DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA
Tesi di laurea
in
Modelli e Processi Formativi
Relatrice Candidata
..................................... ..............................
Matricola .....................
INTRODUZIONE
gruppi di lavoro per portare a fine un compito, sembra sia l’unica strada
di problemi che sono obiettivi propri dello stesso. La rapidità dei cambiamenti
di apprendimento.
I
INTRODUZIONE
L’approccio strutturale nel Cooperative Learning
confronto con più fonti costituite per lo più da banche di informazioni ampie
costruttivismo.
diverse menti collaborano alla formazione del sapere tenendo conto anche
frustrazione, specie in quelle menti più deboli che possono indebolire l’intero
II
INTRODUZIONE
L’approccio strutturale nel Cooperative Learning
cui la sorte di ogni membro del gruppo è interconnessa a quella degli altri.
economica, che possono essere futuro luogo di impiego della tecnica che si
III
L’approccio strutturale nel Cooperative Learning
sempre crescente.
costruiremo un metodo per gli operatori perché possa essere realizzato nella
IV
INDICE
L’approccio strutturale nel Cooperative Learning
INDICE
L’APPROCCIO STRUTTURALE NEL COOPERATIVE LEARNING
CAPITOLO PRIMO
LA TEORIA ALL’APPRENDIMENTO COOPERATIVO
-5-
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
CAPITOLO PRIMO
LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO COOPERATIVO
SOMMARIO:
1.1. Cenni introduttivi
1.2. Le basi culturali dell’Apprendimento Cooperativo.
1.3. Le caratteristiche dell’Apprendimento Cooperativo.
1.4. Teorie a confronto: le dieci domande di supporto.
1.5. Gli obiettivi
1.6. I risultati positivi dell’apprendimento cooperativo
1.7. I sei concetti chiave.
-6-
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
-7-
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
1
Riferimenti teorici di queste ricerche sono quelli delle scienze cognitive con
particolare riferimento all’approccio costruttivista e all’apprendimento
contestualizzato
-8-
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
2
DISHON, D., & O'LEARY, P. (1984). A guidebook for Cooperative Learning:
A technique for creating more effective schools. Holmes Beach, FL: Learning
Publications
-9-
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
ridefinizione sistemica in tutto il suo complesso e avente come origine del suo
funzionamento l’intenzionalità di orientamento verso un fine comune3.
In ambito pedagogico, le basi della dimensione cooperativa si possono
rinvenire nelle riflessioni di Dewey che individua nella comunità scolastica il
luogo entro cui si possono sperimentare concretamente modelli di vita
partecipativa in cui acquisiscono particolare rilevanza la comunanza degli
scopi e la condivisione delle esperienze didattiche e sociali. Da questo punto
di vista, la dimensione cooperativa si accompagna all’idea che la scuola sia
l’ambiente ideale per intraprendere attivamente esperienze di apprendimento
e socializzazione nel medesimo percorso, e per questo si accompagna all’idea
di attivismo pedagogico secondo il quale il protagonismo del soggetto nella
formazione delle conoscenze, rappresenta una caratteristica da cui è
impossibile prescindere se si intende raggiungere un apprendimento efficace
e significativo per il discente. In riferimento alle esperienze di apprendimento
in laboratorio e collaborativi Dewey, in Scuola e società, manifesta la
consapevolezza che l’adozione di interventi didattici, di strategie cooperative
e improntate all’azione finisca col generare “una disciplina di genere sociale”4
enfatizzante il ruolo del soggetto che cresce in contesto collaborativo.
Il riconoscimento dell’importanza della cooperazione nei processi
educativo-formativi si ritrova anche in Cousinet che pone l’accento sulle
attività didattiche improntate sulla relazione nei gruppi che ritiene possano
colmare la frattura esistente tra esperienze di apprendimento formale e quelle
ludico-ricreative tipiche dei bambini consentendo l’uniformizzazione della
componente sociale a tutte le esperienze ed a tutte le dimensioni della loro
vita. Cousinet propone un lavoro per gruppi libero che favorisca l’elezione
dei compagni da parte dei bambini stessi e la scelta delle modalità di
intraprendere le attività frutto dello sviluppo intrapreso nelle esperienze di
tipo cooperativo. In questo senso diventa importante predisporre
3
Cfr. L. DOZZA, Relazioni Cooperative a scuola. Il «lievito» e gli
«ingredienti»., Edizioni Erickson, Trento, 2006, p. 31
4
Ibidem, pag. 29
- 10 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
5
Cfr. A. TALAMO Cooperare a scuola. Osservare e gestire l’interazione sociale
a scuola, Carocci, Roma, 2003
- 11 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 12 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
necessari che ogni gruppo si senta un team con forte coesione tra i membri
(student team learning).
