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I promessi sposi

6.1 Il cantiere del romanzo


Con i Promessi Sposi l’autore(Manzoni) vuole proporre un romanzo alla portata di tutti,un testo di
descrizione popolare;in Italia però non esiste un pubblico di lettori a cui può essere specificatamente
indicato questo genere,manca infatti quella borghesia moderna che si riconosce nei valori
trasmessi nel romanzo(soprattutto quello del protagonista di media/bassa estrazione che riesce a
ottenere una fortuna economica e un riconoscimento sociale).
Manzoni vuole contrastare la grande popolarità dei romanzi(che considera immorali,basati quasi
esclusivamente sull’erotismo),proponendo invece un modello narrativo che educhi il lettore alla
riflessione critica e al riconoscimento dei valori come quelli della fede e della ragione.
Egli altresì vuole attrarre quanti più lettori possibili,anche quelli meno colti e raffinati.
La scelta di personaggi “umili” e l’utilizzo di un linguaggio realistico e medio pone il romanzo
automaticamente al di fuori della dimensione dei grandi classici;tuttavia questa apparente semplicità
nasconde una complessità di stile non indifferente,che ha lo scopo di rendere il lettore non schiavo
della finzione narrativa(la trama,l’intreccio).
Come possiamo ben capire quindi,Manzoni aveva un parere abbastanza negativo sul Romanzo(questo
ce lo conferma nella Lettera a Monsieur Chauvet.
E’ altrettanto chiaro che a fornire lo spunto iniziale a Manzoni non saranno altre opere letterarie,ma
vere e proprie opere storiche;ad esempio le famosissime grida le trova in un trattato dell’economista
Gioia,per la descrizione della peste si serve della cronaca di Ripamonti o ancora per alcune figure del
romanzo fa uso di alcune biografie.
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Il Fermo e Lucia
La prima stesura del romanzo va dal Gennaio del 1821 all’autunno del 1823.
Manzoni lavora il manoscritto dividendo i fogli a metà ,utilizzando la destra per scrivere e lasciando
bianca la sinistra per le correzioni;il Fermo e Lucia viene definito un vero e proprio laboratorio a cui
collaborano(tramite delle postille-Breve annotazione al testo, scritta a mano da uno studioso o
dall'autore stesso sui margini o fra le righe di un'opera manoscritta o stampata, per esprimere
osservazioni di vario genere, chiarimenti, opinioni critiche-)due amici,Claude Fauriel e Ermes Visconti.
Questo romanzo è suddiviso in quattro tomi(sezioni in cui si divide un'opera),nei quali i titoli
esplicitano il personaggio che per quel capitolo giocherà un ruolo di protagonista(Il Curato…-Don
Abbondio;Fermo…-Renzo;La Signora…-Monaca di Monza);per questo motivo(e per altri,come il
ricorso a continue digressioni)il romanzo è fortemente condizionato dalla tradizione romanzesca del
‘700.
Per questo motivo,oltre che per la scelta trafficata della lingua(tra lombardismi,francesismi,latinismi
e neologismi)che Manzoni si dichiarerà insoddisfatto per l’esito della prima stesura.
I promessi sposi del 1827
Manzoni,convinto della necessità di un radicale cambiamento,va in contro ad una drastica(radicale)
ristesura,che viene pubblicata con il nome di Promessi sposi.Storia milanese del secolo XVII scoperta e
rifatta da Alessandro Manzoni,meglio conosciuta come Ventisettana,uscita in tre tomi dal 1825 al
1827.
In questa nuova stesura l’autore:rende la narrazione continua;cambia la struttura della vicenda;
migliora il romanzo dal punto di vista linguistico(consulta il Vocabolario della Crusca).
Parlandoci chiaro,è proprio l’idea di romanzo a mutare,in quanto il Fermo e Lucia era un esperimento
saggistico-pedagogico(con troppe digressioni),e anche l’intreccio è fin troppo schematico…mentre la
Ventisettana presenta un intreccio incrociato.
I promessi sposi del 1840-42
Questa è la revisione più lunga e importante che Manzoni farà ,la così detta “risciacquata in Arno”,
essa durerà fino al ’40,anno in cui comincerà ad uscire in fascicoli.
Questa stesura,oltre al rinnovamento linguistico,presenta due novità di trama:
-la Storia della colonna infame,in cui si riportano i casi di ingiusti processi contro presunti untori;
-le illustrazioni di Francesco Gonin.

6.2 I personaggi-uomini
L’opera presenta una novità ,la scomparsa dell’eroe,nel romanzo infatti nessun personaggio è
identificabile come protagonista;allo stesso tempo nessun personaggio negativo è pienamente
identificabile come antagonista,anche Don Rodrigo appare meritevole di perdono.
Anche le funzioni dei personaggi vengono mescolate e i ruoli confusi in quanto:Renzo dovrebbe essere
‘eroe e Don Rodrigo l’antagonista ma ci ritroviamo Renzo come antagonista di sé stesso(per esempio
con il suo comportamento imprudente).
I personaggi dei Promessi sposi si distribuiscono secondo i vari gradi di dignità .
-I personaggi, perlopiù di estrazione popolare, vengono coinvolti in situazioni comiche (come Don
Abbondio in preda alla paura dopo l’incontro con i bravi, o Renzo ubriaco all’osteria); essi però non
perdono mai la loro umanità.
-Renzo e Lucia, in quanto protagonisti, hanno un ruolo del tutto particolare.
Renzo, con la sua natura impulsiva, è l’eroe ideale di una vicenda che ha tratti sia del romanzo di
formazione sia del romanzo picaresco(che presenta situazioni macabre e grottesche); egli non è
però coinvolto soltanto in situazioni comiche, ma anche in episodi drammatici(come quando sfoga la
sua sete di vendetta contro Don Rodrigo).
Lucia invece ha carattere del tutto opposta a Renzo, ella infatti:non intende partecipare al
matrimonio a sorpresa, non risponde alle domande della monaca di Monza, allontana Renzo dopo il
loro incontro nel lazzaretto.
Tutti questi atti mancanti non sono però segno di indecisione o indifferenza, ma anzi al contrario
hanno un valore totalmente positivo dal punto di vista della morale cristiana in quanto esprimono
la scelta di una strada alternativa, cioè quella dell’amore cristiano.
-Nel romanzo, a livello sociale superiore, abbiamo l’aristocrazia, su cui l’autore esercita ironia e
umorismo. Un esempio è Don Ferrante (definito uomo di cultura) o donna Prassede(che ha attività
caritativa).
-Solo quando i personaggi altolocati hanno responsabilità politica, allora possiamo parlare di
sarcasmo, un esempio è quello del Conte zio, che viene rappresentato come un uomo elegante ma
completamente vuoto all’interno.
-L’ultima tipologia è quella dei personaggi tragici, che attinge allo stile sublime, e di essi fa parte
l’innominato; qui però , rispetto all’Adelchi e il Carmagnola, abbiamo un rovesciamento delle figure
tragiche in quanto l’innominato è un “tragico cristiano”, soggetto quindi alla salvezza.
I molteplici errori di Renzo gli permettono di acquistare una certa conoscenza del mondo di cui lui
sembra fare tesoro; il romanzo può essere quindi detto di formazione in quanto Renzo non solo
approda alla serenità del matrimonio, ma anche alla conquista di una buona posizione sociale
attraverso il lavoro.
Lucia invece afferma di non aver imparato nulla dalle vicende accadute.
Un “sugo” di tutta la storia è quindi che assomiglia troppo alla vita vera per permettere al lettore di
farne una vicenda esemplare.

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