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“APPUNTI”
a cura del Gruppo “Giovani Adulti”
del Centro San Matteo
2010
Prefazione
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fatte. Dunque la riflessione è necessaria. Perché dovremmo
sentirci meno autonomi o “personali” se prendiamo a riferimento
la Dottrina Sociale della Chiesa, con la ricchezza di un lungo
cammino alle spalle, soprattutto con la luce del Vangelo che
offre la conoscenza della autentica dignità dell’uomo, secondo
Cristo, che dice la “verità sull’uomo” e con l’autorità del
Magistero, non nemico ma alleato del “bene comune”? Perché
ci si dovrebbe sentire “condizionati” o “di parte” a confrontarci
con queste pagine quando siamo pronti a confrontarci e, perché
no, ad abbeverarci a tante fonti non sempre genuine? Credo che
si tratti di onestà intellettuale e di coerenza non considerare
con sufficienza quanto la Chiesa, con la sua saggezza, ci offre.
Mi auguro davvero che questo sia uno dei frutti del nostro
incontro, in modo da offrire quella carica di speranza che un
giovane cattolico non può non portare in sé.
AlbertoTanasini
Vescovo Delegato della C.E.L. per la Pastorale Giovanile
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Introduzione
Un umanesimo integrale e solidale
Simonetta Saveri
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Parte Prima
Capitolo Primo
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con l’amore verso i fratelli e con la ferma speranza nella fedeltà
di Colui che ha promesso.
La salvezza di Dio, inoltre, non è offerta solo ai cristiani, ma a
tutti gli uomini di buona volontà nei cui cuori opera invisibilmente
la grazia, perché Cristo è morto per tutti. Tutti hanno perciò la
possibilità di una vita nuova che li associ, nel modo che Dio conosce,
al mistero pasquale attraverso una progressiva trasformazione
interiore e conformazione a Cristo, presupposto essenziale di
un reale rinnovamento delle relazioni con gli altri. Il rispetto e
l’amore si estenderanno anche a coloro che pensano e agiscono
diversamente da noi nelle cose sociali, politiche e religiose, per
instaurare un dialogo fondato sull’onestà e la carità.
Nel cambiamento ci viene in aiuto la Chiesa con il Vangelo e le
risposte della sua Dottrina Sociale, perché come Maria con il
suo “fiat”, anche noi possiamo accogliere nella storia il Salvatore
del mondo.
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Capitolo Secondo
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Magistero della Chiesa a partire dall’enciclica “Rerum novarum”
di Leone XIII. La sua natura è teologico-morale; in essa, infatti,
si riflettono i tre livelli di tale disciplina: quello fondativo delle
motivazioni, quello direttivo delle norme del vivere sociale, e
quello deliberativo delle coscienze. Questi tre livelli definiscono
anche il metodo proprio e la struttura epistemologica della
Dottrina.
La Dottrina Sociale Cattolica è fortemente caratterizzata
dalla sua dimensione interdisciplinare. Si avvale del contributo
della filosofia come strumento indispensabile ad una corretta
comprensione dei concetti che sono alle sue radici (la persona,
la società, la libertà, l’etica, la giustizia ecc…) e delle scienze
sociali: “la conoscenza dell’uomo non si perviene con la sola
teologia”.
Con la Dottrina Sociale, la Chiesa si preoccupa della vita umana
nella società, in cui sono in gioco la dignità, la pace e i diritti
delle persone. Tale preoccupazione non é solo rivolta ai figli della
Chiesa, ma ha una destinazione universale: a tutti gli uomini di
buona volontà “in grado di cogliere la grande profondità umana
dei significati e dei valori da essa espressi e la carica di umanità
e di umanizzazione delle sue norme d’azione”.