Per costruire in chi apprende una visione più ampia e articolata del
concetto di intelligenza, E. Cohen ha evidenziato che è necessaria la consegna
di lavori complessi (Complex instruction) per dare una giustificazione al
lavoro di gruppo così da ottenere sì apprendimento individualizzato ma non
competitivo in quanto i membri del gruppo hanno compiti tra loro non
confrontabili. Il possedimento di diverse competenze all’interno del gruppo
consente di operare in modo da costruire, in chi apprende, una visione più
articolata e ampia che intensifica la partecipazione collegiale.
Sottolineando in modo particolare il valore della motivazione intrinseca,
l’Università di Tel Aviv sperimentò la modalità detta di Group Investigation.
Secondo le ricerche dell’università, saper dirigere e facilitare
l’apprendimento significa soprattutto fornire una buona problematizzazione
del contenuto e organizzare la ricerca intorno all’interesse di ciascuno.
Nella modalità della Christian Texas University, detta scripted
cooperation, il gruppo si esprime al massimo delle sue potenzialità solo se i
suoi membri sono in grado di procedere con efficacia nel compito assegnato
e nel caso questo non corrispondesse alla caratteristica del gruppo allora
bisognerebbe assegnare ad ogni membro una traccia per effettuare la propria
porzione di compito.
Si può anche pensare all’apprendimento cooperativo come una prospettiva
che sovverte l’impostazione tradizionale degli studi di dinamica di gruppo in
cui i temi ricorrenti sono: aggregazione, appartenenza, leadership, coesione,
potere, pressione di conformità.
Rispetto a questi, l’apprendimento cooperativo:
1. Assegna al gruppo un livello di flessibilità ed efficienza maggiori;
2. La sintesi del gruppo non è intesa secondo l’immagine prototipica del
«gruppo di amici»
3. Non è necessaria la dimensione relazionale affettiva. Anche se utile e
importante non è la condizione per la quale le persone stanno in un
- 13 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
6
COMOGLIO M., Presentazione all'edizione italiana in JOHNSON,
JOHNSON E HOLUBEC, Apprendimento cooperativo in classe, Erickson Trento
1996 p.8
7
WATZLAWICK, BEAVIN, JAKSON, Pragmatica della comunicazione
umana, Astrolabio, s.l. 1971
8
Cfr. MASSA R., Le tecniche e i corpi, Unicopli, Milano 1986
- 14 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 15 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 16 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 17 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 18 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 19 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 20 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 21 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
che in un mondo competitivo sia formante per loro avere a che fare con la
competizione sin dagli anni di studio, altri preferiscono la cooperazione per
aiutare gli studenti a formarsi al clima sociale di cooperazione del lavoro in
team sempre più richiesto nel mondo del lavoro a prescindere dalle posizioni
o meno di leadership che gli stessi avranno in futuro. Kagan ritiene che
nessuno dei due approcci porti a risultati sperati nel prosieguo della vita degli
studenti. Egli pensa che la flessibilità e il sapere adattarsi alle diverse
situazioni possa essere la soluzione più consona per adattarsi al mondo del
lavoro attuale che, nel complesso, in un panorama di competizione interna ed
esterna, deve fare sempre più uso di collaborazione tra pari per far fronte a
problemi di natura sempre più complessi.
Secondo Kagan sarebbe ingiusto offrire esperienze di apprendimento solo
di un tipo in quanto non si offrirebbe agli studenti l’intera gamma di
possibilità comprese esperienze di apprendimento cooperativo strutturale e
non e così, lo studioso, privilegia un tipo di esperienza che sia un giusto
compromesso di apprendimento cooperativo, competitivo e individuale così
da offrire agli studenti ogni possibilità di confronto col mondo del lavoro
attuale.
Kagan sostiene che lo scopo dell’educazione è quello di fornire agli
studenti “esperienze che permettano loro di strutturare il proprio ambiente
sociale e fisico in modo positivo, compreso la loro educazione permanente”
e per questa ragione l’esclusivo utilizzo del premio per l’apprendimento è da
lui sconsigliato in quanto farebbe privilegiare strade piuttosto che altre mentre
il compito dell’educatore è quello di fornire agli studenti la capacità di
costruire da soli proprie strutture di apprendimento in quanto il progresso
impone che nell’arco di una vita il complesso delle informazioni si arricchisca
di contenuti nuovi e sempre diversi e pretendere che il bagaglio informativo
sia immutabile lungo il corso della vita è fuorviante e poco utile dato che la
maggior parte degli studenti si troverà ad occupare profili professionali
ancora non esistenti visto il celere cambiamento delle prospettive
occupazionali al mondo.
