dimenticare che la sorgente della vita sociale la persona stessa. La societ composta da una serie di individui reali, che hanno una loro propria consistenza. dunque la sussidiariet si pu sviluppare se i poteri promanano effettivamente dalla persona e la loro organizzazione sia costruita dal basso verso l'alto.
Lutti nell'episcopato
giunta la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Lucien Monsi-Agboka, vescovo emerito di Abomey (Benin), avvenuta domenica scorsa, 27 aprile, all'et di ottantadue anni. Il compianto presule era nato il 3 giugno 1926 in Cotonou e il 21 dicembre 1957 era stato ordinato sacerdote. Il 5 aprile 1963, con l'erezione della nuova diocesi di Abomey, ne era stato nominato primo vescovo. Il successivo 21 luglio aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. Il 19 novembre 2002, dopo quasi quarant'anni di ministero, aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi. Le esequie si celebrano sabato mattina, 3 maggio, alle 9.30 locali, nella cattedrale di Abomey.
* * *
giunta inoltre la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Benedito Domingos Coscia, O.F.M., vescovo emerito di Jata (Brasile), avvenuta mercoled 30 aprile, nella sua residenza di Goinia. Il compianto presule era nato in Brooklyn (Stati Uniti d'America) il 10 agosto 1922 ed era stato ordinato sacerdote l'11 giugno 1949. L'8 giugno 1961 era stato eletto alla sede residenziale vescovile di Jata e il successivo 21 settembre aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. Il 24 febbraio 1999 aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi. Le esequie sono state celebrate venerd 2 maggio nella cattedrale di Jata.
W
Il Decano, il Collegio dei Prelati Uditori e gli Officiali del Tribunale della Rota Romana, uniti nella preghiera di suffragio e in spirito di cristiana speranza, annunciano, partecipando al dolore dei Familiari, la morte del
Rev.mo Mons.
SIGWART NEUHAUS
gi Prelato Uditore dal 1986 al 1990 del Tribunale Apostolico della Rota Romana
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L'OSSERVATORE ROMANO
La traduzione del discorso di Benedetto XVI ai vescovi di Cuba ricevuti in visita ad limina Apostolorum
Cari fratelli nell'episcopato, Con grande gioia vi ricevo al termine di questa visita ad limina, che vi ha portato fino alle tombe degli Apostoli san Pietro e san Paolo per rafforzare ancora di pi i vincoli di comunione che hanno sempre caratterizzato la relazione dei vescovi cubani con questa Sede Apostolica. per me un motivo particolare di gioia trovarmi con voi, cari fratelli, che siete i responsabili di una Chiesa a cui mi sento molto vicino spiritualmente, come ho gi avuto occasione di manifestarvi nel messaggio che vi ho inviato attraverso il cardinale Segretario di Stato nel suo recente viaggio a Cuba. Ringrazio di cuore per le cordiali parole di adesione e di affetto sincero che mi ha rivolto monsignor Juan Garca Rodrguez, arcivescovo di Camagey e presidente della Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba, a nome di tutti voi e delle vostre comunit diocesane. Conosco bene la vitalit della Chiesa nel vostro amato Paese, e anche la sua unit e la sua dedizione a Ges Cristo. La vita ecclesiale cubana ha sperimentato un cambiamento profondo, soprattutto dalla celebrazione dell'Incontro Nazionale Ecclesiale Cubano, un po' pi di vent'anni fa, e specialmente dalla storica visita a Cuba del mio venerato predecessore, Papa Giovanni Paolo II. stata portata avanti un'intensa opera pastorale che, nonostante le molte difficolt e limitazioni, ha contribuito a rafforzare lo spirito missionario in tutte le comunit ecclesiali cubane. Vi invito, pertanto, a continuare a compiere un audace e generoso sforzo di evangelizzazione che porti la luce di Cristo in tutti gli ambiti e i luoghi. In questo momento della storia, la Chiesa nel vostro Paese chiamata a offrire a tutta la societ cubana un'unica speranza vera: Cristo nostro Signore, vincitore del peccato e della morte (cfr Spe salvi, n. 27). questa la forza che ha mantenuto i credenti cubani saldi nel sentiero della fede e dell'amore. Tutto ci esige che la promozione della vita spirituale abbia un posto centrale nelle vostre aspirazioni e nei vostri progetti pastorali. Solo a partire da un'esperienza personale di incontro con Ges Cristo, e con una preparazione dottrinale salda e radicata nella comunit ecclesiale, il cristiano potr essere sale e luce del mondo (cfr Mt 5, 13), e placare cos la sete di Dio che si avverte sempre pi tra i vostri concittadini. In questo compito evangelizzatore i presbiteri hanno un ruolo fondamentale. Conosco la dedizione e lo zelo pastorale con cui si dedicano ai loro fratelli, nonostante il loro ridotto numero e anche fra grandi ostacoli. Attraverso di voi desidero pertanto esprimere a tutti i sacerdoti la mia gratitudine e la mia stima per la loro fedelt e il loro instancabile servizio alla Chiesa e ai fedeli. Confido anche che l'incremento delle vocazioni e l'adozione allo stesso tempo di misure adeguate in questo campo permettano presto alla Chiesa cubana di contare su un numero sufficiente di presbiteri e anche di chiese e di luoghi di culto necessari, per compiere la sua missione strettamente pastorale e spirituale. Non smettete di accompagnarli e d'incoraggiarli, loro che sopportano il peso della giornata e il caldo (cfr Mt 20, 12), e aiutateli affinch con la meditazione personale, la recita della Liturgia delle Ore, la celebrazione quotidiana dell'Eucaristia, e anche con un'adeguata formazione permanente, mantengano sempre vivo il dono ricevuto con l'imposizione delle mani (cfr 2 Tm 1, 6). L'incremento delle vocazioni sacerdotali una fonte di speranza. tuttavia necessario continuare a promuovere una pastorale vocazionale specifica che non abbia paura di incoraggiare i giovani a seguire i passi di Cristo, l'unico che pu soddisfare le loro ansie d'amore e di felicit. Allo stesso tempo, la cura e
l'attenzione del seminario dovranno occupare sempre un posto privilegiato nel cuore del vescovo (cfr Presbyterorum ordinis, n. 5), che deve dedicargli le migliori risorse umane e materiali delle sue comunit diocesane e assicurare ai seminaristi, mediante la competenza e la dedizione di formatori scelti, la migliore preparazione spirituale, intellettuale e umana possibile, di modo che essi possano far fronte, identificati con i sentimenti del Cuore di Cristo, all'impegno del ministero sacerdotale che dovranno affrontare. Non posso non menzionare e non riconoscere il lavoro esemplare di tanti religiosi e religiose; li incoraggio a continuare ad arricchire l'insieme della vita ecclesiale con il tesoro dei loro carismi e della loro dedizione generosa. Desidero altres rendere grazie in modo particolare ai numerosi missionari che offrono il dono della lo-
ro consacrazione a tutta la Chiesa a Cuba. Uno degli obiettivi prioritari del piano pastorale che avete elaborato proprio la promozione di un laicato impegnato, consapevole della sua vocazione e della sua missione nella Chiesa e nel mondo. Vi invito, quindi, a promuovere nelle vostre Chiese particolari un autentico processo di educazione nella fede ai diversi livelli, con l'aiuto di catechisti debitamente preparati. Cercate di far s che tutti i fedeli abbiano accesso alla lettura e alla meditazione orante della Parola di Dio, come anche alla ricezione frequente del sacramento della Riconciliazione e dell'Eucaristia. Rafforzati cos da una vita spirituale intensa e contando su una salda preparazione religiosa, soprattutto per quanto riguarda la dottrina sociale della Chiesa, i fedeli laici potranno offrire una testimonianza convincente della
loro fede in tutti gli ambiti della societ, per illuminarli con la luce del Vangelo (cfr Lumen gentium, n. 38). A tale proposito, formulo voti affinch la Chiesa a Cuba, conformemente alle sue legittime aspirazioni, possa avere un normale accesso ai mezzi di comunicazione sociale. Desidero affidarvi, in modo particolare, la cura pastorale dei matrimoni e delle famiglie. So quanto vi preoccupa la situazione della famiglia, minacciata nella sua stabilit dal divorzio e dalle sue conseguenze, dalla pratica dell'aborto o dalle difficolt economiche, come pure dalle separazioni familiari a causa dell'emigrazione o per altri motivi. Vi incoraggio a intensificare i vostri sforzi affinch tutti, e soprattutto i giovani, comprendano meglio e si sentano sempre pi attratti dalla bellezza degli autentici valori del matrimonio e della famiglia. Parimenti, necessario promuovere e
offrire gli strumenti pertinenti affinch le famiglie possano esercitare la loro responsabilit e il loro diritto fondamentale all'educazione religiosa e morale dei figli. Ho potuto constatare con gioia la generosit con cui la Chiesa nella vostra amata nazione si dedica al servizio dei pi poveri e bisognosi, ricevendo per questo la stima e la riconoscenza di tutto il popolo cubano. Vi esorto di cuore a continuare a portare a tutte le persone bisognose, ai malati, agli anziani e ai detenuti, un segno visibile dell'amore di Dio verso di essi, consapevoli che la migliore difesa di Dio e dell'uomo consiste proprio nell'amore (Deus caritas est, n. 31). In tal modo, offrite all'intera Cuba la testimonianza di una Chiesa che condivide profondamente le sue gioie, le sue speranze e le sue sofferenze. Cari fratelli, desidero ringraziarvi per tutto il lavoro che state realizzando affinch il piccolo gregge di Cuba si rafforzi e produca frutti sempre pi abbondanti di vita cristiana, come il chicco di grano che cade in terra (cfr Gv 12, 24). Che la prossima beatificazione del Servo di Dio Padre Jos Olallo Valds vi dia un nuovo impulso nel vostro servizio alla Chiesa e al popolo cubano, per essere in ogni momento fermento di riconciliazione, di giustizia e di pace! Vi chiedo di trasmettere il mio affettuoso saluto e la mia vicinanza spirituale a tutti, in particolare ai vescovi emeriti, ai sacerdoti, ai diaconi permanenti, alle comunit religiose, ai seminaristi e ai fedeli laici, e di dire che il Papa prega sempre per loro, e allo stesso tempo li incoraggia a crescere in santit per dare il meglio di se stessi a Dio e agli altri. A Nuestra Seora de la Caridad del Cobre, mentre vi disponete a preparare la celebrazione del quarto centenario del ritrovamento della sua venerata immagine, affido voi e le vostre intenzioni, e le chiedo di proteggervi e di darvi forza, e al contempo vi imparto una speciale Benedizione Apostolica.
tria. Rappresentano anche la gioia e l'impegno pi grande del nostro lavoro pastorale. Da esse devono nascere i futuri costruttori di famiglie sante e della societ, sacerdoti, religiosi, catechisti e missionari di cui la nostra Chiesa ha bisogno. Un'altra delle nostre sfide principali la promozione e l'accompagnamento delle vocazioni sacerdotali e religiose e, accanto a ci, il rafforzamento dello spirito missionario nelle persone e nelle comunit per annunciare Ges Cristo e impegnarsi nell'edificazione del suo regno con rinnovato ardore e audacia. A tale proposito rendiamo grazie al-
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GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 104 (44.844)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
domenica 4 maggio 2008
Il Papa ai partecipanti all'assemblea plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali
Dear Brothers in the Episcopate and the Priesthood, Distinguished Ladies and Gentlemen, I am pleased to have this occasion to meet with you as you gather for the fourteenth Plenary Session of the Pontifical Academy of Social Sciences. Over the last two decades, the Academy has offered a valuable contribution to the deepening and development of the Church's social doctrine and its application in the areas of law, economics, politics and the various other social sciences. I thank Professor Margaret Archer for her kind words of greeting, and I express my sincere appreciation to all of you for your commitment to research, dialogue and teaching, so that the Gospel of Jesus Christ may continue to shed light on the complex situations arising in a rapidly changing world. In choosing the theme Pursuing the Common Good: How Solidarity and Subsidiarity Can Work Together, you have decided to examine the interrelationships between four fundamental principles of Catholic social teaching: the dignity of the human person, the common good, subsidiarity and solidarity (cf. Compendium of the Social Doctrine of the Church, 160-163). These key realities, which emerge from the living contact between the Gospel and concrete social circumstances, offer a framework for viewing and addressing the imperatives facing mankind at the dawn of the twenty-first century, such as reducing inequalities in the distribution of goods, expanding opportunities for education, fostering sustainable growth and development, and protecting the environment. How can solidarity and subsidiarity work together in the pursuit of the common good in a way that not only respects human dignity, but allows it to flourish? This is the heart of the matter which concerns you. As your preliminary discussions have already revealed, a satisfactory answer can only surface after careful examination of the meaning of the terms (cf. Compendium of the Social Doctrine of the Church, Chapter 4). Human dignity is the intrinsic value of a person created in the image and likeness of God and redeemed by Christ. The totality of social conditions allowing persons to achieve their communal and individual fulfilment is known as the common good. Solidarity refers to the virtue enabling the human family to share fully the treasure of material and spiritual goods, and subsidiarity is the coordination of society's activities in a way that supports the internal life of the local communities. Yet definitions are only the beginning. What is more, these definitions are adequately grasped only when linked organically to one an-
Benedetto XVI saluta l'ambasciatore degli Stati Uniti d'America presso la Santa Sede Mary Ann Glendon, membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali
other and seen as mutually supportive of one another. We can initially sketch the interconnections between these four principles by placing the dignity of the person at the intersection of two axes: one horizontal, representing solidarity and subsidiarity, and one vertical, representing the common good. This creates a field upon which we can plot the various points of Catholic social teaching that give shape to the common good. Though this graphic analogy gives us a rudimentary picture of how these fundamental principles imply one another and are necessarily interwoven, we know that the reality is much more complex. Indeed, the unfathomable depths of the human person and mankind's marvellous capacity for spiritual communion realities which are fully disclosed only through divine revelation far exceed the capacity of schematic representation. The solidarity that binds the human family, and the subsidiary levels reinforcing it from within, must how-
ever always be placed within the horizon of the mysterious life of the Triune God (cf. Jn 5:26; 6:57), in whom we perceive an ineffable love shared by equal, though nonetheless distinct, persons (cf. Summa Theologiae, I, q. 42). My friends, I invite you to allow this fundamental truth to permeate your reflections: not only in the sense that the principles of solidarity and subsidiarity are undoubtedly enriched by our belief in the Trinity, but particularly in the sense that these principles have the potential to place men and women on the path to discovering their definitive, supernatural destiny. The natural human inclination to live in community is confirmed and transformed by the oneness of Spirit which God has bestowed upon his adopted sons and daughters (cf. Eph 4:3; 1 Pt 3:8). Consequently, the responsibility of Christians to work for peace and justice, their irrevocable commitment to build up the common good, is inseparable from their mission to proclaim the
gift of eternal life to which God has called every man and woman. In this regard, the tranquillitas ordinis of which Saint Augustine speaks refers to all things: that is to say both civil peace, which is a concord among citizens, and the peace of the heavenly city, which is the perfectly ordered and harmonious enjoyment of God, and of one another in God (De Civitate Dei, XIX, 13). The eyes of faith permit us to see that the heavenly and earthly cities interpenetrate and are intrinsically ordered to one another, inasmuch as they both belong to God the Father, who is above all and through all and in all (Eph 4:6). At the same time, faith places into sharper focus the due autonomy of earthly affairs, insofar as they are endowed with their own stability, truth, goodness, proper laws and order (Gaudium et Spes, 36). Hence, you can be assured that your discussions will be of service to all people of good will, while simultaneously inspiring Christians to embrace more readily their obligation to enhance solidarity with and among their fellow citizens, and to act upon the principle of subsidiarity by promoting family life, voluntary associations, private initiative, and a public order that facilitates the healthy functioning of society's most basic communities (cf. Compendium of the Social Doctrine of the Church, 187). When we examine the principles of solidarity and subsidiarity in the light of the Gospel, we realize that they are not simply horizontal: they both have an essentially vertical dimension. Jesus commands us to do unto others as we would have them do unto us (cf. Lk 6:31); to love our neighbour as ourselves (cf. Mt 22:35). These laws are inscribed by the Creator in man's very nature (cf. Deus Caritas Est, 31). Jesus teaches that this love calls us to lay down our lives for the good of others (cf. Jn 15:12-13). In this sense, true solidarity though it begins with an acknowledgment of the equal worth of the other comes to fulfilment only when I willingly place my life at the service of the other (cf. Eph 6:21). Herein lies the vertical dimension of solidarity: I am moved to make myself less than the other so as to minister to his or her needs (cf. Jn 13:14-15), just as Jesus humbled himself so as to give men and women a share in his
divine life with the Father and the Spirit (cf. Phil 2:8; Mt 23:12). Similarly, subsidiarity insofar as it encourages men and women to enter freely into life-giving relationships with those to whom they are most closely connected and upon whom they most immediately depend, and demands of higher authorities respect for these relationships manifests a vertical dimension pointing towards the Creator of the social order (cf. Rom 12:16, 18). A society that honours the principle of subsidiarity liberates people from a sense of despondency and hopelessness, granting them the freedom to engage with one another in the spheres of commerce, politics and culture (cf. Quadragesimo Anno, 80). When those responsible for the public good attune themselves to the natural human desire for self-governance based on subsidiarity, they leave space for individual responsibility and initiative, but most importantly, they leave space for love (cf. Rom 13:8; Deus Caritas Est, 28), which always remains the most excellent way (cf. 1 Cor 12:31). In revealing the Father's love, Jesus has taught us not only how to live as brothers and sisters here on earth; he has shown us that he himself is the way to perfect communion with one another and with God in the world to come, since it is through him that we have access in one Spirit to the Father (cf. Eph 2:18). As you strive to articulate the ways in which men and women can best promote the common good, I encourage you to survey both the vertical and horizontal dimensions of solidarity and subsidiarity. In this way, you will be able to propose more effective ways of resolving the manifold problems besetting mankind at the threshold of the third millennium, while also bearing witness to the primacy of love, which transcends and fulfils justice as it draws mankind into the very life of God (cf. Message for the 2004 World Day of Peace). With these sentiments, I assure you of my prayers, and I cordially extend my Apostolic Blessing to you and your loved ones as a pledge of peace and joy in the Risen Lord.
LA
TRADUZIONE DEL DISCORSO DEL PAPA A PAGINA 7
INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di venerd 2 Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
NOSTRE
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale di Sua Santit per la Diocesi di Roma; le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Emilio Aranguren Echeverra, Vescovo di Holgun (Cuba), con il Vescovo emerito, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Hctor Luis Lucas Pea Gmez, in visita ad limina Apostolorum; lvaro Julio Beyra Luarca, Vescovo di Santsimo Salvador de Bayamo y Manzanillo (Cuba), in visita ad limina Apostolorum.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Intervento della Santa Sede alla Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo
TEL AVIV, 3. Il Quartetto negoziale lancia un nuovo appello per la pace in Vicino Oriente avanzando precise richieste a tutti gli attori coinvolti. Riunitasi ieri a Londra, l'entit diplomatica (cui aderiscono Onu, Ue, Usa e Russia) ha chiesto a Israele il congelamento degli insediamenti esistenti prima del 2003, insieme allo sgombero di quelli costruiti successivamente, e ai Paesi arabi di rispettare gli impegni economici a favore del popolo palestinese, la cui situazione a Gaza desta profonda preoccupazione. importante che si rispettino gli impegni economici per i palestinesi, ha dichiarato il Segretario di Stato statunitense, Condoleezza Rice, sottolineando che i Paesi che hanno maggiori risorse devono tentare di aiutare al massimo. Oggi la Rice giunger in Israele e nei Territori Palestinesi per preparare la missione del presidente Bush.
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Dopo l'uccisione del loro leader Aden Hashi Ayro in un raid statunitense
stagione nella turbolenta regione dell'Africa australe ove il Sud Africa e la Namibia erano sotto il giogo della segregazione razziale; il Mozambico e l'Angola erano dilaniati dalle guerre civili e la Zambia era sconvolta dalla crisi economica determinata dal crollo sui mercati internazionali del prezzo del rame, sua principale risorsa mineraria. Pertanto, si ritenne un successo la firma degli accordi (dicembre 1979) di Lancaster House da parte di Ian Smith, primo ministro bianco, e dei leader dei guerriglieri neri, Mugabe e Joshua Nkomo. La maggioranza nera poteva autogovernarsi e i futuri dirigenti dello Zimbabwe ritennero opportuno inserire nella Costituzione un articolo per proteggere la propriet privata, in particolare quella terriera, e una clausola che impediva la modifica della Carta prima di sette anni. Una forma di assicurazione alla popolazione bianca. Durante i primi dieci anni d'indipendenza, lo Zimbabwe conquist un posto preminente in Africa australe. La situazione mut a partire dal 1991. Il Governo di Harare sub, da parte del Fondo monetario internazionale, l'imposizione di drastici provvedimenti economici che imponevano a Robert Mugabe l'adozione di misure impopolari, proprio quando pi di settecentomila famiglie di contadini chiedevano che fosse riesaminata la questione riguardante la distribuzione delle terre. Molti osservatori paragonano Mugabe a un vecchio elefante braccato definendolo l'ultimo imperatore africano dopo Bokassa, l'oppressore della Repubblica Centrafricana, entrambi uniti dalla passione per i diamanti. Il Presidente nelle elezioni tenutesi a marzo aveva promesso: Se perdi un'elezione e sei respinto dal popolo, tempo di lasciare la politica. Ancora non l'ha fatto. Forse il vecchio elefante in procinto di sferrare l'ultimo colpo di proboscide.
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Giuseppe che afferra il corpo e ne sostiene il peso, la Vergine che tiene la mano destra gi libera, e l'apostolo Giovanni che appare in piedi e sofferente a qualche distanza. Intorno al Tre-Quattrocento, si vedono di solito due scale, che poggiano sulle due estremit del lato trasversale della croce, e su di esse Giuseppe e Nicodemo. Sotto, ai piedi della croce, ci sono la Vergine con altre donne e san Giovanni. Nell'arte rinascimentale e barocca la composizione divenne pi complessa e affollata di figure. Pensiamo alla grande fortuna di questo tema in manieristi come il Pontormo o Rosso Fiorentino. La croce pu essere vista obliquamente, come per esempio nella versione di Rubens nella cattedrale di Anversa; ci sono spesso quattro scale, con due uomini che si appoggiano sul lato trasversale della croce per aiutare a deporre il corpo, passandolo a Giuseppe e Nicodemo. Ges, Dio fatto uomo, sceso dall'alto verso il basso. Lui che re, si umiliato come un servo, lui che il giudice si fatto processare. Per questo degno di essere innalzato sopra i cieli. Lui, che il creatore della vita, ha accettato la morte in croce, ed sceso nel buio del sepolcro, per essere inghiottito dalla morte. Nella Cappella degli Scrovegni di Padova Giotto ha dipinto il lutto degli angeli, mentre il Figlio di Dio viene deposto nella terra. Ma c' nell'arte medievale un soggetto che formava una delle scene nel ciclo della passione di Cristo a indicare una discesa ulteriore: quella di Cristo al Limbo, un tema che continu a essere rappresen-
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La codificazione del diritto canonico voluta da Pio X in uno studio di Carlo Fantappi
Papa Sarto ebbe il merito di non lasciarsi spaventare dalle infinite difficolt della codificazione del diritto canonico, e di scegliere le persone giuste cui affidare la direzione dell'opera. A centro pagina una miniatura emblematica del pensiero cristiano medievale
sent un ciclone riformatore quale raramente era apparso nell'intera storia del papato. Un ciclone che ebbe l'effetto di universalizzare il diritto della Chiesa, di rafforzarne a tutti i livelli l'uniformit disciplinare e operativa proprio mentre era in arrivo la stagione dei totalitarismi e si profilava all'orizzonte della globalizzazione. Senza il Codice, che avvi il dibattito sullo statuto internazionale della Santa Sede e la ripropose di fronte allo Stato come interlocutore alla pari, non sarebbe stata possibile la stagione concordataria degli anni Venti e Trenta. Certo, come in tutte le grandi riforme, molto si acquis e qualcosa si perdette. La centralizzazione romana, la verticalizzazione dell'autorit, la formalizzazione della vita di fede mortificarono il dinamismo dei carismi. Ma al contempo confermarono con la massima energia che la Chiesa istituzione pubblica e non privata, che essa si pone di fronte allo Stato come entit autonoma e pienamente sovrana. Il basso profilo politico di tutto il pontificato di Giuseppe Sarto, con la messa in sordina della Questione romana, delle rivendicazioni temporalistiche e del non expedit, fanno parte di questa strategia, volta a dar forza alla Chiesa ad intra pi che ad extra, a restituirle ruolo e prestigio non sul piano dell'immediatezza politica ma su quello ben pi so-
lido e duraturo del diritto, della fondazione giuridica. La seconda novit riguarda, pi in generale, la periodizzazione della riforma nella Chiesa novecentesca. Il momento di trasformazione e di stacco dal passato viene generalmente individuato nel Concilio Vaticano II, con accentuazioni pi o meno decise a seconda delle diverse scuole storiografiche. Senza nulla togliere al valore dell'evento conciliare, le argomentazioni di quest'opera dimostrano che una svolta non meno importante avvenne all'inizio del secolo con la codificazione pio-benedettina del diritto canonico, evento che and al di l del mero fatto giuridico: tagli i legami con l'ancien rgime, rinnov e centralizz a tutti i livelli le forme del governo ecclesiastico, ricre l'autoconsapevolezza e la certezza della Chiesa come istituzione libera, capace di presentarsi nei confronti del mondo quasi nelle forme di un'inedita statualit delle anime. Non si pu non sottoscrivere, dunque, il giudizio di Fantappi, secondo il quale l'opera legislativa di Pio X resta di una tale vastit e di una tale rilevanza da essere paragonata, in relazione al rinnovamento del governo ecclesiastico e degli studi canonistici, a quella attuata, nei secoli precedenti, da Pio V e da Benedetto XIV.
*Universit di Padova Pontificio Comitato di Scienze Storiche
Un convegno sulla difesa della persona promosso dall'Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede
Nell'iter preparatorio della Dichiarazione un ruolo rilevante fu svolto anche dal filosofo Jacques Maritain
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Beatificazione di madre Maria Maddalena dell'Incarnazione
le per una pi equa distribuzione dei beni della terra, che, del resto, contribuirebbe non poco ... a ridurre e moderare i flussi di una numerosa parte delle popolazioni in difficolt ( ibid., 8). Benedetto XVI ribadisce poi, sempre nel Messaggio d'inizio d'anno, che la famiglia umana ha bisogno, oltre che di un fondamento di valori condivisi, di un'economia che risponda veramente alle esigenze di un bene comune a dimensioni planetarie (Gmp 2008, 10). A partire dalla visione della famiglia naturale, cio occorre promuovere corrette e sincere relazioni tra i singoli esseri umani e tra i popoli, che permettano a tutti di collaborare su un piano di parit e di giustizia. Al tempo stesso, ci si deve adoperare per una saggia utilizzazione delle risorse e per un'equa distribuzione della ricchezza. In particolare, gli aiuti dati ai Paesi poveri devono rispondere a criteri di sana logica economica, evitando sprechi ... (ibid.). Benedetto XVI ricordava inoltre la necessit di far s che l'organizzazione economica non risponda solo alle crude leggi del guadagno immediato, che possono risultare disumane (ibid.). In effetti, sappiamo e la EmcC lo attesta esplicitamente che la famiglia non annulla la persona, per cui ancora una volta siamo dinanzi alla centralit della persona umana (EmcC, 27), fondamentale convinzione di base per la Chiesa. Nel mondo delle migrazioni ne consegue il dovere della difesa dei diritti dell'uomo e della donna migrante e quelli dei loro figli (ibid.), nonch la tutela e la valorizzazione delle minoranze (ibid.). Non facciamoci illusioni! La strada lunga e non priva di difficolt, come sperimentiamo ogni giorno. Una terra divenuta casa comune di tutta la famiglia umana significa applicazione coerente, in precise situazioni concrete, per la convivenza tra persone di diversa cultura, lingua, tradizione, nazione, religione, ecc., sparse nel mondo e presenti fra noi. Occorre quindi un rinnovato, forte senso di solidariet e un approfondimento dei valori condivisi con altri gruppi religiosi o laici, assolutamente indispensabili per assicurare una armonica convivenza (ibid., 9). Cos il passaggio da societ monoculturali a societ multiculturali pu rivelarsi ... segno di viva presenza di Dio nella storia e nella comunit degli uomini, poich offre un'opportunit provvidenziale per realizzare il piano di Dio di una comunione universale (ibid.). Ripeto che una sfida. In questo contesto storico, dell'avvicinarsi a noi, anche fisicamente, di chi ci era lontano pure geograficamente, caratterizzato di fatto dai mille volti dell'altro, noi cristiani siamo chiamati a testimoniare e praticare, oltre allo spirito di tolleranza ..., il rispetto dell'altrui identit, avviando, dove possibile e conveniente, percorsi di condivisione con persone di origine e cultura differenti, in vista anche di un rispettoso annuncio della propria fede (ibid.). Certo anche l'altro deve rispettare la cultura, la religione tradizionalmente praticata, le leggi del Paese che lo ospita (cfr ibid., 60 e 64). Attraverso la cultura della solidariet, tante volte auspicata dal Magistero (ibid., 9), si pu giungere insieme ad una vera e propria comunione di persone. il cammino, non facile, che la Chiesa invita a percorrere (ibid.) in quest'oggi di Dio. Anche per dare il suo contributo al faticoso cammino verso la pace, il Pontificio Consiglio della Pastorale per
i Migranti e gli Itineranti, giunto felicemente al termine del quarto anno dalla pubblicazione della menzionata Istruzione, ancora impegnato in un'opera di divulgazione, approfondimento e applicazione coerente del suo non facile contenuto. In tale linea, per quanto riguardo il pensiero, stato pubblicato il III volume della collana Quaderni Universitari, che commenta la terza parte del nostro documento, mentre in corso di stampa il volume con commenti della sua IV e ultima parte. Congressi di approfondimento saranno poi tenuti, quest'anno, a Nairobi, per il continente africano, e a Bangkok, per l'Asia. Siamo anche nella fase come si dice di ricezione dell'Istruzione da parte di varie Conferenze episcopali. Mi riferisco per esempio alla Germania, alla Spagna, alla Svizzera e al Belgio. I miei viaggi in Argentina, in Lussemburgo e negli Stati Uniti d'America vanno in questa linea di ricezione. Certamente si potrebbe cercare di avere direttori nazionali applicativi della EmcC, ed una meta futura. A proposito di ricezione si potrebbe forse avere l'impressione di un qualche rischio di sottolineatura dell'accoglienza degli immigrati, da parte della Chiesa locale, con arresto alla prima accoglienza, all'opera di carit verso gli immigrati bisognosi, mentre non si deve dimenticare la pastorale loro specifica. Il rischio anche quello di dimenticare appunto tale specificit per gli immigrati con le sue tradizionali forme, strutture e istituzioni previste per la prima e seconda generazione. Una recente mia presenza a Mosaico, su Sat 2000, me ne ha dato un ulteriore indizio. Certo, il nostro cammino per la ricezione equilibrata, nella linea della tradizione e dell'innovazione, tenendo presenti i cambiamenti in atto nel fenomeno migratorio stesso, si presenta lungo e non facile. Crediamo peraltro che esso, considerato segno dei tempi dal Santo Padre Benedetto XVI (Messaggio Pontificio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato del 2006), una sfida da scoprire e da valorizzare nella costruzione di una umanit rinnovata e nell'annuncio del Vangelo della pace (EmcC, 14). Un qualche prodromo ve n' stato in quest'ultimo anno con il Forum di Bruxelles su Migrazioni e sviluppo e a Vienna con quello per la liberazione dalle nuove schiavit legate alle migrazioni, cui ho partecipato come Capo della Delegazione della Santa Sede.
*Arcivescovo, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti
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I Frati Minori Toscani insieme ai parenti accompagnano nella preghiera all'incontro con il Signore risorto
P. RINALDO FALSINI
Frate Minore e sacerdote
Lo ricordano per il suo amore alla liturgia e specialmente all'umanit del celebrare il mistero di Dio. Le esequie saranno celebrate luned 5 maggio alle ore 10 nella chiesa del convento S. Francesco in Fiesole. Firenze, 3 maggio 2008.
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Il Papa ai partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali
Cari Fratelli nell'Episcopato e nel sacerdozio, Signore e Signori, Sono lieto di avere l'occasione di incontrarvi mentre vi riunite nella quattordicesima sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Negli ultimi venti anni, l'Accademia ha offerto un contributo prezioso all'approfondimento e allo sviluppo della dottrina sociale della Chiesa e alla sua applicazione nelle aree del diritto, dell'economia, della politica e di varie altre scienze sociali. Ringrazio la professoressa Margaret Archer per le cortesi parole di saluto che mi ha rivolto ed esprimo sincero apprezzamento a tutti voi per l'impegno profuso nella ricerca, nel dialogo e nell'insegnamento affinch il Vangelo di Ges Cristo possa continuare a fare luce sulle situazioni complesse di questo mondo in rapido mutamento. Nella scelta del tema Perseguire il bene comune: come solidariet e sussidiariet possono operare insieme avete deciso di esaminare l'interrelazione fra quattro principi fondamentali della dottrina sociale cattolica: la dignit della persona umana, il bene comune, la sussidiariet e la solidariet (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 160163). Queste realt chiave, che emergono dal contatto diretto fra il Vangelo e le concrete circostanze sociali, costituiscono una base per individuare e affrontare gli imperativi dell'umanit all'alba del XXI secolo, come la riduzione delle ineguaglianze nella distribuzione dei beni, l'estensione delle opportunit di educazione, la promozione di una crescita e di uno sviluppo sostenibili e la tutela dell'ambiente. In che modo la solidariet e la sussidiariet possono operare insie-
me nella ricerca del bene comune in un modo che non solo rispetti la dignit umana, ma le permetta anche di prosperare? Questo il fulcro del problema che vi interessa. Come hanno gi dimostrato i vostri dibattiti preliminari, una risposta soddisfacente potr emergere solo dopo un attento esame del significato dei termini (cfr Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, capitolo 4). La dignit umana un valore intrinseco della persona creata a immagine e somiglianza di Dio e redenta in Cristo. L'insieme delle condizioni sociali che permettono alle persone di realizzarsi collettivamente e individualmente, il bene comune. La solidariet la virt che permette alla famiglia umana di condividere in pienezza il tesoro dei beni materiali e spirituali e la sussidiariet il coordinamento delle attivit della societ a sostegno della vita interna delle comunit locali. Tuttavia, queste definizioni non sono che l'inizio e possono essere comprese adeguatamente solo se vengono collegate organicamente le une alle altre e considerate di sostegno reciproco. All'inizio possiamo tratteggiare le interconnessioni fra questi quattro principi ponendo la dignit della persona nel punto di intersezione di due assi, uno orizzontale, che rappresenta la solidariet e la sussidiariet, e uno verticale, che rappresenta il bene comune. Ci crea un campo su cui possiamo tracciare i vari punti della dottrina sociale cattolica che formano il bene comune. Sebbene questa analogia grafica ci offra un'immagine approssimativa di come questi principi siano imprescindibili gli uni dagli altri e necessariamente interconnessi, sappiamo che la realt pi complessa. Infatti, le profondit insondabili della persona umana e la meravigliosa capacit dell'umanit di comunione spirituale, realt queste pienamente dischiuse solo attraverso la rivelazione divina, superano di molto la possibilit di rappresentazione schematica. In ogni caso, la solidariet che unisce la famiglia umana e i livelli di sussidiariet che la rafforzano dal di dentro devono essere posti sempre entro l'orizzonte della vita
misteriosa del Dio Uno e Trino (cfr Gv 5, 26; 6, 57), in cui percepiamo un amore ineffabile condiviso da persone uguali, sebbene distinte (cfr Summa Theologiae, I, q. 42). Amici, vi invito a permettere a questa verit fondamentale di permeare le vostre riflessioni: non solo nel senso che i principi di solidariet e di sussidiariet sono indubbiamente arricchiti dal nostro credere nella Trinit, ma in particolare nel senso che tali principi hanno la potenzialit di porre uomini e donne lungo il cammino che conduce alla scoperta del loro destino ultimo e soprannaturale. La naturale inclinazione umana a vivere in comunit confermata e trasformata dalla unit dello Spirito che Dio ha conferito alle sue figlie e ai suoi figli adottivi (cfr Ef 4, 3; 1 Pt 3, 8). Di conseguenza, la responsabilit dei cristiani di operare per la pace e per la giustizia e il loro impegno irrevocabile per il bene comune sono inseparabili dalla loro missione di proclamare il dono della vita eterna, alla quale Dio ha chiamato ogni uomo e ogni donna. A questo proposito, la tranquillitas ordinis di cui parla sant'Agostino si riferisce a tutte le cose, sia alla pace civile, che concordia fra i cittadini, sia alla pace della citt celeste che godimento armonioso e ordinato di Dio, e reciproco in Dio (De Civitate Dei, XIX, 13). Gli occhi della fede ci permettono di vedere che le citt terrena e celeste si compenetrano e sono intrinsecamente ordinate l'una all'altra in quanto appartengono entrambe a Dio, il Padre, che al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed presente in tutti (Ef 4, 6). Al contempo, la fede evidenzia maggiormente la legittima autonomia delle realt terrene che hanno ricevuto la propria stabilit, verit, bont, le loro leggi proprie e il loro ordine (Gaudium et spes, n. 36). Quindi, siate certi che i vostri dibattiti saranno al servizio di tutte le persone di buona volont e contemporaneamente ispireranno i cristiani a compiere con maggiore prontezza il loro dovere di migliorare la solidariet con i propri concittadini e fra di loro e ad agire basandosi sul
principio di solidariet, promuovendo la vita familiare, le associazioni di volontariato, l'iniziativa privata e l'ordine pubblico che facilita il corretto funzionamento delle comunit basilari della societ (cfr Compendio della dottrina sociale della Chiesa, n. 187). Quando esaminiamo i principi di solidariet e di sussidiariet alla luce del Vangelo, comprendiamo che non sono semplicemente orizzontali: entrambi possiedono un'essenziale dimensione verticale. Ges ci esorta a fare agli altri ci che vorremmo fosse fatto a noi (cfr Lc 6, 31), ad amare il nostro prossimo come noi stessi (cfr Mt 22, 35). Questi comandamenti sono iscritti dal Creatore nella natura stessa umana (cfr Deus caritas est, n. 31). Ges insegna che questo amore ci esorta a dedicare la nostra vita al bene degli altri (cfr Gv 15, 12-13). In questo senso la solidariet autentica, sebbene cominci con il riconoscimento del pari valore dell'altro, si compie solo quando metto volontariamente la mia vita al servizio dell'altro (cfr Ef 6, 21). Questa la dimensione verticale della solidariet: sono spinto a farmi meno dell'altro per soddisfare le sue necessit (cfr Gv 13, 14-15), proprio come Ges si umiliato per permettere agli uomini e alle donne di partecipare alla sua vita divina con il Padre e lo Spirito (cfr Fil 2, 8; Mt 23, 12). Parimenti, la sussidiariet, che incoraggia uomini e donne a instaurare liberamente rapporti donatori di vita con quanti sono loro pi vicini e dai quali sono pi direttamente dipendenti, e che esige dalle pi alte autorit il rispetto di tali rapporti, manifesta una dimensione verticale rivolta al Creatore dell'ordine sociale (cfr Rm 12, 16, 18). Una societ che onora il principio di sussidiariet libera le persone dal senso di sconforto e di disperazione, garantendo loro la libert di impegnarsi reciprocamente nelle sfere del commercio, della politica e della cultura (cfr Quadragesimo anno, n. 80). Quando i responsabili del bene comune rispettano il naturale desiderio umano di autogoverno basato sulla sussidiariet lasciano spazio
alla responsabilit e all'iniziativa individuali, ma, soprattutto, lasciano spazio all'amore (cfr Rm 13, 8; Deus caritas est, n. 28), che resta sempre la via migliore di tutte (1Cor 12, 31). Nel rivelare l'amore del Padre, Ges ci ha insegnato non solo come vivere da fratelli e sorelle qui, sulla terra, ma anche che egli stesso la via verso la comunione perfetta fra noi e con Dio nel mondo che verr, poich per mezzo di Lui che possiamo presentarci al Padre in un solo Spirito (cfr Ef 2, 18). Mentre vi adoperate per elaborare modi in cui uomini e donne possano promuovere al meglio il bene comune, vi incoraggio a sondare le dimensioni verticale e orizzontale della solidariet e della sussidiariet. In tal modo, potrete proporre modalit pi efficaci per risolvere i molteplici problemi che affliggono l'umanit alla soglia del terzo millennio, testimoniando anche il primato dell'amore, che trascende e realizza la giustizia in quanto orienta l'umanit verso la vita autentica di Dio (cfr Messaggio in occasione della Giornata Mondiale della Pace 2004). Con questi sentimenti, vi assicuro delle mie preghiere e estendo di cuore la mia Benedizione Apostolica a voi e ai vostri cari quale pegno di pace e di gioia nel Signore Risorto.
Inizio della missione del primo nunzio apostolico negli Emirati Arabi Uniti
Monsignor Mouged El-Hachem, arcivescovo titolare di Darni, ha iniziato la sua missione come primo nunzio apostolico negli Emirati Arabi Uniti. Domenica 13 aprile, il rappresentante pontificio giunto ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, dove stato accolto dal signor Muhammad Al-Souaidi della direzione del protocollo del ministero degli Affari Esteri. Due giorni dopo, nell'Aula Grande del palazzo presidenziale, si svolta la cerimonia in gran gala di presentazione delle lettere credenziali al presidente degli Emirati Arabi Uniti, sheikh Khalifa Bin Zayed Al-Wahyan alla presenza del principe ereditario di Abu Dhabi, del ministro degli Affari Esteri e di un gran numero di ministri e di alti funzionari e dirigenti del Paese. L'emiro ha augurato al primo nunzio apostolico negli Emirati Arabi Uniti il pieno successo della sua missione, assicurandogli appoggio e sostegno da parte del governo e di tutte le istituzioni civili, per sviluppare le relazioni di collaborazione tra il suo Paese e la Santa Sede. Inoltre l'emiro, sottolineando che la missione di monsignor El-Hachem del tutto particolare poich mira a conservare la fede in Dio e a promuovere il dialogo interculturale e interreligioso, ha pregato il nunzio apostolico di trasmettere al Papa i suoi ossequi, assicurando la piena disposizione a collaborare per la difesa dei valori religiosi e umani. Monsignor El-Hachem ha trasmesso la stima e i voti augurali di Benedetto XVI. Sottolineando la libert concessa ai cattolici in tutti gli Emirati Arabi Uniti e ringraziando l'emiro per la calorosa accoglienza, ha affermato che la Santa Sede disposta a collaborare con quanti cercano di migliorare le condizioni materiali e spirituali di ogni uomo, attraverso un dialogo sereno e sincero. La Santa Sede infatti ha concluso sostiene e appoggia tutti gli sforzi per realizzare la pace, assicurando il rispetto dei diritti dell'uomo e della libert religiosa. In precedenza il nunzio apostolico aveva avuto la possibilit di incontrare il ministro degli Affari Esteri per poter consegnare copia delle lettere credenziali. La stampa e i media degli Emirati Arabi Uniti hanno dato rilievo a entrambi i suddetti eventi. Il nunzio apostolico ha poi avuto modo di incontrare, a varie riprese, i sacerdoti e i fedeli, celebrando in diverse lingue le messe di ringraziamento a Dubai e a Abu Dhabi.
Per la nomina alle celebrazioni dei 1350 anni della nascita di san Willibrordo a Lussemburgo
Venerabili Fratri Nostro GODEFRIDO S.R.E. CARDINALI DANNEELS Archiepiscopo Metropolitae Mechliniensi-Bruxellensi Divino Spiritu operam comitante suaque gratia largiter fecundante sanctus Villibrordus, una cum aliis sociis, plerumque monachis Benedictinis, ferventer efficaciterque septimo et octavo saeculo evangelizavit amplas Europae regiones. Cum quidem aetate nostra communes Europae christianae radices iterum requirendae sint, omnino laudabile videtur consilium, de quo ad Nos relatum est, videlicet inceptum anniversariam celebrandi memoriam diei natalis eiusdem sancti, qui abhinc MCCCL
annos ortus est, atque Romae a Decessore Nostro sancto Sergio I anno DCXCV episcopus est constitutus. Hic vero Evangelii assiduus praedicator, humilis mysteriorum Dei dispensator, pauperum et principum probus amicus, benignus pater, iustus et sanctus, varias inter difficultates numquam a pastorali destitit ministerio. Adiuvantibus autem Irmina et Pipino II principibus, monasterium exstruxit in loco Echternach, intra fines Ducatus Luxemburgensis, ubi etiam anno DCCXXXIX meritis onustus animam suam sanctam Domino reddidit. Cupientes Nos eidem tribuere honorem, simulque hortari populos, qui eius apostolicam industriam olim sunt experti, ad christianam fidem spem et caritatem renovandas, libenter accepimus petitionem Venerabilis Fratris Ferdinandi Franck, Archiepiscopi Luxemburgensis, qui humane a Nobis poposcit ut Patrem Purpuratum mitteremus ad memoratum sancti Villibrordi iubilaeum sollemniter celebrandum. Ad te igitur, Venerabilis Frater Noster, qui tot per annos cotidiana actuositate pro concredita tibi parte Ecclesiae insignem te confirmasti Domini Iesu ministrum Nostrumque cooperatorem, qui polles
etiam sermonibus his in locis adhibitis, fidentes recurrimus teque his Litteris Nostrum Missum Extraordinarium ad memoratam celebrationem destinamus. Quocirca diebus XI-XIII proximi mensis Maii liturgicis celebrationibus Nostro nomine Luxemburgi praesidebis Nostramque omnibus significabis salutationem. Populum hortaberis ad constantem erga sanctum Villibrordum devotionem, ut ipse a Christo Domino rectam vitam, altissimam erga divinam legem reverentiam, sinceram caritatem, serenam cum aliis hominibus consuetudinem obtineat atque christiana fides in Europaeis gentibus confirmetur. Denique Benedictionem Nostram Apostolicam imo ex corde tibi impertimus, Venerabilis Frater Noster, dilectis quoque Pastoribus et Christifidelibus illic congregatis cunctisque faustum hunc eventum participantibus peramanter dilargiendam. Ex Aedibus Vaticanis, die II mensis Aprilis, anno MMVIII, Pontificatus Nostri tertio.
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L'esperienza dell'agenzia Fides raccontata alla vigilia della giornata mondiale delle comunicazioni sociali
Una radio missionaria del Ghana che trasmette notizie tratte anche dall'agenzia Fides
inglese e francese e, per un breve periodo, in polacco. Solo pi tardi nacquero le edizioni in italiano, in spagnolo e in tedesco. Nel 1998 si aggiunta l'edizione in cinese (l'unico sito straniero dice con soddisfazione il direttore mai oscurato e mai smentito). L'ultima edizione nata quella in portoghese, datata 2002. Nel giro di un paio di mesi sar messa definitivamente a punto l'edizione in arabo. Dalle poche decine di dispacci dif-
Una grande attenzione Fides la dedica naturalmente alle nuove tecnologie. Un tempo ricorda De Mata le notizie dai territori di missione giungevano alla Congregazione dopo mesi di viaggio. Nei nostri archivi storici vi sono manoscritti su pezzi di carta improbabili che hanno viaggiato con tutti i mezzi per giungere a destinazione. Oggi le notizie viaggiano in rete e in tempo reale. Il nostro sito conta quasi novantaseimila pagine web in sette lingue diverse: dalle circa ventimila in italiano alle oltre cinquemila in cinese. Nel 2006 abbiamo avuto quasi sessantadue milioni di contatti; oltre quaranta milioni sono state le pagine visitate. Dall'agosto del 2007 al marzo di quest'anno abbiamo registrato gi ventisette milioni di contatti e dodici milioni di pagine visitate. Sono cifre impegnative che ci spingono a migliorare ancor di pi il servizio. Ultima nata in casa Fides una nuova rubrica telematica Oggi su internet. Si tratta praticamente di un monitoraggio quotidiano della rete per verificare e segnalare i siti che contengono notizie sul magistero in particolare e sulla vita della Chiesa pi in generale. L'archivio fotografico un altro fiore all'occhiello. Comprende circa diecimila immagini e costituisce un vero e proprio patrimonio missionario di valore inestimabile. Cosa c' nel futuro? Nulla di nuovo
dice De Mata, alla direzione dell'agenzia dal maggio del 2002 , perch nel raccontare il Vangelo non pu esserci nulla di nuovo. Ma nello stesso tempo ci prepariamo a vivere una vita rinnovata, sempre seguendo quella grande e costante novit che paradossalmente costituisce il Vangelo. Continueremo a raccontare il cammino della Chiesa, allargando lo sguardo verso una serie di approfondimenti di interesse primario per il mondo missionario e per l'evangelizzazione in generale, sempre attenta ad individuare, nella piena fedelt al magistero del Santo Padre, gli immensi orizzonti della missione ad gentes ed i nuovi aeropaghi del mondo moderno in cui far risuonare il Vangelo di Cristo. Certo, a Fides non ci sono giornalisti, ma il loro mestiere lo sanno fare e lo fanno con quella giusta dedizione e con quel giusto amore per la verit invocati non solo dalla Chiesa, ma anche da tutto il mondo libero. Proprio per questo abbiamo scelto di raccontare Fides nel giorno il 3 maggio , in cui l'UNESCO promuove la giornata mondiale sulla libert di stampa sul tema Libert di espressione, accesso all'informazione e capacit d'autonomia delle persone, e alla vigilia della quarantaduesima giornata mondiale delle comunicazioni sociali, promossa dalla Chiesa sul tema I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la verit per condividerla.
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GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 105 (44.845)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
luned-marted 5-6 maggio 2008
Benedetto XVI incontra l'Azione Cattolica Italiana nel centoquarantesimo anniversario della fondazione
Cari ragazzi, giovani e adulti di Azione Cattolica! per me una grande gioia accogliervi quest'oggi qui, in Piazza San Pietro, dove in passato non poche volte la vostra benemerita Associazione ha incontrato il Successore di Pietro. Grazie per questa vostra visita. Saluto con affetto tutti voi, venuti da ogni parte d'Italia, come pure i membri del Forum Internazionale che provengono da quaranta Paesi del mondo. In particolare saluto il Presidente nazionale, Professor Luigi Alici, che ringrazio per le sentite espressioni che mi ha rivolto, l'Assistente generale, Monsignor Domenico Sigalini, e i responsabili nazionali e diocesani. Vi ringrazio anche per il particolare dono che mi avete voluto offrire attraverso i vostri rappresentanti e che testimonia la vostra solidariet verso i pi bisognosi. Viva riconoscenza esprimo al Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che ha celebrato per voi la Santa Messa. Siete venuti a Roma in spirituale compagnia dei vostri numerosi santi, beati, venerabili e servi di Dio: uomini e donne, giovani e bambini, educatori e sacerdoti assistenti, ricchi di virt cristiane, cresciuti nelle file dell'Azione Cattolica, che in questi giorni compie 140 anni di vita. La magnifica corona dei volti che abbracciano simbolicamente Piazza San Pietro una testimonianza tangibile di una santit ricca di luce e di amore. Questi testimoni, che hanno seguito Ges con tutte le loro forze, che si sono prodigati per la Chiesa e per il Regno di Dio, rappresentano la vostra pi autentica carta d'identit. Non forse possibile, ancora oggi, per voi ragazzi, per voi giovani e adulti, fare della vostra vita una testimonianza di comunione con il Signore, che si trasformi in un autentico capolavoro di santit? Non proprio questo lo scopo della vostra Associazione? Ci sar certamente possibile se l'Azione Cattolica continuer a mantenersi fedele alle proprie profonde radici di fede, nutrite da un'adesione piena alla Parola di Dio, da un amore incondizionato alla Chiesa, da una partecipazione vigile alla vita civile e da un costante impegno formativo. Cari amici, rispondete generosamente a questa chiamata alla santit, secondo le forme pi consone alla vostra condizione laicale! Continuate a lasciarvi ispirare dalle tre grandi consegne che il mio venerato predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II vi ha affidato a Loreto nel 2004: contemplazione, comunione e missione. L'Azione Cattolica nacque come una particolare associazione di fedeli laici contrassegnata da uno speciale e diretto legame con il Papa, diventando ben presto una forma preziosa di collaborazione dei laici all'apostolato gerarchico, racco-
mandata vivamente dal Concilio Vaticano II, che ne individu le irrinunciabili note caratteristiche (cfr Decreto Apostolicam actuositatem, 20). Questa sua vocazione resta valida ancor oggi. Vi incoraggio pertanto a proseguire con generosit nel vostro servizio alla Chiesa. Assumendone il fine apostolico generale, in spirito di intima unione con il Successore di Pietro e di operosa corresponsabilit con i Pastori, voi incarnate una ministerialit in
del nostro tempo e la promozione del bene integrale della persona e dell'intera famiglia umana. Nel mio intervento al IV Convegno ecclesiale nazionale, tenutosi a Verona nell'ottobre 2006, ho riconosciuto che la Chiesa in Italia una realt molto viva, che conserva una presenza capillare in mezzo alla gente di ogni et e condizione. Le tradizioni cristiane sono spesso ancora radicate e continuano a produrre frutti, mentre in atto un grande sforzo di evangelizzazione e catechesi, rivolto in particolare alle nuove generazioni, ma ormai sempre pi anche alle famiglie (Insegnamenti di Benedetto XVI, vol. II/2, 2006, pp. 468-469). Come non vedere in questa presenza capillare anche un segno discreto e tangibile
equilibrio fecondo tra Chiesa universale e Chiesa locale, che vi chiama ad offrire un contributo incessante e insostituibile alla comunione. Questo ampio respiro ecclesiale, che identifica il vostro carisma associativo, non il segno di un'identit incerta o sorpassata; attribuisce piuttosto una grande responsabilit alla vostra vocazione laicale: illuminati e sorretti dall'azione dello Spirito Santo e costantemente radicati nel cammino della Chiesa, siete provocati a ricercare con coraggio sintesi sempre nuove fra l'annuncio della salvezza di Cristo all'uomo
dell'Azione Cattolica? L'amata Nazione italiana, infatti, ha sempre potuto contare su uomini e donne formati nella vostra Associazione, disposti a servire disinteressatamente la causa del bene comune, per l'edificazione di un giusto ordine della societ e dello Stato. Sappiate dunque vivere sempre all'altezza del vostro Battesimo, che vi ha immerso nella morte e risurrezione di Ges, per la salvezza di ogni uomo che incontrate e di un mondo assetato di pace e verit. Siate cittadini degni del Vangelo e ministri della sapienza cristiana per un
mondo pi umano: questo recita il tema della vostra Assemblea e questo l'impegno che oggi assumete davanti alla Chiesa italiana, qui rappresentata da voi, dai vostri presbiteri assistenti, dai Vescovi e dal loro Presidente. In una Chiesa missionaria, posta dinanzi ad una emergenza educativa come quella che si riscontra oggi in Italia, voi che la amate e la servite sappiate essere annunciatori instancabili ed educatori preparati e generosi; in una Chiesa chiamata a prove anche molto esigenti di fedelt e tentata di adattamento, siate testimoni coraggiosi e profeti di radicalit evangelica; in una Chiesa che quotidianamente si confronta con la mentalit relativistica, edonistica e consumistica, sappiate allargare gli spazi della razionalit nel segno di una fede amica dell'intelligenza, sia nell'ambito di una cultura popolare e diffusa, sia in quello di una ricerca pi elaborata e riflessa; in una Chiesa che chiama all'eroismo della santit, rispondete senza timore, sempre confidando nella misericordia di Dio. Cari amici dell'Azione Cattolica Italiana, nel cammino che avete davanti non siete soli: vi accompagnano i vostri santi. Altre figure ancora hanno avuto ruoli significativi nella vostra Associazione: penso ad esempio, tra gli altri, ad un Giuseppe Toniolo e ad una Armida Barelli. Stimolati da questi esempi di cristianesimo vissuto, voi avete intrapreso un anno straordinario, un anno che potremmo qualificare della santit, nel quale vi impegnate a tradurre nella vita concreta gli insegnamenti del Vangelo. Vi incoraggio in questo proposito. Intensificate la preghiera, rimodulate la vostra condotta sugli eterni valori del Vangelo, lasciandovi guidare dalla Vergine Maria, Madre della Chiesa. Il Papa vi accompagna con un costante ricordo al Signore, mentre di cuore imparte la Benedizione Apostolica a voi qui presenti e all'intera Associazione.
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NAYPYIDAW, 5. Ha provocato circa quattromila morti e decine di migliaia di feriti il passaggio nella parte meridionale del Myanmar (ex Birmania) del devastante ciclone tropicale Nargis. La tempesta proveniente dal Golfo del Bengala con venti violentissimi che hanno soffiato fino a duecento chilometri orari ha spazzato ieri completamente via il settantacinque per cento dellabitato di Laputta e di Kyaik Lat, due cittadine del delta dellIrrawaddy, mentre le poche costruzioni rimaste in piedi sono state scoperchiate. Centinaia di migliaia i senzatetto. Dichiarate aree disastrate le regioni del centro e del sud del Paese di Ayeyawaddy, Bago, Mon e Kares, dove lerogazione di elettricit e le comunicazioni sono interrotte e interi raccolti di riso sono andati completamente perduti. A Yangon, la maggiore citt ed ex capitale del Myanmar, l'aeroporto internazionale stato chiuso, mentre le strade sono ancora invase da detriti e macerie a causa degli innumerevoli alberi caduti e delle case crollate. I prezzi dei generi alimentari sono gi raddoppiati. Non ho mai visto nulla di simile, ha detto alla agenzia di stampa Reuters un ex responsabile governativo, che ha paragonato il ciclone Nargis alluragano Katrina abbattutosi negli anni scorsi negli Stati Uniti meridionali. La Caritas italiana gi operativa nel Paese attraverso diverse iniziative umanitarie si prontamente attivata per portare aiuti alle popolazioni colpite dalla tempesta. La giunta militare al potere nel Myanmar ha nominato il primo ministro, Thein Sein, come responsabile dei soccorsi nelle regioni disastrate. E mentre squadre di emergenza hanno iniziato a distribuire alle stremate popolazioni i primi aiuti (acqua potabile, cibo e coperte), il Governo centrale di Naypyidaw ha dichiarato che il referendum costituzionale previsto per il prossimo 10 maggio non verr annullato.
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Pter Erd, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria) con gli Ausiliari, le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori Gyrgy Udvardy, Vescovo titolare di Marazane, Ferenc Cserhti, Vescovo titolare di Centuria, e Jnos Szkely, Vescovo titolare di Febiana, in visita ad limina Apostolorum; le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Lajos Ppai, Vescovo di Gyr (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum; Antal Spnyi, Vescovo di Szkesfehrvr (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum.
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Grazia Rowan Williams, Arcivescovo di Canterbury.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il presidente Morales definisce il referendum illegale e incostituzionale
Visita in Bosnia ed Erzegovina Il dipartimento boliviano di Santa Cruz sceglie l'autonomia dell'arcivescovo Dominique Mamberti
LA PAZ, 5. Gli abitanti di Santa Cruz, il dipartimento pi ricco e vasto della Bolivia, hanno detto s, a stragrande maggioranza, a uno statuto per l'autonomia, largamente incompatibile con le riforme costituzionali che vorrebbe il presidente Evo Morales. Ignorando gli appelli, da parte del Governo, a disertare le urne, i cittadini sono andati a votare: il s ha vinto con oltre l'ottanta per cento, secondo quanto ha riferito il prefetto Riben Costa sulla base di un primo parziale conteggio ufficiale. Il presidente Morales ha parlato di un palese fallimento del referendum, da lui definito illegale e incostituzionale. Questa consultazione ha dichiarato illegale e incostituzionale. Non avr il successo sperato da certe famiglie, facendo riferimento agli imprenditori e ai grandi proprietari terrieri di Santa Cruz. Il capo dello Stato ha poi rivolto un appello ai governatori ribelli chiedendo il dialogo subito su un'autentica autonomia. L'istituto Opinion y Mercado stato l'unico a valutare l'astensione attorno al quaranta per cento. Basandosi anche su questo dato, il presidente boliviano ha attribuito il fallimento di questa consultazione allo scontro tra le famiglie che vivono nel dipartimento: quindi ha invitato le parti interessate a lavorare immediatamente per un'autonomia reale per la gente e non per piccoli gruppi. Soprattutto ha detto poi Morales non si deNel pomeriggio di sabato 26 aprile, l'arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, ha iniziato una visita ufficiale di quattro giorni in Bosnia ed Erzegovina, accompagnato da monsignor Miguel Maury Buenda, consigliere di nunziatura in servizio presso la Segreteria di Stato. A ricevere l'arcivescovo Mamberti all'aeroporto internazionale di Sarajevo erano, tra gli altri, il nunzio apostolico, arcivescovo Alessandro D'Errico, il ministro assistente per gli Affari Internazionali legali e consolari, Zoran Perkovi, il capo del Protocollo diplomatico, Dragana Tadi, il capo del Dipartimento del cerimoniale, Sihana eki-auevi, il segretario della Rappresentanza pontificia, monsignor Waldemar Sommertag, il segretario generale della Conferenza episcopale, monsignor Ivo Tomasevi, nonch numerosi rappresentanti di congregazioni religiose e di istituzioni cattoliche; numerosi anche i rappresentanti dei mezzi di comunicazione locali, i quali hanno dato ampio rilievo alle attivit dell'arcivescovo Mamberti e alle otto conferenze stampa da lui tenute durante la visita. La Bosnia ed Erzegovina si dichiarata indipendente il 1 marzo 1992, durante il periodo di disintegrazione della Jugoslavia, ed stata riconosciuta come Stato indipendente dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, con la risoluzione 755 (1992) del 20 maggio 1992. Si estende su un territorio di 51.180 chilometri quadrati. Il censimento del 1991 registrava una popolazione di 4.354.911, diminuita successivamente a causa della guerra che ha sconvolto il Paese dal 1992 al 1995 e che ha provocato 150.000 vittime e due milioni tra profughi e sfollati. Gravi sono stati anche i danni alle strutture, con la distruzione completa o parziale del 60 per cento delle case, il 30 per cento degli ospedali, il 50 per cento delle scuole e 1.200 centri religiosi (moschee e chiese). La vita stata quasi paralizzata e la ricostruzione progredita lentamente dopo la pace raggiunta con gli Accordi di Dayton, sottoscritti il 14 dicembre 1995, i quali, per, hanno diviso il Paese in due entit: la Repubblica Srpska, riconquistata dai Serbi durante la guerra, e la Federazione Bosniaca, a maggioranza musulmana. in corso una travagliata riforma costituzionale. Per ora, oltre ai Parlamenti e ai Governi delle due entit, vi un Parlamento e una Presidenza collegiale comune, composta da tre presidenti che rappresentano i tre popoli costitutivi della Bosnia ed Erzegovina: croato, serbo e musulmano-bosniaco. La carica di presidente a rotazione ogni 8 mesi. Subito dopo il suo arrivo, l'arcivescovo Mamberti stato ricevuto dal ministro degli Affari Esteri, Sven Alkalaj. Nella successiva conferenza stampa, l'arcivescovo Mamberti ha fatto notare l'ampia convergenza di vedute tra la Santa Sede e la Bosnia ed Erzegovina sui grandi temi che interessano l'uomo, il bene dei popoli e i rapporti internazionali. La Santa Sede ha detto rivolgendosi ai presenti sostiene le vostre aspirazioni di accedere all'Unione europea e alle altre istituzioni euro-atlantiche, nella consapevolezza che saprete offrire a esse un particolare contributo. Durante la mia visita spero di vedere anche altre autorit dello Stato, delle due entit del Paese e della Comunit internazionale. Gli incontri previsti saranno molto utili per verificare i progressi compiuti nelle relazioni bilaterali e per affrontare te-
ve dimenticare che fra astensioni, voti negativi e nulli, si raggiunge praticamente il cinquanta per cento. Il mese prossimo altre tre province terranno analoghe consultazioni popolari e altre due stanno valutando questa possibilit. Se passassero tutte, il Paese, organizzato amministrativamente in nove dipartimenti, si spaccherebbe tra le ricche pianure orientali e le regioni andine pi povere. Secondo gli analisti, in atto una naturale reazione alle recenti iniziative di Morales, il quale intenzionato a
riscrivere la Costituzione per una redistribuzione della ricchezza del Paese scrive l'agenzia Agi a favore della maggioranza indio, cui egli stesso appartiene. La giornata del voto trascorsa in un clima di tensione, soprattutto in alcune localit del dipartimento, dove si sono registrati scontri fra gruppi favorevoli e contrari allo statuto di autonomia. Vi stata la morte di un anziano, il ferimento di altre trenta persone, nonch la distruzione di numerose urne e di schede elettorali.
mi di politica nazionale e regionale. In serata, il ministro degli Affari Esteri ha offerto una cena in onore dell'illustre ospite. Domenica 27 aprile, l'arcivescovo Mamberti si trasferito in Erzegovina. Nella Cattedrale di Mostar ha presieduto la Messa domenicale sottolineando come il Servo di Dio Giovanni Paolo II fu chiamato alla casa del Padre senza aver potuto realizzare il suo vivo desiderio di visitare Mostar di persona. Dopo un fallito tentativo, riusc a recarsi a Sarajevo e, in una successiva occasione, a Banja Luka. Tuttavia l'Erzegovina fu per lui, come lo oggi per Papa Benedetto, oggetto di particolare attenzione, anche a motivo dell'annosa e complessa situazione ecclesiale e politica. Commentando i testi biblici della liturgia domenicale, ha rilevato che dopo il Concilio Vaticano II si molto discusso circa il rapporto tra carisma e istituzione nella Chiesa. Una cosa, per, certa e l'abbiamo appena sentita nel Vangelo: Ges pone ai Suoi discepoli una condizione previa al dono dello Spirito: amarlo e osservare i Suoi comandamenti. Sin dal 1890 l'ordinario di MostarDuvno attualmente il vescovo Ratko Peri allo stesso tempo amministratore apostolico della vicina diocesi di Trebinje-Mrkan. A Mostar-Duvno vi sono 31 parrocchie amministrate dal clero secolare (circa 70.000 fedeli), mentre altre 31 sono amministrate dai frati minori dell'0rdine francescano (circa 120.000 fedeli). Le 15 parrocchie della diocesi di Trebinje-Mrkan (circa 21.000 fedeli) sono amministrate dal clero secolare. Dopo l'agape fraterna in episcopio, l'arcivescovo Mamberti ha dedicato il pomeriggio della domenica a un incontro di riflessione con i responsabili politici croati della Bosnia ed Erzegovina, proponendo loro un intervento sul tema dell'unit, in cui ha segnalato ... i grandi temi sui quali la Chiesa attende da voi un particolare contributo in quanto cattolici impegnati nella politica, cio, favorire il bene dei cattolici che sono, nello stesso tempo, fedeli della Chiesa e cittadini dello Stato ... e ... promuovere il bene comune dell'intera popolazione del paese, composta maggioritariamente di fedeli di altre tradizioni religiose. Si trattenuto inoltre in fraterno colloquio con il provinciale e i definitori della provincia erzegovinese dei frati minori; dopo una cena alla quale si sono aggiunti i guardiani di tutte le comunit francescane dell'Erzegovina e una visita al centro storico di Mostar, il Segretario per i Rapporti con gli Stati rientrato nella capitale. L'intera mattinata di luned 28 aprile stata dedicata a una serie di riunioni con il consiglio interreligioso di Bosnia ed Erzegovina, particolarmente con il Reis Ulema Mustafa Ceri e il Responsabile della comunit ebraica Jacob Finci; con il ministro per i Diritti Umani e per i Rifugiati, Safet Halilovi; con la Conferenza episcopale; con il primo ministro della Repubblica Srpska, Milorad Dodik. Nel pomeriggio, l'arcivescovo Mamberti, insieme all'ordinario, cardinale Vinko Pulji, ha presieduto nella cattedrale di Sarajevo la Messa di ringraziamento per l'inizio del terzo anno di pontificato di Benedetto XVI; concele-
bravano monsignor Franjo Komarica, vescovo di Banja Luka, monsignor Ratko Peri, vescovo di Mostar-Duvno, monsignor Pero Sudar, ausiliare di Sarajevo, e una cinquantina di sacerdoti secolari e religiosi dell'arcidiocesi. Assistevano il metropolita della Chiesa serba ortodossa Nikolaj, numerose Autorit governative e locali civili, i membri del corpo diplomatico con il decano, l'ambasciatore della Repubblica di Croazia, mentre il coro del seminario arcidiocesano guidava il canto liturgico. Nell'arcidiocesi vi sono 147 parrocchie, 95 (85.021 fedeli) amministrate dal clero secolare e 52 (127.348 fedeli) amministrate dai francescani; 4 arcidiaconati e 13 decanati; 230 sacerdoti diocesani (85 residenti fuori dell'arcidiocesi);178 frati minori; altri 7 religiosi e 258 religiose. Nell'omelia, l'arcivescovo Mamberti, commentando le parole di Ges agli Apostoli: Voi mi renderete testimonianza perch siete stati con me sin dall'inizio (Gv 15, 27), ha indicato come uno dei compiti principali dei sacerdoti e dei consacrati sia quello di rendere testimonianza di Ges con la vita, con le parole, con il perdono, dato agli altri e dagli altri ricevuto... Amare tutti la migliore testimonianza di Ges, la prova che siamo suoi, la condizione perch l'opera di evangelizzazione della Chiesa renda i frutti che Ges attende da essa. La giornata si chiusa con il tradizionale ricevimento offerto dalla nunziatura apostolica in occasione della festa del Papa. A esso hanno partecipato numerose personalit del mondo della politica, della cultura e della Chiesa locale. Nella mattinata di marted 29 aprile, l'arcivescovo Mamberti, dopo un incontro con Nedad Brankovi, primo ministro della Federazione di Bosnia ed Erzegovina, si recato nella sede della Presidenza del Paese per un incontro di lavoro e per la consegna di onorificenze pontificie agli attuali membri della Presidenza collegiale, Haris Silajdii, Neboja Radmanovi e eljko Komi, nonch ai loro immediati predecessori, Suleiman Tihi, Borislav Paravac e Ivo Jovi, quale segno di gratitudine per il lavoro svolto nell'approvazione e successiva ratifica dell'accordo di base fra la Santa Sede e la Bosnia ed Erzegovina. Tale trattato internazionale regola le relazioni fra Stato e Chiesa cattolica nel Paese e pu servire da modello per quelli di altre confessioni religiose del Paese. da rilevare che, nel corso della visita, si concordata la creazione di una commissione mista per l'esecuzione dell'Accordo, che sar composta da rappresentanti dei ministeri interessati, della nunziatura apostolica e della Chiesa locale. Successivamente l'arcivescovo Mamberti ha avuto importanti colloqui al ministero delle Finanze, con il titolare Dragan Vrani, e nella sede dell'alto rappresentante della Comunit internazionale. Dopo la colazione offertagli dal membro croato della Presidenza, eljko Komi, alla quale ha partecipato anche il cardinale Vinko Pulji, il Segretario per i Rapporti con gli Stati rientrato in Vaticano, facendo sosta a Vienna dove, come nel viaggio di andata, stato accolto all'aeroporto dall'arcivescovo Edmond Farhat, nunzio apostolico in Austria, e dal suo collaboratore, monsignor Rdiger Feulner.
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Scontri nello Yemen L'Iran non rinuncer tra esercito e ribelli al programma nucleare
SAN'A, 5. Nel corso di scontri con l'esercito yemenita, diciannove ribelli, della minoranza sciita zaidita, sono stati uccisi nella provincia nordoccidentale di Saada. Ne ha dato notizia una fonte locale, aggiungendo che sei militari sono rimasti feriti. I combattimenti sono scoppiati nella mattina di ieri e sono continuati fino alla sera, vicino alla localit di Dafaa, nel distretto di Haydan, dopo che l'esercito ha avviato la riconquista di un campo militare occupato tre mesi fa dai ribelli, secondo quanto ha reso noto un responsabile che ha chiesto l'anonimato. Il bilancio degli scontri di ieri porta ad almeno cinquantadue il numero delle persone uccise da venerd scorso nella provincia di Saada, bastione della ribellione zaidita, in conflitto con le forze governative, a fasi alterne, dal 2004. Venerd scorso, un attentato compiuto all'ingresso di una moschea di Saad ha provocato diciotto morti, per la maggior parte soldati, e quarantacinque feriti. Intanto l'organizzazione di Al Qaeda nella penisola arabica, Brigate dei soldati dello Yemen, un gruppo affiliato ad Al Qaeda, ha rivendicato con un comunicato diffuso su internet un fallito attacco a colpi di mortaio, il 30 aprile scorso, a San'a, affermando che il bersaglio era l'ambasciata italiana. All'alba di quel giorno, due proiettili di mortaio si erano abbattuti all'esterno del muro di cinta dell'ambasciata italiana a San'a: non vi erano state vittime. Il ministero degli Esteri italiano ricorda l'Ansa gi da tempo sconsiglia i viaggi nello Yemen, se non determinati da motivi di effettiva necessit, perch in tutto il Paese presente un elevato rischio di atti terroristici, che includono il rapimento di turisti. Lo scorso 18 gennaio due belghe e due yemeniti morirono nell'attacco contro una comitiva di turisti nello Yemen orientale, rivendicato da Al Qaeda, come quello del luglio 2007, in cui rimasero uccisi quattro spagnoli. Nella turbolenta provincia di Saada sono nel frattempo tornati mediatori del Qatar, nel tentativo di contribuire a riportare ordine e sicurezza dopo l'attentato di venerd scorso alla moschea. TEHERAN, 5. LIran non rinuncer al suo programma nucleare. quanto ha dichiarato ieri la Guida suprema iraniana, layatollah Ali Khamenei, avvertendo la Comunit internazionale e il Consiglio di sicurezza dellOnu che ladozione di nuove eventuali sanzioni non far cambiare i piani di Teheran. Khamenei, citato dalla televisione di Stato, ha parlato in un discorso pubblico nella provincia di Fars, nel sud del Paese. Layatollah non ha commentato la decisione presa venerd scorso dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) pi la Germania di una nuova serie di incentivi da presentare alla Repubblica islamica per cercare una soluzione alla disputa sul programma nucleare iraniano. La Guida suprema ha solo ricordato che negli ultimi trenta anni la Repubblica islamica stata posta sotto pressione, anche con sanzioni economiche, ma senza alcun effetto. Anche ora, ha aggiunto Khamenei, continueremo con forza il nostro cammino e non permetteremo alle potenze oppressive di calpestare i nostri diritti. L'ayatollah ha tuttavia avvertito che l'Iran deve ancora lavorare per difendersi dalla dipendenza economica dallestero e ha esortato le autorit a lavorare mano nella mano per risolvere questo problema. Un primo pacchetto di incentivi, che prevedevano anche una cooperazione per lo sviluppo del nucleare civile in Iran, era stato presentato nellestate del 2006. Ma le autorit di Teheran avevano sempre rifiutato queste proposte. Una nuova versione, che prevede, tra l'altro, la sospensione dell'arricchimento dell'uranio, stata concordata dai ministri degli Esteri del gruppo 5+1 al termine della riunione di Londra. A riguardo, il ministero degli Esteri iraniano ha fatto sapere che il suo Paese non accetter offerte delle potenze mondiali che violino il diritto dell'Iran rispetto allo sviluppo del nucleare. Non sosterremo incentivi che possano in qualsiasi modo violare i nostri diritti e i nostri interessi, ha detto il portavoce del ministero, Mohammad Ali Hosseini, durante una conferenza stampa, rispondendo a una domanda sul nuovo piano sul nucleare iraniano elaborato dalle sei grandi potenze.
Attentato in Cecenia
MOSCA, 5. Riesplode la violenza in Cecenia. Cinque poliziotti sono rimasti uccisi in un attentato dinamitardo compiuto nel distretto di Staropomyslovski, alla periferia di Grozny, la capitale della Repubblica del Caucaso. Lo ha reso noto oggi il responsabile delle forze dell'ordine del posto. Stando alle prime informazioni, lesplosione sarebbe stata causata da un ordigno artigianale, ha aggiunto la stessa fonte. La potente deflagrazione ha anche provocato il ferimento di altri due agenti di polizia, che sono stati ricoverati in ospedale in gravi condizioni. L'attentato non stato ancora rivendicato. Sabato scorso, due agenti delle forze di sicurezza cecene erano rimasti uccisi nel corso di un violento scontro a fuoco con un gruppo di circa venticinque militanti islamici nel distretto meridionale di UrusMartan.
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L'OSSERVATORE ROMANO
L'evoluzione tra scienza e fede
e la capacit progettuale e la simbolizzazione possono essere considerate sul piano fenomenologico elementi extrabiologici e rappresentano un trascendimento rispetto alle propriet degli altri viventi, ci si pu chiedere quale sia la natura di tale trascendimento, che cosa cio nell'uomo possa spiegare il trascendimento. Una simile domanda non pu avere risposta sul piano empirico. Alcuni la cercano nello sviluppo del cervello. Ma l'attivit cerebrale non pu identificarsi con la soggettivit dell'essere umano, con la sua autocoscienza, con il suo io, anche se richiesto il funzionamento del cervello. L'attivit cognitiva dell'uomo di tipo astrattivo, non riconducibile alla conoscenza empirica, anche se parte da essa. Le idee, il pensiero, le emozioni non sono riducibili all'attivit elettrica del cervello, che pure le accompagna. ma non ne la causa. Oltre alla capacit cognitiva c' l'autodeterminazione, la libert, che svincola le scelte dell'uomo da motivi puramente materiali. Si aggiunge il comportamento altruistico, la possibilit di libere scelte che possano comportare sacrifici. Sono espressioni che trascendono la sfera biologica e denotano una componente non di ordine fisico. Si prospetta il problema della spiritualit dell'uomo, un problema essenzialmente filosofico, ma che non pu essere deluso, altrimenti si compie un'operazione riduzionistica. L'uomo osserva Blaise Pascal non che una canna pensante, la pi debole della natura, ma una canna pensante (...) Tutta la nostra dignit consiste nel pensiero (Pensieri, 347). E ancora Pascal: Da tutti i corpi insieme non si potrebbe far scaturire un piccolo pensiero: ci impossibile e di un altro ordine (Pensieri, 793). L'uomo pensa e sa di pensare e attraverso di lui l'universo intero pensato. Con l'uomo si innesta nella evoluzione della vita il pensiero, nota Yves Coppens (2007), e la materia si fa pensante. E Gustave Martelet (2003): L'universo una universalit pensata o almeno pensabile, ma richiede che qualcuno lo faccia. Se nell'uomo c' un'attivit spirituale e quindi un'anima, oltre alle cause fisiche naturali che determinano le caratteristiche biopsichiche fisiche umane, si deve ammettere un concorso superiore per l'anima. Per l'uomo non c' solo una discontinuit culturale, ma anche ontologica, ha notato Giovanni Paolo II nel messaggio alla Pontificia Accademia delle Scienze del 24 ottobre 1996. In tale messaggio il Papa riconosceva il carattere di teoria scientifica all'evoluzione e non pi di ipotesi, come era detto nella enciclica Humani generis di Pio XII nel 1950. Oggi nuove conoscenze conducono a non considerare pi la teoria dell'evoluzione una mera ipotesi. degno di nota il fatto che questa teoria si sia imposta all'attenzione dei ricercatori a seguito di una serie di scoperte fatte nelle diverse discipline del sapere. La convergenza non ricercata n provocata dei risultati dei lavori condotti indipendentemente gli uni dagli altri costituisce di per s un argomento si-
spirituale non oggetto di una osservazione di questo tipo, che comunque pu rivelare a livello sperimentale una serie di segni molto preziosi della specificit dell'essere umano. L'esperienza del sapere metafisico, della coscienza di s e della propria riflessivit, della coscienza morale, della libert e anche l'esperienza estetica e religiosa sono di competenza dell'analisi e della riflessione filosofica, mentre la teologia ne coglie il senso ultimo secondo il disegno del Creatore. Queste considerazioni rappresentano una grande apertura e nello stesso tempo sono chiarificatrici sul piano epistemologico. Non che il magistero voglia portare nuovi argomenti a favore dell'evoluzione, ma l'autorevolezza di chi li propone, l'intrinseca coerenza e il rispetto delle diverse metodologie di indagine aiutano ad affrontare corretta-
mente i problemi che si possono incontrare. I richiami del Papa sulla specificit dell'uomo sono coerenti con quanto la Bibbia insegna: l'uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio e in ci differisce essenzialmente dall'animale. L'uomo simile a Dio nella sua totalit, nota Gerhard von Rad (1993), la somiglianza non riguarda soltanto lo spirito dell'uomo, ma anche il corpo. Questa specificit spirituale comporta un divario ontologico rispetto all'animale. Ha osservato Pierre Teilhard de Chardin: Il segreto dell'uomo non negli stadi sorpassati della vita embrionale (ontogenetica e filogenetica): nella natura spirituale dell'anima. Ora quest'anima sfugge alla scienza la cui essenza di analizzare le cose nei loro elementi e nei loro antecedenti mate-
Particolare di un toro nero associato a un segno interpretato come ideogramma (grotta di Lascaux in Dordogna, Francia)
riali. Solo il senso intimo e la riflessione filosofica possono scoprirla (L'Avvenire dell'Uomo, p. 81). L'essere umano, in forza dello spirito, trascendente rispetto alle realt infraumane, ma reclama una trascendenza nella sua origine, perch lo spirito non pu derivare dalle forze della materia. Di conseguenza occorre un concorso particolare di Dio nella formazione dell'essere umano, pur rimanendo le cause naturali che portano alla sua emergenza. Qualcosa di analogo avviene nella generazione umana con l'animazione che comporta un concorso di Dio creatore nella procreazione, non essendo l'anima trasmessa dai cromosomi dei genitori. Nella ominizzazione si pu ritenere che, quando si sono realizzate le condizioni biologiche necessarie per supportare un essere capace di pensiero riflesso, la volont di Dio creatore liberamente l'ha voluto ed esistito l'uomo. Come ci sia avvenuto non possiamo saperlo, cos come non riusciamo a immaginare come avvenga il concorso di Dio nell'animazione di ogni essere umano. Dunque, l'uomo deriva da una scimmia? No, si potrebbe meglio dire che in un ominide non umano in un certo momento si accesa la scintilla dell'intelligenza per volont di Dio ed esistito l'uomo come persona, come soggetto capace di pensare e di decidere liberamente. Non deriviamo dai bruti, ma ascendiamo da essi, diceva Antonio Fogazzaro. Con l'uomo l'ominide viene elevato a un livello superiore in forza di ci che in lui trascende la dimensione puramente animale. La comparsa dell'uomo non pu essere vista n come un evento casuale e neppure come un evento strettamente necessario, in quanto dipendente da una volont di Dio, in qualunque modo si sia realizzato nell'ordine naturale. Il ricorso a un intervento superiore non rappresenta una intrusione indebita nel campo della scienza come nel caso dell'Id ma richiesto per spiegare la presenza dello spirito nell'uomo, che non pu rientrare negli orizzonti e nei metodi di studio delle scienze empiriche. Si pu invece parlare di integrazione di vedute, sia pure muovendosi in un altro campo di indagine, come quello di ordine filosofico e religioso. Joseph Ratzinger nel 1968 nota che Dio ha voluto l'uomo in un modo specifico e pi diretto delle cose naturali, come un essere che lo conosce, capace di rivolgersi a lui. Per questo motivo non pu essere fissato dalla paleontologia il momento dell'antropogenesi. La
differenza qualitativa fra l'essere animale e l'essere umano comporta che non vi siano stati gradi intermedi nello cesso evolutivo. Esso avrebbe potuto psichismo veramente umano. Il problema se l'era posto anche Jac- fermarsi a una soglia preumana, anche ques Maritain (1977). Per immaginare se in tal caso ci si pu chiedere quale il processo di ominizzazione e il supe- significato potesse avere. Ma neppure ramento della soglia umana Maritain pu essere visto come un evento del ipotizza la presenza di animali sovra- tutto fortuito, perch il superamento sviluppati o preuomini, informati di della soglia umana richiede una volonun'anima sensitiva, ma sprovvisti di t di Dio creatore che non solo quelanima intellettiva (p. 142). Essi potreb- la della causa prima che mantiene nelbero avere generato i primi esseri forni- l'esistenza tutte le cose create. Come rileva Maritain, l'uomo ti di anima umana direttamente e liberamente voluti da Dio a partire dalla comparso per una libera scelta di Dio, vita fetale (p. 145). Si tratterebbe di anche se si effettuata secondo la sua una ipotesi utile e feconda nelle mani volont raggiunte determinate condidei paleontologi, bench sul piano del- zioni evolutive. Giovanni Paolo II aveva osservato la scienza non possa apparire che verosimile e non sia suscettibile di essere in altra occasione: Si pu dunque afverificata. La trascendenza saL'uomo deriva da una scimmia? rebbe data dall'anima grazie all'intervento fiNo, si potrebbe meglio dire nale di una scelta assoche in un ominide non umano lutamente libera e gratuita operata da Dio a un tratto si acceso creatore e che trascenil lume dell'intelligenza de tutte le possibilit della natura materiale, anche se al termine di un processo fermare che dal punto di vista della evolutivo naturale. dottrina della fede non si vedono diffiNessuna gradualit tra animale e colt nello spiegare l'origine dell'uomo, uomo potrebbe ammettersi, ma soltan- quanto al corpo, mediante l'ipotesi delto una preparazione che potrebbe ave- l'evoluzione(...) cio possibile che il re interessato anche lo psichismo; da corpo umano, seguendo l'ordine imammettersi negli ominidi che hanno presso dal Creatore nelle energie della preceduto l'uomo, gli australopiteci, vita, sia stato gradatamente preparato uno psichismo pi elevato di quello delle antropomorfe, ma non ancora di nelle forme di esseri viventi antecedentipo astrattivo o riflesso come quello ti. L'anima umana per, da cui dipende in definitiva l'umanit dell'uomo, che caratterizza l'uomo. In questa prospettiva la comparsa essendo spirituale non pu esser emersa dell'uomo non pu essere vista come dalla materia (L'Osservatore Romaun evento necessario, richiesto dal pro- no, 17 aprile 1986).
Se nell'uomo c' una parte spirituale oltre alle cause naturali che determinano le caratteristiche fisiche si deve ammettere l'esistenza di un concorso superiore
gnificativo a favore di questa teoria. Per, affermava, con l'uomo ci troviamo di fronte a una differenza di ordine ontologico, dinanzi a un salto ontologico, e si domandava: Proporre una tale discontinuit non significa opporsi a quella continuit fisica che sembra essere il filo conduttore delle ricerche sull'evoluzione dal piano della fisica e della chimica?. A questo riguardo rilevava che occorre tenere distinti i due diversi ordini del sapere: quello scientifico e quello filosofico-teologico: Le scienze dell'osservazione descrivono e valutano con sempre maggior precisione le molteplici manifestazioni della vita e le iscrivono nella linea del tempo. Il momento del passaggio all'ambito
L'OSSERVATORE ROMANO
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Alla Pontificia Universit Lateranense gli incontri su san Tommaso e il pensiero del XX secolo
Kant in direzione della verit oggettiva. Il testo, steso gi nel 1924, non ricevette per il nihil obstat dei censori di Bruges, la diocesi del suo editore, Beyaert. La ragione di questo rifiuto era che la dottrina sembrava ai censori complessa, anzi confusa. Non possiamo credere che i censori fossero ignoranti in filosofia e poco colti ma, formati nella scolastica dell'epoca, non erano preparati a sentire discorsi innovativi; non potevano quindi seguire l'ordine delle ragioni di Marchal. Molti dei censori, riconoscendo la loro relativa incompetenza, dichiararono dunque che non potevano prendere la responsabilit di dare il nihil obstat. Il testo era per gi stato accettato dalle autorit gesuite di Roma, anche se un professore della Gregoriana, padre Vermeerch, non manc di fare obiezione. Comunque, Marchal si mise a scolasticare il suo testo. Le prime versioni del quinto cahier erano gi piene di riferimenti a Tommaso d'Aquino. L'autore si impegn per accumulare le citazioni dell'Aquinate secondo il modo all'epoca di dimostrare perch non si potesse dire che alcuna delle sue tesi non fosse anche presente nell'opera del Doctor communis. Alla fine della sua vita, Marchal scrisse una bella lettera agli scolastici gesuiti della sua provincia belga francofona, in cui li inviGli ecclesiastici contrari a Kant tava a leggere Tommaso con assiduit. non potevano criticarlo non avendolo letto Si pu pensare che era stata la spinta Marchal studi delle censure che diela Critica della ragion pura de al nostro l'occasione di leggere Tomma confess di non averla compresa bene maso da pi vicino, e di confermare cos la stesso ignoravano poi le condizioni sua eccellenza per la cultura contempratiche della ricerca scientifica effet- poranea. tiva. D'altronde, all'indomani delle Il tema del quinto cahier, il cui sotdecisioni del Vaticano I nel campo to titolo recita: Il tomismo di fronte aldell'affermazione filosofica su Dio, si la filosofia critica, si concentra sui tedoveva approfondire la questione del- mi essenziali dell'epistemologia. Mette l'accesso alle verit oggettive, essendo in evidenza la dottrina che si chiameovvio che queste non sono dello stesso r dinamismo intellettuale. Due punti tipo delle verit verificate nei labora- determinano particolarmente questa tori scientifici. dottrina: la finalit oggettiva esercitaEcco ci che stimol Marchal nel ta in ogni giudizio ci che la prisuo insegnamento che dedic dal 1919 ma Critica di Kant non conosceva in poi alla psicologia scientifica e filo- e l'intreccio della conoscenza e della sofica, al pensiero moderno e alla teo- volont nell'atto di sapere: un tema, logia filosofica. interessante osserva- quello, che si avvicinava molto al sogre che le sue prime pubblicazioni in gettivismo kantiano, ma che Marchal filosofia sono di ordine prevalente- svilupp riferendosi alla dottrina tomente storico. L'essenziale raccolto mista del desiderium naturalis, una nei cinque fascicoli (cahiers) intitolati dottrina che ebbe un grosso influsso, Il punto di partenza della metafisica dopo il quinto cahier, sulla teologia composti dal 1915 al 1924 e pubblica- che alcuni chiameranno la nouvelle ti dal 1922 al 1947, data del quarto thologie. cahier, sull'idealismo tedesco, uscito L'orientamento globale del neo-topostumo. mismo proposto da Marchal potrebQuesti cahiers non propongono una be quindi essere determinato cos: la filosofia sistematica; rintracciano per struttura del sapere non solo quella l'articolazione dei massimi temi dell'e- dei concetti oggettivi chiariti da una pistemologia nei grandi autori della metafisica di stile formale o logico. La tradizione filosofica, dagli scettici pri- conoscenza una operazione umana, ma di Platone fino a Fichte. Contem- un fare o un esercizio immanente di poraneamente a questo lavoro di cui i filosofi possono dispiegare gli elescrittura, Marchal continu le sue ri- menti strutturanti. Questa prospettiva cerche in psicologia religiosa; segnalia- non era molto lontana da quella di mo il suo studio del 1920 sull'applica- Blondel ne L'Action (1893), bench zione dei sensi negli Esercizi spirituali l'interesse del nostro era pi essenzialdi Ignazio di Loyola, per il Dictionnaimente epistemologico, meno ampio re de spiritualit, un articolo che ebbe degli orientamenti del filosofo di Aixgrosso influsso sul testo che Karl en-Provence con il quale ebbe contatti Rahner scrisse sulla dottrina dei sensi spirituali durante il Medioevo per la epistolari, non tutti perfettamente paRevue d'asctique et de mystique del cifici: Blondel temeva la ricuperazione scolastica. 1932. Nel quinto cahier, il pi contestato, Marchal tenta un superamento di *Universit Gregoriana, Roma
Edith Stein
vuole proporre una filosofia cristiana come sostenevano i pensatori francesi, ma lo in modo diverso, sottilmente diverso da come essi la intendevano. Per quanto riguarda il primo aspetto Gilson, prendendo posizione sulla legittimit della nozione di filosofia cristiana, afferma nei capitoli introduttivi al suo importante libro Lo spirito della filosofia medioevale che non basta ad una filosofia il fatto di essere aperta al sovrannaturale per definirsi cristiana; tale se il soprannaturale rappresenta un elemento costitutivo della sua formazione. La Stein ribadisce la differenza fra filosofia pura, basata sulla ragione naturale, e una filosofia che riconosce l'apporto determinante della fede e che, per questo motivo, potrebbe essere considerata mista; rendendosi conto dell'insufficienza dell'essere umano, della sua situazione storica e concreta, pone armonia fra ... ci che essa ha elaborato con i suoi mezzi e ci che le viene offerto dalla fede e dalla teologia, nel senso di una intellezione dell'essere basata sui suoi ultimi fondamenti. Ci non significa, per, abdicare alla ricerca razionale, anzi si pu affermare che il compito pi importante quello di preparare il cammino della fede. Ed qui che propone la sua interpretazione del pensiero di san Tommaso, sottolineando che ebbe a cuore ... edificare una filosofia pura sul fonTutti i grandi pensatori del medioevo damento della ragione naturale perch ... hanno dato un contributo solo cos si pu percorrere un tratto di strada alla filosofia cristiana con i non credenti; se e possono essere utili per superare essi acconsentono a fare con noi questo tratle secche del pensiero moderno to di strada, forse anche in seguito si farandi non accettata senza alcun interven- no ulteriormente guidare al di l di to critico. Questa una prima grande quanto si proponessero nella loro indifferenza fra il neotomismo dei pensa- tenzione originaria. L'autrice ribadisce che la filosofia tori francesi, Etienne Gilson e Jacques Maritain, e Edith Stein; anch'essi vo- cristiana ... nel senso in cui si pu gliono riattualizzare il pensiero di chiamare cos il tomismo non una Tommaso ma, considerandolo come il filosofia ... che accolga nel suo contepunto d'arrivo del pensiero occidenta- nuto la verit rivelata come tale, ma le, non si pongono nei suoi confronti in il riconoscimento dell'insufficienza delun atteggiamento critico e ritengono la ragione gi un riconoscimento fitutti gli altri pensatori dell'et medioe- losofico che ammette l'apertura ad alvale e quelli dell'et moderna e con- tre fonti di verit, quali la fede o la temporanea incapaci di risolvere le teologia, senza per questo confondersi grandi questioni filosofiche, se non con esse; l'obiettivo, infatti, della ricerdannosi per la speculazione umana. ca umana in via il raggiungimento Edith Stein assume un atteggiamento della verit e per ottenerlo sono perdiverso: nel testo citato osserva che corribili diverse strade, compresa queltutti i grandi pensatori del medioevo la della mistica. Poich nella indagine hanno dato un contributo importante filosofica, se si onesti intellettualmenalla filosofia cristiana e che essi posso- te, si devono riconoscere le difficolt
Esaminate tutto e ritenete ci che ottimo, afferma che possibile andare alla scuola dei greci e dei moderni, avendo come criterio di scelta, per quanto riguarda la ragione naturale, il ritorno alle cose stesse di cui aveva parlato il suo maestro di Gottinga, e come secondo metro di controllo le verit rivelate. Quale contributo ha dato san Tommaso alla conquista della verit? In primo luogo Edith Stein gli riconosce il Solo edificando la filosofia merito di aver parlato dell'atto e della potensul fondamento della ragione naturale za come di modi dell'essere; necessario, possibile percorrere un tratto di strada per, che la questione con i non credenti dell'essere sia riattualizzata e venga posta Che forse in seguito si faranno guidare oltre in termini accessibili alla sensibilit contemporanea; necessario muovere da ci la migliore, le relativizza in un duplice che pi vicino, dal dato di fatto del senso: da un lato considerandole tutte tentativi della mente umana finita di proprio essere. Dell'esistenza ha parlato Martin percorrere vie diverse per raggiungere Heidegger, come noto, nel libro Esse- Dio, la via dell'esistenza (san Tommare e tempo (1927), ma il modo in cui so) o dell'essenza (sant'Anselmo), dalha posto il problema e soprattutto ha l'altro integrandole con il riferimento descritto tale esistenza non , secondo al testo sacro, soprattutto al logos di Edith Stein, convincente. Poich i sug- Giovanni, nel quale solamente possigerimenti per illuminare tale questione bile trovare la risposta a una questione possono venire da tutti i pensatori del che la nostra ragione pu s affrontare, passato e del presente, ella sceglie i tre ma mai risolvere integralmente. L'atfilosofi che nell'et medioevale, in teggiamento di Edith Stein nei conquella moderna e in quella contempo- fronti di san Tommaso di profondo ranea hanno affrontato il tema della rispetto per l'importanza teoretica del propria esistenza: sant'Agostino, Carte- suo pensiero, ma anche di rispetto per sio e Husserl; il primo ha parlato della il significato umano e storico della sua consapevolezza del proprio vivere, del- indagine. Lo considera come un ricerl'intima scientia che ogni uomo possie- catore che ha indagato con i suoi mezde, il secondo della evidenza del cogito, zi, affidandosi poi alla Rivelazione il terzo della coscienza: al fondo della quando si reso conto di non poter giungere da solo ad alcuni risultati e loro ricerca si cela un io sono. E, seguendo le indicazioni del meto- un geniale pensatore che ha chiarito do fenomenologico, che non abbando- anche con l'aiuto della filosofia le verina mai nelle analisi operate dalla ra- t di fede nelle sue analisi teologiche. gione naturale, sostiene che l'io sono Pur avendo raggiunto altezze supreme ... non viene ricavato o dedotto, come nel suo cammino speculativo, il suo risembra indicare la formula cogito, ergo mane un cammino umano e come tale sum, ma vi si trova in modo immedia- pu essere sempre corretto e integrato to: pensando, sentendo, volendo o in se la realt, che il comune terreno qualsiasi moto dello spirito sono e sono dell'indagine, indica aspetti che egli consapevole di questo essere. Questa non ha colto. Si tratta, quindi, veramente di supecertezza del proprio essere in un certo senso la conoscenza pi originaria rare una scolastica nel senso deteriore (...) nel senso di ci che mi pi vici- del termine, per riesaminare tutto ogni no, che da me inseparabile e perci volta da capo e per poter incontrare come punto di partenza al di l del anche i risultati della ricerca di Tomquale non si pu andare. I concetti di maso quando questi sono illuminanti. attualit e potenzialit, elaborati da Anche il pensiero di san Tommaso pu san Tommaso, possono essere utilizzati dire cose importanti all'uomo del Venper comprendere l'io e la sua vita e tesimo secolo se la sua filosofia non proprio il passaggio dalla potenzialit viene assolutizzata in modo acritico, all'attualit permette di accedere al si- ma considerata come una vivente comgnificato profondo della temporalit. E pagna del lavoro di ricerca.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Dalla Chiesa pareri negativi sul piano governativo
L'omelia del cardinale Saraiva Martins per la beata Maria Maddalena dell'Incarnazione
Filippine, serve sviluppo La centralit I sussidi non bastano del mistero eucaristico
MANILA, 5. Il progetto governativo per un sussidio minimo ai poveri pu essere un provvedimento che crea indipendenza senza per risolvere i problemi di milioni di famiglie che nelle Filippine vivono sotto la soglia di povert. Questa in sintesi l'opinione espressa da monsignor Leopoldo Jaciuan, vescovo di Bangued, sul progetto del governo di Manila di elargire alle famiglie pi indigenti la somma di 1.400 pesos al mese (circa 20 euro) come contributo incondizionato. Questa non la giusta via allo sviluppo ha affermato il vescovo di Bangued nel corso di un'intervista all'emittente cattolica Radyo Veritas. Secondo il presule, per risolvere il problema dell'indigenza c' bisogno di istruzione scolastica, di giustizia sociale e di lavoro equamente retribuito. Per monsignor Leopoldo Jaucian bisogna incrementare nei poveri il desiderio di autopromozione e il rispetto di se stessi. Al contempo il governo filippino deve varare programmi a lungo termine che forniscano alle classi pi basse le capacit e i mezzi per lo sviluppo. Sul progetto governativo per il sussidio minimo intervenuto anche il direttore esecutivo della Caritas nella diocesi di Manila, fratel Anton Pascual. Il religioso, responsabile dell'organizzazione che fornisce assistenza ai milioni di poveri che vivono nelle favelas della capitale, ha sottolineato che una soluzione alternativa al sussidio minimo del progetto quella di offrire ai senza lavoro compiti socialmente utili ed equamente retribuiti come la raccolta e il riciclo dei rifiuti o la manutenzione dei giardini pubblici. Il progetto di sussidio minimo, denominato Ahon Pamyliang Pilipino, per il responsabile della Caritas di Manila in realt sfavorevole a chi vive in povert perch spinge all'indolenza e alla dipendenza. Fratel Anton Pascual esprime rispetto per il proposito del governo per sconfiggere la povert ma, secondo lui, il metodo sbagliato. L'aiuto pu essere dato ma solo a condizione che chi lo riceve svolga un qualche lavoro utile o intraprenda un'azione di autopromozione. Fratel Anton Pascual, per spiegare meglio il concetto, ha posto ad esempio i corsi retribuiti di specializzazione al lavoro posti in atto da alcune diocesi e le iniziative di cooperative cattoliche per creare dei nuovi piccoli imprenditori per mezzo di linee di microcredito basate sul progetto d'impresa. Anche tra i responsabili filippini della comunit musulmana c' allarme per la crescita della povert nel sud del Paese dove vive la maggioranza dei credenti islamici. Nella grande isola meridionale di Mindanao vi anche tra i musulmani un forte boom demografico. Tuttavia gli ulama filippini affermano che la povert non pu essere combattuta con metodi di controllo delle nascite contrari a quanto scritto nel Corano. In questo senso il presidente della Lega degli ulama delle Filippine, dottor Ustadz Mahmod Adilao, ha lanciato un monito contro i metodi coercitivi per il controllo delle nascite. Il monito del religioso musulmano motivato da ricorrenti progetti del governo di Manila per mettere un freno alla crescita della popolazione nella Regione autonoma musulmana di Mindanao (Armm) il cui tasso d'incremento annuo del 5,46 per cento paragonato alla media nazionale filippina pari al 2,04 per cento. Secondo i dati statistici, nelle Filippine vivono attualmente 88,7 milioni di abitanti. Nel pomeriggio di sabato 3 maggio si svolta a Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano, la celebrazione di beatificazione di madre Maria Maddalena dell'Incarnazione, al secolo Caterina Sordini (1770-1824) fondatrice dell'Ordine delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento. Il rito stato presieduto, in rappresentanza del Papa, dal cardinale Jos Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il quale ha pronunciato l'omelia, di cui proponiamo ampi stralci. Come i primi discepoli, anche noi, eleviamo lo sguardo al cielo, per contemplare la gloria di Ges, Maestro e Signore, ed esultare. In Cristo asceso al cielo, infatti, la nostra umanit stessa, quella che lui ha assunto nell'incarnazione, che innalzata al massimo splendore della sua dignit. La nostra speranza, perci, una certezza, fondata sulle rasserenanti parole che il Maestro pronunzi durante l'ultima cena: Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato, siano con me dove sono io (Giovanni 17, 24). I cristiani sono, quindi, coloro che seguono Ges ! Ad una considerazione superficiale e forse ancora immatura, questa espressione indicher semplicemente un modo di pensare e di comportarsi: i cristiani, cio, sono coloro che nella condotta di vita si ispirano alle parole e all'esempio di Cristo. Ma, ad un livello pi profondo, il livello sperimentato da tanti credenti e testimoniato dalla vita dei santi, l'appartenenza a Cristo, la sequela di Cristo, comporter molto di pi: non si tratter, cio soltanto di un rapporto tra discepolo e maestro, un rapporto fatto di ascolto-obbedienza-imitazione. No. Si tratter di un innesto: noi siamo innestati in Cristo come i tralci alla vite, apparteniamo talmente a lui da essere le membra del suo corpo. Con la sua Ascensione Ges d fondamento sicuro e definitivo a quella speranza alla quale ci ha chiamati, a quel tesoro di gloria che ci ha promesso e che l'eredit fra i santi ed eletti di Dio (...) E tuttavia questa attesa, questa certezza di essere un giorno con Cristo per sempre, non deve essere motivo di disimpegno o di inerzia, per gli apostoli. Al contrario, l'ascensione segna l'inizio della missione. Termina il cammino terreno di Ges e inizia il cammino della Chiesa nella storia del mondo. L'ascensione inaugura il tempo della Chiesa, e comincia il tempo della maturazione della fede dei discepoli: non si tratta, in definitiva, di instaurare una dottrina nuova, ma di instaurare un discepolato con Cristo. (...) Ecco il nostro compito, carissimi: noi siamo inviati dal Signore nel mondo per trasformarlo, per immettere nelle realt terrene i germi del suo Regno. In questo progetto di trasformazione del mondo, noi non siamo soli. In realt Ges non ci abbandona, ma rimane con noi. Ancora una volta, in mezzo a questa assemblea, risuonata la straordinaria promessa di Ges, la sua parola pi dolce e consolante: Io non vi lascio orfani (cfr Giovanni 14, 18), io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Matteo 28, 20). Ges continua ad essere realmente presente in mezzo a noi come il Maestro che annunzia e spiega le Scritture, il Servo che si china per lavare i nostri piedi, il Medico che si accompagna alle umane fragilit, il Povero che chiede a noi rispetto e attenzione. Ma il massimo grado di intensit del suo stare con noi si compie nel sacramento dell'Eucaristia, nel suo duplice aspetto di celebrazione e di permanenza, perch in esso c' non solo la presenza reale del Signore, ma anche la sua presenza sostanziale: la sostanza stessa del pane e del vino, la fibra intima del loro essere, viene trasformata in Ges. (...) La novella beata, Maria Maddalena dell'Incarnazione ha creduto fermamente alle parole di Ges, ne ha pienamente condiviso il mandato e si lasciata coinvolgere nello splendido progetto di salvezza che il Signore Ges ha inaugurato nella storia. Questa donna, che oggi stata elevata all'onore degli altari, ripresenta a noi la sua testimonianza di fede nella presenza del Figlio di Dio nella vita della Chiesa, incentrata nell'Eucarestia. Affascinata dal Mistero eucaristico, madre Maria Maddalena profuse la propria vita trasfigurandola in un atto di adorazione. La sua grande missione ricevuta dal Signore stesso stata quella di proporre a se stessa, all'Istituto delle Suore dell'Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento da lei fondato, alla Chiesa intera l'esperienza di un'adorazione che fosse perpetua: come Ges permane nel sacramento anche dopo che sia terminato il momento celebrativo, cos necessario che noi rimaniamo con Lui. Un'adorazione, dunque, che non venga mai meno nella Chiesa, che nasca e si prolunghi nel tempo, affinch l'Ostia Santa campeggi sul mondo, trionfi pubblicamente e sia memoria perenne dell'Amore di Dio per gli uomini, un fuoco capace di incendiare ogni angolo della terra. Cos si comprendono bene quelle parole di madre Sordini: Ges, vorrei che tutto il mondo ti amasse, anche a costo della mia stessa vita. Madre Maria Maddalena ci insegna che dal cuore di Ges eucaristico che sgorga misteriosamente una vita nuova in grado di rinnovare il popolo cristiano. La beatificazione odierna richiama la nostra attenzione sulla grazia straordinaria, a noi donata, di stare alla presenza del Signore. (...) La storia affascinante di Madre Maria Maddalena dell'Incarnazione ci aiuter ad arginare un lato debole dell'apostolato, specialmente in questo particolare momento storico, per non perdere mai la convinzione dell'importanza fondamentale ed insostituibile della preghiera e, soprattutto, nel riconoscere all'Eucaristia il suo ruolo di fons et culmen sorgente e compimento nella nostra vita di fede. La beata Madre Sordini pensava i suoi monasteri come centri di irradiazione spirituale per l'intera umanit. In effetti, l'adorazione del Pane eucaristico spezzato deve spingere il cristiano, a sua volta, a spezzare la propria persona e a rivoluzionare il proprio stile di vita per offrirsi ai fratelli. Non una fuga, dunque, n un'evasione dalla realt del presente, quella della beata Sordini, anima fortemente contemplativa, come per tutti i santi del resto, ma una provocazione: rivolta a noi, al massimo impegno nel comportarci da credenti, sempre e ovunque, nell'operare alacremente da cristiani autentici in mezzo alla nostra societ, per realizzare dentro di noi e nel mondo, il Regno di Dio, che regno di pace, giustizia, santit e amore.
Lutto nell'episcopato
giunta la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Jorge Mario Avila del Aguila, C.M., vescovo emerito di Jalapa (Guatemala), avvenuta alle ore 9 di sabato mattina, 3 maggio. Il compianto presule era nato in Guatemala il 19 aprile 1924 e aveva ricevuto l'ordinazione sacerdotale il 7 novembre 1948. Religioso della congregazione della Missione, il 3 febbraio 1978 era stato nominato amministratore apostolico di El Petn e il 3 dicembre 1982 era stato eletto alla Chiesa titolare di Nasai. Il 15 gennaio 1983 aveva ricevuto l'ordinazione episcopale e il 3 febbraio 1984, con l'elevazione a vicariato apostolico di El Petn ne era stato nominato primo vicario apostolico. Il 29 gennaio 1987 era stato trasferito alla Sede residenziale vescovile di Jalapa. Il 5 dicembre 2001 aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi. Le esequie sono state celebrate luned mattina, 5 maggio, nella cattedrale di Jalapa.
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Il Papa all'inizio del mese mariano nella basilica di Santa Maria Maggiore
Cari fratelli e sorelle, al termine di questo momento di preghiera mariana, desidero rivolgere a tutti voi il mio cordiale saluto e ringraziarvi per la vostra partecipazione. Saluto in particolare il Cardinale Bernard Francis Law, Arciprete di questa stupenda Basilica di Santa Maria Maggiore. Questo , in Roma, il tempio mariano per eccellenza, in cui il popolo della Citt venera con grande affetto l'icona di Maria Salus Populi Romani. Ho accolto volentieri l'invito che mi stato rivolto nel primo sabato del mese di maggio, a guidare il santo Rosario, secondo la bella tradizione
che ho vissuto fin dalla mia infanzia. Nell'esperienza della mia generazione, infatti, le sere di maggio rievocano dolci ricordi legati agli appuntamenti vespertini per rendere omaggio alla Madonna. Come, infatti, dimenticare la preghiera del Rosario in parrocchia oppure nei cortili delle case e nelle contrade dei paesi? Oggi insieme confermiamo che il santo Rosario non una pia pratica relegata al passato, come preghiera di altri tempi a cui pensare con nostalgia. Il Rosario sta invece conoscendo quasi una nuova primavera. Questo senz'altro uno dei segni pi eloquenti dell'amore che le giovani generazioni nutrono per Ges e per la Madre sua Maria. Nel mondo attuale cos dispersivo, questa preghiera aiuta a porre Cristo al centro, come faceva la Vergine, che meditava interiormente tutto ci che si diceva del suo Figlio, e poi quello che Egli faceva e diceva. Quando si recita il Rosario si rivivono i momenti importanti e significativi della storia della salvezza; si
ripercorrono le varie tappe della missione di Cristo. Con Maria si orienta il cuore al mistero di Ges. Si mette Cristo al centro della nostra vita, del nostro tempo, delle nostre citt, mediante la contemplazione e la meditazione dei suoi santi misteri di gioia, di luce, di dolore e di gloria. Ci aiuti Maria ad accogliere in noi la grazia che promana da questi misteri, affinch attraverso di noi possa irrigare la societ, a partire dalle relazioni quotidiane, e purificarla da tante forze negative aprendola alla novit di Dio. Il Rosario, quando pregato in modo autentico, non meccanico e superficiale ma profondo, reca infatti pace e riconciliazione. Contiene in s la potenza risanatrice del Nome santissimo di Ges, invocato con fede e con amore al centro di ogni Ave Maria. Cari fratelli e sorelle, ringraziamo Dio che ci ha concesso di vivere questa sera un'ora cos bella di grazia, e nelle prossime sere di questo mese mariano, anche se saremo distanti, ciascuno nelle proprie famiglie e comunit, sentiamoci ugual-
mente vicini e uniti nella preghiera. Specialmente in questi giorni che ci preparano alla solennit della Pentecoste restiamo uniti con Maria invocando per la Chiesa una rinnovata effusione dello Spirito Santo. Come alle origini, Maria Santissima aiuti i fedeli di ogni comunit cristiana a formare un cuore solo e un'anima sola. Vi affido le intenzioni pi urgenti del mio ministero, le necessit della Chiesa, i grandi problemi dell'umanit: la pace nel mondo, l'unit dei cristiani, il dialogo fra tutte le culture. E pensando a Roma e all'Italia vi invito a pregare per gli obiettivi pastorali della Diocesi, e per lo sviluppo solidale di questo amato Paese. Al nuovo Sindaco di Roma, Onorevole Gianni Alemanno, che vedo qui presente, rivolgo l'augurio di un proficuo servizio per il bene dell'intera comunit cittadina. A tutti voi qui convenuti e a quanti si sono uniti a noi mediante la radio e la televisione, in particolare ai malati e agli infermi, imparto di cuore la Benedizione Apostolica.
Benedetto XVI alla vigilia del giuramento dei nuovi alabardieri del Corpo della Guardia svizzera
Signor Comandante, care Guardie Svizzere e gentili familiari! In occasione dell'annuale cerimonia del giuramento, che avr luogo domani, sono lieto di potervi incontrare tutti insieme, per formulare i miei migliori auguri alle nuove reclute e per rinnovare all'intero Corpo della Guardia Svizzera Pontificia l'espressione del mio affetto e della mia riconoscenza. Saluto in particolare il Comandante e il Cappellano, assicurando ad essi la mia preghiera per il loro impegnativo servizio; ed estendo con gioia il mio pensiero alle Autorit Svizzere ed ai numerosi familiari, che in questi giorni rallegrano con la loro presenza il vostro piccolo Quartiere in Vaticano, care Guardie. Sono contento specialmente di accogliere tanti bambini, che sono i fiori pi belli delle vostre famiglie e ci ricordano l'amore di predilezione che Ges nutriva per i piccoli. Vor zwei Jahren, im Jahr 2006, wurde mit festlichen Veranstaltungen die Fnfhundertjahrfeier der Grndung Eurer Truppe begangen. Dies war eine gute Gelegenheit, ei-
nen Blick auf Eure Geschichte zu werfen und dabei die groen Vernderungen des gesellschaftlichen Umfelds zu erfassen, in dem die Jahrhunderte hindurch der Heilige Stuhl gem dem Auftrag, den Christus dem Apostel Petrus anvertraut hat, lebt und wirkt. Gerade vor dem Hintergrund dieser eindrucksvollen Entwicklung tritt das noch mehr hervor, was sich nicht ndert so auch die Identitt Eurer kleinen, aber qualifizierten Truppe, die dazu ausersehen ist, ber die Sicherheit der Person des Papstes und seines Wohnsitzes zu wachen. Nach fnf Jahrhunderten ist der Geist unverndert, der junge Schweizer dazu bringt, ihr schnes Land zu verlassen, um fr den Heiligen Vater im Vatikan Dienst zu leisten. Mit derselben Liebe legt Ihr fr die Katholische Kirche Zeugnis ab, und zwar mehr als mit Worten mit Eurer Person, die dank der typischen Uniform an den Eingngen zum Vatikan und bei den Papstaudienzen gut erkenntlich ist. Eure historischen Uniformen sprechen zu Pilgern und Touristen aus allen Teilen der Welt ber etwas, das sich trotz allem nicht ndert, nmlich ber Euren Einsatz, Gott zu dienen, indem ihr dem Diener seiner Diener dient. [Due anni fa, nel 2006, stato celebrato con importanti manifestazioni il quinto centenario di fondazione del vostro Corpo. Fu, quella, una circostanza propizia per osservare in prospettiva la vostra storia, cogliendo i profondi mutamenti del contesto sociale in cui, attraverso i secoli, la Santa Sede stata chiamata a vivere e operare, secondo il
mandato affidato da Cristo all'apostolo Pietro. Proprio sullo sfondo di tale impressionante evoluzione, ancor pi risalta ci che non muta, come anche l'identit del vostro piccolo ma qualificato Corpo, destinato a vigilare sulla sicurezza del Romano Pontefice e della sua dimora. A distanza di cinque secoli, immutato rimasto lo spirito di fede che spinge giovani svizzeri a lasciare la loro bella terra per venire a prestare servizio al Papa in Vaticano. Uguale l'amore per la Chiesa Cattolica, alla quale voi rendete te-
stimonianza, pi che con le parole, con le vostre persone, che, grazie alla caratteristica divisa, sono ben riconoscibili agli ingressi del Vaticano e nelle Udienze pontificie. Le vostre storiche uniformi parlano a pellegrini e turisti di ogni parte del mondo di qualcosa che malgrado tutto non muta, parlano cio del vostro impegno di servire Dio servendo il servo dei suoi servi]. Je m'adresse tout particulirement vous, les nouveaux hallebardiers. Sachez avant tout assimiler
l'esprit chrtien et ecclsial, qui est la base et le moteur de toute l'activit que vous dploierez. Dveloppez toujours votre prire et votre vie spirituelle, mettant pour cela en valeur la prsence prcieuse de votre Chapelain. Soyez ouverts, simples et loyaux. Sachez aussi apprcier les diffrences de personnalit et de caractre qui sont parmi vous, parce que, sous l'uniforme, chacun est une personne unique, appele par Dieu servir son Rgne d'amour et de paix. Comme vous le savez, la Garde Suisse est aussi une
cole de vie, et durant l'exprience au Vatican beaucoup de vos prdcesseurs ont pu dcouvrir leur vocation: au mariage chrtien, au sacerdoce, la vie consacre. C'est un motif de louange Dieu mais aussi d'estime pour votre Corps. [Mi rivolgo in particolare a voi, nuovi Alabardieri. Sappiate anzitutto assimilare questo spirito cristiano ed ecclesiale, che la base e il motore di ogni attivit che svolgerete. Coltivate sempre la preghiera e la vita spirituale, valorizzando per questo la preziosa presenza del Cappellano. Siate aperti, semplici e leali. Sappiate apprezzare anche le differenze di personalit e di carattere che ci sono tra di voi, perch sotto l'uniforme ognuno una persona unica e irripetibile, chiamata da Dio a servire il suo Regno di amore e di pace. Come sapete, la Guardia Svizzera anche una scuola di vita, e durante l'esperienza in Vaticano molti vostri predecessori hanno potuto scoprire la propria vocazione: al matrimonio cristiano, al sacerdozio, alla vita consacrata. questo un motivo di lode a Dio, ma anche di apprezzamento per il vostro Corpo]. Cari amici, vi ringrazio tutti per la generosit e la dedizione con cui operate a servizio del Papa. Il Signore vi ricompensi e vi colmi di abbondanti favori celesti. Vi affido alla materna protezione di Maria Santissima, che veneriamo con speciale devozione in questo mese di maggio. A ciascuno di voi, alle Autorit, alle Personalit presenti, ai familiari e a tutte le persone a voi care imparto di cuore la mia Apostolica Benedizione.
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Al Regina Caeli il Papa ricorda che con l'Ascensione Ges ha riportato l'uomo a Dio
Cari fratelli e sorelle, oggi si celebra in vari Paesi, tra cui l'Italia, la solennit dell'Ascensione di Cristo al cielo, mistero della fede che il Libro degli Atti degli Apostoli colloca quaranta giorni dopo la risurrezione (cfr At 1, 3-11), ed perci che in Vaticano e in alcune Nazioni del mondo esso gi stato celebrato gioved scorso. Dopo l'Ascensione i primi discepoli restano riuniti nel Cenacolo intorno alla Madre di Ges, in fervida attesa del dono dello Spirito Santo, promesso da Ges (cfr At 1, 14). In questa prima domenica di maggio, mese mariano, riviviamo questa esperienza anche noi, sentendo pi intensamente la presenza spirituale di Maria. E Piazza San Pietro si presenta oggi quasi come un cenacolo a cielo aperto, gremito di fedeli, in gran parte soci dell'Azione Cattolica Italiana, ai quali mi rivolger dopo la preghiera mariana del Regina Caeli. Nei suoi discorsi di addio ai discepoli, Ges ha molto insistito sull'importanza del suo ritorno al Padre, coronamento di tutta la sua missione: Egli infatti venuto nel mondo per riportare l'uomo a Dio, non sul piano ideale come un filosofo o un maestro di saggezza ma realmente, quale pastore che vuole ricondurre le pecore all'ovile. Questo esodo verso la patria celeste, che Ges ha vissuto in prima persona, l'ha affrontato totalmente per noi. per noi che disceso dal Cielo ed per noi che vi asceso, dopo essersi fatto in tutto simile agli uomini, umiliato fino alla morte di croce, e dopo avere toccato l'abisso della massima lontananza da Dio. Proprio per questo il Padre si compiaciuto in Lui e Lo ha sovraesaltato (Fil 2, 9), restituendoGli la pienezza della sua gloria, ma ora con la nostra umanit. Dio nell'uomo l'uomo in Dio: questa ormai una verit non teorica ma reale. Perci la speranza cristiana,
fondata in Cristo, non un'illusione ma, come dice la Lettera agli Ebrei, in essa noi abbiamo come un'ncora della nostra vita (Eb 6, 19), un'ncora che penetra nel Cielo dove Cristo ci ha preceduto. E di che cosa ha pi bisogno l'uomo di ogni tempo se non di questo: di un saldo ancoraggio per la propria esistenza? Ecco allora nuovamente il senso stupendo della presenza di Maria in mezzo a noi. Volgendo lo sguardo verso di Lei, come i primi discepoli, siamo immediatamente rinviati alla realt di Ges: la Madre rimanda al Figlio, che non pi fisicamente tra noi, ma ci attende nella casa del Padre. Ges ci invita a non restare a guardare in alto, ma a stare insieme uniti nella preghiera, per invocare il dono dello Spirito Santo. Solo infatti a chi rinasce dall'alto, cio dallo Spirito di Dio, aperto l'ingresso nel Regno dei cieli (cfr Gv 3, 3-5), e la prima rinata dall'alto proprio la Vergine Maria. A Lei pertanto ci rivolgiamo nella pienezza della gioia pasquale.
Al termine della preghiera mariana Benedetto XVI ha rivolto saluti ai fedeli di lingua francese, inglese, tedesca, spagnola, polacca e italiana.
Chers plerins francophones prsents la prire mariale de ce jour, je vous adresse mes salutations chaleureuses. Avec l'aide de la Vierge Marie, puissiez-vous ouvrir vos curs l'Esprit Saint, pour tre tmoins, personnellement et en Eglise, de la Bonne Nouvelle du salut. I greet with joy the Englishspeaking pilgrims who have come here today, particularly the members of the Neo-Catechumenal Way from Mumbai in India. In the course of this week we will pray with the whole Church for the coming of the Holy Spirit. May all of you receive abundant blessings of peace and joy. Mit Freude gre ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache hier auf dem Petersplatz. Diese Tage vor Pfingsten sind eine Zeit des besonderen Gebets um den Heiligen Geist. Bitten wir instndig um die
Gabe des Geistes Gottes! Er macht uns neu, er schenkt Leben und gibt Kraft, das Antlitz der Erde zu erneuern. Der Herr erflle euch mit seiner Gnade und seinem Frieden. Saludo con afecto a los peregrinos de lengua espaola, en particular a los fieles de las Parroquias del Sagrado Corazn de Jess, de Albacete, y de San Juan Bautista, de Fuensalida, en Toledo. En este da, en el que en algunos lugares se celebra la solemnidad de la Ascensin del Seor a la derecha del Padre, os invito a exultar de gozo por este gran misterio, que acrecienta nuestra esperanza de llegar tambin nosotros, como miembros de su cuerpo, a donde nos ha precedido l, que es nuestra Cabeza. Feliz domingo a todos. Pozdrawiam serdecznie Polakw. Uroczysto Krlowej Polski i Wniebowstpienie Paskie nadaj szczeglny akcent pierwszym dniom maja. Niech nasze serca przenika nadzieja i rado, e kiedy spotkamy si z Chrystusem i z Jego Mat-
k w chwale nieba. Z serca wam bogosawi. [Saluto cordialmente tutti i Polacchi. La Solennit della Vergine Maria Regina della Polonia e la Solennit dell'Ascensione del Signore conferiscono un accento particolare a questi primi giorni del mese di maggio. I nostri cuori siano ricolmi della speranza e della gioia che un giorno, nella gloria del cielo, ci incontreremo con Ges e con sua Madre. Vi benedico tutti di cuore]. Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare le Suore dell'Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento, la cui fondatrice Maria Maddalena dell'Incarnazione ieri stata proclamata beata. Saluto inoltre i giovani dell'Oratorio Sacra Famiglia di Cinisello Balsamo, i ragazzi che si preparano a ricevere la Cresima, il Centro Grazie alla vita di Mezzolombardo, la scolaresca di Snnori e i fedeli provenienti da Villa Garibaldi, da Coste e Madonna della Salute e da Scandicci. A tutti auguro una buona domenica.
La messa celebrata dal cardinale Bagnasco per l'Azione Cattolica prima dell'incontro con il Papa
Possessi cardinalizi
L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice d comunicazione delle prese di possesso che avranno luogo nei prossimi giorni: Sabato 10 maggio, vigilia di Pentecoste, alle ore 18.30, il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo metropolita di Bombay (India), del titolo di San Paolo della Croce a Corviale, Via Poggio Verde, 319. Domenica 11 maggio, solennit di Pentecoste, alle ore 17.30, il cardinale Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, della nuova diaconia di San Lorenzo in Piscibus, Via Padre Pancrazio Pfeiffer.
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GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 106 (44.846)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
mercoled 7 maggio 2008
Oltre ventimila morti e centinaia di migliaia i senza tetto dopo il passaggio del ciclone Nargis
NOSTRE INFORMAZIONI
Nel pomeriggio di ieri, il Santo Padre ha ricevuto in udienza Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Joachim Meisner, Arcivescovo di Kln (Repubblica Federale di Germania). Willem Jacobus Eijk, Arcivescovo di Utrecht (Paesi Bassi).
Latino, ovvero le sette vite di una lingua che non mai morta
ROBERTO
DE
MATTEI
A PAGINA
Il Santo Padre ha nominato Membri della Congregazione per il Clero gli Eminentissimi Signori Cardinali: Polycarp Pengo, Arcivescovo di Dar-es-Salaam (Tanzania); Marc Ouellet, Arcivescovo di Qubec (Canada); Jorge Liberato Urosa Savino, Arcivescovo di Caracas (Venezuela); e gli Eccellentissimi Monsignori: Tomash Peta, Arcivescovo di Maria Santissima in Astana (Kazakhstan); Raymond Leo Burke, Arcivescovo di Saint Louis (Stati Uniti d'America);
Il Santo Padre ha nominato Membri del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi gli Eminentissimi Signori Cardinali: Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi; Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli; Llus Martinez Sistach, Arcivescovo di Barcelona; Oswald Gracias, Arcivescovo di Bombay; William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali; e gli Eccellentissimi Monsignori: John Joseph Myers, Arcivescovo di Newark; Raymond Leo Burke, Arcivescovo di Saint Louis.
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La Georgia esce dal trattato di cooperazione aerea della Comunit di Stati indipendenti
Sulla base del tasso di mortalit e di quello di iscrizione alla scuola materna e superiore
L'Italia prima nel mondo nella classifica del benessere dei bambini
ROMA, 6. L'Italia prima nella lista dei Paesi in cui i bambini stanno meglio, e al diciannovesimo posto nella classifica relativa alle madri. A rivelarlo il nono Rapporto sullo stato delle madri nel mondo, presentato a Roma da Save the Children. Il documento sottolinea che nei cinque continenti duecento milioni di bambini non hanno accesso alle cure di base e ventiseimila bambini con meno di cinque anni muoiono ogni giorno. Il rapporto prende in esame alcuni indicatori, che vanno dall'indice di mortalit infantile alla scolarizzazione, alla partecipazione delle donne alla vita politica. Riguardo all'Italia, considerando i tre parametri che servono a valutare il benessere infantile (tasso di mortalit sotto i cinque anni; tasso di iscrizione alla scuola materna; tasso di iscrizione alla scuola superiore), il Paese, come detto, si posiziona al primo posto, seguito da Germania, Francia e Svezia. In particolare in Italia, nel 2006, la mortalit infantile ha registrato uno dei valori pi bassi in assoluto quattro morti su mille nati , mentre il tasso di iscrizione alla materna e alla scuola superiore si attestavano, rispettivamente, al 104 per cento e al 99 per cento. Rispetto allo scorso anno in cui l'Italia gi deteneva la vetta della classifica, gli indici si sono mantenuti stabili, con un lieve miglioramento per quanto riguarda il tasso di iscrizione alla scuola materna, passato dal 103 al 104 per cento. All'interno dell'indice delle madri, l'Italia al diciannovesimo posto. analizzando i parametri relativi alla salute e al benessere delle mamme, alla parit di genere e alla tutela della maternit, che emergono differenze fra l'Italia e i Paesi che sono in testa alla classifica.
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I risultati dell'ultimo vertice a Gerusalemme tra Olmert e Abu Mazen
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Latino, ovvero le sette vite di una lingua che non mai morta
di ROBERTO
DE
MATTEI
In Italia, secondo un'inchiesta realizzata dall'associazione Treellle, (Latino perch, latino per chi?), il peso attribuito al latino nell'istruzione di gran lunga pi elevato rispetto a tutti gli altri Paesi occidentali. Eppure, l'insegnamento del latino, eliminato dalla scuola media unificata, di fatto ridotto a quello di una materia specialistica e non rappresenta pi la base della nostra formazione culturale. La questione del ruolo del latino nella societ attuale meriterebbe di essere ripensata, come, nel maggio scorso, propose il Pontificio Comitato di Scienze Storiche, in un convegno internazionale, organizzato assieme al Consiglio nazionale delle ricerche proprio sul tema Futuro latino. In quel convegno, Wang Huansheng dell'Accademia cinese delle scienze sociali spieg, ad esempio, come oggi, in Cina la corsa allo sviluppo e all'industrializzazione si accompagna con un interesse crescente per questa lingua millenaria, studiata per approfondire le discipline scientifiche e giuridiche. Monsignor Walter Brandmller ricord da parte sua che, in epoca di globalizzazione, la conservazione dell'immenso patrimonio culturale europeo e la sua trasmissione impensabile senza lo studio della lingua e della cultura latina e greca, che l'hanno creato. La lingua non infatti un mero strumento di comunicazione, ma l'espressione del patrimonio di conoscenze, modi di pensare, espressioni, che costituisce l'identit culturale di una civilt. Qualcuno pensa che, nell'epoca della globalizzazione, la lingua inglese abbia acquisito buona parte delle funzioni che una volta aveva il latino. In realt nel medioevo il latino era la lingua del sapere che veicolava un capitale culturale condiviso da tutta la societ. Oggi invece l'inglese un codice linguistico, padroneggiato in maniera spesso superficiale e limitato a scambi ben determinati e ad attivit specifiche, per lo pi di lavoro. L'inglese, inoltre, proprio in quanto lingua nazionale di un certo numero di Stati da considerarsi una lingua ausiliaria internazionale piuttosto che lingua realmente sovranazionale. Del resto, come spiega bene Samuel Phillips Huntington (La nuova America. Le sfide della societ multiculturale, Milano, Garzanti, 2005, pagine 551, euro 19,50), l'inglese arretra proprio negli Stati Uniti, in seguito alla progressiva ispanizzazione della societ americana. Il caso di Miami, la citt pi ispanica dei cinquanta Stati d'America non isolato. Considerata da molti come la capitale dell'America Latina, Miami anticipa forse il futuro di Los Angeles e di tutto il SudOvest?, si chiede allarmato l'autore dello Scontro delle civilt. Di fatto nel Duemila, 47 milioni di persone (il 18% degli americani dai cinque anni in su) parlavano una lingua diversa dall'inglese in famiglia; 28 milioni di essi parlavano lo spagnolo. Oggi la percentuale sensibilmente aumentata. Il fatto che il latino non sia pi una lingua correntemente parlata non significa che sia una lingua morta. Una lingua non pi parlata, ricorda Claude Hagge, nel suo Morte e rinascita delle lingue, (Milano, Feltrinelli, 2002, 280 pagine, euro 28) non necessariamente morta e addirittura pu risorgere, come accaduto in maniera sorprendente nel ventesimo secolo con l'ebraico. Lingua morta non neanche l'arabo classico che si usa comunemente ancor oggi nella letteratura e in tutte le circostanze formali, ma che non lingua materna di nessuno: gli abitanti dei Paesi arabi, nella vita quotidiana, parlano e trasmettono ai propri figli, soltanto il dialetto della regione in cui vivono. Morte sono le lingue che, oltre a non essere pi parlate da alcun locatore, non hanno lasciato tracce nella cultura di un popolo Bisognerebbe rileggere l'introduzione di Luigi Einaudi al libro, oggi introvabile, di monsignor Pietro Barbieri, L'ora presente alla luce del Vangelo (1945) in cui, parlando del latino, l'allora governatore della Banca d'Italia osservava giustamente: No. Quella lingua, nella quale parlavano i pretori, i giudici e i centurioni del tempo di Cristo non morta (...). La comunit dei credenti non composta dei soli uomini viventi oggi. Essa vive nelle generazioni che si sono succedute da Cristo in poi. Ognuna di quelle generazioni ha trasmesso quella parola alle generazioni successive; ed ogni generazione ha sentito quella parola e vi ha creduto perch essa era stata sentita e in essa avevano creduto i suoi avi. Einaudi si sarebbe rallegrato ascoltando le parole di Benedetto XVI, che
nell'esortazione agli studenti della facolt di Lettere classiche e cristiane della Pontificia Universit Salesiana di Roma, il 22 febbraio 2006, ha affermato: Giustamente i nostri predecessori avevano insistito sullo studio della grande lingua latina in modo che si potesse imparare meglio la dottrina salvifica che si trova nelle discipline ecclesiastiche e umanistiche. Allo stesso modo vi invitiamo a coltivare questa attivit in modo che il maggior numero di persone possibile possa avere accesso a questo tesoro e apprezzare la sua importanza. La prima ragione dell'uso del latino da parte della Chiesa nasce da quella che la sua propriet irrinunciabile: l'universalit. La predicazione cattolica avvenuta in molte lingue. La stessa celebrazione della liturgia conosce una molteplicit di riti in diversi idiomi. Ma tra tutte le lingue, quella latina si presto imposta, non solo per il carattere di universalit che le derivava dall'essere la lingua dell'impero di Roma, ma anche grazie alla sua capacit di racchiudere in forma concisa ed efficace concetti di grande densit teologica, giuridica e culturale. La Chiesa non divenuta nazionale in nessun Paese, in nessun momento, e ha trovato nel latino la forma di espressione a lei pi connaturale, come ha osservato Romano Amerio. Una connaturalit non metafisica, come se il cattolicesimo non potesse esistere senza il latino, ma una connaturalit storica, dovuta a un rapporto intimo e particolare tra la lingua latina e la religione cattolica (Iota unum, Milano, Ricciardi, 1989, euro 30,99). I linguisti Emanuele Banfi e Nicola Grandi osservano che la forza del latino stava nell'essere un sistema riprodotto in modo identico (almeno virtualmente) da una generazione all'altra, al fine di trasmettere un messaggio immutabile: la forza del latino era in una parola nella sua grammatica (Lingue d'Europa, Roma, Carocci, 2002, 264 pagine, euro 21,80). Era una lingua che traduceva in vocaboli e regole grammaticali tutta una cultura: una lingua del sapere che presupponeva un complesso di principi religiosi, etici e giuridici che orientavano la vita tanto individuale che sociale. Il latino potrebbe costituire ancora la base per quella grammatica della legge morale universale di cui parl Giovanni Paolo II nel suo discorso alle Nazioni Unite del 5 ottobre 1995. Rivolgendosi alla stessa assemblea, Benedetto XVI si ancora una volta richiamato alla necessaria universalit di diritti e di valori, basati sulla comune natura umana. La lingua latina pu offrire oggi un prezioso aiuto per recuperare quei valori universali, umani e civili che sono radicati nel patrimonio culturale europeo. Le strutture linguistiche permanenti rinviano infatti a strutture del pensiero che non mutano; le parole sono segno e simbolo del pensiero, ma prima dell'atto di pensare, ovvero del processo mentale con cui si scopre la realt, c' la realt
stessa, ci sono i valori universali che precedono il pensiero e il linguaggio. Caratteristica della latinit proprio la capacit di offrire strumenti linguistici e concettuali particolarmente idonei a cogliere la natura universale delle cose. Sotto questo aspetto si possono sottoscrivere le osservazioni di Edmund Husserl, secondo cui la lingua europea non questa o quella lingua determinata, ma un quadro di valori immutabili che esprime ci che conforme alla natura razionale dell'uomo: regole essenziali valide in ogni epoca e in ogni luogo su cui si pu costruire il futuro (Crisi e rinascita della cultura europea Venezia, Marsilio, 1999, 96 pagine, euro 9,30). La lingua europea insomma una grammatica unica di valori e di diritti che in Europa sono nati e si sono sviluppati attraverso forme linguistiche diverse. Ma il latino costituisce la piattaforma irrinunciabile di questa lingua universale che l'Europa pu ancora irradiare, senza complessi eurocentrici, nel mondo. La scuola italiana chiamata, in questa prospettiva, ad un importante compito, che il nuovo governo non potr ignorare.
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ce, di libert, di solidariet, di rispetto per la verit, di responsabilit e di coscienza. Cercheremo nel mondo dello spettacolo bagliori, frammenti, riflessi di questi valori in cui crediamo. Provocheremo, su questo terreno, quanti dimostreranno sensibilit all'ascolto e al confronto. attorno a queste parole che, quo-
tidianamente, la Rivista del cinematografo intende continuare a improntare il proprio quotidiano cammino. Un cammino iniziato ottanta anni fa e che oggi un volume ricostruisce nella sua interezza. Il mio augurio che con esso
appassionati, storici, critici, lettori vecchi e nuovi, possano rivisitare un frammento importante della storia della cultura cinematografica italiana.
sempre stato anche un fedele lettore. E poi, non dimentichiamoci che ha costantemente sottolineato l'importanza del cinema cattolico. Oggi, purtroppo, mi sembra che il cinema stia trascurando molto il mondo cattolico, le sue esigenze culturali, le sue attese. Oggi un cinema degradato quello che va per la maggiore, scurrile, di fatti cattivi: non lo giudico positivamente. Per questo mi auguro che la Rivista del cinematografo difenda sempre questi valori, come ha fatto fin dalla sua nascita, rigorosa nel mettere in risalto gli aspetti negativi del cinema per sostenere il vero cinema di qualit, italiano e straniero. Meno longevo, ma di grande intensit, anche il rapporto di uno dei registi italiani pi amati e prolifici, Pupi Avati. Il mio rapporto con la Rivista sicuramente positivo. La considero l'unico sguardo che ha dimostrato una grande attenzione a quei contenuti non soltanto strettamente legati all'attualit, ai problemi sociali che il mio cinema andava affrontando, ma, in un contesto pi ampio, comprendenti anche la spiritualit, la trascendenza, il senso insomma che cercavo di dare ai miei racconti.
fronte della comune passione per il mondo del cinema, entrambi i media rappresentano ormai un punto di riferimento del mercato, sia per gli addetti ai lavori, sia, soprattutto, per gli appassionati. Molte e diversificate sono, dunque, le collaborazioni nate in questi anni, per seguire le leggi del mercato, della visibilit e della sopravvivenza. una collaborazione di cui andiamo molto fieri conferma Paola Mazzaglia, di Camelot, un'azienda specializzata nel product placement, ossia la tecnica di comunicazione aziendale che consiste nel posizionamento di un prodotto all'interno di un film, regolata da precise leggi perch la Rivista ha un'autorevolezza assoluta e riconosciuta dal mercato da ottanta anni di storia. Ha dimostrato di saper parlare davvero a tutti, uscendo dal mondo del pettegolezzo con un'autorevolezza che conserva quel mood tale da piacere a tutti gli amanti del cinema. In questa collaborazione vedo una comunione strategica di intenti che proprio nella assoluta qualit vuole assicurare un'eccellenza nel servizio di informazione e di produzione del cinema. Nuovi orizzonti, dunque, all'alba dei suoi ottanta anni, si stanno schiudendo per la sempre giovane Rdc, cos come amichevolmente tutti noi la chiamiamo.
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Le conclusioni del convegno tra esponenti cristiani e musulmani
A Dhaka nuova tappa Ecuador, la costituente del dialogo interreligioso e i valori irrinunciabili
di ROBERTO SGARAMELLA Si tenuto a Dhaka, capitale del Bangladesh, l'annunciato convegno tra trentacinque rappresentanti cristiani e altrettanti musulmani per discutere sul messaggio inviato nel 2007 a Benedetto XVI, e ad altri leader cristiani, da 138 saggi musulmani e della risposta data a loro dalla Chiesa di Roma. Il convegno stato moderato dal professore Kazi Nurul Islam, fondatore del Dipartimento della religioni mondiali all'Universit di Dhaka, e da padre James Cruze, segretario della commissione episcopale per il dialogo interreligioso. Nel suo indirizzo di benvenuto ai partecipanti, il professor Kazi ha risposto a quattro domande che i rappresentanti delle due religioni avevano precedentemente formulato in due incontri propedeutici separati: quello del 7 marzo per i musulmani e il giorno successivo per i cristiani. La prima domanda riguardava il perch del dialogo tra le fedi. A questo interrogativo il professor Kazi ha risposto che non esiste una possibile alternativa al dialogo. La pace sostenibile se raggiunta attraverso il dialogo. Il secondo quesito invece verteva sul perch del dialogo tra cristiani e musulmani. Il relatore nel rispondere ha sottolineato che oltre la met della popolazione mondiale composta da credenti di queste due grandi religioni. Questi credenti appartengono tutti alla grande famiglia di Abramo. Sfortunatamente non si ancora stabilita una completa fiducia tra di loro. Questa mancanza di fiducia reciproca ha portato nel corso della storia a guerre e a ostilit reciproche. Tutto questo deve essere risolto; l'ostilit che deriva dal retaggio storico va superata per raggiungere il traguardo della vera pace. La terza domanda riguardava il perch fosse stato scelto il Bangladesh come sede di dialogo interreligioso. Il professor Kazi nella risposta ha posto in rilievo che nel Bangladesh musulmani e cristiani hanno sempre convissuto pacificamente. Questa armonia tra i credenti di varie religioni pu divenire un esempio per altri Paesi dove invece prevale l'intolleranza. L'ultimo quesito a cui il relatore ha risposto nel suo intervento riguardava la possibilit di cambiare la storia della relazioni tra cristiani e musulmani. Il professore Kazi ha affermato che possibile subito cambiare l'atteggiamento di ognuno verso gli eventi storici. Il metodo migliore per questo traguardo quello di approfondire la conoscenza con incontri diretti. All'indirizzo di benvenuto pronunciato dal professore Kazi, seguita la relazione svolta dalla signora Eva Sadia Saad, presidente del Dipartimento delle religioni mondiali. Nella sua relazione la rappresentante universitaria ha invitato i partecipanti ad approfondire le numerose affinit tra musulmani e cristiani. Eva Sadia Saad ha quindi brevemente ripercorso la storia del dipartimento da lei presieduto; il dipartimento per lo studio delle religioni mondiali ancora un caso unico nelle universit nel mondo islamico. Padre Franco Rapacioli, missionario del Pime, ha svolto una sintesi dello sviluppo del dialogo interreligioso tra musulmani e cristiani nel recente periodo. Il religioso ha ricordato il gruppo di cinquecento studiosi musulmani che nel 2004, coordinati dal principe di Giordania, Ghazi bin Muhammad bin Talal, stilarono un documento sui valori comuni condivisibili da sciiti, sunniti e da altre correnti islamiche. Esaminando invece la lettera dei 138 saggi musulmani inviata a Benedetto XVI nel 2007, padre Rapacioli ha sottolineato la parte denominata sommario e compendio. In essa gli esperti musulmani affermano che la base per la pace e la comprensione ormai esiste: amore per un unico Dio e amore per il prossimo. Questi due principi vengono evidenziati in tutti i testi sacri sia musulmani che cristiani. L'unit di Dio, la necessit di amarlo, la necessita di amore per il prossimo formano il terreno comune tra islamismo e cristianesimo. Padre Rapacioli ha quindi ricordato la risposta data al documento dei 138 saggi musulmani da parte della Chiesa di Roma. Nel documento, datato 19 novembre 2007 e firmato dal segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, si afferma che il terreno comune tra le due grandi religioni ci permette di fondare il dialogo su un effettivo rispetto per la dignit di ogni persona umana, sulla conoscenza obbiettiva della religione dell'altro, nella condivisione dell'esperienza religiosa e, infine, sull'impegno comune alla promozione del rispetto e dell'accettazione reciproci tra i giovani. Sul dialogo sono seguiti gli interventi alternati di due esperti musulmani e due cristiani: il professore Abdul Mannan, il vescovo Theotenious Gomez, il professore Syed Anwar Hossai, il reverendo Birbal Halder. Dopo le presentazioni, i partecipanti al convegno si sono suddivisi in otto gruppi misti. Le relazioni di questi gruppi sono state successivamente illustrate nel corso della sessione plenaria. Nel documento di sintesi dei lavori del convegno, viene espressa tra l'altro preoccupazione per i tentativi di politicizzazione e di manipolazione delle religioni che si vanno moltiplicando in molti Paesi del mondo. Questo provoca frequenti scontri tra credenti di diverse fedi che possono essere evitati o risolti solo attraverso il dialogo che permetta una conoscenza reciproca. I partecipanti all'incontro interreligioso di Dhaka hanno espresso la volont di intraprendere azioni concrete coinvolgendo le giovani generazioni. Vi nel documento una proposta particolarmente interessante rivolta direttamente alle autorit scolastiche del Bangladesh: si chiede a loro di introdurre nei testi destinati alle scuole elementari e medie delle nozioni sulle maggiori religioni mondiali. Questo passo si legge nel documento permetter ai nostri figli di acquisire una conoscenza di base di tutte le maggiori religioni e non soltanto della propria. Nell'ultimo punto si annuncia la costituzione di un comitato interreligioso i cui componenti verranno scelti dal Dipartimento delle religioni mondiali dell'universit di Dhaka e dalla Commissione episcopale per il dialogo interreligioso. Compito del comitato sar quello di attuare le decisioni prese durante il convegno.
QUITO, 6. Vita, famiglia e libert di educazione. Sono alcuni temi non negoziabili da riconoscere nella legge fondamentale che i vescovi dell'Ecuador ricordano all'Assemblea costituente in atto nel Paese. Si tratta di riorganizzare l'assetto istituzionale alla luce di principi irrinunciabili della persona e del consorzio umano: una condizione indispensabile per il tendenziale raggiungimento del bene comune. Vogliamo continuare a essere al servizio della diffusione del Regno di Dio, dell'annuncio della sua parola e
della celebrazione della fede e della speranza del popolo cristiano. Tutto questo affermano i vescovi dell'Ecuador nel comunicato emesso al termine della loro assemblea plenaria, celebrata dal 21 al 25 aprile insieme con l'azione sociale e caritativa, con l'educazione e con lo sviluppo dei diversi settori del Paese, con la promozione delle nostre culture rurali e urbane, indigene e afro-discendenti, senza discriminazione alcuna. I presuli rinnovano il loro impegno a rispondere alle giuste e legittime aspirazioni del popolo, riposte in particolar modo nell'Assemblea costituente, quindi a seguire le attuazioni e i piani per la completa ristrutturazione istituzionale attualmente in corso in Ecuador. A nome di tutto il popolo credente e sostenuti da circa un milione di firme affermano i presuli della Conferenza episcopale dell'Ecuador stiamo chiedendo all'Assemblea il riconoscimento di alcune questioni fondamentali, affinch, con l'invocazione della protezione divina, venga garantita l'inviolabilit della vita dal concepimento fino alla morte naturale senza eccezioni; venga garantita la protezione della famiglia, cellula primaria della societ, riconoscendo l'unione tra uomo e donna come unico nucleo familiare; venga garantita la libert di educazione e il diritto dei genitori a scegliere l'educazione dei propri figli; venga mantenuto vivo il patrimonio di libert e i diritti riconosciuti nella legge fondamentale. Inoltre nel comunicato ricordano le catastrofi naturali avvenute durante quest'anno e alle quali i vescovi hanno fornito il loro appoggio concreto attraverso la colletta quaresimale di solidariet Mnera 2008. I vescovi dell'Ecuador mostrano la loro speciale gratitudine all'arcivescovo di Mnchen und Freising (Germania), monsignor Reinhard Marx, il quale ha rafforzato l'aiuto fraterno che la sua arcidiocesi ci offre da quasi quarantacinque anni, affinch la Conferenza episcopale ecuadoriana possa rispondere ad alcune delle pi urgenti necessit dei disastrati. Sempre aperti ad ascoltare le voci del nostro popolo per condividere le sue sofferenze e le sue gioie attraverso l'amore misericordioso di Cristo, ringraziamo concludono i presuli della Conferenza episcopale dell'Ecuador le nostre comunit per la loro generosa partecipazione al servizio della
Chiesa nel mondo; accogliamo la fiducia di grandi settori del nostro Paese e delle loro autorit; apprezziamo l'impegno dei mezzi di comunicazione per informare con onest e responsabilit; e offriamo a tutti la nostra continua preghiera e impegno. Nel corso dell'Assemblea, il presidente della Commissione centrale del Cam 3, il cardinale Antonio Gonzlez Zumrraga, insieme con padre Timoteo Lehane, svd, direttore nazionale delle Pontificie opere missionarie (Pom) e coordinatore generale del congresso, e a Osvaldo Fierro, segretario esecutivo del Cam 3, hanno presentato una relazione generale sull'organizzazione dell'evento. Proposto anche un breve riassunto dei differenti pre-congressi missionari che si sono celebrati e che ancora si stanno realizzando a livello nazionale e internazionale, con informazioni sui differenti conferenzieri e sui luoghi in cui si svolgeranno le attivit del Congresso. Tra le iniziative recenti, in programma l'allestimento di una esposizione della storia missionaria dell'Ecuador, con alcuni aspetti delle missioni poco conosciuti, da realizzare presso il centro culturale della Pontificia Universit Cattolica dell'Ecuador; prevista inoltre la realizzazione di un festival di cinema missionario presso la Casa della cultura ecuadoriana. La Commissione Esecutiva ha chiesto anche che ognuno dei vescovi presieda uno dei sedici forum che funzioneranno durante il Congresso. Padre Sidney Fones, segretario generale assistente del Consiglio episcopale latino-americano (Celam) ha infine esposto i dettagli della Grande Missione Continentale al fine di coordinare il suo lancio ufficiale durante la messa di chiusura del Congresso. La Chiesa dell'Ecuador ha sottolineato in comunione con i vescovi latinoamericani chiamata a camminare con la storia, a rispondere, nella carit del Vangelo, alle nuove grandi questioni, alle nuove sfide dell'oggi.
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I Superiori e gli Officiali della Congregazione delle Cause dei Santi partecipano al lutto per la scomparsa del
Rev.mo Mons.
SIGWART J. NEUHAUS
Consultore del Dicastero
e pregano il Signore per l'anima del defunto, invocando il conforto di Cristo Risorto sui suoi familiari e tutti coloro che piangono la sua perdita.
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Singapore, incontro con l'arcivescovo sui problemi delle parrocchie e dei consultori familiari
SINGAPORE, 6. Istituite pi consultori cattolici e assumete pi personale a tempo pieno per i ministeri liturgici parrocchiali e catechetici: questo l'invito rivolto da un gruppo di giovani cattolici all'arcivescovo di Singapore Nicholas Chia Yeck Joo in un recente incontro, durante il quale sono state discusse le problematiche pi urgenti da affrontare nell'arcidiocesi. L'incontro di carattere informale stato il secondo di una serie di riunioni tra i laici e l'arcivescovo, organizzati dal Cana, il centro cattolico del Paese. In particolare, uno psicologo ha espresso la sua preoccupazione per la carenza di personale nelle parrocchie e per il fatto che i cattolici si stanno rivolgendo a consulenti non cattolici per chiedere aiuto sulle questioni di famiglia. Lo psicologo ha poi posto l'attenzione sulla necessit di avere uno o due dipendenti permanenti che operino nei ministeri liturgici e catechetici in ogni parrocchia e che abbiano un'adeguata formazione. Il giovane ha inoltre sottolineato: A Singapore ci sono oltre centocinquantamila cattolici, ma i centri di servizio sono pochi. Lo psicologo ha anche evidenziato la mancanza di possibilit per gli operatori sociali, i consulenti preparati e gli psicologi professionisti di lavorare a tempo pieno al servizio dell'arcidiocesi. Il giovane ha quindi esortato l'arcidiocesi ad assumere operatori laici. L'arcivescovo ha replicato che ogni parrocchia ha un consiglio che decide quale personale assumere e l'obiettivo del loro lavoro. Il presule ha posto innanzi l'importanza di trovare persone veramente dedite alla causa. Riguardo i servizi nei consultori, l'arcivescovo ha spiegato che ci sono gi sessanta volontari laici che hanno svolto un corso di formazione di cinque mesi. Un altro centinaio, ha aggiunto, saranno pronti dopo la loro formazione.
L'OSSERVATORE ROMANO
Il documento finale della XIII Assemblea nazionale
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Apparizioni e visioni L'Azione Cattolica I criteri della Chiesa innova nella tradizione
di SALVATORE M. PERRELLA* Domenica scorsa, durante una solenne celebrazione eucaristica che ha visto la partecipazione dell'episcopato francese e di una moltitudine di fedeli, il vescovo di Gap, Jean-Michel di Falco Leandri, ha approvato e proclamato ufficialmente come vere le apparizioni di Notre Dame de Laus. Sui racconti delle apparizioni di Nostra Signora di Laus, territorio nel comune di SaintEtienne d'Avanon (l'odierna SaintEtienne-le-Laus) nella valle dell'Avance, a nord della Durance e a una ventina di chilometri a est di Gap, nelle Alpi francesi, succedutesi durante l'intera vita dell'umile e analfabeta pastorella sedicenne Benote Rencurel (1647-1718), dichiarata da Pio IX venerabile nel maggio 1872 e di cui in corso il processo di beatificazione, siamo abbastanza informati, anche se in modo diseguale. Le informazioni provengono sostanzialmente dagli archivi del santuario, che conserva i manoscritti di quattro testimoni principali delle mariofanie protrattesi sorprendentemente dal 1664 al 1718, anno di morte di Benote. Cinquantaquattro anni di apparizioni fatto che va sottolineato per la straordinariet dell'evento, che ha paragoni solo con le presunte mariofanie di Medjugorie portarono la veggente a essere completamente dedita, su comando della stessa Signora, alla costruzione di un santuario in onore del mio adorato Figlio e alla non facile ma importante pastorale dell'accoglienza dei numerosi pellegrini che accorrevano sempre pi numerosi a Laus, nei quali inculcava la via della riconciliazione, della preghiera e del Vangelo: un servizio di evangelizzazione da molti contrastato e deriso, ma sicuramente efficace e carico di frutti. Una prima indagine ecclesiastica sui fatti di Laus venne effettuata dal 14 al 18 settembre 1665, concludendosi con un segno: la guarigione immediata e inspiegabile di un'inferma. Seguirono ancora altre due indagini: nel 1670 da parte del vicario episcopale Jean Javelly, poi nel 1672 da parte dell'arcivescovo Charles de Genlis. Un lungo corteo di vescovi ha nel tempo riconosciuto la soprannaturalit delle mariofanie di Laus; ma nessuno di essi le ha ufficialmente approvate, compito che si assunto l'attuale vescovo diocesano, monsignor di Falco con l'atto pubblico di domenica scorsa. In Francia, previo il placet della Congregazione per la Dottrina della Fede, la prima mariofania riconosciuta ufficialmente dopo quella di Lourdes del 1858. Rimane singolare la coincidenza, che dopo circa 350 anni dagli eventi originari, tale placet ecclesiastico sia stato rilasciato proprio nell'anno commemorativo del centocinquantesimo delle apparizioni di Lourdes. Prendendo spunto da tale approvazione ecclesiastica, che ha suscitato interesse ma anche stupore per una decisione apparsa a molti tardiva o superata, crediamo utile proporre una sintetica riflessione sulla natura delle apparizioni mariane e sulla procedura ecclesiastica tesa a verificarne la veridicit e autenticit. vrebbe agire la cristianit di fronte a una determinata situazione storica. Per cui, asserisce ancora Rahner, le rivelazioni private, o meglio le visioni profetiche, non sono superflue, una sorta di corso celeste di ripetizione della rivelazione generale o una maieutica intellettuale, ma esse detengono un significato insostituibile nella Chiesa. Il teologo tedesco, inoltre, supera la posizione comune dei teologi scolastici (soprattutto domenicani e gesuiti), poi codificata dal cardinale Prospero Lambertini, futuro Benedetto XIV (1740-1758), nel suo noto Opus de servorum Dei beatificatione circa la fede umana da prestare alle visioni e alle rivelazioni private, parlando chiaramente di un diritto e un dovere di fede, non solo da parte dei destinatari di tali fenomeni, ma anche da quanti ne vengano a conoscenza. Pur essendo relative in rapporto alla Rivelazione divino-biblica, esse vanno lette colosi, poi i membri delle commissioni ascoltano i testimoni e infine ricercano le conferme dei fenomeni se l'evento sostenuto resta ancora in un campo di incertezza (inascoltato, inafferrabile ecc.). Nei tempi passati si usava un trattamento benevolo e veniva data pi considerazione al sensus fidelium e alla vox populi che alle perizie degli esperti, come invece avviene nei tempi attuali. Di fronte a tutte queste manifestazioni, che si sono moltiplicate a dismisura nel XX secolo, la Chiesa giustamente assume un atteggiamento cauto, rigoroso e riflessivo arrivando a pochissimi riconoscimenti canonici ufficiali da annotare, a quanto ci consta, che la Chiesa ha approvato durante il corso della storia 11 apparizioni su 295 sottoposte a indagine di cui la dodicesima proprio quella riguardante Nostra Signora di Laus, approvata pubblicamente il 4 maggio 2008. Le apparizioni costituiscono un di ALESSANDRO TRENTIN Fare memoria della storia, cercando nel passato le radici del futuro: la linea programmatica che scaturita dalla XIII assemblea dell'Azione Cattolica, conclusasi sabato 3 maggio, riunisce in s storia e innovazione per mantenere alti i valori fondanti, ma anche per svilupparsi su nuove strade di annuncio di fede. L'associazione ha celebrato i suoi centoquarant'anni, marcando ancora una volta la sua fedelt alla Chiesa. L'assemblea ha eletto i nuovi organi rappresentativi e ha prodotto un documento finale che rappresenta la guida per il prossimo triennio di attivit e che apre la porta anche agli anni futuri, perch l'azione Cattolica sottolineato desidera fare della sua storia una profezia per ogni tempo, abitato da profonde trasformazioni, ma bisognoso, sempre e comunque, dell'annuncio gioioso e liberante della Risurrezione. Cinque sono i percorsi lungo i quali l'associazione, come emerge dalla relazione finale del presidente Luigi Alici, muover i propri passi: Un'Azione Cattolica che deve avere il coraggio di osare; di testimoniare una profezia culturale; di sperimentare nuove forme di annuncio; di essere polmone spirituale nella Chiesa e spendersi sempre pi per il bene comune. Il presidente Alici ha sottolineato: Compito dell'Azione Cattolica ancora di pi quello di essere voce e coscienza critica nella comunit dei credenti e nel Paese, in una societ in cui i legami tendono a essere facoltativi, le istituzioni rischiano di diventare sempre pi neutre e l'individualismo pu generare pericolose forme di stanchezza democratica. La scelta religiosa impegna gli associati ad assumere il Vangelo nella sua pienezza e a rischiare la responsabilit di fronte a concrete azioni temporali, senza cadere in una loro equivoca sacralizzazione, nella consapevolezza di una provvisoriet che esige un continuo rimettersi alla scuola del Vangelo. Citando il Manifesto al Paese scritto nel documento finale viene rinnovato il servizio alla Chiesa, soprattutto nella sua dimensione diocesana, in una parrocchia sempre pi missionaria, radicata nella sua terra, partecipe delle gioie e delle speranze, delle attese e dei problemi della gente. La forma delle missione dell'associazione assume nel triennio le caratteristiche di tre obiettivi: l'impegno a suscitare percorsi di ricerca e riscoperta della fede; l'impegno a far crescere e maturare la fede; l'impegno per la promozione del bene comune. Il primo intende dare un senso nuovo alle tradizionali e consolidate forme di collaborazione alla pastorale ordinaria diocesana e parrocchiale, ricercando forme, metodi, linguaggi e percorsi, in piena sintonia con il cammino della Chiesa e con un stile di ascolto e condivisione. Il secondo impegno, prevede che l'accoglienza della fede e la testimonianza di un'intensa vita da credenti siano compiti primari dell'associazione. A tale riguardo, i soci si sentono impegnati a rigenerare la propria fede, a ribadirla con le parole semplici della vita quotidiana, nella lode a Dio e nell'aiuto generoso ai fratelli. Infine la promozione del bene comune impegna a conoscere, interpellare ed evangelizzare tutti gli ambiti di vita nei quali si costruisce quotidianamente il tessuto storico delle relazioni tra le persone all'interno di un territorio. I soci recita il documento finale si impegnano a letture attente della fragilit e delle risorse del sistema sociale, con particolare riferimento ai temi dell'educazione, della famiglia, del lavoro, della coscienza civica, della legalit, della tematica ambientale, dei flussi migratori, della solidariet, dell'accoglienza e dell'integrazione delle diversit sociali, culturali e religiose. I tre obiettivi, tuttavia, evidenziato nel documento dovranno essere accompagnati dalla cura del legame associativo. L'Azione Cattolica continuer a coltivare nella verit legami di comunione fra tutti gli aderenti e gli assistenti, in un clima di familiarit e popolarit, attenta alle persone e paziente con tutti, affinch tutta l'esperienza di vita nell'associazione divenga pratica di fraternit. L'Azione Cattolica sar sempre pi un'associazione che pensa, vive e lavora assieme in una dimensione unitaria, con progetti comuni che, valorizzando l'apporto di tutti, vede ragazzi, giovani e adulti protagonisti a tutti i livelli della vita associativa.
Le conclusioni del Forum organizzato dalle Unioni delle superiore e dei superiori generali
ma non hanno voce in capitolo e sono lasciati soli a combattere le loro battaglie, con scarsi risultati. Quella dell'Hiv e dell'Aids una pandemia che, a dicembre 2007, secondo stime approssimative per difetto, interessava oltre trentatr milioni di persone nel mondo. Tre milioni i morti solo in quell'anno. Al di l della tragica perdita di vite umane si legge nel rapporto ci sono gli effetti che queste morti hanno sulle famiglie e sulla societ. Secondo l'Unaids, nel 2005 pi di quindici milioni di giovani sotto i diciotto anni sono rimasti orfani a causa del virus e pi di dodici milioni di essi risiedevano nell'Africa subsahariana. I giovani sotto i venticinque anni il futuro dell'umanit costituiscono la met dei nuovi infetti nel pianeta. Cina e India, a causa della crescita esponenziale del numero degli abitanti, le nazioni pi a rischio. Fin dall'inizio della pandemia, gli istituti religiosi cattolici hanno assunto un ruolo fondamentale nel prendersi cura direttamente dei malati e dei sofferenti, nella prevenzione dell'Hiv fra la popolazione, nel continuare a indicare i fattori culturali, politici e socioeconomici che contribuiscono sia alla proliferazione della sindrome sia alle sue conseguenze. Perch l'Aids altro punto fermo stabilito al Forum una realt complessa che va oltre l'aspetto medico, includendo appunto l'educazione, le condizioni sociali, economiche, politiche, di giustizia. Questi uomini, queste donne, fanno riferimento oggi a circa duemila istituti di vita consacrata rappresentati nell'Usg e nell'Uisg: un esercito di sacerdoti, di suore, di religiosi, di religiose, ai quali si aggiungono tre milioni di laici che, in stretta collaborazione, lavorano in circa mille ospedali, in oltre cinquemila dispensari e in ottocento orfanotrofi (solamente in Africa). Eppure ha detto al nostro giornale padre Robert Vitillo, consigliere speciale di Caritas Internationalis per l'Hiv e l'Aids nonostante il loro profondo coinvolgimento nel fornire assistenza, nonostante coprano il 26,7 per cento di tutti i servizi correlati all'aiuto ai pazienti e alla popolazione in generale, le congregazioni religiose ricevono soltanto una piccola frazione, circa il cinque per cento, del Fondo globale per la lotta all'Aids, alla tubercolosi e alla malaria dell'Onu, che ammonta a quasi dieci miliardi di dollari. Il progetto di mappatura realizzato distribuendo un questionario a tutti gli istituti maschili e femminili attivi in pi di duecento Paesi del mondo e al quale hanno risposto 446 rappresentanti delle comunit stato concepito proprio per legittimare e rendere visibile il significato di una presenza divenuta insostituibile, per smentire quell'idea falsa di una Chiesa
oscurantista e retrograda in tema di contraccezione e fotografare una realt diversa, fatta di carit e di dedizione assoluta al prossimo, chiunque sia. Nelle nostre strutture risponde padre Vitillo accogliamo tutti, credenti e non credenti. La Chiesa cattolica molto attiva sia a livello medicosanitario sia nella prevenzione della trasmissione del virus da madre a figlio, nella cura degli orfani, nell'assistenza spirituale, nell'educazione sessuale, nella promozione della donna, nel campo della ricerca. Ma troppo del nostro tempo viene impiegato nel rastrellare i fondi necessari a tutto questo. Fondi che non possono mancare: Le persone in terapia non possono certo permettersi di sospendere le cure spiega suor Dorina Tadiello, vicaria generale delle Missionarie comboniane, medico per anni impegnato nell'ospedale di Gulu, in Uganda e l'assistenza va garantita tutti i giorni, ventiquattro ore al giorno. Nell'Africa australe la pandemia dell'Aids ha raggiunto la diffusione del trenta per cento tra la popolazione di et compresa fra i 25 e i 40 anni: qui l'aspettativa di vita si drammaticamente abbassata da 60 a 35 anni ma la distribuzione dei farmaci antiretrovirali sottolinea suor Dorina ha allungato l'esistenza di molte persone consentendo loro di riprendere a vivere e a lavorare. Non solo un problema di educazione sessuale, ma di soldi e servizi essenziali che mancano. Circa la met degli istituti che hanno risposto al questionario spendono molto del loro tempo nella ricerca di sovvenzionamenti (attraverso donazioni, microcrediti, cooperative, produzione e vendita di oggetti artigianali) e molti sono ostacolati dalla carenza di infrastrutture: Su quarantamila persone che ogni anno contraggono l'Hiv in Burkina Faso spiega padre Jacques Simpor, genetista molecolare all'ospedale San Camillo di Ouagadougou e consultore del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari diecimila sono bambini contaminati durante la gravidanza, il parto o l'allattamento. La profilassi nel prevenire la trasmissione verticale dell'Hiv pienamente dimostrata ma priva di efficacia se manca l'accesso all'acqua potabile: se si opta per la nutrizione con latte in polvere laddove l'acqua potabile non a disposizione, dove i frigoriferi non esistono, dove le pi elementari norme igieniche non sono seguite, il bambino afferma padre Simpor sar sempre a rischio di infezioni gastrointestinali che facilmente possono risultare fatali. Storie di sofferenza e di morte ma anche di speranza, perdono, riconciliazione. Storie, cifre, dati che ora sono scritti, noti, finalmente visibili in un dossier che parla di uno straordinario servizio d'amore.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il presidente della Conferenza episcopale ungherese parla dell'impegno della Chiesa per la riconciliazione della societ
con il presidente della Repubblica. Lo sfascio della visione d'insieme della realt, tipico di molti contemporanei, pu distruggere anche il senso di responsabilit e di solidariet, valori fondamentali per la societ. Mercoled 7, celebra insieme con i vescovi ungheresi una messa nella basilica di Santa Balbina in Roma nell'anniversario della morte del cardinale Mindszenty. Che eredit ha lasciato alla Chiesa e al popolo ungherese la testimonianza del porporato? Tutta la Conferenza episcopale celebra questa messa a Santa Balbina e prega per la beatificazione del cardinale. una celebrazione che diventata tradizionale sin dal 1991, sia a Esztergom che a Roma. L'eredit di Mindszenty, intrepido testimone del Vangelo e difensore dei diritti umani, rimane un tesoro spirituale non soltanto per l'Ungheria, ma anche per la nostra regione e per molti cristiani del mondo. Il problema della carenza di vocazioni una delle urgenze per l'Ungheria. Negli ultimi tempi lei ha affidato delle parrocchie anche ad alcuni sacerdoti stranieri. Che progetti avete per risolvere il problema? In Ungheria le vocazioni sacerdotali sono poche, a causa del crollo demografico generale, ma anche per la secolarizzazione diffusa. Abbiamo promosso un lavoro pastorale intenso per i chierichetti. Da decenni teniamo ogni primo gioved del mese una serata di adorazione e di preghiera per le vocazioni sacerdotali. I seminari organizzano giornate su questo tema, ma le vocazioni pi numerose provengono dal contatto personale con sacerdoti esemplari e motivati. Le vocazioni religiose sono ancora pi scarse di quelle diocesane. Abbiamo progetti di scambio o di invito di sacerdoti fidei donum con alcune diocesi polacche e anche con la comunit sacerdotale di San Carlo Borromeo in Italia. La Conferenza episcopale ungherese sta promuovendo relazioni pi strette con le Chiese limitrofe. Cosa intendete proporre con questi nuovi rapporti mitteleuropei? Abbiamo incontri annuali con la Conferenza episcopale croata e con quella slovacca e stiamo preparando un'iniziativa del genere anche con la Conferenza episcopale della Romania. Ci sono poi incontri, sia pure meno
Quali sono oggi le priorit pastorali della Chiesa ungherese? Abbiamo gi parlato di molti punti importanti. Bisogna aggiungere a questi anzitutto la promozione e la difesa della vita e della famiglia. Poi, l'aiuto ai pi bisognosi: ultimamente, per esempio, stato realizzato sotto forma di aiuto parrocchiale e diocesano a coloro che non possono comprare le medicine necessarie per la loro salute. Un'altra sfida e priorit la missione e l'assistenza ai rom, comunit portatrice anch'essa di notevoli valori culturali e umani, a volte poco conosciuti dal resto della societ. Ancora un'altra sfida la ripresa del dialogo con il mondo della cultura e della scienza. Questo dialogo stato interrotto con forza durante il comunismo. Adesso invece riprende soprattutto grazie all'opera dell'Universit cattolica e all'apertura di molti intellettuali.
Conferenza alla conclusione della plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 107 (44.847)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
gioved 8 maggio 2008
Cari fratelli e sorelle, come vedete, tra noi questa mattina Sua Santit il Catholicos Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, accompagnato da una distinta delegazione. Rinnovo l'espressione della mia gioia per la possibilit che mi data stamani di accoglierLo: l'odierna sua presenza ci ravviva nella speranza della piena unit di tutti i cristiani. Colgo volentieri l'occasione per ringraziarLo anche dell'amabile accoglienza che Egli ha riservato di recente in Armenia al mio Cardinale Segretario di Stato. un piacere per me fare altres memoria dell'indimenticabile visita che il Catholicos comp a Roma nell'anno Duemila, appena dopo la sua elezione. IncontrandoLo, il mio amato Predecessore Giovanni Paolo II, Gli consegn una insigne reliquia di San Gregorio l'Illuminatore e in seguito si rec in Armenia per restituirGli la visita. noto l'impegno della Chiesa Apostolica Armena per il dialogo ecumenico, e sono certo che anche l'attuale visita del venerato Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni contribuir ad intensificare i rapporti di fraterna amicizia che legano le nostre Chiese. Questi giorni di immediata preparazione alla Solennit di Pentecoste ci stimolano a ravvivare la speranza nell'aiuto dello Spirito Santo per avanzare sulla strada dell'ecumenismo. Noi abbiamo la certezza che il Signore Ges non ci abbandona mai nella ricerca dell'unit, poich il suo Spirito instancabilmente all'opera per sostenere i nostri sforzi tesi a superare ogni divisione e a ricucire ogni lacerazione nel vivo tessuto della Chiesa. Proprio questo Ges promise ai discepoli negli ultimi giorni della sua missione terrena, come abbiamo sentito poc'anzi nel brano del Vangelo: assicur loro l'assistenza dello Spirito Santo, che Egli avrebbe mandato perch continuasse a far loro sentire la sua presenza (cfr Gv 14, 16-17). Tale promessa divenne realt quando, dopo la risurrezione, Ges entr nel Cenacolo, salut i discepoli con le parole La pace sia con voi e, alitando su di loro, disse: Ricevete lo Spirito Santo (Gv 20, 22). Li autorizzava a rimettere i peccati. Lo Spirito Santo, quindi, appare qui come forza del perdono dei peccati, del rinnovamento dei nostri cuori e della nostra esistenza; e cos Egli rinnova la terra e crea unit dov'era divisione. Poi, nella festa di Pentecoste, lo Spirito Santo si mostra attraverso altri segni: attraverso il segno di un vento gagliardo, di lingue di fuoco, e gli Apostoli parlano in tutte le lingue.
Questo un segno che la dispersione babilonica, frutto della superbia che separa gli uomini, superata nello Spirito che carit e che d unit nella diversit. Dal primo momento della sua esistenza la Chiesa parla in tutte le lingue grazie alla forza dello Spirito Santo e alle lingue di fuoco e vive in tutte le culture, non distrugge niente dei vari doni, dei diversi carismi, ma riassume tutto in una grande e nuova unit che riconcilia: unit e multiformit. Lo Spirito Santo, che la carit eterna, il legame dell'unit nella Trinit, unisce con la sua forza nella carit divina gli uomini dispersi, creando cos la multiforme e grande comunit della Chiesa in tutto il
mondo. Nei giorni dopo l'Ascensione del Signore fino alla domenica di Pentecoste, i discepoli con Maria erano riuniti nel Cenacolo per pregare. Sapevano di non poter essi stessi creare, organizzare la Chiesa: la Chiesa deve nascere ed essere organizzata dall'iniziativa divina, non una creatura nostra, ma dono di Dio. E solo cos essa crea anche unit, una unit che deve crescere. La Chiesa in ogni tempo in particolare, in questi nove giorni tra l'Ascensione e la Pentecoste si unisce spiritualmente nel Cenacolo con gli Apostoli e con Maria per implorare incessantemente l'effusione dello Spirito Santo. Sospinta dal suo vento gagliardo essa potr cos
essere capace di annunciare il Vangelo sino agli estremi confini della terra. Ecco perch, pur di fronte alle difficolt e alle divisioni, i cristiani non possono rassegnarsi n cedere allo scoraggiamento. Questo chiede a noi il Signore: perseverare nella preghiera per mantenere viva la fiamma della fede, della carit e della speranza, a cui si alimenta l'anelito verso la piena unit. Ut unum sint! dice il Signore. Sempre risuona nel nostro cuore questo invito di Cristo; invito che ho avuto modo di rilanciare nel mio recente Viaggio apostolico negli Stati Uniti d'America, dove ho fatto riferimento alla centralit della preghiera nel movimento ecumenico. In questo tempo di globalizzazione e, insieme, di frammentazione, senza preghiera, le strutture, le istituzioni e i programmi ecumenici sarebbero privi del loro cuore e della loro anima (Incontro ecumenico nella chiesa di S. Joseph a New York, 18 aprile 2008). Rendiamo grazie al Signore per i traguardi raggiunti nel dialogo ecumenico grazie all'azione dello Spirito Santo; restiamo docili all'ascolto della sua voce, affinch i nostri cuori, ricolmi di speranza, percorrano senza sosta il cammino che conduce alla piena comunione di tutti i discepoli di Cristo. San Paolo, nella Lettera ai Galati, ricorda che il frutto dello Spirito amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bont, fedelt, mitezza, dominio di s (5, 22-23). Sono questi doni dello Spirito Santo che invochiamo anche noi oggi per tutti i cristiani, perch nel comune e generoso servizio al Vangelo, possano essere nel mondo segno dell'amore di Dio per l'umanit. Volgiamo fiduciosi lo sguardo a Maria, Santuario dello Spirito Santo, e per mezzo di Lei preghiamo: Vieni, Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Amen!
LO SCAMBIO DI SALUTI TRA IL PAPA E IL CATHOLICOS DI TUTTI GLI ARMENI A PAGINA 7
SALUTI AI GRUPPI PRESENTI ALL'UDIENZA GENERALE A PAGINA 8
Il Papa rinnova l'appello alla solidariet verso il Paese colpito dal ciclone Nargis
Faccio mio il grido di dolore e di aiuto della cara popolazione del Myanmar, che ha visto improvvisamente distrutte dalla sconvolgente violenza del ciclone Nargis numerosissime vite, oltre a beni e mezzi di sussistenza.
Come ho gi assicurato nel messaggio di solidariet inviato al Presidente della Conferenza Episcopale, sono spiritualmente vicino alle persone colpite. Vorrei inoltre ripetere a tutti l'invito ad aprire il cuore alla piet e alla generosit affinch, grazie alla collaborazione di quanti sono in grado e desiderano prestare soccorso, si possano alleviare le sofferenze causate da cos immane tragedia.
