Sei sulla pagina 1di 3

ECONOMIA POLITICA

Le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni costituiscono parte integrante del tessuto sociale
delle economie sviluppate, tanto che sarebbe impensabile una società moderna senza l’uso delle tecnologie
ICT(information and communication tecnology) . Le tecnologie ICT sono caratterizzate da un’elevata
pervasività e consentono processi produttivi veloci, efficienti e tempestivi: in tal modo costituiscono un
motore propulsivo per incentivare lo sviluppo economico. esse assumono un importanza ancora maggiore
in un periodo di forte crisi economica come questo.

l’economia italiana più di altri Paesi europei. Nel 2020, il prodotto interno lordo si è ridotto quasi del 9 per
cento, a fronte di un calo nell’Unione Europea del 6%. L’Italia è stata colpita prima e più duramente dalla
crisi sanitaria. Le prime chiusure locali sono state disposte a febbraio 2020, e a marzo l’Italia è stata il primo
Paese dell’UE a dover imporre un lockdown generalizzato. La crisi si è abbattuta su un Paese già fragile dal
punto di vista economico, sociale ed ambientale. Tra il 1999 e il 2019, il Pil in Italia è cresciuto in totale
dell'8 per cento. Nello stesso periodo in Germania l’aumento è stato del 30%. Dietro la difficoltà
dell’economia italiana di tenere il passo con gli altri paesi avanzati europei e di correggere i suoi squilibri
sociali ed ambientali, c’è l’andamento della produttività, molto più lento in Italia che nel resto d’Europa. Tra
le cause del deludente andamento della produttività c’è l’incapacità di cogliere le molte opportunità legate
alla rivoluzione digitale. Questo ritardo è dovuto sia alla mancanza di infrastrutture adeguate, sia alla
struttura del tessuto produttivo, caratterizzato da una prevalenza di piccole e medie imprese, che sono
state spesso lente nell’adottare nuove tecnologie e muoversi verso produzioni a più alto valore aggiunto.
non è dunque da considerarsi un caso che la politica economica di gran parte degli Stati miri proprio
all'innovazione tecnologica. L’Unione Europea ha infatti risposto alla crisi pandemica con il Next Generation
EU (NGEU). È un programma di portata e ambizione inedite, che prevede investimenti e riforme per
accelerare la transizione ecologica e digitale; migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori; e
conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale. L’Italia è la prima beneficiaria, in
valore assoluto, dei due principali strumenti del NGEU: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il
Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU). Il solo RRF garantisce
risorse per 190 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021- 2026, delle quali 70 miliardi sono
sovvenzioni a fondo perduto. Il dispositivo RRF richiede agli Stati membri di presentare un pacchetto di
investimenti e riforme: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) o recovery plan. Il Governo stima
che gli investimenti previsti nel Piano avranno un impatto significativo sulle principali variabili
macroeconomiche e permetteranno pertanto il raggiungimento di molti obiettivi. Nel 2026, l’anno di
conclusione del Piano, il prodotto interno lordo sarà quai di 4 punti percentuali più alto rispetto
all’andamento tendenziale. Nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale (2024-2026), l’occupazione
aumenterà notevolmente(le tipologie di disoccupazione sono svariate e alcune sembrano essere legate
direttamente allo sviluppo delle tecnologie: come quella strutturale, che è la mancata simmetria tra le
abilità del lavoratore e quelle richieste dal datore di lavoro ( Il progresso tecnologico, per esempio, impone
nuove specializzazioni in molti settori, rendendo inadeguati i lavoratori che ne siano privi.) e la
disoccupazione tecnologica dovuta all'introduzione di processi meccanizzati in sostituzione della
manodopera. lo sviluppo delle tecnologie potrebbe sembrare pertanto uno svantaggio in questo senso,
basti pensare che secondo alcune fonti Il processo di trasformazione del mercato del lavoro, anche definito
come rivoluzione industriale 4.0 avrà come conseguenze la disoccupazione tecnologica di massa,
l’obsolescenza di professionalità e competenze, e l'aggravamento del già marcato disallineamento tra
domanda e offerta di lavoro. ma in realtà non è cosi: Il timore della distruzione del lavoro come
conseguenza dell'introduzione di nuovi strumenti di produzione di beni e servizi e nuovi processi
accompagna tutta la storia dell'economia industriale passando per la disoccupazione tecnologica
keynesiana. All’inizio della prima e seconda rivoluzione industriale l’innovazione tecnologica ha fatto sparire
molti mestieri, forse allora anche più dei 50% che si progettano per la rivoluzione industriale 4.0, ma a
questi lavori spariti si sono sostituiti nuovi tipi di lavoro, e il tasso complessivo di occupazione è sempre
aumentato. d'altronde, quando l’economista Keynes parlava di disoccupazione tecnologica, come
accennato, la definiva come “la disoccupazione nata dal fatto che scopriamo nuovi modi per risparmiare
lavoro a una velocità superiore di quella alla quale scopriamo nuovi modi per impiegare il lavoro; ma è
soltanto un disallineamento temporaneo”. L'innovazione tecnologica deve essere vista non come una
minaccia, bensì come un’opportunità.). Gli investimenti previsti nel Piano porteranno inoltre a
miglioramenti marcati sul piano ambientale poiché circa il 40% delle risorse sarà impegnato proprio per il
processo di e transizione ecologica verso la completa neutralità climatica e lo sviluppo ambientale
sostenibile.

