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gli
insegnanti
4 strategie per gestire
efficacemente le classi difficili
analizza
questionario
il clima
intrusioni
della classe
interruzioni come
ti vedono
i tuoi alunni
STRUMENTI
STRUMENTI
identificare
le classi interruzioni quali sono gli
difficili movimento insegnanti che
disturbi funzionano nelle
della lezione classi difficili
STRUMENTI
focus sanzioni
fattori che e punizioni:
rendono difficile sugli elementi sono utili?
lavorare in classe di difficoltà
STRUMENTI
contratto
educativo
gestione delle
classi difficili
osservazione
sistematica
analisi
funzionale
progettare
attivare risorse
organizzare
motivare
indice
1° strategia: PRogETTaRE
(creare routine) 25
2° strategia: oRgaNIzzaRE
(tempi, spazi e materiali) 28
3° strategia: aTTIVaRE lE RISoRSE
(classe = gruppo?) 36
4° strategia: MoTIVaRE allo STUdIo
(6 suggerimenti pratici per creare interesse e motivazione) 39
BIBlIogRaFIa 45
introduzione
caMBIaMENTo
dEl NEl
SISTEMa SISTEMa
ScolaSTIco ScolaSTIco
PRodUcE
PRodUcE ModIFIcazIoNE
adaTTaMENTo dEI
coMPoRTaMENTI
studenti. Mi sento come un negriero che spezza la frusta sulla
per
di smettere il prima possibile di lavorare. Essi mentono, ingan-
nano, si mettono l’uno contro l’altro, sembrano avere un solo
strategie
interesse, cioè quello di fare il meno possibile e di essere ugual-
mente promossi”. (Gordon, 1991, p.36).
gn ant i
inse
nn i
alu
fa
m
ig
lie
focus sugli
strategie
difficoltà
di
FaTToRI cHE
RENdoNo dIFFIcIlE
laVoRaRE IN claSSE
SaNzIoNI INTERRUzIoNI,
E PUNIzIoNI: dIFFIcolTà RUMoRI, MoVIMENTo,
dISTURBI
SoNo UTIlI?
dElla lEzIoNE
QUalI SoNo
glI INSEgNaNTI
cHE FUNzIoNaNo
NEllE claSSI dIFFIcIlI
Fattori che rendono difficile
strategie per
“Gestione della classe….tutto ciò che l’insegnante
mette in opera per stabilire e mantenere un am-
biente favorevole all’attività di insegnamento/ap-
prendimento” (comoglio, prefazione all’edizione
italiana di “Gestire la classe”, charles, 2002).
strategie per
- Non ha pregiudizi, preferenze, è imparziale con gli studenti;
- difende sempre i propri colleghi davanti alla classe, anche se non è d’ac-
cordo, perché gli studenti devono avere un fronte unico.
Tutto ciò è una trappola che non ti permette di comportarti come una
persona normale e autentica, e il fatto di pretendere di essere diversa da
come sei veramente non aiuta la relazione con gli studenti. E se non riesci
a costruire un rapporto autentico con gli alunni, nessuna tecnica di inse-
gnamento andrà bene.
Indubbiamente non è così scontato che la costruzione di un rapporto
autentico con i tuoi studenti dipenda esclusivamente da te: ci sono stu-
denti che si comportano in maniera insostenibile, creano problemi sia a
te che ai compagni. Prima di decidere un piano strategico e di metterlo
in pratica, è molto importante analizzare la situazione della tua classe at-
traverso uno strumento di osservazione che ti permetta di isolare le com-
ponenti di disturbo e focalizzare le tue azioni su determinati ambiti. È per
questo che il primo strumento che ti proponiamo di adottare è il “Que-
stionario di identificazione delle classi difficili”.
4gestire classi difficili
IdENTIFIcazIoNE claSSE dIFFIcIlE
per
QUESTIoNaRIo PER l’INSEgNaNTE
strategie
In quante delle vostre lezioni di questa settimana gli studenti hanno ma-
nifestato le caratteristiche indicate di seguito? Usate questa scala di valu-
tazione e attribuite un punteggio alle lezioni che avete tenuto.
