STENOSI CICATRIZIALI POSTOPERATORIE ra è in media del 2% con una elevata morbidità (intorno
al 40%) ed una percentuale di stenosi dell’anastomosi
DELLE VIE BILIARI bilio-digestiva che varia dal 10 al 15% con follow-up che
Il trattamento endoscopico delle stenosi variano dai 4 ai 10 anni (3). Solo negli ultimi 10 anni, con
postoperatorie delle vie biliari può essere la messa a punto di metodiche di protesizzazione più
aggressive, mediante l’uso di protesi in plastica multi-
considerato di prima scelta? ple, si è arrivati a percentuali di risoluzione della stenosi
superiori al 96% (4,5) con relativamente basse percen-
Il trattamento delle stenosi postoperatorie delle tuali di recidiva della stenosi stessa (11.4%) anche dopo
vie biliari mediante dilatazione con protesi può lunghi periodi di follow-up (f.u. medio 13.7 anni, range:
essere considerato una valida alternativa alla ri- 11.7-19.8) (6). Tali risultati consentono di promuovere il
parazione chirurgica della lesione biliare. trattamento endoscopico come alternativa terapeutica
al trattamento chirurgico a prescindere dalla presenza
o meno di controindicazioni tecniche o cliniche all’inter-
vento chirurgico.
Esistono delle evidenze che suggeriscono
l’uso di protesi di plastica multiple Il fallimento del trattamento endoscopico
da preferire all’uso della singola/doppia preclude o limita il ricorso in seconda
protesi in plastica per ottenere battuta al trattamento chirurgico?
la dilatazione persistente delle stenosi
delle vie biliari postoperatorie?
Il fallimento del trattamento dilatativo delle ste-
nosi postoperatorie con protesi di plastica non
L’uso graduale nel tempo di un numero cre- preclude tecnicamente il confezionamento di
scente di protesi in plastica garantisce maggiori una derivazione chirurgica delle vie biliari.
percentuali di successo nella risoluzione della
stenosi riducendo la percentuale di recidiva del-
Non esistono in letteratura lavori che analizzino in ma-
la stenosi stessa nel corso del follow-up dopo
niera specifica questo problema ma è opinione comu-
rimozione delle protesi.
ne degli esperti che, il pregresso tentativo di trattare
endoscopicamente con protesi, le stenosi postopera-
Non vi è attualmente consenso sul timing in cui debba torie, non infici la possibilità di confezionare successi-
La terapia chirurgica delle stenosi cicatriziali postope- vamente un’anastomosi bilio-digestiva (6). In un vec-
ratorie delle vie biliari è da sempre stata considerata il chio lavoro retrospettivo che comparava il trattamento
trattamento gold standard. Le alternative terapeutiche endoscopico con protesi alla chirurgia derivativa delle
comparse successivamente rappresentate dal tratta- stenosi cicatriziali delle vie biliari nei pazienti non re-
mento dilatativo percutaneo e dal posizionamento en- sponders alla terapia endoscopica, non si riportavano
doscopico di protesi hanno per lunghi anni rappresen- particolari difficoltà tecniche nel successivo trattamen-
tato una seconda scelta terapeutica da considerare in to chirurgico (1).
pazienti non candidabili per la riparazione chirurgica. La
La durata del periodo di latenza tra
Giorn Ital End Dig 2012;35:77-83
77
TRATTAMENTO ENDOSCOPICO
DELLE LESIONI IATROGENE E STENOSI BENIGNE DELLE VIE BILIARI
termino-terminale dopo transezione accidentale delle vie che, alla loro rimozione, possa garantire lunghi periodi di
biliari o che comunque hanno subito una sutura di una pervietà e molto bassa. In letteratura sono descritti casi
breccia biliare. In questi pazienti, secondo l’opinione degli sporadici trattati con successo per via combinata endo-
esperti, se si pratica il drenaggio endoscopico nei primi tre scopico-radiologica.
mesi dall’intervento, il rischio che la dilatazione meccanica
o pneumatica possa creare una deiscenza della sutura è Il trattamento endoscopico delle stenosi
altissimo. Per ridurre tale rischio il consiglio è quello di limi-
tare il posizionamento del numero di protesi ad un massi- postoperatorie delle vie biliari è da preferire
mo di due protesi (a seconda del diametro della via biliare a quello radiologico percutaneo?
