Sei sulla pagina 1di 12

articolo originale

PARODONTOLOGIA

Il cuneo distale retromolare:


tecniche chirurgiche a confronto
Ricevuto il
1 maggio 2012
Accettato il
The distal wedge: comparison of the surgical techniques
7 gennaio 2013
L. Checchia,*, M. Montevecchia, P. Felicea, V. Checchib
*Autore di riferimento
a
Luigi Checchi Reparto di Parodontologia e Implantologia, Alma Mater Studiorum Università di Bologna
b
luigi.checchi@unibo.it Reparto di Scienze Mediche, Unità di Scienze Dentali e Biomateriali, Università degli Studi di Trieste

Riassunto Abstract
Obiettivi. L’approccio chirurgico alla zona retromolare può essere attuato con Objectives. The surgical approach to the retromolar area can be obtained
diverse tecniche. Scopo del lavoro è analizzare quanto proposto in letteratura through different techniques. The aim of this paper is to analyze what has
per il trattamento di tale specifica area al fine di discuterne il razionale e le already been proposed by literature for treatment of this area in order to
conseguenti indicazioni cliniche. discuss rational and clinical indications.
Materiali e metodi. La chirurgia ossea è una tecnica estremamente raffinata Materials and methods. Osseous surgery is an extremely refined technique
nella quale sono richieste al clinico scrupolose analisi d’insieme che, a loro in which the clinician has to make scrupulous analysis that have to be asso-
volta, vanno rapportate alle specifiche peculiarità delle aree anatomiche ciated to the specific characteristics of the anatomical areas. A clear example
interessate. Chiaro esempio di ciò è il trattamento delle tasche parodontali a of this is the treatment of periodontal pockets of the distal surfaces of the last
carico della superficie distale dell’ultimo molare. Un approccio con chirurgia a molar. A surgical approach with a flap technique is preferred because, thanks
lembo può essere raccomandabile in quanto, grazie alla chiusura primaria dei to the primary closure of the flaps, the healing is less traumatic and because
lembi, risulta meno traumatico nel postoperatorio, garantendo nel contempo the surgeon can access the bone in order to correct bone morphology.
accesso ogni qualvolta sia prevista una correzione della morfologia ossea. Results and conclusions. The anatomical characteristics of the retromolar
Risultati e conclusioni. Le caratteristiche anatomiche dell’area retromolare, area are the reason for the creation of various surgical techniques that can
con gli specifici vincoli sia al disegno incisionale sia al corretto adagiamento changed because of the anatomical space available, pocket depth, type of bony
finale, hanno portato allo sviluppo di molteplici tecnicismi che dipendono dallo defect, presence of the third molar and type of soft tissues. The combination
spazio esistente, dalla profondità di tasca, dalla presenza e tipologia del difetto of these parameters will lead to a clinical decision in order to eliminate the
osseo, dalla presenza/assenza del terzo molare e dal tipo di tessuto molle periodontal pocket.
presente (più o meno cheratinizzato). La combinazione di questi parametri
richiederà una scelta clinica finalizzata all’eliminazione della tasca parodontale. Key words: t Periodontology t Osseous surgery t Distal wedge
t Periodontal pocket t Bony defect
Parole chiave: t Parodontologia t Chirurgia ossea t Cuneo distale
t Tasca parodontale t Difetto osseo

1. Introduzione guata mantenibilità igienica, indispensa- essere riposizionati seguendo il contorno


bile per un risultato a lungo termine. dell’osso alveolare, senza ricostituire ta-
Obiettivo principale della chirurgia paro- Nello specifico della chirurgia ossea re- sche parodontali [1-3].
dontale è contribuire alla conservazione settiva le procedure di rimodellamento Questa caratteristica non è comunque
del supporto parodontale correggendo- mirano a creare, sulla base di codificati l’unica a condizionare un’adeguata gua-
ne le alterazioni anatomiche, frutto dei principi clinici, un’architettura ossea po- rigione postchirurgica, che ha come pri-
processi patologici, e ricreando un’ade- sitiva tale da permettere ai tessuti molli di mo fine l’eliminazione della tasca, con

© 2013 LSWR Srl. Tutti i diritti riservati DENTAL CADMOS | 2013;81(4):179-190 | 179
L. Checchi et al.