1. gli studenti non vogliono entrare in classe all’inizio della lezione e sono
riluttanti a togliersi i cappotti e a sedere ai loro banchi senza un inter-
vento energico dell’insegnante (perdendo almeno cinque minuti di le-
zione).
per
7. alcuni studenti urlano risposte, o gridano commenti o domande che
strategie
sovrastano quello che state dicendo, e ciò blocca l’andamento regolare
della lezione, anche perché il più delle volte quel che dicono non ha
alcuna attinenza con ciò di cui stavate parlando.
11. alcuni studenti mangiano dolci, salatini e chewing-gum per tutto il corso
della lezione. gettano gli involucri per terra o li lanciano con scarso im-
pegno in direzione del cestino, dove si ammucchiano per terra.
12. alcuni studenti scrivono soltanto poche righe durante l’ora, molto di
meno di quel che potrebbero. Ignorano le vostre istruzioni di metter
via i libri o di portarli a casa (o, viceversa, non li portano). I libri restano
sul banco o per terra mentre i ragazzi si precipitano fuori.
per
di semifrenesia. I ragazzi cadono dalla sedia, urlano qualcosa all’indi-
strategie
rizzo di qualcuno in particolare o al vuoto, si sbellicano dalle risate
come se fossero ubriachi o isterici. Hanno la tendenza a commettere
prepotenze, a giocare in modo pesante o a fare delle vere e proprie
lotte. Quando vi rivolgete a uno di loro con voce calma, vi urlano ag-
gressivamente la risposta. Parlare loro è quasi impossibile.
Blum, 2013
Interruzioni, rumori
movimento e disturbi della lezione
per
tiva: valorizza l’ambiente attraverso piccoli accorgimenti, per esempio
strategie
cambiando la disposizione dei banchi, crea delle aree specifiche per le at-
tività alternative, riduci gli stimoli distraenti, organizza la didattica in ottica
laboratoriale pianificando le attività, i ruoli e gli incarichi da dare ai tuoi
alunni. Fai in modo che le attività proposte abbiano dei tempi di realizza-
zione ben definiti e, all’interno del tempo previsto, cerca di evitare il più
possibile interruzioni o intrusioni dall’esterno (ad esempio mettendo sulla
porta un cartello “non entrare, lavori in corso” e rendi partecipi i tuoi
alunni della necessità di mantenere il più possibile il focus attentivo sul
compito da svolgere).
Prova a rispondere alle domande che ti proponiamo nel questionario
che segue, per analizzare quanto le interruzioni alla tua lezione pesano
sulla qualità della stessa:
INTRUSIoNI E INTERRUzIoNI
QUESTIoNaRIo PER l’INSEgNaNTE
per
zione e loro dovrebbero trovarsi nella loro classe.
strategie
5. alunni che hanno disertato la loro classe bighellonano fuori della vostra,
disturbando.
Blum, 2013
per
essere progettata come luogo educativo di incontro dei bisogni di tutti i
strategie
suoi componenti, poiché l’inclusione deve rappresentare un modello for-
mativo integrato capace di rispondere con significatività alle esigenze spe-
cifiche di ogni studente. Il modello pedagogico da seguire richiede,
quindi, la pianificazione della vita di classe e delle opportunità formative
ed è volto a creare un clima educativo efficace per favorire le “integra-
zioni”; gli insegnanti più capaci sono tali non per le loro abilità nel man-
tenere l’ordine e la disciplina, o per le loro competenze disciplinari e
culturali, ma per le loro capacità nel favorire un clima di apprendimento
sereno e proficuo per tutti gli allievi presenti in classe. Questi insegnanti
sono in grado di esercitare un’influenza positiva sull’intero gruppo non
con l’autoritarismo ma con semplicità e con naturalezza, vivendo il rap-
porto con gli allievi ed il gruppo classe in modo sereno; inoltre, la chia-
rezza delle loro modalità comunicative e l’attenzione che riversano sui
singoli sono molto accentuate. Un’altra caratteristica che presentano è
che raramente sono seduti dietro una cattedra, ma trascorrono tutto il
loro tempo in classe rimanendo in piedi, avvicinandosi o allontanandosi
dai ragazzi in base a piccoli e appena percettibili segnali di disagio che
riescono ad intuire intervenendo immediatamente con efficacia, riuscendo
così a soddisfare i bisogni degli allievi e prevenendo probabili ulteriori
problemi. ciò significa adottare sistematicamente alcune tecniche e mo-
dalità di agire. Ti suggeriamo alcuni spunti che potrai sviluppare secondo
le tue necessità e inclinazioni:
per
• aiuta gli allievi a comprendere i procedimenti più idonei per raggiun-
strategie
gere il successo nelle proposte presentate.
