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L’appello delle telco alla Ue: «I giganti del web devono


contribuire alle reti»
di Andrea Biondi
26 settembre 2022

«Scriviamo oggi con un senso di urgenza, mentre la Commissione europea guarda alle priorità per l’ultimo, e
importante, parte del suo mandato quinquennale». È uno dei passaggi della lettera indirizzata alla Commissiore
europea da parte dei big delle Tlc del Vecchio Continente. E ora che «viviamo in tempi senza precedenti», la richiesta è
chiara e messa nero su bianco: i giganti del web devono condividere i costi di rete. Crisi energetica e obiettivi della Ue in
materia di cambiamento climatico non lasciano spazio a dubbi.

Ci sono anche Pietro Labriola, ceo Tim e Alberto Calcagno, ad Fastweb, fra i 16 firmatari della lettera inviasta
oggi e che Il Sole 24 Ore ha potuto visionare. Ad apporre la loro firma ci sono i ceo di Deutsche Telekom, Orange,
Telefonica, Vodafone Group. Di base c’è una stretta connessione con le partite della sostenibilità e del risparmio
energetico. «La digitalizzazione – scrivono i ceo – può ridurre le emissioni di CO2 fino al 20%. In questo contesto, la Ue
dovrebbe intensificare i suoi sforzi per rendere la rete energetica europea più intelligente e accelerare l’adozione
digitale in tutti i settori industriali. Noi siamo pronti».

La tenuta dei conti del settore


Accanto a questo c’è il tema della sostenibilità finanziaria e della tenuta del settore dal punto di vista dei conti
economici. «Le nostre aziende – si legge ancora – hanno mostrato, e continueranno a mostrare, determinazione nel
promuovere il nuovo mercato europeo obiettivi di connettività (ovvero, copertura completa delle reti ad altissima
capacità come fibra e 5G, entro il 2030). Il raggiungimento di questi obiettivi richiede sforzi crescenti da parte del
nostro settore, che attualmente investe circa 50 miliardi di euro/anno in Europa, ma deve essere abilitato a fare di più e
più velocemente, se si vuole raggiungere gli obiettivi in ​modo tempestivo».

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Le telco: dai Big Tech un contributo «equo»


C’è tutto questo alla base della richiesta che le Big Tech diano il loro contributo: «Riteniamo che i più grandi
generatori di traffico dovrebbero contribuire in modo equo agli ingenti costi che attualmente impongono alle reti
europee. Dobbiamo garantire che l’Europa non soffra della scarsità di infrastrutture digitali. Un contributo equo
andrebbe a vantaggio in primo luogo dei consumatori, poiché aiuterebbe a consentire un rollo-out (delle reti, ndr.) più
rapido e inclusivo, portando maggiore copertura, resilienza e qualità».

Un calendario «tempestivo»
È per questo che le telco dicono di accogliere «le dichiarazioni della vice presidente Vestager e la
consultazione annunciata dal Commissario Thierry Breton. Si getteranno le basi per una solida iniziativa legislativa che
affronti efficacemente la questione. Siamo favorevoli a un calendario tempestivo che consenta all'Europa di ottenere
risultati entro la fine dell'attuale mandato della Commissione».

Google: impatto negativo per i consumatori


Non si è fatta attendere la replica di Google. Per Matt Brittin, presidente di Emea business & operations di
Google, quella su cui insistono i big delle tlc «non è un’idea nuova e sconvolgerebbe molti dei principi di Internet
aperto». Si tratta di argomenti, ha aggiunto Brittin, «simili a quelli che abbiamo sentito 10 o più anni fa e non abbiamo
visto nuovi dati che cambino la situazione». Conclusione: se ciò dovesse avvenire «potrebbe avere un impatto negativo
sui consumatori, soprattutto in un momento di aumento dei prezzi»

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