l’ottenimento di un epitelio giunzionale il trattamento delle tasche parodontali a opportuno sviluppare una breve pre-
corto. Un corretto disegno incisionale carico della superficie distale dell’ultimo messa di anatomia orale focalizzata sulle
costituisce senza dubbio un’altra varia- molare. Un insieme di caratteristiche ana- “aree distali”, così da evidenziare le entità
bile cruciale in tale finalità. Il suo razio- tomiche rende infatti tale area particolar- anatomiche coinvolte e le derivanti impli-
nale non si limita all’eliminazione degli mente complessa e comunque differente cazioni operative.
esuberi tessutali sovracrestali, nell’ovvio rispetto ad altri distretti. In presenza di Nella pratica clinica l’area distale è comu-
rispetto della componente cheratinizza- un’adeguata quantità di gengiva cherati- nemente costituita dalle sedi retromolari,
ta, ma mira al contempo a prevedere nizzata e in assenza di lesioni infraossee, ovvero da tutte quelle aree edentule di-
quale andamento osseo risulterà dal ri- la gengivectomia – definibile come la pro- stali al canino (superiore e inferiore). Tali
modellamento intraoperatorio. La chirur- cedura chirurgica volta a eliminare la sola aree, in particolare se in prossimità dei
gia ossea può infatti determinare impor- tasca gengivale ristabilendo un contorno terzi molari, rappresentano per il distret-
tanti variazioni nell’altezza della cresta, e un solco fisiologico – è sicuramente to orale un peculiare punto d’incontro tra
modifiche che vanno tenute presenti e l’approccio più semplice e diretto nel trat- molteplici diramazioni nervose e vascola-
calcolate prima dell’incisione. Per questa tamento di queste tasche distali [3]. ri. Alla base di questa singolarità anato-
ragione è cruciale che il clinico raggiunga Tuttavia, un approccio con chirurgia a mica vi è la prossimità di tali aree alle sedi
la piena conoscenza della morfologia os- lembo può essere pur sempre racco- di sfioccamento delle branche trigeminali
sea prechirurgica. L’indagine clinica e in mandabile in quanto, grazie alla chiusura e alle aree di sviluppo e penetrazione
particolare il sounding (o sondaggio os- primaria dei lembi, risulta meno trauma- della rete vascolare dei mascellari.
seo intratessutale), sempre e comunque tico nel postoperatorio, garantendo nel Detto ciò, è indispensabile premettere
associato a un’attenta analisi radiografi- contempo accesso ogni qualvolta sia che, per le specifiche necessità incisio-
ca, sono l’imprescindibile fonte d’infor- prevista una correzione della morfologia nali del tecnicismo chirurgico oggetto
mazione per tale acquisizione. ossea. Le caratteristiche anatomiche della presente trattazione, tale prossi-
Altra variabile fondamentale per l’esito dell’area retromolare, con gli specifici mità non costituisce in ogni caso un ri-
della guarigione è la stabilizzazione dei vincoli sia al disegno incisionale sia al schio operativo comune. A questa con-
lembi. Differenti tecnicismi sono stati corretto adagiamento finale, hanno por- dizione favorevole non deve comunque
prospettati con la finalità di ottenere un tato allo sviluppo di molteplici tecnicismi. corrispondere una totale disattenzione.
corretto adagiamento sull’osso sotto- Scopo della presente trattazione è ana- Le variabilità anatomiche, l’accessibilità
stante. Sono state proposte tecniche lizzare quanto proposto in letteratura per ridotta e la collaborazione del paziente
di sutura con ancoraggio del lembo al il trattamento chirurgico di tale specifica sono infatti solamente alcuni dei fattori
periostio, mantenuto in situ grazie allo area al fine di discuterne il razionale e le che impongono un’attenta conoscenza
sviluppo di spessori parziali [4-7], op- conseguenti indicazioni cliniche. di tale distretto.
pure suture continue che stabilizzano i A un’approfondita conoscenza anatomi-
lembi sui differenti livelli ossei vestibolari ca è sempre buona norma associare al-
e linguali, ma anche l’utilizzo di cemento 2. Cenni di anatomia cune basilari regole della chirurgia orale,
chirurgico con azione di tipo compressi- come l’attenta palpazione dell’area e la
vo sulla zona d’interesse nei primi giorni Una buona conoscenza dell’anatomia costante ricerca, durante l’incisione, del
successivi alla chirurgia [8,9]. orale è base imprescindibile per una contatto con il piano osseo quale impor-
Le variabili brevemente elencate rendono completa comprensione delle finalità e tante riferimento spaziale.
la chirurgia ossea resettiva una tecnica potenzialità chirurgiche, ma anche per Al fine di enfatizzare quest’ultima buona
estremamente raffinata, tale da richiede- il controllo e il contenimento del danno norma tecnica e di fornire una colloca-
re al clinico scrupolose analisi d’insieme biologico insito in ogni tecnicismo chi- zione spaziale alle strutture anatomiche
che, a loro volta, vanno rapportate alle rurgico. Mossi dalla consapevolezza che di particolare rispetto, si è ritenuto op-
specifiche peculiarità delle aree anato- tutti i tessuti sono degni di un approccio portuno inserire una breve descrizione
miche presenti. Chiaro esempio di ciò è tecnicamente rispettoso, si è ritenuto della morfologia ossea di tali sedi.

180 | DENTAL CADMOS | 4/2013


Il cuneo distale retromolare: tecniche chirurgiche a confronto

2.1 Mascellare inferiore Fig. 2

Nel mascellare inferiore, il processo alve- Fig. 2 Visione occlusale, sede disto-
mandibolare: è possibile osservare
olare, a differenza del sottostante corpo l’assenza di un piano osseo in sede
mandibolare, presenta una curvatura linguale, specie in prossimità del terzo
molare (modello anatomico)
meno ampia con il conseguente svilup-
po in sede distale di una superficie piat-
ta tra denti e bordo anteriore del ramo,
comunemente detta trigono retromolare
(fig. 1).
Da quest’area anatomica trova sviluppo
un’importante linea di forza strutturale: la
linea obliqua esterna che decorre verso accentuare tale situazione anatomica si lo sviluppo di pseudotasche la cui cor-
il basso e anteriormente al secondo e aggiunge l’inclinazione di circa 15-20° rezione, specie se associate a una vera
primo molare, creando in tale sede un in senso linguale che gli elementi dentali e propria perdita d’attacco parodontale,
tavolato simile a una mensola. Se quin- manifestano con l’annesso processo al- non risulta di sempre facile attuazione
di vestibolarmente si può identificare un veolare in tale sede (fig. 3). data la presenza del ramo ascendente,
chiaro piano osseo, il contrario vale per Tornando a focalizzare l’attenzione sul peraltro minimamente riducibile median-
l’area linguale, ove il processo alveolare trigono retromolare, a grandi linee tale te osteoplastica. Sempre in relazione a
risulta particolarmente sporgente rispet- area, in una visione occlusale, può es- tale distanza anatomica ma anche ad al-
to al corpo della mandibola (fig. 2). Ad sere ricondotta a un triangolo rettango- tre variabili individuali, quali il biotipo pa-
lo in cui il cateto più corto corrisponde
alla parete distale dell’ultimo molare e
Fig. 1 Fig. 3
l’ipotenusa alla porzione linguale del pro-
cesso alveolare. Quest’approssimazione
geometrica consente di intuire come
eventuali incisioni in tale sede debbano
svilupparsi prevalentemente in senso
disto-vestibolare al fine di mantenere un
buon contatto con il piano osseo. Rima-
nendo nell’ambito delle considerazioni
chirurgiche, occorre tener presente che
la differente vicinanza tra ultimo molare
e ramo mandibolare condiziona signifi-
cativamente l’accessibilità, la scelta inci-
sionale e l’esito finale del trattamento. In
tale sede infatti maggiore è la prossimità,
più probabile sarà la presenza di tessuto
mucoso sostenuto dal ramo mandibola-
re, ma non “adeso” alla superficie den-
tale. Questa componente tessutale as-
sume una tipica forma tronco-piramidale
e risulta spesso mobile rispetto al piano
Fig. 1 Visione clinica del trigono Fig. 3 Inclinazione in direzione linguale del processo
retromolare osseo. Tale condizione di per sé induce alveolare postero-inferiore