• dimostra con esempi concreti come i compiti devono essere eseguiti e
controllali.
• chiarisci agli allievi che di fronte a un risultato negativo troveranno un
insegnante disponibile a farsi carico del problema e in grado in ogni
momento di aiutarli a superare la difficoltà fornendo correttivi e sug-
gerimenti.
• chiama gli allievi per nome e con il sorriso.
• Parla spesso individualmente con i ragazzi, soprattutto nei momenti
non strutturati.
• Insisti molto sul comportamento responsabile da utilizzare in classe.
• Imposta un controllo attento, preciso, risoluto sui comportamenti dei
ragazzi in classe.
• Parla frequentemente in classe delle conseguenze delle azioni inade-
guate.
• occupati sempre del comportamento inadeguato.
• Utilizza, quando possibile, incentivi positivi per i comportamenti idonei.
per
voto di comportamento, se questo non si accompagna con una giustifi-
strategie
cazione articolata che possa essere capita dall’interessato e venga anche,
almeno parzialmente, condivisa”. Il rischio maggiore che si corre nell’in-
fliggere una punizione è quello della “scalata simmetrica”: “Tu alunno hai
infranto la regola, io ti punisco - Tu docente mi hai punito, allora io reagi-
sco e ti punisco a mia volta”. Una punizione ne richiamerà un’altra, spesso
un po’ più forte, fino ad un punto di non ritorno. Malgrado ciò, di fronte
ai comportamenti “problematici”, bisogna intervenire ma per farlo è ne-
cessario seguire una strategia ed un piano d’azione ben definito: esistono
cioè alcune strategie precise che si possono mettere in campo per agire
efficacemente in modo da scoraggiare quel determinato comportamento.
Situazioni che controllano ciò che il bambino fa ciò che accade dopo il mani-
un comportamento, festarsi del comportamento
facilitandone l’emissione del bambino
a B c
aNTEcEdENTI coMPoRTaMENTI coNSEgUENzE
Il comportamento è le conseguenze
gli antecedenti sono
qualcosa di sono gli eventi che si
gli eventi che si
osservabile che una verificano dopo.
verificano prima di un
persona compie, di Possono essere positive
comportamento:
cui si può contare la o negative
frequenza e che si
può modificare.
Può essere positivo
• Regole o negativo • Premi
• aspettative • Punizioni
• comunicazioni
•Pensieri
la pigrizia, il non lavorare non sono
comportamenti.
camminare, urlare, colpire sono comportamenti
Vediamo un esempio esplicativo:
strategie
Marco viene ripreso a voce alta dalla maestra perché non sta seduto com-
posto e si dondola sulla sedia. Un compagno lo prende in giro sottovoce
per il richiamo ricevuto. Marco si alza dal suo posto, va verso il banco del
compagno e rovescia a terra tutto il materiale di quest’ultimo. l’inse-
gnante sgrida Marco e lo manda fuori dalla porta.
come procedere:
l’INSEgNaNTE SgRIda
l’INSEgNaNTE RIPRENdE MaRco SI alza E
MaRco E glI dIcE dI
MaRco-UN coMPagNo RoVEScIa Il MaTERIalE
aNdaRE FUoRI dalla
lo PRENdE IN gIRo dEl coMPagNo a
PoRTa
dI NaScoSTo TERRa
strategie
conseguenze positive rispetto all’adempimento della stessa.
