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 I – 46-539

Chirurgia della ghiandola


sottomandibolare e chirurgia
della ghiandola sottolinguale per via
esterna
A. Reinhard, L. Bron

Riassunto: Le patologie della ghiandola sottomandibolare e sottolinguale sono legate principalmente a


fenomeni ostruttivi (litiasi e stenosi dei dotti) e, più raramente, a processi neoplastici. Lo sviluppo delle
tecniche endoscopiche (scialoendoscopia), della litotripsia extracorporea e degli approcci combinati ha
drasticamente ridotto le indicazioni alla sottomandibolectomia per le patologie ostruttive. Attualmente,
le indicazioni alla sottomandibolectomia mediante cervicotomia comprendono principalmente le pato-
logie neoplastiche e i rari casi di fallimento di una gestione più conservativa delle ostruzioni litiasiche.
Nonostante l’aumento delle tecniche minimamente invasive, qualsiasi chirurgo ORL deve padroneg-
giare pienamente le tecniche di accesso chirurgico a cielo aperto alle ghiandole sottomandibolare e
sottolinguale.
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Parole chiave: Ghiandola sottomandibolare; Sottomandibolectomia; Litiasi salivari; Scialoendoscopia;


Ghiandola sottolinguale; Ranula; Escissione ghiandola sottolinguale

Struttura dell’articolo dola sottomandibolare sono regolate direttamente dal sistema


parasimpatico e indirettamente dal sistema simpatico e sono
■ Chirurgia a cielo aperto della ghiandola sottomandibolare 1 notevolmente aumentate durante i pasti. L’innervazione parasim-
Fisiologia e anatomia 1 patica ha origine dal nucleo salivare superiore attraverso la corda
Insidie chirurgiche (principali strutture nobili) 2 del timpano, che scorre distalmente nel nervo linguale e, poi, nel
Indicazioni chirurgiche 3 ganglio sottomandibolare. La sua stimolazione indurrà una secre-
Tecnica chirurgica 3 zione di saliva fluida, mentre il sistema simpatico, agendo sulla
Complicanze post-sotto-mandibolectomia mediante vasocostrizione arteriosa, diminuisce il volume di fluido nelle
cervicotomia 4 secrezioni salivari e produce saliva ricca di muco e di enzimi [3, 4] .
Scialoendoscopia e tecniche combinate 6 Sebbene la xerostomia post-exeresi di una ghiandola sottomandi-
bolare unilaterale sia stata scarsamente descritta in letteratura, è
■ Chirurgia della ghiandola sottolinguale 7 probabilmente sottostimata. Uno studio recente [5] rileva fino al
Anatomia della ghiandola sottolinguale 7 20% di xerostomia postoperatoria dopo una sottomaxillectomia
Indicazioni chirurgiche 7 unilaterale. Questo rischio è molto maggiore nei pazienti postra-
Tecniche chirurgiche 7 dioterapia.
Complicanze 7 La ghiandola sottomandibolare si trova nella loggia sottoman-
dibolare, a livello del triangolo cervicale sottomandibolare, e nella
loggia sottolinguale, a livello del pavimento della bocca. È a forma
 Chirurgia a cielo aperto di C e avvolge il bordo posteriore del muscolo miloioideo, che la
divide in due porzioni. Una porzione cervicale maggiore (super-
della ghiandola sottomandibolare ficiale), che si situa inferolateralmente al muscolo miloioideo, e
una porzione profonda supero-antero-mediana, che si trova sopra
Fisiologia e anatomia il muscolo miloioideo nel pavimento della bocca. La parte late-
rale della porzione cervicale della ghiandola è in relazione con
La ghiandola sottomandibolare è un organo pari e simmetrico e la vena facciale. Essa si colloca appena sotto il muscolo plati-
rappresenta la seconda ghiandola salivare maggiore per grandezza sma, e il ramo mandibolare del nervo faciale scorre tra queste
dopo la parotide. È una ghiandola a secrezione mista (siero- due strutture superficialmente fino alla capsula della ghiandola.
mucosa) prevalentemente sierosa, responsabile del 65% della La vena e l’arteria facciali, i cui rami sono responsabili della sua
secrezione salivare totale quotidiana (1 000-1 500 ml), seguita vascolarizzazione, sono in contatto con la porzione posteroinfe-
dalle parotidi (20%) e dalle ghiandole sottolinguali (8%) e acces- riore della ghiandola. Queste due strutture vascolari contornano
sorie (7%) [1, 2] . Contribuisce al 60-70% della secrezione salivare o attraversano la ghiandola, a seconda della situazione anato-
basale non stimolata durante i pasti. Le secrezioni della ghian- mica, poi si spostano sul bordo mandibolare e lo attraversano per

EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia ORL e cervico-facciale 1


Volume 25 > n◦ 1 > agosto 2021
http://dx.doi.org/10.1016/S1292-3036(21)45326-5
I – 46-539  Chirurgia della ghiandola sottomandibolare e chirurgia della ghiandola sottolinguale per via esterna

