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Lab2Work – rete giovani Seriate e Grumello del Monte

Territorio, Partecipazione e Lavoro


‘La prima regola: non perdere denaro.
La seconda: non dimenticare mai la prima’.
Warren Buffett

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cost structure e revenue streams (1/2)

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cost structure e revenue streams (2/2)

Il Business Model Canvas consente di porsi alcune domande-chiave al fine di


determinare le principali grandezze economiche relative alla propria attività d’impresa.

Utilizzando tale strumento è così possibile individuare sia la natura delle principali voci di costo e di ricavo sia le
relative modalità e tempistiche di manifestazione.

Il risultato di una attenta compilazione della parte economico-finanziaria del Business Model Canvas rappresenta
dunque la base per individuare con chiarezza le componenti relative a costi, ricavi e flussi di cassa della propria
azienda, rendendo quindi disponibili i dati-chiave per la realizzazione della sezione ecofin del proprio Business Plan.

Tale processo rende anche possibile impostare un prospetto di previsione dei flussi di cassa (cash flow forecast)
che tenga conto di tutte le componenti essenziali.

La compilazione del Canvas non avviene «una volta per tutte»: essa è un processo iterativo che deve essere svolto
periodicamente, ed in particolare in corrispondenza di:

- Passaggi chiave del proprio percorso di sviluppo aziendale


- Eventi esterni in grado di impattare significativamente sul proprio business

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cash flow forecast e fabbisogno finanziario (1/2)

La previsione dei flussi di cassa rappresenta un aspetto fondamentale della gestione finanziaria di un'azienda,
poiché consente la pianificazione sue esigenze di cassa future al fine di evitare una crisi di liquidità.

Negli USA si dice che per le startup «CASH IS KING»: il flusso di cassa è la linfa vitale di tutte le imprese,
in particolare le start-up e piccole imprese.

La previsione dei flussi di cassa è importante perché se un'azienda esaurisce le risorse di liquidità a disposizione e
non è in grado di ottenere nuovi finanziamenti, diviene insolvente.

Di conseguenza, è essenziale dedicare del tempo a cercare di prevedere l’evoluzione futura del flusso di cassa,
per assicurarsi che l'azienda abbia abbastanza liquidità per fare fronte ai propri impegni correnti
(pagamento dei fornitori, salari e stipendi, costi gestionali etc.) e per sostenere investimenti per lo sviluppo.

La frequenza di tale attività dipende da una serie di fattori, in primis dalla complessità finanziaria del business:
- se i flussi di costi e ricavi si manifestano in pochi momenti bene identificabili, è sufficiente un aggiornamento
settimanale o mensile
- se la complessità dei flussi aumenta, o se si è in una situazione di tensione finanziaria, è bene procedere
all’aggiornamento della valutazione su base quotidiana.

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cash flow forecast e fabbisogno finanziario (2/2)
MESE lug-16 ago-16 set-16
SETTIMANA 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4
SALDO iniziale C/C 10.000 5.950 3.950 3.950 3.550 3.000 800 800 2.200 1.650 -550 -1.550
Ricavi da vendita prodotti 2.000 4.000
Ricavi da servizi 1.000 1.000
Altri ricavi
Finanziamenti soci 1.000
Finanziamenti bancari
Totale ricavi 1.000 0 0 1.000 0 0 0 3.000 0 0 0 4.000
Acquisto materie prime, prodotti e beni di consumo 3.000 500 500
Locazione uffici 500 500 500
Utenze e servizi 100 100 100
Salari e stipendi 2.000 2.000 2.000
Consulenze professionali 2.000 500 500 500
Ritenute d'acconto 100 100 100
Compensi amministratori 1.000
Rimborsi spese di trasferta 200 200 200
Rate finanziamenti 200 200
IVA, imposte e tasse 200 200
Altri costi 50 50 50
Totale costi 5.050 2.000 0 1.400 550 2.200 0 1.600 550 2.200 1.000 1.600
SALDO finale C/C 5.950 3.950 3.950 3.550 3.000 800 800 2.200 1.650 -550 -1.550 850

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i luoghi dello startup d’impresa (1/6)
Vi sono una serie di luoghi/ambienti utili allo sviluppo di startup, nati negli scorsi anni al fine di offrire alle nuove
iniziative imprenditoriali un contesto ideale per crescere e attirare investimenti e know how.

