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 I – 45-604

Osteotomie maxillomandibolari:
tecniche chirurgiche e principali
indicazioni
R. Nicot, J. Ferri

Riassunto: Le osteotomie maxillomandibolari permettono di ripristinare chirurgicamente


le proporzioni facciali ideali in un ambito morfofunzionale. Molte situazioni possono por-
tare alla loro realizzazione, come la correzione di una dismorfosi dento-maxillo-facciale
legata a un disturbo della crescita o facente parte di una patologia malformativa conge-
nita come una labioschisi, il trattamento chirurgico delle sindrome delle apnee-ipopnee
ostruttive del sonno, il piano di trattamento di una riabilitazione protesica complessa
o ancora la gestione di un’anomalia morfologica. Questa chirurgia ortognatica fa il
più delle volte parte di un piano di trattamento ortodonticochirurgico, in cui il chi-
rurgo lavora in stretta collaborazione con un ortodontista. Il suo successo dipende dalla
buona conoscenza delle indicazioni, dalla padronanza di tutte le tecniche chirurgiche,
nonché dall’esperienza dell’operatore. In questo capitolo sono dettagliate le modalità
perioperatorie e le principali tecniche di osteotomia maxillomandibolare.
© 2022 Elsevier Masson SAS. Tutti i diritti riservati.

Parole chiave: Chirurgia ortognatica; Osteotomie maxillomandibolari;


Osteotomia di Le Fort I; Osteotomia sagittale bilaterale di mandibola; Genioplastica

Struttura dell’articolo ■ Conclusioni 13

■ Introduzione 1
■ Fasi preparatorie alla chirurgia ortognatica
Piano di trattamento ortodonticochirurgico
2
2
 Introduzione
Consulenze prechirurgiche 2
Informazioni preoperatorie 2 La chirurgia ortognatica, con “orto” che significa
“norma” e “gnathos” che significa “mascella”, consiste
■ Modalità perioperatorie 3 nel ripristinare chirurgicamente le proporzioni maxil-
Installazione del paziente in sala operatoria 3 lomandibolari ideali. Per fare ciò, si tratta di eseguire
Sequele operatorie 3 delle osteotomie maxillomandibolari volte a correggere
Complicanze 3 delle anomalie nei tre piani dello spazio. Molte situazioni
■ Osteotomie mascellari 4 possono portare all’esecuzione di un’osteotomia maxillo-
Osteotomie di Le Fort I 4 mandibolare, andando dalla correzione di una dismorfosi
Distrazione mascellare chirurgicamente assistita 6 dento-maxillo-facciale legata a un disturbo di crescita alla
Osteotomie di Le Fort II 7 gestione di una patologia malformativa congenita come
Osteotomie di Le Fort III 7 la labiopalatoschisi.
■ Osteotomie mandibolari 7 Questa chirurgia fa il più delle volte parte di un piano
Osteotomie sagittali 7 di trattamento ortodonticochirurgico in cui il chirurgo
Osteotomie sopraspigiane 9 lavora in stretta collaborazione con un ortodontista. Di
Osteotomie retrospigiane 10 solito questo piano di trattamento prevede una fase orto-
Osteotomie subapicali 10 dontica prechirurgica che consente la preparazione delle
Disgiunzione mediana e distrazione mandibolare arcate dentarie alla chirurgia ortognatica, mentre il tratta-
sinfisaria 12 mento ortodontico postchirurgico mira a perfezionare il
risultato occlusale.
■ Genioplastiche 12
Il successo della chirurgia ortognatica dipende dalla
Genioplastiche “convenzionali” 12
buona collaborazione tra l’ortodontista e il chirurgo,
“Chin wing osteotomy” 13
dalla padronanza delle indicazioni e di tutte le tecniche

EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica 1


Volume 20 > n◦ 1 > marzo 2022
http://dx.doi.org/10.1016/S1769-6704(21)46076-6
I – 45-604  Osteotomie maxillomandibolari: tecniche chirurgiche e principali indicazioni

chirurgiche nonché dall’esperienza dell’operatore. In que- Una volta decisa l’organizzazione del piano di trat-
sto capitolo sono dettagliate le modalità perioperatorie e tamento ortodonticochirurgico, sono necessarie diverse
le principali tecniche di osteotomia maxillomandibolare. consulenze prechirurgiche per valutare l’andamento del
trattamento ortodontico prechirurgico, far coincidere gli
elementi dell’analisi clinica e della valutazione cefalome-
 Fasi preparatorie alla trica con i desideri del paziente e discutere le modalità
precise della procedura operatoria, le conseguenze posto-
chirurgia ortognatica peratorie e le potenziali complicanze.
Una consulenza prechirurgica definitiva con calchi di
Piano di trattamento studio e una valutazione recente teleradiografica sono
essenziali per:
ortodonticochirurgico • verificare che la preparazione ortodontica sia compa-
Diverse motivazioni possono portare un paziente a tibile con lo svolgimento della fase chirurgica. Questo
consultare un medico per considerare una chirurgia orto- si verifica ponendo i calchi di studio delle due arcate
gnatica. Nella maggior parte dei casi si tratta di correggere dentarie in intercuspidia massima, con la sufficiente
una dismorfosi dento-maxillo-facciale conseguente a un decompensazione degli assi incisivi, il livellamento
disturbo della crescita delle mascelle. Viene quindi il delle arcate dentarie, il centraggio dei punti interinci-
più delle volte indirizzato da un ortodontista per con- sivi e la normalizzazione della chiusura dei canini in
sentire la correzione stabile della malocclusione [1] . Il posizione funzionale e avendo cura che la dimensione
paziente può anche consultare il medico nell’ambito della trasversale sia compatibile con una chirurgia monofase;
gestione curativa di una sindrome delle apnee-ipopnee • verificare la posizione di neutralità ortodontica con
ostruttive del sonno [2] , nel trattamento multimodale delle arcate in acciaio, rettangolari, passive nei tre piani
di alcune disfunzioni temporomandibolari [3] o anche dello spazio, dotate di staffe clippate o saldate che con-
nell’ambito di una richiesta morfologica [4] . Questo inter- sentano il blocco maxillomandibolare intraoperatorio;
vento può anche fare parte del piano di trattamento e • scattare fotografie intraorali ed extraorali preoperatorie.
di una riabilitazione protesica complessa. Infine, la chi- A volte è possibile realizzare compromessi ortodontici a
rurgia maxillomandibolare può essere una delle fasi della seconda dell’entità della dismorfosi e della compliance del
gestione di una malformazione facciale, come una schisi paziente. Va ricordato che, in senso sagittale, l’entità della
labiomaxillopalatina [5] o essere una delle fasi della chirur- correzione chirurgica è direttamente correlata all’entità
gia di femminilizzazione/mascolinizzazione del volto [6] . della decompensazione dei settori incisivi. Idealmente, il
Queste procedure fanno parte, a eccezione delle lavoro dell’ortodontista mira a ripristinare una posizione
genioplastiche isolate, di un piano di trattamento orto- neutra degli assi incisivi. Per quanto riguarda la curva
donticochirurgico che mira a ripristinare un’occlusione di Spee, può essere necessario tollerare un livellamento
dentaria e delle funzioni mandibolari ottimali, garan- incompleto della curva di Spee in pazienti di classe II
tendo una migliore armonia facciale, con una stabilità dei divisione 2 al fine di aumentare la dimensione verticale
risultati a lungo termine. In questo piano di trattamento, anteriore garantendo una classe I dei canini. In questo
l’ortodontista e il chirurgo si coordinano per livellare il caso, le malocclusioni laterali vengono corrette ortodon-
piano di occlusione, rimuovere le compensazioni alveo- ticamente dopo l’intervento.
lodentarie e correggere l’incongruenza interarcata. Una
stretta collaborazione è quindi essenziale per il successo
di questo progetto. Informazioni preoperatorie
Nella stragrande maggioranza dei casi, l’approccio
“classico” richiede un trattamento ortodontico prima Le informazioni preoperatorie sono essenziali e mirano
dell’intervento [1] . Questa fase ortodontica permetterà a spiegare al paziente le modalità perioperatorie e le poten-
di normalizzare la posizione dei denti su ciascuna delle ziali complicanze.
arcate, indipendentemente dalla posizione maxilloman- Si inizia spiegando che lo scopo dell’intervento è quello
dibolare, consentendo all’ortodontista di ripristinare il di modificare le proporzioni delle mascelle al fine di
reale divario tra le arcate e al chirurgo di correggerlo ripristinare delle proporzioni ottimali, compatibili con
mobilizzando le mascelle per ritrovare dei contatti odon- un’occlusione dentaria soddisfacente e stabile a lungo ter-
toiatrici ottimali. Seguirà una fase ortodontica finale per mine, che garantisca nel contempo un’armonia facciale
perfezionare il risultato occlusivo. I grandi deficit tra- ottimale. Si spiega che l’operazione viene eseguita per via
sversali sono un’eccezione a questa organizzazione di intraorale e che non sarà visibile alcuna cicatrice esterna.
gestione e includono una fase chirurgica aggiuntiva nella Vengono messe alcune placche in titanio per aiutare a
fase iniziale di questo piano di trattamento ortodontico- mantenere le mascelle nella posizione desiderata durante
chirurgico al fine di ottenere una distrazione mascellare il periodo di consolidamento osseo che va da 6 settimane
chirurgicamente assistita quando la mascella presenta un a 2 mesi.
deficit maggiore di 5 o 6 mm o una disgiunzione mediana Si precisa che l’intervento chirurgico impone (salvo casi
con distrazione sinfisaria mandibolare quando il deficit particolari o protocollo di chirurgia primaria) una preven-
trasversale è situato nella mandibola [7] . In un numero tiva gestione ortodontica consentendo di modificare gli
più limitato di casi e per alcune equipe, un approccio assi dentari al fine di ripristinare i reali divari scheletrici e
alternativo prevede dapprima una chirurgia ortognatica di ottenere un’occlusione stabile durante l’intervento.
(surgery first) prima di qualsiasi fase ortodontica per otte- Va spiegato al paziente e al suo entourage che le
nere il livellamento e la decompensazione delle arcate classiche conseguenze dell’operazione possono essere
dentarie [8] . impressionanti, segnate principalmente da un edema fac-
ciale significativo concentrato nel terzo medio e nel
terzo inferiore del viso e che regredisce gradualmente
Consulenze prechirurgiche 3 settimane dopo l’intervento. Può anche verificarsi
un’ipoestesia nell’area infraorbitaria e nell’area labiomen-
Fin dalla prima visita, il chirurgo valuta, mediante toniera, che regredisce nell’arco di diverse settimane.
esame obiettivo, analisi dei calchi di studio e valuta- L’ipoestesia labiomentoniera può richiedere un tempo di
zione teleradiografica, l’indicazione e la collocazione della recupero più lungo. L’intervento è, inoltre, poco doloroso,
chirurgia ortognatica nel piano di trattamento ortodonti- ma è, d’altro canto, molto restrittivo, dato l’edema fac-
cochirurgico. Questo piano viene quindi convalidato con ciale e la realizzazione di un blocco maxillomandibolare
l’ortodontista che monitora il paziente. continuo eseguito nel postoperatorio da molti operatori.