Figura 1. Anatomia della loggia sottomandibolare. 1. Arteria e vena


facciali; 2. ramo marginale mandibolare del nervo faciale; 3. ghiandola Figura 2. Anatomia del pavimento orale. 1. Nervo linguale; 2. ghian-
sottomandibolare; 4. muscolo miloioideo; 5. muscolo digastrico (ventre dola sottolinguale; 3. dotto di Wharton; 4. muscolo miloioideo; 5.
anteriore); 6. muscolo stiloioideo; 7. osso ioide; 8. muscolo digastrico muscolo stiloioideo; 6. muscolo digastrico (ventre posteriore); 7. ghian-
(ventre posteriore); 9. ghiandola parotide; 10. nervo linguale; 11. muscolo dola sottomandibolare; 8. muscolo digastrico (ventre anteriore); 9. osso
sterno-cleido-mastoideo; 12. vena giugulare interna; 13. vena giugulare ioide.
esterna.
dola parotide, solitamente 2,5 cm sotto la mandibola, e, poi,
continuare il loro percorso lungo il bordo anteriore del muscolo percorre la faccia interna del muscolo platisma e della fascia cer-
massetere. I vasi facciali attraversano perpendicolarmente il ramo vicale profonda. Incrocia superficialmente la vena facciale. La
mandibolare del nervo faciale, a livello del bordo inferiore della distanza tra il bordo della mandibola e il ramo mandibolare del
mandibola. In profondità, la porzione inferiore della ghiandola nervo faciale è variabile, ma solo molto raramente è superiore a
è a contatto con il tendine intermedio del muscolo digastrico e 3,5 cm. L’incisione cutanea deve, quindi, essere preferibilmente
con i muscoli stiloioideo e ioglosso. Il nervo ipoglosso passa sotto posizionata a 4 cm dal bordo inferiore della mandibola. In pra-
il tendine intermedio del muscolo digastrico e sopra il muscolo tica, questo ramo non va ricercato sistematicamente a livello
ioglosso. La parte profonda (antero-supero-mediana) della ghian- dell’angolo mandibolare perché si separa rapidamente, nel 50%
dola poggia direttamente sul muscolo miloioideo. A questo livello, dei casi, in più rami. Può essere utile uno stimolatore nervoso per
la parte profonda della ghiandola è a contatto con il nervo lin- identificare il ramo più inferiore, soprattutto in caso di secondo
guale, che scorre a contatto con il muscolo miloioideo. Si estende intervento o di situazione infiammatoria cronica [6] . La manovra
anteriormente, scivolando sopra il muscolo miloioideo, dietro la di Hayes Martin viene spesso eseguita durante una sottomandi-
mandibola, fino alla ghiandola sottolinguale (Fig. 1). bolectomia per proteggere il ramo mandibolare. Questa consiste
Il dotto di Wharton, che misura approssimativamente 5-7 cm nel legare la vena facciale 3 cm al di sotto della mandibola prima
di lunghezza per un diametro di 2-3 mm, nasce dal polo poste- della dissecazione del lembo superiore, quindi nell’inclinare verso
romediale della ghiandola e attraversa superiormente il nervo l’alto la parte superiore della vena facciale con il tessuto sottocuta-
ipoglosso e inferiormente il nervo linguale. Si dirige anterior- neo e il platisma, in modo da proteggere il nervo che la attraversa
mente al di sopra del tessuto miloioideo, poi scorre lungo la superficialmente.
superficie mediana della ghiandola sottolinguale lateralmente al
muscolo genioglosso. Conoscere la sua relazione con il nervo lin- Nervo linguale
guale è importante per evitare di danneggiare questa struttura,
soprattutto durante l’estrazione transorale di una litiasi salivare. Il nervo linguale è sensitivo. Proveniente dal nervo mandibo-
Attraversa il nervo linguale dal basso verso l’alto e da dietro in lare (V3), è a stretto contatto con il dotto di Wharton ed esegue
avanti, per sboccare nel pavimento della bocca a livello della un’anastomosi con il nervo alveolare (corda del timpano). Un
caruncola sottolinguale (Fig. 2). sua lesione causerà un disturbo della sensibilità e del gusto nei
Embriologicamente, la capsula ghiandolare si sviluppa prima due terzi anteriori della lingua. È identificato e potenzialmente a
del sistema linfatico, il che spiega la mancanza di struttura linfa- rischio di lesioni durante la dissecazione della porzione profonda
tica all’interno della ghiandola sottomandibolare. Il suo drenaggio della ghiandola. Allo stesso modo, quando ci si avvicina al dotto
linfatico è assicurato dai gangli della catena giugulare e cervicale di Wharton per via transorale, può essere leso posteriormente al
profonda, mentre i gangli sottomandibolari giacciono superficial- momento dell’attraversamento del dotto di Wharton.
mente direttamente sulla ghiandola a contatto con la mandibola
e con il ramo mandibolare del nervo faciale.
Nervo ipoglosso
Il nervo ipoglosso viaggia a livello della superficie mediana e
Insidie chirurgiche (principali strutture nobili) inferiore della loggia sottomandibolare. Sotto la fascia cervicale
profonda e il tendine intermedio del muscolo digastrico, è spesso
Ramo mandibolare del nervo faciale accompagnato da un ramo della vena linguale. Protetto dalle
Questo nervo è una delle strutture più a rischio durante una strutture più superficiali, in particolare il tendine del muscolo
sottomandibolectomia per via cervicale. digastrico, non viene sistematicamente evidenziato durante la dis-
In effetti, il suo tragitto si colloca parzialmente sotto il bordo secazione. Una lesione di questa struttura genererà un deficit della
inferiore della mandibola. Emerge dal polo inferiore della ghian- protrazione linguale.