INCUBATORE D’IMPRESA
È un’organizzazione che ospita le nuove imprese fornendo loro una gamma di servizi essenziali alla loro nascita e al
loro sviluppo, compresi quelli di struttura e di domiciliazione.

Incubatori di prima generazione: basati sull’offerta di spazi di lavoro e servizi in comune. Il valore creato è soprattutto
di tipo immobiliare e legato al relativo sfruttamento commerciale.
Incubatori di seconda generazione: completano l’offerta degli incubatori di prima generazione con l’offerta di servizi
base per lo sviluppo del business.
Incubatori di terza generazione: caratterizzati dalla specializzazione dei servizi di supporto, organizzati nell’ambito di
cluster e network, e da uno stile gestionale imprenditoriale e/o come società di investimento.

L’incubatore certificato di startup innovative, previsto nella legislazione italiana dal cosiddetto Decreto Crescita, è una società di capitali
pensata per offrire servizi per sostenere e incentivare la nascita e lo sviluppo di queste realtà imprenditoriali. L’incubatore certificato deve
essere amministrato o diretto da persone di riconosciuta competenza in materia di impresa ed innovazione e avere a disposizione una
struttura tecnica e di consulenza manageriale permanente. Deve essere iscritto presso il Registro delle Imprese e precisamente nella
sezione speciale prevista per gli incubatori di start-up innovative. È inoltre necessario dimostrare un’adeguata e comprovata esperienza
nell’attività di sostegno a start-up innovative sulla base di una serie di parametri elencati nel Decreto.

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i luoghi dello startup d’impresa (2/6)
Di seguito alcuni dei principali incubatori d’impresa in Lombardia:

Bergamo Sviluppo, incubatore della Camera di Commercio di Bergamo.


Como Next, incubatore della Camera di Commercio di Como che favorisce lo sviluppo competitivo del territorio promuovendo
la cultura dell’innovazione.
Digital Magics, incubatore di startup innovative digitali.
FabriQ, incubatore di innovazione sociale del Comune di Milano.
Fondazione Filarete, centro per il trasferimento tecnologico nei campi delle Scienze della Vita, delle Biotecnologie e della
Salute.
Incubatore Alimenta, opera nei settori dell’agroalimentare, della bio-economia e delle scienze della vita.
Make-a-Cube, incubatore specializzato in imprese ad alto valore sociale, ambientale e culturale.
Polihub, l’incubatore del Politecnico di Milano gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano, con il contributo del Comune di
Milano, mediante la società strumentale PoliHub Servizi Srl.

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i luoghi dello startup d’impresa (3/6)
ACCELERATORE D’IMPRESA

L’acceleratore d’impresa è un programma di supporto (mentorship) all’impresa, attraverso un luogo fisico dove
operare e con servizi specifici per velocizzare il passaggio da uno step al successivo del proprio ciclo di vita
(tipicamente: seed > first stage).

È gestito principalmente da imprenditori/investitori e mentors ed è un luogo dove si lavora sull’ottimizzazione del


modello di business e sul rapporto con gli investitori.

Servizi tipici di accelerazione sono: definizione del business model – utilizzo delle metriche – preparazione del round di
seed – prototipazione del servizio/prodotto – accesso alla tecnologia – primi test commerciali.
Accade spesso che molti incubatori offrano un servizio di accelerazione.

Alcuni dei principali acceleratori in Lombardia sono:


SpeedMIUp, programma di accelerazione dell’Università Bocconi, Camera di Commercio di Milano e Comune di Milano
Boox, acceleratore d’impresa verticale su e-commerce e botteghe digitali
Fashion Technology Accelerator, programma di accelerazione per tecnologie digitali nel settore del Fashion e del Design
Nuvolab, acceleratore digitale di nuove imprese e rainmaking

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i luoghi dello startup d’impresa (4/6)
COWORKING SPACE

Il coworking è uno stile lavorativo basato sulla condivisione di un ambiente di lavoro da parte di soggetti che, pur
mantenendo un'attività indipendente, condividono dei valori e aspirano alle sinergie rese possibili dalla
contaminazione con altre professionalità (dello stesso settore o di settori diversi).

Il più delle volte il coworking è indirizzato verso i freelance, che spesso affiancano tale attività con un altro lavoro; per
venire incontro a tali utilizzatori, gli orari sono di solito molto liberi, spesso con formule 24/7 e con
modalità di accesso elettroniche.

