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Rivista Internazionale di Parodontologia & Odontoiatria Ricostruttiva

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Ottimizzazione del sito edentulo (approccio


Edentulous Site Enhancement, ESE ): un
approccio rigenerativo per il trattamento
delle aree edentule. Prima parte: Siti di
alloggiamento degli elementi intermedi.

Gaetano Calesini, MD, DDS, CDT* Introduzione: I siti edentuli


Costanza Micarelli, DDS*
Stefano Coppè, DDS* Negli ultimi anni le richieste dei pa-
Agostino Scipioni, MD, DDS, CDT* zienti relative a risultati protesici che
uniscano alla funzione l’ottima pro-
gnosi a lungo termine sono, sempre
più, associate ad aspettative esteti-
che di alto profilo. Una delle sfide
La buona integrazione estetica di un manufatto protesico è subordinata al contesto
maggiori che il protesista deve af-
anatomico nel quale viene inserito. L’ottimizzazione del sito edentulo è quindi una
frontare è la riabilitazione dei siti eden-
procedura clinica frequentemente necessaria. L'approccio ESE è un approccio
tuli, poiché la perdita degli elementi
rigenerativo chirurgico-protesico fondato: (1) sull’evidenza anatomica che la
morfologia dei tessuti molli dipende dal supporto sottostante, ovvero osso, radici,
dentali determina un deficit tridi-
impianti, ma è anche significativamente influenzata dalle strutture sovrastanti, vale mensionale del volume osseo e dei
a dire protesi fisse o rimovibili; (2) sull’ evidenza istologica della notevole capacità sovrastanti tessuti molli, deficit in gra-
rigenerativa tissutale derivante dalla guarigione per seconda intenzione; do di influenzare significativamente il
(3) sull’evidenza clinica che lo sviluppo morfologico del tessuto neoformato può risultato estetico finale.
essere guidato utilizzando supporti protesici con forme e finitura superficiale L’anatomia crestale può essere al-
adeguate ; (4) sull’osservazione che la pressione positiva esercitata dal bolo terata da diversi fattori quali: malattia
alimentare e la pressione negativa prodotta dalla deglutizione influenzano lo parodontale, traumi, tumori, malattie
sviluppo di questo tessuto; (5) sull’efficacia della fisioterapia orale per guidare la genetiche, estrazioni dentali, fallimenti
maturazione tissutale e mantenerne l’integrità. L’approccio ESE è semplice, endodontici o implantari; la perdita
pratico, predicibile nei risultati e con complicanze post-operatorie minime. Il
dell’elemento dentario provoca nel
presente articolo descrive l’approccio ESE applicato alle aree destinate ad
91% dei casi un’alterazione della for-
accogliere gli elementi protesici intermedi.
ma della cresta1
(Int J Periodontics Restorative Dent 2008;28:517–524.)
I cambiamenti, imprevedibili e
spesso clinicamente significativi, che
avvengono nella morfologia della
cresta alveolare dopo un’estrazione
*Libero Professionista, Roma, Italia. dentaria sono ben documentati. Se-
Indirizzo per la corrispondenza: Dr Gaetano Calesini, Studio di Odontoiatria Restaurativa,
condo i diversi autori l’ampiezza del-
Via Frattina 27, 00187 Roma, Italia; e-mail: gaetano.calesini@studiocalesini.it. la cresta alveolare si riduce in genere

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Tabella 1 Classificazione dei difetti crestali


Studio Classificazione
Seibert, 19837 Classe I Riassorbimento vestibolo-linguale con mantenimento dell’altezza crestale
Classe II Riassorbimento verticale con mantenimento dell’ampiezza vestibolo-linguale
Classe III Combinazione di riassorbimento verticale e orizzontale
Allen et al, 19858 Tipo A* Riassorbimento verticale con mantenimento dell’ampiezza vestibolo-linguale
Tipo B* Riassorbimento vestibolo-linguale con mantenimento dell’altezza crestale
Tipo C* Combinazione di riassorbimento verticale e orizzontale
*Ulteriormente classificato in sottogruppi sulla base della profondità del difetto: bassa = < 3; moderata = da 3 a 6 mm; e grave = > 6 mm.

