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LA PROTESI
PAF^z,IALE
RIMOVIBITE
Gon la collaborazionedi
CARLOMARINELLO
AssociateProfessor,Departmentof Fixed
and RemovableProsthodontics
and Dental Material Sciences
Universityof Zurich
Presentazionedi
REMOMODICA
Professoreordinario
Direttoredell'lstitutoPolicattedra
di Clinica Odontostomatologica
dell'Universitàdegli Studi - Torino
PrGCrlr
INDICE GENERALE
PRESENTAZIONE V
vII
Domande 441
Bibliografia essenziale 443
DEFINIZIONE
1.1
CostituentiessenzialiPPR:
1) Ancoraggi.
2) Selle portanti i denti di sostituzione.
3) Elementoprincipaledi connessione
detto connettoreprincipale.
Costiîuenli essenziali dells PPR
1.2
Ganciocirconferenziale sempli-
ce in cui sono indicati i costi-
tuenti:
1) Braccio ritentivo.
2) Braccio reciproco.
3) Appoggio.
4) Connettoresecondario.
1.3
Braccio reciproco che p.rende
contattocon il dente contempo-
raneamenteal braccioritentivo
primache quest'ultimoscavalchi
l'equatore.
catori hanno sulle fibre parodontali del dente pilastro a secondache I'abbrac-
cio esercitato dal gancio sia corretto o meno. Quando I'abbraccio è corporeo,
la sollecitazione delle fibre parodontali avviene lungo tutto I'asse del dente
(Fig. 1.4 a); quando non lo è, nelle stessecondizioni di carico, si esercitanosul
dente forze di tipo ortodontico estremamentedannose. (Fig. l.4b)
Ancoraggi alternativi ai ganci sono rappresentati dagli attacchi di precisio-
ne. L'attacco detto di precisione, in quanto costruito meccanicamente,è costi-
tuito da due componenti separabili che si congiungono ad incastro secondo il
modello positivo-negativo. La componente positiva detta patrice e quella nega-
tiva detta matrice forniscono, congiunte, una ritenzione per frizione dovuta al
contatto tra le due superfici. (Fig. 1.5) Una componente dell'attacco viene in-
corporata nella parte rimovibile della protesiparziale,l'altra nel dente pilastro
sul quale, a questo scopo, deve essereprevisto un restauro metallico. Quest'ul-
tima componente può esseresaldata al restauro metallico ed in questo caso è
extracoronale oppure può essereinserita, durante la fase di ceratura, nell'am-
bito del restauro stesso,ed in questo caso è intracoronale. Gli attacchi di preci-
sione, oltre a fornire la ritenzione, si oppongono all'affondamento della prote-
4 Protesi porziale rimovibile
si, mentre la funzione di abbraccio al dente pilastro è fornita dal restauro me-
tallico sul quale l'attacco è inserito.
Rispetto ad un attacco di precisioneil gancio presentavantaggi e svantaggi.
Tra i vantaggi possiamo annoverare la praticità, la semplicità di esecuzione,di
riparazione, di minor usura e di minor costo. Tra gli svantaggiuno è di caratte-
re funzionale I'altro estetico.Dal punto di vista funzionale I'abbraccio eserci-
tato dal gancio, data I'irregolarità della corona clinica, non può essereassimi-
lato all'abbraccio corporeo ottimale realizzato,conuna corona totale fusa. Lo
svantaggio esteticoè dovuto al fatto che spessonon è possibile mascheraretut-
te le parti del gancio.
Un'altra parte essenzialedella PPR è costituita dalle selleche poggiano sulle
creste edentule alle quali sono fissati i denti di sostituzione. Quando la sella è
inserita in una lacuna dentaria e le sue estremità sono ancorate alla dentatura
residua la PPR è a puro appoggio dentario. Quando una sola delle due estremi-
tà della sellaè ancorataalla dentatura residuala PPR è ad appoggio misto dento-
mucoso. È evidenteche la PPR a puro appoggio dentario è la più favorevole
dal punto di vista biomeccanico, in quanto i carichi funzionali, analogalmente
1-4a
L'abbraccio dell'ancoraggioè
corporeo,il periodontovienesol-
lecitato lungo tutto I'asse del
dente.
1.4b
ll contattotra ancoraggioe den-
te awiene solo su alcunipunti.
Sotto carico il periodontoviene
compressoin alcunipunti e sti-
rato in altri
Costiluenti essenziali della PPR
1.5
Attacco di precisioneintraco-
ronale.
tipodi ancoraggio
In.questo la ri-
tenzioneavvieneper frizione.
1.6
I carichifunzionaliin una PPRad
appoggio dentario,(a) vengono
ripartitiassialmenteai denti pila-
stro analogalmentea quantoav-
viene in PPF (b).
Protesi parziole rimovibile
1.7
dei carichifunzionali
Rioartizione
tra dente e cresta edentulain
una PPR ad aPPoggiomisto
dento-mucoso.
Ripristino estetico-fonetico
Il ripristino estetico e fonetico si rende necessario,di norma, quando la mu-
tilazione dell'arcata dentaria riguarda i settori anteriori. In questo caso la ne-
cessitàdi un trattamento protesico, anche se non essenzialedal punto di vista
della salute generale, è sentita dplla maggior parte dei pazienti come una esi-
genzaprimaria. Infatti la perdità dei denti anteriori è considerata nella nostra
società come una grave menomazione che influenza negativamente i rapporti
interpersonali e conseguentementela vita di relazione e la capacità lavorativa
dell'individuo. La mancanza di questi denti, a causa dei cambiamenti nei rap-
porti lingua-denti, può inoltre alterare la fonesi. La pronuncia di alcune conso-
nanti (labio-dentali e fricative) può diventare difficile. La pronuncia della S è
molto spessoaccompagnata da un suono sibilante molto fastidioso. Molti pa-
zienti speciese giovani acquisiscono con il tempo la capacità di compensarei
cambiamenti dovuti alla perdita dei denti anteriori. Questa capacità di adatta-
mento è più difficile e spessoimpossibile nei pazienti anziani.
--
Scopi della PPR
1.8
Alterazionedella dentaturaresi-
dua in seguitoalla Perditadi un
elementodentale.
1.9
Compensazionedella capacità
masticatoriae della stabilizzazio-
ne mandibolarein assenza dei
soli molari.
1.10
Migrazionedentale con Perdita
deila stabilitàposizionaledella
dentaturaresiduae della man-
dibola.
l0 Protesi parziole rimovibile
INDICAZIONI
La PPR è indicata ogni qualvolta non sia possibile costruire una protesi par-
ziale fissa (PPF). La PPF, a livello della quale i carichi masticatori vengono
equamentedistribuiti in modo assialeai denti pilastro è, infatti, nettamente su-
periore dal punto di vista biomeccanico alla PPR. La PPR che più si avvicina,
dal punto di vista biomeccanico, alla PPF è quella che ovvia ad un'edentazione
compresatra due denti pilasiro (lacuna dentaria). Anche per questotipo di PPR
sono possibili, durante la funzione, piccoli movimenti. Va tenuto comunque
presente che il presidio protesico più indicato per una lacuna dentaria non è
I
sempre rappresentato dalla PPF, ma che esistono parecchie situazioni in cui
essa non è attuabile.
Indicazioni ll
zione alla PPF anche per lacune dentarie brevi. In questi casi è consigliabile
sfruttare I'ottima caratteristicadella PPR di trasferire, medianteil connettore
principale,parte dei carichi masticatorisul lato opposto a quello in cui avviene
la masticazione(cross-arch-stabilization) diminuendo in questomodo il carico
sui denti di ancoraggio.
1. 11 a - b
Lacunadentariacon notevoleperditadi osso. Una PPF è con-
t r o i n d i c a t ian q u a n t og l i e l e m e n tiin t e r m e dni o n o f f r i r e b b e ruon
sufficientesupportoal labbro.
b
oJqqelle ouoddns uonq un oJllo 'ellas
ell€p eursalel eluEtpeul'orlc udd pun uoc osec lep ouotznlos
c-q-ezt'l
I
fu*,
1a
Interszioni della PPR con le strutîure residue LJ
Langhezza eccessiva della zona edentula compresa tra gli elementi dentali
In questi casi i carichi funzionali e parafunzionali trasmessi dagli elementi
intermedi ai denti pilastro risultano spessoeccessivianche in presenzadi condi-
zioni parodontali favorevoli. Anche in questi casi è preferibile sfruttare Ia ca-
pacità di cross-arch-stabilization della PPR.
Quando inferiormente vi sono lacune dentarie compresetra ottavo e canino,
anchein presenzadi buone condizioni biofunzionali (supporto parodontale,mor-
fologia della zoira edentula, caratteristichefavorevoli dell'antagonista) la solu-
zione protesicapiù indicata è spessorappresentatada una PPR. Durante I'a-
pertura della bocca infatti il diametro trasversaledella mandibola diminuisce.
Dalla posizione di chiusura ad l/4 di apertura la distanza misurata tra i due
sestirimane costantementre da quest'ultima posizionealla massimaapertura
la medesimadistanzadiminuisceprogressivamentedi 0,25-l mm. Per questo
motivo I'attuazione di una PPF non e priva di rischi in quanto la rigidità del
presidio protesico non permette di compensareI'elasticità della mandibola con
conseguentescementazionedella protesi.
Gli studi clinici condotti allo scopo di chiarire gli eventuali effetti negativi
della PPR sulla salutedelle strutture residuesono numerosi. Da alcuni di que-
sti studi è emerso che la PPR puo avere sulle strutture residue svariati effetti
negativi rappresentatida: 1) aumento dell'attività cariosa;2) infiammazione gen-
givale; 3) aumento della mobilità dei denti pilastro; 4) fenomeni infiammatori
a carico della mucosa ricoprente le cresteedentule.Questa patologia a carico
delle strutture residue è stata correlata con un aumentato accumulo di placca
batterica. Tale fenomeno è dovuto alla presenzadella PPR che interferisce nei
meccanismidi autodetersione.E stato notato che I'accumulo di placca è parti-
colarmente elevato a livello dei denti in contatto con la protesi, soprattutto dei
denti pilastro. In questi studi i denti pilastro sono quelli che dimostrano un mag-
gior grado di infiammazione gengivale, tasche parodontali più profonde e so-
no maggiormente soggetti a carie. Oltre all'aumento dell'accumulo di placca
è stato notato un suo cambiamento qualitativo. Nella placca batterica dei por-
tatori di protesi parziale, analogalmente a quanto avviene nei portatori di ap-
parecchi ortodontici, vi è un aumento dello streptococco mutans che è il mi-
croorganismomaggiormenteassociatocon I'attività cariosa.L'aumentata pro-
liferazione dello streptococco mutans sarebbecorrelata al fatto che essocolo-
nizzapiit facilmente nei siti ritentivi rispetto a quelli non ritentivi. La maggior
-_=_a
DOMANDE
RISPOSTE
[Risposta1: b] [Risposta6: b]
[Risposta2: c] [Risposta7: c]
[Risposta3: a] [Risposta8: d]
[Risposta4: c] [Risposta9: d]
[Risposta5: c] [Risposta10: d]
Capitolo 2
LA DIAGNOSI
Dott. Franco BRUNELLO, Aiuto Clinica Medica, Università di Torino, Ospedale S. Luigi Gonzaga
I
L'aspetto internistico del paziente odontostomaîologico l9
L'approccio al paziente
L'approcciointernisticoal pazientepuò essere effettuatocon il massimoren-
dimentonel corsodi un primo appuntamento.In tale occasione,oltre all'esa-
me obiettivo della cavità orale, ad una radiografia dello scheletromascellare
e mandibolareed alla esecuzione dei calchi, è opportuno dedicareun ampio
spazioal colloquio per poter conoscereed intervistareil pazientesulla sua sto-
ria clinica odontostomatologicae generale.
sie.
._ Anni
rndirizzo
.. Teref.
(interrogare il paziente circa i seguepti
sintomi o .+egni;.incaso di risposta affermativa,
i quadrati ed eventualmente spe-cifitar. sbarrare
.servaro)
".rio-wà'o
Tabella 2.II. Questionario orientato per problemi internistici che abbiano una
importanza per I'odontostomatologo (adattato per I'auto-intervista).
(Modificato ed adattatodal questionarioutilizzatopressoil Collegeof Dentistry,del-
I'Universitàdel Kentucky).
DATI ANAMNESTICI Data.
,..
sig............
Indirizzo..........t...................:.......
Firma
Sig..........,. ..........::"....:
Indirizzo
24 La diagnosi
Esame fisico
L'esame obiettivo del pazienteda sottoporre a manovre odontoiatriche ne-
cessitadi una valutazionegeneraleabbreviata.La maggior parte dei dati ogget-
tivi viene fornita dall'ispezionedel pazientein generalee dall'esamedelle sue
parti scoperte:cute, capo, collo e mani.
Molti dati e molte inferenzevengonoacquisitied elaborati dal medico al pri-
mo semplicesguardo dedicato al paziente. Il modo di atteggiarsi,di parlare,
di muoversi, di sedere,gli abiti indossati,la cura della persona,la correlazione
tra I'età anagraficae quella apparente,il modo di reagire,gli odori o i profumi
emanati dal pazientecostituisconouna disordinatae simultanea,ma ricchissi-
ma. fonte di informazioni e contribuisconoa generarenel medico una seriedi
impressioni,a condurrealla formulazionedi problemi e talora ad una diagnosi.
Riteniamo che sia fondamentaleil rilievo dei segni vitali basali: frequenza
e ritmo cardiaco, pressionearteriosamassimae minima, frequenzarespirato-
ria e, in casi particolari, temperatura corporea. L'acquisizione di questi dati
durante la prima visita costituisceun importante punto di riferimento. Even-
tuali variazioni possonoinfatti manifestarsidurante o dopo I'intervento e solo
la conoscenzadellasituazionebasalene permetteuna interpreÍazionecritica ade-
guata; si possonoinoltre rilevare dati anomali in condizioni basali ignorati dal
paziente.
I
26 La diagnosi
30 La diagnosi
2.1
La palpazione. posteriorepermet-
te una accurataesaminazione
della ghiandolatiroidea.ll collo
deveesserelievementeioereste-
so; i pollicidell'esaminatore pog-
giano sulla parte posterioredel
collo;al di sottodellacartilagine
cricoidea,medialmente,si reper-
ta I'istmo;lateralmentead esso
si repertanoi lobitiroidei;invitan-
do il pazientea deglutirele diver-
se sezionidellatiroidescivolano
sotto le dita dell'esaminatore.
(Modificatoda B. Bates,A guide
to physicalexamination,J.B. Lip-
pincottco., Philadelphia, 1983).
è>
2.2
Stazionilinfonodalicervicali:
1) pre-auricolari
2) post-auricolari
3) occipitali
4) tonsillari
5) sottomandibolari
6) sottomentoniere
7) cervicalisupeliciali-
8) cervicali posteriori
9) cervicaliprofondi.
10) sopraclavicolari
(Modificatoda B. Bates,op. cit.)
" superficialie prodondirispettoal musco-
lo sternocleido mastoideo.
2.3
Drenaggiolinfaticodellatestae
del collo
- drenaggioesterno
- drenaggiointerno(cavitàora-
le e gola)
(Modificatoda B. Bates,op. cit.)
32 Lo diagnosi
,D ,D
t\ r.1 nl1CD
D'
h{ F
2.4
Anormalità e variazioni dell'aspettodelleunghie
Normale (A) L'angolotra I'assedell'ultimafalangee I'asse
dell'unghia è normalmente di 160gradi.
come epifenomeno della carenza di ferro. Le emorraggie del letto ungueale, con
aspettodi strie longitudinalirosseo marroni, sono statedescrittesoprattutto
nei pazienticon endocarditebattericama tale repertonon è patognomonico.
Esomí di laboratorio
L'evoluzionein sensotecnologicodellapraticamedicafa sì chei pazientisiano
semprepiù spessovalutati clinicamentesotto il profilo biochimicoe strumen-
tale e che essisi rechinodall'odontoiatracon questidati per illustraremeglio
i loro problemidi salute.Mentreper gli esamistrumentaliesistesempreun re-
cheinterpretai dati riscontrati,per gli esamibioumorali
ferto dello specialista
occorreconoscerei valori normali, non sempreriportati, ed averequalcheca-
L'aspetto internistico del paziente odontostomatologico JJ
I valori normali dei test enzimatici sono variabili da un laboratorio all'altro per la presenza in commercio di numerose meto-
diche simili ma con caratteristiche tecniche diverse.
7
34 La diagnosi
Tabella 2.VI. Interpretazione della positività per i markers dei virus epatitici
36 La diognosi
S t i m a t oD r . . . . . . . . . . . . .
Grazieper la collaborazione
Dr.
Stimato Dr.
Distinti saluti
Dr.
Problemi internistici
Nellepagineseguenti vogliamoricordarealcuniconsiglidi ordinepraticoper
quanto riguardail comportamentodell'odontoiatranei confronti del paziente
chepresentaproblemidi tipo internisticogià riconosciuti,talora in trattamen-
to, per i quali sono necessarie particolari precauzioniprima/durante/dopoil
trattamentoodontoiatrico.
Gli argomentitrattati sono frutto di una sceltaempiricafra i molti chesi po-
tevano offrire; i criteri di sceltasono stati quelli della severità/complessità
e
della frequenzadel problemainternistico; i singoli problemi sono trattati nella
forma tipograficadellaschedaperchè,ci pare,può essereuna formula pratica
e di facile consultazione.
Si presupponeuna conoscenza di basecirca le patologietrattate mentresi
rimanda ai testi specificiper un ulteriore approfondimento.
I farmaci citati nelleschedeed altri di cui si consigliaI'approwigionamento
per lo studio odontoiatricosono elencatinelle tabelle2.IX.
38 La diagnosi
adrenalina penicillina G
atropina streptomicina
terbutalina (Terbasmin) amoxicillina (Velamox)
idrocortisone (Flebocortidin) eritromicina (Eritrocina)
promazina (Fargan) vancomicnia (Vancocin)
glucagone gentamicina (Gentalyn)
soluzione glucosata 4090 nifedipina (Adalat)
soluzione glucosata 5 -10V0 clonidina (Catapresan)
soluzione fisiologica captopril (Capoten)
salbutamolo spray (Ventolin) diazossido (Hyperstat)
diazepam (Valium) labetalolo (Trandate)
acidi epsilon amino caproico (Caprolisin) trinitrina (Trinitrina)
Ig specifiche anti HBV (Human BIg) furosemide (Lasix)
aminofillina (Aminomal) morfina solfato
Schedano 16
Cardiopatia ischemica
Schedano 17
Insufficienzo cardiaco
Schedano 18
Portatore di trapianto cardiacò
Schedano 19
Aritmie '
Schedan" 20
Vasculopatia cerebrale
Schedano 2l
Epilessia
Schedan" 22
Gravidanzae allattamento
Schedan" 23
Diabete mellito
Schedan" 24
Ipertiroidismo
Schedan" 25
Ipotiroidismo
Schedan" 26
Insufficienzo surrenulica cronica/Teropia cronica con steroidi
Schedan" 27
Artrosi
Schedan" 28
Artrite reumatoide
Schedan" 29
Portatore di protesi articolari
Schedan" 30
Alterazioni congenitedella coagulazione
Schedan" 3l
Alterazioni acquisitedello coagulazione
Schedan" 32
Molottie psichiatriche
Schedan" 33
Tossicodipendenza
Schedan" 34
SiÍilide
Schedan" 35
Radioteropiu della testo e del collo
Schedan" 36
Chemioteropia
Schedan" 37
Allergia ad anesteticilocali
J
40 La diagnosi
Schedano I
Scheda n" 2
Scheda no 3
Schedan" 4
Scheda n" 5
Note:
Pazienti a rischio di essereportatori di HBsAg
- lavoratori in campo sanitario (infermieri psichiatrici, infermieri, tecnici
di laboratorio, addetti ai centri trasfusionali, laboratoristi, chirurghi,
dentisti)
- pazienti ricoverati in ambiente psichiatrico
- pazienti in emodialisi
- tossicodipendenti
- emofilici
- omosessuali
- familiari di pazienti portatori di HBsAg
- soggetti provenienti da aree geografiche a rischio (Africa, Asia, America
latina)
In ltalia la prevalenzadei portatori di HBsAg è variabile tra il2 ed il70/0,
con le punte più alte nelle regioni meridionali.