La caratteristica distintiva del coworking si basa sul processo sociale di collaborazione informale tra i coworkers e
sul senso della community. Il coworking, infatti, non riguarda solo lo spazio fisico, ma soprattutto l'istituzione della
comunità di coworking.

Spesso i principali fruitori del coworking sono le startup e i lavoratori autonomi (freelance), poiché, grazie ai suoi
bassi costi, è più accessibile rispetto ad altre opzioni e offre molti vantaggi rispetto al lavoro da casa.

Uno dei principali circuiti di coworking di tipo


verticale, presente anche a Bergamo, è TAG.

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i luoghi dello startup d’impresa (5/6)
PARCHI SCIENTIFICI E TECNOLOGICI

In Italia vi sono oltre 30 Parchi Scientifici e Tecnologici associati in APSTI. Si configurano come integratori tra i
bisogni di crescita innovativa del sistema delle imprese ed il patrimonio di conoscenza espresso dai Poli di
eccellenza tecnologica e scientifica delle Università e dei Centri di Ricerca.

Il ruolo dei Parchi Scientifici e Tecnologici va visto come snodo tra il mercato e la produzione di conoscenza, in
funzione di un incremento del dialogo e una cross fertilization tra ricerca scientifica e produzione di beni e servizi.

All’interno della maggioranza dei PST sono presenti anche servizi ed infrastrutture d’incubazione per la nascita e
sviluppo di nuove imprese a base innovativa, oltre a servizi improntati alle attività di
Ricerca Industriale, Sviluppo Sperimentale e Trasferimento Tecnologico.

Il Parco sviluppa attività che, in molti casi, rappresentano componenti fondamentali delle funzioni necessarie alle
attività dei distretti tecnologici, presidiando specificamente la funzione di “sollecitatore” della domanda di
innovazione da parte delle PMI e di aggregazione dell’offerta tecnologia per soddisfare tale domanda.

I 2 PST della Provincia di


Bergamo sono:

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i luoghi dello startup d’impresa (6/6)
Per completezza, citiamo di seguito ulteriori ambienti – meno inflazionati dei precedenti – dove una startup può
trovare terreno fertile per sviluppare il suo business

LIVING LAB (LL) CONTAMINATION LAB (C-LAB) FAB LAB

Un Living Lab è un’infrastruttura per la Il Contamination Lab è uno spazio fisico e virtuale di Un FabLab (Fabrication Laboratory) è un’officina che
sperimentazione di nuove tecnologie in condizioni condivisione di idee e competenze in cui vengono offre servizi personalizzati di fabbricazione digitale. Un
reali in un contesto geografico circoscritto, con generate esperienze formative e creative. FabLab è generalmente dotato di una serie di strumenti
l’obiettivo di testarne la realizzabilità ed il grado di L’iniziativa nasce per mettere insieme il talento degli computerizzati in grado di realizzare, in maniera
utilità per gli utenti finali (cittadini, imprese, studenti universitari, l’esperienza e la competenza flessibile e semi-automatica, un'ampia gamma di oggetti.
beneficiari, etc). L’interazione con gli utenti permette degli imprenditori del territorio e il sapere del mondo Tra questi vi sono prodotti tecnologici generalmente
un continuo miglioramento della tecnologia al fine di accademico e dare vita, attraverso l’integrazione di considerati di appannaggio esclusivo della produzione di
migliorarne le caratteristiche in vista di una sua massa. Solitamente all'interno di un FabLab si trovano
conoscenze diverse, ad un nuovo approccio
applicazione su più larga scala. una serie di strumenti per la fabbricazione digitale:
didattico innovativo ed informale.
stampanti 3D, frese a controllo numerico, laser cutter,
etc.

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gli stakeholder interni (1/4)

Solitamente il business è sviluppato all’inizio dagli stessi founders, che iniziano la strada imprenditoriale con un
basso costo di accesso e capitali limitati, con quella che in gergo si chiama una “non struttura”
(scelta dettata dalla massimizzazione dell’efficienza e della minimizzazione dei costi).

La “non struttura” andrà successivamente implementata durante le varie fasi dello startup per mantenere sempre
vivi i benefici di costo ridotto e flessibilità ma, con analoga attenzione, l’imprenditore deve essere pronto a investire
risorse per garantire adeguato sostentamento agli elementi fondanti il Business Plan.