del 50 % durante i primi 12 mesi, e È possibile riassumere le condi- correzione di difetti del tessuto mol-
circa due terzi di questa riduzione av- zioni cliniche dei siti edentuli in due le,7,8,10-13,25-28 basate per lo più su
vengono entro i primi 3 mesi.2-4 gruppi: siti post-estrattivi e siti stabi- evidenze empiriche derivate da case
Anche quando il volume osseo è lizzati. La situazione clinica più favore- reports. I risultati presentati spesso
parzialmente mantenuto in direzione vole per condizionare il sito edentulo non sono sufficientemente seguiti nel
apico-coronale o vestibolo-linguale, la è nel momento dell’estrazione, trami- tempo e dipendono dall’abilità del-
scomparsa del profilo radicolare e del- te l’inserimento immediato di un prov- l’operatore10 e dalla risposta dell’o-
le papille è comunque sufficiente a de- visorio con morfologia del terzo gen- spite.
terminare un problema anatomico in givale di tipo ovoidale, inserito per tre Le tecniche basate su innesti sem-
grado di influenzare il risultato esteti- mm nell’alveolo chirurgico riempito brano produrre risultati instabili a cau-
co della riabilitazione protesica.5,6 con spugna di collagene. sa della contrazione dell’innesto, che
Da un punto di vista morfologico Quando ciò non sia stato possi- è indipendente dalle dimensioni del
Seibert7 ha classificato le alterazioni bile ne risulterà un sito edentulo non difetto trattato8. Le complicanze post-
del riassorbimento crestale in tre condizionato stabilizzato che po- operatorie possono aumentare nel ca-
gruppi, in relazione alla componente trebbe rendere indicata l’applicazio- so di innesti autologhi, sia nei siti do-
orizzontale e verticale del difetto ed ne di tecniche chirurgiche correttive. natori che nel sito ricevente, con dolore
alla loro combinazione. In seguito Al- Queste procedure, note come “chi- ed eventuale sanguinamento. Inoltre
len e coll.8 hanno introdotto una clas- rurgia plastica parodontale”, sono il tempo di stabilizzazione del tessuto
sificazione con sottogruppi per indi- definite come “procedure chirurgi- innestato è imprevedibile.7
care, in millimetri, il grado di severità che eseguite per prevenire o correg- La tecnica “roll-flap” riduce la
dell’alterazione crestale (Tabella 1). gere difetti anatomici, difetti dovuti complessità chirurgica nella gestione
a trauma, difetti di sviluppo o difetti del caso, ma i risultati sono ancora im-
che nascono da osso, gengiva o mu- prevedibili ed il management protesi-
Management tissutale cosa alveolare malati.”9 co del restauro provvisorio diventa più
dei siti edentuli Le tecniche chirurgiche di rico- complesso.
struzione del tessuto molle, per ridur- Questo articolo presenta i primi
Per migliorare l’integrazione degli ele- re o eliminare alterazioni della cresta, risultati di uno studio a lungo termine
menti intermedi dal punto di vista este- si possono dividere in due sottogrup- che esamina l’efficacia di un nuovo ap-
tico, fonetico e funzionale è spesso op- pi: lembi peduncolati e innesti di tes- proccio in grado di conseguire risulta-
portuno modificare l’anatomia delle suto libero (Tabella 2). ti ottimali e stabili nel tempo, che ri-
creste edentule con tecniche di ma- In letteratura sono state propo- sulta particolarmente indicato nelle
nagement tissutale. ste molte tecniche chirurgiche per la aree esteticamente critiche.