al di sotto della lesione). Nel corso della seconda procedu-
ra endoscopica, da programmare dopo 12-16 settimane
quando oramai la sutura biliare sarà consolidata, si potrà Il trattamento endoscopico delle stenosi cicatri-
ragionevolmente incrementare il numero delle protesi limi- ziali delle vie biliari è preferito a quello radiologi-
tando i rischi di possibili danni iatrogeni. co percutaneo poiché evita la puntura del fegato
con dotti spesso non dilatati e perché scongiura
la necessità per il paziente di avere drenaggi per-
Esistono dei criteri morfologici cutanei esterni per lungo tempo.
per identificare i pazienti affetti da stenosi
M. Mutignani > Trattamento endoscopico delle lesioni iatrogene e stenosi benigne delle vie biliari
cicatriziale delle vie biliari da destinare A riguardo di tale argomento, non esistono studi compa-
direttamente al trattamento chirurgico? rativi che abbiano analizzato i risultati delle due metodi-
che. Nella pratica clinica, il trattamento endoscopico viene
preferito essenzialmente per due motivi: il primo è relativo
Sulla base sia della elevata complessità di at- alla necessità di dover pungere i dotti biliari intraepatici che
tuare il trattamento endoscopico che della po- molto spesso, nelle stenosi cicatriziali non sono dilatati;
vertà dei risultati clinici, sono da considerare questo dato morfologico rende il tentativo di drenaggio per-
non elegibili per il trattamento endoscopico le cutaneo più difficile e traumatico nonostante l’utilizzo della
legature complete delle vie biliari e le lesioni guida ecografica. Il secondo motivo è legato al disagio per
con perdita di sostanza delle vie biliari. il paziente di dover portare per lungo tempo dei drenaggi
esterni che peggiorano in maniera significativa la qualità di
vita dei pazienti.
Storicamente, prima dell’avvento della chirurgia laparo-
Pur non essendo metodologicamente corretto, se inoltre
scopica, la legatura chirurgica delle vie biliari rappresen-
andiamo ad analizzare i risultati degli studi di radiologia
tava una indicazione assoluta all’adozione del trattamento
interventista sul trattamento delle stenosi cicatriziali delle
chirurgico poiché le possibilità di poter superare la steno-
vie biliari si può notare che le percentuali di successo del-
si, sia per via endoscopica che per via percutanea, erano
pari a zero. la risoluzione della stenosi e di recidiva della stenosi sono
L’approccio laparoscopico ha modificato la tipologia comparabili ai risultati del posizionamento endoscopico di
dell’ostruzione poiché le clip posizionate sulle vie biliari una o due protesi senza riuscire a riprodurre i risultati del
possono essere teoricamente riaperte endoscopicamen- multistenting endoscopico (8).
te (7). Per far sì che una ostruzione completa da clip pos-
sa essere trattata endoscopicamente sono due i fattori L’uso delle protesi metalliche rimuovibili è
prognostici positivi: il primo è relativo al numero delle clip: da preferire all’uso delle protesi di plastica?
se la clip non è singola, la possibilità di non riuscire ad
aprire le loro branche è molto elevata; il secondo fattore
prognostico è correlato all’angolo di incidenza tra l’asse Attualmente non vi sono dati sufficienti per pre-
della clip e l’asse della via biliare: se tale angolo è retto o ferire l’uso delle protesi metalliche rimuovibili a
comunque prossimo ai 90° è più facile applicare una forza quello delle protesi in plastica.
efficace con un filo guida nel lume virtuale del coledoco
ostruito, che vada a divaricare le branche della clip; se tale
angolo è acuto, la guida non sarà in grado di applicare la La risposta a tale quesito è motivata dalla pubblicazio-
sua forza tra le branche della clip ma, bensì, avrà una via ne di una revisione sistematica della letteratura nel 2009
di scorrimento oblique di fuga, in direzione dell’estremità sull’uso delle protesi metalliche confrontato con le protesi
più alta della clip, che porterà alla perforazione della pa- in plastica nelle stenosi benigne delle vie biliari (9).