A supporto della creazione dell’impresa esistono delle figure professionali specifiche.


Quello che le definisce e le distingue dai consulenti è la loro esperienza diretta nello startup d’impresa,
anche come imprenditori e/o soci finanziatori.

Ma chi sono queste figure? Come trovarle? Come remunerarle?

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gli stakeholder interni (2/4)

SVILUPPATORE DI
PRODOTTO
(Product developer)

è una figura che si occupa della qualità del prodotto, degli aspetti tecnici
e quindi dell’ideazione, progettazione, sviluppo, implementazione,
nonché del relativo impatto sul cliente e sul mercato.

MENTOR

persona di elevato know how ed esperienza, che insegna alla persona


più «giovane» i passi che deve fare e come li deve fare. Nella pratica,
negli incubatori per le startup sono sempre presenti alcuni mentor che
assistono gli startupper

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gli stakeholder interni (3/4)

ADVISOR

Fornisce suggerimenti e soluzioni per garantire lo sviluppo dell’impresa. Interviene soprattutto nelle situazioni a
carattere straordinario (che, a dire il vero, contraddistinguono spesso la vita di una startup).
L’Advisor può rivestire in particolare un ruolo chiave nel definire i diversi aspetti di un'operazione finanziaria, come
nel caso dell’ingresso di un investitore.

Due sono le macro attività dell'Advisor:


1) La prima è di carattere professionale (analisi dell'attività, miglioramento dell'efficienza, posizionamento
territoriale e di mercato, tipologia dei clienti per capire se e come integrare i vari processi di vendita, valutazione
delle possibili sinergie, supporto alla pianificazione e monitoraggio, business planning sui parametri di natura
economica, finanziaria e patrimoniale, ecc).
2) La seconda è di tipo strategico (redazione del company profile, valutazione e formazione della pianificazione
commerciale, cambi tra le quote azionarie, ricerca di acquirenti interessati alla società, ecc.).

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gli stakeholder interni (4/4)

BUSINESS DEVELOPER

La sua mission è quella di connettere le esigenze dell’impresa con le opportunità di mercato, anche su scala
internazionale. Si occupa di creare e sviluppare le reti e le connessioni con potenziali stakeholder, fornitori e clienti. Il
Business Developer ha una visione di sistema, utile a sviluppare relazioni e competenze (professionisti, centri, società
di consulenza) per metterle a disposizione dell’impresa, cui segnala eventi, percorsi formativi e interventi consulenziali.

DIGITAL CONSULTANT

Il Digital Consultant è colui che supporta l’impresa nello sviluppo della dimensione digitale del Business; un salto
estremamente importante per capire cosa si può fare nell’ambiente digitale,
dove a volte si possono realizzare delle vere e proprie rivoluzioni.

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il sistema QuESTIO

QuESTIO è il sistema di rilevazione delle competenze dei CRTT di Regione Lombardia. Un CRTT – Centro per la Ricerca e il
Trasferimento Tecnologico è un ente pubblico o privato che fornisce servizi avanzati per l’innovazione.

Ad oggi QuESTIO conta oltre 2.090 soggetti tra Centri di ricerca e innovazione, Cluster delle Attività Produttive, Cluster Tecnologici e
oltre 315 imprese già accreditate.

QuESTIO è quindi un database sul quale un soggetto può cercare e selezionare partner mediante la consultazione di informazioni su
servizi offerti, competenze, infrastrutture, reti e collaborazioni.

Vi è inoltre un elenco di fornitori accreditati da Regione Lombardia esperti nello startup d’impresa,
selezionati con il Bando FRIM Linea Startup e Restart, che comprende:

- Gli incubatori pubblici e privati in qualsiasi forma costituiti e quelli certificati ai sensi di legge (art. 25 della l. 221/2012);
- Le società/gli enti di accelerazione d’impresa, comprese le aziende speciali di CCIAA lombarde e le società di servizi, in qualsiasi
forma costituite
- I liberi professionisti: in forma singola o associata che offrono servizi di natura gestionale, amministrativa e organizzativa

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gli stakeholder esterni (1/2)
Oltre agli stakeholder interni, vi sono anche una serie di stakeholder “esterni” che sono rappresentati dai soggetti
fornitori di capitale, che nel mondo startup sono sintetizzabili nelle macro-categorie
degli investitori privati e del soggetto finanziatore pubblico.