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Tabella 2 Tecniche chirurgiche per la correzione di difetti


crestali del tessuto molle
Lembi peduncolati Lembo arrotolato10
Lembo arrotolato modificato11
Innesti di Tessuto connettivo Innesto di tessuto connettivo subepiteliale12
tessuto libero Gengivale o Innesto inlay13
epitelializzato3 Innesto onlay14
Combinazione di inlay/onlay15
Alloplastico Matrice dermica acellulare16
Biofiller8

Obiettivi dell’approccio ESE al di sotto di protesi totali mai riba- bolismo, che ha finalità principalmente
sate che hanno provocato il com- riparative e sostitutive14.
L’approccio ESE è volto a migliorare pleto riassorbimento dell’osso al- La guarigione delle ferite può av-
stabilmente nel tempo l’integrazione veolare. Questa capacità plastica del venire per prima o per seconda in-
protesica agendo sull’anatomia lo- tessuto connettivo di “scorrere” tenzione, la differenza tra le due mo-
cale tramite: l’aumento orizzontale riempiendo spazi delimitati da ele- dalità risiede nella quantità di tessuto
e verticale della banda di tessuto menti fisici va considerata una risor- perduto e nell’accostamento o meno
cheratinizzato nei siti edentuli, il ri- sa preziosa, utilizzabile per miglio- dei margini della ferita, mentre il mec-
pristino della bozza radicolare, il ri- rare l’integrazione protesica. canismo fondamentale è qualitativa-
pristino della linea muco-gengivale, mente lo stesso; si tratta di un pro-
la creazione delle condizioni per fa- cesso continuo ed integrato in cui si
vorire lo sviluppo delle papille in- Evidenze istologiche possono identificare tre fasi 15-16: in-
terprossimali e la creazione di un sol- fiammazione dal 1° al 5° giorno, pro-
co gengivale perimetrale all’ele- Nel tessuto neoformato in se- liferazione dal 3° al14° giorno, e ma-
mento intermedio. L’approccio pren- guito alla guarigione per seconda turazione dal 7° a 14° giorno. La ci-
de spunto da alcune evidenze ana- intenzione la capacità plastica della catrice può essere considerata solida
tomiche, istologiche e fisiche. quale si è fatto cenno è massima. dopo due settimane, ma la sua orga-
nizzazione si realizza nell’arco di circa
Cicatrizzazione e guarigione sei mesi, trascorsi i quali si avvia len-
Evidenze anatomiche della ferita. tamente ad assumere il suo aspetto
La guarigione è un complesso di definitivo, che consegue dopo circa
Come è noto la morfologia dei tes- meccanismi reattivi con cui l’organi- due anni15.
suti molli dipende dal supporto sot- smo tende a riparare perdite di so- È il tessuto connettivo, neofor-
tostante: osso, radici, impianti; essa stanza nell’ambito dei tessuti la cui mato da tessuto di granulazione, che
però è anche significativamente in- continuità sia stata danneggiata. Essa determina geneticamente la specifi-
fluenzata dalle strutture sovrastanti, è composta da una sequenza conti- cità dell’epitelio gengivale sopra-
per esempio è frequente rilevare cli- nua di infiammazione e riparazione le stante18.
nicamente l’avvenuta proliferazione cui modalità sono indipendenti dal ti- Le caratteristiche intrinseche del-
di tessuto connettivale al di sotto di po di tessuto interessato; si attua tra- la guarigione per seconda intenzione
elementi intermedi di protesi fissa, mite la formazione di tessuto con- forniscono la possibilità di dirigere la
o la permanenza di creste ormai co- nettivo fibroso, tessuto di sostegno proliferazione del tessuto connettivo
stituite da solo tessuto connettivale poco differenziato e a basso meta- nel modo desiderato. L’approccio

