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Guerra in Europa

Ucraina - Russia: tregua per evacuare i civili. Nel


pomeriggio secondo round di colloqui
3 marzo 2022

La Russia ordina la tregua per consentire l’evacuazione dei civili. Le ultime manovre dell’Armata Rossa in
Ucraina si erano concentrate sul fronte orientale che, probabilmente, sarà al centro delle richieste russe al tavolo dei
negoziati in programma nel pomeriggio nella regione bielorussa di Brest. Potenti esplosioni sono state poi udite nella
notte a Kiev e in altre città dell’Ucraina a otto giorni dall’inizio della guerra. Secondo la Bbc, almeno quattro forti
esplosioni si sono registrate intorno alle 3 ora locale nella capitale, ma non è chiaro quali fossero gli obiettivi né se ci
siano persone colpite. Così a Kiev nella notte sono tornate a suonare le sirene antiaeree con gli abitanti invitati a
mettersi al riparo. I media locali hanno anche riferito di combattimenti alla periferia di Kiev. «Il nemico sta cercando di
sfondare», ha scritto nelle scorse ore su Telegram il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko. Finora i russi avrebbero preso solo
Kherson, tra le grandi città ucraine, per quanto l’intelligence britannica metta in discussione il loro reale controllo del
centro.

Lavrov: «Una soluzione si troverà»


Ci si confronta sul campo e anche mediaticamente. Il ministro degli Esteri russo Lavrov, per esempio, tiene
una conferenza stampa che fa il punto dell’azione bellica dell’Armata Rossa: «Una soluzione alla situazione in Ucraina
verrà trovata», dice sottolineando la «buona volontà russa. «Le richieste di Mosca nei negoziati sono minime, ma
bisogna tenerne conto. Non vogliamo una guerra nucleare», ma se i Paesi occidentali «dispiegheranno armi nucleari
contro di noi affronteremo la situazione». Quanto all’ipotesi di una Terza guerra mondiale, «può essere solo una
devastante guerra nucleare». Gli Stati Uniti «stanno cercando di imporci la loro visione del futuro dell’Europa».
Washington domina l’Europa come Napoleone o Hitler hanno fatto a loro tempo, nell’analisi del ministro degli Esteri di
Mosca.
Zelensky: «La resistenza sarà feroce»
Dal fronte di Kiev torna a farsi sentire, sempre con un video affidato al suo canale Telegram, anche il
presidente ucraino Volodymyr Zelensky. E stavolta parla ai russi: «Qui non avrete pace, non avrete da mangiare, non
avrete un momento di calma». Ci sarà solo, ha incalzato, una «resistenza tanto agguerrita che ricorderanno per sempre
che non rinunceremo a ciò che è nostro». Dall’inizio dell’invasione, ha rivendicato, l’Ucraina ha sventato i piani che il
«nemico» preparava da anni. Stando al presidente ucraino, sarebbero morti circa 9mila russi. Secondo Zelensky è basso
il morale delle truppe russe e ogni giorno soldati russi vengono fatti prigionieri. «E dicono solo una cosa: non sanno
perché sono qui». La Russia «risarcirà l’Ucraina per tutti i danni subiti durante la brutale guerra di Mosca», ha detto
Zelensky. «Ripristineremo ogni casa, ogni strada, ogni città».

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Già un milione di profughi


Riprenderà alle 13 ora italiana il secondo round dei negoziati tra Russia e Ucraina, nella regione di Brest. Sul
tavolo c’è «il cessate il fuoco», assicura Mosca. Kiev avverte che non accetterà ultimatum dal Cremlino. Il presidente
francese Emmanuel Macron sta tentando di mediare: ha sentito sia Putin che Zelensky. La situazione è molto delicata.
Finora ci sarebbero almeno 2mila vittime civili, secondo il governo ucraino. Almeno 277 quelle accertate dall’Onu, che
parla di un milione di profughi. Sotto le bombe a Kharkiv morta anche un’osservatrice Osce; colpite in città tre scuole e
la cattedrale. La Russia ammette 500 vittime tra i suoi soldati. Le truppe di Mosca hanno conquistato Kherson. I
profughi sarebbero già un milione.

L’Onu condanna la Russia


L’Assemblea generale Onu ha adottato una risoluzione che deplora l’invasione russa dell’Ucraina e condanna
le minacce nucleari di Mosca. La Cina tra i 35 paesi che si sono astenuti. Il presidente americano Joe Biden parla di «voto
storico che mette a nudo l’isolamento di Putin». Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov minaccia: «Una terza guerra
mondiale sarebbe nucleare e devastante». Kiev denuncia un «genocidio» da parte di Mosca. La Corte penale
internazionale dell’Aja indaga per crimini di guerra. In giornata riunione del Consiglio dei diritti umani dell’Onu.
Washington chiede a Mosca di «porre fine al bagno di sangue» e la accusa di aver lanciato una «guerra totale» anche
alla verità.

Agenzia internazionale per l’energia atomica a Russia: stop azioni contro siti nucleari
Una risoluzione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) sollecita la Russia a «mettere fine alle
azioni» contro i siti nucleari in Ucraina. Il testo, presentato da Polonia e Canada, è stato approvato a maggioranza, con
26 voti a favore e cinque astensioni e il voto contrario di Cina e Russia. La risoluzione afferma che il rischio di un
incidente nucleare con ripercussioni internazionali sia aumentato sostanzialmente sulla scia dell’invasione russa. Le
azioni della Russia in Ucraina hanno «causato e continuano a porre minacce serie e dirette alla sicurezza di questi
impianti e del loro personale civile».

Summit virtuale tra Usa, Giappone, Australia e India


Il presidente americano Joe Biden terrà un summit virtuale con i leader di Giappone, Australia e India: lo ha
reso noto il governo indiano. Nel comunicato del ministero degli Esteri indiano non si fa menzione della crisi ucraina,
spiegando che i quattro leader si dovrebbero «scambiare punti di vista e valutazioni sugli importanti sviluppi nell’aera
indo-pacifica».

Ue, sanzioni anche per la Bielorussia


Sulle sanzioni l’Unione europea non arretra: in giornata sarà varato il nuovo pacchetto contro la Bielorussia.
Con la guerra che pesa sull’economia, Bruxelles valuta intanto di prolungare la sospensione del Patto di stabilità e non
attuare la stretta sul debito. In Europa intanto arriva il segretario di Stato Usa Antony Blinken: andrà in Polonia,
Moldavia e nei paesi baltici in segno di sostegno all’Ucraina. La Germania si appresta ad inviare altri 2.700 missili
antiaerei all’Ucraina, secondo quanto riferisce una fonte governativa a Berlino.
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