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TEMA

Il mondo è dilaniato da molti problemi che portano a degli squilibri della natura e
nella società. Prova ad analizzare quello che ti sconvolge di più.
Al giorno d’oggi si sente sempre più parlare di notizie che scuotono i nostri animi e
creano un grande scalpore tra la gente. È impossibile, allora, non fare amare
riflessioni dopo aver visto delle immagini impressionanti, ma, purtroppo, reali, che
ritraggono minoranze perseguitate come i Rohingya, uomini che ammazzano sangue
freddo le loro moglie o, addirittura, i loro figli, bambini sfruttati e costretti a
lavorare.
Una delle notizie più eclatanti e che ha lasciato il mondo attonito è l’invasione russa
in Ucraina.
“Homo Homini Lupus”.
È nel 200 a.C. quando Plauto aveva già chiara la natura dell’uomo: quella di voler
costantemente sopraffare l’altro, così come fa il lupo che, per una questione di vita
o di morte, sbrana il suo simile.
Tuttavia, c’è una grande differenza tra il comportamento dell’animale e l’essere
umano: il lupo uccide per sopravvivere, mentre l’uomo ammazza per il semplice e
orribile gusto di ammazzare, come dimostrano le due Guerre mondiali dove sono
morte, in tutto, più di cento milioni di persone.
Un esempio attuale della crudeltà dell’uomo è la guerra in Ucraina, iniziata il 20
febbraio 2014, ma che ha raggiunto il culmine della violenza il 24 febbraio 2022.
Le ragioni che hanno spinto il capo del Cremlino a riaccendere le tensioni possono
essere riassunte in tre punti principali di natura storica, geopolitica e strategica.
La prima ragione riguarda la storia che i due Paesi hanno a lungo condiviso fino al
crollo dell’URSS nel 1991. La Russia, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, ha perso
ben 14 Paesi, ma la perdita più difficile da accettare è stata quella dell’Ucraina.
A Kiev, infatti, si può dire che sia nata “La grande Madre Russia”, come la definisce
Vladimir Putin.
La seconda ragione è dovuta a un progressivo avvicinamento dell’Ucraina
all’Occidente e alla probabilità che il Paese entri nella Nato, ciò significherebbe per
la Russia, trovare ai suoi confini basi militari dell’America, con cui il Paese nutre una
profonda rivalità e “antipatia”.
La terza motivazione è che questo avvicinamento ai Paesi Occidentali da parte
dell’Ucraina, potrebbe far nascere anche nei Russi sentimenti filoccidentali.
È triste vedere intere famiglie che, a causa della guerra, devono lasciare la loro casa
distrutta dai bombardamenti, devono assistere alla distruzione di ciò che si sono
creati nel corso di un’intera vita, devono rinunciare alla possibilità di restare nella
loro Terra di origine, ma, soprattutto, è orribile il fatto che bambini e ragazzi devono
vivere nel terrore di poter morire da un giorno all’altro e non possono trascorrere
un’infanzia o un adolescenza normale come è giusto che sia alla loro età.
A ciò si aggiunge il pericolo concreto di una rottura degli equilibri tra i vari Stati
Europei non coinvolti e, dunque lo scoppio di un terzo conflitto mondiale che
sarebbe molto più devastante dei due precedenti a causa della presenza di centinaia
di migliaia di bombe atomiche e armi chimiche.
Qualche tempo fa, infatti, Putin ha fatto un discorso che ha messo in allerta un po'
tutta la popolazione europea e americana. Egli ha sostenuto che i sostenitori
dell’Ucraina potrebbero subire fulminei attacchi di rappresaglia, dato che i Russi
dispongono di armi, soprattutto nucleari, che nessuno ha.
È assurdo pensare che uno Stato che ha ottenuto l’indipendenza da soli 30 anni
debba ora lottare per non ricadere nuovamente nelle mani della terribile dittatura.
È anche vero che la sicurezza russa può essere compromessa se un suo Paese
limitrofo entri nella Nato e sia, dunque, sotto il controllo americano, ma ciò non
giustifica assolutamente, a parer mio, il comportamento di Vladimir Putin che ha
invaso uno Stato sovrano, distruggendo intere famiglie che, da un giorno all’altro, si
sono viste annientare tutti i sacrifici di una vita.
Tutte le guerre, come testimoniano le pagine dei libri di storia, non hanno né vinti né
vincitori, ma portano solo morte e distruzione.

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