Nadia Massa
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Capitolo Terzo
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Il tradimento del peccato apre una doppia ferita: personale e
sociale. Infatti, come é vero che ogni persona é legata alle altre
nel bene, così anche le conseguenze negative dei suoi tradimenti
ricadono su tutti i fratelli. Questa considerazione sta alla base
del richiamo continuo che la Chiesa ci propone per distoglierci
dal comodo alibi di attribuire responsabilità esclusivamente
personali (il peccato) a capri espiatori generali (la società,
gli altri, gli insegnamenti sbagliati…). Scoprirci chiamati ad
un’alleanza personale con Dio ci aiuta a smascherare gli inganni
in cui spesso vogliamo indugiare e, nel contempo, ci indica
che l’universalità del peccato non può né deve essere slegata
dalla consapevolezza dell’universalità della salvezza cui siamo
chiamati in Gesù Salvatore.
La persona umana ha ricevuto in dono caratteristiche proprie che
devono essere riconosciute e rispettate: la vita, l’uguaglianza
nella dignità ed il rispetto di ogni singola personalità, la socialità,
l’apertura alla trascendenza, la libertà. Quest’ultimo diritto
fondamentale é segno altissimo dell’amore di Dio verso i Suoi
figli, creati a Sua immagine anche nel diritto a scegliere. Esso
non deve considerarsi limitato dalla dipendenza che l’uomo ha
dal Padre in quanto figlio, né dalla consapevolezza che il potere
di determinare bene e male spetta solo a Dio; anzi, il retto
esercizio della libertà personale esige precise condizioni di
ordine economico, sociale, politico, giuridico e culturale che, se
misconosciute, determinano gravi e profonde ingiustizie nella
vita sociale.
La libertà, infatti, è un diritto che deve essere esercitato
alla luce della verità e mediante l’assunzione di generosa
responsabilità. Solo così l’uomo può compiere atti moralmente
buoni, costruttivi della sua personalità in pienezza, ed irradiare
luce positiva nel tessuto sociale.
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Capitolo Quarto
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sostiene che la persona in primis, la famiglia e tutte le istituzioni
o associazioni alle quali le persone danno spontaneamente vita
e che rendono loro possibile una effettiva crescita sociale,
devono essere aiutate nello svolgimento dei loro compiti senza
essere sostituite o addirittura assorbite da istituzioni maggiori
se non quando queste non siano in grado di farcela da sole. La
sussidiarietà, quindi, valorizza l’attività della persona, della
famiglia e dei corpi intermedi, accresce lo spirito di libertà e di
iniziativa, salvaguarda “l’equilibrio tra la sfera pubblica e quella
privata” (pgf. 187), responsabilizza il “cittadino nel suo «essere
parte» attiva della realtà politica e sociale del Paese” (pgf. 187)
introducendo il principio della partecipazione che si configura
come base e come garante dell’ordinamento democratico.
Infine, troviamo la solidarietà che è innanzitutto una virtù e un
dovere morale da parte di chi ha di più verso i più poveri, quindi
non un sentimento di compassione, ma un continuo impegnarsi per
il bene comune superando ogni individualismo in una condivisione
di beni materiali e soprattutto spirituali.
Da soli, però, i principi non bastano e parallelamente ad essi la
Dottrina Sociale individua i valori fondamentali della vita sociale
che sono: verità, libertà e giustizia. La convivenza all’interno
della società diventa ottimale quando è e cresce nella verità e
si attua nella libertà e nella giustizia. Non si arriva alla verità
senza libertà e non c’è libertà senza giustizia che a sua volta
“deve subire, per così dire, una notevole correzione” (pgf. 206),
per essere completata dalla carità. E’ solo attraverso la via della
carita’ che, quindi, “presuppone e trascende la giustizia” (pgf.
206), che possiamo sentire come propri i bisogni e le esigenze
altrui, risolvere un problema impellente e rimuovere quei fattori
sociali che causano ogni tipo di discriminazione.
Matilde Tarditi
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Parte Seconda
Capitolo Quinto
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generosa dedizione all’altro di cui si cerca il vero bene, la vera
felicità. Voler seguire Gesù nel Suo esempio d’amore ci chiama
a combattere ogni nostro egoismo per andare incontro all’altro
senza riserve né chiusure o calcoli!
