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Alleati con l'Ucraina o con la Russia?

Non solo
Usa e Cina: da Cuba al Giappone, dal Brasile
all'India, chi sta con chi
di Massimo Basile
Le alleanze internazionali messe alla prova dall'invasione di Mosca. Due schieramenti contrapposti,
ma c'è anche chi preferisce essere neutrale
25 Febbraio 2022 6 minuti di lettura

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha definito Vladimir Putin un “reietto sul palcoscenico
internazionale” e promesso che l’uomo del Cremlino “risponderà dei suoi crimini davanti al
mondo”. Ma, per essere precisi, Biden avrebbe dovuto dire “davanti a gran parte del mondo”. Non
tutto. Perché il giorno in cui dovesse essere giudicato, non tutti i posti della platea internazionale
sarebbero coperti da nemici del presidente russo. Il mosaico delle alleanze ha registrato piccoli
sommovimenti, qualche perplessità, ma anche gli entusiasmi verso la Russia da parte di singoli
leader politici e ex presidenti. Il quadro delle alleanze è variegato. Se il mondo occidentale è
schierato al fianco dell’Ucraina, la Russia è tutt’altro che isolata, e non solo tra le ex repubbliche
sovietiche. Vediamo qual è l’attuale situazione.

L'imbarazzo della Cina, che si rifiuta di pronunciare la parola "invasione"

dal nostro corrispondente Gianluca Modolo 24 Febbraio 2022

Chi è il maggiore alleato di Mosca?


Il governo cinese è storicamente più vicino alla Russia che all’Occidente. Il Trattato, sancito nel
2001, del “buon vicinato e della cooperazione amichevole” ha ormai vent’anni ed è stato rinnovato,
di recente, per altri cinque anni, fino al 2026. Tra i punti chiave la cooperazione economica,
diplomatica e l’armonia geopolitica. Può essere visto come un patto di difesa, visto che la Russia ha
affermato pubblicamente di considerare Taiwan una “parte inalienabile” della Cina. Taiwan non è
stata citata a caso: secondo molti analisti, sarà l'Ucraina dell’Asia, la prossima terra a essere invasa,
in questo caso dai soldati di Pechino. Eppure stavolta la Cina ha cercato di mantenere una posizione
di mezzo. Pochi minuti dopo l’attacco all’Ucraina, il rappresentante cinese all’Onu aveva invitato a
“restare freddi e razionali”. Poche ore dopo, il portavoce del ministero degli Esteri ha detto di
“sperare nel dialogo e prevenire che la situazione peggiori”. La tv di Stato cinese ha intervistato un
ministro del governo ucraino, gesto insolito, simbolicamente importante e, forse, un segnale per
Putin. Il motivo è presto detto: è vero che Pechino e Mosca hanno stretto i rapporti negli ultimi anni,
uniti dalla volontà di contrastare l’espansione della Nato, ma la Cina non vuole compromettere i
buoni rapporti che sta costruendo nel mercato europeo, assumendo una posizione minacciosa. Ieri
tuttavia Pechino si è rifiutata di parlare di "invasione" russa.

Chi è il maggiore alleato di Kiev?


Fino a prima dell’attacco russo, si poteva dire che i rapporti migliori per l’Ucraina fossero con
Polonia, Slovacchia e Ungheria a ovest, Romania e Moldavia a Sud. Negli ultimi anni sono
migliorati i rapporti con Germania e Francia che, all’inizio, avevano privilegiato le relazioni con
Mosca. Un esempio è stato il gasdotto Nord Stream 2, un progetto energetico che si è rivelato
disastroso per l’Ucraina. Quando la tensione con la Russia è salita, inizialmente tedeschi e francesi
sono apparsi riluttanti a usare una posizione dura nei confronti di Mosca, per paura di perdere le
forniture di gas.