rete del coledoco con il filo guida. Per quanto riguarda I dati di questo studio hanno però il limite storico di con-
le sezioni complete delle vie biliari non riparate intraope- siderare solo l’uso delle protesi metalliche non ricoperte
ratoriamente dal chirurgo, bisogna distinguere due casi: che, come ben noto, hanno il problema di rimanere in-
il primo è rappresentato dai pazienti con i margini della trappolate dalla reazione iperplastica-infiammatoria della
sezione vicini senza una grossolana perdita di sostanza mucosa biliare.
delle vie biliari; il secondo caso è invece rappresentato Per tale motivo la conclusione della revisione era che, allo
dalle sezioni complete delle vie biliari con perdita di so- stato dell’arte al momento della sua pubblicazione, i risul-
stanza. Nella prima situazione, se endoscopicamente o tati migliori erano quelli ottenuti con il multistenting con
per via combinata, radiologico-endoscopica, si riesce ad protesi di plastica.
incannulare il moncone della via biliare a monte della lesio- Attualmente, con la disponibilità sul mercato delle prote-
ne, il trattamento protesico può avere le stesse probabilità si metalliche rimuovibili, sembrano aprirsi nuovi spazi per
di successo delle stenosi cicatriziali semplici. Nel secon- l’uso di queste protesi nelle stenosi postoperatorie delle
do caso invece, il problema è rappresentato dal tratto di vie biliari. Non sono stati però ancora pubblicati ne studi
lesione dove vi è la perdita di sostanza. In questo seg- prospettici comparativi ne studi prospettici a singolo brac-
mento di vie biliari le possibilità che il tessuto cicatriziale cio che possano dimostrare vantaggi rispetto al multisten-
si organizzi intorno alle protesi lasciando un lume tubulare ting con protesi di plastica (10).
78
1
STENOSI BILIARI
Nelle stenosi anastomotiche, l’uso della sola dilatazione
POST TRAPIANTO DI FEGATO pneumatica senza posizionamento di protesi ha successo
Esistono diverse tipologie di stenosi biliare in meno del 50% dei casi (13). L’uso delle protesi di pla-
dopo trapianto di fegato? stica, soprattutto del multistenting, garantisce percentuali
di successo nella risoluzione della stenosi che variano dal
70 al 100% con percentuali di recidiva che vanno dallo 0
Le stenosi biliari dopo trapianto di fegato sono al 20% (3).
classificate in due gruppi principali: Alcuni autori hanno osservato che le stenosi anastomoti-
1) stenosi anastomotiche
che precoci, diagnosticate e trattate entro i primi sei mesi
dal trapianto, hanno una prognosi migliore rispetto a quelle
2) stenosi non anastomotiche. diagnosticate più tardivamente (11). Per quanto riguarda le
stenosi non anastomotiche, l’armamentario endoscopico è
il medesimo utilizzato per le stenosi anastomotiche, con la
Nonostante i progressi delle tecniche chirurgiche e del-
variante relativa alla complessità della stenosi che spesso
le procedure di espianto e conservazione degli organi,
impone l’uso di protesi di piccolo calibro. Se la stenosi non
le complicanze biliari dopo trapianto rimangono tra le
anastomotica è diagnosticata precocemente ed è asso-
più frequenti e, tra queste, le stenosi biliari rappresen- ciata alla trombosi dell’arteria epatica le uniche indicazioni
tano il 40% di tutte le complicanze biliari. al trattamento sono quelle che mirano alla ricanalizzazione
L’incidenza della stenosi anastomotica varia a seconda dell’arteria epatica o al retrapianto. Se invece la stenosi non
del tipo di donatore: è del 5-15% nei trapianti da ca- è associata alla trombosi dell’arteria epatica o quest’ultima
davere e del 30% circa da donatore vivente (11). Per si è manifestata tardivamente, è ragionevole tentare di trat-
quanto riguarda le stenosi anastomotiche nel mecca- tare la stenosi endoscopicamente. Anche in questo caso
nismo della loro formazione sono chiamate in causa sembra che le stenosi diagnosticate entro tre mesi dal tra-
problematiche di tecnica chirurgica, il piccolo calibro pianto rispondano meglio di quelle con esordio clinico più
dei monconi anastomizzati o la diversità del calibro dei tardivo (14).