Contestata dal Governo centrale la consultazione sull'autonomia del dipartimento di Santa Cruz
INFORMAZIONI
Nomina di Vescovo Ausiliare
Il Santo Padre ha nominato Ausiliare di Porto (Portogallo), il Reverendo Sacerdote Joo Evangelista Pimentel Lavrador, ProVicario Generale della Diocesi di Coimbra, assegnandogli la sede titolare vescovile di Luperciana.
NOSTRE
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Dopo le primarie democratiche in North Carolina e Indiana
Contestata dal Governo centrale la consultazione sull'autonomia del dipartimento di Santa Cruz
L'amministrazione provinciale diventerebbe un Governo dipartimentale autonomo, con il potere di legiferare su trasporti, agricoltura, aree protette, sviluppo di biocombustibili, lavoro, spazio elettromagnetico, mezzi di comunicazione, cultura ed educazione, sistema elettorale, sistema sanitario e sistema giudiziario, oltre al potere di introdurre nuovi tributi. Lo statuto prevede invece che il Governo autonomo condivida con quello centrale di La Paz le competenze su alcune materie come lo sviluppo integrale degli indigeni e ne rispetti le disposizioni per le leggi su credito, per il sistema bancario, per le propriet intellettuale e industriale, per prodotti farmaceutici e per le carceri. Sebbene non pochi osservatori interni e internazionali ritengano probabile una riapertura del dialogo, altri pensano che sia solo rinviato lo scontro fra il capo dello Stato, che si dato per missione la legittimazione storica degli indigeni Quechua e Aymara boliviani e che da tempo impegnato in una politica di nazionalizzazione dellenergia, e gli esponenti bianchi e discendenti dei coloni spagnoli, maggioritari nel dipartimento di Santa Cruz e in altri, che di contro vogliono mantenere il controllo delle risorse. A giudizio di questi osservatori pi pessimisti, la tensione destinata a tornare a salire, dato che tre altri dipartimenti hanno in programma simili referendum nei prossimi mesi. I settori pi intransigenti degli indigeni hanno ribadito infatti la loro volont di occupare le terre dellest boliviano, mentre a Santa Cruz e in altre zone gli esponenti pi duri dellautonomismo hanno confermato la volont di espellere dal dipartimento i cosiddetti collas (indigeni). In ogni caso, i disordini che hanno accompagnato il referendum sono durati poche ore e gi il giorno dopo la situazione tornata gradualmente alla normalit a Plan Tres Mil (dove si avuto lunica vittima e il maggior numero di feriti), a Yapacan, a San Julian e a Montero, mentre i contadini hanno rimosso i blocchi stradali che impedivano il traffico verso il Beni e verso Cochabamba. Sul piano politico, inoltre, le parti non hanno perso lopportunit anche nella fase pi difficile del confronto di lanciare segnali di apertura, proponendo margini per un dialogo, prima di un vero e proprio negoziato sul futuro riassetto istituzionale della Bolivia. Sull'ineluttabilit di questo dialogo,
ad esempio, scommette uno dei pi autorevoli quotidiani boliviani, La Razn, nella sua analisi dei risultati del referendum a Santa Cruz. Lo stesso prefetto Costas, pur sostenendo che l'approvazione dello statuto di autonomia permette lavvio della pi importante riforma strutturale mai realizzata nella nostra patria, ha aggiunto che non unopera finale e statica, ma (...) deve essere aperta al dibattito, migliorata in quanto sia necessario. Di contro, il presidente Morales, sebbene abbia parlato di referendum illegale e incostituzionale, ha rivolto un appello a tutti i prefetti oppositori a lavorare per una autentica autonomia per i popoli indigeni, per i dipartimenti e per le regioni, sulla quale a suo avviso deve essere basata una nuova futura Costituzione dello Stato. Al coro dei fautori del dialogo si sono unite autorevoli voci internazionali. Il Segretario generale dellOrganizzazione degli stati americani (Osa), il cileno Jos Miguel Insulza, ha detto che giunto il momento del dialogo senza condizioni su tutti i temi controversi. Insulza non ha voluto esprimere un giudizio specifico sul risultato del referendum, ma ha indicato che tutte le questioni sollevate devono ora essere discusse a fondo. Anche gli Stati Uniti, spesso indicati come sostenitori degli autonomisti di Santa Cruz, hanno espresso sostegno per lintegrit territoriale della Bolivia, lanciando un appello alla riconciliazione nel Paese.
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Tel Aviv conferma la ripresa del processo di pace fermo da circa otto anni
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Colloqui ad Ankara per fare il punto sul processo di adesione all'Unione europea
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Esegesi biblica e diritto romano del matrimonio al XXXVII Incontro di studiosi dell'antichit cristiana
secolo, quando, rispetto al principio consolidato del consenso continuato della comune vita coniugale, il matrimonio si and configurando come vero e proprio negozio giuridico, per il sorgere del quale bastava il consenso iniziale dei nubendi che, pure se in seguito fosse venuto meno, non avrebbe inficiato la validit dell'istituto. Questa nuova concezione, se da un lato dette luogo alla ricerca di un'adeguata forma di obiettivazione del consenso matrimoniale, dall'altro spinse il legislatore a rendere pi stabile il vincolo coniugale limitando la possibilit dei divorzio a pochi casi (De Giovanni). Giova per ricordare che questa distinzione consenso continuo secondo il diritto romano classico, consenso iniziale nella dottrina cristiana, ragion per cui la trasformazione dipenderebbe da quest'ultima, retta dall'idea dell'indissolubilit sacramentale seducente. Spiega le differenze tra i due regimi. Ma nessun testo prova che sia stata proposta dai giuristi o dagli autori cristiani (Gaudemet). Comunque, nel 535 provvede Giustiniano nel modo pi chiaro a confermare il principio tradizionale: Nuptias... affectus al-
ternus facit dotalium non egens augmento. Cum enim semel convenerit seu puro nuptiali affectu sive etiam oblatione dotis et propter nuptias donationis, oportet causam omnino sequi etiam solutionem aut innoxiam aut cum poena, quoniam horum quae in hominibus subsequuntur, quidquid ligatur, solubile est (...). Parole diceva Bonfante caratteristiche, che riaffermano per l'ultima volta con singolar chiarezza di energia la realt umana e il diritto dello Stato di fronte alle pretese insorgenti della Chiesa e alla stessa parola di Cristo (...). Giustiniano, il pi cattolico degli imperatori bizantini, assume di parafrasare la parola divina, per inculcare che il diritto dello Stato non va confuso con gli ideali della Chiesa. Il quod Deus coniunxit equivale per lo Stato al neque nubent. Valutazione pacata che trova conclusione in una pagina che meriterebbe di esser riferita integralmente, anche per l'interna tensione che la anima un voluto ossimoro e che non deve esser dimenticata.
*Universit di Roma La Sapienza
Che coppia quella di due cristiani uniti da una sola speranza un solo desiderio una sola norma di vita un solo servizio
era una diversa sensibilit nei confronti dell'unione coniugale. Il matrimonio cristiano si differenziava da quello contemplato dalla tradizione giuridica romana per il principio dell'indissolubilit e la condanna dell'adulterio e del concubinato. Le raccomandazioni disciplinari degli scrittori cristiani erano rivolte inoltre sia agli uomini sia alle donne. Il matrimonio era visto infatti anche come comunione di sentimenti e ideali, un rapporto nel quale marito e moglie erano su un piano di parit e di collaborazione morale e spirituale, e ci naturalmente diventava ancora pi realizzabile nel momento in cui condividessero le stesse opinioni e fossero quindi entrambi cristiani. indicativa a questo proposito una pagina di Tertulliano, che nel trattato dedicato alla moglie scrive: Che coppia quella di due cristiani uniti da una sola speranza, un
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Quando sant'Ambrogio cant i martiri Vittore, Nabore e Felice
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il titolo assegnato dalla facolt di Teologia della pastorale giovanile per l'impegno nell'istruzione delle giovani generazioni di preti
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L'Osservatore Romano in tutte le sue componenti direzione generale, direzione, redazione, anticamera, edizioni periodiche, segreteria, archivi, ufficio correttori, ufficio grafici, ufficio traduzioni, ufficio sviluppo, diffusione e abbonamenti, ufficio fotografico, tipografia, amministrazione partecipa al profondo dolore della famiglia per la morte di
MAURO MEDICHINI
che per un quarantennio ha generosamente servito il giornale della Santa Sede, del quale stato redattore nel servizio Esteri dal 1970 al 1996. La messa esequiale sar celebrata venerd 9 maggio alle ore 12 nella chiesa di Santa Aurea a Ostia Antica. Citt del Vaticano, 7 maggio 2008.
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Mario Agnes profondamente colpito per la morte di
MAURO MEDICHINI
partecipa con affetto al dolore dei familiari. Citt del Vaticano, 7 maggio 2008.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il saluto di Benedetto XVI al patriarca Karekin II durante l'incontro sul sagrato della basilica Vaticana
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It is my great joy today to greet His Holiness Catholicos Karekin II, Supreme Patriarch and Catholicos of All Armenians, and the distinguished delegation accompanying him. Your Holiness, I pray that the light of the Holy Spirit will illumine your pilgrimage to the tombs of the Apostles Peter and Paul, the important meetings you will have here, and particularly our personal conversations. I ask all who are present today to pray for God's blessing upon this visit. Your Holiness, I thank you for your personal commitment to the growing friendship between the Armenian Apostolic Church and the Catholic Church. In 2000, soon after your election, you came to Rome to meet Pope John Paul II, and a year later, you graciously received him in Holy Etchmiadzin. You came once again to Rome together with many Church leaders from East and West, for the funeral liturgy of Pope John Paul II. I am sure that this spirit of friendship will be further deepened during the coming days. In an external niche of Saint Peter's Basilica, there is a fine statue of Saint Gregory the Illuminator, founder of the Armenian Church. It serves to remind us of the severe persecutions suffered by Armenian Christians, especially during the last century. Armenia's many martyrs are a sign of the power of the Holy Spirit working in times of darkness, and a pledge of hope for Christians everywhere. Your Holiness, dear Bishops and dear friends, together with you I implore Almighty God, through the intercession of Saint Gregory the Illuminator, to help us grow in unity, in one holy bond of Christian faith, hope and love.
Con grande gioia saluto oggi Sua Santit il Catholicos Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, e la distinta delegazione che l'accompagna. Santit, prego affinch la luce dello Spirito Santo illumini il suo pellegrinaggio sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, gli importanti incontri che avr qui e, in particolare, i nostri colloqui personali. Chiedo a quanti sono presenti oggi di pregare affinch Dio benedica questa visita. Santit, la ringrazio per l'impegno personale profuso nella crescente amicizia fra Chiesa apostolica armena e Chiesa cattolica. Nel 2000, subito dopo la sua elezione, venuto a Roma per incontrare Papa Giovanni Paolo II e, un anno dopo, lo ha affabilmente ricevuto nella Santa Etchmiadzin. Per le sue ese-
quie venuto di nuovo a Roma insieme a numerosi responsabili ecclesiali d'oriente e d'occidente. Sono certo che questo spirito di amicizia verr ulteriormente approfondito nei prossimi giorni. Una nicchia esterna della Basilica di San Pietro ospita l'elegante statua di san Gregorio l'Illuminatore, fondatore della Chiesa armena. Ci ricorda le dure persecuzioni subite dai cristiani armeni, in particolare nello scorso secolo. Molti martiri armeni sono un segno della forza dello Spirito Santo all'opera in tempi bui e un pegno di speranza per i cristiani ovunque. Santit, cari Vescovi e cari amici, insieme a voi imploro Dio Onnipotente, mediante l'intercessione di san Gregorio l'Illuminatore, di aiutarci a crescere nell'unit, in un unico, santo vincolo di fede, speranza e amore cristiani.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rendiamo grazie al Signore, che, attraverso il cortese invito di Sua Santit, ci ha offerto l'opportunit di visitare ancora una volta la citt eterna di Roma e la Santa Sede della Chiesa cattolica. Sono giunto dal centro e dalla sede spirituali della santa Chiesa apostolica armena, la Sede Madre di Santa Etchmiadzin, con i miei alti dignitari ecclesiali e le mie figlie e i miei figli preziosi e pii di tutto il mondo, e mediante l'abbraccio fraterno con Sua Santit, testimonio l'amore divinamente ordinato fra le Chiese cattolica e armena, che stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (Rm 5,5). Caro Fratello in Cristo, oggi, alla vigilia
della Festa di Pentecoste, quando uniamo le nostre preghiere a quelle sue, Santit, e dei fedeli, lodiamo e glorifichiamo lo Spirito Santo, che fonte di unit e trasforma con la grazia i nostri passi lungo vie di fraternit, passi che vengono fatti per gloria di Dio e derivano dall'amore di Cristo, per la pace nel mondo e una vita benedetta per l'umanit. Nonostante nella storia abbiamo percorso diversi cammini e vissuto diverse esperienze, siamo tutti figli dell'unico Dio e siamo tutti fratelli e sorelle nel suo amore santo. Nella nostra diversit sta la nostra unit di amore, testimonianza autentica del fatto che siamo figli di Dio. Nella fraternit e nell'amore di Cristo non devono essere ammessi intolleranza e scontro. L'umanit ha gi sofferto molto. Anche oggi il Creato, l'ambiente che ci circonda, minato da disaccordi fra le religioni, da guerre e terrorismo, dagli effetti della povert e della negligenza. I nostri fratelli e le nostre sorelle soffrono in Medio Oriente e in molte altre regioni del mondo, dove donne e bambini, an-
ziani e disabili sono minacciati dal disaccordo e dalla divisione, dalla concorrenza iniqua e dall'ostilit. Questa non la volont di Dio. Questa non la nostra vocazione. Aneliamo a una vita di pace, di creazione e di creativit, a poter utilizzare le grazie che lo Spirito Santo ci dona, a promuovere l'instaurazione dell'unit e della solidariet con l'amore di Ges Cristo e il messaggio del Vangelo poich tutto concorre al bene di coloro che amano Dio (Rm 8, 28). Noi armeni siamo sopravvissuti al genocidio e conosciamo bene il valore dell'amore, della fraternit, dell'amicizia, della pace e di una vita sicura. Oggi, molti Paesi del mondo riconoscono e condannano il genocidio commesso contro il popolo armeno dagli ottomani, come ha fatto la Santa Sede con Papa Giovanni Paolo II di venerata memoria, durante la mia visita fraterna a Roma nel 2000. Offrendo preghiere alla sua luminosa memoria, io, quale Pontefice degli Armeni, chiedo a tutte le nazioni e a tutti i paesi di condannare universalmente tutti i genocidi che si so-
no verificati nella storia e quelli che continuano ancora oggi affinch chi detiene il potere e l'autorit comprenda le proprie responsabilit e le conseguenze di quei crimini che sono stati e continuano a essere commessi contro il Creato, e comprenda anche che la negazione di tali crimini una ingiustizia pari al commetterli. In questo gioioso momento di preghiera, ci rivolgiamo con sincerit a Nostro Signore nei cieli affinch conservi il nostro pianeta indisturbato in armonia, fraternit e riconciliazione fra i popoli. Che Dio Onnipotente con il suo sguardo vigile mantenga costante le nostre due Chiese, proteggendo Sua Santit sotto la sua mano destra provvida, accordandogli molti anni di regno benedetto per condurre la Chiesa cattolica con la sua visione e la sua particolare saggezza su pascoli erbosi... e ad acque tranquille (Sal 23). Che l'amore e la grazia di nostro Signore Ges Cristo sia con tutti noi, ora e sempre. Amen.
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stata inaugurata nel marzo scorso a Doha ed intitolata a Nostra Signora del rosario
wir einen Fuballtag: Es ist nmlich auch Inter da, die wichtige italienische Mannschaft, und wir freuen uns darber. Der Heilige Geist hilft uns, als Christen Zeugnis zu geben und Gutes zu wirken. Der Herr begleite euch und eure Lieben alle Tage mit seiner Gnade. Queridos hermanos y hermanas: Saludo cordialmente a los peregrinos y visitantes de lengua espaola venidos de Espaa, Mxico y otros pases latinoamericanos. Exhorto a todos a orar incesantemente por el progreso ecumnico, pues la plegaria es el corazn del camino hacia la unidad entre los cristianos. Muchas gracias por vuestra visita. Amados peregrinos de lngua portuguesa, a minha saudao de boasvindas para todos vs neste ms de Maio, que tradicionalmente chama o povo cristo a multiplicar os seus gestos dirios de venerao e imitao de Nossa Senhora. Mostrai-vos agradecidos, no regateando a Deus o tempo que Lhe deveis. Rezai o tero todos os dias! Deixai a Virgem Me possuir o vosso corao: confiai-lhe tudo o que sois, tudo o que tendes! E Deus ser tudo em todos... Isto o que mais desejo a todos os presentes vindos de modo especial do Brasil, nomeadamente do Santurio Santa Terezinha do Menino Jesus em Botucatu ao conceder-vos, extensiva aos familiares, a minha Bno Apostlica. Witam przybyych do Rzymu Polakw. Jutro w waszej Ojczynie przypada uroczysto witego Stanisawa, gwnego patrona Polski. Jak Dobry Pasterz, ktry daje ycie za owce, sta na stray adu moralnego i praw Kocioa. Niech troska o zachowanie przykaza Boych i o sprawy Kocioa przenika wasze rodziny, parafie, kadego z was. Niech Chrystus bdzie fundamentem waszego ycia.
Chers frres et surs, Je suis heureux de vous accueillir, chers plerins francophones, en particulier le groupe de Saint-Hilaire du Harcouet, avec Monseigneur Georges Dupont, Evque mrite de Pala, les groupes venus de Suisse pour la crmonie du serment de la Garde Suisse Pontificale et les religieuses de la Congrgation du Rosaire du Liban. Que l'Esprit Saint fasse de vous les messagers de Dieu jusqu'aux extrmits de la terre. Avec ma Bndiction apostolique. Dear Brothers and Sisters, I offer a warm welcome to the Delegates taking part in the Annual Conference of the Canon Law Society of Great Britain and Ireland. I am also pleased to greet the pilgrims from Our Lady of the Rosary Church in Qatar. Upon all the English-speaking pilgrims, especially those from England, Scotland, Australia, India, Indonesia, Korea, Canada, Guam and the United States, I cordially invoke Almighty God's abundant blessings of joy and peace. Liebe Brder und Schwestern! Sehr herzlich heie ich die Pilger aus den Lndern deutscher Sprache willkommen. Einen besonderen Gru richte ich an die Eltern, Verwandten und Gste der Schweizergardisten, die anllich der Vereidigung der neuen Rekruten nach Rom gekommen sind. Ebenso gre ich die Abordnung des sterreichischen Fuballbundes. Heute haben
[Saluto i Polacchi venuti a Roma. Domani nella vostra Patria ricorre la solennit di san Stanislao, il principale patrono della Polonia. A immagine del Buon Pastore che d la vita per le sue pecore Egli vigilava sull'ordine morale e proteggeva i diritti della Chiesa. Invito le vostre famiglie, le parrocchie e ognuno di voi a mantenere il rispetto dei comandamenti e la cura per la Chiesa. Che Cristo sia il fondamento della vostra vita]. Szeretettel kszntm a Magyar Pspki Kar tagjait, akik ad limina ltogatson vannak itt. Isten hozta a magyar hveket, klnsen is azokat, akik nagy szmban a Pcsi Egyhzmegybl jttek. Ez a rmai t erstsen meg benneteket a Szent Pter utdja irnti szeretetben. Szvesen adom rtok s csaldjaitokra apostoli ldsomat. Dicsrtessk a Jzus Krisztus! [Saluto con affetto i Membri della Conferenza episcopale ungherese, che sono arrivati per la visita ad limina. Saluto inoltre tutti i fedeli ungheresi, specialmente il folto gruppo arrivato dalla Diocesi di Pcs. Questa visita romana approfondisca il vostro amore per il successore di san Pietro. Volentieri benedico voi e le vostre famiglie. Sia lodato Ges Cristo!]. Pozdravljam sve hrvatske hodoasnike, a osobito vjernike upe Svih Svetih iz Sesveta te Hrvatske Katolike Misije iz Klna. esto zazivajte Duha Svetoga kao to su to inili apostoli iekujui blagdan Pedesetnice, da i vi budete uvjerljivi svjedoci uskrslog Gospodina. Hvaljen Isus i Marija! [Saluto i pellegrini croati, particolarmente i fedeli della parrocchia di Tutti i Santi di Sesvete e della Missione Cattolica Croata di Kln. Invocate spesso lo Spirito Santo come hanno fatto gli apostoli aspet-
tando il giorno delle Pentecoste, affinch anche voi siate testimoni convincenti del Signore risorto. Siano lodati Ges e Maria!]. Saluto i pellegrini di lingua italiana. In particolare, rivolgo un cordiale pensiero al pellegrinaggio promosso dalle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento in occasione della beatificazione di Maria Maddalena dell'Incarnazione, ed incoraggio a promuovere sempre pi l'amore per l'Eucarestia affinch sorgano, accanto ad ogni Monastero dell'Ordine, gruppi di adoratori. Si realizzer cos l'anelito della vostra Beata Fondatrice che amava ripetere: Ges sia da tutti conosciuto, amato, adorato e ringraziato ogni momento nel SS.mo e Divinissimo sacramento. Saluto i rappresentanti delle Scuole delle Maestre Pie Venerini che ricordano il 280 anniversario di morte della Fondatrice, ed auspico che il loro pellegrinaggio a Roma sia ricco di frutti spirituali. Saluto i Dirigenti e i calciatori dell'Inter, nel centesimo anniversario di fondazione, e colgo l'occasione per sottolineare ancora una volta l'importanza dei valori morali dello sport nell'educazione delle nuove generazioni. Un affettuoso saluto rivolgo poi agli studenti del Circolo didattico di Sant'Antioco e a quelli dell'Istituto Madre Teresa di Calcutta, di Campodipietra. Desidero, infine, salutare i giovani, i malati e gli sposi novelli. Cari giovani, in questo mese di maggio da poco iniziato, che la tradizione popolare dedica a Maria, imparate da Lei a compiere sempre la volont di Dio. Contemplando la Madre di Cristo crocifisso, voi, cari malati, sappiate riconoscere il valore salvifico di ogni croce; e voi, cari sposi novelli, affidatevi alla protezione della Santa Vergine, per creare nella vostra famiglia quel clima di preghiera e di serenit che regnava nella casa di Nazareth.
L'arcivescovo Filoni presiede la cerimonia di giuramento di trentatr reclute della Guardia svizzera
vera sfida. Successivamente, il cappellano della Guardia svizzera, monsignor de Raemy, ha tenuto un discorso e letto il giuramento nelle lingue della Confederazione elvetica: tedesca, francese, italiana e romanza. Il cappellano ha ricordato le parole dell'antico vescovo di Lausanne, Genve e Fribourg, monsignor Marius Besson, il quale nel 1927 affermava: I nostri compatrioti che, da oltre 400 anni, hanno l'onore di formare la Guardia personale del Papa, non servono uno straniero. Si dedicano per il Padre comune dei fedeli. Per questo, monsignor de Raemy ha esortato le reclute: Voi non siete effettivamente dei mercenari che servono uno straniero. Siete dei cristiani che riconoscono in Benedetto XVI il successore di san Pietro.
a questo padre comune dei fedeli che consacrate le vostre forze, e perfino la vostra vita, il tempo del vostro servizio qui. Qui, siete a casa vostra, come tutti i cattolici. Qui accogliete i cristiani e i non cristiani del mondo. Il 15 settembre 1970 ha proseguito il prelato l'effettivo della Guardia svizzera pontificia era sceso al limite pi basso della sua storia: restavano solamente 44 guardie! Lo stesso anno per, il servo di Dio Paolo VI decise di mantenere la Guardia Svizzera quale unico corpo militare al servizio del Papa e dello Stato Vaticano. Rivolto ai giovani, il cappellano ha aggiunto: Onoriamo oggi la memoria di tutti coloro che vi hanno preceduti. Alla cerimonia erano presenti i cardinali Edmund Casimir Szoka, Henri
Schwery, Gilberto Agustoni, Attilio Nicora, Georges Marie Martin Cottier, William Joseph Levada, John Patrick Foley, Giovanni Lajolo, Raffaele Farina, numerosi gli arcivescovi e i vescovi, tra i quali, alcuni presuli svizzeri guidati dal vescovo Norbert Brunner, vice presidente della Conferenza episcopale svizzera. Molti i prelati della Curia romana, tra i quali, Gabriele Caccia, Pietro Parolin, Paolo De Nicol, Guido Marini e Guillermo Javier Karcher. Numerosi i membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, tra cui, il Decano e l'ambasciatore della Svizzera. In rappresentanza della Confederazione elvetica erano il presidente del governo del cantone dei Grigioni, Stefan Engler, il comandante dell'esercito svizzero Roland Nef e numerose autorit civili e militari.
* * *
Gli Em.mi Signori Cardinali, che desiderano concelebrare con il Santo Padre, sono pregati di trovarsi alle ore 9.30 nella Cappella di San Sebastiano della Basilica Vaticana per indossare le vesti sacre, portando con s la mitra bianca damascata.
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Tutti coloro che, in conformit al Motu Proprio Pontificalis Domus compongono la Cappella Pontificia e desiderano partecipare alla celebrazione liturgica, sono pregati di trovarsi alle ore 9.30 presso l'Altare della Confes-
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GIORNALE QUOTIDIANO
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Anno CXLVIII n. 108 (44.848)
POLITICO RELIGIOSO
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venerd 9 maggio 2008
Benedetto XVI dopo il concerto dell'Orchestra filarmonica e del coro dell'Opera di Shanghai
Giovani e politica
A rilento le autorizzazioni del Governo. I soccorsi raggiungono a fatica le zone pi colpite dal ciclone
INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Beatitudine Gregorios III Laham, Patriarca di Antiochia dei Greco-Melkiti (Siria).
NOSTRE
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Raymundo Damasceno Assis, Arcivescovo di Aparecida (Brasile), Presidente del Consiglio Episcopale Latinoamericano (C.E.L.AM.), con il Segretario Generale, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Vctor Snchez Espinosa, Vescovo titolare di Ambia, Ausiliare di Mxico (Messico).
Richard Horsey, portavoce dellufficio dellOnu per il Coordinamento degli affari umanitari, nel corso di un incontro a Bangkok sullemergenza umanitaria nel Myanmar. Un responsabile della giunta militare ha per dichiarato
che nella sola localit di Labutta, situata nel delta dell'Irrawaddy, una delle zone maggiormente colpite dalla furia della tempesta, sarebbero morte pi di ottantamila persone e il novantacinque per cento degli edifici sarebbe crolla-
IL
PAPA
E I SERVIZI A PAGINA
to. E nell'intera area, circa cinquemila chilometri quadrati di territorio rimangono sommersi dalle acque. Il militare ha aggiunto che, dei sessantatr villaggi che circondano Labutta, alcune decine sono stati completamente spazzati via dal ciclone. Secondo lincaricato daffari statunitense nel Myanmar, citato dall'emittente Cnn, le vittime della tempesta potrebbero essere pi di centomila. Il presidente del Parlamento europeo, Hans Gert-Poettering, si unito alle pressioni internazionali sulla giunta militare del Myanmar affinch rinvii a data da destinarsi il referendum sulla nuova Costituzione previsto per sabato 10 maggio. Anche Aung San Suu Kyi, leader della Lega nazionale per la democrazia (Lnd, il principale partito dell'opposizione), premio Nobel per la pace a causa della pacifica lotta per la democrazia nel Myanmar, ha chiesto il rinvio della consultazione elettorale.
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Csaba Ternyk, Arcivescovo di Eger (Ungheria), con l'Ausiliare, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Istvn Katona, Vescovo titolare di Brescello, in visita ad limina Apostolorum; Balzs Bbel, Arcivescovo di Kalocsa-Kecskemt (Ungheria), con l'Ausiliare, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Lszl Br, Vescovo titolare di Castra di Galba, in visita ad limina Apostolorum; Nndor Bosk, Vescovo di Debrecen-Nyregyhza (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum.
Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Costa d'Avorio il Reverendo Monsignore Ambrose Madtha, finora Incaricato d'Affari a.i. della Nunziatura Apostolica in Cina, elevandolo in pari tempo alla Sede titolare di Naisso, con dignit di Arcivescovo.
Sua Santit ha inoltre nominato Nunzio Apostolico in Haiti il Reverendo Monsignore Bernardito C. Auza, finora Consigliere nella Rappresentanza Pontificia della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, elevandolo in pari tempo alla sede titolare di Suacia, con dignit di Arcivescovo.
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Allarme del Fondo monetario internazionale
Prosegue in un clima di grande cordialit la visita ufficiale del presidente Hu Jintao a Tokyo
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Barghuti propone un piano di riconciliazione nazionale palestinese
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Per la prima volta dopo la fine della guerra civile nel 1990
BEIRUT, 8. Per la prima volta dai tempi della guerra civile che ha sconvolto il Libano tra il 1975 e il 1990, gruppi di attivisti politici rivali si sono dati battaglia ieri a Beirut a colpi di mitra e lanci di granate, dopo che il movimento sciita Hezbollah ha trasformato in violenta protesta antigovernativa quello che doveva essere uno sciopero generale indetto per chiedere aumenti salariali. Gli scontri si sono poi diffusi anche ad altre aree del Paese dove sono proseguiti anche oggi in modo cruento. In particolare, nella citt di Saadnayel, nella valle della Bekaa stata uccisa una donna, Rula Bu Hamdan, e sono state ferite altre cinque persone, compresi due bambini. Ieri gli attivisti dell'opposizione guidata da Hezbollah avevano bloccato con copertoni e cassonetti dati alle fiamme le principali vie di Beirut, compresa quella che conduce allaeroporto internazionale della capitale, e
anche oggi non sembrano disposti a rinunciare alla loro azione. Al contrario, in serata avevano affermato che la disobbedienza civile continuer fino a quando il governo non revocher le decisioni adottate contro Hezbollah. Luned scorso il Governo guidato dal primo ministro Fuad Siniora, che ha il sostegno di Usa, Paesi Europei e Arabia Saudita, aveva dichiarato illegale la rete telefonica privata e il sistema di videosorveglianza delle piste dellaeroporto allestiti da Hezbollah. Il Governo aveva anche sollevato dallincarico il responsabile della sicurezza dello scalo stesso, il generale Wafiq Shuqeir, che vicino al movimento Hezbollah. Tali disposizioni hanno fatto impennare la tensione politica gi alta, dopo che la Confederazione generale dei lavoratori, un sindacato considerato vicino a Hezbollah, aveva indetto per ieri lo sciopero nazionale e una manifestazione a Beirut. Nella capita-
le, peraltro, la partecipazione si dimostrata di fatto inesistente e anche in diverse altre regioni linvito a scioperare stato in gran parte ignorato. Di conseguenza, il sindacato aveva cancellato la manifestazione. Alla protesta sindacale, per, subentrata quella politica. Gli attivisti dellopposizione hanno continuato a paralizzare la citt bruciando copertoni e cassonetti. I sostenitori della maggioranza hanno reagito in due quartieri. Negli scontri, incominciati con bastoni e pietre, si presto fatto uso di armi da fuoco. Nel quartiere Ras al Nabaa, stata distrutta una sede della Corrente al Mustaqbal (Futuro), il partito del leader sunnita della maggioranza, Saad Hariri. A pochi chilometri di distanza, attivisti armati del movimento sciita Amal, anch'esso all'opposizione, si sono scontrati con sostenitori del Partito socialista progressista del leader druso Walid Jumblatt, che sostiene la maggioranza.
Dalla conferenza a Oslo tre miliardi di euro per aiuti al Sud Sudan
OSLO, 8. Oltre tre miliardi di euro di aiuti al Sudan per i prossimi quattro anni, per sostenere il processo di pace in Sud Sudan concordato nel 2005 e che ha messo fine ai ventuno anni di conflitto civile, sono stati stanziati dalla conferenza dei donatori, conclusa ieri a Oslo, in Norvegia, e alla quale hanno partecipato trentotto tra Paesi e organizzazioni internazionali. Il momento particolarmente critico per la stabilit del Sudan, ha osservato Hartwig Schafer, direttore del settore strategie e operazioni della Banca Mondiale, ammonendo che la persistenza di attivit bellica anche nel Sud Sudan, ma soprattutto nella regione occidentale del Darfur rischia di destabilizzare lintera regione. Da parte sua, Azraf Qazi, inviato speciale del segretario generale dellOnu Ban Ki-moon, ha sostenuto che gli aiuti e il conseguente rafforzamento degli accordi di pace in Sud Sudan avranno effetti positivi anche sulla spaventosa crisi nel Darfur.
HARARE, 8. La commissione elettorale dello Zimbabwe non considera possibile organizzare entro i ventuno giorni successivi allannuncio dei risultati del primo turno delle presidenziali, come previsto dalla legge, il ballottaggio tra il presidente uscente Robert Mugabe e Morgan Tsvangirai, leader del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), il principale partito d'opposizione. Secondo quanto riferito da Marwick Khumalo, che guida gli osservatori dell'Unione africana, la commissione elettorale ha comunque sostenuto che il ballottaggio si pu tenere entro dodici mesi. Prima che venissero espresse tali valutazioni, l'Unione africana aveva esortato Governo e opposizione a garantire che il secondo turno delle presidenziali fosse libero, trasparente e non violento, nel rispetto della Dichiarazione sui principi che presiedono elezioni democratiche in Africa, a suo tempo sottoscritti dai Paesi membri. La commissione aveva diffuso solo
Putin prevede l'economia russa In Zimbabwe non si pu tenere il ballottaggio pi forte di quella britannica
Secondo la commissione elettorale impossibile rispettare i tempi previsti dalla legge
il 2 maggio, dopo oltre un mese, i risultati delle elezioni presidenziali tenute il 29 marzo. A Tsvangirai era stato attribuito il 47,9 per cento delle preferenze, contro il 43,2 per cento di Mugabe. L'opposizione contesta il dato, sostenendo che Tsvangirai ha ottenuto al primo turno pi della met dei consensi e che non c' quindi necessit di ballottaggio. Sempre ieri, l'opposizione ha sostenuto che almeno venticinque suoi esponenti sono stati uccisi nelle violenze seguite alle elezioni del 29 marzo, quando oltre che per la presidenza si votato per rinnovare il Parlamento nel quale ora risulta maggioritario lo Mdc. A ieri abbiamo registrato venticinque morti, ma riteniamo che il bilancio sia ancora pi grave, perch gli accessi ad alcune aree agricole sono impediti da milizie e ronde armate, ha detto il portavoce del partito, Nelson Chamisa. Anche per quanto riguarda il Parlamento, comunque, ci sono contestazioni all'esito delle urne. Ben 105 ricorsi relativi ad altrettante circoscrizioni sono stati depositati al tribunale elettorale dello Zimbabwe sia dal l'Unione nazionale africana dello Zimbabwe-Fronte Patriottico (Zanu-Pf), il partito di Mugabe, al potere da ventotto anni, sia dall0 Mdc. Il quodiano ufficiale The Herald, nel darne notizia, ha precisato che lo ZanuPf ha contestato i risultati di 53 circoscrizioni e lo Mdc delle restanti 52, chiedendo quindi, in totale, verifiche sulla met dei 210 seggi assegnati in Parlamento. Nei ricorsi, i due partiti si accusano a vicenda di compravendita di voti o di corruzione degli ufficiali elettorali. Le massime autorit giudiziarie zimbabwane hanno anche fatto sapere che, data la grande mole di lavoro, 17 nuovi giudici sono stati nominati per gestire i ricorsi elettorali e una riunione per coordinare i lavori si terr venerd mattina presso l'Alta Corte di Harare. MOSCA, 8. Nel 2008 la Russia pu superare la Gran Bretagna nella crescita economica. questa l'ottimistica previsione fatta da Vladimir Putin alla Duma il ramo basso del parlamento dopo aver ricevuto il voto favorevole alla sua candidatura a premier. Citando le previsioni di alcuni esperti internazionali, Putin ha detto che gi entro fine anno il prodotto interno lordo russo potrebbe superare quello britannico. Secondo Putin, inoltre, nei prossimi quindici anni, la Russia pu e deve entrare nel novero dei Paesi leader per la qualit della vita. Oggi Putin dopo aver ieri lasciato la presidenza a Dmitri Medvedev ha quindi ricevuto il voto della Duma sulla candidatura a premier proposta dallo stesso Medvedev. L'approvazione era in realt scontata. Putin pu infatti contare sui voti non solo di Russia Unita il partito di maggioranza assoluta da lui guidato ma anche di Russia Giusta e dei liberal democratici dellultranazionalista Vladimir Zhirinovski. Solo i comunisti di Ghennadi Ziuganov avevano annunciato un voto contrario. Putin, dopo aver incontrato ieri i leader di partito in un irrituale colloquio svoltosi al Cremlino, intervenuto alla Duma, illustrando in un quarto dora il suo programma e rispondendo poi per circa quaranta minuti alle domande. Presentando la candidatura di Putin alla Duma, Medvedev si detto convinto che Vladimir Putin come premier svolger un ruolo chiave nella realizzazione degli obiettivi elaborati sotto la sua guida e oggi inseriti nella strategia dello sviluppo del paese fino al 2020. Ottenuta lapprovazione del ramo basso del Parlamento, Putin avr una settimana per sottoporre a Medvedev la squadra di Governo. Secondo alcune indiscrezioni, la lista dei ministri potrebbe essere pronta gi luned prossimo.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Giovani e politica
LOGGIA
on il Sessantotto i giovani sembrarono destinati a occupare un posto centrale nel panorama italiano. Essi vennero adulati, imitati, ricercati, quali portatori per eccellenza di tutto ci che era nuovo, autentico, libero. Il loro gergo, i loro abiti, i loro modi divennero in breve il gergo, gli abiti, i modi di tutti. Ma la societ italiana, all'apparenza tanto pronta a sposare ragioni e forme del Sessantotto e che ancora oggi continua ad ogni occasione a civettare con quanto di giovanile, di moderno, compare alla ribalta nella realt si poi mostrata e si mostra capace, invece, di manipolare modi e forme della modernit unicamente per rafforzare le proprie caratte-
ristiche, i propri vizi e i propri poteri antichi. Non a caso essa ha finito per dare vita, oggi, non solo a uno dei Paesi pi vecchi del mondo, ma a una delle realt pi ostili, nei fatti, alla dimensione giovanile, alla possibilit delle classi giovanili di avere un'istruzione, un lavoro, prospettive esistenziali degni di questo nome. In una visione di lungo periodo, insomma, forte la tentazione di considerare il Sessantotto come l'ennesima replica di quel modello di rivoluzione passiva, o rivoluzionerestaurazione, che Antonio Gramsci pensava fosse un carattere generale della storia italiana: la via che essa regolarmente prende quando si rende necessario integrare il mutamento nella continuit, quando si vuole depotenziare lo stesso mutamento dai suoi eventuali, troppo traumatici, effetti. L'attacco alla tradizione e all'autorit stato l'ambito rivelatosi strategico per condurre a termine questa operazione. noto che poche cose caratterizzarono il Sessantotto dandogli il suo inconfondibile sapore di modernit come la spinta antiautoritaria e antigerarchica, e che in nessun'altra dimensione come in questa si fece sentire il peso della fantasia e della protesta giovanile, della contestazione, come allora si disse. Ma proprio su questo terreno avvenne la prima cruciale espropriazione da parte del vecchio ai danni del nuovo. Ne fu protagonista la politica, la quale s'impadron rapidamente dell'ampio moto sociale di quegli anni, che da parte sua cedette senza resistenza alla tentazione di rivestire il magma confuso ma vitale delle proprie aspirazioni, delle proprie generose parole d'ordine, dentro l'involucro quasi sempre troppo stretto della militanza e dell'ideologia tradizionali. questo un punto decisivo. Nessuno discute che il Sessantotto dovesse per forza di cose mettere capo alla sfera della politica. Ma il fatto che nonostante esso si presentasse cos carico di elementi di rottura, alla fine, nella realt, la sua politicizzazione non solo avvenne ricalcando modelli e contenuti consueti, se non addirittura arcaici, ma questa, dopo un primo momento di rottura effettiva, fin per essere utilizzata al servizio di equilibri e di interessi che non avevano in s nulla di nuovo, n erano la manifestazione di alcuna reale volont trasformatrice. Questa integrazione/adattamento del Sessantotto fu il frutto di una comples-
sa partita a tre giocatasi negli anni Settanta tra tutto ci che si riconosceva nelle novit di quell'anno-simbolo da un lato il marxismo dall'altro, e infine, il partito comunista. Per le particolari condizioni dell'Italia di allora, il marxismo apparve alla stragrande maggioranza dei giovani e dei meno giovani ansiosi di grande mutamenti come la propria collocazione naturale. Esso, in effetti, si presentava come una cultura capace di soddisfare allo stesso modo due diverse esigenze, in quel momento egualmente impellenti: da un lato l'esigenza di un radicale mutamento sociale e politico, proprio di una cultura per antonomasia rivoluzionaria e quindi ritenuta capace di mobilitare adeguatamente gli agenti sociali del mutamento stesso; e dall'altro l'esigenza di una profonda modernizzazione della mentalit e del costume, propria di una cultura d'impianto storicista, quindi ritenuta in grado come nessun'altra di leggere e di interpretare il proprio tempo. Oggi facile per noi giudicare tutto ci evidentemente superficiale e sbagliato, ma per capirne il senso e il rilievo basta che ricordiamo quale fascino il richiamo del marxismo allora esercit pure su ampli settori del mondo cattolico non solo italiano i quali giunsero talora a vedervi una sorta di traduzione laica del messaggio spirituale cristiano con cui immaginare addirittura un'eventuale possibile integrazione. Ma nell'Italia del tempo dire marxismo non poteva che voler dire il partito comunista. Forte anche del prestigio derivantegli dal suo tradizionale ruolo di oppositore e di partito di riferimento del maggiore sindacato del Paese, il Pci si trov ad essere il naturale collettore politico della rottura sessantottesca. Nel corso del decennio successivo esso accrebbe enormemente la propria influenza e il proprio insediamento nel tessuto sociale del Paese e vide aumentare i propri voti fino a sfiorare la maggioranza relativa. Il resto del sistema politico, a cominciare dalla Democrazia cristiana e dal Partito socialista, fin sostanzialmente per adeguarsi, non volendo e non potendo essere insensibile alle richieste di cambiamento e di rinnovamento che il Sessantotto aveva messo in moto e che conquistavano udienza sempre pi vasta. Accadde cos che in Italia l'ispirazione del nuovo e l'aspirazione al nuovo che nel frattempo erano state fatte pi o meno acriticamente proprie dall'intero mondo della cultura e dei media diventassero in certo senso
patrimonio comune di tutte le principali forze politiche: per giunta nel momento in cui tra queste si stabiliva una sostanziale convergenza il compromesso storico ed essendone dunque una causa e ricevendone al tempo stesso alimento. Tradotte in ambito politico, insomma, le novit messe all'ordine del giorno dalla cultura del Sessantotto principalmente sul piano dei diritti individuali e di cittadinanza, ebbero il singolare destino di non trovare quasi nemici, o, se li trovarono, furono nemici pro forma, pronti in pratica ad arrendersi senza combattere. (...) Accadde cos che il Sessantotto, proprio a causa del suo totale successo presso l'establishment istituzionale di ogni colore fin inevitabilmente per perdere ogni individualit. Adottato a furor di voti dal Parlamento, per non dire dei media, divent il nuovo gergo della politica e, va da s, il nuovo conformismo delle maggioranze la page. E tuttavia, a quaranta anni di distanza impossibile non pensare a quel periodo come quello in cui fu realmente fondata nei fatti, l'attuale democrazia italiana. O se si vuole in cui le sue fondazioni furono ampliate, dal momento che al primo stabilimento delle forme politiche della democrazia, avvenuto nel 1948-1953, si aggiunse ora la pi o meno compiuta instaurazione delle forme sociali della democrazia. Che quello del Sessantotto sia stato un autentico momento fondativo, uno di quei momenti cio in cui la storia sembra fissare per sempre nell'animo di un gruppo di individui emozioni e sensibilit che poi diventeranno un ricordo e un tratto indelebili, si ricava anche da un elemento all'apparenza secondario ma in realt decisivo. E cio dall'importanza che quegli anni e la loro temperie hanno avuto nelle biografie di tanta parte della nostra attuale classe dirigente, specie politica, la quale proprio com'era accaduto con la Resistenza alla generazione che l'aveva preceduta da l ha tratto esperienze, amicizie, modi agire e di pensare, destinati a durare nel tempo. Dunque, il Sessantotto come un momento di fondazione della democrazia italiana. Dovremmo almeno retrospettivamente rallegrarci. E certamente lo facciamo; sennonch, pur facendolo, ciascuno di noi, credo, avverte per che quella fondazione avvenne in un modo per nulla lineare, spesso equivoco, che essa fu quasi sempre un ibrido che cercava di mettere insieme cose che insieme non potevano stare, che vi manc qualcosa di essenziale. Sono convinto che sia andata proprio cos, e se cerco di comprenderne la ragione credo che ci sia dovuto precisamente all'origine sessantottesca, a questa sorta di Dna ideologico-politico, e prima ancora antropologico, che la democrazia italiana rifondata si porta con s da allora. Il Sessantotto stato una fonte non rinnegabile di tale democrazia. Ma insieme esso ne ha rappresentato un limite, un vincolo sempre pi stringente, un peso che diviene ogni giorno pi pesante. E quan-
progressivamente nella coscienza del Paese e delle classi dirigenti che allora stavano vedendo la luce. Non a caso, quando da l a un paio di decenni il sistema dei partiti della prima Repubblica sarebbe stato travolto, e altre formazioni sarebbero venute alla luce, il loro profilo politico avrebbe del tutto o quasi ignorato quei nodi problematici di cui ho appena detto, e solo con il tempo, dopo molte occasioni perdute, l'opinione pubblica li avrebbe pian piano riscoperti e sentiti come questioni ancora brucianti della propria storia e del proprio presente. Ma ormai una mutazione certo assai significativa era avvenuta nella mentalit comune, se nel discorso pubblico e nella prassi politico-istituzionale del Paese l'unit nazionale era ormai divenuta una dimensione sempre pi incerta e problematica, o se poteva sembrare la cosa pi normale di questo mondo e invece era un caso unico in tutta Europa sentire risuonare ripetutamente in qualche congresso di partito Nonostante il Sessantotto si presentasse italiano e nella sua campagna elettorale carico di elementi di rottura slogan in inglese tratti da lontani scenari nella realt la sua politicizzazione avvenne transatlantici. ricalcando modelli e contenuti Ma oltre che per essere all'origine di consueti se non addirittura arcaici questa rimozione della dimensione nazioi raffinati modelli macroeconomici ela- nale (...) l'eredit del Sessantotto ha borati in qualche universit americana, pesato, e pesa, sulla vita pubblica itaper non dire delle pi varie esperienze liana per un altro effetto. Perch da l del socialismo e del comunismo inter- ha preso le mosse e l si radicata nelnazionali e dei movimenti di liberazio- la nostra mentalit un'ostilit molto ne del Terzo mondo, cos come il cate- precisa verso una certa idea della dechismo dei cattolici olandesi o la teolo- mocrazia. Ostilit cio verso l'idea che gia latinoamericana, diventarono il la democrazia pi che sulla partecipanormale cibo intellettuale del pubblico zione dal basso e sulla diffusione del potere fondata sul controllo degli atti italiano. Fu certamente una grande e merito- del potere; verso l'idea che per funzioria opera di svecchiamento culturale. nare la democrazia deve essere capace Ma anche vero che in questo modo di creare spazi sociali sottratti ai mecera destinato a depositarsi nella co- canismi della politica; che ad un regiscienza del Paese l'idea che ormai me democratico necessaria non meno quella italiana fosse diventata una delle ma pi meritocrazia, non un minore tante societ mature dell'Occidente ca- ma un diverso principio d'autorit; pitalistico, inserita, nel bene e nel ma- verso l'idea che in una democrazia l'indulgenza verso chi abusa dei diritti le, nei suoi processi di sviluppo. Accadde cos che la consapevolezza inietta il veleno mortale dell'impossibidei grandi nodi problematici della no- lit di fondare i doveri. Questa idea della democrazia stenta stra vicenda nazionale (...) impallidisse do dico Sessantotto voglio naturalmente dire il sentire diffuso che da l prese le mosse, il senso comune, gli stereotipi culturali, i modelli di riferimento, che si formarono intorno a quella data e che in buona sostanza sono arrivati fino a noi avendo modellato in misura decisiva il passato che ci sta immediatamente alle spalle. (...) La cultura del Sessantotto ebbe un fortissimo tratto transnazionale. Fu allora opinione comune che modernit e industrialismo capitalistico fossero ormai divenute il nostro orizzonte obbligatorio, destinato a omologare ogni specificit. Un orizzonte magari da rovesciare con la lotta, ma comunque ineludibile perch acquisito una volta per sempre. Sembr naturale, in questa ottica, importare idee e libri dall'universo mondo credendoli in qualche modo confacenti a noi. L'esperienza psichiatrica inglese o il modello delle lotte studentesche giapponesi, la riflessione sociologica fiorita a Francoforte o
tuttora a farsi strada da noi perch in Italia a partire dal Sessantotto ha preso crescente vigore una visione diversa, per molti versi opposta. Sullo sfondo di un'opzione ideologica che amava presentarsi come antirepressiva e spaziava su amplissima latitudine dall'ingenuo vitalismo dei figli dei fiori alla dura protesta evangelico-classista di don Milani verso le bocciature comminate dalle maestre dei pierini si sviluppata, infatti, una concezione diciamo cos easy, assai sciolta, liquida, per un verso, ma per l'altro tendente all'iper-regolamentazione, dei rapporti intraindividuali e tra gli individui e le istituzioni. (...) Forse quanto sono venuto dicendo apparso a pi di uno tra voi come improntato a un eccesso di pessimismo. Ma non pessimismo; solo l'obbligatoria severit del bilancio di una generazione, la generazione a cui appartengo, la quale, se guarda indietro al cammino percorso, non mi sembra che abbia da menare troppo vanto. Nati al tempo della rovina bellica, della disfatta e della guerra civile, abbiamo pi o meno la stessa et della Repubblica e dunque abbiamo accompagnato il nostro Paese sulla via della democrazia e della modernizzazione. Potremmo forse accontentarci. Ma rimane troppo forte, almeno a me rimane troppo forte, la sensazione se mai abbiamo appartenuto a qualcosa che si possa definire come la classe dirigente la sensazione, dicevo, di non aver saputo capire e vedere a sufficienza, di non aver saputo guidare e governare, di non esser stati capaci di opporci, com'era invece necessario, agli errori che portava con s il nostro tempo. Come forse accade a tutte le generazioni al tramonto, ci rimane insomma la sensazione che qualcosa di essenziale sia ancora da fare per veder nascere quel Paese che tanti anni fa un giovane fucino, Teresio Olivelli, partigiano delle Fiamme Verdi, massacrato di percosse nel lager di Flossenbug per un gesto di solidariet verso un compagno di sventura, affidava all'invocazione della sua Preghiera di un ribelle: un'Italia severa e generosa. Il mio augurio che possiate essere voi tra coloro cui toccher di costruire e di vedere quell'Italia.
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Un convegno alla Pontificia Universit Lateranense per i quarant'anni dell'enciclica Humanae vitae
n Norvegia, l'11 giugno 2008, il Parlamento adotter una nuova legge sul matrimonio di genere neutrale, sostenuta da una larga maggioranza sia nell'opinione pubblica sia nello stesso Parlamento. molto chiara la percezione per cui tutti hanno il diritto di sposarsi e di avere figli. La legge include il diritto ad adottare bambini nati da coppie omosessuali mediante tecniche di inseminazione. In Norvegia sono ancora proibite l'ovodonazione e la maternit surrogata, mentre la donazione di seme legale. Quando la legge sar approvata, i bambini nati da coppie dello stesso sesso potranno essere adottati dal genitore non biologico della coppia stessa. Nel dibattito pubblico che ha preceduto questa legge la genitorialit biologica stata considerata ininfluente, come qualcosa che non ha alcun rapporto con la genitorialit reale, ora concepita come l'abilit di prendersi cura di un bambino. Gli unici a opporsi a questa legge sono stati i gruppi religiosi. evidente che nessuna nozione sulla natura umana, inclusi i suoi aspetti biologici, viene considerata costante e certa. Il fatto che un bambino abbia diritto ai propri genitori biologici e a essere cresciuto da loro non viene preso in considerazione. Inoltre madre e padre non sono considerati necessari per allevare un bambino perch il sesso divenuto una questione sociale e non biologica. Nella situazione attuale in cui secondo lo Zeitgeist (spirito del tempo) tutto si pu decostruire e ricostruire, giunto il momento di esaminare i problemi pi profondi delle attuali politiche occidentali, in particolare di quelle europee. Il grado di relativismo talmente elevato che non esistono pi comuni Grundwerte (valori fondamentali) dal punto di vista antropologico. Oggi, nella politica europea, sembra impossibile discutere di cosa un essere umano. (...) La codificazione dei diritti umani stata la risposta al relativismo politico e legislativo della Germania nazista e della seconda guerra mondiale. In breve si posto il problema concreto di obbedire o meno a ordini provenienti da chi detiene il potere, in questo caso Hitler, quando essi erano contrari alla morale. I processi di Norimberga hanno stabilito che sbagliato ubbidire a tali ordini e che esiste, di fatto, una legge superiore, una legge naturale se vogliamo, che non solo proibisce l'ottemperanza a quegli ordini, ma la considera anche un crimine. Sulla scia di questa conclusione rivoluzionaria negli affari internazionali, una decisione senza precedenti nella storia da parte di un tribunale, sorto un movimento per specificare le implicazioni di tale legge naturale per l'essere umano. Solo tre anni pi tardi, ci ha prodotto la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, un insieme sopranazionale di diritti innati e inalienabili per ogni essere umano. evidente che la dichiarazione dei diritti dell'uomo ha costituito un modello comune a tutti i membri della famiglia umana come afferma il preambolo, e non qualcosa che pu essere cambiato a piacimento dagli agenti politici. Tuttavia, oggi in Europa sta accadendo proprio questo. (...) Charles Malik, uno dei redattori pi importanti della Dichiarazione, ha affermato: Quando dissentiamo sul significato dei diritti umani, dissentiamo sull'essenza della natura umana. Il concetto stesso di diritti umani dunque significativo soltanto se concordiamo sul fatto che esiste una comune natura umana conoscibile mediante la scoperta della ragione. Quest'ultima dichiarazione tuttavia in grande contrasto con la mentalit contemporanea, relativistica e soggettivistica, disdegnando l'idea dell'esistenza della natura umana in quanto tale e della sua conoscibilit mediante la ragione. Tuttavia, negando ci e considerando i diritti umani come qualcosa che meri processi politici possono modificare, in che modo si pu sostenere che i diritti umani sono un modello per gli altri, se non lo sono per noi stessi? Oggi, in Europa, non esiste una base chiara di diritti umani, ma una lotta intensa sulla loro interpretazione e spesso una grande discrepanza fra ci che uno Stato proclama nelle conferenze internazionali ufficiali e la sua politica interna. (...) La situazione dunque bizzarra. (...) Il paradosso ancor pi lampante
se consideriamo la tendenza a non definire affatto i valori che sottendono la democrazia europea, ossia la tendenza a un totale soggettivismo, perfino al nichilismo: tu hai la tua opinione, io ho la mia e quanti affermano che esistono definizioni normative oggettive, Grundbegriffe (concetti fondamentali), sono fondamentalisti e antidemocratici. Questa tendenza estremamente pericolosa. Tale soggettivismo mina la democrazia e prepara il terreno al totalitarismo: se non c' alcun modello a determinare ci che giusto, tutto pu divenire giusto. Le vecchie differenze ideologiche sono scomparse per lo pi dopo la Guerra Fredda e non sono state sostituite. Invece, le preferenze individuali dominano la politica. La tendenza al nichilismo, cento anni dopo il libro di Friedrich Nietzsche Al di l del bene e del male, felicemente sottotitolato Preludio di una filosofia dell'avvenire si manifesta nella mancanza di fiducia nella capacit umana di pervenire, mediante il dibattito e il pensiero ponderati, alla verit oggettiva sulla natura umana e sui vizi e le virt umane. Questa posizione dominante e implicita nell'attuale politica europea. Il concetto stesso di verit non viene solo contestato, ma anche considerato, come sempre stato del resto, fondamentalista, repressivo e antidemocratico. Questa strana avversione al concetto di verit legata intimamente al politicamente corretto. Si tratta del concetto pi potente che le nostre democrazie occidentali possiedono ed del tutto immateriale. Il potere di ci che politicamente corretto o meno percepito dalla maggior parte delle persone: si percepisce che qualcosa che era comme it faut, improvvisamente non lo pi. Senza dubbio i mezzi di comunicazione sociale svolgono un ruolo chiave in questo processo di biasimo e di lode. Pensare di poter scoprire verit oggettivamente valide certamente la posizione meno politicamente corretta possibile. Ciononostante proprio quanto io sostengo. Il potere del politicamente corretto, soggettivo e supportato dai mezzi di comunicazione sociale, possibile solo perch non c' ricerca della verit, che considerata impossibile e forse anche fondamentalmente indesiderabile. Tuttavia, con questa premessa: i diritti umani non possono esistere perch non possono essere definiti. Il paradosso della moderna democrazia moderna proprio questo: professiamo e imponiamo diritti umani in tutto il mondo, ma rifiutiamo di definire la loro sostanza nel nostro Paese. Vogliamo che significhino ci che abbiamo deciso che debbano significare in un determinato momento. In tal modo facciamo del politicamente corretto la stella guida della politica. La maggior parte degli elettori non si pronuncia nei referendum su tali questioni, ma la cosiddetta opinione pubblica viene creata nelle campagne dei mezzi di comunicazione sociale, spesso mediante abili
alleanze con gruppi di interesse. Parte di questa imprenditorialit delle norme consiste nel biasimare e intimidire le opinioni minoritarie e nel creare l'immagine di una opinione maggioritaria mediante l'abile uso dei mezzi di comunicazione sociale. Quindi, cos facendo, la tolleranza tanto rivendicata diviene profondamente intollerante. Il risultato finale che ci pu diventare giusto. Si tratta dell'implicazione logica del soggettivismo estremo.
n Francia, a met degli anni Novanta del 1900 l'82,1 per cento dei bambini nati erano stati desiderati in quel momento, mentre il 10,5 erano stati desiderati ma non in quel momento e vengono detti mal pianificati. Resta un 7,4 per cento di nascite non desiderate. Questa percentuale era tre volte pi alta a met degli anni Sessanta. A quell'epoca (1963-1967), come nel periodo 1966-1972, le nascite non previste e non desiderate rappre-
sentavano un totale di circa il 42 per cento del totale. Fenomeni dello stesso tipo sono osservabili in tutte le societ che hanno conosciuto la rivoluzione demografica, caratterizzata da una diminuzione sia della mortalit infantile sia della fecondit. La diminuzione della mortalit in et giovanile, con il suo spostamento verso l'anzianit, ha generato il concepimento e la nascita di bambini individualmente desiderati, una rottura totale e senza eguali nel modo di riproduzione della vita, della specie umana. La rivoluzione demografica, che rivoluzione della quantit, ha cos scatenato, o piuttosto permesso, una rivoluzione della qualit, rendendo possibile e liberando aspirazioni che erano in fermento da lungo tempo nei Paesi della cristianit latina occidentale e comportando conseguenze importanti per la vita sociale e culturale, alcune delle quali sono gi visibili. (...) Gli effetti della rivoluzione demografica non si fermano alla trasformazione delle forme familiari ma all'origine di un mutamento antropologico. Il bambino attualmente il frutto di una riproduzione guidata, voluta, e ha la certezza di vivere visto lo spostamento della mortalit verso l'anzianit. (...) Essere stato desiderato, essere desiderato, credere o sapere che si stati desiderati, la rappresentazione razionale centrale attorno alla quale avviene la costruzione psicologica dell'individuo. Questa relazione originale, stabilita dall'inizio della vita, strutturer la psicologia della persona per tutta la sua esistenza. L'individuo moderno pu vivere solo se costantemente rialimentato dal desiderio degli altri, dal desiderio degli altri che sia lui e lui solo nel lavoro, in famiglia, nel suo entourage, ma anche in quanto cittadino, nella vita pubblica da qui la sua fragilit costitutiva. Per questo tipo di personalit psicologica, il legame fondamentale il filo che lo collega agli altri, e non in primo luogo ci che lo collega alle norme. attraverso questo legame con gli altri stabilito per mezzo del desiderio che gli altri hanno di lui, che accede alla norma e a morali collettive. Per i genitori, ma anche per il bambino, si pone immediatamente una questione cruciale: quali prove addurre (a mio figlio, ma anche a noi stessi) del fatto che il mio bambino stato concepito per se stesso, per essere se stesso, una personalit particolare, e che non il frutto del caso accolto senza desiderio? Come manifestargli la realt delle nostre intenzioni, una volta nato? Il desiderio di un bambino e queste intenzioni si manifestano e si realizzano nell'autonomia, nell'esigenza di autonomizzazione rapida della personalit nascosta nel bambino, e, per i genitori, attraverso un interrogativo lancinante, dal momento in cui deve essere presa una decisione di vita o educativa riguardante il bambino: ho avuto torto o ragione a decidere, a
L'
immette nella sfera del mistero della vita che nessuna tecnica potranno mai abolire n umiliare. Nello stesso tempo, si deve ribadire che quando la natura ferita nella fecondit materna o paterna e il desiderio di essere genitore non pu essere realizzato non pu sopraggiungere automaticamente l'imperativo del diritto a essere padre o madre ad ogni costo. L'amore deve essere capace di aprirsi a nuove forme di maternit e paternit che sono altrettanto responsabili proprio perch assumono in s la gioia e la fatica di restituire il sorriso a tanti che non conoscono una famiglia. Ritornando al pensiero iniziale dell'enciclica ritroviamo un insegnamento profondo. Al fondo del cuore di ognuno vi sempre la ricerca della felicit; per questo, fin dagli inizi della sua riflessione l'uomo ha posto delle fondamenta per ritrovare quei principi e quelle linee di condotta che gli permettessero di raggiungerla. L'etica si staglia con la sua originalit e la sua forza persuasiva proprio all'interno di questo contesto che pone come ideale il raggiungimento della felicit ma costruendo l'intero impianto sul fondamento della legge naturale. Una legge che va conosciuta, indagata e compresa con intelligenza e amore. Un binomio importante perch qualifica le diverse strade attraverso cui l'uomo conosce la verit che le viene offerta e che pu raggiungere mediante atti che riportano alla sua unit essenziale e non solo alla sua razionalit. In un momento in cui da qualche parte del pianeta qualche scienziato sta mettendo a punto un ulteriore e pi sofisticato sistema anticoncezionale che sar un semplice spray da spruzzare sul braccio, o nel momento in cui si propagandano cifre astronomiche e davvero poco credibili circa i figli nati da coppie omosessuali con l'intento di provo-
care un'ulteriore lacerazione nel tessuto sociale per la rivendicazione di diritti che non vogliono confrontarsi con la responsabilit sociale, o nel momento in cui si vuole perfino togliere dal vocabolario il termine padre e madre, probabilmente venuto il momento di far sentire di nuovo e in modo forte la voce per richiamare ai principi fondamentali inscritti nella natura a cui nessuno pu venire meno, senza distruggere la componente pi umana che possediamo per la nostra appartenenza a essa. La natura non un'invenzione cattolica, ma una realt che ci precede, ci accompagna e ci seguir nonostante i tentativi di volerla umiliare, ferire e forse distruggere. Non ci sar futuro autentico per le nuove generazioni se non saremo capaci di consegnare loro una ricchezza di cultura che pone la natura come un patrimonio comune che offerto e non pu essere violentato; con le sue leggi che tutti devono riconoscere e accogliere prima ancora di essere riformulate in sistemi giuridici. Il mercato ha bisogno delle sue leggi, ma anche la natura ha le sue leggi che vanno rispettate almeno tanto quanto quelle della ricerca scientifica e tecnologica. Se, tuttavia, si tentati di porre le leggi del mercato al di sopra di tutto ne deriva inevitabilmente una prepotenza tale a cui non c' rimedio. Benedetto XVI nel suo discorso alle Nazioni Unite ha ribadito con forza quando ha sostenuto che I diritti umani debbono essere rispettati quali espressione di giustizia e non semplicemente perch possono essere fatti rispettare mediante la volont dei legislatori (...) Mentre la storia procede, sorgono nuove situazioni e si tenta di collegarle a nuovi diritti. Il discernimento, cio la capacit di distinguere tra il bene e il male, diviene ancora pi essenziale nel contesto di esigenze che riguardano le vite stesse e i comportamenti delle persone e dei popoli.
proibire, a autorizzare, persino a discutere, e secondo quelle norme, a piegarmi o a non piegarmi al suo desiderio poich l'ho desiderato. I bambini, naturalmente, hanno una conoscenza spontanea, intuitiva, di questo dibattito interiore. Questo meccanismo implicito, che sottende la relazione e la formazione psicologica del bambino, spiega il fatto che l'accesso a un'autonomia piena e totale sia divenuto la norma educativa pi importante delle societ, che figuri nei diversi testi internazionali che definiscono i diritti dell'uomo e quelli del bambino e che in Francia, ad esempio, si pretenda di misurarla a scuola. Fare emergere il singolo io del bambino la norma educativa fondamentale del tempo, e perci questo tempo anche il tempo dell'egocentrismo (che non bisogna confondere con il narcisismo, concetto passe-partout aggiunto alla teoria freudiana). Tuttavia le condizioni nelle quali l'io del bambino desiderato chiamato a nascere ci fanno altres comprendere perch questo tempo anche un tempo di crisi del divieto. L'egocentrismo non risulta da un conflitto, ma da una relazione. Non ha vocazione a generare il conflitto, bens la relazione. Non l'egoismo, e non neppure il contrario. Questo carattere sorprendente deriva dal suo modo di elaborazione. il prodotto diretto della relazione con gli altri, i genitori. il prodotto specifico dell'individualizzazione moderna. (...) Per questo l'individualismo moderno non solo una relazione, ma anche un'individualizzazione attraverso l'origine, non senza origine o contro l'origine. Ci attesta che la nostra epoca affascinata dalla genealogia, dall'identit, dalla ricerca delle origini nel caso in cui queste sono state occultate da un abbandono precoce seguito da un'adozione, e naturalmente dai doveri di memoria. L'autonomia alla quale accede il bambino, poi l'adolescente, deve essere precisata: un'autonomia psicologica e non sociale o materiale. Si sviluppa in un universo di restrizioni. (...) Associata allo sradicamento della mortalit infantile e giovanile e alla diminuzione del tasso di mortalit, essa tende a generare sentimenti di onnipotenza, di fierezza, di orgoglio, e si pu dire che ha sotterrato la vecchia umilt della giovent, a beneficio di atteggiamenti di sfida ricorrenti, divulgati dal cinema, dalla musica, dai videoclip, dalle serie televisive. questo uno dei moventi, in cui si pu vedere una sofferenza che ritorna, dello sviluppo della violenza fra i giovani. Questa miscela esplosiva di autonomia psicologica precoce e di sentimenti di onnipotenza produce culture proprie, che vanno dalla loro messa in scena nelle diverse categorie di emissione della telerealt alle musiche e alle mode degli adolescenti, la cui gravit si limita ai turbamenti dell'io. Questo genere di cultura devasta le culture ereditate, che tornano comprensibili solo pi tardi. La societ rafforza per il fenomeno nell'adolescenza. Pi che nelle altre fasi, l'adolescenza era il periodo della crescita sociale per eccellenza; attualmente, essa non pi, al massimo, che il periodo di potenzializzazione delle condizioni di una crescita sociale sospesa sine die, e in ogni caso rimandata. Cos l'adolescente si trova dotato di un io chiamato precocemente a essere pieno e totale, ma il cui uso utile viene sospeso dalla societ. Da qui una contraddizione letale nella condizione dell'adolescente, lo sviluppo di patologie del dominio del reale e ci che ho chiamato condotte di esaurimento nell'attesa, in particolare nell'ossessione per le feste. La condizione dell'adolescente un modo di vivere sotto una luce particolarmente acuta un nuovo dato della vita umana che ci interroga: la morte della mortalit. (...) La morte ha smesso di essere la grande educatrice. Attualmente l'uomo derivato dal sapiens vive senza la consapevolezza della morte quasi per met della sua vita. Vive senza la consapevolezza della morte, della sua morte, un po' come gli animali, in una sorta di euforia e di spensieratezza. Ci significa che, per una parte della sua esistenza, accantona la sua umanit, ci che definisce l'umanit: la consapevolezza della morte. La questione posta all'individuo moderno di sapere in quale misura il reale lui oggi compreso, e di quali trasformazioni della sua rappresentazione questa nuova situazione antropologica portatrice.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Le religioni La Fuci a congresso e le grandi sfide dell'Europa nel ricordo di Aldo Moro
BRUXELLES , 8. L'istituzione presso l'Unione Europea (Ue) di un Alto rappresentante delle generazioni future: questa la richiesta avanzata da monsignor Adrianus Herman van Luyn, vescovo di Rotterdam e presidente della Comece (Commissione degli episcopati della Comunit europea) nel corso dell'incontro, svoltosi luned 5 a palazzo Berlaymont di Bruxelles, tra ventuno rappresentanti delle chiese e delle religioni monoteiste presenti in Europa con i presidenti di Commissione, Parlamento e Consiglio Ue. Sarebbe un segno visibile della nostra speranza in una Europa solidale, al di l delle frontiere geografiche e generazionali, ha spiegato van Luyn, il quale ha anche proposto che il futuro Servizio di relazioni esterne di cui si doteranno i 27 con il nuovo Trattato di riforma, sia completato con un dipartimento denominato Dialogo con le religioni e che i suoi addetti beneficino di una formazione in materia di dialogo interreligioso. L'incontro, al quale hanno partecipato rappresentanti cattolici, anglicani, protestanti e ortodossi oltre a ebrei e musulmani, stato incentrato sui temi della riconciliazione dei popoli e dei problemi legati ai mutamenti climatici. Nel mondo di oggi noi siamo chiamati a una nuova ascesi e ad accontentarci di uno stile di vita pi semplice per preservare le risorse del creato e per condividerle con le popolazioni pi povere, ha affermato il cardinale Franc Rod, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita apostolica. Un concetto sottolineato anche dal primate della Chiesa luterana di Svezia, Anders Harald Wejrd, il quale ha aggiunto che un dovere delle religioni impegnarsi a contrastare i cambiamenti climatici, poich tale questione suscita interrogativi su morale, giustizia ed equit. Quella dei problemi legati ai cambiamenti climatici infatti una sfida etica che si impone a ogni cultura e pu trovare validi alleati nelle religioni. Grazie all'ampiezza della loro influenza e al ruolo che svolgono nelle nostre societ, le religioni e le comunit di fede si trovano in una posizione ideale per fornire un valido contributo a mobilitare a favore di un futuro sostenibile, ha detto Jos Manuel Barroso, presidente della Commissione Ue che ha ospitato l'incontro. Dal canto suo il presidente del Consiglio dei 27 e primo ministro sloveno, Janez Jansa, ha sottolineato come l'ambiente ha non solo una dimensione naturale, ma anche una sacralit. Il concetto di comunit e di lealt tra l'uomo, la natura e il Creatore sotteso parimenti al giudaismo, al cristianesimo e all'islam. Per Jansa il cambiamento climatico ci impone di ripensare le forme in cui l'immaginazione, la spontaneit e l'imprenditorialit vanno canalizzate per creare un mondo affrancato dalla dipendenza dei carburanti di origine fossile. Ci non significa che dobbiamo rinunciare alle nostre conquiste, solo che dobbiamo ripensarle e considerarle da un punto di vista nuovo. Hans-Gert Pttering, presidente dell'Europarlamento, ha rilevato come l'incontro di Bruxelles rappresenti un nuovo passo importante sulla strada di un dialogo che si sviluppa progressivamente tra l'Ue, le Chiese e le comunit religiose europee. Nel contesto europeo ha ricordato il presidente dell'assemblea le Chiese hanno sempre fortemente sostenuto l'integrazione, un progetto che ha portato riconciliazione, prima tra Francia e Germania, poi in tutto il continente. Questo ruolo di riconciliazione e di pace resta di particolare attualit, considerando segnala ancora Pttering la situazione dei Balcani. Nel suo discorso davanti ai rappresentanti delle religioni Pttering ha poi richiamato il valore del 2008, anno europeo del dialogo interculturale e ha quindi affermato di essere fermamente convinto che l'Ue, cos come i suoi vicini, ha tutto da guadagnare da un dialogo tra le religioni. I veri credenti sono disposti a pagare di persona per il servizio al bene comune. Il presidente ha ricordato che responsabilit dei capi religiosi cercare di presentare una concezione della fede in termini di coesistenza pacifica e di riconciliazione. Voi potete contribuire a costruire un mondo fondato sul rispetto della dignit umana. Nell'epoca moderna, poi, in cui il relativismo rischia sovente di rendere fragile la nostra societ, numerose persone trovano sostegno nei loro convincimenti religiosi per orientare le proprie scelte di vita. di FABRIZIO CONTESSA Trenta anni dall'assassinio di Aldo Moro e quaranta dal maggio del Sessantotto: nel segno di questi due anniversari spartiacque della vita sociale e politica italiana che si aperto all'Aquila, nel pomeriggio di gioved 8, il cinquantanovesimo congresso della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (Fuci). Un appuntamento che per quattro giorni fino a domenica 11 maggio vede riuniti circa trecento giovani delegati, provenienti da sessanta universit italiane, per interrogarsi su un tema Domani cercasi. Universit, societ e politica: quale spazio per i giovani? che intende affrontare da vicino le problematiche e l'incerto futuro dell'universo giovanile. Molti infatti i temi al centro della riflessione: dalle riforme che hanno modificato l'assetto strutturale dell'universit italiana, e quindi i metodi di studio e di ricerca, alla crescente sfiducia nelle istituzioni che emerge tra le nuove generazioni, alla comprensione delle cause che hanno determinato la cosiddetta frattura intergenerazionale. Sullo sfondo l'analisi sul significato delle due ricorrenze: il Sessantotto e l'assassinio di Aldo Moro, lo statista democristiano assassinato il 9 maggio di trenta anni fa dalle brigate rosse, e che della Fuci stato presidente dal 1939 al 1942. Due anniversari in qualche modo collegati perch viene sottolineato dagli universitari cattolici se da un verso gli sconvolgimenti sociali del Sessantotto hanno anche in qualche modo segnato l'inizio dell'azione eversiva dei movimenti estremisti, la prigionia e la morte di Aldo Moro segnarono al contrario il loro definitivo isolamento e l'inizio della loro fine. Dopo l'intervento dei presidenti uscenti Tiziano Torresi e Silvia Sanchini la giornata inaugurale ha visto la prolusione del senatore Franco Marini incentrata sulla crisi della politica italiana e sul prezzo che le giovani generazioni pagano per le scelte dell'oggi. A seguire la prima sessione su giovani e societ con il confronto tra lo storico Ernesto Galli della Loggia (a pagina 4 pubblicata una parte della relazione), il sociologo Ilvo Diamanti e l'Assistente ecclesiastico generale dell'Azione cattolica, monsignor Domenico Sigalini. Nella frattura tra sogno e realt, tra ideale e concretezza spiega il presidente Torresi sta tutta l'incertezza che viviamo sulla nostra pelle e che fa impallidire il desiderio di indipendenza, fa rinunciare all'impegno, fa abbandonare ogni ambizione e ogni possibilit di sacrificio lungimirante. In questa ottica avvertono i responsabili della Fuci nel corso delle giornate verr affrontata la frattura provocata dal Sessantotto, un fenomeno generazionale che, insieme a una universit certamente pi aperta e meno elitaria, ha lasciato sul campo anche tante macerie. Cercheremo di capire a quaranta anni da quel maggio fatidico dice ancora Tiziano Torresi quali sono state le illusioni e le speranze di quella stagione, quale spazio nella societ occupano oggi i giovani e che risposta riesce a dare la Chiesa alla domanda di fede e di speranza delle giovani generazioni. La seconda giornata dei lavori venerd 9, anniversario del ritrovamento del corpo di Moro s'apre invece con la messa celebrata da monsignor Giuseppe Molinari, arcivescovo dell'Aquila, insieme con monsignor Sigalini e gli assistenti della Fuci, in memoria dello statista e di tutte le vittime del terrorismo. L'insegnamento ereditato da un figura politica di cos eminente rilievo intellettuale e morale affermano Silvia Sanchini e Tiziano Torresi merita una riflessione scrupolosa ed una sempre fresca e vigile memoria, attenta e rispettosa della vita e delle intuizioni dell'uomo, del professore, dello statista che egli stato. Il sacrificio, il messaggio, la speranza di quest'uomo ancora oggi possono darci tanto. La seconda sessione del congresso, con l'intervento, tra gli altri, del presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, sar dedicata al mondo dell'universit e del lavoro, con particolare riferimento al rapporto educativo tra docente e studente come strumento di crescita e di formazione della persona al precariato e all'inserimento nel mondo del lavoro. Nella terza e conclusiva sessione dedicata a giovani e politica si terr una tavola rotonda con politici, giornalisti, esponenti dell'imprenditoria e costituzionalisti per affrontare ad ampio raggio il tema delle riforme indispensabili per il futuro dell'Italia.
Lutto nell'episcopato
giunta la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Donald William Montrose, vescovo emerito di Stockton (Stati Uniti d'America), avvenuta mercoled 7 maggio. Il compianto presule era nato in Denver il 13 maggio 1923 ed aveva ricevuto l'ordinazione sacerdotale il 7 maggio 1949. Eletto alla chiesa titolare di Vescovio e nel contempo nominato ausiliare di Los Angeles il 25 marzo 1983, aveva ricevuto l'ordinazione episcopale il successivo 12 maggio. Era stato trasferito alla sede residenziale vescovile di Stockton il 17 dicembre 1985. Il 19 gennaio 1999 aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi. Le esequie saranno celebrate luned prossimo, 12 maggio.
L'OSSERVATORE ROMANO
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A pochi mesi dall'inizio della manifestazione sportiva il Papa rivolge un saluto a tutti i cinesi durante il concerto offerto dall'Orchestra filarmonica del Paese
Gentili Signori e Signore, cari amici! Un nuovo evento musicale di alto livello ci vede ancora raccolti in quest'Aula Paolo VI. Esso riveste per me, e per tutti noi, un elevato valore e significato: infatti un concerto offerto ed eseguito dall'Orchestra Filarmonica Cinese e dal Coro dell'Opera di Shanghai; un concerto che ci pone a contatto, in un certo modo, con la vivace realt del mondo della Cina. Ringrazio l'Orchestra e il Coro per questo gradito omaggio e mi congratulo con gli organizzatori e gli artisti per aver eseguito, con grande competenza, finezza ed eleganza, un'opera musicale che fa parte del patrimonio artistico dell'umanit. In un gruppo di cos validi artisti possiamo vedere rappresentata la grande tradizione culturale e musicale della Cina, e l'esecuzione da essi realizzata ci aiuta a meglio comprendere la storia di un Popolo, con i suoi valori e le sue nobili aspirazioni. Grazie di
cuore per questo dono! Grazie anche per la melodia che sar eseguita fra poco! Oltre che ai promotori e agli artisti, il mio vivo ringraziamento si estende a tutti coloro che, in vario modo, hanno collaborato alla messa in opera di questa manifestazione, per alcuni versi veramente unica. It is worth emphasizing that this performance by Chinese artists of one of Mozart's greatest works brings together their own musical talent and Western music. Conductor Long Yu, with his orchestra, the soloists and the Shanghai Opera House Chorus have comfortably risen to the challenge. Music, and art in general, can serve as a privileged instrument for encounter and reciprocal knowledge and esteem between different populations and cultures; a means attainable by all for valuing the universal language of art. There is another aspect that I wish to emphasize. I note with pleasure the interest shown by your orchestra and choir in European religious music. This shows that it is possible, in different cultural settings, to enjoy and appreciate sublime manifestations of the spirit such as Mozart's Requiem which we have just heard, precisely because music expresses universal human sentiments, including the religious sentiment, which transcends the boundaries of every individual culture. [Come non sottolineare poi che il concerto realizzato da artisti cinesi su un capolavoro di Mozart mette insieme il talento musicale loro proprio e la musica occidentale? Si tratta di una sfida che il Maestro Long Yu, la sua Orchestra, i Solisti e il Coro dell'Opera di Shanghai hanno superato felicemente. La musica, e pi in generale l'arte, possono diventare quindi veicolo privilegiato di incontro e di reciproca conoscenza e stima fra popolazioni e culture diverse; un mezzo alla portata di tutti per valorizzare l'universale linguaggio dell'arte. E c' un altro aspetto che mi preme sottolineare. Noto con piacere l'interesse della vostra Orchestra e del vostro Coro per la musica religiosa europea. Un dato questo che mostra come sia possibile gustare ed apprezzare, in mondi culturali diversi, alte manifestazioni dello spirito, quale appunto il Requiem di Mozart che stato ora eseguito, proprio perch la musica interpreta gli universali sentimenti dell'animo umano, fra cui quello religioso che supera i confini di ogni singola cultura]. Una parola, infine, vorrei dire a proposito del luogo nel quale questa sera siamo riuniti. la grande sala
in cui il Papa riceve i suoi ospiti e incontra quanti vengono a fargli visita. Essa come una finestra aperta sul mondo, un luogo in cui si incontrano spesso persone provenienti da ogni parte della terra, ognuna con la propria storia personale e con la propria cultura, ognuna accolta con stima ed affetto. Questa sera, accogliendo voi, cari artisti cinesi, il Papa intende accogliere idealmente l'intero vostro popolo, con un pensiero speciale ai vostri concittadini che condividono la fede in Ges e sono uniti con un particolare legame spirituale al Successore di Pietro. Il Requiem nato da questa fede, come preghiera al Dio giudice giusto e misericordioso, e proprio per questo tocca il cuore di tutti, proponendosi come espressione di un umanesimo universale. Infine, mentre ancora vi ringrazio per questo graditissimo omaggio, invio il mio saluto, attraverso di voi, a tutti gli abitanti della Cina che, con le prossime Olimpiadi, si preparano a vivere un evento di grande valore per l'intera umanit.
servito a onorare la memoria della contessa, da poco scomparsa. Mozart scrisse fino a che ce la fece, come quasi tutti i compositori, con la differenza che lui era un genio e che quasi tutto quello che ha composto eccezionale.
Diciottesima sessione plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti
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L'OSSERVATORE ROMANO
Benedetto XVI al pellegrinaggio del patriarcato greco-melkita guidato da Gregorios III Laham
Batitude, Chers Frres dans l'Episcopat, Chers Fils et Filles de l'Eglise grecque-melkite catholique, Je suis heureux de vous accueillir alors que vous accomplissez un plerinage au tombeau des Aptres. Je salue particulirement Sa Batitude Gregorios III, que je remercie de ses aimables paroles qui manifestent la vitalit de l'Eglise melkite malgr les difficults de la situation sociale et politique que connat votre rgion. J'adresse aussi mon fraternel salut aux Evques prsents, et vous tous chers amis, venant de divers pays du Moyen Orient et de la diaspora melkite travers le monde, o vous manifestez ainsi, votre manire, l'universalit de l'Eglise catholique. Alors que s'approche l'ouverture de l'anne que j'ai voulue consacrer saint Paul, je ne peux oublier que le sige de votre Patriarcat est tabli dans la ville de Damas, sur le chemin de laquelle l'Aptre a vcu l'vnement qui a transform son existence et qui a ouvert les portes du christianisme toutes les Nations. Je vous encourage donc pour que, cette occasion, un travail pastoral intense suscite dans vos diocses, en chacune de vos paroisses et chez tous les fidles un lan nouveau pour une connaissance toujours plus intime de la personne du Christ, grce une lecture renouvele de l'uvre paulinienne. Cela permettra un tmoignage fcond parmi les hommes d'aujourd'hui. C'est un tel lan qui pourra aussi garantir un avenir florissant pour l'Eglise melkite. Dans cette perspective, pour assurer le dynamisme vanglique des communauts et leur unit ainsi qu'un bon fonctionnement des affaires ecclsiales dans les Eglises patriarcales, le rle du Synode des Evques a une importance fondamentale. Il convient donc, chaque fois que le droit le demande, surtout lorsqu'il s'agit de questions qui regardent les Evques eux-mmes, de donner cette vnrable institu-
tion, et non seulement au Synode permanent, la place qui lui revient. Je connais l'activit cumnique de l'Eglise melkite catholique et les relations fraternelles que vous avez tablies avec vos Frres orthodoxes, je m'en rjouis. En effet, l'engagement pour la recherche de l'unit de tous les disciples du Christ est une obligation urgente, qui dcoule du dsir ardent du Seigneur lui-mme. Nous devons donc faire tout notre possible pour abattre les murs de division et de dfiance qui nous empchent de le raliser. Cependant, nous ne pouvons pas perdre de vue que la recherche de l'unit est une tche qui concerne non seulement une Eglise particulire, mais l'Eglise tout entire, dans le respect de sa nature elle-mme. Par ailleurs, comme le souligne l'encyclique Ut unum sint, l'unit n'est pas le fruit de l'activit humaine, elle est d'abord un don de l'Esprit Saint. Prions donc l'Esprit, dont nous clbrerons dans quelques jours la descente sur les Aptres, afin qu'il nous aide travailler tous ensemble la recherche de l'unit. Batitude, chers Frres et Surs, j'apprcie aussi les bonnes relations que vous entretenez avec les musulmans, avec leurs responsables et avec leurs institutions, ainsi que les
efforts raliss pour rsoudre les problmes qui peuvent se poser, dans un esprit de dialogue fraternel, sincre et objectif. Je me rjouis donc de constater que, dans la ligne du Concile Vatican II, l'Eglise melkite s'est engage avec les musulmans rechercher sincrement la comprhension mutuelle ainsi qu' promouvoir et dfendre ensemble, pour le bnfice de tous, la justice sociale, les valeurs morales, la paix et la libert. Enfin, accomplissant sa mission dans le contexte agit et parfois dramatique du Moyen Orient, l'Eglise se trouve confronte des situations o la politique joue un rle qui n'est pas indiffrent sa vie. Il est donc important qu'elle maintienne des contacts avec les Autorits politiques, les institutions et les divers partis. Toutefois, il ne revient pas au clerg de s'engager dans la vie politique. Cela reste le fait des lacs. Mais l'Eglise se doit de proposer tous la lumire de l'Evangile, afin que tous s'engagent servir le bien commun et que la justice prvale toujours, pour que le chemin de la paix puisse enfin s'ouvrir devant les peuples de cette rgion bien-aime. Batitude, en concluant notre rencontre, je confie l'Eglise grecque-
melkite catholique l'intercession de la Vierge Marie et la protection de tous les saints d'Orient. Demandant Dieu de donner votre Eglise patriarcale la force et la lumire afin qu'elle poursuive sa mission dans la paix et dans la srnit, je vous accorde, ainsi qu'aux Evques et tous les fidles de votre Patriarcat, une affectueuse Bndiction apostolique.
Ecco una nostra traduzione italiana del discorso del Papa ai pellegrini grecomelkiti.
Beatitudine, Cari fratelli nell'episcopato, Cari figli e figlie della Chiesa grecomelkita cattolica, Sono lieto di accogliervi mentre realizzate un pellegrinaggio sulle tombe degli Apostoli. Saluto in modo particolare Sua Beatitudine Gregorios III, che ringrazio per le sue cordiali parole che manifestano la vitalit della Chiesa melkita, nonostante le difficolt della situazione sociale e politica che vive la vostra regione. Porgo anche il mio fraterno saluto ai vescovi presenti, e a voi tutti cari amici, provenienti da diversi Paesi del Medio Oriente e della diaspora melkita in tutto il mon-
re stato il tema della sua prima lettera enciclica, Deus caritas est. Ci vuole anche dire una Chiesa forte nella fede, quel deposito prezioso che dobbiamo poter trasmettere alle giovani generazioni. Noi abbiamo lanciato un adagio che divenuto molto popolare nella nostra comunit: Una Chiesa senza giovani una Chiesa senza avvenire. Giovani senza Chiesa sono giovani senza avvenire. Rendiamo grazie al nostro Salvatore Ges Cristo perch la nostra Chiesa viva, fervente. Le nostre eparchie e le nostre congregazioni religiose maschili e femminili sono cantieri di progetti e di iniziative sul piano pastorale, educativo, sociale, della salute e del servizio ai poveri. Ad extra, la nostra missione polivalente: essere il lievito nella massa, portare Ges, il suo Vangelo, il suo mes-
saggio e i suoi valori ai nostri concittadini, soprattutto a quelli che non condividono la nostra santa fede, siano essi israeliti o musulmani. Noi, cristiani orientali arabi, che viviamo in un mondo a maggioranza musulmana, abbiamo, nei riguardi di questo mondo, una missione unica, irreversibile, insostituibile, imperativa, quasi esclusiva, poich viviamo insieme da 1428 anni. Questo ruolo garantito dalla nostra presenza e dalla nostra testimonianza nel mondo arabo, ed un ruolo importante soprattutto in Libano e in Siria. L'altro aspetto della missione ad extra della Chiesa greco-melkita cattolica il suo ruolo nel cammino ecumenico verso l'unit dei cristiani. La nostra Chiesa sempre stata consapevole di questo ruolo. In particolare ha dovuto vivere nelle catacom-
do, dove manifestate cos, alla vostra maniera, l'universalit della Chiesa cattolica. Mentre si avvicina l'apertura dell'anno che ho voluto dedicare a san Paolo, non posso dimenticare che la sede del vostro Patriarcato nella citt di Damasco, sulla cui via l'Apostolo ha vissuto l'evento che ha trasformato la sua esistenza e ha aperto le porte del cristianesimo a tutte le nazioni. Vi incoraggio dunque affinch, in quell'occasione, un lavoro pastorale intenso susciti nelle vostre diocesi, in ognuna delle vostre parrocchie e in tutti i fedeli, un nuovo slancio per una conoscenza sempre pi intima della persona di Cristo, grazie a una lettura rinnovata dell'opera paolina. Ci permetter una testimonianza feconda fra gli uomini di oggi. un simile slancio che potr anche garantire un futuro fiorente alla Chiesa melkita. In questa prospettiva, per assicurare il dinamismo evangelico delle comunit e la loro unit, e anche il buon svolgimento delle questioni ecclesiali nelle Chiese patriarcali, il ruolo del Sinodo dei vescovi ha un'importanza fondamentale. opportuno pertanto, ogni volta che il diritto lo richiede, soprattutto se si tratta di questioni che riguardano i vescovi stessi, dare a questa venerabile istituzione, e non solo al sinodo permanente, il posto che le corrisponde. Conosco l'attivit ecumenica della Chiesa melkita cattolica e le relazioni fraterne che avete stabilito con i vostri fratelli ortodossi, e ne sono lieto. In effetti, l'impegno per la ricerca dell'unit di tutti i discepoli di Cristo un obbligo urgente, che scaturisce dal desiderio ardente del Signore stesso. Dobbiamo dunque fare tutto il possibile per abbattere i muri di divisione e di diffidenza che ci impediscono di realizzarlo. Non possiamo per perdere di vista che la ricerca dell'unit un compito che concerne non solo una Chiesa particolare, ma l'intera Chiesa, nel rispetto della sua stessa natura. Inoltre, come sottolinea l'enciclica Ut unum sint, l'unit non il frutto dell'attivit umana, essa innanzitutto un dono dello Spirito Santo. Preghiamo dunque lo Spirito, del quale celebreremo fra qualche giorno la discesa sugli Apostoli, affinch ci aiuti a lavorare tutti insieme alla ricerca dell'unit. Beatitudine, cari fratelli e sorelle, apprezzo altres le buone relazioni che intrattenete con i musulmani, con i loro responsabili e con le loro istituzioni, e anche gli sforzi compiuti per risolvere i problemi che si possono porre, in uno spirito di dialogo fraterno, sincero e obiettivo. Sono pertanto lieto di constatare che, nella linea del Concilio Vaticano II, la Chiesa melkita si impegnata con i musulmani a ricercare sinceramente la comprensione reciproca e anche a promuovere e a difendere insieme, a beneficio di tutti, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libert. Infine, nel compiere la sua missione nel contesto agitato e a volte drammatico del Medio Oriente, la Chiesa deve affrontare situazioni in cui la politica svolge un ruolo che non indifferente alla sua vita. dunque importante che mantenga contatti con le Autorit politiche, le istituzioni e i vari partiti. Non spetta per al clero impegnarsi nella vita politica. Resta una questione dei laici. La Chiesa deve tuttavia proporre a tutti la luce del Vangelo, affinch tutti s'impegnino a servire il bene comune e la giustizia prevalga sempre, di modo che il cammino della pace si possa infine aprire dinanzi ai popoli di questa amata regione. Beatitudine, nel concludere il nostro incontro, affido la Chiesa greco-melkita cattolica all'intercessione della Vergine Maria e alla protezione di tutti i santi d'Oriente. Chiedendo a Dio di donare alla vostra Chiesa patriarcale la forza e la luce affinch possa proseguire la sua missione nella pace e nella serenit, imparto a voi, ai vescovi e a tutti i fedeli del vostro Patriarcato, un'affettuosa Benedizione apostolica.
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 109 (44.849)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
sabato 10 maggio 2008
L'incontro del Papa con il Patriarca Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni
Your Holiness, Dear Brothers in Christ, It is with heartfelt joy that I welcome Your Holiness, and the distinguished delegation accompanying you. I cordially greet the prelates, priests and lay-people who represent the worldwide family of the Catholicosate of All Armenians. We come together in the name of our Lord Jesus Christ, who promised his disciples that where two or three are gathered in my name, I am there among them (Mt 18:20). May the spirit of brotherly love and service, which Jesus taught to his disciples, enlighten our hearts and minds, as we exchange our greetings, hold our conversations and gather in prayer. I gratefully recall the visits of Catholicos Vasken I and Catholicos Karekin I to the Church of Rome, and their cordial relations with my venerable predecessors Pope Paul VI and Pope John Paul II. Their striving for Christian unity opened a new era in relations between us. I recall with particular joy Your Holiness' visit to Rome in 2000 and your meeting with Pope John Paul II. The ecumenical liturgy in the Vatican Basilica, celebrating the gift of a relic of Saint Gregory the Illuminator, was one of the most memorable events of the Great Jubilee in Rome. Pope John Paul II returned that visit by travelling to Armenia in 2001, where You graciously hosted him at Holy Etchmiadzin. The warm welcome you gave him on that occasion further increased his esteem and respect for the Armenian people. The Eucharist celebrated by Pope John Paul II on the great outdoor altar, within the enclosure of Holy Etchmiadzin, was a further sign of growing mutual acceptance, in expectation of the day when we will be able to celebrate together at the one table of the Lord. Tomorrow evening, each of us, in our respective traditions, will begin the liturgical celebration of Pentecost. Fifty days after the Resurrection of our Lord Jesus Christ, we will pray earnestly to the Father, asking him to send his Holy Spirit, the Spirit whose task it is to maintain us in divine love and lead us into all truth. We will pray in a particular way for the unity of the Church. On Pentecost day, it was the Holy Spirit who created from the many languages of the crowds assembled in Jerusalem one single voice to profess the faith. It is the Holy Spirit who brings about the Church's unity. The path towards the restoration of full and visible communion among all Christians may seem long and arduous. Much remains to be done to heal the deep and painful divisions that disfigure Christ's Body. The Holy
Spirit, however, continues to guide the Church in surprising and often unexpected ways. He can open doors that are locked, inspire words that have been forgotten, heal relations that are broken. If our hearts and minds are open to the Spirit of communion, God can work miracles again in the Church, restoring the bonds of unity. Striving for Christian unity is an act of obedient trust in the work of the Holy Spirit, who leads the Church to the full realization of the Father's plan, in conformity with the will of Christ. The recent history of the Armenian Apostolic Church has been written in the contrasting colours of persecution and martyrdom, dark-
ness and hope, humiliation and spiritual re-birth. Your Holiness and the members of your delegation have personally lived through these contrasting experiences in your families and in your own lives. The restoration of freedom to the Church in Armenia has been a source of great joy for us all. An immense task of rebuilding the Church has been laid on your shoulders. I cannot but voice my great esteem for the remarkable pastoral results that have been achieved in such a short time, both in Armenia and abroad, for the Christian education of young people, for the training of new clergy, for building new churches and community centres, for charitable assistance to those in need, and for promoting Christian values in social and cultural life. Thanks to your pastoral leadership, the glorious light of Christ shines again in Armenia and the saving words of the
Gospel can be heard once more. Of course, you are still facing many challenges on the social, cultural and spiritual levels. In this regard, I must mention the recent difficulties suffered by the people of Armenia, and I express the prayerful support of the Catholic Church in their search for justice and peace and the promotion of the common good. In our ecumenical dialogue, important progress has been made in clarifying the doctrinal controversies that have traditionally divided us, particularly over questions of Christology. During the last five years, much has been achieved by the Joint Commission for Theological Dialogue between the Catholic Church and the Oriental Orthodox Churches, of which the Catholicosate of All Armenians is a full member. I thank Your Holiness for the support given to the work of the Joint Commission and for the valuable contribution made by your representatives. We pray that its activity will bring us closer to full and visible communion, and that the day will come when our unity in faith makes possible a common celebration of the Eucharist. Until that day, the bonds between us are best consolidated and extended by agreements on pastoral issues, in line with the degree of doctrinal agreement already attained. Only when sustained by prayer and supported by effective cooperation, can theological dialogue lead to the unity that the Lord wishes for his disciples. Your Holiness, dear friends: in the twelfth century, Nerses of Lambron addressed a group of Armenian Bishops. He concluded his famous Synodal Discourse on the restoration of Christian unity with visionary words, that still affect us today: You are not wrong, Venerable Fathers: it is meritorious to weep over days past in discord. However, today is the day that the Lord has made, a day of gladness and joy.... Let us then pray in order that our Lord give tenderness, sweetness in greater abundance still, and that He develop on earth, by the dew of the Holy Spirit, this seed; perhaps, thanks to His power may we also produce fruits; so that we may restore the peace of the Church of Christ today in intention, tomorrow in fact. This is also my prayerful wish on the occasion of your visit. I thank you most warmly and assure you of my deep affection in the Lord.
LA TRADUZIONE ITALIANA DEL DISCORSO DEL PAPA E DEL MESSAGGIO DI KAREKIN II A PAGINA 8
BEIRUT, 9. In un Libano paralizzato dalle violenze torna lo spettro della guerra civile. Al momento, secondo la Croce rossa internazionale, dieci persone sono state uccise negli scontri tra i militanti del movimento sciita Hezbollah, maggiore forza di opposizione, e i sostenitori del Governo, esplosi a Beirut e nella valle di Bekaa. Questa mattina uomini armati di Hezbollah hanno fatto irruzione nei locali dellemittente televisiva filo-governativa Future News, di propriet del leader della maggioranza parlamentare, il sunnita Saad Al Hariri, e imposto l'oscuramento delle trasmissioni. Nelle stesse ore, diversi quartieri sunniti nella zona occidentale di Beirut, considerati roccheforti della coalizione di Governo, sono caduti sotto il controllo dei militanti sciiti e il porto stato chiuso alla navigazione. Sempre nella zona occidentale della citt, a Koratyen, un razzo ha colpito il muro di cinta della residenza di Hariri, senza provocare vittime. Ieri, nell'ondata di scontri tra Hezbollah e i sostenitori del Governo, almeno dieci persone sono state uccise e altre trenta ferite. Scuole e negozi sono stati chiusi. Bloccate le principali strade della citt. Cancellati tutti i voli dalla compagnia di bandiera. In una mano offriamo la soluzione al Governo, chiedendo di ritirare le sue decisioni, ma nell'altra mano abbiamo le armi. Cos, alle 16 (ora locale) il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, ha aperto una conferenza stampa nella periferia sud di Beirut, storica roccaforte del movimento sciita. La lunga crisi politico-istituzionale libanese, ha affermato Nasrallah, entrata in una nuova fase dopo la decisione dell'Esecutivo di Fouad Siniora di dichiarare illegale la rete telefonica privata e il sistema di videosorveglianza delle piste dell'aereoporto della capitale allestiti da Hezbollah. Il Governo aveva inoltre sollevato dall'incarico il responsabile della sicurez-
za dello scalo, generale Wafiq Shuqeir, considerato vicino a Hezbollah. Tutto questo ha detto Nasrallah equivale a una dichiarazione di guerra. Subito dopo la conclusione della conferenza stampa di Nasrallah, Beirut stata scossa per almeno quindici minuti da esplosioni e raffiche di mitra sparate dai miliziani di Hezbollah. Poi l'escalation delle violenze. Intense sparatorie tra i miliziani e i sostenitori del Governo sono divampate a Beirut Ovest, nei quartieri di Ras Al Nabah e Mazraa. L'Esecutivo si quindi riunito in sessione straordinaria. Hariri ha proposto una tregua a Hezbollah per salvare il Libano dell'inferno. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha espresso sostegno al Governo sottolineando la necessit di salvaguardare la sicurezza e la sovranit del Libano. LArabia Saudita, stretto alleato dell'attuale Governo libanese, ha chiesto la convocazione di un vertice straordinario del ministri degli esteri dei Paesi arabi per esaminare la crisi. Il Governo italiano ha spiegato il ministro degli Esteri Franco Frattini sta predisponendo un piano di evacuazione dall'area centrale di Beirut.
Si moltiplicano le pressioni sulla giunta militare del Myanmar affinch consenta l'arrivo di aiuti
INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di gioved 8 Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.
NOSTRE
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Santit Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni.
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Gyula Mrfi, Arcivescovo di Veszprm (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum; Mihly Mayer, Vescovo di Pcs (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum.
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Cinquanta ribelli uccisi dalle forze governative del Burundi
denziale, presumibile obiettivo dell'attacco. La precisione dei tiri di mortaio dalle colline che circondano la capitale, ma anche dalla zona del lago, infatti relativa. Per fortuna, l'obice che si abbattuto sulla nunziatura ha provocato solo danni materiali di una certa entit, mentre sono rimaste del tutto incolumi le persone che vivono o lavorano nell'edificio. Tra gli osservatori internazionali gli avvenimenti delle ultime settimane suscitano estrema preoccupazione. A giudizio di molti, cio, si sta profilando di nuovo lo spettro della guerra civile che ha devastato il Burundi per tredici anni, dal 1993 al 2006, quando venne firmato in settembre un cessate-
il-fuoco mai del tutto rispettato nonostante l'avvio di un consolidamento del sistema democratico. In Burundi, come nel confinante Rwanda, anche se con esiti meno terrificanti, il conflitto esplose sostanzialmente tra la maggioranza di popolazione Tutsi e la minoranza Hutu (in Rwanda sono invece maggioritari gli Hutu, ndr). Come detto, in Burundi non c' mai stato il vero e proprio genocidio che segn nel 1994 il Rwanda. Tuttavia, anche in Burundi le conseguenze della guerra civile furono spaventose. In tredici anni, infatti, i combattimenti tra le due parti provocarono oltre trecentomila morti e alcuni milioni di sfollati e di rifugiati.
In vigore il nuovo articolo 301 del codice penale dopo l'approvazione del Parlamento
ANKARA, 9. Con la firma del presidente Abdullah Gul, e la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale, la libert di espressione in Turchia da ieri garantita per legge. Entro certi limiti. Approvato il 30 aprile dal Parlamento, su pressioni dell'Unione Europea (Ue), il testo in questione emenda l'articolo 301 del codice penale, che aveva consentito l'arresto di decine di intellettuali per offesa alla turchit. Un termine ampio e nello stesso tempo vago rilevano gli analisti che stato sostituito con offesa alla nazione turca. La pena prevista stata ridotta da tre a due anni, con
possibilit di sospensione o commutazione in ammenda. Con la nuova legge soltanto il ministro della Giustizia pu concedere l'autorizzazione a procedere per questa ipotesi di reato. Il Parlamento di Ankara aveva approvato gli emendamenti con 250 voti a favore e 65 contrari. La modifica dell'articolo 301 era stata da tempo sollecitata, come detto, dall'Unione europea per la genericit dell'articolo stesso: questo fatto aveva consentito in passato di avviare processi a carico di numerosi intellettuali e giornalisti turchi, tra cui il premio Nobel per la letteratura, Orhan Pamuk.
Nuove tensioni tra Russia e Ucraina sulla flotta del Mar Nero
MOSCA, 9. Nuove tensioni tra la Russia e l'Ucraina a causa della flotta russa sul Mar Nero, alla quale le autorit di Sebastopoli, in Crimea, hanno vietato la parata di domenica prossima per il duecentoventicinquesimo anniversario della sua fondazione. La manifestazione prevedeva anche lo sbarco di una ventina di mezzi e truppe anfibie, destinate poi a sfilare nel centro. Il ministero degli Esteri ucraino ha invitato i responsabili della flotta russa a circoscrivere qualsiasi iniziativa al territorio della base navale, ma da poco ha avviato trattative con il comandante per cercare una soluzione alla questione. Nei giorni scorsi, le autorit di Kiev avevano protestato contro Mosca per un presunto test di collaudo non concordato di un missile anti sommergibile in Crimea, effettuato lo scorso 15 aprile dalla flotta russa sul Mar Nero. I comunisti, intanto, hanno avviato una petizione tra la popolazione, in stragrande maggioranza russofona, per chiedere che la flotta rimanga a tempo indeterminato, oltre quindi la scadenza del 2017 prevista da un accordo russo-ucraino. I tartari di Crimea, invece, hanno chiesto il suo ritiro anticipato. Inoltre, in nove citt della Crimea stata lanciata liniziativa una bandiera russa su ogni finestra, in risposta alle recenti critiche del ministero degli Esteri ucraino su un presunto abuso in Crimea dei simboli dello Stato russo. E mentre non diminuiscono le tensioni tra la Russia e la Georgia, per la prima volta dal crollo dellUrss, la Piazza Rossa di Mosca tornata a essere il palcoscenico della potenza militare russa nel sessantatreesimo anniversario della vittoria sul nazismo.
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Ahmadinejad ha sempre respinto le misure decretate dall'Onu in reazione al programma nucleare di Teheran
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sto che gli ha riservato la nuova fede nel progresso. Infatti, a partire da Francesco Bacone il progresso che assicura la piena redenzione nella storia, dove perde senso e competenza la fede cristiana, che si vede e quasi si lascia istradare sul binario morto di una innocua visione consolatoria, solo privata, solo ultraterrena e quindi storicamente irrilevante. Una fedelt pi intensa alle proprie radici nel dialogo con la modernit, avrebbe evitato al cristianesimo moderno questa oscillazione nel pensare teologico e nella prassi pastorale. Il dialogo non implica certo una consegna acritica all'altro, n tantomeno questa pu essere il segno di un'autentica solidariet. C' da domandarsi se qualche entusiasmo non abbia bisogno di essere precisato. L'itinerario prosegue e si delinea un terzo momento, quello della inscindibile connessione della questione del bene con la questione di Dio, connessione di fronte alla quale solo, o almeno particolarmente, la cultura occidentale si trova in forte disagio, mentre per le altre culture ammissione scontata e pacifica. Non qui ricostruibile interamente la storia concettuale di quell'etsi Deus non daretur come se Dio non ci fosse che molta parte ha avuto, ha e probabilmente avr nella plasmazione dell'thos e soprattutto dell'etica occidentali, assioma che tuttavia non pu rimanere a lungo nello stato ipotetico. Certo, per usare le note parole della Veritatis splendor, la Chiesa sa che l'istanza morale raggiunge in profondit ogni uomo, coinvolge tutti, anche coloro che non conoscono Cristo, il suo Vangelo e neppure Dio, eppure sembra essere la stessa esperienza etica a richiedere un'apertura al trascendente, senza la quale diverrebbe in se stessa praticamente aporetica, cio impraticabile. ci che Benedetto XVI afferma con forza, quasi ricorrendo a una sorta di postulazione pratica dell'eterno, del trascendente: Io sono convinto che la questione della giustizia costituisce l'argomento essenziale, in ogni caso l'argomento pi forte, in favore della fede nella vita eterna. Il bisogno soltanto individuale di un appagamento che in questa vita ci negato, dell'immortalit dell'amore che attendiamo, certamente un motivo importante per credere che l'uomo sia fatto per l'eternit. impensabile e impossibile continuare a vivere senza credere che ci sar giustizia, nonostante la limitatezza e la precariet dei nostri tentativi per realizzarla. L'aporia in cui un desiderio di giustizia tanto insopprimibile quanto irrealizzabile finisce, invoca l'eterno, senza deresponsabilizzare il presente. Che la costruzione storica della giustizia, seppur precaria, non sia n
tirate fuori. Cosa ci aspetta nel futuro? Un'Europa a due velociCome celebrare un anniversario t in materia di diritti? Il tema dunque sentito e al il sessantesimo della firma dei Trattati di Roma che hanno dato di l di un certo filoeuropeismo vita al primo nucleo dell'Unione a volte un po' irriflesso merita europea senza che questa circo- di essere approfondito seriamente e stanza si risolva in una commemo- non per schieramenti ideologici razione nostalgica o in una subli- precostituiti. Innanzitutto, il tema dei diritti mazione enfatica? A questa domanda cerca di rispondere il ciclo non fa parte dell'avvio dei Trattadi seminari, organizzati dall'Istitu- ti, non v' menzione di questo setto Sturzo e dal Comitato Naziona- tore tra le competenze delle prime le per i Sessant'anni dei Trattati comunit europee incentrate, coEuropei, intitolato Dai Trattati di m' noto, su temi in prevalenza Roma alla stagione post-Costitu- economici. E, d'altronde, quest'aszionale: storia e destino dell'Unione euLa matrice dei diritti affermati ropea. Un primo appunnella Dichiarazione del 1948 tamento (il 3 aprile marcatamente personalista scorso) ha affrontato il tema della storia e dignitaria del processo di integrazione oggi giunto L'indirizzo dell'Ue invece a una svolta decisiva, pi individualista e libertario dopo la battuta d'arresto dovuta al no francese al Trattato costituzionale. senza aveva una sua ragione. A A Lisbona, infatti, nel 2007 stata garantire la tutela dei diritti fondaadottata una nuova e importante mentali, infatti, c'erano e ci soLa Sobriet (affresco dell'Aula gotica del monastero romano dei Santi Quattro Coronati) modifica generale dei Trattati, la no tuttora, a dire il vero le cocui ratifica sar uno dei primissimi stituzioni nazionali post-totalitarie. Se ci non bastasse, proprio neadempimenti che dovr affrontare inutile n irrilevante, lo conferma il La speranza contestualmente un deil nuovo Parlamento italiano uscito gli stessi anni Cinquanta nasce suo essere ineludibile mediazione della siderare e un decidere cosa desiderare. un'altra organizzazione europea dalle recenti elezioni. qualit, buona o cattiva, della nostra Non un semplice abbandonarsi alla Il secondo appuntamento (il 9 il Consiglio d'Europa che appersonale eternit, quando possiamo foga del desiderio, implica il voler desiprova un trattato specificamente maggio, presso la sede dell'Istituto ritrovare vincente e gloriosa quella derare, esige il passaggio dalla voglia Sturzo in Roma) ha per tema dedicato alla tutela dei diritti (la giustizia, che non siamo riusciti a in- indistinta e confusa al volere preciso e L'Europa dei diritti con i contri- Convenzione europea sulla protestaurare, avvolta per da sovrabbon- pertinente, che decide i propri sentibuti di Andrea Bixio, Marta Car- zione dei diritti umani e delle libermenti, dando cos un ordine al cuore dante grazia. tabia, Ugo De Siervo attuale t fondamentali, meglio nota come Qui per le nostre speranze non qui inteso in modo romantico come giudice della Corte costituzionale Cedu) e si dota di una corte spepossono rimanere pi a lungo piccole e sede degli affetti e non pi, come apcializzata quella di Strasburgo. italiana e di chi scrive. numerose, ma debbono evolvere in pena sopra, in modo biblico in quanto Dunque, perch si pone il tema Dopo la storia dell'integrazione una sola grande speranza, che inoltre equivalente di persona. dei diritti? A ben vedere, una lacueuropea, i diritti; dalle origini alNaturalmente per rendere operativa non pu rimanere anonima e impersona nel sistema giuridico europeo, l'attualit, si potrebbe dire. Perch nale e quindi non pu che incontrarsi questa scelta, occorre prima ritenerla in effetti, esiste ed con quella Persona divina che possia- possibile e praticabile. Mi sembra che quella nei confronti mo conoscere storicamente: Ges, il Si- occorra avere consapevolezza che queAl di l di un certo filoeuropeismo degli atti dei poteri st'affermazione discontinua rispetto gnore nostro. comunitari. Che suc a volte un po' irriflesso Una simile speranza che vincola al trend culturale, che facilmente risolcede se una direttiva al cambio di un cuore stolto, appesan- ve e legge come inibizione ogni progeto un regolamento euil tema dei diritti umani merita di essere tito e indurito se prevede certo una to di educazione morale del cuore, che ropeo volano un dinecessaria etica della norma come ini- non sia un avallo al puro spontaneiapprofondito seriamente ritto fondamentale? ziale avvio, richiede per molto di pi: smo. Che questo tratto culturale non Su tale violazione e non per schieramenti ideologici precostituiti un'etica della persona intera, che sap- sia proprio affidabile e che sia invece ben poco potrebbero pia pensare la disposizione e la dedica- possibile e auspicabile un'educazione le Costituzioni naziozione di s, che tematizzi gli atteggia- del desiderio, lo conferma la consegna un dato certo: oggi il tema della nali o la Cedu; dunque, gi dagli menti dei comportamenti, che osi l'ot- esperienziale della fede, quando con tutela dei diritti e delle diverse anni Sessanta la Corte di giustizia timale del minimale, che pensi l'agire Agostino definisce la preghiera come ideologie che sottendono tali diritti, comincia ad affermare la sua comcome dimora e non come sperimento esercizio del desiderio e quindi come al cuore del dibattito europeo. petenza e a esaminare gli atti delle di s: solo cos ogni agire dell'uomo luogo di coltivazione della speranza. Ma non solo questione di attivi- istituzioni comunitarie lesivi di diVa da s che si potrebbe continuare, speranza in atto, soprattutto quello smo giudiziario, tutti gli Stati eu- ritti fondamentali; comincia cos che un patire per amore, testimo- ma si deve invece concludere. Ogni ropei a Nizza nel 2000 hanno so- un percorso giudiziario in cui nianza eloquente della speranza che bene morale conosciuto in profondit lennemente proclamato una Car- questo nucleo iniziale si via via da chi lo pratica e non da chi soltanto portiamo dentro di noi. ta europea dei diritti fondamenta- ampliato finendo per coinvolgere Del tradizionale corredo che accom- lo pensa o lo predica, per questo belli: un nuovo catalogo di diritti pagna la virt teologale della speran- lo leggere nell'enciclica: Le vere stelle fondamentali da affiancare a quelli anche gli atti degli Stati membri za, l'enciclica parla della pazienza e della nostra vita sono le persone che gi esistenti. Eppure Polonia e Re- (le leggi italiane o tedesche, ad hanno saputo vivere rettamente. Esse della compassione. gno Unito quando si trattato di esempio) che si ritengano lesivi di sono luci di speranza. E infine l'enciclica intercetta un'aldare valore legale a questo nuovo diritti fondamentali. Vero che la Corte europea, cotra questione oggi attuale, quella della catalogo, proprio nel recentissimo logica e della dinamica delle emozioni. *Pontificia Universit Salesiana Trattato di Lisbona 2007, si sono me freno a questa espansione, ha sempre richiesto che gli atti interni fossero esecutivi di norme comunitarie, ma altrettanto vero che attraverso il gioco dell'interpretazione piuttosto facile ricondurre alle La Bibbia ceca nel corso dei secoli materie comunitarie un po' tutto, con la conseguenza che, perseguendo la tutela dei diritti, l'Europa e le sue istituzioni giudiziarie e politiche stanno sempre pi entrando A conclusione della mostra La Bibbia Ceca nel cor- traduzione della Bibbia in antico Slavo, scritta all'estero ancora una volta nel 1540, a Norimdentro i dilemmi pi delicati e so dei secoli che si tenuta a Roma presso la ba- con l'alfabeto glagolitico. La liturgia slava si svi- berga, sotto il titolo de La Bibbia di Norimberga. scottanti della vita civile e sociale silica di Santa Croce in Gerusalemme, pubblichiamo lupp nelle odierne Bulgaria e Croazia, dove Nel 1529 il tipografo Pavel Severin di Kap degli Stati membri. Cos si apre un articolo del direttore dell'Istituto Culturale Ceco l'imperatore Simeone (893-927) proclam lo sla- Hora pubblic la Bibbia di Severino. l'altro grande interrogativo: oggi a Roma. vo come lingua ufficiale di Chiesa e Stato bulgaIl secondo editore della Bibbia in Boemia fu l'Europa come un po' tutte le ri. La letteratura nelle lingue nazionali cominci Jirk Melantrich, il quale nel 1547 si uni all'alloistituzioni politiche cerca la sua a svilupparsi intorno al 1100, e in Boemia, addi- ra unico tipografo autorizzato Bartolomeo Netolegittimazione proponendosi come di MILOSLAV HIRSCH rittura, a partire dal 1300. Opera pi significati- lick. Nel 1549, insieme, pubblicarono la Bibbia garante dei diritti, ma quali va di quel periodo la Cronaca di Kosma , insieCeca. Nel 1552 Melantrich compr la tipografia Nell'anno 863, su invito del principe Rostislav, i diritti? di Netolick e dal 1556 al 1557 pubblic altre fratelli Costantino e Metodio arrivarono nella me alla letteratura sulla vita dei santi. evidente che i diritti le liIl primo impulso alla traduzione della Bibbia quattro edizioni della Bibbia Ceca. Grande Moravia. A essi si sarebbe dovuta la bert civili, sociali, politiche e i doin ceco si deve all'imperatore Carlo IV (1316La Bibbia Ceca di Melantrich, arricchita dal veri o le pretese a esse collegate 1378). Nel corso del quindicesimo secolo venne- Terzo libro dei Maccabei, tradotto dall'umanisono indissolubilmente legati a una ro elaborate tre traduzioni della Bibbia. sta e utraquista Sixt da Ottersdorf. Melantrich, certa immagine di uomo e di donSullo sviluppo della lingua fu grande l'influsso con le sue cinque edizioni domin il mercato in na. I diritti non sono un'astraziodi Jan Hus, il quale all'inizio scrisse in latino e Boemia, ma anche nei Paesi limitrofi. Grazie a ne, sono frutto di storia e cultura; pi tardi in ceco. Grazie all'invenzione della Melantrich la Bibbia Ceca fu divulgata in tutta e questo massimamente nel caso stampa a caratteri mobili di Johann Gutenberg la nazione e letta nelle famiglie per molte genedel vecchio continente. Come la Bibbia divenne accessibile a un pi grande razioni, sopravvivendo anche al periodo successiconiugare il pluralismo culturale pubblico. Nel 1475 venne pubblicato il Nuovo vo alla sconfitta della Montagna Bianca epiche ha dato vita alle variegate e Testamento in ceco: fu la terza edizione, dopo sodio centrale nella guerra dei Trent'anni secolari tradizioni costituzionali euquelle tedesca e francese, stampata in una lin- (1620). Fu dopo la morte di Melantrich, proprio ropee e l'accentramento che le pi gua nazionale. Poich tutte le versioni della Bib- prima della battaglia della Montagna Bianca, giovani istituzioni comunitarie inebia pubblicate erano intitolate Bibbia Ceca, per che suo genero Daniel Adam da Veleslavin pubvitabilmente stanno realizzando in distinguerle, si prese l'abitudine di denominarle blic l'ultima edizione praghese (1613). questo campo? a seconda del luogo in cui erano state pubblicaUmanesimo e Riforma favorirono la traduzioPer essere ancora pi espliciti, te o del tipografo che le aveva stampate. Le pri- ne dalle lingue originarie. Jan Blahoslav e i bisiamo tutti consapevoli che la mame edizioni integrali della Bibbia in lingua ceca blisti dell'Unione dei Fratelli Boemi tradussero trice dei diritti che nel 1948 si furono la Bibbia Praghese nel 1488 e la Bibbia di la Bibbia dall'ebraico e dal greco. Un'altra ediaffermata contemporaneamente Kutn Hora nel 1489. zione della Bibbia realizzata da gesuiti Matj nelle costituzioni nazionali europee La Riforma diffuse l'interesse per la lettura Vclav Stayer e Konstanc nota come La Bibbia post-belliche e nella Dichiarazione della Bibbia. Nel sedicesimo secolo furono pub- di san Venceslao, fu pubblicata prima nel 1677 universale dei diritti dell'uomo delblicate in Boemia nove edizioni utraquiste. La (Nuovo Testamento) e poi tra 1712 e 1715 l'Onu, una matrice marcatamenprima di esse la Bibbia di Venezia, pubblicata (Vecchio Testamento). Negli anni 1778/1780, te personalista e dignitaria; il nel 1506 nella citt lagunare che anche la pri- per interesse di Maria Teresa d'Austria, venne catalogo dei diritti fondamentali ma pubblicata all'estero in ceco. La Bibbia di Ve- pubblicata una terza edizione della Bibbia di san dell'Unione europea ha, invece, un nezia reca sul frontespizio la dicitura Bibbia Venceslao come Bibbia per il popolo, ribattezzata carattere decisamente pi indiviCeca a Venezia pubblicata, con lo stemma co- Bibbia Ceca detta dell'imperatore. dualista e libertario. lorato di Praga. I testi della Bibbia di Venezia soDal 1800 ai nostri giorni sono state pubblicate Chi decider sui conflitti che no simili alla Bibbia di Kutn Hora, ma vengono diverse edizioni della Bibbia Ceca. I traduttori queste diverse matrici inevitabilusate forme verbali pi recenti e adeguate al hanno sempre cercato di rispettare la bellezza e mente produrranno? parlato. Dal punto di visto ortografico, in questo i diversi stili dell'originale. L'ultima edizione ditesto viene segnata per la prima volta la lun- sponibile al pubblico in digitale, in versione Miniatura della Bibbia di Litomice-Tebo (inizi del XV secolo) ghezza delle vocali. La Bibbia Ceca fu pubblicata *Universit di Firenze cd-rom.
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Ottant'anni fa l'allarme di Chesterton
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Shoah, e tiene a sottolineare la differenza con la bioetica nazista: L'eutanasia nazista era razzista, diretta a modificare il Volk, il popolo, mentre io propongo l'alleviazione delle sofferenze, non da parte dello stato, ma dei genitori. Di conseguenza, Singer pensa che si debba guardare criticamente alla tradizione cristiana della santit della vita umana, non universale. (...) I cristiani hanno stabilito che basta essere un membro della specie homo sapiens per avere rispetto assoluto. Io penso che non sia difendibile come teoria. Dobbiamo ripensare quando accordare protezione alla vita umana. Per rispondere a questa interpretazione, per capire cio se c' veramente una differenza fra l'eugenetica pre-nazista e quella di oggi, risulta di particolare interesse il pamphlet Eugenetica e altri malanni. Ragionamenti contro l'organizzazione scientifica della societ di Gilbert K. Chesterton, scritto nel 1922, e ristampato oggi da Cantagalli nella nuova serie de I Classici Cristiani (a cura di Michael Wiley Perry, Siena 2008, pagine 342, euro 22) per iniziativa di Luca Volont, che vi ha premesso una lunga introduzione. L'eugenetica di cui parla Chesterton, e di cui lo scrittore inglese intuisce e denuncia pericoli e limiti, non sostanzialmente diversa dalla nostra e anche per noi, come lui insegna, importante avere il coraggio di gridare prima del danno. Anche allora l'eugenetica aveva significati diversi per persone diverse, ma questo perch il male trae sempre vantaggio dall'ambiguit. L'eugenetica infatti, scrive, esiste per coloro che hanno tanto senno da capire che le idee esistono ed come il veleno, una cosa con cui non si pu venire a patti. I sostenitori dell'eugenetica nota Chesterton si contavano fra coloro che prendevano l'evoluzione sul serio e ne traevano conclusioni su come la societ dovesse essere strutturata, ed erano persone per lo pi incapaci di comprendere le forze che vanno scatenando. Gli eugenetici, infatti, sostengono che il loro progetto non raggiunger mai le pi temibili conseguenze, perch ci sono loro a controllare: e questa rassicurazione, letta prima degli orrori nazisti, e non solo nazisti, fa veramente tremare, ricordando come sia vicina alle rassicurazioni che sentiamo ripetere oggi da coloro che sono favo-
revoli alla selezione degli embrioni o all'aborto terapeutico: e cio che, naturalmente, queste misure estreme saranno adottate solo in casi estremamente gravi. L'aborto terapeutico viene per praticato anche in caso di sindromi non gravi, per esempio su bambini che con un po' di cure potrebbero poi vivere normalmente. Ma non sono perfetti alla nascita, quindi non sono giudicati degni di nascere. Si prova a fabbricarne un altro, sperando che venga meglio, come se il primo non fosse un essere umano: Il genere umano appunto un genere, non un grado scrive Chesterton. Ribadendo che nessun medico ha diritto a somministrare la morte come rimedio ai malanni, sempre rivolgendosi ai medici che decidono quale vita sia indegna di essere vissuta e ricordando che la malattia e la salute del tisico pu essere una cosa chiara e calcolabile. La felicit o infelicit di un tisico tutt'altra cosa, e non calcolabile affatto. Di conseguenza lo scrittore mette in luce l'approssimazione di questa scien-
za sperimentale, l'eugenetica, che si vuole presentare come fonte di certezze: Gli eugenisti non sanno quello che vogliono, salvo che vogliono l'anima e il corpo vostri e miei per scoprirlo e quindi sono la prima religione sperimentale invece che dottrinale. Chesterton analizza la cultura che costituisce l'humus per l'eugenetica, e ne definisce due caratteristiche essenziali: un'anarchia silenziosa che consuma la nostra societ e che la condizione d'animo e di comportamento di chi non si pu fermare, e l'idea che non si pu tornare indietro, un'idea radicata nel materialismo e nella negazione del libero arbitrio. Tutte queste affermazioni di Chesterton sono ampiamente applicabili alla condizione contemporanea, e questo fatto prova che la differenza fra le due eugenetiche non c', e che ci troviamo di fronte allo stesso tipo di male che sfociato nella catastrofe nazista. Bisogna dunque aprire bene gli occhi, e farli aprire a tutti, per evitare una nuova e drammatica ondata di di-
sprezzo e di distruzione della vita umana in nome di un bene pi alto, in questo caso la fine della sofferenza. Come sempre, l'utopia si presenta ammantata da buone intenzioni, da compassione per le sofferenze dell'umanit: Singer dice che il suo obiettivo , sul piano teorico, portare rigore e consistenza all'etica. Sul piano pratico, dirigere l'attenzione sulla sofferenza e la sua riduzione. Per questo mi sono concentrato sull'obbligo dei ricchi di fare di pi per assistere i pi poveri del mondo, quel miliardo di persone che vivono con un dollaro al giorno. Mi sono anche concentrato sulla sofferenza indifendibile che infliggiamo agli animali. necessario quindi smascherare il carattere distruttivo di queste parole di apparente bont, proprio come magistralmente ha fatto Chesterton nel 1922, quando ancora non si era arrivati alla barbarie eugenetica nazista. Oggi noi sappiamo con chiarezza dove possono portare queste ideologie, e dobbiamo denunciare il male in tempo, per fermarlo.
L'approvazione della Regola (particolare dell'affresco di Giotto nella basilica superiore di Assisi)
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Al Convegno nazionale dei direttori e dei collaboratori degli Uffici diocesani per le comunicazioni sociali una ricognizione storica sulla fondazione nel 1968 di Avvenire
ti i suoi alleati e investiti del ruolo di apostoli nella societ. Il quotidiano di Angelo Narducci, direttore dal 1970, chiamato dunque a crescere come luogo di incontro e di convergenza dei cattolici italiani, rinsaldando il loro vincolo di unione con la gerarchia ecclesiastica, in dialogo con tutti ma nella forte consapevolezza che la religione, la cultura e la morale di questa larga parte della societ italiana non possono venire confinate esclusivamente nell'ambito spirituale. L'azione formativa del giornale si esprime infatti in questi anni anche in direzione politica, con l'intervento sui punti nodali del dibattito sociale e civile in atto. Nel suo primo decennio di vita, esso si confronta con gli epocali mutamenti che investono la societ italiana e che suscitano gravi lacerazioni anche nel mondo cattolico. I pi rilevanti terreni di impegno della testata
sono noti: la battaglia referendaria per l'abrogazione della legge sul divorzio, nel 1974, quella contro l'aborto, quella per la difesa e la valorizzazione della scuola cattolica, lo spirito di critica costruttiva nei confronti della Democrazia cristiana, affinch il partito conservi la sua ispirazione cristiana-popolare. Il seguito, a partire dagli anni '80, storia troppo recente per permettere una visuale storica obiettiva e documentata. Il rapporto tra informazione e realt, la difficile mediazione richiesta oggi ai cattolici e sui quali essi si interrogano rappresenta dunque una sfida antica per Avvenire (e anche per gli altri media cattolici): la posta in gioco non il successo di questa o quella formula, di questo o quel linguaggio, ma essenzialmente la fedelt a quell'antropologia cristiana che Paolo VI e i suoi successori hanno saputo convintamente proporre e incarnare.
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L'Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero annuncia la scomparsa del suo primo Presidente, il Reverendissimo
Mons.
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Nell'incontro con Karekin II il Papa ricorda la storia recente della Chiesa apostolica armena
Santit, Cari Fratelli in Cristo, con sincera gioia che porgo il benvenuto a Lei, Santit, e alla distinta delegazione che l'accompagna. Saluto cordialmente i prelati, i sacerdoti e i laici che rappresentano la famiglia del Catholicosato di tutti gli Armeni, diffusa in tutto il mondo. Ci riuniamo nel nome di nostro Signore Ges Cristo, che ha promesso ai suoi discepoli che dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a voi (Mt 18, 20). Che lo spirito di amore e servizio fraterni, che Ges ha insegnato ai suoi discepoli, illumini il nostro cuore e la nostra mente mentre ci scambiamo saluti, conversiamo e ci riuniamo in preghiera! Con gratitudine ricordo le visite del Catholicos Vasken I e del Catholicos Karekin I alla Chiesa di Roma e i loro rapporti cordiali con i miei venerabili predecessori Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II. Il loro impegno per l'unit cristiana ha inaugurato una nuova era nei rapporti fra noi. Ricordo con particolare gioia la sua visita, Santit, nel 2000 a Roma e il suo incontro con Papa Giovanni Paolo II. La liturgia ecumenica nella Basilica vaticana, che ha celebrato il dono di
una reliquia di san Gregorio Illuminatore, stata uno degli eventi pi memorabili del Grande Giubileo a Roma. Papa Giovanni Paolo II ha ricambiato quella visita recandosi nel 2001 in Armenia, dove lei lo ha accolto cortesemente nella Santa Etchmiadzin. L'affettuoso benvenuto che gli ha riservato in quell'occasione ha aumentato ulteriormente la sua stima e il suo rispetto per il popolo armeno. L'Eucaristia celebrata da Papa Giovanni Paolo II sul grande altare esterno, nella Santa Etchmiadzin, ha costituito un segno ulteriore di crescente accettazione reciproca, nell'attesa del giorno in cui potremo celebrare insieme presso un'unica mensa del Signore. Domani sera, ognuno di noi, nelle nostre rispettive tradizioni, comincer la celebrazione liturgica di Pentecoste. Cinquanta giorni dopo la resurrezione di nostro Signore Ges Cristo, pregheremo sinceramente il Padre, chiedendogli di inviare il suo Santo Spirito, lo Spirito che ha il compito di conservarci nell'amore divino e di condurci alla verit. Il giorno della Pentecoste fu lo Spirito Santo a creare dalle molte lingue della folla riunita a Gerusalemme un'unica voce per professare la fede. lo Spirito Santo che dona l'unit della Chiesa. Il cammino verso il ripristino della comunione piena e visibile fra tutti i cristiani pu sembrare lungo e arduo. Bisogna ancora fare molto per sanare le profonde e dolorose divisioni che sfigurano il Corpo di Cristo. Lo Spirito Santo, tuttavia, continua a guidare la Chiesa in modi sorprendenti e spesso inattesi. Pu aprire porte chiuse, ispirare parole dimenticate, sanare rapporti infranti. Se il
nostro cuore e la nostra mente sono aperti allo Spirito di comunione, Dio pu di nuovo operare miracoli nella Chiesa ripristinando i vincoli di unit. Adoperarsi per l'unit dei cristiani un atto di fiducia obbediente nell'opera dello Spirito Santo, che conduce la Chiesa alla piena realizzazione del disegno del Padre, conformemente alla volont di Cristo. La storia recente della Chiesa apostolica armena stata scritta nelle tinte contrastanti della persecuzione e del martirio, dell'oscurit e della speranza, dell'umiliazione e della rinascita spirituale. Lei, Santit, e i membri della sua delegazione avete vissuto personalmente queste esperienze contrastanti nelle vostre famiglie e nella vostra vita. La restituzione della libert alla Chiesa in Armenia stata fonte di grande gioia per tutti noi. Sulle vostre spalle stato posto il pesante fardello di riedificare la Chiesa. Non posso che esprimere la mia grande stima per i notevoli risultati pastorali ottenuti in un tempo cos breve, sia in Armenia sia all'estero, per l'educazione cristiana dei giovani, per la formazione del nuovo clero, per l'edificazione di nuove chiese e centri comunitari, per l'assistenza caritativa ai bisognosi e per la promozione dei valori cristiani nella vita sociale e culturale. Grazie alla vostra guida pastorale, la luce gloriosa di Cristo risplende di nuovo in Armenia ed possibile ascoltare di nuovo le parole salvifiche del Vangelo. Di certo, state ancora affrontando molte sfide a livello sociale, culturale e spirituale. A questo proposito devo menzionare le recenti difficolt affrontate dal popolo armeno ed esprimere il
sostegno orante della Chiesa cattolica alla sua ricerca di giustizia e di pace e alla sua promozione del bene comune. Nel nostro dialogo ecumenico, sono stati compiuti importanti progressi per risolvere le controversie dottrinali che tradizionalmente ci hanno diviso, in particolare su questioni di cristologia. Negli ultimi cinque anni, si ottenuto molto grazie alla Commissione congiunta per il dialogo teologico fra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali, di cui il Catholicosato di tutti gli Armeni membro a pieno titolo. Grazie, Santit, per il sostegno offerto all'opera della Commissione Congiunta e per il prezioso contributo dei suoi rappresentanti. Preghiamo affinch la sua attivit ci avvicini alla comunione piena e visibile e venga il giorno in cui la nostra unit nella fede render possibile una celebrazione comune dell'Eucaristia. Fino a quel giorno, i vincoli fra noi saranno meglio consolidati ed estesi da accordi su questioni pastorali, in linea con il grado di accordo dottrinale gi raggiunto. Solo se sostenuto dalla preghiera e supportato dall'effettiva cooperazione, il dialogo teologico potr condurre all'unit che il Signore desidera per i suoi discepoli. Santit, cari amici, nel dodicesimo secolo, Nerses di Lambron parl a un gruppo di Vescovi armeni. Concluse il suo famoso discorso sinodale sul ripristino dell'unit cristiana con parole visionarie che ci colpiscono ancora oggi: Non siete in errore, Venerabili Padri: meritorio piangere sui giorni trascorsi nella discordia. Tuttavia, oggi il giorno che il Signore ha
fatto, un giorno di gioia e letizia (...) preghiamo affinch nostro Signore ci doni tenerezza e dolcezza ancor pi abbondanti e sviluppi sulla terra, con la rugiada dello Spirito Santo, questo seme; forse, grazie alla Sua forza, potr anche recare frutti; per permetterci di ripristinare
la pace della Chiesa di Cristo oggi nelle intenzioni e domani nei fatti. Questo anche il mio desiderio orante in occasione della vostra visita. Vi ringrazio di cuore e vi assicuro del mio profondo affetto nel Signore
Caro Fratello in Cristo, le porgo i miei saluti di amore fraterno, Santit, con cuore orante e anima gioiosa. Oggi, alla mia letizia si uniscono il clero e i fedeli, figli e figlie della Santa Chiesa, giunti da tutto il mondo. All'Onnipotente nei cieli sono grato, quale successore di Taddeo e Bartolomeo, e del santo coeguale agli apostoli, Gregorio Illuminatore, perch posso godere della luce di questa bella giornata mentre scambio il bacio divinamente ordinato con Lei, Santit, degno Successore di san Pietro, sette anni dopo aver vissuto la gioia di ricevere il suo predecessore di venerata memoria, sotto lo sguardo del biblico Monte Ararat. E ancor pi lieto il fatto che ci scambiamo questo bacio di pace oggi, 9 maggio, mentre nel mio Paese si celebra la Giornata della Vittoria e della Pace, che commemora la conclusione della Seconda Guerra Mondiale, causa di grandi tragedie e miserie umane, e il trionfo del nostro popolo nella lotta di liberazione nazionale del Nagorno-Karabakh. Vengo da un antico territorio su cui sorse il primo Stato cristiano grazie all'evangelizzazione dei Santi Apostoli e in cui la fede non mai venuta meno. Il mio popolo ha chinato il capo e si inginocchiato di fronte all'amore divino e alla speranza di salvezza e ha superato molteplici difficolt e tragedie con la forza della Croce di Ges Cristo, credendo che partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria (Rm 8, 17). In realt, la nostra stessa storia cristiana divenuta come la vita di Cristo e le sue pagine sono letture vive del Vangelo. Grazie a Dio nei cieli la testimonianza di fedelt della nostra piccola nazione stata coronata dalla
gloria vittoriosa e ha degnamente adornato la nostra vita, rendendoci popolo di Dio. La nostra nazione ha ricevuto ancora una volta la grazia di Dio quando la bandiera dell'indipendenza stata innalzata nella nostra patria. Grazie alla luce della vita del Salvatore risorto, il nostro popolo, nonostante il permanente blocco illegale da parte dei Paesi vicini e innumerevoli sfide esterne e interne, sta vivendo un rinascimento spirituale e nutre nuove speranze di una vita integra. Oggi, ho la lieta opportunit di trasmetterle, Santit, i saluti e i migliori auspici del nuovo Presidente della Repubblica di Armenia, Serzh Sargsian, che si sta adoperando per soddisfare le aspettative di una migliore qualit di vita per il nostro popolo e per guidare il Paese lungo un cammino costante di democrazia e di sviluppo. Le trasmetto, Santit, anche i saluti di tutti i miei figli e di tutte le mie figlie, di una diaspora rinvigorita e di una repubblica di Nagorno-Karabagh libera e autonoma, il cui riconoscimento internazionale si otterr con la volont
di Dio e l'aiuto di governi umani e retti. Caro Fratello in Cristo, grazie alle benedizioni della mano destra provvidente di nostro Signore, oggi siamo fianco a fianco per rafforzare e testimoniare l'amore fraterno fra le nostre due Chiese. Fedeli ai santi padri della Chiesa e alla loro eredit, nonostante le nostre differenze e caratteristiche uniche, daremo maggiore importanza a ci che ci unisce. particolarmente gradevole per me confermare che lo spirito di amore e di collaborazione fra le Chiese armena e cattolica trova espressione tangibile nella nostra epoca, a conferma delle parole del salmista: Ecco quanto buono e quanto soave che i fratelli vivano insieme! (Sal 133, 1). Espressioni di quest'atteggiamento fraterno e cordiale si possono trovare nel Vaticano stesso, con la statua dell'Illuminatore degli Armeni, il nostro patrono san Gregorio, il suo nome dato a una piazza e l'uso della chiesa di san Biagio, un luogo storico di preghiera per i pellegrini armeni, messo ancora una volta a disposizione della co-
munit armena di Roma. Santit, la ringrazio e attraverso di Lei ringrazio la Chiesa cattolica per le cortesie e l'assistenza offerte al popolo armeno. Oggi, nel campo dell'ecumenismo, l'amore ricevuto da nostro Signore Ges Cristo reca molti frutti. Accogliamo il dialogo in corso fra la Chiesa cattolica e la famiglia delle antiche Chiese ortodosse orientali. Nel momento attuale, in questo mondo veloce in cui sviluppi e cambiamenti avvengono rapidamente, molte questioni ambientali, sociali, politiche, economiche e morali necessitano urgentemente di attenzione, in particolare nel processo di globalizzazione, dove il rispetto autentico per la vita e per l'uomo e l'amore per Dio stanno diminuendo. L'ulteriore consolidamento di sforzi e di collaborazione diligenti un imperativo per le Chiese cristiane perch soltanto mediante una cooperazione totale potremo meglio promuovere la pace nel mondo e difendere i diritti umani, nonch i diritti delle nazioni, delle famiglie e delle classi sociali a rischio. La trasfigurazione della vita attraverso i valori evangelici sar la via verso la creazione di un mondo prospero e virtuoso. Caro Fratello in Cristo, la mia anima risponde con gioia al suo appello all'azione che ha rivolto a tutto il mondo durante la sua pi recente visita papale, nella quale ha chiesto a quanti detengono il potere di far s che religioni, nazioni e governi scelgano vie di dialogo e comprensione reciproca invece che di scontro, violenza e guerra. L'attenzione che Lei, Santit, presta al rafforzamento della comprensione, della conoscenza e dell'istruzione mi cara cos come lo la sua sollecitudine per le istituzioni educative affinch la nuova generazione di giovani, uomini e donne, testimonino nostro Signore Ges Cristo e le verit cristiane con uno spirito rinnovato, mediante le loro azioni, i loro gesti e la loro vita. I
piani e gli sforzi della mia Chiesa si prefiggono questo stesso fine, in cui lei, Santit, continua a sostenerci, in particolare nell'ambito della preparazione del clero. Lo spirito di amore fraterno fra le Chiese armena e cattolica e i risultati che osserviamo oggi ci incoraggiano a rendere pi produttivi i nostri sforzi consolidati per il bene della nostra unica missione guidata da Cristo nostro Signore. con questo ottimismo che saluto tutti i servitori e i laici della chiesa cattolica e lodo e benedico il segretario di Stato, S. E. Cardinale Tarcisio Bertone, il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani, il nunzio nel Caucaso Meridionale, S. E. Arcivescovo Claudio Gugerotti e tutti i singoli individui che, grazie a infaticabili sforzi, permettono alle relazioni bilaterali fra le nostre due Chiese e i nostri due Stati di continuare a svilupparsi e a progredire con sempre maggiori comprensione e rispetto reciproci. Concludendo, estendo a Lei, Santit, il mio invito e l'invito del Presidente della repubblica di Armenia a visitare l'Armenia e la Sede Madre di Santa Etchmiadzin. Tutti i fedeli ed io saremo sempre lieti di riceverla nel centro spirituale di Tutti gli Armeni, dove offriremo le nostre preghiere unite al Signore sotto le sacre arcate della cattedrale in cui Cristo stesso disceso. Prego affinch Dio Onnipotente le conceda, Santit, molti anni di quieto pontificato per poter esprimere tutte le sue idee e aspirazioni per la vitalit della Chiesa cattolica e dei suoi fedeli, figli e figlie. Preghiamo affinch nostro Signore Ges Cristo conservi e protegga, sotto il suo sguardo vigile e benevolente, il mondo intero in amore, solidariet, armonia e pace per la sua Gloria e per il bene dell'umanit. La grazia del Signore Ges Cristo, l'amore di Dio e la sequela dello Spirito Santo siano con noi e con tutti, ora e sempre. Amen.
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 110 (44.850)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
domenica 11 maggio 2008
Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle, con particolare piacere che vi accolgo al termine del lavoro, che vi ha impegnati a riflettere su un problema antico e sempre nuovo quale la responsabilit e il rispetto per il sorgere della vita umana. Saluto in modo particolare Mons. Rino Fisichella, Magnifico Rettore della Pontificia Universit Lateranense, che ha promosso questo Congresso internazionale e lo ringrazio per le espressioni di saluto che ha voluto rivolgermi. Il mio saluto si estende poi agli illustri Relatori, Docenti e partecipanti tutti, che con il loro contributo hanno arricchito queste giornate di intenso lavoro. Il vostro contributo si inserisce efficacemente all'interno di quella pi vasta produzione che, nel corso dei decenni, venuta crescendo su questo tema cos controverso e, tuttavia, cos decisivo per il futuro dell'umanit. Gi il Concilio Vaticano II, nella Costituzione Gaudium et spes, si rivolgeva agli uomini di scienza sollecitandoli ad unire gli sforzi per raggiungere un'unit del sapere e una certezza consolidata circa le condizioni che possono favorire una onesta regolazione della procreazione umana (GS, 52). Il mio Predecessore di venerata memoria, il Servo di Dio Paolo VI, il 25 luglio del 1968, pubblicava la Lettera enciclica Humanae vitae. Quel documento divenne ben presto segno di contraddizione. Elaborato alla luce di una decisione sofferta, esso costituisce un significativo gesto di coraggio nel ribadire la continuit della dottrina e della tradizione della Chiesa. Quel testo, spesso frainteso ed equivocato, fece molto discutere anche perch si poneva agli albori di una profonda contestazione che segn la vita di intere generazioni. A quarant'anni dalla sua pubblicazione quell'insegnamento non solo manifesta immutata la sua verit, ma rivela anche la lungimiranza con la quale il problema venne affrontato. Di fatto, l'amore coniugale viene descritto all'interno di un processo globale che non si arresta alla divisione tra anima e corpo n soggiace al solo sentimento, spesso fugace e precario, ma si fa carico dell'unit della persona e della totale condivisione degli sposi che nell'accoglienza reciproca offrono se stessi in una promessa di amore fedele ed esclusivo che scaturisce da una genuina scelta di libert. Come potrebbe un simile amore rimanere chiuso al dono della vita? La vita sempre un dono inestimabile; ogni volta che si assiste al suo sorgere percepiamo la potenza dell'azione creatrice di Dio che si fida dell'uomo e in questo modo lo chiama a costruire il futuro con la forza della speranza. Il Magistero della Chiesa non pu esonerarsi dal riflettere in maniera sempre nuova e approfondita sui principi fondamentali che riguardano il matrimonio e la procreazione. Quanto era vero ieri, rimane vero anche oggi. La verit espressa nell'Humanae vitae non muta; anzi, proprio alla luce delle nuove scoperte scientifiche, il suo
insegnamento si fa pi attuale e provoca a riflettere sul valore intrinseco che possiede. La parola chiave per entrare con coerenza nei suoi contenuti rimane quella dell'amore. Come ho scritto nella mia prima Enciclica Deus caritas est: L'uomo diventa realmente se stesso quando corpo e anima si ritrovano in intima unit... Non sono n lo spirito n il corpo da soli ad amare: l'uomo, la persona, che ama come creatura unitaria, di cui fanno parte corpo e anima (n. 5). Tolta questa unit si perde il valore della persona e si cade nel grave pericolo di considerare il corpo come un oggetto che si pu comperare o vendere (cfr ibid.). In una cultura sottoposta alla prevalenza dell'avere sull'essere, la vita umana rischia di perdere il suo valore. Se l'esercizio della sessualit si trasforma in una droga che vuole assoggettare il partner ai propri desideri e interessi, senza rispettare i tempi della persona amata, allora ci che si deve difendere non pi solo il vero concetto dell'amore, ma in primo luogo la dignit della persona stessa. Come credenti non potremmo mai permettere che il dominio della tecnica abbia ad inficiare la qualit dell'amore e la sacralit della vita. Non a caso Ges, parlando dell'amore umano, si richiama a quanto operato da Dio all'inizio della creazione (cfr Mt 19, 4-6). Il suo insegnamento rimanda a un atto gratuito con il quale il Creatore ha inteso non solo esprimere la ricchezza del suo amore, che si apre donandosi a tutti, ma ha voluto anche imprimere un paradigma sul quale l'agire dell'umanit deve declinarsi. Nella fecondit dell'amore coniugale l'uomo e la donna partecipano all'atto creativo del Padre e rendono evidente che all'origine della loro vita sponsale vi un s genuino che viene pronunciato e realmente vissuto nella reciprocit, rimanendo sempre aperto alla vita. Questa parola del Signore permane immutata con la sua profonda verit e non pu essere cancellata dalle diverse teorie che nel corso degli anni si sono succedute e a volte perfino contraddette tra loro. La legge naturale, che alla base del riconoscimento della vera uguaglianza tra le persone e i popoli, merita di essere riconosciuta come la fonte a cui ispirare anche il rapporto tra gli sposi nella loro responsabilit nel generare nuovi figli. La
trasmissione della vita iscritta nella natura e le sue leggi permangono come norma non scritta a cui tutti devono richiamarsi. Ogni tentativo di distogliere lo sguardo da questo principio rimane esso stesso sterile e non produce futuro. urgente che riscopriamo di nuovo un'alleanza che sempre stata feconda, quando stata rispettata; essa vede in primo piano la ragione e l'amore. Un acuto maestro come Guglielmo di Saint Thierry poteva scrivere parole che sentiamo profondamente valide anche per il nostro tempo: Se la ragione istruisce l'amore e l'amore illumina la ragione, se la ragione si converte in amore e l'amore acconsente a lasciarsi trattenere entro i confini della ragione, allora essi possono fare qualcosa di grande (Natura e grandezza dell'amore, 21,
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8). Cos' questo qualcosa di grande a cui possiamo assistere? il sorgere della responsabilit per la vita, che rende fecondo il dono che ognuno fa di s all'altro. frutto di un amore che sa pensare e scegliere in piena libert, senza lasciarsi condizionare oltre misura dall'eventuale sacrificio richiesto. Da qui scaturisce il miracolo della vita che i genitori sperimentano in se stessi, verificando come qualcosa di straordinario quanto si compie in loro e tramite loro. Nessuna tecnica meccanica pu sostituire l'atto d'amore che due sposi si scambiano come segno di un mistero pi grande che li vede protagonisti e compartecipi della creazione. Si assiste sempre pi spesso, purtroppo, a vicende tristi che coinvolgono gli adolescenti, le cui reazioni manifestano una non corretta conoscenza del mistero della vita e delle rischiose implicanze dei loro gesti. L'urgenza formativa, a cui spesso faccio riferimento, vede nel tema della vita un suo contenuto privilegiato. Auspico veramente che soprattutto ai giovani sia riservata un'attenzione del tutto peculiare, perch possano apprendere il vero senso dell'amore e si preparino per questo con un'adeguata educazione alla sessualit, senza lasciarsi distogliere da messaggi effimeri che impediscono di raggiungere l'essenza della verit in gioco. Fornire false illusioni nell'ambito dell'amore o ingannare sulle genuine responsabilit che si chiamati ad assumere con l'esercizio della propria sessualit non fa onore a una societ che si richiama ai principi di libert e di democrazia. La libert deve coniugarsi con la verit e la responsabilit con la forza della dedizione all'altro anche con il sacrificio; senza queste componenti non cresce la comunit degli uomini e il rischio di rinchiudersi in un cerchio di egoismo asfissiante rimane sempre in agguato. L'insegnamento espresso dall'Enciclica Humanae vitae non facile. Esso, tuttavia, conforme alla struttura fondamentale mediante la quale la vita sempre stata trasmessa fin dalla creazione del mondo, nel rispetto della natura e in conformit con le sue esigenze. Il riguardo per la vita umana e la salvaguardia della dignit della persona ci impongono di non lasciare nulla di intentato perch a tutti possa essere partecipata la genuina verit dell'amore coniugale responsabile nella piena adesione alla legge inscritta nel cuore di ogni persona. Con questi sentimenti imparto a tutti voi l'Apostolica Benedizione.
Nelle regioni di Twantey e Dalla pi dell'ottanta per cento dei villaggi andato completamente distrutto
INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di venerd 9 Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Angelo Amato, Arcivescovo titolare di Sila, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.
NOSTRE
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Bla Bals, Vescovo di Kaposvr (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum; Andrs Veres, Vescovo di Szombathely (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum; Imre Asztrik Vrszegi, Vescovo titolare di Culusi, Arciabate Ordinario di Pannonhalma (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum.
Il Santo Padre ha promosso all'Ordine dei Vescovi l'Eminentissimo Signor Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, assegnandogli il Titolo della Chiesa Suburbicaria di Frascati.
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Uccisi un civile israeliano e sei militanti palestinesi
Pi marines in Afghanistan
KABUL, 10. Dopo aver bocciato l'anno scorso la proposta del corpo dei marines di lasciare l'Iraq per concentrarsi sull'Afghanistan, i capi del Pentagono sono tornati a valutare l'idea e hanno fatto capire che i marines dal 2009 potrebbero aumentare sensibilmente la loro presenza sul territorio afghano. Il segretario alla Difesa statunitense, Robert Gates, e il capo degli stati maggiori, ammiraglio Michael Mullen, durante un incontro con i giornalisti, hanno affermato che se le condizioni della sicurezza in Iraq miglioreranno, probabile che il piano venga riconsiderato. Il comandante dei marines, generale James Conway, aveva proposto di lasciare all'esercito il compito di proteggere l'Iraq, mentre i marines si sarebbero concentrati sull'Afghanistan. Capisco la difficolt di tenere un piede in due Paesi e la necessit di ottimizzare l'uso della forza ha detto Mullen, commentando la proposta del generale Conway. Il Pentagono sta valutando opzioni per aumentare la presenza militare americana in Afghanistan, viste le difficolt a ottenere rinforzi da altri Paesi della Nato, ma il continuo impegno in Iraq riduce la capacit d'azione della Difesa americana sui due fronti. Si registrano, intanto, nuovi episodi di violenza nel territorio afghano. Nell'est, un soldato della Nato rimasto ucciso durante scontri con la guerriglia. Nel sud del Paese, bombardamenti della forza della coalizione hanno provocato la morte di dodici ribelli. Il Prt, provincial reconstruction team a guida italiana di Herat, ha inaugurato ieri il centro sanitario di Sirwan. Il dottor Ghulam Sayed Rashid, direttore provinciale del dipartimento della salute, e il colonnello Giuseppe Levato, hanno preso parte, insieme a molti abitanti del paese, alla cerimonia di inaugurazione e consegna alla comunit locale della nuova struttura sanitaria. L'opera, finanziata con fondi italiani, stata progettata dal team di ingegneri civili ed ufficiali dell'esercito appartenenti alla cellula cimic (civilian and military cooperation) del Prt, che hanno svolto attivit di gestione e controllo dei lavori edili. La realizzazione stata appaltata ad imprese afghane, contribuendo cos ad incrementare l'occupazione e lo sviluppo economico dell'area. Per gli oltre quarantamila abitanti dei villaggi circostanti, il centro sanitario di Sirwan rappresenter il principale canale di accesso al sistema sanitario pubblico, che fino ad oggi aveva come unica alternativa l'ospedale di Herat, distante pi di ottanta chilometri e raggiungibile in cinque ore di viaggio lungo una strada per ampi tratti sterrata.
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L'OSSERVATORE ROMANO
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Il sud est del Paese ridotto a una landa desolata. Nelle regioni di Twantey e Dalla pi dell'ottanta per cento dei villaggi andato distrutto
Affondata dai guerriglieri tamil una nave mercantile nello Sri Lanka
COLOMBO, 10. Le autorit dello Sri Lanka hanno accusato i guerriglieri secessionisti delle Tigri per la liberazione dell'Eelam tamil (Ltte) di aver affondato oggi una nave mercantile nel porto di Trincomalee, nell'est dell'isola asiatica. L'imbarcazione affondata a causa di unesplosione subacquea, ha dichiarato un portavoce della Marina militare. Lattentato non ha provocato vittime. Laffondamento della nave mercantile avvenuto in concomitanza con l'apertura dei seggi nei distretti di Ampara, Batticaloa e Trincomalee per le elezioni le prime in due decenni dei nuovi consigli provinciali delle regioni orientali dello Sri Lanka. Venerd scorso, una bomba esplosa in un bar nella zona orientale della citt di Ampara a circa duecento chilometri dalla capitale, Colombo ha provocato la morte di undici persone. Anche in questo caso, le autorit hanno accusato dell'attentato i guerriglieri separatisti del Ltte, che da venticinque anni conducono una sanguinosa lotta armata contro il Governo centrale per ottenere l'indipendenza delle regioni settentrionali ed orientali dell'isola. Un conflitto che ha provocato la morte di oltre settantamila persone e danni per decine di miliardi di dollari. E le truppe terrestri dello Sri Lanka, coadiuvate da aerei governativi, hanno intensificato nei giorni scorsi gli attacchi contro le postazioni dei guerriglieri dell'Ltte dislocate nel distretto di Mannar, nel nord-ovest. Nei combattimenti, secondo quanto riferiscono fonti dell'esercito dello Sri Lanka sono stati uccisi trentuno ribelli delle Tigri per la liberazione dell'Eelam tamil. I secessionisti hanno invece affermato che gli scontri a fuoco hanno provocato la morte di trenta soldati, mentre altri tre risultano dispersi.
BELGRADO , 10. L'elettorato serbo chiamato domani alle urne per un voto anticipato sulla naturale scadenza della legislatura e che sar di fatto una scelta tra le posizioni della coalizione europeista guidata dal presidente della Repubblica Boris Tadic e quelle delle forze nazionaliste. Tra queste ultime si iscrivono non solo il Partito radicale serbo (Srs), che nel Parlamento uscente ha la maggioranza relativa, ma anche il Partito democratico della Serbia (Dss) guidato dal primo ministro dimissionario Vojislav Kostunica. L'alleanza tra il Dss e il Partito democratico (Ds), quello di Tadic, si spezzata proprio sulla questione dei rapporti con l'Unione europea, alla quale tutti i partiti serbi rimproverano l'appoggio o almeno l'assenso dato alla dichiarazione unilaterale di indipendenza fatta dal Kosovo. In merito, per, mentre la coalizione europeista che fa capo a Tadic ritiene comunque necessario il progressivo avvicinamento della Serbia all'Unione europea, in vista di una futura piena integrazione,
Ratificato da Belgrado La Serbia tra europeismo e nazionalismo l'accordo sul gas con Mosca
Cittadini alle urne per le elezioni politiche anticipate
le forze nazionaliste contestano duramente tale impostazione. Secondo tutti gli osservatori, l'esito del voto al quale sono chiamati i circa sei milioni e settecentocinquantamila elettori serbi non scontato. Dagli ultimi sondaggi sono emersi fondamentalmente due dati. Il primo che, qualunque sia lo schieramento vincente, il voto sar abbastanza frammentato da costringere almeno tre liste elettorali a coalizzarsi per ottenere la maggioranza dei seggi (126) necessaria in Parlamento per dar vita ad un Governo, il che potrebbe rendere decisivo il ruolo di formazioni minori quali Partito liberaldemocratico (Ldp), il movimento Nuova Serbia, e il partito socialista (Sps). Laltro la rimonta della coalizione europeista guidata da Tadic rispetto al partito radicale, dato peraltro ancora per favorito e guidato da Tomislav Nikolic, il successore di Vojislav Seselj, attualmente sotto processo davanti al Tribunale penale internazionale (Tpi) dell'Aja per l'ex Jugoslavia che lo ha imputato per crimini di guerra e crimini contro l'umanit. A convincere gli osservatori dell'accorciamento delle distanze, oltre all'esito del recente ballottaggio per la presidenza, che ha visto la conferma di Tadic contro proprio Nikolic, nonostante il venir meno dell'appoggio di Kostunica, sono state anche le positive valutazioni emerse dai sondaggi sulla firma dellAccordo di associazione e stabilizzazione (Asa) con l'Unione europea, il 29 aprile scorso. Non a caso, tale firma stata salutata con entusiasmo da Tadic e duramente criticata da Kostunica, che proprio ieri, nell'ultima riunione del suo Governo dimissionario uscito insieme con i ministri del suo partito al momento del voto di ratifica di tale accordo, approvato dai ministri del Ds, maggioritari all'interno del Governo stesso. Del resto, Kostunica in questo d'accordo con Nikolic ha gi annunciato che si batter per far annullare l'accordo non appena si sar insediato il nuovo Parlamento. BELGRADO, 10. Il Governo serbo uscente ha formalizzato ieri, come suo ultimo atto prima delle elezioni politiche anticipate di domani, il via libera allintesa sottoscritta nei mesi scorsi dall'ente energetico russo Gazprom per lacquisizione del controllo della Nis, l'azienda pubblica petrolifera serba che resta la maggiore del settore nell'ex Jugoslavia e che un partner strategico per le rotte balcaniche dellenergia. Laccordo stato approvato allunanimit dal Consiglio dei ministri dimissionario senza contrasti fra le due formazioni politiche, ormai divise, della coalizione governativa, il Partito democratico della Serbia (Dss) guidato dal primo ministro Vojislav Kostunica e il Partito democratico (Ds) il cui leader il presidente della Repubblica, Boris Tadic, rieletto quest'anno al ballottaggio contro Tomislav Nikolic, il candidato dell'ultranazionalista partito radicale (Srs) che nel parlamento uscente ha la maggioranza relativa. Il contratto prevede un investimento immediato di soli 400 milioni di euro a carico di Gazprom, cifra che dovrebbe per salire al miliardo e mezzo nel medio periodo. L'intesa con Gazprom, fortemente voluta da Kostunica, era stata contestata da vari settori del Partito democratico, che la consideravano un regalo a Mosc, ma alla fine ha avuto anche lassenso di Tadic, che ha incontrato il nuovo presidente russo Dmitri Medvedev. Se in questo caso il voto del Governo uscente stato unanime, le spaccature erano state invece confermate poco prima sulla ratifica dellaccordo di associazione e stabilizzazione (Asa) con lUnione europea. A favore avevano votato i ministri del Ds, maggioritari all'interno del Governo, ma non Kostunica e gli altri del Dss che lo ritengono un cedimento sulla questione del riconoscimento europeo dell'indipendenza del Kosovo.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il significato del congresso internazionale a quarant'anni dall'Humanae vitae
L'OSSERVATORE ROMANO
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Tra gli inni presenti nella moderna liturgia ambrosiana ci sono anche brani tratti da La Pentecoste
n convegno riuscito per una grande enciclica. Il congresso internazionale sull'Humanae vitae, che si chiuso questo sabato con l'udienza del Papa, ha dimostrato la portata profetica del documento di Paolo VI con interventi che L'Osservatore Romano ha anticipato lo scorso 9 maggio. Contestatissima sia dentro che fuori la Chiesa quando usc (e negli anni successivi), l'Humanae vitae ha infatti colto molti nodi cruciali che avrebbero segnato il tempo futuro. Cos, in solitudine, ma animato dalla forza consapevole di ci che sosteneva, Paolo VI ha disposto l'elaborazione di un testo di cui, qualche giorno dopo l'uscita, scrisse la voce della nostra coscienza, interrogata lungamente davanti a Dio, ci ha indotto a rivolgere alla Chiesa e al mondo questa parola. Una
oggi quello dell'adulto autosufficiente, ecco il fondamento della responsabilit che l'uoche la dimensione relazionale viene negata in mo non pu proiettare fuori di s, se non al radice, e deboli, vecchi, bambini e malati prezzo di negare la sua stessa libert. Se la vengono necessariamente posti fuori fuoco. tecnica, infatti, pu rendere possibile il nostro Eppure l'essere umano nasce dipendente, di- dominio di noi stessi, non lo rende per di pendente da un corpo in cui si sviluppa e dal per s meritorio, cio moralmente buono, perquale riceve cure e nutrimento. E se l'essere ch la tecnica non contiene in se stessa le pronato di donna l'esperienza che ci plasma prie ragioni. La biomedicina e le biotecnolonell'assunzione profonda del significato dell'a- gie ci consentono di dilatare immensamente more come dono, ecco che la prassi ora con- l'ambito di controllo funzionale della realt siderata accettabile di selezionare il proprio del vivente: non ne favoriscono per una mifiglio in laboratorio inquina il senso della ma- gliore percezione di senso, perch la funzionaternit, il senso di un'accoglienza a prescinde- lit intrinsecamente cieca, dato che non re dalle intrinseche qualit di chi nasce (Eu- contiene in se stessa il proprio fine. Ci che genia Roccella). nella tradizione occidentale viene denominato Questa profonda alterazione stata colta legge naturale altro non che tale percezione anche in tema di paternit e maternit re- di senso. Il punto fondamentale: prima ansponsabile, partendo ancora una volta dal cora che il termine bioetica venisse coniato, senso dell'Humanae vitae, enciclica definita in- l'Humanae vitae aveva colto la consistenza dchiffrable mais aussi scandaleuse agli occhi di un problema aperto nella modernit come del mondo (Serge-Thomas Bonino). Dal mo- una ferita e che tutt'ora il nostro. Se le mento in cui la natura cessa di dettare legge, biotecnologie introducono una possibilit del da quando il logos del corpo diviene incom- tutto nuova di manipolare il vivente, questo prensibile per il logos dello spirito, ecco che i richiede la nostra attenzione non solo per le concetti di paternit e maternit responsabile potenzialit di pericolo che tale manipolaziovengono completamente fraintesi e distorti. ne porta con s, ma soprattutto per la dimenEd ecco che un certo modo di affidarsi alla sione di potenza che la contraddistingue. tecnica in nome della razionalit, comporta Ebbene, alla potenza biomedica e biotecnolodi fatto la rinuncia di questa responsabilit. gica, occorre opporre le ragioni di una radiIl rispetto dei ritmi naturali viene percepito cale indisponibilit che deve essere al contemcome una forma di alienazione della dignit po, non solo simbolica, politica e ontologica, umana, e di indebita assolutizzazione della ma anche, seguendo l'insegnamento dell'ennatura. Per un uomo moderno, non v' nulla ciclica, indisponibilit etica, ma che forse sadi pi degradante che vivere secondo la natu- rebbe meglio qualificata come indisponibilit ra (Bonino). antropologica. L'uomo infatti non pu auL'altro grande tema affrontato nell'Huma- toconferirsi una dignit, non pi di quanto nae vitae, al quale i relatori hanno dato gran- egli possa inventare un senso da donare alla de spazio, stato proprio quello del significa- realt e al suo stesso agire. L'uomo non uoto e del ruolo della tecnica. Paolo VI fu chiaro: la Chiesa Stiamo toccando con mano il fallimento impegna l'uomo a non abdicare alla propria responsabilidell'utopia della pianificazione familiare t per rimettersi ai mezzi tece della libert sessuale nici. Un'affermazione allo stesso tempo limpida e complessa (Francesco D'Agostimo perch cos egli sappia e voglia costruirsi, no). Non a caso, proprio quanto avvenuto. ma perch stato voluto e costruito da un alOggi che le applicazioni tecniche e scientifi- tro-da-s. La dignit non un prodotto, ma che sono diventate parte integrante della no- un dono il cui valore va semplicemente ricostra vita quotidiana nell'intento di rimodella- nosciuto (D'Agostino). Un testo profetico, dunque, l'Humanae vire la realt, la vita e noi stessi, le parole di Paolo VI colpiscono enormemente. Dal 1968 tae. E al contempo un testo cruciale nel ponad oggi questo frenetico progresso ha spostato tificato di Paolo VI. Cogliendo questi due aspetti, Vian ha ricordato le parole che il il suo baricentro dalle scienze chimiche-fisi- Pontefice scrisse il 30 giugno 1965, tre anni che a quelle medico-biologiche, al punto che prima dell'enciclica, e che fanno capire ancor la bioetica divenuta, oltre che orizzonte meglio l'animo con cui si era accinto alla sua interdisciplinare di studio, pratica sociale promulgazione; nelle Note per il nostro Testa(D'Agostino). cos necessario rimarcare co- mento, a proposito del mondo: Non si creda me il cuore dell'Humanae vitae non sia stato di giovargli assumendone i pensieri, i colo stereotipo diffuso che vuole la Chiesa nemi- stumi, i gusti, ma studiandolo, amandolo, serca e timorosa della tecnica, quanto piuttosto vendolo.
colloc sul monte, / e ne' tuoi labbri il fonte / della parola apr: sempre una limpida e appassionata teologia della Chiesa, a confronto della quale appaiono ancora pi deprimenti le teorie di quanti, ottusi al suo mistero, non riescono a scoprire e a intravedere tutta l'intima gloria della Figlia del Re. D'altra parte, Manzoni, nel quale l'esperienza cristiana sempre pi si approfondisce e matura, non fa che tradurre in versi rapidi e chiari le parole di Cristo: Voi siete la luce del mondo; una citt posta su un monte non pu restare nascosta. Nemmeno si accende una lucerna per metterla sotto il moggio; la si pone invece sul candelabro affinch faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Risplenda cos la vostra luce davanti agli uomini, affinch, vedendo le vostre buone opere, glorifi-
Il segretario della Conferenza episcopale italiana racconta la nuova versione della Bibbia
Questo libro viene incontro ai suoi lettori non solo con le pagine che materialmente lo compongono, ma anche con la storia culturale che il popolo di Dio ha costruito e continua a costruire
Piero Rossano, invitando a farne una revisione ai fini dell'utilizzazione liturgica. La revisione fu affidata a un gruppo di biblisti e italianisti. Il lavoro, approvato dall'ottava Assemblea generale della Cei (14-19 giugno 1971), ebbe una prima edizione nel dicembre 1971 e una seconda, che includeva le correzioni richieste dalla Santa Sede per alcuni testi utilizzati nella liturgia, nell'aprile 1974. Da questa seconda edizione sono tratti i testi delle pericopi bibliche dei lezionari liturgici e della liturgia delle ore che sono stati fino a oggi in uso. La revisione della traduzione della Bibbia Cei era un'esigenza che emergeva dall'uso dei lezionari, come attestano numerose richieste di modifiche giunte negli anni alla segreteria generale della Cei; soprattutto per si impose come inderogabile dopo la pubblicazione della Nova Vulgata. Le novit maturate nell'ambito degli studi biblici, soprattutto in quello della critica testua-
Si cercato di far risplendere il contenuto del testo sacro nelle modalit proprie del nostro linguaggio E di esprimere le potenzialit della Scrittura nel plasmare la lingua e la letteratura
ma con ci si dato solo l'avvio al percorso che deve portare la Parola nel nostro tempo. Ogni traduzione costituisce solo un inizio di interpretazione. Dice san Gregorio Magno che le divine parole crescono con chi le legge (Omelie su Ezechiele I, 7, 8), perch il loro pieno significato si rivela solo nella comprensione e nella vita di quanti a esse si accostano illuminati dalla fede. Pertanto questo libro viene incontro ai suoi lettori non solo nelle pagine che materialmente lo compongono, ma anche con la storia viva del popolo di Dio che nella sua dottrina, nella vita liturgica e nella testimonianza di santit, ma anche nella produzione culturale ha costruito e continua a costruire la manifestazione storica della sua verit e quindi l'orizzonte in cui leggerlo e proclamarlo, offrendone un'interpretazione sicura, in cui collocare l'appropriazione delle singole persone e comunit.
chino il Padre vostro che nei cieli (Matteo 5, 14-16). Disceso ad animare la Chiesa, lo Spirito, dalla voce molteplice da tutti compresa, raccoglie e ricompone in unit gli uomini dispersi dalla confusione delle lingue: Manzoni lo illustra, intessendo e volgendo magistralmente in poesia i passi della Scrittura sul mattino di Pentecoste. Lo Spirito, con i suoi doni molteplici, compie il miracolo di un rinnovamento universale. Da lui proviene un'umanit nuova e riscattata. A lui risalgono l'annunzio e la diffusione del vangelo e la luminosa testimonianza della fede; sua grazia una pace inalterata e inespropriabile [...], che il mondo irride, / ma che rapir non pu e il raggiungimento, pur nella distanza degli spazi, dell'unit dei cuori. Per lo Spirito gli animi spenti si trovano ravvivati, e in forza del suo amore si acquietano gli animi ribelli. Da lui sono suscitati pensieri irreprensibili, e nella sua effusione quale piacevol alito e aura consolatrice ricevono conforto e rasserenamento gli sfiduciati; da lui i propositi di violenza sono spazzati via, ed elargito il timore e insegnata la piet: doni tutti, che attingono energia dallo Spirito e crescono sotto il suo mite lume, che inesauribilmente dona e provvede la vita. Il poeta enumera e riconosce questi frutti dello Spirito in un sguito di commosse e ripetute invocazioni, dietro le quali si sente risonare il canto stupendo del Veni Creator, forse di Rabano Mauro, e la mirabile sequenza del Veni, Sancte Spiritus, di Stefano di Langton. Manzoni mostra di averli intimamente gustati e assimilati; ma i suoi versi non ne sono semplicemente la traduzione: con la sua genialit poetica e il fervore della sua fede egli rifonda e rinnova quelle invocazioni, dotando il nostro vocabolario cristiano di un linguaggio nuovo e originale: il pi nuovo e originale che esso abbia conosciuto dopo Dante. Ma un altro aspetto appare nuovo nella teologia e nella piet manzoniana di Pentecoste. Si direbbe che egli apra allo Spirito i confini umani pi intimi e familiari. Egli ne invoca l'effusione santificante e consolatrice soprattutto nell'esistenza quotidiana, semplice e umile: l'esistenza dei miseri e di tutti i figli d'Eva, per i quali il Signore ha patito sulla croce, e quella del povero, che per merito dello Spirito pu lietamente sollevare il suo sguardo al cielo, ch' suo, e al quale il ricco porge il proprio dono con amicizia e discrezione. In particolare, Manzoni invoca lo Spirito per il mondo in cui egli affettivamente vive e che lo circonda: quello rappresentato dalla famiglia, dalle spose e dalle madri, dai bambini e dalle fanciulle, dai giovani e dagli adulti, dai vecchi e dai morenti, senza che vengano dimenticate le vergini, celate nei monasteri. Le sue espressioni sono di una lucentezza e di una suggestione incancellabili. Il poeta implora la venuta dello Spirito perch si espanda nell'ineffabil riso dei bambini i nostri bamboli ; perch sparga la casta porpora sul viso delle fanciulle e conceda le pure gioie ascose alle ascose vergini; e perch consacri il verecondo amor delle spose. E qui il pensiero va alla moglie di Manzoni, Enrichetta Blondel, che, insieme con le affezioni coniugali e con la sapienza materna cos egli scriveva di lei, dedicandole l'Adelchi pot serbare un animo verginale. Ma le accese invocazioni della pi solenne e sublime poesia manzoniana non sono terminate. Proseguono, a domandare che lo Spirito governi il confidente ingegno dei baldi giovani, guidi il viril proposito degli adulti, adorni la vecchiaia le canizie di desideri lieti e santi, per brillare, infine, negli occhi di quanti muoiono sorretti dalla speranza nel guardo errante/ di chi sperando muor . Non c' condizione e stato di vita che non abbia bisogno dello Spirito. Manzoni lo supplica per tutti. Con rara finezza ancora il cardinale Giovanni Colombo fu specialmente attento a far intravedere, prefigurati ne La Pentecoste, personaggi e accenti che prenderanno forma concreta altrove nell'Adelchi e nel romanzo , coi temi della femminilit e della maternit, che l'inno sacro evoca attraverso immagini riassuntive e colme di tenerezza: Manzoni tra riga e riga, gi qui ci fa balenare i personaggi che poi diverranno famosi; e ce li fa balenare col volto personale e col ritratto realistico e psicologico che sar descritto nelle pagine dell'immortale romanzo. Era il pensiero di Cesare Angelini che chiamava le liriche anticipi del romanzo, albeggiamenti del capolavoro e del suo mondo in piena, dove avverr lo sbocco definitivo della lirica nella prosa.