Il G7: "Putin via dall'Ucraina". Johnson: "Stop a banche e soldi russi: le nostre sanzioni più
dure di sempre"

dal nostro corrispondente Antonello Guerrera 24 Febbraio 2022

Ma attenzione, la situazione è cambiata. Tutta l’Unione Europea ha trovato compattezza attorno a


Kiev, e lo stesso vale per la Nato. Il ruolo chiave è quello della Francia, che è passata da una
posizione di tiepido sostegno a Paesi tra i più convinti a favore dell’Ucraina. Il motivo è chiamato
aprile: è il mese in cui i francesi eleggeranno il nuovo presidente. Emmanuel Macron, che aveva
vinto nel 2017, si ripresenterà per inseguire un secondo mandato. I suoi sfidanti, Eric Zemmour e la
stessa Le Pen, sono i più convinti sostenitori di Putin. Macron si giocherà la carta del leader anti-
Putin, punterà a distinguersi. Lo ha già fatto fin da subito, parlando all’Eliseo con, ben in vista alle
sue spalle, la bandiera ucraina messa assieme a quella francese.

A oggi Kiev può contare soprattutto su Stati Uniti e altri alleati Nato, tra cui anche Canada,
Lituania e Regno Unito. L’anno scorso a una videoconferenza a cui avevano preso parte i ministeri
della Difesa di questi Paesi erano arrivati segnali di sostegno a Kiev. Su di loro l’Ucraina sente di
contare in pieno, oltre a Biden, che ha ribadito la volontà di sostenere gli ucraini con tutte le forze.

A Flourish map

Quali sono gli altri alleati della Russia?


Al primo posto tra gli amici di Putin c’è il leader bielorusso Alexander Lukashenko, che ha
dichiarato di essere pronto a usare il “super nucleare” se qualcuno attaccherà la Russia. Nessuno si è
sorpreso. La Bielorussia è considerata uno “Stato cliente” di Mosca. Migliaia di soldati russi hanno
stazionato per settimane dentro i suoi confini e sono entrati in Ucraina passando anche dalla
Bielorussia. Tra gli alleati restano Armenia, Kazakistan, Azerbaijan e Kirghizistan. Tranne gli azeri,
gli altri fanno parte dell’Unione economica eurasiatica, un’alleanza economica ispirata al
principio di integrazione dell’Unione Europea e annunciata nell’ottobre 2011 proprio dal presidente
Putin. Tra quest’anno e il prossimo l’unione potrebbe registrare nuove adesioni. Per gli analisti è un
modo per riunire le vecchie repubbliche sovietiche. Gli Stati Uniti non hanno nascosto la loro
contrarierà, definendolo un tentativo di restaurare la vecchia Urss. “Non si chiamerà Unione
Sovietica”, aveva commentato Hillary Clinton, “ma non è tanto diversa da quella”.
di Rossella Tercatin 24 Febbraio 2022
Quali sono gli altri alleati degli Stati Uniti?
Giappone, Australia e Nuova Zelanda si sono schierati apertamente al fianco di Washington,
annunciando una serie di sanzioni economiche nei confronti di Mosca. Il premier australiano Scott
Morrison ha messo nel mirino anche “entità chiave bielorusse” e trecento legislatori russi che hanno
vorato a favore dell’attacco. Anche la Turchia, spesso abbastanza fredda, si è schierata con gli Usa.
Il presidente Recep Tayyp Erdogan “non riconosce la legittimità” dell’invasione. La Corea del Sud
si è unita alle sanzioni internazionali contro la Russia, mentre la Corea del Nord ha tratto una
convinzione: di quanto sia importante avere il nucleare. Il leader Kim Jong Un è certo che la Russia
non avrebbe osato attaccare l’Ucraina, se Kiev avesse disposto di armamenti nucleari.

Nessun amico di Putin ha provato perplessità dopo l’attacco?


Le immagini dell’attacco all’Ucraina hanno spaventato gli Stati satelliti dell’Europea centrale e
dell’est. Per molti Paesi, che per anni hanno sventolato la bandiera rossa del blocco sovietico,
vedere uno di loro invaso dai russi è stato sconvolgente. Dunque la risposta è: sì, a qualcuno il
dubbio è venuto.
dalla nostra corrispondente Tonia Mastrobuoni 24 Febbraio 2022