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Arteria facciale Patologie infiammatorie e autoimmuni


L’arteria facciale fa parte del reticolo carotideo esterno. Attra- La sindrome di Sjögren e la sarcoidosi di solito causano un
versa la parte posteriore della ghiandola emergendo sotto il ventre danno diffuso alle ghiandole salivari, che è, il più delle volte,
posteriore del muscolo digastrico e vascolarizza, così, la ghiandola. caratterizzato da una progressiva atrofia del parenchima ghiando-
Successivamente, incrocia la mandibola dopo aver contornato o lare. Queste patologie richiedono, quindi, raramente una gestione
attraversato il corpo della ghiandola. A seconda della situazione chirurgica.
anatomica, viene sacrificata senza conseguenze oppure conser-
vata, per consentire l’ablazione della ghiandola sottomandibolare. Iperscialorrea
Molto comune nei pazienti con malattie neuromuscolari, è
molto invalidante socialmente e causa complicanze significative
Indicazioni chirurgiche (polmonite ab ingestis, sbavamento e dermatite periorale). I trat-
tamenti sono farmacologici o chirurgici.
Scialoadenite su scialolitiasi o stenosi del dotto Dal momento che i farmaci anticolinergici hanno molti
di Wharton effetti collaterali, il trattamento medico di scelta è attualmente
Le patologie litiasiche delle ghiandole salivari si riscontrano in l’iniezione sotto controllo ecografico della tossina botulinica
circa l’1% della popolazione e sono molto più frequenti nella (30 U in ciascuna ghiandola sottomandibolare) [12, 13] , ma
ghiandola sottomandibolare (70-80% dei casi) che nella ghian- richiede iniezioni ripetute, rendendo questo trattamento pesante
dola parotide (20-30% dei casi). Questa differenza è spiegata dalla e costoso.
composizione della saliva, che è, per la ghiandola sottomandibo- Chirurgicamente, l’iperscialorrea può essere trattata mediante
lare, più viscosa, ricca di sali minerali (calcio) e muco e più alcalina derivazione del dotto di Wharton, legatura dei dotti di Wharton
della saliva della ghiandola parotide. Inoltre, la lunghezza del o sottomandibolectomia.
dotto di Wharton e il suo orientamento contro la gravità favori-
scono la ritenzione di calcoli salivari. La genesi del calcolo salivare Trattamento della xeroftalmia o xerostomia
sembra essere favorita dalla disidratazione, dal tabacco e da alcuni postradioterapia
farmaci.
In seguito allo sviluppo della scialoendoscopia, della litotripsia Casi gravi di xeroftalmia con grave cheratocongiuntivite secca
extracorporea e delle tecniche combinate, il numero di sottoman- possono essere trattati mediante trapianto della ghiandola sot-
dibolectomie per questa indicazione è notevolmente diminuito [7] . tomandibolare a livello della fossa temporale. Il parenchima
Tuttavia, in caso di fallimento dei trattamenti minimamente ghiandolare viene irrigato tramite un’anastomosi ai vasi tem-
invasivi, a volte è ancora necessaria la sottomandibolectomia porali superficiali. La saliva prodotta viene incanalata nello
mediante cervicotomia. spazio congiuntivale per agire come una neolacrima e lubrificare
La stenosi del dotto di Wharton è dieci volte più rara della ste- l’occhio [14, 15] .
nosi del dotto di Stenone. La fisiopatologia di queste ostruzioni è In ambito oncologico, per proteggere la ghiandola dagli effetti
ancora poco conosciuta. indesiderati del trattamento, è stato tentato il trapianto delle
Nonostante lo sviluppo di tecniche minimamente invasive, ghiandole sottomandibolari. Il principio è una trasposizione della
i calcoli salivari rimangono un’indicazione riconosciuta per la ghiandola sottomandibolare sul lato controlaterale alla neoplasia
sottomandibolectomia transcervicale, anche negli studi recenti in posizione sottomentale (fuori dal sito di irradiazione) [16, 17] o
provenienti da gruppi che eseguono regolarmente approcci mini- nella regione parotidea, in caso di neoplasia del cavo orale [18] .
invasivi o endoscopici [5] . Il numero di casi di trapianto descritti rimane aneddotico, ma
le prime segnalazioni sembrano dimostrare una buona efficacia.
Sempre di più, un’attenta pianificazione dei campi di irradia-
Tumori della ghiandola sottomandibolare zione consente di risparmiare abbastanza tessuto ghiandolare per
mantenere un’idratazione soddisfacente delle vie aerodigestive
e limitrofi superiori.
I tumori primitivi (benigni e maligni) della ghiandola sotto-
mandibolare e i tumori limitrofi rappresentano attualmente la Chirurgia plastica
causa più frequente di sottomandibolectomia mediante cervi-
cotomia. Per quanto riguarda i tumori primari della ghiandola L’insoddisfazione del contorno cervicale è uno dei disturbi più
sottomandibolare, essi rappresentano solo il 10-15% di tutti i comuni nei pazienti che beneficiano di un ringiovanimento del
tumori delle ghiandole salivari [8, 9] . viso (lifting facciale). Una ptosi della parte inferiore della ghian-
Sono benigni in circa il 50% dei casi e sono, il più delle volte, dola sottomandibolare è, talvolta, responsabile di questo tipo di
adenomi pleomorfi [10] . I tumori maligni sono molto più frequenti disturbo estetico o si accentua dopo il ritensionamento del sistema
nella ghiandola sottomandibolare che nella ghiandola parotide e muscoloaponeurotico. Alcuni chirurghi raccomandano la rese-
rappresentano circa il 50% dei tumori primari della ghiandola. Il zione parziale (50-75%) della parte superficiale della ghiandola
tipo istologico più comune è il carcinoma adenoide cistico (40- sottomandibolare, per porvi rimedio [19–21] . Quest’ultima appare,
50%) [11] . tuttavia, agli autori discutibile a causa delle sue possibili com-
I carcinomi a cellule squamose del cavo orale così come i tumori plicanze (ematoma, scialoma, danno al ramo marginale della
cutanei del viso (melanoma e carcinomi a cellule squamose) pos- mandibola) [20] e del sacrificio irreversibile di parte della funzione
sono, talvolta, interessare la ghiandola sottomandibolare, che salivare, con un rischio non trascurabile di modificazione della
deve, poi, essere asportata contestualmente all’esecuzione dello quantità di saliva che spesso porta a una sensazione di xerostomia
svuotamento linfonodale di I livello, a seconda della localizza- postoperatoria.
zione della patologia primaria.
Tecnica chirurgica
Patologie infettive Sottomandibolectomia mediante cervicotomia
La scialoadenite batterica è, il più delle volte, dovuta a L’attrezzatura include un vassoio per cervicotomia standard.
un’ostruzione del dotto (litiasi o stenosi) non sempre identifica- L’uso di uno stimolatore nervoso rispetto al neuromonitorag-
bile. A volte, può richiedere un intervento chirurgico sul dotto o gio del nervo faciale è lasciato alla scelta del chirurgo a seconda
sulla ghiandola sottomandibolare in fase acuta, specialmente nei delle sue abitudini e preferenze, ma è sempre più raccomandato.
pazienti con immunità compromessa. Si consiglia l’anestesia generale con intubazione nasotracheale
La tubercolosi delle ghiandole salivari è rara, ma può far parte per poter, se necessario, intervenire sul pavimento orale durante
della diagnosi differenziale. l’operazione.