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L'OSSERVATORE ROMANO
A sessant'anni dal primo riconoscimento degli istituti secolari
Consacrati nel mondo Per i cristiani in Iraq laici tra i laici non bastano le promesse
C' chi assistente sociale, chi impiegato in Comune, chi lavora in banca, chi ha un impiego precario in un'azienda che rischia la chiusura, chi pensionato e ancora chi disoccupato. Sono arrivati a Roma da tutta Italia. Ma non per una riunione o una manifestazione sindacale. Si tratta dei partecipanti al convegno nazionale della Conferenza Italiana degli Istituti Secolari (Ciis). l'organizzazione che raggruppa i circa diecimila membri dei settantacinque istituti secolari di diritto pontificio o solo diocesano presenti in Italia. Da sabato 10 fino alla mattina seguente sono riuniti presso la Pontificia Universit Urbaniana per fare il punto, attraverso uno scambio di testimonianze, sulla loro missione a sessanta anni dalla Primo feliciter, il motu proprio con il quale Pio XII approv e chiar meglio questa nuova forma di vocazione scaturita all'interno della Chiesa. Pi che un incontro celebrativo spiega per la responsabile nazionale del Ciis, Caterina Caminati per noi si tratta di riflettere e ripensare la nostra identit, la nostra vocazione. Infatti, la missione non significa per noi in primo luogo un impegno all'interno delle strutture ecclesiali, nelle attivit parrocchiali o nei consigli pastorali, quanto soprattutto, e quando ci si riesce, la testimonianza della novit della vita cristiana all'interno della realt lavorativa di tutti i giorni nella quale siamo inseriti. Settanta anni, ex insegnante e assistente sociale, Caterina Caminati, ha abbracciato questa vita quarantatr anni fa, in piena stagione conciliare, entrando nell'istituto secolare di Santa Caterina di Genova, fondato nel 1956 dal cardinale Giuseppe Siri. Una vita da laica con la necessit di mantenersi, di trovare un lavoro e un'abitazione ma con il cuore interamente consacrato al Signore. E senza alcun abito particolare o segno esteriore che possa far presagire una scelta cos particolare. Una scelta non comune allora per i tempi, ma che anche oggi molto poco conosciuta anche all'interno della comunit ecclesiale. Gli istituti secolari rappresentano infatti una nuova e originale forma di vocazione. Sorti all'inizio del secolo scorso, hanno avuto il loro riconoscimento ufficiale nel 1947 con la costituzione apostolica Provida mater ecclesia e poi principalmente nel 1948 appunto con il motu proprio Primo feliciter mentre sono entrati a pieno titolo nel nuovo Codice di diritto canonico nel 1983. I loro membri sono laici uomini e donne ma anche sacerdoti diocesani che, vivendo nel mondo la vita ordinaria di tutti, s'impegnano a incarnare il Vangelo in povert, castit, obbedienza nello spirito delle Beatitudini. I membri laici rimangono a pieno titolo nel loro stato: sono cio semplici battezzati, ma che, in risposta a una particolare chiamata, qualificano il loro essere laici consacrandosi interamente a Dio con la professione dei consigli evangelici. Essi chiarisce infatti il Codice di diritto canonico partecipano della funzione evangelizzatrice della Chiesa sia mediante la testimonianza di vita cristiana e di fedelt alla propria consacrazione, sia attraverso l'aiuto che danno perch le realt temporali siano ordinate secondo Dio e il mondo sia vivificato dalla forza del Vangelo. Quanto ai membri chierici si legge sempre nel Codice di diritto canonico essi attraverso la testimonianza della vita consacrata, soprattutto nel presbiterio, sono di aiuto ai confratelli con una peculiare carit apostolica, ed in mezzo al popolo di Dio lavorano alla santificazione del mondo come proprio ministero sacro. Gli istituti secolari si distinguono perci da tutte le altre forme di vita consacrata, perch per i loro membri rimanere nel secolo, cio in pieno mondo, senza obbligo di vita comune, laici tra i laici dice ancora la responsabile nazionale del Ciis elemento essenziale e determinante della vocazione, al pari della consacrazione a Dio. Una forma di consacrazione in realt gi presente anche nei primissimi secoli dell'era cristiana. Quando tra i cristiani isolati e sparsi in una societ ancora in buona parte pagana, queste vocazioni fiorivano come seme di rinnovamento e lievito nascosto nella massa. Circostanze per molti versi non dissimili a quelle presenti nell'odierna societ secolarizzata. E che oggi rendono nuovamente e pienamente attuali queste vocazioni che attingono in profondit all'insegnamento del Concilio Vaticano II soprattutto laddove vi il riconoscimento della dignit e dell'autonomia delle realt terrene, l'affermazione della dignit e della missione dei laici nel mondo e la sottolineatura della vocazione alla santit per tutti gli uomini. Perch come ha lucidamente indicato Benedetto XVI nell'udienza del 3 febbraio 2007 ai partecipanti alla Conferenza mondiale degli istituti secolari esse siano come un seme di santit gettato a piene mani nei solchi della storia. (fabrizio contessa) di MARCO BELLIZI La comunit internazionale deve prendersi cura dei cristiani in Iraq: le promesse non sono state seguite dai fatti, e la situazione di questa minoranza religiosa nel Paese asiatico drammatica. Il Primate della diocesi della Chiesa armena in Iraq, l'arcivescovo Avak Asadourian, molto severo quando si parla delle condizioni della popolazione in un Paese che ormai da tempo in ginocchio. Rispondendo ad alcune domande, a margine della conferenza stampa nella quale il patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, Karekin II, ha rivolto un messaggio di saluto, l'arcivescovo Asadourian, tiene a precisare per che le difficolt vissute dalla minoranza cristiana sono anche quelle che tutta la popolazione irachena sta vivendo negli ultimi anni. Spiega l'arcivescovo Asadourian: La comunit internazionale ha fatto molte promesse. Bisogna che seguano i fatti. Solo in pochi, piccoli centri arrivano gli aiuti necessari. Mancano, cure, ospedali, medicinali, viveri. Ma sono cose che servono a tutti gli iracheni. La miseria e lemigrazione verso la Siria e il Libano, per andare poi in Europa o negli Stati Uniti, un dramma comune a tutti. La situazione diversa da come la si vede da lontano ha aggiunto l'arcivescovo . Le difficolt non nascono dalle incomprensioni fra le religioni, hanno ragioni molto pi profonde. Ricordiamoci e amiamo questa terra che stata culla del primo annuncio della Parola fra il Tigri e lEufrate. La comunit cristiana comunque in sofferenza. Mezzo milione di fedeli della Chiesa armena erano presenti in Iraq prima dell'inizio delle operazioni belliche. Oggi sono circa venticinque-
mila. L'emigrazione, forzata dalla circostanze ambientali, comporta problemi di non poco conto anche nei Paesi limitrofi all'Iraq, dove molti profughi si rifugiano. Eppure la presenza cristiana e dei fedeli della Chiesa armena, ha ricordato l'arcivescovo Asadourian, c' dal giorno 1, come dire che la storia dell'Iraq stata costruita anche dai cristiani. Le divisioni, i contrasti fra i gruppi di diversa religione sono, spiega ancora il Primate della Chiesa armena in
Iraq, un fatto relativamente recente: I rapporti con i musulmani sono sempre stati buoni. Cos come quelli con i fratelli cristiani. Recentemente, nel 2006, stato creato un Consiglio delle Chiese, del quale io stesso sono stato eletto segretario generale: un modo anche per rafforzare in questo difficile momento la nostra solidariet e riconoscere il nostro essere fratelli in Cristo e fratelli appartenenti al genere umano. Lo stesso Catholicos, Karekin II, ha sottolineato questo aspetto, nel messaggio che ha rivolto ai giornalisti presenti alla conferenza stampa convocata nella Sala Marconi della Radio Vaticana: Nel nostro presente, in un mondo dove sviluppi e cambiamenti si succedono rapidamente, molte questioni ambientali, sociali, politiche, economiche, e temi morali richiamano la nostra attenzione, specialmente in un processo di globalizzazione nel quale si sta perdendo l'autentico rispetto per la vita e per l'uomo. Il rafforzamento dei legami e la collaborazione costituiscono ha detto il Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni un imperativo per le chiese cristiane, perch solo attraverso una cooperazione inclusiva potremo servire efficacemente il fine del raggiungimento della pace nel mondo e una sempre pi efficace difesa dei diritti umani, delle nazioni, delle famiglie e delle classi sociali che nel mondo sono a rischio. Ha detto ancora il Catholicos: L'amore ricevuto da nostro Signore Ges Cristo ha portato molti frutti nel campo dell'ecumenismo oggi. Fedeli ai santi padri della Chiesa e ai loro legami, nonostante le differenze e le nostre proprie caratteristiche, daremo maggiore importanza a cosa ci unisce. con particolare piacere per noi confermare che lo spirito di affetto e collaborazione fra la Chiesa armena e la Chiesa cattolica trova ai nostri tempi tangibili espressioni. All'incontro era presente anche il Primate della Chiesa armena degli Stati Uniti, l'arcivescovo di New York, Khajag Barsamian: Da cinque anni ha detto abbiamo cominciato un fruttifero dialogo ecumenico, abbiamo fatto passi in avanti. Abbiamo potuto affrontare senza riserve, in incontri annuali, tanti punti di discussione, ora siamo in una fase avanzata e molto positiva. Dopo l'incontro con la stampa il Catholicos Karekin II si recato presso la basilica papale di san Paolo fuori le Mura per la celebrazione dei Vespri, presieduta dallo stesso Karekin II insieme con il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l'Unit dei Cristiani. Alla celebrazione era presente l'arciprete della basilica, il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo.
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Il Signore ha chiamato a s la notte dell'8 maggio, memoria della Madonna del Rosario il
L'OSSERVATORE ROMANO
Decreto della Penitenzieria Apostolica
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Lettera del cardinale Bertone in occasione della veglia di Pentecoste presieduta dal cardinale Ruini
PAENITENTIARIA APOSTOLICA
I. A tutti i singoli fedeli cristiani veramente pentiti che, debitamente purificati mediante il Sacramento della Penitenza e ristorati con la Sacra Comunione, piamente visiteranno in forma di pellegrinaggio la Basilica papale di San Paolo sulla via Ostiense e pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, concessa ed impartita l'Indulgenza plenaria della pena temporale per i loro peccati, una volta ottenuta da essi la remissione sacramentale e il perdono delle loro mancanze. L'Indulgenza plenaria potr essere lucrata dai fedeli cristiani sia per loro stessi, sia per i defunti, tante volte quante verranno compiute le opere ingiunte; ferma restando tuttavia la norma secondo la quale si pu ottenere l'Indulgenza plenaria soltanto una volta al giorno. Affinch poi le preghiere che vengono elevate in queste sacre visite conducano e sollecitino pi intensamente gli animi dei fedeli alla venerazione della memoria di San Paolo, stabilito e disposto quanto segue: i fedeli, oltre ad elevare le proprie suppliche davanti all'altare del Santissimo Sacramento, ognuno secondo la sua piet, si dovranno portare all'altare della Confessione e devotamente recitare il Padre nostro e il Credo, aggiungendo pie invocazioni in onore della Beata Vergine Maria e di San Paolo. E tale devozione sia sempre strettamente unita alla memoria del Principe degli Apostoli San Pietro. II. I fedeli cristiani delle varie chiese locali, adempiute le consuete condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice), escluso qualsiasi affetto verso il peccato, potranno lucrare l'Indulgenza plenaria se parteciperanno devotamente ad una sacra funzione o ad un pio esercizio pubblicamente svolti in onore dell'Apostolo delle Genti: nei giorni della solenne apertura e chiusura dell'Anno Paolino, in tutti i luoghi sacri; in altri giorni determinati dall'Ordinario del luogo, nei luoghi sacri intitolati a San Paolo e, per l'utilit dei fedeli, in altri designati dallo stesso Ordinario. III. I fedeli infine impediti da malattia o da altra legittima e rilevante causa, sempre con l'animo distaccato da qualsiasi peccato e col proposito di adempiere alle consuete condizioni non appena sar possibile, potranno anche loro conseguire l'Indulgenza plenaria, purch si uniscano spiritualmente ad una celebrazione giubilare in onore di San Paolo, offrendo a Dio le loro preghiere e sofferenze per l'unit dei Cristiani. Affinch poi i fedeli possano pi facilmente essere partecipi di questi celesti favori, i sacerdoti approvati per l'ascolto delle confessioni dall'autorit ecclesiastica competente si prestino, con animo pronto e generoso, ad accoglierle. Il presente Decreto ha validit solo per la durata dell'Anno Paolino. Nonostante qualunque disposizione contraria. Dato in Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 10 Maggio, anno dell'incarnazione del Signore 2008, nella vigilia di Pentecoste. JAMES FRANCIS CARD. STAFFORD Penitenziere Maggiore @ GIANFRANCO GIROTTI, O.F.M. CONV. Vesc. Tit. di Meta, Reggente
Oggi, sabato 10 maggio, alle ore 19,30 nella basilica di San Giovanni in Laterano, il cardinale Camillo Ruini, vicario generale di Sua Santit per la diocesi di Roma, presieder la veglia di Pentecoste sul tema della Giornata mondiale della giovent (Avrete forza dallo Spirito Santo). Nel corso della celebrazione verr amministrato il sacramento della confermazione a 185 universitari. In occasione dell'incontro di preghiera, il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha inviato al cardinale Ruini una lettera che pubblichiamo qui di seguito. Signor Cardinale, con la Veglia di Pentecoste, che si svolge sabato prossimo, 10 maggio, nella Basilica di S. Giovanni in Laterano, si conclude l'itinerario formativo preparato per i giovani universitari dall'Ufficio Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, iniziato ad Assisi nel novembre scorso e articolato sul terna Testimoni del Risorto in Universit. Costruire insieme la civilt dell'amore. In occasione di tale significativo appuntamento, il Santo Padre lieto di far giungere a quanti vi prenderanno parte il Suo cordiale saluto e l'assicurazione della Sua spirituale vicinanza. Egli, inoltre, ha appreso con favore che, nel corso della Veglia, a molti giovani sar amministrato il Sacramento della Confermazione, ed auspica che, come scrive nel Suo Messaggio per la VIII giornata Mondiale della Giovent, in programma a Sydney, in Australia, essi riscoprano tale Sacramento e ne ritrovino il valore per la loro crescita spirituale. Sua Santit, mentre prega perch la Veglia ed il conferimento del Sacramento della maturit cristiana, aiutino i giovani universitari ad essere autentici e gioiosi testimoni della fede, in loro confermata, e li spinga ad attingere dallo Spirito Santo la forza e la generosit per costruire un'autentica civilt dell'amore, invocando su ciascuno la celeste protezione di Maria Santissima, di cuore invia a Lei, agli organizzatori e a tutti i partecipanti la Benedizione Apostolica. Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio dell'Eminenza Vostra Rev.ma dev.mo nel Signore TARCISIO CARD. BERTONE Segretario di Stato
Il cardinale Re nel venticinquesimo anniversario della proclamazione del santo a patrono dell'episcopato latinoamericano
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L'OSSERVATORE ROMANO
Benedetto XVI ai vescovi dell'Ungheria ricevuti in visita ad limina Apostolorum
Cari e venerati Fratelli nell'Episcopato! Con grande gioia accolgo tutti voi, Pastori della Chiesa che in Ungheria, in occasione della vostra Visita ad limina Apostolorum. Vi saluto con affetto e sono grato al Cardinale Pter Erd per le parole che mi ha rivolto a nome dell'intera Conferenza Episcopale. Oltre a manifestarmi i vostri sentimenti fraterni, di cui vi ringrazio cordialmente, egli ha con chiarezza tratteggiato le caratteristiche salienti della Comunit cattolica e della societ nel vostro Paese, riassumendo quanto in questi giorni ho avuto modo di recepire negli incontri con ciascuno di voi. Cos, cari Fratelli, il popolo a voi affidato ora spiritualmente dinanzi a noi, con le sue gioie e i suoi progetti, i suoi dolori, i suoi problemi e le sue speranze. E noi anzitutto preghiamo perch, per intercessione dei Santi Pietro e Paolo, i fedeli possano trovare la forza, anche con l'aiuto di questa Sede Apostolica che presiede alla carit, di perseverare nel loro cammino verso la pienezza del Regno di Dio. Purtroppo il lungo periodo del regime comunista ha segnato pesantemente la popolazione ungherese, cos che ancora adesso se ne notano le conseguenze: in particolare, viene rilevata in molti una certa difficolt a fidarsi degli altri, tipica di chi ha vissuto a lungo in un clima di sospetto. Il senso di insicurezza poi accentuato dalla difficile congiuntura economica, che uno sconsiderato consumismo non contribuisce a migliorare. Le persone, compresi i cattolici, risentono in genere di quella debolezza di pensiero e di volont che assai comune nei nostri tempi. Come voi stessi avete osservato, oggi spesso difficile impostare un serio approfondimento teologico e spirituale, perch sono non di rado carenti, da una parte, la preparazione intellettuale e, dall'altra, il riferimento oggettivo alle verit della fede. In questo contesto la Chiesa dev'essere certamente maestra, ma mostrandosi sempre e prima di tutto madre, cos da favorire la crescita della reciproca fiducia e la promozione della speranza. La prima realt che purtroppo fa le spese della diffusa secolarizzazione la famiglia, che anche in Ungheria attraversa una grave crisi. Ne sono sintomi la notevole diminuzione del numero dei matrimoni e l'impressionante aumento dei divorzi, molto spesso anche precoci. Si moltiplicano le cosiddette coppie di fatto. Giustamente voi avete criticato il pubblico riconoscimento delle unioni omosessuali, perch contrario non solo all'insegnamento della Chiesa ma alla stessa Costituzione Ungherese. Tale situazione, unita alla carenza di sussidi per le famiglie numerose, ha portato ad un drastico calo delle nascite, reso ancor pi drammatico dalla diffusa pratica dell'aborto. Naturalmente la crisi della famiglia costituisce un'enorme sfida per la Chiesa. Sono in questione la fedelt coniugale e, pi in generale, i valori su cui si fonda la societ. evidente perci che, dopo la famiglia, a risentire di questa difficolt sono i giovani. Nelle citt essi sono attratti da nuove forme di divertimento e nei villaggi sono spesso abbandonati a se stessi. Esprimo pertanto il mio pi vivo apprezzamento per le molteplici iniziative che la Chiesa promuove, pur con i mezzi limitati di cui dispone, per animare il mondo dei giovani, con momenti di formazione e di amicizia che stimolino la loro responsabilit. Penso ad esempio all'attivit dei cori, che si inserisce nel lodevole impegno delle parrocchie per incentivare la diffusione della musica sacra. Sempre nella prospettiva dell'attenzione alle nuove generazioni, lodevole il sostegno che offrite alla scuola cattolica, in particolare all'Universit Cattolica di
Budapest, che auspico sappia sempre custodire e sviluppare la sua identit originaria. Incoraggio a proseguire gli sforzi per la pastorale scolastica e universitaria, come pure, pi in generale, per l'evangelizzazione della cultura, che ai nostri giorni si avvale anche dei mezzi della comunicazione sociale, nel cui campo la vostra Chiesa ha fatto ultimamente significativi progressi. Venerati Fratelli, per tenere viva la fede del popolo voi giustamente cercate di valorizzare e aggiornare iniziative tradizionali, quali i pellegrinaggi e le espressioni di devozione ai Santi ungheresi, in particolare a Santa Elisabetta, a Sant'Emerico e, naturalmente, a Santo Stefano. A proposito di pellegrinaggi, mentre apprezzo il perdurare della consuetudine del pellegrinare alla Sede di Pietro (significativamente, nella Basilica dell'Apostolo esiste una suggestiva Cappella Ungherese), ho appreso con piacere che sono sempre pi frequenti i pellegrinaggi a Mariazell, Czstochowa, Lourdes, Fatima, e al nuovo Santuario della Divina Misericordia a Cracovia, dove la vostra Conferenza Episcopale ha pure eretto recentemente una Cappella Ungherese. Nel XX secolo non sono mancati nella vostra Comunit eroici testimoni della fede: vi esorto a custodire la loro memoria, affinch le sofferenze da essi affrontate con spirito cristiano continuino ad essere di stimolo al coraggio e alla fedelt dei credenti e di quanti si impegnano per la verit e la giustizia. C' un'altra preoccupazione che condivido con voi: la mancanza di sacerdoti e il conseguente sovraccarico di lavoro pastorale per gli attuali ministri della Chiesa. un problema che si riscontra in molti Paesi d'Europa. Occorre tuttavia far s che i sacerdoti alimentino adeguatamente la propria vita spirituale, affinch, malgrado le difficolt e il lavoro pressante, non smarriscano il centro della loro esistenza e del loro ministero e, di conseguenza, sappiano discernere l'essenziale dal secondario, individuando le giuste priorit nell'agire quotidiano. doveroso ribadire che la gioiosa adesione a Cristo, testimoniata dal
sacerdote in mezzo ai suoi fedeli, resta lo stimolo pi efficace per risvegliare nei giovani la sensibilit per l'eventuale chiamata di Dio. In particolare, fondamentale che i sacramenti dell'Eucaristia e della Penitenza siano praticati con la massima assiduit e devozione anzitutto dagli stessi sacerdoti e siano poi da loro amministrati con generosit ai fedeli. Indispensabile altres l'esercizio della fraternit presbiterale, per evitare ogni pericoloso isolamento. Ugualmente importante incoraggiare positivi e rispettosi rapporti tra i presbiteri e i fedeli laici, secondo l'insegnamento del Decreto conciliare Presbyterorum or-
dinis. Anche le relazioni tra il clero e i religiosi, gi buone, meritano di essere ulteriormente incrementate. A tal proposito desidero rivolgere il mio incoraggiamento alle Congregazioni religiose femminili, che con umile discrezione svolgono preziose attivit in mezzo ai pi poveri. Venerati Fratelli, nonostante la secolarizzazione, la Chiesa Cattolica rimane per moltissimi ungheresi la Comunit religiosa di appartenenza o, per lo meno, un significativo punto di riferimento. perci quanto mai auspicabile che i rapporti con le Autorit statali siano caratterizzati da rispettosa collaborazione, grazie anche agli Accordi
bilaterali, sul cui corretto adempimento veglia un'apposita Commissione Paritetica. Ci non mancher di recare beneficio all'intera societ ungherese, in particolare nel campo dell'istruzione e della cultura. E poich la Chiesa, grazie al suo impegno nelle scuole e nel servizio sociale, reca un notevole contributo alla comunit civile, come non auspicare che le sue attivit siano sostenute dalle pubbliche Istituzioni, a vantaggio soprattutto dei ceti sociali meno abbienti? Da parte ecclesiale, nonostante le difficolt economiche generali dell'attuale momento, non verr meno l'impegno a servizio di chi si trova in situazioni di bisogno. Venerati Fratelli, come infine non dire che l'unit che vi caratterizza nel seguire gli insegnamenti della Chiesa per me motivo di serenit e di conforto? Possa essa sempre mantenersi e svilupparsi! Mi compiaccio inoltre perch ultimamente avete incrementato i contatti con le Conferenze Episcopali dei Paesi vicini, soprattutto con la Slovacchia e la Romania, dove c' una presenza di minoranze ungheresi. Plaudo di cuore a questa linea d'azione, animata da sincero spirito evangelico e al tempo stesso da saggia preoccupazione per l'armoniosa convivenza. Le tensioni non sono certo facili da superare, ma la strada intrapresa dalla Chiesa giusta e promettente. Per questo e per ogni altra vostra iniziativa pastorale assicuro il mio sostegno; in particolare, penso in questo momento all'Anno della Bibbia, che molto opportunamente avete promosso nel 2008, in accordo con la prossima Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Questa anche per voi un'ottima occasione per approfondire i gi buoni rapporti con i fratelli cristiani delle altre confessioni. Nel rendere grazie a Dio per la sua costante assistenza, invoco su voi e sul vostro ministero la materna protezione di Maria Santissima. Da parte mia vi accompagno con la preghiera, mentre con affetto vi imparto la Benedizione Apostolica, che estendo volentieri alle vostre comunit diocesane e all'intera Nazione ungherese.
L'indirizzo d'omaggio del cardinale Pter Erd, presidente della Conferenza episcopale ungherese
Szentkt pi frequentati. La missione cittadina di Budapest, alla quale Vostra Santit ha mandato, come inviato speciale, il cardinale Camillo Ruini, gesto paterno per il quale siamo grati, ha attratto molti giovani ed adulti, ha sollecitato pure l'interesse di una sessantina di studenti per la vocazione sacerdotale, e ha dato un impulso incoraggiante a molti non praticanti e non credenti. E soprattutto sembra aver risvegliato la vitalit missionaria e l'attivit caritativa nelle nostre parrocchie. Anche in altre diocesi hanno avuto luogo varie missioni parrocchiali. Il culto dei santi sta crescendo. I nuovi beati ungheresi sono pi vicini al sentimento dei nostri contemporanei. Tali sono il Vescovo martire Vilmos Apor, il medico Lszl Batthyny-
Strattmann, l'ultimo re del nostro Paese Carlo IV e la suora martire Sra Salkahzi che ha dato la sua vita per i perseguitati alla fine della seconda guerra mondiale, per la beatificazione della quale ancora ringraziamo di cuore Vostra Santit. Il loro culto rafforza la convinzione che la santit possibile ancora oggi. Stiamo pregando anche per la beatificazione di altri grandi ungheresi, come per esempio il vescovo Zoltan Meszlnyi, che stato ucciso per la sua fede e per la sua fedelt alla Chiesa all'epoca dello stalinismo, o l'intrepido cardinale Jzsef Mindszenty. Purtroppo non mancano nemmeno i segni preoccupanti nella nostra Chiesa e nella nostra societ, come il pessimismo e la disperazione. La situazione demografica specialmente drammati-
sua pubblicazione stato spesso interpretato in maniera controversa, e lo stesso Paolo VI ne era consapevole, il vescovo ha notato che anche quarant'anni dopo le interpretazioni di questo testo magisteriale cos importante non sono terminate e che comunque certamente cresciuta la consapevolezza di molti che hanno visto in quelle pagine una reale profezia e una lungimiranza non comuni. Il Congresso che abbiamo svolto nei giorni scorsi si pone in continuit con altri momenti di studio e di riflessione. Nel decennale dell'enciclica la Rivista della Facolt di Teologia, Lateranum, dedicava un intero numero all'Humanae vitae e, sorprendentemente, sfogliando quelle pagine si ritrova anche un importante contributo dell'allora cardinale Karol Wojtya che rileggeva l'enciclica ritrovando alla sua base la stessa antropologia della Gaudium et spes. Nel 1980 ha aggiunto il rettore anche vostra Santit come relatore del Sinodo sulla Famiglia, si intratteneva su questo insegnamento di Paolo VI e, rivolgendosi ai fedeli della sua diocesi di Mnchen-Freising in riferimento ai lavori sinodali scriveva: Nella fecondit matrimoniale uomo e donna partecipano dell'agire creativo di Dio. Essi sono inseriti in maniera unica nell'agire di Dio che crea nuovamente ogni uomo e tuttavia fa questo uomo, nuovo e unico mediante l'amore fecondo dell'uomo e della donna. Al principio non vi un no, ma il s. Solo cos l'uomo pu alla lunga vivere, solo cos pu essere unito con se stesso e con il mondo. Ma proprio questa opzione fondamentale per l'approvazione, per il s in gran parte andata in frantumi nell'occidente; il modo in cui posto il problema del controllo delle nascite dipende in parte essenziale su questa fondamentale crisi di consenso alla vita. La problematica, ha proseguito, stata esaminata in questi giorni congressuali sotto diversi aspetti: da quello storico a quello sociologico, dalle implicanze antropologiche e giuridiche a quelle filosofiche e teologiche. Nella complementarit delle analisi si raggiunta una convinzione partecipata: l'Humanae vitae riesce a coniugare e salvaguardare in modo coerente il rispetto per la legge naturale e la libert dei coniugi. Ma mentre la prima ha notato concludendo il suo indirizzo di saluto monsignor Fisichella ha bisogno di essere sempre ricordata come fondamento dell'agire personale e sociale come vostra Santit ha di recente espresso nel suo illuminante Discorso alle Nazioni Unite la seconda riporta alla responsabilit degli sposi che solo in conformit a questa legge possono esprimere pienamente la fecondit dell'amore reciproco che hanno promesso di mantenere sempre aperto alla vita.
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 111 (44.851)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
luned-marted 12-13 maggio 2008
Nel discorso al nuovo Ambasciatore israeliano la preoccupazione di Benedetto XVI per il declino dei cristiani in Medio Oriente
Ho seguito con profonda preoccupazione, nei giorni scorsi, la situazione in Libano, dove, allo stallo dell'iniziativa politica, hanno fatto seguito, dapprima, la violenza verbale e poi gli scontri armati, con numerosi morti e feriti. Anche se, nelle ultime ore, la tensione si allentata, ritengo oggi doveroso esortare i libanesi ad abbandonare ogni logica di contrapposizione aggressiva, che porterebbe il loro caro Paese verso l'irreparabile. Il dialogo, la mutua comprensione e la ricerca del ragionevole compromesso sono l'unica via che pu restituire al Libano le sue istituzioni e alla popolazione la sicurezza necessaria per una vita quotidiana dignitosa e ricca di speranza nel domani.
Che il Libano, per l'intercessione di Nostra Signora del Libano, sappia rispondere con coraggio alla sua vocazione di essere, per il Medio Oriente e per il mondo intero, segno della reale possibilit di pacifica e costruttiva convivenza tra gli uomini. Le diverse comunit che lo compongono come ricordava l'Esortazione post-sinodale Una nuova speranza per il Libano (cfr n. 1) sono al tempo stesso una ricchezza, un'originalit ed una difficolt. Ma far vivere il Libano un compito comune di tutti i suoi abitanti. Con Maria, Vergine in preghiera a Pentecoste, chiediamo all'Onnipotente un'abbondante effusione dello Spirito Santo, lo Spirito dell'unit e della concordia, che a tutti ispiri pensieri di pace e di riconciliazione.
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INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di sabato 10 Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
NOSTRE
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eminenze Reverendissime i Signori Cardinali: Juan Luis Cipriani Thorne, Arcivescovo di Lima (Per); Julio Terrazas Sandoval, Arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra (Bolivia).
re di Sicca Veneria, in visita ad limina Apostolorum; Lszl Kiss-Rig, Vescovo di Szeged-Csand (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum; Szilrd Keresztes, Vescovo emerito di Haiddorog per i cattolici di rito bizantino (Ungheria), in visita ad limina Apostolorum.
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Mikls Beer, Vescovo di Vc (Ungheria), con l'Ausiliare, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Lajos Varga, Vescovo titola-
In data 10 maggio scorso, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di MacKenzie-Fort Smith (Canada), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Denis Croteau, O.M.I., in conformit al canone 401 1 del Codice di Diritto Canonico. Gli successo Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Murray Chatlain, Coadiutore della medesima Diocesi.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Nel discorso di Benedetto XVI all'ambasciatore Lewy la preoccupazione per il declino dei cristiani in Medio Oriente e l'auspicio di una positiva soluzione dei negoziati in corso
Your Excellency, I am pleased to welcome you at the start of your mission and to accept the Letters accrediting you as Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the State of Israel to the Holy See. I thank you for your kind words, and I ask you to convey to President Shimon Peres my respectful greetings and the assurance of my prayers for the people of your country. Once again I offer cordial good wishes on the occasion of Israel's celebration of sixty years of statehood. The Holy See joins you in giving thanks to the Lord that the aspirations of the Jewish people for a home in the land of their fathers have been fulfilled, and hopes soon to see a time of even greater rejoicing when a just peace finally resolves the conflict with the Palestinians. In particular, the Holy See values its diplomatic relations with Israel, established fifteen years ago, and looks forward to developing further the growing respect, esteem and collaboration that unite us. Between the State of Israel and the Holy See there are numerous areas of mutual interest that can be profitably explored. As you have pointed out, the Judeo-Christian heritage should inspire us to take a lead in promoting many forms of social and humanitarian action throughout the world, not least by combating all forms of racial discrimination. I share Your Excellency's enthusiasm for the cultural and academic exchanges that are taking place between Catholic institutions worldwide and those of the Holy Land, and I too hope that these initiatives will be developed further in the years ahead. The fraternal dialogue that is conducted on an international level between Christians and Jews is bearing much fruit and needs to be continued with commitment and generosity. The holy cities of Rome and Jerusalem represent a source of faith and wisdom of central importance for Western civilization, and in consequence, the links between Israel and the Holy See have deeper resonances than those which arise formally from the juridical dimension of our relations. Your Excellency, I know that you share my concern over the alarming decline in the Christian population of the Middle East, including Israel, through emigration. Of course Christians are not alone in suffering the effects of insecurity and violence as a result of the various conflicts in the region, but in many respects they are particularly vulnerable at the present time. I pray that, in consequence of the growing friendship between Israel and the Holy See, ways will be found of reassuring the Christian community, so that they can experience the hope of a secure and peaceful future in their ancestral homelands, without feeling under
pressure to move to other parts of the world in order to build new lives. Christians in the Holy Land have long enjoyed good relations with both Muslims and Jews. Their presence in your country, and the free exercise of the Church's life and mission there, have the potential to contribute significantly to healing the divisions between the two communities. I pray that it may be so, and I invite your Government to continue to explore ways of harnessing the good will that Christians bear, both towards the natural descendants of the people who were the first to hear the word of God, and towards our Muslim brothers and sisters who have lived and worshipped for centuries in the land that all three religious traditions call holy. I do realize that the difficulties experienced by Christians in the Holy Land are also related to the continuing tension between Jewish and Palestinian communities. The Holy See recognizes Israel's legitimate need for security and self-defence and strongly condemns all forms of anti-Semitism. It also maintains that all peoples have a right to be given equal opportunities to flourish. Accordingly, I would urge your Government to make every effort to alleviate the hardship suffered by the Palestinian community, allowing them the freedom necessary to go about their le-
gitimate business, including travel to places of worship, so that they too can enjoy greater peace and security. Clearly, these matters can only be addressed within the wider context of the Middle East peace process. The Holy See welcomes the commitment expressed by your Government to carry forward the momentum rekindled at Annapolis and prays that the hopes and expectations raised there will not be disappointed. As I observed in my recent address to the United Nations in New York, it is necessary to explore every possible diplomatic avenue and to remain attentive to even the faintest sign of dialogue or desire for reconciliation if longstanding conflicts are to be resolved. When all the people of the Holy Land live in peace and harmony, in two independent sovereign states side by side, the benefit for world peace will be inestimable, and Israel will truly serve as . (light to the nations, Is 42:6), a shining example of conflict resolution for the rest of the world to follow. Much work has gone into formulating the agreements which have been signed thus far between Israel and the Holy See, and it is greatly hoped that the negotiations regarding economic and fiscal affairs may soon be brought to a satisfactory conclusion. Thank you for your reassuring words concerning the Israeli Government's commitment to
a positive and expeditious resolution of the questions that remain. I know that I speak on behalf of many when I express the hope that these agreements may soon be integrated into the Israeli internal legal system and so provide a lasting basis for fruitful cooperation. Given the personal interest taken by Your Excellency in the situation of Christians in the Holy Land, which is greatly appreciated, I know you understand the difficulties caused by continuing uncertainties over their legal rights and status, especially with regard to the question of visas for church personnel. I am sure you will do what you can to facilitate the resolution of the problems that remain in a manner acceptable to all parties. Only when these difficulties are overcome, will the Church be able to carry out freely her religious, moral, educational and charitable works in the land where she came to birth. Your Excellency, I pray that the diplomatic mission which you begin today will further strengthen the bonds of friendship that exist between the Holy See and your country. I assure you that the various departments of the Roman Curia are always ready to offer help and support in the fulfilment of your duties. With my sincere good wishes, I invoke upon you, your family, and all the people of the State of Israel, God's abundant blessings.
Questa la traduzione italiana del discorso del Papa: Eccellenza, sono lieto di porgerle il benvenuto all'inizio della sua missione e di accettare le Lettere che la accreditano quale Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario dello Stato di Israele presso la Santa Sede. La ringrazio per le cordiali parole che mi ha rivolto e le chiedo di trasmettere al Presidente Shimon Peres i miei rispettosi saluti e l'assicurazione delle mie preghiere per il popolo del suo Paese. Ancora una volta, offro i miei cordiali auspici in occasione della celebrazione di Israele dei sessanta anni della sua esistenza come Stato. La Santa Sede si unisce a Lei nel rendere grazie al Signore perch le aspirazioni del popolo ebraico a una casa nella terra dei loro padri si sono realizzate e, al contempo, spera che giunga presto un tempo di maggiore letizia, quando una pace giusta risolver il conflitto con i palestinesi. In particolare, la Santa Sede considera preziose le proprie relazioni diplomatiche con Israele, instaurate quindici anni fa, e attende con ansia l'ulteriore sviluppo di un maggior rispetto, di una maggiore stima e di una crescente collaborazione che ci uniscano. Fra lo Stato di Israele e la Santa Sede esistono numerose aree di interesse reciproco che si possono esplorare con profitto. Come ha sottolineato, l'eredit giudaico-cristiana dovrebbe spingerci a prendere l'iniziativa di promuovere molte forme di azione umanitaria e sociale nel mondo, non da ultimo combattendo tutte le forme di discriminazione razziale. Condivido con Lei, Eccellenza, l'entusiasmo per gli scambi culturali e accademici che si svolgono fra istituzioni cattoliche nel mondo e quelle in Terra Santa, e anche io spero che tali iniziative verranno maggiormente sviluppate nei prossimi anni. Il dialogo fraterno, condotto a livello internazionale fra cristiani ed ebrei, sta recando molti frutti e deve proseguire con impegno e generosit. Le citt sante di Roma e di Gerusalemme sono importantissime fonti di fede e saggezza per la civilt occidentale, e, di conseguenza, i vincoli fra Israele e la Santa Sede hanno ripercussioni pi profonde di quelle che derivano formalmente dalla dimensione giuridica delle nostre relazioni. Eccellenza, so che condivide la mia preoccupazione per l'allarmante declino della popolazione cristiana nei Paesi del Medio Oriente, incluso Israele, a causa dell'emigrazione. Di certo, i cristiani non sono gli unici a risentire degli effetti dell'insicurezza e della violenza che sono conseguenze dei vari conflitti nella regione, ma, per molti aspetti, sono ora particolarmente vulnerabili. Prego affinch, per la crescente amicizia fra Israele e la Santa Sede, si possano elaborare modi per rassicurare i membri della comunit cristiana affinch possano nutrire la speranza di un futuro sicuro e pacifico nelle loro patrie ancestrali, senza sentirsi costretti a doversi trasferire in altre parti del mondo per costruirsi una nuova vita. I cristiani in Terra Santa intrattengono da tempo buoni rapporti sia con i musulmani sia con gli ebrei. La loro presenza e il libero esercizio della vita e della missione della Chiesa l, hanno il potenziale di contribuire in modo significativo a sanare le divisioni fra le due comunit. Prego affinch possa essere cos e invito il suo governo a continuare a elaborare modi per utilizzare la buona volont dei cristiani sia verso i discendenti naturali del popolo che per primo ha udito la Parola di Dio sia verso i nostri fratelli e le nostre sorelle musulmani che da secoli vivono e praticano il proprio culto nella terra che tutte e tre le tradizioni religiose definiscono santa. Comprendo che le difficolt dei cristiani in Terra Santa sono legate anche alla tensione continua fra le comunit ebrea e palestinese. La Santa Sede riconosce la legittima necessit di sicurezza e di autodifesa di Israele e condanna fortemente tutte le forme di antisemitismo. Sostiene anche che tutti i popoli hanno il diritto di ricevere uguali opportunit di prosperare. Proprio per questo, esorto con urgenza il suo governo a compiere ogni sforzo per alleviare le difficolt sofferte dalla comunit palestinese, permettendole la libert necessaria per svolgere le sue legittime attivit, incluso il raggiungere i luoghi di culto affinch possa godere di pace e sicurezza maggiori. evidente che questi problemi si possono affrontare soltanto nel pi ampio contesto del processo di pace per il Medio Oriente. La Santa Sede accoglie l'impegno espresso dal suo governo di portare avanti lo slancio riacceso ad Annapolis e prega affinch le speranze e
Il saluto dell'ambasciatore
le aspettative suscitate in quella sede non vengano deluse. Come ho osservato nel mio recente discorso alle Nazioni Unite, a New York, necessario percorrere ogni possibile via diplomatica e prestare attenzione ai pi flebili segni di dialogo o di desiderio di riconciliazione se si vogliono risolvere conflitti annosi. Quando tutte le persone della Terra Santa vivranno in pace e in armonia, in due stati sovrani indipendenti, il beneficio per la pace del mondo sar inestimabile e Israele sar realmente (luce delle nazioni Is 42, 6), esempio luminoso di risoluzione del conflitto che il resto del mondo potr seguire. Molto stato fatto nella formulazione degli accordi che sono stati firmati finora da Israele e dalla Santa Sede ed auspicabile che i negoziati relativi a questioni economiche e fiscali giungano a una conclusione soddisfacente. Grazie per le sue parole rassicuranti sull'impegno del governo di Israele per una soluzione positiva e rapida dei problemi ancora da risolvere. So di parlare a nome di molti quando esprimo la speranza che questi accordi possano presto essere integrati nel sistema giuridico interno di Israele e costituire cos una base per una cooperazione feconda. Dato l'interesse personale che Lei, Eccellenza, nutre per la situazione dei cristiani in Terra Santa, e che molto apprezzato, so che comprende le difficolt causata dalle continue incertezze sui loro diritti e sul loro status legali, in particolare a proposito della questione dei visti per il personale ecclesiastico. Sono certo che far tutto il possibile per facilitare la soluzione dei restanti problemi in un modo accettabile per tutte le parti in causa. Solo quando si supereranno queste difficolt, la Chiesa potr svolgere le proprie opere religiose, morali, educative e caritative nella terra in cui nata. Eccellenza, prego affinch la missione diplomatica che comincia oggi rafforzi ulteriormente i vincoli di amicizia fra la Santa Sede e il suo Paese. Sia certo che i vari dicasteri della Curia Romana saranno sempre pronti a offrirle aiuto e sostegno nello svolgimento dei suoi doveri. Con i miei sinceri buoni auspici, invoco su di Lei, sulla sua famiglia e su tutto il popolo dello Stato di Israele le abbondanti benedizioni di Dio.
SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore d'Israele
Sua eccellenza il signor Mordechay Lewy, nuovo ambasciatore d'Israele presso la Santa Sede, nato il 15 maggio 1948, sposato ed ha tre figli. laureato in Storia (Hebrew University, 1976). Entrato nella carriera diplomatica nel 1975, ha ricoperto i seguenti incarichi: funzionario del ministero degli Affari esteri (1975-1976); segretario di ambasciata a Bonn (1976-1981); incaricato dei Paesi di lingua tedesca presso il ministero degli Affari esteri (1981-1985); segretario e poi consigliere di ambasciata a Stoccolma (19851989); vice capo di divisione presso il ministero degli Affari esteri (19891991); console generale a Berlino (1991-1994); ambasciatore in Thailandia (1994-1997); vice capo di dipartimento presso il ministero degli Affari esteri (1997-2000); ministro di ambasciata a Berlino (2000-2004); consigliere del sindaco di Gerusalemme per le comunit religiose (2004-2008). autore di molti articoli di carattere storico sui cristiani e Gerusalemme. Parla inglese e tedesco e conosce lo svedese ed il latino. A sua eccellenza il signor Mordechay Lewy, nuovo ambasciatore d'Israele presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.
L'OSSERVATORE ROMANO
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Prime elezioni dopo vent'anni nelle zone dello Sri Lanka teatro del conflitto
COLOMBO, 12. Gli abitanti delle zone orientali dello Sri Lanka, l'area teatro del ventennale conflitto tra le forze militari del Governo di Colombo e i ribelli delle Tigri per la liberazione dell'Eelam (patria) Tamil (Ltte), sono andati ieri alle urne per scegliere tra milletrecento candidati i 32 deputati di un loro Parlamento locale. Si trattato delle prime elezioni tenute nella regione da ventanni a questa parte. Laffluenza ai seggi elettorali, che pure stata considerata piuttosto bassa dal presidente del comitato nazionale insediato per garantire la regolarit delle operazioni di voto e di scrutinio, ha comunque superato il 50 per cento dei circa un milione di elettori. Diversi osservatori interni e internazionali considerano queste elezioni un primo tentativo di varare una vera, anche se di fatto limitata, autonomia amministrativa nelle zone dello Sri Lanka abitate in prevalenza dalla minoranza Tamil. In questo senso si espresso il Governo centrale di Colombo, deciso a combattere la guerriglia, ma che si dichiara anche determinato ad accogliere le richieste di maggiore autodeterminazione che vengono dall'intera popolazione Tamil. Le elezioni sono state rese possibili dallarretramento delle forze ribelli che per molti anni avevano assunto il controllo della zona. Peraltro, proprio alla vigilia del voto c' stato un attacco suicida, attribuito alle Ltte, laffondamento di una nave mercantile nel porto di Trincomalee. Secondo quanto riferito da un portavoce della Marina, l'attacco non ha provocato vittime civili. Il giorno prima, invece, c'erano stati undici morti per l'esplosione di una bomba in un bar nella zona orientale della citt di Ampara. Anche in questo caso, le autorit governative dello Sri Lanka hanno parlato di un attentato delle Ltte.
Dopo l'attacco dei ribelli del Jem contro la capitale sudanese e la rottura delle relazioni con il Ciad
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Nei suoi editoriali il giornalista cattolico Fritz Gerlich critic apertamente il nazismo
Hitler a Berlino in una foto del 1932: sulla scrivania si nota una copia del Gerade Weg, il giornale di Gerlich
dmair nel libro Un giornalista contro Hitler (Milano, Mursia, 2008, pagine 262, euro 18) che ricostruisce la fiera e in qualche modo profetica battaglia di quest'uomo nei confronti del nazismo di cui, fin dalle origini, aveva compreso la tragica pericolosit per la Germania, per l'Europa e per il mondo libero. Una battaglia tanto eroica quanto storicamente inutile, visto come andarono le cose, ma della quale resta il valore di testimonianza: quella di un'opposizione lucida, che mostra come gi prima del 1933 ci furono giornalisti e uomini politici che presero posizione contro la marea bruna montante. Gi negli anni Venti, come direttore del principale quotidiano della Germania meridionale, le Mnchener Neueste Nachrichten, Gerlich comincia la
nea di persone tenute insieme da un unico obiettivo comune: la volont di distruggere. Il tono degli articoli successivi accompagnati da pungenti vignette satiriche non meno allarmato. Gerlich denuncia il progetto antisemita dell'ideologo nazista di far proclamare, nelle chiese ripulite dai crocifissi, la nuova religione del mito della razza. A pi riprese si appella ai connazionali invitandoli a non farsi complici. E alla fine non esita, in un editoriale intitolato Arrestate i caporioni!, a chiedere che vengano incarcerati i capi del partito nazionalsocialista, Hitler compreso, esigendo dal governo di Berlino una disposizione di legge per cui il Fhrer e l'intero gruppo dirigente del partito vengano condannati a trascorrere il resto dei loro giorni in carcere, a motivo dei loro crimini contro l'ordine pubblico commessi per loro ordine o istigazione. Quando vede che il solo richiamo alla politica non sufficiente, malgrado le minacce e le intimidazioni che giungono sempre pi numerose, Gerlich chiama in causa la fede. In occasione di un'altra tornata elettorale, dopo aver messo in guardia sul fatto che nazionalsocialismo significa menzogna, odio, fratricidio e miseria infinita, avverte: Chi oggi non va a votare si assume una grande responsabilit davanti a Dio, ai figli e ai figli dei figli. E vi diciamo ancora: dovere di coscienza per ogni cattolico votare quei partiti che difendono i principi eterni della Chiesa. Un appello, questo, che si ripeter ancora in un'analoga circostanza, anche se con sfumature diverse: Votiamo perch siamo cattolici. Ma votando sappiamo che la nostra forza non sta soltanto nel parlamento. La forza del cattolico sta altrove. La Chiesa pu aspettare. La sua forza incrollabile sta nel conforto della grazia divina. I tabernacoli delle nostre chiese sono le nostre centrali di forza. E le cattedre
del papa e dei vescovi sono i fari che illuminano il nostro cammino. Potremo star male per anni; e per anni, come dicono i nostri avversari, non avremo nulla di cui rallegrarci. Non importa! Il nostro Dio conosce la sua ora. Il cardinale di Monaco apprezza la battaglia di Gerlich e annota: Il clero locale entusiasta per il fatto che da parte cattolica si fatto finalmente avanti un uomo che d man forte agli avversari del nazismo. Purtroppo
un piano per una sua fuga in Svizzera: Sono pronto a rispondere con la mia vita per ci che ho scritto, ribatte a colleghi e amici che insistono. Gerlich viene rinchiuso nel carcere della polizia di Ettstrae, mentre il settimanale viene soppresso. Delle sorti del giornalista si interessano alcuni quotidiani esteri e le autorit ecclesiastiche. Ma queste pressioni, per quanto imbarazzanti per i nuovi detentori del potere, non ottengono nulla. Gerlich viene picchiato perch faccia i nomi di Verr assassinato in una cella del campo chi gli forniva notizie di concentramento di Dachau il 30 giugno 1934 riservate. Non ottenendo risposta un Ventiquattro ore dopo quella che passata giorno gli aguzzini gli porgono una pialla storia come la Notte dei lunghi coltelli stola intimandogli di in cui vennero massacrati centinaia uccidersi. Mi rifiuto di spararmi. Sono di dissidenti e oppositori del Terzo Reich cattolico, la sua risposta, mentre si inconclude per con tono amaro e profe- ginocchia e inizia a pregare in attesa tico c' il rischio che quest'uomo, del colpo mortale. Che per non arricome fanno temere le minacce da lui va: evidentemente i carcerieri restano ricevute, venga proditoriamente elimi- impressionati dalla sua profonda fede. Ma l'appuntamento con la morte sonato. Nonostante un tale pericolo, gli at- lo rimandato. Come detto, Gerlich vietacchi del Gerade Weg a Hitler si ne assassinato a Dachau poco pi di susseguono anche dopo l'ascesa di que- un anno dopo l'arresto. Con l'intento di riscattare da un inst'ultimo al potere, facendosi sempre pi diretti e documentati grazie all'aiu- giusto oblio questo eroe cattolico delto segreto di George Bell, ben addentro l'antinazismo, gli autori del volume si alla struttura nazionalsocialista, tanto sono impegnati in una rilettura accurada carpirne anche le trame pi nasco- ta della sua vasta produzione giornalistica, oltre che in un'attenta ricostruste. Grazie a lui Gerlich svela il prozione della sua vicenda biografica, ben getto della marcia delle camicie brune inquadrata nel drammatico contesto su Berlino. E sta per rivelare anche la storico. Il risultato la testimonianza responsabilit del Fhrer nell'incendio esemplare di un uomo che senza paura del Reichstag, cos come il tentativo di si oppose al male fino all'estremo sacriputsch da parte di Rhm, capo delle ficio. Una testimonianza che gli valSA, nei confronti di Hitler. Ma la resa sa, nel 2001, l'inserimento nell'elenco dei conti per Gerlich vicina. Quel- dei martiri sotto il nazismo centol'articolo non uscir mai. trentasei nomi curato da Helmut Il 9 marzo 1933 alcuni scherani ir- Moll per la Conferenza episcopale terompono nella sede del giornale, mal- desca, dal quale emerge il ritratto di menano e prelevano il direttore, il qua- una Chiesa che pag un pesante tribule peraltro ha rifiutato di mettersi in to di sangue per la sua ferma opposisalvo nonostante fosse stato predisposto zione al regime.
Nel nuovo Museo delle Arti di Catanzaro una sorta di officina del contemporaneo
Nei sotterranei gli spazi in continua trasformazione dedicati alla sperimentazione e ai nuovi artisti
Cos, attraverso l'intervento di artisti chiamati a operare direttamente sul luogo, sulle figure e sugli spazi del museo stesso ( quanto hanno fatto, per la mostra d'apertura, significativamente intitolata Archeologia del presente, i giovani ma gi affermati Paola De Pietri, Flavio Favelli e Davide Rivalda), il Marca raccorda, in un processo virtuoso, i capolavori della pinacoteca e della gipsoteca e le opere, dense di segni e di vitalit urbana, di Rotella, selezionate per questo primo allestimento da Alberto Fiz, le cui tracce, dirette o indirette, sono materiali, visivi e simbolici, destinati a confluire nelle operazioni site specific con cui periodicamente il museo vedr mutare il suo volto e il suo racconto. Un progetto ambizioso, quello del Marca, per la cui riuscita sar determinante la crescita dell'impegno educativo e didattico, la capacit di coinvolgere pubblici differenti dagli scolari agli studiosi, dai turisti ai cittadini di Catanzaro che nel museo dovranno poter trovare, certo, corretta informazione, ma soprattutto ascolto e partecipazione, cos da potersi sentire davvero a casa propria e nel mondo, come scrive Risaliti nella presentazione al catalogo, edito da Electa in tre volumi. Una scommessa che dovr essere giocata fino in fondo, perch il Marca non sia l'ennesimo contenitore di opere ma uno spazio diverso di relazione e di incontro. Un museo discorsivo, come ha suggerito di recente lo storico dell'arte Hans Belting, che sappia contribuire alla formazione di una nuova, pi aperta e consapevole, comunit.
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Teologia e cultura
Scoperto un santuario martiriale nella catacomba romana dei Santi Marcellino e Pietro
di RAFFAELLA GIULIANI* oveva essere assolutamente eterogeneo il bacino sociale che tra terzo e quarto secolo a Roma, per dare una tomba dignitosa ai propri cari, affluiva numeroso alle catacombe dei Santi Pietro e Marcellino, nell'antica localit ad duas lauros, al terzo miglio della via Labicana. Le testimonianze epigrafiche ci conservano i nomi di uomini e donne, ricchi artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, operai, servi, provenienti in parte dalla popolosa Subura, dalla regione dell'Esquilino e del Macellum Liviae, non distanti in linea d'aria. Un calcolo affidabile di Jean Guyon, l'archeologo francese che ha dedicato i suoi migliori anni allo studio di questo straordinario complesso paleocristiano, mostra che nel solo terzo secolo le intricate gallerie sotterranee della catacomba accolsero almeno 15.000 sepolture, mentre alcune migliaia si distribuirono nell'area di superficie. In un equilibrio difficile, ma sostanzialmente riuscito, tra comunit cristiana e potere imperiale, effetto della tollerante politica religiosa dell'imperatore Gallieno (253-268), il cimitero cristiano si inser in una vasta necropoli pagana, in cui un settore distinto di propriet imperiale era occupato dal sepolcreto della gloriosa guardia imperiale a cavallo, gli equites singulares Augusti. Al tempo dell'imperatore Costantino, il complesso ha subito degli interventi edilizi radicali, con la creazione di una grandiosa basilica circiforme dedicata ai martiri eponimi, di un mausoleo cilindrico che accolse l'Augusta Elena, madre dell'imperatore, e altri membri della sua famiglia, e di vasti recinti porticati. L'importanza del complesso non sfuggita agli studiosi delle antichit cristiane di ogni epoca: si legano al sito i nomi di Antonio Bosio, Giovanni Battista de Rossi, Enrico Stevenson, Orazio Marucchi, e poi, per arrivare ai tempi a noi pi vicini, del gesuita Antonio Ferrua, e del barnabita Umberto M. Fasola. Intanto, tra il 1953 e il 1956, Friedrich Wilhelm Deichmann e Arnold Tschira portavano alla luce, nell'area esterna, le fondazioni della grande basilica costantiniana. S' appena menzionato Jean Guyon, al quale si deve una fondamentale sintesi sul complesso (Le cimitire aux deux lauriers. Recherches sur les catacombes romaines, 1987), strumento insuperato di conoscenza del sito. Tanto fervore di studi e di scavi passati lasciava supporre che il cimitero non potesse restituire ancora sorprendenti scoperte, spe-
tele alla rimozione della frana, un evento inatteso scuoteva il ritmo tranquillo dei lavori: raggiunto il livello di una galleria catacombale, tre metri sotto un prato ben curato, tenacemente attaccati al loro supporto murario spuntano i brandelli di un affresco parietale sfigurato dal tempo e dagli uomini. Non si pensava che si potesse ancora Compaiono per prime delle testine dipinscoprire qualcosa in un sito cos studiato te (i fossori di oggi gli operai in servizio presso la Pontificia Commissione di ArcheoSi tratta invece di uno sconosciuto logia Sacra per curare le catacombe cocentro di culto forse dedicato municarono eccitati la scoperta di capoccette a chi scrive!). Sono in realt volti ai quaranta martiri di Sebaste maschili che non concedono nulla alla leggiadria: forti, espressivi, occhi spalancati, cie nella sua indagatissima regione centrale, sguardi intensi, barbe ispide. Appartengono a un passo dalla cripta dei martiri eponimi a un gruppo serrato di personaggi vestiti Pietro e Marcellino. Invece, nel cuore del- tutti uguali, con corte tuniche scure. Fanno l'afosa estate romana, nell'agosto 2003, pensare istintivamente a dei soldati, o, forse, iniziata per puro caso un'affascinante av- a degli artefici. ventura archeologica, che chi scrive ha avuPoco pi a destra, l'aureola d'un giovane to la fortuna di vivere in prima persona. Al- santo, maggiorato rispetto al gruppo, accanl'origine di essa un ignaro tubo rotto. Pro- to al quale restano, indenni, tre belle lettere prio cos: la rottura di una conduttura della MAR che conducono agevolmente alrete cittadina aveva provocato l'apertura di l'eponimo Marcellino: a sinistra di questi una voragine in un giardino privato al di rimangono solo i piedi e i resti della bianca sopra del settore mediano della catacomba, barba il venerando esorcista Pietro. presso l'Istituto delle Suore della Sacra FaLo stile dei pochi lacerti non ammette miglia. dubbi: si tratta di pitture tarde, altomedieUna volta fatto cessare, con l'intervento vali (sesto-settimo secolo), di un periodo in dei tecnici dell'Acea, il flusso dell'acqua, s' cui in catacomba si riservavano cure e abiniziato a rimuovere, procedendo dall'ester- bellimenti ai soli loca sancta, alle tombe di no, i detriti crollati nella voragine, per rag- martiri, destinazione di infiniti pellegrinaggi giungere la quota catacombale e rimediare da tutt'Europa. ai danni. Su tutto l'affresco si distribuivano didaMentre si procedeva con tutte le cau- scalie dipinte che, data la lacunosit delle pitture, sono oggi purtroppo quasi del tutto illeggibili: fatto, questo, deplorevole, perch la conservazione delle scriptae avrebbe reso molto pi agevole la decodificazione della scena e, quindi, anche del contesto topografico cui la stessa appartiene. Una di queste iscrizioni dipinte, su di un codice aperto su un leggio, restituisce l'espressione: hic do[na]nt [---] scr[ini]um, forse in rapporto alla presentazione di uno scrigno, raffigurata nella scena e affidata simbolicamente ai martiri patroni del cimitero. In cosa consisteva, o meglio, cosa poteva contenere questo scrigno? Per rispondere a queste fondamentali domande, ci viene fortunatamente in aiuto l'ambito topografico e iconografico, che rinvia, a lume di logica, a un contenitore utilizzato per conservare reliquie. L'esistenza di tale contenitore pu essere confermata dall'apertura rettangolare una nicchia, pi volte violata posta al di sotto delle pitture, dove lo scrinium doveva trovar posto. Completavano l'allestimento del locum sanctum una transenna marmorea, che decorava la sommit del muro affrescato, una mensa oleorum, per ospitare le Scorcio di una delle gallerie principali delle catacombe lampade votive, un lucernario
che rischiarava l'ambiente, nonch numerose sepolture nel piano pavimentale. Queste ultime sono il pendant consueto delle tombe martiriali, espressione del desiderio di massa di sepeliri ad sanctos, fenomeno di costume dell'et tardoantica non esente da spinte superstiziose, contro cui anche sant'Agostino aveva cercato di fare sponda. L'insieme di testimonianze non lascia dubbi: si disvela un altro polo cultuale di questo straordinario complesso della Roma paleocristiana, un santuario martiriale di cui finora non si era potuta sospettare l'esistenza sul piano archeologico. A questo punto, il lavoro degli archeologi si trasferisce dalle umide, oscure e terrose gallerie sotterranee, alle pi confortevoli sale delle biblioteche, dove si conservano le fonti manoscritte sul cimitero (calendari, atti, passiones, itinerari, e cos via), unico strumento disponibile per tentare di identificare il martire venerato nel santuario appena venuto alla luce. Il martire o non piuttosto i martiri? Infatti, due elementi farebbero propendere per un gruppo, e non per una singola individualit, ve- Gli scavi hanno portato alla luce anche nerato nella cripta. Da un lato, la presenza dell'insieme omoge- una serie di sepolture di massa neo di personaggi rappresentati a forse riconducibili alla recrudescenza sinistra nell'affresco non pu essere casuale, in una rappresentazio- della peste antonina tra II e III secolo ne cos essenziale. Dall'altro, se valida l'ipotesi delle reliquie, esse trovano particolare giustificazione nel trasfe- fermassero l'ipotesi dell'epidemia, sarebbe rimento, magari da un paese lontano, di re- una testimonianza eccezionale anche in funsti corporei di pi individui, intrasportabili zione dell'approfondimento della conoscenza degli agenti patogeni nell'antichit e della nella loro interezza. Le fonti manoscritte, in particolare gli iti- loro diffusione. Ritornando al nostro vecchio tubo rotto, nerari, assegnano a questo cimitero i gruppi martiriali dei Quattro Coronati (gi localiz- dobbiamo ringraziarlo di averci dischiuso zati in una cripta del cimitero), dei Trenta un mondo cos complesso e insospettato. Martiri e dei Quaranta Martiri. Questi ulti- vero, per, che permangono ancora molti mi due gruppi non hanno trovato ancora passaggi oscuri nella ricostruzione storica del processo che ha portato allo sviluppo una localizzazione certa. Ebbene, molto forte la suggestione di della catacomba cristiana a ridosso dei sinattribuire le testimonianze archeologiche ap- golari collettori di corpi. forse possibile pena rinvenute a uno dei due anonimi che la presenza dei sepolcri collettivi sia stagruppi. In particolare, i Quaranta della via ta determinante per la scelta dello spazio da destinare al culto di un gruppo di martiri, Labicana sono ricordati dal Martirologio mediante il trasporto di un ricettacolo di reGeronimiano al 13 gennaio e sono definiti liquie provenienti da lontano. milites. Il carattere di soldati si adatterebbe Fatto meritevole di pi approfondita ribene come s'era gi osservato al ma- flessione, del resto, il rispetto costantemennipolo di uomini a sinistra della scena di- te reso dal cimitero cristiano, nella sua propinta. gressiva espansione, ai preesistenti sepolcri A questo punto, sarebbe meno incerta e di massa, rispetto tanto pi rilevante se si isolata l'ipotesi che fu del Delehaye, il quale considera l'esigenza ivi pressante, nelle viciriteneva che i Quaranta Martiri della Labi- nanze delle tombe dei martiri eponimi Piecana ricordati dagli itinerari potessero iden- tro e Marcellino, di spazi sepolcrali da mettificarsi in realt con i Quaranta Martiri di tere a disposizione dei pi ferventi devoti. Sebastia (citt della piccola Armenia, odierA conclusione di queste note, ci auguriamo na Siwas in Turchia), notissimo gruppo di che la Pontificia Commissione di Archeolomartiri soldati, caduti sotto la persecuzione gia Sacra, in collaborazione con l'cole di Licinio, condannati all'esposizione nudi Franaise de Rome, possa attuare il suo ai rigori del freddo di uno stagno ghiacciato proposito di riprendere al pi presto le rie infine morti per assideramento, le cui reli- cerche nel contesto, per riuscire a dare piequie furono sparse e venerate in varie loca- na luce ai tanti dati finora emersi con l'ausilit dell'orbe cristiano antico, e, a Roma, in lio sul campo e in laboratorio delle tecniche d'indagine pi moderne e sofisticate. un oratorio di Santa Maria Antiqua. Inoltratici nella selva ammaliante delle ricostruzioni ipotetiche, dobbiamo per torna- * Ispettore delle Catacombe di Roma re celermente sui nostri passi, nel sottosuolo Pontificia Commissione di Archeologia Sacra
appena abbandonato, dove, all'insieme di testimonianze archeologiche, di per s gi eccezionali, appena descritte, il prosieguo degli scavi ha aggiunto altri inattesi e straordinari elementi. Infatti nel procedere dell'indagine, ci si imbattuti in un singolare insieme di ambienti dalla forma tozza, scavati nel tufo a quote differenti, totalmente diversi dalle consuete gallerie catacombali. Il fatto sorprendente che essi risultavano tutti riempiti, per un terzo della loro altezza, di strati di scheletri, disposti regolarmente e ordinatamente, ma senza elementi di separazione fisica tra loro. Questo portava a concludere che i depositi di scheletri si fossero formati in un breve torno di tempo. Certo, il loro stato di conservazione lasciava molto a desiderare, visto anche il perdurare dell'infiltrazione idrica all'origine della scoperta. Per questo si ritenuto indispensabile affrontare lo scavo dei singolari ambienti con l'intervento, siglato da un'apposita convenzione tra la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e l'cole Franaise de Rome, di un'equipe di antropologi dell'universit di Bordeaux 1, specializzata nell'indagine di sepolture collettive. Gli specialisti, guidati da Dominique Castex, hanno preso in carico lo scavo antropologico e lo studio in loco e in laboratorio dei reperti umani rinvenuti, che tutt'ora in corso, e che ha coinvolto centri universitari di varie citt europee. Dall'osservazione degli antropologi, si conferma, tra l'altro, la simultaneit della formazione dei depositi, che, secondo una stima per difetto, hanno accolto circa milleduecento individui. Altro aspetto interessante della ricerca rappresentato dal riconoscimento, nelle sepolture di massa, di pratiche funerarie estremamente accurate, finalizzate alla conservazione ottimale dei corpi. Le prime datazioni di laboratorio col metodo del radiocarbonio (C14) hanno riguardato due campioni di tessuto, i quali sono stati datati tra la met del secondo secolo e i primi decenni del secolo seguente. Tra i pochissimi reperti dei sepolcri collettivi vi sono alcune monete, di cui la pi recente e dunque utile a fini datanti emessa da uno dei tre imperatori Gordiani (238-244). Dunque, in base a queste prime indicazioni cronologiche, le circostanze che hanno determinato la raccolta di corpi risultano essere precedenti alla nascita del cimitero cristiano, la cui origine, come si diceva, si riporta all'epoca gallienica. Al momento, per quanto riguarda il casus all'origine della formazione dei depositi, non avendo i corpi rivelato segni evidenti di traumi violenti, l'ipotesi pi convincente appare quella dell'evento epidemico, per il quale si pu ipotizzare, sulla base delle datazioni riportate, una recrudescenza della cosiddetta peste antonina, la terribile epidemia che, dalla met del secondo secolo in poi, fino almeno alla met del terzo, ha decimato, in varie riprese, la popolazione dell'impero. Su tale epidemia sono copiose le testimonianze degli antichi, tra cui Galeno, Elio Aristide, gli scrittori della Historia Augusta, Dione Cassio, Ammiano Marcellino, Eutropio e Orosio. Di tale epidemia, tuttavia, non erano ancora emerse delle testimonianze archeologiche dirette, il che aveva portato molti storici moderni a dubitare del valore delle notizie fornite dagli antichi e a ridimensionare la portata dell'infezione. In tal senso il ritrovamento del contesto rinvenuto, se le indagini di laboratorio con-
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Giornata di studio all'Antonianum
Un missionario di Maryknoll sulle orme del vescovo Byrne morto nel Paese asiatico nel 1950
Parola di Dio, vita spirituale I trenta viaggi in nord Corea e francescanesimo di padre Gerard
di EGIDIO PICUCCI Il secondo semestre di quest'anno passer alla storia per due avvenimenti altamente significativi: l'Anno Paolino, che inizier il 28 giugno per ricordare il bimillenario della nascita dell'apostolo Paolo, e la XXII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si terr in Vaticano dal 5 al 26 ottobre sul tema: La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Fra quanti hanno considerato il significato dei due eventi, c' l'Istituto francescano di spiritualit della Pontificia Universit Antonianum di Roma, il quale, oltre a dedicare a Paolo l'annuale simposio che organizza ogni fine giugno in Turchia, ha voluto riservare la tradizionale giornata di studio nell'ambito dell'Ateneo (quest'anno si tenuta lo scorso 22 aprile), al tema Parola di Dio, vita spirituale e francescanesimo. E questo non solo perch al centro della forma di vita rivelata dall'Altissimo a Francesco ottocento anni fa sta il Vangelo, ma anche per il progetto dei Francescani a ricordare l'approvazione della protoregola (1209) con un anno di riflessione sulla Parola di Dio. Questo anno ha detto aprendo i lavori il Ministro Generale dei Frati Minori, padre Jos Rodrguez Carballo sar un anno di grazia se, fin da ora, con cuore di figli della Chiesa, i figli e le figlie di Francesco si volgeranno alla Parola del Signore per accoglierla e obbedirle, amarla e viverla, cercarla, contemplarla e annunciarla. Parola ha precisato il cappuccino padre Paolo Martinelli, preside dell'istituto che diventata carne in Ges Cristo e che, solo se ci si coinvolge con essa e ci si lascia rapire dalla sua dolce presenza, pu far conoscere il mistero di Dio che si rivelato nel Figlio. Da qui ha aggiunto padre Martinelli deriva quella mirabile intuizione che Francesco ha avuto, individuando l'intimo legame che esiste tra Parola di Dio ed Eucaristia; legame ribadito e proposto alla riflessione dei credenti da Papa Benedetto XVI nella Sacramentum caritatis perch rivela l'orizzonte sacramentale dell'economia della salvezza. Per Francesco, come per tutti i fondatori degli ordini religiosi, ha sottolineato monsignore Nikola Eterovi, segretario generale del Sinodo dei vescovi, la Parola di Dio stata lampada dei propri passi all'inizio e alla fine della sua avventura evangelica; compagna di cammino in ogni momento ha aggiunto padre Carballo fino a lasciarsi totalmente penetrare da essa, al punto di poter dire di restare tanto preso dalle Scritture, da essere pi che sufficiente alla mia meditazione e riflessione. Non ho bisogno di pi: conosco Cristo povero e crocifisso e mi basta. L'affermazione di padre Carballo si coniugata bene con quanto sostenuto da Bruna Costacurta, per la quale la Bibbia, opera letteraria con tutte le peculiarit e i condizionamenti di uno scritto legato a luoghi ed epoche determinate, pur sempre rivelazione di Dio, opera ispirata, nata dalla fede, scritta nella fede e donata per la fede del popolo di Dio, deve necessariamente essere letta e studiata nella fede, essendo normativa per la vita di tutti. SEOUL, 12. Padre Gerard Hammond, missionario di Maryknoll, ha visitato la Corea del Nord ben trenta volte, dagli anni Novanta in poi. Motivo di queste sue frequenti visite autorizzate la consegna di aiuti umanitari. Il religioso infatti membro della piccola delegazione che la Eugene Bell Foundation invia in Nord Corea due volte l'anno per distribuire medicinali e attrezzature mediche per combattere la tubercolosi. La delegazione di cui fa parte padre Hammond composta da cinque o sei membri. Il missionario non il solo religioso di questo piccolo gruppo; oltre a lui vi infatti anche un sacerdote delle Missioni estere di Parigi. Questa delegazione una delle poche ong riconosciute dalle autorit di Pyongyang. Il viaggio semestrale in Corea del Nord limitato da un permesso di permanenza non superiore a dieci giorni. Questi vengono spesi in parte nella guest house della capitale nordcoreana e in parte visitando altre zone del Paese. Tutti i membri di questo piccolo gruppo che visita periodicamente la Corea del Nord sono cristiani praticanti. Per questo motivo, durante i dieci giorni di permanenza viene a loro consentito di riunirsi tre volte al giorno per momenti di preghiera e per far celebrare la messa ai due religiosi. Il settantacinquenne padre Gerard Hammond afferma che andare in Corea del Nord per lui come partecipare a un pellegrinaggio, quella una terra santa. Ricorda infatti con toccanti parole il sacrificio della vita di un altro missionario di Maryknoll, il vescovo Patrick Byrne che in questo Paese per nel 1950 durante la marcia della morte dei prigionieri deportati in seguito all'occupazione militare di Seoul. La missione di padre Patrick Byrne in Corea era iniziata nel 1949 dopo un lungo soggiorno in Giappone durante e dopo la seconda guerra mondiale. A Seoul il missionario Byrne aveva svolto l'incarico di delegato apostolico ed era stato consacrato vescovo. Allo scoppio del conflitto era stato arrestato dalle truppe nord coreane mentre si trovava nell'episcopio. Nella marcia di trasferimento a tappe forzate verso i campi di prigionia delle province del nord, la gi precaria salute del vescovo missionario, ormai settantatreenne, aveva subito un aggravamento. Mor nei pressi del fiume Yalu a causa di una polmonite. Nel periodo trascorso nel Sol levante, padre Patrick Byrne era stato impegnato nella missione di Maryknoll a Kyoto. Durante la Seconda guerra mondiale, bench il sacerdote fosse di nazionalit statunitense, il governo nipponico gli aveva concesso una certa libert di movimento e di apostolato tale era la considerazione di cui godeva presso i fedeli e le autorit. Nel vuoto di potere creatosi in seguito alla capitolazione del Giappone, era urgente trovare una persona che potesse mediare tra le parti in modo che l'occupazione delle truppe americane potesse svolgersi in maniera ordinata e senza violenze contro la popolazione inerme. Un giornalista dell'Asahi shinbun, il pi diffuso quotidiano di Tokyo, il signor Miyamoto, su indicazione della figlia di religione cattolica, si era rivolto al parroco della cattedrale della capitale per avere qualche indicazione su un credibile intermediario. Questi gli aveva fatto il nome di padre Byrne, l'americano missionario di Maryknoll a Kyoto. L'indicazione di quel nome era stata anche approvata dall'allora Arcivescovo di Tokyo, monsignor Pietro Doi. Padre Byrne fu avvertito di recarsi immediatamente a Tokyo e di mettersi in contatto con il comando delle truppe americane che in quel momento si trovava a bordo della portaerei Missouri in navigazione verso la baia della capitale nipponica. Nel messaggio che padre Byrne aveva inviato al comando militare statunitense, si chiedeva tra l'altro di esortare i soldati a comportarsi con dignit. Un messaggio accolto: le truppe statunitensi presero il controllo del terriorio senza sparare un colpo.
Lutti nell'episcopato
giunta la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Ignatius Prieto Vega, I.E.M.E., vescovo emerito di Hwange (Zimbabwe), avvenuta in Spagna venerd 9 maggio. Il compianto presule era nato in Besande, nella diocesi di Len (Spagna), il 9 marzo 1923 ed era stato ordinato sacerdote il 10 agosto 1947, nell'Istituto spagnolo di San Francesco Saverio per le Missioni Estere. Il 1 marzo 1963 con l'elevazione della prefettura apostolica di Wankie in Zimbabwe a sede vescovile ne era stato eletto primo vescovo e il successivo 28 aprile aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. L'8 aprile 1988 la diocesi aveva mutato nome in Hwange e monsignor Prieto ne era divenuto primo vescovo. Il 9 febbraio 1999 aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi. Le esequie sono state celebrate in Spagna luned 12 maggio.
Francesco l'ha vissuta pi intensamente di altri, tanto da essere definito dal suo primo biografo, Tommaso da Celano, novus evangelista, espressione illustrata da Pietro Lorenzetti nella Basilica inferiore di Assisi nell'affresco in cui ritrae la Madonna e il Bambino tra san Giovanni evangelista e san Francesco, per il quale la Bibbia non parola su Dio, ma parola di Dio. quanto ha proposto agli oltre trecento partecipanti padre Dino Dozzi, il quale, ricorrendo a un discorso riferito all'itineranza di Francesco, ha chiarito come egli abbia percorso il suo cammino con la Parola, evidenziando come per il Poverello la Parola di Dio, d a Dio la Parola.
Da qui derivano il nesso tra sacra Scrittura ed Eucaristia come sacramento della presenza di Cristo oggi; l'illuminazione che la Parola porta con s, unita alla capacit di guarire il cuore cristificandolo e fare cos di tutti i credenti veri figli nel Figlio di Dio. Da qui si desumono anche le decisioni di Francesco di fronte alla Parola: seguire le orme di Cristo, vivere la forma del Santo Vangelo, obbedire alla Santa Madre Chiesa; espressioni inseparabili nella spiritualit del Santo, che nel Testamento rilegge le tappe della sua vita non con le date, ma con l'enumerazione dei doni ricevuti (il Signore concesse a me di fare penitenza... mi diede tanta fede nelle chiese... mi don dei Frati), doni che vanno restituiti e per i quali il Signore deve essere lodato e benedetto soprattutto dall'uomo, se davvero un essere cosciente e responsabile. Cosa che accade nei quattro casi ricordati dal Cantico di Frate Sole: quando gli uomini perdonano; quando sopportano in pace infermit e tribolazioni; quando riescono a considerare sorella la morte; quando si troveranno fino alla fine nelle santissime voluntati del Signore. La giornata si chiusa con una tavola rotonda in cui si parlato del ruolo della Parola di Dio nella formazione alla vita consacrata e, in particolare, alla vita francescana. Unanime il riconoscimento di dover accompagnare i formandi a un approccio intellettuale e affettivo alla Parola di Dio, in modo da evitare sia approcci neutrali oggettivizzanti che arbitrari soggettivismi. In tal senso stata ricordata la necessit di riconoscere la precedenza del dono a ogni umana intenzione; realt che fa scoprire con Francesco, come la Parola sia una Persona viva, e non un'idea; una presenza contemporanea alla nostra vita, capace di interpellare drammaticamente la nostra libert, spingendola alla sequela della Parola che zitt parole mie, come Clemente Rebora ha definito la Parola di Dio, volendo dire che le soluzioni vengono solo dall'ascolto dell'unica Parola che conta.
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giunta inoltre la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Jernimo Toms Abreu Herrera, vescovo emerito di Mao-Monte Cristi (Repubblica Dominicana), avvenuta venerd 9 maggio. Il compianto presule era nato in Jarabacoa, diocesi di La Vega, il 30 settembre 1930 ed era stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1955. Il 16 gennaio 1978 con la creazione della sede vescovile di Mao-Monte Cristi ne era stato nominato primo vescovo e il successivo 4 marzo aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. Il 24 maggio 2006 aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi. La messa in suffragio del compianto presule si celebra marted 13 maggio nella chiesa parrocchiale di San Tadeo a Santo Domingo.
W
La Segreteria di Stato comunica che deceduto il
Signor
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Il Direttore Prof. Ing. Francesco Beltrame, il Consiglio Scientifico, i CapiProgetto, i Ricercatori, i Tecnologi, i Tecnici e il Personale Amministrativo del Dipartimento ICT del Consiglio Nazionale delle Ricerche, piangono la scomparsa del
Chiarissimo Professore
VINCENZO TAGLIASCO
Ordinario di Bioingegneria presso l'Universit degli Studi di Genova.
Essi vogliono testimoniare a tutta la Comunit Scientifica l'intensa attivit creativa svolta dal Prof. Tagliasco nell'ambito del Consiglio Nazionale delle Ricerche a partire dagli anni '80. Fin d'allora, con grande lungimiranza egli si fatto interprete attivo della missione attuale dell'Ente, che quella della generazione di valore attraverso l'acquisizione di nuove conoscenze generate dalle attivit di ricerca. Roma, 12 maggio 2008
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il Regina Caeli del Papa
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Il discorso di Benedetto XVI al Movimento per la vita a trent'anni dalla legalizzazione dell'aborto in Italia
Cari fratelli e sorelle, con vivo piacere vi accolgo quest'oggi, e a ciascuno di voi rivolgo il mio cordiale saluto. In primo luogo, saluto Mons. Michele Pennisi, Vescovo di Piazza Armerina, e i sacerdoti presenti. Un saluto speciale indirizzo all'Onorevole Carlo Casini, Presidente del Movimento per la vita, e sentitamente lo ringrazio per le gentili parole che mi ha indirizzato a nome vostro. Saluto i membri del Direttivo nazionale e della Giunta esecutiva del Movimento per la vita, i Presidenti dei Centri di aiuto alla vita e i responsabili dei vari servizi, del Progetto Gemma, di Telefono verde, SOS Vita e Telefono rosso. Saluto, inoltre, i rappresentanti dell'Associazione Papa Giovanni XXIII e di alcuni Movimenti per la vita europei. Attraverso di voi, qui presenti, il mio pensiero affettuoso si estende a coloro che, pur non potendo intervenire di persona, sono spiritualmente a noi uniti. Penso specialmente ai tanti volontari che, con abnegazione e generosit, condividono con voi il nobile ideale della promozione e della difesa della vita umana fin dal suo concepimento. La vostra visita cade a trent'anni da quando in Italia venne legalizzato l'aborto ed vostra intenzione suggerire una riflessione approfondita sugli effetti umani e sociali che la legge ha prodotto nella comunit civile e cristiana durante questo periodo. Guardando ai passati tre decenni e considerando l'attuale situazione, non si pu non riconoscere che difendere la vita umana diventato oggi praticamente pi difficile, perch si creata una mentalit di progressivo svilimento del suo valore, affidato al giudizio del singolo. Come conseguenza ne derivato un minor rispetto per la stessa persona umana, valore questo che sta alla base di ogni civile convivenza, al di l della fede che si professa. Certamente molte e complesse sono le cause che conducono a decisioni dolorose come l'aborto. Se da una parte la Chiesa, fedele al comando del suo Signore, non si stanca di ribadire che il valore sacro
dell'esistenza di ogni uomo affonda le sue radici nel disegno del Creatore, dall'altra stimola a promuovere ogni iniziativa a sostegno delle donne e delle famiglie per creare condizioni favorevoli all'accoglienza della vita, e alla tutela dell'istituto della famiglia fondato sul matrimonio tra un uomo e una donna. L'aver permesso di ricorrere all'interruzione della gravidanza, non solo non ha risolto i problemi che affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto una ulteriore ferita nelle nostre societ, gi purtroppo gravate da profonde sofferenze. Tanto impegno, in verit, in questi anni stato profuso, e da parte non solo della Chiesa, per venire incontro ai bisogni e alle difficolt delle famiglie. Non possiamo per nasconderci che diversi problemi continuano ad attanagliare la societ odierna, impedendo di dare spazio al desiderio di tanti giovani di sposarsi e formare una famiglia per le condizioni sfavorevoli in cui vivono. La mancanza di lavoro sicuro, legislazioni spesso carenti in materia di tutela della maternit, l'impossibilit di assicurare un sostentamento adeguato ai figli, sono alcuni degli impedimenti che sembrano soffocare l'esigenza dell'amore fecondo, mentre aprono le porte a un crescente senso di sfiducia nel
futuro. necessario per questo unire gli sforzi perch le diverse Istituzioni pongano di nuovo al centro della loro azione la difesa della vita umana e l'attenzione prioritaria alla famiglia, nel cui alveo la vita nasce e si sviluppa. Occorre aiutare con ogni strumento legislativo la famiglia per facilitare la sua formazione e la sua opera educativa, nel non facile contesto sociale odierno. Per i cristiani resta sempre aperto, in questo ambito fondamentale della societ, un urgente e indispensabile campo di apostolato e di testimonianza evangelica: proteggere la vita con coraggio e amore in tutte le sue fasi. Per questo, cari fratelli e sorelle, domando al Signore di benedire l'azione che, come Centro di Aiuto alla Vita e come Movimento per la Vita, voi svolgete per evitare l'aborto anche in caso di gravidanze difficili, operando nel contempo sul piano dell'educazione, della cultura e del dibattito politico. necessario testimoniare in maniera concreta che il rispetto della vita la prima giustizia da applicare. Per chi ha il dono della fede questo diventa un imperativo inderogabile, perch il seguace di Cristo chiamato ad essere sempre pi profeta di una verit che mai potr essere eliminata: Dio solo Signore della vita. Ogni uomo da Lui conosciuto e amato, voluto e guidato.
Qui soltanto sta l'unit pi profonda e grande dell'umanit, nel fatto che ogni essere umano realizza l'unico progetto di Dio, ognuno ha origine dalla medesima idea creatrice di Dio. Si comprende pertanto perch la Bibbia afferma: chi profana l'uomo, profana la propriet di Dio (cfr Gn 9, 5). Quest'anno ricorre il 60 anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'uomo il cui merito stato quello di aver permesso a differenti culture, espressioni giuridiche e modelli istituzionali, di convergere attorno ad un nucleo fondamentale di valori e, quindi, di diritti. Come ho recentemente ricordato, nella mia visita all'Onu, ai membri delle Nazioni Unite, i diritti umani debbono essere rispettati quali espressione di giustizia e non semplicemente perch possono essere fatti rispettare mediante la volont dei legislatori. La promozione dei diritti umani rimane quindi la strategia pi efficace per eliminare le disuguaglianze fra Paesi e gruppi sociali, come pure per un aumento della sicurezza. Per questo oltremodo lodevole anche il vostro impegno nell'ambito politico come aiuto e stimolo alle Istituzioni, perch venga dato il giusto riconoscimento alla parola dignit umana. La vostra iniziativa presso la Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo, nella quale affermate i valori fondamentali del diritto alla vita fin dal concepimento, della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna, del diritto di ogni essere umano concepito a nascere e ad essere educato in una famiglia di genitori, conferma ulteriormente la solidit del vostro impegno e la piena comunione con il Magistero della Chiesa, che da sempre proclama e difende tali valori come non negoziabili. Cari fratelli e sorelle, incontrandovi il 22 maggio del 1998, Giovanni Paolo II vi esortava a perseverare nel vostro impegno di amore e difesa della vita umana, e ricordava che, grazie a voi, tanti bambini potevano sperimentare la gioia del dono inestimabile della vita. Dieci anni dopo, sono io a ringraziarvi per il servizio che avete reso alla Chiesa e alla societ. Quante vite umane avete salvato dalla morte! Proseguite su questo cammino e non abbiate paura, perch il sorriso della vita trionfi sulle labbra di tutti i bambini e delle loro mamme. Affido ognuno di voi, e le tante persone che incontrate nei Centri di aiuto alla vita, alla materna protezione della Vergine Maria, Regina della Famiglia, e mentre vi assicuro il mio ricordo nella preghiera, di cuore benedico voi e quanti fanno parte dei Movimenti per la vita in Italia, in Europa e nel mondo.
Cari fratelli e sorelle, celebriamo oggi la solennit di Pentecoste, antica festa ebraica in cui si faceva memoria dell'Alleanza stretta da Dio col suo popolo al monte Sinai (cfr Es 19). Essa divent anche festa cristiana proprio per quanto avvenne in tale ricorrenza, 50 giorni dopo la Pasqua di Ges. Leggiamo negli Atti degli Apostoli che i discepoli erano riuniti in preghiera nel Cenacolo, quando su di essi scese con potenza lo Spirito Santo, come vento e come fuoco. Essi allora si misero ad annunciare in molte lingue la buona notizia della risurrezione di Cristo (cfr 2, 1-4). Fu quello il battesimo nello Spirito Santo, che era stato gi preannunciato da Giovanni Battista: Io vi battezzo con acqua diceva alle folle ma colui che viene dopo di me pi potente di me... Egli vi battezzer in Spirito Santo e fuoco (Mt 3, 11). In effetti, tutta la missione di Ges era stata finalizzata a donare agli uomini lo Spirito di Dio e a battezzarli nel suo lavacro di rigenerazione. Questo si realizzato con la sua glorificazione (cfr Gv 7, 39), cio mediante la sua morte e risurrezione: allora lo Spirito di Dio stato effuso in modo sovrabbondante, come una cascata capace di purificare ogni cuore, di spegnere l'incendio del male e di accendere nel mondo il fuoco dell'amore divino. Gli Atti degli Apostoli presentano la Pentecoste come adempimento di tale promessa e dunque come coronamento di tutta la missione di Ges. Egli stesso, dopo la sua risurrezione, ordin ai discepoli di rimanere a Gerusalemme, perch disse voi sarete battezzati in Spirito Santo tra non molti giorni (At 1, 5); e aggiunse: Avrete forza dallo Spirito Santo che scender su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra (At 1, 8). La Pentecoste perci, in modo speciale, il battesimo della Chiesa che intraprende la sua missione universale a cominciare dalle strade di Gerusalemme, con la prodigiosa predicazione nelle diverse lingue dell'umanit. In questo battesimo di Spirito Santo sono inseparabili la dimensione personale e quella comunitaria, l'io del discepolo e il noi della Chiesa. Lo Spirito consacra la persona e la rende al tempo stesso membro vivo del Corpo mistico di Cristo, partecipe della missione di testimoniare il suo amore. E questo si attua mediante i Sacramenti dell'iniziazione cristiana: il Battesimo e la Confermazione. Nel mio Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Giovent 2008, ho proposto ai giovani di riscoprire la presenza dello Spirito Santo nella loro vita e, quindi, l'importanza di questi Sacramenti. Oggi vorrei estendere l'invito a tutti: riscopriamo, cari fratelli e sorelle, la bellezza di essere battezzati nello Spirito Santo; riprendiamo coscienza del nostro Battesimo e della nostra Confermazione, sorgenti di grazia sempre attuale. Chiediamo alla Vergine Maria di ottenere anche oggi alla Chiesa una rinnovata Pentecoste, che infonda in tutti, in modo speciale nei giovani, la gioia di vivere e testimoniare il Vangelo.
Saluto con affetto il folto gruppo di Ragazzi per l'unit, del Movimento dei Focolari, provenienti da molti Paesi dei cinque continenti. Cari ragazzi, voi siete un bel segno del fatto che la Chiesa parla tutte le lingue! Seguendo il carisma di Chiara Lubich, continuate con entusiasmo la vostra corsa per l'unit. Je vous salue cordialement, chers plerins francophones, prsents place Saint-Pierre en ce dimanche de Pentecte. Comme la Vierge Marie et les Aptres au Cnacle, puissiez-vous accueillir l'Esprit Saint, qui vient renouveler votre tre intrieur et faire de vous des tmoins de l'vangile l o vous demeurez. Par l'annonce des mystres du salut, qui est l'uvre de tous les fidles, vous donnez aux hommes de notre temps l'esprance qui ne doit pas. Avec ma Bndiction apostolique. I offer a warm welcome to the English-speaking visitors gathered for this Regina Caeli prayer, including the group from Magdalen College in the United States. On this Pentecost Sunday let us pray for a fresh outpouring of the Holy Spirit upon the Church. May the Spirit's gifts of life and holiness confirm us in our witness to the Risen Lord and fill our hearts with fervent hope in his promises! Upon all of you I cordially invoke the Holy Spirit's gifts of wisdom, joy and peace. God bless you! Frohe Pfingsten! rufe ich allen deutschsprachigen Pilgern und Besuchern hier auf dem Petersplatz zu. Besonders gre ich die vielen jungen Menschen, unter ihnen die Gruppen der Fokolarbewegung und der Gemeinschaft Sant'Egidio. Komm, Heiliger Geist! ist der Bittruf der heutigen Liturgie. Dazu ist es ntig, da wir selbst ihm unsere Herzenstren ffnen, damit er das Kalte und Erstarrte in uns wegnehme und uns die stille Kraft der gttlichen Liebe schenke. Gottes Geist fhre euch auf Wegen des Friedens und des Heils! Saludo con afecto a los fieles de lengua espaola en esta solemnidad de Pentecosts, exhortando a todos a invocar los dones del Espritu Santo, que gua la Iglesia, para robustecer la fe, vivificar la esperanza e iluminar el camino que lleva a renovar la faz de la tierra con la fuerza del amor y el compromiso por la paz y la unidad. Feliz Pentecosts! Serdecznie pozdrawiam Polakw. Dzisiaj w Krakowie odbywa si tradycyjna procesja i Msza w. ku czci w. Stanisawa. Jednoczymy si w modlitwie z biskupami i wiernymi zgromadzonymi na Skace. Duch wity, ktry objawi si w yciu Mczennika jako dar niezomnej wiary i mstwa, niech napenia wszystkich mioci Boga i braci. Niech Jego obecno i bogosawiestwo stale wam towarzyszy. [Saluto cordialmente i polacchi. Oggi a Cracovia si svolgono la tradizionale processione e la S. Messa in onore di S. Stanislao. Uniamoci nella preghiera con i Vescovi e i fedeli radunati a Skalka. Lo Spirito Santo che si manifestato nella vita del Martire come dono di una fede salda e intrepida, colmi tutti dell'amore per Dio e per i fratelli. La Sua presenza e la Sua benedizione vi accompagnino sempre.] Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai ragazzi di San Martino Gusnago che hanno ricevuto la Cresima, al gruppo dell'Associazione Nazionale Emodializzati e agli alunni della Scuola Maria Ausiliatrice di Catania. A tutti auguro una buona domenica di Pentecoste.
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L'OSSERVATORE ROMANO
La messa di Pentecoste celebrata da Benedetto XVI nella basilica vaticana
Cari fratelli e sorelle, il racconto dell'evento di Pentecoste, che abbiamo ascoltato nella prima Lettura, san Luca lo pone al secondo capitolo degli Atti degli Apostoli. Il capitolo introdotto dall'espressione: Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo (At 2, 1). Sono parole che fanno riferimento al quadro precedente, nel quale Luca ha descritto la piccola compagnia dei discepoli, che si radunava assiduamente a Gerusalemme dopo l'Ascensione al cielo di Ges (cfr At 1, 12-14). una descrizione ricca di dettagli: il luogo dove abitavano il Cenacolo un ambiente al piano superiore; gli undici Apostoli vengono elencati per nome, e i primi tre sono Pietro, Giovanni e Giacomo, le colonne della comunit; insieme con loro vengono menzionate alcune donne, Maria, la madre di Ges e i fratelli di lui, ormai integrati in questa nuova famiglia, basata non pi su vincoli di sangue ma sulla fede in Cristo. A questo nuovo Israele allude chiaramente il numero totale delle persone che era di circa centoventi, multiplo del dodici del Collegio apostolico. Il gruppo costituisce un'autentica qhl, un'assemblea secondo il modello della prima Alleanza, la comunit convocata per ascoltare la voce del Signore e camminare nelle sue vie. Il Libro degli Atti sottolinea che tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera (1, 14). dunque la preghiera la principale attivit della Chiesa nascente, mediante la quale essa riceve la sua unit dal Signore e si lascia guidare dalla sua volont, come dimostra anche la scelta di gettare la sorte per eleggere colui che prender il posto di Giuda (cfr At 1, 25). Questa comunit si trovava riunita nella stessa sede, il Cenacolo, al mattino della festa ebraica di Pentecoste, festa dell'Alleanza, in cui si faceva memoria dell'evento del Sinai, quando Dio, mediante Mos, aveva proposto ad Israele di diventare sua propriet tra tutti i popoli, per essere segno della sua santit (cfr Es 19). Secondo il Libro dell'Esodo, quell'antico patto fu accompagnato da una terrificante manifestazione di potenza da parte del Signore: Il monte Sinai vi si legge era tutto fumante, perch su di esso era sceso il Signore nel fuoco e il suo fumo saliva come il fumo di
una fornace: tutto il monte tremava molto (Es 19, 18). Gli elementi del vento e del fuoco li ritroviamo nella Pentecoste del Nuovo Testamento, ma senza risonanze di paura. In particolare, il fuoco prende forma di lingue che si posano su ciascuno dei discepoli, i quali furono tutti pieni di Spirito Santo e per effetto di tale effusione cominciarono a parlare in altre lingue (At 2, 4). Si tratta di un vero e proprio battesimo di fuoco della comunit, una sorta di nuova creazione. A Pentecoste la Chiesa viene costituita non da una volont umana, ma dalla forza dello Spirito di Dio. E subito appare come questo Spirito dia vita ad una comunit che al tempo stesso una e universale, superando cos la maledizione di Babele (cfr Gn 11, 7-9). Solo infatti lo Spirito Santo, che crea unit nell'amore e
l'azione dello Spirito Santo, vale a dire sull'intreccio tra molteplicit e unit. Di questo parla la seconda Lettura, trattando dell'armonia dei diversi carismi nella comunione del medesimo Spirito. Ma gi nel racconto degli Atti che abbiamo ascoltato, questo intreccio si rivela con straordinaria evidenza. Nell'evento di Pentecoste si rende chiaro che alla Chiesa appartengono molteplici lingue e culture diverse; nella fede esse possono comprendersi e fecondarsi a vicenda. San Luca vuole chiaramente trasmettere un'idea fondamentale, che cio all'atto stesso della sua nascita la Chiesa gi cattolica, universale. Essa parla fin dall'inizio tutte le lingue, perch il Vangelo che le affidato destinato a tutti i popoli, secondo la volont e il mandato di Cristo risorto (cfr Mt 28, 19). La Chiesa che na-
nella reciproca accettazione delle diversit, pu liberare l'umanit dalla costante tentazione di una volont di potenza terrena che vuole tutto dominare e uniformare. Societas Spiritus, societ dello Spirito: cos sant'Agostino chiama la Chiesa in un suo sermone (71, 19, 32: PL 38, 462). Ma gi prima di lui sant'Ireneo aveva formulato una verit che mi piace qui ricordare: Dov' la Chiesa, l c' lo Spirito di Dio, e dov' lo Spirito di Dio, l c' la Chiesa ed ogni grazia, e lo Spirito la verit; allontanarsi dalla Chiesa rifiutare lo Spirito e perci escludersi dalla vita (Adv. Haer. III, 24, 1). A partire dall'evento di Pentecoste si manifesta pienamente questo connubio tra lo Spirito di Cristo e il mistico Corpo di Lui, cio la Chiesa. Vorrei soffermarmi su un aspetto peculiare del-
sce a Pentecoste non anzitutto una Comunit particolare la Chiesa di Gerusalemme ma la Chiesa universale, che parla le lingue di tutti i popoli. Da essa nasceranno poi altre Comunit in ogni parte del mondo, Chiese particolari che sono tutte e sempre attuazioni della sola ed unica Chiesa di Cristo. La Chiesa cattolica non pertanto una federazione di Chiese, ma un'unica realt: la priorit ontologica spetta alla Chiesa universale. Una comunit che non fosse in questo senso cattolica non sarebbe nemmeno Chiesa. A questo riguardo occorre aggiungere un altro aspetto: quello della visione teologica degli Atti degli Apostoli circa il cammino della Chiesa da Gerusalemme a Roma. Tra i popoli rappresentati a Gerusalemme nel giorno di Pentecoste,
Luca cita anche gli stranieri di Roma (At 2, 10). In quel momento Roma era ancora lontana, straniera per la Chiesa nascente: essa era simbolo del mondo pagano in generale. Ma la forza dello Spirito Santo guider i passi dei testimoni fino agli estremi confini della terra (At 1, 8), fino a Roma. Il libro degli Atti degli Apostoli termina proprio quando san Paolo, attraverso un disegno provvidenziale, giunge alla capitale dell'impero e vi annuncia il Vangelo (cfr At 28, 3031). Cos il cammino della Parola di Dio, iniziato a Gerusalemme, giunge alla sua meta, perch Roma rappresenta il mondo intero ed incarna perci l'idea lucana della cattolicit. Si realizzata la Chiesa universale, la Chiesa cattolica, che il proseguimento del popolo dell'elezione e ne fa propria la storia e la missione. A questo punto, e per concludere, il Vangelo di Giovanni ci offre una parola, che si accorda molto bene con il mistero della Chiesa creata dallo Spirito. La parola uscita per due volte dalla bocca di Ges risorto quando apparve in mezzo ai discepoli nel Cenacolo, la sera di Pasqua: Shalom - pace a voi! (Gv 20, 19.21). L'espressione shalom non un semplice saluto; molto di pi: il dono della pace promessa (cfr Gv 14, 27) e conquistata da Ges a prezzo del suo sangue, il frutto della sua vittoria nella lotta contro lo spirito del male. dunque una pace non come la d il mondo, ma come solo Dio pu darla. In questa festa dello Spirito e della Chiesa vogliamo rendere grazie a Dio per aver donato al suo popolo, scelto e formato in mezzo a tutte le genti, il bene inestimabile della pace, della sua pace! Al tempo stesso, rinnoviamo la presa di coscienza della responsabilit che a questo dono connessa: responsabilit della Chiesa di essere costituzionalmente segno e strumento della pace di Dio per tutti i popoli. Ho cercato di farmi tramite di questo messaggio recandomi recentemente alla sede dell'O.N.U. per rivolgere la mia parola ai rappresentanti dei popoli. Ma non solo a questi eventi al vertice che si deve pensare. La Chiesa realizza il suo servi-
zio alla pace di Cristo soprattutto nell'ordinaria presenza e azione in mezzo agli uomini, con la predicazione del Vangelo e con i segni di amore e di misericordia che la accompagnano (cfr Mc 16, 20). Fra questi segni va naturalmente sottolineato principalmente il Sacramento della Riconciliazione, che Cristo risorto istitu nello stesso momento in cui fece dono ai discepoli della sua pace e del suo Spirito. Come abbiamo ascoltato nella pagina evangelica, Ges alit sugli apostoli e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi (Gv 20, 2123). Quanto importante e purtroppo non sufficientemente compreso il dono della Riconciliazione, che pacifica i cuori! La pace di Cristo si diffonde solo tramite cuori rinnovati di uomini e donne riconciliati e fatti servi della giustizia, pronti a diffondere nel mondo la pace con la sola forza della verit, senza scendere a compromessi con la mentalit del mondo, perch il mondo non pu dare la pace di Cristo: ecco come la Chiesa pu essere fermento di quella riconciliazione che viene da Dio. Pu esserlo solo se resta docile allo Spirito e rende testimonianza al Vangelo, solo se porta la Croce come e con Ges. Proprio questo testimoniano i santi e le sante di ogni tempo! Alla luce di questa Parola di vita, cari fratelli e sorelle, diventi ancora pi fervida e intensa la preghiera, che quest'oggi eleviamo a Dio in spirituale unione con la Vergine Maria. La Vergine dell'ascolto, la Madre della Chiesa ottenga per le nostre comunit e per tutti i cristiani una rinnovata effusione dello Spirito Santo Paraclito. Emitte Spiritum tuum et creabuntur, et renovabis faciem terrae Manda il tuo Spirito, tutto sar ricreato e rinnoverai la faccia della terra. Amen!
Il cardinale Gracias ha preso possesso del titolo di San Paolo della Croce a Corviale
Il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo metropolita di Bombay (India), nel pomeriggio di sabato 10 maggio, vigilia di Pentecoste, ha preso possesso del titolo di San Paolo della Croce a Corviale. Il porporato stato accolto dal parroco, che gli ha porto il crocifisso per il bacio e la venerazione, quindi ha presieduto la celebrazione eucaristica.
Il cardinale Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, nel pomeriggio di domenica 11 maggio, solennit di Pentecoste, ha preso possesso della nuova diaconia di San Lorenzo in Piscibus. Il porporato stato accolto dal rettore, che gli ha porto il crocifisso per il bacio e la venerazione, quindi ha presieduto la celebrazione eucaristica.
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 112 (44.852)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
mercoled 14 maggio 2008
Nel Sichuan l'ottanta per cento delle abitazioni rase al suolo dal sisma che ha causato oltre dodicimila morti accertati
calit la scossa tellurica ha provocato gravi danni a due stabilimenti chimici: molti tra i dispersi erano al lavoro proprio in tali strutture, dal cui circondario si comunque riusciti a evacuare oltre seimila persone. Peraltro, si teme per le possibili ripercussioni sulla salute pubblica e sullambiente di eventuali fuoriuscite di sostanze tossiche. La zona rimasta priva per ore di corrente elettrica, di linee telefoniche e di reti per le comunicazioni. Distrutti anche tutti gli edifici scolastici. Nella citt di Dujiangyan, almeno novecento ragazzi sono ancora intrappolati sotto le macerie della loro scuola e solo cinquanta di loro sono stati tratti in salvo fino a questo momento. Stiamo ancora trovando gente viva, ma i morti sono tanti, tanti, ha detto uno dei soccorritori in un momento di pausa. Almeno altri mille, tra studenti e professori, sono morti nel
crollo di una scuola media nella localit di Beichuan. La situazione caotica, nonostante i piani di emergenza subito approntati dalle autorit cinesi. Sono infatti oltre cinquantamila i soldati dellEsercito popolare di liberazione mobilitati per i soccorsi alle popolazioni delle zone colpite dal sisma. Una ventina i velivoli messi a disposizione dalle Forze Armate per il trasporto dei propri effettivi e degli agenti di polizia. Una squadra di medici e genieri riuscita a raggiungere la contea di Wenchuan, epicentro del sisma: si tratta dei primi soccorritori che arrivano nellarea, tuttora completamente isolata dal mondo esterno. Per giungervi stato necessario scalare letteralmente le montagne circostanti, giacch non esistono pi strade praticabili. Il primo Ministro cinese, Wen Jiabao, che si immediatamente trasferito a Dujiangyan, un centinaio di chilo-
metri dallepicentro, ha lanciato un appello perch vengano compiuti tutti gli sforzi necessari ad aprire prima possibile una via di comunicazione con la zona. Non si pu perdere un minuto perch un minuto in pi perso pu voler dire la vita di un bambino, ha dichiarato Wen. Al momento, tra le vittime non risultano stranieri, ma quindici turisti britannici sono dispersi nei pressi della riserva naturale di Wolong. Le operazioni di soccorso rese pi difficili anche dalle numerose scosse di assestamento che si susseguono sono per ostacolate dal maltempo, che in queste ore imperversa sulla zona. Su tutta larea continua a cadere una fitta pioggia che, secondo le previsioni, continuer nei prossimi giorni. E stamane una nuova scossa di assestamento stata avvertita nella stessa zona. Il Centro di controllo sismologico degli Stati Uniti l'ha catalogata di magnitudo 5,9 sulla scala Richter.
Tutti in fila per la Gioconda Ma non c' tempo per la Nike (di Samotracia)
ANTONIO PAOLUCCI
A PAGINA
Basta con gli scontri fra Governo e opposizione L'Italia deve crescere
MARCO BELLIZI
A PAGINA
INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Costa Rica Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Pierre Nguyn Van Tot, Arcivescovo titolare di Rusticiana, finora Nunzio Apostolico nella Repubblica Centroafricana e in Ciad.
NOSTRE
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L'OSSERVATORE ROMANO
Ribadito il divieto di entrare nel Paese al personale delle organizzazioni umanitarie
venti per cento degli aiuti necessari alle popolazioni della ex Birmania. Il Pam dice di avere nel Myanmar il dieci per cento del personale e dellequipaggiamento necessario. Dovremmo portare trecentosettantacinque tonnellate di cibo al giorno nelle aree colpite ha dichiarato il portavoce del Programma alimentare mondiale, Marcus Prior ma riusciamo a distribuirne meno del venti per cento. Anche Medici senza frontiere (Msf) ha denunciato in un comunicato restrizioni alla propria attivit da parte del
regime. In alcune zone del Paese le autorit stanno imponendo crescenti limitazioni alle attivit di Msf. Ad esempio a Bogaley le squadre di soccorso di Medici senza frontiere non sono in grado di fornire tutta lassistenza che sarebbe necessaria. Il segretario generale dellOnu, Ban Ki-moon, si detto immensamente frustrato per la scarsa consegna degli aiuti, che ha definito inaccettabilmente lenta, e ha esortato la giunta militare ad accelerare lingresso nel Paese ai soccorritori. Durante una conferenza
Kabul pensa a un loro coinvolgimento nel processo politico per fermare le violenze
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I due presidenti a colloquio esprimono la volont di continuare un dialogo fruttuoso
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Basta con gli scontri fra Governo e opposizione L'Italia deve crescere
di MARCO BELLIZI Basta con gli scontri antropologici fra Governo e opposizione: il Paese ha bisogno di riforme per poter crescere, da un federalismo fiscale solidale a una nuova legge elettorale condivisa. Con un discorso di ventisette minuti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si presentato alla Camera dei Deputati per chiedere la fiducia al suo Governo. Nel programma illustrato ai parlamentari l'indirizzo politico di governo apparso fortemente condizionato dalle preoccupazioni per un fase piuttosto delicata nella vita del Paese. Un programma quasi di indirizzo politico costituzionale, con enunciazioni programmatiche di forte carattere generale. Berlusconi ha espresso fra l'altro apprezzamento per il capo dello Stato, Giorgio Napolitano e le sue recenti parole in merito ai rapporti fra Quirinale e Palazzo Chigi. Una delle prime priorit il confronto con l'opposizione, con la quale, appunto, c' bisogno di dialogo e non di risse. Bisogna superare le faziosit, ha detto Berlusconi, e avere il massimo rispetto verso gli avversari. Qualche volta ho fallito ha ammesso anche per stanchezza, ma questa deve diventare una regola della politica italiana. Il dialogo, ha aggiunto, non deve servire per sopire o ottundere il dibattito politico e il confronto civile ma per evitare litigiosit inutili e quel senso di vacuit che molto spesso stato attribuito alla politica da parte dei cittadini. Ha aggiunto il capo del Governo: Il reciproco riconoscimento un valore senza il quale non pu esistere una vera classe dirigente. In tema di politica estera Berlusconi ha affermato che l'Italia deve avere pi peso in Europa. Inoltre, ha aggiunto, vitale interesse del Paese ridurre i focolai di tensione in Medio Oriente, interesse che si collega con lesigenza di difendere la sicurezza e lidentit storica di Israele, il cui diritto alla pace si specchia nel diritto insostituibile dei palestinesi ad avere uno Stato, una democrazia capace di sradicare ogni forma di intolleranza fondamentalista e di violenza. Servono riforme per il progetto di riscatto e rilancio dellItalia, ha aggiunto il capo del Governo: Noi siamo pronti, il dialogo pu e deve cominciare da subito, allindomani del voto di fiducia. Tra l'altro, serve ha detto ancora una riconsiderazione attenta e condivisa della legge elettorale, anche in vista del referendum. Riguardo alla questione criminalit, Berlusconi ha detto che bisogna evitare di cavalcare la paura, ma sbaglia chi nega che la prima regola della democrazia sia la tutela della sicurezza. Anche se, ha aggiunto, non bisogna tradire il tradizionale spirito di accoglienza degli italiani. Infine, i temi economici. Berlusconi chiede al sistema bancario uno sforzo anche in favore delle famiglie, oberate da mutui gravosi, e conferma l'abolizione dell'Ici e la detassazione degli straordinari. Per quanto riguarda la vicenda Alitalia stata ribadita la necessit di una soluzione imprenditoriale italiana: la compagnia di volo non pu essere infatti n svenduta n nazionalizzata. Il Presidente del Consiglio ha spiegato che bisogna colpire i corporativismi e le chiuse difensive che tutelano i sistemi castali. Aggiungendo un corollario etico: crescere significa anche rimuovere le cause naturali dell'aborto, attraverso aiuti concreti alle madri. In Italia, oltretutto, c' un forte rischio di denatalit. L'opposizione in generale ha accolto il discorso di Berlusconi con favore, anche se si sottolinea quasi unanimemente alle parole ci si attende che seguano i fatti. Il leader dell'opposizione, Walter Veltroni, ha fatto sapere che affider il suo giudizio al discorso che pronuncer mercoled nell'aula di Montecitorio. Luned intanto era stata completata la squadra di Governo, con la scelta dei trentasette sottosegretari. Non stato nominato nessun viceministro, anche se questa decisione potrebbe non essere definitiva: qualche sottosegretario potrebbe essere in futuro promosso. Per il momento comunque stata rispettata la soglia dei sessanta componenti stabiliti dalla legge Bassanini come limite massimo della compagine governativa. Queste le nomine stabilite ieri, con le relative deleghe: alla Presidenza del Consiglio Maurizio Balocchi (Semplificazione normativa), Paolo Bonaiuti (Editoria), Michela Vittoria Brambilla (Turismo), Aldo Brancher (Federalismo), Rocco Crimi (Sport), Carlo Amedeo Giovanardi (Famiglia, droga e servizio civile), Gianfranco Miccich (Cipe); agli Affari Esteri Stefania Craxi, Alfredo Mantica, Enzo Scotti; all'Interno Michelino Davico, Alfredo Mantovano, Nitto Palma; alla Giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati, Giacomo Caliendo; alla Difesa Giuseppe Cossiga, Guido Crosetto; all'Economia e Finanze Luigi Casero, Nicola Cosentino, Alberto Giorgetti, Daniele Molgora, Giuseppe Vegas; allo Sviluppo Economico Ugo Martinat, Paolo Romani, Adolfo Urso; all'Agricoltura Antonio Buonfiglio; all'Ambiente Roberto Menia; alle Infrastrutture Roberto Castelli, Bartolomeo Giachino, Mario Mantovani, Giuseppe Maria Reina; al Welfare Ferruccio Fazio, Francesca Martini, Eugenia Maria Roccella, Pasquale Viespoli; all'Istruzione Giuseppe Pizza; ai Beni Culturali Francesco Maria Giro. Dunque, sono venti i sottosegretari di Forza Italia, otto gli esponenti di Alleanza Nazionale, cinque quelli della Lega Nord. Un sottosegretario andato al Movimento per l'Autonomia e uno alla Democrazia Cristiana. I due restanti, Ferruccio Fazio e Bartolomeo Giachino, sono invece tecnici. Preludio del discorso alla Camera, con le relative aperture nei confronti dell'opposizione, era stata, luned, la telefonata di Berlusconi a Walter Veltroni. In una nota di Palazzo Chigi si spiega che i due hanno concordato di vedersi dopo il voto di fiducia per avviare un confronto continuativo tra maggioranza e opposizione. Veltroni ha in seguito commentato la telefonata del presidente del Consiglio a margine della riunione del cosiddetto governo ombra, organizzato dal Partito democratico (Pd) per dare vita a una opposizione pi efficace: La telefonata di Silvio Berlusconi ha detto Veltroni la considero un atto del tutto normale in una democrazia compiuta. Non gli darei unenfasi particolare. Lo considero un atto che pu apparire inusuale per come si svolta la politica negli ultimi anni, ma per me un atto del tutto normale. Un confronto che, spiega il segretario del Pd, verter innanzitutto sulle regole del gioco, a cominciare dal tema dellinformazione e della Rai.
appunto annunciato la rottura dei rapporti diplomatici con quello ciadiano accusandolo, come altre volte in passato, di armare e addestrare i ribelli del Jem, cos come viene a sua volta accusato da N'Djamena di sostenere i ribelli ciadiani. La risposta ciadiana stata presa in una riunione di Governo presieduta dal capo di
Stato Idriss Deby Itno, per garantire la sicurezza del territorio e dei cittadini e proteggere interessi economici e culturali e anche, si legge in un comunicato, per mettersi al riparo da qualunque sorpresa. Il Governo ciadiano ha deciso la chiusura ermetica della frontiera per evitare qualsiasi infiltrazione e tutti i traffici sospetti.
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di ANTONIO SPADARO he cos' Internet? Si potrebbe definire come una rete di interconnessione tra computer collegati attraverso l'adozione di un medesimo sistema (protocollo) di comunicazione. Se un computer entra nella rete pu essere connesso in modo interattivo e veloce a qualunque altro computer collegato e in qualunque angolo della terra si trovi. Internet cos un sistema globale di comunicazione a ragnatela in inglese web, metafora usata per indicare l'intera rete. Concretamente questo significa che ponendo in uno degli hard disk connessi all'interno di questa rete testi, immagini, suoni e dunque informazioni di tipo testuale o multimediale, possibile renderli accessibili in modo rapido e in qualunque momento da qualsiasi utente connesso. Internet oggi si rivela come un oceano di informazioni da riempire e da solcare. Ma pi che di un oceano bisognerebbe parlare di una biblioteca. Lo scrittore argentino Jorge Luis Borges nel racconto La Biblioteca di Babele (1941) paragonava l'universo a una immensa biblioteca: tutti sono attratti dal numero indefinito delle sue gallerie e trascorrono la vita ad esplorarle, senza per mai venirne a capo. Ecco, la rete pu essere compresa come una grande biblioteca di Babele. In questo senso Internet dunque un luogo in cui possibile accedere alla conoscenza. Anzi: in realt una sorta di grande unico testo di cui nessuno l'autore, che si riferisce a se stesso e che di fatto non esauribile. Ma chi oggi il protagonista di questa rete? Il mensile Time dedica ogni anno la sua copertina del mese di gennaio alla persona dell'anno. Nel gennaio 2007 al centro della copertina appariva un computer con il monitor argentato a specchio in modo da riflettere l'immagine del lettore. In basso compariva il titolo: You, cio Tu, e proseguiva: S tu. Tu controlli l'era dell'informazione. Benvenuto nel tuo mondo You. Yes, you. You control the Information Age. Welcome to your world. Il dossier di una trentina di pagine che spiega il motivo di questa scelta si apre con una riflessione sulla democrazia digitale. Il concetto di democrazia, mutuato dal contesto politico, richiama una dimensione so-
sia nella costruzione. Il fenomeno pi recente in mente gestito, che consente di pubblicare una sorta di diario personale o, pi in generale, questo campo invece la crescita di spazi chiucontenuti di qualunque tipo che appaiono in si, legati a piccoli gruppi di persone che hanno ordine cronologico, dal pi recente fino al pi qualcosa in comune o comunque selezionati in vecchio, e conservati in un archivio sempre base a qualche criterio. Insomma: cresce la neconsultabile. I contenuti possono essere arriccessit di piccoli gruppi. Partecipare se stessi a chiti da collegamenti ad altri blog e ad altri siti tutta la rete pu essere avvertito come spersoall'interno di una fitta ragnatela di connessioni nalizzante, e cos si cercano spazi pi riservati e Il 14 maggio si svolge a Roma, reciproche. Man mano che i nuovi materiali controllati, community che implicano l'aggreganell'auditorium dell'Enel, il convegno vengono inseriti, quelli pi datati vengono a zione di persone legate realmente o potenzialposizionarsi pi in basso fino a confluire nell'arInternet. Informazione e Democrazia mente da qualcosa di specifico, chivio settimanale, mensile o annuale. organizzato da I quaderni di Desk come FaceBook e LinkedIn, che Sin dal suo inizio questa forma di espressione La rete un ambiente che, nonostante editi dall'Istituto Suor Orsola Benincasa crea un professional network, utile ha infatti rivestito una doppia funzione: mettere e dall'Unione Cattolica della Stampa anche per la ricerca e l'offerta di tutti i rischi possibili di alienazione, permette on line storie personali, riflessioni dell'autore, Italiana (Ucsi). Ai lavori parteciperanno, posti di lavoro. L'idea che si ricoper i quali la cadenza quotidiana dell'aggiornatra gli altri, il gesuita e scrittore de La di sperimentare nuove forme di contatto nosce al cuore di queste nuove mento riproduce i ritmi della vita ordinaria; Civilt Cattolica Antonio Spadaro iniziative di network quella inverealizzare una forma di comunicazione diffusa di relazione e di espressione personale (della cui relazione anticipiamo ampi ce molto antica e tradizionale di dal basso, senza filtri di carattere economico o stralci), Luca De Biase, direttore di club, pi o meno esclusivo. spaziale, che dia informazione e soprattutto facNva. Il Sole 24Ore, e l'arcivescovo ciale e implica una partecipazione attiva. PerMa il vero fenomeno, sempre pi dilagante, cia opinione, in genere alternativa rispetto a Claudio Maria Celli, presidente del ch questa scelta? che sta caratterizzando la vita di internet quella dei media pi ufficiali. Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sarebbe ingenuo pensare che la rete sia ne- quello dei cosiddetti blog nati circa dodici anni Se facile aprire e rendere operativo un blog, Sociali (pubblichiamo una sintesi del suo cessariamente un luogo di spersonalizzazione. fa. Il termine blog di per s non significa nulla. non altrettanto semplice comprendere a fondo contributo). Sono previsti gli interventi La rete un ambiente che, nonostante tutti i Esso frutto della contrazione delle parole inl'impatto, a giudizio di alcuni rivoluzionario, di Massimo Milone, presidente nazionale rischi possibili di alienazione, permette di speri- glesi web e log: web, che significa ragnatela, di questa tecnologia, almeno a livello delle reladell'Ucsi, e di rappresentanti dell'Ordine mentare nuove forme di contatto, di relazione e sta per la rete stessa e log, che significa diario zioni in rete e del modo e del desiderio di racdi espressione personale. La rete innanzitutto o anche giornale di bordo. Dunque la tradudei Giornalisti, della Federazione degli contare la realt, la propria personale e quella permette la partecipazione e la diffusione dei zione italiana di blog potrebbe essere diario in Editori, della Federazione Nazionale del mondo. contenuti multimediali testi, immagini e suo- rete. E questa , in effetti, la definizione pi Stampa Romana e dell'Associazione Un esempio di questa fusione ispirativa tra ni prodotti dagli stessi utenti, i cosiddetti semplice: esso uno spazio virtuale, autonomaStampa Romana. giornalismo e espressione creativa quello reaconsumer generated media. Ogni informazione di questo tipo immediatamente rielaborabile nel senso che entra in una rete di relazione tra persone e tra altri contenuti. Una rete sociale costituita da un gruppo di persone legate, in genere, da interessi comuni, aperte a condividere pensieri, conoscenze, ma anche pezzi della loro vita: dai link ai siti che ritengono interessanti fino alle proprie foto o ai propri video ne della privacy). tutta la societ che insite nella comunicazione, il mo parlando di un ambito culturale di CLAUDIO MARIA CELLI personali. quella che si deve educare all'uso di principio etico fondamentale il se- polimorfo che risulta di una serie di Ma sono molte le cose che si possono condiLa rivoluzione di cui siamo testimoni questi potenti mezzi che non sono guente: la persona umana e la co- apparecchiature, piccole e grandi, videre in rete. Tra l'altro le immagini e le fotoe quasi inconsapevoli attori, spinta solo strumenti, ma elementi fonda- munit umana sono il fine e la misu- fisse e mobili, terrestri e spaziali, che grafie personali. Il navigatore potr inserire dalla corsa tecnologica della comuni- mentali dello sviluppo culturale con- ra dell'uso dei mezzi di comunicazio- interagiscono tra loro a scala monfotografie nel suo blog, oppure potr aprire delle cazione, tutt'altro che conclusa. Ci temporaneo. ne sociale. La comunicazione do- diale e con cui le persone e i gruppi vere e proprie gallerie personali grazie a servizi troviamo davanti a un panorama in Benedetto XVI, nel suo ultimo vrebbe essere fatta da persone a be- dialogano, condividono, pubblicano quali Flickr di Yahoo! o Picasa di Google. Questi movimento, a un paesaggio con dei Messaggio per la Giornata Mondiale neficio dello sviluppo integrale delle in mille formati diversi. sistemi permettono la condivisione delle proprie dinamismi che difficilmente ci con- delle Comunicazioni Sociali, ha mes- persone (n. 3). Questo criterio riPer agire eticamente nella societ fotografie con l'intera rete. Il proprio archivio sentono di avere dei punti di vista so in evidenza il perch di una do- mane invariato, e si pu esplicitare odierna dobbiamo guardare oltre personale diventa cos un elemento di una rete fermi e definitivi. La comunicazione manda cruciale sull'etica di questa nei principi della verit, della giusti- Internet, o pi precisamente nel sociale globale. Se poi il nostro navigante umana probabilmente uno degli nuova realt: Il ruolo che gli stru- zia, della libert e del bene comune. cuore della cultura digitale per trovorr condividere contributi audio discorsi, aspetti pi velocemente trasformati menti della comunicazione sociale Quando diciamo Internet oggi, vare quelle persone concrete, i gruplezioni, conferenze potr registrare e diffondella nostra cultura. Non solo perch hanno assunto nella societ va ormai ci riferiamo a qualche cosa di molto pi umani che comunicano attraverso dere le sue trasmissioni attivando un podcast, e ci sono dei sofisticati strumenti per considerato parte integrante della diverso di cinque anni fa. Non si di esse. Il nostro pensiero va in prirendendole cos fruibili da tutti grazie ai tanti esercitarla, ma perch emergono questione antropologica, che emerge tratta pi solo di computer collegati mo luogo alle comunit isolate e servizi reperibili in rete. Un capitolo a parte nuove abitudini, nuovi linguaggi, andrebbe dedicato all'uso del video nel mare di tempi e spazi per l'esercizio quoti- come sfida cruciale del terzo millen- fra loro e di siti web come vetrine sprovviste che fanno parte della nio. (...) Ecco perch indispensabi- che offrono dei contenuti. Oggi stia- Chiesa in tante nazioni del mondo. diano della comunicazione. questa condivisione aperta. proprio a questo Sappiamo bene che l ci sono Ci sono oggi degli spazi naturali e le che le comunicazioni sociali livello che in atto uno dei cambiamenti pi persone e comunit che potrebci sono quelli virtuali, divisi in ga- difendano gelosamente la persoeclatanti, reso possibile grazie al web 2.0. Ne bero potenziare moltissimo la lassie linguistiche ma che mettono na e ne rispettino appieno la l'emblema il fenomeno YouTube, piattaforma loro comunicazione e quindi la tutti i partecipanti soprattutto dignit. Pi di qualcuno pensa indipendente, acquisita da Google, e fusa e inteloro qualit di vita se mettessebambini e giovani in un universo che sia oggi necessaria, in quegrata col proprio Google Video. Secondo Erich ro in comune delle risorse, delle sto ambito, un'info-etica cos comune e condiviso. Purtroppo, Schmidt, amministratore delegato di Google, il conoscenze, delle informazioni. come esiste la bio-etica nel anche nuovo il divario che esiste tra ritmo di upload video su YouTube cresce in maCreare delle sinergie, suscitare coloro che sono inclusi in questi spa- campo della medicina e della niera esorbitante, tanto da essere definito modeil tessuto di rete, il primo zi virtuali e coloro che non sanno ricerca scientifica legata alla virately disturbing. Pare sia di dieci ore di video passo di questa inclusione. Il nemmeno cosa sia fare una telefona- ta (n. 4). al secondo. Il numero fa comprendere la diPontificio Consiglo delle ComuInternet l'ultimo, e in tanti ta. Coloro che fanno fatica ad avere mensione del fenomeno. nicazioni Sociali per esempio, aspetti, il pi potente dei mezzi un po' di pane e un sorso d'acqua Insomma i social network sono composti da attraverso la Rete Informatica pulita durante la giornata. E questi di comunicazione perch collepersone comuni, non da tecnici o esperti, che della Chiesa in America Latina ultimi sono ancora troppo numerosi. ga tutti i precedenti. Davanti a distribuiscono contenuti relativi ai propri inte(RIIAL), cerca di favorire la Cos, l'argomento sulle sfide etiche quello che segna un salto eporessi o alla propria esistenza. Questa evoluzione loro inclusione digitale non che Internet pone alla societ globa- cale nel percorso comunicativo incrementale ha generato il cosiddetto web 2.0. solo fornendo dei computer, ma dell'umanit, il nostro Docule ha qui un primo e fortissimo riIl cambio del nome, pi o meno condivisibile, soprattutto suscitando un cammento Etica in Internet del chiamo alla coscienza di tutti noi. rende evidente il processo di evoluzione nell'apbio di mentalit, una cultura Internet ormai un elemento es- 2002 sottolineava il punto di proccio alla tecnologia: al primo posto non c' di rete che non contempli in senziale della vita quotidiana, econo- appoggio di qualunque visione pi la pubblicazione di pagine, ma la parteprimo luogo Internet, ma che si mica e culturale del pianeta. Le ca- etica: Cos come accade per cipazione dei contenuti tra persone. Nel web 2.0 metta al servizio della comunigli altri mezzi di comunicazione ratteristiche originarie proprie di il senso della pubblicazione la partecipazione. t in se stessa, della sua realt e questo nuovo mezzo (immediatezza, sociale, la persona e la comuniPubblicare significa partecipare, cio condividedei suoi bisogni immediati. La decentralizzazione, interattivit, glo- t di persone sono elementi re. Il centro di questa rete sono i contenuti che tecnologia ci offre adesso delle balit, libert, diffusione e condivi- centrali per la valutazione etica vengono scambiati all'interno di un social netsoluzioni abbastanza efficaci sione del sapere) contengono insieme di Internet. Per quanto concerwork. per luoghi senza infrastruttura. a questi pregi anche dei rischi (indi- ne il messaggio trasmesso, il La caratteristica degli spazi del web 2.0 Si tratta di generare una vera vidualismo esagerato, accesso dei processo di comunicazione e le bimbi a contenuti pericolosi, invasio- questioni strutturali e sistematicultura digitale che nasca in quella di essere aperti a tutti sia nella fruizione
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Tutti in fila per la Gioconda Ma non c' tempo per la Nike (di Samotracia)
Si tenuto a Venezia per iniziativa dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arte e dell'Institut National du Patrimoine di Parigi il convegno I Musei e l'apertura al mondo. Muses et mondialization, un colloquio italiano e francese dedicato ai rapporti di collaborazione fra i grandi musei internazionali, agli accordi fra gli Stati per la cooperazione in materia di tutela artistica e all'organizzazione delle mostre caratterizzate da crescenti flussi di visitatori. Pubblichiamo l'intervento del direttore dei Musei Vaticani. di ANTONIO PAOLUCCI la Phori li chiamava il grande Bacone. Prima affermazione da verificare. Si dice sempre che il museo strumento di crescita culturale, di educazione delle masse. Siamo proprio sicuri che le cose stiano cos? Agli Uffizi nel 1937 entravano ogni anno cinquantamila persone. Nel 2007 di persone ne sono entrate pi di un milione e mezzo: un aumento di trenta volte in meno di un secolo. Ebbene io sono convinto che c'era pi gente che usciva dagli Uffizi avendo capito qualcosa e ricordando qualcosa fra i cinquantamila del 1937 che fra il milione e mezzo di oggi. Ci vorrebbe tempo per illustrare adeguatamente le ragioni di questa mia affermazione. Voglio semplicemente dire che qui da noi il museo che l'Ottocento liberale e borghese e il Novecento dei fascismi e dei comunismi, intendevano strumento di educazione popolare, oggi visto soprattutto come svago, come turismo, come tempo libero. Non cos negli Stati Uniti d'America. Do atto volentieri al mio amico Philippe de Montebello che nel suo museo e, pi in generale, in tutti i musei d'America, la didattica, l'educazione del pubblico sono ancora la mission pi importante. Ma questa un'altra storia che si spiega con ragioni che appartengono alla storia americana e che fanno onore a quel grande paese. Si dice anche (altro idolum Phori) che il turismo dei grandi numeri fa conoscere il museo a tanta pi gente. Non cos. Al contrario, l'industria turistica che ha tempi stretti e concentra l'attenzione solo sui grandi capolavori pop, oscura il museo, non lo fa intendere oppure ne favorisce una percezione sbagliata o grottesca. Chi va al Louvre vuole vedere (o piuttosto vuol credere di aver visto) la Gioconda. Altrimenti non gli sembrer neanche di essere stato al Louvre. E
Nella miniatura, Alcuino di York presenta l'allievo Rabano Mauro all'abate Otmaro
Miniatura col simbolo dell'evangelista Marco dall'evangeliario irlandese di san Willibrordo, detto anche Vangelo di Echternach (Parigi, Bibliothque Nationale, VII secolo)
nobile discendente dei sassoni, viveva una serena vita cristiana con sua moglie e i suoi figli si legge nell'incipit della Vita Willibrordi. Segni e fatti miracolosi lo indussero a ritirarsi spesso in una piccola cappella sulle rive dell'Humber e lasciare le attrattive del mondo per vivere una vita di preghiera, dedicando tutte le sue energie all'edificazione di chiese e fondazioni monastiche. Opera poi proseguita con fedelt e successo da suo figlio Willibrordo, il pi saggio dei maestri e il pi santo dei padri, di cui mi accingo a raccontare la vita su tua richiesta, vescovo Beornrado, suo successore nello stesso seggio episcopale per grazia di Dio. In altri Paesi, sotto altri re Willibrordo prosegu l'opera iniziata dalla sua famiglia in Northumbria, costruire santuari e far rifulgere la gloria di Dio. Cosa che fu profetizzata a sua madre, moglie del nobile Wilgil, dopo il concepimento del bambino; alla donna apparve in sogno la luna nuova che a vista d'occhio cresceva fino a diventare luna piena, mentre tutto il suo corpo era investito di splendore, segno della gloria che avrebbe segnato il destino di suo figlio.
Chi sono i fruitori del museo? Se volete posso girare la domanda in modo brutalmente aziendalistico, e invece di fruitori usare la parola clienti, customer come oggi si sente dire abitualmente. Chi sono dunque i clienti del Museo? La domanda avete gi capito che non si tratta di un quesito banale legittima due risposte, due risposte che aprono scenari radicalmente diversi, addirittura antitetici. Prima risposta: i clienti dei musei sono la gente che li visita, che ha voglia, tempo e denaro per viaggiare, che desidera almeno una volta nella vita vedere la Primavera di Botticelli o la Gioconda di Leonardo o la Cappella Sistina di Michelangelo. I clienti sono i turisti, le scolaresche, i giapponesi e gli americani in all inclusive tour. I clienti sono potenzialmente il mondo intero. L'unica democrazia che esiste sotto il cielo la democrazia dei consumi, anche dei consumi culturali. Questi ultimi vanno quindi favoriti, accolti e serviti al meglio. Questa la prima possibile risposta al quesito. Seconda risposta alla domanda di cui sopra: i clienti del museo sono le donne e gli uomini che devono ancora nascere. Portare all'estremo teorico la L'industria turistica con i suoi tempi prima risposta significa incoraggiastretti concentra l'attenzione re oltre misura i flussi turistici, audei visitatori solo su alcuni capolavori mentare gli orari Oscura il museo o ne favorisce di apertura, fare opera di promouna percezione grottesca zione anche portando all'estero i capolavori, organizzare mostre, tutto il resto? I Poussin, i Remconcedere prestiti numerosi e gene- brandt, la Nike di Samotracia? Non rosi, pubblicizzare nei modi anche li vede neanche, non li considera pi spregiudicati il nome e l'imma- importanti. La Gioconda oscura gine del museo. tutto il resto. Ecco un esempio perPortare all'estremo teorico la se- fetto di grottesca distorsione della conda risposta significa fare l'esatto conoscenza di un grande museo contrario. Limitare al massimo l'u- universale. sura antropica e i rischi da viaggi, Pensate ai Musei Vaticani, quasi spostamenti e mostre. Significa illu- cinque milioni di persone li avranminare il meno possibile le colle- no attraversati alla fine di questo zioni perch la luce dannosa. Si- anno. Ebbene la grande parte di gnifica tenere lontano per quanto questi visitatori interessata quasi possibile il pubblico generico, non soltanto alla Sistina di Michelangeampliando ma piuttosto riducendo lo e, d'altra parte, i tempi stretti l'orario di apertura. Il conservato- dell'inclousive tour, non permettore puro, il conservatore-conservatore tutti noi vorremmo esser- no di vedere molto altro. Si arriva lo, almeno qualche volta un al punto che molti visitatori dei nostalgico dell'antico regime quan- Musei Vaticani in gruppi organizdo le opere d'arte erano propriet zati, non passano per le Stanze di privata dei Medici, degli Asburgo Raffaello. Vi rendete conto? Rafo dei Romanov. A quell'epoca sta- faello il pi sublime pittore del vano quasi sempre al buio, accudi- passato millennio, quello che ci ha te da solerti domestici, visitate da insegnato essere la facilit (diceva rari conoscitori, da squisiti intel- Ingres) il supremo raggiungimento lettuali. Se le opere d'arte potesse- dello stile, viene accecato, espulso ro parlare, se avessero dei sindaca- in certo senso, dal pur grandissimo ti che le rappresentano, vorrebbe- Michelangelo. Potrei continuare ciro tornare a quei tempi per loro tando la Galleria dell'Accademia di Firenze che per la stragrande felici. A una domanda semplice ho da- maggioranza dei suoi visitatori esito due risposte entrambe legittime, ste soltanto perch il luogo del per radicalmente diverse. Ho for- David. zato l'una e l'altra fino all'estremo Un altro argomento sul quale teorico solo per fare intendere con sarebbe necessario riflettere. La un minimo mi auguro di ef- mondializzazione significa il moltificacia retorica quali sono, ai gior- plicarsi ormai esponenziale di preni nostri, i reali contorni del di- stiti continui, incessanti, ai quattro lemma. angoli del mondo. Le mostre di arNaturalmente tutti noi che sia- te antica sono diventate un colosmo direttori di lungo corso e di sale business che muove somme comolta esperienza, rispondiamo alla spicue in tutto il mondo, d lavoro domanda dicendo che bisogna te- a migliaia di persone (curatori, alnere il giusto mezzo, coniugare la lestitori, restauratori, trasportatori, fruizione con la conservazione, fa- assicuratori, cacciatori di sponsor), vorire e incrementare i flussi ma coinvolge la politica, quella naziovigilare allo stesso tempo con il nale, quella locale, spesso quella controllo ambientale, con la conservazione programmata e cos via internazionale. Quando in Italia il sulla buona salute delle opere. governo stringe, per esempio, un Sono riflessioni opportune e giudi- accordo commerciale con la Cina, ziose, noi le conosciamo bene e ci il sigillo del business sar una mosforziamo anche di tradurle in stra sul Rinascimento a Pechino. buone pratiche di lavoro. Per i Non diversamente accade in Francolleghi qui presenti sanno bene cia, in Spagna, in altri Paesi della che l'aureo binomio valorizzazione- nostra Europa. Cari colleghi, per noi abituati a conservazione, spesso si presenta come un autentico ossimoro, come considerare il museo biblioteca di figure, archivio della storia, luogo una contraddizione in termini. Credo sia utile nel nostro ap- della bellezza e del piacere per i proccio al problema del museo nostri forse un po' troppo egoistici globale, riflettere, prima di tutto, studi, si apre una bella sfida. su alcuni stereotipi o frasi fatte giusto esserne consapevoli. Speriache toccano il nostro mestiere. Ido- mo di non venirne travolti.
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L'OSSERVATORE ROMANO
La Chiesa del Myanmar Pierre Duprey, una vita soccorre le vittime del ciclone per la causa dell'unit
YANGON, 13. Interventi di soccorso immediati alle popolazioni del Myanmar duramente colpite dal ciclone Nargis. Questo l'annuncio di monsignor Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon che ha gi disposto di utilizzare i fondi diocesani per acquistare e distribuire cibo, medicine e tende tra la popolazione rimasta priva anche di generi di prima necessit. Il delegato apostolico monsignor Salvatore Pennacchio, durante la santa messa celebrata nella cattedrale di Yangon l'otto maggio, ha letto il messaggio di vicinanza e solidariet del Santo Padre al popolo birmano. Per quanto possiamo ha dichiarato l'arcivescovo di Yangon cercheremo di aiutare tutti. I bisogni pi urgenti ora sono cibo, acqua e tende. Decine di migliaia di sopravvissuti, inoltre, hanno bisogno di assistenza medica. Secondo i dati parziali raccolti, la furia del ciclone tropicale potrebbe aver provocato oltre centomila vittime. Passata la tempesta, innumerevoli cadaveri galleggiano ora sulle acque dei fiumi straripati a causa delle piogge torrenziali. Per i sopravvissuti, la Chiesa cattolica si immediatamente mobilitata rimandando a una fase successiva la riparazione di molti edifici religiosi che sono stati scoperchiati dalla furia dei venti oppure hanno subto vasti allagamenti per l'insistenza delle piogge torrenziali. La circoscrizione dell'arcidiocesi di Yangon una delle due tra le pi colpite dalla tempesta tropicale dello scorso 3 maggio. Molti tetti delle chiese riferisce l'arcivescovo Charles Maung Bo sono stati sollevati dalla furia dei venti e anche il seminario maggiore ha riportato seri danni alle strutture portanti. L'altra zona colpita quella del delta del fiume Irrawaddy. Qui la furia del ciclone Nargis ha cancellato interi villaggi e ha distrutto gran parte delle risaie. L'arcivescovo di Yangon ha immediatamente mobilitato tutto il personale diocesano, i seminaristi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose oltre a tanti volontari laici, per aiutare le vittime di questa tragedia. Abbiamo deciso di aiutare le vittime distribuendo acqua, medicine e riso afferma il presule riferendosi all'opera instancabile dei gruppi di volontari cattolici che hanno portato i primi soccorsi. Uno dei pi stretti collaboratori dell'arcivescovo Charles Maung Bo padre Francis Than Htun, direttore di Karuna, l'organizzazione cattolica per il lavoro sociale nell'arcidiocesi di Yangon. A questo sacerdote stato affidato il compito di raccogliere le informazioni dalle varie parrocchie sulla portata dei danni causati dal tifone Nargis e di coordinare l'opera di soccorso da parte dei gruppi di volontari cattolici che gi sono nelle zone pi colpite. Nell'arcidiocesi di Yangon stato inoltre istituito uno speciale comitato per gestire l'emergenza, il Myanmar disaster relief committe, che comprende anche familiari delle vittime, coordinatori delle parrocchie, rappresentanti dei donatori. Secondo quanto riferito da padre Francis Than Htun, i primi interventi diretti hanno portato soccorso a circa sessantamila famiglie a cui sono state consegnate razioni di cibo e di acqua in grado di sopperire ai bisogni medi per una settimana. A chi rimasto anche senza un tetto sotto cui ripararsi stata consegnata una tenda e l'attrezzatura per approntare all'aperto una cucina d'emergenza. Riporta l'agenzia Ucanews che anche la diocesi di Mandalay sta organizzando l'opera di soccorso agli scampati al tifone Nargis. Monsignor Paul Zinghtung Grawng, arcivescovo di Mandalay e presidente della Conferenza episcopale dei vescovi del Myanmar, ha riunito l'8 maggio, presso la sede dell'arcivescovado, un gruppo di esperti per predisporre un programma con cui affrontare l'emergenza. Subito dopo la riunione, in cui ha conferito a padre John Mg Nee il compito di coordinare gli aiuti, monsignor Paul Zinghtung Grawng si recato a Yangon per portare il suo aiuto alla Chiesa locale e presiedere la riunione del direttivo di Karuna, l'organizzazione del volontariato cattolico birmano che aderisce a Caritas internationalis. Gli aiuti raccolti nella arcidiocesi di Mandalay sono destinati principalmente a soccorre le vittime del ciclone Nargis nelle diocesi di Yangon e di Pathein. Il territorio della diocesi di Pathein comprende il delta del fiume Irrawaddy dove il ciclone ha provocato migliaia di vittime nei piccoli villaggi di pescatori. L'arcivescovo di Mandalay ha inviato un messaggio a tutte le parrocchie della sua arcidiocesi esortando i fedeli a contribuire con offerte all'acquisto dei generi di prima necessit da inviare a chi ha perso tutto a causa della furia del ciclone. Padre John Mg Nee, parroco della chiesa di San Francesco Saverio in Mandalay e coordinatore diocesano dei soccorsi alle vittime del tifone Nargis, ha chiesto ai fedeli della sua parrocchia di formare un comitato per gli aiuti. Ciascun fedele chiamato a dare testimonianza della sua carit per le vittime contribuendo secondo le proprie possibilit. Padre John Mg Nee aiutato nell'opera di coordinamento dal direttore della sezione di Karuna in Mandalay, padre Luois Soe Lwin, e dal procuratore della commisione diocesana per la salute, padre Marco Tin Win. Le organizzazioni cattoliche di volontariato, oltre che nelle arcidiocesi di Yangon e Mandalay, stanno diventando operative anche in altre due diocesi del Myanmar colpite dal tifone Nargis: quella di Mawlamyine e quella di Pathein rette rispettivamente da monsignor Raymond Saw Po Ray e dal vescovo John Hsane Hgyi. I danni provocati dal tifone Nargis stanno provocando conseguenze negative anche per le popolazioni del Myanmar non direttamente colpite dalla furia degli elementi naturali. Una volontaria cattolica che risiede a Yangon ha narrato che nei mercati della ex capitale birmana il prezzo dei generi di prima necessit improvvisamente aumentato dopo la catastrofe naturale. Per la maggioranza della popolazione del Myanmar l'acquisto del cibo indispensabile alla vita quotidiana non lascia disponibilit per altri generi di consumi. Anche le organizzazione cattoliche dei Paesi vicini al Myanmar si stanno mobilitando per far pervenire i soccorsi alle popolazioni birmane colpite dal tifone Nargis. La Caritas della Thailandia ha ricevuto il permesso delle autorit del Myanmar a far oltrepassare la frontiera ai propri mezzi carichi di medicinali e altri generi di prima necessit. di MARCO JACOV Appena adolescente nacque il 26 novembre 1922 Pierre Duprey si trov a Besanon per contrastare l'avanzata dell'esercito hitleriano. Costretto, nel 1940, a lasciare la Francia, allora occupata, si rec in Tunisia per entrare nella societ di vita apostolica dei missionari d'Africa, i Padri Bianchi, fondata dal cardinale Lavigerie. A Roma giunse con l'esercito dei vincitori della seconda guerra mondiale. Dalla casa generalizia dei Padri Bianchi, dove abitava, quotidianamente si recava in bicicletta al Pontificio Istituto Orientale, presso il quale aveva studiato. L si laure e sostenne anche la tesi del dottorato. Dopo essere stato ordinato sacerdote approfond la sua conoscenza della teologia e della spiritualit ortodossa ad Atene, Costantinopoli, Beirut e Gerusalemme. Il cardinale Walter Kasper, attuale Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani, ricorda: All'oriente egli rimase sempre legato; all'oriente egli dedic il suo servizio in modo particolare; all'oriente lasci il suo cuore. Fu un incontro con Johannes Willebrands, segretario della conferenza cattolica per le questioni ecumeniche, avvenuto nel 1952 a Gerusalemme, a determinare la futura attivit di Pierre Duprey, allora giovane professore dell'istituto di Sant'Anna, a Gerusalemme. Ebbe inizio cos una collaborazione fra due grandi personaggi che hanno lasciato una impronta indelebile sul movimento ecumenico e senza la quale, tra l'altro, non si potrebbe adeguatamente spiegare neanche la Ostpolitik di monsignor Agostino Casaroli. Si completavano a vicenda, pur essendo due caratteri diversi. Willebrands era calmo, riflessivo, quasi flemmatico, ma profondamente saggio e cauto nel prendere delle decisioni; Duprey era esplosivo come un vulcano, ma domava il proprio temperamento con l'intelligenza, la preghiera, la meditazione. Grazie a questa straordinaria intesa nel lavoro e nella fede, il segretariato per l'Unione dei Cristiani (oggi Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani) pot dare frutti notevoli, tanto da far riconoscere al cardinale Kasper: L'intera Chiesa deve molto al Vescovo Duprey. Dando ascolto a Willebrands, Giovanni XXIII affid a Duprey, nel 1962, il compito di ricevere i rappresentanti delle Chiese ortodosse giunti a Roma come osservatori al Concilio Vaticano II. Il cardinale Agostino Bea, primo presidente del Segretariato per l'Unione dei Cristiani, rimase entusiasta delle capacit intellettuali e, soprattutto, umane e spirituali di Duprey. Riflettendo sull'impegno ecumenico dei quattro Pontefici Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II con i quali egli collabor strettamente e con fedele devozione, Jean-Marie Roger Tillard scrive: Roma cambiata. stata la carit a cambiarla. Roma vuole che la carit sia la fonte dell'unit (fons unitatis). Duprey fu inviato a Costantinopoli l'8 dicembre 1962 per informare il Patriarca Atenagoras I sulla prima sessione del Concilio. Dopo un mese, il 15 gennaio 1963, fu nominato sotto-segretario del dicastero. Il 9 dicembre 1963 era di nuovo a Costantinopoli, questa volta per informare Atenagoras I sulla seconda sessione del Concilio e sul desiderio del nuovo Pontefice Paolo VI di recarsi a Gerusalemme. Ritornando da Costantinopoli, si ferm a Belgrado, dove fu ricevuto dal Patriarca serbo German e visit la prima classe del Seminario San Sava. In quell'occasione fu affrontata soprattutto la questione del futuro incontro tra Atenagoras e Paolo VI. La reciproca fiducia e stima tra German e Duprey li spinsero ad affrontare insieme diversi problemi che pi per motivi politici che religiosi ostacolavano l'avvicinamento tra gli ortodossi e i cattolici. Il loro scopo era purificare la memoria storica e perdonare, ma non dimenticare. Sembra che proprio durante gli incontri con il Patriarca German sia maturata l'idea di Duprey di appoggiare con determinazione le ricerche degli studiosi negli archivi della Santa Sede e nella Biblioteca Apostolica Vaticana, con lo scopo di affermare la verit anche su questioni delicate della vanni Paolo II affid proprio a Duprey la missione di preparare il suo incontro con il patriarca russo Alessio II, che avrebbe dovuto svolgersi il 21 giugno 1997 nel convento cistercense di Heiligenkreuz presso Vienna. A tal proposito il cardinale Stanisaw Dziwisz scrive: Il Santo Padre desiderava ardentemente compiere il pellegrinaggio in Russia, come segno della sua volont di contribuire all'unit dei cristiani. E di favorire un definitivo chiarimento con la Chiesa ortodossa, che da sempre gli era molto cara. Per questo, era importante che potesse vedersi con Alessio II. Ma, anche stavolta, l'incontro salt. Dal 6 gennaio 1990, quando ricevette l'ordinazione episcopale da Giovanni Paolo II, Duprey ampli il suo impegno a favore dell'unit dei cristiani. Il lato pi affascinante e coinvolgente di questa intensa collaborazione, o pi esattamente sintonia di interessi e comunione di speranze scrive Vittorio Peri stato il suo carattere franco e libero, volentieri fantasioso ed estemporaneo, incurante di qualsiasi vincolo burocratico e radicato soprattutto nel rispetto indiscutibile dell'amicizia e dei ruoli. Dimostrando il suo apprezzamento per la missione svolta da Pierre Duprey, Giovanni Paolo II non accett le sue dimissioni presentate al compimento del settantacinquesimo anno, ma gli scrisse: Rimani finch puoi. In effetti, egli rimase in servizio attivo fino al 31 maggio 1999, quando gli successe Walter Kasper. Quest'ultimo fu nominato segretario del dicastero il 15 marzo 1999. Il 12 luglio 2000 il Patriarca Bartolomeo I lo ringrazi per quello che aveva fatto per la promozione dei rapporti tra il Patriarcato ecumenico e la Chiesa ortodossa da una parte e la Chiesa cattolica romana dall'altra, sottolineandone ardore, competenza, capacit e dinamismo. Afferma il cardinale Kasper: Non esageriamo quando diciamo che Pierre Duprey ha gettato le basi e fissato le coordinate di ci che il Pontificio Consiglio per l'Unit dei Cristiani oggi. Per quanto riguarda il dialogo con gli Ebrei doveroso ricordare la collaborazione con il Rabbino capo di Roma Elio Toaff, con il quale Duprey si incontr anche per preparare la storica visita di Giovanni Paolo II alla Sinagoga di Roma. Se il dicastero di cui sotto la presidenza dei cardinali Agostino Bea, Johannes Willebrands e Edwards Idris Cassidy Duprey fu prima sotto-segretario (dal 15 gennaio 1963 al 29 marzo 1988) e poi segretario (fino al 31 maggio 1999) pot liberamente svolgere la sua missione in occidente, ebbe tuttavia diverse ed impreviste difficolt nel portare avanti il dialogo con i rappresentanti delle Chiese ortodosse, sempre controllati e non poche volte condizionati dai rispettivi regimi. Erano i tempi in cui si camminava con passo lento, ma sicuro. Pur essendo stato soprattutto in contatto con i Patriarchi di Costantinopoli, Pierre Duprey dimostr una grande sensibilit per tutte le Chiese ortodosse e per tutti i cristiani non cattolici. Anche poco prima di morire, seguendo la preghiera recitata dal cardinale Kasper presso il suo letto, gi senza parola, fece il segno della croce con tre dita, alla maniera ortodossa. Anche quel gesto fa parte del suo testamento ecumenico. E sotto le icone, dipinte secondo i criteri dell'arte bizantina, appese nella sua camera da letto e raffiguranti Ges Cristo, san Pietro, san Sava di Gerusalemme e i santi Pietro e Andrea abbracciati, continu a promuovere il dialogo dell'amore, dell'amicizia e della verit fino all'ultimo respiro. Mor la domenica del 13 maggio 2007, alle 2.30 del mattino, nella sua abitazione romana in via delle Grazie, attorniato dall'affetto degli amici, tra i quali la fedelissima Paola CiprianiHvala, che lo aveva assistito durante la lunga e grave malattia. Fu vestito, secondo il suo desiderio, non nell'abito pontificale, ma in quello di semplice missionario dei Padri Bianchi. Il rito fu compiuto dal padre generale Grard Chabanon e dai suoi assistenti. sepolto nel cimitero del Verano, a Roma, nella cappella dei Padri Bianchi.
storia della Chiesa di Roma e di quella delle Chiese autocefale ortodosse. Fu proprio per abbattere i muri del pregiudizio e promuovere un dialogo sincero che Duprey fond il Comitato cattolico per la collaborazione culturale. A tal fine consent a diversi studenti provenienti dall'oriente di compiere studi presso la prestigiosa universit cattolica di Lovanio, dove furono guidati da Roger Aubert, per il quale Duprey nutriva una profonda stima sia dal punto di vista scientifico sia da quello umano. Tra i circa mille borsisti del Comitato ci sono alcuni che poi sarebbero diventati vescovi ed anche il futuro Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. I Patriarchi Atenagoras e German furono talmente colpiti dalla personalit di Duprey che lo chiamarono Agathngelos (portatore di buone notizie), mentre il cardinale Bea gli don la propria foto con la seguente dedica: A mon fidel collaborateur avec gratitude. Dietro i tre incontri tra il Patriarca Atenagoras e Paolo VI il primo avvenuto dal 5 al 6 gennaio 1964 a Gerusalemme, il secondo il 25 luglio 1967 a Costantinopoli ed il terzo dal 26 al 28 ottobre 1967 a Roma si nasconde il grande impegno di Pierre Duprey, diventato uomo di massima fiducia di Paolo VI. Inserendo quegli incontri nel contesto storico, il metropolita del Patriarcato di Costantinopoli per la Svizzera, Damaskinos Papandreou, attribuisce a Duprey un gran merito anche per la revoca dell'anatema del 1054: Il simbolo dello scisma stato sostituito con il simbolo dell'amore. Anche gli incontri di Giovanni Paolo II con i Patriarchi di Costantinopoli, Dimitrios I e Bartolomeo I, furono preparati da lui. Non a caso Gio-
Documento dei teologi indiani La messa per l'anniversario presieduta dal vescovo ausiliare Andrew Yeom Soo jung sulla nuova evangelizzazione I vent'anni del consultorio religioso di Seoul
ALUVA, 13. L'impegno della Chiesa nella societ civile: un nuovo modo di essere cristiani oggi, stato il tema del dibattito sviluppato dai teologi indiani nel loro incontro annuale di riflessione al quale hanno partecipato sessantaquattro teologi, tra cui cinque laici e sette religiose. Sede dell'incontro un seminario ad Aluva, nei pressi di Kochi, duemilacinquecento chilometri a sud di New Delhi. La Chiesa in India si legge in un documento dell'associazione teologica indiana vive in una societ che sta diventando sempre pi polarizzata sulla base della religione, dell'ideologia, delle classi e delle caste, e ora, c' l'esigenza di assicurare a tutti libert, a pari dignit e qualit di vita, viene osservato nella dichiarazione. La dichiarazione spiega che il nuovo modo di essere cristiani non rinnega il passato, ma comporta l'articolare la realizzazione umana di tutti i popoli che la Chiesa chiamata a servire. Si afferma inoltre che specialmente la Chiesa deve promuovere una educazione di qualit, aprire pi strade per l'apprendimento non formale e rafforzare la cultura pluralista indiana per rendere la presenza cristiana pi efficace nella societ locale. Con riferimento alla crescita dei mezzi di comunicazione in India, i teologi hanno sottolineato che la Chiesa deve impegnarsi nei campi dei media e delle tecnologie dell'informazione per diventare il lievito di Cristo nella societ civile. Chiedono che la Chiesa si impegni in un dialogo fecondo sulle questioni e le complessit che sorgono dalla cultura di Google. Essa deve utilizzare le nuove tecnologie nella formazione alla fede, poich queste sono messe a nostra disposizione per scoprire, usare e far conoscere la verit. Il documento esorta anche le guide della Chiesa a riconoscere e a promuovere nuovi modi in cui i gruppi di laici, sacerdoti, religiosi e membri degli istituti secolari possono rispondere alla loro vocazione cristiana. SEOUL, 13. Circa duecento persone, tra sacerdoti, religiosi, suore e laici hanno recentemente partecipato alla festa per i vent'anni di attivit del consultorio religioso della citt. Per l'occasione, il vescovo ausiliare dell'arcidiocesi Andrew Yeom Soo jung ha presieduto la messa, concelebrata con altri otto sacerdoti. Il consultorio offre assistenza psicologica, oltre che ai sacerdoti e ai religiosi, a seminaristi e studenti. La direttrice, Theresa Hwang Chungsoon, ha sottolineato che in due decadi stato fornito servizio ad oltre ventiquattromila persone, di cui il quarantatr per cento costituito da religiosi e il ventitr da laici. Una suora, Christa Lee Young-ok, in una dichiarazione all'agenzia Ucanews, ha detto che tutte le novizie, sin dal 2004, hanno partecipato ai corsi formativi del consultorio. Secondo i dati, le donne, in particolare, rappresentano il gruppo pi numeroso di utilizzatori della struttura. Tra queste ci sono anche numerose laiche: Bertha, di settantatr anni di et, questo il nome di una, che non ha voluto fornire altre generalit, in una dichiarazione all'agenzia ha espresso il proprio compiacimento per il servizio offerto dal centro. La donna ha spiegato: Ho partecipato per sei mesi, nel 2004, ad un corso e sono riuscita a colloquiare in maniera molto libera, avendo l'opportunit di riflettere sui miei quarant'anni di attivit al servizio dei giovani, riuscendo ad individuare le problematiche pi profonde nascoste nel mio animo. Suor Christa Lee Young-ok ha aggiunto che grazie alla consulenza psicologica, stato possibile migliorare la crescita spirituale delle novizie. Il fondatore e primo direttore del consultorio, padre Jeremiah Cotter, cui sono andati i ringraziamenti di tutti i presenti, ha motivato la nascita della struttura con la necessit di
affrontare la crisi di identit che ha colpito molti sacerdoti e religiosi. Il sacerdote ha detto: A partire dagli anni ottanta il numero dei cattolici in Corea del sud aumentato in maniera considerevole e questo ha fatto s che l'opera di sacerdoti e religiosi diventasse pi faticosa, avendo da relazionarsi con pi gente nelle parrocchie e nelle comunit. Un missionario, Vincenzo Boredo, ha affermato che l'aiuto fornito dal fondatore stato fondamentale per mantenere la propria identit e trovare una strada per continuare il proprio impegno di solidariet: padre Cotter stato ha evidenziato come un angelo guardiano per molto tempo. Durante la celebrazione liturgica stato trasmesso anche un messaggio video, dei vescovi di Uijongbu, Joseph Lee Han-taek e di Cheju, Peter Kang U-il, nel quale sono stati espressi gli auguri per un buon proseguimento delle attivit.
Errata corrige
Per una comunicazione errata da Santo Domingo (Repubblica Dominicana) la notizia pubblicata nell'edizione dell'11-12 maggio a pagina 6, che annunciava la morte del Vescovo emerito di Mao - Monte Cristi, monsignor Jernimo Toms Abreu Herrera, si riferiva in realt al decesso di suo fratello signor Claudio Abreu Herrera.
L'OSSERVATORE ROMANO
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Il dialogo tra le religioni I vent'anni del Consiglio per la pace nel Libano delle Chiese cristiane in Francia
BEIRUT, 13. Quella del dialogo e della ricerca di un compromesso ragionevole rimane per il Libano l'unica strada da imboccare per non ricadere nel baratro di una nuova e sanguinosa guerra civile. Benedetto XVI con il suo appello di domenica 11 ad abbandonare ogni logica di contrapposizione aggressiva si fatto interprete della preoccupazione e dell'impegno dell'intera comunit cristiana. Il patriarca di Antiochia dei Maronita Nasrallah Sfeir, impegnato in un lungo viaggio internazionale che lo porter nei prossimi giorni negli Stati Uniti per incontrare il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon e il presidente degli Usa George W. Bush, tramite il quotidiano LOrient le Jour ha lanciato un appello ai libanesi affinch ricordino i fatti del 1990 che hanno provocato centinaia di feriti e morti e gravi distruzioni. Per questo, ha aggiunto dobbiamo imparare dal passato. In queste ore nel Paese dei cedri regna un clima carico di tensione dopo che nei giorni scorsi le milizie sciite di Hezbollah hanno occupato le strade Beirut ovest in risposta al tentativo del governo di Fouad Siniora di piegare la loro forza militare, parallela all'esercito. E sembra nuovamente divenuta un miraggio la convivenza tra diverse etnie e religioni che per secoli ha rappresentato la pi grande ricchezza del Paese. Il patriarca ha quindi sottolineato che alla luce della gravit della situazione facciamo appello a tutti i partiti perch evitino di mettere a rischio la vita dei cittadini o i loro beni. Li invitiamo a tornare al tavolo di dialogo ha aggiunto per trovare una soluzione che sia accettata da tutte le parti, in modo da permettere al Libano di beneficiare nuovamente di un clima di pace, sicurezza e tranquillit. Nei giorni scorsi, al momento della partenza da Beirut, Sfeir aveva anche sostenuto che se i libanesi non riescono a ristabilire la sovranit dello Stato e la sicurezza, le Nazioni Unite potrebbero prendere le misure necessarie a tali scopi. Certo alcuni non apprezzeranno questo discorso e noi speriamo che i libanesi prendano in mano il loro destino, a condizione che abbandonino gli odi personali e che apprezzino i vantaggi che trarr il Paese dal ristabilimento della sua indipendenza e da rispetto che gli verranno per la sua sovranit e per la ritrovata stabilit. Quanto alla questione fondamentale della elezione del presidente della Repubblica, il patriarca ha rinnovato l'appello ai parlamentari ad assumere le loro responsabilit, e ha messo in guardia contro eventuali violazioni della Costituzione. La Costituzione ha detto prevede che il presidente sia eletto nel corso di una seduta nella quale siano presenti i due terzi dei deputati. Se il presidente ottenesse i due terzi dei voti sarebbe perfetto, ma pu essere eletto anche dalla maggioranza assoluta. Ma se la Camera si riunisse senza che si raggiunga il quorum delle presenze, sarebbe una violazione della Costituzione. Forte preoccupazione per le sorti del Paese stata espressa anche dall'arcivescovo maronita Bchara Ra di Jbeil, il quale in una dichiarazione rilanciata da Catholic News Service ha sottolineato come in Libano non tutti vogliono la guerra. Stiamo insistendo perch i leader politici cristiani si dimostrino saggi ed evitino di partecipare a questo scontro armato. Noi chiediamo loro di fare tutto il possibile per conciliare pacificamente i due gruppi. PARIGI, 13. Compie vent'anni il Conseil d'Eglises chrtiennes en France (Cecef), organismo di dialogo ecumenico grazie al quale i cristiani di Francia hanno imparato a conoscersi e a lavorare insieme, tessendo rapporti di stima e di amicizia. L'evento verr festeggiato mercoled 14 maggio a Parigi, nella cattedrale di Saint Stphane, sede dell'Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia (Aeof): alle ore 18, nel corso di una celebrazione, i co-presidenti del Cecef firmeranno la Carta ecumenica europea, redatta dalla Conferenza delle Chiese europee (Kek) e dal Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa (Ccee) dopo gli incontri ecumenici svoltisi nel 1989 a Basilea e nel 1997 a Graz. Dalla sua fondazione, nel 1987-88, il Consiglio delle Chiese cristiane in Francia si dato come obiettivo quello di essere un luogo di scambio di informazioni, di ascolto e di dialogo tra le differenti comunit cristiane del Paese e di facilitare una riflessione e, eventualmente, delle iniziative comuni nei tre campi dove la presenza dei cristiani pi si concretizza: societ, servizio, testimonianza. Il confronto delle idee ha permesso di ben delineare la sensibilit di ciascuna delle tradizioni ecclesiali. L'appuntamento di mercoled servir anche per fare il punto del lavoro comune realizzato nell'arco di un ventennio e per rievocare il ruolo di questa istanza cristiana di dialogo, nella Francia di oggi. La firma della Carta ecumenica europea da parte del cardinale Andr Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza dei vescovi di Francia, dal pastore Claude Baty, presidente della Federazione protestante di Francia, e dal metropolita Emmanuel, presidente dell'Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia sar solo l'ulteriore conferma di voler proseguire questo lavoro e questa testimonianza comuni, sulla strada del dialogo, in seno alla societ, nel rispetto delle comunit ecclesiali rappresentate nel Cecef. Il Consiglio delle Chiese cristiane in Francia composto da quattro delegazioni per complessivi ventiquattro membri: sette designati dal Consiglio permanente della Conferenza dei vescovi, sette dalla Federazione protestante, sette dall'Assemblea dei vescovi ortodossi e tre dal rappresentante in Francia del Catholicos di tutti gli Armeni. La comunit anglicana ha un osservatore. Dal 1987, cattolici, protestanti, ortodossi, armeni apostolici e anglicani di Francia hanno attraversato insieme un pezzo importante di storia. I temi trattati, gli argomenti oggetto di prese di posizione e denunce lo testimoniano: Nuova Caledonia, Libano, Romania, Madagascar, Irlanda, Rwanda, ex Jugoslavia, Iran, Cecenia, tanto quanto si legge in un comunicato del Cecef l'insegnamento della religione, la scuola e i ritmi scolastici, la laicit, le discriminazioni e il razzismo, i migranti e i sans papiers, la solidariet con le altre religioni e le dichiarazioni fra religiosi, il no alla pena di morte e alla tortura, l'opposizione al commercio delle armi e agli esperimenti nucleari, la violazione delle tombe e dei luoghi di culto, il debito dei Paesi in via di sviluppo, l'Europa. Il Consiglio delle Chiese cristiane in Francia ha altres sostenuto iniziative comuni come pubblicazioni (Unit dei cristiani) e l'organizzazione delle sessioni dei giovani. Oggi come vent'anni fa l'obiettivo dei cristiani di Francia di prendere parte al dibattito pubblico insieme sulle questioni della societ e di favorire il cammino ecumenico senza tuttavia sostituirsi ai comitati di dialogo fra le Chiese. La Carta ecumenica, firmata il 22 aprile 2001 a Strasburgo dal cardinale Miloslav Vlk, allora presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, e dal metropolita Geremia, all'epoca presidente della Conferenza delle Chiese europee, ha tracciato le linee direttrici in vista di una collaborazione crescente fra le varie realt ecclesiali in Europa. Una Carta si legge nel documento come impegno comune al dialogo e alla collaborazione che descrive i compiti ecumenici fondamentali, deducendo una serie di linee di direzione e di obblighi. Essa deve promuovere, a ogni livello della vita della Chiesa, una cultura ecumenica di dialogo e di collaborazione e creare per ci una norma obbligatoria senza tuttavia avere alcun carattere di magistero, di dogma o di canone. Il suo carattere obbligatorio consiste piuttosto nel dovere di formulare, da parte delle Chiese e delle organizzazioni ecumeniche firmatarie, progetti comuni che si coniughino concretamente con le sfide particolari e con gli obblighi che ne derivano.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il rapporto tra astronomia e fede in un'intervista a padre Funes, direttore della Specola Vaticana
Il telescopio visuale Carl Zeiss (1935) in una delle cupole del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo
che anche loro, in qualche modo, avrebbero la possibilit di godere della misericordia di Dio, cos come stato per noi uomini. Il prossimo anno si celebra il bicentenario della nascita di Darwin e la Chiesa torna a confrontarsi con l'evoluzionismo. L'astronomia pu offrire un contributo a questo confronto? Come astronomo posso dire che dall'osservazione delle stelle e delle galassie emerge un chiaro processo evolutivo. Questo un dato scientifico. Anche qui io non vedo contraddizione tra quello che noi possiamo imparare dall'evoluzione purch non diventi un'ideologia assoluta e la nostra fede in Dio. Ci sono delle verit fondamentali che comunque non mutano: Dio il creatore, c' un senso alla creazione, noi non siamo figli del caso. Su queste basi, possibile un dialogo con gli uomini di scienza? Direi che anzi necessario. La fede e la scienza non sono inconciliabili. Lo diceva Giovanni Paolo II e lo ha ripetuto Benedetto XVI: fede e ragione sono le due ali con cui si eleva lo spirito umano. Non c' contraddizione tra quello che noi sappiamo attraverso la fede e quello che apprendiamo attraverso la scienza. Ci possono essere tensioni o conflitti, ma non dobbiamo averne paura. La Chiesa non deve temere la scienza e le sue scoperte. Come invece avvenuto con Galileo. Quello certamente un caso che ha segnato la storia della comunit ecclesiale e della comunit scientifica. inutile negare che il conflitto ci sia stato. E forse in futuro ce ne saranno altri simili. Ma penso che sia arrivato il momento di voltare pagina e guardare piuttosto al futuro. Questa vicenda ha lasciato delle ferite. Ci sono stati ma-
lintesi. La Chiesa in qualche modo ha riconosciuto i suoi sbagli. Forse si poteva fare di meglio. Ma ora il momento di guarire queste ferite. E ci si pu realizzare in un contesto di dialogo sereno, di collaborazione. La gente ha bisogno che scienza e fede si aiutino a vicenda, pur senza tradire la chiarezza e l'onest delle rispettive posizioni. Ma perch oggi cos difficile questa collaborazione? Credo che uno dei problemi del rapporto tra scienza e fede sia l'ignoranza. Da una parte, gli scienziati dovrebbero imparare a leggere correttamente la Bibbia e a comprendere le verit della nostra fede. Dall'altra, i teologi e gli uomini di Chiesa dovrebbero aggiornarsi sui progressi della scienza, per riuscire a dare risposte efficaci alle questioni che essa pone continuamente. Purtroppo anche nelle scuole e nelle parrocchie manca un percorso che aiuti a integrare fede e scienza. I cattolici spesso rimangono fermi alle conoscenze apprese al tempo del catechismo. Credo che questa sia una vera e propria sfida dal punto di vista pastorale. Cosa pu fare in questo senso la Specola? Diceva Giovanni XXIII che la nostra missione deve essere quella di spiegare agli astronomi la Chiesa e alla Chiesa l'astronomia. Noi siamo come un ponte, un piccolo ponte, tra il mondo della scienza e la Chiesa. Lungo questo ponte c' chi va in una direzione e chi va in un'altra. Come ha raccomandato Benedetto XVI a noi gesuiti in occasione dell'ultima congregazione generale, dobbiamo essere uomini sulle frontiere. Credo che la Specola abbia questa missione: essere sulla frontiera tra il mondo della scienza e il mondo della fede, per dare testimonianza che possibile credere in Dio ed essere buoni scienziati.
Santa Messa e Processione Eucaristica nella Solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
Gioved 22 maggio 2008, Solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, alle ore 19, il Santo Padre Benedetto XVI celebrer la Santa Messa sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano. Presieder quindi la Processione Eucaristica che, percorrendo via Merulana, raggiunger la Basilica di Santa Maria Maggiore. Coloro che intendono partecipare al Sacro Rito vorranno trovarsi per le ore 18.30 sul sagrato della Basilica Lateranense, dove occuperanno il posto che verr loro indicato. Quanto all'abito, i partecipanti si regoleranno nel modo seguente: i Signori Cardinali, i Patriarchi, gli Arcivescovi e i Vescovi: sulla veste propria, indosseranno il rocchetto, la mozzetta e la berretta; gli Abati e i Religiosi: il proprio abito corale; i Prelati: il rocchetto e la mantelletta, o la cotta, sopra la veste paonazza con fascia paonazza e la berretta nera, con fiocco rosso o nero, a seconda del loro grado; i Cappellani di Sua Santit: la cotta sopra la talare filettata con fascia paonazza. i Membri dei Capitoli l'abito loro proprio e la cotta; i Parroci la cotta e la stola; i Sacerdoti la cotta.
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La Processione si snoder nel seguente ordine: Scouts, Confraternite e Sodalizi, Associazioni Eucaristiche, Neo-comunicati e Ministranti, Cavalieri del Santo Sepolcro, Religiose, Religiosi, Sacerdoti, Parroci, Cappellani e Prelati di Sua Santit, Vescovi, Arcivescovi, Cardinali. I Seminaristi, i fedeli delle Parrocchie e gli appartenenti ad Associazioni e Movimenti ecclesiali seguiranno il Santissimo Sacramento.
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Per i componenti la Cappella Pontificia sar a disposizione un servizio pullman, con partenza dalla piazza antistante l'ingresso dell'Aula Paolo VI alle ore 18.15. Quanti desiderano usufruirne sono pregati di darne comunicazione all'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. Citt del Vaticano, 12 maggio 2008. MONS. GUIDO MARINI Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie
La biblioteca della Specola, che custodisce libri antichi e rari di Copernico, Galilei, Newton, Keplero
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
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Anno CXLVIII n. 113 (44.853)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
gioved 15 maggio 2008
La preghiera per le vittime del terremoto e per i soccorritori all'udienza generale dedicata allo Pseudo-Dionigi Areopagita
Cari fratelli e sorelle, oggi vorrei, nel corso delle catechesi sui Padri della Chiesa, parlare di una figura assai misteriosa: un teologo del sesto secolo, il cui nome sconosciuto, che ha scritto sotto lo pseudonimo di Dionigi Areopagita. Con questo pseudonimo egli alludeva al passo della Scrittura che abbiamo adesso ascoltato, cio alla vicenda raccontata da San Luca nel diciassettesimo capitolo degli Atti degli Apostoli, dove viene riferito che Paolo predic in Atene sull'Areopago, per una lite del grande mondo intellettuale greco; ma alla fine la maggior parte degli ascoltatori si dimostr disinteressata, e si allontan deridendolo; tuttavia alcuni, pochi ci dice San Luca, si avvicinarono a Paolo aprendosi alla fede. L'evangelista ci dona due nomi: Dionigi, membro dell'Areopago, e una certa donna, Damaris. Se l'autore di questi libri ha scelto cinque secoli dopo lo pseudonimo di Dionigi Areopagita vuol dire che sua intenzione era di mettere la saggezza greca al servizio del Vangelo, aiutare l'incontro tra la cultura e l'intelligenza greca e l'annuncio di Cristo; voleva fare quanto intendeva questo Dionigi, che cio il pensiero greco si incontrasse con l'annuncio di San Paolo; essendo greco, farsi discepolo di San Paolo e cos discepolo di Cristo. Perch egli nascose il suo nome e scelse questo pseudonimo? Una parte di risposta gi stata detta: voleva proprio esprimere questa intenzione fondamentale del suo pensiero. Ma ci sono due ipotesi circa questo anonimato e questa pseudonimia. Una prima ipotesi dice: era una voluta falsificazione, con la quale, ridatando le sue opere al primo secolo, al tempo di San Paolo, egli voleva dare alla sua produzione letteraria un'autorit quasi apostolica. Ma migliore di questa ipotesi che mi sembra poco credibile l'altra: che cio egli volesse proprio fare un atto di umilt. Non dare gloria al proprio nome, non creare un monumento per se stesso con le sue opere, ma realmente servire il Vangelo, creare una teologia ecclesiale, non individuale, basata su se stesso. In realt riusc a costruire una teologia che, certo, possiamo datare al sesto secolo, ma non attribuire a una delle figure di quel tempo: una teologia un po' disindividualizzata, cio una teologia che esprime un pensiero e un linguaggio comune. Era un tempo di acerrime polemiche dopo il Concilio di Calcedonia; lui invece, nella sua settima Epistola, dice: Non vorrei fare delle polemiche; parlo semplicemente della verit, cerco la verit. E la luce della verit da se stessa fa cadere gli errori e fa splendere quanto buono. E con questo principio egli purific il pensiero greco e lo mise in rapporto con il Vangelo. Questo principio, che egli afferma nella sua settima lettera, anche espressione di un vero spirito di dialogo: cercare non le cose che sepa-
rano, cercare la verit nella Verit stessa; essa poi riluce e fa cadere gli errori. Quindi, pur essendo la teologia di questo autore, per cos dire, soprapersonale, realmente ecclesiale, noi possiamo collocarla nel VI secolo. Perch? Lo spirito greco, che egli mise al servizio del Vangelo, lo incontr nei libri di Proclo, morto nel 485 ad Atene: questo autore apparteneva al tardo platonismo, una corrente di pensiero che aveva trasformato la filosofia di Platone in una sorta di religione, il cui scopo alla fine era di creare una grande apologia del politeismo greco e ritornare, dopo il successo del cristianesimo, all'antica religione greca. Voleva dimostrare che, in realt, le divinit erano le forze operanti nel cosmo. La conseguenza era che doveva ritenersi pi vero il politeismo che il monoteismo, con un unico Dio creatore. Era un grande sistema cosmico di divinit, di forze misteriose, quello che mostrava Proclo, per il quale in questo cosmo deificato l'uomo poteva trovare l'accesso alla divinit. Egli per distingueva le strade per i semplici, i quali non
erano in grado di elevarsi ai vertici della verit per loro certi riti potevano anche essere sufficienti e le strade per i saggi, che invece dovevano purificarsi per arrivare alla pura luce. Questo pensiero, come si vede, profondamente anticristiano. una reazione tarda contro la vittoria del cristianesimo. Un uso anticristiano di Platone, mentre era gi in corso un uso cristiano del grande filosofo. interessante che questo PseudoDionigi abbia osato servirsi proprio di questo pensiero per mostrare la verit di Cristo; trasformare questo universo politeistico in un cosmo creato da Dio, nell'armonia del cosmo di Dio dove tutte le forze sono lode di Dio, e mostrare questa grande armonia, questa sinfonia del cosmo che va dai serafini, agli angeli e arcangeli, all'uomo e a tutte le creature che insieme riflettono la bellezza di Dio e sono lode a Dio. Trasformava cos l'immagine politeista in un elogio del Creatore e della sua creatura. Possiamo in que-
sto modo scoprire le caratteristiche essenziali del suo pensiero: esso innanzitutto una lode cosmica. Tutta la creazione parla di Dio ed un elogio di Dio. Essendo la creatura una lode di Dio, la teologia dello Pseudo-Dionigi diventa una teologia liturgica: Dio si trova soprattutto lodandolo, non solo riflettendo; e la liturgia, non qualcosa di costruito da noi, qualcosa di inventato per fare un'esperienza religiosa durante un certo periodo di tempo; essa il cantare con il coro delle creature e l'entrare nella realt cosmica stessa. E proprio cos la liturgia, apparentemente solo ecclesiastica, diventa larga e grande, diventa unione di noi con il linguaggio di tutte le creature. Egli dice: non si pu parlare di Dio in modo astratto; parlare di Dio sempre egli dice con parola greca un hymnin, un cantare per Dio con il grande canto delle creature, che si riflette e concretizza nella lode liturgica. Tuttavia, pur essendo la sua teologia cosmica, ecclesiale e liturgica, essa anche profondamente personale. Egli cre la prima grande teologia mistica. Anzi la parola mistica acquisisce con lui un nuovo significato. Fino a quel tempo per i cristiani tale parola era equivalente alla parola sacramentale, cio quanto appartiene al mystrion, al sacramento. Con lui la parola mistica diventa pi personale, pi intima: esprime il cammino dell'anima verso Dio. E come trovare Dio? Qui osserviamo di nuovo un elemento importante nel suo dialogo tra la filosofia greca e il cristianesimo, in particolare la fede biblica. Apparentemente quanto dice Platone e quanto dice la grande filosofia su Dio molto pi alto, molto pi vero; la Bibbia appare abbastanza barbara, semplice, precritica si direbbe oggi; ma lui osserva che proprio questo necessario, perch cos possiamo capire che i pi alti concetti su Dio non arrivano mai fino alla sua vera grandezza; sono sempre impropri. Queste immagini ci fanno, in realt, capire che Dio sopra tutti i concetti; nella semplicit delle immagini, noi troviamo pi verit che nei grandi concetti. Il volto di Dio la nostra incapacit di esprimere realmente che cosa Egli . Cos si parla lo stesso Pseudo-Dionigi a farlo di una teologia negativa. Possiamo pi facilmente dire che cosa Dio non , che non esprimere che cosa Egli veramente. Solo tramite queste immagini possiamo indovinare il suo vero volto, e dall'altra parte questo volto di Dio molto concreto: Ges Cristo. E bench Dionigi ci mostri, seguendo Proclo, l'armonia dei cori celesti, cos che sembra che tutti dipendano da tutti, resta vero che il nostro cammino verso Dio resta molto lontano da Lui; lo Pseudo-Dionigi dimostra che alla fine la strada verso Dio Dio stesso, il Quale si fa vicino a noi in Ges Cristo. E cos una teologia grande e misteriosa diventa anche molto con-
creta sia nella interpretazione della liturgia sia nel discorso su Ges Cristo: con tutto ci, questo Dionigi Areopagita ebbe un grande influsso su tutta la teologia medievale, su tutta la teologia mistica sia dell'Oriente sia dell'Occidente, fu quasi riscoperto nel tredicesimo secolo soprattutto da San Bonaventura, il grande teologo francescano che in questa teologia mistica trov lo strumento concettuale per interpretare l'eredit cos semplice e cos profonda di San Francesco: il Poverello con Dionigi ci dice alla fine che l'amore vede pi che la ragione. Dov' la luce dell'amore non hanno pi accesso le tenebre della ragione; l'amore vede, l'amore occhio e l'esperienza ci d pi che la riflessione. Che cosa sia questa esperienza Bonaventura lo vide in San Francesco: l'esperienza di un cammino molto umile, molto realistico, giorno per giorno, questo andare con Cristo, accettando la sua croce. In questa povert e in questa umilt, nell'umilt che si vive anche nella ecclesialit, c' un'esperienza di Dio che pi alta di quella che si raggiunge mediante la riflessione: in essa, tocchiamo realmente il cuore di Dio. Oggi esiste una nuova attualit di Dionigi Areopagita: egli appare come un grande mediatore nel dialogo moderno tra il cristianesimo e le teologie mistiche dell'Asia, la cui nota caratteristica sta nella convinzione che non si pu dire chi sia Dio; di Lui si pu parlare solo in forme negative; di Dio si pu parlare solo col non, e solo entrando in questa esperienza del non Lo si raggiunge. E qui si vede una vicinanza tra il pensiero dell'Areopagita e quello delle religioni asiatiche: egli pu essere oggi un mediatore come lo fu tra lo spirito greco e il Vangelo. Si vede cos che il dialogo non accetta la superficialit. Proprio quando uno entra nella profondit dell'incontro con Cristo si apre anche lo spazio vasto per il dialogo. Quando uno incontra la luce della verit, si accorge che una luce per tutti; scompaiono le polemiche e diventa possibile capirsi l'un l'altro o almeno parlare l'uno con l'altro, avvicinarsi. Il cammino del dialogo proprio l'essere vicini in Cristo a Dio nella profondit dell'incontro con Lui, nell'esperienza della verit che ci apre alla luce e ci aiuta ad andare incontro agli altri: la luce della verit, la luce dell'amore. E in fin dei conti ci dice: prendete la strada dell'esperienza, dell'esperienza umile della fede, ogni giorno. Il cuore diventa allora grande e pu vedere e illuminare anche la ragione perch veda la bellezza di Dio. Preghiamo il Signore perch ci aiuti anche oggi a mettere al servizio del Vangelo la saggezza dei nostri tempi, scoprendo di nuovo la bellezza della fede, l'incontro con Dio in Cristo.