BUSINESS ANGEL: I business angels sono individui che investono i propri denari in aziende in cambio di
partecipazioni, presenti o future, nel capitale di queste. Contribuiscono con la loro presenza alla crescita della
startup e questo garantisce minor probabilità di fallimento rispetto alle imprese che si basano su altre forme di
finanziamento iniziale. Entrano in gioco nella fase iniziale di “round seed” (primo finanziamento).

VENTURE CAPITAL: Il venture capitalist opera attraverso un veicolo o un fondo, investendo soldi di terzi. Fornisce il
capitale finanziario agli stadi iniziali, ad alto potenziale e ad alto rischio, alle imprese a forte crescita. Il fondo di
venture capital guadagna attraverso il possesso di partecipazioni in società nelle quali ha investito. Il venture
capitalist di solito investe in quello che è denominato “round A”, fornendo capitali per la crescita e
acquisendo quote di minoranza

PRIVATE EQUITY: Il private equity è un’attività finanziaria mediante la quale un investitore istituzionale rileva quote di
una società target, ossia l’obiettivo, sia acquisendo azioni da terzi sia sottoscrivendo azioni di nuova emissione
apportando nuovi capitali all’interno della target. Un fondo di private equity, a differenza del venture capitalist, di
solito acquista il controllo di maggioranza di una società già matura.

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gli stakeholder esterni (2/2)
Perché è importante distinguerli?

Le principali differenze sono:

Dimensioni di intervento: i Venture Capital trascurano le start up di piccole dimensioni in quanto l'intervento
finanziario è troppo modesto per giustificare i costi di un'adeguata due diligence. Il Business Angel invece, essendo
un esperto nel settore in cui opera, svolge una due diligence veloce e informale, seppur precisa, e comunque meno
burocratica rispetto ad un puro operatore finanziario. In tal modo il Business Angel favorisce la creazione dal basso
di imprese. I Business Angel sono inoltre complementari e non concorrenziali ai Venture Capital istituzionali, in
quanto coprono una dimensione di intervento diversa, inferiore, del capitale di rischio. Dopo il finanziamento tramite
il Business Angel, l'impresa potrà rivolgersi ad un fondo di VC in maniera più strutturata.

Tempo dedicato all'analisi del progetto: le fasi del processo decisionale non occupano molto tempo per il Business
Angel (solitamente qualche mese) e sono, in ogni modo, svolte in maniera più veloce rispetto al tempo impiegato
dagli investitori istituzionali i quali devono seguire determinate procedure.

I due principali circuiti di Business


Angels in Italia sono IBAN e IAG.

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il crowdsourcing

Il crowdsourcing (da crowd, folla e sourcing, generazione, risorsa) è lo sviluppo collettivo di un progetto da parte di
numerose persone esterne all'entità che ha ideato il progetto stesso.

Questo modello di realizzazione dei progetti è in genere reso possibile da internet e non riguarda necessariamente la
scrittura di codice in linguaggi di programmazione, ma la varietà di progetti può essere diversa, basti pensare a
Wikipedia, scritta dai propri lettori e uno dei più noti esempi di crowdsourcing volontario.

Più in generale, il crowdsourcing è un modello di business nel quale un'azienda o un'istituzione affida la
progettazione, la realizzazione o lo sviluppo di un progetto, oggetto o idea a un insieme indefinito di persone non
organizzate precedentemente. Questo processo viene favorito dagli strumenti che mette a disposizione il web.

Ad esempio, al pubblico può essere richiesto di sviluppare nuove tecnologie, portare avanti un'attività di
progettazione, definire o sviluppare un algoritmo, o aiutare a registrare, sistematizzare o analizzare grandi quantità di
dati in cambio di un ingresso nel team di sviluppo di quel progetto.

Oggi il crowdsourcing è per le aziende un nuovo modello di open enterprise, mentre per i freelance diventa la
possibilità di offrire i propri servizi su un mercato globale.

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il crowdfunding (1/4)

Il termine nasce dall’unione di due parole: crowd = folla + funding = finanziamento Quindi “finanziamento dalla folla”.
Si tratta perciò di donazioni di tante persone attraverso lo strumento di piattaforme web.

