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Titanismo e libert

Il pensiero di Vittorio Alfieri, in particolare le sue idee politiche e la concezione delluomo, determina una
parte della sua poetica tragica e lirica.

Il suo un pensiero non organico, pi dominato da impulsi e da un odio generico che non costruito secondo
precise ragioni filosofiche. Alfieri rifiuta la situazione che vive, quella piemontese, per la sua mancanza di
dinamismo e la sua situazione stagnante e rigida. Da Montesquieu, Voltaire e Rousseau, ossia dai
pi importanti illuministi francesi, deriva il culto della libert e lodio per la tirannide e tutto ci che pu impedire
la libert ideale.

In realt risulta che questo antagonismo sia diretto contro qualsiasi forma di potere che appare iniqua e
oppressiva. Anche il concetto di libert che egli esalta non possiede precise connotazioni politiche o sociali,
ma resta un concetto astratto. La libert alfieriana, infatti, espressione di un individualismo eroico e desiderio
di una realizzazione totale di se. Infatti, Alfieri sembra presentarci, invece che due concetti politici (tirannide e
libert), due rappresentazioni mitiche: il bisogno di affermazione dell'io, desideroso di spezzare ogni limite e le
"forze oscure" che ne ostacolano l'agire. Questa ansia di infinito, di illimitato il tipico titanismo alfieriano, che
caratterizza, in modo pi o meno marcato, tutte le sue opere. Ci che viene tanto osteggiato da Alfieri molto
probabilmente la percezione di un limite che rende impossibile la grandezza, tanto da procurargli costante
irrequietezza, angosce e incubi che lo costringono a cercare nei suoi innumerevoli viaggi ci che pu trovare
soltanto all'interno di se stesso. Il sogno titanico accompagnato da un costante pessimismo che ha le radici
nella consapevolezza dell'effettiva impotenza umana. Inoltre la volont di infinita affermazione dell'io porta con
se un senso di trasgressione che gli causer un senso di colpa di fondo, che verr proiettato appunto nelle
sue opere per trovare un rimedio al proprio malessere; fenomeno, questo, che viene chiamato catarsi.

Nel pensiero di Alfieri non si scontrano due concetti politici, tirannide e libert, ma due entit mitiche e
fantastiche: da un lato un bisogno d'affermazione totale dell'io, al di l di ogni limite e di ogni vincolo esterno,
dall'altro la percezione di forze oscure che, nell'io stesso, s'oppongono a questa espansione, la minano e la
corrodono. Il titanismo alfieriano dunque un'ansia di infinita grandezza e di infinit libert, che si scontra con
tutto ci che la limita e l'ostacola.

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