I SALUTI DEL PAPA AI FEDELI IN PIAZZA SAN PIETRO A PAGINA 8
Apprenant avec motion le dcs du Cardinal Bernardin Gantin, Doyen mrite du Collge des Cardinaux, je tiens vous dire ma fervente union dans la prire avec les Evques de la Confrence piscopale du Bnin, avec les fidles de l'archidiocse de Cotonou et de tout le Bnin, ainsi qu'avec la famille du dfunt et les personnes que touche ce deuil. Je demande Dieu, Pre de qui vient toute misricorde, d'accueillir dans sa lumire et dans sa paix ce fils minent du Bnin et de l'Afrique, estim de tous, anim d'un esprit profondment apostolique et d'un sens lev de l'Eglise et de sa mission dans le monde. Je rends grce au Seigneur pour son ministre fcond, d'abord comme archevque de Cotonou, puis pendant de nombreuses annes au Saint-Sige, qu'il a servi avec une gnreuse fidlit, notamment la Congrgation pour les Evques et comme membre du Collge des Cardinaux, dont il a aussi t le Doyen apprci. En gage de rconfort, vous-mme, aux autres Evques du Bnin, la famille du dfunt, aux prtres, aux religieux, aux religieuses, aux catchistes et tous les fidles du Bnin, ainsi qu'aux personnes qui prendront part la liturgie des obsques, j'adresse une affectueuse Bndiction apostolique. BENEDICTUS PP XVI [Nell'apprendere con commozione della morte del cardinale Bernardin Gantin, decano emerito del Collegio Cardinalizio, desidero esprimere la mia fervente unione nella preghiera con i vescovi della Conferenza episcopale del Benin, con i fedeli dell'arcidiocesi di Cotonou e di tutto il Benin, e anche con la famiglia del defunto e le persone colpite da questo lutto.
LA BIOGRAFIA
Chiedo a Dio, Padre dal quale proviene ogni misericordia, di accogliere nella sua luce e nella sua pace questo figlio illustre del Benin e dell'Africa, stimato da tutti, animato da uno spirito profondamente apostolico e da un senso elevato della Chiesa e della sua missione nel mondo. Rendo grazie al Signore per il suo ministero fecondo, prima come arcivescovo di Cotonou, poi per molti anni presso la Santa Sede, che ha servito con generosa fedelt, in particolare nella Congregazione per i Vescovi e come membro del Collegio Cardinalizio, di cui stato anche il decano apprezzato. In segno di conforto, a voi, agli altri vescovi del Benin, alla famiglia del defunto, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, ai catechisti e a tutti i fedeli del Benin, e anche alle persone che parteciperanno alla liturgia delle esequie, imparto un'affettuosa Benedizione apostolica. BENEDICTUS PP XVI]
Analogo telegramma stato inviato dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato. 7
NOSTRE INFORMAZIONI
Provvista di Chiesa
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Kidapawan (Filippine) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Romulo T. de la Cruz, trasferendolo dalla Sede di San Jose de Antique.
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ne, deve ora concentrarsi sulle scuole secondarie e sulla formazione, che devono indirizzare le specializzazioni alle esigenze del mercato per dare prospettive di lavoro certe. Al tempo stesso necessario un parallelo impegno del settore privato. Positivi esempi ci sono gi in Etiopia dove, grazie alla partnership tra imprese, sindacati e Organizzazioni non governative (Ong), i corsi di formazione riguardano soprattutto il settore privato e sono in parte finanziati da aziende alla ricerca di personale quali-
ficato. O anche in Marocco, dove gli incentivi fiscali incoraggiano liniziativa privata, e in Benin e in Rwanda, dove i tutor seguono i ragazzi dopo le specializzazioni e li aiutano a trovare lavoro. Il rapporto suggerisce di incoraggiare iniziative in questo senso gi attive in Camerun, Etiopia, Kenya, Tanzania e Uganda. Fondamentali, a questo proposito, sono i contributi delle aziende private che per fortuna sono in forte crescita e nella sola Africa subsahariana hanno toccato nel 2006 i 2,3 miliardi di dollari.
NEW YORK, 14. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato lattacco sferrato sabato scorso contro i sobborghi della capitale sudanese Khartoum dal Movimento per la giustizia e l'eguaglianza (Jem), uno dei gruppi ribelli della Regione occidentale sudanese del Darfur dove da oltre cinque anni si protraggono il conflitto e la spaventosa emergenza umanitaria che ha causato. In una dichiarazione presidenziale, il Consiglio chiede a tutte le parti di cessare immediatamente le ostilit e di non usare ritorsioni contro la popolazione civile. Il documento sottolinea il bisogno urgente di impegnarsi pie-
namente e costruttivamente nel processo politico per una soluzione pacifica. Il Jem ha detto che lattacco mirava ad esportare il Darfur e che non sarebbe rimasto isolato. Il processo politico non sta andando nella direzione in cui vorremmo, ha aggiunto il presidente di turno del Consiglio, lambasciatore britannico all'Onu John Sawers, illustrando la dichiarazione. Anche l'ultimo rapporto mensile del Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon sul dispiegamento in Darfur dell'Unamid, la forza congiunta dell'Onu e dell'Unione africana, esprime profondo disappunto per la fragile situazione sul terreno.
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Olmert annuncia intese con Abu Mazen su alcuni aspetti trattati nel vertice di Annapolis
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Pio VII tra Savona e Fontainebleau
l lungo e tribolato pontificato di Pio VII fu accompagnato in maniera crescente dalla fama di santit. Gi al momento della sua elezione i cardinali elettori avevano chiara consapevolezza di aver eletto non solo un Papa, ma altres un martire. Gli anni successivi lo avrebbero confermato. Al riguardo, sembra che colgano nel segno quegli storici che nella vita di Pio VII individuano una duplice forma di martirio, alla sua funzione di sommo pastore e di sommo sacerdote. E in verit i rapporti con il Primo console poi Imperatore dei francesi, Napoleone Bonaparte; gli anni di prigionia a Savona e a Fontainebleau; quelli successivi alla liberazione, cio gli anni della cosiddetta restaurazione, danno modo di costatare la solidit della vita spirituale di Pio VII, caratterizzata dalla eroica imitazione di Cristo Signore. Che costituisce davvero un impegnativo itinerario di santit. Perch non era solo n prevalentemente un dato della natura di Barnaba Chiaramonti il quale, invece, stato sempre all'erta contro l'esuberanza del proprio temperamento romagnolo che cos faticosamente era riuscito a padroneggiare. La sua personale vita mortificata e abitualmente immersa nella preghiera ne sono insieme la prova e la spiegazione: frugalit nel vitto, accentuata negli ultimi anni e insieme e soprattutto come testimonia il cardinale Nicholas Patrick Wiseman
di Savona ben presto seguir il suo esempio fermandosi a pregare davanti al tabernacolo e recitando il Rosario secondo le sue intenzioni. Cos per la messa che il Papa celebrava ogni mattina nella sua cappella privata. Dopo una leggera colazione seguivano le udienze. Ebbene, quando la presenza di Pio VII in Savona divenne sempre pi nota incominci un afflusso di gente, proveniente anche dall'estero, che chiedeva udienza o di assistere alla sua messa. Cose queste gi verificatesi in precedenza. In particolare durante il viaggio di Pio VII a Parigi per l'incoronazione di Napoleone (2 dicembre 1804). Il senso soprannaturale che irraggia dalla sua persona non cessa di impressionare perfino i cristiani alquanto frivoli. Molto pi dunque quanti seppero indovinare la qualit della sua anima. La folla poi si accalca alle cerimonie religiose e nelle chiese in cui si reca Pio VII; non solo vi affluenza al limite delle possibilit di capienza delle stesse, ma si segnalano numerose comunioni. Sia all'andata come al ritorno il Papa riceve testimonianze di un sincero ed affettuoso rispetto. A Joseph Fouch, il quale gli chiede come trovi la Francia Grazie a Dio! Egli risponde l'abbiamo attraversata in mezzo ad un popolo in ginocchio. quello che accadr anche in Italia, nei primi mesi del 1814, durante il viaggio di ritorno a Roma di Pio VII, dopo la sua definitiva liberazione. Baster, al riguardo, la significativa annotazione dello storico locale Giusep-
preghiera continua (...) devozione profonda e senza affettazione. Ecco, infatti, che la prima richiesta di Pio VII nell'arrivare al palazzo episcopale di Savona fu quella di poter pregare quotidianamente dinanzi al Santissimo Sacramento... Qui il Papa passava molte ore, ogni giorno, in preghiera e adorazione, domandando l'aiuto di Dio per la Chiesa e perdono per i suoi persecutori; e qui, ogni sera, insieme con alcuni della famiglia pontificia, recitava il Rosario. La popolazione
pe Bechini che, nel dare inizio alla dettagliata descrizione della commovente e festosa sosta a Cesena 20 aprile - 7 maggio 1814 pu, non senza una punta di compiaciuta fierezza, affermare: Ma se grande fu il giubilo dei francesi per l'avvenuta liberazione non minore doveva essere quello degli italiani. Pio VII commosso fino alle lacrime, a tante dimostrazioni di affetto, aveva pi volte ripetuto: Quanta fides in Gallia quanta fede in Francia! Ed ora dovr ripetere con uguale commozione:
Quanta fede in Italia. Non sorprende allora costatare che nella vita di Pio VII siano presenti anche fatti prodigiosi. Il Bechini ne riporta alcuni avvenuti, a suo dire, a Cesena. Con una benedizione ridonerebbe la vista a un fanciullo cieco di Urbino; e sempre con una benedizione, ne guarirebbe un altro dichiarato idropico dai medici. Alla sorella Ottavia gravemente inferma, assicura che non morr prima di averlo visto, come accadde. Anche altrove Pio VII avrebbe operato cose straordinarie. A Ravenna si dice che risani con la benedizione un attratto da vari anni; a Savona c' chi lo vede elevato in estasi. Al riguardo risulta che questo sarebbe avvenuto per ben due volte e, diremmo, a Thomas Lawrence, Papa Pio VII (1819) distanza ravvicinata: nelle solennit di Pentecoste e poi dell'Assunta 15 agosto del- riore in termini cos sentiti e efficaci, che ril'anno 1811. Sempre a Savona, tra l'altro, teniamo possano pure costituire una degna avrebbe guarito, con una benedizione, un conclusione al presente discorso. Lo spettaragazzo dodicenne che si era gravemente fe- colo pi edificante di tutti quelli che ho virito alla testa mentre si recava in udienza sti in questa capitale della Cristianit dal Papa. quello del venerabile Pontefice stesso, che Ma, ha scritto nel 2000 lo storico Robin veramente un santo sulla terra. Rigoroso Anderson, oltre a questi miracoli di guari- verso se stesso e nello stesso tempo assorto gione fisica attribuiti a Pio VII, erano pi nella propria devozione, egli veramente il grandi quelli di conversione spirituale: pec- servus servorum Dei servo dei servi di catori induriti che facevano penitenza e ri- Dio infaticabile nella personale attencevevano i Sacramenti, persone che per an- zione e nelle fatiche per l'intera Chiesa catni non erano pi state in chiesa ritornavano tolica, disposto in ogni momento a ricevere alla pratica religiosa, altri la cui vita era le visite delle persone che chiedono di tratstata uno scandalo pubblico facevano am- tare con lui. Incanta tutti coloro che gli menda e si correggevano. Come quell'uffi- fanno visita con una paziente attenzione, ciale di dogana, eminente membro di una Loggia massonica che durante una Messa celebrata dal Papa in cattedrale, prima di Nella vita di Pio VII ricevere la comunione si getta ai suoi piedi, implorando pubblicamente il perdono. alcuni storici individuano una duplice Egli pag caramente questa conversione, forma di martirio perch oltre a perdere il posto di lavoro divenne un perseguitato dalla polizia. Tut- propria alla sua funzione di sommo pastore tavia egli persever e il suo esempio fu se- e di sommo sacerdote guito da altri. Queste voci sui miracoli di guarigione, di grazia e di conversione diffondevano la una benevola dolcezza, un commovente rifama di santit di Pio VII ben al di fuori di spetto, che eccedono le mie capacit di linSavona e dell'Italia. Ci limitiamo qui a guaggio per poterli descrivere. Infatti la mia voce fu soffocata dai sindue significative e autorevoli conferme. La prima di Ludwig von Lebzeltern, ghiozzi e dalle lacrime durante una parte rappresentante del Cancelliere austriaco considerevole della mia prima udienza con Klemens Wenzel di Metternich, al quale da sua Santit e mi sentii spinto con forza a Cesena nell'aprile del 1814 scriveva: credere ai miracoli attribuiti a lui, sia dopo Il mondo cristiano, e in primo luogo l'Ita- come prima del suo ritorno a Roma. Quando la morte lo colse nell'ottantunelia, sono pieni di entusiasmo nel vedere ancora una volta il Papa in libert, considera- simo anno di et il 20 agosto 1823, festa to come un santo e un martire, la cui fer- di san Bernardo, sessantacinquesimo annimezza di condotta ha ispirato anche ai non versario della sua professione monastica divenne l'oggetto di un affetto e di una vecattolici sentimenti di rispetto. La seconda del vescovo inglese e vicario nerazione universali. apostolico John Milner che, dopo aver incontrato di persona Pio VII nell'autun- *Abate del monastero benedettino no del 1814 ne sintetizza il ritratto inte- di Santa Maria del Monte di Cesena
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Il giardino dell'Eden nella cartografia medievale
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n un'epoca di best sellers e mode letterarie che vivono e muoiono sull'onda dello scelti per voi, Il paradiso in terra. Mappe del giardino dell'Eden, scritto da Alessandro Scafi, un volume di divulgazione scientifica ben riuscito che si fa notare sugli scaffali delle librerie. Edita da Bruno Mondadori, l'opera analizza la cartografia medioevale e racconta l'impegno scientificoteologico di quanti, basandosi sul testo biblico, tentarono di individuare l'Eden terreno. A differenza di noi moderni, infatti, durante il medioevo era ben chiara la necessit, sociale prima che scientifica, di individuare sulla terra il paradiso terrestre, il luogo della radice prima, originale dell'uomo. Consumato questo periodo storico, rinascimento e illuminismo hanno dato il via a una concezione progressiva della scienza, per cui la rappresentazione cartografica del paradiso terrestre stata attribuita all'ignoranza e a un eccesso di zelo verso la tradizione biblica. La tendenza a considerare il medioevo come un'epoca di creduloni, poi continuata anche nel Novecento e solo ultimamente si compresa la necessit di rileggerlo lasciandosi alle spalle i preconcetti frutto di un distorto razionalismo. Confortati dalla precisione di satelliti e fotografie ad alta definizione, nel ventesimo e ventunesimo secolo, non si colta una delle caratteristiche peculiari della cartografia medioevale: l'aspetto culturale dei simboli rappresentati sulle mappe, laddove questi sottolineavano la maggiore o minore importanza dei luoghi, in un'ottica di continuit storica, sociale e religiosa. Una carta geografica che individuava la citt di Gerusalemme, luogo del sacrificio di Cristo, poteva allo stesso modo contenere il giardino dell'Eden, i due
luoghi nota Alessandro Scafi erano collegati attraverso gli eventi che erano accaduti in ciascuno di essi. Alla continuit temporale si univa poi una contiguit spaziale che racchiudeva e descriveva in un'unica mappa tutto il mondo noto: Le mappae mundi medioevali scrive Scafi sono profondamente diverse dalle carte a zone, dalle carte nautiche (...) i luoghi sono situati non secondo un sistema universale di riferimento espresso in termini matematici (...) ma secondo principi generalmente indicati come
topologici, secondo il principio di contiguit. I luoghi sono cio raffigurati uno dopo l'altro, senza tener conto dell'esatta distanza tra di loro o della reciproca posizione in termini quantitativi e vengono individuati e messi in risalto dalla dimensione del simbolo cartografico, non perch siano fisicamente pi estesi ma per via della loro importanza culturale e sociale. Le carte topografiche e le carte nautiche, per come le si intende nel ventunesimo secolo, erano comunque le meno diffuse, spesso sostituite dagli itinerari, indicazioni di massima che rappresentavano le vie maestre verso le principali localit di sosta. Si producevano anche mappe per risolvere questioni legali, patrimoniali o funzionali a chiarire un'esegesi, come dimostra il Commentario sull'Apocalisse di san Giovanni, di Beato di Libeana (ottavo secolo), dove lo stesso autore a fornire i diagrammi per aiutare il lettore nella comprensione del testo. Se ne deduce quindi che basarsi sui parametri della geografia del ventunesimo secolo per giudicare la cartografia medioevale fondamentalmente errato. Uno dei pochi studiosi a rendersi conto di come quello rappresentato sulle mappe medioevali fosse un immaginario e non una ingenua rappresentazione della realt, stato Jacques Le Il giardino dell'Eden (incisione del 1536)
Goff. Nel saggio Medioevo europeo (2003), lo storico francese ha sottolineato come quello medioevale sia un mondo che ignora la frontiera fra la realt e l'immaginazione, dove quest'ultima non significava fantasia ma atto di fede e di scienza, per l'analisi puntuale della Bibbia e della Genesi (2, 8-15), alla ricerca di elementi utili a individuare l'Eden terreno. Uno dei primi a citare la Genesi come fonte di informazioni sulla reale posizione del paradiso terrestre fu Giovanni Crisostomo, vescovo di Costantinopoli dal 398 al 404, cui fece eco, all'inizio del quinto secolo, Severiano, vescovo di Gabala, in Siria. Severiano sosteneva che Dio avesse posto l'Eden a oriente per associare l'esistenza umana al sorgere e al tramontare dei corpi celesti. Una concezione ripresa pi tardi anche da numerosi cartografi medioevali che orientarono le mappe in base al sorgere del Sole. A questi si aggiunse Epifanio di Salamina che nel Panarion ribadiva l'esistenza fisica dell'Eden confutando, in una famosa missiva inviata a Giovanni, vescovo di Gerusalemme, la tesi allegorica della Genesi sostenuta da Origene. Altro problema medioevale fu la datazione dell'inizio della storia dell'uomo, dagli studiosi medioevali considerata storia di salvezza. All'inizio dell'ottavo secolo, ad esempio, Beda confront la Vulgata di San Girolamo, la Vetus Latina e i calcoli effettuati dagli ebrei, giungendo alla conclusione che la settimana della creazione era terminata 3952 anni prima della nascita di Cristo. Accanto al fantomatico andamento progressivo della scienza teorizzato dall'illuminismo, bisogna dunque considerare la visione altrettanto progressiva della storia propria del cristianesimo. Un arco temporale che i teologi medioevali facevano iniziare con la creazione del giardino dell'Eden e terminare con l'Apocalisse.
Il principio di contiguit appena visto consentiva quindi di situare il paradiso terrestre sulle mappe senza contravvenire ad alcuna legge matematica. Un vasto archivio di nomi e di luoghi geografici, in gran parte mutuato dalla cultura classica, venne poi rielaborato e ampliato a uso dei cartografi in opere come l'Onomasticon di Eusebio e il De situ et nominibus locorum Hebraicorum, composte rispettivamente attorno al 303 e al 390. L'Expositio totius mundi, ad esempio, scritto nella Siria romana, venne riadattato da un curatore cristiano che vi inser anche un esplicito riferimento al giardino dell'Eden, situato, secondo il revisore, in Asia
Donati a Benedetto XVI i primi volumi delle opere in italiano del gesuita e filosofo canadese
orientale. La citazione del paradisus compare anche in alcune mappe risalenti al XII secolo, inserite nei manoscritti del De bello Iugurthino di Sallustio e della Pharsalia di Lucano. Da questi pochi elementi risulta quindi chiara la percezione reale del paradiso terrestre, avvertito come un luogo storico dove Dio aveva fisicamente posto Adamo ed Eva. Da qui la sua rappresentabilit. Valutate secondo i loro criteri sottolinea Scafi le carte medioevali del mondo non erano effettivamente meno scientifiche di qualsiasi altro tipo di carta. Per gli studiosi cristiani della tarda antichit, infatti, la Bibbia forniva la chiave per tutte le forme di conoscenza (...). Nelle Sacre Scritture si trovava il resoconto pi autorevole sulla creazione del mondo e la storia della razza umana. La forma pi caratteristica delle prime carte medioevali era a forma di T-O, con i tre continenti (Europa, Asia e Africa) inseriti in una raffigurazione rotonda della terra (O), a sua volta divisa in tre parti, con l'Asia che occupava un intero semicerchio (T). A seconda delle mappe il paradiso terrestre veniva raffigurato come tangente ai territori noti o come interno, ma solitamente sempre nell'area asiatica. Uno dei migliori esempi della commistione tra tradizione cristiana ed elementi pagani si ha nella pi antica carta non diagrammatica nota come Carta dello pseudo-Isidoro nella Vaticana, inizialmente attribuita all'autore delle Ethymologiae. Disegnata in Italia o in Francia attorno all'ottavo secolo, la carta rivela oltre centotrenta iscrizioni geografiche ed inserita in un codice miscellaneo assieme ad altre tavole computistiche e cronologiche, redatte tra il 763 e il 778, pensate per agevolare il lettore nel calcolo della Pasqua. Nella stessa miscellanea compaiono anche brani tratti dalle Instructiones ad Salonium, di Eucherio di Lione, vescovo del quinto secolo e studioso delle allegorie e dei luoghi di Terra Santa, dai quali sono state omesse le parti descrittive, proprio perch ritenute probabilmente superflue, a fronte di una mappa tanto esaustiva. Sulla carta Vaticana si mescolano elementi dell'Antico e del Nuovo Testamento (sono rappresentate Gerico e Babilonia ma anche Gerusalemme e Betlemme) e si conferma la centralit dell'aspetto culturale ed eventuale insito nella simbologia cartografica del medioevo. Simboleggiato da una rosa iscritta in un cerchio, il paradiso individuato ancora una volta in Asia, all'interno della terra Eden, e corredato dalla dicitura paradisus, in modo coerente con l'interpretazione del racconto della Genesi sul paradiso fa notare Scafi presentato come un giardino situato a oriente in Eden. Sulla carta Vaticana, il paradiso terrestre confina a occidente con l'India dei bramini (India Bragmanorum) ed bagnato per un lato dall'Oceano, in cui raffigurata l'isola di Taprobana, l'odierno Sri Lanka. Come nelle precedenti, anche in questa carta non mancano riferimenti a luoghi e paradisi pagani della classicit come le Isole Fortunate, il Giardino delle Esperidi, il Monte Olimpo, l'Acacia, Cartagine, la Regione delle Amazzoni, la Media, la Caldea e la Persia. Si pu dunque affermare che la cartografia medioevale era tutt'altro che ingenua. Poco precisa a causa della mancanza di strumenti atti a effettuare puntuali rilevazioni geografiche, permetteva per al lettore di avere il colpo d'occhio non solo sulla collocazione fisica di citt ed eventi, ma anche sulla loro storia e sul significato umano dei luoghi, una peculiarit ormai irrimediabilmente perduta nelle odierne cartine ad alta definizione.
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Secondo un rapporto dell'Unicef sono oltre cinquemila i bambini soldato in Sri Lanka
, gli arruolamenti forzati dei giovani studenti nelle file dei guerriglieri del movimento delle Tigri incide pesantemente sull'andamento dell'anno scolastico nelle zone sconvolte dal conflitto. Il rapporto cita il caso di Vanni, un centro nel nord dello Sri Lanka dove la guerriglia ha le sue roccaforti. Dai dati forniti dal ministero di Colombo risulta che a Vanni solo il sette - otto per cento degli alunni delle scuole pubbliche sono riusciti lo scorso anno a sostenere gli esami di livello avanzato. Nel rapporto si sottolinea che le Tigri hanno lanciato una campagna di reclutamento che ha l'obbiettivo di arruolare sessantamila bambini prelevandone uno da ogni famiglia della penisola di Jaffna. Di conseguenza sempre meno studenti frequentano la scuola e ancor di meno si presentano agli esami per pau-
ra che uscendo di casa possano essere rapiti dai guerriglieri. Secondo un rapporto dell'Unicef, dalla firma del cessate il fuoco nel 2002 tra esercito e ribelli sono stati reclutati forzatamente oltre cinquemilaseicento bambini soldati. Attualmente questa cifra potrebbe risultare di gran lunga superiore. I dati finora diffusi dall'Unicef sul fenomeno dei bambini soldato sono aggiornati al 2007. Dalle statistiche risulta che l'et media delle nuove reclute si aggira sui sedici anni ma sono numerose le eccezioni di ragazzi e ragazze costretti a combattere appena dodicenni o tredicenni. Il sessanta per cento delle giovani reclute, secondo l'Unicef, composto da maschi mentre le bambine assommano a circa il quaranta per cento. Rimane ancora impresso nella me-
moria di molti abitanti dello Sri Lanka l'eccidio avvenuto il 14 agosto del 2006 quando l'aviazione del governo di Colombo bombard un istituto uccidendo sessantuno bambine e ferendone altre centocinquanta. Il comando militare si difese dalle accuse di ingiustificato massacro sostenendo che in realt l'istituto era una base delle Tigri e che i giovani l presenti erano dei bambini soldato e perci da considerare terroristi. Un gruppo formato da membri dell'Unicef e dello Sri Lankan Monitoring Mission, che si era recato sul luogo immediatamente dopo il massacro, aveva invece fornito una versione diversa. Secondo il loro rapporto le vittime erano bambini e bambine venuti dalle scuole circostanti per due giorni di esercitazioni sui primi soccorsi. Sono tuttora sconosciuti gli organizzatori di quel tragico raduno.
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La morte del cardinale Bernardin Gantin decano emerito del Collegio cardinalizio
Quando muore un anziano come se bruciasse una biblioteca: citava spesso questo proverbio africano il cardinale Bernardin Gantin. E oggi quelle parole s'attagliano benissimo al porporato scomparso. Nel suo cognome, che vuol dire albero di ferro, racchiuso il programma di una vita spesa al servizio della Chiesa missionaria, del Papa, dell'Africa, in particolare del suo Benin. Da Pio XII a Benedetto XVI, i Papi sono stati al centro della sua azione pastorale ed ecclesiale, culminata nelle responsabilit avute in quattro dicasteri chiave della Santa Sede: quello missionario (come segretario aggiunto e poi segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli), i Pontifici Consigli della Giustizia e della Pace e Cor Unum (dei quali stato presidente) e infine la Congregazione per i Vescovi, che ha guidato come prefetto per quattordici anni. Nella molteplicit di questi impegni non ha mai dimenticato le sue radici africane, anche se per trentuno anni stato fisicamente lontano dalla terra natale. Per la sua patria beninese ha lavorato sino al traguardo dell'indipendenza, ha dato un valido contributo alla creazione della nunziatura apostolica e ha speso molte forze per la realizzazione del santuario mariano Notre Dame de la Paix di Dassa-Zoum, da lui stesso inaugurato il 25 agosto 2002. Era figlio di un funzionario delle ferrovie dell'allora Dahomey, dove nel 1881 l'arrivo dei primi missionari segn la nascita della fede cristiana. Fu l'antica e illustre citt di Ouidah, ad accogliere, il 18 aprile, i primi messaggeri del Vangelo. Qui venne innalzata la prima grande chiesa cattolica del Paese, costruita in onore dell'Immacolata da monsignor Franois Steinmetz, il vescovo missionario alsaziano divenuto famoso con il soprannome Daga (l'uomo grande). All'et di quattordici anni, nel 1936, terminati gli studi inferiori, era entrato nel seminario minore. Era stato ordinato sacerdote il 14 gennaio 1951 a Ouidah dall'arcivescovo Louis Parisot, insieme con Christophe Adimou, poi divenuto vescovo e suo primo successore a Cotonou. Per due anni il giovane sacerdote Pi di trent'anni di porpora (27 giugno 1977), oltre cinquanta di episcopato (3 febbraio 1957), ben cinquantasette di ministero sacerdotale (14 gennaio 1951): si riassume in questi dati la vicenda umana ed ecclesiale di Bernardin Gantin, decano emerito del Collegio Cardinalizio, morto nell'ospedale Georges Pompidou di Parigi marted pomeriggio, 13 maggio, alle ore 16.45. Figura di grande rilievo, l'ecclesiastico beninese dopo essere stato il primo arcivescovo metropolita nero del continente, era stato chiamato al servizio della Santa Sede, fino a divenire prefetto della Congregazione per i Vescovi, presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina e decano del Collegio Cardinalizio. Il porporato scomparso aveva appena compiuto ottantasei anni: era infatti nato l'8 maggio 1922 a Toffo, nell'arcidiocesi di Cotonou, ed era stato ordinato sacerdote il 14 gennaio 1951 a Ouidah. Cinque anni dopo, l'11 dicembre 1956, veniva eletto vescovo titolare di Tipasa di Mauritania e ausiliare di Cotonou, e il 3 febbraio 1957, a soli trentaquattro anni, riceveva l'ordinazione episcopale. Il 5 gennaio 1960 veniva promosso arcivescovo di Cotonou. Da Paolo VI veniva creato cardinale nel concistoro del 27 giugno 1977. Il 29 settembre 1986 era stato promosso all'ordine dei vescovi, titolare della Chiesa Suburbicaria di Palestrina, e il 5 giugno 1993 era stato nominato decano del Collegio Cardinalizio, ufficio a cui rinunci il 30 novembre 2002 ricevendo, per la prima volta nella storia della Chiesa, il titolo di decano emerito. Gantin aveva insegnato lingue al seminario maggiore di Ouidah, dedicato a santa Giovanna d'Arco, prima che il 23 luglio 1953 i superiori lo inviassero a Roma per continuare gli studi presso l'ateneo di Propaganda Fide al Gianicolo e alla Lateranense, dove aveva ottenuto le licenze in teologia e in diritto canonico. Alunno del Collegio Urbano, mentre era impegnato nella preparazione della tesi in diritto, l'11 dicembre 1956 era stato eletto vescovo titolare di Tipasa di Mauritania e ausiliare di Cotonou. Nella cappella del Collegio di Propaganda Fide, il 3 febbraio 1957, a soli trentaquattro anni, aveva ricevuto l'ordinazione episcopale dal cardinale Eugne Tisserant, decano del Sacro Collegio. Come motto del suo stemma episcopale aveva scelto In tuo sancto servitio. Il 5 gennaio 1960 il giovane ausiliare era stato promosso arcivescovo di Cotonou, primo metropolita nero di tutta l'Africa. Giunto nell'arcidiocesi il 7 marzo 1960, aveva svolto il suo ministero con autorevolezza, senso della giustizia, disinteresse, attenzione verso il prossimo e amore per la Chiesa, curando soprattutto la formazione del clero. Suddivisa l'arcidiocesi in zone pastorali per poter seguire da vicino e con efficacia le singole realt, aveva promosso l'istituzione di scuole e offerto nuovo slancio e rinnovato vigore all'attivit dei catechisti. Aveva organizzato la catechesi in tutta l'Africa francofona. Si deve a lui la nascita dell'Istituto superiore di cultura religiosa ad Abidjan. Nel 1962 aveva favorito la creazione del Centro di catechesi di Ouidah, dedicato alla formazione dei catechisti delle diocesi di Cotonou, Porto Novo e Lokossa, e aveva promosso la creazione di nuove diocesi: Abomey (1963), Parakou e Natitingou (1964), Lokossa (1968). Eletto presidente della Conferenza episcopale della regione che comprendeva otto Paesi dell'Africa Occidentale: Dahomey, Togo, Costa d'Avorio, Burkina Faso, Mali, Guinea, Senegal e Niger aveva partecipato alla preparazione e a tutte le sessioni del Concilio Vaticano II. Da Paolo VI il 5 marzo 1971 era stato chiamato a Roma, come segretario aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Di questo dicastero era divenuto segretario due anni pi tardi, nel 1973, primo vescovo africano ad assumere incarichi di responsabilit nella Curia. Il 20 dicembre 1975 era stato nominato vice presidente della Pontificia Commissione della Giustizia e della Pace e successivamente ne era divenuto presidente. Il 14 gennaio 1976 era stato nominato anche presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum. Da Papa Montini era stato creato cardinale nel concistoro del 27 giugno 1977 insieme con Joseph Ratzinger, allora arcivescovo di Mnchen und Freising, e i compianti Frantiek Tomek, Giovanni Benelli e Luigi Ciappi. Gantin ricordava spesso le parole di sua madre in quell'occasione: Non dimenticarti mai del lontano e piccolo villaggio dal quale proveniamo. L'8 aprile 1984 era stato nominato prefetto della Congregazione per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina. Il 29 settembre 1986 era stato promosso da Giovanni Paolo II all'ordine dei vescovi, con il titolo della Chiesa suburbicaria di Palestrina. Il 5 giugno 1993, al momento della nomina a decano del Collegio Cardinalizio, assunse secondo la tradizione anche il titolo della Chiesa suburbicaria di Ostia. Membro del consiglio della seconda sezione della Segreteria di Stato, delle Congregazioni per le Chiese Orientali, del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, delle Cause dei Santi, per l'Evangelizzazione dei Popoli, degli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita apostolica, dell'Educazione Cattolica, del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, del Pontificio Consiglio per l'Interpretazione dei Testi Legislativi, Bernardin Gantin era stato anche membro della commissione cardinalizia per i Pontifici santuari di Pompei, di Loreto e di Bari e della commissione cardinalizia di vigilanza dell'Istituto per le Opere di Religione. Il 25 giugno 1998, raggiunto il limite di et, si era dimesso da prefetto della Congregazione per i Vescovi. Il 30 novembre 2002 aveva rinunciato anche al titolo di decano del Collegio Cardinalizio e, il 3 dicembre 2002, era ritornato in Benin, dove aveva continuato tra la sua gente l'opera missionaria iniziata dal giorno dell'ordinazione sacerdotale. Prima di lasciare Roma, aveva celebrato la messa sulla tomba di San Pietro proprio nella festa liturgica di san Francesco Saverio, patrono delle Missioni. Aveva rievocato in quell'occasione il pensiero inciso nella cupola della basilica vaticana, appartenente al grande vescovo africano san Cipriano di Cartagine: Qui una sola fede risplende per il mondo. Qui scaturisce l'unit del sacerdozio.
Benedetto XVI saluta il cardinale Gantin durante l'udienza del 28 aprile 2005
Bernardin Gantin era stato pi volte Legato pontificio e Inviato speciale del Papa in numerosi Paesi del mondo. Era anche membro dell'Accademia reale del Marocco dal 1985 e commendatore della Lgion d'honneur di Francia. Nel corso dell'anno 2005 l'anziano porporato era ritornato a Roma per ben due volte: era presente alle esequie di Giovanni Paolo II e alla elezione di Benedetto XVI. Il 28 aprile era stato ricevuto in udienza dal Papa, il quale durante la visita ad limina dei vescovi del Benin, il 20 settembre 2007, aveva chiesto ai presuli di trasmettere il suo saluto affettuoso al caro cardinale Bernardin Gantin, che non aveva potuto partecipare all'udienza svoltasi a Castel Gandolfo. Era poi ritornato per la solennit dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, partecipando all'apertura della
causa di beatificazione di Papa Wojtya, il 28 giugno, nella basilica di San Giovanni in Laterano, e all'imposizione del pallio al nuovo arcivescovo di Cotonou, monsignor Marcel Honorat Lon Agboton, il 29 giugno nella Basilica Vaticana.
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L'Em.mo Card. Ivan Dias, Prefetto, con i Superiori e gli Officiali del Dicastero missionario, manifestano il loro sentito cordoglio per la scomparsa dell'Em.mo
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Il Pontificio Consiglio Cor Unum saluta con pia mestizia l'annuncio della dipartita del compianto
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Il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace si unisce al dolore dei familiari e degli amici per la morte di
Sua Eminenza
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L'Istituto per Le Opere di Religione partecipa con profondo dolore alla scomparsa di
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Il saluto di Benedetto XVI a un gruppo di fedeli slovacchi
Chers frres et surs, Je suis heureux de vous accueillir chers plerins francophones, en particulier les jeunes des collges du Vsinet et de Sallanches, du Lyce de Chteauneuf de Galaure et de l'Ecole d'vanglisation de Paray-leMonial. Que le don de l'Esprit Saint fasse de vous les messagers, pleins de joie, de la Bonne Nouvelle du salut. Avec ma Bndiction apostolique. Dear Brothers and Sisters, I welcome all the English-speaking visitors present today, including the groups from England, Ireland, Japan, the Philippines, Trinidad and Tobago, and the United States of America. May your visit to Rome be a time of deep spiritual renewal. Upon all of you I invoke God's abundant blessings of joy and peace. Liebe Brder und Schwestern! Mit Freude gre ich alle Pilger und Besucher aus allen Lndern deutscher Sprache. Gott so verstehen wir von Pseudo-Dionysius her ist nicht bloer Name oder Begriff, sondern eine Person, die Ursprung und Ziel allen Lebens ist. Reinigen wir unser Herz, um in diese lebendige Beziehung mit Gott eintreten zu knnen und dann Boten seiner Liebe zu werden. Ich freue mich ber die vielen, die aus allen Teilen Deutschlands heute un-
ter uns sind, und gre sie ganz herzlich, wnsche ihnen gesegnete Zeit in Rom und Gottes Segen auf allen ihren Wegen. Queridos hermanos y hermanas: Saludo cordialmente a los visitantes de lengua espaola. En particular, a los peregrinos y grupos parroquiales venidos de Costa Rica, Espaa, Mxico, Per y de otros pases latinoamericanos. Que la visita a las tumbas de los Apstoles acreciente en vosotros los deseos de conocer ms a Cristo y renueve vuestros propsitos de llevar una vida cristiana cada vez ms coherente y generosa. Que Dios os bendiga. Amados Irmos e Irms, Sado os peregrinos de lngua portuguesa, especialmente com um cordial abrao ao numeroso grupo de visitantes provindos do Brasil. Desejo a todos felicidades, paz e graa no Senhor! Fao votos de que a luz de Cristo ilumine sempre a vossa f para que tenham uma vida digna, crist e repleta de alegrias. Recebam a Bno do Todo-Poderoso que, de bom grado, estendo aos vossos familiares e amigos. Pozdrawiam pielgrzymw z Polski, a szczeglnie dzieci, ktre po raz pierwszy przystpiy do Komunii w. Drogie dzieci, niech Pan Je-
zus zawsze mieszka w waszych sercach, aby byy pene Boej mioci. Niech Jego obecno uwica was i wasze rodziny. Serdecznie wam bogosawi. Saluto i pellegrini provenienti dalla Polonia, e in particolare i bambini che per la prima volta ricevono la Santa Comunione. Cari bambini, il Signore Ges abiti sempre nei vostri cuori, affinch siano colmi dell'amore di Dio. La Sua presenza santifichi voi e le vostre famiglie. Vi benedico di cuore. Adresez un clduros salut pelerinilor romni, n mod particular Seminarului Greco-Catolic din Cluj. Asigurndu-v pe voi i pe toi conaionalii votri c v port n rugciunile mele, invoc asupra fiecrui dintre voi Binecuvntarea mea Apostolic. Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini rumeni, in particolare al Seminario Greco-Cattolico di Cluj. Mentre assicuro per voi e per tutti i vostri connazionali un ricordo nella preghiera, invoco su ciascuno la mia Benedizione. Zo srdca pozdravujem iakov a pedaggov Zkladnej koly Jna Pavla Druhho z Bratislavy-Vajnor. Bratia a sestry, minul nedeu
sme slvili sviatok Zoslania Ducha Svtho na apotolov. Prosme Boha o zoslanie darov jeho Ducha, aby sme odvne svedili o svojej kresanskej viere. S lskou ehnm vs i vaich drahch. Pochvlen bu Jei Kristus! Di cuore saluto gli allievi e insegnanti della Scuola elementare Giovanni Paolo II di Bratislava Vajnory. Fratelli e sorelle, domenica scorsa abbiamo celebrato la Solennit della Pentecoste. Preghiamo Dio che mandi i doni del suo Spirito perch possiamo divenire testimoni coraggiosi della nostra fede cristiana. Con affetto benedico voi ed i vostri cari. Sia lodato Ges Cristo! Od srca pozdravljam sve hrvatske hodoasnike, a osobito krizmanike iz Hrvatske Katolike Misije u Mnchenu te visoke dunosnike Ministarstva obrane Republike Hrvatske. Neka Kristova blizina i mir budu sigurnost i radost vaih ivota. Hvaljen Isus i Marija! Saluto di cuore i pellegrini croati, particolarmente i cresimandi della Missione Cattolica Croata di Mn-
chen e gli alti ufficiali del Ministero della Difesa della Repubblica di Croazia. La vicinanza e la pace di Cristo siano sicurezza e gioia per le vostre vite. Siano lodati Ges e Maria! Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto le Suore Cappuccine di Madre Rubatto, che partecipano al loro Capitolo generale e le incoraggio a continuare nell'impegno di adesione a Cristo, testimoniando coraggiosamente il Vangelo secondo il carisma della venerata Fondatrice. Saluto con affetto i sacerdoti provenienti da Trento e da Torino ed assicuro la mia preghiera affinch il loro ministero, sostenuto dalla grazia di Dio, sia sempre pi fecondo. Mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. La Liturgia odierna ricorda l'Apostolo Mattia, annoverato tra i Dodici per rendere testimonianza della risurrezione del Signore. Il suo esempio sostenga voi, cari giovani, nella costante ricerca di Cristo; incoraggi voi, cari malati, ad offrire le vostre sofferenze affinch il Regno di Dio si diffonda in tutto il mondo; ed aiuti voi, cari sposi novelli, ad essere testimoni dell'amore di Cristo nella vostra famiglia.
I lavori della plenaria del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 114 (44.854)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
venerd 16 maggio 2008
Benedetto XVI alla plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti
Signori Cardinali, venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle! Sono lieto di accogliervi in occasione della Sessione Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Saluto in particolare il Presidente, il Signor Cardinale Renato Raffaele Martino, che ringrazio per le parole con cui ha introdotto il nostro incontro, illustrando le varie sfaccettature dell'interessante tema che avete affrontato in questi giorni. Saluto pure il Segretario, l'Arcivescovo Agostino Marchetto, Mons. Sotto-Segretario, gli Officiali e gli Esperti, i Membri e i Consultori. Rivolgo a tutti un cordiale pensiero di gratitudine per il lavoro compiuto e per l'impegno profuso a concretizzare quanto discusso e intravisto in questi giorni per il bene di tutte le famiglie. Durante la recente visita negli Stati Uniti d'America, ho avuto modo di incoraggiare quel grande Paese a continuare nel suo impegno di accoglienza verso quei fratelli e sorelle che l giungono venendo, in genere, da Paesi poveri. Ho segna-
lato in particolare il grave problema del ricongiungimento familiare, tema che avevo gi affrontato nel Messaggio per la 93a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, dedicato proprio al tema della famiglia migrante. Mi qui caro ricordare che in pi circostanze ho presentato l'icona della Sacra Famiglia come modello delle famiglie migranti, riferendomi all'immagine proposta dal mio venerato Predecessore, il Papa Pio XII, nella Costituzione apostolica Exsul Familia, che costituisce la magna charta della pastorale migratoria (cfr AAS 44, 1952, p. 649). Inoltre, nei Messaggi degli anni 1980, 1986 e 1993, il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II ha inteso sottolineare l'impegno ecclesiale a favore non solo della persona migrante, ma anche della sua famiglia, comunit d'amore e fattore di integrazione. Innanzitutto mi piace riaffermare che la sollecitudine della Chiesa verso la famiglia migrante nulla toglie all'interesse pastorale per quella in mobilit. Anzi, questo impegno a mantenere un'unit di visione e di azione fra le due ali (migrazione e itineranza) della mobilit umana pu aiutare a comprendere la vastit del fenomeno ed essere, al tempo stesso, di stimolo a tutti per una specifica pastorale, incoraggiata dai Sommi Pontefici e auspicata dal Concilio Ecumenico Vaticano II (cfr Christus Dominus, 18) e adeguatamente sostenuta da documenti elaborati dal vostro Pontificio Consiglio, come anche da Congressi e Riunioni. Non bisogna dimenticare che la famiglia, anche quella migrante e itinerante, costituisce la cellula originaria della societ, da non distruggere, ma da difendere con coraggio e pazienza. Essa rappresenta la comunit nella quale fin dall'infanzia si formati ad adorare e amare Dio, apprendendo la grammatica dei valori umani e morali e imparando a fare buon uso della libert nella verit. Purtroppo in non poche situazioni questo avviene con difficolt, specialmente nel caso di chi investito dal fenomeno della mobilit umana. Inoltre, nella sua azione di accoglienza e di dialogo con i migranti e gli itineranti, la comunit cristiana ha, come punto di riferimento costante, la persona di Cristo nostro Signore. Egli ha lasciato ai suoi discepoli una regola d'oro secondo cui impostare la propria vita: il comandamento nuovo dell'amore. L'amore che ha vissuto, fino alla morte e alla morte di croce, Cristo continua a trasmetterlo alla Chiesa, mediante il Vangelo e i Sacramenti,
specialmente la Santissima Eucaristia. molto significativo, a questo proposito, che la Liturgia preveda la celebrazione del Sacramento del Matrimonio nel cuore della Celebrazione eucaristica. con ci segnalato il profondo legame che unisce i due Sacramenti. Gli sposi nella loro vita quotidiana devono ispirare il loro comportamento all'esempio di Cristo che ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei (Ef 5, 25): tale supremo gesto d'amore viene ripresentato in ogni Celebrazione eucaristica. Opportunamente, pertanto, la pastorale familiare si rifar a questo dato sacramentale come a suo riferimento di fondamentale importanza. Chi va a Messa e bisogna facilitarne la celebrazione anche per i migranti e gli itineranti trova nell'Eucaristia un fortissimo rimando alla propria famiglia, al proprio matrimonio, ed incoraggiato a vivere la propria situazione in prospettiva di fede, cercando nella grazia divina la forza necessaria per riuscirvi. A nessuno sfugge, infine, che la mobilit umana rappresenta, nell'attuale mondo globalizzato, una frontiera importante per la nuova evangelizzazione. Vi incoraggio perci a proseguire nel vostro impegno pastorale con rinnovato zelo, mentre, da parte mia, vi assicuro la mia vicinanza spirituale. Vi accompagno con la preghiera, perch lo Spirito Santo renda proficua ogni vostra iniziativa. Invoco, a tal fine, la materna protezione di Maria Santissima, Nostra Signora del Cammino, perch aiuti ogni uomo
e ogni donna a conoscere il suo Figlio Ges Cristo e a ricevere da Lui il dono della salvezza. Con questo auspicio, di cuore imparto la Benedizione Apostolica a voi e alle persone che vi sono care, nonch a tutti i migranti e gli itineranti nel vasto mondo e alle loro famiglie.
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Michael Michai Kitbunchu, Arcivescovo di Bangkok (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum; le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Lawrence Thienchai Samanchit, Vescovo di Chanthaburi (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum; Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, Vescovo di Nakhon Sawan (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Basse-Terre e di Pointe-Pitre (Guadalupa), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Ernest Mesmin Lucien Cabo, in conformit al canone 401 1 del Codice di Diritto Canonico.
Provviste di Chiese
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Casale Monferrato (Italia) il Reverendo Monsignore Alceste Catella, del clero della Diocesi di Biella, finora Vicario Generale.
monitorare la situazione da vicino, ha detto Plant. In merito, comunque, Plant ha sostenuto che sarebbe stato impossibile prevedere lesplosione contemporanea della crisi sui mercati finanziari, dellimpennata dei prezzi del petrolio e della diminuzione delle riserve di cibo con la conseguente crescita dei prezzi ed il suo impatto sullinflazione.
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Gerhard Ludwig Mller, Vescovo di Regensburg (Repubblica Federale di Germania), e Seguito.
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Confiscati dalla giunta gli aiuti umanitari alle popolazioni colpite dal ciclone
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GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
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Quattordici feriti per un razzo su un centro commerciale ad Ashqelon
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Strage in Afghanistan
KABUL, 15. Sangue in Afghanistan. Questa mattina un attentato suicida compiuto nella provincia di Farah, nell'ovest del Paese, ha provocato la morte di diciotto persone. Le vittime sono poliziotti e civili. Un kamikaze ha mandato a schiantare un veicolo, carico di esplosivo, contro un convoglio della polizia afghana. L'attacco ha avuto luogo nei pressi del principale mercato del distretto di Del Aram, vicino al confine con l'Iran. Sempre stamane stato perpetrato un attentato dinamitardo contro una pattuglia di alpini italiani. Due militari sono rimasti lievemente feriti, e un altro alpino stato trasportato in elicottero all'ospedale militare francese di Kabul dove stato sottoposto a un intervento chirurgico. L'attacco stato compiuto nel villaggio di Qal Eh Tanan, trenta chilometri a sud di Kabul: al passaggio del blindato stato fatto esplodere un ordigno comandato a distanza. Da segnalare che in questi giorni militari italiani hanno trovato un grande quantitativo di armi e munizioni alla periferia di Kabul. Pi di mille persone hanno lasciato le loro case, nelle ultime due settimane, per sfuggire ai combattimenti, nella provincia di Helmand, tra le forze della coalizione e i guerriglieri Taleban. Lo ha reso noto un portavoce dell'Alto commissariato per i rifuguati dell'Onu (Unhcr) a Kabul. Secondo le informazioni in mio possesso, circa 1.200 famiglie del distretto di Garmsir sono fuggite a causa dei recenti combattimenti ha detto il portavoce, Mohammed Nader Farhad, citando stime del Governo afghano. Secondo l'esercito statunitense, nell'ultima operazione contro i Taleban, condotta con mezzi aerei e terrestri le forze della coalizione hanno ucciso una decina di ribelli nel distretto di Garmsir. Il governatore della provincia di Helmand, Gulab Mangal, ha parlato, dal canto suo, di circa 150 ribelli uccisi in una settimana in un'offensiva delle truppe americane e britanniche affiancate da militari afghani. Secondo l'Onu, oltre 150.00o persone hanno lasciato negli ultimi anni le loro abitazioni in Afghanistan per sfuggire ai combattimenti tra le forze della coalizione e i Taleban. Ieri un comandante militare Usa ha affermato che i guerriglieri Taleban oppongono continuamente resistenza alla vasta offensiva lanciata nella provincia di Helmand. I ribelli resistono continuamente, ha detto il tenente colonnello Kent W. Hayes, comandante in seconda del ventiquattresimo corpo di spedizione dei marines statunitensi. I Taleban ci attaccano in continuazione, ma ogni volta che li affrontiamo vinciamo noi ha affermato Hayes. Poi ha aggiunto: Ci che constatiamo che la nostra offensiva ha cambiato sensibilmente i rapporti di forza nella zona, e che loro cominciano a incontrare difficolt a spostare i loro rinforzi, le loro armi e la logistica.
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In Tommaso tienne Gilson vede la strada per far uscire il pensiero moderno dalle secche del razionalismo scettico
zava il pensiero tommasiano per motivi esclusivamente teoretici, vedendo nella tienne Gilson (1884-1978) metafisica di Tommaso la realizzazione storica pi riuscita della filosofia cricitato nell'enciclica Fides et stiana, tanto che alla fine della sua ratio di Giovanni Paolo II lunga e operosa esistenza egli usava (1998) tra i pensatori moderproprio questo termine, filosofia crini che rappresentano la prastiana, per indicare il tomismo. Intica di quella filosofia non separata somma, Gilson tomista perch crede dalla fede che l'enciclica raccomanda; alla validit di una fiil documento pontificio recepisce inollosofia cristiana, e tre il rilevamento storiografico di Gil- Non il mondo moderno come tale non viceversa. E, a son, ossia che la filosofia ha derivato ben pensare, questo dalla rivelazione cristiana alcune no- a opporsi frontalmente al cristianesimo rilievo non privo di zioni fondamentali per la metafisica ma chi adotta l'immanentismo risvolti paradossali, se (quelle di creazione dal nulla, di persosi guarda al neotomina, di libert e di storia), che il pensie- come copertura ideologica smo del Novecento ro moderno ha fatto sue. per operazioni politiche finalizzate come a un moviMa l'importanza storica di Gilson in all'edificazione di una civilt neopagana mento o a una rapporto agli orientamenti che il magiscuola (cosa che fu stero ecclesiastico ha fornito ai cristiani solo in parte e solo in materia di filosofia non si limita a fede cristiana con la sua nota (ma spes- per taluni pensatori): infatti, se si ecquesta connessione testuale. La profon- so non adeguatamente compresa) dot- cettua Jacques Maritain, quasi tutti i da e seria riflessione filosofica di Gilson trina dei praeambula fidei. tomisti contemporanei di Gilson (Mau di riconosciuto valore, non solo stoQuanto ho detto sul metodo tomma- rice de Wulf, Lon Nol e Fernand riografico ma anche teoretico in- siano in rapporto al futuro del pensie- Van Steenberghen dell'Universit di fatti servita a mostrare l'originalit e la ro cristiano potr sembrare eccessivo; Lovanio, Amato Masnovo e Sofia Vanfecondit di quel modo di fare filosofia, qualcuno potrebbe obiettare ni Rovighi della Cattolica di Milano, e da parte dei credenti, che prende (e in effetti molti lo hanno poi Cornelio Fabro e Giorgio Gianniil nome di filosofia cristiafatto) che stata proprio ni) furono molto critici nei suoi conna e che trova il suo pi l'enciclica Fides et ratio a fronti, e non ne condivisero quelle che convincente modello nell'oridimensionare l'impor- invece io reputo le sue grandi intuiziopera di Tommaso d'Aquitanza del tomismo, tan- ni, come il carattere metodico e non no. Colui che nel passato to che il nome del to- critico del realismo tomista e sopratla Chiesa denomin doctor mista Gilson (e quello tutto il carattere intrinsecamente cricommunis e che ora modi un altro tomista, stiano della metafisica di Tommaso, dello del giusto modo di Jacques Maritain) che molti tomisti volevano presentare fare teologia, per Gilson figura tra tanti al- come filosofia pura (molti direbbero (che sostiene questa tri che tomisti non oggi laica, ma l'enciclica Fides et ratesi con forti erano. Intanto tio la chiama con il suo vero nome, firagioni epistedico subito che losofia separata). mologiche) anGilson sosteneva invece che nel Meil fatto che l'enche un modello ciclica di Gio- dioevo non era mai esistita, nemmeno di come si deall'epoca della scolastica, una filosofia vanni Paolo ve fare filosofia: II sulla filo- unitaria, indipendentemente dalla fede non malgrasofia cristia- e dalla teologia: la filosofia cristiana do i suoi intena non si filosofia di teologi, con variet notevoressi fondamenriferisca a lissime che rendono la metafisica tomitalmente teolosta a suo giudizio la pi profonda e Tommaso gici, ma provalida radicalmente diversa da d'Aquino prio perch in modo quella agostiniana, bonaventuriana o questi interessi scotista. Non la separazione dalla primario teologici si sono ed esclusi- teologia e dalla fede ci che rende filotienne Gilson dimostrati cavo (molti soficamente valida la filosofia cristiana paci di orienlo hanno ma la sua autonomia formale, ossia la tare il pensiero sottolineato nei loro commenti, anche sua capacit di argomentare razionalcristiano nella ricerca della verit natu- se pochi ne hanno potuto o voluto ca- mente il proprio punto di partenza, il rale come premessa necessaria dell'as- pire il motivo) si deve alla ragione teo- proprio metodo e le proprie conclusiosenso alla verit rivelata, evitando gli retica essenziale che il tomismo inte- ni. Per la filosofia cristiana vale dunopposti errori dello scetticismo e del ra- ressante per la Chiesa solo nella misura que il principio enunciato da Maurice zionalismo. Oggi il pensiero cristiano, in cui un'espressione riuscita, coeren- Blondel (che, peraltro, con Gilson non se vuole sopravvivere, deve trovare di te ed efficace della filosofia cristiana, la and d'accordo quasi su nulla): Non nuovo una via di uscita da questa falsa quale invece interessa direttamente la adiutrix nisi libera, non libera nisi adiualternativa di scetticismo e razionali- Chiesa perch serve all'intelligenza del- trix philosophia. smo: e ci sar possibile solo adottando la fede. Oggi nessuno, in campo cattolico, in filosofia e in teologia il metodo tomE Gilson era un pensatore laico, continua ad accusare Gilson di fideimasiano, che consiste essenzialmente estremamente libero e indipendente smo, perch l'unit esistenziale e tenella riflessione critica sull'unit dell'e- nelle sue scelte filosofiche; egli apprez- matica di filosofia e teologia un dato sperienza. In dialogo con tutte le principali istanze del pensiero contemporaneo e utilizzando sapientemente alcune categorie critiche moderne (realismo, senso comune), Gilson ha interpretato il tomismo come una metafisica non razionalistica, capace anche di dimostrare la verit delle premesse della
acquisito, ma al tempo stesso nessuno oggi riconosce con Gilson che in questa unit la filosofia ha una funzione propriamente veritativa solo se conserva la sua autonomia formale e la sua coerenza logica: cosa che Maurice Blondel aveva sempre negato e successivamente, in sintonia con lui, anche Henri de Lubac, cos come non trova riscontro nella concezione che della filosofia cristiana ebbe Edith Stein. Il contributo di tienne Gilson, nel quadro di questa problematica, ha un'importanza storico-critica che non pu assolutamente essere sottovalutata. Gilson un pensatore che rappresenta per le tematiche affrontate (dalla gnoseologia all'estetica) e per le categorie filosofiche utilizzate (quella di senso comune e quella di esistenza) un modo di fare filosofia che squisitamente moderno, allo stesso tempo che radicalmente in opposizione con altri modi di fare filosofia, quale soprattutto quell'immanentismo di matrice cartesiana che detiene da secoli l'egemonia culturale e politica in Europa: un modo di fare filosofia, un metodo, che il presupposto teoretico sia del razionalismo che dell'empirismo del Seicento, con i loro sviluppi posteriori (criticismo, idealismo, positivismo, fenomenologia, neopositivismo, materialismo dialettico, nichilismo, pensiero debole), che per Cornelio Fabro costituiscono la prova storica che l'immanentismo porta inevitabilmente all'ateismo positivo. La qualit filosofica delle ricerche di Gilson ha consentito agli studiosi pi attenti di percepire con una chiarezza mai prima raggiunta la radicalit dell'opposizione dei due metodi, dei due modi di fare filosofia nell'et moderna: quello derivante dalla svolta cartesiana, che giusto denominare immanentismo, e quello loro, che ben pu essere denominato realismo perch questo termine fu coniato da Jacobi proprio per contrapporsi a ci che egli chiamava idealismo. Nel percepire questa radicale opposizione, poteva essere colta anche la sostanza di scelta fondamentale che caratterizza l'adozione dell'uno o dell'altro metodo nell'et moderna e contemporanea: e infatti molti studiosi hanno analizzato la componente volontaristica (extrafilosofica, arbitraria) della svolta cartesiana, evidenziando, di contro a questa, la qualit genuinamente razionale della critica del cartesianesimo e del rifiuto di adottarne il metodo in filosofia. Quanti hanno compreso che l'immanentismo non rappresenta la filosofia moderna tout court ma soltanto una opzione intellettuale che di fatto si verificata agli inizi del-
l'et moderna, con Descartes, ma che pochi anni dopo dava alle stampe i per tutto il tempo del suo sviluppo sto- saggi che formano Le Ralisme mthodirico ha dovuto fare i conti con una cri- que. E non si dimentichi che, anche su tica serrata da parte di altre opzioni, questo versante, non certamente una altrettanto o pi valide filosoficamente, posizione ideologica a determinare sono arrivati alla conclusione che non l'importanza di questi due filosofi, ma il mondo moderno come tale a op- il loro spessore teoretico, ossia la loro porsi frontalmente al cristianesimo ma qualit propriamente filosofica: quella sono gli ambienti culturali che per motivi ideologici hanno A rendere valida la filosofia cristiana adottato l'immanenti- non la separazione dalla fede smo, e che questo dema la sua autonomia formale ve il suo prestigio e la sua influenza non Ossia la sua capacit di argomentare tanto alla incontro- razionalmente le proprie conclusioni vertibilit delle sue tesi (a cominciare dal dubbio iperbolico) quanto alla possibi- qualit che, a proposito di Gilson, ha lit di servire da copertura ideologica indotto Augusto Del Noce (che non per operazioni politiche finalizzate alla era di scuola tomista) a dire che il filodemolizione della cristianit e alla sofo francese rappresenta nel Novecento la pi coerente e valida risposta al edificazione di una civilt neopagana. E tutti coloro che sono pervenuti a pensiero di Giovanni Gentile, ossia al questa consapevolezza riconoscono vo- rappresentante pi genuino dell'immalentieri di dovere molto a Jacques Ma- nentismo, giunto ormai alla fine della ritain, che gi negli anni Venti pubbli- sua parabola speculativa. cava il suo famoso saggio sui Trois rformateurs: Luther, Descartes, Rousseaux, *Decano della Facolt di filosofia e ancora di pi a tienne Gilson, che della Pontificia Universit Lateranense
In uscita Gomorra, il film di Matteo Garrone tratto dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano
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I fondamenti biblici della Spe salvi
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Sant'Ambrogio benedice una folla di chierici e laici Anonima miniatura milanese del XIV secolo
mini vivi che non i calici di metallo. Avrei potuto forse rispondere che non potevo privare il tempio del conveniente splendore? Mi direbbe il Signore: I sacramenti non hanno bisogno dell'oro, e non vale per l'oro ci che non si compra con l'oro (...) E veramente preziosi sono quei calici che riscattano anime dalla morte. Vero tesoro del Signore quello che produce ci che produsse il Suo sangue (...) Questo l'oro che il santo martire Lorenzo conserv al Signore (De officis ministrorum, II, 136-140). Ambrogio, infine, conosceva il valore della poesia e del canto sacro, che ha nei salmi il luogo pi pregnante. La nota principale pareva essere per lui quella della delectatio che, pur essendo qui un fatto estetico, ha una forte caratterizzazione morale, perch il piacere costituiva nel piano originario di Dio il pi grande stimolo alla virt, che stato sfruttato dal demonio come sprone alla colpa (Explanatio Psalmorum, I, 1). Infatti, dopo la caduta originaria, quel piacere che inizialmente portava alla virt e l'accompagnava e poi stato fomite del peccato, riproposto nella sua forza positiva dal salmo.
*Preside della Facolt di lettere e filosofia dell'Universit Cattolica del Sacro Cuore
er una lettura della Spe salvi che metta in evidenza i suoi fondamenti biblici, occorre far riferimento a tre aspetti particolarmente significativi: l'approccio esistenziale alla Parola di Dio, il tipo di presenza e di impiego della Bibbia, i motivi biblici centrali. Il lettore attento, percorrendo i diversi paragrafi dell'enciclica, nota immediatamente che il riferimento alla Parola di Dio non assume affatto il ruolo di citazione edificante. Ci si trova presi nel binomio, tanto suggestivo quanto necessario, di speranza e vita, e ci dentro un serrato confronto tra due umanesimi, quello cristiano e quello moderno. Ne risulta un rigoroso esercizio ermeneutico che garantisce una corretta e fruttuosa comprensione sia della Scrittura sia della condizione dell'uomo a cui la Parola di Dio si rivolge. Si pensi a questo proposito al valore portante di Ebrei, 11, 1 e di Efesini, 2, 12, che fanno da perno all'enciclica. Soltanto in questo modo infatti la Bibbia pu dare risposte serie, perch viene interpellata su domande serie. E tali sono quelle sulla speranza, dove sono coinvolti in maniera intensa il pensiero biblico e il pensiero umano, pi esplicitamente Dio e l'uomo. Si pu applicare qui quanto dice la recente Nota dottrinale su alcuni aspetti dell'evangelizzazione, a cura della Congregazione per la Dottrina della Fede: Ogni incontro (del Vangelo) con una persona o una cultura concreta pu svelare delle potenzialit del Vangelo poco esplicitate in precedenza, che arricchiranno la vita concreta dei cristiani e della Chiesa (n. 6). Assai numerosi sono i riferimenti biblici. A partire da Romani, 8, 24, che d il titolo alla Spe salvi (salvati nella speranza), le citazioni sono una settantina: la stragrande maggioranza di esse tratta dal Nuovo Testamento, in particolare dalla Lettera agli Ebrei, da varie lettere paoline (segnatamente dalla prima e seconda ai Corinti e dalla Lettera agli Efesini), dal quarto vangelo. L'Antico Testamento, che fa da asse portante alla riflessione sulla Lettera agli Ebrei, compare soprattutto, nella parte finale dell'enciclica, con citazioni dei salmi in relazione soprattutto al binomio sofferenza-speranza. Il Papa non ha inteso presentare una teologia biblica della speranza sotto tutti gli aspetti, ma come gi nel libro su Ges di Nazaret, al centro sta la riflessione su alcuni nodi ritenuti centrali nel disegno globale del tema speranza-salvezza. Sono nodi biblici, teologici e antropologici, approfonditi alla luce della grande tradizione, segnatamente con il contributo dei Padri della Chiesa, in cui facile principe sant'Agostino. In una visione di insieme si pu riscontrare che il Papa non usa un linguaggio astratto, non fa la teoria della speranza, ma riflette sul mondo delle persone che hanno o non hanno speranza, che mostrano di essere in difficolt (o in pace) con la vita perch in difficolt (o in pace) con la speranza. quella dinamica interpersonale tra Dio e l'umanit, accennata
all'inizio, che il Papa alimenta con il ricorso alla Bibbia, sviluppato in cinque momenti: prima viene l'esempio storico di persone credenti nel Dio di Ges Cristo che hanno esperienza positiva di speranza; poi richiamato il paradigma normativo di un cammino di speranza che ingloba il popolo intero della Bibbia; in seguito si ricorda il fatto drammatico, pur esso storico, di un mondo di persone senza speranza e senza Dio nel mondo, secondo l'espressione di Efesini, 2, 12; fa seguito l'illuminazione biblica che anima il non facile apprendistato a vivere nella speranza che tocca al cristiano nel tempo; conclude una testimone biblica eccezionale della speranza, Maria di Nazaret. Per ragioni di spazio ci fermiamo sui primi tre momenti. Anzitutto partendo dalla verit, pur essa del tutto personale e personalizzante, che base oggettiva della speranza la redenzione operata da Dio in Cristo, il Papa comincia la sua esposizione riportando fatti concreti: al convincente episodio della schiava Bakhita (n. 3) congiunge, come fondamento rivelato, quello di un altro schiavo, Onesimo, di cui parla la Lettera a Filemone (n. 4). Entrambi sono fruitori di speranza grazie alla riconosciuta signoria liberatrice di Cristo, qualificato con il binomio di filosofo ( il psicagogo antico, guida dell'anima) e pastore (n. 6). Questa redenzione, feconda di speranza, conosce un paradigma rassicurante e normativo, che biblicamente ha il suo perno in Ebrei 11. un testo biblico, purtroppo ignorato o considerato una speculazione teologica circa il sacerdozio e il sacrificio di Cristo. In realt, in questa lettera, Ges visto come sacerdote
che fa da capo e guida di un popolo in cammino verso la terra promessa, tanto attesa e cercata. Il passo di Ebrei, 11, 1, su cui il Papa si ferma con una rigorosa esegesi, un elaborato concettuale che interpreta le ragioni per cui il pellegrinaggio del popolo di Dio vero ed sostenibile: La fede hypstasis delle cose che si sperano; prova delle cose che non si vedono. La fede sostanza, cio un dato oggettivo (non un semplice sentimento soggettivo come pensava Lutero), che garantisce in noi fin da oggi ci che ci sar dato domani, e diventa per tale motivo prova e certezza di tale futuro. La fede attira dentro il presente il futuro, cos che quest'ultimo non pi il puro non ancora. Il popolo di Dio non cammina nel vuoto o nel vago. Il presente viene toccato dalla realt futura e cos le cose future si riversano in quelle presenti e le presenti in quelle future (n. 7). Sempre nell'ambito di Ebrei, 11, il Papa mette in chiaro con parole molto forti la ferita fatta alla speranza cristiana, per averla privatizzata individualisticamente, estinguendo in qualche periodo storico quella carica sociale che le propria, essendo speranza di un popolo che, in quanto tale, portatore di una speranza condivisa, il raggiungimento della citt di Dio (cfr 11, 10. 16; 12, 22; 13, 14), espressione massima di una salvezza comunitaria (cfr n. 14). Vi insiste il Papa sempre indicando passi della Lettera agli Ebrei e aggiungendo due altri motivi biblici luminosi: citando 1 Timoteo, 2, 6, ci ricorda che Ges ha dato se stesso in riscatto per tutti. Cui si aggiunge 2 Corinzi, 5, 15, con il commento: Vivere per lui significa lasciarsi coinvolgere nel suo essere per lungo la sua
vicenda terrena (n. 28). Non si ha speranza per s se non la si ha per gli altri e con gli altri, dandone i segni, come buoni compagni di viaggio. Siamo finalmente al terzo momento drammatico di un mondo di persone senza speranza e senza Dio nel mondo. Il pensiero di Benedetto XVI traspare dall'insistenza nel citare Efesini, 2, 12, che troviamo come filo rosso dall'inizio alla fine dell'enciclica: ai numeri 2, 3, 5, 23, 27, 44 per ben sei volte. Ivi Paolo ricorda agli Efesini che prima del loro incontro con Cristo erano senza speranza e senza Dio nel mondo (n. 2). Il Papa vi vede come in filigrana il cammino storico di persone nel tempo della modernit. In un severo bilancio, nota il fallimento della grande speranza di cui l'uomo ha bisogno, a motivo di progetti soltanto umani e conclude: L'uomo ha bisogno di Dio, altrimenti resta privo di speranza. Visti gli sviluppi dell'et moderna, l'affermazione di San Paolo citata all'inizio (cfr Efesini, 2, 12) si rivela molto realistica e semplicemente vera (n. 23). Chi non conosce Dio, pur potendo avere molteplici speranze, in fondo senza speranza, senza la grande speranza che sorregge tutta la vita (cfr Efesini, 2, 12). Un mondo senza Dio un mondo senza speranza (Efesini, 2, 12) (n. 44). Qui il testo biblico si pone, dunque, come dolorosa profezia, dove non si nega per s l'esistenza di valori anche in una modernit senza Dio, ma non se ne vede la capacit di essere via che porta alla meta. Non si respira la grande speranza, quella speranza certa e definitiva che solo Dio pu realizzare. Questo antagonismo stato criticato da certuni. Ma bisogna tener presente la prospettiva teologica dei principi entro cui Ratzinger si muove. Essa non esclude una prospettiva aperta su considerazioni storiche e pastorali pi specifiche. Successivamente il Papa con la Parola di Dio illumina il tirocinio della speranza tramite la preghiera, l'esercizio della speranza, la stessa sofferenza e finalmente in relazione al grande Giudizio finale, concludendo con Maria, stella della speranza. Buon criterio di lettura sar avere presente l'ottica esistenziale storica e concreta che deriva dalla comprensione biblica della speranza da parte di Benedetto XVI. Non dimenticheremo, in particolare, il testo di Ebrei, 11, all'interno della totalit della Lettera agli Ebrei, come specchio della nostra identit di popolo di Dio in cammino verso la citt futura, un popolo impegnato a prefigurarne il volto oggi in segni di speranza condivisa e solidale, non dimenticando realisticamente sia i testimoni positivi, martiri della speranza, come dei fratelli vietnamiti, sia il respiro corto e fragile di speranze umane emarginando Dio. Buon compito pastorale di integrare la forte e giusta proposta del Papa con una teologia biblica pi dettagliata della speranza e con una attenta mediazione pedagogica, mai dimenticando che proprio dell'incontro con la Sacra Scrittura di attingere la consolazione della speranza (cfr Romani, 15, 4).
*Pontificia Universit Salesiana
Non basta una mera giustizia per fare una societ giusta
societ, compresa quella contemporanea, la prospettiva biblica risulta senza dubbio realistica. per rendere la societ un luogo di convivenza civile che risulta necessario non solo riflettere sull'etica e sulla cultura, ma bisogna anche impegnarsi in prima persona. Come diceva Gilbert K. Chesterton, citato da Ravasi, i santi cristiani sono rappresentati con gli occhi aperti sul Per costruire un mondo diverso mondo a ricordare che Dio si scopre nelle stra necessario unire una gestione realistica de, nel tessuto sociale. Per evitare confusioni con visioni alte e grandi progetti opportuno tuttavia ricordare quello che Rasu un forte impegno sociale nella convasi ha chiamato il principio di auferenza dedicata a Etica, cultura e tonomia, sancito da Cristo nel mosociet, tenuta mercoled 14 a Santa mento in cui viene interpellato sulla Maria in Cosmedin e organizzata dal questione fiscale nei confronti dell'imCircolo di Roma. Leggendo la Bibpero romano lecito o no dare il bia, il grande codice della cultura octributo a Cesare?. La risposta di cidentale, si scopre che mentre Dio Cristo date a Cesare quel che di cre il primo giardino, Caino realizz Cesare riconosce alla politica un la prima citt: ci indica che la socieambito di autonomia. Essa ha un suo t presentata attraverso una visione spazio vitale in cui manifestarsi, ha negativa e pessimistica e se si considedelle sue norme, delle sue regole, ha ra la spirale di violenza insita in ogni una sua grammatica. Il passo evandi MARILENA AMERISE Se vogliamo avere una fede autentica dobbiamo saper unire le realt penultime alle realt ultime: con queste parole di Dietrich Bonhoeffer, l'arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha richiamato l'attenzione gelico si pronuncia in modo inequivocabile per il riconoscimento dell'autonomia della politica, contro ogni fondamentalismo che non riconosce invece tale autonomia tra sfera politica e sfera religiosa. L'essere umano, che vive in una societ con le sue norme e le sue leggi, deve tener conto in primo luogo di essere immagine di Dio: tale rapporto di somiglianza non si realizza nell'anima, ricorda il biblista, ma rimanda alla capacit di amare e generare propria dell'uomo maschio e femmina. Tutto l'ambito delle relazioni personali non pu essere sottoposto e ridotto ai meccanismi economico-sociali, ma deve trarre un orientamento dalla coscienza morale data all'uomo come simbolicamente estrinseca l'albero del bene e del male, che ribadisce la fondamentale libert umana nella scelta. La coscienza morale pertanto intrinsecamente legata alla libert di scelta dell'uomo che non pu essere sottoposta all'oppressione delle ragioni sociali e politiche. Da ci l'uomo pu iniziare il suo impegno per costruire una societ che non sia pi caratterizzata dalla violenza e dalle prevaricazioni, che hanno rappresentato spesso i vessilli della storia, ma una societ basata sulla giustizia. Gi la voce dei profeti nella Bibbia ha reclamato in modo stentoreo la giustizia come norma della societ: non certo come un appello propagandistico, ma come una necessit esistenziale. Ravasi ha aggiunto l'opportunit di una giustizia cristiana: Ai nostri giorni non basta una mera giustizia per fare una societ giusta. Bisogna creare una societ solidale; solo con la dimensione della solidariet si costruisce una societ culturalmente diversa. Ben conscio di quanto ci sia difficile da realizzare, Ravasi ha richiamato l'attenzione sull'importanza dell'utopia, non nello sbiadito significato che oggi ha assunto, ma nel senso di grande progetto, grande visione: in ci che l'utopia ha il suo valore, non certo nel fatto di diventare uno schema di gestione. Spesso le classi politiche sono modesti gestori privi di grandi visioni. Per costruire una societ giusta necessario unire una gestione realistica con visioni alte e non cadere nel rischio denunciato dal moralista francese La Rochefoucauld nella sua massima chi si applica troppo alle piccole cose, diventa incapace delle grandi. Del resto, leggendo il Vangelo, l'invito di Cristo a essere perfetti come il Padre: il modello del cristiano quindi un modello infinito e ci stimolo a pensare in grande per costruire una societ reale. I primi venti capitoli dell'Apocalisse, il libro conclusivo della Bibbia, rappresentano efficacemente la storia dell'umanit, caratterizzata da ingiustizia e oppressione. Gli ultimi due capitoli, tuttavia, presentano la visione della Gerusalemme celeste in cui non c' morte, lutto, lamento e affanno. C' la consapevolezza che tale visione una utopia, ma appunto ci che indica una meta ideale a cui tendere e che, se irraggiungibile in questo mondo in cui il dolore e le prevaricazioni restano, aiuta, attraverso il modello che propone, a sostanziare la politica di una ampiezza di visione che permette la costituzione di una societ dove gli uomini vivano nell'impegno di realizzare un ideale politico e morale.
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L'OSSERVATORE ROMANO
La missione della Chiesa in Thailandia in un'intervista al presidente dei vescovi in visita ad limina
La cattedrale di Bangkok
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La Congregazione per i Vescovi partecipa con profondo dolore al lutto per la morte dell'Eminentissimo
CARDINALE
Bernardin Gantin
L'OSSERVATORE ROMANO
Il Papa alle partecipanti alla riunione internazionale dell'Ordo virginum
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Carissime sorelle! 1.Accolgo e saluto con gioia ciascuna di voi, consacrate con solenne rito nuziale a Cristo (Rituale della Consacrazione delle Vergini, 30), in occasione del Congresso-Pellegrinaggio Internazionale dell'Ordo Virginum, che in questi giorni vi vede riunite a Roma. In particolare saluto il Cardinale Franc Rod per il cordiale indirizzo di omaggio e l'impegno profuso nel sostenere questa iniziativa, mentre un grazie di cuore rivolgo al Comitato organizzatore. Scegliendo il tema guida di questi giorni vi siete ispirate ad una mia affermazione che sintetizza quanto ho avuto gi modo di dire sulla vostra realt di donne che vivono la verginit consacrata nel mondo: Un dono nella Chiesa e per la Chiesa. In questa luce desidero confermarvi nella vostra vocazione ed invitarvi a crescere di giorno in giorno nella comprensione di un ca-
risma tanto luminoso e fecondo agli occhi della fede, quanto oscuro e inutile a quelli del mondo. 2.Siate di nome e di fatto ancelle del Signore a imitazione della Madre di Dio (RCV, 29). L'Ordine delle Vergini costituisce una particolare espressione di vita consacrata, rifiorita nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II (cfr Esort. Ap. Vita consecrata, 7). Le sue radici, per, sono antiche; affondano negli inizi della vita evangelica quando, come novit inaudita, il cuore di alcune donne cominci ad aprirsi al desiderio della verginit consacrata: a quel desiderio cio di donare a Dio tutto il proprio essere che aveva avuto nella Vergine di Nazaret e nel suo s la prima straordinaria realizzazione. Il pensiero dei Padri vede in Maria il prototipo delle vergini cristiane ed evidenzia la novit del nuovo stato di vita a cui si accede per una libera scelta d'amore. 3.In te, Signore, possiedano tutto, perch hanno scelto Te solo, al di sopra di tutto (RCV, 38). Il vostro carisma deve riflettere l'intensit, ma anche la freschezza delle origini. fondato sul semplice invito evangelico chi pu capire capisca (Mt 19, 12) e sul consiglio paolino circa la verginit per il Regno (1 Cor 7, 25-35). Eppure risuona in esso tutto il mistero cristiano. Quando nato, il vostro carisma non si configurava con particolari modalit di vita, ma si poi man mano istituzionalizzato, fino ad una vera e propria consacrazione pubblica e solenne, conferita dal Vescovo mediante un suggestivo rito liturgico che faceva della donna consacrata la sponsa Christi, immagine della Chiesa sposa. 4.Carissime, la vostra vocazione profondamente radicata nella Chiesa particolare a cui appartene-
te: compito dei vostri Vescovi riconoscere in voi il carisma della verginit, consacrarvi e possibilmente rimanervi vicino nel cammino, per insegnarvi il timore del Signore, come si impegnano a fare durante la solenne liturgia di consacrazione. Dal respiro della Diocesi, con le sue tradizioni, i suoi santi, i suoi valori, i limiti e le difficolt, vi allargate al respiro della Chiesa universale, soprattutto condividendone la preghiera liturgica, che vi consegnata affinch risuoni senza interruzione nel vostro cuore e sulle vostre labbra (RCV, 42). In tal modo il vostro io orante si dilater progressivamente fino a che nella preghiera non ci sia pi che un grande noi. questa la preghiera ecclesiale e la vera liturgia. Nel dialogo con Dio apritevi al dialogo con tutte le creature, nei cui confronti vi ritrovate madri, madri dei figli di Dio (cfr RCV, 29). 5.Il vostro ideale, in se stesso veramente alto, non esige tuttavia alcun particolare cambiamento esteriore. Normalmente ciascuna consacrata rimane nel proprio contesto di vita. una via che sembra priva delle caratteristiche specifiche della vita religiosa, soprattutto dell'obbedienza. Ma per voi l'amore si fa sequela: il vostro carisma comporta una donazione totale a Cristo, una assimilazione allo Sposo che richiede implicitamente l'osservanza dei consigli evangelici, per custodire integra la fedelt a Lui (cfr RCV, 47). L'essere con Cristo esige interiorit, ma in pari tempo apre a comunicare con i fratelli: qui si innesta la vostra missione. Un'essenziale regola di vita definisce l'impegno che ciascuna di voi assume col consenso del Vescovo, sia a livello spirituale sia esistenziale. Si tratta di cammini personali. Tra voi ci sono stili e modalit di-
verse di vivere il dono della verginit consacrata e questo si fa tanto pi evidente nel corso di un incontro internazionale, come quello che vi vede riunite in questi giorni. Vi esorto ad andare oltre il modo di apparire, cogliendo il mistero della tenerezza di Dio che ciascuna porta in s e riconoscendovi sorelle, pur nella vostra diversit. 6.La vostra vita sia una particolare testimonianza di carit e segno visibile del Regno futuro (RCV, 30). Fate in modo che la vostra persona irradi sempre la dignit dell'essere sposa di Cristo, esprima la novit dell'esistenza cristiana e l'attesa serena della vita futura. Cos, con la vostra vita retta, voi potrete essere stelle che orientano il cammino del mondo. La scelta della vita verginale, infatti, un richiamo alla transitoriet delle realt terrestri e anticipazione dei beni futuri. Siate testimoni dell'attesa vigilante e operosa, della gioia, della pace che propria di chi si abbandona all'amore di Dio. Siate presenti nel mondo e tuttavia pellegrine verso il Regno. La vergine consacrata, infatti, si identifica con quella sposa che, insieme allo Spirito, invoca la venuta del Signore: Lo Spirito e la sposa dicono Vieni (Ap 22, 17). 7.Nel lasciarvi vi affido a Maria. E faccio mie le parole di sant'Ambrogio, il cantore della verginit cristiana, rivolgendole a voi: Sia in ciascuna l'anima di Maria per magnificare il Signore; sia in ciascuna lo spirito di Maria per esultare in Dio. Se c' una sola madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede, invece, Cristo il frutto di tutti, poich ogni anima riceve il Verbo di Dio, purch, immacolata e immune da vizi, custodisca la castit con intemerato pudore (Commento su san Luca 2, 26: PL 15, 1642). Con questo augurio di cuore vi benedico.
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 115 (44.855)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
sabato 17 maggio 2008
Dear Brother Bishops, Lord, send forth your Spirit and renew the face of the earth (cf. Ps 104: 30). With these words of the Pentecost antiphon I cordially welcome you, the Bishops of Thailand. I thank Bishop Phimphisan for the kind sentiments expressed on your behalf. I warmly reciprocate them and assure you of my prayers for yourselves and all those entrusted to your pastoral care. Your visit ad Limina Apostolorum is an occasion to strengthen your commitment to make Jesus increasingly visible within the Church and known in society through witness to the love and truth of his Gospel. The great feast of Pentecost which we have recently celebrated reminds us that the Spirit of the Lord fills the whole world and prompts us to bring Christ to all peoples. In your country this mission of the small Catholic community is undertaken within the context of relationships, most especially with Buddhists. In fact, you have readily expressed to me your great respect for the Buddhist monasteries and the esteem you have for the contribution they make to the social and cultural life of the Thai people. The coexistence of different religious communities today unfolds against the backdrop of globalization. Recently I observed that the forces of globalization see humanity poised between two poles. On the one hand there is the growing multitude of economic and cultural bonds which usually enhance a sense of global solidarity and shared responsibility for the well-being of humanity. On the other there are disturbing signs of a fragmentation and a certain individualism in which secularism takes a hold, pushing the transcendent and the sense of the sacred to the margins and eclipsing the very source of harmony and unity within the universe. The negative aspects of this cultural phenomenon, which cause dismay to yourselves and other religious leaders in your country, in fact point to the importance of interreligious cooperation. They call for a concerted effort to uphold the
spiritual and moral soul of your people. In concordance with Buddhists, you can promote mutual understanding concerning the transmission of traditions to succeeding generations, the articulation of ethical values discernable to reason, reverence for the transcendent, prayer and contemplation. Such practices and dispositions serve the common well-being of society and nurture the essence of every human being. As shepherds of small and scattered flocks, you draw comfort from the sending of the Paraclete, who advocates, counsels and protects (cf. Jn 14:16). Encourage the faithful to embrace all that begets the new life of Pentecost! The Spirit of truth reminds us that the Father and the Son are present in the world through those who love Christ and keep his word (cf. Jn 14:22-23), becoming disciples sent forth to bear fruit (cf. Jn 15:8). The outpouring of the Spirit is therefore both a gift and a task; a task which in turn becomes itself an epiphanic gift: the presentation of Christ and his love to the world. In Thailand, that gift is encountered particularly through the Church's medical clinics and social works as well as through her schools, for it is there that the noble Thai people may come to recognize and know the face of Jesus Christ. Dear Brothers, you have rightly noted that Catholic schools and colleges make a remarkable contribu-
tion to the intellectual formation of numerous young Thais. They should also make an outstanding contribution to the spiritual and moral education of the young. Indeed, it is for these crucial aspects of the formation of the person that parents whether Catholic or Buddhist turn to Catholic schools. In this regard, I wish to appeal to the many men and women religious who diligently serve in Catholic institutions of learning in your Dioceses. Theirs should not primarily be a role of administration but of mission. As consecrated persons they are called to be witnesses of Christ, epiphany of the love of God in the world, and require the courage of testimony and the patience of dialogue serving the dignity of human life, the harmony of creation, and the peaceful existence of peoples (Consecrated Persons and their Mission in Schools, 1-2). It is of the utmost importance, therefore, that Religious remain close to the students and their families, most especially through their classroom teaching of the catechism for Catholics and others interested, and through moral formation and care for the spiritual needs of all in the school community. I encourage Congregations in their commitment to the education apostolate, confident that fee structures will be fair and transparent, and trusting that schools will become increasingly accessible
to the poor who so often long for the faithful embrace of Christ. A fine example of the proclamation of the mighty works of God (cf. Acts 2: 11) is the service undertaken in your communities by catechists. They have embraced with great zeal and generosity Saint Paul's burning conviction: woe to me if I do not preach the Gospel (1 Cor 9:16). This task cannot, however, be left to them alone. It is the ministry of your priests to announce the divine word to all and to labour in preaching and teaching (Rite of Ordination, no. 102). This fundamental priestly role which, to be effective, requires a sound philosophical and theological formation, cannot be delegated to others. Rather, when well-trained catechists work together with their parish priests the branches of the vine bear much fruit (cf. Jn 15:5). To this end, your own reports allude to various kerygmatic tasks requiring attention, including the formation of spouses who are not Catholic and pastoral solicitude for the many Catholic individuals and families who in moving from rural parts to the cities risk losing contact with parish life. Lastly, dear Brothers, I wish to express my appreciation for the efforts of the entire Catholic community of Thailand to uphold the dignity of every human life, especially the most vulnerable. Of particular concern to you is the scourge of the trafficking of women and children, and prostitution. Undoubtedly poverty is a factor underlying these phenomena, and in this regard I know much is being achieved through the Church's development programmes. But there is a further aspect which must be acknowledged and collectively addressed if this abhorrent human exploitation is to be effectively confronted. I am speaking of the trivialization of sexuality in the media and entertainment industries which fuels a decline in moral values and leads to the degradation of women, the weakening of fidelity in marriage and even the abuse of children. With fraternal affection I offer these reflections, wishing to affirm you in your desire to receive the Spirit's flame so that you may with one voice proclaim the Good News of Jesus! To you all, and to your priests, religious, seminarians and lay faithful, I gladly impart my Apostolic Blessing.
LA
TRADUZIONE DEL DISCORSO DEL PAPA E L'INDIRIZZO D'OMAGGIO A PAGINA 8
IL
DISCORSO DI
BENEDETTO XVI
A PAGINA
INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di gioved 15 le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: John Bosco Panya Kritcharoen, Vescovo di Ratchaburi (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum; Joseph Prathan Sridarunsil, Vescovo di Surat Thani (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum.
NOSTRE
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Louis Chamniern Santisukniran, Arcivescovo di Thare and Nonseng (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum; Joseph Chusak Sirisut, Vescovo di Nakhon Ratchasima (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum; Philip Banchong Chaiyara, Vescovo di Ubon Ratchathani (Thailandia), con il Vescovo emerito, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Michael Bunluen Mansap, in visita ad limina Apostolorum.
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Il Cristo raffigurato in un particolare dell'affresco dei Santi cavalieri nel monastero di Sant'Antonio in Egitto
n rapporto fondamentale con la verit appartiene alla coscienza cristiana. Questo si situa nel prolungamento dell'alleanza di Israele, che alleanza con il Dio unico, ossia il solo vero Dio, che si fatto conoscere da Israele. Di fronte a Lui, gli dei delle nazioni sono vanit, idoli fabbricati dalla mano degli uomini: sono falsi dei. Si vede che esiste un legame intrinseco, o meglio un'identit, fra Dio e la verit. Dio verit. Dio che, di libera iniziativa, si fa conoscere da noi, ci illumina con il suo mistero. L'accettazione in noi e mediante noi di questa luce la fede. Ecco in poche parole il tema che vi propongo di sviluppare. Nel Prologo, si parla essenzialmente di questo Figlio unigenito; Lui ad aprirci la via, Lui stesso la via (cfr Giovanni, 14, 6). Egli viene presentato da un duplice punto di vista: quello dell'eternit divina e quello della storia della salvezza. Il Verbo questo il nome che il Vangelo di san Giovanni d al Figlio unigenito al centro della storia; il passato era teso verso la sua venuta; il presente e il futuro vivono nell'attesa della sua glorificazione finale, che segner anche il compimento della storia. Il Verbo dunque il nome del Figlio unigenito. Consideriamo ora il primo aspetto. In effetti, fin dall'inizio il Prologo ci dice qual l'identit del Figlio. In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio (1). Il principio (arch) stabilisce un parallelo con l'inizio della Genesi. Designa l'origine, la nascita eterna del Figlio, che precede il tempo e la storia. La parola latina Verbum traduce il greco lgos che, a sua volta, corrisponde al termine ebraico che significa parola. Il vecchio e il nuovo Testamento utilizzano il termine parola per dirci che Dio parla agli uomini. Questa parola divina efficace e interviene in diversi modi. Essa parola creatrice, per far s che la creatura canti la gloria del Creatore. I suoi interventi, dovuti alle sovrane iniziative del suo amore per il suo Popolo, segnano i momenti importanti di una storia guidata dalla sua Provvidenza. Egli parla ancora a noi attraverso i Profeti e infine attraverso suo Figlio (cfr Ebrei, 1, 1-2). Osserviamo qui che l'incontro della Parola, cos come l'intende la tradizione giudeo-cristiana, e del pensiero greco, nel quale il lgos ha un posto centrale, al centro della cultura occidentale e, come vedremo, di ogni cultura che incontra il cristianesimo. Da parte sua, in effetti, il pensiero greco dar al lgos ricchi sviluppi
La verit nelle scienze e nella religione: il tema del simposio internazionale della Fondazione Internazionale Balzan in corso a Lugano presso l'Universit della Svizzera Italiana. All'incontro suddiviso in cinque sessioni: Filosofia; Matematica, fisica, cosmologia; Scienze biologiche, biodiversit, sostenibilit; Storia, scienze sociali; Teologia, religione prendono parte studiosi di diversa estrazione filosofica, religiosa e scientifica messi a confronto su una questione centrale nel dibattito culturale contemporaneo. Sia per quanti individuano una verit fondamentale a partire dai testi religiosi, sia per coloro che si richiamano a una visione del mondo post-illuministica sia dunque per chi crede all'esistenza di verit assolute, sia per chi ritiene che queste siano mere costruzioni sociali. Pubblichiamo stralci di una delle relazioni.
Fede e verit
La rivelazione non il risultato di uno sforzo umano e non un'autorivelazione una luce ricevuta, un dono accolto
semantici. Designando all'inizio la parola pronunciata, la locuzione, lgos, significher a partire da l la parola interiore, poi la ragione, il pensiero. Si sa quale fecondit avr il tema del lgos nella filosofia greca. Tuttavia, prima di occuparci di questo punto, ritorniamo alla lettura del Prologo. La rivelazione non il risultato di uno sforzo umano, non un'autorivelazione. una luce ricevuta, un dono accolto; la sua origine in una libera iniziativa di Dio. La rivelazione manifesta quello che di Dio inaccessibile, lo fa conoscere. Ci che rivelato e che, secondo la fede cristiana, lo sar in pienezza dopo la morte, ha dunque nella nostra mente una condizione particolare. La nostra mente che lo riceve e
Nella trasmissione della rivelazione la testimonianza determinante Il nostro intelletto aspira all'evidenza e l trova la sua perfezione
La credibilit denota i titoli che presenta il messaggio rivelato per essere giudicato accettabile dalla ragione. La fede, che un dono di Dio, apre alla comprensione del mistero. Per questo il Nuovo Testamento, quando parla di testimonianza, menziona il ruolo decisivo che svolge la testimonianza dello Spirito Santo, fondamento della certezza e illuminatore. La fede consente di conoscere; essa ha penetrato il mistero. ci che dice Ges a Filippo: Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi dire mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre in me? (Giovanni 14, 9-10). L'avvicinamento fra vedere e credere sorprendente. La fede, nella sua oscurit, una *Cardinale Pro-Teologo emerito conoscenza. Lungi dall'esigere l'accantonamen- della Casa Pontificia
to della ragione, la fede per essa all'origine di una vitalit nuova. quello che esprime la celebre formula di sant'Agostino: fides quaerens intellectum. Il mistero non esclude mai radicalmente la ragione. sovraintelligibilit, eccesso di luce rispetto alle sue capacit naturali. La ragione, riflettendo su se stessa, sa di non essere il proprio fondamento, ma di partecipare a una ragione superiore, che ragione nella pienezza del significato, ossia ragione divina. Scopre contemporaneamente i propri limiti e anche uno slancio, un desiderio, che la porta a raggiungere il suo principio. In virt di questa parentela originale e dell'aspirazione che le connaturale quando giunge a essa la rivelazione del lgos divino, si ritrova stimolata: per essa come un nuovo risveglio. Da qui la seconda formula di sant'Agostino, complementare a quella che abbiamo citato prima: intellectus quaerens fidem. La teologia corrisponde cos a un'esigenza naturale dell'intelletto credente. Si sforza di penetrare, con gli strumenti concettuali di cui dispone, nell'intelligibilit del mistero, di scoprirne le armonie nascoste, di illuminare con la sua luce superiore e di unificare la sua conoscenza del mondo, dell'uomo e della sua storia. Dio la verit assoluta. Nell'atto di fede mi appoggio su Dio stesso, prima verit che rivela il mistero. Questo confronto immediato con l'assoluto pu sembrare spaventoso e pericoloso. Notiamo che senza la relazione con l'assoluto, svaniscono l'identit e la dignit dell'uomo come persona trascendente il mondo materiale. I due pericoli sono: l'intolleranza e il fanatismo. Sull'intolleranza il pensiero cristiano ha sempre sostenuto che il teologo che tratta delle questioni dell'assoluto deve riconoscere tutte le vie della ragione naturale e la verit delle sue conclusioni. Il fanatismo legato al problema dell'uso della violenza. L'atto di fede un impegno personale di ciascuno per questo, una fede imposta con la forza non fede. Il Concilio Vaticano II ha dato il principio che illumina tutta la questione quando nella dichiarazione Dignitatis humanae sulla libert religiosa dice: La verit non si impone che per la forza della verit stessa, la quale si diffonde nelle menti soavemente e insieme con vigore.
Un'quipe scientifica ha lavorato sugli oggetti custoditi come reliquie del santo e confermato la storicit delle cronache sugli ultimi momenti della sua vita
La vera storia del saio che san Francesco non voleva indossare
di ELISABETTA GALEFFI Quanto importante una reliquia nella tradizione cristiana? Le reliquie non generano la fede risponde padre Antonio di Marcantonio, provinciale della chiesa di Santa Croce a Firenze, sono la memoria di un fatto, di un personaggio, di una vita che si prende a modello. Sono testimonianze. Padre Antonio ha promosso, negli ultimi anni, una serie di ricerche per stabilire la veridicit di alcune reliquie che gli stanno particolarmente a cuore: due sai, un cuscino e un epistolario che sempre si ritenuto fossero di san Francesco. Il progetto ha coinvolto studiosi del Dipartimento di fisica dell'Universit di Firenze insieme agli esperti dell'Istituto Nazionale di fisica nucleare, ricercatori del Centro interdipartimentale di studi sui beni librari e archivistici dell'universit di Siena, della Soprintendenza per i beni archeologici e per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico e etnoantropologico della provincia di Arezzo. Un'equipe che ha fornito, dal 2003 a oggi, notizie importanti sugli oggetti custoditi come reliquie del santo da quasi otto secoli. Padre Antonio ha inoltre sperimentato quanto importante il significato di una reliquia per il popolo dei fedeli anche ai nostri giorni. Non smettono di chiamarmi da ogni parte del mondo, giornali, comunit di religiosi e privati racconta il frate mi chiedono come abbiamo stabilito e quale probabilit di certezza c' nel dire che la tonaca, quella che custodita a Santa Croce, non poteva appartenere a san Francesco, un manufatto posteriore di molti anni, circa ottanta, alla morte di Francesco. E dire che passato gi un po' di tempo da quando l'agenzia giornalistica Ansa ha dato la notizia della conclusione e dei risultati ottenuti sul saio di Santa Croce, ma la curiosit, lo stupore o il disappunto non smettono di alimentare il tam tam mediatico e intasare le linee telefoniche di padre Antonio. Ancora il saio nella stessa teca dove stato conservato, per secoli, come appartenente a Francesco, per il prossimo quattro ottobre, giorno dedicato alla festa di san Francesco prosegue il frate dovrebbe essere, finalmente, pronta una teca di cristallo, climatizzata, per esporre disgiunti saio e cordone del saio, perch quest'ultimo invece risalente, su basi scientifiche, all'epoca della vita del santo e Francesco potrebbe, realisticamente, averlo indos- portato con s lasciando Assisi per rifusato. Padre Antonio ha anche una giarsi in terra toscana: un cuscino di teoria, per ora solo sua, sul perch la elegantissima e ricca tessitura, un saio cordicella usata come cintura sia arri- e un evangeliario. Per padre Antonio il vata nella chiesa di Santa Croce e cre- fine pi importante di queste ricerche de che il saio fiorentino possa essere stato ribadire il legame intimo e proappartenuto a san Bonaventura. fondo del frate aretino con san FranceMa meglio ripartire dall'inizio della sco e riabilitare la figura di padre Elia, storia, dal 2003, quando, in occasione vicario del santo di Assisi e alla sua morte primo minidei settecentocinstro generale dei quanta anni dalla francescani. L'amorte di frate Elia ver stabilito che il da Cortona, la prosaio di Cortona ha vincia toscana dei le misure, lunghezfrati minori conza e ampiezza delventuali ha dispole spalle di frate sto il restauro e la Elia significa ribariapertura della dire la vicinanza chiesa e del condel frate al santo vento di san Frandi Assisi e dare cesco a Cortona. fondamento al racPer poi organizzare conto sulla morte una serie di iniziadi san Francesco tive culturali e spidi Tommaso da rituali, che hanno Celano aggiunge compreso lo studio padre Antonio. scientifico delle reliInoltre le moquie della chiesa derne tecniche cortonese, cio di scientifiche hanno tre oggetti che la contribuito a contradizione vuole Ritratto di san Francesco (Subiaco, Sacro Speco, secolo XIII) fermare la fedelt che frate Elia abbia del santo alla povert evangelica. Quale stato il vero cuscino che la fedele amica di Francesco, Iacopa di Settesoli, pose sotto la testa del frate morente? Non quello di fine broccato adorno di splendidi ricami che si pu ammirare nella chiesa di Cortona, ma il suo interno, che risale proprio all'epoca della morte di Francesco, di tessuto grezzo, in onore di sorella povert. Cos il saio, della stessa foggia, colore e tessuto di quello indossato dai contadini dell'Italia centrale dell'epoca, abito umile e disprezzato che san Francesco volle fosse confezionato a forma di croce semplice, ancora una volta testimonianza della regola, insieme alla semplice cintura di corda, che i contadini usavano per portare la borsa del denaro e la spada, che nella versione francescana solo una cintura senza altre finalit di quella di sorreggere la veste. Anche l'Evangeliario di Cortona, ritenuto risalente all'epoca di Francesco come quello custodito ad Assisi, prova tangibile dell'assioma lex orandi, lex credendi, lex vivendi a cui fu improntata tutta la vita del santo. Lo studio sull'autenticit del saio prova la veridicit del racconto che fa della morte di san Francesco Tommaso da Celano dice frate Antonio. Lui scrive che Francesco voleva morire nudo sulla terra nuda, ma frate Elia lo convinse a indossare la sua tonaca, che potrebbe proprio essere quella conservata a Cortona. Con il dire che era solo un prestito, insomma assicurandogli che non gli apparteneva, frate Elia rassicur il santo che non sarebbe venuto meno al suo voto di povert. Il saio di Cortona e quello di Santa Croce sono stati datati con il metodo del carbonio 14. Sei campioni del vestito, questa la vera innovazione dello studio, sono stati prelevati in sei punti differenti, inizialmente trattati con un pre-trattamento chimico-fisico, in modo da rimuovere ogni possibile sorgente di contaminazione, e solo dopo aver isolato il carbonio originario con tutta una serie di complicati passaggi, si potuto stabilire le date di confezionamento delle vesti con un margine di incertezza di una trentina di anni. Con la stessa procedura si potuto stabilire che il cingolo/cintura del saio di Firenze della stessa epoca del saio di Cortona, tra il 1200 e il 1230. Del resto, come indica un manoscritto seicentesco ancora oggi conservato nel vasto archivio della chiesa fiorentina, il saio che a Santa Croce arrivato a Firenze proprio dalla chiesa di Cortona.
L'OSSERVATORE ROMANO
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Intervista a Giovanni Maria Flick in occasione della visita di Benedetto XVI in Liguria
Papa Benedetto XV
La Nota del Sommo Pontefice ai Capi dei popoli belligeranti pubblicata su L'Osservatore Romano del 17 agosto 1917
tate, bens qualificanti l'identit dell'Europa. Dunque, una pace costruita sulla centralit della dignit della persona, ma anche sull'architrave dello Stato democratico di diritto. Il Pontefice ha poi pi volte insistito sulla sinergia tra giustizia e pace: la prima la condizione di pensabilit della seconda, e solo attuandola si promuove effettivamente la pace, intesa
dell'uomo furono originate come ha ricordato il Pontefice dalla convergenza di tradizioni religiose e culturali tutte motivate dal comune desiderio di porre la persona umana al cuore delle istituzioni, leggi e interventi della societ, e di considerare la persona umana essenziale per il mondo della cultura, della religione e della scienza. La centralit della dignit e della li-
Quali ricadute pu avere su governi e Lei condivide l'opinione che i diritti umaparlamenti il richiamo del Papa al pri- ni venivano rispettati concretamente dai mato della giustizia rispetto alla legalit, governi pi nel passato che nel presente per radicare i diritti umani e renderli in- quando invece molto perfezionata la formulazione giuridica attinente la tutela tangibili? Il cosiddetto riduzionismo che carat- dei diritti? No, assolutamente. La nostalgia del terizza l'epoca in cui viviamo, in ambito giuridico si manifestato nell'inge- passato malattia tipica delle epoche nua pretesa di ridurre la giustizia al di crisi, rifugio comodo che lascia indiritto e quest'ultimo alla legge. L'illu- tatti i problemi del presente. La messa sione che la giustizia possa coincidere a fuoco dei diritti fondamentali, nonocon la legalit, che sia sufficiente il ri- stante la fatica nel riconoscerli, proclaspetto della legge perch giustizia sia marli, fondarli aiuta alla loro tutefatta: ma cito ancora san Paolo la. Certo, esiste il rischio che questa dalle opere della legge non verr mai elaborazione possa indulgere alla forgiustificato alcuno. E questo vale an- ma, a un'estetica dei diritti bella da che in una visione laica e non trascen- contemplare, ma inconsistente nel tutedente della giustizia, perch la lare. Mi conforta, tuttavia, l'esistenstessa realt, sono i duri fatti a za di isole felici: penso alla Consmentire la pretesa che dalla sovenzione europea dei diritti della osservanza della legge scatul'uomo, nella quale si sta ragrisca per ci stesso la giustizia: giungendo un equilibrio fecondo la prima solo la pre-contra riconoscimento profondo dizione della seconda, dei diritti ed effettivit della di certo non ne il loro tutela; o all'ordinacompimento. Giusto, mento comunitario euroanche nel mondo peo, in cui si cerca di globalizzato, coequilibrare fra loro la lui che continua dimensione del merad avere fame e cato e quella dei disete di giustizia; ritti fondamentali. che sempre diMa c' ancora molto sposto ha scritda lavorare: siamo to Gustavo ZagreGiovanni Maria Flick ancora alle prime luci belsky a riconoscere ai deboli, dell'alba. ai perseguitati, agli esclusi la legittimi- L'intervento di Benedetto XVI alle Naziot della pretesa di giustizia, condivi- ni Unite, centrato sulla indivisibilit dei diritti umani e sul rilancio di una stratedendone umanit e dignit. Governi e parlamenti devono perce- gia dei diritti per eliminare le disuguapire quest'ansia di una giustizia peren- glianze e aumentare la sicurezza nel monnemente cercata e mai acquietata, an- do, facilita il dialogo sui diritti tra l'ottica zich illudersi di risolvere la domanda laica e l'ottica cattolica? di giustizia nella forma fredda di qualRitengo utile una sinergia tra le due che legge: come se i diritti umani pos- ottiche. E anche nell'intervento alle sano essere il risultato solo di provvedi- Nazioni Unite appare evidente la vomenti legislativi. D'altra parte, l'impo- lont del Pontefice di muoversi su un tenza a creare giustizia anche pietra terreno comune. di inciampo per il credente: lo incalza, Negli ultimi anni c' stato indubbiacome gi avveniva nel secondo litigio mente un progressivo avvicinamento di Giobbe con Dio. A conferma che la tra quanti postulano la priorit dei ricerca su sponde diverse laica e re- contenuti e quanti continuano ad afferligiosa non poi tanto distante, co- mare l'imprescindibile importanza dei fondamenti. Fermi i principi, la Chiesa me spesso si crede. ha gradualmente riconosciuto che la Benedetto XVI ha rilanciato la regola d'o- prospettiva contenutistica dei diritti ro come misura dei rapporti internaziona- fondamentali non di per s riduzionili oltre che personali. sufficiente oggi per sta. Anche sul versante dell'etica laica ci si accorti che, lungi dall'anacronifavorire un futuro di pace e giustizia? smo e dall'integralismo, un'antropoloLa regola d'oro l'invarianza del gia religiosa a fondamento dei diritti principio di giustizia, il permanere del umani promuove la loro effettiva umacarattere universale dei diritti fonda- nizzazione. La stessa convergenza era mentali, al di l delle contingenze cul- stata riconosciuta da Benedetto XVI a turali, storiche, politiche e sociali. Se- proposito dell'unit europea, quando condo sant'Agostino, il principio Non aveva affermato che i padri dell'unififare agli altri ci che non vorresti fosse cazione erano partiti da una fondafatto a te non pu in alcun modo va- mentale compatibilit dell'eredit moriare asseconda delle diverse compren- rale del cristianesimo e dell'eredit mosioni presenti nel mondo. Il suo corri- rale dell'illuminismo europeo. spettivo nella morale laica l'imperatiL'attuazione della giustizia nella pavo kantiano di agire in modo da trat- ce, mi sembra il terreno comune ideale tare l'uomo sempre come fine e mai in tema di diritti fondamentali. come mezzo. Tali regole, proprio perch inalterabili, fondano innanzitut- Un ateo o un laico pu convenire sotto il to le Carte fondamentali dei diritti, al- profilo razionale con il diritto alla libert trimenti impensabili. Ma invarianza e religiosa che, secondo Benedetto XVI, deve universalit dei diritti fondamentali ri- potersi esplicitare in una dimensione sia sulterebbero vuote declamazioni se il individuale sia comunitaria e pubblica? principio di pari dignit non fosse apLe rispondo con la semplicit e l'efplicato, oltre che agli individui, anche ficacia con cui la nostra Carta costituagli Stati. Fino a quando il pi piccolo zionale, all'articolo 19, afferma il diritStato del mondo sar trattato da quel- to alla libert religiosa: tutti hanno dilo pi potente come mezzo e non come ritto di professare liberamente la profine, l'ordine internazionale sar preca- pria fede religiosa in qualsiasi forma, rio, e della pace e della giustizia tra i individuale o associata, di farne propapopoli rimarr solo l'enfasi dei concet- ganda e di esercitarne in privato o in ti. Purtroppo questo ancora assai lon- pubblico il culto, purch non si tratti tano dalla coscienza e sensibilit occi- di riti contrari al buon costume. Non dentale e non solo occidentale solo una potenziale e razionale condiviabituati come siamo a convivere, senza sione da parte del laico o dell'ateo. neppure stupirci, con le violazioni dei molto di pi: un diritto fondamentale sancito in Costituzione. diritti consumate sotto i nostri occhi.
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L'OSSERVATORE ROMANO
L'affidamento alla Madre di Dio della Salute
Florence Taubmann eletta presidente dell'associazione fondata nel 1948 da Isaac e Fleg
La diocesi di Terrassa In Francia una donna a capo alla sua patrona dell'Amiti judo-chrtienne
di FABRIZIO ASSANDRI La pioggia intermittente, giunta dopo che da diverse settimane in tutte le parrocchie catalane si pregava per la fine della siccit, non ha rovinato la festa dei fedeli riuniti per la proclamazione della Madre di Dio della Salute, gi venerata nel santuario di Sabadell, quale patrona apud Deum della diocesi di Terrassa. Il maltempo ha per costretto a spostare la celebrazione, tenutasi domenica 11 maggio, nel padiglione fieristico di Sabadell, trasformato per un giorno in un cenacolo raccolto intorno a Maria, decorato dalle vetrate disegnate dai bambini delle scuole. L'atto di devozione stato accompagnato dall'invocazione di una nuova Pentecoste per la giovane diocesi spagnola di Terrassa. La diocesi fu eretta nel 2004 da Giovanni Paolo II con la bolla Christifidelium salutem, dividendo in tre l'arcidiocesi di Barcellona, che fino ad allora era la seconda pi grande in Europa dopo Milano. Cos fu restaurata la diocesi che gi esisteva col nome Egara, dal V all'VIII secolo, quando ci fu l'invasione saracena. Terrassa, citt industriale legata al settore tessile, oggi tra le dieci diocesi pi grandi di Spagna, con pi di un milione di battezzati e centoventi parrocchie divise in undici distretti. Mancava ancora, per, una patrona ufficiale e, consultati gli organismi diocesani e una commissione creata appositamente, il vescovo monsignor Josep ngel Saiz Meneses ha optato per la Madre di Dio della Salute, scelta ratificata il 1 marzo 2008 dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. La messa, a cui hanno partecipato pi di tremila fedeli, concelebrata dal vescovo e da novanta presbiteri, s' aperta con la composizione, accanto all'altare, di un muro formato da mattoni in plastica su cui era stampato il nome dei sette doni dello Spirito Santo. I mattoni sono stati portati sull'altare dai gruppi scelti per rappresentare l'intera comunit: le famiglie, i giovani, i catechisti, i religiosi, il mondo della cultura e della scienza. Una raffigurazione moderna dell'antica metafora della Chiesa come edificio in cui una pietra sostiene l'altra e in cui tutte sono sostenute dallo Spirito Santo. Tra i frutti dello Spirito, in questi quattro anni di vita della diocesi, il vescovo ama indicare soprattutto il nuovo seminario, sorto meno di due anni fa e fiore all'occhiello di Terrassa, che conta gi ventotto seminaristi e gi almeno altri sette che vorrebbero entrare il prossimo anno, assicura il vescovo. Alla lettura del decreto che ha proclamato la nuova patrona, l'applauso dei fedeli ha accompagnato il compiersi di un momento storico per la comunit locale, frutto di un processo spiega monsignor Saiz Meneses in cui intervenuta tutta la diocesi: le parrocchie, le comunit, i movimenti, le istituzioni. Nell'omelia il vescovo ha messo in luce i tre volti di Maria madre, stella della nuova evangelizzazione, mediatrice di tutte le grazie. La invochiamo perch aiuti la nostra nuova diocesi ad aspirare sempre alla santit. Alla Vergine monsignor Saiz Meneses dedicher la prossima lettera pastorale affinch tutta la diocesi lavori alla scuola di Maria. La giornata di domenica coincideva con il secondo ritrovo della pastorale giovanile, pensato per legare l'attivit dei giovani alla vita della diocesi, mentre per sabato 17 in seminario previsto il primo incontro diocesano dei monaguillos, ossia i ministranti. La pastorale universitaria si occupa invece del Safor, che un servizio di accoglienza agli studenti dell'Universit Autonoma di Bellaterra, uno degli istituti pi grandi nei pressi di Barcellona, dove i ragazzi organizzano la messa settimanale, corsi di formazione, cineforum, conferenze. Il segreto della vitalit della diocesi confida un sacerdote sta nel fatto che non crediamo alla teoria sociologica della secolarizzazione, una sorta di profezia che si autoadempie e che spesso adottata come discorso anche dentro la Chiesa. Le domande e le inquietudini spirituali sono sempre presenti, dipende da come siamo in grado di rispondervi. La risposta della diocesi di Terrassa alle sfide di oggi quella di affidarsi pi al Signore che alle nostre qualit, come afferma il vescovo. Di fronte alla realt dell'immigrazione conclude monsignor Saiz Meneses dobbiamo accogliere e integrare nelle nostre parrocchie i cattolici che vengono soprattutto dal Sud America, mentre dobbiamo evangelizzare i musulmani, i non credenti e tutti gli altri, con prudenza e rispetto, ma senza paura. PARIGI, 16. la prima donna e la prima protestante a guidare l'Amiti judo-chrtienne de France (Ajcf), organismo fondato nel 1948 da Jules Isaac e Edmond Fleg per promuovere la conoscenza, la comprensione, il rispetto e l'amicizia tra ebrei e cristiani: Florence Taubmann, 51 anni, pastore della Chiesa riformata di Francia (Erf), stata eletta presidente alcuni giorni fa, succedendo cos a Paul Thibaud. Far fruttificare e conoscere l'immenso lavoro teologico compiuto da oltre cinquant'anni questo il primo obiettivo della neo presidente al fine di dare pi concretezza e realt alle relazioni fra cristianesimo ed ebraismo. Cresciuta in una famiglia bretone cattolica praticante si legge nel sito dell'associazione Florence Taubmann spiega di aver abbracciato il protestantesimo non per un rifiuto del cattolicesimo ma per un'evoluzione spirituale personale coincidente con la presa di coscienza di una vocazione al ministero pastorale. Il suo incontro con l'ebraismo, e poi con l'Ajcf, avvenuto dopo la sconvolgente scoperta della Shoah e per le profonde ingiustizie patite dall'ebraismo nel corso dei secoli. Le numerose esperienze di dialogo interreligioso sono state compiute soprattutto a Versailles dove la Taubmann stata animatrice di un apprezzato spazio di incontro e di riflessione, il Centre 8. La presidenza dell'Amicizia ebreo-cristiana di Francia l'ha accettata come un servizio: Il ruolo dell'associazione ha sottolineato di sostenere la memoria del lavoro realizzato insieme, da ebrei e cristiani, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Il ministero di pastore svolto prima a Palaiseau (Essonne) e successivamente a Versailles, all'Oratorio del Louvre a Parigi e a Limoges, ha prodotto esperienze locali significative. E proprio attraverso i gruppi locali dell'Ajcf presenti in numerose citt della Francia saranno organizzati incontri, conferenze, viaggi in Israele. Fra i progetti del nuovo presidente c' anche quello di rafforzare le relazioni con le altre associazioni di dialogo interreligioso presenti nel Paese (Fraternit d'Abraham, Amiti judo-musulmane, Amiti islamo-chrtienne) e di prendere contatto in maniera concreta con le comunit cristiane ed ebraiche per conoscere le loro aspettative. Come si legge nello statuto dell'Amiti judo-chretienne de France, questa federazione ha come compito essenziale di fare in modo che, tra ebraismo e cristianesimo, la conoscenza, la comprensione, il rispetto e l'amicizia si sostituiscano ai malintesi secolari e alle tradizioni di ostilit. Essa opera non soltanto perch sia sradicato l'antigiudaismo ancestrale ma anche perch ebrei e cristiani aiutino, attraverso una presenza civica e spirituale, la societ moderna a orientarsi. A porre le basi dell'associazione fu lo storico Jules Isaac (1877-1963), autore dei celebri manuali scolastici MaletIsaac e del libro Jsus et Isral: nel 1948 subito dopo la scoperta dell'assassinio di sua moglie e della figlia ad Auschwitz fond, assieme all'amico e poeta Edmond Fleg, l'Amiti judo-chrtienne de France, contro l'antisemitismo e tutte le sue manifestazioni. Pi avanti, appresa l'intenzione di Giovanni XXIII di convocare il Concilio Vaticano II, Isaac ottenne un'udienza, il 13 giugno 1960, nella quale chiese al Papa di far introdurre, agli ordini del giorno dello storico evento, un testo sui rapporti fra cristiani ed ebrei. La dichiarazione Nostra aetate, sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, promulgata da Paolo VI il 28 ottobre 1965, gett un ponte su quindici secoli di silenzio e di incomprensione: Essendo perci tanto grande il patrimonio spirituale comune a cristiani e a ebrei si legge nel documento questo sacro Concilio vuole promuovere e raccomandare tra loro la mutua conoscenza e stima, che si ottengono soprattutto con gli studi biblici e teologici e con un fraterno dialogo. (giovanni zavatta)
dell'Ufficio Filatelico e Numismatico del Governatorato. Il materiale filatelico da obliterare, debitamente affrancato dai richiedenti, dovr pervenire all'Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane entro il 10 giugno 2008.
Annullo postale speciale in occasione dell'emissione della serie filatelica 49 Congresso Eucaristico Internazionale
(15 maggio 2008) Il 15 maggio 2008 in occasione dell'emissione della serie filatelica 49 Congresso Eucaristico Internazionale, che si terr in Canada dal 15 al 22 giugno 2008, le Poste Vaticane hanno posto in uso uno speciale annullo, del quale si riproduce l'impronta. In esso raffigurato il logo del Congresso. Completano l'annullo le scritte: DIE EMISSIONIS e POSTE VATICANE 15 MAGGIO 2008. Il bozzetto stato realizzato a cura
dell'Ufficio Filatelico e Numismatico del Governatorato. Il materiale filatelico da obliterare, debitamente affrancato con francobolli della serie cui l'annullo si riferisce, dovr pervenire all'Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane entro il 16 giugno 2008.
Annullo postale speciale in occasione dell'emissione della serie filatelica 150 anniversario delle apparizioni di Lourdes
(15 maggio 2008) Il 15 maggio 2008 in occasione dell'emissione della serie filatelica 150 anniversario delle apparizioni di Lourdes, le Poste Vaticane hanno posto in uso uno speciale annullo, del quale si riproduce l'impronta. In esso raffigurato un particolare tratto dalla serie stessa. Completano l'annullo le scritte: POSTE VATICANE 15 MAGGIO, DIE EMISSIONIS, 18582008, LOURDES e Jubilate!. Il bozzetto stato realizzato a cura
dell'Ufficio Filatelico e Numismatico del Governatorato. Il materiale filatelico da obliterare, debitamente affrancato con francobolli della serie cui l'annullo si riferisce, dovr pervenire all'Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane entro il 16 giugno 2008.
Annullo postale speciale in occasione dell'emissione della serie filatelica ((XXIII Giornata Mondiale della Giovent
(15 maggio 2008) Il 15 maggio 2008 in occasione dell'emissione della serie filatelica XXIII Giornata Mondiale della Giovent, che si terr a Sydney (Australia) dal 15 al 20 luglio 2008, le Poste Vaticane hanno posto in uso uno speciale annullo, del quale si riproduce l'impronta. In esso raffigurato il logo della manifestazione. Completano l'annullo le scritte: DIE EMISSIONIS e POSTE VATICANE 15 MAGGIO 2008 . Il bozzetto stato realizzato a cura
dell'Ufficio Filatelico e Numismatico del Governatorato. Il materiale filatelico da obliterare, debitamente affrancato con il francobollo della serie cui l'annullo si riferisce, dovr pervenire all'Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane entro il 16 giugno 2008.
Annullo postale speciale in occasione dell'emissione della serie filatelica Visita di Sua Santit Benedetto XVI all'ONU in occasione del 60 anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
(15 maggio 2008) Il 15 maggio 2008 in occasione dell'emissione della serie filatelica Visita di Sua Santit Benedetto XVI all'ONU in occasione del 60 anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, le Poste Vaticane hanno posto in uso uno speciale annullo, del quale si riproduce l'impronta. In esso raffigurato il francobollo della serie stessa. Completano l'annullo le scritte: POSTE VATICANE PRIMA DIE e 15 MAGGIO 2008. Il bozzetto stato realizzato a cura dell'Ufficio Filatelico e Numismatico del Governatorato. Il materiale filatelico da obliterare, debitamente affrancato con il francobollo della serie cui l'annullo si riferisce, dovr pervenire all'Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane entro il 16 giugno 2008.
L'OSSERVATORE ROMANO
A colloquio con il vescovo Vittorio Lupi
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Il Papa al Forum delle associazioni familiari e alla Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche
Benedetto XVI a Savona tra memoria e futuro sulle orme di Pio VII
di NICOLA GORI Memoria e attualit saranno al centro del viaggio di Benedetto XVI a Savona, sabato pomeriggio 17 maggio. Memoria, per ricordare Pio VII, il benedettino Barnaba (Gregorio) Chiaramonti, il quale trascorse quasi tre anni della sua vita a Savona, prigioniero di Napoleone. Benedetto XVI deporr una rosa d'oro sull'altare della cripta del santuario della Madonna della Misericordia proprio in ricordo della protezione della Vergine, della solidariet e del sostegno dimostrati dai savonesi al suo predecessore. Attualit, per confermare nella fede una comunit viva e vivace che ha dato alla Chiesa due Pontefici: Sisto IV e Giulio II. Per comprendere come la diocesi si stia preparando a questo evento ecclesiale, abbiamo intervistato monsignor Vittorio Lupi, vescovo di SavonaNoli. Benedetto XVI viene a Savona per rendere omaggio al suo predecessore Pio VII. Sar l'occasione per la diocesi di riscoprire il senso della continuit tra i due Pontefici? Il Papa verr in pellegrinaggio al santuario della Madonna della Misericordia, in ringraziamento per la protezione della Vergine al suo predecessore Pio VII in un momento molto difficile per il suo pontificato e per la Chiesa tutta. Offrir alla Madonna una rosa d'oro, onorificenza molto rara, attribuita ai santuari di Lourdes, Ftima, Loreto, Czstochowa e che verr donata, il giorno dopo, anche al santuario di Nostra Signora della Guardia a Genova. Visiter poi le stanze ove Pio VII visse prigioniero per quasi tre anni. C' da ricordare che la visita avviene nel momento in cui iniziato il processo di beatificazione di Pio VII, questo piccolo, grande uomo, figlio di san Benedetto, che, con mitezza e umilt, ma anche con grande forza morale e fermezza ha saputo opporsi al despota che usava tutte le tecniche psicologiche per piegarlo alla sua volont. La visita si pone quindi in continuit con questi avvenimenti: un gesto che riconosce a Savona il fatto di aver sostenuto il Papa in un momento difficile e di averlo aiutato a svolgere la sua missione anche in condizioni proibitive. Oltre il viaggio nella memoria, il Papa incontrer il tessuto vivo della comunit ecclesiale di Savona. Cosa si trover di fronte? Il Papa viene a visitare questa nostra Chiesa, inserita nel mondo di oggi partecipe della cultura del mondo occidentale, con gli stessi problemi, le stesse difficolt e le stesse realt di molte altre Chiese locali. Ma ogni Chiesa vive le stesse problematiche con la peculiarit della sua storia. Savona ha un passato glorioso non soltanto per i Pontefici che ha dato alla Chiesa Sisto IV e Giulio II ma anche e soprattutto per i santi canonizzati e per le tante persone sante, sacerdoti, religiosi, laici, che hanno fatto la sua storia e la cui fecondit presente ancora oggi. Le difficolt non mancano: la vita di famiglia, con la fatica del rapporto tra i coniugi e dell'educazione dei figli (i genitori, molto attenti agli aspetti materiali della crescita dei figli, sono meno preoccupati di educarli agli autentici valori umani e cristiani); le numerose forme di povert e di emarginazione che interpellano fortemente la comunit cristiana, che deve vincere forme di indifferenza ed egoismo; l'alta et media dei nostri sacerdoti, pur se molto vicini alla gente e particolarmente sensibili alle nuove emergenze di carit e molto preparati culturalmente; la necessit di nuove vocazioni (nel nostro seminario sono presenti quattro seminaristi); l'indifferenza religiosa che si fatta pi grande in questi ultimi anni e, di pari passo, la partecipazione numerica alle celebrazioni liturgiche pi scarsa. Le ombre sono molte, ma le luci sembrano decisamente pi numerose. Ci sono parrocchie vive. In alcune iniziata una buona collaborazione tra i presbiteri, altre sono ormai da tempo trasformate in unit pastorali, con buoni risultati. Operano movimenti ecclesiali che sono un po' le punte di diamante per far penetrare il Vangelo negli ambienti; consolidata una tradizione di Confraternite molto vive che, radicate nella tradizione secolare, all'aspetto esteriore e
Cari fratelli e sorelle, grazie per questa vostra visita, che mi permette di conoscere l'attivit che svolgono le vostre benemerite Associazioni, facenti parte del Forum delle Associazioni Familiari e della Federazione Europea delle Associazioni Familiari Cattoliche. A ciascuno di voi, qui presenti, il mio cordiale saluto. Un saluto che, in primo luogo, va al Presidente del Forum, l'Avvocato Giovanni Giacobbe, al quale sono grato per le gentili parole che mi ha indirizzato a nome vostro. Quest'incontro avviene in occasione dell'annuale celebrazione della Giornata Internazionale della Famiglia, che cadeva ieri, 15 maggio. Per sottolineare l'importanza di tale ricorrenza avete voluto organizzare un apposito Convegno con un tema di rilevante attualit: L'alleanza per la famiglia in Europa: l'associazionismo protagonista, per confrontare le esperienze tra varie forme associative familiari e con l'obbiettivo di sensibilizzare i governanti e l'opinione pubblica sul ruolo centrale e insostituibile che svolge la famiglia nella nostra societ. In effetti, come giustamente voi osservate, un'azione politica, che voglia guardare al futuro con lungimiranza, non pu non porre la famiglia al centro della sua attenzione e della sua programmazione. Comme vous le savez, nous clbrons cette anne le quarantime anniversaire de l'encyclique Humanae vitae et le vingt-cinquime anniversaire de la promulgation de la Charte des droits de la Famille, prsente par le Saint-Sige le 22 octobre 1983. Ce sont deux documents qui sont trs unis dans leur inspiration. Si, en effet, le premier, allant courageusement contre-courant de la culture dominante, rappelle avec force la qualit de l'amour des poux, dpourvu d'gosme et ouvert la vie, le deuxime met en vidence les droits inalinables qui permettent la famille, fonde sur le mariage entre un homme et une femme, d'tre le berceau naturel de la vie humaine. En particulier, La Charte des droits de la Famille, qui s'adresse avant tout aux gouvernements, offre toutes les personnes qui ont des responsabilits au niveau du bien commun un modle et un point de rfrence pour l'laboration d'une lgislation correcte de la politique familiale. Cette Charte s'adresse en mme temps toutes les familles, les invitant s'organiser afin de dfendre et de promouvoir leurs droits. cet gard, vos associations peuvent reprsenter un moyen tout fait adapt pour mieux mettre en uvre l'esprit de cette Charte des droits de la Famille. [Quest'anno, come vi ben noto, ricorre il 40 anniversario dell'Enci-
clica Humanae vitae e il 25 di promulgazione della Carta dei diritti della Famiglia, presentata dalla Santa Sede il 22 ottobre 1983. Due documenti tra loro idealmente legati, perch, se il primo ribadisce con forza, andando coraggiosamente controcorrente rispetto alla cultura dominante, la qualit dell'amore degli sposi, non manipolato dall'egoismo e aperto alla vita, il secondo pone in evidenza quei diritti inalienabili che permettono alla famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, di essere la culla naturale della vita umana. In particolare, la Carta dei diritti della Famiglia, indirizzata principalmente ai governi, offre, a chi investito di responsabilit in ordine al bene comune, un modello e un punto di riferimento per l'elaborazione di un'adeguata legislazione politica
heit vom Menschen verwurzelt ist und ihre Verwirklichung in der Heilsgeschichte gefunden hat, in deren Mittelpunkt das Wort steht: Gott liebt sein Volk. Die biblische Offenbarung ist ja zuallererst Ausdruck einer Liebesgeschichte, nmlich der Geschichte vom Bund Gottes mit den Menschen: Das ist der Grund, warum die Geschichte der Liebe und der Verbindung eines Mannes und einer Frau im Bund der Ehe von Gott als Symbol der Heilsgeschichte bernommen wurde. Genau darum ist die Gemeinschaft des Lebens und der Liebe, die auf der Ehe eines Mannes und einer Frau grndet, die eine Familie bildet, ein unersetzliches Gut fr die gesamte Gesellschaft, das nicht mit anderen Formen des Zusammenlebens verwechselt oder gleichgestellt werden darf. [L'amato Pontefice Giovanni Paolo II, a ragione chiamato anche il Papa della famiglia, ripeteva che l'avvenire dell'umanit passa attraverso la famiglia (Familiaris
bene per l'intera societ, da non confondere n equiparare ad altri tipi di unione.] We are well aware of the many challenges facing families today, and we know how difficult it is, in current social conditions, to achieve the ideal of fidelity and solidarity in conjugal love, to bring up children, and to preserve the harmony of the family unit. While on the one hand thanks be to God there are shining examples of good families, open to the culture of life and love, on the other hand, sadly, an increasing number of marriages and families are in crisis. From so many families, in a worryingly precarious state, we hear a cry for help, often an unconscious one, which clamours for a response from civil authorities, from ecclesial communities and from the various educational agencies. Accordingly, there is an increasingly urgent need for a common commitment to support families by every means available, from the social and economic point of view, as well as the juridical and spiritual. In this context, I am pleased to recommend and encourage certain initiatives and proposals that have emerged in the course of your Conference. I am thinking, for example, of the laudable commitment to mobilize citizens in support of the initiative for Family-friendly fiscal policy, urging Governments to promote family-related policies that give parents a real possibility of having children and bringing them up in the family. [Ben sappiamo quante sfide incontrino oggi le famiglie, quanto difficile sia realizzare, nelle moderne condizioni sociali, l'ideale della fedelt e della solidit dell'amore coniugale, avere ed educare dei figli, conservare l'armonia del nucleo familiare. Se, grazie a Dio, ci sono esempi luminosi di famiglie salde e aperte alla cultura della vita e dell'amore, non mancano purtroppo, e sono addirittura in aumento, le crisi matrimoniali e familiari. Da tante famiglie, che versano in condizioni di preoccupante precariet, si leva, talvolta persino inconsapevolmente, un grido, una richiesta di aiuto che interpella i responsabili delle pubbliche amministrazioni, delle comunit ecclesiali e delle diverse agenzie educative. Si rende pertanto sempre pi urgente l'impegno di unire le forze per sostenere, con ogni mezzo possibile, le famiglie dal punto di vista sociale ed economico, giuridico e spirituale. In questo contesto, mi piace sottolineare e incoraggiare talune iniziative e proposte emerse nel vostro Convegno. Mi riferisco, ad esempio, al lodevole impegno di mobilitare i cittadini a sostegno dell'iniziativa per Un fisco a misura di famiglia, affinch i Governi promuovano una politica familiare che offra la possibilit concreta ai genitori di avere dei figli ed educarli in famiglia.] La famiglia, cellula di comunione a fondamento della societ, per i credenti come una piccola chiesa domestica, chiamata a rivelare al mondo l'amore di Dio. Cari fratelli e sorelle, aiutate le famiglie ad essere segno visibile di questa verit, a difendere i valori scritti nella stessa natura umana e quindi comuni a tutta l'umanit, ossia la vita, la famiglia e l'educazione. Non sono principi derivanti da una confessione di fede, ma dall'applicazione della giustizia che rispetta i diritti di ogni uomo. Questa la vostra missione, care famiglie cristiane! Mai venga meno in voi la fiducia nel Signore e la comunione con Lui nella preghiera e nel costante riferimento alla sua Parola. Sarete cos testimoni del suo Amore, non contando semplicemente su risorse umane, ma poggiando saldamente sulla roccia che Dio, vivificati dalla potenza del suo Spirito. Maria, Regina della Famiglia, guidi come luminosa Stella di speranza il cammino di tutte le famiglie dell'umanit. Con questi sentimenti, ben volentieri benedico voi qui presenti e quanti fanno parte delle diverse Associazioni che voi rappresentate.
un po' folcloristico uniscono una vita di fede, di preghiera e di carit. E cosa vi aspettate come frutto di questo incontro? La visita di un Papa per ogni diocesi e per tutte le singole persone un momento di grazia. Consapevoli dell'eccezionalit del momento e che le grazie sono efficaci in proporzione a quanto sono desiderate e attese nella preghiera, ci siamo preparati con momenti di riflessione e preghiera. Nella persona del Papa Pietro che viene a confortare nella fede i fratelli. Ci aspettiamo quindi che questa visita irrobustisca tutti nella fede, che ci faccia crescere nel senso di appartenenza alla Chiesa, che porti a tutti la consapevolezza che Dio ci chiama a qualcosa di grande, che dia un entusiasmo nuovo. La citt di Savona, il suo territorio circostante, uno dei poli turistici pi frequentati della Liguria. La Chiesa in Savona coglie questa collocazione come una possibilit di evangelizzazione? C' una pastorale del turismo che ogni parrocchia fa nel suo ambito, con conferenze, incontri, momenti di aggregazione, celebrazioni, rivolte specialmente ai turisti. Nella citt di Savona da qualche tempo esiste un servizio di volontari che accompagna i visitatori in un itinerario artistico-spirituale che ha come oggetto il duomo, con diverse opere d'arte e particolarmente la Cappella Sistina, voluta da Sisto IV, un coro cinquecentesco completamente intarsiato voluto da Giulio II e l'appartamento in cui fu tenuto prigioniero per quasi tre anni Pio VII. Presto sar disponibile anche un museo diocesano. Di fronte alle difficolt della Chiesa che in Savona nella diffusione del Vangelo, potr cambiare presto qualcosa? Sono qui da meno di tre mesi e ho trovato una Chiesa sensibile ai problemi della gente, vicina ai pi bisognosi, partecipe di tutte le vicende liete e tristi della popolazione, una Chiesa aperta ai problemi del mondo di oggi, propositiva, una Chiesa con le sue realizzazioni, le sue prospettive, i suoi progetti, i suoi sogni. E il sogno del Vescovo che questa visita irrobustisca tutti nella fede. Ges dice sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse gi acceso. Che questo fuoco contagi tutti, riscaldi il nostro cuore, comunichi il desiderio di una vita pi impegnata nel bene, ci dia la forza di rispondere coi fatti all'amore che il Signore ci dimostra ogni giorno. A tutti auguro che la visita del Papa sia una buona esperienza, che lasci un segno profondo e duraturo nella nostra vita. Avete gi pensato a cosa fare in ricordo della visita del Papa alla diocesi? Non abbiamo ancora parlato di quanto faremo per mantenere viva la memoria di questo evento, tuttavia penso che, tra qualche tempo, potremo organizzare un pellegrinaggio diocesano a Roma per restituire la visita al Papa. Ci sono gi progetti di lapidi da apporre ai luoghi ove il Papa si recher, si potr chiedere alle scuole di far esprimere ai ragazzi le loro impressioni sulla visita, potremo ricordare l'evento nel suo anniversario. Dopo che avremo visto e ascoltato Benedetto XVI il nostro rapporto con lui si far pi vivo, lo sentiremo pi vicino a noi e diventeremo anche pi sensibili alle sue necessit. Spero che tutto questo ci faccia pregare di pi per Lui.
della famiglia. Al tempo stesso, essa si dirige a tutte le famiglie ispirandole a coalizzarsi nella difesa e promozione dei loro diritti. E il vostro associazionismo, al riguardo, pu rappresentare uno strumento quanto mai opportuno per meglio attuare lo spirito della citata Carta dei diritti della Famiglia.] Der verehrte Papst Johannes Paul II., der mit Recht auch Papst der Familie genannt wurde, hob wiederholt hervor, da die Zukunft der Menschheit ber die Familie geht! (Familiaris consortio, 86). Er unterstrich oft den unersetzlichen Wert der Institution der Familie, die nach dem Plan Gottes, des Schpfers und Vaters, besteht. Auch ich habe gleich zu Beginn meines Pontifikats bei der Erffnung des Kongresses der Dizese Rom zum Thema Familie am 6. Juni 2005 bekrftigt, da die Wahrheit von Ehe und Familie in der Wahr-
consortio, 86). Egli sottolineava spesso il valore insostituibile dell'istituto familiare, secondo il disegno di Dio Creatore e Padre. Anch'io, proprio all'inizio del mio pontificato, aprendo il 6 giugno del 2005 il Convegno della Diocesi di Roma dedicato appunto alla famiglia, ho ribadito che la verit del matrimonio e della famiglia affonda le sue radici nella verit dell'uomo e ha trovato attuazione nella storia della salvezza, al cui centro sta la parola: Dio ama il suo popolo. La rivelazione biblica, infatti, anzitutto espressione di una storia d'amore, la storia dell'alleanza di Dio con gli uomini. Ecco perch la storia dell'amore e dell'unione tra un uomo e una donna nell'alleanza del matrimonio stata assunta da Dio come simbolo della storia della salvezza. Proprio per questo, l'unione di vita e di amore, basata sul matrimonio tra un uomo e una donna, che costituisce la famiglia, rappresenta un insostituibile
Un convegno europeo
L'alleanza per la famiglia in Europa; l'associazionismo protagonista il tema di riflessione proposto alla riflessione dei partecipanti al convegno promosso dal Forum delle associazioni familiari con la partecipazione della Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche, ricevuti questa mattina in udienza. All'inizio dell'incontro il presidente del forum Giovanni Giacobbe ha rivolto al Papa un indirizzo d'omaggio. Dopo aver ricordato che ricorre quest'anno il XXV anniversario di promulgazione della Carta dei Diritti della Famiglia presentata dalla Santa Sede nel 1983 si soffermato sugli obiettivi del forum. Nel corso degli ultimi due anni ha detto il forum ha realizzato importanti obiettivi: in particolare va segnalata la imponente mobilitazione delle famiglie italiane che si conclusa con il Family Day. L'impegno assunto con tale significativa manifestazione proseguito con la campagna di raccolta delle firme per Un fisco a misura di famiglia, con la quale il forum intende sottoporre all'attenzione del Parlamento e del Governo italiani la necessaria e ormai improcrastinabile esigenza della predisposizione di una politica per la famiglia, che abbia positivi effetti anche sul piano fiscale, nella prospettiva della valutazione dei figli, cresciuti in famiglia, come bene per tutta la societ. Sia il forum sia la federazione europea si muovono lungo le linee ha poi aggiunto che caratterizzano il magistero della Chiesa cattolica e, segnatamente, l'attenzione da lei costantemente rivolta verso la famiglia, in relazione alla quale la societ contemporanea presenta linee critiche fino al punto in cui non soltanto viene contraddetto il carattere sacro della vita, ma la stessa persona umana e la famiglia che vengono derubate della loro identit naturale. Il perseguimento degli indicati obiettivi ha detto avviandosi a conclusione comporta la qualificazione del ruolo dell'associazionismo in termini di coesione morale e culturale e, quindi, di presenza lato sensu politica: l'impegno del forum e della federazione europea, infatti, si esplica verso la promozione della famiglia, come soggetto che possiede una sua originaria caratterizzazione, senza la quale vengono a cessare i fondamenti stessi della societ civile. Nell'indicato contesto, si inserisce la ulteriore problematica relativa alla educazione dei figli che spetta, come compito primario, ai genitori, secondo quanto, peraltro, la Costituzione italiana impone di realizzare. Santo Padre, nel ringraziarla ancora per questa esaltante occasione di incontro, sommessamente le chiediamo di ricordarci nelle sue preghiere e di proseguire nella indicazione di un cammino lungo il quale ci impegniamo di operare.
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L'OSSERVATORE ROMANO
La traduzione del discorso di Benedetto XVI ai vescovi della Thailandia ricevuti in visita ad limina Apostolorum
Cattolici e buddisti insieme per arginare gli aspetti negativi della globalizzazione
L'importanza della cooperazione interreligiosa di fronte agli aspetti negativi della globalizzazione stata affermata dal Papa che, nella mattina di venerd 16 maggio, ha ricevuto in udienza i vescovi della Thailandia in visita ad limina Apostolorum. Il Papa ha invitato a collaborare con i buddisti per sostenere l'anima spirituale e morale del paese.
Cari Fratelli Vescovi, Mandi il tuo spirito e rinnovi la faccia della terra (cfr Sal 104, 30). Con queste parole dell'antifona di Pentecoste vi porgo cortesemente il benvenuto, Vescovi della Thailandia. Ringrazio il Vescovo Phimphisan per i cordiali sentimenti espressi a vostro nome. Li ricambio con affetto e vi assicuro delle mie preghiere per voi e per quanti sono affidati alla vostra sollecitudine pastorale. La vostra visita ad limina Apostolorum per voi occasione per rafforzare l'impegno a rendere Ges sempre pi visibile nella Chiesa e conosciuto nella societ mediante la testimonianza dell'amore e della verit del suo Vangelo. La grande solennit di Pentecoste che abbiamo recentemente celebrato ci ricorda che lo Spirito del Signore riempie il mondo intero e ci suggerisce di portare Cristo a tutti i popoli. Nel vostro Paese questa missione della piccola comunit cattolica si svolge in un contesto di rapporti, in particolare con i buddisti. Infatti, mi avete prontamente espresso il vostro grande rispetto per i monasteri buddisti e la stima che nutrite per il contributo che apportano alla vita sociale e culturale del popolo thailandese. Oggi, la coesistenza di differenti comunit religiose si svolge sullo sfondo della globalizzazione. Di recente, ho osservato che le forze della globalizzazione vedono l'umanit sospesa fra due poli. Da una parte c' la moltitudine di crescenti vincoli sociali e culturali che in generale promuovono un senso di solidariet globale e di responsabilit condivisa per il bene dell'umanit. Dall'altra, appaiono segni inquietanti di una frammentazione e di
Vergine Santissima, Madre del Verbo incarnato e Madre nostra, venerata col titolo di Aiuto dei cristiani nel Santuario di Sheshan, verso cui guarda con devoto affetto l'intera Chiesa che in Cina, veniamo oggi davanti a te per implorare la tua protezione. Volgi il tuo sguardo al Popolo di Dio e guidalo con sollecitudine materna sulle strade della verit e dell'amore, affinch sia in ogni circostanza fermento di armoniosa convivenza tra tutti i cittadini. Con il docile s pronunciato a Nazaret tu consentisti all'eterno Figlio di Dio di prendere carne nel tuo seno verginale e di avviare cos nella storia l'opera della Redenzione, alla quale cooperasti poi con solerte dedizione, accettando che la spada del dolore trafiggesse la tua anima, fino all'ora suprema della Croce, quando sul Calvario restasti ritta accanto a tuo Figlio che moriva perch l'uomo vivesse. Da allora tu divenisti, in maniera nuova, Madre di tutti coloro che accolgono nella fede il tuo Figlio Ges e accettano di seguirlo prendendo la sua Croce sulle spalle. Madre della speranza, che nel buio del Sabato santo andasti con incrollabile fiducia incontro al mattino di Pasqua, dona ai tuoi figli la capacit di discernere in ogni situazione, fosse pur la pi buia, i segni della presenza amorosa di Dio. Nostra Signora di Sheshan, sostieni l'impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare, affinch mai temano di parlare di Ges al mondo e del mondo a Ges. Nella statua che sovrasta il Santuario tu sorreggi in alto tuo Figlio, presentandolo al mondo con le braccia spalancate in gesto d'amore. Aiuta i cattolici ad essere sempre testimoni credibili di questo amore, mantenendosi uniti alla roccia di Pietro su cui costruita la Chiesa. Madre della Cina e dell'Asia, prega per noi ora e sempre. Amen!
un certo individualismo in cui domina il secolarismo, che spinge il trascendente e il senso del sacro ai margini ed eclissa la fonte stessa di armonia e unit nell'universo. Di fatto, gli aspetti negativi di questo fenomeno culturale, che causa sgomento e voi e ad altri responsabili religiosi nel vostro Paese, evidenziano l'importanza della cooperazione interreligiosa. Esortano a uno sforzo concertato per sostenere l'anima spirituale e morale del vostro popolo. In accordo con i buddisti, potete promuovere la comprensione reciproca concernente la trasmissione delle tradizioni alle prossime generazioni, l'articolazione di valori etici che la ragione pu discernere, il timore reverenziale per il trascendente, la preghiera e la contemplazione. Queste pratiche e disposizioni servono il bene comune della societ e alimentano l'essenza di ogni essere umano. Quali Pastori di greggi piccole e sparse, traete conforto dalla missio-
ne del Paraclito, che difende, consiglia e protegge (cfr Gv 14, 16). Incoraggiate i fedeli ad accogliere tutto ci che genera la nuova vita di Pentecoste! Lo Spirito di verit ci ricorda che il Padre e il Figlio sono presenti nel mondo attraverso quanti amano Cristo e osservano la sua parola (cfr Gv 14, 22-23), divenendo discepoli inviati a portare molto frutto (cfr Gv 15, 8). Lo Spirito dunque sia un dono sia un compito, un compito che a sua volta diviene un dono epifanico: la presentazione di Cristo e il suo amore per il mondo. In Thailandia, questo dono presente in particolare nelle cliniche mediche, nelle opere sociali e nelle scuole della Chiesa perch l che il nobile popolo tailandese giunge a riconoscere e a conoscere il volto di Ges Cristo. Cari Fratelli, avete correttamente osservato che le scuole e i collegi cattolici apportano un contributo notevole alla formazione intellettuale di numerosi giovani tailandesi. Dovrebbero anche apportare un contributo eccezionale all'educazione spirituale e morale dei giovani. Infatti, per questi aspetti cruciali della formazione della persona che i genitori, sia cattolici sia buddisti, si rivolgono alle scuole cattoliche. A questo proposito, desidero rivolgermi ai numerosi religiosi, uomini e donne, che servono diligentemente negli istituti scolastici cattolici nelle vostre Diocesi. Il loro ruolo non dovrebbe essere innanzitutto gestionale, ma missionario. In quanto persone consacrate, sono chiamate a essere testimoni di Cristo, epifania dell'amore di Dio nel mondo e a possedere il coraggio della testimonianza e la pazienza del dialogo servendo la dignit umana, l'armonia del creato, l'esistenza dei popoli e la pace (Le persone consacrate e la loro missione nelle scuole, n. 1-2). della massima importanza, quindi, che i religiosi rimangano vicini agli studenti e alle loro famiglie, in particolare mediante l'insegnamento del catechismo ai cattolici e chi interessato e mediante la formazione morale e la sollecitudine per le necessit spirituali di tutti nella comunit scolastica. Incoraggio le Congregazioni nel proprio impegno nell'apostolato pedagogico, fiducioso nel fatto che le rette saranno giuste e trasparenti e che le scuole diverranno sempre pi accessibili ai poveri che cos spesso anelano all'abbraccio fedele di Cristo. Un bell'esempio della proclamazione delle grandi opere di Dio (cfr At 2, 11) il servizio reso nelle vostre comunit dai catechisti, che hanno accolto con grande zelo e generosit la convinzione ardente di san Paolo: guai a me se non predicassi il Vangelo (1 Cor 9, 16). Tuttavia, questo compito non pu essere lasciato solo a loro. I vostri sacerdoti devono adempiere il ministero della Parola divina nella Predicazione del Vangelo e nell'insegnamento della Fede Cattolica (Rito dell'Ordinazione, n. 102). Questo fondamentale ruolo sacerdotale
che, per essere effettivo, richiede un'adeguata formazione filosofica e teologica, non pu essere delegato ad altri. Piuttosto, quando bravi catechisti collaborano con i loro parroci i tralci della vite fanno molto frutto (cfr Gv 15, 5). A questo fine, i vostri resoconti alludono a diversi compiti kerigmatici degni di attenzione, inclusa la formazione dei coniugi che non sono cattolici e la sollecitudine pastorale per numerosi individui e gruppi familiari cattolici che si trasferiscono dalle aree rurali nelle citt, correndo il rischio di perdere i contatti con la vita parrocchiale. Infine, cari fratelli, desidero esprimere apprezzamento per gli sforzi dell'intera comunit cattolica della Thailandia volti a difendere la dignit di ogni vita umana, soprattutto di quella pi vulnerabile. Di particolare interesse per voi la piaga del traffico di donne e bambini e della prostituzione. Senza dubbio la povert un fattore alla base di questo fenomeno e, a questo proposito, so che si sta facendo molto mediante i programmi ecclesiali di sviluppo. Tuttavia, c' un altro aspetto che va riconosciuto e affrontato collettivamente se si vuole porre fine in modo efficace a questo odioso sfruttamento umano. Mi riferisco alla banalizzazione della sessualit operata nei mezzi di comunicazione sociale e nell'industria dell'intrattenimento, che alimenta un declino dei valori morali e conduce al degrado delle donne, all'indebolimento della fedelt coniugale e anche all'abuso dei bambini. Con affetto fraterno offro queste riflessioni, con il desiderio di confermarvi nella vostra volont di ricevere la fiamma dello Spirito cosicch possiate proclamare con una sola voce la Buona Novella di Ges! A voi tutti, ai vostri sacerdoti, ai religiosi, ai seminaristi e ai fedeli laici, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.
Rescriptum ex audientia
In riferimento al Documento della Congregazione per l'Educazione Cattolica Istruzione circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al Seminario e agli Ordini sacri, pubblicato dal menzionato Dicastero il 4 novembre 2005, e in seguito a numerose richieste di chiarimento giunte alla Sede Apostolica, si precisa che le disposizioni contenute in detta Istruzione valgono per tutte le Case di formazione al sacerdozio, comprese quelle che dipendono dai Dicasteri per le Chiese Orientali, per l'Evangelizzazione dei Popoli e per gli Istituti di Vita Consacrata e le Societ di Vita Apostolica. Il Sommo Pontefice, il giorno 8 del mese di aprile dell'anno del Signore 2008, ha approvato tale precisazione. TARCISIO CARD. BERTONE Segretario di Stato
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 116 (44.856)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
domenica 18 maggio 2008
Signor Cardinale, venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle, sono particolarmente lieto di incontrarmi con tutti voi, che siete direttamente impegnati nelle Pontificie Opere Missionarie, organismi al servizio del Papa e dei Vescovi delle Chiese locali per realizzare il mandato missionario di evangelizzare le genti fino agli estremi confini della Terra. Al Signor Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, dirigo, in primo luogo, il mio cordiale ringraziamento per le parole che mi ha rivolto a nome di tutti i presenti. Estendo il mio saluto al Segretario ed a tutti i Collaboratori del Dicastero missionario, sacerdoti, religiosi e religiose, laici e laiche. Carissimi, grazie alla vostra intensa opera che l'affermazione del Concilio, secondo la quale tutta la Chiesa per sua natura missionaria, diviene effettiva realt. Le Pontificie Opere Missionarie hanno il carisma di promuovere tra i cristiani la passione per il Regno di Dio, da stabilire dovunque attraverso la predicazione del Vangelo. Sorte con questo respiro universale, sono state uno strumento prezioso nelle mani dei miei Predecessori, che le hanno elevate al rango di Pontificie, raccomandando ai Vescovi di istituirle nelle loro diocesi. Il Concilio Vaticano II giustamente ne ha riconosciuto il primo posto nella cooperazione missionaria, perch sono mezzi sia per infondere nei cattolici, fin dall'infanzia, uno spirito veramente universale e missionario, sia per favorire un'adeguata raccolta di sussidi a vantaggio di tutte le missioni e secondo la necessit di ciascuna (Ad Gentes, 3e). Il Concilio ha particolarmente approfondito la natura e la missione della Chiesa particolare, riconoscendone la piena dignit e responsabilit missionaria. La missione un compito e un
dovere di tutte le Chiese, che come vasi comunicanti condividono persone e risorse per realizzarla. Ogni Chiesa locale il popolo scelto tra le genti, convocato nell'unit del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, per far conoscere i prodigi di Colui che dalle tenebre li chiam all'ammirabile sua luce (Lumen gentium, 10). Essa il luogo dove lo Spirito si manifesta con la ricchezza dei suoi carismi, donando ad ogni fedele la chiamata e la responsabilit della missione. La sua missione di comunione. Ai germi di disgregazione tra gli uomini, che l'esperienza quotidiana mostra tanto ra-
li (RMI, 2). Grazie alla riflessione che hanno sviluppato in questi decenni, le Pontificie Opere Missionarie si sono inserite nel contesto dei nuovi paradigmi di evangelizzazione, e del modello ecclesiologico di comunione tra le Chiese. chiaro che esse sono Pontificie, ma per diritto sono anche episcopali, in quanto strumenti nelle mani dei Vescovi per realizzare il mandato missionario di Cristo. Pur essendo le opere del Papa, le Pontificie Opere Missionarie sono anche dell'intero Episcopato e di tutto il Popolo di Dio (Paolo VI, Messaggio per la Giornata Mondiale del 1968).
dicati nell'umanit a causa del peccato, la Chiesa locale contrappone la forza generatrice di unit del Corpo di Cristo. Papa Giovanni Paolo II poteva con gioia affermare che si sono moltiplicate le Chiese locali, fornite di propri Vescovi, clero e personale apostolico; ... la comunione tra le Chiese porta ad un vivace scambio di beni spirituali e di doni; si sta affermando una coscienza nuova: cio che la missione riguarda tutti i cristiani, tutte le diocesi e parrocchie, le istituzioni e associazioni ecclesia-
Sono lo strumento specifico, privilegiato e principale per l'educazione allo spirito missionario universale, per la comunione e la collaborazione inter-ecclesiale nel servizio dell'annuncio del Vangelo (cfr Statuto, 18). Anche in questa fase della storia della Chiesa, che si riconosciuta per sua natura missionaria, il carisma e il lavoro delle Pontificie Opere Missionarie non si sono esauriti, e non devono venire meno. Resta ancora urgente e necessaria la missione di evangelizzare l'umanit. La
missione un dovere, cui bisogna rispondere: Guai a me se non evangelizzo (1 Cor 9, 16). L'apostolo Paolo, a cui la Chiesa dedica uno speciale anno nel ricordo dei duemila anni dalla nascita, ha compreso sulla via di Damasco e poi sperimentato nel corso del successivo ministero che la redenzione e la missione sono atti d'amore. l'amore di Cristo che lo spinge a percorrere le strade dell'impero romano, ad essere araldo, apostolo, banditore del Vangelo (cfr 2 Tm 2, 1, 11) e a farsi tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno (cfr 1 Cor 22). Chi annuncia il Vangelo partecipa alla carit di Cristo, che ci ha amati e ha donato se stesso per noi (cfr Ef 5, 2), suo ambasciatore e supplica in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio! (cfr 2 Cor 5, 20) (Congregazione per la dottrina della Fede, Nota su alcuni aspetti dottrinali dell'evangelizzazione, n. 10). l'amore che ci deve spingere ad annunciare con franchezza e coraggio a tutti gli uomini la verit che salva (cfr Gaudium et spes, 28). Un amore che si deve irradiare dovunque e raggiungere il cuore di ogni uomo. Gli uomini infatti attendono Cristo. Le parole di Ges, Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ci che vi ho comandato (Mt 28, 1920), costituiscono ancora un mandato obbligatorio per tutta la Chiesa e per ogni singolo fedele di Cristo. Questo impegno apostolico un dovere ed anche un diritto irrinunciabile, espressione propria della libert religiosa, che ha le sue corrispondenti dimensioni etico-sociali ed etico-politiche (cfr Dignitatis humanae, 6). Alle Pontificie Opere chiesto di rendere la Missio ad Gentes il paradigma di tutta l'attivit pastorale. Ad esse, e in modo particolare alla Pontificia Unione Missionaria, spetta il compito di promuovere, cio, e diffondere sempre pi nel popolo cristiano il mistero della Chiesa, ovvero questo fattivo spirito missionario (Paolo VI, Graves et Increscentes). Sono sicuro che continuerete ad impegnarvi con tutto il vostro entusiasmo, perch le vostre Chiese locali sempre pi generosamente assumano la loro parte di responsabilit nella missione universale. A tutti la mia Benedizione.
INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di venerd 16: le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Mario Giordana, Arcivescovo titolare di Minori, Nunzio Apostolico in Slovacchia; George Yod Phimphisan, Vescovo di Udon Thani (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum; il Reverendo Monsignor Joseph Haelom Wutthilert, Vicario Generale di Chiang Mai (Thailandia), in visita ad limina Apostolorum.
NOSTRE
Provvista di Chiesa
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Bandung (Indonesia) il Reverendo Monsignor Johannes Maria Trilaksyanta Pujasumarta, Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Semarang.
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Washington chiede un aumento della produzione di petrolio per moderare il prezzo sui mercati
manda e offerta sono in equilibrio sui mercati e dunque l'impennata delle quotazioni del barile non dipende dalla nostra produzione ma da altri motivi, tra cui le speculazioni finanziarie e la carenza di raffinerie adatte a produrre il carburante pi richiesto. L'Arabia Saudita ha aumentato la propria produzione petrolifera di trecentomila barili al giorno a partire dallo scorso 10 maggio, proprio per
compensare la minore produzione degli altri Paesi che fanno parte dell'Opec. La posizione di Riad chiara: dietro i prezzi record del greggio c la debolezza del dollaro, le tensioni politiche e le speculazioni, ma non la mancanza di forniture. LArabia Saudita si comunque detta pronta a rispondere alle richieste dei Paesi consumatori nel caso di una netta carenza di forniture.
ha lasciato un profondo risentimento tra i sunniti seguaci della maggioranza parlamentare guidata da Saad Hariri. Secondo gli osservatori locali, lindebolimento del fronte moderato di Hariri potrebbe aprire la strada allazione di gruppi estremisti ispirati ad Al Qaeda. La rete internazionale capeggiata da Osama Bin Laden gi considera il sud del Libano terra per la Jihad da lanciare contro i caschi blu dellUnifil, la missione Onu schierata nellarea tra il fiume Litani e la Linea Blu di demarcazione con Israele. Nel messaggio audio di ieri Osama bin Laden ha ribadito che il sostegno occidentale a Israele dimostrato in pratica dallaver mandato le truppe nel sud del Libano.
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Si teme che un lago possa tracimare nella regione del Sichuan, epicentro del terremoto
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Al vaglio dei governanti di sessanta Paesi partecipanti al quinto vertice, tra America Latina, Caraibi e Unione europea
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La devozione a Maria di Pio VII
tiguo palazzo di San Callisto in Trastevere a ragione della malaria che allora infestava la campagna romana. Anche sul suo letto di morte, il vecchio Pontefice ricordava nel delirio quella messa mattutina alla Madonna Addolorata nella Basilica Callistiana, e sollecitava perci gli astanti a far presto, perch dopo messa egli avrebbe dovuto ritornare a San Paolo per il coro!. stato fatto rilevare come nel breve
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In un'iscrizione funeraria del IV secolo la prima testimonianza archeologica dell'evangelizzazione in Liguria
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fondendo i culti di san Sensia, san Cer- cristianizzazione, che appare sempre bone, san Mamiliano. E l'esodo port i pi nitida nella sua dinamica, la quale profughi sino alla terra di Liguria: tar- collega questa terra impervia, ma dolde testimonianze agiografiche attestano cemente bagnata dal mare e baciata i culti di san Cipriano a Calvisio, san- da un clima sempre tiepido, tra la t'Ampelio a Bordighera, sant'Eugenio nell'isola di Bergeggi, i santi Par- Gi nel VI secolo nel Ponente ligure teo, Partenopeo, Para- si nota la nascita di una densa costellazione gorio e Severino a Noli, di ecclesiae baptismales san Venerio nel golfo di La Spezia. Alla compo- Testimoniano una sistematica nente africana si asso- cristianizzazione delle aree rurali cia, nel fenomeno della con riguardo speciale per gli edifici di culto cristianizzazione della Liguria costiera e insulare, il fenomeno dell'eremitismo orien- grande esperienza milanese di Ambrotale, ma un'attenta considerazione del- gio e quella degli uomini della Provenle scarse evidenze archeologiche emerse za, che accolsero il Cristianesimo, proalla Gallinara, a Bergeggi e al Tino, prio quando fu promulgato l'editto di suggeriscono di pensare a insediamenti tolleranza. Da Milano, da Arles, da Marsiglia, monastici solo altomedievali, scartando l'ipotesi di eremitaggi paleocristiani, da Aix-en-Provence, ma anche da Ropi sicuri per le isole dell'arcipelago to- ma, da Aquileia, da Ravenna, dai porti dell'orbis christianus antiquus, attrascano. Mentre gli archeologi delle sovrin- verso le vie consolari e i tracciati minotendenze di Stato e dell'Istituto Inter- ri, la nuova fede arriv e si accese nei nazionale degli Studi Liguri continua- grandi centri costieri, ma pure negli inno a scavare gli edifici cristiani, inter- sediamenti rurali dell'entroterra, concettando realt pi antiche rispetto a vertendo popoli e uomini, creando picquelle evidenziate dalle strutture me- cole e grandi comunit, ispirando la dievali e romaniche, si stanno scriven- costruzione di cattedrali e battisteri, di do nuove pagine della storia del Cri- piccole pievi e isolati monasteri, semstianesimo in terra di Liguria. Si tratta pre nel nome di quella croce, incisa di pagine dense di nuove notizie, che tanti anni prima nella povera tegola di valorizzano le fonti scritte e che lascia- Perti, da cui inizia la storia infinita no emergere i tempi e i modi di una dell'evangelizzazione della Liguria.
Nell'antica liturgia mozarabica, elaborata nel corso dei secoli VI e VII, si fondono elementi orientali e occidentali, usi e costumi del Nord dell'Africa e della Chiesa ambrosiana
La celebrazione di questa liturgia vuole essere per gli spagnoli residenti a Roma un'evocazione dell'antica professione della loro fede e della bellezza delle loro assemblee. Per tutti significher una comunione dei riti cattolici, dei quali conserva elementi preziosi.
*Rettore della Iglesia Nacional Espaola de Santiago y Montserrat
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Pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana l'Annuarium Statisticum Ecclesiae
sacerdoti. Le dimensioni del fenomeno, pertanto, risultano ancora del tutto inadeguate perch l'opera di tale categoria di operatori pastorali possa incidere in maniera significativa sull'equilibrio tra la domanda e l'offerta di servizi ai fedeli cattolici residenti sul territorio. In termini evolutivi, tuttavia, si noti che essi tendono a manifestare una maggiore presenza sul territorio proprio laddove il rapporto fedeli battezzati per sacerdote risulta pi carente. Emergono, pertanto, fenomeni di redistribuzione delle risorse in corso nella Chiesa Cattolica, a garanzia del ricambio nell'offerta di servizi pastorali. Il trend di contrazione che ha investito da qualche anno la categoria dei religiosi professi non sacerdoti sembrerebbe aver trovato, nel 2006, una battuta di arresto. Nel mondo, essi contavano 55.057 unit nel 2000 e raggiungono il numero di 55.107 nel 2006. In netto calo in Europa (-12,01%) e in Oceania (-16,83%), stazionari in America, i religiosi professi non sacerdoti aumentano in Asia (+30,63%), dove accrescono la propria quota sul totale mondiale, e in Africa (+8,13%). Nel 2006, infatti, il peso dei religiosi non sacerdoti in questi due continenti arriva a superare la percentuale presente in America. L'Europa continua a mantenere la quota relativa pi elevata (34,63%), ma in netta diminuzione. Anche la popolazione delle religiose professe sta attraversando una profonda trasformazione. Le religiose professe, numericamente pari a quasi due volte i sacerdoti e circa 14 volte i religiosi professi, sono attualmente in diminuzione. A livello globale, esse passano da oltre 800 mila unit nel 2000 a circa 750 mila sette anni dopo. Quanto alla loro distribuzione geografica, il 42% circa risiede in Europa, seguito dall'America con il 28,03% e dall'Asia con poco pi del 20%. In termini evolutivi, le religiose professe
La popolazione sacerdotale, sia diocesana che religiosa, mostra un marginale accrescimento nel corso degli ultimi sette anni (+0,51% a livello mondiale), passando dal numero di 405.178 nel 2000 a 407.262 nel 2006. Il dato aggregato, tuttavia, risulta assai poco significativo, alla luce delle evidenti disparit regionali, innanzitutto di segno. Se Africa e Asia mostrano una dinamica assai sostenuta (rispettivamente, +23,24% e +17,71%) e l'America si mantiene pressoch stazionaria, Europa ed Oceania registrano, invece, nello stesso periodo, tassi di crescita negativi, del 5,75 e del 4,37%. Guardando, poi, alla distinzione tra diocesani e religiosi, appare chiaro l'evolversi divergente delle due categorie di operatori sacerdotali. A fronte dei primi che, nel complesso, registrano un aumento del 2%, passando cos da 265.781 nel 2000 a 271.091 nel 2006, i secondi sono in costante flessione (-2,31%), attestandosi a poco pi di 136 mila nel 2006. I religiosi, inoltre, oltre a risultare, in linea con il dato aggregato, in calo in Europa ed Oceania, mostrano un significativo ripiegamento anche nel continente americano, dove contano poco pi di 42 mila unit nel 2006 da oltre 45 mila nel 2000. In termini di quota percentuale, i sacerdoti risultano chiaramente in flessione solo in Europa: se nel 2000, essi rappresentavano oltre il 51% del totale mondiale, scendono, al 2006, di oltre 3 punti percentuali. Recuperano, invece, posizioni Asia e Africa che, insieme, rappresentano, nel 2006, quasi il 21 per cento del totale (dal 17,5 di sette anni prima). America ed Oceania tendono a conservare la propria quota sostanzialmente costante nel tempo, anche se molto diversa in termini dimensionali: la prima si mantiene attorno al 30%, mentre la seconda continua a rappresentare poco pi dell'1%. Prendendo in esame il rapporto tra il numero dei cattolici presenti nelle varie aree continentali e quelli dei sacerdoti emerge con evidenza un crescente squilibrio tra la domanda e l'offerta di servizi pastorali. Se nel 2000 a ciascun sacerdote si attribuivano 2.579 cattolici, questi ultimi diventano quasi 2.800 nel 2006. Il fenomeno evidente soprattutto in America, ma la presenza sacerdotale peggiora anche in Europa, pur vantando, quest'ultima, il rapporto pi vantaggioso in termini assoluti. Migliora invece il numero di cattolici per sacerdote in Africa (da 4.786 a 4.729) ed in Asia (da 2.463 a 2.310), ma rimane ancora del tutto inadeguato, soprattutto nel primo caso. La popolazione dei diaconi permanenti, sia diocesani sia religiosi, continua a mostrare una significativa dinamica evolutiva. Ancora limitati in termini assoluti, aumentano, al 2006, di oltre il 24%, rispetto al dato di sette anni prima, passando da 27.824 a 34.520. Il numero dei diaconi migliora in tutte le aree a ritmi assai elevati. In Oceania, dove i diaconi non raggiungono ancora l'1% del totale, essi aumentano di quasi il 50%, attestandosi a 264 unit nel 2006. Ma essi aumentano anche in aree dove la loro presenza quantitativamente pi rilevante. In America ed in Europa, dove al 2006 risiede circa il 98% della popolazione complessiva, i diaconi sono aumentati, nell'intervallo di tempo analizzato, rispettivamente del 21,9 e 29,08%. In America, in particolare, essi risultano concentrati soprattutto nell'America del Nord. L'effettiva capacit dei diaconi permanenti di coadiuvare i sacerdoti nell'azione pastorale sul territorio, rimane, tuttavia, ancora contenuta. Nel mondo, la distribuzione dei diaconi ogni cento sacerdoti residenti, infatti, pari a 8,476 nel 2006 e va da un minimo di appena 0,279 in Asia ad un massimo di 18,46 in America. In Europa ed Oceania il quoziente attorno a 5,65,7, mentre in Africa 1,1 diaconi permanenti prestano servizio a fianco dei
sono andate aumentando nei continenti pi dinamici, Africa (+15, 45%) ed Asia (+12,78), a fronte di una contrazione nelle rimanenti aree. Di conseguenza, se nel 2000 le religiose professe residenti in Europa e America ammontavano a quasi i tre quarti del totale mondiale, incidono per poco meno del 70% nel 2006. Al fine di valutare le potenzialit di rinnovo dell'attivit pastorale, utile considerare l'andamento degli studenti di filosofia e di teologia presenti nei seminari diocesani e in quelli religiosi. Ebbene, a livello globale, il numero dei candidati al sacerdozio aumentato, passando da 110.583 unit nel 2000 a oltre 115mila nel 2006, con un incremento del 4,43%. L'evoluzione stata molto differente nei vari continenti. Mentre, infatti, Africa e Asia hanno mostrato dinamiche evolutive estremamente vivaci, l'Europa registra una contrazione del 16% circa nello stesso
periodo. Di conseguenza, si osserva un ridimensionamento del ruolo del continente europeo alla crescita potenziale del rinnovo delle compagini sacerdotali, con una quota che passa dal 24% a meno del 20%, a fronte di un'espansione di quello di Africa ed Asia. L'America mantiene una quota attorno al 32%, mentre l'Oceania rappresenta appena lo 0,8% del totale, ma in aumento. Nel 2006, ogni milione di cattolici nel mondo poteva contare su circa 102 candidati al sacerdozio: il rapporto diveniva 1 a 259 in Asia, 1 a 152 in Africa e 1 a 110 in Oceania; al di sotto della media mondiali i rimanenti. Anche in rapporto al numero dei sacerdoti, infine, le vocazioni risultano in crescita. Se il numero dei candidati nel mondo era infatti pari a poco pi di 27 per 100 sacerdoti nel 2000, esso supera le 28 unit ogni 100 sacerdoti nel 2006.