DENTAL CADMOS | 2013;81(4):179-190 | 181


L. Checchi et al.

rodontale e la corretta eruzione dentale, inferiore della superficie infratemporale tamente priva di piani ossei circostanti,
va tenuto presente come in questa sede della mascella, che a sua volta si articola se non per quello palatino che, all’oppo-
vi sia spesso carenza di gengiva cherati- medialmente con il processo piramidale sto della condizione mandibolare prima
nizzata. Un corretto approccio chirurgico dell’osso palatino (fig. 5). illustrata, può costituire un riferimento
parodontale non può quindi prescindere Come intuibile dal nome, il tuber presen- osseo in senso palatale. Nello specifico
da tale considerazione, mirando a pre- ta una conformazione tuberosa, dura, re- di tale versante, va ricordato che in stret-
servarne un adeguato quantitativo. sistente, poco fluttuante e quasi comple- ta prossimità del tuber maxillae esiste un
Rivolgendo ora l’attenzione alle strutture
nervose, la sede distale al terzo mola-
Fig. 4
re inferiore è quella che forse presenta
il maggior rischio di danno. Il nervo lin-
Fig. 4 Visione linguale
guale, branca del mandibolare, discen- mandibolare: si notino il decorso
dendo lungo il ramo della mandibola, del nervo linguale (in verde) e
la sua prossimità alla sede del
medialmente e anteriormente al nervo terzo molare, nello specifico non
alveolare inferiore, in prossimità del terzo completamente erotto (modello
anatomico con ricostruzioni in cera)
molare giace infatti vicino alla superficie
linguale della mucosa, per poi scende-
re repentinamente più in profondità nei
tessuti costituenti il pavimento della lin-
gua (fig. 4). Esso può quindi essere dan-
neggiato durante procedure chirurgiche
Fig. 5
quali l’esecuzione di un lembo a spes-
sore parziale, incisioni di svincolo in sede Fig. 5 Visione clinica della
disto-linguale o più semplicemente nello tuberosità mascellare
sviluppo di un’incisione paramarginale o
distale troppo lingualizzata [10].
In caso di edentulia distale, l’area target
della presente trattazione si allontana
progressivamente da strutture di parti-
colare rispetto chirurgico, tranne per al-
cuni punti peculiari. In situazioni di forte
riassorbimento osseo, specie in portatori
di protesi parziali rimovibili, nella sede di- Fig. 6
stale al canino inferiore si può infatti ve-
rificare una notevole superficializzazione Fig. 6 Visione occlusale, sede
del forame mentoniero: orifizio osseo dal disto-palatale: è possibile osservare
il foro palatino maggiore con la
quale fuoriescono il nervo mentoniero e
presenza di prominenze ossee in
le omonime arteria e vena. prossimità sia del tuber maxillae sia
della porzione più apicale del primo
molare (modello anatomico)
2.2 Mascellare superiore

La tuberosità mascellare (tuber maxillae)


è l’area ossea distale all’ultimo superiore
e risulta costituita dall’angolo postero-

182 | DENTAL CADMOS | 4/2013


Il cuneo distale retromolare: tecniche chirurgiche a confronto

importante punto di emergenza vasculo- componente di tessuto fibromucoso. suggeriscono sempre un’attenta ana-
nervoso: il foro palatino maggiore. Da Tale tessuto, sempre rivestito da muco- lisi palpatoria prechirurgica coadiuvata
esso fuoriescono il nervo e gli omonimi sa masticatoria, deve essere ovviamente dall’esame radiografico.
vasi sanguigni che, sia nella loro emer- assottigliato durante eventuali approcci Un’altra condizione che è bene studiare
genza sia durante il decorso sagittale resettivi e a tal fine risulta fondamentale preliminarmente mediante l’analisi radio-
lungo la volta palatina, possono risultare definirne lo spessore prima dell’atto in- grafica è l’estensione del seno mascella-
parzialmente sovrastati, e quindi in parte cisionale. re. La parte inferiore di tale cavità pneu-
protetti, da piccoli rilievi ossei (fig. 6). Rimanendo nell’ambito chirurgico, va in matica è di frequente separata dagli apici
Nello specifico della tuberosità mascella- ogni modo ricordato come nel versan- dentali e dalle radici dei denti mascellari
re, tale rilievo osseo assume una forma te disto-palatale si dovrebbero evitare, posteriori da un sottile piano osseo. Nel-
tipicamente similsferica e deve essere durante l’incisione, le inserzioni del mu- le aree edentule, tale parete può essere
tenuto presente durante eventuali ap- scolo tensore del velo palatino che, ar- costituita da un sottile strato osseo in in-
procci resettivi. L’eventuale presenza di rivando dalla grande ala dello sfenoide e timo contatto verso la mucosa alveolare.
un difetto osseo in sede distale impone aprendosi a ventaglio nella porzione più Una corretta determinazione della reale
infatti all’operatore la ricerca e la rimo- prossima al processo palatino, dà origi- estensione è quindi importante al fine di
zione di tale rilievo, così da ottenere un ne all’aponeurosi palatina, lamina fibrosa evitare, durante l’approccio chirurgico,
buon adagiamento finale del lembo e che costituisce una sorta di scheletro specie se di tipo resettivo, inattese co-
un adeguato dimensionamento dell’a- connettivale del palato molle. municazioni oro-antrali.
rea retromolare. Il tuber maxillae risulta Anche nella regione mascellare, in con- Tra le varianti dell’anatomia normale è
di norma sovrastato da una significativa seguenza a notevoli riassorbimenti del bene ricordare che entrambi i mascel-
processo alveolare, si può verificare la lari possono presentare esostosi o tori.
Fig. 7 superficializzazione di un importante ori- Nello specifico delle aree distali, tali ma-
fizio osseo, il forame palatino maggiore; nifestazioni possono essere di maggior
in questo caso l’area d’interesse sarebbe competenza mascellare sia per il ver-
più o meno localizzata disto-palatalmen- sante palatale sia per quello vestibolare.
te al primo molare, dove l’emergenza del L’approccio incisionale e le procedure
nervo palatino maggiore con l’arteria e la di scollamento dovranno quindi tenere
vena omonime richiede una particolare conto di tali entità anatomiche.
attenzione chirurgica. Per quanto riguarda le strutture musco-
Tali situazioni cliniche, caratterizzate da lari, è bene sottolineare come siano mol-
una “deviazione” dell’anatomia normale, teplici le inserzioni muscolari che ruotano