La profilassi con vaccino è efficace nel 9590 dei casi; controllare l'avvenuta
sieroconversioneed il livello di anti-HBs; quest'ultimo può ridursi con il tempo
e può esserenecessarioun richiamo dopo alcuni anni.
La sieroprofilassi con immunoglobuline specifiche (HBIg) da utilizzare per
i soggettinon vaccinati è efficace nelT5Vodei casi e deve essereeffettuata entro
12 h dalla puntura accidentale.
Se il dentista stessoo qualche componente della equipe è portatore di HBsAg
si deve osservaresemprela massima cura nella profilassi anti-infettiva nei con-
fronti del paziente.
L'6petto internistico del Wziente od,oftostomatologico
La ditgnosi
\
Schedan" E
ASMA BRONCHIALE
Schedano 9
TUBERCOLOSI (pregressa)
50 La diagnosi
Schedano 11
Schedano 12
Schedano 13
CARDIOPATIE CONGENITE
Schedano 1ó
Note: una domanda sui precedenti cardiologici di tipo ischemico del paziente
deve sempre esserefatta nell'ambito di un pur ridotto approccio anamnestico.
Schedano l7
Schedano 18
58 La diagno'
Schedan" 19
ARITMIE
I,
)etto tnternisîico del paziente odonfosîomatolopico
59
Schedan" 20
VASCULOPATIA CEREBRALE
60 La diogm
Schedano 2l
EPILESSIA
Schedano 22
GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO
62 La diaz,:
Schedano 23
DIABETE MELLITO
Schedano 24
Schedan" 26
66
Schedano 2T
ARTROSI
fi
h
Schedano 30
^ )
70 La diagnosi
Schedano 3l
Schedano 32
MALATTIE PSICHIATRICHE
72
La diagnosi
Scheda no 33
TOSSICODIPENDENZA
I
aa
L'aspetto internislico del paziente odonlostomatologico l3
Schedano 34
SIFILIDE
Possibiliproblemi correlatiall'interventoodontoiatrico:
a) infezionedell'odontoiatrae dellaéquipeda parte dei pazientiin statoin-
fettivo
Prevenzionedelle possibilicomplicazioni:
a) anamnesi:storiadi recentepossibileesposizione a rischiodi contrarresi-
filide, segniobiettivi di sifilide in atto a livello della mucosaorale; po-
sporreil trattamentoe chiedereesamisierologiciaspecifici(VDRL) e spe-
cifici (TPHA, FTA-abs)
b) anamnesi:storiadi pregressa sifilide;chiedereseè stataeffettuataterapia
adeguatae se si è realizzatanegativizzazionedella sierologiaaspecifica.
La VDRL si negativizzadopo l2 mesicircanellasifilide primaria e do-
po 24 mesinellasecondaria trattate;può non diventaremai negativanella
terziaria
c) nei casi dubbi richiederenuovi controlli sierologici
d) comunicazioneal curantese il pazientenecessitadi trattamento
74 Lo diagnosi
Schedan" 35
Schedano 3ó
PAZIENTE IN CHEMIOTERAPIA
76 La diagnost
Schedano 37
78 Lo&
Valutazione morfo-strutturale
La riabilitazionedel pazienteparzialmenteedentuloinizia con un'attentaana-
lisi dellestruttureresiduenell'ambitodellequali la PPR deveessereincorporata.
Dal punto di vista morfo-strutturaleoccorrevalutarela mucosa,I'osso al-
veolareresiduo,i muscoli, la lingua e la dentaturaresidua.
Classfficazione di Kennedy
La classificazionedi Kennedy, proposta nel1925, si basa su alcuni principi
della progettazione, a seconda che la protesi necessitidi un appoggio dento-
mucoso o di un appoggio dentario o di entrambi. Kennedy distinse le arcate
parzialmente edentule in 4 tipi fondamentali (fig. 2.5). Le zone edentule che
non sono previste nelle 4 classi principali sono dette aree di modifica.
ClasseI: comprende le aree edentule bilaterali distali. In questo caso la
PPR avrà un appoggio di tipo dento-mucoso(fig. 2.5 a).
ClasseII: comprende un'area edentula distale unilaterale. L'appoggio ri-
chiesto da questa protesi è di tipo misto cioè sia dentario che
dento-mucoso(fig. 2.5 b).
ClasseIII: prevedeun'area edentulaintercalataunilaterale.L'area eden-
tula è delimitata anteriormente e posteriormente da denti na-
turali. La PPR in questo caso avrà un puro appoggio dentario
(fig. 2.5 c).
-
82
.\
ar
o
o
O
a
o\
o O or
o o O
O o o
o o o
o o o
2.5
di Kennedy.
Classificazione
I 83
b go di salute dell'apparato stomatognattco
oo .\
OO
o oì
O
O
o
o
O\ OO
o\ OO
o ao
o
o
a
2.5a
Classe I di Kennedy e sue modificazioni.
o
o
a
2.5b
Classe ll di Kennedy e sue modificazioni'
-
84
al
o
a
o
o
o
ool
O o o o\
o a o
O o o
o
o O O o
2.5c
Classelll di Kennedye sue modificazioni.
oo
OO
OO
aO
ao
2.5d
ClasselV di Kennedy(non esistonomodificazioni).
}
t
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II
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-
86 La diagnost
Valutazione funzionale
Dal punto di vista funzionale lo stato di salute dell'apparato stomatognatico
è definito dai seguenti parametri clinici: assenzadi dolore, agevoli movimenti
mandibolari. assenzadi sensazioniabnormi e rumori durante la dinamica man-
dibolare, armonia funzionale tra la posizione griìdata dai muscoli e la massima
intercuspidazione.
Studi epidemiologici eseguiti in Svezia e negli Stati Uniti hanno dimostrato
che in una alta percentuale della popolazione sono presenti segni e sintomi di
disfunzione dell'apparato stomatognatico. Secondo questi studi il 6590 della
popolazione accusadolenzia alla palpazione della muscolatura masticatoria, il
45vlo alla palpazione dell'Articol azione Temporo-Mandibolare (ATM) mentre
nel l09o degli individui esaminati è rilevabile una apertura della bocca che pro-
voca dolore. Uno studio epidemiologicoeseguitorecentementenella regionePie-
monte ha portato agli stessirisultati. È quindi opportuno prima di ogni inter-
vento sostitutivo dei denti mancanti eseguireuna indagine accurata sull'even-
tuale presenzadi disturbi cranio-mandibolari che potrebbero condizionare il piano
di trattamento. La presenzadi disturbi cranio-mandibolari infatti può richie-
dere interventi provvisori atti a risolvere i problemi funzionali o successivemo-
difiche occlusali del manufatto protesico definitivo delle quali è bene informa-
re il paziente. Spessoinoltre in questi casi, accanto al trattamento protesico de-
finitivo, è necessariauna terapia di supporto (placche di svincolo, terapia fisi-
ca, ecc.). I disturbi funzionali dell'apparato masticatorio sono caratterizzatida
una triade sintomatologica rappresentata da:
1) dolore, affaticamento, dolenzia alla palpazione della muscolatura masti-
catoria;
2) dolore, dolenzia alla palpazione e rumori dell'articolazione temporo-
mandibolare;
3) limitazione e disturbi dei movimenti mandibolari.
Questa sintomatologia che può esseredefinita principale è spessoaccompa-
gnata da una sintomatologia secondariacostituita da: cefalea, dolori facciali,
dolori nucali, dolori dorsali, odontalgie, tinnitus, sensazioni di bruciore alla
lingua, sensazionidi metallo in bocca. La presenzadi sintomi secondari, in as-
senzadi una sintomatologia principale, non è comunque sufficiente per porre
diagnosi di disfunzione. La sintomatologia principale non è comunque pato-
gnomonica per la disfunzione dell'apparato stomAtognatico in quanto può es-
sereI'espressionedi una diversa patologia quali tumori, infezioni, traumi ecc.
Di fronte a questo tipo di sintomatologia quindi il primo punto da chiarire è
se si tratta di disordini cranio-mandibolari primari o secondari ad altro tipo
di patologia. Cio puo esserefatto solo attraverso una accurata anamnesi ed un
eventuale esame clinico generale e specifico odontoiatrico.
La disfunzione primaria dell'apparato stomatognatico è I'espressionedi un
sovraccarico.dellesue strutture muscolo-scheletrichedovute ad una iperattività
muscolare prolungata. L'orientamento attuale è quello di consideraremultifat-
toriale la genesidell'iperattività muscolare. Nella letteratura odontoiatrica co-
me causa di ipertono della muscolatura masticatoria vengono indicati lo stress
ed i fattori occlusali. L'insorgenza dei disturbi cranio-mandibolari è comunque
legata anche alla diminuita capacità di adattamento tissutale del paziente. L'i-
perattività muscolare prolungata provoca modificazioni infiammatorie e/o de-
Lo stato di salute dell'apparato sîomatognotico 87
rc
?u'
'rr,,,-,,.,,,
*
CARTELLA CLINICA
NOMEDELPMIENTE
INDIRIZZO rNDtRtzo
PROFESSIONE
DATADELL'ESAME
DISTURBO
PRINCIPALE
ANAMNESINELL'APPARATO ANAMNESIMEDICAGENERALE
CRANIOMANDIBOLARI ATTUALEO PREGRESSA
SI Si
DOLORE FACCIA u INFEZIONI(EPATITE,
etc.) I
TESTA tr MALATTIE
APPARATI:O CARDIOVASCOLARE tr
oRECCHtO I
occHlo tr O RESPIRATORIO T
T O DIGERENTE T
COLLO
CEFALEACICLICA tr O UROGENITALE n
MALATTIE
DELSANGUE n
RUMORI,ATM SCHIOCCO T N/ALATTIE
DELMETABOLISMO tr
ALTRIRUMORI tr N/ALATTIE
REUIVATICHE T
DISTURBIDELLE DIFFICOLTA
IN APERTURA,
I\,IALATTIE
NEUBOLOGICH
E T
FUNZIONI CHIUSURA,MASTICMIONE, PROBLEMI
NEUROPSICHICI T
MANDIBOLARI TENSIONEMUSCOLARE,
SENSODI RIGIDITA
DELLA
DISORDINI
ORIVONALI tr
MANDIBOLA n ALLERGIE l
GRAVIDANZA T
ABITUDINIORALI IúORDERELE LABBRA,
LE UNGHIE,FUlvlO,etc. T TRAUMI tr
ASSUNZIONE
DI FARMACI T
PRECEDENTI PROTESICI tr
TRATTAMENTI
ODONTOIATRICI
oRronoNTrcl T
ESTESI CHIRURGICI tr
EOUILIBRAZIONE
OCCLUSALE T
NON PROVATEDISAGIOOUANDO
AFFRONTATEVOLONTARIAMENTE
LE ARCATEDENTARIE? sìI roE ANESTESIE
TOTALIO INTERVENTI
CHIRURGICI T
RISCONTRICLINICI
,FEZADA APERTURA(coNovERBlTE)
E .t T: DEVIAZIONE
IN MOVIMENTO Dtr srl
rc\,MENTI'
ò
LATEROAUSPNE LATERO'ÍRUSIONE
VERSODESTRA VERSO.SINISTRA
TI
U
n
U
,roF*,o,u,
DS DS
fBSiE
fl.lJl PAr paTroNE
ATM LATERALMENTE
DURANTEI MOVIMENTI trn INSERZIONE
TEMPORALE ntr
TEMPORALE TN PTERGODEI !T
MASSETERE Ttr UNGUA trT
GDE ASSIMMETRIE
ECCESSIVE FACCIALI LI
DELLAMANDIBOLAIN R.C.
MANIPOLAZIONE
FACILEE E
DIFFICILE T
IMPOSSIBILE
SCIVOLAMENTORCP - ICP
sAGlrrALEfl .. LATERALE
I rnt vERrlcALEfl ,nt
CONTATTIDURANTEI MOVIMENTI
A SINISTRA
-=-l-
A DESTRA
-+-
PROTRUSIONE
EAf
OFFI'OCAZIONE PosrnvoI NEGANVOE
. FqITE DELTAUNEAMEOIANANEI
IN MM.NELDIAGRAMMADI DESTRASEGNARELE DEVIAZIONI
tE APPOSIE CASELLECON IL GRADODI MOVIMENTO
rcNGNN U APERTUM VO CHIUSUM COMEANCHELA POSIZONEIN CUI SI SENTEIL RUMOREARNCOLARE
90 La diag,
Anamnesi generale
L'anamnesigeneraleha inizio con una domanda informativa sul motivo che
ha condotto il paziente all'osservazionedel dentista. Il più delle volte il pazien-
te rispondead essacon un monologo, descrivendoi vari disturbi che lo preoc-
cupano e divagando sulla descrizioneed interpretazionedei sintomi. Inizialmente
è preferibilenon interromperlo: in questomodo egli púo rilassarsied acquisire
fiducia e confidenza con il medico che a sua volta ha la possibilità di valutarne
lo stato emotivo, l'entità dell'ansia.edi tensionepsichicache, così spesso,fa-
voriscono I'insorgenzadi disordini dell'apparato stomatognatico.Il paziente
viene infine interrotto con una precisadomanda su quello che egli ritiene essere
il disturbo principale, disturbo che dovrà essereinterpretato sulla basedei dati
raccolti. Scopo dell'anamnesigeneraleè quello di indagaresullo stato di salute
del pazienteed identificare condizioni patologichegeneraliche possonoriper-
cuotersisull'apparato masticatorio. Si indaga su pregresseinfezioni, quali l'e-
patite, sullo stato di salute di ciascun apparato, sulla presenzadimalattie ema-
tiche e del metabolismo.Particolareattenzionedeve essereposta all'eventuale
presenzadi malattie reumaticheche possonointeressarel'ATM, quali ad esem-
pio l'artrite reumatoide.Si chiedepoi al pazientese soffre di malattie neurolo-
giche e si indaga con attenzionesu eventualipregressiproblemi neuropsichici
(ansia e depressione);si domanda se soffre di disturbi ormonali, se è allergico
a qualche sostanzao farmaco. Importante è sapereinoltre se il paziente ha su-
bito traumi al viso, in quanto essicostituisconospessola causa scatenantela
sintomatologia disfunzionale. Conoscerel'eventuale assunzionedi farmaci può
esserefonte di utili informazioni-nel ricercarela causa dei disturbi lamentati
dal paziente.A completamentosi potrà indagaresu eventualiinterventi chirur-
gici subiti dal paziente,in quanto I'intubazione in corso dell'anestesiapuò es-
sere una causa scatenantei disturbi cranio-mandibolari.
Lo schiocco
Lo schioccoè un colpo seccoed isolato la cui causaè stata lungamentecon-
troversa e tutt'oggi non completamentechiarita, anche se, grazie all'artro-
tomografia si sono compiuti molti progressiin questosenso.Attualmente si di-
stinguono tre causecapaci di determinarelo schiocco:dislocazionereversibile
del menisco, rimodellamento, incoordinazionemuscolare.
la diagnosi ed il trattamento delle celalee di sua competenza. Un comitato costituito dall'American Medical
Association per la classificazionedelle cefaleeha stabilito l5 diverse categorie. Tra queste, tre categorie sono
le piu comuni: cefalee da contrazione muscolare (muscolo-tensive),cefalee di origine vascolare, cefalee di
tipo infiammatorio. La cefalea muscolo-tensiva è il tipo più comune ed è quella che interessail dentista in
quanto dovuta alla contrazione dei muscoli scheletrici, soprattutto nella regione cervico-cefalica.
92 La diagr
per cui il suo movimento è rallentato rispetto al condilo che prima passerebbe
al di sotto (primo click) e poi al davanti di esso(secondoclick).
fu- A
2.7
Rapporticondilo-meniscali
schioccoda dislocazionerever-
s i b i l ed e l m e n i s c o :
nello
A) in massimaintercuspidazione
il disco è dislocato ante-
riormente;
B ) e C ) q u a n d oi l c o n d i l oc o m p i e
un movimento di traslazione il di-
sco rimaneal davantidel condi-
lo fino a quandonon si produce
il click;
D ) i n c o i n c i d e n zcao n i l c l i c kd i
aperturail condiloscivolain bas-
so al di sottodellabandaooste-
rioredel meniscoe la traslazione
condilareprocedenormalmente;
E ) n e l m o m e n t oi n c u i s i p r o d u -
c e i l c l i c kd i c h i u s u r ai l c o n d i l o
si disloca improvvisamente
postero-superiormente ed il di-
sco è dislocatoanteriormente.
( D a F a r r a rW . 8 . , M c C a r t yW . L . :
Outline of Temporomandibular
Joint, Diagnosis and treatment,
6 " E d . , M o n t g o m e r yT, h e N o r -
m a n d i eS t u d yG r o u p ,1 9 8 0 ) .
La crepitazione
La crepitazioneè un suono prolungato, con carattere raschiante, paragona-
bile al suono proveniente dalla gomma di una vettura che procede su un fondo
di ghiaia. Il rumore di crepitazione si forma per attrito fra superfici ruvide tipi-
che dell'artrosi all'interno dell'articolazione.
OG OA
28
La dislocazione irreversibile del
.neniscodeterminauna riduzio-
ne dell'aoerturadellabocca.Con
il îempoil discovieneprogressi-
vamentespintoin avantie l'aper-
tura della bocca si normalizza.
( D a F a r r a rW . 8 . , M c C a r t yW . L . ,
op.cit.).
94 La dngrcr
2.9a-b
Lineaorizzontalee lineavertica-
le segnatesullasuperficievesti-
bolaredi un incisivoinferioreallo
scopodi misurareI'ampiezzadei
movimentimandibolari;a) bocca
socchiusa,b) bocca chiusa.
I.o stato di salute dell'appdroîo stomatognatico
95
2.'lOa-b
Misurazionecon righellomillime-
trato della massimaapertura:a)
visione laterale, b) visione
frontale.
96 I; --r-ftu
2.11
Misurazionedel movimentodi la-
teralitàsinistro.
2.12
Misurazione
dell'over-jet.
t
2.13
Misurazionedel movimentodi
protrusione.
Qualità del movimento di apertura e chiusura.Il test inizia ponendo uno stec-
chino di legno a livello dei denti incisivi inferiori. A questo punto, mentre il
pazienteè con la bocca in massimaapertura, dopo aver posto un righello pa-
rallelo alla linea interincisivae a contatto con lo stecchino,si invita il paziente
a chiuderela bocca. Si chiedequindi al pazientedi aprire al massimola bocca.
Durante il movimento che deve avvenirelentamente(a questo scopo si puo in-
vitare il pazientead arrotolare all'indietro la lingua) si valuta I'eventualepre-
senzadi deviazioni e deflessionisia in apertura sia in chiusura. I tracciati di
tali movimenti vengono riportati con colori diversi nell'apposita casella.
2.14
Valutazione palpatoria
dei rumori
articolari.
2.15
Valutazione dei ru-
auscultatoria
mori articolari.
100
I) Ispezione.
2) Palpazione.
3) Manipolazione della mandibola in RC (relazionecentrica).
4) Scivolamentoda RC a ICP (intercuspal-position).
5) Contatti interdentali durante i movimenti di lateralità e protrusione.
6) Test di provocazione(evocativo).
2.16
Palpazione dell'ATMcon i PolPa-
s t r e l l id e i d u e m e d i s u l l a z o n a
oreauricolare.
2.17a-b
intermedia
Palpazionemuscolare:a) parte anterioredel m t e m p o r a l eb; ) P a r t e
del m. temoorale;
La diagnosi
t02
2.17c-d-e-f
ól pàtt" posterioredel m. temporale;d) inserzionedel m. temporale;e) m. massetere;
f) inserzionedel m. pterigoideointerno.