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Il discorso del cardinale Tauran alla VI Conferenza di Doha sul dialogo interreligioso
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Benedetto XVI ai partecipanti al seminario di studio per vescovi promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici
Signor Cardinale, venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle! Sono lieto di incontrarvi in occasione del Seminario di studio convocato dal Pontificio Consiglio per i Laici per riflettere sulla sollecitudine pastorale verso i movimenti ecclesiali e le nuove comunit. Ringrazio i numerosi Presuli che hanno voluto presenziare, provenienti da ogni parte del mondo: il loro interesse e la loro viva partecipazione hanno garantito la piena riuscita dei lavori, giunti ormai alla giornata conclusiva. Rivolgo a tutti i Confratelli nell'Episcopato e a tutti i presenti un cordiale saluto di comunione e di pace; in particolare saluto il Signor Cardinale Stanisaw Ryko e Mons. Josef Clemens, rispettivamente Presidente e Segretario del Dicastero, e i loro collaboratori. Non la prima volta che il Consiglio per i Laici organizza un Seminario per i Vescovi sui movimenti laicali. Ricordo bene quello del 1999, ideale prosecuzione pastorale dell'incontro del mio amato Predecessore Giovanni Paolo II con i movimenti e le nuove comunit, tenutosi il 30 maggio dell'anno precedente. Come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede fui coinvolto in prima persona nel dibattito. Ebbi modo di stabilire un dialogo diretto con i Vescovi, uno scambio franco e fraterno su tante questioni importanti. L'odierno Seminario, analogamente, vuol essere una prosecuzione dell'incontro che io stesso ho avuto, il 3 giugno 2006, con una larga rappresentanza di fedeli appartenenti a pi di 100 nuove aggregazioni laicali. In quella occasione indicai nell'esperienza dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunit il segno luminoso della bellezza di Cristo, e della Chiesa, sua Sposa (cfr Messaggio ai partecipanti al Congresso del 22 maggio 2006). Rivolgendomi ai cari amici dei movimenti, li esortavo a fare di essi sempre pi scuole di comunione, compagnie in cammino in cui si impara a vivere nella verit e nell'amore che Cristo ci ha rivelato e comunicato per mezzo della testi-
monianza degli apostoli, in seno alla grande famiglia dei suoi discepoli (ibid.). I movimenti ecclesiali e le nuove comunit sono una delle novit pi importanti suscitate dallo Spirito Santo nella Chiesa per l'attuazione del Concilio Vaticano II. Si diffusero proprio a ridosso dell'assise conciliare, soprattutto negli anni immediatamente successivi, in un periodo
compresa alla luce del disegno di Dio e della missione della Chiesa negli scenari del nostro tempo? Proprio perci si sono succeduti numerosi interventi di richiamo e di orientamento da parte dei Pontefici, che hanno avviato un dialogo e una collaborazione sempre pi approfonditi a livello di tante Chiese particolari. Sono stati superati non pochi pregiudizi, resistenze e tensio-
carico di entusiasmanti promesse, ma segnato anche da difficili prove. Paolo VI e Giovanni Paolo II seppero accogliere e discernere, incoraggiare e promuovere l'imprevista irruzione delle nuove realt laicali che, in forme varie e sorprendenti, ridonavano vitalit, fede e speranza a tutta la Chiesa. Gi allora, infatti, rendevano testimonianza della gioia, della ragionevolezza e della bellezza di essere cristiani, mostrandosi grati di appartenere al mistero di comunione che la Chiesa. Abbiamo assistito al risveglio di un vigoroso slancio missionario, mosso dal desiderio di comunicare a tutti la preziosa esperienza dell'incontro con Cristo, avvertita e vissuta come la sola risposta adeguata alla profonda sete di verit e di felicit del cuore umano. Come non rendersi conto, al contempo, che una tale novit attende ancora di essere adeguatamente
ni. Rimane da assolvere l'importante compito di promuovere una pi matura comunione di tutte le componenti ecclesiali, perch tutti i carismi, nel rispetto della loro specificit, possano pienamente e liberamente contribuire all'edificazione dell'unico Corpo di Cristo. Ho molto apprezzato che sia stata scelta, come traccia del Seminario, l'esortazione da me rivolta a un gruppo di Vescovi tedeschi in visita ad limina, che oggi senz'altro ripropongo a tutti voi, Pastori di tante chiese particolari: Vi chiedo di andare incontro ai movimenti con molto amore (18 novembre 2006). Potrei quasi dire di non aver altro da aggiungere! La carit il segno distintivo del Buon Pastore: essa rende autorevole ed efficace l'esercizio del ministero che ci stato affidato. Andare incontro con molto amore ai movimenti e alle nuove comunit ci spinge a conoscere adeguatamente la loro realt, senza impressioni superficiali o giudizi riduttivi. Ci aiuta anche a comprendere che i movimenti ecclesiali e le nuove comunit non sono un problema o un rischio in pi, che si assomma alle nostre gi gravose incombenze. No! Sono un dono del Signore, una risorsa preziosa per arricchire con i loro carismi tutta la comunit cristiana. Perci non deve mancare una fiduciosa accoglienza che dia loro spazi e valorizzi i loro contributi nella vita delle Chiese locali. Difficolt o incomprensioni su questioni particolari non autorizzano alla chiusura. Il molto amore ispiri prudenza e pazienza. A noi Pastori chiesto di accompagnare da vicino, con paterna sollecitudine, in modo cordiale e sapiente, i movimenti e le nuove comunit, perch possano generosamente mettere a servizio dell'utilit comune, in modo ordinato e fecondo, i tanti doni di cui sono portatori e che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare: lo slancio missionario, gli efficaci itinerari di formazione cristiana, la testimonianza di fedelt e obbedienza alla Chiesa, la sensibilit ai bisogni dei poveri, la ricchezza di vocazioni. L'autenticit dei nuovi carismi garantita dalla loro disponibilit a sottomettersi al discernimento dell'autorit ecclesiastica. Gi numerosi movimenti ecclesiali e nuove comunit sono stati riconosciuti dalla Santa Sede, e pertanto vanno senza dubbio considerati un dono di Dio per tutta la Chiesa. Altri, ancora in fase nascente, richiedono l'esercizio di un accompagnamento ancor pi delicato e vigilante da parte dei Pastori delle Chiese particolari. Chi chiamato a un servizio di discerni-
mento e di guida non pretenda di spadroneggiare sui carismi, ma piuttosto si guardi dal pericolo di soffocarli (cfr 1 Ts 5, 19-21), resistendo alla tentazione di uniformare ci che lo Spirito Santo ha voluto multiforme per concorrere all'edificazione e alla dilatazione dell'unico Corpo di Cristo, che lo stesso Spirito rende saldo nell'unit. Consacrato e assistito dallo Spirito di Dio, in Cristo, Capo della Chiesa, il Vescovo dovr esaminare i carismi e provarli, per riconoscere e valorizzare ci che buono, vero e bello, ci che contribuisce all'incremento della santit dei singoli e delle comunit. Quando saranno necessari interventi di correzione, siano anch'essi espressione di molto amore. I movimenti e le nuove comunit si mostrano fieri della loro libert associativa, della fedelt al loro carisma, ma hanno anche dimostrato di sapere bene che fedelt e libert sono assicurate, e non certo limitate, dalla comunione ecclesiale, di cui i Vescovi, uniti al Successore di Pietro, sono ministri, custodi e guide. Cari Fratelli nell'Episcopato, al termine di questo incontro vi esorto a ravvivare in voi il dono che avete ricevuto con la vostra consacrazione (cfr 2 Tm 1, 6). Lo Spirito di Dio ci aiuti a riconoscere e custodire le meraviglie che Egli stesso suscita nella Chiesa a favore di tutti gli uomini. A Maria Santissima, Regina degli Apostoli, affido ognuna delle vostre Diocesi e vi imparto di tutto cuore un'affettuosa Benedizione Apostolica, che estendo ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, ai seminaristi, ai catechisti e a tutti i fedeli laici, in particolare, oggi, ai membri dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunit presenti nelle Chiese affidate alle vostre cure.
Approfondire la conoscenza della missione, in un mondo globalizzato in continuo cambiamento, per poter essere strumenti docili all'opera multiforme dello Spirito Santo, al servizio della Chiesa e delle nazioni: lo scopo fondamentale che vede riuniti in questi giorni a Roma i partecipanti all'assemblea annuale generale delle Pontificie Opere Missionarie. I lavori, iniziati mercoled scorso 14 maggio, si concluderanno mercoled prossimo 21 maggio. Ad inaugurarli stato un corso di formazione proposto ai nuovi direttori nominati quest'anno. Durante l'udienza di sabato mattina, 17 maggio, riservata ai partecipanti, il cardinale prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, Ivan Dias, nel saluto rivolto a Benedetto XVI all'inizio dell'incontro, dopo aver espresso devozione e sentimenti di omaggio a nome dei presenti ha voluto ricordare come l'impegno del dicastero sia illuminato dal suo magistero, Santit ha detto in particolare , attraverso il quale ci ricorda che l'attivit di evangelizzazione sgorga dall'amore di Cristo (Deus caritas est), che ci trasforma in messaggeri della Speranza (Spe salvi).
Una riflessione questa che tra l'altro ha occupato queste prime giornate di lavoro dell'Assemblea generale, durante le quali sono state condivise esperienze maturate in ogni territorio di missione e gettate le basi per la realizzazione di progetti futuri. Non a caso il cardinale, rivolgendo il suo saluto, al Papa ha voluto in qualche modo anticipare quali saranno gli impegni delle Pontificie Opere Missionarie in un prossimo futuro. Obbedendo alle indicazioni date, si sforzeranno di approfondire la vocazione e il ministero apostolico, per poter cooperare lietamente e sempre pi intensamente alla missione universale della Chiesa, cos necessaria e urgente in questo periodo storico di trasformazione dell'umanit. Il cardinale non ha poi mancato di ricordare la celebrazione dell'anno che il Pontefice ha voluto dedicare all'Apostolo delle Genti, San Paolo, assicurando tra l'altro la preghiera particolare proprio di quanti vivono la missione come stile di vita coscienti della bellezza e della responsabilit di essere chiamati a servizio dell'evangelizzazione.
Cappella Papale Santa Messa in suffragio del Signor Cardinale Bernardin Gantin
Notificazione
Venerd 23 maggio 2008, alle ore 11, all'Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, sar celebrata la Santa Messa di suffragio per il defunto Cardinale Bernardin Gantin, del Titolo della Chiesa Suburbicaria di Palestrina, Decano emerito del Collegio Cardinalizio. La Santa Messa sar celebrata dal Sig. Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, insieme con gli Em.mi Signori Cardinali. Al termine della Celebrazione il Santo Padre Benedetto XVI rivolger la Sua Parola ai presenti e impartir la Benedizione Apostolica. I Signori Cardinali che desiderano concelebrare vorranno trovarsi alle ore 10.30 nella sagrestia della Basilica Vaticana per indossare le vesti sacre, portando con s la mitra bianca damascata. Coloro che, in conformit al Motu Proprio Pontificalis Domus, fanno parte della Cappella Pontificia e intendono partecipare al Sacro Rito, indossando il completo abito corale, sono pregati di trovarsi per le ore 10.30 presso l'altare della Cattedra per occupare il posto che sar loro indicato. Citt del Vaticano, 16 maggio 2008. Per mandato del Santo Padre MONS. GUIDO MARINI Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie
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GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 117 (44.857)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
luned-marted 19-20 maggio 2008
Il Papa a Savona e a Genova sui passi dei predecessori Pio VII e Benedetto XV
stata esemplare la visita di Benedetto XVI alla Chiesa della Liguria. Esemplare perch, nella concentrazione sull'essenziale che caratteristica del vescovo di Roma, ha mostrato il volto di pastore del successore di Pietro. In un viaggio breve ma che ha saputo fortemente esprimere e mostrare, nella festa della Trinit, l'essenza del cristianesimo. Questa, ha detto il Papa a Savona, si riassume nel nome di Dio: Misericordia, che sinonimo di amore, di grazia. E questo nome, cos antico e sempre nuovo, non una lontana astrazione; al contrario ha ripetuto Benedetto XVI a Genova dal nome di Dio dipende la nostra storia. Non sono state parole disperse al vento, ma un insegnamento tratto da quello di Ges che, appunto, non fa giri di parole; e questo insegnamento il Papa ha voluto seminare con fiducia e amicizia nel cuore di quanti lo hanno voluto ascoltare. Come avvenuto soprattutto nell'incontro con i giovani, vera e propria meditazione sul significato del futuro e sull'importanza di Dio, riflessione che non stata impedita nel suo svolgimento da una pioggia insistente, figura anzi di quella che bagna la terra secca delle nostre anime. In questo nuovo viaggio nel Paese di cui primate, Benedetto XVI ha voluto recarsi in due citt legate in modo speciale a Roma e ai suoi vescovi, entrambe radicate nella devozione a Maria, che non parla mai di s, ma sempre di Dio. E in questo intrecciarsi di simboli il Romano Pontefice ha voluto mostrare l'esempio di due suoi grandi predecessori Benedetto XV e Pio VII che in modo diverso seppero affrontare i poteri del mondo: il primo, Papa della pace durante la prima guerra mondiale, e il secondo che con il coraggio dimostrato di fronte alla bufera napoleonica, pagina oscura della storia dell'Europa, ci insegna ad affrontare le sfide del mondo: materialismo, relativismo, laicismo, senza mai cedere a compromessi. Il guardare alla trasmissione vitale e aperta della fede cristiana, cio alla tradizione, ha permesso al Papa di unire le vicende passate della Chiesa ligure con figure rilevanti nella storia come i due pontefici della Rovere, Sisto IV e Giulio II, ed esemplari nella testimonianza quali sono stati le sante e i santi ricordati nella cattedrale genovese a quelle attuali, sintetizzate da tre cardinali arcivescovi metropoliti genovesi che Benedetto XVI ha voluto espressamente ricordare per il servizio alla loro comunit ma anche alla Chiesa universale: da Giuseppe Siri a Tarcisio Bertone, oggi suo segretario di Stato, fino ad Angelo Bagnasco, che presiede la Conferenza episcopale italiana. Nella continuit ininterrotta tra passato e presente il cammino della Chiesa guarda al futuro, sicura delle promesse di Ges: Chi ha scelto Dio ha ancora nella vecchiaia un futuro senza fine e senza minacce davanti a s. E scegliere Dio significa per i cristiani prendere le decisioni quotidiane di sempre: la preghiera, soprattutto uno stile semplice di preghiera domestica, la riscoperta della radice cristiana della domenica, la confessione, le opere di carit che ritrovano il volto di Cristo nelle persone sofferenti ed escluse, la testimonianza dei sacerdoti che devono andare in cerca della gente come faceva il Signore, una vita spirituale da coltivare, una formazione sostanziosa pi che mai necessaria per maturare una fede pensata capace di dialogare in profondit con tutti: non cattolici, non cristiani e non credenti. Queste scelte di ogni giorno comportano sempre il coraggio di andare controcorrente. Sicuri che Dio, anche nelle difficolt e nel dolore, non ci abbandona mai. Nella fiducia che risplende davanti al mondo la testimonianza del primato di Dio e della presenza del suo nome nella storia degli uomini. g. m. v.
Vorrei ora ricordare un importante evento che avr inizio domani a Dublino, Irlanda: la Conferenza diplomatica sulle munizioni a grappolo, convocata allo scopo di produrre una Convenzione che interdica questi micidiali ordigni. Auspico che, grazie alla responsabilit di tutti i partecipanti, si possa giungere ad uno strumento internazionale forte e credibile: necessario infatti rimediare agli errori del passato ed evitare che si ripetano in futuro. Accompagno con la mia preghiera le vittime delle munizioni a grappolo e le loro famiglie, nonch quanti prenderanno parte alla Conferenza, formulando i migliori auguri di successo. Saluto di nuovo tutti i giovani e tutti i presenti. Grazie per questa presenza. Arrivederci e il Signore vi benedica!
Primato di Dio e centralit della persona: sono le coordinate di un modello di famiglia umana trasversale a tutte le civilt, che sta prima di ogni regolamentazione giuridica e si fonda sul dialogo, sulla libert, sulla pace. Nei due giorni di visita in terra ligure Benedetto XVI ha riproposto il realismo di un progetto di costruzione sociale che, tra globalizzazione e individualismo, sceglie il riferimento all'uomo come persona e alla societ come comunit aperta e solidale. Se la tappa savonese del viaggio in Liguria stata all'insegna del ricordo di Pio VII, la sosta a Genova stata soprattutto nel solco tracciato da Benedetto XV. L'appello alla pace, l'attenzione alla centralit di Dio, la ricerca del bene comune, sono state le note dominanti dei discorsi pronunciati dal Pontefice in queste due intense giornate. La prima tappa stata Savona, dove il Papa ha affidato alla Madonna della Misericordia le attese e le speranze di quella terra. Accolto dal vescovo diocesano monsignor Vittorio Lupi, ha ribadito la riconoscenza della Santa Sede e di tutta la Chiesa per la fede, l'amore e il coraggio dei savonesi nel sostenere Pio VII prigioniero di Napoleone. Nella piazza del Popolo ha abbracciato idealmente il passato e il futuro della diocesi, invitando i fedeli ad avere coraggio nell'affronta-
re senza compromessi il materialismo, il relativismo e il laicismo. Accolto dal cardinale arcivescovo Angelo Bagnasco, il Papa ha iniziato la giornata domenicale a Genova con la preghiera alla Madonna della Guardia. Dal santuario mariano, all'ospedale pediatrico Gaslini, nato nel
La visita a Savona
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La visita al Gaslini
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Ai consacrati in cattedrale
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La messa conclusiva
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1931 dalla generosit di Gerolamo Gaslini che lo dedic alla figlia Giannina morta a soli dodici anni. Poi, in piazza Matteotti, Benedetto XVI ha incontrato i giovani della diocesi. Un appuntamento denso di significato, durante il quale il Papa ha ricordato che l'autentica giovinezza non si misura con gli anni o con il vigore fisico, ma con la generosit del cuore e la capacit di mettere Cristo al centro della propria vita. Al termine, il Pontefice ha recitato l'Angelus, lanciando un appello per la messa al bando delle munizioni a grappolo, oggetto della conferenza diplomatica in corso a Dublino. L'incontro con il capitolo e con i rappresentanti della vita consacrata nella cattedrale di San Lorenzo stato all'insegna del ricordo del cardinale Giuseppe Siri, per lunghi anni arcivescovo di Genova, e di Benedetto XV, il Papa della pace. Trasferitosi al seminario arcivescovile, Benedetto XVI ha incontrato al termine della mattinata i vescovi della Liguria e i seminaristi. La concelebrazione pomeridiana in piazza della Vittoria, dinanzi a centomila persone, stata il momento conclusivo della visita. Benedetto XVI ha affidato alla Chiesa il compito di offrire la testimonianza della comunione che non viene dal basso ma ha le sue radici nell'amore di Dio.
I SERVIZI DEL NOSTRO INVIATO NICOLA GORI NELLE PAGINE 5, 7 E 8
In tutta la Cina tre giorni di lutto in ricordo delle vittime del terremoto
INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova (Italia), Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Prelatura di Libmanan (Filippine), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Prospero N. Arellano, in conformit al canone 401 2 del Codice di Diritto Canonico.
NOSTRE
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza i membri della Presidenza e del Comitato Esecutivo della Conferenza Episcopale Spagnola.
Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Kazakhstan il Reverendo Monsignore Miguel Maury Buenda, finora Consigliere di Nunziatura, elevandolo in pari tempo alla Sede titolare di Italica, con dignit di Arcivescovo.
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza il Signor Jean-Pierre RazafyAndriamihaingo, Ambasciatore di Madagascar, in visita di congedo.
Provvista di Chiesa
Il Santo Padre ha nominato Vescovo Prelato di Libmanan (Filippine) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Jos Rojas Rojas jr., finora Vescovo titolare di Idassa e Ausiliare di Caceres.
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In tutta la Cina tre giorni di lutto in ricordo delle vittime del terremoto
soccorsi. Quando ha pronunciato queste parole, Hu si trovava in visita in Sichuan. Hu ha anche sollecitato a scavare sotto le macerie, da dove, a cinque giorni dalla prima terribile scossa, sono state estratte vive almeno sessantatr sopravvissuti a Yingxiu, nellarea di Wenchuan, epicentro del sisma. Altre sette persone sono state salvate in diverse zone. Questa mattina due donne sono state estratte vive dalle macerie, una a Mianzhu e l'altra a Qushan. Secondo le apparecchiature potrebbero esservi altre tre persone vive nelle vicinanze. Poche ore prima dell'annuncio dell'ingresso delle squadre di medici stranieri, oltre duecento soccorritori cinesi sono stati travolti da un fiume di fango
Una delle principali esponenti delle Farc si consegna alle autorit di Bogot
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Carlo Di Cicco
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L'OSSERVATORE ROMANO
In Egitto prosegue la mediazione per raggiungere una tregua a Gaza
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L'OSSERVATORE ROMANO
Benedetto XVI a Savona ricorda l'esempio di Pio VII
Cari fratelli e sorelle! una grande gioia per me trovarmi in mezzo a voi e celebrare per voi l'Eucaristia, nella festa solenne della Santissima Trinit. Saluto con affetto il vostro Pastore, Monsignor Vittorio Lupi, che ringrazio per le parole con cui, all'inizio della celebrazione, mi ha presentato la Comunit diocesana, e pi ancora per i sentimenti di carit e di speranza pastorale che ha manifestato. Ringrazio anche il Signor Sindaco per il saluto cordiale che ha voluto rivolgermi a nome di tutta la Citt. Saluto le Autorit civili, i sacerdoti, i religiosi, i diaconi, i responsabili di associazioni, movimenti e comunit ecclesiali. A tutti rinnovo in Cristo il mio augurio di grazia e di pace. In questa solennit la liturgia ci invita a lodare Dio non semplicemente per una meraviglia da Lui compiuta, ma per come Lui ; per la bellezza e la bont del suo essere, da cui discende il suo agire. Siamo invitati a contemplare, per cos dire, il Cuore di Dio, la sua realt pi profonda, che quella di essere Unit nella Trinit, somma e profonda Comunione di amore e di vita. Tutta la Sacra Scrittura ci parla di Lui. Anzi, Lui stesso che ci parla di S nelle Scritture e si rivela, come Creatore dell'universo e Signore della storia. Oggi abbiamo ascoltato un brano del Libro dell'Esodo in cui addirittura cosa del tutto eccezionale Dio proclama il proprio nome! Lo fa alla presenza di Mos, con il quale parlava faccia a faccia, come con un amico. E qual questo nome di Dio? Ogni volta commovente ascoltarlo: Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedelt (Es 34, 6). Sono parole umane, ma suggerite e quasi pronunciate dallo Spirito Santo. Esse ci dicono la verit su Dio: erano vere ieri, sono vere oggi e saranno vere sempre; ci fanno vedere con gli occhi della mente il volto dell'Invisibile, ci dicono il nome dell'Ineffabile. Questo nome Misericordia, Grazia, Fedelt. Cari amici, trovandomi qui a Savona, come posso non gioire insieme con voi per il fatto che questo nome proprio quello con cui si presentata la Vergine Maria, apparendo il 18 marzo 1536 a un contadino, figlio di questa terra? Madonna di Misericordia il titolo con cui venerata e di Lei abbiamo da qualche anno una grande immagine anche nei Giardini Vaticani. Ma Maria non parlava di s, non parla mai di s, ma sempre di Dio, e lo ha fatto con questo nome cos antico e sempre nuovo: misericordia, che sinonimo di amore, di grazia. qui tutta l'essenza del cristianesimo, perch l'essenza di Dio stesso. Dio Uno in quanto tutto e solo Amore, ma proprio essendo Amore apertura, accoglienza, dialogo; e nella sua relazione con noi, uomini peccatori, misericordia, compassione, grazia, perdono. Dio ha creato tutto per l'esistenza e la sua volont sempre e soltanto vita. Per chi si trova nel pericolo, salvezza. Lo abbiamo ascoltato poco fa nel Vangelo di Giovanni: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perch chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna (Gv 3, 16): in questo donarsi di Dio nella Persona del Figlio all'opera l'intera Trinit: il Padre che mette a nostra disposizione quanto ha di pi caro; il Figlio che, consenziente col Padre, si spoglia della sua gloria per donarsi a noi; lo Spirito che esce dal pacifico abbraccio divino per irrigare i deserti dell'umanit. Per quest'opera della sua misericordia Dio, disponendosi a prendere la nostra carne, ha voluto aver bisogno di un s umano, del s di una donna che diventasse la Madre del suo Verbo incarnato, Ges, il Volto
umano della divina Misericordia. Maria diventata cos e rimane per sempre la Madre della Misericordia, come si fatta conoscere anche qui, a Savona. Nel corso della storia della Chiesa, la Vergine Maria non ha fatto che invitare i suoi figli a ritornare a Dio, ad affidarsi a Lui nella preghiera, a bussare con fiduciosa insistenza alla porta del suo Cuore misericordioso. In verit, altro Egli non desidera che riversare sul mondo la sovrabbondanza della sua Grazia. Misericordia e non giustizia ha implorato Maria, sapendo che avrebbe certamente trovato ascolto presso il Figlio suo Ges, ma altrettanto consapevole della necessit della conversione del cuore dei peccatori. Per questo ha invitato alla preghiera ed alla penitenza. Pertanto, la mia visita a Savona, nel giorno della Santissima Trinit, anzitutto un pellegrinaggio, mediante Maria, alle sorgenti della fede, della speranza e dell'amore. Un pellegrinaggio che anche memoria e omaggio al mio venerato predecessore Pio VII, la cui drammatica vicenda indissolubilmente legata a questa citt e al suo Santuario mariano. A distanza di due secoli, vengo a rinnovare l'espressione della riconoscenza della Santa Sede e di tutta la Chiesa per la fede, l'amore ed il coraggio con cui i vostri concittadini sostennero il Papa nella sua residenza coatta, impostagli da Napoleone Bonaparte, in questa Citt. Si conservano numerose testimonianze delle manifestazioni di solidariet rese al Pontefice dai Savonesi, a volte anche con rischio personale. Sono vicende di cui i Savonesi oggi possono fare memoria con fierezza. Come giustamente ha osservato il vostro Vescovo, quella pagina oscura della storia dell'Europa diventata, per la forza dello Spirito Santo, ricca di grazie e di insegnamenti, anche per i nostri giorni. Essa ci insegna il coraggio nell'affrontare le sfide del mondo: materialismo, relativismo, laicismo, senza mai cedere a compromessi, disposti a pagare di persona pur di rimanere fedeli al Signore e alla sua Chiesa. L'esempio di serena fermezza dato dal Papa Pio VII ci invita a conservare inalterata nelle prove la fiducia in Dio, consapevoli che Egli, se pur permette per la sua Chiesa momenti difficili, non la abbandona mai. La vicenda vissuta dal grande
Pontefice nella vostra terra ci invita a confidare sempre nell'intercessione e nella materna assistenza di Maria Santissima. L'apparizione della Vergine, in un momento tragico della storia di Savona e l'esperienza tremenda che qui affront il Successore di Pietro concorrono a trasmettere alle generazioni cristiane di questo nostro tempo un messaggio di speranza, ci incoraggiano ad avere fiducia negli strumenti della Grazia che il Signore mette a nostra disposizione in ogni situazione. E tra questi mezzi di salvezza, vorrei ricordare anzitutto la preghiera: la preghiera personale, familiare e comunitaria. Nell'odierna festa della Trinit mi piace sottolineare la dimensione della lode, della contemplazione, dell'a-
dorazione. Penso alle giovani famiglie e vorrei invitarle a non aver timore di sperimentare, fin dai primi anni di matrimonio, uno stile semplice di preghiera domestica, favorito dalla presenza dei bambini piccoli, molto portati a rivolgersi spontaneamente al Signore e alla Madonna. Esorto le parrocchie e le associazioni a dare tempo e spazio alla preghiera, perch le attivit sono pastoralmente sterili se non vengono precedute, accompagnate e sostenute costantemente dalla preghiera. E che dire della Celebrazione eucaristica, specialmente della Messa domenicale? Il Giorno del Signore giustamente al centro dell'attenzione pastorale dei Vescovi italiani: la Domenica va riscoperta nella sua radice cristiana, a partire dalla cele-
brazione del Signore Risorto, incontrato nella Parola di Dio e riconosciuto allo spezzare del Pane eucaristico. E poi anche il Sacramento della Riconciliazione chiede di essere rivalutato come mezzo fondamentale per la crescita spirituale e per poter affrontare con forza e coraggio le sfide attuali. Insieme con la preghiera e i Sacramenti, altri inseparabili strumenti di crescita sono le opere di carit da esercitare con viva fede. Su questo aspetto della vita cristiana ho voluto soffermarmi anche nell'Enciclica Deus caritas est. Nel mondo moderno, che spesso fa della bellezza e dell'efficienza fisica un ideale da perseguire in ogni modo, come cristiani siamo chiamati a trovare il volto di Ges Cristo, il pi bello tra i figli dell'uomo (Sal 44, 3), proprio nelle persone sofferenti ed escluse. Sono numerose, purtroppo, oggi le emergenze morali e materiali che ci preoccupano. A questo proposito, colgo volentieri l'occasione per rivolgere un saluto ai detenuti e al personale dell'Istituto penitenziario Sant'Agostino di Savona, che vivono da tempo una situazione di particolare disagio. Un saluto altrettanto caloroso agli ammalati degenti nell'Ospedale, nelle Case di cura o nelle private abitazioni. Una parola particolare desidero rivolgere a voi, cari sacerdoti, per esprimere apprezzamento per il vostro lavoro silenzioso e l'impegnativa fedelt con cui lo svolgete. Cari fratelli in Cristo, credete sempre nell'efficacia del vostro quotidiano servizio sacerdotale! Esso prezioso agli occhi di Dio e dei fedeli, e il suo valore non pu essere quantificato in cifre e statistiche: i risultati li conosceremo solo in Paradiso! Molti di voi sono in et avanzata: questo mi fa pensare a quel passo stupendo del profeta Isaia, che dice: Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi (Is 40, 30-31). Insieme ai diaconi a servizio della diocesi, vivete la comunione con il Vescovo e tra di voi, esprimendola in un'attiva collaborazione, nel sostegno reciproco e in un condiviso coordinamento pastorale. Portate avanti la testimonianza coraggiosa e gioiosa del vostro servizio. Andate in cerca della gente, co-
me faceva il Signore Ges: nella visita alle famiglie, nel contatto con i malati, nel dialogo con i giovani, facendovi presenti in ogni ambiente di lavoro e di vita. A voi, cari religiosi e religiose, che ringrazio per la presenza, ribadisco che il mondo ha bisogno della vostra testimonianza e della vostra preghiera. Vivete la vostra vocazione nella fedelt quotidiana e rendete la vostra vita un'offerta gradita a Dio: la Chiesa vi grata e vi incoraggia a perseverare nel vostro servizio. Uno speciale e caloroso saluto voglio riservarlo naturalmente a voi giovani! Cari amici, mettete la vostra giovinezza al servizio di Dio e dei fratelli. Seguire Cristo comporta sempre il coraggio di andare controcorrente. Ne vale per la pena: questa la via della vera realizzazione personale e quindi della vera felicit. Con Cristo si sperimenta infatti che c' pi gioia nel dare che nel ricevere (At 20, 35). Ecco perch vi incoraggio a prendere sul serio l'ideale della santit. Un noto scrittore francese ci ha lasciato in una sua opera una frase che vorrei oggi consegnare a voi: Vi una sola tristezza: quella di non essere dei santi (Lon Bloy, La femme pauvre, II, 27). Cari giovani, osate impegnare la vostra vita in scelte coraggiose, non da soli, naturalmente, ma con il Signore! Date a questa Citt lo slancio e l'entusiasmo che derivano dalla vostra viva esperienza di fede, un'esperienza che non mortifica le aspettative del vivere umano, ma le esalta nella partecipazione alla stessa esperienza di Cristo. E questo vale anche per i cristiani di et non pi verde. Il mio augurio per tutti che la fede nel Dio Uno e Trino infonda in ogni persona e in ogni comunit il fervore dell'amore e della speranza, la gioia di amarsi tra fratelli e di mettersi umilmente al servizio degli altri. questo il lievito che fa crescere l'umanit, la luce che brilla nel mondo. Maria Santissima, Madre di Misericordia, insieme con tutti i vostri Santi Patroni, vi aiuti a tradurre in vita vissuta l'esortazione dell'Apostolo, che abbiamo poco fa ascoltato. Con grande affetto la faccio mia: State lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sar con voi (2 Cor 13, 11). Amen!
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La visita all'ospedale pediatrico Giannina Gaslini di Genova
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Signor Sindaco, Signor Commissario Straordinario, cari bambini, cari fratelli e sorelle! Dopo aver pregato ai piedi della Madonna della Guardia, nel bel Santuario che dall'alto domina la Citt, il primo incontro con voi, in questo luogo di sofferenza e di speranza, che fu inaugurato il 15 maggio 1938, esattamente settant'anni fa. Abbraccio voi, carissimi bambini, che venite accolti e curati con premura ed amore in questo Ospedale, punto di eccellenza per la pediatria al servizio di Genova, dell'Italia e dell'intera area del Mediterraneo. Il vostro portavoce mi ha espresso i vostri sentimenti di affetto, che ricambio di cuore e che accompagno con un pensiero speciale anche per i vostri genitori. Un saluto cordiale alla Signora Marta Vincenzi, Sindaco di Genova, che si fatta interprete dell'accoglienza della Citt. Saluto il Professor Vincenzo Lorenzelli, Commissario Straordinario dell'Istituto Giannina Gaslini, il quale ha ricordato lo scopo di quest'Ospedale e i futuri sviluppi che sono in programma. Il Gaslini nato dal cuore di un generoso benefattore, l'industriale e Senatore Gerolamo Gaslini, che dedic quest'opera a sua figlia deceduta a soli 12 anni, e fa parte della storia di carit che fa di Genova una citt della carit cristiana. Anche oggi la fede suggerisce a tante persone di buona volont gesti di amore e di sostegno concreto a questo Istituto, che con giusto orgoglio sentito dai Genovesi come un patrimonio prezioso. Ringrazio e incoraggio tutti a continuare. In particolare mi rallegro per il nuovo complesso, del quale stata recentemente posta la prima pietra, e che ha trovato un munifico donatore. Anche l'attenzione fattiva e cordiale delle pubbliche Amministrazioni segno di riconoscimento del valore sociale che il Gaslini rappre-
senta per i bambini della Citt e oltre. Quando un bene, infatti, per tutti, merita il concorso di tutti nel giusto rispetto dei ruoli e delle competenze. Mi rivolgo ora a voi, cari medici, ricercatori, personale paramedico e amministrativo; a voi, cari cappellani, volontari e quanti vi occupate dell'assistenza spirituale dei piccoli ospiti e dei loro familiari. So che vostro corale impegno far s che l'Istituto Gaslini sia un autentico santuario della vita e un santuario della famiglia, dove alla professionalit gli operatori di ogni settore uniscano amorevolezza e attenzione per la persona. La decisione del Fondatore, per cui il Presidente della Fondazione deve essere l'Arcivescovo pro tempore di Genova, manifesta la volont che l'ispirazione cristiana dell'Istituto non venga
mai meno e tutti siano sempre sorretti dai valori evangelici. Nel 1931, ponendo le basi della struttura, il Senatore Gerolamo Gaslini preconizzava l'opera perenne di bene che dall'Istituto stesso dovr irraggiare. Irraggiare il bene attraverso l'amorevole cura dei piccoli ammalati dunque lo scopo di questo vostro Ospedale. Per questo, mentre ringrazio tutto il personale dirigente, amministrativo e sanitario per la professionalit e la dedizione del loro servizio, auspico che questo eccellente Istituto Pediatrico continui a svilupparsi nelle tecnologie, nelle cure e nei servizi; ma anche ad allargare sempre pi gli orizzonti in quell'ottica di positiva globalizzazione per cui si riconoscono le risorse, i servizi e i bisogni creando e rafforzando una rete di solidariet oggi tanto urgente e necessaria. Tutto questo senza mai ve-
nir meno a quel supplemento di affetto che dai piccoli degenti avvertito come la prima e indispensabile terapia. L'Ospedale allora diventer sempre pi luogo di speranza. La speranza qui al Gaslini prende il volto della cura di pazienti in et pediatrica, ai quali si cerca di provvedere mediante la formazione continua degli operatori sanitari. Di fatto, il vostro Ospedale, quale stimato Istituto di Ricerca e Cura a carattere scientifico, si distingue per essere monotematico e polifunzionale, coprendo quasi tutte le specialit in campo pediatrico. La speranza che qui si coltiva ha dunque buoni fondamenti. Tuttavia, per affrontare efficacemente il futuro, indispensabile che questa speranza sia sostenuta da una visione pi alta della vita, che permetta allo scienziato, al medico, al professionista,
all'assistente, ai genitori stessi di impegnare tutte le loro capacit, senza risparmiare sforzi per ottenere i migliori risultati che la scienza e la tecnica possono oggi offrire, sul piano della prevenzione e della cura. Ecco allora affacciarsi il pensiero della silenziosa presenza di Dio, che accompagna quasi impercettibilmente l'uomo nel suo lungo cammino nella storia. La vera speranza affidabile solo Dio, che in Ges Cristo e nel suo Vangelo ha spalancato sul futuro la porta oscura del tempo. Sono risorto e ora sono sempre con te ci ripete Ges, specialmente nei momenti pi difficili la mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa cadere, cadrai tra le mie braccia. Sono presente anche alla porta della morte. Qui, al Gaslini, vengono curati i bambini. Come non pensare alla predilezione che Ges ebbe per i fanciulli? Li volle accanto a s, li addit agli apostoli come modelli da seguire nella loro fede spontanea e generosa, nella loro innocenza. Con parole dure mise in guardia dal disprezzarli e dallo scandalizzarli. Si commosse dinanzi alla vedova di Nain, una mamma che aveva perso il figlio, il suo unico figlio. Scrive l'evangelista san Luca che il Signore la rassicur e le disse: Non piangere! (cfr Lc 7, 14). Ges ripete ancor oggi a chi nel dolore queste parole consolatrici: Non piangere! Egli solidale con ognuno di noi e ci chiede, se vogliamo essere suoi discepoli, di testimoniare il suo amore per chiunque si trova in difficolt. Mi rivolgo, infine, a voi, carissimi bambini, per ripetervi che il Papa vi vuole bene. Accanto a voi vedo i vostri familiari, che condividono con voi momenti di trepidazione e di speranza. Siatene tutti certi: Dio non ci abbandona mai. Restate uniti a Lui e non perderete mai la serenit, nemmeno nei momenti pi bui e complessi. Vi assicuro il mio ricordo nella preghiera e vi affido a Maria Santissima, che come mamma ha sofferto per i dolori del suo divin Figlio, ma ora vive con Lui nella gloria. Un grazie ancora a ciascuno di voi per quest'incontro, che rimarr impresso nel mio cuore. Con affetto tutti vi benedico.
La calorosa accoglienza riservata al Papa nel santuario della Madonna della Misericordia
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L'OSSERVATORE ROMANO
Carissimi giovani, purtroppo la pioggia mi perseguita in questi giorni, ma prendiamola come segno di benedizione, di fecondit per la terra, anche come simbolo dello Spirito Santo che viene e rinnova la terra, anche la terra arida delle nostre anime. Voi siete la giovinezza di Genova! Felice di vedervi qui! Vi abbraccio con il cuore di Cristo! Ringrazio i due rappresentanti che si sono fatti vostri portavoce. E ringrazio tutti voi per tutto il lavoro di preparazione, non solo esteriore, ma soprattutto spirituale: con l'adorazione eucaristica, la veglia di preghiera, cos realmente siete andati incontro allo Spirito Santo e, nello Spirito, entrate nella festa della Santissima Trinit, che celebriamo oggi. Grazie per questo cammino che avete fatto! E vi ringrazio per quell'entusiasmo che deve sempre caratterizzare la vostra anima non solo negli anni giovanili, pieni di aspettative e di sogni, ma sempre, anche quando gli anni della giovinezza saranno passati e sarete chiamati a vivere altre stagioni. Ma nel cuore dobbiamo tutti rimanere giovani! bello essere giovani ed oggi tutti vogliono essere giovani, rimanere giovani, e si mascherano da giovani, anche se il tempo della giovinezza passato, visibilmente passato. E mi domando ho riflettuto perch bello essere giovani? Perch il sogno della perenne giovinezza? Mi sembra che ci siano due elementi determinanti. La giovent ha ancora tutto il futuro davanti a s, tutto futuro, tempo di speranza. Il futuro pieno di promesse. Ad essere sinceri, dobbiamo dire che per molti il futuro anche oscuro, pieno di minacce. Non si sa: trover un posto di lavoro? trover una casa? trover l'amore? che sar il mio vero futuro? E davanti a queste minacce, il futuro pu anche apparire come un grande vuoto. Perci oggi, non pochi vogliono arrestare il tempo, per paura di un futuro nel vuoto. Vogliono subito consumare tutte le bellezze della vita. E cos l'olio nella lampada consumato, quando comincerebbe la vita. Perci importante scegliere le vere promesse, che aprono al futuro, anche con rinunce. Chi ha scelto Dio, ancora nella vecchiaia ha un futuro senza fine e senza minacce davanti a s. Quindi, importante scegliere bene, non distruggere il futuro. E la prima scelta fondamentale deve essere Dio, Dio rivelatosi nel Figlio Ges Cristo, e nella luce di questa scelta, che ci offre allo stesso tempo una compagnia nel cammino, una compagnia affidabile che non mi lascia mai, nella luce di questa scelta si trovano i criteri per le altre scelte necessarie. Essere giovane implica essere buono e generoso. E di nuovo la bont in persona Ges Cristo. Quel Ges che voi conoscete o che il vostro cuore cerca. Lui l'Amico che non tradisce mai, fedele fino al dono della vita in croce. Arrendetevi al suo amore! Come portate scritto sulle magliette preparate per questo incontro: scioglietevi davanti a Ges, perch solo Lui pu sciogliere le vostre ansie e i vostri timori e colmare le vostre attese. Egli ha dato la vita per noi, per ciascuno di noi. Potrebbe mai tradire la vostra fiducia? Potrebbe Egli condurvi per sentieri sbagliati? Le sue sono le vie della vita, quelle che portano ai pascoli dell'anima, anche se salgono verso l'alto e sono ardite. la vita spirituale che vi invito a coltivare, cari amici. Ges ha detto: Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perch senza di me non potete far nulla (Gv 15, 5). Ges non fa giri di parole, chiaro e diretto. Tutti lo comprendono e
prendono posizione. La vita dell'anima incontro con Lui, Volto concreto di Dio; preghiera silenziosa e perseverante, vita sacramentale, Vangelo meditato, accompagnamento spirituale, appartenenza cordiale alla Chiesa, alle vostre comunit ecclesiali. Ma come si pu amare, entrare in amicizia con chi non si conosce? La conoscenza spinge all'amore e l'amore stimola la conoscenza. cos anche con Cristo. Per trovare l'amore con Cristo, per trovarlo realmente come compagno della nostra vita, dobbiamo innanzitutto conoscerlo. Come quei due discepoli che lo seguono dopo le parole del Battista e dicono in modo timido: Rabb, dove abiti?, vogliono conoscerlo da vicino. lo stesso Ges che, parlando con i discepoli, distingue: Chi dice la gente chi io sia?, riferendosi a coloro che lo conoscono da lontano, per cos dire, di seconda mano, e Chi dite voi chi io sia?, riferendosi a coloro che lo conoscono di prima mano, avendo vissuto con Lui, essendo entrati realmente nella sua vita personalissima fino ad essere testimoni della sua orazione, del suo dialogo con il
Padre. Cos anche per noi importante non ridurci semplicemente alla superficialit dei tanti che hanno sentito qualcosa di Lui che era una grande personalit ecc. ma entrare in una relazione personale per conoscerlo realmente. E questo esige la conoscenza della Scrittura, dei Vangeli soprattutto, dove il Signore parla con noi. Non sempre sono facili queste parole, ma entrando in esse, entrando in dialogo, bussando alla porta delle parole, dicendo al Signore Aprimi, troviamo realmente parole di vita eterna, parole vive per oggi, attuali come lo erano in quel momento e come lo saranno in futuro. Questo colloquio con il Signore nella Scrittura deve essere sempre anche un colloquio non solo individuale, ma comunionale, nella grande comunione della Chiesa, dove Cristo sempre presente, nella comunione della liturgia, dell'incontro personalissimo della Santa Eucaristia e del sacramento della Riconciliazione, dove il Signore dice a me Ti perdono. E anche un cammino molto importante aiutare i poveri bisognosi, avere tempo per l'altro. Ci sono tante dimensioni per entrare nella
conoscenza di Ges. Naturalmente anche le vite dei Santi. Avete tanti Santi qui in Liguria, a Genova, che ci aiutano a trovare il vero volto di Ges. Solo cos, conoscendo personalmente Ges, possiamo anche comunicare questa nostra amicizia agli altri. Possiamo superare l'indifferenza. Perch anche se appare invincibile in effetti, qualche volta l'indifferenza sembra che non abbia bisogno di un Dio in realt, tutti sanno che qualcosa manca nella loro vita. Solo avendo scoperto Ges, si rendono conto: Era questo che aspettavo. E noi, quanto pi siamo realmente amici di Ges, tanto pi possiamo aprire il cuore anche agli altri, perch anche loro diventino veramente giovani, avendo cio davanti a s un grande futuro. Al termine del nostro incontro avr la gioia di consegnare il Vangelo ad alcuni di voi come segno di un mandato missionario. Andate, carissimi giovani, negli ambienti di vita, nelle vostre parrocchie, nei quartieri pi difficili, nelle strade! Annunciate Cristo Signore, speranza del mondo. Quanto pi l'uomo si allontana da Dio, la sua Sorgente, tanto pi smarrisce se stesso, la convivenza umana diventa difficile, e la societ si sfalda. State uniti tra voi, aiutatevi a vivere e a crescere nella fede e nella vita cristiana, per poter essere testimoni arditi del Signore. State uniti, ma non rinchiusi. Siate umili, ma non pavidi. Siate semplici, ma non ingenui. Siate pensosi, ma non complicati. Entrate in dialogo con tutti, ma siate voi stessi. Restate in comunione con i vostri Pastori: sono ministri del Vangelo, della divina Eucaristia, del perdono di Dio. Sono per voi padri e amici, compagni della vostra strada. Voi avete bisogno di loro, e loro noi tutti abbiamo bisogno di voi. Ciascuno di voi, cari giovani, se resta unito a Cristo e alla Chiesa pu compiere grandi cose. questo l'augurio che vi lascio come una consegna. Do un arrivederci a Sydney a quanti tra voi si sono iscritti a partecipare all'Incontro mondiale di luglio, e lo estendo a tutti, perch chiunque potr seguire l'evento anche da qui. So che in quei giorni le diocesi organizzeranno appositamente dei momenti comunitari, perch vi sia veramente una nuova Pentecoste sui giovani del mondo intero. Vi affido alla Vergine Maria, modello di disponibilit e di umile coraggio nell'accogliere la missione del Signore. Imparate da Lei a fare della vostra vita un s a Dio! Cos Ges verr ad abitare in voi, e lo porterete con gioia a tutti. Con la mia Benedizione!
La sua parola chiara e sicura per noi guida di luce e insegnamento di verit per rispondere alle fondamentali domande di senso che sempre pi ci poniamo e ci vengono poste in questo difficile tempo di progresso scientifico, economico e culturale. Cos si sono rivolti a Benedetto XVI i due giovani genovesi Paolo Costa e Simonetta Saveri, prendendo la parola durante l'incontro di domenica mattina in piazza Matteotti. La sua presenza e la sua parola hanno sottolineato soprattutto costituiscano il punto di partenza, la fonte da cui trarre conforto per ripartire in una maggiore coerenza nella nostra vita cristiana, nella maggiore disponibilit alla sequela del Signore Ges e alla carit verso i fratelli, nella gioiosa e feconda testimonianza del Vangelo, nel servizio quotidiano nella Chiesa e per la Chiesa. Ciascuno di noi hanno confidato venuto qui portando con s la propria storia, la propria fede, i sogni, i dolori: alcuni di noi sono impegnati attivamente nella comunit ecclesiale, altri si sentono lontani, alcuni vivono un periodo di sereno entusiasmo nella loro vita spirituale, altri sono percorsi dal dubbio o dall'aridit, alcuni si interrogano sulla loro chiamata, altri hanno gi individuato la propria vocazione. Tutti per custodiscono dentro un solo desiderio, profondo e segreto: quello di vedere Ges. Noi giovani hanno spiegato a volte siamo preda dell'incertezza, della fragilit e dell'incoerenza e non percepiamo con sicurezza quale sia la strada da percorrere: oggi, nel suo sguardo di paternit e di benevolenza noi vediamo la direzione, anche se il mondo in cui viviamo, talora, sembra aver smarrito i suoi essenziali pa-
rametri di riferimento e, spesso, siamo combattuti tra il desiderio di seguire con coerenza e radicalit il Signore e le tentazioni di egoistiche soddisfazioni e di false libert. I giovani hanno voluto deporre nelle mani del Papa il desiderio di tenere sempre come punto di riferimento il Vangelo di Ges e l'insegnamento della Chiesa e lo hanno ringraziato per il suo magistero alto e profondo che ci aiuta a stare saldi nella fede e a edificare la casa della nostra vita sulla vera roccia. Mossi dall'incoraggiamento del Pontefice, hanno assicurato di voler rinvigorire la nostra fedelt nel seguire il Signore Ges, per portare il Vangelo anche e soprattutto a chi lontano, anche a chi si interroga tormentato dal dubbio o a chi nella tristezza, nello sconforto o nella solitudine. Per dare ulteriore slancio a questa missione, un gruppo di ragazzi hanno annunciato inizier con il prossimo anno pastorale una missione dei giovani ai giovani in alcune zone dell'arcidiocesi. Ci aiuti hanno chiesto al Papa a essere veri apostoli, veri missionari, a essere giovani che guardano con sicura fiducia al futuro e che vivono la gioia di chi sempre pronto con dolcezza, rispetto e rettitudine a rendere ragione della speranza che in noi. Ricordando l'episodio evangelico della pesca miracolosa sul lago di Tiberiade, al termine della quale il Signore rivolse a Pietro l'esortazione: Non temere! D'ora in poi sarai pescatore di uomini, i due giovani hanno concluso affermando: Oggi sentiamo che lei, successore dell'apostolo Pietro, rinnova a noi il mandato missionario, ci fortifica nelle nostre debolezze e ci ripete: Non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto.
Cari fratelli e sorelle! Nel cuore della mia visita pastorale a Genova, siamo giunti all'ora del consueto appuntamento domenicale dell'Angelus, e il mio pensiero ritorna naturalmente al Santuario di Nostra Signora della Guardia, dove questa mattina ho sostato in preghiera. Pellegrino a quell'oasi montana si rec molte volte il Papa Benedetto XV, vostro illustre concittadino, il quale fece collocare una riproduzione della cara effigie della Madonna della Guardia nei Giardini Vaticani. E come fece il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II, nel suo primo pellegrinaggio apostolico a Genova, anch'io ho voluto iniziare la mia visita pastorale con l'omaggio alla celeste Madre di Dio, che dall'alto del monte Figogna veglia sulla Citt e su tutti i suoi abitanti. La tradizione narra che a Benedetto Pareto, inquieto perch non sapeva come rispondere all'invito
di costruire una chiesa in quel luogo tanto remoto dalla citt, la Madonna, nella sua prima apparizione, disse: Confida in me! I mezzi non ti mancheranno. Con il mio aiuto tutto ti sar facile. Mantieni solo ferma la tua volont. Confida in me! Questo ci ripete oggi Maria. Un'antica preghiera, assai cara alla tradizione popolare, ci fa rivolgere a Lei queste fiduciose parole, che oggi facciamo nostre: Ricordati, o Vergine Maria, che non si mai udito che alcuno sia ricorso al tuo patrocinio, abbia implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione, e sia stato abbandonato. con questa certezza che invochiamo la materna assistenza della Madonna della Guardia sulla vostra Comunit diocesana, sui suoi Pastori, le persone consacrate, i fedeli laici: i giovani, le famiglie, gli anziani. A Lei chiediamo di vegliare, in modo particolare, sugli ammalati e su tutti i sofferenti, e di rendere fruttuose le iniziative missionarie che sono in cantiere, per recare a tutti l'annuncio del Vangelo. A Maria affidiamo insieme l'intera Citt, con la sua variegata popolazione, le sue attivit culturali, sociali ed eco-
nomiche; i problemi e le sfide di questi nostri tempi, e l'impegno di quanti cooperano per il bene comune. Il mio sguardo si allarga ora a tutta la Liguria, costellata di chiese e santuari mariani, posti come una corona tra il mare e i monti. Insieme con voi, ringrazio Dio per la fede robusta e tenace delle generazioni passate che, nel corso dei secoli, hanno scritto pagine memorabili di santit e di umana civilt. La Liguria, ed in particolare Genova, da sempre una terra aperta sul Mediterraneo e sul mondo intero: quanti missionari sono partiti da questo porto per le Americhe e per altre terre lontane! Quanta gente da qui emigrata per altri Paesi, povera forse di risorse materiali, ma ricca di fede e di valori umani e spirituali, che hanno poi trapiantato nei luoghi di approdo! Continui Maria, Stella del mare, a brillare su Genova; continui Maria, Stella della speranza, a guidare il cammino dei Genovesi, specialmente delle nuove generazioni, perch seguano, con il suo aiuto, la giusta rotta nel mare spesso tempestoso della vita.
L'OSSERVATORE ROMANO
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L'esortazione ai canonici del capitolo e ai membri della vita consacrata durante l'incontro nella cattedrale di Genova dedicata a san Lorenzo
Signori Cardinali, cari membri del Capitolo della Cattedrale, cari religiosi e religiose, in questa breve, ma intensa visita pastorale a Genova, non poteva mancare una sosta nella vostra insigne Cattedrale, dedicata a san Lorenzo, che custodisce le reliquie del Precursore di Ges, san Giovanni Battista. E sono contento di incontrare i Canonici del venerato Capitolo Metropolitano e i religiosi e le religiose presenti ed operanti nell'Arcidiocesi. Questo tempio, attorniato da tanti vicoli, sembra essere il punto di confluenza e di arrivo di ogni cammino: come se dall'ombra delle vie strette gli uomini volessero uscire alla luce della loro Cattedrale, volessero uscire nella luce di Dio che tutti accoglie, abbraccia, illumina e ristora. A ciascuno di voi il mio cordiale saluto. Un saluto speciale rivolgo a Mons. Mario Grone, Preside del Capitolo della Cattedrale, e a Padre Domenico Rossi, Delegato Diocesano per la Vita Consacrata, che si sono fatti interpreti dei vostri devoti sentimenti. Nei secoli passati, la Chiesa di Genova ha conosciuto una ricca tradizione di santit e di generoso servizio ai fratelli, grazie all'opera di zelanti sacerdoti e religiosi e religiose di vita attiva e contemplativa. Ritornano qui alla mente i nomi di vari Santi e Beati: Antonio Maria Gianelli, Agostino Roscelli, Tommaso Reggio, Francesco Maria da Camporosso, Caterina Fieschi Adorno, Virginia Centurione Bracelli, Paola Frassinetti, Eugenia Ravasco, Maria Repetto, Benedetta Cambiagio Frassinello. Ma anche ora, nonostante le difficolt che la societ sta attraversando, forte la passione evangelizzatrice nelle vostre comunit. In particolare, cresciuto il comune desiderio di stringere rapporti di sempre pi fraterna intesa per collaborare all'azione missionaria, promossa in tutta l'Arcidiocesi. Infatti, seguendo gli
orientamenti della Conferenza Episcopale Italiana, volete porvi in stato di permanente missionariet, come testimonianza della gioia del Vangelo e come invito esplicito rivolto a tutti a incontrare Ges Cristo. Eccomi tra voi, cari amici, per incoraggiarvi a camminare in questa direzione. In particolare, vorrei additarvi come esempio l'apostolo Paolo, del quale ci apprestiamo a celebrare uno speciale giubileo, in occasione del bimillenario della nascita. Convertitosi a Cristo sulla via di Damasco, si dedic interamente alla causa del Vangelo. Per Cristo affront prove di ogni genere, e a Lui rest fedele sino al sacrificio della vita. Giunto ormai al termine del suo pellegrinaggio terreno, cos scriveva
mondo. Come ebbe a scrivere il Cardinale Giuseppe Siri, zelante Pastore di questa Arcidiocesi per vari decenni, e ora sepolto in questa vostra Cattedrale, la vita religiosa si muove intorno a Dio e tutto dispone intorno a Dio e pertanto diventa una testimonianza di Dio e il richiamo di Dio (Lettera a tutte le religiose oranti ed operanti nella Diocesi di Genova sul Congresso del Culto del Signore, 15 agosto 1953). Voi, cari membri del Capitolo dei Canonici della Cattedrale, curando le azioni liturgiche che qui si svolgono, ricordate che tutto in noi trae vigore dalla preghiera personale e liturgica. ancora il Cardinale Siri a sottolineare che la azione pi veneranda e pi santa, degna di ogni considerazione e riguardo,
al suo fedele discepolo Timoteo: Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede (2 Tm 4, 67). Che ciascuno di noi, cari fratelli e sorelle, possa dire la stessa cosa nel giorno conclusivo della sua vita. Perch ci avvenga, ed quanto il Signore attende dai suoi amici, occorre che coltiviamo lo stesso spirito missionario che ha animato san Paolo con una costante formazione spirituale, ascetica e pastorale. necessario soprattutto che diventiamo specialisti dell'ascolto di Dio, ed esempi credibili di una santit che si traduca in fedelt al Vangelo senza cedimenti allo spirito del
di ogni onore e distinzione che si compia in una Diocesi, la celebrazione solenne della Ufficiatura Divina, ossia quello che fate voi... L'intera Diocesi, ed in un certo senso la intera Chiesa, prega per le vostre labbra. Il debito della famiglia diocesana dei fedeli viene assolto nei confronti di Dio anzitutto con questa Vostra preghiera (Verso il Congresso del Culto del Signore. Lettera Pastorale ai Canonici, 24 Gennaio 1953). Carissimi fratelli e sorelle, in particolare voi, persone consacrate, vi ringrazio per la vostra presenza. una presenza antica e sempre nuova, nonostante la diminuzione dei numeri e delle forze. Ma abbiate fiducia: i tempi nostri non sono quelli di Dio e della sua Provvidenza.
necessario pregare e crescere nella santit personale e comunitaria. Il Signore provvede. Vi prego di non considerarvi mai come se foste al tramonto della vita: Cristo l'alba perenne, la nostra luce. Vi prego di continuare nelle vostre opere, ma soprattutto nella vostra presenza: il venir meno delle vostre comunit impoverisce voi, ma anche Genova. I poveri, i malati, le famiglie, i bambini, le nostre Parrocchie, tutto prezioso campo di servizio e di dono per costruire la Chiesa e servire gli uomini. Vi raccomando soprattutto l'educazione dei ragazzi e dei giovani: voi sapete che la sfida educativa quella pi urgente, perch senza un'autentica educazione dell'uomo non si va lontano. E voi tutti, pur in modi diversi, avete una storica esperienza educativa. Dobbiamo aiutare i genitori nel loro straordinario e difficile compito educativo; dobbiamo aiutare le Parrocchie e i gruppi; dobbiamo continuare anche con grandi sacrifici le scuole cattoliche, grande tesoro della comunit cristiana e vera risorsa per il Paese. Cari Canonici e cari religiosi e religiose, la lunga tradizione spirituale di Genova conta ben sei Papi, dei quali ricordo soprattutto Benedetto XV di venerata memoria, il Papa della pace. Egli nella Humani generis redemptionem scriveva che ci che rende la parola umana capace di giovare alle anime la grazia di Dio. Non dimentichiamolo mai: ci che tutti ci accomuna che siamo chiamati ad annunciare insieme la gioia di Cristo e la bellezza della Chiesa. Questa gioia e questa bellezza, che provengono dallo Spirito, sono dono e segno della presenza di Dio nelle nostre anime. Per essere testimoni e araldi del messaggio salvifico non possiamo contare solo sulle nostre umane energie. la fedelt di Dio a stimolare e a conformare la nostra fedelt a Lui: per questo, lasciamoci guidare dallo Spirito della verit e dell'amore. questo l'invito che rivolgo a ciascuno di voi, avvalorandolo con un ricordo speciale nella preghiera. Vi affido tutti alla Madonna della Guardia, a san Lorenzo, a san Giovanni Battista e ai vostri Santi Protettori. Con questi sentimenti, di cuore vi benedico.
La visita al Gaslini
Dalla Guardia il Pontefice si diretto in auto verso la citt per visitare l'ospedale pediatrico Gaslini. Ad attenderlo erano i bambini, i loro familiari, il personale medico e infermieristico, il cappellano padre Aldo Campone e le autorit civili e militari, tra cui il sindaco Marta Vincenzi e il commissario straordinario dell'Istituto Giannina Gaslini, Vincenzo Lorenzelli. Il piccolo Pietro, un bambino in cura all'ospedale, ha letto alcune parole di benvenuto. Un altro, di nome Stefano, gli ha offerto un quadro a nome di tutti i degenti. (nicola gori)
L'incontro in cattedrale
Da piazza Matteotti, il Papa si recato nella vicina cattedrale di san Lorenzo, dove l'attendevano i membri del capitolo e i rappresentanti della vita consacrata in diocesi. All'ingresso stato accolto da monsignor Luigi Ernesto Palletti, vescovo ausiliare di Genova; poi, tra una folla di religiosi e religiose, si diretto verso l'altare del Santissimo Sacramento per una breve sosta di adorazione. Prima di
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L'OSSERVATORE ROMANO
L'omelia della messa conclusiva celebrata in piazza della Vittoria a Genova
Cari fratelli e sorelle, al termine di un'intensa giornata trascorsa in questa vostra Citt, ci ritroviamo uniti attorno all'altare per celebrare l'Eucaristia, nella solennit della Santissima Trinit. Da questa centrale Piazza della Vittoria, che ci accoglie per la corale azione di lode e di ringraziamento a Dio con cui si chiude la mia visita pastorale, invio il pi cordiale saluto all'intera comunit civile ed ecclesiale di Genova. Con affetto saluto, in primo luogo, l'Arcivescovo, il Cardinale Angelo Bagnasco, che ringrazio per la cortesia con cui mi ha accolto e per le toccanti parole che mi ha rivolto all'inizio della Santa Messa. Come non salutare poi il Cardinale Tarcisio Bertone, mio Segretario di Stato, gi Pastore di questa antica e nobile Chiesa? A lui il mio grazie pi sentito per la sua vicinanza spirituale e per la sua preziosa collaborazione. Saluto poi il Vescovo Ausiliare, Mons. Luigi Ernesto Palletti, i Vescovi della Liguria e gli altri Presuli. Rivolgo il mio deferente pensiero alle Autorit civili, alle quali sono grato per la loro accoglienza e per il fattivo sostegno che hanno prestato alla preparazione e allo svolgimento di questo mio pellegrinaggio apostolico. In particolare saluto il Ministro Claudio Scaiola in rappresentanza del nuovo Governo, che proprio in questi giorni ha assunto le sue piene funzioni al servizio dell'amata Nazione italiana. Mi rivolgo poi con viva riconoscenza ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai diaconi, ai laici impegnati, ai seminaristi, ai giovani. A tutti voi, cari fratelli e sorelle, il mio saluto affettuoso. Estendo il mio pensiero a quanti non hanno potuto essere presenti, in modo speciale agli ammalati, alle persone sole e a quanti si trovano in difficolt. Affido al Signore la citt di Genova e tutti i suoi abitanti in questa solenne Concelebrazione eucaristica, che, come ogni domenica, ci invita a partecipare in modo comunitario alla duplice mensa della Parola di Verit e del Pane di Vita eterna. Abbiamo ascoltato, nella prima Lettura (Es 34, 4b-6.8-9), un testo biblico che ci presenta la rivelazione del nome di Dio. Dio stesso, l'Eterno e l'Invisibile, che lo proclama, passando davanti a Mos nella nube, sul monte Sinai. E il suo nome : Il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedelt. San Giovanni, nel nuovo Testamento, riassume questa espressione in una sola parola: Amore (cfr 1 Gv 4, 8.16). Lo attesta anche il Vangelo odierno: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito (Gv 3, 16). Questo nome esprime dunque chiaramente che il Dio della Bibbia non una sorta di monade chiusa in se stessa e soddisfatta della propria autosufficienza, ma vita che vuole comunicarsi, apertura, relazione. Parole come misericordioso, pietoso, ricco di grazia ci parlano tutte di una relazione, in particolare di un Essere vitale che si offre, che vuole colmare ogni lacuna, ogni mancanza, che vuole donare e perdonare, che desidera stabilire un legame saldo e duraturo. La Sacra Scrittura non conosce altro Dio che il Dio dell'Alleanza, il quale ha creato il mondo per effondere il suo amore su tutte le creature (cfr Messale Romano, Pregh. Euc. IV) e che si scelto un popolo per stringere con esso un patto nuziale, farlo diventare una benedizione per tutte le nazioni e cos formare dell'intera umanit una grande famiglia (cfr Gn 12, 1-3; Es 19, 3-6). Questa rivelazione di Dio si pienamente delineata nel Nuovo Testamento, grazie alla parola di Cristo. Ges ci ha manifestato il volto di Dio, uno nell'essenza e trino nelle persone: Dio Amore, Amore Padre Amore Figlio Amore Spirito Santo. Ed proprio nel nome di questo Dio che l'apostolo Paolo saluta la comunit di Corinto, e saluta tutti noi: La grazia del Signore Ges Cristo, l'amore di Dio [Padre] e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi (2 Cor 13, 13). C' dunque, in queste Letture, un contenuto principale che riguarda Dio, e in effetti la festa di oggi ci invita a contemplare Lui, il Signore, ci invita a salire in un certo senso sul monte come fece Mos. Questo sembra a prima vista portarci lontano dal mondo e dai suoi problemi, ma in realt si scopre che proprio conoscendo Dio pi da vicino si ricevono anche le indicazioni fon-
damentali per questa nostra vita: un po' come accadde a Mos, che salendo sul Sinai e rimanendo alla presenza di Dio ricevette la legge incisa sulle tavole di pietra, da cui il popolo trasse la guida per andare avanti, per trovare la libert e per formarsi come popolo in libert e giustizia. Dal nome di Dio dipende la nostra storia; dalla luce del suo volto il nostro cammino. Da questa realt di Dio, che Egli stesso ci ha fatto conoscere rivelandoci il suo nome, cio il suo volto, deriva una certa immagine di uomo, cio il concetto di persona. Se Dio unit dialogica, essere in relazione, la creatura umana, fatta a sua immagine e somiglianza, rispecchia tale costituzione: essa pertanto chiamata a realizzarsi nel dialogo, nel colloquio, nell'incontro: un essere in relazione. In particolare, Ges ci ha rivelato che l'uomo essenzialmente figlio, creatura che vive nella relazione con Dio Padre, e cos in relazione con tutti i suoi fratelli e sorelle. L'uomo non si realizza in un'autonomia assoluta, illudendosi di essere Dio, ma, al contrario, riconoscendosi quale figlio, creatura aperta, protesa verso Dio e verso i fratelli, nei cui volti ritrova l'immagine del Padre comune. Si vede bene che questa concezione di Dio e dell'uomo sta alla base di un corrispondente modello di comunit umana, e quindi di societ. un modello che sta prima di ogni regolamentazione normativa, giuridica, istituzionale, ma direi anche prima delle specificazioni culturali; un modello di umanit come famiglia, trasversale a tutte le civilt, che noi cristiani esprimiamo affermando che gli uomini sono tutti figli di Dio e quindi tutti fratelli. Si tratta di una verit che sta fin dal principio dietro di noi e al tempo stesso ci sta sempre davanti,
come un progetto a cui sempre tendere in ogni costruzione sociale. Ricchissimo il Magistero della Chiesa che si sviluppato a partire proprio da questa visione di Dio e dell'uomo. Basta percorrere i capitoli pi importanti della Dottrina Sociale della Chiesa, a cui hanno dato apporti sostanziali i miei venerati Predecessori, in particolare negli ultimi centovent'anni, facendosi autorevoli interpreti e guide del movimento sociale di ispirazione cristiana. Vorrei qui oggi menzionare solo la recente Nota pastorale dell'Episcopato italiano Rigenerati per una speranza viva: testimoni del grande s di Dio all'uomo (29.VI.2007). Questa Nota propone due priorit: anzitutto, la scelta del primato di Dio: tutta la vita e l'opera della Chiesa dipendono dal mettere al primo posto Dio, ma non un Dio generico, bens il Signore con il suo nome e il suo volto, il Dio dell'Alleanza che ha fatto uscire il popolo dalla schiavit d'Egitto, ha risuscitato Cristo dai morti e vuole condurre l'umanit alla libert nella pace e nella giustizia. L'altra scelta quella di porre al centro la persona e l'unit della sua esistenza, nei diversi ambiti in cui si dispiega: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilit sua propria, la tradizione, la cittadinanza. Il Dio uno e trino e la persona in relazione: questi sono i due riferimenti che la Chiesa ha il compito di offrire ad ogni generazione umana, quale servizio alla costruzione di una societ libera e solidale. La Chiesa lo fa certamente con la sua dottrina, ma soprattutto mediante la testimonianza, che non per nulla la terza scelta fondamentale dell'Episcopato italiano: testimonianza personale e comunitaria, in cui convergono vita spirituale, missione pastorale e dimensione culturale.
In una societ tesa tra globalizzazione e individualismo, la Chiesa chiamata ad offrire la testimonianza della koinona, della comunione. Questa realt non viene dal basso ma un mistero che ha, per cos dire, le radici in cielo: proprio in Dio uno e trino. Lui, in se stesso, l'eterno dialogo d'amore che in Ges Cristo si comunicato a noi, entrato nel tessuto dell'umanit e della storia per condurle alla pienezza. Ed ecco allora la grande sintesi del Concilio Vaticano II: la Chiesa, mistero di comunione, in Cristo come un sacramento, cio segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unit di tutto il genere umano (Cost. Lumen gentium, 1). Anche qui, in questa grande Citt, come pure nel suo territorio, con la variet dei rispettivi problemi umani e sociali, la Comunit ecclesiale, oggi come ieri, prima di tutto il segno, povero ma vero, di Dio Amore, il cui nome impresso nell'essere profondo di ogni persona e in ogni esperienza di autentica socialit e solidariet. Dopo queste riflessioni, cari fratelli, vi lascio alcune esortazioni particolari. Abbiate cura della formazione spirituale e catechistica, una formazione sostanziosa, pi che mai necessaria per vivere bene la vocazione cristiana nel mondo di oggi. Lo dico agli adulti e ai giovani: coltivate una fede pensata, capace di dialogare in profondit con tutti, con i fratelli non cattolici, con i non cristiani e i non credenti. Portate avanti la vostra generosa condivisione con i poveri e i deboli, secondo l'originaria prassi della Chiesa, attingendo sempre ispirazione e forza dall'Eucaristia, sorgente perenne della carit. Incoraggio con affetto speciale i seminaristi e i giovani impegnati in un cammino vocazionale: non abbiate timore, anzi, sentite l'attrattiva delle scelte definitive, di un itinerario formativo serio ed esigente. Solo la misura alta del discepolato affascina e d gioia. Esorto tutti a crescere nella dimensione missionaria, che co-essenziale alla comunione. La Trinit infatti al tempo stesso unit e missione: quanto pi intenso l'amore, tanto pi forte la spinta ad effondersi, a dilatarsi, a comunicarsi. Chiesa di Genova, sii unita e missionaria, per annunciare a tutti la gioia della fede e la bellezza di essere Famiglia di Dio. Il mio pensiero si allarga alla Citt intera, a tutti i Genovesi e a quanti vivono e lavorano in questo territorio. Cari amici, guardate al futuro con fiducia e cercate di costruirlo insieme, evitando faziosit e particolarismi, anteponendo ai pur legittimi interessi particolari il bene comune. Vorrei concludere con un augurio che riprendo dalla stupenda preghiera di Mos, che abbiamo ascoltato nella prima Lettura: il Signore cammini sempre in mezzo a voi e faccia di voi la sua eredit (cfr Es 34, 9). Ve lo ottenga l'intercessione di Maria Santissima, che i Genovesi, in patria e nel mondo intero, invocano quale Madonna della Guardia. Con il suo aiuto e con quello dei Santi Patroni di questa vostra amata Citt e Regione, la vostra fede e le vostre opere siano sempre a lode e gloria della Santissima Trinit. Seguendo l'esempio dei Santi di questa terra siate una comunit missionaria: in ascolto di Dio e al servizio degli uomini! Amen.
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GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 118 (44.858)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
mercoled 21 maggio 2008
chiarimenti, senza condanne. D'altronde, trattative per una tregua a Gaza tra Tel Aviv e Hamas sono gi in atto grazie alla mediazione dell'Egitto. Ieri, a Sharm El Sheick, il ministro della
Difesa israeliano Ehud Barak ha presentato le sue condizioni al generale egiziano Omar Soleiman il quale, oggi, le illustrer ai rappresentanti del movimento estremista.
INFORMAZIONI
Nomina di Arcivescovo Coadiutore
Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Coadiutore di Aix (Francia) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Christophe Dufour, finora Vescovo di Limoges.
NOSTRE
Provvista di Chiesa
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Mandeville (Giamaica) il Reverendo Padre Neil Tiedemann, C.P., membro del Consiglio Provinciale dei Passionisti.
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A otto giorni dal sisma una persona estratta viva dalle macerie. Riaprono le scuole nella zona colpita
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GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
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Secondo la Germania i metodi degli alleati Nato non sono conformi alle leggi internazionali
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Alla Pontificia Universit Gregoriana i settantacinque anni di una Facolt all'avanguardia Una tavola rotonda a piazza della Pilotta
di LUIGI MEZZADRI
Le forme di sorveglianza formalmente erano molto severe Ma il Papa riusc a mantenere rapporti con l'esterno
desiderio di rendergli meno dura la prigionia consentendogli di svolgere la sua missione di Pastore universale della Chiesa. Per questa umana e cristiana solidariet con Pio VII, Savona ha sentito forte il richiamo della visita di Benedetto XVI: ha voluto esprimergli la sua vicinanza e il suo affetto, allo stesso modo in cui il Papa ha voluto esprimere la riconoscenza della Santa Sede per la fede, il coraggio e la costanza con cui gli antenati degli attuali savonesi hanno sostenuto Pio VII. Mi hanno riferito che una donna, a Savona, abbia esposto un cartello con su scritto Viva Chabrol, probabilmente senza rendersi conto che quella scritta contiene una parte di verit. Chabrol, allora responsabile del dipartimento di Montenotte, era anche il responsabile in capo della custodia del Papa, perch Napoleone, in giro per l'Europa per le sue campagne di guerra, non si fidava delle carceri francesi. Preparato e intelligente, Chabrol era uomo di fiducia di Napoleone diventer prefetto di Parigi capace di rispettare gli ordini ricevuti senza arrivare a crudezze e ostilit inutili. molto probabile, quindi, che anche il famoso prefetto fosse conscio delle astuzie dei savonesi ed entro certi limiti facesse finta di nulla, ben sapendo che in realt qualcosa intorno al Papa si muoveva. Per questo fu possibile organizzare una rete di sostegno a Pio VII senza creare eccessivo turbamento all'ordine pubblico e consentendo al Pontefice di svolgere, anche se in modo ridotto, le sue funzioni. I francesi sapevano Chabrol per primo che il Papa aveva contatti con la Chiesa: non potevano consentire che ci avvenisse in forma tanto palese da mettere in discussione l'efficacia del loro compito di custodi e carcerieri, per cui di tanto in tanto modificavano le norme e irrigidivano i controlli, senza per questo interrompere del tutto le possibilit di rapporti con l'esterno. Se cos non fosse, dovremmo concludere che il servizio di sorveglianza e il prefetto Chabrol in particolare abbia fallito clamorosamente nella missione: a poco sono servite le sbarre, i buchi nel muro, le finestrelle camuffate e costruite ad arte per ascoltare, osservare e poter poi redigere i rapporti da inviare ogni quindici giorni a Parigi. Come due secoli fa i savonesi sono stati vicini al Papa, cos oggi sono orgogliosi e felici per la visita di Benedetto XVI: hanno atteso e preparato l'evento in modo discreto ma convinto, partecipando imperterriti sotto la pioggia ai momenti salienti dello storico evento e rinnovando il loro impegno di fedelt e di amore a Cristo e alla Chiesa.
* Vescovo emerito di Savona-Noli, Segretario dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica
hi guarda il Duomo di Milano resta sorpreso delle statue sulle guglie del Tempio. Sono i santi, ma sono sorretti da un edificio in pietra. Ogni alunno in qualche modo portato in alto, sulle spalle dei giganti, dall'edificio di pietre vive, cio dalla scuola che l'ha nutrito. Gli alunni che hanno studiato in Gregoriana storia della Chiesa sono moltissimi. Essi hanno portato nel mondo un'esperienza, un metodo, uno stile. Ogni loro tesi di dottorato frutto di anni di lavoro serio, di ricerca in archivi, di trascrizione di documenti, di controlli incrociati e di faticosa elaborazione. Quella della Gregoriana una scuola fondata sulle fonti, lette con senso critico, ben contestualizzate. In questi settantacinque anni ci sono stati molti cambiamenti nel mondo e anche nel modo di fare storia. Ci sono stati revisionismi, storie scritte sulla base del politicamente corretto, tentazioni apologetiche o polemiche. Sullo slancio dell'esempio dei padri fondatori della facolt si preferito evitare tutto questo. L'imperativo stato di fare storia senza secondi fini: non storia magistra vitae, n storia con scopi pastorali o conciliare. La storia non deve convincere, non deve unire, non deve sconfinare nella storia delle religioni. Il padre Kempf non presentava i crociati come cavalieri senza macchia e senza paura o i loro avversari come saggi uomini di pace. Nelle lotte fra impero e sacerdozio non distribuiva ragioni e torti. Per questo veniva considerato un grande maestro. Come Ludwig von Pastor, Hubert Jedin, Pedro de Leturia, Ricardo Garca Villoslada, Vincenzo Monachino. Ci che ha insegnato in questi settantacinque anni la facolt fare storia senza aggettivi. Lontano dalle mode. L'obiettivo non essere letti, essere veri. La facolt fu un luogo di ricerca, in primo luogo di ricerche sul papato. Basti ricordare i lavori di Leturia sulla prima evangelizzazione dell'America Latina, di Friederich Kempf su Innocenzo III, di Monachino sul primato, di Villoslada su Lutero, di Mario Fois sull'ecclesiologia, di Ludwig von Hertling sulla Communio. I Papi nella storia, diretti tra gli altri dal padre Monachino, sono stati per anni un punto di riferimento importante. Al recente Dizionario sul papato della Treccani ha partecipato il padre Giacomo Martina, autore tra l'altro di una fondamentale opera su Pio IX. I padri Burkhart Schneider e Pierre Blet, hanno contribuito all'edizione di un'opera importante come i dodici volumi degli Actes et documents du Saint Sige relatifs la Seconde guerre mondiale.
La Pontificia Universit Gregoriana festeggia i settantacinque anni della facolt di storia ecclesiastica (ora denominata di Storia e dei Beni Culturali della Chiesa). Le celebrazioni sono state inaugurate da un convegno tenutosi in aprile (dal 17 al 19) e continuano con una tavola rotonda che si svolger mercoled 21 maggio. I lavori saranno introdotti dal decano della facolt, padre Marek Inglot, e prevedono, per la mattinata, gli interventi di Cosimo Semeraro, Grazia Loparco, Luigi Mezzadri, Maurizio Tagliaferri ed Emanuele Boaga. Nel pomeriggio si terranno i contributi di Marcel Chappin, vicepreffetto dell'archivio Segreto Vaticano, di Filippo Lovison e di Joseph M. Bentez. Le conclusioni saranno affidate al vescovo prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano, monsignor Sergio Pagano. Pubblichiamo stralci di due delle relazioni in programma.
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L'Italia del dopoguerra tra politica e religione
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Il sacro va in scena
diretta partecipazione dell'Azione cattolica alla battaglia elettorale. In una riunione della Presidenza, del 26 marzo 1946 propose una lista qualificata di Azione cattolica sia pure associata a quella democristiana, giudicando comunque assolutamente necessaria un'efficace azione orientatrice dell'Azione cattolica italiana. Secondo Gedda, di fronte ad una Assemblea come la Costituente, l'Azione cattolica sminuiva se stessa riconoscendo di non avere una parola da dire in seno a tale Assemblea. Del resto ci sempre stato detto aggiunse che quando la politica tocca l'Altare, l'Azione cattolica ha dei precisi doveri politici. Dal punto di vista religioso questo il momento di essere o non essere e perci l'Azione cattolica deve, nelle forme pi opportune, impegnarsi a fondo. In sostanza, la posizione di Gedda era chiara: secondo il presidente della Giac, gli esponenti dell'Ac presenti nelle liste democristiane dovevano essere espressione di una specifica rappresentanza dell'organizzazione con una propria autonomia. Una sorta di partito nel partito, che doveva garantire al mondo cattolico italiano la difesa di quei valori spirituali e di quelle istanze sociali e politiche che meglio rispondevano alle indicazioni della Chiesa, istanze e valori che la Dc non appariva, da sola, in grado di difendere adeguatamente. Fu il presidente Vittorino Veronese a ricondurre il problema entro un ambito pi corretto, giudicando non opportuno un ingresso dell'Azione cattolica nelle liste democratico-cristiane, se non attraverso la rappresentanza di alcuni nomi (...) richiesti dai collegi locali. La linea di Veronese riportava la questione entro un rapporto di reciproco rispetto tra l'organizzazione cattolica e il partito, evitando di dare all'Azione cattolica un peso politico e un ruolo condizionante nei confronti della Democrazia cristiana. Si evidenzia, in questa circostanza il diverso modo di intendere il ruolo dell'Azione cattolica nella societ civile e nel quadro politico italiano di quegli anni. In Gedda prevaleva una linea tendente a far sentire sul piano politico il peso delle organizzazioni cattoliche, anche in considerazione del contributo determinante che sul piano elettorale l'AzioUn manifesto elettorale del 1948 a cura dei Comitati Civici ne cattolica offriva al partito. N manc in di un sostegno organizzativo da for- Gedda una attenzione anche verso nire alla Democrazia cristiana sin quelle forze politiche che si dichiaradalle elezioni per l'Assemblea costi- vano rispettose dei valori religiosi, tuente del 1946, anche se il problema che si collocavano alla destra dello delle candidature alla Costituente schieramento politico italiano. Verosollev i primi delicati problemi nel nese riteneva utile e necessario il rapporto tra l'associazione e il par- fiancheggiamento e il sostegno dell'Atito. zione cattolica alla Democrazia criLuigi Gedda, presidente della Gio- stiana, ma entro limiti ben precisi, rivent italiana di Azione cattolica e spettando i confini che segnavano le prossimo ad assumere la presidenza diverse competenze e i diversi ruoli degli uomini cattolici, auspicava una delle due organizzazioni.
ella storia politica italiana, dall'unit ad oggi, non sono mancati momenti in cui aspetti religiosi sono entrati nel dibattito e nelle vicende della vita nazionale, suscitando, in molti casi, polemiche e conflitti che hanno spesso turbato e condizionato la vita del paese. Valga per tutti la lunga e annosa questione romana, destinata a suscitare lunghi anni di contrasti che hanno turbato le coscienze di molti cattolici, impedendo per molti anni la costruzione di una identit nazionale piena e condivisa. La presenza della componente religiosa nel quadro della vita politica italiana riemerse con forza negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, nel clima della ricostruzione delle istituzioni democratiche dopo gli anni del regime fascista. Per interpretare gli atteggiamenti assunti dal mondo cattolico in quegli anni, non va trascurato il nuovo quadro politico e sociale e i motivi di preoccupazione che esso destava tra i cattolici, il clero e la gerarchia ecclesiastica Il timore diffuso che investe il mondo cattolico motivato soprattutto dal riemergere di correnti politiche, ideologiche e culturali che non nascondevano la loro ostilit nei confronti della Chiesa e della fede religiosa: dal comunismo all'anticlericalismo, al laicismo, alla massoneria, alla stampa che si colora di immoralit e di atteggiamenti blasfemi, insomma ad un clima nuovo, nel quale il pluralismo delle idee e le diverse visioni del mondo e del destino dell'uomo toglievano alla Chiesa e alla religione il monopolio della guida spirituale e morale del paese, che aveva esercitato negli anni precedenti.(...) In questo quadro ispirato alla difesa dei valori e della tradizione cristiana, l'Azione cattolica venne individuata come lo strumento pi idoneo a guidare la mobilitazione delle forze cattoliche, soprattutto in vista delle delicate scadenze elettorali del 2 giugno 1946 e del 18 aprile 1948. In quegli anni l'Azione cattolica italiana aveva raggiunto una eccezionale dimensione organizzativa e una ampiezza di adesioni che non aveva riscontro in nessun'altra organizzazione presente nel paese (...) I vertici dell'Azione cattolica cominciarono a considerare il problema
Un allestimento preelettorale dei Comitati Civici a piazzale Flaminio a Roma nel 1948
Nel complesso e delicato rapporto tra il partito della Dc e la maggiore espressione dell'associazionismo cattolico, emerge, in questi mesi tra il 1946 e il 1948 una sorta di confronto e di competizione alimentato soprattutto da una convinzione diffusa tra i quadri dell'Azione cattolica, che il partito non fosse in grado e non avesse gli strumenti necessari per fronteggiare uno scontro politico che si presentava carico di incertezze ed insidie. Insomma, emerge, da parte dei militanti dell'Ac, una scarsa fiducia nelle capacit organizzative e di mobilitazione della Democrazia cristiana. (...) Non da escludere che maturi in seno all'associazione la convinzione della scarsa affidabilit della strutIl 18 aprile 1948 la maggioranza tura organizzativa della Dc di fronte del Paese, al di l delle convinzioni al compito di sostereligiose, riconobbe al partito cattolico nere uno scontro elettorale che si prela facolt di essere affidabile vedeva particolargarante della libert e della democrazia mente aspro e difficile e al quale erano legate le sorti della vita religiosa per la prima volta nella storia politioltre che politica del nostro paese. ca italiana, la maggioranza del paese, Nasce forse alla luce di questi giudizi al di l delle convinzioni religiose, la convinzione che fosse necessario af- guard al partito cattolico, come fiancare al partito una organizzazio- alla forza politica in grado di mantene in grado di operare una mobilita- nere il paese nel quadro di una visiozione efficace e capillare in tutto il ne ispirata al rispetto dei valori della libert e della democrazia. Il cattoliterritorio nazionale. Tuttavia, rispetto a precedenti at- cesimo politico conosceva il suo riteggiamenti, nei quali si ipotizzava scatto agli occhi di un paese ed in anche la possibilit di trovare, oltre particolare di una borghesia che avealla Democrazia cristiana, altre spon- va a lungo accomunato i cattolici alde politiche in difesa dei valori reli- la logora immagine dell'oscurantismo giosi, ci si convinse che il partito di clericale. Non pu non destare sorAlcide De Gasperi costituiva l'unico presa che un quotidiano come Il possibile argine per frenare l'assalto Corriere della sera scrivesse il giorno comunista alla cittadella cristiana, al- delle elezioni: Oggi sappiamo tutti la libert della Chiesa, alla possibilit come votare. (...) il dilemma si pree libert di esercitare il proprio culto senta chiaro: libert o tirannide, regime parlamentare o regime totalitae manifestare la propria fede. Attraverso i Comitati civici, la rio. Ennio Di Nolfo ha chiaramente inChiesa scese in campo con i suoi strumenti, con la sua struttura ben terpretato questo momento, quando radicata nel tessuto sociale del paese, scrive: Dopo secoli durante i quali il con la sua eccezionale forza di per- nome del Papa e l'esistenza della suasione. Si assiste, per la prima vol- Chiesa erano stati esecrati (...) come ta nella storia politica del nostro pae- espressione di arretratezza, crudelt se anche ad un eccezionale coinvolgi- temporale, divorzio dal pensiero mento del sacro in una battaglia che scientifico, incapacit di intendere le aveva un carattere civile e politico. esigenze dei popoli, negazione del progresso e lotta contro la libert, in Come spesso accade, non mancarono Italia accadeva un brusco revesciastrumentalizzazioni o mistificazioni di mento. L'opinione pubblica, il sentire eventi miracolosi e straordinari comune e, dietro di essi o prima frequenti i casi di madonne e santi di essi? larghi strati del mondo inpiangenti che si intrecciavano con tellettuale italiano, toccavano sponde i temi propri della propaganda politi- opposte; ravvisavano nella Chiesa un ca. Le stesse grandi manifestazioni baluardo di libert e una garanzia di religiose popolari, quali le processioni progresso economico; una difesa per e i riti sacri tradizionali, che frequen- la nazione e una sicurezza per il suo temente davano luogo a suggestioni avvenire. collettive cariche di pathos, non semSi deve soprattutto ad Alcide De pre furono esenti da contaminazioni Gasperi la eccezionale capacit di inpropagandistiche. terpretare l'esito elettorale e di guiUna mobilitazione che vide il con- darlo verso una soluzione politica fronto-scontro tra l'Italia cattolica, equilibrata, senza traumi e laceraziocon i suoi valori, le sue tradizioni, i ni profonde. Lo statista trentino ebbe suoi santi, la sua vita sana, da un la- la forza e la capacit di non cedere to e dall'altro i nuovi infedeli, i sen- alle molte pressioni che dagli stessi za Dio, i predicatori di ateismo, di ambienti cattolici gli venivano in cui bisognava respingere l'assalto. quei giorni. Non sogn restaurazioni Non un caso il richiamo frequente neoguelfe, non favor soluzioni che ai miti e alle suggestioni legate ai potevano essere interpretate come grandi momenti storici della Cristia- una sorta di rivincita di Porta Pia. nit. Respinse gli antichi steccati, chieden(...) Questa drammatizzazione del do a quelle forze che giudicava pi momento elettorale trova conferma omogenee al suo disegno politico, e nell'appello che il quotidiano della che erano espressione di una visione Curia milanese, L'Italia, indirizz laica e di una solida tradizione politiai cattolici italiani il 16 aprile: Col ca e culturale del nostro Paese, di sovoto si legge siamo chiamati a stenerlo nella costruzione di un sistedecidere della nostra sorte personale, ma politico basato sul pluralismo despirituale ed umana, della sorte delle mocratico.
nostre famiglie, delle nostre case, del nostro avvenire. (...) Vogliamo noi sacrificare la fede dei padri e il pane dei nostri figli all'asservimento del Cominform? (...) Cattolici italiani! Compite il vostro dovere. Votare un diritto. Non votare una vilt. Votare male un tradimento. Votate cristiano se volete che Dio ci protegga e ci aiuti per l'oggi e per il domani. A sua volta, la rivista dei padri gesuiti, La Civilt cattolica, denunci gli errori dottrinali del comunismo e l'incompatibilit assoluta tra la dottrina marxista e la fede cristiana. Mise in guardia gli elettori cattolici dallo spirito anticlericale che animava le sinistre e dalla loro ignobile campagna di calunnie, di intimidazioni e di insulti. (...) Ma, se pur vero che questo momento della vita pubblica italiana, soprattutto tra il 1945 e il 1948, appare segnato da una forte presenza della religione nel contesto politico e nel duro scontro ideologico conosciuto dal nostro paese, indubbio che la lettura di quegli eventi va fatta soprattutto in chiave politica. La letteratura politica sull'Italia del secondo dopoguerra ha fornito interpretazioni molto diverse e contrastanti, privilegiando, in molti casi, pi gli schematismi ideologici che non un sereno giudizio. (...) L'esito elettorale non port alla tirannide reazionaria clericale temuta da Togliatti, n alla profonda spaccatura tra conservazione e forze di rinnovamento, n all'asservimento della borghesia laica al clericalismo e alla Chiesa. In realt, il 18 aprile fu solo in parte un successo elettorale favorito da motivazioni di carattere religioso. Se pur vero che il peso della componente cattolica fu ragguardevole, non va trascurato il significato pi chiaramente politico che l'analisi del voto evidenzia. Si pu affermare che,
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L'OSSERVATORE ROMANO
In Tanzania un centro I vescovi chiedono la fine al servizio dei piccoli disabili delle violenze in Zimbabwe
di EGIDIO PICUCCI Fino a qualche anno fa, anche a chi conosceva bene la Tanzania, il nome Mlali non diceva assolutamente niente. Soprattutto perch a nessuno poteva interessare un villaggio di capanne ciuffate di paglia, povero, senza una storia, in gronda alla steppa dei Masai, uno dei tanti che compongono l'Africa, dove le citt si limitano s e no alle capitali. Eppure da venticinque anni Mlali sulla bocca di mezza nazione, soprattutto su quella di chi ha in casa qualche bambino motuleso (che sono tantissimi!) e che spera di poterlo rivedere correre per la savana dopo la cura presso il Centro per bambini portatori di handicap, ribattezzato il centro dei miracoli, sorto per la passione e l'intraprendenza di un cappuccino che credeva fermamente nella presenza di Cristo nei piccoli, dei quali il Regno dei cieli. Parliamo di padre Angelo Simonetti, un religioso della maremma toscana che, dopo sette anni di missione ad Agra, in India, sbarc prima in Australia e successivamente in Tanzania con la certezza di poter realizzare quanto non gli era stato possibile fare in India: una casa di recupero per bambini disabili. Li aveva visti trascinarsi per i mercati di Agra, in mezzo alle mucche sacre, piccoli fiori recisi dalla polio o mutilati da un affetto disordinato. risaputo che in India pi d'un genitore spezza una gamba o un braccio ai neonati perch da grandi possano vivere di elemosina. Un fenomeno aberrante provocato dall'estrema povert del Paese. Padre Angelo stringeva i pugni e gridava, ma inutilmente. La legge non gli consentiva pi di tanto. L'Africa era diversa, almeno cos pensava. Invece, quando ne parl, sent rispondersi che, pur essendo validissima l'idea di un centro di recupero per minori, poteva essere gestito solo dal governo. Quindi, via libera per la ricerca dei fondi, ma semaforo rosso per l'iniziativa personale. Padre Angelo cal un altro pugno sul primo tavolo che gli venne a tiro e guard altrove. Nessuno crede pi che sia lecito annunciare la parola evangelica senza metterla in pratica. E lui voleva far proprio questo curandosi dei piccoli, a qualsiasi costo, per le ragioni insopprimibili della fraternit cristiana. Sentiva di dover annunciare la bont di Dio alleviando la gente con piccoli e operosi progetti di sostegno al presente e al futuro, ma non gliene davano la possibilit. La Tanzania era piena di italiani che stavano aiutando il Paese a organizzarsi dopo l'indipendenza, ma nessuno si interessava di loro. Chiese di potersene occupare lui; e questa volta nessuno gli disse di no, compresa la Santa Sede, che lo nomin ufficialmente cappellano nazionale della comunit italiana nel Paese governato dal mualimu (maestro) Nyerere. troppi bambini bisognosi per essere tranquillo. E aspett, paziente e ostinatamente fiducioso come un buttero della sua terra. L'attesa non fu lunga, anche se la richiesta di costruire un centro come lui voleva non venne dalla Tanzania, ma da quell'Etiopia che non l'aveva capito, pur dovendo fare i conti con epidemie rovinose che in pochi mesi falciano venti bambini su quaranta. Non venne neppure dai confratelli cappuccini, ma dai Missionari della Consolata. Poco male, dovette dire padre Angelo, purch il centro nasca. Vol in Etiopia e atterr nello Shoa, dove mise mano all'aratro senza voltarsi indietro. Il Centro venne su come un fungo dopo una pioggia d'autunno: cost pi d'un sacrificio a chi lo volle e a chi lo eredit (i Missionari della Consolata), ma rimise (e rimette) in sesto centinaia di bambini anche dopo la partenza di padre Angelo, richiamato in Tanzania dal vescovo di Dodoma, monsignor Mathias Isuja Joseph, il quale, durante una visita ad Addis Abeba, and a trovarlo, visit attentamente il Centro di recupero per i bambini, e lo invit a fare altrettanto nella sua diocesi. Era il 1982. giorno dopo, non risparmiando elogi al fondatore e ai collaboratori.
A Mlali
Karibu, vieni pure, dissero i confratelli a padre Angelo quando arriv a Kongwa. Karibu! Il tempo di rispondere un frettoloso asante sana (mille grazie), e poi subito in perlustrazione per individuare il luogo migliore per il Centro. A Mlali, incontr ventidue giovani volontari di Siena che stavano imbrigliando una sorgente per portare l'acqua al villaggio. Padre Angelo si ferm con loro: vide i tre chilometri di tubatura dalla montagna al villaggio; strabili di fronte alla facilit della lingua swahili che gli avrebbe permesso di parlare subito con la gente, e misur a passi da soldato un ideale recinto. I giovani senesi non capirono, ma quando seppero del Centro, garantirono il loro contributo manuale ed economico per la realizzazione. Che oggi una confortante realt, grazie anche alla promessa mantenuta dai volontari. Furono loro, infatti, a tirar su i vari padiglioni che compongono oggi la struttura, con l'aiuto di coetanei di Prato, di Arezzo, di Firenze, di Valdarno e di Milano, quasi tutti appartenenti alla Giovent Francescana. L'ansia di far presto che caratterizzava l'attivit di padre Angelo dovette fare i conti con il pole pole, adagio adagio, degli africani, ma finalmente il Mlali Kituo (Centro Mlali), come lo chiamano gli abitanti del luogo, biancheggi sotto il sole dei tropici. Consegnandolo nel 1996 alla neo-Provincia cappuccina della Tanzania, il Ministro Generale padre John Corriveau disse: La Provincia sta dando una testimonianza eloquente di povert e di carit evangelica prendendosi cura dei bambini handicappati. La dedizione dei religiosi sta aiutando questi bambini dimenticati a vivere meglio la loro fede e a inserirsi nella societ che li aspetta. L'inaugurazione ufficiale avvenne il 19 novembre 1992 da parte del primo ministro John Macelela, alla presenza del vescovo Mathias e dell'ambasciatore italiano Pasquale Baldocci. Il capo dello Stato, Mwinyi, lo visit qualche
L'inizio in Etiopia
Mancava una chiesa: la tir su in poco tempo nella zona di Upanga: una bella chiesa che, pian piano, divenne (e lo ancora) una delle parrocchie pi frequentate e meglio organizzate di Dar es-Salaam. Ma padre Angelo non si sent realizzato. Vedeva
PRETORIA, 20. Non sar possibile un ballottaggio per le elezioni presidenziali in Zimbabwe decisive se non si pone immediatamente fine alle intimidazioni, alla violenza e alle torture, e senza la presenza di osservatori internazionali affidabili durante le elezioni. l'appello lanciato nei giorni scorsi dai vescovi della Chiesa cattolica dello Zimbabwe perch fortemente preoccupati per le sorti della popolazione. In particolare, i presuli africani hanno lanciato ancora una volta un accorato appello perch le pressioni internazionali e regionali pongano fine all'intimidazione, alla violenza e alla tortura sistematiche nello Zimbabwe. Nei giorni scorsi l'arcivescovo di Durban, il cardinale Wilfrid Fox Napier, e l'arcivescovo di Johannesburg, monsignor Buti Joseph Tlhagale, hanno visitato lo Zimbabwe e hanno ascoltato personalmente i racconti di intimidazioni, di violenze e di torture sistematiche subite dalla popolazione. Queste violazioni dei diritti umani vengono perpetrate non soltanto contro coloro che si ritiene abbiano votato per l'opposizione, ma anche contro quanti hanno collaborato allo svolgimento delle elezioni come scrutatori. Questo regno del terrore ha sottolineato l'arcivescovo Tlhagale ha prodotto molti morti, violenti pestaggi e fughe dalla famiglia, dalle case e dalle comunit. La dignit umana intrinseca a ogni essere umano, a prescindere dall'affiliazione politica e deve essere rispettata. Esorto tutti i partiti politici a fermare i loro sostenitori e a porre fine a questo orrore. L'arcivescovo di Johannesburg si anche chiesto se pu essere possibile un ballottaggio libero e corretto se non si pone fine alla violenza. Ha chiesto l'immediato impiego di osservatori internazionale per controllare la preparazione del ballottaggio, la cui data non stata fissata per il prossimo 27 giugno, ma il governo ha ribadito che non accetter la presenza di osservatori internazionali, solo quelli regionali. Esorto tutti i cittadini dello Zimbabwe ha detto monsignor Buti Joseph Tlhagale di ricordare la speranza con cui hanno affrontato le elezioni dello scorso marzo, egregiamente espressa nell'esortazione della societ civile nel documento The Zimbabwe we want (lo Zimbabwe che vogliamo), e di fare tutto quanto in loro potere per restituire allo Zimbabwe il suo posto legittimo nella famiglia delle nazioni. Intanto ci si appresta alla battaglia politica finale. Si votato il 27 marzo, c voluto molto tempo per stabilire che il Mdc si era imposto in Parlamento, mettendo per la prima volta il partito al potere in minoranza. E addirittura si dovuti giungere al 2 maggio perch fosse ufficialmente dichiarato che nelle presidenziali a Tsvangirai era andato il 47,9 per cento dei suffragi e a Mugabe, il 43,2: dati comunque contestati dallopposizione, che afferma che il suo leader aveva superato il 50 per cento al primo turno. Mugabe, peraltro, ha ammesso che i risultati erano stati disastrosi, aggiungendo per che non intendeva cedere il potere a un lacch dellimperialismo internazionale. Elezioni, quindi, il 27 giugno. Potrebbe cos essere rovesciato il trend che ha portato lo Zimbabwe al collasso: oltre il 165.000 per cento di inflazione, l80 per cento della popolazione non ha un lavoro.
Nel decimo anniversario del sinodo speciale dei vescovi il cammino verso la Giornata mondiale della giovent di Sydney
L'OSSERVATORE ROMANO
Il Katholikentag dal 21 maggio a Osnabrck
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La liturgia manifestazione I cattolici tedeschi della realt sacra di Dio tra presente e futuro
di NICOLA BUX La lode cosmica che va dai serafini, agli angeli e arcangeli, all'uomo e a tutte le creature che insieme riflettono la bellezza di Dio e sono lode a Dio la caratteristica essenziale del pensiero di un misterioso teologo del sesto secolo che si cela sotto lo pseudonimo di Dionigi Areopagita, il nome di uno degli ascoltatori che si apr alla fede dopo il celebre discorso di san Paolo (Atti, 17). Lo ha richiamato il Santo Padre nella catechesi di mercoled scorso, annotando inoltre che essendo la creatura una lode di Dio, la teologia dello Pseudo-Dionigi diventa una teologia liturgica: Dio si trova soprattutto lodandolo, non solo riflettendo; e la liturgia non qualcosa di costruito da noi, qualcosa di inventato per fare una esperienza religiosa durante un certo periodo di tempo; essa il cantare con il coro delle creature e l'entrare nella realt cosmica stessa. E proprio cos la liturgia apparentemente solo ecclesiastica, diventa larga e grande, diventa unione di noi con il linguaggio di tutte le creature. Questa visione della liturgia che non solo dell'Oriente bizantino, come sanno gli studiosi, ma pure alla radice delle liturgie latine, in specie la romana e la ambrosiana, chiede di essere riscoperta. La catechesi del Santo Padre pu essere una opportunit per un confronto tra quanti vedono la liturgia per cos dire dal basso e quanti la ammirano soprattutto nell'alto, invece che consumarsi in censure reciproche. Ma c' di pi: la teologia cosmica e liturgica di Dionigi anche mistica, perci personale e sacramentale. Dio sa quanto ci sia bisogno di recuperare tale dimensione dopo l'enfasi sulla dimensione comunitaria: la gente chiede sempre pi rispetto per lo spazio personale del silenzio, della partecipazione intima della fede, anche della celebrazione dei sacramenti. Si pu, per esempio, trascurare che i rituali prevedono la celebrazione del battesimo per un solo bambino analogamente al modo in cui previsto il rito del funerale per una sola persona? Perch non deve essere possibile ad una sola persona ricevere la comunione cos come prevista la confessione del singolo? Perch tutto deve essere ridotto al comunitario? Ges nel Vangelo incontra singolarmente tanti e si d personalmente a ciascuno. Il passaggio avvenuto con PseudoDionigi dal mistico come equivalente di sacramentale al mistico inteso come personale e intimo esprime il cammino dell'anima verso Dio, ha sottolineato il Papa. La liturgia deve infatti stimolare la ricerca di Dio e l'incontro con Lui, la conversione a Lui. Ci invita a rivolgerci al Signore distogliendo lo sguardo da noi stessi o da altre creature, anche dallo stesso sacerdote celebrante: questi a richiederlo col Sursum corda e noi rispondiamo Habemus ad Dominum. Si pu dire che la vera arte di celebrare sia di aiutare a rivolgere se stessi al Signore. Allora, la liturgia di Dionigi non altro che la manifestazione della realt sacra di Dio. Si usa dire che la vita sacra, ci si ferma in silenzio dinanzi alla sacralit della morte o ancora a pensare che il bene e il male si giochino nella nostra mente a partire da quanto sa sul sacro, dall'idea che si ha del misterioso, affascinante e spaventoso, attraente e terribile. Quale essere umano non sente giocare al suo interno tale mistero nel campo dell'esperienza della vita? Il sacro proprio questo ambito nel quale le risposte possibili sono unicamente quelle della morale. E questa tale solo se fondata su un Dio che totalmente altro rispetto all'uomo. Ecco che nella liturgia del battesimo e della Pasqua, dell'eucaristia e della morte l'uomo tocca il sacro. La liturgia sacra perch scende dall'alto, da Dio che nei cieli, perci il cielo sulla terra; divina, dice l'Oriente e anche i grandi Papi come Gregorio e Leone, ma anche il concilio di Trento e il Vaticano II con la costituzione De sacra Liturgia. Allora la liturgia l dove cielo e terra si toccano, dove Dio si incarnato e si sacrifica per me: Mi ha amato ha dato se stesso per me (Galati 2, 20). Questa frase di san Paolo il culmine e la fonte della partecipazione alla liturgia: dall'ascolto della parola del Signore discende la comunione con Lui. L'anima dell'uomo ha bisogno di questo e il movimento liturgico del secolo scorso lo aveva agognato: al centro la Persona di Dio prima del rito, affinch a lei si rivolga la persona umana; dal rito al mistero, alla mistica e alla morale, l'itinerario che dalla Mediator Dei di Pio XII giunge alla Sacrosanctum concilium del Vaticano II. La catechesi del Papa su Dionigi aiuta a comprendere meglio il sacro, cio il mistero presente che opera la elevazione morale dell'uomo. Allora, il sacro la legge fondamentale della liturgia, perch discende dalla presenza di Dio; di conseguenza, disobbedire alle norme che esprimono tale sacralit in nome dell'arbitrio che porta a crearsene una propria, significa de-sacralizzare la liturgia. In tal modo la liturgia non pi il ricevere dall'alto come al Sinai la parola divina che legge ai nostri passi, ma costruire in basso il vitello d'oro con le nostre mani e danzarvi attorno. Quanta responsabilit hanno i sacerdoti! Significa in pratica cadere nella tentazione di prendere il posto di Dio: ne sintomo la sede del prete che occupa il centro, al posto o di spalle al tabernacolo, e il relegare questo in un luogo secondario. Se i segni valgono qualcosa! La sacra liturgia ha bisogno della nostra umilt: Ti preghiamo umilmente. L'umilt la vera misura della liturgia e di conseguenza di noi stessi, perch siamo creature e bisognosi di tutto. Cos intesa l'umilt verit. Non la vera adorazione quella fatta in spirito e verit? alla verit che tende l'intelletto. La disobbedienza alle norme della liturgia immorale, perch si accoda al tentativo della cultura dominante senza regole e punti fermi, cosa che alla radice anche del crollo della moralit pubblica e privata. urgente perci continuare il cammino della riforma liturgica restituendo il sacro al culto, cio al rapporto con Dio trascendente che si incarnato. Infatti, la rivelazione diventata liturgia, come scrive il Papa nel Ges di Nazareth. Dunque, la liturgia deve imitare quella dell'Apocalisse, scendere dal cielo sulla terra ecco la grandezza di Dionigi non pu essere una liturgia fai da te. Se la liturgia non fosse sacra, se il culto non fosse divino, a nulla servirebbe se non a rappresentare se stessi e soprattutto non salverebbe l'uomo e il mondo, non lo trasformerebbe in santo. Lo PseudoDionigi, esponente della teologia negativa, sta a ricordare che la liturgia non pu dire e spiegare tutto, perch di Dio non si pu sapere tutto ma solo quello che Ges Cristo ha rivelato e la Chiesa propone a credere. Perci la liturgia anche apofatica: Possiamo pi facilmente dire che cosa Dio non , che non esprimere che cosa Egli veramente ha detto il Papa ... E bench Dionigi ci mostri, seguendo Proclo, l'armonia dei cori celesti, cos che sembra che tutti dipendano da tutti, resta vero che il nostro cammino verso Dio resta molto lontano da Lui; lo Pseudo-Dionigi dimostra che alla fine la strada verso Dio Dio stesso, il Quale si fa vicino a noi in Ges Cristo. E cos una teologia grande e misteriosa diventa anche molto concreta sia nell'interpretazione della liturgia sia nel discorso su Ges Cristo. Il mettersi in ginocchio diventa l'espressione pi eloquente della creatura dinanzi al mistero presente. Perci l'obbedienza alla sacra liturgia misura della nostra umilt. Di tutto questo il prete ministro, servo e non padrone. Si dimostra quanto insipiente sia il tentativo di accusare la liturgia tridentina di essere dionisiana: invece, proprio gli studi comparativi dimostrano quanto sia vicina a quella bizantina. Perci, bisogna essere grati al Santo Padre che anche con la sua catechesi aiuta a riscoprire ecumenicamente l'influsso che la teologia dionisiana ha avuto su quella medievale, mistica e liturgica d'oriente e occidente. OSNABRCK, 20. Oltre trentamila partecipanti, duemila volontari, milleduecento eventi dislocati in sessanta tra piazze e luoghi caratteristici: questi i principali numeri del novantasettesimo Katholikentag, il festival dei cattolici tedeschi, in programma quest'anno ad Osnabrck, cittadina della Bassa Sassonia, tra il 21 e il 25 maggio. Alla manifestazione sono attesi numerosi vescovi cattolici ed evangelici, nonch diversi esponenti politici, come la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente federale Horst Khler e personalit del mondo economico, culturale e sociale. Organizzato per la prima volta nel 1848 a Magonza dal teologo cattolico Adam Franz Lennig, il Katholikentag letteralmente giornata dei cattolici nacque come assemblea generale dell'associazionismo cattolico al fine di migliorare le relazioni tra Chiesa cattolica e governo tedesco. Da allora il Katholikentag si via via affermato come un appuntamento importante non solo per il mondo cristiano. Il Katholikentag 2008 si interrogher sul futuro della societ e della Chiesa. Un evento che spiegano il presidente del Comitato centrale dei cattolici, Hans Joachim Meyer e il vescovo di Osnabrck, Franz-Josef Hermann Bode offre l'opportunit straordinaria di impegnarsi insieme nei confronti delle sfide del tempo, di superare paure e preoccupazioni e osare i passi in un futuro ampio e positivo. Infatti, alla luce della nostra fede cristiana e con uno sguardo umile alla verit proseguono vogliamo elaborare posizioni che possano essere presentate pubblicamente con buoni argomenti e con proposte convincenti. Particolare spazio troveranno le questioni riguardanti l'universo giovanile, anche perch non possiamo liquidarle con risposte preconfezionate, ha spiegato alla vigilia del Katholikentag l'arcivescovo di Freiburg im Breisgau, Robert Zollitsch, Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, nel corso di una intervista al Neue Osnabrcker Zeitung. La Chiesa ha detto monsignor Zollitsch deve interrogarsi sull'aiuto che essa pu dare ai giovani per renderli sempre pi responsabili. L'arcivescovo ha rilevato che molti giovani trovano difficile seguire la dottrina della Chiesa in materia di sessualit. Ciononostante ha detto i giovani dovrebbero percepire che la Chiesa li comprende. E ha sottolineato il significato di eventi come il Katholikentag e le Giornate mondiali della giovent: Sono importanti. Infatti, ci che non viene celebrato nella fede si perde. Il programma particolarmente ricco preghiere e celebrazioni, tavole rotonde, spettacoli, musica, letteratura, cinema intende promuovere la coesistenza delle generazioni e sottolineare i temi della pace e della giustizia. La creazione del futuro non pu prescindere dal confronto con le realt e non possibile senza il coraggio di visioni future, ha affermato Hermann Queckenstedt, responsabile del gruppo di lavoro per la cultura del Katholikentag. Il centro di Osnabrck ospiter la Kirchenmeile, ossia il punto d'incontro della Chiesa cattolica, rappresentato in quest'edizione dalla diocesi di Fulda, in cui verr presentata l'attivit di duecentocinquanta tra associazioni e organizzazioni ecclesiali. Giovani, famiglie, vita spirituale, uomini e donne, ecumenismo, liturgia e musica sacra: questi i principali temi trattati nei vari ambiti. Saranno presenti anche centri per il dialogo ebraico-cristiano e islamico-cristiano. Dio, portaci al largo! Solo cos possiamo rimanere vicini a te e alle persone come Ges Cristo: cos implora la preghiera del Katholikentag, composta da monsignor Bode, ispirata al Salmo 18. La preghiera verr recitata dai cristiani di tutte le confessioni durante le celebrazioni confessionali ed ecumeniche ad Osnabrck, ma anche nel trentaduesimo Kirchentag evangelico di Brema nel 2009 e durante il secondo Kirchentag ecumenico, previsto a Monaco nel 2010. Il 23 maggio, nella cattedrale di Osnabrck si svolger una celebrazione ecumenica, basata sul Battesimo quale sacramento che unisce tutte le confessioni cristiane. A essa prevista la partecipazione dell'arcivescovo di Amburgo, Werner Thissen, del vescovo della Chiesa evangelica luterana, Margot Kssmann, del metropolita greco-ortodosso Augoustinos, del pastore della Chiesa evangelica riformata Jann Schmitt e del teologo mennonita Fernando Enns. La messa di domenica 25 maggio, che concluder il Katholikentag, verr concelebrata, tra gli altri, dal cardinale Karl Lehmann, vescovo di Mainz.
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L'OSSERVATORE ROMANO
L'assemblea delle Pontificie Opere Missionarie
I movimenti ecclesiali in piazza San Pietro incontrano Benedetto XVI (4 giugno 2006)
Il cardinale Re nella messa per il trigesimo della morte del cardinale Lpez Trujillo
Possessi cardinalizi
L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice d comunicazione delle prese di possesso che avranno luogo nei prossimi giorni: Sabato 24 maggio, solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, alle ore 18, il cardinale Angelo Comastri, arciprete della papale Basilica di San Pietro, vicario generale di Sua Santit per la Citt del Vaticano, presidente della Fabbrica di San Pietro, della nuova diaconia di San Salvatore in Lauro, piazza di San Salvatore in Lauro, 15. Domenica 25 maggio, solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, alle ore 12, il cardinale James Francis Stafford, Penitenziere Maggiore, del titolo di San Pietro in Montorio, piazza di San Pietro in Montorio, 2. Venerd 30 maggio, solennit del Sacratissimo Cuore di Ges, alle ore 19, il cardinale Stanisaw Ryko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, della diaconia del Sacro Cuore di Cristo Re, viale Mazzini, 32.
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 119 (44.859)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
gioved 22 maggio 2008
XVI
Aborto e societ
di LUCETTA SCARAFFIA La legge 194, che regola l'interruzione di gravidanza in Italia, compie trent'anni, fra polemiche che ricordano, per molti versi, quelle che hanno preceduto e seguito la sua approvazione. Con questa legge l'Italia si alline agli altri Paesi occidentali che a cominciare nel 1967 dalla Gran Bretagna, seguita dagli Stati Uniti nel 1970, dalla Germania nel 1974, dalla Francia nel 1975 avevano legalizzato l'interruzione di gravidanza entro i primi novanta giorni. Si chiudeva cos un ciclo legislativo aperto dalla Rivoluzione francese, che aveva introdotto prima in Francia, poi nei Paesi occupati una severa legislazione per punire l'aborto sulla base di una concezione molto larga dei diritti dell'uomo: anche il feto, infatti, veniva considerato un cittadino. Ma questo atteggiamento contrario all'aborto non era certo motivato da ragioni umanitarie, o dal rispetto della dignit del concepito: la ragione di fondo era la nascita del nuovo Stato nazionale, dove le tasse venivano pagate individualmente, e non pi per nuclei familiari, e dove gli eserciti erano formati attraverso la coscrizione obbligatoria. Questi interessi ribaditi dopo la grande strage della prima guerra mondiale, che aveva spinto molti Paesi europei a irrigidire le normative che proibivano l'aborto vengono meno nel secondo dopoguerra: la progressiva meccanizzazione delle forze armate, che sostituiscono i soldati con armamenti sempre pi sofisticati, e le innovazioni tecnologiche del lavoro industriale, che diminuiscono la necessit di manodopera, rendono i Governi occidentali pi disponibili ad accettare le richieste libertarie delle femministe e dei gruppi pi radicali. Mentre gli Stati come si visto cambiano del tutto la loro posizione giuridica nei confronti dell'aborto spinti dalla trasformazione delle esigenze demografiche, la Chiesa cattolica non ha invece mai mutato la sua condanna verso l'interruzione della vita umana, temperata per dalla misericordia nei confronti di questa tragedia umana e verso tutti coloro che soffrono e si pentono per l'atto compiuto. I progressi medici realizzati negli ultimi trent'anni, soprattutto riguardo alla possibilit di individuare malattie o malformazioni nel feto, hanno cambiato profondamente l'applicazione della legge 194, con il risultato di trasformare nei fatti l'aborto terapeutico in una prassi di selezione eugenetica. quindi opportuno far s che questa legge non si allontani dal suo scopo dichiarato di tutelare la maternit e prevenire la tragedia dell'aborto; e soprattutto necessario come ha sottolineato Benedetto XVI lo scorso 12 maggio riflettere sugli effetti che essa ha portato nella coscienza morale del Paese. La liberalizzazione dell'aborto storicamente legata all'instaurarsi di due nefasti sistemi totalitari come quello sovietico prima e quello nazista poi. Questa evidenza mostra come scrisse Romano Guardini nel 1947, quando per la prima volta fu presentata al nuovo Parlamento tedesco una legge sull'interruzione volontaria della gravidanza che ogni violazione della persona, specialmente quando s'effettua sotto l'egida della legge, prepara lo Stato totalitario. Per il filosofo e teologo la questione dell'aborto centrale per ogni societ e la qualifica, perch appunto riguarda l'intero rapporto del singolo con la societ, investendo il carattere fondamentale dell'esistenza umana. Secondo Guardini, infatti, la moderna concezione dell'uomo quale unico responsabile e padrone della propria esistenza contrasta con il senso prima vivissimo della fondamentale intangibilit della vita umana.
Cari fratelli e sorelle, nella serie delle catechesi sui Padri della Chiesa, vorrei oggi parlare di una figura poco conosciuta: Romano il Melode, nato verso il 490 a Emesa (oggi Homs) in Siria. Teologo, poeta e compositore, appartiene alla grande schiera dei teologi che hanno trasformato la teologia in poesia. Pensiamo al suo compatriota, sant'Efrem di Siria, vissuto duecento anni prima di lui. Ma pensiamo anche a teologi dell'Occidente, come sant'Ambrogio, i cui inni sono ancora oggi parte della nostra liturgia e toccano anche il cuore; o a un teologo, a un pensatore di grande vigore, come san Tommaso, che ci ha donato gli inni della festa del Corpus Domini di domani; pensiamo a san Giovanni della Croce e a tanti altri. La fede amore e perci crea poesia e crea musica. La fede gioia, perci crea bellezza. Cos Romano il Melode uno di questi, un poeta e compositore teologo. Egli, appresi i primi elementi di cultura greca e siriaca nella sua citt natia, si trasfer a Berito (Beirut), perfezionandovi l'istruzione classica e le conoscenze retoriche. Ordinato diacono permanente (515 ca.), fu qui predicatore per tre anni. Poi si trasfer a Costantinopoli verso la fine Romano del regno di Anastasio I (518 ca.), e l si stabil nel monastero presso la chiesa della Theotkos, Madre di Dio. Qui ebbe luogo l'episodio-chiave della sua vita: il Sinassario ci informa circa l'apparizione in sogno della Madre di Dio e il dono del carisma poetico. Maria, infatti, gli ingiunse di inghiottire un foglio arrotolato. Risvegliatosi il mattino dopo era la festa della Nativit del Signore Romano si diede a declamare dall'ambone: Oggi la Vergine partorisce il Trascendente (Inno Sulla Nativit I. Proemio). Divenne cos omileta-cantore fino alla morte (dopo il 555). Romano resta nella storia come uno dei pi rappresentativi autori di inni liturgici. L'omelia era allora, per i fedeli, l'occasione praticamente unica d'istruzione catechetica. Romano si pone cos come testimone eminente del sentimento religioso della sua epoca, ma anche di un modo vivace e originale di catechesi. Attraverso le sue composizioni possiamo renderci conto della creativit di questa forma di catechesi, della creativit del pensiero teologico, dell'estetica e dell'innografia sacra di quel tempo. Il luogo in cui Romano predicava era un santuario di periferia di Costantinopoli: egli saliva all'ambone posto al centro della chiesa e parlava alla comunit ricorrendo ad una messinscena piuttosto dispendiosa: utilizzava raffigurazioni murali o icone disposte sul-
l'ambone e ricorreva anche al dialogo. Le sue erano omelie metriche cantate, dette contaci (kontkia). Il termine kontkion, piccola verga, pare rinviare al bastoncino attorno al quale si avvolgeva il rotolo di un manoscritto liturgico o di altra specie. I kontkia giunti a noi sotto il nome di Romano sono ottantanove, ma la tradizione gliene attribuisce mille. In Romano, ogni kontkion composto di strofe, per lo pi da diciotto a ventiquattro, con uguale numero di sillabe, strutturate sul modello della prima strofa (irmo); gli accenti ritmici dei versi di tutte le strofe si modellano su quelli dell'irmo. Ciascuna strofa si conclude con un ritornello (efimnio) per lo pi identico per creare l'unit poetica. Inoltre le iniziali delle singole strofe indicano il nome dell'autore (acrostico), preceduto spesso dall'aggettivo umile. Una preghiera in riferimento ai fatti celebrati o evocati conclude l'inno. Terminata la lettura biblica, Romano cantava il Proemio, per lo pi in forma di preghiera o di supplica. Annunciava cos il tema dell'omelia e spiegava il ritornello da ripetere in coro alla fine di ciascuna strofa, da lui declamata con cadenza a voce alta. Un esempio signiil Melode ficativo ci offerto dal kontakion per il Venerd di Passione: un dialogo drammatico tra Maria e il Figlio, che si svolge sulla via della croce. Dice Maria: Dove vai, figlio? Perch cos rapido compi il corso della tua vita? / Mai avrei creduto, o figlio, di vederti in questo stato, / n mai avrei immaginato che a tal punto di furore sarebbero giunti gli empi / da metterti le mani addosso contro ogni giustizia. Ges risponde: Perch piangi, madre mia? [...]. Non dovrei patire? Non dovrei morire? / Come dunque potrei sal-
vare Adamo?. Il figlio di Maria consola la madre, ma la richiama al suo ruolo nella storia della salvezza: Deponi, dunque, madre, deponi il tuo dolore: / non si addice a te il gemere, poich fosti chiamata piena di grazia (Maria ai piedi della croce, 1-2; 4-5). Nell'inno, poi, sul sacrificio di Abramo, Sara riserva a s la decisione sulla vita di Isacco. Abramo dice: Quando Sara ascolter, mio Signore, tutte le tue parole, / conosciuto questo tuo volere essa mi dir: / Se chi ce l'ha dato se lo riprende, perch ce l'ha donato? / [...] Tu, o vegliardo, il figlio mio lascialo a me, /e quando chi ti ha chiamato lo vorr, dovr dirlo a me (Il sacrificio di Abramo, 7). Romano adotta non il greco bizantino solenne della corte, ma un greco semplice, vicino al linguaggio del popolo. Vorrei qui citare un esempio del suo modo vivace e molto personale di parlare del Signore Ges: lo chiama fonte che non brucia e luce contro le tenebre e dice: Io ardisco tenerti in mano come una lampada; / chi porta, infatti, una lucerna fra gli uomini illuminato senza bruciare. / Illuminami dunque, Tu che sei la Lucerna inestinguibile (La Presentazione o Festa dell'incontro, 8). La forza di convinzione delle sue predicazioni era fondata sulla grande coerenza tra le sue parole e la sua vita. In una preghiera dice: Rendi chiara la mia lingua, mio Salvatore, apri la mia bocca / e, dopo averla riempita, trafiggi il mio cuore, perch il mio agire / sia coerente con le mie parole (Missione degli Apostoli, 2). Esaminiamo adesso alcuni dei suoi temi principali. Un tema fondamentale della sua predicazione l'unit dell'azione di Dio nella storia, l'unit tra creazione e storia della salvezza, l'unit tra Antico e Nuovo Testamento. Un altro tema importante la pneumatologia, cio la dottrina sullo Spirito Santo. Nella festa di Pentecoste sottolinea la continuit che vi tra Cristo asceso al cielo e gli apostoli, cio la Chiesa, e ne esalta l'azione missionaria nel mondo: [...] con virt divina hanno conquistato tutti gli uomini; / hanno preso la croce di Cristo come una penna, / hanno usato le parole come reti e con esse hanno pescato il mondo, / hanno avuto il Verbo come amo acuminato, / come esca diventata per loro / la carne del Sovrano dell'universo (La Pentecoste 2; 18). Altro tema centrale naturalmente la cristologia. Egli non entra
nel problema dei concetti difficili della teologia, tanto discussi in quel tempo, e che hanno anche tanto lacerato l'unit non solo tra i teologi, ma anche tra i cristiani nella Chiesa. Egli predica una cristologia semplice ma fondamentale, la cristologia dei grandi Concili. Ma soprattutto vicino alla piet popolare del resto, i concetti dei Concili sono nati dalla piet popolare e dalla conoscenza del cuore cristiano e cos Romano sottolinea che Cristo vero uomo e vero Dio, ed essendo vero Uomo-Dio una sola persona, la sintesi tra creazione e Creatore: nelle sue parole umane sentiamo parlare il Verbo di Dio stesso. Era uomo dice il Cristo, ma era anche Dio, / non per diviso in due: Uno, figlio di un Padre che Uno solo (La Passione 19). Quanto alla mariologia, grato alla Vergine per il dono del carisma poetico, Romano la ricorda alla fine di quasi tutti gli inni e le dedica i suoi kontki pi belli: Nativit, Annunciazione, Maternit divina, Nuova Eva. Gli insegnamenti morali, infine, si rapportano al giudizio finale (Le dieci vergini [II]). Egli ci conduce verso questo momento della verit della nostra vita, del confronto col Giudice giusto, e perci esorta alla conversione nella penitenza e nel digiuno. In positivo, il cristiano deve praticare la carit, l'elemosina. Egli accentua il primato della carit sulla continenza in due inni, le Nozze di Cana e le Dieci vergini. La carit la pi grande delle virt: [...] dieci vergini possedevan la virt dell'intatta verginit, / ma per cinque di loro il duro esercizio fu
senza frutto. / Le altre brillarono per le lampade dell'amore per l'umanit, / per questo lo sposo le invit (Le dieci Vergini, 1). Umanit palpitante, ardore di fede, profonda umilt pervadono i canti di Romano il Melode. Questo grande poeta e compositore ci ricorda tutto il tesoro della cultura cristiana, nata dalla fede, nata dal cuore che si incontrato con Cristo, con il Figlio di Dio. Da questo contatto del cuore con la Verit che Amore nasce la cultura, nata tutta la grande cultura cristiana. E se la fede rimane viva, anche quest'eredit culturale non diventa una cosa morta, ma rimane viva e presente. Le icone parlano anche oggi al cuore dei credenti, non sono cose del passato. Le cattedrali non sono monumenti medievali, ma case di vita, dove ci sentiamo a casa: incontriamo Dio e ci incontriamo gli uni con gli altri. Neanche la grande musica il gregoriano o Bach o Mozart cosa del passato, ma vive della vitalit della liturgia e della nostra fede. Se la fede viva, la cultura cristiana non diventa passato, ma rimane viva e presente. E se la fede viva, anche oggi possiamo rispondere all'imperativo che si ripete sempre di nuovo nei Salmi: Cantate al Signore un canto nuovo. Creativit, innovazione, canto nuovo, cultura nuova e presenza di tutta l'eredit culturale nella vitalit della fede non si escludono, ma sono un'unica realt; sono presenza della bellezza di Dio e della gioia di essere figli suoi.
I SALUTI DEL PAPA AI FEDELI NELL'AULA PAOLO VI a pagina 8
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di marted 20 le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Angelo Massafra, Arcivescovo di Shkodr-Pult (Albania), con il gi Ausiliare, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Zef Simoni, Vescovo titolare di Bararo, in visita ad limina Apostolorum; Ottavio Vitale, Vescovo di Lezh (Albania), in visita ad limina Apostolorum; Lucjan Avgustini, Vescovo di Sap (Albania), in visita ad limina Apostolorum. kmans, del clero della Diocesi di Hasselt (Belgio), fidei donum nell'Arcidiocesi di Palmas (Brasile).
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Laval (Francia) il Reverendo Thierry Scherrer, del clero di Aix, finora Parroco della Cattedrale Saint-Sauveur di Aix-en-Provence.
Provviste di Chiese
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Jardim (Brasile) il Reverendo Padre Jorge Alves Bezerra, S.S.S., finora Vice-Provinciale e Maestro dei Novizi, nella diocesi di Trs Lagoas.
In occasione della solennit del Corpo e Sangue di Cristo il nostro giornale non uscir. La pubblicazione riprender con la data del 23-24 maggio.
La nuova legge britannica che regoler fecondazione assistita e ricerca sugli embrioni umani
MOGADISCIO , 21. In Somalia sono alla fame due milioni e seicentomila persone la cui sopravvivenza dipende dagli aiuti internazionali. L'allarme della Fao, l'agenzia dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura. Il dato fa registrare un incremento del 40 per cento rispetto al gennaio scorso. Sempre in Somalia, sono stati rapiti due volontari italiani di un'organizzazione non governativa e un collaboratore locale.
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Miracema do Tocantins (Brasile) il Reverendo Philip Dic-
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L'OSSERVATORE ROMANO
Per sfuggire alle violenze xenofobe
La nuova legge britannica che regoler fecondazione assistita e ricerca sugli embrioni umani
Gli inutili traguardi Tredicimila persone rifugiate della sperimentazione a ogni costo nelle chiese di Johannesburg
di ASSUNTINA MORRESI Si conclusa nella serata di ieri, 20 maggio, alla Camera dei Comuni la serie di votazioni pi controverse sulla nuova legge britannica che regoler fecondazione assistita e ricerca sugli embrioni umani lo Human Fertilisation and Embryology Bill comprendente anche la normativa sull'aborto. luppati e nati daranno i propri tessuti a fratelli malati. Gli embrioni ritenuti poco compatibili o del tutto inadatti saranno scartati: in altre parole, una selezione genetica in base al possibile uso del materiale biologico del nascituro. stato respinto un emendamento che prevedeva la selezione embrionale solo nel caso in cui il parente da curare fosse un malato in pericolo di vita. Per far nascere bambini farmaco d'ora in poi sar sufficiente avere malattie di una certa gravit, anche se non mortali. C' un imperativo morale, se esistono misure terapeutiche, come in questo caso... usare terapie per salvare vite, ha dichiarato il laburista Des Turner. Chiss che effetto fa sentirsi considerato una misura terapeutica, sapere di essere nati solo perch il proprio profilo genetico era esattamente quello che serviva in famiglia. messi, finanziamenti o consenso per un particolare linea di ricerca ritarder lo sviluppo di rimedi a malattie incurabili, irresponsabile, ingiustificabile e soprattutto, iniquo verso i pazienti. In particolare, visto lo stato attuale della ricerca sulle staminali embrionali, sulle staminali adulte, e sulle staminali pluripotenti indotte, non c' giustificazione valida, medica o scientifica, per insistere sulla creazione di un ampio spettro di entit ibride umanenon-umane o embrioni umani misti, un piano d'azione per cui non ci sono chiari precedenti scientifici. Per questo vogliamo mettere in dubbio il valore scientifico delle proposte, attualmente sotto esame presso il parlamento britannico, dirette a creare tali combinazioni embrioniche. D'altra parte eventuali staminali embrionali da cibridi non possono essere utilizzate per applicazioni cliniche sugli esseri umani, per evitare pericolose contaminazioni con materiale biologico animale. E non potranno neppure essere utilizzate come modello per lo studio di certe malattie, come invece viene irresponsabilmente ripetuto: com' possibile utilizzare cellule provenienti da cibridi, con patrimonio genetico alterato, dal metabolismo sconosciuto, proprio per studiare malattie dovute ad alterazioni sconosciute di certe funzionalit cellulari? Perch allora ostinarsi in una ricerca tanto controversa eticamente quanto dubbia dal punto di vista scientifico? Forse per dimostrare che si deve sperimentare tutto quel che si vuole? Citt del Capo, 21. Le violenze xenofobe scoppiate negli ultimi giorni a Johannesburg, in Sud Africa, hanno costretto almeno tredicimila persone ad abbandonare le loro case e a rifugiarsi nelle chiese e nei centri parrocchiali, secondo quanto reso noto ieri a Ginevra dallOrganizzazione internazionale delle migrazioni (Oim). Tredicimila persone sono state costrette a lasciare le loro case per cercare protezione nelle chiese e nei centri delle parrocchie. La gran parte di loro non ha potuto portare nulla con s, ha dichiarato il portavoce dellOim, JeanPhilipppe Chauzy, aggiungendo che le organizzazioni umanitarie, tra cui la Croce Rossa, si stanno mobilitando per distribuire generi di prima necessit, abiti e prodotti per ligiene. Secondo lOim, in Sud Africa vivono da due ai cinque milioni di immigrati provenienti dallAfrica australe. Un milione sono fuggiti dallo Zimbabwe dove la loro condizione era resa insostenibile dalla crisi politica ed economica.Ieri la polizia intervenuta a Johannesburg in modo massiccio per bloccare le violenze, incominciate dieci giorni fa e che hanno provocato tra gli immigrati almeno ventiquattro morti, compresi tre bambini, uccisi in modo atroce con armi da fuoco o da taglio o addirittura cosparsi di benzina e bruciati vivi. La polizia ha sparato pallottole di gomma contro gli aggressori e ha effettuato centinaia di arresti. Nel pomeriggio di nuovo intervenuto il presidente sudafricano Tabo Mbeki che in un appello a tutti i sudafricani ha chiesto che venga posta fine a questa vergognosa dimostrazione di xenofobia. I cittadini degli altri Paesi africani e dei Paesi pi lontani sono esseri umani come noi e meritano di essere trattati con rispetto e dignit (...) Il Sudafrica non unisola separata dal continente, ha detto Mbeki, che per anni stato in esilio a causa del regime razzista dellapartheid. Mbeki ha altres promesso che la polizia reagir con i mezzi appropriati. Nonostante tali assicurazioni, la Commissione sudafricana per i diritti umani ritiene che la situazione non sia pi tale da poter essere risolta con misure di polizia e sarebbe opportuno ricorrere all'esercito per porre fine alle violenze dei gruppi armati xenofobi. Sembra una soluzione drastica ma ci troviamo di fronte a una situazione esplosiva, imprevedibile e molto devastante, ha detto il direttore della Commissione, Jody Kollapen.
Aborto
Rimane il limite dell'aborto a 24 settimane, cos come fissato dalla legge nel 1990: i diversi emendamenti presentati per abbassare la soglia a 22, 20, 16 e 12 settimane, sono stati tutti respinti. Il pi votato stato quello che proponeva un limite a 22 settimane, con 233 voti favorevoli, battuto da una maggioranza di 304. Il sottosegretario alla Sanit Dawn Primarolo ritiene che la soglia per la sopravvivenza dei neonati sia rimasta invariata dal 1990, e il premier Gordon Brown ha votato per mantenere il limite delle 24 settimane, mentre il leader dei conservatori David Cameron era favorevole a portarlo a 22. L'ex ministro Edward Leigh, che invece sosteneva il limite di 12 settimane, ha dichiarato polemicamente che nella moderna Gran Bretagna il posto pi pericoloso la pancia di tua madre. Il dibattito stato molto acceso anche sui media: il Daily Mail il sette maggio scorso ha pubblicato le storie di quattro nati estremamente prematuri, titolato i nostri bambini sono nati al di sotto del limite dell'aborto...e sono sopravvissuti. Pi che i racconti colpiscono le immagini: campeggiano le foto di quattro bambini, che appaiono bellissimi e in salute, adesso; minuscoli e pieni di tubi e cerotti nei primi, difficili giorni della loro vita. In Italia da anni alcuni importanti ospedali, come ad esempio la clinica Mangiagalli di Milano, non effettuano aborti oltre le ventidue settimane e tre giorni di gravidanza: la legge italiana vieta gli aborti tardivi quando il feto ha possibilit di vita autonoma, anche se la madre in pericolo di vita (in questo caso si induce un parto pretermine e si cerca di salvare la vita di entrambi). Ventidue settimane e tre giorni la soglia individuata dai medici della Mangiagalli e non solo oltre la quale sussiste tale possibilit.
Il centro di ateneo di bioetica dell'Universit Cattolica del Sacro Cuore sugli embrioni chimera
Bambini farmaco
Sar possibile far nascere bambini da embrioni selezionati, in modo da poter disporre di tessuti compatibili con quelli di fratelli o sorelle malati. Sar lecito, quindi, poter produrre un numero elevato di embrioni umani per scegliere quelli con le caratteristiche genetiche giuste, che una volta svi-
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Chiesa e Stato nel pensiero di sant'Ambrogio
Il caso zingari
mere le due forme di governo, rappresentate dalle gru e dalle api, sottolinea il fatto che anche nel regnum la fida devotio verso il potere imperiale non incompatibile con la libertas. Un regnum, fondato sulla comunione di tutti nei diritti e nei doveri, , insomma, anch'esso una res publica. Sembra avere colto nel segno la Sordi, affermando che le idee politiche emergenti da questi brani sono state coerentemente messe in pratica da Ambrogio e, in particolare, che gli atteggiamenti da lui assunti di fronte al potere imperiale sono l'attuazione consa-
deve garantire la libert, ma deve assicurare una continua assistenza, che si esplica nell'esecuzione dei decreti conciliari, nell'assunzione di misure legislative contro il paganesimo e l'eresia, e nel pubblico riconoscimento della legge morale cristiana. Il che comporta per lo Stato la subordinazione all'autorit religiosa nelle materie religiose o che riguardino la religione e per i vescovi il diritto-dovere di intervenire in questioni riguardanti la fede e la morale. Ambrogio si pone come il campione della libert, che non ancora la libert di coscienza che lo Stato ha il dove-
Educazione e media
Italia sono scarsissime, e non solo per la resistenza degli stessi zingari all'integrazione, ma per le difficolt concrete, essendo zingari, di trovare lavoro, casa, di essere ammessi a scuola. L'aspettativa di vita media degli zingari, in Italia, di poco pi di 45 anni, contro gli oltre 79 anni del resto della popolazione. Solo il trenta per cento dei bambini zingari in et scolare frequenta la scuola dell'obbligo. Tutto questo, e il libro lo ripete chiaramente, non vuol dire non riconoscere che esiste un problema di criminalit e che le difficolt di integrazione sono reali. Ma la criminalit si colpisce arrestando i criminali, non considerando criminale un popolo intero. Nella legislazione italiana, la mendicit lo ricordiamo perch non tutti lo sanno non reato. Ma lo , ad esempio, sottrarre minori alla scolarit per mandarli a mendicare. La mendicit non reato Se le autorit non intervengono, evenMa lo sottrarre tualmente anche sottraendo i minori alla minori alla scolarit per sfruttarli potest dei genitori, per il diffuso pregiumandandoli a mendicare dizio che si tratti di un atteggiamento nasmo non casuale, come ricorda turale, indice di una diversit in queste pagine il saggio di inassimilabile, non integrabile Amos Luzzatto, dal momento che nella societ. Con pregiudizi di gli zingari hanno avuto in comu- tal fatta, non solo non aiutiamo ne con gli ebrei la caratteristica l'integrazione, e anzi la blocchiadi essere un popolo senza territo- mo, ma non colpiamo nemmeno rio, oltre ad averne condiviso la la criminalit. sorte nei lager nazisti, dove sono L'Italia, lungi dall'essere un stati sterminati un numero impre- paese troppo tollerante, come cisato di sinti e rom, tra duecento spesso si ama considerare, stata e cinquecentomila. pi volte, anche recentemente, riUn debito verso di loro che la chiamata al rispetto delle norme societ europea ha teso a dimen- comunitarie dall'Unione europea ticare e che comunque non ha per le politiche di segregazione e mai riconosciuto apertamente. di violazione dei diritti umani nei Ma veniamo alla questione del confronti degli zingari. L'apparloro stato giuridico, dei diritti tenenza all'Unione europea imcio, che il volume analizza in pone dei doveri che sono da ramdue saggi di grande interesse, uno mentare, volentieri e giustamente, di Giovanni Maria Flick, vice ai Paesi che vogliono essere ampresidente della Corte Costituzio- messi a farne parte. Non bisogna nale, l'altro dello storico del dirit- per ricordarlo anche a se stessi, to Paolo Morozzo della Rocca. rammentando che esiste un livello Attualmente, gli zingari presenti minimo di civilt che un paese in Italia sono fra centoventi e dell'Unione europea deve adottacentoquarantamila, lo zero e ven- re verso i suoi immigrati e verso ticinque della popolazione. Oltre chi, autoctono o meno, abita il settantamila di essi sono cittadini suo territorio?
sconosciuta. Dal saggio di Marco Impagliazzo emerge innanzitutto come essi siano originari dell'India, e come si siano stabiliti sul suolo europeo in successive ondate migratorie, in forma del tutto pacifica, ma tali da comportare gravi difficolt di inserimento. In Italia, gli zingari sono scesi sin dal Trecento, anche se, come nel resto d'Europa, la loro presenza sovente stata accompagnata da decreti di espulsione, bandi, e perfino condanne a morte comminate non in base a crimini eventualmente commessi, ma in base al loro essere zingari. Impagliazzo parla di antigitanismo, termine coniato espressamente su quello di antisemitismo ad indicare un atteggiamento di ostilit verso gli zingari a prescindere dal loro comportamento, in base alla loro sola natura di zingari. Il richiamo all'antisemiti-
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Eucaristia e poesia in Tommaso d'Aquino
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Un particolare della cappella della Crocifissione (Bams Photo Rodella per Jaca Book)
sotto il cielo che evocano il sacrificio di Cristo e sottolineano ed esaltano la devozione del popolo ai riti che la Chiesa incoraggia e promuove. importante la collocazione geografica. Sull'altro versante della montagna ci sono i luterani, i calvinisti, gli eretici. I sacri Monti nascono anche come antemurali dell'ortodossia, come baluardo della fede romano-cattolica sulla linea di
menti della sua attuazione. Questa arte popolare perch rivolta al popolo cristiano tutto intero, ai suoi sentimenti e alle sue emozioni primarie, ma coltissimi, esperti di ogni stile e di ogni tecnica, perfettamente aggiornati sui registri della cultura figurativa contemporanea sono gli artisti (architetti, plasticatori, pittori) che operano nei Sacri Monti. A Varallo Gaudenzio non esita a costruire assemblaggi polimaterici, Attraversate le quarantacinque con effetti da Pop Art, come un Raucappelle, sostate di fronte schenberg del Cinai gruppi plastici e pittorici e capirete quecento. Architettuche l'unico strumento utile ra, pittura e scultura giocano insieme inper capire Varallo il cinema crociando e moltiplicando i contestuali confine dell'Europa riformata. Oc- reciproci effetti. Il paesaggio il corre ricordare infatti che la loro percorso accidentato della Via Dolonascita e la loro massima fortuna si rosa che si snoda fra boschi, rocce, collocano fra XVI e XVII secolo, ne- avvallamenti abilmente sfrutgli anni della Controriforma e del- tato come quinta teatrale, come le guerre di religione. moltiplicatore di stupore e di emoInfine c' una cosa che rende zione. Attraversate le quarantacindavvero speciali e degni della tute- que cappelle del Sacro Monte di la dell'Unesco i Sacri Monti italia- Varallo, sostate di fronte ai gruppi ni: mi riferisco al fatto che essi so- plastici e pittorici che via via vi no stati concepiti e realizzati nel- fanno entrare in quella sceneggial'et apicale della nostra storia ar- tura straordinaria che il racconto tistica. della vita Passione, Morte e ResurNegli anni dei Sacri Monti l'Ita- rezione di Cristo, e capirete che lia maestra in Europa nelle arti l'unico strumento utile per capire i figurative come in quelle letterarie Sacri Monti il cinema, un'arte e teatrali, nella musica e nella ar- che insieme supremamente colta chitettura, come nelle tecniche del- e totalmente popolare.
degli angeli che diviene il pane degli uomini (Panis angelicus fit panis hominum) (Lauda, Sion). Da qui la sorpresa ammirazione, che un altro verso esprime con vibrante commozione: O cosa mirabile: il servo, povero e umile, si nutre del Signore (Sacris sollemniis). E, se nascendo Cristo si fatto compagno, e alimento cenando con i suoi, nella morte si offre in riscatto, e si d come premio nel regno (Verbum supernum). Ma al poeta teologo preme precisare con rigore i vari aspetti del mistero eucaristico: la sostanza, la conversione, le specie eucaristiche, la loro frazione, i ministri e quanti ricevono il sacramento. Il Lauda, Sion li fa passare analiticamente: Ai discepoli di Cristo questo dogma consegnato: il pane si trasforma in carne e il Devotamente ti adoro o verit nascosta vino in sangue. Sotto diverse apparenze segni senza che ti celi veramente sotto queste forme sostanza realt sublimi si nascondono: la carne che Il mio cuore tutto a te si sottomette nutrimento, il sangue che poi che a contemplarti bevanda. E, pure, sotto l'una e l'altra specie Cristo si sente tutto venir meno resta tutto intero: non spezzato da chi lo assume, non notte dell'ultima cena, giacendo a infranto, non diviso, viene assunto nelmensa coi fratelli, osservata fedelmente la sua integrit. Lo riceve uno, lo ricecoi cibi rituali la legge antica, dona se von mille: quanto questi tanto quello, stesso in cibo ai dodici. E nel Verbum n assunto consumato. E alla fraziosupernum: Il Verbo celeste, veniente ne del sacramento, non turbarti, ma dal Padre, e sempre alla sua destra, ricorda: tanto Cristo celato nel framportando a compimento la sua opera, mento, quanto lo nella totalit. La giunse alla sera della vita. Uno dei di- realt non patisce divisione, la frazione scepoli lo consegnava ai suoi nemici coinvolge solo i segni, n lo stato si riper esser messo a morte, ed egli si offr duce e neppure la statura di chi simloro in cibo di vita. boleggiato. Lo ricevono i buoni, lo riceE, allo stesso modo, nel Lauda, Sion: vono i cattivi, ma con esito ineguaSolenne celebrato il giorno che ri- le, di vita oppur di morte: di morte per corda la prima istituzione di quest'aga- gli iniqui, di vita per i buoni: vedi pe. Il pane vivo e vitale (panis vivus dunque di una stessa comunione quanet vitalis) nella mensa della santa ce- to l'effetto sia dissimile. na alla compagnia dei dodici fratelli L'inno Verbum supernum focalizzer: senza dubbio fu donato, mentre, in- ai discepoli sotto le due specie don sieme, Cristo dispose che in sua me- la carne e il sangue, al fine di nutrire moria si compisse quello che egli fece con la duplice sostanza tutto l'uomo. nella cena. Quanto ai ministri dell'Eucaristia, Nell'Eucaristia le antiche prefigura- sono unicamente i presbiteri: Ha istizioni si compiono e i vecchi riti sono tuito cos questo sacrificio, di esso incafiniti, e sopraggiunge una realt nuo- ricando i soli presbiteri: a loro incomva: Il pane del cielo porta a compi- be di consumarlo e di elargirlo agli almento le prefigurazioni (dat panis cae- tri (Sacris sollemniis). licus figuris terminum) (Sacris sollemE un'altra sottolineatura degli Inni niis). Esso nei simboli prefigurato: eucaristici di Tommaso e di tutta la quando immolato Isacco, quando sua teologia eucaristica la necessiscelto l'agnello della Pasqua e ai padri t assoluta e imprescindibile della fede: offerta in dono la manna. In questa sola fides. mensa del nuovo re, la nuova Pasqua I sensi giudicano e si fermano secondella legge nuova svuota la Pasqua (il do le apparenze: non sanno andare olpassaggio) antica. La novit fa fuggire tre, non riescono a raggiungere, sotto la vecchiezza, la verit fa dileguare le specie, la presenza della sostanza, l'ombra, la luce dissipa le tenebre cio del Corpo e del Sangue di Cristo. (Lauda, Sion). Vedono giusto solo quanto alle appaDopo la consumazione dell'agnello renze; ma, di l da esse, non sono in che lo adombrava ai discepoli fu di- grado di percepire nulla. Perci detspensato il Corpo del Signore (Post to che essi vengono meno, e falliscono. agnum typicum expletis epulis, / corpus La presenza reale del Signore attedominicum datum discipulis) (Sacris stata unicamente dalla fede, che si posollemniis). ne in ascolto della sua Parola: Il VerE, cantando l'istituzione dell'Eucari- bo fatto carne con la sua parola rese la stia, l'Angelico illustra il suo mistero. propria carne pane vero, mentre il viL'Eucaristia il ricordo della morte no diventa il sangue di Cristo; che, se i di Cristo. In uno dei suoi versi pi ap- sensi si smarriscono, la sola fede basta passionati egli esclama: O memoriale a rassicurare il cuore sincero. La fedella morte del Signore (O memoriale de sopperisca all'infermit dei sensi mortis Domini) (Adoro te). Essa il (praestet fides supplementum sensuum corpo glorioso (gloriosus corpus) e il defectui) (Pange, lingua). La fede arprezioso sangue (sanguis pretiosus) dimentosa, di l dall'ordine naturale, (Pange, lingua). Il tema speciale del conferma quello che non comprendi e suo canto dichiara il poeta il quello che non vedi (Lauda, Sion). pane vivo e vitale (Laudis thema spe- La vista, il tatto, il gusto non ti avcialis, panis vivus et vitalis), il pane vertono: si crede senza esitazione solo
L'Eucaristia il memoriale della per quello che l'udito ha ascoltato. Credo a tutto quello che il Figlio di morte del Signore. La definizione di Dio ha asserito: nulla pi vero della Tommaso diventa una piissima esclamazione: O memoriale della morte parola di verit (Adoro te). Il Corpus Domini sorto come festa del Signore, pane vivo e fonte di vita speciale dedicata al culto e all'esalta- per l'uomo (O memoriale mortis Domini, zione del Corpo e del Sangue di Cri- / panis vivus vitam praestans homini). Memoriale della morte e pane vivo, sto, ed esattamente l'invito alla lode e all'adorazione che ricorre negli Inni del quale si domanda di vivere per eucaristici di san Tommaso. Cos nel sempre e di gustare la dolcezza, l'EuPange, lingua: Canta, o lingua, il mi- caristia anche sangue che fluisce dal stero del corpo glorioso e del prezioso petto squarciato di Ges, assimilato a sangue, effuso, per riscattare il mondo, un pio pellicano e invocato a purificadal re delle genti, frutto di un grembo re dall'immondezza: un sangue tanto generoso. Prostrti, veneriamo un prezioso, di cui anche una sola goccia cos grande sacramento (Tantum ergo sarebbe bastata a salvare da ogni delitto il mondo intero: Donami di vivere sacramentum veneremur cernui). La memoria dell'istituzione dell'Eu- sempre di te, e di non cessare mai di caristia e l'adorazione del Corpo e del assaporare la tua dolcezza (Praesta Sangue del Signore si accompagnano e mihi semper de te vivere, / et te mihi semsi alternano negli Inni di san Tomma- per dulce sapere). Pio pellicano, Ges so con una intensa e calda implorazio- Signore, mondami col tuo sangue nella ne: Ti chiediamo, o Dio trino e uno: mia impurit: una sua sola goccia bacome noi ti onoriamo, cos vieni a visi- sterebbe a salvare da ogni crimine il tarci, e sulle tue vie sii guida alla mta mondo intero. Soprattutto gli ultimi devoti e comcui tendiamo: alla luce che tu inabiti mossi accenti rivolti personalmente a (Sacris sollemniis). O Ges, Pastore buono, veramente Cristo rivelano in tutto il suo incanto e pane, abbi di noi piet: sii tu a pasco- la sua emozione la poesia eucaristica larci e a custodirci; facci tu vedere il di san Tommaso teologo e mistico del bene nella terra dei viventi. Tu, che Corpo e del Sangue del Signore. La conosci tutto e tutto vali, che qui pasci tradizione non conosce elevazioni eunoi mortali, rendi i tuoi commensali di caristiche pi devote e pi belle di quaggi, i coeredi e i compagni dei queste e si comprende perch la Chiesa le abbia assunte ancora le usi per cansanti cittadini (Lauda, Sion). Ma soprattutto nell'Adoro te devote tare la propria adorazione e il proprio la lode al Corpo e al Sangue del Si- fervore. O Ges, che ora scorgo ancor gnore mirabilmente si fonde in appas- velato, quando si avverer quello di sionata e lirica preghiera. La sacra cui ho tanta sete? Cio di contemplarti dottrina del teologo, tutta intrisa di apertamente e quindi di essere beato Scrittura, e la vena ispirata del poeta nella visione della tua gloria (Ihesu, si fondono con la devozione accesa del- quem velatum nunc aspicio, / quando fiet l'orante, quasi con lo spasimo del mi- illud quod tam sicio? / Ut te revelata cerstico, che parla dall'abbondanza del nens facie, / visu sim beatus tuae glocuore e che brama di vedere Cristo di riae). l dai veli e dai nascondimenti del sacramento. O Ges, che ora scorgo ancor velato L'inno stato definito una di quelle composizioquando si avverer ni armoniose e geniali, insieme ricche e semplici, quello di cui ho tanta sete? che sono servite, pi di Cio di contemplarti apertamente molti libri, a formare la piet cattolica (Wilmart). e quindi di essere beato Poema teologico, accunella visione della tua gloria ratamente strutturato nel ritmo e nelle assonanze, , insieme, tutta una invocazione personale a Ges nell'Eucaristia: Per altro, questi versi rivelano il senDevotamente ti adoro, o verit na- so e l'esito della teologia e del lavoro scosta, che ti celi veramente sotto que- teologico di Tommaso, che nella conste forme. Il mio cuore tutto a te si clusione della sua vita sentiva e giudisottomette, poi che a contemplarti si cava tutti i suoi scritti come paglia. sente tutto venir meno (Adoro te devote, Egli era impaziente che tutto l'enuntialatens veritas, / te quae sub his formis ve- bile, tutto il castello dei concetti si conre latitas. // Tibi se cor meum totum su- vertissero e sfociassero alla res, alla bicit, / quia te contemplans totum deficit). realt. Ma questa la sete di ogni creLa non visione di Cristo, che nel- dente, cui la Rivelazione, grazie allo l'Eucaristia assoluta, non deve atte- Spirito, abbia confidato i segreti di nuare l'adesione; la deve, anzi, accre- Dio: lo prende l'accoramento di vedescere, suscitando l'abbandono confi- re Cristo e in lui di vedere Dio. Com' dente del ladro in croce o la confessio- detto da Dante nella Commedia: Che del diso di s veder n'accora (Purgane dell'apostolo Tommaso, pur nella torio, canto V, 57). mancanza della constatazione e del Cos, per sua natura, dovrebbe semcontatto delle piaghe. pre essere la vera teologia: non quella Le assenze dell'Eucaristia devono in- che si attarda nel sospetto o perde crementare la fede, che d inizio all'in- troppo tempo a dialogare con una cultimit divina, la speranza e l'amore: tura che, mancando della fede, neppuSulla croce era nascosta solo la divi- re pu capire che cosa sia un sapere nit, ma qui occulta anche l'umani- tutto sospeso alla divina Parola. t; e, pure, l'una e l'altra credendo e Se, poi, in tema di Eucaristia oggi professando, chiedo quello che ha im- c' un'urgenza, quella di ridire e di plorato il ladro penitente. Con Tom- ammirare il miracolo e la grazia della maso non ravviso le ferite, e tuttavia ti presenza reale, in virt della transuproclamo mio Dio. Fa' che sempre pi stanziazione, che tanto ha attratto la io creda, che in te speri e che ti ami. mente e il cuore del Dottore Angelico.
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L'OSSERVATORE ROMANO
L'appello dell'arcivescovo di Yangon Charles Maung Bo
Il no dei vescovi iracheni alla condanna a morte di uno dei rapitori di Rahho
BAGHDAD, 21. Monsignor Rahho non avrebbe accettato una simile sentenza. I principi cristiani affermano che non consentito condannare a morte nessuno e ci invitano al perdono, alla riconciliazione e alla giustizia: lo ha affermato il vescovo ausiliare di Babilonia dei Caldei, Shlemon Warduni, commentando la condanna a morte inflitta dalle autorit irachene ad Ahmed Ali Ahmed, leader di Al Qaeda coinvolto nel rapimento e nelluccisione dellarcivescovo di Mossul dei Caldei, Paulos Faraj Rahho. La Chiesa irachena persegue la pace, la sicurezza e la riconciliazione del Paese ha sottolineato il presule, che fa da portavoce al cardinale Emmanuel III Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei tutte cose per le quali si speso in vita monsignor Rahho e per le quali continuiamo a lavorare. Fra l'altro, secondo il vescovo ausiliare, si registra attualmente un qualche miglioramento della situazione in Iraq: Anche a Mossul afferma la gente dice che va un po' meglio. La speranza che duri nel tempo e che Al Qaeda venga sconfitta. Dal canto suo l'arcivescovo di Kerkk dei Caldei, Louis Sako, ha tenuto a sottolineare la contrariet della Chiesa alla pena capitale: La violenza non deve chiamare altra violenza ha detto , siamo per la della prigionia. La notizia della condanna di Ahmed Ali Ahmed stata data domenica scorsa dal portavoce del Governo, Ali al-Dabbagh. Il condannato, si legge in un comunicato ufficiale, uno dei capi del braccio iracheno di Al Qaeda, gi ricercato dalla giustizia per il suo coinvolgimento in numerosi crimini compiuti contro il popolo iracheno. stato condannato a morte in base allarticolo 4.1 della legge irachena contro il terrorismo. Nel comunicato non si precisano la data e le circostanze dellarresto, n la nazionalit del condannato, n tanto meno il giorno dell'esecuzione. La condanna a morte di Ahmed Ali Ahmed ci lascia molto perplessi ha commentato monsignor Philip B. Najim, procuratore a Roma del patriarcato di Babilonia dei Caldei e visitatore apostolico per i fedeli caldei in Europa subito dopo lomicidio il Governo iracheno annunci larresto di tre fratelli che, disse, avevano filmato lintera operazione del rapimento. Poi non se ne saputo pi niente. Oggi ci comunicano che un altro uomo, diverso da quelli indicati, stato condannato a morte. I valori della nostra fede sono contrari alla pena di morte e il fatto che le indagini sullomicidio siano state compiute tenendo alloscuro lopinione pubblica ha concluso Najim non lascia ben sperare.
opere di soccorso, molte delle quali vanno in aiuto delle persone che vivono nell'area del delta del fiume Irrawaddy in cui vi sono stati pi morti e danni. Entrambi gli arcivescovi hanno visitato i sopravvissuti al ciclone nel delta del fiume, constatando personalmente la gravit della situazione. Anche in altre chiese cattoliche e protestanti di Yangon si pregato per le vittime e i sopravvissuti e sono state fatte delle collette speciali per sostenere i soccorsi. Il vescovo ausiliare di Yangon Ju-
giustizia ma non per la pena di morte. La sentenza stata emessa dai giudici del tribunale penale centrale che accusano Ahmed Ali Ahmed, meglio conosciuto con il nome di Abu Omar, di essere coinvolto nel sequestro e nella morte di Rahho, rapito il 29 febbraio e ritrovato senza vita il 13 marzo. Sul corpo dell'arcivescovo non furono trovati segni di colpi darma da fuoco ma il decesso, secondo il clero iracheno, stato diretta conseguenza
Aiuto ai popoli tribali di Davao del Sur contro lo sfruttamento minerario intensivo
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Il presidente della Conferenza episcopale di Albania parla dell'impegno della Chiesa per aiutare coloro che lasciano il Paese
styczne z odzi, Opola, Poznania, Czstochowy, Warszawy i Bielska-Biaej; pielgrzymi indywidualni. Gruppi di Fedeli da: Croazia, Ucraina, Lituania. De France: Ecole Internationale d'Evangelisation Jeunesse Lumire; Ecole de la Foi, de Coutances; Lyce de filles du Foyer de Charit, de Chateauneuf de Galaure; groupe de plerins de Nice. From various Countries: Members of the Allied Joint Force Command, Naples, with family members. From England: Pilgrims from the Parish of St. Oswald and St. Brendan's, Old Swan, Liverpool; Pilgrims from the Shrine of Our Lady St Mary, Glastonbury; Students from St.
High
From Denmark: Students and staff from Joseph's Catholic School, Roskilde; Students and staff from Kildebjerg School, Mrkv. From Nigeria: A group of pilgrims from Abuja. From Australia: Pilgrims from the Parish of St Bernadette's, North Sunshine, Victoria; The Australian Youth Choir. From the United States of America: Seminarians from the Diocese of Richmond, Virginia; Pilgrims from St James Catholic Church, Redondo Beach, California; Pilgrims from Prince of Peace Parish, Norton, Ohio; Pilgrims from Saint John and Saint
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Benedetto
XVI
Portugal, e do Senhor Bom Jesus em Limeira, no Brasil: sede bemvindos! Esta peregrinao a Roma encha de luz e fortaleza o vosso testemunho cristo, para confessardes Jesus Cristo como nico Salvador e Senhor da vida: fora d'Ele, no h vida, nem esperana de a ter. Com Cristo, sucesso eterno vida que Deus vos confiou. Para cada um de vs e famlia, a minha Bno! Pozdrawiam pielgrzymw polskich, a zwaszcza studentw z Duszpasterstwa Akademickiego przy Kolegiacie witej Anny w
contro. Domani ricorre la Solennit del Corpus Domini. Vi benedica tutti il Signore Ges presente nell'Eucaristia]. Pdthnfcm $p cthltxybv ghbd$njv lj erhfycmrb ghjxfy. Ljhju$ lhep$, lzre pf dfi d$pbn $, pfrbrfxb dfc enb hfl$cybvb cd$lrfvb hbcnf e dfi$q fnmr$doby$, obhj el$kz dfv kfujckjdtyyz. Ckfdf cece hbcne! [Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini ucraini. Cari amici, vi ringrazio per la vostra visita e,
Chers frres et surs, Je salue les plerins francophones, en particulier les prtres jubilaires du diocse de Gand, ainsi que les jeunes du Lyce du Foyer de Charit de Chateauneuf de Galaure, de l'Ecole Jeunesse Lumire et de l'Ecole de la foi de Coutances. Que la beaut du visage de notre Dieu se reflte toujours sur notre tre et dans notre louange. Avec ma Bndiction apostolique. Dear Brothers and Sisters, I offer a warm greeting to the delegation from the Allied Joint Force Command Naples, together with the members of their families. Dear friends, may your cooperation in the service of peace contribute to a future of hope for coming generations. I also welcome the seminarians from the Diocese of Richmond (U.S.A.) and the many student groups present. I thank the choirs for their praise of God in song. Upon all the English-speaking pilgrims, especially those from England, Denmark, Nigeria, Australia and the United States, I cordially invoke God's blessings of joy and peace. Liebe Brder und Schwestern! Einen herzlichen Gru richte ich an die deutschsprachigen Pilger und Besucher. Das Zeugnis dieses Theologen, Diakons, Predigers und Sngers (Romanus) sporne uns an, immer tiefer in den Reichtum des Glaubens einzudringen und unser Leben danach auszurichten. Dies gilt besonders fr das morgige Fronleichnamsfest, wenn wir das Geschenk der Gegenwart Christi in der Eucharistie betend betrachten und mit Christus auf unseren Straen gehen - als Sinnbild, da wir immer mit Christus auf unserer Strae, auf der Strae des Lebens sein wollen. Dazu erbitte ich euch allen Gottes reichsten Segen. Queridos hermanos y hermanas: Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua espaola, en particular a la peregrinacin diocesana de Mondoedo-Ferrol, con su Obispo, y las Hermanas de la Caridad Dominicas de la Presentacin, as como a los grupos de Espaa, Venezuela, Mxico y otros pases latinoamericanos. Invito a todos a inspirarse en Romano el Meloda para impulsar la comunicacin de la fe precisamente en nuestra civilizacin de la imagen. Muchas gracias por vuestra visita. A minha saudao amiga para todos vs, peregrinos de lngua portuguesa, com meno especial para os grupos paroquiais de Guifes, em
Srdene pozdravujem slovenskch ptnikov z Farnosti svtho Kra zo Sniny. Bratia a sestry, v tomto marinskom mesiaci mji vs chcem zveri Panne Mrii. Ona nech vs sprevdza pri hadan pravho pokoja. S tmto elanm ehnm vs i vaich drahch. Pochvlen bu Jei Kristus! [Saluto cordialmente i pellegrini slovacchi provenienti dalla Parrocchia di Santa Croce in Snina. Fratelli e sorelle, in questo mese mariano di maggio voglio affidarvi alla Madonna. Ella vi accompagni nella ricerca della vera pace. Con questo desiderio benedico voi e i vostri cari. Sia lodato Ges Cristo!]. Radost mi je pozdraviti sve hrvatske hodoasnike, a na poseban nain skupinu iz Splita. Uoi blagdana Presvetoga Tijela i Krvi Kristove, stavljam vam na srce da sa ivom vjerom, zahvalnou i ljubavlju sve vie susreete Gospodina u ovom divnom sakramentu. Hvaljen Isus i Marija! [Sono lieto di salutare i pellegrini croati, in modo particolare il gruppo di Split. Alla vigilia della solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, vi invito di incontrare sempre pi il Signore in questo mirabile sacramento con viva fede, gratitudine e amore. Siano lodati Ges e Maria!]. Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i Seminaristi del Seminario Regionale Pugliese di Molfetta, e li esorto a fondare la loro vita su Ges e sulla salda roccia della sua Parola, per esserne coraggiosi annunciatori agli uomini del nostro tempo. Saluto i fedeli albanesi, qui convenuti in occasione della visita ad limina Apostolorum dei Vescovi dell'Albania, e li accompagno con la mia preghiera affinch il Signore renda fruttuoso il loro impegno di far conoscere Ges Via, Verit e Vita. Saluto gli imprenditori del settore zootecnico, i fedeli della Rettoria Santa Maria di Campanile, in Frasso Telesino e quelli della parrocchia San Sisto, in Perugia. Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio tutti per la vostra presenza e vi incoraggio a seguire con fedelt Ges e il suo Vangelo, per essere cristiani autentici in famiglia e in ogni altro ambiente. Mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, augurando a ciascuno di servire sempre Dio nella gioia e di amare il prossimo con spirito evangelico.
Krakowie. Dziki waszej pomocy dwa lata temu mogem si spotka z polsk modzie na krakowskich Boniach. Z wdzicznoci wspominam to spotkanie. Jutro uroczysto Boego Ciaa. Niech Chrystus obecny w Eucharystii wszystkim wam bogosawi. [Saluto i pellegrini polacchi e in modo particolare gli studenti della Cappellania universitaria della Collegiata di Sant'Anna di Cracovia. Grazie al vostro aiuto, due anni fa ho avuto la possibilit di incontrarmi con la giovent polacca nel parco di Bonie di Cracovia. Conservo nel cuore il grato ricordo di quell'in-
mentre vi esorto a essere gioiosi testimoni di Cristo nella vostra Patria, di cuore vi imparto la Benedizione. Sia lodato Ges Cristo!]. Nuoirdiai sveikinu piligrimus lietuvius ir meldiu, kad veniausioji Mergel Marija nuolat saugot jus ir js eimas. Visiems jums suteikiu savo palaiminim! Garb Jzui ir Marijai! [Rivolgo un cordiale saluto a voi, pellegrini lituani, e volentieri invoco su di voi e sulle vostre famiglie la costante protezione della Vergine Maria. A tutti la mia benedizione! Siano lodati Ges e Maria!].
* * *
Vorrei infine ricordare che domani, solennit del Corpus Domini, alle ore 19, sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano presieder la Messa, cui seguir la tradizionale processione fino a Santa Maria Maggiore. Invito tutti a partecipare a questa solenne celebrazione, per esprimere insieme la fede in Cristo, presente nell'Eucaristia.
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 120 (44.860)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
venerd-sabato 23-24 maggio 2008
Prevenzione e solidariet
di VITTORIO NOZZA* Il crescente senso di paura e insicurezza va ben oltre i lavavetri, i campi nomadi, il variegato mondo dei rom, travalica confini e frontiere. Gli effetti di un mondo squilibrato e sempre pi collegato sono sotto i nostri occhi, con una crescente globalizzazione anche delle povert che vede a livello planetario trentacinque milioni di profughi, sfollati e rifugiati costretti a lasciare le loro abitazioni, per lo pi spinti da fame e guerra. ormai dunque esigenza comune anche per arginare le sempre pi frequenti derive xenofobe come in questi giorni in Sud Africa quella di una politica ispirata al perseguimento del bene comune per cercare di governare con lungimiranza i processi sociali, senza chiusure, senza paure, con coraggio e preveggenza. Solidariet dunque come principio organizzativo, strutturale della vita sociale, economica e, quindi, politica. Un principio che, coniugato con un concetto di giustizia, d vita, nella logica del diritto, ad azioni in solidum che devono portare a una responsabilit condivisa. Come? Rafforzando, proprio a partire dalle ferite sulle persone e sulle societ, azioni di tutela dei diritti essenziali e fondamentali e riaprendo un confronto sui loro significati. Ricominciando in altre parole a parlare in modo insistente e ostinato di diritto: alla vita, al cibo, all'acqua, per sradicare lo scandalo della fame e della miseria; alla scuola, per impedire meccanismi di esclusione o trappole della povert; alla casa, perch vi siano politiche pubbliche che rappresentino una possibilit per chi non ha reddito; all'ascolto, per chi non tutelato da meccanismi di protezione sociale; a un reddito adeguato per vivere dignitosamente; alla partecipazione, per chi rischia di essere condannato a stare ai margini; al lavoro, non solo come diritto per ogni persona, ma anche come dovere istituzionale, nel tentativo di non creare continua precariet. Senza trascurare il diritto alla salute, alla parit fra uomini e donne, e la sostenibilit ambientale dei nostri modelli di sviluppo. significativo ad esempio che nella stessa Romania, proprio l'impegno per la casa e il lavoro ha consentito l'uscita del 26% di persone, soprattutto bambini, dal mondo della microcriminalit e dell'abbandono (i famosi bambini delle fogne di Bucarest). Declinare queste attenzioni rispetto al tema dell'immigrazione deve indurci pertanto a considerare in modo congiunto una pluralit di aspetti: accordi con gli Stati di provenienza, costruzione di percorsi di pacificazione nei territori del mondo costantemente in conflittualit, gestione e accompagnamento dei flussi, ricongiungimenti familiari, lotta decisa alla criminalit che brutalizza la vita di minori, donne e uomini disperati, progetti di cooperazione e di riduzione o cancellazione del debito, politiche immigratorie sempre pi collocate nel contesto europeo e soprattutto grande, comune e ricco lavoro sull'integrazione. D'altra parte una politica puramente di contrasto, non promozionale n lungimirante, non riuscir mai a ridimensionare traffici, trafficanti, criminalit e tensioni. Anzi contribuisce ad alimentare un pregiudizio culturale, che porta a ritenere gli immigrati di per s una minaccia per le regole fondamentali sancite nella costituzione del Paese che li accoglie. Lo ricordava anche Giovanni XXIII nella enciclica Pacem in terris: L'autorit che si fonda solo o principalmente sulla minaccia o sul timore di pene o sulla promessa e attrattiva di premi non muove efficacemente gli esseri umani all'attuazione del bene comune (n. 28). Perch allora non si mette la stessa determinazione anche nell'organizzazione dei servizi, nell'accoglienza, nell'accompagnamento delle persone, in azioni di integrazione? Una prospettiva infatti per noi certa: le misure pi efficaci per contrastare insicurezza e violenze consistono, come auspicato dalla Commissione Europea, nell'equiparazione la pi ampia possibile degli immigrati ai cittadini nazionali, attraverso l'attribuzione di un'ampia gamma di diritti sociali.
* Direttore Caritas Italiana
Venerati e cari Fratelli, con grande gioia vi accolgo tutti insieme, mentre state compiendo il vostro pellegrinaggio ad Limina Apostolorum. questa un'opportuna occasione per il Successore di Pietro di condividere le fatiche apostoliche che voi affrontate nell'amata terra di Albania. Vi saluto con affetto e vi ringrazio per la spontanea apertura degli animi, con la quale avete reso nota al Papa la complessa realt, con le sue difficolt e le sue speranze, della Chiesa in Albania. Esprimo particolare riconoscenza per le parole con cui, raccogliendo il pensiero di tutti, il Presidente della vostra Conferenza Episcopale mi ha espresso i vostri sentimenti. Grazie, miei cari Confratelli nell'Episcopato! E benvenuti! A tutti nota la triste eredit lasciata in Albania da un passato regime dittatoriale, che aveva proclamato l'ateismo quale ideologia di Stato. evidente che una simile impostazione antidemocratica dei rapporti fra i cittadini vi ha lasciato un compito non facile gi sul piano umano: quello di riscoprire una comune grammatica che possa nuovamente sostenere l'edificio sociale. Ma voi, successori degli Apostoli, siete soprattutto chiamati ad essere testimoni di un'altra eredit, particolarmente benefica e costruttiva: quella del messaggio di salvezza portato da Cristo nel mondo. In tal senso, dopo la notte oscura della dittatura comunista, incapace di comprendere il popolo albanese nelle sue ataviche tradizioni, la Chiesa provvidenzialmente ha potuto rinascere, grazie anche alla forza apostolica del mio venerato Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, che vi fece visita nel 1993, ricostituendo in modo stabile la Gerarchia cattolica, per il bene dei credenti e a vantaggio del Popolo albanese. Uno dei primi atti del grande Pontefice fu il riconoscimento degli eroi della fede: ricordo qui, in particolare, la splendida testimonianza del Cardinale Koliqi, corifeo di una folta schiera di martiri. La ricostruzione della Gerarchia cattolica costitu il riconoscimento doveroso dell'intima unione che lega il vostro popolo a Cristo e contribu a dare spazio alle forze nuove del cattolicesimo in terra di Albania. Voi siete i custodi di questo vincolo, e spetta anzitutto a voi il compito di promuovere nei vostri atti e nelle vostre iniziative quell'unit che deve manifestare il mistero basilare e vivificante dell'unico Corpo di Cristo, in comunione col ministero del Successore di Pietro. Non si pu non vedere, in questa prospettiva, quanto sia essenziale il comune sen-
tire e la condivisa corresponsabilit dei Vescovi, proprio per far fronte in modo efficace ai problemi e alle difficolt della Chiesa in Albania. Come potrebbe immaginarsi un percorso diocesano che non tenesse conto del parere degli altri Vescovi, il cui consenso necessario per rispondere in modo adeguato alle attese dell'unico popolo a cui la Chiesa si rivolge? L'intesa cordiale e fraterna fra Pastori non pu che portare grandi benefici all'amato popolo albanese, sia sul piano sociale che su quello ecumenico e inter-religioso. Siate
comunione in Cristo e il bene superiore dell'unico gregge del Redentore. Ci riguarda anche l'attivit evangelizzatrice e quella catechetica, e si esprime pure nell'impegno in ambito sociale. Penso, in particolare, alla sanit, all'educazione, allo sforzo di pacificazione degli animi e a tutto ci che favorisce la positiva collaborazione fra le diverse componenti della societ e le rispettive tradizioni religiose. Il fenomeno dell'emigrazione, sia all'interno che fuori del Paese, vi pone di fronte a gravi problemi pastorali, che interpellano il vostro
pertanto, venerati Confratelli, una cosa sola in Cristo nell'annunciare il Vangelo e nel celebrare i divini Misteri; manifestate la comunione con la Chiesa universale, nella pi ampia e genuina fraternit episcopale. Sarebbe inconcepibile l'iniziativa di un Pastore che, nell'approccio a situazioni concrete, non si preoccupasse di coordinare il proprio impegno con quello dei suoi Confratelli Vescovi. Esistono specifiche questioni, riconducibili a problemi contingenti, che necessario siano risolte col contributo di tutti, nell'ambito della carit e della pazienza pastorale. Esorto tutti ad evangelica prudenza, in atteggiamento di autentica carit, ricordando che i canoni ecclesiali sono mezzi per promuovere ordinatamente la
cuore di Vescovi non soltanto per quanto riguarda i fedeli che vivono nel vostro territorio, ma anche i fedeli della diaspora. Questo chiama in causa la vostra capacit di interloquire con i vostri Confratelli in altri Paesi, al fine di offrire un aiuto pastorale necessario e urgente. Conosco la difficolt della mancanza di clero. So anche della generosit di non pochi vostri sacerdoti, che agiscono in situazioni precarie, impegnati a rendere il dovuto servizio ministeriale ai fedeli cattolici di origine albanese in terra straniera. Ci fa onore a voi, cari Confratelli, che vi mostrate solleciti, secondo il cuore di Cristo, delle condizioni spirituali della vostra gente anche fuori dei confini della Patria. E questo fa onore anche ai sacerdoti che gene-
rosamente condividono le vostre ansie pastorali. Vi sono poi tanti problemi di ordine pratico, per i quali necessario pure il contributo efficace delle istanze civili, mediante proposte che non rispondano solo a preoccupazioni di ordine politico, ma che tengano conto anche delle concrete situazioni sociali. Dal punto di vista cattolico, sia in Patria sia nel contesto dell'emigrazione, dovrebbe emergere un'attenzione che, pur preservando l'identit specifica della vostra gente, non trascuri il suo inserimento nei contesti sociali di arrivo. In quest'ottica, necessario coltivare, soprattutto nei sacerdoti destinati alla cura pastorale degli emigrati, una viva sensibilit per l'appartenenza di tutti all'unico Corpo di Cristo, che identico in ogni parte della terra. Dire questo, venerati Fratelli, significa ribadire la necessit persistente di una costante cura a favore di quanti il Signore chiama alla sua sequela. Quella pertanto della promozione delle vocazioni sia sempre una preoccupazione in cima alle vostre priorit: dipende da questo il futuro della Chiesa in Albania. Desidero, infine, esprimere le mie felicitazioni per gli accordi sottoscritti di recente con le Autorit della Repubblica: confido che tali provvedimenti possano giovare alla ricostruzione spirituale del Paese, dato il ruolo positivo che la Chiesa svolge nella societ. Per parte mia, vi incoraggio a proseguire nel vostro ministero, per portare a compimento i programmi che insieme avete concordato. Mentre vi affido alla celeste intercessione di Maria, Madre del Buon Consiglio, volentieri imparto a voi, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e a tutti i fedeli affidati alle vostre cure pastorali una speciale Benedizione Apostolica.
L'INDIRIZZO D'OMAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE A PAGINA 8
NOSTRE INFORMAZIONI
Erezione di Provincia Ecclesiastica e relativa Provvista
Il Santo Padre ha creato la nuova Provincia Ecclesiastica di Kota Kinabalu (Malaysia), dividendola dalla Provincia Ecclesiastica di Kuching. La nuova Provincia Ecclesiastica comprender le diocesi suffraganee di Keningau e Sandakan. Sua Santit ha nominato primo Arcivescovo Metropolita di Kota Kinabalu Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor John Lee Hiong Fun-Yit Yaw, finora Vescovo della medesima Diocesi.
