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Zigni, Federici, Scarfò Ortopedia Bianchi Lezione 14 09/05/22

L’HARD BEARING E IL SOFT BEARING


Questa lezione non tratta delle caratteristiche generali della protesi d’anca: queste informazioni
possono essere trovate nella sbobina del 11/04/22.

La protesi d’anca ha avuto un’importante evoluzione nella storia: una tipologia di protesi d’anca che
ha avuto ottimi risultati è stata quella di Sir John Charnley, basata sul low friction arthroplasty, in
cui più la testina è piccola, minore è l’attrito che si instaura tra testina ed inserto o cotile.
Inoltre, l’usura è minore e la durata nel tempo è maggiore.

Questi concetti sono ancora validi, nonostante si sia passati con il tempo a materiali migliori e a
testine di diametro maggiore; infatti, mentre la testina più piccola provoca meno usura, questa allo
stesso tempo garantisce un minor range di movimento e maggior rischio di lussazione.

Nel tempo si è allora cercato di aumentare il diametro delle teste per superare questi due limiti fino
a sviluppare, negli anni 2000, le grandi teste metallo-metallo, le quali presentavano il problema
opposto: aumentando troppo il diametro, aumentava troppo l’attrito con conseguente usura e
metallosi.

A causa della comparsa di metallosi, osteolisi periprotesica ed usura queste protesi hanno avuto la
necessità di andare incontro a revisione, fino ad essere ritirate dal mercato.
L’usura, in generale, determina dei detriti che scatenano una reazione infiammatoria
multifasica a livello articolare che determina riassorbimento osseo: ciò era frequente con i primi
inserti di polietilene che creavano detriti con forte reazione osteolitica.
L’usura, quindi, porta ad osteolisi dell’osso e a mobilizzazione dell’impianto.

Problema simile ai primi inserti di polietilene riguardava le protesi metallo-metallo che, liberando ioni
cromo-cobalto, scatenano una reazione infiammatoria causando osteolisi e necrosi tissutale dei
tessuti molli (metallosi).
Per questo sono stati sviluppati altri materiali, come la ceramica e le protesi ceramica-ceramica.
Ci sono infatti due categorie di accoppiamenti1:
• Testine metallo-polietilene o polietilene standard. La testina, seguendo l’evoluzione della
protesi in un tempo pari
a 15 anni, migra verso
l’alto perché il
polietilene si usura,
creando aree di
osteolisi che,
aumentando di numero,
causano alla fine la
mobilizzazione della
protesi stessa. Infatti,
mentre nei primi due
controlli la protesi è in
una determinata
posizione, alla fine
risale e diventa
orizzontale. Altro
problema causato dall’osteolisi riguarda l’intervento di revisione che diviene più complicato.

È molto importante prevenire l’insorgenza di osteolisi.

1
In realtà ci sono più accoppiamenti che verranno descritti successivamente nella sbobina
1
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Guardando i registri ortopedici che contengono tutte


le informazioni riguardanti i pazienti e gli impianti
(quando sono stati fatti, la diagnosi del paziente, il
tipo di impianto usato, il tipo di accoppiamento, se e
perchè è stato revisionato) si osserva che la prima
causa di revisione sotto i due anni è la
lussazione dell’impianto, mentre dopo i due
anni la prima causa di revisione è la
mobilizzazione dell’impianto e l’osteolisi.

L’accoppiamento tra testina ed inserto si è evoluta nell’ottica di superare il problema dell’usura,


studiando materiali che causino minor usura e, allo stesso tempo, evitando altre cause di fallimento
(tribologia).

Esempio di un paziente di 46 anni,


in cui la testina della protesi è in
metallo, mentre l’inserto è in
polietilene standard (vecchio
modello). La paziente è giovane,
con una vita attiva, ma ha avuto
un’usura con riassorbimento
dell’osso attorno alla protesi.

• Accoppiamento ceramica-ceramica caratterizzato da bassissima usura, maggiore resistenza


(è il più resistente) e assenza di osteolisi. Questa assenza di osteolisi si può sempre osservare
nella paziente di 46 anni, a 5 anni post operazione. L’accoppiamento non è universale, ma
bisogna valutare le richieste funzionali del paziente, l’anatomia, i fattori di rischio, l’età e
la sicurezza dello stesso senza scordare di valutare i rapporti costo beneficio2.