aTTEggIaMENTo dEll’adUlTo
coERENTE E FERMo
strategie per
Per farlo hai a disposizione due tipi di punizioni:
1. Punizioni aversive, cioè quelle che suscitano paura, dolore nel bambino
(ad esempio minacce, sgridate, note, sospensioni);
per
• Il pegno da pagare deve essere proporzionale alla gravità dell’azione
strategie
compiuta
• le regole stabilite devono essere sempre rispettate
• l’alunno deve conoscere i motivi per i quali viene punito
• IMMEdIaTa
• coNTINUa
• SIgNIFIcaTIVa PER cHI la SUBIScE
Per rendere “ufficiale” e condivisa una regola può essere utile stipulare
con la classe o con i singoli allievi un “contratto educativo”. Il contratto
educativo risulta essere una strategia potenzialmente utile per associare
forme di rinforzo sociale a comportamenti adeguati e alternativi rispetto
ai comportamenti individuati. Inoltre il contratto permette di condividere
obiettivi e procedure educative con la famiglia divenendo un mezzo per
attivare relazioni positive tra genitori e scuola e per generalizzare strategie
efficaci anche al di fuori del contesto scolastico. la procedura del con-
tratto va spiegata all’alunno o alla classe in un incontro strutturato in cui
gli alunni hanno la possibilità di negoziare i termini delle richieste e dei
rinforzi o di proporre cambiamenti all’insegnante. Il contratto deve avere
una durata e va firmato dall’alunno (o dai rappresentanti di classe se inte-
ressa tutta la classe, e dall’insegnante.
di seguito ti presentiamo un esempio di contratto educativo stipulato
strategie per
strategie
dell’
PRogETTaRE
MoTIVaRE
allo STRaTEgIE oRgaNIzzaRE
STUdIo
aTTIVaRE
lE
RISoRSE
1° strategia: PRogETTaRE
strategie per
Perché la classe diventi un gruppo nulla può essere lasciato al caso: l’or-
ganizzazione, la didattica, le relazioni devono strutturarsi facendo riferi-
mento ad una precisa pianificazione delle azioni e delle procedure, senza
dar spazio all’improvvisazione. gli alunni delle classi difficili hanno più bi-
sogno di routine degli altri perché il loro comportamento è così estremo
che essi hanno bisogno di sapere che esistono regole “rassicuranti” in
grado di contenerli.
- ingresso in classe
- disposizione in fila
- inizio lezione
- presentazione
- presentazione delle attività e relativi tempi di lavoro
- pause concordate
- attività ricreative stabilite a priori
- dettatura dei compiti ad orario stabilito
- routine di saluto
strategie
zione fisica, ricreazione ecc.) provate a stare in piedi dinanzi alla porta e
a salutare gli alunni ad uno ad uno mentre entrano.
- Trovate studenti affidabili che siano sempre puntuali e date loro il com-
pito di distribuire il materiale della lezione o le prove scritte che avete
corretto.
- Predisporre uno spazio fisso sulla lavagna nel quale scrivere i compiti
che si assegnano alla classe.
- Mantenere i compiti scritti fino alla fine della mattinata (le insegnanti
successive aggiungono i propri)
per
tegie che avete utilizzato molte volte e sapete essere efficaci. la prima
strategie
regola della “strategie didattiche” è quella di proporre quelle che vi
danno la possibilità di iniziare bene una lezione:
3. cercate di non insistere troppo a lungo quando voi e/o alcuni ragazzi
leggete ad alta voce.
strategie per
Per creare un ambiente prevedibile è necessario agire su diversi piani:
Righello goniometro
Pennarelli
per
zando lo stesso colore per i libri e i quaderni della stessa materia e
strategie
delle etichette con il nome della materia/titolo del libro, usare figure cor-
rispondenti ai materiali da portare e preparare uno schema del materiale
necessario per ogni materia da inserire nel proprio diario:
ITalIaNo MaTEMaTIca
Penne Penne
Matite Matite
Pennarelli Pennarelli
per
- con mesi di colori diversi, così da identificarli più facilmente.
strategie
Inoltre è importante che l‘orario settimanale sia molto chiaro, meglio
se figurato, cioè accostando un’immagine di “riconoscimento” ad ogni
singola materia e creato insieme all’alunno, così da renderlo facilmente
comprensibile a lui, in base alle sue caratteristiche e preferenze.