Fig. 8

Fig. 8 Area linguale disto-


mandibolare: si noti l’inserzione
del muscolo miloioideo in forte
prossimità del terzo molare (modello
anatomico con ricostruzioni in cera)

Fig. 7 Area vestibolare disto-mandibolare: si noti


l’inserzione del muscolo buccinatore in corrispondenza
della linea obliqua esterna (modello anatomico con
ricostruzioni in cera)

DENTAL CADMOS | 2013;81(4):179-190 | 183


L. Checchi et al.

attorno alle aree retromolari: alcune più lari minori è pur sempre cruciale ai fini t ottenere un corretto accesso al difet-
dirette, come per la tuberosità mascel- di un’ottimale guarigione dei tessuti. to osseo presente;
lare su cui trovano inserzione il muscolo È quindi buona norma ricordare come, t eliminare o ridurre il difetto osseo;
pterigoideo esterno e l’interno; altre più in prossimità dei processi alveolari, il t effettuare le procedure di scaling/
in prossimità, quali il muscolo buccina- decorso dei vasi sanguigni sia preva- root planing sulle superfici radicolari
tore per ambo i mascellari o i muscoli lentemente in senso postero-anteriore distali;
temporale e miloioideo per la mandibola (fig. 9); si sconsiglia perciò fortemente lo t ottenere o mantenere una banda di
(figg. 7 e 8). Il rispetto di tali aree è molto sviluppo di incisioni di tipo verticale, pre- tessuto cheratinizzato a guarigione
importante anche perché potrebbe gio- ferendo lembi a busta. Sempre in merito avvenuta;
care un ruolo cruciale per la stabilità del alla peculiare distribuzione dei capillari, t ottenere visibilità al fine di eliminare la
lembo a fine trattamento. è interessante ricordare come la sede componente dentale di concavità o
Focalizzando infine l’attenzione sul- crestale delle aree edentule sia caratte- sottosquadro.
le strutture vascolari, a parte peculiari rizzata da una zona avascolare di circa Le uniche controindicazioni alla rimozio-
sedi di emergenza superficializzatesi per 1-2 mm, nella quale non si riscontrano, ne chirurgica del cuneo distale sono da
edentulie di lunga data, si può affermare se non raramente, anastomosi tra i due ricercarsi in:
che l’approccio chirurgico all’area dista- versanti [11]. È per questa caratteristica t mancanza di spazio, specie nelle
le sia generalmente scevro dal rischio di che più autori suggeriscono incisioni in arcate inferiori, per la vicinanza del
un danno diretto a vasi di medio-grande centro-cresta nelle aree edentule, ga- ramo mandibolare ascendente;
calibro. Detto ciò, un rispettoso approc- rantendo in questo modo una migliore t difetti ossei verticali semicircolari pro-
cio incisionale verso le strutture vasco- distribuzione della porzione avascolare e fondi, tali da precludere qualsivoglia
una conseguente maggiore prevedibilità tentativo terapeutico anche di tipo
di buona guarigione [12,13]. rigenerativo.
Fig. 9
L’approccio chirurgico alla zona retro-
molare può essere ottenuto attraverso
3. Tecniche chirurgiche l’esecuzione di diverse tecniche di segui-
to descritte nella successione delle loro
Le tecniche chirurgiche di rimozione del fasi operative.
cuneo distale (distal wedge) rientrano a
pieno titolo nel vasto e ormai descritto 3.1 Tecnica del cuneo distale
campo dei disegni di lembo chirurgici di Robinson
in cui precisione d’incisione, assottiglia-
mento dei lembi e chirurgia ossea gioca- Nella tecnica del cuneo distale di Robin-
no un ruolo primario. son (Robinson distal wedge technique)
La tecnica del cuneo distale è una pro- [14] vengono effettuate due incisioni
cedura chirurgica atta primariamente a verticali, una vestibolare e l’altra linguale,
eliminare la tasca, facilitando l’accesso nella zona retromolare in modo da cre-
e il trattamento del difetto osseo distale are una forma triangolare distalmente
all’ultimo elemento in arcata e, seconda- all’ultimo dente presente in arcata. Le
riamente, a rendere possibile la conser- incisioni vestibolare e linguale continua-
vazione o la creazione di ideali quantità e no mesialmente intrasulculari nel solco
spessori di gengiva cheratinizzata. dell’ultimo molare, in modo da facilitare
Più nello specifico le finalità possono es- lo scollamento del lembo. Il cuneo dista-
Fig. 9 Area vestibolare disto-mascellare: si noti
sere riassunte nei seguenti punti: le di tessuto molle viene quindi staccato
il decorso in senso postero-anteriore delle strutture
vascolari (modello anatomico con ricostruzioni in cera) t eliminare la tasca gengivale; dall’osso sottostante e rimosso. Me-