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L’accoppiamento ceramica-ceramica è quello più costoso
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Bisogna valutare anche la tecnica chirurgica: le protesi in ceramica tollerano meno i mal
posizionamenti dell’impianto; quindi, prima di utilizzare certi materiali bisogna essere sicuri di
aver posizionato bene le componenti protesiche e di aver bilanciato i tessuti molli.

Ogni accoppiamento ha degli svantaggi:


• Metallo-polietilene o ceramica-polietilene hanno come svantaggio l’usura e l’osteolisi. Negli
anni vi è stata una evoluzione del polietilene che da standard è diventato reticolato, ovvero
polietilene più resistente, con usura ridotta. Il polietilene reticolato, nel momento in cui si usura,
crea delle particelle che determinano un’osteolisi molto minore rispetto lo standard a causa delle
dimensioni delle particelle. Questo è generalmente l’accoppiamento più utilizzato a causa della
sua usura ridotta e della migliore tolleranza rispetto l’accoppiamento ceramica-ceramica
• Ceramica-ceramica è caratterizzato da un’usura minore e nel momento in cui si usura, siccome
la ceramica è un materiale inerte, non causa una reazione osteolitica. La ceramica si può
tuttavia rompere: non si rompe mai in seguito ad un trauma e non si rompe mai la testina, ma
è l’inserto ad essere interessato per un mal posizionamento della protesi3 o per la presenza di
una microinstabilità. La rottura dell’inserto è una complicanza molto grave perché, rompendosi,
si crea un contatto tra la testina e il metallo del cotile con conseguente metallosi importante4.
Altro problema di questo accoppiamento può essere quello dello “squeaking”, ovvero la
comparsa di rumori, cigolii.
• Metallo-metallo ha usura ridotta, ma in alcuni pazienti può dare osteolisi, pseudotumor ovvero
una raccolta di liquido attorno all’articolazione che causa una necrosi tissutale dei tessuti molli

Negli ultimi anni, osservando una statistica inglese (England and Wales) basata su dati dal 2003 al
2012, si è visto un aumento dell’accoppiamento metallo-polietilene con un “boom”, tra il 2007 e 2009,
nell’utilizzo dell’accoppiamento metallo-metallo, ormai in disuso a causa delle problematiche prima
citate.

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C’è un conflitto tra le componenti
4
Il cotile è formato da una parte metallica e da un inserto, in ceramica, che si inserisce all’interno
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Osservando sempre questa tabella si nota un incremento negli anni dell’accoppiamento ceramica-
ceramica che tende alla fine a stabilizzarsi.
In generale, si può affermare che l’accoppiamento ceramica-polietilene è quello più universale e il
suo trend è in aumento per i vantaggi che la ceramica presenta sul metallo.

Il registro dell’Emilia-Romagna
è, invece, un’anomalia nel
panorama mondiale: al Rizzoli
si sono svolti studi molto
importanti sui materiali e in
particolar modo
sull’accoppiamento ceramica-
ceramica.
Questa scuola di pensiero è
rimasta nel tempo e, difatti, il
60% di tutti gli impianti è in
ceramica-ceramica5.

Altro trend di cui si è discusso ad


inizio lezione riguarda l’aumento
del diametro delle teste.
Sempre tramite dati forniti dal
registro inglese, si vede che nel
tempo aumenta l’utilizzo delle
testine di 32 e 36 mm,
contrariamente ai primi anni 2000
in cui la testina a 28 mm era la più
utilizzata (in particolar modo nel
2003).
La logica che sta dietro all’utilizzo
di un diametro maggiore, grazie al
miglioramento dei materiali, è la
possibilità di ottenere più stabilità
e un miglior range of motion,
avvicinandosi al diametro della
testa originale.
Fondamentale è non salire
troppo, in genere non sopra i 36
mm, perché il rischio è di avere
un’usura, non tra la testina e l’inserto, ma all’incastro tra la testina ed il cono Morse dello stelo
(trunnionosis).

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Negli USA utilizzano prevalentemente l’accoppiamento metallo-polietilene
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POLIETILENE STANDARD
Il polietilene standard è il materiale più antico e molte volte si usurava o si delaminava o si
rompeva a causa dell’ossidazione, spesso facilitata dalla sterilizzazione con raggi gamma in aria,
che ne andava ad alterare le caratteristiche meccaniche.
Si è, quindi, passati alla sterilizzazione sottovuoto, intubati di vitamina E che allentava questo
processo di ossidazione.
Il polietilene standard, infatti, sterilizzato in ossido di etilene e confezionato correttamente ha
mostrato buoni risultati a lungo termine6.