La Chiesa ci aiuta a non lasciarci sedurre dalle sirene del
relativismo o dell’annullamento di ogni speranza di bene e
stabilità richiamandoci al valore della famiglia come santuario
d’amore reciproco, di solidarietà e di vita. Naturalmente, però,
da “madre attenta e sollecita”, la Chiesa non dimentica né mai
abbandona chi, per i più svariati motivi, avesse seguito rotte
diverse, e non cessa di richiamare a sé chi voglia trovare la vera
gioia nel ritornare sulla via del Signore che dà la vita.
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Capitolo Sesto
Il lavoro umano
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atto (mobilità e organizzazione lavorativa), si svilisce il rapporto
tra lavoro e festa, mentre occorre favorire la conciliazione tra i
tempi lavorativi e quelli dedicati alle relazioni umane e familiari.
Il riposo dunque, contro “l’asservimento al lavoro, volontario
o imposto”, e la festa, il giorno del Signore, che permetta di
ricordare le opere di Dio aprendoci alla “prospettiva di una
libertà più piena” (pfg. 258).
Sono quindi necessarie nuove regole per l’economia che possano
interpretare la globalizzazione e la transizione in atto favorendo
la crescita del lavoro senza sacrificare gli aspetti fondamentali
della vita dell’uomo (la formazione, l’educazione, la famiglia, la
capacità di intraprendere, la festa). Occorre cogliere i nuovi
stimoli che si presentano e sviluppare la capacità di sperimentare
e pensare in modo creativo a nuove riorganizzazioni ricordando
che i mutamenti in atto non avvengono in modo deterministico
ma è sempre l’uomo il vero protagonista.
Solidarietà e responsabilità sono uno sforzo necessario da parte
di tutti per superare gli interessi particolaristici: “Gli aspetti
negativi della globalizzazione del lavoro non devono mortificare
le possibilità che si sono aperte per tutti di dare espressione
ad un umanesimo del lavoro a livello planetario (…) affinché (…)
l’uomo capisca sempre di più la sua vocazione unitaria e solidale”
(pfg. 322).
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Capitolo Settimo
La vita economica
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obiettivi socio-morali imprescindibilmente legati al rispetto
della dignità umana. L’utile individuale non deve mai diventare
l’unico obiettivo, in quanto, accanto ad esso, ne esiste un altro
altrettanto fondamentale e superiore, quello dell’utilità sociale.
L’idea che si possa affidare al solo mercato la fornitura di tutte
le categorie di beni non è condivisibile, perché basata su una
visione riduttiva della persona e della società. L’economia deve
essere in grado di permettere la fruizione sia di beni disponibili
che di beni indisponibili connaturati alla natura umana.
Per la Dottrina Sociale, l’economia è solo un aspetto ed
una dimensione della complessa attività umana. Se essa è
assolutizzata, se la produzione ed il consumo delle merci
finiscono con l’occupare il centro della vita sociale e diventano
l’unico valore della società, non subordinato ad alcun altro, la
causa va ricercata non solo e non tanto nel sistema economico
stesso, quanto nel fatto che l’intero sistema socio-culturale,
ignorando la dimensione etica e religiosa, si è indebolito e
ormai si limita solo alla produzione dei beni e dei servizi. La
vita dell’uomo, al pari di quella sociale della collettività, non
può essere ridotta ad una dimensione materialistica anche se
i beni materiali sono estremamente necessari sia ai fini della
pura sopravvivenza, sia per il miglioramento del tenore di vita:
«alla base di ogni sviluppo completo della società umana sta la
crescita del senso di Dio e della conoscenza di sé».
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Capitolo Ottavo
La comunità politica
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della crescita umana integrale. Oggetto dell’autorità politica è
il popolo che, in varie forme, trasferisce l’esercizio della sua
sovranità a coloro che liberamente elegge suoi rappresentanti
ed obiettivo della stessa è quello di emanare leggi giuste, cioè
conformi alla dignità della persona umana.