1 123
RElIgIoNE aNTologIa MaTEMaTIca INglESE gEogRaFIa
2 ABC
EPIca gRaMMaTIca EPIca MUSIca gEoMETRIa
3 ABC
INglESE gEogRaFIa aNTologIa SToRIa gRaMMaTIca
4
gEoMETRIa SToRIa Ed. aRTISTIca FRaNcESE Ed. FISIca
5 123
MaTEMaTIca FRaNcESE Ed. aRTISTIca Ed. TEcNIca Ed. FISIca
per
Per esempio in una attività in cui l’insegnante diventa il “regista” della
strategie
comunicazione ed è al centro di un vero sistema di scambio sarà necessa-
rio che anche il setting venga accuratamente predisposto perché corri-
sponda all’attività prescelta. le attività saranno svolte in un contesto
interazionale e relazionale appropriato. Tali attività risponderanno agli
obiettivi selezionati per la lezione (ad esempio un circle time o un lavoro
che prevede una fase di brain storming). In questi casi la classe potrebbe
essere strutturata come gli esempi che seguono:
strategie
da una lezione alla lIM o con un proiet-
tore, la migliore sistemazione resterebbe
senz’altro quella prevista nella figura
sotto.
strategie
nanza favorisce la condivisione del materiale. gli
alunni possono disporsi uno accanto all’altro o ai
due lati contigui di un banco. la posizione uno
di fronte all’altro non sempre è efficace: non per-
mette di leggere o lavorare sullo stesso foglio.
strategie per
c. oRgaNIzzazIoNE dEI TEMPI dI laVoRo
per
manca per terminare l’attività in corso o per la ricreazione. la parete della
strategie
tua classe dedicata al menù della giornata potrebbe risultare così:
oRaRIo coMPITI
9,45 dETTaTo
10,30 PaUSa
11 12 1
10 2
9 3
8 4
7 6 5
3° strategia: aTTIVaRE lE RISoRSE
per
duare gli aspetti essenziali e di esprimerli con attenzione.
strategie
- Sviluppa le abilità sociali: insegna le tecniche di comunicazione per fa-
vorire un clima cooperativo in classe.
- Elaborazione delle regole condivise: nei primi giorni di scuola puoi dire:
“impegniamoci a individuare, scegliere e stabilire una lista di regole e
di principi che vadano bene per tutti, siano condivisi e ci aiutino a stare
bene per tutto il tempo che passeremo insieme. ognuno scriva su un
foglio quello che ritiene indispensabile. Poi le metteremo insieme e cree-
remo un cartellone che metta tutti d’accordo”. Per rendere più efficace
l’elaborazione delle regole si possono suddividere gli studenti in piccoli
gruppi di 3-4 che si concentrano sull’individuazione di 5 regole: sulla
parte sinistra del foglio si scrive la regola, su quella destra si descrivono
almeno 5 vantaggi che il singolo e il gruppo trarranno dal rispettare la
regola. Questa riflessione è fondamentale: fissare le regole è facile, è in-
vece difficile e faticoso giustificare le ragioni per rispettarle; senza questo
per
- Quando le regole non vengono rispettate cosa si può fare? Prima di pas-
strategie
sare alla sanzione (vedi punizioni aversive e non aversive) è necessario
ricorrere alla strada dell’argomentazione: cosa impedisce a quell’alunno
di rispettare la regola? Non gli vanno più bene le cose che aveva accet-
tato prima? Sta imponendo un suo capriccio? E chiedere: cos’è che non
va bene per te? cosa pensano i compagni di questa tua opposizione? a
questo punto il ragazzo comincia ad uscire dal suo egocentrismo, ad ac-
corgersi della presenza degli altri e del fatto che i suoi desideri si scon-
trano con altre esigenze. la punizione, che sembra essere la via più
diretta per arginare i comportamenti oppositivi di alcuni alunni, in realtà
non convince a comportarsi diversamente anzi, è un modo per escogi-
tare vie di fuga e percorsi alternativi per evitarla…percorsi che sono
spesso ancor più scorretti del non aver rispettato la regola! Meglio in-
tervenire con il dialogo, con le proposte di nuove forme di comporta-
mento e di atteggiamenti più cooperativi.