Lo stato di solute dell'apparoto stomatognatico 103
2.18
Primadi rilevareI'entitàe la di-
rezione dello scivolamento da
RC a lCP, vengonosegnatii rap-
porti intermascellarisui canini e
nella zona dei denti frontali con
il paziente in massima intercu-
spidazione.
L'ESAME RADIOGRAFICO
2.19
Nell'ortopantogramma si osser-
vano la quantitàe la qualitàdel-
I'ossoalveolaree la morfologia
dei dentiancoraPresenti.In que-
sto caso si osserva:l'osso,alveo-
lare particolarmente riassorbito
i n a l c u n ez o n e ;l a b u o n aq u a l i t à
osseaa livellodi 47, nonostante
I'inclinazione mesialedel dente.
2.20
Una radiografia endoralemirata
dellostessocaso Permettedi va-
lutarein modo Piiraccuratoil li-
vellodell'ossoalveolareresiduo
c h e c i r c o n d ai d e n t i .
106
2.21
Con una radiografiaendoralesi
puo valutarecorrettamenteil rap-
porto corona-radice.In questo
casoessoè sfavorevole; la radi-
ce presentainoltreunaformaal
fusolata,poco adattaa soppor-
tarecarichi.
2.22
In questaradiografia endoralési
osserva,a caricodel premolare,
un allargamentodellospaziopa-
rodontalesenzacoinvolgimento
d e l l al a m i n ad u r a ,p r o b a b i l m e n -
te dovutoa traumaocclusale.Si
osservaanche una perditadi os-
so alveolareintornoal dente in-
clinatomesialmente.
2.23
La radiografiaendoraleconsen-
te una valutazioneottimaledel-
lo spazioparodontaledi questo
dente,servitocome.pilastro pro-
tesico.Essosi presentaallarga-
to tutto intornoalla radice;non
si notanotascheossee.
2.24
Nellaradiografiasi osservauna
tasca ossea intornoal secondo
molare.La orofonditàdellatasca
dellaforcazio-
e I'interessamento
ne ne pregiudicanoI'utilizzoco-
me pilastrodi protesi.
108 La duzc
2.25
Si osservaun ossocon trabeco-
l e f i t t ee q u i n d id i b u o n aq u a l i t à .
Si osserva anche una limitata
perditadi osso da sovraccarico
intorno al dente inclinatome-
sialmente.
2.26
Si osservaun osso trabecolare
di qualitàinferiorein quanto le
trabecolesonopiù radee gli spa-
z i m i d o l l a rsi o n o a m p i .
L'esame radiografico r09
2.27
In questo ortopantogrammasi
osservaun riassorbimentoosseo
marcato e un rapporto corona-
radice sfavorevole.
2.28
Con l'esame radiograficoè pos-
sibile valutare patologie che
sfuggono all'esameclinico. Si
osserva un canino incluso nel
mascellaresuoeriore.
2.29
Si osservauna patologiacistica
intornoal terzo molareinferiore
incluso.
ll0 La diagnosi
MODELLI DI STUDIO
2.30
Alginatidi ClasseA.
t
rlodelli di studio lll
2.31
Alginatidi ClasseB.
2.32
L'acquadistillataè preferibile
al-
I'acoua correntenella miscela-
zione dell'alginato.ll conîenuto
di salimineralidell'acquacorren-
te varia,influendosul comporta-
mento dell'aloinato.
Cause extraorali:
l) Contrazione del gel per disidratazione, che inizia dopo l0-12 minuti dalla
rimozione dell'impronta.
Se l'impronta non viene colata entro questo periodo va conservatain am-
biente umido; ad esempio un recipiente a tenuta stagna, nel quale viene
posta una spugna bagnata (Fig. 2.33).
2) Idratazione o imbibizione con aumento di volume che si ha per assorbi-
mento di acqua. Per questa ragione bisogna evitare di conservare l'im-
pronta in acqua o in garze umide.
3) Distorsioneper contatto del gel con superfici d'appoggio. Pertanto è ne-
cessario evitare I'appoggio diretto del materiale sul piano di lavoro.
Si descrivono ora i passaggiper ottenere un modello corretto e dettagliato.
2.33
Recipientea tenuta stagna con-
tenenteuna spugnaper ottene-
re un ambientesaturodi umidità.
2.34
Posizionedel pazientee dell'o-
peratoreper la rilevazionedel-
I'improntasuperiore.
La diagnosr
2.35
Posizionedel pazientee dell'o-
peratoreper la rilevazionedel-
I ' i m o r o n t ai n f e r i o r e .
2.36
Serie di cucchiaisuPerìorilisci
con bordi ritentivi.
2.37
Seriedi cucchiaiinferioriliscicon
bordi ritentivi.
2.38
Controlloclinicoper la sceltadel
cucchiaio.
116
La diognosi
2.39.
Uno stratodi pastatermoplasti-
ca, preventivamenteammorbidi-
ta al calore, viene posta sul
cucchiaioin corrispondenzadel
oalato.
2.40
ll cucchiaioviene inseritonella
boccadel pazientein modoche
il materiale si modelli corret-
tamente.
2.41
Cucchiaiosuperioreadattato.
rltúelli di studio tt7
2.42
Cucchiaioinferioreadattato.
2.43
Fasedel bordaggiocon cera.
t*
f
I
*
f
I
t
2.45
Cucchiaio inferiore adattato e
bordato.
2.46
Controlloclinicodel bordaggio.
Modelli di studio lt9
2.47
Miscelazionesottovuotodell'al- :r...;::+.:
ginato.
120 La diagnosi
2.48
Applicazioneal portaimpronte, di
un sottile strato di adesivo.
Rilievo dell'ímpronta
La maggiorparte dei pazientiaccettala rilevazionedell'improntamandibo-
lare con maggiortranquillità rispettoa quelladel mascellaresuperiore,è quin-
di preferibileiniziareprima con I'arcata inferiore.
Si ponecon un dito uno stratodi alginatodellospessoredi 4-5mm (Fig.2.49)
sullesuperficiocclusalidei denti. Si divaricanodelicatamentele labbrae si po-
sizionail portaimpronteben centratosenzaesercitare pressioneeccessivaonde
2.49
Applicazionedi un sottilestrato
di alginatosullesuperficiocclu-
sali dei denti inferiori.
jHelli di studio
12l
2.50
A cucchiaioinseritoin bocca il
pazienteviene invitatoa solleva-
re la linguaper poterrilevarecor-
rettamentela zonasottolinguale.
2.51
Dopo aver tunzionalizzato i fre-
nuli,spostandola guanciain al'
to. in fuori. in dietro, il
portaimpronteVienemantenuto
nella cosiddetta Posizionedi
attesa.
r22
La diagnosi
2.52
Applicazionedi un sottilestrato
di alginatosul palatoe sullesu-
perfici occlusali dei denti su-
periori.
2.53
Inserimentodel cucchiaro
peflore.
riore con un movimento rotatorio per fare uscire I'aria. Fatto questo, la pres_
sione viene ridotta e vengono funzionalizzati i frenuli laterali. Il cucchiaio viene
tenuto immobile con indice e medio di entrambe le mani, posti nella zona inter-
media dell'arcata, e pollici posti sul labbro superiore fino al completo induri-
mento del materiale (Fig. 2.54). euando il gel ha raggiunto un sufficiente gra_
do di durezza si procede alla rimozione dell'impronta. Il movimento di disin-
serzione deve esseredeciso e diretto lungo I'asse maggiore dei denti. La forza
per la disinserzionenon viene esercitatasul manico, ma con gli indici nella re-
gione dei premolari, per disimpegnareil vestibolo, fare entrare aria ed annulla-
re l'effetto suzione (Fig. 2.55, 2.56).
La struttura interna del gel è tale da resisteremeglio ad una forza unidi rezio-
nale continua ed istantaneapiuttosto che ad una forza gradualeed intermittente.
Un movimento basculantedetermina forze che comprimono alternativamente
il materiale e che possono determinano alterazioni dimensionali.
V'úelli di studio t23
2.54
Posizionedi attesanella rileva-
zione dell'improntasuPeriore.I
frenulisono statifunzionalizzati
spostandola guanciain basso,
in fuori, indietro.
2.55
Rimozionedel cucchiaioinferio-
re. Per eliminareI'effettosunzio-
ne puo essereutile insufflareil
vestibolocon la siringa.
2.56
Rimozione del cucchiaio su-
penore.
r24 La diagnost
2.57 2.58
lmpronta inferiore. lmprontasuperiore.
2.59
Rimozionedel gessocon spaz-
zola a setolesoffici.
2.60
Confezionedi gessousatoperla
colaturadel modellodi studio.
126 La diagno,
ii,
,
2.61
Miscelazione del gesso sot-
tovuoto.
2.62
Colaturadell'impronta.
rl .:crit di sludio t27
2.63
C o l a t u r ad e l l ' i m p r o n t a .
2.64-2.65
Modellicolatiin gessofino al li-
vellodel bordogengivale:Prima
colata.
t28 La di,;-
2.66
lmprontecolatecompletamente:
secondacolata.
a:650
'3/ := 4 5 o
30o
a
2.67a-b
a) Schemadi squadraturadel modellosuperiore' b) Modellodi studiosuperioresquadrato.
og 500
0=45o
a
2.68a-b
b) Modellodi studioinferioresquadrato.
a) Schemadi squadraturadel modelloinferiore
130 La diagnosi
2.69
Modelli affrontatisu Gallettiper
il controllodell'occlusione.
2.70
Modelliaffrontatisu articolatore
per il controllodei rapportireci-
procidelledue arcate.
. :.2ttt:ione dei modelli di studio in srlicolatore 131
2.71
A r t i c o l a t o r ea v a l o r i s e m i -
individuali tipo NON-ARCON:
Dentatus(DentatusInternational
AB Jakobs Delvagen 1416 S
12653 Magerstens,Deutchland).
2.72
Articolatore a valori semi-
individualitipo ARCON: Whip-
Mix (Whip-Mix,Louisville,Kentu-
ky, U.S.A.).
t32 Lo dictgno,
In base alla loro capacità di simulazione dei movimenti mandibolari gli arti-
colatori sono suddivisi in tre categorie:
l) Articolatori a valori individuali
2) Articolatori a valori semindividuali
3) Articolatori a valori medi
l) Gli articolatori a valori individqali permettono una buona simulazione tri-
dimensionale dei movimenti mandibolari limite, il loro uso però è molto com-
plesso.
La loro programmazione richiede una registrazione individuale grafica dei
movimenti mandibolari mediante un pantografo che, ancorato intraoralmen-
te, riproduce una registrazioneextraorale di tali movimenti (Fig. 2.73).
2.73
PantografoDenar(DenarCorpo-
ration,Anhaim,CaliforniaUSA)
posizionatoin bocca.
2.74
Schemamovimentimandibolari;
i movimentifunzionalieseguiti
durantela fonazionesi svolgono
in un'area molto limitata(zona
piu scura)quellieseguitiduran-
te la masticazione in un'arealeg-
germentepiù ampia (zona più
chiara).I movimentilimite(trat-
to più esterno) coincidon'ocon
quellifunzionalisolo in una pic-
cola area attornoalla posizione
di occlusionecentricadurantela
masticazione. (Modificato da
G i b b sC . H . ,M e s s e r m aT
n. , J a w
motion during speech, A Speech
and HearingAssoc.Reportn. 7,
1972).
2.75
ArticolatoreCondylator(Condy-
lator-Service, 48,
Bellariastrasse
CH-8038Zurich).
2.76
Particolaredell'articolatore
Condylator,doppiotroncodi conocon-
trapposto.
2.77
La strutturaa doppiotroncodi conocontrappostoimitain forma
negatival'angolazionenaturaletra porzionebilanciantee lavc-
rante del condilo.
2.79a-b
Rappresentazione graficadei rapporticondilocavitàglenoideasull'articolatore Condylator:
a: massimaintercuspidazione: la posizionedel condiloe della cavitàglenoideasono invertìte
sull'articolatore
rispettoalla situazionenaturale.
b: protrusione:il movimentomeccanicocondilaresi esplicacon direzioneinversarispettoa quella naturale.
(Da G. Preti, Determinazionedello spazio protetico nel paziente edentulo, Libreri- Cortina,Torino, 1982).
;:rone dei modelli di studio in articolatore 135
2.79
Rappresentazione graficadella
simulazionedella.componente
immediatae progressivadel mo-
vimento mediotrusivoda parte
del Condylatorsul pianofronta-
le (da G. Preti,op. cit.).
H
2.80
Rappresentazione dell'angolodi
FisherAC: tragittocondiloideoin
protrusione;AB: tragittocondiloi-
(daG. Preti,op.
deo in lateralità.
cit.).
136 La diagno'
2.81
Particolaredell'articolatoreCon-
dylator:strutturacondilare;una
ghierapermettedi impostarein-
dividualmenteI'inclinazione del
TragittoCondilareSagittale(0-60
gradi).
2.82
Arco faccialeGerber.È un arco
di tipo dinamicoche permettedi
trasferiresull'articolatoreil mo-
delloinferiorein un rapportospa-
zialmente corretto così da
consentireentro certi limiti, va-
riazioni della dimensionever-
ticale.
tazione grafica del TCS il tracciato rappresentail percorso che il condilo com-
pie durante i movimenti di protrusione e retrusione sul piano sagittale. La sua
forma tipica, suddivisibile in tre segmenti, viene interpretata nel modo seguen-
te: il primo segmentocorrisponde allo spostamento del condilo dalla sua posi-
zione centrica verso la parete anteriore della cavità glenoidea; il secondo coin-
cide con la traslazione del condilo lungo la parete anteriore della.cavità glenoi-
dea; il terzo è il risultato del rapporto anatomico contratto dal condilo con il
tubercolo articolare (Fig. 2.83). Il segmentointermedio rappresentala compo-
nente funzionale del tragitto condiloideo sagittale (TCS).
La fase intra-orale consistenella registrazionedell'arco gotico che visualizza
graficamentei movimenti mandibolari di protrusione, retrusione e lateralità sul
piano orizzontale e permette la successivadeterminazione e fissazione del rap-
porto intermascellarein una posizione che viene definita: posizione terapeutica
di partenza.
Durante I'esecuzionedell'arco gotico la mandibola presentaun appoggio di-
namico su tre punti: uno anteriore rappresentato dal perno di appoggio e due
2.83
Formatipica del TragittoCondi-
lare Sagittaleprotrusivo:
1) segmentoche corrispondeaF
lo soostamentodel condilo
dallo zenith verso la parete
anteriore della cavità gle-
noidea;
2) segmentoche coincidecon la
0
traslazionedel condilolungo
la Dareteanterioredella cavi-
tà glenoidea;
3) segmentoche indicail rappor-
to anatomico contratto del
condilocon il tubercoloartico-
lare (da G. Preti,op. cit.).
138 La diagno:
2.84 2.85
TCS fisiologico. TCS accorciatocon andamentorettilineo.
Valutazione dei modelli di studio in articolatore r39
2.86 2.87
TCS con andamentoverso l'al- TCS con morfologiaa "otto"
to nella fase iniziale.
Lo diagnos.
i:,l:
2.88
2.89
TCS con
Arco gotico:forma classrca
s e n t en e l l a
in protrusione
2.90 2.91
Arcogotico:formaminiaru- Arco goticocon protrusionee re_
rizzala. trusioneasimmetrica.
Lulurozione dei modelli di studio in articolatore t4l
ff
2.92 2.93
Arco goticocon posizioneasim- Arco goticoin cui la lineaprotru-
m e t r i c ad e l l ' a p i c e . siva supera l'apice.
142 La diagnosi
t;iiÉ:,
2.94
CraniostatoPreti-Mongini.
t'slutazione dei modelli di studio in articolatore t43
2.95
Schemadelladoppiaangolazio-
ne del raggio incidenterispetto
al piano bimeatale.
2.96
OLTPleggibilein modoottimale.
O =oooto
O .o*ETTo
a) Laproiezione22o10onsul-
ta ottimale:
condilocentatose
condoil suoassemaggioree
la sua ìnclinazionesul piano
frontale.Rimaarticolarcnella
suaporzioneposteriore, sups
rioree anterioreben visibile.
Margine superioree apiced+
la piramide che noninterfen-
sconoconla regione artbolare.
L'apicedellapiramideviene
normalmente poiettatoa livef
lo delcollodelcondilo.
b) Angolazione lroppooblts
qua sul pianoorizzontale:
condilocentratosecondoil
suoassemaggiore, ma non
secondo la suaìnclinazione
sul pianoorizzontale. Fìima
artìcolare nellasuaporzione
posteriore, superiore e ante-
riorebenvisibile, ma ristret-
ta. La piramide vieneproiet'
tatapiùin basso.Si deveri-
peterelalastraconunaproie
z i o n ed i 1 7 01 0 o .
c)Angolazione pocoobliqua
sulpianoorizzontale: condi-
locentrato secondoil suoas-
se maggrore, manonsecon-
dolasuaincllnazione sulpia-
noorizzontale.Larimaartico
lare non è visibileper la
sovrapposizione su di essa
delmargine superiore e api-
piramide.
ce della Si deveri-
peterela lastracon27o10o.
d)Angolazione pocoobliqua
sul pianoÍrontale:condilo
centratosecondoil suoasse
maggiore.Rima articolare
nellasuaporzione posteriore
e superìorebenvisibile.Non
accettabile
la rappresentaziG
ne dellaporzione anteriore
delcondiloe dellacavitàgle.
noidea.Ouestaproiezione
puòtalvoltasimulareunadi-
slocazioneanteriore.
Si deve
ripeterela lastracon una
proiezione22o150.
e) Angolazione troppoobli
quasulpianofrontale: condi-
lo centrato
secondoil suoas-
se maggiore.Laporzìone an-
teriore
e superioredellarima
articolaresono ben rappre-
sentate.Non ben vìsibile
la porzioneposteriore del
condiloe dellacavitàglenoi-
dea.Questa proiezione può
sÌmularetalvolta
unadisloca-
zioneposteriore.
Sideveripe-
tere la lastra con una
proiezione 22o0o.
2.97.Schemadellecorrezioni
dell'inclinazione
del raggioincidente.
(DaJ. Prosthet.Dent.,vol. 5 0 , n . 4 1 9 8 3 ) .
145
2.98
OLTP: dislocazionePosteriore
del condilo.
4) il tubercolo articolare,
5) il sistemapneumatico mastoideo,
6) il forame acustico,
7) il margine superioredella piramide del temporale, che nel 9390 dei casi
incontra il margine posterioredel condilo a2,9 + 1,74 mm. dall'apice.
Se utilizzando i valori medi non si ottiene un radiogramma leggibile sarà ne-
cessariomodificare l'incidenza del raggio. A questo scopo è stato messoa pun-
to uno schemache permette di correggeregli errori di una o entrambe le ango-
lazioni (Fig. 2.97).
L'OLTP fornisce un'immagine dei rapporti spaziali condilo-cavità glenoidea
sul piano sagittale e permette di formulare le seguenti diagnosi:
l) dislocazionicondilari antero-posteriorisuperiori a 0,5 mm. (Fig. 2.98)
2) alterazioni morfologiche dei capi articolari speciea livello del terzo laterale.
2.99
Arco Faccialesu stativocon set
di forchettein quattromisuree
punte metallicheper il trasferi-
mento in articolaîore.
2 . 10 0
Forchettainferiore:
superficie
in-
ternaed esterna.
' : -:i:rone dei modelli di studio in articolatore t47
2.101
Modellimaestrie duplicatidegli
stessr.
2 102
Drsegnosul modellosuperiore
dei limitidellaplaccae dellapo-
srzrone del perno
La diagnosi
2 . 10 3
Placcasuperioreposizionata sul
modello.Sullesuperficilateralidel-
la placcache si trovanoin corri-
spondenzadellecresteedentule
devono essere eseguite tacche
che faciliteranno
il riposizionamen-
to dellechiaviin gesso.
