I cittadini italiani hanno espresso le loro opinioni online dando suggerimenti, segnalando gli sprechi, aiutando i tecnici a completare il lavoro di analisi e ricerca delle spese futili, ma lutilizzo della rete si dimostrato un vero esercizio di democrazia partecipata e rappresentativa? Michelangelo Tagliaferri, Fondatore di Accademia di Comunicazione-Fondazione di Milano, sul blog indipendente Il Comunicatore Italiano.
Si scritto molto rispetto al provvedimento relativo allo spending review, vale a dire ai criteri adatti a tenere sotto controllo la spesa della Pubblica Amministrazione. In particolare pi che sui modi per intervenire sulle anomalie del sistema italiano lopinione pubblica si a lungo soffermata sulla chiamata a scovare le sacche e i casi di spreco e a denunciarle al Governo mediante lutilizzo delle vie di internet. Il successo stato enorme e palazzo Chigi ha dovuto annotare una corrispondenza con pi di novantamila cittadini e partecipanti ad organizzazioni sociali e territoriali che hanno dato suggerimenti e indicato anomalie. Pur tenendo conto che il 6% delle denuncie era ripetitiva e indicava la presenza di una mano organizzata il Presidente Monti e il suo Governo non possono che essere soddisfatti del risultato ottenuto.
Tanto soddisfatti da oscurare il senso e il peso del provvedimento adottato e da far pensare alle malelingue che si trattasse solo di propaganda. Noi che guardiamo le cose in modo disincantato e dal punto di vista della comunicazione non siamo altrettanto soddisfatti. Non siamo soddisfatti perch si persa una ulteriore occasione per rettificare la nostra prassi comunicativa in chiave di una migliore rappresentazione della democrazia e di un pi sapiente utilizzo della tecnologia della rete. E vogliamo essere chiari il pi possibile.
Il provvedimento governativo aveva gi dato le indicazioni di diagnosi e le modalit di intervento oltre ai criteri per provvedere allo stesso la Presidenza del Consiglio aveva gi indicato le procedure adatte alla soluzione del problema coerenti con il valore di riferimento per lazione politica, vale a dire la battaglia agli sprechi. Erano anche stati determinati i valori del risparmio ipotizzato negli anni futuri. In particolare: La prima anomalia riguarda la struttura della spesa pubblica italiana. In Italia si spende meno della media dei Paesi OCSE per la fornitura di servizi pubblici e per il sostegno agli individui in difficolt economica mentre le spese per gli interessi sul debito pubblico e per le pensioni superano la media europea. Queste due voci valgono circa 310 miliardi di euro, una cifra che ostacola la flessibilit di gestione e adattamento della risposta pubblica alle domande provenienti dalleconomia. La seconda rappresentata dal costo della produzione dei servizi pubblici. Laumento dei costi di produzione dei servizi pubblici (scuola, sanit, difesa, giustizia, sicurezza) non stato accompagnato da un adeguato livello di qualit. La terza laumento delle spesa dovuto alle diffuse carenze nellorganizzazione del lavoro allinterno delle amministrazioni, nelle politiche retributive e nelle attivit di acquisto dei beni necessari per la produzione. La quarta riguarda levoluzione della spesa e la sua governance. La quinta anomalia nel rapporto centro-periferia, per cui gli enti locali esercitano le stesse funzioni, a prescindere dalle dimensioni e caratteristiche territoriali. A fronte di una spesa pubblica rivedibile nel medio periodo di circa 295 miliardi di euro, il Governo ha ritenuto necessario un intervento volto alla riduzione della spesa pubblica per un importo complessivo di 4,2 miliardi, per lanno 2012, pi o meno il 2% della cifra ipotizzata. Perch allora, a fronte di una ipotesi cos debole Palazzo Chigi ha scelto la partecipazione online anche per ladozione della spending review ? lo stesso Governo che afferma che la sezione web dedicata a questo problema ha lo scopo di illustrare la spending review, quanto stato fatto finora e i progressi che si attendono per i prossimi mesi. Mentre tutti i cittadini, attraverso il modulo Esprimi la tua opinione, hanno la possibilit di dare suggerimenti, segnalare uno spreco, aiutando i tecnici a completare il lavoro di analisi e ricerca delle spese futili. E i cittadini diligentemente hanno espresso la loro opinione, ma governare unaltra cosa che esprimere unopinione. E in un sistema democratico rappresentativo governare vuole dire esercitare il potere attraverso la delega e riconoscersi nelle scelte che vengono fatte anche assumendosi responsabilit e sacrifici. Va da s e non ha bisogno di dimostrazione che la tecnologia digitale non dar nessun incremento di potere al cittadino
volenteroso che in buona fede avr dato un aiuto alla diagnosi della situazione da sanare. Nessuno infatti gli far sapere in quale dei cinque punti servita la sua osservazione. Inoltre la tecnologia digitale che ha come prerogativa la partecipazione e la interattivit non ha avuto nessuna possibilit di eliminare limmagine e lesercizio di un potere che vede sempre un re e un suddito. La partecipazione alle scelte di democrazia territoriale risulta avvilita da una gestione di informazioni centralizzate che non tengono conto di storia, organizzazione e vocazione delle comunit locali. Infine e cosa non da poco si persa loccasione, non tanto per far presente che altri strumenti telematici erano a disposizione da tempo per questa partecipazione, ma che strumenti istituzionalizzati e pensati alla scopo di un miglioramento reale della comunicazione tra cittadino e amministrazione sono stati per lennesima volta avviliti e non valorizzati. Ci riferiamo in particolare agli URP, questo brutto nome fantasioso che cela uno delle utopie pi belle di una democrazia partecipata: La legge 150 del 2000, nel riaffermare i principi generali espressi con il d.lgs. n29/93, assegna allURP le funzioni di: garantire lesercizio dei diritti di informazione, di accesso agli atti e di partecipazione (legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni); agevolare lutilizzazione dei servizi offerti ai cittadini, anche attraverso linformazione sulle disposizioni normative e amministrative, e sulle strutture e sui compiti dellamministrazione; promuovere ladozione di sistemi di interconnessione telematica, coordinare le reti civiche, promuovere e gestire quindi la Comunicazione Istituzionale on line; promuovere lascolto dei cittadini e i processi di verifica della qualit dei servizi e di gradimento degli utenti; garantire lo scambio di informazioni fra lufficio e le altre strutture operanti nellamministrazione, promuovendo e organizzando la comunicazione interna; promuovere la comunicazione interistituzionale, attraverso lo scambio e la collaborazione tra gli uffici per le relazioni con il pubblico delle altre amministrazioni, come ad esempio attraverso la costituzione di reti di URP. Rimane in ogni caso il dato inequivocabile della risposta del popolo della rete alla chiamata di aiuto e di partecipazione lanciata dal Governo e questo stato positivo, come sar positivo qualche giorno dopo lintervento a favore dei terremotati dellEmilia. Il Presidente Monti sa che il popolo della rete imparer sempre di pi e meglio la grammatica e la sintassi della comunicazione digitale ma non pu dimenticare che a fronte di questo impegno urge un intervento pedagogico umile quanto efficace per fare crescere la consapevolezza nella nostra classe dirigente sia pubblica che privata di cosa vuole dire un corretto utilizzo della rete per un vero esercizio di democrazia partecipata e rappresentativa. FONTE: Il Comunicatore Italiano