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AFFECT

DIFFICOLTÀ
PROBLEM SOLVING
PASSAGGIO DALLA SCUOLA SECONDARIA
ALL’UNIVERSITÀ
È ora di mettersi in gioco…

Lo studente si trova catapultato da un contesto spesso


iperprotettivo ad uno in cui gli si chiede di camminare da
solo

Le difficoltà negli esami di matematica sono una delle


cause dell’abbandono degli studi o del prolungamento del
tempo impiegato per conseguire la Laurea
I docenti universitari associano le difficoltà delle matricole
universitarie ad una scarsa preparazione in uscita dalle
superiori:
 
“gli studenti in entrata hanno delle lacune di base enormi”

In uno studio condotto da Di Martino e


Maracci viene chiesto ai docenti universitari
e di scuola superiore di dichiarare le proprie
aspettative sulla preparazione delle
matricole :
• Le aspettative dei docenti universitari
sono molto inferiori a quelle dei docenti
di scuola superiore.
• Le conoscenze degli studenti sono di
gran lunga inferiori ad entrambe le
aspettative.

L’interpretazione delle difficoltà in matematica legata a mancanza di


conoscenze è, come detto, largamente diffusa e lo è ancor di più a
livello universitario dove sono maggiormente sottovalutate
componenti di natura motivazionale, ambientale e affettiva.
FACCIAMO UN SALTO
NEL PASSATO…
Inibisce i
processi
cognitivi
«ansia legata
alla
matematica» Nasce come
conseguenza a
una ripetuta
performance
scarsa
Anni ’60 e ‘70
Risultati

«l’attitudine
verso la
matematica» Gradimento
della materia
Il bisogno di chiarire le fondamenta teoriche fu sentito negli anni ’80
soprattutto nel contesto di ricerca sul problem solving in
matematica.

ANNI ‘80
RELAZIONE TRA AFFECT E ASPETTI COGNITIVI

 Interazioni tra gli aspetti cognitivi,


metacognitivi ed emozionali.

 Importanza del metacognitivo come


interpretazione del fallimento

La pubblicazione di Adams e McLeod «Affect and


mathematical problem solving» rappresenta il punto di svolta
nella ricerca sull’affect in didattica della matematica.
AFFECT E DIFFICOLTÀ

“ Se la ricerca sullo studio e l’istruzione è di


massimizzare il suo impatto sugli studenti e gli
insegnanti le questioni affettive dovrebbero
occupare una posizione più centrale nel pensiero dei
ricercatori” (McLeod,Molto
1992).
diffusa è la convinzione che:
« chi ha lacune di base non può riuscire»
« per riuscire in matematica bisogna essere portati»
PERCHÈ UN RAGAZZO HA DIFFICOLTÀ IN
MATEMATICA?

Difficoltà a riorganizzare e utilizzare il


proprio sapere in vista di un obiettivo.

Emozioni debilitanti quali noia, paura,


ansia….

Mancanza di interesse, determinazione,


motivazione e insicurezza.

Non sono le singole convinzioni ad avere effetti debilitanti, quanto


l’interazione fra esse e soprattutto lo studente non si sente
protagonista attivo del processo di insegnamento-apprendimento.
Da uno studio condotto da Di Martino emerge che l’espressione
più ricorrente è del tipo:

«la matematica mi piace/non mi piace»

«Se avessi potuto per


quella materia non
sarei andato più a
scuola»

Ma non solo….

«Il rapporto che ho


vissuto con questa
materia è stato molto
odioso»

«Quando la maestra
mi chiamava alla
lavagna iniziavo a
preoccuparmi»
Sapere che ad uno studente piaccia o meno la matematica è
un’informazione parziale, è altrettanto importante sapere cosa
piace/non piace e perché….

Cosa piace/non piace rimanda alla visione della


matematica che uno studente ha.

La domanda «perché piace/non piace?» spesso è


collegata al fatto che si riesca o meno.

Mi piace perché La odio perché


ho iniziato a non mi riesce
prendere bei voti
PROBLEM SOLVING E ARGOMENTAZIONE
Con quale obiettivo insegnare matematica ad uno
specifico livello scolare?