DIRITTO

le potenzialità offerte dalle tecnologie e dunque dalle reti infotelematiche sono davvero infinite, tuttavia al
giorno d'oggi ci sono ancora persone che non hanno la possibilità, per una serie di ragioni, principalmente
economiche, di accedere alla rete, una questione che viene definita come digital divide. a tale scopo si è
cercato di rendere il diritto all'accesso alle reti infotelematiche un diritto costituzionalmente tutelato
perchè soltanto in questo modo quel concetto di di libertà sostanziale enunciato dall'articolo 3 della
costituzione può trovare una reale attuazione, perchè proprio in base a quello stesso articolo la repubbliica
deve rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, ebbene ad oggi
internet rappresenta lo strumento di partecipazione più efficace, nonchè uno strumento indispensabile per
la crescita sociale e culturale dell'individuo. Sono passati 11 anni da quando nel 2010 il giurista Stefano
Rodotà, in un momento storico in cui la rilevanza giuridica della Rete cominciava a diventare un tema
strategico centrale a livello globale, prendendo atto del ritardo esistente nel panorama legislativo italiano,
formulava la prima proposta di modifica costituzionale per garantire l’accesso ad Internet come requisito
essenziale di inclusione sociale, funzionale a rimuovere il divario digitale, con l’obiettivo di incrementare il
livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini nei rapporti interpersonali e nelle dinamiche lavorative.
La proposta di Rodotà è stata poi recepita in un disegno di legge presentato nel corso della XVI legislatura,
recante l’introduzione del nuovo art. 21-bis Cost. il lavoro di Stefano Rodotà è però poi sfociato anche nella
Dichiarazione dei diritti di Internet. Varata nel 2015, la carta riconosce come internet abbia “contribuito in
maniera decisiva a ridefinire lo spazio pubblico e privato, a strutturare i rapporti tra le persone e tra queste
e le Istituzioni. in realtà, a prescindere da qualsivoglia ipotesi di revisione costituzionale prospettata, come
soluzione alternativa di inquadramento subito attuabile, sarebbe possibile ricondurre il fondamento
indiretto del diritto di accesso ad Internet nella portata applicativa di disposizioni costituzionali già vigenti,
identificabili, ad esempio, negli artt. 2, 3, 9, 15, 21 Cost.,  (ART.2 la repubblica riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell'uomo, ART.9 la repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e
tecnica) il diritto all'accesso alle reti infotelematiche un diritto costituzionalmente tutelato perchè soltanto
in questo modo quel concetto di libertà sostanziale enunciato dall'articolo 3 della costituzione può trovare
una reale attuazione, perchè proprio in base a quello stesso articolo la repubblica deve rimuovere gli
ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, ebbene ad oggi internet rappresenta lo
strumento di partecipazione più efficace, nonchè uno strumento indispensabile per la crescita sociale e
culturale dell'individuo. se internet oggi è uno strumento con il quale è possibile esprimere liberamente le
proprie idee, è soltanto grazie alla madre del nostro ordinamento giuridico la costituzione. più
precisamente la libertà di comunicazione è disciplinata dalla nostra costituzione in due articoli: l'art.15 e il
21. Nonostante a prima vista possa sembrare che le due norme abbiano il medesimo oggetto in realtà ciò
non è vero. Le due norme hanno, infatti, un ambito di applicazione diverso e, soprattutto, un diverso
sistema di limiti.