4° strategia: MoTIVaRE allo STUdIo
strategie
altri invece si stancano facilmente? Perché ci sono dei ragazzi che studiano
con costanza ed altri che proprio non hanno voglia di studiare tutti i
giorni? ci sono molte ragioni che possono spiegare queste differenze ma
una è sicuramente questa: i ragazzi che studiano volentieri hanno delle
buone motivazioni per affaticarsi sui libri, sono consapevoli che il loro an-
dare a scuola ha degli scopi validi. gli altri non hanno sufficienti motiva-
zioni e non sono abbastanza consapevoli del “perché” devono studiare.
Fra le motivazioni che spingono a studiare, le più valide sono quelle legate
al piacere di imparare, di scoprire, di migliorare: queste motivazioni ven-
gono anche definite interne. le meno valide, invece, sono quelle legate
al bisogno di evitare un castigo o di ricevere un premio: queste motiva-
zioni, dette anche esterne, non durano nel tempo; possono aiutare a stu-
diare per qualche giorno, ma poi perdono di efficacia.
Spesso gli studenti che hanno una bassa motivazione allo studio sono
anche quelli che collezionano più insuccessi ma gli insuccessi non fanno
altro che diminuire la motivazione…con il risultato che molti alunni assu-
mono un atteggiamento passivo verso l’apprendimento. l’insegnante
deve quindi poter disporre di tecniche che aiutino gli alunni a modificare
i sentimenti negativi di insuccesso associati allo studio e diventare studenti
attivi e sicuri di sé. a questo scopo ti proponiamo 6 suggerimenti pratici
che puoi adattare al livello degli studenti della tua classe.
1° SUggERIMENTo PRaTIco: lE TaBEllE dEI PRogRESSI
strategie
griglia alcuni elementi di monitoraggio delle abilità scelte dall’insegnante
e/o dagli alunni stessi. le tabelle sono costituite:
• da un titolo posto in alto al centro che definisce il tema,
• da un elenco dei testi e approfondimenti riferiti all’argomento e letti a
scuola e a casa,
• da un elenco di parole nuove apprese,
• da un grafico che mostra il miglioramento nell’abilità specifica e nelle
strategie.
strategie per
…nella lettura ad alta voce
Man mano che si raccolgono i dati nella tabella dei progressi questa di-
viene anche strumento per la riflessione e l’autovalutazione. Puoi guidare
gli alunni a riflettere sulle attività svolte per portarli a monitorare le loro
prestazioni in riferimento a:
- comportamenti di automonitoraggio
offri ai tuoi studenti la possibilità di scegliere. gli studenti sono più mo-
tivati se viene data loro la possibilità di prendere delle decisioni durante
le attività scolastiche. In questo modo, sentiranno di avere in pugno il pro-
prio sapere e la propria motivazione. Fai scegliere loro con chi svolgere
le attività di laboratorio, oppure dai una serie di opzioni nel prossimo tema
o componimento breve. Prova inoltre a proporre dei compiti “stratificati”:
se un alunno non ha proprio voglia di studiare quell’argomento sa che
per
punto. a chi desidera approfondire l’argomento dai la possibilità di fare
strategie
di più: assegna a tutti dei compiti con cui ottenere dei voti extra. I compiti
per ottenere dei voti extra aiutano gli studenti ad approfondire la materia
e a impegnarsi per migliorare. ad esempio, se insegni chimica e alcuni
dei tuoi studenti hanno delle difficoltà, assegna loro una relazione facol-
tativa su un libro che tratta la scienza in modo divertente, ad
esempio L’universo in un guscio di noce. gli studenti si divertiranno a stu-
diare la materia da un’altra prospettiva e approfondiranno l’argomento
migliorando, allo stesso tempo, i propri voti.