184 | DENTAL CADMOS | 4/2013


Il cuneo distale retromolare: tecniche chirurgiche a confronto

diante incisioni che sottominano i lembi, bolare e una linguale, che iniziano dalla 3.3 Tecnica combinata del cuneo
questi vengono assottigliati in spessore. superficie distale dell’ultimo molare e fi- distale
Le superfici radicolari vengono levigate, i niscono in mucosa nell’area retromolare
difetti degranulati e, quando necessario, posteriore dove vengono unite da un’in- La tecnica combinata del cuneo distale
viene modificato e corretto il margine os- cisione a direzione vestibolo-linguale. Le (distal wedge combined technique) [3]
seo. I due lembi vengono infine avvicinati incisioni vestibolare e linguale vengono comprende la combinazione di due lem-
e suturati in modo da non sovrapporsi poi proseguite mesialmente intrasulculari bi: uno triangolare a spessore parziale dal
l’uno all’altro (fig. 10). all’ultimo molare in modo da facilitare lo quale viene rimossa la componente di
Obiettivi: scollamento del lembo. Il cuneo rettan- tessuti molli sottostante, rimasta ancorata
t raggiungere l’osso per poter esegui- golare di tessuto molle viene quindi stac- all’osso, e un altro lembo semilunare, a
re osteotomia e osteoplastica; cato per facilitare la sutura dei lembi. Il spessore totale, che procuri spazio suf-
t ottenere una guarigione per prima in- difetto osseo viene degranulato e rimos- ficiente per ribattere, traslandolo, il lembo
tenzione. so (fig. 11). triangolare di tessuto cheratinizzato dopo
Indicazioni: Obiettivi: aver trattato l’area. Questo tipo di distal
t chirurgia ossea resettiva; t raggiungere l’osso per poter esegui- wedge viene utilizzato allorquando l’ulti-
t da effettuarsi in presenza di tessuto re osteotomia e osteoplastica; mo molare presenti, nell’area distale, pre-
cheratinizzato. t ottenere una guarigione per prima in- valentemente tessuto mucoso. La tecni-
tenzione. ca, preservando la parte cheratinizzata
3.2 Tecnica del cuneo distale Indicazioni: adiacente all’area, mira infatti a sostituire
rettangolare t chirurgia ossea resettiva; la mucosa con la stessa (fig. 12).
t da effettuarsi in presenza di tessuto Obiettivi:
Nella tecnica del cuneo distale rettango- cheratinizzato; t raggiungere l’osso per poter esegui-
lare (rectangular distal wedge technique) t da effettuarsi in presenza di ampie re l’osteotomia e l’osteoplastica;
[14] vengono effettuate due incisioni aree edentule, soprattutto in assenza t lasciar guarire l’area per prima inten-
parallele con biselli opposti, una vesti- di secondo e terzo molare. zione;

Fig. 10 Fig. 11 Fig. 12

Fig. 10 Nella zona retromolare vengono effettuate Fig. 11 Si effettuano due incisioni crestali parallele (b), Fig. 12 Si effettua un’incisione crestale (a) distale
due incisioni crestali convergenti (b), una vestibolare una vestibolare e l’altra linguale, nella zona retromolare e all’ultimo molare, che crea due lembi: uno triangolare
e l’altra linguale, in modo da creare una forma una terza incisione che unisce le prime due (a). Le incisioni a spessore parziale (c), dal quale viene rimossa
triangolare distalmente all’ultimo dente presente in vestibolare e linguale continuano mesialmente nel solco la componente di tessuto molle sottostante rimasta
arcata (a). Le due incisioni continuano mesialmente dell’ultimo molare, in modo da facilitare lo scollamento ancorata all’osso, e uno semilunare a spessore totale
a livello intrasulculare. Il cuneo distale così creatosi del lembo. Il cuneo distale di tessuto molle viene quindi (b), che procuri spazio sufficiente per ribattere il lembo
viene separato dall’osso sottostante e rimosso. I lembi separato dall’osso sottostante e rimosso. Mediante incisioni triangolare di tessuto cheratinizzato. L’incisione distale
vengono assottigliati in spessore mediante incisioni che sottominano i lembi, questi vengono assottigliati in continua mesialmente nel solco dell’ultimo molare,
che li sottominano. I due lembi vengono infine avvicinati spessore. I due lembi vengono infine avvicinati e suturati in modo da facilitare lo scollamento del lembo
e suturati in modo da non sovrapporsi l’uno all’altro in modo da non sovrapporsi l’uno all’altro