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Figura 3. Incisione di sottomandibolectomia. 1. Bordo mandibolare; 2. Figura 5. Messa in evidenza del nervo linguale. 1. Ramo mandibolare
muscolo sterno-cleido-mastoideo; 3. piccolo corno dell’osso ioide. del nervo faciale; 2. vena facciale inclinata verso l’alto; 3. arteria facciale;
4. nervo linguale; 5. nervo ipoglosso.

senza compromettere il ramo mandibolare che contiene. La dis-


secazione del lembo superiore viene eseguita tra la fascia cervicale
superficiale e la capsula della ghiandola. In caso di scialoadenite
recente o di vecchia data, questo piano può essere difficile da
sezionare e deve essere affrontato con cautela per evitare danni
al nervo mandibolare. Spesso, è utile identificare il nervo faciale a
questo punto, per proteggerlo efficacemente. La ghiandola viene
rimossa dal basso verso l’alto, iniziando dal suo bordo inferiore.
L’identificazione del tendine intermedio del digastrico definisce il
piano profondo e spesso espone il nervo ipoglosso appena sotto
il tendine del muscolo digastrico. L’arteria facciale viene identifi-
cata posteriormente alla ghiandola ed esce nella profondità e al
di sopra del ventre posteriore del muscolo digastrico. Essa o un
ramo che entra nella ghiandola vengono, allora, legati, dando,
così, mobilità al tessuto ghiandolare, permettendo alla disseca-
zione di continuare in direzione anterosuperiore e liberando la
ghiandola da dietro in avanti (Fig. 5).
Il muscolo miloioideo viene, dunque, messo in evidenza
retratto anteriormente, cosa che rende possibile la visualizzazione
del peduncolo vascolonervoso, del nervo linguale e del dotto
di Wharton che passa sotto la fascia del muscolo miloioideo.
Vengono tagliate le fibre efferenti del nervo linguale destinate
Figura 4. Dissecazione dei piani superficiali della loggia sottomandibo- al ganglio sottomandibolare insieme alle adiacenti confluenze
lare. 1. Muscolo platisma; 2. fascia cervicale superficiale. venose. Il nervo linguale viene, così, liberato e risale intatto nel
pavimento della bocca. In rari casi, esiste un’anastomosi tra il
La testa del paziente viene posta in leggera iperestensione, nervo linguale e il nervo ipoglosso, che può essere recisa [23]
con il campo che deve consentire l’eventuale esecuzione di (Fig. 6).
un’asportazione linfonodale contestualmente all’intervento e La parte profonda e anteriore sopramiloioidea della ghiandola,
lasciare visibili il mento e la commissura labiale per poter moni- nonché il dotto di Wharton e il nervo linguale vengono sezionati
torare la funzione del ramo mentoniero del nervo faciale durante in avanti, facendo attenzione a non ledere il nervo linguale nel
l’intervento. Al fine di preservare il ramo mandibolare del nervo punto in cui si interseca con il dotto di Wharton. Il dotto di Whar-
faciale, l’incisione viene eseguita 4 cm sotto il ramo orizzontale ton viene seguito il più anteriormente possibile, in particolare
della mandibola (due dita di larghezza) in una piega cutanea oppo- per non lasciare un’eventuale litiasi nel canale, poi viene legato,
sta al polo inferiore della ghiandola sottomandibolare (Fig. 3). liberando, così, completamente la ghiandola sottomandibolare.
Il muscolo platisma e la fascia cervicale superficiale vengono L’emostasi è, infine, attentamente controllata, specialmente in
recisi e il margine anteriore del muscolo sterno-cleido-mastoideo profondità nel pavimento della bocca. La chiusura avviene in due
viene esposto all’estremità posteriore dell’incisione (Fig. 4). piani, previa installazione di un drenaggio aspirativo, a seconda
La vena facciale, che scorre lungo la faccia lateroposteriore della della situazione locale (Fig. 7).
ghiandola, viene evidenziata e, poi, legata al livello inferiore della
ghiandola (idealmente a 3,5 cm sotto la mandibola). La legatura
superiore viene, poi, montata su una Mosquito e reclinata supe- Complicanze post-sotto-mandibolectomia
riormente (manovra di Hayes Martin), in modo da proteggere il mediante cervicotomia
ramo mandibolare del nervo faciale, che scorre sempre in un piano
superiore alla vena [22] . La fascia cervicale superficiale viene incisa, I danni nervosi del ramo mandibolare del nervo faciale, del
consentendo di tirare dolcemente verso l’alto il lembo superiore, nervo linguale e del nervo ipoglosso sono le complicanze più