Puoi assegnare dei compiti che mostrino altre possibili applicazioni
della tua materia. Se insegni letteratura, ad esempio, metti un bel voto a
coloro che partecipano a una lettura di poesia in città e scrivono una re-
lazione sull’evento. chiedi loro di esporre la relazione davanti ai compagni
di classe; in questo modo motiverai gli studenti e li incoraggerai anche
ad andare oltre i limiti imposti dal programma.
I timbri con la faccia che ride sono uno strumento che non può mancare
nella cassetta degli attrezzi dell’insegnante: la loro funzione più impor-
tante è quella di gratificare l’alunno e di richiamare la sua attenzione so-
prattutto nei momenti più difficili come l’avvio della lezione ad inizio
mattinata. È per questo che se ne consiglia un uso generoso nei primi 10
minuti di lavoro: un timbro può essere dato, ad esempio, agli alunni che
si sistemano al loro banco o che cominciano ad alzare la mano per rispon-
dervi senza chiacchierare tra loro. Il timbro, in altre parole, serve per met-
tere in moto la lezione. In realtà il valore del timbro potrebbe essere nullo
per la maggior parte degli alunni se non avesse un qualche credito quan-
tificabile nel sistema generale di riconoscimenti della scuola: il timbro, o
la somma dei timbri guadagnati in un tempo concordato dunque do-
vrebbe essere legato ad un “premio”, ad esempio ad un attestato o ad
una comunicazione per i genitori (vedi i punti seguenti). Ecco quindi che
il timbro costituisce una ricompensa molto flessibile e pratica: può essere
usata con un’alta frequenza, senza disturbare la lezione: ci vogliono pochi
secondi per gratificare ogni singolo alunno e anche una classe intera!
4° SUggERIMENTo PRaTIco: lETTERE E aTTESTaTI
strategie
sogni a breve termine o particolari lezioni che richiedono di mantenere
alto il livello dell’attenzione. Ma perché i timbri abbiano un maggior ef-
fetto sulla motivazione degli alunni è necessario che questi vengano con-
vertiti in lodi, lettere o riconoscimenti “ufficiali”. Sicuramente è un
impegno più oneroso per voi scrivere la lettera ai genitori o preparare un
attestato ma, a fronte del vostro lavoro extra, ci saranno una serie di rica-
dute positive per cui converrete che ne è valsa la pena: per i genitori che
ricevono una lettere di lodi o di “miglioramento” sicuramente sarà una
bella sorpresa e saranno loro stessi a fungere da ulteriore rinforzo positivo
per il proprio figlio, potenziando la motivazione e l’autostima del ragazzo.
per
come vanno sottratte nel momento in cui emette i comportamenti in-
strategie
desiderati.
f) Scegliere un posto e un contenitore, meglio se trasparente, in cui col-
locare i gettoni guadagnate.
g) Individuare il momento della settimana o della giornata in cui effettuare
lo scambio tra gettoni conquistati o persi attraverso gli atteggiamenti
manifestati e le attività o i premi da lui desiderati.
h) Modificare nel corso del tempo il valore (numero di gettoni) dei com-
portamenti adeguati e inadeguati e il valore dei premi secondo le esi-
genze che emergono. ad esempio, un premio può perdere il suo valore
nel corso del tempo, oppure un comportamento può diventare tal-
mente automatico e semplice da essere espresso tanto da non richie-
dere più sforzo da parte del bambino.
d’alonzo l. (2012), Come fare per gestire la classe nella pratica didattica.
Guida base. Firenze, giunti Scuola.