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Gli operatori che eseguono un blocco maxilloman- Alcune cannule nasofaringee possono essere posizio-
dibolare continuo postoperatorio devono informare il nate per ottimizzare il controllo del tratto aerodigestivo
paziente del risveglio della mandibola bloccata e della superiore quando è stata eseguita un’osteotomia di Le
durata di questo blocco continuo. Viene utilizzato un Fort I e poi vengono rimosse il giorno dopo l’intervento.
blocco maxillomandibolare della durata di 7-15 giorni Anche i drenaggi aspirativi, non sistematici e in fun-
per consolidare l’assetto intraoperatorio, per garantire zione delle equipe, vengono rimossi il giorno dopo
un’articolazione dentaria ottimale e con un obiettivo l’operazione.
propriocettivo. Esso è spesso seguito da un blocco maxil- La dieta è rigorosamente liquida, integrata con supple-
lomandibolare discontinuo durante la notte e prima dei menti nutrizionali orali quando viene eseguito un blocco
pasti. maxillomandibolare continuo nel postoperatorio. In caso
Va inoltre precisato che l’alimentazione sarà esclusiva- contrario, o quando il blocco maxillomandibolare viene
mente liquida durante il periodo di blocco maxilloman- rimosso, il paziente si nutre di alimenti morbidi per tutto
dibolare continuo, poi soffice durante il periodo di blocco il periodo di consolidamento dell’osso.
maxillomandibolare discontinuo. In ogni caso, è impera- In caso di blocco maxillomandibolare, al ritorno nella
tivo evitare qualsiasi alimento duro da masticare durante stanza si deve ricordare al paziente come rimuovere il
il periodo di consolidamento delle ossa per evitare lo svi- blocco in caso di vomito o di difficoltà respiratorie.
luppo di disturbi articolari dentari secondari. La durata della degenza ospedaliera è di circa 24 ore
È essenziale insistere sui cambiamenti morfologici pre- per una distrazione mascellare chirurgicamente assi-
vedibili. Infatti, se questi cambiamenti sono ricercati da stita o una distrazione sinfisaria mandibolare, di 48 ore
molti pazienti, a volte possono modificare notevolmente per un’osteotomia mandibolare sagittale bilaterale o
le proporzioni facciali esponendo l’identità del paziente al un’osteotomia di Le Fort I e di 48-72 ore per un’osteotomia
rischio di scompensare una dismorfofobia. Questi cambia- maxillomandibolare. Le genioplastiche isolate devono
menti sono più importanti quando si tratta di correggere essere monitorate per una notte, dato il potenziale rischio
una dismorfosi iperdivergente. Inoltre, potrebbero esserci di ostruzione delle vie aerodigestive in caso di ematoma
cambiamenti significativi nella piramide nasale a seguito postoperatorio.
di un’osteotomia di Le Fort I, in particolare in caso di In tutti i casi, è indispensabile un controllo radiografico
occlusione mascellare. postoperatorio prima della dimissione del paziente per
Si sottolinea la necessità di un regolare follow-up controllare l’assetto chirurgico e consentire il follow-up.
ortodontico postoperatorio rientrante nel trattamento Viene quindi eseguita una radiografia dentaria pano-
ortodontico finale al fine di perfezionare l’occlusione den- ramica associata a una faccia inferiore. Un cone-beam
taria. Questo va da 6 settimane a 2 mesi postoperatori. postoperatorio è una possibile alternativa nei centri che
Infine, vengono fornite informazioni sulle rare poten- dispongono di questo materiale.
ziali complicanze specifiche della chirurgia ortognatica In generale, sono raccomandati un evitamento socio-
(dettagliate di seguito). professionale di circa 1 mese, data l’importanza di questi
sintomi postoperatori e, se è il caso, un blocco maxillo-
mandibolare continuo per alcuni giorni. Anche le attività
 Modalità perioperatorie sportive a rischio di shock facciale sono controindicate
durante l’intero periodo di consolidamento osseo.
Installazione del paziente in sala
operatoria Complicanze
Le osteotomie maxillomandibolari vengono eseguite in
anestesia generale in sala operatoria. Le complicanze della chirurgia ortognatica sono rela-
Il paziente è posto in posizione supina, con le braccia tivamente rare. Alcune possono comunque essere serie,
ai lati del corpo e la testa in posizione neutra. soprattutto dopo un intervento chirurgico mascellare [9] .
L’intubazione è nasotracheale, utilizzando una sonda
armata preformata, che consente in questo modo il Complicanze comuni delle osteotomie
controllo intraoperatorio dell’occlusione dentaria. Alcuni Sanguinamento e infezioni sono la prerogativa di qual-
autori descrivono l’esecuzione di una rinoplastica asso- siasi intervento chirurgico. Fortunatamente, sono poco
ciata contemporaneamente all’operazione. In questo frequenti. Le infezioni possono verificarsi a causa di
caso, può essere necessario eseguire un’intubazione sot- lesioni dentarie traumatiche o a causa di un disturbo
tomentoniera per consentire il controllo dell’occlusione occlusivo che genera stress sul focolaio di frattura [10] .
dentaria lasciando libere le aperture nasali. Sono possibili lesioni dentarie. Possono manifestarsi
Una volta che l’equipe di anestesia è stata formata, sotto forma di discromie dentarie, principalmente nella
possono essere eseguiti dei blocchi anestetici dei nervi zona degli incisivi, costituendo un segno di sofferenza
infraorbitari e mandibolari che ridurranno il consumo di dentaria senza traumi diretti. In questo caso, il monitorag-
anestetici intraoperatori. gio è la regola con il recupero nella maggior parte dei casi.
Idealmente si posizionano un tavolo per strumenti chi- In assenza di recupero tardivo, è necessaria la gestione
rurgici rimovibile o un tavolo a ponte per poter fissare il endodontica. L’insorgenza di una mortificazione dentaria
motore chirurgico, la sega oscillante o il bisturi piezoelet- è principalmente legata a un trauma apicale diretto. Sono
trico. rare ma la loro incidenza è maggiore nel caso di distrazioni
Vengono eseguiti una disinfezione mucocutanea cervi- mascellari chirurgicamente assistite, di distrazioni mandi-
cofacciale e il posizionamento di un telo sterile per esporre bolari o di osteotomie segmentarie, data la vicinanza delle
l’intero viso, nonché la mobilizzazione intraoperatoria linee osteotomiche alle strutture dentarie. La necrosi seg-
della cerniera occipitocervicale. mentaria è eccezionale, riscontrata principalmente nelle
L’operatore si posiziona alla testa, lateralmente, con osteotomie segmentarie.
davanti a sé un assistente e, se necessario, un secondo I disturbi sensitivi sono generalmente transitori ma
assistente posizionato al vertice del paziente. possono persistere in rari casi, principalmente a livello
labiomentoniero, generando disestesie, iperpatie e allo-
dinie di gestione complessa.
Sequele operatorie Sono possibili ritardi di consolidamento e pseudoar-
Un sondino nasogastrico in aspirazione dolce aiuta trosi. Sono eccezionali a livello mascellare e rari a livello
a controllare la nausea/il vomito postoperatori e viene mandibolare. Si verificano più facilmente quando ci sono
rimosso la sera stessa dopo un clamp test. un disturbo occlusivo, un’infezione dentaria cronica, per