2.104
Placcainferioreposizionatasul
modello
.e dei modelli di studio in articolotore 149
La placca inferiore incorpora nella sua parte centrale una piastra metallica
liscia posta parallelamenteal piano occlusale. (Fig. 2.104) La piastra metallica
è fornita in quattro misure diverse. L'estensione della placca deve esseretale
da ricoprire il cingolo dei denti anteriori e le cuspidi linguali dei denti posterio-
ri. Come la placca superiore, neancheI'inferiore deve ricoprire le superfici oc-
clusali dei denti estrusi.
- In caso di edentulismo distale la placca deve ricoprire completamentela cre-
sta fino al vestibolo, posteriormente deve estendersifino al trigono retromola-
re. Anche in questo caso devono esserepresenti delle tacche come per le plac-
che superiori. In presenzadi zone edentuleintercalate il margine deve termina-
re a livello della cresta. Per consentire un adeguato alloggiamento della lingua
lo spessoredella parte centrale non deve superare i tre millimetri.
2 105
Forchettaposizionata sul model-
,o si noti la coincidenza delle
c u e l i n e em e d i a n e .
150 Lo diogno,
rio per ottenere una corretta stabilità della forchetta è necessarioche tutte le
manovre precedentementedescrittee la successivaregistrazioneextra-oraleven-
gano eseguitedopo aver posizionata la placca di registrazioneinferiore confe-
zionata sul modello e quindi in bocca al paziente. In questo modo, aumentan-
do la superficie di appoggio per la forchetta, si ottiene una maggior stabilità.
2 . 10 6 2.107
Misurazionedel rialzoocclusale Palpazione dell'area preauri-
con un righello. colare.
l5l
2.108
Visualizzazione grafica cutanea
del oolo lateraledel condilo.
2.109a
Arco Facciale posizionato:le
puntescriventicoincidono con la
p r o i e z i o n ceu t a n e ad e l c o n d i l o .
b
2 . 10 9 b
C o n l a r e g o l ad e l l ' o r o l o g isoi v e -
rifica il correttorilievodell'asse
; cernieraterminale.L'asse cer-
niera terminalecorrispondeal
puntoin cui,durantei movimenti
{ guidatidi aperturae chiusura,la
matitaruota.Qualorala matita,
anzichéruotaresu sé stessasi
spostl, bisognerà posizionarla
1 piu in bassose si muovein avan-
ti, più indietrose si muovein bas-
2.110
Cartoncinomillimetratooer il ri-
lievodel TCS posizionato.
2.111
Calcolocon il goniometro
dell'in-
clinazionedel TCS rispettoal
oiano occlusale.
2.112
Placcadi registrazione
superio-
re posizionata
intraoralmente.
I 2.113
Placcadi registrazione
inferiore
posizionataintraoralmente
cato con una goccia di cera collante per evitarèche subiscavariazioni durante
le manovresuccessive.
- Dopo aver imbrattato con una matita vetrograficala placchetta
metallica
inferiore, si invita il pazientea compieredei movimenti di protrusione, retru-
sione e lateralitàdestrae sinistra.
È indispensabile che durantele escursionisia mantenutoin modo costante
il contatto tra la punta del perno e la placcainferiore. In seguitoa questimovi-
menti la punta del perno traccia sulla piastrina un grafico che corrispondeal-
I'arco gotico (Fie. 2.114).
Quando sono presentidisordini cranio-mandibolariè consigliabilerilevare
due archi gotici, il primo a scopo diagnosticoin cui i movimenti mandibolari
devonoessereil più ampi possibileper valutarnela morfologia. Il secondoper
determinaree fissarela posizioneterapeuticadi partenzaincui sonoinvecezuf-
ficienti escursionilimitate di 3-4 mm. In quest'ultimocasoè quindi possibile
ridurre l'altezzadella dimensioneverticalerispetto a quella utilizzataper la va-
lutazionediagnostica.
2.114
Arco goticoeseguito.
2115
Rapportotra apice dell'Arcogo-
trco e centro neuro-muscolare.
punta sottile, due rette perpendicolari tra loro con il punto d'intersezione in
corrispondenza dell'apice dell'arco gotico. Questa operazione consentedi can-
cellare I'apice reimbrattando la parte centrale mantenendo dei riferimenti ai mar-
gini periferici della piastra.
- La placca inferiore viene ricollocata in bocca e quindi il paziente esegue
brevi, ripetuti e veloci movimenti di apertura e chiusura. La serie di punti che
rimane impressasulla piastrina metallica rappresentail centro neuro-muscolare.
(Fig.2.ll5) Come già ricordato, in condizioni normali essoè localizzato acir-
ca 0,5-l mm. di distanza dall'apice dell'arco gotico. Dopo aver valutato i rap-
porti tra apice dell'arco gotico e centro neuro-muscolare si esegueun'altra re-
gistrazionedei movimenti mandibolari al fine di ottenereun nuovo arco gotico.
2.116
Dischettoin plexiglasbloccato
mediantecera collantein corri-
spondenzadell'apicedell'Arco
gotico.
2.117
Schemaper la correzionedella
posizioneterapeutica:
Pos. 1 - Dislocazionebilaterale:
se i condilisono dislo-
cati della stessaentità
si sceglieuna posizione
simmetricamente dietro
I'apicedell'arcogotico.
Pos. 2 - Dislocazionemonolate-
rale: viene scelta una
posizionedal lato in cui
è presentela disloca-
zioneleggermentedie-
tro l'apice dell'arco
g,otico.
Pos. 3 - Dislocazionebilaterale
di diversaentità:viene
scelta una oosizione
(simmetricamente)in-
termedia.
(da Palla S., Bestimmungder
verticalenund orizzontalenKie-
ferrelationn in Totalprothesen,
Ed. Urbanund Schwarzenberg,
Munchen-Wien, Baltimore,1987)
2.118
Modelloinferioretrasferitoin Ar-
ticolatoremedianteArco Faccia-
le e gessato.
2.119
Posizionamentodel modellosu-
periore sull'inferiore mediante
chiavi in gesso.
* GessoTipo I = teneroper impronta; GessoTipo 2 = teneroper modelli; GessoTipo 3 = duro per model-
li; GessoTipo 4 = extraduro per modelli.
; . -: ,( det ntodelli di studio in articolafore 159
2.120
Modellimontatiin Articolatore.
2 121
Edentulismomonolateraleinfe-
'ìore con estrusionedei dentian-
:agonrsîr.
160 La diagnost
*
,*
r$
2.122 2.123
conbeanzaposteriore.
Split-cast conbeanzaanteriore.
Split-cast
(Secondo Gerber) (SecondoGerber)
' s:. ;-. ,,:., dei modelli di studio in articolatore l6l
2.124 2.125
Split-castcon beanzaaccentua- Split-cast late-
conspostamento
t a a n t e r i o r m e n t e .( S e c o n d o rale.(Secondo
Gerber).
Gerber)
2.126
Cera occlusalein articolatore.
162 La diogrcr
DOMANDE
3) La valutazionemorfostrutturaleprevedela valutazionedi:
a) cavità orale
b) ossoalveolareresiduo,dentaturaresidua,mucosa
c) ossoalveolareresiduo,mucosa,muscoli,lingua e dentaturaresidua
d) cavità orale e rinofaringe
l7) Perchè la diagnosi di dolore articolare è più facile in presenzadi edema in-
tracapsulare?
a) l'edema altera i rapporti occlusali
b) I'edema è evidenziabile alla palpazione
c) I'edema è evidenziabileall'ispezione
d) tutte le precedenti
49) Cause extraorali di distorsioni entro l5' dal rilievo dell'impronta sono:
a) disidratazione
b) idratazione
c) distorsioni per contatto del gel con superfici diverse
d) tutte e 3 le cause
e) la2ela3
56) Quale misura devono avere i portaimpronte rispetto alle arcate da rilevare:
a) maggiore di 5-7 mm
b) maggiore di l-2 mm
c) maggiore di 3-4 mm
RISPOSTE
[Risposta1: c] IRisposta23: al
[Risposta2: d] IRisposta24: al
[Risposta3: c] IRisposta25: bl
[Risposta4: b] IRisposta26: cl
[Risposta5: d] IRisposta27: cl
[Risposta6: a] IRisposta28: bl
[Risposta7: c] IRisposta29: al
lRisposta8: c] IRisposta30: bl
lRisposta9: c] IRisposta3 1 : d l
[Risposta10: d] IRisposta32: cl
[Risposta11: a] IRisposta33: al
[Risposta12: c] IRisposta34: bl
[Risposta13: b] IRisposta3 5 : c l
[Risposta14: c] IRisposta36: a-cl
[Risposta15: c] IRisposta37: dl
[Risposta16: d] IRisposta3 8 : b l
[Rispostal7: a] IRisposta39: bl
[Risposta18: d] IRisposta40: cl
[Risposta19: a] IRisposta4 l : b l
[Risposta20: d] IRisposta42: bl
[Risposta2l: c] IRisposta43: a-bl
[Risposta22: d] IRisposta44: bl
-.d l'ia essenZiale
r73
[Risposta bl
[Risposra bl
[Risposta dl
[Risposra a)
[Risposta al
[Risposta al
[Risposta cl
IRisposra bl
[Risposta a-cl
[Risposta dl
IRisposta bl'
[Risposra cl
[Risposta bl
[Risposta al
IRisposta al
[Risposta al
[Risposta al
IRisposra dl
[Risposta a-cJ
IRisposra al
[Risposta al
IRisposta bI
[Risposta al
[Risposta dl
[Risposta bl
[Risposta bl
[Risposra cl
[Risposra bl
[Risposra aJ
[Risposta bl
IRisposta al
IRisposta al
IRisposta bl
IRisposta al
IRisposta bl
IRisposta bl
IRisposra bl
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
AcaoevvorDENr'REpRorlT.t"rr
Grossary of prosthodontics terms,
Dent. l0 suppl., 1960, Ed. 2. J. prosthet.
3.1a-b
PPR con i vari componenti:
a) mascellaresuperiore;
b) mascellareinferiore;1) con-
nettore principale,2) connettori 2: ) --:,
secondari,3) appoggi,4) ritezio-
ne diretta,5) placche prossima-
ti. b
178 Descrizione anolitico dei componenti la PPR
CONNETTORI PRINCIPALI
Rigidità
La rigidità è una caratteristicafondamentale,in quantoun connettoreprin-
cipalenon sufficientemente rigido non può assolverea quelleche sono le sue
l.rpati l7g
3.2
Schemadellavascola
rizzazione
dellagengiva
libera.
180 Descrizione analitica dei comoonenti la PPR
l) ricca irrorazione;
2) parete dei vasi sottile e pressochèpriva di impalcatura connettivale;
3) apporto nutritivo epiteliale per diffusione; ,.
4) circolo sanguigno di tipo terminale.
3.3
ll connettoreprincipalenel ma-
scellaresuperioredeve essere
distantecirca6 mm dal maroine
gengivale.
181
,::ori princi7ali
3.4
l l c o n n e t t o r eP r i n c i P a lnee l m a -
scellareinferioredeveesseredi-
s t a n t ec i r c a3 m m . d a l m a r g i n e
gengivale.
3.5
ll marqinedel connettorePrinci-
oaledéveessereParalleloal bor-
do gengivale.
3.6
ll marqineanterioredel connet-
t o r ep i n c i p a l eè P a r a l l e laol l ' a n -
damento delle rughe Palatine'
Non deve attraversarle comPri-
mendole,ma esserecompreso
tra due di esse.
r82 Descrizione analitica dei componenti la PPR
Fascia palatina
La fascia palatina è il connettore più versatile, al quale i pazienti si adattano
piu facilmente. Essa consistein una ampia e sottile banda di metallo che attra-
versa il palato (Fig. 3.8). La sua ampiezzaè variabile, ma non deve essereinfe-
riore ad 8 mm per non comprometterne la rigidità. Il suo margine anteriore de-
ve correre ad almeno 6 mm dal margine gengivale libero, mantenendosi il più
3.7
Le lacune nel metallo devono
avere una am?iezzaminima su-
p e r i o r ea q u e l l ad i u n e l e m e n t o
dentarioper non diventarericet-
tacolodi cibo.
.; principali 183
/r'/'
> 8mm
38
La fasciapalatinapuo avereuna
larghezzavariabile, ma mai infe-
r r o r ea g l ì 8 m m .
3.9
Superficieinternadi una fascia
palatina.NotareI'ispessimento
del bordo marginalee la super-
îrctetrregolarea causadella lu_
cidaturaelettrolitica.
3.10
Sezionefrontaledellafasciapa-
latina.
Nellezone laterali,indicatecon
la.freccia,lo spessoredella fa-
scra aumenta.
L'aumenlodi spessoreconferi-
sce una maggior rigidità alla
ptaccae contribuiscea sostitui_
re l'ossoalveolareandatoperou-
to con i denti.
Ripristinandola correttamorfo-
logiadellavoltapalatinasi ottie-
n e u n a m i g l i o r ef o n e s ie u n m i _
gliore comfortper il paziente.
3.11
Solco sul modellomaesrroper
ottenereil suggelloperiferico.
..ettori principsli 185
3.12
Barrapalatinaantero-posteriore.
L a c o m b i n a z i o ndee l l ed u e b a r -
re sfruttaI'effettoa doppia "L"
con conseguente ottimarigidità.
186 Descrizione analitica dei componenti ls PPR
3.13
Connettorea "U" o a ferro di
cavallo.
E il connettoreorobabilmenle
meno rigidotra i diversiconnet-
tori maggiorimascellari.
Dovrebbeessereusatoesclusi-
vamenteoer la sostituizionedi
denti anteriori.
Palato completo
Il palato completopuò essereinteramentedi metallo o di metallo e resina
acrilica(Figg.3.14,3.15).Presentaottimequalitàdi rigiditàe di supportodo-
vute all'estesocontatto tessuto-metallo. Nonostanteciò anchein questocon-
nettorela rifinitura della superficierivolta versoil palato deveesserelimitata
ad un trattamentoelettrolitico.L'estesacoperturadel palato può esserecausa
di fenomeniinfiammatori soprattuttoa caricodi struttureanatomichepartico-
larmentesensibiliquali I'area dellerugheed il marginegengivalelibero. Que-
sto connettoreè indicato nei casi di prima classedi Kennedycon un numero
di denti residuiugualeo inferiore a 6. In questasituazionevengonoinfatti a
crearsiparticolari problemi dovuti alla forza di gravità che agendocostante-
mentetendea staccarela protesidal palato. La coperturacompletadel palato,
aumentandole forze di ritenzionepassivadovute all'adesione,ovvia in parte
a questoinconveniente. In questocasoil connettoreprincipalesvolgeancheun'a-
zione di ritenzionesecondaria(vedi paragrafo "Ritenzioni secondarie").
3.14
Palatocomoletointeramentein
metallo:connettoremoltoesteso
che presentaottimarigiditàe ot-
timo supporto.In presenzadei
solidentianteriorifungeda riten-
zionesecondaria(Vediparagra-
fo: Ritenzionisecondarie).
J. tc
Palatocompletoin metallocon
r i t e n z i o npi e r l a r e s i n ap e r o t t e -
nereunacoperturacompleta.La
coperturapalatalecompletain
metallopresentadue svantaggi:
a) la massadi materialene au-
m e n t ai l p e s o ,
b) la lineadel post-damnon puo
esseremodificata.
Barrapalatinasingola.Presenta
una scarsarigidità.Si aumenta
la rigiditàdi questa barra se si
aumentalo spessoredellastes-
sa. risultandocosì disturbante
oer il oaziente.
188 Descrizione anolitics dei componenti la PPR
70 8
180 l8 7
200 20 <6
550 55 6.
--.':rrri principali 189
3.17
Dopo aver invitatoil pazientea
sollevaremoderatamente la lin-
g u a , c o n I ' a u s i l i od i u n a s o n d a
parodontalemillimetrata, si rile-
va la distanzatra il marginegen-
givaleliberoed il pavimento della
bocca.
3.18
La misurazione rilevatain bocca
con la sonda millimetrataviene
trasferitasul modellomaestro.
3.19
Dopo aver invitatoil pazientea
sollevaremoderatamente la lin-
gua si segnacon una matitaco-
piativail limitefunzionaledel pa-
vimentodella bocca.
r90 Descrizione analitico dei componenti la ppR
3.20
ll segnoeffettuatocon la matita
copiativaè v i s i b i l es u l l ' i m p r o n t a
in alginato.
3.21
Sul modellomaestroottenutoè
chiaramentevisibilela profondi-
tà funzionaledel pavimentodel-
l a b o c c a .Q u e s t al i n e ac o n d i z i o -
na I'alloggiamend t oe l m a r g i n e
inferiore del connettore órin-
cioale.
Barra linguale
Labarra linguale viene utilizzata ogni qualvolta lo spazio per accoglierla è
sufficiente e non esistono particolari problemi clinici a carico della dentatura
residua o delle cresteedentule. La barra linguale è il connettore principale più
diffuso ed al quale il pazientesi adatta più facilmente. Presentaun minimo con-
tatto con i tessuti orali offrendo in questo modo una minor possibilità di accu-
mulo di placca. La sezionedella barra è a forma di mezzapera con la porzione
più ampia rivolta inferiormente (Fig. 3.22a).
euesto connettore, anche se di
.4euori principali l9l
3
-o2 . principali
dr connettori per il mascellare in sezione:
inferiore
. sarralinguale, b) placcalinguale,
c) doppiabarralinguale, e) barradentale.
d) barrasottolinguale,
3.23
-: .: La barralingualeterminadistal-
mente al dente pilastroin corri-
spondenzadella crestaedentu-
la. L'ispessimentodelle sue
estremitàawiene in una zonain
cui la disponibilitàdi spazioè do-
vuta al riassorbimento osseo.
7.gqry
3.24
Tra marginegengivaleliberoed
allezzafunzionaledel pavimen-
to della bocca sono necessari
7-8 mm perchè possa essere
usata una barra linguale;infatti
la distanzatra marginesuperio-
re della barra lingualee margi-
ne gengivaleliberodeveessere
di 3-4mm e nelcontempola bar-
r a l i n g u a l ep e r e s s e r es u f f i c i e n -
temente rigidadeve possedere
un'altezzadi 4-5 mm.
Si crea in questo modo una minima rotazione in avanti ed in alto della barra
che affonda nei tessuti molli. La presenzadi un piccolo spazio previenei danni
dovuti a questo inconveniente. Tale spazio sarà di entità variabile a seconda
del tipo di connettore e della morfologia della parete linguale della cresta al-
veolare. Per la barra linguale, quando la cresta è pressochèverticale, lo spazio
minimo necessariotra la barra e tessuti molli sarà di 0,4 mm. Quanto più la
parete della cresta tenderà ad essereorizzontale, tanto maggiore dovrà essere
lo spazio previsto tra barra e tessuti (0,6 mm). Nel caso in cui esistaun sotto-
squadro non deve essereprevisto alcuno spazio (Fig. 3.25).
Controindicazioni all'uso della barra linguale sono i casi in cui siano presen-
ti tori mandibolari pronunciati e quando l'altezza funzionale del pavimento della
bocca sia inferiore a 7-8 mm.
Placca linguale
La placcalingualeè costituitada una parte superiorea lamina sottile e da
una parte inferiore ispessitala cui sezioneha il profilo di una mezzapera. Il
onneltori principali 193
:25
r -a crestaalveolaretende alla verticalità:lo spaziotra barra lingualee mucosaè minimo (0,4 mm).
lo spaziotra barralingualee mucosaè aumentato(0,6 mm)
: *a crestaalveolaretendeall'orizzontalità:
: -a presenzadel sottosquadrofa sì che non sia previstouno spaziotra barra lingualee mucosa.
margine superiore della placca linguale deve esserein intimo contatto con la
superficie linguale dei denti al di sopra del cingulum, assumendocosì un aspet-
to festonato e deve chiudere completamente gli spazi interdentali al di sopra
dei punti di contatto (Fig. 3.26). Ciò è essenzialeper evitare il ristagno di cibo
in queste zone.I margini del metallo debbono finire a lama di coltello per crea-
re meno disturbi al paziente. La parte inferiore a mezza pera della placca deve
esseresituata nell'ambito della profondità funzionale del solco sottolinguale.
