Ciarcianelli 4 - Integrazione Gruppo Classe

06/08/2023
Pedagogia speciale della gestione

integrata del gruppo classe
M-PED/03
Prof.ssa Sandra Ciarcianelli
s.ciarcianelli@unilink.it
INTEGRAZIONE DEL GRUPPO CLASSE

Pedagogia speciale della gestione integrata del gruppo classe
Testi di riferimento
Sandra Ciarcianelli Sandra Ciarcianelli

Le radici dell’inclusione Le forme della discriminazione.
Un percorso socio-pedagogico Dissonanze della società contemporanea
2021 – Ed. Itard 2022 – Ed. Itard
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LA DIDATTICA INCLUSIVA
Prospettiva educativa che organizza i processi di

insegnamento e di apprendimento a partire dalle
differenze presenti nel gruppo classe per raggiungere

il massimo possibile in termini di apprendimento e

partecipazione.
Coniugare le dimensioni della qualità della vita, le

variabili di contesto (aspettative, prospettive,
intenzioni, preferenze), con gli interventi messi in
atto, compreso quelli del PEI/PDP.
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LA GESTIONE DEL GRUPPO CLASSE
Include tutte le azioni che un insegnante deve

svolgere per promuovere il coinvolgimento e la
cooperazione dell’allievo nelle attività di classe e

stabilire un produttivo ambiente di lavoro.

Insegnare non significa soltanto curricolo e istruzione.
È anche gestire la classe, motivare gli studenti ad
apprendere e cercare di soddisfare i loro bisogni
individuali inclusi i bisogni degli studenti che
manifestano problemi cronici di personalità e
comportamento.
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PEI PDP E AZIONE DIDATTICA per
Attivare i processi di apprendimento

Costruire l’apprendimento
Valutare gli esiti dell’apprendimento

Correlare le aree del piano con le dimensioni della
qualità della vita e con le aspettative dell’alunno,
della famiglia, della scuola
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ESEMPI DI DIDATTICA INCLUSIVA

Per favorire l’apprendimento
Adattamento degli stili comunicativi del docente

Adattamento degli obiettivi e dei materiali
Adattamento degli spazi
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ADATTAMENTO DEGLI STILI COMUNICATIVI DEL DOCENTE
Fattori facilitanti
Alta frequenza di parole conosciute, organizzazione
sintattica bassa, concretezza, vicinanza all’esperienza

di chi ascolta, informazioni esplicite, bassa formalità,

dimensione breve, scambio di ruoli.
Fattori ostacolanti
Bassa frequenza di parole note, alta organizzazione
sintattica, astrattezza, lontananza dall’esperienza di
chi ascolta, informazioni implicite, dimensione lunga,
alta formalità, unidirezionalità.
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STRATEGIE COMUNICATIVE DELL’INSEGNANTE
• Il rispecchiamento
• Le domande di chiarimento (In che senso?) e di

spiegazione (Come mai?)

• Fare il punto della situazione
• La richiesta di contraddittorio (Sei/siete
d’accordo?)
• Introduzione di dati discrepanti
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ADATTAMENTO DEGLI OBIETTIVI E DEI MATERIALI
Sostituzione
Si traduce l’input dell’insegnante in un altro
codice/linguaggio, non si semplifica l’obiettivo

Facilitazione
Uso di tecnologie motivanti, contesti didattici
interattivi, contesti reali, contesti operativi e
significativi
Arricchimento della situazione con vari tipi di aiuto
Aggiungere indizi, stimoli, spiegazioni aggiuntive,
mappe, organizzatori anticipati, domande di
riorganizzazione
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ADATTAMENTO DEGLI OBIETTIVI E DEI MATERIALI
Semplificazione
Riduzione della complessità concettuale, modifica del
lessico, semplificazione dei criteri di corretta

esecuzione delle risposte

Traduzione
Degli obiettivi della disciplina in altri più accessibili
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ADATTAMENTO DEGLI SPAZI
Disposizione
tradizionale dei banchi
Disposizioni funzionali all’inclusione
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STRATEGIE PER GLI ALUNNI
Nella relazione
Incoraggiare spesso il bambino quando manifesta
comportamenti socialmente accettabili

Mantenere la massima coerenza nel modo di reagire

ai comportamenti dell’alunno
Dare l’opportunità di guadagnarsi meriti e
riconoscimenti
Mantenere il più possibile una certa calma e pazienza;
assicurarsi che l’alunno comprenda ciò che ci si
aspetta da lui
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Nella relazione
Porre i limiti in modo fermo
In caso di inaccettabili eccessi verbali, cercare di

reagire alle loro emozioni, non alle parole
pronunciate
Evitare di lasciarsi manipolare attraverso adulazioni e
lacrime
Evitare rimproveri prolungati e “prediche”
Rendere gli alunni consapevoli di quali azioni possono
causare loro la perdita di amici
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Nella progettazione – azione