due capi da anastomizzare. La letteratura comunque dimostra che circa il 25-30% dei
Possono incrementare l’incidenza delle stenosi ana- pazienti sottoposti a trattamento conservativo, muoiono o
stomotiche; le infezioni, l’ischemia locale e le reazioni vengono retrapiantati. Considerando che mediamente la
fibrocicatriziali esuberanti (11). Alla stenosi anastomotica stenosi non anastomotica riduce il periodo di sopravviven-
può essere associata una deiscenza dell’anastomosi. za dell’organo donato mentre le sopravvivenze dei pazien-
Le stenosi non anastomotiche rappresentano il 10-25% ti che sviluppano una stenosi non anastomotica sono in
di tutte le stenosi biliari post trapianto epatico e sono media paragonabili alla media di sopravvivenza dei pazienti
spesso associate a trombosi dell’anastomosi dell’arteria sottoposti a trapianto (15), possiamo considerare razionale
epatica. In circa il 50% dei casi non è questo l’unico l’uso di protesi in plastica come “bridge to retransplanta-
meccanismo di formazione. tion” o come palliazione nei pazienti non ricandidabili ad un
Tra gli altri fattori associati alle stenosi non anastomo- retrapianto.
tiche vi sono fenomeni di immunoincompatibilità legati
al gruppo AB0, reazioni autoimmunitarie contro l’epitelio
biliare e lesioni ischemiche secondarie a danno da dis-
L’uso delle protesi metalliche
sezione delle vie biliari extraepatiche o da problemi di nelle stenosi anastomotiche
conservazione dell’organo pre e post espianto. delle vie biliari è da preferire a quello
Tipicamente le stenosi non anastomotiche possono inte- delle protesi in plastica?
ressare tutti i distretti anatomici intra ed extraepatici delle
vie biliari; di solito sono lunghe e multiple e sono caratte-
rizzate dalla presenza di abbondante sludge e materia- Allo stato attuale non vi sono dati sufficienti per
le necrofibrinoso che rende complesso il drenaggio con supportare l’uso delle protesi metalliche nei con-
protesi in plastica per la tendenza all’occlusione del lume fronti delle protesi di plastica nelle stenosi biliari
protesico (11,12). anastomotiche post trapianto epatico.
Questi tappi di tessuto necrofibrinoso chiamati “cast”
sono inoltre difficili da estrarre poiché spesso tenacemen-
End Dig 2012;35:77-83
- I SESSIONE
te adesi alla mucosa biliare necrotica e la loro formazione Sebbene l’uso di protesi metalliche di ampio calibro e ri-
può durare anche alcuni mesi dopo il trapianto. muovibili dia l’idea che possa sostituire immediatamente le
protesi di plastica, i dati pubblicati in letteratura, anche se
Esistono differenze nell’approccio limitati dall’assenza di studi prospettici randomizzati, non
confermano tale supposizione. In realtà i pochi studi riportati
terapeutico endoscopico nei diversi tipi in letteratura individuano nella migrazione della protesi il pro-
di stenosi biliare post trapianto di fegato?
Ital2 OTTOBRE
blema maggiore.
Sono al vaglio nuove protesi con modifiche nel loro design per
ridurre il rischio di migrazione, ma al momento, le percentuali
Le stenosi anastomotiche delle vie biliari post tra- di risoluzione delle stenosi anastomotica non superano il 50%
pianto epatico rispondono generalmente al trat- circa dei pazienti trattati (16,17). Se l’indicazione al posiziona-
tamento endoscopico e la loro terapia mediante mento della protesi metallica rimuovibile è rappresentato da una
LUNEDì
posizionamenti di protesi di plastica è conside- fistola biliare esterna secondaria a deiscenza dell’anastomosi
Giorn
rata attualmente il gold standard; le stenosi non biliare, il tempo di permanenza della protesi per la chiusura della
anastomotiche sono difficili da trattare e rispon- fistola non dovrà essere troppo breve perché in questi casi vi
dono poco al trattamento dilatativo ed agli altri è una elevata incidenza di stenosi post rimozione della protesi
trattamenti conservativi in genere. secondaria alla retrazione cicatriziale anastomotica non tutorata
più dallo stent (18).