L'ispessimento del margine inferiore aumenta la rigidità, permettendo di as-
sottigliare la parte superiore, che si estendesulla superficie linguale. Le zone
di sottosquadro interdentali e cervicali devono esserescaricate, mentre I'area
sottolinguale ed il margine gengivale libero no (Fig. 3.27). La placca linguale
deve esseresempre supportata, ad ogni suo lato, da un appoggio posizionato
mesialmente al primo premolare (Fig. 3.26). Nel caso di denti diastemati o di
grave perdita di tessuto parodontale, tali da rendere la copertura degli spazi
interdentali troppo evidente, si cercheràdi evitare I'inconveniente esteticodan-
do alla placca una morfologia denominata "step-back". La placca linguale "step-
back" è praticamente interrotta a livello degli spazi interdentali nella porzione
superiore assumendoun aspetto digitiforme (Fig. 3.28). Le digitazioni sono ov-
viamente limitate alle zone in cui sono presenti spazi interdentali ampi. Per evi-
tare una diminuzione della rigidità della placca linguale "step-back", è buona
norma incrementarne lo spessorea livello della parte inferiore.
La placca linguale è indicata:
l) quando l'altezza tra il margine gengivalelibero degli incisivi e la porzione
funzionale del solco sottolinguale anteriore è inferiore a 7-8 mm;
2) in presenzadi denti residui compromessi parodontalmente, allo scopo di
solidarizzarli;
3) in presenzadi sellelibere distali con grave riassorbimentodelle cresteeden-
tule. In questi casi la placca linguale, sfruttando I'appoggio dentale con-
tribuisce a stabilizzarnela protesi contro le forze dislocanti orizzontali e
laterali;
194 Descrizione anolitica dei comDonenîi lo PPR
3.26
Aspetto festonato della placca
linguale.Si noti la presenzade-
gli appoggiche sono essenziali
per il supportodellaplacca,col-
locatimesialmente al primopre-
molare.
3.27
Placca linguale in sezione: la
partesuper'iore,a lama di coltel-
lo, entra in contattocon le pareti
lingualidei denti al di sopradel
cingulum; la parte inferiore
ispessitagiace nella profondità
funzionale del solco sotto-
linguale.
3.28
Placcalinguale"step-back" con
aspettodigitiforme.
caratteristico
'.èttori principoti 195
3.29
Doppiabarralingualein sezione
3.30
La barracontinuaè posizionata
a livellodei contattiinterdentali.
r96 Descrizione onolitica dei componenti la PPR
La doppia barra linguale è soprattutto indicata nei casi in cui, per estrema
recessionegengivale o in seguito ad una terapia parodontale chirurgica, siano
presenti ampi spazi interdentali e non vi sia uno sphzio sufficiente per una bar-
ra linguale.
Viene poco usata in quanto.disturba la punta della lingua.
Metodo funzionale
Il metodo funzionale, descrittoda Basker e Tryde, si awale dell'uso di uno
specialeportaimpronte individuale in resina autopolimerizzantein cui sono pre-
senti degli stop. Gli stop sono generalmente3 e, durante la presa dell'impron-
ta, rappresentanopunti di repereper il controllo della posizionedel portaim-
pronte in bocca soprattutto rispetto al solco sottolinguale.Gli stop devono es-
3.31
Barrasottolingualein sezione.Si
osservi il decorso orevalente-
menteorizzontaleed il orofiloa
goccia. La barra sottolinguale
deve occupareI'ampiezzae la
profonditàfunzionaledel solco
sublinguale.
,)ri principali 197
sereposti possibilmentesui denti non utilizzati come pilastro. Seciò non è pos-
sibile, ad esempionei casi di edentulismodistale,gli stop debbono essereposti
su aree poco comprimibili delle creste edentule. Il portaimpronte deve essere
sottodimensionatonella zona sottoliìrgualeanteriore per dare spazio al mate-
riale per il bordaggio. Deve inoltre esserescaricatoall'interno per permettere
al materiale d'impronta di avere un volume corretto ed uniforme.
Prima di procedereal bordaggio del portaimpronte è necessarioistruire il pa-
ziente ad effettuare alcuni movimenti della lingua allo scopo di attivare il pavi-
mento della bocca sia durante il bordaggio che durante il rilievo dell'impronta.
Il paziente viene invitato a toccare con la punta della lingua alternativamente
gli angoli della bocca. Passandoda un lato all'altro la punta della lingua deve
seguireil contorno del labbro superiore.Quando il pazienteè in grado di effet-
tuare tali movimenti con facilità si procedeal bordaggio del portaimpronte con
pastatermoplasticaCompound (impressionCompound Type I, Kerr USA, Ro-
mulus, Mich 48174).Una volta posizionatoil portaimpronte, con I'ausilio de-
gli stop, si invita il paziente ad effettuare i movimenti descritti, fino ad induri-
mento avvenutodella pastatermoplastica(Fig. 3.32). Prima del rilievo dell'im-
pronta è buona norma chiuderecon cera morbida (Boxing Wax Sticks, Kerr,
Romulus Mich. 48174,USA) gli spaziinterdentalieventualmentepresenti,allo
scopo di evitare la frattura ed il distacco del materiale da impronta dal por-
taimpronte individuale (Fig. 3.33). Durante il rilievo dell'impronta il paziente
viene invitato ad effettuaregli stessimovimenti in modo piu deciso,per evitare
che il materialed'impronta dislochi il solco sottolinguale.Un'impronta è cor-
retta quando il bordaggio in Kerr è ricoperto da uno strato molto sottile ed uni-
forme di materiale d'impronta. È importante che larghezza e profondità del
solco sottolinguale siano accuratamentemantenute nel modello maestro. A questo
scopo, se si usa I'alginato è benesegnarecon una matita copiativa sull'impron-
ta una linea 3-4 mm oltre il margine sublinguale(Fig. 3.3a). Se si usa come ma-
teriale d'impronta un polisolfuro è necessarioche il tecnico boxi I'impronta a
livello dello stessolimite sopra descritto mediante cera. Questi reperi si trasfe-
riscono sul modello maestro indicando al tecnico i limiti del solco.
3.32
La posizione d e l l al i n g u ai n d i c a
la funzionalizzazione del solco
s o t t o l i n g u a l ed u r a n t e i l b o r -
oaggro.
198 Descrizione analitica dei comoonenti la PPR
3.33
Ceramorbidainseritaneglispa-
zi interdentaliprima del rilievo
dell'impronta alloscopodi evita-
re la fratturaed il distaccodel
materialedal portaimpronte indi-
viduale.
3.34
lmprontain alginato.Con la ma-
tita copiativaè statotracciatoun
limitedi 3-4mmoltre il bordoal-
lo scooodi indicareal tecnicoi
limiti per la squadratura.
3.35
lmorontamucostaticaeffettuata
con un elastomero.
(Per cortesiadel Prof. C. Ma-
rinello).
200 Descrizione analitica dei componenti la PPR
3.36
Sul modellomaestroviene co-
struita una mascherinain cera
dello spessoredi 1mm. La ma-
scherinadeve abbracciarele su-
perficivestibolaridella dentatu-
ra residua.
(Per cortesiadel Prof. C. Ma-
rinello).
3.37
Dal lato lingualela mascherina
in cera deve ricopriretutta la pa-
rete alveolare.
lPer cortesiadel Prof. C. Ma-
rinello).
3.38
Pazientea boccaaperta.Mentre
il pazientetoccacon la linguail
palato,I'operatorecontrollaI'e-
ventualeinterferenzacon il mar-
gine inferioredellamascherinain
cera mantenutain situ.
(Per cortesia del Prof. C. Ma-
rinello).
-, ..::t)ri principali
201
3.39
La mascherinain cera viene ri-
postasul modelloe I'allezzadel
suo margineinferiore vieneripor-
t a t a c o n l ' a u s i l i od i u n a m a t i t a .
(Percortesiadel Prof.C. Marinel-
lo)
3.40
Al di sotto del limite segnatoa
matitavienecolatacerarosa.La
parte superioredella cera rosa
vrenescavatacon l'ausiliodi un
escavatore.
(Percortesiadel Prof.C. Marinel-
lo).
3.41
Portaimpronte bordatonellazo-
na sottolingualecon pasta Kerr
senzafunzionalizzazione del pa-
v i m e n t od e l l ab o c c a .
202 Descrizione analitico dei comoonenti la PPR
3.42
Bordaggioin pasta Kerr control-
lato con Fit-Checker.Le aree in
cui trasparela pastaKerrvengo-
no rimossecon I'ausiliodi un
bisturi.
3.43
ll profilatoin cera per la costru-
zionedellabarrasottolinguale è
adattato alla larghezza ed alla
profonditàfunzionalidel solco.
lPercortesiadel Prof.C. Marinel-
lo).
''.2'irlri principali 203
3.44
ll solcosottolingualedeveesse-
re scaricatoper uno spaziodi 0.5
mm per tutta la lunghezzadella
barrache sarà in intimocontat-
to passivocon la mucosasolo a
livellodel marginesuperioreper
un'allezza di circa 1 mm.
204 Descrizione analitica dei componenli la PPR
3.45
Lapresenza d e lf r e n u l ol i n g u a l e
p u o r i c h i e d e r ep,e re v i t a r ei n t e r -
f e r e n z eu , n a d i m i n u z i o n sei a i n
a l t e z z ac h e i n l a r g h e z z ad e l l a
b a r r a n e l l az o n a c e n t r a l e (. P e r
c o r t e s i ad e l P r o f .C . M a r i n e l l o ) .
3.46
L'ispessimento e l'aumentoin al-
lezza delleestremitàdellabarra
s u b l i n g u a la una no-
es s i c u r a n o
t e v o l er i g i d i t à .
(Per cortesiadel Prof. C. Ma-
rinello).
3.47
P r o v ad e l l ' a r m a t u rm
a etallica
in
bocca.Un rilevatoredi pressio-
ne è stato applicatosulla barra
sublinguale.
(Per cortesiadel Prof. C. Ma-
rinello).
:0ri principali 205
3.48
La mancanzadell'indicatoredi
pressionesulla parte centrale
d e l l ab a r r ai n d i c au n ' i n t e r f e r e n -
za a livellodel frenulo.
(Per cortesiadel Prof. C. Ma-
rinello).
nettore principale ad una distanza minima di 3-4 mm. dal margine gengivale
libero. Se la barra sottolinguale viene programmata troppo profondamente nel
solco sottolingualesi possono avere i seguentidisturbi:
1) limitazione dei movimenti linguali
2) ulcerazione a livello del solco sottolinguale
3) mobilizzazione della protesi con conseguentetrasmissione di forze dan-
nose sia sui denti pilastro che sulle creste.
Nelle situazioni di estrema mancanza di spazio è quindi consigliabile far ri-
corso ad altre soluzioni come la barra dentale,che descriveremoin seguito,o
come I'innesto gengivale libero nella regione sottolinguale allo scopo di creare
uno spazio sufficiente.Tale tipo di intervento (proposto da Marinello), consi-
ste nell'effettuare un'incisione lungo la linea mucogengivalea metà spessore,
separando cioè la mucosa alveolare ed il connettivo sottostante, con relative
inserzionimuscolari e frenuli, dal periostio (Figg. 3.49, 3.50). Il letto ricevente
è sovraestesodistalmentefino al I" o al IIo premolare ed apicalmentedi 2-3
mm. rispetto alle dimensioni dell'innesto, per ottenereun preciso posiziona-
mento di questo e poter avere una barra sublinguale correttamente dimensio-
nata. Il lembo, prelevato dal palato (Fig.3.5l), viene poi fissato al letto con
Histoacryl (8. Braun AG, D 3508 Melsungen)(Fig. 3.52). Dato che I'innesto
tende a subire con il tempo una contrazione,il confezionamentoe I'inserzione
della PPR vengono effettuati dopo l2 mesi (Fig. 3.53). Con questo tipo d'in-
tervento si ottengono vantaggi sia per I'odontoiatra, nella presadell'impronta
e nel posizionamentodella barra, che per il paziente,con un maggior comfort
e maggior igiene. L'innesto in regionesottolingualepresenta,rispetto a quello
in sedevestibolare,alcuneparticolarità tecnicheed anatomicheche lo rendono
piu difficoltoso:
l) visione intraoperatoria ridotta;
2) incisivi inferiori inclinati lingualmente;
3) presenzadegli sbocchi delle ghiandole salivari;
4) pavimento della bocca alto (tono muscolarenotevole);
5) necessitàdi parecchio tessuto per I'innesto;
206 Descrizione onalitica dei comoonenti la PPR
3.49
S c h e m ad e l l ap r o c e d u r a
dell,in-
nesto gengivalelibero nella re_
gionesottolinguale: in rossolem_
bo a metàspessorecon incisio-
ne.lungola lineamuco-gengivale
e dtsrnserzione dei muscolie del
frenulodal periostio;in gialloin-
nestodel lembolibero:in azzur_
ro guangtonecon aumentodel_
la gengivaaderente.
(Per cortesiadel prof. C. Ma-
rinello).
3.50
L'ampiezzadellagengivachera-
linizzata può essere evidenziata
con unasoluzioneiodata.In oue-
sto casosolo una piccolabanda
di gengivaaderenteè presente
nella zona lingualefrontale.
(Per cortesiadel Prof. C. Ma-
rinello).
3.51
L'innestogengivaleliberoè pre-
levatodal sito donatorecon un
mucotomo(Aesculap-Mukotom
nach Mormann,Aesculap-Weke
AG, D-Tuttingen).
(Per cortesiadel Prof. C. Ma-
rinello).
.nettori principali 207
3.52
Per aumentarel'area funziona-
le la preparazionedel sito rice-
vente è stata effettuataal di sot-
to della linea mucogengivale;
I'innestogengivaleè statofissa-
to con Histoacryl.
(Per cortesiadel Prof. C. Ma-
rinello).
3.53
Situazioneclinicaa 3 mesi dal-
I'intervento.Si nota una larga
bandadi gengivaaderenteed un
solcosottolingualeben definito.
(Per cortesiadel Prof. C. Ma-
rinello).
Barra dentale
La barra dentale poggia sullo smalto delle superfici linguali dei denti del gruppo
incisivo-canino; la parte superiore è molto vicina al margine incisivo, la parte
inferiore raggiungeil cingulum (Fig. 3.54, 3.55a). La parte interna della barra
penetra negli spazi interdentali contribuendo così alla sua rigidità. Il grado di
rigidità della barra dentale dipende comunque soprattutto dall'altezza dei den-
ti su cui appoggia e raggiunge valori considerati sufficienti solo in presenzadi
corone cliniche relativamente alte. La barra dentale è indicata essenzialmente
ogni qualvolta lo spazio tra margine gengivale ed il pavimento della bocca è
insufficiente ad accoglieresia una placca linguale che una barra sottolinguale.
L'assuefazione a questo tipo di barra richiede da parte del paziente uno sforzo
di volontà ed un elevato grado di adattabilità. Essa infatti disturba molto la
punta della lingua che è ricca di recettori tattili. Un altro svantaggio della barra
208 Descrizione analitica dei componenti la PPR
.
ú
t
3.54
Barradentalein sezione.Essaè
molto disturbantein quanto,al-
terandoil profilodel dente,vie-
ne awertitadallapuntadellalin-
gua particolarmente ricca di ri-
cettoritattili.
3.55a
Barra dentale:il marginesupe-
rioreè moltovicinoal marginein-
cisivo,il margineinferioreè sul
cingulum.
b
3.55b-c
La barra dentaletrova l'indicazioneelettivanel caso di restaurifusi sui denti anteriori:
a) esempioclinicodi restaurimetalloceramici con la preparazioneper accoglierela barra dentale;
c) lo stessocaso con il connettorein situ.
'-t'tiori principali
209
3.56
Connettoreorincipalemandibo-
l a r ec o n " s o l i t " .
210 Descrizione analitica dei componenti la ppR
E S E M P IC L I N I C ID I C O N N E T T O RPI R I N C I P A L I
Mascellare superiore
S o p p i ab a r r al i n g u a l e Barra dentale
CONNETTORI SECONDARI
3.57a-b.
I connettorisecondari(in nero)
sonoi comoonenti dellaPPRche
unisconoil connettoreprincipa-
le a tutti gli altri componenti.
b
.. ,ndari 213
ffi=-\-
i 3Ò
-e forze applicatesulla Protesi
a t t r a v e r s oi
. e n g o n od i s t r i b u i t e
E
'vmN
:cnnettorisecondari(evidenziati
^ î e r o ) i n m o d o u n i f o r m es u i
s e n t re s u l l e c r e s t er e s i d u ed i
a'nbo i lati.
2t4 Descrizione analitico dei componenti la ppR
3.59
Sezioneorizzontaledel connet-
tore secondarioin cui si eviden-
zia, in nero,la formatriangolare
con base linguale ed apice
SMUSSO.
3.60a-b
Progressivorestringimentodel
connettoresecondariodal con-
netlore principale verso I'ap-
poggio.
b
215
trfl?:o.t secondafi
3.61
Sezioneorizzonîaledella Placca
prossimaleche evidenziala sua
forma piramidale.
3.62a-b
Rapporto dimensionaletra la
placcaprossimalee la distanza
esistentetra le cuspidivestibo-
lari e lingualidel dente.
216 Descrizione analitica dei componenti la PPR
atto
3.63
ll connettoresecondarioa con-
tattocon il pianoguidasi esten-
de dallacrestamarginalefino al
o i a n om u c o s o .
217
::.
- z t n g h e z z ad e l c o n n e t t o rsee -
e pariai
: : r o a r i o m a n d i b o l a rè
:3 della cresta alveolare
::eîlUla.
365
Nel mascellaresuperioreil con-
îetlore secondariosi estendesi-
ro alla tuberositàmascellare.
218 Descrizione analiîica dei componenti Ia PPR
3.66a-b
Angolo di 90 gradi formatodal
connettoresecondarioe orinci-
pale.
3.67a-b
tlel puntodi giunzionecon il con-
nenore principale il connettore
secondarioha il marginearroton-
dato per ottenereuna migliorein-
îerferenzacon la linguaed una
miglioreautoadesione.
1) connettoria maglielarghe;
2) connettori a rete;
3) connettoria testa di spillo o chiodo.
3 68a-b
Connettorea maglielarghenel
nascellareinferiore.Si notinoi
rrlamenti piu grandiche decorro-
rìo lateralmenteallasommitàdel-
la cresta. I filamenti minori
decorronolrasversalmente al li-
vellodeglispaziinterdentali non
'nterferendocon il posiziona-
'nento dei denti artificiali.
3.69
Progettazioneerrata di un con-
nettoresecondarioa maglie lar-
ghe.ll filamentoprincipaleè sta-
to collocatolungo la sommità
della cresta.
222 Descrizione analitica dei componenti ls PPR
3.70a-b
Bordo di rifinituraesterno del
connettoresecondarionel ma-
scellareinferiore.
3.71a-b
S t o pt i s s u t a l e .
3.72a-b
Connettoresecondarioa rete
3.73a-b
Bordo di rifinituraesterno del
connettore secondario nel ma-
scellaresuperiore.
Vantaggi:
1) maggiorepossibilitàdi mantenereuna igienecorretta;
2) migliore rispostatessutale.
Svantaggi:
l) difficoltà di correzionedella base;
2) impossibilitàdi ribasamentoquando si verifica un riassorbimentodella
cresta.
La ritenzioneper la resinaofferta da questitipi di connettoriè modesta(Fig.
3.74ae 3.74b),e I'indicazioneelettivaè rappresentata dalla sostituzionedi un
226 Descrizione analitica dei componenîi lo PPR
3.74a-b
Connettoresecondariocon riten-
zioni a testa di chiodo.
:{:!a*sî*,&
unico elemento dentale e dal montaggio "a vivo" (senza flangia vestibolare)
dei denti anteriori.
A questi tipi di connettori è spessoassociatauna protezione metallica occlu-
sale, per l'elemento di sostituzione, quando lo spazio protetico è ridotto.