Per quanto riguarda l’ambito di applicazione, l’art. 15 tutela la liberta e la segretezza delle comunicazioni
interpersonali, solo cioè di quelle comunicazioni che avvengono tra un numero di destinatari determinato e
attraverso un mezzo tecnico idoneo a garantire la segretezza della comunicazione. L’art. 21 ha, invece,
come oggetto le cosiddette comunicazioni al pubblico, vale a dire le manifestazioni del pensiero rivolte ad
un numero indeterminato di soggetti.

Per quanto riguarda il sistema di limiti, nell’art. 15, il Costituente ha previsto che la libertà e la segretezza
delle comunicazioni interpersonali possa essere limitata solo dall’autorità giudiziaria con atto motivato e
sulla base di una legge dello Stato. Ha cioè previsto che la limitazione possa essere esclusivamente disposta
dal Giudice “con le garanzie previste dalla Legge”

I limiti comuni sono quello esplicito del buon costume (da intendersi però come limitato alla sfera del
pudore sessuale) e quelli impliciti ricavabili da altre norme costituzionali. Tra i limiti impliciti occorre
ricordare i limiti personali cioè quelli derivanti dalla protezione dell’individuo che la Costituzione garantisce
in altri articoli (articolo 2 della costituzione. ) (il limite dell’onore, della reputazione, della riservatezza,
dell’identità personale).

pensare che dei provvedimenti cosi importanti siano stati però presi soltanto nel 2016 sembra assurdo.
D'altronde nonostante le potenzialità offerte dalle reti, altrettanti sono i rischi. Un uso scorretto e
superficiale dei dati sensibili può esporre a rischi come il furto dell'identità digitale, una pratica ovviamente
illegale che consiste nello spacciarsi per un'altra persona con lo scopo di ottenere indebitamente vantaggi,
spesso denaro. L'uso improprio di Internet ha peraltro generato negli ultimi anni la comparsa di una serie di
gravi fenomeni sociali come il revenge porn (una pratica nella quale generalmente l'ex partner per vendetta
pubblica sui social o sulle chat foto o video privati della propria ex allo scopo di procurarle danno e di
umiliarla. Si tratta quindi di una pratica che può avere effetti drammatici a livello psicologico, sociale e
anche materiale sulla vita delle persone che ne sono vittime.) o il grooming (adescamento online di minori
tramite tecniche di manipolazione psicologica, ovviamente per scopi sessuali). ne è un esempio l'hate
speech, letteralmente dei discorsi d'odio che incitano promuovono o giustificano l'odio razziale, la
xenofobia, l'antisemitismo o altre forme di minaccia basate sull'intolleranza. Sembra quasi surreale pensare
che ci sia ancora che giustifichi l’antisemitismo dopo gli avvenimenti della seconda guerra mondiale. In
realtà c’è una forte correlazione tra ciò che è accaduto tempo fa e quello che sta accadendo oggi.
L’antisemitismo nel periodo tra le due guerre inizio a diffondersi con il mein kampf. Parallelismo
indifferenza di una volta e quella attuale, essere indifferenti dinnanzi ad un fenomeno del genere significa
esserne complici. Un avvenimento che ha portato allo sterminio di una nazionalità e che diventerà ancora
peggiore a partire dal 1941, sono questi gli anni della shoa.

Potrebbero piacerti anche