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Chirurgia della ghiandola sottomandibolare e chirurgia della ghiandola sottolinguale per via esterna  I – 46-539

Figura 6. Liberazione della parte anteriore e del dotto di Wharton. 1. Figura 7. Chiusura su drenaggio aspirativo.
Vena facciale inclinata verso l’alto; 2. ramo mandibolare del nervo faciale;
3. nervo linguale; 4. ganglio sottomandibolare; 5. muscolo miloioideo; 6.
nervo ipoglosso; 7. dotto di Wharton.
Il dotto di Wharton viene legato al suo orifizio, poi sezionato
lungo il nervo linguale fino alla ghiandola. Il nervo linguale
viene preservato e separato dalla ghiandola, che viene esposta ed
frequenti e sono più frequenti nei casi di tumore maligno e negli escissa mediante una dissecazione capsulare retraendo la lingua e
stati infiammatori o cicatriziali postinfettivi [5, 24, 25] . il pavimento della bocca medialmente, con la pressione digitale
Il tasso di paresi o di paralisi transitoria del ramo mandibolare esterna sottomandibolare che faciliterà il rilascio della ghiandola.
varia dal 5% al 20%, a seconda delle serie, ma raramente sono Il peduncolo facciale viene legato posteriormente [28–30] .
definitive (1-2%) [5, 24, 25] . L’uso del neurostimolatore riduce con-
siderevolmente il tasso di danno ai nervi, così come un’incisione
sufficientemente bassa da proteggere il nervo reclinandolo sulla
vena facciale legata. Chirurgia minimamente invasiva della ghiandola
Il tasso di coinvolgimento del nervo linguale (2-10%) è raro sottomandibolare
e, il più delle volte, transitorio [5, 24, 25] . La sua lesione causerà una
Per ridurre l’impatto estetico della cicatrice cervicale, sono state
perdita di sensibilità e del gusto dei due terzi anteriori della lingua
descritte diverse tecniche minimamente invasive che utilizzano
e porterà a morsi involontari durante la masticazione.
un approccio endoscopico semplice o completato dal robot. I van-
Il coinvolgimento del nervo ipoglosso è molto più raro e si
taggi e le complicanze di questo tipo di approccio sono ancora
verifica in meno del 5% dei casi, il più delle volte in situazioni ope-
incerti [32–35] .
ratorie complicate da uno status dopo scialoadeniti multiple [26] .
Come con molte tecniche di chirurgia cervicale, questi approcci
Altre morbilità includono xerostomia (fino al 20% dei casi),
endoscopici o robotici minimamente invasivi complicano note-
parestesie nell’area della cicatrice cutanea, sanguinamenti posto-
volmente la gestione con scarsi benefici, soprattutto in termini di
peratori (2-10%) principalmente correlati ai rami dell’arteria
morbilità. Infatti, sono spesso più lunghi, di solito tecnicamente
facciale e rari casi di infezioni [5] .
più difficili e portano scarsi benefici ai pazienti, tranne che un
vantaggio estetico, attraverso l’assenza di cicatrice [36] .
Resezione transorale della ghiandola
sottomandibolare
Descritto nel 1960 da Downtown e Qvist [27] , l’approccio transo-
Asportazione delle litiasi sottomandibolari
rale della ghiandola sottomandibolare rappresenta un’alternativa
che permette di evitare una cicatrice cervicale. Tecnicamente faci- Le patologie litiasiche sono le affezioni più frequenti della
litato dall’uso di un endoscopio, è tuttavia relativamente rischioso ghiandola sottomandibolare. La loro gestione è radicalmente
per le strutture del pavimento della bocca, in particolare per il cambiata negli ultimi anni a seguito dello sviluppo della scia-
nervo linguale. Anche un tasso di lesione transitoria può raggiun- loendoscopia, della litotripsia extracorporea e delle tecniche
gere l’80%. Il ramo mandibolare del nervo faciale viene, invece, combinate (resezione transorale assistita da scialoendoscopia).
protetto attraverso un approccio intraorale [28] . La dimensione e la localizzazione del calcolo sono determinanti
Anche il controllo del peduncolo facciale è molto più difficile per la scelta della tecnica [37] .
e il rischio di sanguinamento postoperatorio è maggiore. Le parti Dopo lo sviluppo della scialoendoscopia, la resezione alla cieca
posteriore e inferiore della ghiandola sono spesso difficili da rag- di una litiasi che presenta un rischio significativo di lesione del
giungere e, talvolta, portano all’escissione parziale del parenchima nervo linguale non è più raccomandata [38] .
ghiandolare [28–31] . La scialoendoscopia è, quindi, il trattamento di elezione per
l’escissione di calcoli fluttuanti o fissi di piccolo diametro.
Tecnica chirurgica di sottomandibolectomia In caso di fallimento dell’estrazione per via endocanalare endo-
scopica o di un calcolo molto grande, può essere necessario un
transorale approccio chirurgico transorale, ma può essere guidato dalla scia-
Richiede un’intubazione nasotracheale. L’incisione viene ese- loendoscopia. Il calcolo viene, così, localizzato con precisione e
guita dalla caruncola del dotto di Wharton al lato linguale della consentirà di porre con altrettanta precisione una piccola inci-
regione retromolare. La ghiandola sottolinguale viene asportata sione nel pavimento della bocca e di escludere la presenza di altri
dopo aver mostrato il dotto di Wharton e il nervo linguale. calcoli a monte del dotto.