Condivision
e di
conoscenze
specifiche

Obiettivi
affettivi

Sviluppo
del
ragioname
nto
« Ma quanto, poi in aula, chiediamo ai
nostri allievi di ragionare, di risolvere
problemi che non siano esercizi, di
argomentare mettendo in evidenza i
propri processi di pensiero durante le
lezioni di matematica?»
Risultati

PROCESSI
RIPRODUTTIVI

PROCESSI
PRODUTTIVI

Argomentazioni
Problem solving e argomentazione sono ovviamente tra loro
collegati e per valutare la risoluzione di un problema dobbiamo:

■ Avere informazioni sui processi attivati (quindi è necessaria la


spiegazione).

□ Valutare le giustificazioni delle scelte fatte (quindi la vera e


propria argomentazione)

Solitamente, se chiediamo a uno studente di spiegare perché funziona un


certo algoritmo che gli abbiamo insegnato (ad esempio la moltiplicazione in
colonna), la risposta più naturale è «perché me lo ha detto lei che si fa
così».

Questa difficoltà non stupisce ...

…raramente in matematica viene richiesto agli allievi di


risolvere veri problemi e di argomentare.
«hanno veramente
enormi difficoltà ad
argomentare»
Ansia del tempo

Perché gli insegnanti fanno questa scelta


didattica?

Consapevolezza delle
difficoltà di certe «non sanno
richieste risolvere
problemi»
Alcune riflessioni :

♦ La prima riguarda le difficoltà degli studenti nella maturazione


di tali competenze.
Obiettivi
trasversali

♦ La seconda è relativa ai danni che una scelta didattica


improntata su richieste procedurali comporta.

Teorie del
successo
Da un lavoro di Rosetta Zan:
«I danni del bravo insegnante»

«Credo che il ‘bravo’ insegnante diventi semplicemente... bravo insegnante, quando


riesce a pensare su tempi lunghi e non brevi: quando si convince che ha tempo a
disposizione, e che in questo tempo vale la pena di investire sforzi e risorse. Gli aspetti
affettivi diventano cruciali non per gestire una relazione soddisfacente nell’immediato, ma
per sostenere la realizzazione di un progetto educativo a lungo termine, perché questa
realizzazione richiede fiducia, coinvolgimento, attenzione. L’interesse per l’allievo non si
concretizza stabilendo con lui un generico buon rapporto, evitando il conflitto, evitando – a
lui e a noi stessi – emozioni negative, ma accettando il disagio di gestire il conflitto, se
necessario, accettando anche la sofferenza di vederlo vivere emozioni negative: in altre
parole sostenendo, e non evitando, la sua fatica, confortati dalla convinzione che abbiamo
davanti abbastanza tempo per vedere – o comunque per avere – i risultati di questa fatica. In
particolare il sostegno da dare agli allievi in difficoltà non si esaurisce in un supporto
per ‘aiutarli’ a dare risposte giuste, ma si allarga alla determinazione di perseguire
CONTRATTO DIDATTICO
Nello schema tradizionale, prima di proporre una qualsiasi
attività, l’insegnante fa vedere agli studenti come si fa.

Tra l’altro, quel far vedere come si fa


viene letto (a torto o a ragione) dagli
studenti di qualsiasi età come un come
si deve fare: i bambini della primaria
spesso si chiedono

«la maestra vorrà che faccia così?»

Brosseau (1986) ha brillantemente caratterizzato come contratto didattico:

“In una situazione d’insegnamento l’accesso a un compito si fa attraverso


un’interpretazione delle domande poste, delle informazioni fornite, degli
obblighi imposti che sono costanti nel modo di insegnare del maestro.
Queste abitudini del maestro attese dall’allievo e i comportamenti
dell’allievo attesi dal docente costituiscono il contratto didattico”.
Per lavorare su problem solving e argomentazione è importante
avere un repertorio di bei problemi da poter usare

Le prove INVALSI possono essere un catalogo interessante da


sfruttare per lavorare su problem solving e argomentazione

Cosa succede ai nostri allievi più bravi quando di fronte ad un


problema INVALSI diverso dal solito cadono
immancabilmente?
Trabocchetto Richiesta troppo difficile

Spesso gli allievi considerati meno bravi danno la risposta corretta


allo stesso quesito:

Sarà solo questione di fortuna?