Ceramica-PE o Metallo-PE?
La testina in ceramica rispetto quella in metallo presenta dei vantaggi:
• È più liscia. Ha una finitura di superficie con rugosità negativa che la rende più liscia rispetto il
metallo
• Miglior bagnabilità, quindi si lubrifica meglio con il liquido sinoviale
• Maggior durezza rispetto al metallo. Ha meno rischi di essere danneggiata durante manovre,
come quella di riduzione. La ceramica non si graffia, al massimo si segna (appare una riga nera7),
ad esempio, quando la testina striscia sul bordo del cotile.

Le differenze sono minime.

POLIETILENE CROSS-LINKED
L’evoluzione del polietilene è rappresentata dal polietilene cross-linked che sta sostituendo quello
standard, rappresentando ormai l’accoppiamento (sia con la testina in metallo sia con la testina in
ceramica) più utilizzato al mondo8.

Il polietilene reticolato ha molti


vantaggi:
• Miglior resistenza all’usura
• Possibilità di utilizzo di teste
di diametro maggiore di 32 o
36 mm
• Dà risultati a distanza di anni
ottimi, anche con teste grandi
da 36 mm
In questa slide è riportata
l’esperienza di casi con
accoppiamento ceramica-
polietilene cross linked a diversi
diametri in cui non sono state
osservate né problematiche
meccaniche né osteolisi.

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Il successo, quindi, dipendeva anche dalla qualità del polietilene. Ci potevano essere aziende che
sterilizzavano correttamente il polietilene e aziende con qualità molto scadente
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È il metallo del cotile che si consuma sulla testina, mentre la ceramica non si graffia
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Esclusa l’Emilia-Romagna in cui si utilizza ceramica-ceramica
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L’unico appunto da fare


è che il polietilene cross
linked essendo molto
più duro rispetto lo
standard, non tollera
mal posizionamenti.
Il mal posizionamento
dell’impianto o la
difettosità del sistema di
bloccaggio tra polietilene
e cotile possono
determinare un conflitto
tra lo stelo e il bordo del
polietilene, portando alla
rottura di questo.

Dalle slides: La rottura di inserti PEX è descritta specialmente in coppe verticali con bordo rialzato
e uno scadente meccanismo di bloccaggio.

METALLO-METALLO
Le teste metallo-metallo, ad inizio anni 2000, nascono con le protesi di rivestimento, ovvero protesi
in cui non vi era lo stelo, ma una grande testa di metallo9 che veniva incapsulata sulla testa nativa.
Queste protesi erano state ideate per replicare l’anatomia normale della testa femorale e
risparmiare osso in quanto non si tagliava il collo ma si fresava la testa per montarci sopra quella
di metallo.
Dalla sbobina del 11/04/22: Protesi di rivestimento: riveste la testa come un dente, col problema
di avere una superficie di scorrimento metallo- metallo che ha generato reazione di ioni metallo
causando mobilizzazione della protesi e problemi tissutali (pseudotumor)
Si è visto, a distanza di 10-15 anni, che, soprattutto gli steli tradizionali con testa grande metallo-
metallo, creano attrito10.
L’attrito che si instaura tra testa e cotile spesso scarica le forze sul cono Morse, ovvero all’incastro
tra testa e stelo femorale con usura e rilascio di ioni metallo e successiva osteolisi.

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Per teste grandi si intendono quelle sopra i 40 mm (fino a 48 mm). Ovviamente le dimensioni
dipendono anche dalla grandezza del cotile. Generalmente con cotile dal 50 in giù i risultati
risultavano peggiori: se il cotile era di piccole dimensioni, a causa della testa di grandi dimensioni,
veniva reso sottile con il rischio di deformarsi, durante l’impianto, stringendo la testa
posteriormente
10
L’attrito è minore se vi è solo il rivestimento
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Si osserva, nel registro inglese, il tasso di fallimento a 5 anni dei vari tipi di impianto.
Questo tasso risulta basso (circa dell’1%) per protesi normali (cementate e non).
Le protesi con le teste di metallo grandi senza lo stelo (resurfacing), incapsulate sulle teste
femorali normali hanno un tasso di fallimento più elevato.
Le blu sono quelle con le grandi teste metallo su metallo, caratterizzate da un tasso di
fallimento molto più alto che ne ha ridotto l’utilizzo nel tempo.
Può, tuttavia, rimanere un utilizzo nei rivestimenti in pazienti selezionati: giovani, uomini con cotile
grande.

Nell’immagine si vede l’usura a livello del cono Morse.