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Escissione della litiasi sottomandibolare mediante I calcoli che misurano tra 4 e 8 mm parzialmente ritenuti
incisione transbuccale nella parete devono essere frazionati, prima di poter essere
estratti mediante scialoendoscopia. Possono essere endocanalati
Indipendentemente dall’utilizzo di uno scialoendoscopio, il con un laser o con una fresa manuale o per via extracorporea
sondaggio e la dilatazione del dotto di Wharton vengono eseguiti mediante litotripsia. Se non si dispone di questi mezzi terapeutici,
allo stesso modo. Il più delle volte, richiede un’anestesia gene- l’alternativa è una via combinata.
rale con intubazione nasotracheale. La caruncola viene sollevata Per i calcoli maggiori di 8 mm, si preferisce l’approccio combi-
e presentata con un’iniezione di rapidocaina adrenalinata. Questa nato [49] . L’approccio combinato inizia con una scialoendoscopia
manovra facilita il sondaggio e la dilatazione del dotto. Il dotto che consente la localizzazione del calcolo. La transilluminazione
viene, quindi, cateterizzato con sonde metalliche di diametro cre- guiderà, quindi, la via d’accesso esterna (localizzazione precisa e
scente. Una papillotomia a volte può facilitare l’inserimento delle lunghezza dell’incisione del pavimento della bocca). Il pavimento
sonde, ma esiste un rischio significativo di stenosi secondaria. Il viene, quindi, inciso e il nervo linguale viene ricercato e pre-
calcolo è evidenziato dalla sonda (o dallo scialoendoscopio che servato. Una volta palpato il calcolo, si procede all’incisione del
viene introdotto nel momento in cui viene utilizzato). Al fine bacinetto o del canale per estrarre il calcolo. Viene, poi, eseguita
di consentire una migliore esposizione del calcolo a livello del una scialoendoscopia a monte del sito di estrazione, per esclu-
pavimento orale, si esercita una pressione cervicale digitale sulla dere la presenza di altri calcoli. Il canale viene, infine, suturato,
ghiandola in direzione del pavimento della bocca [39, 40] . Il dotto se questo è possibile, idealmente su un conformatore. Se la sutura
viene, poi, inciso, previa identificazione del nervo linguale, che non è possibile, viene eseguita una sutura allentata del pavimento
consente l’estrazione del calcolo. Si consiglia un controllo scia- posteriore.
loendoscopico a monte per non lasciare calcoli nella ghiandola
sottomandibolare. Il dotto viene, poi, suturato con punti lenti Tasso di successo
o su una sonda lasciata in sede per tre settimane, al fine di evi-
tare stenosi secondarie [41] . La marsupializzazione del canale è Il tasso di successo del trattamento delle litiasi della ghian-
un’alternativa [42] . dola sottomandibolare mediante scialoendoscopia interventistica
o tecnica combinata varia, in letteratura, dal 65% al 100%. Per
l’estrazione di calcoli tramite via endoscopica esclusiva (senza
Scialoendoscopia
frammentazione o approccio combinato), la percentuale di suc-
Dallo sviluppo della scialoendoscopia negli anni  90 da parte di cesso varia tra il 50% e il 90% [50–53] , dal 60% all’80% per
Katz [43] e, poi, Marchal et al. [44] e Nahlieli e Baruchin [45] , la tecnica scialoendoscopia con frammentazione laser [54] , è pari al 65% per
si è notevolmente sviluppata. Gli scialoendoscopi sono semirigidi, la litotripsia extracorporea e varia dall’87% al 100% per le vie
con un canale di irrigazione e di lavoro che consente l’uso di sonde combinate [55, 56] .
a cestello (Dormia® ) e pinze a morso per l’escissione del calcolo,
sonde laser (olmio e tullio) e frese manuali miniaturizzate, per la Trattamento delle stenosi del dotto di Wharton
frammentazione dei grossi calcoli per via endocanalare. Palloncini
di dilatazione, dilatatori e conformatori completano la gamma di Le stenosi uniche concentriche vengono dilatate con lo scia-
attrezzature a disposizione del chirurgo e consentono di trattare loendoscopio direttamente o dopo aver inserito un filo guida