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esempio, legata a una lesione dentaria traumatica passata La sezione del nervo alveolare inferiore, principalmente
inosservata o nel contesto di grandi avanzamenti mandi- al momento della sezione ossea o durante il clivaggio in
bolari dovuti alla ridotta superficie di contatto tra i pallori caso di posizione sfavorevole [15] . In questo caso, è con-
ossei. sigliabile eseguirne la sutura per favorirne il recupero. La
Lo sblocco è possibile, legato a una mancanza di solidità sutura può essere difficile, date l’esposizione e la necessità
del blocco intraoperatorio o a un mancato rispetto delle di segare l’osso a livello del canale dentario quando si è
regole perioperatorie da parte del paziente. verificata una lesione nervosa al momento della sezione
Dismorfofobia: questa è una complicanza comune di ossea, che impedisce la visualizzazione della porzione
qualsiasi procedura di chirurgia ortognatica. È impor- distale del nervo.
tante valutare adeguatamente la motivazione del paziente L’ematoma del pavimento orale è una complicanza clas-
e identificare i profili a rischio. Si manifesta facilmente sica, soprattutto nelle genioplastiche isolate dove può
a seguito di profondi cambiamenti nelle basi ossee, per causare un’ostruzione del tratto aerodigestivo superiore.
esempio, nel contesto di dismorfosi iperdivergenti con Anche se estremamente rara, questa complicanza giusti-
sorriso gengivale in un paziente adulto. fica il monitoraggio ospedaliero nelle prime 24 ore dopo
una genioplastica.
Le complicanze specifiche successive sono contras-
Complicanze specifiche delle osteotomie segnate dal verificarsi di riassorbimenti condiloidei
mascellari postoperatori [16] o di disfunzioni temporomandibolari,
principalmente per disordini temporomandibolari interni
La frattura irradiata alla base del cranio è senza dubbio
come uno spostamento del disco [17] . I riassorbimenti
la complicanza più grave e temuta in chirurgia orto-
condiloidei sono a esordio progressivo, generando un
gnatica [9] . Fortunatamente è eccezionale e si verifica al
peggioramento del risultato manifestato principalmente
momento della disgiunzione pterigomascellare, soprat-
dalla comparsa di una malocclusione anteriore associata
tutto se la linea dell’osteotomia è incompleta nella parte
a una retrocessione mandibolare. Esistono fattori pre-
posteriore del mascellare. Le manifestazioni cliniche sono
disponenti a questa complicanza, i principali dei quali
diverse; rinoliquorrea e/o sindrome meningea con rischio
sono il sesso femminile, la giovane età, le dismor-
di meningite da germi incapsulati, paralisi oculomotoria,
fosi di classe II spesso iperdivergenti e l’importanza
fistola carotidocavernosa, amaurosi e così via.
del movimento in avanti e della rotazione in senso
Il sanguinamento è un’altra complicanza temibile delle
antiorario per correggere intraoperatoriamente la dismor-
osteotomie mascellari, per lesione intraoperatoria dei vasi
fosi. È probabile che ci siano anche dei fattori genetici
mascellari o palatini posteriori [11] . Se è abbastanza facil-
predisponenti [16] . Il problema delle disfunzioni tempo-
mente controllabile intraoperatoriamente, in particolare
romandibolari è più complesso. La chirurgia ortognatica
grazie all’ipotensione controllata applicata dall’equipe
ha dimostrato la sua efficacia nella gestione di alcune
anestetica [12] , può ricomparire a distanza (a partire dal
giorno 7-giorno 10) sotto forma di un’emorragia catacli- disfunzioni temporomandibolari preesistenti [3] . È invece
smica nel contesto di una caduta di escara. Può quindi responsabile della comparsa di disfunzioni temporoman-
richiedere l’embolizzazione selettiva dei vasi mascellari. dibolari indotte [3, 17] . Molti fattori sono coinvolti nella
Eccezionali sono le lesioni delle vie lacrimali, riscon- genesi di questa malattia, oggi difficile da prevenire. In
trate principalmente nell’ambito delle osteotomie di Le ogni caso, la valutazione va fatta oltre 1 anno, poiché la
Fort I modificate o delle osteotomie di Le Fort II. situazione articolare è progressiva e adattativa prima di
Le modifiche alla piramide nasale sono compli- tale termine.
canze classiche, specialmente quando è stata eseguita
un’occlusione mascellare durante l’intervento [13] . Può
trattarsi di una deviazione o di una deformità del setto,  Osteotomie mascellari
di un allargamento della base del naso o ancora della
comparsa di un insellamento. Sono possibili molte misure Osteotomie di Le Fort I
preventive e queste anomalie possono essere facilmente
corrette in un secondo tempo. L’osteotomia Le Fort I è una delle tecniche chirurgiche
di base in chirurgia ortognatica. Fu inizialmente immagi-
nata da Wassmund e Schuchardt: Wassmund discusse nel
Complicanze specifiche delle osteotomie 1927 la tecnica di mobilizzazione della mascella ma que-
mandibolari e delle genioplastiche sta non includeva la disgiunzione pterigomascellare [18] ,
poi Schuchardt riportò la prima osteotomia di avanza-
A livello mandibolare, la complicanza intraoperatoria mento mascellare nel 1942 comprendente la separazione
più temuta è senza dubbio l’insorgere di una frattura dei processi pterigoidei con down fracture dopo un tenta-
irradiata (bad split) [14] . Ciò si verifica al momento del cli- tivo infruttuoso senza disgiunzione pterigomascellare [19] .
vaggio, principalmente quando la linea dell’osteotomia è Fu poi democratizzata da Bell nel 1975 [20] e poi da Schen-
incompleta o in situazioni anatomiche sfavorevoli come del nel 1976 [21] . Da allora sono state descritte molte
un osso molto corticalizzato o la presenza di un dente del varianti della tecnica “classica”. A partire dagli anni  80, il
giudizio incluso. continuo perfezionamento della procedura di osteotomia
La frattura irradiata può interessare solo la porzione di Le Fort I si è concentrato sulle tecniche per migliorare
esterna. In questo caso, parte della corticale esterna (il più la stabilità postoperatoria [22] . Gli ultimi 20 anni sono stati
delle volte, la corticale esterna del ramo orizzontale) si segnati principalmente dallo sviluppo della pianificazione
stacca dal resto della mandibola e richiede l’adattamento virtuale [23] .
dell’osteostintesi attraverso un’osteosintesi rigida. Può Le fasi principali di questa osteotomia sono descritte di
concentrarsi sulla corticale retromolare interna e ostaco- seguito.
lare la realizzazione di un’osteosintesi bicorticale con viti
retromolari.
Nei casi meno favorevoli, la frattura irradiata può essere
Fase 1: accesso chirurgico intraorale
anche bicorticale, estendendosi alla regione retromolare L’operazione inizia con l’infiltrazione sottoperiostale
che lascia il trigono retromolare solidale con il ramo di un anestetico locale contenente un vasocostrittore
ascendente oppure al ramo ascendente e al condilo. In (adrenalina 1:100 000) 10 minuti prima dell’incisione.
questo caso, la fissazione interna è più complessa e può L’accesso viene realizzato attraverso un’incisione della

richiedere un accesso complementare o un prolunga- mucosa vestibolare con bisturi a lama n 15, 5 mm sopra
mento del blocco maxillomandibolare. la gengiva aderente ed estesa dalla numerazione dentaria

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Osteotomie maxillomandibolari: tecniche chirurgiche e principali indicazioni  I – 45-604

Figura 1. Accesso di Le Fort I tramite incisione vestibolare Figura 2. Esposizione di tutte le ossa mascellari durante
mucoperiostale dalla posizione 14 alla 24. l’osteotomia di Le Fort I.

14 alla 24 (Fig. 1). Una volta eseguita questa incisione, la La linea di osteotomia viene quindi completata utiliz-
lama del bisturi viene riorientata più tangenzialmente alla zando degli osteotomi a pressione. Un piccolo osteotomo
mucosa e l’operatore esegue un’incisione a tutto spessore dritto e rigido completa la sezione del setto intersinu-
fino al periostio. Ciò salva il più possibile i muscoli perina- sale mentre un osteotomo rigido curvo completa il tratto
sali. La dissecazione continua poi sottoperiostalmente con posterolaterale. Infine, un osteotomo a “coda di rondine”
l’aiuto di un raschietto in modo da esporre tutte le ossa taglia idealmente il setto nasale dal suo piede di setto,
mascellari. Lateralmente, l’operatore espone l’arco maxil- dalla parte anteriore a quella posteriore. È dunque possi-
lozigomatico davanti per ogni lato, avendo cura di esporre bile abbassare leggermente l’infrastruttura mascellare per
in basso gli apici dentari, e completa la dissecazione fino visualizzare la parete posteriore delle ossa mascellari e
alla fessura pterigomascellare indietro in modo da posizio- completare la linea dell’osteotomia, se necessario, utiliz-
nare una lama malleabile a protezione dei tessuti molli. zando un osteotomo a pressione.
Le emergenze dei nervi sotto-orbitari vengono identifi- La fine dell’osteotomia consiste poi nell’eseguire la
cate nella parte alta delle ossa mascellari. Medialmente, disgiunzione pterigomascellare posizionando un distrat-
la dissecazione prosegue a livello della piramide nasale tore di Tessier a livello del manubrio maxillozigomatico
dove l’operatore solleverà delicatamente la mucosa delle e un dito a livello della faccia palatina del premascellare
fosse nasali dal bordo anteriore dell’orifizio piriforme. in modo da consentire una frattura-disgiunzione diretta.
Questa dissecazione si estende in profondità al pavimento Questa fase può essere eseguita anche utilizzando un
della cavità nasale, lateralmente alla parete intersinusale osteotomo curvo, ma eseguendo l’osteotomia senza con-
e medialmente al setto nasale. A questo livello, la disse- trollo visivo.
cazione è particolarmente prudente per evitare una per- L’abbassamento delle mascelle deve poi essere effet-
forazione o una lacerazione delle cavità nasali. È quindi tuato sotto controllo visivo per evitare una frattura
necessario effettuare piccoli movimenti rotatori con il irradiata alla base del cranio. I peduncoli pterigo-
raschietto per poter staccare adeguatamente le fosse nasali palatini possono essere visualizzati. A questo punto,
in corrispondenza della giunzione tra il pavimento delle l’infrastruttura mascellare è disgiunta dalla base del cranio
fosse nasali e il setto plantare, zona in cui si verificano e può essere mobilizzata in tutte le direzioni dello spa-
preferibilmente le lacerazioni durante l’abbassamento zio. A volte è necessario posizionare delle pinze di Rowe e
dell’infrastruttura mascellare. Una volta staccate le cavità Killey per mobilizzare meglio l’infrastruttura mascellare,
nasali, viene posizionata una lama malleabile in ciascun specialmente se vi sono grandi retromascellari o quando
orifizio piriforme per reclinare le cavità nasali e proteg- esiste una significativa retrazione dei tessuti molli come
gerle durante la fase di osteotomia. In questa fase, è nelle sequele di schisi. Quando è necessaria un’occlusione
visibile l’intera superficie anteriore delle mascelle, espo- mascellare, il chirurgo esegue una sezione aggiuntiva sulla
sta mediante due lame malleabili a livello delle due arcate parte dell’osso mascellare fissa, che rimane solidale con il
maxillozigomatiche e due lame a livello degli orifizi piri- resto del viso. Nella sua forma più estrema, questo impat-
formi e grazie all’assistente dell’operatore che tira verso tamento può interessare tutte le pareti laterali e anteriori
l’alto il labbro superiore e i tessuti molli utilizzando due delle ossa mascellari in una sola fase, costituendo una
retrattori di Dautrey posizionati sotto il periostio da una cosiddetta osteotomia a “ferro di cavallo” [24] .
parte all’altra di ciascun orifizio piriforme (Fig. 2). Esistono molte varianti della linea osteotomica “clas-
sica”, principalmente con lo scopo di associare i
Fase 2: osteotomie mascellari movimenti mascellari a un effetto sulla piramide nasale e
al fine di aumentare la stabilità dell’infrastruttura mascel-
Questa fase mira a separare l’infrastruttura della
lare mobilizzata [25] .
mascella includendo la porzione dentata del resto delle
In questi casi, l’emergenza dei nervi sotto-orbitari è il
ossa mascellari. L’osteotomia può essere eseguita con una
principale ostacolo anatomico e i disegni di queste linee
fresa rotante o una sega oscillante oppure un bisturi
di osteotomia modificate sono principalmente destinati
piezoelettrico. La linea “classica” inizia lateralmente al
a far eseguire osteotomie “alte” evitando lesioni ai nervi
manubrio maxillozigomatico, al di sopra degli apici den-
sotto-orbitari. Dal momento che i disegni di queste osteo-
tari, e prosegue fino alle cavità nasali. È quindi obliqua tomie sono geometricamente più tecnici, è preferibile
da laterale a mediale, dal basso verso l’alto. La sezione utilizzare un bisturi piezoelettrico per eseguirli.
passa quindi attraverso il seno mascellare recidendone
la parete laterale, con la sua parete anteriore e la sua
parete mediale che costituiscono il setto intersinusona-
sale. Anche la parete posteriore del seno deve essere recisa
Fase 3: gesti aggiuntivi
per evitare una frattura irradiata durante la down fracture. Prima di eseguire l’osteosintesi, possono essere neces-
Tuttavia, la sua sezione è incostante durante questa fase sari alcuni gesti aggiuntivi a seconda del piano di
iniziale e dipende dalla morfologia delle ossa mascellari, trattamento e/o del movimento eseguito per correggere
nonché dal materiale utilizzato per eseguire la sezione. la dismorfosi.

EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica 5


I – 45-604  Osteotomie maxillomandibolari: tecniche chirurgiche e principali indicazioni

I terzi molari possono essere avulsi per via alta, se è


necessario. Questo aiuta a prevenire un’ulteriore incisione
della mucosa e il rischio di una potenziale comunicazione
orosinusale quando questi denti sono posti in alto. In
questo caso è spesso necessario eseguire un’alveolectomia
utilizzando una fresa e un raschiamento apicale superiore.
Attenzione, quando si esegue l’avulsione dei terzi molari
per via superiore, è necessaria cautela per non ledere la
regione apicale del 7◦ dente.
Sono possibili delle osteotomie segmentarie che con-
sentono la mobilizzazione di alcune parti dell’arcata
alveolodentaria. I punti essenziali di questa fase sono ese-
guire un’osteotomia verticale complementare partendo a
livello della linea di osteotomia mascellare nella regione
paranasale e raggiungendo l’osso alveolare tra canino e
incisivo laterale (o eventualmente tra canino e premo- Figura 3. Osteosintesi “classiche” dell’osteotomia di Le Fort I.
lare). L’osteotomia ha cura di evitare gli apici dentari
o una perforazione della fibromucosa palatina. Potrebbe
essere necessario tagliare l’arcata ortodontica per ottenere un’occlusione dentaria ottimale. L’osteosintesi viene ese-
il movimento desiderato. Ulteriori placche per osteosin- guita mediante miniplacche in titanio avvitate a livello
tesi sono necessarie per ottenere la stabilità dell’insieme e delle arcate maxillozigomatiche e a livello dei pilastri
queste sono posizionate parallelamente al piano occlusale canini. Placche a forma di L sono convenzionalmente uti-
tra i frammenti mascellari centrali e ciascuno dei fram- lizzate per evitare gli apici dentari, da un lato, e dall’altro
menti mascellari laterali. per recuperare le trabecole ossee dense una volta che le
Al fine di evitare difficoltà di posizionamento legate ossa mascellari sono state mobilizzate (Fig. 3).
all’interferenza ossea, l’infrastruttura mascellare deve
essere ripulita utilizzando una sgorbia che asporta le parti Fase 5: particolarità della chiusura
conflittuali del piede del setto e dei setti intersinusonasali.
La chiusura viene effettuata senza impostare dei Redon
Anche alcune misure di prevenzione delle sequele
aspirativi. Se necessario, è possibile una sutura dei muscoli
della piramide nasale devono essere prese in conside-
razione prima della fase di osteosintesi, in particolare perinasali. È particolarmente necessario reinserire la parte
quando è stato eseguito un movimento di occlusione anteriore del setto nasale alla spina nasale anteriore
del mascellare [13] . In questo caso, deve essere eseguita per evitare una deviazione settale secondaria. Un gesto
una settoplastica superiore, proporzionale all’occlusione di alar base cinch è ugualmente possibile per evitare
eseguita. Questa fase inizia con la ricerca della parte ante- l’impastamento nasale che si riscontra tradizionalmente
rocaudale della cartilagine del setto tra le due fosse nasali dopo una chiusura mascellare. In questo caso, il piede
e prosegue con la sua dissecazione mediante delle for- della cartilagine alare viene suturato su ciascun lato
bicine appuntite. La resezione deve essere proporzionale mediante un punto transosseo perinasale.
all’occlusione eseguita: una resezione troppo ampia por- La chiusura della via d’accesso viene successivamente
terebbe alla comparsa di un insellamento nasale mentre eseguita da davanti a dietro, consentendo una chiusura a
una resezione insufficiente porterebbe a un’ostruzione V-Y della parte centrale per modulare la lunghezza del lab-
nasale per deviazione o deformazione del setto nasale. bro superiore, poi prosegue mediante una sutura continua
La procedura termina con una sutura mediana con filo fino all’estremità laterale.
riassorbibile. È inoltre necessario eseguire l’osteoplastica
degli orifizi piriformi, anche in funzione dell’entità
dell’occlusione. Si tratta infatti di un gesto indispensabile Distrazione mascellare chirurgicamente
per il corretto funzionamento ventilatorio. Questo gesto assistita
può essere realizzato usando una grossa fresa rotonda o
una fresa a resina. Tuttavia, è prudente per non danneg- Si tratta di una procedura chirurgica che copre le
giare gli apici dentari incisivi. fasi principali di un’osteotomia di Le Fort I “classica”.
Infine, devono essere spiegate le procedure aggiun- Tuttavia, il suo scopo e il suo ruolo nel piano di
tive, menzionando la particolarità degli arretramenti del trattamento ortodonticochirurgico sono diversi. La distra-
mascellare. Sebbene questa osteotomia venga eseguita zione mascellare chirurgicamente assistita è indicata nella
raramente, ha delle indicazioni specifiche. Per ottenere gestione dei gravi deficit trasversali [7] . Infatti, è possibile
un arretramento del mascellare superiore, l’operatore eseguire una disgiunzione intermascellare durante una
deve necessariamente eseguire un’escissione della parte procedura di Le Fort I “classica” ma la mancanza di elasti-
inferiore dei processi pterigoidei [26] . In questo caso, cità della fibromucosa palatina non consente di ampliare
l’identificazione dei peduncoli pterigopalatini è un pas- l’infrastruttura mascellare di oltre 5-6 mm nella stessa fase
saggio essenziale per retrarli utilizzando una lama sottile operatoria. Pertanto, può essere necessario ricorrere nel
malleabile. Si tratta di una procedura tecnicamente diffi- piano di trattamento ortodonticochirurgico a una distra-
cile perché viene eseguita in un campo operatorio ristretto zione mascellare chirurgicamente assistita per correggere
con scarsa visibilità e richiede che l’operatore esegua la la dimensione trasversale insufficiente. Questa fase viene
resezione risparmiando i peduncoli pterigopalatini. generalmente eseguita all’inizio del trattamento ortodon-
ticochirurgico ed è seguita da un trattamento ortodontico
per preparare le arcate dentarie a una chirurgia ortognatica
Fase 4: osteosintesi del mascellare in un secondo tempo.
La fase di osteosintesi viene eseguita con o senza Le peculiarità di questa osteotomia sono le seguenti:
blocco maxillomandibolare a seconda del ruolo di que- • le prime fasi sono identiche a quelle di un’osteotomia
sta osteotomia nella gestione ortognatica complessiva. di Le Fort I “classica”. Idealmente, si consiglia di non
L’infrastruttura mascellare viene osteosintetizzata senza eseguire una down fracture e di abbassare l’infrastruttura
blocchi in caso di osteotomia bimascellare quando mascellare al minimo necessario alla realizzazione
l’osteotomia di Le Fort è preliminare all’osteotomia sagit- dell’osteotomia mediana (Fig. 4). La conservazione
tale di mandibola. L’osteosintesi viene eseguita dopo delle suture pterigomascellari evita la fase di osteosin-
blocco maxillomandibolare negli altri casi, per garantire tesi richiesta nelle osteotomie di Le Fort I “classiche”;

6 EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica


Osteotomie maxillomandibolari: tecniche chirurgiche e principali indicazioni  I – 45-604