- 22 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
9
JOHNSON, David W., et al. Effects of cooperative, competitive, and
individualistic goal structures on achievement: A meta-analysis. Psychological
bulletin, 1981, 89.1: 47.
https://www.researchgate.net/publication/229067919_Effects_of_cooperative_com
petitive_and_individualistic_goal_structures_on_achievement_A_meta-analysis
SLAVIN, Robert E. When does cooperative learning increase student
achievement?. Psychological bulletin, 1983, 94.3: 429.
https://www.researchgate.net/profile/Robert_Slavin/publication/232480281_Wh
en_does_cooperative_learning_increase_achievement/links/54a1365e0cf257a6360
24b76.pdf
- 23 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 24 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 25 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 26 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 27 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 28 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 29 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 30 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 31 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 32 -
CAPITOLO PRIMO
La teoria dell’Apprendimento cooperativo
- 33 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
CAPITOLO SECONDO
I METODI DELL’APPRENDIMENTO COOPERATIVO
SOMMARIO:
2.1. I gruppi e la gestione dell’aula
2.2. Learning together
2.3. L’approccio strutturale
- 34 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
ogni tre studenti”. Questo garantisce anche che non vengano mortificate le
richieste volontà di leadership pur rimanendo nell’ambito della cooperazione.
Le tecniche sono molteplici e ognuna offre particolari vantaggi e
svantaggi. I membri del gruppo, per esempio, possono essere scelti dai
‘leader’, ovvero dagli studenti a più alto rendimento, opportunamente
selezionali e formati dall’insegnante. Contrariamente a quanto si potrebbe
pensare questo metodo offre spesso agli studenti a rendimento più basso,
impopolari o con problemi, una esperienza di integrazione in contesti che
generalmente li vedrebbe esclusi poiché i leader sanno che la valutazione di
gruppo sarà la risultante di quelle individuali non comparative o in relazione
a uno standard, ma relativa al miglioramento rispetto alla prestazione
precedente.
Un’altra nota significativa riguarda un passaggio troppo spesso trascurato
(o inconsciamente censurato?) ovvero la fine del gruppo e la formazione di
un gruppo nuovo per abituare gli studenti alla fine di vecchie esperienze e
prepararli a scegliere nuove esperienze senza farsi sconfiggere dalle
circostanze avverse. A questo scopo Kagan propone una serie di attività
specifiche in cui la fine di un’esperienza cooperative è l’inizio di una nuova,
ad es. la presentazione alla classe dei membri del vecchio gruppo che
andranno presto a far parte di un gruppo nuovo.
Costituito il gruppo, si entra nella seconda fase, quella del team building,
ovvero un training strutturato che porta il GAC a sentirsi tale e ad agire come
tale. Per Kagan il team building ha cinque scopi:
1. Fare conoscenza
2. Costruire un’identità di gruppo in cui riconoscersi e che
funzioni da motivazione intrinseca
3. Sviluppare il sostegno reciproco.
4. Valorizzare le differenze
5. Sviluppare sinergia.
Per ognuno di questi aspetti sono descritte diverse attività. Il team
building è sempre utile e non necessariamente separato da attività di
- 35 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 36 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 37 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 38 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 39 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 40 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 41 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 42 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 43 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 44 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 45 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 46 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 47 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 48 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 49 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 50 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 51 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
d) Elementi concettuali
1. Costruire il gruppo
2. Costruire la classe
3. Insegnamento delle competenze sociali, che “devono essere apprese nel
contesto di un compito curricolare più che in unità separate. Quando
sono apprese come unità separate, gli studenti non si applicano
nell’interazione di gruppo e c’è un grande spreco di tempo”. La pratica
migliore è la simulazione. L’insegnante può inoltre attirare l’attenzione
della classe su un buon uso di una competenza da parte di un gruppo o di
un suo membro attraverso lodi e apprezzamenti.
4. Transizioni: “Uno degli elementi più importanti della lezione cooperativa
è l’attività supplementare, così se un gruppo finisce prima il proprio
compito, continua a lavorare in modo produttivo.”