le stenosi salivari [7, 41] . metallico nel restringimento, prima di procedere alla dilatazione
con lo scialoendoscopio o una serie di dilatatori. Il palloncino è
un’alternativa. Per le stenosi più diffuse, l’irrigazione sotto pres-
Litotripsia extracorporea sione di soluzione fisiologica, anestetici locali e corticosteroidi
La frammentazione dei calcoli mediante litotripsia extracor- può, tramite il lavaggio, dilatare distalmente l’arborescenza dei
porea è una tecnica che può essere utilizzata da sola o in dotti salivari. Dopo la dilatazione, alcune equipe calibrano i canali
combinazione con la scialoendoscopia per il trattamento delle con i conformatori per tre settimane, al fine di ridurre il rischio di
scialolitiasi. Dopo l’identificazione del calcolo mediante ecogra- recidiva [7, 57] .
fia, la testa del litotripsore viene posizionata contro la pelle del
paziente vicino al calcolo e fornisce 5 000 colpi da 3-4 Hz. Que- Complicanze delle scialoendoscopie
ste sessioni di litotripsia vengono solitamente ripetute tre volte, a Il tasso di complicanze è inferiore al 10-20% dei casi.
un mese di distanza. La litotripsia extracorporea viene utilizzata L’operazione può essere complicata da una stenosi del dotto, da
principalmente quando il calcolo si trova nella ghiandola o nel una ranula, da un danno del nervo linguale o da una perforazione
dotto prossimale del canale e misura tra 4 e 8 mm (risultato peg- del canale. In alcuni casi, il calcolo non può essere estratto e può
giore a partire da 8 mm). La scialoendoscopia interventistica con portare a infezioni postoperatorie, a gonfiore della ghiandola e
resezione dei resti di calcolo viene spesso associata in un secondo del pavimento della bocca e a una recidiva a breve termine dei
tempo dopo la litotripsia extracorporea [46–48] . sintomi [58] .
Grazie alle tecniche descritte sopra, la maggior parte delle litiasi
Scialoendoscopia e tecniche combinate e delle stenosi della ghiandola sottomandibolare può essere trat-
tata preservando la ghiandola, con meno del 10% dei casi che
Sebbene la scialoendoscopia diagnostica e interventistica e le richiedono un’escissione convenzionale della ghiandola nei cen-
tecniche combinate vadano oltre lo scopo di questo capitolo, sem- tri che utilizzano queste nuove tecniche [52, 59] .
bra importante, per gli autori, fornire un breve riassunto della
gestione dei calcoli e delle stenosi della ghiandola sottomandibo- Reindirizzamento del dotto di Wharton
lare, perché questa ha cambiato molto la gestione e le indicazioni L’iperscialorrea è un sintomo molto debilitante, che si verifica
alle sottomandibolectomie per via cervicale. nei pazienti con una malattia neuromuscolare degenerativa e nei
pazienti con una paralisi cerebrale. Se i trattamenti conservativi
Indicazione e scelta della tecnica falliscono, il riposizionamento del dotto di Wharton all’indietro
Il trattamento dei calcoli a livello della ghiandola sottoman- consente di incanalare la saliva direttamente nell’orofaringe, pre-
dibolare dipende dalle dimensioni, dalla forma, dal grado di venendo lo sbavamento.
ritenzione nel canale, dalla localizzazione, dal numero e dalla In anestesia generale, si ricerca l’orifizio del dotto di Wharton e
palpazione o meno del calcolo [38] . viene praticata un’incisione ellittica intorno alla papilla, conser-
vando un manicotto mucoso. Il dotto viene sezionato per 3-4 cm,
preservando il nervo linguale.
Riepilogo della scelta della tecnica In un secondo tempo, viene creato un tunnel sottomucoso nel
I calcoli inferiori a 4 mm di asse minore e “fluttuanti” pos- pavimento della bocca, che si apre posteriormente nello spazio
sono essere facilmente estratti mediante scialoendoscopia con il retromolare, alla giunzione tra la base della lingua e il pilastro
cestello di Dormia® . tonsillare anteriore. Il dotto e il manicotto mucoso vengono, poi,