227
GANCI
3.75a-b
Elementoritentivodella struttu-
ra metallica:gancio.
b
Descrizione analitica dei componenti la PPR
228
Componentielementaridel gancio
1) braccioritentivo
2) braccio reciproco
3) spalla
4) corpo
5) appoggio
6) connettoresecondario
3.76
Gancio con estremitàflessibile
impegnata nell'area di sotto-
squadro(areain grigio).
229
3.77a-b
l'e'
àl' bin"io sopraequatoriàle:
siremità ritentiva raggiunge il
sottosquadrodalla Porzioneoc-
clusaledel dente.
bì Ganciosottoequatoriale: I'e-
siremità ritentiva raggiunge il
sottosquadrodal marginegengi-
vale del dente.
3.78
G a n c i od i A k e r s '
230 Descrizione analitica dei componenti la PPR
3.79
Braccioritentivoscompostonelle
sue tre porzioni(parterigidatrat-
teggiata;parte semirigidapun-
teggiata;parte flessibilenera).
3.80
Braccio reciproco:rigido e so-
praequatoriale.
3.81
Spalla: parte rigida del gancio
(tratteggiata)che uniscei bracci
ritentivoe reciprococon il corpo.
231
Supporto
La PPR deve avere un supporto tale da opporsi, sotto I'azione delle forze
occlusali, al suo affondamento nei tessuti di sostegno. Il gancio contribuisce
a questo supporto, in modo primario, medianteI'appoggio. Un supporto, de-
finito secondario, è fornito da altri elementi della struttura metallica e dalle ba-
si protesiche.
Stabilizzazione
La PPR deve esserestabilizzata contro i movimenti orizzontali che si espli-
cano durante la funzione. Questi movimenti sono particolarmente dannosi, in
quanto acceleranoil riassorbimento sia dell'osso di sostegnodei denti pilastro
che delle cresteedentule residue. Il gancio svolge la sua azione di stabilizzazio-
ne contro le forze orizzontali principalmente attraverso due dei suoi compo-
nenti rigidi: il braccio reciprocoed il connettoresecondario(Fig. 3.85). Il brac-
cio reciproco deve esseresituato idealmente al terzo intermedio della corona
dentale. Non deve esserecollocato troppo vicino al margine gengivaleper non
interferire con questa struttura particolarmente delicata. Se viene però colloca-
to troppo occlusalmente può determinare due tipi di inconvenienti:
l) provocare un allargamento della superficie occlusalecon conseguenteau-
mento dei carichi che si esplicano sul dente pilastro;
2) allungare il braccio di leva verticale e quindi aumentare l'azione delle for-
ze che vengono trasmessesul dente pilastro.
La posizione del braccio reciproco è però vincolata dall'altezza dell'equato-
re. Un abbassamentodell'altezza equatoriale può ottenersi attraverso il ricon-
tornamento dentale (Fig. 3.86) o mediante un restauro protesico fuso.
L'altro componenteche contribuiscealla stabilizzazionedella protesi è il con-
nettore secondario che viene collocato sulle superfici prossimali dei denti pila-
stro (Fig. 3.87).
Gli appoggi, se si collocano con precisionenei rispettivi siti preparati per ac-
coglierli, intervengono nella stabilizzazione.Le forze trasmesseattraverso un
232 Descrizione analitica dei componenti Ia ppR
3.82
Corpo(partetrateggiata):unisce
I'appoggioe le spalleal connet-
tore secondario.
3.83
Appoggiodel gancio(tratteggia-
to): si opponealle forzeocclusali
verticalidiretteversol'apicedel
dente.
3.84
Connettoresecondariodel gan-
cio (tratteggiato):
unisceil gan-
cio al connettoreprincipale.
fi;trar-*
233
385
Connettore secondario e braccio
reciproco:comPonentidel gan-
c i o c h e c o n t r i b u i s c o ni n
o modo
orimarioalla stabilizzazione.
3.86
Esempiodi come ricontornando
la superficiedel dente si Possa
cambiare l' allezzadèlI'equatore
per migliorareil Posizionamento
del braccioreciProco.
3.87
Figura che evidenzia- i comPo-
nentidel gancioche Îornlscono
supporto.stabilitàe ritenzione;
f u n z i o n ip r i n c i P a dl i e l g a n c i o .
234 Descrizione analitica dei componenti la PPR
Rítenzione
La PPR deveavereuna ritenzionesufficientea resisterealle forze dislocanti
verticalichesi esplicanodurantela funzioneper effetto di cibi collosie, limita-
tamentealla PPR superiore,alla forza di gravità.La ritenzionein PPR si rea-
lizza in tre modi:
l) tramite l'azione del gancio sul dentepilastro (ritenzionemeccanica).
2) tramite I'azionedei fattori fisici di ritenzionedovuti alla presenzadi un
film salivaretra basedellaprotesiparzialee tessutidi supporto(ritenzio-
ne passiva).
3) tramite l'azione svolta dalla muscolaturaperimascellare sulla superficie
esternadella basedella protesi parziale(ritenzioneattiva).
Questidue ultimi tipi di ritenzioneseguonole regoledellaritenzionepassiva
ed attiva dellaprotesitotalee la loro entitàè direttamenteproporzionaleall'ac-
c\ratezzacon la qualela basesi adattaai tessutidi supporto,alla suaestensio-
ne ed alla morfologia dellepareti che sono in contatto con guanciae lingua.
Analogamentea quantoawieneper la protesitotalei denti devonoessere montati
nella zona neutra (vedi cap. IV Principi costruttivi della PPR).
L'azionedi ritenzioneesercitatadal gancioè invecedi tipo meccanicoe può
esseredefinita ancheritenzioneprimaria. Per ritenzioneprimaria si intendela
resistenza cheil gancioopponeallo spostamento dellaprotesiin sensoocclusa-
le per effetto delleforze dislocantiverticali. L'entità dellaritenzionedi tipo mec-
caniconon deveessereeccessiva. Il ganciodeveprodurreesclusivemente riten-
zionenecessaria al comfort del paziente:tale ritenzionedeveessereuniforme-
mentedistribuita su tutti i denti pilastro. Una ritenzionemeccanicaben gra-
duata e bilanciataè realizzabilesolo attraversoun'attentaconsiderazione dei
meccanismichela determinano.La ritenzionemeccanicasi esplicain virtù del
collocamentodell'estremitàelasticadel braccioritentivo nel sottosquadrodel
dente.Nel momentoin cui la PPR è sottopostaad una azionedislocantesi crea
una resistenzachetendead opporsialla dislocazionestessa.Nei gancisoprae-
quatoriali, questaresistenzasi esplicaper trazione,in quelli sottoequatoriali
per spinta(Trippingaction).La ritenzioneprimaria è il risultatodell'interazio-
ne di duecomponenti:la prima estraneaal gancio,rappresentata dal sottosquadro
del dente pilastro; la seconda rappresentata dal grado di flessibilitàdell'estre-
mità elasticadel braccioritentivo del eancio.
;F-rrel r. '
23s
-t---__-\\\
3.88
Coniaffrontatiper la basein cui
sono evidenziatiI'equatoree la
zona di sottosquadro sottostan-
te (evidenziatain tratteggio).
3.89
In tratteggioI'andamentodell'e-
quatoredel dente.L'andamento
dell'equatoredipendedalla mor-
fologiadel dente e dallasua in-
clinazione.Tra a e b è indicato
il sottosquadro in cui si impegna
una parte del gancio.
ab
236 Descrizione analitica dei componenti Ia PPR
tori dentali) quello più vantaggioso per una correta inserzione e disinserzione
della PPR; inoltre, la sede,la profondità, I'estensionee I'altezzadel sottosqua-
dro condizioneranno la scelta del gancio piùr appropriato.
La profondità del sottosquadroviene misurata in'.sensovestibolo-lingualepar-
tendo dalla linea di equatore con appositi calibri applicati al parallelometro.
L'estensione del sottosquadro è la lunghezza del sottosquadro ttilizzata dal
braccio ritentivo in senso mesio-distale.
L'altezza del sottosquadro è definita come la distanza esistentetra I'equato-
re e la punta del braccio ritentivo (Fig. 3.90).
237
3.90
Caratteristiche
del sottosquadro:
a
ffi
b G
a) profondità;b) estensione;c)
allezza.
3.91
La flessibilitàè direttamentepro-
porzionalealla lunghezza.L'asta
piu lungapresentauna maggio-
re flessibilità.
3.92
La flessibilitàè inversamente
proporzionaleal suo diametro.
L'astacon il diametroinferioreè
pir)flessibile.
238
Descrizione onalitico dei componenti la ppR
3.93
La flessibilitàvariacon la rastre-
% @
matura.ll diametroe lo spesso_
re dellapuntadevonocorrispon_
derea circala metàdi quellidel_
I'originedel braccio.
3.94
La cannada pescarappresenta
un buon esempiodi flessibilità
dovutaalla rastrematura.
3.9s
Un braccioritentivoa sezionecir-
colareè in gradodi fletterein tut_
te le direzioni.Un braccioriten-
tivo a sezionesemicircolare flet-
t e i n u n ' u n i c ad i r e z i o n e .
:I("rr;r:
239
Reciprocità
La reciprocità
svoltadal braccioreciprocorigidoconsiste
nel neutralizzare
la momentaneaforza orizzontale generatadall'estremità elasticadel braccio ri-
tentivo nel momento in cui supera{'equatore del dente pilastro durante I'inser-
zione e la disinserzionedella PPR. La neutralizzazionedi questa forza è neces-
saria per prevepire movimenti dannosi del dente pilastro. Per svolgerevalida-
mente la sua funzione, il braccio reciproco deve prendere contatto sul dente
contemporaneamenteal braccio ritentivo, prima che quest'ultimo superi l'equa-
tore e mantenere questo contatto durante tutta la fase di inserzione o di rimo-
zione della protesi. Ad inserzione awenuta deve mantenersi in una posizione
sopraequatoriale(Fig. 3.96). A questo proposito i canini e i premolari inferiori
a causa della loro morfologia, creano alcuni problemi. In corrispondenza di
questi denti infatti I'equatore vestibolare si trova spessoad un livello molto di-
verso da quello linguale. In questi denti il braccio reciproco può prendere con-
tatto con il dente, quando il braccio ritentivo è già completamente inserito.
Abbraccio
delgancioesclusi
È datodatutti i componenti appoggio
edestremità
elastica
del braccio ritentivo. L'abbraccio si differenzia nei ganci circonferenziali ed a
barra essendocontinuo nei primi e discontinuo nei secondi. Per essereefficace
I'abbraccio deve ricoprire per almeno 180 gradi la circonferenza dentale (Figg.
3.97, 3.98).
Passività
È la proprietà del gancio di non esercitaresul dente forze di tipo ortodonti-
co. A protesi inserita, in assenzadi funzione owero in assenzadi forze dislo-
canti, il gancio deve rimanere passivo.
Ganci sopraequatoriali
I ganci sopraequatorialiraggiungono, con la loro parte ritentiva, il sottosqua-
dro da una posizione occlusalee comprendono tutti i componenti finora illustrati.
3.96
a) ll braccio reciprocoprende
contattocon il dente contemPo-
raneamenteal braccio ritentivo
e prima che questo suPeriI'e-
quatore.
b) Progettazionenon corretta:la
punta ritentivaprende contatto
prima del braccio reciProco
creando forze ortodontiche
oannose.
Descrizione analitica dei componenti Ia PPR
3.97
a) Abbracciocorrettodi un gan-
cio circonferenziale.
b) Abbraccio non corretto di un
ganciocirconferenziale in quan-
a to inferioreai 180 gradi. Duran-
te la funzionesi possonocreare
forze ortodontichedannose.
3.98
a) Abbracciodiscontinuo,su tre
punti, correttodi gancio sottoe-
quatoriale.
b) Abbraccio non corretto di
a ganciosottoequatoriale in quan-
to inferiorea 180 gradi.
241
3.99
semPli-
Ganciocirconferenziale
:e (Akers).
3 . 10 0 .+!,
ad azio-
Ganciocirconferenziale ..."ra:
ne oosteriore. :. ;: ',-'
3.'t01
:€ rove-
Gancio circonferenziale
.a:t:.
sciatoad azioneoosteriore.
3 . 10 2
G a n c i o c i r c o n f e r e n z i a l ea d
anello.
*
243
Vantoggi
Facili da disegnaree da costruire.
Ottimi supporto, abbraccio e ritenzione.
Svantaggi
Grandesuperficiedentalericopertacon conseguente alterazionedel profilo
difficoltosa,problemiestetici.
dentale,autodetersione
3 . 10 3
G a n c i od o p p i od i B o n w i l l .
-{
3 . 10 4
Ganciomistosopraequatoriale.
244 Descrizione analitica dei componenti la PPR
Ganci sottoequatoriali
Sono denominati sottoequatoriali i ganci in cui il braccio ritentivo, comple-
tamente sottoequatoriale,raggiungeil sottosquadropartendo dalla porzione cer-
vicaledel dente(Fig. 3. 105).Alcuni dei loro componentielementaripresentano
caratteristiche diverse ripetto ai ganci sopraequatoriali. Essi rappresentano il
frutto di ricerche iniziate da \oach nei primi anni del'900 allo scopo di ottene-
re un risultato migliore dal punto di vista esteticoe una diminuzione dei possi-
bili danni sia ai denti pilastro sia alle cresteedentule, favorendo così I'incorpo-
razione della PPR. I ganci sottoequatoriali, raggiungendo il sottosquadro dal
margine gengivaledel dente, ed essendoperciò più facilmente "mascherabili",
eliminano uno dei motivi piu frequenti della mancata accettazionedella PPR
da parte del paziente:la visibilità del gancio (Fig. 3.106ae 3.106b).Altra im-
portante caratteristica del gancio sottoequatoriale è di poter essererealizzato
con una minor copertura dentalee gengivale.Rispetto al gancio sopraequato-
riale, presentainfine un ulteriore vantaggio: altera minimamente il profilo dentale
(Fig. 3.107). I rapporti tra superfici linguale e vestibolaredel dente e gengiva
rimangono ottimali compatibilmente con la presenzasul dente di un elemento
di ancoraggio extracoronale.
I componenti elementaridel gancio, descritti a proposito dei ganci soprae-
quatoriali, sono modificati. Il braccio ritentivo origina, dal conettoreseconda-
rio che funge da ritenzione per la resina, decorre nel vestibolo e in corrispon-
denzadel dente pilastro si ripiega di circa 90 gradi, incrocia il margine gengiva-
le impegnandosi,con la sua estremità,nel sottosquadrodel dentepilastro (Fig.
3.108).La parte terminaledel braccio ritentivo, raggiunto il sottosquadrodalla
porzione cervicaledel dente, svolge un'azione di ritenzione differente da quella
dei ganci circonferenziali, che avviene per trazione. La porzione ritentiva del
gancio sottoequatoriale ha infatti un'azione a spinta (tripping action), con la
conseguenzache la forza necessariaper l'inserzionerisulta minore rispetto a
quella che si deve applicare nella disinserzione. Il contatto metallo-dente è mi-
nimo in quanto il braccio ritentivo entra in contatto con il dente pilastro solo
tramite la sua parte terminale (Fig. 3.109), contrariamenteal gancio soprae-
quatoriale il cui braccio ritentivo decorre lungo la parete del dente.
La reciprocità puo essereottenuta con diversemodalità:
.t. tuc
Ganciosottoequatoriale: il brac-
cio ritentivoraggiungeil sotto-
' :'_' ,...:-:, squadrodella porzionecervica-
:'
, , ,- -' t
' f'v, le del dente.
"lÀ<
3 106a-b
ar A destraè stato eseguitoun
sancio sottoequatoriale, a sini-
Itra oer motivianatomiciè stato
eseguitoun ganciosopraequa-
:oriale.
l| Stessocaso:duranteI'eloquio
ed il sorriso,il ganciosopraequa-
:orialeè visibile mentre quello
sottoeauatoriale no'
3 107
I bracci orizzonlalidei ganci so-
praequatoriali modificanoil nor-
m a l e o r o f i l od e l d e n t e ,i n f l u e n -
zandonegativamenteil massag-
gio gengivaleda Partedel cibo.
246 Descrizione analitica dei componenti ts ppR
3 . 10 8
Ganciosottoequatoriale: a) Visio-
ne vestibolare;b) Visionedista_
le, c) Visioneocclusale.A) estre-
mità ritentiva;B) braccioritenti-
vo; C) appoggio;D) placcapros-
simale; E) connettore secon-
dario.
G
24',1
tÉ
r1\
,\
{\
à\
h_
R
-.:
'.' - -: lontattodell'estremità
ri-
. , - j
: : - r I s o t t o e q u a t o r i a l ec o n
:, :: : : 'eciprocoorizzontale so-
:,':?:-alorìale c h eo r i g i n ad a u n
. : ' : . 1 :c o c c l u s a l e .
3.112
Ganciosottoequatoriale con reciprocitàfornitada connettoresecondario(E)e placcapros-
simale(D) nel caso in cui si utilizziun appoggiomesiale(C).Abbracciodiscontinuosu
tre punti:connettoresecondario(E),placcaprossimale(D),puntaattivadel braccioriten-
tivo (A).
249
3.113
La presenzadi un sottosquadro
gengivalecomportauna eccesi-
va vestibolarizzazione del brac-
cio ritentivo.ll braccioritentivo
vestibolarizzatoprovocadisagio
del pazienteper la possibilein-
terferenzacon la guanciae per
il ristagnodi cibo.
Il goncio a Y(Fi1.3.114b)
Ha le stessecaratteristiche del gancio a T con le porzioni orizzontali unite
ad angolo. Viene utilizzato su denti pilastro che presentanoun equatore ad an-
damento curvo con concavità massima nella parte mediana della faccia vesti-
bolare.
Il gancio a L (Fig.3.1l4c)
Differisce dai precedenti poichè manca della porzione terminale mesiale so-
praequatoriale,la quale viene eliminata quando I'abbraccio corporeo raggiun-
ge, anche senzadi essa,i 180 gradi: con questotipo di gancio si ottiene un mi-
3.114
a) Gancioa T
b) Gancioad Y
c) Gancioa T modificatood a L
d) |-BAR.
251
3 . 115 a - b
I.BAR,
b
252 Descrizione analitica dei comoonenti la PPR
J. I to
La porzioneverticaledell'I-BAR
deveessereposizionata lungola
lineamedianadellafacciavesti-
bolare.
3.117
L'I-BARsfruttaun sottosouadro
d i 0 , 2 5m m .
253
3 . 11 8 a - b
àt ru"tt" porzioneverticaledell'l-
enR ta distanzafra I'angoloed
il marginegengìvaledeve esse-
re di 2 mm.
b) La Porzioneverticaledell'l-
gnn Oèveesserelungaalmeno
5 mm.
. . : c o g g l o( i n n e r o ) ,n e l g a n c i o
a lR è situato in Posizione
--^^t^
=: d rE.
Descrizione analitica dei componenti lo PPR
25s
't\\t 'ì
: '20
-a placcaprossimale(in nero),
::'ìtatta il piano guida fino alla
: -rzione dentetessutoe si con-
- - a s u l l am u c o s a
P e r c i r c a2
: Jrsionevestibolare.
: ,/isioneocclusale.
: '21
-a cosizionedistaledell'aPPog-
; : seterminaun movimento del-
: :ase protesicadirettoobliqua-
- ' : ^ ì e v e r s ol a m u c o s a .
256 Descrizione analitica dei componenîi la PPR
3j22
La posizionemesialedell'appog-
gio determina un movimento
quasiperpendicolare alla muco-
sa e quindi piu tollerato.
-/z
ft==1^ z È,
s\
-i
E\!'t;,=-t
: 4 tÈ
,.) t
,È- ttl \ 4:- .r,4
-4.
I\J
\4
//
lz\ _1)
l\ //
l-- '/7
l' Vt
s
\vt 3.123
\7, \/ L'appoggiodistale ha un effetto
a chiaveinglesesul dente pila-
stro che ne provocaI'inclinazio-
ne verso la stessa direzione.
