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LEOPARDI

Il dissidio io-mondo come condizione esistenziale e la difficile collocazione di


Giacomo Leopardi nell’età del Romanticismo.
La vita; le lettere; il “sistema” filosofico: le varie fasi del pessimismo leopardiano; la
poetica; poesia e illusioni; lo Zibaldone: un diario del pensiero. La teoria del piacere.
Le Lettere: A Pietro Giordani: la disperazione e la noia.
Lo Zibaldone di pensieri: Il conflitto tra ragione e natura; Il desiderio di felicità; Una
felicità materiale; La relazione tra materia e pensiero, l’indefinito e la rimembranza, la
poetica del vago e il ricordo delle illusioni giovanili.
La prima fase dei Canti: le canzoni civili e gli “idilli” - L’infinito
La rottura dell’intesa uomo-natura nella canzone del suicidio esistenziale: Ultimo
canto di Saffo.
I canti pisano-recanatesi: A Silvia, Canto notturno d'un pastore errante, Il sabato del
villaggio.
Le operette morali: caratteristiche strutturali e stilistiche. Dialogo di Porfirio e
Plotino, Dialogo tra Il venditore di almanacchi e un passeggere, Dialogo tra C.
Colombo e Pietro Gutierrez, Dialogo della Natura e di un Islandese.
Il ciclo di Aspasia: A sé stesso
L’ultima fase della poesia leopardiana: La ginestra o il fiore del deserto.
Interpretazioni a confronto dell'ultimo testo leopardiano: le due linee
Binni-Timpanaro e Gioanola.
Temi e situazioni nella poesia leopardiana: il motivo civile, il rapporto passato -
presente, la memoria e le illusioni, l’amore; il rapporto con i modelli della tradizione
lirica; metri, forme, stile, lingua.

➔ Dissidio io-mondo
Leopardi (1798-1837) nasce a Recanati da una famiglia agiata, severa.
Il dissidio io-mondo, comune a molti letterati, in Leopardi nasce proprio dal rapporto
difficile e conflittuale con Recanati.
● 1817-18 passa dall’erudizione al «bello». Invia le prime poesie a Pietro
Giordani e inaugura lo Zibaldone (diario di riflessioni..)
ideologia: PESSIMISMO STORICO. L’infelicità umana è data dal progresso
e dall’allontanamento dalla natura, gli uomini primitivi erano più vicini alla
natura ed erano più felici, passando alla civiltà non vedono più le illusioni che
dà la natura. L’uomo è causa della sua infelicità .
NATURA MADRE BENIGNA
● 1819-1822 dal bello al «vero» anno corrisponde alla malattia agli occhi
ideologia: PESSIMISMO COSMICO. La natura è colpevole dell'infelicità
dell’uomo è MATRIGNA perché illude gli uomini e INDIFFERENTE perchè
lei prosegue il suo ciclo, vuole conservarsi anche sacrificando il singolo, non
interessandosi delle sorti dell’uomo.
L’uomo è infelice non per la storia ma perché è una condizione assoluta,
l’uomo desidera ma il suo desiderio infinito non può essere soddisfatto, l’uomo
è finito.
● Nell'ultima fase la natura non è più matrigna ma solo INDIFFERENTE, la
realtà è un ciclo meccanicistico di distruzione e riproduzione continua.
Teoria del piacere:
Il piacere è un bisogno insito nell’uomo che aspira ad un piacere infinito che
però non può soddisfare in quanto essere finito; da qui nasce la teoria del vago
e indefinito: ciò che non è misurabile si avvicina all’idea di infinito e fa provare
piacere.

Invito alla solidarietà:


Tutti gli uomini sono accomunati dalla condizione di infelicità che invece di
spingere a fare la guerra dovrebbe suscitare in loro un sentimenti di pietà e
solidarietà (social catena de la ginestra)

Lo Zibaldone di pensieri: Il conflitto tra ragione e natura; Il desiderio di felicità; Una felicità
materiale; La relazione tra materia e pensiero, l’indefinito e la rimembranza, la poetica del
vago e il ricordo delle illusioni giovanili.

Tutti i testi sono raccolti nei Canti:


1. Idilli (L’infinito, La sera del dì di festa, Alla luna), Canzoni civili e
filosofiche (Ad Angelo Mai, Bruto Minore, e Ultimo canto di Saffo) e i
Canti pisano-recanatesi (A Silvia, Canto notturno d'un pastore
errante dell’Asia, Il sabato del villaggio)
2. ha in aggiunta il Ciclo di Aspasia (A sè stesso)
3. Ranieri pubblica post mortem La Ginestra
4. Le operette morali: (Dialogo di Porfirio e Plotino, Dialogo tra Il venditore
di almanacchi e un passeggere, Dialogo tra C. Colombo e Pietro Gutierrez,
Dialogo della Natura e di un Islandese)
★ L’Infinito
Leopardi si trova sul monte Tabor e davanti a lui c’è una siepe che non gli permette di
vedere l’orizzonte. La sua anima immagina quello che non vede, uno spazio infinito e
immaginario. Sente il rumore del vento tra le piante, le sensazioni acustiche gli
permettono di meditare sull’eterno, infinito. Si perde nel mare infinito.