Benedetto
XVI
Il Santo Padre, in data 22 maggio, ha dato il Suo assenso all'elezione canonicamente fatta dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina del Reverendo Padre Taras Senkiv, O.M., Direttore spirituale del Seminario Maggiore di Ivano-Frankivsk, a Vescovo Ausiliare di Stryj degli Ucraini (Ucraina), assegnandogli la Sede titolare di Siccenna.
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Calma a Johannesburg pattugliata dall'esercito. Immigrati aggrediti a Citt del Capo e Durban
Ad Alexandra, la pi grande baraccopoli alla periferia di Johannesburg, si recato ieri in visita il leader dellopposizione dello Zimbabwe, Morgan Tsvangirai. Se le cose andassero meglio da noi, non avreste bisogno di essere qui, ha detto rivolto ai suoi connazionali, che lo hanno accolto con grandi festeggiamenti. Se nei sobborghi di Johannesburg, compresa appunto Alexandra, la situazione sembra essere tornata per il momento sotto controllo, sassaiole, incendi e vandalismi si sono verificati invece
nelle ultime ore in altre aree del Paese, facendo temere una diffusione ulteriore delle violenze. Questa notte, in particolare, la violenza si scatenata a Citt del Capo, dove folle inferocite hanno incominciato ad attaccare case e a saccheggiare negozi gestiti da immigrati, provenienti soprattutto da Zimbabwe e Somalia. Le violenze maggiori ci sono state nella baraccopoli di Knysna, alle porte della citt. La polizia ha comunicato che un immigrato somalo morto, ma ha aggiunto che non ancora chiaro
Vertice a Brasilia tra i capi di Stato e di Governo dei Paesi della regione
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scena, la sconcertante didascalia in latino: pro cunctis ora sed plus pro rege labora. Il duomo di Monreale soprattutto celebre per i suoi mosaici. Quasi diecimila metri quadrati di superficie pittorica, decine forse centinaia di specialisti attivi lungo l'arco di un secolo. Il programma iconografico che i mosaici dispiegano all'interno del Duomo esemplare per coerenza dottrinale e per efficacia didattica. La storia del mondo e il tempo dell'attesa sono raccontati nelle immagini che si snodano l'una dopo l'altra sulle pareti della navata centrale. Il vasto transetto, spazio destinato ai
presbiteri e luogo della consacrazione eucaristica, occupato dagli episodi salienti della vita di Cristo. Ancora nel transetto, all'interno rispettivamente del diaconicon e della protesis, protagonisti sono i protoapostoli Pietro e Paolo, pilastri della Chiesa, fondamenti della gerarchia e della dottrina. Infine, apice figurativo emergenza drammatica e sintesi teologica di tutto il percorso, giganteggia nell'abside, grandiosamente fuori scala, l'immagine del Cristo che insieme pantocratore e giudice. Colui che che era e che sar, l'alfa e l'omega, il Vivente degli ultimi Giorni. Atteso e prefigurato dalla profondit dei secoli (mosaici dell'Anti-
dicato alla sua memoria il volume su Il Duomo di Monreale. Portare altri a un incontro personale con il Signore. Questo fu nelle parole della lettera pastorale sopra citata il compito di Giovanni Battista. Il sacerdote di questa diocesi di Caltanissetta e poi l'arcivescovo di Monreale stato attraversato da una vera ansia missionaria. Tanto nella sua attivit accademica nella Facolt teologica di Sicilia quanto nell'impegno di animazione culturale tramite il Centro Cammarata, quanto ogni giorno nell'esercizio del ministero presbiterale ed episcopale, don Cataldo ha cercato di portare altri a un incontro personale con il Signore. Non vi era in lui scissione tra la dimensione credente e il profilo intellettuale, tra il pastore e lo storico. GiustaIl vescovo di Monreale seppe unire mente ha scritto di lui Andrea Riccardi: la forza della spiritualit Mi piacerebbe un giorno riuscire a mocon l'apertura mentale di una grande cultura strare come la pastoralit di Naro risene con il radicamento in mezzo al suo popolo tisse della sua cultura storica e del suo apt, un'umilt che non era intesa e vis- proccio da storico. (...) L'identit di suta come atteggiamento rinunciata- Cataldo Naro ritratta dalle sue stesrio, come ripiegamento di fronte alla se parole: un guardare la realt, un finitezza della condizione umana e al- comprenderla con amore e passione, la complessit del reale. Al contrario, uno studiarla con intelligenza e fatica, c'era in lui un atteggiamento silenzio- un ardimentoso proiettarsi in avanti, so e talora dimesso che non si esimeva per rimanere fedeli al mandato del Situttavia dal divenire un ardimentoso gnore, per continuare a dire il Vangeproiettarsi in avanti secondo una lo agli uomini del nostro tempo e del sua ben nota e pi volte commentata nostro luogo (ibidem, 108). Queste espressione per rispondere al suo espressioni dell'allora arcivescovo di Monreale spiegano da sole quanto in compito, alla sua missione. lui si fosse realizzata una sintesi esemCome il Battista, don Aldo ci ha plare tra la riflessione e la missione. insegnato quell'affidarsi a Dio, le cui Proprio le parole appena citate hanno vie non sono le nostre vie e i cui pen- ispirato e guidato il servizio nazionale sieri non sono i nostri pensieri. La sua per il progetto culturale della Cei nelmorte ci ha colti di sorpresa. Non la raccolta in un volume dei suoi stato affatto facile accettarla. Il suo scritti. apporto alla Chiesa in Sicilia e in ItaSugli sviluppi di questo progetto lia avrebbe potuto crescere e svilup- monsignor Naro ha influito moltissimo parsi in maniera singolare. Ma ac- e in pi di una direzione. Anzitutto caduto diversamente. Non ci rimane egli aveva le caratteristiche professioche tornare alla sua vita e in essa co- nali e direi sapienziali dello storico e gliere quanto profondo sia stato il suo cos ha potuto contribuire alla concreaffidamento a Dio, un affidamento ve- tezza storica del progetto. In secondo ro e sofferto, vero perch sofferto. Co- luogo egli aveva un grande senso del nosciamo tutti l'intensit della sua do- territorio e della sua rilevanza: anche nazione alla Chiesa di Monreale ed sotto questo profilo il progetto cultuquanto mai giusto che oggi venga de- rale ha molto beneficiato del suo apporto. Egli era inoltre un profondo conoscitore e un grande amante della sua isola, la Sicilia, e del popolo siciliano: nessuno meglio di lui sapeva per quali strade l'intenzione e le finalit profonde del progetto potevano realizzarsi in Sicilia. Ma soprattutto monsignor Naro era un uomo di Dio, nel senso pi alto e vero del termine: con lui il progetto culturale non rischiava mai l'astrattismo di una cultura fine a se stessa e non radicata nel possiede un volto umano e che ci ha amati sino rapporto dell'uomo con Dio. (...) alla fine (...) E il suo Amore per noi la garanDon Aldo costituiva una grande rizia che esiste ci che solo vagamente intuiamo sorsa e al contempo una grande spee, tuttavia, nell'intimo aspettiamo: la vita che ranza della Chiesa italiana: nella veramente vita. Ma anche presente la direConferenza Episcopale eravamo in zione inversa: dove l'amore il soggetto della molti a esserne convinti. I motivi per speranza. Qui possiamo ricordare san Paolo: i quali egli lo era li ho gi in qualche L'amore spera tutto (I Corinzi, 13, 7), e agmodo indicati, precisando le dimengiunge Sren Kierkegaard: ...e perci non resioni del suo contributo al progetto sta mai confuso: e lo spiega in maniera straorculturale. In concreto egli rappresentava il tipo di vescovo che unisce in s la forza della spiritualit, l'apertura mentale di una grande cultura, il radicamento in mezzo al suo popolo. Era dunque davvero una personalit poliedrica, ma anche profondamente unitaria. Era il tipo di vescovo di cui la Chiesa, non solo in Sicilia e non solo in Italia, ha bisogno oggi. Il Signore ha disposto diversamente, chiamandolo a s quando era ancora tanto giovane: per noi ci pu essere duro da accettare, ma nella fede possiamo essere certi che tutto quello che don Aldo ha seminato giunger a maturazione secondo i progetti di Dio. Vorrei in conclusione ritornare alla figura del Battista. Le parole di una omelia di monsignor Naro su la triplice lezione di Giovanni il Battista ci aiutano infatti ad accettare nella fede la sua dipartita da noi: Le promesse messianiche si compiono in Ges. Ma si compiono in modo che possono risultare deludenti. (...) Contro tutte le previsioni, Dio si manifesta nel segno dell'impotenza e della povert. Egli mostra cos la sua sovrana La discesa di Ges al limbo (icona del XVII secolo) libert divina. Beato chi non si scandalizza di questa libert divina. (...) La terza lezione che ci viene dalla vidinaria nelle pagine della sua opera pi imporcenda di Giovanni il Battista quetante, Atti dell'Amore. In particolare, il Papa st'invito forte a non lasciarci scandapresenta questa dimensione nel rapporto con gli lizzare dal modo di agire di Dio, che altri: chi ama l'unico che pu sperare per gli sovranamente libero e supera ogni altri, per tutti. nostra attesa (Mai soli. Liturgia della L'amore apprende ed esercita la sua speranza Parola e Presenza del Signore, Salvatoin diversi luoghi, come li chiama il Santo Pare Sciascia, Caltanissetta-Roma 2007, dre: la preghiera, l'azione e la sofferenza, che pagine 29-30). Le promesse di Dio, permettono di vivere alcuni atteggiamenti tipici per, si compiono comunque: a cos di chi crede-spera-ama: la con-solazione (il crebreve tempo dalla sua morte, gi posdente mai si sente solo, e cerca di fare in masiamo toccare con mano quanto riniera che nessuno si senta cos); la vulnerabilit manga feconda la breve esistenza tere la com-passione. rena del nostro don Aldo, qui in Sicilia e anche a Roma e nel vasto corpo della Chiesa italiana. *Universit Pontificia Salesiana
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nella versione blanda del materialismo metodologico, secondo cui non importa chiedersi se tutto sia riducibile a fatti materiali ma conviene ragionare come se cos fosse. Oggi predomina una versione forte del naturalismo: un materialismo metafisico che attribuisce alla scienza il compito di mostrare che ogni aspetto della realt consiste di processi materiali. Ed cos che l'esilio di Dio dalla natura predicato da Cartesio e da Leibniz e tanto criticato dai filosofi newtoniani, come Clarke diventa un esilio totale, ateismo radicale e la scienza viene investita del compito di distruggere la superstizione religiosa. Anzi a leggere certi testi e a seguire certi dibattiti sembra quasi che la sua attivit si riduca esclusivamente a questo fine. Questi sviluppi non potevano non avere come conseguenza la caduta della barriera che si era frapposta contro la matematizzazione di constatiamo che la matematica non viene ogni aspetto della intesa come una scienza, bens come la morealt. Il Novecento dalit per eccellenza del pensiero che deve segna il dilagare delplasmare ogni forma di esercizio della rala matematica in gione, ci troviamo di fronte al riflesso di ogni campo ed oggi una visione ridotta della razionalit che questo processo assuconsidera inferiore qualsiasi forma di rame contorni parossistigionamento diversa da quella logico-forci. Tutti i premi Nobel male e precipita le materie umanistiche per l'economia vengonel purgatorio del pensiero, in quanto no conferiti a matematiincapaci di produrre verit. ci; la biologia si ripartiMa non basta essere vigili. Occorre sce tra un approccio speessere coerenti. A che vale proporre rimentale volto ossessivacome centrale il senso nella vita e nei mente a ricercare le basi marapporti con gli altri se poi si finisce teriali della vita e del pensiero con l'accettare passivamente una concee un approccio matematico mozione dell'educazione e dei rapporti affetdellistico; praticare le scienze sociali, psicologiche e pedagogiche bio- tivi in contraddizione con tale proposito? senza mettere in opera un approccio logiche Oggi dilagano teorie pedagogiche ispirate al se non strettamente matematico, quanuna delle caratte- pi smaccato scientismo. Esse proclamano tomeno ispirato alla logica formale e alla ristiche pi oscure del cli- che l'insegnante non deve pi essere un modellistica, sembra sconveniente. Pare che ma culturale della nostra epoca maestro bens un facilitatore, che il rapnon sia pi lecito pensare se non in termini ma non pu ingannarci circa il carattere di- porto con gli allievi non deve essere dichiarativo (ossia basato sui contenuti) bens prodi procedimenti logico-formali. sperato di una simile impresa. Basta studiaLa vera domanda se tutto ci abbia re attentamente una sola di queste opere cedurale, ovvero centrato su metodi e tecniqualcosa a che fare con la scienza come per percepire gli equivoci, le petizioni di che dell'insegnamento; e, in quanto esperto stata intesa per qualche secolo, sia in termi- principio, le latenze teologiche, le incrinatu- di tali metodi e tecniche, l'insegnante deve ni di finalit che in termini di re e le fessure di questo genere di edifizi in- divenire un professionista. Pretendono inoltre di oggettivizzare in modo quantitativo i risultati oggettivi. Al riguardo, tellettuali. processi di valutazione, sottraendoli alla sogBisogna avere il coraggio considero fondamentali le osQuesto stato scritto una trentina di an- gettivit arbitraria del rapporto tra inseservazioni proposte da Gerni fa ma ancor pi vero oggi. E quaranta di mettere in luce la povert dei risultati gnante e studente per consegnarli alle proceshom Scholem una trentina di anni non hanno modificato se mai aggra- dure della docimologia, che ha la pretesa ottenuti estendendo il metodo fisico-matematico anni fa. Egli osservava che vato il giudizio del celebre storico della sconfinata di misurare le competenze, la culun ebraismo vivo, quale che scienza Alexandre Koyr circa i risultati tura, il pensiero. Infine, pretendono addirital campo delle scienze umane sia la sua concezione di Dio, dell'imitazione servile del metodo di ana- tura di trasformare in scienza i rapporti afdovr opporsi risolutamente al lisi e ricostruzione per atomi applicato al di fettivi e la morale delegando la formazione di un testimone, assimilare gli uomini a da- naturalismo. Mi pare che ci valga in mo- fuori delle scienze naturali propriamente della persona in tali ambiti a corsi di affetdi, trattare matematicamente le qualit do del tutto identico per il cristianesimo. Se- dette: egli li definiva mostruosit. tivit e convivenza civile. Bisogna avere il rigore e il coraggio di morali e ricavare su questa base conclusioni condo Scholem, questa opposizione dovr Da un lato, occorre mettere in luce l'eche possano determinare un uomo sensato mettere in luce che l'idea secondo cui il pro- esaminare in profondit e mettere in luce strema fragilit delle premesse teoriche di a prendere una decisione o a dare un consi- gresso di per s sorgente di produzione di l'estrema povert dei risultati dell'estensione tali teorie e la desolante miseria dei loro riglio su una cosa di qualche importanza, senso assurda, e che l'ipotesi secondo cui il del metodo delle scienze fisico-matematiche sultati. Ma occorre anche che si risolva l'inun'aberrazione della mente, una falsa appli- mondo luogo di assenza di senso ricevi- al campo delle scienze umane. Non farlo si- coerenza di coloro e non sono pochi cazione della scienza e che non potrebbe al- bile a condizione di trovare un solo uomo gnifica subire passivamente un conformismo che, da un lato, sono convinti che il procesche sia pronto ad accettarne le conseguen- trionfalistico privo di fondamento e lasciare so educativo sia un rapporto tra persone in tro che screditarla. Potrei continuare, ma basti dire che l'op- ze. Lo spettacolo odierno di persone che campo libero al dilagare del peggiore natu- cui l'insegnante si presenta come rappreposizione diffusa ai tentativi di matematiz- impiegano tempo ed energie a dimostrare ralismo. Questo non significa assumere un sentante del mondo (per dirla con Hannah zare le scienze sociali provenne dai matema- che tutto prodotto senza senso di intera- atteggiamento antiscientifico. Al contrario. Arendt) che fornisce all'allievo gli strumenti tici ancor pi che dagli economisti e condus- zioni casuali e cos si mettono nella tragi- Per dirla con Poinsot e Cauchy, questo conoscitivi per costruire il progetto e il senso se alla disperazione il pioniere dell'economia comica situazione di chi da senso alla pro- l'unico modo sensato per difendere l'onore del proprio futuro, e non il mero agente di matematica Lon Walras, isolato dallo scet- pria vita proponendosi di convincere gli al- della scienza in quanto attivit conoscitiva procedure meccaniche e standardizzate; e, ticismo di scienziati di primissimo piano co- tri che nulla ha senso costituisce la mi- contro i tentativi di ridurla a un'impresa di d'altro lato, accettano passivamente di prame Henri Poincar. L'Ottocento fu un seco- gliore prova della tesi di Scholem. Cui egli propaganda del materialismo e dell'ateismo. ticare queste procedure. In tal modo si perOccorre pertanto sviluppare un elevato li- mette al pi vieto scientismo di ridurre al lo fondamentalmente dualista che chiuse la ne aggiunge un'altra, e cio che la frivolezparentesi del materialismo settecentesco za filosofica con cui molti biologi cercano di vello di vigilanza critica. Quando leggiamo rango di vuoti proclami ci di cui pi si estremo secondo cui l'anima una secrezio- ricondurre le categorie morali a categorie le indicazioni governative per l'istruzione e convinti. ne del cervello come la bile lo del fegato (Cabanis), e attribu statuti distinti alle scienze naturali e alle scienze umane. Del resto, anche i grandi protagonisti della rivoAlle origini dell'architettura cistercense luzione scientifica del Seicento quando dicevano che il mondo matematico intendevano per mondo soltanto la sfera dei fenomeni materiali. Anche Cartesio, che pure si era spinto avanti nell'esilio di Dio dal mondo, asserendo che il concorso ordinario Si inaugura il 23 maggio nel salone centra- sia in pianta, sia in alzato, sulla base del- il modulo di base, corrispondente a una di Dio nella conservazione del moto non imle del Complesso del Vittoriano la mostra la progettazione modulare. La misura del campata della navata laterale. La lunpedisce che la natura sia autonoma nella Abbazia di Fossanova. 800 anni tra storia modulo, il quadrato, lo strumento gra- ghezza della chiesa invece ottenuta sua propria sfera, ribadiva nettamente che e futuro. Pubblichiamo stralci di un contri- zie al quale per addizione e moltiplica- moltiplicando per tre la larghezza. (...) questa sfera quella della materia. E noTutte le parti dell'edificio sono ugualbuto scientifico realizzato da una delle cura- zione si determina non solo l'estensione nostante egli considerasse la matematica codel complesso, ma anche le dimensioni e mente governate da leggi numeriche che trici a corredo del percorso espositivo. me la suprema scienza dell'ordine e della la posizione dei singoli edifici. (...) governano l'applicazione del modulo premisura che fornisce il modello del metodo Un importante documento dell'interes- scelto. allora facile comprendere perdi MARINA RIGHETTI (mathesis universalis), si guardava bene dalse dei contemporanei per il sistema di ch il piano bernardino abbia potuto esl'estenderne il dominio al di l della sfera La storia dell'architettura cistercense progettazione cistercense costituito dal sere facilmente applicato in tutta Europa, naturale. Al punto di proscrivere ogni tentadivisibile in periodi diversi. Gli edifici del Taccuino di disegni di Villard de Honne- conseguendo risultati di grande uniformitivo di dominare il concetto di infinito; con periodo delle origini sono ricordati solo court realizzato intorno al 1230. Assieme t, anche se con l'uso di materiali da coil che non voleva dire che l'uomo non posda testimonianze documentarie che atte- ad altri soggetti, Villard disegna una chie- struzione molto diversi. sieda tale concetto: al contrario, il possesso stano a Cteaux e nelle prime filiazioni, sa, caratterizzata da un profondo coro Fontenay il manifesto in pietra del La Fert (1113), Pontigny (1114), Mori- rettilineo, simile a quello dell'ultima re- pensiero estetico di Bernardo relativo alda parte dell'uomo dell'idea di infinito e di mond (1115), l'esistenza di piccole cap- dazione di Cteaux (la cosiddetta Cteaux l'architettura e alla decorazione. Dai caperfezione manifesta la presenza divina. Ma pelle ad aula unica. Del tutto originale III, consacrata nel 1193). La scritta che pitelli, i pavimenti e le vetrate sono banla mente umana finita e sarebbe ridicolo invece il caso di Clairvaux, fondata nel commenta il disegno Vesci una glize d'e- dite le immagini curiose e attraenti (deche tentassimo di determinarne qualcosa 1115 da Bernardo: la chiesa, che era sta- squairie ki fu esgarde a faire en l'ordene formis formositas ac formosa deformitas) (dell'infinito) e in tal modo supporlo finito ta conservata come una reliquia fino al de Cistiaus (Ecco una chiesa a pianta che attirano lo sguardo e la fantasia, dicercando di capirlo. Per questo, secondo quadrata che si pens di costruire per XVIII secolo accanto alla nuova abbaziaCartesio, non bisogna chiedersi se la met di stogliendo l'attenzione dei monaci dalla le, presentava una pianta quadrata con l'ordine cistercense) e soprattutto il modo una retta sia infinita o se l'infinito pari o con cui Villard evidenzia il reticolo a ba- preghiera e la decorazione basata esun quadrato minore inscritto, che, in aldispari. Soltanto Leibniz si spinge ad asserizato, si evidenziava come un blocco se quadrata, confermano l'interesse del senzialmente sul cerchio, la figura che, re che l'infinito e l'infinitamente piccolo posemergente. La tipologia dell'edificio, ri- grande architetto per il quale stata an- insieme al quadrato usato come modulo sono essere manipolati come le quantit finiportata da incisioni dell'abbazia di Clair- che ipotizzata una formazione nell'ambi- costruttivo, raggiunge la massima perfete, perch vi coerenza completa tra realt zione geometrica. Si tratta di un messagvaux, del tutto originale, ma di grande to di un cantiere cistercense. e ragione, e addirittura propugna la creaUnica testimonianza quasi intatta, sia gio concettuale che richiama continuainteresse, dal momento che vi viene prozione di un calcolo simbolico universale con posta con straordinaria lucidit la figura in pianta sia in alzato, del periodo di mente al monaco la perfezione assoluta, cui sviluppare ogni ragionamento, quale che regolare del quadrato come base di un Bernardo l'abbazia di Fontenay in Bor- la ratio divina che governa il mondo. ne sia l'oggetto. Ciononostante anche LeibDopo la morte di Bernardo, nel 1153, gogna, la cui chiesa fu costruita tra il nuovo sistema architettonico. niz era un dualista convinto. Tra il 1133-35 e il 1153, anno di mor- 1139 e il 1147. L'occhio del visitatore si apre nell'architettura cistercense una nel Novecento che si affermata la te di Bernardo, viene infatti elaborato un immediatamente colpito dal ruolo della fase diversa, di compromesso tra la linea concezione detta naturalismo che ha come progetto normativo per l'architettura del- luce che scandisce la navata centrale e le di assoluto rigore imposto da Bernardo e programma la riduzione di ogni aspetto dell'Ordine, personalmente promosso dallo sue membrature architettoniche. Lo spa- gli influssi dell'architettura coeva della la realt a processi naturali, ovvero materiastesso santo e perci definito piano ber- zio cos percepito nella razionalit che Borgogna, consapevole degli sviluppi tecli, e che quindi altro non che una forma nardino: esso prevede la pianificazione lo costruisce: la larghezza della chiesa nici e stilistici della nascente architettura dell'intera abbazia e la sua realizzazione, infatti ottenuta moltiplicando per quattro gotica della vicina Ile-de-France. di materialismo, seppure declinata talora
Sapeva bene che queste certezze potevano essere scambiate per ingenuit, ed sempre stato consapevole del rischio della delegittimazione, ma questa coscienza, invece di deprimerlo, lo rafforzava nei suoi convincimenti anche perch sapeva trovare sempre argomenti ed esempi che illuminavano le sue affermazioni con le ragioni di un umanesimo profondo. S, questo si pu dire con sicurezza di Paolo: la sua obiezione al conformismo e all'empiet si fondata su un umanesimo cristiano. Rigorosamente cristiano. Nelle lunghe chiacchierate che hanno punteggiato la nostra amicizia, e anche presentando una volta uno dei suoi numerosi libri (Strada verso la libert), gli dicevo che egli era soprattutto un apologeta, nel senso che sentiva come propria la missione di illustrare a lettori anche remoti le ragioni profonde della presenza cristiana nella storia. Opportunamente e inopportunamente. Anzi, pi spesso seguendo questa seconda via, assumendosi il carico di dare voce alle crisi sociali e alla lotta contro le ingiustizie. E cos facendo, pur avendo avuto come giornalista importanti responsabilit (soprattutto a Il Mattino e al Tg1 come inviato e poi quirinalista), ha saputo guardare dove si nascondevano il dolore e la speranza degli uomini. Nel suo quartiere, tra i terremotati dell'Umbria, tra i profughi del Kossovo a Kukes, e nel corso dei suoi viaggi nel mondo. In ogni Paese (per esempio, in India) sapeva trovare i luoghi dove insospettabilmente si annidavano, talvolta resistendo, la fede e il dialogo, e dove la spiritualit cristiana s'incontrava con altre espressioni religiose. Io ho avuto la fortuna di sentire queste storie dal vivo, ma non ce n' nessuna che Paolo non abbia registrato nei suoi libri pi di una decina, a cui si era appena aggiunto L'aratro, l'ipod e le stelle. Diario di viaggio di un laico cristiano pubblicato dalle Paoline e nei tantissimi articoli e interventi su libri e riviste, nonch nelle molte conferenze che ha tenuto in tutta Italia. Paolo aveva anche un grande intuito politico, di cui traccia la sua presidenza alla Lega Democratica, alla quale segu la fondazione del gruppo della Rosa Bianca, con le numerose scuole di formazione. Ma ben certo che avrebbe potuto (e dovuto) avere pi ampie responsabilit e riconoscimenti di quanto in realt la politica non gli abbia saputo offrire. Ha amato il proprio lavoro e lo ha sempre svolto, sin da giovane, con grande scrupolo professionale, senza badare al rango della notizia. La sua una biografia importante del nostro tempo e, soprattutto, per la Chiesa perch ha creduto sempre: sia nell'esuberanza giovanile con la seriet gioiosa che gli era stata insegnata, sia nella gracilit della malattia che ha accolto con l'ultima certezza: quella della Resurrezione.
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A Cannes premiata una storia di solidariet che arriva dall'Uganda Si svolta a Zamboanga City la terza Assemblea per la cura pastorale dei nomadi e Bajaus
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Giovanni Maria Vian e i fratelli Lorenzo e Paolo con Gabriella e Ilaria sono con Laura, Osea, Tommaso, Irene e con tutta la famiglia nel ricordo dell'amico carissimo.
PAOLO GIUNTELLA
vivo in Dio e nella comunione dei santi.
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Gianfranco Astori, Luciano Azzolini, Daniela Mazzuconi, Luciano Rebulla partecipano al lutto per la scomparsa del caro amico
PAOLO GIUNTELLA
e si uniscono nella preghiera di suffragio.
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Il Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani e della Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, insieme a tutti i Collaboratori del Dicastero, partecipano al profondo dolore del Rev.do Padre Norbert Hofmann, Segretario della Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, per l'improvvisa scomparsa di suo Padre. Invocano dal Signore Risorto la consolazione cristiana e si uniscono alla preghiera della famiglia alla quale confermano la loro sentita vicinanza spirituale.
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quelli che mi trattano come una persona, e il valore della vita pi grande del virus che porto dentro di me. Vicky e le sue compagne hanno scelto di diventare volontarie, di inventarsi col microcredito nuovi mestieri, di far conoscere anche la loro letizia, oltre al dolore, con le loro danze e canzoni: le loro voci attraverso campagne di solidariet dell'Avsi sono arrivate in tante comunit. Molti ricordano poi l'intervento di Rose alla presenza di Giovanni Paolo II, nel 2001, per ringraziare la Santa Sede del contributo economico, ma soprattutto per la parola instancabile del Papa nel ricordare ci che l'uomo, la responsabilit verso la sua dignit che pu cambiare il volto del mondo. Il filmato portato a Cannes racconta questa esperienza, l'indomabile volont di questa infermiera di colore nel pi povero Paese dell'Africa. L'autore,
Emmanuel Exitu, ha uno strano cognome d'arte, e certo Spike Lee non l'avr collegato a Giovanni Testori, a uno dei suoi libri pi drammatici del dopo conversione. Ma la giuria si commossa, visionando il loro cortometraggio, per una storia dentro la storia. Dopo l'uragano Katrina, che devast New Orleans, le immagini dei bambini che avevano perso tutto, famiglia e casa, arrivano dalla televisione anche al Meeting Point di Kireka. Rose, Vicky e le altre iniziano a fare braccialetti, collane, a raccogliere ogni spicciolo e mendicarlo per mettere insieme un camion di aiuti da spedire in America. Perch chi soffre sa cosa vuol dire spiegano ed essere utili a qualcuno la cosa pi importante della vita. Per questo sul palco del festival di Cannes Spike Lee baciava il giovane regista italiano, indossando le collane che Rose aveva mandato da Kampala, come omaggio ai giurati.
Lutto nell'Episcopato
giunta la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor John Aloysius Morgan, vescovo titolare di Membressa, gi ausiliare di Canberra and Goulburn e vicario castrense per l'Australia, avvenuta mercoled 21 maggio, alle ore 21.50, all'et di novantotto anni. Il compianto presule era nato in Essendon, arcidiocesi di Melbourne, il 9 ottobre 1909 ed era stato ordinato sacerdote il 15 luglio 1934. Eletto il 6 marzo 1969 alla sede titolare di Membressa e nel contempo nominato ausiliare di Canberra, aveva ricevuto l'ordinazione episcopale il successivo 28 aprile. Il 29 maggio dello stesso anno era stato nominato anche vicario castrense (oggi ordinario militare) per l'Australia. Il 2 gennaio 1985 aveva rinunciato a entrambi agli incarichi pastorali.
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Benedetto
Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, Illustri Signori, gentili Signore! Sono davvero lieto di porgere il mio benvenuto a tutti voi accademici ed educatori delle istituzioni cattoliche di cultura superiore riuniti a Roma per riflettere, insieme ai componenti del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, sull'identit e la missione delle Facolt della comunicazione nelle Universit Cattoliche. Attraverso voi, desidero salutare i vostri colleghi, i vostri studenti e tutti coloro che fanno parte delle Facolt che voi rappresentate. Un ringraziamento particolare va al vostro Presidente, Mons. Claudio Maria Celli, per le gentili parole di omaggio che mi ha rivolto. Con lui saluto i Segretari ed il Sottosegretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Le diverse forme di comunicazione dialogo, preghiera, insegnamento, testimonianza, proclamazione ed i loro diversi strumenti stampa, elettronica, arti visive, musica, voce, gestualit e contatto sono tutte manifestazioni della fondamentale natura della persona umana. la comunicazione che rivela la persona, che crea rapporti autentici e comunit, e che permette agli esseri umani di maturare in conoscenza, saggezza e amore. La comunicazione, tuttavia, non il semplice prodotto di un puro e fortuito caso o delle nostre umane capacit; alla luce del messaggio biblico, essa riflette piuttosto la nostra partecipazione al creativo, comunicativo ed unificante Amore trinitario che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Dio ci ha creati per essere uniti a Lui e ci ha dato il dono ed il compito della comunicazione, perch Egli vuole che noi otteniamo questa unione, non da soli, ma attraverso la nostra conoscenza, il nostro amore ed il nostro servizio a Lui e ai nostri fratelli e sorelle in un rapporto comunicativo e amorevole. It is self-evident that at the heart of any serious reflection on the nature and purpose of human communications there must be an engagement with questions of truth. A communicator can attempt to inform, to educate, to entertain, to convince, to comfort; but the final worth of any communication lies in its truthfulness. In one of the earliest reflections on the nature of communication, Plato highlighted the dangers of any type of communication that seeks to promote the aims and purposes of the communicator or those by whom he or she is employed without consideration for the truth of what is communicated. No less worth recalling is Cato the Elder's sober definition of the orator; vir bonus dicendi peritus a good or honest man skilled in communicating. The art of communication is by its nature linked to an ethical value, to the virtues that are the foundation of morality. In the light of that definition, I encourage you, as educators, to nourish and reward that passion for truth and goodness that is always strong in the young. Help them give themselves fully to the search for truth. Teach them as well, however, that their passion for truth, which can be well served by a certain methodological skepticism, particularly in matters affecting the public interest, must not be distorted to become a relativistic cynicism in which all claims to truth and beauty are routinely rejected or ignored.
[ evidente che al centro di qualsiasi seria riflessione sulla natura e sullo scopo delle comunicazioni umane debba esserci un impegno con le questioni di verit. Un comunicatore pu tentare di informare, educare, intrattenere, con-
vincere, confortare, ma il valore finale di qualsiasi comunicazione risiede nella sua veridicit. In una delle prime riflessioni sulla natura della comunicazione, Platone evidenzi i pericoli di qualsiasi tipo di comunicazione che cerca di promuovere gli obiettivi e gli scopi senza considerare la verit di quanto viene comunicato. Vale anche la pena ricordare la saggia definizione di oratore data da Catone il Vecchio: vir bonus dicendi peritus, un uomo buono od onesto abile nel comunicare. L'arte della comunicazione per sua natura legata a un valore etico, alle virt che sono il fondamento della morale. Alla luce di quella definizione, vi incoraggio, quali educatori, ad alimentare e ricompensare la passione per la verit e la bont che sempre forte nei giovani. Aiutateli a dedicarsi pienamente alla passione per la verit! Tuttavia, insegnate loro che la propria passione per la verit, che pu essere ben servita da un certo scetticismo metodologico, in particolare in questioni di pubblico interesse, non deve venire distorta e divenire un cinismo relativistico in cui tutte le istanze di verit e di bellezza vengono regolarmente rifiutate o ignorate].
thiques de la communication entre les personnes, une priode o le phnomne de la communication prend une place de plus en plus large dans tous les milieux sociaux. II est important que cette formation ne soit jamais envisage comme un simple exercice technique ou comme le seul dsir de donner des informations; il convient qu'elle soit bien davantage une invitation promouvoir la vrit dans l'information et faire rflchir nos contemporains sur les vnements, dans le but d'tre des ducateurs des hommes d'aujourd'hui et d'difier un monde meilleur. Il est aussi ncessaire de promouvoir la justice et la solidarit, et de respecter en toute circonstance la valeur et la dignit de chaque personne, qui a droit ne pas tre non plus blesse dans ce qui concerne sa vie prive.
[Vi incoraggio a rivolgere maggiore attenzione ai programmi accademici nell'ambito dei mezzi di comunicazione sociale, in particolare alle dimensioni etiche della comunicazione fra le persone, in un periodo in cui il fenomeno della comunicazione sta occupando un posto sempre pi grande nei contesti sociali. importante che questa forma-
zione non venga mai considerata come un semplice esercizio tecnico o come mero desiderio di dare informazioni; opportuno che sia molto pi un invito a promuovere la verit nell'informazione e a far riflettere i nostri contemporanei sugli eventi, al fine di essere educatori degli uomini di oggi e di edificare un mondo migliore. altres necessario promuovere la giustizia e la solidariet, e rispettare in qualunque circostanza il valore e la dignit di ogni persona, che ha anche diritto a non essere ferita in ci che concerne la sua vita privata].
Je vous encourage porter une attention accrue aux programmes acadmiques dans le domaine des mdias, notamment aux dimensions
Sera una tragedia para el futuro de la humanidad si los nuevos instrumentos de comunicacin, que permiten compartir el conocimiento y la informacin de manera ms rpida y eficaz, no fueran accesibles a los que ya estn marginados econmica y socialmente, o slo contribuyeran a agrandar la distancia que separa a estas personas de las nuevas redes que se estn desarrollando al servicio de la socializacin humana, la informacin y el aprendizaje. Por otro lado, sera igualmente grave que la tendencia globalizante en el mundo de las comunicaciones debilitara o eliminara las costumbres tradicionales y las culturas locales, de manera especial las que han logrado fortalecer los valores familiares y sociales, el amor, la solidaridad y el respeto a la vida. En ese contexto, deseo expresar mi aprecio a aquellas comunidades religiosas que, no obstante los altos costos financieros o los innumerables recursos humanos, han abierto Universidades Catlicas en los pases en vas de desarrollo, y me complace que muchas de estas instituciones estn hoy aqu representadas. Sus esfuerzos asegurarn a los pases donde se encuentran el beneficio de la colaboracin de hombres y mujeres jvenes que reciben una formacin profesional profunda, inspirada en la tica cristiana, que promueve la educacin y la enseanza como un servicio a toda la comunidad. Valoro de manera particular su compromiso por ofrecer una esmerada educacin para todos, independientemente de la raza, condicin social o credo, lo cual constituye la misin de la Universidad Catlica.
[Sarebbe una tragedia per il futuro dell'umanit se i nuovi strumenti di comunicazione, che permettono di condividere la conoscenza e l'informazione in modo pi rapido ed efficace, non fossero accessibili a quanti gi sono emarginati economicamente e socialmente, o se contribuissero solo ad accrescere la distanza che separa queste persone dalle nuove reti che si stanno sviluppando al servizio della socializzazione umana, dell'informazione e dell'apprendimento. D'altro canto, sarebbe parimenti grave se la tendenza globalizzante nel mondo delle comunicazioni indebolisse o eliminasse i costumi tradizionali e le culture locali, in modo particolare quelle che sono riuscite a rafforzare i valori familiari e sociali, l'amore, la solidariet e il rispetto della vita. In questo contesto, desidero esprimere la mia stima a quelle comunit religiose che, nonostante gli alti oneri finanziari o le innumerevoli risorse umane, hanno aperto Universit cattoliche nei Paesi in via di sviluppo e sono lieto che molte di queste istituzioni siano oggi qui rappresentate. I loro sforzi assicureranno ai Paesi dove si trovano il beneficio della collaborazione di uomini e di donne giovani che ricevono una formazione professionale profonda, ispirata all'etica cristiana, che promuove l'educazione e l'insegnamento come un servizio a tutta la comunit. Apprezzo in maniera particolare il loro impegno per offrire un'accurata educazione a tutti, indipendentemente dalla razza, dalla condizione sociale o dal credo, il che costituisce la missione dell'Universit cattolica].
In questi giorni voi esaminate insieme la questione dell'identit di un'Universit o di una Scuola cattolica. Al riguardo, vorrei ricordare che tale identit non semplicemente una questione di numero di studenti cattolici; soprattutto una questione di convinzione: si tratta cio di credere veramente che solo nel mistero del Verbo fatto carne diventa chiaro il mistero dell'uomo. La conseguenza che l'identit cattolica sta in primo luogo nella decisione di affidare se stessi intelletto e volont, mente e cuore a Dio. Come esperti nella teoria e nella pratica della comunicazione e come educatori che stanno formando una nuova generazione di comunicatori, voi avete un ruolo privilegiato non solo nella vita dei vostri studenti, ma anche nella missione delle vostre Chiese locali e dei loro Pastori per far conoscere la Buona Novella dell'amore di Dio a tutte le genti. Carissimi, nel confermare il mio apprezzamento per questo vostro suggestivo incontro che apre il cuore alla speranza, desidero assicurarvi che seguo la vostra preziosa attivit con la preghiera e l'accompagno con una speciale Benedizione Apostolica, che estendo di cuore a tutte le persone che vi sono care.
L'omelia del Papa al termine della messa di suffragio per il cardinale Bernardin Gantin celebrata dal cardinale Sodano nella basilica di San Pietro
Signori Cardinali, venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle! Profetizza e annunzia loro: Ecco io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe (Ez 37, 12). Risuonano cariche di speranza queste parole tratte dal Libro del profeta Ezechiele. La liturgia le ha riproposte alla nostra meditazione mentre siamo riuniti intorno all'altare del Signore per offrire l'Eucaristia in suffragio del caro Cardinale Bernardin Gantin, giunto al termine del suo cammino terreno marted, 13 maggio scorso. Al popolo oppresso e sfiduciato, affranto dalle sofferenze dell'esilio, il Signore annuncia la restaurazione di Israele. una scena grandiosa, quella evocata dal profeta, che preannuncia l'intervento risolutivo di Dio nella storia degli uomini, intervento che supera quanto umanamente possibile. Quando ci si sente stanchi, impotenti e sfiduciati dinanzi alla realt incombente, quando si tentati di cedere alla delusione e persino alla disperazione, quando l'uomo ridotto ad un cumulo di ossa inaridite, allora il momento della speranza contro ogni speranza (cfr Rm 4, 18). La verit che la Parola di Dio ricorda
con potenza che nulla e nessuno, nemmeno la morte, pu resistere all'onnipotenza del suo amore fedele e misericordioso. Questa la nostra fede, fondata sulla risurrezione di Cristo; questa la consolante assicurazione che il Signore ci ripete anche oggi: Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprir le vostre tombe e vi risusciter dai vostri sepolcri... Far entrare in voi il mio spirito e rivivrete (Ez 37, 13-14). in questa prospettiva di fede e di speranza nella risurrezione che facciamo memoria del venerato Cardinale Bernardin Gantin, fedele e devoto servitore della Chiesa per lunghi anni. difficile sintetizzare in brevi cenni le mansioni, i compiti e gli incarichi pastorali che in rapida successione hanno caratterizzato le tappe della sua esistenza terrena conclusasi, all'et di 86 anni, nell'ospedale parigino Georges Pompidou. Sino alla fine ha voluto dedicarsi con amabile disponibilit al servizio di Dio e dei fratelli, mantenendo fede al motto che si era scelto in occasione dell'Ordinazione episcopale: In tuo sancto servitio. La sua personalit, umana e sacerdotale, costituiva una sintesi meravigliosa delle caratteristiche dell'animo africano con quelle proprie dello spirito cristiano, della cultura e dell'identit africana e dei valori evangelici. stato il primo ecclesiastico africano ad aver ricoperto ruoli di altissima responsabilit nella Curia Romana, e li ha svolti sempre con quel suo tipico stile umile e semplice, il cui segreto va ricercato probabilmente nelle sagge parole che la mamma gli volle ripetere quando divenne Cardinale, il 27 giugno del 1977: Non di-
menticarti mai del lontano e piccolo villaggio dal quale proveniamo. Non pochi ricordi personali mi legano a questo nostro Fratello, a partire proprio da quando insieme ricevemmo la berretta cardinalizia dalle mani del venerato Servo di Dio, il Papa Paolo VI, 31 anni or sono. Insieme abbiamo collaborato qui, nella Curia Romana, avendo frequenti contatti, che mi hanno permesso di apprezzare sempre pi la sua prudente saggezza, come pure la sua solida fede e il suo sincero attaccamento a Cristo e al suo Vicario in terra, il Papa. Cinquantasette anni di sacerdozio, cinquantuno anni di Episcopato e trentuno di porpora cardinalizia: ecco la sintesi di una vita spesa per la Chiesa. Aveva solo 34 anni quando a Roma, nella cappella del Collegio di Propaganda Fide, ricevette l'Ordinazione episcopale, il 3 febbraio del 1957. Tre anni dopo divenne Arcivescovo di Cotonou, Capitale della sua Patria, il Benin: fu il primo Metropolita africano di tutta l'Africa. Resse la diocesi con doti umane e ascetiche, che lo rendevano autorevole Pastore dedito soprattutto alla cura dei sacerdoti e alla formazione dei catechisti fino a quando, nel 1971, Paolo VI lo volle a Roma come Segretario aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Due anni dopo lo nomin Segretario del medesimo Dicastero e alla fine del 1975 lo scelse come vice Presidente della Pontificia Commissione della Giustizia e della Pace; di essa divenne in seguito Presidente, assumendo nel 1976 anche la responsabilit di Presidente del Pontificio Consiglio Cor unum. Il Servo di Dio Giovan-
ni Paolo II, l'8 aprile del 1984, lo chiam ad essere Prefetto della Congregazione per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina, incarico che egli resse sino al 25 giugno di dieci anni or sono, quando lo lasci per raggiunti limiti di et. Ripercorrendo, sia pur rapidamente, la biografia del Cardinale Gantin che, oltre agli ambiti sopra citati, ebbe ad offrire il suo contributo in diversi altri Uffici e Dicasteri della Curia, viene alla mente l'affermazione di san Paolo, che abbiamo ascoltato nella seconda Lettura: Per me il vivere Cristo e il morire un guadagno (Fil 1, 21). L'Apostolo legge la propria esistenza alla luce del messaggio di Cristo, perch da Lui stato totalmente afferrato, conquistato (cfr Fil 3, 12). Possiamo dire che anche questo nostro amico e fratello, al quale oggi rendiamo il nostro grato omaggio, fu permeato di amore a Cristo; amore che lo rendeva amabile e disponibile all'ascolto e al dialogo con tutti; amore che lo spingeva a guardare sempre, come era solito ripetere, all'essenziale della vita che dura, senza perdersi nel contingente che invece passa rapidamente; amore che gli faceva sentire il suo ruolo nei vari Uffici della Curia come un servizio scevro di umane ambizioni. Fu questo spirito a spingerlo, il 30 novembre del 2002, raggiunta la veneranda et di 80 anni, a rassegnare le dimissioni da Decano del Collegio Cardinalizio e a fare ritorno tra la sua gente, nel Benin, dove riprese l'attivit evangelizzatrice che aveva avviato il giorno della sua ordinazione sa-
cerdotale, avvenuta a Ouidah nel lontano 14 gennaio del 1951. Cari fratelli e sorelle, ieri abbiamo celebrato la solennit del Corpus Domini. Il tema eucaristico ritorna nella pagina evangelica proclamata in quest'assemblea liturgica. San Giovanni ricorda come solo mangiando la carne e bevendo il sangue di Cristo possiamo dimorare in Lui e Lui in noi. Nel ministero pastorale del Cardinale Gantin emerge un costante amore per l'Eucaristia, sorgente di santit personale e di solida comunione ecclesiale, che trova nel Successore di Pietro il suo visibile fondamento. E fu proprio in questa stessa Basilica che, celebrando l'ultima Santa Messa prima di lasciare Roma, egli ebbe a sottolineare l'unit che l'Eucaristia crea nella Chiesa. Nella sua omelia cit la celebre frase del Vescovo africano san Cipriano di Cartagine, incisa nella Cupola: Di qui l'unica fede rifulge per il mondo: di qui scaturisce l'unit del sacerdozio. Potrebbe essere questo il messaggio che noi raccogliamo dal venerato Cardinale Gantin come suo testamento spirituale. Lo accompagni nell'ultima tappa del suo viaggio terreno la nostra preghiera alla Vergine Maria, Regina dell'Africa, della quale egli fu teneramente devoto la sua morte avvenuta in una significativa ricorrenza mariana, il 13 maggio, memoria di Nostra Signora di Fatima. Sia la Madonna a consegnarlo alle mani misericordiose del Padre celeste e ad introdurlo con gioia nella Casa del Signore, verso la quale siamo tutti incamminati. Nell'incontro con Cristo questo nostro Fratello implori per noi, e specialmente per l'amata sua Africa, il dono della pace. Cos sia!
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L'OSSERVATORE ROMANO
Benedetto
XVI
presiede la messa a San Giovanni in Laterano e la processione del Corpus Domini a Santa Maria Maggiore
Cari fratelli e sorelle! Dopo il tempo forte dell'anno liturgico, che incentrandosi sulla Pasqua si distende nell'arco di tre mesi prima i quaranta giorni della Quaresima, poi i cinquanta giorni del Tempo pasquale , la liturgia ci fa celebrare tre feste che hanno invece un carattere sintetico: la Santissima Trinit, quindi il Corpus Domini, e infine il Sacro Cuore di Ges. Qual il significato proprio della solennit odierna, del Corpo e Sangue di Cristo? Ce lo dice la celebrazione stessa che stiamo compiendo, nello svolgimento dei suoi gesti fondamentali: prima di tutto ci siamo radunati intorno all'altare del Signore, per stare insieme alla sua presenza; in secondo luogo ci sar la processione, cio il camminare con il Signore; e infine l'inginocchiarsi davanti al Signore, l'adorazione, che inizia gi nella Messa e accompagna tutta la processione, ma culmina nel momento finale della benedizione eucaristica, quando tutti ci prostreremo davanti a Colui che si chinato fino a noi e ha dato la vita per noi. Soffermiamoci brevemente su questi tre atteggiamenti, perch siano veramente espressione della nostra fede e della nostra vita. Il primo atto, dunque, quello di radunarsi alla presenza del Si-
gnore. ci che anticamente si chiamava statio. Immaginiamo per un momento che in tutta Roma non vi sia che quest'unico altare, e che tutti i cristiani della citt siano invitati a radunarsi qui, per celebrare il Salvatore morto e risorto. Questo ci d l'idea di che cosa sia stata alle origini, a Roma e in tante altre citt dove giungeva il messaggio evangelico, la celebrazione eucaristica: in ogni Chiesa particolare vi era un solo Vescovo e intorno a Lui, intorno all'Eucaristia da lui celebrata, si costituiva la Comunit, unica perch uno era il Calice benedetto e uno il Pane spezzato, come abbiamo ascoltato dalle parole dell'apostolo Paolo nella seconda Lettura (cfr 1 Cor 10, 16-17). Viene alla mente quell'altra celebre espressione paolina: Non c' pi giudeo n greco; non c' pi schiavo n libero; non c' pi uomo n donna, perch tutti voi siete uno in Cristo Ges (Gal 3, 28). Tutti voi siete uno! In queste parole si sente la verit e la forza della rivoluzione cristiana, la rivoluzione pi profonda della storia umana, che si sperimenta proprio intorno all'Eucaristia: qui si radunano alla presenza del Signore persone diverse per et, sesso, condizione sociale, idee politiche. L'Eucaristia non pu mai essere un fatto privato, riservato a persone che si sono scelte per affinit o amicizia. L'Eucaristia un culto pubblico, che non ha nulla di esoterico, di esclusivo. Anche qui, stasera, non abbiamo scelto noi con chi incontrarci, siamo venuti e ci troviamo gli uni accanto agli altri, accomunati dalla fede e chiamati a diventare un unico corpo condividendo l'unico Pane che Cristo. Siamo uniti al di l delle nostre differenze di nazionalit, di professione, di ceto sociale, di idee politiche: ci apriamo gli uni agli altri per diventare una cosa sola a partire da Lui. Questa fin dagli inizi stata una caratteristica del cristianesimo realizzata visibilmente intorno all'Eucaristia, e occorre sempre vigilare perch le ricorrenti tentazioni di particolarismo, seppure in buona fede, non vadano di fatto in senso opposto. Pertanto, il Corpus Domini ci ricorda anzitutto questo: che essere cristiani vuol dire radunarsi da ogni parte per stare alla presenza dell'unico Signore e diventare uno con Lui e in Lui. Il secondo aspetto costitutivo il camminare con il Signore. la realt manifestata dalla processione, che vivremo insieme dopo la Santa Messa, quasi come un suo naturale
prolungamento, muovendoci dietro Colui che la Via, il Cammino. Con il dono di Se stesso nell'Eucaristia, il Signore Ges ci libera dalle nostre paralisi, ci fa rialzare e ci fa pro-cedere, ci fa fare cio un passo avanti, e poi un altro passo, e cos ci mette in cammino, con la forza di questo Pane della vita. Come accadde al profeta Elia, che si era rifugiato nel deserto per paura dei suoi nemici, e aveva deciso di
lunga peregrinazione attraverso il deserto, di cui ci ha parlato la prima Lettura. Un'esperienza che per Israele costitutiva, ma risulta esemplare per tutta l'umanit. Infatti l'espressione l'uomo non vive soltanto di pane, ma ... di quanto esce dalla bocca del Signore (Dt 8, 3) un'affermazione universale, che si riferisce ad ogni uomo in quanto uomo. Ognuno pu trovare la propria strada, se incontra Colui che
lasciarsi morire (cfr 1 Re 19, 1-4). Ma Dio lo svegli dal sonno e gli fece trovare l accanto una focaccia appena cotta: Alzati e mangia gli disse perch troppo lungo per te il cammino (1 Re 19, 5.7). La processione del Corpus Domini ci insegna che l'Eucaristia ci vuole liberare da ogni abbattimento e sconforto, ci vuole far rialzare, perch possiamo riprendere il cammino con la forza che Dio ci d mediante Ges Cristo. l'esperienza del popolo d'Israele nell'esodo dall'Egitto, la
Parola e Pane di vita e si lascia guidare dalla sua amichevole presenza. Senza il Dio-con-noi, il Dio vicino, come possiamo sostenere il pellegrinaggio dell'esistenza, sia singolarmente che in quanto societ e famiglia dei popoli? L'Eucaristia il Sacramento del Dio che non ci lascia soli nel cammino, ma si pone al nostro fianco e ci indica la direzione. In effetti, non basta andare avanti, bisogna vedere verso dove si va! Non basta il progresso, se non ci sono dei criteri di riferimento. Anzi,
se si corre fuori strada, si rischia di finire in un precipizio, o comunque di allontanarsi pi rapidamente dalla meta. Dio ci ha creati liberi, ma non ci ha lasciati soli: si fatto Lui stesso via ed venuto a camminare insieme con noi, perch la nostra libert abbia anche il criterio per discernere la strada giusta e percorrerla. E a questo punto non si pu non pensare all'inizio del decalogo, i dieci comandamenti, dove sta scritto: Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavit: non avrai altri di di fronte a me (Es 20, 2-3). Troviamo qui il senso del terzo elemento costitutivo del Corpus Domini: inginocchiarsi in adorazione di fronte al Signore. Adorare il Dio di Ges Cristo, fattosi pane spezzato per amore, il rimedio pi valido e radicale contro le idolatrie di ieri e di oggi. Inginocchiarsi davanti all'Eucaristia professione di libert: chi si inchina a Ges non pu e non deve prostrarsi davanti a nessun potere terreno, per quanto forte. Noi cristiani ci inginocchiamo solo davanti a Dio, davanti al Santissimo Sacramento, perch in esso sappiamo e crediamo essere presente l'unico vero Dio, che ha creato il mondo e lo ha tanto amato da dare il suo Figlio unigenito (cfr Gv 3, 16). Ci prostriamo dinanzi a un Dio che per primo si chinato verso l'uomo, come Buon Samaritano, per soccorrerlo e ridargli vita, e si inginocchiato davanti a noi per lavare i nostri piedi sporchi. Adorare il Corpo di Cristo vuol dire credere che l, in quel pezzo di pane, c' realmente Cristo, che d vero senso alla vita, all'immenso universo come alla pi piccola creatura, all'intera storia umana come alla pi breve esistenza. L'adorazione preghiera che prolunga la celebrazione e la comunione eucaristica e in cui l'anima continua a nutrirsi: si nutre di amore, di verit, di pace; si nutre di speranza, perch Colui al quale ci prostriamo non ci giudica, non ci schiaccia, ma ci libera e ci trasforma. Ecco perch radunarci, camminare, adorare ci riempie di gioia. Facendo nostro l'atteggiamento adorante di Maria, che in questo mese di maggio ricordiamo particolarmente, preghiamo per noi e per tutti; preghiamo per ogni persona che vive in questa citt, perch possa conoscere Te, o Padre, e Colui che Tu hai mandato, Ges Cristo. E cos avere la vita in abbondanza. Amen.
L'indirizzo d'omaggio rivolto al Papa dal presidente della Conferenza episcopale albanese
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 121 (44.861)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
domenica 25 maggio 2008
Signor Presidente del Governo, Onorevoli Membri del Governo e Distinte Autorit, Venerati Fratelli Rappresentanti della Chiesa Ortodossa e della Chiesa Cattolica! L'annuale festa dei santi Cirillo e Metodio vi ha condotti a Roma, dove sono conservate le reliquie di san Cirillo, ed io sono lieto di accogliervi e di rivolgere a ciascuno di voi un cordiale saluto. mio sincero auspicio che il vostro Paese proceda sui sentieri della concordia e della fraternit, sforzandosi di seguire con sempre pi
alla fine, fino al pieno compimento (cfr Gv 13, 1 e 19, 30) (n. 27). Questa speranza diventa realt tangibile quando le persone di buona volont in ogni parte del mondo, come i fratelli Cirillo e Metodio, imitando l'esempio di Ges e fedeli al suo insegnamento, si dedicano senza sosta a porre le basi dell'amichevole convivenza tra i popoli, nel rispetto dei diritti di ciascuno e ricercando il bene di tutti. Grazie per questa vostra visita, che si colloca nel contesto del vostro pellegrinaggio annuale a Roma: si tratta, ad un tempo, di un atto di venerazione ai santi Cirillo e Metodio e di un segno eloquente dei vincoli di amicizia che contraddistinguono i rapporti tra la vostra Nazione e la Chiesa Cattolica. Auspico di cuore che tali legami si rafforzino sempre pi, favorendo atteggiamenti di fruttuosa cooperazione a vantaggio dell'intero vostro Paese. Voglia Dio Onnipotente riempire la vostra mente e il vostro cuore della sua pace, e voglia Egli benedire copiosamente il popolo della ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia!
Costruire una societ sui valori spirituali e culturali che scaturiscono dal Vangelo: l'insegnamento dei santi fratelli di Tessalonica indicato dal Papa alla delegazione della Repubblica di Bulgaria guidata dal vice primo ministro e ministro degli Esteri Ivajlo Kalfin durante l'udienza di sabato 24 maggio.
un modello di inculturazione della fede, nei suoi elementi essenziali, pure nell'epoca postmoderna. Il Vangelo, infatti, non indebolisce quanto di autentico si trova nelle diverse tradizioni culturali, ma aiuta l'uomo di tutti i tempi a riconoscere e a realizzare il bene autentico, illuminato dallo splendore della verit. Compito pertanto dei cristiani di mantenere e rinsaldare l'intrinseco legame esistente tra il Vangelo, la missione dei discepoli di Cristo e la loro rispettiva identit culturale. Riscoprire le radici cristiane importante per contribuire a costruire una societ in cui siano presenti i valori spirituali e culturali che scaturiscono dal Vangelo. Valori e ideali che si alimentano di un'incessante unione con Dio, come dimostra l'esistenza dei santi Cirillo e Metodio, costanti tessitori di rapporti di mutua conoscenza e cordialit tra popoli diversi e tra cul-
Onorevoli Membri del Governo e Distinte Autorit, Venerati Fratelli Rappresentanti della Chiesa Ortodossa e della Chiesa Cattolica! generoso impegno l'esempio dei santi Fratelli di Salonicco. Animati da fervida fede, essi diffusero a piene mani in Europa i germi della fede cristiana, suscitatrice di valori e opere a servizio del bene dell'uomo e della sua dignit. Il loro efficace insegnamento resta attuale ed fonte di ispirazione per quanti intendono porsi a servizio del Vangelo, come pure per i Responsabili del bene comune delle Nazioni. I santi Fratelli Patroni d'Europa, con la loro incessante attivit apostolica e con il loro infaticabile zelo missionario, divennero ponti di collegamento tra l'Oriente e l'Occidente. La loro luminosa testimonianza spirituale indica una verit perenne da riscoprire sempre pi: solo cio a partire da Dio la speranza pu diventare affidabile e sicura. Come ho scritto nell'Enciclica Spe salvi, chi non conosce Dio, pur potendo avere molteplici speranze, in fondo senza speranza, senza la grande speranza che sorregge tutta la vita (cfr Ef 2, 12). Ed ho aggiunto: La vera, grande speranza dell'uomo, che resiste nonostante tutte le delusioni, pu essere solo Dio il Dio che ci ha amati e ci ama tuttora sino Come ogni anno, ho il piacere di rivolgere un cordiale benvenuto a tutti voi, membri della Delegazione ufficiale bulgara, venuti a Roma in occasione della festa dei santi Cirillo e Metodio, venerati sia in Oriente che in Occidente. La memoria liturgica di questi due santi Fratelli riveste per la Bulgaria un alto valore simbolico e costituisce, al tempo stesso, un importante evento culturale. Il loro ricordo stimola infatti nei credenti, sia ortodossi che cattolici, il vivo desiderio di offrire al Paese una significativa spinta ad approfondire il ricco patrimonio cristiano, le cui origini risalgono proprio all'infaticabile iniziativa dei due grandi evangelizzatori provenienti da Tessalonica. Segno di tale comune impegno la composizione della vostra Delegazione, guidata dal Vice Primo Ministro e costituita da rappresentanti delle diverse Chiese ed Istituzioni culturali presenti in Terra bulgara. All'opera di evangelizzazione, attuata con ardore apostolico dai santi Cirillo e Metodio nel territorio abitato da popoli slavi, occorre continuare a guardare ancor oggi, perch costituisce
ture e tradizioni ecclesiali differenti. Ho voluto ricordarlo nella mia Enciclica Spe salvi: Se siamo in relazione con Colui che non muore, che la Vita stessa e lo stesso Amore, allora siamo nella vita, possiamo stringere rapporti di solidariet autentica con il prossimo (cfr n. 27). Auspico di cuore che questo nostro incontro possa essere per voi tutti, qui presenti, e per le realt ecclesiali e civili che rappresentate motivo di sempre pi intensi rapporti fraterni e solidali. Il Signore benedica il vostro caro Paese e tutti i suoi cittadini.
Il cardinale Tarcisio Bertone in Ucraina per la beatificazione di suor Marta Maria Wiecka
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di venerd 23 Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. dell'Albania Meridionale (Albania), in visita ad limina Apostolorum.
tolare di Mariana in Corsica, il Reverendo Monsignor Paolo De Nicol, Reggente della Prefettura della Casa Pontificia.
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Luciano Suriani, Arcivescovo titolare di Amiterno, Nunzio Apostolico in Bolivia, con i Familiari.
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Rrok K. Mirdita, Arcivescovo di Tiran-Durrs (Albania), con l'Ausiliare, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor George Frendo, Vescovo titolare di Butrinto, in visita ad limina Apostolorum; Cristoforo Palmieri, Vescovo di Rrshen (Albania), in visita ad limina Apostolorum; Hil Kabashi, Vescovo titolare di Torri di Bizacena, Amministratore Apostolico dell'Amministrazione Apostolica
Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Bulgaria Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Janusz Bolonek, Arcivescovo titolare di Madauro, finora Nunzio Apostolico in Uruguay. In pari tempo, Sua Santit ha nominato Nunzio Apostolico in Uruguay Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Anselmo Guido Pecorari, Arcivescovo titolare di Populonia, Nunzio Apostolico.
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Arcidiocesi metropolitana di Alger (Algeria), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Henri Teissier, in conformit al can. 401 1 del Codice di Diritto Canonico.
Provviste di Chiese
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Warszawa-Praga (Polonia) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Henryk Hoser, S.A.C., finora Segretario Aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, conservandogli la dignit di Arcivescovo.
Il Santo Padre ha nominato Segretario Aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e Presidente delle Pontificie Opere Missionarie il Reverendo Monsignor Piergiuseppe Vacchelli, del clero della Diocesi di Cremona, finora Sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana e Presidente del Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, elevandolo in pari tempo alla Sede titolare di Minturno con dignit di Arcivescovo. Sua Santit, inoltre, ha elevato alla dignit episcopale, assegnandogli la Sede ti-
Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Metropolita di Alger (Algeria) il Reverendo Ghaleb Moussa Abdalla Bader, del clero del Patriarcato Latino di Gerusalemme, finora Presidente del Tribunale Ecclesiastico di Prima Istanza di Amman.
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Secondo l'Onu Israele mantiene oltre seicento sbarramenti
CITT DEL CAPO, 24. Si estende in Sud Africa l'ondata di violenza xenofoba contro gli immigrati, divampata tredici giorni fa dalle baraccopoli di Johannesburg e Durban. Gli attacchi a case e a negozi, gestiti soprattutto da somali, si sono estesi a Citt del Capo, dove la scorsa notte la polizia ha fatto sgomberare centinaia di immigrati da una baraccopoli della periferia. Esercizi gestiti da somali sono stati dati alle fiamme anche nella cit-
tadina di Knysna. In meno di due settimane di violenze si contano pi di quaranta morti, centinaia di feriti e circa venticinquemila sfollati. Gli arresti sono stati pi di cinquecento. Per scongiurare altri disordini, il Governo di Pretoria ha autorizzato l'intervento dell'esercito a fianco della polizia. Oggi si appreso che un uomo stato ucciso a colpi d'arma da fuoco da un soldato sudafricano alla periferia di Johannesburg.
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Prima visita all'estero del presidente Medvedev dopo l'insediamento al Cremlino
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BELGRADO, 24. Mentre sono tutt'ora in corso le consultazioni politiche in Serbia, a poco meno di due settimane dal voto che ha determinato lavanzata del blocco europeista del presidente della Repubblica, Boris Tadic, i ministri degli Esteri dei Ventisette Paesi dell'Unione europea hanno lanciato un appello per formare al pi presto un Governo che consenta al Paese di procedere rapidamente nel cammino dintegrazione comunitario. Nell'esprimere soddisfazione per lo svolgimento pacifico e ordinato delle elezioni dello scorso 11 maggio, i ministri degli Esteri dell'Unione europea hanno auspicato che sia formato un nuovo Esecutivo con un chiaro programma europeo, che si impegni in modo costruttivo nel processo di associazione e stabilizzazione, primo passo del Paese verso lintegrazione Ue. Riguardo alle consultazioni, Tadic ha ricevuto le delegazioni dei partiti destinati a essere rappresentati nel nuovo Parlamento dopo linsediamento
Clima di distensione L'Ue sollecita la formazione del Governo serbo tra Putin e Timoshenko
Per procedere pi rapidamente nel processo di integrazione comunitario
del 15 giugno. Il presidente ha visto esponenti sia della sua parte politica (raccoltasi nella lista Per una Serbia europea); sia del fronte avverso (gli ultr nazionalisti del Partito radicale Srs, di Tomislav Nikolic, e i conservatori del Dss del premier uscente, Vojislav Kostunica); sia delle formazioni minori (a cominciare dal Partito socialista Sps, di Ivica Dacic). Gli europeisti, vincitori della contesa elettorale e protagonisti di un sorprendente sorpasso di nove punti nei confronti dello Srs, sono usciti dal colloquio ribadendo di attendere lindicazione di un loro rappresentante alla carica di primo Ministro designato. Gli stessi hanno manifestato la certezza di poter mettere insieme alla fine una coalizione stabile, pur non disponendo da soli della maggioranza assoluta dei seggi. Convinzione uguale e contraria stata espressa, peraltro, dai nazionalisti, fiduciosi di poter ribaltare il risultato delle urne attraverso una larga alleanza. Natasa Jovanovic, vicepresidente dello Srs, ha riaffermato a questo proposito di ritenere a portata di mano unintesa non solo col Dss di Kostunica che i radicali ripropongono per il ruolo di premier, sullonda del comune risentimento verso il riconoscimento occidentale della secessione del Kosovo e della comune polemica contro lAccordo di stabilizzazione e associazione (Asa) firmato da Belgrado con lUe , ma anche col Partito socialista che fu di Slobodan Milosevic. Dallo Sps, tuttavia, continua a non arrivare nessuna conferma in questo senso. Dacic, dopo aver visto il presidente, s detto anzi contrario a partecipare a un futuro Governo che intenda iniziare il mandato con un segnale negativo come lannullamento dellAsa: accordo che proprio gli europeisti di Tadic difendono invece a spada tratta e che giudicano non incompatibile con il mantenimento del no al riconoscimento dellindipendenza proclamata da Pristina il 17 febbraio. MINSK, 24. I premier russo, Vladimir Putin, e ucraino, Iulia Timoshenko, si sono incontrati a margine del vertice dei capi di Governo della Csi, la Comunit di stati indipendenti sorta dalle ceneri dellUrss, in corso a Minsk, in Bielorussia. I due nonostante la Timoshenko sia nota per le sue posizioni anti-russe si sono detti disponibili, secondo lagenzia Itar-Tass, ad avviare trattative per un accordo strategico sulle forniture di metano russo allUcraina. Timoshenko ha ringraziato Putin per il suo grande ruolo nella soluzione delle dispute passate, e ha ammesso di essere consapevole della necessit di passare gradualmente a un prezzo di mercato per il metano russo. Putin ha restituito la cortesia, plaudendo alla soluzione operativa del problema del debito ucraino nel settore energetico, e ha pregato la collega di incaricare i ministeri ucraini di lavorare perch simili morosit non si ripetano in futuro. I due leader hanno poi parlato anche di un rafforzamento della cooperazione fra le imprese russe e ucraine, che la dissoluzione dellUrss ha lasciato in parte mutilate, con rami di produzione da una parte e dallaltra per alcuni prodotti industriali. In particolare ha citato i settori della cantieristica navale e dellindustria aeronautica Tra Russia e Bielorussia invece prevista la realizzazione di un comune spazio economico, di una cooperazione doganale, dello sviluppo delle infrastrutture e della semplificazione dellaccesso delle merci ai mercati dei due Paesi. Non prevista invece alcuna discussione sullenergia. Nellagenda del vertice Csi figurano temi quali limmigrazione, la lotta al crimine e soprattutto la cooperazione economica, finora spesso minata dagli scontri energetici tra la Russia e alcuni paesi di transito, dallUcraina alla Bielorussia.
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Foglio del pi antico manoscritto sopravvissuto dell'intero testo ebraico, trascritto nell'anno 1008 e conservato a San Pietroburgo (Petropolitanus B 19 A)
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ent'anni di lavoro per una traduzione che ha l'ambizione di diventare la Vulgata (che in latino vuol dire diffusa) per gli italiani del XXI secolo. Ecco in sintesi l'impresa della traduzione della Sacra Scrittura voluta dalla Conferenza episcopale italiana (Cei). A illustrarla monsignor Giuseppe Betori, biblista e vescovo segretario della Cei, in una lunga intervista con chi scrive e con il direttore del nostro giornale a pochi giorni dalla presentazione ufficiale della revisione della traduzione della Bibbia. L'impresa trover compimento il prossimo 29 maggio quando, durante l'assemblea generale della Cei, verr donata a Benedetto XVI la prima copia dell'editio princeps.
colte e poi, a lavori ultimati, per un'ultima lettura che ha preceduto il voto finale, nel 2002, in cui c' stata un'approvazione quasi unanime (202 vescovi su 203 votanti). E da allora a oggi cosa si fatto? In questi sei anni si consegnato alla Santa Sede il testo per la recognitio. Inoltre a un certo punto intervenuto Benedetto XVI il quale ha chiesto che non fossero recognitae soltanto le pagine destinate ai testi liturgici attualmente in uso, ma tutta la Bibbia. stato un segno di attenzione molto importante per noi. Tra l'altro Ratzinger ha anche suggerito alcune correzioni: nella sua famosa omelia alla Santa Messa Pro eligendo Pontifice fece un appunto alla vecchia traduzione, nella lettera agli Efesini, che fu subito accolto. In questo intenso e lungo lavoro di revisione e di correzione, ci sono stati anche degli incidenti di percorso? Ci sono stati errori di stampa nel nuovo Lezionario perch nello scorso ottobre l'obiettivo di uscita per il nuovo anno liturgico ha comportato un passaggio in meno nella correzione delle bozze. Ci cos sfuggito qualche errore, anche se fondamentalmente solo sui titoli delle letture. Nel caso della Bibbia il lavoro di correzione stato molto pi intenso e speriamo che ci abbia evitato molti errori. Ma tutti quelli che scrivono libri sanno bene che la prima cosa che si vede non appena il libro stato stampato proprio un errore. E anch'io sto aspettando l'errore che certamente scoprir nonostante abbia riletto personalmente per tre volte le bozze. Coroniamo comunque un lavoro lungo venti anni. Iniziammo nel 1988 con le prime commissioni di studio e oggi usciamo con un volume che comprende solo il testo utilizzabile quindi anche per la liturgia e un altro volume pi piccolo composto di introduzione e note, realizzato da esperti sotto la supervisione della Segreteria Generale. Lei ha gi fatto cenno ad alcuni interventi di correzione. Si pu quantificare la portata globale della revisione del testo? La correzione fondamentale rispetto all'edizione del 1971 dipende dal fatto che sono diversi i testi critici di base. Facciamo un esempio tratto dagli Atti degli Apostoli. Nel discorso di Paolo agli anziani di Mileto prima si trovava: La Chiesa che Dio ha salvato con il suo sangue presupponendo il testo greco imatos idu. Invece il testo greco dell'edizione Nestle-Aland ha imatos t idu, cio il sangue del proprio (figlio). Nella nuova traduzione dunque non si legge pi Dio che ci ha salvati con il suo sangue, bens Dio che ci ha salvati con il sangue del suo Figlio. In questo caso la correzione dovuta al diverso testo critico di riferimento. Ci sono state invece delle varianti apportate in virt di scelte teologiche, figlie di un'evoluzione nell'esegesi per cui dei passi sono stati interpretati e quindi tradotti con delle sfumature diverse? Direi al contrario che la scelta di proporre un testo pi letterale favorisce una traduzione pi aperta all'interpretazione teologica rispetto a quella precedente. Perci questa traduzione serve meglio alla lectio divina e anche allo studio biblico, perch non predetermina come fa, ad esempio, la traduzione in lingua corrente un'interpretazione sulle altre, ma lascia aperte le possibilit. Per i testi critici vi siete dunque affidati alla Stuttgartensia per l'Antico Testamento ebraico, al Rahlfs per i testi greci dell'Antico Testamento escluso il Siracide, in cui si seguito il testo pi accredito oggi dello Ziegler e al Nestle-Aland per il Nuovo Testamento. Esattamente. Anche se per l'Antico Testamento ebraico qualche volta abbiamo dovuto utilizzare le proposte di lettura collocate nell'apparato della Stuttgartensia, proposte per lo pi fondate sulla Settanta perch ci sono dei punti in cui il testo ebraico corrotto e non ha senso. Storicamente si sostenuto che la Settanta fosse pi attendibile anche per l'Antico Testamento, in quanto riferita a un testo ebraico pi antico e sicuro di quello masoretico. Ma se partiamo dicendo che la Settanta pi attendibile del testo ebraico, allora dovremmo ritradurre la Settanta in ebraico. E non ci siamo sentiti di farlo. Tanto pi che eravamo guidati dalla Nova Vulgata stessa che interpretava il testo ebraico della Stuttgartensia l dove problematico alla luce della Settanta e della Vulgata. La linea stata sempre la stessa: salvaguardare l'uso nella tradizione della Chiesa rivisto con i criteri della critica testuale. E le correzioni non sono state certo poche. Direi che siamo nell'ordine di decine di migliaia. Ci sono dei casi di particolare rilievo? Ai lettori potrebbe interessare il lavoro fatto su tre casi specifici: il Pater noster, il Magnificat e il Benedictus; tutti testi biblici di uso liturgico e di preghiera personale talmente diffusi da richiedere un'attenzione particolare. La scelta del Consiglio permanente stata quella di intervenire solo dove fosse assolutamente necessario per la correttezza della traduzione. Nel caso del Padre nostro si affermata l'idea che fosse ormai urgente correggere il non indurre inteso ormai comunemente in italiano come non costringere. L'inducere latino (o l'eisfrein greco) infatti non indica costringere, ma guidare verso, guidare in, introdurre dentro e non ha quella connotazione di obbligatoriet e di costrizione che invece ha assunto nel parlare ita-
liano il verbo indurre, proiettandolo all'interno dell'attuale formulazione del Padre nostro e dando a Dio una responsabilit nel costringerci alla tentazione che non teologicamente fondata. Ecco allora che si scelta la traduzione non abbandonarci alla che ha una doppia valenza: non lasciare che noi entriamo dentro la tentazione ma anche non lasciarci soli quando siamo dentro la tentazione. Facciamo un cenno anche ai Salmi. San Girolamo li ha tradotti addirittura tre volte. Nell'edizione della Vulgata i benedettini hanno deciso di affiancare la traduzione dalla Settanta a quella dall'ebraico. Quale stata la vostra scelta? Noi abbiamo scelto come base l'ebraico. Per la Settanta utile perch ci viene in aiuto l dove l'ebraico oscuro. Se vogliamo affermare l'importanza del ritorno ai testi originali, allora dobbiamo ricordare che la Settanta rappresenta un momento di passaggio, anche teologico. E allora sostituirla ai testi ebraici, porterebbe a cancellare lo sviluppo teologico che essa attesta. Impediremmo cio di interpretare la Settanta come sforzo teologico di comprensione della Parola. Poco fa parlava della variante importante al testo del Padre nostro. Sono i particolari che pi toccano la gente comune. Incider anche nella quotidianit dell'uso liturgico? Questo da vedere. La traduzione non implica ancora che siano state fatte delle scelte da parte dell'episcopato italiano e da parte della Santa Sede in ordine all'utilizzo di questa traduzione per i testi liturgici. Per la recita del Padre nostro durante la messa o negli atti devozionali, tutto ancora da decidere. E sar una de-
personale questo processo molto pi lento. Sono cresciuti i gruppi e le occasioni di lettura della Bibbia, mentre invece non c' stata una popolarizzazione della Bibbia. Spero che la prossima assemblea sinodale sia un'occasione per rilanciare uno sforzo di popolarizzazione. Dobbiamo creare maggiori occasioni di fruizione comunitaria della Sacra Scrittura. Altrimenti, lasciandole da sole, noi scoraggiamo le persone. Una comunit locale oggi, in Italia, a quali risorse pu attingere per questa conoscenza? La Chiesa italiana cosa offre? Come Conferenza episcopale italiana abbiamo istituito all'interno dell'Ufficio catechistico un servizio di apostolato biblico, che ha proprio lo scopo di individuare e sostenere le forme pi adatte di accostamento alla Bibbia. Non solo quelle all'interno della comunit. Penso ad esempio anche all'insegnamento della religione cattolica. A volte si dice che la Bibbia deve entrare nella scuola. Ma la Bibbia nella scuola gi c'. l'asse portante dell'insegnamento della religione cattolica. Dobbiamo per aiutare maggiormente gli insegnanti a sviluppare nel contesto scolastico un accostamento culturale alla Bibbia. Nelle parrocchie poi ci sono varie esperienze di gruppi biblici, lectio divina, scuole della Parola e cos via. Noi pensiamo che sia importante coordinare tutte queste esperienze e istituire all'interno di ogni diocesi un servizio di apostolato biblico che aiuti i parroci e li sostenga nel trovare strumenti, sussidi e persone che aiutino. cisione che si prender solo nell'ambito dell'allestimento ancora in corso della traduzione della terza edizione del Messale romano. Ci sono altri esempi di questo genere? Per quanto riguarda il Magnificat, nella precedente versione si leggeva Come aveva detto ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza. Oggi traduciamo per Abramo e la sua discendenza: c' un dativo di comodo in greco che viene tradotto con per e che indica la finalit della rivelazione. Le promesse sono fatte ad Abramo, ad Isacco e a Giacobbe, i padri, per tutti i loro discendenti, fra i quali anche noi. Maria ci dice che la promessa che si realizza in lei l'inizio dell'adempimento delle promesse che sono per tutti noi, figli di Abramo. Usciamo dai dettagli della singola traduzione e torniamo all'opera nella sua globalit. Questa edizione destinata a sostituire tutte le altre Bibbie. Quanto tempo ci vorr? L'editio princeps la metteremo in commercio a fine mese, per la sua destinazione fondamentalmente l'aula liturgica. Potr essere, ad esempio, la Bibbia da tenere in fondo alla Chiesa per permettere la consultazione e la meditazione ai fedeli. A met settembre ci sar invece l'edizione comune a tutti gli editori cattolici, di carattere popolare ed economica, con le note preparate dalla Cei, cio l'edizione Uelci (Unione editori librari cattolici italiani), l'unica che coster meno di 15 euro. Solo in seguito daremo il testo agli editori che lo richiederanno. Quando il testo servir per iniziative di distribuzione gratuita ai fedeli, allora anche noi lo offriremo gratuitamente alle comunit coinvolte. A proposito di costi. stato economicamente molto impegnativo realizzare questa nuova Bibbia? Sono state pi che altro spese organizzative. Tutti i consultori, infatti, hanno lavorato gratuitamente. L'Associazione Biblica Italiana ha chiesto a tutti gli aderenti di prestarsi gratuitamente a questo lavoro e tutti lo hanno fatto volentieri, anzi direi onorati di poter far parte di un progetto cos prestigioso. Quindi, presumibilmente, con la diffusione commerciale si copriranno le spese sostenute? Direi proprio di s. Teniamo conto che questi libri liturgici, fino all'introduzione dell'otto per mille, erano la prima fonte di introito della Cei. Ancora adesso, una parte delle attivit della Cei possibile grazie a queste entrate. La Bibbia Cei diventer un testo di riferimento anche per l'esegesi. Quali scuole di pensiero si stanno affermando nel panorama dell'esegesi contemporanea? L'esegesi contemporanea oggi molto frammentaria. Permane ancora forte tutto il filone storico-critico classico, legato alla filologia tradizionale. Per altrettanto vero che le metodologie della nuova critica letteraria, in particolare quelle strutturali o narrative, cominciano ad avere un loro peso. Da questo punto di vista credo che valga l'equilibrio suggerito dalla Pontificia Commissione Biblica nel documento su L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa. Occorre la convergenza di una pluralit di metodi. chiaro che il principio di fede deve essere mantenuto come un elemento decisivo dell'interpretazione. Non ha senso quindi l'impostazione di quanti vorrebbero proporre la comprensione del testo della Bibbia prescindendo dalla fede: questo testo storico nasce come testo di fede e si produce come fatto di fede. Non si pu ignorare. Su questa linea, notevole l'apporto del Ges di Nazaret di Ratzinger che mostra come sia possibile dare una lettura di fede della storia di Ges: questa lettura fa tesoro delle acquisizioni di un'analisi storica e letteraria del testo, ma non la chiude in un razionalismo che rifiuta la natura stessa dell'evento cristiano. Aggiungerei che il principio della tradizione che deve reggere tutto il nostro accostamento alla Sacra Scrittura con la lettura canonica, perch la Scrittura frutto di una tradizione. Diversamente dal Corano considerato dai musulmani come una rivelazione scesa dal cielo. La Bibbia frutto della fede di un popolo, di una comunit che vi ha sedimentato la propria tradizione di fede, sotto la guida dello Spirito. solo all'interno di questa tradizione che essa pu essere compresa pienamente. Anche se i testi possono non essere sempre sicuri? S, perch ci fa parte della fragilit connaturata all'idea di incarnazione. Cristo s'incarna nella debolezza della carne umana, una carne che viene ferita sopra una croce. Questa stessa logica della debolezza sta anche nell'incarnazione attraverso la Parola che non si sceglie un linguaggio divino per parlare a tutti gli uomini, ma sceglie una lingua, o meglio, tre lingue umane legate a determinati periodi storici. C' uno scandalo della croce e c' anche uno scandalo della Parola. L'allora cardinal Ratzinger ha giustamente sottolineato che non esiste una fede da inculturare, quasi che si possa ipostatizzare una fede fuori da una cultura: la fede si rivelata infatti dentro una cultura. Il problema quindi quello di una transculturazione. Questo fa s che tutto il mondo della cultura ellenistica non sia il luogo in cui in un secondo momento viene inculturata la fede, da cui si potrebbe quindi prescindere, ma uno dei contesti in cui la fede si rivela per il Nuovo Testamento (e in parte per l'Antico) e viene trasmessa lungo i secoli. Per cui non si tratta di estrarre la fede dal mondo culturale ebraico ed ellenistico, ipostatizzarla e reincarnarla in un'altra fede, ma mettere a confronto, far dialogare la fede detta nella cultura giudaico-ellenistica con le altre culture del mondo. Di fatto, questa la lezione di Ratisbona. un punto essenziale. Da questo punto di vista il libro Ges di Nazaret molto importante e, in qualche modo, anche la nostra traduzione vuole inserirsi su questo tracciato, portando quell'ebraico e quel greco, e il loro significato culturale dentro l'italiano di oggi. Passiamo dal piano dei specialisti dell'esegesi a quello del popolo di Dio, della gente comune. Dal Concilio ad oggi, quale stato il ruolo della Sacrosantum concilium e della Dei Verbum per la diffusione e per la conoscenza della Parola di Dio? Il Concilio stato fondamentale perch ha ridato piena cittadinanza alla Sacra Scrittura. Attenzione: non dico che l'ha reimmessa. La Bibbia era ben presente nella vita della Chiesa anche prima del Concilio. Lo era in modo pi mediato, ma la predicazione cristiana e la liturgia non avevano certo smesso di attingere al tesoro della Parola. chiaro per che la Sacra Scrittura rientrata in circolazione immediata soprattutto grazie al Concilio Vaticano II. Specialmente nelle forme della lectio divina e dell'accostamento personale e nell'arricchimento che la stessa liturgia ha ricevuto dall'ampliamento dell'Ordo lectionum missae. Qui abbiamo avuto un salto di qualit nell'accostamento diretto. Non sottoscrivo invece le posizioni di coloro che affermano che prima del Vaticano II la Bibbia fosse assente dalla vita della Chiesa: era presente in modo mediato, ora lo in modo diretto, e questo ovviamente un guadagno. Ora per, se vero che ormai in tutte le azioni liturgiche risplende la ricchezza della Bibbia, dal punto di vista dell'appropriazione Proprio di recente sono stati resi noti i primi risultati di un'inchiesta sulla conoscenza delle Sacre Scritture in vari Paesi europei ed extraeuropei. I dati emersi non ci possono certo far dormire sonni tranquilli. Dicono che nell'arco di un anno in Italia solo un quarto della popolazione ha accostato una pagina biblica. Un dato assolutamente negativo, seppure non tanto quanto quello emerso in Paesi a noi vicini come la Francia o la Spagna. In Italia il cattolicesimo tiene un po' di pi rispetto al resto dell'Occidente europeo, in quanto la rete parrocchiale e la presenza dell'associazionismo e dei movimenti ancora una realt vivace. Per il dato comunque preoccupante. Dobbiamo inoltre tener conto che il problema della lettura della Bibbia si situa all'interno di un problema culturale pi ampio. Non che la gente non legga la Scrittura; la gente semplicemente non legge. E la Bibbia diventa cos uno dei tanti libri che la gente non legge. C' un problema di crescita culturale del Paese intero. Di qui anche l'utilit del progetto culturale della Cei. Non possiamo pensare alla fede come a qualcosa che possa camminare a prescindere dal contesto culturale. Dobbiamo puntare su una rigenerazione culturale del Paese, a cui la fede d il suo apporto e senza la quale la fede stessa soffre. Quindi gli stereotipi dell'Italia arretrata dal punto di vista biblico a causa del cattolicesimo controriformistico hanno ben poco valore? S, e lo dimostra il fatto che, pur in una situazione non positiva, ne sappiamo un po' pi dei francesi; lo dimostra il fatto che un po' di Bibbia i nostri preti l'hanno data alla nostra gente che continua a venire in Chiesa, mentre in Francia si registrano percentuali assai minori delle nostre. La comunicazione data attraverso la predicazione resta ancora il fattore fondamentale della trasmissione della fede, anche biblica. Ma i preti sono preparati? Forse non come noi vorremmo. Possiamo per cercare di garantire una maggiore preparazione. Per esperienza posso dire che molto facile proporre elementi di esegesi al prete che per poi conduce la sua pastorale a prescindere dall'esegesi. Occorre un'interpretazione teologica della Scrittura fondata sull'esegesi, ma che nell'esegesi non deve esaurirsi. Non sarebbe meglio se si studiassero maggiormente il latino, il greco e magari anche l'ebraico? Sono d'accordo. C' un urgente bisogno di una revisione dei curricula di preparazione del nostro clero. I curricula dei nostri seminaristi sono ipertrofici per quanto riguarda il numero delle discipline, e mancano invece di una visione globale culturale e teologica. Il ripensarli quindi un'urgenza. Le urgenze sono certo crescenti ma non possiamo rispondere aumentando i corsi. Restiamo sul tema del rapporto tra cultura e conoscenza delle Sacre Scritture. Recentemente lei ha parlato del valore estetico della Parola di Dio e della qualit, anche letteraria, di questa nuova traduzione della Bibbia. Potrebbe aiutare anche gli insegnanti di italiano? Io penso di s. Forse un'ambizione troppo grande quella nostra, ma la coltiviamo: diventare una piccola Vulgata dell'epoca moderna. La Vulgata ha formato una parte del nostro patrimonio lessicale. Certo, era l'unico riferimento e ha impiegato secoli. Io per mi auguro un impatto di questo tipo, perch in gioco quell'incontro tra cultura e fede sul quale noi stiamo scommettendo. Una fede che sia capace di plasmare la lingua perch plasma la cultura e che per questo usa anche la lingua biblica: in questo senso la nostra traduzione importante per il futuro.
Innanzitutto, perch una nuova traduzione? Molti pensano che sia stato un cambiare tanto per cambiare, magari stanchi della vecchia traduzione. In realt ci troviamo all'interno di una decisione presa dalla Santa Sede addirittura nel 1965 quando a seguito del Concilio Vaticano II Paolo VI ritenne opportuno rivedere la Vulgata di san Girolamo alla luce delle pi recenti acquisizioni di critica testuale in ordine ai libri dell'Antico e del Nuovo Testamento. Questo progetto voluto dal Papa ebbe una lunga gestazione, che port nel 1979 a una prima edizione di una Nova Vulgata e nel 1986 alla seconda edizione, proposta da Giovanni Paolo II a tutta la Chiesa come editio typica per l'uso liturgico. E, ovviamente, il Papa suggeriva anche che le traduzioni in lingue moderne fossero rifatte con gli stessi criteri utilizzati per la Nova Vulgata. E a sua volta la Nova Vulgata aveva alle spalle il lavoro di revisione dell'Abbazia di San Girolamo fondata da Pio XI... S. L'Abbazia di San Girolamo ha restituito il testo critico della Vulgata. Poi sulla base di questa stata fatta una revisione che per andava oltre i testi ebraici, aramaici e greci utilizzati da Girolamo. La Nova Vulgata prendeva infatti come base i testi critici oggi in uso: per l'Antico Testamento la Biblia Hebraica Stuttgartensia, edizione che, ad esempio, fa tesoro delle scoperte di Qumran; per il Nuovo Testamento il riferimento invece al cosiddetto Nestle-Aland, cio quell'edizione del Nuovo Testamento greco che unifica i due principali testi critici oggi in uso. Da quel momento in poi sulla base di questi testi che si invitati a rivedere tutte le traduzioni per l'uso nella liturgia. Ed proprio quello che abbiamo fatto. Nel frattempo era comunque gi apparsa la Bibbia della Cei. S, la Bibbia viene pubblicata nel 1971 per ri-
Nuovo Testamento dall'Antico. Non a caso il saluto dell'angelo a Maria comincia adesso con il termine rallegrati, ovvero il chire stato letto alla luce del libro del profeta Sofonia dove l'annuncio del ritorno del Signore nella citt santa utilizza questo stesso vocabolo per esortare Gerusalemme alla gioia. Da questo punto di vista adesso pi facile, leggendo il testo di Luca, accorgersi che dietro le parole dell'angelo l'evangelista vuole accostare l'evento di Nazaret, l'incarnazione del Figlio di Dio, all'antica profezia sul ritorno di Dio in mezzo al suo popolo.
Nella terza edizione della Bibbia che appare in questi giorni stato tradotto il testo lungo del Siracide evidenziando per il testo breve: questo viene stampato in carattere tondo, mentre vengono proposte in corsivo le aggiunte proprie del testo lungo. Le varianti pi significative dell'ebraico vengono segnalate nelle note di commento. In un apparato specifico a fondo pagina del testo, invece, sono riportate le varianti pi significative con cui la Nova Vulgata si distacca dal testo critico di uso pi corrente curato dallo Ziegler che seguito nella presente traduzione.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Si moltiplicano nelle Filippine le iniziative per il dialogo
A Citt del Messico Silsilah, il legame le famiglie protagoniste fra chi crede
CITT DEL MESSICO, 24. La Chiesa in Messico si prepara alla celebrazione del sesto Incontro Mondiale delle Famiglie, un'opportunit privilegiata per un rinnovato impegno sui delicati temi della pastorale familiare. Per tutti noi, la designazione di Benedetto XVI rappresenta una grazia ed motivo di gioia, ma comporta anche una grande responsabilit che ci sprona, non solo a preparare questo importante avvenimento ecclesiale, bens a prepararci come persone e come famiglie, promuovendo tutto ci che pu aiutare a migliorare la vita coniugale e le famiglie. quanto si legge nella lettera che l'arcivescovo primate del Messico, cardinale Norberto Rivera Carrera, ha indirizzato ai sacerdoti dell'arcidiocesi di Mxico proprio a motivo dell'incontro previsto a Citt del Messico dal 13 al 18 gennaio 2009. Per preparare adeguatamente tale avvenimento, il Pontificio Consiglio per la Famiglia ha previsto dieci catechesi, in forma di laboratori, mentre l'arcidiocesi ha realizzato tredici sussidi per la riflessione, materiale attualmente in distribuzione in tutte le parrocchie della diocesi. Il cardinale ha chiesto inoltre di organizzare in ogni vicaria, decanato e parrocchia, attivit che promuovano l'avvenimento, per il quale sar di grande aiuto il pellegrinaggio dell'icona ufficiale degli Incontri Mondiali delle Famiglia che avr inizio in ognuna delle vicarie. Nella sua lettera, il cardinale Rivera Carrera ricorda il tema scelto per questo incontro da Benedetto XVI: La famiglia formatrice dei valori umani e cristiani. Parlare della famiglia come formatrice dei valori afferma il cardinale fa riferimento a una serie di azioni che implicano tutto un processo orientato a dare una definizione, una configurazione, una fermezza e una perfezione a ciascuna delle persone che formano la famiglia. precisamente nel seno della famiglia che si delinea la persona. Tuttavia, constata il cardinale, nel momento storico in cui viviamo la famiglia ha abdicato al suo proprio essere e alla sua missione di formare le persone, con le conseguenze che conosciamo: relativismo, soggettivismo, sensualismo e carenza di valori nella societ. L'arcidiocesi di Mxico, gi dalla celebrazione del secondo sinodo diocesano, ha iniziato a riflettere sull'importanza che la famiglia riveste, specialmente di fronte alle problematiche sociali attuali. Tutti questi problemi ci presentano sfide molto grandi, che dobbiamo assumere con molta seriet e responsabilit pastorale. Nessuno sottolinea il cardinale deve rimanere con le braccia conserte soprattutto considerando l'opportunit che abbiamo di svegliare la coscienza di tutti gli uomini e le donne di buona volont, e l'importanza trascendentale del lavorare a sostegno dei valori umani e cristiani nelle famiglie. Tutto quello che seminiamo nelle famiglie lo mieteremo nella societ e nella Chiesa. Il porporato rivolge quindi un appello a tutti i sacerdoti della diocesi ricordando loro la missione di promozione, impulso e accompagnamento delle diverse iniziative che riguardano la pastorale familiare. La celebrazione del sesto Incontro Mondiale delle Famiglie conclude ci offre l'opportunit unica di riprendere con entusiasmo, con unit di criteri, con progetti concreti, con creativit e con spirito evangelizzatore il compito della pastorale familiare. MANILA, 24. Piena collaborazione tra la Conferenza dei vescovi delle Filippine e la Silsilah Foundation, Inc. per incrementare le iniziative di promozione del dialogo interreligioso tra cristiani e musulmani nella grande isola meridionale di Mindanao. Questo il contenuto del memorandum sottoscritto recentemente a Manila da monsignor Antonio J. Ledesma, responsabile della Commissione episcopale per il dialogo interreligioso e arcivescovo di Cagayan de Oro, e il fondatore della Silsilah Foundation, Inc., padre Sebastiano D'Ambra, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME). In vista della celebrazione, nel maggio del 2009, del venticinquesimo anniversario di questa struttura che opera a favore dei poveri senza distinzione di credo, il Consiglio interconfessionale dei leader religiosi della Silsilah Foundation, Inc. ha promosso alcune iniziative per rafforzare i legami tra cristiani e musulmani. Tra queste, la costruzione di case di preghiera cristiana-musulmana; l'assistenza agli orfani che hanno perduto uno o ambedue i genitori a causa degli scontri che ancora oppongono le fazioni fondamentaliste; aiuti ai poveri e restauro delle loro abitazioni danneggiate a causa di violenze tra i due gruppi confessionali. La Silsilah Foundation, Inc. invita i suoi membri a donare un peso a settimana (15 centesimi di euro) per contribuire volontariamente alla realizzazione di questi progetti. Secondo il memorandum sottoscritto il 10 maggio a Manila, l'arcivescovo di Cagayan de Oro, monsignor Antonio J. Ledesma, e quello di Zamboanga City, monsignor Romulo Valles, parteciperanno insieme ai tre copresidenti della Conferenza vescoviulema a un consiglio consultivo che si riunir una volta all'anno insieme ai membri del consiglio d'amministrazione della Silsilah Foundation. La missione di padre Sebastiano D'Ambra per il dialogo interreligioso in Mindanao ha avuto inizio ufficialmente il 9 maggio del 1984 quando ha fondato, insieme a un gruppo di amici cristiani e musulmani, il Movimento di dialogo Silsilah a Zamboanga City. Silsilah una parola araba che significa catena o legame. Padre D'Ambra ha scelto questa parola mettendo in evidenza l'esperienza dei Sufi (i mistici musulmani) che usano Silsilah per indicare il legame con la divinit. Dal 1984 a oggi il movimento fondato da padre Sebastiano D'Ambra, missionario del Pime, ha promosso il dialogo come un'esperienza di fede e una spiritualit della vita-in-dialogo che sostiene ogni forma di colloquio nella societ. Il Movimento di dialogo Silsilah pone la sua attenzione particolare al dialogo tra musulmani e cristiani e lungo gli anni ha sviluppato la collaborazione con diversi settori della societ del sud delle Filippine, dando priorit ai poveri, ai giovani, alla formazione culturale senza discriminazione per il credo religioso. Attualmente la Silsilah Foundation, Inc. conta migliaia di aderenti in tutte le Filippine e sviluppa programmi sia per il dialogo interreligioso sia per portare aiuti ai poveri di Mindanao. A Zamboanga, il religioso claretiano padre Angel C. Calvo, leader del movimento Peace Advocate Zamboang (PAZ), il 21 maggio ha rivolto un appello ai cristiani e ai musulmani di Mindanao affinch la pace sia mantenuta nonostante l'avvenuto ritiro della squadra degli osservatori della Malaysia. PAZ un movimento aperto a tutti: cattolici, musulmani e appartenenti ad altre confessioni. L'obiettivo quello di coinvolgere i suoi membri in iniziative di pace.
Lutto nell'episcopato
giunta la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Luca Milesi, cappuccino, vescovo emerito dell'eparchia di Barentu (Eritrea), avvenuta nell'ospedale Sembel di Asmara gioved sera, 22 maggio, all'et di ottantaquattro anni. Il compianto presule era nato in San Giovanni Bianco, diocesi di Bergamo (Italia) il 21 aprile 1924. Entrato nell'ordine dei frati minori cappuccini era stato ordinato sacerdote il 4 marzo 1950. Due anni dopo era partito missionario per l'Eritrea e nel 1971 era stato nominato amministratore del vicariato apostolico di Asmara. Il 21 dicembre 1995 con l'erezione dell'eparchia di Barentu ne era stato nominato primo vescovo e il 4 febbraio 1996 aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. Il 4 ottobre 2001 aveva rinunciato al governo pastorale. Le esequie saranno celebrate luned 26 maggio in Barentu.
L'OSSERVATORE ROMANO
Una lezione del cardinale Francis Arinze all'universit di Dallas
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Evangelizzazione
Quindi, l'evangelizzazione comprende tutto ci che il Signore Ges ha esortato la sua Chiesa a fare per portare la Buona Novella di salvezza a ogni uomo e a ogni donna fino alla fine dei tempi. L'evangelizzazione una realt complessa, composta da alcuni elementi come la testimonianza silente di Cristo, l'annuncio e la catechesi, la conversione e il battesimo, la formazione di Chiese locali, iniziative volte a promuovere l'incarnazione del Vangelo nelle culture dei popoli, il dialogo interreligioso e l'impegno sociale cristiano per la promozione umana. Il culmine dell'evangelizzazione la proclamazione inequivocabile della salvezza in Ges Cristo. Evidenziando questo, Papa Paolo VI ha dichiarato: Non c' vera evangelizzazione se il nome, l'insegnamento, la vita, le promesse, il Regno, il mistero di Ges di Nazareth, Figlio di Dio, non siano proclamati. La storia della Chiesa, a partire dal discorso di Pietro la mattina di Pentecoste, si mescola e si confonde con la storia di questo annuncio (Evangelii nuntiandi, n. 22).
Assisi, 27 ottobre 1986. L'incontro interreligioso di preghiera per la pace nel mondo
zione della pace, e nel 2002, dopo l'attentato dell'11 settembre dell'anno precedente, per dimostrare che la religione autentica promuove l'amore e non certo l'odio. Per alcune persone questi due eventi hanno significato che una religione vale l'altra, ma questa non era n l'intenzione del Papa n la conclusione di chiunque abbia seguito e compreso queste iniziative. Nel settembre 2006, Papa Benedetto XVI ha tenuto un discorso a Ratisbona. Una citazione fuori contesto ha suscitato indignazione in alcuni seguaci dell'islam e il Santo Padre ha colto l'occasione per compiere rassicuranti gesti di stima verso i musulmani, in particolare durante la sua visita a Istanbul nel novembre 2006. Nell'ottobre 2007, 138 responsabili musulmani di molti Paesi hanno scritto al Papa e ad altri responsabili cristiani e chiesto un dialogo. Il Papa ha risposto positivamente e ora si stanno elaborando i dettagli della prima sessione di questo storico dialogo. proprio vero che viviamo in tempi di elevato valore storico!
la religione di ogni persona vera, ma solo per quella persona. Questo relativismo religioso. Inoltre dicono che la ragione l'unica fonte di conoscenza. Non accettano tutte le implicazioni del mistero dell'Incarnazione perch riducono Cristo a solo una delle manifestazioni del Logos eterno. Non interpretano le Sacre Scritture in seno alla Tradizione e al Magistero della Chiesa. Nel contatto autentico con i seguaci di altre religioni, alcune persone pensano che la testimonianza cristiana oggi debba consistere nella fedelt ad alcuni valori morali come solidariet con i bisognosi, giustizia per gli oppressi e cibo e acqua potabile per i malati . Alcuni possono al massimo ammettere una qualche forma di dialogo con altre persone, ma senza alcuna espressione pubblica della fede cattolica. Molto meno approverebbero la trasmissione esplicita di questa fede agli altri, anche quando questi ultimi ascoltano e accolgono liberamente il Vangelo. Questi obiettori considererebbero qualsiasi azione irrispettosa della coscienza di altre persone. Chi muove queste obiezioni ritiene che guidare l'intelligenza e la libert di una persona, in tutta onest, a incontrare Cristo e il suo Vangelo sia un abuso indebito. Invece uno sforzo legittimo e un servizio capace di rendere pi fecondi i rapporti umani (cfr Nota dottrinale su alcuni aspetti dell'evangelizzazione, n. 5). La libert religiosa e il rispetto per i diritti umani non sono slogan vuoti. Passiamo ora ad alcune considerazioni sulla nostra fede cattolica in risposta a questi dubbi.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il cardinale Bertone in Ucraina per la beatificazione di suor Marta Maria Wiecka
Venerabili Fratri Nostro GODEFRIDO S.R.E. Cardinali DANNEELS Archiepiscopo Metropolitae Mechliniensi-Bruxellensi Apparitionum Beatae Mariae Vierge des Pauvres in Belgii loco Banneux dum hoc anno septuagesima quinta recolitur anniversaria memoria, praeclaro hoc in Sanctuario sollemnis celebratio in honorem Matris Dei primo et tricesimo die proximi mensis Maii explebitur, qua tam clerus quam fidelis populus continuam Eius apud Filium Dei efflagitabunt intercessionem. Nosmet Ipsi hac in Petri Cathedra divinitus instituti, maxima qua possumus devotione Virginem Sanctissimam prosequimur atque omnia pastoralia incepta in orbe fovemus quibus sacri Pastores Marialem cultum augere conantur. Laeto enim animo accepimus ad hoc insigne Dominae Nostrae, Virginis Pauperum, Belgicum Sanctuarium complures peregrinantes singulis annis accedere. Placet Nobis pastoralem memorare in Belgium visitationem dilecti Nostri Praedecessoris Ioannis Pauli PP. II, rec. mem., qui mense Maio anno MCMLXXXV in Banneux congregatis aegrotis solamen tulit, de salvifico doloris humani pondere loquens. Animi Nostri gaudio supplices consideravimus preces quas Nobis Venerabilis Frater Aloisius Jousten,
Episcopus Leodiensis, admovit humillime rogans ut Nosmet Ipsi eminentem ecclesiasticum virum in Sanctuarium Dominae Nostrae Banneux mitteremus qui sollemni praeesset celebrationi, quae praefato die, in festivitate Visitationis Beatae Mariae Virginis, peragetur. Libenter his precibus annuentes, ad Te quidem, Venerabilis Frater Noster, qui Sanctuarium illud omnino dilectum habes, Nostram admovemus cogitationem Nostrumque animum. Idcirco harum Litterarum vi Te designamus MISSUM EXTRAORDINARIUM, mandatis tibi factis, ut memorato die in praeclaro Belgii loco sacris celebritatibus Nostro nomine praesis atque Nostros pastorales sensus fidelibus ibi congregatis humaniter renunties. De Maria loqueris quae praecellit inter humiles ac pauperes Domini, qui salutem cum fiducia ab Eo sperant et accipiunt (Lumen gentium, 55), atque omnes hortaberis ad spiritalem vitam renovandam adque testimonium fidei, Maria tota sancta intercedente, rite praestandum. Dum per Te, Venerabilis Frater Noster, omnes consalutamus Praesules et fideles qui ad sacrum illum locum peregrinantes advenient, precibus Nostris omnes comitamur atque Deum omnipotentem obsecramus ut, materno praesidio Beatae Mariae Virginis suffulti, praeceptum caritatis in vita cotidiana diligentius servare pergant. Munus tuum magni sane ponderis aestimantes, peculiaris benevolentiae Nostrae pignus Apostolicam Benedictionem Tibi peramanter impertimus universis celebrationum participibus transmittendam. Ex Aedibus Vaticanis, die XXVII mensis Martii, anno MMVIII, Pontificatus Nostri tertio.
Un uomo di Dio che ha segnato il cuore della Chiesa e del suo Paese
Il Benin piange la morte di un grande tra i suoi figli e di uno fra i pi grandi vescovi e cardinali nati in terra africana. Nelle parole con le quali il cardinale Giovanni Battista Re ha iniziato l'omelia della messa esequiale celebrata gioved 22 maggio nello stadio cittadino di Cotonou in suffragio del cardinale Bernardin Gantin, il senso della grande manifestazione di affetto e di dolore insieme che il Benin intero ha tributato al grande Africano. Oltre diecimila le persone che si sono riunite nello Stadio dell'Amicizia per l'estremo saluto al cardinale Gantin, morto il 13 maggio scorso alla vigilia del suo ottantaseiesimo compleanno. Con il cardinale Re giunto a Cotonou in rappresentanza del Papa hanno concelebrato i cardinali Arinze, Pengo, Sarr, Agr e Okogie ed una quarantina tra arcivescovi e vescovi. Egli fu un grande uomo di Dio. Per lui ha detto il cardinale Re Dio non era soltanto un nome o un concetto, ma era il Padre che sta nei cieli, che ci vuole bene, che ci perdona perch ci ama. Il Padre che si lascia anche respingere perch rispetta la nostra libert, ma poi torna a cercarci e ci attende. Fu anche uomo di grande spiritualit ha aggiunto Re e di costante preghiera, desideroso di indicare a tutti la via che conduce al cielo. stato una guida spirituale autorevole perch nella sua vita vi sempre stata coerenza fra ci che diceva, ci che pensava e ci che faceva. Fu inoltre un grande uomo di Chiesa. Aveva un profondo senso ecclesiale. Ha amato la Chiesa ha ricordato ancora il cardinale Re con sincerit e l'ha servita
Piergiuseppe Vacchelli segretario aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli
nato a Longardore di Sospiro (Cremona) il 4 febbraio 1937. Dal 1948 al 1961 ha frequentato il seminario minore e maggiore della diocesi di Cremona. stato ordinato sacerdote il 27 maggio 1961. Dall'ottobre 1996 ha ricoperto l'ufficio di sottosegretario della Conferenza episcopale italiana e di presidente del comitato per gli interventi caritativi per i Paesi in via di sviluppo.
con esemplare dedizione. L'apprezzamento che egli aveva degli elementi divini della Chiesa, fondata da Cristo e sostenuta dallo Spirito Santo, lo portava a giudicarne con benevolenza anche i limiti umani. Dopo aver ricordato l'amore e la devozione nutrita per il Papa e per la Chiesa nei lunghi anni della sua missione sacerdotale e del suo servizio alla Santa Sede, il prefetto della Congregazione per i Vescovi ha riproposto l'ultima fase della vita del compianto porporato. La partenza da Roma del cardinal Gantin ha detto in particolare , dopo il compimento degli 80 anni, stata per noi, suoi amici romani, un sofferto distacco, ma abbiamo apprezzato l'alta ispirazione che lo muoveva: ha voluto tornare dove aveva iniziato
il suo ministero sacerdotale e episcopale per dedicare l'ultimo tratto della sua vita al Benin. Lo ha fatto per un desiderio del cuore, per essere ancora in mezzo alla sua gente e per essere utile alla crescita in Cristo della popolazione dell'amato Benin, dove agli inizi del suo ministero era stato arcivescovo. E stata una decisione coerente con tutto l'orientamento della sua vita e con la sollecitudine del suo cuore di Pastore. E ha concluso: Essendo stato vicino al cardinale Gantin e legato a lui da amicizia nei suoi anni romani, posso dire che, pur operando in un orizzonte mondiale, il cardinale Gantin si sempre sentito figlio del Benin: voi Beninesi e la sua terra africana siete stati sempre presenti nel suo pensiero, nel suo cuore e nella sua vita.
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 122 (44.862)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
luned-marted 26-27 maggio 2008
Saluto con grande affetto i pellegrini di lingua cinese, che sono convenuti a Roma da tutta Italia in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina. Affido all'amore misericordioso di Dio tutti quei vostri concittadini che in questi giorni sono morti in conseguenza del terremoto, che ha colpito una vasta area del vostro Paese. Rinnovo la mia vicinanza personale a quanti stanno vivendo ore di angoscia e di tribolazione. Grazie alla fraterna solidariet di tutti, possano le popolazioni di quelle zone tornare presto alla normalit della vita quotidiana. Insieme con voi chiedo a Maria, Aiuto dei Cristiani, Nostra Signora di Sheshan, di sostenere l'impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare, affinch mai temano di parlare di Ges al mondo e del mondo a Ges, rimanendo sempre testimoni credibili del suo amore e mantenendosi uniti alla roccia di Pietro su cui costruita la Chiesa. N men ho!
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no arrivate dal re del Marocco, Mohamed VI, da re Abdullah II bin Hussein di Giordania, dallemiro del Qatar, Hamad ben Khalifa Al Thani, che ha ospitato nel suo Paese la trattativa tra le fazioni libanesi. L'emittente televisiva di Stato siriana ha aperto il telegiornale della sera con la notizia definendola storica: Il nuovo presidente libanese ha detto lo speaker entra al Palazzo di Baabda domani con la luce verde di tutti i libanesi e un vasto sostegno arabo e internazionale. Il ministro italiano degli Esteri, Franco Frattini, presente allelezione, stato il primo rappresentante europeo a essere ricevuto faccia a faccia dal nuovo presidente. Secondo Frattini, le priorit di Suleiman sono formare al pi presto un Governo di unit nazionale e ricostruire lesercito per poter imporre il disarmo.
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi; le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Paul Zinghtung Grawng, Arcivescovo di Mandalay (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; Raymund Sumlut Gam, Vescovo di Banmaw (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; Nicholas Mang Thang, Vescovo di Hakha (Myanmar), con l'Ausiliare, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Felix Lian Khen Thang, Vescovo titolare di Fessei, in visita ad limina Apostolorum; Philip Lasap Za Hawng, Vescovo di Lashio (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum.
La prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza episcopale italiana, alla 58 Assemblea generale della Cei
TOKYO, 26. Tre direttive dazione internazionale sui problemi ambientali per dare una risposta concreta agli effetti del riscaldamento globale, sono state approvate nel corso del vertice dei ministri dellambiente del G-8 (il gruppo dei sette Paesi pi industrializzati pi la Russia) che si concluso ieri a Kobe, in Giappone. Il quadro allarmante e, per questo, scienziati e attivisti hanno invitato senza mezzi termini i ministri dei Paesi pi industrializzati ad agire con tempestivit. La prima iniziativa presa a Kobe riguarda la costituzione di una rete internazionale di ricerca sulle societ con basse emissioni di anidride carbonica (low-carbon society), lanalisi sul potenziale di mitigazione dei gas nocivi bottom-up (ossia partendo da singoli settori e industrie), la promozione di cobenefici tra politiche dei Paesi industrial-
mente avanzati e politiche dei Paesi emergenti. Infine, il supporto ai Paesi emergenti per la misurabilit dei dati. La seconda iniziativa, il Piano Kobe di azione 3R, si propone come si legge nel comunicato finale del vertice am-
bientale di accelerare sulla proposta, inizialmente ideata al G-8 del 2004 in Canada, di riduzione, riutilizzo e riciclo delle risorse e dei rifiuti, allo scopo di un pi efficiente uso dei materiali. Si sollecita una maggiore collaborazione internazionale, oltre alla fissazione di target in ogni Paese, lo sviluppo delle tecnologie relative e lincoraggiamento della creazione di un mercato di prodotti eco-efficienti. La Richiesta di azione sulla Biodiversit, infine, incoraggia la piena attuazione delle dieci attivit incluse della Iniziativa di Potsdam-Diversit Biologica 2010 e preme per ladozione di un target post-2010 sotto legida della Convenzione sulla Diversit Biologica: un modello preso a riferimento la giapponese Satoyama Initiative, relativa alla gestione sostenibile delle risorse naturali.
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Prince-Albert (Canada), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Blaise-Ernest Morand, in conformit al can. 401 1 del Codice di Diritto Canonico.
Provvista di Chiesa
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Prince-Albert (Canada) il Reverendo Padre Albert Thvenot, M. Afr., Superiore Provinciale per il Canada dei Padri Bianchi.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Manuel Marulanda Vlez sarebbe stato colpito da infarto
Designato il nuovo coordinatore delle attivit dell'Onu nel Paese del sud-est asiatico
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Secondo l'ambasciatore statunitense Al Qaeda non mai stata cos vicina alla sconfitta
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Il leader dell'opposizione, da oltre un anno in esilio, arrestato in Belgio su mandato della Corte penale internazionale
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A quattrocento anni dalla canonizzazione di Francesca Ponziani
L'OSSERVATORE ROMANO
Quattrocento anni dalla morte del cardinale Francesco Maria Tarugi
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Se la figura di Baronio suscita ammirazione e reverente edificazione a quella di Tarugi ci si accosta con commozione Come a una persona amata
Maiani e ho avuto la fortuna di crescere in un momento storico molto interessante per la mia disciplina, a contatto con persone straordinarie, tutte aperte al dialogo, di tutte le confessioni. I fisici sono naturalmente portati al dialogo, perch la ricerca pone obiettivi ai quali tutti guardano e perci, guardandoli, dimenticano le opposizioni storiche e ideologiche. Anche negli anni della Guerra Fredda, la comunit fisica ha saputo mantenere aperto il dialogo tra Occidente e Unione Sovietica. L'incontro all'oratorio del collegio romano stata anche l'occasione per la presentazione del volume RatzingerGalileo alla Sapienza (Palermo, Sigma Edizioni, 2008, p. 80), che raccoglie il testo della conferenza del 1990, quello dell'Angelus di domenica 20 gennaio e la ricostruzione storica di Giancarlo Pani: Il caso Galileo: il metodo scientifico e la Bibbia.
ta da monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura. Amato da padre Filippo di singolare predilezione, Tarugi fu confratello e amico fraterno anche del venerabile cardinale Cesare Baronio, primo successore di san Filippo e illustre storico della Chiesa, commemorato lo scorso anno con iniziative religiose e culturali in occasione del IV centenario del suo dies natalis. Ricordando il ruolo svolto da Tarugi nell'Oratorio che si riuniva intorno a padre Filippo, Cesare Baronio lo present come dux verbi e parl di lui come di uomo apostolico, esempio di antica probit (...) al quale mi glorio di essere stato legato, fin dagli inizi della vita spirituale, da vincoli di indivisibile carit, e fratello mio veramente, essendo stati entrambi generati nello spirito dal medesimo padre, quell'uomo santissimo che fu Filippo Neri (...), bench egli mi preceda in ragione della primogenitura e notevolmente mi superi nei meriti. I due grandi Oratoriani verso i quali le Congregazioni dell'Oratorio hanno un debito di riconoscenza, dal momento che a essi prevalentemente si deve il riconoscimento canonico di quella di Roma, ad instar della quale tutte le altre furono istituite sono ricordati nel presbiterio di Chiesa Nuova da una lapide in marmo nero, semplicissima nella sua eleganza filippina, che commemora i due cardinali, i quali riposano uno accanto all'altro per continuare, al di l della morte, la comunione di vita da essi vissuta nel reciproco sostegno nell'esercizio delle virt: ne corpora disiungerentur in morte quorum animi, divinis virtutibus insignes, in vita coniunctissimi fuerant. Come quella del confratello e collega nel cardinalato Cesare Baronio scrive Antonio Cistellini la personalit del Tarugi spicca d'un rilievo singolare, riconosciutole fin da primo comporsi della La morte di Filippo Neri. Incisione dalla vita famiglia oratoriana a San curata dall'oratoriano Antonio Gallonio nel 1601
zione la corona e il crocifisso di padre Filippo. Era nato a Montepulciano il 25 agosto 1525 da nobile famiglia, imparentata con cardinali e Pontefici, e aveva ricevuto in ambiente di corte una buona formazione letteraria e giuridica, mostrando doti non comuni nella poesia e nell'arte oratoria. Giunto a Roma nel 1555, nella corte pontificia, dove risiedeva, immediatamente fu sotto gli occhi di tutti il suo valore. Non stupisce che Pio IV abbia voluto questo distinto laico ad assisterlo in punto di morte. Dall'incontro con Filippo Neri il Tarugi rimase conquistato. Come figlio obbediente si affid alla cura spirituale di padre Filippo dandosi, dal 1565, alla frequentazione assidua dell'Oratorio, fino ad abbandonare la vita di corte per entrare nella Comunit che Filippo aveva collocato in San Giovanni dei Fiorentini per la cura pastorale di quella chiesa a lui affidata. Gi avanti negli anni, amava ripetere: Per lo spazio di oltre cinquant'anni e pi sono stato novizio del beato Filippo. Inter suos commilitones tamquam sidus elucebat afferma il Gallonio, ricordando l'eccellenza di Tarugi nella signorilit dello stile, nella ricchezza delle doti, e nell'esempio delle virt.
Riaperta dopo cinque anni la Sala accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra con il restaurato organo a canne
l'inizio del brano di Listz, sembrava davvero di sentirli, con i segnali acutissimi striduli che l'organo in grado di produrre assieme alle sonorit piene da orchestra tardo romantica. Il programma si era aperto con un trittico di musica vocale: un canto gregoriano affidato alla Virum Schola Gregoriana del Pims diretta da
Non a caso san Pio V lo volle assistente del nipote, il cardinale Alessandrino Michele Bonelli, assegnandogli difficili compiti e importanti missioni, grazie alle quali Tarugi pot diffondere lo spirito e i provvedimenti del Concilio Tridentino anche in Spagna, in Francia, nelle Fiandre e in Germania. Gli arcivescovi di Milano san Carlo e Federico Borromeo lo ebbero amico fraterno, come possibile constatare anche dalla copiosa corrispondenza. Padre Francesco Maria aveva il dono di unire la vita attiva a quella contemplativa, le opere di piet alla organizzazione della nascente Congregazione. A lui attribuita la prima regola, che traccia norme essenziali per la vita comunitaria. Am profondamente la Congregazione e mai nascose la sua aspirazione di vederla propagata in molti luoghi come uno dei pi validi strumenti per la riforma della Chiesa, non sempre in perfetta consonanza, in ci, con la mente di padre Filippo, ma con un'obbedienza che gli merit di essere scelto dal padre come suo successore. Anche la sua vita, come quella del Baronio, cos intrecciata alla storia della Congregazione che non possibile scorrere l'una senza far riferimento all'altra. L'incessante lavoro apostolico compiuto a Napoli, a partire dal 1586, quando con altri padri diede origine alla Casa Napoletana, gli conquist la stima del clero e del popolo che lo avrebbero voluto arcivescovo della citt; nominato, invece, alla sede di Avignone, con zelo di vero pastore introdusse nel suo palazzo la vita comunitaria, fu esempio di santo vescovo e diede impulso alla vita spirituale non solo della diocesi, ma in tutto il sud della Francia mediante una azione apostolica che risplende nella affermazione del concilio provinciale da lui promosso: Omni studio incumbendum est ut veritatem doctrina moresque religione in his regionibus risplendere curemus. Lo ricordiamo, nella ricorrenza del IV centenario del suo dies natalis, con le parole che egli stesso scrisse da Avignone a Marcello Vitelleschi il 23 settembre 1593: anchor ch io sia per tanto spatio di paese assente, io mi vi ritrovo (nella famiglia oratoriana che si stringe intorno a Filippo, e nella cappelletta di mezza scala), per gratia di Dio, con la fede et amor verso il mio caro Padre, perch credo haver luogo particolare ne la sua mente (...). Io vorrei farmi la cella nel pi intimo del cuor del Padre, perch, credo, vi ritroverei Gies. (...) Et quando il Padre giubila, et gli salta, per soverchio amore, il cuor dentro dal petto, iubilerei et salterei ancor io. Et quando si comunica sarei commensale di quel banchetto et satierei la mia fame. Et quando pone la bocca al calice, mi laverei et annegherei in quel sangue del quale, per, una gocciola mia, per giustizia, essendomi stata promessa da Sua Paternit Reverenda. Godetevi cotesta felicit la quale ho potuta io goder per longo tempo.
*Procuratore Generale dell'Oratorio di San Filippo Neri
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L'OSSERVATORE ROMANO
Nota della Commissione dottrinale dei vescovi di Francia sul dialogo fra cattolici e musulmani
Credere in modo diverso Le Chiese dell'Asia ma riconoscersi in Dio per le vittime nel Myanmar
PARIGI, 26. Come parlano di Dio cristiani e musulmani?: se lo chiede la Conferenza dei vescovi di Francia che ha pubblicato una nota della Commissione dottrinale con la quale si intende dar seguito al dibattito avviato nel novembre scorso a Lourdes, durante l'assemblea plenaria, con il dossier Cattolici e musulmani nella Francia di oggi. La nota, dunque, come ulteriore punto d'appoggio per rafforzare il dialogo fra le due comunit. Prima di tutto si legge nel documento firmato dall'arcivescovo di Albi, Pierre-Marie Carr, presidente della Commissione dottrinale un aspetto s'impone: il cristianesimo e l'islam sono religioni monoteistiche. Il credo cristiano comincia con le parole Credo in un solo Dio e i musulmani dicono Nessun altro dio oltre a Dio (Allah). E la dichiarazione del Concilio Vaticano II sulle religioni non cristiane dichiara che la Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini (Nostra aetate, n. 3). innanzitutto opportuno precisare da quale punto di vista parliamo di Dio. Se si tratta dice Carr del Dio con il quale la creatura umana in rapporto mediante l'atto di fede, la preghiera, il desiderio di compiere la sua volont, di compiacerlo e di amarlo (il che vero nella corrente mistica dell'islam), in quanto entit eterna, creatrice, benevola, allora il cristianesimo e l'islam possono riconoscersi senza troppa difficolt. Parimenti, un approccio metafisico rivela numerose similitudini. Tuttavia aggiunge l'arcivescovo una convergenza cos evidente, sottolineata dalla scelta dei qualificativi utilizzati dal Concilio, non pu lasciare nell'ombra differenze e persino opposizioni radicali. Il modo in cui i cristiani e i musulmani parlano di Dio molto diverso. Ecco perch sottolinea la nota conviene approfondire la questione individuando con cura i punti di forza per un vero dialogo. Nella Lumen gentium si legge che il disegno di salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i musulmani, i quali, professando di avere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso, che giudicher gli uomini nel giorno finale (n. 16). Questa frase del Concilio Vaticano II, spiega la Commissione dottrinale, utilizza l'espressione adorano con noi, il che mostra un rapporto reale fra i credenti rivolti insieme verso il Dio Creatore. I punti comuni sono sottolineati in questa citazione anche quando indica una serie di caratteristiche nelle quali cristiani e musulmani possono ritrovarsi. La percezione del mistero di Dio non per la stessa. Per i cristiani l'incarnazione del Figlio di Dio ha trasformato la realt: Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che nel seno del Padre, lui lo ha rivelato (Giovanni 1, 18). Secondo i vescovi francesi, il dialogo teologico su Dio si costruisce in un clima dove ci si abbandona personalmente nella propria intimit. Richiede comprensione fra gli interlocutori, ma allo stesso tempo esige una reale chiarezza dell'identit della fede cristiana. Ci che Cristo ci ha fatto conoscere di Dio di un'eccezionale ricchezza si legge nella nota contemplare la Trinit e parlarne significa mostrare come essa sia la fonte della nostra vita spirituale e del nostro modo di comportarci. Carr ricorda il discorso rivolto da Giovanni Paolo II ai giovani musulmani, il 19 agosto 1985 a Casablanca: Credo che noi, cristiani e musulmani, dobbiamo riconoscere con gioia i valori religiosi che abbiamo in comune e renderne grazie a Dio. Gli uni e gli altri crediamo in un Dio, il Dio unico, che pienezza di giustizia e pienezza di misericordia; noi crediamo all'importanza della preghiera, del digiuno e dell'elemosina, della penitenza e del perdono; noi crediamo che Dio ci sar giudice misericordioso alla fine dei tempi e noi speriamo che dopo la risurrezione egli sar soddisfatto di noi e noi sappiamo che saremo soddisfatti di lui. La lealt esige pure che riconosciamo e rispettiamo le nostre differenze, ... differenze importanti, che noi possiamo accettare con umilt e rispetto, in una mutua tolleranza. La nota si chiude ricordando che anche Benedetto XVI, nel suo recente viaggio apostolico in Turchia, tornato sull'argomento citando Papa Gregorio VII, il quale parl della speciale carit che cristiani e musulmani si devono reciprocamente, poich noi crediamo e confessiamo un solo Dio, anche se in modo diverso, ogni giorno lo lodiamo e veneriamo come Creatore dei secoli e governatore di questo mondo. YANGON, 26. I fedeli delle Chiese cattoliche dell'Asia non dimenticano i fratelli del Myanmar colpiti dal ciclone Nargis che il 2 maggio scorso ha provocato lutti e distruzioni in vaste aree di questo Paese. Rispondendo all'appello dei vescovi birmani, i cattolici della Thailandia si sono subito mobilitati per organizzare i soccorsi e inviare aiuti immediati a chi ha perso tutto nel Paese confinante. Le operazioni di intervento sono coordinate dal Catholic Office for Emergency Relief and Refugees (COEER, la Caritas Thailandia). Questa organizzazione consegna gli aiuti direttamente alla Conferenza episcopale birmana, la quale provvede a far giungere il materiale al Myanmar Disaster Relief, un comitato istituito per l'emergenza dall'arcivescovo di Yangon, una delle diocesi pi colpite del Myanmar. Oltre agli aiuti di prima necessit, come tende, cibo, medicinali, la Caritas thailandese ha approntato un piano di aiuti a lungo termine per la ricostruzione. Il direttore di questa organizzazione, padre Phibul Visitnonthachai, ha dichiarato che, per capire a fondo le necessit delle popolazioni birmane colpite dal disastro, la Caritas thailandese si avvale anche della consulenza di monaci buddhisti e di immigrati. Questa organizzazione gestisce infatti sei centri per lavoratori birmani a Bangkok. Finora la giunta militare del Myanmar ha permesso la partecipazione di trenta medici thailandesi ai programmi di soccorso per le vittime del ciclone Nargis mentre altro personale sanitario ancora aspetta i visti per varcare il confine. Un comunicato della Caritas thailandese informa che i volontari della Chiesa birmana, impegnata da subito a portare i soccorsi alle vittime del ciclone Nargis, stanno incontrando gravi difficolt per raggiungere zone ancora isolate non solo a causa dei numerosi crolli di ponti e per il dissesto delle vie di comunicazione ma anche per i numerosi posti di blocco istituiti dell'esercito del Myanmar. Anche i fedeli della Chiesa dello Sri Lanka si sono mobilitati in soccorso delle vittime del ciclone Nargis in Myanmar. L'appello dei vescovi ha trovato risposte immediate tra i cattolici che hanno ancora ben viva nella memoria i danni provocati nel loro Paese dallo tsunami nel 2004. Di fronte all'immane disastro, cattolici e buddhisti dello Sri Lanka collaborano per far arrivare gli aiuti alla popolazione birmana. Nella capitale Colombo, la Caritas ha consegnato aiuti alimentari al venerabile Brakmanawatte Seevali Thero, capo del tempio Naga Viharaya e uno tra i pi autorevoli monaci buddhisti dello Sri Lanka. Ringraziando per gli aiuti offerti dai cattolici, il leader buddhista ha espresso la sua speranza per la raccolta di fondi ancor maggiori durante il Vesak, la ricorrenza della illuminazione e la morte di Buddha che viene celebrata quest'anno il 29 e il 30 maggio. Padre Damian Fernando, direttore nazionale della Caritas dello Sri Lanka, ricordando gli aiuti ricevuti dai cattolici di questo Paese in occasione dello Tsunami nel 2004, ha esortato tutti i fedeli a essere generosi verso la popolazione birmana.
Lutto nell'episcopato
giunta la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Pierre Sagna, C.S.Sp., vescovo emerito di SaintLouis du Sngal, avvenuta alle ore 7 di domenica 25 maggio nella clinica Avicenne di Dakar, dove si trovava dopo un periodo di degenza nel nosocomio principale della capitale senegalese e all'ospedale Salptrire di Parigi. Il compianto presule era nato in Ziguinchor l'11 luglio 1932 ed era stato ordinato sacerdote della Congregazione dello Spirito Santo il 4 ottobre 1959. Il 19 dicembre 1974 era stato eletto alla Sede residenziale di Saint-Louis du Sngal e il successivo 11 maggio aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. Il 6 febbraio 2003 aveva rinuciato al governo pastorale della diocesi.
Per riaffermare la convivenza civile in seguito ai violenti scontri avvenuti dopo le elezioni presidenziali
L'OSSERVATORE ROMANO
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La prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza episcopale italiana, alla 58 Assemblea generale della Cei
Evangelizzazione ed educazione
Questo, oggi, pu essere considerato l'obiettivo di fondo dei percorsi di evangelizzazione ed educazione da proporre ai giovani, e dei quali ci parler il nostro Vice-presidente, l'arcivescovo Agostino Superbo, nella relazione che svolger nel corso dei lavori assembleari. Da parte mia, vorrei limitarmi a osservare una cosa forse ovvia, ma decisiva, e cio che questi percorsi sono possibili, e costituiscono un obiettivo realistico anche nella situazione d'oggi. So bene infatti che proprio qui si annida una particolare sfiducia, ritenendo che l'organizzazione della vita giovanile e ancor pi il tipo di applicazione intellettuale a cui sono abituati, impressionistica ed episodica, quasi falcidi dalla base la possibilit di itinerari distribuiti nel tempo e dunque progressivi e metodici. Ora, non c' dubbio che occorra saggiamente tener conto di una serie di condizionamenti e abitudini di apprendimento, non per per arrenderci, quanto per calibrare secondo proporzioni nuove i momenti della proposta. A partire da ci che sta oggettivamente al centro di ogni percorso cristiano, ossia l'adorabile persona di Cristo Signore. Ci tuttavia non significa che, come si diceva una volta, Cristo arriva alla fine della proposta: l'annuncio kerigmatico oggi cattura pi solitamente dall'inizio, perch realmente il fascino esercitato dalla persona di Ges a colpire, per contrasto, magari come ragione di un evento che turba o come senso profondo di una testimonianza di vita che colpisce e sgomenta. Ma anche come reazione abissalmente altra rispetto al vuoto desolante, rispetto ai progetti di de-costruzione che passano per l'assunzione delle droghe o dell'alcol, per i riti dell'assordimento e dello stordimento. Cristo allora diventa come il risveglio inaudito a una vita diversa, radicalmente altra, ideale subito concreto e pertinente, principio riordinatore di un'esistenza via via capace di altri sapori e di altri riti. (...) Il problema dei giovani sono gli adulti. Essi non respingono l'autorit, cercano l'autorevolezza dei testimoni e dei maestri. Certo che vediamo i loro comportamenti contraddittori, a volte ancora adolescenziali; a volte trasgressivi e gravi. Lo stesso bullismo tuttavia anche segno di un vuoto dell'anima e un'implicita richiesta d'aiuto. Esperta come deve essere in umanit, la Chiesa non si fa ingannare dalle apparenze e
ni. Seppur questo non pu essere un alibi per nessuno, neppure per i grandi network e il sottile habitat che riescono a insinuare. A tutti noto il livello delle proposte e il vuoto-spinto a cui certi programmi arrivano. Per chi ancora inesperto e per chi non ha il senso critico necessario, la televisione diventa facilmente un territorio senza regole in cui, magari all'insegna apparentemente neutra del marketing, trovano facile veicolazione anche modelli distorti di vita. I media nel mondo occidentale, compresa la nostra Italia, stanno caricandosi di una responsabilit enorme: nonostante proposte apprezzabili, troppo frequente la diffusione suadente di illusioni, nonch il depistaggio rispetto a ci che conta, a ci che vale, a ci che costruisce le persone e le comunit. C' da chiedersi a chi giova tale impostazione. A proposito di media, non pu sfuggirci il destino verso cui sta strutturalmente andando la televisione in tutta Europa, ossia la trasmutazione del sistema analogico a quello digitale, assai pi raffinato nelle prestazioni tecniche e potenzialmente pi largo di opportunit. Per capirci, avremo presto (non oltre il 2012) molti canali in pi, liberamente fruibili da ogni apparecchio. Auspichiamo che ci siano in misura adeguata fornitori di contenuti disposti ad entrare e a svolgervi una missione che, oltre i legittimi rientri, sappia farsi carico anche dell'inevitabile valenza civile e culturale dell'operazione. Si innesta qui l'esperienza dell'ancora giovane Sat2000, che da tempo si va preparando proprio per questi nuovi scenari. Il rischio non remoto, dicono gli esperti, che i nuovi spazi diventino appannaggio delle industrie pornografiche presenti sul piano internazionale. Ovvio che nessuno vuole demonizzare un sistema ancora tutto da provare, tuttavia necessario che le autorit competenti sappiano fin d'ora vigilare su questo delicato processo, e all'occorrenza intervenire per indirizzarlo su binari di effettivo valore pubblico.
fliggono il Paese, e ai quali bisogna saper dare ora risposte sagge ma anche sollecite: non tanto nell'interesse dell'una e dell'altra parte politica o componente sociale, ma anzitutto per il bene comune della Nazione. Vorremmo per un istante, e in nome della nostra specifica responsabilit, insistere sul fattore tempo, che anche moralmente un elemento decisivo in ordine ad una politica buona: ci sono lungaggini e palleggiamenti che, oltre ad essere irrazionali e autolesionistici, offendono i cittadini, che attendono risposta in ordine ai beni che sono essenziali alla vita e alla dignit umana. Oltre al problema gravissimo e urgente dei rifiuti urbani della Campania, per la cui soluzione all'intervento delle pubbliche autorit deve corrispondere la responsabile collaborazione delle popolazioni, una serie di attese si apposta sul fronte degli stipendi e delle pensioni, per una difesa reale del potere d'acquisto, un'altra serie riguarda la famiglia: dall'emergenza abitativa alle iniziative di sostegno della maternit. Neppure noi Vescovi, come il Papa, possiamo nasconderci che diversi problemi continuano ad attanagliare la societ odierna, impedendo di dare spazio al desiderio di tanti giovani di sposarsi e formare una famiglia per le condizioni sfavorevoli in cui vivono (Benedetto XVI, Discorso ai membri del Movimento per la Vita italiano, 12 maggio 2008). C' poi la realt mortificante di tante famiglie, dalle quali si leva, talvolta persino inconsapevolmente, un grido, una richiesta di aiuto che interpella i responsabili delle pubbliche amministrazioni (Benedetto XVI, Discorso al Forum delle Associazioni familiari, 16 maggio 2008). Il che ci fa apprezzare molto l'iniziativa Un fisco a misura di famiglia che negli ultimi mesi ha visto in tutto il nostro Paese una larga mobilitazione. Se in questo ambito sociale chiediamo che si sviluppi una vera e larga premura, in quello confinante della bioetica auspichiamo una complessiva cautela, grazie alla quale gli elementi in gioco vengono sapientemente soppesati, mettendo la comunit nazionale al riparo da iniziative imprevidenti e precipitose. C' da dire che la sostanziale prudenza tenuta circa questi temi durante la campagna elettorale, dovrebbe essere un buon indizio sulla prudenza anche successiva. Una parola qui non possiamo non dirla per l'intervento operato sulle Linee guida relative alla legge sulla fecondazione assistita. Da vari e qualificati osservatori si gi eccepito sul merito e sui tempi del provvedimento. Infrangendo un delicatissimo bilancia-
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Il Papa fa appello alla comunit internazionale per il problema della fame nel mondo
Cari fratelli e sorelle! In Italia e in diversi Paesi ricorre oggi la solennit del Corpus Domini, che in Vaticano e in altre nazioni stato gi celebrato gioved scorso. la festa dell'Eucaristia, dono meraviglioso di Cristo, che nell'Ultima Cena ha voluto lasciarci il memoriale della sua Pasqua, il sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, pegno di immenso amore per noi. Una settimana fa i nostri sguardi erano attratti dal mistero della Santissima Trinit; quest'oggi siamo invitati a fissarli sull'Ostia santa: lo stesso Dio! Lo stesso Amore! Questa la bellezza della verit cristiana: il Creatore e Signore di tutte le cose si fatto chicco di grano per esser seminato nella nostra terra, nei solchi della nostra storia; si fatto pane per essere spezzato, condiviso, mangiato; si fatto nostro cibo per darci la vita, la sua stessa vita divina. Nacque a Betlemme, che in ebraico significa Casa del pane, e quando incominci a predicare alle folle rivel che il Padre l'aveva mandato nel mondo come pane vivo disceso dal cielo, come pane della vita. L'Eucaristia scuola di carit e di solidariet. Chi si nutre del Pane di Cristo non pu restare indifferente dinanzi a chi, anche ai nostri giorni, privo del pane quotidiano. Tanti genitori riescono a malapena a procurarlo per s e per i propri bambini. un problema sempre pi grave, che la comunit internazionale fa grande fatica a risolvere. La Chiesa non solo prega dacci oggi il nostro pane quotidiano, ma, sull'esempio del suo Signore, si impegna in tutti i modi a moltiplicare i cinque pani e due pesci con innumerevoli iniziative di promozione umana e di condivisione, perch nessuno manchi del necessario per vivere. Cari fratelli e sorelle, la festa del Corpus Domini sia occasione per crescere in questa concreta attenzione ai fratelli, specialmente ai poveri. Ci ottenga questa grazia la Vergine Maria, dalla quale il Figlio di Dio ha preso la carne e il sangue, come ripetiamo in un celebre inno eucaristico, musicato dai pi grandi compositori: Ave verum corpus natum de Maria Virgine, e che si conclude con l'invocazione: O Iesu dulcis, o Iesu pie, o Iesu fili Mariae!. Maria, che portando nel suo seno Ges fu il tabernacolo vivente dell'Eucaristia, ci comunichi la sua stessa fede nel santo mistero del Corpo e del Sangue del suo divin Figlio, perch sia veramente il centro della nostra vita. Attorno a Lei ci ritroveremo sabato prossimo 31 maggio, alle ore 20, in Piazza San Pietro, per una speciale celebrazione a conclusione del mese mariano.
Al termine della preghiera, dopo l'appello per la Cina (che pubblichiamo in prima pagina), Benedetto XVI ha salutato in diverse lingue i gruppi presenti.
Gratitudine ai martiri
and Blood of Christ. On Thursday with many of the faithful, I had the joy of taking part in the Corpus Christi procession and venerating this Holy Sacrament in prayer and adoration. Our faith invites us to receive the Body and Blood of Christ with pure hearts so as to enter into communion with him. May his presence always renew our Christian love as we journey with him to Eternal Life. I wish you all a pleasant stay in Rome, and a blessed Sunday! Von Herzen heie ich alle Pilger und Besucher aus dem deutschen Sprachraum hier auf dem Petersplatz willkommen. Unter ihnen begre ich besonders die zahlreichen Musiker und ihre Freunde, die anllich der groen Musikparade in diesen Tagen nach Rom gekommen sind. Am letzten Sonntag im Marienmonat Mai danken wir der Gottesmutter fr ihren bestndigen Beistand und legen all unsere Anliegen vertrauensvoll in ihre Hnde. Die Mutter des Erlsers erwirke uns Gottes reichen Segen. Saludo con afecto a los peregrinos de lengua espaola, en particular a los fieles de las Parroquias de Santa Teresa, de Toledo, y de Santa Mara, de Los Ybenes, as como a los miembros de la Obra de la Iglesia, que participan en esta oracin mariana. En este da, en el que en algunos lugares se celebra la solemnidad del Corpus Christi, os invito a participar activamente en la Eucarista y a venerar con devocin el Santsimo Sacramento, para que experimentemos constantemente el fruto de la redencin. Feliz domingo a todos. Pozdravljam romarje iz t. Jurija pri Grosupljem v Sloveniji! Naj vam bo to vae romanje v pomo, da boste odprti za darove Svetega Duha rasli v veri, upanju in ljubezni. Naj bo z vami moj blagoslov! [Saluto i pellegrini provenienti da t. Jurij pri Grosupljem in Slovenia! Questo vostro pellegrinaggio vi aiuti ad essere aperti ai doni dello Spirito Santo, affinch cresciate nella fede, nella speranza e nella carit. Vi accompagni la mia Benedizione!] Od srca pozdravljam hrvatske hodoasnike, a osobito sudionike duhovnih vjebi Svetoga Ignacija iz Hrvatske, Slovenije i Bosne i Hercegovine. Neka vas u svakodnevnom nastojanju da prepoznajete i vrite Boju volju vodi Duh Sveti i krijepi Sveta Priest. Hvaljen Isus i Marija! [Saluto di cuore i pellegrini croati, particolarmente i partecipanti agli Esercizi spirituali di Sant'Ignazio, che provengono dalla Croazia, Slovenia, Bosnia ed Erzegovina. Nell'impegno quotidiano di riconoscere e di compiere la volont di Dio vi guidi lo Spirito Santo e vi rinvigorisca la santa Comunione. Siano lodati Ges e Maria!] Witam uczestniczcych w modlitwie Anio Paski Polakw! Dzikuj za to, e jestecie wierni tradycji naboestw majowych i procesji Boego Ciaa. Niech Maryja Niewiasta Eucharystii, jak nazwa J Suga Boy Jan Pawe II, uczy nas jak stawa si ludmi Eucharystii, jak by wiadkami Boej mioci. Niech uprosi dla wszystkich moc wiary i pokj ducha. Z serca wam bogosawi. [Do il benvenuto ai Polacchi presenti a questo Angelus. Vi ringrazio per essere fedeli alla tradizione delle funzioni mariane del mese di maggio e alle processioni del Corpus Domini. Maria, Donna eucaristica, come l'ha chiamata il Servo di Dio Giovanni Paolo II, insegni a noi come diventare uomini e donne dell'Eucaristia, come essere testimoni dell'amore di Dio. Ed impetri per tutti la forza della fede e la pace dello spirito. Vi benedico di cuore.] Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i ragazzi di Coviolo (Reggio Emilia), che si preparano a ricevere la Cresima; Direttori ed alunni del Collegio Rosa e Carolina Agazzi di Barquisimeto, Venezuela; il gruppo che ha percorso a cavallo la Via Francigena; l'Associazione Motociclisti Forze di Polizia; la Croce Verde pubblica assistenza di Lucca sezione Garfagnana. Infine, in occasione della Giornata nazionale del Sollievo, saluto quanti sono radunati presso il Policlinico Gemelli per promuovere la solidariet con le persone affette da malattie non guaribili. A tutti auguro una buona domenica.
All'omelia il segretario di Stato ha ricordato che la fede un dono di Dio da trasmettere alle nuove generazioni attraverso l'attivit e la vita della Chiesa, come hanno fatto i martiri che per restare fedeli a Cristo hanno patito persecuzioni e morte. Qui in Ucraina ha detto voi cattolici di oggi siete in modo particolare debitori a coloro che durante i lunghi anni delle persecuzioni hanno sofferto e addirittura sono morti per la nostra fede. Quindi rievocando la visita compiuta sette anni fa da Giovanni Paolo II come pellegrino della concordia, il porporato ha concluso esortando i cattolici ucraini ad essere apostoli dell'unit, promotori di una fratellanza universale, difensori della giustizia, testimoni della salvezza che il Risorto ha portato per l'umanit di ogni luogo e di tutti i tempi. In precedenza Bertone aveva visitato il luogo di costruzione della nuova cattedrale greco-cattolica, incontrando il cardinale Lubomyr Husar, arcivescovo maggiore di Kyiv-Haly, e partecipando alla liturgia presieduta da monsignor Bohdan Dzyurakh, ausiliare dell'arcieparchia di Kyiv. Qui ha parlato dell'Ucraina come terra di mezzo, punto d'incontro e di dialogo fra l'Europa occidentale e quella orientale, per la quale Benedetto XVI auspica quell'unit che all'epoca del Battesimo della Rus' caratterizzava la vita della Chiesa, non ancora lacerata dal grande scisma.
Rifondare nell'armonia
Lo stesso anelito all'unit alimentato anche dal coraggio di leggendarie figure come il metropolita Andrzeyi Szeptyckyj e il cardinale Josyf Slipyj, custodi di un patrimonio che mira alla promozione dello spirito di mutua intesa e comprensione non solo tra
Chers plerins francophones, je vous adresse mes salutations cordiales. Beaucoup de Pays clbrent aujourd'hui la solennit du Corps et du Sang du Christ, la Fte-Dieu. Puissiez-vous demeurer proches du Christ, rellement prsent dans l'Eucharistie, en prenant notamment des temps d'adoration devant le Saint-Sacrement. Le Seigneur viendra affermir votre foi et vous donner la force pour le tmoignage. Avec ma Bndiction apostolique. I am happy to greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for this Angelus. Today the Church celebrates in different places the Solemnity of the Body
Il cardinale Angelo Comastri, arciprete della papale Basilica di San Pietro, vicario generale di Sua Santit per la Citt del Vaticano, presidente della Fabbrica di San Pietro, ha preso possesso, nel pomeriggio di sabato 24 maggio, della nuova diaconia di San Salvatore in Lauro. Il porporato stato accolto dal rettore, che gli ha porto il crocifisso per il bacio e la venerazione, quindi ha presieduto la celebrazione eucaristica. Il cardinale James Francis Stafford, Penitenziere Maggiore, ha preso possesso, a mezzogiorno di domenica 25 maggio, solennit del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, del titolo di San Pietro in Montorio. Il porporato stato accolto dal rettore che gli ha porto il crocifisso per il bacio e la venerazione. Quindi il cardinale Stafford ha presieduto la celebrazione eucaristica.
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 123 (44.863)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
mercoled 28 maggio 2008
Il movimento di resistenza islamico si rifiuta di scambiare la liberazione di Shalid con l'apertura dei valichi
Ottantamila persone saranno sgomberate nel timore dello straripamento di un lago formatosi dopo il violento sisma del 12 maggio
Con l'edizione di domani in omaggio a tutti i lettori il volume con il testo dell'Istruzione Il servizio dell'autorit e l'obbedienza
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L'OSSERVATORE ROMANO
Morte tredici persone negli scontri a Mogadiscio
I ribelli islamici somali Le bombe a grappolo attaccano le forze di pace rendono amaro il sapore della pace
MOGADISCIO, 27. Almeno tredici persone sono morte negli scontri tra ribelli islamici e truppe di pace dellUnione africana divampati ieri a Mogadiscio. A quanto riferito da fonti ufficiali e testimoni, le vittime sono per la maggior parte civili. I miliziani hanno attaccato a colpi di fucile e artiglieria una base del contingente ugandese dei caschi verdi della missione Amisom nellarea K4. I soldati hanno risposto al fuoco e ucciso almeno due ribelli. Il portavoce Baridgye Bahuko ha aggiunto che i soldati ugandesi hanno risposto e ucciso due assalitori, ma nello scontro sono morte altre undici persone. Poche ore prima, fonti di stampa hanno riferito che bombardamenti aerei hanno colpito larea di Baule, poco pi di quattrocento chilometri a Sud di Mogadiscio. Lattacco sarebbe avvenuto la scorsa notte, stando a testimonianze giunte dal posto che non hanno, per, alcuna conferma ufficiale. Secondo le fonti, sarebbero state avvertite almeno due forti esplosioni. Finora nessuna indicazione di eventuali vittime. Se lattacco fosse confermato, secondo gli analisti dovrebbe trattarsi di una nuova incursione di caccia bombardieri americani, gi altre volte intervenuti nella zona molto poco abitata, e per lo pi da popolazione nomade dedita alla pastorizia che si ritiene sia rifugio di numerosi terroristi islamici afferenti ad Al Qaeda. Aerei militari americani avevano Pubblichiamo la nostra traduzione italiana dell'intervento pronunciato, lo scorso 19 maggio, dall'arcivescovo Silvano M. Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede presso l'ufficio delle Nazioni Unite e istituzioni specializzate a Ginevra e capo della delegazione della Santa Sede, durante la conferenza diplomatica sulle munizioni a grappolo, in corso a Dublino. Presidente, la delegazione della Santa Sede particolarmente onorata di parlare all'inizio di questa conferenza diplomatica. lieta di osservare che il buon esito degli sforzi concertati di un gran numero di attori sta portando a una conclusione positiva di un processo che mira a una sicurezza e a una protezione maggiori. Dobbiamo superare una visione riduttiva e limitata che darebbe l'illusione che la protezione giunga solo attraverso le armi, specificatamente quelle che siamo impegnati a bandire. Innanzitutto, la delegazione della Santa Sede desidera esprimere la propria soddisfazione per vederla, signor ambasciatore, presiedere gli atti di questo incontro e facilitare i negoziati per il raggiungimento di un accordo forte e operativo. La Santa Sede offre all'Irlanda il proprio sostegno ed disponibile a unire le forze per edificare insieme un mondo pi umano, pi sicuro e pi cooperativo. Signor Presidente, questa conferenza a Dublino deriva dalla consapevolezza che un'azione concreta, credibile ed efficace necessaria per rispondere a un problema che esiste gi da troppo tempo. Per anni le Ong, il comitato internazionale della Croce Rossa e vari Paesi hanno sollevato la questione delle munizioni a grappolo, inizialmente senza successo. La nostra soddisfazione ora grande. Oggi nessuno nega l'esistenza di problemi umanitari legati alle munizioni a grappolo, l'urgenza di un'azione collettiva e la necessit di uno sforzo che traduca queste preoccupazioni in uno sviluppo mirato di diritto umanitario internazionale. I differenti interlocutori del processo di Oslo e gli Stati che partecipano alla Convenzione su alcune armi convenzionali (Ccw) concordano su questa urgenza. Senza dubbio, differenze importanti esistono ancora relativamente a una risposta appropriata. Tuttavia, la Santa Sede non pu non insistere sulla priorit della dignit umana e degli interessi delle vittime, sulla priorit della prevenzione e della stabilit e sul concetto di una sicurezza basata sul pi basso livello di armamento. La pace trascende di gran lunga l'ambito delle considerazioni militari. La pace non solo assenza di guerra. I diritti umani, lo sviluppo, la partecipazione sociale e politica, la giustizia, la cooperazione, questo e altri concetti simili, svolgono un ruolo importante nella definizione moderna di pace autentica. La sicurezza garantita dalle armi e dalla forza effimera e illusoria. Le munizioni a grappolo lo illustrano perfettamente. Perfino le cosiddette vittorie si dimostrano sconfitte durature per la popolazione civile, per lo sviluppo, per la pacificazione, per la stabilit. Decenni dopo l'utilizzo di munizioni a grappolo la pace conserva un sapore amaro con migliaia di vittime, l'arresto dello sviluppo socio-economico e un considerevole spreco di risorse umane e finanziarie. la possibilit di una decisione ci viene data qui ora. In un mondo globalizzato e sempre pi interdipendente, i problemi di alcuni sono i problemi di tutti: dei Paesi ricchi e di quelli poveri, dei Paesi che producono ed esportano munizioni a grappolo e di quelli che le importano, di quelli che le utilizzano e di quelli che non le utilizzano. Ci che non si fa oggi, dovr essere fatto domani con un supplemento di sofferenza, di costi economici e di ferite pi profonde da guarire. naturale che alcuni Paesi affronteranno difficolt maggiori per onorare gli impegni che deriveranno dal futuro strumento. Tuttavia, siatene certi, i Paesi e le vittime colpiti sono quelli che hanno pagato e continuano a pagare il prezzo pi esorbitante. Anche quelli che devono rinunciare a questo tipo di armi, quelli che hanno smesso di esportarle, quelli obbligati a distruggere i propri arsenali, quelli che si impegneranno in attivit di sminamento e bonifica, quelli che investiranno risorse per le vittime, le loro famiglie e comunit, tutte le persone coinvolte nelle varie attivit umanitarie, dovranno fare alcuni sforzi. Questi ultimi dovrebbero essere considerati dalla guida politica e militare e dalle persone dei loro Paesi come una partecipazione necessaria ma anche piuttosto gratificante all'edificazione di un mondo pi sicuro e pacifico in cui ognuno possa godere di maggiore sicurezza. in questo e in altri contesti, la cooperazione essenziale per il successo. Una cooperazione fra Stati, Nazioni Unite, organizzazioni internazionali, comitato della Croce Rossa e Ong, il segreto per un successo comune e un elemento indispensabile per raggiungere il futuro strumento. Le vittime dovrebbero avere un posto privilegiato in questo progetto. Il loro ruolo dovrebbe essere attivo dall'inizio alla fine. Nei negoziati in corso, ogni parte dovrebbe avere un ruolo appropriato per far s che la convenzione da adottare risulti completa, forte e operativa. Tutti sono necessari nella realizzazione di questo progetto. Operiamo insieme per affrontare oggi la sfida dell'adozione e domani quella della realizzazione! Signor Presidente, vero che gli Stati hanno il diritto di difendere la pace, la sicurezza e la stabilit dei popoli sotto la loro responsabilit. Tuttavia, ci si pu ottenere meglio senza avvalersi della corsa agli armamenti e della guerra. Nel 1965, nel suo discorso all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, Papa Paolo VI ha ricordato alla comunit delle nazioni la sfida della pace senza ricorso alle armi: Non si pu amare con armi offensive in pugno. Le armi, quelle terribili, specialmente, che la scienza moderna vi ha date, ancor prima che produrre vittime e rovine, generano cattivi sogni, alimentano sentimenti cattivi, creano incubi, diffidenze e propositi tristi, esigono enormi spese, arrestano progetti di solidariet e di utile lavoro, falsano la psicologia dei popoli. Finch l'uomo rimane l'essere debole e volubile e anche cattivo, quale spesso si dimostra, le armi della difesa saranno necessarie, purtroppo; ma voi, coraggiosi e valenti quali siete, state studiando come garantire la sicurezza della vita internazionale senza ricorso alle armi: questo nobilissimo scopo, questo i popoli attendono da voi, questo si deve ottenere! Presidente, i popoli, le vittime, i Paesi colpiti guardano a questa conferenza diplomatica e tutti si aspettano da noi una decisione coraggiosa, come Papa Benedetto XVI ha ricordato ieri. Il mondo attende un atto di fede nella persona umana e nelle sue pi alte aspirazioni di vivere in pace e sicurezza, un impegno a rendere la solidariet l'espressione pi bella dell'unit della famiglia umana e del suo destino comune. Sono convinto, signor Presidente, che alla fine della conferenza tutti i partecipanti andranno via vittoriosi e soddisfatti di aver operato la scelta giusta. Grazie, signor Presidente.
bombardato quella stessa zona lo scorso primo maggio causando la morte di Aden Hashi Ayro, ritenuto uno dei leader militari, se non il numero uno, del gruppo terrorista islamico Al Shabab (la giovent), e di almeno venticinque dei suoi miliziani. La notizia fu confermata dalle autorit militari statunitensi. Nel frattempo, ieri avvenuto un nuovo sequestro di nave a opera dei pirati al largo della costa somala. Stando a quanto riferito, oggi, da un
funzionario della Guardia costiera, la nave cargo MV Amiya Scan, di propriet della olandese Reider Shipping, partita il 19 dal porto kenyota di Mombasa con destinazione la Romania, stata attaccata e sequestrata domenica. A bordo della nave un equipaggio composto da marinai russi e filippini. I casi di pirateria sono frequenti in quelle acque: lanno scorso sono stati una ventina e questanno ne sono stati denunciati gi dieci.
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Il dibattito sull'eutanasia in Francia
Esce in Italia Il settimo velo di Juan Manuel de Prada romanzo ambientato nella Parigi occupata dai nazisti
aver combattuto gli occupanti con un coraggio da leone e di essere stato torturato dalle SS, ma anche di essere stato un assassino spietato e un traditore. Il senso di colpa per i suoi crimini schiacciante e sente che per continuare a vivere avrebbe bisogno di un Dio infinitamente misericordioso per farsi perdonare. Si vergogna delle proprie azioni, la sua capacit di discernimento morale intatta, ma il dramma proprio nell'impossibilit di credere in una riparazione e di abbandonare il copione della belva ferita che sa solo uccidere e leccarsi le ferite in solitudine. Jules sceglie di punirsi rifugiandosi in una insensata epopea di redenzione personale che si rivela una ulteriore discesa nel proprio inferno. Come un dannato dantesco non gli resta che guardare ancora una volta al passato e rivolgere ogni giorno un pensiero a Luca la cui immagine non l'ha mai abbandonato. Lei, invece, pur sapendo che mai pi nella vita prover un sentimento cos forte come quello provato per Jules, continua ad avere uno sguardo rivolto al futuro e non si pente di aver scelto il bene di suo figlio, di aver scoccato quella freccia lanciata verso il futuro quando il suo destino sarebbe stato quello di ragazza madre nubile nella miseria del dopoguerra. La lezione di Luca rivive in Julio che ha assorbito la sua vocazione al futuro e decide di non farsi inghiottire da quel buco nero che la storia di suo padre: sceglie, diversamente da Jules, di prendersi cura della propria vita abbandonando ogni tendenza depressiva e misantropica. Il settimo velo un libro corposo, fatto di sangue caldo e nervi, seicento pagine giustificate non solo dalla coralit del racconto, dalla variet di personaggi e dal susseguirsi appassionante di colpi di scena. Ma soprattutto dall'accuratezza e dalla precisione con cui l'autore che in molti passaggi sembra ispirarsi ai febbrili e pietosi chiaroscuri di Graham Greene descrive i micromovimenti dell'anima dei protagonisti, il dettaglio dei riverberi oscuri e dei riflessi di luce in cui questi maturano la visione di se stessi e degli altri, i coni d'ombra o di luce della coscienza in cui ognuno prende le decisioni che determinano la rotta del proprio destino. E anche quello tragico di Jules raccontato con un sentimento di compassione verso la debolezza umana che rende tutto profondamente vero, una piet che consente al lettore di assaporare fino in fondo l'umanit di questi uomini, di commuoversi per loro e, forse, anche per se stesso.
nel dicembre 2007, a quattro anni dall'uscita della legge, che i ritardi sono ancora molti e bisogna riconoscere che ad oggi molti medici non conoscono le buone pratiche cliniche proprie della fase finale della vita. Molti fra questi continua la de Hennezel ignorano quanto la legge permette loro di fare e insistono nel pensare che l'estrema soluzione per alleviare la sofferenza nelle fasi terminali consista nell'abbreviare la vita del malato. Alla risposta che il governo e con esso parte della societ francese diedero nel 2005 ai delicati problemi etici di fine vita si pu comparare quanto oggi sta emergendo di fronte al caso di Chantal Sbire. In un comunicato stampa del 20 marzo 2008 la Socit franaise d'accompagnement et de soins palliatifs, l'associazione che raduna la stragrande maggioranza degli operatori sanitari francesi nel campo delle cure palliative, e altre sei grandi associazioni mediche, ricordano che nel contesto attuale nel quale si mescolano la tragicit di una situazione di vita riferendosi a Chantal Sbire (n.d.a.) la chiamata in causa della giustizia e dei pubblici poteri e la messa in discussione della legge sui diritti dei malati
e sulla fine della vita sono da ribadire con forza due principi: trattare il dolore ed alleviare la sofferenza resta una priorit assoluta e far morire non pu essere una soluzione, nemmeno quando la morte desiderata dalla persona stessa. Il comunicato termina riaffermando con forza che, qualunque siano le scelte che la societ potr fare nel futuro, dare la morte non in alcuna maniera un atto di competenza medica e che i professionisti della sanit non si assumeranno tale competenza. In parallelo a questa chiarissima presa di posizione da parte di associazioni laiche di professionisti, e quasi negli stessi giorni nei quali Benedetto XVI all'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia ha ribadito che con crescente insistenza si giunge persino a proporre l'eutanasia come soluzione per risolvere situazioni difficili, l'arcivescovo di Parigi cardinale Andr Vingt-Trois, presidente della Conferenza
I film difficilmente superano i libri ma il cinema questa volta consente di calarci nell'accaduto e di mostrarci il mondo attraverso il solo occhio funzionante di Bauby
ked-in syndrome, che come efficacemente indica il nome stesso ci imprigiona nel nostro corpo: il paziente, perfettamente lucido, completamente inerte dal lato fisico, bloccato all'interno di se stesso la sindrome, come ricorda Jean-Do, di Noirtier de Villefort, ne Il Conte di Montecristo. Cos, privato anche della parola, a Bauby l'unico modo di comunicazione il linguaggio della palpebra dell'occhio sinistro che apprende in ospedale. Un battito di palpebra s; due battiti no; l'alfabeto scandito dall'interlocutore fa il resto. E, S, A, R, I, N, T... Le lettere non sono nell'ordine classico, ma secondo la frequenza dell'uso nel francese pi che un alfabeto, una hit parade. I film difficilmente superano i libri, ma vedere prima il film questa volta consente di calarci nell'accaduto e di mostrarci il mondo attraverso il solo occhio funzionante di Bauby. Se l'occhio sinistro l'angolo visuale dello spettatore, esso soprattutto il lato emotivo dal quale si vivono i minuti e le ore. Come Bauby che prima di essere colpito dall'ictus era un giovane affascinante e vincente, cos
mente e non cercano di scoprire il mistero di una frase prima che sia terminata. La palpebra che d voce a Jean-Do la dimostrazione di quanto sia fondamentale nella vita di tutti la comunicazione: il miracolo della scrittura facilitata con cui ragazzi e adulti autistici comunicano e dialogano, rompendo il silenzio assordante che addolora loro stessi e quanti li amano. E se vero che ogni dialogo ha senso solo se v' un interlocutore che sa ascoltare, nel linguaggio di Bauby, quel battito di farfalla che permette allo scafandro di librarsi, l'interlocutore diventa cruciale: traduce i discorsi, dando loro vita. Del film, rimane impressa anche la scena di gelosia tra l'ex moglie di Bauby e la sua amante. Le due donne, che reagiscono molto diversamente alla tragedia, si ritrovano ai due capi del telefono, al capezzale dell'uomo: dal redattore di Elle a quel corpo incrostato come un paguro bernardo nella sua conchiglia non sembra cambiato poi molto. Ecco, visto il film, pi facile leggere il libro di Bauby: ascoltarlo lungo quelle miracolose centoventiquattro pagine in cui egli racconta sorprendentemente di s, senza pietismo e con una profonda ironia in venti settimane perde trenta chili: non avrei sperato in un tale risultato quando mi sono messo a dieta otto giorni prima dell'incidente. Ascoltandolo, si dimentica lo scafandro e il pensiero pu vagabondare come una farfalla. C' tanto da fare, ripete pi volte Jean-Do. C' tanto da fare anche per noi.
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Un particolare del mausoleo dei Valeri con la raffigurazione di due amorini intenti a riempire una cornucopia con semi di papavero
pi anziana. Al centro della stessa paEseguite le preliminari indagini diarete un uomo raffigurato nell'atto di gnostiche e i primi consolidamenti, lacompiere un sacrificio, associato a un boriosa si rivelata la rimozione delle bassorilievo con un rotolo (volumen) se- stuccature cementizie, realizzate nel semiaperto, una cassa libraria e un colo scorso per fermare la caduta di astuccio per calami. parti d'intonaco affrescate e per risarciSimilmente sopra la nicchia con la re numerose lacune nelle decorazioni a statua di un uomo imberbe sulla pare- stucco. Particolarmente impegnativo te opposta, sono rappresentati analoghi stato il restauro delle erme mediante simboli della persona colta come il dit- l'inserimento di un sostegno di vetro tico cerato e lo stilo per la scrittura. resina nella cavit interna, dove in anElementi che evidenziano l'aspetto sa- tico era alloggiato un asse di legno ripienzale della tomba dei Valeri, ri- vestito da una spirale di corda e dove, marcato dalle statue di due filosofi, di in precedenti interventi, era stata imMinerva e forse di Apollo (per altri MerRimasta inaccessibile e inviolata curio o Zeus) al centro della parete di fondo. per sedici secoli Oltre alla statua di la tomba fu riscoperta nel 1943 un'altra dea (Diana o Giunone) che completa con le sue meravigliose decorazioni la triade divina sulla che non hanno confronti stessa parete, meritano in altri contesti funerari di et imperiale una particolare menzione le bellissime personificazioni della Terra (a sinistra) e di Oceano (a destra) propriamente inclusa un'armatura di sopra le menzionate figure dei filosofi e fili di rame allettata con una malta di la statua del dio del Sonno (Hypnos) polvere di travertino e gesso. raffigurato con le ali di pipistrello sotto La paziente opera di pulitura stata un grazioso bassorilievo con due amo- eseguita con bisturi, microtrapani e, rini, provvisti delle medesime ali, che per le parti pi delicate, con sofisticate riempiono una cornucopia di semi di apparecchiature laser. Per non compapavero. promettere eventuali ricerche future soDopo parziali interventi conservativi no state volutamente risparmiate daleseguiti tra il 1957 e il 1958 queste l'intervento limitate porzioni di intonaopere sono state finalmente sottoposte co con labili iscrizioni a carboncino e a un organico intervento di restauro. disegni pittorici (pareti est e nord).
Inoltre lo studio dei frammenti di stucco custoditi nei depositi della Fabbrica di San Pietro ha consentito di ricomporre e restituire al mausoleo dei Valeri tre magnifiche erme (una sulla parete ovest e due sulla parete nord). stato infine possibile ricollocare in opera alcuni frammenti erradici dei bassorilievi con figure dionisiache, delle decorazioni architettoniche e della statua di Hypnos. Il restauro ha offerto infine l'opportunit di riscoprire inediti graffiti sepolcrali e interessanti tracce di lavorazione (impronte di stampi per l'esecuzione degli elementi decorativi ripetitivi, incisioni preparatorie per la realizzazione dei bassorilievi, uso del pigmento ocra nell'impasto dello stucco di calce e polvere di marmo). Al termine dei lavori stata realizzata una teca di cristallo per osservare dall'esterno la camera funeraria senza alterarne il delicato equilibrio microclimatico, costantemente controllato da un sistema di monitoraggio computerizzato di alta precisione. stata infine realizzata una nuova e suggestiva illuminazione a fibre ottiche per illuminare in maniera discreta e rispettosa i vivaci colori delle superfici affrescate a finti marmi policromi e le bianche decorazioni a stucco modellate ad imitazione del marmo statuario.
*Responsabile dei lavori per la conservazione della Necropoli Vaticana
La memoria dell'Apostolo
possibile riscoprire le radici pi significative e ro incise le seguenti lettere greche: Petr(...) profonde della Basilica di San Pietro e della eni(...). Il graffito stato interpretato con la frase Chiesa di Roma ripercorrendo l'antica strada in Ptr(os) en (Pietro qui), oppure, sempre nella proterra battuta che conduce alla tomba del principe spettiva della presenza di Pietro, con un'invocazione degli apostoli e che attraversa una necropoli roma- a lui rivolta: Ptr(os) en i(rne) (Pietro in pace). na ubicata sotto il pavimento delle grotte vaticaIl Trofeo di Gaio, che sopravvive nella nicchia ne in corrispondenza della navata centrale della ba- dei Palli all'interno della Confessione Vaticana, fu silica. racchiuso dall'imperatore Costantino in una teca La scoperta di questo sito di fondamentale impor- marmorea ricordata da Eusebio di Cesarea come tanza religiosa, storica e artistica, risale ai primi an- uno splendido sepolcro davanti alla citt, un sepolni del pontificato di Pio XII (1939-1958), il Papa cro al quale accorrono, come a un grande santuario che coraggiosamente volle intraprendere una serie e tempio di Dio, innumerevoli schiere da ogni parte di esplorazioni archeologiche nell'area della Confes- dell'impero romano (Teofania, 47). Sul monumensione Vaticana e nella parte centrale delle Sacre to-sepolcro di Costantino si edificarono in seguito, Grotte. La ricerca archeologica del secolo passato fu con significativa continuit, l'altare di Gregorio un'impresa senza precedenti che consent di indivi- Magno (590-604), l'altare di Callisto II (1123) e induare sotto l'altare maggiore della basilica la tomba fine, nel 1594, l'altare di Clemente VIII, successivadi Pietro, rimasta inaccessibile e inviolata per quasi mente coperto dal baldacchino del Bernini sotto la duemila anni. Un umile fossa scavata sulle pendici grandiosa cupola michelangiolesca. La straordinaria successione dei monumenti eretti meridionali del colle Vaticano, proprio davanti al circo, che fu teatro delle feroci persecuzioni contro i attorno e sopra l'edicola del II secolo costituisce cristiani all'epoca dell'imperatore Nerone (54-68). un'eloquente e tangibile testimonianza di duemila Una modesta sepoltura sulla quale, cent'anni dopo anni di devozione e di storia incentrata sull'umile il martirio dell'apostolo, fu costruita una piccola sepoltura di Pietro. edicola funeraria ricordata dal presbitero Gaio alla fine del II secolo, come riferisce lo storico Eusebio di Cesarea (Storia Ecclesiastica, 2, 25, 67). Quell'edicola, geneLa Fabbrica di San Pietro in Servo di Dio Giovanni Paolo II ha ralmente chiamata TroVaticano, prima Amministrazione stabilito tra l'altro che la Fabbrica feo di Gaio, indic ai Palatina, nacque con Papa Giulio II di San Pietro secondo le proprie primi cristiani la tomba Della Rovere (1503-1513) con un leggi continuer a occuparsi di tutto di Pietro, che gi prima collegio di sessanta membri ai quali quanto riguarda la Basilica del di Costantino fu meta di era affidato il compito di costruire e Principe degli Apostoli, sia per la devoti pellegrinaggi, teamministrare la basilica. A tale stimoniati dai numerosi conservazione e il decoro collegio Clemente VIII Aldobrandini graffiti latini tracciati su dell'edificio, sia per la disciplina (1592-1605) sostitu una vera una parete intonacata e interna dei custodi e dei pellegrini Congregazione di cardinali a cui dipinta di un ambiente diede come prefetto l'arciprete stesso che accedono per visitare il destinato al culto in tempio. della basilica. prossimit dell'edicola Nell'ambito della Fabbrica di San Per la cura dell'amministrazione (muro G). In particolaPietro opera lo Studio del Mosaico della basilica furono stabilite norme re su un piccolo framVaticano, che, iniziata la sua da Benedetto XIV (1740-1758) e da mento di intonaco, proattivit artistica sotto Sisto V (1585San Pio X (1903-1914). veniente dal cosiddetto 1590), fu eretto canonicamente da Con la Costituzione Apostolica muro rosso sul quale si addoss l'edicola, venneBenedetto XIII (1724-1730). Pastor Bonus del 28 giugno 1988, il
Sezione longitudinale della basilica di San Pietro e pianta della necropoli vaticana
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La Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina
Dall'Italia al Sichuan Volontariato interreligioso uniti nella fede tra i detenuti filippini
ROMA, 27. In passato ci sono state sofferenze per i nostri fratelli e le nostre sorelle in Cina ma ora il momento di perdonare, guardare avanti e pregare per una Chiesa di nuovo in fratellanza e in pace. Oggi ci sono segni di speranza per il futuro della Chiesa in Cina: lo ha detto il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, nell'omelia della concelebrazione eucaristica presieduta nella basilica papale di Santa Maria Maggiore, sabato 24 maggio, in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina indetta da Benedetto XVI attraverso la Lettera ai vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica popolare cinese, pubblicata un anno fa. Una preghiera universale che ha accomunato Italia e Cina in un intenso momento di raccoglimento vissuto con particolare commozione nella provincia del Sichuan, colpita giorni fa da un terremoto devastante. Si pregato anche a Taiz, in Francia, dove si tenuta una solenne veglia di giovani provenienti da tutto il mondo. A Santa Maria Maggiore erano in pi di cinquecento per pregare per lunit della Chiesa in Cina. Si pregato in italiano e in cinese e questa messa in basilica pu essere considerata il primo raduno nazionale della comunit cinese in Italia. Una comunit che, secondo le stime del dossier Caritas-Migrantes, composta da tremila fedeli (su un totale di 180.000 immigrati). Erano presenti cattolici cinesi provenienti da Hong Kong, Singapore e Taiwan. Molti sono arrivati in pullman e in treno da Milano, Treviso, Prato, Firenze, Napoli. Tutti per ascoltare le parole del cardinale Dias, affiancato nella concelebrazione da una decina di sacerdoti cinesi. Segni di speranza perch si ricostituisca una Chiesa in Cina sono stati ha sottolineato il porporato il bel gesto del concerto dellOrchestra filarmonica cinese offerto al Papa qualche settimana fa e il pensiero affettuoso di Benedetto XVI per tutto il popolo cinese e laugurio fatto per limportante evento delle Olimpiadi. Ci sono due dimensioni nella vita di noi cristiani: non dobbiamo soltanto vivere la nostra fede ma fare anche in modo che gli altri possano vedere la nostra fede, ha aggiunto Dias che ha poi esortato i fedeli a pregare anche per i dirigenti del popolo cinese e per coloro che stanno soffrendo, specialmente per il terremoto. In Paradiso ha concluso il cardinale non vi saranno cattolici ufficiali e sotterranei, perch saremo tutti figli di Dio. Il Papa vuole che questa unit si veda anche su questa terra. Al termine della messa i fedeli hanno pronunciato la preghiera scritta appositamente da Benedetto XVI per il 24 maggio, giorno in cui i cinesi festeggiano Nostra Signora Aiuto dei Cristiani, venerata nel santuario di Sheshan, vicino a Shanghai. Quel giorno numerosi pellegrini accorrono a Sheshan da tutta la Cina e da altri Paesi asiatici. Sabato, nelle zone terremotate del Sichuan, i fedeli hanno pregato nelle tende adibite a cappelle. In particolare nel distretto di Bai Lu, dove sono andati distrutti numerosi luoghi di culto, in una chiesa improvvisata stato recitato il rosario davanti all'immagine della Madonna e del Sacro Cuore di Ges. E cinquecento fedeli sono partiti in pellegrinaggio da Pechino per il Santuario mariano di Hou Sang Yu. ZAMBOANGA CITY, 27. L'insegnamento religioso, oltre che nelle parrocchie e nelle scuole filippine, deve essere offerto anche nelle prigioni dove molti detenuti hann0 forse dimenticato gli insegnamenti ricevuti nell'infanzia a causa delle traversie della vita. Questa considerazione ha spinto padre Sebastiano D'Ambra, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), a cercare la collaborazione dell'ufficio governativo in Zamboanga City per la gestione delle carceri. La sua proposta stata di permettere l'ingresso e l'apostolato nell'istituto di pena in questo grande centro urbano di Mindanao, la maggiore isola meridionale dell'arcipelago filippino, a membri del Silsilah Dialogue Movement (SDM), l'organizzazione interreligiosa di volontariato, che riunisce cristiani e musulmani filippini, da lui fondata nel 1984. Tra i circa mille detenuti nell'istituto penale di Zamboanga City, ci sono numerosi appartenenti a entrambe le religioni rispecchiando cos la pluralit di appartenenza religiosa della popolazione di Mindanao, un'isola che si trova prospicente alle coste della Malaysia e dell'Indonesia, due Stati asiatici con la maggioranza dei loro cittadini di fede musulmana. L'azione dei volontari del Silsilah Dialogue Movement all'interno del carcere di Zamboanga City non si limita al solo insegnamento dei concetti religiosi ma cerca di coinvolgere i detenuti in iniziative a favore della pace. Questo un tema molto sentito dall'intera popolazione del Mindanao poich questa regione da anni colpita dai sanguinosi attentati di due movimenti terroristici a matrice fondamentalista. Lo scorso Natale i volontari del Silsilah hanno organizzato all'interno del carcere una mostra di opere dei detenuti ispirate al tema natalizio con particolare riferimento al tema della pace. Molte delle opere realizzate dai prigionieri consistevano in manifesti graficamente elaborati, poesie e canzoni. Padre Sebastiano D'Ambra, visitando l'esposizione delle opere realizzate dai prigionieri, ha sottolineato che ogni individuo ha un suo proprio talento e questo ha comunque il diritto di esprimersi persino in un ambiente non certamente favorevole come appunto quello dell'istituto penale. Il Silsilah Dialogue Movement accreditato come organizzazione caritativa presso il Consiglio filippino delle organizzazioni non governative. Recentemente ha raggiunto un accordo di piena collaborazione con il presidente della Commissione episcopale per il dialogo interreligioso, monsignor Antonio J. Ledesma, arcivescovo di Cagayan de Oro, in vista delle celebrazioni del venticinquesimo del movimento nel maggio del 2009. Un appello a incrementare l'azione dei catechisti soprattutto in termini di qualit stato lanciato dal missionario canadese padre Patrice Picard che svolge da molti anni la sua opera di apostolato nella diocesi di Davao City, il principale centro urbano di Mindanao. Il catechismo svolge un ruolo fondamentale nella formazione dei fedeli, specie a riguardo dei bambini che frequentano i corsi in vista della prima comunione e della cresima. Tuttavia il parroco spesso non ha il tempo di dare una formazione adeguata e il necessario aggiornamento ai volontari laici e ha bisogno della collaborazione di un esperto per formare insegnanti di catechismo in grado di far comprendere l'annuncio del Vangelo anche a chi non ha una formazione culturale sufficiente, ha dichiarato padre Picard in un'intervista. Il religioso ha calorosamente ringraziato i tanti laici volontari che, a costo di pesanti sacrifici personali, non rinunciano all'opera di portare il loro insegnamento evangelico anche in aree remote, in villaggi posti sulle cime della catena centrale di Mindanao. Tuttavia, secondo padre Picard, gli insegnanti volontari di catechismo, per quanto eroici, hanno anch'essi bisogno di ulteriore istruzione e aggiornamento specie a riguardo dei pi recenti documenti della Chiesa; quelli pubblicati dopo la fine del Concilio Vaticano II. Padre Patrice Picard il fondatore a Davao City del Centro Giovanni XXIII per la formazione dei catechisti. Laureatosi in Belgio nel 1969 con una tesi sulla Lumen vitae, attualmente procuratore nella citt di Davao della Societ per le missioni estere della provincia del Qubec.