79
15
TRATTAMENTO ENDOSCOPICO
DELLE LESIONI IATROGENE E STENOSI BENIGNE DELLE VIE BILIARI
Esiste un ruolo delle protesi metalliche di pervietà che in media non supera i 3,4 mesi. Nei pa-
zienti sintomatici, il ricorso al drenaggio endoscopico
nelle stenosi biliari non anastomotiche in prima istanza può essere utile per identificare quei
post trapianto epatico? casi con stenosi biliare da edema secondario a riacutiz-
zazione della pancreatite cronica che tipicamente pos-
sono regredire spontaneamente dopo due o tre mesi
Non esistono dati circa l’uso delle protesi metalli-
dall’esordio clinico dell’ostruzione biliare. In questi casi
che nelle stenosi biliari non anastomotiche post
la protesizzazione consente di evitare interventi chirur-
trapianto epatico.
gici di derivazione biliare inappropriati. In letteratura cir-
ca il 10% dei pazienti con stenosi biliare sintomatica
La complessità della morfologia delle stenosi non ana- presenta una regressione morfologica completa della
stomotiche, la ridotta autonomia di sopravvivenza del stenosi (21-23).
fegato ed il ruolo spesso “bridge to retrasplantation”
del drenaggio endoscopico, spiegano perché attual- L’uso delle protesi metalliche
mente non vi siano dati sull’uso delle protesi metalliche nelle stenosi biliari secondarie
in questo tipo di stenosi.
a pancreatite cronica,
è indicato in prima istanza?
STENOSI DELLE VIE BILIARI SECONDARIE
M. Mutignani > Trattamento endoscopico delle lesioni iatrogene e stenosi benigne delle vie biliari
A PANCREATITE CRONICA
L’utilizzazione delle protesi metalliche per la dila-
Nei pazienti affetti da stenosi asintomatica tazione delle stenosi biliari secondarie a pancrea-
della via biliare intrapancreatica tite cronica non è ancora supportato da dati della
secondaria a pancreatite cronica, con indici letteratura sufficienti.
di colestasi nella norma, è indicato
il drenaggio endoscopico delle vie biliari? I dati di revisione delle letteratura pubblicati nel 2009 (9)
riguardano prevalentemente le protesi metalliche non
ricoperte utilizzate per palliare l’ostruzione del coledoco
Il drenaggio endoscopico non è indicato in pre- secondaria a pancreatite cronica. In questa revisione
senza di una stenosi del tratto intrapancreatico le percentuali di complicanze legate all’ostruzione del-
del coledoco, secondaria a pancreatite cronica, la protesi variavano dal 10 al 62% (in media 39,5%)
con dilatazione a monte delle vie biliari ma con con follow-up medi compresi tra i 22 ed i 50 mesi. È
valori normali degli indici di citolisi e di colestasi evidente che in pazienti con lunghe aspettative di vita,
epatica (19). tali dati non sono sufficienti per poter supportare l’uso
delle protesi non ricoperte a meno che non si tratti di
Nei pazienti affetti da pancreatite cronica sottoposti a pazienti ad elevato rischio operatorio (9,10). Più recen-
TC o RM, può essere dimostrata la presenza di una temente sono comparsi dei lavori sull’uso delle protesi
stenosi asintomatica del tratto intrapancreatico del co- metalliche rimuovibili che però, al momento, evidenzia-
ledoco, con dilatazione delle vie biliari a monte e sen- no soprattutto la presenza di problemi legati alla capa-
za alterazioni degli indici di citolisi e di colestasi epa- cità di rimanere in sede delle protesi, con percentuali di
tica. Non esistono fattori predittivi che ci consentano migrazione superiori al 10-15% (10). I dati disponibili al
di identificare i pazienti ad elevato rischio di sviluppare momento testimoniano inoltre percentuali di risoluzione
una colestasi e quindi non è possibile identificare qua- della stenosi non entusiasmanti: 50% con un follow-up
le di questi pazienti potrebbe giovarsi di un drenaggio medio di 2 anni (24).
profilattico delle vie biliari. Per questo motivo è forte-
mente consigliata la gestione conservativa di questi COLANGITE SCLEROSANTE
pazienti (20). PRIMITIVA (CSP)
Nei pazienti portatori di una stenosi Vi è indicazione al trattamento protesico
sintomatica (colestasi, ittero, colangite) nella colangite sclerosante primitiva?
della via biliare intrapancreatica secondaria
a pancreatite cronica è indicato il drenaggio L’endoscopia trova applicazione nelle forme di
CSP che si manifestano con segni clinici di co-
endoscopico delle vie biliari? lestasi dovuta a stenosi dei dotti biliari dominanti
(dotto epatico comune, dotti intraepatici principali
Nei pazienti portatori di una stenosi sintomatica di destra e di sinistra).