L’incastro tra testa grande e cono Morse crea detriti di metallo che porta a fallimento dell’impianto.
C’è stata, quindi, una segnalazione dei vari sistemi sanitari: in Emilia-Romagna c’è un ambulatorio
di monitoraggio di questi pazienti con protesi metallo-metallo che fanno monitoraggio degli ioni,
radiografie per prevenire problemi.

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Riguardo
l’accoppiamento
metallo-metallo i
problemi sono dovuti
alle teste con diametri
grandi, al contrario i
piccoli diametri (inferiori
a 32 mm), usati tanti
anni fa, hanno mostrato
buoni risultati, senza
metallosi a causa
dell’attrito e dell’usura
minore.

CERAMICA-CERAMICA
Vi sono vari articoli, il cui nome è riportato nelle slides, che mostrano buoni risultati
dell’accoppiamento ceramica-ceramica purché l’impianto sia posizionato correttamente.
Ad esempio, è riportato uno studio con follow up superiore a 10 anni e tasso di sopravvivenza pari
al 99%.
È anche riportata un’esperienza di 1000 casi in cui le testine usate avevano diametro diverso e in
cui non si è osservato nessun caso di rottura della testa o inserto né alcuna evidenza di osteolisi.

Gli svantaggi sono:


• Costo
• Fragilità (rischio di
rottura)
• Rumori (squeaking,
click, cigolii) che
possono essere
avvertiti dal paziente
e possono essere
causati da un mal
posizionamento o da
una scarsa
lubrificazione, cioè
una scarsa posizione
del liquido sinoviale

La ceramica è molto sensibile al mal posizionamento e tollera meno errori di tecnica


chirurgica: se vi è una ridotta copertura del cotile o una microinstabilità si crea uno stress sul
bordo dell’inserto che nel tempo causa il distacco di piccoli frammenti che se si inseriscono tra
testina ed inserto possono causare un’usura importante.

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In questo caso il conflitto era tra lo
stelo e l’inserto: il segno nero
rappresenta il metallo dello stelo che
rimane sull’inserto.

Ciò causa una sublussazione della testina


sul lato opposto con rottura del bordo
della ceramica del lato opposto al conflitto.
Quindi, è possibile vedere nella rottura
della ceramica un bordo nero che
rappresenta il conflitto tra inserto di
ceramica e stelo dal lato opposto alla
rottura.
Il problema è sempre legato al mal
posizionamento e, talvolta, si può vedere
l’usura dovuta a questi frammenti che si
possono inserire tra testina ed inserto.

Quindi vari studi affermano che il posizionamento corretto della protesi è cruciale per la
sopravvivenza; infatti, spesso quando c’è un problema legato alla ceramica (per esempio a causa
di una frattura o per usura) questo danno causa un malposizionamento dell’impianto stesso.
L’inclinazione deve essere di 40°- 45°, l’antiversione di 10°-15°. La situazione più pericolosa è la
combinazione dei cotili verticali molto antiverso che porta a un sovraccarico del margine
dell’inserto che rischia la rottura.

Questo è un caso di un
cotile molto verticale
che dovrebbe avere
un’inclinazione di 40° -
45° ma in questo caso
essendo molto
verticale la testa risulta
essere scoperta, si
crea così un
sovraccarico che
determina conflitto
sull’inserto in ceramica
e una lesione nella
parte opposta.

Un’altra problematica legata alle rotture della ceramica è la microseparazione, questa consiste
nell’instabilità dell’impianto che però non porta a lussazione, è una lesione temporanea ma può
causare rottura del bordo dell’inserto. Generalmente è un problema che si risolve nel giro di alcuni
mesi.
La TAC proposta a lezione mostra, a circa due mesi e mezzo dall’intervento, il posizionamento
della testina e dell’inserto in ceramica, questi risultano essere leggermente separati. A distanza di
4 mesi la tensione muscolare fa sì che il problema di instabilità si risolva autonomamente.

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Se questo non succede si può andare incontro a rottura del bordo dell’inserto e generare usura, è
importante quindi ritensionare correttamente la muscolatura glutea e ripristinare l’anatomia del
femore prossimale, quindi porre attenzione alla leva glutea e alla distanza tra centro di rotazione
articolare e centro della diafisi, tutto questo determina il corretto tensionamento della muscolatura
glutea. Difatti la corretta combinazione di lunghezza e offset determina che la muscolatura glutea
lavori correttamente.