Cattolici indonesiani chiedono In India pi tutela aiuto per gli indigeni papuani per le minoranze
In Indonesia, nella regione denominata Irian Jaya, conosciuta anche come Papua occidentale, gli indigeni subiscono continue e numerose ingiustizie, caratterizzate anche da violenze, a causa delle ricchezze naturali presenti nell'area. quanto denunciano i rappresentanti della comunit cattolica locale. Padre Cayetanus Johanes Tarong, superiore dei Missionari del Sacro Cuore, ha affermato secondo quanto riporta l'agenzia Catholic News Service, che dispute mai risolte e violenti conflitti hanno portato molta insicurezza nell'area: C' terrore ha spiegato e gli aiuti economici destinati alla gente, vengono utilizzati per altri scopi. Le persone non si sentono ancora sicure nel proprio Paese. Una delegazione cattolica indonesiana ha per questo voluto incontrare alcuni rappresentanti della Conferenza dei vescovi degli Stati Uniti. La delegazione era composta, tra gli altri, dai membri dell'ufficio di giustizia e pace della diocesi di Jayapura e del gruppo Franciscans International. La delegazione, in particolare, si recata a Washington per chiedere il sostegno dei cattolici statunitensi e dei membri del Congresso per aiutare a eliminare quella che definiscono una crisi umanitaria nella regione. Ex colonia olandese, la Papua occidentale stata annessa all'Indonesia nel 1963. I membri della delegazione hanno sottolineato che la popolazione indigena, costituita da un milione e mezzo di persone, sopporta atti di violenza, una repressione culturale e una povert estrema, pur vivendo in una terra che ricca di risorse petrolifere e rame. Tra l'altro, ha riferito un membro del Franciscans International, Chris Duckett, l'aumento dei casi di Aids forte tra i papuani, perch le informazioni educative sul virus che provoca il contagio e la sua diffusione sono limitate e la carenza di strutture educative drammatica. La situazione sanitaria e dunque molto difficile e richiede interventi urgenti per dare sostegno alla popolazione sofferente. Frederika Koraina, direttore operativo dell'ufficio giustizia e pace della diocesi, da parte sua ha spiegato che nonostante che i papuani da decenni desiderino essere un popolo indipendente, hanno accettato il fatto che le risorse naturali della regione sono un bene troppo prezioso per la nazione indonesiana, ma continuano a subire ingiustizie. La delegazione, dunque, si recata negli Stati Uniti per perorare la causa degli indigeni. I suoi membri hanno trascorso alcuni giorni nel Paese, illustrando ai membri del Congresso le sofferenze della popolazione e per esortare a fornire alla regione aiuti finanziari e una mediazione tra il Governo indonesiano e i papuani. I membri della delegazione cercano il sostegno degli Stati Uniti per portare la pace nella regione e hanno chiesto la sospensione degli aiuti militari al Governo indonesiano se non affronter i problemi umanitari. Sebbene la delegazione abbia chiesto aiuto per mobilitare i cattolici affinch sostengano la pace nella Papua occidentale, la Conferenza dei vescovo degli Stati Uniti ha reso noto per il tramite del consulente per le politiche estere Virginia Farris che non disposta ad assumere alcun impegno, fino a quando la Conferenza episcopale indonesiana non dar il suo supporto all'azione. I membri della delegazione hanno ammesso, infine, di non avere il pieno sostegno di tutti i vescovi indonesiani, ma hanno espresso la speranza che almeno uno di essi, li accompagni nel 2009, quando si recheranno nuovamente negli Stati Uniti. CHENNAI, 27. La decisione del governo indiano di conferire maggiori poteri alla commissione del Tamil Nadu per le minoranze linguistiche e religiose stata favorevolmente accolta dalla comunit cristiana e da quella musulmana di questo Stato dell'India meridionale. Nel Tamil Nadu la maggioranza della popolazione hinduista e il Tamil la lingua pi diffusa. La commissione per minoranze linguistiche e religiose ha iniziato le sue attivit in questa regione nel 1990 ma per lunghi anni la sua azione non ha potuto essere incisiva a causa della mancanza di poteri effettivi dovuta a carenze di tipo legislativo. Il sacerdote padre Vincent Chinnadurai, attuale presidente di questa commissione, ha dichiarato all'agenzia Ucanews che la decisione del governo centrale di conferire effettivi poteri all'organismo stata presa il 29 aprile in seguito a un'interrogazione parlamentare per iniziativa di un deputato cattolico. I nuovi poteri conferiti permettono alla commissione di convocare testimoni e funzionari governativi e di avere accesso a documenti governativi. Inoltre la commissione pu dare ordini ad agenti del governo e anche censurare questi ultimi se non dovessero eseguire quanto essa ha disposto. Padre Vincent Chinnadurai, sacerdote della diocesi di Chingleput, ha affermato che i nuovi poteri conferiti alla commissione renderanno pi incisivo il suo lavoro e la sua azione di protezione delle minoranze. Nel Tamil Nadu i cristiani, cattolici e protestanti insieme, formano circa il sei per cento della popolazione mentre la minoranza musulmana costituisce il cinque e mezzo per cento. In questo Stato sono presenti anche altre piccole minoranze sia religiose che linguistiche: buddhisti, Jainisti e popolazione Sikh. Questi gruppi contano complessivamente meno dell'uno per cento dell'intera popolazione. Oltre al Tamil, le altre lingue meno diffuse sono il Kannada, il Malayalam e il Telegu. Anche il leader locale della minoranza musulmana ha bene accolto la decisione presa dal governo centrale. M. H. Jawaharlal ha dichiarato che il suo gruppo aveva da lungo tempo richiesto che alla commissione venissero attribuiti maggiori poteri.
W
La Segreteria di Stato comunica che deceduto il
Cambogia, dopo trentatr anni ritrovata nel fiume Mekong la statua di Nostra Signora di Lourdes
PHNOM PENH, 27. Alcuni uomini che stavano pescando nella acque del fiume Mekong, in un tratto caratterizzato da un'elevata profondit e presenza di fango, hanno trovato e recuperato con le reti la statua di Nostra Signora di Lourdes che si trovava immersa da trentatr anni. I pescatori, otto in totale, di etnia Cham, erano in attivit sulla sponda del fiume di fronte alla citt di Phnom Penh, nel punto in cui le acque si uniscono davanti al Palazzo Reale e hanno trovato avviluppata nelle loro reti da pesca la statua della Madonna, pesante centosessanta chili e alta un metro e mezzo, che era stata gettata nelle acque durante la guerra che coinvolse il regime dei Khmer Rossi. Una volta recuperata la statua, i pescatori, non sapendo cosa farne, hanno deciso di venderla, per la somma di sette dollari americani, agli abitanti del vicino villaggio, che pensavano di utilizzarne il materiale per usi domestici. Alcuni cristiani tuttavia, trovandosi a passare sul luogo, hanno riconosciuto che si trattava della statua di Nostra Signora di Lourdes e hanno fatto presente alle persone del villaggio l'importanza ed il valore del ritrovamento. Gli abitanti, pentiti cos dell'acquisto e presi dal rimorso perch si trattava di un'immagine sacra, l'hanno ceduta, in cambio di sette sacchi di riso, alla parrocchia di Areaksat intitolata a Nostra Signora della Pace. La statua stata restituita alla comunit cristiana, in occasione di una solenne processione, e in seguito sono stati avviati una serie di festeggiamenti. In particolare la notizia del ritrovamento ha fatto il giro della citt e delle zone circostanti e, in questo mese di maggio, consacrato alla Madonna, ogni giorno i fedeli giungono nella chiesa per portare fiori e offerte. Soprattutto la domenica, con forte devozione ed entusiasmo i cristiani arrivano numerosi per raccogliersi in preghiera dinnanzi alla statua della Vergine, che stata rinominata Nostra Signora del Mekong. Per il momento non sono ancora state rese note le esatte modalit con le quali la statua era andata perduta. Il clima di belligeranza che imperversava in quel periodo aveva, tra l'altro, causato forti danni anche alle costruzioni religiose. Con la distruzione degli edifici religiosi, durante la guerra, la statua era stata gettata nel fiume, dove era rimasta per oltre trent'anni, fino al recente ritrovamento casuale. La parrocchia, al tempo del conflitto, non sorgeva nel luogo attuale, ma a circa due chilometri di lontananza. Dopo il ritrovamento sono stati interpellati anche gli anziani del villaggio per scoprire qualche elemento utile, ma non sono stati in grado di riconoscere la statua e di fornire indicazioni sulla sua collocazione, prima che fosse gettata nelle acque del fiume.
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Alto l'indice di mortalit infantile
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Ogni anima che chiede il mio ministero sar frattanto il mio Oriente
Venticinque anni fa, a conclusione dell'Anno Santo della Redenzione, il servo di Dio Papa Giovanni Paolo II proponeva alla Chiesa intera la santit di padre Leopoldo Mandi. Quella del sacerdote cappuccino originario della Dalmazia ma vissuto per oltre quarant'anni in Italia come confessore al convento dei cappuccini di Padova si profila davvero come misura alta della vita cristiana ordinaria di religioso e sacerdote. Egli era oriundo della sponda levantina dell'Adriatico, di Castelnovo, alle bocche di Cattaro (oggi in Montenegro); e conserv sempre per la sua terra un amore fedele, anche se poi, vissuto a Padova, non fu meno affezionato alla nuova patria ospitale e soprattutto alla popolazione presso la quale esercit il suo silenzioso e indefesso ministero. La sua figura, perci, spieg Papa Paolo VI all'omelia per la beatificazione il 2 maggio 1976, riassume in s questa bivalenza etnica, quasi a fonderla in un emblema di amicizia e di fratellanza. Ma c' di pi: Padre Leopoldo fu ecumenico ante litteram, cio sogn, presag, promosse, pur senza operare, la ricomposizione nella perfetta unit della Chiesa, anche se essa gelosamente rispettosa delle particolarit molteplici della sua composizione etnica. Lo stesso Papa Giovanni Paolo II, dichiarandolo santo, present san Leopoldo come un sacerdote che aveva uno spirito ecumenico cos grande ad offrirsi vittima al Signore, con donazione quotidiana, perch si ricostituisse la piena unit fra la Chiesa Latina e quelle Orientali ancora separate. Anticipando la pratica del cosiddetto ecumenismo spirituale, san Leopoldo visse la sua vocazione ecumenica in un modo del tutto nascosto. Piangendo confidava: Sar missionario qui, nell'ubbidienza e nell'esercizio del mio ministero. E ancora: Ogni anima che chiede il mio ministero sar frattanto il mio Oriente.
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L'OSSERVATORE ROMANO
L'arcivescovo Piacenza ripercorre i momenti salienti della visita del Papa
della Madonna della Guardia e anche la sua famiglia ne era molto devota. Il ricordo della Madonna della Guardia l'ha portato sempre nel cuore, l'ha portato anche nei giardini vaticani, dove ha voluto fosse installata una sua riproduzione. Oltre che il ricordo di Benedetto XV, il Papa ha voluto rendere omaggio anche alla memoria del cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova dal 1946 al 1987. Che cosa ha rappresentato per la citt e per la Chiesa ligure?
na molto popolare, vicino agli umili e ai poveri. Semmai la sua figura stata distorta a livello di comunicazione. I media hanno voluto screditarlo, ma al contrario lo hanno edificato, facendolo risaltare come una roccia. Durante la seconda guerra mondiale, con un piano concordato con il cardinale Boetto, allora arcivescovo di Genova, Siri evit che il porto cittadino saltasse in aria perch tutto minato. La citt gli eternamente riconoscente. La gente ricorda il suo darsi da fare per i poveri e per la distribuzione del cibo ai sen-
VII.
Cristo e la tempesta: l'opera di Giorgio de Chirico sar nel padiglione della Santa Sede
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 124 (44.864)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
gioved 29 maggio 2008
Il Papa all'udienza generale narra la vita di uno dei quattro dottori dell'Occidente
Il potere servizio
di FABIO CIARDI* Un documento per un piccolo gruppo all'interno della Chiesa. Quindi dall'interesse alquanto limitato. Cos ai pi pu apparire l'Istruzione emanata dal dicastero della Vita Consacrata e delle Societ di Vita Apostolica con il titolo Il servizio dell'autorit e l'obbedienza. L'incipit tuttavia accattivante: Il tuo volto, Signore, io cerco. vero che esso quaerere Deum ha una forte risonanza monastica: richiama la fuga nel deserto, la ricerca della solitudine e del silenzio, la concentrazione sull'unico necessario, l'anelito al Cielo. Ma il quaerere Deum non pi, se mai lo fosse stato, appannaggio esclusivo di una categoria di cristiani. L'urgenza della universale vocazione alla santit accende in tutti il desiderio di una sincera e tenace ricerca di Dio anche se nel vortice della vita quotidiana, anzi esso si fa ancora pi acuto proprio per chi si trova immerso nel lavoro, nella politica, nella vita familiare. una ricerca, come nota il documento in apertura, avvertita non soltanto dalle persone religiose ma da ogni creatura umana in cerca di verit e felicit, anche se forse in maniera implicita e confusa. La ricerca di Dio coincide con la ricerca del suo disegno sulla creazione, sulla societ umana, su ogni singola persona. Come Egli ci ha pensati? Cosa aspetta da noi? In una parola: qual la sua volont e come posso conoscerla? La vita religiosa ha una sua secolare esperienza per giungere ad avere il pensiero di Cristo. Essa, ricorda il nostro documento, comunione di persone consacrate che professano di cercare e compiere insieme la volont di Dio. Ed questa coralit che subito emerge dalla lettura dell'Istruzione: Portare avanti insieme ai fratelli o alle sorelle tale ricerca, perch proprio essa che unisce, rende famiglia unita a Cristo. una ricerca che implica il personale apporto di carit, competenza e creativit, per far convergere nella costruzione della comunit e nel progetto apostolico tutte le risorse umane: doti e talenti, intuizioni e ispirazioni, fino alla condivisione dei beni spirituali, dell'ascolto della Parola di Dio, della fede. Se vero che tutti, nella comunit, sono chiamati a cercare ci che a Dio piace e a obbedire a Lui, altrettanto vero che alcuni sono chiamati a esercitare, in genere temporaneamente, il compito particolare di essere segno di unit e guida nella ricerca corale e nel compimento personale e comunitario della volont di Dio. questo il servizio dell'autorit. Davanti all'esercizio concreto dell'autorit, la prassi si diversifica in molteplici prospettive sia per chi la esercita sia per chi ad essa soggetto: anarchia e totalitarismo, cooperazione attiva e soggezione servile, latitanza e ingerenza. La sfida che il documento chiamato ad affrontare il non facile equilibrio tra persona e comunit, tra autorit e obbedienza, tra desiderio della realizzazione di s e progetti comunitari. In risposta a questa sfida l'Istruzione recupera insegnamenti sapienziali frutto della millenaria esperienza della vita consacrata e introduce acquisizioni frutto delle nuove sensibilit odierne, del rinnovato senso della persona, del sorgere della spiritualit di comunione. Gli atteggiamenti e i suggerimenti offerti valgono ben al di l della comunit religiosa. Potrebbero essere assunti in campo politico, sindacale, amministrativo, cos come nella guida di un'azienda, di una scuola. A chi gestisce l'autorit richiesto, ad esempio, libert da pregiudizi, da attaccamenti eccessivi alle proprie idee, da schemi percettivi rigidi o distorti, da schieramenti che esasperano la diversit di vedute; il coraggio di motivare le proprie idee e posizioni, ma anche di aprirsi a prospettive nuove e di modificare il proprio punto di vista; ricordare che la pluralit di prospettive favorisce l'approfondimento delle questioni che il conflitto di idee non diviene mai conflitto di persone. Chi esercita l'autorit invitato a favorire la partecipazione corale comunitaria, poich meglio fare un passo assieme che due (o anche pi) da soli. Un documento dunque propositivo, capace di fugare alibi e latitanze, ambizioni di potere e passivit e di ispirare non soltanto la comunit religiosa, ma l'intera comunit ecclesiale, fino a quella civile.
*Teologo, Oblato di Maria Immacolata
Cari fratelli e sorelle! mercoled scorso ho parlato di un Padre della Chiesa poco conosciuto in Occidente, Romano il Melode, oggi vorrei presentare la figura di uno dei pi grandi Padri nella storia della Chiesa, uno dei quattro dottori dell'Occidente, il Papa san Gregorio, che fu Vescovo di Roma tra il 590 e il 604, e che merit dalla tradizione il titolo di Magnus/Grande. Gregorio fu veramente un grande Papa e un grande Dottore della Chiesa! Nacque a Roma, intorno al 540, da una ricca famiglia patrizia della gens Anicia, che si distingueva non solo per la nobilt del sangue, ma anche per l'attaccamento alla fede cristiana e per i servizi resi alla Sede Apostolica. Da tale famiglia erano usciti due Papi: Felice III (483-492), trisavolo di Gregorio, e Agapito (535-536). La casa in cui Gregorio crebbe sorgeva sul Clivus Scauri, circondata da solenni edifici che testimoniavano la grandezza della Roma antica e la forza spirituale del cristianesimo. Ad ispirargli alti sentimenti cristiani vi erano poi gli esempi dei genitori Gordiano e Silvia, ambedue venerati come santi, e quelli delle due zie paterne, Emiliana e Tarsilia, vissute nella propria casa quali vergini consacrate in un cammino condiviso di preghiera e di ascesi. Gregorio entr presto nella carriera amministrativa, che aveva seguito anche il padre, e nel 572 ne raggiunse il culmine, divenendo prefetto della citt. Questa mansione, complicata dalla tristezza dei tempi, gli consent di applicarsi su vasto raggio ad ogni genere di problemi amministrativi, traendone lumi per i futuri compiti. In particolare, gli rimase un profondo senso dell'ordine e della disciplina: divenuto Papa, suggerir ai Vescovi di prendere a modello nella gestione degli affari ecclesiastici la diligenza e il rispetto delle leggi propri dei funzionari civili. Questa vita tuttavia non lo doveva soddisfare se, non molto dopo, decise di lasciare ogni carica civile, per ritirarsi nella sua casa ed iniziare la vita di monaco, trasformando la casa di famiglia nel monastero di Sant'Andrea al Celio. Di questo periodo di vita monastica, vita di dialogo permanente con il Signore nell'ascolto della sua parola, gli rester una perenne nostalgia che sempre di nuovo e sempre di pi appare nelle sue omelie: in mezzo agli assilli delle preoccupazioni pastorali, lo ricorder pi volte nei suoi scritti come un tempo felice di raccoglimento in Dio, di dedizione alla preghiera, di serena immersione nello studio. Pot cos acquisire quella profonda conoscenza della Sacra Scrittura e dei Padri della Chiesa di cui si serv poi nelle sue opere. Ma il ritiro claustrale di Gregorio non dur a lungo. La preziosa esperienza maturata nell'amministrazione civile in un periodo carico di gravi problemi, i rapporti avuti in questo ufficio con i bizantini, l'universale stima che si era acquistata, indussero Papa Pelagio a nominarlo diacono e ad inviarlo a Costantinopoli quale suo apocrisario, oggi si direbbe Nunzio Apostolico, per favorire il superamento degli ultimi strascichi della controversia monofisita e soprattutto per ottenere l'appoggio dell'imperatore nello sforzo di contenere la pressio-
ne longobarda. La permanenza a Costantinopoli, ove con un gruppo di monaci aveva ripreso la vita monastica, fu importantissima per Gregorio, poich gli diede modo di acquisire diretta esperienza del mondo bizantino, come pure di accostare il problema dei Longobardi, che avrebbe poi messo a dura prova la sua abilit e la sua energia negli anni del Pontificato. Dopo alcuni anni fu richiamato a Roma dal Papa, che lo nomin suo segretario. Erano anni difficili: le continue piogge, lo straripare dei fiumi, la carestia affliggevano molte zone d'Italia e la stessa Roma. Alla fine scoppi anche la peste, che fece numerose vittime,
rispetto reciproco e sulla serena convivenza tra italiani, imperiali e longobardi. Si preoccup della conversione dei giovani popoli e del nuovo assetto civile dell'Europa: i Visigoti della Spagna, i Franchi, i Sassoni, gli immigrati in Britannia ed i Longobardi, furono i destinatari privilegiati della sua missione evangelizzatrice. Abbiamo celebrato ieri la memoria liturgica di sant'Agostino di Canterbury, il capo di un gruppo di monaci incaricati da Gregorio di andare in Britannia per evangelizzare l'Inghilterra. Per ottenere una pace effettiva a Roma e in Italia, il Papa si impegn a fondo era un vero pacifi-
San Gregorio con i suoi diaconi, miniatura da un codice dell'XI secolo (Abbazia di Montecassino)
tra le quali anche il Papa Pelagio II. Il clero, il popolo e il senato furono unanimi nello scegliere quale suo successore sulla Sede di Pietro proprio lui, Gregorio. Egli cerc di resistere, tentando anche la fuga, ma non ci fu nulla da fare: alla fine dovette cedere. Era l'anno 590. Riconoscendo in quanto era avvenuto la volont di Dio, il nuovo Pontefice si mise subito con lena al lavoro. Fin dall'inizio rivel una visione singolarmente lucida della realt con cui doveva misurarsi, una straordinaria capacit di lavoro nell'affrontare gli affari tanto ecclesiastici quanto civili, un costante equilibrio nelle decisioni, anche coraggiose, che l'ufficio gli imponeva. Si conserva del suo governo un'ampia documentazione grazie al Registro delle sue lettere (circa 800), nelle quali si riflette il quotidiano confronto con i complessi interrogativi che affluivano sul suo tavolo. Erano questioni che gli venivano dai Vescovi, dagli Abati, dai clerici, e anche dalle autorit civili di ogni ordine e grado. Tra i problemi che affliggevano in quel tempo l'Italia e Roma ve n'era uno di particolare rilievo in ambito sia civile che ecclesiale: la questione longobarda. Ad essa il Papa dedic ogni energia possibile in vista di una soluzione veramente pacificatrice. A differenza dell'Imperatore bizantino che partiva dal presupposto che i Longobardi fossero soltanto individui rozzi e predatori da sconfiggere o da sterminare, san Gregorio vedeva questa gente con gli occhi del buon pastore, preoccupato di annunciare loro la parola di salvezza, stabilendo con essi rapporti di fraternit in vista di una futura pace fondata sul
catore , intraprendendo una serrata trattativa col re longobardo Agilulfo. Tale negoziazione port ad un periodo di tregua che dur per circa tre anni (598-601), dopo i quali fu possibile stipulare nel 603 un pi stabile armistizio. Questo risultato positivo fu ottenuto anche grazie ai paralleli contatti che, nel frattempo, il Papa intratteneva con la regina Teodolinda, che era una principessa bavarese e, a differenza dei capi degli altri popoli germanici, era cattolica, profondamente cattolica. Si conserva una serie di lettere del Papa Gregorio a questa regina, nelle quali egli rivela la sua stima e la sua amicizia per lei. Teodolinda riusc man mano a guidare il re al cattolicesimo, preparando cos la via alla pace. Il Papa si preoccup anche di inviarle le reliquie per la basilica di S. Giovanni Battista da lei fatta erigere a Monza, n manc di farle giungere espressioni di augurio e preziosi doni per la medesima cattedrale di Monza in occasione della nascita e del battesimo del figlio Adaloaldo. La vicenda di questa regina costituisce una bella testimonianza circa l'importanza delle donne nella storia della Chiesa. In fondo, gli obiettivi sui quali Gregorio punt costantemente furono tre: contenere l'espansione dei Longobardi in Italia; sottrarre la regina Teodolinda all'influsso degli scismatici e rafforzarne la fede cattolica; mediare tra Longobardi e Bizantini in vista di un accordo che garantisse la pace nella penisola e in pari tempo consentisse di svolgere un'azione evangelizzatrice tra i Longobardi stessi. Duplice fu quindi il suo costante orientamento nella complessa vicenda: pro-
muovere intese sul piano diplomatico-politico, diffondere l'annuncio della vera fede tra le popolazioni. Accanto all'azione meramente spirituale e pastorale, Papa Gregorio si rese attivo protagonista anche di una multiforme attivit sociale. Con le rendite del cospicuo patrimonio che la Sede romana possedeva in Italia, specialmente in Sicilia, compr e distribu grano, soccorse chi era nel bisogno, aiut sacerdoti, monaci e monache che vivevano nell'indigenza, pag riscatti di cittadini caduti prigionieri dei Longobardi, comper armistizi e tregue. Inoltre svolse sia a Roma che in altre parti d'Italia un'attenta opera di riordino amministrativo, impartendo precise istruzioni affinch i beni della Chiesa, utili alla sua sussistenza e alla sua opera evangelizzatrice nel mondo, fossero gestiti con assoluta rettitudine e secondo le regole della giustizia e della misericordia. Esigeva che i coloni fossero protetti dalle prevaricazioni dei concessionari delle terre di propriet della Chiesa e, in caso di frode, fossero prontamente risarciti, affinch non fosse inquinato con profitti disonesti il volto della Sposa di Cristo. Questa intensa attivit Gregorio la svolse nonostante la malferma salute, che lo costringeva spesso a restare a letto per lunghi giorni. I digiuni praticati durante gli anni della vita monastica gli avevano procurato seri disturbi all'apparato digerente. Inoltre, la sua voce era molto debole cos che spesso era costretto ad affidare al diacono la lettura delle sue omelie, affinch i fedeli presenti nelle basiliche romane potessero sentirlo. Faceva comunque il possibile per celebrare nei giorni di festa Missarum sollemnia, cio la Messa solenne, e allora incontrava personalmente il popolo di Dio, che gli era molto affezionato, perch vedeva in lui il riferimento autorevole a cui attingere sicurezza: non a caso gli venne ben presto attribuito il titolo di consul Dei. Nonostante le condizioni difficilissime in cui si trov ad operare, riusc a conquistarsi, grazie alla santit della vita e alla ricca umanit, la fiducia dei fedeli, conseguendo per il suo tempo e per il futuro risultati veramente grandiosi. Era un uomo immerso in Dio: il desiderio di Dio era sempre vivo nel fondo della sua anima e proprio per questo egli era sempre molto vicino al prossimo, ai bisogni della gente del suo tempo. In un tempo disastroso, anzi disperato, seppe creare pace e dare speranza. Quest'uomo di Dio ci mostra dove sono le vere sorgenti della pace, da dove viene la vera speranza e diventa cos una guida anche per noi oggi.
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SALUTI AI FEDELI IN PIAZZA
In allegato oggi il volume con il testo dell'Istruzione Il servizio dell'autorit e l'obbedienza della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita apostolica, pubblicata in occasione della settantunesima assemblea semestrale dell'Unione superiori generali.
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Provviste di Chiese
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Guarabira (Brasile) il Reverendo Francisco de Assis Dantas de Lucena, del clero della Diocesi di Caic, finora Parroco della Parrocchia So Francisco de Assis.
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Vacaria (Brasile) il Reverendo Padre Irineu Gassen, O.F.M., finora Parroco della Parrocchia So Joo Batista nella Diocesi di Caxias do Sul.
A sessant'anni dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, quei trenta articoli rappresentano spesso delle speranze infrante. In tutto il mondo, infatti, sono ancora migliaia le violazioni.
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Unanime condanna nel mondo per la proroga degli arresti ad Aung San Suu Kyi
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La popolazione attanagliata dal conflitto tra Hamas e Israele
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L'eugenetica e il pensiero liberale
Il ritratto e due pagine autografe di Francesco De Sanctis: l'inizio del suo Saggio critico su Francesco Petrarca e una lettera al padre
Francesco De Sanctis, con cordiale amicizia. Anche l'inquilino del Colle, ricordandosi di questo scritto del padre, si sofferma su racconti familiari, concede con entusiasmo il primo e pi autorevole patrocinio all'evento clou del 2009: un'esposizione a Palazzo Venezia, un excursus nella storia dei classici della letteratura, sotto la guida del critico di Morra Irpina, da Jacopo da Lentini a Leopardi, Manzoni, senza dimenticare i nostri contemporanei, debitori di idee al De Sanctis, da Gadda a Getto a Bo. Ci saranno do-
cumenti originali in un percorso accompagnato da una serie di importanti opere d'arte provenienti dai maggiori musei del mondo. Con la tecnologia pi avanzata si potranno virtualmente sfogliare le opere, aprire come nelle scatole cinesi i files della politica, della storia, della poesia. Si capisce, l'occasione per far rivivere e conoscere a un largo pubblico i classici, per susci-
primi nomi che hanno aderito. Un'esposizione che sar itinerante, da Roma a Torino a Firenze, ad anticipare e seguire le celebrazioni per i centocinquanta anni dell'unit d'Italia attraverso le capitali del nuovo Stato. I progetti sono parecchio avanzati, in realt: c' una Fondazione con una ventina di giovani ricercatori dell'Universit La Sapienza che lavorano a tempo pieno. C' un comitato d'onore con politici del vecchio e nuovo governo, un comitato scientifico con intellettuali di chiara fama, nel campo degli studi storici, letterari, della comunicazione, come Asor Rosa, Giorgio Ficara, Giacomo Marramao e Claudio Strinati, che ha concesso volentieri le sale di Palazzo Venezia; ci sono i Rettori di universit italiane e di molte europee, e gli Istituti di Cultura all'estero. Perch, ci ricorda il Francesco architetto, il prozio era un personaggio eclettico, cosmopolita per mentalit e per necessit. Spendeva ore perfino sul Marino o sul Monti, insegnava grammatica e insieme tramava (come lo zio sacerdote, carbonaro convinto) per preparare i moti del 1848. L'unit di forma e contenuto, manifesto della sua attivit di critico, erano l'impegno della vita e gli costarono la cattedra, poi l'arresto, con la detenzione a Castel dell'Ovo, dove per ingannare il tempo pens bene di studiare il tedesco, per tradurre tutto Goethe. Segue la fuga avventurosa per le Americhe, lo sbarco clandestino a Malta, il rifugio a Torino, dove si mise a insegnare in una scuola privata femminile, per raggranellare il necessario, fino all'approdo in Svizzera, a Zurigo, dove il Politecnico gli concesse una scrivania. A Zurigo, in quegli anni, si poteva prendere il t a casa Listz in una lettera alla moglie parla di questo giovane compositore dalle dita incredibilmente lunghe e affusolate perfino dare lezioni di italiano all'amante di Wagner e suscitare la sua gelosia Perch mai questo De Sanctis ti scrive tante lettere?. Poi la carriera politica, anch'essa tumultuosa e apparentemente contraddittoria, la malattia che lo port quasi alla cecit nmesi atroce, per un letterato la morte prematura. Il protagonista di una fiction storica di successo, insomma. E non detto che non sia gi allo studio. A Palazzo Venezia, la realt far capolino oltrech dalle carte, dai vestiti da ministro, le spade, la scrivania con la tabacchiera e i pennini, tutte le foto di famiglia. Se la presentazione ufficiale, il 30 giugno, non riuscir a soddisfare
tare curiosit ed emozione. Il progetto dell'esposizione prevede l'illuminazione notturna di Palazzo Venezia, con lo scorrere dei versi dei poeti sulla facciata; coinvolge in letture e recite di brani delle opere pi celebri attori di fama, da Toni Servillo ad Alessandro Haber, Rocco Papaleo, Neri Marcor e Anna Galiena, per citare i
tutte le curiosit, i documentaristi possono appellarsi all'ultima vera testimone, zia Maria, la sorella di nonno Francesco, il magistrato. Ha novantasei anni, vive a Roma e, assicura il nipote, ha una memoria e una lucidit incredibili. Potrebbe cominciare a raccontare di quel giorno, che faceva i compiti con i figli di Benedetto Croce.
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Architettura e Sacre Scritture: intervista a monsignor Ravasi all'apertura del Festival Biblico di Vicenza
XIII
secolo)
segue una generazione di fondatori di citt segnati dal sangue, come Enoch e Lamech; la vendetta occhio per occhio dente per dente moltiplica esponenzialmente una violenza senza confini, fino alla bris dell'autodivinizzazione, della secolarizzazione assoluta. Da cui il caos di Babele Da un lato c' la consapevolezza che esiste Babele-Babilonia, la citt della confusione e, se si vuole, dell'appiattimento, dell'omologazione diffusa, forzosa e forzata in cui i modelli sono unici e senza il respiro della libert, gli stereotipi imperano e la banalit disordinata si allarga a macchia d'olio. Dio stesso nella creazione messo in contrasto col caos simboleggiato dal mare, dagli abissi acquatici o nel buio fondo o nel paesaggio indistinto del deserto. Dall'altro lato per si ha l'appello incessante a costruire la Gerusalemme nuova prospettata dall'Apocalisse secondo un modulo quadrato simbolico, segno di perfezione e di armonia. Sia-
In cui torna la simbologia tradizionale dell'albero della vita, che pianta le sue radici nella cripta, mentre i ventiquattro tigli piantati sull'ellisse che corona l'abside simboleggiano la giovinezza perenne dell'eternit. molto interessante anche la sperimentazione dei materiali di Richard Meier: le vele a forma di mani che si congiungono in preghiera nella sua chiesa a Tor Tre Teste restano bianchissime nonostante lo scorrere del tempo perch il materiale con cui sono state costruite distrugge chimicamente la patina scura lasciata dall'inquinamento, mentre la tensione dell'uomo verso l'infinito viene resa dalle curvature estreme del vetro innestato nel calcestruzzo. Ma sono eccezioni che confermano la regola, troppo spesso non c' dialogo tra l'architetto e l'artista che deve arredare la chiesa; chi disegna il progetto teme che tabernacolo, confessionali, quadri, statue sporchino il nitore delle linee, non considerando che sono elementi indispensabili per la liturgia. Il parroco di solito rimedia a questa assenza con dell'artigianato, non con dell'arte, e si mescolano riproduzioni stan-
che di stili precedenti a strutture intellettualistiche totalmente astratte dal contesto. L'esito finale pessimo. Stesso dualismo anche nella forma d'arte pi diffusa nel Novecento, il cinema, tra film di cassetta e intellettualismo sterile La nostra epoca non ha il coraggio di guardare se stessa nello specchio della Parola divina; la nuova traduzione della Cei sar un'occasione preziosa per riavvicinare credenti e non alla Bibbia. Perdere di vista le domande fondamentali della vita non fa bene agli artisti. Basti pensare a Woody Allen. Non pi lui; ora si limita a divertissement, fuochi di artificio che lasciano il tempo che trovano. Il successo del Festival del cinema spirituale in America Latina dimostra che la domanda c', registi e sceneggiatori sono stanchi di banalit e luoghi comuni; richieste di seminari e collaborazioni sono arrivate dagli Studios di Los Angeles e dalla New York Film Academy. In Italia, Ermanno Olmi sta lavorando a un progetto su Ges per Rai tre; arduo rendere la trascendenza nell'arte, ma l'unica sfida che la mantiene viva.
Nelle gallerie della Tate Britain la mostra di scultura neoclassica The Return of the Gods
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Affresco del monastero di San Mos l'Etiope a Nabak, in Siria. San Pietro apre le porte del Paradiso a monaci e monache
La sfida pi impegnativa
di FRANC ROD* La testimonianza profetica della vita consacrata posta davanti a grandi sfide e nel mondo moderno una delle sfide pi impegnative certamente quella relativa al voto di obbedienza. In un contesto culturale e sociale che esalta l'autonomia e l'indipendenza, di fronte all'oppressione e alla tirannide, che proclama l'assolutezza della libert fino al libertinismo e oltre, la Chiesa propone il volto austero, gioioso e liberante della obbedienza cristiana, il valore evangelico dell'autorit. Di quale autorit e di quale obbedienza stiamo parlando? Dell'autorit e dell'obbedienza che nascono dalla Parola di Dio. Tutta l'Istruzione un inno all'obbedienza, l'obbedienza che nasce dall'amore, si nutre della speranza, vive di fede. Il parametro unico e insostituibile Ges Cristo, Figlio del Padre. L'obbedienza di Cristo nasce da questa coscienza: obbedire amare il Padre, compiere la missione affidatagli, salvare l'uomo, tutto l'uomo, tutti gli uomini. Fuori di questa logica, non si comprende il Vangelo, si tradisce Ges. Il consacrato, posto alla sequela Christi, da Lui prende le mosse, da Cristo riparte, vivendo e proclamando la sequela Christi, essendo memoria vivente del modo di esistere e di agire di Cristo come Verbo incarnato di fronte al Padre e di fronte ai fratelli (VC 22). Per il cristiano, e a maggior ragione per il consacrato, obbedire al Padre significa riconoscersi figlio, come Ges. L'obbedienza segno distintivo della figliolanza, espressione manifesta del sentirsi figli amati dal Padre. Se vero che senza amore non c' obbedienza, altrettanto certo che senza obbedienza non c' amore. Fuori da questa prospettiva teologica, non c' obbedienza n amore. L'Istruzione vuole essere uno strumento di riflessione e di aiuto, di animazione e di incoraggiamento a tutti i consacrati, perch rendano sempre pi sicura la loro vocazione (cfr 2 Pt, 1, 10), avanzando fra le sfide e le difficolt del momento presente, con il cuore e la mente fissi in Cristo, Figlio obbediente al Padre.
*Cardinale
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A colloquio con monsignor Paul Zinghtung Grawng, presidente della Conferenza episcopale del Myanmar
Due bambini si riparano dalla pioggia nei giorni del ciclone che ha colpito il Myanmar
macerie, fornire abiti, cibo, acqua potabile e assistenza sanitaria. Gli aiuti e il servizio offerto dai volontari cattolici sono stati molto apprezzati. Superata la prima fase dell'emergenza, le persone colpite dal disastro hanno ora bisogno di qualcuno a cui raccontare la loro storia per condividere la loro triste e tragica esperienza e ricevere sostegno psicologico e morale. In questo i cattolici possono offrire la loro esperienza. La difficile situazione economica e sociale interpella le coscienze dei cristiani. Come rendete concreto il Vangelo della carit? La Chiesa locale ha un organismo per portare la carit ai bisognosi, Karuna Myanmar, che membro di Caritas Internationalis. L'impegno principale di Karuna Myanmar lo sviluppo integrale delle persone. Suo scopo anche quello di favorire la nascita di un modo nuovo di pensare, la capacit
di comprendere le situazioni e di rispondere adeguatamente attraverso il lavoro di squadra nello spirito del Vangelo e dell'insegnamento sociale della Chiesa. Che atteggiamento ha avuto la Chiesa durante la rivolta dei monaci buddisti? Da quanto abbiamo potuto capire dai discorsi che si facevano all'epoca, i monaci buddisti sono scesi in strada con l'espressa intenzione di recitare preghiere e invocare benedizioni sia per i cittadini sia per le autorit. Ed proprio quello che all'inizio hanno fatto pacificamente, come si potuto vedere dai notiziari trasmessi dal satellite. Volevano un cambiamento in positivo per tutto il Paese. Per i monaci si trattata di una manifestazione coraggiosa che ha suscitato simpatie nei loro confronti.
W
Il 26 maggio alle ore 10.30 all'ospedale Gemelli si spento serenamente
S.E. Mons.
ANGELO CELLA
Parroco indimenticabile e Vescovo Ausiliare della Chiesa di Palermo, ha svolto per oltre 20 anni, con zelo instancabile e vita esemplare, la sua intensa missione di Pastore nella Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino. I Missionari del Sacro Cuore suoi confratelli e i cari familiari lo ricordano con gratitudine e lo raccomandano alla preghiera di quanti lo hanno conosciuto e amato. Gioved 29 alle ore 11 sar celebrata l'Eucaristia di suffragio nel Santuario di Nostra Signora del Sacro Cuore in Roma, Corso del Rinascimento 27.
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Lo ha chiesto il Papa nel saluto rivolto ad un gruppo di insegnanti, alunni e genitori presenti all'udienza generale
Bratia a sestry, Kristus je cesta k Otcovi a v Eucharistii sa ponka kadmu z ns ako prame boskho ivota. erpajme vytrvalo z toho pramea. S tmto elanm ehnm vs i vaich drahch. Pochvlen bu Jei Kristus! [Un affettuoso benvenuto agli allievi e insegnanti della Scuola elementare Anton Bernolk di Nov Zmky. Fratelli e sorelle, Cristo la via che conduce al Padre e nell'Eucaristia si offre ad ognuno di noi come sorgente di vita divina. Attingiamone con perseveranza. Con questi voti benedico voi ed i vostri cari. Sia lodato Ges Cristo!] Pozdravljam sve hrvatske hodoasnike, a posebno vjernike upa Svetoga Antuna Padovanskoga te Blaenoga Alojzija Stepinca iz Zagreba. Na izmaku ovog mjeseca posveenoga nebeskoj Majci, elim vam da vas uvijek prati njezin zagovor i pomo. Hvaljen Isus i Marija! [Saluto i pellegrini croati, particolarmente i fedeli delle parrocchie di Sant'Antonio di Padova e del Beato Luigi Stepinac di Zagabria. Nella prossimit della fine del mese dedicato alla Madre celeste, auspico che la sua intercessione e il suo aiuto vi accompagnino sempre. Siano lodati Ges e Maria!] Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i sacerdoti del Pontificio Collegio San Paolo apostolo, che hanno terminato gli studi nelle diverse Universit Pontificie e stanno per ritornare nei rispettivi loro Paesi. Cari sacerdoti, vi esorto a vivere sempre con fedelt il ministero pastorale, facendo tesoro della formazione ricevuta in questi anni a Roma. Saluto poi gli insegnanti, gli alunni e i genitori che partecipano al pellegrinaggio delle Maestre Pie Filippini, in occasione del terzo centenario di apertura in Roma della prima scuola da parte di S. Lucia Filippini. Cari amici, e specialmente voi, care Suore, sull'esempio della vostra Fondatrice profittate di questa ricorrenza per contribuire, con rinnovato impegno, ad affrontare l'odierna emergenza educativa nella citt di Roma, cuore della cristianit. Saluto inoltre i fedeli provenienti da Nola, accompagnati dal loro Pastore Mons. Beniamino Depalma. Cari fratelli e sorelle, vi invito a testimoniare quotidianamente il Vangelo della carit, sull'esempio del vostro patrono san Paolino da Nola. Mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Sta per terminare il mese di maggio, e il pensiero va a Maria Santissima, Stella luminosa del nostro cammino cristiano. A lei, facciamo costante riferimento, contando nella sua materna intercessione, e potremo cos percorrere con gioia e speranza il nostro quotidiano pellegrinaggio verso la Patria eterna
Chers frres et surs, Je suis heureux de vous accueillir chers plerins francophones, en particulier les jeunes du Canada et les prtres de Bruges. En cette fin du mois de mai, je vous confie la Vierge Marie, Mre de l'Eglise et notre Mre. Avec ma Bndiction apostolique. Dear Brothers and Sisters, I offer a warm greeting and prayerful good wishes to the participants in the Christian-Hindu symposium being held these days in Castel Gandolfo. Upon all the English-speaking pilgrims, especially those from England, Scotland, Sweden, Australia, Hong Kong, India, Indonesia, Canada and the United States, I cordially invoke God's blessings of joy and peace. Liebe Brder und Schwestern! Gerne heie ich alle deutschsprachigen Pilger in dieser Audienz willkommen. Nach dem Beispiel des heiligen Gregor des Groen wollen auch wir all unsere Fhigkeiten einsetzen, um die uns anvertrauten Aufgaben in Kirche und Welt zu erfllen. Der Herr schenke euch dazu die Kraft und den Beistand des Heiligen Geistes. Queridos hermanos y hermanas: Saludo con afecto a los peregrinos de lengua espaola, en particular, a los fieles procedentes de Alicante, Madrid, Sevilla y Navarra, as como a los venidos de Honduras, Brasil y otros pases latinoamericanos. Que San Gregorio Magno os estimule con su ejemplo de santi-
dad en el camino de la vida. Muchas gracias. Amados Irmos e Irms, Sado cordialmente a quantos me escutam de lngua portuguesa, desejando-lhes todo o bem no Senhor. Em particular sado o numeroso grupo de peregrinos provindos de diversas partes do Brasil. Fao votos de que a visita cidade, onde foram martirizados os Apstolos So Pedro e So Paulo, reavive a f em Cristo Jesus, que por amor nos redimiu e nos chamou filhos de Deus, para que vivamos na justia e na paz. A todos de corao dou a minha Bno, que fao extensiva aos vossos familiares e amigos. Witam pielgrzymw z Polski. Pozdrawiam szczeglnie obecnych tu neoprezbiterw. Wdziczni Bogu za dar kapastwa, wiernie gocie Ewangeli, sprawujcie sakramenty i podejmujcie posug uwicania siebie i innych. Pojutrze, w uroczysto Najwitszego Serca Pana Jezusa bdziemy obchodzili dzie modlitw o wito kapanw. Wszystkich zachcam do gorcej modlitwy w tej intencji. Niech wam Bg bogosawi. [Do il benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Polonia. Saluto in modo particolare i neopresbiteri qui presenti. Grati a Dio per il dono del sacerdozio fedelmente proclamate il Vangelo, amministrate i sacramenti e assumete il ministero di santificazione di voi stessi e degli altri. Dopodomani, nella solennit del Sacratissimo Cuore di Ges celebreremo la giornata della preghiera per la santit dei sacerdoti. Invito tutti all'ardente preghiera secon-
do questa intenzione. Dio vi benedica.] D$nf ltktufw$ erhfycmrb d$qcmrjdjckejdw$d 50-uj v$yfhjlyjuj d$qcmrjdjuj gfkjvybwndf, oj d$lekjcm e v$cn$ Khl. Ytfq Vbh jbq lyf $ cgjdyz dfit bnnz e hbcnbzycmrjve cke$yy$ cdjq fnmr$doby$ $ vbhe e cd$n$. [Saluto la delegazione dei militari ucraini del 50 Pellegrinaggio Internazionale Militare, svoltosi nella citt di Lourdes. Che la pace di Dio vi unisca e riempia la vostra vita nel servizio cristiano alla Patria e alla pace nel mondo.]
Srden vtm a zdravm poutnky z esk republiky, zejmna z Hradce Krlov, Hovz, a vozke Petrkova z Prahy Rd vm vem ehnm! Chvla Kristu! [Un cordiale benvenuto e saluti ai pellegrini provenienti dalla Repubblica Ceca, in particolare da Hradec Krlov, Hovz e portatori di handicap (Comunit Petrkova), di Praga. Volentieri vi benedico tutti. Sia lodato Ges Cristo!] S lskou vtam iakov a pedaggov Zkladnej koly Antona Bernolka z Novch Zmkov.
Istruzione
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Il testo de ` e lobbedienza Il servizio dellautorita e ` stato inserito nel sito Internet del Vaticano www.vatican.va
INTRODUZIONE
Fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi (Sl 79,4) La vita consacrata testimone della ricerca di Dio 1. Faciem tuam, Domine, requiram : il tuo volto, Signore, io cerco (Sl 26,8). Pellegrino alla ricerca del senso della vita, avvolto nel grande mistero che lo circonda, luomo cerca di fatto, anche se spesso inconsciamente, il volto del Signore. Fammi conoscere Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri (Sl 24,4): nessuno potra ` mai togliere dal cuore della persona umana la ricerca di Colui del quale la Bibbia dice Egli e ` tutto (Sir 43,27) e delle vie per raggiungerlo. La vita consacrata, chiamata a rendere visibili nella Chiesa e nel mondo i tratti caratteristici di Gesu ` , vergine, povero ed obbediente,1 fiorisce sul terreno di questa ricerca del volto del Signore e della via che porta a Lui (cf. Gv 14,4-6). Una ricerca che conduce a sperimentare la pace en sua voluntate e ` nostra pace 2 e che costituisce la fatica dogni giorno, perche Dio e ` Dio, e non sempre le sue vie e i suoi pensieri sono le nostre vie e i nostri pensieri (cf. Is 55,8). La persona consacrata testimonia dunque limpegno, gioioso e insieme laborioso, della ricerca assidua della volonta ` divina, e per questo sceglie di utilizzare ogni mezzo disponibile che la aiuti a conoscerla e la sostenga nel darvi compimento. Qui trova il suo significato anche la comunita ` religiosa, comunione di persone consacrate che professano di cercare e compiere insieme la volonta ` di Dio: comunita ` di fratelli o sorelle con diversita ` di ruoli, ma
1 Cf. Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica post-sinodale Vita consecrata (25 marzo 1996), 1. 2 Dante Alighieri, La Divina Commedia, Paradiso, III, 85.
con lo stesso obiettivo e la medesima passione. Per questo, mentre tutti, nella comunita ` , sono chiamati a cercare cio ` che a Dio piace e ad obbedire a Lui, alcuni sono chiamati ad esercitare, in genere temporaneamente, il compito particolare di essere segno di unita ` e guida nella ricerca corale e nel compimento personale e comunitario della volonta ` ` questo il servizio dellautorita di Dio. E `. Un cammino di liberazione 2. La cultura delle societa ` occidentali, fortemente centrata sul soggetto, ha contribuito a diffondere il valore del rispetto per la dignita ` della persona umana, favorendone positivamente il libero sviluppo e l autonomia. Tale riconoscimento costituisce uno dei tratti piu ` significativi della modernita ` ed e ` un dato provvidenziale che richiede modalita ` nuove di concepire lautorita ` e di relazionarsi con essa. Senza dimenticare, daltra parte, che quando la liberta ` tende a trasformarsi in arbitrio e lautonomia della persona in indipendenza dal Creatore e dalla relazione con gli altri, allora ci si trova di fronte a forme di idolatria che non accrescono la liberta ` ma rendono schiavi. In questi casi, le persone credenti nel Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, nel Dio di Gesu ` Cristo, non possono non intraprendere un ` cammino di liberazione personale da ogni ombra di culto idolatrico. E un percorso che puo ` trovare una stimolante figura nellesperienza dellEsodo: cammino di liberazione che, dallomologazione ad un diffuso modo di pensare, conduce alla liberta ` delladesione al Signore, e che dallappiattimento su criteri valutativi unilaterali porta alla ricerca di itinerari che immettono nella comunione con il Dio vivo e vero. Il viaggio dellEsodo e ` guidato dalla nube, luminosa e oscura, dello Spirito di Dio, e, anche se talvolta sembra perdersi per strade senza senso, ha per destino lintimita ` beatificante del cuore di Dio: Ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me (Es 19,4). Un gruppo di schiavi viene liberato per diventare popolo santo, che conosce la gioia del libero servizio a Dio. Gli avvenimenti dellEsodo sono un paradigma che accompagna tutta la vicenda biblica e si pone 4
come anticipazione profetica della stessa vita terrena di Gesu ` , il quale a sua volta libera dalla schiavitu ` prov` attraverso lobbedienza alla volonta vida del Padre. Destinatari, intento e limiti del documento 3. La Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societa ` di vita apostolica, nel corso della sua ultima Plenaria, che ha avuto luogo nei giorni 28-30 settembre 2005, ha rivolto la sua attenzione al tema ` stato dellesercizio dellautorita ` e dellobbedienza nella vita consacrata. E riconosciuto che questo tema esige un particolare impegno di riflessione, soprattutto a motivo dei cambiamenti che si sono verificati allinterno degli Istituti e delle comunita ` negli ultimi anni, e anche alla luce di quanto hanno proposto i piu ` recenti documenti magisteriali sul rinnovamento della vita consacrata. La presente Istruzione, frutto di quanto e ` emerso nella citata Plenaria e nella successiva riflessione di questo Dicastero, e ` indirizzata ai membri degli Istituti di vita consacrata che praticano la vita fraterna in comunita ` , cioe ` a quanti appartengono, uomini e donne, agli Istituti religiosi, ai quali si avvicinano i membri delle Societa ` di vita apostolica. Tuttavia anche le altre persone consacrate, in relazione al loro genere di vita, possono trarne utili indicazioni. A tutti costoro, chiamati a testimoniare il primato di Dio attraverso la libera obbedienza alla sua santa volonta ` , questo documento intende offrire un aiuto e un incoraggia` al Signore. mento a vivere con gioia il loro s Nellaffrontare il tema di questa Istruzione, si e ` ben consapevoli che le sue implicazioni sono molte e che nel vasto mondo della vita consacrata esiste oggi non solo una grande varieta ` di progetti carismatici e di impegni missionari, ma anche una certa diversita ` di modelli di governo e di prassi dellobbedienza, diversita ` sovente influenzate dai vari contesti 3 culturali. Inoltre, dovrebbero essere tenute presenti le differenze che
` di vita Cf. Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societa ` (2 febbraio 1994), 5; Congregazione per i apostolica, Istruzione La vita fraterna in comunita Religiosi e gli Istituti Secolari, Istruzione Elementi essenziali dellinsegnamento della Chiesa sulla vita religiosa (31 maggio 1983), 21.
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caratterizzano, anche sotto il profilo psicologico, le comunita ` femminili e le comunita ` maschili. E, ancora, andrebbero considerate le nuove problematiche che le numerose forme di collaborazione missionaria, in particolare con i laici, pongono allesercizio dellautorita ` . Anche il differente peso attribuito allautorita ` locale o allautorita ` centrale, nei diversi Istituti religiosi, determina modalita ` non uniformi di praticare autorita ` e obbedienza. Non va infine dimenticato che la tradizione della vita consacrata vede comunemente nella figura sinodale del Capitolo generale (o di riunioni analoghe) la suprema autorita ` dellIstituto,4 alla quale tutti i membri, a cominciare dai superiori, devono fare riferimento. A tutto cio ` si deve aggiungere la constatazione che in questi anni il modo di sentire e di vivere lautorita ` e lobbedienza e ` mutato sia nella Chiesa che nella societa ` . Cio `e ` dovuto, tra laltro: alla presa di coscienza del valore della singola persona, con la sua vocazione e i suoi doni intellettuali, affettivi e spirituali, con la sua liberta ` e capacita ` relazionale; alla 5 ` di comunione, con la valorizzazione degli strucentralita ` della spiritualita menti che aiutano a viverla; a un modo diverso e meno individualistico di concepire la missione, nella condivisione con tutti i membri del popolo di Dio, con le conseguenti forme di concreta collaborazione. Considerando, tuttavia, alcuni elementi del presente influsso cultu puo rale, va ricordato che il desiderio della realizzazione di se ` entrare a volte in conflitto con i progetti comunitari; la ricerca del benessere personale, sia spirituale che materiale, puo ` rendere difficoltosa la dedizione totale a servizio della missione comune; le visioni troppo soggettive del carisma e del servizio apostolico possono indebolire la collaborazione e la condivisione fraterna. Ma non e ` da escludere che in taluni ambienti prevalgano problemi opposti, determinati da una visione dei rapporti sbilanciata sul versante della collettivita ` e delleccessiva uniformita ` , con il rischio di mortificare ` un equilibrio non facile quello la crescita e la responsabilita ` dei singoli. E tra soggetto e comunita ` , e dunque anche tra autorita ` e obbedienza.
Cf. Codice di Diritto Canonico, can. 631, 1; cf. Vita consecrata, 42. Cf. Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica Novo millennio ineunte (6 gennaio 2001), 43-45; Vita consecrata, 46; 50.
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Questa Istruzione non intende entrare nel merito di tutte le problematiche sollevate dai vari elementi e dalle diverse sensibilita ` appena ` richiamate. Queste rimangono, per cos dire, sullo sfondo delle riflessioni e delle indicazioni che vengono qui proposte. Lintento principale di questa Istruzione e ` quello di riaffermare che obbedienza e autorita `, seppure praticate in molti modi, hanno sempre una relazione peculiare con il Signore Gesu ` , Servo obbediente. Inoltre si propone di aiutare lautorita ` nel suo triplice servizio: alle singole persone chiamate a vivere la propria consacrazione (prima parte); a costruire comunita ` fraterne (seconda parte); a partecipare alla missione comune (terza parte). Le considerazioni e le indicazioni che seguono si pongono in continuita ` con quelle dei documenti che hanno accompagnato il cammino delle vita consacrata in questi anni non facili, soprattutto le Istruzioni ` 7 del 1994, Potissimum institutioni 6 del 1990, La vita fraterna in comunita lEsortazione apostolica postsinodale Vita consecrata 8 del 1996, e lIstruzione Ripartire da Cristo 9 del 2002.
6 ` di vita apoCongregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societa stolica, Istruzione Potissimum institutioni (2 febbraio 1990), in particolare i nn. 15, 24-25, 30-32. 7 In particolare i nn. 47-52. 8 In particolare i nn. 42-43, 91-92. 9 ` di vita apoCongregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societa stolica, Istruzione Ripartire da Cristo (19 maggio 2002), in particolare i nn. 7 e 14.
PRIMA PARTE
creatura lessere dipendente da un Altro e, in quanto essere in relazione, anche dagli altri. Il credente cerca il Dio vivo e vero, il Principio e il Fine di tutte le cose, il Dio non fatto a propria immagine e somiglianza, ma il Dio che ci ha fatto a sua immagine e somiglianza, il Dio che manifesta la sua volonta ` , che indica le vie per raggiungerlo: Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra (Sl 15,11). Cercare la volonta ` di Dio significa cercare una volonta ` amica, benevola, che vuole la nostra realizzazione, che desidera soprattutto la libera risposta damore al suo amore, per fare di noi strumenti dellamore ` in questa via amoris che sboccia il fiore dellascolto e dellobdivino. E bedienza. Lobbedienza come ascolto 5. Ascolta, figlio (Pr 1,8). Lobbedienza e ` prima di tutto atteggia` mento filiale. E quel particolare tipo dascolto che solo il figlio puo ` prestare al padre, perche illuminato dalla certezza che il padre ha solo cose buone da dire e da dare al figlio; un ascolto intriso di quella fiducia che rende il figlio accogliente della volonta ` del padre, sicuro che essa sara ` per il bene. Cio ` e ` immensamente piu ` vero nei riguardi di Dio. Noi, infatti, raggiungiamo la nostra pienezza solo nella misura in cui ci inseriamo nel disegno con cui Egli ci ha concepito con amore di Padre. Dunque lobbedienza e ` lunica via di cui dispone la persona umana, essere intelligente e libero, per realizzarsi pienamente. In effetti, quando dice no a Dio la persona umana compromette il progetto divino, sminuisce se stessa e si destina al fallimento. Lobbedienza a Dio e ` cammino di crescita e, percio `, di liberta ` della persona perche consente di accogliere un progetto o una volonta ` diversa dalla propria che non solo non mortifica o diminuisce, ma fonda la dignita ` umana. Al tempo stesso, anche la liberta ` e ` in se un cammino dobbedienza, perche e ` obbedendo da figlio al piano del Padre che il ` chiaro che una tale obbedienza credente realizza il suo essere libero. E 9
esige di riconoscersi come figli e di godere desser figli, perche solo un figlio e una figlia possono consegnarsi liberamente nelle mani del Padre, esattamente come il Figlio Gesu ` abbandonato al Padre. E se ` , che si e nella sua passione si e ` pure consegnato a Giuda, ai sommi sacerdoti, ai suoi flagellatori, alla folla ostile e ai suoi crocifissori, lo ha fatto solo perche era assolutamente certo che ogni cosa trovava un suo significato nella fedelta ` totale al disegno di salvezza voluto dal Padre, al quale come ricorda san Bernardo non fu la morte che piacque, ma la volonta ` di colui che spontaneamente moriva .11 Ascolta, Israele (Dt 6,4) 6. Figlio, per il Signore Iddio, e ` Israele, il popolo che Egli si e ` scelto, che ha generato, che ha fatto crescere tenendolo per mano, che ha sollevato alla sua guancia, cui ha insegnato a camminare (cf. Os 11, 1-4), cui come somma espressione di affetto ha rivolto in continuazione la sua Parola, anche se questo popolo non sempre lha ascoltata, o lha vissuta come un peso, come una legge . Tutto lAntico Testamento e ` un invito allascolto, e lascolto e ` in funzione dellalleanza nuova, quando, come dice il Signore, porro ` le mie leggi nella loro mente e le imprimero ` nei loro cuori; saro ` il loro Dio ed essi saranno il mio popolo (Eb 8,10; cf. Ger 31,33). Allascolto segue lobbedienza come risposta libera e liberante del nuovo Israele alla proposta del nuovo patto; lobbedienza e ` parte della nuova alleanza, anzi il suo distintivo caratteristico. Ne segue che essa puo ` essere compresa compiutamente solo allinterno della logica di amore, dintimita ` con Dio, di appartenenza definitiva a Lui che rende finalmente liberi. Lobbedienza alla Parola di Dio 7. La prima obbedienza della creatura e ` quella di venire allesistenza, in adempimento al fiat divino che la chiama ad essere. Tale obbedienza raggiunge piena espressione nella creatura libera di riconoscersi ed ac11
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` al proprio venire da Dio. cettarsi come dono del Creatore, di dire s ` essa compie il primo, vero atto di liberta Cos ` , che e ` anche il primo e fondamentale atto di autentica obbedienza. Lobbedienza propria della persona credente, poi, e ` ladesione alla Parola con la quale Dio rivela e comunica se stesso, e attraverso la quale rinnova ogni giorno la sua alleanza damore. Da quella Parola e ` scaturita la vita che ogni giorno continua ad essere trasmessa. Percio ` la persona credente cerca ogni mattina il contatto vivo e costante con la Parola che in quel giorno e ` proclamata, meditandola e custodendola nel cuore come un tesoro, facendone la radice dogni azione e il criterio primo dogni scelta. E alla fine della giornata si confronta con essa, lodando Dio come Simeone per aver visto il compiersi della Parola eterna dentro la piccola vicenda della propria quotidianita ` (cf. Lc 2,27-32), e affidando alla forza della Parola quanto e ` rimasto ancora incompiuto. La Parola, infatti, non lavora solo di giorno, ma sempre, come insegna il Signore nella parabola del seme (cf. Mc 4,26-27). Lamorosa frequentazione quotidiana della Parola educa a scoprire le vie della vita e le modalita ` attraverso le quali Dio vuole liberare i suoi figli; alimenta listinto spirituale per le cose che piacciono a Dio; trasmette il senso e il gusto della sua volonta ` ; dona la pace e la gioia di rimanergli fedeli, rendendo sensibili e pronti a tutte le espressioni dellobbedienza: al Vangelo (Rm 10,16; 2 Tes 1,8), alla fede (Rm 1,5; 16,26), alla verita ` (Gal 5,7; 1 Pt 1,22). Non si deve tuttavia dimenticare che lesperienza autentica di Dio resta sempre esperienza di alterita ` . Per quanto grande possa essere la somiglianza tra il Creatore e la creatura, sempre piu ` tra loro la ` grande e 12 ` dissomiglianza . I mistici, e tutti coloro che hanno gustato lintimita con Dio, ci ricordano che il contatto con il Mistero sovrano e ` sempre contatto con lAltro, con una volonta ` che talvolta e ` drammaticamente dissimile dalla nostra. Obbedire a Dio significa infatti entrare in un ordine altro di valori, cogliere un senso nuovo e differente della realta `, sperimentare una liberta ` impensata, giungere alle soglie del mistero: Perche i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non
Benedetto XVI, Lettera Enciclica Spe salvi (30 novembre 2007), 43; cf. Conc. Ecum. Lateranense IV, in DS 806.
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sono le mie vie, oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre, i miei pensieri sovrastano i vostri (Is 55,8-9). Se puo ` incutere timore questo ingresso nel mondo di Dio, tale esperienza, sullesempio dei santi, puo ` mostrare che quanto per luomo ` autentica obbee ` impossibile e ` reso possibile da Dio; essa diviene cos dienza al Mistero di un Dio che e ` , nello stesso tempo, interior intimo 13 meo e radicalmente altro. ` , il Figlio obbediente al Padre Alla sequela di Gesu 8. In questo cammino non siamo soli: siamo guidati dallesempio di Cristo, lamato nel quale il Padre se ` compiaciuto (cf. Mt 3,17; 17,5), ma ` Lui che ispira anche Colui che ci ha liberati grazie alla sua obbedienza. E la nostra obbedienza, perche si compia anche attraverso di noi il disegno divino di salvezza. In Lui tutto e ` ascolto e accoglienza del Padre (cf. Gv 8,28-29), tutta la sua vita terrena e ` espressione e continuazione di cio ` che il Verbo fa dalleternita ` : lasciarsi amare dal Padre, accogliere in maniera incondizionata il suo amore, al punto di non far nulla da se stesso (cf. Gv 8,28), ma di compiere sempre cio ` che piace al Padre. La volonta ` del Padre e ` il cibo che sostiene Gesu ` nella sua opera (cf. Gv 4,34) e che frutta a Lui e a noi la sovrabbondanza della risurrezione, la gioia luminosa di entrare nel ` per cuore stesso di Dio, nella schiera beata dei suoi figli (cf. Gv 1,12). E questa obbedienza di Gesu ` che tutti sono costituiti giusti (Rm 5,19). Egli lha vissuta anche quando essa gli ha presentato un calice difficile da bere (cf. Mt 26,39.42; Lc 22,42), e se ` fatto obbediente fino ` questo laspetto drammaalla morte, e alla morte di croce (Fil 2,8). E tico dellobbedienza del Figlio, avvolta da un mistero che non potremo mai penetrare totalmente, ma che e ` per noi di grande rilevanza perche ci svela ancor piu ` la natura filiale dellobbedienza cristiana: solo il Figlio, che si sente amato dal Padre e lo riama con tutto se stesso, puo ` giungere a questo tipo di obbedienza radicale.
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Piu ` interno del mio stesso intimo : SantAgostino, Confessioni, III, 6, 11.
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Il cristiano, come Cristo, si definisce come essere obbediente. Lindiscutibile primato dellamore nella vita cristiana non puo ` far dimenticare che tale amore ha acquistato un volto e un nome in Cristo Gesu ` ed e ` diventato Obbedienza. Lobbedienza, dunque, non e ` umiliazione ma verita ` sulla quale si costruisce e si realizza la pienezza delluomo. Percio ` ` ardentemente compiere la volonta il credente desidera cos ` del Padre da farne la sua aspirazione suprema. Come Gesu ` , egli vuol vivere di questa volonta ` . Ad imitazione di Cristo e imparando da lui, con gesto di suprema liberta ` e di fiducia incondizionata, la persona consacrata ha posto la sua volonta ` nelle mani del Padre per rendergli un sacrificio perfetto e gradito (cf. Rm 12,1). Ma prima ancora di essere il modello di ogni obbedienza, Cristo e ` Colui al quale va ogni vera obbedienza cristiana. Infatti e ` il mettere in pratica le sue parole che rende effettivo il discepolato (cf. Mt 7,24) ed e ` losservanza dei suoi comandamenti che rende concreto lamore a Lui e attira lamore del Padre (cf. Gv 14,21). Egli e ` al centro della comunita ` religiosa come Colui che serve (cf. Lc 22,27), ma anche come Colui al quale si confessa la propria fede ( Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me : Gv 14,1) e si dona la propria obbedienza, perche solo in essa si attua una sequela sicura e perseverante: In realta ` e ` lo stesso Signore risorto, nuovamente presente tra i fratelli e le sorelle riuniti nel suo nome, che addita il cammino da percorrere .14 Obbedienti a Dio attraverso mediazioni umane 9. Dio manifesta la sua volonta ` attraverso la mozione interiore dello Spirito, che guida alla verita ` tutta intera (cf. Gv 16,13), e attraverso molteplici mediazioni esteriori. In effetti, la storia della salvezza e ` una storia di mediazioni che rendono in qualche modo visibile il mistero di grazia che Dio compie nellintimo dei cuori. Anche nella vita di Gesu ` si possono riconoscere non poche mediazioni umane, attraverso le quali Egli ha avvertito, ha interpretato e ha accolto la volonta ` del Padre, come
14 Benedetto XVI, Lettera al Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le ` di Vita Apostolica in occasione della Plenaria, 27 settembre 2005, in Insegnamenti di Benedetto Societa XVI, 2005, I, Citta ` del Vaticano, 588.
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ragione di essere e come cibo permanente della sua vita e della sua missione. Le mediazioni che comunicano esteriormente la volonta ` di Dio vanno riconosciute nelle vicende della vita e nelle esigenze proprie della vocazione specifica; ma si esprimono anche nelle leggi che regolano la vita associata e nelle disposizioni di coloro che sono chiamati a guidarla. Nel contesto ecclesiale, leggi e disposizioni, legittimamente date, consentono di riconoscere la volonta ` di Dio, divenendo attuazione concreta e ordinata delle esigenze evangeliche, a partire dalle quali vanno formulate e percepite. Le persone consacrate, inoltre, sono chiamate alla sequela di Cristo obbediente dentro un progetto evangelico, o carismatico, suscitato dallo Spirito e autenticato dalla Chiesa. Essa, approvando un progetto carismatico quale e ` un Istituto religioso, garantisce che le ispirazioni che lo animano e le norme che lo reggono possono dar luogo ad un itinerario di ricerca di Dio e di santita ` . Anche la Regola e le altre indicazioni di vita diventano quindi mediazione della volonta ` del Signore: mediazione umana ma pur sempre autorevole, imperfetta ma assieme vincolante, punto di avvio da cui partire ogni giorno, e anche da superare in uno slancio generoso e creativo verso quella santita ` che Dio vuole per ogni consacrato. In questo cammino lautorita `e ` investita del compito pastorale di guidare e di decidere. ` evidente che tutto cio E ` sara ` vissuto coerentemente e fruttuosamente solo se rimangono vivi il desiderio di conoscere e fare la volonta ` di Dio, ma anche la consapevolezza della propria fragilita ` , come pure laccettazione della validita ` delle mediazioni specifiche, anche quando non si cogliessero appieno le ragioni che esse presentano. Le intuizioni spirituali dei fondatori e delle fondatrici, soprattutto di coloro che hanno maggiormente segnato il cammino della vita religiosa lungo i secoli, hanno sempre dato grande risalto allobbedienza. San Benedetto gia ` allinizio della sua Regola si indirizza al monaco dicendogli: A te (...) si rivolge ora la mia parola; a te che, rinunciando alle tue proprie volonta ` per militare per Cristo Signore, vero re, prendi su di te le fortissime e gloriose armi dellobbedienza .15
San Benedetto, Regola, Prologo, 3. Cf. anche SantAgostino, Regola, 7; San Francesco dAssisi, Regola non bollata, I, 1; Regola bollata, I, 1; cf. Vita consecrata, 46.
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Si deve poi ricordare che il rapporto autorita ` -obbedienza si colloca nel contesto piu ` ampio del mistero della Chiesa e costituisce una particolare attuazione della sua funzione mediatrice. A riguardo il Codice di Diritto Canonico raccomanda ai superiori di esercitare in spirito di servizio la potesta ` che hanno ricevuto da Dio, mediante il ministero 16 della Chiesa . Imparare lobbedienza nel quotidiano 10. Alla persona consacrata, pertanto, puo ` avvenire di imparare lobbedienza anche a partire dalla sofferenza, ovvero da alcune situazioni particolari e difficili: quando, ad esempio, viene domandato di lasciare certi progetti e idee personali, di rinunciare alla pretesa di gestire da soli la vita e la missione; o tutte le volte in cui cio ` che viene richiesto (o chi lo richiede) appare umanamente poco convincente. Chi si trova in tali situazioni non dimentichi, allora, che la mediazione e ` per natura sua limitata e inferiore a cio ` a cui rimanda, tanto piu ` se si tratta della mediazione umana nei confronti della volonta ` divina; ma ricordi pure, ogniqualvolta si trova di fronte ad un comando legittimamente dato, che il Signore chiede di obbedire allautorita ` che in quel momento lo rap17 ` presenta e che anche Cristo imparo ` lobbedienza dalle cose che pat (Eb 5,8). ` opportuno ricordare, a questo proposito, le parole di Paolo VI: E Dovete dunque sperimentare qualcosa del peso che attirava il Signore verso la sua croce, questo battesimo con cui doveva essere battezzato, ove si sarebbe acceso quel fuoco che infiamma anche voi (cf. Lc 12, 4950); qualcosa di quella follia che San Paolo desidera per tutti noi, perche solo essa ci rende sapienti (cf. 1 Cor 3,18-19). La croce sia per voi, come e ` stata per il Cristo, la prova dellamore piu ` grande. Non esiste forse un rapporto misterioso tra la rinuncia e la gioia, tra il sacrificio e la dilatazione del cuore, tra la disciplina e la liberta ` spirituale? .18
Codice di Diritto Canonico, can. 618. Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Decreto sul rinnovamento della vita religiosa Perfectae caritatis, 14. Cf. Codice di Diritto Canonico, can. 601. 18 Paolo VI, Esortazione Apostolica Evangelica testificatio (29 giugno 1971), 29.
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` proprio in questi casi sofferti che la persona consacrata impara ad E obbedire al Signore (cf. Sl 118,71), ad ascoltarlo e ad aderire solo a Lui, nellattesa, paziente e piena di speranza, della sua Parola rivelatrice (cf. Sl 118,81), nella disponibilita ` piena e generosa a compiere la sua volonta ` e non la propria (cf. Lc 22,42). Nella luce e nella forza dello Spirito 11. Si aderisce dunque al Signore quando si scorge la sua presenza nelle mediazioni umane, specie nella Regola, nei superiori, nella comunita ` ,19 nei segni dei tempi, nelle attese della gente, soprattutto dei poveri; quando si ha il coraggio di gettare le reti in forza della sua parola (cf. Lc 5,5) e non di motivazioni solo umane; quando si sceglie di obbedire ` anche agli uomini, ma, in ogni caso, per Dio e non non solo a Dio bens per gli uomini. Scrive SantIgnazio di Loyola nelle sue Costituzioni: La vera obbedienza non guarda a chi si fa, ma per chi si fa; e se si fa soltanto per il nostro Creatore e Signore, e ` proprio a Lui, Signore di tutti, che si obbedisce . 20 Se nei momenti difficili chi e ` chiamato ad obbedire chiedera ` con insistenza al Padre lo Spirito (cf. Lc 11,13), Egli lo donera ` e lo Spirito dara ` luce e forza per essere obbedienti, fara ` conoscere la verita ` e la verita ` rendera ` liberi (cf. Gv 8,32). Gesu `, e ` stato condotto dallazione dello ` stesso, nella sua umanita Spirito Santo: concepito nel grembo della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, allinizio della sua missione, nel battesimo, riceve lo Spirito che discende su di Lui e lo guida; risorto, effonde lo Spirito sui suoi discepoli perche entrino nella sua stessa missione, annunciando la salvezza e il perdono da Lui meritato. Lo Spirito che ha unto Gesu ` lo ` e stesso Spirito che puo ` rendere la nostra liberta ` simile a quella di Cristo, perfettamente conforme alla volonta ` di Dio.21
Cf. Evangelica testificatio, 25. ` , 84. SantIgnazio di Loyola, Costituzioni della Compagnia di Gesu 21 Cf. Benedetto XVI, Esortazione Apostolica post-sinodale Sacramentum caritatis (22 febbraio 2007), 12.
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` indispensabile, dunque, che ciascuno si renda disponibile allo E Spirito, a cominciare dai superiori che proprio dallo Spirito ricevono ` di Dio ,23 sotto la sua guida la devono lautorita ` 22 e, docili alla volonta esercitare. ` al servizio dellobbedienza alla volonta ` di Dio Autorita 12. Nella vita consacrata ognuno deve cercare con sincerita ` la volonta ` del Padre, perche diversamente sarebbe la ragione stessa della sua scelta di vita a venire meno; ma e ` ugualmente importante portare avanti insieme ai fratelli o alle sorelle tale ricerca, perche e ` proprio essa che unisce, rende famiglia unita a Cristo. Lautorita `e ` al servizio di questa ricerca, perche avvenga nella sincerita ` e nella verita ` . Nellomelia di inizio del ministero petrino, Benedetto XVI ha affermato significativamente: Il mio vero programma di governo e ` quello non di fare la mia volonta ` , di perseguire le mie idee, ma di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa, della parola e della volonta ` del Signore e lasciarmi guidare da Lui, cosicche sia egli stesso a guidare la Chiesa in questa ora della nostra storia .24 Daltro lato si deve riconoscere che il compito di essere guida agli altri non e ` facile, specie quando il senso dellautonomia personale e ` eccessivo o conflittuale e ` competitivo nei confronti degli altri. E necessario percio `, da parte di tutti, acuire lo sguardo di fede nei confronti di questo compito, che deve ispirarsi allatteggiamento di Gesu ` servo che lava i piedi dei suoi apostoli affinche abbiano parte alla sua vita e al suo amore (cf. Gv 13,1-17). Si esige una grande coerenza da parte di chi guida gli Istituti, le province (o altre circoscrizioni dellIstituto), le comunita ` . La persona chiamata ad esercitare lautorita ` deve sapere che potra ` farlo solo se essa per prima intraprende quel pellegrinaggio che conduce a cercare con intensita ` e rettitudine la volonta ` di Dio. Vale per essa il consiglio che
22 Cf. Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari e Congregazione per i Vescovi, Note direttive sulle relazioni tra i Vescovi e i Religiosi nella Chiesa Mutuae relationes (14 maggio 1978), 13. 23 Perfectae caritatis, 14. 24 Benedetto XVI, Omelia nella Santa Messa per linizio del ministero (24 aprile 2005), in AAS 97 (2005), p. 709.
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santIgnazio di Antiochia rivolgeva ad un suo confratello vescovo: Nulla si faccia senza il tuo consenso, ma tu non fare nulla senza il consenso di Dio .25 Lautorita ` deve agire in modo che i fratelli o le sorelle possano percepire che essa, quando comanda, lo fa unicamente per obbedire a Dio. La venerazione per la volonta ` di Dio mantiene lautorita ` in uno stato ` che il suo agire sia il piu di umile ricerca, per far s ` possibile conforme a quella santa volonta ` . SantAgostino ricorda che colui che obbedisce compie sempre la volonta ` di Dio, non perche il comando dellautorita ` sia necessariamente conforme alla volonta ` divina, ma perche e ` volonta ` ` , per parte sua, di Dio che si obbedisca a chi presiede.26 Ma lautorita deve ricercare assiduamente, con laiuto della preghiera, della riflessione e del consiglio altrui, cio ` che veramente Dio vuole. In caso contrario il superiore o la superiora, invece di rappresentare Dio, rischiano di mettersi temerariamente al suo posto. Nellintento di fare la volonta ` di Dio, autorita ` e obbedienza non sono dunque due realta ` distinte o addirittura contrapposte, ma due dimensioni della stessa realta ` evangelica, dello stesso mistero cristiano, due modi complementari di partecipare alla stessa oblazione di Cristo. Autorita ` e obbedienza si trovano personificate in Gesu ` : per questo devono essere intese in relazione diretta con Lui e in configurazione reale a Lui. La vita consacrata intende semplicemente vivere la Sua Autorita ` e la Sua Obbedienza. ` nel servizio dellautorita ` Alcune priorita `` ` spirituale.27 13. a) Nella vita consacrata lautorita e prima di tutto unautorita Essa sa di essere chiamata a servire un ideale che la supera immensamente, un ideale al quale e ` possibile avvicinarsi soltanto in un clima di preghiera e di umile ricerca, che permetta di cogliere lazione dello stesso Spirito nel cuore dogni fratello o sorella. Unautorita `e ` spirituale quando si pone al servizio di cio ` che lo Spirito vuole realizzare
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Santignazio dantiochia, Lettera a Policarpo 4, 1. Cf. SantAgostino, Enarrationes in Psalmos 70. I. 2: PL 36,875. ` , 50. Cf. La vita fraterna in comunita
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attraverso i doni che Egli distribuisce ad ogni membro della fraternita `, dentro il progetto carismatico dellIstituto. Per essere in grado di promuovere la vita spirituale, lautorita ` dovra ` prima coltivarla in se stessa, attraverso una familiarita ` orante e quotidiana con la Parola di Dio, con la Regola e le altre norme di vita, in atteggiamento di disponibilita ` allascolto degli altri e dei segni dei tempi. Il servizio dautorita ` esige una presenza costante, capace di animare e di proporre, di ricordare le ragioni dessere della vita consacrata, di aiutare le persone a corrispondere con una fedelta ` sempre rinnovata 28 alla chiamata dello Spirito . `` ` il tempo e la qualita ` b) Lautorita e chiamata a garantire alla sua comunita della preghiera, vegliando sulla fedelta ` quotidiana ad essa, nella consapevolezza che a Dio si va con i passi, piccoli ma costanti, di ogni giorno e dognuno, e che le persone consacrate possono essere utili agli altri nella misura in cui sono unite a Dio. Inoltre e ` chiamata a vigilare perche , a partire dalla sua persona, non venga meno il contatto quotidiano con la Parola che ha il potere di edificare (At 20,32) le singole persone e la comunita ` e di indicare le vie della missione. Memore del comando del Signore fate questo in memoria di me (Lc 22,19), procurera ` che il santo mistero del Corpo e del sangue di Cristo sia celebrato e venerato come fonte e culmine 29 della comunione con Dio e tra i fratelli e le sorelle. Celebrando e adorando il dono dellEucaristia in fedele obbedienza al Signore, la comunita ` religiosa vi attinge ispirazione e forza per la sua dedizione totale a Dio, per essere segno del suo amore gratuito verso lumanita ` e rimando efficace ai beni futuri.30 `` ` della persona, prestando c) Lautorita e chiamata a promuovere la dignita attenzione ad ogni membro della comunita ` e al suo cammino di crescita, facendo dono ad ognuno della propria stima e della propria considerazione positiva, nutrendo verso tutti sincero affetto, custodendo con riservatezza le confidenze ricevute.
Benedetto XVI, Discorso ai superiori generali, 22 maggio 2006, in Insegnamenti di Benedetto XVI, II, 1, Citta ` del Vaticano, 659; cf. Ripartire da Cristo, 24-26. 29 Cf. Conc. ecum. Vaticano II, Costituzione Lumen gentium, 11; Ripartire da Cristo, 26. 30 Cf. Sacramentum caritatis 8.37.81.
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` opportuno ricordare che prima di invocare lobbedienza (necesE ` bene, inoltre, fare un uso saria) va praticata la carita ` (indispensabile). E appropriato della parola comunione, che non puo ` e non deve essere intesa come una sorta di delega dellautorita ` alla comunita ` (con linvito implicito a che ciascuno faccia cio ` che vuole), ma neppure come una piu `o meno velata imposizione del proprio punto di vista (ciascuno faccia cio ` che io voglio). ` ` `. d) Lautorita e chiamata ad infondere coraggio e speranza nelle difficolta Come Paolo e Barnaba incoraggiavano i loro discepoli insegnando che e ` necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel Regno ` lautorita di Dio (At 14,22), cos ` deve aiutare ad accogliere le difficolta ` del momento presente ricordando che esse fanno parte delle sofferenze di cui e ` spesso disseminata la strada che conduce al Regno. Di fronte ad alcune situazioni difficili della vita consacrata, per esempio dove la sua presenza sembra indebolirsi e persino venir meno, chi guida la comunita ` ricordera ` il perenne valore di questo genere di vita, perche , oggi come ieri e come sempre, nulla e ` piu ` importante, bello e vero dello spendere la propria vita per il Signore e per i piu ` piccoli dei suoi figli. La guida comunitaria e ` come il buon pastore che dedica la sua vita per le pecore, anche perche nei momenti critici non si tira indietro, ma e ` presente, partecipa alle preoccupazioni e alle difficolta ` delle persone affidate alle sue cure, lasciandosi coinvolgere in prima persona; e, come il buon samaritano, sara ` pronta a curare le eventuali ferite. Riconosce inoltre umilmente i propri limiti e il bisogno dellaiuto degli altri, sapendo far tesoro anche dei propri insuccessi e delle proprie sconfitte. `` e) Lautorita e chiamata a tener vivo il carisma della propria famiglia religiosa. Lesercizio dellautorita ` comporta anche il mettersi al servizio del carisma proprio dellIstituto di appartenenza, custodendolo con cura e rendendolo attuale nella comunita ` locale o nella provincia o nellintero Istituto, secondo i progetti e gli orientamenti offerti, in particolare, dai ` esige nellautorita ` unadeCapitoli generali (o riunioni analoghe).31 Cio
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guata conoscenza del carisma dellIstituto, assumendolo anzitutto nella propria esperienza personale, per poi interpretarlo in funzione della vita fraterna comunitaria e del suo inserimento nel contesto ecclesiale e sociale. ` ` f) Lautorita e chiamata a tener vivo il sentire cum Ecclesia. Compito dellautorita ` e ` anche di aiutare a mantenere vivo il senso della fede e della comunione ecclesiale, in mezzo ad un popolo che riconosce e loda le meraviglie di Dio, testimoniando la gioia di appartenere a Lui nella grande famiglia della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. La sequela del Signore non puo ` essere impresa di navigatori solitari, ma e ` attuata nella comune barca di Pietro, che resiste nelle tempeste; e alla buona navigazione la persona consacrata dara ` il contributo di una fedelta ` 32 laboriosa e gioiosa. Lautorita ` dovra ` dunque ricordare che la nostra obbedienza e ` un credere con la Chiesa, un pensare e parlare con la Chiesa, un servire con essa. Rientra in questo sempre anche cio ` che Gesu ` ha predetto a Pietro: Sarai portato dove non volevi. Questo farsi guidare dove non vogliamo e ` una dimensione essenziale del nostro servire, ed e ` proprio cio ` che ci rende liberi .33 Il sentire cum Ecclesia, che brilla nei fondatori e fondatrici, implica unautentica spiritualita ` di comunione, cioe ` un rapporto effettivo ed affettivo con i Pastori, prima di tutto con il Papa, centro dellunita ` della 34 Chiesa : a lui ogni persona consacrata deve piena e fiduciosa obbedienza, anche in forza dello stesso voto.35 La comunione ecclesiale domanda, inoltre, unadesione fedele al magistero del Papa e dei Vescovi, come testimonianza concreta dellamore alla Chiesa e della passione per la sua unita ` .36 `` g) Lautorita e chiamata ad accompagnare il cammino di formazione permanente. Compito da considerare oggi sempre piu ` importante, da parte dellautorita `, e ` quello di accompagnare lungo il cammino della vita le
Cf. Mutuae Relationes, 34-35. Benedetto XVI, Omelia della Messa crismale (20 marzo 2008), in LOsservatore Romano, 20-21 marzo 2008, p. 8. 34 Ripartire da Cristo, 32. 35 Cf. Codice di Diritto Canonico, can. 590, 2. 36 Cf. VC 46.
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persone ad essa affidate. Questo compito essa adempie non solo offrendo il suo aiuto per risolvere eventuali problemi o superare possibili crisi, ma anche avendo attenzione alla crescita normale dognuno in ogni fase e stagione dellesistenza, affinche sia garantita quella giovinezza dello spirito che permane nel tempo 37 e che rende la persona consacrata sempre piu ` conforme ai sentimenti che furono in Cristo Gesu ` (Fil 2,5). Sara ` dunque responsabilita ` dellautorita ` tener alto in ognuno il livello della disponibilita ` formativa, della capacita ` di imparare dalla vita, della liberta ` di lasciarsi formare ciascuno dallaltro e di sentirsi ognuno responsabile del cammino di crescita dellaltro. Tutto cio ` sara ` favorito dallutilizzo degli strumenti di crescita comunitaria trasmessi dalla tradizione e oggi sempre piu ` raccomandati da chi ha sicura esperienza nel campo della formazione spirituale: condivisione della Parola, progetto personale e comunitario, discernimento comunitario, revisione di vita, correzione fraterna.38 ` alla luce della normativa ecclesiale Il servizio dellautorita 14. Nei paragrafi precedenti e ` stato descritto il servizio dellautorita ` nella vita consacrata in riferimento alla ricerca della volonta ` del Padre e ne sono state indicate alcune priorita `. Affinche tali priorita ` non siano intese come puramente facoltative, pare opportuno riprendere i caratteri peculiari dellesercizio dellautorita ` 39 secondo il Codice di Diritto Canonico. In esso vengono tradotte in norme i tratti evangelici della potesta ` esercitata dai superiori religiosi ai vari livelli. a) Obbedienza del superiore. Movendo dalla caratteristica natura di munus dellautorita ` ecclesiale, il Codice ricorda al superiore religioso che egli e ` innanzitutto chiamato ad essere il primo obbediente. In forza dellufficio assunto, egli deve obbedienza alla legge di Dio, dal quale viene la
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Vita consecrata, 70. ` , 32. Cf. La vita fraterna in comunita Cf. Codice di Diritto Canonico, cann. 617-619.
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sua autorita ` e al quale dovra ` rendere conto in coscienza, alla legge della Chiesa e al Romano Pontefice, al diritto proprio dellIstituto. b) Spirito di servizio. Dopo aver riaffermato lorigine carismatica e la mediazione ecclesiale dellautorita ` religiosa, si ribadisce che, come ogni autorita ` nella Chiesa, anche lautorita ` del superiore religioso deve caratterizzarsi per lo spirito di servizio, sullesempio di Cristo che non e ` venuto per essere servito, ma per servire (Mc 10,45). In particolare, di tale spirito di servizio vengono indicati alcuni ` che i superiori, nelladempimento aspetti, la cui fedele osservanza fara ` s del proprio incarico, siano riconosciuti come docili alla volonta ` di 40 Dio . Ogni superiore pertanto e ` chiamato a far rivivere visibilmente, fratello tra fratelli o sorella tra sorelle, lamore con cui Dio ama i suoi figli, evitando, da un lato, ogni atteggiamento di dominio e, dallaltro, ogni forma di paternalismo o maternalismo. ` dei fratelli, Tutto cio ` e ` reso possibile dalla fiducia nella responsabilita suscitando la loro volontaria obbedienza nel rispetto della persona umana ,41 e attraverso il dialogo, tenendo presente che ladesione deve avvenire in spirito di fede e di amore, per seguire Cristo obbediente 42 e non per altre motivazioni. c) Sollecitudine pastorale. Il Codice indica quale fine primario dellesercizio della potesta ` religiosa quello di costruire in Cristo una comunita ` 43 fraterna nella quale si ricerchi Dio e lo si ami sopra ogni cosa . Pertanto nella comunita ` religiosa lautorita ` e ` essenzialmente pastorale, in quanto per sua natura e ` tutta in funzione della costruzione della vita fraterna in comunita ` , secondo lidentita ` ecclesiale propria della vita 44 consacrata.
Codice di Diritto Canonico, can. 618. Codice di Diritto Canonico, can. 618. 42 Codice di Diritto Canonico, can. 601. 43 Codice di Diritto Canonico, can. 619. 44 Infatti la comunita ` religiosa e ` protesa a conseguire e manifestare il primato dellamore di Dio, che e ` il fine stesso della vita consacrata, e dunque anche il suo primo dovere e il primo apostolato dei singoli membri della comunita `. Cf. Codice di Diritto Canonico, cann. 573; 607; 663, 1; 673.
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I mezzi precipui che il superiore deve utilizzare per conseguire tale fine primario non possono che essere basati sulla fede: essi sono, in particolare, lascolto della Parola di Dio e la celebrazione della Liturgia. Vengono infine segnalati alcuni ambiti di particolare sollecitudine da parte dei superiori nei confronti dei fratelli o delle sorelle: provvedano in modo conveniente a quanto loro personalmente occorre; visitino gli ammalati procurando loro con sollecitudine le cure necessarie, riprendano gli irrequieti, confortino i timidi, siano pazienti con tutti .45 ` dei figli di Dio In missione con la liberta 15. La missione si rivolge oggi, non raramente, a persone preoccupate della propria autonomia, gelose della propria liberta ` , timorose di perdere la propria indipendenza. La persona consacrata, con la sua stessa esistenza, presenta la possibilita ` di una via diversa per la realizzazione della propria vita: una via dove Dio e ` la meta, la sua Parola e ` luce e la sua volonta `e ` guida, dove si procede sereni perche certi dessere sorretti dalle mani di un Padre accogliente e provvidente, dove si e ` accompagnati da fratelli e sorelle, sospinti dallo stesso Spirito, il quale vuole e sa come appagare i desideri seminati dal Padre nel cuore di ciascuno. ` questa la prima missione della persona consacrata: essa deve E testimoniare la liberta ` dei figli di Dio, una liberta ` modellata su quella di Cristo, uomo libero di servire Dio e i fratelli; deve inoltre dire con il proprio essere che quel Dio che ha plasmato la creatura umana dal fango (cf. Gen 2,7.22) e lha intessuta nel seno di sua madre (cf. Sl 138,13), puo ` plasmare la sua vita modellandola su quella di Cristo, uomo nuovo e perfettamente libero.
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SECONDA PARTE
cui Dio e ` il Padre che guida con il suo Spirito la comunita ` di sorelle e fratelli, configurandoli al Figlio suo. In questo disegno sinserisce la funzione dellautorita ` . I superiori e le superiore, in unione con le persone loro affidate, sono chiamati a edificare in Cristo una comunita ` fraterna, nella quale si ricerchi Dio e lo si ami sopra ogni cosa, per realizzare il suo progetto redentivo.46 Lautorita ` e ` , dunque, al servizio della comunita ` , come il Signore Gesu ` i ` che lavo piedi ai suoi discepoli, perche , a sua volta, la comunita ` sia a servizio del Regno (cf. Gv 13,1-17). Esercitare lautorita ` in mezzo ai fratelli significa servirli sullesempio di Colui che ha dato la sua vita in riscatto per molti (Mc 10,45), perche anchessi diano la vita. Soltanto se il superiore, da parte sua, vive nellobbedienza a Cristo e in sincera osservanza della Regola, i membri della comunita ` possono comprendere che la loro obbedienza al superiore non solo non e ` contraria alla liberta ` dei figli di Dio, ma la fa maturare nella conformita `a Cristo, obbediente al Padre.47 ` Docili allo Spirito che conduce allunita 18. Una medesima chiamata di Dio ha radunato insieme i membri di una comunita ` o di un Istituto (cf. Col 3,15); ununica volonta ` di cercare Dio continua a guidarli. La vita di comunita `e ` in modo particolare il segno, di fronte alla Chiesa e alla societa ` , del legame che viene dalla medesima chiamata e dalla volonta ` comune di obbedire ad essa, al di la ` di ogni diversita ` di razza e di origine, di lingua e di cultura. Contro lo spirito di discordia e di divisione, autorita ` e obbedienza risplendono come un segno di quellunica paternita ` che viene da Dio, della fraternita ` nata dallo Spirito, della liberta ` interiore di chi si fida di Dio, nonostante i limiti umani di quanti lo rappresentano .48 Lo Spirito rende ciascuno disponibile per il Regno, pur nella differenza di doni e di ruoli (cf. 1 Cor 12,11). Lobbedienza alla sua azione unifica la comunita ` nella testimonianza della sua presenza, rende gioiosi
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Cf. Codice di Diritto Canonico, cann. 619; 602; 618. Cf. Perfectae caritatis, 14. Vita consecrata, 92.
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i passi di tutti (cf. Sl 36,23) e diviene il fondamento della vita fraterna, nella quale tutti obbediscono pur con diversi compiti. La ricerca della volonta ` di Dio e la disponibilita ` a compierla e ` il cemento spirituale che salva il gruppo dalla frammentazione che potrebbe derivare dalle molte soggettivita ` quando sono prive di un principio di unita `. ` di comunione e per una santita ` comunitaria Per una spiritualita 19. Una rinnovata concezione antropologica, in questi ultimi anni, ha messo molto piu ` in evidenza limportanza della dimensione relazionale dellessere umano. Tale concezione trova ampie conferme nellimmagine di persona umana che emerge dalle Scritture, e, senza dubbio, ha influito anche sul modo di concepire la relazione allinterno della comunita ` religiosa, rendendola piu ` attenta al valore dellapertura allaltroda-se , alla fecondita ` del rapporto con la diversita ` e allarricchimento che ne deriva ad ognuno. Tale antropologia relazionale ha pure esercitato un influsso almeno ` di comunione, e ha indiretto, come abbiamo gia ` ricordato, sulla spiritualita contribuito a rinnovare il concetto di missione, intesa come impegno condiviso con tutti i membri del popolo di Dio, in uno spirito di ` di comunione si prospetta collaborazione e corresponsabilita ` . La spiritualita come il clima spirituale della Chiesa allinizio del terzo millennio e dunque come compito attivo ed esemplare della vita consacrata a tutti ` la strada maestra di un futuro di vita credente e di testimoi livelli. E nianza cristiana. Essa trova il suo irrinunciabile riferimento nel mistero eucaristico, sempre piu ` riconosciuto come centrale, proprio perche lEucaristia e ` costitutiva dellessere e dellagire della Chiesa e si mostra alla radice della Chiesa come mistero di comunione .49 La santita ` e la missione passano per la comunita ` , poiche il Signore 50 risorto si fa presente in essa e attraverso di essa, rendendola santa e santificando le relazioni. Non ha forse Gesu ` promesso di esser presente dove due o tre sono riuniti nel suo nome (cf. Mt 18,20)? Il fratello e la sorella diventano in tal modo sacramento di Cristo e dellincontro con
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Dio, possibilita ` concreta di poter vivere il comandamento dellamore ` percorso che tutta la reciproco. Il cammino di santita ` diventa cos comunita ` compie insieme; non solo cammino del singolo, ma sempre piu ` esperienza comunitaria: nellaccoglienza reciproca; nella condivisione dei doni, soprattutto del dono dellamore, del perdono e della correzione fraterna; nella comune ricerca della volonta ` del Signore, ricco di grazia e di misericordia; nella disponibilita ` a farsi carico ognuno del cammino dellaltro. Nel clima culturale di oggi la santita ` comunitaria e ` testimonianza convincente, forse piu ` ancora di quella del singolo: essa manifesta il perenne valore dellunita ` , dono lasciatoci dal Signore Gesu ` si fa ` . Cio evidente, in particolare, nelle comunita ` internazionali e interculturali che richiedono alti livelli di accoglienza e di dialogo. ` per la crescita della fraternita ` Il ruolo dellautorita 20. La crescita della fraternita `e ` frutto di una carita ` ordinata. Percio ` e ` necessario che il diritto proprio sia il piu ` possibile esatto nello stabilire le rispettive competenze della comunita ` , dei diversi Consigli, dei responsabili settoriali e del superiore. La poca chiarezza in questo settore e ` fonte di confusione e di conflittualita ` . Anche i progetti comunitari, che possono aiutare la partecipazione alla vita comunitaria e alla sua missione nei diversi contesti, dovrebbero avere la preoccupazione di ben definire il ruolo e la competenza dellautorita ` , sempre nel 51 rispetto delle Costituzioni . Entro questo quadro, lautorita ` promuove la crescita della vita fraterna attraverso il servizio dellascolto e del dialogo, la creazione di un clima favorevole alla condivisione e alla corresponsabilita ` , la partecipazione di tutti alle cose di tutti, il servizio equilibrato al singolo e alla comunita ` , il discernimento, la promozione dellobbedienza fraterna.
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a) Il servizio dellascolto Lesercizio dellautorita ` comporta che essa ascolti volentieri le persone che il Signore le ha affidato.52 San Benedetto insiste: Labate convochi tutta la comunita ` ; a consiglio siano chiamati tutti , perche spesso e ` proprio al piu ` giovane che il Signore rivela la soluzione mi53 gliore . Lascolto e ` uno dei ministeri principali del superiore, per il quale egli dovrebbe essere sempre disponibile, soprattutto con chi si sente isolato e bisognoso dattenzione. Ascoltare, infatti, significa accogliere incondizionatamente laltro, dargli spazio nel proprio cuore. Per questo lascolto trasmette affetto e comprensione, dice che laltro e ` apprezzato e la sua presenza e il suo parere sono tenuti in considerazione. Chi presiede deve ricordare che chi non sa ascoltare il fratello o la sorella non sa ascoltare neppure Dio, che un ascolto attento permette di coordinare meglio le energie e i doni che lo Spirito ha dato alla comunita ` , e anche di tener presenti, nelle decisioni, i limiti e le difficolta ` di qualche membro. Il tempo impiegato nellascolto non e ` mai tempo sprecato, e lascolto spesso puo ` prevenire crisi e momenti difficili a livello sia individuale che comunitario. b) La creazione di un clima favorevole al dialogo, alla condivisione e alla ` corresponsabilita Lautorita ` si dovra ` preoccupare di creare un ambiente di fiducia, promovendo il riconoscimento delle capacita ` e delle sensibilita ` dei singoli. Inoltre alimentera ` , con le parole e con i fatti, la convinzione che la fraternita ` esige partecipazione e quindi informazione. Accanto allascolto, avra ` stima del dialogo sincero e libero per condividere i sentimenti, le prospettive e i progetti: in questo clima ognuno potra ` veder riconosciuta la propria identita ` e migliorare le proprie capacita ` relazionali. Non avra ` timore di riconoscere e accettare quei problemi che possono facilmente sorgere dal cercare insieme, dal decidere insieme, dal lavorare insieme, dallintraprendere insieme le vie migliori
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per attuare una feconda collaborazione; al contrario, cerchera ` le cause degli eventuali disagi e incomprensioni, sapendo proporre rimedi, il piu ` possibile condivisi. Si impegnera ` , inoltre, a far superare qualsiasi forma di infantilismo e a scoraggiare qualunque tentativo di evitare responsabilita ` o di eludere impegni gravosi, di chiudersi nel proprio mondo e nei propri interessi o di lavorare in maniera solitaria. c) La sollecitazione dellapporto di tutti alle cose di tutti Chi presiede ha la responsabilita ` della decisione finale,54 ma deve ` valorizzando il piu giungervi non da solo o da sola, bens ` possibile lapporto libero di tutti i fratelli o di tutte le sorelle. La comunita `e ` tale quale la rendono i suoi membri: dunque sara ` fondamentale stimolare e motivare il contributo di tutte le persone, perche ognuna senta il dovere di dare il proprio apporto di carita ` , competenza e creativita ` . Tutte le risorse umane vanno infatti potenziate e fatte convergere nel progetto comunitario, motivandole e rispettandole. Non basta metter in comune i beni materiali, ma ancor piu ` significativa e ` la comunione dei beni e delle capacita ` personali, di doti e talenti, di intuizioni e ispirazioni, e piu fondamentale ancora e da promuovere e ` ` la condivisione dei beni spirituali, dellascolto della Parola di Dio, della fede: il vincolo di fraternita ` e ` tanto piu ` forte quanto piu ` centrale e 55 vitale e ` cio ` che si mette in comune . Non tutti, probabilmente, saranno subito ben disposti per questo tipo di condivisione: di fronte ad eventuali resistenze, lungi dal rinunciare al progetto, lautorita ` cerchera ` di bilanciare sapientemente la sollecitazione alla comunione dinamica e intraprendente con larte di pazientare, senza pretendere di vedere frutti immediati dei propri sforzi. E riconoscera ` che Dio e ` lunico Signore che puo ` toccare e cambiare i cuori delle persone.
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` , 50c; Ripartire da Cristo, 14. Cf. Vita consecrata, 43; La vita fraterna in comunita ` , 32. La vita fraterna in comunita
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` d) Al servizio del singolo e della comunita Nellaffidare i diversi incarichi, lautorita ` dovra ` tener conto della personalita ` dogni fratello o sorella, delle sue difficolta ` e predisposizioni, per dar modo a ciascuno, nel rispetto della liberta ` di tutti, desprimere i propri doni; al tempo stesso dovra ` necessariamente considerare il bene della comunita ` e il servizio allopera ad essa eventualmente affidata. Non sempre tale composizione di finalita ` sara ` di facile attuazione. Diventera ` allora indispensabile lequilibrio dellautorita ` , che si manifesta sia nella capacita ` di cogliere la positivita ` di ognuno e di utilizzare al meglio le forze disponibili, sia in quella rettitudine di intenzione che la renda interiormente libera, non troppo preoccupata di piacere e compiacere, e chiara nellindicare il significato vero della missione per la persona consacrata, che non puo ` ridursi alla valorizzazione delle doti di ognuno. Sara ` pero ` altrettanto indispensabile che la persona consacrata accetti con spirito di fede, e dalle mani del Padre, lincarico affidato, anche quando non e ` conforme ai suoi desideri e alle sue aspettative, o al suo modo dintendere la volonta ` di Dio. Pur potendo esprimere le proprie difficolta ` (anzi, manifestandole con schiettezza come contributo alla verita ` ), obbedire in tali casi significa rimettersi alla decisione finale dellautorita ` , con la convinzione che tale obbedienza e ` un apporto prezioso, ancorche sofferto, alledificazione del Regno. e) Il discernimento comunitario Nella fraternita ` , animata dallo Spirito, ciascuno intrattiene con laltro un prezioso dialogo per scoprire la volonta ` del Padre e tutti riconoscono in chi presiede lespressione della paternita ` di Dio e lesercizio dellautorita ` ricevuta da Dio al servizio del discernimento e della 56 comunione . Alcune volte, quando il diritto proprio lo prevede o quando lo richiede la rilevanza della decisione da prendere, la ricerca di una risposta adeguata e ` affidata al discernimento comunitario, nel quale si tratta di ascoltare cio ` che lo Spirito dice alla comunita ` (cf. Ap 2,7).
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Se il discernimento vero e proprio e ` riservato alle decisioni piu ` importanti, lo spirito del discernimento dovrebbe caratterizzare ogni processo decisionale che coinvolga la comunita ` . Non dovrebbe mai mancare allora, prima dogni decisione, un tempo di preghiera e di riflessione individuale, assieme ad una serie di atteggiamenti importanti per scegliere insieme cio ` che e ` giusto e a Dio gradito. Ecco alcuni di questi atteggiamenti: la determinazione a cercare niente altro che la volonta ` divina, lasciandosi ispirare dal modo di agire di Dio manifestato nella Sante Scritture e nella storia del carisma dellIstituto, e avendo la consapevolezza che la logica evangelica e ` spesso capovolta di fronte a quella umana che cerca il successo, lefficienza, il riconoscimento; la disponibilita ` a riconoscere in ogni fratello o sorella la capacita ` di cogliere la verita ` , anche se parziale, e percio ` ad accoglierne il parere come mediazione per scoprire assieme il volere di Dio, fino al punto di saper riconoscere le idee altrui come migliori delle proprie; lattenzione ai segni dei tempi, alle attese della gente, alle esigenze dei poveri, alle urgenze dellevangelizzazione, alle priorita ` della Chiesa universale e particolare, alle indicazioni dei Capitoli e dei superiori maggiori; la liberta ` da pregiudizi, da attaccamenti eccessivi alle proprie idee, da schemi percettivi rigidi o distorti, da schieramenti che esasperano la diversita ` di vedute; il coraggio di motivare le proprie idee e posizioni, ma anche di aprirsi a prospettive nuove e di modificare il proprio punto di vista; il fermo proposito di mantenere lunita ` in ogni caso, qualunque sia la decisione finale. Il discernimento comunitario non sostituisce la natura e la funzione dellautorita ` , alla quale spetta la decisione finale; tuttavia lautorita ` non puo ` ignorare che la comunita ` e ` il luogo privilegiato per riconoscere e accogliere la volonta ` di Dio. In ogni caso, il discernimento e ` momento tra i piu ` consacrata, ove risaltano con particolare ` alti della fraternita chiarezza la centralita ` di Dio quale fine ultimo della ricerca di tutti, 32
come pure la responsabilita ` e lapporto di ognuno nel cammino di tutti verso la verita `. ` e obbedienza f) Discernimento, autorita Lautorita ` sara ` paziente nel delicato processo del discernimento, che cerchera ` di garantire nelle sue fasi e sostenere nei passaggi piu ` critici, e sara ` ferma nel richiedere lapplicazione di quanto deciso. Sara ` attenta a non abdicare alle proprie responsabilita ` , magari per amore del quieto vivere o per paura di urtare la suscettibilita ` di qualcuno. Sentira ` la responsabilita ` di non essere latitante in situazioni in cui occorre prendere decisioni chiare e, talvolta, sgradite.57 Lamore vero verso la comunita `e ` proprio cio ` che rende lautorita ` capace di conciliare fermezza e pazienza, ascolto di ognuno e coraggio di prender decisioni, superando la tentazione di essere sorda e muta. Si deve osservare, infine, che una comunita ` non puo ` essere in stato di discernimento continuo. Dopo il tempo del discernimento ce ` il tempo dellobbedienza, cioe ` dellesecuzione della decisione: entrambi sono tempi in cui e ` necessario vivere con spirito obbediente. g) Lobbedienza fraterna San Benedetto, verso la fine della sua Regola, afferma: La virtu ` dellobbedienza non deve essere solo esercitata nei confronti dellabate, ma bisogna anche che i fratelli si obbediscano tra di loro, nella piena consapevolezza che e ` proprio per questa via dellobbedienza che an58 dranno a Dio . Essi si prevengano dunque nello stimarsi a vicenda: sopportino con instancabile pazienza le loro infermita ` fisiche e morali; facciano a gara nellobbedirsi a vicenda; nessuno cerchi il proprio vantaggio, ma quello degli altri .59 E San Basilio Magno si chiede: In che modo bisogna obbedire gli uni agli altri? . E risponde: Come dei servi ai loro padroni, secondo quanto ci ha ordinato il Signore: Chi vuol essere grande tra di voi, sia ultimo di tutti e servo di tutti (cf. Mc 10,
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Cf. Vita consecrata, 43. San Benedetto, Regola 71, 1-2. San Benedetto, Regola, 72, 4-7.
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44); Egli aggiunge poi queste parole ancora piu ` impressionanti: Come il Figlio delluomo non e ` venuto per essere servito, ma per servire (Mc 10, 45); e secondo quanto dice lApostolo: Per mezzo dellamore dello Spirito, siate servi gli uni degli altri (Gal 5, 13) .60 La vera fraternita ` si fonda sul riconoscimento della dignita ` del fratello o della sorella, e si attua nellattenzione allaltro e alle sue necessita `, nella capacita ` di gioire per i suoi doni e le sue realizzazioni, nel mettere a sua disposizione il proprio tempo per ascoltare e lasciarsi illuminare. Ma cio ` esige dessere interiormente liberi. Non e ` certamente libero chi e ` convinto che le sue idee e le sue soluzioni siano sempre le migliori; chi ritiene di poter decidere da solo senza alcuna mediazione per conoscere la volonta ` divina; chi si pensa sempre nel giusto e non ha dubbi che siano gli altri a dover cambiare; chi pensa solo alle sue cose e non volge nessuna attenzione alle necessita ` degli altri; chi pensa che obbedire sia cosa daltri tempi, improponibile in un mondo piu ` evoluto. Libera, invece, e ` quella persona che vive costantemente protesa e attenta a cogliere in ogni situazione della vita, e soprattutto in ogni persona che gli vive accanto, una mediazione della volonta ` del Signore, per quanto misteriosa. Per questo Cristo ci ha liberati, perche restassimo liberi (Gal 5,1). Ci ha liberati perche possiamo incontrare Dio lungo le innumerevoli vie dellesistenza dogni giorno. ` vostro schiavo (Mt 20,27) Il primo tra voi, si fara 21. Anche se oggi lassunzione delle responsabilita ` proprie dellautorita ` puo ` apparire un fardello particolarmente gravoso, e richiede lumilta ` del farsi servo e serva degli altri, tuttavia e ` sempre bene ricordare le severe parole che il Signore Gesu ` rivolge a coloro che sono tentati di rivestire di prestigio mondano la loro autorita ` : Colui che vorra ` essere il primo tra di voi, si fara ` vostro schiavo, appunto come il Figlio delluomo che non e ` venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti (Mt 20,27-28). Chi cerca nel proprio ufficio un mezzo per emergere o per affermarsi, per farsi servire o per asservire, si pone palesemente al di fuori del
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modello evangelico dellautorita ` . Meritano allora attenzione le parole che San Bernardo rivolgeva a un suo discepolo divenuto successore di Pietro: Considera se hai fatto progressi sulla via della virtu ` , della saggezza, dellintelligenza, della bonta ` . Sei piu ` arrogante o piu ` umile? Piu ` benevolo o piu ` altezzoso? Piu ` indulgente o piu ` intransigente? Che cosa hai sviluppato in te: il timore di Dio o una pericolosa sfrontatezza? .61 Lobbedienza, anche nelle migliori condizioni, non e ` facile; ma e ` agevolata quando la persona consacrata vede lautorita ` mettersi al servizio umile e operoso della fraternita ` e della missione: unautorita ` che, pur con tutti i limiti umani, cerca di ripresentare nel suo agire atteggiamenti e sentimenti del Buon Pastore. Prego colei che avra ` lufficio delle sorelle, affermava nel suo testamento Santa Chiara dAssisi che si studi di presiedere alle altre per virtu le sue sorelle, ` e santi costumi, piu ` che per lufficio, affinche provocate dal suo esempio, le obbediscano, non tanto per lufficio, ma piuttosto per amore .62 La vita fraterna come missione 22. Le persone consacrate, guidate dallautorita ` , sono chiamate a confrontarsi spesso con il comandamento nuovo, il comandamento che rinnova tutte le cose: Amatevi come io vi ho amato (Gv 15,12). Amarsi come il Signore ha amato significa andare oltre il merito personale dei fratelli e delle sorelle, significa obbedire non ai propri desideri ma a Dio che parla attraverso la condizione e le necessita ` dei fratelli e ` necessario ricordare che il tempo dedicato a migliorare la delle sorelle. E qualita ` della vita fraterna non e ` tempo sprecato, poiche , come ha ripetutamente sottolineato il compianto Papa Giovanni Paolo II, tutta la fecondita ` della vita religiosa dipende dalla qualita ` della vita fraterna .63
San Bernardo, De consideratione, II, XI, 20: PL 182,754D. Santa Chiara dAssisi, Testamento, 61-62. 63 Giovanni Paolo II alla Plenaria della Congregazione per la Vita Consacrata e le Societa ` `, di Vita Apostolica (20 novembre 1992), in AAS 85 (1993), 905; cf. La vita fraterna in comunita 54; 71.
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La tensione a realizzare comunita ` fraterne non e ` soltanto preparazione alla missione, ma parte integrante di essa, dal momento che la comunione fraterna, in quanto tale, e ` gia ` apostolato .64 Essere in missione come comunita ` che costruiscono quotidianamente la fraternita `, nella continua ricerca della volonta ` di Dio, significa affermare che, seguendo il Signore Gesu ` possibile realizzare in un modo nuovo e `, e umanizzante la convivenza umana.
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TERZA PARTE
IN MISSIONE
Come il Padre ha mandato me, anchio mando voi (Gv 20,21) ` , il Signore In missione con tutto il proprio essere, come Gesu 23. Il Signore Gesu ` ci fa comprendere, con la sua stessa forma di vita, che missione e obbedienza si appartengono reciprocamente. Nei Vangeli Gesu ` si presenta sempre come il mandato dal Padre a fare la sua volonta ` (cf. Gv 5,36-38; 6,38-40; 7,16-18); Egli compie sempre le cose che sono gradite al Padre. Si puo ` dire che tutta la vita di Gesu ` missione `e del Padre. Egli ` e la missione del Padre. Come il Verbo e ` venuto in missione incarnandosi in una umanita ` ` che si e ` lasciata totalmente assumere, cos noi collaboriamo alla missione di Cristo e gli permettiamo di portarla a pieno compimento soprattutto accogliendo Lui, rendendoci spazio della sua presenza e, quindi, continuazione della sua vita nella storia, per dare agli altri la possibilita ` di incontrarlo. Considerando che Cristo, nella sua vita e nella sua opera, e ` stato ` (cf. 2 Cor 1,20) perfetto detto al Padre, e che dire lamen (cf. Ap 3,14), il s ` significa semplicemente obbedire, e s ` impossibile pensare alla missione se non in relazione allobbedienza. Vivere la missione implica sempre lessere mandati, e cio ` comporta il riferimento sia a colui che invia sia al contenuto della missione da svolgere. Per questo senza riferimento allobbedienza lo stesso termine missione diventa difficilmente comprensibile e si espone al rischio di essere ridotto a qualcosa che fa riferimento solo a se stessi. Vi e ` sempre il pericolo di ridurre la missione ad una professione da compiere in vista della propria realizzazione e, dunque, da gestire piu ` o meno in proprio. 37
In missione per servire 24. Nei suoi Esercizi spirituali SantIgnazio di Loyola scrive che il Signore chiama tutti e dice: Chi vuol venire con me deve lavorare con me, perche seguendomi nella fatica e nella sofferenza, mi segua anche nella gloria .65 La missione deve misurarsi, oggi come ieri, con notevoli difficolta ` , che possono essere affrontate solo con la grazia che viene dal Signore, nella consapevolezza, umile e forte, di essere inviati da Lui e di poter, proprio per questo, contare sul suo aiuto. Grazie allobbedienza si ha la certezza di servire il Signore, di essere servi e serve del Signore , nel proprio agire e nel proprio soffrire. Tale certezza e ` fonte di impegno incondizionato, di fedelta ` tenace, di serenita ` interiore, di servizio disinteressato, di dedizione delle migliori energie. Chi obbedisce ha la garanzia di essere davvero in missione, alla sequela del Signore e non alla rincorsa dei propri desideri o delle proprie aspet`e tative. E cos ` possibile sapersi condotti dallo Spirito del Signore e sostenuti, anche in mezzo a grandi difficolta ` , dalla sua mano sicura (cf. 66 At 20,22) . Si e ` in missione quando, lungi dallinseguire la propria affermazione, si e ` in primo luogo condotti dal desiderio di compiere ladorabile volonta ` di Dio. Tale desiderio e ` lanima dellorazione ( Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volonta ` ) e la forza dellapostolo. La missione richiede limpegno di tutte le doti e di tutti i talenti umani, i quali concorrono alla salvezza quando sono immessi nel fiume della volonta ` di Dio, che porta le cose che passano nelloceano delle realta ` eterne, dove Dio, sconfinata felicita ` , sara ` tutto in tutti (cf. 1 Cor 15,28). ` e missione Autorita 25. Tutto cio ` implica che si riconosca allautorita ` un compito importante nei confronti della missione, nella fedelta ` al proprio carisma. Compito non semplice, ne esente da difficolta ` ed equivoci. In passato il rischio poteva venire da unautorita ` orientata prevalentemente verso la
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gestione delle opere, con il pericolo di trascurare le persone; oggi, invece, il rischio puo ` venire dal timore eccessivo, da parte dellautorita `, di urtare le suscettibilita ` personali, o da una frammentazione di competenze e responsabilita ` che indebolisce la convergenza verso lobiettivo comune e vanifica lo stesso ruolo dellautorita `. Questa, tuttavia non e ` responsabile soltanto dellanimazione della comunita ` , ma ha pure una funzione di coordinamento delle varie competenze in ordine alla missione, nel rispetto dei ruoli e secondo le norme interne dellIstituto. Se lautorita ` non puo ` (e non deve) fare tutto, e ` pero ` 67 responsabile ultima del tutto. Molteplici sono le sfide che il momento presente pone allautorita ` di fronte al compito di coordinare le energie in vista della missione. Anche qui si elencano alcuni compiti ritenuti importanti nel servizio dellautorita `. Essa: ` e le rispetta quando assunte a) Incoraggia ad assumere le responsabilita ` Ad alcuni le responsabilita ` possono suscitare un senso di timore. E quindi necessario che lautorita ` trasmetta ai propri collaboratori la fortezza cristiana e il coraggio nellaffrontare le difficolta ` , superando paure e atteggiamenti rinunciatari. Sara ` sua premura il condividere non solo le informazioni ma anche le responsabilita ` , impegnandosi poi a rispettare ciascuno nella propria giusta autonomia. Cio ` comporta da parte dellautorita ` un paziente lavoro di coordinamento e, da parte della persona consacrata, la sincera disponibilita ` a collaborare. Lautorita ` deve esserci quando occorre, per favorire nei membri della comunita ` il senso dellinterdipendenza, lontana tanto dalla dipendenza infantile quanto dallindipendenza autosufficiente. Tutto cio ` e ` frutto di quella liberta ` interiore che consente ad ognuno di lavorare e collaborare, di sostituire ed essere sostituito, di essere protagonista e di dare il proprio apporto anche stando nelle retrovie. Chi esercita il servizio dellautorita ` si guardera ` dal cedere alla tentazione dellautosufficienza personale, dal credere cioe ` che tutto dipenda ` importante e utile favorire la parteda lui o da lei, e che non sia cos
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cipazione corale comunitaria, poiche e ` meglio fare un passo assieme che due (o anche piu ` ) da soli. ` in spirito di comunione b) Invita ad affrontare le diversita I rapidi cambi culturali in corso non solo provocano trasformazioni strutturali che hanno riflessi sulle attivita ` e sulla missione, ma possono dar luogo a tensioni allinterno delle comunita ` , dove diversi tipi di formazione culturale o spirituale orientano a dare letture diverse dei segni dei tempi e quindi a proporre progetti differenti, non sempre conciliabili. Tali situazioni possono essere piu ` frequenti oggi rispetto al passato, poiche cresce il numero delle comunita ` costituite da persone che provengono da diverse etnie o culture e si accentuano le differenze generazionali. Lautorita `e ` chiamata a servire con spirito di comunione anche queste comunita ` composite, aiutandole ad offrire, in un mondo segnato da molte divisioni, la testimonianza che e ` possibile vivere assieme ed amarsi anche se diversi. Dovra ` allora tener fermi alcuni principi teorico-pratici: ricordare che, nello spirito del vangelo, il conflitto di idee non diviene mai conflitto di persone; richiamare che la pluralita ` di prospettive favorisce lapprofondimento delle questioni; ` che il libero scambio di idee chiarisca favorire la comunicazione, cos le posizioni e faccia emergere il contributo positivo di ciascuno; aiutare a liberarsi dallegocentrismo e dalletnocentrismo, che tendono a riversare sugli altri le cause dei mali, per arrivare ad una mutua comprensione; rendere consapevoli che lideale non e ` quello di avere una comunita ` senza conflitti, ma una comunita ` che accetta di affrontare le proprie tensioni per risolverle positivamente, cercando soluzioni che non ignorino nessuno dei valori a cui e ` necessario fare riferimento. c) Mantiene lequilibrio tra le varie dimensioni della vita consacrata Queste, infatti, possono entrare in tensione tra di loro. Lautorita ` deve vegliare perche lunita ` di vita sia salva e di fatto venga rispettato il 40
piu ` possibile lequilibrio tra tempo dedicato alla preghiera e tempo dedicato al lavoro, tra individuo e comunita ` , tra impegno e riposo, tra attenzione alla vita comune e attenzione al mondo e alla Chiesa, tra formazione personale e formazione comunitaria.68 Uno degli equilibri piu ` quello tra comunita ` e missione, tra ` delicati e 69 vita ad intra e vita ad extra . Dato che normalmente lurgenza delle cose da fare puo ` indurre a trascurare le cose che riguardano la comunita `, e che sempre piu ` oggi chiamati a operare come singoli, e ` ` spesso si e opportuno che siano rispettate alcune regole irrinunciabili, che garantiscano al tempo stesso uno spirito di fraternita ` nella comunita ` apostolica e una sensibilita ` apostolica nella vita fraterna. Sara ` importante che lautorita ` sia garante di queste regole e ricordi a tutti e ad ognuno che quando una persona della comunita `e ` in missione, o compie un qualsiasi servizio apostolico, anche se opera da sola agisce ` ; anzi, opera grazie alla comunita `. sempre in nome dellIstituto o della comunita Spesso, infatti, se essa puo ` svolgere quella determinata attivita `e ` perche qualcuno della comunita ` ha dato il suo tempo per lei, o lha consigliata, o le ha trasmesso un certo spirito; spesso, inoltre, chi rimane in comunita ` sostituisce in certi lavori di casa la persona impegnata fuori, o prega per lei, o la sostiene con la propria fedelta `. E allora e ` doveroso non solo che lapostolo ne sia profondamente grato, ` in tutto quello che fa; che ma resti strettamente unito alla propria comunita non se ne appropri e si sforzi ad ogni costo di camminare insieme, aspettando, se necessario, chi procede piu ` lentamente, valorizzando lapporto dognuno, condividendo il piu ` possibile gioie e fatiche, intuizioni e incertezze, perche tutti sentano come proprio lapostolato dogni altro, senza invidie e gelosie. Lapostolo sia certo che, per quanto donera ` di se alla comunita ` , non pareggera ` mai il conto con quello che da essa ha ricevuto e sta ricevendo.
68 69
` , 50. Cf. La vita fraterna in comunita ` , 59. Cf. La vita fraterna in comunita
41
d) Ha un cuore misericordioso San Francesco dAssisi, in una commovente lettera ad un ministro/ superiore, dava le seguenti istruzioni circa eventuali debolezze personali dei suoi frati: E in questo voglio conoscere se tu ami il Signore e ami me servo suo e tuo, se farai questo, e cioe ` : che non ci sia mai alcun frate al mondo, che abbia peccato quanto poteva peccare, il quale, dopo aver visto i tuoi occhi, se ne torni via senza il tuo perdono misericordioso, se egli lo chiede; e se non chiedesse misericordia, chiedi tu a lui se vuole misericordia. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo piu ` di me per questo: che tu possa attirarlo al Signore; e abbi sempre misericordia di tali fratelli .70 Lautorita `e ` chiamata a sviluppare una pedagogia del perdono e della misericordia, ad essere cioe ` strumento dellamore di Dio che accoglie, corregge e rilancia sempre una nuova possibilita ` per il fratello o la sorella che sbagliano e cadono in peccato. Soprattutto dovra ` ricordare che senza la speranza del perdono la persona stenta a riprendere il suo cammino e tende inevitabilmente ad aggiungere male a male e cadute a cadute. La prospettiva della misericordia, invece, afferma che Dio e ` 71 capace di trarre un percorso di bene anche dalle situazioni di peccato. Si adoperi, dunque, lautorita ` perche tutta la comunita ` apprenda questo stile misericordioso. e) Ha il senso della giustizia Se linvito di san Francesco dAssisi a perdonare il fratello che pecca puo ` essere considerato una preziosa regola generale, si deve riconoscere che ci possono essere dei comportamenti, nei membri di alcune fraternita ` di consacrati, che ledono gravemente il prossimo e che implicano una responsabilita ` nei confronti di persone esterne alla comunita ` e nei confronti della stessa istituzione cui appartengono. Se occorre comprensione verso le colpe dei singoli, e ` anche necessario avere un rigoroso senso di responsabilita ` e carita ` verso coloro che eventualmente sono stati danneggiati dal comportamento scorretto di qualche persona consacrata.
70 71
San Francesco dAssisi, Lettera a un Ministro, 7-10. Cf. Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Dives in misericordia (30 novembre 1980), 6.
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Colui o colei che sbaglia sappia che deve rispondere personalmente delle conseguenze dei suoi atti. La comprensione verso il confratello non puo ` escludere la giustizia, specie nei confronti di persone indifese e vittime di abusi. Accettare di riconoscere il proprio male, e assumersene la responsabilita ` e le conseguenze, e ` gia ` parte di un cammino di misericordia: come per Israele che si allontana dal Signore, laccettare le conseguenze del male (e ` il caso dellesperienza dellesilio) e ` il primo modo di riprendere il cammino di conversione e di riscoprire piu ` profondamente il proprio rapporto con Lui. f) Promuove la collaborazione con i laici La crescente collaborazione con i laici nelle opere e attivita ` condotte da persone consacrate pone sia alla comunita ` che allautorita ` nuove domande, che esigono nuove risposte. La partecipazione dei laici non raramente porta inattesi e fecondi approfondimenti di alcuni aspetti del carisma , dato che i laici sono invitati ad offrire alle famiglie religiose il prezioso contributo della loro secolarita ` e del loro specifico 72 servizio . ` stato opportunamente ricordato che, per raggiungere lobiettivo di E una mutua collaborazione tra religiosi e laici, e ` necessario avere comunita ` religiose con una chiara identita ` carismatica, assimilata e vissuta, in grado cioe ` di trasmetterla anche agli altri con disponibilita ` alla condivisione: comunita ` religiose con unintensa spiritualita ` e dallentusiasta missionarieta ` per comunicare il medesimo spirito e il medesimo slancio evangelizzatore; comunita ` religiose che sappiano animare e incoraggiare i laici a condividere il carisma del proprio Istituto, secondo la loro indole secolare e secondo il loro diverso stile di vita, invitandoli a scoprire ` la comunuove forme di attualizzare lo stesso carisma e missione. Cos nita ` religiosa puo ` diventare un centro di irradiazione, di forza spirituale, di animazione, dove i diversi apporti contribuiscono alla costruzione del corpo di Cristo che e ` la Chiesa .73
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Vita consecrata, 55; cf. Ripartire da Cristo, 31. ` , 70. La vita fraterna in comunita
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` necessario, inoltre, che sia ben definita la mappa delle competenze E e responsabilita ` , tanto dei laici che dei religiosi, come pure degli organismi intermedi (Consigli di amministrazione e simili). In tutto cio ` chi presiede alla comunita ` dei consacrati ha un ruolo insostituibile. Le difficili obbedienze 26. Nello svolgimento concreto della missione, alcune obbedienze possono presentarsi particolarmente difficili, dal momento che le prospettive o le modalita ` dellazione apostolica o diaconale possono essere percepite e pensate in maniere diverse. Di fronte a certe obbedienze difficili, allapparenza addirittura assurde, puo ` sorgere la tentazione della sfiducia e persino dellabbandono: vale la pena continuare? Non posso realizzare meglio le mie idee in un altro contesto? Perche logorarsi in contrasti sterili? Gia ` san Benedetto affrontava la questione di una obbedienza molto gravosa, o addirittura impossibile ad eseguirsi ; e san Francesco dAssisi considerava il caso in cui il suddito vede cose migliori e piu ` utili alla sua anima di quelle che gli ordina il prelato [il superiore] . Il Padre del monachesimo risponde chiedendo un dialogo libero, aperto, umile e fiducioso tra monaco e abate; alla fine pero ` , se richiesto, il monaco obbedisca per amore di Dio e confidando nel suo aiuto .74 Il Santo di Assisi invita ad attuare unobbedienza caritativa, in cui il frate sacrifica volontariamente le sue vedute ed esegue il comando richiesto, perche in questo modo soddisfa a Dio e al prossimo ;75 e vede unobbedienza perfetta la ` dove, pur non potendo obbedire perche gli viene comandato qualcosa contro la sua anima , il religioso non rompe lunita ` con il superiore e la comunita ` , pronto anche a sopportare persecuzioni a causa di cio ` . Infatti osserva san Francesco chi sostiene la persecuzione piuttosto che volersi separare dai suoi fratelli, rimane veramente nella perfetta obbedienza, poiche offre la sua anima ` ricordato che lamore e la comunione per i suoi fratelli . 76 Ci viene cos
74 75 76
San Benedetto, Regola 68, 1-5. San Francesco dAssisi, Ammonizione III, 5-6. San Francesco dAssisi, Ammonizione III, 9.
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rappresentano valori supremi, ai quali sottostanno anche lesercizio dellautorita ` e dellobbedienza. Si deve riconoscere che e ` comprensibile, da una parte, un certo attaccamento a idee e convinzioni personali, frutto di riflessione o di esperienza e maturate nel tempo, ed e ` anche cosa buona cercare di difenderle e portarle avanti, sempre nella prospettiva del Regno, in un dialogo schietto e costruttivo. Daltra parte, non va dimenticato che il modello e ` sempre Gesu ` di Nazareth, il quale anche nella passione chiese a Dio di compiere la sua volonta ` di Padre, ne si tiro ` indietro di fronte alla morte di croce (cf. Eb 5,7-9). La persona consacrata, quando le viene richiesto di rinunciare alle proprie idee o ai propri progetti, puo ` sperimentare smarrimento e senso di rifiuto dellautorita ` , o avvertire dentro di se forti grida e lacrime (Eb 5,7) e limplorazione che passi lamaro calice. Ma quello e ` anche il momento in cui affidarsi al Padre perche si compia la sua volonta ` e per ` partecipare attivamente, con tutto se stesso, alla missione di poter cos Cristo per la vita del mondo (Gv 6,51). ` nel pronunciare questi difficili s ` che si puo E ` comprendere fino in fondo il senso dellobbedienza come supremo atto di liberta `, espresso in un totale e fiducioso abbandono di se a Cristo, Figlio liberamente obbediente al Padre; e si puo ` comprendere il senso della missione come offerta obbediente di se stessi, che attira la benedizione dellAltissimo: Io ti benediro ` con ogni benedizione.... (E) saranno benedette tutte le nazioni della terra, perche tu hai obbedito alla mia voce (Gn 22,17.18). In quella benedizione la persona consacrata obbediente sa che ritrovera ` tutto quello che ha lasciato con il sacrificio del suo distacco; in quella benedizione e ` nascosta anche la piena realizzazione della sua stessa umanita ` (cf. Gv 12,25). Obbedienza e obiezione di coscienza 27. Puo ` sorgere qui un interrogativo: ci possono essere situazioni in cui la coscienza personale sembra non permettere di seguire le indicazioni date dallautorita ` ? Puo ` avvenire, insomma, che il consacrato debba dichiarare, in relazione alle norme o ai suoi superiori: Bisogna obbedire ` il caso della cosiddetta a Dio piuttosto che agli uomini (At 5,29)? E 45
obiezione di coscienza, di cui parlo ` gia ` Paolo VI,77 e che va colta nel suo autentico significato. Se e ` vero che la coscienza e ` il luogo ove risuona la voce di Dio che ci indica come comportarci, e ` anche vero che occorre imparare ad ascoltare questa voce con grande attenzione per saperla riconoscere e distinguere da altre voci. Non bisogna infatti confondere questa voce con quelle che emergono da un soggettivismo che ignora o trascura le fonti e i criteri irrinunciabili e vincolanti nella formazione del giudizio di coscienza: e ` il cuore convertito al Signore e allamore del bene la sorgente dei giudizi veri della coscienza ,78 e la liberta ` della coscienza non e ` mai liberta ` dalla verita ` , ma sempre e solo nella verita ` .79 La persona consacrata dovra ` dunque riflettere a lungo prima di concludere che non lobbedienza ricevuta, ma quanto avverte dentro di se rappresenta la volonta ` di Dio. Dovra ` ricordare, inoltre, che la legge della mediazione va tenuta presente in tutti i casi, guardandosi dallassumere decisioni gravi senza alcun confronto e verifica. Rimane certo indiscutibile che cio ` che conta e ` arrivare a conoscere e a compiere la volonta ` di Dio, ma dovrebbe essere altrettanto indiscutibile che la persona consacrata si e ` impegnata con voto a cogliere questa santa volonta ` attraverso determinate mediazioni. Dire che cio ` che conta e ` la volonta ` di Dio, non le mediazioni, e rifiutarle, o accettarle solo a piacimento, puo ` togliere significato al proprio voto e svuotare la propria vita di una sua caratteristica essenziale. Di conseguenza, fatta eccezione per un ordine che fosse manifestamente contrario alla legge di Dio e alle costituzioni dellIstituto, o che implicasse un male grave e certo nel qual caso lobbligo dellobbedienza non esiste , le decisioni dei superiori riguardano un campo in cui la valutazione del bene migliore puo ` variare secondo i punti di vista. Il voler concludere, dal fatto che un ordine dato appaia oggettivamente meno buono, che esso e ` illegittimo e contrario alla coscienza, significherebbe misconoscere, in maniera poco realistica, loscurita ` e lambivalenza di non poche realta ` umane. Inoltre il rifiuto di obbedienza porta con se un danno spesso grave, per il bene comune. Un religioso non
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Cf. Paolo VI, Evangelica testificatio, 28-29. Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Veritatis splendor (6 agosto 1993), 64. Veritatis splendor, 64.
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dovrebbe ammettere facilmente che ci sia contraddizione tra il giudizio della sua coscienza e quello del suo superiore. Questa situazione eccezionale qualche volta comportera ` unautentica sofferenza interiore sul` lesempio di Cristo stesso che imparo ` lobbedienza dalle cose che pat 80 (Eb 5,8) . ` La difficile autorita 28. Ma anche lautorita ` puo ` cadere nello scoraggiamento e nel disincanto: di fronte alle resistenze di alcune persone o comunita ` , di fronte a certe questioni che sembrano irrisolvibili, puo ` sorgere la tentazione di lasciar perdere e di considerare inutile ogni sforzo per migliorare la situazione. Si profila, allora, il pericolo di diventare gestori della routine, rassegnati alla mediocrita ` , inibiti ad intervenire, privi del coraggio di additare le mete dellautentica vita consacrata e correndo il rischio di smarrire lamore delle origini e il desiderio di testimoniarlo. Quando lesercizio dellautorita ` pesa e si fa difficile, e ` bene ricordare che il Signore Gesu ` considera tale compito un atto damore verso di Lui ( Simone di Giovanni, mi ami tu? : Gv 21,16); e diviene salutare il riascoltare le parole di Paolo: Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessita ` dei fratelli (Rm 12,12-13). Il silenzioso travaglio interiore che accompagna la fedelta ` al proprio compito, segnato talora dalla solitudine e dallincomprensione di coloro ai quali ci si dona, diviene via di santificazione personale e mediazione di salvezza per le persone a causa delle quali si soffre. Obbedienti fino alla fine 29. Se la vita del credente e ` tutta una ricerca di Dio, allora ogni giorno dellesistenza diviene un continuo apprendimento dellarte di ascoltare la sua voce per eseguire la sua volonta `. Si tratta, certo, di una scuola impegnativa, quasi una lotta tra quellio che tende ad essere padrone di se e della sua storia e quel Dio che e ` il Signore di ogni storia; scuola in cui si ` tanto di Dio e della sua paternita apprende a fidarsi cos `, da porre fiducia ` la certezza che il anche negli uomini suoi figli e nostri fratelli. Cresce cos
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Padre non abbandona mai, nemmeno nel momento in cui e ` necessario affidare la cura della propria vita alle mani di fratelli, nei quali occorre riconoscere il segno della sua presenza e la mediazione della sua volonta `. Con un atto dobbedienza, sia pur inconsapevole, siamo venuti alla vita, accogliendo quella Volonta ` buona che ci ha preferiti alla non esistenza. Concluderemo il cammino con un altro atto dobbedienza, che vorremmo il piu ` possibile cosciente e libero, ma soprattutto espressione di abbandono verso quel Padre buono che ci chiamera ` definitivamente a se , nel suo regno di luce infinita, ove avra ` termine la nostra ricerca, e i nostri occhi lo vedranno, in una domenica senza fine. Allora ` saremo pienamente obbedienti e realizzati, poiche diremo per sempre s a quellAmore che ci ha costituiti per essere felici con Lui e in Lui. ` Una preghiera dellautorita 30. O buon pastore, Gesu ` , pastore buono, pastore clemente, pastore affabile, un pastore povero e misero alza il suo grido verso di te, un pastore debole, e inesperto e inutile, e tuttavia un pastore, quale che sia, delle tue pecore. Insegna a me tuo servo, o Signore, insegnami ti prego, per il tuo Spirito Santo, come possa servire i miei fratelli e spendermi per loro. Dammi, o Signore, per la tua grazia ineffabile, di saper sopportare con pazienza le loro debolezze, di saper condividere con benevolenza le loro sofferenze, e aiutarli con discrezione. Alla scuola del tuo Spirito possa imparare a consolare chi e ` triste, a rafforzare i pusillanimi, a rialzare chi e ` caduto, ad essere debole con i deboli, ad indignarmi con chi patisce scandalo, a farmi tutto a tutti per salvare tutti. Metti sulla mia bocca ` che essi siano edificati nella fede, parole vere e giuste e gradevoli, cos nella speranza e nella carita ` , nella castita ` e nellumilta ` , nella pazienza e nellobbedienza, nel fervore dello spirito e nello slancio del cuore. Li affido alle tue sante mani e alla tua tenera provvidenza, perche nessuno li rapisca dalla tua mano ne dalla mano del tuo servo al quale li hai affidati, ma possano perseverare con gioia nel santo proposito e, perseverando, ottengano la vita eterna, con il tuo aiuto, o dolcissimo nostro Signore, che vivi e regni per tutti i secoli dei secoli. Amen .81
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Preghiera a Maria 31. O dolce e santa Vergine Maria, Tu allannuncio dellangelo, con la tua obbedienza credente e interrogante, ci ha dato Cristo. A Cana Tu hai mostrato, con il tuo cuore attento, come agire con responsabilita ` . Tu non hai atteso passivamente lintervento del Figlio tuo, ma lo hai prevenuto, rendendolo consapevole delle necessita ` e prendendo, con discreta autorita ` , liniziativa di inviare a Lui i servi. Ai piedi della croce, lobbedienza ha fatto di Te la Madre della Chiesa e dei credenti, mentre nel Cenacolo ogni discepolo ha riconosciuto in Te la dolce autorita ` dellamore e del servizio. Aiutaci a comprendere che ogni vera autorita ` nella Chiesa e nella vita consacrata ha il suo fondamento nellessere docili alla volonta ` di Dio e che ognuno di noi diviene, di fatto, autorita ` per gli altri con la propria vita vissuta in obbedienza a Dio. O Madre clemente e pia, Tu che hai fatto la volonta ` del Padre, 82 pronta nellobbedienza , rendi la nostra vita attenta alla Parola, fedele nella sequela di Gesu ` Signore e Servo nella luce e con la forza dello Spirito Santo, gioiosa nella comunione fraterna, generosa nella missione, sollecita nel servizio ai poveri, protesa verso il giorno in cui lobbedienza della fede sfocera ` nella festa dellAmore senza fine. Il 5 maggio 2008, il Santo Padre ha approvato la presente Istruzione della Congregazione per gli istituti di Vita Consacrata e le Societa ` di Vita Apostolica e ne ha ordinato la pubblicazione. Roma, 11 maggio 2008, Solennita ` della Pentecoste. , C.M. Franc Card. Rode
Prefetto
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INDICE
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1. La vita consacrata testimone della ricerca di Dio . . . . . . . . 2. Un cammino di liberazione . . . . . . . . . . . . . . . . 3. Destinatari, intento e limiti del documento . . . . . . . . . . PRIMA PARTE
3 3 4 5
14. Il servizio dellautorita ` alla luce della normativa ecclesiale . . . . 15. In missione con la liberta ` dei figli di Dio . . . . . . . . . .
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SECONDA PARTE
21. Il primo tra voi, si fara ` vostro schiavo (Mt 20,27) . . . . . . 22. La vita fraterna come missione . . . . . . . . . . . . . . TERZA PARTE
In missione
23. In missione con tutto il proprio essere, come Gesu ` , il Signore 24. In missione per servire . . . . . . . . . . . . . . . . 25. Autorita ` e missione . . . . . . . . . . . . . . . . . ` e le rispetta quando assunte a) Incoraggia ad assumere le responsabilita ` in spirito di comunione . . . . . b) Invita ad affrontare le diversita c) Mantiene lequilibrio tra le varie dimensioni della vita consacrata . d) Ha un cuore misericordioso . . . . . . . . . . . . . . e) Ha il senso della giustizia . . . . . . . . . . . . . . f) Promuove la collaborazione con i laici . . . . . . . . . . . 26. 27. 28. 29. 30. 31. Le difficili obbedienze . . Obbedienza e obiezione di La difficile autorita ` . . . Obbedienti fino alla fine . Una preghiera dellautorita ` Preghiera a Maria . . . . . . . . coscienza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 38 38 39 40 40 42 42 43 44 45 47 47 48 49
TIPOGRAFIA VATICANA
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 125 (44.865)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
venerd 30 maggio 2008
XVI
Excellences, Je suis heureux de vous accueillir au moment de la prsentation des Lettres qui vous accrditent comme Ambassadeurs extraordinaires et plnipotentiaires de vos pays respectifs: la Tanzanie, l'Ouganda, le Libria, le Tchad, le Bangladesh, la Bilorussie, la Rpublique de Guine, le Sri Lanka et le Nigeria. Je vous remercie des paroles courtoises dont vous vous tes faits les interprtes au nom de vos Chefs d'Etat. Je vous saurais gr de leur exprimer en retour mes salutations dfrentes et mes souhaits les meilleurs pour leurs personnes et pour la haute mission qu'ils accomplissent au service de leur nation. Mes salutations s'adressent aussi toutes les Autorits civiles et religieuses de vos pays, ainsi qu' tous vos compatriotes. Votre prsence aujourd'hui me donne galement l'occasion d'exprimer aux communauts catholiques prsentes dans vos pays mes penses affectueuses et de les assurer de mes prires, pour qu'elles continuent avec fidlit et dvouement tmoigner du Christ, par l'annonce de l'Evangile et par leurs multiples engagements au service de tous leurs frres en humanit. Dans le monde actuel, les responsables des Nations ont un rle important, non seulement dans leur propre pays, mais dans les relations internationales, pour que toute personne, l o elle vit, puisse bnficier de conditions d'existence dcentes. Pour cela, la mesure primordiale en matire politique est la recherche de la justice, afin que soit toujours respects la dignit et les droits de tout tre humain, et que tous les habitants d'un pays puissent avoir part la richesse nationale. Il en va de mme sur le plan international. Mais, dans tous les cas, la communaut humaine est aussi appele aller au-del de la simple justice, manifestant sa solidarit envers les peuples les plus pauvres, dans le souci d'un meilleur partage des richesses, permettant notamment aux pays qui ont des biens dans leur sol ou dans leur sous-sol d'en bnficier en premier lieu. Les pays riches ne peuvent pas s'approprier, pour eux seuls, ce qui provient d'autres terres. Il est un devoir de justice et de solidarit que la Communaut internationale soit vigilante sur la distribution des ressources, dans une attention aux conditions propices au dveloppement des pays qui en ont le plus besoin. De mme, au-del de la justice, il est ncessaire de dvelopper aussi la fraternit, pour difier des socits harmonieuses, o rgnent la concorde et la paix, et pour rgler les ventuels problmes qui surgissent, par le dialogue et par la ngociation, et non par la violence sous toutes ses formes, qui ne peut qu'atteindre les plus faibles et les plus pauvres d'entre les hommes. La solidarit et la fraternit relvent en dfinitive de l'amour fondamental que nous devons porter notre prochain, car toute personne ayant une responsabilit dans la vie publique est appele faire avant tout de sa mission un service de tous ses compatriotes et plus largement de tous les peuples de la plante. Pour leur part, les Eglises locales ne
Decretum generale
manquent pas de faire tous les efforts possibles pour apporter leur concours au bien-tre de leurs compatriotes, parfois dans des situations difficiles. Leur dsir le plus cher est de poursuivre inlassablement ce service de l'homme, de tout homme, sans discrimination aucune. Vos Chefs d'Etat viennent de vous confier une mission auprs du Saint-Sige qui, pour sa part, est particulirement attentif au bien des personnes et des peuples. Au terme de notre rencontre, je tiens vous adresser, Messieurs les Ambassadeurs, mes souhaits les meilleurs pour le service que vous tes appels accomplir dans le cadre de la vie diplomatique. Que le Trs-Haut vous soutienne, vous-mmes, vos proches, vos collaborateurs et tous vos compatriotes dans l'dification d'une socit pacifie, et que descende sur chacun l'abondance des bienfaits divins.
Questa una nostra traduzione italiana del discorso del Papa:
dariet verso i popoli pi poveri, con la preoccupazione di una migliore condivisione delle ricchezze, permettendo soprattutto ai Paesi che hanno beni sul loro suolo o nel loro sottosuolo di beneficiarne in primo luogo. I Paesi ricchi non possono appropriarsi, solo per loro, di ci che proviene da altre terre. un dovere di giustizia e di solidariet che la comunit internazionale sia vigile sulla distribuzione delle risorse, con un'attenzione per le con-
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Eccellenze, Sono lieto di accogliervi in occasione della presentazione delle Lettere che vi accreditano come ambasciatori straordinari e plenipotenziari dei vostri rispettivi Paesi: la Tanzania, l'Uganda, la Liberia, il Ciad, il Bangladesh, la Bielorussia, la Repubblica di Guinea, lo Sri Lanka e la Nigeria. Vi ringrazio per le cortesi parole di cui vi siete fatti interpreti a nome dei vostri capi di Stato. Vi sarei grato se poteste esprimere loro i miei deferenti saluti e i miei voti migliori per la loro persona e per l'alta missione che svolgono al servizio della loro nazione. I miei saluti vanno anche a tutte le autorit civili e religiose dei vostri Paesi, come pure a tutti i vostri concittadini. La vostra presenza oggi mi offre anche l'occasione di esprimere alle comunit cattoliche presenti nei vostri Paesi il mio pensiero affettuoso e di assicurarle della mia preghiera, affinch continuino con fedelt e dedizione a testimoniare Cristo, mediante l'annuncio del Vangelo e i molteplici impegni al servizio di tutti i loro fratelli in umanit. Nel mondo attuale i responsabili delle Nazioni hanno un ruolo importante, non solo nel loro Paese, ma anche nelle relazioni internazionali, affinch ogni persona, laddove vive, possa beneficiare di condizioni di vita decenti. A tal fine, la misura principale in materia politica la ricerca della giustizia, affinch vengano sempre rispettati la dignit e i diritti di ogni essere umano e tutti gli abitanti di un Paese possano prendere parte alla ricchezza nazionale. Lo stesso accade sul piano internazionale. In tutti i casi, la comunit umana per anche chiamata ad andare al di l della mera giustizia, manifestando la sua soli-
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dizioni propizie allo sviluppo dei Paesi che ne hanno pi bisogno. Parimenti, al di l della giustizia, necessario sviluppare anche la fraternit, per edificare societ armoniose, in cui regnino la concordia e la pace, e per risolvere gli eventuali problemi che possono sorgere, attraverso il dialogo e la negoziazione, e non mediante la violenza in tutte le sue forme, che non pu che colpire i pi deboli e i pi poveri fra gli uomini. La solidariet e la fraternit derivano in definitiva dall'amore fondamentale che dobbiamo nutrire per il prossimo, poich ogni persona che ha una responsabilit nella vita pubblica chiamata a fare in primo luogo della sua missione un servizio a tutti i suoi concittadini e pi in generale a tutti i popoli del pianeta. Da parte loro le Chiese locali non mancano di compiere tutti gli sforzi possibili per apportare il loro contributo al benessere dei loro concittadini, a volte in situazioni difficili. Il loro desiderio pi caro di proseguire instancabilmente questo servizio all'uomo, a ogni uomo, senza discriminazione alcuna. I vostri capi di Stato vi hanno appena affidato una missione presso la Santa Sede che, da parte sua, particolarmente attenta al bene delle persone e dei popoli. Al termine del nostro incontro, tengo a esprimervi, signori ambasciatori, i miei voti migliori per il servizio che siete chiamati a svolgere nel quadro della vita diplomatica. Che l'Altissimo sostenga voi, i vostri familiari, i vostri collaboratori e tutti i vostri concittadini, nell'edificazione di una societ pacificata, e che discenda su ognuno l'abbondanza dei benefici divini.
Decreto generale
circa il delitto di attentata ordinazione sacra di una donna
La Congregazione per la Dottrina della Fede, per tutelare la natura e la validit del sacramento dell'ordine sacro, in virt della speciale facolt ad essa conferita dalla suprema autorit della Chiesa (cfr can. 30, Codice di Diritto Canonico), nella Sessione Ordinaria del 19 dicembre 2007, ha decretato: Fermo restando il disposto del can. 1378 del Codice di Diritto Canonico, sia colui che avr attentato il conferimento dell'ordine sacro ad una donna, sia la donna che avr attentato di ricevere il sacro ordine, incorre nella scomunica latae sententiae, riservata alla Sede Apostolica. Se colui che avr attentato il conferimento dell'ordine sacro ad una donna o se la donna che avr attentato di ricevere l'ordine sacro, un fedele soggetto al Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, fermo restando il disposto del can. 1443 del medesimo Codice, sia punito con la scomunica maggiore, la cui remissione resta riservata alla Sede Apostolica (cfr can. 1423, Codice dei Canoni delle Chiese Orientali). Il presente decreto entra immediatamente in vigore dal momento della sua pubblicazione su L'Osservatore Romano. WILLIAM CARDINALE LEVADA Prefetto ANGELO AMATO, S.D.B. Arcivescovo titolare di Sila Segretario
INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Matthias U Shwe, Arcivescovo di Taunggyi (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; Francis Daw Tang, Vescovo di Myitkyina (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum.
NOSTRE
Provvista di Chiesa
Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Jaro (Filippine) il Reverendo Gerardo Alimane Alminaza, del clero della Diocesi di Bacolod, finora Rettore del Sacred Heart Seminary, assegnandogli la sede titolare vescovile di Massimiana di Bizacena.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il ministro della Difesa israeliano chiede le dimissioni del premier in seguito alle accuse di corruzione
zione di maggioranza, lavorer per arrivare a elezioni anticipate. Nella sua deposizione Talansky ha raccontato di aver conosciuto Olmert intorno al 1991, durante la prima guerra del Golfo. A quel tempo era ministro della Salute, era un principe nel Likud, un uomo intelligente, mi piacque molto e mi convinsi che era una persona che andava aiutata, ha affermato il finanziere. Ho dato somme di denaro a Olmert per le sue campagne elettorali del 1991 e del 1992, ha aggiunto. Mi disse che avrebbe preferito denaro contante e cos gli detti somme dai miei fondi personali; poi altre somme raccolte per suo conto negli Stati Uniti. Anche nel
KABUL, 29. Ancora violenze nel territorio afghano. Pi di trenta guerriglieri Taleban sono stati uccisi in attacchi aerei compiuti, dalle forze della coalizione, nelle regioni orientali del Paese. Lo hanno reso noto fonti ufficiali e militari. Il raid pi sanguinoso ha preso di mira un gruppo di Taleban nella provincia di Paktia, al confine con il Pakistan. Uno scontro ha opposto Taleban e forze di sicurezza a Zurmat ha affermato un portavoce del Governo locale, Rohullah Samoon . Le forze della coalizione hanno effettuato un raid aereo contro una postazione nemica. Diciassette Tale-
ban sono stati uccisi dal bombardamento. Le forze internazionali hanno poi bombardato riferisce l'agenzia di stampa Ansa due postazioni dei guerriglieri Taleban nella valle di Korengal, nella provincia orientale di Kunar, causando sette morti. In seguito un nuovo attacco aereo effettuato dalla coalizione, nella citt di Qalaygal, ha provocato la morte di altri sette Taleban. In un comunicato delle forze internazionali si afferma che non si sono avute notizie, a seguito di questi raid aerei, di vittime civili.
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L'OSSERVATORE ROMANO
La visita di quattro giorni del cardinale segretario di Stato
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dell'Ucraina. Almeno certi episodi della storia religiosa, della inconcussa fedelt del popolo ucraino alla fede cristiana, e in particolare alla Chiesa cattolica, sono presenti nella memoria di tante persone. Adesso, non so se c' una vera conoscenza. Forse, c' anche memoria della famosa carestia degli anni 1932 e 1933 che storicamente qualcuno spiega come un atto di punizione per la popolazione ucraina e per altre popolazioni. Anche questa memoria entrata nei libri di storia. Auspico che le Chiese e le societ occidentali conoscano meglio questa storia. Si diceva una volta che l'Ucraina fosse il granaio dell'Europa; si parlava delle immensit delle sue pianure e delle sue colture. Poi, c' stato il fatto di Chernobyl. Non bisogna, tuttavia, conoscere l'Ucraina solo per questo singolo episodio, ma proprio per la sua dignit: il profilo di popolo che ha una grande cultura, rimasto fedele ai valori cristiani forse pi di altri popoli e che adesso si affaccia alle porte dell'Europa con una sua dignit e con delle risorse che tutti dobbiamo valorizzare. Nei suoi discorsi ha richiamato sovente la testimonianza dei martiri additandola ai cristiani di oggi. Ci sono motivi di preoccupazione pastorale per questo richiamo insistente? Anzitutto c' un motivo storico. Anche in Ucraina, come in molti altri Paesi dell'Unione Sovietica, ci sono stati martiri della fede, i famosi martiri del XX secolo, cattolici e ortodossi. In Ucraina c' stato un tentativo di annientamento delle Chiese, soprattutto della Chiesa greco-cattolica, mentre la Chiesa latina, pur nelle immani sofferenze che hanno segnato quegli anni sotto la dittatura comunista, ha avuto dei barlumi di libert e quindi di esercizio del ministero e di espressione della fede cristiana. E poi, in modo particolare bisogna ravvivare la memoria per l'oggi, perch allora c'era una persecuzione aperta, adesso c' un attacco sottile, un attacco dell'indifferentismo e del consumismo. caduto il Muro di Berlino, caduto l'impero comunista per ci sono altri problemi che sfidano la fede, che esigono un coraggio, un impegno ancora maggiore forse nella testimonianza della fede cristiana, e nel fare esperienza vera di vita cristiana. Nel corso del suo viaggio lei ha insistito molto anche sull'impegno ecumenico. Parlava ai cattolici o agli ortodossi? Anzitutto ai cattolici, perch naturalmente mi sono rivolto ai cattolici, sebbene abbia incontrato autorit e rappresentanti ortodossi anche alle manifestazioni della Chiesa cattolica. un discorso che vale per tutti, perch lo sforzo di creare unit, di fare piattaforma di unit, di convergere su obiettivi comuni proprio in base alla fede comune, un presupposto indispensabile per la nuova evangelizzazione e per l'efficacia della testimonianza di tutte le Chiese, di tutte le confessioni cristiane. Nelle loro diversit, ma nell'unit della medesima fede in Cristo. Ha riscontrato motivi di fiducia e segnali per una presenza pi unitaria e meno conflittuale sul piano religioso e civile, tra cattolici e ortodossi? Devo dire che ho incontrato una Chiesa viva parlo in modo speciale della Chiesa cattolica nelle sue varie componenti una Chiesa perfino entusiasta e partecipe. Mi hanno detto anche le autorit che l, in Ucraina, le Chiese sono piene. Penso sia vero, avendolo sperimentato negli incontri che ho avuto, sia in occasione della festa del Corpo e Sangue di Cristo, con la processione lungo le vie di Kiev, sia nella grande beatificazione di suor
Marta Maria Wiecka, a cui guardano non solo i cattolici. Quella testimone della carit sociale eroica un punto d'incontro di cattolici e ortodossi e anche di non credenti. Gi questo segno un segno di unit, un segno di identit comune. Ho trovato, quindi, dei segni positivi; ho trovato segni anche di dialogo, segni di adesione al cuore della Chiesa cattolica, cio al Papa, in particolare a Papa Benedetto XVI, e negli incontri con gli esponenti soprattutto della Chiesa ortodossa russa perch ho incontrato il metropolita Volodimir ho sentito questo anelito all'unit. Tutti hanno parlato della necessit di fare dei passi concreti comuni. Nonostante le difficolt che persistono ancora, ci sono passi positivi di dialogo interconfessionale per convergere su alcuni temi. Pensiamo, ad esempio, al tema dell'educazione, della formazione. Abbiamo parlato persino del tema della santit, con il metropolita ortodosso, e mi hanno interrogato sui percorsi che la Chiesa cattolica fissa per proclamare un beato o un santo, confrontandoli con i percorsi della Chiesa ortodossa. Ecco: sono temi che indicano una sorta di convergenza, di desiderio di condividere certe metodologie e poi anche le mete finali. Una buona armonia tra i cristiani in Ucraina, superando il contenzioso storico, pu facilitare il dialogo in corso tra Roma e Mosca? Con la Chiesa ortodossa russa, con il Patriarcato di Mosca, noi siamo certamente in fase di dialogo. Avevo avuto incontri con la Chiesa ortodossa russa gi in Azerbaigian e cos adesso li ho avuti a Kiev. Questi sono segni positivi. Mi sembra che siamo in una fase di dialogo aperto, di incontri che si rinnovano: proprio nei giorni scorsi il cardinale Kasper stato a Mosca nella sua qualit di Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani. chiaro che tutti aspettano il famoso incontro tra il Papa e il Patriarca di Mosca che avverr quando Dio vorr e quando ci saranno tutte le condizioni. Alcuni esponenti ortodossi di varie parti dell'Europa spingono per questo incontro, esplicitamente. Ci sono stati dei fatti positivi a parte la traduzione organica dei documenti del Concilio Vaticano II in russo e la distribuzione di questi documenti, che permettono di conoscere il pensiero della Chiesa cattolica, sia in campo dogmatico sia in campo morale: non solo in campo di morale personale, ma di morale sociale, di morale internazionale. Pure la traduzione del Catechismo della Chiesa cattolica in russo, con una specie di accordo con la Chiesa ortodossa, e poi, ultimamente, proprio, la traduzione del Compendio della dottrina sociale cristiana in ucraino e in russo. Questo un fatto positivo che permette di avvicinare le due Chiese in maniera culturale pacificamente, in modo cristallino, cio direttamente; e quindi, di conoscersi e di condividere. Sappiamo anche che la Chiesa ortodossa russa sta elaborando una sua dottrina sociale. Ci sono risultati concreti dal suo incontro con il presidente Viktor Yushenko e con il vice primo ministro Gregory Nemyria? Il viaggio in Ucraina stato organizzato in modo speciale per la beatificazione di suor Marta Maria Wiecka, che amata e venerata da tutti, ricordata anche dalle autorit. Tanto vero che alla beatificazione c'erano le autorit di Leopoli e i delegati delle varie istanze pubbliche. Come ho gi detto, la figura di suor Marta una figura che attrae e che unifica. Ho avuto degli incontri lunghi incontri sia con il presidente della Repubblica e sia con il vice primo ministro. Ho sottolineato, anche nei discorsi pubblici e a nome della Santa Sede, la positivi-
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il Papa al nuovo ambasciatore di Tanzania
Your Excellency, It is my pleasure to welcome you to the Vatican and to accept the Letters of Credence by which you are appointed Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the United Republic of Tanzania to the Holy See. I am grateful for the courteous greetings and sentiments of good will which you have expressed on behalf of His Excellency, Mr Jakaya Mrisho Kikwete, President of the Republic, whom I had the pleasure of meeting. I ask you kindly to convey my gratitude and my personal good wishes to His Excellency the President, to the Government and to the Tanzanian people. Your country, Mr Ambassador, is looked upon with respect and appreciation by people in East Africa for its stability and its climate of tolerance and peace. Tanzania is also held in esteem for the important role undertaken by its political leaders in the process of pacification of the Great Lakes Region and other international peacekeeping initiatives. The generous hospitality offered to refugees fleeing from hostilities in neighbouring countries, in spite of domestic economic difficulties, has also awakened due appreciation for the noble sentiments of the Tanzanian people. Some negative trends such as an increase in the regional traffic of arms and interruptions in important initiatives of dialogue and reconciliation have cast
doubts recently on the immediate future of the peace process. It is not surprising in this regard that responsible leaders and many men and women of good will are eager to see this process sustained at all costs and brought to fulfilment. No effort should be spared in order to recreate the indispensable conditions for normal living, development and cultural advancement of the populations affected. The Holy See joins its voice to this appeal and continues to exhort all who hold responsibility in the region not to lose confidence in the value of dialogue,
but to explore with an open mind and follow all possibilities that may lead to the conclusion of a lasting peace. Tanzania can be proud of its inheritance of harmonious coexistence between different ethnic and religious groups handed down to the present generations from founding President Julius Nyerere and other important statesmen. Every generation must continue to cherish and protect this treasure. Care must be taken that the common good of all Tanzanians and the dignity and the authentic rights of all persons may
SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore di Tanzania
Sua eccellenza il signor Ahmada Rweyemamu Ngemera, nuovo ambasciatore di Tanzania presso la Santa Sede, nato il 12 giugno 1950. Laureato in economia industriale (Universit di Dar-es-Salaam, 1976), ha conseguito un master in amministrazione pubblica (Universit di Wisconsin Madison Stati Uniti d'America, 1979). Ha ricoperto i seguenti incarichi: economista industriale presso il Ministero per l'industria e il commercio (1976-1988); capo della divisione regionale e internazionale per la cooperazione e il monitoraggio presso il Ministero per l'industria e il commercio (19881998); direttore della divisione per la pianificazione presso il Ministero per l'industria e il commercio (1998-2002); segretario permanente presso il Ministero per l'industria e il commercio
(2002-2004); vice segretario generale dell'East African community (20042006). Dal 2006 ambasciatore in Germania, ove risiede. Parla inglese e kiswahili. A sua eccellenza il signor Ahmada Rweyemamu Ngemera, nuovo ambasciatore di Tanzania presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.
prevail over the particular demands or interests of certain groups. In this regard discernment and decisive action on the part of authorities are needed to curb favouritism or initiatives that would be incompatible with a political project based on universal human rights and the rule of law, and could carry in some circumstances seeds of intolerance and violence. The Catholic Church is committed to fostering positive ethnic relations and dialogue with members of other religions as a fundamental component of her desire to give witness to God's universal love. It gives her great joy to assist society in establishing an environment of good will between all men and women based on mutual knowledge, appreciation and respect. Creating the proper environment and structures for the economic development of a country is one of the important goals in the task of good governance. International trust and goodwill towards Tanzania has been successfully generated not least by efforts to combat corruption, and the economy has responded with steady progress. Experience in many developing countries shows that accountability and transparency, especially in the use of public funds, not only upholds the necessary moral integrity of those in office, but is in itself an indispensable economic factor for stable progress. Great care has to be taken in order to continue along this path, together with a clear will to bring the less favoured sectors to a just and active participation in the common economic growth. As your country continues to undertake works of infrastructure and promote investments in support of agriculture and industry, it is my hope that your
people will work with confidence for the good of their homeland and that Tanzania will always find openness, trust and effective support at international levels. I am pleased to note that considerable efforts have been made to promote wider access to education in the knowledge that it is one of the most important factors in development. Training programmes have also been wisely established for teachers and for other personnel in schools and health centres since the construction of adequate facilities cannot be separated from the complementary effort to prepare qualified staff. I thank you Mr Ambassador for your words of appreciation of the service that the Catholic Church offers to the people of your country. Both in education and health services, care must be taken to provide financial resources to the different projects or institutions on the basis of pressing need or merit. Equity and transparency in this area greatly facilitate a spirit of loyal cooperation between private initiative and public agencies. In these same fields of development institutions must continue to expand and improve in quality in order to respond to the needs of the population. I am sure that Tanzanian Catholics will not fail to offer their specific contribution through the Church's institutions and initiatives,
animated by Christian service of neighbour and generous love of their country. Your Excellency, as you take up your office as the United Republic of Tanzania's representative at the Vatican, I have given expression to some of the Holy See's perspectives and sincere hopes for your country. May your mission serve to strengthen the ties existing between the United Republic of Tanzania and the Holy See. Be assured that the various departments of the Roman Curia will be ready to assist you in your task. With my prayers and best wishes for the success of your mission, I invoke Almighty God's abundant blessings upon you and your family, and upon the people of your country.
Questa una nostra traduzione del discorso del Papa: Eccellenza, ho il piacere di accoglierla in Vaticano e di ricevere le Lettere che la accreditano quale ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Unita di Tanzania presso la Santa Sede. Sono grato per i cordiali saluti che mi ha porto e i sentimenti di buona volont che ha espresso a nome di sua eccellenza Jakaya Mrisho Kikwete, presidente della Repubblica, che ho avuto il piacere di incontrare. Le chiedo cortesemente di trasmettere la mia
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Benedetto
XVI
Una pace durevole possibile solo con il rispetto dei confini nazionali
Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina, gioved 29 maggio, sua eccellenza il signor Nyine S. Bitahwa, nuovo ambasciatore di Uganda presso la Santa Sede, che ha presentato le Lettere con cui viene accreditato nell'alto ufficio. Questo il testo del discorso del Pontefice:
Your Excellency, I am pleased to welcome you to the Vatican and to accept the Letters of Credence by which you are appointed Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the Republic of Uganda to the Holy See. I appreciate the greetings which you have conveyed on behalf of His Excellency Mr Yoweri Museveni, President of the Republic, and I gladly reciprocate with my own good wishes and the assurance of my prayers for His Excellency and all the people of Uganda. The Holy See establishes diplomatic relations with States with a view to achieving mutual cooperation for the spiritual and material good of their populations. In this regard, the efforts made in your country in the struggle against poverty and its underlying causes are most encouraging. Human development, through the availability of employment, suitable housing and the extension of educational opportunities, is an indispensable factor in the economic and social progress of a nation. Much has been achieved in Uganda in the fields of education, development and health care, especially in the struggle against HIV/AIDS with dedicated attention to those affected and a successful policy of prevention based on continence and the promotion of faithfulness in marriage. True to her commitment to preach love of God and neighbour, the Catholic Church will continue to cooperate with civil authorities,
especially in these areas which help to better the human condition. Mr Ambassador, you have spoken of your people's joy at seeing the culmination of efforts to formalize peace agreements and to bring to a conclusion the long years of warfare marked by cruel and senseless violence. The Church, in view of her call to enlighten consciences, cannot but express her joy at what has been achieved, and her earnest hope that conditions of full security will soon prevail, allowing all displaced people to return to their homes and resume a peaceful and productive existence. In this regard,
I wish to convey the Holy See's appreciation to all who have raised their voice against violence and hatred, and to all who have contributed to a negotiated search for peace. I encourage all involved to take part generously in the task of repair and rebuilding after so many years of turmoil and abandonment. That this task is taking place amid fears of a world-wide food shortage and rising prices should be a further stimulus to dedication and perseverance in consolidating peace, reconciliation and reconstruction. I trust that the population's strong desire for peace will inspire the Govern-
SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore di Uganda
Sua eccellenza il signor Nyine S. Bitahwa, nuovo ambasciatore di Uganda presso la Santa Sede, nato a Bushenyi il 28 febbraio 1945. sposato e ha tre figli. Laureato in economia (Higher school of economics, Belgrado 1970), ha successivamente conseguito un master nella stessa materia (Universit di Belgrado, 1978). Ha ricoperto i seguenti incarichi: funzionario della pubblica amministrazione (1980-1982); tutor per le materie economiche presso l'Istituto delle Chiese Evangeliche di Germania (1983); consulente per l'Aiuto allo sviluppo presso la Chiesa Evangelico-Luterana di Kiel, Germania (1986-1996); direttore del seminario di Partnership Rukararwe per lo sviluppo rurale, Bushenyi, Uganda (1986-1996 e 20012007); membro del Parlamento nazio-
nale (1996-2001); fondatore della Heim company limited (2004). Attualmente ambasciatore in Germania, ove risiede. Parla inglese, tedesco, serbo, croato, kiswahili, lugana, runyankole, rutoro e rukiga. A sua eccellenza il signor Nyine S. Bitahwa, nuovo ambasciatore di Uganda presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.
ment to continue to carry out its regional responsibilities and to do all that is in its power to ensure stability and reconciliation throughout the region, where lasting peace will only be possible when all parties involved adhere to international agreements and commit themselves to full respect for national borders. Much has to be done in these years but new hope has arisen for the people of Northern Uganda and their neighbours. May Almighty God assist them in their efforts to begin life anew. No nation today is free from the influence of globalization with its benefits and its challenges. This phenomenon facilitates trade opportunities, access to information and the communication of values. Unfortunately, it can also promote superficial lifestyles and attitudes that undermine healthy customs based on moral truth and virtue. Men and women of goodwill in Africa rightly reject destructive outlooks which are associated with greed, corruption and the many forms of personal and social disintegration. Democracy and the rule of law are not nurtured by materialism, individualism and moral relativism but by integrity and mutual confidence, especially when sustained by committed and selfless leaders who are willing to offer their service to their fellow citizens for the building up of the common good. It is my fervent prayer that the genuine benefits of contemporary culture will enrich the existence of all Ugandans in harmony with what is true and healthy in the values that have been transmitted from generation to generation. In this regard the country you represent, Mr Ambassador, embodies many important characteristics found in African culture, such as: a
respectful attitude to parental authority and a religious way of seeing important moments of human existence, promoting deep respect for the dignity of every human life from conception to natural death. This is the rich background in which generations of Africans have been educated and from which the seed of the Christian Gospel has produced abundant fruits. The Catholic Church appreciates this heritage for its own sake and because of its harmonious relationship with fundamental truths of the natural moral order and with basic tenets of the faith. I assure you, Mr Ambassador, that the Church will continue to play her part in the defence and promotion of these principles. She sees it as her mission to consolidate and complement them in the marvellous plenitude of the Gospel. Your Excellency, I have spoken of topics of essential interest both to State and Church and areas in which undoubtedly cooperation will continue to bear fruit for a better future for all Ugandans. The various departments of the Roman Curia will be happy to assist you in your mission as your country's representative to the Holy See. I am pleased to assure you of my prayers as you begin your mandate and I invoke Almighty God's abundant blessings upon you and your family, and upon the people of Uganda.