Favorire negli alunni l’interesse per il ragionamento e
il problem-solving
Stimolare l’apprendimento cooperativo

Sviluppare accorgimenti per ridurre la tensione che
c’è in certe situazioni
Coinvolgere gli alunni nella determinazione delle
norme di comportamento da osservare
Aiutare gli alunni a scegliere meglio il comportamento
che soddisfa le loro esigenze
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Nella progettazione – azione

Organizzare gruppi di discussione su come risolvere i
problemi di rapporto tra compagni

Usare in modo strategico tutto ciò che può funzionare

come rinforzo
Favorire relazioni strette e di collaborazione tra
genitori ed insegnanti
Comunicare giornalmente l’andamento del
comportamento dell’alunno, in modo che riceva un
feedback in famiglia
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Il punto di partenza di ogni apprendimento è la

creazione di una relazione di classe positiva, in grado
di rispettare le differenze e le specificità di ogni

singolo individuo, al fine di concedergli la possibilità

di esprimersi liberamente e senza riserve.
Senza la creazione di una relazione di classe positiva,
si rivela inutile ogni riflessione su come insegnare o
su come costruire situazioni che consentano
apprendimento.
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L’INSEGNANTE
Da rispetto per ricevere rispetto

È un punto di riferimento
Chiama per nome

Comunica di avere interesse per gli studenti come
persone
Trasmette fiducia
Dimostra professionalità
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L’INSEGNANTE
Coinvolge gli studenti in ciò che si intende fare

Capisce e comprende i loro interessi a riguardo
Propone esempi concreti, vicini alla realtà, che li

portino a trovare procedimenti a loro idonei
Valuta anche gli errori come una risorsa perché il
docente potrà fornire loro il correttivo adatto
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L’INSEGNANTE
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La conoscenza come prodotto La conoscenza come processo

predefinito, materia inerte elaborativo, materia viva
La conoscenza viene frammentata in La conoscenza viene vista nelle sue
parti per facilitare l’assimilazione reciproche relazioni

Lo studente riproduce la conoscenza Lo studente produce la conoscenza

Organizzato intorno a contenuti Organizzato intorno a problemi
Strutturato e uniforme Differenziato e regolato sulla persona
Prevede un percorso lineare Prevede un percorso ricorsivo
insegnante-conoscenza-studente insegnante-conoscenza-studente
Usa il libro come strumento principe Usa fonti e materiali diversi
Procede in modo individualistico Procede in modo cooperativo
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Numero non eccessivo

Ragionevoli e chiare
Le regole
Necessarie
Funzionali
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IL GRUPPO CLASSE
La classe è un gruppo, luogo di interrelazioni

interpersonali e di gruppo
La classe va pensata come totalità dinamica

È qualcosa di diverso dalla semplice somma degli
allievi
Sono sempre compresenti due dimensioni:
consapevole e razionale; emotiva e inconscia
Non basta essere un insieme di singoli per essere un
gruppo di lavoro
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IL GRUPPO CLASSE
Totalità e interdipendenza
Ad ogni comportamento corrisponde una reazione-
risposta
Ad ogni cambiamento di una parte corrisponde un

cambiamento nell’altra parte
Quindi, per modificare il tutto, è necessario e
sufficiente modificare una parte
La classe tende al suo equilibrio interno
Non causalità lineare ma circolare e multipla
Relazioni reciproche di causalità
Le azioni comunicative si influenzano reciprocamente
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PER FAR CRESCERE IL GRUPPO CLASSE
1. Pensare il gruppo come una totalità

2. Ragionare in termini di relazione e circolarità
(non di causa ed effetto)

3. Considerare le dimensioni emozionali (paure,

fantasie) in gioco, imparare a riconoscerle e
gestirle
4. Prestare attenzione alle comunicazioni non verbali
5. Ridurre o eliminare gli ostacoli all’apprendimento
e promuovere le forze che lo favoriscono
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Osservare la dinamica emotiva

L’insieme delle relazioni interpersonali nei
sottogruppi di inter-gruppo
Osservare e ascoltare le comunicazioni verbali e non

verbali
Percepire i singoli ma al tempo stesso il gruppo e
viceversa (figura-sfondo)
Percepire i comportamenti e le difficoltà dei singoli
allievi come indicatori privilegiati della dinamica
emotiva dell’intero gruppo
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Ascolto del verbale e del non verbale

Ascolto
Imparare ad osservare e ad ascoltare l’altro

(individuo/gruppo)
Ascolto dell’ascolto
Imparare a osservare e ascoltare come l’altro reagisce
o risponde alle mie comunicazioni
Imparare ad osservare e ascoltare il mio ascolto di
adulto
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È necessario costruire relazioni.