6 EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia ORL e cervico-facciale


Chirurgia della ghiandola sottomandibolare e chirurgia della ghiandola sottolinguale per via esterna  I – 46-539

trasposti posteriormente sotto la mucosa e la papilla viene sutu- di scelta, sia per la ranula semplice che per quella tuffante. Nella
rata nell’apertura posteriore creata a livello dell’orofaringe. La stragrande maggioranza dei casi, consente un trattamento defi-
rimozione della ghiandola sottolinguale è facoltativa, con la sua nitivo, con un tasso di recidiva quasi inesistente [72–75] . Inoltre, il
escissione che, apparentemente, riduce della metà il rischio di tasso di complicanze locali è estremamente basso [70, 76] .
sviluppare una cisti sottolinguale (10% vs 4%) [60] , ma che non
modifica l’esito funzionale del reimpianto posteriore del dotto di
Wharton [61] . Tecniche chirurgiche
L’associazione con una tonsillectomia durante la stessa fase ope- Resezione della ghiandola sottolinguale
ratoria rimane dibattuta [62] .
Richiede un’anestesia generale con intubazione nasotracheale,
per permettere un ampio accesso al pavimento della bocca. Il son-
 Chirurgia della ghiandola daggio del dotto di Wharton con una sonda di dilatazione aiuta
a localizzare il dotto e a prevenire danni lungo il suo percorso,
sottolinguale nonché a proteggere il nervo linguale.
Il pavimento della bocca viene inciso da davanti a dietro lungo
Anatomia della ghiandola sottolinguale l’asse del dotto di Wharton. La ghiandola viene localizzata ante-
riormente, tirata delicatamente verso l’esterno e, poi, sezionata
La ghiandola sottolinguale è la più piccola delle tre ghian- con uno strumento contundente gradualmente, per evitare danni
dole salivari maggiori. La sua secrezione salivare è mista sierosa al nervo linguale e al dotto di Wharton, che si situano medial-
e mucosa, ma prevalentemente mucosa. A differenza della ghian- mente e sotto la ghiandola. La dissecazione viene eseguita a livello
dola sottomandibolare e della ghiandola parotide, non ha una del tessuto ghiandolare, fino all’estensione anteriore della ghian-
capsula o una fascia. Si trova tra il muscolo miloioideo e il rivesti- dola sottomandibolare, che, di solito, deve essere separata. In
mento del pavimento laterale della bocca, che solleva, creando tal modo, la ranula viene, il più delle volte, asportata simulta-
un rilievo sotto la lingua. Si trova anatomicamente nella fos- neamente. Il pavimento orale viene, poi, chiuso con una sutura
setta sottolinguale, che è delimitata lateralmente dalla mandibola continua riassorbibile o con punti separati.
e medialmente dal muscolo genioglosso. In fondo, si trovano il
dotto di Wharton e il nervo linguale. Marsupializzazione della ranula
Posteriormente, è inseparabile dalla parte sopramiloioidea della
L’alternativa è una chirurgia parziale, che prevede la marsupia-
ghiandola sottomandibolare. Poggia sul muscolo miloioideo e si
lizzazione della cisti attraverso un’incisione del pavimento della
estende fino al livello della caruncola.
bocca e della parete della ranula ellitticamente nell’asse del dotto
Il drenaggio della ghiandola consiste in due sistemi. Una rete
di Wharton. Una parte del rivestimento del pavimento e una parte
formata da 8-20 piccoli dotti (canali di Rivinus), che si apre diret-
della parete superiore della cisti vengono asportate insieme. I mar-
tamente nel rivestimento del pavimento della bocca a livello
gini mucosi vengono, poi, suturati rovesciando i bordi della cisti.
della piega sottolinguale. Una seconda rete di piccoli canali sfo-
Come descritto sopra, questa procedura ha un alto tasso di reci-
cia direttamente nel dotto di Wharton. In alcuni casi, certi canali
diva. Se possibile, si dovrebbe preferire l’escissione completa della
si uniscono a formare un dotto principale (canale di Bartolino),
ghiandola sottolinguale e del pavimento della bocca.
che sfocia nel dotto di Wharton o in prossimità della caruncola.
L’apporto arterioso alla ghiandola sottolinguale avviene attraverso
il ramo sottomentoniero dell’arteria facciale e il ramo sottolin- Complicanze
guale dell’arteria linguale.
Il tasso di recidiva delle ranule è molto più alto in caso di mar-
supializzazione (61-89%) [71] e di escissione della sola ranula [73]
Indicazioni chirurgiche rispetto a quando quest’ultima è associata all’escissione della
ghiandola sottolinguale (< 2%) [70, 73, 76] .
La ranula o ranocchietta è una dilatazione pseudocistica della Altre complicanze sono estremamente rare e comprendono
ghiandola sottolinguale che si sviluppa nello spazio sottomu- lesioni del nervo linguale nel 5% dei casi e lesioni del dotto di
coso del pavimento della bocca e, talvolta, inferiormente oltre Wharton (1%) [70, 77] .
il muscolo miloioideo. Il drenaggio, di solito, non è sufficiente
per trattare la cisti, che si ripresenterà, se non viene asportata del
tutto. La consistenza viscosa e mucosa del suo contenuto la rende
spesso molto sintomatica e richiede la rimozione della ghiandola
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Service d’oto-rhino-laryngologie et chirurgie cervico-faciale, CHU Vaudois, rue du Bugnon 46, 1011 Lausanne, Suisse.

Ogni riferimento a questo articolo deve portare la menzione: Reinhard A, Bron L. Chirurgia della ghiandola sottomandibolare e chirurgia della ghiandola
sottolinguale per via esterna. EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia ORL e cervico-facciale 2021;25(1):1-9 [Articolo I – 46-539].

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EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia ORL e cervico-facciale 9

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