Per esempio: il primo ministro ungherese Viktor Orbán e il presidente della Repubblica Ceca Milos
Zeman. I due leader hanno criticato il Cremlino, turbati da una situazione che ha riaperto vecchie
ferite: la Repubblica Ceca, come parte della Cecoslovacchia, venne invasa dai carrarmati sovietici
nel 1968, l’Ungheria aveva subito lo stesso trattamento dodici anni prima, nel 1956. Il presidente
Zeman, considerato un “servo di Putin”, ha definito l’invasione un “atto di aggressione non
provocato, un crimine contro la pace”. In Ungheria Orbán ha evitato di condannare Mosca, seppure
gli ungheresi storicamente, proprio per i fatti del ’56, non si fidino completamente dei russi. Ma
stavolta Orbán si è schierato con la Nato. “La posizione dell’Ungheria è chiara - ha aggiunto il
ministro degli Esteri Peter Szijijarto - stiamo con l’Ucraina, con l’integrità territoriale e con la
sovranità”. Rumen Radev, il presidente della Bulgaria, uno degli alleati più stretti di Mosca durante
gli anni della Guerra Fredda, ha definito “assolutamente inammissibile” l’attentato alla sovranità di
un Paese. Condanne sono arrivate anche da Romania e Moldavia.

Dal Medio Oriente al Sud America, chi sta con Mosca e chi con Washington
La Siria fa parte di quell’elenco di alleati della Russia che, ufficialmente, non hanno accordi
bilaterali, ma Bashar al-Assad è molto in debito verso Putin, che gli ha garantito aiuti militari e
protezione politica. L’India può essere considerata un'altra potenziale alleata, senza però
sbilanciarsi: la sua "neutralità" ha intanto infastidito Kiev. Il vicino Pakistan ha evitato di prendere
posizione, invitando a riprendere i negoziati. Il presidente dell’Iran, Ebrahim Raisi, ha parlato con
Putin di nucleare, ma non ha commentato l’invasione dell’Ucraina. Il ministro degli Esteri, Hossein
Amir-Abdollahian, ha fatto un breve commento su Twitter per attribuire la causa della crisi alle
“provocazioni della Nato”.

Israele ha dato all’inizio una risposta tiepida di condanna, nonostante in Ucraina viva una delle
comunità di ebrei più popolose d’Europa, poi attraverso il ministero degli Esteri Yair Lapid ha
detto: “L’attacco è una seria violazione dell’ordine internazionale”. Se il Qatar ha chiesto alle parti
di trovare un’intesa “attraverso la diplomaia”, una condanna sfumata è arrivata dal Messico, l’Egitto
è rimasto tiepido, mentre Cuba, Venezuela e Nicaragua - unite dall’anti-americanismo - hanno
dato la colpa agli Stati Uniti per aver “provocato la crisi”. Dall’Africa è arrivato, invece, un
sostegno all’Ucraina: l’ambasciatore del Kenya all’Onu, Martin Kimani, ha attaccato duramente
Putin. Stessa posizione espressa da Ghana e Gabon, mentre il Sudafrica si è mantenuto neutrale.
dalla nostra inviata Rosalba Castelletti 24 Febbraio 2022

Chi sono i leader più entusiasti di Putin?


Sono nazionalisti, populisti, spesso novax, e tra loro anche grandi amici. Uno di questi è il
presidente del Brasile Jair Bolsonaro, che appena la scorsa settimana aveva stretto la mano a Putin
e dichiarato la piena solidarietà al Cremlino. Nelle ultime ore il populista Bolsonaro ha scritto
qualcosa su Twitter, ma non per prendere posizione. Solo per lanciare un messaggio di solidarietà ai
“brasiliani che vivono in Ucraina”. L’imbarazzante silenzio non è rimasto inosservato a
Washington, ma altri sono stati più plateali nel sostenere il presidente russo.

In Francia la leader dell’estrema destra Marine Le Pen cerca di districarsi con imbarazzo, mentre i
giornali americani, come il Washington Post, hanno ricordato il giorno in cui il leader della Lega,
Matteo Salvini, aveva indossato nella Piazza Rossa una maglia celebrativa di Putin. La rete
conservativa americana Newsmax ha ribattezzato il presidente russo “Vlad the Great”, Vladimiro il
Grande, così come il conduttore principe della Fox, Tucker Carlson, ha ammesso la sua
infatuazione politica nei confronti di Putin, una linea condivisa dal sostenitore numero uno di Putin,
l’ex presidente americano Donald Trump, che ha prima definito il suo amico un “genio” e poi
spiegato che se ci fosse stato ancora lui alla Casa Bianca, l’invasione dell’Ucraina non sarebbe
successa, facendo intendere che tutto l’architrave di alleanze mondiali di cui abbiamo parlato finora
sarebbe inutile davanti al rapporto di due vecchi amici.

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