DENTAL CADMOS | 2013;81(4):179-190 | 185


L. Checchi et al.

t incrementare la quantità di tessuto lembo linguale (o palatale) assottigliato. t da effettuarsi in presenza di tessuto
cheratinizzato. Distalmente all’ultimo molare, effettuan- cheratinizzato.
Indicazioni: do due incisioni verticali di rilascio, sia
t c
 hirurgia ossea resettiva; vestibolare sia linguale (o palatino), si 3.5 Tecnica alternativa del cuneo
t d
 a effettuarsi in presenza concomi- vengono a creare due aree a forma di distale
tante di tessuto mucoso e tessuto papilla. Il lembo viene scollato e tutto il
cheratinizzato allorquando si voglia tessuto molle presente al di sotto della La tecnica alternativa del cuneo di-
creare distalmente all’ultimo molare papilla appena formatasi viene rimosso stale (alternative technique for wedge
un’area di gengiva cheratinizzata. dall’osso. Dopo pulizia, osteotomia e procedures) [16] consiste nell’effet-
osteoplastica, vengono suturate prima tuazione di due incisioni parallele con
3.4 Tecnica del cuneo distale le due papille create distalmente all’ul- inizio dalle superfici disto-vestibolare
modificata timo molare e poi le zone interdentali e disto-palatale (o linguale) dell’ultimo
(fig. 13). molare, che vanno estese verso l’area
Nella tecnica del cuneo distale modifi- Obiettivi: retromolare per almeno 10 mm. Un’al-
cata (modified distal wedge procedure) t r aggiungere l’osso per poter esegui- tra incisione viene realizzata, unendo le
[15] vengono effettuate incisioni pa- re l’osteotomia e l’osteoplastica; prime due, lungo il solco distale dell’ul-
ramarginali vestibolarmente e lingual- t lasciar guarire l’area per prima inten- timo molare. Il lembo peduncolato ap-
mente all’ultimo molare, con il bisturi zione potendo contare su un cuneo pena creato viene scollato a spessore
parallelo all’asse lungo del dente. In distale assottigliato in spessore. totale e assottigliato riducendo la parte
questo modo si ottengono un lembo Indicazioni: connettivale quanto basta a eliminare
vestibolare a spessore parziale e un t c
 hirurgia ossea resettiva; la profondità di sondaggio (tasca). Le
superfici radicolari vengono poi leviga-
te, i difetti ossei degranulati e si esegue
Fig. 13 Fig. 14
l’osteoplastica per ristabilire un contor-
no osseo positivo (se necessario). Il
lembo peduncolato viene riposiziona-
to ed eventuali adattamenti del lembo
vengono effettuati mediante gengivec-
tomia. Infine il lembo vestibolare viene
suturato a quello palatino (o linguale)
facendo passare la sutura esternamen-
te e al di sopra del lembo peduncolato
(fig. 14).
Obiettivi:
Fig. 13 Si effettuano incisioni paramarginali Fig. 14 Creazione di due incisioni parallele con inizio
vestibolarmente e lingualmente all’ultimo molare, con dalle superfici disto-vestibolare e disto-palatale/linguale
t raggiungere l’osso per poter pulire il
il bisturi parallelo all’asse lungo del dente. Si creano dell’ultimo molare, che vanno estese verso l’area difetto osseo ed eseguire eventuali
un lembo vestibolare a spessore parziale e un lembo retromolare per almeno 10 mm. Un’altra incisione viene tecniche rigenerative;
linguale (o palatale) assottigliato. Distalmente all’ultimo effettuata, unendo le prime due, lungo il solco distale
molare, effettuando due incisioni verticali di rilascio, sia dell’ultimo molare. Il lembo peduncolato appena creato t lasciar guarire l’area per prima inten-
vestibolare sia linguale (o palatino), si vengono a creare viene scollato a spessore totale e viene assottigliato zione.
due papille chirurgiche (b). Il lembo viene scollato e tutto rimuovendo la parte connettivale in misura sufficiente
il tessuto molle presente al di sotto della papilla appena a eliminare la profondità di sondaggio (tasca). Il lembo
Indicazioni:
creata viene rimosso dall’osso. Dopo pulizia, osteotomia peduncolato viene riposizionato, eventuali adattamenti t chirurgia ossea resettiva o rigenera-
e osteoplastica vengono suturate prima la papilla distale del lembo vengono effettuati mediante gengivectomia tiva;
all’ultimo molare (a), poi le zone interdentali e infine il lembo vestibolare viene suturato a quello
palatino (o linguale) facendo passare la sutura t da effettuarsi in presenza di tessuto
esternamente e al di sopra del lembo peduncolato cheratinizzato;

186 | DENTAL CADMOS | 4/2013


Il cuneo distale retromolare: tecniche chirurgiche a confronto

t disponibilità di almeno 10 mm di Obiettivi: assottigliamento dei due lembi e conse-


spazio retromolare. t raggiungere l’osso per poter esegui- guentemente un loro buon adattamento
re l’osteotomia e l’osteoplastica; all’area esposta (fig. 16). Viene inoltre
3.6 Tecnica di denudazione t ottenere una guarigione per seconda effettuata un’odontoplastica della su-
del cuneo distale di Checchi intenzione; perficie di smalto distale per evitare la
t incrementare la quantità di tessuto presenza di sovracontorni che rende-
Contrariamente a quanto descritto in cheratinizzato. rebbero difficoltose le manovre di igiene
letteratura, la fase finale del distal wed- Indicazioni: orale domiciliare.
ge può essere gestita anche lasciando t chirurgia ossea resettiva; Varianti alla tecnica tradizionale:
denudata, totalmente o parzialmente, t da effettuarsi in presenza di tessuto t la sovrapposizione delle incisioni
l’area operata, ottenendo una guarigione cheratinizzato; (punto a) ha il fine di ottenere un di-
per seconda intenzione e quindi assen- t estrazione ortodontica. segno di lembo più preciso, senza
za di tasca, ammesso comunque che lacerazioni o tessuti stirati;
l’operatore abbia l’abilità di ridurre o eli- 3.7 Tecnica di Robinson modificata t le incisioni di svincolo sui versanti ve-
minare il difetto osseo distale. È questa da Checchi stibolare e linguale (punti b) mirano a
la denudation distal wedge technique di facilitare l’adattamento dei due lembi
Checchi. Nella zona retromolare si effettuano tre sull’osso sottostante;
In dettaglio, viene disegnato un cuneo di- incisioni: la prima verticale nel solco t l’incisione con il bisturi a 60° permet-
stale a forma di triangolo rettangolo con retromolare, che si estende per circa te un assottigliamento dei due lem-
apice crossato nella zona di confine con 2 mm sia lingualmente sia vestibolar- bi e un buon adattamento all’area
l’area mucosa. Un lato del triangolo vie- mente al fine di facilitare il riposiziona- esposta;
ne sempre effettuato verso vestibolare e mento dei lembi; le altre due incisioni, t l’odontoplastica distale all’ultimo
l’altro lato va a congiungersi con l’ango- una vestibolare e una linguale, vengo- molare viene effettuata per eliminare
lo linguale distale dell’elemento dentale no effettuate in gengiva cheratinizzata, il sovracontorno dentale e facilitare
oggetto di tale procedura. L’incisione si sovrapposte all’apice, apice che sarà l’igiene domiciliare e professionale.
estende poi sulcularmente verso mesiale. individuato verso vestibolare sia per co- Obiettivi:
L’operatore deve ricordarsi di assottiglia- modità dell’operatore sia per sicurezza t raggiungere l’osso per poter esegui-
re sempre i lembi del cuneo prima di sol- (evitando nell’arcata inferiore il nervo lin- re l’osteotomia e l’osteoplastica;
levarli, avendo come target della punta guale). L’inclinazione del bisturi non sarà t ottenere una guarigione per prima in-
del bisturi le creste ossee vestibolari e di 90° ma circa di 60°, per consentire un tenzione.
linguali.
Fresa diamantata e scalpelli ossei cre-
Fig. 15 Fig. 16
ano poi una nuova topografia ossea
accompagnata da un attento scaling e
root planing della radice distale ed even-
tualmente da un’odontoplastica. Tale ri-
duzione ossea permetterà ai due lembi
di giacere sul plateaux osseo creato per
alcuni millimetri, ma non la chiusura per
prima intenzione (fig. 15).
Questa tecnica è particolarmente indi-
cata nella terapia dei terzi molari inferiori
inclusi chiamata “estrazione ortodontica” Fig. 15 Rappresentazione grafica della denudation Fig. 16 Rappresentazione grafica della tecnica
[17-19]. distal wedge technique di Checchi di Robinson modificata da Checchi

