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TEMI:

Indifferenza della natura:


Un tema molto ricorrente nei testi di Leopardi è la natura incurante della vita umana. La natura è una forza superiore che
non si cura affatto della vita umana e prosegue indipendente sul suo cammino. Gli uomini sono solo esseri insignificanti
che scompariranno senza essere ricordati. (collegamento al tema dell’antropocentrismo). L’uomo soffre per questo
rapporto con la natura, poiché si trova in una posizione oggettivamente inferiore, ciò crea grande sofferenza nell’uomo e
crea un nemico naturale nella natura. ( Testi in cui appare questo tema: Dialogo di un golletto e di uno gnomo, Dialogo
della natura e di un islandese, La sera del dì di festa, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia)

Antropocentrismo:
Leopardi spende molte parole contro l’antropocentrismo. Leopardi infatti ha un’idea radicata che va contro questa idea.
L’uomo non è al centro del mondo, la natura non è fatta per fare piaceri a noi, ma anzi, non si cura di noi. La posizione di
Leopardi nasce da un’accettazione della propria condizione al fine di non illudersi. In questi termini l’autore si scontra
contro un’ideologia che era diffusa alla sua epoca: lo specismo. Lo specismo assume che la propria specie sia superiore
rispetto alle altre nel sistema naturale; nel caso dell’uomo, ciò diventa antropocentrismo. ( Testi in cui appare questo
tema: Dialogo di un golletto e di uno gnomo, Dialogo della natura e di un islandese, La ginestra)

Malignità della natura:


La natura diventa il nemico numero uno di Leopardi dopo la conversione al vero. Nel pensiero Leopardiano ci troviamo in
quello che è il pessimismo cosmico. La natura ha creato gli esseri umani in modo finito, incapacitandoli a provare
sensazioni infinite. La natura li ha creati in una modalità incompatibile con la felicità. Questa è la causa dell’accanimento
di Leopardi nei confronti della Natura. Esso la definisce come matrigna, e non più madre. Forse l’influenza negativa della
sua madre biologica ha avuto un ruolo chiave nel far sviluppare a Leopardi questa idea. (Testi in cui appare questo tema:
Dialogo della natura e di un islandese, Dialogo di Tristano e di un amico, Dialogo di un venditore di almanacchi, A se
stesso, la Ginestra)
Social catena:
Leopardi, una volta trasferitosi a Napoli, elabora un ultimo pensiero riguardo la vita umana. La vita degli uomini è per sua
definizione infelice; tuttavia vi sono dei modi per alleviare questo dolore. Leopardi sosteneva che la social catena potesse
contribuire a mitigare l'infelicità umana attraverso la solidarietà, la comprensione reciproca e la condivisione delle
difficoltà della vita. Nell’impegno comune per una reciproca collaborazione c’è la necessità di non creare ulteriori motivi
di infelicità. (Testi in cui appare questo tema: la Ginestra)

Vanità della vita :


Secondo Leopardi la vita è per sua definizione infelice, perchè così è stata creata dalla natura. Allora perchè vivere? Ha
senso vivere una vita infelice? Leopardi si interroga spesso su questo tema e ne fa un motivo di ulteriore infelicità.
Leopardi ha diferse opinioni riguardo a questo, che vanno dal suicidio, alla consolazione per mezzo della poesia. Tutto ciò
che esiste è destinato a morire o a essere ricordato. La vita quindi è vana. (Testi in cui appare questo tema: Dialogo della
natura e di un islandese, Dialogo di Plotino e Porfirio, La sera del dì di festa, Il sabato del villaggio, Canto notturno di un
pastore errante dell’Asia)

Illusione e disillusione:
Un tema molto ricorrente in Leopardi, poichè fondamentale, è quello dell’illusione. L’illusione segna entrambe le fasi del
pensiero pessimistico leopardiano; ma in due modi differenti. Nel pessimismo storico, l’illusione è il modo attraverso il
quale la natura ci permette di vivere felici, senza badare al materialismo delle cose. Tuttavia, successivamente, nel
pessimismo cosmico, esse assumono una connotazione negativa, poichè segnano un vero e proprio inganno. Leopardi
capisce che è meglio allontanarsi dalle illusioni e vivere nella fredda verità, che non può procurargli più dolore di quello
che già non prova. Pertanto invita anche l’uomo a ragionare sul tema della disillusione e accettare la propria condizione
per quella che è. (Testi in cui appare questo tema: Dialogo di Tristano e di un Amico, Dialogo di un venditore di
Almanacchi, A se stesso, A Silvia, Il sabato del villaggio, la Ginestra, Sensazioni visive ed uditive)
Poesia consolatrice:
L’attaccamento alla poesia a cui Leopardi è tanto legato nasce dalla necessità di uno strumento consolatore. La prima
conversione che Leopardi ha è quella verso il bello, dopo la quale inizia a scrivere poesie. La poesia rappresenta quindi un
modo di scappare dalla realtà è trovare un senso di appagamento e quindi momentaneo sollievo dalla dura vita. Questa
fase sarà limitata, poi inizierà a scrivere canzoni e testi in prosa, in linea con il nuovo pensiero secondo il quale ogni
illusione contribuisce a renderci infelici. (Testi in cui appare questo tema: A se stesso, La funzione della poesia)

Critica al progresso:
Leopardi in alcune delle sue opere tratta il tema del progresso. Il progresso nell’ottica leopardiana non è vista in maniera
positiva. Il pensiero razionalista che viene lasciato alle spalle con il progresso è ciò che rende l’uomo realista e
consapevole di fronte alla propria condizione. Lasciare indietro tale pensiero rende l’uomo codardo e intrappolato in una
perenne infelicità. (Testi in cui appare il questo tema: la Ginestra, Dialogo di Tristano e di un amico)

Ricordo:
Sul tema del ricordo Leopardi è leggermente diviso. Da una parte considera il ricordo come un modo di rivivere sensazioni
passate; infatti essi non riproducono scrupolosamente delle immagini, ma le filtrano attraverso le emozioni vissute nel
passato. Tuttavia, sempre per lo stesso motivo, anche i ricordi diventano un motivo di sofferenza poiché idealizzando il
passato ed essendo consapevoli della transitorietà delle cose, ci rende infelici. (Testi in cui appare questo tema: sensazioni
visive e uditive indefinite, A Silvia)

Noia:

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