Uno strumento ‘pronto’ per valutare a posteriori il proprio lavoro è quella
che Kagan chiama ’la struttura delle grandi quattro’ che consiste nel
porsi quattro domande, relative ai quattro obiettivi di ogni lezione
cooperativa: 1. la costruzione del gruppo 2. la costruzione della classe 3. la
padronanza 4. le competenze cognitive. Le domande sono:
1. I componenti del gruppo lavorano e stanno meglio insieme?
2. Gli studenti vivono meglio l’appartenenza a questa classe?
3. Gli studenti sanno qualcosa che prima non sapevano?
4. “Gli studenti hanno affinato le loro abilità di pensiero? È più
probabile che si pongano domande più critiche, più
analitiche? Hanno una capacità di valutazione più chiara?
Applicano più facilmente le informazioni a un nuovo contesto?
Sono più capaci di accorpare diverse informazioni in un
sistema categoriale significativo?”
Se le risposte sono affermative si è fatto un buon lavoro altrimenti occorre
analizzare nuovamente il progetto per individuare e correggere eventuali
carenze di struttura in una delle quattro aree indicate sopra. “Posso nuotare
- 52 -
CAPITOLO SECONDO
I metodi dell’apprendimento cooperativo
- 53 -
CAPITOLO TERZO
L’applicazione in classe
CAPITOLO TERZO
L’APPLICAZIONE IN CLASSE
SOMMARIO:
3.1. La gestione della classe
3.2. La formazione dei gruppi
3.3. Fattori che condizionano l’efficacia dei gruppi cooperativi
3.4. La progettazione di lezioni cooperative
- 54 -
CAPITOLO TERZO
L’applicazione in classe
- 55 -
CAPITOLO TERZO
L’applicazione in classe
- 56 -
CAPITOLO TERZO
L’applicazione in classe
- 57 -
CAPITOLO TERZO
L’applicazione in classe
- 58 -
CAPITOLO TERZO
L’applicazione in classe
- 59 -
CAPITOLO TERZO
L’applicazione in classe
- 60 -
CAPITOLO TERZO
L’applicazione in classe
- 61 -
CAPITOLO TERZO
L’applicazione in classe
I progetti liberi sono unici in quanto sono creati per essere adeguati alle
esigenze specifiche degli insegnanti e degli studenti della classe.
10
KAGAN, Op. cit. pag. 262
- 62 -
CAPITOLO TERZO
L’applicazione in classe
- 63 -
APPENDICE
Strutture per organizzare contesti di apprendimento
APPENDICE
STRUTTURE PER ORGANIZZARE CONTESTI DI APPRENDIMENTO
PRELETTURA
LETTURA GLOBALE
Scorsa del testo per farsi un’idea
LETTURA ANALITICA
- 64 -
APPENDICE
Strutture per organizzare contesti di apprendimento
ORGANIZZAZIONE DELLE
INFORMAZIONI Controllo reciproco in
coppia
Organizzare le informazioni: griglie Pensa, discuti in
strutturate, tabelle, diagrammi, coppia, condividi
schemi, mappe
RIELABORARE
Decisione per consulto
Rispondere a domande di gruppo (penne al
Riformulare con parole proprie e centro)
spiegare ad altri Jigsaw
Produrre domande per verificare la Spedisci le tue
comprensione dei compagni domande
Produrre flash card Flash card
RIPASSARE
Teste numerate
Fare/farsi domande insieme
“Chiudere” l’argomento sintetizzando Scopri l’errore
- 65 -
APPENDICE
Strutture per organizzare contesti di apprendimento
- 66 -
APPENDICE
Strutture per organizzare contesti di apprendimento
- 67 -
APPENDICE
Strutture per organizzare contesti di apprendimento
- 68 -
APPENDICE
Strutture per organizzare contesti di apprendimento
- 69 -
APPENDICE
Strutture per organizzare contesti di apprendimento
- 70 -
APPENDICE
Strutture per organizzare contesti di apprendimento
JIGSAW
- 71 -
APPENDICE
Strutture per organizzare contesti di apprendimento
- 72 -
CONCLUSIONI
Soluzione per il futuro!?
CONCLUSIONI
SOLUZIONE PER IL FUTURO!?
- 73 -
CONCLUSIONI
Soluzione per il futuro!?
- 74 -
CONCLUSIONI
Soluzione per il futuro!?
- 75 -
BIBLIOGRAFIA
Soluzione per il futuro!?
BIBLIOGRAFIA
- 76 -
Sitografia
- 77 -