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26/04/23 12:51
Nasce ad asti, 1749 da una famiglia particolarmente ricca e agiata, che lo indirizza agli studi presso la reale accademia di Torino.
Uscito dall'accademia, come da consuetudine nelle famiglie aristocratiche del 700, la famiglia gli permettere di compiere il gran tour,
ossia la possibilità di visitare le varie capitali europee, in un periodo in cui le capitali sono teatro di grande fermento culturale e
politico.
[Alfieri sarà uno dei primi a scrivere una sua autobiografia "vita". Qui definirà i suoi anni di formazione come anni particolarmente
negativi perché gli hanno insegnato con uno stile particolarmente retrogrado delle idee inattuali e inattuabili, anni di frustrazione, da
un alto ha grandissimo slancio vitale, dall'altro reprime questa sua esigenza di fantasia di evasione e di crescita]
Durante i suoi giri nelle capitali, alfieri si rende conto di quelli che sono i vari sistemi politici in europa, ad esempio, l'assolutismo
dell'anciem regime, e lo criticherà. Criticherà anche l'assolutismo illuminato degli austriaci. In particolare Metastasio lavorava alla
corte austriaca, quando alfieri va lì, dice che Metastasio è trattato come se fosse una prostituta, questo viene aspramente criticato da
alfieri
Dopo il gran tour torna a torino conducendo una vita agiata ed oziosa, la vita del giovin signore del "giorno" di Parini e comincia a
intrattenere una relazione con la marchesa Gabriella Turinetti di Prie, questa relazione a lui non piace perché l'amore provoca dolori,
vergogne e infinite angosce, ma da cui non ci si riesce a liberare
Inizia a dedicarsi alla lettura e alla letteratura, comincia a leggere con interesse gli illuministi francesi, come Rousseau e Montesquieu,
e comincia a nutrire un'avversione anti-tirannica.
Nel 1772 Alfieri fonda a Torino con alcuni amici, una sorta di società letteraria, dove inizia a scrivere alcune opere.
Alfieri fa risalire all'anno '75 la sua conversione letteraria, ossia il momento in cui capisce che vuole scrivere, grazie a una tragedia che
scrisse l'anno precedente, Antonio e Cleopatra, e che gli ritornò in mano di colpo dopo averla dimenticata.
Rileggendola si rende conto che somiglia molto alla sua relazione con la Turinetti. E lì è come se alfieri avesse capito che la letteratura
riesce a fargli esprimere i travagli e dolori personali e farne arte, e soprattutto proiettare i suoi sentimenti nella poesia lo aiuta a
superare i propri tormenti. Questo lo nota principalmente nel teatro tragico.
Per fare il letterato deve conoscere i classici, legge i classici latini e italiani e soggiorna in toscana per migliorare la sua forma
linguistica, dove comincia una relazione con la contessa Louise Stolberg di Albany (inglese)
Per liberarsi completamente dalle sue origini piemontesi, rinuncia a tutti i suoi beni in favore della sorella, in cambio di una rendita
vitalizia
Scoppia la riv rancese, inizialmente viene accolta con favore da Alfieri, ma poi susciterà in lui disgusto, per quella classe borghese della
quale non approva i modi
Muore a firenze nel 1803
Religione
>pur non avendo una fede positiva, è mosso da uno spirito religioso che si manifesta in un'oscura tensione verso l'infinito
- non vede qualcosa di positivo nella religione
- È una sorta di tirannide
- Rispetto agli illuministi è molto geloso della spiritualità dell'uomo, dice la religione in qualche modo pensa di poter controllare
la spiritualità dell'ess umano, quindi chi non crede nella religione ed è illuminista rifiuta la religione, di conseguenza l'illuminista
deve rifiutare la spiritualità. aM alfieri non vuole rinunciare alla spiritualità
Economia
Vede nello sviluppo dei commerci e dell'industria l'incentivo al moltiplicarsi di una classe, la borghesia, meschina e incapace di alti
ideali
- Sfera sociale, borghesia. Anche nei confronti del modello borghese, del loro spirito, alfieri lo rifiuta
- Rifiuta anche il principio del cosmopolitismo, al quale contrappone uno sdegnoso isolamento -> Questo isolamento lo porta a
un grande individualismo ed egocentrismo che lo mettono in difetto rispetto al secolo in cui vive
Rapporto uomo-realtà
-La sua visione è pervasa dal pessimismo e dal senso d'impotenza dell'uomo di fronte alla realtà
Politica
È contro l'anciem regime, e quindi contento del rovesciamento in seguito alla presa della Bastiglia, ma è contrario ai borghesi che
prendono il potere, non ci si riconosce.