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ESE sfrutta questa peculiarità confor- la geometria conferita alle porzioni Tecnica operativa.
mando la porzione cervicale degli gengivali dei restauri protesici.
elementi intermedi in modo da con- Il diagramma 1 mostra una rappre-
ferire al tessuto la forma ottimale ot- Condizionamento fisico. sentazione schematica dell’approccio
timale, ideale per accogliere e mi- La pressione negativa presente nel ESE; la prerogativa di questo proce-
metizzare l’elemento protesico; il tes- cavo orale favorisce la neoformazio- dimento di condizionamento chirur-
suto ottenuto inoltre ha caratteristi- ne di tessuto connettivo21. Per far as- gico-protesico consiste nel promuo-
che omogenee a quelle dei siti adia- sumere al tessuto neoformato la vere la neoformazione del tessuto con-
centi ed è stabile dopo la matura- morfologia ed i volumi programmati è nettivo e nell’indirizzarne fisicamente lo
zione. La tecnica presentata sfrutta fondamentale impostare la forma del sviluppo utilizzando elementi inter-
la derivazione embrionale del tes- terzo gengivale del restauro in mo- medi provvisori, in resina, o definitivi,
suto connettivo dal tessuto mesen- do da indirizzare la risposta prolifera- in ceramica.
chimale le cui cellule – presenti nel tiva. La superficie gengivale dell’ele- La tecnica è una modifica della ”clas-
derma e nell’ipoderma – sono in gra- mento intermedio sarà lucidata a sica” procedura a lembo: poiché l’in-
do di proliferare e di differenziarsi in specchio per limitare la colonizzazio- cisione non si estende oltre la giun-
fibroblasti19. ne da parte dei microrganismi. zione muco-gengivale, si può consi-
L’uso di mezzi veicolanti per il La creazione di interfacce con an- derare come un lembo modificato a
coagulo aumenta la possibilità di damenti relativamente “acuti” tra le spessore parziale, con mantenimento
avere tessuto di granulazione orga- porzioni gengivali dell’elemento in- del corion connettivale e del periostio
nizzato, fondamentale per una gua- termedio e il tessuto connettivo di nuo- a protezione della cresta ossea.
rigione armonica. È da sottolineare va formazione favorisce la risposta iper- Il disegno dell’incisione è un dop-
che la nicotina inibisce la differen- plastica, che sarà ulteriormente po- pio trapezio, con le basi maggiori
ziazione dei fibroblasti20. tenziata dalle tecniche di fisioterapia nei versanti buccali e palatale /lin-
domiciliari. Ai pazienti viene insegna- guale, e le incisioni mesiali e distali
ta la tecnica di spazzolamento di Bass para-sulculari.
Evidenze fisiche unitamente alla tecnica di Stillman. Il fi- L’incisione crestale primaria dovrà
lo interdentale intorno agli elementi essere posizionata più o meno pala-
L’osservazione clinica ha mostrato intermedi andrà utilizzato come sui talmente o lingualmente in base al-
che è possibile guidare la formazio- denti naturali, ovvero sulle superfici in- l’entità del difetto verticale da cor-
ne di questo nuovo tessuto rigene- terprossimali fino nei solchi peri-pon- reggere, alla quantità di gengiva che-
rativo creando un supporto protesi- tics, ma senza lasciare che scorra al di ratinizzata presente ed al livello della
co dotato di morfologia e grado di ri- sotto degli elementi intermedi. giunzione mucogengivale.
finitura superficiale appropriate; l’a- Nei casi di assenza di gengiva ade-
dozione di tecniche di fisioterapia rente può essere necessario proce-
orale domiciliare, fra cui l’applica- Indicazioni dell’approccio dere in una prima fase con un inne-
zione sistematica della tecnica mo- ESE sto libero di tessuto connettivo, in se-
dificata di Stilmann al termine delle guito, se sarà necessario un ulteriore
manovre di igiene, guiderà il tessu- L’approccio ESE è indicato nelle tre miglioramento del sito, si potrà im-
to in via di guarigione mantenen- le classi citate da Seibert7 e da Al- piegare l’approccio ESE.
done l’integrità; anche la pressione len e coll8 e, sebbene il risultato più Per stabilizzare il coagulo e favorire
positiva esercitata dal bolo alimen- evidente si ottenga nel trattamento una rapida guarigione, si interpone
tare e quella negativa prodotta dal- dei deficit sul piano orizzontale, se una piccola porzione di collagene
la deglutizione solleciteranno lo svi- ne possono apprezzare i vantaggi equino liofilizzato e riassorbibile (Gin-
luppo di tale tessuto in relazione al- anche nei deficit verticali e sagittali. gistat, Vebas) tra il tessuto connetti-

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Fig 1a (a sinistra) Veduta occlusale


dell’incisione trapezoidale.