La prima parte è dominata dalla sensazione visiva dell’ostacolo che ci fa immaginare


l’infinito (infinito spaziale), la seconda è uditiva (infinito temporale in contrasto tra le
epoche). Non è un'esperienza mistico-religiosa, bensì materiale e personale

★ Ultimo canto di Saffo


Infelicità di un’anima triste e brutta, la poetessa Saffo innamorata di Faone che non
corrisponde si uccide. Leopardi come Saffo è uno spirito bello rinchiuso in un
involucro brutto,rifiutato dagli altri.
è un monologo di Saffo che si sente indesiderata anche dal fiume,
★ A Silvia
Pessimismo cosmico
Grandi idilli 1828, Silvia (Teresa Fattorini) e Leopardi sono due giovani speranzosi e
vogliosi di vivere. Silvia è stata tolta dalla vita perchè è morta, così Leopardi è stato
tolto dalla felicità dalla natura

★ Canto notturno d'un pastore errante dell’Asia


Pessimismo cosmico, anche il pastore primitivo è infelice.
1. Un pastore asiatico (saggio, filosofo) si rivolge alla Luna per chiederle qual è il
senso del suo moto perpetuo che sembra la vita quotidiana del pastore. 2. Nella
seconda strofa la vita umana è equiparata al cammino del vecchio infermo (si
conclude con la vita dell’uomo è mortale , la luna è immortale), 3. poi si parla del
male come un concetto sin dalla nascita, col neonato che piange e alla Luna non
interessa. 4. Forse però la Luna stando lì in alto comprende questa sofferenza e non è
così maligna. 5. Il pastore invidia il suo gregge, soffre poco, dimentica presto il dolore
e non conosce la noia.

★ Il sabato del villaggio 1829-31


1. parte descrittiva: dedicata alla vita del borgo
2. parte riflessiva: dedicata al piacere come attesa di un godimento futuro
teoria del piacere
Il paese si prepara al giorno dopo di festa, c’è la donzelletta che raccoglie i fiori, la
vecchiarella che ricorda la sua gioventù; Leopardi dice di godersi la vita soprattutto i
giovani. Leopardi descrive la gioia del giorno prima della festa che è carico ma
quando arriva la domenica la gioia svanisce perché si pensa al lunedì alla fine della
festa.

4 dialoghi

Dialogo di Porfirio e Plotino


tema: suicidio
Plotino: filosofo neoplatonico del III sec d.C., dialoga con il discepolo Porfirio che Medita
sul suicidio.

-Porfirio dice che tutti i sentimenti della vita compreso il dolore sono vani, e per porre fine a
tutto ciò è necessario il suicidio.
* Ciò che spinge Porfirio non è un male concreto ma è un fastidio per la vita, un dolore per la
consapevolezza che tutto è vano e dalla vanità nasce solo la noia.
Quindi se tutto non ha senso Perché continuare a vivere?

- Plotino cerca di dissuaderlo, e ricorda a Porfirio il principio platonico per il quale non è
concesso l'uomo togliersi la vita la quale è dono degli Dei.
Togliersi la vita sarebbe anche ragionevole ma l'uomo deve accettare il dolore Per amore
degli altri che soffrirebbero per la sua morte.

temi: noia, infelicità dell’uomo


Sia Plotino sia a Porfirio sono portatori del pensiero di Leopardi sul suicidio quindi questo In
realtà è un dibattito interno a Leopardi.
Dialogo tra Il venditore di almanacchi e un passeggere
ambientazione e tempo indeterminati
Il venditore chiede al passeggere se vuole un almanacco.
Il passeggere gli chiede se secondo lui l'anno che verrà sarà più felice di quello attuale o di
quello passato.
Il venditore dice di sì
Il passeggere gli chiede quale di questi anni vorrebbe rivivere
Il venditore non sa rispondere
Il passeggere gli chiede se c'è stato un anno in cui fosse stato particolarmente felice
Il venditore dice di no
Il passeggero dice che questo è il segno che il caso finora ha trattato tutti male
quindi la bellezza della vita non sta in quella passata che si conosce ma in quella che verrà
che non si conosce e si pensa che il fatto ci tratterà bene

tema felicità rimandata, illusione della felicità che arriverà

Dialogo tra C. Colombo e Pietro Gutierrez


topos del viaggio alla conquista dell’ignoto
Gutierrez Ha dei dubbi sulla conclusione della traversata
Colombo Prova a sconforto Perché molti sforzi sono risultati Vani
Colombo però agisce indipendentemente dall'esito finale quindi a grande aspettativa di
realizzazione