Pianificazione preoperatoria
Come è stato visto la scelta della tipologia dei materiali, l’accoppiamento testina - inserto e la
scelta dell’impianto sono caratteristiche da personalizzare in base alle esigenze del paziente;
non esiste un impianto adatto a tutti, bisogna valutare le caratteristiche anatomiche del singolo e
scegliere la protesi più adatta.
Spesso le protesi hanno diverso offset (ad alto o a basso offset) variano in base alla lunghezza
della testa o alla possibilità di scegliere protesi modulari, possono avere colli mobili con lunghezze
variabili, tutte queste caratteristiche specifiche sono utili per adattare la protesi al pz per avere una
ricostruzione migliore.

La pianificazione preoperatoria è importante per:


1. scegliere il tipo di protesi
2. valutare il posizionamento dei componenti
3. valutare la taglia della protesi (che si sceglie in base all’anatomia del pz)
4. valutare la ricchezza del centro di coartazione
5. valutare la lunghezza degli altri.

Questi ultimi due in particolare sono parametri fondamentali per darci un’idea della corretta
biomeccanica articolare e della stabilità articolare, condizioni che permettono un miglior
funzionamento della muscolatura.

La pianificazione in passato veniva fatta su lastra calibrata posizionando i lucidi alla radiografia si
andava così a determinare la taglia dell’impianto e le altre caratteristiche.
Ad oggi si utilizza la pianificazione digitale che utilizza la digitalizzazione radiologica. Si possono
utilizzare le lastre in digitale, dei modelli CAD di impianti protesici e poi con determinati software si
vanno ad adattare i vari impianti alla radiografia. La cosa fondamentale è che la radiografia sia
calibrata per far sì che le misure siano corrette.

Vantaggi della pianificazione digitale:


- costi: non è necessario stampare su pellicola ma il supporto è computerizzato
- archiviazione: permette una facile e rapida consultazione dei casi
- accuratezza: maggior precisione rispetto alla calibrazione su pellicola. In particolare, si ha
un’accuratezza del 80% per la coppa e dell’85% per lo stelo.

La pianificazione può essere guidata da software o libera.

• Quella libera sfrutta una lastra calibrata su cui si va a calcolare:


- l’asse anatomico del femore (linea che passa al centro della diafisi femorale)
- l’asse del femore tangente al grande trocantere

Si posiziona il cotile e poi si posiziona lo stelo in modo che sia in asse con l’asse del
femore e poi si misurano le distanze tra alcuni piani di repere, ovvero:
- apice dello stelo e grande trocantere
- piccolo trocantere e la linea della cotile femorale

Nei casi complessi, come ad esempio i casi displastici, l’accuratezza nel calcolare la taglia
è minore.

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È fondamentale fare pianificazione,


quando andiamo a ridurre la testina
all’interno del cotile andiamo ad
allungare l’osso di 65mm; quindi, se
il centro di rotazione dello stelo è
sopra il centro di rotazione del cotile
significa che quando si riduce le
due parti combaciano e di
conseguenza si va ad allungare
l’arto di 6.5cm. chiaramente uno
scenario non auspicabile perché si
andrebbero a creare lesioni
vascolo-nervose. In questo caso si
pianifica una osteotomia di
accorciamento del femore.
Tendenzialmente il limite di
allungamento per il femore è di 3.5 -
4 cm per evitare questo tipo di
lesioni.
Pianificazione digitale di osteotomia femorale

La pianificazione è importante proprio per prevedere e quindi evitare possibili problematiche e


complicazioni di questo tipo in sala operatoria.

Pianificazione nelle revisioni


Pianificare permette di approcciarsi all’intervento e analizzare mentalmente i vari passaggi e fare
un recap del materiale necessario (osso dalla banca ossea, strumenti per rimozione protesica,
strumenti per la sintesi ecc..).

Offset11 femorale

Distanza tra centro di


rotazione e l’asse femorale.
È l’elemento che determina,
con la lunghezza, la tensione
della muscolatura glutea.
Andando a ridurre
eccessivamente l’offset il
muscolo gluteo non lavorerà,
aumentandolo invece il
muscolo gluteo sarà
eccessivamente tensionato e
il pz andrà incontro a dolori
trocanteri e al piccolo e medio
gluteo.

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https://www.artroprotesionline.it/filealbum/341_0.pdf fonte dell’immagine
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Pianificazione per la displasia dell’anca

Una delle caratteristiche primarie della displasia è la lussazione congenita dell’anca.