Ecco una nostra traduzione del discorso del Papa: Eccellenza, sono lieto di accoglierla in Vaticano e di accettare le Lettere che l'accreditano quale ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Uganda presso la Santa Sede. Apprezzo i saluti che mi ha porto a nome di sua eccellenza Yoweri Museveni, Presidente della Repubblica, e ricambio volentieri con buoni auspici e l'assicurazione delle mie preghiere per sua eccellenza e per tutto il popolo ugandese. La Santa Sede stabilisce relazioni diplomatiche con gli Stati per conseguire la cooperazione reciproca per il bene spirituale e materiale delle loro popolazioni. A questo proposito, gli sforzi compiuti nel suo Paese per combattere la povert e le sue cause sono molto incoraggianti. Lo sviluppo umano, mediante la disponibilit di occupazione, abitazioni adeguate e l'ampliamento delle opportunit educative, un fattore indispensabile per il progresso economico e sociale di una nazione. Molto si ottenuto in Uganda nei campi dell'educazione, dello sviluppo e della sanit, in particolare nella lotta contro l'Hiv/Aids, con una particolare attenzione per i malati e una positiva politica di prevenzione basata sulla continenza e sulla promozione della fedelt nel matrimonio. Fedele al suo impegno di predicare l'amore di Dio e del prossimo, la Chiesa cattolica continuer a cooperare con le autorit civili, in particolare in queste aree che permettono di migliorare la condizione umana.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il Papa al nuovo ambasciatore di Liberia
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Your Excellency, I am pleased to welcome you to the Vatican and to accept the Letters accrediting you as Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the Republic of Liberia to the Holy See. I would like to express my gratitude for the good wishes that you bring from your President, Mrs Ellen Johnson-Sirleaf. Please convey to Her Excellency my cordial greetings and assure her of my continued prayers for all the people of your nation. Let me assure you, Mr Ambassador, that the Holy See values its diplomatic links with your country, and looks forward to developing them further in the years ahead. As the international community strives to fulfil its humanitarian obligations towards the people of Africa, the Holy See regards with particular concern the many citizens of Liberia who were left destitute by the violent conflict that ravaged your country for so many years. After two years of stable elected government, significant progress has been made in the immense task of reconstruction. It was with satisfaction that I learned of the decision by the International Monetary Fund last November to take steps towards cancelling Liberia's debt. This is good news indeed, and it is greatly to be hoped that recent signs of economic growth will be sustained in the years to come. After decades of war and instability, the people of your country deserve
to be delivered from the poverty, food insecurity, and unemployment that have afflicted them for so long. I am sure your people realize that a peaceful and prosperous future can only be attained if a serious attempt is made to acknowledge past failures and to heal the wounds inflicted in the course of the civil war. The truth and reconciliation process in Liberia, as in other African countries, is a courageous and necessary step along the path
to national renewal, and if it is pursued with integrity and determination, it can only lead to a strengthening of the values on which civilized society depends. When the people of a nation have witnessed violence, mismanagement and corruption, practised with impunity at the highest levels of society, it is not easy to regain trust in the machinery of government. Indeed, it is tempting to withdraw from national life altogether, seeking only to promote one's particular interests or
SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore di Liberia
Sua eccellenza il signor Wesley Momo Johnson, nuovo ambasciatore di Liberia presso la Santa Sede, nato a Banjor, Lower Virginia (Contea di Montserrado), il 27 maggio 1944. sposato e ha otto figli. Ottenuto il baccalaureato in scienze, amministrazione aziendale e ragioneria nel St. Francis college (Brooklyn, New York, 1975), si laureato in amministrazione aziendale (Long Island University, New York, 1977) e ha ricoperto i seguenti incarichi: auditor dell'Old Colony Newport National Bank in Providence, Stati Uniti d'America (1978-1981); console generale di Liberia a New York (1980-1981); membro fondatore e vice presidente del Partito popolare progressista (Ppp) e del Partito popolare unito (Upp) (1980 e 1984); membro dell'Assemblea legislativa di transizione (1990-1994), senior partner della Nimely & Associates, Cpa, Inc. (1994-2003); ambasciatore in
Egitto (1997-2001); docente di amministrazione e ragioneria presso l'Universit di Liberia (Ame) Zion University, United Methodist University (2001-2003); vice presidente del Governo nazionale di transizione (20032006). Dal 2006 ambasciatore a Londra, ove risiede. A sua eccellenza il signor Wesley Momo Johnson, nuovo ambasciatore di Liberia presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.
those of one's region or ethnic group. Such partisan attitudes must be overcome by a renewed commitment to promote the common good of all citizens, a profound respect for all members of society, irrespective of ethnic origin or political allegiance, and a willingness to contribute one's own gifts and resources so as to bring about the greater well-being and prosperity of others. In my World Day of Peace Message at the start of this year, I underlined the importance of the family as a fundamental building block in society, one where the values essential for peaceful coexistence can be learned and then transmitted to future generations. From the responsible and definitive yes of a man and a woman, and the conscious yes of the children who gradually join the family, its members give their consent to the building up of the common good. This is what makes it possible for the wider community to prosper, locally, nationally, and even internationally (cf. Message for the 2008 World Day of Peace, 6). I know that the people of Africa place a high value on maintaining family bonds, and I encourage your Government to ensure that public policy continues to assist and strengthen the family in every way. Only thus will firm foundations be laid for renewing the social infrastructure that has been so badly damaged by decades of violent conflict. You can be sure, Mr Ambassador, that the Church in Liberia is eager to contribute to the building up of family life, and to the provision of education and health care that are so sorely needed throughout the country. I greatly appreciate President Johnson-Sirleaf's words of praise for the Church's activity in these areas throughout
Liberia's history, and indeed for the courageous witness of the martyrs who dedicated themselves to serving the country even at the cost of their lives. The many devoted men and women priests, religious and lay faithful who carry out their apostolate in your country today are no less committed to the people they serve, and to the promotion of justice, peaceful coexistence and reconciliation between the warring factions of the recent past. The educational apostolate is perhaps their most significant investment in Liberia's future. Many of your children and young people have been traumatized by the experience of war, some of them forced to become soldiers and to abandon their education, resulting in low levels of literacy across the population. The Church in such circumstances seeks to offer the people hope, to give them faith in the future, and to show them that they are loved and cared for, to lead them, in other words, towards an encounter with Christ the Saviour of humanity. In this way, Your Excellency, I am confident that the cordial relations existing between Liberia and the Holy See will bear abundant fruit for the growth and increasing prosperity of your beloved country for many years to come. In offering my best wishes for the success of your mission, I would like
to assure you that the various departments of the Roman Curia are ready to provide help and support in the fulfilment of your duties. Upon Your Excellency, your family and all the people of Liberia, I cordially invoke God's abundant blessings.
Ecco una nostra traduzione italiana del discorso di Benedetto XVI: Eccellenza, sono lieto di accoglierla in Vaticano e di accettare le Lettere che la accreditano quale ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Liberia presso la Santa Sede. Desidero esprimere la mia gratitudine per i buoni auspici che mi ha trasmesso a nome del suo presidente, la signora Ellen Johnson-Sirleaf. La prego di trasmetterle i miei saluti cordiali e di assicurarla delle mie preghiere costanti per tutto il popolo della sua nazione. Le assicuro, signor Ambasciatore, che la Santa Sede apprezza i propri legami diplomatici con il suo Paese e desidera svilupparli ulteriormente negli anni prossimi. Mentre la comunit internazionale tenta di rispettare i propri obblighi umanitari verso gli africani, la Santa Sede considera con particolare interesse i numerosi cittadini della Liberia che sono stati impoveriti dal violento conflitto che ha devastato il Paese per cos tanti anni. Dopo due anni di un governo eletto e stabile, si sono
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Benedetto
XVI
Monsieur l'Ambassadeur, J'accueille avec plaisir Votre Excellence au Vatican l'occasion de la prsentation des Lettres qui L'accrditent comme Ambassadeur extraordinaire et plnipotentiaire du Tchad prs le Saint-Sige et je la remercie de m'avoir transmis le message courtois de Son Excellence Monsieur Idriss Deby Itno, Prsident de la Rpublique. En retour, je vous saurais gr de bien vouloir Lui exprimer mes vux les meilleurs pour sa personne et pour le peuple tchadien tout entier, souhaitant que tous puissent connatre la paix et la prosprit. En effet, la recherche de la paix et de la scurit pour tous doit tre une proccupation constante et premire pour les responsables des Nations. Sans l'tablissement d'une paix durable il ne peut y avoir de dveloppement authentique. la suite de l'appel que j'ai lanc le 6 fvrier dernier en faveur des populations du Tchad, je souhaite donc que se ralise sans tarder une authentique rconciliation nationale et que la solidarit internationale contribue aider efficacement les personnes qui sont dans le besoin. Que les responsables chargs de guider les peuples de cette rgion fassent tout ce qui est en leur pouvoir afin d'arrter la violence et de crer ainsi des circonstances favorables qui permettront tous de vivre dans la paix et dans la dignit! Ma pense se tourne aussi vers les nombreux rfugis qui ont trouv asile dans votre pays. Que les efforts faits
pour soutenir ces familles, qui vivent dans des conditions parfois dramatiques, les aident retrouver une situation o leurs droits humains fondamentaux soient rellement garantis. Dans cette perspective, il est ncessaire que, grce une saine gestion, les ressources conomiques du pays soient toujours mises au service d'un progrs social effectif qui donne la population de voir ses justes aspirations se raliser. Pour consolider la stabilit et l'unit de la nation, le souci du bien commun impose de rpartir avec justice et quit les richesses du pays, en tenant compte plus particulirement des personnes qui se trouvent en marge du progrs social et conomique. La qualit des relations entre les
communauts religieuses qui vivent au Tchad, particulirement entre les chrtiens et les musulmans, est un lment important sur le chemin de la paix et de la rconciliation. Chacun doit pouvoir exprimer sa foi sans crainte et suivre la voix de sa conscience dans le choix de sa religion. Je me rjouis de savoir, Monsieur l'Ambassadeur, que dans votre pays, malgr les difficults qui peuvent se prsenter, les chrtiens et les musulmans cherchent consolider des relations de respect et de comprhension rciproques. Je souhaite que ces relations contribuent au bien commun et l'dification d'une socit harmonieuse et pacifie. Pour rsoudre les incomprhensions, le dialogue doit toujours de-
SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore del Ciad
Sua eccellenza il signor Hissein Brahim Taha, nuovo ambasciatore del Ciad presso la Santa Sede, nato ad Abch il 1 novembre 1951. sposato e ha sei figli. Diplomato presso l'Institut des langues et civilisations orientales de Paris (1978), ha ricoperto i seguenti incarichi: consigliere presso il Ministero degli affari esteri (1979-1989); direttore di gabinetto del ministro degli affari esteri (1990-maggio 1991); primo consigliere di ambasciata a Riad (giugno 19912001); ambasciatore a Taipei (20012006). Dal 2006 ambasciatore a Parigi, ove risiede. Parla francese, inglese e arabo.
A sua eccellenza il signor Hissein Brahim Taha, nuovo ambasciatore del Ciad presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.
meurer le chemin qui permet d'viter tout recours la violence. Comme vous l'avez relev, Monsieur l'Ambassadeur, l'engagement de l'glise catholique au service de la socit tchadienne, sans distinction d'origine ni de religion, recouvre de nombreux domaines, tels que la sant, l'ducation et le dveloppement. Par ses uvres sociales, la communaut catholique manifeste son souci de promouvoir la dignit de chaque personne. Dans cette perspective, je voudrais souligner de manire particulire l'action de l'glise en faveur de l'ducation et de la formation des jeunes, grce notamment aux coles catholiques, qui tiennent une place apprcie dans le systme ducatif tchadien. Par ces coles, qui sont des lieux o les jeunes de religions et de milieux sociaux diffrents apprennent vivre ensemble dans le respect mutuel, l'glise entend lutter contre toute forme de pauvret et contribuer l'dification d'une socit toujours plus fraternelle et plus solidaire. Au terme de cette rencontre, permettez-moi, Monsieur l'Ambassadeur, de saluer par votre entremise les vques du Tchad ainsi que tous les membres de la communaut catholique. Je les assure de ma proximit spirituelle et je les encourage demeurer fermes dans la foi et courageux dans les preuves qu'ils partagent avec leurs compatriotes, tmoignant ainsi de leur engagement construire ensemble une socit rconcilie. Au moment o vous inaugurez votre noble mission, sr que vous trouverez toujours un accueil attentif auprs de mes collaborateurs, je vous offre, Monsieur l'Ambassadeur, mes vux cordiaux pour son heureux accomplissement, afin que se poursuivent et se dveloppent des
relations harmonieuses entre le Saint-Sige et le Tchad. Sur Votre Excellence, sur sa famille et sur ses collaborateurs, ainsi que sur les Responsables et sur tous les habitants du Tchad, j'invoque de grand cur l'abondance des Bndictions divines.
E questa la traduzione italiana del discorso del Papa: Signor ambasciatore, accolgo con piacere sua eccellenza in Vaticano, in occasione della presentazione delle lettere che l'accreditano come ambasciatore straordinario e plenipotenziario del Ciad presso la Santa Sede e la ringrazio per avermi trasmesso il cortese messaggio di sua eccellenza il signor Idriss Deby Itno, presidente della Repubblica. In cambio, le sarei grato se potesse trasmettergli i miei voti migliori per la sua persona e per l'intero popolo ciadiano, auspicando che tutti possano conoscere la pace e la prosperit. Di fatto, la ricerca della pace e della sicurezza per tutti deve essere una preoccupazione costante e fondamentale per i responsabili delle nazioni. Senza l'instaurazione di una pace duratura non vi pu essere sviluppo autentico. Dopo l'appello che ho lanciato lo scorso 6 febbraio a favore delle popolazioni del Ciad, auspico che si realizzi senza indugi un'autentica riconciliazione nazionale e che la solidariet internazionale contribuisca ad aiutare efficacemente le persone che sono nel bisogno. Che i responsabili incaricati di
guidare i popoli di questa regione facciano tutto il possibile al fine di arrestare la violenza e di creare cos circostanze favorevoli che permetteranno a tutti di vivere nella pace e nella dignit! Il mio pensiero va anche ai numerosi rifugiati che hanno trovato asilo nel suo Paese. Che gli sforzi compiuti per sostenere queste famiglie, che vivono in condizioni a volte drammatiche, le aiutino a ritrovare una situazione in cui i loro diritti umani fondamentali siano realmente garantiti! In questa prospettiva, necessario che, grazie a una sana gestione, le risorse economiche del Paese siano sempre messe al servizio di un progresso sociale effettivo che permetta alla popolazione di vedere realizzate le sue giuste aspirazioni. Per consolidare la stabilit e l'unit della nazione, la preoccupazione del bene comune impone di distribuire con giustizia ed equit le ricchezze del Paese, tenendo conto in modo particolare delle persone che si trovano al margine del progresso sociale ed economico. La qualit delle relazioni fra le comunit religiose che vivono in Ciad, in particolare fra i cristiani e i musulmani, un elemento importante lungo il cammino della pace e della riconciliazione. Ognuno deve poter esprimere la propria fede senza timore e seguire la voce della sua coscienza nella scelta della propria religione. Signor ambasciatore, sono lieto di sapere che nel suo Paese, nonostante le difficolt che possono presentarsi, i cristiani e i musulmani cercano di consolidare relazioni di rispetto e di comprensione reciCONTINUA A PAGINA 9
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il Papa al nuovo ambasciatore del Bangladesh
Mr Ambassador, I am pleased to receive you today as you present the Letters of Credence whereby His Excellency President Iajuddin Ahmed has appointed you Ambassador of the People's Republic of Bangladesh to the Holy See. I would ask you to convey my cordial greetings to him and to the members of the Government, together with an assurance of my good wishes for the well-being of all your fellow citizens. Established thirty-five years ago, diplomatic relations between the Holy See and Bangladesh have been strengthened by a mutual concern for promoting goodwill in a world increasingly more connected, yet not without signs of new divisions and deeply troubling forms of violence and injustice. These phenomena present new challenges to the whole human family, eliciting an acute sense that more vigorous international cooperation is needed to ensure that the aspirations of all, especially the poor and the weak, are given full voice (cf. Sollicitudo Rei Socialis, 43). Mr Ambassador, I am confident that your country's active participation in bodies such as the United Nations Organization will contribute to the culture of peace which Bangladesh desires to build at home and abroad. By engaging in these conversations at the international level, your country will play a role in harmonizing the actions of the global community to attain the common objectives of
peace and development (cf. Address to the General Assembly of the United Nations Organization, 18 April 2008). As Your Excellency has suggested, a robust democracy needs more than a set of rules to be sustainable; it requires citizens to embrace the underlying values which inspire democratic institutions and proce-
dures, such as the dignity of the human person, a genuine respect for human rights, and a commitment to the common good as the guiding criterion for political life (cf. Centesimus Annus, 46). By striving to enhance a general consensus about the central importance of these fundamental values, the leaders of your nation will pave the way for stable
SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore del Bangladesh
Sua eccellenza il signor Debapriya Bhattacharya, nuovo ambasciatore del Bangladesh presso la Santa Sede, nato nel 1956. sposato e ha una figlia. Laureato in economia presso il Plekhanov institute of national economy (Mosca), si successivamente specializzato nella medesima materia presso l'universit Queen Elizabeth (Oxford), presso il Centre for global development (Wahington DC) e presso altri Istituti in Europa e in Asia. Ha collaborato con diverse organizzazioni internazionali, quali: World bank, Asian development bank, Undp, Unep, Unido, Unctad, Ilo, World economic forum. stato direttore della Janata Bank (1996-2000), Senior research fellow presso il Bangladesh institute of development studies (Bids) e direttore esecutivo del Center for polcy dialogue (Cpd). stato anche membro delle seguenti istituzioni: comitato consultivo di politica macroeconomica presso il Ministro delle finanze; task force per gli aiuti internazionali (1991) e del piano quinquennale presso il Ministero per la pia-
nificazione (1997-2002); comitato per la definizione della politica industriale presso il Ministero dell'industria (1999); comitato nazionale per l'utilizzazione del gas presso il Ministero dell'energia; comitato Vision 2020 presso l'ufficio del primo ministro; comitato consultivo sul World trade organization (Wto). Attualmente rappresentante del Bangladesh presso l'ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, ove risiede. A sua eccellenza il signor Debapriya Bhattacharya, nuovo ambasciatore del Bangladesh presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.
governance and the harmonious coexistence of all who call Bangladesh their home. As your country prepares to hold general elections within the current year, I am confident that its citizens will reflect upon and renew their appreciation for the moral underpinnings which make authentic democracy possible. Social advancement and cohesion requires all individuals, families, elected officials, civil servants and professionals to embrace willingly their responsibility to contribute to community life with integrity, honesty and a sense of service (cf. Pacem in Terris, 55; Centesimus Annus, 46). In particular, those running for public office must be willing to set aside personal interests to safeguard the common good of the people whom they represent and serve. Your Excellency has pointed to the challenge of rebuilding representative institutions which have deteriorated despite the country's observance of democratic processes in selecting recent governments. This crucial task of restoring confidence in these and other democratic institutions will call for strong leadership on the part of men and women who are trustworthy, fair and competent. No doubt the people of Bangladesh will look for these qualities in their candidates as they exercise the right to vote in a polling process that itself reflects the very values upon which democracy depends (cf. Centesimus Annus, 46). A vibrant educational system is essential to strong democracies. Both the State and the Church have respective roles in helping families impart wisdom, knowledge and moral virtue to their children, so that they will come to recognize the dignity common to all men and women, including those belonging to cultures and religions different
from their own. The Church seeks to contribute to this end by establishing schools that attend not only to the cognitive development of children, but the spiritual and moral as well. Insofar as these and other faith-based schools perform the public service of training young people in tolerance and respect, they should therefore receive the support they need, including financial assistance, so as to benefit the entire human family. Yours is a country that has made significant strides in economic growth over the last several years. Yet this has not always translated into a proportionate alleviation of poverty and an increase in opportunities for employment. Long-term stability in the economic sector is organically linked to other spheres of civic life, including public institutions and a well-functioning educational system. The former promotes the efficiency and transparency that foster economic growth (cf. Centesimus Annus, 48), and the latter is society's most valuable tool for furthering development and economic progress (Populorum Progressio, 35). For this reason, a nation's economic goals must always be placed within the broader horizon of its moral, civil and cultural growth (cf. Centesimus Annus, 29). Furthermore, lasting economic development occurs as a result of the dynamic interaction between private initiative,
public authority and the support of international organizations (cf. ibid., 10; 32; 49). For her part, the Church, in her constant solicitude for the integral good of the human person, echoes mankind's aspirations to secure the material goods necessary for corporal and spiritual well-being (cf. Gaudium et Spes, 14). Indeed, she is firmly convinced that development is ultimately a question of peace, because it helps to achieve what is good for others and for the human community as a whole (Message for the 1987 World Day of Peace, 7). Mr Ambassador, as you begin your service, I renew my good wishes for the success of your mission. I assure you that the various offices of the Holy See stand ready to assist you in fulfilling your duties. Upon you, your family and all the people of Bangladesh, I cordially invoke God's blessings of strength and peace.
Ecco una nostra traduzione italiana del discorso del Pontefice: Signor ambasciatore, Sono lieto di riceverla oggi, mentre presenta le Lettere credenziali con le quali Sua Eccellenza il presidente Iajuddin Ahmed l'ha nominata ambasciatore della Repubblica Popolare del
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Benedetto
XVI
Your Excellency, It is a great pleasure to welcome you to the Vatican and to accept the Letters of Credence by which you are appointed Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the Republic of Belarus to the Holy See. I wish to express my gratitude for the message of greeting which you bring from President Aleksandr Lukashenko, and I ask you to convey to him my own good wishes and the assurance of my heartfelt affection for the people of your country. Mr Ambassador, I am grateful for the kind words which you have shared with me concerning the progress that has been made in Belarus. In this regard, I am also appreciative of the many encouraging signs and challenges that are present in the country today. Please be assured that the Holy See will continue to support your nation in her efforts to affirm proper and legitimate aspirations for freedom and in her labours to foster the democratic process as a part of the great family of free and sovereign European nations. For decades now Europe has actively sought to construct a future of peace and progress by removing walls of separation and overcoming painful divisions. This noble project, motivated by a sense of shared responsibility for the common destiny of European peoples, is of enormous value. Achieving such an ambitious goal is not easy; in fact, it requires
all the parties involved to engage in constant, frank and reasonable dialogue, based on genuine solidarity and respectful of the legitimate aspirations, historical circumstances and diversity of others. To this end, every nation on the continent, Belarus included, is called to contribute to the construction of a common European home in which borders are seen as places of encounter and not as lines of division, or worse, as insurmountable walls. Indeed, the history, the spiritual and cultural roots and the geography of Belarus give her an integral
role to play in this process. That which unites the nations of Europe is far greater than any political, economic and cultural factors that divide them. To give new impetus to its own history, Europe must recognize and reclaim with creative fidelity those fundamental values, acquired through a decisive contribution of Christianity, which can be summarized in the affirmation of the transcendent dignity of the human person, the value of reason, freedom and democracy, the constitutional state and the distinc-
SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore di Bielorussia
Sua eccellenza il signor Sergei F. Aleinik, nuovo ambasciatore di Bielorussia presso la Santa Sede, nato a Minsk il 28 gennaio 1965. sposato e ha due figli. Laureato in lingue straniere presso il Minsk state pedagogical institute (1986), ha successivamente conseguito un dottorato presso l'accademia diplomatica del Ministero degli affari esteri d'Austria (1993). Ha ricoperto, tra gli altri, i seguenti incarichi: terzo segretario presso il Ministero degli affari esteri (1992-1993); capo sezione del dipartimento consolare del Ministero degli affari esteri (1993-1994); vice capo del protocollo presso il Ministero degli affari esteri (1994-1995); console e incaricato d'affari a.i. presso l'ambasciata a L'Aia nonch rappresentante della Bielorussia presso l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (1995-1999);
capo del protocollo presso il Ministero degli affari esteri (1999-2002). Dal 2002 rappresentante permanente presso l'ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, ove risiede. Parla tedesco e inglese. A sua eccellenza il signor Sergei F. Aleinik, nuovo ambasciatore di Bielorussia presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.
tion between political life and religion (Ecclesia in Europa, 109). The newfound independence of your country and the reestablishment of diplomatic relations with the Holy See have resulted in the development of a good working relationship between the institutions of the State and those of the Church. These relations are marked by the openness of both parties towards strengthening and improving these bonds, which in turn encourage the well-being and prosperity of the country. I am grateful for Your Excellency's kind words regarding the Church's activity in your country, and I am certain that the Government of Belarus will continue to assist the Catholic Church in addressing her needs. This year the Catholic Church in Belarus will mark two significant Anniversaries: the two hundred and twenty-fifth Anniversary of the establishment of the Diocese of Mohylev and the two hundred and tenth Anniversary of the Diocese of Minsk. In this regard one must acknowledge with gratitude the recognition your country has already given to the Church's spiritual, cultural and historic contribution to the life of the nation. Church and State, in their own particular ways and in the light of their specific missions, are at the service of mankind. It is necessary therefore that they cooperate with one another, always respecting the autonomy and competence of each, in ways that will assist men and women in obtaining both material and spiritual prosperity. Such cooperation can only contribute to the strengthening of ever more dynamic democratic institutions. Considered as an integral part of the life and destiny of Belarus, the Catholic
Church for her part looks forward to continuing to exercise her role in society through her various structures and institutions (such as the Episcopal Conference, dioceses, parishes and religious communities). These entities seek only to serve men and women and all of society through the transmission of universal values inspired by the Gospel. In this regard the Catholic Church in Belarus, from both the Latin and Byzantine Traditions, does not ask for special privileges but only to contribute to the growth and development of the country. All she requests is the freedom to be able to fulfil serenely the mandate received from the divine Founder in service of his creation. In this same spirit and with the same sense of mutual responsibility, the Catholics of Belarus are committed to moving forward in the area of ecumenical dialogue, especially with the Orthodox Church in your country. It is my prayer that ecumenical contacts will continue to develop in peace, harmony and fruitful dialogue, contributing in this way to an ever greater social harmony. Mr Ambassador, as you begin your mission to the Holy See, I offer you wholehearted good wishes, and I assure you of the readiness of the offices of the Roman Curia to assist you. Upon yourself, your coworkers, your family and all the beloved people of Belarus I invoke abundant divine blessings.
Eccellenza, con grande piacere l'accolgo in Vaticano e accetto le Lettere che la accreditano quale ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Bielorussia presso la Santa Sede. Desidero esprimere la mia gratitudine per il messaggio di saluto che mi ha trasmesso a nome del presidente Aleksandr Lukashenko e le chiedo di portargli i miei buoni auspici e l'assicurazione del mio sincero affetto per il popolo del suo Paese. Signor ambasciatore, sono grato per le cordiali parole che ha condiviso con me a proposito del progresso compiuto in Bielorussia. A tale proposito, apprezzo anche i segni e le sfide numerosi e incoraggianti che sono presenti nel suo Paese oggi. Sia certo del fatto che la Santa Sede continuer a sostenere la sua nazione negli sforzi tesi ad affermare le aspirazioni corrette e legittime alla libert e nelle opere volte a promuovere un processo democratico come parte della grande famiglia delle nazioni europee libere e sovrane. Da decenni ormai l'Europa cerca di edificare un futuro di pace e progresso, rimuovendo i muri di separazione e superando dolorose divisioni. Questo nobile progetto, motiCONTINUA A PAGINA 10
L'OSSERVATORE ROMANO
Il Papa al nuovo ambasciatore di Guinea
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Monsieur l'Ambassadeur, Je suis heureux de vous accueillir alors que vous prsentez les Lettres qui vous accrditent comme Ambassadeur extraordinaire et plnipotentiaire de la Rpublique de Guine prs le Saint-Sige. Je vous remercie des salutations cordiales que vous m'avez exprimes de la part de Son Excellence Monsieur Lansana Cont, Prsident de la Rpublique. Vous voudrez bien lui transmettre mes vux les meilleurs pour sa personne ainsi que pour le peuple guinen tout entier, qui je souhaite de vivre dans la concorde et dans la paix, afin que toutes les familles connaissent une vie digne et prospre. Comme vous l'avez soulign dans votre discours, Monsieur l'Ambassadeur, le dialogue entre les cultures et entre les religions est un objectif important, et je me rjouis de savoir que, dans votre pays, la qualit des relations entre les musulmans et les chrtiens permet une collaboration habituelle, notamment pour les questions qui concernent le bien commun de la Nation. De plus, la solidarit entre tous les citoyens est une condition ncessaire et primordiale pour que la socit puisse bnficier des fruits d'un progrs rel et durable. Toutefois, pour prserver la paix sociale, il est du devoir de l'Etat d'assurer, par son engagement effectif, une gestion juste et quitable des biens matriels, dans le respect des droits lgitimes de chacun, et de favoriser la bonne en-
tente entre toutes les communauts humaines du pays. En cette anne o nous clbrons le soixantime anniversaire de la Dclaration universelle des Droits de l'Homme, il est particulirement opportun que la solidarit se manifeste aussi, de manire efficace, entre les nations et que tous les responsables de la vie internationale agissent de concert et soient prts travailler en toute bonne foi, dans le respect du droit, pour promouvoir la solidarit dans les zones les plus fragiles de la plante (Discours l'ONU, 18 avril 2008). Dans cet esprit, je souhaite qu'aprs les douloureuses preuves qu'a connues votre rgion,
une coopration active consolide sa stabilit et encourage la fraternit entre les peuples, formant aussi le vu que la communaut internationale soutienne les efforts des pays concerns. D'autre part, pour accder aux aspirations lgitimes des individus et des familles, le dveloppement intgral de la Nation doit s'inspirer des valeurs morales universelles, qui permettent de ne pas perdre de vue l'origine et la finalit des biens matriels, et de raliser une socit toujours plus juste et plus solidaire. Dans cette perspective, il est ncessaire d'accorder une sollicitude particulire aux personnes qui connais-
SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore di Guinea
Sua eccellenza il signor Alexandre Cc Loua, nuovo ambasciatore di Guinea presso la Santa Sede, nato a Zrkor (Conakry) nel 1956. sposato e ha tre figli. Laureato in legge (Universit di Conakry, 1980), dopo alcuni anni dedicati all'attivit di magistrato e di docente universitario, nel 1986 stato nominato capo della divisione affari legali presso il Ministero degli affari esteri, ricoprendo successivamente i seguenti incarichi: direttore nazionale per gli affari giuridici e consolari presso il Ministero degli affari esteri, con rango di ambasciatore (1994-1996); ambasciatore in Yugoslavia (1996-1998); consigliere di gabinetto presso il Ministero degli affari esteri (1998-2001); ambasciatore in Sud Africa (2001-2007).
Attualmente ambasciatore a Berlino, ove risiede. Parla francese, inglese, guerz, malink e susu. A sua eccellenza il signor Alexandre Cc Loua, nuovo ambasciatore di Guinea presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.
sent de nombreuses formes de pauvret ou de fragilit. Le devoir de respecter le droit de toute personne vivre dans la dignit est fond sur la volont mme du Crateur, qui a donn tous une commune dignit transcendante. Monsieur l'Ambassadeur, je voudrais aussi vous assurer que l'Eglise catholique veut contribuer au dveloppement intgral de la socit par ses uvres d'ducation, de sant et de promotion sociale, que je sais apprcies de la population. Vous savez en particulier l'attention de l'Eglise la promotion des personnes par l'ducation de la jeunesse. De mme, il importe d'tre attentif la sant de chacun, notamment par une formation et une information sur les pandmies lies aux comportements des individus. Par cet engagement, la communaut catholique entend travailler au bien commun, la fraternit et la consolidation de la paix dans la justice. Je souhaite que, grce des relations toujours plus confiantes entre l'Eglise et l'Etat, ces uvres soient soutenues avec toujours plus de gnrosit, au bnfice de tous les Guinens, sans distinction d'origine ni de religion. Je profite de cette occasion pour vous demander de saluer trs chaleureusement la communaut catholique de Guine rassemble autour de ses Evques. Je l'encourage tre toujours dans la socit guinenne un ferment de rconciliation et de paix, afin que tous puissent vivre dans la convivialit et dvelopper des liens de collaboration toujours plus fraternels. Monsieur l'Ambassadeur, vous inaugurez aujourd'hui la noble mission de reprsenter votre pays auprs du Saint-Sige. Veuillez accepter les vux trs cordiaux que je
forme pour son heureuse russite et soyez sr de toujours trouver auprs de mes collaborateurs la comprhension et le soutien ncessaires! Sur vous-mme, sur votre famille, sur vos collaborateurs, sur tous vos compatriotes et sur les dirigeants de votre pays, j'invoque de grand cur l'abondance des Bndictions divines.
Ecco una nostra traduzione italiana del discorso di Benedetto XVI:
Signor Ambasciatore, sono lieto di accoglierla in occasione della presentazione delle lettere che l'accreditano come ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Guinea presso la Santa Sede. La ringrazio per i cordiali saluti che mi ha rivolto da parte di sua eccellenza il signor Lansana Cont, presidente della Repubblica. Voglia trasmettergli i miei voti migliori per la sua persona e anche per tutto il popolo guineano, al quale auguro di vivere nella concordia e nella pace, affinch tutte le famiglie conoscano una vita degna e prospera. Come ha sottolineato nel suo discorso, signor ambasciatore, il dialogo fra le culture e fra le religioni un obiettivo importante, e sono lieto di sapere che, nel suo Paese, la qualit delle relazioni fra i musulmani e i cristiani permette una collaborazione abituale, in particolare
per le questioni che riguardano il bene comune della nazione. Inoltre la solidariet fra tutti i cittadini una condizione necessaria e primordiale affinch la societ possa beneficiare dei frutti di un progresso reale e duraturo. Tuttavia, per preservare la pace sociale, dovere dello Stato assicurare, mediante il suo impegno effettivo, una gestione giusta ed equa dei beni materiali, nel rispetto dei diritti legittimi di ognuno, e di favorire la buona intesa fra tutte le comunit umane del Paese. In questo anno in cui celebriamo il sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo, particolarmente opportuno che la solidariet si manifesti anche, e in modo efficace, fra le nazioni e che tutti i responsabili internazionali agiscano congiuntamente e dimostrino una prontezza ad operare in buona fede, nel rispetto della legge e nella promozione della solidariet nei confronti delle regioni pi deboli del pianeta (Discorso all'Onu, 18 aprile 2008). In questo spirito, auspico che, dopo le dolorose prove che la vostra regione ha vissuto, una cooperazione attiva consolidi la sua stabilit e incoraggi la fraternit fra i popoli, e formulo anche il voto che la comunit internazionale sostenga gli sforzi dei Paesi coinvolti. D'altro canto, per soddisfare le
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Benedetto
XVI
Your Excellency, It is a pleasure for me to welcome you to the Vatican today and to accept the Letters of Credence whereby His Excellency President Mahinda Rajapaksa has appointed you Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the Democratic Socialist Republic of Sri Lanka to the Holy See. I thank you for the greetings you have extended on his behalf, and I ask you to assure His Excellency of my prayers for the peace and well-being of the entire nation. Our meeting today is a propitious occasion for me to affirm my deep respect for the people of Sri Lanka and its rich heritage, as well as my desire to strengthen further the diplomatic ties between your country and the Holy See. Mr Ambassador, I am grateful for the appreciation you have expressed on behalf of your fellow citizens for the Catholic Church's ongoing charitable activity in your nation. In particular, you have highlighted the Church's contribution to the relief efforts after the devastating tsunami struck your nation in 2004. Such action is a concrete example of the Church's willing and prompt response to the mission she has received to serve those most in need (cf. Lk 10:25-37; Deus Caritas Est, 29). I wish to assure your Government that the Church will continue in her efforts to reach out with compassion to all, and I commend any future measures which will help guarantee that Catholic
hospitals, schools and charitable agencies can continue to care for the sick, the young and the vulnerable regardless of ethnic or religious background (cf. ibid., 30) Catholics in Sri Lanka, together with other Christians, are united with many Buddhists, Hindus and Muslims in the ardent longing for lasting peace in the country and a definitive end to long-standing grievances. Sadly, violence continues to take its toll on the populace, causing grave concern to the Holy See and the international communi-
ty. Frank and sincere negotiations, regardless of the investment of time and resources they require, are the only sure means to achieving reconciliation and addressing problems that have long hindered peaceful coexistence in Sri Lanka. In particular, acts of terrorism are never justifiable and always constitute an affront to humanity (cf. Message for the 2002 World Day of Peace, 4). Indeed, arbitrary attacks fail to give effective voice to the interests of the various groups on whose behalf they are purportedly carried out.
SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore dello Sri Lanka
Sua eccellenza il signor Tikiri Bandara Maduwegedera, nuovo ambasciatore dello Sri Lanka presso la Santa Sede, nato il 22 ottobre 1948. sposato e ha due figli. Laureato in filosofia (Universit di Ceylon, Peradeniya, 1972), stato docente presso la medesima universit come assitant lecturer in filosofia (19731975). Entrato nella carriera diplomatica nel 1975, ha ricoperto i seguenti incarichi: funzionario (1975-1976) e successivamente consigliere del Ministero degli affari esteri (1976-1979); terzo segretario di ambasciata a Pechino (1979-1980); primo segretario di ambasciata a New Delhi (1980-1983); vice direttore presso il Ministero degli affari esteri (1983-1985); vice capo del protocollo del Ministero degli affari esteri (1985-1987); ministro consigliere di ambasciata a Mosca (1987-1991); direttore presso il Ministero degli affari esteri (1991-1993); ministro di Amba-
sciata a Riyadh (1993-1997); ambasciatore in Oman (1997-2000); capo del protocollo del Ministero degli affari esteri (2000-2002); ambasciatore in Sud Africa (2002-2006); segretario aggiunto del Ministero degli affari esteri (2006-2007). Attualmente ambasciatore a Berlino, ove risiede. Parla l'inglese e il francese. A sua eccellenza il signor Tikiri Bandara Maduwegedera, nuovo ambasciatore dello Sri Lanka presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.
They can regrettably provoke indiscriminate reactions that similarly place the innocent in harm's way. Such cycles of violence obfuscate the truth, perpetuate a volley of accusations and counter-accusations, and leave people disillusioned and despondent. For this reason, the struggle against terrorism must always be carried out with respect for human rights and the rule of law (cf. Message for the 2004 World Day of Peace, 8). I exhort all parties to spare no effort in creating a climate of trust, forgiveness and openness by listening to one another and showing reasonable respect for each other's legitimate aspirations. Your Excellency has also drawn attention to the disturbing trend of recruiting children to engage in combat or in terrorist activities. Such practices must be condemned at the outset, for they inevitably stunt the moral development of children, leaving scars that last a lifetime (cf. Message for the 1996 World Day of Peace, 3) and tearing the moral fibre of society itself. Jesus admonished men and women to avoid causing scandal towards these little ones (cf. Lk 17:2), even instructing adults to imitate their virtue and purity (cf. Mt 18:2). I implore leaders in your country and throughout the world to remain vigilant so that no compromise will be made in this regard. Children and adolescents must receive a solid formation in moral values today which will strengthen the social fabric of your country tomorrow. Indeed, an appreciation of these values and an attitude of respect for others are just as important as any technical skills young people may acquire in view of their professional vocation. Initiatives aimed at achieving peace need to be rooted in a proper
understanding of the human person and the inviolability of his or her innate rights. As I recently remarked, the universality, indivisibility and interdependence of human rights all serve as guarantees safeguarding human dignity (Address to the General Assembly of the United Nations Organization, 18 April 2008). Your Excellency has pointed to new mechanisms which have been set in motion to monitor human rights and redress humanitarian issues in Sri Lanka. In this regard, it is encouraging to note your Government's decision to set up a special Commission of Inquiry for the purpose of investigating cases where there seems to have been a disregard for justice and human rights. It is hoped that every effort will be made to ensure that the Commission completes its work expeditiously so that the truth about all of these cases may come to light. I think in particular of Father Jimbrown and his assistant, whose whereabouts are still unknown, almost two years after their disappearance. The Government's interest in these cases reflects the responsibility of political authorities to guarantee an ordered and upright community life based on the principles of justice and directed towards the attainment of the common good (cf. Gaudium et Spes, 74). Mr Ambassador, as you assume your new responsibilities, I offer
you my good wishes for the successful fulfilment of your mission, confident that the bonds of friendship which exist between the Holy See and Sri Lanka will be further strengthened in the years to come. I assure you that the various offices and departments of the Holy See are ready to offer their resources in a spirit of collaboration. Upon Your Excellency, your family and the people of the Democratic Socialist Republic of Sri Lanka I invoke the abundant blessings of Almighty God.
Ecco una nostra traduzione italiana del discorso del Papa: Eccellenza, per me un piacere darle oggi il benvenuto in Vaticano e accettare le Lettere credenziali con le quali sua eccellenza il Presidente Mahinda Rajapakse l'ha nominata ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Democratica Socialista dello Sri Lanka presso la Santa Sede. La ringrazio per i saluti che mi ha trasmesso a suo nome e le chiedo di assicurare sua eccellenza delle mie preghiere per il benessere di tutta la nazione. Il nostro incontro oggi per me un'occasione propizia per affermare il mio profondo rispetto per il popolo dello Sri Lanka e il suo ricco retaggio, come pure il mio desiderio di rafforzare ulteriormente i legami diplomatici tra il vostro Paese e la Santa Sede. Signor ambasciatore, sono grato per
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il Papa al nuovo ambasciatore di Nigeria
Your Excellency, It is my pleasure to welcome you to the Vatican and to receive the Letters of Credence that accredit you as Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the Federal Republic of Nigeria to the Holy See. I thank you for the courteous greetings and sentiments of good will which you have expressed on behalf of His Excellency, Alhaji Umaru Musa Yar'Adua, President of the Republic. I gladly reciprocate them, and I ask you kindly to convey my personal gratitude and good wishes to His Excellency, to the civil authorities and to the Nigerian people. It is not only a humanitarian duty, but a source of real joy to come to the aid of those in need. Indeed, assisting others in a spirit of respect, integrity and impartiality is a rich, formative experience both for individuals and societies. In this regard, the size, population, economic resources and generosity of your people make Nigeria one of the most influential countries on the continent and give her a unique opportunity to support other African countries in achieving the wellbeing and stability they deserve. The nation has contributed to the many efforts to bring social reconciliation to other lands through its peacekeeping forces, material aid and diplomatic efforts. I encourage Nigeria to continue to use her considerable human and material resources in ways conducive to the
peace and prosperity of neighbouring countries. Indeed, when this assistance is provided with both integrity and sacrifice it brings honour to a country's citizens and government. In this same spirit, support must be given at home and abroad to all who seek to alleviate human suffering through research and practical assistance. The Church is confident that the services she provides in the sectors of education, social programmes and health care will continue to have a positive impact on the struggle against poverty and disease. She is a constant advocate for life from conception until natural death. As you are well aware, the Church takes seriously her part
in the campaign against the spread of HIV/AIDS by fostering programmes which emphasize fidelity within marriage and abstinence outside of it. Catholic personnel, doctors, nurses, assistants and educators will continue to remind all men and women, and especially young people, to reaffirm family values, and to act with moral courage, based in faith, in the struggle against this disease and related conditions. At the same time she is already assisting on a practical level countless people suffering from this affliction on your continent and throughout the world. Mr Ambassador, the people of Nigeria desire a vibrant democracy and you have mentioned some of
SANTA SEDE
Il nuovo ambasciatore di Nigeria
Sua eccellenza il signor Obed Wadzani, nuovo ambasciatore di Nigeria presso la Santa Sede, nato a Lassa il 25 settembre 1960. Laureato in Legge (Ahmadu Bello University, Zaria, 1984), si specializzato in Diritto (Nigeria Law School, Lagos, 1985). Avvocato (Barrister and Solicitor), ha esercitato la professione legale quale membro del Collegio degli avvocati di Nigeria. Ha ricoperto i seguenti incarichi: docente presso la Askira/UBA local government (1979-1980); consulente legale del Nysc secretariat a Maiduguri (1985-1986); avvocato presso la Ngilari & Co. a Maiduguri (1986-1988); partner della Messrs A. Ismail Gadzama & Co. a Maiduguri (1988-2007);
consulente della Obed Wadzani & Co. a Maiduguri (2007-2008). Attualmente ambasciatore a Madrid, ove risiede. A sua eccellenza il signor Obed Wadzani, nuovo ambasciatore di Nigeria presso la Santa Sede, giungano, nel momento in cui si accinge a ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni del nostro giornale.
the priorities that your country has identified as necessary steps on her way to significant growth and sustained development. These include democratic governance and the rule of law, internal security, and the efficient administration of justice. As Your Excellency is well aware, good governance requires that elections are clearly seen to be free, fair and transparent. It also depends on internal security, always founded in the democratic ideal of respect for individual rights and the rule of law. To implement properly this building block of democracy requires public officials to address first of all the root causes of social unrest and second to form the populace in the virtues of respect and tolerance. I am aware that, in the past, friction between different groups has given cause for concern. Conflict of this kind can often be traced to a variety of factors, including errors of administration, isolated grievances or ethnic tension. In this regard, I am pleased to note that in the last few years tensions appear to have eased. This can be seen as a true indicator of progress and a sign of hope for the future. In the promotion of understanding, reconciliation and good will among different groups, the Church continues to encourage a community spirit by working to eradicate prejudice and supporting openness towards all. She is especially interested in fostering interreligious dialogue, in the hope that a strong attitude of solidarity among religious leaders will progressively become embodied in popular nationwide expressions of peaceful acceptance, mutual understanding and cooperation. A disturbing reality that is present in many countries today is criminal violence. Homicide, kidnapping for extortion, and the ex-
ploitation of women, children and foreign workers are some of the worst manifestations of this intolerable practice. Insecurity, distress and aggressiveness caused by family breakdown, unemployment, poverty or despair are some of the social and psychological factors behind this phenomenon. An already fragile situation is compounded by a pervasive materialistic mentality and a loss of reverence for the human person. At times, the feeling of hopelessness can lead people to search for a deceptively simple solution to their problems. Young people in such circumstances must be given every possible encouragement to seek improvement through education, extracurricular activities, voluntary assistance to others and, ideally, opportunities for employment. Corruption can follow in the wake of violent crime and has the effect of discouraging enterprise and investments, and undermining confidence in the political, judiciary and economic institutions of the nation. The dynamism Nigeria has introduced into the struggle against corruption and crime and the strengthening of the rule of law is extremely important and must be sustained and applied with equity and impartiality. I pray that politicians and social workers, professional people in the fields of economy, medicine and law, police officers and judges, and all involved in combating crime and corruption
will work together diligently for the protection of life and property, supported by the loyal cooperation of all citizens. The Church will not fail to make her specific contribution by offering an integral education based on honesty, integrity and love of God and neighbour. She strives to create opportunities for young people in difficult circumstances, always reminding them that all serious and upright human conduct is hope in action (Spe Salvi, 35). Mr Ambassador, I wish you every success in your mission and assure you of the willing cooperation of the Departments of the Roman Curia. I recall with appreciation the warm reception my predecessor, Pope John Paul II, was given on the two occasions he visited Nigeria. I pray that the fond memory of this messenger of Peace will continue to unite and inspire the Nigerian people. May Almighty God bestow upon Your Excellency, your family and the nation you represent, abundant and lasting blessings of well-being and peace!
Questa una nostra traduzione italiana del discorso del Papa: Eccellenza, con piacere l'accolgo in Vaticano e ricevo le Lettere che la accreditano quale ambasciatore straordinario e pleCONTINUA A PAGINA 11
gratitudine e i miei personali buoni auspici a sua eccellenza il presidente, al governo e al popolo della Tanzania. Il suo Paese, ambasciatore, guardato con rispetto e apprezzamento dalle persone in Africa orientale per la sua stabilit e per il suo clima di tolleranza e di pace. Inoltre, la Tanzania tenuta in grande stima per il ruolo importante svolto dai suoi responsabili politici nel processo di pacificazione della Regione dei Grandi Laghi e in altre iniziative internazionali volte al mantenimento della pace. La generosa ospitalit offerta a chi fugge da ostilit in Paesi vicini, nonostante le difficolt economiche interne, ha anche suscitato la dovuta ammirazione per i nobili sentimenti del popolo della Tanzania. Alcune tendenze negative come l'aumento del traffico di armi nella regione e l'interruzione di importanti iniziative di dialogo e riconciliazione hanno recentemente fatto sorgere dubbi sul futuro immediato del processo di pace. Non sorprende a questo proposito che i responsabili e molti uomini e donne di buona volont desiderino vedere questo processo sostenuto a tutti i costi e portato a compimento. Non bisognerebbe lesinare alcuno sforzo per ricreare le condizioni indispensabili a una vita normale, allo sviluppo e al progresso culturale delle popolazioni colpite. La Santa Sede unisce la sua voce a questo appello e continua a esortare tutti i responsabili della regione a non perdere la fiducia nel valore del dialogo, a indagare con mente aperta e considerare tutte le possibilit per conseguire una pace duratura. La Tanzania pu essere orgogliosa dell'eredit di coesistenza armoniosa fra diversi gruppi etnici e religiosi che le attuali generazioni hanno ricevuto dal Presidente fondatore Julius Nyerere e da altri importanti Capi di Stato. Ogni generazione deve continuare ad amare e proteggere questo tesoro. Bisogna adoperarsi affinch il bene comune di tutti gli abitanti della Tanzania e la dignit e i diritti autentici di tutte le persone prevalgano sulle esigenze o sugli interessi particolari di alcuni gruppi. A questo proposito, il discernimento e l'azione decisa da parte delle autorit sono necessari per frenare i favoritismi o iniziative che sarebbero incompatibili
con un progetto politico basato sui diritti umani universali e sullo stato di diritto e, in alcune circostanze, potrebbero spargere semi di intolleranza e di violenza. La Chiesa cattolica impegnata a promuovere relazioni e un dialogo etnici positivi con i membri di altre religioni come parte fondamentale del suo desiderio di rendere testimonianza dell'amore universale di Dio. Prova grande gioia nell'aiutare la societ a creare un ambiente di buona volont fra tutti gli uomini e tutte le donne, basato sul riconoscimento, l'apprezzamento e il rispetto reciproci. Creare un ambiente e strutture adeguati allo sviluppo economico di un Paese uno degli obiettivi importanti del compito del buon governo. La fiducia e la buona volont internazionali verso la Tanzania sono scaturite con successo non da ultimo da sforzi per combattere la corruzione e l'economia ha risposto con progressi costanti. L'esperienza in molti Paesi in via di sviluppo dimostra che l'affidabilit e la trasparenza, in particolare nell'uso dei fondi pubblici, non solo sostengono la necessaria integrit morale di chi in carica, ma sono in se stesse un fattore economico indispensabile per un progresso costante. Bisogna essere molto solleciti per continuare lungo questa via e avere la chiara volont di portare i settori meno favoriti a una partecipazione giusta e attiva alla comune crescita economica. Mentre il suo Paese continua a intraprendere opere relative a infrastrutture e a promuovere investimenti a sostegno dell'agricoltura e dell'industria, auspico che il popolo della Tanzania operi con fiducia per il bene della propria terra e che la Tanzania trovi sempre apertura, fiducia e effettivo sostegno a livello internazionale. Sono lieto di osservare che sono stati compiuti sforzi considerevoli per promuovere un accesso pi ampio all'educazione nella consapevolezza che uno dei pi importanti fattori di sviluppo. Saggiamente sono stati elaborati anche piani di formazione per insegnanti e per altro personale delle scuole e dei centri sanitari perch la costruzione di strutture adeguate non pu prescindere dallo forzo complementare di preparare persone qualificate. Grazie, signor ambasciatore, per le sue parole di apprezzamento per il servizio che la Chiesa cattolica offre al popolo del suo Paese. Sia nell'educazione sia nell'ambito della sanit, bisogna offrire risorse
finanziarie per i vari progetti o istituzioni sulla base del merito o delle necessit pi urgenti. L'equit e la trasparenza in quest'area facilitano molto uno spirito di leale cooperazione fra l'iniziativa privata e gli organismi pubblici. Negli stessi campi di sviluppo le istituzioni devono continuare a diffondere e migliorare la qualit per soddisfare le necessit della popolazione. Sono certo che i cattolici della Tanzania non mancheranno di recare il proprio specifico contributo mediante le istituzioni e le iniziative della Chiesa, animati dal servizio cristiano del prossimo e dall'amore generoso per il loro Paese. Eccellenza, mentre lei assume la carica di rappresentante presso il Vaticano della Repubblica Unita di Tanzania, ho espresso alcune prospettive e sincere speranze della Santa Sede per il suo Paese. Che la sua missione serva a rafforzare i vincoli esistenti fra la Repubblica Unita di Tanzania e la Santa Sede. Sia certo che i vari dicasteri della Curia Romana saranno pronti ad assisterla nel suo compito. Con le preghiere e i migliori auspici per il successo della sua missione, invoco le abbondanti benedizioni di Dio Onnipotente su di lei e sulla sua famiglia e sul popolo del vostro Paese.
Kikwete e del governo e del popolo della Tanzania. La Tanzania e la Santa Sede condividono una lunga storia di cooperazione. Apprezziamo molto e curiamo i programmi sociali e spirituali della Chiesa cattolica nel nostro Paese. La Chiesa stata attiva in particolare nei campi della salute e dell'educazione. Numerosi ospedali e altri centri sanitari sono finanziati e gestiti dalla Chiesa cattolica, sia nelle aree urbane sia in quelle rurali. Queste strutture hanno fatto la differenza e continuano a farla per la salute e per il benessere del nostro popolo. Ugualmente significativo il contributo della Chiesa cattolica al settore dell'educazione nel Paese. La Chiesa gestisce scuole di ogni ordine e grado, dalle elementari all'universit. Queste istituzioni accademiche hanno contribuito in modo significativo all'educazione della giovent della Tanzania. Molti responsabili di questo Paese, sia nel settore pubblico sia in quello privato, hanno frequentato l'uno o l'altro di questi istituti. In grande misura il successo dell'opera della Chiesa cattolica in Tanzania attribuibile alla stabilit politica e sociale del Paese. Nel corso della sua storia, dall'ottenimento dell'indipendenza nel 1961, la Tanzania ha vigorosamente promosso in seno al suo popolo un senso di dignit e di unit. Oggi, come sempre, i cittadini della Tanzania sono orgogliosi della propria identit nazionale pi che delle loro caratteristiche tribali o etniche. Ci stato possibile grazie all'abile guida del Padre della Nazione, Mewalimu Julius K. Nyerere, e alla successiva abile guida degli ex presidenti Al Hassan Mwinyi e Benjamin William Mkapa e del nostro attuale presidente, Jakaya Mrisho Kikwete. La Tanzania ha dunque conservato la propria tradizione di pace e di stabilit nonostante la sua diversit religiosa ed etnica. Tale diversit di fatto la fonte della sua forza basata su valori condivisi. La cooperazione fra la Santa Sede e la Tanzania stata promossa da contatti di alto livello. A questo proposito, Giovanni Paolo II visit la Tanzania nel 1990 su invito del presidente Al Hassan Mwinyi. Inoltre, l'ex Presidente Benjamin William Mkapa le ha fatto visita, Santit, nell'agosto 2005 e il Presidente Jakaya Mirisho Kikwete stato in udienza da Lei nell'ottobre del 2007. Il messaggio permanente della Santa
Sede alla comunit internazionale sulla necessit di promuovere lo spirito di amore, pace e riconciliazione decisamente condiviso dal Governo della Tanzania e dal suo popolo. Sosteniamo la politica della Santa Sede sul dialogo interreligioso e la sua posizione sulla necessit di aiutare e sostenere i rifugiati e i migranti e di tutelare i diritti dei bambini. La Tanzania ha accolto, sostenuto e aiutato, continuando a farlo, i rifugiati dei Paesi vicini che sono vittime innocenti di conflitti etnici e ideologici. La Tanzania riconosce anche la necessit di proteggere e tutelare i diritti dei bambini che sono il futuro dell'umanit. Condividiamo questi e molti altri valori che consacrano la santit della dignit umana. Una societ internazionale rifiuta il pregiudizio e l'intolleranza. Riteniamo che la pace non sia semplicemente assenza di guerra, ma, ancor di pi, un prodotto della tolleranza, del dialogo, della compassione e del rispetto reciproco fra nazioni e popoli di diverso colore, credo e ideologie. Secondo noi questa la migliore garanzia di pace duratura nel mondo. Permettetemi di concludere la mia dichiarazione esprimendo i miei pi sinceri ringraziamenti a lei, Santit, per aver ricevuto me e i membri della mia delegazione in questa occasione speciale di presentazione delle mie credenziali.
UGANDA
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Signor ambasciatore, ha parlato della gioia del suo popolo nel vedere la conclusione degli sforzi per formalizzare accordi di pace e per porre fine a molti anni di guerra caratterizzati da una violenza crudele e insensata. La Chiesa, in vista della sua missione di illuminare la coscienze, non pu non esprimere la propria gioia per quanto ottenuto e spera sinceramente che prevalgano presto condizioni di piena sicurezza, permettendo cos a tutte le persone sfollate di tornare nelle proprie case e di riprendere una vita pacifica e produttiva. A questo proposito, desidero esprimere l'apprezzamento della Santa Sede per quanti hanno levato la propria voce contro la violenza e l'odio
e per quanti hanno contribuito a una ricerca negoziata di pace. Incoraggio tutte le parti in causa a partecipare generosamente al compito di riparazione e riedificazione dopo cos tanti anni di agitazione e di abbandono. Il fatto che questo compito venga svolto nel corso di una crisi alimentare mondiale e di un mondiale rialzo dei prezzi dovrebbe essere uno stimolo ulteriore a impegnarsi e a perseverare nel consolidamento della pace, della riconciliazione, della ricostruzione. Confido nel fatto che il forte desiderio di pace della popolazione spinga il governo a continuare ad assumersi le proprie responsabilit regionali e a fare tutto ci che in suo potere per garantire la stabilit e la riconciliazione nella regione, dove una pace duratura sar possibile soltanto quando tutte le parti in causa aderiranno agli accordi internazionali e si impegneranno a rispettare pienamente i confini nazionali. In questi anni si fatto molto, ma il popolo dell'Uganda settentrionale e i suoi vicini nutrono nuove speranze. Che Dio onnipotente li assista nello sforzo di cominciare una nuova vita! Oggi, nessuna nazione libera dall'influenza della globalizzazione con i suoi benefici e le sue sfide. Questo fenomeno facilita il commercio, l'accesso all'informazione e la trasmissione di valori. Purtroppo, pu anche promuovere stili di vita superficiali e atteggiamenti che minano i costumi sani, basati sulla verit e sulla virt morali. Uomini e donne di buona volont in Africa rifiutano giustamente ci che di distruttivo associato all'avidit, alla corruzione e a molte forme di disgregazione personale e sociale. La democrazia e lo stato di diritto non si nutrono di materialismo, di individualismo e di relativismo morale, ma di integrit e di fiducia reciproca, in particolare quando sostenuti da responsabili impegnati e generosi che desiderano offrire il proprio servizio ai loro cittadini per l'edificazione del bene comune. Prego con fervore affinch i benefici autentici della cultura contemporanea arricchiscano l'esistenza di tutti gli ugandesi in armonia con quanto c' di vero e sano nei valori che sono stati trasmessi di generazione in generazione. A questo proposito, il Paese che lei rappresenta, signor Ambasciatore, incarna molte importanti caratteristiche della cultura africana come l'atteggiaCONTINUA A PAGINA 9
L'OSSERVATORE ROMANO
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LIBERIA
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mento rispettoso verso l'autorit paterna e un modo religioso di considerare i momenti importanti della vita umana, promuovendo il rispetto profondo per la dignit di ogni vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale. Questa la ricca tradizione in cui sono state educate generazioni di africani e mediante la quale il seme del Vangelo cristiano ha recato abbondanti frutti. La Chiesa cattolica apprezza questa eredit per il suo stesso bene e per via del rapporto armonioso con le verit fondamentali della morale naturale e con i principi base della fede. L'assicuro, signor ambasciatore, che la Chiesa continuer a fare la sua parte difendendo e promuovendo questi principi. Considera sua missione consolidarli e integrarli nella meravigliosa pienezza del Vangelo. Eccellenza, ho parlato di temi di interesse essenziale sia per lo Stato sia per la Chiesa e di aree in cui senza dubbio la cooperazione continuer a recare frutti per un futuro migliore per tutti gli ugandesi. I vari dicasteri della Curia Romana saranno lieti di assisterla nella sua missione di rappresentare il suo Paese presso la Santa Sede. All'inizio del suo mandato sono lieto di assicurarla delle mie preghiere e invoco le abbondanti benedizioni di Dio onnipotente su di lei, sulla sua famiglia e su tutto il popolo ugandese.
compiuti significativi progressi nel compito immenso della ricostruzione. Con soddisfazione ho appreso la decisione dello scorso novembre del Fondo Monetario Internazionale di muovere passi verso la cancellazione del debito della Liberia. Infatti questa una buona notizia e si auspica che i recenti segni di crescita economica vengano sostenuti negli anni a venire. Dopo decenni di guerra e instabilit, il popolo del suo Paese merita di essere liberato dalla povert, dall'insicurezza alimentare e dalla disoccupazione che lo affliggono da cos tanto tempo. Sono certo che il suo popolo capir che un futuro pacifico e prospero si potr ottenere solo se si far un serio tentativo di riconoscere gli errori passati e di curare le ferite inferte nel corso della guerra civile. Il processo di verit e riconciliazione in Liberia, come in altri Paesi africani, un passo coraggioso e necessario lungo il cammino del rinnovamento nazionale, e se perseguito con integrit e determinazione, pu solo portare a un rafforzamento dei valori dai quali dipende la societ civilizzata. Quando il popolo di una nazione ha assistito a violenza, malgoverno e corruzione, esercitati impunemente ai pi alti livelli della societ, non facile tornare ad avere fiducia nella macchina del governo. Infatti, si tentati di ritirarsi completamente dalla vita nazionale, cercando solo di promuovere interessi particolari o quelli della propria regione o del proprio gruppo etnico. Questi atteggiamenti di parte devono essere superati da un rinnovato impegno per promuovere il bene comune di tutti i cittadini, un profondo rispetto per tutti i membri della societ, indipendentemente dalla loro origine etnica o appartenenza politica, e una volont di contribuire con le proprie doti e le proprie risorse a un maggiore benessere e a una maggiore prosperit degli altri. All'inizio di questo anno, nel mio messaggio per la Giornata mondiale della pace, ho sottolineato l'importanza della famiglia quale elemento costitutivo della societ, da cui si possono apprendere e poi ritrasmettere alle future generazioni i valori essenziali di una coesistenza pacifica. Dal s responsabile e definitivo di un uomo a una donna, e dal s consapevole dei bambini che gradualmente accrescono la famiglia, i suoi membri danno il loro assenso all'edificazione del bene comune. Ci rende possibile a una comunit pi ampia di prosperare a livello locale, nazionale e perfino internazionale (cfr Messaggio per la Giornata della pace 2008, n. 6). So che gli africani attribuiscono grande valore al mantenimento dei vincoli familiari e incoraggio il suo governo a garantire che la politica pubblica continui ad aiutare e rafforzare la famiglia in ogni modo. Solo cos verranno gettate fondamenta salde per rinnovare l'infrastruttura sociale gravemente danneggiata da decenni di violento conflitto. Sia certo, signor Ambasciatore, che la Chiesa in Liberia desiderosa di contribuire all'edificazione della vita familiare e di offrire quell'educazione e quell'assistenza sanitaria che sono cos dolorosamente necessarie nel Paese. Apprezzo molto le parole di elogio del presidente Johnson-Sirleaf per l'attivit della Chiesa in queste aree nel corso della storia della Liberia e, di fatto, per la coraggiosa testimonianza dei martiri che si sono dedicati a servire il Paese anche al prezzo della propria vita. I numerosi uomini e donne impegnati sacerdoti, religiosi e laici che svolgono il loro apostolato nel suo Paese oggi non sono certo meno dediti al popolo che servono e alla promozione della giustizia, della coesistenza pacifica e della riconciliazione fra le fazioni in conflitto del recente passato. L'apostolato educativo forse l'investimento pi importante nel futuro della Liberia. Molti dei vostri figli e dei vostri giovani sono stati traumatizzati dall'esperienza della guerra, alcuni sono stati costretti a diventare soldati e ad abbandonare l'istruzione. Ci ha causato livelli bassi di alfabetizzazione fra la popolazione. In tali circostanze la Chiesa cerca di offrire speranza alle persone, di instillare in loro fiducia nel futuro e di mostrare loro che sono amate e accudite, di condurle, in altre parole, verso l'incontro con Cristo, il Salvatore dell'umanit. In tal modo, Eccellenza, ho fiducia nel fatto che i cordiali rapporti fra la Liberia e la Santa Sede recheranno frutti abbondanti per la crescita e la maggiore prosperit del suo amato Paese per molti anni a venire. Nell'offrire i miei migliori auguri per il successo della sua missione, vorrei assicurarla del fatto che i vari dicasteri della Curia Romana sono pronti a offrirle aiuto e sostegno nello svolgimento dei suoi compiti. Su di lei, Eccellenza, sulla sua famiglia e su tutti gli abitanti della Liberia invoco di cuore le abbondanti benedizioni di Dio.
Al termine di questo incontro, mi permetta, signor ambasciatore, di salutare per mezzo di lei i vescovi del Ciad e anche tutti i membri della comunit cattolica. Li assicuro della mia vicinanza spirituale e li incoraggio a restare saldi nella fede e coraggiosi nelle prove che condividono con i loro concittadini, rendendo cos testimonianza del loro impegno a costruire insieme una societ riconciliata. Mentre inaugura la sua nobile missione, certo che trover sempre un'accoglienza attenta presso i miei collaboratori, le formulo, signor ambasciatore, i miei voti cordiali per il felice esito della sua missione, affinch proseguano e si accrescano le relazioni armoniose fra la Santa Sede e il Ciad. Su sua eccellenza, sulla sua famiglia, sui suoi collaboratori, e anche sui responsabili e su tutti gli abitanti del Ciad, invoco di tutto cuore l'abbondanza delle Benedizioni Divine.
BANGLADESH
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CIAD
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proche. Auspico che queste relazioni contribuiscano al bene comune e all'edificazione di una societ armoniosa e pacificata. Per superare le incomprensioni, il dialogo deve sempre restare il cammino che permette di evitare qualsiasi ricorso alla violenza. Come lei ha osservato, signor ambasciatore, l'impegno della Chiesa cattolica al servizio della societ ciadiana, senza distinzione di origine n di religione, abbraccia numerosi ambiti come la salute, l'educazione e lo sviluppo. Attraverso le sue opere sociali, la comunit cattolica manifesta la propria preoccupazione di promuovere la dignit di ogni persona. In questa prospettiva, desidero sottolineare in modo particolare l'azione della Chiesa a favore dell'educazione e della formazione dei giovani, grazie soprattutto alle scuole cattoliche, che occupano un posto di rilievo nel sistema educativo ciadiano. Mediante queste scuole, che sono ambiti in cui i giovani di religioni e di contesti sociali diversi imparano a vivere insieme nel rispetto reciproco, la Chiesa intende lottare contro ogni forma di povert e contribuire all'edificazione di una societ sempre pi fraterna e solidale.
Bangladesh presso la Santa Sede. Le chiedo di voler trasmettere i miei cordiali saluti a lui e ai membri del governo, unitamente all'assicurazione dei miei buoni auspici per il benessere di tutti i suoi concittadini. Istituiti trentacinque anni fa, i rapporti diplomatici tra la Santa Sede e il Bangladesh sono stati rafforzati dalla preoccupazione reciproca di promuovere la buona volont in un mondo sempre pi collegato, ma non privo di segni di nuove divisioni e forme di violenza e ingiustizia profondamente preoccupanti. Questi fenomeni presentano nuove sfide all'intera famiglia umana, facendo emergere un senso sempre pi acuto del fatto che occorre una cooperazione internazionale pi vigorosa per assicurare che alle aspirazioni di tutti, specialmente dei poveri e dei deboli, venga data piena voce (cfr Sollicitudo rei socialis, 43). Signor ambasciatore, sono fiducioso che la partecipazione attiva del suo Paese in enti come l'Organizzazione delle Nazioni Unite contribuir alla cultura di pace che il Bangladesh desidera costruire in patria e all'estero. Impegnandosi in questi dibattiti a livello internazionale, il vostro Paese svolger un ruolo nell'armonizzare le azioni della comunit globale per raggiungere gli obiettivi comuni della pace e dello sviluppo (cfr Discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 18 aprile 2008). Come sua eccellenza ha suggerito, una solida democrazia necessita di qualcosa di pi che una serie di regole per essere sostenibile; esige che i cittadini abbraccino i valori fondamentali che ispirano le istituzioni e le procedure democratiche, come la dignit della persona umana, l'autentico rispetto dei diritti umani e l'impegno per il bene comune come criterio guida della vita politica (cfr Centesimus annus, 46). Cercando di aumentare il consenso generale sull'importanza centrale di questi valori fondamentali, le guide della sua nazione spianeranno la strada per un governo stabile e per la coesistenza armoniosa di tutti coloro che definiscono il Bangladesh la loro casa. Mentre il suo Paese si prepara a tenere le elezioni generali entro l'anno in corso, sono fiducioso che i cittadini rifletteranno e rinnoveranno il loro apprezzamento per i fondamenti morali che rendono possibile la democrazia autentica. Il progresso sociale e la coesione esige che tutti individui, famiglie, funzionari eletti, funzionari pubblici e professionisti abbraccino volentieri la loro responsabilit di contribuire alla vita comunitaria con integrit, onest e spirito di servizio (cfr Pacem in terris, 55; Centesimus annus, 46). In particolare, coloro che si candidano per una carica pubblica devono essere disposti a mettere da parte gli interessi personali per salvaguardare il bene comune delle persone che rappresentano e servono. Sua eccellenza ha indicato la sfida di ricostruire le istituzioni rappresentative che sono deteriorate nonostante l'osservanza, da parte del Paese, dei processi democratici nello scegliere i governi recenti. Questo compito fondamentale di ripristinare la fiducia in queste e in altre istituzioni democratiche esiger una guida forte da parte di uomini e donne che siano affidabili, giusti e competenti. Indubbiamente il popolo del Bangladesh cercher queste qualit nei suoi candidati mentre eserciter il suo diritto di voto in un processo elettorale che a sua volta rispecchi i valori stessi dai quali dipende la democrazia (cfr Centesimus annus, 46). Un sistema educativo vibrante essenziale per una forte democrazia. Sia lo stato sia la Chiesa hanno un loro ruolo nell'aiutare le famiglie a impartire sapienza, conoscenza e virt morale ai loro figli, affinch arrivino a riconoscere la dignit comune a tutti gli uomini e le donne, compresi quelli appartenenti a culture e a religioni diverse dalla propria. La Chiesa cerca di contribuire a tale fine istituendo scuole che non si preoccupino solo dello sviluppo cognitivo dei bambini, ma anche di quello spirituale e morale. Nella misura in cui queste e altre scuole basate sulla fede svolgono il servizio pubblico di formare i giovani nella tolleranza e nel rispetto, devono quindi ricevere il sostegno di cui hanno bisogno, compreso l'aiuto finanziario, a beneficio dell'intera famiglia umana. Il suo un Paese che ha compiuto passi significativi nella crescita economica nel corso degli ultimi anni. Tuttavia, ci non si sempre tradotto in un corrispondente sollievo dalla povert e in un aumento delle opportunit d'impiego. La stabilit a lungo termine nel settore economico organicamente collegata ad altri ambiti della vita civile, tra cui le istituzioni pubbliche e un sistema educativo ben funzionante. Il primo promuove l'efficacia e la trasparenza che favoriscono la crescita economica (cfr Centesimus annus, 48), e il secondo per la societ uno strumento privilegiato di progresso economico e di sviluppo (Popolorum progressio, 35).
Per questa ragione, gli obiettivi economici di una nazione devono sempre essere collocati nell'orizzonte pi ampio della sua crescita morale, civile e culturale (cfr Centesimus annus, 29). Inoltre, uno sviluppo economico duraturo avviene come risultato dell'interazione dinamica tra l'iniziativa privata, l'autorit pubblica e il sostegno delle organizzazioni internazionali (cfr ibid., 10; 32; 49). Da parte sua, la Chiesa, nella sua costante sollecitudine per il bene integrale della persona umana, si fa eco delle aspirazioni dell'uomo di assicurare i beni materiali necessari per il benessere corporale e spirituale (cfr Gaudium et spes, 14). In effetti, essa fermamente convinta che lo sviluppo in ultimo una questione di pace perch esso aiuta a raggiungere ci che bene per gli altri e per la comunit umana nella sua interezza (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1987, 7). Signor ambasciatore, mentre inizia il suo servizio, rinnovo i miei buoni auspici per il successo della sua missione. Le assicuro che i diversi uffici della Santa Sede sono pronti ad assisterla nell'adempiere ai suoi doveri. Su di lei, sulla sua famiglia e su tutto il popolo del Bangladesh invoco cordialmente le benedizioni di Dio della forza e della pace.
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L'OSSERVATORE ROMANO
gnifica dare potere alla gente e assicurare i suoi diritti. Significa il diritto di godere dei frutti della crescita economica e dello sviluppo. Per introdurre una democrazia significativa nel Paese, l'attuale Governo ha preso delle iniziative per rinnovare e rivitalizzare le istituzioni che costituiscono il centro del governo democratico. L'obiettivo centrale, tuttavia, resta quello di tenere elezioni libere e giuste entro l'anno. Si auspica che le riforme intraprese aiutino a portare il Bangladesh su una traiettoria pi elevata e irreversibile di governo democratico e di sviluppo sostenibile. Santit, globalmente stiamo attraversando un'epoca senza precedenti negli annali dell'umanit. Il progresso tecnologico ha trasformato il mondo in un villaggio globale. Tuttavia, quest'ultimo secolo stato anche uno dei pi violenti che l'uomo ricordi. Gli orrendi atti di terrorismo e di violenza hanno gettato un'ombra scura sul progresso della civilt. Mentre i governi combattono il terrorismo, alcune comunit di una particolare fede sono state prese di mira e stereotipate, polarizzando ulteriormente le societ e le culture. Le sfide pi grandi del tempo attuale diventano quelle di dialogare, comprendere e condividere meglio tra le culture e le civilt. Dobbiamo intensificare i nostri sforzi per costruire collettivamente e a tutti i livelli una cultura di pace. Con un po' d'orgoglio, desidero informare Sua Santit che il Bangladesh ogni anno promuove una risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla cultura della pace. In un mondo sempre pi globalizzato e interdipendente, difficilmente si pu evitare di incontrare differenze culturali. Ci dovrebbe insegnarci che accanto alla diversit di culture esiste una sola civilt globale fondata su valori condivisi della tolleranza e della libert. una civilt definita dalla sua tolleranza del dissenso, dalla sua celebrazione della diversit culturale. Il dialogo pu trionfare sulla discordia, la diversit una virt universale e i popoli del mondo sono molto pi uniti dal loro comune destino di quanto non siano divisi dalle loro differenti identit. Pu essere utile attingere alle radici pi profonde, antiche delle culture e delle civilt per trovare ci che ci unisce al di l di tutti i confini. Questo, a sua volta, dovrebbe facilitare il cammino verso la pace. Santo Padre, in questo momento critico per l'umanit, Sua Santit rimane l'immagine della giustizia, della tolleranza, della sapienza e del credo della non violenza. Uniamo le nostre mani nelle sue preghiere per un mondo migliore. Preghiamo perch la provvidenza continui a proteggerci e a guidarci. Promettiamo anche di dedicarci a lasciare in eredit a tutta la nostra progenie un futuro in cui l'amore e la cooperazione regnino supremi. Lavoreremo per un fine che Sua Santit persegue inesorabilmente: un mondo di pace, progresso, uguaglianza e giustizia. Grazie.
BIELORUSSIA
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vato da un senso di responsabilit condivisa per il destino comune dei popoli europei, ha un valore enorme. Raggiungere questo obiettivo ambizioso non facile ed esige da tutte le parti in causa l'impegno in un dialogo sincero, costante e ragionevole, basato sulla solidariet autentica e rispettoso delle aspirazioni legittime, delle circostanze storiche e della diversit degli altri. A questo fine, ogni nazione nel continente, inclusa la Bielorussia, chiamata a contribuire all'edificazione di una casa comune europea in cui i confini vengano visti come luoghi di incontro e non come segni di divisione, o peggio, come muri insormontabili. Infatti, la storia, le radici spirituali e culturali e la geografia della Bielorussia le conferiscono un ruolo integrale da svolgere in questo processo. Ci che unisce le nazioni europee molto pi grande di qualsiasi fattore politico, economico e culturale che le divide. Per dare nuovo impulso alla sua storia l'Europa deve riconoscere e ricuperare con fedelt creativa quei valori fondamentali, alla cui acquisizione il cristianesimo ha dato un contributo determinante, riassumibili nell'affermazione della dignit trascendente della persona umana, del valore della ragione, della libert, della democrazia, dello stato di diritto e della distinzione tra politica e religione (Ecclesia in Europa, n. 109).
Il risultato della ritrovata indipendenza del suo Paese e del ripristino delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede stato lo sviluppo di un buon rapporto di lavoro fra le istituzioni dello Stato e quelle della Chiesa. Queste relazioni sono contraddistinte dalla disponibilit di entrambe le parti a rafforzare e migliorare questi vincoli che a loro volta promuovono il benessere e la prosperit del Paese. Le sono grato, eccellenza, per quanto espresso a proposito dell'attivit della Chiesa nel suo Paese e sono certo che il governo della Bielorussia continuer a sostenere la Chiesa cattolica nel soddisfacimento dei suoi bisogni. Quest'anno la Chiesa cattolica in Bielorussia celebrer due importanti anniversari: i duecentoventicinque anni dell'erezione della Diocesi di Mohylev e i duecentodieci anni di quella della Diocesi di Minsk. A tale proposito bisogna rilevare con gratitudine il riconoscimento del suo Paese al contributo spirituale, culturale e storico della Chiesa cattolica alla vita della nazione. Chiesa e Stato, nei modi loro propri e alla luce delle loro specifiche missioni, sono al servizio dell'umanit. dunque necessario che cooperino, sempre rispettando le reciproche autonomia e competenza, in modi che aiutino le donne e gli uomini a ottenere una prosperit sia materiale sia spirituale. Tale cooperazione pu solo contribuire al consolidamento di istituzioni democratiche ancor pi dinamiche. Considerata parte integrante della vita e del destino della Bielorussia, la Chiesa cattolica da parte sua spera di continuare a esercitare il proprio ruolo nella societ mediante le sue varie strutture e istituzioni (come la Conferenza episcopale, le diocesi, le parrocchie e le comunit religiose). Questi organismi cercano soltanto di servire gli uomini e le donne e tutta la societ mediante la trasmissione di valori universali ispirati dal Vangelo. A questo proposito la Chiesa cattolica in Bielorussia, di tradizione sia latina sia bizantina, non pretende privilegi, ma chiede soltanto di poter contribuire alla crescita e allo sviluppo del Paese. Tutto ci che desidera ottenere la libert di poter svolgere serenamente il mandato che ha ricevuto dal divino Fondatore al servizio del suo Creato. Con questo stesso spirito e con lo stesso senso di mutua responsabilit, i cattolici bielorussi si impegnano a progredire nel dialogo ecumenico, in particolare con la Chiesa ortodossa nel Paese. Prego affinch i contatti ecumenici continuino a svilupparsi in pace, armonia e dialogo fecondo, contribuendo cos a una sempre maggiore armonia sociale. Signor ambasciatore, all'inizio della sua missione presso la Santa Sede le formulo sinceri buoni auspici e l'assicuro della disponibilit degli uffici della Curia Romana ad assisterla. Su di lei, sui suoi collaboratori, sulla sua famiglia e su tutto l'amato popolo della Bielorussia invoco abbondanti benedizioni divine.
per cento della popolazione, svolge un ruolo importante nella vita quotidiana della nazione. Negli ultimi dodici anni il numero dei cattolici quadruplicato e continua ad aumentare rapidamente. Diversi seminari cattolici istituiti in Bielorussia si prefiggono lo scopo di formare pi sacerdoti locali a beneficio del presente e del futuro. Il Governo permette alla Chiesa cattolica di entrare in contatto con le persone, concedendo strutture per le chiese e garantendo libero accesso ai mezzi di comunicazione sociale. Secondo gli ultimi dati, esistono nel Paese circa quattrocentocinquanta chiese cattoliche e trentasette sono in costruzione. Le province cattoliche pubblicano diversi periodici specializzati a livello nazionale e regionale. La radio nazionale trasmette in diretta i servizi liturgici domenicali. Il recente restauro, con sostegno del Governo, della chiesa della Santissima Vergine Maria a Minsk un esempio dell'impegno dello Stato e di quello personale del presidente a offrire la necessaria assistenza alla Chiesa cattolica e a soddisfare le sue necessit. La Chiesa cattolica impegnata in varie attivit umanitarie in Bielorussia. Ha istituito un orfanotrofio a Gomel che gestito dalle suore dell'ordine di madre Teresa. Le province cattoliche gestiscono le organizzazioni umanitarie della Caritas, offrendo importante assistenza ai bisognosi. Santit, il governo della Bielorussia apprezza molto le attivit della Santa Sede e, personalmente le sue, Santit, volte a promuovere la pace e la comprensione reciproca fra i popoli e a rafforzare l'armonia interreligiosa nel mondo. Come ha affermato nella recente dichiarazione all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, per la piena garanzia della libert religiosa... deve essere tenuta in giusta considerazione... la possibilit dei credenti di fare la loro parte nella costruzione dell'ordine sociale. Infatti, molto spesso importanti valori religiosi rimangono confinati entro il perimetro delle chiese perch non riescono a raggiungere completamente la vita pubblica. Ci crea una situazione in cui i valori religiosi, che sono la base di ogni personalit degna, vengono rimpiazzati da regole e costumi secolari o anche privati. Questa tendenza indesiderabile potrebbe essere invertita creando opportunit per i credenti di professare ed esercitare liberamente i loro valori in ambito sia religioso sia civile. In questo contesto, la Bielorussia accoglie il maggiore impegno della Santa Sede nel processo di trasmissione e di rafforzamento di valori religiosi basilari nella societ in generale. Il governo della Bielorussia pronto a cooperare con la Santa Sede per sviluppare iniziative bilaterali su questa materia in pi aree quali l'educazione, la sanit, le attivit culturali e umanitarie. La Bielorussia riconosce e apprezza il ruolo svolto dalla Santa Sede nelle organizzazioni internazionali. Siamo interessati a cooperare con la Santa Sede per garantire che le organizzazioni internazionali, in particolare le Nazioni Unite, siano una piattaforma di unit fra gli Stati e uno strumento di servizio per l'intera umanit. Il concetto di dialogo fra le civilt cos come la necessit di risolvere la crisi allarmante del multilateralismo sono fra i valori centrali che la Bielorussia e la Santa Sede condividono. Un altro valore quello di garantire il rispetto del diritto di tutte le nazioni alla diversit di sviluppo politico, economico e culturale. Sforzi congiunti della Bielorussia e della Santa Sede potrebbero contribuire alla promozione di questo importante programma internazionale. La Bielorussia interessata a promuovere e sviluppare ulteriormente il dialogo e la cooperazione con la Santa Sede sia bilateralmente sia nelle organizzazioni internazionali. La visita programmata e molto attesa di sua eminenza il Cardinale Tarciso Bertone in Bielorussia nel giugno 2008 dovrebbe essere un'opportunit unica per entrambe le parti di discutere modi e mezzi per un consolidamento complessivo e significativo del rapporto bilaterale. Questa visita, oltre ai dibattiti a livello ufficiale, dovrebbe essere considerata un segno atteso e incoraggiante per tutti i cristiani in Bielorussia dell'attenzione loro prestata dalla guida spirituale universale elargita e benedetta da lei, Santit. L'opportunit di soddisfare aspettative reciproche della Bielorussia e della Santa Sede c' e andrebbe utilizzata e promossa. Il governo della Bielorussia pronto a fare del suo meglio per recare frutti di cooperazione e interazione reciprocamente fecondi con la Santa Sede e con lei, Santit. Il governo della Bielorussia auspica che lei, Santit, figura importante e nota nel mondo, possa svolgere un personale ruolo ispiratore nel promuovere ulteriormente i rapporti fra Bielorussia e Santa Sede.
GUINEA
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aspirazioni legittime degli individui e delle famiglie, lo sviluppo integrale della Nazione si deve ispirare ai valori morali universali, che permettono di non perdere di vista l'origine e la finalit dei beni materiali e di creare una societ sempre pi giusta e pi solidale. In questa prospettiva, necessario dimostrare una sollecitudine particolare per le persone che sperimentano numerose forme di povert o di fragilit. Il dovere di rispettare il diritto di ogni persona a vivere nella dignit si fonda sulla volont stessa del Creatore, che ha dato a tutti una comune dignit trascendente. Signor ambasciatore, desidero anche assicurarla che la Chiesa cattolica vuole contribuire allo sviluppo integrale della societ attraverso le sue opere educative, sanitarie e di promozione sociale, che so essere apprezzate dalla popolazione. Lei conosce in particolare l'attenzione della Chiesa per la promozione delle persone mediante l'educazione dei giovani. inoltre importante essere attenti alla salute di ognuno, in particolare attraverso una formazione e un'informazione sulle pandemie legate ai comportamenti degli individui. Mediante questo impegno, la comunit cattolica intende adoperarsi per il bene comune, la fraternit e il consolidamento della pace nella giustizia. Auspico che, grazie a relazioni sempre pi fiduciose fra la Chiesa e lo Stato, queste opere siano sostenute con sempre maggiore generosit, a beneficio di tutti i guineani, senza distinzione di origini n di religione. Colgo l'occasione per chiederle di salutare molto cordialmente la comunit cattolica della Guinea riunita attorno ai suoi vescovi. L'incoraggio a essere sempre nella societ un fermento di riconciliazione e di pace, affinch tutti possano vivere nella convivialit e sviluppare vincoli di collaborazione sempre pi fraterni. Signor ambasciatore, lei inaugura oggi la nobile missione di rappresentare il suo Paese presso la Santa Sede. Voglia accettare i voti pi cordiali che formulo per il suo felice esito e sia certo di trovare sempre presso i miei collaboratori la comprensione e il sostegno necessari! Su di lei, sulla sua famiglia, sui suoi collaboratori, su tutti i suoi concittadini e sui dirigenti del suo Paese, invoco di tutto cuore l'abbondanza delle Benedizioni Divine.
per l'importante ruolo che la Chiesa e il clero svolgono nella vita della nazione. Il dialogo interreligioso interculturale da anni contribuisce a instaurare fra queste due religioni relazioni di solidariet nella gestione dei fatti e degli eventi che coinvolgono la nazione in tutte le sue componenti. A questa solidariet di azione si aggiunge una collaborazione di tutti i figli della nazione che si considerano membri di un'unica famiglia. In Guinea abbiamo l'abitudine di dire che il paese una famiglia poich tutti i popoli ha sentenziato il Concilio Vaticano II formano una sola comunit, hanno un'unica origine, perch Dio ha fatto abitare l'intero genere umano su tutta la faccia della terra (cfr Atti 17, 26), ed hanno anche un solo fine ultimo, Dio (Benedetto XVI, Messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace 2008, 1 gennaio 2008). Questa comunione di destino sufficientemente condivisa da tutte le popolazioni guineane nella pratica quotidiana della loro fede. Santit, La Chiesa in Guinea partecipa attivamente al processo endogeno di sviluppo sociale, economico e culturale del paese. Essa si distingue per il suo contributo inestimabile al sistema educativo guineano, all'amministrazione delle cure sanitarie di base, agli sforzi nazionali di lotta contro le malattie trasmissibili, includendo l'Hiv/Aids, e le malattie endemiche, al programma nazionale di riduzione della povert, alla promozione della ricca cultura del nostro bel Paese e all'educazione dei giovani. anche bene notare il contributo della Chiesa alla gestione delle questioni politiche accanto ad altre confessioni religiose, alle istituzioni repubblicane, al sindacato e alle organizzazioni della vita civile. Questo il luogo e il momento per me per esprimere la soddisfazione e la gratitudine del presidente generale Lansana Cont e del suo governo a Sua Santit, per il ruolo costruttivo che la Chiesa svolge nella vita della nostra Nazione, ruolo che stato possibile grazie all'eccellenza delle relazioni fra la Repubblica di Guinea e la Santa Sede. Santit, la comunit cristiana della Guinea, alla quale appartiene la mia modesta persona, sta crescendo anche se purtroppo tentata da derive settarie. La sua fede per si sta radicando e la sua speranza si sta confermando. Tuttavia, come ci insegna l'evangelista Matteo riprendendo il sermone apostolico di Nostro Signore Ges Cristo, nel quale associava gli uomini alla sua missione, La messe molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perch mandi operai nella sua messe! (Matteo 9, 37). Il popolo cristiano della Guinea ha bisogno di pastori e la struttura del governo della Chiesa in Guinea non si evolve da decenni. Solo tre diocesi, di cui una metropolitana, condividono la responsabilit della guida della nostra Chiesa che si estende su tutto il territorio nazionale. Questa constatazione condivisa dalla maggior parte dei fedeli cristiani della Guinea che vorrebbero appellarsi alla sua magnanimit, Santit, per l'adozione di misure idonee. I fedeli cristiani della Guinea sono consapevoli del loro dovere nella formazione dei nostri sacerdoti e delle nostre religiose. Implorano tutti i giorni la grazia di Nostro Signore Ges Cristo per aiutarla a svolgere i suoi alti incarichi pontifici e per l'abbondanza delle vocazioni sacerdotali e religiose. Santit, Il popolo guineano nel suo insieme e il suo governo seguono con interesse gli sforzi che Lei sta compiendo dalla sua elezione, tre anni fa. L'Africa e il mondo intero apprezzano anche le Sue prese di posizione, Santit, nella gestione delle grandi questioni internazionali fra le quali lo sviluppo, la famiglia, la societ, la pace, l'ambiente e la salute, solo per citarne alcune. A tale proposito, il Suo messaggio del 1 gennaio 2008, in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale della Pace, eloquentemente illustrativo. Nel corso della mia missione presso la Santa Sede, m'impegner, con la Sua benedizione e il sostegno che le autorit competenti della Santa Sede mi concederanno, a rafforzare le relazioni fra la Repubblica di Guinea e la Santa Sede mediante azioni concrete e nuove. Vorrei concludere il mio discorso ribadendo a Sua Santit i sentimenti di alta considerazione e di stima di sua eccellenza il presidente generale Lansana Cont, ai quali associo le preghiere ferventi del popolo religioso della Guinea per la Sua salute nello svolgimento dei Suoi incarichi pastorali. Il popolo della Guinea sarebbe altres lieto di vedere Sua Santit baciare il suolo guineano, riprendendo cos il gesto del suo illustre predecessore, Papa Giovanni Paolo II, il 24 febbraio 1992 a Conakry. La ringrazio. Che Dio benedica il Suo Pontificato!
SRI LANKA
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l'apprezzamento da lei espresso a nome dei suoi concittadini per l'attivit caritativa costante della Chiesa cattolica nella sua nazione. In particolare lei ha sottolineato il contributo della Chiesa agli sforzi di soccorso dopo che il devastante tsunami ha colpito la sua nazione nel 2004. Queste azioni sono un esempio concreto della risposta disponibile e pronta della Chiesa alla missione che ha ricevuto di servire i pi bisognosi (cfr Lc 10, 25-37; Deus caritas est, 29). Desidero assicurare al suo governo che la Chiesa continuer nel suo impegno di protendersi verso tutti con compassione, e lodo ogni misura futura che aiuti a garantire che gli ospedali cattolici, le scuole e gli enti caritativi possano continuare a prendersi cura dei malati, dei giovani e degli indifesi a prescindere dalle origini etniche o religiose (cfr ibid., 30). I cattolici nello Sri Lanka, insieme ad altri cristiani, sono uniti a molti buddisti, ind e musulmani nell'ardente desiderio di una pace duratura nel Paese e di una fine definitiva delle antiche recriminazioni. Tristemente, la violenza continua a chiedere un prezzo alla popolazione, causando grave preoccupazione alla Santa Sede e alla comunit internazionale. Negoziati franchi e sinceri, a prescindere dall'investimento di tempo e di risorse che richiedono, sono l'unico mezzo sicuro per realizzare la riconciliazione e affrontare i problemi che per lungo tempo hanno ostacolato la pacifica coesistenza nello Sri Lanka. In particolare, gli atti di terrorismo non sono mai giustificabili e costituiscono sempre un affronto all'umanit (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2002, 4). In effetti gli attacchi arbitrari non riescono a dare una voce efficace agli interessi dei diversi gruppi a nome dei quali apparentemente vengono svolti. In modo deplorabile essi possono provocare reazioni indiscriminate che similmente mettono in pericolo gli innocenti. Tali cicli di violenza offuscano la verit, perpetuano una raffica di accuse e contraccuse e lasciano le persone disilluse e scoraggiate. Per questa ragione la lotta contro il terrorismo deve sempre essere svolta con rispetto per i diritti umani e per la supremazia del diritto (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2004, 8). Esorto tutte le parti a non risparmiare nessuno sforzo nel creare un clima di fiducia, di perdono e di apertura ascoltandosi reciprocamente e mostrando un ragionevole rispetto per le legittime aspirazioni dell'altro. Sua eccellenza ha anche attirato l'attenzione sulla sconvolgente tendenza a reclutare bambini da impegnare nei combattimenti o nelle attivit terroristiche. Simili pratiche devono essere condannate in partenza, poich inevitabilmente arrestano lo sviluppo morale dei bambini, lasciando cicatrici che dureranno per tutta la vita (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1996, 3) e lacerano la fibra morale della societ stessa. Ges ha ammonito gli uomini e le donne di evitare di scandalizzare questi piccoli (cfr Lc 17, 2), istruendo perfino gli adulti a imitare la loro virt e purezza (cfr Mt 18, 2). Imploro le guide nel vostro Paese e in tutto il mondo di rimanere vigili, affinch non vi siano compromessi a questo riguardo. I bambini e gli adolescenti devono ricevere oggi una solida formazione nei valori morali che rafforzeranno il tessuto sociale del vostro paese domani. Certamente l'apprezzamento di questi valori e un atteggiamento di rispetto per gli altri sono importanti quanto qualsiasi capacit tecnica che i giovani possano acquisire in vista della loro vocazione professionale. Le iniziative volte a raggiungere la pace devono essere radicate in una giusta comprensione della persona umana e dell'inviolabilit dei suoi diritti innati. Come ho osservato di recente, l'universalit, l'indivisibilit e l'interdipendenza dei diritti umani servono tutte quali garanzie per la salvaguardia della dignit umana (Discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 18 aprile 2008). Sua eccellenza ha indicato i nuovi meccanismi che sono stati attivati per monitorare i diritti umani e correggere le questioni umanitarie nello Sri Lanka. A questo riguardo incoraggiante osservare la decisione del suo Governo di istituire una speciale commissione d'inchiesta al fine di esaminare i casi in cui sembrano essere stati ignorati la giustizia e i diritti umani. auspicabile che si compia ogni sforzo per assicurare che la commissione completi il suo lavoro in maniera spedita affinch la verit su tutti questi casi possa venire alla luce. Penso in particolare a Padre Jimbrown e al suo assistente, dei quali, a quasi due anni dalla loro scomparsa, non si sa dove siano. L'interesse del Governo per questi casi rispecchia la responsabilit delle autorit politiche di garantire una vita comunitaria ordinata e retta,
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fondata sui principi della giustizia e orientata al raggiungimento del bene comune (cfr Gaudium et spes, 74). Signor ambasciatore, mentre assume le sue nuove responsabilit, le porgo i miei buoni auspici per il positivo adempimento della sua missione, fiducioso che i vincoli di amicizia esistenti tra la Santa Sede e lo Sri Lanka saranno ulteriormente rafforzati negli anni futuri. Le assicuro che i diversi uffici e dicasteri della Santa Sede sono pronti a offrire le loro risorse in spirito di collaborazione. Su sua eccellenza, sulla sua famiglia e sul popolo della Repubblica Socialista Democratica dello Sri Lanka invoco le abbondanti benedizioni di Dio Onnipotente.
tela dei diritti umani. Il Governo ha reso operativi alcuni meccanismi per affrontare nel Paese questioni umanitarie e comunque legate ai diritti umani. Per la prima volta stato creato uno specifico ministero per i diritti umani e la gestione delle emergenze. Con la presentazione delle mie Lettere Credenziali spero di poter operare a pi stretto contatto con la Segreteria per i rapporti con gli Stati conservando amichevoli relazioni fra la Santa Sede e la Repubblica socialista democratica dello Sri Lanka durante il mio mandato di ambasciatore straordinario e plenipotenziario. Grazie, Santit.
NIGERIA
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nipotenziario della Repubblica Federale di Nigeria presso la Santa Sede. La ringrazio per i cordiali saluti e i sentimenti di buona volont espressi a nome del presidente della Repubblica, Alhaji Umaru Musa Yar'Adua. Volentieri li ricambio e le chiedo cortesemente di trasmettere la mia personale gratitudine e i miei buoni auspici a sua eccellenza, alle autorit civili e al popolo nigeriano. Non solo un dovere umanitario, ma anche una fonte di gioia andare in aiuto dei bisognosi. Infatti, assistere gli altri con spirito di rispetto, integrit e imparzialit una ricca esperienza formativa sia per gli individui sia per le societ. A questo proposito, la dimensione, la popolazione, le risorse economiche e la generosit del suo popolo rendono la Nigeria uno dei Paesi pi influenti del continente e le offrono l'opportunit unica di sostenere altri Paesi africani nell'ottenere il benessere e la stabilit che meritano. La sua nazione ha contribuito ai numerosi sforzi di portare riconciliazione sociale ad altre terre mediante forze di pace, aiuti materiali e sforzi diplomatici. Incoraggio la Nigeria a continuare a utilizzare le sue considerevoli risorse umane e materiali per condurre alla pace e alla prosperit i Paesi vicini. Infatti, quando questo aiuto offerto con integrit e sacrificio reca onore ai cittadini e al Governo di un Paese. Con questo spirito, dev'essere offerto aiuto nel Paese e all'estero a quanti cercano di alleviare la sofferenza umana mediante la ricerca e l'assistenza concreta. La Chiesa ha fiducia nel fatto che i servizi che offre nei settori dell'educazione, i programmi sociali e l'assistenza sanitaria continueranno ad avere un impatto positivo sulla lotta contro la povert e la malattia. Difende sempre la vita dal concepimento fino alla morte naturale. Come sa, la Chiesa prende molto sul serio il proprio ruolo nella campagna contro la diffusione dell'Hiv/Aids promuovendo programmi che evidenzino la fedelt nel matrimonio e l'astinenza al di fuori di esso. Il personale cattolico composto da medici, infermieri, assistenti ed educatori continuer a esortare tutti gli uomini e tutte le donne, in particolare i giovani, a riaffermare il valore della famiglia e ad agire con coraggio morale, basato sulla fede, nella lotta contro questa malattia e le relative condizioni. Al contempo, pronta ad assistere a livello pratico gli innumerevoli malati nel suo continente e nel resto del mondo. Signor ambasciatore, il popolo della Nigeria desidera una democrazia piena e lei ha menzionato alcune priorit che il suo Paese ha identificato come passi necessari lungo il cammino verso una crescita significativa e uno sviluppo sostenibile. Fra questi vi sono il governo democratico e lo stato di diritto, la sicurezza interna e l'efficiente amministrazione della giustizia. Come sa, eccellenza, il buon governo richiede che le elezioni siano chiaramente considerate libere, corrette e trasparenti. Dipende anche dalla sicurezza interna, sempre basata sull'ideale democratico di rispetto per i diritti individuali e lo stato di diritto. Realizzare questo elemento costitutivo della democrazia richiede che i funzionari pubblici affrontino innanzitutto le cause dell'agitazione sociale e poi formino i cittadini nelle virt del rispetto e della tolleranza. So che in passato la frizione fra differenti gruppi ha causato preoccupazione. Conflitti di questo tipo si possono spesso attribuire una serie di fattori, inclusi errori di amministrazione, rancori isolati e tensioni etniche. A tal proposito, sono lieto di osservare che negli ultimi anni sembra che le tensioni sia siano allentate. Lo si pu considerare un autentico indicatore di progresso e un segno di speranza per il futuro. Nella promozione della comprensione, della riconciliazione e della buona volont fra diversi gruppi, la Chiesa continua a incoraggiare uno spirito di comunit, cercando si sradicare il pregiudizio e sostenendo l'apertura verso tutti. particolarmente interessata a promuovere il dialogo interreligioso, nella speranza che un fermo atteggiamento
di solidariet da parte dei responsabili religiosi si traduca progressivamente in espressioni popolari di accettazione pacifica, comprensione reciproca e cooperazione a livello nazionale. Una realt inquietante di numerosi Paesi oggi la criminalit. L'omicidio, il rapimento a scopo di estorsione, lo sfruttamento di donne, bambini e lavoratori stranieri sono alcune delle peggiori manifestazioni di questa pratica intollerabile. L'insicurezza, l'angoscia e l'aggressivit causate dalla disgregazione della famiglia, dalla disoccupazione, dalla povert e dalla disperazione sono alcuni dei fattori sociali e psicologici dietro questo fenomeno. Una situazione gi fragile affiancata da una pervasiva mentalit materialistica e da una mancanza di rispetto per la persona umana. A volte, il sentimento di disperazione pu portare le persone a cercare soluzioni ingannevolmente semplici ai loro problemi. In tali circostanze bisogna incoraggiare il pi possibile i giovani a migliorare mediante l'educazione, le attivit extrascolastiche, l'assistenza volontaria agli altri, e questo sarebbe l'ideale, opportunit di impiego. Sulla scia del crimine violento pu comparire la corruzione che ha l'effetto di scoraggiare l'impresa e gli investimenti e di minare la fiducia nelle istituzioni politiche, giudiziarie ed economiche della nazione. Il dinamismo che la Nigeria ha immesso nella lotta contro la corruzione e la criminalit e il consolidamento dello stato di diritto sono molto importanti e vanno incoraggiati e applicati con equit e imparzialit. Prego affinch i politici e gli operatori sociali, i professionisti dell'economia, della medicina e del diritto, i funzionari di polizia, i giudici e quanti sono impegnati nella lotta alla criminalit e alla corruzione cooperino diligentemente per la tutela della vita e della propriet, sostenuti dalla leale cooperazione di tutti i cittadini. La Chiesa non mancher di apportare il proprio specifico contributo offrendo una educazione integrale, basata sull'onest, l'integrit e l'amore di Dio e del prossimo. La Chiesa lotta per creare opportunit per i giovani in circostanze difficili, sempre ricordando loro che ogni agire serio e retto dell'uomo speranza in atto (Spe salvi, n. 35). Signor ambasciatore, le auguro ogni successo nella sua missione e l'assicuro della volenterosa cooperazione dei dicasteri della Curia Romana. Ricordo con apprezzamento la generosa accoglienza riservata al mio predecessore, Papa Giovanni Paolo II, in occasione delle sue due visite in Nigeria. Prego affinch il dolce ricordo di quel messaggero di pace continui a unire e ispirare il popolo nigeriano. Che Dio onnipotente conceda a lei, eccellenza, alla sua famiglia, alla nazione che rappresenta, benedizioni abbondanti e durature di benessere di pace!
queste aspirazioni comuni, i nostri rapporti bilaterali vengano rafforzati. Santit, la Nigeria ha fatto molto nel suo impegno per radicare la democrazia e i principi democratici nella nostra politica. La prima transizione in assoluto da una amministrazione civile a un'altra nel maggio del 2008 ha segnato un punto di svolta senza precedenti in tale direzione. Il governo del presidente Umaru Musa Yar'Adua ha dimostrato il suo impegno a favore del buon governo e del consolidamento della democrazia e della ricostruzione economica. A tale riguardo, sono state adottate le misure necessarie per rafforzare la supremazia del diritto e per promuovere i principi di uguaglianza, di giustizia e di coesistenza pacifica, come pure per assicurare una crescita economica sostenibile e una stabilit macroeconomica. Ci stato incluso nel programma di sette punti dell'amministrazione, volto a fare della Nigeria una delle venti economie pi grandi al mondo entro il 2020. Per realizzare tale obiettivo, il governo ha chiaramente definito, e sta cercando di attuare, gli elementi fondamentali che dovranno guidare questa aspirazione nazionale. Tra questi vi sono il radicamento del governo democratico e della supremazia del diritto, la sicurezza, la giustizia e l'ordine, l'amministrazione rapida ed efficace della giustizia e lo sviluppo di infrastrutture importanti, ovvero corrente, energia e trasporti. La Nigeria certamente non pu procedere da sola in questo sforzo. Pertanto nostro desidero ricevere una collaborazione e un sostegno pi attivi da parte della comunit internazionale, specialmente dai nostri partner nello sviluppo. Il governo nigeriano profondamente preoccupato per il persistere di conflitti in molte regioni del mondo, e specialmente nel Medio Oriente e in Africa. Siamo parimenti preoccupati per la proliferazione di armi piccole e armamenti leggeri, identificata come uno dei principali fattori che alimentano i conflitti che hanno segnato il paesaggio africano. Una strategia efficace per far fronte a questa proliferazione il controllo del traffico illegale di questa categoria di armi dai paesi di origine e del passaggio delle stesse agli intermediari e ai mercanti d'armi. La situazione nella regione del Darfur viene subito alla mente. Riconosciamo e apprezziamo gli sforzi concertati della comunit internazionale per far fronte a questo problema. L'operazione congiunta delle Nazioni Unite e dell'Unione Africana ha cercato anche di ripristinare una qualche sembianza di pace e di salute nella regione. Rileviamo con grande incoraggiamento la preoccupazione pi volte espressa da Sua Santit per questo e altri conflitti in Africa e le sue sincere preghiere per una pronta soluzione degli stessi. Una sollecitudine immediata della comunit internazionale la crisi alimentare mondiale. Questa stata provocata dall'ampliarsi del divario tra il bisogno di nutrire una popolazione globale che continua a crescere e la diminuzione della produzione agricola. Il problema certamente pi grave in Africa, dove gli effetti dei cambiamenti climatici come la desertificazione e la siccit insieme con la popolazione in costante crescita hanno creato una situazione di proporzioni inimmaginabili. Come dice l'adagio, un uomo affamato un uomo arrabbiato. Pertanto, ora la possibilit di disordini sociali ci sta guardando minacciosa. Santit, la necessit che la comunit internazionale affronti questo problema a breve, medio e lungo termini al fine di evitare la catastrofe mondiale che si sta profilando non sar mai ribadita abbastanza. Mi affretto ad osservare che il suo intervento e le sue preghiere sarebbero un grande contributo per risolvere questo problema. Santit, il mio governo e il mio popolo si sentono molto incoraggiati dai messaggi di pace, amore, fede, unit della famiglia e tutela dei diritti umani che lei predica in modo costante. Abbiamo posizioni comuni con la Santa Sede anche su altre importanti questioni spirituali e sociali come la lotta alla piaga del Hiv/Aids, il lavoro infantile, il traffico umano, la promozione della tolleranza religiosa ed etnica, nonch la costruzione di fiducia tra le comunit umane e religiose. Consideriamo in modo particolare la visita senza precedenti in Vaticano di re Abdallah dell'Arabia Saudita, custode delle due moschee pi sacre all'islam, come chiara dimostrazione dell'impegno di Sua Santit a favorire il dialogo interreligioso, che pu generare tolleranza e comprensione. nostra speranza e nostra preghiera che, se gli uomini si impegnano a perseguire questi nobili ideali, il mondo diventi un posto migliore. Infine, auguro a Sua Santit buona salute e la guida divina. Lunga vita alla Repubblica Federale di Nigeria. Lunga vita alla Santa Sede.
Lutto nell'episcopato
Giunge la dolorosa notizia della pia morte di sua eccellenza reverendissima monsignor Angelo Cella, M.S.C., vescovo emerito di Frosinone-Veroli-Ferentino (Italia), avvenuta marted 27 maggio, presso il policlinico Gemelli di Roma, dove era ricoverato da alcuni giorni. Il compianto presule era nato in Gorgo al Monticano, diocesi di Vittorio Veneto, il 20 dicembre 1923 ed era stato ordinato sacerdote il 18 dicembre 1948. Il 26 luglio 1975 era stato eletto alla Chiesa titolare di Vissalsa e nominato, allo stesso tempo, ausiliare del cardinale arcivescovo di Palermo. Il 7 ottobre dello stesso anno aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. Il 6 giugno 1981 era stato trasferito alle sedi residenziali di Frosinone-Veroli e Ferentino, poi unite il 30 settembre 1986. Aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi il 9 luglio 1999. I funerali del compianto presule si sono svolti nella mattina di gioved 29 nella chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore, a Roma.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il discorso di Benedetto XVI all'assemblea generale della Conferenza episcopale italiana
Cari Fratelli Vescovi italiani, questa la quarta volta nella quale ho la gioia di incontrarvi riuniti nella vostra Assemblea Generale, per riflettere con voi sulla missione della Chiesa in Italia e sulla vita di questa amata Nazione. Saluto il vostro Presidente, Cardinale Angelo Bagnasco, e lo ringrazio vivamente per le parole gentili che mi ha rivolto a nome di tutti voi. Saluto i tre Vicepresidenti e il Segretario Generale. Saluto ciascuno di voi, con quell'affetto che scaturisce dal saperci membra dell'unico Corpo mistico di Cristo e partecipi insieme della stessa missione. Desidero anzitutto felicitarmi con voi per aver posto al centro dei vostri lavori la riflessione sul come favorire l'incontro dei giovani con il Vangelo e quindi, in concreto, sulle fondamentali questioni dell'evangelizzazione e dell'educazione delle nuove generazioni. In Italia, come in molti altri Paesi, fortemente avvertita quella che possiamo definire una vera e propria emergenza educativa. Quando, infatti, in una societ e in una cultura segnate da un relativismo pervasivo e non di rado aggressivo, sembrano venir meno le certezze basilari, i valori e le speranze che danno un senso alla vita, si diffonde facilmente, tra i genitori come tra gli insegnanti, la tentazione di rinunciare al proprio compito, e ancor prima il rischio di non comprendere pi quale sia il proprio ruolo e la propria missione. Cos i fanciulli, gli adolescenti e i giovani, pur circondati da molte attenzioni e tenuti forse eccessivamente al riparo dalle prove e dalle difficolt della vita, si sentono alla fine lasciati soli davanti alle grandi domande che nascono inevitabilmente dentro di loro, come davanti alle attese e alle sfide che sentono incombere sul loro futuro. Per noi Vescovi, per i nostri sacerdoti, per i catechisti e per l'intera comunit cristiana l'emergenza educativa assume un volto ben preciso: quello della trasmissione della fede alle nuove generazioni. Anche qui, in certo senso specialmente qui, dobbiamo fare i conti con gli ostacoli frapposti dal relativismo, da una cultura che mette Dio tra parentesi e che scoraggia ogni scelta davvero impegnativa e in particolare le scelte definitive, per privilegiare invece, nei diversi ambiti della vita, l'affermazione di se stessi e le soddisfazioni immediate. Per far fronte a queste difficolt lo Spirito Santo ha gi suscitato nella Chiesa molti carismi ed energie evangelizzatrici, particolarmente presenti e vivaci nel cattolicesimo italiano. compito di noi Vescovi accogliere con gioia queste forze nuove, sostenerle, favorire la loro maturazione, guidarle e indirizzarle in modo che si mantengano sempre all'interno del grande alveo della fede e della comunione ecclesiale. Dobbiamo inoltre dare un pi spiccato profilo di evangelizzazione alle molte forme e occasioni di incontro e di presenza che tuttora abbiamo con il mondo giovanile, nelle parrocchie, negli oratori, nelle scuole in particolare nelle scuole cattoliche e in tanti altri luoghi di aggregazione. Soprattutto importanti sono, ovviamente, i rapporti personali e specialmente la confessione sacramentale e la direzione spirituale. Ciascuna di queste occasioni una possibilit che ci data di far percepire ai nostri ragazzi e giovani il volto di quel Dio che il vero amico dell'uomo. I grandi appuntamenti, poi, come quello che abbiamo vissuto lo scorso settembre a Loreto e come quello che vivremo in luglio a Sydney, dove saranno presenti anche molti giovani italiani, sono l'espressione comunitaria, pubblica e festosa di quell'attesa, di quell'amore e di quella fiducia verso Cristo e
verso la Chiesa che permangono radicati nell'animo giovanile. Questi appuntamenti raccolgono pertanto il frutto del nostro quotidiano lavoro pastorale e al tempo stesso aiutano a respirare a pieni polmoni l'universalit della Chiesa e la fraternit che deve unire tutte le Nazioni. Anche nel pi ampio contesto sociale, proprio l'attuale emergenza educativa fa crescere la domanda di un'educazione che sia davvero tale: quindi, in concreto, di educatori che sappiano essere testimoni credibili di quelle realt e di quei valori su cui possibile costruire sia l'esistenza personale sia progetti di vita comuni e condivisi. Questa domanda, che sale dal corpo sociale e che coinvolge i ragazzi e i giovani non meno dei genitori e degli altri educatori, gi di per s costituisce la
premessa e l'inizio di un percorso di riscoperta e di ripresa che, in forme adatte ai tempi attuali, ponga di nuovo al centro la piena e integrale formazione della persona umana. Come non spendere, in questo contesto, una parola in favore di quegli specifici luoghi di formazione che sono le scuole? In uno Stato democratico, che si onora di promuovere la libera iniziativa in ogni campo, non sembra giustificarsi l'esclusione di un adeguato sostegno all'impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico. legittimo infatti domandarsi se non gioverebbe alla qualit dell'insegnamento lo stimolante confronto tra centri formativi diversi suscitati, nel rispetto dei programmi ministeriali validi per tutti, da forze popolari multiple, preoccupate di interpretare le scelte
educative delle singole famiglie. Tutto lascia pensare che un simile confronto non mancherebbe di produrre effetti benefici. Cari Fratelli Vescovi italiani, non solo nell'importantissimo ambito dell'educazione, ma in certo senso nella propria situazione complessiva, l'Italia ha bisogno di uscire da un periodo difficile, nel quale sembrato affievolirsi il dinamismo economico e sociale, diminuita la fiducia nel futuro ed cresciuto invece il senso di insicurezza per le condizioni di povert di tante famiglie, con la conseguente tendenza di ciascuno a rinchiudersi nel proprio particolare. proprio per la consapevolezza di questo contesto che avvertiamo con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, pi fiducioso e pi costruttivo. Esso legato
al profilarsi di rapporti pi sereni tra le forze politiche e le istituzioni, in virt di una percezione pi viva delle responsabilit comuni per il futuro della Nazione. E ci che conforta che tale percezione sembra allargarsi al sentire popolare, al territorio e alle categorie sociali. diffuso infatti il desiderio di riprendere il cammino, di affrontare e risolvere insieme almeno i problemi pi urgenti e pi gravi, di dare avvio a una nuova stagione di crescita economica ma anche civile e morale. Evidentemente questo clima ha bisogno di consolidarsi e potrebbe presto svanire, se non trovasse riscontro in qualche risultato concreto. Rappresenta per gi di per s una risorsa preziosa, che compito di ciascuno, secondo il proprio ruolo e le proprie responsabilit, salvaguardare e rafforzare. Come Vescovi non possiamo non dare il nostro specifico contributo affinch l'Italia conosca una stagione di progresso e di concordia, mettendo a frutto quelle energie e quegli impulsi che scaturiscono dalla sua grande storia cristiana. A tal fine dobbiamo anzitutto dire e testimoniare con franchezza alle nostre comunit ecclesiali e all'intero popolo italiano che, anche se sono molti i problemi da affrontare, il problema fondamentale dell'uomo di oggi resta il problema di Dio. Nessun altro problema umano e sociale potr essere davvero risolto se Dio non ritorna al centro della nostra vita. Soltanto cos, attraverso l'incontro con il Dio vivente, sorgente di quella speranza che ci cambia di dentro e che non delude (Rm 5, 5), possibile ritrovare una forte e sicura fiducia nella vita e dare consistenza e vigore ai nostri progetti di bene. Desidero ripetere a voi, cari Vescovi italiani, ci che dicevo lo scorso 16 aprile ai nostri Confratelli degli Stati Uniti: Quali annunciatori del Vangelo e guide della comunit cattolica, voi siete chiamati anche a partecipare allo scambio di idee nella pubblica arena, per aiutare a modellare atteggiamenti culturali adeguati. Nel quadro di una laici-
t sana e ben compresa, occorre pertanto resistere ad ogni tendenza a considerare la religione, e in particolare il cristianesimo, come un fatto soltanto privato: le prospettive che nascono dalla nostra fede possono offrire invece un contributo fondamentale al chiarimento e alla soluzione dei maggiori problemi sociali e morali dell'Italia e dell'Europa di oggi. Giustamente, pertanto, voi dedicate grande attenzione alla famiglia fondata sul matrimonio, per promuovere una pastorale adeguata alle sfide che essa oggi deve affrontare, per incoraggiare l'affermarsi di una cultura favorevole, e non ostile, alla famiglia e alla vita, come anche per chiedere alle pubbliche istituzioni una politica coerente ed organica che riconosca alla famiglia quel ruolo centrale che essa svolge nella societ, in particolare per la generazione ed educazione dei figli: di una tale politica l'Italia ha grande e urgente bisogno. Forte e costante deve essere ugualmente il nostro impegno per la dignit e la tutela della vita umana in ogni momento e condizione, dal concepimento e dalla fase embrionale alle situazioni di malattia e di sofferenza e fino alla morte naturale. N possiamo chiudere gli occhi e trattenere la voce di fronte alle povert, ai disagi e alle ingiustizie sociali che affliggono tanta parte dell'umanit e che richiedono il generoso impegno di tutti, un impegno che s'allarghi anche alle persone che, se pur sconosciute, sono tuttavia nel bisogno. Naturalmente, la disponibilit a muoversi in loro aiuto deve manifestarsi nel rispetto delle leggi, che provvedono ad assicurare l'ordinato svolgersi della vita sociale sia all'interno di uno Stato che nei confronti di chi vi giunge dall'esterno. Non necessario che concretizzi maggiormente il discorso: voi, insieme con i vostri cari sacerdoti, conoscete le concrete e reali situazioni perch vivete con la gente. dunque una straordinaria opportunit per la Chiesa in Italia potersi avvalere di mezzi di informazione che interpretino quotidianamente nel pubblico dibattito le sue istanze e preoccupazioni, in maniera certamente libera e autonoma ma in spirito di sincera condivisione. Mi rallegro pertanto con voi per il quarantesimo anniversario della fondazione del giornale Avvenire e auspico vivamente che esso possa raggiungere un numero crescente di lettori. Mi rallegro per la pubblicazione della nuova traduzione della Bibbia, e della copia che mi avete cortesemente donato e spero che ci sar anche un'edizione tascabile. Bene si inquadra nella preparazione del prossimo Sinodo dei Vescovi che rifletter su La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Carissimi Fratelli Vescovi italiani, vi assicuro la mia vicinanza, con un costante ricordo nella preghiera, e imparto con grande affetto la Benedizione apostolica a ciascuno di voi, alle vostre Chiese e a tutta la diletta Nazione italiana.
L'OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CXLVIII n. 126 (44.866)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
sabato 31 maggio 2008
Lettera di Benedetto
XVI
al Patriarca Alessio
II
My dear brother Bishops, I am pleased to welcome you, the Bishops of Myanmar, who have come to the City of Rome to venerate the tombs of the holy Apostles and to strengthen your communion with the Successor of Peter. Our encounter today bears witness to the unity, charity and peace that bind us together and animate our mission to teach, guide and sanctify the people of God (cf. Lumen Gentium, 22). I am grateful for the kind greetings and the assurance of prayers which Archbishop Paul Grawng has expressed to me in your name and on behalf of the clergy, the Religious and laity of your respective Dioceses. I wish to reciprocate with my cordial greetings and sincere prayer that the Lord may give you peace at all times and in all ways (cf. 2 Thess 3:16). The Church in Myanmar is known and admired for its solidarity with the poor and needy. This has been especially evident in the concern you have shown in the aftermath of the cyclone Nargis. The numerous Catholic agencies and associations in your land show that the people under your care have heeded the Baptist's cry: Let he who has two coats share with him who has none; let he who has food do likewise! (Lk 3:11). I am confident that under your guidance, the faithful will continue to demonstrate the possibility of establishing a fruitful link between evangelization and works of charity (Deus Caritas Est, 30), so that others will experience the richness of their humanity and that God may be glorified through Jesus Christ (ibid., 31; cf. 1 Pt 4:8-11). During these difficult days, I know how grateful the Burmese people are for the Church's efforts to provide shelter, food, water, and medicine to those still in distress. I am hopeful that, following the agreement recently reached on the provision of aid by the international community, all who are ready to help will be able to furnish the type of assistance required and enjoy effective access to the places where it is needed most. At this critical time, I render thanks to Almighty God that he has brought us together face to face (1 Thess 2:17), for it
gives me the occasion to reassure you that the universal Church is joined spiritually with those who mourn the loss of loved ones (cf. Rm 12:15), as she holds out to them the Lord's promise of comfort and consolation (cf. Mt 5:4). May God open the hearts of all so that a concerted effort may be made to facilitate and coordinate the ongoing endeavour to bring relief to the suffering and rebuild the country's infrastructure. The Church's mission of charity shines forth in a particular way through the Religious life, by which men and women devote themselves with undivided heart to the service of God and neighbour (cf. 1 Cor 7:34; cf. Vita Consecrata, 3). I am pleased to note that an increasing number of women are responding to the call to consecrated life in your region. I pray that their free and radical acceptance of the evangelical counsels will inspire others to embrace the life of chastity, poverty and obedience for the sake of the Kingdom. Preparing candidates for this service of prayer and apostolic work requires an investment of time and resources. The formation courses offered by the Catholic Religious Conference of Myanmar attest to the cooperation possible between different religious communities with due respect for the particular charism of each, and point to the need for sound aca-
demic, spiritual and human formation. Similar signs of hope are seen in the rising number of vocations to the priesthood. These men are both called together and sent out to preach (cf. Lk 9:1-2) to be examples of faithfulness and holiness for the People of God. Filled with the Holy Spirit and led by your fatherly care, may priests perform their sacred duties in humility, simplicity and obedience (cf. Presbyterorum Ordinis, 15). As you know, this requires a thorough formation that accords with the dignity of their priestly office. I therefore encourage you to continue making the necessary sacrifices to ensure that seminarians receive the integral formation that will enable them to become authentic heralds of the New Evangelization (cf. Pastores Dabo Vobis, 2). My dear brothers, the Church's mission to spread the Good News depends on a generous and prompt response from the lay faithful to become labourers in the vineyard (cf. Mt 20:1-16; 9:37-38). They too are in need of a robust and dynamic Christian formation which will inspire them to carry the Gospel message to their workplaces, families, and to society at large (cf. Ecclesia in Asia, 22). Your reports allude to the enthusiasm with which the laity are organizing many new catechetical and spiritual initiatives, often involving great numbers of young
people. As you foster and oversee these activities, I encourage you to remind those under your care to turn continually to the nourishment of the Eucharist through participation in the liturgy and silent contemplation (cf. Ecclesia de Eucharistia, 6). Effective programmes of evangelization and catechesis also require clear planning and organization if they are to achieve the desired end of teaching Christian truth and drawing people into the love of Christ. It is desirable that they make use of appropriate aids, including booklets and audio-visual materials, to complement oral instruction and to provide common points of reference for authentic Catholic doctrine. I am certain that other local Churches throughout the world will do what they can to furnish materials whenever possible. Your active participation in the First Asian Mission Congress has led to new initiatives for promoting goodwill with Buddhists in your country. In this regard, I encourage you as you develop ever better relations with Buddhists for the good of your individual communities and of the entire nation. Finally, my dear brothers, I wish to express my sincere gratitude for your faithful ministry in the midst of difficult circumstances and setbacks often beyond your control. Next month, the Church inaugurates a special Jubilee year in honour of Saint Paul. This Apostle to the Gentiles has been admired through the centuries for his undaunted perseverance in trials and tribulations vividly recounted in his Epistles and in the Acts of the Apostles (cf. 2 Tim 1:8-13; Acts 27:13-44). Paul exhorts us to keep our gaze fixed on the glory that awaits us so as never to despair in the pain and sufferings of today. The gift of hope which we have received and in which we are saved (cf. Rom 8:24) imparts grace and transforms our way of living (cf. Spe Salvi, 3). Enlightened by the Holy Spirit, I invite you to join Saint Paul in the sure confidence that nothing neither distress, or persecution, or famine, nor things present, nor things to come can separate us from the love of God in Christ Jesus our Lord (cf. Rom 8:35-39). Commending you to the intercession of Mary, Queen of the Apostles, I willingly impart my Apostolic Blessing to you and to your clergy, Religious and lay faithful.
LA TRADUZIONE DEL DISCORSO E L'INDIRIZZO D'OMAGGIO A PAGINA 8
To His Holiness ALEXIS II Patriarch of Moscow and All Russia The visit to Russia of His Eminence Cardinal Walter Kasper offers me a welcome opportunity to extend my cordial greetings, to express my esteem for your ministry in the Russian Orthodox Church and to restate my appreciation for your commitment to fostering relations between Catholics and Orthodox. It is with joy that I reflect on the experience of growing closeness between us, accompanied by the shared desire to promote authentic Christian values and to witness to our Lord in ever deeper communion. I think with gratitude of the recent visit of Your Holiness to Strasbourg and Paris, and the warm welcome given to the Catholic Archbishop of the Archdiocese of the Mother of God in Moscow during the Christmas celebrations last year. Another sign of fraternity and friendship towards the Catholic Church is to be seen in the invitation extended to Cardinal Kasper by His Eminence Kirill, Metropolitan of Smolensk and Kaliningrad, President of the Department for External Church Affairs of the Patriarchate of Moscow, to visit that Eparchy on the occasion of his name-day. This is not only a sign of personal goodwill, but also a gesture towards the Catholic Church which Cardinal Kasper represents. During his time in Russia, Cardinal Kasper will visit Kazan to venerate the icon of the Mother of God which my beloved predecessor, Pope John Paul II, conveyed to Your Holiness through the good offices of Cardinal Kasper, who personally accompanied the sacred image back to its homeland. This icon bears a likeness to all the other venerable icons of the Mother of God, and as such offers a powerful sign of the closeness which exists
between us. It also offers an opportunity for encounter with Muslims, who show great respect for Mary, the Mother of God. Your Holiness has been increasingly committed to dialogue with other Christians and the members of other religions, and it is with deep gratitude that I have followed with prayerful interest the signs of friendship and trust which your Church and its representatives have demonstrated in various ways. With gratitude for your commitment to dialogue with different ecclesial, religious and social bodies, I extend in this Easter season my warmest best wishes for your ministry, entrusting to the Lord my prayer that the great mystery of our salvation, the Death and Resurrection of our Lord, may ever more deeply guide your life and your service to the Church. May the Risen Saviour grant you health, peace and inner joy, and may he bring us closer to each other, that we may undertake together our journey towards full communion in him. From the Vatican, 19 May 2008
Questa una nostra traduzione italiana della lettera del Pontefice: A Sua Santit ALESSIO II Patriarca di Mosca e di tutte le Russie La visita in Russia di Sua Eminenza il cardinale Walter Kasper mi offre la lieta opportunit di salutarla cordialmente, di esprimerle la mia stima per il suo ministero nella Chiesa ortodossa russa e di riaffermare il mio apprezzamento per il suo impegno nella promozione delle relazioni fra cattolici e ortodossi. Con gioia io penso all'esperienza della crescente vicinanza fra noi, accompagnata dal desiderio condiviso di promuovere autentici valori cristiani e di testimoniare nostro Signore in una comunione ancor pi profonda. Penso con gratitudine alla sua recente visita a Strasburgo e a Parigi e all'affettuosa accoglienza riservata all'arcivescovo cattolico dell'arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca nel corso delle celebrazioni del Natale dello scorso anno. Un altro segno di fraternit e di amicizia verso la Chiesa cattolica l'invito formulato al cardinale Kasper da Sua Eminenza Cirillo, metropolita di Smolensk e Kaliningrad, presidente del dipartimento per gli Affari ecclesiastici esterni del Patriarcato di Mosca, a visitare quell'eparchia in occasione del suo onomastico. Non solo una manifestazione di buona volont personale, ma anche un gesto verso la Chiesa cattolica che il cardinale Kasper rappresenta. Durante il suo soggiorno in Russia, il cardinale Kasper visiter Kazan' per venerare l'icona della Madre di Dio che il mio amato predecessore, Papa Giovanni Paolo II, le consegn, Santit, tramite il cardinale Kasper il quale riaccompagn personalmente l'immagine sacra nella sua terra d'origine. Quest'icona somiglia a tutte le altre venerabili icone della Madre di Dio e come tale un segno potente della vicinanza che esiste fra noi. Offre anche un'opportunit d'incontro con i musulmani che mostrano grande rispetto per Maria, la Madre di Dio. Lei, Santit, si sempre pi impegnata nel dialogo con altri cristiani e con i membri di altre religioni ed con profonda gratitudine che ho seguito con interesse orante i segni di amicizia e di fiducia che la sua Chiesa e i suoi rappresentanti hanno manifestato in vari modi. Grato per il suo impegno nel dialogo con differenti organismi ecclesiali, religiosi e sociali, formulo, in questo tempo pasquale, i miei migliori e affettuosi auspici per il suo ministero, affidando al Signore la mia preghiera affinch il grande mistero della nostra salvezza, la morte e la resurrezione di nostro Signore, possa guidare pi profondamente la sua vita e il suo servizio alla Chiesa. Che il Signore risorto le conceda salute, pace e gioia interiore e ci avvicini di pi gli uni agli altri, cosicch possiamo percorrere insieme il cammino verso una piena comunione in Lui! Dal Vaticano, 19 maggio 2008 BENEDETTO PP. XVI
INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Sotero Phamo, Vescovo di Loikaw (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; Peter Hla, Vescovo di Pekhon (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; Isaac Danu, Vescovo di Taungngu (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; Raymond Saw Po Ray, Vescovo di Mawlamyine (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; John Hsane Hgyi, Vescovo di Pathein (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum; Gregory Taik Maung, Vescovo titolare di Bocconia, Amministratore Apostolico sede plena di Pyay (Myanmar), in visita ad limina Apostolorum.
NOSTRE
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L'OSSERVATORE ROMANO
L'allarme di Ocse e Fao sui rincari del cibo
L'OSSERVATORE ROMANO
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Il 31 maggio 1578 la scoperta delle catacombe di via Anapo
gno del 1578, solo un mese dopo i fatti accaduti: A porta Salara si scoperto il cimiterio di Santa Priscilla matrona Romana, dove mentre visse ragun molti corpi santi (...) et riconosciuto il luogo il Papa vi ha mandato il Cardinale Savello, il Generale de Giesuiti et Monsignore Marc'Antonio Mureto. Il 2 agosto dello stesso anno, un altro avviso Urbinate ricorda dettagliatamente l'accorrere della folla, a cui si gi fatto cenno: Vicino al cimiterio di Santa Priscilla (...) si sono scoperti sotto terra alquanti cappelletti ed oratori di stucco ornati con vaghissimi lavori, dove concorsi tutta Roma, rom-
IV
secolo
pindo li stecati fatti l attorno per ordine del Cardinal Savello. Nel cimitero appena scoperto penetrarono alcuni tra i pi attivi cultori delle antichit romane, primo tra tutti il domenicano spagnolo Alfonso Ciacconio e il fiammingo Philippe de Winghe, i quali prepararono accurati disegni degli affreschi, che si rivelarono preziosissimi, dal momento che, di l a poco, come vedremo, le catacombe scompaiono di nuovo. I disegni del Ciacconio (1540-1599) e del de Winghe ( 1592) confluirono nella Roma Sotterranea dell'archeologo maltese Antonio Bosio che, al momento della scoperta aveva solo tre anni. Anche un inglese, certo Anthony Munday, una sorta di agente segreto della corona britannica, che era presente a Roma, redasse un malizioso resoconto della scoperta, deridendo i creduloni romani che in ogni sepolcro riconoscevano ingenuamente il sepolcro di un martire. Mentre si consumavano queste schermaglie tra riformisti e controriformisti, negli anni Novanta del 1500, la catacomba come si anticipava fu di nuovo obliterata dai cavatori di pozzolana che, proseguendo la loro pratica di scavo, furono seppelliti dal tufo, come ricorda Antonio Bosio, il quale, appena diciottenne, nel 1593, iniziava la sua grande avventura archeologica, che gli affider il soprannome di Cristoforo Colombo delle catacombe romane. Nemmeno gli studi accurati di Giovanni Battista de Rossi, riuscirono a intercettare nuovamente le gallerie di vigna Sanchez che, intanto, era diventata possesso di Monsignor della Rovere e poi del Collegio Irlandese. Il grande archeologo romano, per, corresse l'identificazione di quelle gallerie perdute con il grande complesso di Priscilla, pensando piuttosto di riconoscervi il coemeterium Iordanorum, ricordato dalle fonti che, per, Orazio Marucchi e, pi tardi, Umberto M. Fasola identificarono con le catacombe che si estendono sotto Villa Massimo. Ma torniamo alle gallerie scoperte nel 1578 e di nuovo dimenticate di l ad un ventennio. Orbene, nel dicembre del 1921, mentre si stava costruendo un villino sulla attuale via Anapo, tornarono alla luce gli ambienti ipo-
gei intercettati nel XVI secolo e che fossori Trofimus e Auxanon. Caratteritanta eco avevano avuto nel dibattito stici appaiono i nicchioni dipinti, che controriformista del tempo. Fu Enrico trovano qualche affinit tipologica con Josi a penetrare in quei cubicoli e a ri- le tombe dell'arenario delle vicine caconoscere le epigrafi e le pitture dise- tacombe di Priscilla, mentre i formulari gnate dal Ciacconio e dal de Winghe. epigrafici risultano originali, specialGli scavi furono eseguiti in fretta, mente per il termine benedictus, ripetudal momento che il tufo si presentava to in molti testi, suggerendo la presenestremamente fragile ed il pericolo di za di una comunit speciale, forse dalle frane suggeriva interventi strutturali lontane origini orientali. rapidi e sicuri. Molte delle pitture viste Il repertorio iconografico proposto nel passato e ben centoventi iscrizioni dagli affreschi si allinea perfettamente furono salvate, ma ancora si riconosce- a quello corrente tra l'et tetrarchia e va nel complesso il coemeterium Iordano- quella appena successiva alla pace delrum, fino a che, tra il 1965 e il 1969, la Chiesa. Tra le altre, emerge la scena alcuni mirati scavi degli archeologi del- relativa al collegio apostolico, uno dei la Pontificia Commissione di Archeolo- primi rappresentati nel buio delle catagia Sacra non riconobbero il cimitero combe, per sottolineare l'unit della dei Giordani nelle catacombe definite, fino Proprio in questi giorni ad allora, di Trasone, sull'altro lato della via un altro piccolo smottamento ha riportato Salaria, all'interno delgli archeologi all'interno di quelle gallerie l'attuale Villa Ada. La nostra catacomSar l'occasione per altre scoperte? ba diveniva cos anonima, anche se, nel 1973, durante alcuni lavori di ristrut- Chiesa nei confronti dei ripetuti tentaturazione del villino, si intercett la tivi di decoesione promossi specialmengrande frana durante la quale, alla fi- te dal pensiero ariano. Per il resto, si ne del 1500, persero la vita i cavatori dispiegano le scene canoniche di Giodi pozzolana. Tra il 1978 e il 1980, il na, di Abramo, di Daniele, del buon padre Umberto Maria Fasola scav al- pastore, della moltiplicazione dei pani, cune gallerie sfuggite ai cavatori e agli della resurrezione di Lazzaro, dei fanarcheologi del passato e si riusc a ciulli nella fornace, del miracolo della comprendere la nascita e l'evoluzione fonte, dell'orante. Pochi frammenti di di un cimitero cristiano, inserito in intonaco dipinto, rinvenuti dal Fasola, un'antica miniera abbandonata. sembrano pertinenti alla rappresentaIl complesso nasce da un ipogeo fa- zione del fossore Trofimus raffigurato in miliare, che si sviluppa, come si diceva, un ingenuo giardino di fiori, mentre nel grande arenario, con uno sfrutta- andata perduta l'interessante effige di mento che dalla fine del III secolo un Paulus pastor disegnata, a suo temgiunge alla fine del IV, con caratteristi- po, dal Ciacconio. che comunitarie, come testimoniano le La lunga storia del cimitero di via iscrizioni funerarie di un vescovo De- Anapo, rimasto anonimo, per il fatto mofilo, di un presbitero Evante e dei che non conservava tombe di martiri e,
per questo motivo, presto abbandonato, nel senso che qui non si innesc quel diffuso fenomeno della creazione delle tombe ad sanctos, rappresenta una delle testimonianze pi eloquenti dell'incessante ricerca archeologica che, a pi riprese, ha individuato questo singolare monumento che, per il fatto di essere stato scoperto cos precocemente, assunto a simbolo degli esordi degli studi dell'antichit cristiana e, dunque, dell'archeologia cristiana. In quel tardo pomeriggio del 1578, infatti, si riprendeva contatto con un monumento catacombale, ovvero con uno di quei cimiteri concepiti e sfruttati dalla comunit cristiana romana della prima ora, all'insegna della esclusivit e della comunitariet. Quei cimiteri come si diceva fatta eccezione per alcuni rari casi, scomparvero gi nel V secolo, con le invasioni barbariche, che isolarono il suburbio di Roma e indussero a creare nuovi sistemi funerari all'interno della citt. Riscoprire questi monumenti e leggerne i resti pu permettere di ricostruire la prima pagina della storia del Cristianesimo nell'Urbe. Proprio in questi giorni, una piccola frana nelle catacombe di via Anapo, ha ricondotto i responsabili della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra all'interno di quelle gallerie tanto perlustrate nel passato, ma suscettibili di altre scoperte che potrebbero correggere le nostre idee sulla storia di questo suggestivo monumento. Chi scrive, dirigendo gli scavi, proprio a 430 anni dalla scoperta delle catacombe di via Anapo, sente tutta l'emozione e la consapevolezza di chi deve sfogliare, con cura, le pagine del primo densissimo capitolo della storia cristiana di Roma.
Giornalista e studioso di religioni comparate dedic la vita al riavvicinamento tra il popolo di Israele e la Chiesa
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Tre mostre su Matilde di Canossa in Emilia e nel Mantovano
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ci spaventano perch soffrono: Una societ che non riesce ad accettare i sofferenti e non capace di contribuire mediante la com-passione a far s che la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente una societ crudele e disumana. La societ, per, non pu accettare i sofferenti e sostenerli nella loro sofferenza, se i singoli non sono essi stessi capaci di ci e, d'altra parte, il singolo non pu accettare la sofferenza dell'altro se egli personalmente non riesce a trovare nella sofferenza un senso (n. 38). La speranza non automatica. Richiede l'incontro con il Signore che ha vinto la morte e ci indica la meta della nostra vita. Questo incontro implica inoltre una rinuncia alla propria centralit, per amore del Signore e del prossimo. L'incontro con Cristo e la rinuncia al proprio egoismo richiedono una conversione. La conversione un cambio interiore, al quale Cristo ci invita. La speranza della quale il mondo ha bisogno non prima di tutto un cambio di strutture, come l'aveva sognato Karl Marx (cfr n. 21). Un progresso tecnico, scientifico, politico soltanto esteriore non corrisponde all'uomo, ed pericoloso (cfr n. 22). Non soltanto le strutture materiali non possono essere sufficienti, ma le strutture migliori devono essere ricevute interiormente dagli uomini. E questo non dato per scontato una volta per tutte, poich ogni uomo ha la sua libert e non costretto a ratificare le scelte fatte da altri. Questo vale anche per le generazioni (cfr n. 24). Certamente il Papa deve agire dentro delle strutture e, soprattutto, nella struttura voluta da Cristo stesso per la comunit dei suoi discepoli. Queste strutture hanno senso per i discepoli, per quelli che hanno incontrato Cristo e hanno liberamente accettato di seguirlo, anche fino alla morte. Quando l'allora cardinale Ratzinger predicava gli esercizi spirituali in Vaticano, nel 1983, spieg che nella conversione la nostra volont si unisce alla volont di Cristo e cos partecipiamo alla sua libert. E aggiunse questo commento pi generale: Nell'unit delle volont, di cui abbiamo parlato, raggiunta la maggiore trasformazione pensabile dell'uomo, che allo stesso tempo l'unica cosa definitivamente desiderabile: la sua divinizzazione. Cos la preghie-
convoca l'abate di Cluny e Matilde perch intervengano in suo favore presso Gregorio
VII
a Canossa
La speranza della vita eterna una bussola che orienta tutta la nostra vita Essendo un rimedio alla paura pu essere anche un rimedio alla violenza
ra, che entra nella preghiera di Ges e che nel corpo di Cristo diventa preghiera di Ges Cristo, pu essere definita come laboratorio della libert. Qui e in nessun altro luogo avviene quel profondo cambiamento dell'uomo, di cui abbiamo bisogno affinch il mondo diventi migliore (Joseph Ratzinger, Il cammino pasquale, Milano, ncora, 1985, p. 90). L'unit della nostra volont col Signore incontrato ci apre le porte della divinizzazione. L'uomo rimanendo uomo partecipa della vita divina. Niente di meno! Se ne prendiamo un po' coscienza, non potremo che giungere alla stessa conclusione del cardinale Ratzinger: ecco la cosa di cui il mondo ha bisogno! Ecco il regalo che dobbiamo trasmettere! Ecco la fonte della pace! E questo regalo richiede la conversione. Come diceva san Tommaso d'Aquino, ogni azione si fa per un fine. Perci nei nostri atti la causa pi importante la causa finale, quella che riguarda lo scopo dell'azione. Ci vuole un fine che unisca i fini particolari: l'uomo ha bisogno di uno scopo ultimo, altrimenti cammina vivendo la sua vita soltanto per stancarsi sempre di pi, saltando senza unit da un desiderio a un altro. Il fine ultimo e unificante della vita umana essere con Dio, vedere Dio, trovandoci la perfetta beatitudine. Se non lo potessimo fare in nessun modo, la nostra vita sarebbe una vana stanchezza. Con altre parole il Papa dice lo stesso. Senza una grande speranza unificante, le piccole speranze perdono la loro forza: Noi abbiamo bisogno delle speranze pi piccole o pi grandi La speranza non deve essere data per scontata che, giorno per giorno, ci mantencome frutto di secoli di cultura cristiana gono in cammino. Ma senza la grande speranza, che deve superare tutto Esige invece una relazione personale il resto, esse non bastano (n. 31). ed esige una conversione Ci sono delle speranze parzialmente unificanti, che deludono perch rimangono chiuse in questo de Lubac (autore caro al teologo Ratzinger) nel mondo e non favoriscono la libert umana (le suo libro del 1944 Le drame de l'humanisme athe. speranze che mirano soltanto a cambiare delle Se il peccato divide, la redenzione unisce: La strutture materiali, o al piacere egoista). La speredenzione appare proprio come il ristabili- ranze false non corrispondono alla natura umamento dell'unit, in cui ci ritroviamo di nuovo na e perci cercano sempre d'imporsi con una insieme in un'unione che si delinea nella comu- violenza pi o meno sottile agli individui o alle societ. nit mondiale dei credenti (n. 14). La speranza vera, quella che ci offerta dal L'unione dei credenti fa gi vedere una pace nostro Creatore, libera l'uomo e gli permette di nell'unit, che si riconosce bene soltanto con gli vivere all'altezza del suo desiderio infinito di coocchi della fede. Ma anche chi non crede pu noscenza e d'amore. Questa speranza richiede percepirne qualcosa. I poliziotti in parte cre- una unit della nostra volont con quella di denti, ma non tutti che hanno visto le giorna- Dio, sulle orme di Cristo morto e risorto: si tratte mondiali della giovent sono rimasti stupiti ta di una conversione. dalla pace e dall'unit di tanti giovani. Si perceProporre una conversione a tutti gli uomini piva la presenza del Regno di Dio. Le relazioni pericoloso? fonte di violenza, di divisione fra umane sono trasformate dall'amore di Dio, per- gli uomini? Lo pu essere, ma le caratteristiche ch l'amore di Dio si rivela nella responsabilit della speranza cristiana si oppongono alla vioper l'altro (n. 28). Il fatto d'aver una speranza lenza perch la speranza ci da motivo di superaal di l di questo mondo ci da la possibilit di re i nostri egoismi; ci aiuta a superare le nostre superare i nostri diversi egoismi a favore degli paure, che sono fonte di aggressivit; la speranza, la fede, l'amore e dunque la conversione dealtri, del bene comune (cfr n. 39). vono per forza essere libere e conformi alla raAnche un non-credente pu vedere l'aiuto gione. proveniente dalla speranza cristiana. Non soltanUna volta incontrato Cristo, una volta conto chi ha una speranza di risurrezione in posi- vertito, Pietro ha potuto dire: Signore, da chi zione migliore per dare la sua vita per gli altri andremo? Tu hai parole di vita eterna (Giovanin casi estremi, ma la prospettiva della risurre- ni, 6, 68). Questa bella esperienza ha cambiato zione include quelli che una societ materialista il mondo, l'ha reso pi umano, ed offerta alla ed edonista rischia di emarginare, cio quelli che nostra libert per la pace di tutti.
ad essa dedicata su disegno del Bernini, per cura di Urbano VIII. Essa vi raffigurata in atteggiamento sovrano, con il braccio destro levato e lo scettro fermamente serrato in pugno, e con le chiavi di Pietro e la tiara papale tenute, con gesto quasi di amorevole protezione, sul braccio sinistro La dedica posta sotto di essa dice: Urbanus VIII Pont. Max. Comitissae Mathildi virilis animi foeminae, Sedis Apostolicae propugnatrici, pietate insigni, liberalitate cele-
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Riflessione del cardinale Francis Arinze
Premio al gesuita Nella liturgia si celebra padre Piazza la meraviglia della misericordia di Dio
TORINO, 30. Padre Piazza, meglio conosciuto, nel mondo, come il pap dei meninos de rua ha ricevuto un riconoscimento per la sua fruttuosa e trentennale missione in favore dell'infanzia abbandonata. La sua attivit svolta in Brasile per lOrganizao de Auxilio Fraterno (Oaf), con cui la Regione Piemonte collabora da tempo a una serie di progetti che danno vitto, alloggio, copertura medica, istruzione e formazione tecnica e professionale a bambini e adolescenti in difficolt, risultata particolarmente meritoria. Questa la motivazione con cui stato conferito a padre Clodoveo Piazza, gesuita di origine italiana che da anni opera come missionario in favore dei bambini e dei giovani di strada o in situazione di grave disagio a Salvador de Bahia, il Sigillo della Regione Piemonte; il riconoscimento, dato per la prima volta, consiste in una medaglia in oro con lo stemma della regione montata su un bassorilievo fuso in bronzo raffigurante la sagoma del Piemonte, opera realizzata dallo scultore piemontese Riccardo Cordero. La presidente della Regione Mercedes Bresso ha sottolineato il grande valore aggiunto del suo lavoro rappresentato dal fatto di tentare di affrontare e risolvere con strumenti anche modesti alcune delle contraddizioni di quel Paese anche attraverso la creazione di percorsi formativi per dare ai giovani la possibilit di costruirsi un futuro. Il presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio ha poi sottolineato che con il suo lavoro padre Piazza non ha fatto solo attivit assistenziale ma ha cercato di andare alla radice dei problemi per affrontarli e risolverli. Secondo Gariglio il Sigillo della Regione Piemonte un riconoscimento per la sua attivit che vogliamo idealmente dare anche a tutti coloro che impegnano la loro vita per gli altri, per chi si impegna a combattere il muro dellindifferenza davanti alla sofferenza. In onore di padre Piazza stata organizzata una serata speciale al teatro Vittoria di Torino e fino al 7 giugno, nellatrio dellaula consigliare di Palazzo Lascaris, sar allestita la mostra fotografica dellOaf-Italia. Dal 2005 padre Clodoveo Piazza cittadino onorario di Torino, dove aveva fatto il suo noviziato al carcere minorile Ferrante Aporti, mentre nel 1999 il Sermig gli aveva conferito il premier Artigiano della pace. Padre Piazza, nato a Milano nel 1938 in una ricca famiglia di imprenditori, laureatosi alla Bocconi in economia e commercio, dopo un viaggio a Lourdes come barelliere decise di prendere i voti e divenne gesuita trasferendo le sue doti imprenditoriali dalla propria famiglia a quella pi grande dell'umanit dolente. In Brasile padre Piazza stato ministro per la Povert e le Disuguaglianze sociali, ma anche l'uomo chiamato a redigere la legge sull'infanzia, il cui testo uno dei migliori al mondo. Aprire il cuore delle istituzioni sono sue parole la fatica pi grande. La Sacra Liturgia celebra la Divina Misericordia: questo il tema al centro della riflessione proposta all'ultimo Congresso Mondiale sulla Divina Misericordia dal cardinale Francis Arinze. Di seguito ne pubblichiamo ampi stralci. di FRANCIS ARINZE* Il mistero profondo e confortante della misericordia di Dio permea il culto pubblico della Chiesa. La liturgia celebra, pagina dopo pagina, le meraviglie dell'amore divino che si rivela in particolare come misericordia. Si pu perfino affermare che la storia della salvezza la storia della manifestazione della misericordia amorevole di Dio. (...) Dopo il peccato originale, quando l'uomo disobbed a Dio e perse la sua amicizia, Dio non lo abban don al potere della morte. Ancora una volta gli offr un'alleanza e attraverso i profeti gli insegn a sperare nella salvezza (cfr Missale Romano: Preghiera Eucaristica IV). (...) Dio ha cos tanto amato il mondo da dare, nella pienezza dei tempi, il suo Figlio unigenito, perch chiunque crede in lui abbia la vita eterna (Giovanni 3, 16). Dio ricco di misericordia, dice san Paolo agli Efesini per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere in Cristo (Efesini 2, 4-5). Il Servo di Dio, Papa Giovanni Paolo II, stato un grande apostolo della misericordia divina. Nel 1980, all'inizio del suo pontificato, ha donato alla Chiesa e al mondo l'Enciclica Dives in Misericordia. Ha beatificato e canonizzato santa Faustina Kowalska, l'anima scelta da Cristo per diffondere la devozione al suo grande mistero. Durante il Grande Giubileo del 2000 Papa Giovanni Paolo II ha creato una nuova parrocchia a Roma dal suggestivo titolo di Dio Padre Misericordioso, per riassumere in poche parole il significato di quello straordinario evento spirituale. Riferendosi a Papa Giovanni Paolo II, il 15 aprile 2007, domenica della Misericordia, Papa Benedetto XVI ha affermato felicemente: Nella parola misericordia egli trovava riassunto e nuovamente interpretato per il nostro tempo l'intero mistero della Redenzione (Omelia del 15 aprile 2007, L'Osservatore Romano, 17-18 aprile 2007, p. 10). obbligati a diffondere e a difendere la fede con la parola e con l'opera (Lumen gentium, n. 11; Catechismo della Chiesa Cattolica, 1285). Il sacrificio eucaristico, fonte e apice di tutta la vita cristiana, l'offerta di Cristo, Corpo e Anima, a Dio Padre nell'adorazione, nel rendimento di grazie, nell'espiazione e nella supplica per la misericordia e la grazia. Questo il mio sangue dell'alleanza afferma Ges versato per molti, in remissione dei peccati (Matteo 26, 28). Il fatto che Ges ci nutre con il proprio corpo e resta con noi nel tabernacolo segno del suo amore e della sua misericordia. Il Sacramento della Penitenza ci offre il perdono e la misericordia di Dio per le offese fatte a lui. Al contempo, i peccatori si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita con il peccato e che coopera alla loro conversione con la carit, con l'esempio e con la preghiera (Lumen gentium, n. 11). Ges ha gi affermato: Non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori (Marco 2, 17; cfr 1 Timoteo 1, 15). Ci sar pi gioia in cielo per un peccatore convertito (Luca 15, 7). Ges ha scioccato le autorit religiose di Israele identificando il proprio atteggiamento misericordioso verso i peccatori con l'atteggiamento di Dio verso di loro (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica n. 589). La Parabola del Figliol Prodigo, meglio detta del Padre Misericordioso, mostra il processo di conversione e di pentimento e la profondit della misericordia e dell'amore di Dio (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1439). Di certo, il Sacramento della Penitenza richiede conversione e pentimento come prerequisiti per la misericordia di Dio: Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verit non in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che fedele e giusto ci perdoner i peccati e ci purificher da ogni colpa (1 Giovanni 1, 8-9). Nel sacramento dell'Unzione degli Infermi, la Chiesa raccomanda i malati al Signore sofferente e glorificante e li esorta a unirsi alla passione e alla morte di Cristo. I fedeli consacrati dal sacramento dei Santi Ordini vengono nominati ad amministrare l'amore e la misericordia divini al popolo di Dio con le parole e con le azioni. Gli sposi cristiani, con il sacramento del Matrimonio, ricevono la grazia di aiutarsi a conseguire la santit e a educare i propri figli nel timore reverenziale di Dio. Quindi ognuno dei sette sacramenti , a suo modo, uno strumento potente nell'opera della salvezza, nell'amore e nella misericordia di Dio e nella chiamata a essere perfetti come perfetto il nostro Padre celeste (cfr Matteo 5, 48). Che la Beatissima Vergine Maria, Madre di Misericordia, ottenga per noi la grazia di celebrare, amare e vivere le ricchezze della Divina Misericordia cos come espressa nel culto pubblico della Chiesa.
*Cardinale, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
po mistico di Cristo, cio dal Capo e dalle sue membra (cfr Sacrosanctum Concilium, n. 7). La liturgia il canale principale attraverso il quale riceviamo la misericordia e la grazia di Dio. Dalla liturgia, dunque, e particolarmente dalla eucaristia, deriva in noi, come da sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia quella santificazione degli uomini e quella glorificazione di Dio, alla quale tendono, come a loro fine, tutte le altre attivit della Chiesa (Sacrosanctum Concilium, n. 10). nella liturgia che Dio ci nutre con la sua Parola, il suo perdono, la sua misericordia e la sua vita. Nella sacra liturgia, ogni momento sacro. Ogni momento appartiene a Dio, ma la settimana in cui la Chiesa celebra l'evento centrale della nostra redenzione sacra in modo particolare. La chiamiamo Settimana Santa. la settimana in cui la Chiesa celebra il mistero pasquale della passione di Cristo, la sua morte, la sua resurrezione dai morti e la sua gloriosa ascensione, laddove morendo, ha sconfitto la nostra morte e, risuscitando, ha ripristinato la nostra vita (cfr Messale Romano, Praefatio pasquale I). il culmine della manifestazione dell'amore e della misericordia di Dio. Dal costato di Cristo dormiente sulla croce scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa (Sacrosanctum Concilium, n. 5). La nuova alleanza suggellata nel Sangue di Cristo. Nel Battesimo siamo inseriti nel mistero della misericordia di Dio. Lo celebriamo nei Sacramenti, in particolare nella Santa Eucaristia. Celebriamo e lodiamo la misericordia amorevole di Dio nella Liturgia delle Ore o preghiere della Chiesa per le varie ore del giorno. Ci spiega perch il crocefisso occupa un posto centrale nelle chiese, sugli altari e in altri luoghi di culto pubblico della Chiesa. Dalla Croce del Signore scaturiscono i Sacramenti del mistero pasquale (cfr Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1182). Ges che sof-
fre e muore sulla Croce una manifestazione visibile e potente della misericordia amorevole di Dio per tutta l'umanit. Dio non ha risparmiato il proprio figlio, ma lo ha dato per tutti noi (Romani 8, 32).
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La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti comunica con dolore che deceduto il
Sig.
ANTIMO GRASSIA
padre del rag. Antonio Grassia, commesso del Dicastero. Nell'esprimere profonda partecipazione al grave lutto del Signor Grassia, la Congregazione, in spirito di cristiana speranza, invita alla preghiera per l'eterna felicit in Dio dell'anima del compianto defunto. Vaticano, 30 maggio 2008.
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Il Decano di Sala ed i Sediari Pontifici partecipano con profondo dolore al lutto che ha colpito la famiglia per l'improvvisa scomparsa del loro collega
RAFFAELE VESSICCHIO
Sediario Pontificio dal 1958
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Nella continuit del dialogo ecumenico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa
La visita in Russia Le religiose contro del cardinale Kasper la tratta degli esseri umani
di PAOLO BROCATO Un viaggio per conoscere pi in profondit le ricchezze culturali e religiose della tradizione russa, una visita importante soprattutto per i rapporti tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa Cattolica, in continuit del dialogo intrapreso da diversi anni e che si va approfondendo. questa la tendenziale finalit del viaggio che il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit dei Cristiani, ha compiuto in Russia, dal 21 al 30 maggio, accogliendo l'invito di sua eminenza Cirillo, Metropolita di Smolensk e Kaliningrad e Presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca. Il viaggio ha portato il cardinale in varie parti del Paese. A Kazan, luogo caro al suo cuore, per venerare l'icona della Madonna che egli stesso, a nome del servo di Dio, Giovanni Paolo II, aveva riportato in Russia nel 2004. Poi una visita al monastero di Diveevo nei pressi di Nizhniy Novgorod, dove si venera il santo Serafino di Sarov, particolarmente amato dal popolo russo. Il cardinale Kasper stato ricevuto a Mosca da Sua Santit, il Patriarca Alessio II al quale ha consegnato una lettera (ne pubblichiamo il testo in prima pagina) ed un dono da parte di Benedetto XVI. Gi nel 2006, il 24 febbraio, in occasione del compleanno ed onomastico di Alessio II, ci fu uno scambio di messaggi fra l'attuale pontefice ed il Patriarca durante la visita compiuta a Mosca dal cardinale Roger Etchegaray. Nel corso dellincontro di gioved con il Patriarca, il cardinale ha sottolineato di essere molto contento del colloquio e ha espresso la speranza che esso favorisca lulteriore sviluppo dei contatti fra le due Chiese. Alessio II si detto convinto della necessit del dialogo ortodosso-cattolico, ribadendo che le posizioni delle due Chiese coincidono su molte questioni poste dal mondo contemporaneo, in particolare nella sfera morale, nei rapporti familiari e sociali, nei diritti umani e nella bioetica. Nell'omelia pronunciata durante la celebrazione della festa del Corpus Domini nella cattedrale cattolica della Madre di Dio a Mosca, il cardinale Kasper ha evidenziato che la divisione dei cristiani in contraddizione con la volont di Cristo il quale, alla vigilia della sua morte, ha pregato affinch tutti siano una sola cosa. La divisione fra i cristiani e fra le Chiese ha aggiunto in contraddizione con il sacramento centrale e il mistero pi alto della Chiesa, l'Eucaristia. Ricordando poi il testamento di Ges, che tutti siano una sola cosa, il cardinale ha chiesto: Abbiamo preso sul serio questo suo testamento? Forse non completamente. Pertanto c' ragione di pregare ininterrottamente e, in ogni celebrazione eucaristica, preghiamo soprattutto per la pace e l'unit della Chiesa, ma non solo questo, dobbiamo essere attivi, fare del nostro meglio per preparare le vie per la ricomposizione dell'unit. Luned 26, il cardinale Kasper ha incontrato gli studenti dell'universit ortodossa San Tikhon di Mosca. Abbiamo molte pi cose in comune di quelle che ci separano ha detto e siamo sempre pi convinti che i segni dei tempi ci obbligano a stabilire una collaborazione pi stretta tra le nostre Chiese. II cardinale si intratdi ALESSANDRO TRENTIN Due milioni e mezzo di persone nel mondo, di cui almeno settecentomila sono donne: sono questi i numeri del fenomeno della tratta di esseri umani, secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), un fenomeno che colpisce indistintamente tanto l'Europa che gli altri continenti. Una realt drammatica che sar al centro dei lavori del congresso che si svolger a Roma dal 2 al 6 giugno presso l'Istituto Fratelli della Scuola Cristiana, promosso dall'Unione internazionale delle superiore generali (Uisg) insieme con l'Oim, per individuare e programmare comuni strategie di contrasto. L'iniziativa stata presentata nel corso di una conferenza stampa, venerd 30 maggio. L'Uisg riunisce le superiore generali di millenovecento congregazioni in tutto il mondo, per un totale di ottocentomila suore. Le congregazioni femminili hanno avviato fin dal 2004, progetti per aiutare soprattutto donne e bambini a non restare vittime della schiavit, puntando in particolare sulla riabilitazione e sul reinserimento sociale, lavorando a stretto contatto con gli enti governativi e le associazioni dei Paesi di origine delle vittime, per offrire un'efficace campagna di informazione e prevenzione. Al congresso parteciperanno cinquanta religiose di diversi Paesi dei cinque continenti, in rappresentanza di trentuno congregazioni. In particolare l'obiettivo dei lavori : rafforzare le reti esistenti sia a carattere nazionale che regionale; creare le basi per una rete internazionale; identificare le risorse necessarie per dare continuit alla rete; elaborare una dichiarazione finale. Il congresso, tra l'altro, segner l'avvio di una sinergia con l'Unione superiori generali (Usg), che riunisce i responsabili degli istituti maschili. La collaborazione tra l'Uisg e i rappresentanti di centoventidue nazioni raggruppate nell'Oim stata avviata con il contributo dell'Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede. Il fenomeno della tratta degli esseri umani, soprattutto donne e bambini sottolineano dall'Uisg chiama a spalancare le porte dei cuori, facendone sgorgare la compassione di Ges, che si fa presenza profetica e creativa, accanto alle vittime della schiavit. La tratta specificato una realt complessa che abbraccia molteplici aspetti e le azioni di contrasto devono essere altrettanto specifiche, a partire dalla formazione delle stesse suore. Suor Bernadette Sangma, coordinatrice dei lavori, ha spiegato che a tale scopo nei diversi Paesi che ospitano le congregazioni sono in corso di svolgimento dei seminari di approfondimento, i cui lavori confluiranno nella sintesi congressuale che indicher le comuni linee d'azione. La religiosa ha aggiunto: Vogliamo sensibilizzare l'opinione pubblica sulla gravit del fenomeno e utilizziamo l'approccio specifico della prospettiva della fede e della dottrina sociale della Chiesa per affrontare il problema. Suor Aurelia Agredano, una delle rappresentanti dell'Uisg, ha messo in rilievo che su quarantasette Paesi che fanno parte del Consiglio d'Europa, soltanto trentanove hanno siglato un documento unitario per lottare contro la tratta. L'estrema povert spinge milioni di persone singole e famiglie a emigrare da un Paese all'altro e molte di esse vivono sfruttate all'ombra dei persecutori che ne ricavano immensi guadagni. Peter Schatzer, capo missione dell'Oim in Italia, ha reso noto che il giro di affari che ruota attorno alla schiavit di tre miliardi di dollari. L'Oim, che evidenzia anche l'impegno del Governo italiano per sostenere i progetti, ha sviluppato soprattutto campagne di informazione: La possibilit di collaborare con le congregazioni ha detto il funzionario moltiplica le possibilit di trasmissione delle informazioni, grazie alla capillarit della presenza degli istituti. Le congregazioni operano in: Lesotho, Nigeria, Senegal, Sudafrica, Indonesia, Filippine, Thailandia, Brasile, Canada, Repubblica Dominicana. E ancora: Stati Uniti, Albania, Belgio, Italia, Olanda, Portogallo, Romania, Spagna, Australia e Kiribati. Tra i vari interventi al congresso vi sar quello dell'ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Mary Ann Glendon.
tenuto in un colloquio con i giovani ortodossi scandito da domande e risposte. Riguardo al dialogo teologico, il cardinale ha ribadito: Non sufficiente che i teologi e i vescovi si incontrino; pi importante unire i popoli. La mentalit e le disposizioni interiori delle popolazioni sono molto pi difficile da cambiare. Si pu preparare l'unit, ma non organizzarla. L'unit un dono dello Spirito Santo. Possiamo solamente pregare perch si realizzi.
Per unit ha poi specificato il presidente del Pontificio Consiglio non si deve assolutamente intendere unificazione. La Chiesa pu essere una unit nella diversit, o meglio una diversit nell'unit. Nell'indicare come rilevante il risvolto ecumenico del viaggio, monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, ha detto che la presenza del cardinale Kasper stata un segno di carit e di benevolenza del Papa.
L'accoglienza, dovere ineludibile I superiori generali per ogni credente e l'esercizio dell'autorit
di MARCO BELLIZI Accoglienza per gli immigrati, compito ineludibile per un credente, studio e traduzione della dottrina sociale della Chiesa, di cui va riscoperta la grammatica. E un anno straordinario di riflessione su quella chiamata alla santit che Benedetto XVI ha fatto il 4 maggio scorso nel suo messaggio per l'assemblea dell'Azione cattolica (Ac). Francesco Miano, 47 anni, nuovo presidente di Ac, ha gi alcuni punti fermi nel programma che intende portare avanti nel suo incarico triennale, e li puntualizza, nel giorno del passaggio di consegne simbolico con il suo predecessore, Luigi Alici. Quale Azione cattolica trova in eredit? una eredit particolarmente significativa, perch Ac ha fatto in questi anni uno sforzo notevole fra continuit e novit: la continuit della sua lunga storia, celebrata anche nell'incontro che abbiamo avuto con il Papa, la novit che deriva dallo sforzo di provare a interpretare la volont di Dio per il nostro tempo. una novit che in effetti una caratteristica dell'Azione cattolica. Come vanno le adesioni? Confermo un risultato di stabilit. Il che molto importante, perch in Ac le adesioni sono personali e sono adesioni che si rinnovano annualmente. Questo dato tanto pi importante se si considera come oggi sia difficile assumere impegni stabili. Alcuni studi, condotti in seno alla Conferenza episcopale italiana, hanno evidenziato come per ogni adesione in realt ci siano due persone di fatto aderenti ad Ac, che utilizzano magari i percorsi formativi, i campi scuola e le altre nostre iniziative. Cosa porta invece il nuovo presidente all'Azione cattolica? Mi avvalgo di un percorso gi tracciato dai miei predecessori. Io vorrei portare l'idea di mettermi a servizio nel modo pi forte possibile della comunione ecclesiale, lavorando sempre di pi sulla cura delle relazioni, perch vuol dire creare ponti dove si interrotta una strada, vuol dire superare il particolarismo esistente anche in realt ecclesiali. Come intende affrontare i temi della formazione e del bene comune? L'Ac si sempre spesa per la formazione, ma vorremmo riuscire a proporre percorsi sempre pi all'altezza delle richieste dei tempi. Vorrei collegare per il tema della formazione al tema della chiamata alla santit cui il Papa ha fatto riferimento nel suo discorso del 4 maggio. come se il Papa ci avesse detto: il vostro compito farvi santi a partire dalla vostra vita quotidiana, dal lavoro, dalla famiglia. nostra intenzione quindi dedicare l'anno prossimo alla riflessione sulla chiamata alla santit, per dire che oggi la questione formativa o la affronti andando al cuore del problema o non la risolvi. L'altra questione quella del bene comune: vorremmo rafforzare tutte le iniziative che si possono dedicare allo studio e alla traduzione della dottrina sociale della Chiesa. Solo cos si pu dare sostanza alla passione per il bene comune. Che Italia trova oggi la nuova Azione cattolica? un Paese in chiaroscuro. Certamente da considerare positivamente quel valore del dialogo che il Papa ha ricordato in questi giorni, il dialogo che necessario a far maturare la passione per il Paese. L'Azione cattolica di fronte alle sfide dell'immigrazione. La linea di Ac quella espressa dal cardinale Bagnasco e anche dal cardinale Sepe, che ha parlato in particolare della situazione napoletana. C' la necessit dell'accoglienza, che accoglienza delle persone, impegno ineludibile per un credente. Il che, chiaramente, non significa acquiescenza nei confronti di chi non rispetta le leggi. Riguardo ai provvedimenti allo studio, direi che il pericolo da evitare quello di interventi congiunturali. di GIOVANNI ZAVATTA Come accompagnare il cammino del religioso in situazioni di difficolt, crisi e fragilit vocazionali e come comportarsi davanti a possibili punizioni o a eventuali dimissioni. Sono alcune delle tante questioni alle quali i superiori generali hanno cercato di dare risposte nei lavori di gruppo durante la settantunesima assemblea semestrale dell'Usg che si conclusa venerd pomeriggio. Don Pascual Chvez Villanueva, presidente dell'Usg, ha presentato un bilancio finale dei lavori dopo che il vescovo Flavio Roberto Carraro aveva parlato ai superiori sul tema dell'autorit e obbedienza nel contesto della missione. L'assemblea stata orientata dalla presentazione iniziale dell'Istruzione Il servizio dell'autorit e l'obbedienza, alla quale hanno preso parte nella prima giornata anche le superiore generali degli ordini e congregazioni femminili. C' sempre molta aspettativa e un po' di timore prima di un'Istruzione vaticana ci ha detto il vicepresidente dell'Usg, padre Joseph William Tobin, superiore generale della Congregazione del Santissimo Redentore ma i sentimenti sono di soddisfazione generale. Ci troviamo di fronte a un documento ampio e approfondito, a uno strumento indispensabile per migliorare la qualit della nostra vita religiosa. L'unico rammarico stato quello di non avere avuto molto tempo per leggerlo e per esprimere dei giudizi pi articolati e fecondi. Quale sar il passo successivo all'interno delle congregazioni? Porremo subito l'Istruzione all'esame dei singoli consigli per poi passare alla fase puramente pedagogica ovvero studieremo con quali modalit applicare il documento dal punto di vista teoretico e didattico. Al centro, ora, c' la formazione del superiore generale alla luce dell'istruzione sul servizio dell'autorit. Esiste un punto di equilibrio fra il servizio dell'autorit e l'obbedienza? Potremmo identificarlo, ma solo un tentativo, nello scopo dell'ordine, nel suo carisma. Il superiore non pu comandare qualsiasi cosa, egli al servizio del Signore. Ciascuno scrive san Pietro metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. Avete avuto l'impressione di un documento punitivo? Se si riferisce allo scandalo degli abusi sessuali negli Stati Uniti, direi di no. Certamente ne abbiamo parlato ma credo che l'origine dell'Istruzione sia solo culturale e teologica.
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L'OSSERVATORE ROMANO
Il discorso del Papa ai presuli della Conferenza episcopale in visita ad limina Apostolorum
Decretum
quo facultas peculiaris de celebratione Conversionis Sancti Pauli apostoli in anno iubilari, quo bismillesimus anniversarium ortus eius recolitur, datur.
Sanctum Paulum, apostolum, qui, iam persecutor, Evangelium Christi ad gentes, uti veritatis in universo mundo praeco, omni studio et ope nuntiavit atque omnium christianorum unitati ac concordiae fovendae strenuam dedit operam, christifideles peculiari necnon assiduo cultu prosecuti sunt et adhuc prosequuntur, praesertim hoc vertente anno, quo bismillesimum anniversarium ortus eius recolitur, quemque Summus Pontifex Benedictus XVI iubilarem constituere voluit. Proinde, vigore facultatum huic Congregationi a Summo Pontifice BENEDICTO XVI tributarum, conceditur, ut, indole extraordinaria occasionis perpensa, venturo die 25 ianuarii anno 2009, quae Dominica III per annum occurret, in singulis ecclesiis una tantum Missa iuxta formularium In conversione Sancti Pauli, apostoli, ut in Missali Romano exstat, celebrari possit. Hoc in casu lectio altera Missae e Lectionario Romano pro Dominica III per annum sumitur atque symbolum seu professio fidei dicitur. Quae gratia, de speciali Summi Pontificis mandato, solummodo in anno 2009 vigeat. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Ex aedibus Congregationis de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum, die 25 mensis ianuarii anno 2008, in festo Conversionis Sancti Pauli, apostoli. FRANCISCUS CARD. ARINZE Prefectus ALBERTUS MALCOLMUS RANJITH Archiepiscopus a Secretis
Miei cari fratelli Vescovi, sono lieto di accogliervi, Vescovi del Myanmar, giunti nella citt di Roma per venerare le tombe dei santi apostoli e per rafforzare la vostra comunione con il Successore di Pietro. Il nostro incontro di oggi rende testimonianza dell'unit, della carit e della pace che ci uniscono e animano la nostra missione di insegnare, guidare e santificare il popolo di Dio (cfr Lumen gentium, n. 22). Sono grato per i cordiali saluti e l'assicurazione delle preghiere che l'Arcivescovo Paul Grawng mi ha espresso a vostro nome e a nome del clero, dei religiosi e dei laici delle vostre rispettive diocesi. Desidero ricambiare con saluti cordiali e con la sincera preghiera che Il Signore della pace vi dia egli stesso la pace sempre e in ogni modo (cfr Ts 3, 16). La Chiesa in Myanmar nota e ammirata per la sua solidariet con i poveri e i bisognosi. Ci stato particolarmente evidente dopo il ciclone Nargis. Le numerose agenzie e associazioni cattoliche nel vostro Paese mostrano che le persone a voi affidate hanno ascoltato il grido del Battista: Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto (Lc 3, 11). Ho fiducia nel fatto che con la vostra guida, i fedeli continueranno a dimostrare la possibilit di stabilire un vincolo fecondo fra evangelizzazione opere di carit (Deus caritas est, n. 30) cosicch gli altri sperimentino la ricchezza della loro umanit (Ibidem 31; cfr 1 Pt 4, 8-11). Durante queste difficili giornate, so quanto il popolo birmano sia grato per gli sforzi della Chiesa nell'offrire riparo, cibo, acqua e medicine a quanti sono ancora in difficolt. Auspico che, dopo l'accordo recentemente raggiunto sugli aiuti della comunit internazionale, quanti sono pronti ad aiutare possano fornire il tipo di assistenza richiesta e avere effettivo accesso ai luoghi in cui pi necessaria. In questo momento difficile, rendo grazie a Dio Onnipotente che ci ha fatto riunire (cfr 1 Ts 2, 17) perch mi offre l'occasione di assicurarvi ancora una volta che la Chiesa universale unita spiritualmente a quanti piangono la perdita dei propri cari (cfr Rm 12, 15) mentre ricorda loro la promessa del Signore di conforto e di consolazione (cfr Mt 5, 4). Che Dio apra il cuore di tutti affinch si possa compiere concordemente uno sforzo per facilitare e coordinare l'attivit di recare sollievo ai sofferenti e ricostruire le infrastrutture del Paese. La missione di carit della Chiesa risplende in modo particolare attraverso la vita religiosa, nella quale uomini e donne si dedicano con cuore indiviso al servizio di Dio e del prossimo (cfr 1 Cor 7, 34; cfr Vita consecrata, 3). Sono lieto di osservare che un numero sempre maggiore di donne risponde alla chiamata alla vita consacrata nel vostro Paese. Prego affinch la loro accettazione libera e radicale dei consigli evangelici inspiri altri a scegliere la vita di castit, povert e obbedienza per la salvezza del regno. Formare i candidati a questo servizio di preghiera e di opera apostolica richiede un investimento di tempo e di risorse. I corsi di formazione offerti dalla Conferenza Religiosa cattolica del Myanmar attestano la cooperazione possibile fra diverse comunit religiose con il dovuto rispetto per il carisma particolare di
ognuno e rispondono alla necessit di una sana formazione accademica, spirituale e umana. Un segno simile di speranza il numero crescente di vocazioni al sacerdozio. Questi uomini sono chiamati e mandati ad annunziare (cfr Lc 9, 1-2) per essere esempi di fedelt e santit per il popolo di Dio. Colmi dello Spirito Santo e guidati dalla sollecitudine paterna, i sacerdoti possano svolgere i propri doveri sacri con umilt, semplicit e obbedienza (cfr Presbyterorum ordinis, n. 15). Come sapete, ci richiede una formazione completa in sintonia con la dignit del loro ministero sacerdotale. Quindi vi incoraggio a continuare a fare i sacrifici necessari per garantire che i seminaristi ricevano la for-
mazione integrale che permetter loro di divenire autentici araldi della nuova evangelizzazione (cfr Pastores dabo vobis, n. 2). Miei cari fratelli, la missione della Chiesa di diffondere la Buona Novella dipende dalla risposta generosa e pronta dei laici a divenire operai nella vigna (cfr Mt 20, 1-16; 9, 37-38). Anche loro hanno bisogno di una robusta e dinamica formazione cristiana che li ispiri a portare il messaggio evangelico nei posti di lavoro, in famiglia e nella societ in generale (cfr Ecclesia in Asia , n. 22). I vostri resoconti fanno riferimento all'entusiasmo con cui i laici organizzano numerose e nuove iniziative catechetiche e spirituali, spesso coinvolgendo un gran numero di giovani. Mentre pro-
muovete e seguite tali iniziative, vi incoraggio a ricordare a quanti sono a voi affidati di rivolgersi sempre al nutrimento dell'Eucaristia mediante la partecipazione alla liturgia e la contemplazione silenziosa (cfr Ecclesia de Eucharistia, n. 6). Anche programmi efficaci di evangelizzazione e catechesi devono essere ben elaborati e organizzati se devono raggiungere il fine desiderato di insegnare la verit cristiana e di portare le persone all'amore di Cristo. auspicabile che si avvalgano di strumenti appropriati come opuscoli e materiale audiovisivo per integrare l'istruzione orale e fornire punti di riferimento comuni per la dottrina autentica della Chiesa. Sono certo che altre Chiese locali nel mondo faranno del loro meglio per fornire materiale quando possibile. La vostra attiva partecipazione al primo congresso missionario asiatico ha portato a promuovere nuove iniziative basate sulla buona volont nei rapporti con i buddisti nel vostro Paese. A questo proposito, vi incoraggio a sviluppare relazioni ancora migliori con i buddisti per il bene delle vostre comunit e dell'intera nazione. Infine, miei cari fratelli, desidero esprimere sincera gratitudine per il vostro fedele ministero in circostanze e momenti difficili che vanno oltre il vostro controllo. Il prossimo mese, la Chiesa inaugurer uno speciale anno giubilare in onore di san Paolo. Questo Apostolo dei Gentili stato ammirato nel corso dei secoli per la sua imperterrita perseveranza nelle prove e nelle tribolazioni narrate vividamente nelle sue Lettere e negli Atti degli Apostoli (cfr 2 Tm 1, 8-13; At 27, 13-44). Paolo ci esorta a tenere lo sguardo fisso sulla gloria che ci attende per non disperarsi mai nella pena e nella sofferenza dell'oggi. Il dono della speranza che abbiamo ricevuto e per mezzo del quale siamo salvati (cfr Rm 8, 24) reca pace e trasforma la nostra vita (cfr Spe salvi, n. 3). Illuminato dallo Spirito Santo vi invito a unirvi a san Paolo nell'assoluta fiducia che nulla, n la miseria, n la persecuzione o la carestia, n il presente n il passato, possono separarci dall'amore di Dio in Cristo Ges il Signore (cfr Rm 8, 35-39). Affidandovi all'intercessione di Maria, Regina degli Apostoli, imparto volentieri la mia Benedizione Apostolica a voi e al clero, ai religiosi e ai laici.
Decreto
con il quale si concede una speciale facolt per la celebrazione della Conversione di San Paolo Apostolo nell'anno giubilare, bimillenario della sua nascita.
L'apostolo San Paolo, che fu annunciatore della verit di Cristo al mondo intero e dopo esserne stato persecutore, si adoper con ogni mezzo per annunciare alle genti la Buona Novella, impegnandosi con zelo per l'unit e la concordia di tutti i cristiani, stato da sempre ed tuttora venerato dai fedeli, specialmente in questo particolare anno, bimillenario della sua nascita, che il Sommo Pontefice Benedetto XVI ha voluto istituire come speciale anno giubilare. Pertanto, in forza delle facolt attribuite a questa Congregazione dal Sommo Pontefice BENEDETTO XVI, si concede, in maniera straordinaria, che il prossimo 25 gennaio 2009, ricorrendo la III Domenica per annum, si possa celebrare nelle singole chiese una Messa secondo il formulario Conversione di San Paolo, apostolo, come si trova nel Messale Romano. In tal caso, la seconda lettura della Messa si desume dal Lezionario Romano per la III Domenica per annum, e si recita il Credo. Tale concessione, per speciale mandato del Sommo Pontefice, vale soltanto per l'anno 2009. Nonostante qualsiasi cosa in contrario. Dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il 25 gennaio 2008, nella festa della Conversione di San Paolo, apostolo. FRANCIS CARD. ARINZE Prefetto ALBERT MALCOLM RANJITH Arcivescovo Segretario