Per la Dottrina Sociale, il singolo cittadino non deve, in coscienza,
seguire le prescrizioni delle autorità civili contrarie alla legge
naturale o agli insegnamenti del Vangelo; essa indica anzi come
grave non prestare collaborazione a tali prescrizioni.
Nell’enciclica “Centesimus annus” viene espresso ampio
apprezzamento per il sistema democratico, in quanto questo
assicura ampia partecipazione alle scelte politiche e garantisce
ai governati la possibilità sia di eleggere che di controllare i
propri governanti. Agli eletti viene chiesto di impegnarsi nella
ricerca e nell’attuazione di ciò che può giovare al buon andamento
della convivenza civile non sottovalutando la dimensione morale
del loro compito di rappresentanza. Ai partiti politici viene dato
il compito di favorire una partecipazione diffusa e l’accesso di
tutti a pubbliche responsabilità.
Grande attenzione deve essere data all’informazione ed ai mass
media che sono tra i principali strumenti di partecipazione
democratica. Infine, viene richiesto al sistema democratico di
impegnarsi per la tutela e promozione della libertà religiosa che
è uno dei diritti umani fondamentali. Viene auspicata una stretta
collaborazione tra Chiesa Cattolica e comunità politica partendo
dal presupposto del reciproco riconoscimento ed autonomia. La
Chiesa e la comunità politica possono svolgere il loro servizio a
vantaggio di tutti in maniera tanto più efficace quanto meglio
entrambe allacciano tra loro una sana collaborazione.
Maurizio Casalegno
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Capitolo Nono
La comunità internazionale
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garantire alle singole comunità politiche lo spazio di azione loro
proprio.
Per questo motivo, “la Dottrina Sociale considera positivamente
il ruolo delle organizzazioni inter-governative”, nate con
l’obiettivo di perseguire la pace e l’uguaglianza tra i popoli,
anche e soprattutto nell’attuale era della globalizzazione.
Sottosviluppo, cooperazione e lotta alla povertà sono i temi
scottanti di cui il Magistero della Chiesa invita ad occuparsi
“con determinazione ferma e perseverante”, in quanto lo
sviluppo è, prima di tutto, un diritto che deve essere garantito
alle persone. E dalle persone bisogna partire per combattere
il sottosviluppo: l’accesso equo al mercato internazionale,
infatti, si ottiene puntando alla valorizzazione delle risorse
umane. Sottosviluppo e povertà vanno affrontati riaffermando
i principi della solidarietà e della sussidiarietà.
In ogni caso, ai poveri si deve guardare “non come ad un
problema” – dice la Chiesa – “ma come a coloro che possono
diventare soggetti protagonisti di un futuro nuovo e più umano
per tutto il mondo”.
Federica Gallamini
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Capitolo Decimo
Salvaguardare l’ambiente
La Sacra Scrittura si apre con il libro della Genesi, ove troviamo la
storia della creazione del mondo. Per ogni elemento creato, Dio
“vide che era cosa buona”. Dio affida all’uomo la responsabilità
di tutto il creato, il compito di tutelarne l’integrità, l’armonia e
lo sviluppo: il cristiano è perciò chiamato a sapersi avvalere del
mondo e delle sue risorse quale opera dell’azione creatrice di
Dio, in condivisione e fraternità.
Il mandato che l’uomo ha ricevuto è, dunque, quello di governare
il mondo e quanto esso contiene in santità e giustizia: la
scienza e la tecnica, espressione del progresso dell’intelligenza
dell’uomo, sono, pertanto, estremamente apprezzate dalla
Chiesa.
Tuttavia, il meraviglioso prodotto dell’intelligenza e del progresso
umano non é neutro; talvolta accade che sviluppo tecnologico e
scientifico vengano indiscriminatamente manipolati da ideologie
egoistiche che cercano di insinuare l’idea che l’uomo ed il creato
non abbiano alcuna relazione con Dio, e possano, o debbano,
prescinderne.