Tema iniziale: Viaggio = tentativo vano di capire la natura


finale: viaggio = necessario per salvarsi dalla noia

Dialogo della Natura e di un Islandese


1824
evidenzia il passaggio al pessimismo cosmico
Un islandese raggiunge il Capo di Buona Speranza Per cercare l'armonia con la natura è
sostanzialmente per fuggire dalla cattiveria degli uomini, Ma non riesce a darsi pace.
Qui trova la natura personificata in una donna gigantesca dal volto bello e terribile.
temi:
1. viaggio come ricerca, indifferenza della natura nei confronti dell’uomo,
2. negazione dell’antropocentrismo (la natura è come un nobile che invita l’ospite e lo
tratta male non curandosene)
L'islandese chiede solo di non soffrire
3. La natura è matrigna
4. infelicità è parte di tutte le creature
5. meccanicismo: il motore della vita è un continuo creare e distruggere
L'islandese chiede alla natura se la vita abbia un senso?
mai due finali rispondono di no:
1. arrivano due leoni e se lo mangiano
2. una folata di vento lo seppellisce nella polvere
Finali privi di senso come la vita

A sé stesso
Una poesia a sé stesso fa parte del ciclo di Aspasia. In cui c'è un grande pessimismo dovuto
alla delusione dell'amore non corrisposto di Fanny tozzetti (Aspasia)
Leopardi si cimenta su una riflessione sul presente e sul destino dell'uomo contro i miti del
Progresso del finalismo. Leopardi si rivolge a se stesso per spingerlo a non illudersi più, il
poeta da l'addio alla passione amorosa perché anche questa si è rivelata un'illusione.
usa un tono imperativo e sopprime anche la musicalità.

La ginestra
Quest'opera è composta da 317 versi raccolti in strofe libere, Leopardi vede una finestra un
fiore docile calmo che si trova sulle pendici del Vesuvio dove gli esseri umani furono distrutti
dalla natura che è matrigna con i suoi figli.
da qui Leopardi riflette sull'arroganza dei suoi contemporanei, che pensano di essere forti e
immortali ma in realtà sono minuscoli di fronte alla grandezza e la potenza della natura.
viene rappresentata la fatica dell'uomo nel vivere nell'affrontare la sofferenza.
Emblema di tutto questo è proprio la ginestra un fiore che cresce nei luoghi più impervi tra
tante difficoltà, tuttavia Però è bella e profumata e qui si può vedere un barlume di positività,
sebbene la poesia sia evidentemente pessimista.

•Versi 1-51: Viene introdotta la ginestra, fiore che solitario cresce sulle pendici del Vesuvio e
che offre a Leopardi lo spunto per polemizzare contro coloro che sono soliti lodare le capacità
umane.

•Versi 52-86: Si accende qui un'aspra invettiva contro la cultura dominante nell'Ottocento,
che ha insuperbito gli uomini e ha costituito una regressione nel pensiero, abbandonando
quanto era stato appreso con il Rinascimento e l'illuminismo.

•Versi 87-157: Dopo aver illustrato in cosa consistono la stoltezza e la nobiltà dell'uomo,
Leopardi propone qui una soluzione di riscatto alla misera condizione umana: l'unione e la
collaborazione di tutti gli uomini contro la comune nemica, la Natura.

•Versi 158-201: Viene descritta la vastità e l'infinità dell'Universo, rispetto al quale l'uomo
non è che un insignificante e minuscolo punto di luce fioca.

•Versi 202-236: Leopardi descrive qui con grande efficacia la forza distruttrice della
Natura, di fronte alla quale l'uomo non può nulla: città, imperi, famiglie vengono sovrastate
dalla potenza cieca della matrigna degli uomini.

•Versi 237-296: Viene rievocata qui l'eruzione del Vesuvio del 70 d.C. che distrusse le città di
Pompei ed Ercolano. La Natura assume di nuovo l'immagine di forza indistruttibile e
insensibile.

•Versi 297-317: Leopardi torna qui all'immagine con la quale si era aperta la canzone: quella
della ginestra. Il docile fiore diventa emblema del pensiero del poeta illuminato, che si erge
contro la Natura crudele e la stoltezza degli esseri umani.

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