Nel 1884 il Comitato americano per la Statua della Libertà aveva difficoltà economiche per il completamento della
restaurazione del celebre monumento. L’editore Joseph Pulitzer esortò i cittadini di New York a donare denaro
attraverso il suo giornale New York World. In quel modo Pulitzer raccolse oltre 100.000 dollari in sei mesi,
coinvolgendo più di 125.000 persone nella restaurazione.

Colui che ha portato alla notorietà il crowdfunding è Barack Obama, che nel 2008 ha finanziato buona parte della
sua campagna elettorale per la presidenza con i soldi donati dai suoi elettori.

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il crowdfunding (2/4)

In Italia sono attive 55 piattaforme di crowdfunding che hanno erogato complessivamente € 65.389.176,18

La pratica del Crowdfunding e le sue evoluzioni costanti hanno portato all’affermarsi di 4 modelli:

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il crowdfunding (3/4)
Il modello Donation Crowdfunding è largamente utilizzato da enti ed organizzazioni no-profit che si
Donation-based rivolgono alle persone affinché queste sostengano economicamente una causa sociale, etica o filantropica.
Il donatore, in tal caso, non ottiene alcuna ricompensa materiale dal sostegno alla causa.
Il Reward Crowdfunding è il modello maggiormente diffuso, in Italia e nel mondo, grazie alla sua capacità di
remunerare, seppure in maniera simbolica, il Supporter con ricompense emozionali o materiali
normalmente di valore inferiore alla donazione. La declinazione di questo modello in settori fortemente
Reward-based creativi e sperimentali ha portato alla pratica del pre-selling: il promotore di un progetto potrà rivolgersi al
pubblico per ottenere il supporto finanziario necessario allo sviluppo, progettazione e produzione di un
nuovo bene e/o servizio, offrendo come ricompensa il prodotto stesso, magari ad un prezzo inferiore
rispetto al futuro prezzo di lancio.
L’Equity Crowdfunding è l’ultima frontiera in materia di Crowdfunding e rappresenta la declinazione delle
logiche del finanziamento dal basso al capitale d’impresa. In questo modello, le start-up e le PMI innovative,
Equity-based possono rivolgersi al pubblico per ottenere i capitali necessari all’avvio della loro attività imprenditoriale. In
tal caso, il sostenitore-finanziatore acquisisce titoli partecipativi al capitale d’impresa.
E’ l’evoluzione del Crowdfunding che ha portato anche alla nascita del prestito tra privati. Si tratta di un
modello che consente a privati risparmiatori di prestarsi risorse monetarie a tassi di impiego ed utilizzo
Peer-to-peer Lending
agevolati, senza dunque il ricorso ad intermediari tradizionali come le banche, rendendo così possibile la
creazione di una «comunità di prestatori».

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il crowdfunding (4/4)
Le piattaforme di Crowdfunding possono essere ulteriormente raggruppate in tre categorie:

Piattaforme Le piattaforme specializzate accolgono progetti relativi ad uno specifico settore: arte, musica, editoria, games
Specializzate e così via.

Piattaforme Le piattaforme specifiche abbracciano diversi settori, ma si focalizzano su una dimensione specifica, ad
Specifiche esempio progetti creativi, ad elevato impatto tecnologico o ambientale.

Piattaforme le piattaforme generali o generaliste accolgono qualsiasi tipologia di progetto, non distinguendo tra il settore di
Generali riferimento o le caratteristiche intrinseche dei progetti.

Ognuna ha delle proprie regole ma la cosa che hanno in comune è il fare da intermediario tra coloro che hanno un progetto e coloro
che possono sostenerlo. Da qualche anno, si sta sviluppando anche una nuova forma di Crowdfunding chiamato DIY.

Il DIY (Do-it-yourself), che significa letteralmente “fai-da-te”, consiste nel creare una propria campagna personale attraverso il
proprio sito web (implementato grazie a piattaforme di codici pubblici di SelfStater, GitHub, IgnitionDeck o CrowdHoster).

Detto anche Crowdfunding Indipendente, sta diventando abbastanza di moda a causa del fatto che molti siti di Crowdfunding stanno
restringendo il numero di progetti approvati, modificando le regole e le norme delle loro piattaforme, rendendo di conseguenza non
idonei progetti che magari in precedenza avevano le giuste qualifiche.

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