È fondamentale raggiungere e, quindi, trasmettere un

sentimento di profondo rispetto per l’interlocutore.
Questo ha una motivazione etica ma, al tempo stesso,

è la sola posizione emotiva che consenta di conoscere
l’altro e di collaborare realmente con lui.
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IL COMPITO
Richiede
Informazioni e competenze tecniche
Contenimento ed elaborazione delle ansie legate alla

prescrittività del compito
Le ansie istituzionali
Compito  Tecnico-operativo - Emozionale
Risorse  Materiali/Umane - Personali/degli
interlocutori
Relazioni  Interpersonali - Di gruppo
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IL COMPITO
Oscillazione fra aspetti mentali

Sensi di inadeguatezza
Sentimenti di frustrazione e persecuzione

Impulsività
Demoralizzazione
Vissuti di gelosia
Curiosità
Voglia di esplorare e andare verso il nuovo
Speranza
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IL GRUPPO
Il gruppo permette agli individui di soddisfare bisogni

inconsci di:
Identità
Il ruolo istituzionale fa sentire adulti e capaci
Appartenenza
Contro vissuti depressivi di isolamento e solitudine
Sicurezza
Istituzione come contenitore protettivo rispetto a
vissuti di incertezza
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LA GESTIONE
Presidiare gli obiettivi

Gestire le relazioni intragruppo e intergruppo
Gli stili gestionali sono quelli che influenzano

atmosfere e possibilità di crescita nel gruppo e nei
suoi membri (Trow, Goleman)
Intenzionalità educativa
Un’organizzazione mentale in cui “…le parti distruttive
… della personalità …possono rimanere sullo sfondo”
ed è possibile, quindi, tollerare di prendersi cura delle
ansie evolutive di chi dipende da noi.
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LA GESTIONE
Continuità
Consapevolezza della paura del con-tatto e del
dolore improvviso alla base di ogni indietreggiare

davanti al lavoro psichico

Capacità coltivata di vedere la nostra mente anche
nei suoi aspetti meno nobili per contenerli e rilanciare
gli aspetti più adulti
Capacità relazionali di ascolto, osservazione,
contatto, empatia, continuità e contenimento
Capacità gestionali: promuovere interazioni
improntate a condivisione, integrazione, reciprocità 33 di 39
LA GESTIONE
Culture di gruppo collaborative

Meccanismi regolativi di integrazione
Capacità di relazione, responsabilità e cura per gli altri

↓
Lungimiranza, Solidarietà, Sicurezza
↓
Cultura della cura e della responsabilità
↓
Atteggiamento etico (non intrusività) ma rispetto
Ascolto delle ragioni dell’altro
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LA GESTIONE
Si tratta di programmare e gestire il lavoro

didattico tenendo presente non solo il punto
di vista della “materia” (condizione

necessaria, ma non sufficiente per un
apprendimento autentico), ma anche la
tipologia relazionale ed emotiva di ogni
singolo componente dei diversi gruppi classe.
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LA GESTIONE – SPIRITO DI GRUPPO

Uno scopo comune.
Il riconoscimento da parte di tutti i membri del
gruppo dei legami del gruppo e della loro posizione e

funzione in relazione a gruppi più grandi.

Capacità di assorbire nuovi membri e perderne altri
senza timore che vada persa l’individualità del gruppo
(carattere flessibile del gruppo).
Assenza di sottogruppi con legami esclusivi.
Ogni singolo membro viene valutato per il contributo
che porta al gruppo e gode di una certa libertà di
movimento.
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LA GESTIONE – SPIRITO DI GRUPPO
Il gruppo deve avere la capacità di affrontare il

malcontento all’interno di se stesso e avere i mezzi
per poterlo dominare.

L'altro possiede il problema e non ne viene

spodestato.
L'altro è portatore di conoscenze, competenze e punti
di vista differenti e può proporli nella individuazione
dei bisogni e nella formulazione di nuove soluzioni.
La leadership può transitare fra le varie figure a
seconda delle fasi e delle situazioni vissute dal
gruppo. 37 di 39
BIBLIOGRAFIA
• Bion W. R. (1961) Esperienze nei gruppi. Tr. it. Armando, Roma 1971.
• Blandino G., Granieri B. (1995), La disponibilità ad apprendere.
Raffaello Cortina Editore, Milano.
• Blandino G., Granieri B. (2002) Le risorse emotive nella scuola.