Tuttavia la sua critica per la tirannide non è rivolta ad una forma specifica di governo, ma il rifiuto di ogni forma di potere dove la
libertà è necessario bisognabisogno della propria affermazione, oltre ogni limite
Cultura
Concepisce la cultura come espressione di un alto sentire e non come strumento di divulgazione della conoscenza
LE IDEE POLITICHE
Nonostante le idee politiche di Alfieri poggino sulle basi di illuministi francesi, lo scrittore si stacca nettamente dalla cultura dei lumi.
Le posizioni di Alfieri non sono ben definite ma seguono più le emozioni e gli istinti personali.
Il suo individualismo esasperato e l'egocentrismo lo portano a scontrarsi con la situazione storica e politica in cui vive.
Alfieri si trova dunque in contrasto con entrambe le ideologie politiche del tempo (assolutismo e borghesia), ma questo suo
spaesamento lo riconosce come condizione di spirituale superiorità
Tuttavia la sua critica per la tirannide non è rivolta ad una forma specifica di governo, ma il rifiuto di ogni forma di potere dove la
libertà è necessario bisogna bisogno della propria affermazione, oltre ogni limite
- Titanismo alfieriano
Titani - prima degli dei - come prometeo, coli che ha sfidato il potere degli dei. Allo stesso modo il tit alf, si vuole intendere
un'ostilità d carattere individualista nei confronti del potere. È anche il desiderio di grande libertà, infinita grandezza. È anche
una forma di eroismo quasi sovramano, sfidare chi è al vertice della piramide.
Questo comporta solitudine ma anche un grande pessimismo, insoddisfazione, impotenza, che sarà poi presente nel
personaggio di Saul, sovrano ebreo che vivrà un dissidio interiore che lo porterà quasi a litigare con dio per la sua misera
condizione di essere umano
- Un'ansia di infinita grandezza e di infinita libertà che si scontra con tutto ciò che la limita e l'ostacola
OPERE:
Opere politiche:
Della Tirannide
- Opera giovanile
- Scritta 1777, racchiude l'impeto assolutista di alfieri
- Trattato politico
- Viene scritto durante il momento più radicale e rivoluzionario della sua riflessione politica.
- È consapevole che i tristi tempi negano ogni possibilità di azione, perciò si dedica allo scrivere come strumento di battaglia
TEMI
- Deefinisce la tiranide, identificandola con ogni tipo di monarchia che ponga il sovrano al di sopra delle leggi
- Critica il DISPOTISMO ILLUMINATO->
- Critica anche le forme di potere più moderate e illuminate, ne denuncia l'ipocrisia
- Critica le tre basi su cui il potere politico si fonda: nobiltà, casta militare e casta sacerdotale
- Affronta il modo di comportarsi dell'uomo libero sotto la tirannide, che per sfuggire dal potere si ritira in solitudine
abbandonando la sua vita sociale. Nella sua solitudine/emarginazione potrà ricorrere al suicidio (gesto eroico) o potrà uccidere
il tiranno ma con conseguenza la morte
PERSONAGGI
- Le due figure intorno alle quali ruota 'attenzione di alfieri sono il tiranno e il liber uomo, colui che si contrappone al tiranno
(incarna l'affermazione di una volontà di libertà infinita e di potere assoluto, anche il tiranno è un uomo libero in quanto non h
a vincoli)
-> titanismo di entrambi
Il Misogallo
- Miso=contro, gallo=francese
- Opera di critica e di biasimo per la rivoluzione francese
- Prosimetro
- Difende i valori degli illuministi prima e poi i comunisti, cioè il diritto alla proprietà
- Questa scrittura antifrancese nasconde anche un certo patriottismo alfieriano, perché ponendosi in contrapposizione ai francesi
Alfieri auspica x l'Italia maggiore libertà e indipendenza
- Esprime delusione per gli esiti del processo rivoluzionario, rivaluta la monarchia e la nobiltà come mali minori rispetto al nuovo
assetto borghese