• la linea di osteotomia parte dal manubrio maxil-


lozigomatico e circonda il forame infraorbitario per
risalire verticalmente “a scalino” fino al livello della
regione paralateronasale, lasciando fuori il forame
infraorbitario e il nervo sotto-orbitario. Il tratto può
dopo essere prolungato come un’osteotomia paranasale
identica a quella effettuata durante una rinoplastica evi-
tando le vie lacrimonasali oppure estendersi fino alla
rima infraorbitaria per proseguire a livello della fac-
cia anterointerna dell’orbita. L’osteotomia termina con
la sezione della radice nasale. L’utilizzo di un bisturi
piezoelettrico facilita notevolmente la realizzazione di
questa osteotomia, in particolare per la realizzazione
della parte paralateronasale e della radice del naso, evi-
tando in particolare la realizzazione di un’incisione
extraorale. Quando l’osteotomia di Le Fort II viene ese-
guita in monofase, è preferibile eseguire la disgiunzione
Figura 4. Disgiunzione intermascellare “classica”. pterigomascellare con l’osteotomo curvo rigido piutto-
sto che eseguire una frattura diretta come spiegato per
• la linea dell’osteotomia è mediale, contornante la spina l’osteotomia “classica” di Le Fort I, data la maggiore
nasale anteriore su entrambi i lati, in modo da creare difficoltà di mobilizzazione del blocco osteotomizzato.
una cosiddetta forma a “calice di champagne”, e ter- L’uso delle pinze di Rowe e Killey è spesso necessario
mina solitamente in posizione dentaria tra 11 e 21. per completare la frattura diretta. Tuttavia, è impor-
Sono possibili delle varianti. Quando si esegue questa tante controllare attentamente le linee dell’osteotomia
osteotomia, l’operatore posiziona un dito a livello della prima di utilizzare le Rowe e Killey per evitare una frat-
fibromucosa palatina per controllare la procedura di tura irradiata alla base del cranio, in particolare alla
osteotomia ed evitare una perforazione dannosa della lamina cribrosa dell’etmoide, legata alla realizzazione
fibromucosa palatina. L’osteotomia della regione inte- di un’osteotomia incompleta;
rincisiva deve essere mantenuta con cautela per evitare • è possibile eseguire l’osteotomia di due parti,
una lesione apicale. Può essere eseguita utilizzando un un’osteotomia di Le Fort I classica completata da
osteotomo flessibile sottile di tipo Schendel o utiliz- un’osteotomia di “Cottle” della piramide nasale [28] .
zando un bisturi piezoelettrico. Ciò consente di facilitare la procedura di osteotomia
Non è necessario eseguire un’osteosintesi. Vengono mascellare e di effettuare la correzione differen-
semplicemente praticati due fori su entrambi i lati della ziale delle ossa mascellari e della piramide nasale,
linea di osteotomia in corrispondenza dei pilastri canini ma d’altro canto complica la fase dell’osteosintesi.
per realizzare una sutura con filo riassorbibile o con filo Nell’ambito della correzione delle protrusioni naso-
d’acciaio. etmoido-mascellari dove il movimento desiderato
Dopo aver discusso con l’ortodontista, si può deci- è un arretramento centrofacciale, la realizzazione
dere di far posizionare un distrattore a supporto dentario, dell’osteotomia in due parti è essenziale per controllare
sigillato alcuni giorni prima dell’intervento, oppure un la resezione dei processi pterigoidei necessaria per
distrattore a supporto osseo, posizionato prima della chiu- l’arretramento delle mascelle [26, 28] ;
sura della via d’accesso. Il controllo intraoperatorio è • l’osteotomia viene realizzata con miniplacche avvi-
indispensabile per verificare il corretto funzionamento del tate in titanio, una sul manubrio maxillozigomatico
cilindro di distrazione. e l’altra in posizione paralateronasale o a livello della
rima infraorbitaria a seconda del taglio osteotomico
effettuato. Possono essere utilizzati specifici sistemi di
Osteotomie di Le Fort II distrazione nel contesto malformativo.

Si tratta di un’osteotomia d’indicazione molto più rara


in chirurgia ortognatica. Viene utilizzata principalmente Osteotomie di Le Fort III
nella gestione delle malformazioni craniofacciali dove è
stata descritta da Paul Tessier per ottenere degli avanza- Descritta principalmente per la correzione delle mal-
menti centrofacciali [27] . formazioni craniofacciali, il suo utilizzo è ancora più
Il suo utilizzo si riscontra anche nella gestione di specifi- marginale di quello della Le Fort II.
che dismorfosi dento-maxillo-facciali quali le protrusioni Le peculiarità di questa osteotomia sono le seguenti:
naso-etmoido-mascellari [28] . Questa dismorfosi deriva da • la linea di osteotomia parte dalle colonne esterne
una crescita eccessiva dell’asse condrocranico (base del dell’orbita, recidendo quest’ultima il più in alto pos-
cranio, etmoide, vomere e setto nasale) costituito da car- sibile, e raggiunge le fessure orbitarie esterne nella loro
tilagine primaria. Le strutture alveolodentarie sono in parte distale. Interessa le ossa nasali e i rami ascendenti
posizione variabile, spesso protrusive, una volta che il delle ossa mascellari a livello della radice del naso. A
trattamento ortodontico ha decompensato le malposi- livello intraorbitario, la linea di osteotomia coinvolge il
zioni dentarie secondarie alla dismorfosi. In questo caso, il pavimento e la parete interna dell’orbita, avendo cura
movimento eseguito per correggere la dismorfosi è quello di evitare le vie lacrimali e i peduncoli etmoidali. La
di una retrazione centrofacciale. disgiunzione pterigomascellare viene eseguita per via
Le peculiarità di questa osteotomia sono le seguenti: intraorale;
• la via d’accesso è identica a quella eseguita per • l’osteosintesi, qui ancor più che per le Le Fort II, può
un’osteotomia di Le Fort I “classica”. Una via d’accesso utilizzare specifici sistemi di distrazione.
vestibolare, leggermente più estesa di quella della via
di Le Fort I “classica” permette infatti di realizzare un
degloving centrofacciale senza troppe difficoltà. Inoltre,  Osteotomie mandibolari
lo sviluppo del bisturi piezoelettrico consente di ridurre
al minimo gli accessi extraorali precedentemente neces- Osteotomie sagittali
sari per eseguire questo tipo di osteotomia (aggiunta di Blair [29] sembra essere stato il primo a pubblicare
vie d’accesso sopraccigliari, cantali interne o coronali); un intervento chirurgico sul ramus mandibolare per

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I – 45-604  Osteotomie maxillomandibolari: tecniche chirurgiche e principali indicazioni

Figura 5. Incisione vestibolare mucoperiostale con controin- Figura 6. Esposizione del ramus mandibolare durante
cisione giugale secondo Epker. l’osteotomia sagittale di mandibola.

correggere le anomalie sagittali della mandibola ed è stato una radiografia dentaria panoramica o un imaging tri-
poi seguito da molti autori. Inizialmente, gli autori si dimensionale possono aiutare a localizzarla. Una lama
sono concentrati sulle tecniche di osteotomia riguardanti malleabile attaccherà quindi la lingula mandibulae in
esclusivamente il ramus mandibolare. Tuttavia, queste modo da reclinare il nervo e a maggior ragione il nervo
ponevano un problema di consolidamento osseo, special- linguale (Fig. 6).
mente negli avanzamenti importanti, il che giustificava
talvolta un innesto osseo o un blocco maxillomandibo-
Fase 2: osteotomie mandibolari
lare prolungato. Per superare questo problema, sono state
proposte delle nuove procedure, in cui l’osteotomia è Una volta identificata la lingula mandibulae e protetto il
stata estesa al corpo mandibolare. Dal Pont ha descritto nervo, la fase di osteotomia può iniziare con l’osteotomia
una tecnica nel 1959, conosciuta oggi come osteotomia della faccia mediale del ramus mandibolare per estendersi
Obwegeser-Dal Pont, in cui il contatto osseo era pro- sul versante esterno del corpus mandibolare. L’osteotomia
lungato e si potevano finalmente realizzare dei grandi può essere eseguita con una fresa rotante o una sega oscil-
avanzamenti [30, 31] . Nel 1977, Epker descrisse un’altra lante oppure un bisturi piezoelettrico. A seconda delle
tecnica destinata a semplificare le osteotomie mandibo- scuole, si oppongono due linee di osteotomia (Fig. 7):
lari [32] . Finora sono state descritte molte varianti delle • la linea di osteotomia di Trauner-Obwegeser [31] o Dal
osteotomie di Obwegeser-Dal Pont ed Epker, sebbene Pont [30] è sovraspigiana, parallela al margine basilare
queste due procedure siano considerate le “madri” delle mandibolare, e taglia la linea obliqua interna estenden-
moderne osteotomie sagittali di mandibola. dosi il più posteriormente possibile;
Indipendentemente dal fatto che la linea venga ese- • la linea di osteotomia di Epker [32] è iuxtaspigiana, paral-
guita utilizzando la tecnica di Obwegeser-Dal Pont o di lela al margine basilare mandibolare, e taglia la linea
Epker, l’osteotomia sagittale bilaterale di mandibola è obliqua interna senza attraversarla. Apre la lingula man-
l’osteotomia mandibolare più utilizzata oggi in chirurgia dibulae, rilasciando il nervo alveolare inferiore.
ortognatica. La particolarità tecnica di questa osteotomia Qualunque sia la tecnica, la linea di osteotomia prose-
risiede nella gestione del nervo alveolare inferiore che gue poi sulla faccia anteriore del ramus mandibolare prima
attraversa la porzione dentata della mandibola. di estendersi al lato esterno del corpus mandibolare dove
Le fasi principali di questa osteotomia sono descritte segue la linea obliqua esterna. Sulla superficie mesiale
qui. del secondo molare, la linea scende di 90 gradi verso la
basilare mandibolare, che taglia completamente. Per que-
sto, l’operatore ha posizionato una lama malleabile che,
Fase 1: accesso chirurgico intraorale agganciando la basilare mandibolare, ne proteggerà il lato
L’intervento inizia con l’infiltrazione sottoperiostale di mesiale e i vasi facciali.
un anestetico locale contenente un vasocostrittore (adre-
nalina 1:100 000) 10 minuti prima dell’incisione. Il primo
Fase 3: clivaggio mandibolare
passo è realizzare un’incisione mucoperiostale con bisturi

a lama n 15, 5 mm al di sotto della gengiva aderente e Dopo aver accuratamente verificato che l’osteotomia sia
parallelamente alla linea obliqua esterna del primo molare stata eseguita completamente, controllando l’intera linea
al trigono retromolare (Fig. 5). Può esservi associata una di osteotomia, l’operatore eseguirà il clivaggio mandibo-
controincisione giugale. lare tra la porzione dentata e la porzione condilare.
La dissecazione è quindi strettamente sottoperiostale È imperativo concentrarsi sulla faccia mediale del ramus
con l’aiuto di un raschietto, che consente l’esposizione mandibolare e sulla basilare a livello del corpus mandibo-
della tavola ossea mandibolare esterna fino al bordo basi- lare al fine di minimizzare il rischio di bad split.
lare in basso e al forame mentoniero in avanti. Il clivaggio può essere realizzato inserendo due
In alcuni casi, l’operatore può essere portato a staccare raschietti all’interno della linea di osteotomia, uno a
con un bisturi elettrico monopolare le fibre muscolari livello della parte più anteriore e l’altro a livello della parte
temporali del bordo anteriore del ramus mandibolare più posteriore della linea orizzontale del versante esterno
o della base dell’apofisi coronoide. La dissecazione poi mandibolare. L’operatore esegue poi un movimento rota-
continua sulla faccia mediale del ramus mandibolare, torio, avendo cura di applicare sempre una forza maggiore
consentendo l’esposizione della lingula mandibulae. È sul raschietto più posteriore per evitare il bad split. Quando
essenziale che essa sia correttamente identificata per è presente un terzo molare incluso, conviene sezionarlo
controllare il nervo alveolare inferiore. Se necessario, prima di eseguire questa fase di clivaggio.

8 EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica


Osteotomie maxillomandibolari: tecniche chirurgiche e principali indicazioni  I – 45-604

Figura 7. Osteotomia sagittale di man-


dibola secondo Obwegeser ed Epker (A,
B).

Quando viene iniziato il clivaggio, un distrattore di Tes- La chiusura si fa a mascella sbloccata con l’aiuto di una
sier viene posizionato nella parte più anteriore della linea sutura a fili intrecciati riassorbibili da dietro in avanti.
di osteotomia, permettendo di aprire gradualmente il sito Attraverso l’incisione può essere inserito un Redon aspira-
di frattura, controllando se necessario il nervo alveolare. tivo tipo Manovac® , che esce dalla sua parte più anteriore
Quando il tratto viene eseguito secondo il disegno per limitare le ecchimosi postoperatorie. A seconda delle
di Obwegeser e Dal Pont, il clivaggio avviene esterna- equipe, viene eseguito un blocco con degli elastici alla fine
mente al canale dentario e si estende al bordo basilare dell’operazione o dopo il risveglio, serrato o solo con degli
e al bordo posteriore dell’angolo mandibolare. Quando la elastici guida.
linea segue lo schema di Epker, il clivaggio teoricamente Sono state proposte molte evoluzioni della linea di
si verifica nel canale dentario e non prosegue sul bordo osteotomia sagittale [35] . Progressi più recenti sono stati
posteriore del ramus mandibolare. compiuti, attraverso pubblicazioni di equipe francesi,
Alcuni autori ritengono necessario completare il rila- verso una modifica della tecnica che consente di mante-
scio della fascia masseterina dopo il clivaggio [33] . Questo nere adiacenti il bordo basilare mandibolare e la porzione
passaggio può essere eseguito attraverso il sito di frat- dentata in modo da evitare l’intaccatura basilare in rela-
tura per controllare la faccia mediale della mandibola. La zione con i grandi spostamenti sagittali o di chiusura
sezione viene allora eseguita utilizzando un raschietto o d’angolo. Nel 2017, Grimaud et al. [36] e Loncle et al. [37]
un bisturi monopolare. È stato inoltre proposto di eseguire hanno entrambi descritto una variante dell’osteotomia di
un’osteotomia del lato interno per evitare l’aumento della Obwegeser in cui la porzione dentata rimane adiacente al
dimensione trasversale e la rotazione esterna del condilo bordo basilare mandibolare, differendo però nella parte
durante gli ampi avanzamenti mandibolari [34] . anteriore dell’osteotomia, poiché la tecnica di Grimaud
et al. [36] è retromolare mentre la tecnica di Loncle et al. [37]
Fase 4: controllo condilare e tecniche si estende allo spazio interdentario tra il primo e il secondo
di osteosintesi molare. Ferri et al. [38] hanno proposto un’alternativa
consistente in una modifica della tecnica di Epker che
La fase di osteosintesi richiede un blocco maxillo- incorpora la preservazione del bordo basilare.
mandibolare dopo aver idealmente rimosso il packing
orofaringeo che può costituire un’interferenza spingendo
la lingua in avanti. Questo blocco è indispensabile per Osteotomie sopraspigiane
ristabilire dei rapporti occlusali ottimali e conformarsi al
set-up prechirurgico. La prima osteotomia sopraspigiana è stata descritta
Mediante un raschietto dentellato, l’operatore esercita da Kostecka [39] negli anni  20 prima di essere abban-
una pressione sulla tavola ossea mandibolare esterna in donata, data la difficoltà nell’eseguire le osteosintesi. È
modo da riposizionare idealmente il condilo mandibo- stata aggiornata dall’equipe di Kater con l’emergere di
lare nella fossa mandibolare. Questo passaggio è decisivo osteosintesi rigide e lo sviluppo del materiale contrangolo
nella prevenzione delle disfunzioni temporomandibolari essenziale per l’esecuzione della tecnica [40] . Questo clivag-
e dei riassorbimenti condilari postoperatori e condiziona gio sagittale obliquo corto ha il vantaggio principale di
la precisione del risultato occlusale. L’osteosintesi viene ridurre al minimo il rischio di lesione del nervo alveolare
eseguita posizionando parallelamente una placca in tita- inferiore. Tuttavia, richiede una curva di apprendimento
nio in vari modi a seconda delle scuole: importante e consente solo piccoli movimenti sagittali o
• posizionando una placca in titanio a livello del bordo rotatori, il che fino a oggi ne ha limitato la diffusione.
basilare sul versante esterno del corpus mandibo- Le fasi specifiche di questa osteotomia sono descritte di
lare associata a una o più viti bicorticali retromolari seguito (Fig. 8).
mediante un dispositivo transgiugale;
• posizionando almeno tre viti bicorticali retromolari Fase 1: accesso intraorale angolare
mediante un dispositivo transgiugale; Le prime fasi sono essenzialmente le stesse di
• posizionando due placche di osteosintesi leggermente un’osteotomia sagittale di mandibola, con un accesso
divergenti su entrambi i lati del foro mentoniero. meno esteso, limitato a un’incisione di 4 cm opposta
all’angolo mandibolare. La dissecazione è sottoperiostale
Fase 5: controllo occlusale, morfologico su entrambi i lati del ramus mandibolare, esponendo la
e chiusura lingula mandibulae e l’incisura mandibolare. Una lama
Quando si esegue l’osteosintesi, è necessario procedere malleabile viene inserita sopra la lingula mandibulae, pro-
teggendo il nervo alveolare allontanandolo dalla corteccia
allo sblocco per verificare il risultato occlusale. È impor-
mediale.
tante cercare anomalie di incuneamento o di guida oppure
una discinesia mandibolare che potrebbero richiedere
l’adattamento delle osteosintesi. Se il risultato occlusale
Fase 2: osteotomia mandibolare orizzontale
è coerente con il set-up pre-operatorio, l’operatore valuta L’osteotomia obliqua viene eseguita nello spessore
il risultato morfologico e la necessità di una genioplastica. del trigono retromolare utilizzando una sega alternativa

EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica 9


I – 45-604  Osteotomie maxillomandibolari: tecniche chirurgiche e principali indicazioni

secazione subaponeurotica consente l’esposizione della


fascia muscoloaponeurotica pterigomasseterina che viene
recisa. Prosegue nel piano sottoperiostale in modo da
esporre la faccia esterna del ramus mandibolare per tutta la
sua altezza fino all’incisura mandibolare. Anche la faccia
interna del ramus deve essere sezionata al fine di identifi-
care la lingula mandibulae. Una lama malleabile è posta su
questa pendenza del ramus per proteggere il nervo alveo-
lare inferiore e le strutture vascolari sottostanti.

Fase 2: osteotomia verticale posteriore


L’osteotomia viene idealmente eseguita con un bisturi
piezoelettrico per evitare il rischio di danni ai nervi e ai
vasi sottostanti. Tuttavia, queste osteotomie sono state
inizialmente descritte utilizzando una fresa rotante o una
Figura 8. Osteotomia sopraspigiana. sega oscillante. La sezione è completa, eseguita dall’alto
verso il basso, partendo dall’incisura mandibolare e pro-
o un piezotomo. Come per le osteotomie sagittali di
cedendo verso il bordo basilare mandibolare preangolare.
mandibola, l’operatore inizia la sezione attraverso la
Quando si considera un’osteotomia a “L”, l’operatore sce-
faccia mediale del ramus mandibolare, sopra la lingula
glie un inserto angolato per ottenere la sezione orizzontale
mandibulae, per controllare il nervo alveolare inferiore.
che inizia 1 cm prima di raggiungere l’incisura mandibo-
L’osteotomia progredisce successivamente da mediale a
lare e che termina con una sezione completa della base
laterale, dall’alto in basso e da dietro in avanti, verso la
dell’apofisi coronoide. Trauner e poi Schuchard hanno
corticale esterna sopra l’angolo mandibolare all’altezza
descritto l’aggiunta di un innesto osseo per riempire lo
del piano di occlusione.
spazio indotto dall’osteotomia a “L” e migliorare il con-
solidamento dei frammenti ossei.
Fase 3: osteosintesi del ramus al
contrangolo Fase 3: osteosintesi per via cervicale
Il clivaggio è in questa tecnica un passaggio virtuale, L’utilizzo di questa tecnica richiede una stretta colla-
dal momento che la sezione ossea è completa. L’operatore borazione tra il chirurgo e il protesista con cui lavora.
deve semplicemente completare la sezione del bordo Infatti, questa tecnica chirurgica viene utilizzata prin-
posteriore del ramus dopo aver protetto le parti molli con cipalmente solo per correggere anomalie verticali e, in
una lama malleabile per terminare questo clivaggio. misura minore, piccole rotazioni mandibolari. Pertanto, le
Dopo il completamento del blocco maxillomandibo- osteotomie retrospigiane determinano un aumento della
lare, l’osteosintesi viene eseguita utilizzando delle placche dimensione verticale posteriore.
di regolazione in loco e del materiale contrangolo. Inizialmente, la tecnica prevedeva il consolidamento
La placca viene dapprima avvitata monocorticalmente mediante trattamento ortopedico attraverso blocco
sulla porzione condilare per consentire all’operatore di maxillomandibolare prolungato di 4-6 settimane. Gli
orientarla nella posizione desiderata. In un secondo autori che attualmente utilizzano questa tecnica ai fini
tempo, l’osteosintesi monocorticale della porzione den- della decompressione articolare hanno mantenuto que-
tata viene eseguita prima del controllo dell’occlusione. sto metodo di consolidamento. Tuttavia, l’avvento delle
Infine, l’operatore completa l’osteosintesi con delle viti osteosintesi rigide e più recentemente del materiale con-
bicorticali per irrigidire l’insieme. trangolo permette, allo stesso modo delle osteotomie
sopraspigiane, di facilitare la realizzazione delle osteosin-
tesi minimizzando la via d’accesso oppure eseguendola
Osteotomie retrospigiane per via intraorale esclusiva.
Queste osteotomie riguardano solo il ramo ascendente
della mandibola come le osteotomie sopraspigiane. Qui, Osteotomie subapicali
l’osteotomia è verticale ed eseguita dietro la lingula man-
dibulae. Questo tipo di osteotomia prevede un blocco alveolo-
Caldwell e Letterman [41]
hanno descritto dentario senza interruzione della continuità della rima
un’osteotomia verticale-obliqua mentre Trauner e basilare, consentendo lo spostamento di segmenti della
Schuchardt hanno descritto un’osteotomia a “L” inver- porzione dentata indipendentemente dal corpus mandi-
tita di allungamento del ramo ascendente alla fine degli bolare (Fig. 10). Può riguardare un segmento limitato
anni  50. della porzione dentata, interessante, nella maggior parte
Queste osteotomie rimangono indicate nel trattamento dei casi, la regione interforaminale poiché l’assenza di
delle insufficienze verticali posteriori importanti, per ipo- un nervo dentario inferiore ne facilita in questo caso la
sviluppo ramico e/o condilare. Alcuni autori ne hanno realizzazione [42] , o interessare l’intera porzione dentata
descritto l’uso nella gestione dei disturbi temporomandi- mandibolare nelle osteotomie subapicali totali [28] .
bolari interni. Fu Hullihen che inizialmente descrisse questo tipo di
Le fasi specifiche di questa osteotomia sono descritte osteotomia nel 1849, ma fu reso popolare quasi 1 secolo
qui (Fig. 9). dopo da Köle nel 1959, poi da Obwegeser nel 1968.
Nel 1974, MacIntosh descrisse un’osteotomia subapicale
Fase 1: accesso extraorale sotto l’angolo mandibolare totale [42] . Le osteotomie interforaminali
subapicali sono destinate alle anomalie retroalveolari
mandibolare totali o parziali quando le condizioni anatomiche sono
Le osteotomie retrospigiane vengono convenzional- favorevoli (spazio sufficiente tra gli apici dentari e il
mente eseguite attraverso la via extraorale sotto l’angolo bordo basilare), con assi incisivi maggiori di 94◦ nono-
mandibolare, detta di “Sébileau”. L’incisione è ideal- stante la preparazione prechirurgica e un molare di classe
mente posta in una piega cervicale, due dita sotto il II che può essere trattato con un’osteotomia sagittale
bordo basilare mandibolare per evitare una lesione del associata [42] . Le osteotomie subapicali totali riguardano
ramo marginale del nervo faciale. Comprende la pelle, pazienti con molare di classe II senza spostamento della
il platysma e l’aponeurosi cervicale superficiale. La dis- base ossea [28] .

10 EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica


Osteotomie maxillomandibolari: tecniche chirurgiche e principali indicazioni  I – 45-604

Figura 9. Osteotomia retrospigiana ver-


ticale (A) e a “L” rovesciata (B).

Figura 10. Osteotomia subapicale seg-


mentaria (A) e totale (B).

Le fasi specifiche di questa osteotomia sono descritte di rio. L’osteotomia prosegue verticalmente risalendo verso
seguito. il piano occlusale fino a costituire un blocco alveoloden-
tario. Quando l’osteotomia interessa solo un segmento
Fase 1: accesso intraorale vestibolare limitato della porzione dentata, questa linea di sezione
verticale passa tra due apici dentari, per esempio tra l’apice
L’accesso chirurgico avviene per via vestibolare clas- del dente laterale e il canino per un blocco incisivo. Nel
sica. La dissecazione sottoperiostale mediante raschietto caso di un’osteotomia subapicale totale, la linea di sezione
consentirà di esporre l’osso corticale vestibolare per tutta va all’indietro sul trigono retromolare. In quest’ultimo
la sua altezza in modo da permettere la visualizzazione caso, la difficoltà consiste nel determinare correttamente
delle emergenze dei nervi mentonieri, degli apici dentari l’altezza del canale dentario, in modo che la linea di
e della basilare mandibolare su tutta la regione interessata sezione si trovi tra gli apici dentari in alto e il canale in
dall’osteotomia. basso, per evitare danni ai nervi.
La dissecazione non deve coinvolgere la faccia linguale
della mandibola per preservare la vascolarizzazione ossea.
Alcune lame malleabili vengono posizionate per proteg- Fase 3: osteosintesi del blocco
gere i nervi mentonieri su entrambi i lati dell’area di alveolodentario
osteotomia.
Questa fase richiede un blocco maxillomandibolare o
il posizionamento di una stecca quando l’operatore ha
Fase 2: osteotomia subapicale avuto cura di eseguire un set-up prechirurgico. Nella mag-
Questa fase può essere eseguita con una fresa rotante, gior parte dei casi, è necessaria la sezione dell’arcata
una sega alternativa o un piezotomo. Tuttavia, data la ortodontica o il suo cambiamento intraoperatorio, per
necessità di preservare l’integrità del periostio linguale, ottenere il movimento desiderato. In termini assoluti,
il piezotomo risulta essere uno strumento di elezione per tutti i movimenti sono possibili, ma sono essenzialmente
eseguire questo tipo di osteotomia. L’operatore appoggia movimenti rotatori con l’arcata ortodontica come asse di
il dito sulla mucosa linguale per avere un miglior con- rotazione.
trollo dell’osteotomia linguale. Quando viene eseguita La principale particolarità di questa osteosintesi è che
con una fresa rotante o una sega alternativa, è preferi- riguarderà una porzione dentata alla quale si dovrà pre-
bile che l’osteotomia sia incompleta sul lato linguale e stare particolare attenzione per evitare qualsiasi lesione
completata con uno scalpello a pressione tipo forbice di apicale. L’osteotomia viene eseguita utilizzando placche
Schendel, con questa precauzione atta a evitare la lesione rigide per osteosintesi a due o tre fori oppure plac-
del periostio linguale. che quadrilatere. Dopo aver conformato le placche di
La sezione è inizialmente orizzontale, parallela al bordo osteosintesi, l’operatore si preoccupa di avvitare prima
basilare, a partire dal lato esterno della mandibola 5 mm la porzione dentata in modo da posizionare idealmente
al di sotto degli apici dentari. La radiografia panora- i fori di osteosintesi tra le radici dentarie, anche se
mica può aiutare a determinare la lunghezza degli apici l’osteosintesi è unicorticale. Risulta infatti più facile com-
dentari, se necessario. Idealmente, l’imaging tridimen- pletare l’osteosintesi sulla porzione mandibolare fissa
sionale è stato eseguito prima dell’intervento e consente dove non è presente alcuna struttura anatomica che
di definire con precisione la posizione del canale denta- potrebbe essere lesa durante la fresatura.

EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica 11


I – 45-604  Osteotomie maxillomandibolari: tecniche chirurgiche e principali indicazioni

Disgiunzione mediana e distrazione sitivo per verificarne il funzionamento e che il vettore di


distrazione corrisponda alla gestione desiderata.
mandibolare sinfisaria
Si tratta verosimilmente di un’osteotomia sottovalu- Fase 5: attivazione del dispositivo
tata rispetto alla distrazione mascellare chirurgicamente L’espansione ossea avviene gradualmente, a partire dal
assistita. E per una buona ragione, nel caso di ipomandi- giorno 10 della disgiunzione mediana mandibolare sinfi-
bole con insufficienza trasversale maggiore, l’ortodontista saria, a una velocità di 0,5 mm al giorno (cioè circa due
non ha la possibilità di stimolare una sutura esistente attivazioni di 0,25 mm al giorno), fino al raggiungimento
come nel caso della gestione delle insufficienze trasver- della dimensione verticale desiderata. Il dispositivo viene
sali dell’osso mascellare. Quindi, la scelta è essenzialmente quindi mantenuto in sede per un periodo di circa 2 mesi
fatta sull’estrazione per l’ignoranza che offre la possibilità per ottenere il consolidamento osseo.
chirurgica. Questa tecnica ortodonticochirurgica parti-
colarmente efficace può essere utilizzata da sola o in
combinazione con una distrazione mascellare chirurgica-  Genioplastiche
mente assistita [43] . In tutti i casi, si richiede una stretta
collaborazione tra il chirurgo e l’ortodontista del paziente, Si tratta di una forma di osteotomia segmentaria della
sia nello sviluppo del piano ortodonticochirurgico, sia nel mandibola costituita da un’osteotomia della regione sinfi-
follow-up postoperatorio precoce. saria mandibolare (Fig. 11). Tuttavia, data la mancanza di
Le fasi principali di questa osteotomia sono descritte impatto sull’occlusione di questa famiglia di osteotomie,
qui. gli autori hanno scelto di trattarla in una sezione sepa-
rata. Le genioplastiche hanno un ruolo fondamentale nel
Fase 1: accesso intraorale vestibolare ripristino delle funzioni orofacciali e nell’ottenimento di
anteriore un’armonia facciale ottimale. Esistono molte tecniche che
rispondono a diversi problemi anatomici.
L’intervento inizia con l’infiltrazione sottoperiostale
di un anestetico locale contenente un vasocostrittore
(adrenalina 1:100 000) 10 minuti prima dell’incisione. Genioplastiche “convenzionali”
L’accesso viene realizzato attraverso un’incisione muco-