La testa del femore si trova esternamente all’acetabolo che si presenterà quindi vuoto.
È una condizione che soprattutto in
passato portava alla nascita di
neonati con lussazione congenita,
oppure la lussazione veniva
diagnosticata al momento della
nascita.
Ad oggi risultano in diminuzione
grazie alle tecniche di indagine
prenatale (esistono anche le
tecniche di indagine postnatale che
permettono di individuare
precedente la condizione e
trattarla).
È una condizione più comune nei
pz originari dall’est Europa e in pz
over 40 che non sono stati
sottoposti alle indagini ecografiche
al momento della nascita.
Il bambino affetto da displasia
dell’anca inizia a camminare più tardi della norma, il problema viene identificato dopo qualche
mese tramite indagine radiografica (nei primi 3 mesi la radiografia è muta).
La caratteristica è che l’osso è molto ridotto e il femore è risalito e di conseguenza la muscolatura
glutea non lavora. Il pz assume andatura di Trendelenburg12: quando la muscolatura glutea non
lavora, nella fase di appoggio monopodalico, il bacino cade dalla parte controlaterale e non è
stabile. In condizione filologica il bacino rimane stabile e parallelo al terreno.
Se la displasia è bilaterale si ha invece andatura anserina.
In sintesi i pz hanno l’anca lussata, femore risalito e offset ridotto e quindi assumono questa
andatura caratteristica.

Riposizionando il centro di rotazione del paleocotile si crea un neo-cotile,


Abbassando il centro di rotazione e riportandolo a livello del paleocotile si va a ripristinare l’altezza
del centro di rotazione e si va anche ad aumentare l’offset e si va a tensionare correttamente la
muscolatura glutea.

Domanda studente: è possibile indicare un prototipo per ciascun tipo di pz con la protesi più adatta
alle sue esigenze13?

- sportivo ad alta richiesta funzionale / che pratica sport ad alto impatto: l’accoppiamento giù
consigliato è testina in ceramica e polietilene reticolato. In ogni caso lo sport ad alto impatto in
pz con protesi è sconsigliato.

In casi molto selezionati è possibile usare una protesi di rivestimento con accoppiamento in
metallo - metallo, anche se Bianchi si dice scettico sull’utilizzo di questa tecnica (viene fatto
l’esempio del tennista Andy Murray). É una scelta di nicchia per le protesi di rivestimento,

12
Da wikipedia: Il segno di Trendelenburg è causato da ipostenia e/o deficit di controllo degli
abduttori d'anca (principalmente medio gluteo) che fa aumentare il pelvic drop (4 gradi) causando
una caduta dell'emibacino controlaterale al deficit.
13
essendoci qualche differenza tra le slides e quanto detto a lezione si riportano entrambe le
versioni
12
Zigni, Federici, Scarfò Ortopedia Bianchi Lezione 14 09/05/22
l’intervento è poco praticato e le indicazioni sono limitate (pz giovani, taglia del cotile > 50,
maschi14). I vantaggi non sono comunque eclatanti secondo Bianchi.

- un pz under 30 con stile di vita attivo: l’accoppiamento consigliato è in ceramica – ceramica.

- pz anziano over 75: accoppiamento di testina in metallo e polietilene reticolato.

Ormai la differenza di costo tra testina in ceramica e in metallo è irrisoria.


A seconda del tipo di protesi si può comunque scegliere il materiale, anche se alcuni tipi di protesi
eseguiti in ceramica presentano dei problemi; quindi, bisogna scegliere i materiali anche in base al
tipo di impianto.

L’accoppiamento ceramica -
ceramica è consigliato in ogni
caso solo a chirurghi esperti e
precisi che seguono l’intervento
su pz giovani e in cui si può
essere sicuri del
posizionamento della protesi
stessa, in casi complessi e in
cui le valutazioni sono
complicate è meglio evitarlo.

L’equipe di Modena lavora spesso anche con tecnica robotica che garantisce una maggior
precisione nel posizionamento dell’impianto e prevede una pianificazione tramite TAC (aumenta
ulteriormente l’accuratezza). L’utilizzo del robot e del software associato permette di avere “live”
durante l’intervento informazioni circa la lunghezza dell’osso, sull’offset…
L’accoppiamento reciproco preciso tra cotile e stelo aumenta funzionalità della protesi e riduce
l’usura della protesi stessa (aspetto fondamentale per la buona riuscita di un intervento).

14
Questo perché tendenzialmente le taglie nelle donne sono più piccole e perché questo tipo di
protesi può dare problemi con la gravidanza.
13

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