Raffaello Cortina Editore, Milano.

• D’Alonzo L. (2017) Come fare per gestire la classe nella pratica
didattica. Metodi e strategie, unità di lavoro guidate e schede di
autoformazione. Giunti.
• D’Alonzo L. (2020) La gestione della classe per l'inclusione, Scholè.
• Di Chiara G. (1999) Sindromi psicosociali. Raffaello Cortina Editore,
Milano.
• Granieri B. (2004) L’istituzione e le sue dinamiche. In: Granieri A.
(2004) (a cura di) Incontrare l’altro. Dimensioni aﬀettive nella
psicologia clinica. UTET, Torino.
38 di 39
19
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BIBLIOGRAFIA
• Granieri B. (2008) Storie complicate. La scuola al di là delle riforme.

Fratelli Frilli Editori, Genova.
• Obholzer A., Zagier Roberts V. (1994) L'Inconscio al Lavoro. Tr.it.

Etas Libri, Milano 1998.

• Rice A.K. (1965) Esperienze di leadership. Tr.it. Giunti, Firenze 1974.
• Schein E. (1999) Culture d’impresa. Tr.it. Raffaello Cortina Editore,
Milano 2000.
• Schein E. (2009) Forme d’aiuto. Tr.it. Raffaello Cortina Editore,
Milano 2010.
• Tomlinson C.A. (2022) La differenziazione didattica in classe. Per
rispondere ai bisogni di tutti gli alunni, Morcelliniana.
• Turquet P. (1975) Minacce all'identità nel gruppo allargato. In: L.
Kreeger (a cura) Il gruppo allargato. Tr.it. Armando, Roma 1978.
39 di 39
20

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Pedagogia speciale della gestione

INTEGRAZIONE DEL GRUPPO CLASSE

Prof.ssa Sandra Ciarcianelli

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Sandra Ciarcianelli Sandra Ciarcianelli

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Prospettiva educativa che organizza i processi di

differenze presenti nel gruppo classe per raggiungere

il massimo possibile in termini di apprendimento e

Coniugare le dimensioni della qualità della vita, le

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LA GESTIONE DEL GRUPPO CLASSE

Include tutte le azioni che un insegnante deve

cooperazione dell’allievo nelle attività di classe e

stabilire un produttivo ambiente di lavoro.

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PEI PDP E AZIONE DIDATTICA per

Attivare i processi di apprendimento

Valutare gli esiti dell’apprendimento

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ESEMPI DI DIDATTICA INCLUSIVA

Adattamento degli stili comunicativi del docente

Adattamento degli obiettivi e dei materiali

Adattamento degli spazi

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ADATTAMENTO DEGLI STILI COMUNICATIVI DEL DOCENTE

sintattica bassa, concretezza, vicinanza all’esperienza

di chi ascolta, informazioni esplicite, bassa formalità,

Pedagogia speciale della gestione integrata del gruppo classe

STRATEGIE COMUNICATIVE DELL’INSEGNANTE

• Le domande di chiarimento (In che senso?) e di

spiegazione (Come mai?)

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ADATTAMENTO DEGLI OBIETTIVI E DEI MATERIALI

codice/linguaggio, non si semplifica l’obiettivo

Pedagogia speciale della gestione integrata del gruppo classe

ADATTAMENTO DEGLI OBIETTIVI E DEI MATERIALI

lessico, semplificazione dei criteri di corretta

esecuzione delle risposte

Pedagogia speciale della gestione integrata del gruppo classe

ADATTAMENTO DEGLI SPAZI

Disposizioni funzionali all’inclusione

Pedagogia speciale della gestione integrata del gruppo classe

STRATEGIE PER GLI ALUNNI

comportamenti socialmente accettabili

Mantenere la massima coerenza nel modo di reagire

Pedagogia speciale della gestione integrata del gruppo classe

STRATEGIE PER GLI ALUNNI

In caso di inaccettabili eccessi verbali, cercare di

Pedagogia speciale della gestione integrata del gruppo classe

STRATEGIE PER GLI ALUNNI

Nella progettazione – azione

Stimolare l’apprendimento cooperativo

Pedagogia speciale della gestione integrata del gruppo classe

STRATEGIE PER GLI ALUNNI

Nella progettazione – azione

problemi di rapporto tra compagni

Usare in modo strategico tutto ciò che può funzionare

Pedagogia speciale della gestione integrata del gruppo classe

STRATEGIE PER GLI ALUNNI

Il punto di partenza di ogni apprendimento è la

di rispettare le differenze e le specificità di ogni