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Approfondimento Sull’HIV

Cos’è

L’HIV ( che sta per virus dell’immunodeficienza umana) provoca un graduale


indebolimento del sistema immunitario esponendo la persona infetta a
sviluppare infezioni cosiddette opportunistiche, come tubercolosi, polmoniti,
meningiti e alcune forme di cancro. È questo il motivo per cui l’organismo di
una persona contagiata subisce malattie e infezioni che, in condizioni normali,
potrebbero essere curate più facilmente.

Il Funzionamento Generale

L’HIV è un virus a RNA che appartiene a una particolare famiglia virale, quella
dei retrovirus, dotata di un meccanismo replicativo assolutamente unico.
Grazie a uno specifico enzima, la trascrittasi inversa, i retrovirus sono in grado
di trasformare il proprio patrimonio genetico a RNA in un doppio filamento di
DNA. Questo va ad inserirsi nel DNA della cellula infettata (detta "cellula
ospite" o “cellula bersaglio”) e da lì dirige la produzione di nuove particelle
virali.
Le principali cellule bersaglio dell’HIV sono particolari cellule del sistema
immunitario, i linfociti T di tipo CD4, fondamentali nella risposta adattativa
contro svariati tipi di agenti patogeni e oncogeni. L’infezione da HIV provoca,
quindi, un indebolimento progressivo del sistema immunitario
(immunodepressione), aumentando il rischio sia di tumori che di infezioni da
parte di virus, batteri, protozoi e funghi.

L’Infezione

Una persona, dopo essere entrata in contatto con l’HIV, diventa sieropositiva
al test per l’HIV. La sieropositività implica che l’infezione è in atto e che è
dunque possibile trasmettere il virus ad altre persone. Tra il momento del
contagio e la positivizzazione del test HIV intercorre un periodo, detto
“periodo finestra o incubazione”, che può durare qualche settimana e durante
il quale, anche se la persona risulta ancora negativa al test, è comunque già in
grado di trasmettere l’infezione.
Dopo il contagio è possibile vivere per anni senza alcun sintomo e accorgersi
dell’infezione solo al manifestarsi di una malattia, questo è dovuto alla latenza
del virus (o latenza virale), la capacità di un virus patogeno di rimanere
dormiente (latente) all'interno di una cellula, indicato come parte lisogenica
del ciclo di vita virale. Un'infezione virale latente è un tipo di infezione virale
persistente che si distingue da un'infezione virale cronica.
La latenza è la fase del ciclo vitale di alcuni virus in cui, dopo l'infezione
iniziale, cessa la proliferazione delle particelle virali. Tuttavia, il genoma virale
non è completamente sradicato. Il risultato è che il virus può riattivarsi e
iniziare a produrre grandi quantità di progenie virale (la parte litica del ciclo di
vita virale) senza che l'ospite venga nuovamente infettato da un nuovo virus
esterno e rimanga all'interno dell'ospite a tempo indeterminato.

La Replicazione

Una volta entrato nella cellula ospitante, si attiva un processo di installazione


definitivo; l'enzima della trascrittasi inversa trascrive l'RNA come DNA, che,
grazie all'integrasi (un enzima che provvede all’integrazione del DNA), si
integra nel genoma della cellula ospite.
La cellula infettata può attivare subito la replicazione virale, oppure può
rimanere inattiva per un periodo di tempo compreso tra mesi e anni,
comportandosi esattamente come una cellula non infetta. Le cellule infettate
che non producono virus sono dette "latentemente infette" e costituiscono un
serbatoio di HIV ineliminabile, che garantisce al virus la sopravvivenza
nell'organismo ospitante a tempo indeterminato, per l'intera durata della vita
del soggetto. Occasionalmente l'infezione latente si attiva, quando il virus
obbliga la cellula ospitante a produrre al suo interno le proteine e l'acido
nucleico virale (RNA) che si assemblano all'interno della stessa cellula fino a
creare virioni completi, che poi sono espulsi per gemmazione, durante il quale
si forma lateralmente una piccola protuberanza alla cellula, detta gemma, che
in un secondo momento si stacca.

Frequenti Mutazioni

Caratteristica tipica del virus HIV, e dei retrovirus in particolare, è la spiccata


tendenza a mutare: durante i cicli replicativi vengono frequentemente
compiuti errori che portano a creare virus più o meno diversi dall'originale.
Queste mutazioni sono per lo più svantaggiose per il virus, che genera una
cospicua serie di virus modificati destinati a scomparire. Capitano comunque
mutazioni vantaggiose, che permettono al virus di acquisire resistenza ai
farmaci e alla risposta immunitaria dell'individuo ospitante.
Grazie a tale facilità di mutazione, unita all'invisibilità del retrovirus
all'interno delle cellule infette, il virus ha potuto eludere i principali metodi di
annientamento virale del sistema immunitario e della medicina in generale.
Alcune mutazioni hanno dato origine a sottotipi stabilizzati di HIV.
L’AIDS

Tuttavia, il test HIV è positivo anche in assenza di sintomi; sottoporsi al test è,


quindi, l’unico modo per scoprire l’infezione. Questo periodo asintomatico può
durare anche diversi anni, fino a quando la malattia non diventa clinicamente
conclamata a causa dell’insorgenza di una o più malattie cosiddette "indicative
di Aids". Alcune di queste sono infezioni opportunistiche provocate da agenti
patogeni che normalmente non infettano le persone sane.
L’AIDS rappresenta la forma più grave dell’infezione da HIV. L’infezione da
HIV è considerata AIDS quando si manifesta almeno uno una grave malattia
con complicanze o quando il numero dei linfociti CD4+ diminuisce
considerevolmente.
Quando le persone infettate da HIV sviluppano determinate malattie, viene
diagnosticato l’AIDS. Tra queste malattie, chiamate patologie correlate
all’AIDS, si avranno:
1. Infezioni gravi che si manifestano soprattutto nelle persone il cui sistema
immunitario è compromesso (definite infezioni opportunistiche), tra cui le
micosi e le infezioni da herpes simplex gravi
2. Alcuni tumori, quali il cancro della cervice invasivo, il sarcoma di Kaposi e
certi linfomi
3. Disfunzioni del sistema nervoso
4. Sostanziali perdite di peso dovute all’infezione da HIV (deperimento da
AIDS)

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