(colestasi, ittero, colangite) della via biliare intra-
pancreatica secondaria a pancreatite cronica Il Le attuali conoscenze si basano su evidenze derivanti
drenaggio endoscopico biliare con protesi è indi- da studi retrospettivi e spesso con piccoli numeri. Oggi
cato come trattamento temporaneo dell’ostruzio- la terapia endoscopica si basa sul livello di expertise
ne biliare (19). dei singoli centri e sulla confidenza con un determinato
trattamento piuttosto che su evidenze strutturate. Le
Il drenaggio biliare con protesi di plastica è efficace a opzioni terapeutiche sono rappresentate oltre che dal
breve termine nel risolvere i sintomi secondari all’ostru- posizionamento di protesi in plastica, dalla dilatazione
zione del coledoco secondario alla pancreatite cronica. con pallone. Quale che sia la terapia scelta, essa va
Il limite delle protesi di plastica è legato al loro tempo riservata solo quando strettamente indicato, data l’e-
80
1
levata percentuale di complicanze infettive secondarie ittero, prurito e dolore. Il 70 % dei pazienti è stato sotto-
all’atto endoscopico, legate alla contaminazione dei posto a dilatazione con pallone, mentre nel 51 % sono
dotti a monte delle stenosi. stati posizionate protesi per il drenaggio della bile infetta
o per garantire una più duratura pervietà dei dotti.
Il trattamento endoscopico modifica Gli Autori riportano un tasso di complicanze del 7.2 %,
che includono la pancreatite (3.4%), la sepsi (1%), il peg-
l’outcome dei pazienti trattati? gioramento della colangite (1%) ed in percentuali minori,
l’emorragia, la perforazione e l’ascesso epatico. Sono
Il trattamento endoscopico nella CSP modifica stati inoltre valutati gli effetti della terapia endoscopica
positivamente la sopravvivenza e consente di ri- sulla sopravvivenza osservata rispetto a quella attesa in
tardare l’indicazione al trapianto di fegato. base al modello elaborato dalla Mayo Clinic sulla storia
naturale della malattia, con risultati sovrapponibili per i
primi due anni successivi al trattamento ma superiori,
I contenuti dello statement derivano da studi di outco- al terzo anno di osservazione, nei pazienti trattati con
me con basso grado di evidenza. Un recente studio re- posizionamento di stent (87% vs 76%) (25).
trospettivo riporta l’esperienza ventennale, di un centro Nel 2010 è stato pubblicato uno studio prospettico che
terziario, nella terapia endoscopica di stenosi dominanti valuta a lungo termine (7.1 anni) l’outcome della tera-
sintomatiche secondarie a CSP. pia endoscopica mediante dilatazione pneumatica in 96
Durante tale periodo sono state eseguite 291 ERCP pazienti con stenosi dominante. Gli autori riportano una
(Retrograde CholangioPancreatography) in 84 pazienti sopravvivenza libera da trapianto epatico dell’81% a 5
per colangite acuta non responsiva alla terapia medica, anni e del 51% a 10 anni (26).
Secondarie a Secondarie a
Colangite sclerosante primitiva Pancreatine cronica
Osservazione Osservazione
Dilatazione +/- stent Stent plastica
clinica clinica
Risoluzione Mancata
colestasi risoluzione End Dig 2012;35:77-83
- I SESSIONE
Dopo 3 mesi
81
15
TRATTAMENTO ENDOSCOPICO
DELLE LESIONI IATROGENE E STENOSI BENIGNE DELLE VIE BILIARI
Cicatriziali
Endoscopia
Successo Insuccesso
PTC
Follow-up
Post trapianto
Coledococoledoco Epaticodigiuno
anastomosi anastomosi
Stenosi
non PTC
anastomotiche chirurgia
Stenosi
anastomotiche
82
1
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