DENTAL CADMOS | 2013;81(4):179-190 | 187


L. Checchi et al.

Indicazioni: sario, ricoperto da una membrana. Viene rapporto con strutture nervose e vasco-
t chirurgia ossea resettiva; infine eseguita un’odontoplastica della lari; pertanto, qualora non sia possibile
t da effettuarsi in presenza di tessuto superficie di smalto distale per evitare applicare fedelmente le tecniche de-
cheratinizzato. la presenza di sovracontorni che rende- scritte in letteratura, ci si trova di fronte
rebbero difficoltose le manovre di igiene alla necessità di apportare modifiche ai
3.8 Tecnica del cuneo distale angolare orale domiciliare. Come da indicazioni in tecnicismi ideali, come nel caso delle
di Checchi caso di chirurgia rigenerativa, le suture tre tecniche precedentemente descritte
garantiranno un esatto accollamento dei proposte dalla nostra scuola.
La tecnica del cuneo distale angolare lembi e quindi una guarigione per prima Nonostante la mancanza di eviden-
(angle distal wedge technique) di Chec- intenzione (fig. 17). ze scientifiche, la parte clinica riportata
chi è particolarmente indicata in caso di Obiettivi: evidenzia comunque una ricchezza di
chirurgia rigenerativa a carico di difetti in- t raggiungere l’osso per poter effet- metodiche, di tecniche e di modificazio-
fraossei sulla superficie distale dell’ultimo tuare le procedure di rigenerazione ni descritte in letteratura tali da rendere
molare presente in arcata. È una tecnica ossea; la zona retromolare interessante sia per
che necessita di una buona quantità di t ottenere una guarigione per prima in- l’attività clinica dell’odontoiatra sia per le
gengiva cheratinizzata e richiede l’as- tenzione. indagini del ricercatore.
senza almeno del terzo molare. Nella Indicazioni: I differenti approcci chirurgici all’area
zona retromolare viene effettuata una t chirurgia ossea rigenerativa; retromolare dipendono da: spazio di-
prima incisione lineare distale all’ultimo t da effettuarsi in presenza di tessuto sponibile, profondità di tasca, tipologia
molare presente, in cresta ma spostata cheratinizzato; del difetto osseo, presenza/assenza del
in direzione disto-linguale, lunga almeno t disponibilità di almeno 10 mm di terzo molare, cheratinizzazione del tes-
10 mm, seguita da una seconda inci- spazio retromolare. suto molle presente. La combinazione
sione sulculare e parallela alla superficie di questi parametri condiziona la scelta
distale del molare interessato. Il lembo chirurgica finalizzata all’eliminazione della
creato viene sollevato a spessore totale, 4. Conclusioni tasca parodontale, tenendo presente che
quindi si effettuano un accurato scaling terapia igienica domiciliare e richiami pro-
e root planing della radice e la completa L’analisi della letteratura evidenzia come fessionali periodici trimestrali dovranno
degranulazione del difetto osseo. Il difet- la tecnica del cuneo distale, detta anche essere programmati al fine di mantenere
to può essere innestato con il materiale distal wedge, sia stata descritta solo e nel tempo i risultati chirurgici ottenuti.
riempitivo prescelto e, se ritenuto neces- soltanto da un punto di vista clinico e La tecnica di denudazione del cuneo di-
come manchi completamente di suppor- stale mostra risultati clinici longitudinali,
to scientifico. Ciò nonostante, bisogna in termini di assenza o diminuzione di
Fig. 17
considerare che in odontoiatria l’analisi tasca, migliori rispetto a tutte le altre tec-
clinica il più delle volte precede l’analisi niche descritte e non è associata a un
scientifica. maggior dolore postoperatorio.
Nella pratica quotidiana spesso si ri- Invece, in assenza di secondo e/o ter-
scontrano condizioni anatomiche parti- zo molare e in presenza di creste distali
colari e si devono compiere difficili scelte edentule, la tecnica del cuneo distale
terapeutiche. L’area retromolare risulta rettangolare ha mostrato la sua estrema
essere una sede anatomica sulla quale semplicità e validità.
è difficile intervenire, specie quando tutti L’approccio tradizionale secondo la tec-
gli elementi dentari sono presenti, e che nica del cuneo distale di Robinson rap-
richiede una terapia particolarmente raf- presenta una valida procedura chirurgica
Fig. 17 Rappresentazione grafica della angle distal
wedge technique di Checchi finata e complessa in virtù dello stretto se tecnicamente ben eseguita, prestan-