Dimenticandoci di essere creature del Padre, che ci ha donato
il mondo perché ne facessimo un uso giusto e lo condividessimo,
rischiamo di amministrare in modo sconsiderato le risorse
naturali, con la conseguenza di tramandare anche alle generazioni
future un mondo sempre più povero e sofferente. Ciò che deve
orientarci è, dunque, il principio di destinazione universale dei
beni: esiste, infatti, uno stretto legame tra sviluppo dei paesi
più poveri ed un uso sostenibile dell’ambiente, ed ogni sforzo
del cristiano deve mirare ad una equa ripartizione dei beni e
delle risorse.
I gravi problemi ecologici ed economici attuali ci chiedono un
effettivo cambiamento di mentalità, che ci induca ad adottare
nuovi stili di vita più sobri, responsabili e consapevoli.
Stefano Lozza
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Capitolo Undicesimo
Promuovere la pace
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condizioni di successo; (…) il ricorso alle armi non provochi mali
e disordini più gravi da eliminare”.
La legittima difesa giustifica l’esistenza negli stati delle forze
armate, la cui azione deve essere posta al servizio della pace;
ogni persona che presta servizio nelle forze armate è chiamata
a difendere il bene, la verità, e la giustizia nel mondo.
La meta della Dottrina Sociale Cattolica è “disarmo generale,
equilibrato e controllato”; l’aumento incontrollato delle armi
rappresenta, infatti, una grave minaccia alla pace. Il principio
in virtù del quale uno stato deve possedere unicamente i mezzi
necessari per la sua legittima difesa deve essere applicato a
tutti gli stati poiché l’accumulo di armi e il loro commercio non
sono giustificati moralmente.
Va, inoltre, denunciato con forza l’utilizzo di bambini e
adolescenti-soldato, ovvero bambini cui viene rubata l’infanzia
per essere addestrati ad uccidere: “bisogna fornire tutto l’aiuto
possibile per la cura, l’educazione e la riabilitazione di coloro che
sono stati coinvolti nei combattimenti. La Chiesa “lotta” per la
pace attraverso la preghiera, essa “apre il cuore non solo ad un
profondo rapporto con Dio, ma anche all’incontro con il prossimo
all’insegna del rispetto, della fiducia, della comprensione, della
stima e dell’amore”.
Nadia Massa
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Capitolo Dodicesimo
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al sacerdozio.
La Dottrina Sociale è, infatti, un efficace strumento di dialogo
e collaborazione.
I fedeli laici devono fortificare la loro vita spirituale e morale
maturando le competenze richieste per lo svolgimento dei propri
doveri sociali. La presenza del fedele laico in campo sociale è
caratterizzata dal servizio, segno ed espressione della carità:
il servizio alla persona umana (dignità come inviolabile diritto
alla vita, come riconoscimento della dimensione religiosa; diritto
alla libertà di coscienza e alla libertà religiosa ed impegno a
difendere il matrimonio e la famiglia), il servizio alla cultura
(dimensione etica della cultura; impegno per l’educazione e
la formazione; questione essenziale della verità) il servizio
all’economia (dignità dell’uomo e dei popoli; le legittime
esigenze dell’efficienza economica armonizzate con quelle della
partecipazione politica e della giustizia sociale), il servizio alla
politica.
L’impegno politico dei cattolici è spesso messo in relazione
alla laicità, ossia la distinzione tra la sfera politica e quella
religiosa. Tale distinzione “è un valore acquisito e riconosciuto
dalla Chiesa e appartiene al patrimonio di civiltà che è stato
raggiunto”. La dottrina morale cattolica, tuttavia, esclude
nettamente la prospettiva di una laicità intesa come autonomia
dalla legge morale: «La “laicità”, infatti, indica in primo luogo
l’atteggiamento di chi rispetta le verità che scaturiscono dalla
conoscenza naturale sull’uomo che vive in società, anche se
tali verità siano nello stesso tempo insegnate da una religione
specifica, poiché la verità è una».
Cercare sinceramente la verità, promuovere e difendere con
mezzi leciti le verità morali riguardanti la vita sociale – la
giustizia, la libertà, il rispetto della vita e degli altri diritti della
persona – è diritto e dovere di tutti i membri di una comunità
sociale e politica.