3.124
L'appoggiomesialetende a mi-
nimizzareI'effettoa chiave ingle-
se sollecitandoil dente pilastro
mesialmente.
{lrtrrrr:i-*-
257
J. tzc
ll ganciodi tipo circonferenziale
alterail profilodel dentepilastro
interferendo con il naturalescor-
rimentodel cibo.Si creacosìuna
perditadellastimolazionefisiolo-
gicadellagengivae favorisceun
accumulodi placca.
N
\\-
z
a
'-t'z
-,t4
3 . 12 6
La giunzionedente-tessuto vie-
ne ricooertadal metallo della
clacca orossimaleche si conti-
r u a s u l l am u c o s ap e r a l m e n o2
1m.
3.127
Valutazione fotoelasticadegli
stresssu cresta residuae dente
pilastroindonida un caricoap-
plicatoin regionedel primo mo-
laresu una sellaliberaancorata
con gancio I-BAR.
l l n . 1 i n d i c ac h e l o s t r e s sè m i n i -
mo ed uniformesu tutte le oarti
su cui si esplica:sommitàdella
cresta,apicedel premolarecon
una concentrazione mesialevi-
cino alla crestain bassoalla ra-
dice. ll caninoè coinvoltodallo
stresssolo in minimaparte.(Da
ThompsonW.D.,Kratochvil F.J.,
CaputoA.A.: Evaluationof pho-
toelastic stress patterns produ-
ced by various designs of bilate-
ral distal-extension removable
partial dentures, J. Prosthet.
Dent. 38: 261-273.1977\.
3.128
Valutazionedegli stresssu cre-
sla residuae denteoilastroindot-
ti da un caricoapplicatoin regio-
ne del primo molaresu di una
sellaliberaancoratacon gancio
circonferenziale semolicead ao-
poggiodistale.I numeriprogres-
sivi da 1 a 3 indicanoche lo
stress indottodal carico non è
uniforme,ma tende a concen-
trarsiin determinatezone:super-
ficie distaleed apice della radi-
ce del dente pilastro (indicato
con 3). (DaThompsonW.D.,Kra-
tochvil F.J., Caputo A.A., op.
cit.).
$xru:r--
259
3 . 12 9
Inclinazionevestibolaredel den-
te pilastroche provoca una po-
sizioneocclusaleeccessivadel-
la punta ritentivadell'l-BAR.ll
braccio ritentivo risulterebbe
inoltretroppovestibolarizzato
co-
stituendo un ricettacolooer il
cibo.
3 . 13 0
I n c l i n a z i o nlei n g u a l ed e l d e n t e
pilastrocon conseguenteinsuf-
f icientesottosquadro.
f,rxrJti;
261
J. IJI
L'inclinazioneeccessivamesia-
le rendeimpossibilela prepara-
zionedi un pianoguidacorretto.
3 132
Irclinazionemesialeeccessiva:
c i a n og u i d ap r e p a r a t os o l o n e l -
ra parte piu occlusalecon plac-
:a prossimaledistanziata.
I classedi Kennedyinferiore:si-
tuazione iniziale.
(Per cortesia del Prof. J. Kra-
tochvil.)
Strutturametallicasu modello
maestro.
(Per cortesiadel Prof.J. Kra-
tochvil.)
263
RPI
Proposto da Krol con lo scopo di ottenere un migliore controllo dello stress
sul dente pilastro e diminuire ulteriormente la copertura dentale. L'RPI com-
prende i tre elementi classici dell'I-Bar con alcune varianti:
l) Res/: che presentauna preparazionemeno estesa(Fig. 3.133)
2) Proximal Plate: che differisce dal gancio di Kratochvil per la minor prepa-
razione del piano guida che si estendesulla parete distale del dente solo per cir-
ca 2-3 mm in direzione occluso-gengivale,e per il fatto che viene preparato un
ulteriore piano guida sul terzo occlusaledella parete mesio-linguale. La placca
prossimale entra in contatto con la parete dentale sulla preparazione del piano
guida, lasciandonelibera una porzione occlusale , si discosta da essanel terzo
264 Descrizione analitics dei componenti la PPR
RPA
Anche questa variante è stata proposta da Krol per quei casi in cui, per ra-
gioni anatomiche, è controindicato l'uso di un gancio sottoequatoriale. Nel gancio
RPA l'appoggio e la placca prossimale hanno le stessecaratteristiche del gan-
cio RPL II braccio ritentivo sottoequatoriale è invece sostituito da un braccio
ritentivo di tipo circonferenziale(Akers) (Fig. 3.136). La sceltadi questogan-
cio è indicata in assenzadi gengiva aderentea livello del dente pilastro (minimo
3 mm), in presenzadi frenuli anomali o di sottosquadri tissutali. Per I'applica-
zione dell'RPA il sottosquadro deve esseredi 0.25 mm e la punta ritentiva deve
terminare di poco mesialmente alla linea mediana della faccia vestibolare del
dente pilastro per non creare forze ortodontiche durante la funzione. È consi-
gliabile usare un braccio ritentivo con sezionecircolare per aumentarne la fles-
sibilità e diminuire così lo stress sul dente pilastro.
265
iJ+
3 a r c i o R P I :l a P r e P a r a z i o ndee l
: ano quidaè ridotta.La Placca
:'cssióale entrain contatto(cer-
: ^ i o ) c o n i l P i a n og u i d al a s c i a n -
: : l i b e r al a P o r z i o n e occlusale,
;^tra in contattocon la mucosa
a s c i a n d ol i b e r a l a g i u n z i o n e
: ente-tessuto (freccia).
3 135
GancioRPIcollocazione Piume-
ritentiva
sialedell'estremità del
braccioritentivo.
266 Descrizione anoliîica dei comDonenti la PPR
3 . 13 6
GancioRPA:si notanoI'appog-
gio e la placcaprossimaleana-
l o g h ia l l ' R P le i l d i f f e r e n t b
erac-
cio ritentivo di tipo circonfe-
renziale.
3.137
sottoequato-
5:[",T'lî":'t""tiva
Gancio circonferenzialesemplice
È il gancio più facile da disegnare,da costruire e da riparare. Sfrutta il sotto-
squadro mesiale. L'appoggio è.distaleper cui la parte ritentiva viene ad essere
posta anteriormente. Si usa esclusivamentesu denti pilastro adiacenti a lacune
intercalate, in cui non vi siano particolari problemi estetici. Offre un'ottima
ritenzione (Tab. 3.IV), un ottimo abbraccio ed un'ottima stabilizzazione.
267
Tab. 3.II. Valori medi di flessionedel filo lungo 10 mm. (Da Brudvik J.S.
and Morris H.F.: Stress-relaxation testing. Part. III: Influence of wire al-
loys, gauges and lengths on clasp behavíor, J. Prosthet. Dent. 46: 374-379,
1981). ..
Tab. 3.I[. Valori medi di flessionedel filo lungo 5 mm. (Da Brudvik J.S.
and Morris H.F., op. cit.).
Gancio ad anello
Gancio utilizzabile nei settori posteriori, specialmentenei molari inferiori
mesio-linguo-versi.Puo sfruttare sottosquadrinotevoli per la sua flessibilità.
Per questo motivo possiedescarsecaratteristiche di reciprocità e di stabilizza-
zione. Offre invece un'ottima ritenzione (Tab. 3.IV).
Gancio doppio
Costituito da 2 ganci circonferenziali semplici uniti a livello del corpo con
unico connettoresecondario.Si usa soprattutto in settori dell'arcata dentaria
in cui non sono presentilacune o in casi di dentatura residuacon insufficiente
supporto parodontale in cui si renda necessariaun'azione di contenzione.
Gancio a I
Gancio sottoequatorialeclassico,sfrutta il sottosquadroin sedemediana della
superficievestibolare.PresentaI'appoggio mesialerispetto all'estremitàriten-
tiva del braccio d'approccio creandoun minimo stresssul dentepilastro. Viene
percio utilizzato preferibilmente in caso di selle libere. Offre un'ottima riten-
zione (Tab. 3.lV).
Guncio a T
Sfrutta il sottosquadrodistale. La metà mesialedel braccio d'approccio è
sopraequatorialee serveper aumentareI'abbraccio, per cui questogancio non
può essere,per motivi estetici, ufilizzato su denti con equatore alto. Viene uti-
lizzato nei casi in cui sono presenti selle libere. Offre una discretaritenzione
(Tab. 3.lV).
Gancio a Y
Presentale medesimecaratteristichedel gancio a T. Si usa quando I'equato-
re ha un andamentocurvo in modo accentuatoin sensomesiodistale.Ha per-
tanto un campo di applicazionelimitato.
$ttr::-u
269
Gancio a T modificoto o G a L
La parte non ritentiva (mesiale)del gancio a T puo essereeliminata per moti-
vi esteticiquando I'abbraccio è sufficiente.
GuncioRPL
Presentaun contatto metallo-denteminimo con appoggio mesialerispetto
all'estremitàelasticadel gancio ritentivo. Sfrutta un sottosquadroin sedeleg-
germentemesialeàlla linea mediana della superficievestibolaredel dente pila-
stro. Rispetto al gancio a I presentauna minor ritenzione ed offre una minor
stabllizzazione,ma allo stessotempo trasmette al dente pilastro ed alle struttu-
re di sostegnouno stressminimo, per cui viene ttilizzato su denti compromessi
parodontalmentein presenzadi selle libere distali.
Gancio RPA
Ha, come I'RPI, un minimo contatto metallo-dentecon appoggio mesiale.
Si differenzia per il fatto che ha un braccio ritentivo di tipo sopraequatoriale.
Sfrutta un sottosquadromesiale.Si usa su denti pilastro compromessiparo-
dontalmente in cui non è possibileprogettare un gancio sottoequatoriale.
anello
Akers
posteriore
APPOGGI
GIi oppoggi sono componenti dell'armatura metullica della PPR. Vengono
alloggiati in un'area appositamentepreporota del dqnte pilastro detto "sito d'ap-
poggio". Questi siti possono essereubicati su di'un dente naturale ed essere
compresi nello spessoredello smalto, oppure su restauri in amalgamo, o su re-
stauri fusi.
Gli appoggi vengono distinti, in base alla loro sede, in: appoggi occlusali,
linguali e incisali. Le lorofunzioni sono molteplici. Le più importanti sono quelle
di opporsi ai corichi occlusali, impedire I'offondamento delle protesi, dirigere
le forze della masticazione lungo I'asse del dente pilastro, in modo che i carichi
vengano assorbiti in maniera ottimale dal legamentoparodontale. Oltre alle fun-
zioni principali, gli appoggi possono svolgere altre funfioni definite seconda-
rie: opporsi alle forze destabilizzanti latersli (nelle protesi con selle libere), man-
tenere un contotto occlusale con I'antagonisto, contribuire, in presenza di denti
inclinati o ruotati, a ristabilire un piano occlusale ormonico, collahorare alla
reciprocità del braccio ritentivo del gancio.
271
3 . 13 8
L'appoggiocontribuiscea man-
tenere inalterati i rapporti tra
dentaturaresiduae PPRduran-
te la funzione.L'appoggiodeve
ripristinarela modologiadel den-
te esistenteprimadellaprepara-
zione del sito di appoggio.
3 . 13 9
PPR puro supportodentale.
Gli appoggitrasmettonole forze
occlusalisui denti pilastro.Gli
appoggi sono posti sui denti
adiacentila lacunadentaria.
3 . 14 0
Protesi ad appoggio dento-
mucoso.
sia
I carichiocclusalisi esplicano
sui dentioilastrosia sullecreste
edentule.Nei casi di PPR con
selleliberegli appoggidebbono
esserepostisullasuperficieme-
siale del dente.
272 Descrizione analitica dei componenti la PPR
Funzioni principali
Le funzioniprincipalidegliappoggisono:
1) opporsi ai carichi occlusali;
2) impedire I'affondamento della protesi;
3) dirigere le forze della masticazione lungo l'asse del dente pilastro;
4) mantenereI'estremità elasticadel gancio ritentivo nella posizioneprevista;
5) impedire I'estrusione dei denti pilastro;
6) impedire al cibo di insinuarsi nel punto di contatto tra denti e protesi.
Funzioni secondarie
Le funzioni secondarie degli appoggi sono:
l) opporsi alle forze destabilizzanti orizzontali (nelle protesi a sella libera);
2) mantenere un contatto occlusale con l'antagonista;
3) chiudere un piccolo spazio eventualmenteesistentetra due denti residui;
4) contribuire a ristabilire un piano occlusalearmonico in presenzadi denti
inclinati o ruotati.
La programmazione dei siti degli appoggi, deve esserepreceduta dall'attenta
osservazionedei modelli di studio e dalle seguenti valutazioni:
1) quanta struttura dentale è necessariorimuovere per alloggiare in modo
ottimale I'appoggio;
2) quanta struttura dentale del dente antagonista è eventualmente necessa-
rio rimuovere per conferire all'appoggio una robustezzaed uno spazio suf-
ficiente ad evitare ogni interferenza occlusale ed articolare;
3) quanta struttura dentale deve essereasportata a livello delle facce inter-
prossimali per un alloggiamento ideale degli appoggi.
La realizzazionedei siti di appoggio dipende dalle funzioni che I'appoggio
deve svolgeree dalla possibilità offerta dalla dentatura residua (denti ancorag-
gio, antagonista) di alloggiarli correttamente.
Prendiamo ora in considerazionei vari tipi di appoggio che possono essere
adottati a secondadella situazioneclinica e delle esigenzeestetichedel paziente.
Appoggi occlusali
Gli appoggi occlusali possono esseresuddivisi a secondadel tipo di superfi-
cie con la quale sono in contatto:
l) appoggi occlusali a contatto con superfici di denti naturali;
2) appoggi occlusali a contatto con superfici metalliche.
"::
i$-r;t;:
att
ztJ
L'appoggio occlu-
Appoggi occlussli a contatto con superfici di denti naturali.
della cresta mar-
sale deve avere forma triangolare con base in corrispondenza
dell'appoggio do-
ginale ed apice rivolto u.rù il centro der dente. La forma
o distaledel dente
irebbe ,.g.rir. il più possibileil contorno della fossamesiale
Il pavimento della zona di ap-
in cui il sito è preparato (Fig. 3.l41de 3.141b).
poggiodeveessereleggermenteinclinatoversoilcentrodeldenteinmododa
I'assemaggioredel dente'
favorire la trasmissioi! a.i carichi masticatorilungo
la linea parallela al-
L'angolo formato dal pavimento del sito di appoggio con
essereinferiore a 90
l,asse del dente tan;;nte atta superficie prossimale deve
di 90 gradi non solo l'appoggio non
gradi (Fig. 3.l4}a). Ée I'angolo è maggiore
un effetto di piano incli-
trasmetterà le forze verticaimente, ma si verrà a creare
(Fig. 3. l42b). Il piano incli-
nato che può causarelo scivolamento della protesi
dente pilastro con tut-
nato inolire può causareun movimento ortodontico del
te le conseguenze negativeche questomovimento può provocare' La dimensio-
-S =z-
- = - v
. : : : : E i o h a i n g e n e r eu n af o r -
- , ' - a ^ g o l a r ceo n b a s el u n g ol a
' : : : : - ' l a r g l n a ld
ee l d e n t e .
b
274 Descrizione analitíca dei componenti Ia PPR
Q - - - - - -
go"
3.142a-b
a) L'appoggiodeve essereincli-
nato verso il centro del dente:
I'angolo che esso forma con la
linea tangente alla superficie
prossimale e parallela all'asse
del denle, deve essere inferiore
ai 90 gradi.
b) Se questo è superioreai 90
gradi si crea un piano inclinato
con un effetto di scivolamento
della protesi ed un effetto orto-
dontico sul dente pilastro.
flil
,liil l*"i I
:j fu1,É-i. l
- : a ' g h e z z ad e l l ' a p p o g g i o
.: :ssere 112della distanza
-' :.: :- ngualemisuratatra le
- - : r J e l l ed u e c u s o i d i .
- : -^ 3aezzadeveesseresu-
-
T-/)
\__,/
' .'. a ' 3 del diametromesio- ab
. : - : s : ' e m i n i m od e l l ' a P P o g -
- ' : .-i € S S O fd€i 0 , 5 m m n e l l e
- i ' . - s o t t i l im
, e n t r ed e v e
- . : l - € r ì o 1 , 5m m i n c o r r i -
- ::-:a della cresta mar-
r
tt
\_^\
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\/x
\3 i
>- -Ei-
U \t= \
s
3.145a-b
L'appoggiovienetalvoltasfrutta-
to per ripristinareun pianoocclu-
sale armonico in presenza di
denti inclinatio ruotati.
':a
: : : o g g i u s a t is u d u e d e n t i
-' : - vengonotalora ulilizza-
: + ' : . . d e r e u n p i c c o l os p a z i o
, : ' . ^ : et r a i d u e d e n t i .
278 Descrizione analiÍica dei componenti la PPR
Appoggi linguali
Gli appoggi linguali sono, di solito, eseguitisui canini superiori la cui mor-
fologia permette spessola preparazione di un soddisfacentesito di appoggio
con una minima asportazionedi sostanzadentale(Fig. 3.148).I canini superio-
ri, a causadel loro orientamento spaziale,nel momento in cui ricevono un cari-
co occlusaletendono ad esercitareun effetto leva sull'ossoalveolaredi suppor-
to. Oltre a trasmetterele forze occlusalilungo l'asse del dente, un appoggio
linguale corretto si oppone alla sua dislocazionelabiale. La forma del sito di
appoggio deve fornire ui "supporto positivo" per I'appoggio deila PPR (Fig.
3.149 a-b).
L'appoggio nella PPR con sellelibere distali devepermetterela rotazione della
protesi attorno al dentepilastro (Fig. 3.150).Per questeragioni il sito d'appog-
gio al cingulum deve avere la forma di una mezza luna, più profonda nella zo-
na centraledel dente, con un angolo rispetto all'asselungo del dente inferiore
a 90 gradi. L'appoggio linguale essendovicino al centro rotazionaledel dente
pilastro ha minore tendenzaad inclinarlo.
L'appoggio linguale può naturalmenteessereapplicato su restauri metallici.
In questicasi è bene, nella fasedi modellazionein cera, prevedereun cingulum
più prominente. L'approfondimento della zona compresatra cingulum e pare-
te linguale del dente conferisce al sito di appoggio una forma ad uncino. Gli
appoggi linguali sugli incisivi sono di solito controindicati, fatta eccezioneper
i casi in cui siano presenti restauri metallici.
In caso di appoggio linguale il connettoresecondariopuo esercitarela fun-
zione di braccio reciproco rigido.
Appoggi incisali
Gli appoggi incisali sono i meno desiderabilitra gli appoggi in genere,per
due motivi:
279
a
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: : : : - e s t e n s i o ndei s t a l eD. i - .t'\
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- ::^:e pilastro q u a n d oI ' a P -
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- - : : u i n d i ì l f u l c r oè P r e v i - i ., i^.-,
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- - a s u p e r f i c i ed i s t a l ed e l
'-:= )^ f\i. t
e s t e n s i o ndei s t a l eD. i - llì,r I
.' - = :elle forzesullamucosa 'li, I
, :i-:e pilastro q u a n d ol ' a P -
' - i , : - r d i i l f u l c r oè m e s i a l e .
{rI
- , : " e t e n z ad e l l ad i r e z r o n e
\\, I
\s' I
- . ' : ' : . d i m o s t rcao m em e s i a -
' , - : : a s s ed i r o t a z i o nlea d i - \ \*\ \il
- -elleforzerisultapiu per-
' . -" . a ' e s r ar i s P e t t a
o l l ec r e -
\/
. - ; . ^ : - l ec h ea l d e n t eP i l a s t r o
. -: l,ufavorevole.
280
Descrizione analitica dei componenti to ppR
3 . 14 8
Morfologialingualedel cantno
che permettela preparazione di
un sitod'appoggiollnguale(linea
tratteggiata)con una minima
asportazionedi sostanza.