periostale con un bisturi a lama n 15, 5 mm al di sotto La tecnica classica è stata descritta da Trauner e Obwe-
della gengiva aderente e parallelamente al piano dei col- geser nel 1957 [31] .
letti dentari. Di seguito vengono descritte le principali fasi della
La dissecazione è quindi strettamente sottoperio- genioplastica secondo Trauner e Obwegeser (quando
stale mediante un raschietto, che consente l’esposizione la genioplastica termina una chirurgia ortognatica, è
dell’intera sinfisi mandibolare fino al bordo basilare sot- preferibile eseguire tutte le fasi successive al blocco maxil-
tostante ed espone lateralmente i fori mentonieri. lomandibolare al fine di stabilizzare l’area operatoria e di
evitare i movimenti mandibolari che possono disturbare
l’operatore).
Fase 2 (opzionale): posizionamento
del distrattore Fase 1: accesso intraorale vestibolare
Questa fase è facoltativa, a seconda della scelta fatta anteriore
congiuntamente tra il chirurgo e l’ortodontista sul tipo di L’intervento inizia con l’infiltrazione sottoperiostale
distrattore da utilizzare. Quando si preferisce un distrat- di un anestetico locale contenente un vasocostrittore
tore a supporto dentario di 33/44 o, più raramente, di (adrenalina 1:100 000) 10 minuti prima dell’incisione.
36/46, questo passaggio non è necessario. Quando si pre- L’accesso viene realizzato attraverso un’incisione muco-
ferisce un distrattore a supporto osseo, si consiglia di ◦
periostale con un bisturi a lama n 15, 5 mm al di sotto
eseguire il suo posizionamento, poi la sua rimozione, della gengiva aderente e parallelamente al piano dei col-
prima di eseguire l’osteotomia mediale, per evitare di letti dentari.
modificare l’articolazione dentaria. La dissecazione è successivamente strettamente
Durante il montaggio di questo dispositivo, l’operatore sottoperiostale mediante un raschietto, consentendo
deve fare attenzione che il cilindro di distrazione sia l’esposizione dell’intera sinfisi mandibolare fino al
posizionato idealmente parallelamente al piano occlu- bordo basilare in basso ed esponendo lateralmente i fori
sale. Inoltre, il dispositivo viene posizionato in modo da mentonieri.
consentirne l’avvitamento senza traumatizzare gli apici
dentari durante la foratura. Fase 2: osteotomia sinfisaria
Dopo aver posizionato una lama malleabile su entrambi
Fase 3: osteotomia mediana i lati della regione sinfisaria in modo da consentire
Il materiale viene poi smontato in modo da poter una buona esposizione dell’area dell’osteotomia men-
eseguire l’osteotomia mediana. Questa viene idealmente tre si reclina il nervo alveolodentario, l’operatore esegue
eseguita con una sega oscillante e sarà completata dall’uso la sezione sinfisaria con l’aiuto di una sega oscillante.
di uno scalpello a pressione fine tipo Schendel tra le radici È anche possibile l’uso di una fresa rotante o di un
dei denti 11 e 21. Idealmente, l’ortodontista ha preceden- Piezotome® . La linea sagittale mediana della sinfisi può
temente reso gli apici di questi denti divergenti per ridurre essere marcata preventivamente in modo da avere un
al minimo il rischio di lesioni. L’utilizzo di un Piezotome® segno al termine dell’osteotomia per il corretto posizio-
è possibile ma allunga relativamente il tempo operatorio, namento del frammento basilare. La linea di osteotomia è
data la significativa corticalizzazione della sinfisi mandi- obliqua dalla parte anteriore a quella posteriore e dall’alto
bolare. verso il basso. Si trova a una distanza di almeno 10 mm
sopra il bordo basilare per ottenere un contorno del
Fase 4: riposizionamento del materiale mento esteticamente soddisfacente e non compromettere
la vascolarizzazione del frammento osseo osteotomizzato.
di distrazione
La linea dell’osteotomia passa idealmente 5 mm sotto gli
L’operatore può, una volta completata la sezione, apici dentari e 5 mm al di sotto e anteriormente al foro
sostituire il dispositivo di distrazione utilizzando i fori mentoniero, per evitare l’ansa inferoanteriore del nervo
precedentemente realizzati. È necessario attivare il dispo- alveolare inferiore. L’operatore può far scorrere un dito

12 EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica


Osteotomie maxillomandibolari: tecniche chirurgiche e principali indicazioni  I – 45-604

Figura 11. Genioplastica convenzionale


(A) e chin wing osteotomy (B).

dentro la bocca dietro la sinfisi in modo da percepire la “Chin wing osteotomy”


sega oscillante a livello della corteccia posteriore per con-
trollare meglio il suo gesto. Una volta eseguita la sezione, Questa osteotomia è stata segnalata per la prima volta
è importante verificare l’emostasi della regione muscolare da Epker. Recentemente è stata aggiornata da Triaca nel
retrosinfisaria, soprattutto quando l’osteotomia è stata 2010. Consiste in un’estesa osteotomia sinfisaria che con-
eseguita con una sega oscillante. sente la separazione del bordo basilare mandibolare dalla
porzione dentata [45] . È particolarmente indicata in pre-
senza di un’anomalia di proporzione mandibolare con
Fase 3: osteosintesi sinfisaria rapporti occlusali normali. Tuttavia, può essere eseguita
contemporaneamente a un’osteotomia sagittale mandi-
L’operatore mobilizzerà successivamente il frammento
bolare. Il rischio principale di questa osteotomia riguarda
inferiore secondo i dati teleradiografici e morfofunzionali.
il nervo alveolodentario.
Sono possibili tutti i movimenti. In caso di genioplastica
Le fasi principali di una chin wing osteotomy sono
di accrescimento, è possibile aumentare l’altezza geniena
descritte di seguito [46] .
di circa 5-6 mm mediante interposizione tra i due seg-
menti alveolare e basilare di innesti ossei, di corallo, di
Fase 1: accesso intraorale vestibolare
pezzi di idrossiapatite o con l’aiuto di un dente del giu-
dizio depulpato. In caso di genioplastica di riduzione, anteriore
è preferibile identificare la dimensione del frammento L’accesso chirurgico avviene attraverso la via vestibo-
osseo da rimuovere prima di eseguire l’osteotomia. In lare classica estesa, come per un’osteotomia subapicale,
questo modo, il chirurgo evita di eseguire l’osteotomia dalla sinfisi a entrambi i corpi mandibolari isolando i fori
del frammento intermedio sulla zona sinfisaria divenuta mentonieri. La dissecazione sottoperiostale deve essere
mobile. La fase di osteosintesi è classica, intervenendo limitata alla superficie esterna dell’osso mandibolare per
dopo aver stabilizzato il mento nella posizione voluta, preservare la vascolarizzazione del frammento inferiore e
e può essere eseguita con filo d’acciaio, utilizzando migliorare il contouring facciale.
miniplacche in titanio fissate con viti monocorticali o
semplicemente avvitando tre o quattro viti bicorticali Fase 2: osteotomia sinfisaria
lunghe. La principale precauzione durante questa fase L’osteotomia inizia a livello della regione sinfisaria e
riguarda gli apici dentari. continua a livello del corpus mandibolare, passando 5-
6 mm al di sotto del foro mentoniero e si estende fino
all’angolo mandibolare. Come per un’osteotomia subapi-
Varianti della genioplastica cale, l’imaging tridimensionale preoperatorio consente di
“convenzionale” definire chiaramente la posizione del canale dentario al
Sono state proposte diverse varianti, principalmente nel fine di limitarne il rischio di lesioni.
caso di genioplastiche di riduzione verticale [44] .
L’osteotomia a tenone e mortasa, descritta da Michelet Fase 3: osteosintesi sinfisaria
nel 1974, consiste in una sezione orizzontale segmentaria L’osteosintesi viene solitamente eseguita con una
con realizzazione di un tenone superiore sul frammento placca preformata a livello della sinfisi e una placca verti-
alveolare e di una mortasa mediana inferiore. Pertanto, il cale a livello di ciascun corpus dove viene posizionato un
frammento inferiore è incastonato dalla sua mortasa sul cuneo dello stesso tipo di una genioplastica di accresci-
tenone del frammento superiore, aumentando notevol- mento.
mente la stabilità dell’insieme.
La jump genioplasty, descritta da Millard, riguarda i Fase 4: chiusura
grandi avanzamenti sinfisari tali che il frammento infe-
La chiusura è classica. Si consiglia di posizionare un
riore compia un “salto”, passando interamente davanti
drenaggio aspirativo.
alla regione sinfisaria anteriore contigua al resto della
mandibola. Idealmente, richiede di eseguire l’osteotomia
obliquamente o a scalino (e non in maniera strettamente
parallela al piano occlusale) per consentire ai muscoli
 Conclusioni
genioglossi di restare inseriti sul frammento sinfisario Le osteotomie maxillomandibolari sono procedure chi-
inferiore, migliorando il risultato funzionale e assicuran- rurgiche efficaci per correggere le proporzioni facciali in
done la vascolarizzazione. Può anche essere necessario un contesto morfofunzionale. Richiedono una stretta col-
molare la parte posteriore del frammento inferiore per laborazione ortodontica e chirurgica, la padronanza delle
aumentare la congruenza e la stabilità dell’insieme. In indicazioni e delle tecniche, nonché un’esperienza chi-
caso di jump genioplasty, l’osteosintesi avviene mediante rurgica per prevenire delle complicanze potenzialmente
semplice avvitamento bicorticale con una vite lunga. gravi.

EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica 13


I – 45-604  Osteotomie maxillomandibolari: tecniche chirurgiche e principali indicazioni

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R. Nicot, MD, MSc, S. Lecturer (romain.nicot@gmail.com).


Service de chirurgie maxillofaciale et stomatologie, Hôpital Roger-Salengro, boulevard du Professeur-Émile-Laine, 59037 Lille cedex, France.
Department of Oral and Maxillofacial Surgery, CHU de Lille, Université de Lille, Inserm U 1008, Controlled Drug Delivery Systems and
Biomaterials, 59000 Lille, France.
J. Ferri, MD, PhD.
Department of Oral and Maxillofacial Surgery, CHU de Lille, Université de Lille, Inserm U 1008, Controlled Drug Delivery Systems and
Biomaterials, 59000 Lille, France.

Ogni riferimento a questo articolo deve portare la menzione: Nicot R, Ferri J. Osteotomie maxillomandibolari: tecniche chirurgiche e
principali indicazioni. EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica 2022;20(1):1-15 [Articolo I – 45-604].

EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica 15

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