188 | DENTAL CADMOS | 4/2013


Il cuneo distale retromolare: tecniche chirurgiche a confronto

do attenzione ad assottigliare uniforme- che chirurgiche dovrebbe essere favorito 2. Checchi L, Checchi G. Periodontal bone surgery.
Dental Cadmos 1986;54(8):13-23.
mente i lembi e a non sovrapporli o rial- al fine di creare un razionale scientifico
3. Checchi L. Testo atlante di chirurgia parodontale.
zarli durante la sutura. per il trattamento dei difetti ossei oggetto Bologna: Edizioni Martina, 2000: p. 149.
La tecnica combinata del cuneo distale è del presente articolo. 4. Lindhe J, Nyman S. The effect of plaque control
and surgical pocket elimination on the establish-
invece vivamente consigliata in presenza ment and maintenance of periodontal health. A
di aree distali formate da tessuto quasi Conflitto di interessi longitudinal study of periodontal therapy in cases of
advanced disease. J Clin Periodontol 1975;2(2):67-
esclusivamente mucoso, con l’obiettivo Gli autori dichiarano di non aver alcun
79.
di ottenere una zona di solo tessuto che- conflitto di interessi. 5. Olsen CT, Ammons WF, van Belle G. A longitudinal
ratinizzato, quindi ben mantenibile igieni- study comparing apically repositioned flaps, with
and without osseous surgery. Int J Periodontics
camente. Finanziamenti allo studio Restorative Dent 1985;5(4):10-33.
Tali indicazioni sono solamente l’espres- Gli autori dichiarano di non aver ricevuto 6. Checchi L, Mele M, Checchi V, Zucchelli G. Osse-
ous resective surgery: long-term case report. Int J
sione clinica di cultori della materia paro- finanziamenti istituzionali per il presente
Periodontics Restorative Dent 2008;28(4):367-73.
dontale. A oggi mancano dati scientifici studio. 7. Hempton TJ, Dominici JT. Contemporary crown-
che comparino i risultati ottenuti con le lengthening therapy: a review. J Am Dent Assoc
2010;141(6):647-55.
diverse metodiche e la scelta dell’ap- 8. Sachs HA, Farnoush A, Checchi L, Joseph CE. Cur-
proccio terapeutico rimane legata all’e- Bibliografia rent status of periodontal dressings. J Periodontol
1984;55(12):689-96.
sperienza e alle capacità dell’operatore.
1. Schluger S. Osseous resection; a basic principle in 9. Checchi L, Trombelli L. Postoperative pain and dis-
Lo sviluppo di protocolli di ricerca che periodontal surgery. Oral Surg Oral Med Oral Pathol comfort with and without periodontal dressing in
valutino la predicibilità delle varie tecni- 1949;2(3):316-25. conjunction with 0.2% chlorhexidine mouthwash

Seguici su
L. Checchi et al.

after apically positioned flap procedure. J Periodon- plants 1993;8(2):187-90. 17. Checchi L, Alessandri Bonetti G, Pelliccioni GA. Re-
tol 1993;64(12):1238-42. 13. Cranin AN, Sirakian A, Russell D, Klein M. The role of moving high-risk impacted mandibular third molars:
10. Kiesselbach JE, Chamberlain JG. Clinical and anatomic incision design and location in the healing processes a surgical-orthodontic approach. J Am Dent Assoc
observations on the relationship of the lingual nerve to of alveolar ridges and implant host sites. Int J Oral 1996;127(8):1214-7.
the mandibular third molar region. J Oral Maxillofac Maxillofac Implants 1998;13(4):483-91. 18. Alessandri Bonetti G, Bendandi M, Laino L, Chec-
Surg 1984;42(9):565-7. 14. Robinson RE. The distal wedge operation. Periodontics chi V, Checchi L. Orthodontic extraction: riskless
11. Kleinheinz J, Büchter A, Kruse-Lösler B, Weingart D, 1966;4(5):256-64. extraction of impacted lower third molars close
Joos U. Incision design in implant dentistry based on 15. Pollack RP. Modified distal wedge procedure. J Peri- to the mandibular canal. J Oral Maxillofac Surg
vascularization of the mucosa. Clin Oral Implants Res odontol 1980;51(9):513-5. 2007;65(12):2580-6.
2005;16(5):518-23. 16. Grein RL, Novaes AB Jr, Feres Filho EG, Novaes 19. Bonetti GA, Parenti SI, Checchi L. Orthodontic extrac-
12. Scharf DR, Tarnow DP. The effect of crestal ver- AB. An alternative technique for the pre-prosthetic tion of mandibular third molar to avoid nerve injury
sus mucobuccal incisions on the success rate of and periodontal wedge procedures. Braz Dent J and promote periodontal healing. J Clin Periodontol
implant osseointegration. Int J Oral Maxillofac Im- 1993;4(1):9-18. 2008;35(8):719-23.

CORSO DI
AGGIORNAMENTO
riservato agli Odontoiatri e agli Studenti del Corso di Laurea in Odontoiatria

Il trattamento parodontale del paziente esigente:


come coniugare estetica e funzione, come prevenire e trattare
le complicanze e gli insuccessi
 
Coordinatore: Daniele Cardaropoli (Torino)
Relatori: Diego Capri (Bologna), Federico Ferraris (Alessandria), Matteo Marzadori (Bologna), Claudio Mazzotti (Bologna),
Monica Mele (Bologna), Andrea Ricci (Firenze), Martina Stefanini (Bologna), Giovanni Zucchelli (Bologna)
Società Italiana
di Parodontologia
e Implantologia Sono aperte le iscrizioni “on line” dal sito: www.sidp.it
Sede del Corso: Convitto della Calza - Piazza della Calza, 1 - 50125 Firenze
ECM: la partecipazione ai Corsi darà diritto alla figura professionale dell’Odontoiatra
www.sidp.it ad acquisire n. 5 crediti formativi attraverso la formula della “Formazione Continua” del Ministero della Salute.

Società Italiana di Parodontologia e Implantologia


Recapito: Viale dei Mille, 9 – 50131 Firenze - Tel. 055 0197867 - 055 5530142 - Fax 055 2345637
E-mail: segreteria@sidp.it - segreteria.sidp@gmail.com - www.sidp.it

Potrebbero piacerti anche