Simonetta Saveri
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Conclusione
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Il mondo non resta chiuso in sé stesso, ma è aperto al Regno di
Dio. La speranza cristiana imprime un grande slancio all’impegno
in campo sociale, infondendo fiducia nella possibilità di costruire
un mondo migliore.
Si arriva, così, alla terza pista: quella della carità, che dà il
nome alle conclusioni: “Costruire la «civiltà dell’amore»”.
E qui il Compendio fa un piccolo riassunto: “Finalità immediata
della Dottrina Sociale è quella di proporre i principi e i valori
che possono sorreggere una società degna dell’uomo. Tra questi
principi, quello della solidarietà in qualche misura comprende
tutti gli altri: esso costituisce «uno dei principi basilari della
concezione cristiana dell’organizzazione sociale e politica»”.
Tale principio viene illuminato dal primato della carità che è il
segno distintivo dei discepoli di Cristo: il comportamento della
persona è pienamente umano quando nasce dall’amore, manifesta
l’amore ed è ordinato all’amore. Il Compendio ricorda che l’amore
deve essere presente e penetrare tutti i rapporti sociali. Non
solo. Bisogna anche rivalutare l’amore nella vita sociale – a livello
politico, economico, culturale – facendone la norma costante e
suprema dell’agire. Infatti, il cristiano sa che l’amore è il motivo
per cui Dio entra in rapporto con l’uomo. Il Compendio sottolinea,
infine, che “solo la carità può cambiare completamente l’uomo”.
E lo fa non con una spiritualità disincarnata, ma calata nella
realtà terrena.
Il testo conclude con una citazione di S. Teresa del Bambino
Gesù: “Alla sera di questa vita comparirò davanti a Te con le
mani vuote; infatti non ti chiedo, o Signore, di tener conto delle
mie opere. Tutte le nostre giustizie non sono senza macchie ai
tuoi occhi. Voglio perciò rivestirmi della tua giustizia e ricevere
dal tuo amore l’eterno possesso di te stesso”.
Con questo gli articoli del “Gruppo Giovani-Adulti” del Centro
San Matteo giungono al termine. Speriamo di avere fatto cosa
gradita presentando il Compendio della Dottrina Sociale della
Chiesa e di aver fatto venire la voglia a qualcuno di leggerlo,
perché merita!
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Indice
Prefazione
AlbertoTanasini pag. 3
Vescovo Delegato della C.E.L. per la Pastorale Giovanile
Introduzione
Un umanesimo integrale e solidale pag. 5
Simonetta Saveri
Parte Prima
• Capitolo Primo
Il disegno di Amore di Dio per l’umanità pag. 6
Maria Giulia Grondona
• Capitolo Secondo
Missione della Chiesa e Dottrina Sociale pag. 8
Nadia Massa
• Capitolo Terzo
La persona umana e i suoi diritti pag. 10
Stefano e Enrica Lozza
• Capitolo Quarto
I principi della Dottrina Sociale della Chiesa pag. 12
Matilde Tarditi
Parte Seconda
• Capitolo Quinto
La famiglia cellula vitale della società pag. 14
Teresa Finelli e Enrica Mezzani
• Capitolo Sesto
Il lavoro umano pag. 16
Enrica Avena e Sauro Donati
• Capitolo Settimo
La vita economica pag. 18
Aldo Canepa e Federica De Guglielmi
• Capitolo Ottavo
La comunità politica pag. 20
Maurizio Casalegno
• Capitolo Nono
La comunità internazionale pag. 22
Federica Gallamini
• Capitolo Decimo
Salvaguardare l’ambiente pag. 24
Stefano Lozza
• Capitolo Undicesimo
Promuovere la pace pag. 25
Nadia Massa
• Capitolo Dodicesimo
pag. 27
Dottrina Sociale e azione ecclesiale
Simonetta Saveri
Conclusione
Per una civiltà dell’amore pag. 29
Don Guido Gallese