Fig 1b (a destra) Cresta edentula dopo lo


spostamento dei tessuti connettivi.
La porzione coronale della cresta ossea è
protetta dal periostio e da uno strato di
tessuto connettivo. Maggiore è la quantità di
riassorbimento osseo che deve essere
compensata, maggiore dovrà essere
l’inclinazione palatino/linguale dell’incisione.

Fig 1c Inserimento di un pellet di spugna Fig 1d Il posizionamento dell’elemento Fig 1e Il tempo e la funzione
di collagene. intermedio stabilizza la spugna di collagene miglioreranno l’anatomia del sito favorendo
ed il tessuto connettivo dislocato e l’integrazione del restauro protesico.
programma la forma ed i volumi della
nuova anatomia crestale

vo crestale esposto e la porzione gen- caso paradigmatico sono mostrate biometriche e seguiti per almeno 2
givale dell’elemento intermedio. nelle figure 2/8. anni. Dal punto di vista clinico l’ap-
Il tessuto mobilizzato, spostato in di- proccio ESE è semplice, affidabile e
rezione vestibolare e linguale/palata- ben accettato dai pazienti, poiché ot-
le, sarà supportato dai contorni cer- Conclusioni timizzando il potenziale riparativo del-
vicali dell’elemento intermedio. Il tem- l’ospite, non aumenta il tempo o il co-
po e la funzione definiranno ulterior- Sebbene il procedimento proposto si sto del trattamento protesico e non
mente il nuovo contesto anatomico basi su una rigorosa revisione ed ap- causa problemi post-operatori.
favorendo l’integrazione estetica del plicazione dei meccanismi di guari-
restauro protesico. Le suture sono con- gione fisiologica, esso è innovativo in
troindicate, indipendentemente dal relazione alla letteratura attuale. Gli Ringraziamenti
materiale utilizzato, poiché ostacola- autori applicano con successo l’ap-
no la vascolarizzazione del tessuto di- proccio ESE fin dal 1998. È in corso Gli autori desiderano esprimere la propria gra-
titudine alla Dr.ssa Varsha R. Daryanani per il
slocato interferendo con l’apporto uno studio prospettico sull’applica-
suo aiuto nella traduzione in lingua inglese di
ematico indispensabile alla neofor- zione clinica dell’approccio ESE tra- questo articolo, ai Dott.ri Rinaldo e Giovanna
mazione di tessuto connettivo sopra- mite valutazione di una serie di casi Odrich per la revisione finale ed al Signor Ro-
consecutivi, corredati da misurazioni berto Canalis per il supporto odontotecnico.
crestale. Le immagini cliniche di un

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Fig 2a (a sinistra) Sito edentulo stabilizzato


(classe III tipo C ) che necessita di procedure
rigenerative.

Fig 2b (a destra) Incisione trapezoidale e


applicazione di collagene.

Fig 2c (a sinistra) Veduta vestibolare del


sito trattato con l’approccio ESE dopo
inserimento del restauro provvisorio.

Fig 2d (a destra) Veduta occlusale del sito


dopo 4 settimane.

Fig 2e (a sinistra) Veduta vestibolare del


sito dopo 4 settimane.

Fig 2f (a destra) Veduta vestibolare del


sito dopo 40 mesi.

Fig 2g La veduta occluso-vestibolare del


sito dopo 40 mesi di funzione permette di
apprezzare il tipo di anatomia ottenuta e la
stabilità del risultato nel tempo

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