BIBLIOGRAFIA

☻ «Il problema del raccordo scuola superiore università» Crdm


Di Martino Maracci .

☻ «Affect in mathematics education» Zan Brow, Evans, Hannula.

☻ «Difficoltà di apprendimento e problem solving» Zan 1996

☻ «l’atteggiamento verso la matematica» Di Martino.

☻ «Problem solving e argomentazione matematica», Di Martino.

Balestrieri Alessandra
Cacciapuoti Ornella
Martusciello Martina
Pugliese Arianna
QUESTIONARIO
Abbiamo utilizzato un questionario presente nell’articolo «Difficoltà
di apprendimento e problem solving» Zan 1996. Questo fu
proposto a una classe di studenti di un liceo pedagogico.
1. La matematica fa ragionare
2. La matematica è utile
3. In matematica c’è sempre un perché per ogni cosa
4. La matematica è schematica
5. Per
prepararsi ad una verifica scritta conviene fare tanti esercizi piuttosto che studiare la te
oria
6. In  matematica le regole e le proprietà vanno imparate a memoria
7. Solo alcune persone possono arrivare a capire bene la matematica
8. La matematica è una disciplina poco creativa
9. Se la matematica non ti piace non ti può riuscire
10. Le persone che vanno bene in matematica sono quelle più intelligenti
11. La matematica ha una logica completamente diversa da tutte le altre materie
12. Le persone che vanno male in matematica sono quelle più fantasiose
13. La matematica a scuola si studia per imparare a destreggiarsi nei calcoli.
14.
Le persone che vanno bene in matematica sono quelle che passano più tempo a studia
re
15. In matematica ogni conoscenza si fonda su conoscenze precedenti
16. L
a matematica a scuola si studia perché è necessario avere certe conoscenze per qualsi
asi studio o attività futuri
17. La matematica ha pochi collegamenti con la realtà.
18. In matematica se uno ha lacune di base non può capire le altre cose di matematica
19. Per riuscire in matematica è importante avere un buon rapporto con l’insegnante.
20. In matematica si può sempre capire il perché di ogni regola.
21. La matematica è difficile.
a. Il tuo rapporto con la matematica ha influito sulla tua scelta universitaria?
b. C'è qualche esame di matematica che ha rallentato il tuo percorso universitario?
c. Il tuo rapporto con la matematica è cambiato rispetto alla scuola superiore?
1. La matematica fa ragionare
2. La matematica è utile
3. In matematica c'è sempre un perché per ogni cosa
 
4. La matematica è schematica
5.
Per prepararsi ad una verifica scritta conviene fare tanti eserc
izi piuttosto che studiare la teoria
6.
In matematica le regole e le proprietà vanno imparate a mem
oria
7. Solo alcune persone possono arrivare a capire bene la
matematica 
8. La matematica è una disciplina poco creativa
9. Se la matematica non ti piace non ti può riuscire
10.
Le persone che vanno bene in matematica sono quelle più intellig
enti
11.
La matematica ha una logica completamente diversa da tutte le a
ltre materie
12. Le persone che vanno male in matematica sono quelle
più fantasiose
 
13.
La matematica a scuola si studia per imparare a destreggiarsi nei
calcoli
14.
Le persone che vanno bene in matematica sono quelle che passa
no più tempo a studiare
15. In matematica ogni conoscenza si fonda su conoscenze prece
denti
16.
La matematica a scuola si studia perché è necessario avere ce
rte conoscenze per qualsiasi studio o attività futuri
17. La matematica ha pochi collegamenti con la realtà
18.
In matematica se uno ha lacune di base non può capire le altr
e cose di
matematica 
19.
Per riuscire in matematica è importante avere un buon rappor
to con l'insegnante
20. In matematica si può sempre capire il perché di ogni regola
21. La matematica è difficile
a.
Il tuo rapporto con la matematica ha influito sulla tua scelta uni
versitaria?
b.
C'è qualche esame di matematica che ha rallentato il tuo percorso univers
itario?
c.
Il tuo rapporto con la matematica è cambiato rispetto alla scuola sup
eriore?

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