3 . 14 9
a) La preparazionedel sito per
I'appoggiolingualedeve permet-
tere di trasmetterele forzeocclu-
(y,
salilungol'asselungodel dente.
b) Mancatapreparazione del si-
to d'appoggioe conseguenti for-
ze di tipo ortodonticotendentiad
inclinareil dente.
a b
3 . 15 0 ,
Formaa sellao a mezzalunadel
sito per l'appoggiolingualeon-
de permettereuna rotazionedel-
la protesiattornoal dentepilastro
nel caso di selle ad estensrone
distale.
281
I ) motivi estetici;
2) nell'appoggio incisale il connettore secondario, essendopiù lungo, ampli-
fica le forze torsionali che si esplicanoal dente pilastro ed è anche più fre-
quentemente soggetto a rotture e a distorsioni.
Essi possono essereutilizzati tuttavia nei casi in cui il dente pilastro non per-
metta, per la sua configurazione anatomica, un appoggio linguale e non sia pre-
r isto un restaurometallico (Fig. 3.151a-b-c).Gli appoggiincisalitrovano la lo-
ro indicazione elettiva nei pazienti che necessitanodi una stabilizzazione degli
incisivi a livello dei quali, per ragioni economiche o per una prognosi incerta,
non è indicata una solidarizzazione fissa.
La forma dell'appoggio incisale è a sella con estensionesia sulla superficie
r estibolare che linguale. Questo tipo di appoggio risulta più efficace se coin-
r olge gli angoli incisali di due denti adiacenti(Fig. 3.152a-b).L'appoggio deve
avere una profondità di I mm, uno spessorevestibolo-lingualedi 1,5 mm ed
essereleggermenteinclinato verso il centro del dente, deve esserepiccolo a for-
a b
- : s a l i :i l p a v i m e n tdoe l
:,:..:Jo presentauna in-
: , e : s o i l c e n t r Od e l
' ' a , c r i r el a t r a s m i s s i o -
' : ' z e o c c l u s a l il u n g o
-:: tel dente. G
= .estibolare.
: - J>òil ildtY.
:::linico.
Descrizione analitica dei comnonenti la PPR
t/
3.152a-b
Appoggioincisaleche coinvolge
due denti adiacenti.ll sito si
estendesulla superficielingua-
le e vestibolare del dente per
permettereuna migliorestabiliz-
zazione e un corretto alloggia-
mento linguale del connettore
minore.
'ut
.-r" r"1
/
\./
\/
\_/
3.153
Sito di appoggioincisaleapplica-
bile sul caninoconsistentein due
piccolefaccette inclinatedi 20o
rispetto all'asse maggiore del
dente.
RITENZIONI SECONDARIE
3.',t54
Ritenzionisecondarie,evidenzia-
te nei cerchietti,sono costituite
dal connettoresecondarioe dal-
l'appoggioausiliario.
3 . 15 5
a) Movimentodi distaccodella
sellaliberadell'appoggiomuco-
so con affondamentodelle parti
anterioriall'assedi rotazione.
b) Le ritenzionisecondariesi op-
pongonoalle forzeche tendono
a produrreil distacco.
3 . 15 6
PPR con sella libera distale:
comportamento analogoad una
levadi secondoordine;P = Po-
tenza, R = Resistenza,F =
Fulcro.
285
. ra r '::azione attraversoil
. i' . :sclicanoimovimentidi
r' -:.ì-iîÌo e di ribaltamento
, - . . : : c e r ai n a s s e n z a dri i -
, r - . c n ed e l l ar i t e n z i o nsee -
- : : ' 3 c o n a n n u l l a m e nd t oe l
- - . ^ Ì o d i r i b a l t a m e n t ol.l
-, . -:^':o di affondamento non
- -. -:dificato.
286 Descrizione analitico dei comoonenti la PPR
:i rotazionedel
affondamento.
:i rotazionedel
.ibaltamento.
:'_
' - ,,antaggiomeccanicoè
: r'- : 'rinuitorispettoallasitua-
'-= 'acpr€sentatain (a)
spo-
: - r t o r r .aJ v a n t il a r i t e n z i o n e
- . - - : a r i a e q u i n d ii l f u l c r oF .
3.161
La posizioneottimaledellariten-
zionesecondaria, da un puntodi
vistageometrico,corrispondeal-
l'incisivo.La sceltacadrà invece
sui premolariper le condizioni
più favorevoli,da un puntodi vi-
sta morfo-funzionale,offerte da
ouestidenti.
'::LlrÌe 289
Gruppo I Gruppo II
A 0.33 0.36
B 2.35 0.37
C 0.34 1.23
D 0.61 2.72
E 3.4 1.5
F 0.32 0.34
*A:pavimento della bocca: lato caricato;
B : appoggio primario: lato caricato;
C:appoggio della ritenzione indiretta: lato caricato;
D: appoggio della ritenzione indiretta: lato non caricato;
E = appoggio primario: lato non caricato;
F:area linguale: lato non caricato.
Le conclusioni dello studio. sulla base dei risultati ottenuti. sono stati le se-
guenti:
Tipi di ritenzionesecondaria
Ritenzioni secondoriecon appoggio occlusaleed incisole
Le ritenzioni secondariecon appoggioocclusalesono in genereprevistein
corrispondenzadellacrestamarginalemesialedei premolari(fig. 3.162).Sono
le ritenzionipiù usateanchese da un punto di vista puramentegeometricola
loro posizionespessonon è la più favorevole.I premolaripresentanoperò al-
cunecaratteristichetali da far sì che essivenganoelettivamentescelticomesiti
per gli appoggiausiliari:
l) morfologiaquasisemprefavorevolead una preparazionecorrettadei siti
di appoggio.
2) robustezzaadatta,quandole condizioniparodontalisonobuone,ad as-
sorbiresenzadanni carichi supplettivi.
3) posizionefavorevoleper collocarei connettorisecondariin corrispondenza
dello spazioesistentetra loro ed i canini adiacenti,riducendonecosì al
minimo I'interferenzacon la lingua.
Le ritenzionisecondarie con appoggioincisalesonogeneralmente previstein
corrispondenza degliincisivi(Fie. 3.163)e in determinaticasisui canini.Utiliz-
zandoquestotipo di appoggiobisognatener presenteche:
l) dal punto di vista esteticosono accettaticon difficoltà dal paziente;
1) possonocrearedanniparodontalisui dentiincisivi,sequestinon sonosuf-
ficientementestabili.
3.162
Ritenzioni secondarie con ap-
poggio occlusalein corrispon-
denza della cresta marginale
mesialedei premolari.
',tdorie
291
':-::-3
: ' = - : t r i s e c o n d a r i ec o n a p -
. ' , : : : s u lc a n i n o :
, - accoggiincîsali(evidenz-
.' ..' ^ei cerchietti)
. - - a c p o g glii n g u a l i .
292 Descrizione analitica dei componenîi la PPR
Principi applicativi
La posizione delle ritenzioni secondarievaria in rapporto alla classedi eden-
tazione e alle condizioni cliniche della dentatura residua e delle aree mucose
di supporto. I principi fondamentali che debbono comunque esseretenuti sem-
pre presenti ogni qualvolta si debba ricorrere all'uso delle ritenzioni secondarie
sono i seguenti:
l) Le ritenzioni secondariedevono essereposte il più lontano possibile dalle
sellelibere distali e dal lato opposto all'asse di rotazione. La loro posizio-
ne va comunque determinata tenendo conto della capacità dei denti scelti
di sopportare carichi supplettivi e della possibilità che essi offrono di al-
loggiarle corretamente.
2) Gli appoggi delle ritenzioni secondariedebbono essereposti su siti appo-
sitamente preparati al duplice scopo di: a) non alterare il piano occlusale
onde evitare interferenze occluso/articolari, b) trasmettere le forze lungo
I'asse maggiore dei denti. A questo scopo I'appoggio ausiliario deve for-
293
: 'i5a-b
: ' + ^ z i o n e s e c o n d a r i ac o n a P -
:,:,;; o ad estensione evidenzia-
; :a cerchio.
j '56
= :erzioni secondarie efficaci
'zz,zzale con placca linguale
:::aÌa di appoggi alle sue
Ì i:'emttà.
294 Descrizione analitica dei componenti la PPR
Clssse I di Kennedy
La PPR che ovvia ad una edentazionedi I classedi Kennedy deve avere due
ritenzioni secondarie:una per lato. La posizionepiù favorevolerispetto all'as-
se di rotazione coincide spessocon i denti incisivi. Questi denti però non hanno
caratteristiche di supporto tali da poter essereconsiderati elementi validi per
alloggiare ritenzioni secondarie. La scelta dei siti per le ritenzioni secondarie
cade quindi spessosui primi premolari o sui canini, anche quando la loro di-
stanza dall'asse di rotazione primario non è ottimale. Se la scelta degli incisivi
è inevitabile le ritenzioni secondariedevono essereposte sul loro margine inci-
sale e coinvolgere tutti gli elementi dentari presenti (Fig. 3. 167a-b).Nel mascel-
lare inferiore I'uso delle ritenzioni secondarie,in caso di edentulismi della pri-
ma classedi Kennedy, è indispensabileper evitare il distacco delle selle libere.
Nel mascellare superiore, specie se sono presenti esclusivamentei sei denti
anteriori , vengono a crearsiparticolari problemi legati alla forza di gravità che
è un fattore che agiscecostantementee tende a staccarela protesi. Si può ov-
viare a questo inconveniente adottando la ricopertura completa del palato ed
aumentando quindi le forze di ritenzione dovuta all'adesione.In questi casiI'uso
delle ritenzioni secondariepuò essereevitato. Alcuni autori consideranoinfatti
la zona delle rughe palatine come un'area in grado di garantire la funzione del-
le ritenzioni secondarie. In realtà il supporto offerto da tessuti molli , anche
se scarsamenteresilienti, non può essereanalogo a quello offerto dalle riten-
zioni secondarievere e proprie. Anche per le PPR del mascellaresuperiore in
presenzadi selle libere distali, se non è possibile o non si vuole ricorrere alla
ricopertura del palato, è neccessarioil ricorso alle ritenzioni secondarie (Fig.
3.168). I denti inferiori entrano spessoin contatto con le superfici linguali dei
denti superiori nelle zone in cui sono previste le ritenzioni secondarie.In questi
casi, se lapreparazione dei siti nell'ambito dello smalto non è sufficiente, è ne-
cessarioricorrere alla ricopertura dei denti con corone fuse nelle quali devono
essereprevisti i siti per alloggiare le ritenzioni secondarie.
Classe 2 di Kennedy
Le PPR che owiano ad una edentazionedi 2 classedi Kennedy debbono avere
una sola ritenzione secondariaposta sul lato opposto alla sella libera. La scelta
del sito di appoggio avviene con gli stessicriteri seguiti per la I classer.^Kenne-
dy. Sul lato dentato il gancio deve essereposto sul dente più posteriore possibi-
le, al fine di porre la ritenzione secondariadistante dall'asse di rotazione prin-
cipale e su un dente con caratteristichefavorevoli ad accoglierla(Fig. 3.169).
295
: '67a-b
a:enzioni secondariecon aP-
:cggi gemellari.
j 168
i :eÀzionisecondariein casodi
-aicellare suPeriorein cui si è
,:iuta evitarela ricoPerturadel
:atato.
296 Descrizione analitica dei componenti Ia PPR
3.169
Sito di collocazionedella riten-
zionesecondaria(evidenziato da
un cerchio)in una secondaclas-
se di Kennedy.
Classe3 di Kennedy
Nelle PPR che ovviano ad una edentazionedella 3 classedi Kennedy non so-
no in generenecessariele ritenzioni secondariein quanto non sono presenti sel-
le libere. Anche in questi casi però si rende talvolta necessarioprevedereriten-
zioni secondarieallo scopo di fornire un supporto ed una rigidità supplettiva
al connettore principale. Questa necessitàsi verifica in presenzadi lacune den-
tarie particolarmente lunghe o in presenzadi una dentatura residua parodon-
talmente compromessa.
29r
Classe 4 di Kennedy
Le PPR che ovviano ad edentazioni della 4 classedi Kennedy costituiscono
un problema particolare nel capitolo delle ritenzioni secondarie.In questo tipo
di protesi la sella libera si trova anteriormente all'asse di rotazione che passa
attraverso gli appoggi dei ganci posti sui denti più mesiali adiacenti alla lacuna.
I movimenti rotazionali avvengono quindi in direzione opposta a quella in cui
si esplicanonelle PPR di I e 2 classedi Kennedy. Per questaragione le ritenzio-
ni secondarie,in questi casi, debbono essereprevistedistalmenteall'assedi ro-
tazione. La posizione più favorevole sarà naturalmente la più posteriore possi-
bile (Fi$. 3.r72).
'-:
r
-:=:: rda classedi Kennedymo-
: ' : az one 1: essendociun lacu-
- . -:e.calataampiasarà lo stes-
, . , : ; c o g g i od e lg a n c i oa f u n g e -
- : a ' t e n z i o n es e c o n d a r i a .
j . - .
: ' * s s c c a s od e l l af i g u r ap r e c e -
:É-:e con lacunaintercalatabre-
.- - :ui sarà necessariooorre
- - , : ' : e n z i o n es e c o n d a r i a n t e -
:'-enle al dente pilastro(evi-
::-: ata nelcerchietto).
298 Descrizione analitica dei componenîi la PPR
3.172
Ritenzionisecondariein classe
quartadi Kennedy(evidenziate
nei cerchietti).
DOMANDE
Connettori principali
5) Come deve decorrereil margine del connettore principale lungo il bordo gen-
givale?
a) in modo orizzontale
b) nel modo piir parallelo possibile al margine gengivale
c) obliquamente
d) nessunadelle precedenti
l8) Nel casodi una prima classedi Kennedy con un numero esiguodi elementi
residui (inferiore a sei) quale è il connettore principale di scelta?
a) la fascia palatina
b) il connettore ad U
c) Ia doppia barra antero-posteriore
d) il palato.completo
24) Quale metodo viene utilizzato per rilevare l'ampiezza e la profondità del
solco sottolinguale?
a) funzionale
b) mucostatico
c) combinato
d) tutte le precedenti
302 Descrizione analitica dei componenti la PPR
30) In quale delle seguentisituazioni lo spazio compreso tra tessuti molli e bar-
ra linguale deve essereaumentato?
a) quando la cresta è pressochèverticale
b) quando la cresta è ad andamento orizzontale
c) quando a livello della cresta è presente un sottosquadro
d) quando è presente una IV classe
Connettori secondari
36) I connettorisecondari:
a) sono i componenti della PPR che ne impedisconoil ribaltamento
b) sono i componenti della PPR che ne impedisconol'affondamento
c) sono i componenti della PPR che contribuisconoa distribuire i carichi
funzionali sulle strutture di supporto
40) I connettori secondari a contatto con i piani guida hanno in sezione oriz-
zontale forma:
a) triangolare ad apice smusso
b) laminare
c) trapezoidale
d) piramidale
44) I connettori secondari alloggiati negli spazi interdentali sui piani guida ori-
ginano dal connettore principale con angolo:
a) > 90 gradi
b) 90 gradi
c) < 90 gradi
305
Ganci
Appoggi
92) Quanti gradi deveavereI'angolo che I'appoggio forma con la linea paralle_
la all'asselungo del dente e tangentealla superficieprossimale?
a) meno di 90o
b) piu di 90'
c) 90"
d) 120.
"it \ei casi di protesi parzialea puro supporto dentario, quali sono i compiti
de_eliappoggi?
a) trasmettereai denti i carichi verticali
b) opporsi alle forze orizzontalj destabilizzanti
c) prevenire il carico sui tessuti molli
3t2 Descrizione analitica dei componenti ta ppR
105) Quali sono le causeper cui gli appoggi non si adattano con precisione alle
rispettive superfici preparate?
a) imprecisione delle impronte
b) tecniche di duplicazione poco accurate
c) eccessivalucidatura della superficie interna dell'appoggio
106) Quale forma deve avere la zona di appoggio sulle superfici in amalgama?
a) più stretta del normale
b) più ampia e svasata del normale
c) più profonda del normale
313
107) Su quale superficiedel pilastro devono essereposti gli appoggi nel caso
di protesi con selle libere distali?
a) superfici vestibolari dei denti
b) superfici distali dei dentil
c) superfici mesiali dei denti
Ritenzioni secondarie
l15) Quali sono le forze che determinano il distacco delle basi in resina dalla
mucosa nel mascellare inferiore?
a) forze orizzontali
b) forze verticali
c) forza di gravità
I 16) La PPR con selle libere distali può essereparagonata ad una leva di:
a) I'ordine
b) IIo ordine
c) IlIo ordine
119) Gli appoggi ausiliari devono essereposti rispetto agli appoggi primari dei
ganci:
a) anteriormente ad essi
b) posteriormentead essi
c) sullo stessoasse
124)Su quali denti, in una I classedi Kennedy, in cui gli elementipilastro sono
rappresentatidai secondipremolari, è geometricamentecorretto collocare
le ritenzioni indirette?
a) incisivi centrali
b) incisivi laterali
c) canini
d) premolari
126) I siti per gli appoggi ausiliari vanno preparati sui canini:
a) al cingulum.
b) sul bordo incisale
c) occlusali
130)In una I classedi Kennedy superioresi può ovviare all'uso delle ritenzioni
secondarieutilizzando un connettore principale:
a) a fascia
b) doppia barra
c) palato completo
316 Descrizione analitica dei comoonenti lo PPR
133)In una IV classedi Kennedy I'assedi rotazione è situato rispetto alla sella
libera:
a) davanti
b) in coincidenzadi essa
c) posteriormente
RISPOSTE
[Risposta: c]
[Risposta: d]
[Risposta: a-d]
[Risposta: d]
[Risposta: a]
[Risposta:b]
[Risposta: d]
[Risposta: c]
[Risposta:b]
[Risposta: c]
[Risposta: c]
[Risposta: c]
[Risposta: d]
[Risposta: d]
[Risposta: c]
[Risposta: b]
[Risposta: c]
[Risposta:b]
[Risposta: c]
[Risposta: b]
[Risposta: a]
[Risposta: d]
[Risposta: a-c-d]
[Risposta: c]
[Risposta: d]
[Risposta:d]
[Risposta: c]
[Risposta 36: c]
[Risposta:b]
[Risposta37: cl
[Risposta:c]
[Risposta38: b]
[Risposta: b]
[Risposta: d] [Risposta 39: b]
[Risposta: b] [Risposta40: c]
[Risposta:b-c] [Risposta4l: d]
[Risposta: c] [Risposta42: al
[Risposta: a] [Risposta43: b]
317
IRisposra bl
IRisposra a-cl [Risposra cl
IRisposta al [Risposta cJ
IRisposra bl [Risposta cJ
IRisposra al^ [Risposta b-cl
IRisposta aJ [Risposta bl
IRisposta a-dl [Risposra cl
IRisposta al [Risposta bl
IRisposra al IRisposra bl
IRisposta bl [Risposta al
IRisposta aJ [Risposra al
IRisposta dl IRisposta bl
IRisposta aJ [Risposra al
IRisposra bl [Risposra bl
IRisposta dl [Risposta al
IRisposta al [Risposta bl
IRisposra bI [Risposta cl
IRisposta bl IRisposta al
IRisposta dl [Risposta a , b, cl
IRisposta bl [Risposta a , cl
IRisposta bl [Risposra al
IRisposra bl [Risposta al
IRisposta a-b-dJ [Risposra al
IRisposta dl IRisposta al
IRisposra al [Risposta bl
IRisposra bl [Risposta bI
IRisposta a-bJ [Risposta bl
IRisposta dl [Risposta cl
IRisposta al IRisposta bl
IRisposta dl IRisposta cl
IRisposra cl IRisposta cJ
IRisposta bl IRisposta bl
IRisposra al IRisposta a-cJ
IRisposta al IRisposra bl
IRisposta cl IRisposta a-bl
IRisposta a-c-dl [Risposta b-cl
IRisposra bl
IRisposta dl
IRisposta al
318 Descrizione onalitica dei componenti la PPR
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE